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Report "Diritti umani"   4-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

I gesti di Rama Yade, netti, aspri, che dividono, irritano: come la ormai celebre arrabbiatura di fr... ( da "Stampa, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: fronte ai profughi del Darfur quando volevano costringere la segretaria francese ai Diritti umani alle liturgie ridicole della visita spettacolo, con i bambini plaudenti, le tende degli scampati al genocidio tirate a lucido, la banda che intonava allegre marcette; e lei salì in macchina gridando «adesso basta, questo non è un film», e partì in un nugolo di polvere verso le tende vere,

Diritti umani in primo piano ( da "Trentino" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani in primo piano Il Sentiero del Tibet è un'associazione di promozione sociale che opera per la solidarietà internazionale in Tibet, al fine di promuovere lo sviluppo economico, sociale, sanitario e culturale delle popolazioni e delle minoranze minacciate.

I diritti dell'uomo nell'albero dei bimbi ( da "Trentino" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tela dei diritti umani". Si tratta di una striscia di stoffa lunga quasi cento metri costruita, pezzo per pezzo, dai ragazzi di diverse scuole del Trentino, in occasione dei sessant'anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. L'ampia tela, protagonista di una mostra a Trento, è stata suddivisa in cinque pezzi esibiti nelle diverse scuole coinvolte nel progetto.

Monsignor Luigi Bettazzi, che fu tra i padri del "Vaticano II", è stato ospite degli incontri del Meic ( da "Cittadino, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Perché alla gerarchia spetta di offrire indicazioni chiare, ma è ai laici che rimane il compito di portare e vivere il messaggio evangelico oltre i confini delle proprie comunità, valorizzando la laicità nel suo essere quella «naturale umanità» che in fondo tra i suoi frutti ha prodotto realtà come la Carta dei diritti umani. Sara Gambarini

Registro del testamento biologico Sinistre: Uno sportello in Comune ( da "Gazzetta di Modena,La" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e la convenzione sui diritti umani e la biomedicina di Oviedo. L'ordine del giorno auspica una legge che stabilisca in modo chiaro le modalità di redazione e di registrazione delle dichiarazioni di volontà anticipata per i trattamenti sanitari e di nomina del fiduciario.

L'accoglienza va in bus e diventa linea di moda ( da "Arena, L'" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è la prima di una serie di iniziative per promuovere cultura della pace e difesa dei diritti umani». Lo slogan parla chiaro nel contenuto e nella forma. L'uguaglianza è il principio che regola le attività delle associazioni promotrici dell'iniziativa. Tutte operano, a vario titolo, a favore della solidarietà e della promozione dei valori umani.

Cinema al femminile, sipario sulle migranti ( da "Giornale di Brescia" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e la serata sui Diritti Umani, sabato 7 alle 20 con Giobbe Covatta e Maria Amelia Monti. Il tema della migrazione femminile con le sue implicazioni sociali e culturali è oggetto del «Migrant Women», in tre distinti appuntamenti internazionali che si svolgeranno in tre Paesi, Italia, Portogallo e Gran Bretagna, con il sostegno della Comunità europea.

Il Pd: l'immigratonon si fa più curare, rischio tbc ( da "Secolo XIX, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: il sottosegretario Alfredo Mantonvano intervenendo alla commissione Diritti Umani del Senato. «L'ala del centro di accoglienza distrutta dall'incendio doloso del 18 febbraio scorso sarà restaurata - ha aggiunto - e i rimpatri dei clandestini proseguiranno come previsto dal piano messo a punto dal governo». Mantovano ha poi assicurato che il sacrificio dei cittadini di Lampedusa,

la mia odissea nell'iran di khomeini ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «L'assoluta mancanza di rispetto per i diritti umani. Come negli anni Ottanta. Oggi il popolo iraniano è ostaggio del governo». - Come vede la condizione attuale delle donne? «Le donne possono andare a scuola, prendere un dottorato di ricerca, ma poi magari devono subire il matrimonio combinato, un classico.

BOLZANO: FITTA SERIE DI INCONTRI A ROMA PER LA DELEGAZIONE DELLE CONSULTE PROVINCIALI DEGLI STUDENTI ( da "marketpress.info" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: , un manuale educativo su diritti umani e legalità per gli studenti delle scuole superiori. Ai partecipanti è stata offerta anche la possibilità di ascoltare Gianni De Paoli che ha presentato il Concorso ?Educarsi al futuro?, che promuove la sensibilità degli studenti verso l?

Le giornate rosa via alle celebrazioni ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: la Carovana dei diritti umani di Vallecamonica propone l'incontro dibattito con don Andre Gallo, responsabile della comunità di accoglienza per donne maltrattate «S. Benedetto al porto» di Genova, e l'avvocato Alessandra Ballerini sul tema «Donne: diritto alla dignità», preceduta da cena di solidarietà alle 19.

È arrivata la crisi, e noi donne cubane ci daremo da fare ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Guantanamo si è cominciato a parlare solo quando è stata trasformata in un luogo di tortura per presunti terroristi, quando sono venute fuori le violazioni dei diritti umani che noi stesse abbiamo più volte denunciato a Ginevra. Finché rimaneva un problema cubano, non faceva notizia. E anche dopo la chiusura del carcere, non si è parlato di ritirare la base navale dal nostro territorio.

Un mondo senza droga, se l'utopia genera l'incubo ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: gli stati membri spesso violano i diritti umani, distruggono l'ambiente e riempiono le carceri di persone che non hanno commesso reati violenti. «Proposte realistiche per ridurre i reati, le malattie e le morti per droga - scrivevano - vengono lasciate cadere per abbracciare il progetto demagogico di creare società libere dalla droga.

Movimento delle acque ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: All'inizio di gennaio la Commissione statale per i diritti umani dello stato di Jalisco ha emesso un verdetto che obbliga il governo statale a sospendere i lavori di costruzione fino a che le imprese costruttrici e le autorità implicate non abbiano presentato gli studi tecnici e quelli di impatto ambientale e sociale.

calendidonna dedicata all'iran io non la finanzio ( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le donne sono private persino dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di spostamento e della libertà di espressione e di parola. Non possono procedere negli studi o fare carriera o ricoprire posizioni di responsabilità in campo civile o religioso. Senza contare che sono obbligate a tenere coperto il proprio corpo e spesso anche il proprio viso»

Per esprimere la propria concreta solidarietà agli "ultimi", ci si pu... ( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: lavorano attraverso progetti di servizio per promuovere i diritti umani e migliorare la condizione femminile. «Promoviamo azioni e cerchiamo di creare pari opportunità - spiega Alessandra Robatto - per trasformare la vita delle donne sostenendone i diritti all'uguaglianza anche favorendo la realizzazione di ambienti sicuri e salubri e, portare acqua in un villaggio a quelle latitudini,

Durban 2: Anche Italia e Francia potrebbero boicottare ( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: verrebbe definita «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Secondo alcune fonti Onu, Iran e Siria avrebbero ampiamente contribuito alla stesura della bozza, alimentando la paura che Durban II si possa trasformare in un'occasione per attaccare duramente Israele.

Marcenaro (Pd): <Il caso umano va separato dal contenzioso> ( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dall'altro c'è la vicenda umana di un nostro concittadino messo in prigione». Per questo, secondo il senatore Pietro Marcenaro (Pd), presidente della commissione straordinaria per i Diritti umani e membro della commissione Esteri, «bisogna chiedere alle autorità sudanesi di separare le due questioni».

Processo bis Khodorkovsky: <Medvedev sta con me> ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: base alle ultime dichiarazioni sul rispetto dei diritti umani «ha dimostrato di essere dalla nostra parte». E per Khodorkovsky «l'unica opportunità di dimostrare la verità è di affrontare un processo». Mentre per quanto riguarda la strategia scelta dai legali, «intendiamo - dicono gli avvocati - andare avanti e dimostrare in maniera anche aggressiva le contraddizioni delle accuse»

A Report Porter Novelli la Fondazione R.F. Kennedy ( da "PubblicitàItalia.it" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nata nel 2005 per sostenere il lavoro di chiunque lotti per garantire i diritti umani in ogni parte del mondo, affida le sue relazioni con i media e l'attività di ufficio stampa a Report Porter Novelli. "Per noi è un onore poter lavorare al fianco della fondazione - sottolinea Natale Arcuri, presidente e ceo della struttura - di cui condividiamo valori e attività.

Cina/ Scontri polizia-manifestanti alla Diga Tre Gole, 30 ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: denuncia un gruppo per i diritti umani che ha sede a Hong Kong - accusano i dirigenti locali di corruzione nella redistribuzione dei sussidi. Trenta i feriti. Il Centro informazioni per i diritti umani e la democrazia sostiene in un comunicato che i residenti di Jiannan, nella città di Chongqing, hanno bloccato una strada e hanno affrontato centinaia di poliziotti,

Rama Yade in campo "Salviamo gli albini" ( da "Stampaweb, La" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: fronte ai profughi del Darfur quando volevano costringere la segretaria francese ai Diritti umani alle liturgie ridicole della visita spettacolo, con i bambini plaudenti, le tende degli scampati al genocidio tirate a lucido, la banda che intonava allegre marcette; e lei salì in macchina gridando «adesso basta, questo non è un film», e partì in un nugolo di polvere verso le tende vere,

La dottrina sociale va in azienda ( da "Avvenire" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: rispetto dei diritti umani». Prosegue il domenicano: «Rifacendoci alla tradizione cattolica della valorizzazione della natura umana e del bene comune, non va trascurato il concetto della felicità». Il filo rosso che attraversa il volume è la convinzione che «le aziende, specialmente se grandi o transnazionali, hanno una specifica responsabilità non solo di fronte ai proprietari,

Mantovano: il Cie di Lampedusa resterà Contrario il sindaco. E non cessano gli arrivi ( da "Avvenire" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani del Senato. «L'ala del centro di accoglienza distrutta dall'incendio doloso del 18 febbraio scorso sarà restaurata ha aggiunto e i rimpatri dei clandestini proseguiranno come previsto dal piano messo a punto dal governo». Nelle prossime settimane il ministro Maroni continuerà gli incontri con i rappresentanti dei governi dei paesi di provenienza degli immigrati che

Quando Obama supplica il mondo. ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro.

Darfur/ Rifugiati riuniti al Colosseo per ricordare le ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: organizzazioni che si occupano di violazione dei diritti umani si sono riuniti oggi al Colosseo, a Roma, per ricordare le vittime del conflitto in Darfur. Una guerra in corso dal 2003, che ha causato finora almeno 300.000 morti e oltre 2,7 milioni di sfollati e profughi. Come previsto in altre città del mondo, tra cui Londra e l'Aia, anche a Roma i partecipanti hanno portato un fiore,

LA SORELLA E LA MADRE DELLA VITTIMA HANNO RACCONTATO AGLI INQUIRENTI CHE LA DONNA ERA STATA RIDOTTA ... ( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Insomma una vera e propria tortura quotidiana. «Un sistema di vita intollerabile, fatto di sopraffazioni, soprusi, di privazioni e di violenze fisiche (percosse, schiaffi) e morali», ha scritto nel suo provvedimento scrive il gip Orio. a.b.

"Arrestate il presidente del Sudan Al Bashir incriminato da Corte Aja ( da "Repubblica.it" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Esultano le organizzazioni per i diritti umani: per Human Rights Watch ora "neppure i presidenti sono garantiti per i loro orribili crimini". Adesso il timore è che vi siano rappresaglie contro i dipendenti dell'Onu e i caschi blu che operano nel Paese africano, 32 mila persone tra staff locale e stranieri.

Darfur/ Amnesty chiede l'arresto del presidente Al-Bashir ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: chi è sospettato di violazioni dei diritti umani, a prescindere da quanto sia potente, affronterà un processo", ha proseguito Khan. La Costituzione sudanese prevede l'immunità dai procedimenti penali per il capo di stato, finché è in carica. Tuttavia, nessuno strumento internazionale ha mai riconosciuto l'immunità per il genocidio, i crimini contro l'umanità o i crimini di guerra.

Darfur/ amnesty international chiede arresto al-Bashir ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: sospettato di violazioni dei diritti umani, a prescindere da quanto sia potente, affrontera' un processo" - ha proseguito Khan. La Costituzione sudanese prevede l'immunita' dai procedimenti penali per il capo di stato, finche' e' in carica. Tuttavia, nessuno strumento internazionale ha mai riconosciuto l'immunita' per il genocidio,

Darfur/ Aia: insufficienti le prove contro Bashir per ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Stando a quanto precisato dalla portavoce della Cpi, Laurence Blairon, il mandato di arresto riguarda cinque capi di accusa per crimini contro l'umanità e due per crimini di guerra, tra cui omicidio, sterminio, trasferimenti forzati, tortura e stupro.

"Arrestate il presidente del Sudan Al Bashir incriminato da Corte Aja ( da "KataWeb News" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Tra le imputazioni: omicidio, sterminio, trasferimenti forzati, tortura e stupro Non accolta la richiesta di incriminazione per genocidio. Manifestazioni nella capitale Khartoum: "È nuovo colonialismo". Egitto: riunire il consiglio di sicurezza Onu

A lezione di Costituzione fin dall'asilo per imparare ad essere bravi cittadini ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti e doveri del cittadino, diritti e doveri del lavoratore, studio del diritto internazionale in materia di diritti umani, studio delle istituzioni europee». Infine alle superiori si approfondirà il tema anche attraverso «la riflessione su problematiche attuali e la promozione dell'impegno in prima persona per il benessere proprio ed altrui anche attraverso i volontariato»

PARTE BIKALORO A LECCE: PROGETTO CONTRO LE MGF ( da "LeccePrima.it" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: informare sui rischi delle Mgf e promuovere il diritto a una dignità di genere che esuli da queste pratiche, educare gli stranieri senza imporre il primato della cultura occidentale, offrire sostegno alle donne vittima di questi abusi, promuovere il rispetto dei diritti umani. CALENDARIO CAMPAGNA 4 aprile, ore 10 a Lecce c/o Palazzo Cezzi Tamborrino (centro storico Lecce)

Libia, a Bengasi uno stadio dedicato a Chavez ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Secondo i media libici citati dal giornale, l'iniziativa rappresenta 'un riconoscimento ai coraggiosi atteggiamenti del capo dello stato venezuelano'. Chavez ha visitato Tripoli nel novembre 2004, occasione in cui Gheddafi lo ha omaggiato con il 'Premio Gheddafi per i diritti umani'.

Lampedusa, il governo veda con i suoi occhi ( da "AprileOnline.info" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in occasione della sua audizione in Commissione Diritti Umani, ho personalmente sottolineato come ciò che ho visto a Lampedusa, ovvero le condizioni di vita degli stranieri nei centri, corrisponde a trattamenti inumani e degradanti, che violano il diritto internazionale e la nostra stessa Costituzione.

