CENACOLO
DEI COGITANTI |
Gm si divide per evitare
la bancarotta ( da "Stampa,
La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: operano in Cina: questa società più
piccola, risanata con una dote dai 5 ai 7 miliardi di denaro governativo,
starebbe in regime fallimentare per soli 15 giorni. Dall'altro canto nascerebbe
una Gm «cattiva», in cui inserire gli stabilimenti e le produzioni che perdono
soldi, oltre all'ingente portafoglio di debiti verso i sindacati sotto forma di
impegni previdenziali e assistenziali:
Iran, sì a colloqui sul
programma atomico ( da "Corriere.it"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 1 (Usa, Russia, Cina, Gran
Bretagna, Francia e germania) Iran, sì a colloqui sul programma atomico Il capo
negoziatore iraniano ha avuto una conversazione telefonica con Solana,
incaricato dell'Ue TEHERAN - L'Iran ha finalmente accettato l'inizio di
colloqui sul proprio programma atomico con il cosiddetto gruppo 5+1 (Usa,
L'Iran apre al negoziato
con il gruppo dei "5+1"
( da "Cittadino, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in una riunione avuta la settimana
scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, hanno
accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran.Del gruppo fanno parte
i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioé Usa,
Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania.
IL MISSILE LANCIATO DA
PYONGYANG ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN
THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un
centinaio di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i
sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia,
Prova di forza in Somalia
contro i corsari dei nostri tempi
( da "Arena, L'" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dagli Stati Uniti alla Cina, i
corsari- 1.500 uomini divisi in vari clan- hanno continuato ad assaltare le
navi in transito, a prendere gli equipaggi in ostaggio e a ottenere cospicui
riscatti per la loro liberazione. Vigeva una specie di patto non scritto, per cui
i somali trattavano i marinai catturati con tutti i riguardi e restituivano le
navi senza toccarne il carico;
Uovo veronese con sorpresa
made in China ( da "Arena,
L'" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: GLOBALIZZAZIONE. Popoli aiuta i
Karen Uovo veronese con sorpresa made in China La Repubblica popolare è partner
della Birmania il cui regime perseguita la minoranza etnica Chissà cosa avranno
pensato i volontari del gruppo solidarista «Popoli», fondata da Franco Nerozzi,
quando, aprendo l'uovo di Pasqua dell'associazione hanno trovato una sorpresa
prodotta niente di meno che da un'
iran pronto al dialogo
"trattiamo sul nucleare"
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Francia e Russia) più la
Germania - che l´Iran «accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui
con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi
internazionali». Era stato lo stesso Solana, secondo quanto precisato dalla
televisione iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della
dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+
il missile lanciato da
pyongyang ( da "Centro,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI
Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti:
è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere
l'ordine,
il missile lanciato da
pyongyang ( da "Nuova
Venezia, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI
Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti:
è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere
l'ordine,
bangkok: la polizia spara,
due vittime ( da "Nuova
Venezia, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est
asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane
premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie
rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al
palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali.
il missile lanciato da
pyongyang ( da "Mattino
di Padova, Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN
THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un centinaio
di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i sostenitori
dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia,
BRUNO ZORZI L'ultima di
Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto
nazionale per il commercio estero per
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: aprire le porte della Cina alla
moda, non solo italiana BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver
ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio
estero per «Shanghai collections», l'evento con l'«E» maiuscola, dice lui, che
dovrebbe, tra 180 giorni, aprire le porte della Cina alla moda,
il missile lanciato da
pyongyang ( da "Nuova
Sardegna, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI
Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti:
è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere
l'ordine,
bangkok: la polizia spara,
due vittime ( da "Nuova
Sardegna, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est
asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane
premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie
rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al
palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali.
corruzione, economia e
populismo così è fallito il modello thailandia - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si aprì alla globalizzazione
Corruzione, economia e populismo così è fallito il modello Thailandia La
rivolta è finanziata da Thaskin, magnate-simbolo di un nuovo capitalismo
FEDERICO RAMPINI Due leader di governo tra i più potenti del mondo costretti a
una movimentata fuga in elicottero: è il segnale che la crisi thailandese è
tutt´
incontro con marc augè
domani sera al magnolfi ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: lo stato attuale della
globalizzazione e le sue nuove sfide. Identità e Multiculturalità è un progetto
che si propone di favorire diffusione e condivisione di un confronto culturale
nella nostra realtà connotata da un forte flusso migratorio; un tentativo di
lavorare sulla caratterizzazione identitaria per riconoscersi parte integrante
di un contesto,
cina, nuovo piano per
rilanciare i consumi - vittoria puledda
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Economia Cina, nuovo piano per
rilanciare i consumi Pechino pensa alla leva fiscale. Banche, indagine Usa sui
bilanci truccati VITTORIA PULEDDA MILANO - La Cina prova a sperare nella
ripresa Usa, robusto mercato di riferimento per le sue esportazioni, ma nel
frattempo studia nuove misure per sostenere la crescita interna.
contro la crisi un'altra
torre di pisa ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Mondadori ha chiesto a Letta una
riflessione sui temi affrontati dal ministro (dalla globalizzazione alla
statalizzazione dell'economia) e lui ha accettato. Per superare la paura e
ridare la speranza, Letta si concentra su argomenti forti come la riforma degli
ammortizzatori sociali. «Chi ha il contratto a tempo indeterminato - sottolinea
Letta - ha protezioni sufficienti.
fino a sabato la mostra di
mannucci ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: incertezza di un mondo
globalizzato. Sintetizza il nostro modus vivendi diventandone uno status
simbol. Numeri contaminati da tratti cromatici forti e decisi così a
fotografare uno spaccato del nostro vivere quotidiano». La terza ed ultima
mostra si svolgerà, sempre alla Bottega del Caffè, dal 25 aprile al 9 maggio e
si intitola "Trossi Uberti.
scontri a bangkok: due
morti ( da "Tirreno,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi del Sud-est
asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane
premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie
rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al
palazzo del governo, ai ministeri e nelle piazze principali.
Ma la Farnesina è solida
( da "Italia Oggi" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: In un mondo globalizzato come
quello di oggi, occorre saper fare scelte per adattare rapidamente le strutture
e l'organizzazione del lavoro a fronte di mutamenti che intervengono di
continuo. Ciò obbliga anche il ministero degli esteri, come tutti i players
della globalizzazione, ad adattarsi rapidamente alla nuova,
nostro servizio TEHERAN
L'apertura del pr... ( da "Messaggero,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: i membri permanenti del Consiglio
di sicurezza Onu, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania).
L'accordo è stato preso nel corso di una telefonata fra il capo negoziatore per
il nucleare iraniano, Saaid Jalili, e l'Alto rappresentante per la politica
estera e la sicurezza comune dell Ue, Javier Solana.
Se Cina e Usa s'avvicinano
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Se Cina e Usa s'avvicinano -->
Martedì 14 Aprile 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Uno degli aspetti che da
qualche anno sta caratterizzando con sempre maggiore evidenza la scena
internazionale è il continuo rafforzamento dell'asse economico, e per certi
versi anche politico, tra Stati Uniti e Cina.
Segue da pagina 1 Sono
evidenti i danni che deriverebbero alle finanze cinesi ed ai suoi risparmiatori
da una progressiva svalutazione del dollaro, che maschererebbe, in sostanza,
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alla quale la stessa Cina è
fortemente interessata, e che rappresenta forse il più grande obiettivo che
Obama si è posto per dare alla sua presidenza un nuovo grande respiro politico
internazionale. Come sono lontani questi tempi da quelli in cui gli Usa
pensavano di esportare la democrazia in Cina attraverso il tutt'altro che
democratico Chian Kaichek;
Le sentenze di condanna
alla pena capitale pronunciate in Cina, 346 in Iran, 102 in Arabia Saudita, ...
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 14-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: PRIMO PIANO pag. 5 Le sentenze di
condanna alla pena capitale pronunciate in Cina,
Neonati, straniero uno su
tre ( da "Corriere
del Veneto" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ucraina agli Usa, passando per Cina
e Filippine. E fra i nuovi cittadini venuti al mondo anche due neozelandesi, i
cui genitori provengono dalla terra che geograficamente è più lontana dallo
Stivale. Con buona pace dello Sceriffo Gentilini. Era il giorno di San
Valentino quando un euforico vicesindaco invitò i suoi cittadini a procreare:
Nucleare, l'Iran pronto a
riprendere il negoziato con i sei Grandi
( da "Unita, L'" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Gli Usa, gli altri membri
permanenti del Consiglio di sicurezza (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) e
la Germania, cioè i cosiddetti «5+1», sono disposti ad offrire una nuova chance
ad Ahamdinejad, magari sperando che dopo le elezioni presidenziali di giugno
l'interlocutore non sia più lui, ma un capo di Stato più ragionevole.
VIRTÙ PERDUTE
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: COMMENTI E INCHIESTE data:
2009-04-14 - pag: 13 autore: VIRTù PERDUTE «I capitali internazionali c'erano
anche prima della globalizzazione: ma noi li cercavamo per le aziende, non per
speculare» DENARO IN FUGA «Il Principato di Monaco non è un paradiso fiscale e
conta di uscire dalla lista grigia Ocse seguendo la via della Svizzera»
Torneranno le banche
commerciali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: unica banca italiana che operava
nel corporate e investment banking internazionale quando la globalizzazione
finanziaria ha preso le mosse. Qual era la visione che lei aveva allora dei
cambiamenti di lungo periodo sfociati infine nel collasso dei mercati? Una
breve premessa a tutta la conversazione: io sono un bancario, non un
economista.
La Germania censisce i
grandi cantieri ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Mentre la Cina ha deciso di
investire 286 miliardi di dollari nei trasporti, l'India ha messo da parte 250
miliardi di dollari da spendere nel grande settore energetico. In Giappone, il
Governo ha messo a punto invece un piano di stimolo all'economia che prevede
investimenti nell'informatica per 6 miliardi di yen.
Brusca frenata per le
riserve valutarie cinesi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma soprattutto minori investimenti
esteri verso la Cina e deflussi di capitale dalla Cina stessa, in particolare
verso Hong Kong. Nei mesi di gennaio e febbraio le riserve sono addirittura
calate, rispettivamente della cifra record di 32,6 miliardi di dollari e di 1,4
miliardi di dol-lari, secondo statistiche della Banca centrale.
Abruzzo a prevenzione zero
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Abruzzo a prevenzione zero Bilancio
assorbito dalla spesa sanitaria, protezione civile a secco Mariano Maugeri
PESCARA. Dal nostro inviato «I fondi della Protezione civile regionale? Sono
quelli affidati alla divina provvidenza». Michele Fina, giovanissimo
assessorealla Protezione civile della Provincia dell'Aquila, non si arrampica
sugli specchi.
TEHERAN L'Iran ha detto ai
colloqui sul nucleare con il <5+1 ...>(
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 14-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ha fatto sapere che il capo
negoziatore Said Jalili ha avuto una conversazione telefonica con Javier Solana
e che la ripresa dei negoziati «è salutata con favore». L'alto rappresentante
per la politica estera del'Ue era stato incaricato da Usa, Russia, Cina,
Francia, Gran Bretagna e Germania di sondare la disponibilità del regime degli
ayatollah a tornare al tavolo dei colloqui.
E
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: nell'era della globalizzazione,
poteva stare sia sotto casa, sia lontano mille miglia. In base a questa logica,
quando Napoli è stata privata della sua banca si è detto che non avevamo nulla
da temere, proprio perché bisognava giudicare dai risultati e non da come, e da
dove, questi risultati venivano raggiunti.
L'Iran aderisce a nuovi
colloqui sul nucleare La proposta è stata avanzata dal ministro degli Esteri
dell'Ue, Solana. Al negoziato parteciperanno anche gli Usa
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Francia e Gran Bretagna, più
la Germania. «L'Iran - ha risposto Jalili - accoglie favorevolmente la
continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione
costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che
«presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito.
AMBIENTE Energia da
pneumatici: un'azienda di Milano sbarca negli Usa Un sistema a impatto z...
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: CINA Sale la produzione
industriale: +8,3% nel mese di marzo La produzione industriale cinese è
cresciuta dell'8,3% nel mese di marzo, dopo aver segnato un incremento di
appena il 3,8% nei due mesi precedenti, il minimo storico. Continuano ad
arrivare quindi segnali di ripresa dal colosso asiatico che,
TELECOM Un muro di gomma
telefonica nVorrei tramite il suo giornale segna...
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dopo gli accordi commerciali con la
Cina e dopo il crollo del comunismo sovietico, il dollaro ha avuto un'ulteriore
espansione all'interno dell'economia russa e cinese. Naturalmente, questo ha
contribuito all'enorme crescita del «plusvalore» nel sistema monetario e
finanziario globalizzato.
Una farsa il ritorno agli
utili delle banche Usa?. ( da "Giornale.it,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ammissione che la crescita non
potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
l'iran: pronti a
riprendere le trattative sul nucleare
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Del gruppo fanno parte i cinque
membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina,
Francia e Gran Bretagna, più la Germania. Il 9 aprile, all'indomani
dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad (nella
foto) aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in
un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco».
IL MISSILE LANCIATO DA
PYONGYANG ( da "Provincia
Pavese, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI
Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti:
è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere
l'ordine,
Bangkok: la polizia spara,
due vittime ( da "Provincia
Pavese, La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est
asiatico, Australia) costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane
premier del Partito Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie
rosse si è estesa poi in molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al
palazzo del governo, ai ministri e nelle piazze principali.
La NordCorea sfida il
mondo">La NordCorea sfida il mondo
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che coinvolgono Usa, Russia, Cina,
le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del nucleare e annunciando
poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio.
"Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli
impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato",
Portafoglio, ecco le
piazze 'sicure' per guadagnare ( da "Affari
Italiani (Online)" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La crisi delle certezze La
globalizzazione e le ultime due crisi, quella del 2000 e quella attuale hanno
mandato in soffitta la teoria della diversificazione. E' sotto gli occhi il
crollo all'unisono di tutte le Piazze azionarie del mondo avvenuto nell'ultima
parte del 2008 e nei primi mesi di quest'anno.
22:27 NORDOCREA: ONU
CONDANNA TEST, ORA AGGIUSTAMENTO SANZIONI
( da "Agi" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: accordo raggiunto sabato tra Usa,
Gran Bretagna e Giappone da un lato, che puntavano a nuove sanzioni, e Cina e
Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang. Nella
dichiarazione "non vincolante" i Quindici "hanno condannato il
lancio" perche' in palese "violazione della risoluzione 1718" del
14 ottobre 2006 che proibiva a Pyongyang esperimenti nucleari e missilistici.
Nuova sfida della Corea
del nord "Colloqui inutili, nuovo reattore"
( da "Repubblica.it"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che coinvolgono Usa, Russia, Cina,
le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del nucleare e annunciando
poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio.
"Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli
impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato",
Corea del Nord, nuova
sfida al mondo "Riapriremo gli impianti nucleari"
( da "Stampaweb, La"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che coinvolgono Usa, Russia, Cina,
le due Coree e il Giappone) sul processo d?abbandono del nucleare e annunciando
poi l?intenzione di riaprire gli impianti di trattamento del plutonio.
«Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare gli
impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato»,
G7/VERTICE WASHINGTON SARÀ
SEGUITO ANCHE DA G20 MINISTRI FINANZE
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 100 miliardi di dollari (821
miliardi di euro) a favore delle istituzioni multilaterali per combattere la
recessione. Il G20, oltre ai paesi del G7, comprende Argentina, Australia,
Brasile, Cina India, Indonesia Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea
del Sud, Turchia e Unione Europea. (con fonte Afp)
IL MISSILE LANCIATO DA
PYONGYANG ( da "Nuova
Ferrara, La" del 14-04-2009) + 6 altre fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il testo è frutto di un accordo tra
Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro
Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI
Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti:
è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere
l'ordine,
Per "Repubblica"
l'immigrazione clandestina è peccato veniale
( da "Giornale.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ammissione che la crescita non
potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Corea del Nord: "mai
più negoziati sul nucleare" ( da "Rai
News 24" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Usa e Russia. Secondo quanto
riferito in serata da un alto funzionario del ministero degli Esteri
sudcoreano, "la risposta di Pyongyang alla condanna del Consiglio di
Sicurezza Onu in merito al lancio del razzo e' stata piu' decisa del
previsto", sottolineando che "raramente il regime comunista aveva
utilizzato parole tanto dure"
LA THAILANDIA NEL CAOS
"NY TIMES". NUOVE APERTURE DI OBAMA ALL'IRAN? - QUANTAS IN CRISI GLI
INCURSORI USA CONTRO I PIRATI: TRE PROIETTILI, TRE CADAVERI GLI USA PIÙ
FLESSIBILI ( da "Dagospia.com"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: e elenca i nomi dei capi di governo
e stato di: Francia, Spagna, Russia, Giappone, Cina, Pakistan, Siria,
Giordania, e Kuwait. Intanto, "il parlamento voterà 200 candidati
ambasciatori, consiglieri e sottosegretari del governo". "Il ministero
del Turismo discute con un gruppo britannico di investimenti la costruzione di
siti turistici".
WTA Charleston: Bondarenko
al secondo turno ( da "Datasport"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Yan Zi (CIN) 62 62 Melinda Czink
(UNG) b. Jill Craybas (USA) 62 64 Rossana de los Ríos (PAR) b. Carly Gullickson
(USA) 61 64 Varvara Lepchenko (USA) b. Galina Voskoboeva (KAZ) 61 63 Julie
Ditty (USA) b. Ayumi Morita (GIA) 61 61 Anastasia Rodionova (RUS) b.
Alba: si presenta libro di
Alessandro Barbero sul Piemonte ( da "Targatocn.it"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dalla preistoria alla
globalizzazione, di Alessandro Barbero. L?incontro, alle
NEW YORK. DOPO UNA
SETTIMANA DI STALLO E DI DIVISIONI IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU HA
CONDANNA... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 14-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e
Francia - più la Germania), con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare
direttamente ai colloqui. Jalili, ha riferito la televisione di Stato, ha
comunicato la risposta positiva dell'Iran al responsabile della politica estera
comune della Ue, Javier Solana, che tiene i contatti con Teheran a nome dei sei
Paesi.
IN PREFETTURA
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Giappone, Canada, Russia) - anche
del Ministro dell'agricoltura della repubblica ceca, come Presidente di turno
del Consiglio Ue , della Commissaria Ue all'agricoltura Marianne Fischer Boel e
dei Ministri dell'agricoltura di Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed
Egitto, Australia e Argentina.
Obama allenta le sanzioni
economiche contro Cuba ( da "Gazzettino,
Il" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: i cinque membri permanenti del
Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna)
più la Germania. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta dei 5+1, il presidente
iraniano Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma
solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco».
Nord Corea, Lavrov: i
colloqui a sei riprenderanno presto
( da "Velino.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: secondo le quali Pyongyang intende
riattivare il reattore nucleare di Yongbyon e uscire dai colloqui del Sestetto
(le due Coree, Cina, Giappone, Usa e Russia). Secondo Lavrov “non c?è alcun
bisogno di stabilire un nuovo forum internazionale per occuparsi della
situazione nelle penisola coreana”. E ancora “i colloqui a sei riprenderanno
nel prossimo futuro”
Diritto e Storia
nell'etàdella globalizzazione ( da "Sicilia,
La" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il congresso di nicosia Diritto e
Storia nell'età della globalizzazione Leonforte. E' uscito da un incubo, da una
situazione che poteva farlo restare ai margini del grande calcio, ma adesso si
dice soddisfatto e ha l'occasione di mettersi al servizio di Roberto Donadoni e
del Napoli, in serie A. Parliamo di Alessandro Venezia, 19 anni, partito da P.
Ahmadinejad gela Obama, ma
i colloqui sul nucleare vanno avanti
( da "Panorama.it" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Russia e Cina. E' la terza grande
apertura in tre settimane da parte di Barack Obama, dopo il messaggio
televisivo al popolo e ai dirigenti dell'Iran, in occasione del Capodanno
sciita, e dopo l'incontro informale, ma importantissimo, all'Aia, tra l'inviato
speciale statunitense Richard Holbrooke e un alto diplomatico iraniano.
Cina, locomotiva del mondo
( da "Panorama.it" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: it/mondo - Cina, locomotiva del
mondo Posted By pino.buongiorno On 12/4/2009 @ 11:06 In Headlines, NotiziaHome
| No Comments [1] I mandarini del "capitalismo socialista" vogliono
di più. E puntano su un patto strategico con gli Usa. Addio Deng Xiaoping.
La Protezione civile
sangiorgese in Abruzzo con 7 volontari
( da "Quotidiano.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Gruppo comunale protezione civile
porto san giorgio Sono sette gli operatori della Protezione civile di Porto San
Giorgio impegnati attualmente a L'Aquila e negli altri comuni abruzzesi colpiti
dal terremoto. Complessivamente, dal Fermano sono partite al momento una
ventina di unità.
Il mercato potrebbe
riservare sorprese: possibile una seconda gamba del rally? pag.1
( da "Trend-online" del
14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ottima performance del Nikkei,
anche Cina, India e Corea hanno messo a segno forti rimbalzi. Con particolare
riferimento a Piazza Affari, quali sono le sue previsioni per l?indice
S&P/Mib, che è arrivato a lambire l?area dei 18.000 punti. C?è spazio per
ulteriori salite nel breve?
Represiunea Voronin face
prima victima ( da "Romania
Libera" del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cine
v-a organizat? Cine
v-a trimis acolo?". Denis spune ca marti, in ziua cu devastarea
Parlamentului, intarziase la scoala si, cand a ajuns, a aflat ca nu se tin
cursuri: multi studenti erau pe punctul de a pleca la manifestatia anuntata cu
o zi in urma in Piata Marii Adunari Nationale.
ONU: In evidenza la linea
dell'Italia contro un ampliamento del Consiglio di Sicurezza
( da "Italia Estera Online"
del 14-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Italia contro un ampliamento del
Consiglio di Sicurezza Germania e Giappone bloccati rispettivamente da Usa e
Cina nelle aspirazioni alla membership permanente, Obama contrario a Berlino
dopo i vertici di G20 e Nato di Alfonso Maffettone ROMA, 14 APR. (Italia
Estera) – Sembra vincente la linea italiana che si oppone ad una riforma del
Consiglio di Sicurezza, l?
