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Report "Giustizia"   3-6 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Giustizia

Salariile umanitare: mari pe hartie, aplicabile din 2021 ( da "Romania Libera" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: reprezentantul Consiliului Superior al Magistraturii (CSM) la negocieri, a declarat ca noua lege nu trebuie sa duca la scaderea salariilor nete ale magistratilor si ca puterea lor de cumparare ar trebui mentinuta. "Magistratii nu-si doresc un sir de sporuri, ci o indemnizatie adecvata si sa se tina cont de interdictii si incompatibilitati", a spus Dan Lupascu.

2 giugno, versione ridotta per l'Abruzzo Berlusconi arriva in ritardo e si scusa ( da "Corriere.it" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Difesa Ignazio La Russa e il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. Dietro, in piedi, un corazziere in alta uniforme con un tricolore. EDIZIONE RIDOTTA - Napolitano ha raggiunto via dei Fori Imperiali sulla Flaminia d'epoca presidenziale, scortato dai corazzieri a cavallo: a quel punto la banda dell'Arma dei carabinieri ha dato il via alla «Rivista militare»

villa certosa tra gossip e segreti feste faraoniche e tunnel da 007 - marco bittau ( da "Nuova Sardegna, La" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: rimesso al giudizio della Corte costituzionale. Alla fine, nel 2008, tutto è finito in una bolla di sapone e le carte bollate sono state sepolte dal proscioglimento in tribunale. Degli abusi edilizi a Villa Certosa, sanati e condonati a colpi di euro, l'unica traccia è rimasta sui marciapiedi e sull'illuminazione pubblica a Porto Rotondo.

Berlusconi e la strategia del complotto perenne ( da "Libertà" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: stralciata in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità del Lodo Alfano, la legge 124/08 che blocca i processi per le quattro più alte cariche dello Stato e a cui il Premier ha ovviamente rifiutato di rinunciare, essendosela fatta su misura, e a cui tutta l'Italia dei Valori si è opposta raccogliendo oltre 1 milione di firme lo scorso autunno in tutta Italia.

Referendum, è calato il silenzio ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per avere adeguati spazi nelle tribune Rai: la Consulta deciderà martedì prossimo, quando mancheranno appena 12 giorni al voto. Colpisce, invece, lo scarso attivismo di Pdl e Pd, che sono per il «sì». Il «ritaglio» referendario, infatti, darebbe al partito più votato alla Camera (non più alla coalizione)

Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con in... ( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Con una serie di interventi più volte ripetuti nel tempo la Corte Costituzionale ha via via dichiarato illegittime, e ha quindi cancellato dal nostro ordinamento, tutte quelle norme che condizionavano il diritto della vedova a percepire la pensione di reversibilità alla durata del matrimonio e all'età in cui esso veniva contratto.

Al Csm serve il voto di preferenza ( da "Italia Oggi" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM Il caso del giudice lumaca sollevato da IO riporta in auge il tema dell'accesso all'organo di autogoverno Al Csm serve il voto di preferenza Così potrebbero essere eletti magistrati non legati alle correnti Il 16 aprile 2009 la prima commissione del Csm aveva richiesto l'apertura di una pratica concernente le notizie stampa relative alla scarcerazione di 22 imputati di un maxiprocesso

SERVIZI di trasporto sanitario, associazioni di volontariato e aziende private su... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: perché la Corte Costituzionale, con sentenza del 2007, ha stabilito che le regioni non hanno alcun potere di modificare i regolamenti comunitari e nazionali in materia di affidamento dei servizi. I costi? I numeri non possono essere manipolati e sono sotto gli occhi di tutti, tanto che l'azienda pagherà il 18% in meno rispetto alle tariffe degli ultimi tre anni applicate dalle Anpas.

Appalti, Regione bocciata ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale dichiara illeggittime alcune parti della legge Appalti, Regione bocciata Quattro punti contestati - Si temono ricorsi per le gare avviate NAPOLI Brunella Giugliano Campania bocciata sulla legge regionale per gli appalti pubblici.

Una scelta ragionevole ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Corte costituzionale ha fatto una scelta ragionevole, che giudico positivamente ». Così Oberdan Forlenza, da poco più di un mese assessore regionale ai Lavori pubblici, consigliere della Corte dei conti, magistrato amministrativo, docente universitario di Diritto amministrativo, commenta la sentenza del 22 maggio 2008 che boccia alcune parti del comma 1 dell'

La Regione opera in house ( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il governo ha infatti promosso due ricorsi presso la Corte costituzionale contro provvedimenti della Regione relativi al nodo «in house » di Sviluppo Genova. Nel mirino è finita innanzitutto la Lr 37/2008, approvata dal Consiglio regionale a ottobre. La norma (in modifica del collegato alla Finanziaria regionale 2008), due soli articoli, non solo estende a tutta la Liguria l'

Csm sorteggiato? Idea irrazionale e anticostituzionale ( da "Riformista, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm sorteggiato? Idea irrazionale e anticostituzionale CONTROPROPOSTA. Ampliare l'offerta elettorale per arginare il correntismo. Dopo il parlamento dei "nominati" il paese rischia ora di sperimentare il CSM dei "sorteggiati"? La voce circola con insistenza, senza smentite e prese di distanza.

Blocca-cassa alla Consulta ( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: L'attacco arriva dalla Corte dei conti della Lombardia, che con uno strumento inedito per una sezione regionale di controllo, chiama in causa addirittura la Corte costituzionale, a cui chiede di valutare la legittimità di uno dei pilastri normativi che regolano i bilanci locali.

( da "Corriere della Sera" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: futuro ministro della giustizia ed Ettore Gallo, destinato alla presidenza della Corte Costituzionale. Sulla base di improbabili testimonianze, i «giudici dei giudici» giungono alla conclusione che l'imputato debba essere assolto: «Non punibile avendo agito in istato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto».

FECONDAZIONE: LA STRATEGIA DEGLI INDIGNATI ( da "Unita, L'" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: STRATEGIA DEGLI INDIGNATI CHI CONTESTA LA SENTENZA La Corte Costituzionale, come è noto, ha dichiarato la Legge 40 parzialmente incostituzionale. Questo risultato è stato fortemente voluto dalle innumerevoli coppie italiane infertili o con problemi genetici, che in questi anni hanno visto leso il loro legittimo diritto alla salute e ad una terapia adeguata alle loro condizioni cliniche.

GIUSTIZIA: ALFANO, DOPO ELEZIONI SEPARAZIONE. INTERCETTAZIONI E CSM. ( da "Asca" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: CSM (ASCA) - Roma, 3 giu - Dopo le elezioni europee il governo portera' avanti la separazione degli ordini di giudici e pm, la nuova composizione del Csm e la riforma delle intercettazioni. Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che in un'intervista al Messaggero spiega di voler porre ''subito dopo il voto la questione della riforma della giustizia in ambito costituzionale

FECONDAZIONE: SPECIALISTI, TERAPIE QUALITA' A TUTELA DONNA E NASCITURO. ( da "Asca" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 piu' appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale.

Referendum, perché è meglio l'astensione ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: alla Corte costituzionale, alle autorità indipendenti) del Paese. In accordo con la Lega, potendo raggiungere il quorum dei due terzi dei parlamentari, potrebbe modificare la Costituzione, senza l'obbligo del referendum confermativo. In considerazione delle recenti dichiarazioni rilasciate del presidente del Consiglio Berlusconi sul ruolo del Parlamento,

Angajatii Bancii Centrale Europene organizeaza prima greva de protest din istoria institutiei ( da "Romania Libera" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Din aceeasi categorie: Procurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorCautari intense pentru localizarea avionului disparut in AtlanticContractul cu Bechtel, semnat pentru ca Romania sa intre mai usor in NATO Voteaza

SCUOLA ANTIMAFIA, MERCOLEDÌ 3 GIUGNO A CATANZARO LEZIONI DI MARISA RODANO, ANNIBALE MARINI, SALVATORE BOEMI E ALBERTO LA VOLPE ( da "marketpress.info" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: presidente emerito della Corte Costituzionale, da Salvatore Boemi e da Alberto La Volpe, giornalista di Rai 2 e coautore dell´ultimo libro del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso ?Non si può morire di mafia?. Ai lavori, che saranno aperti da Adriana Musella, parteciperà il presidente della Regione Agazio Loiero.

FECONDAZIONE: TERAPIE PERSONALIZZATE E DI QUALITA' ( da "Farmacia.it" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale.

E' la Festa della Repubblica Parata ridotta per aiutare l'Abruzzo ( da "Quotidiano.net" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. La banda dell?Esercito ha quindi intonato l?inno nazionale. Dopo l?alzabandiera solenne e la deposizione di una corona d?alloro sul sacello del Milite Ignoto, Napolitano si è spostato su via dei Fori Imperiali per assistere alla parata, quest?

Immigrati/ Matteoli: Chiederò a Cdm impugnare legge Toscana ( da "Virgilio Notizie" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiederà al Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana" "Si tratta - afferma il ministro-. di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale.

IMMIGRATI/ MATTEOLI: CHIEDERÒ A CDM IMPUGNARE LEGGE TOSCANA ( da "Wall Street Italia" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiederà al Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana" "Si tratta - afferma il ministro-. di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale.

Salariile unitare: mari pe hartie, aplicabile din 2021 ( da "Romania Libera" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: reprezentantul Consiliului Superior al Magistraturii (CSM) la negocieri, a declarat ca noua lege nu trebuie sa duca la scaderea salariilor nete ale magistratilor si ca puterea lor de cumparare ar trebui mentinuta. "Magistratii nu-si doresc un sir de sporuri, ci o indemnizatie adecvata si sa se tina cont de interdictii si incompatibilitati", a spus Dan Lupascu.

CSM/ NAPOLITANO HA RICEVUTO AL QUIRINALE NICOLA MANCINO ( da "Wall Street Italia" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Csm/ Napolitano ha ricevuto al Quirinale Nicola Mancino di Apcom Il 9 giugno Capo Stato presiederà il plenum -->Roma, 3 giu. (Apcom) - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il vice Presidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino.

UN QUARTO D'ORA DI RITARDO, CON LA CERIMONIA AI FORI IMPERIALI INIZIATA CON LA SEDIA DEL PREMIE... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: della Corte costituzionale Francesco Amirante e il ministro della Difesa Ignazio La Russa (il quale ha spiegato che a far ritardare il premier è stata una iniezione per calmare il torcicollo»). Terminata la parata, è iniziata la "sfilata" del Cavaliere, forzata, perché di braccarlo sull'auto che l'attendeva per riportarlo a Palazzo Grazioli aveva pensato un buon centinaio di persone.

A due settimane dal voto nessuno ne parla, Referendum dimenticato ( da "AmericaOggi Online" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per avere adeguati spazi nelle tribune Rai: la Consulta deciderà martedì prossimo, quando mancheranno appena 12 giorni al voto. Colpisce, invece, lo scarso attivismo di Pdl e Pd, che sono per il "sì". Il "ritaglio" referendario, infatti, darebbe al partito più votato alla Camera (non più alla coalizione)

Il silenzioche parla ( da "Sicilia, La" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per avere adeguati spazi nelle tribune Rai: la Consulta deciderà martedì prossimo, quando mancheranno appena 12 giorni al voto. Colpisce, invece, lo scarso attivismo di Pdl e Pd, che sono per il «sì». Il «ritaglio» referendario, infatti, darebbe al partito più votato alla Camera (non più alla coalizione)

Legge regionale immigrazione approvata dalla Regione Toscana: Matteoli: "Proporro' il ricorso" ( da "Sestopotere.com" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in Consiglio dei Ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull?immigrazione approvata dalla Regione Toscana". Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. "Si tratta di una normativa inaccettabile non solo perche? viola la Costituzione ma perche?

Posizione comune sulla legge 40 di tutti gli specialisti di Medicina della Riproduzione: Tuteliamo la salute della donna e del nascituro ( da "SaluteEuropa.it" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale.

EUROPEE: IN BULGARIA MOLTI CANDIDATI HANNO PROBLEMI CON GIUSTIZIA. ( da "Asca" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IN BULGARIA MOLTI CANDIDATI HANNO PROBLEMI CON GIUSTIZIA (ASCA-AFP) - Sofia, 3 giu - Diversi candidati in Bulgaria si presentano alle elezioni europee per cercare una via di uscita dai loro problemi con la giustizia. E' il caso dell'ex presidente del Cska di Sofia ed ex presidente delle acciaierie Kremikovtzi steelmill, Alexander Tomov,

Toscana/ Legge immigrazione, botta e risposta Martini ( da "Virgilio Notizie" del 03-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sarà letta e vagliata dalla Corte Costituzionale se, come auspico, il Consiglio dei ministri, deciderà di impugnarla. E' fin troppo evidente scorrendo il testo, in particolare agli articoli 2, 6, 16, 18 e 19, che questa legge preveda l'accoglienza, e non solo, agli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che,

Immigrati, Matteoli: "Il governo impugni la legge della Toscana" La nuova norma regionale garantisce l'accesso ai servizi e l'assistenza sanitaria anche agli stranieri irregolari. ( da "Dire" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Proporrò in Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana". Lo annuncia il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che in una nota spiega: "Si tratta di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione, ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità.

GM's Mexico plants work on - for now - with low costs ( da "Reuters" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: an analyst as CSM Worldwide in Detroit, Michigan. But, he added, "some of that advantage may have been offset" by ownership moving to the U.S. government and UAW. GM's production in Mexico, where it is the biggest player in the car sector, declined 42 percent in the January-April period of 2009 compared to a year earlier.

Elezioni e maggioranza, regna il caos ( da "MF Sicilia" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: importanti esponenti nazionali del Popolo della libertà paventano l'approvazione di una legge costituzionale che dia la possibilità di sostituire il presidente della Regione lasciando in vita l'Assemblea regionale. C'è da stupirsi, però, che questi autorevoli proponenti dimentichino alcune recenti pronunce della Corte costituzionale (per esempio le sentenze n.

Il giudice fa politica ( da "Italia Oggi" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: maggiori esercitano la Corte costituzionale, le Procure della Repubblica...Certo la giurisprudenza muove nell'ambito dei valori propri dell'odierna società italiana, non prospetta soluzioni «stravaganti» che al corpo sociale ripugnino. E cerca costantemente una legittimazione nel richiamo alla Costituzione: ma anche il significato e la portata della Costituzione formano oggetto,

( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Matteoli torna invece sul merito della legge per gli immigrati affermando: «Meglio di quanto l'abbia letta io sarà vagliata dalla Corte Costituzionale. E' fin troppo evidente che questa legge preveda l'accoglienza, e non solo, agli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che, invece, per il governo nazionale e la sua maggioranza sono imprescindibili».

LA FONDAZIONE Cassa di Risparmio informa che domani, venerdì, alle 17.30, ... ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: già professore ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Torino, già giudice e presidente della Corte Costituzionale ed ora docente di Giustizia costituzionale nell'Università di Torino e nell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. La Fondazione ricorda che il profesor Zagrebelsky, quale Presidente della Corte Costituzionale fu l'estensore di due famose sentenze (

Vittoria della non-vita ( da "Provincia Pavese, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: andremo fino alla Corte costituzionale IL PROFESSORE «Condizionati dalla religione» VIGEVANO. «E' una vittoria della "non vita", in uno stato teocratico e talebano. E' assurdo negare a una donna di avere un figlio dal marito: ci stavano provando da due anni prima della malattia, era chiara la volontà di averlo a ogni costo».

scalfaro boccia gli astensionisti "chi non vota è come pilato" - ottavio lucarelli ( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dal sindaco Rosa Russo Iervolino al presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola, da Gerardo Marotta a Fulvio Tessitore. E anche tantissimi giovani ai quali Scalfaro si rivolge direttamente: «Non siate assenti. Partecipate e difendete la Costituzione che è l´ultimo baluardo della nostra democrazia.

Concessione Autobrennero, nel 2014 si riapre la partita ( da "Adige, L'" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Provincia si trovò a dover far ricorso alla Corte costituzionale contro il governo e intanto a difendersi a Bruxelles. Nel 2004 con il governo Prodi si riaprì la trattativa, si fece una norma di attuazione che eliminava entrambe le preferenze e il contenzioso con l'Europa si chiuse a fine 2007.

IMMIGRAZIONE: LA TOSCANA NON SARÀ UN ELDORADO PER I CLANDESTINI PORTERÀ IN TRASPARENZA I COMPLESSI FENOMENI LEGATI ALLE MIGRAZIONI ( da "marketpress.info" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: sarà solo la Corte Costituzionale a dover decidere la costituzionalità delle scelte effettuate in Toscana, così come la Corte spesso ha fatto riconoscendo la correttezza delle nostre leggi?. Invitato a riconoscere la ?effettiva diversità delle posizioni in campo?

berlusconi impugna la legge toscana sugli immigrati ( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Berlusconi impugna la legge toscana sugli immigrati Il governo impugnerà davanti alla Corte costituzionale la legge sull´immigrazione varata dalla Toscana. Lo annuncia il premier Berlusconi in televisione a «Porta a porta». Il presidente della giunta toscana Claudio Martini ribatte che la legge non è affatto incostituzionale. A PAGINA II

Muore il cliente: per lo spacciatore colpa da provare ( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: richiamando una precedente sentenza della Corte costituzionale, la n. 322 del 2007, che il principio di colpevolezza richiede una forma di partecipazione psichica dell'autore che la legge può graduare in rapporto agli interessi da tutelare. Se cioè si tratta di interessi costituzionalmente rilevanti, il legislatore non solo può prevedere che sia sufficiente la sola colpa,

immigrazione, il governo impugnerà la legge - giampiero calapà ( da "Tirreno, Il" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: deciso a chiedere al Consiglio dei ministri di impugnare la legge toscana davanti alla Corte costituzionale. E il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da "Porta a Porta" conferma che il governo impugnerà la legge. «E' una normativa inaccettabile - scrive Matteoli - non solo perché viola la Costituzione, ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità.

Positivo alla cannabis: assolto perché non alterato ( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il tutto grazie ad un pronunciamento della Corte Costituzionale che stabilisce come non sia sufficiente il responso delle analisi se non è accompagnato da un rapporto delle forze di polizia che certifichino uno stato psicofisico alterato. Aveva 19 anni il ragazzo cesenate quando il 12 agosto del 2007 venne fermato alle 5.

Il lodo Alfano in questo caso non scatterebbe ( da "Corriere della Sera" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: tanto che tra i quesiti già sottoposti alla Corte costituzionale c'è pure quello sulla possibilità di svolgere l'inchiesta; la risposta dovrebbe arrivare subito dopo l'estate. Per adesso, insomma, c'è solo la decisione della Procura di procedere con l'indagine a carico di Berlusconi e inviare il fascicolo al tribunale dei ministri.

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte d'appello di Lecce e al Ministero dell'Interno. I giudici amministrativi ravvisano appunto un palese impedimento del diritto sancito dalla Costituzione. Il Tar ha pertanto sospeso il procedimento inviando gli atti alla Corte costituzionale, al presidente del Consiglio dei ministri e ai presidenti delle due camere del Parlamento per una discussione ed eventuale revisione delle

Il 1969: anno straordinario in cui il mondo è cambiato ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: giorno in cui fu abolito dalla Corte Costituzionale, nel Codice penale era in vigore un articolo come questo: «La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno. Con la stessa pena è punito il correo dell'adultera. La pena è della reclusione fino a due anni nel caso di relazione adulterina.

alla guida del parlamento la regina degli intoccabili - raimondo bultrini bangkok ( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Suo marito è un giudice dell´Alta Corte costituzionale e lei stessa vanta un passato di prestigiosa diplomazia internazionale in Occidente, cinque legislature parlamentari piene, un incarico di ministro per la Giustizia sociale (con una rivoluzionaria legge contro i tabù dei matrimoni intercasta) e uno alle Risorse idriche.

Invalidità per causa di servizio: sul diverso trattamento fra polizia e forze armate ( da "AltaLex" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per tali motivi, la Corte ha ritenuto di escludere la violazione del principio di eguaglianza e, quindi, la fondatezza della questione di legittimità costituzionale. (Altalex, 4 giugno 2009. Nota di Gesuele Bellini) Corte Costituzionale Sentenza 19 maggio 2009, n.

Il mobbing nella p.a. e le sue ripercussioni nella finanza pubblica ( da "AltaLex" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: così come delineata dalla Corte Costituzionale, è stata assunta anche dalla Suprema Corte di Cassazione, la quale, a sua volta, ha sottolineato come l?istituto abbia ad oggetto pratiche vessatorie e persecutorie a carattere sistematico e protratte nel tempo attraverso comportamenti materiali o provvedimentali, posti in essere volontariamente da uno o più soggetti,

Savona: Ubik, all'asta gli acquarelli di Dino Gambetta ( da "Savona news" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: questo momento in poi si correrà in soccorso delle tv di Berlusconi ogni qualvolta la Corte Costituzionale, la Corte Europea, ecc? cercheranno di far valere le norme che regolano il mercato televisivo e il pluralismo. In quello stesso anno Walter Veltroni è responsabile Comunicazioni di massa del PCI. Da questo curioso riscontro Michele De Lucia ha preso spunto per scrivere il suo ?

Immigrati, è scontro tra governo e Toscana ( da "Avvenire" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: in Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale». «Si tratta ha spiegato il ministro di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità. Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale».

Le Monde: Parlamentul European, intre influenta si indiferenta ( da "Romania Libera" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Din aceeasi categorie: Ministerul Turismului, executat silit in favoarea CS Rapid BucurestiBoc a explicat criteriile de selectie a bancilor pentru "Prima casa"CSM, acuzat ca evita sa vorbeasca de magistratii colaboratori ai Securitatii Voteaza

FALCADE Riprende domani il dibattimento contro il marocchino accusato di aver assassinato Federico De Valiere Poche prove contro il presunto killer Il procuratore mira a una sospen ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: tenta di giocare la sua ultima carta davanti alla Corte Costituzionale. «Fare un processo senza avere in mano la prova del Dna - afferma il procuratore Domenico Labozzetta - è inutile oltreché controproducente per la giustizia». Il magistrato presenterà infatti alla Corte d'Assise un'istanza di illegittimità della normativa che consente di celebrare i processi in contumacia.

Turchia/ Nuovi arresti in indagine su rete golpista ( da "Virgilio Notizie" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: inchiesta rischia anche di gettare discredito sulla Corte Costituzionale, che l'anno scorso ha salvato il partito del premier dalla chiusura certa e che dovrebbe essere oggetto di revisione nella nuova carta costituzionale alla quale l'esecutivo islamico-moderato sta lavorando, ma che, stando a persone vicine all'esecutivo, non vedrà la luce almeno prima di ottobre.

IMMIGRATI: MARTINI, SU COSTITUZIONALITA' DECIDE CONSULTA NO PREMIER. ( da "Asca" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: IMMIGRATI: MARTINI, SU COSTITUZIONALITA' DECIDE CONSULTA NO PREMIER (ASCA) - Firenze, 4 giu - ''Non puo' essere il presidente del Consiglio a dire che una legge regionale e' incostituzionale. Quella scelta spetta alla Corte costituzionale. Noi, comunque, aspettiamo gli esiti senza paura''.

"Contactii" virusati, trimisi acasa ( da "Romania Libera" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: au efectuat teste pentru 160 de persoane, in cazul a opt persoane probele iesind pozitive. Din aceeasi categorie: Guvernul vrea sa isi asume raspunderea pe legea salarizarii (VIDEO)CSM: Verificarile SRI depasesc limitele legiiLondra a validat cazurile de imbolnavire cu virusul AH1N1 din Romania Voteaza

SICUREZZA: COMMISSIONE CSM, DA REATO CLANDESTINITA' IMPATTO PESANTE SU UFFICI GIUDIZIARI ( da "ITnews.it" del 04-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: non puo' essere il giudice di pace ad esprimersi su un provvedimenti di limitazione della liberta' personale. Sono le principali critiche espresse nel parere redatto dalla sesta commissione del Csm sul nuovo reato contenuto nel pacchetto sicurezza, parere che verra' discusso in plenum mercoledi' prossimo.

Le Linee guida per l'eolico in Basilicata sono illegittime per la Consulta ( da "Villaggio Globale.it" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Ultime Notizie Sentenza della Corte costituzionale Le Linee guida per l'eolico in Basilicata sono illegittime per la Consulta «L'assenza delle ?Linee guida nazionali? non consente alle Regioni di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa».

Filippine/ Camera deputati vuole dotarsi poteri aula ( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Probabilmente sulla questione interverrà la Corte costituzionale, benché sia stato notato che sei dei 15 giudici che la compongono andranno in pensione quest'anno e che i successori saranno nominati dalla presidente. Le prossime elezioni presidenziali sono attese per maggio del prossimo anno.

SICUREZZA: COMMISSIONE CSM, DA REATO CLANDESTINITA' IMPATTO PESANTE SU UFFICI GIUDIZIARI ( da "Adnkronos" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: COMMISSIONE CSM, DA REATO CLANDESTINITA' IMPATTO PESANTE SU UFFICI GIUDIZIARI ultimo aggiornamento: 04 giugno, ore 20:09 commenta 0 vota 0 invia stampa Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - L'introduzione del reato di immigrazione clandestina avra' un impatto pesante sugli uffici giudiziari che versano gia' in una difficile situazione;

L'AQUILA: VIA LIBERA DEL CSM A CANZIO PRESIDENTE CORTE APPELLO ( da "Adnkronos" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: VIA LIBERA DEL CSM A CANZIO PRESIDENTE CORTE APPELLO ultimo aggiornamento: 04 giugno, ore 10:56 commenta 0 vota 0 invia stampa Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - Giovanni Canzio e' il nuovo presidente della Corte d'Appello de L'Aquila. Lo ha deciso questa mattina all'unanimita' il plenum del Csm, accogliendo la proposta della Commissione Incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli.

GM's Hummer Sale to Tengzhong May Fail to Clear China's Regulatory Hurdles ( da "Bloomberg" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: a director at CSM Asia in Shanghai. Public Offer Still, the fact that Tengzhong has publicly made an offer may suggest that it can complete it, said Ricon Xia, a Daiwa Institute of Research (H.K.) Ltd. analyst in Shanghai. "The way the deal has played out so far shows that Tengzhong is no novice in capital markets,

Cimp, un tributo in più ( da "Italia Oggi (Enti Locali)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: E' questo il rivoluzionario principio stabilito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 141 dell'8 maggio 2009. Aumenta, in questo modo, il numero dei tributi comunali, anche se, in [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati:

Il rischio era severo Varare un codice dell'edilizia che poteva finire sotto i ... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Venerdì 5 Giugno 2009, Il rischio era severo Varare un codice dell'edilizia che poteva finire sotto i colpi della mannaia della Corte costituzionale per invasione di campo L'ufficio legale della Regione sta mettendo mano al testo normativo aggiustando le cose che ancora non vanno In regione

Pordenone La Lega punta a "tagliare" i tempi per la soluzione della questione caccia in regione.... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: lasciato dalla precedente norma bocciata dalla Corte costituzionale. La richiesta formulata dai vertici del Carroccio è che questo nuovo documento che si caratterizza per l'accrescimento del ruolo delle Province, la soppressione dell'associazione dei cacciatori e il rafforzamento degli organismi del settore (riserve e distretti), venga presa in esame quanto prima dalla giunta regionale.

Luvata in sciopero contro la chiusura ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Friuli Venezia Giulia che poteva facilmente finire sotto i colpi di mannaia della Corte costituzionale per invasione di campo. Ma non si tratta del campo dell'edilizia, bensì nientemeno che del diritto penale. Così l'Ufficio legale della Regione sta mettendo mano in questi giorni al testo normativo, aggiustando le cose che non vanno, prima di tutto, ma definendo anche le norme finali,

il tribunale: no a una nuova discarica a serre ( da "Repubblica, La" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Il giudice unico, Antonio Valitutti, ha chiesto che la Corte costituzionale dichiari l´illegittimità dell´articolo 4, comma 2 e 9, del decreto voluto dal governo Berlusconi, numero 90 del maggio 2008, convertito in legge nel luglio successivo, nella parte in cui autorizza la realizzazione della discarica.

caccia, la lega presenta un'altra legge ( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: prima della bocciatura della normativa regionale da parte della Corte costituzionale. Tempi stretti e soprattutto «niente giochetti da parte degli alleati di centro-destra» chiesti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Pordenone da parte dei consiglieri regionali Danilo Narduzzi, Enore Picco e Mara Piccin e dal presidente Enzo Bortolotti.

raffica di ricorsi contro le bollette ascit ( da "Tirreno, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: aveva stabilito che gli utenti dovevano pagare, ndr) e inviato tutto alla corte costituzionale». Tra i clienti di Perna c'è il vivaio "Insieme", di Rosi Micheli, che non credeva ai propri occhi quando nel 2005 si è vista recapitare una fattura da oltre 40mila euro. Un'enormità rispetto ai circa 700 euro pagati normalmente ad Ascit.

Oberti:

Oberti:

ALLA fine sarà un fiume di denaro, se il conto parziale ha già superato il ... ( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: unico motivo che spingerà Cesare Mirabelli, giurista insigne, presidente emerito della Corte costituzionale, a tuffarsi con passione nella mission di grande controllore, insieme ad altre figure eminenti come il presidente emerito del Senato Franco Marini, Natalino Irti, Fernanda Contri e l'ex presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio.

LE REGOLE SUL TRASPORTO AEREO DI STATO ( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: al premier, al presidente della Corte costituzionale ed agli ex presidenti della Repubblica. Possono salirci anche i ministri e le delegazioni ufficiali degli organi costituzionali se «sussistono comprovatee inderogabili esigenze di trasferimento connesse all'esercizio delle funzioni istituzionali».

L'assegnazione dei servizi a noi tramite gara pubblica europea indetta dagli Ospedali ... ( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La sentenza della Corte Costituzionale n. 431/07 stabilisce inoltre con assoluta certezza che il codice dei contratti pubblici prevale sulle leggi regionali. Non vediamo come la regione possa affidare in forma diretta servizi per importi che non siano marginali cioè importi complessivi superiori a 200 mila euro».

OGGI AL SENATO Il volume di Spadaro sulla libertà di c... ( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Libertà di coscienza e laicità nello stato costituzionale". Il volume, edito dalla Giappichelli, sarà presentato dai professori Gaetano Silvestri, costituzionalista e giudice della Corte Costituzionale, Lucio Villari, ordinario di Storia contemporanea a Roma Tre, e Francesco Viola, ordinario di Filosofia del diritto all'Università di Palermo.

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Se la Regione voleva opporsi al comma 13 poteva farlo davanti alla corte Costituzionale non con un parere giuridico che ha tutto il sapore di una scorciatoia per non dover affrontare un'imbarazzante scelta politica». Una scelta sostengono i due consiglieri,ancora più impopolare oggi, che il tema immigrazione unito alla crisi economica (in Emilia Romagna gli stranieri sono l'8,

PIù PRUDENZA SUL CASO MILLS La sentenza non è definitiva ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: attualmente alla Corte Costituzionale. Inoltre, sospettare senza indizi di prova certi che un uomo pubblico possa avere avuto e/o continui ad avere rapporti intimi con veline, vallette, minorenni o quasi maggiorenni ed impostare su tali sospetti campagne scandalistiche in prossimità di elezioni politiche può essere estremamente pericoloso.

Il Tribunale: mai più la discarica a Valle della Masseria ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che ha rimandato alla Corte Costituzionale la valutazione di illegittimità costituzionale della legge 123 sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania e, nello specifico, la parte che individua la zona di Valle della Masseria come nuova discarica aggiunta al sito di Macchia Soprana, sempre nel territorio del comune di Serre.

Sì alla pensione di reversibilità per il coniuge ''superstite'' separato con colpa ( da "AltaLex" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è stata confermata dalla Corte di Appello di Perugia con sentenza n. 68 del 2005. La Corte ha osservato che la Corte Costituzionale con sentenza n. 286 del 1987 ha dichiarato l'illegittimità della L. n. 153 del 1969, art. 24, nella parte in cui esclude dall'erogazione della pensione di reversibilità il coniuge separato per colpa con sentenza passata in giudicato.

No alla nuova discarica di Serre ( da "Denaro, Il" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: ha rimandato alla Corte Costituzionale la valutazione di illegittimità costituzionale della legge sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania e, nello specifico, la parte che individua la zona di Valle della Masseria come nuova discarica aggiunta al sito di Macchia Soprana, sempre nel territorio del comune di Serre.

Un roman a murit pe un santier spaniol ( da "Romania Libera" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Din aceeasi categorie: Theodor Paleologu: Un coleg din PSD mi-a spus ca, daca nu-mi bag mintile-n cap, o sa fiu primul remaniatProcurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorREACH, regulament UE privind regimul substantelor chimice Voteaza

REFERENDUM: VIGILANZA SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO SU RICORSO COMITATO. ( da "Asca" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Commisisone di Vigilanza Rai si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, nel ricorso promosso dal Comitato promotore dei referendum indetti per il 21 e 22 giugno. Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella seduta odierna presieduta da Sergio Zavoli. Il ricorso riguarda il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato.

Referendum/ Vigilanza si costituisce in giudizio davanti ( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La commissione di Vigilanza Rai si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale nel conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato promosso dal Comitato promotore dei Referendum elettorali indetti per il 21 e 22 giugno prossimi. Un ricorso che i giudici della Consulta esamineranno nel merito martedì prossimo, 9 giugno.

Milano africana/ De Corato: Colpa del governo Prodi ( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: invece di applicarla l'hanno impugnata di fronte alla Corte costituzionale" anche se le istituzioni europee si sono pronunciate a favore della sua correttezza. "Bastava applicarla, costruire i Cie, ma Prodi ha chiesto di smantellarli". Secondo De Corato a Milano i cittadini extra-comunitari sono 220mila di cui 185mila regolari.

REFERENDUM: COMMISSIONE VIGILANZA RAI SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO ( da "Prima Comunicazione" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: commissione si costituisca in giudizio davanti alla Corte Costituzionale nel conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato promosso dal Comitato promotore dei Referendum elettorali indetti per il 21 e 22 giugno prossimi. Per il Comitato il regolamento per i Referendum adottato dalla commissione il 14 maggio scorso non garantirebbe la propria presenza nella comunicazione della Rai.

Passe d'armes entre Rachida Dati et le conseiller de l'Elysée ( da "Monde, Le" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Dans l'attente de l'application de la révision constitutionnelle, le CSM est présidé par le chef de l'Etat, mais le garde des sceaux, vice-président du CSM, peut le suppléer. "Cet incident est l'illustration de l'immixtion du pouvoir exécutif dans le CSM. Le changement de position du CSM sur Marc Robert est étrange.

Edilizia, norme a rischio di costituzionalità la Regione rivede in corsa la bozza di legge ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: poteva facilmente finire sotto i colpi di mannaia della Corte costituzionale per invasione di campo. Ma non si tratta del campo dell'edilizia, bensì nientemeno che del diritto penale. Chirurgia normativa. Così l'Ufficio legale della Regione sta mettendo mano in questi giorni al testo normativo, aggiustando le cose che non vanno, prima di tutto, ma definendo anche le norme finali,

Questa sera le finali a Zenson e Casale ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Quarti di finale a San Giacomo del trofeo Varisco, calcio femminile: 20,30 Barcon-Veneto Banca, 21,30 Europell-Maser, martedì le altre gare con Vittorio Veneto-Venezia e Graphistudio-Gazzera. SAN FIOR - Quarta serata a S. Fior di Sotto, del 25° memorial Fernando Dal Cin, 22° trofeo Renato Barel di calcio a 7: alle 21 SuperCraiBasso-CSM Tonon.

Canone depurazione rimborsi entro 10 anni ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di una parte della legge nazionale 36 del 5 gennaio 1994 (Disposizioni in materia di risorse idriche) e dell'articolo 155 del decreto legislativo 152 del 2006 (Norme in materia ambientale) nella parte in cui prevedevano che «la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura

Caccia, la Lega vuole cambiare tutto ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: recentemente bocciata dalla Corte costituzionale. La richiesta formulata dai vertici del Carroccio è che questo nuovo documento, depositato in consiglio lo scorso 27 marzo e che si caratterizza per l'accrescimento del ruolo delle Province, la soppressione dell'associazione dei cacciatori e il rafforzamento degli organismi del settore (riserve e distretti)

CORTE DEI CONTI LOMBARDIA RICORRE A CONSULTA ( da "Wall Street Italia" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: davanti alla Corte costituzionale, in base anche all'ultima legge finanziaria, e' la sezione lombarda della Corte dei Conti, con una pronuncia che viene definita ''senza precedenti'' e che e' stata illustrata oggi in un convegno di studi a Milano dal presidente Nicola Mastropasqua e dal consigliere Giuliano Sala.

Corte dei Conti Lombardia ricorre a Consulta ( da "Trend-online" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: davanti alla Corte costituzionale, in base anche all'ultima legge finanziaria, e' la sezione lombarda della Corte dei Conti, con una pronuncia che viene definita ''senza precedenti'' e che e' stata illustrata oggi in un convegno di studi a Milano dal presidente Nicola Mastropasqua e dal consigliere Giuliano Sala.

Carabinieri/ Napolitano a cerimonia per 195.mo anniversario... ( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Assistono alla cerimonia anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il capo della polizia Antonio Manganelli, il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso,

Giustizia/ Tribunale dei ministri, un giudizio per chi ( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Inoltre tutta una serie di verifiche e controlli, nella fase preliminare e prima della richiesta di rinvio a giudizio od anche del deposito degli atti, è possibile compierla. Anche su questo e altri punti è attesa da tempo una pronuncia della Corte costituzionale.

Processo a rischio d'incostituzionalità ( da "Corriere delle Alpi" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: e rimandare tutto alla Corte costituzionale perchè si pronunci. Il motivo per cui la stessa procura ha domandato il ricorso alla Corte costituzionale sta in pochi punti fondamentali. L'imputato, un marocchino di 33 anni, è stato accusato dell'omicidio di Federico De Valiere: il 9 marzo 1999 Aziz Moulay fu visto scendere dal bus a Falcade,

Niger/ Presidente Tandja va avanti con referendum su terzo ( da "Virgilio Notizie" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: nonostante il "no" della Corte costituzionale del Paese africano, terrà il referendum del 4 agosto prossimo, che dovrebbe consentirgli di rimanere al potere per un altro mandato, il terzo. Dopo la decisione che il massimo tribunale del Niger ha preso la settimana scorsa, Tandja ha dissolto il Parlamento.

Uccellagione proibita dal Tar ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Stavolta non lo dice la Corte costituzionale, che ha appena annullato diffuse parti della legge regionale sulla caccia, bensì il Tar di Trieste: ieri ha accolto un ricorso presentato dalla Lac (Lega per l'abolizione della caccia) e dal Wwf contro la Regione, la Provincia di Pordenone e l'Associazione ornitologica friulana sagre e fiere venatorie.

Trieste Niente uccellagione. Nemmeno per piccole quantità di volatili e per finalità "... ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 06-06-2009)
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Abstract: Stavolta non lo dice la Corte costituzionale, che ha appena annullato diffuse parti della legge regionale sulla caccia, bensì il Tar di Trieste: ieri ha accolto un ricorso presentato dalla Lac (Lega per l'abolizione della caccia) e dal Wwf contro la Regione, la Provincia di Pordenone e l'Associazione ornitologica friulana sagre e fiere venatorie.

Tagli alla scuola Il Tar del Lazio dà torto alla Gelmini ( da "Unita, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: avvocato Mauceri - martedì si dovrà pronunciare la Corte Costituzionale sui ricorsi proposti da alcune Regioni. Per questo il Tribunale ha rimandato la sua decisione al 13 luglio. In attesa della decisione dei magistrati, i dirigenti scolastici regionali dovrebbero bloccare l'iter previsto dai provvedimenti della Gelmini.

Dal governo ricorso contro la legge toscana ( da "Unita, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: da Vespa) hanno annunciato ricorso alla Corte Costituzionale per farla annullare. «Sulla costituzionalità delle leggi decide la Corte non certo Berlusconi - ha risposto Martini - , ma ricordo che anche quando la Toscana abolì, prima nel mondo nel 1786, la pena di morte, c'è chi diceva che si sarebbe riempita di delinquenti».

Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con in... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Con una serie di interventi più volte ripetuti nel tempo la Corte Costituzionale ha via via dichiarato illegittime, e ha quindi cancellato dal nostro ordinamento, tutte quelle norme che condizionavano il diritto della vedova a percepire la pensione di reversibilità alla durata del matrimonio e all'età in cui esso veniva contratto.

g8, l'avvocato di colucci chiede l'assoluzione "le circostanze su cui ha deposto sono vere" ( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: udienza preliminare per falsa testimonianza al processo per l´irruzione della polizia alla Diaz per il G8. «Le circostanze su cui ha deposto sono vere e comunque ritenute irrilevanti ai fini della decisione. Il fatto contestato in concreto è inoffensivo, non sussiste, in base ad alcune pronunce della Corte Costituzionale».

fondi al friulano, scontro tondo-lega il presidente: la priorità sono i poveri ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La Lega va in trincea anche sulla difesa del friulano la cui legge è stata stoppata dalla Corte costituzionale. Per Tondo la crisi finanziaria è finita, ma quella industriale no. La Regione, ha spiegato ieri, sta quindi cercando di reagire su tre diversi fronti. Primo: accelerando la realizzazione delle infrastrutture per togliere la nostra realtà dall'isolamento geografico.

Le fondazioni vanno a congresso ( da "Riformista, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: bocciato da una storica sentenza della Corte costituzionale, di una loro marcata politicizzazione territoriale, come avrebbe voluto il Ministro dell'Economia nel governo Berlusconi del 2001; hanno amministrato le partecipazioni creditizie con lo scopo di valorizzare il capitale investito, secondo i comportamenti di un investitore istituzionale di lungo periodo,

patto di stabilità sforato, la puglia prepara il ricorso al tar del lazio ( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Già ieri la sezione lombarda della Corte dei Conti ha rinviato alla Corte Costituzionale la legge sul patto di stabilità, ritenendo illegittimo che "in un momento di crisi economica come l´attuale, i vincoli di spesa imposti dal governo costringano gli enti locali a bloccare il pagamento dei fornitori".

Restano le commissarie ( da "Arena, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: La delibera ricorda altresì che è in atto il ricorso della Regione alla Corte costituzionale contro i provvedimenti deliberati dalla Finanziaria 2008 che ha imposto nuovi criteri per l'esistenza delle comunità montane «e pertanto la proroga del termine si rende opportuna», è la conclusione.V.Z.

Campobasso: Nuove pale in Basso Molise, ancora un no ( da "Sannio Online, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte Costituzionale in difesa della propria legge n. 15 del 21 maggio 2008?. Quest?ultimo documento, infatti, nell?ottica del perseguimento dello sviluppo sostenibile fissato negli accordi di Kyoto e di Johannesburg, si propone lo sfruttamento delle energie rinnovabili nel rispetto di regole regionali predeterminate compatibili con i vigenti principi informativi della disciplina

Trieste NOSTRO INVIATO Nessun ulteriore aumento di cubatura sarà contenuto nella bozza ... ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: che una parte della nuova legge finisca sotto i colpi di scure della Corte costituzionale. In particolare si tratta di quegli articoli dove si liberalizzano, fra i tanti interventi edilizi, anche alcuni per i quali la legge nazionale prevede fattispecie di reato. Il lavoro di pulizia. L'Avvocatura generale ha sollevato una complessa serie di problemi sul testo normativo,

Friulano, Fontanini batte cassa ( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 06-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Giustizia

Abstract: Corte costituzionale. Ora che la sentenza è stata emanata e sappiamo entro quali limiti la Regione può intervenire - ha proseguito Fontanini -, diventa cruciale emanare i regolamenti attuativi della legge, soprattutto nel settore scolastico. Di conseguenza è anche necessario prevedere i primi fondi per permettere alle scuole che lo richiederanno di insegnare la marilenghe in classe

Omicidio De Valiere, chiesta la sospensione La corte d'Assise si riserva, decisione a luglio ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: chiesta la sospensione La corte d'Assise si riserva, decisione a luglio Sabato 6 Giugno 2009, Falcade La corte d'assise si pronuncerà il 10 luglio sull'istanza di illegittimità costituzionale presentata dal procuratore capo Domenico Labozzetta in merito al processo per omicidio volontario in cui è imputato un marocchino irreperibile.

Patto stabilità, Corte Conti Lombardia ricorre alla Consulta su blocco pagamenti ( da "Sestopotere.com" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: Per questo motivo la sezione lombarda della Corte dei Conti ha deciso di sollevare la questione, davanti alla Corte costituzionale, con una pronuncia che crea una situazione di potenziale conflitto ?senza precedenti?. Del ricorso alla Consulta, già anticipato nei giorni scorsi da un articolo del Sole 24 Ore, ha parlato oggi il presidente della sezione lombarda della Corte,

Con il ddl intercettazioni a rischio le nostre libertà fondamentali ( da "Articolo21.com" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: è da sperare che il Capo dello Stato e successivamente la Corte costituzionale esercitino la loro funzione fondamentale di controllo e di freno nei confronti di un presidente del Consiglio e di un governo che mostrano di non voler difendere i principi essenziali della costituzione repubblicana di cui libertà di stampa e l?

GM's dismantling opens doors for foreign carmakers ( da "Tehran Times, The" del 06-06-2009)
Argomenti: Giustizia

Abstract: " said Michael Robinet, vice-president of CSM Worldwide, a Detroit-area auto industry consulting firm. In the shake-up, well-known brands are changing flags quicker than an oil tanker in pirate-infested waters. Italy's Fiat SpA is waiting for U.S. courts to approve its acquisition of Chrysler LLC's assets.


