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Report "Diritti umani"  28-30 aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Diritti umani

Dopo la conferenza dell'Onu a Ginevra sul razzismo, si continua a discutere se l'esito sia... ( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Stati non certo famosi per la tutela dei diritti umani e civili, mentre resta la possibilità che si offre ai leader più esagitati ed estremisti di farsi la loro propaganda, magari a uso interno. E, più generalmente, c'è un clima di confronto, che porta a divisioni (anche all'interno di gruppi omogenei come l'Unione europea) più che alla concorde ricerca della soluzione migliore.

In stazione sotto i piccioni morti ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il macabro spettacolo ha già avuto modo di rivelarsi una tortura crudele per gli animali e un pericolo per la salute pubblica. Nonostante questo tutto rimane invariato e sicuramente il problema non era così acuto prima che le reti venissero applicate. Mi sembra logico quindi che la stazione di Mantova debba provvedere al più presto ad eliminarle, ne convenite?

Mia Farrow hace huelga por Darfur ( da "Pais, El" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: "cuando la Corte Penal Internacional emitió una orden de arresto contra el presidente sudanés Omar Al Bechir, por su papel en el asesinato, la violación, la tortura y el desplazamiento de millones de personas". Desde entonces, en represalia, Al Bechir ha expulsado a 13 organizaciones internacionales de ayuda.

Africa, il continente nero dell'omofobia: l'allarme è alto in Camerun e Burundi ( da "Blogosfere" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: che porta il Camerun ad agire in piena violazione degli obblighi assunti con il Patto internazionale sui diritti civili e politici (gli art. 2.1 e 26 garantiscono la libertà da qualsiasi discriminazione; l'art. 21 tutela la libertà di associazione e di assemblea) e con la Carta africana dei diritti umani e dei popoli (l'art. 2 garantisce la libertà da ogni discriminazione e l'art.

Il presidente Lukashenko ricevuto dal Papa e da Berlusconi ( da "Giornale di Brescia" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Italia al presidente bielorusso è «fondato sui principi europei della difesa dello Stato di diritto e dei diritti e libertà fondamentali degli uomini e delle donne bielorusse». Un editoriale del Corriere aveva duramente criticato la visita di Lukashenko, descrivendo la grave situazione dei diritti umani nell'ex Repubblica sovietica.

Obama e il rompicapo cubano ( da "Giornale di Brescia" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: mentre Raul Castro ha confermato la disponibilità al dialogo con gli Usa su tutti i problemi (compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel Castro ha inviato un messaggio più negativo. Ma Obama sembra intenzionato a portare avanti il processo di distensione e la sua Amministrazione sta cercando inoltre di avere più scambi culturali ed accademici.

MUSICA - Alle 21,30 concerto dal vivo di Pacifico, autore per ... ( da "Leggo" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti Umani e Territori Occupati: incontro con immagini e testimonianze del viaggio in Palestina della carovana "Sport sotto l'Assedio". Sala San Leonardo, strada Nuova (vicinanze Ponte delle Guglie). CINEMA - Alle 17 e alle 21, per "Fischia il vento", il ciclo dedicato ai temi della Resistenza, il film del giovane autrore Dennis Dellai Terre Rosse;

durban ii e i diritti dimenticati - joaquín navarro-valls ( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ratifica e implementazione da parte della comunità internazionale dei diritti fondamentali della persona, affinché siano eliminate tutte le pesanti discriminazioni esistenti. In altri termini, il valore stesso delle affermazioni di sostanza sui diritti umani sono relegate nell´ambito di un´effettiva applicazione da parte di ogni Paese di accordi pattuiti con la votazione del trattato.

carovana di sport sotto l'assedio ( da "Nuova Venezia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ambito della mostra fotografica «Un muro non basta», si tiene l'incontro «Diritti umani e territori occupati: immagini e testimonianze della Carovana Sport sotto l'assedio in Palestina», di Beatrice Barzaghi e Eliana Caramelli. La Carovana dal 5 al 12 aprile ha attraversato la Palestina per incontrare giovani, bambini, uomini e donne.

Provincia: "Progetto sportello donna disabile" ( da "Caserta News" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: desiderio comune di tutte le donne di potersi riconoscere nei percorsi di vita senza dover ancora oggi subire l'alienazione e la negazione dei diritti umani riconosciuti o l'umiliazione di chi è costretto a chiedere sempre perchè si sente non accettato dal sistema societario e che sia di conseguenza costretto a lottare oltre che con le proprie disabilità anche con la società intera.

FOLIGNO QUARANTA studenti dell'Istituto tecnico commerciale... ( da "Nazione, La (Umbria)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aggiunto padre Lombardi parlando con gli studenti sono un dono per l'umanità e possono veramente promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione». NEL COMPLESSO un incontro molto apprezzato dai ragazzi, che hanno avuto modo di toccare da vicino una realtà di grande tradizione ma anche di grande attualità.

Represión: comenzó el juicio por el crimen de un adolescente ( da "Clarin, El" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ASESINATO Y TORTURA DEL MILITANTE DEL PC FLOREAL AVELLANEDA EN 1976 Represión: comenzó el juicio por el crimen de un adolescente Está acusado el ex general Santiago Riveros y otros jefes de Campo de Mayo. Por: Lucio FernÁndez Moores 1 de 1 Alguna vez, el ex fiscal Julio Strassera lo calificó como un caso paradigmático del terrorismo de Estado.

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 12 «Giornalisti per i diritti umani» Incontro nella chiesa di San Rocco GIORNALISTI per i diritti umani' non è soltanto il titolo di un incontro in cui raccontarsi e raccontare, ma una valida occasione per esprimere la professione del giornalista che, con la sua penna e le sue memorie, riesce a fermare il tempo.

Piden perpetua para cinco policías acusados de matar ( da "Clarin, El" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura seguida de muerte", al relatar que para el Código Penal, tiene la misma carga penal el torturador que el homicida y que en este caso los cinco policías eran homicidas desde que comenzaron los tormentos que provocaron su muerte. En cambio, la pena pedida para Cesari fue porque "la tortura no se hubiera producido si él realizaba correcta y responsablemente su labor como jefe

Dal tifo in Russia ai lager per perdonare i suoi boia ( da "Arena, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: «A quel fascista che mi torturò dissi: Ora sono il professore di suo figlio, un alunno come tutti gli altri...» L'artista Agostino Barbieri è morto nell'agosto 2006 a 91 anni. Era andato ad abitare a Sirmione con la moglie Miranda Briani, intrepida partigiana come era stato anche lui, uno dei 5.

lukashenko, un dittatore a roma - vincenzo nigro ( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Attenti ai diritti umani" Era dal 1995, un anno dopo la sua prima elezione, che l´uomo forte di Minsk non metteva piede in una capitale europea VINCENZO NIGRO ROMA - Un dittatore a Roma. Prima in Vaticano, poi a Palazzo Chigi. Aleksandr Lukashenko è riuscito a farsi sdoganare, incontrando papa Benedetto e Berlusconi: il lungo percorso di riavvicinamento della Bielorussia all´

Il disgelo Al via i colloqui tra Stati Uniti e Cuba ( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel ha inviato un messaggio più negativo. Ma Obama sembra intenzionato a portare avanti il processo di distensione. Al recente vertice delle Americhe molti Paesi hanno sollecitato gli Usa ad azioni più decise nei confronti di Cuba, a cominciare dalla abolizione dell'embargo commerciale in vigore da 47 anni.

spettacolo da manzoni ( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e li trasformò, di tortura in tortura, in colpevoli. Vantandosene pure. Affiora così il duplice livello - e il fascino - della scrittura di Manzoni. La narrazione di un antico abominio giudiziario s'intreccia con l'analisi critica di ciò che esso rivela, e invita a meditare sull'abisso che spalanca.

LA POLIZIA FERMA EGIZIANO CLANDESTINO CON HASHISH ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: SCIENZE GIURIDICHE DIRITTI UMANI ALLE 10.15 NELL'AULA 4 Alle 10.15 di questa mattina, nell'aula 4 del Dipartimento di Scienze giuridiche della facoltà di Giurisprudenza dell'Università statale di Brescia, si concluderà il ciclo di incontri dedicati a «I diritti umani a 60 anni dalla dichiarazione universale del 1948».

Alle 10.15 alla facoltà di Giurisprudenza di via San Faustino 41, Paola Parolari parlerà d... ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 15 alla facoltà di Giurisprudenza di via San Faustino 41, Paola Parolari parlerà de «La tutela dei diritti fondamentali nelle società multiculturali», sesto incontro del ciclo «I diritti umani a 60 anni dalla Dichiarazione Universale del 1948».

INDIA, LA SFIDA DEI CATTOLICI ( da "Giorno, Il (Milano)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Rimangono dunque cruciali tutti i diritti umani a partire dal diritto alla libertà religiosa. Se da un lato è comprensibile la stretta' sull'islam, per paura di ciò che è avvenuto in Pakistan (intere regioni e valli cedute ai talebani e sottoposte alla sharia), continua a rimanere una grande ingiustizia il pregiudizio violento contro i cristiani.

URUGUAY, NO AD AMNISTIA PER LA DITTATURA ( da "Manifesto, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: militari e ai poliziotti accusati di violazioni dei diritti umani durante la dittatura (1973-1985). Ieri la Corte elettorale comincerà l'esame delle firme: se saranno giudicate valide, la «Ley de Caducidad» verrà sottoposta a un nuovo referendum in programma il 25 ottobre. Approvata nel 1986 e ratificata nel 1989, la legge di amnistia è stata giudicata di recente «incostituzionale»

La XIX edizione dell'Helios Festival-Settimana dell'Amicizia entra nel ... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: entra nel vivo con il meeting nazionale su Giornalisti per i diritti umani, alle ore 21 nella Chiesa di San Rocco. Moderatori dell'incontro, che è dedicato alla professione del giornalista, saranno la sociologa Giuditta Castelli e il vicesindaco Teodorico Compagnoni. Ospiti dell'appuntamento saranno il giornalista Rai Vincenzo Varagona con il suo libro Pollicino nel bosco dei media,

I diritti e i rovesci ( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: In politica estera e in economia questa equidistanza può funzionare. Ma nel campo del rispetto dei diritti umani l'avvicinamento agli «standard democratici» europei invocato dal ministro degli Esteri Franco Frattini non ammette vie di mezzo: la direzione giusta è una sola.

Ora è ufficiale: sono stati avviati colloqui "informali" tra funzionari del Dipartime... ( da "Messaggero, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: situazione dei diritti umani nell'isola caraibica. Insomma, dopo quasi cinquant'anni di embargo e di chiusure, sono iniziate le prove tecniche per avviare una svolta nei rapporti tra gli Usa e Cuba. Ieri Thomas Shannon, assistente segretario di Stato per l'Emisfero Occidentale, e Jorge Bolanos, responsabile degli interessi cubani a Washington si sono incontrati nella capitale americana.

iniziative ( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: no alla tortura. Chiusura delle prigioni segrete Cia Energia pulita: proposto piano da 150 miliardi in 10 anni per nuovi lavori e riduzione delle emissioni Economia Lo «stimolo»: varata legge salvataggio da 787 miliardi di dollari (212 per tagli alle tasse, 267 per sussidi, 250 infrastrutture, istruzione, lavori «verdi») Tasse: più alte per i ricchi Salvataggio delle banche:

incontro a washington è il disgelo usa-cuba ( da "Mattino di Padova, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La risposta cubana è stata finora non lineare: mentre Raul Castro ha confermato la disponibilità al dialogo con gli Usa su tutti i problemi (compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel Castro ha inviato un messaggio più negativo.

DA 44 ANNI AL SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI ( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: istruzione e rispetto dei diritti umani, COOPI ( tel. 02.3085057 - www.coopi.org) interviene con tutta l'esperienza e le capacità professionali acquisite in 44 anni di attività. I numeri possono dare la dimensione esatta del lavoro realizzato in questo periodo: 700 i progetti portati a termine in 50 Paesi, 50mila gli operatori locali coinvolti,

Pertini, Lelio Basso e Lombardi tre padri della democrazia ( da "Unita, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in campo internazionale, è legato all'impegno per la difesa dei diritti umani. Fece parte del «Tribunale Russel» e promosse la nascita della «Fondazione Internazionale e la Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli» che oggi prosegue la sua attività con la Fondazione che porta il suo nome.

Genova, Tribunalescelto per i processi "all'americana" ( da "Secolo XIX, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: azione collettiva sarà consentita solo nel caso della violazione dei diritti contrattuali e non per tutti gli illeciti, vale a dire tutte le questioni extracontrattuali. Unica eccezione prevista, quella della pubblicità ingannevole. Mentre per i danni ambientali (casi di inquinamento diffuso riconducibile a questa o a quella industria), per esempio, oppure i danni da fumo,

( da "Adige, L'" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: nei giorni in cui ricordiamo chi diede la vita per la Liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazifascista, celebrare pubblicamente i soldati nazisti che, all'alba del 28 giugno di un anno prima, irruppero nelle case di giovani antifascisti trentini ed altogardesani per ammazzarli sul posto o deportarli in camere di tortura». 28/04/2009

"Scongelerò le adozioni dei bambini bielorussi" ( da "Stampa, La" del 28-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: uomo che guida un Paese escluso dal Consiglio d'Europa per il mancato rispetto dei diritti umani e che, unico nel continente, pratica la pena di morte (4 condanne eseguite nel 2008). Dal Vaticano, dove è stato accolto con gli onori del rango, l'ateo Lukashenko è ripartito auspicando di rivedere presto il Papa in Bielorussia, «se Dio vorrà».

GLI APPUNTAMENTI ( da "Provincia Pavese, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I diritti umani nel mondo» i film «Uganda calling» di Valentina Monti (ore 20), «Louloumme» di Roberto Figazzolo (20.40) e «Afriques: comment Ça va avec la douleur?» di R. Depardon (21). MASTER. Scade giovedì il primo termine per presentare la domanda di ammissione al Master in Ingegneria sismica e Sismologia organizzato dall'

Biennale ( da "Stampa, La" del 28-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti umani, precariato, un excursus da Mazzini alla politica e anche letture tratte da Nietzsche. I temi di sabato toccheranno Internet, l'India, il populismo, il dialogo sordo tra destra e sinistra (se esistono ancora), il multiculturalismo e una bella lettura sulla democrazia secondo Tocqueville (ore 17,

Pirate Bay, le ragioni della condanna ( da "Apogeonline" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: le ragioni della condanna di Elvira Berlingieri Peter Sunde, uno dei tre fondatori di The Pirate Bay 28 Apr 2009 La Corte di Stoccolma ha condannato i gestori del tracker di file torrent a un anno di reclusione e al pagamento in solido di 2,7 milioni di euro per violazione dei diritti d'autore a scala commerciale.

Saremo postliberali? ( da "EUROPA ON-LINE" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: riconoscere il valore della vita umana e della giustizia politica; elaborare una concezione più integra dei diritti umani, che non sono solo quelli di libertà; tracciare un confine tra naturalismo deterministico e libertà, per cui l'uomo non è un semplice pezzo della physis, oggettivabile in laboratorio.

Lukashenko dal Papa in un ( da "Avvenire" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: scrive il ministro, «non si è mai tirata indietro sul tema della difesa dei diritti umani». Secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau, Lukashenko avrebbe rinunciato all'idea di partecipare al vertice Ue del 7 maggio a Praga per lanciare il «partenariato orientale » con una serie di Repubbliche ex sovietiche.

Washington: ( da "Avvenire" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: compresi i prigionieri politici ed i diritti umani) da parte del presidente cubano Raul Castro, mentre il fratello Fidel aveva frenato e posto alcune condizioni, tra cui la scarcerazione di cinque agenti cubani detenuti negli Usa. Il ' New York Times' aveva dato per imminente l'avvio dei contatti tra il Dipartimento di Stato e i diplomatici cubani,

di Chiara Pavan Sarà anche andato in cerca di guai incapace di... ( da "Gazzettino, Il" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: eretico pertinace" che non rinunciò alle sue idee neppure dopo otto anni di galera e tortura, opponendosi all'Inquisizione con la logica dei suoi argomenti. Quanti disastri si continuano a combinare nel nome della religione? «È una vecchia storia: tutte le ideologie autoritarie, sacre e o terrene, non ammettono disobbedienza.

Immigrazione: la Lega torna alla carica sui CIE ( da "Blogosfere" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 28 in Diritti umani Nuovo emendamento del governo per l'allungamento dei tempi di permanenza nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione, ex CPT, semigalere per immigrati da espellere) da 60 a 180 giorni. Prima di entrare nel merito della misura, è necessario un breve ritratto della situazione normativa attuale sugli alloggi pubblici allestiti per i migranti in Italia.

Valorizzazione del territorio ( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Violazione dei diritti umani e distruzione dell'Amazzonia peruviana: l'eccezionale testimonianza di due giovani indigene dell'etnia Ashaninka?. Marishori e Shunita, dopo un breve periodo in Spagna, si trovano in Italia per tenere appunto una serie di conferenze sulla realtà e le problematiche che affliggono i popoli indigeni dell'America Latina e la foresta amazzonica in generale.

Diritti umani in AmazzoniaConferenza ( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Diritti umani in AmazzoniaConferenza con la testimonianza di giovani indigene di etnia Ashaninka g.p.) E' tutto pronto, al Rotary club di Ragusa centro, per accogliere al meglio gli oltre cento partecipanti (provenienti dai club di tutta Italia e anche dall'estero) alla quinta edizione della "Settimana rotariana del Barocco Ibleo"

mistress Lucrezia: "Torturo gli uomini". Video">La mistress Lucrezia: "Torturo gli uomini". Video ( da "Affari Italiani (Online)" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Professione mistress/ Lucrezia: fruste, manette, torture... ma niente sesso. Tutti i segreti di una vera dominatrice Martedí 28.04.2009 16:00 di Nicole Cavazzuti Non confondetela con una escort, né tantomeno con una prostituta. Lucrezia è una Mistress. Una "padrona" professionista, una donna che per mestiere tortura gli uomini.

Fosti securisti dezvaluie secretele microfoanelor din casele noastre ( da "Romania Libera" del 28-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: despre metodele de tortura ale Securitatii… Marian: Da, dar erau considerati dusmani ai poporului. si ororile astea au fost facute de bolsevicii din conducerea tarii si a Securitatii, in special pana la venirea lui Ceausescu la putere. si mai era ceva foarte important care m-a motivat: aversiunea antisovietica a lui Ceausescu,

Lezioni di sesso a 11 anni nelle scuole di Sua Maestà ( da "Giornale.it, Il" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazione dei diritti dei ragazzi. E i rappresentanti dell'Associazione per la pianificazione familiare pensano sia molto pericoloso permettere che alcune scuole interpretino la materia a modo loro. «Sesso e religione non sono incompatibili - dice la direttrice dell'organizzazione Julie Bentley -, ma alle scuole non dovrebbe essere consentito interpretare i concetti della materia.

I conti col passato vanno liquidati senza fare retorica ( da "Giorno, Il (Milano)" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ai giovani dice che nulla debbono ai partigiani rossi il cui proposito era quello di traghettarci dal fascismo al comunismo. La guerra di liberazione dei comunisti fu una guerra privata' e non per la democrazia, la libertà, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani. Per fortuna ci andò bene. Carlo Locatelli

Ong denuncia: Lì dentro condizioni inaccettabili ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Violazioni eclatanti del diritto italiano, europeo e internazionale in materia di immigrazione»: è la conclusione del rapporto della Rete euromediterranea dei diritti umani (Remdh), presentato a Parigi. È la conseguenza «della decisione del governo di trasformare Lampedusa in un luogo di detenzione degli immigrati e di coloro che chiedono asilo»

Lampedusa, la grande fuga dei migranti-bambini: 1119 spariti nel nulla ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Intanto a Parigi, la Rete euromediterranea dei diritti umani, ha presentato un rapporto su Lampedusa, denunciando violazioni e chiedendo di mettere fine alle espulsioni, alla detenzione degli immigrati e l'abrogazione dei Cie. Rapporto di Save the Children: scappa dalle case-alloggio il 60% dei minori stranieri.

Pugno duro gaffe e volgarità Il padrone della Bielorussia ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: hanno protestato per il mancato rispetto dei diritti umani e hanno negato al «padre venerato» e ai sui dirigenti, il diritto di mettere piede nei loro Paesi. Ma a cambiare un poco le cose è giunta la grande crisi che ha colpito tutti, compreso il Paese del bat'ka. Mosca ha così iniziato a lesinare il sostegno e il credito.

Foto di torture, Obama svela il protocollo Abu Ghraib ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: interrogatorio che riportano ai tratti distintivi della tortura dell'inquisizione - lo «strappado» (tortura in cui una persona con le mani legate dietro la schiena veniva sollevata da terra e fatta cadere tramite una corda legata ai polsi), la «question de l'eau» (nella tortura dell'acqua veniva versata dell'acqua nella gola dell'accusato, insieme ad un panno morbido,

Una foto mostra un uomo incappucciato, nudo, con il corpo piagato, seduto in posa fetale nel mezzo d... ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: interrogatorio che riportano ai tratti distintivi della tortura dell'inquisizione - lo «strappado» (tortura in cui una persona con le mani legate dietro la schiena veniva sollevata da terra e fatta cadere tramite una corda legata ai polsi), la «question de l'eau» (nella tortura dell'acqua veniva versata dell'acqua nella gola dell'accusato, insieme ad un panno morbido,

L'America liberal incalza: ora commissione d'inchiesta ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E nessuna impunità per i mandanti delle torture «targate» Cia. Il premio Nobel Paul Krugman, nella sua rubrica sul New York Times, ha sostenuto che i processi agli abusi dell'amministrazione Bush non devono essere considerati «un lusso che gli Stati Uniti non si possono permettere» perché l'America è una nazione di ideali morali.

L' America di Obama chiede verità e giustizia. E nessuna impunità per i ma... ( da "Unita, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: E nessuna impunità per i mandanti delle torture «targate» Cia. Il premio Nobel Paul Krugman, nella sua rubrica sul New York Times, ha sostenuto che i processi agli abusi dell'amministrazione Bush non devono essere considerati «un lusso che gli Stati Uniti non si possono permettere» perché l'America è una nazione di ideali morali.

il leader bielorusso ( da "Eco di Bergamo, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Occidente lo aveva confinato per aver sistematicamente calpestato i diritti umani della sua stessa gente. Dopo due giorni trascorsi a Roma torna in Bielorussia, dove si fa chiamare «batkha», il «padre». In mattinata l'uomo forte di Minsk si ferma a parlare con i giornalisti sotto una pioggia battente e racconta della sua prima volta in Italia.

Obama cumple 100 días en el poder con un récord de apoyo ( da "Nacion, La" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: controversia acaba de abrirla con la publicación de informes sobre tortura de prisioneros, sospechados de terrorismo, durante el gobierno de Bush. El debate aún está abierto. Sus planes para avergonzar -pero no perseguir judicialmente- a los responsables de esos tratos aberrantes podría convertirse en el primer arrinconamiento de su gobierno, censurado por la derecha y la izquierda.

il buio feroce di delbono ( da "Nuova Venezia, La" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dove la malattia sembra confinare con la tortura: «Una stanza bianca. Vuota. Una scatola senza finestre. Tagli di luce dall'alto. Un battito di cuore che pulsa forte, sempre più forte. E poi scompare». In questo contesto, gli esseri umani sono sconosciuti tra di loro, alieni l'uno per l'altro: «Con il viso bianco riproducono giochi sadici, violenti,

Stranieri respinti, l'Europa apre un fascicolo ( da "Corriere del Veneto" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritti. Un mese fa anche il sindaco Massimo Cacciari aveva ammesso che «le violazioni dei diritti dei migranti sono ampiamente documentate ed è palese che i diritti umani più elementari non vengano spesso rispettati all'interno dei porti». D'altro canto il primo cittadino aveva ribadito che il problema dell'immigrazione deve essere risolto su scala nazionale e che le città portuali

operazione "summer school" al via poli, iulm e cattolica ( da "Repubblica, La" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: diritto, letteratura, management, psicologia, relazioni internazionali. Fra le novità di quest´anno, il seminario psicologico di "Assessment Terapeutico dal vivo", la settimana sui diritti umani "Diritti dell´uomo e sviluppo dei popoli" e i due moduli agro alimentari di "Quality differentiated markets in the food system"

Trento 21 , documentario scomodo Spazio Off - via Venezia 5 ( da "Adige, L'" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Dopo il ciclo di film dedicati al tema delle dittature e dei diritti umani, ecco la proiezione di un documentario «scomodo», «Jenin Jenin», incentrato sul conflitto israelo-palestinese, di Mohammad Bakri (censurato in Israele e mai trasmesso dalle tv arabe ad eccezione della libanese «Future»). Il regista palestinese, con passaporto israeliano, è stato addirittura arrestato a Bina,

Pedofilia e sadismo on line,... ( da "Giornale.it, Il" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. Legati e imbavagliati In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell?ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili.

si fa presto a dirsi liberale - gadi polacco ( da "Tirreno, Il" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aderito alla Convenzione europea per i diritti umani (siglata nel 1950 ed entrata in vigore tre anni dopo, basata peraltro sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948). questa all'articolo 1, stabilisce: "Le Alte Parti Contraenti riconoscono ad ogni persona soggetta alla loro giurisdizione i diritti e le libertà definiti al Titolo primo della presente Convenzione.

Bambini torturati in filmati hard. Tre arresti ( da "Affari Italiani (Online)" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, in cui si vedono bambini di 4 o 5 anni, spesso imbavagliati e legati, costretti a subire pratiche indicibili.

Europa e nuova Nato nell'era di Obama ( da "Denaro, Il" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: rispetto dei diritti umani e delle regole. Abbiamo accolto con entusiasmo la decisione della Francia di reintegrare dopo quarant'anni la struttura del comando militare e siamo sicuri che la piena partecipazione della Francia nella Nato costituisca il simbolo di un impegno europeo rinnovato che rinforzerà la Nato e l'Europa".

migranti respinti, i ricorsi sono ammissibili ( da "Nuova Venezia, La" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: europea dei diritti umani con sede a Strasburgo ha ritenuto ammissibili i ricorsi individuali di 35 migranti, moltissimi di loro minorenni, respinti ai porti di Venezia e Ancona. «Questo significa - spiega una portavoce dell'associazione - che adesso pende un procedimento contro i governi italiano e greco, accusati di violazioni dei diritti fondamentali denunciate da questi migranti»

Pedofilia, video di torture sui bimbi, 69 indagati, 4 arresti ( da "City" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: online video torture bimbi, 69 indagati e 4 arresti Sono per lo più professionisti tra i 40 e 60 anni. Avevano scaricato video con torture estreme su bimbi di 4-5 anni, girati probabilmente all'estero. SIRACUSA - Scaricavano da internet filmati pedopornografici a sfondo sadico, in cui bimbi di 4 o 5 anni venivano imbavagliati e legati e sottoposti ad atroci violenze.

Amplían querella en caso Porvenir ( da "Razòn, La" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: identificar a personas que están implicadas en la emboscada, tortura y matanza a los campesinos, normalistas, mujeres y niños". El activista insistió además en que este tipo de hechos no deben quedar en la impunidad. Por el contrario, señaló a la agencia que debe frenarse el uso del poder desmedido y descontrolado con la sanción que corresponde.

Gb, lezioni di sesso a 11 anni. Polemiche ( da "Giornale.it, Il" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: violazione dei diritti dei ragazzi. E i rappresentanti dell'Associazione per la pianificazione familiare pensano sia molto pericoloso permettere che alcune scuole interpretino la materia a modo loro. «Sesso e religione non sono incompatibili - dice la direttrice dell'organizzazione Julie Bentley -, ma alle scuole non dovrebbe essere consentito interpretare i concetti della materia.

Pedofilia, "video con bimbi torturati": 3 arresti e 69 indagati ( da "Dire" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: video con bimbi torturati": 3 arresti e 69 indagati ROMA - "Il mercato e' in crescita ma il fenomeno non e' inarrestabile". Cosi' il presidente di Telefono Arcobaleno commenta la maxi operazione che ha portato 69 denunce e 3 arresti in 16 regioni italiane per la condivisione via internet di filmati pedofili di genere sadico,

La Corte dei diritti umani ha ritenuto ammissibili i ricorsi di 35 migranti Molti sono minorenni, come l'afghano Zaher ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: La Corte dei diritti umani ha ritenuto ammissibili i ricorsi di 35 migranti Molti sono minorenni, come l'afghano Zaher Mercoledì 29 Aprile 2009,

L'Europa apre un procedimento sul trattamento dei clandestini al Porto ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Europa apre un procedimento sul trattamento dei clandestini al Porto Mercoledì 29 Aprile 2009, La Corte europea dei diritti umani, con sede a Strasburgo, ha ritenuto ammissibili i ricorsi individuali di 35 migranti, moltissimi dei quali minorenni, per le condizioni disumane dei viaggi a bordo di traghetti della Grecia in arrivo a Venezia e per il modo inn cui vengono respinti.

Irak suspende en Derechos Humanos ( da "Pais, El" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: año pasado la Convención contra la Tortura, pero aún falta armonizar su contenido con el Código Penal", señala Aranaz. Con todo, lo peor es la impunidad. Los abusos de policías y soldados rara vez reciben el castigo que merecen, bien porque los mecanismos para su denuncia y persecución no están en pie, bien porque los jueces están desbordados y carecen de medios para investigarlos.

Filmati on line con bambini torturatitre arresti e 69 indagati in 16 regioni ( da "Sicilia, La" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Filmati on line con bambini torturati tre arresti e 69 indagati in 16 regioni Siracusa. Sorpreso in flagranza dagli investigatori mentre era collegato con un sito pedopornografico. Le manette sono scattate ai polsi del responsabile di una struttura per il recupero dei tossicodipendenti in provincia di Catanzaro.

Maxioperazione anti-pedofilia in 16 regioni. Perquisizioni anche in Abruzzo ( da "PrimaDaNoi.it" del 29-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili.

L'operazione: un trentino denunciato ( da "Trentino" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Le indagini del Nit hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere "sadism", ovvero lungometraggi con tortura delle vittime. Il trentino, un operaio specializzato, è accusato di scambio di foto e video pedofili.

Garzón abre un nuevo proceso contra los torturadores e instigadores de Guantánamo ( da "Pais, El" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura y malos tratos sobre personas privadas de libertad sin cargo alguno y sin los elementales derechos de todo detenido, marcados y exigidos por las convenciones internacionales aplicables". Este plan sistemático configura para Garzón la "posible existencia de una acción concertada para la ejecución de una multiplicidad de delitos de torturas contra las personas privadas de libertad

Amnistia critica la doble moral del govern d'Obama ( da "Avui" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: aquests actes de tortura i doni a les víctimes la possibilitat real de rescabalar-se". Titulat Missatges contradictoris: mesures antiterroristes i drets humans. Els 100 primers dies del president Obama, l'informe d'AI recorda al president nord-americà que encara té "mesures pendents" a prendre respecte a la base aèria de Bagram (Afganistan)

Il premio Langer in terra iraniana ( da "Alto Adige" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Narges Mohammadi è convinta che la società iraniana desideri profondi cambiamenti verso la democrazia e il pieno rispetto dei diritti umani: «La società iraniana - dice a questo proposito - sta rivendicando con forza il proprio diritto alla democrazia. Studenti, lavoratori, insegnanti, donne, giovani avanzano richieste precise e il Governo dovrà dare loro una risposta.

Pedofilia on line, tre indagati ( da "Gazzetta di Modena,La" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. Anche a casa di uno dei modenesi, l'uomo di 65 anni, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di 4 o 5 anni, a volte imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili.

Video di bimbi stuprati: trevigiano in cella ( da "Tribuna di Treviso, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: torture sessuali. Trovato in flagranza di reato, per il trevigiano è scattato l'arresto e ora dovrà rispondere di «detenzione e scambio di filmati pedopornografici». Con lui sono finiti in manette: un impiegato di 57 anni di Bergamo; un quarantanovenne sempre bergamasco sposato e padre di due figli, un medico sessantenne di Catanzaro dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti.

acegasaps esclude ogni violazione dei diritti sindacali del personale ( da "Mattino di Padova, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: assemblee e sul nuovo contratto AcegasAps esclude ogni violazione dei diritti sindacali del personale AcegasAps (nella foto) prende posizione sulle polemiche sindacali sorte intorno alla questione del lavoro straordinario: «Il nuovo sistema di calcolo delle prestazioni, su base settimanale e non più giornaliera, è un effetto dell'applicazione del nuovo contratto nazionale Federambiente»

Voli segreti Cia Barack faccia luce come sulle torture ( da "Unita, L'" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il waterboarding è una forma di tortura e la tortura, è bene ricordarlo sempre, è un crimine internazionale. Il diritto internazionale è chiaro. La tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, non possono mai essere giustificati. Essi non sono mai legali. Non c'è "guerra al terrorismo" che ne possa giustificare l'utilizzo».

Immigrazione, l'opposizione deve sperare in Fini ( da "Secolo XIX, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Europa per i diritti umani Thomas Hammerberg. Una logica intollerante e illiberale che non protegge la sicurezza degli italiani perché rischia di spingere gli immigrati al conflitto razziale e che non conviene al Paese, alla sua economia e al suo welfare, perché non comprende che cos'è effettivamente il nostro mercato del lavoro.

rifondazione riparte dal tessile ( da "Tirreno, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: parità di diritti tra cittadini italiani e stranieri nei luoghi di lavoro: «Sarebbe bastato applicare la Dichiarazione universale dei diritti umani per evitare che i capannoni si riempissero di schiavi». Lavoro, ma anche cultura dell'immigrazione con il rilancio del Premio letterario per Prato da dedicare a storie di integrazione fra popoli.

Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Reati e pene - Misure di sicurezza - Applicazione anche nei confronti di minori infraquattordicenni senza previsione di ( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Lamentata violazione dei diritti inviolabili della persona, del principio di tutela dell'infanzia e della famiglia, delle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, del principio del contraddittorio tra le parti nonche' lamentata disparita' di trattamento tra le garanzie difensive accordate ai maggiorenni e quelle previste a favore di minorenni -

Un camper di medici per i diritti ( da "Manifesto, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: OSTIENSE Un camper di medici per i diritti «Un camper per i diritti» è il progetto che l'associazio- ci.gu ROMA «Un camper per i diritti» è il progetto che l'associazione Medici per i diritti umani porta avanti dal 2004, con l'obiettivo di offrire un servizio medico itinerante a favore delle popolazioni più vulnerabili.

Il rifugio segreto dei rifugiati ( da "Manifesto, Il" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: associazione Medici per i diritti umani che da ormai tre anni segue da vicino le condizioni dei profughi afghani che vivono alla stazione Ostiense. E' molto giovane, ha appena diciotto anni. Gentile, ma intransigente. Qui non ci sono portavoce: la stazione è da parecchio tempo il rifugio per quasi tutti gli afghani che arrivano a Roma,

Guantánamo: Garzón abre un juicio y complica a Bush ( da "Clarin, El" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: de tortura en su gobierno. Por: Madrid. EFE Y AFP 1 de 1 El juez español Baltasar Garzón abrió una causa para investigar a los posibles "autores materiales, inductores, cooperadores necesarios y cómplices" de los supuestos delitos de torturas cometidos en la prisión estadounidense de Guantánamo durante el gobierno de George Bush.

RICORRE IL 60 anniversario della Dichiarazione ... ( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Molte sono le iniziative, attività ed eventi che ci hanno visti protagonisti attivi e spettatori attenti, nella consapevolezza di essere noi ragazzi a dover operare per un futuro garante dei diritti individuali, civili,

C'È ANCHE un polesano coinvolto in una maxi opera... ( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili.

( da "Nazione, La (Umbria)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Il concerto fa parte delle iniziative organizzate dall'associazione per i diritti umani in occasione della sua XXIV Assemblea generale, in programma a Trevi da venerdì a domenica. Têtes de Bois è una band molto speciale, un sestetto composto di voce, tromba, contrabbasso, piano e fisarmonica, chitarra, set percussivo.

"Bush aplicó tortura", dijo Obama ( da "Nacion, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura", dijo Obama Defendió la prohibición de los interrogatorios ilegales y dijo que no cerrará la frontera con México Noticias de Exterior: anterior | siguiente Jueves 30 de abril de 2009 | Publicado en edición impresa ImprimirEnviar por e-mailCambiar tamañoPublicarVotar (0) Ya votaste (0) Compartir Link permanente Menéame Google bookmark YahooMyWeb Newsvine BlinkList Digg Reddit

: all'Onu la chiusura delle celebrazioni per l'Eroe ( da "Nazione, La (Firenze)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: in ragione della loro cultura politica, o per motivi religiosi, non rispettano affatto i diritti umani, oppure conculcano i diritti delle donne e delle minoranze etniche o religiose. Tuttavia alcuni di questi pesi alzano il dito accusatore e pretendono di strumentalizzare gli stessi valori che stanno alla base della carta dell'Onu.

IL PEGGIO del peggio della pedofilia: filmati di genere sadico, girati, verosimil... ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili.

SONO STATI perquisiti anche i computer di tre modenesi ieri dagli uomini del nucleo investigativo te... ( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, con ogni probabilità girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche irriferibili.

Premio Langer alla Mohammadi ( da "Corriere Alto Adige" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 1 Giornalista iraniana Premio Langer alla Mohammadi «Donna simbolo per i diritti civili» BOLZANO Il premio Alexander Langer 2009 è stato assegnato alla giornalista iraniana Narges Mohammadi (nella foto), vicepresidente e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani e presidente del comitato esecutivo del Consiglio nazionale della pace in Iran.

( da "Corriere Alto Adige" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Narges Mohammadi è un grande esempio nella lotta per la libertà e per i diritti di uguaglianza delle donne». Con questa motivazione, il premio internazionale Alexander Langer 2009 è stato assegnato alla giornalista iraniana che è anche vicepresidente e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani e presidente del comitato esecutivo del Consiglio nazionale della pace.

MENTRE in Occidente si discute se il burqa sia un simbolo di libertà femminile alternat... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Ciò che gli infatuati del multiculturalismo non riescono a capire, è che la sharia, cioè la legge dell'islam, è desunta dal Corano, quindi intoccabile, e soprattutto sprezzante del principio di laicità come lo intendiamo noi e dei diritti umani incentrati sulla magna charta dell'Onu. Gianni Toffali, Verona

Garzón apre un'inchiesta sulle torture a Guantánamo ( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: inchiesta sulle torture a Guantánamo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID Il giudice spagnolo Baltasar Garzón sembra aver trovato il punto debole della «fortezza» di Guantánamo (foto), finora inespugnata dalla giustizia ordinaria. Partendo dalle denunce di quattro ex detenuti, tra i quali il «talebano spagnolo» Hamed Abderrahman Ahmed,

Parma Lirica, lezione di integrazione con i Cori ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: 2009 FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI STASERA A INGRESSO LIBERO Parma Lirica, lezione di integrazione con i Cori Incontro di generazioni Ieri la presentazione dell'iniziativa. Un programma originale che affianca il gospel ai brani cantati in dialetto Giorgia C. Facchinetti II Due generazioni a confronto unite da una grande passione,

Il primo arabo nel Giardino dei Giusti: salvò decine di ebrei ( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: attivista dei diritti umani in Bosnia- Erzegovina Duako Condor, il console italiano in Rwanda Pierantonio Costa che ha portato in salvo con la sua automobile duemila tutsi tra cui 375 bambini durante il genocidio in Rwuanda, l'arabo tunisino Khaled Abdul Wahab che, durante la Seconda guerra mondiale, nascose e sfamò per diversi mesi un gruppo di ebrei e,

Primo maggio, cappelletti e solidarietà ( da "Gazzetta di Reggio" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: dicono sempre gi organizzatori - dimostra che ancora oggi occorre vigilare perché i diritti umani e la libertà non sono concetti scontati». Il menu del pranzo prevede cappelletti e lambrusco, cima di vitello alla genovese e ciambella. Prezzo 16 euro. Info e prenotazioni: Pd Correggio, telefono 0522 692340 (la mattina) oppure 339 228.

Parigi: la 1.618 Sustainable Luxury Fair ( da "superEva notizie" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: e dei diritti umani, alla ricercatezza dei materiali e all'artigianalità delle lavorazioni che riguarderanno diversi settori dall'abbigliamento alla tecnologia, dal design alla gioielleria, dalle automobili alla cosmetica. Le tematiche sostenibili che hanno conquistato i ricchi "neogreen" sono al centro dell'interesse dei marchi del lusso come dimostra il summit internazionale "

SERRA SAN QUIRICO: Atelier di pittura per i ragazzi de 'Il Sollievo' ( da "By Marche.it" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: L'atelier sarà condotto dagli utenti e gli operatori del centro, in collaborazione con gli studenti delle Accademie delle belle arti di Brera e Macerata. Il tema affrontato sarà quello della Dichiarazione dei Diritti Umani. Tutte le info nell'approfondimento e sul sito di ATG

Usa, i primi 100 giorni di Obama "Buona partenza, ma è solo l'inizio" ( da "Repubblica.it" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: tortura", ha ribadito, e rinunciare alla tortura può solo rendere l'America "più forte e più sicura". Obama si è anche impegnato a rivedere "la legge sul segreto di Stato". Per quanto riguarda l'aborto, il presidente americano ha ribadito di ritenere che le donne abbiano "il diritto di scegliere", ma ha sottolineato che l'

Obama si dà il voto dopo i 100 giorni: "Buona partenza, ma è solo l'inizio" Pil Usa in picchiata: crollo del 6,1% ( da "Quotidiano.net" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: è tortura», ha ribadito, e rinunciare alla tortura può solo rendere l?America «più forte e più sicura». Obama si è anche impegnato a rivedere «la legge sul segretodi Stato». Per quanto riguarda l?aborto, il presidente americano ha ribadito di ritenere che le donne abbiano «il diritto di scegliere», ma ha sottolineato che l?

El número de páginas 'web' de pornografía infantil se redujo un 9% en 2008 ( da "Pais, El" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Las imágenes que incluyen penetración o tortura, sin embargo, aumentan casi un 50% con respecto a 2007 AGENCIAS - Londres - 30/04/2009 Vota Resultado 0 votos Los sitios web que exhiben pornografía infantil cayeron un 9% en el 2008, hasta los 1.536 casos, con respecto a 2007. Sin embargo, el volumen de material apenas se ha resentido y las imágenes aún se pueden encontrar en la Red,

Brescia scende in piazza per la festa dei lavoratori ( da "Brescia Oggi" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: I lavoratori della Valtrompia festeggeranno un Primo Maggio all'insegna dei diritti umani e del diritto al lavoro, per festeggiare i 60 anni della Dichiarazione universale dell'assemblea delle Nazioni unite. Lo faranno con un concerto non stop di musica e solidarietà dalle 15 alle 23 nel piazzale Portici di Gardone culla del movimento operaio bresciano.

USA: OBAMA, PUBBLICARE DOCUMENTI SU INTERROGATORI DECISIONE CORRETTA ( da "Adnkronos" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: USA: OBAMA, PUBBLICARE DOCUMENTI SU INTERROGATORI DECISIONE CORRETTA IL WATERBOARDING E' TORTURA commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 30 aprile, ore 11:26

Mao e Stalin hanno sbagliato tutto? Slavoj Zizek rivaluta le "cause perse" pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: paragrafo dedicato alla questione della tortura, mettendo l'accento sugli effetti dell'ammissione pubblica dell'utilizzo della tortura da parte delle autorità statunitensi. Nella pubblica ammissione e nel dibattito pubblico sulla tortura, più che nella tortura stessa, è necessario vedere il processo di corruzione che sta intaccando l'ossatura morale che struttura la civiltà occidentale,

Violazione dei diritti umani ( da "Sicilia, La" del 30-04-2009)
Argomenti: Diritti umani

Abstract: Amazzonia peruviana Violazione dei diritti umani Con un doppio concerto nella stessa giornata è stato presentato ufficialmente al Majazzè di Scicli Even Eight, esordio discografico del QuartaDimensione Trio edito da Rai Trade/Video Radio. Il trio tutto siciliano, formato da Claudio Quartarone alla chitarra, Peppe Tringali alle percussioni e Alberto Fidone al contrabbasso,


Articoli

Dopo la conferenza dell'Onu a Ginevra sul razzismo, si continua a discutere se l'esito sia... (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Dopo la conferenza dell'Onu a Ginevra sul razzismo, si continua a discutere se l'esito sia stato migliore di quanto alcuni temessero, se abbiano avuto ragione i presenti o gli assenti, e così via. Ma sarebbe meglio sperare che non ci siano altre conferenze di questo tipo, e che l'Onu trovi altri modi di combattere il razzismo. Il vertice ginevrino è stato definito Durban II, pensando all'analoga conferenza che si tenne in Sud Africa otto anni fa. In realtà, questa riunione planetaria (o quasi) era la quarta nel suo genere. Le prime due si svolsero nel 1978 e nel 1983 e già allora gli Stati Uniti non parteciparono, per la manifesta tendenza della maggioranza (Paesi arabi e Terzo mondo) a farne l'occasione d'una messa sotto accusa dell'Occidente e in particolare di Israele .A Durban nel 2001 le cose non andarono meglio. La vigilia fu dominata dalla richiesta arabo-palestinese di paragonare il sionismo al razzismo (benché un'infausta dichiarazione in tal senso dell'Assemblea generale dell'Onu fosse stata sepolta da una marea di proteste e revocata) e dalla domanda di «compensazione» di diversi Paesi africani, in particolare agli Stati Uniti, per la tratta degli schiavi di alcuni secoli fa. La seconda (volendo prescindere dal contesto storico e dai decisivi progressi della condizione degli «schiavi», in un'America che aveva combattuto una sanguinosa guerra civile per la loro liberazione, e che stava per avere, come oggi ha, un Presidente di origine africana) poteva anche apparire in qualche misura plausibile, mentre la prima, per quante critiche politiche si potessero e si possano fare ai governi israeliani, consisteva nel riproporre una provocazione assoluta. E tuttavia, sia pure in termini in parte diversi dalla famigerata risoluzione dell'Assemblea generale, rimase nel documento finale un'esplicita e dura condanna dello Stato ebraico. È nel ricordo di Durban I che gli Stati Uniti e altri Paesi, tra i quali Italia e Germania, oltre naturalmente a Israele, non hanno accettato di partecipare alla Durban II. Ma ci si continua a chiedere se questa volta non sia stato diverso, se non abbiano avuto ragione i presenti a contrastare un altro esito infausto, e se il documento finale non sia poi migliore del previsto. Può darsi. La specifica condanna di Israele questa volta non c'è, anche se la si ritrova implicita nel richiamo ai risultati della Durban I. E ci sono apprezzabili impegni sul piano generale, per la parità e la dignità delle persone. Ma ciò non basta per benedire questo tipo di riunioni. Intanto è da vedere, con giustificato scetticismo, quale esito pratico avranno gli impegni presi o le promesse fatte da Stati non certo famosi per la tutela dei diritti umani e civili, mentre resta la possibilità che si offre ai leader più esagitati ed estremisti di farsi la loro propaganda, magari a uso interno. E, più generalmente, c'è un clima di confronto, che porta a divisioni (anche all'interno di gruppi omogenei come l'Unione europea) più che alla concorde ricerca della soluzione migliore. Insomma, anche se la Durban II è stata meglio, o meno peggio, della Durban I, speriamo che non ci sia una Durban III. Nel senso, certo, che non ce ne sia più bisogno. Ma, se il bisogno ci sarà, perché il razzismo, un po' ovunque, non cesserà di colpo, esistono altri rimedi. Sul piano dei principi da rispettare, non c'è già la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, approvata dall'Onu nel 1948 e ribadita e aggiornata cinquant'anni dopo? E, se uno o più Paesi non ne tengono conto, non è meglio che l'Onu stessa intervenga sui casi specifici, con le opportune sanzioni? Invece di celebrare alla pari, di fatto, buone e cattive intenzioni, in megaconferenze, nel migliore dei casi, compromissorie.

