CENACOLO  DEI COGITANTI

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TUTTI I DOSSIER

DOSSIER “DIRITTI UMANI”

REPORT 8-9 FEBBRAIO 2009

 

Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

williamson non ritratta: prima voglio le prove ( da "Centro, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E attacca anche i diritti umani universali: «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato - si legge nell'articolo - si giunge sempre ad una politica anticristiana». Quanto ai rapporti con i lefebvriani, che hanno pubblicamente preso le distanze dalle teorie negazioniste di Williamson,

Chiesa e diritti umani, il teologo punge il Vaticano ( da "Arena, L'" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti dell'uomo del 1948, o i patti internazionale dei diritti economici, sociali e culturali, o dei diritti civili e politici, del 1966. Così come nemmeno le convenzioni, i convegni, i protocolli sui diritti umani. Castillo ha preso un giro largo per spiegare come una monarchia assoluta ( così ha semplificato lo stato giuridico del Vaticano che unisce nella persona del papa

williamson: senza prove non ritratto sulla shoah ( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha anche attaccato i diritti umani universali: «laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato, si giunge sempre a una politica anticristiana». Su Williamson, hanno fatto sapere fonti della Santa Sede, non c'è «più nulla da dire» e se non vuole ritrattare, ne «saranno tirate le conseguenze,

battisti in italia rischia la vita ( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: protezione dei diritti umani in Brasile, una retrocessione nella legge sul diritto di rifugio politico e nell'applicazione dell'istituzione della protezione internazionale», scrive Barreto, che è anche presidente del Conare, il Comitato brasiliano per i rifugiati, il quale si era già pronunciato in favore dell'asilo politico a Battisti prima della decisione del ministro Tarso Genro.

gino strada con soru alla fiera ( da "Nuova Sardegna, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani e medicina». Partecipano Nerina Dirindin (assessore regionale alla Sanità), Gian Luigi Gessa (neuroscienziato e consigliere regionale del Pd) e Renato Soru (candidato presidente per il centrosinistra). Pd. Domani tour elettorale di Massimo D'Alema in Sardegna a sostegno del candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra Renato Soru.

candele accese per i tamil morti ( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Nello Sri Lanka non esiste più il rispetto dei diritti umani basilari. La dignità dell´uomo è stata violata». L´iniziativa è stata sostenuta dal comitato di solidarietà che si è formato recentemente a Palermo e che ha intenzione di organizzare altre manifestazioni a sostegno della comunità tamil.

immigrati, appello a burlando "vieta la denuncia degli irregolari" ( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 32 della Costituzione Italiana e con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo - spiegano Leoncini e Quaranta - Tale norma non solo viola brutalmente i diritti umani, ma rischia di promuovere un parallelo canale clandestino di cura fuori dal servizio sanitario, con effetti devastanti per la salute di tutti i cittadini.

eluana, la protesta arriva in piazza - ernesto ferrara ( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e movimenti per la Costituzione e per i diritti umani (il "Giglio rosa"). Stamani ancora un sit in, convocato da Sinistra, Radicali, Socialisti, Verdi, Sinistra Universitaria e Arcigay (anche il Pd ha aderito), dalle 11.30 alle 13, sempre davanti alla prefettura in via Cavour. Domani nuova manifestazione alle 18 in piazza Strozzi (aderiscono il Pd,

"pedofilia nella chiesa" radicali sotto la curia ( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: basta con questa tortura» e sono rimasti in piedi in silenzio per circa mezz´ora. Poco distanti, sempre lungo via Altabella, un´altra ventina di militanti. All´iniziativa hanno partecipato anche i due parlamentari radicali Maurizio Turco e Maria Antonietta Farina Coscioni (vedova di Luca Coscioni) oltre al consigliere comunale Serafino D´

un manifesto di condanna coprirà le scritte offensive ( da "Tirreno, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: i diritti in questa città non saranno lesi». Così il sindaco di Pontedera annuncia di aver personalmente provveduto ad appendere la bandiera della pace e dei diritti umani al balcone del Municipio. Palazzo Stefanelli ha ospitato oltre i consiglieri e gli assessori del Comune di Pontedera, anche alcuni componenti della giunta dell'

Riccardo Villari al posto di Rita Levi Montalcini ( da "Unita, L'" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: beni culturali) e della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. Riccardo Villari, eletto con i voti del centrodestra, a capo della Vigilanza, pur non essendo stato indicato dall'opposizione, come prassi vuole, non colse l'invito del suo partito, il Pd, a dimettersi dall'incarico.

CITTÀ DEL VATICANO - È in atto un duro braccio di ferro tra il Vaticano e il vescovo lefebvriano Richard Williamson, ormai famoso in tutto il mondo per le sue tesi negazioniste ( da "Adige, L'" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha anche attaccato i diritti umani universali: «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato, si giunge sempre ad una politica anticristiana». Su Williamson, hanno fatto sapere dalla Santa Sede, non c'è «più nulla da dire» e se non vuole ritrattare, ne «saranno tirate le conseguenze,

<Mio figlio in balia di un comitato che purtroppo distorce la realtà> ( da "Adige, L'" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: interviene per rispondere al Comitato dei cittadini per i diritti umani che ha sempre criticato l'atteggiamento dei medici nei confronti dei ragazzi. «Con quale diritto questa fantomatica associazione dei diritti umanitari si intromette nella vita e nelle scelte di mio figlio senza prima aver approfondito la questione con i familiari conviventi, cioè il padre e il fratello,

Battisti, altri attacchi dal Brasile <In Italia rischierebbe la vita> ( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Luis Paolo Teles Barretto, si è schierato a favore della concessione dell'asilo politico, affermando anche la legge brasiliana in tema di diritti umani «proibisce la restituzione di un individuo a Paesi la sua vita, la sua libertà o la la sua integrità fisica siano messe a repentaglio». Image: 20090208/foto/2713.jpg

ELUANA 1) ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura? Desidererei sapere, possibilmente dai giudici che hanno emesso questa vergognosa sentenza, se hanno autorizzato anche la tortura di Eluana visto che la sua morte non avverrebbe istantaneamente al distacco del sondino. Il padre Peppino ha la lucidità sufficiente per portare avanti questa situazione vista la lunga e dolorosa situazione nella quale si trova in prima persona

Williamson non ritratta: Prima voglio le prove ( da "Alto Adige" del 08-02-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E attacca anche i diritti umani universali: «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato - si legge nell'articolo - si giunge sempre ad una politica anticristiana». Quanto ai rapporti con i lefebvriani, che hanno pubblicamente preso le distanze dalle teorie negazioniste di Williamson,

A Perugia riparte il progetto "Auschwitz, giovani memoria luoghi". E' in programma u... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: workshop internazionale sulla negazione dei diritti umani. Martedì alle ore 11, presso la sala del CERP - Centro Espositivo della Rocca Paolina, il progetto sarà presentato: prevede un workshop internazionale sulla negazione dei diritti a Varsavia dal 13 al 17 febbraio. Il progetto è realizzato dalla Provincia di Perugia con la collaborazione dell'Isuc- Istituto per la storia dell'

L'ASILO POLITICO ALL'EX TERRORISTA ( da "Messaggero, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Domenica 08 Febbraio 2009 Chiudi L'ASILO POLITICO ALL'EX TERRORISTA Ma il ministero della Giustizia si appella "ai diritti umani"

ROMA - Potrebbe profilarsi una soluzione di "compromesso" sull'estradizione in Italia di C... ( da "Messaggero, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: asilo potrebbe significare un passo indietro nella protezione dei diritti umani in Brasile, una retrocessione nella legge sul diritto di rifugio politico», scrive Barreto, che è anche presidente del Conare, il Comitato brasiliano per i rifugiati. Pronta la replica della Farnesina che ha precisato: «L'Italia, in quanto Paese democratico, sulla base della propria Costituzione,

Elie Wiesel I miei maestri, gli amici: Mosè, Mauriac, Levi ( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: della difesa dei diritti umani. Un'occasione per festeggiare gli 80 anni (compiuti il 30 settembre scorso) dello scrittore, attivista e docente di origine ungherese ma americano dal 1963, considerato il leader morale degli ebrei della diaspora. In questi giorni Wiesel celebra anche un'altra pietra miliare: il suo cinquantesimo romanzo,

Olocausto e diritti umani ( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Giornata di studio a Venezia Olocausto e diritti umani In onore di Elie Wiesel (nella foto insieme ad altri deportati nel lager nazista di Buchenwald, dove era stato trasferito nel 1945 da Auschwitz) si tiene oggi a Venezia una giornata di studi organizzata dalla locale comunità ebraica.

Eluana, piazze divise in Veneto Ravasin: <Chiesa da Inquisizione> ( da "Corriere del Veneto" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è la Dichiarazione universale dei diritti umani — ha aggiunto —. Ha ragione il Capo dello Stato, perché il Governo vuole procedere su una via incostituzionale». Netta anche la contrarietà di Massimo Cacciari alla Chiesa ma soprattutto del Governo, dopo la presa di posizione del presidente del Consiglio contro Giorgio Napolitano: «Sul testamento biologico c'

Inchiesta sui <nazi> russi e le loro vittime ( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «Chi sceglie di difendere i diritti umani deve essere per forza un idealista — interviene Kerry Fox, magistrale protagonista —. Pronta a sacrificare tutto, anche la vita privata». «è il vero costo di quei processi — conclude Schmid —. Le polemiche sulle spese sono false.

Morris e l'ambiguità delle immagini ( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Si tratta infatti di un documentario sui soldati americani che nel 2004 hanno torturato, umiliato e ucciso presunti terroristi iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Se la foto dell'alzabandiera di Iwo Jima ha giovato alla vittoria americana nella Seconda guerra mondiale, l'immagine del prigioniero incappucciato, con le mani legate a fili, ha contribuito a una disfatta vergognosa.

diritti umani: convegno a rivignano ( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani: convegno a Rivignano RIVIGNANO. Si è tenuto a Rivignano, nella cantina del ristorante "Al Morarat", il convegno dal titolo "1948-2008, la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, un punto di arrivo o di partenza?".L'incontro, organizzato dal Caffè letterario delle Risorgive, è stato presentato dalla presidente Maria Sabina Marzotta e condotto dal signor Vito

L'INTERVISTA MARCO CAPPATO ( da "Giornale.it, Il" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: altra legge che serve è quella per legalizzare l'eutanasia, perché alcune persone torturate dalla malattia non dipendono da terapie vitali». Beppino Englaro fa appello a Berlusconi e Napolitano: venite a trovare Eluana. «Ha una forza immensa a resistere a questo linciaggio e a insistere ad avere fiducia nelle istituzioni».

Battisti, nuova tensione Brasilia-Roma ( da "Avvenire" del 08-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani «proibisce la restituzione di un individuo a Paesi nei quali la sua vita, la sua libertà o la sua integrità fisica siano messe a repentaglio». Secca la replica della Farnesina. L'Italia, in quanto Paese democratico, sulla base della propria Costituzione, e membro dell'Unione Europea, non può nemmeno lontanamente essere annoverata tra i Paesi che non forniscono sufficienti

Il sultano dei nostri giorni ( da "Manifesto, Il" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: obiettivo dei dissidenti e dei difensori dei diritti umani in Iran è quello di realizzare, attraverso l'azione non violenta, un sistema democratico pienamente dedito alla causa della libertà, dei diritti umani e del federalismo. Questi attori si oppongono fermamente alla minaccia di un attacco militare Usa contro l'Iran e alle chiacchiere di Washington sul «cambio di regime»

Istruite e combattive, le donne alla conquista dello spazio pubblico ( da "Manifesto, Il" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attiviste per i diritti umani, in un momento di scontro durissimo in Iran tra un governo riformista e un sistema politico che resiste al cambiamento (infatti poco dopo due di loro, l'editrice Shahla Lahiji e l'avvocata Mehranghiz Kar, furono arrestate: avevano partecipato a una conferenza a Berlino, su invito dall'Istituto Heinrich Boell,

Danimarca, ISP e pirati al contrattacco ( da "Punto Informatico" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: industria dei contenuti, che accusava il provider di corresponsabilità nella violazione dei diritti d'autore, l'ISP per due volte è stato invitato a far calare filtri DNS che dirottassero il traffico dei cittadini della rete danesi verso altri lidi. Il provider ha smesso di lottare, ha smesso di dimostrare ai giudici che i sequestri di traffico,

Il Comune conferirà oggi la cittadinanza onoraria al Dalai Lama per il suo impegno intern... ( da "Leggo" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della riappacificazione tra i popoli». La cerimonia del tributo di cittadinanza al leader tibetano, arrivato in città ieri, sarà proiettata in diretta su uno schermo gigante installato in piazza del Campidoglio. Quella romana è solo la prima tappa del viaggio del padre spirituale buddhista in Europa.

TEATRO - Alle 20,30, Avididiorizzonti, spettacolo organizzato ... ( da "Leggo" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: INCONTRI - Alle 18, Educare ai diritti umani: incontro con Liliana Cereda, Responsabile Amnesty International in Veneto e Trentino Alto Adige. Fnac, via Cappello 34. Alle 17, Francesca Rossi, presenta la lezione La mostra, sesto e ultimo appuntamento del ciclo "Lezioni per Girolamo Dai Libri".

La piazza si riempie per difendere la Costituzione ( da "Arena, L'" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E le associazioni di volontariato che si occupano della difesa dei diritti umani. «Questo governo non si ferma di fronte a nulla e le regole della democrazia sono insultate, derise, calpestate, violentate», scrivono le promotrici della manifestazione nell'invito diffuso via mail. «Siamo cittadine e cittadini angosciati da quello che sta accadendo», aggiunge Maria Geneth.

il papa invoca guarigioni miracolose ( da "Nuova Sardegna, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: guidato dalla nipote di Salvator Allende, prova a esporre uno striscione per i diritti umani. Nulla a che vedere con Eluana. Nello spicchio più vicino alla finestra di Benedetto XVI, ci sono quelli che sbandierano i vessilli bianchi del nuovissimo «Popolo della vita». Tentano di far partire l'applauso per Eluana, ma restano isolati.

Guazzabuglio horror con messaggio ( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: conflitti generazionali, pratiche estreme di tortura, detective tormentati, efferatezze e orrorismi piuttosto gratuiti, solamente con lo scopo di scioccare lo spettatore. E sì che invece il film parte bene. In una radura innevata ai margini di un bosco viene rinvenuto un contenitore dentro il quale ci sono dei denti umani.

<Tra Europa e Africa relazioni più forti> ( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Possiamo farcela attraverso una buona costituzione, una buona forma di autogoverno, leader eletti dal popolo, rispetto dei diritti umani. Il popolo deve essere responsabile dei valori democratici. Solo così l'Africa sarà decisiva per le sorti del mondo nel ventunesimo secolo». Gabriella Persiani 09/02/2009 nascosto -->

dalai lama cittadino di roma: "è l'avamposto del tibet in europa" ( da "Repubblica, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Pagina I - Roma Il mio popolo I diritti umani Dalai Lama cittadino di Roma: "è l´avamposto del Tibet in Europa" Questa onorificenza è particolarmente importante per me e per il mio popolo L´Italia e la sua capitale possono fare molto per i diritti umani SEGUE A PAGINA III

si riparla di traffico d'organi leggenda metropolitana o allarme giustificato? ( da "Nuova Sardegna, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: mentre attivisti per i diritti umani denunciando la scomparsa di migliaia di neonati ogni anno: nati vivi e vitali e registrati, invece, come deceduti, salvo poi scomparire dai registri delle sale parto e dai cimiteri. Corpi dissolti, inghiottiti dal nulla, la cui misteriosa scomparsa autorizza il sospetto che l'ex Repubblica sovietica sia una sorta di supermercato segreto di organi,

"diritti umani, la mia sfida ecco cosa roma può fare" - rory cappelli ( da "Repubblica, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia può fare molto per i diritti umani. L´importante è che dentro ognuno si sviluppi consapevolezza e compassione: se tutti si impegnassero per i diritti umani, il mondo sarebbe diverso. Ci sono sempre più persone sinceramente preoccupate per i diritti umani, la libertà, i problemi ambientali e nello stesso tempo c´è una mancanza di valori umani»

gli intellettuali su micromega: stop alla dittatura oscurantista ( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: impone per legge - prosegue - la tortura a ogni malato terminale. Pur di imporre questa legge khomeinista, Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione. È arrivato a oltraggiare una delle costituzioni piú democratiche del mondo, definendola "filosovietica", ed elogia il suo "amico Putin", ex-dirigente Kgb».

Trenitalia, sullo stop di ieri scontro azienda-sindacati ( da "Unita, L'" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in Lombardia hanno aderito allo sciopero dei macchinisti, capi treno e quadri addetti alla circolazione più di due terzi del personale interessato - e denunciano una violazione dei diritti dei lavoratori da parte dell'azienda che, sostengono, per far circolare i convogli ha utilizzato «massicciamente personale esterno a Trenitalia (militari del Genio Ferrovieri)

L'ultima truffa della casta dei banchieri. ( da "Giornale.it, Il" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione.

Il Dalai Lama a Roma per la cittadinanza onoraria ( da "RomagnaOggi.it" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: per il conferimento della cittadinanza onoraria, voluta dal consiglio comunale di Roma, per "l'impegno internazionale per trovare una soluzione pacifica per il Tibet e per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della pacificazione fra i popoli", sarà il Sindaco, Gianni Alemanno.

ELUANA: EVANGELICI ADERISCONO AD APPELLO 'LIBERTA' E ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sentiamo di dover esercitare un ruolo di attenta vigilanza sul tema dei diritti umani, del pluralismo, della laicita' dello Stato. E come minoranza nei mesi scorsi abbiamo ripetutamente espresso la nostra viva preoccupazione per alcune scelte politiche in materia di immigrazione, diritti della persona, tutela della liberta' religiosa, riforme costituzionali.

Iran/ Diplomatico svizzero "pizzicato" in auto con donna ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La legge islamica vieta categoricamente alle donne qualsiasi relazioni sessuale al di fuori del matrimonio, anche nell'eventualità di un prossimo matrimonio. L'oltraggio della morale viene punito severamente: "Per la donna nell'auto c'è il rischio della lapidazione", spiega Aaron Rhodes dell'Organizzazione internazionale per i diritti umani in Iran.

Tibet/ Oggi il Dalai Lama diventera' cittadino onorario di ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: una soluzione pacifica per il Tibet e per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della pacificazione fra i popoli". Il Premio Nobel per la Pace è arrivato ieri a Roma e appare in buona forma. Appena una settimana fa, il mondo aveva trattenuto il fiato quando il leader spirituale tibetano è stato ricoverato per un dolore al braccio in un ospedale indiano.

Mercato S. Severino. incontro dibattito su Celebrazione "Giorno del ricordo" ( da "Salerno notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Istituto Virgilio A seguire: Incontro-dibattito sul tema dei diritti umani con Dott. Magdi Cristiano Allam (vice- direttore del Corriere della Sera /promotore del Movimento ?Protagonisti per l?Europa Cristiana?). Alle ore 17,30 Sala Consiliare Palazzo Vanvitelliano: Saluti: Dott. Giovanni Romano Vice Sindaco del Comune di Mercato S.

M. O.: HAMAS DENUNCIA, AGENTI ANP TORTURANO A MORTE MILITANTE ( da "Agi" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: AGENTI ANP TORTURANO A MORTE MILITANTE (AGI) - Gaza, 9 feb. - Hamas ha denunciato la presunta morte sotto tortura di un suo militante in Cisgiordania dove, a differenza della Striscia di Gaza controllata dal gruppo radicale, continua a prevalere l'Autorita' Nazionale Palestinese, le cui file sono dominate da al-Fatah,

ELUANA: CAMPANA ASSISI SUONA A DISTESA A TUTELA DELLA VITA ( da "Agi" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: levata la voce per i diritti umani e per la vita, deve partire un appello affinche' Eluana possa continuare a vivere. Deve vivere perche' nessuno scienziato, medico o giudice puo' decidere sulla vita". E' per questo che oggi, alle ore 12, "come avviene per ricordare gli avvenimenti piu' importanti", la Campana delle Laudi,

Così la pupa del bosssi fa donna in carriera ( da "Sicilia, La" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: qualcuno che non lo merita ad essere una violazione dei diritti umani, ma è una trasgressione ancora più grave all'etica e a Dio il farlo approfittando di una posizione di potere e per motivi sessuali. Succedeva in epoche lontane, dove la legge era appannaggio delle caste nobiliari o durante la guerra, quando c'era chi, pur di sopravvivere e di portare sostentamento alla famiglia,

Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere ( da "Giornale.it, Il" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione.

Il Dalai Lama a Roma: aiutate il popolo tibetano ( da "Affari Italiani (Online)" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: internazionale per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della riappacificazione tra i popoli'. La situazione in Tibet è molto grave e la risposta delle autorità cinesi alla rivolta dei monaci dell'anno scorso non è stata di prudenza ma di maggiore repressione. È quanto ha detto il Dalai Lama in un incontro a Roma con l'Intergruppo parlamentare per il Tibet,

- LAMPEDUSA: MIGRANTI A RISCHIO DI RIMPATRIO ILLE ( da "WindPress.it" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani. L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui si

IMMIGRATI: AMNESTY, RISCHIO RIMPATRI ILLEGALI A LAMPEDUSA ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: appello si ricorda che ''il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un Paese in cui si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani''.

Lampedusa/ Amnesty mette in guardia Roma da rimpatri ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani. L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che 'il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui si

Cina/ Pechino all'Unhrc: siamo contrari a censura e tortura ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritto umano. Pechino ha inviato una delegazione a Ginevra, guidata dall'ambasciatore Li Baodong, per difendersi di fronte al Concilio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhrc) dalle accuse di alcuni gruppi per la difesa dei diritti umani secondo cui in Cina la gente non è libera di esprimere la propria opinione e ogni critica da parte di giornalisti viene duramente punita.

Immigrati/ Amnesty: A Lampedusa c'è rischio rimpatri ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani". L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui

IMMIGRAZIONE. Lampedusa, appello di Amnesty: "Migranti a rischio di rimpatrio illegale" ( da "HelpConsumatori" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani". L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui

Il Dalai Lama è cittadino romano ( da "Rai News 24" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani e dei diritti dei popoli". "Da adesso in poi - ha affermato Alemanno rivolgendosi al Dalai Lama - in questa aula lei sara' non solo un prestigioso ospite, ma un cittadino romano. Lei rappresenta cio' che puo' definirsi - ha aggiunto - l'intelligenza della compassione: le sue parole e la sua vita ricordano al mondo la natura interdipendente dei nostri destini e valore

Spoto: "Si rispettino le convenzioni sull'immigrazione" ( da "Agrigento Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ricorda Spoto - è obbligata, come sostenuto dal diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati, a dare ad ogni immigrato l'asilo politico, se richiesto, e, soprattutto, a garantire protezione contro eventuali rimpatri in un paese in cui si troverebbero in pericolo di vita o nella violazione dei diritti umani.

Sri Lanka/ Esperti Onu: situazione umanitaria si sta ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Esperti indipendenti delle Nazioni Unite per la difesa dei diritti umani hanno criticato il "deteriorarsi della situazione umanitaria" nello Sri Lanka. Margaret Sekaggya, una degli esperti Onu, in un comunicato ha affermato: "Un clima di paura e di intimidazione regna su coloro che difendono i diritti umani, soprattutto sui giornalisti e gli avvocati".

Consiglio comunale Torino: in difesa delle persone con disabilità ( da "Sestopotere.com" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali delle persone con disabilità”. E definisce disabili “coloro che hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che, a causa di varie barriere, non possono svolgere la loro piena partecipazione nella società, su una base di eguaglianza con gli altri&

M.O.: Hamas, militante torturato a morte da agenti Anp ( da "KataWeb News" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: militante torturato a morte da agenti Anp 9 febbraio 2009 alle 21:55 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Hamas ha denunciato la presunta morte sotto tortura di un suo militante in Cisgiordania dove, a differenza della Striscia di Gaza controllata dal gruppo radicale, continua a prevalere l'Autorità Nazionale Palestinese,

Englaro/ Vescovo apre la chiesa per una preghiera per Eluana ( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura e pena di morte alla innocente Eluana Englaro. Oggi mi vergogno di essere italiana!". Dall'altra parte della strada i cartelli sono di un altro tenore. Si legge "Beppino il miglior papà del mondo da parte di tante figlie", spicca anche il cartello di due cittadini africani che in inglese scrivono "God bless Eluana rest in perfect peace we love Africa"


Articoli

williamson non ritratta: prima voglio le prove (sezione: Diritti umani)

( da "Centro, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Non cambia idea il vescovo lefebvriano negazionista Williamson non ritratta: «Prima voglio le prove» ROMA. «Ritratterò solo se troverò le prove». Non fa marcia indietro il vescovo negazionista Richard Williamson, nonostante l'invito del Papa a prendere senza equivoci le distanze dalle sue affermazioni sull'inesistenza delle camere a gas. In un'intervista a Der Spiegel, il vescovo ha spiegato che non tornerà sui suoi passi in tempi brevi: «Se troverò le prove - ha detto - allora ritratterò, ma per far ciò ci vorrà tempo». Nello stesso articolo il vescovo lefebvriano rinnova inoltre le critiche al Concilio Vaticano II. Secondo Williamson i testi del Concilio sarebbero equivoci e questo avrebbe portato al «caos teologico, che oggi esiste» nella chiesa cattolica. E attacca anche i diritti umani universali: «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato - si legge nell'articolo - si giunge sempre ad una politica anticristiana». Quanto ai rapporti con i lefebvriani, che hanno pubblicamente preso le distanze dalle teorie negazioniste di Williamson, il vescovo è cauto e precisa di non volere ulteriormente danneggiare «in nessuna circostanza» nè la Chiesa in generale nè la Fraternità di San Pio X. Intanto nonostante l'espulsione annunciata, don Floriano Abrahamovicz ha espresso l'intenzione oggi alle 10.30 di officiare una messa, come di consueto, nella chiesetta di Lanzago di Silea (Treviso). Il sacerdote puntualizza la sua posizione sull'Olocausto: «Non lo nego, ma al contrario affermo l'esistenza delle camere a gas e non ritengo siano state usate solo per la disinfestazione. Dunque non mi ritengo un negazionista».