Articoli

Salariile umanitare: mari pe hartie, aplicabile din 2021 (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Salariile umanitare: mari pe hartie, aplicabile din 2021 Andrei Luca Popescu Miercuri, 03 Iunie 2009 Ministerele si sindicatele s-au pus de acord in ce priveste coeficientii de ierarhizare din viitoarea lege a salarizarii unice. In timp ce salariile arata bine pe hartie, sindicalistii spun ca vor putea fi oferite abia peste sase sau 12 ani. Coeficientii de ierarhizare pentru salariile bugetarilor cu functii considerate medii au fost depusi la Ministerul Muncii de catre toate ministerele si au primit acordul de principiu al sindicatelor, insa negocierile vor incepe abia saptamana viitoare. In noua lege a salarizarii unice vor exista trei niveluri medii de plata a acestor functii: media de 8,85 salarii minime brute pe economie (adica 5.300 lei brut la actualul salariu minim de 600 lei), media de 6,5 salarii minime (3.900 lei brut) si media de 3,8 salarii minime (2.300 lei brut). In primul nivel ar urma sa fie incluse functii precum cele de medic primar, conferentiar universitar, maior, consul sau judecator de tribunal. In al doilea nivel ar intra functii precum profesor de liceu, locotenent, grefier, farmacist sau preot, iar la cel mai mic nivel de salarizare s-ar afla agentul de politie debutant, soldatul, secretarul de scoala sau laborantul. Reprezentantii Federatiei Sindicatelor Libere din Invatamant (FSLI) au declarat ca sunt multumiti de aceste ierarhizari. Simion Hancescu, vicepresedinte FSLI, a explicat ca salariul unui debutant in sistemul de educatie ar urma sa creasca de trei ori, de la 1.100 lei brut la 3.000 lei brut, iar profesorii cu vechime ar fi platiti cu aproximativ 80% mai mult decat in prezent. Totusi, pana si sindicalistii par sa-si fi dat seama ca aceste salarii sunt vise frumoase pe timp de criza. "Problema este timpul. Mi-e teama ca nu vom avea fonduri. Nu cred ca se poate aplica aceasta lege in trei ani, ci in 6-7 ani", a spus Hancescu. Liderul sindicatului functionarilor publici Sed Lex, Vasile Marica, s-a aratat si mai pesimist: "Nu exista bani. Cred ca legea va avea aplicabilitate abia din 2021. Eu sunt interesat de cei cu salarii mici. Ar trebui sa avem un salariu minim de cel putin 300 euro pana vom trece la zona euro". Magistratii au fost singurii care s-au aratat nemultumiti de nivelurile de salarizare propuse la Ministerul Muncii. Dan Lupascu, reprezentantul Consiliului Superior al Magistraturii (CSM) la negocieri, a declarat ca noua lege nu trebuie sa duca la scaderea salariilor nete ale magistratilor si ca puterea lor de cumparare ar trebui mentinuta. "Magistratii nu-si doresc un sir de sporuri, ci o indemnizatie adecvata si sa se tina cont de interdictii si incompatibilitati", a spus Dan Lupascu. Judecatorii si procurorii nu au voie, conform legii, sa detina nici o alta functie publica sau privata, nici sa aiba afaceri, singura sursa alternativa de venit permisa fiind sistemul universitar. Reprezentantul CSM a mai explicat ca a cerut ca magistratii sa fie pusi pe aceeasi pozitie ca membrii Guvernului si Parlamentului (un salariu mediu de 6.100 lei brut). In acelasi timp, magistratii ar fi de acord cu inghetarea salariilor, dar cer ca unele sporuri actuale sa fie incluse in salariul de baza, pentru a nu le scadea salariile, a spus Lupascu. Din aceeasi categorie: La noi, gripa porcina se trateaza acasaSapte ministri si patru primari de sector luati la bani marunti de ANIJustitia, in greva generala? Voteaza

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2 giugno, versione ridotta per l'Abruzzo Berlusconi arriva in ritardo e si scusa (sezione: Giustizia)

( da "Corriere.it" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

napolitano ha reso omaggio al milite ignoto all'altare della patria 2 giugno, versione ridotta per l'Abruzzo Berlusconi arriva in ritardo e si scusa La sfilata d'onore inizia con la sedia vuota, il premier si presenta dopo 15 minuti. A una signora: «Non mollo» ROMA - La parata militare per la festa del 2 giugno, ai Fori Imperiali a Roma, è iniziata con la sedia di Berlusconi vuota. Il premier è poi arrivato con quindici minuti di ritardo e ha raggiunto il presidente Napolitano e i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, sul palco d'onore. Ha salutato il capo dello Stato e ha alzato le mani verso l'alto per scusarsi del ritardo. Lo staff spiega che il premier si è trattenuto a Palazzo Grazioli per delle telefonate internazionali. Nella prima fila d'onore c'erano anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. Dietro, in piedi, un corazziere in alta uniforme con un tricolore. EDIZIONE RIDOTTA - Napolitano ha raggiunto via dei Fori Imperiali sulla Flaminia d'epoca presidenziale, scortato dai corazzieri a cavallo: a quel punto la banda dell'Arma dei carabinieri ha dato il via alla «Rivista militare» per la festa della Repubblica. Una parata più sobria del solito, ridotta nei tempi (80 minuti invece dei tradizionali 90), nel numero di partecipanti (circa 6.400 contro i 7.200 della scorsa edizione) e negli allestimenti lungo il percorso. Con i risparmi ottenuti, il ministero della Difesa ha potuto devolvere un milione di euro a favore delle zone terremotate dell'Abruzzo. La sfilata lungo via dei Fori Imperiali - il cui tema era «La Repubblica e le sue forze armate» - è stata articolata in sette settori e prevede la partecipazione di 264 bandiere e medaglieri, 5 .890 militari, 500 civili, 209 tra cani e cavalli, 284 mezzi e 9 velivoli, le Frecce Tricolori. I SETTE SETTORI - Il primo settore era dedicato alle missioni internazionali per «sottolineare l'impegno delle Forze armate in tante regioni del mondo per garantire pace, stabilità e sicurezza e le condizioni fondamentali per il progresso comune». Presenti anche reparti dei Paesi che più spesso collaborano con i militari italiani nelle missioni all'estero, come la Spagna, gli Usa, la Germania e la Francia. Alla parata hanno partecipato inoltre i Gruppi bandiera di 21 nazioni amiche e alleate. I settori dal secondo al quinto erano dedicati alle Forze armate italiane: esercito, marina, aeronautica e Arma dei carabinieri. Il sesto settore ai Corpi militari e ausiliari dello Stato (Guardia di finanza, corpo militare della Croce Rossa e Cri, sovrano militare ordine di Malta). Il settimo è riservato ai Corpi armati e non armati dello Stato (polizia di Stato, polizia penitenziaria, corpo forestale e vigili del fuoco) e ai reparti a cavallo. In omaggio alle popolazioni colpite dal sisma e ai loro soccorritori un apposito spazio è stato dedicato alle rappresentanze della Protezione civile con i gonfaloni della Regione Abruzzo, della Provincia e del Comune dell'Aquila. La manifestazione si è conclusa con il lancio di un team di quattro paracadutisti militari e il sorvolo della Pattuglia acrobatica nazionale. MILITE IGNOTO - In mattinata c'è stata la deposizione di una corona al Milite Ignoto da parte del presidente Napolitano. Alla cerimonia all'Altare della Patria, in piazza Venezia, erano presenti anche Schifani, Fini, Amirante, Berlusconi e La Russa. La celebrazione si è conclusa con il passaggio delle Frecce tricolori. Prima di rientrare a Palazzo Grazioli il presidente del Consiglio si è fermato a salutare chi ha assistito alla cerimonia, stringendo mani e scambiando qualche battuta. A una signora che lo invitava a resistere, il Cavaliere ha risposto: «Non ci penso proprio a mollare. Sono solo agli inizi». A piazza Venezia c'erano migliaia di persone: famiglie romane, turisti ma soprattutto molti anziani e bambini. NAPOLITANO - Nel tradizionale messaggio al capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Vincenzo Camporini, Napolitano sottolinea che i valori della Costituzione sono necessari per la coesione del Paese: «Sono trascorsi 63 anni da quel 2 giugno 1946. Ma quei valori divenuti principi della Costituzione repubblicana, sono oggi ancora e più che mai condizione e guida per la costruzione di un'Italia coesa, prospera, solidale; per un'Italia che sia sempre più elemento propulsivo di un'Europa finalmente unita, ancora una volta protagonista dello sviluppo economico e del progresso sociale, civile e culturale della comunità internazionale» scrive il capo dello Stato. Un passaggio è dedicato alle Forze Armate come strumento di pace: «Nel grande scenario di un mondo sempre più interconnesso, nel quale i Paesi democratici sono ormai affratellati da comuni principi e obiettivi di sviluppo, le Forze Armate non sono più concepite al servizio di pretese nazionalistiche e disegni di aggressione, ma come strumento di cooperazione per la costruzione e il mantenimento della pace e della sicurezza collettiva». LA RUSSA - Il ministro della Difesa La Russa ha sottolineato che le Forze Armate «rappresentano una risorsa insostituibile per la nazione, in ogni circostanza, come è stato ancora dimostrato in tante evenienze recenti e in particolare con l'intervento in favore della popolazione dell'Abruzzo, colpita dal disastroso sisma e nell'azione di presidio e pattugliamento del territorio a favore della sicurezza in molte città d'Italia». stampa |

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villa certosa tra gossip e segreti feste faraoniche e tunnel da 007 - marco bittau (sezione: Giustizia)

( da "Nuova Sardegna, La" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 10 - Sardegna Villa Certosa tra gossip e segreti Feste faraoniche e tunnel da 007 Serre di cactus, tartarughe da record anfiteatri, finti nuraghi e un vulcano Così Silvio stupisce i suoi ospiti MARCO BITTAU PORTO ROTONDO. Nell'immaginario collettivo Villa Certosa è una Babilonia rivisitata e corretta: lusso sfrenato, feste da mille e una notte, abusi edilizi veri (ma condonati) o presunti, trionfo del cattivo gusto e ostentazione di un benessere lontano mille miglia dalla Sardegna dei disoccupati e dei cassintegrati. Immaginario alimentato negli ultimi giorni dal caso giudiziario - con relativo gossip - del sequestro delle foto scattate da Antonello Zappadu nella residenza del premier a Porto Rotondo. Un tempio moderno della plutocrazia protetto dal segreto di Stato e costruito sotto lo sguardo discreto e ossequioso del Comune di Olbia che a Silvio Berlusconi ha regalato la cittadinanza onoraria insieme a valanghe di voti a ogni tornata elettorale. Come e quando la tenuta estiva di Punta Lada sia diventata «il paese dei balocchi» è difficile stabilire. Di sicuro, tra curiosità e indignazione, da cinque anni riempie sistematicamente le pagine dei giornali di tutto il mondo. Un trattamento sinora riservato alle dimore ricche e surreali appartenute a Elvis Presley o a Michael Jackson, ma nessuno di loro è mai stato presidente degli Stati Uniti d'America. Questo per dire che le foto galeotte scattate dal reporter Antonello Zappadu sono l'ultimo anello di una catena che ogni anno riserva indagini giudiziarie, interrogazioni parlamentari e moti di indignazione popolare. E mai come in questo caso la prima volta non si scorda mai. Era la primavera del 2004 quando cronista e fotografo della Nuova scoprirono quel famigerato tunnel sottomarino che pareva uscito da una pagina di Ian Fleming. Spectre o no, proprio il tunnel della discordia era il preludio a un'estate torrida culminata con la temeraria apparizione del Cavaliere in maniche di camicia e bandana da pirata, a Porto Rotondo, che (ma si è saputo solo dopo...) sconvolse l'aplomb britannico di Tony Blair e signora. Da quel momento un crescendo rossiniano fatto di laghetti tropicali con tanto di palme, un acquario con pesci rari e barriera corallina, enormi tartarughe (un metro di diametro il carapace) da 25mila euro a esemplare nel suo personalissimo Jurassic park, maxi serre per le piante grasse, anfiteatro finto greco, cabine elettriche mascherate da nuraghe, palafitte hawaiane, un belvedere sul mare blu, una enorme «shardana» galleggiante costruita a mano da un artigiano di Ozieri. Oltre naturalmente lo spaventoso vulcano artificiale telecomandato. Un capolavoro insuperabile: alla prima eruzione, nell'estate 2007, i vicini terrorizzati chiamarono i vigili del fuoco. Insomma, una galleria di esagerazioni costruita a immagine e somiglianza del padrone di casa che, atti alla mano, non sarebbe neanche Berlusconi piuttosto la Idra Immobiliare, uno dei tanti pianeti societari della galassia Fininvest. Proprio la Idra Immobiliare tra il 2004 e il 2008 era stata al centro della complessa indagine giudiziaria avviata dalla procura della Repubblica di Tempio e conclusa in tribunale a Olbia con una sentenza di non luogo a procedere per i 13 capi d'imputazione (per altrettanti presunti abusi edilizi). Un epilogo persino scontato per un'inchiesta che pure nella sua fase iniziale, al momento della denuncia dei lavori sospetti, prometteva scintille addirittura con un conflitto di attribuzione tra diversi poteri dello Stato, rimesso al giudizio della Corte costituzionale. Alla fine, nel 2008, tutto è finito in una bolla di sapone e le carte bollate sono state sepolte dal proscioglimento in tribunale. Degli abusi edilizi a Villa Certosa, sanati e condonati a colpi di euro, l'unica traccia è rimasta sui marciapiedi e sull'illuminazione pubblica a Porto Rotondo. Il Comune di Olbia, infatti, ha utilizzato i soldi ricavati dai condoni (la quota pagata dal contribuente Berlusconi si aggira intorno ai 50mila euro) per realizzare opere pubbliche nella frazione. Gli abusi condonati riguardano le casermette, le capanne hawaiane, la chiusura del porticato della Certosa e l'ex cabina dell'Enel trasformata in torre d'avvistamento. In totale una superficie di circa 250 metri cubi che, a 200 euro a metro cubo di costo per il condono, vanno a formare il totale versato per sanare definitivamente la situazione. L'ultima perla, ancora in tribunale, la «guerra del muretto» con una ricca e avvenente signora, Maria Stella Cipriani, terribile vicina di casa che per mesi ha affrontato il rivale a suon di ricorsi in carta bollata. Prima le barricate e poi la resa, di fronte a una candidatura nel Pdl alle prossime elezioni europee. Ancora sorrisi e indignazione, ma a Babilonia le cose vanno così.

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Berlusconi e la strategia del complotto perenne (sezione: Giustizia)

( da "Libertà" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Berlusconi e la strategia del complotto perenne di ANDREA FOSSATI* In questi ultimi giorni nel Paese sono successi 2 fatti importanti, riguardanti entrambi il leader del Pdl e Capo del Governo Silvio Berlusconi. Per primo il caso Noemi, in cui sono state fornite alla stampa dello stesso premier diverse versioni, ognuna ricca di contraddizioni e intenta a coprire altri fatti nel frattempo emersi. Cosa inquietante se pensiamo al ruolo istituzionale del personaggio, che dovrebbe sempre agire ed essere sempre al di sopra di ogni sospetto, indipendentemente che questi fatti tocchino la sfera privata o pubblica. Ma quel che preoccupa maggiormente sono le accuse che tutta la maggioranza lancia addosso all'opposizione ogni qual volta si cerca di far luce sull'accaduto, non solo nel caso specifico. Una sorta di demonizzazione dei "nemici politici" che viene eretta a scapito della verità. Si cerca quindi di coprire tutto scaricando bordate verso la sinistra: Italia dei Valori o qualsiasi altro partito tenti l'affondo: il risultato non cambia. La strategia è sempre la medesima alla fine dei conti ed è quella "gridare al complotto", indipendentemente da quale sia l'argomento trattato, evitando accuratamente di rispondere alle domande che vengono poste nello specifico. A livello internazionale siamo inoltre massacrati, come ha mostrato giorni fa Repubblica, da quotidiani come Indipendent, Financial Times ed El Pais che parlano del Premier come di detentore di un potere incontrastato e di esempio deleterio per tutti, invitandolo ad una maggiore coerenza nei comportamenti e ad una maggiore integrità morale. Non bastasse tutto ciò il 19 maggio il Tribunale di Milano ha depositato le motivazioni della sentenza del processo in cui David Mills venne condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari. Corruzione avvenuta per testimoniare il falso nell'ambito di due processi in cui era imputato Silvio Berlusconi. La posizione del premier è stata però stralciata in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità del Lodo Alfano, la legge 124/08 che blocca i processi per le quattro più alte cariche dello Stato e a cui il Premier ha ovviamente rifiutato di rinunciare, essendosela fatta su misura, e a cui tutta l'Italia dei Valori si è opposta raccogliendo oltre 1 milione di firme lo scorso autunno in tutta Italia. Alle motivazioni della sentenza, nemmeno a dirlo, la reazione della maggioranza è stata incentrata sui commenti riguardanti l'eversività dei giudici invece che sul contenuto della sentenza stessa. Quando si dice l'arte del parlar d'altro. *Italia dei Valori Piacenza candidato alle elezioni provinciali nel collegio Piacenza 3 03/06/2009

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Referendum, è calato il silenzio (sezione: Giustizia)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 03 Giugno 2009 NAZIONALE Pagina 2 Referendum, è calato il silenzio Nonostante manchino poco più di due settimane al voto per i referendum elettorali, non si parla quasi mai della consultazione del 21 giugno. In gran parte ciò è dovuto alla campagna per le Europee e ai veleni che la caratterizzano. Persino le elezioni amministrative rischiano di passare in secondo piano di fronte ad un voto sull'Europarlamento che sarà espresso guardando a Bruxelles e a Strasburgo ma pensando all'Italia. Ma la cappa di silenzio che avvolge i referendum è troppo fitta per non alimentare il sospetto che celi una precisa motivazione. Legittimamente, i partiti contrari al ritaglio referendario della legge elettorale evitano di parlarne per scongiurare che il 21 giugno si raggiunga il quorum della consultazione (50% più uno degli aventi diritto al voto). Gli unici a cercare di dar vita ad un barlume di campagna elettorale sono i promotori dei referendum, Segni e Guzzetta, che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per avere adeguati spazi nelle tribune Rai: la Consulta deciderà martedì prossimo, quando mancheranno appena 12 giorni al voto. Colpisce, invece, lo scarso attivismo di Pdl e Pd, che sono per il «sì». Il «ritaglio» referendario, infatti, darebbe al partito più votato alla Camera (non più alla coalizione) tutto il premio di maggioranza (il 55% dei deputati); concederebbe al partito più votato nella regione il premio di maggioranza per il Senato (il 55% dei posti di senatore in palio nella regione); scioglierebbe le coalizioni, costringendo i partiti a correre da soli o a sostituirle con «listoni» uniti da un simbolo comune; renderebbe le soglie di sbarramento del 4% nazionale alla Camera e dell'8% regionale al Senato uguali per tutti, perciò non superabili (come avviene ora) dai piccoli partiti apparentati ai più grandi; impedirebbe ad ogni candidato di presentarsi in più circoscrizioni. In pratica, a lottare per vincere i premi e governare resterebbero solo Pdl e Pd: gli altri dovrebbero rassegnarsi ad un ruolo da comprimari. Eppure, Franceschini e Berlusconi non sfiorano l'argomento. In politica anche i silenzi contano. Pdl e Pd avrebbero grande interesse a vincere il referendum: vorrebbero ma non possono. Il premier è stato già avvertito da Bossi e Calderoli: se facesse campagna per il sì e fosse superato il quorum, il governo avrebbe le ore contate. Il leader del Pd, invece, deve fare i conti con chi, nel suo partito, pensa che la vittoria dei sì finisca per diventare un gran regalo a Berlusconi. Il premier, infine, ha un motivo in più per non fare campagna per il sì: se le europee rafforzassero il Pdl rendendolo primo partito, Berlusconi potrebbe ottenere alla prima occasione gli effetti del «ritaglio» - vincere il premio alla Camera e molti premi regionali del Senato - liberandosi della Lega, anziché inimicarsela oggi.  

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Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con in... (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Bergamo - Brescia)" del 03-06-2009)

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LA PREVIDENZA pag. 9 Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con in... Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con interesse su «Il Giorno» la risposta data a una lettrice circa la possibilità per i dipendenti pubblici, di usufruire della legge 133 per chiedere l'esonero dal servizio fino al raggiungimento del diritto alla pensione. Gradirei avere qualche chiarimento in merito e riferimenti precisi su questa legge. lettera firmata Secondo l'articolo 72 della Legge 133 del 6 agosto 2008 per il triennio 2009/2011 il personale di Ministeri, Comuni ed Enti pubblici, che ha già raggiunto il requisito dei 35 anni di contributi, che rimane in servizio per arrivare alla soglia massima dei 40 anni di contributi, può chiedere di essere esonerato dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell'anzianità massima contributiva. Durante il periodo di esonero, spetta un trattamento economico pari al 50% di quello goduto, comprensivo di tutte le indennità e competenze fisse ed accessorie, al momento del collocamento in posizione di esonero; ma se durante questo periodo il lavoratore pubblico decide di svolgere in modo continuativo ed esclusivo attività di volontariato, opportunamente certificato presso organizzazioni Onlus, il trattamento economico sale dal 50 al 70%. Ma c'è di più: il trattamento temporaneo è cumulabile con altri redditi da lavoro autonomo (comprese collaborazioni e consulenze) purché non reso presso pubbliche amministrazioni. All'atto del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età il dipendente ha, poi, diritto al trattamento di quiescenza e previdenza che sarebbe spettato se fosse rimasto in servizio. La richiesta di esonero dal servizio, concessa a discrezione dall'Amministrazione di appartenenza, dev'essere presentata entro il 1° marzo, a condizione che entro l'anno solare si raggiunga il requisito minimo di anzianità contributiva richiesto e la richiesta non è revocabile. Invalido civile Sono invalido civile al 90% per gravi malattie cardiache: per questa infermità godo dei benefici della legge 104/92 (permessi di due ore retribuiti) e in futuro usufruirò dei due mesi figurativi annuali per un massimo di 5 anni. Fra un anno compio 60 anni e contemporaneamente raggiungerò i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia. Mi è stato detto che a chi è stato riconosciuto un grado di invalidità superiore ai 2/3, verrebbe concesso di anticipare di 5 anni l'età pensionabile. E' vero? I medici dell'INPS potrebbero non avvalorare il giudizio dato da quelli della ASL? F. Di Bartolo Si, caro lettore, è vero! La legge 503 del 1992 ha previsto, per i soli lavoratori dipendenti, che coloro i quali sono riconosciuti invalidi in misura pari o superiore all'80% possono ottenere la pensione di vecchiaia a 60 e 55 anni, rispettivamente per uomini e donne, invece di 65 e 60 anni . Il giudizio di invalidità deve essere espresso dai medici dell'INPS che possono anche non condividere il grado di invalidità riconosciuto dalla ASL quando accerta l'invalidità civile. Il motivo è presto detto: mentre la valutazione della ASL è fatta solo tenendo conto della malattia invalidante, quello dell'INPS si basa anche sulla riduzione della capacità di lavoro che tale malattia comporta. Artigiano pensionato Lavoro come artigiano e ho compiuto da poco 64 anni. Sono già pensionato dell'INPS per l'attività prestata in precedenza come lavoratore dipendente. Poiché il mio reddito è alquanto elevato non ho diritto al minimo e percepisco mensilmente 350 euro di pensione. Desidero sapere quando potrò ottenere la valutazione ai fini dell'importo della pensione dei contributi versati come artigiano. Claudio C. La risposta è semplice: potrà ottenere che i contributi versati come artigiano siano valutati nella pensione non appena avrà compiuto i 65 anni di età. La valutazione di questi contributi è fatta a domanda del pensionato ed è pertanto necessario che nello stesso mese in cui Lei compie il requisito dell'età presenti all'INPS la domanda di variazione della pensione. Poichè Lei dichiara di possedere un reddito elevato come artigiano, ciò le dovrebbe consentire di ottenere una pensione di importo di gran lunga superiore a quello che ha riscosso finora. E per la reversibilità? Vorrei sapere dopo quanti anni di matrimonio si ha diritto a percepire la pensione di reversibilità. Marcella M. Con una serie di interventi più volte ripetuti nel tempo la Corte Costituzionale ha via via dichiarato illegittime, e ha quindi cancellato dal nostro ordinamento, tutte quelle norme che condizionavano il diritto della vedova a percepire la pensione di reversibilità alla durata del matrimonio e all'età in cui esso veniva contratto. In pratica per aver diritto alla pensione ai superstiti ora è richiesto il solo requisito di un matrimonio regolarmente trascritto nei registri dello stato civile.

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Al Csm serve il voto di preferenza (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 03/06/2009 - pag: 7 autore: di Cosimo Maria Ferri* *Componente del CSM Il caso del giudice lumaca sollevato da IO riporta in auge il tema dell'accesso all'organo di autogoverno Al Csm serve il voto di preferenza Così potrebbero essere eletti magistrati non legati alle correnti Il 16 aprile 2009 la prima commissione del Csm aveva richiesto l'apertura di una pratica concernente le notizie stampa relative alla scarcerazione di 22 imputati di un maxiprocesso per il mancato deposito entro i termini di legge della motivazione della sentenza di primo grado da parte di una collega, già giudice del tribunale di Bari e recentemente nominata presidente del locale tribunale per i minorenni. La pratica si è ora chiusa con una delibera di archiviazione del procedimento non essendoci provvedimenti di competenza della prima commissione, con trasmissione degli atti ai titolari dell'azione disciplinare per quanto di loro competenza. Personalmente ho votato contro il testo della delibera, non condividendo le motivazioni dell'archviazione, basate sulla constatazione di una responsabilità estesa all'ufficio sotto il profilo del mancato controllo sui tempi di deposito della sentenza; è stato rilevato infatti che dal luglio 2008, e cioè dalla scadenza della proroga ultima del termine per il deposito, sino al febbraio 2009, epoca in cui la collega ha preso servizio presso il tribunale per i minorenni comunicando il mancato deposito delle motivazioni della sentenza, nessuno ha monitorato la situazione di ritardo nel deposito, con il risultato che in tutto quel periodo non vi sono stati nei confronti della stessa collega, impegnata nella stesura di una motivazione che riguardava 160 persone, né atti di sollecitazione, né provvedimenti (ulteriori) di sgravio totali o parziali da altre assegnazioni, che in qualche modo potessero far fronte alla emergenza processuale che si stava consumando. La delibera non mi ha convinto poiché mi è apparsa troppo relazionata alla decisione assunta in sede di plenum di conferire un incarico direttivo alla collega, e porta nuovamente allo scoperto alcuni eccessi che si possono determinare a causa dell'influenza del correntismo interno alla magistratura, fino ad assumere (come in questa occasione) posizioni non del tutto neutre. Alla collega coinvolta nell'episodio pugliese, la cui qualità professionale non è in discussione in questa sede, è infatti stato recentemente conferito dal Csm un incarico direttivo sulla base di una scelta guidata a mio avviso soprattutto da logiche correntizie. Alla luce dei fatti di oggi e del risalto che il «caso» delle scarcerazioni ha avuto sulla stampa, tale decisione rischia di manifestarsi come incomprensibile ovvero assunta quanto meno in modo affrettato, e ciò per almeno due ordini di motivi. Il primo, di carattere più generale, riguarda la difficoltà con la quale la magistratura ed il Csm riescono a spogliarsi dell'influenza delle proprie correnti. Il secondo riguarda, più nello specifico, il difetto del Csm nel compiere le dovute verifiche e gli approfonditi controlli che dovrebbero caratterizzare le istruttorie di tutte le pratiche, in particolare di quelle che portano al conferimento di incarichi direttivi. Ciò per dire che, evidentemente, nel caso in specie, il mancato deposito della sentenza oggi oggetto di polemiche era già ravvisabile e poteva e doveva costituire ulteriore elemento di valutazione ai fini della scelta per la nomina alla presidenza di un tribunale. In definitiva, a fronte di colleghi tutti di ottimo livello, la cosa più ragionevole era preferire il magistrato totalmente in regola con la diligenza professionale richiesta dall'art. 11 ord. giud, proprio con riferimento al rispetto dei tempi di deposito. Detto questo non mi è apparso del tutto condivisibile, nella misura in cui non ha accennato a un minimo di autocritica, anche l'intervento di difesa con cui l'Anm ha preso posizione in merito. Sproporzionato nel suo non essere stato articolato evidenziando anche le mancanze cui, qualche volta, Csm e Anm, incorrono, se e quando si fanno sopraffare dalle pressioni delle correnti. La riflessione su come superare gli eccessi del correntismo è da tempo oggetto delle attenzioni di ciascuno di noi. Per quanto mi riguarda, credo che essi debbano essere combattuti e superati non già attraverso una diversa rappresentanza quantitativa dei togati all'interno del Csm, ma piuttosto attraverso un revisione delle regole associative e dei sistemi di elezioni degli organi distrettuali e associativi tali da rendere davvero aperta a tutti, anche a prescindere dall'appartenenza alle correnti, l'Associazione nazionale magistrati e la possibilità di lavorare al suo interno. Il lavoro portato avanti, negli ultimi anni, dal Csm in materia di nomine per incarichi direttivi attesta l'impegno svolto nella direzione di garantire, con solerzia, l'avvicendamento nelle posizioni apicali degli uffici giudiziari alla luce della nuova norma sulla temporaneità, fissata nel massimo di 8 anni di permanenza nell'incarico. Bisognerà però insistere perché le decisioni assunte siano sempre più scevre dell'influenza esercitata dal correntismo interno all'organo di autogoverno: in un quadro ordinamentale ormai mutato, che conferisce al Csm il potere-dovere di esercitare con notevole ampiezza la propria discrezionalità nelle nomine dei dirigenti degli uffici, è assolutamente necessario adottare scelte obiettive, rigorose e inattaccabili. Questo ulteriore precipitato dell'eccessivo spazio assegnato alle logiche correntizie ripropone, con forza, il problema di una modifica del sistema elettorale dei consiglieri togati del Csm: non già nel senso di ridurne il peso rispetto a quelli di estrazione laica, ma in direzione di un tendenziale affrancamento dall'influenza dei gruppi associativi nella scelta delle candidature. In tal senso, rivolgendomi anche alla magistratura associata, esprimo il mio invito a valorizzare e a discutere senza pregiudizi varie soluzioni alternative, fra cui quella di ricorrere, per la nomina dei membri togati del Consiglio, a un sistema elettorale in cui le candidature, anziché essere frutto delle designazioni delle segreterie dei gruppi associativi, siano determinate mediante sorteggio fra tutti gli appartenenti alla magistratura, in ragione di un numero ampiamente superiore a quello dei consiglieri togati; i candidati, così individuati, sarebbero comunque scelti dal voto degli elettori. Tale soluzione, fra l'altro, avrebbe il pregio di salvaguardare il principio dell'elettorato passivo dei componenti provenienti dalla magistratura, stabilito dall'art. 104 c. 4 Cost., e darebbe comunque spazio alla volontà del «corpo elettorale» costituito da tutti i magistrati, che conserverebbero così il loro potere di scelta dei propri rappresentanti in Consiglio: tale scelta però, in questo modo (a differenza di adesso), potrebbe cadere su colleghi anche del tutto estranei alle correnti, ma non per questo meno validi e capaci. L'obiettivo di una simile riforma (che a mio avviso può costituire una interessante base di discussione) dev'essere, comunque, quello di restituire credibilità all'autogoverno dell'ordine giudiziario e di evitare che le degenerazioni correntizie espongano ulteriormente l'intera magistratura a polemiche dannose ed a rischi di delegittimazione.

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SERVIZI di trasporto sanitario, associazioni di volontariato e aziende private su... (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ANCONA pag. 5 SERVIZI di trasporto sanitario, associazioni di volontariato e aziende private su... SERVIZI di trasporto sanitario, associazioni di volontariato e aziende private sul piede di guerra. A lanciare l'allarme sono le associazioni che aderiscono all'Anpas, le varie croci', che attaccano duramente la decisione dell'azienda Ospedali Riuniti' (Torrette, Lancisi e Salesi) che dal 1° giugno ha di fatto tolto loro i servizi di trasporto organi, plasma, equipe e materiale biologico. Un colpo duro per le associazioni che gravitano in questo settore: «Basta, siamo stanchi di essere presi in giro si legge in una nota congiunta di Croce Gialla Ancona, Camerano, Falconara, Agugliano, Chiaravalle, Croce Verde Castelfidardo e Croce Bianca Numana che lanciano un appello anche ai candidati sindaco . Il bando di gara per l'applicazione del regolamento della legge non era stato sospeso? Quanto costa alla comunità l'assegnazione di questi lotti e quante le macchine garantite per questi servizi? Se non sono sufficienti chi garantirà i servizi in esubero? I cittadini sanno che il servizio assegnato con gara d'appalto costa circa 50mila euro in più? Inoltre le associazioni di volontariato non hanno ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dall'azienda. Insomma la legge regionale viene disattesa, legge secondo cui il trasporto sanitario va affidato in via prioritaria alle associazioni di volontariato. Ci chiediamo infine se l'assessore regionale alla sanità, Almerino Mezzolani, sa che le sue direttive sono state disattese». LA SOCIETÀ che si è aggiudicata i servizi in questione è la Croce Verde di Ancona che replica alle affermazioni dell'Anpas e soprattutto minaccia azioni giudiziarie: «Abbiamo scoperto che la sospensiva del bando di gara (che in realtà aveva assegnato il servizio già ad inizio 2009, ndr.) _ di cui non è mai stata comunicata la motivazione, era legata all'attesa dei regolamenti regionali. Se così fosse i funzionari responsabili della sospensiva dovranno risponderne davanti alla legge. Questo perché la Corte Costituzionale, con sentenza del 2007, ha stabilito che le regioni non hanno alcun potere di modificare i regolamenti comunitari e nazionali in materia di affidamento dei servizi. I costi? I numeri non possono essere manipolati e sono sotto gli occhi di tutti, tanto che l'azienda pagherà il 18% in meno rispetto alle tariffe degli ultimi tre anni applicate dalle Anpas. Il risparmio di 50mila euro è una menzogna. Si preoccupano dell'insufficienza dei mezzi, un problema che non esiste, e si dimenticano che a loro è successo qualcosa di simile durante la serrata del settembre 2005».

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Appalti, Regione bocciata (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Sud sezione: ISTITUZIONI data: 2009-06-03 - pag: 19 autore: Campania. La Corte costituzionale dichiara illeggittime alcune parti della legge Appalti, Regione bocciata Quattro punti contestati - Si temono ricorsi per le gare avviate NAPOLI Brunella Giugliano Campania bocciata sulla legge regionale per gli appalti pubblici. Pochi giorni dopo l'impugnazione della legge elettorale (approvata il 27 marzo scorso) ad opera del Consiglio dei ministri, la Corte costituzionale, con sentenza del 22 maggio 2009, ha dichiarato illegittimi alcuni punti dell'articolo 27 della legge regionale numero 1 del 30 gennaio 2008 (Finanziaria regionale 2008) ritenendoli in contrasto con la normativa statale. Oggetto della querelle è il comma 1, lettere l), p), t), punti 1 e 5, che prevedono il divieto dell'istituto dell'avvalimento (possibilità di un concorrente di avvalersi, in fase di gara, dei requisiti di altro soggetto) sotto soglia,l'esclusione automatica delle offerte anomale sotto soglia, la procedura negoziata senza bando e i requisiti di qualificazione dei concorrenti. La Regione Campania nel febbraio 2007, si era dotata della norma numero 3, che disciplinava i lavori pubblici, i servizi e le forniture. Pur essendo abbastanza allineata alla normativa nazionale, la 3/07, è stata modificata in corso di adozione, seguendo le richieste dal Governo di maggiore uniformità rispetto ad altre leggi statali ed europee. Le modifiche, contenute nell'articolo 27 della legge finanziaria regionale del 2008, non sono bastate e il presidente del Consiglio dei ministri le ha impugnate dinnanzi alla Corte costituzionale a marzo 2008. Intanto, la norma regionale è stata attuata e oggi si teme che i bandi pubblicati nei mesi scorsi possano essere oggetto di ricorsi. Sono quattro le norme delle legge regionale sugli appalti pubblici dichiarati illegittimi. In primo luogo viene bocciato il comma che riguarda l'istituto dell'avvalimento. La norma regionale, infatti, consentiva il ricorso a tale strumento solo per appalti sopra la soglia comunitaria: ciò, secondo la Corte costituzionale, sarebbe in contrasto con il decreto legislativo 263 del 2006 (Codice dei contratti pubblici) che prevede, al contrario, l'avvalimento anche per i contratti di rilevanza non comunitaria. Il secondo punto riguarda la possibi-lità, introdotta dalla legge regionale, di ricorrere alla procedura negoziata senza pubblicazione del bando, per nuovi servizi se analoghi a quelli già affidati se ciò avviene en tro l'anno successivo alla stipula del primo contratto. Tale disposizione regionale contrasterebbe con la normativa statale, che fissa un più ampio termine di tre anni dalla stipula del contratto originario. La Corte costituzionale obietta che la scelta della procedura afferisca alla tutela della concorrenza, che è di competenza esclusiva dello Stato. Dichiarato illegittima anche la obbligatorietà dell'esclusione automatica delle offerte anomale da parte delle stazioni appaltanti, nei contratti di importo inferiore alla soglia comunitaria. Tale previsione contrasterebbe con il decreto legislativo 163 che prevede la facoltà e non l'obbligatorietà dell'esclusione e violerebbe la competenza esclusiva statale. L'ultimo punto ritenuto illegittimo è quello che disciplina la qualificazione dei concorrenti, che è una materia di esclusiva competenza statale. © RIPRODUZIONE RISERVATA In cantiere. La Corte Costituzionale boccia alcuni punti della legge regionale sugli appalti sui lavori pubblici (un esempio nella foto) REA

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Una scelta ragionevole (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Sud sezione: ISTITUZIONI data: 2009-06-03 - pag: 19 autore: INTERVISTA Oberdan Forlenza Assessore ai Lavori pubblici «Una scelta ragionevole» NAPOLI «La Corte costituzionale ha fatto una scelta ragionevole, che giudico positivamente ». Così Oberdan Forlenza, da poco più di un mese assessore regionale ai Lavori pubblici, consigliere della Corte dei conti, magistrato amministrativo, docente universitario di Diritto amministrativo, commenta la sentenza del 22 maggio 2008 che boccia alcune parti del comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale 1 del 30 gennaio 2008. «L'illegittimità dichiarata non riguarda questioni di merito, ma di competenza legislativa –dice –oltre ad essere annullate sono alcune lettere del comma 1 dell'articolo 27. Insomma, pochi passi di una legge composta da ben 88 articoli. La Consulta riconosce competenza esclusiva allo Stato in materia? Si, ma afferma un principio di collaborazione. Una delle eccezioni riguarda l'applicazione del principio di leale collaborazione. Per il ricorrente, infatti, la Regione si era impegnata a modificare alcune disposizioni della legge per superare i dubbi di illegittimità costituzionale già sollevati dal Dipartimento Affari regionali, dal ministero delle Infrastrutture e dall'Autorità di vigilanza dei contratti pubblici. Secondo la presidenza del Consiglio ciò non sarebbe avvenuto. La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile questa censura. Ciò significa che è salvaguardato il rapporto tra Governo e Regione e che ogni forma di collaborazione futura è possibile. La sentenza è esecutiva. Cosa succederà adesso? Non è ipotizzabile fare una nuova legge, perchè richiederebbe tempi troppo lunghi. Assieme agli uffici tecnici e all'avvocatura regionale valuteremo l'impatto che la sentenza avrà nel concreto. Verificheremo i bandi di volta in volta, applicando la normativa di competenza statale. Bru.Giu. LE STRATEGIE «Atto che giudico positivamente Ora dovremo valutarne l'impatto» In Giunta. L'assessore ai Lavori pubblici Oberdan Forlenza NEWFOTOSUD

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La Regione opera in house (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Nord-Ovest sezione: NORD OVEST data: 2009-06-03 - pag: 15 autore: Infrastrutture. Allo studio una società pubblica necessaria agli interventi prioritari La Regione opera in house Tra i dossier urgenti la modernizzazione degli ospedali GENOVA Jada C. Ferrero Un neologismo per parola d'ordine: «inhousizzazione ». La Giunta ligure di Claudio Burlando, per accelerare il processo di realizzazione di una serie di opere pubbliche, vara una società regionale per le infrastrutture: recente il mandato alla propria finanziaria (Dgr 542/2009) per costituire in capo a Filse una nuova controllata, una srl con 100mila euro di capitale. Mission: progettare e sviluppare aspetti tecnici, ingegneristici, ambientali, geologici di interventi infrastrutturali inseriti nella programmazione. Priorità massima: fungere da stazione appaltante per i nuovi ospedali previsti nel Programma strategico di modernizzazione del parco ospedaliero, approvato dall'Aula nel 2007, a partire del nuovo presidio spezzino (188 milioni stanziati). Uscire dall'«empasse» Attualmente solo una società in totale mano pubblica può agire come soggetto aggiudicatore senza gara, con affidamenti diretti, tramite il cosiddetto «in house providing ». Di qui la mossa dell'Esecutivo regionale, che intende mantenere le redini e uscire da un'empasse. Finora infatti questo ruolo è stato in parte svolto da una partecipata, Sviluppo Genova spa, che però non può più agire fuori mercato per via del mix dell'assetto azionario, ibrido pur in maggioranza pubblica: Regione (17,5%), Comune e Provincia di Genova (ciascuno 17,5%), Filse (2%), Carige (15%), Cdc Genova (10%), Banca Popolare Italiana (5%), Aeroporto di Genova (4%), Confindustria Genova, Sofincoop, Bnl Partecipazioni (ognuno 3%), Amiu (2,5%). La querelle con il governo L'operazione è in parte una corsia d'emergenza, un piano B della Regione rispetto a provvedimenti passati. Il governo ha infatti promosso due ricorsi presso la Corte costituzionale contro provvedimenti della Regione relativi al nodo «in house » di Sviluppo Genova. Nel mirino è finita innanzitutto la Lr 37/2008, approvata dal Consiglio regionale a ottobre. La norma (in modifica del collegato alla Finanziaria regionale 2008), due soli articoli, non solo estende a tutta la Liguria l'ambito di operatività di Sviluppo Genova, ma soprattutto la esenta dall'obbligo di gare qualora sulla società «si pervenga – recita il testo – a un esercizio del controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi da parte della Regione, anche in forma associata, previa intesa fra i soci, gli enti, le aziende, le agenzie regionali e le società controllate». Una formula che Roma ha impugnato, asserendo che viola in un colpo solo due passaggi della Costituzione, altrettanti trattati della Comunità europea sulla concorrenza, le norme «Bersani» sulle liberalizzazioni. Di qui, lo scorso 19 dicembre, il ricorso alla Consulta (nÚ 102/2008, pubblicato su Gu nÚ 5 del 4 febbraio 2009). I punti contestati I presupposti per gli affidamenti diretti, è la tesi, sono: il capitale in esclusiva mano pubblica, che da solo non basta; la società deve operare soltanto in favore dell'amministrazione beneficiaria della prestazione; il controllo dell'ente deve essere effettivo. Peraltro in un secondo ricorso (nÚ13/2009, uscito su Gu nÚ 12 del 1Ú aprile scorso) il governo ha sollevato obiezioni di legittimità anche su un passaggio del collegato alla Finanziaria 2009 (Lr 44/2008) approvato alla vigilia di Natale, che pone come capolinea dicembre il termine per l'uscita della Regione da Sviluppo Genova, qualora «il capitale sociale non sia totalmente detenuto da soci pubblici e non si siano verificate le condizioni previste per operare quale società in house». Così, nasce adesso la società infrastrutture. La cui operatività, gli atti specificano, «è da considerarsi transitoria e/o temporanea nella prospettiva di un possibile riassorbimento delle sue funzioni in Sviluppo Genova, previo completamento del processo di "in housizzazione" nei tempi previsti». © RIPRODUZIONE RISERVATA 100mila In partenza. Il capitale in mano a Filse per realizzare la nuova società per le infrastrutture 188 milioni In agenda. Cifra stanziata per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero spezzino

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Csm sorteggiato? Idea irrazionale e anticostituzionale (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Csm sorteggiato? Idea irrazionale e anticostituzionale CONTROPROPOSTA. Ampliare l'offerta elettorale per arginare il correntismo. Dopo il parlamento dei "nominati" il paese rischia ora di sperimentare il CSM dei "sorteggiati"? La voce circola con insistenza, senza smentite e prese di distanza. Il governo sarebbe pronto a proporre una riforma della legge elettorale dei membri togati del CSM imperniata sul "sorteggio" preliminare di una rosa ristretta di candidati - si dice cento - tra i quali i magistrati dovrebbero poi eleggere i loro rappresentanti. Pur filtrando dall'interno stesso della compagine governativa la notizia continua a suscitare incredulità. Almeno in chi ancora spera nella razionalità e nel buon senso della politica e non crede che sia consentito stravolgere, con espedienti grossolani, il testo e lo spirito della Costituzione. Per quanto i sistemi elettorali conoscano infinite varianti - nella scelta dei collegi, nel calcolo dei voti, nell'attribuzione dei seggi - una elezione è una elezione. Presuppone una personale "vocazione" a candidarsi , espressa con l'accettazione della candidatura o con l'autocandidatura; la disponibilità ad assolvere ad un compito diverso da quello normalmente svolto nella vita sociale e professionale; la consapevole assunzione di responsabilità per i risultati del proprio operato. Il sorteggio degli eleggibili cancellerebbe tutto questo ed affiderebbe al capriccio del caso il primo e fondamentale momento del processo elettorale : la determinazione della platea delle persone tra cui l'elettore è chiamato a scegliere. Una soluzione palesemente irrazionale, che restringerebbe preventivamente e senza criterio, le possibilità di eleggere i più adatti, i più meritevoli, i più motivati. Ed infatti nessuno si azzarda a proporre il sorteggio preventivo per altri tipi di elezioni o per selezionare i concorrenti ad una qualsiasi competizione di interesse pubblico (si tratti dell'ottenimento di un contratto o di un concorso). Negando in radice l'essenza stessa del fenomeno elettorale, l'escogitazione "sorteggio degli eleggibili- elezione dei sorteggiati" entrerebbe poi in aperta rotta di collisione con la Costituzione che parla di "elezioni" vere, libere, aperte, realmente competitive, e perciò incompatibili con il marchingegno del sorteggio preventivo. Il progetto di depotenziare la rappresentanza del CSM aggirando - grazie ad un simulacro di elezioni - la viva sostanza del precetto costituzionale rischierebbe perciò di trasformarsi in un boomerang, come spesso accade alle mediocri astuzie. Ai molti scontenti dell'attuale sistema elettorale del CSM, desiderosi di limitare il peso delle correnti , si può dunque consigliare di non infilarsi nel vicolo cieco di elezioni finte e di imboccare la via maestra. Ampliare al massimo l'offerta elettorale - consentendo la presentazione di liste di candidati sostenute anche da un numero esiguo di elettori - e lasciare all'elettore la massima libertà di scelta, prevedendo che una o più delle sue preferenze possano essere liberamente indirizzate verso i candidati meritevoli di liste diverse da quella votata. Da un tale sistema emergerebbe, con ogni probabilità, una rappresentanza della magistratura più fedele , forte ed autorevole di quella attuale. Ma forse è proprio questo ciò che si vuole evitare. * Procuratore aggiunto del Tribunale di Roma. 03/06/2009

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Blocca-cassa alla Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI data: 2009-06-03 - pag: 29 autore: Enti locali. La Corte dei conti della Lombardia chiede l'intervento dei giudici costituzionali «Blocca-cassa» alla Consulta Pagamenti di Comuni e province fermati dal Patto di stabilità Gianni Trovati MILANO In arrivo una nuova bordata sulla norma del Patto di stabilità interno che blocca i pagamenti alle imprese da parte di comuni e province anche quando i soldi in cassa ci sono. L'attacco arriva dalla Corte dei conti della Lombardia, che con uno strumento inedito per una sezione regionale di controllo, chiama in causa addirittura la Corte costituzionale, a cui chiede di valutare la legittimità di uno dei pilastri normativi che regolano i bilanci locali. Al centro del problema c'è la regola che, a partire dal Patto 2007 basato sugli obiettivi di saldo e non più sui tetti di spesa, frena nelle casse dei comuni le risorse che servirebbero a pagare i fornitori per investimenti già avviati. Nelle casse dei sindaci (come ha evidenziato anche un'inchiesta del Sole 24 Ore dello scorso 23 febbraio) ci sono almeno 15 miliardi che potrebbero essere subito impiegati per pagare i fornitori, perché collegati a opere con stati di avanzamento lavori già maturati. Le norme finanziarie dedicate agli enti locali, però, ne impediscono l'utilizzo, proprio in una fase in cui lo stesso legislatore è stato chiamato a intervenire per combattere la crisi di liquidità delle imprese. Per chi lavora con la Pa locale i soldi ci sono, i pagatori anche (i sindaci non hanno interesse a trattenere le risorse, incappando nella mora), ma è la legge a impedire di effettuare i versamenti. In un quadro così paradossale, può accadere anche che un autorevole magistrato contabile, il presidente della Corte lombarda Nicola Mastropasqua, giudichi «preferibile» per gli enti locali violare una legge e pagare, piuttosto che trattenere i soldi (e violare altre leggi, quelle sui tempi di pagamento della Pa). Su queste basi, come spiega Mastropasqua in un'intervista di oggi al «Sole 24 Ore-Lombardia», la Corte chiede alla Consulta di valutare la norma della Finanziaria 2007 che impone a ogni comune il raggiungimento di un saldo di cassa e uno di competenza, mentre la contabilità "ordinaria" degli enti locali è di sola competenza. Anche perché la definizione dei consuntivi 2007 ha appena mostrato che molti enti sono in linea con la competenza, ma sforano la cassa proprio per i pagamenti. Se la Consulta accoglierà la richiesta (come ha fatto in passato per questioni sollevate dagli organi centrali della Corte) si aprirà una strada nuova per sindaci e presidenti di provincia, oggi esclusi dalla possibilità di interpellare i giudici costituzionali. E l'esame si concentrerà sulla ragionevolezza della norma in vista del «buon andamento » della Pa, principio tutelato dalla Carta ma messo in pericolo dal blocco dei pagamenti che aumenta i costi (con gli interessi di mora), impone di violare le norme sui tempi di pagamento e mette in difficoltà le imprese che lavorano con committenti pubblici. La Finanziaria "incriminata" è quella del 2007, ma la questione è attualissima per svariate ragioni. Oltre a quella, ovvia, rappresentata dalle imprese che ancora aspettano il saldo di debiti ormai invecchiati (si veda anche il servizio a pagina 21), c'è il fatto che la situazione nel 2008 è tutt'altro che migliorata (si veda anche l'articolo a fianco). Per il 2009, poi, la manovra d'estate (il decreto legge 112/08) bolla come «reprobi» proprio gli enti che non hanno rispettato i vincoli 2007, concentrando su di loro praticamente tutti i sacrifici chiesti al comparto e imponendo il blocco di qualsiasi assunzione. In una parziale presa di coscienza del problema, la manovra d'estate evita di tagliare trasferimenti, spesa corrente e indebitamento per gli enti locali che non rispettano il Patto proprio a causa degli investimenti da pagare. Ma il benefit (parziale) vale solo per chi manca gli obiettivi 2008 e ha spese di personale in via di alleggerimento. Nulla di risolutivo, insomma, per cui la presa di posizione della Corte lombarda promette di riaccendere un dibattito infuocato su un punto centrale del Patto. Com'è accaduto pochi mesi fa alla sfortunata norma introdotta dalla manovra d'estate sulle dismissioni, che dopo una fila di interpretazioni ballerine e un siluro partito proprio dalla Corte lombarda è stata rapidamente cancellata. gianni.trovati@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PARADOSSO Anche i municipi con disponibilità finanziarie sono costretti a regolare con il contagocce i debiti con i fornitori