( da "Stampa, La" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Gm si divide per
evitare la bancarotta Nasce una bad company con 70 miliardi di rosso
[FIRMA]GLAUCO MAGGI NEW YORK La General Motors è sempre più sull'orlo della
bancarotta, anche se il nuovo ad Fritz Henderson, che ha preso il posto di Rick
Wagoner licenziato da Obama, insiste nel ritenere che l'azienda potrebbe
ristrutturarsi senza passare in tribunale. La differenza con il predecessore è
che Henderson sta comunque lavorando all'ipotesi del ricorso al Capitolo 11 con
gli uomini della task force governativa dell'auto, tanto che sono già filtrati
i dettagli della manovra anche se la scadenza ultima per una decisione è il
primo giugno. Il ministero del Tesoro sta facendo pressioni sul management
della Gm, a cui ha garantito 13,4 miliardi di dollari dei contribuenti per
tenerla a galla, perché prepari un piano di divisione in due parti degli asset
della società. Se sarà ottenuto preventivamente l'ok dei creditori, l'idea
prenderà corpo nelle prime due settimane della bancarotta, definita «chirurgica»
per enfatizzare la precisione e immediatezza dell'operazione. Da un lato
verrebbe creata una Gm «buona», composta dai marchi più validi come Chevrolet,
e dalle operazioni più profittevoli come quelle delle controllate che operano in Cina: questa società più piccola, risanata con una dote dai 5 ai 7
miliardi di denaro governativo, starebbe in regime fallimentare per soli 15
giorni. Dall'altro canto nascerebbe una Gm «cattiva», in cui inserire gli
stabilimenti e le produzioni che perdono soldi, oltre all'ingente portafoglio
di debiti verso i sindacati sotto forma di impegni previdenziali e
assistenziali: sistemare questa azienda richiederà almeno 70 miliardi,
hanno detto al New York Times funzionari del Tesoro ed esperti legali, e forse
anche di più proprio a causa dei diritti contrattuali dei lavoratori, dei
pensionati e dei loro familiari. Gli interessi dei detentori delle obbligazioni
Gm e quelli dei dipendenti sono in conflitto, anche se tanti operai e impiegati
si possono trovano da entrambe le parti della barriccata possedendo azioni e
bond della loro azienda nei propri conti pensionistici. Ai comitati degli
obbligazionisti, che rappresentano crediti per circa 29 miliardi di dollari in
bond «non assicurati», andranno una parte dei proventi della vendita che il
governo farà delle azioni della Gm «buona», ma chi ha i bond teme che il
sacrificio di prezzo sarà troppo elevato, e si prepara alle battaglie legale.
Anche i sindacati finiranno con il dover accettare la trasformazione in azioni dei
crediti che vantano verso la Gm, ma hanno sempre detto di subordinare una
riduzione ai propri diritti contrattuali al fatto che gli obbligazionisti
accettino una pesante mutilazione ai propri. Obama, alla cui elezione i
sindacati hanno contribuito largamente con fondi, voti e propaganda, si
attendono una qualche ricompensa di trattamento da parte della task force.
Peraltro, il presidente non ha minor bisogno degli uomini d'affari, della
comunità finanziaria e degli hedge funds per raddrizzare prima possibile
l'econonia, a partire dalla partecipazione di questi ultimi ai fondi speciali
pubblico-privati che dovranno ripulire i bilanci delle banche ingolfati di
titoli tossici. Un avvertimento dell'ostilità che la Gm, e il governo Obama che
di fatto la guida oggi, rischia di affrontare con gli operatori privati
internazionali che hanno il solo obiettivo di massimizzare i profitti dei
propri investimenti è già venuto dal Canada. Il mese scorso ad Halifax, in
Nuova Scozia, alcuni fondi d'investimento hanno fatto causa alla Gm perchè
aveva «estratto» 600 milioni di dollari di dividendi dalla controllata Nova
Scotia Finance Co per rifornire di liquidi le casse della Gm americana,
lasciando i detentori dei bond della finanziaria canadese in una situazione di
maggior rischio. Del miliardo di dollari dell'emissione, i fondi d'investimento
citati ne posseggono il 60% dal 2003: la loro tesi è che Gm, avendo chiesto
alla sussidiaria di versare i dividendi alla casa madre, ha infranto la legge
canadese. Il management sapeva che le operazioni di Gm negli Usa
«erano o insolventi o sull'orlo della bancarotta» e la manovra di trasferire
dividendi dal Canada agli Usa ha indebolito
illecitamente la posizione dei creditori della Nova Scotia Finance Co.
( da "Corriere.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Con il gruppo dei 5+1 (Usa,
Russia, Cina, Gran
Bretagna, Francia e germania) Iran, sì a colloqui sul programma atomico Il capo
negoziatore iraniano ha avuto una conversazione telefonica con Solana,
incaricato dell'Ue TEHERAN - L'Iran ha finalmente accettato l'inizio di
colloqui sul proprio programma atomico con il cosiddetto gruppo 5+1 (Usa, Cina,
Russia, Francia, Gran Bretagna e Germania). La tv di Stato iraniana ha infatti
reso noto che il capo negoziatore iraniano, Said Jalili, ha avuto una
conversazione telefonica con Javier Solana, alto rappresentante per la politica
estera dell'Ue, e che la ripresa dei negoziati «è salutata con favore». Solana
era stato incaricato dai 5+1 di sondare la disponibilità del regime iraniano.
CONTATTO - La tv dell'Iran ha precisato che è stato Solana a chiamare Jalili
«per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in
una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa hanno accettato di partecipare a trattative dirette con
Teheran. «L'Iran accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i
sei Paesi», ha detto Jalili, «al fine di favorire una comprensione costruttiva
degli sviluppi internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che «presto
l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito. stampa |
( da "Cittadino, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'Iran apre al
negoziato con il gruppo dei "5+1" n Il capo negoziatore iraniano sul
nucleare, Said Jalili, ha detto ieri che il suo Paese «accoglie favorevolmente»
la proposta di riprendere i negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1, con
l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. Jalili, ha
riferito la televisione di Stato, ha comunicato la risposta positiva dell'Iran
al responsabile della politica estera comune della Ue, Javier Solana, che tiene
i contatti con Teheran a nome dei sei Paesi. È stato lo stesso Solana, ha
precisato la televisione iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i
contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei 5+1» in
una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo, hanno
accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran.Del gruppo fanno parte
i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioé Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. «L'Iran - ha
detto Jalili - accoglie favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei
Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi
internazionali». Il capo negoziatore ha aggiunto che «presto l'Iran emetterà
una dichiarazione» in proposito. La data della ripresa dei colloqui non è stata
precisata. Il 9 aprile, all'indomani dell'offerta da parte dei 5+1, il
presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva detto che Teheran era pronta a
nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco».
E contemporaneamente aveva annunciato nuovi progressi nel programma iraniano,
compresa la sperimentazione di centrifughe di nuova generazione per
l'arricchimento dell'uranio. L'attività che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu
ha chiesto inutilmente all'Iran di sospendere, con varie risoluzioni. Diversi
dirigenti iraniani, tra i quali il presidente del Parlamento, Ali Larijani,
hanno inoltre affermato che ormai la comunità internazionale deve accettare il
programma della Repubblica islamica, che nega di volere costruire ordigni
atomici. Le preoccupazioni tuttavia rimangono, non solo in Occidente ma anche
in diversi Paesi arabi della regione a maggioranza sunnita, come l'Egitto, che
da 30 anni ha rapporti tesi con l'Iran sciita. Lo stesso Larijani ha reagito
duramente agli arresti in Egitto di decine di egiziani, palestinesi e libanesi
ritenuti membri dell'Hezbollah sciita libanese, alleato dell'Iran, accusati di
avere pianificato attacchi nel Paese. Il presidente del Parlamento iraniano ha
affermato che «un certo Paese», cioé l'Egitto, «non può pensare di ingannare
l'opinione pubblica mondiale per indurla a dimenticare la sua cooperazione con
Israele durante l'invasione di Gaza» nel dicembre scorso. (Alberto Zanconato)
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL MISSILE LANCIATO
DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del
test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto
che le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano
applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare
nuove misure contro Pyongyang. DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA
CIVILE IN THAILANDIA Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e
un centinaio di feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i
sostenitori dell'ex premier Thaksin Shinawatra e la polizia, che a
Bangkok ha aperto il fuoco sulla folla dopo essere stata attaccata con un
lancio di molotov e pietre. A perdere la vita è stato un uomo di 54 anni che
sarebbe stato ucciso dalle camicie rosse pro-Thaksin e un diciannovenne
deceduto in ospedale per una ferita d'arma da fuoco. L'UOMO, UN 60ENNE, SI è
POI ARRESO FRANCIA, SPARA E FA DUE MORTI A Douchys-les-Mines, nel nord della
Francia, un uomo di 60-65 anni ha fatto fuoco ieri sera con il suo fucile,
uccidendo due persone in strada, un uomo e una donna di una ventina d'anni, e
ferendo una terza, prima di trincerarsi in casa. L'uomo, un pensionato, è uscito
dalla sua casa circa due ore e mezza dopo, con le braccia alzate, e si è fatto
arrestare. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove
uomini della tribù Fur, una delle principali del Darfur che nel 2006 uccisero
il direttore di un giornale a loro contrario, sono stati impiccati ieri
pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE
USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al
Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro
l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald
Payne. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.
( da "Arena, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 14 Aprile
2009 PRIMAPAGINA Pagina
( da "Arena, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 14 Aprile
2009 CRONACA Pagina 17 GLOBALIZZAZIONE. Popoli aiuta i
Karen Uovo veronese con sorpresa made in China La Repubblica popolare è partner
della Birmania il cui regime perseguita la minoranza etnica Chissà cosa avranno
pensato i volontari del gruppo solidarista «Popoli», fondata da Franco Nerozzi,
quando, aprendo l'uovo di Pasqua dell'associazione hanno trovato una sorpresa
prodotta niente di meno che da un'azienda cinese; certo fa effetto
leggere «prodotto in Cina» sul bigliettino delle avvertenze che accompagna il
«giochino». La repubblica popolare è infatti il primo partner commerciale del
regime militare birmano, lo stesso regime contro cui il popolo Karen è in
costante guerra dal 1949 per ottenere l'indipendenza e per preservare la sua
identità. La Cina è inoltre l'unica grande potenza rimasta a difendere
fortemente la Birmania presso le Nazioni Unite e ad opporsi ad ogni sanzione
contro Rangoon. L'associazione veronese «Popoli» già dal 1994 si occupa del
popolo Karen e nel settembre 2001 è arrivata in quei territori al confine con
la Tailandia con la prima missione operativa sanitaria. Un regime militare,
quello contro cui la popolazione Karen lotta ogni giorno, alimentato
direttamente dai commerci con la Cina: sarebbero 800 milioni di euro gli
investimenti di Pechino in Birmania. La Cina importa in Birmania legname, gas,
petrolio, carbone, nickel, marmo, pesce e in cambio moltiplica investimenti
pubblici e privati nelle infrastrutture e contribuisce a modernizzare
l'esercito esportando armi; secondo alcuni osservatori internazionali, Pechino
avrebbe fornito ai generali più di due miliardi di dollari in armi e munizioni.
Chi poteva immaginare che quel piccolo giocattolo prodotto in Cina, importato
da una ditta veronese e inserito nell'uovo di cioccolato, pagato con i soldi
dell'associazione e dei donatori, andasse ad alimentare i commerci dello stato
che fornisce le armi con cui la giunta militare al potere combatte i Karen, il
popolo che Nerozzi & C. sostengono da anni e che curano anche dalle ferite
di quei fucili. Una autentica sorpresa.B.C.
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 13 - Esteri
Il capo negoziatore Jalili al rappresentante dell´Ue Solana Iran pronto al
dialogo "Trattiamo sul nucleare" TEHERAN - L´Iran è pronto a sedersi
al tavolo delle trattative con i paesi occidentali per discutere del programma
nucleare. L´annuncio dell´apertura della Repubblica Islamica è stato dato ieri
dalla televisione nazionale iraniana, che ha riferito di una telefonata fra il
responsabile per la Politica estera Ue Javeir Solana e il capo negoziatore
iraniano Said Jalili. Secondo la tv, Jalili ha detto a Solana - che coordina la
politica del gruppo 5+1, i cinque paesi membri permanenti del Consiglio di
Sicurezza ONU (Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Francia e Russia) più la Germania - che l´Iran «accoglie
favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di
favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Era stato
lo stesso Solana, secondo quanto precisato dalla televisione iraniana, a
telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal
gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra,
durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo,
avevano accettato di partecipare a trattative dirette con l´Iran. Il 9 aprile,
all´indomani dell´offerta, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva
detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un´atmosfera di
giustizia e di rispetto reciproco».
( da "Centro, Il" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 40 -
Attualità IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG
L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha
approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5
aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla
risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il
testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang.
ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori,
guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la
strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,
quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti
terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato
degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN
TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18
persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo
editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak,
il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan.
L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di
Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE
INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del
Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto
articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri
pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE
USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al
Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro
l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald
Payne. Nell'attacco sono rimasti uccisi almeno 2 civili ed altri 16 sono
rimasti feriti. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.
( da "Nuova Venezia, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6 - Primo
Piano IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU
CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato
all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile
scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione
1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è
frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang.
ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori,
guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la
strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,
quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti
terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato
degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN
TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18
persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo
editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak,
il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan.
L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di
Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE
INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del
Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto
articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri
pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE
USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al
Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro
l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald
Payne. Nell'attacco sono rimasti uccisi almeno 2 civili ed altri 16 sono
rimasti feriti. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.
( da "Nuova Venezia, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6 - Primo
Piano Bangkok: la polizia spara, due vittime Thailandia nel caos, la Farnesina
sconsiglia il viaggio ai turisti italiani ROMA. La Thailandia nel caos e ad un
passo dalla guerra civile mentre ieri il paese ha celebrato il capodanno con i
bambini che si gettavano secchi d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle
stesse ore in diversi punti della capitale Bangkok gli antigovernativi con le
camicie rosse si scontravano con i militari e l'edificio del ministero della
Educazione era in fiamma. Gli scontri più duri si sono verificati in uno degli
snodi principali della capitale, nella piazza di Victory Monument, dove la
polizia ha sparato raffiche di mitra e le bombe lacrimogene per disperdere le
camicie rosse che avevano alzato delle barriccate e avevano roveciato bus delle
linee urbane per impedire l'ingresso dei militari nella piazza. Si parla di due
morti e di oltre 100 feriti tra i dimostranti e i militari, mentre la Farnesina
sconsiglia ai turisti italiani di recarsi in Thailandia e di posticipare le
loro prenotazioni. La situazione è precipitata due giorni fa dopo alcuni mesi
di protesta contro il governo quando le camicie rosse, seguaci dell'ex premier
Thaksin Shinawatra (un ricco politico-tycoon, accusato di corruzione e di
borogli elettoraali e costretto alla funga all'estero nel dicembre del 2008)
hanno assaltato l'albergo in cui si svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia)
costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito
Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in
molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai
ministri e nelle piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla
"rivoluzione popolare" l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si
messo in contatto telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in
patria per sfidare il governo e riprendere il potere. Molto dipende nelle
prossime ore dalle posizioni che assumeranno sia il Re che le forze armate, da
sempre fedeli alla monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe
militare (i militari hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche
perché è sempre più probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice
rosse legati a Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni
ricchi imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale
governo e che sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto
sapre che passerà alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si
fermino e ha già proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Sono
cancelate molte prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina
ha avvisato gli italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro
alberghi. (b.z.)
( da "Mattino di Padova, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6 - Attualità
IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU
CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato
all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile
scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla risoluzione
1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il testo è
frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang.
DUE MORTI NEGLI SCONTRI A BANGKOK RISCHIO GUERRA CIVILE IN THAILANDIA
Thailandia sull'orlo ella guerra civile. E' di due morti e un centinaio di
feriti il bilancio di una nuova giornata di scontri tra i sostenitori dell'ex
premier Thaksin Shinawatra e la polizia, che a Bangkok ha aperto il
fuoco sulla folla dopo essere stata attaccata con un lancio di molotov e
pietre. A perdere la vita è stato un uomo di 54 anni che sarebbe stato ucciso
dalle camicie rosse pro-Thaksin e un diciannovenne deceduto in ospedale per una
ferita d'arma da fuoco. L'UOMO, UN 60ENNE, SI è POI ARRESO FRANCIA, SPARA E FA
DUE MORTI A Douchys-les-Mines, nel nord della Francia, un uomo di 60-65 anni ha
fatto fuoco ieri sera con il suo fucile, uccidendo due persone in strada, un
uomo e una donna di una ventina d'anni, e ferendo una terza, prima di
trincerarsi in casa. L'uomo, un pensionato, è uscito dalla sua casa circa due
ore e mezza dopo, con le braccia alzate, e si è fatto arrestare. NEL 2006
UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù
Fur, una delle principali del Darfur che nel 2006 uccisero il direttore di un
giornale a loro contrario, sono stati impiccati ieri pomeriggio nel carcere di
Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE USA COLPI DI MORTAIO CONTRO
PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al Shabaab ha rivendicato
l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro l'aereo su cui stava
ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald Payne. L'aereo del
parlamentare è decollato senza danni.
( da "Adige, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
BRUNO ZORZI L'ultima
di Rody Mirri è questa: aver ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto
nazionale per il commercio estero per «Shanghai collections», l'evento con
l'«E» maiuscola, dice lui, che dovrebbe, tra 180 giorni, aprire
le porte della Cina alla
moda, non solo italiana BRUNO ZORZI L'ultima di Rody Mirri è questa: aver
ottenuto la sponsorizzazione dell'Ici, l'Istituto nazionale per il commercio
estero per «Shanghai collections», l'evento con l'«E» maiuscola, dice lui, che
dovrebbe, tra 180 giorni, aprire le porte della Cina alla moda, non solo italiana. Ultima idea di Rody Mirri,
che nel scintillante mondo della moda lavora dal '79 (fondò a Milano, a palazzo
Ingegnoli in corso Buenos Aires l'agenzia RM) e che nella moda (e ancor più
nello spettacolo), per dir così, le ha «combinate» tutte, compreso scrivere un
libro biografia di Antonio D'Amico, il compagno per 15 anni di Gianni Versace.
Libro che gli procurò una certa fama mediatica e la secca antipatia, più
qualche diffida, dalla famiglia Versace. Scrivere, dice, è la sua passione: suo
primo libro il «Triangolo del potere», dove il «triangolo» allude, diciamo
così, ad un certo strumento di potere femminile e all'uso disinvolto che ne
vien fatto nel mondo dello spettacolo. «Mi son tolto qualche sassolino», dice.
E dopo i «sassolini» ha trovato anche il tempo di aprire un agritur di lusso a
Formentera. A vederlo sembra proprio il prototipo di quelli che girano nel bel
mondo o nel sottobosco del bel mondo. Ma a conoscerlo di persona sorprende.
Soprattutto sorprende la sincerità. Cinquantasei anni portati, diciamo così,
con professionalità. «Guarda, però che è dura. Io col mio lavoro devo sempre
sembrare in forma, ma dormo quattro ore per notte. Il resto è lavoro. Giro come
una trottola, altrimenti addio! Adesso - dice nella sede di Riccione della sede
della Businessgroup, la holding delle sue attività che vanno dagli eventi di
moda, allo spettacolo, alle produzioni tv - stiamo già organizzando la Notte
Rosa qui a Riccione. Lo scorso anno è andata bene, molto bene». In viale
Ceccarini ci arrivò con una limousine tutta rosa. «Con le maniglie fatte fare
da Swarosky. L'ho rivenduta bene». Ben per lui. Mirri, e la crisi? «Noi non la
sentiamo. Anzi». Fatturato? «Tra tutte le società sui cinque milioni di euro».
Lui è uno espansivo, a vederlo sembra proprio più da riviera che da «zime».
Eppure l'uomo è alpestre. È nato a Pinzolo e quando ci ritorna al paese la
gente lo guarda un po' storto perché arriva con ragazze da arresto cardiaco
solo a vederle, più macchinone. In valle ce l'hanno con lui anche perché
avrebbe dovuto portare, per l'apertura del golf club, l'ex presidente Usa Bill Clinton. E invece andò a finire in un polverone e
col Bill chissà dove. «Ma se non è venuto - dice - non è colpa mia». Storia
lunga, lasciamo perdere. Partito con un'agenzia di pubblicità a un negozio di
vestiti a Tione, come detto, è arrivato nel lontano '
( da "Nuova Sardegna, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 15 -
Attualità IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG
L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha
approvato all'unanimità la condanna del test missilistico nordocoreano del 5
aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che le sanzioni previste dalla
risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano applicate. Il
testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang.
ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE SCUOLE INGLESI Buttafuori,
guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto dei supplenti: è questa la
strategia adottata da alcune scuole britanniche per mantenere l'ordine,
quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi popolate da adolescenti
terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno annuale del sindacato
degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN ONDATA DI ARRESTI IN
TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon in Turchia: 18
persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un gruppo
editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro l'Ak,
il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip Erdogan.
L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una sorta di
Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA NOVE
INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali del
Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto
articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri
pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. PRESIDENZIALI IN ALGERIA VINCE
BOUTEFLIKA CON IL 90% Il presidente algerino Abdelaziz Bouteflika è stato
confermato per il terzo mandato consecutivo con il 90,23% dei consensi nelle
elezioni del 9 aprile scorso. Lo ha annunciato ieri il Consiglio
costituzionale. Ha votato il 74,56% degli elettori. Secondo Moussa Touati,
presidente del Partito dei lavoratori, trotzkista, con il 4,5%.
( da "Nuova Sardegna, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 15 -
Attualità Bangkok: la polizia spara, due vittime Thailandia nel caos, la
Farnesina sconsiglia il viaggio ai turisti italiani ROMA. La Thailandia nel
caos e ad un passo dalla guerra civile mentre ieri il paese ha celebrato il
capodanno con i bambini che si gettavano secchi d'acqua come vuole la tradizione.
Ma nelle stesse ore in diversi punti della capitale Bangkok gli antigovernativi
con le camicie rosse si scontravano con i militari e l'edificio del ministero
della Educazione era in fiamma. Gli scontri più duri si sono verificati in uno
degli snodi principali della capitale, nella piazza di Victory Monument, dove
la polizia ha sparato raffiche di mitra e le bombe lacrimogene per disperdere
le camicie rosse che avevano alzato delle barriccate e avevano roveciato bus
delle linee urbane per impedire l'ingresso dei militari nella piazza. Si parla
di due morti e di oltre 100 feriti tra i dimostranti e i militari, mentre la
Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi in Thailandia e di
posticipare le loro prenotazioni. La situazione è precipitata due giorni fa
dopo alcuni mesi di protesta contro il governo quando le camicie rosse, seguaci
dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco politico-tycoon, accusato di
corruzione e di borogli elettoraali e costretto alla funga all'estero nel
dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui si svolgeva il vertice
dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia)
costringendo alla fuga i leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito
Democatico Abhisit Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in
molti altri punti nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai
ministri e nelle piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla
"rivoluzione popolare" l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si
messo in contatto telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in
patria per sfidare il governo e riprendere il potere. Molto dipende nelle
prossime ore dalle posizioni che assumeranno sia il Re che le forze armate, da
sempre fedeli alla monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe
militare (i militari hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche
perché è sempre più probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice
rosse legati a Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni
ricchi imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale
governo e che sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto
sapre che passerà alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si
fermino e ha già proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Sono
cancelate molte prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina
ha avvisato gli italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro
alberghi. (b.z.)