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Chiesa e diritti umani, il teologo punge il Vaticano (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 08 Febbraio 2009 CRONACA Pagina 16 INCONTRI. Josè Castillo ha lasciato i gesuiti Chiesa e diritti umani, il teologo punge il Vaticano «Non ha mai sottoscritto i trattati internazionali» È una voce attenta quella di Josè Maria Castillo, il teologo che non ha esitato a lasciare i gesuiti pur di non sentirsi intrappolato, controllato e censurato. «Ho dovuto farlo per tutelare loro e me stesso», ha detto. Castillo, dottore in teologia, ha tenuto una lezione al monastero del Bene Comune, nella comunità degli Stimmatini di Sezano. Ma non è stata l'unica apparizione veronese: l'altra sera nella chiesa di San Nicolò ha presentato il suo libro, «Dio è la nostra Felicità». Ad ascoltarlo più di 400 persone. I temi che ha trattato si riassumono in una frase: «Dio lo si conosce attraverso l'umano, non elevandosi al di sopra dell'uomo». A Sezano ha tenuto una lezione che aveva come soggetto la Chiesa e i diritti umani. Le sue sono state parole attente e pungenti, mai di accusa, verso un'attenta riflessione sul perché lo Stato del Vaticano non abbia mai sottoscritto la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, o i patti internazionale dei diritti economici, sociali e culturali, o dei diritti civili e politici, del 1966. Così come nemmeno le convenzioni, i convegni, i protocolli sui diritti umani. Castillo ha preso un giro largo per spiegare come una monarchia assoluta ( così ha semplificato lo stato giuridico del Vaticano che unisce nella persona del papa i tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario), concepisca il problema dell'uguaglianza. «Per la Chiesa dire che tutti gli esseri sono uguali non è accettabile», ha detto, «perché il problema vero è teologico, di conseguenza la Chiesa non può accettare una generalizzazione. Eppure l'uguaglianza non può essere affrontata come un problema solo teologico in quanto è storico, culturale, sociologico. L'uguaglianza è un diritto, la differenza è un fatto. È evidente che un uomo e una donna sono differenti, ma ciò non significa non abbiano uguali diritti». Castillo ha sottolineato come il linguaggio nelle religioni sia contraddittorio: «Elogiano i diritti umani però non li mettono in pratica». Non ha esitato a trattare il problema della crisi economica. E qui con sdegno ha affermato: «Perché l'economia è mondializzata e i diritti umani no? Le conseguenze sono terribili: i nomi e le facce di chi ha vissuto sulle spalle dei poveri le conosciamo, eppure questi sono in libertà perché manca una legge che protegga il diritto all'uguaglianza».A.Z.  

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williamson: senza prove non ritratto sulla shoah (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Non si pente neppure il negazionista trevigiano Williamson: senza prove non ritratto sulla Shoah LO SCONTRO ROMA. È in atto un duro braccio di ferro tra il Vaticano e il vescovo lefebvriano Richard Williamson, ormai famoso in tutto il mondo per le sue tesi negazioniste. Ma nella sfida il presule potrebbe avere la peggio, rischiando una nuova espulsione. È stato proprio Williamson, uno dei quattro vescovi lefebvriani a cui Benedetto XVI ha revocato due settimane fa la scomunica in vigore dal 1988, a tornare a provocare ieri la Santa Sede. «Ritratterò solo se troverò le prove», ha dichiarato a "Der Spiegel", riferendosi alla sua intervista trasmessa dalla tv svedese, in cui negava l'esistenza delle camere a gas e riduceva a 300 mila il numero degli ebrei sterminati durante l'Olocausto. Il negazionismo di Williamson, dopo la "riabilitazione" di Papa Ratzinger aveva procurato un imbarazzo senza precedenti al Vaticano, sia al suo interno, sia sul fronte internazionale, con prese di posizione durissime da parte degli ebrei ma anche del Cancelliere tedesco, Angela Merkel. Per questo, pochi giorni fa, una nota ufficiale della segreteria di Stato vaticana dava a Williamson un aut aut. Se vuole essere «ammesso a funzioni episcopali nella Chiesa», recitava la nota, deve ritrattare poichè le sue posizioni sulla Shoah «sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre». Ma Williamson non solo non ha ritrattato, ma ha rinnovato le critiche al Concilio Vaticano II, i cui testi sarebbero equivoci, aspetto che avrebbe portato al «caos teologico, che oggi esiste» nella Chiesa cattolica. Per di più, ha anche attaccato i diritti umani universali: «laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato, si giunge sempre a una politica anticristiana». Su Williamson, hanno fatto sapere fonti della Santa Sede, non c'è «più nulla da dire» e se non vuole ritrattare, ne «saranno tirate le conseguenze, senza alcuna difficoltà». Conseguenze di cui probabilmente in mattinata il Papa avrà discusso con il cardinale Giovan Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi ricevuto in udienza privata. Come Williamson, anche il prete negazionista del Nord-Est italiano, don Floriano Abrahamovicz, sembra deciso a proseguire sulla sua strada. Nonostante l'espulsione, decretata l'altro ieri dalla Fraternità San Pio X, il lefebvriano ha annunciato l'intenzione di officiare una messa domani, come di consueto, nella chiesetta di Lanzago di Silea.

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battisti in italia rischia la vita (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 6 - Attualità «Battisti in Italia rischia la vita» Nuova esternazione del sottosegretario alla Giustizia del governo Lula La Farnesina: siamo un paese democratico e l'Ue è dalla nostra parte Roma: confidiamo che l'Alta corte ci dia ragione BRASILIA. Botta e risposta ieri tra Italia e Brasile sul caso dell'ex terrorista del Pac Cesare Battisti. Il sottosegretario alla Giustizia del governo Lula, Luiz Paulo Teles Barreto, difende la concessione dell'asilo politico a Cesare Battisti, affermando che la legge brasiliana in tema di diritti umani «proibisce la restituzione di un individuo a Paesi nei quali la sua vita, la sua libertà o la sua integrità fisica siano messe a repentaglio». Lo riferisce un articolo di fondo sul maggiore quotidiano brasiliano, la Folha de S.Paulo. «Un'eventuale decisione del Supremo Tribunal federal (la Corte Costituzionale brasiliana) che riveda la concessione dell'asilo potrebbe significare un passo indietro nella protezione dei diritti umani in Brasile, una retrocessione nella legge sul diritto di rifugio politico e nell'applicazione dell'istituzione della protezione internazionale», scrive Barreto, che è anche presidente del Conare, il Comitato brasiliano per i rifugiati, il quale si era già pronunciato in favore dell'asilo politico a Battisti prima della decisione del ministro Tarso Genro. «Rischiamo anzi di far diventare pressochè automatica la concessione dell'estradizione, soprattutto quando il rischio di persecuzioni non è legato a questioni politiche, e è invece basato su questioni etniche o belliche, per esempio». «Il caso Battisti è solo un caso, e molti seguiranno - prosegue Barreto -. Non possiamo aprire un precedente che collochi in secondo piano la liceità giuridica della richiesta d'asilo». L'Italia, in quanto Paese democratico, sulla base della propria Costituzione, e membro dell'Unione europea, non può nemmeno lontanamente essere annoverata tra i Paesi che non forniscono sufficienti garanzie di incolumità agli individui. Lo ribadisce in una nota la Farnesina, prendendo atto delle dichiarazioni del Sottosegretario alla Giustizia brasiliano, Luiz Paulo Teles Barreto. È esattamente sulla base delle argomentazioni sviluppate dal Sottosegretario Barreto che l'Italia è fiduciosa che la Corte Suprema brasiliana possa rivedere la decisione sulla concessione dell'asilo politico a Battisti, prosegue la nota. Come affermato in una recente risoluzione del Parlamento europeo, sostenere che «il sistema giudiziario italiano non fornisce garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti dei detenuti, può essere interpretato come una manifestazione di sfiducia nei confronti dell'Unione europea».

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gino strada con soru alla fiera (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

DIARIO ELETTORALE Gino Strada con Soru alla Fiera Pd. «Gino Strada: l'esperienza di Emergency» è il titolo dell'incontro, che si terrà oggi alle 17,30 nella sala Zedda della Fiera campionaria. La manifestazione è promossa dal circolo «Franco Oliverio» e fa parte di una serie di incontri su «Diritti umani e medicina». Partecipano Nerina Dirindin (assessore regionale alla Sanità), Gian Luigi Gessa (neuroscienziato e consigliere regionale del Pd) e Renato Soru (candidato presidente per il centrosinistra). Pd. Domani tour elettorale di Massimo D'Alema in Sardegna a sostegno del candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra Renato Soru. In programma la partecipazione assieme a Renato Soru al convegno su «La Sardegna al centro dell'area Euromediterranea», in programma a Cagliari alle 11 nella sala convegni dell'Hotel Mediterraneo, in viale Diaz; alle 16.30 inaugurazione del circolo del Pd di Serrenti, in via Gramsci.

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candele accese per i tamil morti (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina VIII - Palermo La comunità si è ritrovata al Politeama per chiedere la fine della repressione nello Sri Lanka Candele accese per i tamil morti Un sit-in in piazza Politeama per dire no al genocidio del popolo tamil nello Sri Lanka. La comunità che vive a Palermo dalla fine degli anni Ottanta - la più grande d´Italia con oltre tremila persone - si è riunita ancora una volta per sensibilizzare l´opinione pubblica su una guerra civile che dura ormai da ventisei anni. I bambini e i ragazzi tamil, che indossavano una maglietta bianca con la scritta "Stop alla guerra, stop al genocidio", hanno acceso uno dopo l´altro una candela per ricordare i loro morti, mostrando le fotografie dei caduti. «Per i nostri ragazzi - dice Thayaraj Arulnesan - questa situazione è ormai insostenibile. Anche se molti di loro sono nati e cresciuti qui, nutrono sentimenti molto forti per lo Sri Lanka e quando possono cercano di tornare lì con le loro famiglie». Come sottofondo, una preghiera letta ad alta voce dai bambini della scuola tamil. Il sit-in si è aperto con un minuto di silenzio e con le parole di Tharsan, uno dei rappresentanti della comunità: «Ci troviamo in una fase terribile del conflitto. Nello Sri Lanka non esiste più il rispetto dei diritti umani basilari. La dignità dell´uomo è stata violata». L´iniziativa è stata sostenuta dal comitato di solidarietà che si è formato recentemente a Palermo e che ha intenzione di organizzare altre manifestazioni a sostegno della comunità tamil. «è importante - dice Giuseppe Bruno del comitato - che i palermitani prendano una posizione. I tamil dopo tutti questi anni sono cittadini italiani a tutti gli effetti al di là della burocrazia». c. b.

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immigrati, appello a burlando "vieta la denuncia degli irregolari" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina VI - Genova La lettera Immigrati, appello a Burlando "Vieta la denuncia degli irregolari" «Caro Burlando, fai come Vendola, vieta la denuncia dei pazienti immigrati». Lo chiedono, in una lettera inviata al presidente della Regione, a nome di "La Sinistra Liguria" Simone Leoncini e Stefano Quaranta, referenti liguri dell´ala vendoliana e dell´area facente capo a Fabio Mussi. «La norma contenuta nel pacchetto sicurezza, che prevede la possibilità per il medico di denunciare il paziente immigrato sprovvisto di permesso di soggiorno, contraddice con i principi scritti nel Codice Deontologico dei Medici Italiani, con l´Art. 32 della Costituzione Italiana e con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell´Uomo - spiegano Leoncini e Quaranta - Tale norma non solo viola brutalmente i diritti umani, ma rischia di promuovere un parallelo canale clandestino di cura fuori dal servizio sanitario, con effetti devastanti per la salute di tutti i cittadini. La Regione Puglia ha già reso inapplicabile tale norma, altri presidenti di Regione, hanno espresso la volontà di agire in tal senso. Chiediamo pertanto, che anche la Regione Liguria, adotti tempestivamente i provvedimenti necessari per rendere inefficace sul nostro territorio tale norma».

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eluana, la protesta arriva in piazza - ernesto ferrara (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina II - Firenze Eluana, la protesta arriva in piazza Dagli appelli sul web al sit in sotto la prefettura: "Difendiamo la Costituzione" L´avviso di Betori: la vita è più importante dei formalismi giuridici Oggi ancora una manifestazione di Pd, Verdi, Arci Gay e socialisti ERNESTO FERRARA Firenze si mobilita per Eluana Englaro. Ieri due presidi davanti alla prefettura, il primo in mattinata e il secondo nel pomeriggio, entrambi convocati con il tam tam su internet e Facebook, a cui hanno aderito gruppi della sinistra (Unaltracittà, Rifondazione, Sinistra unita e plurale), sindacati (Cgil) e movimenti per la Costituzione e per i diritti umani (il "Giglio rosa"). Stamani ancora un sit in, convocato da Sinistra, Radicali, Socialisti, Verdi, Sinistra Universitaria e Arcigay (anche il Pd ha aderito), dalle 11.30 alle 13, sempre davanti alla prefettura in via Cavour. Domani nuova manifestazione alle 18 in piazza Strozzi (aderiscono il Pd, l´Arci Toscana e la Cgil regionale), con tre temi all´ordine del giorno: difesa del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tutela dei diritti, libertà di Eluana. Il segretario regionale del Pd Andrea Manciulli invita intanto tutto il partito a mobilitarsi in sede politica e istituzionale per manifestare contro quanto è stato fatto dal governo nei confronti del capo dello Stato: «Non era mai accaduto nell´Italia democratica e repubblicana, che la nostra più alta carica dello stato venisse ignorata e messa in discussione dal capo del governo». «Ciò che è accaduto ieri - avverte pure il segretario toscano del Pd - può essere l´inizio di una livida stagione di revisionismo costituzionale ai danni dell´intera nostra comunità». «E´ necessario che il Pd si mobiliti sulla vicenda di Eluana Englaro e sullo scontro governo-Quirinale che ha determinato, non per spaccare il paese in due o dividere l´Italia su questioni etiche, ma per difendere l´equilibrio delle garanzie costituzionali», sostiene anche il sindaco di Firenze Leonardo Domenici. «Il nostro dovere è chiaro, dobbiamo stare dalla parte della Costituzione, e questo significa, senza tanti giri di parole, essere dalla parte di Napolitano», dichiara pure il segretario nazionale dei Socialisti Riccardo Nencini. «Dividiamoci ai congressi e nelle sedi politiche, ma su Eluana non si scherza: la difesa della Costituzione e delle libertà ci devono ricompattare tutti», ragionavano ieri i militanti dei gruppi della sinistra davanti alla prefettura, uniti nella solidarietà alla famiglia Englaro e nella contestazione al premier Berlusconi, definito «arrogante» e «liberticida». Una manifestazione silenziosa, senza megafoni, slogan e urla. «Siamo qui contro l´ennesimo tentativo di forzare le regole democratiche e i rapporti istituzionali da parte del presidente del Consiglio», dice Ornella De Zordo, capogruppo in consiglio comunale a Firenze di Unaltracittà. In strada ci sono circa 200 persone, si vedono le bandiere di Rifondazione soprattutto, c´è la Sinistra, qualche esponente dell´Italia dei Valori (del Pd non si vede anima viva) ma anche tante persone non iscritte ai partiti. Il traffico si blocca per almeno mezz´ora, una lunga colonna di autobus e taxi riempie via Cavour. «Fate bene, Berlusconi è un pezzo di ?», urla il ragazzo che è costretto a portarsi il motorino in mano per farsi largo tra la folla e passare, ma idealmente aderisce alla manifestazione. «Tutta Italia dovrebbe scendere in piazza contro l´ennesimo gesto d´imperio cesarista di un venditore di pubblicità», si infervora pure il senatore dell´Idv Francesco «Pancho» Pardi. Sventolano le bandiere No Vat (No Vaticano) e quelle della carovana per la Costituzione. Alle 19 il sit in si scioglie, pochi minuti dopo l´arrivo del gruppo di manifestanti anarchici che avevano protestato contro il corteo di An per le foibe di piazza della Costituzione. L´altro appuntamento è per stamani alle 11.30. Intanto sul caso Eluana interviene l´arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori: «La vita è più importante dei formalismi giuridici», dice nell´omelia della messa celebrata ieri sera per i 40 anni della Comunità di Sant´Egidio. «Proprio a chi rimprovera alla Chiesa di essere solo un´arida assertrice di verità astratte la vicenda di questi giorni sta mostrando come la Chiesa stia dalla parte della persona, non di un astratto concetto, ma dell´individuo concreto, di una donna con un nome e un cognome, una storia e un futuro, che, qualsiasi siano le decisioni degli uomini, sappiamo alla fine destinata all´abbraccio di Dio - ha detto Betori - Noi non lasciamo morire una persona per orientare in un certa direzione una legislazione; vorremmo piuttosto che le leggi esistenti non fossero piegate a interessi che stravolgono i principi primi, facendo violenza sulle persone».

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"pedofilia nella chiesa" radicali sotto la curia (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina V - Bologna La protesta "Pedofilia nella Chiesa" radicali sotto la Curia Si ripeterà ogni primo venerdì del mese il presidio che ieri, per la prima volta, un gruppo di militanti del partito radicale di Bologna ha messo in scena davanti all´ingresso della Curia per denunciare il problema della pedofilia all´interno della Chiesa. "Armati" di fiaccole una decina di radicali (la Questura aveva dato l´autorizzazione solo per dieci persone per motivi di sicurezza) hanno esposto cartelli con scritto «Stop alla pedofilia clericale»; «No Vatican, no Taliban» «Eluana, basta con questa tortura» e sono rimasti in piedi in silenzio per circa mezz´ora. Poco distanti, sempre lungo via Altabella, un´altra ventina di militanti. All´iniziativa hanno partecipato anche i due parlamentari radicali Maurizio Turco e Maria Antonietta Farina Coscioni (vedova di Luca Coscioni) oltre al consigliere comunale Serafino D´Onofrio (Il Cantiere). Nel pomeriggio, durante il quarto congresso dell´associazione "Anticlericale.net" è intervenuto anche il politologo Gianfranco Pasquino candidato civico a sindaco di Bologna delle prossime elezioni di giugno. I rappresentanti dell´associazione bolognese anticlericale hanno annunciato una replica della manifestazione una volta al mese, per tenere alta l´attenzione sul problema della pedofilia. (ale. co.)

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un manifesto di condanna coprirà le scritte offensive (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 2 - Pontedera Un manifesto di condanna coprirà le scritte offensive E a Palazzo Stefanelli il sindaco ha esposto la bandiera della pace PONTEDERA.Altre scritte razziste apparse sui muri della città. Stavolta le parole di intolleranza sono state denunciate nella zona stazione, vicino all'istituto Pacinotti. Le nuove frasi, con bombolette spray nero, seguono le scritte offensive contro gli stranieri di domenica sui muri del sottopasso di via XXIV maggio. Ieri con un'iniziativa pubblica - indetta dal sindaco e presidente dell'Unione Valdera, Paolo Marconcini, dal presidente del consiglio comunale di Pontedera, Stefano Bertelli e dal presidente del consiglio degli stranieri Dia Papa Demba - la Valdera ha voluto dare una risposta compatta a queste e altre recenti manifestazioni di odio e intolleranza di stampo razzista. «La città condanna fermamente questi atti incivili e indegni - sostiene Marconcini - Quelle scritte razziste parlano di morte, sono un gesto antisolidaristico e aggressivo nei confronti di molti migranti e cittadini. Rassicuro le comunità immigrate della volontà di continuare a intessere con loro un dialogo fraterno e un rapporto di solidarietà vero: i diritti in questa città non saranno lesi». Così il sindaco di Pontedera annuncia di aver personalmente provveduto ad appendere la bandiera della pace e dei diritti umani al balcone del Municipio. Palazzo Stefanelli ha ospitato oltre i consiglieri e gli assessori del Comune di Pontedera, anche alcuni componenti della giunta dell'Unione "Valdera", e rappresentanti dell'associazionismo, delle forze dell'ordine, delle comunità degli immigrati e delle forze politiche. Presenti anche alcuni studenti. Il risultato della riunione è stata una mozione, a firma dei consiglieri Nocchi e Manfredini, che sarà presentata martedì nel consiglio comunale. Il documento prevede la realizzazione di un manifesto di ferma condanna nei confronti di coloro che hanno imbrattato i muri della città con scritte che vengono definite dalla stessa mozione "inqualificabili, ingiuriose e xenofobe". Il manifesto sarà affisso in tutta la città, in particolare sui muri sui quali sono comparse le scritte. L'iniziativa di ieri è stata per l'amministrazione l'occasione per rilanciare il ruolo di dialogo svolto a Pontedera dalla Commissione Paritetica della zona stazione; allo stesso tempo la Tavola della Pace e l'Arci hanno espresso la volontà di accrescere il loro impegno culturale antirazzista con le scuole. Marco Gherardini

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Riccardo Villari al posto di Rita Levi Montalcini (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Riccardo Villari al posto di Rita Levi Montalcini La sostituzione Il premio nobel Rita Levi Montalcino, membro della Commissione Igiene e Sanità al Senato dal 4 febbraio scorso è stata sostituita dal senatore Riccardo Villari, espulso da Pd e confluito dal 4 dicembre scorso nel gruppo misto. Persa la presidenza della Vigilanza Rai Riccardo Villari si è dato da fare. In qualità di medico, docente universitario di malattie infettive e patologie, siederà al posto della scienziata. Anche Levi Montalcini, siede nel gruppo misto, come senatrice a vita. Resta membro della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) e della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani. Riccardo Villari, eletto con i voti del centrodestra, a capo della Vigilanza, pur non essendo stato indicato dall'opposizione, come prassi vuole, non colse l'invito del suo partito, il Pd, a dimettersi dall'incarico.

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CITTÀ DEL VATICANO - È in atto un duro braccio di ferro tra il Vaticano e il vescovo lefebvriano Richard Williamson, ormai famoso in tutto il mondo per le sue tesi negazioniste (sezione: Diritti umani)

( da "Adige, L'" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CITTÀ DEL VATICANO - È in atto un duro braccio di ferro tra il Vaticano e il vescovo lefebvriano Richard Williamson, ormai famoso in tutto il mondo per le sue tesi negazioniste CITTÀ DEL VATICANO - È in atto un duro braccio di ferro tra il Vaticano e il vescovo lefebvriano Richard Williamson, ormai famoso in tutto il mondo per le sue tesi negazioniste. Ma nella sfida il presule potrebbe avere la peggio, rischiando una nuova espulsione. È stato proprio Williamson, uno dei quattro vescovi lefebvriani a cui Benedetto XVI ha revocato due settimane fa la scomunica in vigore dal 1988, a tornare a provocare la Santa Sede.«Ritratterò solo se troverò le prove», ha dichiarato a «Der Spiegel», riferendosi alla sua intervista trasmessa dalla tv svedese, in cui negava l'esistenza delle camere a gas e riduceva a 300 mila il numero degli ebrei sterminati durante l'Olocausto. Il negazionismo di Williamson, dopo la «riabilitazione» di Papa Ratzinger aveva procurato un imbarazzo senza precedenti al Vaticano, sia al suo interno, sia sul fronte internazionale, con prese di posizione durissime da parte degli ebrei ma anche del Cancelliere tedesco, Angela Merkel. Per questo, pochi giorni fa, una nota ufficiale della segreteria di Stato vaticana dava a Williamson un aut aut. Se vuole essere «ammesso a funzioni episcopali nella Chiesa», recitava la nota, deve ritrattare poiché le sue posizioni sulla Shoah «sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre». Ma Williamson è andato dritto per la sua strada. Non solo non ha ritrattato, ma nell'intervista ha rinnovato le critiche al Concilio Vaticano II, i cui testi sarebbero equivoci, aspetto che avrebbe portato al «caos teologico, che oggi esiste» nella Chiesa cattolica. Per di più, ha anche attaccato i diritti umani universali: «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato, si giunge sempre ad una politica anticristiana». Su Williamson, hanno fatto sapere dalla Santa Sede, non c'è «più nulla da dire» e se non vuole ritrattare, ne «saranno tirate le conseguenze, senza alcuna difficoltà». Ma in Germania un sondaggio ha registrato un forte calo della popolarità del Papa tedesco. «Il consenso per Benedetto XVI - sostiene in proposito la rivista Stern - sembra vacillare». Come Williamson, anche il prete negazionista del Nord-Est italiano, don Floriano Abrahamovicz, sembra deciso a proseguire sulla sua strada. Nonostante l'espulsione, decretata ieri dalla Fraternità San Pio X, il lefebvriano ha annunciato l'intenzione di officiare una messa oggi nella chiesetta di Lanzago di Silea. 08/02/2009

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<Mio figlio in balia di un comitato che purtroppo distorce la realtà> (sezione: Diritti umani)

( da "Adige, L'" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il caso Parla il padre di Luca, il ragazzo del Tso «Mio figlio in balia di un comitato che purtroppo distorce la realtà» Il papà di Luca, il giovane più volto sottoposto a Tso ed ora ricoverato in una clinica a Firenze, interviene per rispondere al Comitato dei cittadini per i diritti umani che ha sempre criticato l'atteggiamento dei medici nei confronti dei ragazzi. «Con quale diritto questa fantomatica associazione dei diritti umanitari si intromette nella vita e nelle scelte di mio figlio senza prima aver approfondito la questione con i familiari conviventi, cioè il padre e il fratello, e magari difendere anche i loro diritti ed aiutarli almeno psicologicamente visto che molto spesso ci si sente soli e impotenti? Ma da quello che ho capito mi sembra solo un'associazione che distorce completamente la realtà. I dottori di Rovereto non hanno firmato per niente il Tso con facilità tant'è che avevano proposto la terapia a casa e solo dopo l'aggravarsi della situazione (sotto gli occhi di tutti, per evitare il peggio come già successo in passato) si è arrivati al Tso. Non è vero che Luca non vuole tornare in Trentino, visto che alcuni giorni fa mi ha chiesto se può tornare a casa a continuare le cure. E qui c'è sicuramente lo zampino loro e della mamma che stanno influenzando le scelte di mio figlio, molto facile in una mente fragile e turbata. Non è per niente vero che il "rilascio del giovane da parte del reparto arcense" è merito loro. Rilascio che avviene normalmente dopo un periodo di cura e con il miglioramento di Luca, miglioramento che c'è stato dopo ogni Tso e non solo adesso perché è a firenze. Compresa la riduzione dei psicofarmaci. Luca non è stato trasferito, come affermano loro e la madre, in una comunità ma bensì in una clinica psichiatrica con relativa cura anche a base di psicofarmaci (alla faccia!) perché non gli danno cioccolatini visto che è sano e non fa niente. Sono un artigiano e non ho grandi titoli di studio ma non capisco proprio come questo affermato psichiatra dottor Paolo Cioni sia rimasto allibito di fronte alla diagnosi dei suoi colleghi di Rovereto e Arco. Secondo lui non ha alcun disturbo psichico. Facile a dirsi dopo due mesi di terapie. Allora perché l'ha ricoverato? Dove erano lui, la mamma e quelli dell'associazione in autunno quando stava male? Mi faccia una diagnosi scritta e se ne prenda la responsabilità in caso di crisi future. Se non altro per rispetto verso i suoi colleghi. In caso di conseguenze gravi i danni li pagate voi come associazione? O la mamma? Finora ha pagato il sottoscritto. Sono otto anni che vivo da solo con Luca e i suoi problemi. E da cinque anche con l'altro figlio, vi immaginate quanti sacrifici? E senza piangermi addosso e senza l'aiuto della madre». 08/02/2009