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In stazione sotto i piccioni morti (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

In stazione sotto i piccioni morti Immaginate di stare in un pioppeto in un giorno del mese di maggio, quando si liberano i piccoli semi piumosi, ma questa volta a entrarvi nella bocca, tapparvi narici e occhi, ad appiccicarvisi su capelli e vesti è un'altra cosa, a turbinare e imbiancarvi sono piccole piume di piccione frammiste a feci. Qualcosa di terribile davvero! A questa esperienza, per quanto ripugnante, si è sottoposti ogni qualvolta soffi una leggera brezza e ci si trovi alla stazione dei treni di Mantova. Questo accade perché alle tettoie parapioggia presso i binari, sono state applicate delle reti antipiccione, ma già dalla prima fissatura il metodo non ha funzionato. Infatti, i piccioni, trovando sempre delle fessure, si infilano dentro rimanendo intrappolati nella gabbia, loro: ma anche noi, che siamo costretti ad aspettare il treno sotto queste enormi voliere, con le carcasse dei piccioni morti stremati a collo penzolante. Il macabro spettacolo ha già avuto modo di rivelarsi una tortura crudele per gli animali e un pericolo per la salute pubblica. Nonostante questo tutto rimane invariato e sicuramente il problema non era così acuto prima che le reti venissero applicate. Mi sembra logico quindi che la stazione di Mantova debba provvedere al più presto ad eliminarle, ne convenite? Lettera firmata

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Mia Farrow hace huelga por Darfur (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Mia Farrow hace huelga por Darfur La actriz ayuna para reclamar atención hacia esa región de Sudán YOLANDA MONGE - Washington - 28/04/2009 Vota Resultado 0 votos Está indignada. Desesperada. Y cansada de que el mundo vuelva la cara "ante los miles de hombres, mujeres y niños inocentes que cada día mueren de hambre, sed y enfermedad" en Darfur. Por eso Mia Farrow anunció que ayer comenzaba una huelga de hambre "como expresión personal de indignación por un mundo" apático frente a la población que muere de hambre y sed. Con esa decisión, la actriz busca llamar la atención de los líderes mundiales ante el horror que se vive en Sudán desde que estalló la guerra civil en 2003. La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas Además, la Embajadora de Buena Voluntad de Unicef advierte de que la crisis de Darfur se agravó el 4 de marzo, "cuando la Corte Penal Internacional emitió una orden de arresto contra el presidente sudanés Omar Al Bechir, por su papel en el asesinato, la violación, la tortura y el desplazamiento de millones de personas". Desde entonces, en represalia, Al Bechir ha expulsado a 13 organizaciones internacionales de ayuda.

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Africa, il continente nero dell'omofobia: l'allarme è alto in Camerun e Burundi (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Apr 0927 Africa, il continente nero dell'omofobia: l'allarme è alto in Camerun e Burundi Pubblicato da Vincenzo Branà alle 23:39 in Attualità Nonostante l'appello delle Nazioni unite per le depenalizzazione dell'omosessualità nel mondo, nel continente africano si assiste a un sinistro reflusso di politiche a stampo omofobico che, tradotte in leggi, danno vita a vere e proprie persecuzioni. è il caso del Camerun, ad esempio, la cui comunità gaylesbica è oggetto di un appello di Amnesty Intenational. Già nel marzo scorso, alla vigilia della visita di papa Benedetto XVI nello stato africano, l'associazione per i diritti umani si era rivolta direttamente al pontefice chiedendo un suo intervento presso le autorità locali affinchè si interrompesse la persecuzione di gay e lesbiche. Nel 2005, riferisce Amnesty, era stato proprio un ministro camerunense della Chiesa Cattolica Romana ad aizzare l'odio contro gli omosessuali, attivando un crescendo che porta il Camerun ad agire in piena violazione degli obblighi assunti con il Patto internazionale sui diritti civili e politici (gli art. 2.1 e 26 garantiscono la libertà da qualsiasi discriminazione; l'art. 21 tutela la libertà di associazione e di assemblea) e con la Carta africana dei diritti umani e dei popoli (l'art. 2 garantisce la libertà da ogni discriminazione e l'art. 10 la libertà di associazione e di assemblea). Il Codice penale camerunense infatti criminalizza le relazioni sessuali fra persone dello stesso sesso: in base alla sezione 347a "Chiunque abbia una relazione sessuale con una persona del suo stesso sesso sarà punita con la prigione, da sei mesi a cinque anni, e con una multa variabile fra i 20 mila e i 200 mila CFA (approssimativamente fra i 27 e i 267 euro)". Nel 2006 gli omosessuali furono segnalati in una sorta di lista "dell'onta" pubblicata nei giornali scandalistici con titoli che richiamavano concetti come la devianza. Gli abusi insomma non sono una novità in quella parte dell'Africa: lo scorso gennaio Tawanda Hondora, direttrice del programma di Amnesty International per l'Africa, aveva consegnato una relazione allarmata sui gravi casi di repressione del dissenso politico, che hanno causato nell'ultimo anno decine e decine di vittime, tra manifestanti e operatori dell'informazione. Nelle carceri poi si vive tra i topi e alcuni detenuti dormono perfino nelle latrine. Chi viene anche solo sospettato di essere omosessuale è fatto oggetto di violenze e abusi da parte degli altri carcerati. Nel frattempo anche il Burundi si è mosso velocemente verso la criminalizzazione dell'omosessualità: già lo scorso novembre il Commissaro Europeo Louis Michel si era detto turbato dalle iniziative dell'organo legislativo del paese africano, volte appunto a mettere al bando le relazioni tra persone dello stesso sesso. Poco più di un mese fa, poi, in quel paese si è tenuta addirittura una marcia di quasi 20mila persone che chiedeva leggi anti.gay. E proprio l'altro giorno è arrivato l'epilogo: il presidente del Burundi ha appena promulgato una legge che criminalizza l'omosessualità, sanzionandola con una pena dai tre mesi a due anni di prigione.

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Il presidente Lukashenko ricevuto dal Papa e da Berlusconi (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 28/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero Il presidente Lukashenko ricevuto dal Papa e da Berlusconi CITTÀ DEL VATICANO Si è presentato in Vaticano tenendo per mano un bimbo biondo che ha regalato al Papa un abbecedario, e ha invitato Benedetto XVI in Bielorussia, chiosando «se Dio vorrà»: il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, ateo dichiarato e additato dai critici quale l'ultimo dittatore dell'ex impero sovietico, ha voluto mostrare ieri al Pontefice, nel suo primo tour diplomatico dopo anni di isolamento, il volto quieto di un padre e il suo incoraggiamento al dialogo tra cattolici e ortodossi. Papa Ratzinger gli ha concesso ben venticinque minuti di colloquio privato, non poco per essere il capo di un piccolo Stato, ma non abbastanza, tuttavia, per essere interpretato necessariamente come un'apertura di credito. Il Papa, si sa, riceve tutti i capi di Stato, e il comunicato finale non si sbilancia troppo nei giudizi. Le conversazioni - si legge nella nota ufficiale diffusa dalla Santa Sede dopo l'incontro - si sono svolte in un «clima positivo». Al centro dei colloqui - aggiunge la nota - le «questioni attinenti al rapporto tra fede e ragione e al dialogo interconfessionale e interculturale», oltre a «temi di carattere internazionale legati alla promozione della pace e dell'autentico progresso dell'umanità». Sono state affrontate, inoltre, «alcune problematiche interne del Paese, argomenti concernenti la Chiesa cattolica in Bielorussia e le prospettive di approfondimento della collaborazione tra le due parti». I cattolici in Bielorussia sono circa il 15% mentre il 25% della popolazione si dichiara ateo, come in molti Paesi ex comunisti. Il 60% della popolazione è di fede ortodossa, e la Chiesa bielorussa dipende dal Patriarca di tutte le Russie. In serata, Lukashenko ha incontrato il presidente del Consiglio, Berlusconi e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che in una lettera al Corriere della Sera ha voluto rispondere ad alcune critiche sul mancato rispetto dei diritti umani nel regime di Minsk, sostenendo che l'Italia «non si è mai tirata indietro» su questo tema e affermando che il messaggio dell'Italia al presidente bielorusso è «fondato sui principi europei della difesa dello Stato di diritto e dei diritti e libertà fondamentali degli uomini e delle donne bielorusse». Un editoriale del Corriere aveva duramente criticato la visita di Lukashenko, descrivendo la grave situazione dei diritti umani nell'ex Repubblica sovietica.

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Obama e il rompicapo cubano (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale di Brescia" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Edizione: 28/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero Obama e il rompicapo cubano La nuova Amministrazione ha avviato una timida politica di distensione con l'Avana Ieri incontro tra un delegato del dipartimento di Stato e un rappresentante castrista Nei suoi primi cento giorni di presidenza Barack Obama sta cercando di dare risposte a molte sfide ancora irrisolte per gli Usa WASHINGTONUn incontro tra un funzionario del Dipartimento di Stato ed un diplomatico cubano ha segnato un altro passo ieri a Washington nel processo di distensione tra i due Paesi innescato dalla Amministrazione Obama. Il Dipartimento di Stato ha cercato ieri di non creare attese per l'incontro tra Thomas Shanno, assistente segretario di Stato per l'Emisfero Occidentale, e Jorge Bolanos, responsabile degli interessi cubani a Washington. Molti temi sul tavolo Ma fonti dello stesso Dipartimento di Stato avevano in precedenza confermato al New York Times che il colloquio (il secondo in due settimane) mirava a esplorare argomenti di comune interesse - dall'immigrazione al traffico di droga - che potranno essere affrontati in modo più formale in un prossimo futuro dai due Paesi. L'Amministrazione Obama ha annunciato pochi giorni fa una serie di misure distensive verso Cuba - relative ai viaggi dei cubano-americani nell'isola e all'invio di rimesse - segnalando la volontà di aprire una nuova era nei rapporti tra Washington e l'Avana. La risposta cubana è stata finora non lineare: mentre Raul Castro ha confermato la disponibilità al dialogo con gli Usa su tutti i problemi (compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel Castro ha inviato un messaggio più negativo. Ma Obama sembra intenzionato a portare avanti il processo di distensione e la sua Amministrazione sta cercando inoltre di avere più scambi culturali ed accademici. Al recente vertice delle Americhe molti Paesi hanno sollecitato gli Usa ad azioni più decise nei confronti di Cuba, a cominciare dalla abolizione dell'embargo commerciale in vigore da 47 anni. Gli Usa intendono portare avanti il dialogo con Cuba ma non vogliono nello stesso tempo dare l'impressione di rinunciare a premere a loro volta su quelle che per Washington sono le questioni più importanti: la liberazione dei prigionieri politici dalle carceri cubane e il rispetto dei diritti umani da parte del regime. Diplomazia degli yacht A testimonianza del rinnovato clima sono giunte anche le parole di Sabino Fernandez, presidente del gruppo «Marlin nautica y marinas»: nel primo trimestre dell'anno le imbarcazioni Usa che hanno raggiunto le coste cubane sono state 18, a fronte dei cinque yacht dello stesso periodo dell'anno scorso, un aumento del 30%. Da parte sua, Josè Escrich, presidente del Club nautico internazionale di Cuba, ha detto che «negli ultimi tempi abbiamo ricevuto numerosi operatori americani che stanno cercando di organizzare eventi bilaterali, per esempio tornei di pesca e regate», come la gara che si terrà a Cienfuegos, nel sud dell'isola.

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MUSICA - Alle 21,30 concerto dal vivo di Pacifico, autore per ... (sezione: Diritti umani)

( da "Leggo" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MUSICA - Alle 21,30 concerto dal vivo di Pacifico, autore per grandi nomi della musica italiana e cantautore che presenta il suo ultimo album Dentro ogni casa. Terrazzamare, piazzetta Faro 1, Jesolo. CINEMUSICA - Alle 21, Frames, serata d'improvvisazioni jazz dal vivo su pellicola con gli Afropfunkers. Centro polivalente Cz95, Zitelle, Giudecca. INCONTRI - Alle 15, per Incroci di civiltà 2009, incontro con André Velter (Francia), Christine Koschel (Germania), Douglas Dunn (Scozia). Ca' Dolfin, Dorsoduro 3825/E . Alle 18, nell'ambito della mostra fotografica "Un muro non basta", Diritti Umani e Territori Occupati: incontro con immagini e testimonianze del viaggio in Palestina della carovana "Sport sotto l'Assedio". Sala San Leonardo, strada Nuova (vicinanze Ponte delle Guglie). CINEMA - Alle 17 e alle 21, per "Fischia il vento", il ciclo dedicato ai temi della Resistenza, il film del giovane autrore Dennis Dellai Terre Rosse; presente il regista in sala. Casa del Cinema, San Stae. (S. Pas/ass)

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durban ii e i diritti dimenticati - joaquín navarro-valls (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 31 - Commenti DURBAN II E I DIRITTI DIMENTICATI JOAQUÍN NAVARRO-VALLS Può essere utile fare alcune considerazioni sul documento conclusivo, sottoscritto dalle delegazioni di quasi tutti i paesi partecipanti, della Conferenza di Ginevra, che ha fatto seguito a quella di Durban di otto anni fa. Il prossimo appuntamento dell´Onu, quando ci sarà, dovrà partire necessariamente da questa intesa, dimenticando, come sempre, le lacerazioni e le cicatrici che si sono prodotte durante i lavori. I 143 punti finali hanno la pretesa di indicare con chiarezza i termini di un accordo di contenuto relativo alla condanna di ogni forma di «razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza». Il titolo è talmente ovvio da apparire perfino naif e retorico. Purtroppo, si tratta soltanto di un´apparenza, perché nel mondo i principi fondamentali della dignità umana non sembrano generare subito una tacita e pacifica applicazione. Perciò, siamo comunque davanti a un risultato che è rilevante dal punto di vista simbolico e comunicativo, benché assai debole dal lato dell´effettività che produrrà nel concreto della vita degli uomini. Tanto per fare un esempio: affermare la responsabilità dei governi nella salvaguardia e la protezione dei diritti umani - come avviene al punto nove del testo - sembra relegare a un ambito di mera astrazione diplomatica tutto il discorso. Proprio perché è all´interno di Stati ufficialmente responsabili che vengono compiute di solito le violazioni più tremende. La formalità dell´accordo emerge ancora meglio dalla sezione numero tre. In essa si propone la promozione di un´universale ratifica e implementazione da parte della comunità internazionale dei diritti fondamentali della persona, affinché siano eliminate tutte le pesanti discriminazioni esistenti. In altri termini, il valore stesso delle affermazioni di sostanza sui diritti umani sono relegate nell´ambito di un´effettiva applicazione da parte di ogni Paese di accordi pattuiti con la votazione del trattato. Il metodo appare, in definitiva, molto chiaro. Siamo davanti ad una serie di affermazioni di principio che devono essere fatte valere per mezzo di comportamenti che attuino le intenzioni dei governi a casa propria e secondo la propria discrezionalità. Il procedimento a partire dal quale questo accordo ha valore prescrittivo è dunque la singola autorità degli Stati. Ogni istituzione sovrana s´impegna a combattere per proprio conto l´impunità dei crimini commessi contro l´umanità a causa di razzismo e xenofobia, includendo in questo intento politico un´appropriata legislazione che sia non discriminatoria nei riguardi di nessun cittadino. Sicuramente se ciò fosse realizzato coerentemente, si avrebbe un passo avanti importante nel mondo dal lato dei diritti umani, perché troppo spesso l´impegno dei paesi è debole e unicamente di facciata. In tal senso, è condivisibile quanto affermato mercoledì scorso dal delegato della Santa Sede al termine della votazione: «L´esito è positivo, perché si conferma il dialogo di tutti i Paesi del mondo in favore di un accordo pratico di difesa dei diritti umani e di eliminazione delle diseguaglianze e delle discriminazioni pregiudiziali». La domanda, però, viene spontanea: qual è il contenuto forte che si è imposto a Ginevra? Se, infatti, prendiamo la Dichiarazione universale dei diritti dell´uomo del 1948, cui per altro debolmente rimanda anche questo accordo, ci accorgiamo che lì l´eguaglianza delle persone e la totale inammissibilità di ogni trattamento diversificato in nome di razza, lingua e religione sono affermati sulla base di una serie di presupposti che si reggono sulla natura stessa dell´uomo come tale. Non a caso, nel dopoguerra si fece largo un nucleo duro di diritti umani, originariamente ritenuti validi, come vero e proprio asse per tutti gli accordi successivi pattuiti tra le nazioni del mondo. Se paragonato a quell´impegnativa promulgazione, questo documento di oggi appare a dir poco debole e ambiguo, perfino guidato da un metodo opposto al precedente. Invece di avere alcune norme universali valide che spingano gli Stati all´intesa politica, abbiamo una serie di volontà politiche che cercano un compromesso su alcuni diritti umani da tutelarsi e da riconoscersi perlomeno in parte. Il punto è che se non si sa bene chi è l´essere umano, e qual è la specificità reale che ne definisce dal punto di vista naturale e giuridico l´essenza, si finisce per affidare l´esistenza e la validità dei diritti stessi delle persone a consensi e contrattazioni negli Stati e alla loro buona volontà. La differenza non è marginale, perché i cittadini non possono attendersi il rispetto dei loro diritti solo sulla base della bontà dei governi, altrimenti i diritti stessi potrebbero scomparire con la stessa facilità con cui sono fatti valere. è, invece, in ragione di ciò che l´essere umano è in quanto tale che si misura la pretesa assoluta della comunità internazionale di non poter tollerare discriminazioni e violazioni personali di nessun tipo. è, infatti, l´antropologia e non la politica che definisce chi è l´uomo. E fin quando non si tornerà ad un´universale condivisione in merito al "bene umano" come tale, sarà inutile ratificare leggi e accordi che varranno fin quando converrà ai governi, lasciando stare le cose come sono e per sempre nella loro costante ingiustizia. Gli ideali contemplati in questo ennesimo accordo internazionale sui diritti umani sono sacrosanti. Ma è importante capire e spiegare in futuro perché essi debbano rimanere vincolanti e universali. Invece, a Ginevra si finisce per chiedere sempre nuovi finanziamenti per tentare di stipulare altre intese internazionali, le quali alla fine indeboliranno il valore antropologico dei presupposti sull´altare burocratico e contrattuale di un´eterna negoziazione diplomatica.

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carovana di sport sotto l'assedio (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 37 - Giorno/Notte Carovana di sport sotto l'assedio Oggi alle 18 nella sala San Leonardo in Strada Nuova a Venezia, nell'ambito della mostra fotografica «Un muro non basta», si tiene l'incontro «Diritti umani e territori occupati: immagini e testimonianze della Carovana Sport sotto l'assedio in Palestina», di Beatrice Barzaghi e Eliana Caramelli. La Carovana dal 5 al 12 aprile ha attraversato la Palestina per incontrare giovani, bambini, uomini e donne. Partiti dall'Italia in 180, i protagonisti sono arrivati al Campo profughi di Dehiseh, a Betlemme, e si sono «messi in gioco» organizzando incontri sportivi con associazioni locali. Hanno incontrato gli abitanti dei campi profughi, dei villaggi e delle città palestinesi. Divisi in tre gruppi, hanno attraversato i territori occupati della Cisgiordania. Hanno visto, sentito, conosciuto e condiviso la quotidiana realtà della Palestina e oggi la racconteranno ai veneziani.

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Provincia: "Progetto sportello donna disabile" (sezione: Diritti umani)

( da "Caserta News" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009 Provincia: "Progetto sportello donna disabile" SOCIALE | Caserta Dopo diverse attività in materia di disabilità, gestite anche dalla Provincia di Caserta, questa volta l'intento di dare una svolta definitiva alle innumerevoli richieste di chi vive la disabilità e vuole gridare il proprio disagio sociale è diventato oggetto del PROGETTO SPORTELLO DONNA DISABILE della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Non si vuole certo creare una discriminazione tra sessi anche nell'ambito della disabilità, ma si cerca di aiutare le numerose donne a superare lo stato di emarginazione ancora presente nella nostra Provincia. Dopo il percorso scolastico, per la donna disabile non resta che la vita tra le mura domestiche relegata a ruolo secondario senza dignità, né affermazione lavorativa e sociale. Abbiamo accolto le richieste di chi vede nella nostra Commissione uno strumento per le pari opportunità per tutti e quindi per le donne disabili spesso escluse dalle stesse DONNE nella progettualità. E' un modo per dare continuità alle iniziative già intraprese affinché non venga vanificato un lavoro di anni in materia di disabilità. L'esigenza di realizzare all'interno della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Caserta attività proiettate nel dare maggiore visibilità alle donne con disabilità, nasce dal desiderio comune di tutte le donne di potersi riconoscere nei percorsi di vita senza dover ancora oggi subire l'alienazione e la negazione dei diritti umani riconosciuti o l'umiliazione di chi è costretto a chiedere sempre perchè si sente non accettato dal sistema societario e che sia di conseguenza costretto a lottare oltre che con le proprie disabilità anche con la società intera. Una donna disabile è innanzitutto una donna, una madre, una donna che lavora, che vuole realizzarsi e che come in ogni situazione di difficoltà presente in ciascuno di noi vuole affermarsi superando gli ostacoli, ma quelli insiti nella sua persona e certamente non quelli creati dalla società stessa. Il progetto SPORTELLO DONNA DISABILE è espressione della volontà della COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA', sezione DIRITTI UMANI E NUOVA CITTADINANZA-IMMIGRAZIONE-DISABILITA'- CULTURA DELLA DIVERSITA' La cui referente è la dott. Antonucci Antonella e le altre componenti sono la dott. Trovato Liliana, Della Volpe Rosaria, Urini e Liliana D'Aloi, coordinate dalla vicepresidenza della Commissione dott. Francesca Sapone e Prof. Grassito Adele, ha alla base la costituzione di uno strumento dedicato con particolare impegno alla soluzione delle problematiche attinenti la condizione femminile, tenendo conto della specificità e della particolare condizione delle donne portatrici di disabilità. Tale progetto è attuato con la collaborazione esterna della LEGA PROBLEMI HANDICAPPATI presso i locali della Provincia il cui Presidente è il Dott. Vitaliano Ferrajolo. L'Attività del Progetto sarà interamente gestita da donne disabili secondo l'ottica della nuova normativa in materia di PROGETTAZIONE PARTECIPATA. LA NOVITA' DEL PROGETTO è Il portale informativo 'SPORTELLO DONNA DISABILE' MA SOPRATTUTTO L'ALLESTIMENTO DI UN FORUM CHE potrà contribuire al superamento dallo stato di solitudine e di emarginazione ancora presenti. Lo scopo è quello di promuovere la partecipazione diretta, attraverso la pianificazione e l'attivazione di politiche di empowerment volte ad aiutare le donne con disabilità ad affrontare i danni subiti dai condizionamenti sociali, ad acquisire consapevolezza dei propri diritti per ottenere una piena inclusione sociale (consulenza alla pari, gruppi di auto mutuo aiuto, ecc.);

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FOLIGNO QUARANTA studenti dell'Istituto tecnico commerciale... (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FOLIGNO pag. 14 FOLIGNO QUARANTA studenti dell'Istituto tecnico commerciale... FOLIGNO QUARANTA studenti dell'Istituto tecnico commerciale «F.Scarpellini», insieme ai responsabili della Segreteria per la pastorale diocesana, hanno visitato a Roma gli studi di produzione del Centro televisivo e della Radio Vaticana. LA TRASFERTA rientrava nelle uscite didattiche proposte dalla Diocesi di Foligno nell'ambito del progetto culturale «Cittadini del Mondo», progetto incentrato sul tema della comunicazione. I giovani hanno avuto il piacere di essere accolti nella sede storica della Radio Vaticana, fondata da Guglielmo Marconi ed inaugurata da Papa Pio XI, da padre Federico Lombardi, direttore della radio e della sala stampa della Santa Sede, insieme a un giornalista del Centro televisivo vaticano, Alessandro Di Bussolo. Padre Lombardi ha sottolineato l'importanza attuale dei mezzi di comunicazione sociale per la Chiesa, come il social network YouTube, per far giungere il suo messaggio spirituale e morale, e gli insegnamenti del Romano Pontefice, in tutto il mondo. «I mezzi di comunicazione e le nuove tecnologie comunicative ha aggiunto padre Lombardi parlando con gli studenti sono un dono per l'umanità e possono veramente promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione». NEL COMPLESSO un incontro molto apprezzato dai ragazzi, che hanno avuto modo di toccare da vicino una realtà di grande tradizione ma anche di grande attualità.

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Represión: comenzó el juicio por el crimen de un adolescente (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ASESINATO Y TORTURA DEL MILITANTE DEL PC FLOREAL AVELLANEDA EN 1976 Represión: comenzó el juicio por el crimen de un adolescente Está acusado el ex general Santiago Riveros y otros jefes de Campo de Mayo. Por: Lucio FernÁndez Moores 1 de 1 Alguna vez, el ex fiscal Julio Strassera lo calificó como un caso paradigmático del terrorismo de Estado. Es más, fue uno de los usados para condenar a los ex comandantes de la dictadura en 1985. El homicidio de Floreal Avellaneda, un chico de 14 años secuestrado y torturado por la militancia gremial y política de su padre, comenzó a ser ventilado ayer en un juicio oral y público en los tribunales de San Martín. "Entraron a casa como si fuéramos delincuentes, balearon la casa y en represalia a que mi marido se pudo escapar, nos tomaron a nosotros dos", relató la madre de la víctima, Iris Pereyra de Avellaneda, fuera de los tribunales. Ella será la primera de los 120 testigos que serán citados al juicio. Su testimonio, junto con el de su esposo, Floreal Avellaneda, se espera para el 11 de mayo. En el banquillo de los acusados se encontraban el ex comandante de Institutos Militares de Campo de Mayo, el ex general Santiago Omar Riveros; el ex jefe de Inteligencia de esa dependencia, Fernando Verplaetsen; el ex jefe de la Escuela de Infantería de Campo de Mayo, Osvaldo García; otros dos ex militares, César Fragni y Raúl Harsich; y el ex policía bonaerense Alberto Aneto. Este último fue señalado por la familia como el jefe del operativo y el torturador de Floreal hijo (el Negrito) y su mamá. Se trata del primer juicio de los 40 que se calcula que habrá de aquí en adelante por los crímenes ocurridos en jurisdicción de Campo de Mayo durante la dictadura en perjuicio de medio millar de personas. La Cámara Federal porteña dio por probado en 1985 que Floreal Edgardo Avellaneda "fue privado de su libertad el día 15 de abril de 1976 de su domicilio" de Vicente López, al norte del Gran Buenos Aires, "por fuerzas que dependían operacionalmente del Ejército Argentino". Su padre militaba en el Partido Comunista (PC) y era delegado gremial en una fábrica textil de la zona. Pereyra y su hijo fueron torturados para que revelaran el paradero de Avellaneda, que había logrado escapar por los techos de las casas vecinas. La mujer fue puesta a disposición del Poder Ejecutivo y trasladada a la cárcel de Olmos. Su hijo, en cambio fue hallado muerto un mes después justo cuando cumpliría 15 años de edad frente a la costa uruguaya del Río de la Plata. Según el informe médico incorporado a la causa, el cuerpo de Floreal tenía "hematomas en la región sub-maxilar, signos de posible desnucamiento, signos de violencia externa en las manos y en la zona genital y alteración en la región perianal con manchas de sangre". Eso se leyó ayer en el requerimiento de elevación a juicio de la causa. Se cree Floreal que murió empalado. El adolescente militaba en la Federación Juvenil Comunista (FJC), que actúa como querellante en el juicio. TamaÑo de textoEnviar

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(sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

GROTTAMMARE, CUPRA E RIPATRANSONE pag. 12 «Giornalisti per i diritti umani» Incontro nella chiesa di San Rocco GIORNALISTI per i diritti umani' non è soltanto il titolo di un incontro in cui raccontarsi e raccontare, ma una valida occasione per esprimere la professione del giornalista che, con la sua penna e le sue memorie, riesce a fermare il tempo. Con questo spirito si svilupperà, stasera alle ore 21 presso la Chiesa di San Rocco, un incontro dedicato ai rappresentanti della stampa ed aperto alla cittadinanza, nell'ambito della XIX edizione dell''Helios Festival - Settimana dell'amicizia fra i popoli' (24 aprile - 2 maggio). Moderatori del meeting saranno la sociologa Giuditta Castelli ed il vicesindaco Teodorico Compagnoni, che introdurranno storie individuali parlando anche del grande amore per la professione, e della guerra per la libertà che combattono ogni giorno i giornalisti impegnati in quelle aree del mondo martoriate dalla repressione e dalla dittatura. Aree dove il diritto ad una esistenza civile viene calpestata dai forti poteri del crimine, mafia, disastri ambientali, umani e sociali. Nel corso della serata verranno consegnati premi a giornalisti e testate locali, ed un particolare riconoscimento alla memoria del Procuratore della Repubblica Mario Mandrelli, sostenitore dell'incontro fra il mondo della scuola ed i giornalisti promosso dall'Helios Festival fin dal suo esordio (1989). Numerosi gli ospiti, tra cui il giornalista Rai Vincenzo Varagona con il suo libro Pollicino nel bosco dei media', la giornalista abruzzese Cristina Mosca con il suo romanzo E' donne infreddolite negli scialli', il giornalista sambenedettese del Tg 5 Remo Croci. Si guarderà al futuro anche con il dinamico Enrico La Torre, fondatore del Progetto squola', associazione giovanile che il 13 dicembre 2006 ha realizzato un punto d'incontro scegliendo l'Appennino tosco-emiliano come prima sezione in Italia dove proporre e attivare l'informazione giovanile. Al termine dell'incontro verrà inaugurata nella vicina Casa Celso Ulpiani la mostra dei periodici storici (1914 -1947), che resterà aperta per dieci giorni. Il prossimo appuntamento con l'Helios Festival è previsto sabato 2 maggio alle ore 21, presso il Teatro Concordia, con Musicarte Helios Planet 2009 - Artisti in concerto per il dialogo interculturale e i diritti umani nel mondo', condotto dal talentuoso showman Patrizio Viozzi. L'ingresso è libero. Info: 338/3769418. Rosita Spinozzi Image: 20090428/foto/735.jpg

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Piden perpetua para cinco policías acusados de matar (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

JUICIO POR EL CRIMEN DE UN JOVEN EN RAMOS MEJIA Piden perpetua para cinco policías acusados de matar El fiscal del juicio que se sigue en La Matanza por el crimen de Gastón Duffau, ocurrido en febrero del año pasado en Ramos Mejía, pidió ayer que se condene a reclusión perpetua a cinco policías bonaerenses. En su alegato, el fiscal Guillermo Bordenave sostuvo que los acusados torturaron a la víctima hasta matarla. Bordenave solicitó también al Tribunal Oral en lo Criminal 5 de La Matanza que condene al capitán Walter Cesari, jefe de los otros policías en el momento del hecho, a dos años de cárcel y a cinco de inhabilitación para ejercer cargos por el "incumplimiento de los deberes de funcionario público". El fiscal indicó que los policías Luis Acuña, Mauro Ponti, Rubén Steingruber, Leonardo Brandán y Natalio Denaris, de la comisaría de Ramos Mejía, habían reportado un intento de robo por parte de Duffau, que nunca sucedió. El 22 de febrero de 2008, Duffau (34) fue a un local de McDonalds en Ramos Mejía y discutió con el personal de seguridad. Los encargados del local llamaron a la policía, que detuvo al joven y lo llevó a la comisaría. Según la investigación, los policías golpearon a Duffau porque se resistía a ingresar a la comisaría y lo dejaron malherido. Al verlo desvanecido, los policías lo llevaron al Hospital de Haedo, pero los médicos determinaron que había llegado muerto. La autopsia reveló que tenía lesiones compatibles con las de un accidente ocurrido días antes. Pero en una segunda autopsia, solicitada por la familia de la víctima, surgió que Duffau sufrió al menos 80 golpes en todo el cuerpo y fue asfixiado. Ayer, el fiscal explicó la razón de su pedido de "tortura seguida de muerte", al relatar que para el Código Penal, tiene la misma carga penal el torturador que el homicida y que en este caso los cinco policías eran homicidas desde que comenzaron los tormentos que provocaron su muerte. En cambio, la pena pedida para Cesari fue porque "la tortura no se hubiera producido si él realizaba correcta y responsablemente su labor como jefe policial". Tras este alegato, fue el turno del abogado querellante Hugo López Carribero, quien pidió la misma pena que el fiscal. Hoy comenzarán a alegar los defensores. TamaÑo de textoEnviar

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Dal tifo in Russia ai lager per perdonare i suoi boia (sezione: Diritti umani)

( da "Arena, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009 PROVINCIA Pagina 30 EROI. Il pittore e scultore scomparso nel 2006 fu prima soldato sul Don, dove si ammalò di tifo. Entrò nella Resistenza con i fratelli Corrà, ma fu catturato e deportato Dal tifo in Russia ai lager per perdonare i suoi boia I diari di Agostino Barbieri. «A quel fascista che mi torturò dissi: Ora sono il professore di suo figlio, un alunno come tutti gli altri...» L'artista Agostino Barbieri è morto nell'agosto 2006 a 91 anni. Era andato ad abitare a Sirmione con la moglie Miranda Briani, intrepida partigiana come era stato anche lui, uno dei 5.000 prigionieri politici italiani tornati vivi dai campi nazisti sui 30mila deportati, uno dei tre sopravvissuti su 12 del comitato di liberazione di Isola della Scala. Barbieri, partigiano Fuoco della missione alleata Rye, era uno dei tre figli di una vedova di guerra trentenne, con 36 lire di pensione. Da scalpellino diventò docente di pittura e scultura a Verona e a Brera. Dipingeva paesaggi morenici e lacustri, ma spesso gli irrompevano dalla memoria visioni terrificanti dei lager, che rappresentava in tele drammatiche. Eppure, in privato, si permetteva ironia e distacco. Ricordava di quando, tra una tortura e l'altra, il fascista Gradenigo, presago della fine, gli disse: «Forse fra qualche tempo questo lo farete voi a me». Invece, raccontava Barbieri, «capitò che a guerra finita, quando insegnavo al liceo artistico di Verona, si presentò il papà di un ragazzo difficile. Lo riconobbi subito: era uno dei fascisti che mi aveva torturato. Si spaventò; temeva, tanto per cominciare, che me la sarei presa con suo figlio. "Per me suo figlio è un allievo come tutti gli altri", lo tranquillizzai». A quest'uomo — non vendicativo, ma tutto d'un pezzo — aveva dato molto fastidio vedersi calunniato su un giornale fascista, quando fu falsamente presentato come il delatore che aveva fatto catturare i partigiani di Isola, in un articolo intitolato «La Brigata Nera al lavoro». Una falsità propagandistica, che alla fine della guerra fu smascherata. LASCIAMO a Barbieri la parola, citando i ricordi che affidò ai suoi diari. La divisa: «Prima me la mise il parroco, sottana e cotta da chierichetto; poi i boy-scout; più tardi ci pensò Mussolini con la divisa da avanguardista e da giovane fascista; ancora l'esercito con quella grigioverde; in seguito ci avrebbe pensato Hitler a darmi quella a righe del deportato». Armata italiana sul fronte russo: «Alla sezione sanità ricevo la diagnosi di tifo. Il medico si allontana e l'ufficiale nella branda vicino alla mia mi si butta addosso: vuole che gli sputi in bocca per essere contagiato». La cattura con gli altri partigiani: «I tedeschi ci portarono al loro comando. Incominciarono subito gli interrogatori separati, a suon di botte per tutti. Per me e per i fratelli Fabio e Gedeone Corrà si presentò subito un grave problema: evitare che venissero a sapere che facevamo parte della missione militare Rye. Per noi sarebbe stata la sicura fucilazione e avremmo messo in pericolo tutto il sistema informativo». Tentativo di fuga dal lager di Mauthausen: «Si era creato un passaggio sui fili spinati elettrificati, buttandoci sopra delle coperte. Però non erano sufficienti e i primi a passare rimasero fulminati. I loro corpi crearono una specie di ponte, sul quale poterono passare i pochi che, sfuggiti alle raffiche delle mitragliatrici, alla furia dei cani e alle pistole delle SS, riuscirono a raggiungere il muro di cinta. Uno sparuto gruppo guadagnò la libertà ma, stroncati dal freddo e dalla fame, allo stremo, nello spazio di qualche giorno furono tutti catturati e impiccati nella Appelplatz e lasciati lì come monito e avvertimento: da Mauthausen non si poteva fuggire». La liberazione: «Nel pomeriggio del 5 maggio 1945 si sentì, a un tratto, un rumore strano che aumentava sempre più di intensità, una specie di continuo boato accompagnato da stridori. Chi aveva una certa dimestichezza con la guerra non poteva non riconoscere il rumore di carri armati. Erano i russi che si avvicinavano». Il ritorno a Isola, in frac: «Scesi dal camion e salii lentamente le scale, ma il rumore del motore aveva messo in subbuglio tutta la famiglia, che si precipitò. Mia madre era sulla porta: fragile, minuta, mi sembrò ancora più piccola, con gli occhi arrossati, inariditi perché ormai non aveva più lacrime. Con un gemito mi abbracciò e io la strinsi. Credevo mi morisse fra le braccia. Poi mi guardò a lungo incredula. Ero ridotto pelle e ossa, ai piedi zoccoli e addosso un vecchio frac, l'unica cosa che avevo trovato. Ero un tragico clown! Il mattino dopo, ripulito e rasato, andai a Verona per incontrare la mia Miranda. Fortunatamente non aveva subito violenza». Oltre che testimoniare gli orrori della guerra con i suoi dipinti, Agostino Barbieri lo ha fatto anche in due libri, presentati da Pietro Caleffi e Primo Levi. Sue stampe figurano al Castello Sforzesco e al Museo della deportazione di Mauthausen.  

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lukashenko, un dittatore a roma - vincenzo nigro (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 16 - Esteri Lukashenko, un dittatore a Roma Il Papa e Berlusconi ricevono il leader bielorusso: "Attenti ai diritti umani" Era dal 1995, un anno dopo la sua prima elezione, che l´uomo forte di Minsk non metteva piede in una capitale europea VINCENZO NIGRO ROMA - Un dittatore a Roma. Prima in Vaticano, poi a Palazzo Chigi. Aleksandr Lukashenko è riuscito a farsi sdoganare, incontrando papa Benedetto e Berlusconi: il lungo percorso di riavvicinamento della Bielorussia all´Europa riparte dalla tappa di Roma. Era dal 1995, un anno dopo la sua prima elezione, che quello che il Dipartimento di Stato Usa ha chiamato «l´ultimo dittatore in Europa» non metteva piede in una capitale europea. Allora era stata la Parigi di Jacques Chirac ad accoglierlo; ma da quel momento l´involuzione tardo-sovietica del suo regime ha macinato oppositori e simulacri di democrazia in un crescendo senza pari. Una repressione a cui Ue e Stati Uniti hanno risposto con un isolamento crescente. Negli ultimi mesi, però, la Bielorussia è entrata nel mirino delle attenzioni positive della Ue. Dopo essere stato per anni beniamino del regime di Vladimir Putin, Lukashenko ha visto il suo rapporto col Cremlino inquinato da problemi di gas. Dal 2007 Putin ha preteso che la Bielorussia pagasse a prezzi di mercato il metano sottratto ai gasdotti russi che attraversano il Paese diretti verso l´Europa. Nel complesso gioco geopolitico e geo-energetico che è stato messo in piedi in Europa, la Ue ha interesse a non lasciare ancora al gelo Lukashenko, e l´«ultimo dittatore» ha interesse a non rimanere totalmente in balia di Mosca, o se non altro ad alzare il prezzo con Cremlino. Sia come sia, la Ue ha invitato la Bielorussia al vertice con i paesi dell´ex Urss che si terrà a Praga il 7 maggio. In vista di quel viaggio, Lukashenko è stato invitato a Roma dal papa e ha potuto cenare ieri sera con Berlusconi e Frattini. L´incontro in Vaticano è durato 25 minuti. Il bielorusso si è presentato da papa Benedetto con suo figlio Nikola di 5 anni, che ha donato al pontefice il suo abbecedario. Ratzinger ha offerto all´ospite la tradizionale medaglia d´oro del pontificato, mentre «l´ateo ortodosso» Lukashenko (così si definiva lui stesso) ha portato in dono un´icona raffigurante Gesù. «Santità, se Dio vuole ci vediamo in Bielorussia», è stato il saluto del bielorusso. Il Vaticano ha risposto citando «alcuni problemi interni del Paese», riferendosi evidentemente alle elezioni continuamente truccate e agli oppositori incarcerati o perseguitati. A Palazzo Chigi, in serata, Lukashenko ha cenato col premier e col ministro degli Esteri. La Farnesina ha diffuso comunicati per illustrare la svolta: «Totale attenzione ai diritti umani e al rispetto della democrazia in Bielorussia, questo è il messaggio di Berlusconi e Frattini», dicono i portavoce del governo italiano, «il tutto nel quadro di una politica decisa dalla Ue per incoraggiare il progressivo avvicinamento della Bielorussia all´Europa e ai suoi standard democratici». Ultimi sprazzi di Ostpolitik all´italiana.

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Il disgelo Al via i colloqui tra Stati Uniti e Cuba (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il disgelo Al via i colloqui tra Stati Uniti e Cuba --> Martedì 28 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 9 e-mail print WASHINGTONUn incontro tra un funzionario del Dipartimento di Stato e un diplomatico cubano ha segnato un altro passo ieri a Washington nel processo di distensione tra i due Paesi innescato dalla amministrazione Obama. Il Dipartimento di Stato ha cercato ieri di non creare attese per l'incontro tra Thomas Shanno, assistente segretario di Stato per l'Emisfero Occidentale, e Jorge Bolanos, responsabile degli interessi cubani a Washington. Ma fonti dello stesso Dipartimento di Stato avevano in precedenza confermato al «New York Times» che il colloquio (il secondo in due settimane) mirava a esplorare argomenti di comune interesse - dall'immigrazione al traffico di droga - che potranno essere affrontati in modo più formale in un prossimo futuro dai due Paesi. L'amministrazione Obama ha annunciato pochi giorni fa una serie di misure distensive verso Cuba - relative ai viaggi dei cubano-americani nell'isola e all'invio di rimesse - segnalando la volontà di aprire una nuova era nei rapporti tra Washington e l'Avana. La risposta cubana è stata finora non lineare: mentre Raul Castro ha confermato la disponibilità al dialogo con gli Usa su tutti i problemi (compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel ha inviato un messaggio più negativo. Ma Obama sembra intenzionato a portare avanti il processo di distensione. Al recente vertice delle Americhe molti Paesi hanno sollecitato gli Usa ad azioni più decise nei confronti di Cuba, a cominciare dalla abolizione dell'embargo commerciale in vigore da 47 anni. Gli Stati Uniti intendono portare avanti il dialogo con Cuba, ma non vogliono nello stesso tempo dare l'impressione di rinunciare a premere a loro volta su quelle che per Washington sono le questioni più importanti: la liberazione di tutti i prigionieri politici dalle carceri cubane e il rispetto dei diritti umani da parte del regime cubano. 28/04/2009 nascosto-->

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spettacolo da manzoni (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

spettacolo da manzoni --> Martedì 28 Aprile 2009 SPETTACOLI, pagina 39 e-mail print «Storia della colonna infame» è il libro dimenticato di uno scrittore, a cui gli italiani non perdonano di averli descritti come sono. È il libro della maturità di Alessandro Manzoni, per capirci. Ed è un libro terribile, che con coraggio il Teatro Invito di Lecco ha trasposto in scena intitolandolo più semplicemente «La colonna infame»: al crocevia tra saggio storico e romanzo, pamphlet politico-giudiziario, meditazione morale e psicologico-sociale. Lo spettacolo - visto all'auditorium di piazza Libertà per la rassegna «Soirée Matinée», purtroppo con pochi spettatori - ne segue il filo complesso, straniando narrazione e azione. Accompagnati dai suoni metallici e stridenti della chitarra rock di Luigi Maniglia, un secco Luca Radaelli e un intenso Valerio Maffioletti si dividono i ruoli di accusatore e accusato, e al tempo stesso di commentatore e narratore. La loro è infatti una storia che non si può solo raccontare. Il suo svolgersi è già di per sé un atto di condanna, che inchioda un popolo e una classe dirigente interi: come fu che la macchina della giustizia milanese prese due innocenti, al tempo della grande peste del 1630, e li trasformò, di tortura in tortura, in colpevoli. Vantandosene pure. Affiora così il duplice livello - e il fascino - della scrittura di Manzoni. La narrazione di un antico abominio giudiziario s'intreccia con l'analisi critica di ciò che esso rivela, e invita a meditare sull'abisso che spalanca. Si va ben oltre la condanna di superstizione e tortura, a cui avevano provveduto il nonno Cesare Beccaria e l'amico di famiglia Pietro Verri. Qui la posta in gioco è il rapporto tra responsabilità individuale e credenze collettive. È la sorda disperazione di chi cerca uomini, e ne trova pochi. Ed è la denuncia di un'autorità impotente e populista, di una magistratura che si adegua, di un popolo che non chiede soluzioni ma capri espiatori, di un'«intellighenzia» che nasconde opportunismo e viltà dietro lo «spirito dei tempi». Info: www.teatroinvito.it. P. G. N. 28/04/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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LA POLIZIA FERMA EGIZIANO CLANDESTINO CON HASHISH (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009 CRONACA Pagina 15 Brevi CORSO GARIBALDI LA POLIZIA FERMA EGIZIANO CLANDESTINO CON HASHISH Alle 18 di domenica gli agenti della Volante Carmine hanno bloccato in corso Garibaldi M.R., egiziano clandestino di 26 anni. Era in possesso di hashish che ha dichiarato fosse per uso personale. Invano cercato di scappare alla vista della polizia. È stato denunciato ed è scattato il decreto di espulsione. IL CONVEGNO IN VIA PIAMARTA SI RAGIONA SU UN MONDO DIVERSO Alle 20.30 di questa sera, nel Centro saveriano di animazione missionaria di via Piamarta 9, è in programma un convegno che avrà per argomento «Verso un mondo diverso, il nostro!». Relatori dell'iniziativa saranno: Tiziana Volta, Andrea Bulgarini, Valerio Colombo, Luigi Barbato, Francesco Foletti, Adriano Moratto, Mario Cherubini, Costanza Lunardi, Luigi Lonardi, per finire con Giorgio Schulze. LIBRERIA CATTOLICA LO STATO DELLA BIBLIOGRAFIA PER CAPACCIONI Oggi, alle 17, nella Libreria dell'Università Cattolica di via Trieste 17, è in calendario un incontro con Andrea Capaccioni, dell'Università degli Studi di Perugia. Capaccioni parlerà di «Passato, presente e futuro della bibliografia». ACLI, ALLE 20.30 IL DIRETTORE DI ALTRECONOMIA PARLA DI CONSUMI Questa sera, alle 20.30, nella sede delle Acli di va Corsica 165 è in programma un convegno sul tema «Consumare tanto o vivere bene: dall'impegno dei governi a quello dei cittadini». Interverranno il direttore della rivista «Altreconomia» Pietro Raitano, la presidente della fondazione culturale «Responsabilità etica» Sabina Siniscalchi e Carlo Remono di Amnesty International. SCIENZE GIURIDICHE DIRITTI UMANI ALLE 10.15 NELL'AULA 4 Alle 10.15 di questa mattina, nell'aula 4 del Dipartimento di Scienze giuridiche della facoltà di Giurisprudenza dell'Università statale di Brescia, si concluderà il ciclo di incontri dedicati a «I diritti umani a 60 anni dalla dichiarazione universale del 1948». L'iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Clementina Calzari Trebeschi. Paola Parolari terrà una conferenza sull'argomento «La tutela dei diritti fondamentali nelle società multiculturali».  

