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Report "Globalizzazione"   14-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Gm si divide per evitare la bancarotta ( da "Stampa, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: operano in Cina: questa società più piccola, risanata con una dote dai 5 ai 7 miliardi di denaro governativo, starebbe in regime fallimentare per soli 15 giorni. Dall'altro canto nascerebbe una Gm «cattiva», in cui inserire gli stabilimenti e le produzioni che perdono soldi, oltre all'ingente portafoglio di debiti verso i sindacati sotto forma di impegni previdenziali e assistenziali:

Iran, sì a colloqui sul programma atomico ( da "Corriere.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e germania) Iran, sì a colloqui sul programma atomico Il capo negoziatore iraniano ha avuto una conversazione telefonica con Solana, incaricato dell'Ue TEHERAN - L'Iran ha finalmente accettato l'inizio di colloqui sul proprio programma atomico con il cosiddetto gruppo 5+1 (Usa,

L'Iran apre al negoziato con il gruppo dei "5+1" ( da "Cittadino, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, hanno accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran.Del gruppo fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioé Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania.

IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG ( da "Tribuna di Treviso, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un centinaio di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia,

Prova di forza in Somalia contro i corsari dei nostri tempi ( da "Arena, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dagli Stati Uniti alla Cina, i corsari- 1.500 uomini divisi in vari clan- hanno continuato ad assaltare le navi in transito, a prendere gli equipaggi in ostaggio e a ottenere cospicui riscatti per la loro liberazione. Vigeva una specie di patto non scritto, per cui i somali trattavano i marinai catturati con tutti i riguardi e restituivano le navi senza toccarne il carico;

Uovo veronese con sorpresa made in China ( da "Arena, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: GLOBALIZZAZIONE. Popoli aiuta i Karen Uovo veronese con sorpresa made in China La Repubblica popolare è partner della Birmania il cui regime perseguita la minoranza etnica Chissà cosa avranno pensato i volontari del gruppo solidarista «Popoli», fondata da Franco Nerozzi, quando, aprendo l'uovo di Pasqua dell'associazione hanno trovato una sorpresa prodotta niente di meno che da un'

iran pronto al dialogo "trattiamo sul nucleare" ( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Francia e Russia) più la Germania - che l´Iran «accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Era stato lo stesso Solana, secondo quanto precisato dalla televisione iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+

il missile lanciato da pyongyang ( da "Centro, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,

il missile lanciato da pyongyang ( da "Nuova Venezia, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,

bangkok: la polizia spara, due vittime ( da "Nuova Venezia, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali.

il missile lanciato da pyongyang ( da "Mattino di Padova, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un centinaio di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia,

BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio estero per , l'evento con l' ( da "Adige, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: aprire le porte della Cina alla moda, non solo italiana BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio estero per «Shanghai collections», l'evento con l'«E» maiuscola, dice lui, che dovrebbe, tra 180 giorni, aprire le porte della Cina alla moda,

il missile lanciato da pyongyang ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,

bangkok: la polizia spara, due vittime ( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali.

corruzione, economia e populismo così è fallito il modello thailandia - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: si aprì alla globalizzazione Corruzione, economia e populismo così è fallito il modello Thailandia La rivolta è finanziata da Thaskin, magnate-simbolo di un nuovo capitalismo FEDERICO RAMPINI Due leader di governo tra i più potenti del mondo costretti a una movimentata fuga in elicottero: è il segnale che la crisi thailandese è tutt´

incontro con marc augè domani sera al magnolfi ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lo stato attuale della globalizzazione e le sue nuove sfide. Identità e Multiculturalità è un progetto che si propone di favorire diffusione e condivisione di un confronto culturale nella nostra realtà connotata da un forte flusso migratorio; un tentativo di lavorare sulla caratterizzazione identitaria per riconoscersi parte integrante di un contesto,

cina, nuovo piano per rilanciare i consumi - vittoria puledda ( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Economia Cina, nuovo piano per rilanciare i consumi Pechino pensa alla leva fiscale. Banche, indagine Usa sui bilanci truccati VITTORIA PULEDDA MILANO - La Cina prova a sperare nella ripresa Usa, robusto mercato di riferimento per le sue esportazioni, ma nel frattempo studia nuove misure per sostenere la crescita interna.

contro la crisi un'altra torre di pisa ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mondadori ha chiesto a Letta una riflessione sui temi affrontati dal ministro (dalla globalizzazione alla statalizzazione dell'economia) e lui ha accettato. Per superare la paura e ridare la speranza, Letta si concentra su argomenti forti come la riforma degli ammortizzatori sociali. «Chi ha il contratto a tempo indeterminato - sottolinea Letta - ha protezioni sufficienti.

fino a sabato la mostra di mannucci ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: incertezza di un mondo globalizzato. Sintetizza il nostro modus vivendi diventandone uno status simbol. Numeri contaminati da tratti cromatici forti e decisi così a fotografare uno spaccato del nostro vivere quotidiano». La terza ed ultima mostra si svolgerà, sempre alla Bottega del Caffè, dal 25 aprile al 9 maggio e si intitola "Trossi Uberti.

scontri a bangkok: due morti ( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi del Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministeri e nelle piazze principali.

Ma la Farnesina è solida ( da "Italia Oggi" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In un mondo globalizzato come quello di oggi, occorre saper fare scelte per adattare rapidamente le strutture e l'organizzazione del lavoro a fronte di mutamenti che intervengono di continuo. Ciò obbliga anche il ministero degli esteri, come tutti i players della globalizzazione, ad adattarsi rapidamente alla nuova,

nostro servizio TEHERAN L'apertura del pr... ( da "Messaggero, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania). L'accordo è stato preso nel corso di una telefonata fra il capo negoziatore per il nucleare iraniano, Saaid Jalili, e l'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell Ue, Javier Solana.

Se Cina e Usa s'avvicinano ( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se Cina e Usa s'avvicinano --> Martedì 14 Aprile 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Uno degli aspetti che da qualche anno sta caratterizzando con sempre maggiore evidenza la scena internazionale è il continuo rafforzamento dell'asse economico, e per certi versi anche politico, tra Stati Uniti e Cina.

Segue da pagina 1 Sono evidenti i danni che deriverebbero alle finanze cinesi ed ai suoi risparmiatori da una progressiva svalutazione del dollaro, che maschererebbe, in sostanza, ( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: alla quale la stessa Cina è fortemente interessata, e che rappresenta forse il più grande obiettivo che Obama si è posto per dare alla sua presidenza un nuovo grande respiro politico internazionale. Come sono lontani questi tempi da quelli in cui gli Usa pensavano di esportare la democrazia in Cina attraverso il tutt'altro che democratico Chian Kaichek;

Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, ... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 14-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: PRIMO PIANO pag. 5 Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, ... Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, 37 negli Usa e 36 in Pakistan

Neonati, straniero uno su tre ( da "Corriere del Veneto" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ucraina agli Usa, passando per Cina e Filippine. E fra i nuovi cittadini venuti al mondo anche due neozelandesi, i cui genitori provengono dalla terra che geograficamente è più lontana dallo Stivale. Con buona pace dello Sceriffo Gentilini. Era il giorno di San Valentino quando un euforico vicesindaco invitò i suoi cittadini a procreare:

Nucleare, l'Iran pronto a riprendere il negoziato con i sei Grandi ( da "Unita, L'" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa, gli altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) e la Germania, cioè i cosiddetti «5+1», sono disposti ad offrire una nuova chance ad Ahamdinejad, magari sperando che dopo le elezioni presidenziali di giugno l'interlocutore non sia più lui, ma un capo di Stato più ragionevole.

VIRTÙ PERDUTE ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-14 - pag: 13 autore: VIRTù PERDUTE «I capitali internazionali c'erano anche prima della globalizzazione: ma noi li cercavamo per le aziende, non per speculare» DENARO IN FUGA «Il Principato di Monaco non è un paradiso fiscale e conta di uscire dalla lista grigia Ocse seguendo la via della Svizzera»

Torneranno le banche commerciali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: unica banca italiana che operava nel corporate e investment banking internazionale quando la globalizzazione finanziaria ha preso le mosse. Qual era la visione che lei aveva allora dei cambiamenti di lungo periodo sfociati infine nel collasso dei mercati? Una breve premessa a tutta la conversazione: io sono un bancario, non un economista.

La Germania censisce i grandi cantieri ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mentre la Cina ha deciso di investire 286 miliardi di dollari nei trasporti, l'India ha messo da parte 250 miliardi di dollari da spendere nel grande settore energetico. In Giappone, il Governo ha messo a punto invece un piano di stimolo all'economia che prevede investimenti nell'informatica per 6 miliardi di yen.

Brusca frenata per le riserve valutarie cinesi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma soprattutto minori investimenti esteri verso la Cina e deflussi di capitale dalla Cina stessa, in particolare verso Hong Kong. Nei mesi di gennaio e febbraio le riserve sono addirittura calate, rispettivamente della cifra record di 32,6 miliardi di dollari e di 1,4 miliardi di dol-lari, secondo statistiche della Banca centrale.

Abruzzo a prevenzione zero ( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Abruzzo a prevenzione zero Bilancio assorbito dalla spesa sanitaria, protezione civile a secco Mariano Maugeri PESCARA. Dal nostro inviato «I fondi della Protezione civile regionale? Sono quelli affidati alla divina provvidenza». Michele Fina, giovanissimo assessorealla Protezione civile della Provincia dell'Aquila, non si arrampica sugli specchi.

TEHERAN L'Iran ha detto ai colloqui sul nucleare con il <5+1 ...>( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 14-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha fatto sapere che il capo negoziatore Said Jalili ha avuto una conversazione telefonica con Javier Solana e che la ripresa dei negoziati «è salutata con favore». L'alto rappresentante per la politica estera del'Ue era stato incaricato da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania di sondare la disponibilità del regime degli ayatollah a tornare al tavolo dei colloqui.

E ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nell'era della globalizzazione, poteva stare sia sotto casa, sia lontano mille miglia. In base a questa logica, quando Napoli è stata privata della sua banca si è detto che non avevamo nulla da temere, proprio perché bisognava giudicare dai risultati e non da come, e da dove, questi risultati venivano raggiunti.

L'Iran aderisce a nuovi colloqui sul nucleare La proposta è stata avanzata dal ministro degli Esteri dell'Ue, Solana. Al negoziato parteciperanno anche gli Usa ( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. «L'Iran - ha risposto Jalili - accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che «presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito.

AMBIENTE Energia da pneumatici: un'azienda di Milano sbarca negli Usa Un sistema a impatto z... ( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA Sale la produzione industriale: +8,3% nel mese di marzo La produzione industriale cinese è cresciuta dell'8,3% nel mese di marzo, dopo aver segnato un incremento di appena il 3,8% nei due mesi precedenti, il minimo storico. Continuano ad arrivare quindi segnali di ripresa dal colosso asiatico che,

TELECOM Un muro di gomma telefonica nVorrei tramite il suo giornale segna... ( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo gli accordi commerciali con la Cina e dopo il crollo del comunismo sovietico, il dollaro ha avuto un'ulteriore espansione all'interno dell'economia russa e cinese. Naturalmente, questo ha contribuito all'enorme crescita del «plusvalore» nel sistema monetario e finanziario globalizzato.

Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa?. ( da "Giornale.it, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.

l'iran: pronti a riprendere le trattative sul nucleare ( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Del gruppo fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad (nella foto) aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco».

IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG ( da "Provincia Pavese, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,

Bangkok: la polizia spara, due vittime ( da "Provincia Pavese, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali.

La NordCorea sfida il mondo">La NordCorea sfida il mondo ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del nucleare e annunciando poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio. "Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato",

Portafoglio, ecco le piazze 'sicure' per guadagnare ( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La crisi delle certezze La globalizzazione e le ultime due crisi, quella del 2000 e quella attuale hanno mandato in soffitta la teoria della diversificazione. E' sotto gli occhi il crollo all'unisono di tutte le Piazze azionarie del mondo avvenuto nell'ultima parte del 2008 e nei primi mesi di quest'anno.

22:27 NORDOCREA: ONU CONDANNA TEST, ORA AGGIUSTAMENTO SANZIONI ( da "Agi" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: accordo raggiunto sabato tra Usa, Gran Bretagna e Giappone da un lato, che puntavano a nuove sanzioni, e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. Nella dichiarazione "non vincolante" i Quindici "hanno condannato il lancio" perche' in palese "violazione della risoluzione 1718" del 14 ottobre 2006 che proibiva a Pyongyang esperimenti nucleari e missilistici.

Nuova sfida della Corea del nord "Colloqui inutili, nuovo reattore" ( da "Repubblica.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del nucleare e annunciando poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio. "Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato",

Corea del Nord, nuova sfida al mondo "Riapriremo gli impianti nucleari" ( da "Stampaweb, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d?abbandono del nucleare e annunciando poi l?intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio. «Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato»,

G7/VERTICE WASHINGTON SARÀ SEGUITO ANCHE DA G20 MINISTRI FINANZE ( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 100 miliardi di dollari (821 miliardi di euro) a favore delle istituzioni multilaterali per combattere la recessione. Il G20, oltre ai paesi del G7, comprende Argentina, Australia, Brasile, Cina India, Indonesia Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia e Unione Europea. (con fonte Afp)

IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG ( da "Nuova Ferrara, La" del 14-04-2009) + 6 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,

Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale ( da "Giornale.it, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.

Corea del Nord: "mai più negoziati sul nucleare" ( da "Rai News 24" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Usa e Russia. Secondo quanto riferito in serata da un alto funzionario del ministero degli Esteri sudcoreano, "la risposta di Pyongyang alla condanna del Consiglio di Sicurezza Onu in merito al lancio del razzo e' stata piu' decisa del previsto", sottolineando che "raramente il regime comunista aveva utilizzato parole tanto dure"

LA THAILANDIA NEL CAOS "NY TIMES". NUOVE APERTURE DI OBAMA ALL'IRAN? - QUANTAS IN CRISI GLI INCURSORI USA CONTRO I PIRATI: TRE PROIETTILI, TRE CADAVERI GLI USA PIÙ FLESSIBILI ( da "Dagospia.com" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e elenca i nomi dei capi di governo e stato di: Francia, Spagna, Russia, Giappone, Cina, Pakistan, Siria, Giordania, e Kuwait. Intanto, "il parlamento voterà 200 candidati ambasciatori, consiglieri e sottosegretari del governo". "Il ministero del Turismo discute con un gruppo britannico di investimenti la costruzione di siti turistici".

WTA Charleston: Bondarenko al secondo turno ( da "Datasport" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Yan Zi (CIN) 62 62 Melinda Czink (UNG) b. Jill Craybas (USA) 62 64 Rossana de los Ríos (PAR) b. Carly Gullickson (USA) 61 64 Varvara Lepchenko (USA) b. Galina Voskoboeva (KAZ) 61 63 Julie Ditty (USA) b. Ayumi Morita (GIA) 61 61 Anastasia Rodionova (RUS) b.

Alba: si presenta libro di Alessandro Barbero sul Piemonte ( da "Targatocn.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dalla preistoria alla globalizzazione, di Alessandro Barbero. L?incontro, alle 18, in sala 'Beppe Fenoglio', vedrà l?intervento dell?autore e dello storico Alessio Fiore, dell?Università di Torino. Il libro, aggiornato sulle più recenti acquisizioni della ricerca storica, ma dedicato al vasto pubblico degli appassionati, ripercorre fin dalle origini la storia del Piemonte,

NEW YORK. DOPO UNA SETTIMANA DI STALLO E DI DIVISIONI IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU HA CONDANNA... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia - più la Germania), con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. Jalili, ha riferito la televisione di Stato, ha comunicato la risposta positiva dell'Iran al responsabile della politica estera comune della Ue, Javier Solana, che tiene i contatti con Teheran a nome dei sei Paesi.

IN PREFETTURA ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Giappone, Canada, Russia) - anche del Ministro dell'agricoltura della repubblica ceca, come Presidente di turno del Consiglio Ue , della Commissaria Ue all'agricoltura Marianne Fischer Boel e dei Ministri dell'agricoltura di Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed Egitto, Australia e Argentina.

Obama allenta le sanzioni economiche contro Cuba ( da "Gazzettino, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta dei 5+1, il presidente iraniano Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco».

Nord Corea, Lavrov: i colloqui a sei riprenderanno presto ( da "Velino.it, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo le quali Pyongyang intende riattivare il reattore nucleare di Yongbyon e uscire dai colloqui del Sestetto (le due Coree, Cina, Giappone, Usa e Russia). Secondo Lavrov “non c?è alcun bisogno di stabilire un nuovo forum internazionale per occuparsi della situazione nelle penisola coreana”. E ancora “i colloqui a sei riprenderanno nel prossimo futuro”

Diritto e Storia nell'etàdella globalizzazione ( da "Sicilia, La" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il congresso di nicosia Diritto e Storia nell'età della globalizzazione Leonforte. E' uscito da un incubo, da una situazione che poteva farlo restare ai margini del grande calcio, ma adesso si dice soddisfatto e ha l'occasione di mettersi al servizio di Roberto Donadoni e del Napoli, in serie A. Parliamo di Alessandro Venezia, 19 anni, partito da P.

Ahmadinejad gela Obama, ma i colloqui sul nucleare vanno avanti ( da "Panorama.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia e Cina. E' la terza grande apertura in tre settimane da parte di Barack Obama, dopo il messaggio televisivo al popolo e ai dirigenti dell'Iran, in occasione del Capodanno sciita, e dopo l'incontro informale, ma importantissimo, all'Aia, tra l'inviato speciale statunitense Richard Holbrooke e un alto diplomatico iraniano.

Cina, locomotiva del mondo ( da "Panorama.it" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: it/mondo - Cina, locomotiva del mondo Posted By pino.buongiorno On 12/4/2009 @ 11:06 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] I mandarini del "capitalismo socialista" vogliono di più. E puntano su un patto strategico con gli Usa. Addio Deng Xiaoping.

La Protezione civile sangiorgese in Abruzzo con 7 volontari ( da "Quotidiano.it, Il" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gruppo comunale protezione civile porto san giorgio Sono sette gli operatori della Protezione civile di Porto San Giorgio impegnati attualmente a L'Aquila e negli altri comuni abruzzesi colpiti dal terremoto. Complessivamente, dal Fermano sono partite al momento una ventina di unità.

Il mercato potrebbe riservare sorprese: possibile una seconda gamba del rally? pag.1 ( da "Trend-online" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ottima performance del Nikkei, anche Cina, India e Corea hanno messo a segno forti rimbalzi. Con particolare riferimento a Piazza Affari, quali sono le sue previsioni per l?indice S&P/Mib, che è arrivato a lambire l?area dei 18.000 punti. C?è spazio per ulteriori salite nel breve?

Represiunea Voronin face prima victima ( da "Romania Libera" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cine v-a organizat? Cine v-a trimis acolo?". Denis spune ca marti, in ziua cu devastarea Parlamentului, intarziase la scoala si, cand a ajuns, a aflat ca nu se tin cursuri: multi studenti erau pe punctul de a pleca la manifestatia anuntata cu o zi in urma in Piata Marii Adunari Nationale.

ONU: In evidenza la linea dell'Italia contro un ampliamento del Consiglio di Sicurezza ( da "Italia Estera Online" del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Italia contro un ampliamento del Consiglio di Sicurezza Germania e Giappone bloccati rispettivamente da Usa e Cina nelle aspirazioni alla membership permanente, Obama contrario a Berlino dopo i vertici di G20 e Nato di Alfonso Maffettone ROMA, 14 APR. (Italia Estera) – Sembra vincente la linea italiana che si oppone ad una riforma del Consiglio di Sicurezza, l?


Articoli

Gm si divide per evitare la bancarotta (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gm si divide per evitare la bancarotta Nasce una bad company con 70 miliardi di rosso [FIRMA]GLAUCO MAGGI NEW YORK La General Motors è sempre più sull'orlo della bancarotta, anche se il nuovo ad Fritz Henderson, che ha preso il posto di Rick Wagoner licenziato da Obama, insiste nel ritenere che l'azienda potrebbe ristrutturarsi senza passare in tribunale. La differenza con il predecessore è che Henderson sta comunque lavorando all'ipotesi del ricorso al Capitolo 11 con gli uomini della task force governativa dell'auto, tanto che sono già filtrati i dettagli della manovra anche se la scadenza ultima per una decisione è il primo giugno. Il ministero del Tesoro sta facendo pressioni sul management della Gm, a cui ha garantito 13,4 miliardi di dollari dei contribuenti per tenerla a galla, perché prepari un piano di divisione in due parti degli asset della società. Se sarà ottenuto preventivamente l'ok dei creditori, l'idea prenderà corpo nelle prime due settimane della bancarotta, definita «chirurgica» per enfatizzare la precisione e immediatezza dell'operazione. Da un lato verrebbe creata una Gm «buona», composta dai marchi più validi come Chevrolet, e dalle operazioni più profittevoli come quelle delle controllate che operano in Cina: questa società più piccola, risanata con una dote dai 5 ai 7 miliardi di denaro governativo, starebbe in regime fallimentare per soli 15 giorni. Dall'altro canto nascerebbe una Gm «cattiva», in cui inserire gli stabilimenti e le produzioni che perdono soldi, oltre all'ingente portafoglio di debiti verso i sindacati sotto forma di impegni previdenziali e assistenziali: sistemare questa azienda richiederà almeno 70 miliardi, hanno detto al New York Times funzionari del Tesoro ed esperti legali, e forse anche di più proprio a causa dei diritti contrattuali dei lavoratori, dei pensionati e dei loro familiari. Gli interessi dei detentori delle obbligazioni Gm e quelli dei dipendenti sono in conflitto, anche se tanti operai e impiegati si possono trovano da entrambe le parti della barriccata possedendo azioni e bond della loro azienda nei propri conti pensionistici. Ai comitati degli obbligazionisti, che rappresentano crediti per circa 29 miliardi di dollari in bond «non assicurati», andranno una parte dei proventi della vendita che il governo farà delle azioni della Gm «buona», ma chi ha i bond teme che il sacrificio di prezzo sarà troppo elevato, e si prepara alle battaglie legale. Anche i sindacati finiranno con il dover accettare la trasformazione in azioni dei crediti che vantano verso la Gm, ma hanno sempre detto di subordinare una riduzione ai propri diritti contrattuali al fatto che gli obbligazionisti accettino una pesante mutilazione ai propri. Obama, alla cui elezione i sindacati hanno contribuito largamente con fondi, voti e propaganda, si attendono una qualche ricompensa di trattamento da parte della task force. Peraltro, il presidente non ha minor bisogno degli uomini d'affari, della comunità finanziaria e degli hedge funds per raddrizzare prima possibile l'econonia, a partire dalla partecipazione di questi ultimi ai fondi speciali pubblico-privati che dovranno ripulire i bilanci delle banche ingolfati di titoli tossici. Un avvertimento dell'ostilità che la Gm, e il governo Obama che di fatto la guida oggi, rischia di affrontare con gli operatori privati internazionali che hanno il solo obiettivo di massimizzare i profitti dei propri investimenti è già venuto dal Canada. Il mese scorso ad Halifax, in Nuova Scozia, alcuni fondi d'investimento hanno fatto causa alla Gm perchè aveva «estratto» 600 milioni di dollari di dividendi dalla controllata Nova Scotia Finance Co per rifornire di liquidi le casse della Gm americana, lasciando i detentori dei bond della finanziaria canadese in una situazione di maggior rischio. Del miliardo di dollari dell'emissione, i fondi d'investimento citati ne posseggono il 60% dal 2003: la loro tesi è che Gm, avendo chiesto alla sussidiaria di versare i dividendi alla casa madre, ha infranto la legge canadese. Il management sapeva che le operazioni di Gm negli Usa «erano o insolventi o sull'orlo della bancarotta» e la manovra di trasferire dividendi dal Canada agli Usa ha indebolito illecitamente la posizione dei creditori della Nova Scotia Finance Co.

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Iran, sì a colloqui sul programma atomico (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Con il gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e germania) Iran, sì a colloqui sul programma atomico Il capo negoziatore iraniano ha avuto una conversazione telefonica con Solana, incaricato dell'Ue TEHERAN - L'Iran ha finalmente accettato l'inizio di colloqui sul proprio programma atomico con il cosiddetto gruppo 5+1 (Usa, Cina, Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania). La tv di Stato iraniana ha infatti reso noto che il capo negoziatore iraniano, Said Jalili, ha avuto una conversazione telefonica con Javier Solana, alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, e che la ripresa dei negoziati «è salutata con favore». Solana era stato incaricato dai 5+1 di sondare la disponibilità del regime iraniano. CONTATTO - La tv dell'Iran ha precisato che è stato Solana a chiamare Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa hanno accettato di partecipare a trattative dirette con Teheran. «L'Iran accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi», ha detto Jalili, «al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che «presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito. stampa |

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L'Iran apre al negoziato con il gruppo dei "5+1" (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'Iran apre al negoziato con il gruppo dei "5+1" n Il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha detto ieri che il suo Paese «accoglie favorevolmente» la proposta di riprendere i negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1, con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. Jalili, ha riferito la televisione di Stato, ha comunicato la risposta positiva dell'Iran al responsabile della politica estera comune della Ue, Javier Solana, che tiene i contatti con Teheran a nome dei sei Paesi. È stato lo stesso Solana, ha precisato la televisione iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, hanno accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran.Del gruppo fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioé Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. «L'Iran - ha detto Jalili - accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che «presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito. La data della ripresa dei colloqui non è stata precisata. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco». E contemporaneamente aveva annunciato nuovi progressi nel programma iraniano, compresa la sperimentazione di centrifughe di nuova generazione per l'arricchimento dell'uranio. L'attività che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha chiesto inutilmente all'Iran di sospendere, con varie risoluzioni. Diversi dirigenti iraniani, tra i quali il presidente del Parlamento, Ali Larijani, hanno inoltre affermato che ormai la comunità internazionale deve accettare il programma della Repubblica islamica, che nega di volere costruire ordigni atomici. Le preoccupazioni tuttavia rimangono, non solo in Occidente ma anche in diversi Paesi arabi della regione a maggioranza sunnita, come l'Egitto, che da 30 anni ha rapporti tesi con l'Iran sciita. Lo stesso Larijani ha reagito duramente agli arresti in Egitto di decine di egiziani, palestinesi e libanesi ritenuti membri dell'Hezbollah sciita libanese, alleato dell'Iran, accusati di avere pianificato attacchi nel Paese. Il presidente del Parlamento iraniano ha affermato che «un certo Paese», cioé l'Egitto, «non può pensare di ingannare l'opinione pubblica mondiale per indurla a dimenticare la sua cooperazione con Israele durante l'invasione di Gaza» nel dicembre scorso. (Alberto Zanconato)

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IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un centinaio di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia, che a Bangkok ha aperto il fuoco sulla folla dopo essere stata attaccata con un lancio di molotov e pietre. A perdere la vita è stato un uomo di 54 anni che sarebbe stato ucciso dalle camicie rosse pro-Thaksin e un diciannovenne deceduto in ospedale per una ferita d'arma da fuoco. L'UOMO, UN 60ENNE, SI è POI ARRESO FRANCIA, SPARA E FA DUE MORTI A Douchys-les-Mines, nel nord della Francia, un uomo di 60-65 anni ha fatto fuoco ieri sera con il suo fucile, uccidendo due persone in strada, un uomo e una donna di una ventina d'anni, e ferendo una terza, prima di trincerarsi in casa. L'uomo, un pensionato, è uscito dalla sua casa circa due ore e mezza dopo, con le braccia alzate, e si è fatto arrestare. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale a loro contrario, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald Payne. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.