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Battisti, altri attacchi dal Brasile <In Italia rischierebbe la vita> (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

BREVI pag. 21 Battisti, altri attacchi dal Brasile «In Italia rischierebbe la vita» L'ESTRADIZIONE NEGATA CORTE SPACCATA Ma intanto, la Corte suprema brasiliana sarebbe spaccata sullo status di rifugiato al'ex Nar Cesare Battisti: cinque magistrati a favoare e cinque contro (Ansa) BRASILIA Potrebbe profilarsi una soluzione di compromessò sull'estradizione in Italia di Cesare Battisti, che potrebbe rientrare nel nostro Paese per «motivi di salute». Secondo il quotidiano brasiliano O Estado de Sao Paulo la Corte suprema sarebbe spaccata a metà sullo status di rifugiato politico concesso a Battisti. Sono, infatti, secondo il quotidiano, almeno cinque i magistrati pronti a votare per l'incostituzionalità della legge che concede al ministro della Giustizia l'ultima parola. Nel caso in cui la Corte decidesse di sfidare il governo votando a maggioranza per l'incostituzionalità dell'articolo 33 della legge sull'asilo politico (quello che dà l'ultima parola al governo e che è stato già giudicato non costituzionale da altri ex magistrati della Corte), la decisione finale sull'estradizione di Battisti spetterebbe al presidente brasiliano Ignazio Lula. Intanto, il sottosegretario alla Giustizia, Luis Paolo Teles Barretto, si è schierato a favore della concessione dell'asilo politico, affermando anche la legge brasiliana in tema di diritti umani «proibisce la restituzione di un individuo a Paesi la sua vita, la sua libertà o la la sua integrità fisica siano messe a repentaglio». Image: 20090208/foto/2713.jpg

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ELUANA 1) (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

ELUANA 1) ELUANA 1) è stata autorizzata anche la tortura? Desidererei sapere, possibilmente dai giudici che hanno emesso questa vergognosa sentenza, se hanno autorizzato anche la tortura di Eluana visto che la sua morte non avverrebbe istantaneamente al distacco del sondino. Il padre Peppino ha la lucidità sufficiente per portare avanti questa situazione vista la lunga e dolorosa situazione nella quale si trova in prima persona la figlia e lui come padre? Da padre ritengo che non sia amore eliminare un figlio anche se inabile. Non mi risulta che nella nostra Costituzione ci sia un articolo che autorizzi alla soppressione di una persona, tantomeno ai giudici. L'unica eccezione, che è stata abolita, era al tempo di guerra: la legge marziale. I verdi, l'Ampana e altre associazioni ecologiche impegnate nel salvare e proteggere gli animali, dove sono e cosa fanno per salvare l'uomo? La sua vita vale forse meno di quella di un pettirosso? Personalmente ho avuto la fortuna di vivere a fianco di una grande persona: mio padre, il quale è scampato alle torture di un campo di sterminio in Germania, ha lottato fino all'ultimo per la vita, credendo nella vita, pur vivendo in una situazione di morte anche grazie a un poco di patate e dell'acqua per poterlo fare. Tutto il mondo è concorde nel condannare le barbarie che sono avvenute nei campi di concentramento, a eccezione dell'Italia dove vengono emesse sentenze che ricalcano le barbarie dei campi nazisti. Mi auguro un ripensamento delle persone che si sono prestate all'esecuzione di una condanna a morte perché Eluana possa vivere. Nel frattempo prego mio padre, che ha vissuto questi momenti terribili, affinché tocchi il cuore di queste persone e si ravvedano. Claudio Magagnotti ELUANA 2) Oggi non mi sento un italiano Come dice Gaber in una sua bella tragica canzone, «oggi non mi sento italiano». Mi fa schifo il mio paese, in cui la maggioranza dei cittadini abbocca ad ogni trappola tesa da una classe politica (bipartisan) sempre meno rappresentante del popolo e sempre più arroccata sui propri interessi personali. Oggi non mi sento italiano. Da ieri abbiamo leggi razziali che rimandano a tristi passati. Esseri umani più o meno abbronzati saranno discriminati come gli ebrei nel ventennio, terrorizzati dalla prossima visita medica in cui il dottore potrà decidere se denunciarli in base alla loro situazione burocratica (in un cocktail tremendo di burocrazia, controllo sociale e salute, terribile!). Ciò contribuirà tra l'altro a incrementare la diffusione di eventuali malattie importate da gente obbligata a nascondersi, da oggi più che mai. E la sicurezza sbandierata dal nostro psiconano? Oggi non mi sento italiano. In Russia di questi tempi i giornalisti muoiono per difendere la libertà di stampa. Da noi i mass media trasformano un caso di eutanasia in pornografia del dolore. Un padre supplica da mesi il silenzio e la discrezione, su giornali e tv invece seguiamo la cronaca minuto-per-minuto della tragica odissea di Eluana. Viene da pensare (è inquietante) a che serve a noi la libertà di stampa, se la usiamo così. Intanto gli integralisti di casa nostra ci sguazzano compiaciuti, innalzano bandiere e ostruzionismo, mentre affondando esaltati i canini nella ferita dolorosa di familiari già straziati dalla sofferenza. Ma come abbiamo fatto ad abbruttirci così in poco tempo? Perché ci facciamo trascinare dai potenti, diventando loro simulacri nella vita di tutti i giorni? L'aggressività cresce a vista d'occhio nelle strade. Fra poco ci si sbudellerà per una mancata precedenza all'incrocio: la ricaduta nel quotidiano della rabbia inculcata dall'alto. Da domani le ronde fasciste e leghiste scorrazzeranno per le nostre strade, istituzionalizzate da una legge che ne permette la follia. Oggi non mi sento italiano. Alberto Facchini TEATRO POPOLARE La Fondazione Bam merita un elogio E' con con grande piacere e con un altrettanto grande sentimento di riconoscenza che voglio ringraziare pubblicamente la Fondazione Bam per lo stanziamento di un contributo di 5.000 euro a favore della Associazione Culturale Temenos Teatro per le attività svolte nel corso del 2008. Grazie a questo aiuto è stato possibile realizzare interventi di alto livello sia sotto il profilo culturale, sia sociale. Basti citare il principale: durante l'anno passato, infatti, abbiamo tenuto un laboratorio teatrale in collaborazione con l'Associazione La Rondine e con l'Uop 28, cui hanno partecipato gli utenti del centro diurno di Suzzara. Dal laboratorio è nata una performance che ci ha visto debuttare all'interno di una vetrina di enorme importanza quale quella del Festival europeo del teatro di scena di e urbano di Mantova con grande successo, anche di pubblico. Questa stessa performance è stata il motore della rassegna Degiavardà 2008: una tre giorni che la nostra associazione ha organizzato a Suzzara a settembre con la collaborazione di Rete 180. Ringrazio la Fondazione per il sostegno. Alessio Caramaschi Presidente Temenos Teatro SAN BENEDETTO Qual è la nuova musica in piscina? Il 31 dicembre 2008, con la stipula della nuova convenzione per la gestione della piscina comunale, assistiamo alla chiusura della stessa per manutenzione straordinaria agli impianti: 160.000 euro più 280.000, per i pannelli solari. Tutto bene, purché la piscina non venga seguita dall'amministrazione come negli ultimi due anni. Quali controlli ha esercitato sulla sua gestione? Alle varie interpellanze portate in consiglio comunale dalla minoranza, sono state date risposte da far rimanere allibiti: «non esistono i bilanci», anzi no, «il contabile della società non è disponibile a darli». Ma la piscina è comunale ed è data in gestione con capitolati ben precisi da rispettare, nonché l'obbligo di presentare bilanci ogni trimestre! Ci si chiede - e, ai cittadini, chi amministra deve rispondere - quanto sia costata alle casse comunali la gestione della piscina, oltre ai 15000 euro annui di contributo; in particolare, quanto è stato speso per garantire la fornitura del gas? Quali risposte sono state date o verranno date a quei collaboratori e fornitori che non sono stati pagati? Sì, perché il gestore privato se n'è andato senza pagare, oltre che lasciare la piscina in condizioni pietose. E guardando avanti, possiamo contare sul fatto che, questa volta, l'amministrazione controlli affinché vi sia una gestione seria, affidabile, competente, che riporti alla piena funzionalità il servizio e torni a favorire il formarsi di una squadra agonistica di nuoto di tutto rispetto come avevamo tempo fa? Questa è la vera «musica nuova in piscina» che, al di là del consueto spot, ci preme chiedere. Circolo Pd S. Benedetto Po A GONZAGA Ammirate lo stand di Casalmaggiore Segnalo, in occasione dell'esposizione a Gonzaga, lo stand dei ragazzi di Casalmaggiore, appassionati di pesca e il video che funzionerà per i due giorni con le più belle immagini dei pescatori con... la preda. Sono da apprezzare l'impegno, la passione vivissima e un profondo rispetto per l'ambiente e la natura. L.F. BORGOFRANCO Non ho avuto gli atti relativi al T-Red In questi giorni tv e quotidiani stanno divulgando notizie sui rilevatori semaforici T-Red, che opportunamente taroccati facevano vertiginosamente salire le entrate dei piccoli Comuni. La società Ci.Ti.Esse di Rovellasca (Co) era una delle società, con licenza esclusiva di commercializzazione dei famigerati autovelox e degli ancora più discussi T-Red. A Borgofranco per un certo periodo sono state tese delle imboscate a molti utenti della strada, di passaggio a Bonizzo e Masi. I due rilevatori erano stati installati dalla società Ci.Ti.Esse, poi disattivati sulla spinta della Lista Primavera, che però non è mai riuscita ad avere copia del certificato di omologazione delle apparecchiature. Anche alla sottoscritta è stato negato il rilascio in copia di detto certificato oltre ad altri quattro atti amministrativi, riferiti sempre alle due apparecchiature appaltate alla società Ci.Ti.Esse con la motivazione «non risulta possibile, stante la normativa, consegnare le copie degli atti da lei richiesti». Da notare che in precedenza mi sono stati rilasciati altri atti amministrativi sempre sullo stesso appalto. Il fatto strano è che l'amministrazione comunale non ha mai cercato di fare trasparenza e fornito i chiarimenti scritti richiesti. Se agli atti del Comune non esistesse tale importante certificato di omologazione, per i molti utenti multati quali prospettive potrebbero aprirsi? Una cosa è certa: il Comune ha fatto cassa e la società Ci.Ti.Esse ha introitato euro 33 + Iva per ogni contravvenzione incassata. Una bella sommetta! Vanna Bernardoni Segretaria Lega Ostiglia

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Williamson non ritratta: Prima voglio le prove (sezione: Diritti umani)

( da "Alto Adige" del 08-02-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi) (Trentino) (Provincia Pavese, La)

Argomenti: Diritti umani

Non cambia idea il vescovo lefebvriano negazionista Williamson non ritratta: «Prima voglio le prove» ROMA. «Ritratterò solo se troverò le prove». Non fa marcia indietro il vescovo negazionista Richard Williamson, nonostante l'invito del Papa a prendere senza equivoci le distanze dalle sue affermazioni sull'inesistenza delle camere a gas. In un'intervista a Der Spiegel, il vescovo ha spiegato che non tornerà sui suoi passi in tempi brevi: «Se troverò le prove - ha detto - allora ritratterò, ma per far ciò ci vorrà tempo». Nello stesso articolo il vescovo lefebvriano rinnova inoltre le critiche al Concilio Vaticano II. Secondo Williamson i testi del Concilio sarebbero equivoci e questo avrebbe portato al «caos teologico, che oggi esiste» nella chiesa cattolica. E attacca anche i diritti umani universali: «Laddove i diritti umani vengono interpretati come un ordine obiettivo, che viene quindi imposto allo Stato - si legge nell'articolo - si giunge sempre ad una politica anticristiana». Quanto ai rapporti con i lefebvriani, che hanno pubblicamente preso le distanze dalle teorie negazioniste di Williamson, il vescovo è cauto e precisa di non volere ulteriormente danneggiare «in nessuna circostanza» nè la Chiesa in generale nè la Fraternità di San Pio X. Intanto nonostante l'espulsione annunciata, don Floriano Abrahamovicz ha espresso l'intenzione oggi alle 10.30 di officiare una messa, come di consueto, nella chiesetta di Lanzago di Silea (Treviso). Il sacerdote puntualizza la sua posizione sull'Olocausto: «Non lo nego, ma al contrario affermo l'esistenza delle camere a gas e non ritengo siano state usate solo per la disinfestazione. Dunque non mi ritengo un negazionista».

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A Perugia riparte il progetto "Auschwitz, giovani memoria luoghi". E' in programma u... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 08 Febbraio 2009 Chiudi A Perugia riparte il progetto "Auschwitz, giovani memoria luoghi". E' in programma un workshop internazionale sulla negazione dei diritti umani. Martedì alle ore 11, presso la sala del CERP - Centro Espositivo della Rocca Paolina, il progetto sarà presentato: prevede un workshop internazionale sulla negazione dei diritti a Varsavia dal 13 al 17 febbraio. Il progetto è realizzato dalla Provincia di Perugia con la collaborazione dell'Isuc- Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea e del Miur - Ufficio scolastico regionale per l'Umbria e con la partecipazione della Provincia di Terni. Interverranno l'assessore provinciale Giuliano Granocchia e rappresentanti degli enti interessati. Sulla esperienza compiuta nel 2008 l'assessore Granocchia ha spiegato, «credo che questa nuova generazione troppo spesso viene penalizzata dai mass media che mettono in risalto solo problemi come per esempio il bullismo. È ora che si comincino anche a dire le cose positive, per questo spero che il progetto "Auschwitz giovani memoria luoghi" abbia il giusto risalto. L'esperienza vissuta insieme ai ragazzi del XIII Liceum Ogolnoksztacace è importante per conoscere la storia dello sterminio degli ebrei ma anche per superare le diversità e andare insieme verso una Europa unita, dove non ci sono più frontiere». Al progetto avevano partecipato Liceo Classico di Città di Castello, Liceo Classico di Gubbio, ITI di Gubbio, ITC e ITAS Giordano Bruno di Perugia.

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L'ASILO POLITICO ALL'EX TERRORISTA (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 08 Febbraio 2009 Chiudi L'ASILO POLITICO ALL'EX TERRORISTA Ma il ministero della Giustizia si appella "ai diritti umani"

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ROMA - Potrebbe profilarsi una soluzione di "compromesso" sull'estradizione in Italia di C... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domenica 08 Febbraio 2009 Chiudi ROMA - Potrebbe profilarsi una soluzione di "compromesso" sull'estradizione in Italia di Cesare Battisti, che potrebbe rientrare nel nostro paese per «motivi di salute». Secondo il quotidiano brasiliano «O Estado de Sao Paulo» la Corte suprema sarebbe spaccata a metà sullo status di rifugiato politico concesso all'ex terrorista italiano Cesare Battisti. Sono, infatti, secondo il quotidiano, almeno cinque i magistrati pronti a votare per l'incostituzionalità della legge che concede al ministro della Giustizia l'ultima parola. Nel caso in cui la Corte decidesse di sfidare il governo votando a maggioranza per l'incostituzionalità dell'articolo 33 della legge sull'asilo politico (quello che dà l'ultima parola al governo e che è stato già giudicato non costituzionale da altri ex magistrati della Corte), la decisione finale sull'estradizione di Battisti spetterebbe al presidente brasiliano Luis Inacio Lula da Silva. Di fronte ad un voto sfavorevole della Corte Lula sarebbe in grande difficoltà. E intanto si riaccende la polemica tra Brasile e Italia. Il sottosegretario alla Giustizia del governo Lula, Luiz Paulo Teles Barreto, difende la concessione dell'asilo politico, affermando che la legge brasiliana in tema di diritti umani «proibisce la restituzione di un individuo a Paesi nei quali la sua vita, la sua libertà o la sua integrità fisica siano messe a repentaglio». «Un'eventuale decisione del Supremo Tribunal federal (la Corte Costituzionale brasiliana) che riveda la concessione dell'asilo potrebbe significare un passo indietro nella protezione dei diritti umani in Brasile, una retrocessione nella legge sul diritto di rifugio politico», scrive Barreto, che è anche presidente del Conare, il Comitato brasiliano per i rifugiati. Pronta la replica della Farnesina che ha precisato: «L'Italia, in quanto Paese democratico, sulla base della propria Costituzione, e membro dell'Unione Europea, non può nemmeno lontanamente essere annoverata tra i Paesi che non forniscono sufficienti garanzie di incolumità agli individui. È esattamente sulla base delle argomentazioni sviluppate dal Sottosegretario Barreto che l'Italia è fiduciosa che la Corte Suprema brasiliana possa rivedere la decisione sulla concessione dell'asilo politico a Battisti». Come affermato in una recente risoluzione del Parlamento Europeo, sostenere che «il sistema giudiziario italiano non fornisce garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti dei detenuti» può essere interpretato come una manifestazione di sfiducia nei confronti dell'Unione Europea».

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Elie Wiesel I miei maestri, gli amici: Mosè, Mauriac, Levi (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Cultura - data: 2009-02-08 num: - pag: 30 categoria: REDAZIONALE Testimoni Il premio Nobel per la pace sta preparando la sua autobiografia «Non parlerò soltanto di grandi personalità, ma anche di figure sconosciute» Elie Wiesel I miei maestri, gli amici: Mosè, Mauriac, Levi «Via il Giorno della Memoria, se serve solo per attaccare Israele Io in politica? Non sarei più libero di scrivere. E ho solo questo» dal nostro corrispondente ALESSANDRA FARKAS NEW YORK — è il più illustre sopravvissuto ad Auschwitz; il primo, secondo molti storici, ad avere attribuito alla parola Olocausto il significato moderno. Eppure Elie Wiesel non ama essere chiamato un autore dell'Olocausto. «Non è un tema di cui scrivo volentieri», racconta il premio Nobel dall'ufficio della «Elie Wiesel Foundation for Humanity » sulla Madison Avenue (vittima eccellente della maxitruffa di Bernard Madoff) impegnata da anni «contro l'indifferenza, l'intolleranza e l'ingiustizia», dal Darfur alla Bosnia, dal genocidio armeno al dramma dei desaparecidos argentini. «Ho scritto solo quattro libri sulla Shoah — racconta —. Non posso scrivere un romanzo su Auschwitz perché sarebbe un ossimoro. Un romanzo su Auschwitz o non è un romanzo oppure non parla di Auschwitz ». Anche il convegno che la comunità ebraica di Venezia gli dedica oggi è, soprattutto, una riflessione sul tema, attualissimo, della difesa dei diritti umani. Un'occasione per festeggiare gli 80 anni (compiuti il 30 settembre scorso) dello scrittore, attivista e docente di origine ungherese ma americano dal 1963, considerato il leader morale degli ebrei della diaspora. In questi giorni Wiesel celebra anche un'altra pietra miliare: il suo cinquantesimo romanzo, Le cas Sonderberg, acclamato dai critici francesi, dove affronta il lacerante conflitto tra vecchie e nuove generazioni nella Germania di oggi. «Che cosa ci avete fatto?», chiede al vecchio zio il giovane protagonista Werner Sonderberg, «a causa vostra siamo condannati a vivere nella colpa». A fornirgli l'ispirazione sono stati gli studenti tedeschi che frequentano con passione i suoi corsi di Storia e cultura ebraica alla Boston University. «Quasi tutti — racconta — sono assaliti da sensi di colpa così mostruosi che i loro compagni di corso debbono intervenire per consolarli. Ho scritto questo libro per dare ai giovani tedeschi il diritto di interrogare — e condannare — i loro padri. Non credo nella colpa collettiva e desideravo esonerarli da un peccato di cui, pur non essendosi macchiati, portano ingiustamente il peso mentre i veri colpevoli non provano alcun rimorso». Dal prossimo 17 febbraio arriva nelle librerie americane anche A Mad Desire to Dance («Un pazzo desiderio di ballare»): 288 pagine scritte d'un fiato subito dopo Le cas Sondenberg. è la storia di un anziano polacco sopravvissuto all'Olocausto, solo, litigioso e sull'orlo della follia, che dal lettino della psicanalista Therese Goldschmidt esplora il trauma incancellabile che lo ha condannato a una vita di angosciante e paranoico isolamento. Come Isaac Bashevis Singer e Abraham Joshua Heschel, anch'essi ebrei mitteleuropei emigrati in America, Wiesel s'ispira alla grande tradizione ebraica del Vecchio Continente, al contrario di autori come Saul Bellow e Philip Roth, preoccupati a descrivere i tic e le ubbie dell'ebreo nato e cresciuto nel Nuovo Mondo. «Isaac — ricorda — lavorava con me al Daily Forward ma non posso dire che fosse un amico. Come lo era invece Saul, mio collega alla Boston University. E Bernard Malamud, che vedevo poco ma al quale ero legato». E Philip Roth? «Non lo vedo da tantissimo tempo, anche se all'inizio della sua carriera ci frequentavamo regolarmente». Soltanto alcuni di questi autori avranno l'onore di finire in My Teachers and My Friends («I miei maestri e i miei amici») l'autobiografia di oltre mille pagine — un lungo percorso umano e culturale — che Wiesel spera di dare alle stampe entro due o tre anni al massimo. «Accanto a Mosè, Baruch Spinoza, Thomas Mann, Abraham Joshua Heschel e Saul Lieberman ci saranno tanti scrittori, musicisti e Protagonisti Lo scrittore ebreo Elie Wiesel, nato in Romania, oggi cittadino americano (foto C. J. Walker/Corbis)

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Olocausto e diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Terza Pagina - data: 2009-02-08 num: - pag: 31 categoria: REDAZIONALE Giornata di studio a Venezia Olocausto e diritti umani In onore di Elie Wiesel (nella foto insieme ad altri deportati nel lager nazista di Buchenwald, dove era stato trasferito nel 1945 da Auschwitz) si tiene oggi a Venezia una giornata di studi organizzata dalla locale comunità ebraica. L'incontro ha come tema «Elie Wiesel: ricordare la Shoah nella difesa dei diritti umani» e si svolge presso il centro comunitario ebraico della città lagunare (Cannaregio, Ghetto Vecchio 1189). Intervengono Roberto Della Rocca, Daniel Vogelmann, Antonio Papisca, Antonio Cassese, Riccardo Di Segni e Amos Luzzatto. All'inizio del convegno verrà proiettato il video di un'intervista a Wiesel realizzata da Alessandra Farkas.