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 14 - Esteri
Gli scontri di questi giorni segnano il tramonto del Paese che per primo, in
Asia, si aprì alla globalizzazione Corruzione, economia e
populismo così è fallito il modello Thailandia La rivolta è finanziata da
Thaskin, magnate-simbolo di un nuovo capitalismo FEDERICO RAMPINI Due leader di
governo tra i più potenti del mondo costretti a una movimentata fuga in
elicottero: è il segnale che la crisi thailandese è tutt´altro che una
vicenda locale. L´immagine del premier cinese Wen Jiabao e del suo omologo
giapponese Taro Aso "evacuati" in extremis dall´aviazione militare,
con l´interruzione forzata di un importante summit che si era aperto venerdì a
Pattaya, restituisce la dimensione internazionale del caso-Thailandia. Questa
nazione del sud-est asiatico fu uno dei primi "dragoni" a
sperimentare la modernità, l´apertura all´Occidente e i benefici della
globalizzazione. Oggi è un concentrato di ricette fallite. I leader dell´Asean
si erano riuniti a Pattaya proprio per discutere un approccio comune alla
recessione che colpisce l´Estremo Oriente, ma quel dialogo è stato interrotto
dal caos delle proteste che minacciano il governo di Bangkok. E´ inevitabile
tracciare il parallelo con un´altra crisi finanziaria internazionale,
"l´asiatica" che ebbe inizio proprio in Thailandia nel 1997: oggi ci
appare per molti versi come una prova generale del collasso sistemico iniziato
negli Stati Uniti un decennio dopo. Negli occidentali è forte la tentazione di
liquidare la Thailandia come uno Stato da operetta. I golpe hanno una frequenza
disarmante: gli ultimi avvennero nel 1971, 1977, 1991, 2006. L´esercito appare
come l´arbitro di ultima istanza delle contese tra fazioni politiche. Dietro
l´esercito, in un ruolo occulto e spesso indecifrabile, c´è la regìa imprevedibile
e nefasta del re. Ma in quest´ultimo divampare della violenza, con i sanguinosi
regolamenti di conti tra le "camicie rosse" dell´opposizione e le
"camicie gialle" filogovernative e filomonarchiche, il caos politico
thailandese è accentuato dalle confusioni dei ruoli. Il precario governo
guidato dal 44enne Abhisit Vejjajiva, che traballa paurosamente sotto i colpi
della contestazione, avrebbe le carte in regola per una gestione moderata e
consensuale della crisi economica. Ma il suo premier è macchiato da un peccato
originale: la legittimità popolare gli fa difetto dalla nascita. Abhisit è
andato al potere grazie alla congiunzione tra la pressione della piazza e le
congiure di palazzo. Ha avuto il sostegno delle forze armate e del Parlamento,
mai quello del suffragio universale. Per ben due volte, nel 2005 e nel 2007,
gli elettori hanno chiesto il ritorno al potere del principale partito di
opposizione e la loro volontà è stata calpestata da una democrazia truccata. La
natura di quell´opposizione a sua volta non fa che accentuare l´instabilità
della Thailandia. Il leader deposto e in esilio, Thaksin Shinawatra, fu
definito a suo tempo "un Berlusconi asiatico". Le etichette sono
fuorvianti e questi paragoni sono sempre delle forzature. Sta di fatto che
Thaskin è al tempo stesso un magnate-simbolo di un nuovo capitalismo, che fece
fortuna con il boom delle telecomunicazioni, poi fu al centro di gravi accuse
quando vendette il suo impero a investitori stranieri (di Singapore). E´ un
leader populista di successo: la sua immensa ricchezza personale non gli
impedisce di avere una solida base di consenso tra i ceti meno abbienti delle
regioni rurali. è lì che la sua azione di governo esercitò i benefici più
reali: aumento della spesa per l´istruzione, la sanità, e accesso al credito
per i piccoli agricoltori. Al governo dal 2001 al 2006, Thaksin ha
rivoluzionato le regole del gioco, cavalcando la diffusa sfiducia popolare
verso l´élite di Bangkok. Ma le sue pulsioni autoritarie erano preoccupanti,
come nell´uso spregiudicato della campagna anti-droga per ridurre le libertà e
aumentare l´arbitrio poliziesco. Dall´esilio dorato fra Dubai e Londra
dove ha comprato la squadra di calcio Manchester City Thaksin continua a
usare la sua ricchezza per finanziare le proteste anti-governative, convinto che un ritorno alle
urne potrebbe consentirgli di insediare un premier-fantoccio. L´alternativa tra
un plutocrate populista e l´attuale governo sorretto (forse solo
provvisoriamente) dai militari e dal re, è un´atroce caricatura di quel che
potrebbe essere la dialettica democratica in un paese ormai sviluppato come la
Thailandia. Il caos di Bangkok è la smentita più severa di quelle teorie sul
"modello asiatico" di paternalismo autoritario, che hanno importanti
fautori da Singapore a Pechino. La presunta stabilità di quel modello, in tutte
le sue varianti di destra e di sinistra, è messa a dura prova dalla tempesta
economica attuale e non solo in Thailandia.
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6 - Prato
Incontro con Marc Augè domani sera al Magnolfi Affronterà il tema dell'identità
in una società multiculturale PRATO. Sarà l'antropologo della contemporaneità
Marc Augè a chiudere il ciclo di incontri su "Identità e
multiculturalità" promosso dalla Consulta Cultura & Società di
Confartigianato con il patrocinio e il contributo della Provincia e del Comune
e la collaborazione di Caritas. L'appuntamento è per domani sera alle 21 al
teatro Magnolfi Nuovo per affrontare, insieme a Gianni Cascone che coordina
l'incontro, i rapporti fra Islam e mondo occidentale, lo
stato attuale della globalizzazione e le sue nuove sfide. Identità e
Multiculturalità è un progetto che si propone di favorire diffusione e
condivisione di un confronto culturale nella nostra realtà connotata da un
forte flusso migratorio; un tentativo di lavorare sulla caratterizzazione
identitaria per riconoscersi parte integrante di un contesto,
valorizzando tratti comuni e differenze. Non a caso l'idea del progetto è
partita dal ciclo di incontri su Francesco Datini, personaggio simbolo pratese
che, partendo da Prato ha impiantato vari commerci all'estero diversificando la
produzione e poi, tornato in patria, ha reinvestito le risorse nel territorio
anche in campo sociale. Un esempio emblematico sia dell'emigrazione in terra
straniera che del ritorno in patria, di una forte identità che gioca un ruolo
decisivo per l'incontro con culture "altre".
( da "Repubblica, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 26 - Economia Cina,
nuovo piano per rilanciare i consumi Pechino pensa alla leva fiscale. Banche,
indagine Usa sui bilanci
truccati VITTORIA PULEDDA MILANO - La Cina prova a sperare nella ripresa Usa, robusto mercato di riferimento per le sue esportazioni, ma nel
frattempo studia nuove misure per sostenere la crescita interna. I
segnali provenienti da Pechino, tutto sommato, sembrano incoraggianti, a
partire dal buon andamento della produzione industriale (più 8,3% in marzo,
contro un aumento inferiore al 4% nei due mesi precedenti). Ma il piatto forte
che sta preparando il governo, secondo le indiscrezioni rilanciate dal
quotidiano ufficiale China Securities Journal, punta ad un piano per stimolare
la domanda locale, basato sulla leva fiscale. L´obiettivo infatti è di
sostenere i consumi nazionali - anche in un quadro di fiacca domanda
internazionale - per difendere l´occupazione. L´export cinese, del resto, ha
visto una contrazione del 17% in marzo, dato tuttavia nettamente migliore del
meno 25,7% di febbraio. Il governo cinese ha già promosso nei mesi scorsi un
piano di investimenti di circa 500 miliardi di euro per far fronte alla crisi
e, almeno dal punto di vista dell´economia di carta, gli effetti si vedono: da
inizio anno l´indice della Borsa di Shanghai è cresciuto del 38% e ieri, uno
dei pochi mercati aperti al mondo, è salita del 2,84%. Al contrario, Tokio ieri
ha chiuso in calo dello 0,44%, dopo aver toccato venerdì scorso i massimi da
tre mesi a questa parte. Il Giappone lotta con i timori di deflazione: in marzo
i prezzi all´ingrosso sono scesi del 2,2%, il calo più ampio dal settembre
2002. Seduta incerta per Wall Street, in calo nelle prime battute e in
ripiegamento di un punto percentuale (sotto la soglia degli 8.000 per il Dow
Jones), salvo poi recuperare e arrivare in chiusura sulla parità. La Borsa sta
vivendo con trepidazione il via alle trimestrali: oggi parte Goldman Sachs, ma
in settimana sarà la volta di Jp Morgan, Citigroup, Intel, General Electric e
Johnson & Johnson. Crolla invece (con punte anche di meno 30%)
l´assicurazione Genworth Financial, dopo che il Tesoro Usa
le ha negato l´accesso agli aiuti pubblici previsti dal fondo Tarp (per gli
asset tossici). E proprio sul programma di aiuti, l´ispettore generale del Tarp
Neil Barofsky ha rivelato al Financial Times di aver avviato un´indagine per
verificare i bilanci delle banche che hanno beneficiato dell´intervento
pubblico, per escludere che qualcuno abbia "truccato" i conti per
accedere ai fondi. Uno dei requisiti infatti era di avere una solidità
patrimoniale, fattore che avrebbe potuto spingere qualche banca a migliorare le
proprie condizioni di bilancio.
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Fabio Demi Contro
la crisi un'altra Torre di Pisa Enrico Letta: pensiamo in grande, come facevano
i nostri antenati «Subito la riforma del welfare per proteggere i precari»
Messaggio all'economia e alla politica: possiamo uscire dalla crisi solo pensando
in grande, proiettandoci verso il futuro. Vivere esclusivamente nel presente e
per il presente non funziona, ci vuole la forza di guardare in prospettiva.
Realizzare qualcosa di solido e duraturo, come i nostri antenati. Enrico Letta
(42 anni, ex ministro nei governi Prodi e ora parlamentare del Pd), per
sostenere questo ragionamento affidato al libro "Costruire una
cattedrale", porta l'esempio di Pisa, la sua città: «Più della metà del
Pil prodotto a Pisa è il frutto di due realizzazioni vecchie di secoli: Piazza
dei Miracoli e l'università. Le persone che hanno messo la prima pietra del
Duomo o della Torre e che hanno iniziato a organizzare l'ateneo, non hanno
visto l'esito del loro lavoro. Ci sono volute generazioni per portare a termine
quei gioielli. Ma è grazie al lavoro e alla fatica di quelle persone che si
sono succedute nel tempo, se oggi i pisani possono godere delle loro
ricchezze». Ebbene, la mentalità dell'Italia contemporanea dovrebbe essere
simile a quella dei pisani che, in una piccola città, hanno fondato opere
straordinarie. Letta nel volume (oggi in libreria, Mondadori editore) insiste
molto proprio sulla mentalità vincente, quella che può toglierci dai guai. Cita
Nino Andreatta, l'ex ministro democristiano suo maestro, che amava dire: «Bisogna
lavorare come gli scalpellini medievali, che quando facevano una cattedrale
mettevano la stessa attenzione sia alla facciata sia al particolare in alto a
destra sul retro, quello che solo i piccioni possono ammirare». Ok, è chiaro.
Ma c'è anche la storiella che ha raccontato Pietro Nenni, leader del vecchio
Partito socialista: «Due operai stanno ammucchiando mattoni lungo la strada.
Passa un viandante che s'informa sulla natura del loro lavoro. Uno risponde
semplicemente: ammucchio mattoni. L'altro invece esclama: innalzo una
cattedrale!». I due stanno facendo la stessa cosa, uno privilegia l'aspetto
tecnico, quotidiano, l'altro invece dà il senso della partecipazione a
un'impresa che resterà nel tempo. Le frasi di Andreatta e Nenni, applicate ai
giorni che stiamo vivendo, per Letta vogliono dire questo: stop al presentismo
(cioè la tendenza a privilegiare l'immediato senza investire nel futuro), stop
alla finanza creativa che si mangia l'economia reale. Per costruire la nostra
cattedrale dobbiamo ripartire proprio dall'economia reale, dalla ricerca,
dall'innovazione, dalle scuole di alta formazione (e qui si torna a bomba, a
Pisa, dove la Scuola Sant'Anna e la Normale sono due trampolini di lancio per
la speranza nel domani). Economia e politica. Letta non si tira indietro e
affronta due fra i nodi principali: la crisi che travolge i posti di lavoro,
creando nuova povertà, e le difficoltà del Partito democratico. Fra l'altro il
libro nasce anche come risposta al best seller di Giulio Tremonti "La
paura e la speranza". Mondadori ha chiesto a Letta una
riflessione sui temi affrontati dal ministro (dalla globalizzazione alla
statalizzazione dell'economia) e lui ha accettato. Per superare la paura e
ridare la speranza, Letta si concentra su argomenti forti come la riforma degli
ammortizzatori sociali. «Chi ha il contratto a tempo indeterminato - sottolinea
Letta - ha protezioni sufficienti. Il problema vero sono i precari,
quelli senza garanzie. Dobbiamo pensare a loro, ed è errata la politica
adottata dal governo, secondo cui la riforma del welfare si potrà fare solo
dopo la fine della crisi. No, la riforma va fatta subito. Intanto, prima di
uscire dalla recessione, dovrà passare almeno un altro anno durante il quale le
difficoltà sociali aumenteranno. E poi, mentre piove, non si può aprire un
ombrello bucato. Qualcuno si ripara, altri no. Un pezzo consistente del mondo
del lavoro sta fuori dall'ombrello». Ma il libro di Letta, probabilmente, farà
discutere soprattutto per la parte dedicata al Partito democratico. «Il mio
punto di riferimento - spiega l'autore - è una ricerca di Ilvo Diamanti e Marc
Lazar, che hanno effettuato un parallelo fra la geografia elettorale del 1976 e
quella del 2008. Così hanno notato che, a livello di aree, c'è una correlazione
del 95% fra il voto di trent'anni fa al Pci e il voto dell'anno scorso al Pd.
In Italia, nel 1976, il Partito comunista al massimo storico prese il 34,4% e
ora il Pd ha un peso grosso modo equivalente. I dati più impressionanti sono
quelli di Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna, dove il Pci era forte e lo è anche
il Pd. Anche le debolezze, come la Sicilia e la Lombardia, sono praticamente
uguali. Addirittura la correlazione è altissima non solo a livello di regioni,
ma pure provincia per provincia». Il ragionamento porta Letta a superare la
tradizionale dicotomia destra-sinistra. Secondo lui l'elettorato italiano è
tripolare, diviso fra moderati, progressisti e populisti. E dunque: «Se il Pd
avesse la possibilità di attrarre alleati in maniera da aggiungere ai suoi
elettori un altro 20%, vincerebbe con la maggioranza assoluta. Ma visto che
siamo praticamente soli, a parte Di Pietro e le forze della sinistra non
radicale, dobbiamo recuperare consensi in direzione dei moderati. Berlusconi
vince perché lui, populista, si allea con i moderati. Il Partito democratico,
progressista, non riesce a fare altrettanto. Deve riuscirci». Per Letta,
insomma, il Pd non deve limitarsi a difendere le zone in cui è forte e
radicato, come la Toscana, ma sfondare nel campo moderato. E da questo
orizzonte è totalmente esclusa la sinistra radicale. Solo così Franceschini e
compagnia, ponendo le basi di un nuovo centro-sinistra («Con la C maiuscola»,
dice Letta) potranno costruire la loro cattedrale.
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bottega del Caffè
Fino a sabato la mostra di Mannucci LIVORNO. Continua fino a sabato, per
Collettive artistiche e d'incontro "Numbers", la personale di Paolo
Mannucci alla Bottega del Caffè di viale Caprera. L'esposizione fa parte di un
progetto culturale articolate su tre mostre (una delle quali - la personale del
pittore Giampaolo Corti - si è già svolta con successo di critica e di
pubblico) promosso dall'Associazione lavoratori comunali e dal Circolo
ricreativo dipendenti della Provincia. La pittura concettuale di Palo Mannucci
nasce e si sviluppa intorno al Numero. «Quel dato che non ammette equivoci, ne
obiezioni, rappresenta oggi il caos e l'incertezza di un
mondo globalizzato. Sintetizza il nostro modus vivendi diventandone uno status
simbol. Numeri contaminati da tratti cromatici forti e decisi così a
fotografare uno spaccato del nostro vivere quotidiano». La terza ed ultima
mostra si svolgerà, sempre alla Bottega del Caffè, dal 25 aprile al 9 maggio e
si intitola "Trossi Uberti...e oltre", una collettiva degli
allievi ed ex allievi della scuola di pittura di via Ravizza ad Ardenza.. Info.
Associazione Lavoratori Comunali, tel. 0586 894228 / 820663
( da "Tirreno, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
C'è IL RISCHIO DI UN
GOLPE Scontri a Bangkok: due morti Militari contro i manifestanti, la
Thailandia è nel caos La Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di recarsi
nel Paese ROMA. La Thailandia nel caos e ad un passo dalla guerra civile mentre
ieri il paese ha celebrato il capodanno con i bambini che si gettavano secchi
d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle stesse ore in diversi punti della
capitale Bangkok gli antigovernativi con le camicie rosse si scontravano con i
militari e l'edificio del ministero della Educazione era in fiamme. Gli scontri
più duri si sono verificati in uno degli snodi principali della capitale, nella
piazza di Victory Monument, dove la polizia ha sparato raffiche di mitra e
bombe lacrimogene. Voleva disperdere le camicie rosse che avevano alzato
barricate e avevano rovesciato bus delle linee urbane per impedire l'ingresso
dei militari nella piazza. Si parla di due morti e di oltre 100 feriti tra i
dimostranti e i militari, mentre la Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di
recarsi in Thailandia e di posticipare le loro prenotazioni. La situazione è
precipitata due giorni fa - dopo alcuni mesi di proteste contro il governo -
quando le camicie rosse, seguaci dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco
politico-tycoon, accusato di corruzione e di brogli elettorali e costretto alla
fuga all'estero nel dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui si
svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi del Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i
leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit
Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti
nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministeri e nelle
piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla "rivoluzione
popolare", l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si messo in contatto
telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in patria per sfidare il
governo e riprendere il potere. Nelle prossime ore molto dipenderà dalle
posizioni che assumeranno sia il re che le forze armate, da sempre fedeli alla
monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe militare (i militari
hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche perché è sempre più
probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice rosse legati a
Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni ricchi
imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale governo e che
sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto sapere che passerà
alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si fermino e ha già
proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Intanto è in crisi una delle
voci più essenziali dell'economia thailandese, il turismo. Sono cancellate molte
prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina ha avvisato gli
italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro alberghi. B.Z.
( da "Italia Oggi"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi sezione:
Primo Piano data: 14/04/2009 - pag: 5 autore: Aldo Amati Vice capo servizo
stampa e informazione Ministero affari esteri La Lettera Ma la Farnesina è
solida Gentile Direttore, nel riferirmi al vostro articolo pubblicato oggi dal
titolo «La Farnesina scricchiola come le ambasciate», sono lieto di informarla
che il ministero degli esteri ha retto egregiamente alle scosse di questi
giorni , né nei suoi corridoi si aggirano persone dai volti lunghi. Vi si
respira al contrario un concreto senso di responsabilità e una visione
strategica in un processo di razionalizzazione e di ammodernamento della rete
già iniziato da tempo, in risposta non solo ai tagli di bilancio ma anche alla
necessità di razionalizzare e rafforzare la nostra presenza nel mondo. Scelta,
quest'ultima, che ci accomuna a tutte le altre diplomazie dei Paesi del G8. In un mondo globalizzato come quello di oggi, occorre saper fare
scelte per adattare rapidamente le strutture e l'organizzazione del lavoro a
fronte di mutamenti che intervengono di continuo. Ciò obbliga anche il
ministero degli esteri, come tutti i players della globalizzazione, ad
adattarsi rapidamente alla nuova, cangiante realtà e a modificare la
mappa della sua presenza nel mondo, attualmente composta da 126 Ambasciate e
105 Consolati. Questa strategia ha condotto a inevitabili, ma comunque
limitate, chiusure, ma anche a aperture e rafforzamenti di sedi in aree del
mondo oggi molto più strategiche che in passato. Che poi tutto ciò si faccia
con un occhio al contenimento della spesa pubblica, dimostra soltanto il senso
di responsabilità che informa il ministero degli esteri in una congiuntura
economica internazionale e nazionale che è sotto gli occhi di tutti.Un cordiale
saluto
( da "Messaggero, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 14 Aprile
2009 Chiudi nostro servizio TEHERAN L'apertura del presidente Usa, Barack Obama, all'Iran, comincia a produrre i suoi
effetti. Teheran ha infatti annunciato l'intenzione di riprendere il dialogo
sul proprio programma nucleare con il gruppo dei paesi del 5+1 (i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania). L'accordo è stato
preso nel corso di una telefonata fra il capo negoziatore per il nucleare
iraniano, Saaid Jalili, e l'Alto rappresentante per la politica estera e la
sicurezza comune dell Ue, Javier Solana. Per ora, non è stato comunque
reso noto né il luogo dell'incontro né la data. Secondo quanto riporta la
televisione di stato iraniana, Irib, è stato lo stesso Solana a telefonare a
Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione emessa dal gruppo dei
5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra, durante la quale anche
gli Usa, componenti del gruppo, hanno accettato di
partecipare a trattative dirette con l'Iran. E questa sarebbe la prima volta.
«L'Iran - ha detto Jalili - accoglie favorevolmente la continuazione dei
colloqui con i sei Paesi al fine di favorire una comprensione costruttiva degli
sviluppi internazionali». Il capo negoziatore iraniano ha spiegato che «presto
l'Iran emetterà una dichiarazione» in proposito. Il 9 aprile, all'indomani
dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad aveva
detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di
giustizia e di rispetto reciproco». E contemporaneamente aveva annunciato nuovi
progressi nel programma iraniano, compresa la sperimentazione di centrifughe di
nuova generazione per l'arricchimento dell'uranio, l'attività che il Consiglio
di Sicurezza dell'Onu ha chiesto inutilmente all'Iran di sospendere con varie
risoluzioni. Diversi dirigenti iraniani, tra i quali il presidente del
Parlamento, Ali Larijani, hanno inoltre affermato che ormai la comunità
internazionale deve accettare il programma della Repubblica islamica, che nega
di volere costruire ordigni atomici. Domenica scorsa Larijani ha dichiarato che
il Majlis (il Parlamento iraniano) svolgerà un ruolo principale sui negoziati
futuri, chiedendo che i deputati possano supervisionare i colloqui in modo da difendere
«gli inalienabili diritti nucleari del paese». Il Parlamento, ha aggiunto
Larijani, autorizzerà solo i negoziati «condotti nella cornice delle
risoluzioni approvate dall'assemblea». Le preoccupazioni tuttavia rimangono,
non solo in Occidente ma anche in diversi Paesi arabi della regione a
maggioranza sunnita, come l'Egitto, che da 30 anni ha rapporti tesi con l'Iran
sciita. Lo stesso Larijani ha reagito ieri duramente agli arresti in Egitto di
decine di egiziani, palestinesi e libanesi ritenuti membri dell'Hezbollah
sciita libanese, alleato dell'Iran, accusati di avere pianificato attacchi nel
Paese. Il presidente del Parlamento iraniano ha affermato che «un certo Paese
(l'Egitto, ndr) «non può pensare di ingannare l'opinione pubblica mondiale per
indurla a dimenticare la sua cooperazione con Israele durante l'invasione di
Gaza» nel dicembre scorso. E da Israele arriva il commento del presidente
Shimon Peres. In realtà, più che un commento è un avvertimento. In una
intervista a Radio Kol Hai, Peres ha usato toni che il "Jerusalem
Post" definisce «insolitamente aggressivi», minacciando un'azione militare
qualora gli sforzi tesi al dialogo di Obama non dessero i frutti sperati. R.Es.