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(sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 03/06/2009 - pag: 21 Il libro Un magistrato sorpreso a molestare un ragazzino fu assolto perché momentaneamente «incapace» «L'ultracasta dei giudici: rimosso lo 0,065%» MILANO Aiuto, fermate le caste prima che ci mandino a fondo. Non soltanto quella dei politici, già inchiodata da Rizzo e Stella. O dei sindacalisti, denunciata l'anno scorso da Stefano Livadiotti. Al cosiddetto «terzo potere» intoccabile e incensato dalle giaculatorie sulla «sacra indipendenza dei giudici» ancora Livadiotti dedica ora un pamphlet: «Magistrati, l'ultracasta» (edito da Bompiani, pp. 246, ¬ 17). Sgomberiamo il campo da un dubbio: l'autore non è in odore di berlusconismo né insegue «grumi eversivi» annidati nella magistratura. La sua è invece una delle firme più note dell'«Espresso», legata al giornalismo d'inchiesta, e dunque colpisce con maggiore forza. Una vicenda, simbolica quanto autentica, dà il tono al libro: è il caso di un magistrato sorpreso nel 1973 in un cinema romano di periferia, mentre insidia un ragazzetto di quattordici anni. Segue denuncia per atti osceni e corruzione di minore, una brutta storia che avrebbe chiuso per sempre la carriera di un appartenente a qualsiasi altra casta diversa da quella dei giudici. I vari gradi di giudizio, ricostruiti da Livadiotti attraverso le carte processuali, testimoniano la mite condiscendenza dei colleghi giudicanti, che accompagnano amorevolmente il «corruttore» fino all'assoluzione con estinzione del reato. Il culmine viene raggiunto in seguito dal Consiglio superiore della magistratura in cui siedono tra gli altri Giovanni Conso, futuro ministro della giustizia ed Ettore Gallo, destinato alla presidenza della Corte Costituzionale. Sulla base di improbabili testimonianze, i «giudici dei giudici» giungono alla conclusione che l'imputato debba essere assolto: «Non punibile avendo agito in istato di transeunte incapacità di volere al momento del fatto». Seguirà non solo il reintegro in servizio, ma anche per il «principio di trascinamento » una congrua serie di scatti di stipendio. E ingiustizia sarà fatta. Ma il Csm non dovrebbe essere, casi come questo a parte, l'organo di autogoverno e autodisciplina della magistratura? Nel corso del libro Livadiotti chiarisce che statisticamente giudici e pubblici ministeri hanno solo 2,1 possibilità su cento di incappare in una sanzione, e nell'arco di otto anni quelli che hanno perso la poltrona sono stati lo 0,065%. Non contento, l'autore sciorina altre inquietanti verità: toghe con le paghe più alte di tutta l'Europa continentale, che arrotondano lo stipendio da un aumento del 26 per cento sugli stipendi negli ultimi cinque anni; protezioni assicurate dal sindacato di categoria, l'Anm, in quanto «azionista di maggioranza» del Csm, che assicura la spartizione delle poltrone interne in base alle correnti politiche. Non a caso, la categoria risulta poco stimata dai cittadini (nel 69% dei casi, secondo l'Eurobarometro). È un pamphlet duro, quello di Stefano Livadiotti, che pure paventa una possibile ingerenza «esterna» della politica, e preferisce puntare su un'«autoriforma » dell'«ultracasta». Il che lo esporrà, prevedibilmente, al fuoco incrociato sia dei suoi difensori che degli avversari. Dario Fertilio Pamphlet La copertina del libro-inchiesta del giornalista Stefano Livadiotti «Magistrati, l'ultracasta» edito da Bompiani Maltempo Allarme a Sarno Ondata di maltempo in Campania: a Sarno scatta il preallarme. A Napoli allagata la Galleria (foto)

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FECONDAZIONE: LA STRATEGIA DEGLI INDIGNATI (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

FECONDAZIONE: LA STRATEGIA DEGLI INDIGNATI CHI CONTESTA LA SENTENZA La Corte Costituzionale, come è noto, ha dichiarato la Legge 40 parzialmente incostituzionale. Questo risultato è stato fortemente voluto dalle innumerevoli coppie italiane infertili o con problemi genetici, che in questi anni hanno visto leso il loro legittimo diritto alla salute e ad una terapia adeguata alle loro condizioni cliniche. La modifica della legge 40 oltre ad eliminare immediatamente cattive e pericolose pratiche subite dalle donne, apre diverse possibilità di sviluppo e di miglioramento della pratica medica nella Medicina e Biologia della Riproduzione che ancora non sono chiaramente visibili. Oggi possiamo dire con certezza che la maggior parte delle coppie, fino ad ora costrette ad andare all'estero per avere un trattamento vietato in Italia come la diagnosi genetica pre-impianto o in cerca di una migliore pratica medica, possono avere quanto loro serve rimanendo nel proprio Paese. La medicina torna ad essere strumento di cura e rimedio per la coppia infertile che potrà avere un trattamento adeguatamente scelto con autonomia e responsabilità da un medico che deciderà con il consenso della coppia la migliore pratica medica. Il primo risultato sarà la diminuzione delle gravidanze plurigemellari che in questi anni in Italia sono aumentate vertiginosamente, mettendo seriamente a rischio la salute delle donne e dei nascituri. Davanti a queste buone notizie ho difficoltà a comprendere coloro che dopo la sentenza hanno gridato alla confusione e si sono indignati. Non vi è infatti alcuna confusione. Il numero di ovociti da inseminare, ad esempio, sarà stabilito dalla condizione clinica ed il congelamento embrionario sarà effettuato per evitare che un determinato trasferimento possa pregiudicare la salute della donna. Se poi qualcuno vuole convincere le coppie a non andare dai medici per farsi curare attraverso la Medicina della Riproduzione è libero di farlo: se avrà idee sufficientemente forti per far breccia, la gente lo seguirà, altrimenti vorrà semplicemente dire che quelle idee non hanno buone gambe. Di certo quelle convinzioni non possono essere imposte per legge in un Paese libero e laico. Si finisca, dunque, con la pratica della menzogna, dei ricatti e delle minacce prive di qualsiasi fondatezza. Gli operatori della Medicina e Biologia della Riproduzione seguono le direttive e le indicazioni delle Società scientifiche per quanto riguarda la pratica medica e le disposizioni Regionali, Nazionali o Europee per quanto attiene i requisiti del Centri. Solo gli organismi individuati da queste istituzioni possono controllare e monitorizzare le attività ed i requisiti dei Centri. *Presidente Fondazione Hera

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GIUSTIZIA: ALFANO, DOPO ELEZIONI SEPARAZIONE. INTERCETTAZIONI E CSM. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

GIUSTIZIA: ALFANO, DOPO ELEZIONI SEPARAZIONE. INTERCETTAZIONI E CSM (ASCA) - Roma, 3 giu - Dopo le elezioni europee il governo portera' avanti la separazione degli ordini di giudici e pm, la nuova composizione del Csm e la riforma delle intercettazioni. Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che in un'intervista al Messaggero spiega di voler porre ''subito dopo il voto la questione della riforma della giustizia in ambito costituzionale al presidente del Consiglio e ai due partiti della coalizione, Pdl e Lega''. Intanto, aggiunge il ministro, ''la nuova sfida sara' l'abbattimento dell'arretrato delle cause civili e penali'' perche' ''solo cosi' la giustizia potra' correre''. Per quanto riguarda il ddl sulle intercettazioni che sara' in aula a Montecitorio il 9 giugno, Alfano afferma che ''l'obiettivo e' quello di salvaguardare la privacy dei cittadini senza tagliare le unghie ai magistrati inquirenti''. fdv/cam/rob

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FECONDAZIONE: SPECIALISTI, TERAPIE QUALITA' A TUTELA DONNA E NASCITURO. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

FECONDAZIONE: SPECIALISTI, TERAPIE QUALITA' A TUTELA DONNA E NASCITURO (ASCA) - Roma, 3 giu - Personalizzazione del ''piano terapeutico'' per ogni paziente e coppia, definizione individualizzata del numero ottimale di embrioni necessario a ottenere la gravidanza, piu' qualita' che quantita' mediante limitazione della crioconservazione embrionale al minimo indispensabile e, nel caso la coppia richieda la conoscenza dello stato di salute dell'embrione, possibilita' di diagnosi genetica preimpianto con proibizione di esami a finalita' eugenetica. Sono i punti essenziali del documento che tutte le Societa' Italiane della Medicina della Riproduzione hanno sottoscritto, a chiusura del loro primo congresso unificato che si e' svolto a Riccione, per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 piu' appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale. Ed e' essenziale che tutti gli operatori del settore e le societa' scientifiche abbiano concordato un documento, che rappresenta una sintesi condivisa, identificando un percorso nuovo, nell'interesse della salute della donna. Il documento sottoscritto risponde alla necessita' di offrire alle coppie, ed in particolare alle donne, il massimo dell'efficacia terapeutica e il minimo dei rischi per la propria salute fisica e psichica, limitando l'invasivita' e la reiterazione degli atti terapeutici. Il documento di consenso e' stato firmato dalla Dr.ssa Claudia Livi (CECOS Italia), dal Prof. Vincenzo Gentile (Societa' italiana Andrologia - SIA), dal Dr. Guido Ragni (Societa' Italiana della Riproduzione - SidR), dal Dr. Paolo Giovanni Artini (Societa' Italiana Embriologia Riproduzione Ricerca - SIERR), dal Dr. Carlo Bulletti (Societa' Italiana Fertilita' Sterilita' -Medicina Riproduzione - SIFES-MR) e dal Dr. Mauro Costa (Societa' Italiana Ospedaliera Sterilita' - SIOS). res-mpd/cam/alf

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Referendum, perché è meglio l'astensione (sezione: Giustizia)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

LETTERE AL DIRETTORE 03-06-2009 Opinioni Referendum, perché è meglio l'astensione Aderisco al Comitato promotore per l'astensione in occasione del referendum del 21 e 22 giugno, promosso e presieduto dal sen. Stefano Passigli, ex Ds ed ora nell'IdV. Del Comitato fanno parte Umberto Veronesi, Claudio Abbado, Enzo Cheli, Mario Pirani, Inghe Feltrinelli e molte altre personalità. Se il referendum Segni- Guzzetta raggiungesse il quorum e i «sì» prevalessero, in Italia avremmo, di fatto, la situazione in cui un partito che raggiungesse la maggioranza relativa, si vedrebbe attribuito il 55% dei seggi parlamentari. Un vero e proprio stravolgimento delle regole democratiche. Berlusconi, con il Pdl, forte del risultato che potrebbe ottenere alle prossime elezioni europee, potrebbe essere indotto, dopo aver dichiarato di votare per il «sì», a sciogliere le Camere per andare ad elezioni anticipate e, con il consenso di cui oggi gode, avere il totale controllo politico (55% dei parlamentari) e istituzionale (tutte le cariche istituzionali dal Capo dello Stato, alla Corte costituzionale, alle autorità indipendenti) del Paese. In accordo con la Lega, potendo raggiungere il quorum dei due terzi dei parlamentari, potrebbe modificare la Costituzione, senza l'obbligo del referendum confermativo. In considerazione delle recenti dichiarazioni rilasciate del presidente del Consiglio Berlusconi sul ruolo del Parlamento, ritenuto addirittura inutile, e pesantemente stigmatizzate dal Presidente della Repubblica Napolitano e dal presidente della Camera Fini, l'impegno per far mancare il quorum al Referendum, e quindi farlo fallire, deve essere moltiplicato da parte di coloro i quali credono in un sistema democratico nel quale vengano salvaguardati gli equilibri tra i poteri che sono il cardine del costituzionalismo liberal-democratico. Ci sono anche ragioni politiche che giustificano questa battaglia perché, con l'affermazione dei «sì», si produrrebbe un sistema bipartitico che farebbe venir meno il ruolo di un polo di centro, portando ad una radicalizzazione dello scontro tra destra e sinistra dove, la sinistra, è da sempre soccombente. In Parlamento ci sono i numeri sufficienti per modificare la legge elettorale vigente, il cosiddetto «Porcellum», in senso proporzionale con soglia di sbarramento per evitare l'eccessiva frammentazione (modello tedesco) e per reintrodurre la libertà dei cittadini di scegliere i parlamentari con le preferenze. Far fallire il Refendum del 21 e 22 giugno è fondamentale per impedire lo stravolgimento degli equilibri costituzionali e delle regole democratiche, tenacemente ricercate e volute dai nostri padri costituenti. Massimo Pinardi Candidato alle elezioni Provinciali - Italia dei Valori

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Angajatii Bancii Centrale Europene organizeaza prima greva de protest din istoria institutiei (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Angajatii Bancii Centrale Europene organizeaza prima greva de protest din istoria institutiei Rl online Miercuri, 03 Iunie 2009 Angajatii Bancii Centrale Europene (BCE) vor organiza, miercuri, o greva de avertisment de 90 de minute la sediul central de la Frankfurt, liderii sindicali avertizand ca daca nu vor avea un cuvant mai important de spus cu privire la stabilirea pensiilor ar putea organiza si alte miscari de protest. Aceasta este prima greva din istoria de zece ani a BCE, anunta Agerpres. BCE a informat ca va asigura majoritatea activitatilor sale pe intreaga durata a actiunii de protest. BCE si cele 16 banci centrale din zona euro asigura functionarea unui sistem de plati pe care se bazeaza pietele de capital pentru derularea tranzactiilor lor monetare. O perioada prelungita de intrerupere a acestui sistem ar provoca haos pe piete. Apelul la greva a fost declansat de European Public Services Organisation (Ipso), sindicatul angajatilor BCE, in care sunt inscrisi 460 dintre cei 1.500 de salariati ai institutiei. Sindicatul vrea sa aiba un cuvant mai important de spus cu privire la modificarile ce ar urma sa afecteze salariile si pensiile angajatilor BCE. "Un contract de munca cu BCE seamana foarte mult cu un cec in alb pe care angajatul il acorda angajatorului", sustine reprezentantul Ipso, Wolfgang Hermann. "Contractul include o clauza speciala care ofera baza legala pentru o modificare brusca a platilor si stimulentelor, modificari asupra carora angajatul nu are nici un fel de control", a adaugat Wolfgang Hermann. Sindicatul si-a concentrat plangerile asupra recentei reforme a planului de pensii, reforma care potrivit Ipso ar putea reduce beneficiile salariatilor care ies la pensie cu pana la 20 procente. In schimb, conducerea BCE sustine ca evolutiile economice si demografice au facut neviabil vechiul plan de pensii. "Contributiile atat pentru BCE cat si pentru angajati au crescut cu 1,5 puncte procentuale", a declarat purtatorul de cuvant al BCE. Oficialii Ipso sustin ca nu intentioneaza sa afecteze operatiunile BCE in cursul grevei lor de protest. Cu toate acestea au avertizat ca sunt gata sa intensifice actiunile de protest, iar daca BCE nu accepta o serie de modificari, dupa aceasta vara ar putea avea loc actiuni de protest si la Bancile centrale din cele 16 state din zona euro. In general, locurile de munca din institutiile europene sunt considerate a fi unele sigure si bine platite. Greva anuntata de personalul BCE este un semnal al cresterii tensiunilor dintre conducerea institutiei si angajati cu privire la modificarea regimului de pensionare, in ideea de a evita aparitia unor viitoare deficite de finantare. Din aceeasi categorie: Procurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorCautari intense pentru localizarea avionului disparut in AtlanticContractul cu Bechtel, semnat pentru ca Romania sa intre mai usor in NATO Voteaza

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SCUOLA ANTIMAFIA, MERCOLEDÌ 3 GIUGNO A CATANZARO LEZIONI DI MARISA RODANO, ANNIBALE MARINI, SALVATORE BOEMI E ALBERTO LA VOLPE (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Mercoledì 03 Giugno 2009 SCUOLA ANTIMAFIA, MERCOLEDÌ 3 GIUGNO A CATANZARO LEZIONI DI MARISA RODANO, ANNIBALE MARINI, SALVATORE BOEMI E ALBERTO LA VOLPE Reggio Calabria, 3 giugno 2009 - Prosegue in tutte le cinque province della Calabria il corso di formazione antimafia destinato ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado della regione e inserito nel Por 2000-2006 promosso dalla Regione Calabria. Il corso rientra, infatti, nel progetto globale “Scuola Antimafia”, varato dalla Consulta regionale Antimafia e redatto da Adriana Musella, segretaria dell´organismo, e dalla Direzione didattica regionale. Il percorso formativo, il cui bando è stato vinto dal consorzio “Res Novas”, registra presenze significative e di spessore quali quelle di Luciano Corradini, docente all´università “La Sapienza” di Roma, di Vittorio Mete, ordinario di psicologia all´università di Firenze, di Antonio Nicaso, scrittore e consulente per l’Fbi, dei criminologi Gemma Marotta e Francesco Bruno. Giornata clou sarà quella del prossimo 3 giugno a Catanzaro, presso l’Istituto tecnico industriale, con lezioni importanti che saranno tenute da Marisa Rodano, testimone storica della Costituente, da Annibale Marini, presidente emerito della Corte Costituzionale, da Salvatore Boemi e da Alberto La Volpe, giornalista di Rai 2 e coautore dell´ultimo libro del procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso “Non si può morire di mafia”. Ai lavori, che saranno aperti da Adriana Musella, parteciperà il presidente della Regione Agazio Loiero. . <<BACK

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FECONDAZIONE: TERAPIE PERSONALIZZATE E DI QUALITA' (sezione: Giustizia)

( da "Farmacia.it" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

03 Giugno 2009 - 09:59 FECONDAZIONE: TERAPIE PERSONALIZZATE E DI QUALITA’ Farmacia.it - 3 giugno 2009 Roma – Personalizzazione del “piano terapeutico” per ogni paziente e coppia, definizione individualizzata del numero ottimale di embrioni necessario a ottenere la gravidanza, più qualità che quantità mediante limitazione della crioconservazione embrionale al minimo indispensabile e, nel caso la coppia richieda la conoscenza dello stato di salute dell’embrione, possibilità di diagnosi genetica preimpianto con proibizione di esami a finalità eugenetica. Sono i punti essenziali del documento che tutte le Società Italiane della Medicina della Riproduzione hanno sottoscritto, a chiusura del loro primo congresso unificato che si è svolto a Riccione dal 28 al 30 maggio, per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale. Ed è essenziale che tutti gli operatori del settore e le società scientifiche abbiano concordato un documento, che rappresenta una sintesi condivisa, identificando un percorso nuovo, nell’interesse della salute della donna. Il documento sottoscritto risponde alla necessità di offrire alle coppie, ed in particolare alle donne, il massimo dell’efficacia terapeutica e il minimo dei rischi per la propria salute fisica e psichica, limitando l’invasività e la reiterazione degli atti terapeutici. Il documento di consenso è stato firmato dalla Dr.ssa Claudia Livi (CECOS Italia), dal Prof. Vincenzo Gentile (Società italiana Andrologia - SIA), dal Dr. Guido Ragni (Società Italiana della Riproduzione – SidR), dal Dr. Paolo Giovanni Artini (Società Italiana Embriologia Riproduzione Ricerca - SIERR), dal Dr. Carlo Bulletti (Società Italiana Fertilità Sterilità - Medicina Riproduzione - SIFES-MR) e dal Dr. Mauro Costa (Società Italiana Ospedaliera Sterilità – SIOS). Nel documento si afferma inoltre che i fattori che più influiscono sul risultato della fecondazione sono età della donna, qualità del liquido seminale, precedenti fallimenti e tipo di risposta dell’ovaio. Inoltre si sottolinea come in tutto il mondo le linee guida identifichino come priorità la personalizzazione e modulazione delle terapie, che tendono a limitare i parti multipli, senza compromettere l’efficacia della tecnica. Questo si può ottenere soltanto trasferendo in utero un numero limitato di embrioni, riducendo anche la quantità di embrioni crioconservati. La tutela della salute dei nascituri passa anche attraverso la limitazione delle gravidanze multiple, principale causa di morbilità e mortalità materna e feto-neonatale. L’introduzione di queste misure può consentire un notevole contenimento della spesa sanitaria, rappresentata per la maggior parte proprio dall’assistenza ai prematuri da gravidanza multipla nonché dalla reiterazione dei trattamenti per molteplici cicli. Comunicato stampa Intermedia 030.226105 335265394 intermedia@intermedianews.it

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E' la Festa della Repubblica Parata ridotta per aiutare l'Abruzzo (sezione: Giustizia)

( da "Quotidiano.net" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La giornata si è iniziata con l'alzabandiera e la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto per il Presidente Napolitano e le più alte cariche dello Stato. Berlusconi in ritardo alla parata

" /> Politica TV FOTO E VIDEO BLOG SERVIZI LAVORO ANNUNCI CASA Cronaca Politica Esteri Ecquo New York Libri Arte Musica Spettacolo Gossip Pazzo Mondo Salute Tecnologia Motori Meteo Scommesse Dieta 2 GIUGNO E' la Festa della Repubblica Parata ridotta per aiutare l'Abruzzo La giornata si è iniziata con l'alzabandiera e la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto per il Presidente Napolitano e le più alte cariche dello Stato. Berlusconi in ritardo alla parata Roma, 2 giugno 2009 - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso omaggio alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano. E' stato questo il primo atto della cerimonia per il 63° anniversario della Repubblica, proseguito con la parata militare intitolata anche quest’anno "La Repubblica e le sue forze armate". Il Capo dello Stato è giunto all’Altare della Patria accompagnato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dal capo di stato di maggiore della Difesa Vincenzo Camporini. Ha quindi passato in rassegna un battaglione interforze schierato in piazza Venezia, dove si erano già assiepate diverse centinaia di persone. Sulle scale dell’Altare della Patria a ricevere il capo dello Stato c'erano, tra gli altri, il presidente del Senato Renato Schifani, quello della Camera Gianfranco Fini, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante. La banda dell’Esercito ha quindi intonato l’inno nazionale. Dopo l’alzabandiera solenne e la deposizione di una corona d’alloro sul sacello del Milite Ignoto, Napolitano si è spostato su via dei Fori Imperiali per assistere alla parata, quest’anno resa più sobria. Tagliati tempi (80 minuti invece dei tradizionali 90) e partecipanti (circa 6 mila 400 contro i 7.200 della passata edizione) e anche ridimensionato i tradizionali allestimenti lungo il percorso. I soldi risparmiati (un milione di euro) sono stati devoluti dal ministero della Difesa a favore delle zone terremotate dell’Abruzzo. Silvio Berlusconi ha raggiunto Giorgio Napolitano, Renato Schifani e Gianfranco Fini sul palco d’onore di Via de Fori Imperiali per assistere alla parata del 2 Giugno a manifestazione già iniziata. Il ritardo di 15 minuti, spiegano dal suo staff, è stato causato da alcune telefonate internazionali che il premier doveva fare a Palazzo Grazioli. MESSAGGIO DI NAPOLITANO "Pensiamo alla crisi, alle riforme, al G8" Commenti Invia commento Segnala ad un amico Nessun commento presente Clicca qui per inviare il tuo commento Nome: Email: Commento: Caratteri rimasti Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro consenso al trattamento dei dati consenso allargato I commenti inviati vengono pubblicati solo dopo esser stati approvati dalla redazione Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Marina: "Franceschini, vergognati Ma chi ti credi di essere?" 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Parigi non ti ama Dove giocherà la prossima stagione Kakà?Papadopulo sulla panchina del Bologna anche per la prossima stagione, sei d'accordo?Ibrahimovic non sa se restare all'Inter: vi ha stancato?Giusto vendere Kakà al Real Madrid?Noemi-story: un tormentone che interessa ancora?Accogliere in Italia i detenuti di Guantanamo: sì o no?Leonardo sulla panchina rossonera: è una buona scelta?Il caso PetraliPolemica Maldini-ultras: ha ragione il giocatore a protestare per il silenzio del Milan?Preferisci Sophia Loren o Monica Bellucci?Crisi economica, cosa fai per le vacanze estive?Qual è il tuo libro preferito di Andrea Camilleri della serie dedicata al commissario Montalbano?Faresti educare i tuoi figli da Berlusconi?Tifosi: siete pronti a seguire la Premiata ad Ancona?Giusto chiedere il codice fiscale ai ragazzi per l'esame di maturità? La foto del giorno 007 diventa un gelato La gustosa novità, lanciata sul mercato in edizione limitata, è stata realizzata grazie a un sondaggio rivolto alle donne su quale star volessero 'gustare'. A vincere è stato Daniel Craig, l'ultimo a vestire i panni del celebre James Bond LEGGI L'ARTICOLO Archivio Notizie Anno: 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Ricerca libera: pubblicità contattaci guadagna con Quotidiano.net fai di Quotidiano.net la tua Homepage aggiungi ai preferiti le news sul tuo pc rss archivio HOME - Copyright © 2008 MONRIF NET S.r.l. P.Iva 12741650159, a company of MONRIF GROUP - Informativa al trattamento dei dati personali - Powered by Softec

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Immigrati/ Matteoli: Chiederò a Cdm impugnare legge Toscana (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli chiederà al Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana" "Si tratta - afferma il ministro-. di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale. Con questa norma, peraltro, si dà un pericoloso segnale di porte spalancate a chi intende venire irregolarmente sul nostro territorio e in particolare in Toscana".

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IMMIGRATI/ MATTEOLI: CHIEDERÒ A CDM IMPUGNARE LEGGE TOSCANA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Immigrati/ Matteoli: Chiederò a Cdm impugnare legge Toscana di Apcom Norme inaccettabili che mirano a legalizzare clandestini -->Roma, 3 giu. (Apcom) - Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli chiederà al Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana" "Si tratta - afferma il ministro-. di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale. Con questa norma, peraltro, si dà un pericoloso segnale di porte spalancate a chi intende venire irregolarmente sul nostro territorio e in particolare in Toscana".

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Salariile unitare: mari pe hartie, aplicabile din 2021 (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Salariile unitare: mari pe hartie, aplicabile din 2021 Andrei Luca Popescu Miercuri, 03 Iunie 2009 Ministerele si sindicatele s-au pus de acord in ce priveste coeficientii de ierarhizare din viitoarea lege a salarizarii unice. In timp ce salariile arata bine pe hartie, sindicalistii spun ca vor putea fi oferite abia peste sase sau 12 ani. Coeficientii de ierarhizare pentru salariile bugetarilor cu functii considerate medii au fost depusi la Ministerul Muncii de catre toate ministerele si au primit acordul de principiu al sindicatelor, insa negocierile vor incepe abia saptamana viitoare. In noua lege a salarizarii unice vor exista trei niveluri medii de plata a acestor functii: media de 8,85 salarii minime brute pe economie (adica 5.300 lei brut la actualul salariu minim de 600 lei), media de 6,5 salarii minime (3.900 lei brut) si media de 3,8 salarii minime (2.300 lei brut). In primul nivel ar urma sa fie incluse functii precum cele de medic primar, conferentiar universitar, maior, consul sau judecator de tribunal. In al doilea nivel ar intra functii precum profesor de liceu, locotenent, grefier, farmacist sau preot, iar la cel mai mic nivel de salarizare s-ar afla agentul de politie debutant, soldatul, secretarul de scoala sau laborantul. Reprezentantii Federatiei Sindicatelor Libere din Invatamant (FSLI) au declarat ca sunt multumiti de aceste ierarhizari. Simion Hancescu, vicepresedinte FSLI, a explicat ca salariul unui debutant in sistemul de educatie ar urma sa creasca de trei ori, de la 1.100 lei brut la 3.000 lei brut, iar profesorii cu vechime ar fi platiti cu aproximativ 80% mai mult decat in prezent. Totusi, pana si sindicalistii par sa-si fi dat seama ca aceste salarii sunt vise frumoase pe timp de criza. "Problema este timpul. Mi-e teama ca nu vom avea fonduri. Nu cred ca se poate aplica aceasta lege in trei ani, ci in 6-7 ani", a spus Hancescu. Liderul sindicatului functionarilor publici Sed Lex, Vasile Marica, s-a aratat si mai pesimist: "Nu exista bani. Cred ca legea va avea aplicabilitate abia din 2021. Eu sunt interesat de cei cu salarii mici. Ar trebui sa avem un salariu minim de cel putin 300 euro pana vom trece la zona euro". Magistratii au fost singurii care s-au aratat nemultumiti de nivelurile de salarizare propuse la Ministerul Muncii. Dan Lupascu, reprezentantul Consiliului Superior al Magistraturii (CSM) la negocieri, a declarat ca noua lege nu trebuie sa duca la scaderea salariilor nete ale magistratilor si ca puterea lor de cumparare ar trebui mentinuta. "Magistratii nu-si doresc un sir de sporuri, ci o indemnizatie adecvata si sa se tina cont de interdictii si incompatibilitati", a spus Dan Lupascu. Judecatorii si procurorii nu au voie, conform legii, sa detina nici o alta functie publica sau privata, nici sa aiba afaceri, singura sursa alternativa de venit permisa fiind sistemul universitar. Reprezentantul CSM a mai explicat ca a cerut ca magistratii sa fie pusi pe aceeasi pozitie ca membrii Guvernului si Parlamentului (un salariu mediu de 6.100 lei brut). In acelasi timp, magistratii ar fi de acord cu inghetarea salariilor, dar cer ca unele sporuri actuale sa fie incluse in salariul de baza, pentru a nu le scadea salariile, a spus Lupascu. Din aceeasi categorie: "Banca popii" a falimentat 1.200 de oameniPartidele pregatesc decapitarea agriculturii romanesti in Parlamentul EuropeanCriza scoate detinutii din inchisori Voteaza

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CSM/ NAPOLITANO HA RICEVUTO AL QUIRINALE NICOLA MANCINO (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Csm/ Napolitano ha ricevuto al Quirinale Nicola Mancino di Apcom Il 9 giugno Capo Stato presiederà il plenum -->Roma, 3 giu. (Apcom) - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il vice Presidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino. Lo si legge in una nota del Quirinale. Il 9 giugno è previsto che il Capo dello Stato presieda il plenum del Csm.

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UN QUARTO D'ORA DI RITARDO, CON LA CERIMONIA AI FORI IMPERIALI INIZIATA CON LA SEDIA DEL PREMIE... (sezione: Giustizia)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Un quarto d'ora di ritardo, con la cerimonia ai Fori Imperiali iniziata con la sedia del premier desolatamente vuota sul palco delle autorità: Silvio Berlusconi ha allargato le braccia al cielo dopo aver stretto la mano al presidente della Repubblica, quasi a confermare la giustificazione diffusa dai collaboratori di «telefonate istituzionali» che gli avevan fatto perder tempo. Nella prima fila d'onore, oltre ai capi di Stato e di governo, schierati i presidenti di Senato e Camera, rispettivamente Renato Schifani e Gianfranco Fini, il presidente della Corte costituzionale Francesco Amirante e il ministro della Difesa Ignazio La Russa (il quale ha spiegato che a far ritardare il premier è stata una iniezione per calmare il torcicollo»). Terminata la parata, è iniziata la "sfilata" del Cavaliere, forzata, perché di braccarlo sull'auto che l'attendeva per riportarlo a Palazzo Grazioli aveva pensato un buon centinaio di persone. A nulla era valso infilare l'ingresso posteriore. Una folla osannante, che s'è spellata le mani ad applaudirlo. Ma neppure sono mancati gli epiteti («buffone», «vergogna») dei pochi ma immancabili contestatori. A chi gli ha gridato di «non mollare», il premier ha risposto come aveva fatto poco prima, al termine della cerimonia all'Altare della Patria, rispondendo a una sostenitrice: «Non ci penso proprio, sono solo agli inizi». Berlusconi, infine, è riuscito a infilarsi nell'auto, che ha proceduto a passo d'uomo. Non è bastata la bassa velocità a evitare un piccolo tamponamento: quando il premier ha fatto bloccare la vettura per far salire Gianni Letta, l'ultima auto del corteo ha frenato con ritardo, fermandosi nel paraurti di quella che la precedeva. In prima mattinata, quando aveva lasciato l'Altare della Patria per tornare a casa a piedi, il premier aveva stretto molte mani, raccolto applausi e scambiato qualche parola con alcuni sostenitori. Neppure in quell'occasione, tuttavia, gli era stato risparmiato da qualcuno il sarcasmo della domanda «dov'è Noemi?». Così, quando un ragazzino d'una decina d'anni l'ha invitato alla festa dell'imminente suo compleanno, il premier ha allargato ancor più il sorriso, rispondendo: «Sai cosa? Andare alle feste di compleanno e ai battesimi in questo periodo non butta bene...chissà che cosa si inventano. Allora è meglio se ti faccio gli auguri qui». La madre del piccolo è scoppiata in una risata e Berlusconi, che stava allontanandosi, è tornato sui suoi passi: «Come ti chiami?», gli ha chiesto. «Francesco», la risposta. «Bellissimo nome - la replica del premier - Comunque, scrivimi una lettera, non si sa mai...». Folla ne ha trovato sotto casa, a Palazzo Grazioli, anche quando è rientrato dalla parata militare. Berlusconi è salito sul predellino della Lancia Thesis, sorriso stampato in volto, ha salutato con ampi gesti i sostenitori. Cori che ripetevano «Silvio, Silvio», tanti scrosci di applausi, ma anche il mònito severo di un tifoso milanista: «Non vendere Kakà». Quando poi nel pomeriggio è giunto a Firenze per un appuntamento elettorale, nella folla ad attenderlo una «mamma insegnante» inalberava un cartellone con su scritto: «Viva Silvio educatore di lealtà e libertà. Educa pure i miei figli».

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A due settimane dal voto nessuno ne parla, Referendum dimenticato (sezione: Giustizia)

( da "AmericaOggi Online" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

A due settimane dal voto nessuno ne parla, Referendum dimenticato di Luca Tentoni 03-06-2009 Nonostante manchino poco più di due settimane al voto per i referendum elettorali, non si parla quasi mai della consultazione del 21 giugno. In gran parte ciò è dovuto alla campagna per le europee e ai veleni che la caratterizzano. Persino le elezioni amministrative rischiano di passare in secondo piano di fronte ad un voto sull'Europarlamento che - come e più del solito - sarà espresso guardando a Bruxelles e a Strasburgo ma pensando soltanto all'Italia. La cappa di silenzio che avvolge i referendum, quindi, sembra giustificata, ma è troppo fitta per non alimentare il sospetto che celi una precisa motivazione. Legittimamente, i partiti contrari al ritaglio referendario delle leggi elettorali evitano di parlarne per non attirare l'interesse dell'opinione pubblica sul tema e scongiurare che il 21 giugno si raggiunga il quorum di validità della consultazione (50% più uno degli aventi diritto al voto). Gli unici a cercare di dar vita ad un barlume di campagna elettorale sono i promotori dei referendum, Segni e Guzzetta, che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per avere adeguati spazi nelle tribune Rai: la Consulta deciderà martedì prossimo, quando mancheranno appena 12 giorni al voto. Colpisce, invece, lo scarso attivismo di Pdl e Pd, che sono per il "sì". Il "ritaglio" referendario, infatti, darebbe al partito più votato alla Camera (non più alla coalizione) tutto il premio di maggioranza (il 55% dei deputati); concederebbe al partito più votato nella regione il premio di maggioranza per il Senato (il 55% dei posti di senatore in palio nella regione); scioglierebbe le coalizioni, costringendo i partiti a correre da soli o a sostituirle con "listoni" uniti da un simbolo comune; renderebbe le soglie di sbarramento del 4% nazionale alla Camera e dell'8% regionale al Senato uguali per tutti, perciò non superabili (come avviene ora) dai piccoli partiti apparentati ai più grandi; impedirebbe ad ogni candidato di presentarsi in più circoscrizioni. In pratica, a lottare per vincere i premi e governare resterebbero solo Pdl e Pd: gli altri dovrebbero rassegnarsi ad un ruolo da comprimari. Eppure, Franceschini e Berlusconi non fanno campagna per il "sì", anzi non sfiorano proprio l'argomento. In politica anche i silenzi contano. Pdl e Pd avrebbero un grande interesse a vincere il referendum: vorrebbero ma non possono. Il presidente del Consiglio è stato già avvertito da Bossi e Calderoli: se facesse campagna per il sì e fosse superato il quorum, il governo avrebbe le ore contate. E il leader del Pd, dal canto suo, deve fare i conti con chi, nel suo partito, pensa che la vittoria dei sì finisca per diventare un gran regalo a Berlusconi, tanto più che alcuni esponenti del Pdl hanno detto che l'esito favorevole del referendum non sarebbe seguito dalla riforma elettorale, ma si manterrebbe il sistema "ritagliato" dagli italiani. Quindi non avremmo il collegio uninominale (Mattarellum) o il sistema tedesco (D'Alema) o quello spagnolo (Ceccanti-Vassallo). Berlusconi, infine, ha un motivo in più per non fare campagna per il sì: l'esperienza insegna che il Pdl, volendo, potrebbe tentare in ogni momento la corsa solitaria alle elezioni, perché la legge permette la formazione di coalizioni, ma non obbliga nessuno a farle. Se le Europee rafforzassero il Pdl rendendolo il primo partito anche di fronte a combinazioni e alleanze di altri partiti, il Cavaliere potrebbe ottenere alla prima occasione gli effetti del "ritaglio" - vincere il premio alla Camera e molti premi regionali del Senato - semplicemente liberandosi della Lega, anziché inimicarsela oggi facendo propaganda per i referendum.

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Il silenzioche parla (sezione: Giustizia)

( da "Sicilia, La" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il silenzio che parla Nonostante manchino poco più di due settimane al voto per i referendum elettorali, non si parla quasi mai della consultazione del 21 giugno. In gran parte ciò è dovuto alla campagna per le europee e ai veleni che la caratterizzano. Persino le elezioni amministrative rischiano di passare in secondo piano di fronte ad un voto sull'Europarlamento che - come e più del solito - sarà espresso guardando a Bruxelles e a Strasburgo ma pensando soltanto all'Italia. La cappa di silenzio che avvolge i referendum, quindi, sembra giustificata, ma è troppo fitta per non alimentare il sospetto che celi una precisa motivazione. Legittimamente, i partiti contrari al ritaglio referendario delle leggi elettorali evitano di parlarne per non attirare l'interesse dell'opinione pubblica sul tema e scongiurare che il 21 giugno si raggiunga il quorum di validità della consultazione (50% più uno degli aventi diritto al voto). Gli unici a cercare di dar vita ad un barlume di campagna elettorale sono i promotori dei referendum, Segni e Guzzetta, che si sono rivolti alla Corte Costituzionale per avere adeguati spazi nelle tribune Rai: la Consulta deciderà martedì prossimo, quando mancheranno appena 12 giorni al voto. Colpisce, invece, lo scarso attivismo di Pdl e Pd, che sono per il «sì». Il «ritaglio» referendario, infatti, darebbe al partito più votato alla Camera (non più alla coalizione) tutto il premio di maggioranza (il 55% dei deputati); concederebbe al partito più votato nella regione il premio di maggioranza per il Senato (il 55% dei posti di senatore in palio nella regione); scioglierebbe le coalizioni, costringendo i partiti a correre da soli o a sostituirle con «listoni» uniti da un simbolo comune; renderebbe le soglie di sbarramento del 4% nazionale alla Camera e dell'8% regionale al Senato uguali per tutti, perciò non superabili (come avviene ora) dai piccoli partiti apparentati ai più grandi; impedirebbe ad ogni candidato di presentarsi in più circoscrizioni. In pratica, a lottare per vincere i premi e governare resterebbero solo Pdl e Pd: gli altri dovrebbero rassegnarsi ad un ruolo da comprimari. Eppure, Franceschini e Berlusconi non fanno campagna per il «sì», anzi non sfiorano proprio l'argomento. In politica anche i silenzi contano. Pdl e Pd avrebbero un grande interesse a vincere il referendum: vorrebbero ma non possono. Il presidente del Consiglio è stato già avvertito da Bossi e Calderoli: se facesse campagna per il sì e fosse superato il quorum, il governo avrebbe le ore contate. E il leader del Pd, dal canto suo, deve fare i conti con chi, nel suo partito, pensa che la vittoria dei sì finisca per diventare un gran regalo a Berlusconi, tanto più che alcuni esponenti del Pdl hanno detto che l'esito favorevole del referendum non sarebbe seguito dalla riforma elettorale, ma si manterrebbe il sistema «ritagliato» dagli italiani. Quindi non avremmo il collegio uninominale (Mattarellum) o il sistema tedesco (D'Alema) o quello spagnolo (Ceccanti-Vassallo). Berlusconi, infine, ha un motivo in più per non fare campagna per il sì: l'esperienza insegna che il Pdl, volendo, potrebbe tentare in ogni momento la corsa solitaria alle elezioni, perché la legge permette la formazione di coalizioni, ma non obbliga nessuno a farle. Se le europee rafforzassero il Pdl rendendolo il primo partito anche di fronte a combinazioni e alleanze di altri partiti, il Cavaliere potrebbe ottenere alla prima occasione gli effetti del «ritaglio» - vincere il premio alla Camera e molti premi regionali del Senato - semplicemente liberandosi della Lega, anziché inimicarsela oggi facendo propaganda per i referendum.

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Legge regionale immigrazione approvata dalla Regione Toscana: Matteoli: "Proporro' il ricorso" (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Legge regionale immigrazione approvata dalla Regione Toscana: Matteoli: "Proporro' il ricorso" (3/6/2009 16:32) | (Sesto Potere) - Firenze - 3 maggio 2009 - Proporro’ in Consiglio dei Ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull’immigrazione approvata dalla Regione Toscana". Lo ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli. "Si tratta di una normativa inaccettabile non solo perche’ viola la Costituzione ma perche’ mira palesemente a legalizzare la clandestinita’ Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale. Con questa norma, peraltro, si da’ un pericoloso segnale di porte spalancate a chi intende venire irregolarmente sul nostro territorio e in particolare in Toscana".

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Posizione comune sulla legge 40 di tutti gli specialisti di Medicina della Riproduzione: Tuteliamo la salute della donna e del nascituro (sezione: Giustizia)

( da "SaluteEuropa.it" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

03/06/2009 Posizione comune sulla legge 40 di tutti gli specialisti di Medicina della Riproduzione: Tuteliamo la salute della donna e del nascituro Personalizzazione del "piano terapeutico" per ogni paziente e coppia, definizione individualizzata del numero ottimale di embrioni necessario a ottenere la gravidanza, più qualità che quantità mediante limitazione della crioconservazione embrionale al minimo indispensabile e, nel caso la coppia richieda la conoscenza dello stato di salute dell'embrione, possibilità di diagnosi genetica preimpianto con proibizione di esami a finalità eugenetica. Sono i punti essenziali del documento che tutte le Società Italiane della Medicina della Riproduzione hanno sottoscritto, a chiusura del loro primo congresso unificato che si è svolto a Riccione dal 28 al 30 maggio, per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale. Ed è essenziale che tutti gli operatori del settore e le società scientifiche abbiano concordato un documento, che rappresenta una sintesi condivisa, identificando un percorso nuovo, nell'interesse della salute della donna. Il documento sottoscritto risponde alla necessità di offrire alle coppie, ed in particolare alle donne, il massimo dell'efficacia terapeutica e il minimo dei rischi per la propria salute fisica e psichica, limitando l'invasività e la reiterazione degli atti terapeutici. Il documento di consenso è stato firmato dalla Dr.ssa Claudia Livi (CECOS Italia), dal Prof. Vincenzo Gentile (Società italiana Andrologia - SIA), dal Dr. Guido Ragni (Società Italiana della Riproduzione SidR), dal Dr. Paolo Giovanni Artini (Società Italiana Embriologia Riproduzione Ricerca - SIERR), dal Dr. Carlo Bulletti (Società Italiana Fertilità Sterilità -Medicina Riproduzione - SIFES-MR) e dal Dr. Mauro Costa (Società Italiana Ospedaliera Sterilità SIOS). Nel documento si afferma inoltre che i fattori che più influiscono sul risultato della fecondazione sono età della donna, qualità del liquido seminale, precedenti fallimenti e tipo di risposta dell'ovaio. Inoltre si sottolinea come in tutto il mondo le linee guida identifichino come priorità la personalizzazione e modulazione delle terapie, che tendono a limitare i parti multipli, senza compromettere l'efficacia della tecnica. Questo si può ottenere soltanto trasferendo in utero un numero limitato di embrioni, riducendo anche la quantità di embrioni crioconservati. La tutela della salute dei nascituri passa anche attraverso la limitazione delle gravidanze multiple, principale causa di morbilità e mortalità materna e feto-neonatale. L'introduzione di queste misure può consentire un notevole contenimento della spesa sanitaria, rappresentata per la maggior parte proprio dall'assistenza ai prematuri da gravidanza multipla nonché dalla reiterazione dei trattamenti per molteplici cicli.

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EUROPEE: IN BULGARIA MOLTI CANDIDATI HANNO PROBLEMI CON GIUSTIZIA. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

EUROPEE: IN BULGARIA MOLTI CANDIDATI HANNO PROBLEMI CON GIUSTIZIA (ASCA-AFP) - Sofia, 3 giu - Diversi candidati in Bulgaria si presentano alle elezioni europee per cercare una via di uscita dai loro problemi con la giustizia. E' il caso dell'ex presidente del Cska di Sofia ed ex presidente delle acciaierie Kremikovtzi steelmill, Alexander Tomov, in attesa di processo per appropriazione indebita e del proprietario del club calcistico Chernomorets Burgas, Ivaylo Drazhev, accusato di aver provocato la morte di due persone per un incidente avvenuto nel 1989 mentre guidava ubriaco e di malversazione nella privatizzazione di una fabbrica, mentre un gruppo di uomini di affari, attualmente agli arresti, ha gia' annunciato l'intenzione di presentarsi alle politiche che si terranno il 5 luglio. ''La partecipazione alle elezioni di persone sotto inchiesta di certo non migliora l'immagine della Bulgaria'', ha detto il primo ministro Sergey Stanishev, ammettendo pero' che non ci sono i tempi tecnici per modificare la legge. Gli ultimi sondaggi per le europee vedono in testa il Gerb, partito dei Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria, guidato dal sindaco di Sofia, Boyko Borisov, che otterrebbe il 30,6% dei voti, contro il 25,4% del partito socialista del premier Stanishev e il 19,4% del Movimento della minoranza turca. Gli ultra nazionalisti del partito Ataka otterrebbero l'8,1%. red-uda/dnp/lv

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Toscana/ Legge immigrazione, botta e risposta Martini (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 03-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Botta e risposta tra Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, ed Altero Matteoli, ministro dei Trasporti, sul tema della nuova legge regionale toscana sull'immigrazione, approvata lunedì scorso dal Consiglio Regionale: una legge che concede diritti anche agli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno, principalmente per quanto riguarda l'assistenza sociosanitaria. Matteoli ha infatti annunciato un ricorso contro "una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione, ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità, esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale". Oggi la replica di Martini, che ha definito "bufale assolute" le accuse della destra: "Per di più chi annuncia il ricorso, come il ministro Matteoli oggi - ha aggiunto - dimostra di non averla neppure letta". Secondo Martini infatti "la legge è per i nostri uffici giuridici legittima, perché si muove nell'ambito delle competenze regionali, per esempio in tema di sanità e sociale". Ma il ministro non molla: "Meglio di quanto abbia potuto leggerla io, la legge regionale della Toscana sull'immigrazione - ha spiegato - sarà letta e vagliata dalla Corte Costituzionale se, come auspico, il Consiglio dei ministri, deciderà di impugnarla. E' fin troppo evidente scorrendo il testo, in particolare agli articoli 2, 6, 16, 18 e 19, che questa legge preveda l'accoglienza, e non solo, agli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che, invece, per il governo nazionale e per la sua maggioranza sono imprescindibili".