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Eluana, piazze divise in Veneto Ravasin: <Chiesa da Inquisizione> (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Veneto" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Veneto - PADOVA - sezione: REGIONE - data: 2009-02-08 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Scontro sulla bioetica Si moltiplicano le prese di posizione, alza la voce anche il trevigiano affetto da grave malattia degenerativa Eluana, piazze divise in Veneto Ravasin: «Chiesa da Inquisizione» Laici e cattolici organizzano presìdi. Cacciari: sto con Napolitano VENEZIA — Eluana divide anche il Veneto: da una parte le forze di centrosinistra, le associazioni laiche e i sindacati che annunciano presìdi, volantinaggi e manifestazioni; dall'altro i cattolici e i rappresentanti del centrodestra, che invitano a una riflessione a favore della vita, scegliendo veglie di preghiera e presìdi davanti a Villa La Quiete, a Udine, dove Eluana è ricoverata. Da una casa di cura di Mona-stier, a Treviso, si alza la voce di Paolo Ravasin, da nove anni costretto immobile in un letto: «La Chiesa è tornata ai tempi dell'Inquisizione — commenta —. La differenza è che allora ti torturavano per farti dire ciò che non volevi, adesso ti torturano per tenerti in vita contro la tua volontà». Ravasin, oggi quarantottenne, soffre di sclerosi laterale amiotrofica. Pochi mesi fa l'uomo ha firmato il proprio testamento biologico, con il quale annuncia di rifiutare alimentazione e idratazione artificiali nel momento in cui non sarà più in grado di bere e mangiare con le proprie forze: «Prima della legge viene la Costituzione, e prima della Costituzione c'è la Dichiarazione universale dei diritti umani — ha aggiunto —. Ha ragione il Capo dello Stato, perché il Governo vuole procedere su una via incostituzionale». Netta anche la contrarietà di Massimo Cacciari alla Chiesa ma soprattutto del Governo, dopo la presa di posizione del presidente del Consiglio contro Giorgio Napolitano: «Sul testamento biologico c'è un vuoto legislativo indecente. Ci sono delle procedure da rispettare. Per fare quel che vuol fare, Berlusconi deve mettere mano alla Costituzione». La difesa del governo arriva dal deputato leghista Luciano Dussin: «Il caos istituzionale deve essere impedito da chi è stato votato dai cittadini. Se in Italia non c'è una legge che preveda di poter uccidere un paziente in qualunque stato di salute si trovi, è perché nessun Governo ha mai deciso di concedere questa possibilità. Se nessuna legge autorizza l'eutanasia, chi la applica è complice di un omicidio. A questo punto nulla vieterebbe al Governo di far piantonare il luogo dove si sta consumando questo atto illegittimo, facendo arrestare chi materialmente ha staccato l'alimentazione a Eluana». E proprio la vita è il centro della discussione per le associazioni religiose cattoliche. Questa sera una delegazione di «Famiglia e Civiltà», di Verona, pregherà arriverà a Udine per pregare davanti alla clinica dov'è ricoverata Eluana, perché la donna non sia «la prima vittima dell'eutanasia di Stato», e venga salvata «da una legge che permetta ai soggetti disabili almeno di poter ricevere cibo e acqua affinché la barbarie dell'eutanasia sia stornata dall'Italia». Secondo le associazioni si tratta di un «barbaro trattamento, non di una dolce morte, bensì di una soppressione per inedia». Una vita dignitosa è quanto chiedono invece Veneto Radicale e Veneto Liberale, scesi in piazza ieri a Treviso «per la libertà di vivere e di morire» di Eluana, esprimendo il loro appoggio al presidente Napolitano e raccogliendo firme per l'introduzione del testamento biologico. La mobilitazione laica trova espressione anche in una serie di manifestazioni fra oggi e lunedì. La Cgil, per la quale lo scontro istituzionale che si è aperto è di una «gravità senza precedenti », si è espressa in difesa della Costituzione e della laicità dello Stato con iniziative a Venezia, Padova e Rovigo (e oggi con una catena umana durante il taglio del nastro del Passante). Dalla segreteria veneta sono giunte parole di sostegno al Presidente. Un documento di solidarietà al capo dello Stato è stato inoltre consegnato in Prefettura a Padova da esponenti di Pd, Cgil, Idv. A Venezia il Pd terrà alle 11 in Campo Santa Margherita un «presidio civile» contro il «decreto eversivo» emanato dal governo Berlusconi, a cui parteciperà anche il senatore Felice Casson. E anche il segretario veneto del Pd, Paolo Giaretta, ieri ha preso posizione sul caso: Eluana, secondo il senatore, «è oggetto di un gioco di potere. Dal premier parole offensive e vergognose». Silvia Madiotto \\ Luciano Dussin Il caos istituzionale deve essere impedito Si sta consumando un atto illegittimo \\ Paolo Giaretta Eluana è oggetto di un gioco di potere Dal premier parole offensive e vergognose Malati Nella foto a sinistra Eluana Englaro. Nella foto grande il trevigiano Paolo Ravasin, che ha scritto nel proprio testamento di rifiutare, qualora non fosse più in grado di farlo da solo, l'alimentazione artificiale

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Inchiesta sui <nazi> russi e le loro vittime (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Spettacoli - data: 2009-02-08 num: - pag: 37 categoria: REDAZIONALE Cinema e politica Fuori concorso una denuncia inquietante, in gara «Storm» sulle faide etniche Inchiesta sui «nazi» russi e le loro vittime DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BERLINO — Sono 121 le persone uccise nel 2008 dai naziskin russi. L'elenco scorre spaventoso alla fine di Russia 88, film di Pavel Bardin (ieri nella sezione Panorama) su un fenomeno in preoccupante crescita, in Russia e non solo. Quello delle bande giovanili che utilizzano i cupi stilemi hitleriani per praticare e diffondere la xenofobia. «La acca è l'ottava lettera dell'alfabeto. Doppia acca, indica Heil Hitler», spiega il regista. Che usando la forma del falso documento, insegue con una cinepresa a mano i ritmi forsennati della banda di Blade, ragazzotto senz'arte nè parte, che vede nei «culi neri» e nei «culi gialli» il pericolo per il futuro suo e della madre patria. «Russia ai Russi» è lo slogan preferito della squadraccia insieme con «Sieg Heil», saluto alla vittoria delle adunate naziste. A filmare le imprese del gruppo, aggressioni ai senza tetto, incursioni contro bancarellai Tagiki e Uzbeki, è uno degli stessi skinheads. Che documenta ogni loro brutalità per poi mandarla su YouTube, ammantando di retorica patriottarda comuni atti teppistici. E proprio su Internet il regista ha recuperato l'armamentario nazi per il film: magliette naziona-liste, dischi nazirock, istruzioni per l'uso di pistole e coltelli. «Come sei diventato fascista? ». è la domanda che ricorre, piccola inchiesta tra camerati non sempre certi sulla risposta. I più tirano in causa gli odiati poveri «che arrivano da fuori e vogliono i nostri soldi, il nostro lavoro, le nostre sorelle ». Opinioni condivise da molti moscoviti, che gli stessi attori- skin, passando dalla fiction alla realtà, intervistano in diretta. Anche loro convinti che la colpa è tutta degli stranieri. Le stesse frasi delle strade e dei comizi di casa nostra. E se non se ne vanno con le buone, ci pensa Blade. Quando scopre la sorellina abbracciata a un ragazzo del Caucaso, non esita a ucciderlo. Capuleti e Montecchi in chiave etnica. Altri morti e massacri a seguito di sanguinarie faide etniche sono di scena in Storm, ieri in gara, dove il tedesco Hans-Christian Schmid racconta i retroscena di un processo all'Aja per crimini contro l'umanità. Sotto accusa un generale serbo che potrebbe somigliare a Karadzic. Così come la tosta Pm del tribunale fa venire in mente Carla Del Ponte. «Naturalmente ho pensato a entrambi — ammette il regista —. Karadzic è stato catturato proprio all'inizio delle riprese, mentre la Pm è ispirata a un magistrato tedesca che lavora all'Aja con passione e riservatezza». «Chi sceglie di difendere i diritti umani deve essere per forza un idealista — interviene Kerry Fox, magistrale protagonista —. Pronta a sacrificare tutto, anche la vita privata». «è il vero costo di quei processi — conclude Schmid —. Le polemiche sulle spese sono false. Dieci anni di attività del tribunale dell'Aja costano metà di un bombardiere». Giuseppina Manin Atto d'accusa Tra le pellicole in gara ieri, «Storm» (nella foto sopra una scena), dove viene messo sotto accusa un generale serbo che potrebbe somigliare a Karadzic da un pubblico ministero che ricorda Carla Del Ponte: il regista ha ammesso di aver pensato a entrambi

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Morris e l'ambiguità delle immagini (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2009-02-08 num: - pag: 23 categoria: REDAZIONALE HOMEVIDEO Morris e l'ambiguità delle immagini Orso d'argento a Berlino 2008, «Standard Operating Procedure» (foto) di Errol Morris esce solo in dvd (Sony). Il motivo è chiaro: il tema è troppo sgradevole. Si tratta infatti di un documentario sui soldati americani che nel 2004 hanno torturato, umiliato e ucciso presunti terroristi iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Se la foto dell'alzabandiera di Iwo Jima ha giovato alla vittoria americana nella Seconda guerra mondiale, l'immagine del prigioniero incappucciato, con le mani legate a fili, ha contribuito a una disfatta vergognosa. Ma attenzione: per la corte militare, in questo caso, si tratta di «procedura operativa normale». Ci sarebbe stato solo stress psicologico (lecito), e non tortura, dato che i fili in realtà non erano attaccati alla corrente. Morris è maestro nel sollevare dubbi, paradossi e ambiguità. Anche se alcuni, in questo caso, lo hanno accusato di avere spettacolarizzato la violenza. (Alberto Pezzotta)

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diritti umani: convegno a rivignano (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 10 - Udine Diritti umani: convegno a Rivignano RIVIGNANO. Si è tenuto a Rivignano, nella cantina del ristorante "Al Morarat", il convegno dal titolo "1948-2008, la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, un punto di arrivo o di partenza?".L'incontro, organizzato dal Caffè letterario delle Risorgive, è stato presentato dalla presidente Maria Sabina Marzotta e condotto dal signor Vito Zucchi. Le relazioni sull'argomento "il fondamento antropologico dell'uomo: la persona e la dimensione religiosa e di fede in ambito umano e sociale" sono stste tenute rispettivamente dal professor Renato Pilutti e il vescovo monsignor Alfredo Battisti. Dopo gli interventi del sindaco Paolo Battistutta e del parroco Don Franco c'è stato un ampio dibattito da parte dei numerosi partecipanti. Dalla disamina dell'argomento sono emersi spunti di notevole interesse quali: ampliare la Dichiarazione universale con nuovi articoli di carattere sociale e ambientale, organizzare incontri pubblici da tenersi nella sede del Caffè letterario per approfondire le conoscenze amtropologiche della persona; creare all'interno della comunità un centro di ascolto rivolto ai cittadini, residenti e non.

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L'INTERVISTA MARCO CAPPATO (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 34 del 2009-02-08 pagina 10 L'INTERVISTA MARCO CAPPATO di Paola Setti Marco Cappato, eurodeputato radicale, se lei si trovasse nelle condizioni di Eluana, vorrebbe che le cure le venissero sospese? «Non vorrei che fosse proseguito un accanimento senza alcuna possibilità di recupero». Per Eluana il Pdl parla di corsa contro il tempo. Davvero non le viene il dubbio che lasciarla morire sia un errore? «La corsa contro il tempo dura da 17 anni. Il governo vuole consegnare il corpo di Eluana al Vaticano affinché se ne possa abusare per altri 17». Il Paese è spaccato... «No, l'opinione pubblica è da molto tempo con i Radicali, con Welby, con Englaro, cattolici inclusi». Ora ci dirà che c'è una maggioranza per l'eutanasia. «Infatti è così. Ora però i media di regime sono scatenati: falsi scoop, suore che hanno visto Eluana sorridere o parlare; "pentiti" che confessano terribili confidenze di Beppino. Uno spettacolo osceno che forse riuscirà ad avere effetto». Quindi Napolitano ha fatto bene a intervenire, persino in anticipo sul decreto del governo? «Se l'avesse fatto dopo lo avrebbero accusato di non averli avvisati». Intanto in parlamento arriverà una legge che dice le stesse cose del decreto. «È il tentativo di ufficializzare una violenza anticostituzionale, sfruttando il caso Englaro per cancellare il diritto di ciascuno a rifiutare le terapie». Le piace almeno la legge sul testamento biologico? «Serve se crea uno strumento vincolante che includa nutrizione e idratazione artificiale. Altrimenti diventa una legge contro il testamento biologico». Va aggiornato ogni tre anni? «Ognuno se lo aggiorna se, come e quando vuole. L'altra legge che serve è quella per legalizzare l'eutanasia, perché alcune persone torturate dalla malattia non dipendono da terapie vitali». Beppino Englaro fa appello a Berlusconi e Napolitano: venite a trovare Eluana. «Ha una forza immensa a resistere a questo linciaggio e a insistere ad avere fiducia nelle istituzioni». L'Udc è d'accordo con il premier: questo cambia i rapporti nell'opposizione? «L'unica opposizione che conosco, a questo regime più che a questo governo, è quella di noi Radicali». Paola Binetti è per la vita, ed è vostra alleata nel Pd... «Binetti non è per la vita - se non per quella imposta come una tortura - e non è nostra alleata». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Battisti, nuova tensione Brasilia-Roma (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 08-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 08-02-2009 Battisti, nuova tensione Brasilia-Roma ROMA. Sempre più tesi i rapporti tra Italia e Brasile per l'estradizione di Cesare Battisti. Ultima in ordine di tempo la presa di posizione del sottosegretario alla Giustizia del governo Lula, Luiz Paulo Teles Barreto, che difende la concessione dell'asilo politico a Cesare Battisti, affermando che la legge brasiliana in tema di diritti umani «proibisce la restituzione di un individuo a Paesi nei quali la sua vita, la sua libertà o la sua integrità fisica siano messe a repentaglio». Secca la replica della Farnesina. L'Italia, in quanto Paese democratico, sulla base della propria Costituzione, e membro dell'Unione Europea, non può nemmeno lontanamente essere annoverata tra i Paesi che non forniscono sufficienti garanzie di incolumità agli individui. ed è esattamente sulla base delle argomentazioni sviluppate da Barreto che l'Italia è fiduciosa che la Corte Suprema brasiliana possa rivedere la decisione sulla concessione dell'asilo politico a Battisti, prosegue la nota del ministero degli Esteri. Come affermato in una recente risoluzione del Parlamento Europeo, sostenere che «il sistema giudiziario italiano non fornisce garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti dei detenuti, può essere interpretato come una manifestazione di sfiducia nei confronti dell'Ue».

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Il sultano dei nostri giorni (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

POTERE E POLITICA Il sultano dei nostri giorni Akbar Ganji * Akbar Ganji * Molti iraniani si chiedono nostalgicamente: se un riformista avesse vinto le elezioni presidenziali del 2005 al posto di Mahmoud Ahmadi Nejad, l'Iran verserebbe nello stato di disfacimento odierno? Per molti leader dell'opposizione iraniana, e per molti media e politici occidentali, Ahmadi Nejad è il principale colpevole dei mali dell'Iran di oggi: censura, corruzione, un'economia fallimentare, la prospettiva di un attacco Usa. Ma quest'analisi esagera l'importanza del presidente e lascia fuori dal quadro la figura più potente del paese: Ali Khamenei, la Guida suprema. La costituzione iraniana atttribuisce alla Guida suprema un'incredibile autorità su tutte le maggiori istituzioni statali, e Khamenei, che detiene questo ruolo dal 1989, ha trovato diverse vie per accrescere ulteriormente la sua influenza. Formalmente e non, i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario operano sotto l'assoluta sovranità della Guida; Khamenei è il capo di stato, il comandante in capo, e il maggior ideologo. Il suo potere si estende alla sfera economica, religiosa e culturale, attraverso consigli di governo e organi di repressione, quali le Guardie rivoluzionarie, il cui comandante è scelto da lui stesso. Tra tutti i leader iraniani, da quando il paese nel 1979 è diventato la Repubblica islamica, solo l'Ayatollah Ruhollah Khomeini, il leader rivoluzionario; Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, il presidente iraniano della maggior parte degli anni '90; e Khamenei hanno avuto un'influenza decisiva. Malgrado tutta l'attenzione che riceve, Ahmadi Nejad non si annovera neanche tra i 100 maggiori leader iraniani degli ultimi 30 anni. Ahmadi Nejad è tanto potente quanto devoto a Khamenei, e ha successo solo nella misura in cui avanza negli obiettivi della Guida suprema. Il potere di Khamenei è così grande, che nel 2004 il riformista Muhammad Khatami, dichiarò che il ruolo di presidente, da lui allora ricoperto, era stato ridotto a quello di un factotum. Attribuire i maggiori mali del paese ad Ahmadi Nejad non solo ingigantisce la sua influenza: suggerisce impropriamente che i problemi dell'Iran scompariranno insieme a lui. Certo ci sono differenze tra le presidenze di Khamenei (1981-1989), Rafsanjani (1989-97), Khatami (1997-2005), e Ahmadi Nejad (2005-). Il mandato di Khatami fu superiore per diversi aspetti; quantomeno tentò di inaugurare una significativa liberalizzazione politica. E tuttavia, per quanto la leadership di Ahmadi Nejad sia deleteria in certi aspetti, non ha segnato un grande allontanamento dal passato. Se si guarda alla libertà delle elezioni in Iran, c'è stato ben poco progresso. Che si voti per il presidente, per il parlamento unicamerale (il Majlis), o per i consigli locali, le elezioni iraniane sono pseudo-elezioni truccate. CONTINUA |PAGINA III I candidati devono giurare per iscritto la loro devozione, teorica e pratica, alla costituzione iraniana, all'Islam, all'assoluta sovranità della Guida suprema, e al defunto Khomeini. A molti parlamentari di sinistra fu negata la possibilità della rielezione nel 1992, quando Rafsanjani era presidente. Nelle elezioni del Majlis del febbraio 2004, sotto la presidenza Khatami, circa 190 dei 290 seggi parlamentari furono assegnati in anticipo a candidati conservatori, e circa il 43% dei candidati registrati fu squalificato - un «colpo di stato parlamentare», denunciò Mostafa Tajzadeh, riformista e allora vice ministro degli interni. Le elezioni presidenziali vinte da Ahmadinejad nel 2005 furono così truccate, che molti alti funzionari diedero le dimissioni per protesta. Le cose non sono migliorate da allora. In altre aree ci sono stati modesti progressi. Il primo decennio dopo la rivoluzione è stato il peggiore della Repubblica islamica in termini di repressione politica. I prigionieri politici furono sistematicamente torturati; nell'estate del 1988 diverse migliaia furono giustiziate per ordine di Khomeini - e con l'avallo presidenziale di Khamenei. Sotto Rafsanjani, l'assassinio degli esponenti dell'opposizione in Iran e all'estero era di routine. Subito dopo l'elezione di Khatami, il ministero dell'intelligence e della sicurezza uccise un gran numero di dissidenti, e sebbene fossero aumentate la libertà di stampa e la vigilanza sugli abusi del potere, quelli di noi che scrissero delle persistenti ingiustizie furono sbattuti in carcere. Le condizioni dei detenuti sono tuttora deplorevoli - solo l'anno scorso una giovane dottoressa e uno studente curdo sono morti in custodia - ma sono migliorate rispetto agli anni '80. Ma questo ha poco a che fare con Ahmadi Nejad. Se la repressione politica è diminuita nel corso degli ultimi trent'anni, è perchè le nozioni di democrazia e diritti umani si sono radicate nel popolo iraniano, e per il governo è più difficile commettere crimini. Anche la critica nei confronti della Guida suprema è oggi più frequente. Giornalisti, teologi e gruppi politici riformisti hanno scritto lettere aperte e saggi di condanna contro Khamenei. Certo, la censura continua. Alla fine del 2007, il Consiglio supremo di sicurezza nazionale, che formula le politiche di sicurezza iraniane, istruì la stampa su cosa poteva pubblicare circa le relazioni Iran-Usa, l'Iraq, e proibì la diffusione di voci di dissenso sul programma nucleare iraniano, le proteste delle minoranze lungo il confine afghano e iracheno, e i razionamenti di benzina. Ma una tale censura era in opera anche durante i mandati di Rafsanjani e Khatami. Ahmadi Nejad non ha il merito di alcun progresso raggiunto dall'Iran, ma non può neanche essere additato come una figura molto peggiore dei suoi predecessori. Il responsabile dello stato odierno dell'Iran è Khamenei, che nel corso di due decenni, in quanto Guida suprema, è riuscito a tenere il potere dell'Iran in una stretta mortale. (...) Nel giugno prossimo in Iran si terranno le elezioni presidenziali. Tuttavia, data la struttura del potere nel paese, e, soprattutto, la presa di Khamenei sul potere, non ci si devono aspettare grandi cambiamenti nella politica interna o estera dell'Iran. In particolare nell'ambito degli affari esteri: al di là della retorica aggressiva di Ahmadi Nejad, le caratteristiche di fondo della politica estera iraniana sono rimaste pressoché immutate negli ultimi tre decenni. Il cambiamento reale arriverà più tardi, e solo quando l'Iran saprà escogitare una via d'uscita dall'attuale regime del sultano. La transizione alla democrazia dipende dallo spazio di manovra che i riformisti riescono a ricavare tra le relazioni dei governanti con i corpi di stato (in primis l'esercito), le élites sociali, e i poteri esteri, per creare vari movimenti sociali che spingano il paese verso la democrazia. In fin dei conti non c'è dubbio che i negoziati e le relazioni bilaterali tra Stati uniti e Iran servano ai rispettivi interessi nazionali dei due paesi. Ma questi sforzi vanno portati avanti in modo da non vanificare il lavoro degli attivisti dei diritti umani e dei difensori della democrazia in Iran. A oggi, le principali preoccupazioni di Washington sono state fermare il programma nucleare della repubblica islamica e garantire la supremazia strategica sulla regione a Israele. Mentre l'obiettivo dei dissidenti e dei difensori dei diritti umani in Iran è quello di realizzare, attraverso l'azione non violenta, un sistema democratico pienamente dedito alla causa della libertà, dei diritti umani e del federalismo. Questi attori si oppongono fermamente alla minaccia di un attacco militare Usa contro l'Iran e alle chiacchiere di Washington sul «cambio di regime». Questo linguaggio, e più in generale la politica nei confronti dell'Iran dell'amministrazione Bush, non ha fatto altro che rafforzare la presa del sultano Khamenei, e ha reso la transizione iraniana verso la democrazia molto più difficile. Akbar Ganji è un giornalista e dissidente iraniano; è stato imprigionato a Tehran dal 200 0 al 2006. Questo articolo è stato adattato dalla traduzione di Nilou Mobasser in inglese di un testo in farsi di Ganji, pubblicato il 6 febbraio 2008 sul sito www.akbarganji.org e ripreso da Foreign Affairs (novembre-dicembre 2008). Traduzione di Nicola Vincenzoni

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Istruite e combattive, le donne alla conquista dello spazio pubblico (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

IL ROVESCIO DEL CHADOR Istruite e combattive, le donne alla conquista dello spazio pubblico (ma. fo.) Stanno compiendo una lunga marcia, le donne iraniane: è cominciata all'indomani del 1979, quando molte avevano preso parte alla Rivoluzione per poi sentirsi dire che il loro posto era a casa, segregato dalla società più ampia, nel più tradizionale dei ruoli: è quando la rivoluzione iraniana è diventata «islamica», e il velo è divenuto legge dello stato. Resterà famoso un discorso nel 1979 dall'ayatollah Khomeini, fondatore e Guida suprema della repubblica islamica: «Ogni volta che in un autobus un corpo femminile sfiora un corpo maschile, una scossa fa vacillare l'edificio della nostra rivoluzione»... Nuove leggi abbassarono l'età del matrimonio (cosa che non sta scritta nel Corano ma in tradizioni arretrate, obiettarono alcune), abolirono il diritto delle donne di divorziare (mentre i mariti possono ripudiare la moglie), adottarono l'apparato di norme fatte discendere dal Corano riguardo lo statuto legale delle donne - eredità dimezzata rispetto ai fratelli, la testimonianza di una donna vale la metà di quella di un uomo, perfino il «prezzo del sangue» è metà (il risarcimento che un omicida paga alla famiglia dell'ucciso, per evitare la galera). Contraddittoria rivoluzione, però: perché coperte dai loro chador molte bambine degli strati più bassi e tradizionalisti della società sono finalmente andate a scuola (oggi sa leggere e scrivere quasi l'80% delle iraniane sopra ai sei anni, erano il 35% nel 1976). Perfino l'attivismo islamico è stato una via per uscire dalle pareti domestiche. La riconquista dello spazio pubblico è stata lenta, ma inesorabile. L'ideologia diceva alle donne di stare a casa, gli eventi le hanno spinte fuori: la lunga guerra tra Iraq e Iran (1980-88), le crisi, la necessità di lavorare. Poco a poco, la generazione che aveva dovuto subire il chador ha trovato vie d'uscita: prima nelle fondazioni «rivoluzionarie» istituzionali, poi nell'impressionante numero di organizzazioni indipendenti nate negli anni '90: gruppi d'ogni tipo, chi assiste i bambini di strada e chi promuove corsi di pittura o attività culturali, quasi sempre retti da donne. Chi aveva una professione l'ha ripresa. Magistrate escluse dalla carica di giudice sono diventate avvocate per difendere i diritti delle donne. Di recente qualche magistrata ha potuto prendere ufficio, benché solo come giudice a latere in cause civili. Le generazioni cresciute sotto l' hijjab cercano strade di indipendenza. Intanto una piccola pattuglia di deputate ha portato in parlamento battaglie sul divorzio e l'affido dei figli, o contro il matrimonio delle bambine. Un segno che il clima era cambiato fu l'intervista che il presidente Mohammad Khatami, appena eletto nel 1997, concesse al mensile Zanan («Donna»), in cui riconosceva alle iraniane un ruolo protagonista nella società. E protagoniste sono: dall'università dove il 65% di iscritti sono ragazze, alle professioni, alla scena culturale, al cinema, al giornalismo online, alle organizzazioni sociali. Certo, l'attivismo femminista resta contrastato. Nel 2000 per la prima volta delle donne hanno celebrato l'8 marzo in una libreria di Tehran: c'erano giornaliste, editrici, giuriste, nomi noti e meno noti, attiviste per i diritti umani, in un momento di scontro durissimo in Iran tra un governo riformista e un sistema politico che resiste al cambiamento (infatti poco dopo due di loro, l'editrice Shahla Lahiji e l'avvocata Mehranghiz Kar, furono arrestate: avevano partecipato a una conferenza a Berlino, su invito dall'Istituto Heinrich Boell, sul futuro delle riforme politiche e sociali in Iran). Le manifestazioni si sono ripetute, anche di piazza, sfidando attacchi e arresti. Nel 2005, giugno, un gruppo ha manifestato davanti all'Università di Tehran per chiedere di modificare la Costituzione: «Chiediamo uguali diritti in modo che gli strumenti legali ci diano il potere di fermare i matrimoni forzati nei vari angoli del paese, garantire alle madri la custodia dei loro figli, prevenire la poligamia ufficiale e non e garantire la parità nel divorzio, abolire la norma legale che assegna alla donna metà del valore dell'uomo; espandere il diritto delle giovani donne a decidere per la propria vita; prevenire i suicidi di donne disperate, i delitti d'onore, la violenza domestica», dicevano. Questa è diventata la piattaforma di una campagna sviluppata negli ultimi due anni: «Un milione di firme per mettere fine alle leggi discriminatorie». La lunga marcia continua. Le donne sono saldamente nello spazio pubblico.

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Danimarca, ISP e pirati al contrattacco (sezione: Diritti umani)

( da "Punto Informatico" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma - Se non saranno i provider danesi a dimostrare che il blocco di The Pirate Bay non è legale, sarà The Pirate Bay a confrontarsi con i giudici e a scodellare una denuncia rivolta a IFPI. Per concorrenza sleale. Non sono trascorse che una manciata di settimane dal momento in cui Tele2 ha capitolato. Pressato dall'industria dei contenuti, che accusava il provider di corresponsabilità nella violazione dei diritti d'autore, l'ISP per due volte è stato invitato a far calare filtri DNS che dirottassero il traffico dei cittadini della rete danesi verso altri lidi. Il provider ha smesso di lottare, ha smesso di dimostrare ai giudici che i sequestri di traffico, inefficaci, non hanno altro risultato se non quello di alimentare curiosità e visite alla Baia. Ma come Tele2 ha ceduto al volere dei tribunali, ci sono ISP danesi che hanno imposto il filtro in maniera preventiva: lo ha fatto l'incumbent TDC, a cui si rivolge la maggior parte dei netizen del paese, lo ha fatto per prevenire l'abuso del file sharing da parte dei suoi utenti e per evitare scontri con l'industria dei contenuti. Ora, l'ordinanza del tribunale rivolta a tutti i provider che operano in Danimarca: nessuno potrà essere esonerato dall'imposizione di filtri DNS che complichino per gli utenti della Baia l'accesso al motore di ricerca per torrent. Sul capo dei provider pendono sanzioni che sembrano scoraggiare la disobbedienza. Ma gli ISP hanno promesso di rivolgersi al tribunale per dimostrare che non possono agire sul libero arbitrio dei propri abbonati. I provider, ha spiegato Jens Ottosen di Telia in rappresentanza degli altri ISP, non possono farsi arbitri della legalità: "Il nostro compito è quello di rendere accessibile l'informazione: quando le persone prendono un taxi e comunicano la destinazione, l'autista non mette in questione la legittimità dell'indirizzo". Due sono gli argomenti sfoderati dai provider: l'inefficacia dei filtri e l'impossibilità di vietare l'accesso a un sito che non sia di per sé illegale. "Accedere a The Pirate Bay non è di per sé una violazione del copyright - ha chiarito Ottosen - noi offriamo l'accesso ai nostri abbonati e spetta a loro decidere se agire in maniera illegale". Queste le argomentazioni che i provider tenteranno di spiegare alla Corte Suprema, appellandosi alla decisione del giudice che ha imposto loro il filtraggio. Queste le motivazioni con cui, in Australia, il provider iiNet si sta difendendo dagli affondi dell'industria dei contenuti: "È come denunciare un fornitore di energia elettrica - hanno spiegato al giudice da iiNet - per quello che le persone fanno con la corrente". Da tempo i provider danesi combattono contro coloro che vorrebbero attribuirgli un ruolo diverso da quello del mero intermediario: se non dovessero riuscire nel loro intento interverrà The Pirate Bay. BrokeP, al secolo Peter Sunde, ha promesso di scagliarsi contro IFPI. Non chiederà risarcimenti, come avvenuto lo scorso anno: The Pirate Bay minaccia di denunciare IFPI per aver turbato la competizione sul mercato danese dei contenuti. IFPI ha esercitato pressioni sui provider e si è rivolta alle autorità affinché la Baia non fosse più immediatamente raggiungibile: "Avevano un monopolio sulla distribuzione dei contenuti ma noi abbiamo infranto quel monopolio - aggredisce Sunde - e in cambio denunciano le persone che rendono possibile l'accesso al nostro sistema distributivo". IFPI, inoltre, secondo l'amministratore della Baia si sarebbe limitata ad agire animata da spirito vendicativo: in Danimarca il resto dei tracker torrent continua ad essere accessibile. Ma la battaglia condotta da The Pirate Bay si combatte anche sul fronte svedese. Nei prossimi giorni gli admin verranno chiamati al cospetto della corte distrettuale di Stoccolma, e vogliono che tutti i cittadini della rete assistano a quello che si prospetta un epico scontro. The Pirate Bay chiede che tutti possano accedere al webcast della seduta: "Vogliamo mostrare come funziona - chiede BrokeP - mettiamo le carte in tavola, che tutto sia trasparente". Sull'altra sponda dell'oceano sono numerosissimi, fra netizen e operatori dell'informazione, a chiedere che RIAA giochi a carte scoperte in tribunale contro il giovane Joel Tenenbaum, a chiedere che i cittadini della rete possano assistere alla partita in cui si deciderà della costituzionalità delle strategie con cui l'industria dei contenuti tutela i propri diritti. Gaia Bottà

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Il Comune conferirà oggi la cittadinanza onoraria al Dalai Lama per il suo impegno intern... (sezione: Diritti umani)

( da "Leggo" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Comune conferirà oggi la cittadinanza onoraria al Dalai Lama «per il suo impegno internazionale, per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della riappacificazione tra i popoli». La cerimonia del tributo di cittadinanza al leader tibetano, arrivato in città ieri, sarà proiettata in diretta su uno schermo gigante installato in piazza del Campidoglio. Quella romana è solo la prima tappa del viaggio del padre spirituale buddhista in Europa.