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Prova di forza in Somalia contro i corsari dei nostri tempi (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 14 Aprile 2009 PRIMAPAGINA Pagina 1 L'EDITORIALE Prova di forza in Somalia contro i corsari dei nostri tempi Livio Caputo Proprio nel momento in cui dieci marittimi italiani sono nelle mani dei pirati somali, i giochi nel Corno d'Africa sono radicalmente cambiati. Per anni, nonostante la presenza tra Aden e la Somalia di una delle più consistenti flotte dei tempi moderni, con una cinquantina di unità di una trentina di Paesi, dagli Stati Uniti alla Cina, i corsari- 1.500 uomini divisi in vari clan- hanno continuato ad assaltare le navi in transito, a prendere gli equipaggi in ostaggio e a ottenere cospicui riscatti per la loro liberazione. Vigeva una specie di patto non scritto, per cui i somali trattavano i marinai catturati con tutti i riguardi e restituivano le navi senza toccarne il carico; in cambio le marine ricorrevano alla forza solo in circostanze eccezionali. All'ultima conta, i filibustieri, che già l'anno scorso avevano incassato circa 150 milioni di dollari da un centinaio di riscatti, detenevano ancora 17 navi e circa 270 ostaggi e stavano trattando con i rispettivi armatori la loro restituzione. Ma quando cinque giorni fa i pirati hanno assaltato un cargo americano, hanno preso in ostaggio il comandante, cercato di portarlo a terra su una lancia e rifiutato ogni offerta di negoziato pur avendo ben tre navi da guerra alle calcagna, la tregua è saltata. Su ordine di Barack Obama, la Marina Usa ha ucciso tre corsari, ne ha catturato un quarto e liberato il capitano Philipps. Il presidente ha annunciato che Washington, con gli alleati, intende (finalmente) muovere una guerra senza quartiere ai pirati. I quali hanno subito minacciato vendetta contro l'America e contro la Francia, che giorni fa aveva pure fatto ricorso alla forza per liberare uno yacht: «D'ora in avanti ogni americano e ogni francese che cadrà nelle nostre mani sarà a rischio». Il comandante della flotta Usa dell'Oceano Indiano, Gortney, ha riconosciuto che c'è da aspettarsi «un'escalation di violenza». Per la comunità internazionale sembra però giunto il momento di eliminare una piaga che mette in pericolo la navigazione in uno dei tratti di mare più frequentati del globo, ha fatto impennare noli ed assicurazioni, e indotto alcune compagnie ad abbandonare la rotta di Suez per quella, molto più lunga e costosa, del Capo di Buona Speranza. 2  

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Uovo veronese con sorpresa made in China (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 14 Aprile 2009 CRONACA Pagina 17 GLOBALIZZAZIONE. Popoli aiuta i Karen Uovo veronese con sorpresa made in China La Repubblica popolare è partner della Birmania il cui regime perseguita la minoranza etnica Chissà cosa avranno pensato i volontari del gruppo solidarista «Popoli», fondata da Franco Nerozzi, quando, aprendo l'uovo di Pasqua dell'associazione hanno trovato una sorpresa prodotta niente di meno che da un'azienda cinese; certo fa effetto leggere «prodotto in Cina» sul bigliettino delle avvertenze che accompagna il «giochino». La repubblica popolare è infatti il primo partner commerciale del regime militare birmano, lo stesso regime contro cui il popolo Karen è in costante guerra dal 1949 per ottenere l'indipendenza e per preservare la sua identità. La Cina è inoltre l'unica grande potenza rimasta a difendere fortemente la Birmania presso le Nazioni Unite e ad opporsi ad ogni sanzione contro Rangoon. L'associazione veronese «Popoli» già dal 1994 si occupa del popolo Karen e nel settembre 2001 è arrivata in quei territori al confine con la Tailandia con la prima missione operativa sanitaria. Un regime militare, quello contro cui la popolazione Karen lotta ogni giorno, alimentato direttamente dai commerci con la Cina: sarebbero 800 milioni di euro gli investimenti di Pechino in Birmania. La Cina importa in Birmania legname, gas, petrolio, carbone, nickel, marmo, pesce e in cambio moltiplica investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture e contribuisce a modernizzare l'esercito esportando armi; secondo alcuni osservatori internazionali, Pechino avrebbe fornito ai generali più di due miliardi di dollari in armi e munizioni. Chi poteva immaginare che quel piccolo giocattolo prodotto in Cina, importato da una ditta veronese e inserito nell'uovo di cioccolato, pagato con i soldi dell'associazione e dei donatori, andasse ad alimentare i commerci dello stato che fornisce le armi con cui la giunta militare al potere combatte i Karen, il popolo che Nerozzi & C. sostengono da anni e che curano anche dalle ferite di quei fucili. Una autentica sorpresa.B.C.  

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iran pronto al dialogo "trattiamo sul nucleare" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 13 - Esteri Il capo negoziatore Jalili al rappresentante dell´Ue Solana Iran pronto al dialogo "Trattiamo sul nucleare" TEHERAN - L´Iran è pronto a sedersi al tavolo delle trattative con i paesi occidentali per discutere del programma nucleare. L´annuncio dell´apertura della Repubblica Islamica è stato dato ieri dalla televisione nazionale iraniana, che ha riferito di una telefonata fra il responsabile per la Politica estera Ue Javeir Solana e il capo negoziatore iraniano Said Jalili. Secondo la tv, Jalili ha detto a Solana - che coordina la politica del gruppo 5+1, i cinque paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU (Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Francia e Russia) più la Germania - che l´Iran «accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Era stato lo stesso Solana, secondo quanto precisato dalla televisione iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, avevano accettato di partecipare a trattative dirette con l´Iran. Il 9 aprile, all´indomani dell´offerta, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un´atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco».

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il missile lanciato da pyongyang (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 40 - Attualità IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald Payne. Nell'attacco sono rimasti uccisi almeno 2 civili ed altri 16 sono rimasti feriti. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.

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il missile lanciato da pyongyang (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Primo Piano IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald Payne. Nell'attacco sono rimasti uccisi almeno 2 civili ed altri 16 sono rimasti feriti. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.

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bangkok: la polizia spara, due vittime (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Primo Piano Bangkok: la polizia spara, due vittime Thailandia nel caos, la Farnesina sconsiglia il viaggio ai turisti italiani ROMA. La Thailandia nel caos e ad un passo dalla guerra civile mentre ieri il paese ha celebrato il capodanno con i bambini che si gettavano secchi d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle stesse ore in diversi punti della capitale Bangkok gli antigovernativi con le camicie rosse si scontravano con i militari e l'edificio del ministero della Educazione era in fiamma. Gli scontri più duri si sono verificati in uno degli snodi principali della capitale, nella piazza di Victory Monument, dove la polizia ha sparato raffiche di mitra e le bombe lacrimogene per disperdere le camicie rosse che avevano alzato delle barriccate e avevano roveciato bus delle linee urbane per impedire l'ingresso dei militari nella piazza. Si parla di due morti e di oltre 100 feriti tra i dimostranti e i militari, mentre la Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi in Thailandia e di posticipare le loro prenotazioni. La situazione è precipitata due giorni fa dopo alcuni mesi di protesta contro il governo quando le camicie rosse, seguaci dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco politico-tycoon, accusato di corruzione e di borogli elettoraali e costretto alla funga all'estero nel dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui si svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla "rivoluzione popolare" l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si messo in contatto telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in patria per sfidare il governo e riprendere il potere. Molto dipende nelle prossime ore dalle posizioni che assumeranno sia il Re che le forze armate, da sempre fedeli alla monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe militare (i militari hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche perché è sempre più probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice rosse legati a Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni ricchi imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale governo e che sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto sapre che passerà alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si fermino e ha già proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Sono cancelate molte prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina ha avvisato gli italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro alberghi. (b.z.)

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il missile lanciato da pyongyang (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Attualità IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un centinaio di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia, che a Bangkok ha aperto il fuoco sulla folla dopo essere stata attaccata con un lancio di molotov e pietre. A perdere la vita è stato un uomo di 54 anni che sarebbe stato ucciso dalle camicie rosse pro-Thaksin e un diciannovenne deceduto in ospedale per una ferita d'arma da fuoco. L'UOMO, UN 60ENNE, SI è POI ARRESO FRANCIA, SPARA E FA DUE MORTI A Douchys-les-Mines, nel nord della Francia, un uomo di 60-65 anni ha fatto fuoco ieri sera con il suo fucile, uccidendo due persone in strada, un uomo e una donna di una ventina d'anni, e ferendo una terza, prima di trincerarsi in casa. L'uomo, un pensionato, è uscito dalla sua casa circa due ore e mezza dopo, con le braccia alzate, e si è fatto arrestare. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale a loro contrario, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald Payne. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.

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BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio estero per , l'evento con l' (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio estero per «Shanghai collections», l'evento con l'«E» maiuscola, dice lui, che dovrebbe, tra 180 giorni, aprire le porte della Cina alla moda, non solo italiana BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio estero per «Shanghai collections», l'evento con l'«E» maiuscola, dice lui, che dovrebbe, tra 180 giorni, aprire le porte della Cina alla moda, non solo italiana. Ultima idea di Rody Mirri, che nel scintillante mondo della moda lavora dal '79 (fondò a Milano, a palazzo Ingegnoli in corso Buenos Aires l'agenzia RM) e che nella moda (e ancor più nello spettacolo), per dir così, le ha «combinate» tutte, compreso scrivere un libro biografia di Antonio D'Amico, il compagno per 15 anni di Gianni Versace. Libro che gli procurò una certa fama mediatica e la secca antipatia, più qualche diffida, dalla famiglia Versace. Scrivere, dice, è la sua passione: suo primo libro il «Triangolo del potere», dove il «triangolo» allude, diciamo così, ad un certo strumento di potere femminile e all'uso disinvolto che ne vien fatto nel mondo dello spettacolo. «Mi son tolto qualche sassolino», dice. E dopo i «sassolini» ha trovato anche il tempo di aprire un agritur di lusso a Formentera. A vederlo sembra proprio il prototipo di quelli che girano nel bel mondo o nel sottobosco del bel mondo. Ma a conoscerlo di persona sorprende. Soprattutto sorprende la sincerità. Cinquantasei anni portati, diciamo così, con professionalità. «Guarda, però che è dura. Io col mio lavoro devo sempre sembrare in forma, ma dormo quattro ore per notte. Il resto è lavoro. Giro come una trottola, altrimenti addio! Adesso - dice nella sede di Riccione della sede della Businessgroup, la holding delle sue attività che vanno dagli eventi di moda, allo spettacolo, alle produzioni tv - stiamo già organizzando la Notte Rosa qui a Riccione. Lo scorso anno è andata bene, molto bene». In viale Ceccarini ci arrivò con una limousine tutta rosa. «Con le maniglie fatte fare da Swarosky. L'ho rivenduta bene». Ben per lui. Mirri, e la crisi? «Noi non la sentiamo. Anzi». Fatturato? «Tra tutte le società sui cinque milioni di euro». Lui è uno espansivo, a vederlo sembra proprio più da riviera che da «zime». Eppure l'uomo è alpestre. È nato a Pinzolo e quando ci ritorna al paese la gente lo guarda un po' storto perché arriva con ragazze da arresto cardiaco solo a vederle, più macchinone. In valle ce l'hanno con lui anche perché avrebbe dovuto portare, per l'apertura del golf club, l'ex presidente Usa Bill Clinton. E invece andò a finire in un polverone e col Bill chissà dove. «Ma se non è venuto - dice - non è colpa mia». Storia lunga, lasciamo perdere. Partito con un'agenzia di pubblicità a un negozio di vestiti a Tione, come detto, è arrivato nel lontano '79 a Milano per aprire un'agenzia di moda. Ragazzo d'oro anche allora, girava in Rendena con la Porsche «anche se - dice - non riuscivo a pagarla». Dentro anche la rabbia, che una volta avrebbero chiamato di «classe». «Ricordo un giorno, ero un bambino di 6 - 7 anni, il figlio di un ricco imprenditore di Pinzolo mi invitò nella sua villa per la festa di compleanno e quando arrivai la domestica mi disse: "Cosa ci fai tu qui. Va via!" Mi rivedo ancora in lacrime camminare verso casa». E oltre la rabbia nel sangue la passione per lo spettacolo. «Da ragazzino - ricorda - a Pinzolo organizzavo il minifestival all'oratorio». A Milano la scalata e il colpo grosso: manager per l'Europa di Veronica Castro, la regina delle telenovelas. Poi la tv, insomma, l'entrata nel giro. Sul suo sito ci sono foto che lo ritraggono con Michelle Hunziker («bravissima ragazza, penso di averle insegnato molto»), con la Badescu, con tante dive. Piscine, serate, bellezze, completi da «figo». Ma s'illumina veramente solo quando parla di quello che definisce «l'errore più giusto della mia vita», cioè sua figlia. E aggiunge anche che lei «ha una madre intelligente ma con un papà come me capisco che non è stato facile. Ma siamo sempre vicini, soprattutto negli ultimi anni. Le ho sempre spiegato tutto, senza nascondere nulla». Mirri sorprende perché sa essere umano anche se il suo stile, per noi di quaggiù, è sopra le righe. Regalo di un suo amore: una stella. L'innamorata s'è presa la briga di dedicargli una stella! «Sta nella costellazione del Sagittario la stella numero 186704, composizione astrale 18h 22' 21,62" e quarta declinazione 28° 25' 44,4" e porta il nome Rody Mirri, regalo di un amore, che sancisce quello che trent'anni fa un'anziana signora mi predisse: "Il tuo Destino è scritto nelle stelle"». A proposito di anziani, paura di invecchiare? «No. Tra l'altro adoro le persone anziane Se hanno vissuto bene hanno tante cose da raccontare». Ecco, vivere bene. Lei ha vissuto bene? «Ho sempre fatto tutto quel che volevo alla mia maniera. Io non so odiare ma se dovessi odiare qualcuno gli augurerei di fare un lavoro che non gli piace». A 56 anni quante volte si ripete: «È ora di mettere la testa a posto»? «E cosa vuol dire mettere la testa a posto? Entrare nella normalità statica?». Libri in vista? «Penso di scriverne uno ambientato in val Rendena, dove potrei raccontare anche alcune storie a sfondo sessuale che sono accadute davvero». 14/04/2009

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il missile lanciato da pyongyang (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 15 - Attualità IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. PRESIDENZIALI IN ALGERIA VINCE BOUTEFLIKA CON IL 90% Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika è stato confermato per il terzo mandato consecutivo con il 90,23% dei consensi nelle elezioni del 9 aprile scorso. Lo ha annunciato ieri il Consiglio costituzionale. Ha votato il 74,56% degli elettori. Secondo Moussa Touati, presidente del Partito dei lavoratori, trotzkista, con il 4,5%.

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bangkok: la polizia spara, due vittime (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 15 - Attualità Bangkok: la polizia spara, due vittime Thailandia nel caos, la Farnesina sconsiglia il viaggio ai turisti italiani ROMA. La Thailandia nel caos e ad un passo dalla guerra civile mentre ieri il paese ha celebrato il capodanno con i bambini che si gettavano secchi d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle stesse ore in diversi punti della capitale Bangkok gli antigovernativi con le camicie rosse si scontravano con i militari e l'edificio del ministero della Educazione era in fiamma. Gli scontri più duri si sono verificati in uno degli snodi principali della capitale, nella piazza di Victory Monument, dove la polizia ha sparato raffiche di mitra e le bombe lacrimogene per disperdere le camicie rosse che avevano alzato delle barriccate e avevano roveciato bus delle linee urbane per impedire l'ingresso dei militari nella piazza. Si parla di due morti e di oltre 100 feriti tra i dimostranti e i militari, mentre la Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi in Thailandia e di posticipare le loro prenotazioni. La situazione è precipitata due giorni fa dopo alcuni mesi di protesta contro il governo quando le camicie rosse, seguaci dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco politico-tycoon, accusato di corruzione e di borogli elettoraali e costretto alla funga all'estero nel dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui si svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla "rivoluzione popolare" l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si messo in contatto telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in patria per sfidare il governo e riprendere il potere. Molto dipende nelle prossime ore dalle posizioni che assumeranno sia il Re che le forze armate, da sempre fedeli alla monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe militare (i militari hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche perché è sempre più probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice rosse legati a Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni ricchi imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale governo e che sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto sapre che passerà alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si fermino e ha già proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Sono cancelate molte prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina ha avvisato gli italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro alberghi. (b.z.)

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corruzione, economia e populismo così è fallito il modello thailandia - federico rampini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 14 - Esteri Gli scontri di questi giorni segnano il tramonto del Paese che per primo, in Asia, si aprì alla globalizzazione Corruzione, economia e populismo così è fallito il modello Thailandia La rivolta è finanziata da Thaskin, magnate-simbolo di un nuovo capitalismo FEDERICO RAMPINI Due leader di governo tra i più potenti del mondo costretti a una movimentata fuga in elicottero: è il segnale che la crisi thailandese è tutt´altro che una vicenda locale. L´immagine del premier cinese Wen Jiabao e del suo omologo giapponese Taro Aso "evacuati" in extremis dall´aviazione militare, con l´interruzione forzata di un importante summit che si era aperto venerdì a Pattaya, restituisce la dimensione internazionale del caso-Thailandia. Questa nazione del sud-est asiatico fu uno dei primi "dragoni" a sperimentare la modernità, l´apertura all´Occidente e i benefici della globalizzazione. Oggi è un concentrato di ricette fallite. I leader dell´Asean si erano riuniti a Pattaya proprio per discutere un approccio comune alla recessione che colpisce l´Estremo Oriente, ma quel dialogo è stato interrotto dal caos delle proteste che minacciano il governo di Bangkok. E´ inevitabile tracciare il parallelo con un´altra crisi finanziaria internazionale, "l´asiatica" che ebbe inizio proprio in Thailandia nel 1997: oggi ci appare per molti versi come una prova generale del collasso sistemico iniziato negli Stati Uniti un decennio dopo. Negli occidentali è forte la tentazione di liquidare la Thailandia come uno Stato da operetta. I golpe hanno una frequenza disarmante: gli ultimi avvennero nel 1971, 1977, 1991, 2006. L´esercito appare come l´arbitro di ultima istanza delle contese tra fazioni politiche. Dietro l´esercito, in un ruolo occulto e spesso indecifrabile, c´è la regìa imprevedibile e nefasta del re. Ma in quest´ultimo divampare della violenza, con i sanguinosi regolamenti di conti tra le "camicie rosse" dell´opposizione e le "camicie gialle" filogovernative e filomonarchiche, il caos politico thailandese è accentuato dalle confusioni dei ruoli. Il precario governo guidato dal 44enne Abhisit Vejjajiva, che traballa paurosamente sotto i colpi della contestazione, avrebbe le carte in regola per una gestione moderata e consensuale della crisi economica. Ma il suo premier è macchiato da un peccato originale: la legittimità popolare gli fa difetto dalla nascita. Abhisit è andato al potere grazie alla congiunzione tra la pressione della piazza e le congiure di palazzo. Ha avuto il sostegno delle forze armate e del Parlamento, mai quello del suffragio universale. Per ben due volte, nel 2005 e nel 2007, gli elettori hanno chiesto il ritorno al potere del principale partito di opposizione e la loro volontà è stata calpestata da una democrazia truccata. La natura di quell´opposizione a sua volta non fa che accentuare l´instabilità della Thailandia. Il leader deposto e in esilio, Thaksin Shinawatra, fu definito a suo tempo "un Berlusconi asiatico". Le etichette sono fuorvianti e questi paragoni sono sempre delle forzature. Sta di fatto che Thaskin è al tempo stesso un magnate-simbolo di un nuovo capitalismo, che fece fortuna con il boom delle telecomunicazioni, poi fu al centro di gravi accuse quando vendette il suo impero a investitori stranieri (di Singapore). E´ un leader populista di successo: la sua immensa ricchezza personale non gli impedisce di avere una solida base di consenso tra i ceti meno abbienti delle regioni rurali. è lì che la sua azione di governo esercitò i benefici più reali: aumento della spesa per l´istruzione, la sanità, e accesso al credito per i piccoli agricoltori. Al governo dal 2001 al 2006, Thaksin ha rivoluzionato le regole del gioco, cavalcando la diffusa sfiducia popolare verso l´élite di Bangkok. Ma le sue pulsioni autoritarie erano preoccupanti, come nell´uso spregiudicato della campagna anti-droga per ridurre le libertà e aumentare l´arbitrio poliziesco. Dall´esilio dorato fra Dubai e Londra – dove ha comprato la squadra di calcio Manchester City – Thaksin continua a usare la sua ricchezza per finanziare le proteste anti-governative, convinto che un ritorno alle urne potrebbe consentirgli di insediare un premier-fantoccio. L´alternativa tra un plutocrate populista e l´attuale governo sorretto (forse solo provvisoriamente) dai militari e dal re, è un´atroce caricatura di quel che potrebbe essere la dialettica democratica in un paese ormai sviluppato come la Thailandia. Il caos di Bangkok è la smentita più severa di quelle teorie sul "modello asiatico" di paternalismo autoritario, che hanno importanti fautori da Singapore a Pechino. La presunta stabilità di quel modello, in tutte le sue varianti di destra e di sinistra, è messa a dura prova dalla tempesta economica attuale e non solo in Thailandia.

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incontro con marc augè domani sera al magnolfi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Prato Incontro con Marc Augè domani sera al Magnolfi Affronterà il tema dell'identità in una società multiculturale PRATO. Sarà l'antropologo della contemporaneità Marc Augè a chiudere il ciclo di incontri su "Identità e multiculturalità" promosso dalla Consulta Cultura & Società di Confartigianato con il patrocinio e il contributo della Provincia e del Comune e la collaborazione di Caritas. L'appuntamento è per domani sera alle 21 al teatro Magnolfi Nuovo per affrontare, insieme a Gianni Cascone che coordina l'incontro, i rapporti fra Islam e mondo occidentale, lo stato attuale della globalizzazione e le sue nuove sfide. Identità e Multiculturalità è un progetto che si propone di favorire diffusione e condivisione di un confronto culturale nella nostra realtà connotata da un forte flusso migratorio; un tentativo di lavorare sulla caratterizzazione identitaria per riconoscersi parte integrante di un contesto, valorizzando tratti comuni e differenze. Non a caso l'idea del progetto è partita dal ciclo di incontri su Francesco Datini, personaggio simbolo pratese che, partendo da Prato ha impiantato vari commerci all'estero diversificando la produzione e poi, tornato in patria, ha reinvestito le risorse nel territorio anche in campo sociale. Un esempio emblematico sia dell'emigrazione in terra straniera che del ritorno in patria, di una forte identità che gioca un ruolo decisivo per l'incontro con culture "altre".

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cina, nuovo piano per rilanciare i consumi - vittoria puledda (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 26 - Economia Cina, nuovo piano per rilanciare i consumi Pechino pensa alla leva fiscale. Banche, indagine Usa sui bilanci truccati VITTORIA PULEDDA MILANO - La Cina prova a sperare nella ripresa Usa, robusto mercato di riferimento per le sue esportazioni, ma nel frattempo studia nuove misure per sostenere la crescita interna. I segnali provenienti da Pechino, tutto sommato, sembrano incoraggianti, a partire dal buon andamento della produzione industriale (più 8,3% in marzo, contro un aumento inferiore al 4% nei due mesi precedenti). Ma il piatto forte che sta preparando il governo, secondo le indiscrezioni rilanciate dal quotidiano ufficiale China Securities Journal, punta ad un piano per stimolare la domanda locale, basato sulla leva fiscale. L´obiettivo infatti è di sostenere i consumi nazionali - anche in un quadro di fiacca domanda internazionale - per difendere l´occupazione. L´export cinese, del resto, ha visto una contrazione del 17% in marzo, dato tuttavia nettamente migliore del meno 25,7% di febbraio. Il governo cinese ha già promosso nei mesi scorsi un piano di investimenti di circa 500 miliardi di euro per far fronte alla crisi e, almeno dal punto di vista dell´economia di carta, gli effetti si vedono: da inizio anno l´indice della Borsa di Shanghai è cresciuto del 38% e ieri, uno dei pochi mercati aperti al mondo, è salita del 2,84%. Al contrario, Tokio ieri ha chiuso in calo dello 0,44%, dopo aver toccato venerdì scorso i massimi da tre mesi a questa parte. Il Giappone lotta con i timori di deflazione: in marzo i prezzi all´ingrosso sono scesi del 2,2%, il calo più ampio dal settembre 2002. Seduta incerta per Wall Street, in calo nelle prime battute e in ripiegamento di un punto percentuale (sotto la soglia degli 8.000 per il Dow Jones), salvo poi recuperare e arrivare in chiusura sulla parità. La Borsa sta vivendo con trepidazione il via alle trimestrali: oggi parte Goldman Sachs, ma in settimana sarà la volta di Jp Morgan, Citigroup, Intel, General Electric e Johnson & Johnson. Crolla invece (con punte anche di meno 30%) l´assicurazione Genworth Financial, dopo che il Tesoro Usa le ha negato l´accesso agli aiuti pubblici previsti dal fondo Tarp (per gli asset tossici). E proprio sul programma di aiuti, l´ispettore generale del Tarp Neil Barofsky ha rivelato al Financial Times di aver avviato un´indagine per verificare i bilanci delle banche che hanno beneficiato dell´intervento pubblico, per escludere che qualcuno abbia "truccato" i conti per accedere ai fondi. Uno dei requisiti infatti era di avere una solidità patrimoniale, fattore che avrebbe potuto spingere qualche banca a migliorare le proprie condizioni di bilancio.