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Se Cina e Usa s'avvicinano -->
Martedì 14 Aprile 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Uno degli aspetti che da
qualche anno sta caratterizzando con sempre maggiore evidenza la scena
internazionale è il continuo rafforzamento dell'asse economico, e per certi
versi anche politico, tra Stati Uniti e Cina. I due
Paesi hanno storie ed assetti economici, politici e sociali estremamente
diversi, ma proprio questa diversità, che la crisi in atto ha ulteriormente
evidenziato, li rende fortemente complementari. Gli Stati Uniti, dai quali la
crisi attuale è partita, sono un chiaro esempio del modo ultraliberista di
vivere il capitalismo, fondato sui consumi e sul debito, che è divenuto uno
stile di vita. L'imperativo è investire prima che risparmiare e, non a caso, si
è accumulato un debito privato interno di famiglie e imprese che supera il
Prodotto interno lordo (pari a circa 15 mila miliardi di dollari). Al debito
privato si aggiunge anche un enorme debito pubblico, peraltro collocato per
circa il 60% nei Paesi asiatici. Il suo ammontare, dopo le spese militari degli
ultimi anni, è ormai prossimo al Pil e si prevede possa superarlo nei prossimi
mesi a causa degli interventi del governo che sono stati e saranno attuati per
contrastare gli effetti della crisi economica. La Cina,
al contrario, nelle sue recenti aperture alla logica della concorrenza e del
mercato, con l'avvento della globalizzazione, si è attenuta alle regole base
del capitalismo. Ha, di conseguenza, risparmiato più che investito ed oggi si
presenta come il più grande detentore al mondo di titoli del Tesoro Usa, molti dei quali a media e lunga scadenza, che
rappresentano circa il 40% del debito americano. Sul piano finanziario la Cina si presenta in una posizione di assoluto privilegio
rispetto agli Stati Uniti, dei quali è la principale creditrice. Non va
sottovalutato, però, che il valore del suo credito e l'ammontare degli
interessi sui bond americani sono strettamente legati al valore del dollaro e,
quindi, alla volontà delle autorità monetarie americane di mantenere più o meno
elevato il tasso di cambio. La dipendenza tra i due Paesi è altrettanto forte
dal punto di vista dell'economia reale, se si considera che i prodotti cinesi,
il cui consumo avviene per circa il 70% sul mercato nazionale, hanno per oltre
il 20% come mercato di sbocco proprio gli Usa, ove la Cina ha interesse che i consumi rimangano elevati. Le grandi
catene di distribuzione come Wall Mart propongono ad una clientela americana
popolare, dalle risorse sempre più limitate, una miriade di prodotti cinesi a
basso costo, spesso prodotti sotto brand americani, che sono in grado di
soddisfare ogni tipo di esigenza delle famiglie. Ciò è una conseguenza della
politica seguita dalle autorità monetarie cinesi, che hanno artificialmente
sottovalutato lo yen di circa il 55%, con la conseguenza di comprimere le
importazioni, soprattutto di beni alimentari, ma di realizzare un surplus di
esportazioni. Ne è derivato un avanzo della bilancia commerciale e un
conseguente consistente aumento delle riserve in dollari, detenute dalla Banca
centrale cinese, che ammontano, oggi, ad oltre duemila miliardi. Non deve
quindi meravigliare se nei mesi scorsi il governatore Zhon Xiaochuon abbia
mostrato preoccupazioni circa la politica monetaria espansiva posta in atto
dalle autorità americane, impegnate a finanziare la ripresa dell'economia.
Continua a pagina 9 Pino Roma 14/04/2009 nascosto-->
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Segue da pagina 1
Sono evidenti i danni che deriverebbero alle finanze cinesi ed ai suoi
risparmiatori da una progressiva svalutazione del dollaro, che maschererebbe,
in sostanza, una vera e propria politica protezionistica da parte degli Usa --> Martedì 14 Aprile 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail
print Segue da pagina 1 Sono evidenti i danni che deriverebbero alle finanze
cinesi ed ai suoi risparmiatori da una progressiva svalutazione del dollaro,
che maschererebbe, in sostanza, una vera e propria politica protezionistica da
parte degli Usa. Questa preoccupazione è alla base
dell'intenzione manifestata dalle autorità monetarie cinesi nel dicembre
scorso, di volere sostituire il dollaro, come moneta di riserva, con una nuova
valuta rappresentata da un paniere di monete forti come euro, dollaro, sterlina
e yen, certamente più stabili nel lungo termine perché non dipendenti
dall'andamento di una sola economia. La reazione del governo americano a questa
presa di posizione cinese non si è fatta attendere e si è sostanziata nella
prima visita ufficiale in Cina del Segretario di Stato
Hillary Clinton. Nei suoi colloqui sono stati lasciati sullo sfondo, come era
da attendersi, i grandi problemi politici ancora aperti tra i due Paesi, come i
diritti umani, la pena di morte, il Tibet e Taiwan. Ci si è concentrati
soprattutto sui problemi finanziari ed economici, concordando anche sulle
strategie da seguire per uscire dalla crisi senza compromettere gli interessi
dei due Paesi. La signora Clinton era, peraltro, il politico più indicato a
svolgere questo ruolo, perché forte della grandi aperture economiche e
commerciali che il marito aveva riservato alla Cina
durante la sua presidenza. Non a caso alcuni importanti finanzieri cinesi
avevano ampiamente contribuito a finanziare la campagna per le presidenziali
della Clinton. Tra questi, Norman Yung Yuen Hsu e Johnny Chun, finiti in
carcere proprio per uno scandalo legato alla raccolta di fondi per quella
campagna elettorale. Successivamente, prima e dopo il G20 del 1° aprile scorso,
lo stesso presidente Obama ha incontrato il primo ministro cinese, dal quale ha
ottenuto la rinuncia a qualunque iniziativa contraria agli interessi degli Usa, nella consapevolezza - come apparso da un comunicato
congiunto - che tra le due economie è necessaria una continua e sostanziale
collaborazione. Nei giorni successivi il maggiore quotidiano giapponese, lo
Yomiuri Shinbun, rivelava l'intenzione di Obama di impegnarsi per creare una
politica di stretta collaborazione con la Cina a tutti
i livelli, economico, ma anche strategico e politico. Su questo ultimo aspetto
l'interesse maggiore del presidente americano sembrerebbe legato al ruolo che
la Cina può svolgere per riportare all'interno del
contesto internazionale l'Iran, verso il quale Obama, a differenza del suo
predecessore, ha già mostrato qualche apertura. È evidente che a questa
operazione è legata anche una nuova strategia per combattere il terrorismo -
cui l'Iran è strettamente legato - alla quale la stessa Cina è fortemente interessata, e che
rappresenta forse il più grande obiettivo che Obama si è posto per dare alla
sua presidenza un nuovo grande respiro politico internazionale. Come sono
lontani questi tempi da quelli in cui gli Usa pensavano di esportare la democrazia in Cina attraverso il tutt'altro che
democratico Chian Kaichek; o da quelli in cui il generalissimo McArtur
sognava, fortunatamente solo sognava, di lanciare un attacco per sottomettere
la Cina partendo dal famoso 38° parallelo. Ma ancora
più lontani sembrano questi tempi da quelli di 140 anni fa, quando decine di
migliaia di braccianti cinesi furono importati, come schiavi, dalla provincia
del Guandong, per iniziativa del presidente della prima ferrovia americana,
Leland Stanford. Loro arduo compito, al quale i pur generosi coloni americani
si sottrassero, fu quello di deporre l'ultimo tratto dei binari che avrebbero
collegato la sponda atlantica con quella del Pacifico, scavalcando, tra immense
difficoltà, le MontagneRocciose. Molti di loro morirono per le fatiche. I
sopravvissuti, oltre 150 mila, furono relegati in veri e propri ghetti, oggi
testimoniati dalle Chinatown di New York e di San Francisco. Pino Roma
14/04/2009 nascosto-->
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Resto
del Carlino, Il (Bologna)) (Giorno, Il (Milano))
Argomenti: Cina Usa
PRIMO
PIANO pag. 5 Le sentenze di condanna alla pena capitale pronunciate in Cina,
( da "Corriere del Veneto"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del Veneto
sezione: TREVISO2A data: 14/04/2009 - pag: 7 Il rapporto I genitori più
prolifici arrivano da Bangladesh, Serbia e Cina Neonati,
straniero uno su tre Boom di parti multietnici a Treviso: mamme di 34 paesi Nel
biennio 2007- 2008 al Ca' Foncello le nascite sono diminuite ma è aumentato il
numero delle nazionalità rappresentate TREVISO Non c'è razza Piave che tenga.
La piccola e raccolta Treviso negli ultimi anni si è trasformata in un vero
crogiuolo di nazionalità: bambini europei, asiatici, africani e americani sono
nati all'ospedale cittadino negli ultimi due anni. Dal Togo al Brasile, dall'Ucraina agli Usa, passando per Cina e Filippine. E fra i nuovi cittadini venuti al mondo anche due
neozelandesi, i cui genitori provengono dalla terra che geograficamente è più
lontana dallo Stivale. Con buona pace dello Sceriffo Gentilini. Era il giorno
di San Valentino quando un euforico vicesindaco invitò i suoi cittadini a
procreare: «Ho bisogno di bambini della mia razza!» dichiarò.
L'esplosione demografica non c'è stata, e anzi numeri alla mano le nascite
nella Marca e in tutto il Paese registrano trend in calo. Ma se diminuiscono i
bambini venuti al mondo, aumentano le nazionalità dei genitori. Le mamme
ospitate nelle sale parto del Ca' Foncello hanno rappresentato, negli ultimi
due anni, 34 diverse nazioni. Si è calcolato che nel solo 2008 il 26 per cento
dei 2.882 bebè che hanno visto la luce all'ospedale del capoluogo era
straniero. Di questi 760 bimbi, 149 risiedono nel comune di Treviso. Arrivano
dal Bangladesh i genitori più prolifici: negli ultimi due anni sono nati nel
Comune di Treviso ben 50 piccoli bengalesi, 24 nel solo 2008. Al secondo posto
si piazzano i serbimontenegrini, che hanno contribuito all'incremento delle
nascite straniere in città con 48 bimbi, scendendo però dai 26 del
( da "Unita, L'" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nucleare, l'Iran
pronto a riprendere il negoziato con i sei Grandi GABRIEL BERTINETTO Era
nell'aria, ora è in agenda. Riprende il negoziato fra le potenze mondiali e
l'Iran sul programma nucleare di Teheran. Era fermo da mesi in seguito
all'ostinato rifiuto opposto dalla Repubblica islamica alla richiesta di
sospendere l'arricchimento dell'uranio nei propri impianti atomici. Quel
rifiuto non è venuto meno, ma è cambiato il clima internazionale, da quando
Obama ha inaugurato una diversa politica americana verso il regime teocratico. Gli Usa, gli
altri membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) e la
Germania, cioè i cosiddetti «5+1», sono disposti ad offrire una nuova chance ad
Ahamdinejad, magari sperando che dopo le elezioni presidenziali di giugno
l'interlocutore non sia più lui, ma un capo di Stato più ragionevole. SOLANA
CHIAMA JALILI Non è ancora fissata la data, ma il riavvio dei colloqui è stato
deciso ieri in un colloquio telefonico fra il capo della delegazione di
Teheran, Said Jalili, e Javier Solana, ministro degli Esteri dell'Unione
europea, che rappresenta i «5+1». Jalili stesso ha confermato la notizia,
riferendo di essere stato chiamato da Solana e di avere risposto positivamente
alla proposta di tornare ad incontrarsi. Solana a sua volta era stato
incaricato di contattarlo dopo la riunione dei 5+1 la settimana scorsa a
Londra. Già il 9 aprile, all'indomani di quella riunione, Ahmadinejad aveva
sostanzialmente accettato l'offerta di dialogo. Contemporaneamente, per
chiarire che il suo governo non si presenterà alle trattative con atteggiamento
arrendevole, aveva annunciato con enfasi ulteriori progressi nella ricerca
nucleare. E fra questi aveva specificamente indicato quelli che meno possono
piacere alla controparte, cioè la sperimentazione di centrifughe di nuova
generazione per l'arricchimento dell'uranio. Non solo, in una successiva
intervista, alla domanda se il suo Paese sia disposto a rinunciare a quel tipo
di tecnologia, aveva sbrigativamente liquidato l'argomento: «Sono discussioni
vecchie. Quel tempo è finito». Vale a dire, inutile insistere, perché andremo
avanti nel nostro programma atomico e intendiamo realizzarlo proprio attraverso
l'arricchimento dell'uranio. INCENTIVI POLITICI I «5+1» sospettano che l'Iran
sia così tenacemente attaccato a quel tipo di tecnologia nucleare, perché essa
consente di produrre bombe e non solo energia per usi civili. Nonostante tutto,
aprono a Teheran, ritenendo di avere in mano buone carte per piegarne la
rigidità di partenza. Oltre agli aiuti economici, che già furono promessi senza
successo come materia di scambio in passato, ora mettono in campo sostanziosi
incentivi politici. La Repubblica islamica vedrebbe riconosciuto il ruolo di
potenza regionale cui aspira, ed il primo passo in quella direzione è stato
l'invito, prontamente accolto, a collaborare nella soluzione della crisi
afghana. Proprio ieri il capo della polizia iraniana ha affermato di essere
pronto ad addestrare i colleghi afghani per svolgere il compito richiesto dal
governo di Kabul e dalla Nato, e cioè un più efficace contrasto al
narcotraffico. Riprende il negoziato internazionale sul programma nucleare
iraniano. Il ministro degli Esteri della Ue Solana ne parla con il
rappresentante di Teheran, Jalili, che «accoglie favorevolmente» la proposta.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-14 - pag: 13
autore: VIRTù PERDUTE «I capitali internazionali c'erano anche prima della
globalizzazione: ma noi li cercavamo per le aziende, non per speculare» DENARO
IN FUGA «Il Principato di Monaco non è un paradiso fiscale e conta di uscire
dalla lista grigia Ocse seguendo la via della Svizzera»
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-14 - pag: 13 autore: «Torneranno le
banche commerciali» Enrico Braggiotti: «A partire dal 2000 la finanza globale
si è sempre più allontanata dal mondo dell'economia reale» di Edoardo De Biasi
D a oltre 50 anni la famiglia Braggiotti calca il palcoscenico della finanza
italiana, caso pressoché unico nel Paese di moderna dinastia di banchieri
professionali. Il leader rimane l'85enne Enrico Braggiotti, amministratore
delegato (dall'84 all'88) e infine presidente (fino al '90) della Banca
commerciale italiana. Una carriera d'eccellenza,improvvisamente in-terrotta nei
primi anni 90 dal caso Enimont. è stato allora che il banchiere ha deciso di
ritirarsi a Montecarlo: amico personale- ancor prima che consigliere- della
famiglia Grimaldi. Nel Principato, Braggiotti senior ha ulteriormente
ramificato la fitta rete di relazioni che aveva sviluppato come banker
internazionale alla Comit. Ed è nel capoluogo monegasco che Il Sole 24 Ore l'ha
incontrato per ascoltare i suoi punti di vista sulla crisi globale e sulle
trasformazioni in arrivo nel sistema bancario. Dottor Braggiotti, lei è stato
capo delle attività internazionali, poi amministratore delegato e infine
presidente della Comit, cioè dell'unica banca italiana che
operava nel corporate e investment banking internazionale quando la
globalizzazione finanziaria ha preso le mosse. Qual era la visione che lei
aveva allora dei cambiamenti di lungo periodo sfociati infine nel collasso dei
mercati? Una breve premessa a tutta la conversazione: io sono un bancario, non
un economista. Sono stato allevato alla scuola della Comit dove ho
vissuto per circa 50 anni. Era una scuola di merciaioli: l'attività classica
consisteva nel fare credito alle imprese per l'acquisto delle materie prime,
assisterle durante il periodo della trasformazione in prodotto finito e infine scontare
gli effetti emessi sulla clientela. La finanza all'epoca era strettamente
legata all'economia reale e noi abbiamo sempre operato bene in quel mondo,
molto diverso da quello che è venuto poi: il deterioramento della finanza fine
a se stessa, le bolle, il crollo finale dei mercati. Come lavorava una banca
internazionale nell'"economia reale"? La Comit raccoglieva denaro sui
mercati internazionali - a New York, Londra, Tokyo- per prestarlo a primarie
aziende locali. Un certo rischio veniva effettivamente assunto dalla banca in
quanto la raccolta era sul mercato interbancario e il prestito alle aziende era
di più lunga durata. Era un rischio molto limitato sulla variazione dei tassi
d'interesse,che poteva anche procurare delle piccole perdite nel mismatch delle
scadenze.Ma nessuno all'epoca si avventurava in follie speculative. Quand'è
stato superato il punto del non ritorno? Agli inizi del 2000 la finanza si è
allontanata dall'economia reale e le banche si sono allontanate dal loro
mestiere di base (cioè procurare capitali alle imprese per il loro sviluppo) e
si sono trasformate in hedge fund.Per di più le compagnie d'assicurazione hanno
seguito questa direzione e si sono proposte come banche ordinarie allo scopo di
realizzare utili facili. La bolla non poteva non scoppiare ed estendere il
disastro dalla finanza all'economia su scala planetaria, mettendo in pericolo i
Paesi più deboli. Il modello corrente - sostengono alcune voci preoccupanti -
ha dato cattiva prova ma non va archiviato, anzi... Per diversi anni il
"modello" si è fondato sulla Fed che finanziava i consumi a interessi
molto bassi. La locomotiva statunitenseè stata trainata dalla straordinaria
espansione dei consumi, favorita dalla possibilità per i consumatori
d'indebitarsi a tassi molto bassi e dalla volontà delle banche d'incoraggiare
gli stessi consumatori a continuare a indebitarsi. Questo modello, alla luce
degli avvenimenti, secondo me non è più valido e non va preservato. La crisi
bancaria - che ruota attorno alla gestione di 4 trilioni di dollari di titoli
tossici stimati dall'Fmi - può essere risolta con una bad bank? Non so se 2,2
trilioni di dollari fino a qualche giorno fa, o 4 trilioni di dollari stimati
oggi siano una cifra attendibile: temo che sia molto superiore se ai titoli cosiddetti
tossici originati dai "subprime" si aggiungono tutta una serie di
crediti più o meno irrecuperabili, dalle carte di credito agli impieghi presso
gruppi in difficoltà, come nel settore auto. Una cifra gigantesca, mai prima
accumulatasi: e dovrebbe essere smaltita - si dice - da nuovi veicoli, il cui
funzionamento resta però incerto. Cos'è un titolo tossico? A che prezzo le
banche li dovrebbero cedere, e quanto capitale perderebbero subito? E come
verrebbero calcolati i nuovi ratio patrimoniali da parte delle banche centrali?
Sono settimane che attendo anch'io con curiosità le "regole del
gioco". Ma fino a che non le conosciamo, devo concludere che - almeno per
me - labad bank non è una soluzione. Gli interventi statali d'emergenza su scala
domestica nei capitali delle banche erano inevitabili per superare la
"crisi di fiducia"? Gli interventi statali nel capitale delle banche
erano inevitabili e indispensabili e probabilmente anche insufficienti per
ridare piena fiducia. Penso che una forma temporanea di nazionalizzazione sia
indispensabile perché il mercato interno si rimetta a funzionare. Lei era a
capo della Comit quando il rischio finanziario dei sistemi era gestito
principalmente dai grandi intermediari. Poi la "securitization" della
finanza nelle Borse, la deregulation e la globalizzazione hanno diffuso
strutturalmente il rischio nei mercati, ma il sistema alla fine non ha retto. A
suo avviso il sistema tornerà ad essere "banco-centrico"? La
"securitization", lo sviluppo dei derivatimatematici ha aumentato
enormemente i profitti degli intermediari con una finanza fittizia. Penso che
nel mondo che sta rinascendo, la banca commerciale – quella della mia gioventù
– tornerà protagonista, ma il mondo sarà molto diverso. Il consumo americano
basato sull'indebitamento dovrà cambiare, ma non sappiamo ancora come. Io credo
che tocchi anzitutto agli uomini di governo immaginare e costruire il mondo
nuovo. E penso ai politici quarantenni che ci vivranno, non ai settantenni che
non lo vedranno. Wall Street è stata l'epicentro del collasso e il fallimento
della Lehman Brothers ne è stato l'evento simbolico. Lei ha operato a New York
da banchiere europeo e tentò, in tempi pionieristici di acquisire la Irving
Trust... La Comit è stata protagonista dell'internazionalizzazione del sistema
bancario italiano negli anni 80. E questo Dna non era soltanto mio, ma era via
via cresciuto nell'istituto soprattutto per merito del presidente Raffaele
Mattioli, di Carlo Bombieri e Antonio Monti. E il mio lavoro è stato facilitato
dalla qualità di collaboratori ben formati ed efficienti. La prima mossa è
stata quella di acquisire una partecipazione nella Lehman Brothers, in quel
periodo in difficoltà non per problemi di rendimento, ma per mancanza di
strategie. Quale fu l'esito di quella partnership? George Ball, sottosegretario
di Stato americano dal 1961 al 1966, grande uomo politico e di cultura, si era
assunto il compito di rilanciare la Lehman Borthers insieme a Peter Peterson,
Ceo della stessa. George Ball era un mio amico personale nel quale avevo grande
fiducia e quindi ho convinto i dirigenti della Comit a prendere questa
partecipazione. La nostra presenza nella Lehman e nel loro board ci ha dato
prima di tutto un grande prestigio e dunque la possibilità di accedere a un'importante
rete di relazioni, unica tra le banche italiane ed europee. Poi la Commerciale
puntò alle acquisizioni... Successivamente abbiamo acquisito il controllo della
Long Island Bank e nel 1988, con l'aiuto dei nostri amici George Ball, Randolph
Guthrie - un grande avvocato - e Anthony Solomon, presidente della Fed di New
York, abbiamo tentato di acquisire la Irving Trust, all'epoca l'ottava più
importante banca americana. La Comit allora godeva di grande prestigio e di
dirigenti capaci di gestire un'operazione di questa importanza. Ricordo in
particolare Lino Benassi, che ci rappresentò brillantemente. L'operazione
purtroppo non andò in porto... Per una ragione molto semplice: superati tutti
gli ostacoli a New York, la Fed di Washington ha sollevato il problema della
nostra appartenenza all'Iri a cui ha posto delle condizioni inaccettabili.