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Immigrati, Matteoli: "Il governo impugni la legge della Toscana" La nuova norma regionale garantisce l'accesso ai servizi e l'assistenza sanitaria anche agli stranieri irregolari. (sezione: Giustizia)

( da "Dire" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Immigrati, Matteoli: "Il governo impugni la legge della Toscana" ROMA - "Proporrò in Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge regionale sull'immigrazione approvata dalla Regione Toscana". Lo annuncia il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che in una nota spiega: "Si tratta di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione, ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità. Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale". Con questa norma, peraltro, conclude Matteoli, "si dà un pericoloso segnale di porte spalancate a chi intende venire irregolarmente sul nostro territorio e in particolare in Toscana". La legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana, garantisce l'accesso ai servizi e l'assistenza sanitaria ai migranti e ai cittadini stranieri, anche se irregolari. 3 giugno 2009

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GM's Mexico plants work on - for now - with low costs (sezione: Giustizia)

( da "Reuters" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

By Jason Lange - Analysis MEXICO CITY (Reuters) - General Motors' plants in Mexico will keep churning out cars and trucks, unaffected by GM's bankruptcy across the border, but Mexico's lower labor costs might work against it as the U.S. government tries to hold onto jobs. While lower costs at plants in countries like Mexico are considered important for GM's return to profitability, analysts said GM executives could feel pressure to favor U.S. workers. "I don't think they see it as politically correct to accept more production in Mexico," said auto analyst Pascual Francisco at IHS Global Insight in Lexington, Massachusetts. GM filed for bankruptcy protection on Monday. The U.S. government will own 60.8 percent of the company once GM has completed its restructuring. The United Auto Workers union (UAW), which represents tens of thousands of U.S. auto workers, will also be a stake holder and opposes moving production outside the country. Most of the world's leading automakers have plants in Mexico, where unions are docile and wages are low. GM produced about 500,000 vehicles in Mexico last year, of which about three-quarters were exported. A senior U.S. official said on Sunday that the government would not allow any of the billions of dollars it was pouring into GM to be used on foreign operations. "(U.S. government ownership) is going to be a factor limiting moves to put operations in other parts of the world," said Armando Soto, head of Mexico City consultancy Kaso y Asociados, which tracks the Mexican auto industry. Mexico's auto industry accounts for about 20 percent of the country's exports, but output collapsed this year as the U.S. plunged into recession. Car plants across Mexico, including GM's four factories, have periodically idled as inventories piled up. MADE IN MEXICO ... OR NOT Some GM product lines made in Mexico like the Saturn will be sold by the company to trim unprofitable businesses. Still, GM has said it was too soon to talk about permanently losing any production. "In the short term we don't see a significant decrease" in planned output, said Mauricio Kuri, GM's spokesman in Mexico. He said production in Mexico would only be cut if U.S. consumer demand kept falling. Several analysts said they thought that Mexico would continue to play an important role in GM's North American operations. "Mexico is certainly well positioned to continue to take advantage of production within the region," said Mike Jackson, an analyst as CSM Worldwide in Detroit, Michigan. But, he added, "some of that advantage may have been offset" by ownership moving to the U.S. government and UAW. GM's production in Mexico, where it is the biggest player in the car sector, declined 42 percent in the January-April period of 2009 compared to a year earlier. Total U.S. auto sales also eroded during the period. In the central Mexican city of Silao, where GM builds trucks and employs over 3,000 people, workers were relieved that there were no plans to close GM's plant there. That plant is the heart of an industrial complex that employs another 7,000 people in auto parts factories. "After all the temporary shutdowns, it's good news," said Alejandro Rangel, a senior official in the region's auto parts workers union. Producing vehicles in a lower cost environment could also mean good news for GM. "If the company really wants to save itself and emerge well from the Chapter 11 process, it will have to do this," said Soto. (Reporting by Jason Lange; Editing by Toni Reinhold)

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Elezioni e maggioranza, regna il caos (sezione: Giustizia)

( da "MF Sicilia" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

MF Sicilia sezione: Sicilia Palazzi & Denaro data: 04/06/2009 - pag: 2 autore: di Giovanni Mazzoleni tengono banco le frizioni nei partiti e il ddl anti-lombardo al senato Elezioni e maggioranza, regna il caos La campagna elettorale per le europee 2009 sarà ricordata, soprattutto in Sicilia, per i colpi di teatro che si sono registrati in queste settimane. Su tutti, la crisi del governo regionale guidato da Raffaele Lombardo con l'immediata ricostituzione dell'incompleto Lombardo bis che prevede, almeno per il momento, l'esclusione di gran parte del Pdl e dell'Udc. Ma non solo. Come ritorsione per le scelte fatte dal governatore, importanti esponenti nazionali del Popolo della libertà paventano l'approvazione di una legge costituzionale che dia la possibilità di sostituire il presidente della Regione lasciando in vita l'Assemblea regionale. C'è da stupirsi, però, che questi autorevoli proponenti dimentichino alcune recenti pronunce della Corte costituzionale (per esempio le sentenze n. 304 del 2002 e 2 del 2004) in cui è stata ribadita l'assoluta inscindibilità tra il presidente della Regione eletto dal popolo e il parlamento regionale. Ovvero, qualora per qualsiasi causa cambi il presidente della Regione automaticamente decade il parlamento regionale e bisogna tornare alle urne. Questa è la conseguenza principale del meccanismo dell'elezione diretta del governatore dell'Isola. Altrimenti, sarebbe opportuno modificare il nuovo articolo 122 della Costituzione e abolire l'elezione del presidente della Regione da parte del popolo ridando questo potere ai parlamenti regionali.Gli elettori attualmente scelgono un presidente e una maggioranza che a lui fa riferimento. E nel caso in cui il presidente della Regione decade, automaticamente si scioglie anche la sua maggioranza. Tale modifica costituzionale, in ogni caso, dovrebbe estendersi a tutte le regioni italiane non potendosi limitare soltanto alla Sicilia. Da notare, inoltre, che i presidenti delle altre Regioni saranno rinnovati l'anno prossimo per naturale scadenza del mandato quinquennale. Senza dimenticare che processi di modifica della Costituzione richiedono tempi lunghi essendo necessaria la doppia lettura di ciascuna delle Camere ad una determinata distanza di tempo. Come se non bastasse, poi, a questa discutibile proposta di revisione costituzionale, si è aggiunta la convocazione straordinaria dell'Assemblea regionale (prevista oggi). Il parlamento regionale doveva riunirsi in seduta ordinaria in una data immediatamente successiva alle elezioni europee mentre la convocazione straordinaria dell'Aula è stata decisa per discutere sulla crisi di governo e sulle mosse di Lombardo. Appare singolare che l'attuale maggioranza di governo a pochissimi giorni dall'appuntamento elettorale voglia far emergere le insanabili divisioni esistenti con probabili conseguenze sulle scelte dei cittadini siciliani. Gli sviluppi di questi ultimi giorni della crisi regionale rendono ancora più dubbia l'utilità di questa convocazione straordinaria dell'Ars, vista la preannunciata assenza del governatore e per il probabile rinvio della presentazione della mozione di censura o di sfiducia di una parte dei gruppi della maggioranza nei confronti di Lombardo stesso. Il presidente della Regione, nel frattempo, per la fase conclusiva della campagna elettorale è stato l'unico responsabile di tutta l'amministrazione regionale. Potrebbe essere stato questo il vero scopo dell'attuale crisi regionale.

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Il giudice fa politica (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi sezione: Diritto e Fisco data: 04/06/2009 - pag: 23 autore: di Mario Cicala* il commento Il giudice fa politica ItaliaOggi ha pubblicato una chiara sintesi, a firma del suo direttore, del recente dibattito sull'elusione fiscale tenutosi su Class/Cnbc sintetizzando efficacemente anche il mio pensiero (ItaliaOggi del 28 maggio).Un unico profilo mi par opportuno puntualizzare. Si dice che «rivendico con forza il ruolo della magistratura». Ad essere precisi, più che rivendicare un ruolo io ne costato (o ritengo di constatarne) l'esistenza come fenomeno di fatto nell'odierna realtà sociale. In questo mi ricollego ad un'affermazione del prof. Pier Giuseppe Monateri: «Il senso della legge dipende da come si comportano i giudici, i funzionari, i cittadini, i vigili, gli assessori, i professori, i redattori delle riviste ecc. Il legislatore è solo uno degli ingranaggi del diritto, che si inserisce in un altro insieme di meccanismi istituzionali che rappresentano il modo in cui il diritto funziona in una determinata società».A questo pensiero fa eco, per quanto attiene alla giurisprudenza, la recentissima sentenza della III sezione civile della Cassazione n. 10741 depositata l'11 maggio 2009 che testualmente afferma «l'attuale ordinamento giuridico italiano, in particolare civilistico, è basato su una pluralità di fonti, tra cui si colloca la funzione interpretativa del giudice in ordine alla formazione della c.d. giurisprudenza-normativa, quale autonoma fonte di diritto».La sentenza della Corte di cassazione sottolinea, inoltre ed a mio avviso giustamente, come il ruolo creativo del potere giudiziario sia ulteriormente incrementato dal sempre più frequente utilizzo di «principi generali», che la giurisprudenza stessa elabora e definisce. Questi principi costituiscono spesso l'asse portante della motivazione relegando l'esegesi delle norme positive ad un compito ancillare di supporto.Del resto, è ormai solo un lontano ricordo il linguaggio legislativo rigoroso ed univoco proprio dell'«era delle codificazioni»; i testi normativi di oggi offrono all'interprete un caleidoscopio di affermazioni, esemplificazioni, contraddizioni, che sovente consentono di condurre in qualunque porto la navicella dell'applicazione della legge.L'adesione, ora esplicitamente dichiarata ora supportata con argomentazioni esegetiche, ad una «giurisprudenza dei principi» apre dunque spazi ulteriori alla funzione «politica» (tra virgolette) della giurisprudenza.Invero, esiste -a quanto mi risulta- un solo valore, l'amor di Dio, che si può espandere all'infinito senza entrare in rotta di collisione con altri principi e valori, perché tutti li riassume e li comprende.Gli altri valori non possono trovare applicazione assoluta ed illimitata; debbono fare i conti con la realtà e con principi diversi, con cui sono costretti a confrontarsi. Persino l'amore per la Mamma e della Mamma, pilastro fondante della società italiana, deve pur coordinarsi con l'amore per altre persone. Così la giustizia trova un limite nell'esigenza di certezza dei rapporti giuridici e quindi i diritti si prescrivono se non esercitati; la sovranità popolare trova un limite nei diritti indisponibili del singolo, e così via… Tracciare il punto di equilibrio fra valori pur tutti apprezzabili è compito precipuo della politica; e quando il giudice assume su di sé questa funzione, rivendica un potere che mi par logico qualificare come «politico».Gli esempi sono, a mio credere, molti. Oserei dire quasi infiniti. Sentenze delle Sezioni Unite della Cassazione hanno di recente ribaltato i criteri che fino a ieri caratterizzavano il processo tributario, introducendovi il litisconsorzio necessario e il giudicato esterno; hanno delineato la responsabilità penale dei medici; hanno affiancato e spesso sovrapposto al «vecchio» principio dell'onere della prova i principi di non contestazione e prossimità della prova; hanno definito l'«abuso di diritto»; hanno tracciato una nuova disciplina dei rapporti fra consenso e cure mediche... E poteri di gran lunga maggiori esercitano la Corte costituzionale, le Procure della Repubblica...Certo la giurisprudenza muove nell'ambito dei valori propri dell'odierna società italiana, non prospetta soluzioni «stravaganti» che al corpo sociale ripugnino. E cerca costantemente una legittimazione nel richiamo alla Costituzione: ma anche il significato e la portata della Costituzione formano oggetto, appunto, di valutazioni giurisprudenziali. Oggi è pacificamente accettato che la Costituzione contenga principi e regole che nei lontani tempi dei miei studi universitari nessuno aveva ancora «scoperto». Si dice che le costituzioni si distinguano in «elastiche» e «rigide»; a me sembra tutte siano elastiche, solo che quelle che qualifichiamo tali si evolvono prevalentemente attraverso atti legislativi, quelle che chiamiamo rigide vengono adeguate quasi esclusivamente dalla giurisprudenza e dalla prassi costituzionale.Non so quanto questa «politicità» della giurisdizione potrà continuare ad espandersi e se in un prossimo futuro il Parlamento sarà in grado di riappropriarsi del compiuto esercizio del potere normativo; in primo luogo dettando norme chiare e precise che lascino minor spazio all'interprete.Qualunque strada si voglie però imboccare, a me pare preliminarmente opportuno domandarsi se ed in che misura queste mie sommarie ed epidermiche impressioni trovino riscontro nella realtà.*consigliere della Corte di cassazione

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(sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACHE pag. 17 «Impugneremo la legge sugli immigrati» Berlusconi ripete a Porta a Porta: alla Consulta la «riforma» toscana di OLGA MUGNAINI FIRENZE LA LEGGE regionale sull'immigrazione è fatta. Ma l'introduzione in Toscana di una sorta di welfare anche per gli irregolari non ha certo smesso di far discutere. Anzi. Portata a casa il risultato, è il governatore Martini in persona a ribattere alla ridda di attacchi del centrodestra, a partire dal ministro Matteoli, per arrivare a Berlusconi che a 'Porta a Porta' ieri sera ha annunciato: «Il governo impugnerà la legge della Toscana che dà al clandestino irregolare un diritto maggiore di uno straniero venuto regolarmente in Italia». Martini non demorde e replica: «Da destra sono state dette molte bufale contro la nostra legge sull'immigrazione, imbrogli assoluti. Per di più, chi annuncia il ricorso, come il ministro Matteoli, dimostra di non averla neppure letta. La legge è per i nostri uffici giuridici legittima perché si muove nell'ambito delle competenze regionali, come lo sono sanità e sociale». Ma soprattutto il governatore insiste sul fatto che questa legge «non stabilisce patenti per i clandestini e non scatenerà una guerra tra poveri. È impossibile una lotta tra toscani e clandestini per l'accesso ai servizi sociali, in quanto per asili nido e casa, le graduatorie riguardano solo i regolari residenti da più di cinque anni. A questo proposito dico che noi vogliamo allargare i servizi, non escludere qualcuno all'accesso degli stessi». E già che c'era, Martini ne ha avute anche per il premier al suo passaggio in Toscana di martedì: «Berlusconi a Firenze e a Prato è stato moscio, soprattutto dal punto di vista dei contenuti, anche se l'aggettivo non gli farà troppo piacere. In particolare a Prato non ha detto una parola sul tessile e sulla crisi economica». Lanciata la battuta, ottenuta la risposta. Il ministro Gianfranco Rotondi, ieri a Firenze al fianco di Giovanni Galli candidato sindaco di Firenze ha risposto: «La sinistra così preoccupata per la tonicità del premier è una consolazione quotidiana, che ci fa piacere». Matteoli torna invece sul merito della legge per gli immigrati affermando: «Meglio di quanto l'abbia letta io sarà vagliata dalla Corte Costituzionale. E' fin troppo evidente che questa legge preveda l'accoglienza, e non solo, agli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che, invece, per il governo nazionale e la sua maggioranza sono imprescindibili». Al ministro Matteoli si unisce il coro del centrodestra in Regione, dal vicepresidente del Consiglio Angelo Pollina (Fi-Pdl), ai capigruppo di Fi-Pdl Alberto Magnolfi e di An-Pdl Roberto Benedetti. Che non hanno certo deposto l'ascia di guerra: «Dalla prossima settimana annunciano daremo il via alla raccolta delle firme per promuovere il referendum abrogativo della legge sull'immigrazione». Image: 20090604/foto/728.jpg

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LA FONDAZIONE Cassa di Risparmio informa che domani, venerdì, alle 17.30, ... (sezione: Giustizia)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA CARRARA pag. 9 LA FONDAZIONE Cassa di Risparmio informa che domani, venerdì, alle 17.30, ... LA FONDAZIONE Cassa di Risparmio informa che domani, venerdì, alle 17.30, si terrà all'Aula Magna dell'Accademia di Belle Arti la conferenza, attuata in collaborazione con l'Ordine degli Avvocati di Massa Carrara, sul tema «La Legge e la sua giustizia». La conferenza sarà tenuta da Gustavo Zagrebelsky, giurista di fama internazionale, già professore ordinario di Diritto Costituzionale all'Università di Torino, già giudice e presidente della Corte Costituzionale ed ora docente di Giustizia costituzionale nell'Università di Torino e nell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. La Fondazione ricorda che il profesor Zagrebelsky, quale Presidente della Corte Costituzionale fu l'estensore di due famose sentenze ( la 300 e la 301 del 29/09/2003) che, annullando la legge 448/01 che avrebbe voluto limitare l'autonomia delle Fondazioni subordinandola del tutto al controllo politico, affermò la natura privatistica delle Fondazioni e la loro autonomia.

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Vittoria della non-vita (sezione: Giustizia)

( da "Provincia Pavese, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

«Vittoria della non-vita» Antinori: andremo fino alla Corte costituzionale IL PROFESSORE «Condizionati dalla religione» VIGEVANO. «E' una vittoria della "non vita", in uno stato teocratico e talebano. E' assurdo negare a una donna di avere un figlio dal marito: ci stavano provando da due anni prima della malattia, era chiara la volontà di averlo a ogni costo». Il professor Severino Antinori, presidente delll'associazione mondiale di Medicina della riproduzione, promette battaglia. «Faremo ricorso, arrivando alla Corte Costituzionale. E se necessario, andremo all'estero per la fecondazione». Definisce "crudele e sconcertante" la scelta del tribunale di Vigevano. «Questo non è uno Stato laico: i vincoli imposti dalla religione condizionano i giudici. E comunque il tribunale di Pavia autorizzando il prelievo dei gameti aveva di fatto autorizzato l'inseminazione», dice il ginecologo romano, famoso anche per le battaglie contro la legge 40. «Su mia iniziativa, la Suprema Corte ha dichiarato incostituzionali alcuni punti della legge sulla fecondazione assistita, compreso quello che impone di ricostruire la volontà presunta del coniuge». Antinori parla di «grave ingiustizia e indebita ingerenza in scelte che dovrebbero riguardare la sfera privata. Per chi vuole essere madre la strada in Italia è lastricata di ostacoli. Si consente di staccare la spina a Eluana Englaro, ma non di avere un figlio dal marito che sta per morire». Il 17 febbraio scorso, il liquido seminale del 35enne - allora in coma da un mese - era stato prelevato da Antinori, arrivato da Roma al policlinico San Matteo di Pavia. «Rispetto il desiderio di una donna che sta per perdere il marito di avere ancora una parte di lui con sé», disse quel giorno Antinori. Fu il primo caso italiano di prelievo di gameti da un uomo in coma: il liquido seminale è da allora conservato a 197 gradi sotto lo zero. Di parere opposto ad Antinori è il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella: «E' una sentenza saggia che vita di entrare nell'intimità di una persona, lasciando a un tribunale il compito di stabilire se un uomo in stato di incoscienza vuole diventare padre». Il caso, fondato sul problema della ricostruzione ex-post della volonta, ha affinita' con la vicenda Englaro: «Ma contrariamente al caso Eluana - sottolinea Roccella - i giudici sono stati più cauti nella ricostruzione del consenso. E poi in quel caso una legge sul testamento biologico non c'era. Qui c'è la legge sulla procreazione assistita che prevede due condizioni precise: l'infertilità della coppia, e non è questo il caso, e il consenso informato che l'uomo non può esprimere perché è in coma. Tantomeno può decidere un tutore». «La legge 40 sulla procreazione assistita - aggiunge Lorenzo D'Avack, vicepresidente del Comitato nazionale per la bioetica - prevede che la coppia che chiede di potersi avvalere della fecondazione debba essere informata e dare il consenso. In questo caso così non può essere». (a.m.)

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scalfaro boccia gli astensionisti "chi non vota è come pilato" - ottavio lucarelli (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina VI - Napoli L´ex presidente a Palazzo Serra di Cassano. I riferimenti al premier Scalfaro boccia gli astensionisti "Chi non vota è come Pilato" D´Alema: "La Dc qui portava le industrie mentre Berlusconi si limita a qualche collanina" OTTAVIO LUCARELLI Andare a votare e difendere la Costituzione. è il doppio messaggio che lancia Oscar Luigi Scalfaro all´Istituto italiano per gli studi filosofici. «La scelta peggiore è non andare alle urne. Chi le diserta può essere assimilato a Ponzio Pilato che, sciacquandosi le mani, condannò Gesù Cristo». L´arrivo dell´ex Capo dello Stato, presidente dell´associazione per la Difesa della Costituzione, riempie Palazzo Serra di Cassano in via Monte di Dio. L´incontro, nell´ambito delle celebrazioni per la Festa della Repubblica, è organizzato dai dirigenti di Sinistra e libertà rappresentati dall´ex deputato Peppe De Cristofaro. E arrivano in tanti. Dal sindaco Rosa Russo Iervolino al presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola, da Gerardo Marotta a Fulvio Tessitore. E anche tantissimi giovani ai quali Scalfaro si rivolge direttamente: «Non siate assenti. Partecipate e difendete la Costituzione che è l´ultimo baluardo della nostra democrazia. Se verrà scardinata saranno gravi i tempi che verranno». I riferimenti di Scalfaro a Berlusconi sono fin troppo espliciti: «Chi mortifica il Parlamento e si lamenta della sua struttura esprime uno stato d´animo antidemocratico. Oggi la sovranità popolare è messa in discussione dalla vocazione al potere senza alcun limite e dalla vocazione dei singoli ad essere servi calpestando la propria dignità». D´accordo la Iervolino: «Non mi preoccupano gli attacchi frontali di Berlusconi, ma lo svuotamento subdolo della Costituzione che va difesa da operazioni sottili che la minano dall´interno, che la ignorano e che introducono prassi di incostituzionalità». Un appello ad andare alle urne è arrivato anche da Massimo D´Alema che ha trascorso la giornata in città. «La destra è all´assalto di Napoli, vuole colonizzare il Mezzogiorno, con la differenza che la Dc qui portava le industrie mentre Berlusconi si limita a qualche collanina», ha detto D´Alema con evidente riferimento alla vicenda Noemi.

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Concessione Autobrennero, nel 2014 si riapre la partita (sezione: Giustizia)

( da "Adige, L'" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Concessione Autobrennero, nel 2014 si riapre la partita Il Trentino ha avuto annosi contenziosi oltre ad aver utilizzato gli aiuti europei LUISA M. PATRUNO Sabato e domenica si voterà per l'elezione del Parlamento europeo, ma in questa campagna elettorale si sta parlando soprattutto di questioni ed equilibri politici nazionali e assai poco di Europa. Eppure le leggi che vengono approvate dall'Europarlamento, unitamente al Consiglio, disciplinano questioni fondamentali, che vanno ad incidere sui singoli Stati, sulle scelte delle autonomie locali e sui cittadini. E quanto sia presente l'Europa anche su quello che interessa e viene deciso in Trentino lo dimostrano bene alcuni importanti contenziosi che sono l'altra faccia della medaglia rispetto agli aiuti europei messi a disposizione attraverso vari fondi (fondi sociali europei, fondo europeo di sviluppo regionale, piano di sviluppo rurale e altri programmi e progetti europei) a cui Provincia, imprese, enti di ricerca e altri soggetti locali hanno saputo attingere in questi anni. Per usare le parole del segretario generale del consiglio provinciale, Gianfranco Postal, che per anni da massimo esperto di questioni giuridiche della Provincia autonoma si è occupato direttamente dei contenziosi con Bruxelles: «Le politiche europee pesano molto e si vedono poco. Sono il contrario di quelle dei singoli Stati, dove si parla e si parla ma l'efficacia dei provvedimenti è spesso molto più limitata delle parole spese». «Faccio solo un esempio - prosegue Postal - l'ingresso nell'Unione europea ha cambiato totalmente in pochi anni il livello sociale ed economico di Paesi come la Spagna o l'Irlanda, che hanno utilizzato a pieno le politiche comunitarie, cosa che invece l'Italia, ad esempio, con le sue politiche nazionali non è ancora riuscita a fare sul Mezzogiorno». Ma tornando al tema dei contenzioni che hanno contrapposto il Trentino - attraverso il governo nazionale - e Bruxelles negli ultimi dieci anni per contestate infrazioni di norme comunitarie vi sono almeno tre questioni di grande rilevanza che hanno tenuto banco: la concessione dell'Autostrada del Brennero, le concessioni delle grandi derivazioni di acque pubbliche per le centrali idreolettriche, e le questioni ambientali. A22, nel 2014 scade la concessione. Una questione ancora aperta, nonostante si sia riusciti a guadagnare tempo, con una proroga di 8 anni e 4 mesi che scade il 30 aprile 2014, è quella relativa alla concessione all'A22 da parte del Governo. Il lungo iter per la concessione era partito nel 2001 quando Anas e A22 firmarono un atto aggiuntivo che prevedeva una proroga trentennale che non vide mai la luce. La proroga così lunga veniva giustificata con il fatto che l'autostrada sosteneva di non avere il modo di ammortizzare gli investimenti fatti in base al capitolato di concessione e anche in forza delle risorse accantonate per il fondo speciale destinato alla realizzazione del tunnel del Brennero. L'allora ministro alle Infrastrutture Lunardi informò preventivamente la Commissione europea e Bruxelles invece di dare il via libera alla proroga chiese la gara. Per tacitare le contestazioni Ue venne trovato l'accordo per una proroga breve al 2014 che pose fine al contenzioso. Ma presto si riaprirà la questione. La doppia battaglia sull'energia. Con l'approvazione del decreto Bersani nel '99, che apriva al mercato il settore dell'energia fino ad allora monopolio statale, in Commissione dei 12 venne approvata una norma di attuazione che diceva che riconosceva alla Provincia la prerogativa di attuazione del decreto Bersani in Trentino in particolare sulla questione delle concessioni delle grandi derivazioni delle acque pubbliche per le centrali idroelettriche. Il decreto Bersani prevedeva nella gara per la concessione, a parità di condizioni, una preferenza al concessionario uscente. La norma di attuazione aveva previsto che in Trentino valesse un diritto di co-preferenza per gli enti locali e la Provincia. Tra le due preferenze l'avrebbe spuntata l'offerta migliore. Edison contesta la norma e si rivolge all'Ue che avvia una procedura di infrazione. Ma a quel punto la Commissione censura non solo la co-preferenza voluta dal Trentino (l'allora governo Berlusconi non difese il Trentino) ma anche quella per i concessionari uscenti che interessava Edison. Nel frattempo, il Governo con decreto legge si assunse la competenza e concesse una proroga per dieci anni. La Provincia si trovò a dover far ricorso alla Corte costituzionale contro il governo e intanto a difendersi a Bruxelles. Nel 2004 con il governo Prodi si riaprì la trattativa, si fece una norma di attuazione che eliminava entrambe le preferenze e il contenzioso con l'Europa si chiuse a fine 2007. 04/06/2009

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IMMIGRAZIONE: LA TOSCANA NON SARÀ UN ELDORADO PER I CLANDESTINI PORTERÀ IN TRASPARENZA I COMPLESSI FENOMENI LEGATI ALLE MIGRAZIONI (sezione: Giustizia)

( da "marketpress.info" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Giovedì 04 Giugno 2009 IMMIGRAZIONE: LA TOSCANA NON SARÀ UN ELDORADO PER I CLANDESTINI PORTERÀ IN TRASPARENZA I COMPLESSI FENOMENI LEGATI ALLE MIGRAZIONI Firenze, 4 giugno 2009 - A conclusione del lungo confronto in aula (30 ore) sulla nuova legge toscana in materia di immigrazione, il presidente della Regione Toscana ha respinto le parole del centrodestra secondo cui saremmo in presenza di un “Eldorado per i clandestini”. Il presidente ha tenuto a ribadire che con questa legge (“giusta ed equilibrata”), il complesso fenomeno legato alle migrazioni sarà “portato in trasparenza” sullo sfondo di una politica (“con la P maiuscola”) che intende assumersi le sue responsabilità. “Sulla legge – ha sottolineato a margine dell´approvazione – sono state dette cose non fondate agitando paure che non trovano riscontro con la realtà, riproducendo il solito schema della destra secondo cui si aumentano le paure per ottenere voti. In realtà questa legge non faciliterà l´arrivo massiccio dei clandestini”. E´ un provvedimento - prosegue il presidente – che “punta a dare trasparenza e visibilità a tutti i processi di arrivo perché è noto che i clandestini cercano le aree grige, non certo il rispetto delle regole”. Ed è una legge che “punta a migliorare l´inserimento dei regolari perché saranno proprio loro i nostri migliori alleati per battere la clandestinità”. Negato che la nuova legge possa alimentare “la guerra tra poveri e tantomeno quella tra immigrati e toscani”, il presidente della Regione ha sottolineato come in Toscana “si stiano investendo molte risorse per allargare l´offerta di servizi nella sanità, nella scuola, fra le persone anziane e adesso anche sulla casa”. A proposito di “guerre tra poveri”, il presidente ha aggiunto che “purtroppo quelle esistono già oggi e dipendono dallo smantellamento dei servizi sociali stabilito dalle politiche governative”. Per il presidente “la legge non si occupa di politiche nazionali ma solo di politiche sociali, strettamente attinenti, quindi, alla competenze di una Regione”. In presenza di una eventuale impugnazione da parte del governo centrale “sarà solo la Corte Costituzionale a dover decidere la costituzionalità delle scelte effettuate in Toscana, così come la Corte spesso ha fatto riconoscendo la correttezza delle nostre leggi”. Invitato a riconoscere la “effettiva diversità delle posizioni in campo”, il presidente ha sottolineato che “la destra esaspera le paure dei clandestini ma di fatto indebolisce anche i regolari mentre noi vogliamo dare piena cittadinanza, di diritti e doveri, ai regolari. E´ naturale – ha aggiunto – che queste due posizioni si confrontino”. Il presidente ha ringraziato la sua maggioranza (“E´ stata una bella prova di carattere, coesione, compattezza”) che ha battu to un ostruzionismo legittimo ma in realtà assai strumentale” (“non proponeva visioni alternative ma puntava solo a bloccare la legge guardando alle prossime elezioni”) . Il presidente ha infine negato che questa legge sia da intendere contro l´attuale governo nazionale in quanto fu pensata, nelle linee generali, nella legislatura nazionale precedente (“sotto il governo Prodi”). Per il protrarsi del confronto in aula (la legge è stata approvata attorno alle 17 con 39 voti a favore e 4 contrari su 43 presenti) il presidente della Regione non ha potuto raggiungere Gallicano, nella Garfagnana, dove era atteso nel primo pomeriggio per inaugurare una nuova scuola costruita con rigorosi criteri antisismici. . <<BACK

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berlusconi impugna la legge toscana sugli immigrati (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina I - Firenze L´annuncio a "Porta a porta". "Apre ai clandestini e crea insicurezza". Martini: "Boutade elettorale" Berlusconi impugna la legge toscana sugli immigrati Il governo impugnerà davanti alla Corte costituzionale la legge sull´immigrazione varata dalla Toscana. Lo annuncia il premier Berlusconi in televisione a «Porta a porta». Il presidente della giunta toscana Claudio Martini ribatte che la legge non è affatto incostituzionale. A PAGINA II

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Muore il cliente: per lo spacciatore colpa da provare (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI ENTI LOCALI data: 2009-06-04 - pag: 39 autore: Cassazione. Nessuna presunzione Muore il cliente: per lo spacciatore colpa da provare MILANO Lo spacciatore non può sempre essere considerato colpevole per la morte della persona a cui ha venduto stupefacenti. Serve invece un nesso di causalità tra cessione e morte e, soprattutto, «che la morte sia in concreto rimproverabile allo spacciatore e che quindi sia accertata in capo allo stesso la presenza dell'elemento soggettivo della colpa in concreto». Lo sostiene la Corte di cassazione, con la sentenza delle Sezioni unite penali n. 22676 del 29 maggio. Il caso approdato sin davanti alle Sezioni unite è relativo alla morte di un giovane che, nel 1995, insieme ad altri due amici acquistò da uno spacciatore alcune dosi di eroina. Dopo avere assunto insieme agli amici la sostanza, il giovane ebbe un malore e morì. Nel processo che ne seguì, il pusher venne assolto dall'accusa di omicidio in primo grado, ma riconosciuto colpevole in appello. Tra i motivi del ricorso, ha trovato posto il fatto che la morte fosse sopraggiunta indipendentemente da ogni possibile previsione e la responsabilità riconosciuta sulla base di un solo nesso materiale. Le Sezioni unite, che hanno annullato la sentenza di appello, hanno precisato innanzitutto, richiamando una precedente sentenza della Corte costituzionale, la n. 322 del 2007, che il principio di colpevolezza richiede una forma di partecipazione psichica dell'autore che la legge può graduare in rapporto agli interessi da tutelare. Se cioè si tratta di interessi costituzionalmente rilevanti, il legislatore non solo può prevedere che sia sufficiente la sola colpa, invece del dolo, ma può anche richiedere un grado di attenzione e un obbligo di conoscenza maggiori di quelli normalmente richiesti. Ed è proprio questo uno di quei casi, vista la rilevanza costituzionale dei beni coinvolti (vita e incolumità fisica) e la pericolosità della condotta di spaccio di sostanze stupefacenti ( con la previsione di autonomi reati per chi procura la morte del consumatore). «Ciò significa – osservano le Sezioni unite – che il legislatore ha voluto che l'agente sia tenuto a prendere in considerazione tutte le eventuali circostanze del caso concreto e a desistere dall'azione (ossia dalla cessione dello stupefacente) sia quando taluna di queste circostanze evidenzi un concreto pericolo per l'incolumità dell'assuntore, e sia anche quando rimanga in concreto un dubbio in ordine alla effettiva pericolosità della stessa». La colpa dello spacciatore non potrà essere individuata in un'astratta prevedibilità della morte in relazione all'assunzione di sostanze stupefacenti o in un pericolo che sarebbe naturale nella cessione di droghe. Il pusher non sarà cioè responsabile in tutti i casi in cui la morte del consumatore risulta in concreto imprevedibile, come potrebbe verificarsi nel caso di cessione di una dose normale per quantità e qualità e di morte dovuta alla contemporanea assunzione di alcol che ha accentuato gli effetti dello stupefacente; oppure nel caso di consumo dello stupefacente abbinato all'uso di psicofarmaci; o ancora di consumo di droga da parte di un soggetto senza apparenti problemi fisici, ma in realtà malato. Colpa invece da affermare quando, per esempio, lo spacciatore diffonde consapevolmente droga miscelata con altre sostanze. G. Ne. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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immigrazione, il governo impugnerà la legge - giampiero calapà (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 3 - Toscana Immigrazione, il governo impugnerà la legge Matteoli attacca: è incostituzionale. Il governatore: bufale Contestato l'articolo che consente le cure agli irregolari GIAMPIERO CALAPà FIRENZE. La nuova legge regionale sull'immigrazione, che prevede cure mediche per tutti, anche per gli irregolari, è al centro di un aspro scontro fra istituzioni. Garantire cure mediche "urgenti e indifferibili" a tutti - come dice la legge regionale - qualunque sia la provenienza e lo status delle persone, dovrebbe rientrare nel rispetto dei diritti umani fondamentali, eppure da Roma arriva la strigliata del ministro dei Trasporti Altero Matteoli, deciso a chiedere al Consiglio dei ministri di impugnare la legge toscana davanti alla Corte costituzionale. E il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da "Porta a Porta" conferma che il governo impugnerà la legge. «E' una normativa inaccettabile - scrive Matteoli - non solo perché viola la Costituzione, ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità. Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale. Con questo segnale si spalancano le porte a chi intende venire irregolarmente sul nostro territorio, in particolare in Toscana». La replica di Martini è immediata: «Si tratta di bufale assolute e imbrogli nei confronti di cittadini. La legge è legittima perché si muove nell'ambito di competenze regionali come la sanità e il sociale: non vogliamo una guerra tra poveri, è impossibile una lotta tra toscani e clandestini per l'accesso ai servizi sociali, in quanto la legge non favorirà l'arrivo massiccio di clandestini. Se qualcuno necessita di cure urgenti possiamo forse chiedergli se è clandestino?» Martini nega anche si tratti di una legge pensata contro l'attuale governo: «Le linee generali furono stabilite durante il governo Prodi». La destra però non ci sta e con la consigliera regionale Giuliana Baudone il Pdl incalza: «La sinistra toscana vuole prendere in giro i cittadini. Il provvedimento non riguarda gli immigrati, ma i clandestini». Roberto Musacchio, europarlamentare di Sinistra e Libertà parla, invece, «di accuse pretestuose che arrivano da Matteoli: al contrario si tratta di norme importanti per l'integrazione e l'inclusione sociale a favore di fasce deboli come quelle dei migranti». Il centrosinistra su questa legge ritrova l'unità e dal Pd al partito di Fava e Vendola la legge è considerata «un ottimo risultato, al contrario di quanto sta facendo il governo Berlusconi con le norme razziste del famigerato pacchetto sicurezza». Matteoli risponde alle critiche con un'altra nota: «E' fin troppo evidente che questa legge preveda l'accoglienza, e non solo, agli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che, invece, per il governo e per la sua maggioranza sono imprescindibili».

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Positivo alla cannabis: assolto perché non alterato (sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Cesena)" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

RIMINI PRIMO PIANO pag. 13 Positivo alla cannabis: assolto perché non alterato Mancava questo elemento nel rapporto della Polstrada ERA POSITIVO alla cannabis quando venne fermato dalla polizia stradale eppure ieri un giovane cesenate è stato assolto dall'accusa di guida sotto l'effetto delle sostanze stupefacenti. Il tutto grazie ad un pronunciamento della Corte Costituzionale che stabilisce come non sia sufficiente il responso delle analisi se non è accompagnato da un rapporto delle forze di polizia che certifichino uno stato psicofisico alterato. Aveva 19 anni il ragazzo cesenate quando il 12 agosto del 2007 venne fermato alle 5.20 del mattino in via D'Annunzio nel pieno della movida dei locali del Marano. La polstrada stava facendo dei controlli a campione e anche lui venne sottoposto all'esame delle urine per la ricerca degli stupefacenti. I risultati rilevarono tracce del metabolita della cannabis' il che significò una denuncia alla procura e poi un decreto di condanna per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Eppure il diciannovenne di Cesena sosteneva di non aver assunto droghe quella notte e di non essere stato minimamente alterato. Così si è rivolto agli avvocati Giuliano e Claudia Bonizzato che si sono opposti al decreto di condanna ed hanno chiesto il rito abbreviato. E IERI c'è stato il processo concluso con un'assoluzione. «Esiste una sentenza della Corte Costituzionale del 27 luglio 2004 che si è espressa su un caso simile e anche due sentenze di assoluzione di due giudici, uno di Genova e l'altro di Bologna spiega l'avvocato Giuliano Bonizzato. Siccome il test rileva solo tracce di un determinato tipo di sostanza è quindi in grado di stabilire la qualità, ma non la quantità della sostanza assunta, occorre che uno stato di alterazione psicofisica sia accertata da altri elementi, come ad esempio la testimonianza degli agenti che hanno effettuato il controllo. Le tracce di cannabis rilevate dagli esami avrebbero anche potuto essere assunte 15 giorni prima che il giovane fosse stato fermato per il controllo. Di conseguenza quell'esame non fornisce alcuna conoscenza reale della concentrazione di sostanza da cui possa dedursi l'effettività di uno stato di alterazione psicofisica. Gli agenti non l'avevano certificata nel rapporto. Di qui l'assoluzione». lo. la.

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Il lodo Alfano in questo caso non scatterebbe (sezione: Giustizia)

( da "Corriere della Sera" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 04/06/2009 - pag: 8 Dietro le quinte L'abuso di ufficio avviene nell'esercizio delle funzioni, dunque risulta escluso dalla norma Il lodo Alfano in questo caso non scatterebbe ROMA L'inchiesta è appena agli inizi, ma già i dubbi si rincorrono sull'eventuale processo a carico di Silvio Berlusconi: il «lodo Alfano» lo salverebbe dall'imputazione di abuso d'ufficio per i voli di Stato sui quali viaggiavano i suoi ospiti? A prima vista sembrerebbe di no, giacché la legge «salva-premier» approvata l'estate scorsa in tutta fretta per fermare il processo Mills, senza il tempo di procedere a modifiche costituzionali avverte alla prima riga che le nuove disposizioni si applicano «salvi i casi previsti dall'articolo 96 della Costituzione». Articolo nel quale è scritto che «il presidente del Consiglio e i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale». Nessun riferimento a sospensioni, né qui né nella legge costituzionale a cui si rimanda. L'incipit del «lodo Alfano » precisa che dalle nuove norme resta escluso quanto stabilito dalla Costituzione per i reati «commessi nell'esercizio delle funzioni»; e che l'abuso d'ufficio per l'utilizzo improprio dei voli di Stato sia collegato all'esercizio delle funzioni appare evidente. Tuttavia è prevedibile che, qualora il tribunale dei ministri dovesse esprimersi (tra chissà quanto tempo) per un rinvio a giudizio del capo del governo, qualcuno potrebbe chiedere di sospendere comunque l'eventuale processo, proprio in virtù della legge salva-premier. Ma si tratta di una questione di là da venire, se mai verrà. Più attuale è l'applicazione del «lodo» all'inchiesta che di fatto s'è aperta con la decisione di inviare gli atti sull'indagato Berlusconi all'apposito collegio competente per i reati ministeriali. Anche in questo caso, una prima lettura della legge dimostrerebbe che l'indagine si può fare, senza bisogno di interrompere alcunché, almeno fino all'ipotetica richiesta di rinvio a giudizio. La norma che porta il nome del ministro della Giustizia, infatti, prevede la sospensione dei «processi penali» contro le prime quattro cariche dello Stato fino alla cessazione delle loro funzioni. «Processo », nell'interpretazione della maggior parte dei giuristi, è quello che si svolge in aula, davanti al giudice; la fase delle indagini preliminari è chiamata, dai tecnici e in altri articoli del codice, «procedimento»; parola che non compare nel «lodo Alfano ». Ma la questione è ugualmente dibattuta, tanto che tra i quesiti già sottoposti alla Corte costituzionale c'è pure quello sulla possibilità di svolgere l'inchiesta; la risposta dovrebbe arrivare subito dopo l'estate. Per adesso, insomma, c'è solo la decisione della Procura di procedere con l'indagine a carico di Berlusconi e inviare il fascicolo al tribunale dei ministri. Arrivata dopo il sequestro (richiesto dall'avvocato dello stesso Berlusconi) delle fotografie scattate dal reporter appostato all'aeroporto di Olbia e intorno a Villa Certosa; proprio da quelle immagini è saltato fuori l'ipotetico abuso d'ufficio per i passaggi forse indebiti concessi da Berlusconi ai suoi ospiti in Sardegna. Visionati i primi scatti, comparsi anche su alcuni giornali, la Procura ha avviato l'indagine di sua iniziativa; fosse già in vigore la norma proposta dal ministro Alfano che impone ai pubblici ministeri di aspettare le comunicazioni della polizia giudiziaria o le denunce sottoscritte con nomi e cognomi, non avrebbe potuto fare nemmeno questo. Giovanni Bianconi

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(sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: INPRIMOPIANO data: 04/06/2009 - pag: 2 Lecce, il tribunale rinvia alla Corte costituzionale «Niente candidatura? Ricorro al Tar» Il Tar di Lecce ha emanato una sentenza che mette in discussione il metodo di formulazione delle liste elettorali da parte dei partiti. Secondo la prima sezione del tribunale amministrativo salentino presieduta dal numero uno del Tar, Aldo Ravalli, le regole interne alle formazioni politiche sono anticostituzionali perché non applicano i principi contenuti nell'articolo 49 della Costituzione secondo cui «tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». Questo non sarebbe accaduto in alcuni collegi elettorali della provincia di Lecce da dove è partito il ricorso accolto dai giudici. Qui, cinque aspiranti consiglieri dell'Unione liberale di centro, tra cui il coordinatore provinciale del partito, Giuseppe Landolfo, rivendicavano un posto nelle liste per le provinciali che i dirigenti del Pdl hanno impedito. Lo stesso giudizio lo avevano chiesto, senza nessun esito, all'Ufficio elettorale centrale presso la Corte d'appello di Lecce e al Ministero dell'Interno. I giudici amministrativi ravvisano appunto un palese impedimento del diritto sancito dalla Costituzione. Il Tar ha pertanto sospeso il procedimento inviando gli atti alla Corte costituzionale, al presidente del Consiglio dei ministri e ai presidenti delle due camere del Parlamento per una discussione ed eventuale revisione delle procedure di legge. La sentenza in questione, che apre termini di dibattito nazionale, si basa su questo assunto: «Si sollevano questioni di incostituzionalità - scrive il presidente Ravalli nella sentenza pubblicata ieri - in quanto manca nel sistema normativo attuale la possibilità che venga verificato il rispetto del metodo democratico sull'esistenza di regole democratiche negli statuti dei partiti quanto alla scelta dei candidati». Nota il Tar, citando il costituzionalista Carlo Esposito negli anni Sessanta, che «l'articolo 49 della Costituzione impone il metodo democratico affinchè sia impedito che il potere di decisione nei partiti (e conseguentemente nello Stato), sia concentrato in poche mani». Nazareno Dinoi Il Tar mette in discussione il metodo di formulazione delle liste elettorali

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Il 1969: anno straordinario in cui il mondo è cambiato (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: 1CULTURA data: 04/06/2009 - pag: 17 Il libro dell'inviato del Corriere della Sera, Paolo Conti. Un atlante che attraversa politica, cultura e costume Il 1969: anno straordinario in cui il mondo è cambiato Inviato del Corriere della Sera, Paolo Conti ha raccontato in 1969. Tutto in un anno (Laterza, Roma-Bari 2009, pp. 181, euro 14,00) i dodici mesi di quaranta anni fa che hanno cambiato il nostro modo di vivere fino ad un punto che oggi può persino sfuggire alla percezione comune, tale è la difficoltà di immaginare certi aspetti della nostra società precedenti a quei giorni. Conti ricorda, ad esempio, che fino al 3 dicembre 1969, giorno in cui fu abolito dalla Corte Costituzionale, nel Codice penale era in vigore un articolo come questo: «La moglie adultera è punita con la reclusione fino a un anno. Con la stessa pena è punito il correo dell'adultera. La pena è della reclusione fino a due anni nel caso di relazione adulterina. Il delitto è punibile a querela del marito» (art. 559). Il trattamento per il marito infedele era molto più indulgente. Oggi, sia nel merito, sia nella disparità uomodonna, una concezione simile sarebbe difficile da accettare. Lo stesso vale per il divorzio. Il 28 novembre 1969 la Camera approvava la legge che consentiva lo scioglimento del matrimonio (la parola divorzio non compariva nel dispositivo): a quel primo risultato, completato dall'approvazione definitiva del Senato l'anno successivo, si giungeva dopo anni di battaglie in Parlamento e di manifestazioni nel Paese, con migliaia di persone scese nelle piazze per chiedere un riferimento giuridico su un problema che riguardava molte famiglie separate. Eppure la Cei si era opposta fino all'ultimo, «per ragioni naturali prima ancora che religiose», ne proporrà il referendum abrogativo del 1974, e persino nei partiti laici, come il Pci, c'era stata molta titubanza. Tanto che il presidente della Camera, Sandro Pertini, aveva dichiarato, dopo la votazione del 28 novembre, di comprendere «il travaglio che ha tormentato e tormenta la coscienza di nostri colleghi». Va di moda di questi tempi svalutare, o anche criminalizzare, i cambiamenti avvenuti alla fine degli anni '60. La vita nelle carceri (fino al '69 era vietato stendersi in branda fuori dalle ore di riposo) o nelle fabbriche (nessun diritto di assemblea, incidenti sul lavoro non denunciati, sconosciuto il concetto di fine settimana) iniziò a migliorare dalle rivolte penitenziarie dell'aprile e dalle lotte sindacali dell'Autunno caldo di quell'anno. Senza contare il rinnovamento nella musica, nel cinema, nell'Università. Per una breve stagione, la creatività e il lavoro divennero i più alti criteri di giudizio: il riscatto dell'uomo sacrificato, un nuovo umanesimo. Del resto, il 1969 si era aperto con il giovane Jan Palach che il 16 gennaio si era dato fuoco sulla piazza San Venceslao di Praga per protesta contro l'occupazione sovietica e la mancanza di libertà: un ragazzo che, col suo coraggio, era stato capace di donare la vita per impartire una lezione al mondo intero. Felice Blasi Le grandi battaglie Dal nuovo diritto di famiglia al via libera al divorzio Le libertà conquistate patrimonio dei nostri giorni Il nuovo umanesimo Il rinnovamento nella musica, nel cinema e nelle università, l'Autunno caldo delle lotte sindacali, la rivolta penitenziaria La copertina del libro «1969. Tutto in un anno». All'interno i film, i dischi, i libri, la cronaca, la politica, il calcio, i concerti, la rivolta, i sogni, la rabbia, la vita di ogni giorno di un anno indimenticabile

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alla guida del parlamento la regina degli intoccabili - raimondo bultrini bangkok (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 41 - Esteri Voluta da Sonia Gandhi, da ieri Meira Kumar, 64 anni, è il presidente della Camera Bassa a Delhi Una svolta storica: per la prima volta ai vertici del potere sale una donna proveniente dal ceto dei "fuoricasta" Alla guida del parlamento la Regina degli Intoccabili Anche se "dalit" non è nata in uno slum, suo padre era un eroe della indipendenza RAIMONDO BULTRINI BANGKOK Con una mossa a sorpresa ma ben studiata Sonia Gandhi, uscita vittoriosa dalle urne, ha fatto nominare ieri al vertice della Camera Bassa (la Lock Sabha) una "intoccabile", una dalit, l´ex ministro degli Affari sociali Meira Kumar. E´ la prima donna presidente del Parlamento nella storia dell´India, e anche la sola proveniente da un basso ceto di fuoricasta, un evento unico per la relativamente giovane democrazia indiana. Ma Meira Kumar, poetessa, campione di tiro col fucile, 64 anni portati benissimo, non è la classica dalit venuta dagli slum di Delhi o Mumbai, sebbene la sua terra d´origine sia il poverissimo Bihar. Suo padre, Babu Jagjivan Ram, è stato vice primo ministro e ha condizionato la politica indiana per quasi mezzo secolo come leader del movimento dalit istituzionale. Suo marito è un giudice dell´Alta Corte costituzionale e lei stessa vanta un passato di prestigiosa diplomazia internazionale in Occidente, cinque legislature parlamentari piene, un incarico di ministro per la Giustizia sociale (con una rivoluzionaria legge contro i tabù dei matrimoni intercasta) e uno alle Risorse idriche. A eleggerla sono stati praticamente tutti i partiti anche dell´opposizione fondamentalista hindu, e il leader del Bjp Advani è salito al fianco del premier rieletto Manmohan Singh per rendere omaggio alla nuova presidente e regina dei dalit. Nelle intenzioni di Sonia Gandhi c´era infatti sicuramente la volontà di dare una lezione alla precedente "leader degli oppressi", Mayawati, capo del potente governo dell´Uttar Pradesh e alleata con i bramini d´alta casta del nord per tentare la scalata al governo dell´India intera. Dopo averla sconfitta - anche grazie all´attivismo pro dalit di suo figlio Rahul - Sonia ha scelto come suo contraltare per l´opinione pubblica da qui alle prossime elezioni una personalità opposta a quella battagliera e tagliente di "Sorella Mayawati". C´è bisogno del resto di un mediatore pacato per tenere a bada la Lok Sabha, l´infuocata Assemblea che raccoglie deputati da tutti gli Stati del Nord e del Sud, le cui intemperanze hanno trasformato in passato la Camera bassa in un´arena di scontri verbali e fisici. Il predecessore di Meira Kumar, un bramino di casta superiore, era stato costretto più volte ad abbandonare l´aula. A darle supporto, oltre alla Casa Madre del Congresso, sarà anche il team di altre donne dalit inserite nel nuovo governo Singh II, il ministro del turismo Kumari Selja, la sua collega al Dipartimento del Tessile Panabaka Lakshmi e Krishna Tirath, ministro delle donne e dell´infanzia. E´ un segno del cambio dei tempi, in un Paese in cui molte bambine vengono ancora uccise alla nascita perché costa pagare il dowri (la dote) del loro matrimonio, e dove le atrocità contro i dalit sono aumentate anche nello Stato governato dall´ex Regina degli Intoccabili Mayawati. Ma nell´"argomentativa" India qualche editorialista si domanda - come nel caso del Times of India - perché sia stata scelta lei a rappresentare in Parlamento i "veri" dalit, e non una figura come la tribale Sukka Pagadaalu, anche lei 64 anni, ex ministro dell´Andra Pradesh che dopo l´incarico è tornata a lavorare a giornata per 60 rupie al giorno, poco più di 1 euro.