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contro la crisi un'altra torre di pisa (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Fabio Demi Contro la crisi un'altra Torre di Pisa Enrico Letta: pensiamo in grande, come facevano i nostri antenati «Subito la riforma del welfare per proteggere i precari» Messaggio all'economia e alla politica: possiamo uscire dalla crisi solo pensando in grande, proiettandoci verso il futuro. Vivere esclusivamente nel presente e per il presente non funziona, ci vuole la forza di guardare in prospettiva. Realizzare qualcosa di solido e duraturo, come i nostri antenati. Enrico Letta (42 anni, ex ministro nei governi Prodi e ora parlamentare del Pd), per sostenere questo ragionamento affidato al libro "Costruire una cattedrale", porta l'esempio di Pisa, la sua città: «Più della metà del Pil prodotto a Pisa è il frutto di due realizzazioni vecchie di secoli: Piazza dei Miracoli e l'università. Le persone che hanno messo la prima pietra del Duomo o della Torre e che hanno iniziato a organizzare l'ateneo, non hanno visto l'esito del loro lavoro. Ci sono volute generazioni per portare a termine quei gioielli. Ma è grazie al lavoro e alla fatica di quelle persone che si sono succedute nel tempo, se oggi i pisani possono godere delle loro ricchezze». Ebbene, la mentalità dell'Italia contemporanea dovrebbe essere simile a quella dei pisani che, in una piccola città, hanno fondato opere straordinarie. Letta nel volume (oggi in libreria, Mondadori editore) insiste molto proprio sulla mentalità vincente, quella che può toglierci dai guai. Cita Nino Andreatta, l'ex ministro democristiano suo maestro, che amava dire: «Bisogna lavorare come gli scalpellini medievali, che quando facevano una cattedrale mettevano la stessa attenzione sia alla facciata sia al particolare in alto a destra sul retro, quello che solo i piccioni possono ammirare». Ok, è chiaro. Ma c'è anche la storiella che ha raccontato Pietro Nenni, leader del vecchio Partito socialista: «Due operai stanno ammucchiando mattoni lungo la strada. Passa un viandante che s'informa sulla natura del loro lavoro. Uno risponde semplicemente: ammucchio mattoni. L'altro invece esclama: innalzo una cattedrale!». I due stanno facendo la stessa cosa, uno privilegia l'aspetto tecnico, quotidiano, l'altro invece dà il senso della partecipazione a un'impresa che resterà nel tempo. Le frasi di Andreatta e Nenni, applicate ai giorni che stiamo vivendo, per Letta vogliono dire questo: stop al presentismo (cioè la tendenza a privilegiare l'immediato senza investire nel futuro), stop alla finanza creativa che si mangia l'economia reale. Per costruire la nostra cattedrale dobbiamo ripartire proprio dall'economia reale, dalla ricerca, dall'innovazione, dalle scuole di alta formazione (e qui si torna a bomba, a Pisa, dove la Scuola Sant'Anna e la Normale sono due trampolini di lancio per la speranza nel domani). Economia e politica. Letta non si tira indietro e affronta due fra i nodi principali: la crisi che travolge i posti di lavoro, creando nuova povertà, e le difficoltà del Partito democratico. Fra l'altro il libro nasce anche come risposta al best seller di Giulio Tremonti "La paura e la speranza". Mondadori ha chiesto a Letta una riflessione sui temi affrontati dal ministro (dalla globalizzazione alla statalizzazione dell'economia) e lui ha accettato. Per superare la paura e ridare la speranza, Letta si concentra su argomenti forti come la riforma degli ammortizzatori sociali. «Chi ha il contratto a tempo indeterminato - sottolinea Letta - ha protezioni sufficienti. Il problema vero sono i precari, quelli senza garanzie. Dobbiamo pensare a loro, ed è errata la politica adottata dal governo, secondo cui la riforma del welfare si potrà fare solo dopo la fine della crisi. No, la riforma va fatta subito. Intanto, prima di uscire dalla recessione, dovrà passare almeno un altro anno durante il quale le difficoltà sociali aumenteranno. E poi, mentre piove, non si può aprire un ombrello bucato. Qualcuno si ripara, altri no. Un pezzo consistente del mondo del lavoro sta fuori dall'ombrello». Ma il libro di Letta, probabilmente, farà discutere soprattutto per la parte dedicata al Partito democratico. «Il mio punto di riferimento - spiega l'autore - è una ricerca di Ilvo Diamanti e Marc Lazar, che hanno effettuato un parallelo fra la geografia elettorale del 1976 e quella del 2008. Così hanno notato che, a livello di aree, c'è una correlazione del 95% fra il voto di trent'anni fa al Pci e il voto dell'anno scorso al Pd. In Italia, nel 1976, il Partito comunista al massimo storico prese il 34,4% e ora il Pd ha un peso grosso modo equivalente. I dati più impressionanti sono quelli di Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna, dove il Pci era forte e lo è anche il Pd. Anche le debolezze, come la Sicilia e la Lombardia, sono praticamente uguali. Addirittura la correlazione è altissima non solo a livello di regioni, ma pure provincia per provincia». Il ragionamento porta Letta a superare la tradizionale dicotomia destra-sinistra. Secondo lui l'elettorato italiano è tripolare, diviso fra moderati, progressisti e populisti. E dunque: «Se il Pd avesse la possibilità di attrarre alleati in maniera da aggiungere ai suoi elettori un altro 20%, vincerebbe con la maggioranza assoluta. Ma visto che siamo praticamente soli, a parte Di Pietro e le forze della sinistra non radicale, dobbiamo recuperare consensi in direzione dei moderati. Berlusconi vince perché lui, populista, si allea con i moderati. Il Partito democratico, progressista, non riesce a fare altrettanto. Deve riuscirci». Per Letta, insomma, il Pd non deve limitarsi a difendere le zone in cui è forte e radicato, come la Toscana, ma sfondare nel campo moderato. E da questo orizzonte è totalmente esclusa la sinistra radicale. Solo così Franceschini e compagnia, ponendo le basi di un nuovo centro-sinistra («Con la C maiuscola», dice Letta) potranno costruire la loro cattedrale.

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fino a sabato la mostra di mannucci (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bottega del Caffè Fino a sabato la mostra di Mannucci LIVORNO. Continua fino a sabato, per Collettive artistiche e d'incontro "Numbers", la personale di Paolo Mannucci alla Bottega del Caffè di viale Caprera. L'esposizione fa parte di un progetto culturale articolate su tre mostre (una delle quali - la personale del pittore Giampaolo Corti - si è già svolta con successo di critica e di pubblico) promosso dall'Associazione lavoratori comunali e dal Circolo ricreativo dipendenti della Provincia. La pittura concettuale di Palo Mannucci nasce e si sviluppa intorno al Numero. «Quel dato che non ammette equivoci, ne obiezioni, rappresenta oggi il caos e l'incertezza di un mondo globalizzato. Sintetizza il nostro modus vivendi diventandone uno status simbol. Numeri contaminati da tratti cromatici forti e decisi così a fotografare uno spaccato del nostro vivere quotidiano». La terza ed ultima mostra si svolgerà, sempre alla Bottega del Caffè, dal 25 aprile al 9 maggio e si intitola "Trossi Uberti...e oltre", una collettiva degli allievi ed ex allievi della scuola di pittura di via Ravizza ad Ardenza.. Info. Associazione Lavoratori Comunali, tel. 0586 894228 / 820663

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scontri a bangkok: due morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

C'è IL RISCHIO DI UN GOLPE Scontri a Bangkok: due morti Militari contro i manifestanti, la Thailandia è nel caos La Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi nel Paese ROMA. La Thailandia nel caos e ad un passo dalla guerra civile mentre ieri il paese ha celebrato il capodanno con i bambini che si gettavano secchi d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle stesse ore in diversi punti della capitale Bangkok gli antigovernativi con le camicie rosse si scontravano con i militari e l'edificio del ministero della Educazione era in fiamme. Gli scontri più duri si sono verificati in uno degli snodi principali della capitale, nella piazza di Victory Monument, dove la polizia ha sparato raffiche di mitra e bombe lacrimogene. Voleva disperdere le camicie rosse che avevano alzato barricate e avevano rovesciato bus delle linee urbane per impedire l'ingresso dei militari nella piazza. Si parla di due morti e di oltre 100 feriti tra i dimostranti e i militari, mentre la Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi in Thailandia e di posticipare le loro prenotazioni. La situazione è precipitata due giorni fa - dopo alcuni mesi di proteste contro il governo - quando le camicie rosse, seguaci dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco politico-tycoon, accusato di corruzione e di brogli elettorali e costretto alla fuga all'estero nel dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui si svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi del Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministeri e nelle piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla "rivoluzione popolare", l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si messo in contatto telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in patria per sfidare il governo e riprendere il potere. Nelle prossime ore molto dipenderà dalle posizioni che assumeranno sia il re che le forze armate, da sempre fedeli alla monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe militare (i militari hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche perché è sempre più probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice rosse legati a Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni ricchi imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale governo e che sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto sapere che passerà alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si fermino e ha già proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Intanto è in crisi una delle voci più essenziali dell'economia thailandese, il turismo. Sono cancellate molte prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina ha avvisato gli italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro alberghi. B.Z.

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Ma la Farnesina è solida (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 14/04/2009 - pag: 5 autore: Aldo Amati Vice capo servizo stampa e informazione Ministero affari esteri La Lettera Ma la Farnesina è solida Gentile Direttore, nel riferirmi al vostro articolo pubblicato oggi dal titolo «La Farnesina scricchiola come le ambasciate», sono lieto di informarla che il ministero degli esteri ha retto egregiamente alle scosse di questi giorni , né nei suoi corridoi si aggirano persone dai volti lunghi. Vi si respira al contrario un concreto senso di responsabilità e una visione strategica in un processo di razionalizzazione e di ammodernamento della rete già iniziato da tempo, in risposta non solo ai tagli di bilancio ma anche alla necessità di razionalizzare e rafforzare la nostra presenza nel mondo. Scelta, quest'ultima, che ci accomuna a tutte le altre diplomazie dei Paesi del G8. In un mondo globalizzato come quello di oggi, occorre saper fare scelte per adattare rapidamente le strutture e l'organizzazione del lavoro a fronte di mutamenti che intervengono di continuo. Ciò obbliga anche il ministero degli esteri, come tutti i players della globalizzazione, ad adattarsi rapidamente alla nuova, cangiante realtà e a modificare la mappa della sua presenza nel mondo, attualmente composta da 126 Ambasciate e 105 Consolati. Questa strategia ha condotto a inevitabili, ma comunque limitate, chiusure, ma anche a aperture e rafforzamenti di sedi in aree del mondo oggi molto più strategiche che in passato. Che poi tutto ciò si faccia con un occhio al contenimento della spesa pubblica, dimostra soltanto il senso di responsabilità che informa il ministero degli esteri in una congiuntura economica internazionale e nazionale che è sotto gli occhi di tutti.Un cordiale saluto

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nostro servizio TEHERAN L'apertura del pr... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 14 Aprile 2009 Chiudi nostro servizio TEHERAN L'apertura del presidente Usa, Barack Obama, all'Iran, comincia a produrre i suoi effetti. Teheran ha infatti annunciato l'intenzione di riprendere il dialogo sul proprio programma nucleare con il gruppo dei paesi del 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania). L'accordo è stato preso nel corso di una telefonata fra il capo negoziatore per il nucleare iraniano, Saaid Jalili, e l'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell Ue, Javier Solana. Per ora, non è stato comunque reso noto né il luogo dell'incontro né la data. Secondo quanto riporta la televisione di stato iraniana, Irib, è stato lo stesso Solana a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, hanno accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran. E questa sarebbe la prima volta. «L'Iran - ha detto Jalili - accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore iraniano ha spiegato che «presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco». E contemporaneamente aveva annunciato nuovi progressi nel programma iraniano, compresa la sperimentazione di centrifughe di nuova generazione per l'arricchimento dell'uranio, l'attività che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha chiesto inutilmente all'Iran di sospendere con varie risoluzioni. Diversi dirigenti iraniani, tra i quali il presidente del Parlamento, Ali Larijani, hanno inoltre affermato che ormai la comunità internazionale deve accettare il programma della Repubblica islamica, che nega di volere costruire ordigni atomici. Domenica scorsa Larijani ha dichiarato che il Majlis (il Parlamento iraniano) svolgerà un ruolo principale sui negoziati futuri, chiedendo che i deputati possano supervisionare i colloqui in modo da difendere «gli inalienabili diritti nucleari del paese». Il Parlamento, ha aggiunto Larijani, autorizzerà solo i negoziati «condotti nella cornice delle risoluzioni approvate dall'assemblea». Le preoccupazioni tuttavia rimangono, non solo in Occidente ma anche in diversi Paesi arabi della regione a maggioranza sunnita, come l'Egitto, che da 30 anni ha rapporti tesi con l'Iran sciita. Lo stesso Larijani ha reagito ieri duramente agli arresti in Egitto di decine di egiziani, palestinesi e libanesi ritenuti membri dell'Hezbollah sciita libanese, alleato dell'Iran, accusati di avere pianificato attacchi nel Paese. Il presidente del Parlamento iraniano ha affermato che «un certo Paese (l'Egitto, ndr) «non può pensare di ingannare l'opinione pubblica mondiale per indurla a dimenticare la sua cooperazione con Israele durante l'invasione di Gaza» nel dicembre scorso. E da Israele arriva il commento del presidente Shimon Peres. In realtà, più che un commento è un avvertimento. In una intervista a Radio Kol Hai, Peres ha usato toni che il "Jerusalem Post" definisce «insolitamente aggressivi», minacciando un'azione militare qualora gli sforzi tesi al dialogo di Obama non dessero i frutti sperati. R.Es.

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Se Cina e Usa s'avvicinano (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Se Cina e Usa s'avvicinano --> Martedì 14 Aprile 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Uno degli aspetti che da qualche anno sta caratterizzando con sempre maggiore evidenza la scena internazionale è il continuo rafforzamento dell'asse economico, e per certi versi anche politico, tra Stati Uniti e Cina. I due Paesi hanno storie ed assetti economici, politici e sociali estremamente diversi, ma proprio questa diversità, che la crisi in atto ha ulteriormente evidenziato, li rende fortemente complementari. Gli Stati Uniti, dai quali la crisi attuale è partita, sono un chiaro esempio del modo ultraliberista di vivere il capitalismo, fondato sui consumi e sul debito, che è divenuto uno stile di vita. L'imperativo è investire prima che risparmiare e, non a caso, si è accumulato un debito privato interno di famiglie e imprese che supera il Prodotto interno lordo (pari a circa 15 mila miliardi di dollari). Al debito privato si aggiunge anche un enorme debito pubblico, peraltro collocato per circa il 60% nei Paesi asiatici. Il suo ammontare, dopo le spese militari degli ultimi anni, è ormai prossimo al Pil e si prevede possa superarlo nei prossimi mesi a causa degli interventi del governo che sono stati e saranno attuati per contrastare gli effetti della crisi economica. La Cina, al contrario, nelle sue recenti aperture alla logica della concorrenza e del mercato, con l'avvento della globalizzazione, si è attenuta alle regole base del capitalismo. Ha, di conseguenza, risparmiato più che investito ed oggi si presenta come il più grande detentore al mondo di titoli del Tesoro Usa, molti dei quali a media e lunga scadenza, che rappresentano circa il 40% del debito americano. Sul piano finanziario la Cina si presenta in una posizione di assoluto privilegio rispetto agli Stati Uniti, dei quali è la principale creditrice. Non va sottovalutato, però, che il valore del suo credito e l'ammontare degli interessi sui bond americani sono strettamente legati al valore del dollaro e, quindi, alla volontà delle autorità monetarie americane di mantenere più o meno elevato il tasso di cambio. La dipendenza tra i due Paesi è altrettanto forte dal punto di vista dell'economia reale, se si considera che i prodotti cinesi, il cui consumo avviene per circa il 70% sul mercato nazionale, hanno per oltre il 20% come mercato di sbocco proprio gli Usa, ove la Cina ha interesse che i consumi rimangano elevati. Le grandi catene di distribuzione come Wall Mart propongono ad una clientela americana popolare, dalle risorse sempre più limitate, una miriade di prodotti cinesi a basso costo, spesso prodotti sotto brand americani, che sono in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza delle famiglie. Ciò è una conseguenza della politica seguita dalle autorità monetarie cinesi, che hanno artificialmente sottovalutato lo yen di circa il 55%, con la conseguenza di comprimere le importazioni, soprattutto di beni alimentari, ma di realizzare un surplus di esportazioni. Ne è derivato un avanzo della bilancia commerciale e un conseguente consistente aumento delle riserve in dollari, detenute dalla Banca centrale cinese, che ammontano, oggi, ad oltre duemila miliardi. Non deve quindi meravigliare se nei mesi scorsi il governatore Zhon Xiaochuon abbia mostrato preoccupazioni circa la politica monetaria espansiva posta in atto dalle autorità americane, impegnate a finanziare la ripresa dell'economia. Continua a pagina 9 Pino Roma 14/04/2009 nascosto-->

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Segue da pagina 1 Sono evidenti i danni che deriverebbero alle finanze cinesi ed ai suoi risparmiatori da una progressiva svalutazione del dollaro, che maschererebbe, in sostanza, (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Segue da pagina 1 Sono evidenti i danni che deriverebbero alle finanze cinesi ed ai suoi risparmiatori da una progressiva svalutazione del dollaro, che maschererebbe, in sostanza, una vera e propria politica protezionistica da parte degli Usa --> Martedì 14 Aprile 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail print Segue da pagina 1 Sono evidenti i danni che deriverebbero alle finanze cinesi ed ai suoi risparmiatori da una progressiva svalutazione del dollaro, che maschererebbe, in sostanza, una vera e propria politica protezionistica da parte degli Usa. Questa preoccupazione è alla base dell'intenzione manifestata dalle autorità monetarie cinesi nel dicembre scorso, di volere sostituire il dollaro, come moneta di riserva, con una nuova valuta rappresentata da un paniere di monete forti come euro, dollaro, sterlina e yen, certamente più stabili nel lungo termine perché non dipendenti dall'andamento di una sola economia. La reazione del governo americano a questa presa di posizione cinese non si è fatta attendere e si è sostanziata nella prima visita ufficiale in Cina del Segretario di Stato Hillary Clinton. Nei suoi colloqui sono stati lasciati sullo sfondo, come era da attendersi, i grandi problemi politici ancora aperti tra i due Paesi, come i diritti umani, la pena di morte, il Tibet e Taiwan. Ci si è concentrati soprattutto sui problemi finanziari ed economici, concordando anche sulle strategie da seguire per uscire dalla crisi senza compromettere gli interessi dei due Paesi. La signora Clinton era, peraltro, il politico più indicato a svolgere questo ruolo, perché forte della grandi aperture economiche e commerciali che il marito aveva riservato alla Cina durante la sua presidenza. Non a caso alcuni importanti finanzieri cinesi avevano ampiamente contribuito a finanziare la campagna per le presidenziali della Clinton. Tra questi, Norman Yung Yuen Hsu e Johnny Chun, finiti in carcere proprio per uno scandalo legato alla raccolta di fondi per quella campagna elettorale. Successivamente, prima e dopo il G20 del 1° aprile scorso, lo stesso presidente Obama ha incontrato il primo ministro cinese, dal quale ha ottenuto la rinuncia a qualunque iniziativa contraria agli interessi degli Usa, nella consapevolezza - come apparso da un comunicato congiunto - che tra le due economie è necessaria una continua e sostanziale collaborazione. Nei giorni successivi il maggiore quotidiano giapponese, lo Yomiuri Shinbun, rivelava l'intenzione di Obama di impegnarsi per creare una politica di stretta collaborazione con la Cina a tutti i livelli, economico, ma anche strategico e politico. Su questo ultimo aspetto l'interesse maggiore del presidente americano sembrerebbe legato al ruolo che la Cina può svolgere per riportare all'interno del contesto internazionale l'Iran, verso il quale Obama, a differenza del suo predecessore, ha già mostrato qualche apertura. È evidente che a questa operazione è legata anche una nuova strategia per combattere il terrorismo - cui l'Iran è strettamente legato - alla quale la stessa Cina è fortemente interessata, e che rappresenta forse il più grande obiettivo che Obama si è posto per dare alla sua presidenza un nuovo grande respiro politico internazionale. Come sono lontani questi tempi da quelli in cui gli Usa pensavano di esportare la democrazia in Cina attraverso il tutt'altro che democratico Chian Kaichek; o da quelli in cui il generalissimo McArtur sognava, fortunatamente solo sognava, di lanciare un attacco per sottomettere la Cina partendo dal famoso 38° parallelo. Ma ancora più lontani sembrano questi tempi da quelli di 140 anni fa, quando decine di migliaia di braccianti cinesi furono importati, come schiavi, dalla provincia del Guandong, per iniziativa del presidente della prima ferrovia americana, Leland Stanford. Loro arduo compito, al quale i pur generosi coloni americani si sottrassero, fu quello di deporre l'ultimo tratto dei binari che avrebbero collegato la sponda atlantica con quella del Pacifico, scavalcando, tra immense difficoltà, le MontagneRocciose. Molti di loro morirono per le fatiche. I sopravvissuti, oltre 150 mila, furono relegati in veri e propri ghetti, oggi testimoniati dalle Chinatown di New York e di San Francisco. Pino Roma 14/04/2009 nascosto-->

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Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna)) (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 5 Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, ... Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, 37 negli Usa e 36 in Pakistan

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Neonati, straniero uno su tre (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Veneto sezione: TREVISO2A data: 14/04/2009 - pag: 7 Il rapporto I genitori più prolifici arrivano da Bangladesh, Serbia e Cina Neonati, straniero uno su tre Boom di parti multietnici a Treviso: mamme di 34 paesi Nel biennio 2007- 2008 al Ca' Foncello le nascite sono diminuite ma è aumentato il numero delle nazionalità rappresentate TREVISO Non c'è razza Piave che tenga. La piccola e raccolta Treviso negli ultimi anni si è trasformata in un vero crogiuolo di nazionalità: bambini europei, asiatici, africani e americani sono nati all'ospedale cittadino negli ultimi due anni. Dal Togo al Brasile, dall'Ucraina agli Usa, passando per Cina e Filippine. E fra i nuovi cittadini venuti al mondo anche due neozelandesi, i cui genitori provengono dalla terra che geograficamente è più lontana dallo Stivale. Con buona pace dello Sceriffo Gentilini. Era il giorno di San Valentino quando un euforico vicesindaco invitò i suoi cittadini a procreare: «Ho bisogno di bambini della mia razza!» dichiarò. L'esplosione demografica non c'è stata, e anzi numeri alla mano le nascite nella Marca e in tutto il Paese registrano trend in calo. Ma se diminuiscono i bambini venuti al mondo, aumentano le nazionalità dei genitori. Le mamme ospitate nelle sale parto del Ca' Foncello hanno rappresentato, negli ultimi due anni, 34 diverse nazioni. Si è calcolato che nel solo 2008 il 26 per cento dei 2.882 bebè che hanno visto la luce all'ospedale del capoluogo era straniero. Di questi 760 bimbi, 149 risiedono nel comune di Treviso. Arrivano dal Bangladesh i genitori più prolifici: negli ultimi due anni sono nati nel Comune di Treviso ben 50 piccoli bengalesi, 24 nel solo 2008. Al secondo posto si piazzano i serbimontenegrini, che hanno contribuito all'incremento delle nascite straniere in città con 48 bimbi, scendendo però dai 26 del 2007 a 22 nell'ultimo anno. Al terzo posto troviamo i cinesi, con 23 bambini nel 2008 e 24 l'anno precedente. Restando in Europa, ai primi posti si piazzano moldavi e albanesi, che hanno messo al mondo rispettivamente 16 e 17 bambini negli ultimi due anni; i rumeni hanno «riempito » invece 13 culle. Nove invece i piccoli macedoni, quattro kosovari, quattro bosniaci, tre britannici e due ucraini. Dal 2007 al 2008 però le nascite europee sono calate: da 62 a 55 nuovi nati. La popolazione africana più prolifica negli ultimi due anni è stata quella del Burkina Faso, con 14 bebè. Consistente anche l'apporto del Marocco con 14 piccoli fra 2007 e 2008 mentre 10 sono i neonati di origine ghanese. Altrettanti i bimbi nati da genitori nigeriani, 9 provenienti dalla Costa d'Avorio e 8 da Algeria e Guinea, a cui si aggiungono un numero minore di senegalesi, egiziani, tunisini e sierraleonesi. Posando lo sguardo al di là dell'oceano Atlantico, a Treviso si contano 4 ecuadoregni, 2 brasiliani, 2 dominicani, e 2 statunitensi con meno di due anni di vita. Meno rappresentate le etnie asiatiche, ma i bimbi nati sono stati 55 nel solo 2008: anche per loro un leggero calo, considerati i 59 dell'anno prima. Una curiosità: era dal 2006 che non venivano coccolati in terra trevigiana bebè di nazionalità indiana, vietnamita, croata, honduregna e togolese. Silvia Madiotto In aumento Al Ca' Foncello sempre più neonati stranieri

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Nucleare, l'Iran pronto a riprendere il negoziato con i sei Grandi (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nucleare, l'Iran pronto a riprendere il negoziato con i sei Grandi GABRIEL BERTINETTO Era nell'aria, ora è in agenda. Riprende il negoziato fra le potenze mondiali e l'Iran sul programma nucleare di Teheran. Era fermo da mesi in seguito all'ostinato rifiuto opposto dalla Repubblica islamica alla richiesta di sospendere l'arricchimento dell'uranio nei propri impianti atomici. Quel rifiuto non è venuto meno, ma è cambiato il clima internazionale, da quando Obama ha inaugurato una diversa politica americana verso il regime teocratico. Gli Usa, gli altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) e la Germania, cioè i cosiddetti «5+1», sono disposti ad offrire una nuova chance ad Ahamdinejad, magari sperando che dopo le elezioni presidenziali di giugno l'interlocutore non sia più lui, ma un capo di Stato più ragionevole. SOLANA CHIAMA JALILI Non è ancora fissata la data, ma il riavvio dei colloqui è stato deciso ieri in un colloquio telefonico fra il capo della delegazione di Teheran, Said Jalili, e Javier Solana, ministro degli Esteri dell'Unione europea, che rappresenta i «5+1». Jalili stesso ha confermato la notizia, riferendo di essere stato chiamato da Solana e di avere risposto positivamente alla proposta di tornare ad incontrarsi. Solana a sua volta era stato incaricato di contattarlo dopo la riunione dei 5+1 la settimana scorsa a Londra. Già il 9 aprile, all'indomani di quella riunione, Ahmadinejad aveva sostanzialmente accettato l'offerta di dialogo. Contemporaneamente, per chiarire che il suo governo non si presenterà alle trattative con atteggiamento arrendevole, aveva annunciato con enfasi ulteriori progressi nella ricerca nucleare. E fra questi aveva specificamente indicato quelli che meno possono piacere alla controparte, cioè la sperimentazione di centrifughe di nuova generazione per l'arricchimento dell'uranio. Non solo, in una successiva intervista, alla domanda se il suo Paese sia disposto a rinunciare a quel tipo di tecnologia, aveva sbrigativamente liquidato l'argomento: «Sono discussioni vecchie. Quel tempo è finito». Vale a dire, inutile insistere, perché andremo avanti nel nostro programma atomico e intendiamo realizzarlo proprio attraverso l'arricchimento dell'uranio. INCENTIVI POLITICI I «5+1» sospettano che l'Iran sia così tenacemente attaccato a quel tipo di tecnologia nucleare, perché essa consente di produrre bombe e non solo energia per usi civili. Nonostante tutto, aprono a Teheran, ritenendo di avere in mano buone carte per piegarne la rigidità di partenza. Oltre agli aiuti economici, che già furono promessi senza successo come materia di scambio in passato, ora mettono in campo sostanziosi incentivi politici. La Repubblica islamica vedrebbe riconosciuto il ruolo di potenza regionale cui aspira, ed il primo passo in quella direzione è stato l'invito, prontamente accolto, a collaborare nella soluzione della crisi afghana. Proprio ieri il capo della polizia iraniana ha affermato di essere pronto ad addestrare i colleghi afghani per svolgere il compito richiesto dal governo di Kabul e dalla Nato, e cioè un più efficace contrasto al narcotraffico. Riprende il negoziato internazionale sul programma nucleare iraniano. Il ministro degli Esteri della Ue Solana ne parla con il rappresentante di Teheran, Jalili, che «accoglie favorevolmente» la proposta.