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Alle 10.15 alla facoltà di Giurisprudenza di via San Faustino 41, Paola Parolari parlerà d... (sezione: Diritti umani)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009 SPETTACOLI Pagina 42 Alle 10.15 alla facoltà di Giurisprudenza di via San Faustino 41, Paola Parolari parlerà d INCONTRO IN UNIVERSITÀ Alle 10.15 alla facoltà di Giurisprudenza di via San Faustino 41, Paola Parolari parlerà de «La tutela dei diritti fondamentali nelle società multiculturali», sesto incontro del ciclo «I diritti umani a 60 anni dalla Dichiarazione Universale del 1948».  

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INDIA, LA SFIDA DEI CATTOLICI (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

VETRINA ESTERI pag. 22 INDIA, LA SFIDA DEI CATTOLICI L'ANALISI L'INDIA è la più grande democrazia del mondo. Proprio in questi giorni è partita la prima fase del rinnovo del Parlamento, con i primi 143 milioni di indiani impegnati alle urne. In India, finalmente, si vota per il Parlamento nelle elezioni legislative, si vota in 17 Stati e territori dell'Unione. Dall'agosto scorso è nota la nostra apprensione, dopo la caccia al cristiano' e l'incredibile faciloneria e superficialità con la quale le forze di polizia dell'Orissa hanno agito nei confronti dei veri autori dell'omicidio dell'allora leader indù. Alla chetichella, dopo aver sfogato la rabbia delle folle indù contro i cristiani, il governo giunse alla conclusione che erano stati i maoisti - e non i cristiani - ad uccidere il leader ultra estremista indù. Decine di migliaia di cristiani sono ancora nei campi profughi e, dopo avervi passato l'inverno,in questi giorni si apprestano a votare. Si vota da domani per eleggere 124 nuovi deputati, su 453, della Camera bassa. Per i cristiani indiani è una grande occasione per riaffermare la pari dignità e contribuire alla nuova stagione di diritti e civiltà per l'India. Le questioni religiose sono tutt'altro che secondarie. Oltre al pregiudizio anticristiano in talune regioni del paese, si devono registrare anche recenti frizioni verso i musulmani, una minoranza certamente più tutelata di quella cattolica. Proprio in questi giorni è stato punito con la galera il nipote di Ghandi per aver proferito frasi antimuslims'. Rimangono dunque cruciali tutti i diritti umani a partire dal diritto alla libertà religiosa. Se da un lato è comprensibile la stretta' sull'islam, per paura di ciò che è avvenuto in Pakistan (intere regioni e valli cedute ai talebani e sottoposte alla sharia), continua a rimanere una grande ingiustizia il pregiudizio violento contro i cristiani. Cosa si teme veramente da loro? Ce lo ha detto il Papa proprio mercoledì, «Una vita nuova, carica di speranza, perché fondata sul fatto reale e storico della Resurrezione di Gesù»; perciò a Bologna o Milano, nell'Orissa o a Nuova Dheli, dei cristiani si teme la libertà e l'amore verso tutti, gli ultimi in primis'. L'India non abbia paura del sorriso e delle carezze nuove degli amici di Madre Teresa. La sfida che si combatte al cuore della maggior democrazia del mondo è veramente e plasticamente oggi la vera sfida alla democrazia tra libertà religiosa e tirannia violenta. Per noi occidentali è quella del relativismo. * parlamentare Udc

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URUGUAY, NO AD AMNISTIA PER LA DITTATURA (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

URUGUAY, NO AD AMNISTIA PER LA DITTATURA Il sindacalista Luis Puig ha consegnato al parlamento di Montevideo oltre 330.000 firme raccolte dal Coordinamento per l'annullamento della 'Ley de Caducidad', con cui furono evitati i processi ai militari e ai poliziotti accusati di violazioni dei diritti umani durante la dittatura (1973-1985). Ieri la Corte elettorale comincerà l'esame delle firme: se saranno giudicate valide, la «Ley de Caducidad» verrà sottoposta a un nuovo referendum in programma il 25 ottobre. Approvata nel 1986 e ratificata nel 1989, la legge di amnistia è stata giudicata di recente «incostituzionale» da governo e parlamento perché viola l'articolo 8 della Costituzione che stabilisce l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

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La XIX edizione dell'Helios Festival-Settimana dell'Amicizia entra nel ... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009 Chiudi La XIX edizione dell'Helios Festival-Settimana dell'Amicizia entra nel vivo con il meeting nazionale su Giornalisti per i diritti umani, alle ore 21 nella Chiesa di San Rocco. Moderatori dell'incontro, che è dedicato alla professione del giornalista, saranno la sociologa Giuditta Castelli e il vicesindaco Teodorico Compagnoni. Ospiti dell'appuntamento saranno il giornalista Rai Vincenzo Varagona con il suo libro Pollicino nel bosco dei media, la giornalista abruzzese Cristina Mosca con il suo romanzo E' donne infreddolite negli scialli e il giornalista sambenedettese del Tg 5 Remo Croci. Si racconterà di storie individuali, del grande amore per la professione ma anche della guerra per la libertà e la verità, delle mafie, dei disastri ambientali, umani e sociali. Una lotta senza fine che ogni anno è segnata dal lungo e triste elenco delle sue vittime. Saranno consegnati anche riconoscimenti a giornalisti e testate, fra cui quello alla memoria del Procuratore della Repubblica Mario Mandrelli, sostenitore dell'incontro fra il mondo della scuola e giornalisti nell'Helios Festival, dal suo esordio nel 1989. Si guarderà al futuro con l'intervento di Enrico La Torre, fondatore del Progetto squola, l'associazione giovanile che il 13 dicembre 2006 per la prima volta in Italia ha realizzato un punto d'incontro per tutti i giovani scegliendo l'Appennino tosco-emiliano come prima sezione in Italia dove proporre e attivare l'Informazione dei giovani. Nell'occasione sarà inaugurata nella vicina Casa Celso Ulpiani la mostra dei periodici storici (1914-1947) che resterà aperta per dieci giorni. Direzione artistica dell'Helios Festival Rosita Spinozzi e Albert Corradetti. Info: 338/3769418.

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I diritti e i rovesci (sezione: Diritti umani)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-28 - pag: 12 autore: ... LUKASHENKO A ROMA I diritti e i rovesci P er i critici è l'ultimo dittatore di Europa, per i suoi è bat'ka, padre della patria. Aleksandr Lukashenko, presidente della Bielorussia dal 1994, sembra deciso a rimanere a metà strada, tra l'una e l'altra cosa.L'anno scorso ha fatto liberare alcuni prigionieri politici, poi ha organizzato elezioni aperte all'opposizione ma definite non democratiche dagli osservatori. Lukashenko che cerca il consenso dell'Unione Europea ha definito i propri avversari politici «nemici del popolo». Prima di partire per Roma- il suo primo viaggio in Europa dopo 14 anni è intervenuto al Parlamento di Minsk per chiarire che la Bielorussia intende avere relazioni amichevoli con tutti, con l'Occidente e l'Oriente, gli europei che promettono di rafforzare i legami commerciali e la Russia che garantisce l'energia. In politica estera e in economia questa equidistanza può funzionare. Ma nel campo del rispetto dei diritti umani l'avvicinamento agli «standard democratici» europei invocato dal ministro degli Esteri Franco Frattini non ammette vie di mezzo: la direzione giusta è una sola.

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Ora è ufficiale: sono stati avviati colloqui "informali" tra funzionari del Dipartime... (sezione: Diritti umani)

( da "Messaggero, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009 Chiudi Ora è ufficiale: sono stati avviati colloqui "informali" tra funzionari del Dipartimento di Stato americano ed un diplomatico cubano. Obiettivo di tale diplomazia ufficiosa è verificare la risposta del vertice dell'Avana alle aperture di Obama e di esprimere -da parte statunitense- le «preoccupazioni» del presidente americano riguardo la situazione dei diritti umani nell'isola caraibica. Insomma, dopo quasi cinquant'anni di embargo e di chiusure, sono iniziate le prove tecniche per avviare una svolta nei rapporti tra gli Usa e Cuba. Ieri Thomas Shannon, assistente segretario di Stato per l'Emisfero Occidentale, e Jorge Bolanos, responsabile degli interessi cubani a Washington si sono incontrati nella capitale americana. Si tratta del secondo colloquio, il primo ha avuto luogo il 13 aprile. Secondo il Dipartimento di Stato gli incontri mirano a esplorare argomenti di comune interesse - dall'immigrazione al traffico di droga, a scambi culturali - che potranno essere affrontati in modo più formale in un prossimo futuro dai due Paesi. L'amministrazione Obama ha annunciato la settimana scorsa una serie di misure distensive verso Cuba: la fine delle restrizione ai viaggi dei cubano-americani nell'isola e il libero invio di rimesse di denaro. La risposta cubana è stata finora non lineare: mentre Raul Castro ha confermato la disponibilità al dialogo con gli Usa su tutti i problemi (compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel Castro ha inviato un messaggio più negativo. In particolare, il lider maximo contesta al presidente americano di non aver mai posto esplicitamente la questione della fine del quasi cinquantennale embrago nei confronti dell'isola caraibica. Questione ritenuta essenziale da Fidel. Obama, però, sembra intenzionato a portare avanti il processo di distensione, anche perché dall'Avana sembrerebbero giungere segnali più pragmatici da parte del governo. Così l'Amministrazione Usa punta su una serie di misure simboliche, come aumentare gli scambi culturali ed accademici tra i due Paesi. Il presidente infatti deve tener conto delle crescenti pressioni che gli vengono dai "pesi massimi" dell'America latina, il presidente brasiliano Lula e quello argentino Kirchner, oltre dai più stretti alleati di Cuba -Venezuela, Bolivia- perchè metta fine all'embargo iniziato nel 1962. Su questo terreno -ha fatto capire di recente Brasilia, si misurerà la reale volontà di Washington di recuperare i rapporti col subcontinente latinoamericano, fortemente deterioratisi durante la presidenza Bush. Ma anche negli Stati Uniti si è formato una sorta di schieramento bipartisan favorevole a mettere fine a misure che «si sono dimostrate fallimentari». Gli Stati Uniti intendono portare avanti il dialogo con Cuba ma non vogliono dare l'impressione di rinunciare a premere a loro volta per la liberazione di tutti i prigionieri politici dalle carceri cubane e il rispetto dei diritti umani nell'isola. Secondo gli esperti, Obama deve agire «con cautela», cercando di muoversi con equilibrio, tra coloro che vogliono la fine dell'embargo e chi ritiene che ogni contatto con Cuba significhi «fare concessioni alla dittatura dei Castro». R.L.

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iniziative (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 28/04/2009 - pag: 16 Le iniziative Politica estera Iraq: impegno al ritiro delle truppe Usa entro il 2011 Afghanistan: 21 mila soldati in più Iran: dialogo sul nucleare Pakistan: vuole inviare 1,5 miliardi l'anno per 5 anni Cuba: meno restrizioni per i cubani-americani Russia: negoziati per il disarmo nucleare Medio Oriente: impegno per uno Stato palestinese Politica interna Sanità: ricerca sulle staminali; varata legge per la copertura sanitaria di 4 milioni di bambini Sicurezza nazionale: ordini esecutivi per la chiusura di Guantánamo entro l'anno, no alla tortura. Chiusura delle prigioni segrete Cia Energia pulita: proposto piano da 150 miliardi in 10 anni per nuovi lavori e riduzione delle emissioni Economia Lo «stimolo»: varata legge salvataggio da 787 miliardi di dollari (212 per tagli alle tasse, 267 per sussidi, 250 infrastrutture, istruzione, lavori «verdi») Tasse: più alte per i ricchi Salvataggio delle banche: annunciato piano per liberarle dai titoli «tossici» Piano mutui: per chi non riesce a pagarli Salvataggio industria auto

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incontro a washington è il disgelo usa-cuba (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino di Padova, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 7 - Attualità Incontro a Washington è il disgelo Usa-Cuba Ricevuto un diplomatico dell'Avana WASHINGTON. Un incontro tra un funzionario del Dipartimento di Stato ed un diplomatico cubano ha fatto segnare un altro passo ieri a Washington nel processo di distensione tra i due paesi innescato dalla amministrazione Obama. Il Dipartimento di stato ha cercato di non creare attese per l'incontro tra Thomas Shanno, assistente segretario di stato per l'Emisfero Occidentale, e Jorge Bolanos, responsabile degli interessi cubani a Washington. Ma fonti dello stesso Dipartimento di stato avevano in precedenza confermato al New York Times che il colloquio (il secondo in due settimane) mirava a esplorare argomenti di comune interesse - dall'immigrazione al traffico di droga - che potranno essere affrontati in modo più formale in un prossimo futuro dai due paesi. L'amministrazione Obama ha annunciato pochi giorni fa una serie di misure distensive verso Cuba - relative ai viaggi dei cubano-americani nell'isola e all'invio di rimesse - segnalando la volontà di aprire una nuova era nei rapporti tra Washington e l'Avana. La risposta cubana è stata finora non lineare: mentre Raul Castro ha confermato la disponibilità al dialogo con gli Usa su tutti i problemi (compresi i prigionieri politici ed i diritti umani), il fratello Fidel Castro ha inviato un messaggio più negativo.

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DA 44 ANNI AL SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Pubblicita' data: 28/04/2009 - pag: 13 COOPI: DA 44 ANNI AL SERVIZIO DEI PIÙ DEBOLI COOPI - Cooperazione Internazionale è un'organizzazione non governativa italiana laica e indipendente attiva con oltre 150 progetti di sviluppo ed emergenza in 25 paesi del mondo. Dove vi sono problemi di cibo, acqua, salute, ambiente, istruzione e rispetto dei diritti umani, COOPI ( tel. 02.3085057 - www.coopi.org) interviene con tutta l'esperienza e le capacità professionali acquisite in 44 anni di attività. I numeri possono dare la dimensione esatta del lavoro realizzato in questo periodo: 700 i progetti portati a termine in 50 Paesi, 50mila gli operatori locali coinvolti, 60 milioni le persone che hanno tratto benefici diretti dalle iniziative di solidarietà. Obiettivo di COOPI è la riduzione della povertà nel Sud del mondo con interventi di cooperazione sostenibili nel tempo. Grazie ad una capillare attività di sensibilizzazione, i progetti vengono attivamente sostenuti da donatori privati, aziende, fondazioni e volontari. A questi si aggiungono importanti finanziatori istituzionali, quali Governo italiano, Unione Europea, Agenzie dell'ONU, Governi europei ed Enti locali. Gli interventi sono gestiti in stretta collaborazione con i partner locali. Per COOPI infatti, cooperazione allo sviluppo significa innanzitutto lavorare in partenariato con le comunità più deboli, perché solo attraverso il dialogo, la collaborazione, la trasparenza e la corresponsabilità si può combattere efficacemente la povertà e garantire a tutti pari dignità, diritti e opportunità. COOPI crede da sempre che il mondo si possa e si debba migliorare e che, per farlo, si debba agire tutti insieme.

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Pertini, Lelio Basso e Lombardi tre padri della democrazia (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pertini, Lelio Basso e Lombardi tre padri della democrazia Sandro Pertini diventerà presidente della Repubblica, Junio Valerio Borghese legherà il suo nome a un tentativo di colpo di Stato. Molti dei protagonisti delle convulse giornate raccontate nell'articolo di Aldo Giannuli lasceranno una traccia importante nella storia della Repubblica. Vediamo in breve i percorsi politici nel dopoguerra. SANDRO PERTINI (1896-1990). Deputato alla Costituente, quindi senatore nella prima legislatura e deputato in quelle successive, sempre rieletto dal 1953 al 1976. Dopo essere stato eletto per due volte consecutive presidente della Camera, divenne capo dello Stato l'8 luglio del 1978. RICCARDO LOMBARDI (1901-1984). Deputato alla Costituente e sempre eletto alla Camera, è stato il leader della sinistra socialista. A lui si deve la formula «riforme di struttura» la cui mancata attuazione fu, nell'analisi lombardiana, la ragione del fallimento del primo centrosinistra. LELIO BASSO (1903-1978). Deputato alla Costituente. Esponente della sinistra socialista, si oppose all primo governo di centro-sinistra e fondò il Psiup. Ma il suo prestigio, in campo internazionale, è legato all'impegno per la difesa dei diritti umani. Fece parte del «Tribunale Russel» e promosse la nascita della «Fondazione Internazionale e la Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli» che oggi prosegue la sua attività con la Fondazione che porta il suo nome.

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Genova, Tribunalescelto per i processi "all'americana" (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Genova, Tribunalescelto per i processi "all'americana" giustizia Undici le città in cui si discuteranno le "class action":la norma già licenziata dalla Commissione in Senato C'È ANCHE il Tribunale di Genova nel novero degli undici distretti regionali designati per le class action. Si tratta dei processi intentati a tutela dei cosiddetti interessi collettivi, cioè quelle cause volte a tutelare intere "classi" di consumatori con lo scopo di ottenere risarcimenti dei danni di massa. L'inserimento del capoluogo ligure nella lista ristretta dei centri giudiziari titolati a mandare in scena processi di questo genere non era così scontato e rappresenta un risultato atteso da tutte le principali associazioni dei consumatori pronte a dare battaglia: «L'eventuale paventato accorpamento con una regione come la Lombardia avrebbe creato non pochi problemi ai cittadini della Liguria, sede di importanti realtà aziendali e di forti contenziosi collettivi». La novitàè contenuta nell'emendamento approvato nei giorni scorsi dalla commissione Attività produttive del Senato e che presto potrebbe diventare legge. Il termine per l'entrata in vigore delle novità, slittato di un anno rispetto a quanto stabilito dalla passata legislatura, è quello del primo di luglio. Anche se le cause potranno essere retroattive di dodici mesi. Rispetto ai processi "all'americana", passati alla storia del costume grazie a film come Erin Brockovich (incentrato su una sorta di Stoppani statunitense), le differenze ci sono e non sono secondarie, a sentire gli operatori del settore. Prima di tutto la limitazione riguarda l'oggetto delle cause: l'azione collettiva sarà consentita solo nel caso della violazione dei diritti contrattuali e non per tutti gli illeciti, vale a dire tutte le questioni extracontrattuali. Unica eccezione prevista, quella della pubblicità ingannevole. Mentre per i danni ambientali (casi di inquinamento diffuso riconducibile a questa o a quella industria), per esempio, oppure i danni da fumo, non sono previste class action. Alle class action in ambito privati saranno affiancate anche quelle in ambito pubblico, previste dalla legge delega targata Brunetta, in attesa dei decreti attuativi. In questo caso però non viene istituita la possibilità di un vero risarcimento del danno in denaro. In palio ci sarebbe esclusivamente l'efficienza e la funzionalità della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici. Tutta da vedere la competenza relativa a servizi pubblici specifici come quelli assicurati da aziende di diritto privato. In caso di cause collettive lo Stato avrà tutto l'interesse a evitare le cause "privatistiche". Chi può proporre la class action? Ogni singolo consumatore o utente, associazione o comitati che presenti un atto di citazione al tribunale competente. Se più soggetti presentano domande su stessi fatti, le procedure sono riunite. Chi aderisce non ha bisogno di un avvocato (è questa una delle particolarità del tipo di causa) ma con l'adesione si rinuncia a ogni altra azione individuale. Graziano Cetara cetara@ilsecoloxix.it [+] www.ilsecoloxix.it Commenta la notizia sul nostro sito 28/04/2009

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(sezione: Diritti umani)

( da "Adige, L'" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

«I morti vanno tutti ricordati, disponendo ognuno dei sentimenti di pietà e di giudizio che ritiene di dover elargire «I morti vanno tutti ricordati, disponendo ognuno dei sentimenti di pietà e di giudizio che ritiene di dover elargire. I morti in guerra investono il ricordo pubblico di un'occasione per riflettere socialmente sull'assurdità di tutte le guerre». Così Tommaso Ulivieri (Prc Alto Garda) sulla rievocazione proposta dall'associazione Uomo Libero, oggi, alle 17, partendo da porto S. Nicolò di Riva. «La giustificazioni di chi oggi intende ricordare i soldati nazisti che morirono nell'Alto Garda nelle giornate di fine aprile del '45 - aggiunge Ulivieri - ci paiono ambigue ed ipocrite. Se è legittimo e umanamente condivisibile la pietà personale verso giovani vite spezzate, così come ricercare la verità storica, riteniamo assolutamente sbagliato (e fuorviante), nei giorni in cui ricordiamo chi diede la vita per la Liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazifascista, celebrare pubblicamente i soldati nazisti che, all'alba del 28 giugno di un anno prima, irruppero nelle case di giovani antifascisti trentini ed altogardesani per ammazzarli sul posto o deportarli in camere di tortura». 28/04/2009

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"Scongelerò le adozioni dei bambini bielorussi" (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)

Argomenti: Diritti umani

LUKASHENKO A ROMA "Scongelerò le adozioni dei bambini bielorussi" [FIRMA]EMANUELE NOVAZIO ROMA Venticinque minuti a colloquio con Benedetto XVI accompagnato dal figlio di 5 anni Nikolai (che ha regalato al Papa il suo abbecedario in russo), e poi a cena con Silvio Berlusconi e Franco Frattini.La visita di Alexander Lukashenko a Roma, che mette fine a un bando di 14 anni imposto dall'Ue all' «ultimo dittatore d'Europa», si chiude con un innegabile successo per l'uomo che guida un Paese escluso dal Consiglio d'Europa per il mancato rispetto dei diritti umani e che, unico nel continente, pratica la pena di morte (4 condanne eseguite nel 2008). Dal Vaticano, dove è stato accolto con gli onori del rango, l'ateo Lukashenko è ripartito auspicando di rivedere presto il Papa in Bielorussia, «se Dio vorrà». A Palazzo Chigi, ha cercato l'aiuto italiano per allargare la breccia faticosamente aperta in Europa, alla vigilia del vertice di Praga del 7 aprile che lancerà il «Partenariato dell'Est» (ma difficilmente il presidente vi parteciperà, considerate le riserve espresse da alcuni fra i 27 leader). Dall'Europa, che sei mesi fa ha cancellato le sanzioni contro di lui dopo i primi timidi segni di «disgelo democratico», Lukashenko si aspetta aiuto per superare una crisi economica sempre più grave, e appoggio nel riposizionamento in atto con Mosca. Non a caso «Batkha» - il padre, come lo chiamano i sostenitori - non ha riconosciuto l'indipendenza autoproclamata da Ossezia del Sud e Abkhazia dopo la guerra russo-georgiana. Ma, gli hanno ricordato Berlusconi e Frattini, l'aiuto arriverà se la Bielorussia proseguirà nella democratizzazione e garantirà «la tutela delle libertà fondamentali» dei suoi cittadini. Fonti diplomatiche tengono a sottolineare che l'incontro romano - che conserva comunque una valenza simbolica rilevante - «non è una iniziativa bilaterale» ma si inserisce «in un contesto europeo» avviato dopo le prime aperture di Lukashenko. E insistono che per l'Italia «ci sono tematiche come quelle dei diritti umani alle quali non possiamo rinunciare»: pur volendo, in assenza di progressi in questo settore «sarà impossibile aiutare Minsk», si nota. Un'apertura di credito tutta da verificare. Segnale incoraggiante sul piano bilaterale: Lukashenko avrebbe promesso di scongelare le adozioni di bambini bilorussi, un dossier che interessa centinaia di famiglie italiane.

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GLI APPUNTAMENTI (sezione: Diritti umani)

( da "Provincia Pavese, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

GLI APPUNTAMENTI SPAZIOMUSICA. A Spaziomusica oggi alle ore 21 sarà proiettato Matrioska, cortometraggio di Luca Littarru finalista al festival del cinema libero di Roma. DONAZIONE. Per gli incontri sul tema «Penso, dunque dono». Oggi alle ore 21 nell'Aula Magna dell'università è in programma la conferenza sul tema «Il sangue e il midollo osseo». Interverranno Roberto Aprile, presidente regionale Associazione donatore midollo osseo, Mario Lazzarino, professore di Ematologia a Pavia, Fabrizio Motta (responsabile di un centro donatori midollo) e Laura Salvaneschi, direttore di Immunoematologia del San Matteo. Secondo incontro giovedì, sempre in Aula magna alle ore 21. Il tema sarà «La donazione di organi». COLLEGIO NUOVO. Al Collegio Nuovo di Pavia conferenza di Paolo Jachia sul tema: «I linguaggi dell'industria culturale contemporanea, dalle avanguardie storiche alla pop art». Appuntamento oggi alle ore 21. SANTA CATERINA. Il corso di Progresso Umano e sviluppo sostenibile al Collegio Santa Caterina continua con il professor Angelo Albini che oggi e domani alle 17.30 parlerà della chimica verde. COMMERCIO EQUO. Domani alle 18.30 alla bottega del commercio equo e solidale Cafe in corso Garibaldi Anna Ruchat presenterà il suo nuovo testo sulle storie della Snia e dei suoi abitanti. A seguire aperitivo equo. POLITEAMA. Al Politeama domani si proiettano per la rassegna «I diritti umani nel mondo» i film «Uganda calling» di Valentina Monti (ore 20), «Louloumme» di Roberto Figazzolo (20.40) e «Afriques: comment Ça va avec la douleur?» di R. Depardon (21). MASTER. Scade giovedì il primo termine per presentare la domanda di ammissione al Master in Ingegneria sismica e Sismologia organizzato dall'Istituto universitario studi superiori. Per informazioni www.iusspavia.it.

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Biennale (sezione: Diritti umani)

( da "Stampa, La" del 28-04-2009)
Pubblicato anche in: (Stampa, La)

Argomenti: Diritti umani

Biennale Sabato 25 aprile al Sermig importante appuntamento sul testamento biologico con dibattito pubblico gli ultimi atti ANNA SARTORIO Ancora tre giorni per partecipare attivamente. Tre giorni per attivare la mente. La prima edizione della Biennale Democrazia s'intitola, appunto, «Partecipare attiva(la)mente»: gioco di parole affinché i bisogni dei cittadini non restino solo chiacchiere da bar. Inaugurata mercoledì scorso da Giorgio Napolitano, la Biennale ha una missione: coinvolgere la gente in dibattiti, incontri e nel tracciare la linee-guida delle leggi, come una moderna democrazia dovrebbe fare. Ecco allora l'incontro più importante, sabato 25 al Sermig (piazza Borgo Dora 61, dalle 9 alle 17): atto finale di una discussione pubblica durata mesi sul testamento biologico. Corrado Augias dirigerà i lavori: gruppi di 10 persone riuniti intorno a un tavolo, ma anche collegati via web con altri gruppi (un incontro-gemello si terrà in contemporanea nella Sala Pegaso della Regione Toscana), per dare «dal basso» le indicazioni al Palazzo. Sempre che il Palazzo accolga i suggerimenti. Ma la Biennale Democrazia non è solo questo. Negli ultimi tre giorni restano decine di appuntamenti (tutti su www.biennaledemocrazia.it). Anche per i più piccoli, perché la democrazia prima s'impara meglio è. Così venerdì 24 alle 10, nella Sala Rossa del Comune, ecco «Le belle tasse», due incontri condotti da Franco Fichera in cui alcune classi di IV e V elementari ricevono monete di cioccolato come risorse, si costituiscono in autorità politica, esattori, amministratori, versano i tributi e decidono come spendere il gettito. Mentre, per gli adulti, a Palazzo Carignano (ore 10,30) Luciano Canfora introduce Sergio Roda nel dibattito «La democrazia degli antichi», da Socrate ad Aristotele, passando per Platone. Sempre venerdì 24 si parla, poi, di nuovi poveri (Cavallerizza Reale, ore 10), assieme a Pierluigi Dovis, Marco Revelli, Chiara Saraceno, e di mafia al Teatro Gobetti (ore 11). Mentre il matrimonio omosessuale viene affrontato al Carignano (ore 14) con Valeria Ottonelli e Andrea Bajani. Non basta. I temi sono tanti. Ci saranno satira, Tibet, diritti umani, precariato, un excursus da Mazzini alla politica e anche letture tratte da Nietzsche. I temi di sabato toccheranno Internet, l'India, il populismo, il dialogo sordo tra destra e sinistra (se esistono ancora), il multiculturalismo e una bella lettura sulla democrazia secondo Tocqueville (ore 17, Circolo dei Lettori, via Bogino 9). Giornata conclusiva, infine, domenica 26 (sempre al Circolo dei Lettori): una maratona, dalle 10 alle 18, per tirare le fila su diritti, solidarietà, vita, uguaglianza, apatia, paura, orrore. Tutti i volti della democrazia in una volta sola.

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Pirate Bay, le ragioni della condanna (sezione: Diritti umani)

( da "Apogeonline" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

P2P e pirateria Pirate Bay, le ragioni della condanna di Elvira Berlingieri Peter Sunde, uno dei tre fondatori di The Pirate Bay 28 Apr 2009 La Corte di Stoccolma ha condannato i gestori del tracker di file torrent a un anno di reclusione e al pagamento in solido di 2,7 milioni di euro per violazione dei diritti d'autore a scala commerciale. Una vicenda ancora lontana dalla conclusione «I processi nel 2009: vedrai il tuo futuro dibattuto in tv prima che tu vada effettivamente in aula». Con queste parole Peter Sunde inaugurava il suo account su Twitter all'inizio del processo al noto tracker di file torrent The Pirate Bay. Le parole sono state profetiche solo in parte, dato che il processo è stato dibattuto soprattutto in rete anziché sulla televisione o sugli altri media tradizionali. Dal 16 febbraio scorso, giorno di inizio del processo, con la chiave #spectrial (crasi tra le parole spectacle e trial, cioè spettacolo e processo) su Twitter e FriendFeed si è potuto assistere alla copertura in tempo reale di ogni fase sino al verdetto, annunciato dallo stesso Sunde. Le fonti ufficiali utilizzate dai gestori di The Pirate Bay costituiscono un uso inedito del web come mezzo di informazione e divulgazione delle notizie dell'evento: un blog, un canale su Twitter aggiornato da San Francisco (che traduceva quello che stava accadendo in inglese, utilizzando abbreviazioni ad hoc per rimediare ai limiti dei 140 caratteri di Twitter), un server streaming, file torrent con i filmati presentati all'attenzione dei periti durante il processo. Sebbene il processo sia stato seguito anche dalla radio e dalla televisione pubblica svedese, il giorno del verdetto Peter Sunde ha dichiarato sul suo blog l'intenzione di negarsi a tutti i media, «perché non è giusto parlare soltanto alle grandi testate (o anche soltanto alle piccole). Abbiamo deciso di tenere una conferenza stampa domani alle 13 su bambuser», dunque in web streaming. Si tratta probabilmente del primo caso in cui gli imputati di un processo sono stati la fonte primaria della divulgazione delle notizie che hanno riguardato l'evento. Elemento straordinario anche se si considera che il processo è stato incardinato a Stoccolma con leggi svedesi e in lingua svedese, sebbene i protagonisti siano stati i primi a cercare di tradurre e diffondere le notizie in inglese, nella lingua franca del web. In un momento storico in cui gli utenti, il mercato e le istituzioni sono ancora confusi su come utilizzare le principali applicazioni del web 2.0 ed è ancora indefinito il limite di quanto sia etico (per non dire legale) condividere informazioni su se stessi in pubblico, un processo è stato trattato come affermazione di un'ideologia vissuta in prima persona. Non è solo il copyright il vero antagonista di ThePirateBay: l'intera gestione del processo, non ancora giunto nella sua fase finale, rappresenta uno sguardo di insieme su quello che sta avvenendo grazie al web in merito alla libertà di espressione. Ma andiamo con ordine. Il processo Il rinvio a giudizio è stato effettuato il 31 gennaio del 2008 dai pubblici ministeri svedesi nei confronti dei tre gestori del tracker, Peter Sunde, Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm e l'imprenditore Carl Lundström, colpevole di avere fornito hosting al sever di The Pirate Bay. L'accusa è stata supportato dalla Ifpi, la federazione internazionale dell'industria fonografica. Nell'atto di accusa sono stati contestati 34 casi di violazione di diritti d'autore di cui 21 relativi a file musicali, 9 per film e 4 a videogiochi, sebbene in seguito alle indagini la metà delle accuse siano state ritirate. Il principale capo di accusa concerne l'attività agevolatrice del tracker nell'attività di condivisione di file protetti da diritto d'autore. Attività grazie alla quale i gestori hanno generato guadagni economici conseguenti agli annunci pubblicitari inseriti nel tracker, pari a 190.000 corone svedesi. Lo scopo di lucro è, quindi, parte dell'accusa. Si tratta di un'accusa importante a livello europeo, poiché grazie alla direttiva sul commercio elettronico (2000/31 CE) non è possible ritenere un fornitore di servizi responsabile delle comunicazioni effettuate dai propri utenti a meno che questi non dia origine alla trasmissione delle informazioni o intervenga su di esse. Per quanto possa essere noto che attraverso The Pirate Bay gli utenti effettuano attività di condivisione di file protetti, a livello giuridico, e in particolar modo in un procedimento penale, la situazione è più complessa e il risultato non è affatto scontato. In primo luogo perchè le ipotesi di responsabilità previste dalla direttiva costituiscono eccezioni alla regola generale dell'assenza di responsabilità del fornitore di servizi e, in quanto tali, soggette a interpretazioni restrittive e a rigorosi requisiti probatori, sia in punto di diritto che a livello tecnico. In secondo luogo perché l'illiceità sostenuta nel processo è stata delineata dalla pubblica accusa come incardinata nel complesso delle norme giuridiche che sottostanno alla specifica disciplina del diritto d'autore. Dunque la chiave del comportamento illecito deve trovare la sua fonte in una norma specifica che, legata alle eccezioni, possa qualificare giuridicamente la responsabilità degli indagati. La soluzione di tale interpretazione deve essere ricercata anche analizzando la natura delle informazioni condivise dagli utenti e ospitate dal tracker; è la qualificazione giuridica di un file torrent a essere la chiave di volta che può validamente sostenere un giudizio di colpevolezza o di innocenza. La difesa di The Pirate Bay La difesa di The Pirate Bay si è basata su tre punti cardine: la neutralità della tecnologia torrent, l'impossibilità di controllare l'attività degli utenti del tracker e il fatto che le informazioni che agevolano la condivisione dei file protetti non siano ospitate unicamente dal tracker ma anche motori di ricerca come Google, dove sono indicizzate e ospitate attraverso l'attività di caching. Quanto al primo punto, si sostiene che la tecnologia torrent si presti tanto a usi legali quanto a usi illegali. Un file .torrent non è altro che una stringa di testo che identifica univocamente un file attraverso una tecnica crittografica. Ogni file è collegato a un sito, detto tracker, che mantiene le informazioni e permette ai programmi utilizzati dagli utenti di verificare l'integrità dei dati ricevuti e inviati rispetto alla singola risorsa. La tecnologia torrent non è altro che un protocollo per trasferire file da un computer all'altro, mentre un file torrent non è altro che un file di testo che contiene informazioni sulla risorsa, ma non è la risorsa stessa. Proprio questa caratteristica fa si che l'attività del sito che funge da tracker, come nel caso di The Pirate Bay, non sia altro che una funzione tecnica, dato che nessuna risorsa viene mai direttamente ospitata sul server, a parte la stringa di testo che lo identifica e lo reperisce qualora sia condiviso. Il torrent è creato non dai gestori del tracker, ma dagli utenti attraverso le funzioni del programma client che serve a condividere i file: per essere diffuso in rete attraverso un tracker deve esservi prima caricato. Attualmente, ciò non avviene in modo anonimo: ciascun utente di The Pirate Bay dispone di un proprio account legato al file torrent stesso, in modo che sia possible identificare il singolo soggetto che ha creato il torrent e che quindi permette la messa in condivisione del file. È chiaro, quindi, come la responsabilità del tracker possa essere solo sussidiaria rispetto alla responsabilità principale dell'utente che ha creato e pubblicato il torrent. Ancora, la mera pubblicazione di un file torrent in un tracker non implica di per sé la violazione di un diritto d'autore. Infatti il file deve essere anche messo in condivisione dall'utente principale e poi dagli altri che via via lo scaricano e condividono. Se il file non è condiviso, il torrent è morto e non c'è scambio o condivisione, quindi non c'è violazione del copyright. Da queste considerazioni tecniche sorge il secondo punto della difesa, noto anche come King Kong defence. Come abbiamo detto, il tracker ospita solo informazioni in grado di individuare un file protetto eventualmente condiviso, ma mai il file stesso. La difesa si è appellata alla direttiva sul commercio elettronico qualificando l'attività di The Pirate Bay come di «semplice trasporto» o «mere conduit» di una informazione originata da un utente. Tecnicamente e giuridicamente tale interpretazione è corretta perché, come abbiamo visto, è l'attività di informazione sullo stato di reperibilità della risorsa a essere l'unica attività posta in essere dal tracker. Non sarebbe corretto ritenere illegale il mero hosting del torrent perché, se questo non è condiviso, non c'è attività illegale né da parte degli utenti né da parte del tracker. È stato quindi invocato l'articolo 13 della direttiva, secondo il quale non c'è responsabilità del fornitore di servizio a meno che questi non dia origine alla trasmissione, non selezioni il destinatario della trasmissione e non selezioni né modifichi le informazioni trasmesse. A livello tecnico, dunque, il tracker non opera nessuna di queste attività e deve essere, invece, applicata la regola generale di non responsabilità. La difesa, infatti, ha argomentato che è l'utente (soprannominato King Kong per via del fatto che nessuno usa un nome e un cognome, ma un nickname che è comunque identificabile dalle autorità) a effettuare la trasmissione e a mettere in condivisione il file. L'accusa, quindi, avrebbe fallito nel dimostrare in concreto come siano i gestori del tracker a dare origine alla trasmissione. La Corte ha rigettato l'argomentazione, ritenendo non applicabile la direttiva. Il terzo e ultimo argomento evidenzia la funzione di Google come indicizzatore della presenza di file torrent. Nel corso del procedimento, infatti, è stato contestato che il tracker ha anche la funzione di indicizzare la presenza dei torrent attraverso un motore di ricerca interno, agevolandone il reperimento. È stato argomentato che lo stesso Google indicizza la presenza dei file torrent e li ospita sui propri server attraverso l'attività di caching delle pagine web. L'accusa ha distinto il ruolo di Google, argomentando che il motore di ricerca non ha come principale funzione di essere un tracker. Su questo punto, in particolare, The Pirate Bay ha creato The Pirate Google per dimostrare come effettivamente il motore di ricerca sia utile per reperire i file torrent. Google Italia ha provveduto, dal blog ufficiale, a prendere le distanze da questa argomentazione e a chiarire come «i formati dei file non sono di per sé illeciti, ma è l'uso che se ne fa che li qualifica come tali. Per fare un esempio Google è come un'autostrada sulla quali circolano molte autovetture (i contenuti); Google non può essere considerato responsabile se con una di queste automobili viene commesso un crimine e nemmeno lo è l'automobile di per sé». Si tratta della stessa argomentazione sostenuta dalla difesa di The Pirate Bay, e cioè la difesa della neutralità della tecnologia, con una grande e non trascurabile differenza: Google solo accidentalmente indicizza anche i tracker di file torrent, non è quella la sua principale funzione. L'esito La Corte di Stoccolma ha condannato i quattro imputati a un anno di reclusione e al pagamento in solido di 2,7 milioni di euro rinvenendo la violazione dei diritti d'autore a scala commerciale. La sentenza è stata appellata e, probabilmente, il primo grado dovrà essere ripetuto poiché si ritiene che un giudice avrebbe dovuto essere stato ricusato per conflitto di interessi, avendo in precedenza effettuato attività lobbystica in favore dei titolari di diritti. Parte della storia deve quindi essere ancora scritta e bisognerà seguirne gli sviluppi. Rimangono alcune considerazioni da fare sul futuro della lotta alla pirateria digitale effettuata dagli utenti, indicati da più parti come gli unici autori finali delle violazioni di diritto d'autore e relegati al ruolo di criminali, sebbene al tempo stesso elemento imprescindibile del mercato dei contenuti multimediali. Enzo Mazza, dalle pagine di Punto Informatico, ha evidenziato come ormai l'unica risposta al problema della pirateria digitale sia l'evoluzione dei modelli di business dell'industria digitale dei contenuti: la chiave è aumentare l'offerta legale di contenuti in rete a prezzi accessibili. Lo scontro sembra essere, però, generazionale anche tra gli stessi rappresentanti dell'industria, se si considera che nel frattempo John Kennedy, presidente della IFIPI, ha argomentato in un comunicato stampa i danni subiti dall'industria e l'underperformance che disincentiverebbe l'investimento su un artista. Forse riconoscere l'influenza del download illegale a livello istituzionale potrebbe dare la sensazione che le major avallino la pirateria, considerando nelle performance di un prodotto anche il volume di diffusione "alternativa" del prodotto stesso. Ma si tratta di una manifestazione della domanda che, è probabile, diventerà la chiave per l'evoluzione dei modelli di distribuzione nel web dei contenuti protetti, con l'auspicabile risultato di soddisfazione per i titolari di diritti e per gli utenti stessi. Elvira Berlingieri si occupa di diritto d'autore e proprietà intellettuale, tutela del software e diritto delle nuove tecnologie, conciliazione e mediazione. È consulente legale presso privati e pubbliche amministrazioni. Docente e relatore in diversi master e corsi di perfezionamento, tiene cicli di lezioni al master in e-Medicine dell'Università di Firenze. Ha pubblicato il manuale Legge 2.0, il web tra legislazione e giurisprudenza (Apogeo, 2008). In Rete: elvlog.wordpress.com

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Saremo postliberali? (sezione: Diritti umani)

( da "EUROPA ON-LINE" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Articolo Sei in Cultura 28 aprile 2009 Saremo postliberali? Come aggiornare il nesso tra religione e politica nella società di oggi Procedere a riformare la teoria liberaldemocratica in modo da superarne i limiti, dandole un senso che vada oltre è compito necessario in rapporto alla situazione presente in Occidente. Col termine "riforma" non alludo ad un semplice ritocco, e neppure ad una trasformazione totale o un nuovo inizio fondato su criteri totalmente altri. Intendo l'andare verso il fondamento delle posizioni moderne, ricercandone le virtualità reali, e le ragioni che giustifichino al meglio il progetto moderno sotto lo sparpagliamento delle prospettive e ne portino avanti le promesse sinora negate. Significa cogliere l'occasione storica che il ritorno della religione in Occidente pone per la comprensione secolare della politica e della modernità. La domanda centrale ora suona: in quale misura tale sfida può generare una loro (auto)comprensione migliore? I nuclei sono noti: dialogare e includere l'altro, riconoscendolo ed edificando comunità; operare per la pace planetaria (non è un caso che questo supremo obiettivo ha alla base autori cristiani, quasi un ecumenismo della pace politica); riconoscere il valore della vita umana e della giustizia politica; elaborare una concezione più integra dei diritti umani, che non sono solo quelli di libertà; tracciare un confine tra naturalismo deterministico e libertà, per cui l'uomo non è un semplice pezzo della physis, oggettivabile in laboratorio. Dinanzi al rischio di naturalizzare l'uomo e la mente, dobbiamo separarci dalle tendenze scientistiche dell'illuminismo senza rifiutarne le premesse umanistiche. Al punto in cui siamo, sospesi dinanzi a seri problemi, la legittimità e l'autolegittimazione dell'epoca moderna sono a rischio. Una modernità in difficoltà su punti essenziali potrà legittimarsi nuovamente, riannodando un'alleanza con il lievito di rinnovamento storico e sociale che proviene dal Vangelo. La riforma suggerita dovrebbe generare una comprensione migliore delle intenzionalità politiche della modernità e un loro ampliamento, non un loro stravolgimento. Alludere ad una riforma dello schema liberale del nesso tra religione e politica è un omaggio ad esso. Non sarebbe infatti possibile riformare altri moduli che pur hanno avuto una grande storia ma che appaiono ormai spenti e carichi di errori. Si può in merito pensare a paradigmi in cui i soggetti non puntarono alla ricerca di ampi spazi di libertà individuale, ma si compresero come partecipanti ad un processo di autoaffermazione collettiva verso un destino comune pilotato dall'ideologia. Si trattò di schemi chiusi spesso a radice atea e insuscettibili di riforma. La posizione qui proposta è che il nesso tra religione e politica nella società postsecolare debba essere di tipo postliberale. I termini abbisognano di un chiarimento preliminare. Per società postsecolare intendo la chiusura dell'epoca della neutralizzazione pubblica della religione e il suo ritorno "in piazza". Non intendo per postsecolare la fine della laicità o della secolarizzazione delle istituzioni politiche, e neppure la mera constatazione che la religione torna nel pubblico, ma la costruzione di una nuova legittimità per quest'ultimo esito. Importanti autori del liberalismo tardo novecentesco come Rawls ed Habermas hanno avviato un ripensamento in qualche modo postliberale (ma certo non antiliberale) del nesso religione-politica. Simpatizzo per il secondo per quanto riguarda l'individuazione della crisi spirituale in corso (rischi di autodisfattismo della ragione, domande incalzanti sul futuro della natura umana, difficoltà nella giunzione tra etica pubblica e diritto positivo), forse meno per quanto concerne le vie d'uscita, eccessivamente fiduciose di trovare un'etica pubblica procedurale e un diritto positivo di pari taglia che consentano la soluzione del problema, sulla scorta di una pregiudiziale postmetafisica. Per motivi varie volte elaborati non ritengo necessario ai fini del discorso su religione e politica far professione di atteggiamento postmetafisico che cerca di tenersi in mezzo tra scientismo e naturalismo da un lato e ripresa della trascendenza dall'altro. ( ) La ripresa della presenza pubblica delle religioni ha posto in crisi il presupposto del dibattito pubblico neutrale il quale presuppone che la privatizzazione della religione sia un fatto alle nostre spalle; o comunque la nuova situazione richiede una nuova e più attenta considerazione della ragione pubblica e di suoi compiti e limiti. Se prevalesse l'idea dell'etsi Deus non daretur come necessaria e indispensabile garanzia di laicità, con la conseguenza di espungere tutte le ragioni non neutrali e religiose dal dibattito pubblico, l'assunto si rivelerebbe privo di riguardo verso i cittadini con persuasioni religiose, i quali verrebbero a trovarsi in permanente inferiorità e svantaggio tanto nell'accesso quanto nella partecipazione al dibattito pubblico. In tal modo si verificherebbe un serio sbilanciamento a favore del "partito laico", mentre i cittadini religiosi dovrebbero svestirsi della loro individualità e cultura per diventare cittadini astratti e agenti amorfi della volontà generale. Diversi autori contemporanei di indirizzo liberale ritengono ormai che la forma pubblica degli argomenti non sia un requisito pregiudiziale di accesso alla discussione pubblica ma semmai una sua caratteristica, se i partecipanti al dibattito desiderano persuadere gli altri delle loro ragioni. In tal senso non si chiede preliminarmente ai cittadini religiosi di svestirsi delle loro identità per entrare nello spazio pubblico: semmai saranno le istituzioni ad essere imparziali o "cieche" nelle loro scelte, non i cittadini. VITTORIO POSSENTI

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Lukashenko dal Papa in un (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 28-04-2009 BIELORUSSIA E VATICANO Colloquio di 25 minuti del presidente con Benedetto XVI Si è parlato di dialogo religioso e culturale e dell'impegno per la pace «Santità, ci vedremo in terra bielorussa, se Dio vorrà» Lukashenko dal Papa in un «clima positivo» DI GIOVANNI BENSI P rimo tour diplomatico dopo anni di isolamento per il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko. Ieri è stato ricevuto in Vaticano da papa Benedetto XVI col quale ha avuto un colloquio di 25 minuti. Il leader di Minsk ha visto anche il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone ed il segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Dominique Mamberti. In tarda serata, cena di lavoro col premier Silvio Berlusconi e il ministro degli Esteri Franco Frattini. In una nota la Sala stampa della Santa Sede scrive che l'udienza di Benedetto XVI a Lukashenko si è svolta in un «clima positivo». Durante l'incontro «sono state affrontate questioni attinenti al rapporto tra fede e ragione e al dialogo interconfessionale e interculturale ». Inoltre prosegue la nota «sono stati trattati temi di carattere internazionale legati alla promozione della pace e dell'autentico progresso dell'umanità, come pure alcune problematiche interne del Paese, argomenti concernenti la Chiesa cattolica in Bielorussia e le prospettive di approfondimento della collaborazione fra le due parti». Si è infine rilevata, prosegue il documento, «la pacifica convivenza che caratterizza le relazioni tra le comunità cattolica e ortodossa, nonché con le altre confessioni religiose». La Chiesa ortodossa in Bielorussia, alla quale fa riferimento il 60% della popolazione, è governata dal metropolita Filaret ( Vakhromejev), dipendente da Mosca e considerato ben disposto verso i cattolici, che sono il 15%. Lukashenko ha rivolto al Papa un invito, implicito nelle parole: «Santità, ci vedremo in terra bielorussa, se Dio vorrà». Il leader di Minsk era accompagnato non dalla moglie, ma (cosa inconsueta) dal figlio Nikolaj di 5 anni che ha regalato al Papa il suo abbecedario in russo (prima lingua letteraria in Bielorussia) «perché possa imparare la lingua» per quando andrà a Minsk. Il dono ufficiale di Lukashenko è stato un'icona di Cristo, mentre Benedetto XVI ha ricambiato con la medaglia d'oro del suo pontificato. Prima della cena di lavoro di ieri sera, il ministro degli Esteri Frattini consapevole delle accuse di autoritarismo che da più parti si rivolgono a Lukashenko in una lettera aperta ha precisato che la visita del leader di Alexsandr Lukashenko con il figlio dal Papa (Ansa) Minsk «si svolge nel quadro dello sforzo comune europeo di incoraggiare un progressivo avvicinamento della Bielorussia all'Europa e ai suoi standard democratici». L'Italia, scrive il ministro, «non si è mai tirata indietro sul tema della difesa dei diritti umani». Secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Rundschau, Lukashenko avrebbe rinunciato all'idea di partecipare al vertice Ue del 7 maggio a Praga per lanciare il «partenariato orientale » con una serie di Repubbliche ex sovietiche. Alcuni Paesi hanno espresso riserve sulla sua presenza e così si sarebbe raggiunto un gentlemen's agreement: la Bielorussia sarà rappresentata da un altro membro del governo, forse il premier Sergej Sidorskij. Cena di lavoro con Berlusconi e Frattini, che in una lettera aperta sottolinea il nodo dei diritti umani

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Washington: (sezione: Diritti umani)

( da "Avvenire" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MONDO 28-04-2009 Washington: «Via ufficiale ai colloqui con i cubani» NEW YORK. Funzionari del Dipartimento di Stato Usa e diplomatici cubani hanno avviato ieri contatti informali per preparare un negoziato su alcuni temi specifici, come la lotta al narcotraffico e l'immigrazione. Si tratta della prima tappa del ' disgelo' tra Washington e L'Avana dopo le aperture del presidente americano Barack Obama, che nei giorni scorsi ha annunciato la revoca delle restrizioni sulle rimesse e sui viaggi degli esuli cubanoamericani e ora punta anche ad accrescere gli scambi culturali ed accademici tra Usa e Cuba. La risposta cubana era stata di disponibilità al dialogo su tutti i temi ( compresi i prigionieri politici ed i diritti umani) da parte del presidente cubano Raul Castro, mentre il fratello Fidel aveva frenato e posto alcune condizioni, tra cui la scarcerazione di cinque agenti cubani detenuti negli Usa. Il ' New York Times' aveva dato per imminente l'avvio dei contatti tra il Dipartimento di Stato e i diplomatici cubani, poi ieri è arrivata la conferma da parte di Washington.