Ovviamente tutta l'operazione era stata realizzata con l'accordo dell'Iri, che
allora era presieduto da Romano Prodi, del governatore della Banca d'Italia,
Carlo Azeglio Ciampi, e infine dell'allora ministro del Tesoro, Giulio
Andreotti. Ma l'operazione aveva destato preoccupazione principalmente nel Psi
perché temeva che l'acquisizione della Irving Trust potesse richiedere un
aumento di capitale della Comit, che l'Iri allora non poteva sottoscrivere.
Allora lei riteneva Wall Street strategica: ne è ancora convinto per il futuro?
Credo che i mercati statunitensi rimarranno sempre determinanti anche dopo la
crisi. Anche all'ultimo G-20 il tema della ricostruzione delle regole e della
vigilanza è stato centrale. è opportuno che la supervisione internazionale sia
affidata alla Bce? A mio avviso la questione non è ben posta. Non è molto
importante che la vigilanza sia affidata alle banche centrali o alla Bce: il
problema è che nella globalizzazione anche la vigilanza e le regole devono
essere globali e non per Paese o gruppi di Paesi. In Italia il processo di
concentrazione bancaria è proceduto spedito e finora il sistema domestico è
parso relativamente solido: è d'accordo? Condivido la fiducia nella solidità
del sistema domestico e penso anche che la forte propensione degli italiani al
risparmio dia effettivamente maggior solidità al sistema, il quale è inoltre
poco inquinato dagli asset tossici o dal richiamo degli speculatori à la
Madoff. Lei ha seguito la crisi globale dal Principato di Monaco... Mi lasci
ricordare, anzitutto, che il Principato non è un paradiso fiscale e prova ne è
che non vi è basato nessun hedge fund. E quanto al riciclaggio, le leggi a
Monaco sono più severe di quelle vigenti nei Paesi della Ue per banche e notai.
Inoltre, i tribunali monegaschi accolgono favorevolmente le rogatorie che
riguardano affari contrari alle leggi vigenti nel Paese. Il sistema bancario
monegasco raccoglie circa 60-70 miliardi di euro, cifra relativamente modesta:
meno di quanto raccogliesse Madoff. I monegaschi non pagano tasse sul reddito,
ma le società pagano le imposte sugli utili allo stesso livello che in Francia.
Il bilancio pubblico è composto dalle risorse provenienti dall'Iva e dal
turismo: non dal Casinò, come è abitudine affermare. La Société des Bains de
Mer, che amministra il casinò e molti grandi alberghi, versa allo Stato
dividendi che non oltrepassano il 5% delle entrate totali. Però il Principato
rimane nella "lista grigia" recentemente aggiornata dall'Ocse... Io
penso che, dopo essere usciti dalla vecchia "lista nera", il
Principato potrà essere depennato anche dalla "grigia" facendo
concessioni sul segreto bancario come quelle studiate dalla Svizzera: i due
Paesi che beneficiano della trasparenza fiscale sono Francia e Stati Uniti. La
Germania e gli altri Paesi della Ue vorrebbero ottenere gli stessi benefici. Se
la Svizzera cede alle pressioni della comunità internazionale, Monaco seguirà.
Quali saranno le conseguenze? I depositi bancari potranno ridursi di 20
miliardi di euro, i prezzi degli appartamenti si allineeranno di più a quelli
delle altre cittadine della Costa Azzurra, ma penso anche che altri flussi
finanziari potrebbero prendere il cammino del Principato se il suo sistema
bancario sarà in grado di portare il livello tecnico dei suoi dirigenti
all'altezza di quello delle altre grandi piazze bancarie. Quindi
l'establishment monegasco non è pessimista sul dopo-crisi... Monaco ha il
beneficio di una grande stabilità politica dovuta a un'antica monarchia: il
principe Alberto II ha dato al suo Paese ancora più prestigio internazionale di
quello che aveva ai tempi di suo padre, dedicandosi in particolare al
salvataggio dell'ambiente e alle energie rinnovabili. Il suo Governo è diretto
da un ministro di Stato, Jean-Paul Proust, che gestisce il Paese con autorità,
abilità, diplomazia. Monaco sarà sempre una residenza privilegiata
indipendentemente dalla sua attività finanziaria; nessun altro Paese al mondo
offre i pregi che Monaco offre ai suoi residenti. Lo dico per esperienza
familiare: mio nonno paterno non si è sbagliato quando all'inizio del secolo
scorso con mia nonna, francese di Saint Tropez, hanno deciso di eleggere Monaco
a loro dimora. Da allora tutti i miei parenti sono venuti a finire i loro
giorni a Monaco: per riservare un piccolo spazio per me ho dovuto allargare la
nostra cappella! Come giudica l'offensiva in corso di Stati e Authority contro
i "paradisi fiscali"? è chiaro che in tempi di caduta del gettito
fiscale e di deficit crescenti per via dei salvataggi, è ancora meno
tollerabile l'evasione fiscale verso quei Paesi dove non vige la trasparenza
fiscale. Gli ultimi sviluppi mostrano però che la grande maggioranza dei Paesi
interessati (dalla Svizzera al Lussemburgo, da Andorra a Monaco) accettano le
regole imposte dall'Ocse. La pressione degli Stati contro i Paesi che accolgono
l'evasione fiscale sarà d'altronde sempre più forte e non sarebbe male- almeno
a mio avviso- studiare forme di "amnistia": come ad esempio lo scudo
a suo tempo ideato dal ministro Giulio Tremonti. Le persone che dispongono
all'estero di fondi non dichiarati non avranno altra scelta se non di
rimpatriare questi fondi nei loro Paesi d'origine, pagando ovviamente una penalità
decisa dall'autorità politica. Le piazze finanziarie come Monaco faranno la
loro parte. Ma dalla crisi come si esce? Anzitutto chiudendo i paradisi fiscali
veri, quelli che sono sede della maggior parte degli hedge fund. Questo
depotenzierebbe di molto il "grande casinò" della speculazione
finanziaria. Seconda raccomandazione? è indispensabile fare subito completa
pulizia nei bilanci delle banche. Quelle che non potranno ristabilire i ratio
di solvibilità dovranno essere nazionalizzate e gli Stati che le nazionalizzano
dovranno essere essi stessi solvibili. Se questo non sarà possibile dovrà
intervenire l'Fmi, a condizione che gli si diano i mezzi. Ci sono rischi reali
di ritorno dannoso della politica in banca? Ho vissuto in Comit con un
azionista di maggioranza che era l'Iri, presieduto allora da Romano Prodi. E
debbo dire che grazie a lui ho potuto evitare, senza troppa difficoltà, le
pressioni politiche. Alla sua uscita mi è stato vivamente rimproverato di non
aver dato ascolto, con la sufficiente attenzione, ai suggerimenti dei partiti
di governo. Ma il concetto l'avevo già colto bene molti anni prima. Quando? Nel
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-14 - pag: 25 autore: La Germania
censisce i grandi cantieri Piani infrastrutturali monitorati in 14 Paesi:
investimenti previsti per 1.500 miliardi di dollari Beda Romano FRANCOFORTE.
Dal nostro corrispondente Alla fine di marzo, durante un viaggio poco
pubblicizzato in Europa, il primo ministro mongolo, Sanjaagiin Bayar, ha fatto
tappa a Francoforte. Ne ha approfittato per visitare la sede di Deutsche Bank,
nel centro del-la città: «Il mio obiettivo –ha detto Bayar in quest'occasione –
è di illustrare agli imprenditori tedeschi le opportunità che offre la Mongolia
nel grande settore delle infrastrutture». Mentre la recessione attanaglia
l'economia mondiale e il commercio internazionale si contrae per la prima volta
negli ultimi decenni,c'è un settore economico in piena espansione, o almeno
molto promettente. è quello delle opere pubbliche. Non c'è praticamente Paese
al mondo che non abbia lanciato negli ultimi mesi nuovi progetti
infrastrutturali per ridare slancio alla congiuntura e rallentare l'aumento
della disoccupazione. Il modello (spesso non citato) è la Tennessee Valley
Authority: voluto dal presidente americano Franklin D. Roosevelt nel
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-14 - pag: 23 autore: Brusca frenata per
le riserve valutarie cinesi Alessandro Merli Brusca frenata dell'aumento delle
riserve valutarie della Cina. Nel primo trimestre di
quest'anno le riserve cinesi sono cresciute di soli 7,7 miliardi di dollari
contro un incremento da primato di 153,9 miliardi di dollari nello stesso
periodo del 2008 e un record di 417,8 miliardi nell'intero anno passato.
L'aumento nel trimestre che si è appena concluso è il più modesto da otto anni
a questa parte e riflette una riduzione del surplus commerciale, ma soprattutto minori investimenti esteri verso la Cina e deflussi di capitale dalla Cina stessa, in particolare verso Hong
Kong. Nei mesi di gennaio e febbraio le riserve sono addirittura calate,
rispettivamente della cifra record di 32,6 miliardi di dollari e di 1,4
miliardi di dol-lari, secondo statistiche della Banca centrale. A marzo
si è registrato invece un aumento di 41,7 miliardi. L'inversione del mese
scorso potrebbe indicare un ritorno della fiducia nelle prospettive
dell'economia cinese (vedi articolo a fianco) e quindi un rallentamento dei
deflussi di capitale. Per il 2009 nel suo complesso, economisti di mercato
prevedono un aumento delle riserve cinesi di 100 miliardi di dollari circa. Il
brusco ridimensionamento nella crescita delle riserve solleva qualche incognita
sul ruolo della Cina come primo investitore in titoli
di Stato americani e sull'interdipendenza finanziaria fra le due potenze. A
partire dall'inizio del decennio, Pechino ha utilizzato isuoi crescenti surplus
commerciali e gli imponenti flussi di investimenti dall'estero per incrementare
le riserve: la Banca centrale ha continuamente acquistato dollari per impedire
al cambio dello yuan di rivalutarsi e continuare così un modello di sviluppo
basato sulla crescita dell'export. Il mese scorso, il primo ministro cinese Wen
Jiabao aveva espresso preoccupazione sulla solidità degli ingenti investimenti
di Pechino in Treasuries. «Abbiamo prestato un'enorme somma di denaro agli
Stati Uniti – aveva detto Wen – e siamo preoccupati della sicurezza delle
nostre attività ». Si era detto allora che le dichiarazioni di Wen, a pochi
giorni di distanza dal vertice del G-20, mettevano in luce la dipendenza degli Usa da eventuali cambiamenti di atteggiamento del principale
investitore in titoli del debito Usa.Tuttavia,
l'uscita del premier cinese sottolineava anche il disagio di Pechino per aver
legato una parte così consistente delle proprie riserve (si parla dei due terzi
circa di un totale di 2mila miliardi di dollari) ad attività finanziarie, come
i Treasuries, dipendenti dalla politica economica di Washington e suscettibili
di essere destabilizzate dalle misure adottate dall'amministrazione Obama. Nel
frattempo, sono emersi i primi segnali di riduzione del disavanzo esterno degli
Usa, sia a causa della recessione economica sia
dell'aumento del tasso di risparmio e della contrazione dei consumi degli
americani. Questo dovrebbe contribuire a ridurre la dipendenza Usa dai capitali cinesi. alessandro.merli@ilsole24ore.com ©
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: TERREMOTO data: 2009-04-14 - pag: 4 autore: Abruzzo
a prevenzione zero Bilancio assorbito dalla spesa sanitaria, protezione civile
a secco Mariano Maugeri PESCARA. Dal nostro inviato «I fondi della Protezione
civile regionale? Sono quelli affidati alla divina provvidenza». Michele Fina,
giovanissimo assessorealla Protezione civile della Provincia dell'Aquila, non
si arrampica sugli specchi. Zona rossa o zona verde non fa differenza.
In una situazione drammatica come quella del bilancio regionale abruzzese,
prosciugato dalla spesa sanitaria, non c'è spazio neppure formale per quella
parolina misconosciuta dalla cultura italica: prevenzione. Ovunque si chieda
che genere di piano della protezione civile possedesse la città dell'Aquila,
tutti scuotono la testa. Gli uomini di Guido Bertolaso sono muti come mummie.
Ma basta scavare tra i sismologi dell'Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia per scoprire che le prime colonne attrezzate entrate in una città
martirizzata alle prime luci dell'alba, se la sono vista veramente brutta. «è
come se i pompieri non sapessero dove attaccare gli idranti per spegnere
l'incendio», dicono i sismologi in perenne contatto con la zona di guerra.
Nulla, all'Aquila, era attrezzato per coordinare le centinaia di mezzi e le
migliaia di uomini che si sono riversati in città. Il consiglio comunale, lemme
lemme, aveva approvato il piano cittadino della Protezione civile giusto un
mese fa. Peggio di peggio, uno dei quattro slarghi indicati dal Comune come
aree di raccolta, quello di piazza Palazzo, sede del Comune, era occupato dalle
bancarelle per la tradizionale fiera di Pasqua. Ne rimanevano altre tre; piazza
Duomo,larga sì ma circondata da straordinarie chiese sei e settecentesche che
si sono sfarinate in sequenza. E poi il Castello e piazza d'Armi, due luoghi
idonei ma a quel punto, causa macerie, difficilissimi da raggiungere. A
proposito di aree libere, molti si chiedono come mai l'enorme spazio antistante
il tribunale dei minori, in via Acquasanta, sia rimasto desolatamente vuoto.
L'ingegner Pierluigi Caputi, il responsabile della Protezione civile regionale
che due giorni prima del sisma ha ceduto il comando a Carlo Visca, ex capo del
genio civile di Pescara si addentra nella sequenza dei numeri zero dei conti
regionali: «Il bilancio di previsione 2009 annota una serie infinita di
trattini anche alla voce Protezione civile: le casse abruzzesi sono a secco. I
100 milioni degli interventi di prima emergenza post sisma sono in capo al
bilancio dello Stato e alla Protezione civile nazionale ». E così,
presumibilmente, pure quelli di seconda, terza e quarta emergenza. Ormai
l'Abruzzo è una dépendance di Palazzo Chigi, tutti dipendenti statali, un atto
dettato dalla perentorietà dei numeri più che uno slancio di generosità.
L'assessore Fina ne ricava una massima politica: «In una situazione economica
come questa è naturale che un politico dia la precedenza alla costruzione di
una strada piuttosto che a scelte di prevenzione praticamente invisibili ». Delle
priorità abruzzesi si è reso conto Gianni Burba, una delle menti di quel
sofisticato meccanismo che risponde al nome di Protezione civile del Friuli
Venezia Giulia, quartier generale in quel di Palmanova. Lui, occhialini tondi e
aria mite, si è presentato all'Aquila con un elicottero per i rilievi
aerofotogrammetrici e relativo laser scanner senza le risultanze del quale
dalle sue parti non spiccicano neppure una parola. Il velivolo invia immagini a
un pc che Burba osserva come i greci l'oracolo di Delfi. Inutile chiedergli
dell'organizzazione dei nativi: «Poco fa cercavo notizie del Comune di Gagliano
Aterno, ma i colleghi abruzzesi sono caduti dalle nuvole. Sul mio cellulare ho
i numeri dei 219 sindaci della regione, e poi conosco vita, morte e miracoli dei
38 comuni della Carnia dei quali rispondo personalmente: da noi il prefetto non
conta nulla, tutto il potereè nelle mani dei sindaci». Come all'Aquila, dove il
primo cittadino Massimo Cialente, ex deputato del Pci, infischiandosene di
sciami sismici e allarmi apocalittici ha dirottato quei pochi fondi alla voce
prevenzione verso altri lidi. Meglio di lui ha fatto solo la Regione, che
sempre per la trita questione dei risparmi legati al deficit sanitario ha
scorporato la Protezione civile dall'assessorato Lavori pubblici aggregandola
all'Ambiente. Piccolo dettaglio: il primo ha sede all'Aquila, l'altro a
Pescara.Con il paradosso che nelle ore immediatamente seguenti il terremoto, il
Bertolaso abruzzese rimuginava sul da farsi ammirando la spuma del Mar Adriatico.
mariano.maugeri@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA ANSA Difficoltà senza
tregua. Nuvole sulla tendopoli di piazza d'Armi, a L'Aquila. Il maltempo
aumenta i problemi nelle strutture che ospitano i terremotati IL PIANO COMUNALE
Delle quattro aree di raccolta una era occupata dalle bancarelle della fiera di
Pasqua, altre due irraggiungibili per le macerie
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nazione,
La (Firenze)) (Giorno, Il (Milano))
Argomenti: Cina Usa
ESTERI pag. 21
TEHERAN L'Iran ha detto «sì» ai colloqui sul nucleare con il «5+1 ... TEHERAN
L'Iran ha detto «sì» ai colloqui sul nucleare con il «5+1». La tv di stato
iraniana ha fatto sapere che il capo negoziatore Said
Jalili ha avuto una conversazione telefonica con Javier Solana e che la ripresa
dei negoziati «è salutata con favore». L'alto rappresentante per la politica
estera del'Ue era stato incaricato da Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania di sondare la disponibilità
del regime degli ayatollah a tornare al tavolo dei colloqui.
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del
Mezzogiorno sezione: OPINIONI data: 14/04/2009 - pag: 10 E cco la conferma di
quanto la sovrastruttura sentimentale possa prevalere sulla struttura
economica. Si è sempre detto che il tecnicismo bancario rendeva del tutto
ininfluente l'aspetto della territorialità e che il cervello di un grande
istituto di credito, nell'era della globalizzazione, poteva
stare sia sotto casa, sia lontano mille miglia. In base a questa logica, quando
Napoli è stata privata della sua banca si è detto che non avevamo nulla da
temere, proprio perché bisognava giudicare dai risultati e non da come, e da
dove, questi risultati venivano raggiunti. In effetti è così, ma c'è, e
conta, un altro aspetto che è quello sottolineato con grande passionalità da
Franco Iacono. È un aspetto che rimanda direttamente a due concetti: la fiducia
e l'identità. Sapere con chi si ha a che fare, conoscerlo non solo di nome, ma
anche di persona, averne letto il pensiero e averne stretto la mano, accresce
la fiducia. E la fiducia in economia è fondamentale: accelera i processi, fa sì
che non tutto debba essere verificato, agisce da moltiplicatore. C'è poi
l'identita. L'orgoglio di una città che vede premiati i suoi elementi migliori
è anch'esso un moltiplicatore di energie. Iacono ha citato Enzo Giustino, ma
nel consiglio di amministrazione della banca ci sono altri due campani: Mario
Mattioli e Giovanni Vietri, due quarantenni, due rappresentanti di una nuova
generazione. Non è importante che di fronte a questa apertura di credito nei
confronti della città tutti reagiscano come Franco Iacono. Ma è importante che,
a partire da queste nomine, Napoli conosca una nuova stagione. Basata appunto
sulla fiducia e sull'identità.
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 14/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero L'Iran aderisce a nuovi colloqui
sul nucleare La proposta è stata avanzata dal «ministro degli Esteri» dell'Ue,
Solana. Al negoziato parteciperanno anche gli Usa La
centrale per l'arricchimento dell'uranio di Natanz TEHERANIl capo negoziatore
sul nucleare iraniano, Said Jalili, ha detto che Teheran «accoglie
favorevolmente» la proposta di nuovi colloqui sul suo programma atomico,
durante una conversazione telefonica avuta con il responsabile della politica
estera comune della Ue, Javier Solana. È stato Solana, ha precisato la tv
iraniana, a telefonare a Jalili «per spiegargli i contenuti della dichiarazione
emessa dal gruppo dei 5+1» in una riunione avuta la settimana scorsa a Londra,
durante la quale anche gli Usa, componenti del gruppo,
hanno accettato di partecipare a trattative dirette con l'Iran per cercare una
soluzione al braccio di ferro. Del gruppo fanno parte i cinque membri
permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, cioè Usa,
Russia, Cina, Francia e Gran
Bretagna, più la Germania. «L'Iran - ha risposto Jalili - accoglie
favorevolmente la continuazione dei colloqui con i sei Paesi al fine di
favorire una comprensione costruttiva degli sviluppi internazionali». Il capo
negoziatore ha aggiunto che «presto l'Iran emetterà una dichiarazione» in
proposito. La disponibilità al dialogo dell'Iran è un fatto positivo. A
patto che non sia un mezzo per tirare in lungo e intanto andare avanti
indisturbato con il programma nucleare. È una partita a poker che Teheran non
potrà giocare in eterno. Intanto ieri il presidente del Parlamento iraniano,
Ali Larijani, ha reagito duramente agli arresti in Egitto di decine di presunti
membri dell'Hezbollah libanese accusati di avere pianificato attacchi nel
Paese. Si tratta, ha detto Larijani, di un piano «per influenzare le prossime
elezioni in Libano». L'Iran ha avuto un ruolo determinante nella fondazione
delle milizie sciite dell'Hezbollah in Libano nel 1982 e ne è oggi tra i
principali sostenitori, così come di Hamas nella Striscia di Gaza. Il leader
dell'Hezbollah, Hassan Nasrallah, e le autorità iraniane hanno accusato
l'Egitto di essere stato complice dell'attacco israeliano portato contro Hamas
a Gaza nel dicembre scorso. La scorsa settimana il Cairo ha detto di avere
arrestato 49 egiziani, palestinesi e libanesi legati a Hezbollah. Nasrallah ha
detto che uno degli arrestati fa parte di Hezbollah e stava cercando di portare
armamenti ad Hamas nella Striscia di Gaza, ma ha negato la progettazione di attacchi
in Egitto.
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 14/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia AMBIENTE Energia da pneumatici:
un'azienda di Milano sbarca negli Usa Un sistema a
impatto zero, in grado di ridurre i vecchi pneumatici a materiali
riutilizzabili e di produrre energia elettrica in modo pulito. Ad idearlo è
stata la Costech International, società di Pioltello (Milano), che produce
strumenti di analisi chimica, visitata ieri da Corrine Brown, presidente del
comitato che si occupa di materiali pericolosi in seno alla commissione
Trasporti del Congresso americano. Proprio con il nuovo sistema l'azienda
sbarcherà infatti presto negli Stati Uniti. CINA Sale la produzione
industriale: +8,3% nel mese di marzo La produzione industriale cinese è
cresciuta dell'8,3% nel mese di marzo, dopo aver segnato un incremento di
appena il 3,8% nei due mesi precedenti, il minimo storico. Continuano ad
arrivare quindi segnali di ripresa dal colosso asiatico che, per poter
conservare l'occupazione, deve mantenere una crescita dell'8%. INTERNET EBay
acquisisce il controllo della rivale coreana Gmarket EBay, la società di aste
online, ha acquistato per 413 milioni di dollari il 34,2% della rivale
sudcoreana Gmarket, diventandone il principale azionista. TELECOM Ricorso a
Buenos Aires contro l'Antitrust argentina L'annullamento dei diritti di Telecom
Italia in Telecom Argentina, imposto dall'Antitrust di Buenos Aires, è «una
violazione dei principi costituzionali che proteggono la proprietà» del gruppo
italiano e «un'aggressione alle basi fondamentali del diritto»: lo afferma il
ricorso che Telecom Italia ha presentato ieri in Argentina.