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TEATRO - Alle 20,30, Avididiorizzonti, spettacolo organizzato ... (sezione: Diritti umani)

( da "Leggo" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

TEATRO - Alle 20,30, Avididiorizzonti, spettacolo organizzato dalla Facoltà di Lettere e Filosofia in occasione del centenario della nascita del Futurismo. Biblioteca Frinzi, via San Francesco 20. Ingresso libero. DANZA - Alle 21, Coppella, balletto tratto da un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, regia di Rossana Sechi. Teatro Camploy, via Cantarane 32. Ingresso con offerta libera. INCONTRI - Alle 18, Educare ai diritti umani: incontro con Liliana Cereda, Responsabile Amnesty International in Veneto e Trentino Alto Adige. Fnac, via Cappello 34. Alle 17, Francesca Rossi, presenta la lezione La mostra, sesto e ultimo appuntamento del ciclo "Lezioni per Girolamo Dai Libri". Biblioteca Civica, via Cappello 43. (S. Pas./ass)

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La piazza si riempie per difendere la Costituzione (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lunedì 09 Febbraio 2009 CRONACA Pagina 13 CASO ENGLARO. Sotto il monumento di Dante duemila persone richiamate da un «tam tam» via sms in sole 24 ore La piazza si riempie per difendere la Costituzione «Siamo indignati per quello che ha detto Berlusconi, per il populismo e l'attacco al Capo dello Stato» La Costituzione non si tocca. Donne, uomini, giovani, anziani: la voce è unanime. Ieri pomeriggio piazza dei Signori è stata invasa da duemila manifestanti che in meno di 24 ore hanno organizzato una protesta di piazza. Tutto è partito da tre donne. Sabato a mezzogiorno si sono sentite al telefono condividendo l'indignazione per le ultime affermazioni del presidente del Consiglio: Silvio Berlusconi dopo il no di Giorgio Napolitano al decreto Englaro, ha affermato che la responsabilità del giudizio sui decreti deve essere del governo. E se la Costituzione dice diversamente, va riformata. Maria Geneth, Donata Gottardi, Tiziana Valpiana, un medico, un'europarlamentare, un'ex senatrice, hanno dato il via a una catena di sms e mail che ha portato sotto la statua di Dante migliaia di persone. E i partiti Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra democratica, Partito Democratico e Partito Socialista. E le associazioni di volontariato che si occupano della difesa dei diritti umani. «Questo governo non si ferma di fronte a nulla e le regole della democrazia sono insultate, derise, calpestate, violentate», scrivono le promotrici della manifestazione nell'invito diffuso via mail. «Siamo cittadine e cittadini angosciati da quello che sta accadendo», aggiunge Maria Geneth. «Testimoniamo assieme contro il populismo, contro l'attacco al Capo dello Stato, contro l'attacco alla Costituzione. Siamo nati e vogliamo vivere in uno Stato laico e di diritto e tale vogliamo lasciarlo ai nostri figli». E per affermare questi principi nessuno slogan politico al microfono ma solo gli articoli della Costituzione. Più di una volta lo sguardo è andato al palazzo della Prefettura. «Abbiamo scelto questa piazza non a caso», spiega Tiziana Valpiana, «ci rivolgiamo al governo e chiediamo al prefetto che faccia presente a Palazzo Chigi che da Verona nasce una risposta di indignazione alle affermazioni di Berlusconi». Per l'europarlamentare del Pse, Gottardi, «il premier va avanti come un carro armato distruggendo la base del nostro ordinamento». Come altre città d'Italia, anche Verona ha fatto sentire la sua voce raccogliendo l'invito di Napolitano che ha detto di confidare nei cittadini. In prima linea anche il segretario provinciale del Pd Giandomenico Allegri, la presidente dell'assemblea provinciale del Pd Luisa Caregaro, il segretario provinciale di Rifondazione Fiorenzo Fasoli e il consigliere di circoscrizione Giorgio Bertani. Tra loro l'avvocato Guariente Guarienti che, da giurista, ha affermato: «Decisioni come queste legittimano ogni condannato con sentenza definitiva a chiedere al Consiglio dei ministri un decreto che annulli la condanna». Ma, dice Guarienti, dev'essere un detenuto eccellente e in ottimi rapporti con la maggioranza di governo. Intanto a Udine è arrivata una delegazione di cattolici veronesi dell'associazione Famiglia e Civiltà e di altri raggruppamenti d'area tradizionalista, per partecipare al presidio davanti a Villa La Quiete, dove è stata portata nei giorni scorsi Eluana Englaro. I tradizionalisti chiedono che Elana sia salvata in extremis.  

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il papa invoca guarigioni miracolose (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

All'Angelus Benedetto XVI fa solo un'allusione al dramma della giovane in stato di coma vegetativo Il Papa invoca «guarigioni miracolose» Tra la folla di fedeli in Piazza San Pietro c'è anche Francesco Cossiga CITTà DEL VATICANO. Solo un paio di voci isolate nella piazza piena a metà invocano il nome tanto atteso, quello di Eluana, in uno dei rari momenti di silenzio tra le frasi di Benedetto XVI. Papa Ratzinger non pronuncia mai la parola Eluana, eppure alle 12 parte proprio da lì in uno degli Angelus più attesi. Cita il Vangelo per invocare «una preghiera per tutti i malati, specialmente quelli più gravi». «Quelli che non possono in alcun modo provvedere a se stessi- dice il Papa -, ma sono totalmente dipendenti dalle cure altrui». Poi aggiunge: «Nonostante la malattia faccia parte dell'esperienza umana, a essa non riusciamo ad abituarci, non solo perché a volte diventa veramente pesante e grave, ma essenzialmente perché siamo fatti per la vita». Quindi ricorda una serie di miracolose guarigioni compiute da Gesù. «Tutto questo - conclude - ci invita ancora una volta a riflettere sul senso e sul valore della malattia in ogni situazione in cui l'essere umano possa trovarsi». Pochi minuti, poi passa oltre. Tanto il lavoro vero è già stato fatto dietro le quinte e il Parlamento italiano da oggi sarà alle prese con un disegno di legge che di fatto spegnerà ogni speranza di riconoscimento di un testamento biologico che possa definirsi realmente tale. E a Eluana, non resterà, suo malgrado, che il ruolo di simbolo degli opposti fronti. Lo strappo è compiuto e per le diplomazie non sarà semplice, anche se hanno già cominciato a muoversi, partendo dalla telefonata fra il segretario di Stato, il cardinale Tarciso Bertone e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Potrebbe non essere una domenica come le altre, nella piazza simbolo della Cristianità. Invece i più probabilmente non sanno o sanno poco di quella ragazza diventata donna senza essersene mai accorta, 17 anni nel sonno più profondo senza alcuna speranza. Ci sono schiere di bambini venuti da ogni angolo del mondo e ci sono striscioni più da Maurizio Costanzo show («Castrocielo è qui») che da rito di preghiera, accanto a innamorati che si baciano. Altro clima, rispetto a quello delle proteste più dure e alle scritte sui muri contro papà Beppino. Qui l'unico momento di tensione si verifica quando un gruppo di attivisti cileni, guidato dalla nipote di Salvator Allende, prova a esporre uno striscione per i diritti umani. Nulla a che vedere con Eluana. Nello spicchio più vicino alla finestra di Benedetto XVI, ci sono quelli che sbandierano i vessilli bianchi del nuovissimo «Popolo della vita». Tentano di far partire l'applauso per Eluana, ma restano isolati. In un altro angolo, su una sedia a rotelle, afflitto da uno dei suoi malanni e circondato dalla scorta, c'è l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Uno che non c'è mai per caso. Un segnale, anche questo. (s.t.)

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Guazzabuglio horror con messaggio (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Guazzabuglio horror con messaggio --> Lunedì 09 Febbraio 2009 SPETTACOLI, pagina 26 e-mail print Che guazzabuglio! Perché va bene rimescolare le carte, spiazzare lo spettatore, cercare il colpaccio, ma bisogna anche dare una coerenza (o almeno una sua parvenza) a quello che si mette in scena. Cosa che non ci sembra proprio succeda in questo The Horsemen che mescola, un po' alla rinfusa (molto alla rinfusa), visioni apocalittiche (i riferimenti biblici ai Quattro Cavalieri dell'Apocalisse), omicidi seriali, conflitti generazionali, pratiche estreme di tortura, detective tormentati, efferatezze e orrorismi piuttosto gratuiti, solamente con lo scopo di scioccare lo spettatore. E sì che invece il film parte bene. In una radura innevata ai margini di un bosco viene rinvenuto un contenitore dentro il quale ci sono dei denti umani. Immediatamente viene convocato sul posto il detective Aidan Breslin (Dennis Quaid), perché specializzato in «odontoiatria forense». Il detective non fa in tempo a concentrarsi su quel macabro ritrovamento che deve recarsi su una nuova scena del crimine: una donna torturata e uccisa ritrovata appesa ad una struttura appositamente creata per quello scopo con degli uncini infilati nel corpo. Dopo questo, altri efferati omicidi, tutti più o meno di quel genere, si susseguono. Grazie ad alcune indicazioni lasciate sul posto dagli esecutori di quei crimini, Breslin scopre che si tratta di un rituale che alcuni sciagurati, che si immedesimano nei Cavalieri dell'Apocalisse, stanno mettendo in atto. La trama della detection si intreccia con quella della vita privata del detective, da poco rimasto vedovo, che non riesce ad accudire al meglio i due figli, situazione particolarmente sofferta dal maggiore dei due, Alex, che sente molto acutamente la mancanza della figura paterna. Dicevamo che il film parte bene, creando la giusta atmosfera di suspense, poi però si perde per strada mescolando, come dicevamo, il thriller con l'horror e complicando la trama con situazioni poco meno che assurde. In un film che non ci sentiremmo certo di consigliare, c'è però piuttosto forte un messaggio, che è quello di prendersi cura delle persone care, di non lasciare che il dolore sordo dell'abbandono si trasformi in un devastante urlo di morte. Andrea Frambrosi 09/02/2009 nascosto -->

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<Tra Europa e Africa relazioni più forti> (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Tra Europa e Africa relazioni più forti» --> L'ex presidente del Ghana, John Kufuor: dopo secoli di colonizzazione ora servono nuovi rapporti Lunedì 09 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 7 e-mail print nostro servizio Gabriella Persiani MilanoA tu per tu con la pietra miliare della nuova Africa, l'Africa che vuole sedersi al tavolo globale e negoziare alla pari con i grandi della terra. È imponente nella sua fisicità e lo è ancor più nelle sue parole. Incontriamo John Agyekum Kufuor, da pochi giorni ex presidente della Repubblica del Ghana, a Milano. Lo aspetta una due giorni fitta di incontri per l'inaugurazione dell'«Alliance for Africa», il nuovo progetto di cooperazione e sviluppo del quale è presidente. È qui nel nome di tutta l'Africa, con l'orgoglio di provenire da un Paese che è in linea per raggiungere entro il 2015 gli obiettivi del programma di sviluppo del Millennio fissati dalle Nazioni Unite, tra cui il primo, quello di sconfiggere la fame. È cosciente che se ciò è possibile è anche per merito suo, ma si schernisce dietro un «resto un uomo del popolo». Giusto un anno fa era a Milano, in veste di presidente del Ghana, per presentare la nuova campagna del World Food Program «Fill the cup» («Riempi la tazza»). Dodici mesi dopo, da ex presidente, è a Milano per un altro importante progetto. «Con Milano e la Lombardia si stanno avviando importanti accordi di partnership in vista dell'Expo 2015, che si svolgerà nel capoluogo lombardo all'insegna di "Nutrire il pianeta, energia per la vita". L'ultimo passo è "Alliance for Africa": un vero e proprio ente, con doppia sede, a Milano e Accra, in grado di valutare, realizzare e finanziare progetti di educazione, formazione e sviluppo nel mio continente, con particolare attenzione al settore agroalimentare, alla sanità e ai servizi pubblici. È, nei fatti, un'alleanza aperta al mondo, a chiunque desideri impegnarsi e dare il proprio contributo per l'Africa». Un continente così ricco di materie prime, ma ridotto alla fame. Cosa fare? «L'Africa è molto vasta, formata da più di 50 Paesi, molti dei quali hanno raggiunto l'indipendenza negli ultimi 40-50 anni e devono ancora superare le conseguenze negative lasciate dal colonialismo. Tra queste vi sono le frontiere artificiali che dividono arbitrariamente popoli ed etnie, causa di instabilità. È il più ricco continente del mondo, ma allo stesso tempo è il più povero, anche perché ancora oggi le sue materie prime, petrolio, gas, oro, diamanti, vengono sfruttate non a beneficio degli africani. Malattie e analfabetismo li penalizzano, dimenticando che la vera ricchezza dell'Africa è la sua gente, nel suo capitale umano, anche se ci mancano scienza e tecnologia. Cosa fare? Dar vita a nuove parterneship che portino investimenti vitali nell'industria e nel commercio, nelle telecomunicazioni e nelle infrastrutture. Ma nei negoziati spetta ai Paesi africani un ruolo alla pari con gli altri. Dopo secoli di colonizzazione l'Africa vuole integrarsi da sola nella globalizzazione, non chiede aiuti in denaro ma aiuto perché possa fare da sé. È proprio in questa direzione che va la collaborazione con Milano, una grande occasione se diventa stimolo per tutta l'Europa. Oggi il mondo sembra svegliarsi sui problemi che interessano ogni angolo della terra, muovendosi verso il villaggio globale. Così l'Africa non è sola, ha forti rapporti economici con Asia e Brasile, per esempio. Ma, ribadisco, è bene che tutte le partenership offrano benefici ad entrambe le parti». E l'Europa? «Africa ed Europa per troppo tempo non si sono parlate. A Lisbona si è aperta una nuova strada di dialogo e cooperazione, ma le relazioni non sono ancora forti come vorremmo. L'Africa non è solo geograficamente al centro del globo ma ha ancora tanto da dare al mondo. Dall'Europa può ricevere imput scientifici e tecnologici perché si sviluppino la nostra scienza e la nostra tecnologia: solo così i benefici sono reciproci». Otto anni da presidente hanno portato il Ghana ad essere un modello vincente dell'Africa, in termini di sviluppo economico, sociale e di democrazia. In che modo è riuscito ad ottenere questi risultati? «Non so spiegare come tutto ciò sia stato possibile, è accaduto. Di una cosa, però, sono certo e posso dirlo con fierezza: senza il concorso di tutta la popolazione del Ghana non avrei potuto realizzare il mio programma politico». Lei è stato anche a capo dell'Unione Africana. Cosa manca a questa organizzazione per imporsi in maniera forte nelle tante situazioni di conflitto che insanguinano il continente? «L'Unione è importante perché gli Stati africani si aiutino gli uni con gli altri. Sotto la mia presidenza ho dato un grosso contributo agli Stati dell'Africa dell'Ovest nel fare passi avanti nei negoziati di pace. L'incontro tra i capi di Stato ha proprio il fine di mettere sul tavolo i nostri problemi e di influenzare i leader dei Paesi in guerra affinché si metta la parola fine. Più che nelle azioni militari, credo nella forza del dialogo». Un anno fa ci lasciava con un messaggio importante: «Il futuro di ogni nazione si basa sul cibo e sull'istruzione data ai bambini». Con quali nuove parole di speranza ci saluta? «L'Africa ha bisogno di compiere un rapido sviluppo, che può partire solo dalla piena presa di coscienza degli stessi africani. "Noi possiamo farcela" deve essere la nostra convinzione. Possiamo farcela attraverso una buona costituzione, una buona forma di autogoverno, leader eletti dal popolo, rispetto dei diritti umani. Il popolo deve essere responsabile dei valori democratici. Solo così l'Africa sarà decisiva per le sorti del mondo nel ventunesimo secolo». Gabriella Persiani 09/02/2009 nascosto -->

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dalai lama cittadino di roma: "è l'avamposto del tibet in europa" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina I - Roma Il mio popolo I diritti umani Dalai Lama cittadino di Roma: "è l´avamposto del Tibet in Europa" Questa onorificenza è particolarmente importante per me e per il mio popolo L´Italia e la sua capitale possono fare molto per i diritti umani SEGUE A PAGINA III

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si riparla di traffico d'organi leggenda metropolitana o allarme giustificato? (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Sardegna, La" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

CLANDESTINI /2 Si riparla di traffico d'organi Leggenda metropolitana o allarme giustificato? Il Viminale denuncia «evidenze» legate agli arrivi a Lampedusa ma le organizzazioni umanitarie non trovano riscontri Non che sia la prima volta che si sente parlare di bambini rapiti e venduti come pezzi di ricambio. Tanto che il primo impulso - complice anche la tentazione di distogliere perfino il pensiero da un crimine così nefando - è quello di incasellare i "rumori", come si sarebbe detto nel Medioevo, alla voce "leggenda metropolitana". Sennonché il termine "evidenze", usato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni per illustrare l'allarme su un traffico di organi che coinvolgerebbe minori extracomunitari presenti o rintracciati nel nostro Paese, è troppo forte e impegnativo perché si possa far finta di nulla. Soprattutto se si conferisce il giusto peso all'accenno all'indagine incrociata dei dati sui minori extracomunitari scomparsi dopo esser arrivati a Lampedusa e le segnalazioni - tramite Interpol - relative al traffico d'organi inviate dai paesi d'origine alla polizia italiana. I numeri parlano da soli: nell'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, il 2008, di 1.302 minori arrivati sull'isola, circa 400 sono scomparsi nel nulla. Che fine hanno fatto quei bambini, scesi da quei barconi della speranza, spauriti, stremati dal freddo e dalla fame? Come e dove si è compiuto il loro destino di vittime sacrificali? Rassicurano in queste ore - almeno sul piano del traffico d'organi, se non di altre destinazioni dei corpi - le dichiarazioni di organizzazioni come Save the Children e Unicef che parlano di mancanza di dati e di riscontri, mentre anche l'Interpol non ha finora trovato conferme. Ma qualche dubbio resta. Ed è inutile dire che non sfiorano, naturalmente, la rete legale dei trapianti, del tutto sicura e dove è impossibile che organi di incerta provenienza entrino in un processo controllatissimo in ogni fase. Il pensiero corre, semmai, ad un possibile mercato nero degli organi. Del resto sono più che sospetti - come dimostra un rapporto del Consiglio d'Europa - quelli che sfiorano l'Ucraina, come dimostra un recente rapporto del Consiglio d'Europa che s'interroga sul mistero di duecento bambini scomparsi, mentre attivisti per i diritti umani denunciando la scomparsa di migliaia di neonati ogni anno: nati vivi e vitali e registrati, invece, come deceduti, salvo poi scomparire dai registri delle sale parto e dai cimiteri. Corpi dissolti, inghiottiti dal nulla, la cui misteriosa scomparsa autorizza il sospetto che l'ex Repubblica sovietica sia una sorta di supermercato segreto di organi, tessuti e cellule umane. Le polemiche di queste ore sulle allarmanti dichiarazioni del ministro non dovrebbero però far dimenticare che una compravendita di organi esiste e ne sono vittime i più deboli: una forma di schiavitù moderna che porta indiani, moldavi e derelitti di vari paesi poveri a cedere un rene, parte del fegato o midollo osseo. Un mercato biotecnologico basato sempre su un dislivello di ricchezza e di potere tra chi compra e chi vende i propri organi per sopravvivere e destinato ad espandersi: a fronte di trapianti sempre più sicuri e di routine, gli organi sono sempre troppo pochi. Nessun problema in Cina, dove i condannati a morte rappresentano un inesauribile fonte di approvvigionamento per la compravendita degli organi nella quale quel Paese ha un ruolo centrale dell'area del Pacifico. Sulla base delle "Regole concernenti l'utilizzazione del cadavere o degli organi dei condannati a morte", predisposte negli anni Ottanta dal regime, le esecuzioni vengono programmate per rispondere alle esigenze di mercato: un business da capogiro. Posto che ogni anno almeno cinquemila persone - il doppio per Amnesty International - sono giustiziate, non senza che venga predisposta ogni cosa per l'espianto degli organi, se il prigioniero è d'accordo e se il corpo non viene reclamato da nessuno. Un orrore. Che dimostra dove si può giungere quando si perde la bussola dei valori della libertà dell'individuo e del diritto alla dignità della persona, che implica anche il rifiuto della riduzione a merce del corpo e delle sue parti.

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"diritti umani, la mia sfida ecco cosa roma può fare" - rory cappelli (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina III - Roma Il Dalai Lama diventa oggi cittadino della capitale "Diritti umani, la mia sfida ecco cosa Roma può fare" Il mio esilio? Un aspetto positivo lo ha: mi permette di fare molti incontri, di girare il mondo, di portare ovunque il messaggio di pace RORY CAPPELLI (segue dalla prima di cronaca) L´Italia e Roma, dunque, avamposto in Europa?«L´Italia può fare molto per i diritti umani. L´importante è che dentro ognuno si sviluppi consapevolezza e compassione: se tutti si impegnassero per i diritti umani, il mondo sarebbe diverso. Ci sono sempre più persone sinceramente preoccupate per i diritti umani, la libertà, i problemi ambientali e nello stesso tempo c´è una mancanza di valori umani». Qual è la situazione oggi con la Cina? «Posso solo dire che se la popolazione cinese sapesse veramente cosa i burocrati dalle menti ristrette ci hanno fatto e ci stanno facendo, se conoscessero la verità sulla nostra situazione, su questo tentativo di eliminare l´identità e le differenze, sarebbe tutta assolutamente dalla nostra parte». E questo esilio che dura che decenni... «Ha un aspetto positivo: mi permette di fare molti incontri, di girare il mondo, di portare ovunque il mio messaggio di pace. E poi un giorno tornerò nel mio paese e sarà bellissimo: sono molto speranzoso su questo. Nel frattempo continuerò a portare in giro my teeth, il mio sorriso».

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gli intellettuali su micromega: stop alla dittatura oscurantista (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 4 - Pordenone Gli intellettuali su Micromega: stop alla dittatura oscurantista SABATO IN PIAZZA ROMA. «Ora basta!»: questo lo slogan con il quale Lorenza Carlassare, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Umberto Eco, Paolo Flores d'Arcais, Margherita Hack, Pancho Pardi, Stefano Rodotà hanno lanciato sulla rivista Micromega un appello per manifestare il 14 febbraio a Piazza Navona contro «la dittatura oscurantista». «La vita di ciascuno - è detto nell'appello - non appartiene al governo e non appartiene alla Chiesa. La vita appartiene solo a chi la vive. Il decreto di Berlusconi, trasformato in ddl dopo che Napolitano, da custode della Costituzione, ha rifiutato di firmarlo, vuole sottrarre al cittadino il diritto sulla propria vita e consegnarlo alla volontà totalitaria dello Stato e della Chiesa». «Rendendo coatta l'alimentazione e l'idratazione, impone per legge - prosegue - la tortura a ogni malato terminale. Pur di imporre questa legge khomeinista, Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione. È arrivato a oltraggiare una delle costituzioni piú democratiche del mondo, definendola "filosovietica", ed elogia il suo "amico Putin", ex-dirigente Kgb». Per dire «sí alla vita e no alla tortura», l'appello invita all manifestazione, senza bandiere di partito.

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Trenitalia, sullo stop di ieri scontro azienda-sindacati (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Trenitalia, sullo stop di ieri scontro azienda-sindacati La polemica È scontro tra sindacati e Trenitalia sullo sciopero di ieri - dalle 9 alle 17 - indetto dalle segreterie regionali di Lombardia, Lazio e Campania. Le Fs hanno fatto sapere che, nonostante la protesta, il traffico è stato regolare su tutta la rete: hanno viaggiato tutti i treni «Frecciarossa» e nessun convoglio è stato cancellato. Dal canto loro Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Orsa, Fast e Ugll fanno sapere che la partecipazione è stata molto elevata - in Lombardia hanno aderito allo sciopero dei macchinisti, capi treno e quadri addetti alla circolazione più di due terzi del personale interessato - e denunciano una violazione dei diritti dei lavoratori da parte dell'azienda che, sostengono, per far circolare i convogli ha utilizzato «massicciamente personale esterno a Trenitalia (militari del Genio Ferrovieri). Per quanto detto le organizzazioni sindacali denunceranno quanto è accaduto alla commissione di garanzia per gli scioperi, alle autorità competenti e alla agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.