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di Chiara Pavan Sarà anche andato in cerca di guai incapace di... (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Martedì 28 Aprile 2009, di Chiara Pavan Sarà anche andato «in cerca di guai» incapace di ingraziarsi «l'ordine domenicano e i superiori», ma Giordano Bruno non aveva altro orizzonte che «la forza della ragione», profondamente convinto che «il filosofo deve essere libero dalle imposizioni delle autorità e dalle tradizioni». Ma all'epoca, spiega Corrado Augias, la religione di Roma era minacciata dalla libertà di pensiero e la laicità dello stato non era nemmeno presa in considerazione. E un Giordano Bruno che proclamava tolleranza e carità prima della verità, non poteva che rappresentare una minaccia da mondare soltanto col fuoco. Ed è proprio per riflettere sul pensiero di Bruno e sul contrasto, mai così attuale come oggi, tra scienza e fede, libertà di pensiero e ruolo delle religioni, che Corrado Augias sale domani sul palco del Verdi di Pordenone (ore 20.45) con "Le fiamme e la ragione", una narrazione-racconto che ripercorre, anche con l'ausilio di voci fuori scena (due interventi di Gustavo Zagrebelsky), la storia del filosofo di Nola "eretico pertinace" che non rinunciò alle sue idee neppure dopo otto anni di galera e tortura, opponendosi all'Inquisizione con la logica dei suoi argomenti. Quanti disastri si continuano a combinare nel nome della religione? «È una vecchia storia: tutte le ideologie autoritarie, sacre e o terrene, non ammettono disobbedienza. Parlo di comunismo, nazismo, cattolicesimo, mi riferisco a ideologie totalitarie che non permettono deroghe proprio in quanto totalitarie. La punizione, per chi disobbedisce, è proporzionata a ciò che i tempi permettono. Nel 1600, quando l'epoca lo consentiva, si castigava molto. Oggi si castiga meno». Tra Chiesa e Scienza il rapporto sarà sempre conflittuale? «Possono convivere, ma solo se si tratta di religioni miti. Con le altre è più difficile. Una religione, per definizione, dà una spiegazione globale dell'esistenza. Per cui spiega, racconta e giustifica il mondo, l'universo, la terra, gli animali e l'uomo, dicendo anche cosa l'uomo può, deve o non deve fare. Più si allarga il campo della scienza, più si restringe quello della religione. Venti secoli fa, quando si sentiva un tuono, si pensava al carro di Giove che corre sulle nubi. Oggi sappiamo che è tutt'altra cosa. Allora il tuono rientrava nella sfera religiosa, oggi in quello dell'elettromagnetismo». Che fascinazione ha per lei Giordano Bruno? «Quando abbiamo cominciato a pensare a questa storia, si trattava soltanto di dar voce ad un personaggio molto trascurato, e non soltanto a scuola. Eppure la sua storia è atroce ed anche bellissima. Il racconto di quel processo è esemplare ed eterno: i processi di Stalin o quelli durante il nazismo mostrano esattamente lo stesso impianto. Scavando nella storia di Giordano Bruno, mi sono reso conto che i punti di contatto con l'attualità sono moltissimi, e saltano agli occhi. Ovviamente un'attualità mitigata rispetto ad allora, ma molto simile nell'impianto». Bruno era un ribelle? «Sì, insofferente alle regole, geniale, sulfureo, irrequieto, ostinato. Sono convinto che durante gli otto anni di reclusione, quando è stato torturato, sia impazzito. Poi è morto sul rogo, e Galileo, che l'ha visto finire così, si è dato una regolata. Quando è toccato a lui, ha abiurato». A quel tipo di processi non c'è via di scampo? «No, perché sono processi politici. Basta leggere "Buio a mezzogiorno" di Arthur Koestler. Quelli sono processi in cui non si cerca la verità, ma si tenta di dare una veste legale ad un assassinio». Ma chi ha spedito Giordano Bruno al rogo, il cardinale Roberto Bellarmino, è stato persino beatificato. «Sì. Lo ricorda il teologo cattolico Mancuso. Dice uno dei torti della Chiesa è di aver fatto santo un mandante di assassinio».

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Immigrazione: la Lega torna alla carica sui CIE (sezione: Diritti umani)

( da "Blogosfere" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Apr 0928 Immigrazione: la Lega torna alla carica sui CIE Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 13:28 in Diritti umani Nuovo emendamento del governo per l'allungamento dei tempi di permanenza nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione, ex CPT, semigalere per immigrati da espellere) da 60 a 180 giorni. Prima di entrare nel merito della misura, è necessario un breve ritratto della situazione normativa attuale sugli alloggi pubblici allestiti per i migranti in Italia. Ci sono anzitutto i CDA (Centri d'accoglienza) destinati ad ospitare gli immigrati irregolari rintracciati sul territorio nazionale. Qui dovrebbero essere sistemati i migranti, che si presumono irregolari per un primo e brevissimo periodo, finalizzato alla loro identificazione ed ad una prima valutazione sulla sussistenza o meno di un diritto a restare sul territorio italiano o della possibilità di ottenere un simile diritto in base alle norme internazionali in materia di protezione dalle persecuzioni ed ammissione umanitaria. La maggioranza degli ospiti dei CDA, coloro per i quali è accertata l'Însussistenza di un diritto o possibilità di restare legalmente in Italia, dovrebbe poi essere trasferita in un CIE (Centri di identificazione ed espulsione), in attesa dell'esecuzione della loro espulsione. I richiedenti d'asilo dovrebbero invece essere alloggiati presso i CARA (Centri di riconoscimento per i richiedenti d'asilo) per un periodo fino a 35 giorni, nell'attesa di una definizione della loro procedura d'asilo. Nel caso di rigetto della domanda,dovrebbero quindi essere trasferiti nei CEI, in attesa dell'espulsione. Nel caso di accoglimento della domanda d'asilo, o di concessione della protezione umanitaria, dovrebbero invece ottenere dallo Stato e dalla Regione di competenza il necessario aiuto per un alloggio dignitoso ed una piena integrazione nella società italiana. E' bene chiarire subito che questo sistema non funziona. Non funziona per niente per la semplice ragione che mancano le strutture necessarie. Quanto ai CDA, essi sono soltanto dieci (Lampedusa, Elmas, Pantelleria, Restinco, Caltanissetta, Crotone, Foggia, Gradisca d'Isonzo, Bari Palese e Siracusa) per un totale di poco piu' di 4000 posti letto. I CARA sono solo otto (Milano, Trapani, Caltanissetta, Crotone, Foggia, Gradisca d'Isonzo, Bari Palese e Siracusa). Sei di essi sono anche CDA, per un totale di poco piu' di 1000 posti letto. Ed infine i CIE sono 10 (Bari Palese, Bologna, Caltanissetta, Lamezia Terme, Gradisca d'Isonzo, Milano, Modena, Roma, Torino e Trapani) per un totale di circa 1200 posti. Ad essi dovrebbe aggiungersene un altro allestito a Lampedusa. Di questi 10 centri, tre sono strutture che funzionano anche come CDA e come CERA, ed una, quella di Milano, funziona anche come CERA. Considerato che CDA, CIE e CARA sono strutture diversissime, per funzione e per tipologia dei propri ospiti, una prima considerazione che il governo dovrebbe svolgere riguarda la necessità di separarle fisicamente. La posizione del richiedente d'asilo e di chi ancora è in attesa di essere identificato, nulla hanno a che vedere con quella di chi ha ricevuto il foglio di via e deve lasciare l'Italia. Sono diverse le loro prospettive di integrazione in Italia, sono diverse le eventuali esigenze di sicurezza da tutelare e le regole di comportamento nei centri di cui da essi è ragionevole aspettarsi il rispetto. Non si vede perché un richiedente d'asilo debba essere sottoposto alle stesse regole su entrata ed uscita dai centri cui è sottoposto un migrante in attesa di espulsione. Appurata la carenza di strutture e l'illogicità dell'accorpamento in un'unica sede di centri di natura e funzioni diverse, è bene ricordare anche che, nel 95% dei casi, lo straniero in condizioni di irregolarità, dopo aver ricevuto l'espulsione con il foglio di via, non è alloggiato da nessuna parte, ma viene lasciato per strada, privo di qualsiasi supporto sociale, ma anche totalmente libero di restare in Italia fino al prossimo, eventuale controllo. La normativa risulta quindi molto poco effettiva, perché gli immigrati espulsi restano in gran parte in Italia, per finire spesso poi vittime di un qualche circuito criminale. In questo contesto, l'allungamento dei tempi di permanenza nei CIE (Centri di identificazione ed espulsione, ex CPT) da 60 a 180 giorni, da un lato è inutile (perché i CIE hanno un ruolo marginale nella pratica della migrazione in Italia), da un lato è inattuabile (perché i CIE sono troppo pochi e troppo poco capienti e non possono che ospitare una percentuale minimale degli immigrati formalmente espulsi), ed è fuorviante (perché sottrae risorse ad altre misure, piu' sensate, umane ed efficaci). Chiudiamo questo capitolo con una doverosa nota sullo scandalo dei CARA. I CARA ospitano richiedenti d'asilo, spesso famiglie, in fuga da regimi dittatoriali o situazioni di guerra. Molti di loro, alla fine della procedura, otterrano uno statuto ed una protezione in Italia. Per i richiedenti d'asilo ed i rifugiati, l'Italia continua a non disporre di strutture e finanziamenti adeguati. La maggioranza dei richiedenti d'asilo sono costretti a vivere per strada, perché non ci sono abbastanza posti letto per tutti.

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Valorizzazione del territorio (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ragusa Valorizzazione del territorio La divulgazione sul territorio locale di tematiche e problematiche che affliggono i Paesi ad economia povera e la raccolta fondi per la realizzazione di progetti che riguardano direttamente questi popoli. Da questa esigenza prendono le mosse due incontri, uno svoltosi ieri a Modica presso la Scuola speciale per assistenti sociali, l'altro in programma oggi a Ragusa dalle ore 18 presso il Centro servizi culturali di via Armando Diaz, organizzati dall'associazione culturale “Terra e Popoli Onlus” di Ragusa. In occasione dell'eccezionale presenza in Europa di Marishori e Shunita Samaniego Pascual, due giovani rappresentanti della popolazione indigena Ashaninka, il più numeroso popolo indigeno dell'Amazzonia peruviana, l'associazione iblea, grazie anche al sostegno economico dell'assessorato alla Cultura della Provincia, ha potuto procedere all'organizzazione della conferenza dal titolo Violazione dei diritti umani e distruzione dell'Amazzonia peruviana: l'eccezionale testimonianza di due giovani indigene dell'etnia Ashaninka”. Marishori e Shunita, dopo un breve periodo in Spagna, si trovano in Italia per tenere appunto una serie di conferenze sulla realtà e le problematiche che affliggono i popoli indigeni dell'America Latina e la foresta amazzonica in generale. Grazie alla loro presenza sarà possibile trattare, oggi a Ragusa, temi come la cultura e la realtà del popolo indigeno Ashaninka e gli effetti del terrorismo interno su questa etnia, invasioni, spoliazione e problemi di titolazione dei territori indigeni, deforestazione legata ai tagliatori illegali e alle tecniche agro zootecniche non sostenibili, l'impatto delle imprese petrolifere nell'Amazzonia peruviana. Si continuerà parlando di valorizzazione della cultura indigena, ed in particolare dell'importanza dell'educazione bilingue, delle politiche del Perù rispetto alle rivendicazioni dei popoli indigeni, e di possibili soluzioni per lo sviluppo identitario di questi popoli. Dall'esperienza maturata a contatto diretto con queste popolazioni, durante viaggi di studio e volontariato compiute in Perù e Tanzania, un gruppo di ragazzi ragusani sentì l'esigenza di creare, nel 2007, un'organizzazione laica ed apolitica con la finalità di collaborare con le comunità locali di questi due paesi nella realizzazione di progetti di cooperazione, intervenendo principalmente nell'ambito dei settori della tutela ambientale e dell'istruzione. Nasce così “Terra e Popoli Onlus”, oggi coinvolta, oltre che in due progetti di cooperazione all'estero, in “Progetto Noi, l'altro”, un progetto di sensibilizzazione indirizzato ad alcune scuole primarie e secondarie della provincia iblea che, attraverso la presentazione delle esperienze all'estero, si propone di educare gli studenti ai diritti umani, all'integrazione e all'intercultura. Carmelo Saccone

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Diritti umani in AmazzoniaConferenza (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Diritti umani in AmazzoniaConferenza con la testimonianza di giovani indigene di etnia Ashaninka g.p.) E' tutto pronto, al Rotary club di Ragusa centro, per accogliere al meglio gli oltre cento partecipanti (provenienti dai club di tutta Italia e anche dall'estero) alla quinta edizione della "Settimana rotariana del Barocco Ibleo" in programma dal 9 al 16 maggio. L'apposito comitato organizzatore, presieduto dal dott. Riccardo Gafà, ha messo a punto il ricco e variegato programma che prevede visite a Modica, Scicli, Ragusa Ibla, al palazzo della Prefettura, Castello di Donnafugata, Villa Fegotto, Piazza Armerina (villa del Casale), Siracusa (con partecipazione ad uno degli spettacoli classici al Teatro antico).

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mistress Lucrezia: "Torturo gli uomini". Video">La mistress Lucrezia: "Torturo gli uomini". Video (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Professione mistress/ Lucrezia: fruste, manette, torture... ma niente sesso. Tutti i segreti di una vera dominatrice Martedí 28.04.2009 16:00 di Nicole Cavazzuti Non confondetela con una escort, né tantomeno con una prostituta. Lucrezia è una Mistress. Una "padrona" professionista, una donna che per mestiere tortura gli uomini. E che guadagna, quando va bene, anche 10mila euro al mese. Una cifra altissima, certo. Ma non stupitevi: è una delle migliori, una pioniera in Italia in questo lavoro. A dispetto delle sue origini borghesi e dei suoi studi umanistici. "Sono nata in una famiglia benestante nei dintorni di Milano che ignora la mia seconda vita. Dopo il liceo classico mi sono laureata in Lingue Straniere e ho cominciato a lavorare come interprete in Francia. A quei tempi internet non esisteva ancora, ma c'era il videotel, che in Francia si chiamava minitel, una tecnologia che permetteva di chattare", racconta Mistress Lucrezia ad Affaritaliani, che è andato a trovarla nel suo "dungeon" (lo studio delle torture) milanese, attrezzatissimo. Dove, davvero, non manca proprio nulla: dalla gabbia alla croce di San Andrea, fino alla gogna, allo specchio per voyerurs e alla stanza del medico. "Quando lavoravo a Parigi la sera a casa mi rilassavo spesso chattando sul minitel. Una sera mi imbattei in una stanza dedicata a utenti appassionati di pratiche fetish e sadomaso, che conoscevo pochissimo e che mi incuriosivano. E così ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo, ma solo in seguito alla proposta di lavorare part time la sera come Mistress virtuale ho trasformato una curiosità in una professione". Sei stata una della prime Mistress a sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie! "Sì, ho sempre avuto curiosità per le nuove tecnologie. Oggi infatti un ho sito molto curato (clicca qui per vederlo, ndr)". Che cosa facevi allora? "Allora il mio lavoro consisteva nel dominare gli uomini con la scrittura e la fantasia. Era divertente e oltretutto arrotondavo bene". E sei diventata una professionista... "Dopo diversi mesi passati a chattare, un cliente mi chiese un incontro dal vivo. Superai l'imbarazzo, andai a comprare abiti e strumenti adatti per l'occasione e mi presentai all'appuntamento. Fu il mio battesimo". Risultato? "Migliore del previsto! Lui si dichiarò soddisfatto e io mi resi conto che il ruolo di Mistress mi divertiva. Ma da lì a potermi definire una professionista ne è passato di tempo! Una tappa cruciale della mia carriera fu l'incontro con una Mistress maggiore di me, che mi chiese di farle da aiutante. Lei mi insegnò i trucchi del mestiere. E a un certo punto guadagnavo così bene che decisi di dedicarmi solo a questo lavoro". pagina successiva >>

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Fosti securisti dezvaluie secretele microfoanelor din casele noastre (sezione: Diritti umani)

( da "Romania Libera" del 28-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

> Cititi online anunturile din ziarul “Romania libera”: Fosti ofiteri de securitate sustin ca in multe locuinte exista inca ascunsa aparatura de ascultare montata inainte de 1990 Fosti securisti dezvaluie secretele microfoanelor din casele noastre Securitatea nu ar fi putut sa ne urmareasca fara sprijinul direct al armatei de colaboratori care ii ajuta in operatiunile de politie politica Ondine Ghergut Marti, 28 Aprilie 2009 » Ascultarea convorbirilor private a fost si a ramas unul dintre subiectele cele mai controversate si mai misterioase ale Romaniei. El tine nu doar de trecut, ci si de prezent. Toate marile anchete de coruptie din ultima vreme s-au bazat pe informatiile obtinute prin interceptarea unor conversatii. Din acest motiv, exista aproape o obsesie printre oamenii importanti din tara noastra ca sunt ascultati in permanenta, chiar si in cele mai intime momente. Proportiile pe care le-a luat aceasta frica se datoreaza si faptului ca nici pana astazi nu am aflat cat de mult a reusit in trecut Securitatea sa ne intre in case. Cati oameni erau ascultati? Mii, zeci de mii, sute de mii, milioane? si cum ne ascultau? Puteau sa ne intercepteze permanent? Ce s-a intamplat dupa 1990 cu dispozitivele de ascultare? Se mai gasesc ele si astazi in unele locuinte? » "Romania libera" a incercat sa raspunda la aceste intrebari. Am stat de vorba cu mai multi ofiteri din fosta Securitate, care au dezvaluit cat era de complexa si cat de multe persoane erau implicate in aceasta activitate. Din interviurile luate acestor specialisti – si care vor fi publicate in mai multe numere – reiese ca in multe locuinte mai exista inca aparatura de ascultare montata inainte de 1989 si care a continuat sa functioneze si dupa Revolutie, pana la "epuizarea tehnica si biologica". "Romania libera" incepe publicarea unui serial despre modalitatile prin care ofiterii de la Departamentul Securitatii Statului patrundeau in casele oamenilor si instalau tehnica pentru a monitoriza inclusiv ce se vorbea in timpul somnului, dupa cum ne-a precizat unul dintre ofiterii care au acceptat sa se "confeseze" cititorilor nostri. Unii ne-au permis sa le folosim numele real si chiar sa le publicam fotografii, altii – printre care si ofiteri acoperiti – au preferat anonimatul. Marian R., Dumitru Prichici, I.A., Constantin Bucur, V.P., G.A., Alexandru Pantea sunt cativa dintre ofiterii de Securitate care au acceptat "dialogul" cu cititorii "Romaniei libere". Ofiterul de Securitate = "activist PCR cu sarcini speciale" Maiorul Marian R. este primul care a spart tacerea. El spune ca toti ofiterii de Securitate erau implicit si "activisti PCR cu sarcini speciale". In traducere libera, "sarcinile speciale" aveau o plaja mare de actiune: de la identificarea dusmanilor PCR pana la anihilarea acestora, cu toata "recuzita" de rigoare. Ordinul de linie era: "Cunoasterea, prevenirea, neutralizarea si lichidarea oricaror fapte de natura sa aduca atingere securitatii statului". Prioritara era "protejarea prin orice mijloace a comandantului suprem Nicolae Ceausescu si a familiei acestuia". Marian a trecut prin toate etapele muncii de ofiter de Securitate. A inceput munca in 1981 cu "raspunderea sectorului de Justitie si Administratie de stat la nivelul Securitatii Municipiului Bucuresti", unde a activat o perioada scurta. Adica, ii supraveghea informativ pe judecatori, procurori, avocati, juristi, notari, dar si intregul personal din consiliile populare. Dupa "Justitie", Marian R. a fost insarcinat sa raspunda de Centrala de Prelucrare a Lemnului si unitatile subordonate acesteia pana in 1986, cand a fost promovat in USLA, unde a activat pana in decembrie 1989, avand in supraveghere Aviatia Civila. "Fara aprobarea PCR nu se facea nimic" » Rep.: Cum ajungea o persoana sa fie considerata un pericol pentru sistem si din ce motive se declansau filajul, interceptarile telefonice si ale corespondentei? Marian: Urmarirea informativa se declansa in baza informatiilor complexe obtinute despre acea persoana. Eu, in ultima perioada, am fost ofiter specialist USLA la Departamentul Aviatie Civila, adica ofiter de contrainformatii. In cadrul USLA obtineam informatii din mai multe directii deoarece USLA, fiind unitate speciala a Securitatii, avea absolut toate directiile – de la culegerea de informatii pana la contraspionaj si contrainformatiile militare. Cu alte cuvinte, ofiterul USLA era specializat in toate domeniile muncii de informatii. Prioritatea mea era protectia informativa si contrainformativa a obiectivelor economice aflate in raspunderea mea. Aveam obiective atat in tara, cat si in strainatate, pentru ca ne ocupam si de protejarea contractelor externe in derulare. O persoana ajungea sa faca obiectul unui dosar de urmarire informativa in functie de informatiile pe care le primeam de la reteaua informativa. » Rep.: Acea persoana era turnata de informatorii dvs., adica de colegi? Marian: Da, dar nu de o singura sursa, ci de mai multe, iar informatiile erau convergente. Apoi, nu puteai asa, direct, sa-i bagi omului tehnica in casa. Faceai un plan care era aprobat de superiorul tau si apoi de secretarul politic responsabil, secretar al PCR. Fara aprobarea PCR nu se facea nimic. » Rep.: Cum obtineati informatiile primare? Marian: Informatiile primare le obtineam prin reteaua informativa alcatuita din colaboratori, informatori, surse autorizate, agenti infiltrati, persoane de incredere, gazde – case conspirative, casute postale (oameni care primeau mesaje scrise pentru ofiterul de Securitate), semafoare (persoane care inlesneau accesul ofiterului in diverse imobile, birouri etc.), gulgute otravite (cei care lansau minciuni pentru compromiterea unor persoane) si altele. Dupa ce obtineai informatii despre o persoana sau un grup ostil, in cel mult 30 de zile trebuia sa te hotarasti: fie deschideai dosar de urmarire informativa, fie repartizai informatia organului competent, in functie de continutul informatiei. "La reprezentantele TAROM, toti erau fie ofiteri acoperiti, fie surse ale Securitatii" » Rep.: Unde ajungeau informatiile despre cei care criticau regimul comunist si pe Ceausescu? Marian: Trimiteam informatiile la Directia I a Securitatii Statului, organul competent, numai ca in Aviatie, unde lucram eu, nu prea existau persoane care sa critice regimul pentru ca toti stiau ca sunt inregistrati si aveau interesul sa mearga in strainatate, deci nu criticau PCR. Nici macar bancuri cu Ceausescu nu spuneau pentru a nu pierde vizele de plecare in exterior. Aveam tehnica fixa, adica microfoane in birouri, pe holuri, in saloanele de protocol, peste tot in sediile Aviatiei si nu numai. Cum v-am spus, prioritatea mea era protectia informativa si contrainformativa a obiectivelor economice aflate in raspunderea mea, respectiv Departamentul Aviatiei Civile, inclusiv reprezentantele TAROM din strainatate, unde toti erau fie ofiteri acoperiti, fie atat surse ale noastre, cat si surse ale altor structuri ale Securitatii Statului. Spionajul economic, terorismul erau tot la mine, la USLA. » Rep.: Cei care aveau rude in strainatate erau tot in supravegherea dvs.? Marian: Obligatoriu. Verificam natura legaturii cu strainatatea pentru a stabili daca aceasta nu era un canal de transmitere de informatii. » Rep.: Dupa ce hotarati ca o persoana trebuie urmarita, ce faceati? Marian: Deschideam dosarul de urmarire informativa pe baza de plan aprobat de sefi si de PCR. In plan existau toate detaliile: de la exploatarea surselor pana la folosirea tehnicii de interceptare-ascultare, filaj. » Rep.: Asta insemna ca plantati tehnica de interceptare nu numai in birouri, ci si in casele oamenilor?! Marian: Da, asta era tehnica fixa montata peste tot in sediile Aviatiei, dar mai ales in salile de protocol, in birourile directorilor, inclusiv ale secretarilor de stat, dar si in casele multora dintre ei. » Rep: Unde le montati? In scrumiere, farfurii? Marian: Microfoanele se montau peste tot, dar noi le foloseam pe cele mai eficiente, pe care le instalam in perete, cu sursa de energie de la reteaua electrica, ce functionau nonstop, fara sincope. Cele din scrumiere, farfurii, cesti aveau viata scurta pentru ca functionau pe baza de baterii si te trezeai ca pierzi ce era mai important. Exploatam si tehnica mobila, si tehnica de intimidare. "Crucea" Securitatii pentru montarea microfoanelor » Rep: Cum intrati in casele oamenilor? Marian: Pe baza de plan aprobat de conducerea superioara. Erau angrenate mai multe unitati care colaborau: unii pentru indepartarea persoanelor, altii pentru paza, altii pentru montarea tehnicii, altii pentru rearanjarea apartamentului, refacerea peretilor. Aveam inclusiv pictori specialisti in redarea patinei vechi a peretilor. Spre exemplu, trebuia sa montez tehnica la Popescu din apartamentul 44. Ca sa pot monta tehnica in perete, trebuia sa fac "crucea", adica trebuia sa-i scot din apartament nu numai pe membrii familiei Popescu, ci si pe vecinii din apartamentul de la etajul de deasupra, pe cei de dedesubt, pe cei din stanga si pe cei din dreapta, pentru ca acestia sa nu observe patrunderea, sa nu auda zgomotele bormasinii cu care gauream peretii. Se asigurau informativ toate persoanele care puteau deranja actiunea noastra secreta. » Rep.: Sub ce pretexte ii scoteati din case? Marian: Asigurarea informativa insemna ca stiam absolut totul despre vecini. Daca unii aveau copii de scoala, ii trimi-team la sedinta cu parintii; pe pensionari ii trimiteam la medicul lor preferat la care ei nu reuseau sa intre, pe altii ii chema sectoristul la circa de militie, sau la pasapoarte, sau la primarie, sau la partid. Existau foarte multe pretexte de a-i scoate din case, in functie de biografiile vecinilor, de nevoile si problemele lor. » Rep.: Asta insemna ca medicul, profesorul, functionarii respectivi erau colaboratorii dvs. Marian: Exact. Spre exemplu, am avut odata o situatie in care o familie tot incerca sa intre la consultatie la un medic renumit si nu reusea. stiai ca vecinul respectiv suferea de o anumita boala, ii aranjai o consultatie de specialitate la o somitate. Am aranjat cu medicul respectiv sa-i cheme la consultatie in ziua de…, la ora de… si sa-i retina acolo trei-patru ore. La fel si cu profesorii. Pe altii ii chema cadristul de la serviciu. Aveam un arsenal intreg de a-i scoate din case pentru a monta tehnica. Prinderea pisicii – sarcina de serviciu » Rep.: Defectiuni ati avut? Marian: Imi aduc aminte de cateva. Odata am intrat intr-un apartament la o familie care avea o pisica. Felina a zbughit-o afara. Sa-i fi vazut dvs. pe doi-trei ofiteri colonei de Securitate alergand dupa potaie. » Rep.: Ce-ati facut, ati abandonat pisica? Marian: Nu, am prins-o, era sarcina de serviciu. Aveam ofiteri si la intrarea in bloc, si la parter, aveam si statia prin care comunicam intre noi, asa ca am prins pisica, am montat si tehnica si nu s-a observat patrunderea noastra. Alta data reteaua informativa n-a lucrat prea bine si, cand am patruns intr-un apartament, un caine-lup ne-a atacat pur si simplu si latra de a alertat tot blocul. Nu fusesem informat de existenta lui. Am fugit simuland o spargere a locuintei. Am revenit cu drogul pentru caine si am reusit montarea tehnicii. Am mai avut odata o situatie cand ofiterii de la filaj ne-au dat unda verde pentru patrunderea in locuinta, iar cand am patruns, in casa era un membru al familiei. I-am aruncat o patura in cap si am simulat o spargere a locuintei. Sau alta data am gasit o ruda. Sau s-a intamplat ca persoana vizata a venit mai repede acasa si atunci am folosit si violenta pentru a simula o spargere a locuintei, ravasind si casa. Astea faceau parte din legendele noastre speciale de retragere prin tehnici de dezinformare. Evident ca militia nu-i descoperea pe faptasi sau uneori unii recidivisti, contra recompensa, luau asupra lor fapta. » Rep.: Cum faceati rost de chei potrivite? Marian: Era cel mai usor lucru. Faceam mulaje dupa cheile sustrase de obicei de la locul de munca al celor urmariti informativ. » Rep.: Cum interceptati telefoanele? Marian: Tot cu tehnica montata in perete, de obicei. Erau microfoane care se autodistrugeau dupa un anumit timp. Era metoda cea mai sigura si mai greu de depistat. Trebuie sa stiti ca, in conductele telefonice, langa firul de telefonie mai exista un fir montat special pentru noi, de care ne agatam tehnica. Pe deasupra, ii aveam in colaborare si pe operatorii de la centralele telefonice. Reteta sigura a santajului: convorbirile intime si filmele porno » Rep.: Si pentru fiecare post telefonic aveati o persoana care asculta convorbirile? Marian: Da, se inregistra tot, se reda si in scris, inclusiv convorbirile intime. Se pastrau de obicei doar chestiunile care ne interesau, precum si cele pe care le puteam folosi pentru santaj sau pentru discreditarea persoanelor vizate. » Rep.: Urmareati si aventurile amoroase? Marian: Sigur ca da. Le inregistram si chiar le pozam, le filmam, iar apoi le foloseam. Cel implicat trecea de partea ta imediat. » Rep.: Cum reuseati sa asigurati patina timpului unui perete proaspat reparat? Marian: V-am spus ca aveam specialisti care pictau peretii si nici noi nu mai recunosteam locul unde am montat tehnica. » Rep.: In afara de locuinte si birouri nu faceati interceptari si de la distanta, din masini? Marian: Ba da, in cazuri importante pentru siguranta nationala. Instalam microfoane inclusiv in autoturismele persoanelor care ne interesau si le ascultam de la distanta conversatiile purtate in masina. » Rep.: Ce alte tehnici ati folosit? Marian: Mai foloseam tehnica mobila. Aveam niste sipci cu microfoane pe care le montam sub birouri, sub chiuvete, calorifere. Ascultam de la distanta convorbirile care ne interesau. Sau aveam un minifon, lasam geanta cu aparatul in biroul directorului care ne interesa, iar dupa o perioada recuperam geanta uitata. Sunt foarte multe metode, folosite acum nu numai de serviciile secrete, ci si de firmele de detectivi sau chiar de firmele concurente. Meciul USLA-KGB: 0-1 » Rep.: Ce intamplari cu spionii straini va mai amintiti? Marian: La patrunderea secreta intr-o camera de hotel, unde era cazata o delegatie straina importanta, am deschis geanta-diplomat unde am gasit doar niste carti de joc porno. Era mesajul lor ca stiau ca sunt urmariti. Ne bateam joc unii de altii pe baza de reciprocitate. » Rep.: Erau de la KGB? Marian: Erau in atentia UM 0110, supranumita anti-KGB. Erau foarte bine pregatiti. Pe ei i-am izolat la o masa de protocol, noi am patruns in camera lor de hotel si in loc de informatii am gasit femei goale pe cartile lor de joc. Am mai participat si la actiuni ale UM 0110, intre care si la actiunea "Barajul". Era vorba de o intrunire a unor delegatii ale aviatiilor din fostele tari socialiste, desfasurata in Bucuresti si in Timisoara. si ei veneau cu ofiterii lor. Eu cu echipa mea cautam informatii pentru depistarea actiunilor antiromanesti ordonate si coordonate de serviciile fostelor tari socialiste, actiuni coordonate, evident, de KGB. Eram ofiter acoperit care participa ca economist din partea delegatiei Aviatiei Romane si am aflat inca din 1987 ca se pregatesc actiuni impotriva Romaniei, pe care le-am raportat superiorilor. Urmaritorul a devenit urmarit Pe data de 22 decembrie 1989, Marian a devenit, din urmaritor, urmarit. Motivul: in dimineata zilei de 22 decembrie, cu mai bine de doua ore inainte de fuga dictatorului Nicolae Ceausescu de la sediul CC al PCR, i s-a cerut sa fabrice 50 de legitimatii false cu antetul Aviatiei Civile (unde era ofiter USLA de contrainformatii). Legitimatiile erau necesare pentru a oferi acoperire unor ofiteri de Securitate insarcinati cu paza dictatorului Ceausescu. Marian a refuzat ordinul, dar alti colegi de-ai sai din USLA au fabricat acele legitimatii false. Dupa ce cuplul dictatorial a fost capturat si impuscat, Marian a fost arestat chiar de catre fostii sai colegi implicati in fabricarea actelor false. El sustine ca s-a incercat exterminarea sa pentru a i se inchide gura. Dupa ce a devenit victima, si-a dat seama, sustine el, de abuzurile care s-au comis asupra unor oameni nevinovati, motiv pentru care s-a decis sa relateze despre metodele de urmarire si anihilare folosite de fosta Securitate. » Reporter: De ce ati ales meseria de ofiter de Securitate? Marian R.: Am fost ofiter intre anii 1981-1990 si am ales aceasta meserie pentru a apara tara. Credeam in valorile comunismului si, mai ales, in cinste, in corectitudine, in loialitate fata de tara. » Rep.: Totusi, nu cred ca nu stiati cate ceva si despre ororile sistemului totalitar, despre metodele de tortura ale Securitatii… Marian: Da, dar erau considerati dusmani ai poporului. si ororile astea au fost facute de bolsevicii din conducerea tarii si a Securitatii, in special pana la venirea lui Ceausescu la putere. si mai era ceva foarte important care m-a motivat: aversiunea antisovietica a lui Ceausescu, atitudinea de fronda fata de invazia sovieticilor din Cehoslovacia (din 1968 – n.r.). Aproape toti ofiterii de Securitate aveau sentimente antisovietice. Eram generatia care inlocuia metodele NKVD-ului din Romania dejista. Noi – asa credeam eu atunci – tinteam anihilarea dusmanilor Romaniei. Pentru asta trebuia sa-i descoperim pe dusmani si apoi foloseam mijloacele specifice de urmarire operativa si de anihilare. » Rep.: Totusi, tortura a fost folosita si dupa 1980, cand ati intrat dvs. in Securitate. A fost, spre exemplu, cazul disidentului Gheorghe Ursu. Marian: Aveti dreptate, am simtit-o si eu pe propria piele cand am fost arestat si torturat in decembrie 1989 chiar de catre colegii mei. Eu insa nu am folosit bataia, nici tortura psihica. Cea mai dura intimidare pe care am folosit-o era pistolul pe care, asa, ca din intamplare, il lasam la vedere la brau. In rest, mi-am racolat informatorii folosind mai mult santajul cu viciile si cu gainariile pe care le faceau persoanele de care aveam nevoie. Asa obtineam informatii din mediile care ma interesau si care reprezentau un pericol pentru conducerea tarii, pentru PCR. Directiile Departamentului Securitatii Statului si misiunile lor » Directia I a Securitatii se ocupa de urmarirea si neutralizarea persoanelor care au facut parte din fostele partide istorice, de personalul cultelor si sectelor religioase, de personalul din invatamant, sanatate, arta, cultura, se ocupa de fapt de toti romanii care criticau sistemul comunist si pe conducatorii acestuia. » Directia a II-a era de contrainformatii in sectoarele economice (directie de contrasabotaj). Se ocupa de cunoasterea si prevenirea actelor de natura sa provoace incendii, explozii, avarii in sectoarele economice avute, precum si de modul de derulare a contractelor economice incheiate cu parteneri externi. Directia ii urmarea pe toti cei care puneau in pericol economia socialisto-comunista, de la directori la simpli muncitori. » Directia a III-a de contraspionaj avea in urmarire agentii puterilor straine acreditati in Romania, precum si legaturile acestora cu cetatenii romani; o activitate similara cu Directia a III-a, dar total independenta, o desfasura si UM 0110, care facea contraspionaj asupra agentilor si legaturilor acestora din fostele tari socialiste, in principal Uniunea Sovietica, mai precis, directia anti-KGB. » Directia a IV-a de contrainformatii militare desfasura munca informativ-operativa asupra unitatilor militare apartinand MApN si MI, incepand de la simplul soldat pana la general. » Directia a V-a de securitate si garda avea ca ordin protejarea comandantului suprem Nicolae Ceausescu si a familiei acestuia, dar si protejarea principalilor demnitari ai PCR. » Directia a VI-a de cercetari penale instrumenta dosarele "dusmanilor poporului" – persoane care intrau sub incidenta partii speciale din Codul Penal, respectiv tradare, spionaj, subminarea economiei nationale, subminarea puterii de stat, genocid etc. Unitatile speciale ale Securitatii » Unitatea F se ocupa de filaj si investigatii. » Unitatea S se ocupa cu controlul comunicatiilor scrise. » Unitatea R se ocupa de contrainformatii radio. » Unitatea P fabrica instalatiile speciale necesare Securitatii. Tehnologia era furata din strainatate sau erau inventii autohtone. » Unitatea T se ocupa de exploatarea informatiilor obtinute prin plantarea de tehnica de interceptare. » UM 0110 anti-KGB » USLA – Unitatea Speciala de Lupta Antiterorista, in care se regaseau practic toate profilurile de munca ale tuturor directiilor Securitatii si ale unitatilor speciale descrise mai sus. » Unitatea Militara 0544 (Centrala de Informatii Externe) era unitatea de spionaj. Pe langa aceasta functiona o unitate speciala de protectie, respectiv UM 0195, de contraspionaj extern. Mai precis, urmaritorii erau, la randul lor, urmariti pentru a nu trada. Unitatile de informatii ale MApN » O categorie aparte o reprezentau unitatile specializate ale MApN, care aveau sarcini de culegere de informatii externe pe profilul intereselor de aparare nationala, directii de informatii in adancime, adica spionaj. » In afara de unitatile speciale externe, Armata avea si unitati specializate de culegere de informatii – respectiv DIA, corespondente directiilor Securitatii, dar independente (retea informativa, tehnica operativa, filaj, controlul secret al transmisiilor si corespondentei, cercetare penala militara). » Peste toate acestea existau structuri specializate in neutralizarea disidentilor si altor persoane – dusmani ai PCR. Aceste structuri speciale foloseau mijloace medicale, psihologice si interventii fizice de anihilare totala a "dusmanilor". Se ocupau, in principal, de "sinucideri", otraviri, iradieri, imbolnaviri psihice. Din aceeasi categorie: Casutele minerilor, scoase la mezatGradinarii au renuntat la productie si au devenit samsari: Legume turcesti cu acte romanestiNe apara de infractori cu un pix si un carnetel Voteaza

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Lezioni di sesso a 11 anni nelle scuole di Sua Maestà (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 102 del 2009-04-29 pagina 16 Lezioni di sesso a 11 anni nelle scuole di Sua Maestà di Erica Orsini Studio obbligatorio per prevenire le troppe gravidanze tra adolescenti Ai più grandi si parlerà anche di aborto, Aids e matrimoni omosex LondraLezioni di sesso obbligatorie nelle scuole inglesi, per gli alunni dagli undici anni in su. E non si parlerà soltanto di mera riproduzione, ma i più grandi affronteranno anche temi più complessi e controversi come l'aborto, l'Aids e i matrimoni gay. Sta già facendo discutere la riforma dell'educazione sessuale insegnata a scuola annunciata dal governo già lo scorso ottobre per «aiutare i ragazzi delle scuole elementari e secondarie a navigare nelle complessità della vita moderna» assicurandosi nel contempo che gli alunni possano apprendere le prime nozioni sul sesso nell'ambito di una classe anziché dai compagni di gioco. Ma quest'importante revisione è soprattutto il risultato di una campagna educativa voluta dalle organizzazioni per la salute sessuale, convinte che la scuola possa contribuire con i suoi corsi ad abbassare il numero delle gravidanze tra gli adolescenti, che in Inghilterra è il più alto d'Europa. Il nuovo insegnamento sarà obbligatorio dal 2011, con significative differenze tra le scuole laiche e quelle religiose. A quest'ultime, infatti, sarà consentito di insegnare l'educazione sessuale nell'ambito di un contesto che tenga conto dei valori morali impartiti dalla propria fede. Questo significa per esempio che alcune scuole potrebbero spiegare che per la loro religione l'uso del preservativo è considerato peccato e altri giudizi morali potrebbero venir emessi su argomenti delicati come le unioni gay. I genitori avranno inoltre il diritto legale di non far frequentare le lezioni ai propri figli nel caso non le ritengano opportune, come già accade adesso per le lezioni non obbligatorie. Ed è proprio su queste opzioni che si sta sviluppando il dibattito maggiore. Le organizzazioni per la salute sessuale ritengono, infatti, che offrire alle famiglie la possibilità di scegliere se il figlio deve o no frequentare le lezioni sia una violazione dei diritti dei ragazzi. E i rappresentanti dell'Associazione per la pianificazione familiare pensano sia molto pericoloso permettere che alcune scuole interpretino la materia a modo loro. «Sesso e religione non sono incompatibili - dice la direttrice dell'organizzazione Julie Bentley -, ma alle scuole non dovrebbe essere consentito interpretare i concetti della materia. Potrebbero infatti raccontare ai ragazzi che la contraccezione non è una questione di scelta, ma è semplicemente qualcosa di sbagliato. Vorremmo quindi l'assicurazione da parte delle autorità che nel momento in cui l'insegnamento diventerà obbligatorio, in tutte le scuole l'educazione sessuale verrà impartita in modo responsabile e etico». «I ragazzi devono comprendere che esiste una legge che ti permette di far uso di anticoncezionali o di sottoporti ad un aborto - ha aggiunto Simon Blake, direttore nazionale dell'associazione Brook - ma possono venir informati che per alcune persone tutto questo non è giusto». Soddisfatti invece gli educatori cattolici per l'opzione educativa offerta dalla riforma e ritenuta «un diritto fondamentale in una comunità in cui i primi educatori sono i genitori e non lo Stato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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I conti col passato vanno liquidati senza fare retorica (sezione: Diritti umani)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LETTERE E COMMENTI pag. 13 I conti col passato vanno liquidati senza fare retorica RESISTENZA E' PASSATO un altro 25 Aprile con le immancabili polemiche tipiche di un Paese che non ha ancora fatto i conti col passato. Se dopo 60 anni siamo ancora a discutere, lo dobbiamo da un lato all'appropriazio ne indebita dei comunisti e/o post-comunisti della Liberazione e dall'altro all'ignavia dei democratici. Eppure ritengo che sia giunta l'ora, da parte di tanti, di guardare in faccia la realtà e di accantonare la retorica resistenzialista di quei compagni' ormai sempre più travolti dalla verità storica. Perciò grido viva il 25 Aprile' che vide la sofferenza e il silenzioso sacrificio di tanti soldati italiani che, per non rinnegare il giuramento, finirono nei lager nazisti. Ricordiamoci dei tanti soldati che combatterono nel ricostituito esercito italiano, commemoriamo i partigiani non comunisti che da questi furono massacrati o intimiditi. Chiediamoci perché avvennero certe rappresaglie naziste sulla popolazione inerme. Ai giovani dice che nulla debbono ai partigiani rossi il cui proposito era quello di traghettarci dal fascismo al comunismo. La guerra di liberazione dei comunisti fu una guerra privata' e non per la democrazia, la libertà, lo Stato di diritto, il rispetto dei diritti umani. Per fortuna ci andò bene. Carlo Locatelli

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Ong denuncia: Lì dentro condizioni inaccettabili (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ong denuncia: «Lì dentro condizioni inaccettabili» Lampedusa «Violazioni eclatanti del diritto italiano, europeo e internazionale in materia di immigrazione»: è la conclusione del rapporto della Rete euromediterranea dei diritti umani (Remdh), presentato a Parigi. È la conseguenza «della decisione del governo di trasformare Lampedusa in un luogo di detenzione degli immigrati e di coloro che chiedono asilo».