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VIRTÙ PERDUTE (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-14 - pag: 13 autore: VIRTù PERDUTE «I capitali internazionali c'erano anche prima della globalizzazione: ma noi li cercavamo per le aziende, non per speculare» DENARO IN FUGA «Il Principato di Monaco non è un paradiso fiscale e conta di uscire dalla lista grigia Ocse seguendo la via della Svizzera»

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Torneranno le banche commerciali (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-14 - pag: 13 autore: «Torneranno le banche commerciali» Enrico Braggiotti: «A partire dal 2000 la finanza globale si è sempre più allontanata dal mondo dell'economia reale» di Edoardo De Biasi D a oltre 50 anni la famiglia Braggiotti calca il palcoscenico della finanza italiana, caso pressoché unico nel Paese di moderna dinastia di banchieri professionali. Il leader rimane l'85enne Enrico Braggiotti, amministratore delegato (dall'84 all'88) e infine presidente (fino al '90) della Banca commerciale italiana. Una carriera d'eccellenza,improvvisamente in-terrotta nei primi anni 90 dal caso Enimont. è stato allora che il banchiere ha deciso di ritirarsi a Montecarlo: amico personale- ancor prima che consigliere- della famiglia Grimaldi. Nel Principato, Braggiotti senior ha ulteriormente ramificato la fitta rete di relazioni che aveva sviluppato come banker internazionale alla Comit. Ed è nel capoluogo monegasco che Il Sole 24 Ore l'ha incontrato per ascoltare i suoi punti di vista sulla crisi globale e sulle trasformazioni in arrivo nel sistema bancario. Dottor Braggiotti, lei è stato capo delle attività internazionali, poi amministratore delegato e infine presidente della Comit, cioè dell'unica banca italiana che operava nel corporate e investment banking internazionale quando la globalizzazione finanziaria ha preso le mosse. Qual era la visione che lei aveva allora dei cambiamenti di lungo periodo sfociati infine nel collasso dei mercati? Una breve premessa a tutta la conversazione: io sono un bancario, non un economista. Sono stato allevato alla scuola della Comit dove ho vissuto per circa 50 anni. Era una scuola di merciaioli: l'attività classica consisteva nel fare credito alle imprese per l'acquisto delle materie prime, assisterle durante il periodo della trasformazione in prodotto finito e infine scontare gli effetti emessi sulla clientela. La finanza all'epoca era strettamente legata all'economia reale e noi abbiamo sempre operato bene in quel mondo, molto diverso da quello che è venuto poi: il deterioramento della finanza fine a se stessa, le bolle, il crollo finale dei mercati. Come lavorava una banca internazionale nell'"economia reale"? La Comit raccoglieva denaro sui mercati internazionali - a New York, Londra, Tokyo- per prestarlo a primarie aziende locali. Un certo rischio veniva effettivamente assunto dalla banca in quanto la raccolta era sul mercato interbancario e il prestito alle aziende era di più lunga durata. Era un rischio molto limitato sulla variazione dei tassi d'interesse,che poteva anche procurare delle piccole perdite nel mismatch delle scadenze.Ma nessuno all'epoca si avventurava in follie speculative. Quand'è stato superato il punto del non ritorno? Agli inizi del 2000 la finanza si è allontanata dall'economia reale e le banche si sono allontanate dal loro mestiere di base (cioè procurare capitali alle imprese per il loro sviluppo) e si sono trasformate in hedge fund.Per di più le compagnie d'assicurazione hanno seguito questa direzione e si sono proposte come banche ordinarie allo scopo di realizzare utili facili. La bolla non poteva non scoppiare ed estendere il disastro dalla finanza all'economia su scala planetaria, mettendo in pericolo i Paesi più deboli. Il modello corrente - sostengono alcune voci preoccupanti - ha dato cattiva prova ma non va archiviato, anzi... Per diversi anni il "modello" si è fondato sulla Fed che finanziava i consumi a interessi molto bassi. La locomotiva statunitenseè stata trainata dalla straordinaria espansione dei consumi, favorita dalla possibilità per i consumatori d'indebitarsi a tassi molto bassi e dalla volontà delle banche d'incoraggiare gli stessi consumatori a continuare a indebitarsi. Questo modello, alla luce degli avvenimenti, secondo me non è più valido e non va preservato. La crisi bancaria - che ruota attorno alla gestione di 4 trilioni di dollari di titoli tossici stimati dall'Fmi - può essere risolta con una bad bank? Non so se 2,2 trilioni di dollari fino a qualche giorno fa, o 4 trilioni di dollari stimati oggi siano una cifra attendibile: temo che sia molto superiore se ai titoli cosiddetti tossici originati dai "subprime" si aggiungono tutta una serie di crediti più o meno irrecuperabili, dalle carte di credito agli impieghi presso gruppi in difficoltà, come nel settore auto. Una cifra gigantesca, mai prima accumulatasi: e dovrebbe essere smaltita - si dice - da nuovi veicoli, il cui funzionamento resta però incerto. Cos'è un titolo tossico? A che prezzo le banche li dovrebbero cedere, e quanto capitale perderebbero subito? E come verrebbero calcolati i nuovi ratio patrimoniali da parte delle banche centrali? Sono settimane che attendo anch'io con curiosità le "regole del gioco". Ma fino a che non le conosciamo, devo concludere che - almeno per me - labad bank non è una soluzione. Gli interventi statali d'emergenza su scala domestica nei capitali delle banche erano inevitabili per superare la "crisi di fiducia"? Gli interventi statali nel capitale delle banche erano inevitabili e indispensabili e probabilmente anche insufficienti per ridare piena fiducia. Penso che una forma temporanea di nazionalizzazione sia indispensabile perché il mercato interno si rimetta a funzionare. Lei era a capo della Comit quando il rischio finanziario dei sistemi era gestito principalmente dai grandi intermediari. Poi la "securitization" della finanza nelle Borse, la deregulation e la globalizzazione hanno diffuso strutturalmente il rischio nei mercati, ma il sistema alla fine non ha retto. A suo avviso il sistema tornerà ad essere "banco-centrico"? La "securitization", lo sviluppo dei derivatimatematici ha aumentato enormemente i profitti degli intermediari con una finanza fittizia. Penso che nel mondo che sta rinascendo, la banca commerciale – quella della mia gioventù – tornerà protagonista, ma il mondo sarà molto diverso. Il consumo americano basato sull'indebitamento dovrà cambiare, ma non sappiamo ancora come. Io credo che tocchi anzitutto agli uomini di governo immaginare e costruire il mondo nuovo. E penso ai politici quarantenni che ci vivranno, non ai settantenni che non lo vedranno. Wall Street è stata l'epicentro del collasso e il fallimento della Lehman Brothers ne è stato l'evento simbolico. Lei ha operato a New York da banchiere europeo e tentò, in tempi pionieristici di acquisire la Irving Trust... La Comit è stata protagonista dell'internazionalizzazione del sistema bancario italiano negli anni 80. E questo Dna non era soltanto mio, ma era via via cresciuto nell'istituto soprattutto per merito del presidente Raffaele Mattioli, di Carlo Bombieri e Antonio Monti. E il mio lavoro è stato facilitato dalla qualità di collaboratori ben formati ed efficienti. La prima mossa è stata quella di acquisire una partecipazione nella Lehman Brothers, in quel periodo in difficoltà non per problemi di rendimento, ma per mancanza di strategie. Quale fu l'esito di quella partnership? George Ball, sottosegretario di Stato americano dal 1961 al 1966, grande uomo politico e di cultura, si era assunto il compito di rilanciare la Lehman Borthers insieme a Peter Peterson, Ceo della stessa. George Ball era un mio amico personale nel quale avevo grande fiducia e quindi ho convinto i dirigenti della Comit a prendere questa partecipazione. La nostra presenza nella Lehman e nel loro board ci ha dato prima di tutto un grande prestigio e dunque la possibilità di accedere a un'importante rete di relazioni, unica tra le banche italiane ed europee. Poi la Commerciale puntò alle acquisizioni... Successivamente abbiamo acquisito il controllo della Long Island Bank e nel 1988, con l'aiuto dei nostri amici George Ball, Randolph Guthrie - un grande avvocato - e Anthony Solomon, presidente della Fed di New York, abbiamo tentato di acquisire la Irving Trust, all'epoca l'ottava più importante banca americana. La Comit allora godeva di grande prestigio e di dirigenti capaci di gestire un'operazione di questa importanza. Ricordo in particolare Lino Benassi, che ci rappresentò brillantemente. L'operazione purtroppo non andò in porto... Per una ragione molto semplice: superati tutti gli ostacoli a New York, la Fed di Washington ha sollevato il problema della nostra appartenenza all'Iri a cui ha posto delle condizioni inaccettabili. Ovviamente tutta l'operazione era stata realizzata con l'accordo dell'Iri, che allora era presieduto da Romano Prodi, del governatore della Banca d'Italia, Carlo Azeglio Ciampi, e infine dell'allora ministro del Tesoro, Giulio Andreotti. Ma l'operazione aveva destato preoccupazione principalmente nel Psi perché temeva che l'acquisizione della Irving Trust potesse richiedere un aumento di capitale della Comit, che l'Iri allora non poteva sottoscrivere. Allora lei riteneva Wall Street strategica: ne è ancora convinto per il futuro? Credo che i mercati statunitensi rimarranno sempre determinanti anche dopo la crisi. Anche all'ultimo G-20 il tema della ricostruzione delle regole e della vigilanza è stato centrale. è opportuno che la supervisione internazionale sia affidata alla Bce? A mio avviso la questione non è ben posta. Non è molto importante che la vigilanza sia affidata alle banche centrali o alla Bce: il problema è che nella globalizzazione anche la vigilanza e le regole devono essere globali e non per Paese o gruppi di Paesi. In Italia il processo di concentrazione bancaria è proceduto spedito e finora il sistema domestico è parso relativamente solido: è d'accordo? Condivido la fiducia nella solidità del sistema domestico e penso anche che la forte propensione degli italiani al risparmio dia effettivamente maggior solidità al sistema, il quale è inoltre poco inquinato dagli asset tossici o dal richiamo degli speculatori à la Madoff. Lei ha seguito la crisi globale dal Principato di Monaco... Mi lasci ricordare, anzitutto, che il Principato non è un paradiso fiscale e prova ne è che non vi è basato nessun hedge fund. E quanto al riciclaggio, le leggi a Monaco sono più severe di quelle vigenti nei Paesi della Ue per banche e notai. Inoltre, i tribunali monegaschi accolgono favorevolmente le rogatorie che riguardano affari contrari alle leggi vigenti nel Paese. Il sistema bancario monegasco raccoglie circa 60-70 miliardi di euro, cifra relativamente modesta: meno di quanto raccogliesse Madoff. I monegaschi non pagano tasse sul reddito, ma le società pagano le imposte sugli utili allo stesso livello che in Francia. Il bilancio pubblico è composto dalle risorse provenienti dall'Iva e dal turismo: non dal Casinò, come è abitudine affermare. La Société des Bains de Mer, che amministra il casinò e molti grandi alberghi, versa allo Stato dividendi che non oltrepassano il 5% delle entrate totali. Però il Principato rimane nella "lista grigia" recentemente aggiornata dall'Ocse... Io penso che, dopo essere usciti dalla vecchia "lista nera", il Principato potrà essere depennato anche dalla "grigia" facendo concessioni sul segreto bancario come quelle studiate dalla Svizzera: i due Paesi che beneficiano della trasparenza fiscale sono Francia e Stati Uniti. La Germania e gli altri Paesi della Ue vorrebbero ottenere gli stessi benefici. Se la Svizzera cede alle pressioni della comunità internazionale, Monaco seguirà. Quali saranno le conseguenze? I depositi bancari potranno ridursi di 20 miliardi di euro, i prezzi degli appartamenti si allineeranno di più a quelli delle altre cittadine della Costa Azzurra, ma penso anche che altri flussi finanziari potrebbero prendere il cammino del Principato se il suo sistema bancario sarà in grado di portare il livello tecnico dei suoi dirigenti all'altezza di quello delle altre grandi piazze bancarie. Quindi l'establishment monegasco non è pessimista sul dopo-crisi... Monaco ha il beneficio di una grande stabilità politica dovuta a un'antica monarchia: il principe Alberto II ha dato al suo Paese ancora più prestigio internazionale di quello che aveva ai tempi di suo padre, dedicandosi in particolare al salvataggio dell'ambiente e alle energie rinnovabili. Il suo Governo è diretto da un ministro di Stato, Jean-Paul Proust, che gestisce il Paese con autorità, abilità, diplomazia. Monaco sarà sempre una residenza privilegiata indipendentemente dalla sua attività finanziaria; nessun altro Paese al mondo offre i pregi che Monaco offre ai suoi residenti. Lo dico per esperienza familiare: mio nonno paterno non si è sbagliato quando all'inizio del secolo scorso con mia nonna, francese di Saint Tropez, hanno deciso di eleggere Monaco a loro dimora. Da allora tutti i miei parenti sono venuti a finire i loro giorni a Monaco: per riservare un piccolo spazio per me ho dovuto allargare la nostra cappella! Come giudica l'offensiva in corso di Stati e Authority contro i "paradisi fiscali"? è chiaro che in tempi di caduta del gettito fiscale e di deficit crescenti per via dei salvataggi, è ancora meno tollerabile l'evasione fiscale verso quei Paesi dove non vige la trasparenza fiscale. Gli ultimi sviluppi mostrano però che la grande maggioranza dei Paesi interessati (dalla Svizzera al Lussemburgo, da Andorra a Monaco) accettano le regole imposte dall'Ocse. La pressione degli Stati contro i Paesi che accolgono l'evasione fiscale sarà d'altronde sempre più forte e non sarebbe male- almeno a mio avviso- studiare forme di "amnistia": come ad esempio lo scudo a suo tempo ideato dal ministro Giulio Tremonti. Le persone che dispongono all'estero di fondi non dichiarati non avranno altra scelta se non di rimpatriare questi fondi nei loro Paesi d'origine, pagando ovviamente una penalità decisa dall'autorità politica. Le piazze finanziarie come Monaco faranno la loro parte. Ma dalla crisi come si esce? Anzitutto chiudendo i paradisi fiscali veri, quelli che sono sede della maggior parte degli hedge fund. Questo depotenzierebbe di molto il "grande casinò" della speculazione finanziaria. Seconda raccomandazione? è indispensabile fare subito completa pulizia nei bilanci delle banche. Quelle che non potranno ristabilire i ratio di solvibilità dovranno essere nazionalizzate e gli Stati che le nazionalizzano dovranno essere essi stessi solvibili. Se questo non sarà possibile dovrà intervenire l'Fmi, a condizione che gli si diano i mezzi. Ci sono rischi reali di ritorno dannoso della politica in banca? Ho vissuto in Comit con un azionista di maggioranza che era l'Iri, presieduto allora da Romano Prodi. E debbo dire che grazie a lui ho potuto evitare, senza troppa difficoltà, le pressioni politiche. Alla sua uscita mi è stato vivamente rimproverato di non aver dato ascolto, con la sufficiente attenzione, ai suggerimenti dei partiti di governo. Ma il concetto l'avevo già colto bene molti anni prima. Quando? Nel 1968 l'allora presidente del Crédit Lyonnais, Viriat, venne in visita d'addio a Mattioli: il Lyonnais era da sempre legato alla Comit. Io ero un giovane dirigente e fui chiamato ad assistere al colloquio. Viriat disse a Mattioli, traduco a memoria: «Mio caro amico, ho fatto di tutto perché il Lyonnais non sia nazionalizzato, perché la nazionalizzazione è come la sifilide: si vive, ma si vive male». è giusto mettere un tetto agli stipendi dei manager bancari? Non credo che sia compito delle autorità di mettere un tetto agli stipendi. Lo devono fare gli azionisti,i consigli d'amministrazione ai quali vanno comunicati tutti i "benefit" dei manager. La Comit non esiste più da tempo. Ma c'è ancora chi la rimpiange... La Commerciale dopo la crisi del 1930 è stata il regno di Raffaele Mattioli. Dopo la Seconda guerra mondiale l'ha condotta alla vetta del sistema bancario italiano. Più che un banchiere o un economista, Mattioli era un uomo di Stato con una visionedell'Italia e del mondo che ne faceva un interlocutore ricercato da tutti i banchieri internazionali. A Piazza della Scala sono sfilati i più grandi nomi della finanza: Herman Abs della Deutsche Bank, Schaefer della Ubs, David Rockefeller della Chase, Viriat del Crédit Lyonnais, Jean Reyre di Paribas, Jacob Rothschild, Albert Frère. La rete di relazioni internazionali della Comit era unica nel sistema bancario italiano ed era animata da dirigenti eccezionali come Carlo Bombieri in particolare, Antonio Monti, Francesco Cingano. Anch'io credo di aver dato il mio contributo. Il prestigio della Comit e dei suoi dirigenti le ha permesso di occupare una posizione privilegiata sulle grandi piazze finanziarie di New York, Londra, Tokyo e in Paesi come l'Urss e la Cina, senza contare l'Americadel Sud con Sudameris. è immaginabile far rinascere la Comit? No, non lo penso. Così come non si può reinventare Paribas, altra banca dominante sulla piazza francese e internazionale. Le imprese sono come gli uomini: nascono, crescono raggiungono delle vette prima di sparire lentamente o brutalmente. Un'ultima domanda: cosa ricorda di Enrico Cuccia? Era uomo assolutamente eccezionale. Credo di non aver mai più incontrato in vita mia- e ho avuto occasione di stare accanto alle élite dell'epoca - un uomo così notevole come il dottor Cuccia. E di Vincenzo Maranghi è stato un discepolo intelligente e fedele di Cuccia. è stato fino alla fine il guardiano del tempio e non ha certo meritato di dover lasciare il suo incarico. Ne è uscito con orgoglio e dignità, che erano i tratti più caratteristici della sua personalità. Mi sono mancate molto la sua fedeltà e la sua amicizia. © RIPRODUZIONE RISERVATA DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR

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La Germania censisce i grandi cantieri (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-14 - pag: 25 autore: La Germania censisce i grandi cantieri Piani infrastrutturali monitorati in 14 Paesi: investimenti previsti per 1.500 miliardi di dollari Beda Romano FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente Alla fine di marzo, durante un viaggio poco pubblicizzato in Europa, il primo ministro mongolo, Sanjaagiin Bayar, ha fatto tappa a Francoforte. Ne ha approfittato per visitare la sede di Deutsche Bank, nel centro del-la città: «Il mio obiettivo –ha detto Bayar in quest'occasione – è di illustrare agli imprenditori tedeschi le opportunità che offre la Mongolia nel grande settore delle infrastrutture». Mentre la recessione attanaglia l'economia mondiale e il commercio internazionale si contrae per la prima volta negli ultimi decenni,c'è un settore economico in piena espansione, o almeno molto promettente. è quello delle opere pubbliche. Non c'è praticamente Paese al mondo che non abbia lanciato negli ultimi mesi nuovi progetti infrastrutturali per ridare slancio alla congiuntura e rallentare l'aumento della disoccupazione. Il modello (spesso non citato) è la Tennessee Valley Authority: voluto dal presidente americano Franklin D. Roosevelt nel 1933, in piena Grande Depressione, il progetto finanziato dallo Stato, ma gestito tendenzialmente come se fosse un'impresa privata, aveva come obiettivo di rivitalizzare e modernizzare una delle regioni più povere degli Usa. Furono costruiti canali fluviali, centrali elettriche, dighe e strade. L'iniziativa è ricordata come una delle idee più utili di quel periodo. Oggi molti Paesi stanno cercando in un modo o nell'altro di imitarla. Un ente pubblico tedesco dedicato alla promozione economica ha appena pubblicato uno studio sui tanti progetti infrastrutturali in giro per il mondo. Il Germany trade and invest (Gtai) calcola che in un gruppo selezionato di 14 Paesi i piani di opere pubbliche hanno un valore totale di 1.500 miliardi di euro. L'analisi del Gtai non è fine a se stessa; piuttosto è il tentativo di presentare alle grandi società tedesche un quadro delle opportunità che la crisi economica potrebbe offrire loro. «Il programma infrastrutturale del presidente Barack Obama spiega Michael Pfeiffer, presidente dell'ente pubblico tedesco - è particolarmente interessante per le nostre imprese: riguarda infatti energia, costruzioni, ambientee infrastrutture». Ma gli Usa o la Mongolia sono solo due esempi. Aggiunge Pfeiffer: «Vale la pena di dare un'occhiata ad altri Paesi, non sempre osservati con attenzione dalle imprese: penso in particolare a Taiwan, Singapore, Hong Kong, Kazakhstan, Repubblica Ceca, Arabia Saudita, Sudafrica o Qatar ». Pur messa a punto per le aziende tedesche, l'analisi del Gtai si rivela interessante anche in un'ottica europea, e italiana in particolare. In Europa dell'Est, per esempio, l'ente legato al ministero federale dell'Economia nota che vi sono generosi investimenti pubblici nella rete stradale e nella raccolta rifiuti. In Sudafrica e in Brasile, due Paesi in cui si svolgeranno i Campionati mondiali di calcio rispettivamente nel 2010 e nel 2014, vogliono modernizzare gli aeroporti, gli stadi, i centri cittadini e le reti metropolitane. I Paesi del Golfo non sono da meno. Siemens ha appena firmato negli Emirati Arabi Uniti un contratto da 350 milioni di euro per la costruzione di un impianto di desalinizzazione. In Arabia Saudita, la famiglia regnante vuole costruire entro i prossimi 15 anni una nuova città, grande quanto Washington. Tra Bahrain e Qatar è in progetto la costruzione di un ponte di 45 km del costo di 4-5 miliardi di dollari. Mentre la Cina ha deciso di investire 286 miliardi di dollari nei trasporti, l'India ha messo da parte 250 miliardi di dollari da spendere nel grande settore energetico. In Giappone, il Governo ha messo a punto invece un piano di stimolo all'economia che prevede investimenti nell'informatica per 6 miliardi di yen. A Singapore è previsto l'ammodernamento della rete metropolitana entro il 2020: il bilancio è di 21 miliardi di euro. Certo, anche nel campo dei progetti infrastrutturali potrebbero emergere spinte protezionistiche, come ha dimostrato la clausola "Buy American" negli Stati Uniti. I ricercatori del Gtai ne sono più che consapevoli, tanto che nel loro studio hanno suddiviso i vari Paesi a seconda del rischio protezionismo. Il pericolo maggiore potrebbe esservi in Asia e in Sudamerica, meno in Africa o Nord America. «Vi sono su questo fronte mol-te differenze tra i Paesi. Le imprese che hanno una propria filiale in loco sono certamente avvantaggiati - avverte Ernst Leiste, del Gtai a Colonia- . Oltre alla minaccia delprotezionismo dobbiamo tenere conto anche degli ostacoli burocratici e della lunghezza delle procedure d'asta». Sbilanciata sul versante dell'export, la Germania soffre della frenata dell'economia. In questo senso, la Repubblica federale ha un interesse particolare a evitare un'ondata di protezionismo e a cogliere tutte le opportunità della crisi, anche in Mongolia. «Registriamo da parte dei nostri clienti – ha detto non a caso il banchiere di Deutsche Bank Stephan Leithner in occasione della visita del premier mongolo – un crescente interesse economico per questo Paese emergente». beda.romano@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA www.gtai.de Il sito del Germany Trade & Invest FOCUS SUI PROGETTI Il Germany Trade and Invest ha preparato uno studio sugli interventi in programma nel mondo: opportunità non solo per imprese tedesche