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L'ultima truffa della casta dei banchieri. (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva. E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Feb 09 Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Ho seguito con crescente turbamento le polemiche sulla vicenda di Eluana. Chiunque abbia provato che cosa significhi assistere un proprio caro che ha subito danni al cervello, non può che provare una struggente solidarietà con il padre di Eluana. Questo è un dramma intimo, straziante, che richiede raccoglimento e invece è diventato il tema di una battaglia furibonda da entrambi gli schieramenti. Stamattina ho letto sulla Stampa l'opinione controcorrente di un autorevole cattolico, quella dell'arcivescovo Giuseppe Casale che dice: «Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia». «Non è tollerabile accanirsi ancora nè proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta». E ancora: "Si è creato il 'caso Englarò agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinchè la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente - aggiunge monsignor Casale - . I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. È giusto lasciarla andare nelle mani di Dio.» «L'alimentazione artificiale - conclude Monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita». Le parole di Monsignor Casale fanno riflettere. Che abbia ragione lui? Scritto in società, Italia, giornalismo Commenti ( 156 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Feb 09 Quei manager che si tagliano lo stipendio. Dopo lo scandalo dei bonus da 18 miliardi distribuiti ai manager dalle banche americane salvate dallo Stato, Obama corre ai ripari: oggi annuncia una norma che impone un limite di 500mila dollari agli stipendi dei dirigenti delle società che beneficiano dei sussidi pubblici. Bene, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, mi chiedo: i 18 miliardi rappresentano un abuso colossale e una distorsione di fondi pubblici: perchè Obama non ne pretende la restituzione? Se lo avesse fatto sarebbe stato davvero credibile, in questo modo invece premia la casta, legalizza l'ultima rapina. E invece in un frangente di crisi come questo sarebbe stato necessario un segnale molto più forte che, evidentemente, Obama non può permettersi. Segnali che invece giungono da alcune aziende private. In Giappone, ad esempio, i manager di alcune grandi società in difficoltà si sono ridotti del 30% lo stipendio. Lo stesso è avvenuto in Italia, nel mio mondo, quello dell'editoria. Il gruppo del Sole 24 Ore ha appena inviato una lettera a tutti i collaboratori in cui annuncia una riduzione dei compensi del 25% per fare fronte a quella che definisce la "Grande Crisi". La lettera è firmata dal direttore Ferruccio de Bortoli e dall'amministratore delegato Claudio Calabi, che hanno dato l'esempio riducendosi di un quarto lo stipendio. Che differenza rispetto ai banchieri di Wall Street! Questa è la strada giusta: se i tempi sono duri, lo sono per tutti. Ed è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti. Io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo. Scritto in economia, società, era obama, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, giornalismo Commenti ( 79 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Feb 09 Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Sul Giornale di ieri Stefano Zurlo ha scritto un bell'articolo, in cui racconta che cosa accade agli irregolari che vengono arrestati. Mi ha colpito questo passaggio: "È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l'arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l'imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l'irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato". Se questa è la realtà, e non dubito che lo sia, la lotta ai clandestini è assolutamente inutile. Continueranno ad arrivare, sempre più numerosi, proprio perché è garantita l'impunità. E allora è necessario correre ai ripari, varando norme che non permettano la scarcerazione in attesa del processo e, come ho già scritto, che rendano obbligatorio il rilevamento, oltre delle impronte digitali, dell'iride dell'occhio. Solo così l'Italia può assumere una credibilità che oggi non ha. L'alternativa è che l'Italia si trasformi non in una società tendenzialmente multietnica, ma in un Paese anarchico con profonde ingiustizie sociali e un razzismo diffuso. Non c'è più tempo da perdere: tocca al governo di centrodestra proporre misure concrete. E al centrosinistra moderato di Veltroni sostenerle con spirito bipartisan. Perché il problema degli immigrati non ha più colore politico ma è sentito, con angoscia, dalla stragrande maggioranza degli italiani, compresi i progressisti. O no? Scritto in società, globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jan 09 La casta di Wall Street? Continua ad arricchirsi. Negli ultimi giorni mi sono occupato nuovamente della casta dei banchieri, che ha inguaiato il mondo. Ho scoperto alcuni dettagli interessanti, ad esempio, che l'ex numero uno di Lehman Brothers, ha venduto la sua lussuosa residenza in Florida, stimata 14 milioni di dollari. Il prezzo? Cento dollari. Chi l'ha comprata? La moglie. E così si cautela contro eventuali creditori. Ipotesi peraltro remota, perché le leggi americane offrono ampie protezioni ai banchieri protagonisti della truffa del secolo. I protagonisti del disastro finanziario passano le loro giornate a giocare, a golf, bridge, cricket. E quelli che non si sono ritirati continuano ad arricchirsi. Nel 2008, mentre le loro società venivano salvate dal fallimento, i manager delle banche si sono accordati bonus per 18,4 miliardi di dollari, come spiego in un editoriale, nel quale pongo una domanda a questo punto fondamentale: è giusto salvare le banche se la casta non viene smantellata? Tremonti dice: a casa o in galera. Sono d'accordo con lui. Se il capitalismo vuole risorgere deve riscoprire una virtù indispensabile, quella della responsabilità individuale. E fare piazza pulita. Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, democrazia, gli usa e il mondo Commenti ( 73 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Jan 09 Immigrazione, stiamo sbagliando (quasi) tutto? I fatti degli ultimi giorni hanno riportato alla ribalta la questione degli immigrati. Ne traggo tre riflessioni. 1) La crisi economica renderà ancora più acuto il problema dell'immigrazione all'interno della Ue. Romania e Bulgaria sono già in forte crisi economica e non mi stupirebbe se nei prossimi mesi aumentasse il numero di cittadini di questi Paesi che cerca fortuna nei Paesi europei ricchi; che, però, come ben sappiamo, non sono risparmiati dalla recessione. Rumeni, bulgari verranno qui ma non troveranno lavoro e molti di quelli che già abitano in Italia lo perderanno. La situazione rischia di diventare rapidamente esplosiva: povertà, indegenza, disperazione, dunque probabile aumento della delinquenza spicciola e molto potenziale manodopera per la malavita e per gli imprenditori italiani schiavisti (che esistono e vanno combattuti energicamente) . Tutto questo alimenterà il razzismo e l'incomprensione reciproca. Occorre che l'Unione europea prenda iniziative straordinarie per limitare la libertà di circolazione delle persone, anche ripristinando, transitoriamente i visti. 2) L'immigrazione extra Ue non si combatte solo alzando barriere, che in realtà servono a poco, perchè, come ha dimostrato l'ultimi rapporto della Fondazione Ismu, dei 450 mila stranieri che arrivano illegalmente, solo 120mila attraversano il Mediterraneo. Gli altri sbarcano con un visto regolare (di studio, turistico o per lavori stagionali) e si danno alla macchia. Come si combatte questo fenomeno? Imitando gli americani: che prendono la foto e le impronte digitali a tutti i visitatori, In tal modo (magari anche con il controllo dell'iride) si creerebbe una banca dati europea che rende facilmente identificabili i clandestini. 3) Gli immigrati non partono spinti solo dalla povertà, ma anche - anzi, soprattutto - per inseguire il mito di un'Europa Eldorado, come ho spiegato in questa analisi. Il mito non viene mai scalfito dai media nè nè dalla sociteà africana, che anzi continu ad alimentarlo. «Gli africani quando partono non immaginano che fuori possa fare più freddo che dentro un frigorifero», mi ha detto Gustave Prosper Sanvee, direttore della tv cattolica del Togo. Dunque se vogliamo limitare le partenze è necessario che gli immigrati sappiano che l'Europa non è un paradiso, ma spesso un purgatorio fatto di stenti, sofferenza, spesso umiliazioni e che ci ce la fa deve rispettare regole sociali e di convivenza che sono molto diverse da quelle africane. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che l'Europa promuova una politica di comunicazione mirata alle popolazioni Africane, che oggi è inesistente. Da qui la mia riflessione: perché non provare un approccio diverso sull'immigrazione? Ho l'impressione che le misure tentate non abbiano prodotto gli effetti sperati e siano destinate al fallimento anche in futuro. In altre parole, l'Italia e l'Europa stanno sbagliando (quasi) tutto. O no? Scritto in società, europa, globalizzazione, immigrazione Commenti ( 72 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jan 09 Resa dei conti tra la Cina e gli Usa? Il sito del Giornale nelle ultime 48 ore ha dovuto affrontare la migrazione da un provider a un altro e dunque anche l'accesso al blog è stato difficile, soprattutto in certe zone d'Italia. Mi scuso per questo inconveniente, ora risolto. Negli ultimi due giorni sul Giornale ho scritto ancora di Obama, che ha litigato con il Vaticano sull'aborto e per la prima volta ha avuto qualche screzio con la stampa americana, finora notoriamente compiacente. I giornalisti Usa tra l'altro si sono accorti che un lobbista dell'industria delle armi è stato nominato numero due del Pentagono, vicenda di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi su questo blog. Era ora. Ma la notizia più significativa riguarda la Cina, sebbene non abbia avuto molto rilievo sui giornali italiani. E' accaduto questo: il segretario al Tesoro Timothy Geithner che giovedì, durante le audizioni alla Commissione finanze del Senato, aveva accusato Pechino di «manipolare le quotazioni dello yuan per ottenre scorrettamente vantaggi commerciali», aprendo di fatto l'iter che, in base a una legge del 1988, permetterebbe al governo americano di imporre sanzioni ovvero barriere tariffarie. La Cina ha risposto smentendo le accuse, mentre il ministro degli Esteri di Pechino ha chiamato Hillary Clinton ammonendola a non compiere passi falsi. Perchè questo screzio? I fattori di attrito sono diversi, ma a mio giudizio ne prevale uno: quello del debito americano. La Cina è da qualche anno il primo sottoscrittore al mondo di Buono del tesoro Usa, ma una decina di giorni fa ha annunciato che intende ridurre il proprio impegno e usare una parte delle risorse per rilanciare l'economia interna. L'America, però, non può permetterlo; anzi, visto che il suo deficit pubblico quest'anno triplicherà, vorrebbe che Pechino aumentasse gli acquisti di Treasury. L'affondo di Geithner ha l'aria di un monito ai cinesi: se Pechino non si ricrede, Washington si vendicherà alzando le barriere doganali; dunque rendendo impervio l'accesso a un mercato che rappresenta il principale sbocco ai beni «made in China». Si scatenerebbe una guerra commerciale e finanziaria da cui usciremmo tutti perdenti. Lo spettro è quello di un dollaro in caduta libera e di una Cina in profonda depressione, che aggraverebbe la crisi dell'economia mondiale. Domanda: lo scenario è credibile? Ragionavolmente uno scontro non conviene a nessuno e pertanto dovrebbe prevalere la ragionevolezza. Fino a quando la Cina, che secondo alcuni economisti sarebbe già in depressione, è disposta a usare le proprie risorse per finanziare il deficit americano? E Obama è in grado di gestire con saggezza rapporti delicati e cruciali come questi? Scritto in economia, era obama, globalizzazione, notizie nascoste, cina, gli usa e il mondo Commenti ( 23 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.44 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione. Quell'America è tornata. Bravo Obama, ma McCain, se avesse vinto, avrebbe fatto altrettanto. Entrambi sono convinti che la guerra al terrorismo non possa essere condotta violando i principi che l'America ha sempre proclamato di rispettare, proponendosi pertanto come un modello virtuoso per gli altri Paesi. La stragrande maggioranza dei detenuti di Guantanamo è risultata innocente, ma per molti mesi ha vissuto in condizioni orribili, da lager sovietico, senza assistenza legale, per molto tempo senza nemmeno il monitoraggio della Croce Rossa. Segregati, senza colpa. E nelle prigioni segrete della Cia è successo di tutto: sevizie orribili, alcuni prigionieri sono spariti nel nulla. Ma quanti di loro erano terroristi? Pochi. Obama (e McCain) sono convinti che la guerra ad Al Qaida debba essere risoluta ed energica, ma senza ricorrere a metodi tipici di una dittatura e non di una grande democrazia. La chiusura di Guantanamo e delle prigioni Cia ha anche una valenza politica, perché rafforza e precisa il messaggio di apertura al mondo arabo e all'Iran, con cui la Casa Bianca è pronta ad avviare "negoziati diretti senza precondizioni", come spiego in questo articolo, mentre si rafforzano i segnali di un raffreddamento dei rapporti con Israele (anticipati su questo blog il 14 gennaio). Ieri ho parlato con alcuni esperti di Washington e, off the record, una fonte qualificata del governo americano mi ha fatto notare che Obama nel suo discorso di insediamento non ha citato Israele. E chi è il primo leader straniero con cui Barack ha parlato? Il palestinese Abu Mazen. Basta torture ed è un bene; ma anche meno Israele e più Iran, rapporti ancora più stretti con le potenze del Golfo persico e dunque mano tesa all'Islam fondamentalista sia sunnita che sciita. Scelta strategica lungimirante o clamoroso errore che contraddice i valori degli Usa, premiando regimi come l'Iran e l'Arabia Saudita che calpestano i diritti umani? Scritto in israele, era obama, democrazia, medio oriente, gli usa e il mondo, islam Commenti ( 103 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jan 09 Ha ragione Tremonti: bisogna scegliere chi salvare. Le borse crollano, ci risiamo.. ma perchè? Colpa di Obama, come qualcuno ha suggerito sui giornali? No, i mercati finanziari scendono perchè temono che nemmeno Obama, nonostante gli interventi promessi, possa risollevare l'economia, perlomeno non i tempi brevi. Nonostante i ribassi di Piazza Affari e l'entità del debito pubblico, l'Italia è in una posizione più favorevole rispetto ad altri Paesi, come ha spiegato uno dei nostri economisti più brillanti Marco Fortis, in un'intervista a Rodolfo Parietti. Ma la crisi è globale e da sola l'Italia non ce la può fare. E allora bisogna capirne le ragioni e le dinamiche. Un giornalista del Corriere del Ticino, Alfonso Tuor, da tempo si segnala per la precisione e la lungimiranza delle sue analisi. Venerdì scorso, dunque prima del capitombolo di Wall Street, ha pubblicato un editoriale in cui spiega che cosa sta accadendo. La sua è una visione "tremontiana" e la ritengo assai convincente. Ecco i passaggi più significativi del suo articolo: Concluso il periodo delle ferie natalizie, è tornato alla ribalta il problema centrale di questa crisi: lo stato comatoso del settore finanziario. Infatti non vi sono miglioramenti delle condizioni di salute del sistema bancario, nonostante le ricapitalizzazioni degli istituti di credito americani ed europei operate dagli Stati e i continui interventi delle banche centrali. (.)Lo stesso presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha dovuto ammettere che non vi è alcuna speranza di uscire da questa crisi se non si risana il sistema bancario. Bernanke ha addirittura precisato che risulterà insufficiente anche il pacchetto fiscale di Obama da 800 miliardi di dollari. (.) Il motivo è semplice. La crisi finanziaria ha già investito l'economia reale. Le industrie europee, americane e di altri continenti si trovano strette in una tenaglia: da un canto, i fatturati diminuiscono rapidamente (in alcuni rami si registrano contrazioni del 30%) e, dall'altra, l'accesso al credito è chiuso, poiché il sistema bancario è riluttante a concedere nuovi crediti, oppure è estremamente oneroso, con tassi di interesse molto elevati nonostante il ribasso del costo del denaro attuato dalle banche centrali. La conseguenza è un circolo vizioso: la recessione produce nuove sofferenze che aggravano la crisi bancaria, le banche concedono meno prestiti rendendo più profonda la recessione e così via. In pratica, il settore bancario non svolge più (non concedendo crediti) il suo ruolo di trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Quindi, anche il taglio dei tassi europei riduce i costi di rifinanziamento delle banche, ma ha scarsa o nessuna influenza sull'accesso e sul costo del credito delle imprese industriali. Ora, l'oligarchia finanziaria che ha causato questa crisi, con l'autorevole sostegno della Federal Reserve, sostiene una tesi semplice: non si può uscire dalla crisi, se prima gli Stati non risanano il sistema bancario. Questa tesi, apparentemente seduttiva, dimentica di esplicitare i costi enormi di questo salvataggio. Un'idea della grandezza dei capitali necessari la si può ricavare dalle migliaia di miliardi finora spesi da Stati e da banche centrali senza ottenere alcun risultato apprezzabile. Negli Stati Uniti si sono già spesi 8.000 miliardi di dollari, nell'Unione Europea la cifra è di poco inferiore. Per risanare i catastrofici bilanci delle grandi banche occorrerebbero altre migliaia di miliardi. Se non si crede alla teoria che i soldi possano essere stampati all'infinito senza alcuna conseguenza negativa, bisogna concludere che i governi devono scegliere chi aiutare, poiché non hanno le risorse finanziarie per salvare sia le famiglie sia le imprese sia le banche. È quanto ha deto recentemente il ministro italiano Giulio Tremonti, il quale teme che il tentativo di salvare tutti farà sì che non si riuscirà ad aiutare nessuno e si provocherà unicamente un ulteriore peggioramento della crisi. Come sostiene Tremonti, bisogna ammettere realisticamente che si può salvare solo la parte buona del sistema bancario e concentrare le risorse per rilanciare l'economia, per difendere l'occupazione e il sistema industriale. Per essere più chiari, fino a quando non si cominceranno a fare queste scelte non vi è alcuna possibilità che si esca veramente dalla crisi. Il costo di salvare tutto e tutti rischia di essere tale da incrinare la fiducia nei titoli con cui gli Stati finanziano i loro disavanzi pubblici e nelle stesse monete. A questo riguardo già si cominciano ad avvertire alcuni segnali preoccupanti. (.) In attesa che le élites politiche si affranchino dallo stato di dipendenza nei confronti dell'oligarchia finanziaria, saremo costretti a confrontarci con l'aggravarsi della recessione, con continui interventi miliardari per salvare le banche e pacchetti di rilancio che non produrranno gli effetti desiderati, ma solo un sollievo temporaneo. Insomma, continueremo ad assistere al peggioramento della crisi. Domanda: Tuor ha ragione ? E' possibile salvare solo alcune banche mantenendo la funzionalità del sistema finanziario? Scritto in società, economia, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 26 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Jan 09 Obama, l'uomo del Pentagono (e di Wall Street) Obama sarà davvero un riformatore? Più passa il tempo e più sono convinto di no. Sta diventando l'uomo dell'establishment ovvero di quel mondo che in campagna elettorale aveva promesso di cambiare. "Yes we can", ("sì, si può fare") e "Change we can believe in" (il cambiamento in cui credere) sono più che mai slogan retorici e dunque vuoti. E per averne conferma basta scorrere l'elenco dei ministri e dei consiglieri. Facce nuove? Pochissime, sono quasi tutti ex collaboratori di Bill Clinton e quasi tutti legati a interessi particolari, soprattutto in due campi: finanza e difesa. Come fa Obama a riformare il sistema finanziario se affida il Tesoro a Geithner e sceglie come superconsigliere Summers ovvero due pupilli del presidente di Citigroup ed ex ministro del tesoro Rubin? Non scordiamocelo: fu Rubin ad avviare il processo di deregolamentazione dei mercati finanziari che è all'origine dell'attuale recessione. E negli ultimi mesi dietro le quinte è stato lui a manovrare con lo stesso Obama e con Bush per ottenere gli aiuti multimilardari al settore e in particolare i miliardi necessari per salvare la stessa Citigroup. Che credibilità ha un presidente che conferma alla guida del Pentagono Robert Gates, il ministro di Bush, e, soprattutto, che nomina suo vice William Lynn? Voi direte: e chi è Lynn? E' uno dei più noti lobbisti dell'industria delle armi e al Pentagono è stato incaricato di presiedere il comitato per. gli acquisti di armamenti. ma la gente non lo sa: perchè i grandi media americani questa notizia l'hanno data in breve o non l'hanno pubblicata affatto. E' così che Obama intende combattere la corruzione e gli interessi particolari? Temo che una certa Washington abbia già inghiottito Barack.. o sbaglio? Scritto in democrazia, notizie nascoste, presidenziali usa, gli usa e il mondo Commenti ( 94 ) » (8 voti, il voto medio è: 3.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie cina (16) democrazia (50) economia (22) era obama (5) europa (9) francia (20) germania (3) giornalismo (44) gli usa e il mondo (51) globalizzazione (32) immigrazione (37) islam (18) israele (1) Italia (141) medio oriente (12) notizie nascoste (38) presidenziali usa (22) russia (13) sindacati (1) società (12) svizzera (4) turchia (12) Varie (16) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Verissima la frase: "a questo Mondo esiste tanta Gente che per paura di morire sarebbe... Ultime news An error has occured; the feed is probably down. Try again later. Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch, il blog di Piero Macrì sulle nuove tecnologie il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it February 2009 M T W T F S S « Jan 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Archivio dei post February 2009 (4) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? 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Obama, l'uomo del Pentagono (e di Wall Street) Pagine Biografia Pannello di controllo Login Entries RSS Comments RSS WordPress.com Photos Feed RSS di questo blog Feed RSS dei commenti al blog Il Blog di Marcello Foa © 2009 disclaimer Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti

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Il Dalai Lama a Roma per la cittadinanza onoraria (sezione: Diritti umani)

( da "RomagnaOggi.it" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

9 febbraio 2009 - 11.15 (Ultima Modifica: 09 febbraio 2009) E' nella Capitale il Dalai Lama, pronto per la cerimonia di martedì durante la quale gli verrà conferita la cittadinanza onoraria. In buona forma, dopo il ricovero dei giorni scorsi a New Dheli, dopo la cerimonia, si recherà, insieme con il premio Nobel per la pace, Yeshe Tenzin Gyatso, a Venezia e, quindi, in Germania, a Baden Baden, per ricevere un premio. Ad accogliere il leader spirituale tibetano, per il conferimento della cittadinanza onoraria, voluta dal consiglio comunale di Roma, per "l'impegno internazionale per trovare una soluzione pacifica per il Tibet e per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della pacificazione fra i popoli", sarà il Sindaco, Gianni Alemanno.

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ELUANA: EVANGELICI ADERISCONO AD APPELLO 'LIBERTA' E (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 9 feb - Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), ha aderito all'appello ''Rompiamo il silenzio'' a difesa della Carta Costituzionale lanciato dall'associazione ''Liberta' e Giustizia''. ''A nome della Fcei aderisco volentieri all'appello con il quale si denuncia viva preoccupazione per la crisi. democratica che attraversa il paese - ha affermato Maselli - Come minoranza religiosa, sentiamo di dover esercitare un ruolo di attenta vigilanza sul tema dei diritti umani, del pluralismo, della laicita' dello Stato. E come minoranza nei mesi scorsi abbiamo ripetutamente espresso la nostra viva preoccupazione per alcune scelte politiche in materia di immigrazione, diritti della persona, tutela della liberta' religiosa, riforme costituzionali. Per noi evangelici italiani - prosegue Maselli - la Costituzione ha significato la possibilita' di esprimere liberamente la nostra fede all'interno di uno Stato laico e pluralista; ed ancora oggi la Costituzione esprime - per noi evangelici come per i cittadini italiani di ogni fede, etnia e orientamento culturale - un fondamentale patto di unita' e coesione civile''. ''Modificare la Costituzione sotto l'urgenza di valutazioni politiche contingenti - ha concluso Domenico Maselli - significa mettere in discussione questo patto ed esporre il paese a rischi assai gravi''.

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Iran/ Diplomatico svizzero "pizzicato" in auto con donna (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Teheran, 9 feb. (Ap) - In Iran un alto diplomatico svizzero è stato rilasciato su cauzione dopo essere stato arrestato per atti osceni. Il primo segretario della Sezione Usa presso l'ambasciata svizzera di Teheran - Marco M. Kaempf, come lo ha identificato il tabloid scandalistico svizzero Blick - è stato colto in flagrante mentre era intento "in un atto sessuale indecente" con una donna iraniana all'interno della sua auto, riporta la Iran Press Tv, citando fondi della polizia iraniana. La polizia ha notato l'autovettura con targa diplomatica ferma in un parcheggio della stazione sciistica di Tochal, alla periferia nord della capitale. La donna era "vestita in modo improprio e si trovava in atteggiamento indecente", riferisce la televisione. Che aggiunge però che la "relazione sessuale" avveniva dopo una promessa di matrimonio da parte dell'uomo. Contattata da Press TV, la vice-responsabile della Sezione Usa presso l'ambasciata svizzera a Teheran, Elizabeth Bucher, non ha voluto commentare l'episodio. Gli Stati uniti non hanno una rappresentanza diplomatica in Iran dal 1979. I loro interessi sono rappresentati dall'ambasciata svizzera. La legge islamica vieta categoricamente alle donne qualsiasi relazioni sessuale al di fuori del matrimonio, anche nell'eventualità di un prossimo matrimonio. L'oltraggio della morale viene punito severamente: "Per la donna nell'auto c'è il rischio della lapidazione", spiega Aaron Rhodes dell'Organizzazione internazionale per i diritti umani in Iran.

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Tibet/ Oggi il Dalai Lama diventera' cittadino onorario di (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 feb. (Apcom) - Il Dalai Lama riceverà oggi la cittadinanza onoraria di Roma con una cerimonia che si terrà alle 14 in Campidoglio. Il titolo verrà consegnato a Tenzin Gyastoal dal sindaco della capitale Gianni Alemanno per "il suo impegno internazionale per trovare una soluzione pacifica per il Tibet e per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della pacificazione fra i popoli". Il Premio Nobel per la Pace è arrivato ieri a Roma e appare in buona forma. Appena una settimana fa, il mondo aveva trattenuto il fiato quando il leader spirituale tibetano è stato ricoverato per un dolore al braccio in un ospedale indiano. Per fortuna non si è trattato di nulla di grave: è stato dimesso dopo appena un giorno ed è potuto tornare a Dharamsala, nel nord dell'India, dove vive fin dal 1959 dopo la fuga dalla Cina. Il Dalai Lama avrebbe dovuto ottenere la cittadinanza onoraria già in ottobre ma l'evento era stato rimandato dopo che il leader tibetano era stato operato per calcoli biliari. Domani il Dalai Lama sarà a Venezia dove diventerà cittadino onorario della città lagunare. Farà poi tappa in Germania per ricevere un premio. L'ultima visita a Roma di Tenzin Gyastoal risale al dicembre del 2007 in occasione del VIII summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace quando, sempre in Campidoglio, era stato premiato l'attore George Clooney per il suo impegno per il Darfur.