Presidente alla sbarra ( da "AprileOnline.info" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: atteggiamento di connivenza con le violazioni dei diritti umani da parte del regime di gran parte dei paesi confinanti e degli altri leader dell'Unione Africana. Non erano mancate infatti le polemiche per la "protezione" di cui Bashir godeva tra i vari leader africani. All'indomani della richiesta di arresto avanzata nel luglio scorso da Moreno-Ocampo,

ÂÂ"CITTADINANZA E COSTITUZIONEÂÂ" AL VIA LA SPERIM ( da "WindPress.it" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: con una particolare attenzione ai diritti e ai doveri del cittadino a il diritto internazionale in materia di diritti umani.Nella scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori): si dovrà approfondire lo studio della Costituzione anche attraverso lâ??analisi dellâ??attualità , la messa in pratica del proprio impegno nel volontariato,

Usa/ Washington torna a partecipare a Consiglio Onu diritti... ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: riprendere la loro partecipazione come osservatore attivo al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite dopo essersi allontanati nove mesi fa, dopo aver accusato l'organismo di essere contro Israele e di aver fallito nell'affrontare Stati che violano i diritti umani, come il Sudan. Washington in quanto osservatore attivo potrà prendere parte ai dibattiti ma non potrà votare.

Cuba/ Francia: Jack Lang, Sarkozy ancora non ha deciso su ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e ha parlato di un "clima positivo" fra i due paesi, e della revoca "di un certo numero di ostacoli alla cooperazione" in vista di "scambi di tutti i tipi; politici, economici, culturali, scientifici". A domanda, Jack Lang ha anche assicurato che il nuovo clima è propiziono "a dei progressi sul fronte dei diritti umani".


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I gesti di Rama Yade, netti, aspri, che dividono, irritano: come la ormai celebre arrabbiatura di fr... (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

I gesti di Rama Yade, netti, aspri, che dividono, irritano: come la ormai celebre arrabbiatura di fronte ai profughi del Darfur quando volevano costringere la segretaria francese ai Diritti umani alle liturgie ridicole della visita spettacolo, con i bambini plaudenti, le tende degli scampati al genocidio tirate a lucido, la banda che intonava allegre marcette; e lei salì in macchina gridando «adesso basta, questo non è un film», e partì in un nugolo di polvere verso le tende vere, quelle dei disperati. E poi il no a Sarkozy, al Presidente onnipotente che l'ha inventata, trasformata da ragazza prodigio delle alte scuole in una icona della integrazione riuscita. Ebbene lei ha risposto con un rifiuto all'invito che assomigliava moltissimo a un ordine a candidarsi per le prossime elezioni europee. E il Presidente ha chinato il capo mugugnando perché rinunciare a Rama Yade sarebbe come riconoscere che le sue promesse di cambiamento erano false. In Burundi, dove è in visita, Rama Yade ha fatto un altro di quei gesti che resteranno, perché il cambiamento dell'Africa è anche composto di immagini forti, che incendiano la fantasia il coraggio la speranza di una società civile che si dibatte tra demoni antichi. Sì, oggi in Africa stringere tra le braccia, lei nera, un bambino albino è un gesto di coraggio, una sfida. Al rifiuto del diverso, di più: pregiudizio omicida. Perché in Africa essere albini è una colpa oscura, un delitto scritto nel corpo, una autorizzazione per chiunque a uccidere. Il Burundi è appunto uno dei Paesi in cui la sinistra leggenda secondo cui gli albini, che qui sono 15 mila, sono portatori di spiriti cattivi, sono degli stregoni, è tra le più radicate tanto che il numero di delitti commessi ai danni di questa minoranza è diventato strage. Solo in Tanzania 26 in un anno. Non solo: gli albini, emarginati da ogni aspetto della società, dalla scuola al lavoro, vittime di quotidiane torture, sono oggetto di un mostruoso mercato dell'orrore: parti del loro corpo, secondo infami leggende che nessuna autorità riesce a svaporare, avrebbero dopo la loro morte funzioni catartiche e di potenziamento dell'energia vitale. Vengono venduti, questi talismani nati dal delitto, a prezzi elevatissimi in Tanzania; 380 mila euro per un arto, secondo un'inchiesta di Icn news. Per cercare di salvare gli albini sono sorte associazioni di temerari che sfidano la disapprovazione popolare e hanno creato ostelli custoditi dove i braccati possono trovare rifugio dai gruppi di assassini che si dedicano a questa forma di lucrosa caccia all'uomo. Anche qualche politico, tra cui il primo ministro del Burundi, ha timidamente cercato di invitare la popolazione ad abbandonare pregiudizi arcaici e ad accettare l'integrazione degli albini nella vita normale. Con scarsi risultati, finora. Il gesto di Rama Yade forse servirà.

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Diritti umani in primo piano (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani in primo piano Il Sentiero del Tibet è un'associazione di promozione sociale che opera per la solidarietà internazionale in Tibet, al fine di promuovere lo sviluppo economico, sociale, sanitario e culturale delle popolazioni e delle minoranze minacciate. Da diversi anni è impegnata per far conoscere i progetti di cooperazione e le attività di sensibilizzazione in Italia, per diffondere la cultura e le tradizioni di questo paese e raccogliere fondi a sostegno di interventi in appoggio al popolo tibetano. Per questo l'associazione promuove eventi e manifestazioni politiche, culturali, mostre e convegni, si impegna a mantenere contatti con istituzioni e associazioni che si occupano di diritti umani. Associazione «Il sentiero del Tibet», c/o Feccrit, via Brennero 52, 38100 Trento, tel e fax 0461 826758 oppure 333 6124518, www.ilsentierodeltibet.it.

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I diritti dell'uomo nell'albero dei bimbi (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

I diritti dell'uomo nell'albero dei bimbi è stato realizzato dall'asilo di Campitello per il progetto provinciale ELISA SALVI CAMPITELLO. Un albero dal tronco e dai rami robusti sostiene una chioma che è un mappamondo protetto da un cerchio di manine colorate. Questo è il tassello, realizzato dai ventiquattro bimbi dell'asilo di Campitello, della "Tela dei diritti umani". Si tratta di una striscia di stoffa lunga quasi cento metri costruita, pezzo per pezzo, dai ragazzi di diverse scuole del Trentino, in occasione dei sessant'anni della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. L'ampia tela, protagonista di una mostra a Trento, è stata suddivisa in cinque pezzi esibiti nelle diverse scuole coinvolte nel progetto. Una parte, con il metro quadro ideato dai bimbi fassani, è stata esposta nella sala delle Farfalle delle materne di Campitello, ed è stata presentata alla comunità domenica. Famiglie e autorità hanno ammirato il lavoro dei piccoli che hanno anche recitato una poesia, composta assieme alle maestre, che sottolinea come il mondo sia la casa di tutti, vada curato e di come siano preziose le diversità. Un tema difficile quello dei diritti dell'uomo tradotto, però, in termini semplici e vicini al quotidiano dei bimbi fassani che hanno lavorato soprattutto sul diritto n. 25, quello che indica come ad ogni persona non debbano mancare cibo, vestiario, alloggio e cure mediche. «Il progetto della tela promossa dal dipartimento istruzione della Provincia - spiega l'insegnante Giovanna Favè che con le colleghe Luciana Crepaz e Paola Dellagiacoma ha seguito i bambini - è stato inserito nel nostro programma sulle stagioni e i cambiamenti della natura. Ecco perché abbiamo scelto di rappresentare il diritto 25 con un albero protetto dalle mani dei bimbi. I piccoli hanno partecipato attivamente al lavoro dimostrandosi interessati e curiosi». Importante è stato anche, come ha evidenziato la coordinatrice didattica Tiziana Ceol, l'apporto dei genitori che si sono recati a scuola in più occasioni per collaborare con figli e docenti. «è rilevante - ha affermato Leonardo Bernard, sindaco di Campitello - che i più piccoli ci ricordino quali sono i diritti imprescindibili. La politica ha un ruolo chiave nel garantire questi valori fondamentali, ma ciascuno di noi ha il dovere di promuoverli e difenderli». Sull'attualità della Dichiarazione si è soffermato anche l'assessore alla cultura Mariano Lollo, mentre hanno espresso soddisfazione per l'iniziativa i rappresentanti del comitato gestore della materna di Campitello. Ha concluso l'incontro Mirella Florian, dirigente dell'Istituto comprensivo ladino di Fassa.

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Monsignor Luigi Bettazzi, che fu tra i padri del "Vaticano II", è stato ospite degli incontri del Meic (sezione: Diritti umani)

( da "Cittadino, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

La «rivoluzione copernicana» del Concilio «Il compito della Chiesa è ora quello di educare gli uomini alla laicità» n «Il piano della laicità è il luogo in cui gli esseri umani si incontrano e in cui il credente sente la responsabilità di tradurre la propria fede in termini umani». Con queste parole monsignor Luigi Bettazzi, ai vertici dell'associazione Pax Christi nonché fra i padri del Concilio Vaticano II, ha definito lunedì sera il valore della laicità intervenendo all'incontro su "Chiesa e Laicità" organizzato dal gruppo Meic, il movimento ecclesiale di impegno culturale.Aneddoti, barzellette, citazioni storiche: lo stile colloquiale di monsignor Bettazzi ha da subito incantato tutta la platea, a cui il vescovo emerito di Ivrea ha regalato la sua esperienza, riferendosi in particolare al Concilio Vaticano II. «Un Concilio che a differenza degli altri non fu dogmatico, bensì pastorale - ha illustrato il vescovo - il cui obiettivo di fondo fu giungere a capire in che modo, oggi, dire alla gente le verità di sempre».In particolare, sul piano della laicità, monsignor Bettazzi ha definito il Concilio degli anni Sessanta una sorta di «rivoluzione copernicana». Svolta derivata dalla decisione di mettere il laicato al centro del sistema e non più in secondo piano rispetto alla gerarchia ecclesiastica, rimasta comunque parte fondamentale della Chiesa.Lungimirante poi l'idea di «convivialità delle differenze» portata dal Concilio Vaticano II: una coesistenza di differenze vissuta non più come limite, ma, al contrario, come valore aggiunto e possibilità di dono reciproco.«Essere cristiani un tempo veniva considerato un privilegio - ha infatti sostenuto monsignor Bettazzi - ma oggi esserlo vuol dire assumersi la responsabilità di aiutare anche chi non lo è a vivere nell'Amore». In questo senso dunque la Chiesa non è da considerarsi «riserva», bensì «lievito» quotidiano.Questo in definitiva è quanto vuol dire "essere cristiani"; al contempo però tutto ciò è quanto significa anche "essere laici". Umani. «L'obbedienza cristiana infatti nasce dall'obbedienza laica - ha precisato il vescovo - e la povertà cristiana a sua volta nasce dalla povertà laica; ugualmente - ha concluso monsignor Bettazzi - la castità cristiana nasce dalla castità laica». Obbedire infatti è «esserci» in un contesto, anche con la propria fede; guardare alla povertà invece è mirare alla speranza e diffidare da «mammona», mentre essere casti infine significa perseguire la non violenza.«Il compito della Chiesa dunque è ora quello di educare alla laicità», ha dichiarato l'illustre ospite. Perché alla gerarchia spetta di offrire indicazioni chiare, ma è ai laici che rimane il compito di portare e vivere il messaggio evangelico oltre i confini delle proprie comunità, valorizzando la laicità nel suo essere quella «naturale umanità» che in fondo tra i suoi frutti ha prodotto realtà come la Carta dei diritti umani. Sara Gambarini

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Registro del testamento biologico Sinistre: Uno sportello in Comune (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Registro del testamento biologico Sinistre: «Uno sportello in Comune» LA PROPOSTA Ma il Pd è diviso e frena ancora Un registro che raccolga tutti i testamenti biologici dei modenesi da istituire presso un apposito sportello del Comune di Modena. La proposta arriva dai gruppi consiliari Sinistra per Modena, Rifondazione, Partito Socialista e Verdi e propone al Comune di farsi parte attiva in un ambito che è sentito dai cittadini. «Non chiediamo nulla che non sia ammissibile dal punto di vista legale - precisa Giorgio Prampolini, primo firmatario dell'ordine del giorno - Semplicemente chiediamo che il Comune, essendo nella possibilità giuridica e amministrativa, si faccia promotore di atti amministrativi per introdurre il riconoscimento formale ed etico delle dichiarazioni anticipate di trattamento di carattere sanitario». Ma in pratica cosa dovrebbe fare il Comune? Dovrebbe predisporre un modulo che raccolga le dichiarazioni anticipate di volontà dei trattamenti di natura medica, nel quale ogni cittadino interessato possa esprimere la propria volontà di essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari, sia in caso di malattia o lesione cerebrale irreversibile o invalidante sia in caso di malattia che costringa a trattamenti permanenti con macchine e sistemi artificiali che impediscano la normale vita di relazione. Il Comune dovrebbe raccogliere tutte le dichiarazioni, fatte con apposito modulo, in un registro per definirne poi il regolamento di accesso. Sempre al Comune spetterebbe l'obbligo di trasmettere periodicamente le dichiarazioni raccolte ai soggetti istituzionali delegati per legge alla loro pubblicazione, nelle more dell'entrata in vigore di una normativa nazionale che regolamenti la materia. Ovvero al ministero della salute per far inserire la dichiarazione nella tessera sanitaria personale del dichiarante, all'assessorato regionale alla sanità per il registro regionale, all'Asl competente e al medico di famiglia. Fin qui l'ordine motivato ricordando la dichiarazione di volontà anticipata per i trattamenti sanitari in vigore negli Usa dal 1991, quanto previsto dall'articolo 32 della Costituzione, la carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e la convenzione sui diritti umani e la biomedicina di Oviedo. L'ordine del giorno auspica una legge che stabilisca in modo chiaro le modalità di redazione e di registrazione delle dichiarazioni di volontà anticipata per i trattamenti sanitari e di nomina del fiduciario. Riuscirà questo registro a diventare realtà? Con il via libera del Pd non ci sarebbero problemi. E qui sta la «grana politica» per la maggioranza di questa vicenda. Perché, come noto, il Pd anche su questo argomento vede contrapporsi le sue due anime, da un lato quella laica che guarda con favore a questo tipo di iniziative, dall'altra la componente cattolica che non la condivide. Quindi un'altra occasione di divisione in due il partito. Probabile quindi che il Pd replicherà con un proprio ordine del giorno in cui si proverà a demandare la regolamentazione di questo delicato argomento alla legge ora in esame al Parlamento.