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Invalidità per causa di servizio: sul diverso trattamento fra polizia e forze armate (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Invalidità per causa di servizio: sul diverso trattamento fra polizia e forze armate Corte Costituzionale , sentenza 19.05.2009 n° 152 (Gesuele Bellini) Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Non è costituzionalmente illegittima la previsione di un diverso trattamento del personale militare rispetto al personale di polizia relativamente alla corresponsione dell'indennità speciale una tantum contemplata solo per questi ultimi a seguito del riconoscimento dell’invalidità per causa di servizio. Così ha deciso la Corte Costituzionale nella sentenza 19 maggio 2009, n. 152. Il TAR della Puglia, sezione di Lecce, aveva sollevato la questione di legittimità costituzionale dell'art. 7 del D.P.R. 25 ottobre 1981, n. 738 (Utilizzazione del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio) che contempla la corresponsione di un'indennità al personale di polizia invalido per causa di servizio, nella parte in cui non prevede la corresponsione della stessa indennità anche al personale delle forze armate. La Corte pur ammettendo che la norma in questione determina indubbiamente una diversità tra il trattamento del personale di polizia e quello del personale militare, ha ritenuto, comunque, che tale diversità non produce una violazione del principio di eguaglianza per due ordini di motivi. Il primo, in quanto – come affermato in altre occasioni (Corte Cost. n. 442/2005 e n. 451/2000) – vige una piena autonomia dell'ordinamento delle forze di polizia e di quello delle forze armate, che esclude che la Costituzione richieda un'identità di trattamento. Secondariamente, la Corte ritiene che la disposizione impugnata detta una disciplina speciale, che si differenzia da quella relativa alla generalità dei dipendenti pubblici, compresi i militari, che è diretta a regolare una particolare ipotesi, propria del personale di polizia, che non può essere paragonata con il trattamento che la legge riserva al personale militare. Per tali motivi, la Corte ha ritenuto di escludere la violazione del principio di eguaglianza e, quindi, la fondatezza della questione di legittimità costituzionale. (Altalex, 4 giugno 2009. Nota di Gesuele Bellini) Corte Costituzionale Sentenza 19 maggio 2009, n. 152 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA CORTE COSTITUZIONALE composta dai signori: - Francesco AMIRANTE Presidente - Ugo DE SIERVO Giudice - Paolo MADDALENA " - Alfio FINOCCHIARO " - Alfonso QUARANTA " - Franco GALLO " - Luigi MAZZELLA " - Gaetano SILVESTRI " - Sabino CASSESE " - Maria Rita SAULLE " - Giuseppe TESAURO " - Paolo Maria NAPOLITANO " - Giuseppe FRIGO " - Alessandro CRISCUOLO " - Paolo GROSSI " ha pronunciato la seguente SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 25 ottobre 1981, n. 738 (Utilizzazione del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio), promosso dal Tribunale amministrativo regionale della Puglia, sezione di Lecce, nel procedimento vertente tra C. C. e il Ministero della Difesa, con ordinanza del 18 settembre 2008, iscritta al n. 426 del registro ordinanze 2008 e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 54, prima serie speciale, dell'anno 2008. Udito nella camera di consiglio del 22 aprile 2009 il Giudice relatore Sabino Cassese. Ritenuto in fatto 1. – Il Tribunale amministrativo regionale della Puglia, sezione di Lecce, ha sollevato, con riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 25 ottobre 1981, n. 738 (Utilizzazione del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio) nella parte in cui non prevede la corresponsione agli appartenenti alle forze armate dell'indennità speciale una tantum contemplata dalla disposizione medesima in favore del personale di polizia invalido per causa di servizio. Il Tribunale amministrativo rimettente riferisce che dinanzi a esso pende il ricorso proposto da un ufficiale dell'Esercito italiano, al quale sono state diagnosticate alcune infermità giudicate dipendenti da causa di servizio, per l'annullamento del provvedimento con il quale il Ministero della difesa, pur concedendo l'equo indennizzo, ha rigettato la domanda di corresponsione dell'indennità speciale prevista dalla disposizione impugnata. La disposizione in questione riconosce agli appartenenti alle forze di polizia, che abbiano ottenuto il riconoscimento dell'invalidità, una speciale indennità una tantum, proporzionata al grado di invalidità accertato, di importo pari all'equo indennizzo maggiorato del venti per cento. L'unico motivo di ricorso, prosegue il Tribunale amministrativo, è l'asserito contrasto tra la disposizione e l'art. 3 Cost. 2. – In ordine alla rilevanza della questione di legittimità costituzionale, il Collegio rimettente osserva che la pretesa del ricorrente, relativa alla spettanza della differenza tra l'ammontare dell'equo indennizzo e il maggior importo dell'indennità prevista dalla disposizione impugnata, è preclusa dalla disposizione stessa e che, dunque, la verifica della legittimità costituzionale di essa è decisiva ai fini della definizione della controversia. 3. – In ordine alla non manifesta infondatezza, il rimettente è consapevole dell'orientamento della giurisprudenza costituzionale, secondo il quale tra il personale delle forze di polizia e quello delle forze armate esistono regimi retributivi e normativi differenziati, che impediscono di operare una comparazione alla stregua del principio di eguaglianza (sentenza n. 191 del 1990; ordinanze n. 91 del 1993 e n. 582 del 1988). Il Collegio ritiene tuttavia che questo orientamento non si attagli al caso in esame in quanto l'istituto dell'equo indennizzo ha natura indennitaria e non retributiva, e in quanto esso ha identica natura per il personale militare e per quello della Polizia di Stato. Secondo il Tribunale amministrativo, la difformità tra la disciplina relativa alle forze di polizia e quella relativa alle forze armate determina una discriminazione ingiustificata e irrazionale, che non può essere giustificata in base alla diversità delle rispettive funzioni, con conseguente violazione dell'art. 3 Cost.. Considerato in diritto 1. – Il Tribunale amministrativo regionale della Puglia, sezione di Lecce, ha sollevato, con riferimento all'articolo 3 della Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 25 ottobre 1981, n. 738 (Utilizzazione del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio), che contempla la corresponsione di un'indennità al personale di polizia invalido per causa di servizio, nella parte in cui non prevede la corresponsione della stessa indennità anche al personale delle forze armate. Secondo il Tribunale rimettente, la difformità tra la disciplina dettata per le forze di polizia e quella relativa alle forze armate determina una discriminazione ingiustificata e irrazionale e, quindi, la violazione del principio di eguaglianza. 2. – La questione non è fondata. Il d.P.R. n. 738 del 1981, nel quale è contenuta la disposizione impugnata, disciplina l'utilizzazione del personale delle forze di polizia divenuto invalido in conseguenza di eventi connessi all'espletamento dei compiti di istituto: esso stabilisce che il personale in questione è utilizzato, d'ufficio o a domanda, in servizi compatibili con la ridotta capacità lavorativa e disciplina l'accertamento dell'invalidità e le misure che vengono conseguentemente adottate. Tra queste misure rientra la corresponsione di un'indennità speciale una tantum, proporzionata al grado di invalidità accertato. L'indennità sostituisce l'equo indennizzo previsto dalle leggi vigenti per l'invalidità per causa di servizio dei dipendenti pubblici. Il suo importo è pari a quello dell'equo indennizzo, maggiorato del venti per cento. Si tratta di una disciplina derogatoria rispetto a quella dell'invalidità per causa di servizio dettata per la generalità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, nonché di ambito limitato, in quanto circoscritta al caso in cui l'invalidità derivi da specifici eventi connessi all'espletamento dei compiti d'istituto. E' un'ipotesi peculiare, la cui specialità è giustificabile in virtù delle particolari funzioni delle forze di polizia e dei rischi a esse connessi. Per questa ipotesi, sono previste l'utilizzazione del dipendente invalido in servizi d'istituto compatibili con l'invalidità, senza trasferimento ad altra amministrazione, e la maggiorazione dell'indennizzo, nella misura del venti per cento. Si aggiunga che il rinvio all'art. 1 del D.P.R. n. 738 del 1981, operato dall'art. 5 della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), comporta l'applicazione al personale militare della norma relativa all'utilizzazione del dipendente invalido, ma non di quella relativa all'indennità. La disposizione determina indubbiamente una diversità tra il trattamento del personale di polizia e quello del personale militare. Ma questa diversità non produce una violazione del principio di eguaglianza. A questa conclusione si giunge considerando, da un lato, la giurisprudenza costituzionale relativa al trattamento normativo e retributivo del personale delle forze di polizia e di quello delle forze armate, dall'altro, le peculiarità dell'ipotesi regolata dalla disposizione impugnata. In ordine al primo aspetto, questa Corte ha affermato l'autonomia dell'ordinamento delle forze di polizia e di quello delle forze armate, ha escluso che la Costituzione richieda un'identità di trattamento (sentenze n. 442 del 2005 e n. 451 del 2000) e ha stabilito che la diversità dei rispettivi regimi retributivi e normativi impedisce una comparazione alla stregua del principio di eguaglianza (sentenze n. 91 del 1993 e n. 583 del 1988). In ordine al secondo aspetto, la disposizione impugnata detta una disciplina speciale, che si differenzia da quella relativa alla generalità dei dipendenti pubblici, compresi i militari, per diversi aspetti (in particolare, per il collegamento tra l'invalidità e uno specifico evento e per la destinazione del dipendente invalido). Essa, quindi, in quanto volta a regolare una particolare ipotesi, propria del personale di polizia, non può essere paragonata con il trattamento che la legge riserva al personale militare. Quanto precede induce a escludere la violazione del principio di eguaglianza e, quindi, la fondatezza della questione di legittimità costituzionale. Per questi motivi LA CORTE COSTITUZIONALE dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 25 ottobre 1981, n. 738 (Utilizzazione del personale delle forze di polizia invalido per causa di servizio) sollevata, in riferimento all'art. 3 della Costituzione, dal Tribunale amministrativo regionale della Puglia, sezione di Lecce, con l'ordinanza in epigrafe. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 6 maggio 2009. F.to: Francesco AMIRANTE, Presidente Sabino CASSESE, Redattore Giuseppe DI PAOLA, Cancelliere Depositata in Cancelleria il 19 maggio 2009. Il Direttore della Cancelleria F.to: DI PAOLA Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Il mobbing nella p.a. e le sue ripercussioni nella finanza pubblica (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il mobbing nella p.a. e le sue ripercussioni nella finanza pubblica Articolo di Davide Prinari 04.06.2009 Commenta | Stampa | Segnala | Condividi Lavoro | Mobbing Il mobbing nella p.a. e le sue ripercussioni nella finanza pubblica di Davide Prinari In assenza, nel nostro ordinamento, di una definizione legislativa del fenomeno, la giurisprudenza, soprattutto di merito, che, invece si è misurata con il problema di dare una perimetrazione concettuale alla figura, concorda nell’affermazione che con il termine mobbing si intende far riferimento ad una serie di comportamenti violenti e prolungati nel tempo a danno della dignità personale e professionale di un qualsiasi lavoratore, nonché pregiudizievoli della sua salute psicofisica, perpetrati attraverso abusi psicologici, angherie, vessazioni, atti di demansionamento, emarginazione, umiliazione, maldicenze e così via (elemento materiale) e posti in essere con sciente volontà (elemento psicologico) da superiori e/o da colleghi in sede lavorativa. La possibilità di configurare detto istituto è stata, a partire dall’anno 2003, sancita anche dalla Corte Costituzionale [1] la quale ha posto nel dovuto risalto come il mobbing sia situazione fatta valere tanto con riferimento al diritto interno [2] che con riguardo allordinamento comunitario [3]. Per il Giudice delle leggi, la disciplina dell’istituto, considerata sia nel complesso del suo assetto, sia sotto lo spaccato delle regolazione degli effetti, è finalizzata a tutelare, sul luogo di lavoro, la dignità ed i diritti fondamentali del lavoratore. Ne consegue che il mobbing – che, ictu oculi, si presenta come momento di contrasto con alcuni precetti costituzionali [4], fra i quali particolare e pregnante rilievo assume il contrasto con il principio di tutela della salute sancito dall’art. 32 della Carta - si configura come anomala situazione lavorativa, caratterizzata da conflittualità sistematica persistente ed in costante progresso, attuata mediante azioni a rilevante contenuto persecutorio espresse da uno o più aggressori in posizione non necessariamente di supremazia gerarchica; attività che, pur non configurando necessariamente ipotesi di reato, o, se considerate singolarmente, situazioni di illegittimità provvedimentale, tuttavia ,per la loro complessiva capacità di plurioffendere il destinatario, producono, nel contesto mobbizzante considerato, in capo ai soggetti che subiscono siffatte attenzioni, condizioni di particolare valore molesto e finalità persecutorie tali da determinare situazioni di danneggiamento in grado di incidere ,con serie conseguenze, sul patrimonio della vittima, sulla sua salute, sulla sua esistenza. La figura del mobbing, così come delineata dalla Corte Costituzionale, è stata assunta anche dalla Suprema Corte di Cassazione, la quale, a sua volta, ha sottolineato come l’istituto abbia ad oggetto pratiche vessatorie e persecutorie a carattere sistematico e protratte nel tempo attraverso comportamenti materiali o provvedimentali, posti in essere volontariamente da uno o più soggetti, al fine di danneggiare il lavoratore nel suo ambiente di lavoro. [5] Di fronte a siffatti, scienti, preordinati, plurimi momenti di aggressione, il c.d. mobbizzato, il più delle volte, si viene a trovare nella impossibilità di poter reagire adeguatamente all’insulto, sicché, nel tempo, si possono determinare a suo danno non indifferenti disturbi psicosomatici, relazionali e dell’umore, che possono provocare forme di invalidità psicofisica, anche permanente e di vario genere e percentualizzazione. Il protrarsi ininterrotto nel tempo - e segnatamente, secondo la medicina del lavoro, per un periodo considerato almeno non inferiore ai sei mesi - di simili aggressioni di tipo comportamentale e/o provvedimentale, generano, nello svolgersi del loro insieme, il paradigma dellingiustizia del danno, inteso quest’ultimo nel senso di evento lesivo non previsto né giustificato da alcuna norma dell’ordinamento giuridico, all’unico scopo di indurre la vittima a sentirsi emarginata ,sino al punto, a volte, da a rinunciare volontariamente al posto di lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento (che potrebbe dar luogo a non poco imbarazzo nel datore di lavoro); ciò che si ripete , peraltro, nelle ipotesi di ritorsione per dei comportamenti non condivisi da chi pratica il mobbing a seguito, ad esempio, di una denuncia sporta in precedenza dal mobbizzato ai superiori gerarchici, o anche all’esterno, per irregolarità riscontrate sul posto di lavoro, o, ancora, per il rifiuto della vittima di soggiacere a proposte o richieste immorali di tipo sessuale o di esecuzione di attività contrarie ai principi dell’etica e della deontologia, o, addirittura anche illegali. Siffatto fenomeno si è espresso, estendendosi a macchia di leopardo, in misura di sempre maggior frequenza, nella materia del pubblico impiego ,soprattutto con riferimento al campo delle autonomie locali di cui da qui a poco si dirà ed al settore della sanità, quest’ultimo inciso da leggi di riforma che hanno delineato poteri decisionali caratterizzati da una discrezionalità tale in particolare nei rapporti tra personale medico e paramedico ed in quelli fra struttura apicale e dirigenza generale da determinare forme di vero e proprio arbitrio, fra l’altro, difficilmente sindacabili anche davanti all’Autorità giudiziaria. Infatti, le normative correlate a siffatti ricordati ambiti di pubblico impiego costituiscono un humus particolarmente favorevole allo sviluppo del fenomeno, che in tali situazioni disciplinari, si connota con caratteristiche in parte diverse da quelle usualmente proprie del lavoro privato, quali quelle concretizzatesi in immotivati avanzamenti di carriera. Nell’ambito del rapporto di pubblico impiego, la pratica del mobbing consiste nella proposizione di attività vessatorie - correlate ad indiscutibili e verificati comportamenti omissivi della P.A – da parte del dipendente in posizione gerarchica superiore o del collega di lavoro con vari metodi di violenza psicologica,quando non anche fisica. Per tutti, l’esempio della sottrazione ingiustificata di incarichi o della postazione di lavoro, della riduzione del ruolo e della funzione posseduta a compiti di banale o scarso livello (fare fotocopie, prendere telefonate, attività dequalificanti e di scarsa autonomia decisionale, ecc.) in modo tale da rendere umiliante il prosieguo del lavoro medesimo; rimproveri e richiami espressi in pubblico ed in privato anche per delle mere banalità; fornire la vittima di mezzi di lavoro inadeguati e di scarsa qualità, di arredi fatiscenti; sistemare il mobbizzato in ambienti non idonei, poco riscaldati e/o male illuminati; non consentire alla vittima di accedere al flusso di informazioni necessarie all’espletamento dell’attività (restrizioni nell’accesso ad internet o alle caselle di posta elettronica). In buona sostanza, mettere in atto un sistematico e preordinato processo di cancellazione del mobbizzato, condotto con la progressiva preclusione dei mezzi e delle relazioni interpersonali indispensabili allo svolgimento della normale attività lavorativa. Il tutto con la perversa finalità di mettere in campo, da parte del mobber, una complessiva ed ostile attività allo scopo di demansionare il lavoratore, isolarlo ed obbligarlo al trasferimento o alle dimissioni. Ai fini che interessano alla nostra indagine , non appare inutile riferire che in forza della introduzione delle logiche privatistiche – che hanno fortemente attenuato e condizionato il ruolo, in precedenza affidato ai principi di legittimità e di legalità dell’azione amministrativa, sull’altare del mito di un efficientismo più supposto che reale, e che, comunque, non va mai inteso come situazione opposta ai ricordati canoni di legittimità e di legalità, giusta quanto risulta evidente dalla lettura dell’art. 97 della Carta che fa espresso riferimento “al buon andamento delle P.A.” - nell’ambito dell’organizzazione e del funzionamento delle Amministrazioni previste dal D.Lgs. n° 165/01, appare di tutta evidenza che il fenomeno in parola è destinato a crescere in maniera esponenziale ,con particolare riguardo al c.d. mobbing verticale, esercitabile da chi si trova in posizione di supremazia gerarchica. Tale forma di mobbing trova terreno fertile soprattutto con riferimento alla nuova configurazione delle funzioni e dei poteri della dirigenza pubblica, che espleta le proprie funzioni di autonomia nella gestione ed organizzazione del personale e nella gestione dei rapporti di lavoro (art. 16, 1° comma, lett. h del D.Lgs. n° 165/01) unitamente, in forza dell’art. 19 del ricordato D.Lgs. n° 165/01, con la possibilità, per l’organo politico, di attribuire l’incarico della funzione dirigenziale a persona esterna alla P.A., indipendentemente e non tenendo in alcun conto i curricula e l’anzianità di servizio, posseduti da altri aspiranti a quella funzione provenienti dai ruoli della Amministrazione. Nelle descritte situazioni appare di tutta evidenza rilevare come nel superiore gerarchico (dirigente) aumenti, in modo esponenziale l’idoneità di incidere, con decisioni a carattere organizzativo, sulla sfera individuale del lavoratore. A tutto questo aggiungasi che la fine del mansionismo e delle rigidità strutturali ed organizzative delle P.A., nonché l’attenuazione delle sopra ricordate regole di stretta legalità nella gestione delle risorse in favore del canone del risultato, vanno interpretate come cause strutturali potenzialmente idonee ad incrementare il mobbing. Del resto oggi il dirigente pubblico risulta ex lege (art. 16, 1° comma, lett. h ed art. 17, 1° comma, lett. e del D.Lgs. n° 165/01) attributario di compiti e funzioni di organizzazione e gestione del personale, sicché non appare revocabile in dubbio che lo stesso, goda, proprio nell’organizzazione degli uffici e nelle misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro, di poteri e capacità del tutto simili a quelli dell’imprenditore privato,e, in quanto tale, figura assoggettata alle disposizioni dell’art. 2087 del c.c., con la conseguenza di essere tenuto ad adottare, nell’esercizio delle sue prerogative dirigenziali, tutte quelle misure che, in relazione al ruolo rivestito ed alla tipologia del lavoro preso in considerazione, si connotano come indispensabili per la tutela dell’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore pubblico. In siffatta cornice concettuale, il problema del riparto della giurisdizione, e, quindi, la questione dell’attribuzione della competenza a decidere sul mobbing in capo al giudice amministrativo, non può prescindere dall’esame della situazione rappresentata da tutte quelle ipotesi che riguardano il pubblico impiego non privatizzato. Nelle circostanze in cui si faccia valere una responsabilità di tipo contrattuale e le vessazioni si traducano in atti di demasionamento o in provvedimenti anche disciplinari illegittimi, la giurisprudenza amministrativa [6] conclude nel senso di affermare che sulla proposta risarcitoria per lesione di interessi legittimi – che, peraltro,può essere avanzata anche senza essere preceduta, entro gli ordinari termini di prescrizione quinquennale, dalla previa impugnazione dell’atto lesivo - il sindacato giurisdizionale spetti al Giudice Amministrativo. Con riferimento alle fattispecie di mobbing nei rapporti di pubblico impiego non privatizzato, la giurisprudenza [7] ha reiteratamente statuito che, in questo settore, risulta, di norma, più facile la tutela della potenziale vittima del mobbing, considerata l’obiettiva evidenza che i poteri datoriali sono riferiti all’esercizio di poteri autoritativi preordinati al conseguimento del pubblico interesse, ai quali vanno applicate le norme che procedimentalizzano le scelte delle Amministrazioni Pubbliche, con l’ovvia conseguenza che il sindacato del Giudice Amministrativo risulta più agevole in considerazione della funzionalizzazione degli atti di interesse pubblico, piuttosto che al più, invero, difficilmente identificabile interesse dell’Azienda. Nel quadro così delineato, a differenza del Giudice Ordinario, che risulta competente a decidere sulle azioni di risarcimento del danno al dipendente ,incentrate sulla responsabilità extracontrattuale della P.A., non appare revocabile in dubbio che sussista, in tutta la sua pienezza, la competenza del Giudice Amministrativo, con riguardo alle ipotesi di violazione del rapporto contrattuale, in cui la domanda risarcitoria – a seguito di comportamenti omissivi o commissivi della P.A. medesima che facciano venir meno l’obbligo specifico postulato dall’art. 2087 del c.c.,traslativo, in ambito contrattuale, del generale principio del neminem laedere – fonda la sua ragion d’essere sulla rilevazione della inosservanza (inadempimento) di obblighi relativi al pubblico impiego, ivi compresi quelli di violazione dei doveri di imparzialità e di buona amministrazione, i quali vincolano la P.A. medesima, nel suo operare, ad adottare tutte le misure idonee e necessarie a tutelare l’integrità psicofisica e morale del lavoratore. Egli, per l’effetto, una volta esentato dall’onere di dimostrare il dolo o la colpa della P.A. datrice di lavoro, è tenuto unicamente al dovere di provare la lesione dell’integrità psicofisica intervenuta ed il rapporto causale tra il comportamento datoriale ed il pregiudizio alla salute determinatosi. Non è inutile, ancora, ricordare che in tema di mobbing la competenza appartiene al Giudice Amministrativo, non soltanto nell’ipotesi in cui la domanda di risarcimento sia espressamente fondata sulla inosservanza da parte della P.A. di una specificao rapporto obbligatorio [8], ma anche allorquando responsabilità contrattuale e responsabilità extracontrattuale si ravvisino, per così dire, come coacervate; ciò, oggettivamente, si verifica in tutte le circostanze in cui risulti evidente che il rapporto di lavoro non costituisca mera occasione per l’esercizio della condotta ostile da parte di colleghi o superiori del dipendente pubblico, e nelle quali la P.A., pur consapevole di siffatta impropria, sistematica, strumentale e perdurante condotta a danno del mobizzato, nulla faccia e non intervenga per far cessare la riferita condotta ostile, incorrendo così in culpa in vigilando. Pertanto, il Giudice Amministrativo, una volta constatati la sussistenza della molteplicità delle azioni a carattere intenzionalmente persecutorio e vessatorio, l’evento lesivo per la salute e la personalità del dipendente, il nesso eziologico tra la condotta del mobber ed il pregiudizio dell’integrità psicofisica del mobbizzato, deve determinarsi - in assenza di prova da parte della P.A. di essersi adoperata per attivare tutte le misure necessarie alla tutela dell’integrità psicofisica del dipendente, o anche nelle ipotesi in cui risulti che l’Amministrazione abbia agito (in senso omissivo o commissivo, poco importa) in violazione dei principi di buona fede e correttezza nella gestione dei rapporti di lavoro, o anche quando abbia contravvenuto all’obbligo costituzionale di tenere condotte conformi all’obbligo postulato dai principi di imparzialità e buona amministrazione – nel senso di tenere in debita considerazione detti comportamenti al fine di consentire il sindacato sulla sussistenza o meno dello elemento soggettivo in capo all’Amministrazione, in forza del combinato disposto degli artt. 2087, 1218 e 1288 c.c. e dell’art. 2049, per ciò che attiene alla responsabilità extracontrattuale. La condanna per mobbing, segnatamente per accertato danno biologico, nell’esaminata ipotesi di pubblico impiego non privatizzato, ha anche l’effetto di determinare ulteriori e non secondarie conseguenze, considerato che il mobber può ben essere chiamato a rispondere, davanti alla Corte dei Conti per procurato danno erariale. Ciò significa che, per l’effetto, la P.A. ben può rivalersi, azionando apposito giudizio davanti alla Corte dei Conti, nei confronti dell’amministratore o del dipendente pubblico che abbia procurato, in sede civile, con il suo non corretto comportamento, la condanna di essa Amministrazione al risarcimento del danno a favore del dipendente mobizzato. Come è noto, in forza dell’art.103 della Costituzione, la Corte dei Conti ha generale competenza nelle materie di contabilità pubblica. Ad essa competono sentenze di condanne patrimoniali a carico della P.A. e vanno comunicate le denunce di ingiustificata lesione del patrimonio pubblico. A seguito di detto invio la Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale regionale, competente per territorio, diventa il soggetto magistratuale titolare esclusivo dell’azione risarcitoria, la quale va attivata nel termine prescrizionale di cinque anni dal verificarsi dell’evento dannoso. Inoltre,occorre ricordare come la responsabilità amministrativo-contabile consegua a qualsiasi lesione intervenuta a carico del patrimonio dello Stato e degli altri Enti pubblici ,a seguito di azioni od omissioni prodotte da soggetti inseriti nell’apparato statale o pubblico e che agiscono per conto di una P.A.. Il danno qualificato come erariale, quindi, per sussistere, deve essere: a) certo (il danno deve essersi verificato in tutti i suoi elementi); b) attuale (lo stesso deve sussistere tanto al momento della proposizione della domanda che a quello della decisione); c) concreto (la perdita deve essersi materialmente realizzata); d) determinato (la perdita deve essere quantificata o quantificabile secondo i principi propri del codice civile). Il danno erariale, poi, è qualificato diretto, quando lo stesso sia causato ab ovo alla P.A., ovvero indiretto, nelle ipotesi in cui il danno cagionato originariamente nei confronti di terzi, si rifletta, a seguito di pronuncia giurisdizionale di tipo risarcitorio, a carico della P.A.. Nel caso del mobbing, il danno cagionato, che determina la condanna, da parte del giudice contabile, della P.A. al risarcimento in favore del privato, sanzionato a seguito dell’esperimento dell’azione di rivalsa condotta nei confronti del dipendente pubblico, si configura come ipotesi di danno indiretto, in modo che in tali vicende di mobbing, sostanziandosi le medesime in un danno conseguente ad una sentenza, il termine per l’attivazione dell’azione risarcitoria può ben iniziare a decorrere anche dopo molti anni dal sostanziarsi del fatto integrante gli estremi della fattispecie di mobbing. Va, altresì, rilevato che la sentenza di condanna nei confronti del mobber, riguarda anche la P.A,. cui appartiene l’agente medesimo, in forza del principio della solidarietà nella responsabilità con il proprio dipendente postulata dall’art. 28 della Costituzione, anche nelle ipotesi di situazioni che siano riconducibili a regole di servizio della P.A.. Inoltre,va espressamente evidenziato come, in astratto, non si possa escludere la sussistenza di situazioni mobbizzanti anche in presenza di modelli organizzativi e regole di servizio della P.A. vigenti ma non più conformi all’evoluzione intervenuta nella coscienza sociale. In ragione delle pregresse considerazioni svolte, il dipendente condannato per aver realizzato il comportamento vessatorio,produttivo di danno, ed i correlati importi corrisposti sostanziano senza alcun dubbio, a loro volta, ipotesi di danno erariale, visto che si sostanziano negli esborsi che l’Amministrazione è, comunque, obbligata a corrispondere, in virtù di una “ingiusta lesione di un interesse economicamente valutabile di pertinenza della P.A.” (Cass. SS.UU. 4.1.1980 n° 2). Al verificarsi di tale evenienza la Corte dei Conti, quindi, può intervenire - mediante esercizio di doverosa azione di regresso che, in realtà è un’azione obbligatoria e pubblica tesa, finalizzata alla compiuta reintegrazione del patrimonio della Amministrazione – per il recupero, nei confronti dell’autore del fatto illecito dannoso, delle somme che la P.A. è stata costretta a sborsare a causa della condotta sanzionata del proprio dipendente. La Corte dei Conti è, quindi, abilitata, (rectius: necessitatamente obbligata) ad agire nei confronti dell’autore del fatto illecito dannoso per il recupero delle somme che la P.A. abbia corrisposte al mobbizzato per il fatto illecito dannoso determinato dall’impropria condotta del proprio dipendente. E’ importante comprendere, dunque, che nell’azione di rivalsa il giudice contabile deve – ai fini dell’accertamento della responsabilità – individuare il dolo o la colpa grave dell’agente pubblico e valutare il vantaggio comunque conseguito dall’Amministrazione con il comportamento, pur per altri versi dannoso, tenuto dal dipendente. In buona sostanza, il Giudice contabile deve ricercare la colpa grave dell’agente pubblico e valutare il vantaggio comunque conseguito dall’Amministrazione, o dalla comunità di riferimento con il comportamento, pur per altri versi dannoso, tenuto dal medesimo agente, senza escludere, però, che il Giudice contabile possa giungere a conclusioni e, quindi, a pronunce altre e diverse rispetto al Giudice, Ordinario o Amministrativo che sia, ovviamente motivando puntualmente ed adeguatamente le proprie scelte [9]. Si può, dunque, affermare, che la Magistratura contabile – in ossequio al principio secondo il quale chi produce un danno all’Erario è tenuto a risarcire lo stesso di tasca propria -, attraverso l’esercizio dell’azione risarcitoria nei confronti di chi abbia posto in essere comportamenti mobbistici causativi di danno per un Ente pubblico, può validamente concorrere alla repressione di siffatte deplorevoli condotte. Il tutto indipendentemente dalla valutazione dell’opportunità dell’applicazione, da parte del giudice contabile, del potere riduttivo di cui egli risulta atttributario. Va, infine, posto nel dovuto risalto che si possa giungere a sanzionare come mobbing anche il caso di accertata responsabilità dirigenziale dovuta a non corretta gestione delle risorse umane ex art. 21 del D.Lgs. n° 165/01. Infatti, come noto, la riscontrata cattiva gestione delle risorse umane rientra nella più generale categoria dei risultati dellattività amministrativa e dell’attività di gestione riconnessa alla funzione dirigenziale, che ,come tale, può determinare l’applicazione di non secondarie conseguenze di tipo ordinamentale riscontrabili nel mancato conferimento della retribuzione di risultato, nella revoca del’incarico dirigenziale e nella destinazione ad altra funzione. _______________ [1] Corte Cost. 19.12.2003 n° 359; Corte Cost. 25.3 – 6.4. 2004 n° 113; Corte Cost. 27.1.2006; Corte Cost. 22.6.2006 n° 238 e n° 239. [2] D.P.R. 22.4.2003, punto 4.9 di approvazione Piano Sanitario Nazionale 2003-2005; punto BS11 della delibera 22.5.2003 (accordo tra Min. Salute, Regioni, Province Autonome etc). [3] Risoluzione Parlamento Europeo del 21.9.2000 (AS-0283/01, punto 13). [4] Carta Costituzionale artt. 2, 3, 1° comma, 35 e 41. [5] Cass. SS.UU. 4.5.2004 n° 8438; Cass. Lav. 23.5.2003 n° 6326; Cass. Lav. 29.5.2005 n° 19053; Cass. Lav. 6.3.2006 n° 4774. [6] Cfr TAR Lazio, I^ quater 17.4.2007 n° 3315. [7] Cfr. ex plurimis TAR Liguria 12.3.2003 n° 302; TAR Veneto 8.1.2004 n° 2; TAR Puglia, Sez. Lecce, n°3001/05. [8] Cfr. ex multis Cass. SS.UU. 11.7.2001 n° 9385; idem 25.7.2002 n° 10956; idem 5.8.2002 n° 11756; idem 2.7.2004 n° 12137. [9] Corte dei Conti, Sez. III 25.10.2005 n° 623. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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Savona: Ubik, all'asta gli acquarelli di Dino Gambetta (sezione: Giustizia)

( da "Savona news" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Savona: Ubik, all'asta gli acquarelli di Dino Gambetta Domani sera, alle 18, nella libreria Ubik di Savona, doppio appuntamento culturale con la rassegna "Acquarelli per la solidarietà" e la presentazione del libro "Il Baratto" di Michele De Lucia. "Acquarelli per la solidarietà" si tratta dell'acquisizione all'asta di dodici acquarelli dell’artista Dino Gambetta, esposte in libreria fino al 20 giugno, e vendute in favore della comunità di San Benedetto al porto di Don Andrea Gallo. Sabato 20 giugno, alle 18.30, le opere saranno consegnate ai vincitori dell'asta. Le opere sono disponibili ondine sul sito www.unastoriadiparole.it Chi fosse interessato può avanzare un’offerta d’asta in busta chiusa alla libreria Ubik o via mail all’indirizzo info@unastoriadiparole.it con l’indicazione dell’importo offerto ed il numero dell’opera di riferimento. -Venerdì 5 giugno DOPPIO APPUNTAMENTO Ore 18: Incontro con lo scrittore MICHELE DE LUCIA e presentazione del libro “Il baratto. Il Pci e le televisioni: le intese e gli scambi fra il comunista Veltroni e l'affarista Berlusconi negli anni Ottanta”. Introduce l’incontro RENATA BARBERIS. Michele De Lucia nella presentazione del libro a Torino con Marco Travaglio Il video dell’incontro tra De Lucia e Travaglio: http://www.radioradicale.it/scheda/278935/...rista-berluscon Nel libro "Il baratto" Michele De Lucia descrive il matrimonio tra destra e sinistra sulla televisioni di Berlusconi negli ultimi 25 anni di storia italiana. Il 1984, anno cruciale che sarà a lungo ricordato nella storia d’Italia. Il premier Bettino Craxi, con un decreto legge permette alle televisioni di Silvio Berlusconi di continuare la loro attività, aggirando il divieto per le tv locali di trasmettere a livello nazionale. È l’inizio di una pagina di storia attualissima ancora oggi, fatta di leggi ad personam, conflitto di interessi, televisioni che trasmettono violando leggi e sentenze. L’inizio dell’ “immortalità” politica e economica di Berlusconi. Da questo momento in poi si correrà in soccorso delle tv di Berlusconi ogni qualvolta la Corte Costituzionale, la Corte Europea, ecc… cercheranno di far valere le norme che regolano il mercato televisivo e il pluralismo. In quello stesso anno Walter Veltroni è responsabile Comunicazioni di massa del PCI. Da questo curioso riscontro Michele De Lucia ha preso spunto per scrivere il suo “Il baratto”. Davanti al fasullo oscuramento delle proprie reti da parte di Berlusconi (gli schermi furono oscurati non per ordine dei pretori ma per scelta aziendale), Veltroni dichiarò «Ci sono poi anche le abitudini degli utenti, consolidate in anni di utenza televisiva, che non possono essere ignorate». Dopo il cosiddetto “decreto Berlusconi”, il Partito comunista gridò allo scandalo, ma al momento della conversione in legge garantì il numero legale, rinunciando all’ostruzionismo nonostante la scadenza del decreto a poche ore dalla discussione parlamentare che avvenne in aula il 4 febbraio del 1985. Il perché di questa scelta del PCI è molto semplice. Per il PCI queste nuove norme aprivano la porta dell’occupazione di Rai Tre, la possibilità di sedersi al tavolo della lottizzazione…. -Michele De Lucia (Roma, 1972), laureato in Legge, è Tesoriere nazionale di Radicali italiani. Co-fondatore dell’associazione Anticlericale.net, ha pubblicato: “Fiat, quanto ci costi?” e “Siamo alla frutta. Ritratto di Marcello Pera”. Nonostante la censura pressoché totale da parte della grande stampa, scritta e radiotelevisiva, il libro ha ottenuto un grande successo di vendite e di pubblico, al punto che il termine “baratto” è divenuto un termine di uso corrente nella politica italiana. A partire da una ricostruzione puntigliosa e documentata dei rapporti tra Silvio Berlusconi e il centrosinistra, il libro ricostruisce le “verità nascoste” di trent’anni di politica italiana, la genesi e le ragioni degli assetti politici attuali, la sottrazione del diritto dei cittadini a conoscere per deliberare, la progressiva sparizione della libertà di stampa.

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Immigrati, è scontro tra governo e Toscana (sezione: Giustizia)

( da "Avvenire" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

CRONACA 04-06-2009 Immigrati, è scontro tra governo e Toscana FIRENZE. Botta e riposta tra Governo nazionale e Regione Toscana. Oggetto del contendere la legge per l'immigrazione approvata dal Consiglio regionale lunedì scorso dopo tre sedute e oltre 30 ore di dibattito. Ad accendere le polveri il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, che proporrà «in Consiglio dei ministri di impugnare davanti alla Corte costituzionale la legge regionale». «Si tratta ha spiegato il ministro di una normativa inaccettabile non solo perché viola la Costituzione ma perché mira palesemente a legalizzare la clandestinità. Esattamente il contrario di quanto prevede la legislazione nazionale». E il premier Silvio Berlusconi ha confermato che il governo intende impugnare la normativa regionale. «La legge ha risposto il presidente della Toscana Claudio Martini è per i nostri uffici giuridici legittima perché si muove nell'ambito delle competenze regionali, per esempio in tema di sanità e sociale. Non stabilisce patenti per i clandestini e non scatenerà una guerra tra poveri». Matteoli a questo punto ha precisato come sia «fin troppo evidente che in particolare agli articoli 2, 6, 16, 18 e 19 questa legge prevede l'accoglienza, e non solo, degli stranieri a prescindere dal rispetto dei requisiti di legalità che, invece, per il Governo nazionale e per la sua maggioranza sono imprescindibili». La legge, come detto, ha passato l'esame dell'aula dopo un lungo ostruzionismo del centrodestra con la maggioranza di centrosinistra che ha risposto approvando un "maxi emendamento" che ha fatto decadere gli oltre 100 emendamenti presentati. La manovra ha sollevato le proteste dell'opposizione che ha parlato di «scelta arrogante» e di «vulnus legislativo e normativo». Tecnicamente, la modifica è stata introdotta come sub-emendamento di un emendamento all'articolo 6 già presentato e che sostituisce l'intero testo di legge dall'articolo 6 al 37. Il risultato è composto da 6 articoli, l'ultimo dei quali composto da 78 commi. Poche le novità introdotte, tra le quali la specificazione in alcuni punti della riserva di determinati servizi e prestazioni ai cittadini stranieri «muniti di regolare permesso di soggiorno» (informazione e assistenza in favore dell'imprenditoria immigrata; attività di assistenza e consulenza del difensore civico regionale). Permane, per tutte le «persone dimoranti» nel territorio regionale, «anche se prive di titolo di soggiorno», la possibilità di fruire degli «interventi socioassistenziali urgenti e indifferibili, necessari per garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione ed alle norme internazionali». Alberto Magnolfi (capogruppo Fi-Pdl) ha definito la presentazione della modifica un «marchingegno che ci trova contrari e contrariati» e «che certo non contribuisce a rendere questa legge migliore». Roberto Benedetti (capogruppo An-Pdl) che rimane ferma l'opposizione a una «legge che dà diritti di cittadinanza a chi non ha diritto». Simone Pitossi Il premier: la legge regionale sarà impugnata davanti alla Consulta

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Le Monde: Parlamentul European, intre influenta si indiferenta (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Le Monde: Parlamentul European, intre influenta si indiferenta Rl online Joi, 04 Iunie 2009 Alegerile europene ar trebui sa puna din nou in evidenta un paradox curios: cu cat Parlamentul European (PE) castiga in influenta, cu atat creste indiferenta alegatorilor fata de el. Scrutinul, al saptelea de acest fel de la prima alegere a eurodeputatilor prin vot universal in 1979, n-ar trebui sa faca exceptie, scrie Le Monde, preluat de Mediafax. Intre 4 si 7 iunie, se va vota pentru cele 736 locuri din PE in cele 27 de state membre ale Uniunii Europene (UE). In plina criza economica, cele 375 de milioane de alegatori nu se vor grabi sa mearga la urne, rata de participare la vot riscand sa inregistreze un nou record, dupa cel de 54% din 2004. PE are totusi meritele lui, in pofida activitatii inegale a membrilor sai. In timp ce reforma institutionala bate pasul pe loc de la dublul refuz al Constitutiei exprimat in Franta si Olanda, in 2005, Parlamentul de la Strasbourg a permis Europei largite sa depaseasca partial situatia. In contextul unui Consiliu mai divizat ca niciodata, al unei Comisii cel putin ezitante, in Parlament s-a ajuns la compromisuri asupra unor legi controversate: directiva vizand liberalizarea serviciilor, propusa de fostul comisar pentru piata interna, Frits Bolkenstein, reglementarea ''Reach'' asupra produselor chimice, deschiderea concurentei in domeniile energiei si transportului feroviar. Europarlamentarii au respins chiar unele initiative propuse de Consiliu si Comisie, cum ar fi directiva asupra timpului de lucru, care mentinea derogarea de la plafonul de 48 de ore pe saptamana, sustinut de Marea Britanie si aliatii sai, sau un proiect de liberalizare a serviciilor portuare. Agenda viitorului forum legislativ va fi tot atat de incarcata. Imediat ce vor fi alesi, europarlamentarii il vor confirma sau nu pe viitorul presedinte al Comisiei. Realegerea lui Jose Manuel Barroso este pe calea cea buna daca o imensa surpriza electorala n-ar duce - foarte putin probabil - la infrangerea conservatorilor din Partidul Popularilor Europeni (PPE). Se asteapta ca grupul, care include si Uniunea pentru o Miscare Populara (UMP), sa ramana principala forta din PE, in pofida plecarii anuntate, dupa scrutin, a conservatorilor britanici. Cealalta mare formatiune a PE, Partidul Socialistilor Europeni (PSE), nu si-a putut desemna propriul candidat din cauza sustinerii de catre guvernele de stanga - ale britanicului Gordon Brown si spaniolului Jose Luis Rodriguez Zapatero - a actualului presedinte al Comisiei. Este posibil insa ca o parte dintre noii alesi ai stangii, care doresc, fara sa creada prea mult, o alta majoritate cu liberalii si ecologistii, sa incerce sa complice realegerea lui Jose Manuel Barroso. PE ar trebui sa aiba noi prerogative odata cu intrarea in vigoare a Tratatului de la Lisabona, probabil la inceputul lui 2010. In numele 'cetatenilor europeni', el va detine atunci, aproape la egalitate cu Consiliul, autoritatea legislativa si bugetara. Aceasta crestere a puterii, permanenta incepand din 1979, are loc in paralel cu largirea ariei de decizie la majoritatea calificata a statelor membre. Europarlamentarii alesi pe 7 iunie vor fi de neocolit pentru reforma politicii agricole comune sau pentru reglementarea imigratiei legale sau ilegale. Este un mod de a consolida controlul democratic al unei constructii europene luate adesea in deradere pentru opacitatea sa, este de parere cotidianul Le Monde. Legatura pare ca s-a rupt intre alegatori si europarlamentari. Ultimii raman, cu unele exceptii, niste ilustrii necunoscuti in circumscriptiile lor, fiind desemnati mai putin pentru actiunile lor europene si mai mult in virtutea unor calcule politice nationale. Influenta relativa a tarilor in cadrul PE depinde totusi de calitatea, angajamentul si coeziunea batalioanelor de alesi trimisi la Bruxelles si Strasbourg. Germania si Marea Britanie au stiut sa foloseasca aceasta parghie pentru a influenta deciziile parlamentare, pe cand Franta a neglijat multa vreme legislativul european. Criza a dominat campania in toate tarile UE. Sau mai degraba campaniile pentru ca dezbaterile elecorale au fost foarte diferite in cele 27 de tari ale Uniunii. Marea Britanie este obsedata de cheltuielile parlamentarilor sai, chestiune care slabeste pe zi ce trece guvernul lui Gordon Brown. In Italia, Silvio Berlusconi trebuie sa se apere de acuzatiile sotiei, care cere divortul reprosandu-i ca frecventeaza minore. Germania se gandeste deja la alegerile parlamentare din septembrie, in care se vor infrunta Angela Merkel si ministrul Afacerilor Externe, Frank-Walter Steinmeier. In Franta, UMP se afla in frunte, in timp de PS simte presiunea MoDem si sufera de divizarea stangii. Campania franceza este departe de a atinge intensitatea celei care a dus la respingerea Constitutiei in primavara lui 2005. La nivelul continentului, aceasta relativa indiferenta ar putea ascunde un alt inconvenient pentru PE: avansul formatiunilor de extrema-dreapta si de extrema-stanga, cele care se opun cel mai mult ratiunii sale de a fi, scrie in incheiere cotidianul Le Monde, potrivit Mediafax. Din aceeasi categorie: Ministerul Turismului, executat silit in favoarea CS Rapid BucurestiBoc a explicat criteriile de selectie a bancilor pentru "Prima casa"CSM, acuzat ca evita sa vorbeasca de magistratii colaboratori ai Securitatii Voteaza

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FALCADE Riprende domani il dibattimento contro il marocchino accusato di aver assassinato Federico De Valiere Poche prove contro il presunto killer Il procuratore mira a una sospen (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

FALCADE Riprende domani il dibattimento contro il marocchino accusato di aver assassinato Federico De Valiere «Poche prove contro il presunto killer» Il procuratore mira a una sospensione del processo: «Sarebbe inutile e controproducente per la giustizia» Giovedì 4 Giugno 2009, Falcade Potrebbe essere sospeso il processo per il delitto di Federico De Valiere, ucciso a 49 anni, il 9 marzo 1999 nella sua abitazione di Falcade. A chiedere di non procedere contro il presunto assassino, Aziz Moulay Mohammed, 35 anni, marocchino, da sempre irreperibile e con alle spalle una lunga lista di alias, è la procura di Belluno nonostante il dibattimento davanti alla Corte d'Assise sia ormai entrato nel vivo. La magistratura inquirente bellunese dopo essersi vista scartare dal Gup la richiesta di archiviazione del caso, per evitare di arrivare ad una probabile assoluzione dell'imputato che negherebbe la possibilità di procedere nuovamente qualora vi fossero maggiori elementi probatori, tenta di giocare la sua ultima carta davanti alla Corte Costituzionale. «Fare un processo senza avere in mano la prova del Dna - afferma il procuratore Domenico Labozzetta - è inutile oltreché controproducente per la giustizia». Il magistrato presenterà infatti alla Corte d'Assise un'istanza di illegittimità della normativa che consente di celebrare i processi in contumacia. Se sarà accolta dai togati bellunesi, sarà inoltrata alla Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sulla delicata questione. «La normativa - spiega ancora Labozzetta che con questo caso punta ad una sentenza che metta un argine al dilagare di processi contro veri e propri "fantasmi" - è contraria alla Convenzione dell'Unione europea sui diritti dell'uomo. Di questa persona non abbiamo nemmeno il Dna, ovvero l'unica prova certa. Nessuno lo ha mai avvicinato o sentito. C'è quindi un evidente violazione del diritto alla difesa, ma anche il rischio che, nel caso l'assassino fosse realmente lui, si arrivi ad un'assoluzione per mancanza di prove. E sappiamo bene che un'assoluzione sarebbe poi irrevocabile». Insomma, non ci sono i presupposti per esercitare una vera giustizia. E Labozzetta, in accordo con il sostituto Massimo De Bortoli titolare del fascicolo, presenterà la relazione nell'udienza di domani. Sarà lui stesso a relazionare in aula. «Il caso di Aziz - conclude il procuratore - è sicuramente uno tra i più eclatanti e se la Corte Costituzionale si pronuncerà a favore si aprirà sicuramente un precedente importante sul piano giurisprudenziale anche per tutti gli altri processi a carico di persone irreperibili». Di Aziz, infatti, detto il macellaio per la sua attività nei mattatoi islamici, si hanno solo le impronte su cinque delle dieci lattine di birra ritrovate nella casa del delitto dove l'assassino avrebbe prima cenato con la sua vittima per poi consumare un rapporto sessuale e quindi ucciderla a coltellate con il probabile movente del mancato pagamento della prestazione. Ad Aziz però gli inquirenti risalirono solo dopo alcuni anni dal delitto grazie all'entrata in attività degli archivi Afis che catalogano milioni di impronte digitali. La comparazione portò ad Aziz, già noto con almeno altri cinque alias. Nel 2006 i carabinieri sfiorarono il suo arresto disposto da un ordine di custodia cautelare, ma l'uomo si rese irreperibile. Gli inquirenti, insomma, non sono mai riusciti ad incontrarlo. E lui, forse, invocando la tesi più buonista, non sa nemmeno di essere sotto processo. Da qui la violazione del diritto alla difesa sollevata nell'istanza della procura. Lauredana Marsiglia

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Turchia/ Nuovi arresti in indagine su rete golpista (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Ancora decine di arrestati in Turchia nell'ambito delle indagini su Ergenekon, l'organizzazione segreta accusata di voler sovvertire il Paese. Questa mattina sono scattate le manette per 20 persone in cinque differenti province del Paese. Stando a quanto riporta il quotidiano Hurriyet, alcuni degli arrestati sarebbero esponenti delle forze armate. Si tratta della quattordicesima ondata di arresti dal gennaio 2007, che hanno visto finire in manette oltre 200 persone. Si complicano sempre di più le dinamiche della vicenda. Ergenekon è accusata di aver costituito un vero e proprio Stato nello Stato. Secondo l'accusa, l'organizzazione è composta da giornalisti, ex-politici, intellettuali, militari, giudici ed esponenti dei servizi segreti deviati, appartenenti alle schiere ultra nazionaliste e che lavorano per sovvertire l'ordine costituito. La maggior parte del Paese crede che con il processo contro i suoi dirigenti (fra questi figurerebbero proprio numerosi militari e gente legata alla magistratura) si metterà la parola fine a una delle pagine più drammatiche nella storia recente del Paese, con l'eliminazione di questa eminenza grigia, che potrebbe essere anche il mandante dell'omicidio contro Don Andrea Santoro, freddato a Trebisonda nel febbraio 2006, apparentemente per mano di un giovane fanatico. Ma c'è anche chi crede che molte persone arrestate non abbiano nulla a che vedere con l'organizzazione e che siano state coinvolte per gettare discredito verso i militari e la magistratura, da sempre difensori dei principi laici su cui si basa la Turchia moderna, e spesso non in sintonia con il governo del premier Erdogan. E con il passare del tempo, con l'aumentare degli arresti che ormai sono vere e proprie retate da decine di persone, il dubbio sta venendo a persone anche vicine al premier. Le indagini continuano e seguono nuovi filoni. In aprile la tendenza è stata quella di concentrarsi sui rapporti fra Ergenekon e le associazione curde e di sinistra, soprattutto quelle legate al Pkk. Secondo molti non è un caso che siano scattate le manette nei confronti di 50 attivisti del Dtp il Partito per la società democratica, accusati anche loro di avere legami con l'organizzazione segreta. Un particolare di non poco conto se si considera che alla ultime elezioni locali è stato proprio l'abbandono del voto curdo nel sud-est del Paese a decretare la batosta del partito del premier, che ha perso 8 punti. Nel Paese c'è chi comincia a dubitare. Troppi arresti, troppa gente che finisce dentro per poi essere rilasciata dopo 24 ore. Troppo ampio lo spettro di indagini che una parte del Paese vede sempre più come un tentativo di repulisti. E adesso l'inchiesta rischia anche di gettare discredito sulla Corte Costituzionale, che l'anno scorso ha salvato il partito del premier dalla chiusura certa e che dovrebbe essere oggetto di revisione nella nuova carta costituzionale alla quale l'esecutivo islamico-moderato sta lavorando, ma che, stando a persone vicine all'esecutivo, non vedrà la luce almeno prima di ottobre.