( da "Giornale di Brescia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 14/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:LETTERE TELECOM Un muro di gomma
telefonica nVorrei tramite il suo giornale segnalare la disinvoltura con cui la
Telecom provvede a riparare i danni per garantire ai suoi, sfortunati, clienti
un servizio degno di tal nome. Giovedì 2 aprile aprendo il mio ristorate-pizzeria
(La Perla di Castel Mella) ho avuto la sgradita sorpresa di notare come il
telefono fosse fuori servizio. Ho subito chiamato il call center del gestore e
con cadenza quotidiana mi sono sentito rispondere, da persone non sempre
educate e sempre diverse, che avrebbero preso nota, che sarebbero intervenuti
entro un paio di giorni, che avevano segnalato alle loro aziende sul territorio
il guasto e via mentendo. Ho chiesto, alla quarta o quinta telefonata, di poter
parlare con un responsabile, ma ovviamente la cosa non è stata possibile: ormai
da 9 giorni sbatto contro un muro di gomma: nessuno ti dà garanzie di
intervento ed i più comprensivi tra gli addetti provano a consolarti con
promesse che non costano niente e valgono anche meno. Inutile dilungarsi
ulteriormente, solo voglio precisare che il mio telefono è pubblico ed allo
stesso è collegato il Pos per il bancomat, quindi i miei clienti non possono al
momento usufruire di questo servizio. Aggiungo ancora che se chiamato
dall'esterno il numero del telefono del locale risulta libero, quindi, chi ha
telefonato per prenotare un tavolo non avendo avuto risposta avrà pensato che
il locale è chiuso per qualche strano motivo. Insomma oltre alla rabbia che
deriva dalla sensazione d'impotenza che provi in situazioni di questo tipo, c'è
anche un danno economico certamente non lieve. Che naturalmente nessuno mi
rifonderà. Trovo tutto questo inaccettabile e spero che dopo la pubblicazione
di questa lettera la situazione possa finalmente sbloccarsi. Vito Ciuffo Castel
Mella DESENZANO Quegli aumenti nella tariffa dei rifiuti nChiedo un piccolo
spazio nella rubrica per esporre quanto sta succedendo nel Comune di Desenzano
del Garda in merito alla riscossione della tassa sui rifiuti (oggi più
«artisticamente» definita «T.I.A.», ovvero tassa di igiene ambientale). La
gestione tributaria è stata una vera altalena: nel 2003 il Comune informava i
cittadini per lettera che la gestione (sia della raccolta dei rifiuti che della
riscossione della tassa) sarebbe stata affidata al consorzio Garda Uno. Ma già
l'anno successivo una seconda lettera informava che la sola gestione tributaria
sarebbe tornata nuovamente di pertinenza diretta del Comune. Nel 2006 una terza
lettera informava infine che la Società che avrebbe gestito la riscossione
della tassa sarebbe stata l'«Aessedi» (ovvero Azienda Servizi Desenzano), che
poi altro non è che un'appendice (mi si passi il termine) del Comune stesso.
Nel frattempo ovviamente la raccolta dei rifiuti ha continuato ad essere
condotta dal Consorzio Garda Uno. Fin qui in fondo niente di particolarmente
disagevole per il cittadino, se non per il fatto che, come si può immaginare,
in una situazione come quella descritta manca un referente unico per qualsiasi
informazione o necessità si venga a creare. Non a caso nella lettera del 2006
«Aessedi» informava, tra le altre cose, il proseguimento di un'iniziativa,
lodevole nell'intento ma pessima nella realizzazione, consistente nella
possibilità offerta ai cittadini di smaltire plastica, vetro e carta nei centri
di raccolta differenziata (o isole ecologiche), accumulando un punteggio (in
base ai kg di rifiuti consegnati) che avrebbe dato diritto ad uno sconto «fino
al 20% della parte variabile» della tassa (così si esprimeva la lettera).
All'atto della pesatura dei rifiuti un addetto rilascia infatti uno scontrino
(su carta intestata Garda Uno) compilato in duplice copia: immagino che il
libretto delle «matrici» debba periodicamente essere consegnato dagli addetti
ad «Aessedi» per il calcolo dello sconto da applicare. Peccato però che nessuno
sappia qual è il rapporto sconto/punti (le mie richieste telefoniche di
informazione sono state puntualmente rimpallate fra Garda Uno e il Comune di
Desenzano) e che, sebbene abbia iniziato lo smaltimento nelle isole ecologiche
dal Settembre 2008, io almeno non abbia ancora visto quantificata in nessuna
bolletta la riduzione millantata. A ciò si aggiunga che la tassa, che fino al
2007 per la mia abitazione era di 124 , è passata nel
( da "Giornale.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dunque, Wells Fargo
ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5
miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori
ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia
passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a
due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano?
Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un
trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo
americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano
le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e
siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare
perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità
questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri
per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che
a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6
perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono
vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le
banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati
preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di
salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel
Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse
che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi"
considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo
sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha
portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben
guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso
chiedere al consumatore, che, negli Usa restano
altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno
addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore
tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
TEHERAN L'Iran:
pronti a riprendere le trattative sul nucleare TEHERAN. Il capo negoziatore
iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha detto ieri che il suo Paese «accoglie
favorevolmente» la proposta di riprendere i negoziati avanzata dal gruppo dei
5+1, con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare direttamente ai colloqui. Del gruppo fanno parte i cinque membri permanenti del Consiglio
di sicurezza dell'Onu, cioè Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna, più la Germania. Il 9 aprile,
all'indomani dell'offerta da parte dei 5+1, il presidente iraniano Mahmud
Ahmadinejad (nella foto) aveva detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui,
ma solo «in un'atmosfera di giustizia e di rispetto reciproco». E
contemporaneamente aveva annunciato nuovi progressi nel programma iraniano.
( da "Provincia Pavese, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL MISSILE LANCIATO
DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del
test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che
le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano
applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare
nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE
SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto
dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per
mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi
popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno
annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN
ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon
in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un
gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro
l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip
Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una
sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA
NOVE IMPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali
del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto
articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri
pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. AVUTO QUANDO ERA VESCOVO LUGO
RICONOSCE IL FIGLIO Pressato da giorni, il presidente del Paraguay, Fernando
Lugo, ha ammesso di essere il padre di un bambino che oggi ha due anni, nato da
una relazione avuta con una giovane donna mentre era vescovo della diocesi di
San Pedro. Lugo (57 anni) ha ammesso di aver avuto «una relazione con Viviana
Carrillo», di 26 anni.
( da "Provincia Pavese, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bangkok: la polizia
spara, due vittime Thailandia nel caos, la Farnesina sconsiglia il viaggio ai
turisti italiani ROMA. La Thailandia nel caos e ad un passo dalla guerra civile
mentre ieri il paese ha celebrato il capodanno con i bambini che si gettavano secchi
d'acqua come vuole la tradizione. Ma nelle stesse ore in diversi punti della
capitale Bangkok gli antigovernativi con le camicie rosse si scontravano con i
militari e l'edificio del ministero della Educazione era in fiamma. Gli scontri
più duri si sono verificati in uno degli snodi principali della capitale, nella
piazza di Victory Monument, dove la polizia ha sparato raffiche di mitra e le
bombe lacrimogene per disperdere le camicie rosse che avevano alzato delle
barriccate e avevano roveciato bus delle linee urbane per impedire l'ingresso
dei militari nella piazza. Si parla di due morti e di oltre 100 feriti tra i
dimostranti e i militari, mentre la Farnesina sconsiglia ai turisti italiani di
recarsi in Thailandia e di posticipare le loro prenotazioni. La situazione è
precipitata due giorni fa dopo alcuni mesi di protesta contro il governo quando
le camicie rosse, seguaci dell'ex premier Thaksin Shinawatra (un ricco
politico-tycoon, accusato di corruzione e di borogli elettoraali e costretto
alla funga all'estero nel dicembre del 2008) hanno assaltato l'albergo in cui
si svolgeva il vertice dell'Asean (Cina, Giappone, Usa, paesi Sud-est asiatico, Australia) costringendo alla fuga i
leader ospiti e lo stesso giovane premier del Partito Democatico Abhisit
Vejjajiva. La rivolta delle camicie rosse si è estesa poi in molti altri punti
nevralgici di Bangkok, intorno al palazzo del governo, ai ministri e nelle
piazze principali. Per sollecitare i suoi seguaci alla "rivoluzione
popolare" l'ex premier Shinawatra dal suo esilio si messo in contatto
telefonico con la piazza e ha detto che presto tornerà in patria per sfidare il
governo e riprendere il potere. Molto dipende nelle prossime ore dalle
posizioni che assumeranno sia il Re che le forze armate, da sempre fedeli alla
monarchia. Non si esclude l'ipotesi di un nuovo golpe militare (i militari
hanno per 60 anni avuto il potere in Thailandia), anche perché è sempre più
probabile la minaccia di una guerra civile tra le camice rosse legati a
Shinawatra (forte nel nord del paese ed appoggiato dai alcuni ricchi
imprenditori) e le camicie gialle che sostengono invece l'attuale governo e che
sono scesi in piazza anche loro da ieri. L'esercito ha fatto sapre che passerà
alle misure ancora più forti nel caso che le proteste non si fermino e ha già
proclamato lo stato d'emergenza in tutto il paese. Sono cancelate molte
prenotazioni dei turisti da tutto il mondo e anche la Farnesina ha avvisato gli
italiani che si trovano a Bangkok di non uscire dai loro alberghi. (b.z.)
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Politica La
NordCorea sfida il mondo Martedí 14.04.2009 09:25 La Corea del Nord sfida il
mondo che la condanna per il lancio del missile, lo scorso 5 aprile, e annuncia
l'intenzione di riaprire i suoi impianti nucleari. Il regime di Pyongyang,
dicono le fonti ufficiali, dissente dalla condanna decisa dal Consiglio di
Sicurezza dell'Onu sul lancio del suo missile-satellite e passa al
contrattacco, definendo prima "inutili e non più necessari" i
colloqui a Sei (che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del
nucleare e annunciando poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento
del plutonio. "Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di
riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di
combustibile usato", ha commentato il ministero degli Esteri di
Pyongyang, secondo quanto riportato dall'agenzia ufficiale Kcna. Immediata la
condanna della Russia, che ha avuto finora un ruolo di mediazione tra le
potenze occidentali e Pyongyang: "Invitiamo la Corea del Nord a rispettare
la risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza dell'Onu e le condizioni della
dichiarazione congiunta da parte di Cina, Giappone,
Corea del Nord, Russia, Corea del Sud e Usa datata 19
settembre 2005 - ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri russo - e
a tornare al tavolo dei negoziati per denuclearizzare la penisola coreana e per
trovare mezzi pacifici atti a garantire la sicurezza nell'Asia
nordorientale". tags: Pyongyang corea nordcorea reattore russia mosca onu
nucleare
( da "Affari Italiani (Online)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Portafoglio/ Addio
diversificazione: ecco le piazze 'sicure' per guadagnare Martedí 14.04.2009
08:29 Negli ultimi 20 anni, più o meno da quando ci fu il primo grande crollo
di Borsa dell'era attuale, quello del famigerato venerdì nero del 1987 quando
Wall Street in una sola seduta cedette del 29%, analisti, economisti, e
soprattutto gestori e promotori finanziari, hanno ripetuto fino a sgolarsi che
l'unico modo per ridurre al massimo i rischi di un investimento azionario fosse
quello di diversificare l'investimento e di mantenerlo un tempo
sufficientemente lungo, almeno 10 anni. Un tempo era la diversificazione Quindi
non concentrare tutto il capitale in un unico titolo, ma distribuirlo su almeno
una decina di azioni. Meglio ancora se la diversificazione era fatta a livello
settoriale (ovvero acquisto di titoli di vari settori) e geografico (titoli di
Borse di vari Paesi e quindi legati all'andamento di diverse economie). Per non
sbagliare il promotore finanziario proponeva l'acquisto di fondi che puntavano
ognuno su diverse Piazze azionarie permettendo l'investimento su un amplissimo
ventaglio di titoli quotati a cui si aggiungeva una diversificazione
geografica. Da mantenere per un periodo sufficientemente lungo, perché, si
diceva, nel lungo periodo le Borse hanno sempre guadagnato. La crisi delle certezze La globalizzazione e le ultime due crisi,
quella del 2000 e quella attuale hanno mandato in soffitta la teoria della
diversificazione. E' sotto gli occhi il crollo all'unisono di tutte le Piazze
azionarie del mondo avvenuto nell'ultima parte del 2008 e nei primi mesi di
quest'anno. E anche a livello settoriale non c'è stato indice azionario
che si è salvato. Chi più, finanziari e automobili, chi meno, prodotti per la
salute e farmaceutici, tutte i comparti hanno patito una indiscriminata e
irrazionale discesa dei corsi. pagina successiva >>
( da "Agi" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
NORDOCREA: ONU
CONDANNA TEST, ORA AGGIUSTAMENTO SANZIONI (AGI) - New York, 13 apr. - Il
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimita' una
dichiarazione di condanna del test missilistico nordocoreano del 5 aprile
scorso. I Quindici hanno anche disposto un "aggiustamento" dell
sanzioni gia' previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006. Le misure,
gia previste sulla carta non sono mai entrate in vigore, saranno ora applicate.
Il testo e' frutto di un accordo raggiunto sabato tra Usa, Gran Bretagna e Giappone da un
lato, che puntavano a nuove sanzioni, e Cina e Russia riluttanti ad adottare nuove misure contro Pyongyang.
Nella dichiarazione "non vincolante" i Quindici "hanno
condannato il lancio" perche' in palese "violazione della risoluzione
1718" del 14 ottobre 2006 che proibiva a Pyongyang esperimenti nucleari e
missilistici. Il provvedimento era stato adottato dopo il test
sotterraneo di una bomba atomica il 9 ottobre e il precedente lancio - fallito
- di un altro missile. La dichiarazione "esige" altresi' che la Corea
del Nord si astenga da altri lanci in futuro. Il documento avverte che il
Consiglio di Sicurezza procedera' ad "un aggiustamento" delle
sanzioni gia approvate nel
( da "Repubblica.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
SEUL - La Corea del
Nord sfida il mondo che la condanna per il lancio del missile, lo scorso 5
aprile, e annuncia l'intenzione di riaprire i suoi impianti nucleari. Il regime
di Pyongyang, dicono le fonti ufficiali, dissente dalla condanna decisa dal
Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul lancio del suo missile-satellite e passa al
contrattacco, definendo prima "inutili e non più necessari" i
colloqui a Sei (che coinvolgono Usa, Russia, Cina, le due Coree e il Giappone) sul processo d'abbandono del
nucleare e annunciando poi l'intenzione di riaprire gli impianti di trattamento
del plutonio. "Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di
riavviare gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di
combustibile usato", ha commentato il ministero degli Esteri di
Pyongyang, secondo quanto riportato dall'agenzia ufficiale Kcna. Immediata la
condanna della Russia, che ha avuto finora un ruolo di mediazione tra le
potenze occidentali e Pyongyang: "Invitiamo la Corea del Nord a rispettare
la risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza dell'Onu e le condizioni della
dichiarazione congiunta da parte di Cina, Giappone,
Corea del Nord, Russia, Corea del Sud e Usa datata 19
settembre 2005 - ha dichiarato in una nota il ministero degli Esteri russo - e
a tornare al tavolo dei negoziati per denuclearizzare la penisola coreana e per
trovare mezzi pacifici atti a garantire la sicurezza nell'Asia
nordorientale". OAS_RICH('Middle'); (14 aprile 2009
( da "Stampaweb, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
TOKYO La Corea del
Nord ha detto che intende riaprire i suoi impianti nucleari, in risposta alla
condanna da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al
missile-satellite lanciato il 5 aprile. Lo riferisce lagenzia
di stampa ufficiale del regime, la Kcna. La Corea del Nord dissente dalla condanna decisa dal
Consiglio di Sicurezza dellOnu sul lancio del suo
missile-satellite e passa al contrattacco, definendo prima «inutili e non più
necessari» i colloqui a Sei (che coinvolgono Usa, Russia, Cina,
le due Coree e il Giappone) sul processo dabbandono del nucleare
e annunciando poi lintenzione di riaprire gli impianti di trattamento del
plutonio. «Consideriamo di costruire un nostro reattore nucleare e di riavviare
gli impianti nucleari e di riprocessamento delle barre di combustibile usato», ha commentato il
ministero degli Esteri di Pyongyang, secondo quanto riportato dalla Kcna.
Mosca, Pyongyang torni ai negoziati Mosca invita la Corea del Nord a rispettare
le risoluzioni del consiglio di sicurezza dellOnu e a tornare
al tavolo delle trattative. Lo riferisce lagenzia Interfax citando il
ministero degli esteri russo. «Invitiamo la Corea del Nord a rispettare la
risoluzione 1718 del consiglio di sicurezza dellOnu e le condizioni della
dichiarazione
congiunta da parte di Cina, Giappone, Corea del Nord,
Russia, Corea del sud e Usa datata 19 settembre 2005 e
a tornare al tavolo dei negoziati per denuclearizzare la penisola coreana e per
trovare mezzi pacifici atti a garantire la sicurezza nellAsia
nordorientale», ha
dichiarato il ministero degli esteri russo. Onu condanna il lancio del missile
Infatti, dopo una settimana di stallo, il Consiglio di Sicurezza dellOnu
ha condannato la Corea del Nord per il lancio dello scorso 5 aprile di quello
che per Stati Uniti e
Giappone è stato un missile balistico. Nella dichiarazione presidenziale, che
ha peso morale, ma valore meno vincolante di una risoluzione, si chiede che le
sanzioni esistenti contro la Corea del Nord siano applicate. Il testo della
dichiarazione era stato concordato dai cinque membri permanenti del Consiglio e
dal Giappone durante il fine settimana e sottoposto agli altri membri per il si
definitivo. Nel testo non si precisa se il lancio sia stato di un missile, come
sostenuto da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud o di un satellite per
telecomunicazione come affermato da Pyongyang. Il lancio di un missile
costituisce una violazione della risoluzione 1718. Secondo lambasciatore
americano Susan Rice una dichiarazione presidenziale ha valore vincolante, una interpretazione
non condivisa da altri diplomatici. «È una dichiarazione forte che mette in
guardia Pyongyang contro qualsiasi altro lancio», ha detto la Rice annunciando
che gli Stati Uniti hanno già stilato una lista di merci che potrebbero essere
messe sotto embargo. «È un buon documento che dimostra lunità
del Consiglio», ha detto Heller uscendo dalla riunione annunciando che della
vicenda si occuperà nei prossimi giorni il Comitato delle Sanzioni del
Consiglio presieduto dallambasciatore turco allOnu che dovrà riferire
entro il 24 aprile su società, merci e tecnologie da aggiungere alla lista
dellembargo. Se il Comitato non dovesse agire entro quella data la palla
tornerebbe in Consiglio di Sicurezza. Il Giappone avrebbe preferito una risoluzione che avesse
dichiarato Pyongyang in violazione della risoluzione 1718. Cina
e Russia, che hanno potere di veto in Consiglio di Sicurezza, si erano opposto
in quanto non convinti che il lancio del 5 aprile abbia costituito una
violazione. La Cina in particolare aveva chiesto un
approccio «prudente e proporzionato» attraverso la dichiarazione presidenziale.
( da "Wall Street Italia"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G7/vertice
Washington sarà seguito anche da G20 ministri finanze di Apcom Lo ha reso noto
un comunicato del Tesoro Usa -->Washington, 14 apr.
(Apcom) - L'imminente vertice dei ministri finanziari del G7, che si svolgerà
il prossimo 25 aprile a Washington, sarà seguito anche da un vertice del G20
che, oltre ai Paesi più industrializzati, include anche i principali Paesi
emergenti. Lo ha reso noto in un comunicato il dipartimento del Tesoro
statunitense. Il segretario al Tesoro Usa Timothy
Geithner, al suo esordio come ospite di un vertice ministeriale di questo tipo,
terrà una conferenza stampa dopo il vertice G7, al quale partecipano i ministri
e i Governatori delle banche centrali di Usa,
Giappone, Germania, Francia, Italia, Regno Unito e Canada. Il nuovo vertice G20
segue l'analoga riunione di Londra di inizio aprile nella quale è stato deciso
un rafforzamento pari a 1.100 miliardi di dollari (821
miliardi di euro) a favore delle istituzioni multilaterali per combattere la
recessione. Il G20, oltre ai paesi del G7, comprende Argentina, Australia,
Brasile, Cina India,
Indonesia Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Corea del Sud, Turchia e
Unione Europea. (con fonte Afp)
( da "Nuova Ferrara, La"
del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino)
(Corriere delle Alpi) (Alto Adige) (Gazzetta di Modena,La) (Gazzetta di
Mantova, La) (Gazzetta di Reggio)
Argomenti: Cina Usa
IL MISSILE LANCIATO
DA PYONGYANG IL MISSILE LANCIATO DA PYONGYANG L'ONU CONDANNA LA COREA DEL NORD
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità la condanna del
test missilistico nordocoreano del 5 aprile scorso. I 15 hanno anche disposto che
le sanzioni previste dalla risoluzione 1718 del 14 ottobre 2006, siano
applicate. Il testo è frutto di un accordo tra Usa, G.B, Giappone e Cina e Russia riluttanti ad adottare
nuove misure contro Pyongyang. ASSUNTI AL POSTO DEI SUPPLENTI BUTTAFUORI NELLE
SCUOLE INGLESI Buttafuori, guardie carcerarie ed ex soldati ingaggiati al posto
dei supplenti: è questa la strategia adottata da alcune scuole britanniche per
mantenere l'ordine, quando gli insegnanti sono assenti, nelle classi
popolate da adolescenti terribili. La pratica è emersa nel corso del convegno
annuale del sindacato degli insegnati Nut. ACCUSA: COMPLOTTO CONTRO ERDOGAN
ONDATA DI ARRESTI IN TURCHIA Nuova ondata di arresti legata al caso Ergenekon
in Turchia: 18 persone, tra cui un rettore universitario e un dirigente di un
gruppo editoriale, sono state messe in prigione accusate di complottare contro
l'Ak, il partito di ispirazione islamica al governo con il premier Tayyip
Erdogan. L'inchiesta sul gruppo Ergenekon, accusato dal governo di essere una
sorta di Gladio turca con tentazioni golpiste. NEL 2006 UCCISERO UN GIORNALISTA
NOVE INPICCAGIONI NEL DARFUR Nove uomini della tribù Fur, una delle principali
del Darfur, che nel 2006 uccisero il direttore di un giornale che aveva scritto
articoli ritenuti ostili al loro gruppo etnico, sono stati impiccati ieri
pomeriggio nel carcere di Kober, a Khartoum. MOGADISCIO, INDENNE PARLAMENTARE
USA COLPI DI MORTAIO CONTRO PAYNE Il gruppo ribelle integralista islamico al
Shabaab ha rivendicato l'attacco compiuto ieri a colpi di mortaio contro
l'aereo su cui stava ripartendo da Mogadiscio il parlamentare americano Donald
Payne. Nell'attacco sono rimasti uccisi almeno 2 civili ed altri 16 sono
rimasti feriti. L'aereo del parlamentare è decollato senza danni.