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Lampedusa, la grande fuga dei migranti-bambini: 1119 spariti nel nulla (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Lampedusa, la grande fuga dei migranti-bambini: 1119 spariti nel nulla MARISTELLA IERVASI Arrivano con gli sbarchi a Lampedusa ma sono poco più che bambini. Non hanno un genitore o un parente accanto. Sono soli, senza alcuna tutela in un paese a loro sconosciuto. Hanno diritto ad un permesso di soggiorno e all'accoglienza fino alla maturità, ma spesso non lo sanno. Non fanno neppure domanda di asilo. Finiscono nelle comunità alloggio della Sicilia, ma dopo qualche giorno diventano «fantasmi». Scappano. Spariscono nel nulla. Magari alla ricerca di un lavoro per pagare il debito contratto dalle famiglie con i trafficanti. Per molti di loro il destino è quasi segnato fin dall'attracco della nave in porto: sfruttamento, delinquenza e clandestinità. E l'Italia resta a guardare. Sono i cosidetti minori non accompagnati. L'altra drammaticia incognita dell'immigrazione. Save The Children ha censito la piaga di questo fenomeno in un rapporto: «L'accoglienza dei minori in arrivo via mare». I numeri sono impressionanti. Oltre 2000 minori migranti sono sbarcati sull'isola delle Pelagie da maggio 2008 a febbraio 2009. I ragazzini soli sono stati 1860. Il 60% di questi, precisamente in 1119, hanno fatto subito perdere le loro tracce. La Onlus che si batte per la difesa e la promozione dei bambini, ha anche monitorato le 39 case-alloggio siciliane. Pietoso il verdetto: sovraffollamento e assenza di servizi essenziali: dal vestiario ai kit igenici. E sono poche quelle si avvalgono di un mediatore culturale. Il 91,3% dei migranti-bambini è di sesso maschile. Hanno tra i 16 e i 17 anni e provengono per lo più dall'Egitto (27,9%), Nigeria (11,6%), Palestina (11,5%), Eritrea (10%), Tunisia (9,2%), Somalia (7,2%) e Ghana (6,3%). Un trend che è rimasto invariato negli ultimi mesi. Intanto a Parigi, la Rete euromediterranea dei diritti umani, ha presentato un rapporto su Lampedusa, denunciando violazioni e chiedendo di mettere fine alle espulsioni, alla detenzione degli immigrati e l'abrogazione dei Cie. Rapporto di Save the Children: scappa dalle case-alloggio il 60% dei minori stranieri. Sono i migranti-bambini non accompagnati. A Lampedusa, da maggio a febbraio, sono sbarcati in 2mila. Di 1119 non si sa più nulla.

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Pugno duro gaffe e volgarità Il padrone della Bielorussia (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pugno duro gaffe e volgarità Il padrone della Bielorussia Aleksandr Grigor'evic Lukashenko al potere in Bielorussia dal 1994 (e chissà per quanto ancora dato che ha soltanto 55 anni,) non è un intellettuale e lo dimostra, nonostante disponga di un diploma in storia ed economia. Le sue gaffe e le sue volgarità potrebbero riempire un intero trattato. Non è però questo che conta. Quel che conta è che suoi concittadini lo chiamano «bat'ka», padre venerato, e continuino, più per forza che per amore, a rieleggerlo dal 1994 nonostante che il loro bat'ka abbia instaurato nel Paese un regime illiberale, dove soprusi, persecuzioni, arresti sono all'ordine del giorno, dove vige ancora la pena di morte, dove la stampa libera non esiste e decine di dissidenti politici sono in galera. Lukashenko è riuscito a tenere in piedi il suo regime e a creare le condizioni per perpetuarlo nominando già suo erede il figlio di secondo letto perché il potente vicino russo lo ha sempre blandito per convenienza, per tenere sotto scacco un pezzo dell'ex Urss, per poter continuare a dislocare su quel territorio le armi strategiche e per poter contare sul tranquillo passaggio del gasdotto verso l'Europa. Quest'ultima e con essa gli Usa, hanno protestato per il mancato rispetto dei diritti umani e hanno negato al «padre venerato» e ai sui dirigenti, il diritto di mettere piede nei loro Paesi. Ma a cambiare un poco le cose è giunta la grande crisi che ha colpito tutti, compreso il Paese del bat'ka. Mosca ha così iniziato a lesinare il sostegno e il credito. Lukashenko ha intuito il pericolo ed ha colto la mano tesa dell'Europa che dopo averlo isolato ha ritenuto utile riaprire il dialogo con Minsk. Il dittatore dovrebbe presenziare all'incontro sulla «Partnership per l'Est» che si terrà a Praga a maggio. Il premier ceco ha già fatto sapere «che non gli stringerà la mano». In Italia lo si invita a cena. Il personaggio

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Foto di torture, Obama svela il protocollo Abu Ghraib (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Foto di torture, Obama svela il «protocollo Abu Ghraib» UMBERTO DE GIOVANNANGELI Una foto mostra un uomo incappucciato, nudo, con il corpo piagato, seduto in posa fetale nel mezzo di una stanza vuota. Vicino a lui, tenuti a guinzaglio, ringhianti, vi sono dei cani lupo. Altra immagine. Il prigioniero ha una benda agli occhi. Stavolta, però, è legato ad una sedia. Ha una pistola puntata alla tempia. Si vede un dito sul grilletto. È la messa in scena di una esecuzione. Altra immagine. In questo caso gli incappucciati sono due. Il loro corpo è scheletrico. La stanza è desolatamente vuota. Sono in piedi. In equilibrio precario. Probabilmente sono in quella posizione da ore. È la tecnica di tortura fondata sul «dolore autoinflitto» (causato dal mantenimento della posizione eretta e di posizioni stressanti). Altra foto. Sconvolgente. Il detenuto è uno. Bendato. Indossa un collare, utilizzato per «far sbattere la testa con forza contro il muro», prima e dopo l'interrogatorio. È la pratica del «walling» che prevede anche che i detenuti siano rinchiusi in un container ermetico al buio insieme a insetti. SCATTI SCIOCCANTi Altra immagine. Altra pratica. Gli incappucciati sono due. Sono ammanettati e hanno il naso e la bocca bendati. È la pratica del «waterboarding», che consiste nel bendare naso e bocca del soggetto, versandoci sopra dell'acqua e creando in tal modo una sensazione di soffocamento. Secondo uno dei memorandum resi pubblici dal presidente Usa Barack Obama gli agenti della Cia avrebbero utilizzato il «waterboarding» 183 volte nel marzo del 2003 per interrogare Khalid Sheikh Mohammed, considerato una delle menti degli attentati dell'11 settembre del 2001, e 83 volte nei confronti di Abu Zubaydah, leader dell'organizzazione terroristica guidata da Osama bin-Laden. Altra foto. Qui il prigioniero, con indosso una tunica arancione «modello-Guantanamo», è mostrato come un trofeo. Viene sorretto a braccia dai suoi carcerieri (il volto oscurato). Il viso del «terrorista» è contratto in una smorfia di dolore e umiliazione, a cui fa da contrasto la soddisfazione esibita dai suoi carcerieri, che fanno con le dita il segno della vittoria. I carcerieri indossano tute mimetiche, senza distintivi né gradi. Abu Ghraib non era una eccezione. Centinaia di nuove immagini che documentano abusi sui prigionieri di guerra degli Stati Uniti nei centri di detenzione in Iraq (Abu Ghraib), in Afghanistan (Bagram) a Guantanamo e in altri luoghi segreti della Cia nel mondo, stanno per essere pubblicati dall'amministrazione Obama. IL LAGER DI BAGRAM Le foto, scattate tra il 2001 e il 2006, hanno scritto gli avvocati del Pentagono al giudice federale Alvin Hellerstein del tribunale di New York, in risposta a una azione legale dell'American Civil Liberties Union. La Aclu aveva chiesto la pubblicazione delle immagini in base al Freedom of Information Act. In anteprima, l'Unità è in grado di raccontare alcune di queste immagini. Immagini scioccanti. Traduzioni pratiche delle tecniche di interrogatorio contenute in manuali della Cia, tra i quali il «Kubark Counterintelligence Interrogation» e l'«Human Resource Exploitation Training Manual»), che dispiega le tecniche degli interrogatori coercitivi incluse le minacce di uso della violenza e la capacità - da parte dell'interrogante - di "manipolare l'ambiente del soggetto per creare una spiacevole e intollerante situazione, per fargli perdere ogni conoscenza di tempo, spazio e percezione sensitiva». Nella sezione 9 (pagine 82-104 del manuale «Kubark Counterintelligence Interrogation», nella dettagliata sezione «Coercive Counterintelligence Interrogation of Resistant Sources») sotto il titolo «Minacce e paure» gli agenti Cia autori del documento scrivono che «la minaccia di coercizione normalmente indebolisce o distrugge la resistenza più di quanto possa la coercizione stessa». La minaccia di infliggere una dolore può in molti casi «suscitare una paura più grande di quanto non possa l'immediata sensazione fisica del dolore stesso». Anche la voce «dolore» viene ampiamente analizzata. Si discutono le diverse teorie del dolore sottolineando come spesso la resistenza del soggetto cede per un dolore che lui ha l'impressione di infliggersi da solo «piuttosto che con la tortura vera e propria». Un esempio? Costringendo il detenuto a stare in piedi per lungo tempo si fa in modo che crolli la sua autofiducia, la certezza della resistenza sua e del suo fisico. Dettagliata anche la descrizione della cella dove «interrogare»: deve essere «insonorizzata», ci si deve portare solo un «soggetto» per volta, si deve avere chiaro che quella cella «è il campo di battaglia dove l'interrogante e il soggetto si incontrano e dove l'interrogante ha il vantaggio di avere il controllo totale del soggetto e del contesto ambientale». SENZA FINESTRE La cella deve essere massimo 3 metri per 4, senza finestre, possibilmente con le mura bianche; deve avere uno specchio «a due vie» in modo che il soggetto possa essere guardato e «fotografato» dall'esterno. Le foto e la documentazione allegata raccontano di pratiche d'interrogatorio che riportano ai tratti distintivi della tortura dell'inquisizione - lo «strappado» (tortura in cui una persona con le mani legate dietro la schiena veniva sollevata da terra e fatta cadere tramite una corda legata ai polsi), la «question de l'eau» (nella tortura dell'acqua veniva versata dell'acqua nella gola dell'accusato, insieme ad un panno morbido, in modo da causare soffocamento. Il panno veniva rapidamente rimosso così da lacerare gli organi interni), la «cicogna di storpiatura» (tortura in cui la vittima era totalmente immobilizzata tramite un'asta che bloccava collo, polsi e caviglie), la «maschera d'infamia» (questa tortura infliggeva allo stesso tempo due tipi di tortura: quella psicologica e quella fisica. Rendeva ridicoli ed umiliava di fronte al pubblico, ma allo stesso tempo provocava un dolore tremendo poiché stringeva la testa e spesso una pallina al suo interno entrava in bocca in modo tale da impedire di urlare. Nella sede della Cia vicino a Kabul, per esempio, gli americani addetti agli interrogatori obbligavano i prigionieri «a stare con le mani incatenate al soffitto e i piedi legati per le caviglie», con un effetto simile allo «strappado». Anziché usare l'attrezzo di ferro della cicogna di storpiatura dell'inquisizione per contorcere il corpo delle vittime, gli uomini della Cia facevano assumere alle loro vittime simili «posizioni di stress» senza meccanismi esterni, mirando di nuovo all'effetto psicologico del dolore autoinflitto. Detenuti incappucciati. Esibiti come trofei. Costretti a restare in piedi per ore. Non solo Abu Ghraib e Guantanamo. I vertici dell'amministrazione Bush sotto accusa. Torture e abusi. In nome della guerra al terrore.

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Una foto mostra un uomo incappucciato, nudo, con il corpo piagato, seduto in posa fetale nel mezzo d... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Una foto mostra un uomo incappucciato, nudo, con il corpo piagato, seduto in posa fetale nel mezzo di una stanza vuota. Vicino a lui, tenuti a guinzaglio, ringhianti, vi sono dei cani lupo. Altra immagine. Il prigioniero ha una benda agli occhi. Stavolta, però, è legato ad una sedia. Ha una pistola puntata alla tempia. Si vede un dito sul grilletto. È la messa in scena di una esecuzione. Altra immagine. In questo caso gli incappucciati sono due. Il loro corpo è scheletrico. La stanza è desolatamente vuota. Sono in piedi. In equilibrio precario. Probabilmente sono in quella posizione da ore. È la tecnica di tortura fondata sul «dolore autoinflitto» (causato dal mantenimento della posizione eretta e di posizioni stressanti). Altra foto. Sconvolgente. Il detenuto è uno. Bendato. Indossa un collare, utilizzato per «far sbattere la testa con forza contro il muro», prima e dopo l'interrogatorio. È la pratica del «walling» che prevede anche che i detenuti siano rinchiusi in un container ermetico al buio insieme a insetti. SCATTI SCIOCCANTi Altra immagine. Altra pratica. Gli incappucciati sono due. Sono ammanettati e hanno il naso e la bocca bendati. È la pratica del «waterboarding», che consiste nel bendare naso e bocca del soggetto, versandoci sopra dell'acqua e creando in tal modo una sensazione di soffocamento. Secondo uno dei memorandum resi pubblici dal presidente Usa Barack Obama gli agenti della Cia avrebbero utilizzato il «waterboarding» 183 volte nel marzo del 2003 per interrogare Khalid Sheikh Mohammed, considerato una delle menti degli attentati dell'11 settembre del 2001, e 83 volte nei confronti di Abu Zubaydah, leader dell'organizzazione terroristica guidata da Osama bin-Laden. Altra foto. Qui il prigioniero, con indosso una tunica arancione «modello-Guantanamo», è mostrato come un trofeo. Viene sorretto a braccia dai suoi carcerieri (il volto oscurato). Il viso del «terrorista» è contratto in una smorfia di dolore e umiliazione, a cui fa da contrasto la soddisfazione esibita dai suoi carcerieri, che fanno con le dita il segno della vittoria. I carcerieri indossano tute mimetiche, senza distintivi né gradi. Abu Ghraib non era una eccezione. Centinaia di nuove immagini che documentano abusi sui prigionieri di guerra degli Stati Uniti nei centri di detenzione in Iraq (Abu Ghraib), in Afghanistan (Bagram) a Guantanamo e in altri luoghi segreti della Cia nel mondo, stanno per essere pubblicati dall'amministrazione Obama. IL LAGER DI BAGRAM Le foto, scattate tra il 2001 e il 2006, hanno scritto gli avvocati del Pentagono al giudice federale Alvin Hellerstein del tribunale di New York, in risposta a una azione legale dell'American Civil Liberties Union. La Aclu aveva chiesto la pubblicazione delle immagini in base al Freedom of Information Act. In anteprima, l'Unità è in grado di raccontare alcune di queste immagini. Immagini scioccanti. Traduzioni pratiche delle tecniche di interrogatorio contenute in manuali della Cia, tra i quali il «Kubark Counterintelligence Interrogation» e l'«Human Resource Exploitation Training Manual»), che dispiega le tecniche degli interrogatori coercitivi incluse le minacce di uso della violenza e la capacità - da parte dell'interrogante - di "manipolare l'ambiente del soggetto per creare una spiacevole e intollerante situazione, per fargli perdere ogni conoscenza di tempo, spazio e percezione sensitiva». Nella sezione 9 (pagine 82-104 del manuale «Kubark Counterintelligence Interrogation», nella dettagliata sezione «Coercive Counterintelligence Interrogation of Resistant Sources») sotto il titolo «Minacce e paure» gli agenti Cia autori del documento scrivono che «la minaccia di coercizione normalmente indebolisce o distrugge la resistenza più di quanto possa la coercizione stessa». La minaccia di infliggere una dolore può in molti casi «suscitare una paura più grande di quanto non possa l'immediata sensazione fisica del dolore stesso». Anche la voce «dolore» viene ampiamente analizzata. Si discutono le diverse teorie del dolore sottolineando come spesso la resistenza del soggetto cede per un dolore che lui ha l'impressione di infliggersi da solo «piuttosto che con la tortura vera e propria». Un esempio? Costringendo il detenuto a stare in piedi per lungo tempo si fa in modo che crolli la sua autofiducia, la certezza della resistenza sua e del suo fisico. Dettagliata anche la descrizione della cella dove «interrogare»: deve essere «insonorizzata», ci si deve portare solo un «soggetto» per volta, si deve avere chiaro che quella cella «è il campo di battaglia dove l'interrogante e il soggetto si incontrano e dove l'interrogante ha il vantaggio di avere il controllo totale del soggetto e del contesto ambientale». SENZA FINESTRE La cella deve essere massimo 3 metri per 4, senza finestre, possibilmente con le mura bianche; deve avere uno specchio «a due vie» in modo che il soggetto possa essere guardato e «fotografato» dall'esterno. Le foto e la documentazione allegata raccontano di pratiche d'interrogatorio che riportano ai tratti distintivi della tortura dell'inquisizione - lo «strappado» (tortura in cui una persona con le mani legate dietro la schiena veniva sollevata da terra e fatta cadere tramite una corda legata ai polsi), la «question de l'eau» (nella tortura dell'acqua veniva versata dell'acqua nella gola dell'accusato, insieme ad un panno morbido, in modo da causare soffocamento. Il panno veniva rapidamente rimosso così da lacerare gli organi interni), la «cicogna di storpiatura» (tortura in cui la vittima era totalmente immobilizzata tramite un'asta che bloccava collo, polsi e caviglie), la «maschera d'infamia» (questa tortura infliggeva allo stesso tempo due tipi di tortura: quella psicologica e quella fisica. Rendeva ridicoli ed umiliava di fronte al pubblico, ma allo stesso tempo provocava un dolore tremendo poiché stringeva la testa e spesso una pallina al suo interno entrava in bocca in modo tale da impedire di urlare. Nella sede della Cia vicino a Kabul, per esempio, gli americani addetti agli interrogatori obbligavano i prigionieri «a stare con le mani incatenate al soffitto e i piedi legati per le caviglie», con un effetto simile allo «strappado». Anziché usare l'attrezzo di ferro della cicogna di storpiatura dell'inquisizione per contorcere il corpo delle vittime, gli uomini della Cia facevano assumere alle loro vittime simili «posizioni di stress» senza meccanismi esterni, mirando di nuovo all'effetto psicologico del dolore autoinflitto.

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L'America liberal incalza: ora commissione d'inchiesta (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'America liberal incalza: ora commissione d'inchiesta UMBERTO DE GIOVANNANGELI L'«America di Obama» chiede verità e giustizia. E nessuna impunità per i mandanti delle torture «targate» Cia. Il premio Nobel Paul Krugman, nella sua rubrica sul New York Times, ha sostenuto che i processi agli abusi dell'amministrazione Bush non devono essere considerati «un lusso che gli Stati Uniti non si possono permettere» perché l'America è una nazione di ideali morali. Dobbiamo farlo per il nostro futuro, perché non si tratta di riaprire il passato, ma di riprendersi l'anima dell'America». Non solo Krugman. C'è la speaker (presidente) della Camera, Nancy Pelosi. Voci di libertà Il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth. Senatori liberal ed esponenti di quella rete di gruppi, associazioni, organizzazioni progressiste che hanno supportato la campagna presidenziale di Barack Obama. Espressioni di un'America che pretende l'istituzione di una commissione d'inchiesta che faccia piena luce sulla «Cia connection». Il «barattolo di vermi» aperto dal presidente Barack Obama con la pubblicazione dei documenti segreti sulle torture della Cia, sta provocando reazioni a catena negli Usa. Non c'è giorno che il «dossier della vergogna» non si arricchisca di altre rivelazioni che contribuiscono a far lievitare una vicenda che chiama in causa buona parte dei vertici della passata amministrazione Bush: l'allora il vice-presidente Dick Cheney, il ministro della Giustizia John Ashroft, la segretaria di Stato Condoleezza Rice. LA VERITÀ «Sono sempre stata a favore di una commissione di inchiesta -dichiara Nancy Pelosi -. La questione è se debba esserci immunità o no. Io non credo sia necessaria una immunità totale. Penso si debba decidere caso per caso». E come la speaker della Camera la pensano numerosi senatori e deputati democratici che hanno scritto al presidente Obama per chiedere che si proceda «senza incertezze» nell'accertamento delle responsabilità. Tra questi, Pat Leahy, a capo dell'influente commissione giudiziaria del Senato, che ha pubblicamente espresso il convincimento della necessità di istituire una commissione di inchiesta sull'utilizzo della tortura durante gli anni Bush/Cheney. Una «commissione verità» è stata richiesta anche dal senatore democratico Russ Feingold. In prima linea nella richiesta di non concedere impunità a mandanti ed esecutori sono le più importanti associazioni umanitarie. «Il dipartimento della Giustizia offre l'impunità a individui che, secondo lo stesso ministro della giustizia Eric Holder, hanno torturato prigionieri», protesta Larry Cox di Amnesty International, mentre Anthony Romero della Aclu (l'associazione libertaria American Civil Liberties Union) ha chiesto a Obama di affidare a un magistrato indipendente il compito di indagare e ottenere il rinvio a giudizio di chi ha autorizzato e posto in atto le torure. La pubblicazione di quelle foto sarà la prova inconfutabile che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall'amministrazione Bush, non è stata una «aberrazione», dice a l'Unità Amrit Singh, uno dei legali dell'Aclu. Il premio Nobel Paul Krugman; la speaker della Camera, Nancy Pelosi; il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth...L'America che non chiude gli occhi di fronte agli abusi nella guerra al terrorismo.

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L' America di Obama chiede verità e giustizia. E nessuna impunità per i ma... (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'«America di Obama» chiede verità e giustizia. E nessuna impunità per i mandanti delle torture «targate» Cia. Il premio Nobel Paul Krugman, nella sua rubrica sul New York Times, ha sostenuto che i processi agli abusi dell'amministrazione Bush non devono essere considerati «un lusso che gli Stati Uniti non si possono permettere» perché l'America è una nazione di ideali morali. Dobbiamo farlo per il nostro futuro, perché non si tratta di riaprire il passato, ma di riprendersi l'anima dell'America». Non solo Krugman. C'è la speaker (presidente) della Camera, Nancy Pelosi. Voci di libertà Il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth. Senatori liberal ed esponenti di quella rete di gruppi, associazioni, organizzazioni progressiste che hanno supportato la campagna presidenziale di Barack Obama. Espressioni di un'America che pretende l'istituzione di una commissione d'inchiesta che faccia piena luce sulla «Cia connection». Il «barattolo di vermi» aperto dal presidente Barack Obama con la pubblicazione dei documenti segreti sulle torture della Cia, sta provocando reazioni a catena negli Usa. Non c'è giorno che il «dossier della vergogna» non si arricchisca di altre rivelazioni che contribuiscono a far lievitare una vicenda che chiama in causa buona parte dei vertici della passata amministrazione Bush: l'allora il vice-presidente Dick Cheney, il ministro della Giustizia John Ashroft, la segretaria di Stato Condoleezza Rice. LA VERITÀ «Sono sempre stata a favore di una commissione di inchiesta -dichiara Nancy Pelosi -. La questione è se debba esserci immunità o no. Io non credo sia necessaria una immunità totale. Penso si debba decidere caso per caso». E come la speaker della Camera la pensano numerosi senatori e deputati democratici che hanno scritto al presidente Obama per chiedere che si proceda «senza incertezze» nell'accertamento delle responsabilità. Tra questi, Pat Leahy, a capo dell'influente commissione giudiziaria del Senato, che ha pubblicamente espresso il convincimento della necessità di istituire una commissione di inchiesta sull'utilizzo della tortura durante gli anni Bush/Cheney. Una «commissione verità» è stata richiesta anche dal senatore democratico Russ Feingold. In prima linea nella richiesta di non concedere impunità a mandanti ed esecutori sono le più importanti associazioni umanitarie. «Il dipartimento della Giustizia offre l'impunità a individui che, secondo lo stesso ministro della giustizia Eric Holder, hanno torturato prigionieri», protesta Larry Cox di Amnesty International, mentre Anthony Romero della Aclu (l'associazione libertaria American Civil Liberties Union) ha chiesto a Obama di affidare a un magistrato indipendente il compito di indagare e ottenere il rinvio a giudizio di chi ha autorizzato e posto in atto le torure. La pubblicazione di quelle foto sarà la prova inconfutabile che Abu Ghraib, a dispetto di quanto sostenuto dall'amministrazione Bush, non è stata una «aberrazione», dice a l'Unità Amrit Singh, uno dei legali dell'Aclu.

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il leader bielorusso (sezione: Diritti umani)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 29-04-2009)

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il leader bielorusso --> Mercoledì 29 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 10 e-mail print Alexander Lukashenko, «l'ultimo dittatore d'Europa», come lo ha ribattezzato il dipartimento di Stato Usa, lascia l'Italia «con animo soddisfatto», dopo aver messo fine all'isolamento internazionale ultradecennale cui l'Occidente lo aveva confinato per aver sistematicamente calpestato i diritti umani della sua stessa gente. Dopo due giorni trascorsi a Roma torna in Bielorussia, dove si fa chiamare «batkha», il «padre». In mattinata l'uomo forte di Minsk si ferma a parlare con i giornalisti sotto una pioggia battente e racconta della sua prima volta in Italia. A raccontare le «oltre tre ore» con il Cavaliere ci pensa quindi proprio Lukashenko, che rivela come Berlusconi gli abbia detto di essere pronto a visitare Minsk, probabilmente in autunno. Anche se saranno i «canali diplomatici» a stabilire il quando. 29/04/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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Obama cumple 100 días en el poder con un récord de apoyo (sezione: Diritti umani)

( da "Nacion, La" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nueva era en EE.UU. / Los primeros meses de gobierno Obama cumple 100 días en el poder con un récord de apoyo El mandatario cautiva con diplomacia dinámica, aunque la economía aún es el principal desafío Noticias de Exterior: anterior | siguiente Miércoles 29 de abril de 2009 | Publicado en edición impresa ImprimirEnviar por e-mailCambiar tamañoPublicarVotar (0) Ya votaste (0) Compartir Link permanente Menéame Google bookmark YahooMyWeb Newsvine BlinkList Digg Reddit Del.icio.us Mister-Wong FOTO Al salir ayer de los cuarteles generales del FBI, en Washington, Obama se acercó a saludar a la gente Foto: AP Silvia Pisani Corresponsal en EE.UU. WASHINGTON.- El clima ha cambiado definitivamente en esta ciudad, en el país y en buena parte del mundo gracias a uno de sus vecinos más ilustres, el presidente Barack Obama, que hoy cumple 100 días en el poder con índices de popularidad por el cielo. La gestión del primer mandatario de origen afroamericano de Estados Unidos es aprobada hoy por el 68% de los ciudadanos de su país, de acuerdo con una encuesta divulgada ayer por The New York Times . Son los mismos ciudadanos que padecen el peor desempleo en décadas, con un índice del 8,1% -lo que implica más de seis millones de personas en la calle- y una catarata diaria de desesperanza económica, como parte de la más grave crisis financiera de la que se tenga memoria. Pero que, como pocas veces, tienen fe en el cambio que impulsa este líder demócrata de 44 años, con raíces keniatas, nacido en Hawai y lanzado a la arena política en Chicago. Y que lo primero que ha hecho es decirle al mundo que la superpotencia, hoy deprimida, "no siempre" es infalible y "no siempre" tiene la razón. Y que las relaciones internacionales deben ser más horizontales. "Obama ha lanzado una vasta agenda diplomática. Y la posibilidad de hallar amplias soluciones no tiene precedente", dijo el ex secretario de Estado Henry Kissinger. Durante estos 100 días, el gobierno de Obama ha sido noticia dentro y fuera del país, al empujar a Estados Unidos en una dirección bastante diferente a las posiciones defendidas por su predecesor, George W. Bush. Con firmeza, popularidad intacta y saliendo casi todos los días al cruce mediático, el presidente número 44 ha planteado un sentido de urgencia, propósito y relevancia no visto en Washington desde la respuesta a los ataques del 11 de Septiembre. En este limitado tiempo, Obama ordenó el cierre de Guantánamo -que aún sigue funcionando- y la retirada del grueso de las tropas de Irak; facilitó los experimentos con células madre y desafió a la banca y a los ejecutivos de Wall Street, a quienes recortó los sueldos tras responsabilizarlos, públicamente, por buena parte de la crisis financiera. Ha tendido la mano al mundo musulmán, intenta mejorar sus relaciones con Rusia y ha llevado su discurso de cambio a Europa y a Turquía. En América latina ha dado pasos concretos para aliviar tensiones con Cuba y ha dejado la impresión de estar dispuesto a hacer "aún más" para reparar el embargo de medio siglo, si el gobierno de Raúl Castro da "pasos concretos" en el respeto a la "libertad y los derechos humanos". En el continente, Obama desarmó a uno de los peores adversarios de los Estados Unidos, el venezolano Hugo Chávez, mediante el sencillo trámite de tenderle la mano y palmearle la espalda. "No creo que Venezuela sea una amenaza para Estados Unidos", dijo luego el presidente, ante la crítica de senadores norteamericanos, que le reprocharon su acercamiento a los "enemigos" del país. Sedujo Obama a 33 presidentes de la región, reunidos en la Cumbre de las Américas, en Trinidad y Tobago, con la oferta de una "nueva etapa" en la relación regional. Y entre todos ellos, eligió como primus inter pares al brasileño Luiz Inacio Lula da Silva, con el que tuvo largas conversaciones. Los reproches La última controversia acaba de abrirla con la publicación de informes sobre tortura de prisioneros, sospechados de terrorismo, durante el gobierno de Bush. El debate aún está abierto. Sus planes para avergonzar -pero no perseguir judicialmente- a los responsables de esos tratos aberrantes podría convertirse en el primer arrinconamiento de su gobierno, censurado por la derecha y la izquierda. La oposición republicana le reprocha revanchismo. "Esto es una caza de brujas", protestó el senador y su ex adversario en la carrera presidencial, John McCain. "Debemos abrir tribunales de la verdad", le exigen, en el otro extremo, dentro de su partido, donde el reclamo es hacer algo más serio y profundo que la publicación de documentos secretos. Eso pide, entre otros, la influyente titular de la Cámara de Representantes, Nancy Pelosi. En una cultura política obsesionada con las percepciones, una ola de fascinación ha crecido alrededor de la imagen de "los Obama" como primera familia y de Michelle como primera dama, uno de los activos más valiosos y más cuidados por la Casa Blanca (ver aparte). Pero no cabe duda de que será la economía la que defina el destino de esta presidencia. Con un sesgo marcadamente intervencionista del Estado, Obama ha logrado la aprobación de un monumental plan de estímulo económico por US$ 787.000 millones, en el que se mezclan obras públicas con recortes de impuestos. La gran inquietud sigue siendo el verdadero estado de salud del sistema bancario y las sospechas recurrentes que recaen sobre el secretario del Tesoro, Tim Geithner, a quien se le reprochan vínculos con el estamento financiero, potencialmente capaces de arrojar dudas sobre el uso de los fondos públicos que le han sido asignados. Todo, sazonado con una nueva política fiscal que recurre a los que ganan más de US$ 200.000 al año y la promesa de otorgar cobertura médica y social más amplia en un país con sangrantes carencias en la materia. Dicen que el esfuerzo lo ha hecho encanecer. En todo caso, hoy tampoco se da respiro. En el centésimo día de su gestión presidencial, Obama tiene previsto un acto con votantes en Missouri y una conferencia de prensa, luego, en la Casa Blanca. Sabe bien que, a partir del día 101, la luna de miel acaba. Y empieza, tradicionalmente, el fogueo más duro. Las medidas más importantes Guantánamo. Ordenó el cierre de la prisión militar a más tardar en un plazo de un año y prohibió la tortura en los interrogatorios a sospechosos de terrorismo. Cobertura médica. Promulgó una ley para mejorar la cobertura médica de millones de niños de familias pobres. Crisis. Logró que el Congreso aprobara un plan de estímulo de 790.000 millones de dólares, el mayor en la historia del país, para hacer frente a la crisis financiera. Afganistán. Debido al empeoramiento de la situación de seguridad, ordenó enviar 17.000 soldados adicionales y consideró un acercamiento a los talibanes moderados. Irak. Anunció la retirada de todas las tropas para el 31 de agosto del año próximo. Células madre. Levantó las limitaciones en la financiación de la investigación con células madre. Cuba. Levantó las restricciones de viaje a los cubanoestadounidenses y al envío de remesas a la isla. Regulación. Se tomaron medidas para modificar la regulación financiera después de la turbulencia desatada por las crisis de Lehman Brothers, Bear Stearns y AIG. Cárceles. La CIA anunció el cierre de sus cárceles secretas. Islam. Dirigió un mensaje al mundo islámico en una entrevista con el canal árabe Al-Arabiya.

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il buio feroce di delbono (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 44 - Giorno/Notte Il «buio feroce» di Delbono Il regista ligure in esclusiva regionale al Toniolo Il palcoscenico diviene sala d'attesa d'ospedale e passerella di moda per inquietanti sfilate, per confrontarsi con il tabù della morte. Pippo Delbono mette in scena oggi alle 21, al teatro Toniolo di Mestre in esclusiva regionale per la stagione di teatro contemporaneo dell'Aurora di Marghera, le atmosfere abbacinanti di Questo buio feroce. In scena il gruppo di attori della compagnia di Pippo Delbono: oltre al regista ligure, Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Raffaella Banchelli, Bobò, Lucia Della Ferrera, Ilaria Distante, Gustavo Giacosa, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Julia Morawietz, Gianni Parenti, Pepe Robledo. Pippo Delbono e la compagnia dialogano con il pubblico nel foyer del Toniolo alle 17. Questo buio feroce prende titolo e ispirazione da un libro scritto da Harold Brodkey, americano morto di Aids che proprio della malattia e della morte parla nel suo testo. «Soprattutto nei paesi occidentali», scrive Delbono, «questo pensiero è stato bandito. La morte rimane come paura, come perdita, come dolore, raramente come coscienza lucida, profonda, del vivere». E cita le parole di Antonin Artaud, poeta recluso per molti anni in ospedale psichiatrico: «Non potrei mai fare uno spettacolo che non si contamini con la mia vita, non ne sarei capace». Tra brani letterari di Emily Dickinson e Sandro Penna, l'artista ligure affronta la scena bianca di Claude Santerre: colore del lutto per i paesi orientali, scenario di malattia e morte dalle reminiscenze ospedaliere, luogo di possibile contaminazione e dolore, dove la malattia sembra confinare con la tortura: «Una stanza bianca. Vuota. Una scatola senza finestre. Tagli di luce dall'alto. Un battito di cuore che pulsa forte, sempre più forte. E poi scompare». In questo contesto, gli esseri umani sono sconosciuti tra di loro, alieni l'uno per l'altro: «Con il viso bianco riproducono giochi sadici, violenti, crudi. Sono persi, isolati tra loro: si cercano, si perdono, di nuovo». La rappresentazione del dolore passa attraverso «una breccia feroce di luce come i tagli di luce nei drammatici visi del Caravaggio - conclude Pippo Delbono - voglio gente per rincorrere con me la luce. è un'esplosione. Un concerto rock. Una catarsi. Una rivolta. Rompere i muri con un grido che squarcia la tela come nei quadri di Frida Kahlo, la pittrice messicana che dipingeva la sua carne ferita. O i corpi grassi dei torturati nei dipinti del colombiano Botero. Dilaniati». Da Her Bijit alla Biennale Teatro 1999, poi Esodo, ma fin da Barboni, Pippo Delbono è oggi il più grande autore del teatro italiano. Tra i suoi attori Bobò, sordomuto e analfabeta, per 45 anni rinchiuso nel manicomio di Aversa e diventato una star internazionale, o Pepe, fuggito dalla dittatura in Argentina. Biglietti 18/15 euro, Giovani a Teatro 2,50.

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Stranieri respinti, l'Europa apre un fascicolo (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere del Veneto" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere del Veneto sezione: VENEZIAMESTRE data: 29/04/2009 - pag: 9 Il ricorso La Corte dei diritti dell'uomo dichiara ammissibile il ricorso delle associazioni umanitarie Stranieri respinti, l'Europa apre un fascicolo Un dossier con 35 storie di immigrati sbarcati nei porti di Venezia e Patrasso MESTRE Hanno lasciato l'Afghanistan, sono fuggiti attraverso i campi profughi del-- l'Iran, sono scappati dalla polizia turca e sono riusciti a salire su un traghetto greco diretto in Italia dove sono stati respinti alla frontiera. Ma da ieri sono tutti in Europa. Almeno idealmente. Perché la Corte europea dei diritti dell'uomo ha ammesso il ricorso fatto da trentacinque immigrati che denunciano di essere stati respinti in maniera illecita al confine italiano. Le quarantaquattro pagine che raccontano le loro storie sono finite nelle mani dei giudici europei dopo una serie di interviste e testimonianze filmate a febbraio di quest'anno dagli esponenti della rete tuttiidirittiumanipertutti (che va da Razzismo Stop al Comune di Venezia) nel porto greco di Patrasso nelle quali gli immigrati hanno raccontato di essere stati respinti alla frontiera italiana senza che venisse loro concesso il diritto di avere un interprete per spiegare la loro situazione. Alcuni dei respinti poi avrebbero avuto meno di diciotto anni al momento dell'espulsione e la legge italiana obbliga invece all'accoglimento. Per il momento la Corte ha dichiarato ammissibile il ricorso senza entrare nel merito della vicenda e invierà nei prossimi giorni al governo italiano una richiesta di una memoria difensiva per descrivere come avvengono i respingimenti ai porti e su tutto il territorio nazionale. Gli avvocati veneziani Alessandra Ballerini e Luca Mandro infatti hanno chiesto la condanna dell'Italia per prassi illecita. «E' ancora presto spiega Mandro ma siamo comprensibilmente soddisfatti perché molti ricorsi vengono dichiarati inammissibili. Se la Corte non lo ha rigettato è perché si tratta di una situazione molto grave». Normalmente gli avvocati si rivolgono alla Corte europea quando sono esauriti i ricorsi interni, ma nel caso degli immigrati respinti a Venezia e ad Ancona è stata fatta un'eccezione perché essendo stati rimandati in Grecia senza alcun documento non hanno modo di fare un esposto in Procura come farebbe qualunque cittadino in caso di violazione dei suoi diritti. Un mese fa anche il sindaco Massimo Cacciari aveva ammesso che «le violazioni dei diritti dei migranti sono ampiamente documentate ed è palese che i diritti umani più elementari non vengano spesso rispettati all'interno dei porti». D'altro canto il primo cittadino aveva ribadito che il problema dell'immigrazione deve essere risolto su scala nazionale e che le città portuali sono impotenti per mezzi e risorse di fronte alla situazione. Al porto dunque non saranno bloccati i respingimenti per il momento, ma le associazioni sono convinte che «questo è un primo passo fondamentale dicono per permettere ai migranti almeno di uscire dall'invisibilità e denunciare quanto capita tutti i giorni nei porti. Perché solo in quello di Venezia arrivano più di mille persone all'anno e nessuno lo sa». Al.A.

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operazione "summer school" al via poli, iulm e cattolica (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica, La" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina XVIII - Milano Vacanze studio: da Dante all´ambiente, dal marketing alla tv Operazione "summer school" al via Poli, Iulm e Cattolica Al via le iscrizioni per le Summer School, i seminari estivi organizzati dagli atenei per approfondire gli studi accademici. Quindici le proposte della Cattolica, dalla "Scuola internazionale estiva di studi danteschi", per gli appassionati del poeta fiorentino, all´appuntamento di "Marketing e sviluppo delle organizzazioni non profit", per chi vuole conciliare etica e economia. Le Summer school , pensate per acquisire nuove conoscenze e strumenti, verteranno sui settori agro - alimentare, ambiente, cinema, comunicazione, diritto, letteratura, management, psicologia, relazioni internazionali. Fra le novità di quest´anno, il seminario psicologico di "Assessment Terapeutico dal vivo", la settimana sui diritti umani "Diritti dell´uomo e sviluppo dei popoli" e i due moduli agro alimentari di "Quality differentiated markets in the food system". Le Summer school si svolgeranno tutte in località italiane, i prezzi oscillano dai 160 euro di "Pedagogia dell´ambiente" in Val Paghera, ai 700 del corso avanzato "Italian Language and Culture" (informazioni alla pagina web www.unicatt.it/summerschools). Per la IV edizione della Junior Summer School della Iulm (15- 19 giugno), sono aperte le iscrizioni per i migliori studenti delle scuole secondarie che presenteranno la propria candidatura per la settimana di full immersion su arte, cinema e relazioni pubbliche e comunicazioni di impresa (www.iulm.it). Entro il 16 maggio invece, aspiranti ingegneri e architetti del quarto anno delle superiori potranno iscriversi alle settimane full immersion d´ingegneria organizzate dal Politecnico: lezioni come quelle universitarie di Chimica, Fisica, Informatica e Matematica e la possibilità di allenarsi per il test di ingresso. Per inviare le candidature, consultare il sito www.orientamento.polimi.it. (l. b.)