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L'accoglienza va in bus e diventa linea di moda (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 04 Marzo 2009 CRONACA Pagina 8 CAMPAGNA. Lo slogan colorato «Nella mia città nessuno è straniero» L'accoglienza va in bus e diventa linea di moda Messaggio di uguaglianza sui mezzi pubblici, il logo grifferà anche manifesti, magliette e borse «Nella mia città nessuno è straniero». Sfondo bianco e lettere arcobaleno: 14 bus dell'Atv, fino ad agosto, porteranno in giro per Verona il messaggio dell'uguaglianza firmato da 45 associazioni. Insieme hanno costituito un cartello con l'obiettivo di combattere il razzismo e ogni forma di discriminazione. Il primo risultato concreto è la campagna «pubblicitaria» che ha preso il via lunedì. L'iniziativa prevede anche la realizzazione di manifesti, locandine, cartoline, magliette e borse, quasi una nuova linea-moda, con lo stesso slogan e le stesse colorate immagini. «È il frutto del lavoro di 200 persone», dice Matteo Danese, portavoce del cartello, «è la prima di una serie di iniziative per promuovere cultura della pace e difesa dei diritti umani». Lo slogan parla chiaro nel contenuto e nella forma. L'uguaglianza è il principio che regola le attività delle associazioni promotrici dell'iniziativa. Tutte operano, a vario titolo, a favore della solidarietà e della promozione dei valori umani. Quanto alla forma, ci hanno pensato tre giovani creativi, un grafico e due fotografi. Federico Galvani ha avuto l'idea di realizzare lettere a grandezza d'uomo che ha poi rivestito con brandelli di abiti dismessi, realizzando un coloratissimo patchwork. Monica Tarocco e Federico Padovani si sono occupati degli scatti fotografici. Dietro ogni lettera compare una figura: uomini, donne, bimbi di ogni età, provenienza, cultura e colore. Ad accomunarli il sorriso e la gioia sul volto. «Sono i protagonisti della Festa dei popoli», racconta il grafico, «e danno vita a un messaggio multiforme e multicolore». Più di 150 persone si sono messe a disposizione per il servizio fotografico realizzato alla Festa dei popoli nel giugno scorso a Villa Buri. «Vogliamo promuovere il valore della diversità», dice Matteo Danese, «con azioni concrete». Concrete e visibili. Il messaggio compare sulle fiancate dei mezzi pubblici e il 21 marzo, giornata contro il razzismo, lo slogan sarà riprodotto anche alle fermate degli autobus. «La nostra è un'azione ampia, che va oltre gli episodi di razzismo degli ultimi tempi proprio sui mezzi pubblici», precisa il portavoce del cartello tagliando corto sui recenti fatti di cronaca. «Il nostro», aggiunge, «non è un messaggio contro qualcuno, è invece un pensiero positivo che promuove valori». Chi ha partecipato alla realizzazione della campagna lo ha fatto gratuitamente, mentre i costi degli spazi pubblicitari, 5mila euro, li ha sostenuti il Centro servizio per il volontariato di Verona.S.B.  

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Cinema al femminile, sipario sulle migranti (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 04/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura Cinema al femminile, sipario sulle migranti Due rassegne a tema: «Sguardi altrove» a Milano, «Mater Festival» a Montepulciano e Siena Cinematografia al femminile e donne migranti, in due festival ospitati in Italia. A Milano si è inaugurato ieri allo Spazio Oberdan (Porta Venezia) e al cinema Gnomo (via Lanzone 30/a) il filmfestival a regia femminile «Sguardi altrove»: con 88 film (35 anteprime assolute) da 25 Paesi, che indaga il rapporto tra linguaggi artistici e nuove tecnologie, quest'anno con due nuove sezioni dedicate al digitale (Sconfinando-Digitalia e Videodanza) e ai nuovi strumenti di espressione artistica prodotti da questa tecnologia. Tra gli appuntamenti (programma completo su www.sguardialtrove.it), sempre allo Spazio Oberdan, il premio «Le forme del cinema» assegnato quest'anno a Maria Grazia Cucinotta, che domenica 8 marzo alle 18,30 partecipa con Minnie Ferrara all'incontro «Produrre donna»; la lettura scenica «Diventare uomo. Frammenti estremi di donne albanesi» sulle «vergini giurate della tradizione kanun (domani alle 21,45), e la serata sui Diritti Umani, sabato 7 alle 20 con Giobbe Covatta e Maria Amelia Monti. Il tema della migrazione femminile con le sue implicazioni sociali e culturali è oggetto del «Migrant Women», in tre distinti appuntamenti internazionali che si svolgeranno in tre Paesi, Italia, Portogallo e Gran Bretagna, con il sostegno della Comunità europea. La tranche italiana, intitolata «Mater Festival», si terrà dal 24 al 30 marzo tra Montepulciano e Siena, con spettacoli teatrali, di danza, e altri spettacoli collaterali. Tra gli appuntamenti, il 17 marzo a Montepulciano un convegno su ruolo ed azione delle donne nella società multiculturale. Il festival prosegue in giugno a Lisbona e in luglio a Londra. Informazioni www.migrantwomen.eu. (Nella foto lo spettacolo «Non oltrepassare la linea gialla», compagnia Cat)

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Il Pd: l'immigratonon si fa più curare, rischio tbc (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Pd: l'immigratonon si fa più curare, rischio tbc medici spie Roma. Il Pd presenterà una proposta contro la norma che prevede che i medici denuncino gli immigrati clandestini che si rivolgono alle strutture sanitarie pubbliche. Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, ne ha discusso con il segretario del partito, Dario Franceschini, la capogruppo in commissione Sanità, Dorina Bianchi, e il senatore Ignazio Marino. «Stiamo valutando una risposta a questa norma perché dai dati degli ambulatori Caritas si segnala già una affluenza del -30 per cento e perché nelle scuole tornano a comparire casi di tubercolosi e lebbra» ha spiegato la Finocchiaro. «Preoccupa questa diminuzione dell'accesso ai presidi sanitari - ha sottolineato Marino -; se spaventiamo i malati e li allontaniamo dai pronto soccorso rischiamo che i contagi entrino in circolazione». Sempre ieri il ministero dell'Interno ha confermato la volontà di mantenere il Cie nell'isola di Lampedusa. Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantonvano intervenendo alla commissione Diritti Umani del Senato. «L'ala del centro di accoglienza distrutta dall'incendio doloso del 18 febbraio scorso sarà restaurata - ha aggiunto - e i rimpatri dei clandestini proseguiranno come previsto dal piano messo a punto dal governo». Mantovano ha poi assicurato che il sacrificio dei cittadini di Lampedusa, «sarà di breve durata». 04/03/2009

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la mia odissea nell'iran di khomeini (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

"Prigioniera di Teheran": incarcerata, torturata e sposata allo stupratore di SERGIO BUONADONNA Marina Nemat, 40 anni, cristiana ortodossa, nata e cresciuta a Teheran negli anni della rivoluzione khomeinista, dal 1991 vive in Canada, a Toronto, col marito e i due figli. La sua gioventù ha dunque conosciuto i soprusi, le torture e le violenze dell'intolleranza islamica. Due anni, due mesi e due giorni nella prigione di Evin dove fu portata una notte dell'82, di fatto perché di altra fede religiosa. Una storia di odio culminata nella sua condanna a morte, poi trasformata in ergastolo in seguito al fatto che al momento dell'esecuzione il carceriere che l'aveva stuprata chiese di sposarla. Lei accettò, ma dovette convertirsi all'Islam. E lì cominciò un percorso di dolore risoltosi nell'insperata libertà e anche nell'affrancamento dalle nozze imposte. Marina Nemat ha raccontato la sua odissea in Prigioniera di Teheran (Cairo Editore) e per questo ha ricevuto di recente a Cosenza il Premio Mediterraneo della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania. - Di che cosa l'accusavano quando è stata arrestata? «Di avere avuto il coraggio di parlare a voce alta. Avevo vissuto durante il regno dello Scià e avevo 13 anni quando ci fu la rivoluzione khomeinista che portò a uno sconvolgimento anche nella scuola. I nostri insegnanti - ottimi - furono sostituiti da giovani fanatiche. Io protestai perché, invece di parlare di scienze, di letteratura, di storia, l'insegnante faceva solo propaganda del regime. Il mio crimine fu ribellarmi e aver cercato di sensibilizzare gli altri attraverso un giornalino scolastico». - Che fine hanno fatto i suoi compagni? «Quasi tutti quelli imprigionati a Evin sono stati torturati. All'inizio subivamo percosse sulla pianta dei piedi, ma poi le torture diventavano sempre più pesanti e molti hanno perso la vita così o perché condannati a morte». - Anche lei si è trovata a un passo dall'essere giustiziata. Si era preparata a morire? «C'è mai qualcuno che può essere pronto per morire? Quando sono stata arrestata non avevo nessuna sensazione, era come se avessi lasciato il mio corpo e stessi guardando un film o fossi spettatrice della storia di qualcun altro. Questo straniamento mi ha accompagnato a lungo. Anche la sera in cui ho rischiato di essere uccisa, quando mi hanno tolto la benda dagli occhi, ho visto i miei carcerieri e sentito gli spari, mi sono sentita esausta. Ero stata picchiata, torturata, avevo i piedi gonfi e dolenti, non avevo mangiato e bevuto per tanti giorni e quindi avevo solo voglia di andare a dormire». - Lei, la tortura, l'ha vissuta sulla propria pelle. Che cosa si sente di rispondere a chi, specie negli Stati Uniti, ha sostenuto che la tortura a volte è l'unica strada percorribile per salvare vite umane innocenti? «La tortura distrugge un essere umano e non fornisce informazioni attendibili. Io avrei detto qualunque cosa se solo l'avessi saputa. E chiunque direbbe qualunque bugia pur di tirarsi fuori. Quando una democrazia occidentale sceglie questa strada si mette sullo stesso piano dei suoi nemici. Dopo l'11 settembre, Gorge Bush ha detto che si stava perpetrando un attentato al nostro modo di vivere. E qual è il nostro modo di vivere? Un ragazzino di 15 anni è stato mandato dal Canada a Guantánamo senza alcuna prova e in spregio al diritto internazionale. Io penso che quando perdiamo il controllo dello stato di diritto, la democrazia è calpestata e il viaggio verso l'orrore è prossimo». - Che cosa cosa significa nascere cristiani in Iran? «Nulla di pericoloso fino alla mia adolescenza. In Iran c'erano ebrei, persone che credevano in Zoroastro e in altre religioni, ma quando è arrivata la rivoluzione tutto è cambiato profondamente. C'è una frase nel Corano che dice "il popolo del libro deve essere protetto". I popoli che vengono menzionati nel Corano sono gli ebrei, i cristiani e gli zoroastriani. Questa regola è stata calpestata, e comunque se non eri nemmeno musulmano, venivi considerato un cittadino di quarta categoria». - Che cosa le fa più paura dell'Iran di oggi? «L'assoluta mancanza di rispetto per i diritti umani. Come negli anni Ottanta. Oggi il popolo iraniano è ostaggio del governo». - Come vede la condizione attuale delle donne? «Le donne possono andare a scuola, prendere un dottorato di ricerca, ma poi magari devono subire il matrimonio combinato, un classico. Conosco il caso di una donna vittima dei soprusi del marito, che veniva picchiata. Ma quando si è rivolta ai giudici per ottenere il divorzio, le hanno risposto che questo accadeva perché non si comportava secondo i canoni. Solo dopo molti anni, corrompendo i funzionari, è riuscita a ottenere il divorzio. Se una ragazza viene violentata, la prima cosa che si dice è: qual è stato il tuo comportamento, cosa hai fatto per provocare l'uomo? Alla fine dunque la colpa è sempre della donna». - Il suo libro è stato pubblicato in Iran? «Non ufficialmente, ma lo si trova nella cosiddetta borsa nera della letteratura ed esiste una versione in persiano».

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BOLZANO: FITTA SERIE DI INCONTRI A ROMA PER LA DELEGAZIONE DELLE CONSULTE PROVINCIALI DEGLI STUDENTI (sezione: Diritti umani)

( da "marketpress.info" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 04 Marzo 2009 BOLZANO: FITTA SERIE DI INCONTRI A ROMA PER LA DELEGAZIONE DELLE CONSULTE PROVINCIALI DEGLI STUDENTI Bolzano, 4 marzo 2009 - Nei giorni scorsi si è riunito a Roma il Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte Provinciali degli studenti. Hanno partecipato all?incontro il presidente della consulta di lingua italiana, Alessio Spitaleri, ed il presidente ladino, Renè Pescoll, accompagnati dai docenti referenti, Antonella Zeni, rappresentante dell?Intendenza scolastica italiana, e Lois Kastlunger, dell?Intendenza scolastica ladina. Nel corso delle tre giornate i delegati provinciali hanno avuto una serie di incontro con organizzazioni internazionali ed anche con il Ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. In particolare hanno avuto un incontro con la Onlus ?Save the Children?, nel corso del quale è stato presentato il progetto ?Verso una pedagogia dei diritti? e la Carta dello studente proposta dal Ministero e fornita a tutti gli studenti, perché possano avere agevolazioni per cinema, teatro, musei e altri enti culturali. La tessera sarà fornita a breve anche agli studenti altoatesini. L?incontro con la Robert F. Kennedy Fundation of Europe ha permesso ai presenti di conoscere l´iniziativa ?Speak Truth To Power?, un manuale educativo su diritti umani e legalità per gli studenti delle scuole superiori. Ai partecipanti è stata offerta anche la possibilità di ascoltare Gianni De Paoli che ha presentato il Concorso ?Educarsi al futuro?, che promuove la sensibilità degli studenti verso l?ambiente e le energie alternative e, contemporaneamente, alcune proposte a favore del Terzo Mondo, utilizzando le energie alternative come fonte energetica per i villaggi. L?appuntamento presso il Senato con la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali e con la Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati si è rivelato un momento di confronto e di crescita personale per tutti. La delegazione provinciale ha inoltre incontrato, nella biblioteca del Senato, il Ministro Mariastella Gelmini e le Commissioni parlamentari di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali e la Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati. Il Ministro ha seguito con attenzione la relazione sui lavori di gruppo fatta dai Presidenti delle Consulte e ha apprezzato la cura e la serietà con cui hanno lavorato e formulato le loro proposte. . <<BACK

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Le giornate rosa via alle celebrazioni (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

LA FESTA DELLA DONNA. Da Esine a Cividate Le giornate «rosa» via alle celebrazioni Tante le iniziative che sono state programmate in Vallecamonica in occasione della Festa della donna. E si parte già stasera: alle 20.30 al centro civico di Cividate dove Comune e biblioteca propongono lo spettacolo «Né streghe né madonne» con il gruppo «C'era l'acca». Domani sera invece parte l'appuntamento «Donne di cuore, donne di gola» proposto dall'assessorato alla cultura del comune di Esine, con la collaborazione del Centro culturale teatro camuno e del Comitato per un Teatro di Vallecamonica, e due ristoranti del territorio, la «Trattoria Figaro» alla Sacca e «La cantina» a Esine, Venerdì alle 20.15, nella sala polifunzionale del ristorante «Fuori porta», la Carovana dei diritti umani di Vallecamonica propone l'incontro dibattito con don Andre Gallo, responsabile della comunità di accoglienza per donne maltrattate «S. Benedetto al porto» di Genova, e l'avvocato Alessandra Ballerini sul tema «Donne: diritto alla dignità», preceduta da cena di solidarietà alle 19.45 per la comunità genovese. Infine la direzione del Parco di Naquane domenica offrirà l'ingresso gratuito per tutte le donne al parco nazionale delle incisioni rupestri di Capo di Ponte.P.MOR.