( da "Giornale.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dunque, Wells Fargo
ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5
miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori
ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia
passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a
due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano?
Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un
trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo
americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano
le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e
siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare
perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità
questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri
per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che
a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6
perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono
vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le
banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati
preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di
salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel
Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse
che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi"
considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo
sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha
portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben
guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso
chiedere al consumatore, che, negli Usa restano
altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno
addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore
tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G
( da "Rai News 24"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang | 14
aprile 2009 Corea del Nord: "mai più negoziati sul nucleare"
L'impianto di Yongbyon La Corea del Nord chiude sulle trattative a sei sul
nucleare "non chiederemo mai piu' di partecipare a negoziati di questo
tipo e non ci sentiamo piu' vincolati agli impegni che avevamo preso in quelle
sedi" -si legge nella nota del ministero degli esteri che anticipa anche
la decisione di rafforzare il deterrente nucleare nordcoreano per autodifesa.
Sulla tv di stato è stato dato l'annuncio della rimessa in funzione
dell'impianto di Yongbyon, parzialmente smantellato nel 2008. Il Consiglio di
sicurezza dell'Onu ha condannato all'unanimita' il lancio di un missile
ritenuto da tutta la comunità internazionale un test per un vettore balistico
malgradola versione ufficiale di Pyongyang che aveva parlato del lancio di un
satellite per le telecomunicazioni. La Corea del Sud "reagira' in maniera
calma" alle ultime sfide partite verso la comunita' internazionale dalla
Corea del Nord, che oggi ha ventilato l'ipotesi di riaprire gli impianti
nucleari e di abbandonare il tavolo dei negoziati a Sei sul disarmo atomico,
composto dalle due Coree, Giappone, Cina, Usa e
Russia. Secondo quanto riferito in serata da un alto funzionario del ministero
degli Esteri sudcoreano, "la risposta di Pyongyang alla condanna del
Consiglio di Sicurezza Onu in merito al lancio del razzo e' stata piu' decisa
del previsto", sottolineando che "raramente il regime comunista aveva
utilizzato parole tanto dure". Il governo di Seul, tuttavia,
"reagira' alle minacce nordcoreane in maniera assolutamente calma",
ha concluso il funzionario.
( da "Dagospia.com"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> LA THAILANDIA NEL CAOS NY TIMES.
NUOVE APERTURE DI OBAMA
ALLIRAN? - QUANTAS IN CRISI GLI INCURSORI USA CONTRO I
PIRATI: TRE PROIETTILI, TRE CADAVERI GLI USA PIù FLESSIBILI CON CUBA
CROLLA LAUTO MADE IN GERMANY (-40%)
Rassegna stampa
internazionale a cura di Apcom scontri in thailandia 1 - SPAGNA EL MUNDO - In primo piano le nuove
indiscrezioni sull'indagine della polizia spagnola per gli attentati dell'11
marzo
( da "Datasport" del
14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
WTA Charleston:
Bondarenko al secondo turno (Alona Bondarenko) (AGM-DS) - 14/04/2009 11.16.37 -
(AGM-DS) - Milano, 14 aprile - Ha preso il via il torneo Wta di Charleston
(terra verde, 1.000.000 dollari di montepremi). Nessuna eliminata tra le teste
di serie del torneo. Accedono di diritto al secondo turno le prime otto del
ranking, tra cui la numero uno Demetieva e la numero due Venus Williams.
Conquistano il passaggio del turno sul campo, invece, la numero 10 Peng Shuai,
che ha battuto la Pivovarova 60, 62, la numero 11 Alona Bondarenko, che ha
battuto la Kremer 64, 60 e la numero 13 Virginie Razzano, che ha eliminato la
wild card Cecil per 61-62. Primo turno (10) Peng Shuai (CIN) b. (WC) Anastasia
Pivovarova (RUS) 60 62 (11) Alona Bondarenko (UCR) b. Anne Kremer (GER) 64 60
(13) Virginie Razzano (FRA) b. (WC) Mallory Cecil (USA) 61 62 Vania King (USA)
b. (14) Olga Govortsova (BLR) 67(3) 76(5) 63 Tamira Paszek (AUT) b. Julia
Schruff (GER) 75 62 Patricia Mayr (AUT) b. Yan Zi (CIN) 62
62 Melinda Czink (UNG) b. Jill Craybas (USA) 62 64 Rossana de los Ríos (PAR) b.
Carly Gullickson (USA) 61 64 Varvara Lepchenko (USA) b. Galina Voskoboeva (KAZ)
61 63 Julie Ditty (USA) b. Ayumi Morita (GIA) 61 61 Anastasia Rodionova (RUS)
b. (Q) Madison Brengle (USA) 62 76(4) (Q) Lenka Wienerova (SVK) b. Alexa
Glatch (USA) 64 75 (Q) Melanie Oudin (USA) b. Olga Savchuk (UKR) 64 60 (Q)
Anastasija Sevastova (LAT) b. Marta Domachowska (POL) 61 16 6
( da "Targatocn.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Alba: si presenta
libro di Alessandro Barbero sul Piemonte La Biblioteca Civica 'Giovanni
Ferrero' di Alba presenterà, mercoledì 15 aprile, il volume Storia del
Piemonte. Dalla preistoria alla globalizzazione, di Alessandro Barbero. Lincontro,
alle
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 14-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento))
Argomenti: Cina Usa
New York. Dopo una
settimana di stallo e di divisioni il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha
condannato la Corea del Nord per il lancio dello scorso 5 aprile di quello che
- secondo Stati Uniti e Giappone - è stato un missile balistico. Una
dichiarazione presidenziale varata all'unanimità dai 15 è stata letta ieri dal
presidente di turno, il messicano Claude Heller. Nella dichiarazione, che ha
peso morale, ma valore meno vincolante di una risoluzione, si chiede che le
sanzioni esistenti contro la Corea del Nord siano applicate. Il testo della
dichiarazione era stato concordato dai cinque membri permanenti del Consiglio e
dal Giappone durante il fine settimana e sottoposto agli altri membri per il si
definitivo. Nel testo non si precisa se il lancio sia stato di un missile, come
sostenuto da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud o di un satellite per
telecomunicazione come affermato da Pyongyang. Il lancio di un missile
costituisce una violazione della risoluzione 1718. Secondo l'ambasciatrice
americana Susan Rice una dichiarazione presidenziale ha valore vincolante, ma
si tratta di una interpretazione non condivisa da altri diplomatici. «È una
dichiarazione forte che mette in guardia Pyongyang contro qualsiasi altro
lancio», ha detto la Rice annunciando che gli Stati Uniti hanno già stilato una
lista di merci che potrebbero essere messe sotto embargo. «È un buon documento
che dimostra l'unità del Consiglio», ha detto Heller uscendo dalla riunione. Il
Giappone avrebbe preferito una risoluzione che avesse dichiarato Pyongyang in
violazione della risoluzione 1718. Cina e Russia, che
hanno potere di veto in Consiglio di Sicurezza, si erano opposto in quanto non
convinti che il lancio del 5 aprile abbia costituito una violazione. La Cina in particolare aveva chiesto un approccio «prudente e
proporzionato» attraverso la dichiarazione presidenziale. Passi avanti sulla questione
nucleare si segnalano invece nei rapporti tra Iran e comunità internazionale.
Il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha infatti detto ieri
che il suo Paese «accoglie favorevolmente» la proposta di riprendere i
negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio
di sicurezza dell'Onu - Usa,
Russia, Cina, Gran Bretagna
e Francia - più la Germania), con l'impegno degli Stati Uniti a partecipare
direttamente ai colloqui. Jalili, ha riferito la televisione di Stato, ha
comunicato la risposta positiva dell'Iran al responsabile della politica estera
comune della Ue, Javier Solana, che tiene i contatti con Teheran a nome dei sei
Paesi.
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IN PREFETTURA
Martedì 14 Aprile
( da "Gazzettino, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama allenta le
sanzioni economiche contro Cuba Martedì 14 Aprile 2009, Washington La strategia
della mano tesa del nuovo presidente Usa, Barack
Obama, si estende a Cuba, dopo aver cominciato a dare i primi frutti con
l'Iran. Mentre la Casa Bianca annuncia l'imminente revoca delle restrizioni ai
viaggi e alle rimesse dei cubano-americani verso i loro parenti a Cuba,
infatti, il capo negoziatore iraniano sul nucleare, Said Jalili, ha annunciato
che la Repubblica islamica «accoglie favorevolmente» la proposta di riprendere
i negoziati avanzata dal gruppo dei 5+1, con l'impegno degli Stati Uniti a
partecipare direttamente ai colloqui. L'annuncio di Jalili è stato fatto al
responsabile della politica estera dell'Ue, Javier Solana, che tiene i contatti
con Teheran a nome dei sei Paesi: i cinque membri
permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania. Il 9 aprile,
all'indomani dell'offerta dei 5+1, il presidente iraniano Ahmadinejad aveva
detto che Teheran era pronta a nuovi colloqui, ma solo «in un'atmosfera di
giustizia e di rispetto reciproco». E aveva annunciato nuovi progressi
in campo nucleare compresa la sperimentazione di centrifughe di nuova
generazione per l'arricchimento dell'uranio. Proprio l'attività che il
Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha chiesto più volte, inutilmente, all'Iran di
sospendere. Vari dirigenti iraniani, tra i quali il presidente del Parlamento,
Ali Larijani, hanno affermato che ormai la comunità internazionale deve
accettare il programma della Repubblica islamica, che nega di volere costruire
ordigni atomici. Le preoccupazioni tuttavia rimangono, non solo in Occidente ma
anche in Paesi arabi a maggioranza sunnita, come l'Egitto che da 30 anni ha
rapporti tesi con l'Iran sciita. Lo stesso Larijani ha reagito duramente -
accusando l'Egitto di aver dato «cooperazione con Israele» nell'invasione di
Gaza del dicembre scorso - all'arresto in Egitto di decine di egiziani,
palestinesi e libanesi legati all'Hezbollah sciita libanese alleato dell'Iran,
accusati di aver pianificato attacchi in Egitto. Quanto all'alleggerimento
delle restrizioni Usa verso Cuba, preannunciato da
Obama, si tratta del primo cambio di rotta significativo verso la Cuba di
Castro e coincide con le iniziative del Congresso Usa
per la fine dell'embargo americano. La nuova direttiva presidenziale allargherà
la gamma di oggetti che potranno essere spediti a Cuba includendo abiti,
oggetti di igiene personale e da pesca. Resta proibito fare doni ad alti
funzionari del governo e del Partito comunista cubano. L'annuncio è arrivato
alla vigilia del Vertice delle Americhe a Trinidad. I leader latinoamericani hanno
fatto pressioni sull'amministrazione Obama per una normalizzazione delle
relazioni con Cuba; le ultime restrizioni a Cuba, motivate dall'imprigionamento
di 75 dissidenti, erano state imposte dall'ex presidente George W. Bush nel
2004 pochi mesi dopo la sua elezione alla Casa Bianca
( da "Velino.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Velino presenta,
in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST -
Nord Corea, Lavrov: i colloqui a sei riprenderanno presto Roma, 14 apr (Velino)
- Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov getta acqua sul fuoco delle dichiarazioni
nordcoreane secondo le quali Pyongyang intende riattivare il reattore nucleare
di Yongbyon e uscire dai colloqui del Sestetto (le due Coree, Cina, Giappone, Usa e Russia).
Secondo Lavrov “non cè alcun bisogno di stabilire un nuovo forum
internazionale per
occuparsi della situazione nelle penisola coreana”. E ancora “i colloqui a sei
riprenderanno nel prossimo futuro”. Quanto agli annunci nordcoreani sul
rilancio di Yongbyon, il capo della diplomazia russa ha ribadito lobbligo
di Pyongyang di adempiere
al programma per il disarmo nucleare. Anche Seul ha invitato il Nord a evitare
“reazioni scomposte”. La dura presa di posizione di Pyongyang è giunta in
reazione alla condanna unanime dei 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite sul lancio missilistico del 5 aprile scorso. Condanna cui non è
però seguita una risoluzione contro il regime di Pyongyang, per il disaccordo
emerso in seno al Consiglio. Mentre la Nord Corea ha affermato di aver mandato
in orbita un satellite per le telecomunicazioni, Corea del Sud, Stati Uniti e
Giappone sostengono che il lancio è servito a testare un missile balistico
intercontinentale. (dam) 14 apr 2009 13:27
( da "Sicilia, La"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
il
congresso di nicosia Diritto e Storia nell'età della globalizzazione Leonforte.
E' uscito da un incubo, da una situazione che poteva farlo restare ai margini
del grande calcio, ma adesso si dice soddisfatto e ha l'occasione di mettersi
al servizio di Roberto Donadoni e del Napoli, in serie A. Parliamo di
Alessandro Venezia, 19 anni, partito da P. Armerina, dopo avere militato nel Gela, e che sta
avendo l'occasione della vita, per affermarsi nel calcio che conta. Il
centrocampista armerino era già andato al Napoli che, per farlo crescere,
l'aveva prestato al Neapolis, in serie D, dove non è stato davvero fortunato.
"Appena arrivato, purtroppo, mi sono infortunato restando lontano dagli
allenamenti. Al Neapolis non mi sono trovato bene, forse perché in poco tempo
il presidente ha cambiato 4 allenatori. Ma quel periodo, guarito
dall'infortunio, mi è servito per continuare ad allenarmi e riprendere la forma
giusta, al punto che il Napoli si è ricordato ancora di me,
richiamandomi". Venezia, che ha giocato anche nella Nazionale Under 18,
può vantare un contratto biennale con il presidente De Laurentiis, può quindi
tornare a sognare e il semplice fatto che è ritornato ad allenarsi con la prima
squadra del Napoli, sta a confermare che egli ha fisico, temperamento, classe e
doti che, con il placet di Donadoni, gli fanno sperare di affermarsi
definitivamente in serie A. "Trovarmi con un gruppo di giocatori di serie
A e potermi confrontare con loro, mi fa pensare ai sacrifici fatti e che
bisogna restare umili". Carmelo Pontorno
( da "Panorama.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
- Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - Ahmadinejad gela Obama, ma i colloqui sul
nucleare vanno avanti Posted By michele.zurleni On 10/4/2009 @ 11:58 In
Headlines, NotiziaHome | 2 Comments Una mano tesa, l'altra chiusa nel pugno.
[1] Sulla questione nucleare, l'Iran sembra voler adottare un tattica fatta di
parziali aperture alle richieste occidentali, ma anche di chiusure, volte a
dimostrare la volontà di Teheran a proseguire nel suo programma atomico. Le
ultime mosse di Mahmoud Ahmadinejad vanno in quella direzione. Solo l'altro
giorno, il presidente iraniano aveva detto di essere disponibile a un dialogo
diretto con gli Usa, se Barack Obama dimostrasse di
essere "onesto" (sincero) nella sua politica della mano tesa nei
confronti degli Ayatollah. Poi, però, in una intervista al settimanale tedesco
[2] Der Spiegel, lo stesso Ahmadinejad aveva respinto l'invito del presidente
statunitense a sospendere l'arricchimento dell'uranio. "Questa discussione
è obsoleta: il tempo per farlo è scaduto". Dopo questa affermazione - una
doccia gelata per gli Usa, ma anche per l'Onu -
durante le celebrazioni della "Giornata nazionale dell'energia
atomica", parlando da Isfahan, dove ha inaugurato il primo impianto di
produzione di combustibile nucleare del paese (completando il suo ciclo per sua
la fabbricazione), il presidente iraniano ha annunciato l'installazione di
7mila centrifughe nella centrale di arricchimento di Natanz. Un piccolo, grande
schiaffo agli sforzi diplomatici della Casa Bianca. Ammorbidito da nuove frasi
concilianti sulla necessità di avviare dei colloqui, che - ha specificato il
presidente iraniano - devono essere basati su di un rapporto di reciproco
rispetto tra le parti. Secondo la sua versione, le precedenti trattative sul
nucleare con le nazioni europee sono fallite "perchè insistevano sulla
sospensione delle nostre attività pacifiche, cercavano di imporcelo" ha
scandito Ahmadinejad. "Il dialogo deve essere basati sulla giustizia.
Entrambe le parti devono essere trattati in modo uguale". Per ora gli Usa osservano [3] l'andamento di questi segnali
contrastanti. Di fatto, il presidente iraniano ha fatto una concessione,
un'apertura a negoziati anche diretti - con il "Grande Satana".
L'amministrazione Obama punta a quelli, per convincere gli ayatollah a mettere
fine alla loro avventura nucleare. La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato
non vogliono farsi depistare da questa tattica altalenante degli iraniani.
Vogliono, come succede nel poker, andare a "vedere". Per questo, con
una decisione che ha modificato radicalmente l'atteggiamento rispetto a quello
tenuto dalla presidenza di George W. Bush, il Dipartimento di Stato ha
annunciato che gli Stati Uniti prenderanno parte ai negoziati del gruppo 5 + 1,
insieme a Gran Bretagna, Germania, Francia, Russia e Cina. E' la terza grande apertura in tre
settimane da parte di Barack Obama, dopo il messaggio televisivo al popolo e ai
dirigenti dell'Iran, in occasione del Capodanno sciita, e dopo l'incontro
informale, ma importantissimo, all'Aia, tra l'inviato speciale statunitense
Richard Holbrooke e un alto diplomatico iraniano. "Non c'è nulla di
più importante che convincere l'Iran a fermare i suoi sforzi per ottenere
l'arma atomica" - ha detto Hillary Clinton. L'obiettivo di ogni incontro -
ha poi spiegato un alto funzionario americano - sarà quello di dissuadere gli
interlocutori a non diventare uno "Stato Atomico". Gli Stati Uniti
sono convinti che la politica del disgelo porterà a dei frutti, o almeno,
servirà ad aprire contraddizioni dentro il regime iraniano, alimentando le
divisioni e le discussioni tra falchi e colombe, conservatori e riformatori. Se
ciò non servisse a raggiungere l'obiettivo, altre strade dovranno essere
seguite, come l'inasprimento delle sanzioni. L'opzione militare da parte degli Usa, molto lontana, rimane comunque sul tavolo. Chi invece,
potrebbe essere deciso ad attaccare, se l'atteggiamento degli ayatollah non
dovesse mutare sono gli israeliani. I vertici delle forze armate statunitensi
ne hanno parlato in recenti interviste. Secondo il Segretario alla Difesa
Robert M. Gates ci sono tre anni di tempo per evitare un attacco militare di
Israele contro l'Iran. Anche il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate Usa, l'Ammiraglio Michael Mullen ha risposto a domande sul
tema, ricordando che un blitz sarebbe devastante per gli interessi americani in
Medioriente. Uscite queste che fanno intravvedere come l'amministrazione Obama
intenda usare la minaccia di un possibile attacco israeliano come strumento di
pressione su Teheran. Cosa risponderanno gli Ayatollah?
( da "Panorama.it"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
- Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - Cina, locomotiva del mondo Posted By pino.buongiorno On 12/4/2009 @
11:06 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] I mandarini del
"capitalismo socialista" vogliono di più. E puntano su un patto
strategico con gli Usa.