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Trento 21 , documentario scomodo Spazio Off - via Venezia 5 (sezione: Diritti umani)

( da "Adige, L'" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Trento 21 «Jenin Jenin», documentario scomodo Spazio Off - via Venezia 5 Trento 21 «Jenin Jenin», documentario scomodo Spazio Off - via Venezia 5. Dopo il ciclo di film dedicati al tema delle dittature e dei diritti umani, ecco la proiezione di un documentario «scomodo», «Jenin Jenin», incentrato sul conflitto israelo-palestinese, di Mohammad Bakri (censurato in Israele e mai trasmesso dalle tv arabe ad eccezione della libanese «Future»). Il regista palestinese, con passaporto israeliano, è stato addirittura arrestato a Bina, in Galilea, dove abita con la famiglia, perchè accusato di favoreggiamento in un attentato antiisraeliano. Sarà presente l'attivista trentina Laura Ciaghi, reduce dai territori occupati dove si è trattenuta a lungo nel corso dell'offensiva israeliana di dicembre. 29/04/2009

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Pedofilia e sadismo on line,... (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 102 del 2009-04-29 pagina 0 Pedofilia e sadismo on line, arrestate 69 persone di Redazione Tre arresti e 69 indagati è il bilancio di un’indagine eseguita in 16 regioni da Gdf e carabinieri. Nell’ambito dell’inchiesta, partita da Siracusa, sono stati sequestrati filmati con violenze estreme su bambini e bambine di 4-5 anni imbavagliati e legati Siracusa - Maxioperazione anti pedofilia. Tre arresti e 69 indagati è il bilancio di un’indagine eseguita in 16 regioni da Gdf e carabinieri. Nell’ambito dell’inchiesta, partita da Siracusa, sono stati sequestrati filmati con violenze estreme su bambini e bambine di 4-5 anni imbavagliati e legati. Le regioni interessate dalle indagini sono Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino. Professionisti fra i 40 e 60 anni Gli indagati sono per lo più professionisti di età compresa fra i 40 e i 60 anni. Sette di loro in passato sono stati già denunciati per reati sessuali nei confronti di minorenni. Le regioni maggiormente interessate dalle perquisizioni e con il maggior numero di indagati sono Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto. In Lombardia l’operazione anti pedofilia è stata eseguita nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio e Varese. In Sicilia a Siracusa, Acireale, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Gela, Caltanissetta, Palermo e Modica. In Veneto nele province di Rovigo, Padova, Venezia, Verona, Treviso e Belluno, mentre in Emilia perquisizioni sono state eseguite nelle province di Bologna, Modena, Rimini e Ferrara. Le indagini del Nit, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi, dall’aggiunto Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Anna Trinchillo, sono state avviate dopo una serie di denunce dell’associazione Telefono arcobaleno. Vittime torturate Sono stati tratti in arresto un impiegato di 57 anni residente in un comune dell’Isola di Bergamo, un uomo di 42 anni della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro con mansioni di dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti. In quest’ultimo caso, al momento dell’arresto sono stati rinvenuti presso l’abitazione dell’indagato, oltre ai materiali pedopornografici, anche duecento grammi di droga e un bilancino. Le indagini del Nit hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere "sadism", ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. Legati e imbavagliati In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell’ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili. In alcuni casi, gli stupratori - uno dei quali è una donna - mostrano nei video il proprio volto con inusitata sfrontatezza. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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si fa presto a dirsi liberale - gadi polacco (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

REPLICA SI FA PRESTO A DIRSI LIBERALE GADI POLACCO Gentile direttore, il lettore Guido Guastalla segue con grande attenzione le mie opinioni ospitate dal suo giornale, ma ha la tendenza non tanto ad esprimere la propria legittima posizione, bensì ad emettere inappellabili sentenze riservandosi il diritto, bontà sua, di stabilire quando la faccio «fuori dal vaso»" (credo che il suo metro di giudizio sia semplice: non pensarla come lui equivale automaticamente a farla «fuori dal vaso», e ciò non è certo coerente con il pensiero liberale). è accaduto quando, elevatosi a supremo difensore del Governo che, a suo parere, avevo attaccato (e posto in pericolo?), mi condannò circa la questione dell'esclusione di Israele dai Giochi del Mediterraneo in programma a giugno nella città di Pescara. E lo stesso è successo quando ("Il Tirreno" del 21 aprile) mi ha inflitto un'ulteriore definitiva condanna in quanto favorevole, il sottoscritto, a una Moschea a Livorno così come a qualsiasi altro luogo di culto nell'ovvio rispetto delle leggi dello Stato e a carico delle singole confessioni. Singolare è poi che Guastalla, peraltro mai da me citato, sembri ritenersi l'esclusivo riferimento di tali dibattiti, quasi ne avesse una sorte di copyright: da liberale ho naturalmente a cuore anche la sua opinione ma, francamente, la mia modesta agenda politica non è dettata dal suo operato. In estrema sintesi, egli mi obbietta che per «cittadini» si debbano intendere coloro che «godono della cittadinanza italiana»,ricordandomi poi che a oggi non vi è un'intesa tra Stato e Islam italiano. Circa il primo punto, avendone data per scontata la conoscenza (altrimenti dovrei pensare che il mio interlocutore non riconosce i trattati internazionali siglati dall'Italia), ricordo che il nostro paese ha aderito alla Convenzione europea per i diritti umani (siglata nel 1950 ed entrata in vigore tre anni dopo, basata peraltro sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948). questa all'articolo 1, stabilisce: "Le Alte Parti Contraenti riconoscono ad ogni persona soggetta alla loro giurisdizione i diritti e le libertà definiti al Titolo primo della presente Convenzione...". Ciò porta a concludere come "cittadino" sia anche l'individuo sottoposto alla giurisdizione di uno Stato e quindi soggetto titolare di diritti e doveri. L'articolo 9 della stessa Dichiarazione recita poi: "Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti", specificando poi che "la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo non può essere oggetto di restrizioni diverse da quelle che sono stabilite dalla legge e costituiscono misure necessarie, in una società democratica, per la pubblica sicurezza, la protezione dell'ordine, della salute o della morale pubblica, o per la protezione dei diritti e della libertà altrui". In quanto alla mancanza di un'intesa, ricordo comunque come presso il nostro ministero dell'Interno sia stata da tempo istituita una Consulta islamica. Ma se anche non esistessero questi impegni solenni, dei quali un vero liberale in realtà non ha bisogno per garantire i diritti di tutti, i 50-60mila possessori di cittadinanza italiana che professano la fede islamica non sono forse soggetti titolari di doveri ma anche di diritti? Tutto questo mi ricorda un episodio del 1989 quando, durante un incontro, l'allora sindaco di Parigi Chirac si rivolse a Malagodi affermando che «in fondo siamo tutti liberali». E Malagodi gli rispose: «Fra noi liberali e voi conservatori possono esserci anche cose in comune, ma siamo cosa diversa».

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Bambini torturati in filmati hard. Tre arresti (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Cronache Pedofilia/ Bimbi seviziati in filmati hard. Tre arresti Mercoledí 29.04.2009 10:03 Legati, imbavagliati e sottoposti a sevizie sessuali. Sono stati ripresi in una decina di filmati sequestrati nell'ambito di un'inchiesta sulla pedofilia che ha portato a tre arresti. Un impiegato di 57 anni del bergamasco, un uomo di 42 della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro con mansioni di dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti sono finiti in manette. L'operazione contro la pedofilia on line è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa ed eseguita in 16 regioni italiane dal Nucleo investigativo telematico aretuseo con l'impiego di 200 militari, tra carabinieri e guardia di finanza. Gli indagati sono 69, per lo più professionisti di età compresa fra i 40 e i 60 anni. Sette di loro hanno precedenti specifici per reati sessuali contro i minori. Le indagini del Nit hanno aperto uno squarcio sul mercato sommerso della fabbricazione dei film pedofili di genere «sadism», ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, in cui si vedono bambini di 4 o 5 anni, spesso imbavagliati e legati, costretti a subire pratiche indicibili. In alcuni casi, gli stupratori - uno dei quali è una donna - so mostrano nei video a volto scoperto. Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni maggiormente interessate dall'operazione. tags: pedofilia Hard

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Europa e nuova Nato nell'era di Obama (sezione: Diritti umani)

( da "Denaro, Il" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Napoli diplomazia e affari Europa e nuova Nato nell'era di Obama Nel 60 anniversario della Nato, il vertice del Consiglio Atlantico sottolinea il rinnovamento dell'Organizzazione Atlantica: rinnovamento dell'impegno Usa in Europa e dei compiti dell'alleanza fuori dall'Europa, obiettivo condiviso nelle relazioni transatlantiche. A rimarcarlo è il console generale Usa a Napoli, J. Patrick Truhn, nell'ambito di un seminario organizzato a Napoli presso la sede del Sum - Istituto italiano di Scienze umane in collaborazione con l'associazione Amerigo International Cultural Exchange Programs Alumni. Nadia Pedicino "I paesi membri spiega Truhn - si sono accordati per rinnovare il significato di famiglia della Nato, un'organizzazione unita da valori condivisi, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle regole. Abbiamo accolto con entusiasmo la decisione della Francia di reintegrare dopo quarant'anni la struttura del comando militare e siamo sicuri che la piena partecipazione della Francia nella Nato costituisca il simbolo di un impegno europeo rinnovato che rinforzerà la Nato e l'Europa". La città di Napoli, che ospita l'Allied Joint Force Command più importante del Mediterraneo, come ricorda Piero Craveri, preside della facoltà di Lettere dell'Università Suor Orsola Benincasa "si candida a rappresentare una delle realtà più importanti per le attività che l'Alleanza conduce attualmente nonchè per le sfide con i quali dovrà misurarsi". "Ben vengano incontri come quello di oggi - commenta il ministro plenipotenziario Cosimo Risi, consigliere diplomatico del presidente della Regione Campania e la Regione apprezza molto il consolato e le sue attività su ricerca e formazione". Non è un caso che il seminario sia stato organizzato con la collaborazione di Amerigo, International Cultural Exchange Programs Alumni, "Infatti spiega Edoardo Imperiale, coordinatore del Chapter di Napoli di Amerigo - l'associazione, nata a Roma nel maggio 2007 e che oggi conta circa 1.500 soci, ha come obiettivo creare una rete interattiva tra gli italiani che hanno partecipato a programmi di scambi culturali promossi dal Governo americano e che potrebbero in futuro interagire con la più generale State Alumni Community, estesa a livello mondiale. Amerigo opera tramite il sito www.associazioneamerigo.it e attraverso l'organizzazione di eventi e dibattiti con esperti su vari temi di attualità. Di recente un incontro con il presidente dell'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato Antonio Catricalà ha dato il via agli "Incontri al Caminetto" di Amerigo, riservati ai soci e ai loro ospiti". Presenti all'incontro anche il senatore Larry Pressler - Us Fulbright Lecturer presso l'Università di Bologna, e il generale Eduardo Zamarripa Martinez, capo di Stato Maggiore del Comando Nato di Napoli. del 29-04-2009 num.

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migranti respinti, i ricorsi sono ammissibili (sezione: Diritti umani)

( da "Nuova Venezia, La" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 18 - Nazionale Migranti respinti, i ricorsi sono ammissibili La Corte europea di Strasburgo critica i governi di Italia e Grecia IL CASO Sotto accusa il porto di Venezia VENEZIA. Le associazioni Razzismo Stop e Tuttiidirittiumanipertutti cantano vittoria. La Corte europea dei diritti umani con sede a Strasburgo ha ritenuto ammissibili i ricorsi individuali di 35 migranti, moltissimi di loro minorenni, respinti ai porti di Venezia e Ancona. «Questo significa - spiega una portavoce dell'associazione - che adesso pende un procedimento contro i governi italiano e greco, accusati di violazioni dei diritti fondamentali denunciate da questi migranti». La rete di associazioni veneziane Razzismo Stop e Tuttiidirittiumanipertutti da tempo denuncia le quotidiane violazioni dei diritti dei migranti e dei potenziali richiedenti asilo politico che arrivano alle frontiere dell'Adriatico in fuga dalla Grecia, paese rispetto al quale l'Acnur e Amnesty International hanno chiesto di sospendere i respingimenti perché la Repubblica ellenica non garantisce in alcun modo il diritto d'asilo. «Le persone che raggiungono il porto di Venezia e gli altri porti dell'Adriatico - accusano i componeneti delle associazioni - quando vengono intercettate dalla polizia di frontiera, vengono il più delle volte respinte senza formalità, non ricevono un provvedimento argomentato, scritto e tradotto, non incontrano un avvocato né personale civile, vengono chiusi in una cabina sprovvista di bagno a bordo della stessa nave sulla quale si erano nascosti per cercare di raggiungere l'Italia e fare richiesta di asilo. Un diritto fondamentale che viene in tal modo negato in dispregio della normativa nazionale, internazionale e comunitaria». Queste persone, non avendo documenti, quando vengono scoperte vengono così rimandate in Grecia. «E qui - conclude il comunicato delle associazioni che tutelano i migranti - sono soggette ad altre arbitrarie detenzioni e trattamenti inumani e degradanti. Di loro non resta traccia scritta e documentata». La maggior parte di questi migranti proviene dall'Afghanistan ed è in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni talebane. Moltissimi di loro sono minorenni, come lo era Zaher, il ragazzino morto a Mestre nel dicembre dell'anno scorso cercando proprio di eludere quei controlli di frontiera che avrebbero potuto rispedirlo indietro violando i suoi diritti fondamentali. A Patrasso i militanti delle associazioni hanno raccolto le storie di tante persone respinte da Venezia e dagli altri porti italiani, le hanno informate dei loro diritti e degli strumenti giuridici a loro disposizione. I ricorsi alla Corte europea dei diritti umani sono stati la logica conseguenza di questo lavoro. Meno scontato era l'accoglimento delle loro istanze da parte della stessa Corte.

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Pedofilia, video di torture sui bimbi, 69 indagati, 4 arresti (sezione: Diritti umani)

( da "City" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pedofilia:online video torture bimbi, 69 indagati e 4 arresti Sono per lo più professionisti tra i 40 e 60 anni. Avevano scaricato video con torture estreme su bimbi di 4-5 anni, girati probabilmente all'estero. SIRACUSA - Scaricavano da internet filmati pedopornografici a sfondo sadico, in cui bimbi di 4 o 5 anni venivano imbavagliati e legati e sottoposti ad atroci violenze. Per questo quattro uomini, un impiegato di 57 anni del bergamasco, un 42enne della provincia di Treviso, un medico sessantenne di Catanzaro, dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti, e un 49enne della provincia di Bergamo, sposato e padre di due figli, sono stati arrestati nell'ambito di un'operazione contro la pedofilia online coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa e eseguita in 16 regioni italiane dal Nucleo investigativo telematico aretuseo con l'impiego di 200 militari, tra carabinieri e guardia di finanza. Film a sfondo sadico Al centro dell'inchiesta in cui sono indagate 69 persone, la realizzazione di film pedofili di genere sadico. Sono stati sequestrati dei filmati che sarebbero stati verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale. Si vedono i volti degli stupratori, che non fanno parte dell'inchiesta, e tra loro c'è anche una donna. I filmati sarebbero stati scambiati su Internet tra gli indagati che non sarebbero però tra le persone riprese nei filmati. Indagini in 16 regioni Le regioni interessate dalle indagini sono Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino.In Lombardia sono in corso perquisizioni nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio e Varese. In Sicilia si procede a Siracusa, Acireale, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Gela, Caltanissetta, Palermo e Modica. In Veneto sono in corso perquisizioni nelle province di Rovigo, Padova, Venezia, Verona, Treviso e Belluno, mentre in Emilia si procede nelle zone di Bologna, Modena, Rimini e Ferrara. Per lo più professionisti e single Gli indagati, per lo più professionisti di età compresa fra i 40 e i 60 anni, sono accomunati dalla circostanza prevalente di vivere soli. Sette di loro sono recidivi, avendo precedenti specifici per reati sessuali contro i minori. Le indagini hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere "sadism", quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. (City) 29 aprile 2009

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Amplían querella en caso Porvenir (sezione: Diritti umani)

( da "Razòn, La" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Amplían querella en caso Porvenir MOTIVO • Derechos Humanos asegura que existen otros implicados. Imprime esta nota Recomienda esta nota Opiniones sobre esta Nota El comité impulsor del juicio penal contra el suspendido prefecto de Pando, Leopoldo Fernández, presentó ayer a la Fiscalía del Distrito de La Paz una querella para extender la investigación sobre el enfrentamiento en la localidad amazónica de Porvenir, el 11 de septiembre, informó ayer la agencia gubernamental ABI. "Se trata de una ampliación (de los términos procesales) a quienes fueron parte de los luctuosos sucesos de septiembre del 2008, tomando en cuenta que el autor principal es Leopoldo Fernández, pero hay autoridades de la Prefectura y de Porvenir que no fueron incluidos en la investigación", explicó a ABI el presidente de la Asamblea Permanente de Derechos Humanos de Bolivia, Rolando Villena. Dijo que la ampliación permitirá a las familias de las víctimas "identificar a personas que están implicadas en la emboscada, tortura y matanza a los campesinos, normalistas, mujeres y niños". El activista insistió además en que este tipo de hechos no deben quedar en la impunidad. Por el contrario, señaló a la agencia que debe frenarse el uso del poder desmedido y descontrolado con la sanción que corresponde.

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Gb, lezioni di sesso a 11 anni. Polemiche (sezione: Diritti umani)

( da "Giornale.it, Il" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

n. 102 del 2009-04-29 pagina 16 Gb, lezioni di sesso a 11 anni. Polemiche di Erica Orsini Studio obbligatorio per prevenire le troppe gravidanze tra adolescenti. Ai più grandi si parlerà anche di aborto, Aids e matrimoni omosex. Le scuole religiose però potranno "interpretare" la materia secondo i loro principi Londra - Lezioni di sesso obbligatorie nelle scuole inglesi, per gli alunni dagli undici anni in su. E non si parlerà soltanto di mera riproduzione, ma i più grandi affronteranno anche temi più complessi e controversi come l'aborto, l'Aids e i matrimoni gay. Sta già facendo discutere la riforma dell’educazione sessuale insegnata a scuola annunciata dal governo già lo scorso ottobre per «aiutare i ragazzi delle scuole elementari e secondarie a navigare nelle complessità della vita moderna» assicurandosi nel contempo che gli alunni possano apprendere le prime nozioni sul sesso nell'ambito di una classe anziché dai compagni di gioco. Ma quest'importante revisione è soprattutto il risultato di una campagna educativa voluta dalle organizzazioni per la salute sessuale, convinte che la scuola possa contribuire con i suoi corsi ad abbassare il numero delle gravidanze tra gli adolescenti, che in Inghilterra è il più alto d'Europa. Il nuovo insegnamento sarà obbligatorio dal 2011, con significative differenze tra le scuole laiche e quelle religiose. A quest'ultime, infatti, sarà consentito di insegnare l'educazione sessuale nell'ambito di un contesto che tenga conto dei valori morali impartiti dalla propria fede. Questo significa per esempio che alcune scuole potrebbero spiegare che per la loro religione l'uso del preservativo è considerato peccato e altri giudizi morali potrebbero venir emessi su argomenti delicati come le unioni gay. I genitori avranno inoltre il diritto legale di non far frequentare le lezioni ai propri figli nel caso non le ritengano opportune, come già accade adesso per le lezioni non obbligatorie. Ed è proprio su queste opzioni che si sta sviluppando il dibattito maggiore. Le organizzazioni per la salute sessuale ritengono, infatti, che offrire alle famiglie la possibilità di scegliere se il figlio deve o no frequentare le lezioni sia una violazione dei diritti dei ragazzi. E i rappresentanti dell'Associazione per la pianificazione familiare pensano sia molto pericoloso permettere che alcune scuole interpretino la materia a modo loro. «Sesso e religione non sono incompatibili - dice la direttrice dell'organizzazione Julie Bentley -, ma alle scuole non dovrebbe essere consentito interpretare i concetti della materia. Potrebbero infatti raccontare ai ragazzi che la contraccezione non è una questione di scelta, ma è semplicemente qualcosa di sbagliato. Vorremmo quindi l'assicurazione da parte delle autorità che nel momento in cui l'insegnamento diventerà obbligatorio, in tutte le scuole l'educazione sessuale verrà impartita in modo responsabile e etico». «I ragazzi devono comprendere che esiste una legge che ti permette di far uso di anticoncezionali o di sottoporti ad un aborto - ha aggiunto Simon Blake, direttore nazionale dell'associazione Brook - ma possono venir informati che per alcune persone tutto questo non è giusto». Soddisfatti invece gli educatori cattolici per l'opzione educativa offerta dalla riforma e ritenuta «un diritto fondamentale in una comunità in cui i primi educatori sono i genitori e non lo Stato». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Pedofilia, "video con bimbi torturati": 3 arresti e 69 indagati (sezione: Diritti umani)

( da "Dire" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pedofilia, "video con bimbi torturati": 3 arresti e 69 indagati ROMA - "Il mercato e' in crescita ma il fenomeno non e' inarrestabile". Cosi' il presidente di Telefono Arcobaleno commenta la maxi operazione che ha portato 69 denunce e 3 arresti in 16 regioni italiane per la condivisione via internet di filmati pedofili di genere sadico, video molto violenti con protagonisti anche bambini di 4-5 anni. L'indagine che ha portato alla maxi operazione odierna "e' partita proprio da una delle ormai 233.138 segnalazioni fatte da Telefono Arcobaleno", sottolinea l'associazione. La segnalazione riguardava materiali pedopornografici esposti in rete e classificati di livello 5 dall'equipe informatica interna. ll team di Telefono Arcobaleno si avvale di un sistema standard di analisi e classificazione dei materiali pedofili, ormai condiviso con gli interlocutori di tutto il mondo, e "in questa occasione la segnalazione riportava la presenza in rete di immagini che registravano la tortura di bambini anche molto piccoli ed e' stata classificata come di genere Sadism, un genere terribile, ancora poco diffuso ma in costante e preoccupante crescita". Telefono Arcobaleno chiede che alle enunciazioni dei diritti che vengono da ogni parte politica "si accompagnino azioni concrete- prosegue il presidente dell'associazione- Non si puo' parlare di speranza in un mondo che non si accorge che i suoi bambini sono usati come merce di scambio, e' necessario approfondire la conoscenza di questo triste mercato di bambini, e' necessario accorgersi che quel mercato dove e' esposta l'infanzia come una merce non ha niente di virtuale ma che, al contrario, ha le proporzioni di un vero e proprio dramma dell'umanità". 29 aprile 2009

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La Corte dei diritti umani ha ritenuto ammissibili i ricorsi di 35 migranti Molti sono minorenni, come l'afghano Zaher (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

La Corte dei diritti umani ha ritenuto ammissibili i ricorsi di 35 migranti Molti sono minorenni, come l'afghano Zaher Mercoledì 29 Aprile 2009,

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L'Europa apre un procedimento sul trattamento dei clandestini al Porto (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

L'Europa apre un procedimento sul trattamento dei clandestini al Porto Mercoledì 29 Aprile 2009, La Corte europea dei diritti umani, con sede a Strasburgo, ha ritenuto ammissibili i ricorsi individuali di 35 migranti, moltissimi dei quali minorenni, per le condizioni disumane dei viaggi a bordo di traghetti della Grecia in arrivo a Venezia e per il modo inn cui vengono respinti. Questa decisione ha aperto di fatto un procedimento che vede come controparti il governo italiano e il governo greco rispetto alle violazioni dei diritti fondamentali denunciate da questi migranti. Da molto tempo ormai la rete di associazioni veneziane "Tuttiidirittiumanipertutti" denuncia le quotidiane violazioni dei diritti dei migranti e dei potenziali richiedenti asilo politico che arrivano alle frontiere dell'Adriatico in fuga dalla Grecia, paese rispetto al quale l'Acnur e Amnesty International hanno chiesto di sospendere i respingimenti perché la repubblica ellenica non garantisce in alcun modo il diritto d'asilo. Le persone che raggiungono il porto di Venezia e gli altri porti dell'Adriatico, dicono le associazioni, «quando intercettate dalla polizia di frontiera, vengono il più delle volte respinte senza formalità, non ricevono un provvedimento argomentato, scritto e tradotto, non incontrano un avvocato né personale civile, vengono chiusi in una cabina sprovvista di bagno a bordo della stessa nave sulla quale di erano nascosti per cercare di raggiungere l'Italia e fare richiesta di asilo, diritto fondamentale che viene in tal modo negato in dispregio della normativa nazionale, internazionale e comunitaria. Queste persone, come dimostrano le cifre ufficiali dei respingimenti fornite dalla stessa autorità portuale, vengono così rimandate in Grecia per essere soggette ad altre arbitrarie detenzioni e trattamenti inumani e degradanti. Di loro non resta traccia scritta e documentata». La maggior parte di questi migranti proviene dall'Afghanistan ed è in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni talebane. Moltissimi di loro sono minorenni, come lo era Zaher, il ragazzino morto a Mestre nel dicembre dell'anno scorso cercando proprio di eludere quei controlli di frontiera che avrebbero potuto rispedirlo indietro violando i suoi diritti fondamentali. Per permettere a queste persone di uscire dall'invisibilità e poter denunciare quanto avviene loro, una delegazione della rete si è recata a Patrasso nel febbraio del 2009 e ha raccolto materiale prooettato nell'assemblea cittadina "Fronte del Porto" tenutasi a Mestre, alla presenza del sindaco Cacciari, lo scorso 31 marzo.

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Irak suspende en Derechos Humanos (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Irak suspende en Derechos Humanos La ONU advierte de que la seguridad no será sostenible si no se reconstruye el Estado de derecho ÁNGELES ESPINOSA, enviada especial a Bagdad 29/04/2009 Vota Resultado 6 votos El retroceso de los derechos de la mujer y de las minorías, o la precaria situación de los derechos humanos en general, han quedado relegados en Irak ante la violencia sectaria primero y las consideraciones electorales después. Los políticos se han centrado en la inseguridad y la ausencia de servicios básicos. Sin embargo, la Misión de Asistencia de la ONU en Irak (UNAMI) advierte en su último informe hecho público de que los avances en seguridad no serán sostenibles a menos que se reconstruya el Estado de derecho. Consejo de Derechos Humanos de la ONU A FONDO Sede: Ginebra (Suiza) Directivo: Ramiro Lopes Da Silva (Secretario General) Ver cobertura completa Irak A FONDO Capital: Bagdad. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 28,221,181 (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas "A pesar del descenso de la violencia, sigue habiendo problemas estructurales que el Gobierno iraquí tiene que abordar", declara José María Aranaz, jefe adjunto de la Oficina de Derechos Humanos de UNAMI. A la ONU le preocupan "las condiciones de los presos, muchos de los cuales están detenidos sin cargos durante meses e incluso años, y las violaciones de las normas mínimas para un juicio justo, ya que muchos ni siquiera han tenido acceso a un abogado defensor". Su situación se agrava además por el hacinamiento en el que están internados los 44.000 presos que albergan las cárceles de todo el país, incluidas las de la región autónoma de Kurdistán. Esas circunstancias son un caldo de cultivo para los excesos. "Irak ratificó el año pasado la Convención contra la Tortura, pero aún falta armonizar su contenido con el Código Penal", señala Aranaz. Con todo, lo peor es la impunidad. Los abusos de policías y soldados rara vez reciben el castigo que merecen, bien porque los mecanismos para su denuncia y persecución no están en pie, bien porque los jueces están desbordados y carecen de medios para investigarlos. El informe de UNAMI, referido al segundo semestre de 2008, cita el caso de Adnan Thaib al Jumaili, que murió en mayo de 2007 cuando se encontraba detenido. A pesar de que la investigación condujo a un teniente de los servicios secretos iraquíes sospechoso de otros casos de tortura, el juez le dejó en libertad bajo fianza. Panorama preocupante El panorama que dibuja el nuevo informe resulta preocupante. En la tierra que formuló el Código de Hammurabi, uno de los primeros compendios legales de la historia hace ya cuatro milenios, las leyes están desactualizadas y el sistema judicial colapsado. En ese clima resulta muy difícil poner coto a los abusos machistas de una sociedad fuertemente patriarcal o a la discriminación contra las minorías. Sean cuales sean las declaraciones de sus líderes políticos y religiosos, los iraquíes no han interiorizado la igualdad de todos ante la ley. "La transformación del Estado laico en un Estado religioso ha supuesto un retroceso tanto para las mujeres como las minorías", reconoce un observador occidental desde el anonimato. Prueba de ello, ha sido el brutal éxodo de cristianos o mandeos (una comunidad de la que apenas quedan 4.000 seguidores, después de que el 80% de ellos haya huido del país). En Basora y en Bagdad, barrios enteros han perdido a sus minorías. Los asesinatos y las intimidaciones obligaron a 12.000 cristianos a abandonar Mosul el pasado octubre. Y la limpieza prosigue. Tanto en la provincia de Nínive (de la que Mosul es capital) como en la de Tamim, cristianos, yazidíes, shebeks y turcomanos se encuentran atrapados en la pelea por el territorio entre árabes y kurdos. Éstos están intentando revertir el proceso de arabización llevado a cabo por Saddam. "Nos llegan muchas quejas de miembros de esas minorías a las que se les condiciona el acceso a la educación o a la sanidad a que se declaren kurdos o árabes", manifiesta Aranaz. Este responsable confía en que la comisión independiente de derechos humanos que va a formarse este año se ocupe de investigar estas y otras alegaciones, al margen del Gobierno. "El mayor problema que tiene la ONU es de acceso. Acceso a las fuentes y para verificar e informar", se duele, poniendo de relieve los problemas de seguridad que aún plantea Irak.

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Filmati on line con bambini torturatitre arresti e 69 indagati in 16 regioni (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Filmati on line con bambini torturati tre arresti e 69 indagati in 16 regioni Siracusa. Sorpreso in flagranza dagli investigatori mentre era collegato con un sito pedopornografico. Le manette sono scattate ai polsi del responsabile di una struttura per il recupero dei tossicodipendenti in provincia di Catanzaro. Un personaggio di spicco, secondo la Procura di Siracusa che coordina una vasta operazione (ancora in corso), sulla pedofilia on line. Nell'abitazione dell'uomo infatti sono stati rinvenuti e sequestrati duecento grammi di cocaina e gli è stato sequestrato il computer. Tre in tutto le persone arrestate e 69 le perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati. L'operazione contro la pedofilia on line si avvale del contributo del Nucleo Investigativo Telematico di Siracusa, istituito qualche anno fa. Sono 16 le regioni coinvolte nell'inchiesta. Sconcertante la realizzazione di film pedofili di genere sadico. Gli investigatori hanno infatti scoperto un circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle giovanissime vittime. Durante i primi controlli sono stati già sequestrati dei filmati che sarebbero stati verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale con le riprese di violenze estreme su bambini e bambine di appena 4 e 5 anni imbavagliati e legati. Nelle riprese, secondo gli investigatori, si vedono chiaramente i volti degli stupratori, che tuttavia non fanno parte dell'inchiesta, e tra loro vi sarebbe anche una donna. Le indagini sono state avviate dopo una circostanziata denuncia dell'associazione Telefono Arcobaleno, associazione che da anni è in prima fila nella lotta alla pedofilia on line. Sull'inchiesta al momento vige il più stretto riserbo ed è coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi, dal procuratore aggiunto Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Anna Tranchillo. laura valvo

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Maxioperazione anti-pedofilia in 16 regioni. Perquisizioni anche in Abruzzo (sezione: Diritti umani)

( da "PrimaDaNoi.it" del 29-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CRONACA - Tutte Maxioperazione anti-pedofilia in 16 regioni. Perquisizioni anche in Abruzzo --> Inviato da Redazione--> il 29/4/2009 10:10:17 --> 253 letture)--> --> SIRACUSA. Nucleo investigativo telematico in azione in tutto il territorio nazionale per una vasta operazione contro la pedofilia on line e il "turismo sessuale", cui partecipano in sedici regioni, oltre duecento militari dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza. In totale tre arresti e sessantanove perquisizioni è il bilancio ancora provvisorio dell'operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi, dall'aggiunto Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Anna Trinchillo, e scaturita da una serie di dettagliate denunce presentate dall'Associazione Telefono Arcobaleno. Tra le regioni oggetto dell’operazione anche l’Abruzzo. Le indagini eseguite dal Nit hanno consentito di acquisire decine di film pedofili, la cui localizzazione ha condotto alla individuazione di 69 utenti italiani che pubblicavano in internet i materiali illegali. Le perquisizioni riguardano Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino. Sono stati tratti in arresto un impiegato di 57 anni residente in un comune dell'Isola di Bergamo, un uomo di 42 anni della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro con mansioni di dirigente di una comunita' di recupero per tossicodipendenti. In quest'ultimo caso, al momento dell'arresto sono stati rinvenuti presso l'abitazione dell'indagato, oltre ai materiali pedopornografici, anche duecento grammi di droga e un bilancino. Le indagini del Nit hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere "sadism", ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili. In alcuni casi, gli stupratori - uno dei quali e' una donna - mostrano nei video il proprio volto con inusitata sfrontatezza. Lombardia, Sicilia, Emilia Romagna e Veneto sono le regioni maggiormente interessate dall'operazione. In Lombardia le perquisizioni interessano le province di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Milano, Pavia, Sondrio e Varese. In Sicilia si procede a Siracusa, Acireale, Aci Catena, San Giovanni La Punta, Gela, Caltanissetta, Palermo e Modica. In Veneto le province di Rovigo, Padova, Venezia, Verona, Treviso e Belluno, mentre in Emilia si procede nelle zone di Bologna, Modena, Rimini e Ferrara. Gli indagati sono per lo piu' professionisti di eta' compresa fra i 40 e i 60 anni. Sette di loro hanno precedenti specifici per reati sessuali contro i minori. Il «successo dell'operazione della Procura di Siracusa è un chiaro esempio di ciò che auspica il Presidente della Repubblica e di come si possa arrivare a perfezionare gli strumenti di contrasto al traffico di bambini». Lo afferma il presidente e fondatore di Telefono Arcobaleno, Giovanni Arena, ricordando che le indagini «sono state avviate dopo una delle 233.138 denunce anti pedofilia» della sua associazione. Secondo Arena, «il Sadism è un genere terribile, ancora poco diffuso ma in costante e preoccupante crescita. Cresce la domanda e cresce l'offerta - aggiunge - e i bambini sono sempre più piccoli, i materiali sequestrati oggi coinvolgevano vittime di 4-5 anni in media. Il mercato è in crescita ma il fenomeno non è inarrestabile». «Telefono Arcobaleno - conclude Arena - chiede che alle enunciazioni dei diritti dalla politica si accompagnino azioni concrete. Non si può parlare di speranza in un mondo che non si accorge che i suoi bambini sono usati come merce di scambio non virtuale ma che, al contrario, ha le proporzioni di un reale dramma dell'umanità». 29/04/2009 10.08

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L'operazione: un trentino denunciato (sezione: Diritti umani)

( da "Trentino" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

PEDOFILIA L'operazione: un trentino denunciato TRENTO. C'è anche un quarantenne trentino tra i denunciati nel corso dell'operazione contro la pedofilia on-line e il turismo sessuale che, compiuta in 16 regione nella giornata di ieri, ha portato all'arresto di quattro persone, a sessantanove perquisizioni e a diverse denunce. A coordinarla il Procuratore della Repubblica di Siracusa che aveva raccolto alcune dettagliate denunce dell'Associazione Telefono Arcobaleno. Le indagini hanno permesso di acquisire decine di film pedofili, la cui localizzazione ha condotto alla individuazione di 69 utenti italiani che pubblicavano in internet i materiali illegali. Le perquisizioni si sono svolte in Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino. Le indagini del Nit hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere "sadism", ovvero lungometraggi con tortura delle vittime. Il trentino, un operaio specializzato, è accusato di scambio di foto e video pedofili.

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Garzón abre un nuevo proceso contra los torturadores e instigadores de Guantánamo (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Causa contra la prisión ilegal de EE UU Garzón abre un nuevo proceso contra los torturadores e instigadores de Guantánamo El juez considera que hubo un plan sistemático de ataque y malos tratos a prisioneros de guerra que pudieron constituir delitos de lesa humanidad JOSÉ YOLDI - Madrid - 30/04/2009 Vota Resultado 1 votos El juez Baltasar Garzón abrió ayer una investigación sobre la posible existencia de un plan sistemático de torturas y malos tratos a prisioneros de guerra en la base estadounidense de Guantánamo que violaría las convenciones de Ginebra y varios convenios y tratados internacionales, que, a su juicio, constituirían delitos de lesa humanidad. Al mismo tiempo, el magistrado reclamó a su colega Ismael Moreno, que instruye otro proceso por los llamados "vuelos de la CIA" -que incluye también los vuelos que trasladaron a prisioneros talibanes a Guantánamo-, que le remita los antecedentes e indicios que tenga sobre la existencia de torturas, no sobre los vuelos. Los otras tres supuestas víctimas de torturas Hamed Abderramán: "Policías españoles fueron testigos de mis torturas y no dijeron nada" Solo contra el Gobierno, el fiscal y Obama Auto del juez Garzón DOCUMENTO (PDF - 612,38Kb) - 29-04-2009 Baltasar Garzón Real A FONDO Nacimiento: 26-10-1955 Lugar: Torres La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas Una nueva querella se dirige contra Donald Rumsfeld y Condoleezza Rice Garzón ha abierto la investigación sobre la base de las torturas que le denunció el 13 de febrero de 2004 Hamed Abderramán Ahmed, Hmido, el único español que estuvo preso en la base de Guantánamo, y al que el juez de la Audiencia Nacional procesó por pertenecer a Al Qaeda. El talibán español fue juzgado por la Audiencia y condenado a seis años de prisión por integración en banda terrorista, aunque luego, el Supremo le absolvió porque las pruebas obtenidas en Guantánamo eran nulas de pleno derecho. La Audiencia, sin embargo, tras conocer la doctrina del Supremo absolvió en 2006 al marroquí Lahcen Ikassrien, que estuvo dos años en Guantánamo y para el que el fiscal pedía ocho años de prisión. Jamiel Abdul Latif Al Banna y Omar Deghayes, que estuvieron procesados por pertenencia a banda terrorista en el mismo sumario que el talibán español fueron puestos en libertad en el Reino Unido después de que Garzón renunciara a la petición de extradición que había formulado. Todos ellos habían denunciado haber sido torturados. Y son precisamente esas denuncias, una de ellas de hace más de cinco años, las que Garzón ha utilizado para abrir este nuevo proceso. No se trata de la querella presentada por la Asociación Pro Dignidad de los Presos y Presas de España que denunció a los asesores jurídicos que hicieron posible la existencia de Guantánamo y las prisiones secretas, cuya tramitación ha correspondido por reparto al Juzgado Central número 6, cuyo titular es Eloy Velasco, porque este juez todavía no se ha pronunciado sobre si es competente o no para investigar los hechos. La citada asociación, no obstante, ha presentado otra querella para personarse como acusación en el proceso abierto por Garzón. El juez considera que los hechos podrían constituir delitos de lesa humanidad por la violación sistemática de las convenciones de Ginebra, "de los que habrían sido responsables como ejecutores materiales o intelectuales, las personas que tuvieran bajo su guarda y custodia a los detenidos las que autorizaron o practicaron" las torturas a los detenidos. Esas personas, según el juez, eran "miembros todos ellos del ejército norteamericano o de la inteligencia militar y todos aquellos que ejecutaron y/o diseñaron un plan sistemático de torturas o malos tratos, inhumanos y degradantes en contra de los prisioneros que tenían bajo su custodia y que habrían sido capturados en el marco del conflicto armado declarado en Afganistán y a los que se acusaba de terrorismo". El magistrado destaca que de los documentos desclasificados por EE UU, citados por los medios de comunicación, y que deberán solicitarse, "se ha revelado ahora lo que antes se intuía: un plan autorizado y sistemático de tortura y malos tratos sobre personas privadas de libertad sin cargo alguno y sin los elementales derechos de todo detenido, marcados y exigidos por las convenciones internacionales aplicables". Este plan sistemático configura para Garzón la "posible existencia de una acción concertada para la ejecución de una multiplicidad de delitos de torturas contra las personas privadas de libertad en Guantánamo y otras prisiones, entre ellos Bagram (Afganistán) que adquiere casi un nivel oficial y que, por ende, genera una responsabilidad penal en las diferentes estructuras de ejecución, mando y diseño y autorización de ese plan sistemático de tortura". Garzón recuerda la doctrina del Supremo sobre Guantánamo expresada por el magistrado Joaquín Jiménez en la sentencia que absolvió al talibán español. "La detención de cientos de personas, sin cargos, sin garantías, y por tanto sin control y sin límites, en la base de Guantánamo custodiados por el Ejército de EE UU", decía la sentencia, "constituye una situación de imposible explicación y menos justificación desde la realidad jurídica y política en la que se encuentra enclavada". "Bien pudiera decirse", agregaba, "que Guantánamo es un verdadero limbo en la comunidad jurídica que queda definida por una multitud de tratados y convenciones firmadas por la comunidad internacional, constituyendo un acabado ejemplo de lo que alguna doctrina científica ha definido como 'derecho penal del enemigo' [...] opuesto al derecho penal de los ciudadanos [que], quedaría reservado para los que se consideraría responsables de atacar o poner en peligro las bases de la convivencia y del Estado de derecho". Entre los querellados figuran cargos de la Administración de Bush: la secretaria de Estado, Condoleezza Rice; el secretario de Defensa, Donald Rumsfeld; el director de Inteligencia Central, George Tenet; el subsecretario de Defensa para la Inteligencia en el Departamento de Estado, Stephen Cambone, y los generales Ricardo Sánchez, Geoffrey Miller, Walter Wojdakowski y Thomas Pappas. Fuentes de la Audiencia criticaron ayer la decisión de Garzón por considerar que en los últimos cinco años no investigó las torturas a Hmido, y precisaron que el que lo haga ahora parece responder sospechosamente a la presentación de una querella contra los responsables jurídicos que hicieron posible Guantánamo. Los otras tres supuestas víctimas de torturas - Lahcen Ikasrrien. Marroquí residente en España. Fue detenido en noviembre de 2001 en Kandahar (Afganistán) y trasladado a Guantánamo en 2002 por fuerzas militares estadounidenses. Dijo al juez que "recibió golpes en los testículos" y lo mantuvieron en una celda "con luz constante" en la que "estuvo aislado mucho tiempo". - Jamiel Abdelatif Al Banna. Palestino detenido en Gambia. Fue presuntamente sometido a unos mil interrogatorios, recibió amenazas de muerte, lo desnudaron y sufrió provocaciones sexuales. Denunció aislamiento total durante un año atado con grilletes y sometido a alteraciones de día y de noche que le impedían dormir. - Omar Deghayes. Libio detenido en Lahore (Pakistán) en 2002. Denunció una agresión sexual en 2004, aislamiento absoluto por largo tiempo, untamiento de heces, introducción de su cabeza en un inodoro por soldados y la fractura de un dedo por un soldado. Supuesta víctima de waterboarding o introducción de agua a presión por la nariz.

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Amnistia critica la doble moral del govern d'Obama (sezione: Diritti umani)

( da "Avui" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Amnistia critica la doble moral del govern d'Obama Redacció Manifestants vestits de presoners de Guantánamo protestant davant la Casa Blanca ahir a Washington REUTERS L'organització de defensa dels drets humans Amnistia Internacional (AI) va criticar ahir les contradiccions dels primers cent dies de Barack Obama a la presidència dels Estats Units. La secretària general d'Amnistia, Irene Khan, va reconèixer que "s'han produït avenços importants" en matèria de drets humans, "tot i que encara queden moltes mesures per prendre". "Les accions engegades pel president Obama, menys de 48 hores després d'haver pres possessió del càrrec, per tancar Guantánamo en el termini d'un any i posar fi a les detencions secretes de la CIA, van ser acollides amb gran satisfacció", diu Khan, que remarca, amb tot, que aquest canvi no es completarà fins que el govern dels Estats Units "no porti als tribunals tots els responsables d'aquests actes de tortura i doni a les víctimes la possibilitat real de rescabalar-se". Titulat Missatges contradictoris: mesures antiterroristes i drets humans. Els 100 primers dies del president Obama, l'informe d'AI recorda al president nord-americà que encara té "mesures pendents" a prendre respecte a la base aèria de Bagram (Afganistan). L'organització denuncia que en aquell lloc hi ha recloses més de 500 persones sense càrrecs ni judici ni possibilitat de revisar la seva situació. Contradiccions Amnistia també considera "contradictori" que el govern d'Obama hagi clausurat els centres secrets de detenció de la CIA, però hagi deixat oberta la possibilitat que els serveis d'intel·ligència "segrestin i tanquin persones en centres transitoris a curt termini". AI critica, a més, que el govern dels Estats Units hagi aprovat una ordre executiva que prohibeix l'ús de la tortura, però alhora hagi aprovat el Manual de camp de l'exèrcit dels EUA, que permet aïllar i privar de son els sospitosos detinguts durant llargs períodes de temps. Amnistia Internacional remarca que la desaparició de la terminologia bel·licista utilitzada per l'administració de George W. Bush, autor del terme guerra contra el terrorisme, no ha suposat cap canvi real en la manera d'actuar del nou govern nord-americà, ja que "la lluita contra el terrorisme segueix basant-se en la guerra, en lloc de la justícia penal i els drets humans".

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Il premio Langer in terra iraniana (sezione: Diritti umani)

( da "Alto Adige" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il premio Langer in terra iraniana Assegnato a Narges Mohammadi, attiva per le donne e per i diritti umani Il suo impegno già da studentessa le è costato anche vari arresti BOLZANO. Ufficializzandolo ieri mattina in una conferenza stampa, il comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer di Bolzano ha deciso di attribuire il premio internazionale Alexander Langer 2009, messo a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio, a Narges Mohammadi, iraniana, giornalista, vicepresidente e portavoce del "Centro dei difensori dei diritti umani" e presidente del comitato esecutivo del "Consiglio nazionale della pace". Nata nel 1972 a Zanjan, ingegnere di professione, si è laureata in fisica all'Università internazionale Imam Khomeini. Nel periodo degli studi universitari ha organizzato una formazione universitaria di nome Roshangaran (gli intellettuali) e scritto articoli per giornali indipendenti a favore del rispetto dei diritti delle donne e degli studenti. Per questo suo impegno è stata due volte arrestata nel corso di riunioni all'università. Divenuta giornalista, ha scritto articoli su diverse riviste riformiste, tra le quali Payam e Hajar, quest'ultima pubblicazione poi messa al bando perché si batteva per l'uguaglianza delle donne e per i diritti di tutti i cittadini indipendentemente dal genere, dalle opinioni politiche o religiose. E' anche autrice di saggi politici. Appassionata di montagna, Narges Mohammadi ha organizzato e partecipato alla scalata delle cime più importanti in Iran, ma in seguito, a causa della sua attività politica, le è stato negato permesso di far parte di cordate ufficiali e spedizioni. Nel 2001 ha sposato Taghi Rahmani che aveva conosciuto come docente all'università, dove teneva lezioni molto seguite sulla società civile. Ora hanno due bambini, gemelli. Subito dopo il matrimonio, Rahmani fu arrestato e passò due anni in detenzione preventiva prima di sapere quali accuse gli erano state mosse. Per i suoi scritti e per le critiche al regime teocratico ha passato in prigione un terzo della vita. I ripetuti arresti del marito hanno spinto Narges Mohammadi a puntare la sua attenzione anche sulla situazione dei detenuti, in particolare di quelli per reati d'opinione, reclusi in carcere, citando le sue parole,in violazione dei «più elementari principi del diritto, incarcerando illegalmente, senza precisare l'accusa, senza prove, senza condanna, senza che gli avvocati difensori possano aver accesso ai fascicoli dei propri clienti». Per queste sue affermazioni è stata incarcerata altre due volte, traendone nuova forza ed esperienza per assistere i dissidenti imprigionati e le loro famiglie. Oggi è anche stretta collaboratrice di Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace nel 2003, e vicepresidente e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani. Dopo l'illegale chiusura del centro, il 21 dicembre 2008, la stampa internazionale ha riportato le sue denunce e dichiarazioni di protesta. Narges Mohammadi è convinta che la società iraniana desideri profondi cambiamenti verso la democrazia e il pieno rispetto dei diritti umani: «La società iraniana - dice a questo proposito - sta rivendicando con forza il proprio diritto alla democrazia. Studenti, lavoratori, insegnanti, donne, giovani avanzano richieste precise e il Governo dovrà dare loro una risposta. Una risposta soddisfacente. Non è un problema di un'élite, è il problema di un'intera nazione». Il premio, di 10.000 euro, come detto messo a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, verrà consegnato a Bolzano il 2 luglio nell'ambito dell'annuale incontro "Euromediterranea" organizzato dalla Fondazione Alexander Langer.

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Pedofilia on line, tre indagati (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Modena,La" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pedofilia on line, tre indagati Scambiavano film di abusi e sevizie su bimbi di 4 anni Tre modenesi, uno residente in città, gli altri due in provincia, sono stati indagati dalla procura di Siracusa nell'ambito di un'operazione contro la pedo-pornografia via internet condotta in tutta Italia regioni italiane dagli uomini del Nit, il nucleo investigativo telematico di Siracusa. Tutti e tre sono stati denunciati a piede libero ed indagati per il reato di divulgazione di materiale pedo-pornografico. Nei guai sono finiti un 40enne residente a Modena, un 55enne ed un 65enne della provincia. In seguito alle perquisizioni nelle abitazioni dei tre uomini sono stati sequestrati personal computer ed altro materiale informatico. In un caso si trattava di filmati di abusi su bambini e bambine di 4-5 anni legati ed imbavagliati, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale. Le perquisizioni effettuate nelle abitazioni dei tre modenesi, sono avvenute ieri all'alba contestualmente ad altre 66 in tutto il territorio nazionale. Sono state tre anche le persone arrestate: un impiegato di 57 anni residente in un comune dell'Isola di Bergamo, un uomo di 42 anni della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro con mansioni di dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti. Gli arrestati sono indicati dagli inquirenti come il vettore per la diffusione e il commercio di immagini pedo-pornografiche che secondo le indagini del Nit si erano specializzati nella fabbricazione dei film pedofili di genere "sadico", ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. Anche a casa di uno dei modenesi, l'uomo di 65 anni, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di 4 o 5 anni, a volte imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili. In alcuni casi, gli stupratori - uno dei quali è una donna - mostrano nei video il proprio volto con inusitata sfrontatezza. Il successo dell'operazione - come è stato sottolineato dalla procura di Siracusa - lo si deve soprattutto al Nit nucleo investigativo telematico, composto da agenti e poliziotti, riconosciuto come eccellenza operativa anche all'estero per la grande esperienza maturata. A loro tra l'altro si affidano anche le polizie straniere anche alla luce dei risultati fin qui raggiuntio. Il Nit infatti in sette anni di attività ha portato avanti indagini che hanno consentito la condanna di oltre 1000 persone per pedofilia, il monitoraggio di 150mila siti internet e con oltre 500 siti pedofili oscurati. Col Nit collabora tra l'altro "Telefono Arcobaleno" che aggiorna la mappatura della pedofilia sul web. Il Nit poi ne informa le forze di polizia dei cinque continenti.