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È arrivata la crisi, e noi donne cubane ci daremo da fare (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'INTERVISTA «È arrivata la crisi, e noi donne cubane ci daremo da fare» Geraldina Colotti Carolina Major Perez, ingegnere dei trasporti, è responsabile delle relazioni internazionali nella Federazione delle donne cubane, un'organizzazione non governativa che raggruppa circa quattro milioni di donne e partecipa, con statuto consultivo, al Consiglio economico e sociale delle Nazioni unite. Nel governo Obama sia alla Camera dei rappresentanti che alla Commissione esteri del Senato c'è chi chiede la fine dell'embargo a Cuba, che dura dal 1961. Molti amici di Cuba desiderano la fine di un blocco economico che ha costituito il principale ostacolo al nostro sviluppo, ma finora non c'è stato alcun segnale di risposta alle nostre ben note richieste. Come valuta il nuovo corso avviato da Raul Castro a Cuba? Io non sono un'economista, mi occupo soprattutto del sociale e, per il mio lavoro, dei trasporti. Non siamo una società perfetta, ma un corpo sociale in evoluzione, che cerca di imparare dai propri errori. Alcuni fattori hanno complicato lo sviluppo economico del nostro paese: il bloqueo, che ha impedito l'accesso alla tecnologia e un maggiore sviluppo. Per questo il nostro sistema di telecomunicazioni è obsoleto, non possiamo fare collegamenti internet con terzi nodi, abbiamo provveduto a istituire centri internet che possano essere raggiunti dalle comunità, ma non possiamo permetterci il lusso che tutti abbiano il collegamento in casa. I trasporti stanno lentamente migliorando solo ora anche grazie alla collaborazione con la Cina. Siamo un paese povero, messo alla prova dagli uragani. In questo momento si sta cercando di spingere il popolo a lavorare e a produrre di più per superare questa situazione di difficoltà nel contesto di crisi internazionale. Lo stato ha deciso di consegnare ai contadini altra terra, di proprietà statale, che rimaneva incolta per mancanza di tecnologie. Dando in gestione a contadini singoli o a cooperative le terre incolte, quello che viene prodotto in più è parte del consumo di tutta la popolazione e del contadino stesso. In un contesto di crisi internazionale, non si può stare a guardare, bisogna moltiplicare gli sforzi. La crisi internazionale avrà ricadute sociali anche a Cuba? La crisi mondiale danneggia per primi i paesi poveri, quindi ci riguarda, lo sviluppo economico incide sempre su quello sociale. Ma noi siamo abituati a mettere a frutto il poco che abbiamo e, sul piano delle conquiste sociali, siamo più avanti o alla pari, dei paesi sviluppati. Da 50 anni il nostro paese subisce aggressioni chimiche e biologiche alle produzioni agricole, attacchi terroristici alle zone turistiche - e il turismo è un'entrata importante per noi. Ci hanno distrutto piantagioni di canna da zucchero sapendo che è uno dei nostri prodotti principali, hanno ostacolato le esportazioni di nichel. Negli anni '90, con la fine del campo socialista, hanno inasprito il blocco e creato un'agenzia che si è occupata e si occupa di boicottare i prodotti che esportiamo. Hanno fatto pressione sull'Unione europea perché condizionasse la fine del bloqueo alla rinuncia della nostra sovranità, e abbiamo preferito rifiutare. Nonostante questo, non si è mai chiusa una scuola né si è smesso di fornire libri gratuiti agli studenti, né si è chiesto un soldo per le medicine o le cure mediche coperte dal governo. Abbiamo poche risorse, ma non abbiamo smesso di investire - dall'Africa ai Caraibi, dall'America latina all'Asia - in un progetto che vede al centro l'essere umano, partecipe e solidale. Voglio raccontarle un aneddoto. Mio figlio ha vent'anni, sta studiando al secondo anno di università, ingegneria delle telecomunicazioni. Nel 2007 si è iscritto all'università e gli hanno consegnato 7 libri senza pagare un centesimo, a lui e a tutti quelli che si stavano iscrivendo, più di 100 ragazzi, ed era solo un anticipo di tutto i libri e il materiale che avrebbero ricevuto gratuitamente per tutto il corso di studi. Quanti giovani in America latina o in Europa possono dire altrettanto? Nelle altre parti del mondo, tante persone si svegliano con l'angoscia di dover cercare un lavoro o di poterlo perdere o di non potersi curare. Noi possiamo avere avuto il problema di come vestirci, per via degli effetti della doppia moneta e del peso convertibile, ma non quell'angoscia. Nel 1903 l'isola di Guantanamo è stata data in concessione perpetua agli Usa. Dopo la chiusura del lager di Guantanamo il governo cubano ne ha chiesto ufficialmente la restituzione. Quella per la restituzione dell'isola è sempre stata una nostra richiesta, una delle tante nostre battaglie passate sotto silenzio. Dal 1 gennaio '59, gli Stati uniti hanno usato quella base navale come punto di partenza di ogni genere di attacco contro la sovranità di Cuba, che non ha mai smesso di protestare. La Costituzione di Cuba, del febbraio 1976, ratificata con plebiscito nel 2002, stabilisce la nullità di trattati o concessioni stipulati in condizione di disparità fra i contraenti. Ma di Guantanamo si è cominciato a parlare solo quando è stata trasformata in un luogo di tortura per presunti terroristi, quando sono venute fuori le violazioni dei diritti umani che noi stesse abbiamo più volte denunciato a Ginevra. Finché rimaneva un problema cubano, non faceva notizia. E anche dopo la chiusura del carcere, non si è parlato di ritirare la base navale dal nostro territorio.

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Un mondo senza droga, se l'utopia genera l'incubo (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

FUORILUOGO Un mondo senza droga, se l'utopia genera l'incubo Peter Sarosi * In occasione della Sessione speciale dell'Assemblea generale dell'Onu sulle droghe (Ungass) del 1998, personalità politiche e esperti di tutto il mondo indirizzarono al Segretario generale Kofi Annan una lettera aperta, invitando l'Onu a non rincorrere obiettivi impossibili ma a restare con i piedi per terra: visto che, in nome dell'obiettivo di una società libera dalla droga, gli stati membri spesso violano i diritti umani, distruggono l'ambiente e riempiono le carceri di persone che non hanno commesso reati violenti. «Proposte realistiche per ridurre i reati, le malattie e le morti per droga - scrivevano - vengono lasciate cadere per abbracciare il progetto demagogico di creare società libere dalla droga. Insistere con le nostre politiche attuali ci porterà solo a un maggiore abuso di sostanze, a un aumento del narcotraffico e della criminalità, a maggiori malattie e sofferenze». Purtroppo nel 1998 quelle voci rimasero inascoltate. «Un mondo libero dalla droga - possiamo farcela!» - questo slogan dominò l'Ungass, e gli stati membri si impegnarono a raggiungere l'eliminazione (o almeno una riduzione significativa e misurabile) delle droghe illecite entro dieci anni. Kofi Annan dichiarò che un giorno il mondo avrebbe considerato l'Ungass 1998 come l'inizio di una nuova era. Quando nel 1919 gli Usa introdussero la proibizione federale sull'alcol, Billy Sunday, un evangelico, predicava l'inizio di un nuovo paradiso sulla terra. La storia ha dimostrato l'infondatezza di entrambe le previsioni. Oggi nel mondo la produzione e il consumo di droghe illecite sono più elevati che mai. Negli ultimi dieci anni la produzione di eroina è raddoppiata, la produzione di cocaina è aumentata del 20 per cento. Purtroppo, lo slogan di un mondo libero dalla droga, a dieci anni di distanza, ci viene ancora riproposto: la presidente della Commissione sulle droghe narcotiche (Cnd) lo ha ripetuto il 7 agosto 2008 nel suo discorso inaugurale al forum globale delle Ong a Vienna. Ancora più terribile è il costo che paghiamo nel tentativo fallito di imporre il divieto: milioni di consumatori sono dietro le sbarre e centinaia di migliaia di persone che si iniettano le droghe hanno contratto l'Hiv e l'Epatite c: ai governi interessano più le misure punitive che cercare di ridurre i danni. Le nostre città registrano un'escalation dei crimini violenti a causa del narcotraffico, che frutta alle organizzazioni criminali 400 miliardi di dollari all'anno. La corruzione inquina le agenzie per la lotta alla droga e le istituzioni politiche. In molti paesi i diritti umani dei consumatori vengono violati anche in nome delle cure: troppo spesso vengono messi in campi di lavoro, in strutture per la disintossicazione forzata e in altre strutture punitive e inumane. L'accesso a forme efficaci di trattamento della tossicodipendenza, e di prevenzione dell'Epatite c e dell'Hiv è molto limitato in quasi tutto il mondo. I potenziali utenti di questi servizi soffrono non solo per la criminalizzazione ma anche per la stigmatizzazione, la discriminazione e l'esclusione sociale in cui incorrono. In questi giorni i governi di tutto il mondo sono chiamati a valutare le politiche antidroga degli ultimi dieci anni. I loro rappresentanti si incontreranno a Vienna l'11 e il 12 marzo per fare un bilancio e adottare una nuova Dichiarazione politica. Anche se un cambiamento radicale è improbabile, la nuova Dichiarazione potrebbe far sì che le future politiche sulle droghe diventino più consone alle esigenze delle nostre comunità. Il documento deve prevedere il rispetto dei diritti umani dei consumatori e dei coltivatori, un più ampio accesso ai servizi di riduzione del danno e un maggiore coinvolgimento della società civile. Alcuni governi sono contrari a qualunque cambiamento, e purtroppo il governo italiano sembra essere tra questi. Secondo quanto riferito dai media, attualmente la delegazione italiana si oppone alla posizione comune dell'Unione europea che sostiene la riduzione del danno. Se vogliamo risvegliare il mondo dall'incubo della guerra globale alla droga, l'Europa deve essere unita e difendere una politica sulle droghe più umana ed efficace. (La campagna «Vienna 2009» su www.fuoriluogo.it) *Hungarian civil liberties union

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Movimento delle acque (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

TerraTerra Movimento delle acque Fulvio Gioanetto Luis, Martha e i loro tre figli fanno le ronde lungo una strada polverosa e sterrata. Siamo a Palmarejo, nella zona conosciuta come Altos de Jalisco, nel centro del profondo Messico rurale. C'è molta gente. Molti vengono da Temacapulin, Palmarejo e Acasico, dove le case e le terre di 700 famiglie saranno inondate per la costruzione del complesso idroelettrico di El Zapotillo. Fornirà tra l'altro acqua alle sempre più assetate grandi cittá di Leon, Guanajuato e per l'industria della megapoli Guadalajara. Con una diga che servirà a travasare l'acqua del fiume Santiago nel bacino idrico del fiume Lerma, il principale del centro del Messico. Un progetto idroelettrico la cui realizzazione, che terminerà nel maggio del 2012, creerá «migliaia di posti di lavoro«, come dichiarava il sindaco del municipio di Cañada di Obregon, dal quale dipendono amministrativamente le famiglie coinvolte. All'inizio di gennaio la Commissione statale per i diritti umani dello stato di Jalisco ha emesso un verdetto che obbliga il governo statale a sospendere i lavori di costruzione fino a che le imprese costruttrici e le autorità implicate non abbiano presentato gli studi tecnici e quelli di impatto ambientale e sociale. Chiedendo inoltre che si rispettino i diritti umani degli abitanti di queste tre popolazioni. Una buona parte di queste persone non accetta la riubicazione programmata, né tantomeno l'idea di vendere le loro terre. Piú a sud dello stato, nel municipio di Hostotipaquillo, lo stesso scenario. In questa zona costruiranno il megaimpianto idroelettrico La Yesca, deviando le acque del fiume Santiago. Sará «la diga più alta del mondo nel suo genere», come dichiarano orgogliosi gli esperti della Commissione statale elettrica (Cfe), presentando i bozzetti di una cortina di cemento di 210 metri di altezza. «Verranno turisti, ci sarà talmente tanta acqua che tutti potranno pescare in abbondanza». Peccato che inonderá le comunitá di Paso de la Yesca y Mesa de las Flores. Dice Juan Carlos: «Il pesce lo peschiamo sempre, qui siamo nati e la terra dove viviamo é nostra. Per quello che concerne il turismo noi stessi lo possiamo gestire e invitare i turisti a conoscere questa bella zona. Non vogliamo che ci rubino l'acqua e le risorse naturali». Gli abitanti di queste due zone non conoscevano né specialisti né esperti che potessero appoggiarli con dettami tecnici, né gente che potesse essere solidale con la loro lotta. Informata dalla stampa, la carovana ecologista «Acque in movimento» ha visitato le comunitá. Trovando conferme ai sospetti della gente, nell'accertare per esempio che la megadiga della Yesca avrà, se costruita, un funzionamento irregolare per la possibile mancanza di acqua. È stata riscontrata anche l'assenza di analisi tecniche su quel che implica il travaso di acqua da un bacino fluviale all'altro e sugli impatti ambientali che avranno tutti questi impianti progettati sul fiume Santiago. Alle assemble ha partecipato gente organizzata, che ha già lottato contro altri impianti nello stato: nella Sierra del Tigre, nel Salto, a Juanacatlan. Tra la comunità del Salto per i travasi di acque contaminate già si sono registrati settecento casi di tumori. In quella di Acasico, dove «ci promettevano case nuove, terre fertili e al momento dell'esproprazione un generoso indennizzo. Ora ci offrono 100 dollari e con questo non possiamo comprare niente. Sono stati solo inganni».

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calendidonna dedicata all'iran io non la finanzio (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 2 - Udine «Calendidonna dedicata all'Iran io non la finanzio» Il presidente della Provincia: in quel paese c'è discriminazione, nessun patrocinio a "Rosa di Persia" Nessun patrocinio, nessun sostegno all'iniziativa. È su Calendidonna 2009 - Rosa di Persia che si consuma lo scontro tra due amministrazioni, quella provinciale e quella comunale. Perché la manifestazione del Comune, arrivata alla quinta edizione e dedicata quest'anno all'universo femminile dell'Iran, non ha ricevuto e non riceverà il patrocinio della Provincia, nonostante questo sia indicato su locandine e inviti. È quindi il presidente dell'ente intermedio Pietro Fontanini a spiegare la completa estraneità di palazzo Belgrado a Rosa di Persia. «Voglio sottolineare - precisa Fontanini - che ho inviato personalmente una lettera all'assessore comunale alla Cultura Luigi Reitani per spiegare le ragioni del nostro rifiuto». Una lettera nella quale il presidente ha personalmente vergato una motivazione su tutte, la condizione di inferiorità che le donne subiscono in Iran. «Il patrocinio non verrà concesso - si legge nel documento inviato da palazzo Belgrado a palazzo D'Aronco - alla luce della concezione che il regime iraniano continua ad avere nei confronti delle donne, considerandole esseri inferiori rispetto all'uomo. Meraviglia inoltre che il Comune di Udine non voglia porre in evidenza e mettere in discussione tale condizione, fortemente lesiva della dignità della donna, all'interno del programma del convegno stesso». Fontanini critica dunque anche la costruzione del programma e la selezione delle iniziative, che prenderanno il via domani e si concluderanno domenica 8 marzo, la giornata dedicata alle donne. «Il calendario della manifestazione è ricco di interventi - argomenta il presidente della Provincia -, ma manca di una denuncia vera a quella società che mortifica l'altra metà del cielo. In Iran attualmente sono ancora numerosi episodi raccapriccianti, come la lapidazione della donna per adulterio. Sono convinto che Calendidonna 2009 avrebbe potuto costituire un momento di forte denuncia per quella società disciplinata dalla legge islamica, negando quel velo che ha voluto nella locandina. In Iran infatti - prosegue Fontanini - le donne sono private persino dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di spostamento e della libertà di espressione e di parola. Non possono procedere negli studi o fare carriera o ricoprire posizioni di responsabilità in campo civile o religioso. Senza contare che sono obbligate a tenere coperto il proprio corpo e spesso anche il proprio viso». A poche ore dall'inaugurazione di Rosa di Persia, insomma, scoppia la polemica. Con un'ultima dichiarazione di Fontanini, laconica. «La Provincia comunque - precisa il presidente - continuerà a sostenere tutte quelle iniziative che favoriscano i valori di democrazia e libertà, senza buonismi, promuovendo i diritti fondamentali della persona». Anna Buttazzoni