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Brusca frenata per le riserve valutarie cinesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-14 - pag: 23 autore: Brusca frenata per le riserve valutarie cinesi Alessandro Merli Brusca frenata dell'aumento delle riserve valutarie della Cina. Nel primo trimestre di quest'anno le riserve cinesi sono cresciute di soli 7,7 miliardi di dollari contro un incremento da primato di 153,9 miliardi di dollari nello stesso periodo del 2008 e un record di 417,8 miliardi nell'intero anno passato. L'aumento nel trimestre che si è appena concluso è il più modesto da otto anni a questa parte e riflette una riduzione del surplus commerciale, ma soprattutto minori investimenti esteri verso la Cina e deflussi di capitale dalla Cina stessa, in particolare verso Hong Kong. Nei mesi di gennaio e febbraio le riserve sono addirittura calate, rispettivamente della cifra record di 32,6 miliardi di dollari e di 1,4 miliardi di dol-lari, secondo statistiche della Banca centrale. A marzo si è registrato invece un aumento di 41,7 miliardi. L'inversione del mese scorso potrebbe indicare un ritorno della fiducia nelle prospettive dell'economia cinese (vedi articolo a fianco) e quindi un rallentamento dei deflussi di capitale. Per il 2009 nel suo complesso, economisti di mercato prevedono un aumento delle riserve cinesi di 100 miliardi di dollari circa. Il brusco ridimensionamento nella crescita delle riserve solleva qualche incognita sul ruolo della Cina come primo investitore in titoli di Stato americani e sull'interdipendenza finanziaria fra le due potenze. A partire dall'inizio del decennio, Pechino ha utilizzato isuoi crescenti surplus commerciali e gli imponenti flussi di investimenti dall'estero per incrementare le riserve: la Banca centrale ha continuamente acquistato dollari per impedire al cambio dello yuan di rivalutarsi e continuare così un modello di sviluppo basato sulla crescita dell'export. Il mese scorso, il primo ministro cinese Wen Jiabao aveva espresso preoccupazione sulla solidità degli ingenti investimenti di Pechino in Treasuries. «Abbiamo prestato un'enorme somma di denaro agli Stati Uniti – aveva detto Wen – e siamo preoccupati della sicurezza delle nostre attività ». Si era detto allora che le dichiarazioni di Wen, a pochi giorni di distanza dal vertice del G-20, mettevano in luce la dipendenza degli Usa da eventuali cambiamenti di atteggiamento del principale investitore in titoli del debito Usa.Tuttavia, l'uscita del premier cinese sottolineava anche il disagio di Pechino per aver legato una parte così consistente delle proprie riserve (si parla dei due terzi circa di un totale di 2mila miliardi di dollari) ad attività finanziarie, come i Treasuries, dipendenti dalla politica economica di Washington e suscettibili di essere destabilizzate dalle misure adottate dall'amministrazione Obama. Nel frattempo, sono emersi i primi segnali di riduzione del disavanzo esterno degli Usa, sia a causa della recessione economica sia dell'aumento del tasso di risparmio e della contrazione dei consumi degli americani. Questo dovrebbe contribuire a ridurre la dipendenza Usa dai capitali cinesi. alessandro.merli@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Abruzzo a prevenzione zero (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: TERREMOTO data: 2009-04-14 - pag: 4 autore: Abruzzo a prevenzione zero Bilancio assorbito dalla spesa sanitaria, protezione civile a secco Mariano Maugeri PESCARA. Dal nostro inviato «I fondi della Protezione civile regionale? Sono quelli affidati alla divina provvidenza». Michele Fina, giovanissimo assessorealla Protezione civile della Provincia dell'Aquila, non si arrampica sugli specchi. Zona rossa o zona verde non fa differenza. In una situazione drammatica come quella del bilancio regionale abruzzese, prosciugato dalla spesa sanitaria, non c'è spazio neppure formale per quella parolina misconosciuta dalla cultura italica: prevenzione. Ovunque si chieda che genere di piano della protezione civile possedesse la città dell'Aquila, tutti scuotono la testa. Gli uomini di Guido Bertolaso sono muti come mummie. Ma basta scavare tra i sismologi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia per scoprire che le prime colonne attrezzate entrate in una città martirizzata alle prime luci dell'alba, se la sono vista veramente brutta. «è come se i pompieri non sapessero dove attaccare gli idranti per spegnere l'incendio», dicono i sismologi in perenne contatto con la zona di guerra. Nulla, all'Aquila, era attrezzato per coordinare le centinaia di mezzi e le migliaia di uomini che si sono riversati in città. Il consiglio comunale, lemme lemme, aveva approvato il piano cittadino della Protezione civile giusto un mese fa. Peggio di peggio, uno dei quattro slarghi indicati dal Comune come aree di raccolta, quello di piazza Palazzo, sede del Comune, era occupato dalle bancarelle per la tradizionale fiera di Pasqua. Ne rimanevano altre tre; piazza Duomo,larga sì ma circondata da straordinarie chiese sei e settecentesche che si sono sfarinate in sequenza. E poi il Castello e piazza d'Armi, due luoghi idonei ma a quel punto, causa macerie, difficilissimi da raggiungere. A proposito di aree libere, molti si chiedono come mai l'enorme spazio antistante il tribunale dei minori, in via Acquasanta, sia rimasto desolatamente vuoto. L'ingegner Pierluigi Caputi, il responsabile della Protezione civile regionale che due giorni prima del sisma ha ceduto il comando a Carlo Visca, ex capo del genio civile di Pescara si addentra nella sequenza dei numeri zero dei conti regionali: «Il bilancio di previsione 2009 annota una serie infinita di trattini anche alla voce Protezione civile: le casse abruzzesi sono a secco. I 100 milioni degli interventi di prima emergenza post sisma sono in capo al bilancio dello Stato e alla Protezione civile nazionale ». E così, presumibilmente, pure quelli di seconda, terza e quarta emergenza. Ormai l'Abruzzo è una dépendance di Palazzo Chigi, tutti dipendenti statali, un atto dettato dalla perentorietà dei numeri più che uno slancio di generosità. L'assessore Fina ne ricava una massima politica: «In una situazione economica come questa è naturale che un politico dia la precedenza alla costruzione di una strada piuttosto che a scelte di prevenzione praticamente invisibili ». Delle priorità abruzzesi si è reso conto Gianni Burba, una delle menti di quel sofisticato meccanismo che risponde al nome di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, quartier generale in quel di Palmanova. Lui, occhialini tondi e aria mite, si è presentato all'Aquila con un elicottero per i rilievi aerofotogrammetrici e relativo laser scanner senza le risultanze del quale dalle sue parti non spiccicano neppure una parola. Il velivolo invia immagini a un pc che Burba osserva come i greci l'oracolo di Delfi. Inutile chiedergli dell'organizzazione dei nativi: «Poco fa cercavo notizie del Comune di Gagliano Aterno, ma i colleghi abruzzesi sono caduti dalle nuvole. Sul mio cellulare ho i numeri dei 219 sindaci della regione, e poi conosco vita, morte e miracoli dei 38 comuni della Carnia dei quali rispondo personalmente: da noi il prefetto non conta nulla, tutto il potereè nelle mani dei sindaci». Come all'Aquila, dove il primo cittadino Massimo Cialente, ex deputato del Pci, infischiandosene di sciami sismici e allarmi apocalittici ha dirottato quei pochi fondi alla voce prevenzione verso altri lidi. Meglio di lui ha fatto solo la Regione, che sempre per la trita questione dei risparmi legati al deficit sanitario ha scorporato la Protezione civile dall'assessorato Lavori pubblici aggregandola all'Ambiente. Piccolo dettaglio: il primo ha sede all'Aquila, l'altro a Pescara.Con il paradosso che nelle ore immediatamente seguenti il terremoto, il Bertolaso abruzzese rimuginava sul da farsi ammirando la spuma del Mar Adriatico. mariano.maugeri@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA ANSA Difficoltà senza tregua. Nuvole sulla tendopoli di piazza d'Armi, a L'Aquila. Il maltempo aumenta i problemi nelle strutture che ospitano i terremotati IL PIANO COMUNALE Delle quattro aree di raccolta una era occupata dalle bancarelle della fiera di Pasqua, altre due irraggiungibili per le macerie

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TEHERAN L'Iran ha detto ai colloqui sul nucleare con il <5+1 ...>(sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione, La (Firenze)) (Giorno, Il (Milano))

Argomenti: Cina Usa

ESTERI pag. 21 TEHERAN L'Iran ha detto «sì» ai colloqui sul nucleare con il «5+1 ... TEHERAN L'Iran ha detto «sì» ai colloqui sul nucleare con il «5+1». La tv di stato iraniana ha fatto sapere che il capo negoziatore Said Jalili ha avuto una conversazione telefonica con Javier Solana e che la ripresa dei negoziati «è salutata con favore». L'alto rappresentante per la politica estera del'Ue era stato incaricato da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania di sondare la disponibilità del regime degli ayatollah a tornare al tavolo dei colloqui.

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E (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Mezzogiorno sezione: OPINIONI data: 14/04/2009 - pag: 10 E cco la conferma di quanto la sovrastruttura sentimentale possa prevalere sulla struttura economica. Si è sempre detto che il tecnicismo bancario rendeva del tutto ininfluente l'aspetto della territorialità e che il cervello di un grande istituto di credito, nell'era della globalizzazione, poteva stare sia sotto casa, sia lontano mille miglia. In base a questa logica, quando Napoli è stata privata della sua banca si è detto che non avevamo nulla da temere, proprio perché bisognava giudicare dai risultati e non da come, e da dove, questi risultati venivano raggiunti. In effetti è così, ma c'è, e conta, un altro aspetto che è quello sottolineato con grande passionalità da Franco Iacono. È un aspetto che rimanda direttamente a due concetti: la fiducia e l'identità. Sapere con chi si ha a che fare, conoscerlo non solo di nome, ma anche di persona, averne letto il pensiero e averne stretto la mano, accresce la fiducia. E la fiducia in economia è fondamentale: accelera i processi, fa sì che non tutto debba essere verificato, agisce da moltiplicatore. C'è poi l'identita. L'orgoglio di una città che vede premiati i suoi elementi migliori è anch'esso un moltiplicatore di energie. Iacono ha citato Enzo Giustino, ma nel consiglio di amministrazione della banca ci sono altri due campani: Mario Mattioli e Giovanni Vietri, due quarantenni, due rappresentanti di una nuova generazione. Non è importante che di fronte a questa apertura di credito nei confronti della città tutti reagiscano come Franco Iacono. Ma è importante che, a partire da queste nomine, Napoli conosca una nuova stagione. Basata appunto sulla fiducia e sull'identità.

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L'Iran aderisce a nuovi colloqui sul nucleare La proposta è stata avanzata dal ministro degli Esteri dell'Ue, Solana. Al negoziato parteciperanno anche gli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 14/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero L'Iran aderisce a nuovi colloqui sul nucleare La proposta è stata avanzata dal «ministro degli Esteri» dell'Ue, Solana. Al negoziato parteciperanno anche gli Usa La centrale per l'arricchimento dell'uranio di Natanz TEHERANIl capo negoziatore sul nucleare iraniano, Said Jalili, ha detto che Teheran «accoglie favorevolmente» la proposta di nuovi colloqui sul suo programma atomico, durante una conversazione telefonica avuta con il responsabile della politica estera comune della Ue, Javier Solana. È stato Solana, ha precisato la tv iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, hanno accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran per cercare una soluzione al braccio di ferro. Del gruppo fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. «L'Iran - ha risposto Jalili - accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che «presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito. La disponibilità al dialogo dell'Iran è un fatto positivo. A patto che non sia un mezzo per tirare in lungo e intanto andare avanti indisturbato con il programma nucleare. È una partita a poker che Teheran non potrà giocare in eterno. Intanto ieri il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha reagito duramente agli arresti in Egitto di decine di presunti membri dell'Hezbollah libanese accusati di avere pianificato attacchi nel Paese. Si tratta, ha detto Larijani, di un piano «per influenzare le prossime elezioni in Libano». L'Iran ha avuto un ruolo determinante nella fondazione delle milizie sciite dell'Hezbollah in Libano nel 1982 e ne è oggi tra i principali sostenitori, così come di Hamas nella Striscia di Gaza. Il leader dell'Hezbollah, Hassan Nasrallah, e le autorità iraniane hanno accusato l'Egitto di essere stato complice dell'attacco israeliano portato contro Hamas a Gaza nel dicembre scorso. La scorsa settimana il Cairo ha detto di avere arrestato 49 egiziani, palestinesi e libanesi legati a Hezbollah. Nasrallah ha detto che uno degli arrestati fa parte di Hezbollah e stava cercando di portare armamenti ad Hamas nella Striscia di Gaza, ma ha negato la progettazione di attacchi in Egitto.

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AMBIENTE Energia da pneumatici: un'azienda di Milano sbarca negli Usa Un sistema a impatto z... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 14/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia AMBIENTE Energia da pneumatici: un'azienda di Milano sbarca negli Usa Un sistema a impatto zero, in grado di ridurre i vecchi pneumatici a materiali riutilizzabili e di produrre energia elettrica in modo pulito. Ad idearlo è stata la Costech International, società di Pioltello (Milano), che produce strumenti di analisi chimica, visitata ieri da Corrine Brown, presidente del comitato che si occupa di materiali pericolosi in seno alla commissione Trasporti del Congresso americano. Proprio con il nuovo sistema l'azienda sbarcherà infatti presto negli Stati Uniti. CINA Sale la produzione industriale: +8,3% nel mese di marzo La produzione industriale cinese è cresciuta dell'8,3% nel mese di marzo, dopo aver segnato un incremento di appena il 3,8% nei due mesi precedenti, il minimo storico. Continuano ad arrivare quindi segnali di ripresa dal colosso asiatico che, per poter conservare l'occupazione, deve mantenere una crescita dell'8%. INTERNET EBay acquisisce il controllo della rivale coreana Gmarket EBay, la società di aste online, ha acquistato per 413 milioni di dollari il 34,2% della rivale sudcoreana Gmarket, diventandone il principale azionista. TELECOM Ricorso a Buenos Aires contro l'Antitrust argentina L'annullamento dei diritti di Telecom Italia in Telecom Argentina, imposto dall'Antitrust di Buenos Aires, è «una violazione dei principi costituzionali che proteggono la proprietà» del gruppo italiano e «un'aggressione alle basi fondamentali del diritto»: lo afferma il ricorso che Telecom Italia ha presentato ieri in Argentina.

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TELECOM Un muro di gomma telefonica nVorrei tramite il suo giornale segna... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 14/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE TELECOM Un muro di gomma telefonica nVorrei tramite il suo giornale segnalare la disinvoltura con cui la Telecom provvede a riparare i danni per garantire ai suoi, sfortunati, clienti un servizio degno di tal nome. Giovedì 2 aprile aprendo il mio ristorate-pizzeria (La Perla di Castel Mella) ho avuto la sgradita sorpresa di notare come il telefono fosse fuori servizio. Ho subito chiamato il call center del gestore e con cadenza quotidiana mi sono sentito rispondere, da persone non sempre educate e sempre diverse, che avrebbero preso nota, che sarebbero intervenuti entro un paio di giorni, che avevano segnalato alle loro aziende sul territorio il guasto e via mentendo. Ho chiesto, alla quarta o quinta telefonata, di poter parlare con un responsabile, ma ovviamente la cosa non è stata possibile: ormai da 9 giorni sbatto contro un muro di gomma: nessuno ti dà garanzie di intervento ed i più comprensivi tra gli addetti provano a consolarti con promesse che non costano niente e valgono anche meno. Inutile dilungarsi ulteriormente, solo voglio precisare che il mio telefono è pubblico ed allo stesso è collegato il Pos per il bancomat, quindi i miei clienti non possono al momento usufruire di questo servizio. Aggiungo ancora che se chiamato dall'esterno il numero del telefono del locale risulta libero, quindi, chi ha telefonato per prenotare un tavolo non avendo avuto risposta avrà pensato che il locale è chiuso per qualche strano motivo. Insomma oltre alla rabbia che deriva dalla sensazione d'impotenza che provi in situazioni di questo tipo, c'è anche un danno economico certamente non lieve. Che naturalmente nessuno mi rifonderà. Trovo tutto questo inaccettabile e spero che dopo la pubblicazione di questa lettera la situazione possa finalmente sbloccarsi. Vito Ciuffo Castel Mella DESENZANO Quegli aumenti nella tariffa dei rifiuti nChiedo un piccolo spazio nella rubrica per esporre quanto sta succedendo nel Comune di Desenzano del Garda in merito alla riscossione della tassa sui rifiuti (oggi più «artisticamente» definita «T.I.A.», ovvero tassa di igiene ambientale). La gestione tributaria è stata una vera altalena: nel 2003 il Comune informava i cittadini per lettera che la gestione (sia della raccolta dei rifiuti che della riscossione della tassa) sarebbe stata affidata al consorzio Garda Uno. Ma già l'anno successivo una seconda lettera informava che la sola gestione tributaria sarebbe tornata nuovamente di pertinenza diretta del Comune. Nel 2006 una terza lettera informava infine che la Società che avrebbe gestito la riscossione della tassa sarebbe stata l'«Aessedi» (ovvero Azienda Servizi Desenzano), che poi altro non è che un'appendice (mi si passi il termine) del Comune stesso. Nel frattempo ovviamente la raccolta dei rifiuti ha continuato ad essere condotta dal Consorzio Garda Uno. Fin qui in fondo niente di particolarmente disagevole per il cittadino, se non per il fatto che, come si può immaginare, in una situazione come quella descritta manca un referente unico per qualsiasi informazione o necessità si venga a creare. Non a caso nella lettera del 2006 «Aessedi» informava, tra le altre cose, il proseguimento di un'iniziativa, lodevole nell'intento ma pessima nella realizzazione, consistente nella possibilità offerta ai cittadini di smaltire plastica, vetro e carta nei centri di raccolta differenziata (o isole ecologiche), accumulando un punteggio (in base ai kg di rifiuti consegnati) che avrebbe dato diritto ad uno sconto «fino al 20% della parte variabile» della tassa (così si esprimeva la lettera). All'atto della pesatura dei rifiuti un addetto rilascia infatti uno scontrino (su carta intestata Garda Uno) compilato in duplice copia: immagino che il libretto delle «matrici» debba periodicamente essere consegnato dagli addetti ad «Aessedi» per il calcolo dello sconto da applicare. Peccato però che nessuno sappia qual è il rapporto sconto/punti (le mie richieste telefoniche di informazione sono state puntualmente rimpallate fra Garda Uno e il Comune di Desenzano) e che, sebbene abbia iniziato lo smaltimento nelle isole ecologiche dal Settembre 2008, io almeno non abbia ancora visto quantificata in nessuna bolletta la riduzione millantata. A ciò si aggiunga che la tassa, che fino al 2007 per la mia abitazione era di 124 €, è passata nel 2008 a ben 197 € (+59%!). Considerando che la mia casa non si è ingrandita, che il mio nucleo familiare è rimasto invariato, che da 8 mesi porto personalmente parte dei miei rifiuti presso le isole ecologiche e che, appunto per l'iniziativa promossa, avrei dovuto beneficiare di uno «sconticino», a me sembra che ci siano tutti gli elementi per ritenere semplicemente vergognoso il comportamento del Comune di Desenzano: sia per l'incremento, spropositato a fronte di qualsiasi calcolo inflazionistico, sia per la totale assenza di un regolamento che consenta al cittadino di stabilire autonomamente se gli convenga servirsi delle isole ecologiche o sia preferibile continuare ad usare i cassonetti per la raccolta differenziata. Non dimentichiamo infatti che pur ipotizzando un aumento del numero di persone che si servono delle isole ecologiche, non è pensabile che come conseguenza si possano abolire i cassonetti dalle strade: quindi dal punto di vista ecologico l'una o l'altra scelta mi paiono equivalenti. Un'ultima considerazione riguarda i politici che hanno «usato» l'abolizione dell'ICI per dimostrare la loro magnanimità nei confronti dei cittadini: dal settembre 2008 il Comune di Desenzano ha introdotto la riscossione di 20 €/mese per il servizio di prolungamento dell'orario di permanenza dei bambini presso le scuole dell'infanzia oltre le ore 16, che aggiunte al balzello di 73 € improvvisamente piovuto sulla tassa dei rifiuti, hanno di fatto pressoché azzerato (almeno per la mia famiglia) il beneficio dell'abolizione della tassa sulla casa. Alla faccia di qualsiasi retorica... Vito Marchini Desenzano ECONOMIA Molte incognite sugli esiti della crisi nLe chiedo di pubblicare questa mia lettera, nonostante la complessità dell'argomento. In questa fase di estrema variabilità determinata dalla caduta delle Borse e dalla crisi industriale conseguente alla crisi delle banche e del credito finanziario, alla riduzione della produzione industriale e del mercato, l'incontro e l'impegno dei Grandi del Mondo costituisce un tentativo di fermare o rallentare gli eventi. Come si modificheranno le situazioni strutturali nella società e nella politica, e quali saranno gli effetti nelle strutture economiche? Il crollo dei prodotti finanziari che nel mondo capitalistico globalizzato hanno rappresentato soprattutto negli ultimi due decenni l'enorme crescente «plusvalore nominale» della capitalizzazione globale (fidi, prestiti, mutui, carte di credito, derivati, futures, ecc.), porterà il modello americano ed europeo verso una ristrutturazione della gestione del risparmio, della gestione bancaria, dei rapporti tra banche, imprese e servizi, su un livello più vicino ai fondamentali economici, basati su una dinamica più primitiva dei fattori di produzione. Facciamo un breve riepilogo storico. Il sistema del dollaro ha consentito agli Usa, dalla fine della Seconda guerra mondiale, ininterrottamente fino a oggi, di permeare i mercati mondiali e i diversi sistemi economici (sudamericani, europei, mediorientali, asiatici e altrove), imponendosi in ogni transazione riguardante il petrolio e il commercio di altre materie prime. Dopo gli accordi commerciali con la Cina e dopo il crollo del comunismo sovietico, il dollaro ha avuto un'ulteriore espansione all'interno dell'economia russa e cinese. Naturalmente, questo ha contribuito all'enorme crescita del «plusvalore» nel sistema monetario e finanziario globalizzato. Il sistema dell'euro non è stato un antidoto al sistema del dollaro, per quanto riguarda la crescita del «plusvalore nominale a livello mondiale»; ma ha contribuito alla sommatoria del «plusvalore» della capitalizzazione globale che ha allontanato sempre di più il sistema finanziario capitalistico dal livello dei fondamentali economici, basati sulla dinamica dei fattori di produzione. È importante considerare il carattere speciale di questa crisi, e la possibilità radicale dei suoi effetti. Mentre è stata bruciata una grande quantità di plusvalore di capitalizzazione, negli Usa sembra uscire dalla scena il soggetto motore dello sviluppo capitalistico dell'ultimo secolo: la banca privata d'investimento e il sistema del rating; con la nazionalizzazione di Aig, e la seminazionalizzazione di Citibank sta cambiando negli Usa il gestore di questo potente motore della globalizzazione. Si prefigura una rottura dell'uniformità di gestione politica e delle regole della finanza multinazionale tra Usa, Europa e Asia. Con quali conseguenze si vedrà. Al G20 c'è stato un accordo spettacolare contro i paradisi fiscali. I paradisi fiscali invero non sono la causa della grande crisi che stiamo attraversando; sono invece il risultato finale di una certa forma di accumulazione privata, il punto di arrivo di grandissimi guadagni illeciti che hanno cercato con la complicità di certe Amministrazioni e Governi (piccoli Stati, principi, sudditi e isolani) di mantenersi al riparo di ogni normale controllo fiscale, oltre che sicuri alla faccia delle leggi anticrimine. La lista nera dei paradisi fiscali è già conosciuta dai cittadini del mondo, che sono più informati; ma è importante capire quale azione incisiva possa essere inoltrata, da parte dei Governi rappresentati dal G20, contro queste aree di «porto franco e segreto del capitale». Una semplice azione diplomatica, che ha il tempo che trova? O delle azioni costrittive, efficienti ed efficaci? Sarà forse mandata un'èquipe di esperti internazionali (che avranno l'autorità dei Governi mandatari) a controllare gli asset bancari e fare un registro di tutti i conti segreti, un elenco completo dei nomi dei titolari e una ricognizione precisa dell'origine dei capitali? E se i prìncipi delle isole paradisiache e gli amministratori delle banche del paradiso risponderanno «picche», saranno prese misure di isolamento intorno a quegli enormi capitali concentrati da poche mani per poche mani? Oppure sarà fatta una vera guerra, interventi d'ispettori e di squadre militari da parte del Fondo monetario internazionale? Ammesso che questo accadesse, c'è da chiedersi però se, sotto la «giurisdizione territoriale del terrorismo islamico», possano nascere nuovi «paradisi fiscali». Intanto, è importante farsi alcune domande di natura prettamente economica che riguardano le società e i sistemi dell'America e dell'Europa. L'immissione di massicce dosi di denaro (dollari ed euro) nel sistema economico residuato da questa crisi, per contrastare il rapido, grave e massiccio sprofondamento delle imprese e delle famiglie, per effetto dell'attuale crisi economica; le erogazioni di fondi per evitare fin quando è possibile la bancarotta di banche e grandi imprese; l'intervento statale per acquisire quote di società e compagnie, sarà forse senza effetti per i rispettivi debiti pubblici dei diversi Stati? - E quali saranno gli effetti nelle diverse bilance commerciali e nei pagamenti internazionali? - Infine, soprattutto queste diverse operazioni d'inflazione anti-deflattiva, quali effetti genereranno nei reciproci rapporti di concorrenza commerciale tra Usa e Ue e tra i diversi Paesi dell'Ue, e quali mutamenti produrranno nelle stesse strutture del sistema capitalistico? Tenterò le risposte in un secondo mio intervento, se si riterrà interessante. Corrado Barone Brescia RABBIA E DISPIACERE Odissea dopo la morte di un cagnolino nVorrei raccontare quanto mi è accaduto nei giorni scorsi. La notte tra il 14 ed il 15 marzo, il mio cagnolino Roy (un cagnolino di piccola taglia, nero focato) è sgusciato dal garage, mentre salutavo degli amici che erano stati a trovarci. In un primo momento non mi sono impensierita molto perché era già accaduto altre volte, ma abitiamo in una zona tranquilla, senza automobili di passaggio e Roy, dopo aver gironzolato per un po', torna a casa appena lo chiamo. Purtroppo quella notte non è tornato. Anche questo era già successo, si era spinto troppo lontano ed era stato «acciuffato» dai Carabinieri ed ero andata a riprenderlo al Canile (Roy era regolarmente dotato di microcip), pagando la debita multa. Il giorno 15 siamo stati a cercarlo, ma di lui non abbiamo trovato traccia. Il giorno successivo, lunedì, abbiamo potuto fare denuncia di smarrimento alla Asl e ai Carabinieri. Ho insistito con il personale del canile, descrivendo accuratamente Roy e lasciando i miei recapiti ed il numero di microcip, il mio bambino Lorenzo era praticamente disperato per la mancanza di Roy e anche io e mio marito, nonché mia mamma eravamo molto, molto legati a questo cagnolino che viveva con noi da diversi anni. Non avendo notizie, il giorno successivo ho richiamato il Canile municipale, chiedendo se qualcuno, per caso, avesse portato Roy o avesse chiesto di qualcuno che avesse smarrito un cane simile. Nessuno si era fatto vivo né per dare notizie del ritrovamento di un cane, né era stato ritrovato. Sono anche stata trattata molto sbrigativamente e liquidata un po' come una seccatrice: i miei dati ce li avevano dal giorno prima. Il giorno successivo ancora, mercoledì, non avendo il coraggio di ritelefonare al Canile, ho pregato mio marito di recarsi là di persona, almeno per vedere le gabbie: poteva essere che la descrizione che avevo fatto di Roy non fosse stata molto precisa. Mio marito è stato «riconosciuto» come il «marito della signora che continua a chiamare per il cane», ma dietro un po' di insistenza è riuscito a vedere le gabbie. Nessuna traccia di Roy, purtroppo. Non avendo foto chiare, abbiamo quindi cercato su internet un cane che fosse il più somigliante possibile a Roy, per stampare dei volantini che abbiamo attaccato in varie vie vicine a casa, se qualcuno l'avesse visto gironzolare e tenuto a casa sua, non sapendo di chi fosse. Venerdì, infine, sono stata chiamata da una Dott.ssa della Asl, che mi avvisava che il cadavere di Roy era presso di loro da mercoledì e che bisognava decidere per lo smaltimento. Dopo lunga agonia. Un dolore terribile per Lorenzo, che ha pianto diverse ore, e tanta rabbia per me e mio marito, che avevamo cercato Roy per giorni e giorni, chiedendo a destra e a manca. Ecco come si son svolti i fatti: Roy è stato investito quasi subito dopo essere uscito, sabato notte, da un'auto che non si è fermata. Si è invece fermata un'altra signora che ha soccorso Roy portandolo in una clinica veterinaria vicina, che lei conosceva. Purtroppo il cane è deceduto durante il perscorso. È stato comunque visitato da un veterinario che ne ha constatato il decesso e tenuto la salma presso la clinica, avvisando poi l'Asl il lunedì successivo. La signora che ha soccorso Roy, amante degli animali come noi e conoscendo la preoccupazione che un padrone prova per lo smarrimento del suo animale (cane, gatto, pappagallo, qualsiasi animale ci sia vicino è nel nostro cuore), si è recata di persona al Canile municipale, il lunedì mattina, con il numero di microcip, chiedendo se per caso qualcuno aveva chiesto informazioni di quel cane e spiegando cos'era successo. Eppure quando io ho chiamato lunedì e martedì il canile, nessuno è stato in grado di darmi atto di quanto accaduto, nonostante la gentilezza e la premura di questa signora. E neppure quando mio marito è andato direttamente al Canile il mercoledì. Oltre tutto, il veterinario al quale la signora si era rivolta (e che ho chiamato dopo aver ricevuto la telefonata dell'Asl, per pagargli la parcella, già anticipata dalla signora) pensando che io sapessi già da tempo della notizia, mi ha tacciato di disinteresse verso le sorti del mio animale! Come poteva sapere che per tutta settimana avevo fatto di tutto per averne notizie ma senza essere avvisata da nessuno? Sono molto rattristata e arrabbiata. È vero, ci sono cose terribili a questo mondo. Ma anche alimentare la speranza in mio figlio, 9 anni, di ritrovare il suo cagnolino, per giorni e giorni di ricerche e sentire poi le sue parole «Avevi detto che lo ritrovavamo», sono cose che fan male! Quando già da lunedì avrei potuto sapere la triste fine del mio cane. Ringraziamo di tutto cuore la signora che si è tanto adoperata sia per poter salvare Roy, sia per poterci rintracciare ed avvisare. E vorrei ricordare a chi ritrova animali spersi, sia operatori del settore che a tutte le persone, che i loro padroni soffrono e si preoccupano per i loro amici a 4 zampe, quando non li vedono ritornare a casa. Donatella Capra Brescia