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Video di bimbi stuprati: trevigiano in cella (sezione: Diritti umani)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Retata in tutta Italia della Procura di Siracusa: quattro in manette, 69 gli indagati che si scambiavano le immagini. Investigatori sconvolti: «Agghiacciante» Video di bimbi stuprati: trevigiano in cella Pedofilia e sadismo su internet, arrestato a Ponte di Piave artigiano di 42 anni I film che i pedofili si scambiavano erano stati girati nel corso di viaggi di «turismo sessuale» in paesi poveri. In un caso la protagonista è una donna che abusa di un bimbo e lo sevizia PONTE DI PIAVE. Si sono scambiati filmati pedopornografici alcuni perfino amatoriali. Scene aberranti di sadismo con bimbo imbavagliati e stuprati. Un abbisso in cui sono penetrati carabinieri, finanzieri e poliziotti che hanno scoperto la rete di pedofili. 69 gli indagati, quattro gli arrestati. Tra loro un trevigiano, L.T., 42 anni, artigiano di Ponte di Piave. Incensurato e insospettabile, abita con i genitori. Quando i carabinieri, su ordine della Procura di Siracusa che ha coordinato le indagini, all'alba di martedì sono entrati nel suo appartamento a Ponte di Piave, L.T. aveva ancora sul computer uno di questi filmati dell'orrore. Gli altri erano sparsi un po' ovunque nella sua stanza. Ce n'erano circa un centinaio dal contenuto identico: lungometraggi amatoriali con scene di sadismo. Protagonisti, bambini sottoposti a torture sessuali. Trovato in flagranza di reato, per il trevigiano è scattato l'arresto e ora dovrà rispondere di «detenzione e scambio di filmati pedopornografici». Con lui sono finiti in manette: un impiegato di 57 anni di Bergamo; un quarantanovenne sempre bergamasco sposato e padre di due figli, un medico sessantenne di Catanzaro dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti. L'indagine è partita da alcune denunce presentate alla Procura di Siracusa da «Telefono Arcobaleno». Gli operatori dell'associazione che si occupa di tutela dei minori, si erano resi conto che nel web si era creato un circuito di produzione di lungometraggi amatoriali che prevedevano la tortura. E le vittime erano bambini di 6, 7, 8 anni. In alcuni c'erano perfino neonati. Un inferno a cui il capo della Procura siciliana, Ugo Rossi ha deciso di mettere subito fine delegando le indagini al Nucleo Investigativo Telematico, un pool di investigatori interforze specializzati su reati commessi via web. Carabinieri, finanzieri e poliziotti hanno così cominciato ad indagare nelle rete scoprendo che su eMule, il programma utilizzato per la condivisione di file, venivano scambiati, attraverso codici particolari, filmati dai contenuti pedopornografici. Si nascondevano dietro sigle anonime che sono state decifrate dagli investigatori. Si è così scoperto che la sigla «Y05» era per «years old 5». Ossia: «Ho un filmato con una bambina di 5 anni». Tra loro si capivano e si invivano reciprocamente video terribili. Nella rete c'erano 69 persone che si scambiavano quei filmati con bimbi stuprati, li scaricavano da internet e li tenevano in casa per riguardaseli. Sono stati individuati professionisti, impiegati, padri di famiglia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Sette di loro in passato erano già stati denunciati per reati sessuali nei confronti di minorenni, ma la maggior parte degli indagati sono incensurati. Come il trevigiano di Ponte di Piave: nemmeno i suoi genitori sospettavano cosa ci fosse in quelli anonimi cd che teneva nella sua stanza. Uno di questi filmati dell'orrore era ancora nel computer. Sequestrati video e computer su cui ora lavoraranno gli investigatori telematici. Single, l'artigiano ora è in carcere al Santa Bona. Le perquisizioni sono scattate all'alba di martedì in tutta Italia. Molte delle persone che si scambiavano file proibiti vivevano da soli ed erano habituè dei viaggi del turismo sessuale. Decine di filmati sequestrati infatti sarebbero stati girati proprio durante questi tour in Thailandia e nei paesi dell'Europa dell'Est. Nei video per la prima volta si vedono in viso gli stupratori di bambini, nessuno dei quali è tra gli indagati. Tra loro c'è anche una donna che abusa, torturandolo, un piccolo. «Si tratta di video agghiaccianti - spiega il maresciallo Domenico Di Somma, comandante del Nucleo Interforze che ha condotto l'indagine con i colleghi della Finanza e della Polizia - violenze perpetrate su bimbi molto piccoli, alcuni appena neonati». Imbavagliati e legati, costretti a subire gli stupri dagli adulti. Le indagini non sono concluse. Gli investigatori proseguiranno ad analizzare i computer sequestrati cercando di capire se altre persone si scambiavano quei file. Intanto, si spezza l'omertà tra gli indagati che hanno cominciato a collaborare con gli inquirenti. Già ieri una delle persone che aveva appena subito la perquisizione ha fornito ai carabinieri l'identità di un altro uomo con cui condivideva la passione segreta della pedofilia sadica. Si tratta del bergamasco di 49 anni, sposato e padre di due figli. Smascherato quando pensava di averla fatta franca. L'hanno arrestato mentre cercava di sbarazzarsi dei filmati della vergogna.

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acegasaps esclude ogni violazione dei diritti sindacali del personale (sezione: Diritti umani)

( da "Mattino di Padova, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Le polemiche sulle assemblee e sul nuovo contratto AcegasAps esclude ogni violazione dei diritti sindacali del personale AcegasAps (nella foto) prende posizione sulle polemiche sindacali sorte intorno alla questione del lavoro straordinario: «Il nuovo sistema di calcolo delle prestazioni, su base settimanale e non più giornaliera, è un effetto dell'applicazione del nuovo contratto nazionale Federambiente», dice la società «e AcegasAps, riconoscendo i possibili effetti di riduzione dei compensi derivati dalla nuova formula di quantificazione, ha indetto una serie di incontri con le organizzazioni sindacali allo scopo di individuare eventuali correttivi che azzerino gli effetti economici negativi; le organizzazioni sindacali, tuttavia, non hanno mostrato particolare partecipazione, tant'è che l'ultimo di questi incontri è andato deserto». Resta l'accusa di condotta antisindacale in occasione delle assemblee del personale: «Anzitutto, il comportamento dell'azienda è stato già oggetto di un ricorso alla magistratura che ha ritenuto tale comportamento legittimo in quanto mirato a garantire i minimi di servizio stabiliti dalla legge. Tale prassi, peraltro, continua dal 2002 e sorprende che soltanto adesso si siano levati i rilievi dei sindacati. Su ambedue i temi vi è comunque totale apertura e volontà di dialogo da parte dell'azienda».

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Voli segreti Cia Barack faccia luce come sulle torture (sezione: Diritti umani)

( da "Unita, L'" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

«Voli segreti Cia Barack faccia luce come sulle torture» U.D.G. Le importanti anticipazioni dell'Unità confermano quanto Amnesty sostiene da tempo: l'uso della tortura da parte della Cia nella "guerra al terrorismo" durante l'amministrazione Bush, non era un fatto isolato né circoscrivibile ad Abu Ghraib, ma una condotta generalizzata». A sostenerlo è Larry Cox, direttore esecutivo di Amnesty Usa. Amnesty, assieme a Human Rights Watch, è in prima fila nel chiedere al presidente Barack Obama di non concedere l'impunità a esecutori e mandanti di una pratica (la tortura) che, ricorda Cox, «è un crimine internazionale». Amnesty e HRW chiedono ad Obama di dar vita a una Commissione d'inchiesta che faccia piena luce su una vicenda che chiama in causa i vertici della precedente amministrazione Usa. Nessuna impunità. Un concetto su cui il direttore esecutivo di Amnesty Usa batte con forza: «Il Dipartimento della Giustizia - afferma Cox - offre l'impunità a individui che, secondo lo stesso ministro della Giustizia, Eric Holden, hanno torturato prigionieri». Qual è il senso politico che emerge dalle foto che la Casa Bianca si è impegnata a rendere pubbliche entro il 28 maggio, e che l'Unità ha raccontato in anticipo? «Quelle foto confermano quanto Amnesty e altre organizzazioni umanitarie denunciano da tempo: la pratica della tortura è stata un tratto tutt'altro che secondario o episodico della cosiddetta guerra al terrorismo portata avanti dalla precedente amministrazione Bush». Alcune delle foto raccontate dall'Unità mostrano l'uso del «waterboarding» . C'è chi sostiene che sia una tecnica di pressione.... «No. Il waterboarding è una forma di tortura e la tortura, è bene ricordarlo sempre, è un crimine internazionale. Il diritto internazionale è chiaro. La tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, non possono mai essere giustificati. Essi non sono mai legali. Non c'è "guerra al terrorismo" che ne possa giustificare l'utilizzo». Non solo Abu Ghraib... «Non c'è nulla di episodico o di circoscritto in questa vicenda. In diversi rapporti, Amnesty ha posto l'accento sulle torture praticate negli interrogatori effettuati da agenti Cia non solo ad Abu Ghraib, Bagram, Guantanamo ma anche in Paesi coinvolti nel programma di "extraordinary renditions" promosso dalla Cia per estorcere, con il supporto di governi complici, confessioni a terroristi veri o presunti». Intervista a Larry Cox

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Immigrazione, l'opposizione deve sperare in Fini (sezione: Diritti umani)

( da "Secolo XIX, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Immigrazione, l'opposizione deve sperare in Fini Giorgio Pagano Il decreto sulla sicurezza è diventato legge. Ma, dopo la doppia bocciatura alla Camera delle norme sulle ronde e sul tempo di permanenza degli immigrati nei Cpt, è diventato un'altra cosa. Si può certamente parlare di una battuta d'arresto per i disegni leghisti. E della possibilità di aprire una fase nuova sia nella politica sulla sicurezza e l'immigrazione sia nella vicenda politica del centrodestra. In questi mesi la Lega, sotto il falso pretesto di frenare l'irregolarità, ha in realtà cercato di far passare un'altra logica, quella di rendere sempre più difficile la vita agli immigrati, irregolari ma anche regolari. Lo ha rilevato, esprimendo preoccupazioni molto serie, anche il commissario del Consiglio d'Europa per i diritti umani Thomas Hammerberg. Una logica intollerante e illiberale che non protegge la sicurezza degli italiani perché rischia di spingere gli immigrati al conflitto razziale e che non conviene al Paese, alla sua economia e al suo welfare, perché non comprende che cos'è effettivamente il nostro mercato del lavoro. Si tende a rendere sempre più complicata l'integrazione dei quattro milioni di stranieri residenti in Italia e non si ha una risposta per gli 800.000 stranieri privi di documento regolare che in grande maggioranza (oltre la metà sono colf e badanti in attesa del "visto") vivono nelle nostre case, lavorano al nostro servizio, vengono curati nelle nostre strutture, hanno i figli che frequentano le nostre scuole. Già il decreto legge approvato in luglio conteneva l'aggravante, iniqua, della pena pari a un terzo per i reati compiuti dall'immigrato irregolare. Poi il ministro Roberto Maroni, sotto pressione dell'Unione europea, ha dovuto ritirare un decreto legge che imponeva forti restrizioni alla libera circolazione dei cittadini europei mediante l'allontanamento di chi fosse sprovvisto di un reddito adeguato. Così come è stato costretto a fare marcia indietro sul reato di immigrazione clandestina, norma non solo iniqua ma inattuabile, e a fare le acrobazie per evitare la censura europea sulla schedatura dei rom. Passo dopo passo, la logica della Lega avanzava, ma trovava reazioni: anche la proposta delle classi separate per i bambini stranieri non è, finora, passata. Il decreto legge approvato in Parlamento conteneva, fino a pochi giorni fa, sia la norma sull'allungamento a 180 giorni della permanenza degli immigrati nei centri di smistamento, vale a dire una misura carceraria in assenza di reato, sia quella sulle ronde, che sanciva l'intrusione dei privati - sia pure, a differenza della prima stesura, disarmati - nel mantenimento dell'ordine pubblico. Ora tutto questo non c'è più, così come non c'è più l'incoraggiamento agli operatori sanitari a denunciare i pazienti ospedalieri sprovvisti di documenti regolari, un annuncio che ha già prodotto il dramma di tanti irregolari che, per paura, non si sono fatti curare. Le vittorie dell'opposizione alla Camera, ottenute grazie all'apporto di settori della maggioranza, hanno dato un duro colpo alla logica xenofoba della Lega, finora accettata, pur se obtorto collo da parte di alcuni, dal centrodestra. Ecco perché diventa possibile una nuova politica per la sicurezza e l'immigrazione. Per definirne le linee guida è utile rileggere le parole di Gianfranco Fini al congresso del Pdl: l'Italia tra dieci anni sarà pluri-etnica, pluri-religiosa, pluri-culturale, occorre quindi prepararsi a questi eventi nella scuola, nelle norme di integrazione, nel rispetto di diritti e doveri da parte di tutti. Insomma: c'è un'etica della sicurezza e dell'ordine civile e c'è un'etica dell'ospitalità e dell'accoglienza. Le due etiche non vanno contrapposte: la sicurezza aumenta la capacità di accoglienza, e viceversa. Si può e si deve dare serenità e tutela ai cittadini senza comprimere mai, in alcun modo, i diritti. Ecco perché la confusione, praticata finora, tra irregolari e criminali non aiuta né la sicurezza né l'accoglienza. Contemporaneamente, quindi, si apre la possibilità di una divisione nel centrodestra e di una lotta al suo interno tra idee che non sono facilmente componibili. Ora se ne discuterà alla Camera: la Lega riproporrà le misure che sono state respinte in un disegno di legge. Continuerà una politica di annunci roboanti a cui seguono le marce indietro o la Lega sfonderà? Dipenderà dall'opposizione, in Parlamento e nel Paese, e dagli esiti del contrasto nel centrodestra. Non è detto che il Pdl diventi il partito dei padani impauriti e razzisti. Fini, l'ex fascista che pure fu coautore con Umberto Bossi di una legge sull'immigrazione che è all'origine di tanti nostri guai e che da vicepremier si macchiò delle gravi colpe dei giorni del G8 a Genova, sembra ormai guardare oltre Berlusconi e il suo patto strategico con Bossi, e mette in guardia dai rischi del populismo plebiscitario in nome di una destra più laica e pluralista, più attenta ai diritti degli individui e alle tutele istituzionali, più moderna ed europea. I contrasti sono reali: bisognerà vedere se Fini si ridurrà a "grillo parlante" del centrodestra o se riuscirà a giocare la sua partita. Giorgio Pagano, già sindaco della Spezia, si occupa di cooperazione internazionale nell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e di politiche urbane nella Recs (Rete città strategiche). 30/04/2009 L'etica della sicurezza non va contrapposta all'etica dell'ospitalità e dell'accoglienza 30/04/2009

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rifondazione riparte dal tessile (sezione: Diritti umani)

( da "Tirreno, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Pagina 3 - Prato Rifondazione riparte dal tessile Il lavoro e l'attività produttiva al centro del programma PRATO. La bandiera di Rifondazione sventola in alto i nomi dei candidati alle amministrative: l'architetto Paolo Paoletti per la poltrona di sindaco e l'operaio tessile Calogero Messina per la presidenza della Provincia. Prima uscita pubblica in uno storico magazzino tessile. Mentre sullo sfondo l'artigiano incorsa la sua tela, i candidati snocciolano i punti salienti del programma. «La scelta simbolica di questo luogo rappresenta il nostro impegno politico per la città - introduce il segretario Alessio Laschi - Ecco perché riteniamo opportuno ripartire da qui, da un pezzo della nostra storia economica e industriale». Carica di significati anche la candidatura dell'operaio Calogero Messina, un rappresentante del mondo del lavoro (dipendente della rifinizione Fidias e delegato sindacale Cgil) che spiega così le ragioni di una scelta dettata soprattutto dal cuore: «Voglio farmi portavoce degli operai. Lavoro nel tessile da 24 anni e ho seguito dall'inizio la lenta agonia di un distretto che è stato trascurato da tutti. La rabbia di vedere tanti compagni perdere il posto di lavoro, di vedere distrutti i progetti delle loro famiglie, mi ha spinto a chiedermi se sia stato fatto davvero il possibile perché ciò non accadesse». Anche la scelta dell'architetto Paolo Paoletti (da anni impegnato nelle battaglie dei comitati cittadini) dimostra l'intenzione di Rifondazione di aprirsi a un elettorato che non guardi solo allo schieramento di bandiera. Da conoscitore del sistema economico pratese, Paoletti è deciso a superare la crisi con un progetto «alternativo al bipolarismo di Cenni e Carlesi e contraddistinto da scelte politiche di sinistra». Al centro del programma, il tema del lavoro: «Lo sviluppo di questa città può avvenire solo con il rilancio di un'economia della produzione». La proposta è quella di passare a un distretto economico sostenibile: «Attraverso un percorso - spiega - che valorizzi l'ambiente, le risorse naturali, le energie rinnovabili e un'economia del riciclo con l'attivazione di laboratori applicati nei centri di ricerca universitari del territorio». Sulle scelte urbanistiche Paoletti ribadisce la necessità di coinvolgere la cittadinanza in un sistema di partecipazione: «Con la multisala assisteremo a un ulteriore abbandono del centro storico, e l'amministrazione uscente non ha fatto niente per fermarlo». Tra le linee guida per il futuro, parità di diritti tra cittadini italiani e stranieri nei luoghi di lavoro: «Sarebbe bastato applicare la Dichiarazione universale dei diritti umani per evitare che i capannoni si riempissero di schiavi». Lavoro, ma anche cultura dell'immigrazione con il rilancio del Premio letterario per Prato da dedicare a storie di integrazione fra popoli. Barbara Burzi

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Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Reati e pene - Misure di sicurezza - Applicazione anche nei confronti di minori infraquattordicenni senza previsione di (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta Ufficiale.it(Corte Costituzionale)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

N. 117 ORDINANZA Giudizio di legittimita' costituzionale in via incidentale. Reati e pene - Misure di sicurezza - Applicazione anche nei confronti di minori infraquattordicenni senza previsione di alcun limite di eta' - Lamentata violazione dei diritti inviolabili della persona, del principio di tutela dell'infanzia e della famiglia, delle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute, del principio del contraddittorio tra le parti nonche' lamentata disparita' di trattamento tra le garanzie difensive accordate ai maggiorenni e quelle previste a favore di minorenni - Petit ..........

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Un camper di medici per i diritti (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

OSTIENSE Un camper di medici per i diritti «Un camper per i diritti» è il progetto che l'associazio- ci.gu ROMA «Un camper per i diritti» è il progetto che l'associazione Medici per i diritti umani porta avanti dal 2004, con l'obiettivo di offrire un servizio medico itinerante a favore delle popolazioni più vulnerabili. A Roma dal 2008 il camper staziona una volta a settimana vicino all'air Terminal Ostiense. I medici sono così entrati a contatto con le persone che vivono alla stazione: senza fissa dimora di varie nazionalità e, soprattutto, profughi afghani. Pochi giorni fa è stato presentato il report dell'operazione. Oltre a fornire informazioni sul profilo delle persone assistite, il dossier offre anche alcuni numeri utili sul contesto romano: i posti letto nei centri di accoglienza a cui si rivolgono perlopiù i richiedenti asilo - pur non essendo a loro espressamente dedicati - sono 1.146. Secondo i dati diffusi dal Comune, i tempi di attesa medi per un uomo singolo è di 70 giorni (20-30 per una donna). Ma secondo le informazioni raccolte dalle persone incontrate durante le "uscite" del camper, spesso l'attesa è maggiore. Per quanto riguarda i dati raccolti durante le 38 uscite effettuate nel 2008, su 409 visite mediche la nazionalità maggiormente rappresentata - 88% - è quella afghana, la quasi totalità degli assistiti è di sesso maschile (99%). Il 25,6% delle persone visitate si è dichiarata minore. La caratteristica che salta agli occhi è che, alla prima visita, ben il 63% delle persone ha dichiarato di essere arrivato in Italia da un tempo inferiore al mese, il 20% da un periodo di tempo compreso tra 1 e 6 mesi. Per quanto riguarda lo status giuridico, il 63% delle persone non aveva ancora presentato la domanda di asilo, il 18% era in possesso di un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria o umanitaria, l'1,9% dello status di rifugiato, il 9,2% stava ancora spettando una risposta mentre il 7% aveva un respingimento verso la Grecia o un avviso di espulsione. Sotto il profilo sanitario, non si riscontrano gravi patologie, quanto malattie legate alla povertà: malattie della cute e dell'apparato sottocutaneo, all'apparato digerente, parassitarie (con alcuni casi di sospetta scabbia), osteomuscolari e del tessuto connettivo. I disturbi psichici 2,5%. Nel 18% dei traumatismi sono state riscontrate ferite spiegate dai pazienti come «eredità» della permanenza in Grecia (maltrattamenti della polizia) e del faticoso viaggio attraverso Iran, Turchia, Grecia e Italia dove generalmente arrivano nascosti sotto i tir.

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Il rifugio segreto dei rifugiati (sezione: Diritti umani)

( da "Manifesto, Il" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

DIRITTI Il rifugio segreto dei rifugiati Decine di afghani vivono nascosti tra i vagoni della stazione dell'Ostiense in attesa che gli venga riconociuto il diritto all'asilo politico. Nel frattempo, lontani da occhi indiscreti, sperano che la polizia non li scopra costringendoli a trasferirsi in un posto meno sicuro Cinzia Gubbini ROMA «Non devi dire che stiamo qui. Se lo dici arrivano e ci mandano via. Ogni volta che i giornali scrivono di noi, il giorno dopo c'è uno sgombero». Ahmet è irremovibile. Parla in pashtu con Emret, il mediatore culturale dell'associazione Medici per i diritti umani che da ormai tre anni segue da vicino le condizioni dei profughi afghani che vivono alla stazione Ostiense. E' molto giovane, ha appena diciotto anni. Gentile, ma intransigente. Qui non ci sono portavoce: la stazione è da parecchio tempo il rifugio per quasi tutti gli afghani che arrivano a Roma, il ricambio di persone è talmente veloce che non si è mai creata una vera e propria comunità. Ma Ahmet oggi parla più degli altri. E difende il suo posto. «Scusa ma abbiamo paura. Qui arrivano anche in piena notte a buttare tutto all'aria». E di sgombero in sgombero questi uomini, spesso minorenni nonostante ultimamente sia facile incontrare anche persone più adulte, sono arrivati fino a qui. Una sistemazione che lascia a bocca aperta: per arrivarci bisogna allontanarsi dalla stazione. La posizione, come spiegato, conviene non rivelarla. Ma basti dire che si sono sistemati sotto un vecchio rimorchio per treni. Arruginito, dimenticato da chissà quanti anni. E ora loro, proprio sotto le ruote, hanno costruito con meticolosità dei piccoli ripari, tra il terreno e il corpo del rimorchio. Non sono alti neanche un metro. Ci si entra solo in ginocchio. Ma nella miseria del contesto hanno tutti i crismi dell'abitare. Ciascuno ha una porta (una coperta), all'interno ci sono due o tre letti (vecchi panni sistemati come un giaciglio), il tetto è stato impermeabilizzato con sacchi di plastica, vecchi k-way. Una manna in questi giorni di pioggia battente. Fuori c'è una tanica con l'acqua potabile. Appoggiato al tetto del rimorchio anche un piccolissimo pezzo di vetro. E' lo specchio. Serve per farsi la barba. Ahmet ha in mano un grosso sacco sportivo. Dentro ci sono i suoi vestiti e le sue scarpe da ginnastica. E' appena andato a lavarli in una lavanderia, di quelle automatiche. Ora li stende su una rete. Le scarpe invece le mette ad asciugare su una barriera mobile ferroviaria. Gli abitanti di questo luogo sono stati fortunati. Sono lontani da occhi indiscreti, nascosti. Sono scomparsi. E questo va bene. E' andata malissimo, invece, alle altre persone - forse un centinaio - che il 14 aprile scorso avevano preso le tende distribuite dall'associazione Medici per i diritti umani. Erano tende a igloo, blu. L'associazione, insieme all'Istituto San Gallicano, aveva pensato di fornirle a quanta più gente possibile per evitare che dormissero per terra. Dove dormono abitualmente. «Sono arrivati il giorno dopo di mattina, intorno alle sette - racconta ancora Ahmet - e hanno portato via tutto. Ma dico tutto. Anche gli effetti personali dei ragazzi: i vestiti, le coperte. Sono rimasti senza niente. Solo quello che avevano indosso. Meglio non farsi vedere. Se non ti fai vedere ti lasciano stare». Anche chi abita qui ha preso le tende. Ma le hanno sistemate dietro al rimorchio, ben nascoste. E si sono salvati da uno sgombero delle forze dell'ordine arrivato inaspettato anche per l'associazione che, proprio il giorno dopo la distribuzione delle tende, aveva organizzato un incontro pubblico per discutere della questione dei profughi afghani. Al tavolo ha partecipato anche un rappresentante del Comune, e per martedì prossimo l'associazione ha ottenuto un colloquio con l'assessore alle Politiche sociali Sveva Belviso: «Azioni come questa sono incomprensibili - dice Alberto Barbieri, uno dei medici - Privarli anche di innocue tende e oltretutto portare via qualsiasi cosa, ci sembra soltanto un modo per spingerli ancora più ai margini. In pratica: cacciarli senza dirlo». Il problema è proprio questo. Il rompicapo, il rebus dei ragazzi della stazione Ostiense, a cui nessuna amministrazione è riuscita a dare risposte. Ha fallito la giunta Veltroni e sta fallendo la giunta Alemanno. Gli afghani sono quasi tutti richiedenti asilo. Se qualcuno non ha presentato la domanda è perché è appena arrivato, e sta riflettendo sull'opportunità di rimanere a Roma. Questa è solo una tappa del loro lungo viaggio. Non solo. Molti di loro hanno già ottenuto una protezione dalla Commissione che ha esaminato la loro richiesta. E ancora, alcuni di loro sono minorenni. Tradotto: non dovrebbero essere qui. Avrebbero diritto, secondo le leggi italiane e le Convenzioni internazionali, ad avere un tetto sopra la testa, un programma di reinserimento in Italia, un futuro sicuro per dimenticare un passato fatto di guerra e inciviltà. Invece ecco che da dietro una coperta - la porta - esce una stampella. E poi un uomo. Un po' a fatica, perché è malato. A gesti fa capire di aspettare un attimo. Si dirige verso il muso del rimorchio, da dove tira fuori la seconda stampella. Ora, dritto sulle sue quattro gambe, dalla tasca interna del giaccone tira fuori un pacco di documenti. Si chiama Kaiko, è di orgine hazara, è entrato in Italia il primo settembre del 2007. E' ancora richiedente asilo, forse ad aprile esamineranno la sua pratica. Ma questa è solo la minima parte della sua storia fatta di documenti. Il resto sono referti medici. Kaiko è stato operato all'ospedale San Filippo Neri, dove è stato ricoverato per due mesi. Poi ha passato un mese e mezzo in un centro di accoglienza. Poi basta. Al San Filippo Neri gli hanno messo una protesi all'anca, che soffriva di artrosi a causa di «un trauma», c'è scritto sulla cartella clinica. Kaiko racconta che è stato un missile taleban a ridurlo così nel 1997 a Mazar-e-Sharif. Il problema però è adesso, in Italia: «La gamba mi fa male. E quando bisogna andare alla mensa per mangiare, io non ci posso andare. La fila è lunga e non posso stare molto in piedi». Ma se la legge, forse, riconoscerà a Kaiko una protezione per altri, come Ahmet, è stata una gogna. Lui, in tasca, ha un diniego della Commissione per il diritto d'asilo. Non perché la sua storia non meriti attenzione. Ma perché il ragazzo, come la maggior parte degli afghani, è arrivato in Italia dalla Grecia. Però è stato sfortunato: in Grecia hanno preso le sue impronte digitali. E' quindi marchiato, secondo la Convenzione Dublino II - basata sul presupposto che tutti i paesi europei hanno un sistema di asilo, e dunque bisogna fare la richiesta nel primo paese di approdo - deve tornare lì. Lui fa una smorfia. Persino l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati ha ufficialmente chiesto ai paesi che accolgono profughi provenienti dalla Grecia di non rimandarli indietro, perché in quel paese il diritto di asilo non viene rispettato. Ma la legge, formalmente, dice altro. E di formalità, a volte, si può anche morire.

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Guantánamo: Garzón abre un juicio y complica a Bush (sezione: Diritti umani)

( da "Clarin, El" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LUEGO DE LA DESCLASIFICACION DE DOCUMENTOS DE LA CIA EN EE.UU. Guantánamo: Garzón abre un juicio y complica a Bush Para el juez español hubo "un plan sistemático" de tortura en su gobierno. Por: Madrid. EFE Y AFP 1 de 1 El juez español Baltasar Garzón abrió una causa para investigar a los posibles "autores materiales, inductores, cooperadores necesarios y cómplices" de los supuestos delitos de torturas cometidos en la prisión estadounidense de Guantánamo durante el gobierno de George Bush. Según el auto judicial conocido ayer, la investigación se basará en las denuncias de cuatro hombres que estuvieron presos en Guantánamo: el español Hamed Abderramán Ahmed, el marroquí residente en España Lhacen Ikassrien, el palestino Jamiel Abdelatif Al Banna y el libio Omar Deghayes. El juez de la Audiencia Nacional, principal instancia judicial española, señaló en un sumario de diez páginas que en los documentos de la era de Bush recientemente desclasificados por el gobierno de Barack Obama "se ha revelado ahora lo que antes se intuía: un plan autorizado y sistemático de tortura y malos tratos sobre personas privadas de libertad sin cargo alguno y sin los elementales derechos de todo detenido, marcados y exigidos por las convenciones internacionales aplicables". Ese plan "configura la posible existencia de una acción concertada para la ejecución de una multiplicidad de delitos de torturas" en Guantánamo y otras prisiones como la de Bagram (en Afganistán), "que adquiere casi un nivel oficial", según Garzón. Hace dos semanas, la Casa Blanca dio a conocer cuatro documentos hasta entonces secretos en los que un grupo de abogados del Departamento de Justicia daban el marco legal al programa de interrogatorios a los detenidos en la "guerra contra el terrorismo", en Guantánamo y otras prisiones. Según los funcionarios, los duros métodos para interrogar a los prisioneros no eran torturas, porque consideraban que no implicaban severo dolor físico o psíquico. Entre esas técnicas figura el "submarino" (simulacro de asfixia), y otras ampliamente consideradas tortura a nivel mundial. Los cuatro ex prisioneros "denunciaron que habían sufrido la práctica de diferentes actos de agresiones físicas o psíquicas sobre sus personas durante el tiempo de sus detenciones en diferentes países, siempre bajo la autoridad de personal del ejército norteamericano, al que fueron entregados tras su detención" en Afganistán, Pakistán y Gambia, según el sumario de Garzón. Los dos primeros fueron absueltos por la justicia española del delito de "integración en la organización terrorista Al Qaeda". Para los segundos, la justicia española dictó órdenes de detención que anuló posteriormente. En Guantánamo, Jamiel Abdelatif fue presuntamente "sometido a unos mil interrogatorios en sesiones de 2 a 10 horas a diario y hasta dos veces al día, en condiciones extremas de calor o frío, sujeto por grilletes en manos y pies". También fueron sometidos a luz permanente, música alta y golpes en los testículos, según declararon. Y no se les permitía contactar a un abogado. La justicia española reconoce desde 2005 la jurisdicción universal para investigar crímenes contra la humanidad, genocidio y torturas cometidos en todo el mundo. TamaÑo de textoEnviar

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RICORRE IL 60 anniversario della Dichiarazione ... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Fermo)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CAMPIONATO DI GIORNALISMO pag. 6 RICORRE IL 60° anniversario della Dichiarazione ... RICORRE IL 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. Molte sono le iniziative, attività ed eventi che ci hanno visti protagonisti attivi e spettatori attenti, nella consapevolezza di essere noi ragazzi a dover operare per un futuro garante dei diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona. NOI DELLA CLASSE III C, insieme ai professori Severini e Fulimeni, abbiamo deciso di trattare un'importante tematica sociale di triste attualità: le libertà negate. Libertà negate a tutti gli individui, d'ogni età, d'ogni razza, d'ogni appartenenza politica, da parte dei regimi autoritari o non ancora completamente democratici. È questo un fenomeno che dilaga soprattutto nelle parti povere del mondo come Asia, Africa ed America latina. Sono soprattutto i bambini, più ancora degli adulti, che vedono violati i loro più elementari diritti, costretti a lavorare fin dalla più tenera età in condizioni igieniche precarie, esposti a grandi rischi per la loro salute, spesso vittime di mortali incidenti, obbligati a partecipare a sanguinose guerre. MOLTI DI LORO per trovare scampo a questa vita terribile, tentano di emigrare in altri paesi dove esistono migliori condizioni di vita e maggiori tutele per il cittadino, spesso affrontando con le loro famiglie viaggi rischiosi, spesso tragici, vittime di trafficanti d'uomini. Questo sfruttamento è ancora più spaventoso guardando le cifre. Negli anni Ottanta gli sfruttati raggiungevano i 50 milioni, oggi il numero è andato incrementandosi fino a raggiungere i 100-150 milioni, quindi circa il doppio o addirittura il triplo di trent'anni fa. LA CLASSE III C, con questo progetto, quindi ha reputato urgente avviare un percorso di sensibilizzazione e d'approfondimento, in un ambito privilegiato come la scuola, indirizzato in prima battuta agli studenti ed ovviamente aperto a tutti, affinché si possano meglio comprendere i confini e tutti gli altri aspetti culturali, sociali, politici ed economici di queste problematiche, soprattutto per individuare le possibili soluzioni. Prodotto finale del lavoro della classe sarà un dvd, ove troveranno posto, immagini, testi, video, foto, documenti che saranno poi inseriti nel sito della scuola a disposizione di chiunque voglia conoscere l'argomento, sfruttando le potenzialità della rete. classe III C

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C'È ANCHE un polesano coinvolto in una maxi opera... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Rovigo)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

ROVIGO pag. 5 C'È ANCHE un polesano coinvolto in una maxi opera... C'È ANCHE un polesano coinvolto in una maxi operazione contro la pedofilia on line e il «turismo sessuale», cui hanno partecipato ieri, in sedici regioni, oltre duecento militari dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza. Quattro gli arresti e sessantanove le perquisizioni effettuate nell'operazione, coordinata dal Procuratore della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi, dall'aggiunto Giuseppe Toscano e dai sostituti Antonio Nicastro e Anna Trinchillo, e scaturita da una serie di dettagliate denunce presentate dall'Associazione Telefono Arcobaleno. La perquisizione che ha interessato un polesano è stata fatta, lunedì scorso, dai militari dell'Arma, nella casa di un 30enne di Badia Polesine. Si tratterebbe di un professionista, cui è stato sequestrato il computer. Le indagini eseguite dal Nit hanno consentito di acquisire decine di film pedofili, la cui localizzazione ha condotto alla individuazione di 69 utenti italiani che pubblicavano in internet i materiali illegali. Le perquisizioni, oltre al Veneto, hanno riguardato Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino. Sono stati tratti in arresto un impiegato di 57 anni residente in un comune dell'Isola di Bergamo, un uomo di 42 anni della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro con mansioni di dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti, infine un 49enne della provincia di Bergamo, sposato e padre di due figli. Le indagini del Nit hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere «sadism», ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili. In alcuni casi, gli stupratori - uno dei quali è una donna - mostrano nei video il proprio volto con inusitata sfrontatezza. In Veneto le perquisizioni hanno interessato le province di Rovigo, Padova, Venezia, Verona, Treviso e Belluno.

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(sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CULTURA & SPETTACOLI UMBRIA pag. 30 «Avanti Pop - speciale per Amnesty International» NOTE & SOLIDARIETA' CONCERTO GRATUITO SABATO A FOLIGNO CON TETES DE BOIS FOLIGNO SABATO, all'Auditorium San Domenico di Foligno, alle 21.30, avrà luogo un concerto gratuito della band Têtes de Bois in favore di Amnesty International. Lo spettacolo «Avanti Pop speciale per Amnesty International» vedrà anche la presenza di Francesco Di Giacomo, storico componente del Banco di Mutuo Soccorso. Il concerto fa parte delle iniziative organizzate dall'associazione per i diritti umani in occasione della sua XXIV Assemblea generale, in programma a Trevi da venerdì a domenica. Têtes de Bois è una band molto speciale, un sestetto composto di voce, tromba, contrabbasso, piano e fisarmonica, chitarra, set percussivo. Una storia fatta di amici e compagni di viaggio, di strade e svincoli, di luoghi impropri, di Berlino e di Parigi, di periferie, di concerti sulle scale mobili nei sotterranei dei metrò, di un camioncino del 1956, di fabbriche abbandonate, di interventi estemporanei sui tram, nelle stazioni ferroviarie, ma anche di club, centri sociali, teatri e festival prestigiosi. Per Têtes de Bois l'evoluzione della propria musica passa attraverso la ricerca di un'altra formula, fatta di parole e suoni catturati nei luoghi della quotidianità di transito, una formula attenta ai segnali, aperta alle sollecitazioni e alle inquietudini, pronta alla messa in gioco senza reti.

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"Bush aplicó tortura", dijo Obama (sezione: Diritti umani)

( da "Nacion, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Nueva era en EE.UU. / El mandatario apunta a su antecesor "Bush aplicó tortura", dijo Obama Defendió la prohibición de los interrogatorios ilegales y dijo que no cerrará la frontera con México Noticias de Exterior: anterior | siguiente Jueves 30 de abril de 2009 | Publicado en edición impresa ImprimirEnviar por e-mailCambiar tamañoPublicarVotar (0) Ya votaste (0) Compartir Link permanente Menéame Google bookmark YahooMyWeb Newsvine BlinkList Digg Reddit Del.icio.us Mister-Wong FOTO El presidente Barack Obama responde preguntas durante la conferencia de prensa en la Casa Blanca Foto: AP Silvia Pisani Corresponsal en EE. UU. WASHINGTON.- El presidente de Estados Unidos, Barack Obama, consideró ayer que su predecesor, George W. Bush, "aplicó tortura, cualquiera que fuera el razonamiento legal" con que quisiera relativizarla. Y que su utilización "fue un error" que está convencido de haber enmendado. Frente a quienes lo critican por haber expuesto la seguridad nacional al revelar secretos de Estado sobre el trato a prisioneros bajo sospecha de terrorismo internacional, Obama fue más lejos y afirmó que la decisión de prohibir "la tortura" hará "más fuerte" al país. Durante una hora, Obama respondió una decena de preguntas al hacer un balance, en una conferencia de prensa, de sus primeros cien días de gobierno. "Creo que hemos empezado bien, pero éste es apenas el comienzo", dijo. De la decena de preguntas, tres fueron sobre su controvertida decisión de revelar las autorizaciones del gobierno de Bush para someter a tortura a los prisioneros. Pero no fue en ese espinoso tema en el que se lo vio más vacilante, sino, curiosamente, en la pregunta en apariencia inocente que le hizo un periodista de The New York Times: "¿Qué fue lo que más le ha sorprendido, encantado y causado problemas en estos cien días de gobierno?". Hubo unos incómodos segundos de silencio del mandatario mientras pensaba. Y lo que más le costó fue contestar qué es lo que más le había "encantado" de su experiencia de cien días como presidente. Finalmente, encontró una salida al referirse al personal de servicio de la Casa Blanca: "Un hombre y una mujer que hacen su trabajo de manera dedicada, sin quejarse y que tienen la mayor de las lealtades. Les estoy profundamente agradecido". La sorpresa, admitió, fue "la cantidad de asuntos críticos que vienen a diario todos al mismo tiempo". Y lo que más lo descolocó fue comprender que "el cambio, en Washington, viene despacio", pese a que el país se encuentra "en una gran crisis". Obama escuchó también reclamos de la comunidad negra. "¿Cómo piensa actuar ante el hecho de que los ciudadanos afroamericanos padecen más desempleo que el resto de la sociedad?", se le preguntó. Obama convalidó lo afirmado por el periodista y dijo que el que es "más vulnerable está en posición de ser más ayudado" y que su gobierno obrará en consecuencia. "Lávense las manos" El mandatario no pudo eludir referirse al brote de gripe porcina, cuyos casos se producen mayoritariamente en México y en Estados Unidos, donde ayer falleció un bebe de 23 meses por la enfermedad. A diferencia de lo decidido por los gobiernos argentino, cubano y peruano, que suspendieron los vuelos provenientes de México, la Casa Blanca se resiste a cerrar la frontera. "Enfrentamos una situación muy seria. El gobierno entero está tomando las mayores precauciones", dijo Obama. Al dirigirse a la población, dijo: "Quédense en casa si están enfermos, lávense las manos y tápense la boca si tosen. Suena trivial, pero es importante y hace la diferencia". 1 de 26  - Los entretelones de la gestión del primer mandatario norteamericano. www.flickr.com/photos/whitehouse/  -   Foto:     Raúl Castro rechaza un pedido de EE.UU. LA HABANA (AP).? Luego de calificar de "mínimas" las últimas medidas de Barack Obama que intentan acercar a Washington con La Habana, el presidente de Cuba, Raúl Castro, advirtió ayer que no es su país el que tiene que realizar "gestos" unilaterales como había pedido la administración norteamericana. "No es Cuba la que tiene que hacer gestos. Hemos reiterado que estamos dispuestos a hablar de todo con el gobierno de Estados Unidos, en igualdad de condiciones, pero no a negociar nuestra soberanía ni nuestro sistema político y social y nuestros asuntos internos", dijo Castro en una reunión de los Países No Alineados.

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: all'Onu la chiusura delle celebrazioni per l'Eroe (sezione: Diritti umani)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

CULTURA & SPETTACOLI pag. 25 «I love Garibaldi»: all'Onu la chiusura delle celebrazioni per l'Eroe RICORDATO NELLA SEDE DELLE NAZIONI UNITE GRAZIE AL PRESIDENTE DEL COMITATO ANDREA MARCUCCI I love Garibaldi è stata la manifestazione di chiusura delle celebrazioni della nascita di Giuseppe Garibaldi iniziate nel 2007, che si è tenuta il 27 aprile all'Onu. Il Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita dell'Eroe dei Due Mondi, presieduto da Andrea Marcucci, lo ha voluto ricordare nella prestigiosa sede delle Nazioni Unite. di ZEFFIRO CIUFFOLETTI UNA DELLE caratteristiche più originali del risorgimento italiano fu quella di rappresentare un'idea di nazione aperta e generosa. Una nazione non chiusa nel recinto di una volontà di dominio, ma intesa come comunità di cittadini solidali con i diritti di tutti i popoli oppressi in ogni parte del mondo. Nelle parole e nei fatti Garibaldi incarnò questi ideali nella lotta delle giovani nazioni sudamericane e poi in Italia e in Europa, ma lottando anche per l'abolizione della schiavitù, per la pena di morte, per i diritti della donne e, con incredibile modernità, persino per la protezione degli animali. Per questo l'iniziativa del Senatore Andrea Marcucci, presidente del Comitato Nazionale per il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, di concludere nella sede delle Nazioni Unite, a New York, le celebrazioni del bicentenario, costituisce un atto culturale politico quanto mai appropriato. In realtà pochi paesi possono annoverare tra i protagonisti della propria storia nazionale un personaggio popolare e universalmente riconosciuto come l'eroe dei due mondi. Proprio nella sede del Palazzo di Vetro, dell'Onu si è tenuta la cerimonia ufficiale alla presenza del rappresentante permanente alle Nazioni Unite, l'Ambasciatore Giulio Maria Terzi; mentre presso la sede dell'Istituto italiano di Cultura, diretto da Renato Miracco, si è svolta una conferenza incentrata sul tema dei diritti dell'uomo a cui è dedicato il volume Garibladi: Democracy and Civil Rights, curato da Lauro Rossi e presentato nell'occasione. Il tema dei diritti dell'uomo come si è visto nel corso della recente conferenza dell'Onu a Ginevra, rappresenta l'orizzonte di civiltà su cui si giocherà il nuovo secolo. IL NOVECENTO che ci siamo lasciati alle spalle è stato il secolo in cui in nome dell'ideologia totalitarie i diritti umani furono conculcati persino nei paesi europei dove erano nati e i popoli di tutto il mondo soffrirono la tragedia di due guerre mondiali. Sempre nel Novecento si sono formate in tutto il mondo centinaia di nuove nazioni sorte disfacimenti di antichi imperi o dalle lotte anticolonialiste in Europa, in Asia e in Africa. Molte di queste nuove nazioni sono diventate formalmente democratiche e fanno parte delle Nazioni Unite spesso senza rispettare i grandi principi democratici posti a base dell'organizzazione. IN EFFETTI il problema di oggi, come si è visto molto bene a Ginevra, è per molti di questi Paesi, in ragione della loro cultura politica, o per motivi religiosi, non rispettano affatto i diritti umani, oppure conculcano i diritti delle donne e delle minoranze etniche o religiose. Tuttavia alcuni di questi pesi alzano il dito accusatore e pretendono di strumentalizzare gli stessi valori che stanno alla base della carta dell'Onu. Questi valori appartengono alla tradizione occidentale di cui Garibaldi fu un antesignano ma non sarà facile l'affermazione dei diritti umani nel mondo, se anche le altre culture non li adotteranno come propri.