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Per esprimere la propria concreta solidarietà agli "ultimi", ci si pu... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mercoledì 04 Marzo 2009 Chiudi di LUIGI FOGLIETTI Per esprimere la propria concreta solidarietà agli "ultimi", ci si può anche trasformare in detective e tentare di risolvere un intricato giallo per scoprire un assassino. E' l'operazione del Club Soroptimist di Terni presieduto dall'avvocato Alessandra Robatto che, per festeggiare in modo più originale del solito la fine di carnevale, ha organizzato per martedì grasso all'Hotel de Paris, invece del solito ballo, "Una cena con delitto". Una messa in scena perfettamente riuscita grazie alla bravura di un gruppo di attori che, guidati dalla regista Silvia Fattori nel ruolo del 'Commissario' hanno dato vita ad una vicenda ambientata in Sicilia nella villa di un boss e legata alla sparizione di un'opera d'arte che provocherà anche un omicidio. Seppur con un cast ridotto, con la sola scena offerta dal ristorante 'La Lumiere', attraverso una intrigante colonna sonora, cambi di costumi e con personaggi intercambiabili, gli attori hanno saputo creare suggestioni e clima tipico di un thriller di classe. Socie, coniugi, amici e ospiti hanno poi sviluppato verosimili indagini fatte anche interrogando i protagonist. «La serata - ha detto Alessandra Robatto - aveva quale finalità la raccolta fondi in favore del nostro progetto 'Pax per aquam', un service a carattere pluriennale che stiamo sostenendo nella Repubblica democratica del Congo dove la nostra amica Colette Kitoga, un medico congolese laureatosi alla Cattolica di Roma, assiste oltre 250 bambini abbandonati e che senza Colette sarebbero lasciati ad un terribile destino». Il Soroptimist International è una organizzazione di donne impegnate negli affari, e nelle professioni, che lavorano attraverso progetti di servizio per promuovere i diritti umani e migliorare la condizione femminile. «Promoviamo azioni e cerchiamo di creare pari opportunità - spiega Alessandra Robatto - per trasformare la vita delle donne sostenendone i diritti all'uguaglianza anche favorendo la realizzazione di ambienti sicuri e salubri e, portare acqua in un villaggio a quelle latitudini, significa salvare centinaia di donne dai rischi di violenze e sfruttamento in quanto, in alcuni villaggi, l'approvvigionamento idrico avviene andando con secchi portati sulla testa alle sorgenti, in alcuni casi lontane molti chilometri e in zone isolate, esponendo le stesse donne, lì deputate ai lavori più pesanti ed umili, non solo alla immane fatica, ma ad ogni tipo di violenza». I progetti del club Soroptimist di Terni sono condivisi dalle 49 socie oggi coordinate oltre che dalla presidente Robatto, dalla prima past president Maria Antonietta Bianco, dalla seconda past Graziana Ascani, che per l'impegno profuso nel suo anno di presidenza ha ricevuto l'incarico di officer nazionale, dalla solerte segretaria Maura Raminelli Sabatini, dalla tesoriera Paola Giuliani Dazzieri, dalle delegate Fiorella Soldà Carlone e Maria Assunta Massetti. «Ovviamente oltre al tema nazionale 'Pax per aquam' conclude Alessandra Robatto - come club seguiamo temi legati all'emancipazione ed all'avanzamento delle giovani donne in tutte le loro manifestazioni. A Terni finanziamo una borsa di studio per l'Università Bocconi che assegniamo ogni anno alla migliore studentessa delle superiori oppure un master post laurea».

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Durban 2: Anche Italia e Francia potrebbero boicottare (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-04 num: - pag: 13 categoria: REDAZIONALE Il summit Onu Durban 2: Anche Italia e Francia potrebbero boicottare GINEVRA — Prima gli Stati Uniti, poi la Francia, ora anche l'Italia. Si allunga la lista di chi non garantisce la presenza della propria delegazione a Ginevra a fine aprile, quando si terrà la Conferenza dell'Onu sul razzismo, la cosiddetta «Durban II» per segnare il filo rosso con il primo summit, ospitato in Sudafrica nel 2001. I boicottaggi, già decisi o solo ipotizzati, si stanno moltiplicando per il timore che la conferenza si trasformi in un atto d'accusa contro Israele. «Utile mantenere aperta la porta, ma fissando paletti molto chiari», ha detto il sottosegretario agli Esteri italiano Vincenzo Scotti, riferendosi alla bozza del testo finale della Conferenza, già anticipato sul sito del giornale israeliano Haaretz e di cui Scotti ha auspicato «un cambiamento in alcuni punti essenziali». Da parte della Francia, sulla questione è intervenuto il premier Francois Fillon, che lunedì ha annunciato che il suo Paese «non accetterà che lo Stato d'Israele sia stigmatizzato». In caso contrario, la Francia «si ritirerà». La politica israeliana nei territori palestinesi, secondo quanto riportato da Haaretz, verrebbe definita «una violazione dei diritti umani internazionali, un crimine contro l'umanità e una forma contemporanea di apartheid». Secondo alcune fonti Onu, Iran e Siria avrebbero ampiamente contribuito alla stesura della bozza, alimentando la paura che Durban II si possa trasformare in un'occasione per attaccare duramente Israele.

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Marcenaro (Pd): <Il caso umano va separato dal contenzioso> (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

PRIMO PIANO FIRENZE pag. 4 Marcenaro (Pd): «Il caso umano va separato dal contenzioso» LA VICENDA di Pier Albino Previdi è «molto delicata, perché da un lato c'è un contenzioso economico tra due imprese, dall'altro c'è la vicenda umana di un nostro concittadino messo in prigione». Per questo, secondo il senatore Pietro Marcenaro (Pd), presidente della commissione straordinaria per i Diritti umani e membro della commissione Esteri, «bisogna chiedere alle autorità sudanesi di separare le due questioni».

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Processo bis Khodorkovsky: <Medvedev sta con me> (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 54 del 2009-03-04 pagina 16 Processo bis Khodorkovsky: «Medvedev sta con me» di Redazione Al via tra polemiche e proteste, dentro e fuori dall'aula, il processo Yukos 2 a Mikhail Khodorkovsky, nemico giurato del premier Vladimir Putin. Un banco di prova per la giustizia russa e per l'immagine di "garante" del liberalismo acquisita dal presidente Dmitri Medvedev in Occidente. Mentre la Russia è afflitta dalla crisi e non si può permettere l'isolamento internazionale sulla questione dei diritti. L'ex patron di Yukos alla vigilia dell'udienza ha detto di aver visto a Mosca «segnali positivi di cambiamenti istituzionali», compresa «la visione della giustizia come una branca separata del potere». E il team di avvocati della difesa, guidata da Bob Amsterdam, dichiara in un briefing che «il presidente della Federazione Russa» Medvedev, in base alle ultime dichiarazioni sul rispetto dei diritti umani «ha dimostrato di essere dalla nostra parte». E per Khodorkovsky «l'unica opportunità di dimostrare la verità è di affrontare un processo». Mentre per quanto riguarda la strategia scelta dai legali, «intendiamo - dicono gli avvocati - andare avanti e dimostrare in maniera anche aggressiva le contraddizioni delle accuse». Khodorkovsky e il suo socio Platon Lebedev sono accusati di appropriazione indebita e di riciclaggio. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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A Report Porter Novelli la Fondazione R.F. Kennedy (sezione: Diritti umani)

( da "PubblicitàItalia.it" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

04/03/2009 A Report Porter Novelli la Fondazione R.F. Kennedy La Robert F. Kennedy Foundation Europe onlus, nata nel 2005 per sostenere il lavoro di chiunque lotti per garantire i diritti umani in ogni parte del mondo, affida le sue relazioni con i media e l'attività di ufficio stampa a Report Porter Novelli. "Per noi è un onore poter lavorare al fianco della fondazione - sottolinea Natale Arcuri, presidente e ceo della struttura - di cui condividiamo valori e attività. L'affermazione e il rispetto dei principi di legalità e dei diritti umani sono argomenti sempre più all'ordine del giorno e credo sarà molto stimolante nonché avvincente per il nostro team raccogliere questa sfida".

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Cina/ Scontri polizia-manifestanti alla Diga Tre Gole, 30 (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pechino, 4 mar. (Ap) - Ci sono stati violenti scontri tra polizia cinese e più di duemila sfollati dalla Diga delle Tre gole nel corso di una protesta in Cina centrale. I manifestanti - denuncia un gruppo per i diritti umani che ha sede a Hong Kong - accusano i dirigenti locali di corruzione nella redistribuzione dei sussidi. Trenta i feriti. Il Centro informazioni per i diritti umani e la democrazia sostiene in un comunicato che i residenti di Jiannan, nella città di Chongqing, hanno bloccato una strada e hanno affrontato centinaia di poliziotti, rovesciando anche due auto della polizia. Secondo il gruppo, gli abitanti del villaggio accusano i funzionari di essersi intascati 10 milioni di yuan (1,20 milioni di euro circa) in sussidi che spettavano ai residenti per essere stati sfollati dall'area dove è sorta la diga. Nessun commento da un uomo che ha risposto al telefono all'ufficio di sicurezza pubblico di Jannan.

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Rama Yade in campo "Salviamo gli albini" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampaweb, La" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CORRISPONDENTE DA PARIGI I gesti di Rama Yade, netti, aspri, che dividono, irritano: come la ormai celebre arrabbiatura di fronte ai profughi del Darfur quando volevano costringere la segretaria francese ai Diritti umani alle liturgie ridicole della visita spettacolo, con i bambini plaudenti, le tende degli scampati al genocidio tirate a lucido, la banda che intonava allegre marcette; e lei salì in macchina gridando «adesso basta, questo non è un film», e partì in un nugolo di polvere verso le tende vere, quelle dei disperati. E poi il no a Sarkozy, al Presidente onnipotente che l?ha inventata, trasformata da ragazza prodigio delle alte scuole in una icona della integrazione riuscita. Ebbene lei ha risposto con un rifiuto all?invito che assomigliava moltissimo a un ordine a candidarsi per le prossime elezioni europee. E il Presidente ha chinato il capo mugugnando perché rinunciare a Rama Yade sarebbe come riconoscere che le sue promesse di cambiamento erano false. In Burundi, dove è in visita, Rama Yade ha fatto un altro di quei gesti che resteranno, perché il cambiamento dell?Africa è anche composto di immagini forti, che incendiano la fantasia il coraggio la speranza di una società civile che si dibatte tra demoni antichi. Sì, oggi in Africa stringere tra le braccia, lei nera, un bambino albino è un gesto di coraggio, una sfida. Al rifiuto del diverso, di più: pregiudizio omicida. Perché in Africa essere albini è una colpa oscura, un delitto scritto nel corpo, una autorizzazione per chiunque a uccidere. Il Burundi è appunto uno dei Paesi in cui la sinistra leggenda secondo cui gli albini, che qui sono 15 mila, sono portatori di spiriti cattivi, sono degli stregoni, è tra le più radicate tanto che il numero di delitti commessi ai danni di questa minoranza è diventato strage. Solo in Tanzania 26 in un anno. Non solo: gli albini, emarginati da ogni aspetto della società, dalla scuola al lavoro, vittime di quotidiane torture, sono oggetto di un mostruoso mercato dell?orrore: parti del loro corpo, secondo infami leggende che nessuna autorità riesce a svaporare, avrebbero dopo la loro morte funzioni catartiche e di potenziamento dell?energia vitale. Vengono venduti, questi talismani nati dal delitto, a prezzi elevatissimi in Tanzania; 380 mila euro per un arto, secondo un?inchiesta di Icn news. Per cercare di salvare gli albini sono sorte associazioni di temerari che sfidano la disapprovazione popolare e hanno creato ostelli custoditi dove i braccati possono trovare rifugio dai gruppi di assassini che si dedicano a questa forma di lucrosa caccia all?uomo. Anche qualche politico, tra cui il primo ministro del Burundi, ha timidamente cercato di invitare la popolazione ad abbandonare pregiudizi arcaici e ad accettare l?integrazione degli albini nella vita normale. Con scarsi risultati, finora. Il gesto di Rama Yade forse servirà.

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La dottrina sociale va in azienda (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CHIESA 04-03-2009 La dottrina sociale va in azienda DA ROMA LAURA BADARACCHI I n questo tempo di crisi «la lunga tradizione della dottrina sociale della Chiesa può costituire un riferimento per tutto il mondo delle imprese». Ne è convinta Helen Alford, docente di etica economica e decano della Facoltà di scienze sociali presso la Pontificia Università San Tommaso d'Aquino (Angelicum), curatrice del volume Fondare la responsabilità sociale d'impresa. Contributi dalle scienze umane e dal pensiero sociale cristiano (Città Nuova, 512 pagine, 24 euro). Lo studio, che presenta i contributi di molti esperti, è stato presentato all'ateneo romano venerdì scorso. «Il pensiero sociale cristiano spiega la studiosa vede nel lavoro sia una dimensione individuale che relazionale: la condivisione di obiettivi comuni» . Tuttavia, parlando di responsabilità sociale d'impresa, l'approccio etico rischia di essere trascurato o di restare implicito, fa notare nell'introduzione al volume pa- dre Francesco Compagnoni, docente di teologia morale nello stesso ateneo e curatore del libro insieme alla Alford: «Si dà per scontato che la solidarietà sia un valore etico assoluto, così come lo sviluppo sostenibile e il rispetto dei diritti umani». Prosegue il domenicano: «Rifacendoci alla tradizione cattolica della valorizzazione della natura umana e del bene comune, non va trascurato il concetto della felicità». Il filo rosso che attraversa il volume è la convinzione che «le aziende, specialmente se grandi o transnazionali, hanno una specifica responsabilità non solo di fronte ai proprietari, bensì anche verso molte altre persone, istituzioni, entità, tra cui dipendenti, clienti, fornitori, comunità locali, ambiente naturale». La tradizione religiosa, dunque, può offrire contenuti etici al pensiero economico, come ha evidenziato l'arcivescovo Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze sociali: «Se si cerca soltanto il benessere, si può perdere la fede e anche il Regno; perseguire esclusivamente il lucro ci ha portato a questa crisi, alla radice della quale c'è stata da parte del mercato una dimenticanza della base valoriale e morale ». Alla tavola rotonda hanno raccontato la loro testimonianza Paolo Palombelli, vicepresidente di «Anima. Per il sociale nei valori d'impresa», che conta sessanta aziende associate, e Noè Ghidoni, vicepresidente del Movimento cristiano lavoratori, che annovera 300 mila associati in tutta Italia. «La felicità abbinata al lavoro ha ricordato è una chiave essenziale della dottrina sociale della Chiesa ». Presentato a Roma il volume «Fondare la responsabilità sociale d'impresa» (Città Nuova) curato dai docenti dell'«Angelicum» Helen Alford e Francesco Compagnoni

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Mantovano: il Cie di Lampedusa resterà Contrario il sindaco. E non cessano gli arrivi (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA 04-03-2009 Mantovano: il Cie di Lampedusa resterà Contrario il sindaco. E non cessano gli arrivi ROMA. Il ministero dell'Interno ha confermato la volontà di mantenere il Centro di identificazione ed espulsione nell'isola di Lampedusa. Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano intervenuto ieri alla Commissione diritti umani del Senato. «L'ala del centro di accoglienza distrutta dall'incendio doloso del 18 febbraio scorso sarà restaurata ha aggiunto e i rimpatri dei clandestini proseguiranno come previsto dal piano messo a punto dal governo». Nelle prossime settimane il ministro Maroni continuerà gli incontri con i rappresentanti dei governi dei paesi di provenienza degli immigrati che sbarcano sulle coste italiane per intensificare la lotta all'immigrazione clandestina. Ferma la posizione del sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis. «Noi siamo assolutamente disponibili al dialogo, a sederci attorno ad un tavolo per trovare una soluzione ad un fenomeno epocale ha dichiarato , ma se il governo si ostina sulla strada del Cie non ci rimane altro da fare che riprendere la protesta». Intanto non cessano gli arrivi di migranti e ieri, in serata, è stato avvistato un barcone con una sessantina di persone a bordo a 54 miglia a sud dell'isola. La segnalazione è stata fatta da un elicottero di stanza sulla nave Sirio della Marina Militare, in servizio di perlustrazione nel Canale di Sicilia. Il pattugliatore presterà soccorso agli immigrati.