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IMMIGRATI: MARTINI, SU COSTITUZIONALITA' DECIDE CONSULTA NO PREMIER. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

IMMIGRATI: MARTINI, SU COSTITUZIONALITA' DECIDE CONSULTA NO PREMIER (ASCA) - Firenze, 4 giu - ''Non puo' essere il presidente del Consiglio a dire che una legge regionale e' incostituzionale. Quella scelta spetta alla Corte costituzionale. Noi, comunque, aspettiamo gli esiti senza paura''. Lo ha sottolineato a Grosseto, dove si trovava per la presentazione di uno studio sull'economia locale, il presidente della Toscana Claudio Martini, rispondendo ad una domanda dei giornalisti a proposito dell'annuncio ieri sera ripetuto a Berlusconi durante la trasmissione 'Porta a Porta' sulla Rai. ''Il presidente del Consiglio e il Governo - spiega Martini - hanno certamente il diritto ad impugnare una legge. Cosi' come noi abbiamo altrettanto diritto ad approvarla, ritenendola legittima. Ma la decisione sulla sua costituzionalita' non spetta ne' a noi ne' a loro. La destra, purtroppo, ha il vizio di semplificare spesso troppo le cose''. ''Noi - ha concluso il presidente della Toscana - siamo pronti ad affrontare ed accettare il giudizio della Corte e difenderemo il nostro provvedimento. Ricordo solo che non e' la prima volta che il Governo impugna una nostra legge. E nove volte su dieci la Corte ci ha dato ragione''. afe/luq/alf

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"Contactii" virusati, trimisi acasa (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: "Contactii" virusati, trimisi acasa Aida Danaila Vineri, 05 Iunie 2009 Centrul national de referinta pentru Gripa din cadrul Institutului Cantacuzino a confirmat ieri inca doua cazuri noi de imbolnavire cu virusul gripal A/H1N1. Aceste ultime doua cazuri sunt cu transmitere secundara de la cele confirmate anterior. Dintre cei doi ultimi bolnavi, unul este un contact al primei femei care s-a imbolnavit de gripa porcina, iar al doilea este un contact al tinerei de 28 de ani, cea venita din Statele Unite ale Americii pentru a serba implinirea a zece ani de la absolvirea liceului. Cu aceste ultime doua cazuri confirmate, numarul total al romanilor despre care se stie clar ca sunt bolnavi de gripa porcina a ajuns la opt. In timp ce Ministerul Sanatatii continua sa sublinieze ca investigatiile epidemiologice sunt in curs si se fac intr-un mod profesionist, unele dintre persoanele care sunt suspecte si au fost obligate sa stea la domiciliu, in carantina, sustin exact contrariul. Vlad Posea, in varsta de 28 de ani, sustine ca afirmatiile autoritatilor sanitare sunt false. Vlad este unul dintre participantii la petrecerea de zece ani de la absolvirea liceului la care a participat si tanara de 28 de ani deja confirmata ca este infectata cu virusul A/H1N1, deci este suspect de imbolnavire si, de luni, este in carantina la domiciliu impreuna cu familia sa. "Luni, dupa ce ne-au luat doua probe – una din nas si alta din gat –, ne-au spus ca in 24 de ore vom fi anuntati daca suntem infectati. Apoi au spus 48 de ore si au completat ca sa mai dam si noi telefon. Isi bat joc de joi. Sunam de la o institutie la alta si nu ni se spune nimic. Doar am fost amenintati cu inchisoarea de cei de la Directia de Sanatate Publica daca vom parasi locuintele si am fost obligati sa ne luam medical, fara sa stim daca avem sau nu virusul. Toti colegii nu facem decat sa dam telefoane, si asa am aflat ca probele unora dintre noi, cum este si cazul meu, nici macar nu au ajuns la laborator. Cei de la minister s-au multumit ca ne-au trimis acasa si nu cred ca si-au mai batut capul sa cheltuiasca banii pe analizele pentru noi", spune Vlad Posea. Potrivit Ministerului Sanatatii, pana acum s–au efectuat teste pentru 160 de persoane, in cazul a opt persoane probele iesind pozitive. Din aceeasi categorie: Guvernul vrea sa isi asume raspunderea pe legea salarizarii (VIDEO)CSM: Verificarile SRI depasesc limitele legiiLondra a validat cazurile de imbolnavire cu virusul AH1N1 din Romania Voteaza

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SICUREZZA: COMMISSIONE CSM, DA REATO CLANDESTINITA' IMPATTO PESANTE SU UFFICI GIUDIZIARI (sezione: Giustizia)

( da "ITnews.it" del 04-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - L'introduzione del reato di immigrazione clandestina avra' un impatto pesante sugli uffici giudiziari che versano gia' in una difficile situazione; sui centri di identificazione ed espulsione (Cie) inoltre, pur essendoci stati miglioramenti rispetto alla norma originaria, non puo' essere il giudice di pace ad esprimersi su un provvedimenti di limitazione della liberta' personale. Sono le principali critiche espresse nel parere redatto dalla sesta commissione del Csm sul nuovo reato contenuto nel pacchetto sicurezza, parere che verra' discusso in plenum mercoledi' prossimo.

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Le Linee guida per l'eolico in Basilicata sono illegittime per la Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Villaggio Globale.it" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Ultime Notizie Sentenza della Corte costituzionale Le Linee guida per l'eolico in Basilicata sono illegittime per la Consulta «L'assenza delle “Linee guida nazionali” non consente alle Regioni di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa». Aper da anni denuncia l'assenza di Linee guida nazionali che provoca l'impossibilità di realizzare impianti eolici in un determinato territorio Con sentenza n. 166/2009, depositata il 29 maggio 2009, la Consulta ha giudicato non conforme alla Costituzione l'art. 6 della legge della regione Basilicata n.9 del 26 aprile 2007 che aveva recepito le «Linee guida» per il corretto inserimento degli impianti eolici nel territorio, adottate con una delibera di Giunta Regionale del 2004. L'intervento della Corte è stato innescato dal Tar Basilicata nel corso di giudizi in cui Aper (l'unica associazione di categoria) è intervenuta a sostegno delle tesi giuridiche. L'associazione è intervenuta anche nel giudizio di costituzionalità. Essa sottolinea in particolare l'importanza di quanto affermato e riportato al punto 8 della sentenza: «l'adozione, da parte delle Regioni, nelle more dell'approvazione delle Linee guida previste dall'art. 12 del d.lgs. n. 387 del 2003, di una disciplina come quella oggetto di censura, provoca l'impossibilità di realizzare impianti eolici in un determinato territorio». Preso atto di ciò, la Corte costituzionale ha stabilito che l'emanazione delle Linee guida nazionali per il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti da fonti rinnovabili «è da ritenersi espressione della competenza statale in materia di tutela dell'ambiente, che è di natura esclusiva. Pertanto, l'assenza delle Linee guida nazionali non consente alle Regioni di provvedere autonomamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa». «La tanto attesa sentenza della Corte — dichiara Roberto Longo, presidente Aper — costituisce la conferma di quanto da anni denunciato dalla nostra Associazione e cioè, che l'emanazione delle Linee guida nazionali non è più rinviabile». Aper, infatti, già un anno fa aveva sottoposto al Governo la propria proposta delle linee guida. «Auspichiamo vivamente — continua Longo — che i Ministeri competenti siano solleciti nel dotare operatori e Istituzioni di un tale strumento che, siamo convinti, possa consentire al nostro Paese di superare una volta per tutte ostacoli burocratici e pregiudizi al quanto mai auspicato sviluppo del settore delle rinnovabili, a cui continuiamo a lavorare con determinazione e rinnovato impegno insieme all'Europa intera». Per ulteriori informazioni: Camilla Clavarino (Fonte Aper) (05 Giugno 2009)

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Filippine/ Camera deputati vuole dotarsi poteri aula (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La Camera dei deputati delle Filippine ha approvato una mozione che conferisce al primo ramo del parlamento i poteri di una "aula costituente" con l'obiettivo di arrivare alla modifica della Costituzione senza il coinvolgimento del Senato. Lo riferisce l'agenzia Misna. La presidente Gloria Macapagal Arroyo e i suoi alleati, che detengono la maggioranza alla Camera ma non al Senato, da mesi sostengono la necessità di trasformare l'assetto istituzionale da repubblica presidenziale a parlamentare, un cambiamento che secondo gli oppositori avrebbe lo scopo di permettere ad Arroyo di continuare a governare come primo ministro. Secondo la costituzione scritta nel 1987 il presidente può essere eletto per un solo mandato di sei anni, e gli emendamenti alla Carta devono essere approvati dai tre quarti delle due camere in seduta congiunta. Probabilmente sulla questione interverrà la Corte costituzionale, benché sia stato notato che sei dei 15 giudici che la compongono andranno in pensione quest'anno e che i successori saranno nominati dalla presidente. Le prossime elezioni presidenziali sono attese per maggio del prossimo anno.

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SICUREZZA: COMMISSIONE CSM, DA REATO CLANDESTINITA' IMPATTO PESANTE SU UFFICI GIUDIZIARI (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

SICUREZZA: COMMISSIONE CSM, DA REATO CLANDESTINITA' IMPATTO PESANTE SU UFFICI GIUDIZIARI ultimo aggiornamento: 04 giugno, ore 20:09 commenta 0 vota 0 invia stampa Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - L'introduzione del reato di immigrazione clandestina avra' un impatto pesante sugli uffici giudiziari che versano gia' in una difficile situazione; sui centri di identificazione ed espulsione (Cie) inoltre, pur essendoci stati miglioramenti rispetto alla norma originaria, non puo' essere il giudice di pace ad esprimersi su un provvedimenti di limitazione della liberta' personale. Sono le principali critiche espresse nel parere redatto dalla sesta commissione del Csm sul nuovo reato contenuto nel pacchetto sicurezza, parere che verra' discusso in plenum mercoledi' prossimo.

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L'AQUILA: VIA LIBERA DEL CSM A CANZIO PRESIDENTE CORTE APPELLO (sezione: Giustizia)

( da "Adnkronos" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

L'AQUILA: VIA LIBERA DEL CSM A CANZIO PRESIDENTE CORTE APPELLO ultimo aggiornamento: 04 giugno, ore 10:56 commenta 0 vota 0 invia stampa Roma, 4 giu. - (Adnkronos) - Giovanni Canzio e' il nuovo presidente della Corte d'Appello de L'Aquila. Lo ha deciso questa mattina all'unanimita' il plenum del Csm, accogliendo la proposta della Commissione Incarichi direttivi di Palazzo dei Marescialli.

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GM's Hummer Sale to Tengzhong May Fail to Clear China's Regulatory Hurdles (sezione: Giustizia)

( da "Bloomberg" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

By Bloomberg News June 5 (Bloomberg) -- General Motors Corp., the largest U.S. carmaker in bankruptcy, may have its agreement to sell the unprofitable Hummer sport-utility vehicle brand blocked by Chinese regulators, threatening 3,000 U.S. jobs. Sichuan Tengzhong Heavy Industrial Machinery Co.'s bid for Hummer runs counter to China's attempts to develop a globally competitive auto industry by focusing on fuel-efficient vehicles, according to analysts. The government also wants to pare the nation's more than 100 automakers to ease competition. "A new entrant in the car industry is not something they're looking to see," said Chip Chaikin, who helps overseas $800 million as managing director of Shanghai-based Blue Point Capital Partners Asia. "It's pretty unlikely" the deal will go through. Tengzhong also needs to persuade at least two Chinese government agencies that it can turn Hummer into a profitable company to get clearance for the deal, said Zhang Xin, an analyst with Guotai Junan Securities in Beijing. Hummer's U.S. sales are plunging as higher gasoline prices and rising job concerns hammer demand for its gas-guzzling SUVs. Approval Unlikely China is unlikely to approve the Hummer deal, state-owned Shanghai Securities News reported yesterday, without saying where it got the information. The government is encouraging companies to buy overseas partsmakers rather than automakers, added the newspaper, which is affiliated with state-controlled Xinhua News Agency. "There are many uncertainties about the deal and one of them is whether Chinese authorities will approve it," said Zhang. "The big issue for Tengzhong is how long it will take to make a profit from the investment." Hummer is worth an estimated $500 million, Detroit-based GM has said in bankruptcy documents. The brand is one of four in the U.S. the carmaker wants to offload to exit bankruptcy as a leaner, more profitable company. GM Chief Financial Officer Ray Young said yesterday that he doesn't expect regulators to block the deal and that Tengzhong is "very excited" about it. Views and Speculation' "Some people may have views and speculation but the Chinese government has a process that we respect," said Tim Payne, a spokesman for Chengdu, Sichuan province-based Tengzhong. "We have only just signed an MOU but as we develop our proposals with GM and Hummer we will continue to work with the appropriate authorities." "It is a business decision," said Chen Rongkai, a media officer at China's Ministry of Commerce. He declined to comment further. The commerce ministry vets all overseas investments worth more than $100 million. Smaller deals go through local regulators. The State Administration of Foreign Exchange also looks at all overseas investments by Chinese companies. GM has won court approval to sell assets as soon as next month after collapsing under $172.8 billion in debt and failing to adapt to consumer demands for cars that use less fuel. Sales of Hummer SUVs, which start at about $31,000 for the H3, fell 51 percent in 2008 and 67 percent this year through April. Deal Closing GM and Tengzhong, a privately owned maker of special-use vehicles and construction machinery, expect to complete the purchase in the third quarter, pending closing conditions and regulatory approvals, they said in a June 2 statement. AM General Corp. builds Hummer H2s in Indiana for GM. The H3 is built in Shreveport, Louisiana. Chinese carmakers haven't benefited from previous overseas acquisitions. SAIC Motor Corp., China's biggest domestic automaker, bought control of South Korea's Ssangyong Motor Co., only to have the unit go into receivership after SUV sales plunged. Credit Suisse Group AG is acting as financial adviser to Tengzhong on the Hummer deal and Shearman & Sterling is serving as international legal counsel. Citigroup Inc. is acting as financial adviser to Detroit-based GM. The deal may also stumble if Tengzhong needs to raise funds from Chinese lenders, who have been told by their regulator to enhance risk management. "The government will step in if Tengzhong wants to fund the deal with loans from domestic banks," said Yale Zhang, a director at CSM Asia in Shanghai. Public Offer Still, the fact that Tengzhong has publicly made an offer may suggest that it can complete it, said Ricon Xia, a Daiwa Institute of Research (H.K.) Ltd. analyst in Shanghai. "The way the deal has played out so far shows that Tengzhong is no novice in capital markets," said Xia. "They may be able to pull it off." That would mean overcoming the central government's push to curb competition in the auto industry, including combining the nation's 14 largest automakers into 10 by 2011. The move is designed to boost profit margins and help form bigger players able to challenge Toyota Motor Corp. and Volkswagen AG worldwide. Tengzhong doesn't make SUVs or passenger cars. China is also encouraging automakers to build more fuel- efficient cars, including hybrids, to help win sales overseas and to reduce oil imports and pollution at home. The 3.7-liter Hummer H3T gets 14 miles to the gallon in city driving, according to the U.S. Environmental Protection Agency. "If I were a betting man, I'd bet this wouldn't going to happen," said Chaikin. Still, "crazier things have occurred." Last Updated: June 4, 2009 21:51 EDT

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Cimp, un tributo in più (sezione: Giustizia)

( da "Italia Oggi (Enti Locali)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

ItaliaOggi Numero 132  pag. 15 del 5/6/2009 | Indietro Cimp, un tributo in più ENTI LOCALI Di Irena Rocci L'analisi Il canone per l'autorizzazione all'installazione di mezzi pubblicitari (Cimp) ha natura tributaria. E' questo il rivoluzionario principio stabilito dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 141 dell'8 maggio 2009. Aumenta, in questo modo, il numero dei tributi comunali, anche se, in [...] Costo Punti per Abbonati: 0 - Costo Punti per Registrati: 8      

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Il rischio era severo Varare un codice dell'edilizia che poteva finire sotto i ... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 5 Giugno 2009, Il rischio era severo Varare un codice dell'edilizia che poteva finire sotto i colpi della mannaia della Corte costituzionale per invasione di campo L'ufficio legale della Regione sta mettendo mano al testo normativo aggiustando le cose che ancora non vanno In regione

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Pordenone La Lega punta a "tagliare" i tempi per la soluzione della questione caccia in regione.... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 5 Giugno 2009, Pordenone La Lega punta a "tagliare" i tempi per la soluzione della questione caccia in regione. Per questo ieri nella sede provinciale del capoluogo la lanciato la sua proposta di legge che intende riempire il vuoto lasciato dalla precedente norma bocciata dalla Corte costituzionale. La richiesta formulata dai vertici del Carroccio è che questo nuovo documento che si caratterizza per l'accrescimento del ruolo delle Province, la soppressione dell'associazione dei cacciatori e il rafforzamento degli organismi del settore (riserve e distretti), venga presa in esame quanto prima dalla giunta regionale. La nuova stagione venatoria inizierà a settembre. Una questione che interessa circa 30 mila cacciatori. In regione

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Luvata in sciopero contro la chiusura (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Luvata in sciopero contro la chiusura Venerdì 5 Giugno 2009, Trieste Il rischio era severo. Varare un Codice dell'edilizia in Friuli Venezia Giulia che poteva facilmente finire sotto i colpi di mannaia della Corte costituzionale per invasione di campo. Ma non si tratta del campo dell'edilizia, bensì nientemeno che del diritto penale. Così l'Ufficio legale della Regione sta mettendo mano in questi giorni al testo normativo, aggiustando le cose che non vanno, prima di tutto, ma definendo anche le norme finali, transitorie e abrogative di norme precedentemente incluse nell'ordinamento regionale. L'obiettivo è di perfezionare un disegno di legge da consegnare all'assessore Federica Seganti e subito dopo, giovedì prossimo, alla Giunta Tondo per l'approvazione preliminare. Saranno queste - e non quelle nazionali prossime venture - le norme di sburocratizzazione edilizia a valere sul territorio del Friuli Venezia Giulia. E perciò devono essere inattaccabili. Bait a pagina VI

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il tribunale: no a una nuova discarica a serre (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina III - Napoli L´ordinanza Il Tribunale: no a una nuova discarica a Serre Palmiro Cornetta, sindaco di Serre, è un emotivo. E quasi si commuove leggendo il dispositivo del tribunale civile di Salerno che gli dà ragione sulla discarica in località Valle della Masseria. Lo sversatoio laggiù non s´ha da fare. Il giudice unico, Antonio Valitutti, ha chiesto che la Corte costituzionale dichiari l´illegittimità dell´articolo 4, comma 2 e 9, del decreto voluto dal governo Berlusconi, numero 90 del maggio 2008, convertito in legge nel luglio successivo, nella parte in cui autorizza la realizzazione della discarica. Cornetta esulta:«è un atto che ristabilisce i diritti fondamentali dei cittadini messi in discussione da Berlusconi. Ripristina la legalità e lo stato di diritto». Il sindaco ricostruisce la vicenda giudiziaria. «Con l´avvocato Raffaele Falce, abbiamo presentato il ricorso basato sul diritto alla salute pubblica e all´ambiente salubre. Se Berlusconi dichiara che è finita l´emergenza rifiuti, non vedo perché dovrebbe venire a Serre visto che abbiamo già dato con la discarica di Macchia Soprana, che ha inghiottito 700 mila tonnellate». La discarica aperta da Bertolaso nel territorio di Serre è chiusa per esaurimento dal 23 agosto 2008. «Per Macchia soprana ci sono stati danni incalcolabili. Peccato che non ci sia la class action, altrimenti avrei sollecitato tutti i cittadini a fare l´azione legale». (patrizia capua)

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caccia, la lega presenta un'altra legge (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 5 - Attualità Caccia, la Lega presenta un'altra legge Il Carroccio ripropone il suo ddl di marzo e avvisa gli alleati: niente giochetti PORDENONE. La stagione venatoria, il cui avvio è in programma a settembre, è in pericolo e per questo motivo la Lega Nord chiede una corsia preferenziale per il suo disegno di legge di riforma presentato il 27 marzo, prima della bocciatura della normativa regionale da parte della Corte costituzionale. Tempi stretti e soprattutto «niente giochetti da parte degli alleati di centro-destra» chiesti nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Pordenone da parte dei consiglieri regionali Danilo Narduzzi, Enore Picco e Mara Piccin e dal presidente Enzo Bortolotti. Se la Lega è soddisfatta per la bocciatura da parte della Consulta («Quella legge era una vergogna, approvata con soli 22 voti favorevoli e il no convinto di Lega e An», ha detto Narduzzi) ora però si attende senso di responsabilità in particolare «da quella parte del Pdl che allora fece un'alleanza con Illy. A rischio non c'è solo l'attività dei cacciatori - ha rimarcato Bortolotti - ma tutto l'indotto». Il testo del Carroccio si ispira al principio di sussidiarietà trasferendo gran parte delle competenze alla Provincia. Si punta quindi alla collaborazione tra enti e organismi per la gestione faunistica e venatoria, con l'istituzione di una conferenza permanente, struttura di raccordo tra Regione, Province e organismi venatori. Il testo prevede poi il rafforzamento delle riserve di caccia e dei distretti venatori. Per superare i rilievi di incostituzionalità, la proposta comporta la soppressione dell'associazione dei cacciatori e la presenza dei portatori di interesse, introducendo il controllo delle specie problematiche (volpi, cinghiali e corvidi) e istituendo infine lo strumento della commissione disciplinare. Una diversa disciplina che coinvolgerà 11 mila 200 cacciatori. Ballaman ha assicurato di voler mettere in agenda subito dopo il voto l'iter del provvedimento. (ste.pol.)

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raffica di ricorsi contro le bollette ascit (sezione: Giustizia)

( da "Tirreno, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina 9 - Lucca Raffica di ricorsi contro le bollette Ascit Conto da 40mila a un vivaista di Capannori dopo gli accertamenti dell'azienda A.&G. CAPANNORI. Una fattura da oltre 40mila euro ricevuta dalla titolare di un vivaio, una da circa 6mila recapitata a un gommista. Sono solo due esempi delle cartelle inviate negli anni scorsi da Ascit ad attività artigianali e ad aziende dopo gli accertamenti eseguiti dalla A.&G. Molte di queste fatture non sono state pagate e avvocati e commercialisti lavorano ai ricorsi, alcuni dei quali sono già arrivati alla commissione tributaria regionale. Lo studio di Enrico Perna, commercialista capannorese, gestisce oltre cento contenziosi di questo tipo. «Alcuni sono eclatanti. Una ventina sono ora al vaglio della commissione regionale che in alcuni casi ha ribaltato la sentenza di quella lucchese (aveva stabilito che gli utenti dovevano pagare, ndr) e inviato tutto alla corte costituzionale». Tra i clienti di Perna c'è il vivaio "Insieme", di Rosi Micheli, che non credeva ai propri occhi quando nel 2005 si è vista recapitare una fattura da oltre 40mila euro. Un'enormità rispetto ai circa 700 euro pagati normalmente ad Ascit. è andata meglio ad un gommista di Capannori (Gommassetto) che dopo essersi presentato agli uffici dell'azienda per la raccolta dei rifiuti per chiedere spiegazioni con una fattura da oltre 5mila euro si è visto ridurre la Tia a circa la metà della cifra iniziale. «E pensare che produco pochissima spazzatura - commenta il titolare dell'attività - perché gli pneumatici li smaltisco attraverso una ditta specializzata». «Abbiamo sempre cercato la conciliazione - conclude Perna -, ma ci sono aziende pronte ad arrivare alla Cassazione». Non una buona notizia per Ascit Spa, che conta di incassare velocemente. I soldi sono necessari per tamponare quel milione e 300mila euro che l'azienda dovrà versare ad A.&G. (la società lucchese incaricata di eseguire gli accertamenti sul territorio di Capannori per la realizzazione di un database degli utenti Tia e con la quale il rapporto si è bruscamente interrotto sotto la gestione Pierotti) così come da accordo raggiunto tra le parti, transazione che mette la parola fine ad un contenzioso che si trascinava da quasi quattro anni. «Se non avessimo raggiunto un accordo - spiega il presidente di Ascit Tiziano Bianconcini - le conseguenze sarebbero state assai peggiori e l'azienda si sarebbe trovata in condizioni insostenibili. Abbiamo disinnescato una bomba e messo i conti in sicurezza». Ma rimane pur da sborsare un milione e 300mila euro. «Pagheremo mano a mano che andremo a riscuotere - aggiunge Bianconcini -. Molti contenziosi aperti sugli accertamenti si stanno risolvendo al meglio, siamo fiduciosi. Se il secondo grado confermerà la linea della commissione tributaria lucchese, passeremo all'incasso». Arianna Bottari

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Oberti: Irpef comunale cosa che pare del tutto anticostituzionale, ma ora proprio la Corte dei Conti della Lombardia ha inviato un documento alla Corte Costituzionale dove si chiede alla medesima alta Corte di annullare la legge sul patto di stabilità poiché norma illegittima ed anticostituzionale poiché lede l'autonomia degli anti locali. Noi abbiamo spiegato i perché delle nostre decisioni: abbiamo voluto che l'economia tiranese continuasse a marciare, se avessimo sospeso i pagamenti per rispettare il patto avremmo semplicemente aperto la via ad una serie di ricorsi dal dubbio risultato». Luca Pelizzi

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Oberti: Irpef comunale cosa che pare del tutto anticostituzionale, ma ora proprio la Corte dei Conti della Lombardia ha inviato un documento alla Corte Costituzionale dove si chiede alla medesima alta Corte di annullare la legge sul patto di stabilità poiché norma illegittima ed anticostituzionale poiché lede l'autonomia degli anti locali. Noi abbiamo spiegato i perché delle nostre decisioni: abbiamo voluto che l'economia tiranese continuasse a marciare, se avessimo sospeso i pagamenti per rispettare il patto avremmo semplicemente aperto la via ad una serie di ricorsi dal dubbio risultato». Luca Pelizzi Image: 20090605/foto/6416.jpg

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ALLA fine sarà un fiume di denaro, se il conto parziale ha già superato il ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Abruzzo)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 05 Giugno 2009 Chiudi di PAOLO MASTRI ALLA fine sarà un fiume di denaro, se il conto parziale ha già superato il tetto dei 45 milioni e all'appello mancano ancora i "big donors". La fetta più delicata delle risorse per la ricostruzione dell'Aquila, perchè arriva dalle tasche private di cittadini, aziende, associazioni e sarà amministrata dalla mano pubblica. Non tradire il grande cuore della solidarietà è un imperativo morale, prima ancora che un dovere contabile al quale il governo ha risposto con l'istituzione del comitato dei garanti. Eppure, non è l'unico motivo che spingerà Cesare Mirabelli, giurista insigne, presidente emerito della Corte costituzionale, a tuffarsi con passione nella mission di grande controllore, insieme ad altre figure eminenti come il presidente emerito del Senato Franco Marini, Natalino Irti, Fernanda Contri e l'ex presidente della Regione Marche Vito D'Ambrosio. «L'Aquila - spiega il professore - occupa un posto particolare nel mio cuore, è la città di cui mi sento un padrino, avendo contribuito alla redazione dello statuto municipale. A proposito, come vanno realmente le cose?». Dalla sua casa di Roma l'ex numero uno della Consulta ascolta con attenzione il racconto di una devastazione Continua a pag. 36

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LE REGOLE SUL TRASPORTO AEREO DI STATO (sezione: Giustizia)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 05-06-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-06-05 - pag: 20 autore: LE REGOLE SUL TRASPORTO AEREO DI STATO I voli di Stato sono regolati dalla direttiva del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, emanata il 25 luglio del 2008 Riservati a pochi, ma diverse eccezioni Il trasporto aereo di Statoè riservato al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al premier, al presidente della Corte costituzionale ed agli ex presidenti della Repubblica. Possono salirci anche i ministri e le delegazioni ufficiali degli organi costituzionali se «sussistono comprovatee inderogabili esigenze di trasferimento connesse all'esercizio delle funzioni istituzionali».L'uso può essere allargato anche a viceministrie sottosegretari «solo in casi eccezionali»

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L'assegnazione dei servizi a noi tramite gara pubblica europea indetta dagli Ospedali ... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Ancona)" del 05-06-2009)

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Venerdì 05 Giugno 2009 Chiudi di MARINA VERDENELLI «L'assegnazione dei servizi a noi tramite gara pubblica europea indetta dagli Ospedali Riuniti non c'entra nulla con i regolamenti della legge regionale che l'assessore alla sanità porterà in giunta». A sostenerlo è la Croce Verde Duelle Service di Ancona che risponde così alle affermazioni di Almerino Mezzolani fatte ieri a Il Messaggero. L'assessore regionale aveva sottolineato che il bando indetto da Torrette per i servizi di trasporto di plasma, organi, equipe e materiale biologico andrà rivisto con i regolamenti della legge 13 del 2008 approvati. Tale bando aveva affidato i servizi proprio alla privata Croce Verde. «Sulla legge regionale - spiega Roberto Sordoni, responsabile operativo della Duelle Service - l'ente ha già ricevuto una segnalazione dall'Antitrust, il 18 novembre 2008, il quale chiariva che anche in presenza di organizzazioni di ispirazione solidaristica ma che svolgono comunque attività economica è preferibile scegliere il fornitore di servizi pubblici con procedure selettive, come fatto a Torrette». Segnalazione, secondo la Croce Verde, già in mano anche alla Regione. «Dobbiamo aspettarci - chiede Sordoni - una multa colossale prima che la Regione si adegui alle disposizioni europee e nazionali? La sentenza della Corte Costituzionale n. 431/07 stabilisce inoltre con assoluta certezza che il codice dei contratti pubblici prevale sulle leggi regionali. Non vediamo come la regione possa affidare in forma diretta servizi per importi che non siano marginali cioè importi complessivi superiori a 200 mila euro».

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OGGI AL SENATO Il volume di Spadaro sulla libertà di c... (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero, Il (Civitavecchia)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Venerdì 05 Giugno 2009 Chiudi OGGI AL SENATO Il volume di Spadaro sulla libertà di coscienza Sarà presentato oggi alle ore 17, presso la Sala Bologna del Senato, in via di S. Chiara 4, il nuovo libro del professor Antonino Spadaro "Libertà di coscienza e laicità nello stato costituzionale". Il volume, edito dalla Giappichelli, sarà presentato dai professori Gaetano Silvestri, costituzionalista e giudice della Corte Costituzionale, Lucio Villari, ordinario di Storia contemporanea a Roma Tre, e Francesco Viola, ordinario di Filosofia del diritto all'Università di Palermo. ALLA LUISS Giornate universitarie liceali a lezione dai big Incontri, lezioni con i big dell'economia, della giurisprudenza e delle scienze sociali e, per la prima volta, incontri ad hoc solo per gli studenti del penultimo anno delle scuole superiori. Questa mattina alle 9 all'università Luiss (Aula Toti, viale Romania 32) si svolgerà il primo di questo nuovo ciclo di incontri di orientamento dal titolo "Giornate di Vita universitaria". Gli alunni delle quarte classi del liceo Azzarita e dell'istituto Villa Flaminia, dopo il saluto dell'amministratore delegato Pierluigi Celli, potranno seguire le lezioni di tre docenti della Luiss. OSPEDALI Regina Elena-S. Gallicano: menu a scelta e cinema Pranzare e cenare, consumando un menu a scelta, in orari simili a quelli domestici ed assistere alla proiezione di un film al cinema. Ora sarà possibile farlo anche in alcuni ospedali della Capitale. Nelle prossime settimane infatti all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena ed all'Istituto Dermatologico San Gallicano sarà attivata una serie di servizi finalizzati al miglioramento dell'accoglienza e della permanenza dei pazienti durante la loro degenza all'interno dei due ospedali.

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(sezione: Giustizia)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

PRIMO PIANO pag. 12 «L'Emilia by-passa il governo per aiutare solo gli immigrati» Il Pdl accusa: «Fondi per le case anche a chi è appena arrivato» di ALESSANDRO GOLDONI BOLOGNA GLI extracomunitari da poco arrivati in Emilia-Romagna riceveranno un dono inatteso dalla Regione. Si tratta di una fetta importante del Fondo nazionale per il sostegno all'affitto, 20 milioni di euro (17 statali e tre investiti da viale Aldo Moro) che la Giunta regionale ha deliberato, a fine aprile, di destinare alle famiglie bisognose,italiane e straniere con basso reddito e con figli numerosi. Fin qui nulla di strano se non fosse per un piccolo particolare: il decreto legge governativo del giugno 2008 poi convertito in legge, per quanto riguarda gli immigrati indica (comma 13, art 11) determinati requisiti per poter accedere al sostegno: il possesso del certificato storico di residenza da «almeno dieci anni nel territorio nazionale ovvero da almeno cinque anni nella medesima regione». La Giunta dell'Emilia-Romagna, sentite le organizzazioni sindacali e l'Anci (l'associazione dei Comuni) regionale, prevede invece che ne possano beneficiare tutti gli stranieri muniti di permesso di soggiorno di almeno un anno. ED È proprio questa deroga alla legge che sta innescando accese reazioni. I consiglieri regionali del Pdl Luca Bartolini e Alberto Vecchi, preannunciando battaglia in consiglio attaccano senza mezzi termini: «è inaccettabile in un momento di grave crisi economica che colpisce tutto il mondo, quindi anche l'Italia, che la nostra regione decida di opporsi a delle precise norme del governo e penalizzi, così facendo, i cittadini italiani e gli stranieri regolari da anni residenti sul territorio, quindi già integrati». Al centro delle critiche, la scelta della Giunta di aggirare il fatidico comma dei requisiti minimi di accesso, sulla base di valutazioni tecnico-giuridiche espresse dal direttore generale affari istituzionali e legislativi della Regione. In sostanza, la responsabile dell'ufficio afferma che i criteri di riparto dei fondi di sostegno prevedono l'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni come stabilito da una precedente legge nazionale del 1998. Un punto, questo, mai affrontato dopo le successive norme del 2008. «Un'aberrazione sostengono Luca Bartolini e Alberto Vecchi . Se la Regione voleva opporsi al comma 13 poteva farlo davanti alla corte Costituzionale non con un parere giuridico che ha tutto il sapore di una scorciatoia per non dover affrontare un'imbarazzante scelta politica». Una scelta sostengono i due consiglieri,ancora più impopolare oggi, che il tema immigrazione unito alla crisi economica (in Emilia Romagna gli stranieri sono l'8,5% della popolazione) è particolarmente sentito'. A tutto ciò si aggiunge un piccolo giallo: la delibera di Giunta che tiene conto dei pareri della direzione affari istituzionali è datata 27 aprile 2009, il documento con le valutazioni ha data 30 aprile, tre giorni più tardi. PRONTA la replica dell'assessore alla programmazione territoriale, Giancarlo Muzzarelli: «Nessun'aberrazione. Nessun imbarazzo. È tutto trasparente: le valutazioni sono state da me chieste formalmente per iscritto dopo la Giunta, per essere messe agli atti. Quanto al fondo di sostegno agli alloggi, esso adopera le risorse 2008, precedenti al decreto legge di giugno, e dunque è soggetto alle vecchie norme. Per il fondo 2009, ovviamente ci adegueremo alle nuove disposizioni governative». Muzzarelli polemizza poi con i due consiglieri Pdl accusandoli di far demagogia politica, a fini elettorali, sulla pelle dei più deboli: «Riflettano piuttosto sul progressivo calo dei fondi di sostegno alla casa dice Muzzarelli nel 2007 erano oltre 19 milioni, nel 2008 sono scesi a 17 e per il 2009, in piena crisi, si parla di 16 milioni. È al governo Berlusconi che dovrebbero chieder conto».

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PIù PRUDENZA SUL CASO MILLS La sentenza non è definitiva (sezione: Giustizia)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Lettere & Opinioni Pagina 341 PIù PRUDENZA SUL CASO MILLS La sentenza non è definitiva --> Da vecchio socialista riformista, dando per scontato che un capo di Governo dovrebbe dare esempio di sobrietà e riservatezza sia nella vita pubblica che in quella privata, osservo: nel processo Mills: siamo in presenza di una sentenza non definitiva che indirettamente riguarda, come presunto corruttore, il cittadino Berlusconi. Da garantista a 360 gradi, prima di trarre qualsiasi conclusione, attenderei che la decisione diventasse irrevocabile e che si celebrasse il processo a carico del signor Berlusconi, sospeso in forza del cosiddetto lodo Alfano, attualmente alla Corte Costituzionale. Inoltre, sospettare senza indizi di prova certi che un uomo pubblico possa avere avuto e/o continui ad avere rapporti intimi con veline, vallette, minorenni o quasi maggiorenni ed impostare su tali sospetti campagne scandalistiche in prossimità di elezioni politiche può essere estremamente pericoloso. Sarebbe doverosa maggior cautela. La campagna elettorale dovrebbe basarsi esclusivamente sui fatti, politici sociali ed economici. Giovanni Calderaro - Muravera

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Il Tribunale: mai più la discarica a Valle della Masseria (sezione: Giustizia)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corriere del Mezzogiorno sezione: SALERNO data: 05/06/2009 - pag: 6 Serre Il Tribunale: mai più la discarica a Valle della Masseria SALERNO A Serre, che ha già ospitato per diversi mesi e in periodo di piena emergenza i rifiuti di tutta la Campania, non potrà essere realizzata un'altra discarica di rifiuti. Che era stata peraltro già individuata in località Valle della Masseria. Lo ha stabilito il giudice monocratico della sezione civile del tribunale di Salerno, Antonio Valitutti, con un'ordinanza depositata lo scorso 18 maggio e resa nota solo oggi, che ha rimandato alla Corte Costituzionale la valutazione di illegittimità costituzionale della legge 123 sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania e, nello specifico, la parte che individua la zona di Valle della Masseria come nuova discarica aggiunta al sito di Macchia Soprana, sempre nel territorio del comune di Serre. Per il sindaco del comune salernitano, Palmiro Cornetta, «è il trionfo della giustizia, dopo una serie di controversie giudiziarie con il commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania». Per il primo cittadino, la sentenza è il giusto riconoscimento ai tanti ricorsi che il Comune aveva fatto per scongiurare che un'altra parte del territorio fosse compromessa. «È' una vittoria per il nostro comune ha concluso il sindaco Palmiro Cornetta - che finalmente ci ripaga e ci rende giustizia».