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Mercato S. Severino. incontro dibattito su Celebrazione "Giorno del ricordo" (sezione: Diritti umani)

( da "Salerno notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercato S. Severino. incontro dibattito su Celebrazione ?Giorno del ricordo? Domani, martedì 10 febbraio 2009 incontro dibattito su Celebrazione ?Giorno del ricordo? . Il programma prevede alle Ore 10,30 Centro Sociale ?Marco Biagi?, presentazione CD sul ?Giorno del ricordo? a cura del Prof. Avv. Francesco Casale Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche presso l?Istituto Virgilio A seguire: Incontro-dibattito sul tema dei diritti umani con Dott. Magdi Cristiano Allam (vice- direttore del Corriere della Sera /promotore del Movimento ?Protagonisti per l?Europa Cristiana?). Alle ore 17,30 Sala Consiliare Palazzo Vanvitelliano: Saluti: Dott. Giovanni Romano Vice Sindaco del Comune di Mercato S. Severino Dott. Magdi Cristiano Allam Incontra la cittadinanza 09/02/2009

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M. O.: HAMAS DENUNCIA, AGENTI ANP TORTURANO A MORTE MILITANTE (sezione: Diritti umani)

( da "Agi" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

M. O.: HAMAS DENUNCIA, AGENTI ANP TORTURANO A MORTE MILITANTE (AGI) - Gaza, 9 feb. - Hamas ha denunciato la presunta morte sotto tortura di un suo militante in Cisgiordania dove, a differenza della Striscia di Gaza controllata dal gruppo radicale, continua a prevalere l'Autorita' Nazionale Palestinese, le cui file sono dominate da al-Fatah, partito nazionalista tradizionalmente avversario degli integralisti. La vittima e' stata identificata come Mohammed al-Haj, 30 anni. Un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, da Gaza ha affermato che l'uomo e' stato "torturato a morte" da agenti dei servizi di sicurezza dell'Anp in un carcere della citta' autonoma cisgiordana di Jenin. "Lo provano con chiarezza", ha aggiunto Barhoum, "i segni delle sevizie presenti sul suo cadavere". I servizi di sicurezza hanno invece sostenuto che Haj, arrestato il 6 febbraio scorso, avrebbe commesso suicidio in cella; i motivi dell'arresto non sono stati resi noti. Hamas accusa inoltre da tempo l'Anp di detenere in Cisgiordania, per mere ragioni di rivalita' politica, centinaia dei propri aderenti. Nel frattempo Raafat Nassif, membro dell'ufficio politico del movimento radicale, ha ribadito che quest'ultimo non inviera' rappresentanti ai colloqui di riconciliazione con Fatah, fissati indicativamente per il 22 febbraio prossimo al Cairo, finche' non saranno stati rilasciati tutti i suoi attivisti al momento imprigionati.

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ELUANA: CAMPANA ASSISI SUONA A DISTESA A TUTELA DELLA VITA (sezione: Diritti umani)

( da "Agi" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

ELUANA: CAMPANA ASSISI SUONA A DISTESA A TUTELA DELLA VITA (AGI) - Perugia, 9 feb. - La Campana delle laudi, in piazza del Comune, ad Assisi, ha suonato oggi alle 12 a distesa, per richiamare l'attenzione sulla vicenda di Eluana Englaro e "sulla necessita' di tutelare sempre e comunque la vita". "Non si puo' rimanere insensibili alla vicenda umana e al dolore della famiglia e del padre - ha spiegato il sindaco della citta' serafica, Claudio Ricci -. Comunque, pur nel rispetto del dolore, la vita va sempre tutelata e, per questo, riteniamo che non si deve interrompere l'alimentazione, come si vorrebbe fare in questi giorni. Eluana deve vivere sino a che la vita non compira' il suo corso naturale". "Riteniamo che da Assisi - ha proseguito il sindaco -, luogo del dialogo fra le persone e i popoli, terra del Santo Francesco che ha predicato l'umilta', la carita' e l'armonia fra tutto il Creato, luogo da cui spesso si e' levata la voce per i diritti umani e per la vita, deve partire un appello affinche' Eluana possa continuare a vivere. Deve vivere perche' nessuno scienziato, medico o giudice puo' decidere sulla vita". E' per questo che oggi, alle ore 12, "come avviene per ricordare gli avvenimenti piu' importanti", la Campana delle Laudi, di Piazza del Comune, riferimento simbolico della citta', ha suonato a distesa. "Questa vicenda umana non deve diventare un caso politico - ho concluso Ricci -, come purtroppo sta accadendo, deve essere solo un un appello per la vita".

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Così la pupa del bosssi fa donna in carriera (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Così la pupa del boss si fa donna in carriera Non è solo il raccomandare qualcuno che non lo merita ad essere una violazione dei diritti umani, ma è una trasgressione ancora più grave all'etica e a Dio il farlo approfittando di una posizione di potere e per motivi sessuali. Succedeva in epoche lontane, dove la legge era appannaggio delle caste nobiliari o durante la guerra, quando c'era chi, pur di sopravvivere e di portare sostentamento alla famiglia, si prostituiva agli ufficiali delle truppe occupanti. Il proprio corpo, magari dotato, e le proprie moine per conquistarsi i favori di un attempato bavoso con i galloni o di un notabile in grado di far vivere meglio povere disgraziate senza più patria e famiglia. Che gli uomini per il sesso si vendano la propria religione è noto. Che lo facciano approfittando delle leve che possono muovere è talmente frequente da non costituire purtroppo motivo di indignazione diffusa. Quasi stesse diventando anche questa una pratica normale. Alberghi discreti, cocaina e viagra sono il corredo di una pratica comune a molti vip ultracinquantenni per i quali l'esercizio del potere non ha ancora preso il sopravvento sul sesso. Semmai l'uno agevola l'altro. Ma la sfacciataggine non è soltanto quella di portarsi a letto donnine, attricette e veline molto giovani ed ambiziose. Alla fine si tratterebbe di fatti personali che, oltre che con il decoro di status e con il rispetto verso la propria famiglia, non implicherebbero molto altro. Cosa diversa è se quelle donne, per mezzo della relazione, riescono a fare una carriera altrimenti improbabile, a scapito di altre persone più preparate, con più titoli, ma meno spregiudicate. A questo punto il comportamento del potente esce fuori dal range del privato ed intacca la legge e quindi l'interesse sociale. Ma si è travalicato anche questo limite ed oggi l'amante, se dotata di un titolo di studio, oltre che dell'arte seduttiva, viene nominata, posta a capo o individuata a ricoprire ruoli pubblici senza il minimo rossore da parte dell'uomo influente ed arrapato e della sua amata. Da che mondo e mondo, qualcuno dirà? Già ma nel dirlo non deve sfuggirci che si continuano a perpetrare, malgrado la pretesa di società che si evolvono verso la democrazia perfetta, gli stessi misfatti delle società arcaiche, ove la giustizia era appannaggio solo di chi aveva denaro, scherani armati e posti di potere. Ma c'è un nodo comico che va focalizzato. Alcuni di questi potenti signorotti, eredi dei vassalli e valvassori medievali, si persuadono di aver legato la prediletta a loro a prescindere dalla collocazione riservatale. Irresistibilmente illusi, insomma. Non è - azzardano - un rapporto di interesse: questa si è innamorata, delirano. E da qui, toccati sapientemente nel loro profondo narcisismo, non smettono di strafare, anche palesemente, senza rendersi conto di diventare oltre che ridicoli, patetici, tanta è la differenza di compatibilità con la prediletta. Gli additivi, anche a scapito della propria salute, sono necessari per mantenere i ritmi. Vasodilatatori periferici, multivitamicinici, pozioni "magiche" elargite da amici stregoni, droghe ed alcol, sono il corollario di un invecchiamento spericolato, tipico di chi da giovane è stato un po' bacchettone e un po' sfigato con le donne. La preferita che si vende per la poltrona anche importante non è certamente meno meschina. Ma a rinforzare questo trend un po' spregevole ed un po' penoso, è l'inerzia del circondario. Dalla gente comune, di chi sa o ha capito, sino ai "fatti fuori" per quel posto ambito e conquistato dalla maliarda senza scrupoli. Questa rassegnata abulia morale in fondo sostiene tutto il turpe illecito che questa collettività si ritrova sul groppone, di cui si riesce persino a lamentarsi senza averne troppo diritto perché quando i costumi si sfilacciano qualcuno ne ha indebolito le trame per proprio interesse, ma molti altri hanno assistito silenziosi alla (s)filanda. C'è un detto da trivio che sostiene che pur insistendo su certe pratiche, Dio perdona tutti. Evidentemente molti ci credono. Vorremmo che non lo facessero i mass media, i magistrati e i vescovi. Almeno loro. Perché sfruttare il proprio ruolo per proprie brame istintuali non solo non è civile, ma è reato e/o peccato, a seconda dell' ottica che ispira l'esistenza, oltre l'istinto primordiale. robcafi@tin.it

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Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva. E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Feb 09 Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere Ho seguito con crescente turbamento le polemiche sulla vicenda di Eluana. Chiunque abbia provato che cosa significhi assistere un proprio caro che ha subito danni al cervello, non può che provare una struggente solidarietà con il padre di Eluana. Questo è un dramma intimo, straziante, che richiede raccoglimento e invece è diventato il tema di una battaglia furibonda da entrambi gli schieramenti. Stamattina ho letto sulla Stampa l'opinione controcorrente di un autorevole cattolico, quella dell'arcivescovo Giuseppe Casale che dice: «Mi sento vicinissimo a papà Peppino. Quella di Eluana non è più vita, porre termine al suo calvario è un atto di misericordia». «Non è tollerabile accanirsi ancora nè proseguire questo stucchevole can can. C'è poco da dire: l'alimentazione e l'idratazione artificiali sono assimilabili a trattamenti medici. E se una cura non porta a nessun beneficio può essere legittimamente interrotta». E ancora: "Si è creato il 'caso Englarò agitando lo spettro dell'eutanasia, ma qui non si tratta di eutanasia. Alla fine anche Giovanni Paolo II ha richiesto di non insistere con interventi terapeutici inutili. Vedo quasi il gusto di accanirsi su una persona chiusa nella sua sofferenza irreversibile. Una vita senza relazioni, alimentata artificialmente non è vita. Come cattolici dovremmo interrompere tutto questo clamore e dovremmo essere più sereni affinchè la sorte di Eluana possa svilupparsi naturalmente - aggiunge monsignor Casale - . I trattamenti medici cui è stata sottoposta non possono prolungare una vera vita, ma solo un calvario disumano. È giusto lasciarla andare nelle mani di Dio.» «L'alimentazione artificiale - conclude Monsignor Casale - è accanimento terapeutico, se la si interrompe Eluana muore. Rispettiamo le sue ultime volontà e non lasciamo solo un padre che, appena si saranno spenti i riflettori di una parossistica attenzione, sarà in esclusiva compagnia del suo dolore. Io lo comprendo, prego per lui, gli sono vicino. Neanche io vorrei vivere attaccato alle macchine come Eluana, anche per me chiederei di staccare la spina. Eluana non c'è più già da tanto, da molto tempo prima della rimozione del sondino che simula un'esistenza definitivamente svanita». Le parole di Monsignor Casale fanno riflettere. Che abbia ragione lui? Scritto in società, Italia, giornalismo Commenti ( 161 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 04Feb 09 Quei manager che si tagliano lo stipendio. Dopo lo scandalo dei bonus da 18 miliardi distribuiti ai manager dalle banche americane salvate dallo Stato, Obama corre ai ripari: oggi annuncia una norma che impone un limite di 500mila dollari agli stipendi dei dirigenti delle società che beneficiano dei sussidi pubblici. Bene, è un passo nella giusta direzione. Tuttavia, mi chiedo: i 18 miliardi rappresentano un abuso colossale e una distorsione di fondi pubblici: perchè Obama non ne pretende la restituzione? Se lo avesse fatto sarebbe stato davvero credibile, in questo modo invece premia la casta, legalizza l'ultima rapina. E invece in un frangente di crisi come questo sarebbe stato necessario un segnale molto più forte che, evidentemente, Obama non può permettersi. Segnali che invece giungono da alcune aziende private. In Giappone, ad esempio, i manager di alcune grandi società in difficoltà si sono ridotti del 30% lo stipendio. Lo stesso è avvenuto in Italia, nel mio mondo, quello dell'editoria. Il gruppo del Sole 24 Ore ha appena inviato una lettera a tutti i collaboratori in cui annuncia una riduzione dei compensi del 25% per fare fronte a quella che definisce la "Grande Crisi". La lettera è firmata dal direttore Ferruccio de Bortoli e dall'amministratore delegato Claudio Calabi, che hanno dato l'esempio riducendosi di un quarto lo stipendio. Che differenza rispetto ai banchieri di Wall Street! Questa è la strada giusta: se i tempi sono duri, lo sono per tutti. Ed è il capo che mostra la via assumendosi in prima persona i sacrifici richiesti. Io lo chiamo capitalismo responsabile e mi piace moltissimo. Scritto in economia, società, era obama, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, giornalismo Commenti ( 80 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Feb 09 Ecco perché il clandestino in realtà non viene espulso Sul Giornale di ieri Stefano Zurlo ha scritto un bell'articolo, in cui racconta che cosa accade agli irregolari che vengono arrestati. Mi ha colpito questo passaggio: "È un meccanismo davvero surreale. Il clandestino viene espulso; non se ne va o torna di nascosto nel nostro Paese e allora scatta, obbligatorio, l'arresto. Ma i processi, di media, sono catene di montaggio delle scarcerazioni: l'imputato esce, in attesa del verdetto, e tanti saluti. Oppure, se la sentenza arriva di volata, viene condannato, ad una pena di 6-8-10 mesi. E subito dopo rimesso in libertà. Come è normale quando la pena è inferiore ai due anni. Insomma, l'irregolare viene afferrato dalla legge e dalla legge riconsegnato alla sua vita invisibile. Con una postilla: se lo acciufferanno di nuovo, sempre senza documenti, non potranno più processarlo: non si può giudicare due volte una persona per lo stesso reato". Se questa è la realtà, e non dubito che lo sia, la lotta ai clandestini è assolutamente inutile. Continueranno ad arrivare, sempre più numerosi, proprio perché è garantita l'impunità. E allora è necessario correre ai ripari, varando norme che non permettano la scarcerazione in attesa del processo e, come ho già scritto, che rendano obbligatorio il rilevamento, oltre delle impronte digitali, dell'iride dell'occhio. Solo così l'Italia può assumere una credibilità che oggi non ha. L'alternativa è che l'Italia si trasformi non in una società tendenzialmente multietnica, ma in un Paese anarchico con profonde ingiustizie sociali e un razzismo diffuso. Non c'è più tempo da perdere: tocca al governo di centrodestra proporre misure concrete. E al centrosinistra moderato di Veltroni sostenerle con spirito bipartisan. Perché il problema degli immigrati non ha più colore politico ma è sentito, con angoscia, dalla stragrande maggioranza degli italiani, compresi i progressisti. O no? Scritto in società, globalizzazione, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jan 09 La casta di Wall Street? Continua ad arricchirsi. Negli ultimi giorni mi sono occupato nuovamente della casta dei banchieri, che ha inguaiato il mondo. Ho scoperto alcuni dettagli interessanti, ad esempio, che l'ex numero uno di Lehman Brothers, ha venduto la sua lussuosa residenza in Florida, stimata 14 milioni di dollari. Il prezzo? Cento dollari. Chi l'ha comprata? La moglie. E così si cautela contro eventuali creditori. Ipotesi peraltro remota, perché le leggi americane offrono ampie protezioni ai banchieri protagonisti della truffa del secolo. I protagonisti del disastro finanziario passano le loro giornate a giocare, a golf, bridge, cricket. E quelli che non si sono ritirati continuano ad arricchirsi. Nel 2008, mentre le loro società venivano salvate dal fallimento, i manager delle banche si sono accordati bonus per 18,4 miliardi di dollari, come spiego in un editoriale, nel quale pongo una domanda a questo punto fondamentale: è giusto salvare le banche se la casta non viene smantellata? Tremonti dice: a casa o in galera. Sono d'accordo con lui. Se il capitalismo vuole risorgere deve riscoprire una virtù indispensabile, quella della responsabilità individuale. E fare piazza pulita. Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, democrazia, gli usa e il mondo Commenti ( 73 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Jan 09 Immigrazione, stiamo sbagliando (quasi) tutto? I fatti degli ultimi giorni hanno riportato alla ribalta la questione degli immigrati. Ne traggo tre riflessioni. 1) La crisi economica renderà ancora più acuto il problema dell'immigrazione all'interno della Ue. Romania e Bulgaria sono già in forte crisi economica e non mi stupirebbe se nei prossimi mesi aumentasse il numero di cittadini di questi Paesi che cerca fortuna nei Paesi europei ricchi; che, però, come ben sappiamo, non sono risparmiati dalla recessione. Rumeni, bulgari verranno qui ma non troveranno lavoro e molti di quelli che già abitano in Italia lo perderanno. La situazione rischia di diventare rapidamente esplosiva: povertà, indegenza, disperazione, dunque probabile aumento della delinquenza spicciola e molto potenziale manodopera per la malavita e per gli imprenditori italiani schiavisti (che esistono e vanno combattuti energicamente) . Tutto questo alimenterà il razzismo e l'incomprensione reciproca. Occorre che l'Unione europea prenda iniziative straordinarie per limitare la libertà di circolazione delle persone, anche ripristinando, transitoriamente i visti. 2) L'immigrazione extra Ue non si combatte solo alzando barriere, che in realtà servono a poco, perchè, come ha dimostrato l'ultimi rapporto della Fondazione Ismu, dei 450 mila stranieri che arrivano illegalmente, solo 120mila attraversano il Mediterraneo. Gli altri sbarcano con un visto regolare (di studio, turistico o per lavori stagionali) e si danno alla macchia. Come si combatte questo fenomeno? Imitando gli americani: che prendono la foto e le impronte digitali a tutti i visitatori, In tal modo (magari anche con il controllo dell'iride) si creerebbe una banca dati europea che rende facilmente identificabili i clandestini. 3) Gli immigrati non partono spinti solo dalla povertà, ma anche - anzi, soprattutto - per inseguire il mito di un'Europa Eldorado, come ho spiegato in questa analisi. Il mito non viene mai scalfito dai media nè nè dalla sociteà africana, che anzi continu ad alimentarlo. «Gli africani quando partono non immaginano che fuori possa fare più freddo che dentro un frigorifero», mi ha detto Gustave Prosper Sanvee, direttore della tv cattolica del Togo. Dunque se vogliamo limitare le partenze è necessario che gli immigrati sappiano che l'Europa non è un paradiso, ma spesso un purgatorio fatto di stenti, sofferenza, spesso umiliazioni e che ci ce la fa deve rispettare regole sociali e di convivenza che sono molto diverse da quelle africane. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che l'Europa promuova una politica di comunicazione mirata alle popolazioni Africane, che oggi è inesistente. Da qui la mia riflessione: perché non provare un approccio diverso sull'immigrazione? Ho l'impressione che le misure tentate non abbiano prodotto gli effetti sperati e siano destinate al fallimento anche in futuro. In altre parole, l'Italia e l'Europa stanno sbagliando (quasi) tutto. O no? Scritto in società, europa, globalizzazione, immigrazione Commenti ( 72 ) » (7 voti, il voto medio è: 3.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Jan 09 Resa dei conti tra la Cina e gli Usa? Il sito del Giornale nelle ultime 48 ore ha dovuto affrontare la migrazione da un provider a un altro e dunque anche l'accesso al blog è stato difficile, soprattutto in certe zone d'Italia. Mi scuso per questo inconveniente, ora risolto. Negli ultimi due giorni sul Giornale ho scritto ancora di Obama, che ha litigato con il Vaticano sull'aborto e per la prima volta ha avuto qualche screzio con la stampa americana, finora notoriamente compiacente. I giornalisti Usa tra l'altro si sono accorti che un lobbista dell'industria delle armi è stato nominato numero due del Pentagono, vicenda di cui abbiamo già parlato nei giorni scorsi su questo blog. Era ora. Ma la notizia più significativa riguarda la Cina, sebbene non abbia avuto molto rilievo sui giornali italiani. E' accaduto questo: il segretario al Tesoro Timothy Geithner che giovedì, durante le audizioni alla Commissione finanze del Senato, aveva accusato Pechino di «manipolare le quotazioni dello yuan per ottenre scorrettamente vantaggi commerciali», aprendo di fatto l'iter che, in base a una legge del 1988, permetterebbe al governo americano di imporre sanzioni ovvero barriere tariffarie. La Cina ha risposto smentendo le accuse, mentre il ministro degli Esteri di Pechino ha chiamato Hillary Clinton ammonendola a non compiere passi falsi. Perchè questo screzio? I fattori di attrito sono diversi, ma a mio giudizio ne prevale uno: quello del debito americano. La Cina è da qualche anno il primo sottoscrittore al mondo di Buono del tesoro Usa, ma una decina di giorni fa ha annunciato che intende ridurre il proprio impegno e usare una parte delle risorse per rilanciare l'economia interna. L'America, però, non può permetterlo; anzi, visto che il suo deficit pubblico quest'anno triplicherà, vorrebbe che Pechino aumentasse gli acquisti di Treasury. L'affondo di Geithner ha l'aria di un monito ai cinesi: se Pechino non si ricrede, Washington si vendicherà alzando le barriere doganali; dunque rendendo impervio l'accesso a un mercato che rappresenta il principale sbocco ai beni «made in China». Si scatenerebbe una guerra commerciale e finanziaria da cui usciremmo tutti perdenti. Lo spettro è quello di un dollaro in caduta libera e di una Cina in profonda depressione, che aggraverebbe la crisi dell'economia mondiale. Domanda: lo scenario è credibile? Ragionavolmente uno scontro non conviene a nessuno e pertanto dovrebbe prevalere la ragionevolezza. Fino a quando la Cina, che secondo alcuni economisti sarebbe già in depressione, è disposta a usare le proprie risorse per finanziare il deficit americano? E Obama è in grado di gestire con saggezza rapporti delicati e cruciali come questi? Scritto in economia, era obama, globalizzazione, notizie nascoste, cina, gli usa e il mondo Commenti ( 23 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.44 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Jan 09 Basta torture. Bravo Obama, ma come la mettiamo con l'Iran? "L'America non tortura", ha dichiarato ieri Obama rinfrancando chi ha sempre visto nell'America un baluardo di civiltà, saldamente ancorato ai valori della democrazia e della Costituzione. Quell'America è tornata. Bravo Obama, ma McCain, se avesse vinto, avrebbe fatto altrettanto. Entrambi sono convinti che la guerra al terrorismo non possa essere condotta violando i principi che l'America ha sempre proclamato di rispettare, proponendosi pertanto come un modello virtuoso per gli altri Paesi. La stragrande maggioranza dei detenuti di Guantanamo è risultata innocente, ma per molti mesi ha vissuto in condizioni orribili, da lager sovietico, senza assistenza legale, per molto tempo senza nemmeno il monitoraggio della Croce Rossa. Segregati, senza colpa. E nelle prigioni segrete della Cia è successo di tutto: sevizie orribili, alcuni prigionieri sono spariti nel nulla. Ma quanti di loro erano terroristi? Pochi. Obama (e McCain) sono convinti che la guerra ad Al Qaida debba essere risoluta ed energica, ma senza ricorrere a metodi tipici di una dittatura e non di una grande democrazia. La chiusura di Guantanamo e delle prigioni Cia ha anche una valenza politica, perché rafforza e precisa il messaggio di apertura al mondo arabo e all'Iran, con cui la Casa Bianca è pronta ad avviare "negoziati diretti senza precondizioni", come spiego in questo articolo, mentre si rafforzano i segnali di un raffreddamento dei rapporti con Israele (anticipati su questo blog il 14 gennaio). Ieri ho parlato con alcuni esperti di Washington e, off the record, una fonte qualificata del governo americano mi ha fatto notare che Obama nel suo discorso di insediamento non ha citato Israele. E chi è il primo leader straniero con cui Barack ha parlato? Il palestinese Abu Mazen. Basta torture ed è un bene; ma anche meno Israele e più Iran, rapporti ancora più stretti con le potenze del Golfo persico e dunque mano tesa all'Islam fondamentalista sia sunnita che sciita. Scelta strategica lungimirante o clamoroso errore che contraddice i valori degli Usa, premiando regimi come l'Iran e l'Arabia Saudita che calpestano i diritti umani? Scritto in israele, era obama, democrazia, medio oriente, gli usa e il mondo, islam Commenti ( 103 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Jan 09 Ha ragione Tremonti: bisogna scegliere chi salvare. Le borse crollano, ci risiamo.. ma perchè? Colpa di Obama, come qualcuno ha suggerito sui giornali? No, i mercati finanziari scendono perchè temono che nemmeno Obama, nonostante gli interventi promessi, possa risollevare l'economia, perlomeno non i tempi brevi. Nonostante i ribassi di Piazza Affari e l'entità del debito pubblico, l'Italia è in una posizione più favorevole rispetto ad altri Paesi, come ha spiegato uno dei nostri economisti più brillanti Marco Fortis, in un'intervista a Rodolfo Parietti. Ma la crisi è globale e da sola l'Italia non ce la può fare. E allora bisogna capirne le ragioni e le dinamiche. Un giornalista del Corriere del Ticino, Alfonso Tuor, da tempo si segnala per la precisione e la lungimiranza delle sue analisi. Venerdì scorso, dunque prima del capitombolo di Wall Street, ha pubblicato un editoriale in cui spiega che cosa sta accadendo. La sua è una visione "tremontiana" e la ritengo assai convincente. Ecco i passaggi più significativi del suo articolo: Concluso il periodo delle ferie natalizie, è tornato alla ribalta il problema centrale di questa crisi: lo stato comatoso del settore finanziario. Infatti non vi sono miglioramenti delle condizioni di salute del sistema bancario, nonostante le ricapitalizzazioni degli istituti di credito americani ed europei operate dagli Stati e i continui interventi delle banche centrali. (.)Lo stesso presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha dovuto ammettere che non vi è alcuna speranza di uscire da questa crisi se non si risana il sistema bancario. Bernanke ha addirittura precisato che risulterà insufficiente anche il pacchetto fiscale di Obama da 800 miliardi di dollari. (.) Il motivo è semplice. La crisi finanziaria ha già investito l'economia reale. Le industrie europee, americane e di altri continenti si trovano strette in una tenaglia: da un canto, i fatturati diminuiscono rapidamente (in alcuni rami si registrano contrazioni del 30%) e, dall'altra, l'accesso al credito è chiuso, poiché il sistema bancario è riluttante a concedere nuovi crediti, oppure è estremamente oneroso, con tassi di interesse molto elevati nonostante il ribasso del costo del denaro attuato dalle banche centrali. La conseguenza è un circolo vizioso: la recessione produce nuove sofferenze che aggravano la crisi bancaria, le banche concedono meno prestiti rendendo più profonda la recessione e così via. In pratica, il settore bancario non svolge più (non concedendo crediti) il suo ruolo di trasmissione degli impulsi di politica monetaria. Quindi, anche il taglio dei tassi europei riduce i costi di rifinanziamento delle banche, ma ha scarsa o nessuna influenza sull'accesso e sul costo del credito delle imprese industriali. Ora, l'oligarchia finanziaria che ha causato questa crisi, con l'autorevole sostegno della Federal Reserve, sostiene una tesi semplice: non si può uscire dalla crisi, se prima gli Stati non risanano il sistema bancario. Questa tesi, apparentemente seduttiva, dimentica di esplicitare i costi enormi di questo salvataggio. Un'idea della grandezza dei capitali necessari la si può ricavare dalle migliaia di miliardi finora spesi da Stati e da banche centrali senza ottenere alcun risultato apprezzabile. Negli Stati Uniti si sono già spesi 8.000 miliardi di dollari, nell'Unione Europea la cifra è di poco inferiore. Per risanare i catastrofici bilanci delle grandi banche occorrerebbero altre migliaia di miliardi. Se non si crede alla teoria che i soldi possano essere stampati all'infinito senza alcuna conseguenza negativa, bisogna concludere che i governi devono scegliere chi aiutare, poiché non hanno le risorse finanziarie per salvare sia le famiglie sia le imprese sia le banche. È quanto ha deto recentemente il ministro italiano Giulio Tremonti, il quale teme che il tentativo di salvare tutti farà sì che non si riuscirà ad aiutare nessuno e si provocherà unicamente un ulteriore peggioramento della crisi. Come sostiene Tremonti, bisogna ammettere realisticamente che si può salvare solo la parte buona del sistema bancario e concentrare le risorse per rilanciare l'economia, per difendere l'occupazione e il sistema industriale. Per essere più chiari, fino a quando non si cominceranno a fare queste scelte non vi è alcuna possibilità che si esca veramente dalla crisi. Il costo di salvare tutto e tutti rischia di essere tale da incrinare la fiducia nei titoli con cui gli Stati finanziano i loro disavanzi pubblici e nelle stesse monete. A questo riguardo già si cominciano ad avvertire alcuni segnali preoccupanti. (.) In attesa che le élites politiche si affranchino dallo stato di dipendenza nei confronti dell'oligarchia finanziaria, saremo costretti a confrontarci con l'aggravarsi della recessione, con continui interventi miliardari per salvare le banche e pacchetti di rilancio che non produrranno gli effetti desiderati, ma solo un sollievo temporaneo. Insomma, continueremo ad assistere al peggioramento della crisi. Domanda: Tuor ha ragione ? E' possibile salvare solo alcune banche mantenendo la funzionalità del sistema finanziario? Scritto in società, economia, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 26 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 20Jan 09 Obama, l'uomo del Pentagono (e di Wall Street) Obama sarà davvero un riformatore? Più passa il tempo e più sono convinto di no. Sta diventando l'uomo dell'establishment ovvero di quel mondo che in campagna elettorale aveva promesso di cambiare. "Yes we can", ("sì, si può fare") e "Change we can believe in" (il cambiamento in cui credere) sono più che mai slogan retorici e dunque vuoti. E per averne conferma basta scorrere l'elenco dei ministri e dei consiglieri. Facce nuove? Pochissime, sono quasi tutti ex collaboratori di Bill Clinton e quasi tutti legati a interessi particolari, soprattutto in due campi: finanza e difesa. Come fa Obama a riformare il sistema finanziario se affida il Tesoro a Geithner e sceglie come superconsigliere Summers ovvero due pupilli del presidente di Citigroup ed ex ministro del tesoro Rubin? Non scordiamocelo: fu Rubin ad avviare il processo di deregolamentazione dei mercati finanziari che è all'origine dell'attuale recessione. E negli ultimi mesi dietro le quinte è stato lui a manovrare con lo stesso Obama e con Bush per ottenere gli aiuti multimilardari al settore e in particolare i miliardi necessari per salvare la stessa Citigroup. Che credibilità ha un presidente che conferma alla guida del Pentagono Robert Gates, il ministro di Bush, e, soprattutto, che nomina suo vice William Lynn? Voi direte: e chi è Lynn? E' uno dei più noti lobbisti dell'industria delle armi e al Pentagono è stato incaricato di presiedere il comitato per. gli acquisti di armamenti. ma la gente non lo sa: perchè i grandi media americani questa notizia l'hanno data in breve o non l'hanno pubblicata affatto. E' così che Obama intende combattere la corruzione e gli interessi particolari? Temo che una certa Washington abbia già inghiottito Barack.. o sbaglio? Scritto in democrazia, notizie nascoste, presidenziali usa, gli usa e il mondo Commenti ( 94 ) » (8 voti, il voto medio è: 3.75 su un massimo di 5) Loading ... 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Il Dalai Lama a Roma: aiutate il popolo tibetano (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Dalai Lama a Roma: aiutate il popolo tibetano condannato a morte Lunedí 09.02.2009 13:19 Il Dalai Lama è giunto a Roma, prima tappa del suo viaggio in Europa. Il leader religioso tibetano riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in una cerimonia che si svolgerà in Aula Giulio Cesare, alla presenza di una numerosa delegazione interparlamentare e dell'intero Consiglio Comunale. La decisione di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama è stata presa nel settembre scorso dal Consiglio Comunale per sottolineare 'il suo impegno internazionale per aver diffuso il principio della riaffermazione dei diritti umani e della riappacificazione tra i popoli'. La situazione in Tibet è molto grave e la risposta delle autorità cinesi alla rivolta dei monaci dell'anno scorso non è stata di prudenza ma di maggiore repressione. È quanto ha detto il Dalai Lama in un incontro a Roma con l'Intergruppo parlamentare per il Tibet, secondo quanto ha riferito il presidente Matteo Mecacci, deputato radicale del Pd. Anche a livello sociale la situazione è molto critica perché c'è "un forte risentimento" tra la popolazione di etnia cinese e quella tibetana, ha spiegato ancora il leader tibetano e premio Nobel per la pace ai 25 parlamentari presenti all'incontro presso l'hotel Exedra. Il Dalai Lama ha inoltre chiesto il "sostegno ai parlamentari e ai governi del mondo libero per aiutare il popolo tibetano condannato a morte". La strategia della leadership tibetana resta quella di puntare all'autonomia e non all'indipendenza, attraverso la non violenza. pagina successiva >>