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Quando Obama supplica il mondo. (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.71 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (2) capitalismo (2) cina (17) crisi (1) democrazia (57) economia (24) era obama (8) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (54) globalizzazione (35) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Guido Gavelli: L'inizio della fine di Obama e dei sogni che ha abilmente incultato nelle masse, anche al di... bo.mario: Foa grazie per la precisazione. Era stato presentato male. Era come se il papa avesse portato i tifosi al... Ultime news Riforma pensioni: 65 anni per le donne Ma Cisl e Cigl mettono già il veto: "No"Caffarella, è giallo: già caduta la pista del terzo uomoOrte, incidente d'auto Il segretario Ps Nencini ricoverato all'ospedaleIran, Khamenei attacca: "Obama sostiene il terrorismo d'Israele"Biotestamento, il Pdl apre: verso ddl condivisoAfghanistan, attentato alla base Usa: tre morti"Biondo e full optional..." 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Darfur/ Rifugiati riuniti al Colosseo per ricordare le (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 4 mar. (Apcom) - L'associazione Italians for Darfur, i rifugiati del Darfur presenti in Italia e i rappresentanti delle organizzazioni che si occupano di violazione dei diritti umani si sono riuniti oggi al Colosseo, a Roma, per ricordare le vittime del conflitto in Darfur. Una guerra in corso dal 2003, che ha causato finora almeno 300.000 morti e oltre 2,7 milioni di sfollati e profughi. Come previsto in altre città del mondo, tra cui Londra e l'Aia, anche a Roma i partecipanti hanno portato un fiore, una candela, un'immagine, per "testimoniare la nostra vicinanza a questo popolo martoriato da indicibili violenze dal 2003 e per il quale chiediamo giustizia". Oggi, la Corte penale internazionale dell'Aia si pronuncerà sulla richiesta di mandato di arresto del Presidente sudanese Omar al Bashir, accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione. "Questo è un giorno importante per la giustizia internazionale - ha sottolineato Antonella Napoli, presidente di Italians for Darfur - ma soprattutto per il Darfur. In sei anni di guerra brutale e sanguinaria sono stati perpetrati crimini feroci. I rifugiati del Darfur in Italia, che supportiamo nell'azione di oggi come sempre, hanno ricordato che questo conflitto è costato alla loro patria migliaia di vittime e milioni di sfollati che hanno visto le loro case distrutte e intere comunità disperse. Tutto ciò non può rimanere impunito. E oggi la speranza che possa essere così è più forte". "Un giorno speriamo che la pace torni nel nostro Paese - ha affermato Suliman Hamed, rappresentante dei rifugiati del Darfur, prima di leggere l'elenco delle vittime del Darfur - sappiamo oggi che quella pace è più vicina, perché vediamo che non c'è impunità per i crimini commessi in Darfur e che tutti quelli che hanno sofferto, che hanno perso le madri, i padri e i figli, non sono stati dimenticati. Le loro perdite terribili sono state riconosciute e saranno trattate con dignità. E' per questo che ci siamo riuniti qui oggi per non dimenticare le vittime di questa guerra, perché non importa ciò che la decisione della Corte determinerà per il futuro. Questo giorno rimarrà importante per tutti noi che abbiamo perso familiari e amici, che oggi ricordiamo con il cuore pieno di tristezza leggendo i nomi di alcuni di loro, certi che presto sarà fatta giustizia".

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LA SORELLA E LA MADRE DELLA VITTIMA HANNO RACCONTATO AGLI INQUIRENTI CHE LA DONNA ERA STATA RIDOTTA ... (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino, Il (Salerno)" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

La sorella e la madre della vittima hanno raccontato agli inquirenti che la donna era stata ridotta già poco dopo l'inizio della convivenza in uno stato di assoluta prostrazione. Le veniva impedito di utilizzare la lavatrice per evitare il consumo di energia elettrica, non poteva vedere la televisione oltre le ore 22 ed era costretta a chiedere il permesso per vedere i propri familiari. Insomma una vera e propria tortura quotidiana. «Un sistema di vita intollerabile, fatto di sopraffazioni, soprusi, di privazioni e di violenze fisiche (percosse, schiaffi) e morali», ha scritto nel suo provvedimento scrive il gip Orio. a.b.

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"Arrestate il presidente del Sudan Al Bashir incriminato da Corte Aja (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

AJA - Mandato di arresto contro il presidente sudanese Omar Al Bashir. Lo ha spiccato la Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) per crimini di guerra e contro l'umanità per i massacri nel Darfur. Non accolta l'accusa di genocidio. La portavoce della Cpi, Laurence Blairon, ha precisato che il mandato di arresto riguarda cinque capi di accusa per crimini contro l'umanità e due per crimini di guerra, tra cui omicidio, sterminio, trasferimenti forzati, tortura e stupro. Per Khartoum, il mandato d'arresto internazionale, "è nuovo colonialismo". Lo ha riferito la tv satellitare araba Al Jazeera, in una notizia dell'ultima ora. La stessa emittente araba, che ha trasmesso in diretta l'annuncio della Corte penale internazionale dell'Aja, parla di "imponenti manifestazioni popolari avvenute nella capitale sudanese subito dopo l'annuncio". Interpellato dalla tv araba, il ministro dellla Giustizia sudanese Abdul Baset, che ha condannato la decisione del Cpi, ha dichiarato che l'accusa di genocidio, "era stata presentata solo per fare bella figura alla Corte". "Il Sudan non consegnerà nessuno", ha invece ribadito il vice ministro della Giustizia. A richiedere l'arresto di Bashir era stato, lo scorso 14 luglio, il procuratore generale, l'argentino Luis Moreno Ocampo, il quale ieri aveva ribadito che, a carico di Bashir, esistono "gravi elementi di prova". Ocampo vuole processare Bashir dinanzi al tribunale internazionale per i massacri nella regione sudanese, iniziati nel 2003 e che hanno causato circa 300.000 morti e 2,5 milioni di sfollati. Khartoum, per il magistrato, è "obbligata dal diritto internazionale a consegnare Bashir": "Sarà tra due mesi o tra due anni, ma sarà processato", ha detto. OAS_RICH('Middle'); Luis Moreno-Ocampo ha accusato Beshir di aver personalmente istruito le proprie forze affinché distruggessero tre gruppi etnici, i Fur, i Masalit e gli Zaghawa, con "l'alibi di combattere la ribellione". Bashir già alcuni mesi fa si era rifiutato di consegnare due sospetti di genocidio: il ministro per gli Affari umanitari, Ahmad Harun e uno dei capi delle feroci milizie filogovernative, i janjaweed, Ali Khashayb. E' la prima volta che tribunale internazionale processa un capo di Stato in carica. Bashir è alla guida del Sudan, dal colpo di Stato militare del 30 giugno 1989. La Cpi trasmetterà, "immediatamente" al Sudan, agli stati membri della corte e ai membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu la richiesta di cooperazione per l'arresto e il trasferimento del presidente. "La responsabilità di arrestarlo e trasferirlo spetta agli stati", ha detto il cancelliere della Cpi, Silvana Arbia. La corte, infatti, non dispone di una forza di polizia. Appresa la notizia, centinaia di dimostranti sono scesi nelle strade di Khartoum. "Oggi ci saranno manifestazioni contro la decisione della Cpi - aveva annunciato in attesa dell'arrivo della notizia il segretario generale dell'organizzazione del Congresso Nazionale, il partito al potere, Ibrahim Ghandour - perché la popolazione è mobilitata da molto tempo e la protesta è assolutamente naturale". Le autorità sudanesi, secondo fonti giornalistiche, hanno reso noto che sarà repressa qualsiasi manifestazione di consenso all'incriminazione del presidente. "Se (i militari) aggrediranno civili, il Movimento per la Giustizia e l'Uguaglianza (Jem, il movimento principale di ribellione in Darfur) reagirà", aveva replicato il capo del gruppo, Khalil Ibrahim. Per l'Unione africana il mandato di arresto rischia di minacciare il fragile processo di pace in Sudan. Lo ha dichiarato il presidente dell'Ua Jean Ping. L'Unione africana ha schierati in Sudan un contingente di circa 7.000 baschi verdi in funzione di truppe di pace. Intanto l'agenzia ufficiale Suna ha scritto che domenica prossima Bashir si recherà nel Darfur, per una visita alla capitale, El Fasher, che oggi è stata insolitamente sorvolata da aerei militari sudanesi. Ieri il presidente aveva dichiarato durante una cerimonia a Meroe che la decisione della Cpi "non vale nulla, neppure l'inchiostro con cui sarà scritta". "Che si preparino pure ... possono benissimo mangiarsel", aveva aggiunto con tono di sfida verso la Corte dell'Aja. "Ci saranno reazioni popolari - ha aggiunto il portavoce del governo, Kamal Obeid - ma il governo garantirà la protezione delle ambasciate, delle missioni diplomatiche e dei civili stranieri". Forze di sicurezza sono stati schierate in prossimità delle ambasciate di paesi occidentali a Khartoum. L'Egitto ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu di sospendere il mandato d'arresto. I ministri degli esteri dei 22 Paesi aderenti alla Lega Araba, che erano al Cairo per una riunione preparatoria del prossimo vertice arabo di Doha, hanno deciso di tenere una riunione in sessione straordinaria e urgente per esaminare i riflessi del mandato di cattura. Critica la Russia: per l'inviato di Mosca per il Darfur, Mikhail Margelov, si tratta di "una decisione intempestiva" che crea "un precedente pericoloso". Per gli Usa, che pure non hanno firmato il Trattato istitutivo della Cpi, è giusto processare Bashir: "Gli Usa ritengono che chi ha commesso atrocità debba risponderne in tribunale", ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Robert Wood. Esultano le organizzazioni per i diritti umani: per Human Rights Watch ora "neppure i presidenti sono garantiti per i loro orribili crimini". Adesso il timore è che vi siano rappresaglie contro i dipendenti dell'Onu e i caschi blu che operano nel Paese africano, 32 mila persone tra staff locale e stranieri. I 25 mila caschi blu sono schierati in Darfur e nel Sud Sudan. Gli italiani sono 500, di cui 300 a Khartoum. Il governo del Sudan ha intanto ordinato il ritiro di tutti i membri dell'organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere che lavorano nel Darfur. Secondo quanto reso noto da Msf a Parigi, il governo sudanese ha spiegato che i cooperanti devono lasciare la regione entro oggi per motivi di sicurezza. Msf esprime preoccupazione per la situazione in cui resterà la popolazione del Darfur, ricordando che il gruppo è l'unico a distribuire medicine in diverse zone. (4 marzo 2009

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Darfur/ Amnesty chiede l'arresto del presidente Al-Bashir (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 4 mar. (Apcom) - A seguito della decisione odierna della Corte penale internazionale (Icc) di emettere un mandato d'arresto per il presidente sudanese Omar al Bashir, che è accusato di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, Amnesty International ha dichiarato che l'imputato deve consegnarsi alla giustizia e sottoporsi a processo. Lo rende noto un comunicato dell'organizzazione. "La legge è chiara. Il presidente al Bashir deve comparire di fronte all'Icc per difendersi dalle accuse. Se rifiuta di farlo, le autorità sudanesi devono assicurare il suo arresto e la sua traduzione all'Icc", ha affermato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Il mandato d'arresto spiccato oggi nei confronti del capo di stato sudanese rappresenta una mossa senza precedenti nella storia di un conflitto che ha provocato oltre 300.000 morti, migliaia di stupri e milioni di sfollati. "L'annuncio odierno è un segnale importante, sia per il Darfur che per il resto del mondo: chi è sospettato di violazioni dei diritti umani, a prescindere da quanto sia potente, affronterà un processo", ha proseguito Khan. La Costituzione sudanese prevede l'immunità dai procedimenti penali per il capo di stato, finché è in carica. Tuttavia, nessuno strumento internazionale ha mai riconosciuto l'immunità per il genocidio, i crimini contro l'umanità o i crimini di guerra. Le autorità sudanesi hanno l'obbligo legale di arrestare chiunque sia citato in un mandato d'arresto dell'Icc, ai sensi della Risoluzione 1593 (2005) che chiede al Sudan di cooperare con l'Icc. Secondo Amnesty International, se il presidente al Bashir lasciasse il Sudan, il governo di qualsiasi paese sarebbe obbligato a negargli protezione, ad arrestarlo immediatamente in quanto ricercato e a consegnarlo all'Icc. "Nessuno è al di sopra della legge. Se si viene incriminati per un reato, si deve affrontare quest'accusa in un'aula di giustizia. Il presidente al Bashir avra' l'opportunita' di farlo di fronte all'Icc", ha concluso Khan.

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Darfur/ amnesty international chiede arresto al-Bashir (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Roma, 4 mar. (Apcom) - A seguito della decisione odierna della Corte penale internazionale (Icc) di emettere un mandato d'arresto per il presidente sudanese Omar al Bashir, che e' accusato di crimini contro l'umanita' e crimini di guerra, Amnesty International ha dichiarato che l'imputato deve consegnarsi alla giustizia e sottoporsi a processo. La legge e' chiara. Il presidente al Bashir deve comparire di fronte all'Icc per difendersi dalle accuse. Se rifiuta di farlo, le autorita' sudanesi devono assicurare il suo arresto e la sua traduzione all'Icc" - ha affermato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. Il mandato d'arresto spiccato oggi nei confronti del capo di stato sudanese rappresenta una mossa senza precedenti nella storia di un conflitto che ha provocato oltre 300.000 morti, migliaia di stupri e milioni di sfollati. L'annuncio odierno e' un segnale importante, sia per il Darfur che per il resto del mondo: chi e' sospettato di violazioni dei diritti umani, a prescindere da quanto sia potente, affrontera' un processo" - ha proseguito Khan. La Costituzione sudanese prevede l'immunita' dai procedimenti penali per il capo di stato, finche' e' in carica. Tuttavia, nessuno strumento internazionale ha mai riconosciuto l'immunita' per il genocidio, i crimini contro l'umanita' o i crimini di guerra. Le autorita' sudanesi hanno l'obbligo legale di arrestare chiunque sia citato in un mandato d'arresto dell'Icc, ai sensi della Risoluzione 1593 (2005) che chiede al Sudan di cooperare con l'Icc. Secondo Amnesty International, se il presidente al Bashir lasciasse il Sudan, il governo di qualsiasi paese sarebbe obbligato a negargli protezione, ad arrestarlo immediatamente in quanto ricercato e a consegnarlo all'Icc. Nessuno e' al di sopra della legge. Se si viene incriminati per un reato, si deve affrontare quest'accusa in un'aula di giustizia. Il presidente al Bashir avra' l'opportunita' di farlo di fronte all'Icc" - ha concluso Khan.