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Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa?. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 84 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 39 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 68 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (11) blog (1) capitalismo (12) cina (19) comunicazione (4) crisi (16) democrazia (62) economia (33) era obama (19) europa (15) francia (26) germania (6) giornalismo (53) giustizia (2) gli usa e il mondo (67) globalizzazione (49) immigrazione (41) islam (20) israele (2) Italia (154) manipolazione (8) medio oriente (13) notizie nascoste (47) partito democratico (4) pdl (3) politica (3) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (27) spin (9) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Dalla Svizzera una lezione (anche per il centrodestra italiano) - 2 Emails Milva e quei sette milioni nascosti... per la vecchiaia - 2 Emails Ultime discussioni redesio: ohhhhh finalmente Foa posso dirmi al 100% d'accordo con te. finalmente hai capito di che pasta sono... Romano150: Ma come si fa a paragonare l'immigrazione in Europa con quella negli Stati Uniti? Clandestina che... Marina: Scusi Goretti ,ma lei è normale? Come fa a dire che i clandestini e gli immigrati sono una risorsa... Franco Parpaiola: Salve, Alberto dice: Condisero l'America..Quella di immigrati che vedevano (e a volte... Dekebalos: Salve, Faccio notare ai sostenitori del libero mercato che non possono sostenere i loro principi economici... Ultime news Nuova forte scossa ieri sera in Abruzzo Oggi la visita di Bagnasco agli sfollatiBangkok, si ritirano le "camicie rosse": due morti e 100 feritiCorea, Onu condanna lancio missile: "Sanzioni"Somalia, cresce la paura per i 10 ostaggi italiani 007 a caccia di contattiSgravi e bonus per ricostruire dopo il terremotoObama apre a Cuba: cadono alcune restrizioni Fidel: "No a elemosine"Super Stoner fa subito il vuoto Soltanto Rossi riesce a vederloMuro contro muro: nel mondo è tornata di moda la cortina di ferroSu internet scopre volto di suo padre morto prigioniero in guerra nel 1944 Un weekend di golf con Rocca e il Giornale Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it April 2009 M T W T F S S « Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2009 (7) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? 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l'iran: pronti a riprendere le trattative sul nucleare (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TEHERAN L'Iran: pronti a riprendere le trattative sul nucleare TEHERAN. Il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha detto ieri che il suo Paese «accoglie favorevolmente» la proposta di riprendere i negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1, con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. Del gruppo fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad (nella foto) aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco». E contemporaneamente aveva annunciato nuovi progressi nel programma iraniano.

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IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE IMPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. AVUTO QUANDO ERA VESCOVO LUGO RICONOSCE IL FIGLIO Pressato da giorni, il presidente del Paraguay, Fernando Lugo, ha ammesso di essere il padre di un bambino che oggi ha due anni, nato da una relazione avuta con una giovane donna mentre era vescovo della diocesi di San Pedro. Lugo (57 anni) ha ammesso di aver avuto «una relazione con Viviana Carrillo», di 26 anni.

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Bangkok: la polizia spara, due vittime (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bangkok: la polizia spara, due vittime Thailandia nel caos, la Farnesina sconsiglia il viaggio ai turisti italiani ROMA. La Thailandia nel caos e ad un passo dalla guerra civile mentre ieri il paese ha celebrato il capodanno con i bambini che si gettavano secchi d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle stesse ore in diversi punti della capitale Bangkok gli antigovernativi con le camicie rosse si scontravano con i militari e l'edificio del ministero della Educazione era in fiamma. Gli scontri più duri si sono verificati in uno degli snodi principali della capitale, nella piazza di Victory Monument, dove la polizia ha sparato raffiche di mitra e le bombe lacrimogene per disperdere le camicie rosse che avevano alzato delle barriccate e avevano roveciato bus delle linee urbane per impedire l'ingresso dei militari nella piazza. Si parla di due morti e di oltre 100 feriti tra i dimostranti e i militari, mentre la Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi in Thailandia e di posticipare le loro prenotazioni. La situazione è precipitata due giorni fa dopo alcuni mesi di protesta contro il governo quando le camicie rosse, seguaci dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco politico-tycoon, accusato di corruzione e di borogli elettoraali e costretto alla funga all'estero nel dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui si svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla "rivoluzione popolare" l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si messo in contatto telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in patria per sfidare il governo e riprendere il potere. Molto dipende nelle prossime ore dalle posizioni che assumeranno sia il Re che le forze armate, da sempre fedeli alla monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe militare (i militari hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche perché è sempre più probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice rosse legati a Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni ricchi imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale governo e che sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto sapre che passerà alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si fermino e ha già proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Sono cancelate molte prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina ha avvisato gli italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro alberghi. (b.z.)

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La NordCorea sfida il mondo">La NordCorea sfida il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Politica La NordCorea sfida il mondo Martedí 14.04.2009 09:25 La Corea del Nord sfida il mondo che la condanna per il lancio del missile, lo scorso 5 aprile, e annuncia l'intenzione di riaprire i suoi impianti nucleari. Il regime di Pyongyang, dicono le fonti ufficiali, dissente dalla condanna decisa dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul lancio del suo missile-satellite e passa al contrattacco, definendo prima "inutili e non più necessari" i colloqui a Sei (che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del nucleare e annunciando poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio. "Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato", ha commentato il ministero degli Esteri di Pyongyang, secondo quanto riportato dall'agenzia ufficiale Kcna. Immediata la condanna della Russia, che ha avuto finora un ruolo di mediazione tra le potenze occidentali e Pyongyang: "Invitiamo la Corea del Nord a rispettare la risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza dell'Onu e le condizioni della dichiarazione congiunta da parte di Cina, Giappone, Corea del Nord, Russia, Corea del Sud e Usa datata 19 settembre 2005 - ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri russo - e a tornare al tavolo dei negoziati per denuclearizzare la penisola coreana e per trovare mezzi pacifici atti a garantire la sicurezza nell'Asia nordorientale". tags: Pyongyang corea nordcorea reattore russia mosca onu nucleare

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Portafoglio, ecco le piazze 'sicure' per guadagnare (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Portafoglio/ Addio diversificazione: ecco le piazze 'sicure' per guadagnare Martedí 14.04.2009 08:29 Negli ultimi 20 anni, più o meno da quando ci fu il primo grande crollo di Borsa dell'era attuale, quello del famigerato venerdì nero del 1987 quando Wall Street in una sola seduta cedette del 29%, analisti, economisti, e soprattutto gestori e promotori finanziari, hanno ripetuto fino a sgolarsi che l'unico modo per ridurre al massimo i rischi di un investimento azionario fosse quello di diversificare l'investimento e di mantenerlo un tempo sufficientemente lungo, almeno 10 anni. Un tempo era la diversificazione Quindi non concentrare tutto il capitale in un unico titolo, ma distribuirlo su almeno una decina di azioni. Meglio ancora se la diversificazione era fatta a livello settoriale (ovvero acquisto di titoli di vari settori) e geografico (titoli di Borse di vari Paesi e quindi legati all'andamento di diverse economie). Per non sbagliare il promotore finanziario proponeva l'acquisto di fondi che puntavano ognuno su diverse Piazze azionarie permettendo l'investimento su un amplissimo ventaglio di titoli quotati a cui si aggiungeva una diversificazione geografica. Da mantenere per un periodo sufficientemente lungo, perché, si diceva, nel lungo periodo le Borse hanno sempre guadagnato. La crisi delle certezze La globalizzazione e le ultime due crisi, quella del 2000 e quella attuale hanno mandato in soffitta la teoria della diversificazione. E' sotto gli occhi il crollo all'unisono di tutte le Piazze azionarie del mondo avvenuto nell'ultima parte del 2008 e nei primi mesi di quest'anno. E anche a livello settoriale non c'è stato indice azionario che si è salvato. Chi più, finanziari e automobili, chi meno, prodotti per la salute e farmaceutici, tutte i comparti hanno patito una indiscriminata e irrazionale discesa dei corsi. pagina successiva >>

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22:27 NORDOCREA: ONU CONDANNA TEST, ORA AGGIUSTAMENTO SANZIONI (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

NORDOCREA: ONU CONDANNA TEST, ORA AGGIUSTAMENTO SANZIONI (AGI) - New York, 13 apr. - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimita' una dichiarazione di condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I Quindici hanno anche disposto un "aggiustamento" dell sanzioni gia' previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006. Le misure, gia previste sulla carta non sono mai entrate in vigore, saranno ora applicate. Il testo e' frutto di un accordo raggiunto sabato tra Usa, Gran Bretagna e Giappone da un lato, che puntavano a nuove sanzioni, e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. Nella dichiarazione "non vincolante" i Quindici "hanno condannato il lancio" perche' in palese "violazione della risoluzione 1718" del 14 ottobre 2006 che proibiva a Pyongyang esperimenti nucleari e missilistici. Il provvedimento era stato adottato dopo il test sotterraneo di una bomba atomica il 9 ottobre e il precedente lancio - fallito - di un altro missile. La dichiarazione "esige" altresi' che la Corea del Nord si astenga da altri lanci in futuro. Il documento avverte che il Consiglio di Sicurezza procedera' ad "un aggiustamento" delle sanzioni gia approvate nel 2006. In pratica entro la fine di aprile sara' definita la lista delle aziende nordcoreane i cui beni e le attivita' all'estero saranno congelate. Il missile, che secondo Pyongyang serviva a mettere in orbita un satellite per le telecomunicazioni, secondo Usa, Giappone e Corea del Sud era invece un vettore a lunga gittata Taepodong 2 in grado di raggiungere potenzialmente anche le Hawaii e l'Alaska. Il test - fallito formalmente secondo alcuni analisti perche' non risulta alcun satellite in orbita - ha dimostrato concretamente che i nordocreani sono comunque in grado di lanciare un missile con una gittata di almeno 3.000 chilometri.

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Nuova sfida della Corea del nord "Colloqui inutili, nuovo reattore" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEUL - La Corea del Nord sfida il mondo che la condanna per il lancio del missile, lo scorso 5 aprile, e annuncia l'intenzione di riaprire i suoi impianti nucleari. Il regime di Pyongyang, dicono le fonti ufficiali, dissente dalla condanna decisa dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul lancio del suo missile-satellite e passa al contrattacco, definendo prima "inutili e non più necessari" i colloqui a Sei (che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del nucleare e annunciando poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio. "Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato", ha commentato il ministero degli Esteri di Pyongyang, secondo quanto riportato dall'agenzia ufficiale Kcna. Immediata la condanna della Russia, che ha avuto finora un ruolo di mediazione tra le potenze occidentali e Pyongyang: "Invitiamo la Corea del Nord a rispettare la risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza dell'Onu e le condizioni della dichiarazione congiunta da parte di Cina, Giappone, Corea del Nord, Russia, Corea del Sud e Usa datata 19 settembre 2005 - ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri russo - e a tornare al tavolo dei negoziati per denuclearizzare la penisola coreana e per trovare mezzi pacifici atti a garantire la sicurezza nell'Asia nordorientale". OAS_RICH('Middle'); (14 aprile 2009

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Corea del Nord, nuova sfida al mondo "Riapriremo gli impianti nucleari" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TOKYO La Corea del Nord ha detto che intende riaprire i suoi impianti nucleari, in risposta alla condanna da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al missile-satellite lanciato il 5 aprile. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. La Corea del Nord dissente dalla condanna decisa dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul lancio del suo missile-satellite e passa al contrattacco, definendo prima «inutili e non più necessari» i colloqui a Sei (che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d’abbandono del nucleare e annunciando poi l’intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio. «Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato», ha commentato il ministero degli Esteri di Pyongyang, secondo quanto riportato dalla Kcna. Mosca, Pyongyang torni ai negoziati Mosca invita la Corea del Nord a rispettare le risoluzioni del consiglio di sicurezza dell’Onu e a tornare al tavolo delle trattative. Lo riferisce l’agenzia Interfax citando il ministero degli esteri russo. «Invitiamo la Corea del Nord a rispettare la risoluzione 1718 del consiglio di sicurezza dell’Onu e le condizioni della dichiarazione congiunta da parte di Cina, Giappone, Corea del Nord, Russia, Corea del sud e Usa datata 19 settembre 2005 e a tornare al tavolo dei negoziati per denuclearizzare la penisola coreana e per trovare mezzi pacifici atti a garantire la sicurezza nell’Asia nordorientale», ha dichiarato il ministero degli esteri russo. Onu condanna il lancio del missile Infatti, dopo una settimana di stallo, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato la Corea del Nord per il lancio dello scorso 5 aprile di quello che per Stati Uniti e Giappone è stato un missile balistico. Nella dichiarazione presidenziale, che ha peso morale, ma valore meno vincolante di una risoluzione, si chiede che le sanzioni esistenti contro la Corea del Nord siano applicate. Il testo della dichiarazione era stato concordato dai cinque membri permanenti del Consiglio e dal Giappone durante il fine settimana e sottoposto agli altri membri per il si definitivo. Nel testo non si precisa se il lancio sia stato di un missile, come sostenuto da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud o di un satellite per telecomunicazione come affermato da Pyongyang. Il lancio di un missile costituisce una violazione della risoluzione 1718. Secondo l’ambasciatore americano Susan Rice una dichiarazione presidenziale ha valore vincolante, una interpretazione non condivisa da altri diplomatici. «È una dichiarazione forte che mette in guardia Pyongyang contro qualsiasi altro lancio», ha detto la Rice annunciando che gli Stati Uniti hanno già stilato una lista di merci che potrebbero essere messe sotto embargo. «È un buon documento che dimostra l’unità del Consiglio», ha detto Heller uscendo dalla riunione annunciando che della vicenda si occuperà nei prossimi giorni il Comitato delle Sanzioni del Consiglio presieduto dall’ambasciatore turco all’Onu che dovrà riferire entro il 24 aprile su società, merci e tecnologie da aggiungere alla lista dell’embargo. Se il Comitato non dovesse agire entro quella data la palla tornerebbe in Consiglio di Sicurezza. Il Giappone avrebbe preferito una risoluzione che avesse dichiarato Pyongyang in violazione della risoluzione 1718. Cina e Russia, che hanno potere di veto in Consiglio di Sicurezza, si erano opposto in quanto non convinti che il lancio del 5 aprile abbia costituito una violazione. La Cina in particolare aveva chiesto un approccio «prudente e proporzionato» attraverso la dichiarazione presidenziale.

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G7/VERTICE WASHINGTON SARÀ SEGUITO ANCHE DA G20 MINISTRI FINANZE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G7/vertice Washington sarà seguito anche da G20 ministri finanze di Apcom Lo ha reso noto un comunicato del Tesoro Usa -->Washington, 14 apr. (Apcom) - L'imminente vertice dei ministri finanziari del G7, che si svolgerà il prossimo 25 aprile a Washington, sarà seguito anche da un vertice del G20 che, oltre ai Paesi più industrializzati, include anche i principali Paesi emergenti. Lo ha reso noto in un comunicato il dipartimento del Tesoro statunitense. Il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner, al suo esordio come ospite di un vertice ministeriale di questo tipo, terrà una conferenza stampa dopo il vertice G7, al quale partecipano i ministri e i Governatori delle banche centrali di Usa, Giappone, Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Canada. Il nuovo vertice G20 segue l'analoga riunione di Londra di inizio aprile nella quale è stato deciso un rafforzamento pari a 1.100 miliardi di dollari (821 miliardi di euro) a favore delle istituzioni multilaterali per combattere la recessione. Il G20, oltre ai paesi del G7, comprende Argentina, Australia, Brasile, Cina India, Indonesia Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia e Unione Europea. (con fonte Afp)

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IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino) (Corriere delle Alpi) (Alto Adige) (Gazzetta di Modena,La) (Gazzetta di Mantova, La) (Gazzetta di Reggio)

Argomenti: Cina Usa

IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald Payne. Nell'attacco sono rimasti uccisi almeno 2 civili ed altri 16 sono rimasti feriti. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.

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Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 89 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 39 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 68 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (11) blog (1) capitalismo (12) cina (19) comunicazione (4) crisi (16) democrazia (62) economia (33) era obama (19) europa (15) francia (26) germania (6) giornalismo (53) giustizia (2) gli usa e il mondo (67) globalizzazione (49) immigrazione (41) islam (20) israele (2) Italia (154) manipolazione (8) medio oriente (13) notizie nascoste (47) partito democratico (4) pdl (3) politica (3) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (27) spin (9) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Dekebalos: Gentile colzani, Rimanendo al livello dei principi: chi sostiene il libero mercato non dovrebbe vedere gli... 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Corea del Nord: "mai più negoziati sul nucleare" (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pyongyang | 14 aprile 2009 Corea del Nord: "mai più negoziati sul nucleare" L'impianto di Yongbyon La Corea del Nord chiude sulle trattative a sei sul nucleare "non chiederemo mai piu' di partecipare a negoziati di questo tipo e non ci sentiamo piu' vincolati agli impegni che avevamo preso in quelle sedi" -si legge nella nota del ministero degli esteri che anticipa anche la decisione di rafforzare il deterrente nucleare nordcoreano per autodifesa. Sulla tv di stato è stato dato l'annuncio della rimessa in funzione dell'impianto di Yongbyon, parzialmente smantellato nel 2008. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato all'unanimita' il lancio di un missile ritenuto da tutta la comunità internazionale un test per un vettore balistico malgradola versione ufficiale di Pyongyang che aveva parlato del lancio di un satellite per le telecomunicazioni. La Corea del Sud "reagira' in maniera calma" alle ultime sfide partite verso la comunita' internazionale dalla Corea del Nord, che oggi ha ventilato l'ipotesi di riaprire gli impianti nucleari e di abbandonare il tavolo dei negoziati a Sei sul disarmo atomico, composto dalle due Coree, Giappone, Cina, Usa e Russia. Secondo quanto riferito in serata da un alto funzionario del ministero degli Esteri sudcoreano, "la risposta di Pyongyang alla condanna del Consiglio di Sicurezza Onu in merito al lancio del razzo e' stata piu' decisa del previsto", sottolineando che "raramente il regime comunista aveva utilizzato parole tanto dure". Il governo di Seul, tuttavia, "reagira' alle minacce nordcoreane in maniera assolutamente calma", ha concluso il funzionario.