Addio Deng Xiaoping. Il "venerato leader" che ha portato 1
miliardo e 300 milioni di cinesi fuori dalle miserie e dalle tragedie della
rivoluzione culturale di Mao Zedong, per godere i successi dell'economia di
mercato, seppure con il timbro dello stato socialista, insegnava che "la Cina doveva sempre tenere un basso profilo, non prendere mai
la guida, guardare pazientemente quanto accade e tenere ben nascoste le sue
capacità". Non più: Wen Jabao, il primo ministro cinese, ha osato rompere
la tradizione e ha definito per la prima volta il suo paese, nel corso di un
recente viaggio in Europa, "una grande potenza". Hu Jintao,
successore di Deng, non fa mistero del suo ruolo geopolitico e geoeconomico
ogni volta che parla in Africa, Asia o in un forum internazionale, come il
recente G20. A Londra ha accettato di mettere 30 miliardi di euro a
disposizione del Fondo monetario, ma a condizione che Pechino abbia più peso
nelle istituzioni finanziarie internazionali e che si ponga fine al duopolio Usa-Ue sulla leadership di Fmi e Banca mondiale. E poco
importa se Hu Jintao ha fatto poco o niente per bloccare l'irrequieto vicino di
casa, Kim Jong-Il, dal lanciare il 5 aprile un missile con tanto di satellite,
come aveva implorato alla vigilia il presidente Usa
Barack Obama. Quasi certamente Hu Jintao sapeva che il satellite non sarebbe
mai entrato in orbita: tanto meglio assicurarsi mediazioni cruciali con la
Corea del Nord e tenere sulla corda Washington e soprattutto Tokyo. Saranno
state le Olimpiadi di agosto, che hanno mostrato di cosa è capace la Cina quando si tratta di organizzare un grande show, ma
anche una straordinaria competizione sportiva. Sarà stata la crisi economica
globale, che ha reso evidenti i fallimenti del capitalismo di Wall Street, su
cui pure la leadership cinese aveva scommesso. Sta di fatto che l'Impero di
Mezzo sembra aver ritrovato la sua posizione storica: al centro di tutti i
giochi economici, ma anche politici, quasi si completasse l'idea confuciana del
ritorno all'ordine naturale delle cose. Parli con i sociologi dell'Accademia
delle scienze, parli con i politologi di Pechino, incontri gli uomini della
nomenklatura del partito e ti accorgi che la Cina non
reagisce più come comparsa sul palcoscenico mondiale, ma si propone e si
comporta da protagonista. "Con la sorpresa di tutti, la Cina
ha rotto con la tradizione di enfatizzare i principi generali. Sempre più
spesso viene fuori con idee e misure dettagliate" fa notare Shi Yinhong,
docente di relazioni internazionali all'Università Renmin. È così forte il
desiderio di imporsi che spesso si traduce in revanscismo. In questi giorni va
a ruba un saggio intitolato Cina scontenta. Erano
state previste 70 mila copie, l'editore ne ha dovute ristampare cinque volte
tante in due settimane. "Il capitalismo dominato dall'Occidente è bloccato
da una crisi seria e profonda e sta portando il disastro nel mondo intero"
dice a Panorama il sociologo dell'Accademia delle scienze Huan Ji Su, uno dei
cinque autori del saggio. Ufficialmente il partito comunista tende ad
ammorbidire questo fervore iper-nazionalistico. Nei fatti lo status di egemonia
neoimperiale, reclamato dal controverso best-seller che fa seguito al famoso La
Cina puo dire di no, datato 1996, si consolida giorno
dopo giorno. Mentre il resto del mondo e in recessione, la Cina
continua a correre, seppure non ai ritmi degli anni scorsi. Le banche d'affari
piu pessimiste calcolano un piu 5 per cento di aumento del pil; Wen Jabao
scommette ancora sull'8 per cento. E' vero. Ci sono 26 milioni di nuovi
disoccupati tornati nelle aride campagne. Le proteste sociali sono all'ordine
del giorno e il partito ha spedito in tutta fretta emissari in ogni angolo del
paese per rassicurare i rivoltosi. Ma lo stimolo fiscale di 585 miliardi di
dollari approvato a novembre sembra dare i primi risultati grazie agli
imponenti lavori per le infrastrutture nelle aree piu depresse del paese. La
conseguenza immediata e che i consumi interni sono ripartiti e, in parte,
compensano il calo dell'export. A marzo e migliorato, dopo l'agonia autunnale e
invernale, l'indice del settore manifatturiero, che rappresenta da solo il 40
per cento del pil. Le banche cinesi, rimaste fuori dai giochi dell'alta finanza
a rischio, conquistano le classifiche mondiali. Solo tre anni fa non c'era un
solo istituto di credito fra i top 20 del mondo per capitalizzazione di
mercato. Oggi le prime tre banche mondiali sono cinesi. Grazie alle enormi
riserve accumulate (quasi 4 mila miliardi di dollari), il governo ha dato il via
a un programma di acquisti su scala globale. Le imprese cinesi hanno gia
comprato da inizio 2009 solo in Europa aziende per 13 miliardi di euro. Le
societa automobilistiche di Shanghai possono permettersi di fare offerte alla
Ford per la Volvo e alla General Motors per la Buick. Ancora piu attive le
compagnie petrolifere di stato, che hanno firmato accordi multimiliardari e a
lunga scadenza in Brasile, Russia e Venezuela. La fame di risorse naturali ha
scatenato la Chinalco, che ha messo a disposizione 19,5 miliardi di dollari per
aggiudicarsi il gigante angloaustraliano Rio Tinto. In Peru sempre la Chinalco
e alla conquista di miniere di rame: l'ultimo progetto vale 2 miliardi di
dollari. Complessivamente in America Latina, uno dei continenti piu appetiti dopo
l'Africa, Pechino ha promesso di investire 100 miliardi di dollari entro il
( da "Quotidiano.it, Il"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
La Protezione civile
sangiorgese in Abruzzo con 7 volontari Porto San Giorgio | Complessivamente una
quindicina i volontari dal Fermano. Quattro sangiorgesi sono partiti ieri
mattina, altri tre radioamatori, specialisti in comunicazioni, li hanno
raggiunti oggi. Gruppo comunale protezione civile porto san
giorgio Sono sette gli operatori della Protezione civile di Porto San Giorgio
impegnati attualmente a L'Aquila e negli altri comuni abruzzesi colpiti dal
terremoto. Complessivamente, dal Fermano sono partite al momento una ventina di
unità. I primi 4 del gruppo comunale di Protezione civile di Porto San
Giorgio sono partiti per l'Abruzzo ieri mattina. Sono due uomini e due donne,
occupati principalmente nella fornitura di pasti ed altri beni di prima
necessità per gli sfollati, oppure nei presidi dei centri storici de L'Aquila e
dintorni per evitare che persone non autorizzate possano entrare nelle aree a
rischio e correre rischi per la propria incolumità. Altri tre volontari sono
invece partiti questa mattina. Si tratta di specialisti in radiocomunicazioni
dell'Ari, associazione radioamatori italiana, e il loro ruolo in Abruzzo sarà
principalmente dedicato al potenziamento dei collegamenti e delle comunicazioni
radio. Fa il punto della situazione il coordinatore della Protezione civile
sangiorgese Luciano Pazzi. "Al momento abbiamo 7 persone del nostro gruppo
impegnate in Abruzzo. La situazione di cui ci relazionano è difficile, anche
perché le scosse in quella zona sono continue, la più forte quella udita
distintamente anche da noi, ieri sera intorno alle 23.30". Molto positiva
la risposta della cittadinanza sangiorgese alle richieste di solidarietà in favore
dei terremotati. "La vendita di pompelmi offerti da un'azienda privata che
abbiamo effettuato insieme alla Croce Azzurra - sottolinea ancora il
responsabile della Protezione civile Pazzi - ha riscosso notevole successo.
Abbiamo raccolto circa 3.100 euro, che saranno devoluti alla popolazione
terremotata dell'Abruzzo versando le somme raccolte con la vendita sul conto
corrente specificamente aperto per le offerte alle persone colpite dal
sisma". 14/04/2009
( da "Trend-online"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mercato potrebbe
riservare sorprese: possibile una seconda gamba del rally? INTERVISTE, clicca
qui per leggere la rassegna Di Alberto Susic , 14.04.2009 20:03 Scopri le
migliori azioni per fare trading questa settimana!! positivo si avrebbe da una
risalita del comparto immobiliare Usa, al di sopra
della resistenza critica in area 73-84. Sul fronte volatilità implicita, un
segnale convincente di rasserenamento si avrebbe su discese del Vix al di sotto
del supporto in area 40-41 (conferma sotto 35-37). Per avere la certezza
che le tensioni sul settore finanziario stanno davvero diminuendo, il Vix deve
anche confermare il tentativo in atto, da inizio aprile, di assestamento al di
sotto del Vxn, così come era prima dellinizio della crisi finanziaria nel
giugno-luglio 2007.
Una fase di assestamento/riaccumulazione è sicuramente possibile me gli indici
denotano particolare forza: se le prese di beneficio rimarranno contenute, come
sembra probabile, potrebbe perciò riprendere molto presto una seconda gamba
del rally, con spazi
di recupero ancora molto ampi. Seppur allinterno di un quadro
tecnico più ampio ancora molto incerto e fragile, lobiettivo del bear
market rally in corso rimane infatti il raggiungimento dei livelli di fine
settembre 2008, prima del grande crash di ottobre-novembre seguito al fallimento di Lehman. Dai
livelli correnti vorrebbe dire una salita di un ulteriore +35% sui principali
indici. Per mantenere intatta tale possibilità è essenziale la tenuta di alcuni
supporti critici da parte dei vari indici. I segnali di ripresa dellazionario
hanno trovato conferma anche sui listini asiatici. Oltre allottima
performance del Nikkei, anche Cina, India e Corea hanno messo a segno
forti rimbalzi. Con particolare riferimento a Piazza Affari, quali sono le sue
previsioni per lindice S&P/Mib, che è arrivato a lambire larea
dei 18.000 punti. Cè spazio per ulteriori salite nel breve? Quali sono i
supporti da monitorare con maggiore attenzione ora? Dai massimi del 6 gennaio
( da "Romania Libera"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
> Cititi online
anunturile din ziarul Romania libera: Un tanar de 23 de ani, care fusese
arestat la Chisinau, a murit dupa ce a fost batut cu cruzime de catre politisti
Represiunea Voronin face prima victima Opozitia a cerut ieri din nou la o
adunare in Piata Marii Adunari Nationale din Chisinau stoparea abuzurilor
impotriva tinerilor manifestanti Elena Vijulie, editor Luni, 13 Aprilie 2009
Familia lui Valeriu Boboc a aflat ca trebuie sa-si ia copilul mort de la morga
abia vineri. Comunicatul Procuraturii spune ca el a murit marti noapte, in drum
spre spital, din cauza unei intoxicatii cu un gaz inhalat in cladirea
Parlamentului. Familiei i s-a spus ca a fost gasit mort la "locul
protestelor". Dar tatal spune ca Valeriu are o lovitura adanca la tampla
si multe vanatai pe corp. "E lovit la cap si la ceafa. A fost omorat in
batai", ni se transmite de la Chisinau si marturia mamei. Pentru ca, in
ciuda blocadei impuse de autoritati, marturiile incep sa se adune. "Mi-o
tras doi pumni, dupa cap, mi-am pierdut cunostinta, din nas imi curjea sanje…
dupa aia, mi-o zis sa ma pun jos si-mi tragea cu picioarele…", a povestit
pentru "Romania libera", Denis Roscot, un arestat de 19 ani, student
la Politehnica, ajuns la Spitalul de Urgenta din Chisinau cu o comotie
cerebrala. Opozitia alcatuita din PL, PLD si AMN a cerut ieri din nou la o
adunare in Piata Marii Adunari Nationale stoparea abuzurilor impotriva
tinerilor, o ancheta impartiala in privinta atacurilor asupra Parlamentului si
Presedintiei si clarificarea situatiei alegerilor din 5 aprilie. Familia lui
Valeriu Boboc a aflat ca trebuie sa-si ia copilul mort de la morga vineri.
Tanarul de 23 de ani participase la manifestatia de la Parlament marti, pe 7
aprilie, si n-a mai ajuns acasa. Comunicatul Procuraturii Generale sustine ca
el a murit la ora 1 noaptea, in drum spre spital, din cauza unei intoxicatii cu
o substanta necunoscuta, pe care a inhalat-o in cladirea Parlamentului.
Familiei i s-a spus ca a fost gasit mort la "locul protestelor".
Parintii lui Valeriu nu cred nici una, nici alta. Ei cred ca fiul lor a fost
ucis in bataie. Tatal, Victor Boboc, spune ca baiatul are o lovitura adanca la
tampla si multe vanatai pe corp. Mama, Ala Boboc, va face tot ce-i sta in
putinta sa afle care este adevarul: "E lovit la cap si la ceafa, nu e
vorba de o lovitura intamplatoare. A fost omorat in bataie", spune ea.
Autoritatile Republicii Moldova au anuntat ca sunt dispuse sa accepte o
expertiza internationala cu privire la cauzele mortii lui Valeriu Boboc. si
adauga: "Conform rezultatelor autopsiei, leziunile corporale primite, si anume
fractura unei coaste, nu se afla in legatura cauzala cu cauza mortii".
Pana atunci insa, temerile ca bataia este cea mai raspandita metoda de
interogatoriu in privinta protestelor de saptamana trecuta prind din ce in ce
mai multa consistenta, spre disperarea familiilor. Interogatoriu de tip
sovietic Despre cum decurge un interogatoriu in birourile comisariatelor de
politie din Chisinau am aflat de la unul dintre tinerii aflati pe listele
Procuraturii, Denis Roscot. In seara zilei de vineri, am vorbit cu el la
Spitalul de Urgenta, dupa ce am traversat strazile colcaind de politisti, dar
si coridoarele spitalului intesate de aceleasi uniforme. Denis, in varsta de 19
ani, este student la Politehnica si vorbitor de franceza. Miercuri a fost luat
de politie direct de la facultate, asa cum au fost luati si altii: "M-o
luat la sector, fara sa-mi spuie precis pentru ce, si cum am intrat acolo, o
inchis usa, si deodata mi-o picat doi pumni in fata. Eram in soc, n-am facut
nimic, nu intelegeam de ce". Dupa cat se pare, un inceput tipic de
interogatoriu pentru politia moldoveneasca. Au urmat acuzatiiile verbale, nu
legale, si intrebarile insotite de lovituri: "Ai dat cu pietre in
politisti! Ai fost in Piata Marii Adunari Nationale! Cine
v-a organizat? Cine v-a trimis acolo?". Denis spune ca marti, in ziua cu
devastarea Parlamentului, intarziase la scoala si, cand a ajuns, a aflat ca nu
se tin cursuri: multi studenti erau pe punctul de a pleca la manifestatia
anuntata cu o zi in urma in Piata Marii Adunari Nationale. A ajuns si
Denis la manifestatie: "Am fost acolo unde erau toti in centru si la
Parlament. Am strigat lozinci: «Jos comunismul!», «Refuz, rezist, sunt
anticomunist», ce mai strigam noi. Dar n-am dat cu pietre, am stat vreo doua
ore maximum la Parlament, era imbulzeala acolo, nici telefoane nu mai
aveam". (Telefoanele erau ecranate in zona Presedintiei si a Parlamentului
in timpul manifestatiei – n.r.) In paralel cu protestele de la Parlament si
Presedintie, care in jurul orei 12.30-13.00 au degenerat in ciocniri cu
scutierii si apoi in devastarea celor doua institutii, in Piata Marii Adunari
Nationale, in fata Guvernului, s-a desfasurat de-a lungul intregii zile o
manifestatie pasnica. Aici a ajuns si Denis, impreuna cu colegii sai, dupa ce
la Parlament au inceput scandalul si "imbulzeala". "Am stat
acolo si pe la 4 sau 5 am ajuns acasa." Dar politistii care l-au interogat
pe Denis vroiau sa auda cu totul altceva. "M-au amenintat, mi-au spus ca
daca ii spun pe toti care au organizat n-o sa am probleme. Dupa asta, m-au dus
la Comisariatul General si iar au spus ca aruncam cu pietre si era o
fotografie, dar nu arata precis ca aruncam cu pietre. si eu am spus ca nu, n-am
aruncat." In Republica Moldova nu e bine sa contrazici politisti, mai ales
unii cu sarcini precise cum sunt anchetatorii lui Denis: "Dupa cap mi-o
tras doi pumni, mi-am pierdut cunostinta, din nas imi curjea sanje... dupa aia
mi-o zas sa ma pun jos si-mi tragea cu picioarele"... Intr-un moment de
respiro, intre lovituri, l-au trimis pe Denis sa se spele la un lavoar din
incapere: "Mi-o dat o batista si mi-au spus sa sterg petele de sanje, erau
pe covor, pe scaun, si am sters sanjele". Dupa acest al doilea episod de
bataie, au urmat sedinta foto si un alt episod de bocanci in spinarea baiatului
trantit la pamant. Denis a fost inchis apoi impreuna cu alti cativa studenti pe
care nu-i cunostea. Cand a revenit in ancheta, de fata era si un avocat, semn
ca presiunile celor de afara, organizatii civice, partide de opozitie, Amnesty
International, UNICEF, isi faceau pentru moment efectul. Intrebarile au
revenit, dar fara bataie. In acest fel, Procuratura poate clama acum ca tinerii
anchetati au avut parte de asistenta juridica. Dar si de grija medicilor,
pentru ca avocatul a chemat ambulanta, Denis si-a sunat parintii si apoi a
ajuns la spital. Aici si-a petrecut prima noapte, cea de joi spre vineri, cu
mainile incatusate de bara patului de spital: "Ei nu sunt oameni sa
inteleaga ca un om normal nu poate dormi legat cu catusele de pat".
Politia face legea Doi politisti in civil pazesc de la o oarecare distanta usa
lui Denis. si daca noi ne-am putut apropia a fost pentru ca alaturi este
internata deputata Valentina Cusnir, cu mana rupta si comotie cerebrala, dupa
ce a fost luata pe sus din Piata Marii Adunari Nationale, in noaptea de marti
spre miercuri. Ea povesteste ca un politist care a spus ca este seful
departamentului criminal de la Comisariatul de Politie Rascani a inceput sa
urle noaptea pe coridoare pentru ca infirmierele indraznisera sa incuie salonul
unde se afla Denis incatusat. "A inceput sa strige ca ne impusca pe toti,
ca de ce politistii lui stau pe coridor si nu stau aici, cu noi, in salon, a
ridicat scaunul sa loveasca medicul si infirmiera. Adica, suntem aici intr-o
nesiguranta totala. Oricine poate sa ne faca ce vrea!" Dar daca Denis
Roscot a aparut pe lista oficiala a Procuraturii, printre cei arestati
preventiv, altii nu apar pe aceasta lista, desi se afla cu siguranta in
custodia autoritatilor. Pe de alta parte, Denis a avut norocul de a ajunge la
spital, asa cum Valeriu n-a mai ajuns. Spitalul nu e nici comisariat de
politie, nici inchisoare, asa ca a putut fi vizitat, chiar daca noaptea se
chinuieste sa doarma legat de pat cu catusele. Dar sute de familii din
Basarabia nu stiu nimic despre copiii lor adunati de politie din camine, de la
scoala sau direct de pe strada. Manifestatia Opozitiei s-a terminat pasnic
Prima solicitare a manifestantilor chemati ieri de partidele de opozitie in
piata Marii Adunari Nationale a fost eliberarea tinerilor arestati de politie,
respectarea prezumtiei de nevinovatie, asistenta juridica. Celelalte solicitari
au fost legate din nou de verificarea listelor electorale, renumararea
voturilor si de o ancheta impartiala in privinta devastarii Presedintiei si
Guvernului. In Republica Moldova, termenul in care politia poate retine pe
cineva fara sa-i aduca invinuiri si deci fara arest preventiv este de trei ori
mai mare decat in Romania, adica de 72 de ore. Pe lista Procuraturii, apar ca
retinute in dosare penale 166 persoane si alti 129 de tineri sunt retinuti
pentru contraventii administrative. Procuratura vorbeste despre 17 minori
retinuti, Biroul Unicef vorbea acum cateva zile de 19, dintre care 14 au fost
pedepsiti prin arest la domiciliu. Manifestatia de ieri, la care au vorbit
pentru prima data de la alegeri impreuna si in mod organizat si liderii Vlad
Filat (PLD), Dorin Chirtoaca (PL), Serafim Urechean (AMN), a fost mult mai
restransa decat cele de la inceputul saptamanii trecute si a fost dominata de
parinti si bunici, numai 7-8 mii de persoane. Presiunile facute asupra
tinerilor au inceput sa-si faca efectul. Presedintele comunist Vladimir Voronin
a lansat apeluri amenintatoare cum ca toti participantii la manifestatii sunt
fotografiati si ca se stie totul despre ei, iar premierul Zinaida Greceanii
si-a presarat vorbele ca de la mama la mama cu amenintari: "organizatorii
celei mai mari crime din istoria Republicii Moldova planifica pentru duminica
sa foloseasca din nou copii pentru a devasta cladirea guvernului". Nu
numai ca manifestatia de ieri din fata Guvernului Republicii Moldova s-a
incheiat pasnic, dar autoritatile nu reusesc sa opreasca zvonurile groaznice
care bantuie zilele si noptile unui oras sub teroare. Ca detinutii de drept
comun s-ar fi rasculat intr-o inchisoare din Chisinau pentru ca nu mai suportau
tipetele tinerilor batuti in toiul noptii, ca alti tineri sunt dusi in diverse
locatii in afara Chisinaului, ca spre oras se indreapta tancuri. Exista o
singura proba convingatoare cu care autoritatile Republicii Moldova ar putea
infirma eventual punct cu punct toate acestea. Sa deschida larg granitele
pentru jurnalistii straini si sa inceteze persecutarea si intimidarea celor
moldoveni. Sa deschida larg usile martorilor independenti. Fara asta, orice comunicat
"linistitor" al Procuraturii este inutil. Din aceeasi categorie:
"Regele Ferdinand", in Mediterana Calauza pentru evadatii din
"Epoca de Aur"Merita banii apartamentele din blocurile noi? Voteaza
( da "Italia Estera Online"
del 14-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
14 apr 2009 ONU: In
evidenza la linea dellItalia contro un ampliamento del Consiglio
di Sicurezza Germania e Giappone bloccati rispettivamente da Usa e Cina nelle aspirazioni alla membership permanente, Obama
contrario a Berlino dopo i vertici di G20 e Nato di Alfonso Maffettone ROMA, 14
APR. (Italia Estera) – Sembra vincente la linea italiana che si oppone ad una
riforma del Consiglio di Sicurezza, lorgano delle Nazioni
Unite che ha la competenza esclusiva a decidere contro gli stati colpevoli di
aggressione o di
minaccia alla pace. Il nostro Paese è contrario ad ampliare il numero dei
membri permanenti (Usa, Francia, Regno Unito, Cina, Russia) e ritiene che laumento
trasformerebbe il Consiglio in un direttorio mondiale dal quale lItalia
verrebbe esclusa. La
posizione, sostenuta dallambasciatore Giulio Terzi, nei negoziati
intergovernativi cominciati il 4 marzo, ha ricevuto consensi ed è apparsa
sovrastare le aspirazioni di Germania, Giappone, India e Brasile che hanno
concordato di appoggiarsi reciprocamente per ottenere un seggio permanente. Il G 4 non è
riuscito ad allargare la base dei voti a sostegno di una risoluzione per la
riforma del Consiglio ed ha trovato ostacoli soprattutto negli Stati Uniti e Cina. Le due potenze si sono opposte rispettivamente allingresso
di Germania e Giappone nel consesso dei Grandi decretando di fatto un
impasse nei negoziati che tutto sommato giova allItalia. Non sorprende
lostilità dellex Impero Celeste nei confronti dell arcipelago
del Sol Levante. E una rivalità storica che differenzia i due Paesi in Asia per
cultura, politica ed organizzazione dello stato. La Cina
è stata vittima dellespansione militare giapponese
nellultimo conflitto mondiale ed ora, sia pure in ritardo, si è impegnata
a contrastare il primato
economico e commerciale del Giappone che, comunque, è in difficoltà anche a
causa della crisi globale. Nessuna sorpresa anche per la decisione del
Presidente Barack Obama di escludere la review nei confronti delle aspirazioni
Onu della Germania . Il Capo dellEsecutivo, rimasto
deluso dal suo viaggio in Europa, ha deciso di mantenere la stessa linea
dellex presidente George Bush. Nel 2005 lallora cancelliere Gerhard
Schroeder ,durante un incontro a Washington , si sentì dire che l Europa
era sovrarappresentata
nel Consiglio di sicurezza e che gli Usa avrebbero
sostenuto le ambizioni del solo Giappone. Una risposta legata alla posizione
ostile che aveva assunto Berlino nei confronti della guerra in Iraq. Oggi non è
lIraq a pesare sulla riluttanza americana ma latteggiamento
politico tenuto da Angela Merkel prima e dopo i vertici del G20 a Londra e
della Nato a Strasburgo. Al suo esordio sulla scena europea, il Presidente
degli Stati Uniti si è dovuto accontentare di un mezzo successo. Lasse
franco-tedesco,
costituito dalla Merkel e dal presidente Nicolas Sarkozy , gli ha respinto la
richiesta per un maggiore aumento di spesa dei governi e gli ha fatto accettare
un compromesso per far fronte alla più grave crisi economica dallepoca
della Grande depressione.
Inoltre alla richiesta di Obama per un aumento delle truppe Nato in Afghanistan
nella lotta contro il terrorismo di Al Qaeda, la risposta è stata quella dellinvio
di 5.000 soldati e soldatesse, un numero nettamente inferiore alle aspettative
dell Amministrazione
Usa. Quando ha poi caldeggiato lammissione
della Turchia allUe, Obama è stato “travolto” dai no della Merkel e di
Sarkozy. Insomma ce n è abbastanza a questo punto per comprendere perché
Obama, sulla scorta di Bush, considerasse Berlino come un partner non affidabile e
quindi non meritevole del privilegio di una membership permanente alle Nazioni
Unite. Alfonso Maffettone / Italia Estera