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Darfur/ Aia: insufficienti le prove contro Bashir per (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Aia, 4 mar. (Ap) - La Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi) ha emesso un mandato di arresto contro il Presidente sudanese Omar al Bashir, riconoscendolo colpevole di aver orchestrato le atrocità commesse nella regione occidentale del Darfur, dove è in corso dal 2003 una guerra civile. Tuttavia, la Corte ha ritenuto insufficienti le prove a sostegno dell'accusa di genocidio mossa dal Procuratore della Cpi, Luis Moreno-Ocampo, contro il leader sudanese. Stando a quanto precisato dalla portavoce della Cpi, Laurence Blairon, il mandato di arresto riguarda cinque capi di accusa per crimini contro l'umanità e due per crimini di guerra, tra cui omicidio, sterminio, trasferimenti forzati, tortura e stupro.

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"Arrestate il presidente del Sudan Al Bashir incriminato da Corte Aja (sezione: Diritti umani)

( da "KataWeb News" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

"Arrestate il presidente del Sudan Al Bashir incriminato da Corte Aja 4 marzo 2009 alle 14:42 — Fonte: Esteri">repubblica.it — 0 commenti Per i massacri nel Darfur il Cpi accusa il numero uno sudanese di crimini di guerra e contro l'umanità. Tra le imputazioni: omicidio, sterminio, trasferimenti forzati, tortura e stupro Non accolta la richiesta di incriminazione per genocidio. Manifestazioni nella capitale Khartoum: "È nuovo colonialismo". Egitto: riunire il consiglio di sicurezza Onu

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A lezione di Costituzione fin dall'asilo per imparare ad essere bravi cittadini (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 54 del 2009-03-04 pagina 0 A lezione di Costituzione fin dall'asilo per imparare ad essere bravi cittadini di Francesca Angeli Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini annuncia che dal prossimo settembre in tutte le scuole si insegnerà "Cittadinanza e Costituzione ". Alle superiori partirà pure l'educazione stradale con la possibilità per gli studenti di conseguire il patentino. Roma. Arrivano in classe l'insegnamento della Costituzione, l'educazione ambientale, alimentare e pure quella stradale. Con la possibilità di prendere il patentino per gli studenti delle superiori. Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, illustra una serie di novità che saranno operative già dal prossimo anno scolastico. Da settembre si parte con l'insegnamento di "Cittadinanza e Costituzione", un'iniziativa molto attesa dallo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in diverse occasioni aveva sollecitato il governo in questo senso. Attenzione però la Gelmini tiene a sottolineare che non si tratta di un recupero della "vecchia" educazione civica. «Ci sarà un nuovo approccio, con nuovi contenuti e una nuova apertura all'esterno -spiega il ministro- Non ci saranno nuovi professori ad insegnarla e neppure verrà modificato l'orario scolastico. Assumeranno invece maggiore importanza l'interdisciplinarietà, le sinergie, le comprensenze di elementi di storia, di geografia e più in generale dell'ambito umanistico». Si parte dal prossimo anno scolastico con la sperimentazione negli istituti di ogni ordine e grado. Alla materia "Cittadinanza e Costituzione" saranno dedicate 33 ore annuali, più o meno un'ora alla settimana. Una grande novità riguarda l'educazione stradale. «In quell'ambito orario potrà essere impartita pure l'educazione stradale con la possibilità del rilascio del patentino di guida agli studenti delle superiori- spiega la Gelmini- Ci sarà una forte collaborazione con gli enti locali: presenteremo più dettagliatamente il progetto entro un paio di settimane». A disposizione dell'iniziativa sono stati stanziati complessivamente tre milioni di euro. Per quanto riguarda l'insegnamento della Costituzione il governo ha pensato di coinvolgere direttamente scuole e studenti attraverso un concorso. Il bando sarà emanato entro maggio e i migliori progetti di sperimentazione verranno finanziati con un milione di euro. Sono due invece i milioni di euro messi a disposizione dal governo per le campagne di educazione stradale nelle scuole: in parte saranno ricavati dai proventi derivanti dall'incasso delle multe. Come si articolerà dunque l'insegnamento della Costituzione e della Cittadinanza? Nella convinzione che per diventare buoni cittadini è meglio cominciare a studiare da piccoli si partirà già nella materna. Nella scuola dell'infanzia si prevede di «trasmettere le conoscenze e le abilità specifiche sul concetto di famiglia, di scuola e di gruppo come comunità di vita e i modi di agire corretti con i compagni, i genitori, gli insegnanti e gli altri adulti». Alle elementari verranno fornite «le prime nozioni sulla Costituzione e sulla convivenza; i diritti fondamentali dell'uomo; il concetto di formazione sociale con particolare attenzione alla tutela del paesaggio, l'educazione stradale, la salvaguardia della salute, il valore della multiculturalità e del rispetto». Alle medie si approfondiranno gli argomenti relativi al «dettato costituzionale in tutte le sue parti, diritti e doveri del cittadino, diritti e doveri del lavoratore, studio del diritto internazionale in materia di diritti umani, studio delle istituzioni europee». Infine alle superiori si approfondirà il tema anche attraverso «la riflessione su problematiche attuali e la promozione dell'impegno in prima persona per il benessere proprio ed altrui anche attraverso i volontariato». In più si impartirà l'educazione stradale con la possibilità al termine del corso di conseguire il patentino. A fianco della Gelmini per presentare il progetto sull'insegnamento della Costituzione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, il presidente dell'associazione Libera don Luigi Ciotti e il comandante della Guardia di Finanza Cosimo d'Arrigo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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PARTE BIKALORO A LECCE: PROGETTO CONTRO LE MGF (sezione: Diritti umani)

( da "LeccePrima.it" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Parte a Lecce Bikaloro, la campagna di comunicazione, di informazione e sensibilizzazione aperta a tutti, e rivolta in particolare ai migranti, già residenti in Italia e in Puglia, sui rischi delle Mutilazioni genitali femminili e sui diritti delle donne e delle bambine. Il progetto della Lega Italiana per la Lotta contro l?Aids, sede di Lecce, nasce in collaborazione con lo Sportello immigrazione Salento e l?Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce, con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le Pari Opportunità, e con la partnership degli assessorati provinciali alle Pari opportunità e al Mediterraneo, dell?Asl Lecce, dell?Ordine locale dei medici e dei chirurghi, del Cinit Cineforum Lecce, di Senza Frontiere soc. coop., di Paz soc. coop, dell?associazione culturale albanese Vellazerimi (Albania), dell?associazione cittadini Somali ed Etiopi, di Arte Brasil, Mijikenda Cultural (Kenja), dell?associazioni Centro Multiculturale Etnos, Guy Gi Il Baobab e Diaspora. Sono ogni anno circa 130 milioni le donne, ragazze e bambine che subiscono le mutilazioni dei genitali, 3 milioni ne restano vittima, 100 milioni vengono violate fisicamente e psicologicamente per sempre. Secondo la definizione fornita dall?Organizzazione mondiale della Sanità, con l?espressione ?Mutilazione genitale femminile? si intende indicare ?tutte le procedure che prevedono l?asportazione parziale o totale dei genitali esterni o altri danni arrecati per motivi culturali o comunque non terapeutici?: nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli ?pseudointerventi? chirurgici, che interessano i genitali esterni in condizioni igieniche precarie. La gravità delle conseguenze medico-sanitarie di tali operazioni dipendono, sia dalle condizioni in cui esse vengono effettuate (con effetti dunque immediati), sia dalle loro complicanze a più lungo termine. Sono almeno 30 mila le donne e le bambine infibulate in Italia e anche se le mutilazioni genitali femminili sono vietate dalla legge italiana, proibire spesso non è sufficiente.Perchè proprio a Lecce? Il progetto nasce in una terra, caratterizzato da un?alta incidenza di immigrati: oltre 10.000 cittadini immigrati regolari (si stima che quelli irregolari siano quasi il doppio). I recenti Stati Generali sull?Immigrazione organizzati dalla Regione Puglia hanno visto la città di Lecce quale laboratorio di proposte per una nuova politica dell?immigrazione, più attenta ai diritti e più inclusiva. La Provincia di Lecce, attraverso numerose manifestazioni di interesse generale, ha inteso favorire la partecipazione della collettività immigrata alla vita sociale e civile del territorio, anche adoperandosi affinché le comunità degli immigrati costituissero associazioni intese a rappresentare la propria cultura: da qualche mese il Centro servizi immigrazione Salento ha attivato in alcuni centri del territorio altri otto uffici, presenti nei comuni dove maggiore è la presenza degli stranieri, e, cioè, Galatina, Alessano, Cursi, Trepuzzi, Veglie, Surbo, Copertino, Galatone. I destinatari della campagna Bikaloro sono pertanto gli immigrati della provincia di Lecce e delle altre province pugliesi, nell?ottica di rompere il muro di indifferenza e di disinteresse nei confronti di questa tematica. Sono molte le voci, che continuano a rimanere nell?anonimato, a sostenere la presenza di donne infibulate anche nel Salento. La campagna vuole, dunque, informare sui rischi delle Mgf e promuovere il diritto a una dignità di genere che esuli da queste pratiche, educare gli stranieri senza imporre il primato della cultura occidentale, offrire sostegno alle donne vittima di questi abusi, promuovere il rispetto dei diritti umani. CALENDARIO CAMPAGNA 4 aprile, ore 10 a Lecce c/o Palazzo Cezzi Tamborrino (centro storico Lecce) - Convegno ?Bikaloro ? riflessioni sulle mutilazioni genitali femminili?; una serie di appuntamenti, il 5, 12, 19, 26 marzo, a cura di Cineforum Cinit c/o Cinema Santa Lucia, a partire dalle ore 19.30 ? ingresso gratuito Il Manifesto della Campagna con affissione su tutto il territorio regionale, sulla falsa riga di uno spot commerciale di abbigliamento, con fotografia di Paolo Margari, e grafica di Roberta Cleopazzo, dal 1 all?8 marzo, anche distribuite presso ospedali, studi medici, consultori, Asl. Dal 4 all?8 marzo Spot video e docu ? interviste su Telerama, Canale 8, TeleNorba: soggetto di Simona Cleopazzo e Bledar Torozi; sceneggiatura Phase35; regia di Enea Garrapa - Salvatore Logica ? Andrea Cananiello; montaggio di Salvatore Logica; direttore della fotografia Diego Silvestri; segretarie di edizione Viviana Bello - Rita Pitardi; fotografo di scena Sergio Sticchi; disegni Lucia Logica; traccia sonora Simone Pellegrino; location Ludoteca ?L?isola che non c?è? -Martano (Le); protagonisti Ddera Madikezella, Damiano Marzo; comparse: Alessandra Vizzino, Alessandro Cotardo, Arianna Fanuli, Eleonor Kieffer, Francesca Cananiello, Francesca Blasi, Giorgia Tremolizzo, Giulia Cananiello, Giulia Nocco, Ilaria Sportella, Marika De Lumè, Martina Lolli, Matilde Marotta, Micol Grasso, Palma Riccardo, Rebecca Sacco, Salvatore Russo, Veronika De Lumè, Vittoria Costantini, Viviana Calabrese. Post produzione e produzione Phase35 Docu/Interviste regia Enea Garrapa - Andrea Cananiello - Salvatore Logica (Phase 35)

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Libia, a Bengasi uno stadio dedicato a Chavez (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

(ANSA) - CARACAS, 4 MAR - Domani a Bengasi, in Libia, sara' inaugurato uno stadio di calcio che prendera' il nome del presidente venezuelano Hugo Chavez. Lo scrive il quotidiano di Caracas El Nacional. Secondo i media libici citati dal giornale, l'iniziativa rappresenta 'un riconoscimento ai coraggiosi atteggiamenti del capo dello stato venezuelano'. Chavez ha visitato Tripoli nel novembre 2004, occasione in cui Gheddafi lo ha omaggiato con il 'Premio Gheddafi per i diritti umani'.

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Lampedusa, il governo veda con i suoi occhi (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lampedusa, il governo veda con i suoi occhi Pietro Marcenaro*, 04 marzo 2009, 19:21 L'intervento Nelle ultime ore altri sbarchi sulle coste isolane. La situazione dei centri in cui (sopra)vivono gli immigrati irregolari rischia il collasso, diventando una polveriera pericolosa dove diritti umani elementari sono calpestati. L'esecutivo deve rivedere le sue decisioni sui Cie e sul tempo di trattenimento, elevato a 6 mesi con l'ultimo decreto, ma soprattutto si deve recare nell'isola inviando i suoi rappresentanti Quella di fermare gli sbarchi degli stranieri a Lampedusa attraverso una dimostrazione di durezza è una illusione crudele. Gli arrivi di queste ultime ore lo dimostrano. Il governo e in particolare il ministro dell'Interno Maroni sanno bene che la situazione nell'isola, se si consolida così come è allo stato attuale, non può essere governata. Così come sanno bene che dovranno trasferire altrove coloro che arrivano sulle coste lampedusiane perché le strutture, come era facilmente intuibile da tempo, non possono reggere il peso dell'affollamento. A Lampedusa si vive in condizioni inaccettabili che non possono e non potranno che peggiorare. Di fronte al sottosegretario Mantovano, in occasione della sua audizione in Commissione Diritti Umani, ho personalmente sottolineato come ciò che ho visto a Lampedusa, ovvero le condizioni di vita degli stranieri nei centri, corrisponde a trattamenti inumani e degradanti, che violano il diritto internazionale e la nostra stessa Costituzione. Ho chiesto al sottosegretario, ma anche al governo, in particolare a Maroni, di recarsi almeno una volta a Lampedusa per vedere con i propri occhi le strutture che accolgono gli stranieri. E' una richiesta che ho avanzato almeno dal 12 febbraio senza trovare risposta. Il perché è chiaro: il governo non ha il coraggio di recarsi nell'isola perché non ha il coraggio di vedere ciò che in essa si sta realizzando: un fatto che dimostra di per sé la gravità della situazione siciliana. Il punto è che appare impossibile osservare la realtà di Lampedusa senza pensare poi di intervenire il prima possibile per mettervi fine. Non è solo un'emergenza legata solo alle condizioni materiali di vita degli immigrati, ma anche all'impossibilità di rispettare i diritti delle persone sanciti dai Trattati internazionali e dalla Costituzione: il diritto alla difesa, quello di disporre di sedi per ricorre contro decisioni considerate ingiuste, quello all'informazione sulla propria situazione. Tutto questo è violato e impossibile da garantire agli stranieri. Il governo motiva il permanere di questa situazione con l'idea di dimostrare che i restringimenti saranno immediati così da scoraggiare i nuovi flussi migratori, soprattutto irregolari. Una giustificazione senza fondamento, perchè gli extracomunitari non in regola che il governo riesce a rinviare nei paesi di origine è una percentuale modesta. Come del resto è modesta quella dei migranti irregolari che sbarcano a Lampedusa via mare. Le presenze straniere che contribuiscono a formare il serbatoio dell'immigrazione irregolare, infatti, è composto soprattutto da persone che permangono in Italia quando il loro permesso di soggiorno è scaduto o non ottenuto. Lo stesso proclama governativo del rimpatrio di ottocentomila irregolari è una pura dichiarazione demagogica, uno spot per catturare il consenso e i voti, da parte di chi vive in una contingenza economica difficile e in un clima di paure, come appunto il popolo italiano. C'è infatti un rapporto stretto tra le politiche dell'immigrazione perseguite dall'esecutivo e quelle sulla sicurezza che speculano sulla paura. Per la destra l'insicurezza non è un problema da risolvere, ma una risorsa sulla quale investire per aumentare le proprie fortune politiche ed elettorali. Quando l'insicurezza e il timore non esistono, del resto, hanno bisogno di costruirli, essendo componenti essenziali delle loro politiche e strategie elettorali. Un'organizzazione non certo di sinistra come il Coisp ha recentemente affermato che Lampedusa è una situazione che mette a rischio tutti, forze dell'ordine comprese. Vandalismi e autolesionismo sono presenti e diffusi nelle strutture, come accade in carcere, e proprio questi ultimi sono fenomeni che confermano o meno la validità di una gestione penitenziaria. Nonostante questa situazione, in Italia esiste una rete di guardacoste che contribuisce a salvare vite umane, come accaduto anche nelle ultime ore. Così come per fortuna è presente un corpo di polizia composto da persone responsabili che cercano di portare avanti il loro impegno e il loro dovere in una condizione di massima difficoltà. Di fronte a questo si dovrebbe tornare al passato, quando Lampedusa era un modello di prima accoglienza. L'esecutivo deve compiere una retromarcia perché si ricostituiscano i Centri di accoglienza temporanea (ora Centri di identificazione e espulsione), dove accogliere gli immigrati irregolari per affrontare singolarmente le varie vicende umane in base al rispetto dei diritti, anche procedendo ai rimpatri ma solo quando essi siano motivati. L'ultimo decreto che eleva a 6 mesi il trattenimento dei clandestini nelle strutture è stato e sarà un fattore aggravante, drammaticamente, in una situazione di per sé già al limite del collasso. Anche questo andrebbe rivisto. Anche su questo il governo deve tornare indietro. *Senatore del Pd, Commissione Diritti Umani di Palazzo Madama