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LA THAILANDIA NEL CAOS "NY TIMES". NUOVE APERTURE DI OBAMA ALL'IRAN? - QUANTAS IN CRISI GLI INCURSORI USA CONTRO I PIRATI: TRE PROIETTILI, TRE CADAVERI GLI USA PIÙ FLESSIBILI (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> LA THAILANDIA NEL CAOS – “NY TIMES”. NUOVE APERTURE DI OBAMA ALL’IRAN? - QUANTAS IN CRISI – GLI INCURSORI USA CONTRO I PIRATI: TRE PROIETTILI, TRE CADAVERI – GLI USA PIù FLESSIBILI CON CUBA – CROLLA L’AUTO MADE IN GERMANY (-40%)… Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom scontri in thailandia 1 - SPAGNA EL MUNDO - In primo piano le nuove indiscrezioni sull'indagine della polizia spagnola per gli attentati dell'11 marzo 2004 a Madrid. Secondo quanto emerso, altri due ricercati furono alloggiati nella casa sorvegliata dagli agenti, nella quale viveva il principale responsabile dell'attacco, Daoud Ouhnane. Ma nessuno dei tre sospetti fu arrestato. "Altri due ricercati dell'11 marzo vissero nella casa sorvegliata dalla polizia". In prima pagina anche la difficile situazione politica e della sicurezza in Thailandia. A Bangkok ieri si sono verificati violenti scontri tra i manifestanti antigovernativi e l'esercito. Due le vittime, oltre 110 i feriti. "L'opposizione della Thailandia si trincera nella sede del governo". EL PAIS - In apertura la decisione di Barack Obama di revocare alcune restrizioni imposte a Cuba, una decisione che mira a cambiare le relazioni tra i due paesi. "Obama revoca le restrizioni sui viaggi e invia denaro a Cuba". Grande attenzione del quotidiano anche per quanto succede in Thailandia, dove proseguono gli scontri tra manifestanti antigovernativi ed esercito. Il bilancio delle violenze di ieri a Bangkok è di due morti e oltre 110 feriti. "L'esercito tailandese dissolve la protesta sparando". scontri in thailandia 2 - FRANCIA LIBERATION - In primo piano un'intervista a Rama Yade, segretario di Stato per i diritti umani e "personalità più popolare del governo" francese. "Rama Yade: la strategia di una sfrontata". Spazio in prima pagina anche per la decisione di Barack Obama di revocare molte restrizioni nei confronti di Cuba, una decisione politica che può cambiare la storia delle relazioni tra i due paesi. "Obama più flessibile con Cuba". LE FIGARO - In apertura l'ambizione di alcuni funzionari di governo che puntano a una "promozione" al prossimo rimpasto di governo a cui Nicolas Sarkozy dovrebbe procedere prima o dopo le europee. "Rimpasto: i ministri che vogliono una promozione...". Ampio spazio in prima pagina anche per la difficile situazione politica in Thailandia, dove proseguono gli scontri tra manifestanti antigovernativi ed esercito. A Bangkok, quella di ieri, è stata una giornata di violenze che ha fatto due vittime e almeno 113 feriti. "La crisi politica in Thailandia degenera". scontri in thailandia 3 - GERMANIA SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - "Nuovo vertice congiunturale presso l'Ufficio della Cancelleria": a Berlino si parla di nuovo piano per attutire i colpi della recessione. Per la Germania di Angela Merkel sarebbe il terzo. In ogni caso la Grosse Koalition intende coordinare meglio le misure anti-crisi finora adottate. "La Spd vuole aumentare l'aliquota più alta" in nome di una maggiore equità tra cittadini. Contrari Cdu, Csu e Fdp che chiedono invece sgravi fiscali, se possibile, prima che si concluda la legislatura in corso. FAZ - "Il governo federale ha bisogno di un vertice" e invita di nuovo top manager, eminenti rappresentanti di associazioni e del mondo scientifico presso la sede della Cancelleria per parlare della situazione economica del paese. Per ora resta fuori discussione un terzo pacchetto congiunturale. Nel frattempo sono stati resi noti i dati della produzione industriale che a febbraio ha continuato a calare. scontri in thailandia "Quantas in crisi": la compagnia aerea australiana ha dovuto rivedere al ribasso le previsioni relative ai profitti. 1750 posti di lavoro verranno tagliati, 10 aerei rimarranno a terra e il termine di consegna dei 4 A380 commissionati alla Airbus verrà prorogato. DIE WELT - "Fatturato case automobilistiche tedesche cala del 40%": i dati della produzione industriale tedesca sono i peggiori mai registrati dalla riunificazione ad oggi. Particolarmente colpito dalla crisi il settore auto. Ma anche il volume d'affari delle aziende tedesche all'estero è notevolmente calato. "I cittadini non vogliono modifiche al sistema sanitario": un sondaggio dell'istituto Forsa commissionato dall'assicurazione privata Barmer dimostra che i tedeschi sono contrari a grandi riforme dell'assicurazione sanitaria. Soprattutto se si toccano le prerogative delle persone anziane. Richard Philips, il capitano del mercantile USA liberato dai pirati TAGESSPIEGEL - "A Bangkok i dimostranti si ritirano": la guerra per il potere tra esercito e detrattori del governo in Thailandia è finita - almeno per il momento. Uno dei leader dei ribelli ha annunciato la fine delle proteste "per tutelare la vita degli incolpevoli". "Corea del Nord annuncia ritiro da trattative sul nucleare": Pyongyang, dopo la condanna del suo programma atomico da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu, boicotterà i negoziati a sei e rimetterà in funzione il reattore di Yongbyon. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "Dopo Bassora, una battaglia per la vita: storia di un 'soldato a pezzi'". A poche settimane dal ritiro delle truppe, il quotidiano racconta cosa ha voluto dire per il Regno Unito andare in guerra in Iraq, riportando le esperienze dei soldati. Il reportage inizia oggi con la storia di David Bradley, 40 anni, rimasto ferito nell'esplosione di una bomba piazzata lungo la strada. In politica interna, il premier ha ordinato l'allontanamento di tutti i consiglieri coinvolti nello scandalo delle e-mail ingiuriose su esponenti conservatori: "I consiglieri saranno licenziati per gli attacchi personali". AHMADINEJAD THE INDEPENDENT - "Gli assicuratori spremono le vittime dei licenziamenti": il costo delle coperture per licenziamento sta infatti lievitando a fronte di stime che prevedono per il prossimo anno tre milioni di disoccupati. Negli Stati Uniti è intanto emersa la storia di Rabbi Capers Funnye, cugino di Michelle Obama, ed esponente degli ebrei afro-americani: "Rabbino in capo: il legame con gli ebrei di Barack Obama". THE TIMES - In prima pagina gli scontri in Thailandia: "Le forze armate aprono il fuoco dopo che i manifestanti hanno dato alle fiamme Bangkok". Nel Regno Unito, il premier Gordon Brown ha inviato lettere personali agli esponenti Tories insultati dal suo ex consigliere speciale in alcune e-mail, ma senza presentare le sue scuse: "Rammarico ma nessuna scusa da Brown per le e-mail". FINANCIAL TIMES - In prima pagina le forze armate tailandesi dispiegate a Bangkok: "La Thailandia nel caos". Gli scontri hanno causato finora due morti e 100 feriti. Il governo ha annunciato ieri sera di aver ripreso il controllo della capitale, ma circa 4.000 dimostranti rimanevano nell'area attorno alla residenza del premier. Sul fronte economico, alcuni dirigenti europei hanno iniziato a creare organizzazioni umanitarie o a dare soldi in beneficenza, a fronte della rabbia popolare contro bonus e stipendi dei manager: "I dirigenti danno prova di carità nel tentativo di far fronte alla rabbia popolare". aereo Quantas 5 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - In apertura il New York Times riferisce che i talebani si stanno alleando con gruppi di miliziani islamisti nel Punjab, la regione al cuore del Pakistan, dove vive più della metà della popolazione pachistana. Per Washington e Islamabad questa nuova alleanza costituisce un serio rischio alla stabilità del Paese. "Gli Usa potrebbero eliminare la condizione chiave nei colloqui con l'Iran": L'amministrazione Obama e gli alleati europei stanno preparando delle nuove proposte per i colloqui sul nucleare con l'Iran, che modificheranno in modo sostanziale la posizione mantenuta dalla precedente amministrazione Bush, che poneva come condizione prioritaria per lo svolgimento del negoziato la chiusura degli impianti nucleari iraniani. THE WASHINGTON POST - Il Washington Post si occupa invece dei nuovi passi intrapresi dal presidente Usa per allentare le tensioni con Cuba. Obama ha revocato alcune restrizioni imposte al regime cubano dall'amministrazione Kennedy nei primi anni Sessanta. In particolare sarà consentito ai cubani che vivono negli Stati Uniti di recarsi a Cuba per visitare i propri familiari e effettuare trasferimenti di denaro in modo illimitato. "Tre proiettili, tre cadaveri": in primo piano l'operazione degli incursori della marina Usa, che con armi di precisione hanno ucciso i pirati che tenevano in ostaggio il capitano Phillips. Infine il Washington Post dedica un lungo articolo all'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, che Obama vedrebbe bene anche al vertice della Chrysler. Barack Obama 6 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, apre con un intervista al ministro degli Esteri egiziano che promette "grandi sorprese sul complotto" iraniano contro l'Egitto, "Abu al Gheith: mi auguro di vedere la faccia dei difensori degli Hezbollah quando sveleremo le verità documentate". "Un custode americano del carcere di Guantanamo annuncia di essersi convertito all'Islam per mano di un detenuto marocchino". Pirateria somala, scenario del salvataggio del capitano: una frazione di secondo per catturare i 'braconieri'"; "una pallottola nella testa di ciascun pirata, per porre fine al dramma del ostaggio". Kuwait, "il governo fissa per il 16 maggio le elezioni parlamentari". Egitto, "un avvocato si rivolge alla giustizia per mettere al bando la danza del ventre" orientale. Iraq, il leader dei Comitati del Risveglio tribali nella provincia sunnita di al Anbar: "consegner? al Kuwait i nomi di iracheni residenti nel loro paesi che sostengono al Qaida". AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, apre sull'Egitto: "la polizia si scontra con beduini nel deserto del Sinai durante l'inseguimento di 10 libanesi e 3 palestinesi di una cellula degli Hezbollah" sciiti libanesi, sono accusati di progettare attentati contro turisti israeliani... Grande mobilitazione delle forze di sicurezza", intanto "la sicurezza egiziana distrugge 6 tunnel sul confine con Gaza". "Israele festeggia le divergenze tra l'Egitto e gli Hezbollah e Shimon Perez prevede scontri tra sciiti e sunniti". "Sudan, "giustiziati ieri i 9 sudanesi condannati a morte per l'omicidio di un giornalista". Il giornale saudita "al Watan: un leader talebano afferma che Bin Laden è vivo e guida la battaglia in Afghanistan". AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, apre sul Libano: "uccisi in un attentato 4 militari e ferito un ufficiale. L'Esercito da la caccia agli attentatori e chiede la collaborazione della cittadinanza", intanto, "l'Arabia saudita auspica elezioni libanesi nel rispetto della costituzione e degli accordi di Taif e senza pressioni" esterne. Egitto, "scontri nel Sinai tra beduini e la polizia durante un inseguimento di elementi di 'una cellula degli Hezbollah'" sciiti libanesi. Iran, "A Teheran piace l'invito dell'occidente al dialogo per 'correggere i concetti' circa il suo programma nucleare". AL SABAH - quotidiano di stato iracheno annuncia in apertura che "presto, nove capi di governo stranieri visiteranno Baghdad"; e elenca i nomi dei capi di governo e stato di: Francia, Spagna, Russia, Giappone, Cina, Pakistan, Siria, Giordania, e Kuwait. Intanto, "il parlamento voterà 200 candidati ambasciatori, consiglieri e sottosegretari del governo". "Il ministero del Turismo discute con un gruppo britannico di investimenti la costruzione di siti turistici". AL VEFAGH - giornale iraniano edito in lingua araba, titola in apertura: "la moschea di al Aqsa in pericolo"; "decine di coloni e rabbini violano la purezza del luogo sacro", e "gli stati arabi e islamici sono chiamati ad assumere le loro responsabilità verso" la Gerusalemme araba. Nucleare, "l'Iran dà il benvenuto alle trattative con il gruppo dei sei". AL SAFIR - quotidiano libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, apre sull'attentato che ieri ha causato la morte di 4 militari: "l'Esercito paga l'imposta del sangue e vince la solidarietà nazionale". Egitto, "Il Cairo conduce una guerra spietata contro gli Hezbollah". Intanto, "Israele versando benzina sul fuoco: il conflitto tra Egitto e il partito di Dio è una cosa buona". AL WATAN - giornale saudita apre su un intervista al ministro della Giustizia di Riad che annuncia: "presto una legge per regolamentare i matrimoni dei minorenni", "decreterà - commenta il ministero - la fine delle sofferenze tra le bambine costrette al matrimonio". [14-04-2009]

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WTA Charleston: Bondarenko al secondo turno (sezione: Globalizzazione)

( da "Datasport" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

WTA Charleston: Bondarenko al secondo turno (Alona Bondarenko) (AGM-DS) - 14/04/2009 11.16.37 - (AGM-DS) - Milano, 14 aprile - Ha preso il via il torneo Wta di Charleston (terra verde, 1.000.000 dollari di montepremi). Nessuna eliminata tra le teste di serie del torneo. Accedono di diritto al secondo turno le prime otto del ranking, tra cui la numero uno Demetieva e la numero due Venus Williams. Conquistano il passaggio del turno sul campo, invece, la numero 10 Peng Shuai, che ha battuto la Pivovarova 60, 62, la numero 11 Alona Bondarenko, che ha battuto la Kremer 64, 60 e la numero 13 Virginie Razzano, che ha eliminato la wild card Cecil per 61-62. Primo turno (10) Peng Shuai (CIN) b. (WC) Anastasia Pivovarova (RUS) 60 62 (11) Alona Bondarenko (UCR) b. Anne Kremer (GER) 64 60 (13) Virginie Razzano (FRA) b. (WC) Mallory Cecil (USA) 61 62 Vania King (USA) b. (14) Olga Govortsova (BLR) 67(3) 76(5) 63 Tamira Paszek (AUT) b. Julia Schruff (GER) 75 62 Patricia Mayr (AUT) b. Yan Zi (CIN) 62 62 Melinda Czink (UNG) b. Jill Craybas (USA) 62 64 Rossana de los Ríos (PAR) b. Carly Gullickson (USA) 61 64 Varvara Lepchenko (USA) b. Galina Voskoboeva (KAZ) 61 63 Julie Ditty (USA) b. Ayumi Morita (GIA) 61 61 Anastasia Rodionova (RUS) b. (Q) Madison Brengle (USA) 62 76(4) (Q) Lenka Wienerova (SVK) b. Alexa Glatch (USA) 64 75 (Q) Melanie Oudin (USA) b. Olga Savchuk (UKR) 64 60 (Q) Anastasija Sevastova (LAT) b. Marta Domachowska (POL) 61 16 6

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Alba: si presenta libro di Alessandro Barbero sul Piemonte (sezione: Globalizzazione)

( da "Targatocn.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Alba: si presenta libro di Alessandro Barbero sul Piemonte La Biblioteca Civica 'Giovanni Ferrero' di Alba presenterà, mercoledì 15 aprile, il volume Storia del Piemonte. Dalla preistoria alla globalizzazione, di Alessandro Barbero. L’incontro, alle 18, in sala 'Beppe Fenoglio', vedrà l’intervento dell’autore e dello storico Alessio Fiore, dell’Università di Torino. Il libro, aggiornato sulle più recenti acquisizioni della ricerca storica, ma dedicato al vasto pubblico degli appassionati, ripercorre fin dalle origini la storia del Piemonte, o meglio, di quella porzione di territorio che oggi chiamiamo con questo nome ed i cui confini sono frutto di secoli di complesse vicende storiche e politiche. Ad Alba ed al suo territorio è stata riservata un’attenzione speciale ed una lunga analisi che va dal periodo preistorico, che vide la formazione di uno dei più significativi villaggi neolitici dell’Italia nord-occidentale, al periodo del dopoguerra, con la creazione di importanti insediamenti industriali. Precisa e scorrevole, l’opera di Barbero è ricca di curiosità ed approfondimenti e costituisce un esempio di buona divulgazione. Alessandro Barbero, ordinario di Storia medievale all’Università del Piemonte Orientale, ha pubblicato numerose opere dedicate alla storia tardo antica e medievale, in particolare alle invasione barbariche, a Carlo Magno ed alla città di Torino nei secoli XIV e XV. Alessio Fiore, albese, ha conseguito il dottorato in storia medievale presso l’Università di Pisa ed attualmente collabora con l’Università di Torino. Per informazioni: tel. 0173.292466 – biblioteca@comune.alba.cn.it

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NEW YORK. DOPO UNA SETTIMANA DI STALLO E DI DIVISIONI IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU HA CONDANNA... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Cina Usa

New York. Dopo una settimana di stallo e di divisioni il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato la Corea del Nord per il lancio dello scorso 5 aprile di quello che - secondo Stati Uniti e Giappone - è stato un missile balistico. Una dichiarazione presidenziale varata all'unanimità dai 15 è stata letta ieri dal presidente di turno, il messicano Claude Heller. Nella dichiarazione, che ha peso morale, ma valore meno vincolante di una risoluzione, si chiede che le sanzioni esistenti contro la Corea del Nord siano applicate. Il testo della dichiarazione era stato concordato dai cinque membri permanenti del Consiglio e dal Giappone durante il fine settimana e sottoposto agli altri membri per il si definitivo. Nel testo non si precisa se il lancio sia stato di un missile, come sostenuto da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud o di un satellite per telecomunicazione come affermato da Pyongyang. Il lancio di un missile costituisce una violazione della risoluzione 1718. Secondo l'ambasciatrice americana Susan Rice una dichiarazione presidenziale ha valore vincolante, ma si tratta di una interpretazione non condivisa da altri diplomatici. «È una dichiarazione forte che mette in guardia Pyongyang contro qualsiasi altro lancio», ha detto la Rice annunciando che gli Stati Uniti hanno già stilato una lista di merci che potrebbero essere messe sotto embargo. «È un buon documento che dimostra l'unità del Consiglio», ha detto Heller uscendo dalla riunione. Il Giappone avrebbe preferito una risoluzione che avesse dichiarato Pyongyang in violazione della risoluzione 1718. Cina e Russia, che hanno potere di veto in Consiglio di Sicurezza, si erano opposto in quanto non convinti che il lancio del 5 aprile abbia costituito una violazione. La Cina in particolare aveva chiesto un approccio «prudente e proporzionato» attraverso la dichiarazione presidenziale. Passi avanti sulla questione nucleare si segnalano invece nei rapporti tra Iran e comunità internazionale. Il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha infatti detto ieri che il suo Paese «accoglie favorevolmente» la proposta di riprendere i negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu - Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia - più la Germania), con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. Jalili, ha riferito la televisione di Stato, ha comunicato la risposta positiva dell'Iran al responsabile della politica estera comune della Ue, Javier Solana, che tiene i contatti con Teheran a nome dei sei Paesi.

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IN PREFETTURA (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IN PREFETTURA Martedì 14 Aprile 2009, L'emergenza alimentare mondiale, la centralità della produzione agricola, l'aumento della produttività dei Paesi in via di sviluppo per ridurre il divario fra domanda e offerta, il rafforzamento delle aree rurali e la lotta alla speculazione, sono alcuni dei temi che verranno affrontati durante il summit che si svolgerà dal 18 al 20 aprile a Cison di Valmarino. A spiegare a che punto è la macchina organizzativa a soli quattro giorni dall'apertura dei lavori del primo G8 agricolo della storia oggi in Prefettura sarà lo stesso ministro che fortemente l'ha voluto. Luca Zaia illustrerà l'attività preparatoria del vertice dei ministri dell'agricoltura e ne traccerà le linee guida. Per la specificità della tematica trattata, l'emergenza alimentare mondiale, la discussione non potrà prescindere dal coinvolgimento di Paesi ed organismi internazionali che sono protagonisti dell'agricoltura del pianeta. Il vertice di Cison vedrà quindi la partecipazione - oltre ai Ministri dei Paesi G8 (Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Usa, Giappone, Canada, Russia) - anche del Ministro dell'agricoltura della repubblica ceca, come Presidente di turno del Consiglio Ue , della Commissaria Ue all'agricoltura Marianne Fischer Boel e dei Ministri dell'agricoltura di Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed Egitto, Australia e Argentina. Sono stati invitati a partecipare anche i vertici di Fao, del Programma Mondiale degli Alimenti, del Fondo internazionale per lo Sviluppo Agricolo, della Banca Mondiale, High Level Task Force sulla sicurezza alimentare delle Nazioni Unite, Unione Africana e Ocse. Il programma prevede sessioni di lavoro a partire da sabato in formato G8, che si andrà ampliando agli altri attori nel corso della domenica e del lunedì successivi. «Stiamo organizzando l'evento degli eventi - ha affermato il ministro - Assumendo la presidenza del primo G8 agricolo, ci prendiamo la responsabilità di tracciare una strada condivisa per uscire dalla crisi e per rispondere all'emergenza alimentare mondiale, restituendo alla produzione agricola e ai contadini il ruolo centrale che spetta loro nell'economia». Manuela Collodet

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Obama allenta le sanzioni economiche contro Cuba (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama allenta le sanzioni economiche contro Cuba Martedì 14 Aprile 2009, Washington La strategia della mano tesa del nuovo presidente Usa, Barack Obama, si estende a Cuba, dopo aver cominciato a dare i primi frutti con l'Iran. Mentre la Casa Bianca annuncia l'imminente revoca delle restrizioni ai viaggi e alle rimesse dei cubano-americani verso i loro parenti a Cuba, infatti, il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha annunciato che la Repubblica islamica «accoglie favorevolmente» la proposta di riprendere i negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1, con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. L'annuncio di Jalili è stato fatto al responsabile della politica estera dell'Ue, Javier Solana, che tiene i contatti con Teheran a nome dei sei Paesi: i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta dei 5+1, il presidente iraniano Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco». E aveva annunciato nuovi progressi in campo nucleare compresa la sperimentazione di centrifughe di nuova generazione per l'arricchimento dell'uranio. Proprio l'attività che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha chiesto più volte, inutilmente, all'Iran di sospendere. Vari dirigenti iraniani, tra i quali il presidente del Parlamento, Ali Larijani, hanno affermato che ormai la comunità internazionale deve accettare il programma della Repubblica islamica, che nega di volere costruire ordigni atomici. Le preoccupazioni tuttavia rimangono, non solo in Occidente ma anche in Paesi arabi a maggioranza sunnita, come l'Egitto che da 30 anni ha rapporti tesi con l'Iran sciita. Lo stesso Larijani ha reagito duramente - accusando l'Egitto di aver dato «cooperazione con Israele» nell'invasione di Gaza del dicembre scorso - all'arresto in Egitto di decine di egiziani, palestinesi e libanesi legati all'Hezbollah sciita libanese alleato dell'Iran, accusati di aver pianificato attacchi in Egitto. Quanto all'alleggerimento delle restrizioni Usa verso Cuba, preannunciato da Obama, si tratta del primo cambio di rotta significativo verso la Cuba di Castro e coincide con le iniziative del Congresso Usa per la fine dell'embargo americano. La nuova direttiva presidenziale allargherà la gamma di oggetti che potranno essere spediti a Cuba includendo abiti, oggetti di igiene personale e da pesca. Resta proibito fare doni ad alti funzionari del governo e del Partito comunista cubano. L'annuncio è arrivato alla vigilia del Vertice delle Americhe a Trinidad. I leader latinoamericani hanno fatto pressioni sull'amministrazione Obama per una normalizzazione delle relazioni con Cuba; le ultime restrizioni a Cuba, motivate dall'imprigionamento di 75 dissidenti, erano state imposte dall'ex presidente George W. Bush nel 2004 pochi mesi dopo la sua elezione alla Casa Bianca

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Nord Corea, Lavrov: i colloqui a sei riprenderanno presto (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Nord Corea, Lavrov: i colloqui a sei riprenderanno presto Roma, 14 apr (Velino) - Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov getta acqua sul fuoco delle dichiarazioni nordcoreane secondo le quali Pyongyang intende riattivare il reattore nucleare di Yongbyon e uscire dai colloqui del Sestetto (le due Coree, Cina, Giappone, Usa e Russia). Secondo Lavrov “non c’è alcun bisogno di stabilire un nuovo forum internazionale per occuparsi della situazione nelle penisola coreana”. E ancora “i colloqui a sei riprenderanno nel prossimo futuro”. Quanto agli annunci nordcoreani sul rilancio di Yongbyon, il capo della diplomazia russa ha ribadito l’obbligo di Pyongyang di adempiere al programma per il disarmo nucleare. Anche Seul ha invitato il Nord a evitare “reazioni scomposte”. La dura presa di posizione di Pyongyang è giunta in reazione alla condanna unanime dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul lancio missilistico del 5 aprile scorso. Condanna cui non è però seguita una risoluzione contro il regime di Pyongyang, per il disaccordo emerso in seno al Consiglio. Mentre la Nord Corea ha affermato di aver mandato in orbita un satellite per le telecomunicazioni, Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone sostengono che il lancio è servito a testare un missile balistico intercontinentale. (dam) 14 apr 2009 13:27

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Diritto e Storia nell'etàdella globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

il congresso di nicosia Diritto e Storia nell'età della globalizzazione Leonforte. E' uscito da un incubo, da una situazione che poteva farlo restare ai margini del grande calcio, ma adesso si dice soddisfatto e ha l'occasione di mettersi al servizio di Roberto Donadoni e del Napoli, in serie A. Parliamo di Alessandro Venezia, 19 anni, partito da P. Armerina, dopo avere militato nel Gela, e che sta avendo l'occasione della vita, per affermarsi nel calcio che conta. Il centrocampista armerino era già andato al Napoli che, per farlo crescere, l'aveva prestato al Neapolis, in serie D, dove non è stato davvero fortunato. "Appena arrivato, purtroppo, mi sono infortunato restando lontano dagli allenamenti. Al Neapolis non mi sono trovato bene, forse perché in poco tempo il presidente ha cambiato 4 allenatori. Ma quel periodo, guarito dall'infortunio, mi è servito per continuare ad allenarmi e riprendere la forma giusta, al punto che il Napoli si è ricordato ancora di me, richiamandomi". Venezia, che ha giocato anche nella Nazionale Under 18, può vantare un contratto biennale con il presidente De Laurentiis, può quindi tornare a sognare e il semplice fatto che è ritornato ad allenarsi con la prima squadra del Napoli, sta a confermare che egli ha fisico, temperamento, classe e doti che, con il placet di Donadoni, gli fanno sperare di affermarsi definitivamente in serie A. "Trovarmi con un gruppo di giocatori di serie A e potermi confrontare con loro, mi fa pensare ai sacrifici fatti e che bisogna restare umili". Carmelo Pontorno

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Ahmadinejad gela Obama, ma i colloqui sul nucleare vanno avanti (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - Ahmadinejad gela Obama, ma i colloqui sul nucleare vanno avanti Posted By michele.zurleni On 10/4/2009 @ 11:58 In Headlines, NotiziaHome | 2 Comments Una mano tesa, l'altra chiusa nel pugno. [1] Sulla questione nucleare, l'Iran sembra voler adottare un tattica fatta di parziali aperture alle richieste occidentali, ma anche di chiusure, volte a dimostrare la volontà di Teheran a proseguire nel suo programma atomico. Le ultime mosse di Mahmoud Ahmadinejad vanno in quella direzione. Solo l'altro giorno, il presidente iraniano aveva detto di essere disponibile a un dialogo diretto con gli Usa, se Barack Obama dimostrasse di essere "onesto" (sincero) nella sua politica della mano tesa nei confronti degli Ayatollah. Poi, però, in una intervista al settimanale tedesco [2] Der Spiegel, lo stesso Ahmadinejad aveva respinto l'invito del presidente statunitense a sospendere l'arricchimento dell'uranio. "Questa discussione è obsoleta: il tempo per farlo è scaduto". Dopo questa affermazione - una doccia gelata per gli Usa, ma anche per l'Onu - durante le celebrazioni della "Giornata nazionale dell'energia atomica", parlando da Isfahan, dove ha inaugurato il primo impianto di produzione di combustibile nucleare del paese (completando il suo ciclo per sua la fabbricazione), il presidente iraniano ha annunciato l'installazione di 7mila centrifughe nella centrale di arricchimento di Natanz. Un piccolo, grande schiaffo agli sforzi diplomatici della Casa Bianca. Ammorbidito da nuove frasi concilianti sulla necessità di avviare dei colloqui, che - ha specificato il presidente iraniano - devono essere basati su di un rapporto di reciproco rispetto tra le parti. Secondo la sua versione, le precedenti trattative sul nucleare con le nazioni europee sono fallite "perchè insistevano sulla sospensione delle nostre attività pacifiche, cercavano di imporcelo" ha scandito Ahmadinejad. "Il dialogo deve essere basati sulla giustizia. Entrambe le parti devono essere trattati in modo uguale". Per ora gli Usa osservano [3] l'andamento di questi segnali contrastanti. Di fatto, il presidente iraniano ha fatto una concessione, un'apertura a negoziati anche diretti - con il "Grande Satana". L'amministrazione Obama punta a quelli, per convincere gli ayatollah a mettere fine alla loro avventura nucleare. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato non vogliono farsi depistare da questa tattica altalenante degli iraniani. Vogliono, come succede nel poker, andare a "vedere". Per questo, con una decisione che ha modificato radicalmente l'atteggiamento rispetto a quello tenuto dalla presidenza di George W. Bush, il Dipartimento di Stato ha annunciato che gli Stati Uniti prenderanno parte ai negoziati del gruppo 5 + 1, insieme a Gran Bretagna, Germania, Francia, Russia e Cina. E' la terza grande apertura in tre settimane da parte di Barack Obama, dopo il messaggio televisivo al popolo e ai dirigenti dell'Iran, in occasione del Capodanno sciita, e dopo l'incontro informale, ma importantissimo, all'Aia, tra l'inviato speciale statunitense Richard Holbrooke e un alto diplomatico iraniano. "Non c'è nulla di più importante che convincere l'Iran a fermare i suoi sforzi per ottenere l'arma atomica" - ha detto Hillary Clinton. L'obiettivo di ogni incontro - ha poi spiegato un alto funzionario americano - sarà quello di dissuadere gli interlocutori a non diventare uno "Stato Atomico". Gli Stati Uniti sono convinti che la politica del disgelo porterà a dei frutti, o almeno, servirà ad aprire contraddizioni dentro il regime iraniano, alimentando le divisioni e le discussioni tra falchi e colombe, conservatori e riformatori. Se ciò non servisse a raggiungere l'obiettivo, altre strade dovranno essere seguite, come l'inasprimento delle sanzioni. L'opzione militare da parte degli Usa, molto lontana, rimane comunque sul tavolo. Chi invece, potrebbe essere deciso ad attaccare, se l'atteggiamento degli ayatollah non dovesse mutare sono gli israeliani. I vertici delle forze armate statunitensi ne hanno parlato in recenti interviste. Secondo il Segretario alla Difesa Robert M. Gates ci sono tre anni di tempo per evitare un attacco militare di Israele contro l'Iran. Anche il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Usa, l'Ammiraglio Michael Mullen ha risposto a domande sul tema, ricordando che un blitz sarebbe devastante per gli interessi americani in Medioriente. Uscite queste che fanno intravvedere come l'amministrazione Obama intenda usare la minaccia di un possibile attacco israeliano come strumento di pressione su Teheran. Cosa risponderanno gli Ayatollah?