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- LAMPEDUSA: MIGRANTI A RISCHIO DI RIMPATRIO ILLE (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

09-02-2009 Sei in: Home > Documentazione > Comunicati stampa > 2009 > Febbraio > Lampedusa: migranti a rischio di rimpatrio illegaleContenuto della paginaLampedusa: migranti a rischio di rimpatrio illegale. Appello mondiale di Amnesty International al governo italianoCS018: 09/02/2009Foto di Giovanni Hnninen 2008 Il Segretariato Internazionale di Amnesty International ha lanciato un appello urgente al governo italiano affinch "i migranti attualmente detenuti a Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un paese in cui possano rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli obblighi dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della Convenzione contro la tortura". Tutti i migranti detenuti sull'isola sono infatti a rischio di rimpatrio forzato senza la possibilit di opporsi al rimpatrio nell'ambito di procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di un mancato accesso alla procedura d'asilo. Qualora rimpatriati in assenza di queste garanzie, potrebbero trovarsi a rischio di subire torture e altre gravi violazioni dei diritti umani. L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani". Ulteriori informazioni Dallo scorso dicembre, oltre 1000 persone di diverse nazionalit sono sbarcate sull'isola siciliana di Lampedusa. Secondo dati dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), circa il 75 per cento delle 36.000 persone arrivate in Italia via mare nel 2008 ha presentato domanda d'asilo. Circa la met ha ottenuto lo status di rifugiato o stata comunque protetta dal rimpatrio forzato. A gennaio il governo ha messo in atto nuove politiche secondo le quali le procedure di identificazione e di asilo vengono svolte mentre i migranti si trovano detenuti sull'isola di Lampedusa. Questa decisione ha aumentato le gi diffuse preoccupazioni relative all'accesso a procedure corrette e a una rappresentanza legale adeguata. Secondo una dichiarazione del ministro dell'Interno del 23 gennaio, circa 1600 migranti, arrivati a Lampedusa nelle due settimane precedenti, erano a quella data detenuti sull'isola. Almeno 150 migranti risultano essere gi stati rimpatriati dal 1 gennaio. Il 28 gennaio, durante una conferenza stampa, il ministro dell'Interno ha dichiarato che, in base a un accordo stipulato tra l'Italia e la Tunisia sul rimpatrio dei migranti irregolari, 500 migranti tunisini sarebbero stati rimpatriati nei due mesi successivi. Il 3 febbraio, inoltre, il ministero dell'Interno ha annunciato che 120 migranti irregolari sarebbero stati rimpatriati immediatamente in Tunisia. Il centro di detenzione in cui si trovano i migranti stato costruito per accogliere 850 persone. Il 23 gennaio, l'Unhcr ha espresso preoccupazione sulle condizioni di vita nel centro di detenzione e ha chiesto alle autorit italiane di intraprendere tutte le azioni necessarie per affrontare la difficile situazione umanitaria in cui si trovano i detenuti. Secondo una dichiarazione rilasciata dall'Unhcr il 9 gennaio, "ai richiedenti asilo deve essere permesso di sbarcare in un posto sicuro dove possano ricevere informazioni sui loro diritti e avere una reale opportunit di formulare una domanda di asilo che venga valutata in base a una procedura equa. Rimandare indietro i rifugiati in paesi dove non possono ottenere un'effettiva protezione, potrebbe rappresentare una violazione degli obblighi internazionali presi dagli stati di rispettare il principio del non-refoulement (non respingimento)". FINE DEL COMUNICATO Roma, 9 febbraio 2009 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it?EmailFacebookDeliciousMySpaceTechnoratiDigg

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IMMIGRATI: AMNESTY, RISCHIO RIMPATRI ILLEGALI A LAMPEDUSA (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ASCA) - Roma, 9 feb - Appello governo italiano di Amnesty international affinche' ''i migranti attualmente detenuti a Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un Paese in cui possano rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli obblighi dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della Convenzione contro la tortura''. Secondo l'organizzazione umanitaria, infatti, gli immigrati detenuti sull'isola sarebbero a rischio di rimpatrio forzato senza la possibilita' di opporvisi attraverso procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di un mancato accesso alla procedura d'asilo. Nell'appello si ricorda che ''il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un Paese in cui si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani''.

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Lampedusa/ Amnesty mette in guardia Roma da rimpatri (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 9 feb. (Apcom) - Il Segretariato Internazionale di Amnesty International ha lanciato un appello urgente al governo italiano (disponibile su www.amnesty.it) affinche' 'i migranti attualmente detenuti a Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un paese in cui possano rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli obblighi dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della Convenzione contro la tortura'. Tutti i migranti detenuti sull'isola -dice Amnesty - sono infatti a rischio di rimpatrio forzato senza la possibilita' di opporsi al rimpatrio nell'ambito di procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di un mancato accesso alla procedura d'asilo. Qualora rimpatriati in assenza di queste garanzie, potrebbero trovarsi a rischio di subire torture e altre gravi violazioni dei diritti umani. L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che 'il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani'.venga valutata in base a una procedura equa. Rimandare indietro i rifugiati in paesi dove non possono ottenere un'effettiva protezione, potrebbe rappresentare una violazione degli obblighi internazionali presi dagli stati di rispettare il principio del non-refoulement (non respingimento)'.

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Cina/ Pechino all'Unhrc: siamo contrari a censura e tortura (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ginevra, 9 feb. (AP) - La Cina sostiene di non imporre la censura ai propri cittadini e di non violare alcun diritto umano. Pechino ha inviato una delegazione a Ginevra, guidata dall'ambasciatore Li Baodong, per difendersi di fronte al Concilio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Unhrc) dalle accuse di alcuni gruppi per la difesa dei diritti umani secondo cui in Cina la gente non è libera di esprimere la propria opinione e ogni critica da parte di giornalisti viene duramente punita. La delegazione cinese ha anche aggiunto che Pechino vieta ogni forma di tortura e non permetterebbe mai il suo utilizzo con minoranze etniche o religiose. Gruppi come Human Rights Watch dicono invece di avere ampia documentazione su casi di abusi avvenuti in Tibet e in altre regioni della Cina.

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Immigrati/ Amnesty: A Lampedusa c'è rischio rimpatri (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Palermo, 9 feb. (Apcom) - Il segretariato internazionale di Amnesty International ha lanciato un appello urgente al governo italiano affinchè 'i migranti attualmente detenuti a Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un paese in cui possano rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli obblighi dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della Convenzione contro la tortura'. "Tutti i migranti detenuti sull'isola - scrive Amnesty - sono infatti a rischio di rimpatrio forzato senza la possibilita' di opporsi al rimpatrio nell'ambito di procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di un mancato accesso alla procedura d'asilo. Qualora rimpatriati in assenza di queste garanzie, potrebbero trovarsi a rischio di subire torture e altre gravi violazioni dei diritti umani". L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani". Dallo scorso dicembre, oltre 1000 persone di diverse nazionalita' sono sbarcate sull'isola siciliana di Lampedusa. Secondo dati dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), circa il 75 per cento delle 36mila persone arrivate in Italia via mare nel 2008 ha presentato domanda d'asilo. Circa la meta' ha ottenuto lo status di rifugiato o e' stata comunque protetta dal rimpatrio forzato. A gennaio il governo ha messo in atto nuove politiche secondo le quali le procedure di identificazione e di asilo vengono svolte mentre i migranti si trovano detenuti sull'isola di Lampedusa. Questa decisione ha aumentato le gia' diffuse preoccupazioni relative all'accesso a procedure corrette e a una rappresentanza legale adeguata. Secondo una dichiarazione del ministro dell'Interno del 23 gennaio, circa 1600 migranti, arrivati a Lampedusa nelle due settimane precedenti, erano a quella data detenuti sull'isola. Almeno 150 migranti risultano essere gia' stati rimpatriati dal 1° gennaio. Il 28 gennaio, durante una conferenza stampa, il ministro dell'Interno ha dichiarato che, in base a un accordo stipulato tra l'Italia e la Tunisia sul rimpatrio dei migranti irregolari, 500 migranti tunisini sarebbero stati rimpatriati nei due mesi successivi. Il 3 febbraio, inoltre, il ministero dell'Interno ha annunciato che 120 migranti irregolari sarebbero stati rimpatriati immediatamente in Tunisia. Il centro di Lampedusa in cui si trovano i migranti e' stato costruito per accogliere 850 persone. Il 23 gennaio, l'Unhcr ha espresso preoccupazione sulle condizioni di vita nel centro di detenzione e ha chiesto alle autorita' italiane di intraprendere tutte le azioni necessarie per affrontare la difficile situazione umanitaria in cui si trovano i detenuti. Secondo una dichiarazione rilasciata dall'Unhcr il 9 gennaio, 'ai richiedenti asilo deve essere permesso di sbarcare in un posto sicuro dove possano ricevere informazioni sui loro diritti e avere una reale opportunita' di formulare una domanda di asilo che venga valutata in base a una procedura equa. Rimandare indietro i rifugiati in paesi dove non possono ottenere un'effettiva protezione, potrebbe rappresentare una violazione degli obblighi internazionali presi dagli stati di rispettare il principio del non-refoulement (non respingimento)'.

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IMMIGRAZIONE. Lampedusa, appello di Amnesty: "Migranti a rischio di rimpatrio illegale" (sezione: Diritti umani)

( da "HelpConsumatori" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

News IMMIGRAZIONE. Lampedusa, appello di Amnesty: "Migranti a rischio di rimpatrio illegale" 09/02/2009 - 14:28 Migranti a rischio di rimpatrio illegale in paesi nei quali rischiano di subire gravi violazioni dei diritti umani. La denuncia arriva da Amnesty International e riguarda la situazione di emergenza che si è creata a Lampedusa, dove il Governo ha disposto che avvengano direttamente sull'isola le procedure di identificazione e di richiesta di asilo politico. Il Segretariato Internazionale di Amnesty International ha lanciato un appello urgente al governo italiano affinché "i migranti attualmente detenuti a Lampedusa non vengano rimpatriati forzatamente in un paese in cui possano rischiare di subire gravi violazioni dei diritti umani, in linea con gli obblighi dell'Italia in quanto stato parte della Convenzione 1951 sui Rifugiati e della Convenzione contro la tortura". I migranti rischiano infatti di essere rimpatriati senza la possibilità di opporsi alla decisione, continua Amnesty, nell'ambito di procedure effettive di controllo giudiziario e con il rischio di non poter accedere alla procedura d'asilo. "Qualora rimpatriati in assenza di queste garanzie, potrebbero trovarsi a rischio di subire torture e altre gravi violazioni dei diritti umani". L'appello mondiale di Amnesty International ricorda al presidente del Consiglio Berlusconi e al ministro dell'Interno Maroni che "il diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati obbliga l'Italia a permettere a ogni migrante di chiedere asilo attraverso procedure imparziali e soddisfacenti e a garantire protezione contro il rimpatrio in un paese in cui si troverebbe a rischio di subire gravi violazioni dei diritti umani". Secondo i dati dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) circa il 75% delle 36mila persone arrivate via mare nel 2008 ha presentato domanda di asilo e circa la metà ha ottenuto lo status di rifugiato o protezione dal rimpatrio forzato. 2009 - redattore: BS

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Il Dalai Lama è cittadino romano (sezione: Diritti umani)

( da "Rai News 24" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma | 9 febbraio 2009 Il Dalai Lama è cittadino romano Il Dalai Lama e Gianni Alemanno La consegna della cittadinanza onoraria di Roma a Tenzin Gyatso, il XIV Dalai Lama, "rappresenta la nostra rivolta morale di fronte all'ingiustizia, alla violenza e all'oppressione". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, consegnando al leader religioso il riconoscimento in Campidoglio. Si tratta, ha aggiunto Alemanno, di "una rivolta morale a difesa dell'identita' dei popoli, e del diritto che ha ognuno di noi di esprimere la sua spiritualita' e la sua cultura". "C'e' un senso profondo nella sua presenza oggi in Campidoglio -ha detto Alemanno - e' un valore di straordinaria attualita' il gesto simbolico con cui la nostra citta' accoglie nel suo seno una figura come la sua, che ha dedicato la vita al rifiuto della violenza, alla tolleranza e alla compassione, all'instancabile difesa dei diritti umani e dei diritti dei popoli". "Da adesso in poi - ha affermato Alemanno rivolgendosi al Dalai Lama - in questa aula lei sara' non solo un prestigioso ospite, ma un cittadino romano. Lei rappresenta cio' che puo' definirsi - ha aggiunto - l'intelligenza della compassione: le sue parole e la sua vita ricordano al mondo la natura interdipendente dei nostri destini e valore profondo delle piu' antiche tradizioni". Il sindaco di Roma ha consegnato al Dalai Lama la lupa capitolina e una pergamena in ricordo di questo giorno. Alemanno: ora il Tibet sia autonomo "Noi, insieme a lei chiediamo con forza il pieno riconoscimento dell'autonomia della nazione tibetana". Questo l'appello del sindaco di Roma Gianni Alemanno scandito nell'aula del Campidoglio. "L'autonomia del Tibet -ha proseguito il sindaco- e' un diritto perfettamente compatibile con i principi della Costituzione della Repubblica popolare cinese, di cui tutti, Lei per primo, riconoscono l'intangibilita' dei confini e l'integrita' territoriale". Alemanno dopo aver ringraziato "autorita' religiose, senatori, deputati, ministri, concittadini e amici" che si sono raccolti in piazza del Campidoglio e nell'aula Giulio Cesare per l'occasione, ha sostenuto che "con la loro presenza e il loro entusiasmo rendono ancora piu' forte il segnale di pace, di dialogo e di riconoscimento della nazione tibetana che parte da questo centro ideale della romanita"'.

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Spoto: "Si rispettino le convenzioni sull'immigrazione" (sezione: Diritti umani)

( da "Agrigento Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Spoto: "Si rispettino le convenzioni sull'immigrazione" Cronaca - Agrigento - 09/02/2009 Il consigliere provinciale di Rifondazione comunita Nio Spoto, dopo le gravi notizie dei tentati suicidi al centro di prima accoglienza di Lampedusa e della ragazza somala che ha partorito nel degrado di un'abitazione del centro storico per non farsi scoprire dalle forze dell'ordine, ha espresso tutta la su preoccupazione per il problema dell'immigrazione. "L'Italia - ricorda Spoto - è obbligata, come sostenuto dal diritto internazionale sui diritti umani e sui rifugiati, a dare ad ogni immigrato l'asilo politico, se richiesto, e, soprattutto, a garantire protezione contro eventuali rimpatri in un paese in cui si troverebbero in pericolo di vita o nella violazione dei diritti umani. Chiedo quindi - conclude Spoto - di non rimpatriare gli immigrati, in linea con gli obblighi che ha l'Italia in quanto stato facente parte della convenzione 1951 sui rifugiati e della convenzione contro la tortura?.

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Sri Lanka/ Esperti Onu: situazione umanitaria si sta (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Colombo, 9 feb. (AP) - Esperti indipendenti delle Nazioni Unite per la difesa dei diritti umani hanno criticato il "deteriorarsi della situazione umanitaria" nello Sri Lanka. Margaret Sekaggya, una degli esperti Onu, in un comunicato ha affermato: "Un clima di paura e di intimidazione regna su coloro che difendono i diritti umani, soprattutto sui giornalisti e gli avvocati". Una settimana fa, il ministro della Dfesa srilankese Gotabhaya Rajapaksa ha accusato le emittenti televisive Cnn, Bbc e Al-Jazeera di avere un atteggiamento favorevole verso i ribelli delle Tigri Tamil minacciando di allontanarli dal paese se avessero continuato a tenere questo comportamento fazioso. Oggi la Bbc ha fatto sapere che da domani interromperà la sua programmazione radio in Fm sull'emittente di Stato dello Sri Lanka Slbc a causa di quelle che ha definito "interferenze deliberate".

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Consiglio comunale Torino: in difesa delle persone con disabilità (sezione: Diritti umani)

( da "Sestopotere.com" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Consiglio comunale Torino: in difesa delle persone con disabilità (9/2/2009 19:30) | (Sesto Potere) - Torino - 9 febbraio 2009 - Adottare i principi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. E? l?impegno che si è dato stasera il Consiglio comunale con l?approvazione di un Ordine del Giorno sul tema (primo firmatario la consigliera del Pd Lucia Centillo). La Convenzione è stata approvata dall?Assemblea generale delle Nazioni unite il 13 dicembre del 2006. In Italia, pochi giorni fa il Senato ha approvato il Disegno di Legge sulla Convenzione che dovrà passare all?esame della Camera per l?approvazione finale. La Convenzione ha lo scopo di “promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali delle persone con disabilità”. E definisce disabili “coloro che hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che, a causa di varie barriere, non possono svolgere la loro piena partecipazione nella società, su una base di eguaglianza con gli altri”. La Sala Rossa, insieme all?adozione dei principi Onu, intende coinvolgere le organizzazioni dei disabili per promuovere la Convenzione nei vari settori dell?Amministrazione comunale. Intende inoltre sviluppare attività di sensibilizzazione, informazione e formazione per le persone con disabilità in modo coerente con i principi della Convenzione.

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M.O.: Hamas, militante torturato a morte da agenti Anp (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

M.O.: Hamas, militante torturato a morte da agenti Anp 9 febbraio 2009 alle 21:55 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Hamas ha denunciato la presunta morte sotto tortura di un suo militante in Cisgiordania dove, a differenza della Striscia di Gaza controllata dal gruppo radicale, continua a prevalere l'Autorità Nazionale Palestinese, le cui file sono dominate da al-Fatah, partito nazionalista tradizionalmente avversario degli integralisti. La vittima è stata identificata come Mohammed al-Haj, 30 anni. Un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, da Gaza ha affermato che l'uomo è stato "torturato a morte" da agenti dei servizi di sicurezza dell'Anp in un carcere della città autonoma cisgiordana di Jenin. "Lo provano con chiarezza", ha aggiunto Barhoum, "i segni delle sevizie presenti sul suo cadavere". I servizi di sicurezza hanno invece sostenuto che Haj, arrestato il 6 febbraio scorso, avrebbe commesso suicidio in cella; i motivi dell'arresto non sono stati resi noti. Hamas accusa inoltre da tempo l'Anp di detenere in Cisgiordania, per mere ragioni di rivalità politica, centinaia dei propri aderenti. Nel frattempo Raafat Nassif, membro dell'ufficio politico del movimento radicale, ha ribadito che quest'ultimo non invierà rappresentanti ai colloqui di riconciliazione con Fatah, fissati indicativamente per il 22 febbraio prossimo al Cairo, finché non saranno stati rilasciati tutti i suoi attivisti al momento imprigionati. AGI

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Englaro/ Vescovo apre la chiesa per una preghiera per Eluana (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 09-02-2009)

Argomenti: Diritti umani

Udine, 9 feb. (Apcom) - Il vescovo di Udine, Pietro Brollo, ha aperto la basilica Madonna delle Grazie per consentire ai cittadini di pregare per Eluana. Il santuario è presidiato dalle Forze dell'ordine perchè in questo momento la tensione è alta ma comunque è il momento della preghiera. La gente continua ad arrivare in via Sant'Agostino, la strada di Udine dove si trova la casa di riposo La Quiete che ha accolto gli ultimi istanti di vita di Eluana Englaro. È un fiorire di cartelloni pro Beppino Englaro o per la vita e contro il protocollo che ha sospeso l'alimentazione artificiale a Eluana. A questo proposito una signora regge uno striscione con su scritto "Febbraio 2009 Italia, tortura e pena di morte alla innocente Eluana Englaro. Oggi mi vergogno di essere italiana!". Dall'altra parte della strada i cartelli sono di un altro tenore. Si legge "Beppino il miglior papà del mondo da parte di tante figlie", spicca anche il cartello di due cittadini africani che in inglese scrivono "God bless Eluana rest in perfect peace we love Africa". Udine questa sera è il ritratto in miniatura dei sentimenti di un intero Paese diviso sul tema della morte, sulla possibilità di poter scegliere come morire. C'è tristezza, indignazione ma in qualcuno c'è anche speranza. Lo hanno sottolineato alcuni applausi che si sono levati dal fronte pro Beppino Englaro alla notizia della morte di Eluana. Per queste persone è stato il trionfo della laicità.

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