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Presidente alla sbarra (sezione: Diritti umani)

( da "AprileOnline.info" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Presidente alla sbarra Alessandro Chiappetta, 04 marzo 2009, 16:25 Sudan Al Bashir sarà processato dalla Corte dell'Aja per crimini di guerra, di cui si sarebbe macchiato negli anni del conflitto in Darfur, dal 2003 in poi. Non accolta l'accusa di genocidio. Khartoom parla di "nuovo colonialismo". E' la prima volta che un capo di stato in carica va a giudizio davanti ad un tribunale internazionale Tutto come previsto. O forse no. Non era così scontata la decisione di giudicare il leader sudanese Bashir, superando la coltre di omertà e ostruzionismo di molti, non solo africani. La Corte penale internazionale ha annunciato di aver emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente del Sudan per crimini di guerra e contro l'umanità commessi nella regione occidentale sudanese del Darfur, teatro dal febbraio 2003 di un conflitto interno. Ad annunciarlo è stato la portavoce della Cpi, Laurence Bairon, che ha sottolineato come non sia stata accolta l'accusa di genocidio. Era stato il procuratore generale, l'argentino Luis Moreno Ocampo, a chiedere l'arresto di Al Bashir lo scorso 14 luglio. E ieri, lo stesso procuratore aveva ribadito che, a carico del presidente sudanese, esistevano "gravi elementi di prova". Ocampo vuole processare Bashir dinanzi al tribunale internazionale per i massacri nella regione sudanese, iniziati nel 2003 e che hanno causato circa 300.000 morti e 2,5 milioni di sfollati. E' la prima volta che tribunale internazionale processa un capo di Stato in carica. Bashir è alla guida del Sudan, dal colpo di Stato militare del 30 giugno 1989. Per il governo di Khartoum, il mandato d'arresto internazionale, "è nuovo colonialismo", come ha riferito, in una notizia dell'ultim'ora, la tv satellitare araba Al Jazeera, che ha trasmesso in diretta l'annuncio della Corte penale internazionale dell'Aja, parlando di "imponenti manifestazioni popolari avvenute nella capitale sudanese subito dopo l'annuncio". Interpellato dalla tv araba, il ministro dellla Giustizia sudanese Abdul Baset, che ha condannato la decisione del Cpi, ha dichiarato che l'accusa di genocidio, "era stata presentata solo per fare bella figura alla Corte". "Il Sudan non consegnerà nessuno", ha invece ribadito il vice ministro della Giustizia. In attesa della notizia erano trapelate informazioni sulle possibili manifestazioni contro la decisione del Cpi. Il segretario generale dell'organizzazione del Congresso Nazionale, il partito al potere, Ibrahim Ghandour, aveva lanciato l'allarme "perché la popolazione è mobilitata da molto tempo e la protesta è assolutamente naturale". Ma a questo proposito le autorità sudanesi avevano reso noto che sarà repressa qualsiasi manifestazione di consenso all'incriminazione del presidente. "Se (i militari, ndr) aggrediranno civili, il Movimento per la Giustizia e l'Uguaglianza (Jem, il movimento principale di ribellione in Darfur, ndr) reagirà", aveva replicato il capo del gruppo, Khalil Ibrahim. "Ci saranno reazioni popolari - aveva aggiunto il portavoce del governo, Kamal Obeid - ma il governo garantirà la protezione delle ambasciate, delle missioni diplomatiche e dei civili stranieri", ha continuato, annunciando che forze di sicurezza sono state schierate in prossimità delle ambasciate di paesi occidentali a Khartoum. Sembra intanto che domenica prossima Bashir si recherà nel Darfur, per una visita alla capitale, El Fasher, oggi sorvolata da aerei militari sudanesi, come non accade mai. Ieri il presidente aveva messo le mani avanti, dichiarando che la decisione della Cpi "non vale nulla, neppure l'inchiostro con cui sarà scritta". "Che si preparino pure ... possono benissimo mangiarsela", aveva aggiunto con tono di sfida verso la Corte dell'Aja. La notizia arriva in una fase di grande caos nella regione, e di riorganizzazione delle alleanze. Pertanto erano in molti ad attendere con ansia e interesse le decisioni della Cpi. I movimenti del Jem che si oppongono al regime di Khartoom sono da settimane in lotta con le milizie governative nella zona del Darfur e al confine col Ciad, provocando una serie di violenze che hanno colpito i civili. Un quadro reso ancora più disperato dalla scarsissima attenzione occidentale, e dall'atteggiamento di connivenza con le violazioni dei diritti umani da parte del regime di gran parte dei paesi confinanti e degli altri leader dell'Unione Africana. Non erano mancate infatti le polemiche per la "protezione" di cui Bashir godeva tra i vari leader africani. All'indomani della richiesta di arresto avanzata nel luglio scorso da Moreno-Ocampo, infatti, l'Unione africana aveva chiesto di sospendere il procedimento, sostenendo che avrebbe potuto minare la stabilità del Paese. In mattinata era arrivato anche l'invito dell'arcivescovo sudafricano e Premio Nobel per la Pace, Desmond Tutu, in un intervento pubblicato sul New York Times, che caldeggiava una presa di responsabilità dei leader africani a sostegno della richiesta di arresto, rammentando che "le vittime sono africane". "Piuttosto che stare al fianco di quanti hanno sofferto in Darfur - aveva scritto Tutu - i leader africani si sono stretti attorno all'uomo che ha trasformato quell'angolo di Africa in un cimitero. Piuttosto che condannare il genocidio in Darfur, l'Unione africana ha scelto di esprimere la sua preoccupazione per il fatto che siano presi di mira leader africani e di sostenere gli sforzi di Bashir per rinviare il procedimento". Tutu aveva ricordato che tra i fondatori della Cpi figurano più di 20 Paesi africani e che, tra i 108 che hanno poi aderito alla Statuto di Roma, 30 sono africani. Un mandato di arresto contro al Bashir, a detta di Tutu, "segnerà un momento straordinario per il popolo del Sudan e per quanti nel mondo non credono che i potenti e i governi non possano essere chiamati a rispondere delle loro azioni disumane".

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ÂÂ"CITTADINANZA E COSTITUZIONEÂÂ" AL VIA LA SPERIM (sezione: Diritti umani)

( da "WindPress.it" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

04-03-2009 Il ministro Mariastella Gelmini ha presentato questa mattina a Palazzo Chigi il documento dâ??indirizzo per la sperimentazione dellâ??insegnamento di â??Cittadinanza e Costituzioneâ?. Grazie allo studio di questa nuova materia gli studenti avranno lâ??opportunità  di approfondire il testo della nostra Carta Costituzionale, sperimentare forme di partecipazione attiva alla vita democratica, affrontare i temi dellâ??educazione ambientale, lâ??educazione stradale e il volontariato. Cittadinanza e Costituzione verrà  insegnato durante le ore di storia e geografia e studi socialiPercorsi per le scuole:Il documento di indirizzo per la sperimentazione dellâ?? insegnamento di â??Cittadinanza e Costituzioneâ? prevede, per ogni ordine e grado di istruzione, percorsi specifici: Nella Scuola dellâ??infanzia: si dovranno trasmettere conoscenze specifiche sul concetto di famiglia, di scuola e di gruppo, i modi di agire corretti con i compagni, con i genitori, con gli insegnanti e con gli altri adulti.Nella scuola primaria (scuola elementare): si dovranno insegnare le prime nozioni sulla Costituzione e sulla convivenza, in particolare i diritti fondamentali dellâ??uomo, il significato delle formazioni sociali, lâ??importanza della tutela del paesaggio, alcune basilari nozioni di educazione stradale, la salvaguardia della salute, il valore del rispetto delle regole.Nella scuola secondaria di primo grado (scuole medie): si studierà  la Costituzione, con una particolare attenzione ai diritti e ai doveri del cittadino a il diritto internazionale in materia di diritti umani.Nella scuola secondaria di secondo grado (scuole superiori): si dovrà  approfondire lo studio della Costituzione anche attraverso lâ??analisi dellâ??attualità , la messa in pratica del proprio impegno nel volontariato, la promozione del rispetto e della tutela dellâ??ambiente, la promozione del fair play e dei valori positivi dello sport e i principi dellâ??educazione stradale.Il Ministero dellâ??Istruzione, inoltre, attraverso lâ??Agenzia scuola, proporrà  dal prossimo settembre a tutte le scuole dei percorsi e delle attività  di formazione per gli insegnanti  offrendo materiali che potranno essere utilizzati per insegnare la nuova materia. Entro fine maggio verrà  emanato un bando di concorso per le scuole di ogni ordine e grado per finanziare con un totale di 1 milione di euro le migliori proposte di sperimentazione, cosi da costituire una rete di riferimento della materia, nei suoi sviluppi.Cosa tener presente per la sperimentazione:Realizzare un sistema di documentazione delle buone pratiche;promuovere la partecipazione attiva degli studenti in attività  di volontariato, di tutela dellâ??ambiente, di competizione sportiva corretta e di educazione alla legalità ;promuovere la partecipazione e la condivisione nella stesura del Regolamento di Istituto;attivare forme di collaborazione con soggetti diversi (famiglie, istituzioni locali, agenzie culturali ed educative);costruire e mettere a disposizione degli insegnanti percorsi di sensibilizzazione e di formazione. Cosâ??è¨ â??Cittadinanza e Costituzioneâ?: Eâ?? una disciplina di studio introdotta nei programmi di tutte le scuole di ogni ordine e grado dalla legge 169 del 30/10/2008. Si tratta di un insegnamento che, oltre ai temi classici dellâ??educazione civica comprende anche lâ??educazione ambientale, lâ??educazione alla legalità , i principi di una corretta competizione sportiva e i valori del volontariato, le basi dellâ??educazione stradale e dellâ??educazione alla salute, il valore del rispetto delle regole. Perché© â??Cittadinanzaâ?? Perché© gli studenti sono giovani cittadini che esercitano diritti inviolabili e rispettano i doveri inderogabili della società  di cui fanno parte ad ogni livello - da quello familiare a quello scolastico, da quello regionale a quello nazionale, da quello europeo a quello mondiale - nella vita quotidiana, nello studio e nel mondo del lavoro.Perché© â??Costituzioneâ?? Perché© ogni studente dovrebbe conoscere la Costituzione, documento fondamentale della nostra democrazia e â??mappa di valoriâ? utile per esercitare la cittadinanza a tutti i livelli.  La scuola come palestra di democrazia La scuola italiana può² e deve essere una palestra di democrazia. Per questo particolare importanza sarà  data alla partecipazione attiva degli studenti a tutti i livelli: dalla rappresentanza di classe a quella dâ??Istituto, dallâ??impegno nelle Consulte provinciali degli studenti a quello nelle Associazioni studentesche. Cittadini italiani, cittadini del mondo Educare alla cittadinanza e alla Costituzione è¨ anche lâ??occasione per costruire nelle nostre classi, dove sono presenti ragazze e ragazzi con provenienze, storie, tradizioni e culture diverse, delle vere comunità  di vita e di lavoro, che cerchino di dare significati nuovi alla convivenza ed elaborino percorsi che costruiscano contemporaneamente identità  personale e solidarietà  collettiva, competizione e collaborazione.

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Usa/ Washington torna a partecipare a Consiglio Onu diritti... (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ginevra, 4 mar. (AP) - Gli Stati Uniti hanno deciso di riprendere la loro partecipazione come osservatore attivo al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite dopo essersi allontanati nove mesi fa, dopo aver accusato l'organismo di essere contro Israele e di aver fallito nell'affrontare Stati che violano i diritti umani, come il Sudan. Washington in quanto osservatore attivo potrà prendere parte ai dibattiti ma non potrà votare. "Ci aspettiamo, da noi stessi e dai governi in questa camera che rappresenta ogni regione del mondo, la volontà di superare le nostre differenze e di unirci in obiettivi comuni", ha detto Mark Storella, incaricato degli affari per la missione statunitense alle Nazioni Unite a Ginevra. Lo scorso giugno l'amministrazione Bush aveva annunciato che avrebbe partecipato alle discussioni dell'organismo formato da 47 nazioni solo se assolutamente necessario. "Gli Stati Uniti rimangono preoccupati per la politicizzazione dei diritti umani e per l'esclusione continuata di un solo paese", ha precisato Storella facendo riferimento a Israele.

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Cuba/ Francia: Jack Lang, Sarkozy ancora non ha deciso su (sezione: Diritti umani)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Diritti umani

Parigi, 4 mar. (AP) - Rientrato in Francia da Cuba, l'ex ministro socialista Jack Lang spiega che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, non ha preso "alcuna decisione" ancora rispetto all'eventualità di una visita sull'isola comunista. "Ho trasmesso la richiesta del presidente Raul Castro" ha assicurato Lang dopo aver fatto a a Sarkozy un resoconto del suo viaggio da emissario francese. Ma "non posso parlare a nome del presidente". Quanto ai rapporti con Cuba, Lang ha predetto che "la cooperazione con la Francia riprenderà in modo intenso" e ha parlato di un "clima positivo" fra i due paesi, e della revoca "di un certo numero di ostacoli alla cooperazione" in vista di "scambi di tutti i tipi; politici, economici, culturali, scientifici". A domanda, Jack Lang ha anche assicurato che il nuovo clima è propiziono "a dei progressi sul fronte dei diritti umani".

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