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Sì alla pensione di reversibilità per il coniuge ''superstite'' separato con colpa (sezione: Giustizia)

( da "AltaLex" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Sì alla pensione di reversibilità per il coniuge ''superstite'' separato con colpa Cassazione civile , sez. lavoro, sentenza 25.02.2009 n° 4555 (Roberto Francesco Iannone) Commenta | Stampa | Segnala | Condividi L'addebito della separazione non è un elemento discriminante ai fini dell'erogazione della pensione di reversibilità in favore del coniuge “superstite” nei cui confronti è stata dichiarata la separazione per colpa o con addebito. A tal fine non rileva la circostanza che il coniuge defunto non era tenuto in concreto a versare l’assegno di mantenimento o alimentare. Il caso di specie vede protagonista una donna separata, senza diritto all’assegno di mantenimento (il Tribunale di Terni aveva dichiarato la separazione personale con addebito per entrambi i coniugi), che a seguito della morte del marito, invano si rivolge all’INPS chiedendo l’erogazione della pensione di reversibilità. Di qui la decisione della donna di ricorrere nei confronti dell’Ente previdenziale ottenendo dai giudici di primo grado il riconoscimento del trattamento previdenziale. Tale decisione viene confermata in appello. Pertanto l’INPS decide di ricorrere alla Suprema Corte di Cassazione che, tornando nuovamente sull’argomento, precisa il suo recente indirizzo già favorevole al riconoscimento della pensione di reversibilità nei confronti coniuge “superstite” separato con addebito o colpa. E’ opportuno premettere che la tutela previdenziale, in caso di divorzio, trova la sua disciplina nell’art. 9 della legge n. 898/1970 del testo novellato dall'art. 13 della legge n. 74/1984. Specifico oggetto di dibattito sono i commi 2 e 3 di tale articolo, che subordinano il diritto del divorziato alla corresponsione della pensione di reversibilità in presenza di alcuni presupposti specifici: a) il rapporto di lavoro, da cui trae origine il trattamento pensionistico, deve essere sorto anteriormente alla sentenza di scioglimento del matrimonio; b) il coniuge divorziato non deve essere passato a nuove nozze; c) il coniuge divorziato deve essere titolare dell'assegno ex art. 5 della legge n. 898/1970. In particolare la legge richiede dunque, che il coniuge superstite, per godere di tale beneficio economico sia titolare di un assegno divorzile. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 286/1987, ritenendo sussistente un discrimine tra il coniuge separato rispetto al coniuge divorziato ha ampliato la portata della norma estendendo il trattamento previdenziale de quo anche al coniuge superstite separato con colpa o addebito.1 Il riferimento alla separazione con colpa ovvero addebito non è casuale. Dopo la riforma del diritto di famiglia (legge n. 151/1975) è stato soppresso l'istituto della separazione per colpa e, sebbene quello dell'addebito sia, a certi effetti, equiparato all'altro dall'art. 151, secondo comma, del codice civile (nuovo testo) è dubbio, come affermano i giudici della Corte Costituzionale nella sentenza citata « che, dopo detta soppressione, al coniuge separato con addebito possa disconoscersi il diritto alla pensione di riversibilità in base alla norma dettata con espresso riferimento al caso di separazione per colpa». La pronuncia in commento suscita interesse in quanto supera una querelle che si protrae da tempo in dottrina e giurisprudenza ove si discute se « il titolare di assegno ai sensi dell'art. 5 della legge n. 898/1970 in materia di divorzio» faccia o meno riferimento alla titolarità in astratto (quale mero potenziale destinatario dell’assegno), oppure alla titolarità in concreto dell’assegno medesimo. Parte della dottrina e della giurisprudenza ritiene infatti ai fini del riconoscimento del diritto all’erogazione della pensione di reversibilità, che non sia sufficiente per il coniuge “supersiste” dimostrare una titolarità astratta dell'assegno di divorzio, atteso che, nel linguaggio corrente, come anche in quello giuridico, la titolarità di un diritto presuppone la sua esistenza in concreto.2 Pertanto secondo tale orientamento, se il coniuge superstite fino a quel momento non era titolare in concreto di un assegno di divorzio, non può avanzare alcuna pretesa. Dunque, la liquidazione dell'assegno di divorzio costituirebbe una condicio sine qua non per la nascita del diritto alla pensione di reversibilità. Favorevole nel ritenere sufficiente al fine di ottenere la pensione di reversibilità è altra parte della dottrina e giurisprudenza.3 Tornando alla pronuncia della Suprema Corte di Cassazione n. 4555/2009 di cui ci stiamo occupando, i giudici di legittimità sanciscono il diritto alla pensione di reversibilità nei confronti del coniuge “superstite” separato con colpa o addebito riconoscendo, pertanto, la legittimazione di un soggetto che in realtà non avrebbe la titolarità astratta e concreta dell’assegno di mantenimento per gli effetti negativi di cui all’art. 156 cod. civ., come non sarebbe titolare dell’assegno alimentare laddove non vi fosse la sussistenza del presupposto del bisogno economico. Orbene, la pronuncia riprende un indirizzo già espresso in due precedenti pronunce per cui « il coniuge separato per colpa, o al quale la separazione sia stata addebitata, è equiparato, in tutto e per tutto, al coniuge superstite, separato e non, ai fini della pensione di reversibilità, atteso che opera in suo favore la presunzione legale di vivenza a carico del lavoratore al momento della morte, ed indipendentemente dalla circostanza che versi o meno in stato di bisogno o sia beneficiario di un assegno di mantenimento o altra provvidenza di tipo alimentare».4 Questo originario orientamento espresso dalla Cassazione ha posto non pochi dubbi e perplessità che hanno indotto nel 2004 la Suprema Corte a compiere un passo indietro precisando che « la pensione di reversibilità va riconosciuta al coniuge separato per colpa o con addebiti, quando a carico del coniuge poi defunto era stato posto un assegno alimentare in considerazione dello stato di bisogno dell'altro coniuge».5 Secondo questa pronuncia il coniuge supersite separato con colpa o con addebito che non può ritenersi titolare in astratto né in concreto di un assegno di mantenimento per gli effetti previsti dal codice civile, per ambire alla pensione di reversibilità dovrebbe comunque dimostrare la titolarità dell’assegno alimentare. Nella pronuncia in commento, invece, i giudici della sezione lavoro smentiscono questo orientamento precedente affermando che « Nè questo Collegio ritiene convincente l'orientamento (cfr. Cass. n. 11428 del 2004), fatto proprio dall'INPS, pur esso intervenuto dopo l'intervento del giudice delle leggi, secondo cui nell'ipotesi in cui il coniuge defunto non era tenuto al mantenimento o all'assegno alimentare in considerazione dello stato di bisogno dell'altro coniuge, in mancanza del presupposto della "vivenza a carico" e della funzione di sostentamento da proseguire, dovrebbe escludersi il diritto alla pensione di reversibilità, in quanto a seguito della sentenza costituzionale n. 286/1987, anche per il coniuge separato per colpa o con addebito della separazione, ai fini del diritto alla pensione di reversibilità, opera la presunzione legale di "vivenza a carico" del lavoratore assicurato al momento della morte». Se anche il coniuge defunto non era tenuto a versare l’assegno di mantenimento o alimentare al coniuge superstite (perché era stata dichiarata sentenza con addebito ovvero non vi era in quel frangente lo stato di bisogno), sussiste ugualmente il diritto alla pensione di reversibilità per il coniuge “superstite”. Dunque per i giudici di legittimità non vi sono dubbi: non solo non rileva il titolo della separazione ma non rileva, nemmeno la circostanza se l’assegno era di fatto versato o meno. In conclusione la pronuncia in commento oltre ridefinire in melius il proprio orientamento induce a riflettere, alla luce di questo indirizzo manifestato dalla Suprema Corte di Cassazione in tema di separazione, se la diatriba in ordine alla titolarità in astratto o in concreto dell’assegno di divorzio possa considerarsi oramai superata. (Altalex, 5 giugno 2009. Nota di Roberto Francesco Iannone) ______________ 1 Corte cost. 28 luglio 1987 n. 286 in Giust. civ., 1988, I, 345; in Giur. it., 1988, I, 1, 501; in Riv. giur. lav., 1987, III, 457; in Dir. fam., 1988, 26; in Foro it., 1988, I, 3516. 2 MARTI, Commento all'art. 13 legge 6 marzo 1987 n. 74, in Nuove leggi civili commentate, Padova, 1987, 1005; PERLINGIERI, Manuale di diritto civile, Napoli, 1997, 820; BARBIERA, Il divorzio dopo la seconda riforma, Bologna, 1993, 112; BESSONE, ALPA, D'ANGELO, FERRANDO, SPALLAROSSA, La famiglia nel nuovo diritto, Bologna, 1995, 149; Cass. 12 marzo 1990 n. 2003, in Giust. civ., 1990, 1771; Cass. 27 gennaio 1992 n. 865, in Foro it., 1992, I, 1389; Cass. 23 aprile 1992 n. 4897, in Giust. civ., 1992, 1712; Cass. 8 gennaio 1997 n. 75, in Fam. e dir., 1997, 283; Cass. 5 febbraio 1997 n. 1086, in Fam. e dir., 1997, 282. 3 AULETTA, Il diritto di famiglia, Torino, 1995, 265; BONILINI, Manuale di diritto di famiglia, Torino, 1997 , 241; Cass. 10 settembre 1990 n. 9309, in Corr. giur., 1991, 1100; Cass. 20 novembre 1996 n. 10178, in Fam. e dir., 1997, 166. 4 Cass. 16 ottobre 2003 n. 15516, in Dir. e giust., 2003, 40 18 con nota di DOSI; in Foro it., 2003, I,3277; in Dir. lav., 2004, II, 113 con nota di GATTA; in Fam. e dir, 2004, 288; Cass. 19 luglio 2005 n. 15174 in Giur. it., 2006, 7 1369 con nota di SGROI. 5 Cass. 18 giugno 2004 n. 11428, in Giust. civ. Mass., 2004, 6. SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Sentenza 25 febbraio 2009, n. 4555 LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE SEZIONE LAVORO Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati: Dott. ROSELLI Federico - Presidente - Dott. DE RENZIS Alessandro - rel. Consigliere - Dott. LA TERZA Maura - Consigliere - Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere - Dott. DI CERBO Vincenzo - Consigliere - ha pronunciato la seguente: sentenza sul ricorso proposto da: ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore Avv. S.G.P., elettivamente domiciliato in Roma, Via della Frezza 17 presso l'Avvocatura Centrale dello stesso Istituto, rappresentato e difeso, anche disgiuntamente, dagli Avv.ti RICCIO ALESSANDRO, Nicola Valente e Giovanna Biondi per procura in calce al ricorso; - ricorrente - contro T.L., rappresentata e difesa dall'Avv. SPOLDI ROBERTO ed elettivamente domiciliata in Roma, Via Ugo De Carolis 31, presso lo studio dell'Avv. Maurizio Fausti come da procura in atti rep. 8011 del 26/10/2006 notaio Stefano Andreani; - costituita con procura - per la cassazione della sentenza n. 68/05 della Corte di Appello di Perugia del 17.02.2 005/25.05.2 005 nella causa iscritta al n. 103 del R.G. anno 2004; Udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 22.01.2009 dal Cons. Dott. Alessandro De Renzis; udito l'Avv. Roberto Spoldi per T.L.; sentito il P.M., in persona del Sost. Proc. Gen. Dott. RIELLO Luigi, che ha concluso per l'accoglimento del ricorso. Fatto Con ricorso, depositato il 10.06.2002, T.L. esponeva: - di avere contratto matrimonio in data **** con Sc.Ma.; - che dal matrimonio erano nati i figli D. e V. attualmente maggiorenni; - che con sentenza n. 145 del 1989 il Tribunale di Terni aveva dichiarato la separazione personale con addebito ad entrambi i coniugi senza diritto ad assegno di mantenimento; - che lo Sc. aveva versato ad essa ricorrente, stante il suo stato di necessità, una somma mensile di L. 300.000 e poi di L. 500.000; - che lo Sc. era deceduto nel ****; - che invano essa ricorrente aveva chiesto all'INPS l'erogazione della pensione di reversibilità. Nel costituirsi l'INPS contestava le avverse deduzioni e chiedeva il rigetto del ricorso. All'esito, espletata prova per testi, il Tribunale di Terni con sentenza n. 764 del 2003 accoglieva il ricorso e per l'effetto riconosceva a favore della ricorrente il diritto alla pensione di reversibilità. Tale decisione, impugnata dall'INPS, è stata confermata dalla Corte di Appello di Perugia con sentenza n. 68 del 2005. La Corte ha osservato che la Corte Costituzionale con sentenza n. 286 del 1987 ha dichiarato l'illegittimità della L. n. 153 del 1969, art. 24, nella parte in cui esclude dall'erogazione della pensione di reversibilità il coniuge separato per colpa con sentenza passata in giudicato. Ciò posto, il giudice di appello ha ritenuto che la sentenza del giudice delle leggi, nel dichiarare l'illegittimità dell'anzidetta norma, non abbia previsto alcuna condizione limitativa, sicchè nel caso di specie la pensione di reversibilità spettava alla ricorrente indipendentemente dall'addebito di colpa in sede di separazione. L'INPS ricorre con un solo motivo. La T. si è costituita e on procura partecipando con il suo difensore alla udienza di discussione. Diritto 1. Con l'unico motivo del ricorso l'INPS denuncia: - violazione e falsa applicazione del R.D.L. n. 636 del 1939, art. 13, convertito nella L. n. 1272 del 1939, come sostituito dalla L. n. 218 del 1952, art. 2, e dalla L. n. 903 del 1965, art. 22; - violazione della L. n. 153 del 1969, art. 24, come vagliato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 286 del 1987; - vizio di motivazione. Il tutto in relazione all'art. 360 c.p.c., nn. 3 e 5. In particolare il ricorrente si richiama a un precedente di questa Corte (sentenza n. 11428 del 2004), sostenendo che nell'ipotesi in cui il coniuge defunto non sia tenuto al pagamento dell'assegno di mantenimento ne di assegno alimentare in considerazione dello stato di bisogno dell'altro coniuge, in mancanza del presupposto della "vivenza a carico", non sussistendo una precedente funzione di sostentamento da proseguire, deve escludersi il diritto del superstite alla pensione di reversibilità. 2. Il motivo è infondato. La Corte Costituzionale, come ricordato dalla sentenza impugnata, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della L. n. 153 del 1969, art. 24, nella parte in cui tale disposizione esclude "dalla erogazione della pensione di reversibilità il coniuge separato per colpa con sentenza passata in giudicato". Il nucleo essenziale della motivazione della decisione del giudice delle leggi è che non è più giustificabile, dopo la riforma dell'istituto della separazione personale, introdotto dal novellato art. 151 c.c., il diniego al coniuge, cui sia stata addebitata la separazione, di una tutela che assicuri la continuità dei mezzi di sostentamento che il defunto coniuge sarebbe tenuto a fornirgli ed inoltre che sussiste disparità di trattamento rispetto al coniuge divorziato al quale la pensione di reversibilità è corrisposta quando sia titolare dell'assegno di divorzio, oltre che rispetto al regime della reversibilità operante per il coniuge del dipendente statale separato per colpa. La motivazione del giudice delle leggi, se conduce ad equiparare con sicurezza la separazione per colpa a quella con addebito, non autorizza l'interprete a ritenere che sia residuata una differenza di trattamento per il coniuge superstite separato in ragione del titolo della separazione. Se è possibile individuare contenuti precettivi ulteriori, essi riguardano esclusivamente il legislatore, autorizzato senza dubbio a disporre che il coniuge separato per colpa o con addebito abbia diritto alla reversibilità ovvero ad una quota, solo nella sussistenza di specifiche condizioni. D'altro canto l'attuale assetto normativo, come determinato dall'intervento della Corte Costituzionale, non può essere sospettato di contrasto con l'art. 3 Cost., in quanto la posizione del coniuge separato non è comparabile con quella del divorziato, mentre il diverso trattamento riservato ai dipendenti statali potrebbe indurre e a dubitare della legittimità di questo e non certo del trattamento più favorevole del settore privato (in questo senso Cass. n. 15516 del 2003). Su tali presupposti questo Collegio ritiene corretta la decisione di appello impugnata, atteso che, venuta meno l'esclusione disposta dalle norme dichiarate incostituzionali, il coniuge separato per colpa o per addebito è equiparato in tutto o per tutto al coniuge superstite (separato o non) ai fini della pensione di reversibilità, a lui spettante a norma del R.D.L. n. 636 del 1939, art. 13, nel testo sostituito dalla L. n. 903 del 1965, art. 22. Nè questo Collegio ritiene convincente l'orientamento (cfr. Cass. n. 11428 del 2004), fatto proprio dall'INPS, pur esso intervenuto dopo l'intervento del giudice delle leggi, secondo cui nell'ipotesi in cui il coniuge defunto non era tenuto al mantenimento o all'assegno alimentare in considerazione dello stato di bisogno dell'altro coniuge, in mancanza del presupposto della "vivenza a carico" e della funzione di sostentamento da proseguire, dovrebbe escludersi il diritto alla pensione di reversibilità, in quanto a seguito della sentenza costituzionale n. 286/1987, anche per il coniuge separato per colpa o con addebito della se-parazione, ai fini del diritto alla pensione di reversibilità, opera la presunzione legale di "vivenza a carico" del lavoratore assicurato al momento della morte (in questo senso Cass. n. 15516 del 2003 citata). A conferma della impugnata decisione può da ultimo osservarsi che l'INPS non ha espressamente contestato la sentenza impugnata laddove, nella narrativa dello svolgimento del processo, espone che lo Sc. aveva comunque versato alla moglie T., stante il suo stato di necessità, una somma mensile di L. 300.000 e poi di L. 500.000. 3. In conclusione il ricorso dell'INPS è destituito di fondamento e va rigettato. Ricorrono giusti motivi, tenuto conto del riferito contrasto giurisprudenziale sulla questione, per compensare tra le parti le spese del giudizio di cassazione. P.Q.M. La Corte rigetta il ricorso. Nulla per le spese. Così deciso in Roma, il 22 gennaio 2009. Depositato in Cancelleria il 25 febbraio 2009. Commenta | Stampa | Segnala | Condividi |

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No alla nuova discarica di Serre (sezione: Giustizia)

( da "Denaro, Il" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Salerno rifiuti No alla nuova discarica di Serre Dal Tribunale parere contrario all'apertura di Valle della Masseria A Serre non potrà essere realizzata un'altra discarica di rifiuti, individuata in località Valle della Masseria. Lo ha stabilito il giudice monocratico della prima sezione civile del tribunale di Salerno, Antonio Valitutti, con un'ordinanza e resa nota oggi. Gabriella Pederbelli L'ordinanza, depositata lo scorso 18 maggio e resa nota solo oggi, ha rimandato alla Corte Costituzionale la valutazione di illegittimità costituzionale della legge sulla gestione dell'emergenza rifiuti in Campania e, nello specifico, la parte che individua la zona di Valle della Masseria come nuova discarica aggiunta al sito di Macchia Soprana, sempre nel territorio del comune di Serre. Per il sindaco del centro silentino, Palmiro Cornetta, "è il trionfo della giustizia, dopo una serie di controversie giudiziarie con il commissariato per l'emergenza rifiuti in Campania. E' una vittoria per il nostro comune", dice Cornetta, "che ci ripaga e ci rende giustizia.Nelle scorse settimane, intanto, dopo un lungo iter amministrativo, è stato assegnato al Consorzio Salerno 2 il compito di realizzare nell'area di Macchia Soprana l'impianto per l'estrazione di Biogas. "Nei vari incontri avuti dopo la chiusura del sito di Serre, avvenuta nell'agosto del 2008, abbiamo sempre sottolineato la necessità della costruzione dell'impianto", spiega Dario Barbirotti, Presidente del Consorzio Sa2. "E' stata una precisa volontà del nostro ente, che abbiamo ribadito anche con varie note ufficiali, in cui emergeva precisa la nostra disponibilità ad elaborare tale progettazione esecutiva, originariamente affidata alla Provincia". La captazione del biogas è un'attività di notevole rilievo per la tutela dell'ambiente, del territorio e della salute pubblica. Infatti, la composizione chimica del bio-gas prodotto dai rifiuti solidi urbani è costituita per il 50 per cento da metano, per un 35 per cento circa da anidride carbonica, per il 15 per cento circa da elementi mercaptani solfurei. "Il Consorzio Sa2", aggiunge Barbirotti, "già da anni ha realizzato due impianti di sfruttamento del biogas, per produrre energia elettrica nei siti di Parapoti e di Sardone, con eccellenti risultati. Le centrali energetiche del Consorzio", aggiunge Barbirotti, "sono state visitate da delegazioni di esperti stranieri ed i risultati dell'attività sono stati oggetto di autorevoli studi universitari e relazioni scientifiche in qualificati convegni nazionali". del 05-06-2009 num.

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Un roman a murit pe un santier spaniol (sezione: Giustizia)

( da "Romania Libera" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Un roman a murit pe un santier spaniol Rl online Vineri, 05 Iunie 2009 Un muncitor roman a murit joi dupa amiaza pe un santier de constructii din Spania dupa ce si-a pierdut echilibrul si a cazut in gol. Barbatul, de 43 de ani, lucra pe un santier al firmei Freixeiro, in orasul Naron, informeaza El Correo Gallego, citat de ziare.com. Romanul lucra la putul unui lift cand a cazut in gol. Din pacate el nu a mai putut fi salvat. P.C., de 43 de ani, locuia in Getafe, Madrid, si la lucra la o firma de constructii. Autoritatile au deschis o ancheta in acest caz, pentru a vedea daca firma a respectat masurile de siguranta necesare. Din aceeasi categorie: Theodor Paleologu: Un coleg din PSD mi-a spus ca, daca nu-mi bag mintile-n cap, o sa fiu primul remaniatProcurorii, obligati sa anunte CSM daca incep urmarirea penala impotriva magistratilorREACH, regulament UE privind regimul substantelor chimice Voteaza

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REFERENDUM: VIGILANZA SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO SU RICORSO COMITATO. (sezione: Giustizia)

( da "Asca" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

REFERENDUM: VIGILANZA SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO SU RICORSO COMITATO (ASCA) - Roma, 5 giu - La Commisisone di Vigilanza Rai si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale, nel ricorso promosso dal Comitato promotore dei referendum indetti per il 21 e 22 giugno. Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza della Commissione, nella seduta odierna presieduta da Sergio Zavoli. Il ricorso riguarda il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Per il Comitato - spiega un comunicato - il regolamento per i Referendum adottato dalla Commissione il 14 maggio scorso non garantirebbe la propria presenza nella comunicazione della Rai. La Commissione, costituendosi in giudizio, ha osservato che i calendari delle Tribune e dei messaggi autogestiti prevedono, sempre, la partecipazione di un rappresentante del Comitato. La Commissione ha per giunta ribadito che il Comitato per i Referendum e' comunque compreso tra i soggetti politici cui e' riservata parita' di trattamento nei notiziari e nei programmi a contenuto informativo e di approfondimento. red-lsa/cam/bra

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Referendum/ Vigilanza si costituisce in giudizio davanti (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

La commissione di Vigilanza Rai si costituisce in giudizio davanti alla Corte Costituzionale nel conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato promosso dal Comitato promotore dei Referendum elettorali indetti per il 21 e 22 giugno prossimi. Un ricorso che i giudici della Consulta esamineranno nel merito martedì prossimo, 9 giugno. Lo ha deciso l'Ufficio di Presidenza dell'organismo di San Macuto, nella seduta presieduta dal senatore Sergio Zavoli. Nel ricorso, il Comitato contesta il fatto che il regolamento per i referendum adottato dalla commissione di Vigilanza il 14 maggio scorso non garantirebbe la propria presenza nella comunicazione della Rai. La Commissione, costituendosi in giudizio, ha osservato che i calendari delle Tribune e dei messaggi autogestiti prevedono, sempre, la partecipazione di un rappresentante del Comitato. Inoltre, ha ribadito che il Comitato per i referendum è comunque compreso tra i soggetti politici cui è riservata parità di trattamento nei notiziari e nei programmi a contenuto informativo e di approfondimento.

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Milano africana/ De Corato: Colpa del governo Prodi (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il vice sindaco di Milano e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato, punta il dito contro l'ultimo governo guidato da Romano Prodi per l'afflusso in città di sempre più persone extra-comunitarie tanto da far parlare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di una città che "sembra africana". A Milano come a Roma, ha detto l'esponente del Pdl, la responsabilità non è certo delle amministrazioni locali, ma del governo Prodi: "Subiamo un'ondata immigratoria voluta dal centrosinistra che solo il povero Giuliano Amato, allora ministro dell'Interno, ha cercato di contrastare per poi riconoscere alla fine il fallimento di due anni di continue aperture". Il vice sindaco difende anche l'efficacia della legge Bossi-Fini e ritiene che il problema sia rappresentato soprattutto dai magistrati che "invece di applicarla l'hanno impugnata di fronte alla Corte costituzionale" anche se le istituzioni europee si sono pronunciate a favore della sua correttezza. "Bastava applicarla, costruire i Cie, ma Prodi ha chiesto di smantellarli". Secondo De Corato a Milano i cittadini extra-comunitari sono 220mila di cui 185mila regolari. "I regolari sono il 13,5 % della popolazione milanese. Vi pare questa una città chiusa come si dice nelle alte sfere del mondo cattolico e della sinistra?" si è chiesto infine il vice sindaco.

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REFERENDUM: COMMISSIONE VIGILANZA RAI SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO (sezione: Giustizia)

( da "Prima Comunicazione" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

- Prima Comunicazione - http://www.primaonline.it - REFERENDUM: COMMISSIONE VIGILANZA RAI SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO Prima Comunicazione, 05/06/2009 REFERENDUM: COMMISSIONE VIGILANZA RAI SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO ROMA (ITALPRESS) - L'ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza Rai, nella seduta odierna presieduta da Sergio Zavoli, ha deciso che la commissione si costituisca in giudizio davanti alla Corte Costituzionale nel conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato promosso dal Comitato promotore dei Referendum elettorali indetti per il 21 e 22 giugno prossimi. Per il Comitato il regolamento per i Referendum adottato dalla commissione il 14 maggio scorso non garantirebbe la propria presenza nella comunicazione della Rai. La commissione, costituendosi in giudizio, ha osservato che i calendari delle tribune e dei messaggi autogestiti prevedono, sempre, la partecipazione di un rappresentante del Comitato. La commissione ha per giunta ribadito che il Comitato per i Referendum e' comunque compreso tra i soggetti politici cui e' riservata parita' di trattamento nei notiziari e nei programmi a contenuto informativo e di approfondimento.

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Passe d'armes entre Rachida Dati et le conseiller de l'Elysée (sezione: Giustizia)

( da "Monde, Le" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Compte rendu Passe d'armes entre Rachida Dati et le conseiller de l'Elysée LE MONDE | 05.06.09 | 14h47 * Mis à jour le 05.06.09 | 14h47 Réagissez Classez Imprimez Envoyez Partagez Partagez : La réunion habituelle du Conseil supérieur de la magistrature (CSM) a tourné à l'affrontement, jeudi 4 juin, entre la garde des sceaux, Rachida Dati, et Patrick Ouart, le conseiller de Nicolas Sarkozy, considéré comme le vrai ministre de la justice. Mme Dati, qui préside la séance, commence en indiquant qu'elle retire de l'ordre du jour la mutation d'office du procureur général de Riom, Marc Robert, à la Cour de cassation, décision qui suscite une vive polémique dans la magistrature. Les membres du CSM sont surpris, d'autant que, le matin, ils ont émis à bulletins secrets un avis favorable à cette mutation, un mois après avoir donné un avis négatif sur le même sujet. Sur le même sujet Les faits Des magistrats veulent porter plainte contre Rachida Dati Compte rendu Transparency International critique la suppression du juge d'instruction Edition abonnés Archive : Les procureurs français sont-ils vraiment des magistrats ? M. Ouart intervient pour préciser que l'ordre du jour est fixé par le président de la République et que rien n'est changé. La ministre réplique que c'est elle qui préside et procède à l'examen des autres nominations. Un tel incident entre la ministre de la justice et le conseiller de l'Elysée n'a jamais eu lieu, même en période de cohabitation. Les relations entre MmeDati et M. Ouart sont notoirement exécrables, mais leurs passes d'armes ne se déroulent généralement pas en public. L'attitude de Mme Dati - qui est à l'initiative de la mutation forcée de Marc Robert - est lue comme un signe d'affranchissement à l'égard du président de la République. L'Elysée a plusieurs fois reproché à la garde des sceaux de ne pas se conformer assez aux consignes de son conseiller. Dans l'attente de l'application de la révision constitutionnelle, le CSM est présidé par le chef de l'Etat, mais le garde des sceaux, vice-président du CSM, peut le suppléer. "Cet incident est l'illustration de l'immixtion du pouvoir exécutif dans le CSM. Le changement de position du CSM sur Marc Robert est étrange. Il n'y a pas eu d'éléments nouveaux, sauf peut-être des pressions sur certains membres", dénonce l'Union syndicale des magistrats. Alain Salles Article paru dans l'édition du 06.06.09. Abonnez-vous au Monde à 16€/mois

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Edilizia, norme a rischio di costituzionalità la Regione rivede in corsa la bozza di legge (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)
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(Gazzettino, Il (Udine))

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Edilizia, norme a rischio di costituzionalità la Regione rivede in corsa la bozza di legge Impossibili liberalizzazioni in materia penale. Salva la sburocratizzazione. E si va subito in Giunta Venerdì 5 Giugno 2009, Udine NOSTRO INVIATO Il rischio era severo. Varare un Codice dell'edilizia in Friuli Venezia Giulia che poteva facilmente finire sotto i colpi di mannaia della Corte costituzionale per invasione di campo. Ma non si tratta del campo dell'edilizia, bensì nientemeno che del diritto penale. Chirurgia normativa. Così l'Ufficio legale della Regione sta mettendo mano in questi giorni al testo normativo, aggiustando le cose che non vanno, prima di tutto, ma definendo anche le norme finali, transitorie e abrogative di norme precedentemente incluse nell'ordinamento regionale. L'obiettivo è di perfezionare un disegno di legge da consegnare all'assessore Federica Seganti (nella foto) e subito dopo, giovedì prossimo o forse già lunedì (con la seduta straordinaria per la manovra estiva), alla Giunta Tondo per l'approvazione preliminare. Saranno queste le norme di sburocratizzazione edilizia a valere sul territorio del Friuli Venezia Giulia. E perciò devono essere inattaccabili. Federica Seganti punta a bruciare le tappe del provvedimento, che per prima cosa dovrà essere valutato dall'Assemblea delle autonomie locali, un passaggio più che mai importante vista la natura delle norme, che seguono procedure di competenza essenzialmente comunale. Norme tagliacarte. Non verrà snaturata la "filosofia" del provvedimento, che può tranquillamente passare sotto lo slogan "Meno carte". Molti, infatti, saranno gli interventi possibili in regime di edilizia libera, vale a dire senza permessi di alcun genere. E altrettanti quelli per i quali sarà necessaria soltanto la Dia, denuncia d'inizio attività. Un'altra serie di opere sarà possibile utilizzando, in alternativa, la Dia o il permesso di costruire (in pratica la vecchia concessione edilizia). Infine un elenco di interventi ridisciplina anche le opere per le quali permane la necessità del permesso a costruire, ma nel segno di una libertà maggiore dai vincoli della burocrazia. La "mission". La legge si propone molti scopi: la salvaguardia della salute dei cittadini e delle risorse naturali; la diffusione dell'edilizia sostenibile e il miglioramento della qualità architettonica attraverso la tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale e delle caratteristiche ambientali del territorio regionale; il contenimento dei consumi energetici degli edifici anche attraverso la promozione dell'uso di fonti energetiche rinnovabili e della bioedilizia; il miglioramento delle condizioni di sicurezza e del benessere dei cittadini; lo sviluppo economico e il miglioramento della competitività dei settori interessati; la semplificazione delle procedure relative agli interventi edilizi, con preferenza per le soluzioni che producono la responsabilizzazione del costruttore, del progettista e del direttore dei lavori, con riduzione dei controlli amministrativi. Il nocciolo penale. Per cominciare il Codice non sarà chiamato Codice ma più genericamente "legge", in quanto non presenta i crismi della sistematicità esaustiva. Il principe dei problemi, tuttavia, è ben altro: gli avvocati della Regione hanno osservato che la Regione non può decidere in autonomia di permettere cose che la norma nazionale considera proibite e sanzionate anche penalmente. La materia penale, difatti, è sempre stata e rimane di competenza esclusiva dello Stato. Lasciando le cose come stanno, basterebbe un qualsiasi contenzioso davanti al giudice ordinario o amministrativo per sollevare la questione davanti alla Consulta, col rischio di vedersi mutilare la legge a colpi di annullamento. Gli articoli. Prevenire è sempre meglio che curare, insomma. A concentrare il lavoro dell'Avvocatura regionale sono gli articoli 14 del disegno di legge (quello che disciplina l'edilizia libera), l'articolo 15 (interventi soggetti a semplice denuncia d'inizio attività), l'articolo 16 (denuncia d'inizio attività in alternativa al permesso di costruire) e l'articolo 17 (opere con permesso di costruire). È probabile che alla fine ne uscirà un perimetro meno ampio di liberalizzazioni, ma è un prezzo da pagare sull'altare della correttezza giuridica della legge regionale. Maurizio Bait

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Questa sera le finali a Zenson e Casale (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Questa sera le finali a Zenson e Casale Venerdì 5 Giugno 2009, (m.m.) Ultima serata dei quarti del Marca, del Gallego e a Cessalto, quindi finali a Zenson e Casale nel programma di stasera dei tornei. MEMORIAL GALLEGO - Quarti di finale del 4° memorial Gallego, under 19: a Cordignano 20,30 Tamai-Cittadella; a Dosson 20,30 Sacilese-Sambonifacese. MARCA TREVIGIANA - Seconda serata dei quarti anche del Marca Juniores: a Cordignano 21,45 Ardita Moriago-Sarone; a Dosson 21,45 Godega-Favaro. ZENSON - Prima serata delle finali dei memorial Gaion e Rosolin della Zensonese del presidente Boscato. Stasera alle 19,30 gara Pulcini Città di Jesolo-Musile, 20,30 finale Esordienti Passarella-Team Biancorossi, 21,30 finale Giovanissimi Cipriano Catron-Passarella; domani gare Pulcini e finale Allievi. Risultati semifinali Allievi: Musile-Piombinese 1-3, Team Biancorossi-Cima Piave 0-2. CASALE - Finali Esordienti: 20 Pontecrepaldo-Casier Dosson (3° posto), 21,15 Casale-Favaro (1° posto), alle 18,45 gara Pulcini Marco Polo-Pro Mogliano. CESSALTO - Ultima serata dei quarti delle due manifestazioni dell'Europeo Cessalto: 19,30 La Stimma-Cessalto (Giovanissimi Benvegnù Agricoltura), 21 S. Stino-Noventa (Allievi, memorial Petrovich). CARBONERA - Quarti di finale a San Giacomo del trofeo Varisco, calcio femminile: 20,30 Barcon-Veneto Banca, 21,30 Europell-Maser, martedì le altre gare con Vittorio Veneto-Venezia e Graphistudio-Gazzera. SAN FIOR - Quarta serata a S. Fior di Sotto, del 25° memorial Fernando Dal Cin, 22° trofeo Renato Barel di calcio a 7: alle 21 SuperCraiBasso-CSM Tonon.

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Canone depurazione rimborsi entro 10 anni (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)
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(Gazzettino, Il (Udine))

Argomenti: Giustizia

Canone depurazione rimborsi entro 10 anni È un servizio e si paga solo se fruito Venerdì 5 Giugno 2009, Trieste NOSTRO INVIATO Possono a pieno diritto chiedere il rimborso e hanno tempo fino a 10 anni dal pagamento indebito tutti i cittadini e le imprese che hanno versato i canoni di depurazione fognaria agli enti gestori pur senza aver fruito del servizio, per mancanza di allacciamento oppure per mancanza o inattività del depuratore. Lo ha chiarito a Trieste la Sezione di controllo della Corte dei conti, mediante un pronunciamento (tecnicamente si definisce "avviso") sollecitato dal Consorzio Depurazione Laguna, società per azioni a partecipazione totalitaria di enti locali. Ad essa è stata affidata, tra le altre, la gestione dell'impianto di depurazione delle acque reflue di numerosi Comuni della Bassa Friulana e le connesse funzioni di accertamento di tariffe, canoni, diritti di fognatura e depurazione, riscossione e gestione del contenzioso. I magistrati contabili (Antonio De Troia, Giovanni Bellarosa e Benedetta Cossu, relatore) hanno in pratica spiegato formalmente come un ente locale e le società da esso partecipate per erogare servizi debbano comportarsi dopo che la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di una parte della legge nazionale 36 del 5 gennaio 1994 (Disposizioni in materia di risorse idriche) e dell'articolo 155 del decreto legislativo 152 del 2006 (Norme in materia ambientale) nella parte in cui prevedevano che «la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti anche nel caso in cui la fognatura sia sprovvista di impianti centralizzati o questi siano temporaneamente inattivi». Da una parte, la Corte ha stabilito che gli enti o le società da loro partecipate possano continuare a esigere i pagamenti mediante inserimento in ruolo (con la "cartella delle tasse"), sebbene la Consulta abbia sancito che non si debba più parlare - per i canoni di depurazione fognaria - di tributi, bensì più propriamente di corrispettivi per prestazioni contrattuali, in altre parole di servizi resi al cittadino. Ma dall'altra, poiché pagare per servizi mai ricevuti è ingiusto non soltanto per senso comune, ma ora anche "in nome del popolo italiano", la Corte dei conti adotta il principio generale dell'ordinamento, che fissa in 10 anni il termine entro il quale è possibile chiedere il rimborso in piena legittimità. I 10 anni non "partono" dalla sentenza della Consulta o dal pronunciamento della magistratura contabile triestina, bensì dal pagamento materiale delle somme indebite. Siccome, tuttavia, difficilmente un Comune o un consorzio avrebbero il "fisico" finanziario per rimborsare rapidamente tutto a tutti, ecco una "beautiful exit" indicata da una norma apposita: la legge nazionale 13 del 2009, varata lo scorso 27 febbraio, prescrive infatti che, per attuare la sentenza della Corte costituzionale, «i gestori del servizio idrico integrato provvedono anche in forma rateizzata, entro il termine massimo di 5 anni a decorrere dal primo ottobre 2009, alla restituzione della quota di tariffa non dovuta riferita all'esercizio del servizio di depurazione». Maurizio Bait

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Caccia, la Lega vuole cambiare tutto (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Caccia, la Lega vuole cambiare tutto Elaborata una proposta di legge radicalmente diversa dal testo Illy: «Più potere alle Province» Venerdì 5 Giugno 2009, Udine La Lega Nord punta a "tagliare" i tempi per la soluzione della questione caccia in regione. Per questo ha esposto ieri, nella sede pordenonese del partito, la sua proposta di legge che intende riempire il vuoto lasciato dalla precedente norma, recentemente bocciata dalla Corte costituzionale. La richiesta formulata dai vertici del Carroccio è che questo nuovo documento, depositato in consiglio lo scorso 27 marzo e che si caratterizza per l'accrescimento del ruolo delle Province, la soppressione dell'associazione dei cacciatori e il rafforzamento degli organismi del settore (riserve e distretti), venga presa in esame quanto prima dalla giunta regionale. La nuova stagione venatoria inizierà a settembre: urge colmare prima la lacuna legislativa. I tempi, come ha sottolineato nel suo intervento il presidente del consiglio regionale Edouard Ballaman, sono stretti. La Lega, per voce del capogruppo provinciale Enzo Bortolotti, vuole accelerare: «Chiediamo alla Regione una corsia privilegiata per accorciare l'iter». La questione, secondo Lega Nord, è di grande importanza: «Stiamo parlando di un settore, quello della caccia, che conta su 11.200 doppiette in tutto il Friuli Venezia Giulia - ha rimarcato il sindaco di Azzano Decimo - con una sfera d'interesse che raggiunge, considerando anche le famiglie e le attività affini, le 25-30mila unità. Ora non è più una questione tecnica ma politica». Quella presentata, secondo la Lega, non ha nulla a che vedere con la precedente legge 6. «Una legge che la giunta Illy aveva approvato in fretta e furia. Va ricordato che solo noi e An c'eravamo opposti. L'allora Forza Italia aveva invece scelto un'astensione che ha avuto il valore di un'approvazione: queste responsabilità adesso torneranno a galla - ha rimarcato il capogruppo consiliare Fvg Danilo Narduzzi -. Questa norma, passata con soli 22 voti, prometteva tutto a tutti. Incapace, quindi, di dare risposte serie al mondo dei venatori, illusi da false prospettive». Il Carroccio, dunque, è ripartito dalle tante incostituzionalità della precedente legge. La nuova proposta, che prevede una semplificazione dei procedimenti e l'abbattimento dei costi (ripristino della precedente tassazione per i cacciatori), si fonda su alcuni punti cruciali. «L'ente più vicino ai cacciatori è la Provincia. Le si deve affidare la gestione del fondo per i risarcimenti danni della fauna problematica (cinghiali, cervi e corvidi, ndr) e per i miglioramenti ambientali - ha proseguito Narduzzi -. Di sua competenza anche l'istituzione della commissione disciplinare d'appello e di conciliazione». E riserve e distretti venatori? «Queste realtà vanno uniformate senza tralasciare le specificità delle rispettive zone», ha evidenziato la consigliere Fvg Mara Piccin. A tal proposito l'altro consigliere Enore Picco ha poi sottolineato come, proprio all'interno di questi distretti, ci siano dei "conflitti" che vanno risolti attraverso una rivisitazione di tali apparati, non con una loro cancellazione. «La Lega - ha concluso Picco - vuole "scatenare" la pace nel mondo della caccia». Marco Michelin

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CORTE DEI CONTI LOMBARDIA RICORRE A CONSULTA (sezione: Giustizia)

( da "Wall Street Italia" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corte dei Conti Lombardia ricorre a Consulta di ANSA Per la questione del blocco dei pagamenti -->(ANSA) - MILANO, 5 GIU - Potrebbe essere incostituzionale il blocco dei pagamenti alle imprese, imposto ai Comuni e alle Province dal Patto di stabilita'.A sollevare la questione, davanti alla Corte costituzionale, in base anche all'ultima legge finanziaria, e' la sezione lombarda della Corte dei Conti, con una pronuncia che viene definita ''senza precedenti'' e che e' stata illustrata oggi in un convegno di studi a Milano dal presidente Nicola Mastropasqua e dal consigliere Giuliano Sala. In una nota la sezione lombarda della Corte dei Conti ricorda che Comuni e Province, da tempo, sono sottoposte a tetti di spesa fissati dall'Unione Europea mediante il meccanismo che va sotto il nome di Patto di stabilita', che tutti gli Stati, ogni anno, devono inserire nella legge finanziaria. ''Recentemente, i lacci e lacciuoli imposti dal Patto di stabilita' - ha sottolineato il consigliere della Corte, Giuliano Sala - sono diventati ancora piu' stringenti, a causa di ulteriori vincoli posti dall'Unione Europea, fino al punto di impedire a Comuni e Province di pagare fornitori e appaltatori, col rischio di metterli in ginocchio, in un momento di grave crisi come l' attuale. Non solo: per gli enti locali che violano il divieto, anche per quelli piu' virtuosi, che hanno i soldi in cassa, scattano infatti sanzioni e penalita' amministrative rilevanti''. (ANSA).

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Corte dei Conti Lombardia ricorre a Consulta (sezione: Giustizia)

( da "Trend-online" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Corte dei Conti Lombardia ricorre a Consulta ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 05.06.2009 16:42 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - MILANO, 5 GIU - Potrebbe essere incostituzionale il blocco dei pagamenti alle imprese, imposto ai Comuni e alle Province dal Patto di stabilita'.A sollevare la questione, davanti alla Corte costituzionale, in base anche all'ultima legge finanziaria, e' la sezione lombarda della Corte dei Conti, con una pronuncia che viene definita ''senza precedenti'' e che e' stata illustrata oggi in un convegno di studi a Milano dal presidente Nicola Mastropasqua e dal consigliere Giuliano Sala. In una nota la sezione lombarda della Corte dei Conti ricorda che Comuni e Province, da tempo, sono sottoposte a tetti di spesa fissati dall'Unione Europea mediante il meccanismo che va sotto il nome di Patto di stabilita', che tutti gli Stati, ogni anno, devono inserire nella legge finanziaria. ''Recentemente, i lacci e lacciuoli imposti dal Patto di stabilita' - ha sottolineato il consigliere della Corte, Giuliano Sala - sono diventati ancora piu' stringenti, a causa di ulteriori vincoli posti dall'Unione Europea, fino al punto di impedire a Comuni e Province di pagare fornitori e appaltatori, col rischio di metterli in ginocchio, in un momento di grave crisi come l' attuale. Non solo: per gli enti locali che violano il divieto, anche per quelli piu' virtuosi, che hanno i soldi in cassa, scattano infatti sanzioni e penalita' amministrative rilevanti''. (ANSA).

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Carabinieri/ Napolitano a cerimonia per 195.mo anniversario... (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Con l'arrivo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è aperta la cerimonia a Roma per il 195esimo anniversario dell'Arma dei carabinieri. Nella splendida cornice di piazza di Siena, davanti a migliaia di persone, il capo dello Stato ha passato in rassegna le truppe schierate sul piazzale, rendendo omaggio alla bandiera. Con lui il ministro della Difesa Ignazio La Russa e, sulla jeep che seguiva Napolitano, il capo di Stato Maggiore della Difesa Vincenzo Camporini e il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, generale Gianfrancesco Siazzu. Numerose le personalità presenti. Tra gli altri il vicepresidente del Senato Emma Bonino, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il presidente della Corte Costituzionale Francesco Amirante, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Assistono alla cerimonia anche il ministro dell'Interno Roberto Maroni, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, il capo della polizia Antonio Manganelli, il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente del Copasir Francesco Rutelli e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.

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Giustizia/ Tribunale dei ministri, un giudizio per chi (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 05-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente è Giovanni Fargnoli, giudice di lungo corso, al vertice della X sezione civile. Altri "magistrati effettivi" sono Eugenio Curatola e Alfredo Matteo Sacco. E' questa la composizione ufficiale del cosiddetto tribunale dei ministri, o come dicitura più corretta impone il "collegio per i reati ministeriali" della Capitale, l'autorità giudiziaria che sarà presto investita dalla Procura di Roma del caso voli di Stato e dell'indagine a carico del premier Silvio Berlusconi. I "supplenti", della sede di via Triboniano, secondo lo schema d'organico, sono Wilma Passamonti, Donatella Salari e Valentino De Nardo. Così come prevede la legge per i reati ministeriali, la notitia criminis viene raccolta dal magistrato inquirente ordinario e trasmessa, omessa ogni indagine, al "collegio", istituito presso il tribunale del capoluogo del distretto di Corte di Appello competente per territorio. Questa corte, entro novanta giorni, compiute indagini preliminari, e sentito il pubblico ministero, dispone l'archiviazione, oppure, trasmette gli atti, con relazione motivata, al procuratore della Repubblica. Dopo deve essere informato il presidente della Camera competente. Poi c'è l'invio alla giunta per le autorizzazioni; quindi la relazione all'assemblea, con relazione scritta. In caso, con maggioranza assoluta dei membri, si può negare l'autorizzazione a procedere. Nel caso di via libera il processo penale fa il suo corso dinanzi a quello che è stato chiamato, appunto, il tribunale dei ministri. Secondo l'articolo 96 della Costituzione, completato dalle leggi costituzionali numero 1 e numero 219 dell'89, l'autorizzazione prevista, spetta a quel ramo del Parlamento cui appartengono le persone nei cui confronti si deve procedere. I manuali di diritto spiegano che tocca al Senato, se si deve procedere nei confronti di soggettiche non sono membri delle Camere. Per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni, dal presidente del consiglio o dai ministri, la pena è aumentata fino a 1/3 in presenza di circostanze che rivelino l'eccezionale gravità del reato. I reati ministeriali sono fattispecie comuni che possono essere commesse soltanto da persone che sono ministri. E' il ruolo di potere, di governo, che definisce in via ipotetica la violazione. E in quello spazio i giudici sono chiamati ad intervenire. "Tra ciò che impone la legge - si spiega - quel che si rileva dagli atti e quanto emerge dagli accertamenti. Proprio come quando si tratta una inchiesta riguardante un privato cittadino". Il lodo Alfano, sulla vicenda Voli di Stato, non si applica nei casi previsti dall'artico­lo 96 della Costituzione. Inoltre tutta una serie di verifiche e controlli, nella fase preliminare e prima della richiesta di rinvio a giudizio od anche del deposito degli atti, è possibile compierla. Anche su questo e altri punti è attesa da tempo una pronuncia della Corte costituzionale.

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Processo a rischio d'incostituzionalità (sezione: Giustizia)

( da "Corriere delle Alpi" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

«Processo a rischio d'incostituzionalità» Omicidio De Valiere in Assise, la Procura teme un secondo caso Battisti FALCADE L'imputato è latitante FALCADE. «Questo processo può essere non legittimo costituzionalmente»: a chiedere alla corte di assise di non processare Aziz Moulay, il presunto omicida di Federico De Valiere, è stata la procura di Belluno, ieri all'apertura del dibattimento davanti ai giudici popolari. Per il procuratore Domenico Labozzetta si rischia anche in questa circostanza, seppure con portate diverse, di ripetere lo stesso errore del caso Battisti, il terrorista condannato in Italia ma che il Brasile non estrada in quanto ritiene che il nostro paese non gli abbia garantito un giusto processo. Ieri la Corte di assise di Belluno (presidente Toppan, a latere Scolozzi, giudici popolari Franco Cassol, Verena Bortoluzzi, Silvano Bernardi, Giovanni Orzes, Walter Caviola e Marisa Beltramin) ha rinviato la decisione al 10 luglio: dirà se ritiene che il processo possa continuare pur essendo l'imputato latitante, dunque giudicato in contumacia, oppure se accettare la eccezione della procura (appoggiata anche dalla difesa d'ufficio, l'avvocato Roberta Resenterra) e rimandare tutto alla Corte costituzionale perchè si pronunci. Il motivo per cui la stessa procura ha domandato il ricorso alla Corte costituzionale sta in pochi punti fondamentali. L'imputato, un marocchino di 33 anni, è stato accusato dell'omicidio di Federico De Valiere: il 9 marzo 1999 Aziz Moulay fu visto scendere dal bus a Falcade, insieme con l'anziano. Sul coltello ritrovato a due metri dal corpo di De Valiere c'erano tracce di sangue diverse da quelle del falcadino, le impronte ritrovate su una decina di lattine di birra vuote che erano in casa sono quelle di Moulay, confrontate con quelle rilevate nei vari controlli che il marocchino subì in provincia in quanto trovato senza documenti, dal 1997 al 2002. Gli esami del Dna furono eseguiti in laboratorio del Ris nel 2005: ma dal 2002 Moulay non era più in provincia, nell'area feltrina dove viveva. Manca la prova regina, però, secondo la procura: cioè comparare quelle tracce di sangue gruppo A ritrovate su quel coltello affilato che ha ferito mortalmente De Valiere per sei volte, anche nella zona del cuore, con quelle dell'imputato, circostanza che l'inchioderebbe sul luogo del delitto. Altra questione: la corte di giustizia europea non ha ritenuto sufficienti le modifiche al codice proprio per quel che riguarda i processi in contumacia. Soprattutto la Corte europea ritiene che l'imputato debba essere a conoscenza delle imputazioni e ritiene che possa essere processato solo nel momento in cui c'è la prova che lui sia informato e che dunque dolosamente si sottrae alla giustizia. E ritiene che l'Italia non abbia interamente recepito interamente gli obblighi internazionali dettati dalla convenzione per i diritti dell'uomo. Fermo restando che il nostro codice prevede che si possa processare un presunto omicida latitante. «Un problema di giustizia sostanziale si pone» ha spiegato il procuratore Labozzetta ai giudici popolari, motivando la sua richiesta di incostituzionalità e di sospensione del processo (con relativa prescrivibilità: su Moulay c'è un mandato di arresto internazionale). Una richiesta appoggiata anche dalla difesa Moulay. La Corte bellunese il 10 luglio fornirà il verdetto. (cri.co.)

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Niger/ Presidente Tandja va avanti con referendum su terzo (sezione: Giustizia)

( da "Virgilio Notizie" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il presidente del Niger, Mamadou Tandja, ha fatto sapere che, nonostante il "no" della Corte costituzionale del Paese africano, terrà il referendum del 4 agosto prossimo, che dovrebbe consentirgli di rimanere al potere per un altro mandato, il terzo. Dopo la decisione che il massimo tribunale del Niger ha preso la settimana scorsa, Tandja ha dissolto il Parlamento. E' al potere dal 1999, quando subentrò al precedente presidente, un militare, che morì assassinato.