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IL PEGGIO del peggio della pedofilia: filmati di genere sadico, girati, verosimil... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

FERRARA CRONACA pag. 5 IL PEGGIO del peggio della pedofilia: filmati di genere sadico, girati, verosimil... IL PEGGIO del peggio della pedofilia: filmati di genere sadico, girati, verosimilmente, durante viaggi di turismo sessuale, con riprese di violenze estreme su bambini e bambine di 4-5 anni imbavagliati e legati. Quattro gli arrestati e 69 indagati nell'ambito di un'operazione coordinata dalla procura di Siracusa ed eseguita in sedici regioni italiane dal Nucleo investigativo telematico con l'impiego di 200 persone delle forze dell'ordine. E tra le perquisizioni c'è anche Ferrara, o meglio la provincia. Dai risicati dettagli trapelati una perquisizione domiciliare sarebbe stata effettuata in una abitazione di Lagosanto e un uomo indagato per detenzione di materiale pedopornografico. L'intera operazione, coordinata dal Nit (Nucleo investigativo telematico) sotto la direzione della procura di Siracusa, è scaturita da una serie di dettagliate denunce presentate dall'associazione Telefono Arcobaleno. Le indagini hanno consentito di acquisire decine di film pedofili, la cui localizzazione ha condotto alla individuazione di 69 utenti italiani che pubblicavano in internet i materiali illegali. Le perquisizioni riguardano la nostra regione, poi Lombardia, Sicilia, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Calabria, Piemonte, Liguria, Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche, Sardegna e Trentino. In manette sono finiti un impiegato di 57 anni residente in un comune dell'Isola di Bergamo, un uomo di 42 anni della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro con mansioni di dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti. In quest'ultimo caso, al momento dell'arresto sono stati rinvenuti presso l'abitazione dell'indagato, oltre ai materiali pedopornografici, anche duecento grammi di droga e un bilancino. Le indagini del Nit hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere «sadism», ovvero quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, verosimilmente girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono le violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche indicibili.

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SONO STATI perquisiti anche i computer di tre modenesi ieri dagli uomini del nucleo investigativo te... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Modena)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

MODENA pag. 7 SONO STATI perquisiti anche i computer di tre modenesi ieri dagli uomini del nucleo investigativo te... SONO STATI perquisiti anche i computer di tre modenesi ieri dagli uomini del nucleo investigativo telematico, nell'ambito di un'operazione contro la pedopornografia su internet. Un 40enne residente in città, un 45enne e un 65enne residenti in provincia, sono indagati dalla procura di Siracusa che ha avviato l'indagine su segnalazione di Telefono Azzurro. A casa dell'anziano in particolare i militari hanno trovato immagini sadiche' di bambini costretti a subire pratiche sessuali. TRE ARRESTI e 69 perquisizioni è il bilancio dell'operazione che ieri ha visto controlli in tutta Italia: le indagini del Nit hanno consentito di acquisire decine di film pedofili che hanno condotto all'individuazione dei 69 utenti italiani che pubblicavano in internet il materiale illegale. Sono finiti in manette un impiegato di 57 anni residente in proviNcia di Bergamo, un uomo di 42 anni della provincia di Treviso e un medico sessantenne di Catanzaro, dirigente di una comunità di recupero per tossicodipendenti. LE INDAGINI, arrivate fino a Modena, hanno squarciato un velo nel sommerso mercato della fabbricazione dei film pedofili di genere sadism', quel circuito di produzione di lungometraggi che prevedono la tortura delle vittime. In particolare, sono state sequestrate decine di film, con ogni probabilità girati nell'ambito dei circuiti del turismo sessuale, i quali riproducono violenze e torture contro bambine e bambini di quattro o cinque anni, talora imbavagliati e legati e costretti a subire pratiche irriferibili. In alcuni casi, gli stupratori - uno dei quali è una donna - mostrano nei video il proprio volto. IN EMILIA le perquisizioni del Nit hanno toccato, oltre che Modena, anche Bologna, Rimini e Ferrara. Gli indagati, per lo più professionisti, sono accomunati dalla circostanza prevalente di vivere soli.

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Premio Langer alla Mohammadi (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Alto Adige" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere dell'Alto Adige sezione: PRIMA data: 30/04/2009 - pag: 1 Giornalista iraniana Premio Langer alla Mohammadi «Donna simbolo per i diritti civili» BOLZANO Il premio Alexander Langer 2009 è stato assegnato alla giornalista iraniana Narges Mohammadi (nella foto), vicepresidente e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani e presidente del comitato esecutivo del Consiglio nazionale della pace in Iran. Il premio verrà consegnato il 2 luglio, nell'ambito dell'annuale festival Euromediterranea organizzato dalla Fondazione che ricorda il consigliere pacifista prematuramente scomparso: «Vogliamo sottolineare il suo impegno per i diritti civili e le pari opportunità, per la quale Narges è finita più volte in carcere», hanno spiegato i vertici dell'organizzazione. A PAGINA 6 Graziani

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(sezione: Diritti umani)

( da "Corriere Alto Adige" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere dell'Alto Adige sezione: BOLZANOEPROV data: 30/04/2009 - pag: 6 Il riconoscimento La Fondazione rende onore alla protagonista delle lotte al femminile «Mohammadi, grido di libertà» Premio Langer alla giornalista iraniana, più volte in carcere La presidente Stufferin: «Lei ha raccolto un milione di firme, instancabile» Il vice Girardi: «Il mondo ha bisogno di mediazioni» BOLZANO «Narges Mohammadi è un grande esempio nella lotta per la libertà e per i diritti di uguaglianza delle donne». Con questa motivazione, il premio internazionale Alexander Langer 2009 è stato assegnato alla giornalista iraniana che è anche vicepresidente e portavoce del Centro dei difensori dei diritti umani e presidente del comitato esecutivo del Consiglio nazionale della pace. Il premio, dotato di 10mila euro, messi a disposizione dalla Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano, verranno consegnati il 2 luglio nell'ambito del festival Euromediterranea, ma non si sa ancora se la giornalista iraniana riuscirà ad essere presente. Narges Mohammadi, nata nel 1972 a Zanjan, laureata in Fisica all'università internazionale «Imam Khomeini» e divenuta in seguito giornalista, aveva già scritto durante gli anni di studio articoli per giornali indipendenti a favore dei diritti delle donne e degli studenti, appoggiando «gli intellettuali », che andavano contro le idee più comuni del regime ma sempre in nome della libertà individuale, e per questo fu arrestata per ben due volte. Tutto ciò avrebbe potuto scoraggiarla, ma lei è andata avanti, scrivendo articoli su molte riviste riformiste, tra le quali Payam e Hajar, quest'ultima messa al bando perché si batteva per l'uguaglianza delle donne e per i diritti di tutti i cittadini, indipendentemente da opinioni, politica e religione. «Ancora una volta ha vinto una donna esordisce Cristine Stufferin, presidente della Ingegnere Narges Mohammadi, nata nel 1972 a Zanjan, laureata in Fisica e giornalista fondazione Alexander Langer una donna che si è battuta per le donne, raccogliendo un milione di firme contro la disparità tra uomo e donna in Iran». Ma Narges Mohammadi non è soltanto una giornalista, è anche autrice di saggi politici, tra cui «Le riforme, la strategia e la tattica» scritto in persiano, ed è anche appassionata di montagna. Nel 2001 si sposa con Taghi Rahmani, che fu arrestato per i suoi scritti e per le critiche mosse contro il regime, passando due anni in detenzione preventiva prima di sapere quali accuse gli erano state mosse. I ripetuti arresti del marito spinsero Narges Mohammadi ad interessarsi sulla situazione dei detenuti, soprattutto per quelli per reati d'opinione: «Violando i più elementari principi del diritto afferma la stessa Narges Mohammadi si incarcera illegalmente, senza precisare l'accusa, senza prove, senza condanna, senza che gli avvocati difensori possano aver accesso ai fascicoli dei propri clienti». Queste affermazioni, inoltre, l'hanno fatta incarcerare per altre due volte, ma lei non ha mai smesso di arrendersi. Al contrario, da questi drammatici eventi ha saputo trarre nuova forza e linfa combattiva. «A livello locale cerchiamo di fare e promuovere cultura- spiega Rainer Girardi, vicepresidente della Fondazione Langer a livello internazionale, invece, vogliamo imporci con dialoghi e progetti, e il collegamento tra il livello locale e quello internazionale è la mediazione ». La figura della giornalista iraniana ben si accosta alle prerogative del premio Langer «assegnato in onore a scelte coraggiose, all'indipendenza di pensiero, capace di illuminare situazioni e strade innovative». Matthias Graziani

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MENTRE in Occidente si discute se il burqa sia un simbolo di libertà femminile alternat... (sezione: Diritti umani)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

LETTERE E COMMENTI pag. 31 MENTRE in Occidente si discute se il burqa sia un simbolo di libertà femminile alternat... MENTRE in Occidente si discute se il burqa sia un simbolo di libertà femminile alternativa a quella che conosciamo, i media hanno mandato in onda scene di ordinaria vita quotidiana islamica: donne afgane prese a sassate (protestavano contro la legalizzazione dello stupro in famiglia), fustigazione pubblica di una giovane pachistana sorpresa a chiacchierare con un uomo che non era suo marito e alla fucilazione in Pakistan di due presunti giovani amanti. Ciò che gli infatuati del multiculturalismo non riescono a capire, è che la sharia, cioè la legge dell'islam, è desunta dal Corano, quindi intoccabile, e soprattutto sprezzante del principio di laicità come lo intendiamo noi e dei diritti umani incentrati sulla magna charta dell'Onu. Gianni Toffali, Verona

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Garzón apre un'inchiesta sulle torture a Guantánamo (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 30/04/2009 - pag: 15 Spagna Garzón apre un'inchiesta sulle torture a Guantánamo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MADRID Il giudice spagnolo Baltasar Garzón sembra aver trovato il punto debole della «fortezza» di Guantánamo (foto), finora inespugnata dalla giustizia ordinaria. Partendo dalle denunce di quattro ex detenuti, tra i quali il «talebano spagnolo» Hamed Abderrahman Ahmed, e dai documenti non più top secret dell'amministrazione Usa, il magistrato ha istruito una nuova indagine preliminare contro i responsabili delle crudeltà commesse durante gli interrogatori di sospetti terroristi islamici. I quattro ex prigionieri, estradati in Spagna per essere processati, hanno testimoniato su ciò che ormai neppure il Pentagono più nasconde: nel carcere di Guantánamo i detenuti in attesa di giudizio erano sottoposti ad affogamenti simulati e ad altre sevizie autorizzate da Washington. Obama ha annunciato la chiusura della prigione entro l'anno, ma ha preferito non aprire indagini e non cercare colpevoli tra i consiglieri del suo predecessore, George W. Bush, che idearono il carcere nell'isola di Cuba. Dal 2005 la giustizia spagnola si riconosce una competenza internazionale nel perseguire crimini contro l'umanità, genocidi e torture commesse in qualunque parte del mondo. Garzón è diventato il simbolo di un'impresa giudiziaria spesso complicata dall'irreperibilità di prove, testimoni e imputati, ma imparzialmente diretta verso ex dittatori sudamericani, capi di Al Qaeda, incluso Bin Laden, o vecchi falangisti spagnoli responsabili di eccidi durante la guerra civile. L'ultimo bersaglio, Guantánamo, si è dimostrato uno dei più difficili per il magistrato spagnolo che, pochi giorni fa, si è visto respingere dalla procura dell'Audiencia Nacional la richiesta di investigare su sei funzionari giuridici di Bush, indicati come le menti del limbo legale nei Caraibi. Con in mano i ritagli di giornale che riferiscono come i metodi utilizzati a Guantánamo fossero consentiti dalla Casa Bianca e con i verbali delle testimonianze rese da Abderrahman Ahmed, dal marocchino Lahcen Ikassrien, dal palestinese giordano Jamiel Abdul Latif al Banna e dal libico Omar Deghayes (nessuno dei quali è stato condannato), Garzón riparte all'attacco: chiede agli Stati Uniti la consegna dei documenti originali e ipotizza l'esistenza di «un piano autorizzato e sistematico di tortura e maltrattamenti ai danni di persone private della libertà in prigioni come Guantánamo e altre». Il riferimento è al carcere di Bagram in Afghanistan. Elisabetta Rosaspina

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Parma Lirica, lezione di integrazione con i Cori (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

SPETTACOLI 30-04-2009 FESTIVAL DEI DIRITTI UMANI STASERA A INGRESSO LIBERO Parma Lirica, lezione di integrazione con i Cori Incontro di generazioni Ieri la presentazione dell'iniziativa. Un programma originale che affianca il gospel ai brani cantati in dialetto Giorgia C. Facchinetti II Due generazioni a confronto unite da una grande passione, quella per la musica. Si terrà stasera, al Circolo Culturale Parma Lirica di viale Gorizia, la rassegna Corale dell'Oltretorrente che anche quest'anno avrà un tema e un titolo molto speciale: «Canto perché la storia incontri il futuro». «L'intento della rassegna di valorizzare il territorio e socializzare mediante la musica corale in questa edizione si coniuga con la celebrazione del diritto all'identità dei popoli» ha spiegato Gabriella Corsaro, direttore artistico della rassegna, che ha preparato per questa edizione un originale programma basato sul coro nelle scuole, dai bambini della scuola primaria San Benedetto ai «fratelli maggiori» delle scuole superiori Toschi, Ulivi e Romagnosi. I canti popolari saranno eseguiti dai cori di ragazzi delle scuole cittadine che proporranno un repertorio di musiche africane, gospel ed europee. La manifestazione, voluta dalla direzione del «Coro delle Tradizioni Popolari R. Pezzani » è realizzata in collaborazione con la Provincia di Parma e con il patrocinio del Comune di Parma. L'iniziativa è anche inserita all'interno del Festival dei diritti umani. «Questo concerto ci sembrava una buona occasione per aprire una finestra sulle culture e sulle tradizioni sia locali sia dei popoli che vivono sul nostro territorio, rafforzando l'integrazione reciproca. E poi ci ha entusiasmati l'incontro tra generazioni» ha spiegato l'assessore provinciale alle Politiche Sociali Tiziana Mozzoni. Sarà il Coro Renzo Pezzani ad aprire la serata con dei brani cantati in dialetto parmigiano. «In questo secondo appuntamento abbiamo voluto che le giovani voci delle scuole incontrassero e cantassero il mondo dell'Oltretorrente - ha sottolineato la presidente del Coro Pezzani, Nella Venturini - L'augurio è che sia l'inizio di una vera amicizia tra popoli e generazioni ». La manifestazione (dalle 21) sarà ad ingresso gratuito e aperta a tutta la cittadinanza.

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Il primo arabo nel Giardino dei Giusti: salvò decine di ebrei (sezione: Diritti umani)

( da "Corriere della Sera" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 30/04/2009 - pag: 5 La Memoria Il 5 maggio la cerimonia solenne al Monte Stella. «Ricorderemo tutti coloro che hanno lottato contro i genocidi» Il primo arabo nel Giardino dei Giusti: salvò decine di ebrei È il primo arabo al mondo al quale sarà tributata la memoria dei Giusti. Aveva 32 anni Khaled Abdul Wahab, quando le leggi antisemite arrivarono nelle colonie francesi. Cinquemila ebrei vennero rinchiusi nei campi di lavoro forzato, poi deportati, uccisi. Abdul, figlio dello storico più eminente della Tunisia, ne salvò a decine, nascondendoli, nutrendoli, aiutandoli a fuggire. E solo dopo la sua morte, nel '97, all'età di 86 anni, uno storico ricostruì la sua storia di Giusto. Il 5 maggio Milano lo onorerà insieme ai Giusti di tutto il mondo con una cerimonia solenne al Giardino del Monte Stella, il primo in Italia e il quarto nel mondo dopo Gerusalemme, Erevan e Sarajevo, e un convegno di testimonianze a Palazzo Marino. Nuovi alberi saranno dedicati a donne e uomini che, in momenti e in luoghi diversi, hanno lottato contro i genocidi: la giornalista russa Anna Politkovskaja, l'intellettuale turco di origini armene Hrant Dink, l'attivista dei diritti umani in Bosnia- Erzegovina Duako Condor, il console italiano in Rwanda Pierantonio Costa che ha portato in salvo con la sua automobile duemila tutsi tra cui 375 bambini durante il genocidio in Rwuanda, l'arabo tunisino Khaled Abdul Wahab che, durante la Seconda guerra mondiale, nascose e sfamò per diversi mesi un gruppo di ebrei e, infine, i 440 Giusti italiani della Shoah. «A Milano è sorto per la prima volta in Europa un Giardino dei Giusti ha ricordato Gabriele Nissim, presidente del Comitato per la Foresta dei Giusti, presentando la giornata alla quale sarà presente anche il presidente della comunità ebraica, Leone Soued -. Ricorda non solo i salvatori degli ebrei ma quanti hanno lottato contro altrui genocidi del mondo e hanno difeso la dignità umana nei regimi totalitari». Giornata storica il prossimo 5 maggio, ha precisato il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri: «Dedicheremo nuovi alberi a uomini e donne che hanno scelto il Bene, impegnandosi sempre per la difesa dei diritti umani universali anche a costo della loro stessa vita». Paola D'Amico Shoah Il tunisino Khaled Abdul Wahab

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Primo maggio, cappelletti e solidarietà (sezione: Diritti umani)

( da "Gazzetta di Reggio" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Primo maggio, cappelletti e solidarietà Correggio, sotto i portici per dire no alla denuncia dei clandestini malati CORREGGIO. Domani, ovvero per la giornata dedicata alla festa del lavoro, ritorna nel centro storico correggese un appuntamento di alto valore simbolico, oltre che sana occasione per stare insieme e fare festa. L'appuntamento in questione è quello molto «saporito» con il pranzo a base di nostrani cappelletti, con lunghe tavolate allestite sotto i portici di corso Mazzini. Il tutto organizzato dai ragazzi e dalle ragazze del Partito democratico, con l'ovvio apporto di militanti con qualche anno in più. E per l'edizione 2009 del Primo Maggio correggese, i «cappelletti - come sottolineano gli organizzatori - scendono in piazza» o meglio sarebbe dire nei piatti, «per il diritto alla salute» perché come illustra il titolo, l'iniziativa si svolge a sostegno della campagna «Divieto di segnalazione. Siamo medici e infermieri e non spie», promossa da diverse associazioni tra cui Medici senza Frontiere in relazione alla proposta di legge del governo Berlusconi di permettere a medici e infermieri di denunciare eventuali pazienti clandestini. Proposta di legge che adesso sembra rientrare, ma che la dice lunga su certe sensibilità. Durante il fascismo, come ovvio, era vietato festeggiare il Primo maggio. Se si veniva sorpresi a mangiare un buon piatto di cappelletti in compagnia della famiglia o degli amici, erano guai, bastonate e olio di ricino. «La vicenda della denuncia dei clandestini - dicono sempre gi organizzatori - dimostra che ancora oggi occorre vigilare perché i diritti umani e la libertà non sono concetti scontati». Il menu del pranzo prevede cappelletti e lambrusco, cima di vitello alla genovese e ciambella. Prezzo 16 euro. Info e prenotazioni: Pd Correggio, telefono 0522 692340 (la mattina) oppure 339 228.64.37, info@pdcorreggio.it; in caso di maltempo, appuntamento nel Salone delle Feste di via Fazzano.

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Parigi: la 1.618 Sustainable Luxury Fair (sezione: Diritti umani)

( da "superEva notizie" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Parigi: la 1.618 Sustainable Luxury Fair Dal 15 al 17 maggio a Parigi al Palais de Tokyo si svolgerà la prima fiera dedicata al lusso sostenibile La 1.618 Sustainable Luxury Fair, promossa dal Ministero della Cultura Francese e dal WWF, è la prima fiera dedicata al lusso sostenibile che si svolgerà a Parigi nei padiglioni del Palais de Tokyo. Saranno messi in mostra solo prodotti e servizi selezionati in base al rispetto dell'ambiente e dei diritti umani, alla ricercatezza dei materiali e all'artigianalità delle lavorazioni che riguarderanno diversi settori dall'abbigliamento alla tecnologia, dal design alla gioielleria, dalle automobili alla cosmetica. Le tematiche sostenibili che hanno conquistato i ricchi "neogreen" sono al centro dell'interesse dei marchi del lusso come dimostra il summit internazionale "Delhi Sustainable Development Summit 2009", tenutosi in febbraio a New Delhi. Per approfondimento La 1.618 Sustainable Luxury Fair PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 30 aprile 2009 in: Attualità » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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SERRA SAN QUIRICO: Atelier di pittura per i ragazzi de 'Il Sollievo' (sezione: Diritti umani)

( da "By Marche.it" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

30/4/2009 SERRA SAN QUIRICO: Atelier di pittura per i ragazzi de 'Il Sollievo' Collaborazione importante quella fra la Rassegna Nazionale del Teatro della scuola di Serra San Quirico e il centro di aggregazione Il Sollievo di Jesi. Lunedì 4 maggio e mercoledì 13 maggio gli utenti del centro, gli operatori teatrali e i ragazzi presenti alla rassegna, potranno dare libero sfogo alla propria arte nelle cantine di Palazzo Piccioni. Lì infatti sarà allestito un atelier di pittura, con tavoli, carta, colori, pennelli e tutto il materiale necessario per fare arte nel modo più libero, personale e spontaneo possibile. L'atelier sarà condotto dagli utenti e gli operatori del centro, in collaborazione con gli studenti delle Accademie delle belle arti di Brera e Macerata. Il tema affrontato sarà quello della Dichiarazione dei Diritti Umani. Tutte le info nell'approfondimento e sul sito di ATG

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Usa, i primi 100 giorni di Obama "Buona partenza, ma è solo l'inizio" (sezione: Diritti umani)

( da "Repubblica.it" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

WASHINGTON - "Abbiamo avuto una buona partenza, ma è solo l'inizio". Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in una conferenza stampa nel centesimo giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, si dà una sufficienza piena per il suo operato nei primi tre mesi, periodo in cui ha dovuto gestire tante crisi allo stesso tempo. "Sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, ma non sono ancora soddisfatto: c'è molto da fare - ha sottolineato il presidente Usa - ricostruire l'America richiederà tempo e grande impegno". Rispondendo per un'ora in prima serata alle domande dei giornalisti nella East Room, Obama ha spiegato che mentre la sua amministrazione è impegnata a "sgomberare il campo dalle macerie della recessione", l'America deve rimodellare un'economia "non costruita sulla sabbia: occorrono nuove solide fondamenta". Proprio l'economia ha rappresentato un'emergenza inattesa: "Quando mi sono candidato", ha ricordato, "l'Iraq era il problema centrale, ma l'economia sembrava forte. Non avrei mai pensato di dover gestire la più grave crisi economica dalla Grande Depressione". Il presidente è rimasto colpito dalla "pazienza straordinaria degli americani": hanno capito "che non possiamo uscire da questa crisi in breve tempo". "Non faccio miracoli", aveva detto poco prima a St. Louis, in Missouri, "ma siamo sulla strada giusta". Negli ultimi giorni si è aggiunta l'emergenza per l'influenza suina: "Una situazione molto seria", ha detto Obama, ma per la quale sarebbe inutile chiudere i confini col Messico: "Sarebbe come chiudere la porta della stalla quando i buoi sono già scappati". OAS_RICH('Middle'); Sul fronte internazionale, Obama ha parlato di Pakistan e della guerriglia talebana e di al Qaeda e ha avvertito che per il governo di Islamabad "la maggiore minaccia alla sicurezza viene oggi dall'interno, non dall'India". Il presidente americano ha espresso anche "preoccupazione" per gli "spettacolari attentati" avvenuti in Iraq negli ultimi giorni. Poi la nuova condanna del "waterboarding", l'annegamento simulato utilizzato dalla Cia per gli interrogatori dei presunti terroristi nell'era Bush. "E' tortura", ha ribadito, e rinunciare alla tortura può solo rendere l'America "più forte e più sicura". Obama si è anche impegnato a rivedere "la legge sul segreto di Stato". Per quanto riguarda l'aborto, il presidente americano ha ribadito di ritenere che le donne abbiano "il diritto di scegliere", ma ha sottolineato che l'approvazione di una legge su questo tema non è la sua "più alta priorità", anche perché è un tema che suscita "rabbia" e la cosa migliore è "concentrarsi sulle cose su cui possiamo tutti concordare". Obama ha anche annunciato la creazione di una task force per contrastare l'aumento di gravidanze tra le teenager americane che lavorerà in contatto con i gruppi favorevoli al diritto di scelta e quelli contrari all'aborto. A un giornalista che gli chiedeva cosa lo avesse stupito e scoraggiato di più da quando è presidente, Obama ha detto di essere rimasto sorpreso dal moltiplicarsi delle emergenze ("ma ogni presidente deve giocare con le carte che ha ricevuto") e di essere stato rattristato dalla "lentezza dei cambiamenti a Washington: anche nel cuore di una grande crisi, i giochi della schermaglia politica continuano". Obama ha detto di essere stato colpito dalla "pazienza straordinaria degli americani": hanno capito "che non possiamo uscire da questa crisi in breve tempo". (30 aprile 2009

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Obama si dà il voto dopo i 100 giorni: "Buona partenza, ma è solo l'inizio" Pil Usa in picchiata: crollo del 6,1% (sezione: Diritti umani)

( da "Quotidiano.net" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Il presidente: "Sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, ma non sono ancora soddisfatto: c’è molto da fare. Ricostruire l’America richiederà tempo e grande impegno"

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Ricostruire l’America richiederà tempo e grande impegno" Washington, 30 aprile 2009 - Barack Obama si dà una sufficienza piena per i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, in cui ha dovuto gestire tante crisi allo stesso tempo. «Abbiamo avuto una buona partenza, ma è solo l’inizio», ha spiegato nella conferenza stampa in prima serata nella East Room della Casa Bianca, in cui ha fatto il bilancio di tre mesi di presidenza. «Sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, ma non sono ancora soddisfatto: c’è molto da fare - ha sottolineato il presidente Usa - ricostruire l’America richiederà tempo e grande impegno». Obama ha spiegato che mentre la sua Amministrazione è impegnata a «sgomberare il campo dalle macerie della recessione», l’America deve rimodellare un’economia «non costruita sulla sabbia: occorrono nuove solide fondamenta». Proprio l’economia ha rappresentato un’emergenza inattesa: «Quando mi sono candidato», ha ricordato, «l’Iraq era il problema centrale, ma l’economia sembrava forte. Non avrei mai pensato di dover gestire la più grave crisi economica dalla Grande Depressione». Il presidente è rimasto colpito dalla «pazienza straordinaria degli americani»: hanno capito «che non possiamo uscire da questa crisi in breve tempo». «Non faccio miracoli», aveva detto poco prima a St.Louis, in Missouri, «ma siamo sulla strada giusta». Negli ultimi giorni si è aggiunta l’emergenza per l’influenza suina : «Una situazione molto seria», ha detto Obama, ma per la quale sarebbe inutile chiudere i confini col Messico: «Sarebbe come chiudere la porta della stalla quando i buoi sono già scappati». Sul fronte internazionale, Obama ha parlato di Pakistan e della guerriglia talebana e di Al Qaeda e ha avvertito che per il governo di Islamabad «la maggiore minaccia alla sicurezza viene oggi dall’interno, non dall’India». Il presidente americano ha espresso anche «preoccupazione» per gli «spettacolari attentati» avvenuti in Iraq negli ultimi giorni. Poi la nuova condanna del waterboarding, l’annegamento simulato utilizzato dalla Cia per gli interrogatori dei presunti terroristi nell’era Bush. «è tortura», ha ribadito, e rinunciare alla tortura può solo rendere l’America «più forte e più sicura». Obama si è anche impegnato a rivedere «la legge sul segretodi Stato». Per quanto riguarda l’aborto, il presidente americano ha ribadito di ritenere che le donne abbiano «il diritto di scegliere», ma ha sottolineato che l’approvazione di una legge su questo tema non è la sua «più alta priorità», anche perchè è un tema che suscita «rabbia» e la cosa migliore è «concentrarsi sulle cose su cui possiamo tutti concordare».Obama ha anche annunciato la creazione di una task force per contrastare l’aumento di gravidanze tra le teenager americane che lavorerà in contatto con i gruppi favorevoli al diritto di scelta e quelli contrari all’aborto. Il presidente americano ha ammesso che non si aspettava così tante emergenze nei suoi primi 100 giorni («ma ogni presidente deve giocare con le carte che ha ricevuto»), nè la «lentezza dei cambiamenti a Washington». «Anche nel cuore di una grande crisi, i giochi della schermaglia politica continuano», ha osservato. IL CROLLO DEL PIL USA L’economia Usa si contrae più del previsto nel primo trimestre. Il pil arretra del 6,1%, a fronte di un calo del 6,3% nel quarto trimestre del 2008 e contro un’attesa contrazione del 4,9%. Per la prima volta dal 1974-75 il pil Usa scende per tre trimestri consecutivi. Nel primo trimestre di quest’anno le scorte di magazzino salgono al livello record di 103,7 miliardi di dollari, al 2,79% del pil. Con l’esclusione dei dati sulle scorte la contrazione del pil Usa si riduce al 3,4%. Anche l’export è in forte calo e scende del 30% rispetto al quarto trimestre (4,06% del pil), l’arretramento più forte dal 1969, dopo il -23,6 dei precedenti tre mesi. Gli investimenti tracollano del 37,9% e quelli in immobili residenziali calano del 38%. Migliorano invece i consumi, che salgono del 2,2%, dopo essere tracollati nel secondo semestre del 2008. fonte: Agi FOTOSTORY La svolta dell'America Segnala ad un amico Tuo nome: Tua email: Nome amico: Email amico: Testo dell'email: Invia una copia anche al tuo indirizzo di posta Riscrivi il codice che compare qui sopra: Se il codice risultasse illeggibile CLICCA QUI per generarne un altro Cerca su Quotidiano.Net nel Web Più commentati Commenti Sondaggi Il sindaco vuole vietare il burqa "Crea senso di insicurezza nella città" (91 commenti) Berlusconi: "Sia la festa di tutti" E' polemica sul cambio del nome (54 commenti) Mai un giorno di lezione in 3 anni Denunciate 27 "maestre fantasma" (45 commenti) Il premier: "Mia moglie manipolata dalla sinistra: ha creduto ai giornali" Gli inglesi: Veronica recitava in topless (25 commenti) Scatta la rivolta delle Silvio's Girls "Macché veline, siamo brave e capaci" Emanuele Filiberto in corsa con l'Udc (24 commenti) Il tribunale condanna Cofferati "Offesa la libertà di sciopero" Il sindaco: "E' stato un gesto di lealtà" (21 commenti) Bambole non c'è una lira Anche i teledivi piangono (17 commenti) La Sozzani: "Veline volgari" "E le tue modelle anoressiche" (11 commenti) 11:20:51 - Se veramente Nadal ha qualche problema, cosa che sinceramente nn sembra, e vince con questa facilita[...] Italiani tutti eliminati Murray ko11:01:36 - "Il tennis, per il nostro Paese, è da 30 anni il motivo di maggior disonore nel mondo (insieme alla [...] Peggio che negli Slam10:58:23 - Ma Fognini non può prendere la cittadinanza di un'altro Paese? 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El número de páginas 'web' de pornografía infantil se redujo un 9% en 2008 (sezione: Diritti umani)

( da "Pais, El" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

El número de páginas 'web' de pornografía infantil se redujo un 9% en 2008 Las imágenes que incluyen penetración o tortura, sin embargo, aumentan casi un 50% con respecto a 2007 AGENCIAS - Londres - 30/04/2009 Vota Resultado 0 votos Los sitios web que exhiben pornografía infantil cayeron un 9% en el 2008, hasta los 1.536 casos, con respecto a 2007. Sin embargo, el volumen de material apenas se ha resentido y las imágenes aún se pueden encontrar en la Red, la mayoría en páginas de comerciales. Los mayores golpes del año contra la pornografía infantil Tres grandes operadoras de Internet en EE UU acuerdan bloquear páginas pedófilas Internet se solidariza con el Día Mundial de la Infancia El acoso escolar centra las acciones en el Día de Internet Seguro Un hombre se hace pasar por niña para reunir material pedófilo en Internet La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas En su informe anual, el organismo británico Internet Watch Foundation (IWF) asegura que un 74% de las direcciones de Internet de abuso sexual contra niños rastreadas en el mundo eran de naturaleza comercial. De esas, tres cuartas partes -unas 850 direcciones de dominio único- están registradas con sólo 10 proveedores de nombres de dominios, que administran y venden direcciones de Internet. "Esos sitios web, aunque reducidos en número, representan un problema extremadamente serio", ha apuntado el presidente ejecutivo de IWF, Peter Robbins. La policía, las líneas de asistencia telefónica y la industria de Internet han ayudado a enfrentar el problema alrededor del mundo, aunque la sofisticación de algunos sitios aún presenta problemas, ha añadido. El organismo recomienda una serie de pasos para cerrar esos sitios. En primer lugar, instar a las sociedades públicas y privadas que involucran proveedores de servicios a que establezcan un sistema de autorregulación, borrar con rapidez los contenidos en línea de abuso sexual a menores, usar filtros para detener el acceso accidental a los sitios, promover asociaciones con registros para sacar de sus listas a nombres de dominios que hacen circular las imágenes y compartir más datos de inteligencia para contrarrestar el crimen transfronterizo. El IWF sostiene que los criminales usan métodos "increíblemente avanzados" para llevar a los usuarios a los sitios y para cubrir sus huellas. Las técnicas incluyen saltar entre servidores a través de continentes, usando uno, cerrando la operación, y cambiándose a otro. La cantidad de sitios que contienen pornografía infantil ha caído un 9% a 1.536 desde el 2007 y un 21% desde el 2006. El IWF asegura que un 58% de las direcciones de Internet de abuso sexual contra niños contienen imágenes que involucraban penetración o tortura, un aumento de un 47% con respecto a 2007. Un 69% de los niños parecían tener 10 años o menos; un 24% parecía tener seis años o menos y un 4% parecía tener dos años o menos. El IWF es una organización de caridad financiada por la Unión Europea y la industria, que busca remover el abuso infantil, el material criminalmente obsceno y el contenido racista de la Red.

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Brescia scende in piazza per la festa dei lavoratori (sezione: Diritti umani)

( da "Brescia Oggi" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Brescia scende in piazza per la festa dei lavoratori LA RICORRENZA. Tutto pronto per il tradizionale appuntamento del mondo del lavoro. Le iniziative promosse dalle organizzazioni sindacali in città e in provincia Corteo da piazza Garibaldi a piazza Loggia, dove la manifestazione sarà chiusa dall'intervento di Enrico Panini 30/04/2009 rss e-mail print Il segretario confederale nazionale della Cgil, Enrico Panini Domani Brescia festeggia il lavoro posto dalla Costituzione a fondamento della Repubblica. E' la festa dei lavoratori, e a organizzarla sono come sempre i sindacati in piena autonomia. Per tutta la mattinata piazza Loggia si riempirà dei loro colori fino alla conclusione con il tradizionale aperitivo. Non ci sarà il concerto al parco Ducos, che nelle ultime edizioni è stato poco frequentato, ma concerti sono previsti in provincia insieme ad altre manifestazioni. In città i lavoratori in festa si concentreranno come sempre alle 9.30 in piazzale Garibaldi. Da lì muoveranno in corteo per le vie del centro storico e grosso modo una mezz'ora dopo saranno in piazza Loggia dove è previsto l'intervento di Enrico Panini, segretario confederale nazionale della Cgil, a nome anche di Cisl e Uil. Dal palco di piazza Loggia i sindacati torneranno sul tema della crisi con la richiesta di più reddito per i lavoratori alle prese con cassa integrazione e licenziamenti, chiederanno più sicurezza sul lavoro e ancora una volta diranno «basta alle morti bianche». La Festa del lavoro da sempre è anche una giornata di rivendicazioni. E il Primo Maggio 2009 servirà anche a ribadire la volontà di non rinunciare a tanti diritti acquisiti nel passato e ora messi in discussione. Sarà intera giornata di festa a Nave, invece, organizzata dai confederali locali. Alle 10.30, al cimitero comunale, è prevista la deposizione di una corona al monumento degli Invalidi e mutilati del lavoro. Seguiranno l'intervento delle autorità civili e la Messa. E dopo l'ufficialità della mattinata, dalle 15 scatterà un pomeriggio in musica che si concluderà alle 23 con l'estrazione dei numeri della lotteria. SUL PALCO di piazza Martiri della Libertà a intervalli di un'ora a partire dalle 15 si alterneranno The Wanted, The Shakermind, Ave, Kevin Magliolo (il fratellino del celebre Jury), Bifolk, Nave Klezmer band e il Gruppo Il Salterio. Negli intervalli del programma musicale l'attrice Mariuccia Liberini leggerà testi sul tema del lavoro. Nel corso della manifestazione funzionerà un servizio di bar e ristoro. Alle 18.30 è previsto un saluto da parte di un rappresentante dei sindacati confederali bresciani, e alle 21.30 il clou del programma musicale con Luca Serio Bertolini. Il concerto e tutto il resto si terranno anche in caso di pioggia, e l'intero ricavato della giornata sarà devoluto alle popolazioni colpite dal terremoto d'Abruzzo. I lavoratori della Valtrompia festeggeranno un Primo Maggio all'insegna dei diritti umani e del diritto al lavoro, per festeggiare i 60 anni della Dichiarazione universale dell'assemblea delle Nazioni unite. Lo faranno con un concerto non stop di musica e solidarietà dalle 15 alle 23 nel piazzale Portici di Gardone culla del movimento operaio bresciano. Anche qui ci sarà un servizio ristoro, con il ricavato destinato ad Amnesty International e all'Anpi di Gardone Vt per il monumento alla Resistenza. LA FESTA PRENDERÀ avvio alle 15 con i «saluti musicali» di Gioènda, Daniele Ardemagni e ospiti a sorpresa. Alle 16, Mr. Mojorisin in concerto per un tributo a The Doors, poi toccherà alla Compagnia della Vocata con «Pizzichi e tarantelle» e la presentazione del cd «Il tavoliere delle Alpi». Alle 18, poi, The Acusticom Band visiterà il grande rock americano, il tutto intervallato dalle animazioni pomeridiane con Arci Ragazzi. Dalle 20.30, infine, Mercanti di Liquore faranno una scorribanda nella nuova canzone d'autore italiana. E neanche a Gardone il maltempo fermerà la festa. In caso di pioggia, il concerto si svolgerà al capannone del nuovo parco urbano nell'area ex Redaelli, dove a fine maggio sono previste l'inaugurazione del monumento alla resistenza e del sentiero storico botanico. E sarà di nuovo festa con spettacoli, musiche e testimonianze sulla Resistenza del Nuovo canzoniere bresciano. Mimmo Varone Mimmo Varone

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USA: OBAMA, PUBBLICARE DOCUMENTI SU INTERROGATORI DECISIONE CORRETTA (sezione: Diritti umani)

( da "Adnkronos" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

USA: OBAMA, PUBBLICARE DOCUMENTI SU INTERROGATORI DECISIONE CORRETTA IL WATERBOARDING E' TORTURA commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 30 aprile, ore 11:26

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Mao e Stalin hanno sbagliato tutto? Slavoj Zizek rivaluta le "cause perse" pag.1 (sezione: Diritti umani)

( da "Affari Italiani (Online)" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Filosofia/ Le grandi ideologie sono morte? Esce "In difesa delle cause perse" di Slavoj Zizek Giovedí 30.04.2009 14:15 Sintesi dell'opera, a cura di Cinzia Arruzza Questo saggio è l'ultimo degli "enormobook" (secondo la definizione di un critico) di Žižek, 504 pagine divise in tre parti: Lo stato delle cose (capitoli 1-3), Lezioni dal passato (capitoli 4-6), Che fare? (capitoli 7-9). Scopo di questo libro non è la difesa del terrore stalinista, ma la messa in discussione della troppo facile alternativa liberale: in questo senso va intesa questa difesa delle cause perse, che è al contempo critica feroce dell'ideologia liberale in tutte le sue forme e critica del luogo comune per cui il tempo delle grandi narrazioni sarebbe finito. Primo capitolo: felicità e tortura Nel primo capitolo, Felicità e tortura, viene analizzata in primo luogo la questione della civiltà (interpretata utilizzando gli strumenti lacaniani), alla luce dell'impatto distruttivo della modernità intesa nei suoi due aspetti: il capitalismo e il discorso scientifico. Quest'ultimo rappresenta oggi il discorso egemonico, l'unico discorso in grado di ambire a quella universalità un tempo offerta dall'arte e dalla religione. Attraverso l'esempio del cyberspazio, tuttavia, l'autore mostra che la disgregazione dei legami sociali non ha affatto prodotto la scomparsa del "Grande Altro", che deve continuare a essere presente (ad esempio in forma di cyberspazio stesso) per permettere agli individui atomizzati di perseverare nel loro isolamento. Ciò che è diverso in questa frammentazione contemporanea delle grandi narrazioni è l'assenza di un "piccolo altro" che funzioni da rappresentante del "grande Altro": questa assenza, tuttavia, rende il grande Altro invisibile e dunque ancora più potente e pervasivo, anziché annullarlo. In questo contesto la solidarietà tra la Legge e il suo Super Io è sostituita dalla segreta solidarietà tra permessivismo tollerante e fondamentalismo religioso: contrariamente alle apparenze, fondamentalismo e "mondo atonale" postmoderno sono intimamente legati, rappresentano l'uno il corollario dell'altro. E tuttavia, il fondamentalismo vive esclusivamente di una forza reattiva. Il capitolo si conclude, infine, con il paragrafo dedicato alla questione della tortura, mettendo l'accento sugli effetti dell'ammissione pubblica dell'utilizzo della tortura da parte delle autorità statunitensi. Nella pubblica ammissione e nel dibattito pubblico sulla tortura, più che nella tortura stessa, è necessario vedere il processo di corruzione che sta intaccando l'ossatura morale che struttura la civiltà occidentale, ciò che Hegel chiamerebbe lo "spirito oggettivo". Secondo capitolo: Il mito ideologico della famiglia Nel secondo capitolo viene analizzato il modo in cui le relazioni familiari vengono utilizzate come strumento fondamentale dell'ideologia, attraverso la costruzione di miti centrati sulla famiglia. L'analisi si concentra in particolare su quella vera e propria fabbrica ideologica che è Hollywood. Primo oggetto dell'esame sono la crisi dell'autorità paterna e la sua restaurazione che troviamo al cuore di molte sceneggiature di Michael Crichton e dei film di Steven Spielberg. Altro elemento ideologico è la cosiddetta "produzione della coppia" che è possibile trovare non solo nei film hollywoodiani, ma anche in altri contesti: nei film del socialismo reale o nella produzione antihollywoodiana. Un lungo paragrafo è dedicato all'interpretazione di Frankenstein, attraverso l'intreccio tra il dramma familiare che ne costituisce il contenuto manifesto e il suo cuore politico nascosto, la questione della Rivoluzione francese, discostandosi però dalle abituali letture marxiste del romanzo: non si tratta, infatti, di eliminare il mito della famiglia per arrivare al vero cuore sociale e politico del romanzo, ma di minare questo mito dal suo interno. Terzo capitolo: Intellettuali radicali Il terzo capitolo è dedicato a tre intellettuali "radicali", Nietzsche, Foucault e soprattutto Heidegger. Rispetto a Nietzsche l'autore analizza la questione dei paradossi inerenti alla democrazia e critica i tentativi di alcuni interpreti di Nietzsche di addomesticare la critica nietzschiana alla democrazia, presentandola come una forma di correzione provocatoria della democrazia stessa. Di Foucault viene preso in considerazione il sostegno alla rivoluzione iraniana. La tesi dell'autore è che Foucault avesse ragione nel cogliere il potenziale emancipatorio contenuto nel momento della rivolta, ma lo avesse fatto per le ragioni sbagliate: in altri termini, l'opposizione foucaultiana tra l'entusiasmo sublime del momento della rivolta che sospende nell'unità del popolo le sue differenze interne e il dominio pragmatico della politica degli interessi e del calcolo strategico è troppo limitata. Ciò che è centrale e che non viene colto da Foucault è il momento della vera apertura utopica nella rivolta, ed è questo che differenzia le rivoluzioni dall'entusiasmo sublime del popolo che caratterizza anche fenomeni come il fascismo e il nazismo. Infine, una lunga parte del capitolo è dedicata a Heidegger, di cui viene analizzato il rapporto con il nazismo. La tesi di Žižek è che Heidegger abbia compiuto il movimento giusto, ma nella direzione sbagliata. L'adesione di Heidegger al nazismo, infatti, non è una questione di corrispondenza tra il suo pensiero e i suoi atti politici, cosa su cui si è concentrata la critica: Heidegger compie questo movimento per uscire da un punto morto interno al suo pensiero, attraverso un passage violento. Lo scarto heideggeriano verso la radicalità, tuttavia, non coglie il bersaglio: il nazismo, infatti, non era abbastanza radicale, non mettendo affatto in discussione la struttura fondamentale del capitalismo moderno. < < pagina precedente pagina successiva >>

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Violazione dei diritti umani (sezione: Diritti umani)

( da "Sicilia, La" del 30-04-2009)

Argomenti: Diritti umani

Ragusa. Il racconto di due giovani indigene dell'Amazzonia peruviana Violazione dei diritti umani Con un doppio concerto nella stessa giornata è stato presentato ufficialmente al Majazzè di Scicli Even Eight, esordio discografico del QuartaDimensione Trio edito da Rai Trade/Video Radio. Il trio tutto siciliano, formato da Claudio Quartarone alla chitarra, Peppe Tringali alle percussioni e Alberto Fidone al contrabbasso, ha ovviamente proposto in scaletta i brani del cd. Si tratta di sei composizioni originali di Quartarone e due standard. Si è cominciati con “Song for my dog” e “Villa con vista sul visto”, brani del giovane chitarrista catanese che vanta una collaborazione con Enrico Rava. Po è arrivato il primo standard della serata, non inserito nel cd. “Nel disco come standard abbiamo inciso Stella by starlight, con Dino Rubino al flicorno, e Alone together che sentire più avanti. Non essendoci Dino questa sera con noi – spiega Fidone – proponiamo On green dolphin street”. Il concerto è concepito in crescendo. Brano dopo brano la chitarra racconta, la batteria evoca, il contrabbasso lascia intuire altri orizzonti. C'è linfa. C'è energia, c'è voglia di fare e di dare. Non mestiere, ma autentica energia creativa. All'improvviso arriva la sensazione di essere andati lontano. Non importa dove, ma ci si accorge di essere altrove, in sintonia con il trio. Sarà la libertà del jazz, saranno quelle pennellate di Africa e di Spagna che vengono fuori tra i tanti echi che compongono l'impasto sonoro del gruppo, sarà che i tre musicisti sono davvero molto bravi e conducono lungo una strada non banale. Il risultato è di grande trasporto. Scivolano via, tra assolo ben calibrati ed un suono sempre sorprendentemente interessante e originale, Cafa Blues, Alone together, Vento di Paco e Modale. Ma ascoltare, con il jazz, non basta. È un privilegio osservare da vicino le mani sugli strumenti, le varie espressioni sui visi, gli sguardi d'intesa, il divertimento, i momenti di estrema concentrazione. E il QuartaDimensione, anche da un punto di vista strettamente visivo, è molto comunicativo. Quartarone, forse perché autore dei brani, sembra il più ermetico, il più concentrato. Tringali è ben attento a dosare il vigore delle sue percussioni e si libera nei momenti “solo”. Fidone, sorridendo, danza abbracciato al contrabbasso e spesso, forse inconsapevolmente, si accompagna con la voce. Con Elephant and Castle si chiude il concerto. Even Eight è proprio un bel lavoro e il pubblico richiama i musicisti che regalano ancora uno standard intramontabile come Autumn leaves. Lo spettacolo, inserito nel calendario della XI Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è stato preceduto da un drink curato dal Millennium Trend Cafè. M. B.

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