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Cina, locomotiva del mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - Cina, locomotiva del mondo Posted By pino.buongiorno On 12/4/2009 @ 11:06 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] I mandarini del "capitalismo socialista" vogliono di più. E puntano su un patto strategico con gli Usa. Addio Deng Xiaoping. Il "venerato leader" che ha portato 1 miliardo e 300 milioni di cinesi fuori dalle miserie e dalle tragedie della rivoluzione culturale di Mao Zedong, per godere i successi dell'economia di mercato, seppure con il timbro dello stato socialista, insegnava che "la Cina doveva sempre tenere un basso profilo, non prendere mai la guida, guardare pazientemente quanto accade e tenere ben nascoste le sue capacità". Non più: Wen Jabao, il primo ministro cinese, ha osato rompere la tradizione e ha definito per la prima volta il suo paese, nel corso di un recente viaggio in Europa, "una grande potenza". Hu Jintao, successore di Deng, non fa mistero del suo ruolo geopolitico e geoeconomico ogni volta che parla in Africa, Asia o in un forum internazionale, come il recente G20. A Londra ha accettato di mettere 30 miliardi di euro a disposizione del Fondo monetario, ma a condizione che Pechino abbia più peso nelle istituzioni finanziarie internazionali e che si ponga fine al duopolio Usa-Ue sulla leadership di Fmi e Banca mondiale. E poco importa se Hu Jintao ha fatto poco o niente per bloccare l'irrequieto vicino di casa, Kim Jong-Il, dal lanciare il 5 aprile un missile con tanto di satellite, come aveva implorato alla vigilia il presidente Usa Barack Obama. Quasi certamente Hu Jintao sapeva che il satellite non sarebbe mai entrato in orbita: tanto meglio assicurarsi mediazioni cruciali con la Corea del Nord e tenere sulla corda Washington e soprattutto Tokyo. Saranno state le Olimpiadi di agosto, che hanno mostrato di cosa è capace la Cina quando si tratta di organizzare un grande show, ma anche una straordinaria competizione sportiva. Sarà stata la crisi economica globale, che ha reso evidenti i fallimenti del capitalismo di Wall Street, su cui pure la leadership cinese aveva scommesso. Sta di fatto che l'Impero di Mezzo sembra aver ritrovato la sua posizione storica: al centro di tutti i giochi economici, ma anche politici, quasi si completasse l'idea confuciana del ritorno all'ordine naturale delle cose. Parli con i sociologi dell'Accademia delle scienze, parli con i politologi di Pechino, incontri gli uomini della nomenklatura del partito e ti accorgi che la Cina non reagisce più come comparsa sul palcoscenico mondiale, ma si propone e si comporta da protagonista. "Con la sorpresa di tutti, la Cina ha rotto con la tradizione di enfatizzare i principi generali. Sempre più spesso viene fuori con idee e misure dettagliate" fa notare Shi Yinhong, docente di relazioni internazionali all'Università Renmin. È così forte il desiderio di imporsi che spesso si traduce in revanscismo. In questi giorni va a ruba un saggio intitolato Cina scontenta. Erano state previste 70 mila copie, l'editore ne ha dovute ristampare cinque volte tante in due settimane. "Il capitalismo dominato dall'Occidente è bloccato da una crisi seria e profonda e sta portando il disastro nel mondo intero" dice a Panorama il sociologo dell'Accademia delle scienze Huan Ji Su, uno dei cinque autori del saggio. Ufficialmente il partito comunista tende ad ammorbidire questo fervore iper-nazionalistico. Nei fatti lo status di egemonia neoimperiale, reclamato dal controverso best-seller che fa seguito al famoso La Cina puo dire di no, datato 1996, si consolida giorno dopo giorno. Mentre il resto del mondo e in recessione, la Cina continua a correre, seppure non ai ritmi degli anni scorsi. Le banche d'affari piu pessimiste calcolano un piu 5 per cento di aumento del pil; Wen Jabao scommette ancora sull'8 per cento. E' vero. Ci sono 26 milioni di nuovi disoccupati tornati nelle aride campagne. Le proteste sociali sono all'ordine del giorno e il partito ha spedito in tutta fretta emissari in ogni angolo del paese per rassicurare i rivoltosi. Ma lo stimolo fiscale di 585 miliardi di dollari approvato a novembre sembra dare i primi risultati grazie agli imponenti lavori per le infrastrutture nelle aree piu depresse del paese. La conseguenza immediata e che i consumi interni sono ripartiti e, in parte, compensano il calo dell'export. A marzo e migliorato, dopo l'agonia autunnale e invernale, l'indice del settore manifatturiero, che rappresenta da solo il 40 per cento del pil. Le banche cinesi, rimaste fuori dai giochi dell'alta finanza a rischio, conquistano le classifiche mondiali. Solo tre anni fa non c'era un solo istituto di credito fra i top 20 del mondo per capitalizzazione di mercato. Oggi le prime tre banche mondiali sono cinesi. Grazie alle enormi riserve accumulate (quasi 4 mila miliardi di dollari), il governo ha dato il via a un programma di acquisti su scala globale. Le imprese cinesi hanno gia comprato da inizio 2009 solo in Europa aziende per 13 miliardi di euro. Le societa automobilistiche di Shanghai possono permettersi di fare offerte alla Ford per la Volvo e alla General Motors per la Buick. Ancora piu attive le compagnie petrolifere di stato, che hanno firmato accordi multimiliardari e a lunga scadenza in Brasile, Russia e Venezuela. La fame di risorse naturali ha scatenato la Chinalco, che ha messo a disposizione 19,5 miliardi di dollari per aggiudicarsi il gigante angloaustraliano Rio Tinto. In Peru sempre la Chinalco e alla conquista di miniere di rame: l'ultimo progetto vale 2 miliardi di dollari. Complessivamente in America Latina, uno dei continenti piu appetiti dopo l'Africa, Pechino ha promesso di investire 100 miliardi di dollari entro il 2015. L'ascesa economica della Cina si riflette nel rapporto con gli Stati Uniti. Secondo gli ultimi dati, la banca centrale di Pechino possiede un terzo dei 6 mila miliardi di dollari di debito americano. E diventata così un partner essenziale degli Usa. Ma e un'alleata scomoda, che pretende solide garanzie sulla stabilita del sistema finanziario e soprattutto sulla non svalutazione del biglietto verde. In alternativa, appoggia un progetto a lunga scadenza per creare una nuova riserva valutaria che sostituisca il dollaro con un paniere di monete, fra cui l'euro, sotto garanzia del Fondo monetario. I mandarini comunisti chiedono che Barack Obama non stringa la mano al Dalai Lama e Hillary Clinton non protesti per l'abuso dei diritti umani quand'e in visita in Cina. Cosi nasce l'idea del G2, l'alleanza duratura fra America e Cina per governare il nuovo ordine mondiale postcrisi. Progetto che fa piu comodo alla Cina che all'America, interessata a mantenere rapporti con Ue, India e Giappone. Ma anche qui la condizione e drastica: il G2 non deve fermarsi all'economia. "I cinesi ragionano soprattutto in termini strategico-militari" assicura a Panorama il sinologo Francesco Sisci. "L'America chiede l'assistenza cinese per tenere sotto controllo la Corea del Nord e l'Iran in modo da potersi dedicare all'Afghanistan. In cambio la Cina vuole un'alleanza strategica e non tattica, ma soprattutto chiede di poter accedere alle ultime tecnologie. Addirittura a quelle militari".

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La Protezione civile sangiorgese in Abruzzo con 7 volontari (sezione: Globalizzazione)

( da "Quotidiano.it, Il" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Protezione civile sangiorgese in Abruzzo con 7 volontari Porto San Giorgio | Complessivamente una quindicina i volontari dal Fermano. Quattro sangiorgesi sono partiti ieri mattina, altri tre radioamatori, specialisti in comunicazioni, li hanno raggiunti oggi. Gruppo comunale protezione civile porto san giorgio Sono sette gli operatori della Protezione civile di Porto San Giorgio impegnati attualmente a L'Aquila e negli altri comuni abruzzesi colpiti dal terremoto. Complessivamente, dal Fermano sono partite al momento una ventina di unità. I primi 4 del gruppo comunale di Protezione civile di Porto San Giorgio sono partiti per l'Abruzzo ieri mattina. Sono due uomini e due donne, occupati principalmente nella fornitura di pasti ed altri beni di prima necessità per gli sfollati, oppure nei presidi dei centri storici de L'Aquila e dintorni per evitare che persone non autorizzate possano entrare nelle aree a rischio e correre rischi per la propria incolumità. Altri tre volontari sono invece partiti questa mattina. Si tratta di specialisti in radiocomunicazioni dell'Ari, associazione radioamatori italiana, e il loro ruolo in Abruzzo sarà principalmente dedicato al potenziamento dei collegamenti e delle comunicazioni radio. Fa il punto della situazione il coordinatore della Protezione civile sangiorgese Luciano Pazzi. "Al momento abbiamo 7 persone del nostro gruppo impegnate in Abruzzo. La situazione di cui ci relazionano è difficile, anche perché le scosse in quella zona sono continue, la più forte quella udita distintamente anche da noi, ieri sera intorno alle 23.30". Molto positiva la risposta della cittadinanza sangiorgese alle richieste di solidarietà in favore dei terremotati. "La vendita di pompelmi offerti da un'azienda privata che abbiamo effettuato insieme alla Croce Azzurra - sottolinea ancora il responsabile della Protezione civile Pazzi - ha riscosso notevole successo. Abbiamo raccolto circa 3.100 euro, che saranno devoluti alla popolazione terremotata dell'Abruzzo versando le somme raccolte con la vendita sul conto corrente specificamente aperto per le offerte alle persone colpite dal sisma". 14/04/2009

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Il mercato potrebbe riservare sorprese: possibile una seconda gamba del rally? pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il mercato potrebbe riservare sorprese: possibile una seconda gamba del rally? INTERVISTE, clicca qui per leggere la rassegna Di Alberto Susic , 14.04.2009 20:03 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! positivo si avrebbe da una risalita del comparto immobiliare Usa, al di sopra della resistenza critica in area 73-84. Sul fronte volatilità implicita, un segnale convincente di rasserenamento si avrebbe su discese del Vix al di sotto del supporto in area 40-41 (conferma sotto 35-37). Per avere la “certezza” che le tensioni sul settore finanziario stanno davvero diminuendo, il Vix deve anche confermare il tentativo in atto, da inizio aprile, di assestamento al di sotto del Vxn, così come era prima dell’inizio della crisi finanziaria nel giugno-luglio 2007. Una fase di assestamento/riaccumulazione è sicuramente possibile me gli indici denotano particolare forza: se le prese di beneficio rimarranno contenute, come sembra probabile, potrebbe perciò riprendere molto presto una seconda “gamba” del rally, con spazi di recupero ancora molto ampi. Seppur all’interno di un quadro tecnico più ampio ancora molto incerto e fragile, l’obiettivo del bear market rally in corso rimane infatti il raggiungimento dei livelli di fine settembre 2008, prima del grande crash di ottobre-novembre seguito al fallimento di Lehman. Dai livelli correnti vorrebbe dire una salita di un ulteriore +35% sui principali indici. Per mantenere intatta tale possibilità è essenziale la tenuta di alcuni supporti critici da parte dei vari indici. I segnali di ripresa dell’azionario hanno trovato conferma anche sui listini asiatici. Oltre all’ottima performance del Nikkei, anche Cina, India e Corea hanno messo a segno forti rimbalzi. Con particolare riferimento a Piazza Affari, quali sono le sue previsioni per l’indice S&P/Mib, che è arrivato a lambire l’area dei 18.000 punti. C’è spazio per ulteriori salite nel breve? Quali sono i supporti da monitorare con maggiore attenzione ora? Dai massimi del 6 gennaio 2009 a ridosso segue pagina >>

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Represiunea Voronin face prima victima (sezione: Globalizzazione)

( da "Romania Libera" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Un tanar de 23 de ani, care fusese arestat la Chisinau, a murit dupa ce a fost batut cu cruzime de catre politisti Represiunea Voronin face prima victima Opozitia a cerut ieri din nou la o adunare in Piata Marii Adunari Nationale din Chisinau stoparea abuzurilor impotriva tinerilor manifestanti Elena Vijulie, editor Luni, 13 Aprilie 2009 Familia lui Valeriu Boboc a aflat ca trebuie sa-si ia copilul mort de la morga abia vineri. Comunicatul Procuraturii spune ca el a murit marti noapte, in drum spre spital, din cauza unei intoxicatii cu un gaz inhalat in cladirea Parlamentului. Familiei i s-a spus ca a fost gasit mort la "locul protestelor". Dar tatal spune ca Valeriu are o lovitura adanca la tampla si multe vanatai pe corp. "E lovit la cap si la ceafa. A fost omorat in batai", ni se transmite de la Chisinau si marturia mamei. Pentru ca, in ciuda blocadei impuse de autoritati, marturiile incep sa se adune. "Mi-o tras doi pumni, dupa cap, mi-am pierdut cunostinta, din nas imi curjea sanje… dupa aia, mi-o zis sa ma pun jos si-mi tragea cu picioarele…", a povestit pentru "Romania libera", Denis Roscot, un arestat de 19 ani, student la Politehnica, ajuns la Spitalul de Urgenta din Chisinau cu o comotie cerebrala. Opozitia alcatuita din PL, PLD si AMN a cerut ieri din nou la o adunare in Piata Marii Adunari Nationale stoparea abuzurilor impotriva tinerilor, o ancheta impartiala in privinta atacurilor asupra Parlamentului si Presedintiei si clarificarea situatiei alegerilor din 5 aprilie. Familia lui Valeriu Boboc a aflat ca trebuie sa-si ia copilul mort de la morga vineri. Tanarul de 23 de ani participase la manifestatia de la Parlament marti, pe 7 aprilie, si n-a mai ajuns acasa. Comunicatul Procuraturii Generale sustine ca el a murit la ora 1 noaptea, in drum spre spital, din cauza unei intoxicatii cu o substanta necunoscuta, pe care a inhalat-o in cladirea Parlamentului. Familiei i s-a spus ca a fost gasit mort la "locul protestelor". Parintii lui Valeriu nu cred nici una, nici alta. Ei cred ca fiul lor a fost ucis in bataie. Tatal, Victor Boboc, spune ca baiatul are o lovitura adanca la tampla si multe vanatai pe corp. Mama, Ala Boboc, va face tot ce-i sta in putinta sa afle care este adevarul: "E lovit la cap si la ceafa, nu e vorba de o lovitura intamplatoare. A fost omorat in bataie", spune ea. Autoritatile Republicii Moldova au anuntat ca sunt dispuse sa accepte o expertiza internationala cu privire la cauzele mortii lui Valeriu Boboc. si adauga: "Conform rezultatelor autopsiei, leziunile corporale primite, si anume fractura unei coaste, nu se afla in legatura cauzala cu cauza mortii". Pana atunci insa, temerile ca bataia este cea mai raspandita metoda de interogatoriu in privinta protestelor de saptamana trecuta prind din ce in ce mai multa consistenta, spre disperarea familiilor. Interogatoriu de tip sovietic Despre cum decurge un interogatoriu in birourile comisariatelor de politie din Chisinau am aflat de la unul dintre tinerii aflati pe listele Procuraturii, Denis Roscot. In seara zilei de vineri, am vorbit cu el la Spitalul de Urgenta, dupa ce am traversat strazile colcaind de politisti, dar si coridoarele spitalului intesate de aceleasi uniforme. Denis, in varsta de 19 ani, este student la Politehnica si vorbitor de franceza. Miercuri a fost luat de politie direct de la facultate, asa cum au fost luati si altii: "M-o luat la sector, fara sa-mi spuie precis pentru ce, si cum am intrat acolo, o inchis usa, si deodata mi-o picat doi pumni in fata. Eram in soc, n-am facut nimic, nu intelegeam de ce". Dupa cat se pare, un inceput tipic de interogatoriu pentru politia moldoveneasca. Au urmat acuzatiiile verbale, nu legale, si intrebarile insotite de lovituri: "Ai dat cu pietre in politisti! Ai fost in Piata Marii Adunari Nationale! Cine v-a organizat? Cine v-a trimis acolo?". Denis spune ca marti, in ziua cu devastarea Parlamentului, intarziase la scoala si, cand a ajuns, a aflat ca nu se tin cursuri: multi studenti erau pe punctul de a pleca la manifestatia anuntata cu o zi in urma in Piata Marii Adunari Nationale. A ajuns si Denis la manifestatie: "Am fost acolo unde erau toti in centru si la Parlament. Am strigat lozinci: «Jos comunismul!», «Refuz, rezist, sunt anticomunist», ce mai strigam noi. Dar n-am dat cu pietre, am stat vreo doua ore maximum la Parlament, era imbulzeala acolo, nici telefoane nu mai aveam". (Telefoanele erau ecranate in zona Presedintiei si a Parlamentului in timpul manifestatiei – n.r.) In paralel cu protestele de la Parlament si Presedintie, care in jurul orei 12.30-13.00 au degenerat in ciocniri cu scutierii si apoi in devastarea celor doua institutii, in Piata Marii Adunari Nationale, in fata Guvernului, s-a desfasurat de-a lungul intregii zile o manifestatie pasnica. Aici a ajuns si Denis, impreuna cu colegii sai, dupa ce la Parlament au inceput scandalul si "imbulzeala". "Am stat acolo si pe la 4 sau 5 am ajuns acasa." Dar politistii care l-au interogat pe Denis vroiau sa auda cu totul altceva. "M-au amenintat, mi-au spus ca daca ii spun pe toti care au organizat n-o sa am probleme. Dupa asta, m-au dus la Comisariatul General si iar au spus ca aruncam cu pietre si era o fotografie, dar nu arata precis ca aruncam cu pietre. si eu am spus ca nu, n-am aruncat." In Republica Moldova nu e bine sa contrazici politisti, mai ales unii cu sarcini precise cum sunt anchetatorii lui Denis: "Dupa cap mi-o tras doi pumni, mi-am pierdut cunostinta, din nas imi curjea sanje... dupa aia mi-o zas sa ma pun jos si-mi tragea cu picioarele"... Intr-un moment de respiro, intre lovituri, l-au trimis pe Denis sa se spele la un lavoar din incapere: "Mi-o dat o batista si mi-au spus sa sterg petele de sanje, erau pe covor, pe scaun, si am sters sanjele". Dupa acest al doilea episod de bataie, au urmat sedinta foto si un alt episod de bocanci in spinarea baiatului trantit la pamant. Denis a fost inchis apoi impreuna cu alti cativa studenti pe care nu-i cunostea. Cand a revenit in ancheta, de fata era si un avocat, semn ca presiunile celor de afara, organizatii civice, partide de opozitie, Amnesty International, UNICEF, isi faceau pentru moment efectul. Intrebarile au revenit, dar fara bataie. In acest fel, Procuratura poate clama acum ca tinerii anchetati au avut parte de asistenta juridica. Dar si de grija medicilor, pentru ca avocatul a chemat ambulanta, Denis si-a sunat parintii si apoi a ajuns la spital. Aici si-a petrecut prima noapte, cea de joi spre vineri, cu mainile incatusate de bara patului de spital: "Ei nu sunt oameni sa inteleaga ca un om normal nu poate dormi legat cu catusele de pat". Politia face legea Doi politisti in civil pazesc de la o oarecare distanta usa lui Denis. si daca noi ne-am putut apropia a fost pentru ca alaturi este internata deputata Valentina Cusnir, cu mana rupta si comotie cerebrala, dupa ce a fost luata pe sus din Piata Marii Adunari Nationale, in noaptea de marti spre miercuri. Ea povesteste ca un politist care a spus ca este seful departamentului criminal de la Comisariatul de Politie Rascani a inceput sa urle noaptea pe coridoare pentru ca infirmierele indraznisera sa incuie salonul unde se afla Denis incatusat. "A inceput sa strige ca ne impusca pe toti, ca de ce politistii lui stau pe coridor si nu stau aici, cu noi, in salon, a ridicat scaunul sa loveasca medicul si infirmiera. Adica, suntem aici intr-o nesiguranta totala. Oricine poate sa ne faca ce vrea!" Dar daca Denis Roscot a aparut pe lista oficiala a Procuraturii, printre cei arestati preventiv, altii nu apar pe aceasta lista, desi se afla cu siguranta in custodia autoritatilor. Pe de alta parte, Denis a avut norocul de a ajunge la spital, asa cum Valeriu n-a mai ajuns. Spitalul nu e nici comisariat de politie, nici inchisoare, asa ca a putut fi vizitat, chiar daca noaptea se chinuieste sa doarma legat de pat cu catusele. Dar sute de familii din Basarabia nu stiu nimic despre copiii lor adunati de politie din camine, de la scoala sau direct de pe strada. Manifestatia Opozitiei s-a terminat pasnic Prima solicitare a manifestantilor chemati ieri de partidele de opozitie in piata Marii Adunari Nationale a fost eliberarea tinerilor arestati de politie, respectarea prezumtiei de nevinovatie, asistenta juridica. Celelalte solicitari au fost legate din nou de verificarea listelor electorale, renumararea voturilor si de o ancheta impartiala in privinta devastarii Presedintiei si Guvernului. In Republica Moldova, termenul in care politia poate retine pe cineva fara sa-i aduca invinuiri si deci fara arest preventiv este de trei ori mai mare decat in Romania, adica de 72 de ore. Pe lista Procuraturii, apar ca retinute in dosare penale 166 persoane si alti 129 de tineri sunt retinuti pentru contraventii administrative. Procuratura vorbeste despre 17 minori retinuti, Biroul Unicef vorbea acum cateva zile de 19, dintre care 14 au fost pedepsiti prin arest la domiciliu. Manifestatia de ieri, la care au vorbit pentru prima data de la alegeri impreuna si in mod organizat si liderii Vlad Filat (PLD), Dorin Chirtoaca (PL), Serafim Urechean (AMN), a fost mult mai restransa decat cele de la inceputul saptamanii trecute si a fost dominata de parinti si bunici, numai 7-8 mii de persoane. Presiunile facute asupra tinerilor au inceput sa-si faca efectul. Presedintele comunist Vladimir Voronin a lansat apeluri amenintatoare cum ca toti participantii la manifestatii sunt fotografiati si ca se stie totul despre ei, iar premierul Zinaida Greceanii si-a presarat vorbele ca de la mama la mama cu amenintari: "organizatorii celei mai mari crime din istoria Republicii Moldova planifica pentru duminica sa foloseasca din nou copii pentru a devasta cladirea guvernului". Nu numai ca manifestatia de ieri din fata Guvernului Republicii Moldova s-a incheiat pasnic, dar autoritatile nu reusesc sa opreasca zvonurile groaznice care bantuie zilele si noptile unui oras sub teroare. Ca detinutii de drept comun s-ar fi rasculat intr-o inchisoare din Chisinau pentru ca nu mai suportau tipetele tinerilor batuti in toiul noptii, ca alti tineri sunt dusi in diverse locatii in afara Chisinaului, ca spre oras se indreapta tancuri. Exista o singura proba convingatoare cu care autoritatile Republicii Moldova ar putea infirma eventual punct cu punct toate acestea. Sa deschida larg granitele pentru jurnalistii straini si sa inceteze persecutarea si intimidarea celor moldoveni. Sa deschida larg usile martorilor independenti. Fara asta, orice comunicat "linistitor" al Procuraturii este inutil. Din aceeasi categorie: "Regele Ferdinand", in Mediterana Calauza pentru evadatii din "Epoca de Aur"Merita banii apartamentele din blocurile noi? Voteaza

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ONU: In evidenza la linea dell'Italia contro un ampliamento del Consiglio di Sicurezza (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Estera Online" del 14-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

14 apr 2009 ONU: In evidenza la linea dell’Italia contro un ampliamento del Consiglio di Sicurezza Germania e Giappone bloccati rispettivamente da Usa e Cina nelle aspirazioni alla membership permanente, Obama contrario a Berlino dopo i vertici di G20 e Nato di Alfonso Maffettone ROMA, 14 APR. (Italia Estera) – Sembra vincente la linea italiana che si oppone ad una riforma del Consiglio di Sicurezza, l’organo delle Nazioni Unite che ha la competenza esclusiva a decidere contro gli stati colpevoli di aggressione o di minaccia alla pace. Il nostro Paese è contrario ad ampliare il numero dei membri permanenti (Usa, Francia, Regno Unito, Cina, Russia) e ritiene che l’aumento trasformerebbe il Consiglio in un direttorio mondiale dal quale l’Italia verrebbe esclusa. La posizione, sostenuta dall’ambasciatore Giulio Terzi, nei negoziati intergovernativi cominciati il 4 marzo, ha ricevuto consensi ed è apparsa sovrastare le aspirazioni di Germania, Giappone, India e Brasile che hanno concordato di appoggiarsi reciprocamente per ottenere un seggio permanente. Il G 4 non è riuscito ad allargare la base dei voti a sostegno di una risoluzione per la riforma del Consiglio ed ha trovato ostacoli soprattutto negli Stati Uniti e Cina. Le due potenze si sono opposte rispettivamente all’ingresso di Germania e Giappone nel consesso dei Grandi decretando di fatto un’ impasse nei negoziati che tutto sommato giova all’Italia. Non sorprende l’ostilità dell’ex Impero Celeste nei confronti dell’ arcipelago del Sol Levante. E’ una rivalità storica che differenzia i due Paesi in Asia per cultura, politica ed organizzazione dello stato. La Cina è stata vittima dell’espansione militare giapponese nell’ultimo conflitto mondiale ed ora, sia pure in ritardo, si è impegnata a contrastare il primato economico e commerciale del Giappone che, comunque, è in difficoltà anche a causa della crisi globale. Nessuna sorpresa anche per la decisione del Presidente Barack Obama di escludere la review nei confronti delle aspirazioni Onu della Germania . Il Capo dell’Esecutivo, rimasto deluso dal suo viaggio in Europa, ha deciso di mantenere la stessa linea dell’ex presidente George Bush. Nel 2005 l’allora cancelliere Gerhard Schroeder ,durante un incontro a Washington , si sentì dire che l’ Europa era sovrarappresentata nel Consiglio di sicurezza e che gli Usa avrebbero sostenuto le ambizioni del solo Giappone. Una risposta legata alla posizione ostile che aveva assunto Berlino nei confronti della guerra in Iraq. Oggi non è l’Iraq a pesare sulla riluttanza americana ma l’atteggiamento politico tenuto da Angela Merkel prima e dopo i vertici del G20 a Londra e della Nato a Strasburgo. Al suo esordio sulla scena europea, il Presidente degli Stati Uniti si è dovuto accontentare di un mezzo successo. L’asse franco-tedesco, costituito dalla Merkel e dal presidente Nicolas Sarkozy , gli ha respinto la richiesta per un maggiore aumento di spesa dei governi e gli ha fatto accettare un compromesso per far fronte alla più grave crisi economica dall’epoca della Grande depressione. Inoltre alla richiesta di Obama per un aumento delle truppe Nato in Afghanistan nella lotta contro il terrorismo di Al Qaeda, la risposta è stata quella dell’invio di 5.000 soldati e soldatesse, un numero nettamente inferiore alle aspettative dell’ Amministrazione Usa. Quando ha poi caldeggiato l’ammissione della Turchia all’Ue, Obama è stato “travolto” dai no della Merkel e di Sarkozy. Insomma ce n’ è abbastanza a questo punto per comprendere perché Obama, sulla scorta di Bush, considerasse Berlino come un partner non affidabile e quindi non meritevole del privilegio di una membership permanente alle Nazioni Unite. Alfonso Maffettone / Italia Estera

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