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Uccellagione proibita dal Tar (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Uccellagione proibita dal Tar Annullata direttiva regionale Sabato 6 Giugno 2009, Trieste NOSTRO INVIATO Niente uccellagione. Nemmeno per piccole quantità di volatili e per finalità "culturali". Stavolta non lo dice la Corte costituzionale, che ha appena annullato diffuse parti della legge regionale sulla caccia, bensì il Tar di Trieste: ieri ha accolto un ricorso presentato dalla Lac (Lega per l'abolizione della caccia) e dal Wwf contro la Regione, la Provincia di Pordenone e l'Associazione ornitologica friulana sagre e fiere venatorie. I magistrati hanno annullato il provvedimento regionale di deroga per la cattura e detenzione di uccelli in piccola quantità del 24 ottobre 2008 (così come parzialmente modificato 6 giorni dopo), con il quale si autorizzava la cattura e la detenzione in vita di 50 capi di varie specie allo scopo di cessione ad espositori in fiere ornitologiche dell'associazione chiamata in causa. La Regione aveva motivato la decisione con «l'esigenza di catturare e detenere in vita degli uccelli per cederli ad espositori in occasioni di fiere ornitologiche», disattendendo con tale condotta - secondo gli animalisti - un parere espresso dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica. L'istituto rilevava in particolare che «non è possibile determinare in modo oggettivo e scientificamente solido le "piccole quantità" prelevabili». La posizione è stata successivamente ribadita dall'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (subentrato all'Infs), il quale ha sottolineato che «è possibile insegnare il canto ai soggetti nati in cattività ricorrendo a registrazioni facilmente reperibili sul mercato o selezionare esemplari prodotti dagli allevamenti». Invece sulla scorta del provvedimento della Regione, il 6 novembre 2008 la Giunta provinciale di Pordenone «deliberava di dare applicazione al provvedimento autorizzativo regionale - si legge nella sentenza - motivandolo con la necessità di mantenere vive le tradizioni risalenti alle nostre lontane origini rurali, di riattivare bressane e roccoli storici» e di «utilizzare i soggetti catturati come maestri di canto per gli esemplari nati in cattività che avrebbero partecipato alle numerose fiere ornitologiche in Friuli Venezia Giulia e delle regioni contermini». Il Tar, in calce a un torrente di considerazioni giuridiche, spiega che le misure impugnate sono annullate in quanto violano la legge regionale 14 del 2007 e la Direttiva europa 409 del 1979: vi si prescrive che eventuali deroghe al divieto di uccellagione sono possibili solo in assenza di alternative al prelievo di esemplari dalla natura e per le non numerose finalità consentite, che vanno dalla salute pubblica alla sicurezza aerea, fino agli scopi scientifici e didattici. Maurizio Bait

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Trieste Niente uccellagione. Nemmeno per piccole quantità di volatili e per finalità "... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 6 Giugno 2009, Trieste Niente uccellagione. Nemmeno per piccole quantità di volatili e per finalità "culturali". Stavolta non lo dice la Corte costituzionale, che ha appena annullato diffuse parti della legge regionale sulla caccia, bensì il Tar di Trieste: ieri ha accolto un ricorso presentato dalla Lac (Lega per l'abolizione della caccia) e dal Wwf contro la Regione, la Provincia di Pordenone e l'Associazione ornitologica friulana sagre e fiere venatorie. I magistrati hanno annullato il provvedimento regionale di deroga per la cattura e detenzione di uccelli in piccola quantità del 24 ottobre 2008 (così come parzialmente modificato 6 giorni dopo), con il quale si autorizzava la cattura e la detenzione in vita di 50 capi di varie specie allo scopo di cessione ad espositori in fiere ornitologiche dell'associazione chiamata in causa. La Regione aveva motivato la decisione con «l'esigenza di catturare e detenere in vita degli uccelli per cederli ad espositori in occasioni di fiere ornitologiche», disattendendo con tale condotta - secondo gli animalisti - un parere espresso dall'Istituto nazionale per la fauna selvatica. L'istituto rilevava in particolare che «non è possibile determinare in modo oggettivo e scientificamente solido le "piccole quantità" prelevabili». La posizione è stata successivamente ribadita dall'Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (subentrato all'Infs), il quale ha sottolineato che «è possibile insegnare il canto ai soggetti nati in cattività ricorrendo a registrazioni facilmente reperibili sul mercato o selezionare esemplari prodotti dagli allevamenti». Invece sulla scorta del provvedimento della Regione, il 6 novembre 2008 la Giunta provinciale di Pordenone «deliberava di dare applicazione al provvedimento autorizzativo regionale - si legge nella sentenza - motivandolo con la necessità di mantenere vive le tradizioni risalenti alle nostre lontane origini rurali, di riattivare bressane e roccoli storici» e di «utilizzare i soggetti catturati come maestri di canto per gli esemplari nati in cattività che avrebbero partecipato alle numerose fiere ornitologiche in Friuli Venezia Giulia e delle regioni contermini». Il Tar, in calce a un torrente di considerazioni giuridiche, spiega che le misure impugnate sono annullate in quanto violano la legge regionale 14 del 2007 e la Direttiva europa 409 del 1979: vi si prescrive che eventuali deroghe al divieto di uccellagione sono possibili solo in assenza di alternative al prelievo di esemplari dalla natura e per le non numerose finalità consentite, che vanno dalla salute pubblica alla sicurezza aerea, fino agli scopi scientifici e didattici. Maurizio Bait

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Tagli alla scuola Il Tar del Lazio dà torto alla Gelmini (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Tagli alla scuola Il Tar del Lazio dà torto alla Gelmini «Avevamo ragione: i provvedimenti della Gelmini non sono applicabili». Così l'avvocato fiorentino Corrado Mauceri commenta l'esito dell'udienza che si è tenuta al Tar del Lazio sui ricorsi presentati dal Comune di Fiesole e dall'associazione «Scuola della Repubblica» contro i provvedimenti del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Il legale spiega di aver impugnato davanti il Tribunale amministrativo le circolari ministeriali che riguardano le iscrizioni al prossimo anno scolastico e lo schema di composizione dei nuovi organici. In soldoni, i tagli al corpo insegnanti. «Il Tar - aggiunge l'avvocato - ha riconosciuto che l'attività del ministro è irregolare. Perché manca il piano programmatico di interventi». I giudici tuttavia non hanno ritenuto opportuno sospendere i provvedimenti, come richiesto dai ricorrenti. Anche perché - ricorda l'avvocato Mauceri - martedì si dovrà pronunciare la Corte Costituzionale sui ricorsi proposti da alcune Regioni. Per questo il Tribunale ha rimandato la sua decisione al 13 luglio. In attesa della decisione dei magistrati, i dirigenti scolastici regionali dovrebbero bloccare l'iter previsto dai provvedimenti della Gelmini. Ma potrebbe non essere così. Aggiunge Mauceri: «Ora la politica agisca per evitare che in attesa di una decisione da parte del Tar il ministero dell'Istruzione spinga per velocizzare il percorso che porterà al taglio degli organici. Non si parla più di tutte le persone che rischiano di perdere il lavoro». Il ricorso presentato dal legale fiorentino è stato il primo sollecitato da un Comune, quello di Fiesole, alle porte di Firenze. L'iniziativa risale a marzo ed è nata per dare una risposta alle ripetute sollecitazioni di genitori ed insegnanti contrari alla riforma del ministro dell'Istruzione. «Abbiamo deciso di intervenire - commentò l'assessore alla Formazione, Maria Luisa Moretti, dopo la decisione della sua giunta di fare ricorso al Tar - perché il Comune è portatore degli interessi della comunità. E se viene leso il diritto allo studio dei cittadini è il Comune a doversene fare carico».

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Dal governo ricorso contro la legge toscana (sezione: Giustizia)

( da "Unita, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Dal governo ricorso contro la legge toscana Firenze Lunedì scorso (dopo un lungo ostruzionismo delle destre) la Toscana ha approvato una legge regionale che garantisce diritti di cittadinanza agli stranieri regolarmente residenti e assistenza sanitaria e sociale anche a agli immigrati non in regola col permesso di soggiorno. Il principio è che la persona viene prima del colore della pelle. Il Pdl, rubando la scena alla Lega, si è scatenato. Attacchi al centrosinistra e al presidente Claudio Martini del Pd rei di voler trasformare la Toscana «nell'Eldorado dei clandestini». Tanto che, prima alcuni ministri poi Silvio Berlusconi (da Vespa) hanno annunciato ricorso alla Corte Costituzionale per farla annullare. «Sulla costituzionalità delle leggi decide la Corte non certo Berlusconi - ha risposto Martini - , ma ricordo che anche quando la Toscana abolì, prima nel mondo nel 1786, la pena di morte, c'è chi diceva che si sarebbe riempita di delinquenti». Il caso

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Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con in... (sezione: Giustizia)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

LA PREVIDENZA pag. 14 Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con in... Dipendente pubblico Sono nata il 14 febbraio 1951 e sono una dipendente comunale. Ho letto con interesse su «Il Giorno» la risposta data a una lettrice circa la possibilità per i dipendenti pubblici, di usufruire della legge 133 per chiedere l'esonero dal servizio fino al raggiungimento del diritto alla pensione. Gradirei avere qualche chiarimento in merito e riferimenti precisi su questa legge. lettera firmata Secondo l'articolo 72 della Legge 133 del 6 agosto 2008 per il triennio 2009/2011 il personale di Ministeri, Comuni ed Enti pubblici, che ha già raggiunto il requisito dei 35 anni di contributi, che rimane in servizio per arrivare alla soglia massima dei 40 anni di contributi, può chiedere di essere esonerato dal servizio nel corso del quinquennio antecedente la data di maturazione dell'anzianità massima contributiva. Durante il periodo di esonero, spetta un trattamento economico pari al 50% di quello goduto, comprensivo di tutte le indennità e competenze fisse ed accessorie, al momento del collocamento in posizione di esonero; ma se durante questo periodo il lavoratore pubblico decide di svolgere in modo continuativo ed esclusivo attività di volontariato, opportunamente certificato presso organizzazioni Onlus, il trattamento economico sale dal 50 al 70%. Ma c'è di più: il trattamento temporaneo è cumulabile con altri redditi da lavoro autonomo (comprese collaborazioni e consulenze) purché non reso presso pubbliche amministrazioni. All'atto del collocamento a riposo per raggiunti limiti di età il dipendente ha, poi, diritto al trattamento di quiescenza e previdenza che sarebbe spettato se fosse rimasto in servizio. La richiesta di esonero dal servizio, concessa a discrezione dall'Amministrazione di appartenenza, dev'essere presentata entro il 1° marzo, a condizione che entro l'anno solare si raggiunga il requisito minimo di anzianità contributiva richiesto e la richiesta non è revocabile. Invalido civile Sono invalido civile al 90% per gravi malattie cardiache: per questa infermità godo dei benefici della legge 104/92 (permessi di due ore retribuiti) e in futuro usufruirò dei due mesi figurativi annuali per un massimo di 5 anni. Fra un anno compio 60 anni e contemporaneamente raggiungerò i 20 anni di contributi necessari per la pensione di vecchiaia. Mi è stato detto che a chi è stato riconosciuto un grado di invalidità superiore ai 2/3, verrebbe concesso di anticipare di 5 anni l'età pensionabile. E' vero? I medici dell'INPS potrebbero non avvalorare il giudizio dato da quelli della ASL? F. Di Bartolo Si, caro lettore, è vero! La legge 503 del 1992 ha previsto, per i soli lavoratori dipendenti, che coloro i quali sono riconosciuti invalidi in misura pari o superiore all'80% possono ottenere la pensione di vecchiaia a 60 e 55 anni, rispettivamente per uomini e donne, invece di 65 e 60 anni . Il giudizio di invalidità deve essere espresso dai medici dell'INPS che possono anche non condividere il grado di invalidità riconosciuto dalla ASL quando accerta l'invalidità civile. Il motivo è presto detto: mentre la valutazione della ASL è fatta solo tenendo conto della malattia invalidante, quello dell'INPS si basa anche sulla riduzione della capacità di lavoro che tale malattia comporta. Artigiano pensionato Lavoro come artigiano e ho compiuto da poco 64 anni. Sono già pensionato dell'INPS per l'attività prestata in precedenza come lavoratore dipendente. Poiché il mio reddito è alquanto elevato non ho diritto al minimo e percepisco mensilmente 350 euro di pensione. Desidero sapere quando potrò ottenere la valutazione ai fini dell'importo della pensione dei contributi versati come artigiano. Claudio C. La risposta è semplice: potrà ottenere che i contributi versati come artigiano siano valutati nella pensione non appena avrà compiuto i 65 anni di età. La valutazione di questi contributi è fatta a domanda del pensionato ed è pertanto necessario che nello stesso mese in cui Lei compie il requisito dell'età presenti all'INPS la domanda di variazione della pensione. Poichè Lei dichiara di possedere un reddito elevato come artigiano, ciò le dovrebbe consentire di ottenere una pensione di importo di gran lunga superiore a quello che ha riscosso finora. E per la reversibilità? Vorrei sapere dopo quanti anni di matrimonio si ha diritto a percepire la pensione di reversibilità. Marcella M. Con una serie di interventi più volte ripetuti nel tempo la Corte Costituzionale ha via via dichiarato illegittime, e ha quindi cancellato dal nostro ordinamento, tutte quelle norme che condizionavano il diritto della vedova a percepire la pensione di reversibilità alla durata del matrimonio e all'età in cui esso veniva contratto. In pratica per aver diritto alla pensione ai superstiti ora è richiesto il solo requisito di un matrimonio regolarmente trascritto nei registri dello stato civile.

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g8, l'avvocato di colucci chiede l'assoluzione "le circostanze su cui ha deposto sono vere" (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina XIII - Genova Il caso G8, l´avvocato di Colucci chiede l´assoluzione "Le circostanze su cui ha deposto sono vere" Assoluzione chiede Maurizio Mascia, difensore dell´ex questore Francesco Colucci nell´udienza preliminare per falsa testimonianza al processo per l´irruzione della polizia alla Diaz per il G8. «Le circostanze su cui ha deposto sono vere e comunque ritenute irrilevanti ai fini della decisione. Il fatto contestato in concreto è inoffensivo, non sussiste, in base ad alcune pronunce della Corte Costituzionale».

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fondi al friulano, scontro tondo-lega il presidente: la priorità sono i poveri (sezione: Giustizia)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Il segretario del Carroccio Fontanini chiede i finanziamenti nell'assestamento di bilancio. Il governatore è contrario Fondi al friulano, scontro Tondo-Lega Il presidente: la priorità sono i poveri di FEDERICA BARELLA e DOMENICO PECILE UDINE. Il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, vuole che l'assestamento di bilancio della Regione tenga conto dei fondi sulla legge per il friulano. Ma il presidente della Regione, Renzo Tondo, lo zittisce a distanza: «L'urgenza adesso non è la legge per il friulano, ma l'operaia della Caffaro che ieri, piangendo, mi ha chiesto come farà a pagare la rate del mutuo». E' questo uno dei passaggi chiave, applauditissimo, del presidente Tondo all'inaugurazione della nuova sala convegni della Cciaa di Udine intitolata allo scomparso ex presidente degli industriali, Adalberto Valduga. Un passaggio che riapre anche il solco dentro la maggioranza regionale del centro destra: dopo la questione dei centri commerciali, dunque, La Lega va in trincea anche sulla difesa del friulano la cui legge è stata stoppata dalla Corte costituzionale. Per Tondo la crisi finanziaria è finita, ma quella industriale no. La Regione, ha spiegato ieri, sta quindi cercando di reagire su tre diversi fronti. Primo: accelerando la realizzazione delle infrastrutture per togliere la nostra realtà dall'isolamento geografico. Secondo: intervenendo con stanziamenti extra pari a oltre 400 milioni di euro a tutela delle piccole e medie industrie locali. Terzo: trovando soluzioni per sostenere e implementare gli ammmortizzatori sociali, magari togliendo fondi a altre iniziative e leggi che ora non hanno il carattere di urgenza. Come quella, appunto sul friulano. «Anche per questo - ha insistito ieri il presidente Tondo di fronte alla platea degli industriali friulani - a giugno partiremo con una serie di riforme strutturali per trasferire soldi dall'apparato burocratico ai servizi ai cittadini e agli ammortizzatori sociali. Sarà un'impresa titanica, e che magari incontrerà resistenze, e riguarderà in primo luogo la sanità, l'energia e gli enti locali. Ma non taglieremo medici, ma dirigenti; non elimineremo ospedali ma apparati inutili». Immediata la replica del senatore leghista, Mario Pittoni: «Condivido il discorso di e Tondo, ma attenzione perchè in Europa competitività fa sempre di più rima con identità». Ma l'attacco più duro era già arrivato, sempre ieri ma in mattinata, dal presidente della Provincia di Udine e coordinatore regionale del Carroccio, Fontanini: «Nell'assestamento di bilancio vanno inseriti i fondi necessari per applicare la legge regionale sul friulano stoppata dalla Consulta». «Ora - aveva aggiunto Fontanini - che sappiamo entro quali limiti la Regione può intervenire diventa cruciale emanare i regolamenti attuativi della legge, soprattutto nel settore scolastico. Di conseguenza è anche necessario prevedere i primi fondi per permettere alle scuole che lo richiederanno di insegnare la marilenghe in classe già dal prossimo anno scolastico». Fontanini ha ricordato ieri che oltre il 60% dei genitori richiede l'insegnamento del friulano ma che «in molte scuole tale diritto non è garantito e quasi sempre per problemi di carattere organizzativo e finanziario: in pratica gli istituti vengono abbandonati a se stessi».

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Le fondazioni vanno a congresso (sezione: Giustizia)

( da "Riformista, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Banche & potere Le fondazioni vanno a congresso Il 10 e 11 giugno si svolge, a Siena, il congresso dell'Acri, l'antica associazione delle sole Casse di risparmio, oggi soprattutto delle Fondazioni ex bancarie. La manifestazione cade in un periodo in cui si compie un primo consuntivo della crisi finanziaria e si cominciano a formulare previsioni sulla purtroppo non vicina ripresa. Un tempo, il congresso avrebbe visto una massiccia partecipazione di esponenti dell'allora partito di maggioranza relativa, la Democrazia cristiana, insieme con rappresentanti dei partiti suoi alleati. Il presidente dell'Acri, che è anche presidente della Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, è stato capace di pilotare, con saggezza e lungimiranza, le trasformazioni di questo mondo dopo la scissione, con la legge Amato-Carli, delle casse di risparmio in fondazioni e aziende bancarie e, soprattutto, dopo la fine della cosiddetta prima repubblica nella quale l'importanza delle casse era per la Dc tale che Franco Evangelisti avrebbe voluto inserire il loro logo nello stemma del partito. Era il periodo delle lottizzazioni partitiche. I vertici, comunque, gestirono adeguatamente le casse loro affidate. Le fondazioni hanno progressivamente acquisito un peso rilevante nell'economia e nella società; hanno ottenuto, dal legislatore, un ordinamento peculiare che ne salvaguarda l'autonomia di "soggetti privati di utilità sociale", sconfiggendo così il tentativo, bocciato da una storica sentenza della Corte costituzionale, di una loro marcata politicizzazione territoriale, come avrebbe voluto il Ministro dell'Economia nel governo Berlusconi del 2001; hanno amministrato le partecipazioni creditizie con lo scopo di valorizzare il capitale investito, secondo i comportamenti di un investitore istituzionale di lungo periodo, senza, nel complesso, ingerirsi nella gestione degli istituti partecipati e rendendo possibile la riorganizzazione e il consolidamento del sistema bancario promossi dalla Banca d'Italia nell'ultimo quindicennio; hanno, in questo modo, contribuito alla tutela del risparmio; hanno dato vita a importanti iniziative nei settori del loro intervento istituzionale, da ultimo nelle attività di housing sociale; sono diventati enti importanti per concorrere ad assicurare stabilità e prospettive a soggetti come la Cassa Depositi e Prestiti partecipata con il 30 per cento, a proposito della quale, entro l'anno, dovranno decidere se confermare l'interessenza; sono presenti in diversi settori, nelle public utility, nelle autostrade, nei fondi per la promozione delle imprese minori, ecc. A volte le Fondazioni sono state evocate per sottolineare una presunta autoreferenzialità, senza però considerare il ruolo che svolgono, nei loro confronti, le istituzioni del territorio, nonché la trasparente accountability dell'operare e la vigilanza esercitata dal Tesoro. L'attività che esse svolgono, in effetti, è riconducibile ai principi di sussidiarietà, che andrebbero vieppiù valorizzati, come previsto dall'articolo 118 della Costituzione. Da ultimo, si è aperta una discussione sulla opportunità o no della loro vocazione territoriale, sostenendosi la necessità di un loro impegno in progetti di rilievo nazionale: obiettivo senz'altro importante, ma da non valutare in alternativa, bensì in concorso con l'attuale prevalente operatività, compatibilmente con le previsioni statutarie e con le potenzialità delle fondazioni interessate. Per effetto della crisi, nel 2008 i proventi degli investimenti di questi enti si sono ridotti. La contrazione per le sedici maggiori fondazioni è stata del 34 per cento rispetto al 2007 (da 3.055 milioni a 2.018). Ciononostante, le erogazioni (arte, cultura, ricerca, volontariato, etc.) sono rimaste sostanzialmente stabili (1.277 milioni a fronte di 1.290) attraverso il ricorso ai fondi costituiti in bilancio per l'attività erogativa futura. Sufficiente è risultata la redditività del patrimonio. Non mancano, all'interno del mondo delle fondazioni, indirizzi e orientamenti articolati; sulle linee di fondo, tuttavia, si riscontra una generale concordanza, anche per la funzione di impulso che svolge il Presidente dell'Associazione. In una fase in cui la finanza pubblica presenta le note criticità, le "organizzazioni delle libertà sociali" - secondo la definizione che delle fondazioni ha dato il Giudice delle leggi - sono chiamate a svolgere una funzione surrogatoria, nei limiti del loro istituzionale operare. Se si accentua un identikit di questo tipo per le fondazioni, allora, però, se ne dovranno trarre le conseguenze su diversi piani, ivi incluso quello del trattamento fiscale. Fra poco saranno trascorsi 20 anni dalla legge Amato-Carli di riforma della banca pubblica. Si tratta, ora, di corroborare il ruolo degli enti in questione per i prossimi decenni, accentuandone l'operatività nel campo della promozione dello sviluppo economico. Il federalismo può essere un'opportunità, ma potrebbe anche introdurre elementi distorsivi, alimentando aspettative di lottizzazione o di sponsorizzazione. Se l'asse dello sviluppo economico, in una con quello della socialità, viene valorizzato nella strategia delle fondazioni, i rischi si ridurranno. C'è una funzione di forte rilievo nazionale che gli enti in questione sono chiamati a svolgere. di Angelo De Mattia 06/06/2009

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patto di stabilità sforato, la puglia prepara il ricorso al tar del lazio (sezione: Giustizia)

( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Pagina IV - Bari Contro il decreto attuativo di Tremonti che bloccherebbe le nuove assunzioni della Regione Patto di stabilità sforato, la Puglia prepara il ricorso al Tar del Lazio La giunta è intenzionata a evitare sino all´ultimo le vie legali, ma la strada della mediazione politica sembra al momento poco praticabile. Minervini: il contenzioso allunga comunque i tempi La Regione prepara le carte per impugnare al Tar del Lazio lo sgambetto del governo Berlusconi. Il decreto attutivo di Tremonti, che farebbe scivolare la Puglia fuori dal patto di stabilità, può essere giudicato dal tribunale amministrativo. è questo il piano B che sta studiando la giunta Vendola per evitare il blocco delle assunzioni e il taglio degli investimenti che lo sforamento dei limiti di spesa imposti dal governo, comporterebbe. L´avvocatura regionale, infatti, ritiene che il decreto attuativo del patto di stabilità non corrisponda, in maniera alquanto evidente, alla legge sulla "nettizzazione" della spesa europea varata da Tremonti alla fine del 2008. La giunta vorrebbe evitare il ricorso alle vie legali. «Questa strada - ha spiegato l´assessore al Personale, Guglielmo Minervini - comporterebbe la perdita di tempo prezioso per gli oltre cento vincitori di concorso in attesa di assunzioni». Ma l´ipotesi del ricorso sembra prendere sempre più piede. Anche perché, il piano A, quello della mediazione politica, sembra reggersi su gambe troppo fragili. La prova del nove si avrà la prossima settimana. Mercoledì le Regioni italiane si incontreranno a Roma per cercare una linea comune sul patto di stabilità da proporre al governo il giorno successivo. Sarà la conferenza Stato Regioni convocata dal ministro Raffaele Fitto, il giorno seguente, a decidere la strada da seguire. Emendare il decreto, come propone la Puglia, restringendo la nettizzazione dei fondi Ue al solo 2008. Oppure lasciare le cose come stanno. Questa, al momento, sembra essere l´ipotesi più accreditata. Le Regioni che hanno speso meno i fondi Ue, vedi Campania, Calabria e Sicilia, possono trarre da questa norma un considerevole vantaggio fiscale. La Puglia, secondo una prima ricognizione della giunta, dovrebbe essere l´unico ente ad uscire fuori dal patto di stabilità, a causa di questo "strano decreto di Tremonti". Sarà difficile, dunque, che la giunta di Nichi Vendola riesca a strappare la solidarietà delle altre regioni, indispensabile per convincere il governo a cambiare rotta. In quel caso non resterebbe altra strada che il ricorso al Tar. Già ieri la sezione lombarda della Corte dei Conti ha rinviato alla Corte Costituzionale la legge sul patto di stabilità, ritenendo illegittimo che "in un momento di crisi economica come l´attuale, i vincoli di spesa imposti dal governo costringano gli enti locali a bloccare il pagamento dei fornitori". (p. rus.)

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Restano le commissarie (sezione: Giustizia)

( da "Arena, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Sabato 06 Giugno 2009 PROVINCIA Pagina 25 COMUNITA' MONTANE. Laura Foscolo (Baldo) e Odetta Dalla Mora (Lessinia) in carica fino al prossimo 31 ottobre Restano le commissarie Proroga di altre sei mesi per la gestione commissariale delle comunità montane venete. Lo ha deciso la giunta regionale che ha deliberato di allungare fino al 31 ottobre il periodo inizialmente previsto di sei mesi e in scadenza in questi giorni. Per il Baldo e la Lessinia resteranno pertanto in carica i commissari straordinari Laura Foscolo e Odetta Dalla Mora. La giunta motiva la decisione sulla base delle osservazioni formulate dai commissari stessi delle otto comunità montane venete soppresse e delle undici superstiti. In un caso e nell'altro, infatti, diverse sono le motivazioni, ma identiche le conclusioni. «Gran parte dei Comuni sono interessati dalla scadenza elettorale del 6 e 7 giugno e tale scadenza comporta di fatto per i commissari notevoli difficoltà nel concertare con le amministrazioni comunali in scadenza le modalità di riparto delle attività e delle passività patrimoniali, modalità che saranno proposte per l'approvazione della giunta regionale». Inoltre, per le comunità soppresse, non è stato ancora completata la valorizzazione dei beni patrimoniali da parte degli uffici statali competenti, «presupposto necessario per il successivo avvio delle operazioni di riparto». È sospesa anche la destinazione del personale delle ex comunità montane, finché il ministero dell'Economia non chiarisce, rispetto al patto di stabilità, come debba essere assegnato e collocato presso altri enti questo personale. Comunque, anche per le comunità superstiti, si dovrà procedere alla conferma dei nuovi amministratori eletti e alle nomine dei rappresentanti nei consigli delle comunità stesse e anche in questo caso il termine, proprio per la scadenza delle elezioni amministrative, è stato prorogato al 31 ottobre. La delibera ricorda altresì che è in atto il ricorso della Regione alla Corte costituzionale contro i provvedimenti deliberati dalla Finanziaria 2008 che ha imposto nuovi criteri per l'esistenza delle comunità montane «e pertanto la proroga del termine si rende opportuna», è la conclusione.V.Z.  

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Campobasso: Nuove pale in Basso Molise, ancora un no (sezione: Giustizia)

( da "Sannio Online, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Giustizia

Campobasso: Nuove pale in Basso Molise, ancora un no Pubblicato il 06-06-2009 Presentato un progetto per installare ventinove torri eoliche nelle zone di Campomarino e Portocannone. Una serie di attività agroalimentari dell’area interessata verrebbero compromesse... Ancora un “no” a nuovi impianti eolici in Molise. Questa volta il dissenso fa riferimento al progetto di installazione di 29 torri in agro dei comuni di Campomarino e Portocannone, presentato dalla Ditta Elettra Wind 1 di Milano. L’impianto, infatti, andrebbe a compromettere attività agro-alimentari di assoluto rilievo, espressione di pregio e qualità sui mercati nazionali ed esteri. Le pale eoliche, come da progetto attualmente in istruttoria presso il Comitato d’Impatto Ambientale dovrebbero essere collocate sui vigneti di Majo Norante. Ad esprimere netta contrarietà circa tali scelte, anche il Consigliere Regionale di centrosinistra, Michele Petraroia.   ”I vini dell’Azienda Agricola Di Majo Norante – commenta - rappresentano un biglietto da visita per l’intera regione Molise e attraggono interessanti flussi turistici sia per i paesaggi ancora integri che per le bellezze naturalistiche e i beni culturali oltre che per la qualità di prodotti tipici originali e competitivi. Bruciare simili opportunità di sviluppo per agevolare micro imprese con 10 mila euro di capitali provenienti da Milano che effettuano investimenti altamente impattanti sul territorio con ritorni occupazionali modestissimi è un grave errore strategico. Sono convinto – ha aggiunto Petraroia - che anche l’Assessore all’Agricoltura interverrà con urgenza e autorevolezza per fermare un simile sbaglio”. Intanto, come reso noto dall’inquilino di Palazzo Moffa, nell’ultima seduta della 3° Commissione Consiliare (Ambiente) è stata approvata con qualche modifica la proposta di legge che rende più agevole il rilascio di autorizzazioni in favore delle imprese eoliche e  che prevede, come nel caso dell’azienda basso molisana, l’applicazione della nuova normativa nazionale. “Non condivido una simile proposta di legge – ha ribadito Petraroia - e resto sgomento che la Regione Molise non si sia ancora costituita davanti la Corte Costituzionale in difesa della propria legge n. 15 del 21 maggio 2008”. Quest’ultimo documento, infatti, nell’ottica del perseguimento dello sviluppo sostenibile fissato negli accordi di Kyoto e di Johannesburg, si propone lo sfruttamento delle energie rinnovabili nel rispetto di regole regionali predeterminate compatibili con i vigenti principi informativi della disciplina statale e comunitaria in materia di produzione di energia, con la finalità di consentire la realizzazione di impianti meno impattanti e più produttivi. Tra le aree non idonee all’installazione di impianti eolici e fotovoltaici individuate dalla Regione Molise, parchi e riserve regionali e zone preparco; zona 1 di rilevante interesse dei parchi nazionali istituiti sul territorio della Regione; zone di «protezione e conservazione integrale» dei Piani Territoriali Paesistici; le Zone di protezione speciale (Zps) classificate dalla Regione e trasmesse all’Unione europea ed i territori ricadenti nei Siti di Interesse Comunitario (Sic) sono da ritenersi aree idonee solo a seguito di esperimento, con esito favorevole, delle valutazioni di impatto ambientale e di incidenza dei progetti presentati; per i soli impianti eolici, fascia di rispetto non inferiore a 3 km. misurata dal perimetro di parchi archeologici, aree archeologiche con complessi monumentali, come definiti al comma 2 dell’articolo 101 del decreto legislativo n. 42/2004; area costituita dalla «Valle del Tammaro» e dai rilievi che la delimitano; per i soli impianti eolici, fascia di rispetto non inferiore a 1 km. misurata dal perimetro urbanizzato come individuato dallo strumento urbanistico comunale vigente; per i soli impianti eolici, fascia di rispetto pari a 500 metri misurata da abitazioni residenziali o rurali sparse, regolarmente censite e abitabili, tranne i casi in cui gli aerogeneratori non superino i limiti di rumore previsti per la zona ove è ubicata la fascia di rispetto e il proponente abbia raggiunto, con i proprietari di ciascuna delle abitazioni interessate, l’accordo per la localizzazione degli aerogeneratori entro tali fasce; per i soli impianti eolici, fatti salvi diversi accordi sottoscritti ed approvati dai proponenti e dagli enti locali coinvolti, fascia di rispetto di 200 metri dal perimetro di confine dei territori dei comuni limitrofi, benché di regioni confinanti; al fine di evitare perturbazioni aerodinamiche dovute all’effetto scia, una fascia non inferiore a cinque diametri del rotore nella direzione dei venti dominanti dagli aerogeneratori di impianti eolici esistenti. È consentita deroga a detta distanza per gli ammodernamenti degli impianti eolici esistenti, anche se ricadenti su aree appartenenti a comuni limitrofi, proposti dalla stessa società o da società controllata; sino ad una distanza non inferiore a 100 metri da una strada provinciale o nazionale, a 200 metri da una strada a scorrimento veloce e dalle autostrade ed a 100 metri dalle strade comunali; fascia di rispetto di 5.000 metri lineari dalla costa verso l’interno della regione per gli impianti eolici; fascia di rispetto di 1.500 metri lineari dalla costa verso l’interno della regione per gli impianti fotovoltaici; off-shore, anche per le opere connesse ricadenti sul territorio regionale; fascia di rispetto di km. 1 dalle sponde per le aree fluviali, per le zone umide, lacuali e dighe artificiali. Sul territorio regionale è consentita l’installazione di impianti eolici fino al numero massimo di 545 pali, ciascuno della potenza minima di 2 MW, salvo comprovati impedimenti di carattere tecnico inducano ad installare macchine di potenza inferiore.

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Trieste NOSTRO INVIATO Nessun ulteriore aumento di cubatura sarà contenuto nella bozza ... (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 06-06-2009)

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Sabato 6 Giugno 2009, Trieste NOSTRO INVIATO Nessun ulteriore aumento di cubatura sarà contenuto nella bozza di legge sull'edilizia che Federica Seganti si appresta a proporre all'approvazione della Giunta regionale dopo la "pulizia costituzionale" in corso sul testo da parte dell'Avvocatura generale. Patti da rispettare. «Non dico un no a priori - spiega l'assessore leghista all'Urbanistica - ma considero corretto rispettare gli impegni assunti in seno alla maggioranza» e dunque limitare a una maggiorazione di principio pari a un massimo del 10 per cento delle cubature, aumentabile fino a un massimo del 20 per cento nei soli casi in cui si tratti di abitazioni e in ogni caso in un perimetro di garanzie per i centri storici e l'ambiente. Poi, per carità: «Si può parlare di aumenti maggiori in casi isolati - concede Seganti - come ad esempio in aree di periferia se un unico proprietario intenda riqualificare una proprietà secondo precisi crismi». A ogni modo «la cosa non potrà riguardare la massa dei cittadini». La Costituzione prima di tutto. Stoppata, quindi, l'iniziativa del Pdl regionale, che non più tardi di giovedì scorso proponeva aumenti di cubatura superiori a un terzo (35 per cento), anche se il problema più pressante non si riconduce a queste schermaglie ma al rischio - come riferiva ieri il Gazzettino - che una parte della nuova legge finisca sotto i colpi di scure della Corte costituzionale. In particolare si tratta di quegli articoli dove si liberalizzano, fra i tanti interventi edilizi, anche alcuni per i quali la legge nazionale prevede fattispecie di reato. Il lavoro di pulizia. L'Avvocatura generale ha sollevato una complessa serie di problemi sul testo normativo, spiegando che una depenalizzazione di fatto - un tanto la Regione rischierebbe d'introdurre con il suo provvedimento - violerebbe insieme sia il principio generale di eguaglianza di trattamento (articolo 3 della Costituzione) che il Codice civile. Turismo & camper. Fra i punti sui quali intervenire figurano i lavori in edilizia libera (ossia senza bisogno di alcuna autorizzazione) finalizzati al risparmio energetico e le opere che riguardano strutture turistiche che rientrino nelle nuove costruzioni. Infatti per le nuove costruzioni la legge ordinaria nazionale impone sempre il permesso di costruire: liberalizzare il punto sarebbe costituzionalmente rischioso. Analogamente, non appare legittimo - come invece il testo originario prevedeva - consentire l'inquadramento nelle opere di nuova costruzione fattispecie inedite come le roulotte, i camper e le barche impiegate a uso di abitazione, sia pure soltanto se all'esterno delle zone turistiche. Permettere la praticabilità senza "concessione edilizia" di tali condotte sottrarrebbe la materia alla disciplina penale e indurrebbe, inoltre, una profonda disparità normativa fra il Friuli Venezia Giulia e il resto del Paese. M.B.

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Friulano, Fontanini batte cassa (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del 06-06-2009)
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(Gazzettino, Il (Udine))

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Friulano, Fontanini batte cassa Sabato 6 Giugno 2009, Udine «Nell'assestamento di bilancio della Regione vanno inseriti i fondi necessari per applicare la legge regionale sul friulano». A chiederlo è il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, secondo cui «si è già perso troppo tempo a causa dell'impugnazione della legge sul friulano davanti alla Corte costituzionale. Ora che la sentenza è stata emanata e sappiamo entro quali limiti la Regione può intervenire - ha proseguito Fontanini -, diventa cruciale emanare i regolamenti attuativi della legge, soprattutto nel settore scolastico. Di conseguenza è anche necessario prevedere i primi fondi per permettere alle scuole che lo richiederanno di insegnare la marilenghe in classe già dal prossimo anno scolastico». Se la Regione, infatti, non provvederà ad inserire nelle prossime variazioni di bilancio - la cui discussione in Giunta regionale è prevista per lunedì prossimo - le somme necessarie all'ingresso del friulano nelle scuole, c'è il rischio di perdere un altro anno. «Oltre il 60% dei genitori - spiega - richiede l'insegnamento del friulano a scuola per i propri figli ma in molte scuole tale diritto non è garantito e quasi sempre per problemi di carattere organizzativo e finanziario: in pratica gli istituti vengono abbandonati a se stessi. Dopo dieci anni dall'approvazione della legge 482/99 - prosegue - ritengo sia venuto il momento per la nostra Regione di esercitare il ruolo di coordinamento che le norme le attribuiscono e che è stato ribadito anche dalla recente sentenza della Consulta. Solo così riusciremo a metterci in linea con quanto accade in altri contesti più vicini agli standard europei, e non penso solo alla solita Catalogna, ma anche al Galles, al Cantone dei Grigioni, alla Bretagna e al vicino Trentino. Credo inoltre - chiosa Fontanini - che l'insegnamento della lingua e della cultura friulana sia un elemento di arricchimento culturale e didattico per tutta la comunità regionale».

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Omicidio De Valiere, chiesta la sospensione La corte d'Assise si riserva, decisione a luglio (sezione: Giustizia)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-06-2009)

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Omicidio De Valiere, chiesta la sospensione La corte d'Assise si riserva, decisione a luglio Sabato 6 Giugno 2009, Falcade La corte d'assise si pronuncerà il 10 luglio sull'istanza di illegittimità costituzionale presentata dal procuratore capo Domenico Labozzetta in merito al processo per omicidio volontario in cui è imputato un marocchino irreperibile. Aziz Moulay Mohammed, 35 anni, difeso d'ufficio dall'avvocato Roberta Resenterra è accusato di aver ucciso Federico De Valiere, trovato morto il 9 marzo 1999 all'età di 49 anni nella sua abitazione di Falcade. Se la corte, presieduta da Arturo Toppan, accoglierà l'istanza gli atti del processo saranno inviati alla Corte costituzionale, altrimenti, in caso di rigetto, si procederà con il processo in contumacia. «C'è un problema nell'applicazione della convenzione dei diritti dell'uomo - ha detto il procuratore in aula - lo stesso cui si è richiamato anche il Brasile negando l'estradizione a Battisti, processato in contumacia. È da verificare se le norme del nostro codice di procedura penale siano conformi agli obblighi internazionali». Labozzetta ha chiesto alla corte, nel caso la sua istanza venga accolta, di procedere anche alla sospensione dei termini di prescrizione finché non si troverà l'imputato, accusato sulla base dei risultati del Dna riscontrato su sangue e saliva presenti sulla scena del delitto.

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Patto stabilità, Corte Conti Lombardia ricorre alla Consulta su blocco pagamenti (sezione: Giustizia)

( da "Sestopotere.com" del 06-06-2009)

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Patto stabilità, Corte Conti Lombardia ricorre alla Consulta su blocco pagamenti (6/6/2009 16:15) | (Sesto Potere) - Milano - 6 giugno 2009 -Il blocco dei pagamenti alle imprese, imposto ai Comuni e alle Province dal Patto di stabilità, in base anche all'ultima legge finanziaria, potrebbe essere incostituzionale. Per questo motivo la sezione lombarda della Corte dei Conti ha deciso di sollevare la questione, davanti alla Corte costituzionale, con una pronuncia che crea una situazione di potenziale conflitto ‘senza precedenti’. Del ricorso alla Consulta, già anticipato nei giorni scorsi da un articolo del Sole 24 Ore, ha parlato oggi il presidente della sezione lombarda della Corte, Nicola Mastropasqua, durante un convegno di studi svoltosi ieri a Milano. Nella pronuncia la Corte dei Conti lombarda ricorda che Comuni e Province, da tempo, sono sottoposte a tetti di spesa fissati dall'Unione Europea mediante il meccanismo che va sotto il nome di Patto di stabilità, che tutti gli Stati, ogni anno, devono inserire nella legge finanziaria. Le 18 pagine dell'ordinanza di rinvio spiegano che “se le amministrazioni non pagano, sono le imprese a subire pesanti ripercussioni, mentre se invece queste ultime vengono saldate, nonostante il blocco fissato dal patto di stabilità, sono le amministrazioni ad andarci di mezzo e ad essere penalizzate”. In questa situazione, i giudici di controllo della Lombardia, “per la prima volta in Italia”, hanno deciso di congelare ogni decisione, sollevando questione di costituzionalità davanti alla Suprema Corte. “Se le eccezioni dovessero essere accolte - si legge infine nella pronuncia -, le norme impugnate non produrrebbero più alcun effetto giuridico, con la conseguenza che gli amministratori non violerebbero alcuna disposizione, e le imprese potrebbero tornare ad essere pagate, con tempestività, in tempi ragionevoli”.

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Con il ddl intercettazioni a rischio le nostre libertà fondamentali (sezione: Giustizia)

( da "Articolo21.com" del 06-06-2009)

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Con il ddl intercettazioni a rischio le nostre libertà fondamentali di Nicola Tranfaglia Martedì 9 giugno, ad urne chiuse e a risultati ormai chiariti, il governo Berlusconi vuol far approvare con lo strumento ormai reiterato del voto di fiducia, una delle leggi più liberticide di questa legislatura: il disegno di legge Alfano sulle intercettazioni telefoniche. Lo scandalo delle feste in Sardegna con le minorenni, ha accelerato il bisogno della maggioranza berlusconiana di chiudere la partita con i giornalisti e i magistrati e togliere dall’ordine del giorno quel che rimane del dibattito dell’opinione pubblica sugli scandali di un capo del governo che ci fa essere lo zimbello dell’Europa unita e dell’intero Occidente... Così, all’indomani del voto, la legge numero 1415, con successive modificazioni, che porta il nome del Guardasigilli di fiducia del presidente del Consiglio, deve passare ad ogni costo malgrado le riserve del Consiglio Superiore della Magistratura e del suo vicepresidente Mancino oltre che di quelle prevedibili del Quirinale che preme per formulazioni meno drastiche di quelle adottate finora dalla maggioranza nella Commissione Giustizia della Camera. Il nodo dello scontro, che coinvolge in primo luogo l’Italia dei Valori con la relazione di minoranza dell’onorevole Palumba, ma che trova questa volta d’accordo anche il Partito democratico, con l’onorevole Tenaglia, riguarda il contrasto evidente delle norme con l’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di stampa che non può essere soggetta ad autorizzazioni e a censure. Il disegno di legge, infatti, prevede pene per i giornalisti che si rendano colpevoli di qualsiasi violazione dei pesanti divieti previsti. In pratica non sapremo più nulla di qualsiasi scandalo fino alla conclusione del processo e con i tempi previsti nel caso italiano, la cronaca giudiziaria non esisterà più. Ci troveremo in una situazione assai simile a quella che c’è stata in Italia, come nella Germania nazionalsocialista, negli anni tra le due guerre mondiali. E la maggioranza berlusconiana potrà superare senza colpo ferire qualsiasi scandalo interno, qualsiasi episodio di corruzione, di malversazione riconducibile alla pubblica amministrazione, alle istituzioni come al partito di maggioranza. Con il pretesto risibile di salvare la privacy degli indagati, eccetto gravi indizi di colpevolezza, che a volte (come è noto a chiunque si sia occupato di indagini giudiziarie) emergono in fasi successive a quelle iniziali o mediane dei fatti specifici, magistrati e giornalisti sono tenuti a un segreto totale che vieta alla pubblica opinione di avere un’idea, sia pure approssimativa, di quel che sta succedendo e pone gli imputati al riparo di qualsiasi ulteriore indagine o interrogativo. In questa maniera il governo colpisce, allo stesso tempo, la cronaca giudiziaria, ripristinata nel nostro paese dopo il ventennio fascista, e l’azione dei magistrati che devono operare senza il minimo conforto di un’opinione pubblica fedele alla legalità e partecipe della difesa dello Stato di diritto di cui la magistratura è difensore per vocazione e funzione istituzionale. Di fronte alla legge, editori e giornalisti denunciano “la gravissima limitazione del diritto di cronaca prevista dal disegno di legge del ministro Alfano approvato dalla Commissione Giustizia della Camera “ e aggiungono che “le disposizioni in esso contenute colpiscono duramente editori e giornalisti imponendo loro il silenzio totale sulle indagini e sui loro sviluppi anche quando non sussiste il segreto istruttorio. L’effetto è quello di impedire ai cittadini e all’opinione pubblica di conoscere fatti rilevanti della vita pubblica quali appunto le notizie sugli atti di indagine, non segreti.” Non c’è dubbio che l’approvazione con lo strumento del voto di fiducia del disegno di legge senza le modifiche richieste dall’opposizione comporterebbe di necessità una mobilitazione congiunta della Federazione degli Editori e di quella dei giornalisti a difesa dell’articolo 21 della Costituzione repubblicana. In gioco sono ormai libertà fondamentali del nostro ordinamento costituzionale e la battaglia è quella per la difesa della democrazia contro un regime di populismo autoritario che ha in Silvio Berlusconi il suo capo carismatico e nell’attuale governo il suo braccio armato. C’è da sperare che il Capo dello Stato e successivamente la Corte costituzionale esercitino la loro funzione fondamentale di controllo e di freno nei confronti di un presidente del Consiglio e di un governo che mostrano di non voler difendere i principi essenziali della costituzione repubblicana di cui libertà di stampa e l’indipendenza della magistratura sono capisaldi dagli inizi dell’Ottocento. http://www.nicolatranfaglia.com

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GM's dismantling opens doors for foreign carmakers (sezione: Giustizia)

( da "Tehran Times, The" del 06-06-2009)

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: Sunday, June 7, 2009 GM's dismantling opens doors for foreign carmakers DETROIT (AP) - Roger Penske is inventing a new business model on the ruins of General Motors Corp. The auto racing magnate and mega dealership owner is snapping up Saturn and opening his expanded sales network to foreign automakers looking to sell cars to Americans. The deal announced Friday is another example of how the cataclysm that hit Detroit's three carmakers is reshaping the global automotive landscape in profound ways, reducing their worldwide influence and if Saturn turns out as Penske envisions opening new markets to smaller companies. "There's no doubt that the automotive deck chairs are changing," said Michael Robinet, vice-president of CSM Worldwide, a Detroit-area auto industry consulting firm. In the shake-up, well-known brands are changing flags quicker than an oil tanker in pirate-infested waters. Italy's Fiat SpA is waiting for U.S. courts to approve its acquisition of Chrysler LLC's assets. GM has worked deals to turn its German subsidiary Adam Opel GmbH over to a Canadian auto parts company with Russian backing. And Hummer may be going Chinese, although state media there reported Friday that the deal has hit regulatory hurdles. Yet industry experts are doubtful that the flurry of mergers and alliances will be any more durable than failed marriages of the past, proving to be just one big distraction from the underlying issue that made them so vulnerable in the first place: making more cars than people can buy. Still, Penske, who already runs Penske Automotive Group Inc., the second-largest U.S. dealer network, thinks his business model is different enough to be successful. GM and Penske expect to close the Saturn deal in the third quarter, with the wounded Detroit automaker continuing to build three models for Saturn to distribute. Key to its success, though, will be the ability to sign on other global manufacturers to make cars for Saturn, giving it a diverse portfolio of vehicles that will sell whether gasoline prices are high or low. But by opening the door to automakers not now in the U.S., such as France's Renault, Penske could alter the market here, allowing smaller automakers to compete against Detroit. Penske, in an interview with The Associated Press, said foreign automakers would be key to his business model, but they will have to match GM quality standards before Saturn's 350-dealer network will distribute their products. "As people around the world look at that, they have the opportunity to tap us on the shoulder and say 'we have product that we'd like to bring into the U.S.,'" he said. Penske said he expects to begin making money immediately on Saturn, which has never been profitable for GM. "I would expect that the model that we're putting together, the distribution model, will be profitable Day One," he said. "We'll have less costs. We'll not be in the manufacturing side of it." In Europe, the Opel deal was reached under enormous political and union pressure to keep open all four German plants which appeared to be one of the things that knocked Fiat out of political favor with early reports that it would close an engine factory. The winning bidder, Magna International Inc., has pledged to cut just 10,000 GM Europe jobs a number eventually matched by Fiat. But that deal is still not final. Fiat restated its interest Friday, although German officials downplayed prospects of Magna failing to complete the takeover. Marchionne's aim had been to combine Chrysler and Fiat with GM's European business to create a world automotive powerhouse to produce up to 6 million cars a year, his threshold for surviving toughening world market conditions. Such strategies have raised the obvious question among analysts: If the industry is being strangled by overproduction, why not just let the gasping giants expire? For years, the U.S. auto manufacturing base has been too large for the market, forcing automakers to overproduce to keep plants running and flooding the market with vehicles. As a result, the Detroit Three especially have been forced to discount vehicles to sell burgeoning inventories. But Penske said the continued restructuring by Chrysler, GM and Ford Motor Co. should solve that problem, at least in the U.S. "I think there's no question that this re-engineering of the manufacturing base in the U.S. by the Big Three will take capacity out," he said. "But more important, the plants that will survive will be the ones that are most efficient." Yet London-based Morgan Stanley analyst Adam Jonas said he does not expect worldwide capacity to be significantly changed a year from now. And he questioned the logic of gathering brands under one roof without real synergies. "Did we just hook up five or six companies that don't mean anything? To get common distributors, development, common planning, common everything, it takes a lot of time, a lot more money and a lot of risk," Jonas said. Worldwide, analysts say automakers have the capacity to produce 18 million to 20 million more cars than the market demands, leaving many plants grossly underutilized. To make money, automakers have to run their plants above 90 percent capacity, but few are doing that in a depressed global market. Nearly 70 million cars and light trucks were produced worldwide in 2007, when the latest figures are available from the International Organization of Motor Vehicle Manufacturers. Ferdinand Dudenhoeffer, director of the Center for Automotive Research in Gelsenkirchen, Germany, said capacity will need to shift to emerging markets such as India and China, not saturated markets like the United States and Europe, where most of the dealmaking is centered. "The story of consolidation is not the story which drives the car world," Dudenhoeffer said. "If you look at a company like Porsche, the most successful car companies in the world are small."

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