CENACOLO
DEI COGITANTI |
Colombia pide apoyo a
Chávez para detener a las FARC ( da "Pais,
El" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: que lleva once años en la
tortura". La guerrilla de las FARC anunció a mediados de abril la
liberación unilateral del militar, que es uno de los 22 canjeables en su poder,
y pidió a la senadora opositora Piedad Córdoba preparar la logística para su entrega.
"Ahora", prosiguió Uribe, "quieren hacer un festín politiquero
con la liberación del compatriota Moncayo.
Obama denuncia el peligro
de un Pakistán "frágil"
( da "Pais, El" del
01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tortura El presidente
norteamericano cree que, por ahora, las autoridades paquistaníes son capaces de
garantizar la seguridad del arsenal nuclear con que cuenta ese país, pero, en
una conferencia de prensa celebrada en la noche del miércoles, dejó la puerta
abierta a una intervención directa de parte estadounidense en el caso de
detectarse un peligro inminente de que ese armamento
Economia di comunità, come
fare impresa etica ( da "Alto
Adige" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: private dei più fondamentali
diritti umani. L'obiettivo è un futuro senza più indigenti, la lotta alla
povertà. Oggi l'Economia di Comunione (EdC) è un progetto che coinvolge
centinaia di imprese dei cinque continenti. Il proegtto nasce nel 1991,
attraversando la città di San Paolo, Chiara Lubich era stata colpita nel vedere
di persona,
PRIMO MAGGIO
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: I difensori dei diritti umani sono
una fonte d'ispirazione e meritano sostegno e protezione da parte dello stato
nella loro lotta per la tutela dei diritti umani. Le autorità della Moldova
stanno venendo meno al dovere di garantire che gli attivisti per i diritti
umani siano in grado di svolgere il proprio lavoro senza impedimenti e di
proteggerli da qualsiasi violazione,
Chávez ayudará a Uribe
para capturar a los rebeldes de las FARC refugiados en Venezuela
( da "Pais, El" del
01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: que lleva once años en la
tortura". La guerrilla de las FARC anunció a mediados de abril la
liberación unilateral del militar, que es uno de los 22 canjeables en su poder,
y pidió a la senadora opositora Piedad Córdoba preparar la logística para su
entrega. "Ahora", prosiguió Uribe, "quieren hacer un festín
politiquero con la liberación del compatriota Moncayo.
UN GRANDE concerto con
tanti ospiti in cui primeggia l'elemento della corali...
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Artisti in concerto per il dialogo
interculturale e i diritti umani nel mondo', che si svilupperà domani alle ore
21 presso il Teatro Concordia con la conduzione del giovane showman Patrizio
Viozzi. Numerosi gli artisti che si alterneranno sul palco, a partire dal
Gruppo Seblie con la performance Gentinsieme' portata in scena da Maurizio
Bolla, Anna Cupelli,
Afghanistan, tra i
torturatori Usa non solo agenti Cia ma anche l'esercito
( da "Unita, L'" del
01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Afghanistan, tra i torturatori Usa
non solo agenti Cia ma anche l'esercito UMBERTO DE GIOVANNANGELI Non solo
Bagram. Non solo agenti della Cia. Nel giorno in cui Barack Obama ammette che
il «waterboarding» è un abuso, lo scandalo delle torture made in Usa si
allarga.
Il direttore del giornale
Corruzione e criminalità, Iaroslav Iaroshenko, difensore dei di...
( da "Unita, L'" del
01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Corruzione e criminalità, Iaroslav
Iaroshenko, difensore dei diritti umani di Rostov è in coma in ospedale per le
percosse subite da alcuni sconosciuti sul portone di casa. I colleghi e
familiari non hanno dubbi che l'uomo sia stato aggredito per la sua attività di
denuncia della corruzione. GIORNALISTA AGGREDITO Russia
Washington ci spinge fuori
dalla crisi ( da "Tempo,
Il" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: tortura, senza ricorrere alle
vendette giustizialiste che avrebbero spaccato l'America. Una svolta ancor più
netta si è avuto nell'orizzonte estero dove la politica della "mano
tesa", pur rivolta ai nemici del mondo islamico e dell'America Latina, non
ha rinnegato l'impegno statunitense a fronteggiare il terrorismo e a mantenere
un ruolo centrale nelle responsabilità internazionali.
La sposa ha 8 anni: nozze
annullate ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Anne Venemab, una portavoce
dell'agenzia dell'Onu, lo aveva definito «una violazione dei diritti del
bambino». Il «Consiglio consultivo» di re Abdullah (Ap) ha in animo di proporre
al monarca una norma che vieterebbe il matrimonio a chi non ha compiuto i diciotto
anni. Image: 20090501/foto/5531.jpg
R ICCO cartellone di
iniziative nel ponte del 1 Maggio tra musica, teatro, ...
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Musicarte Helios Planet 2009
artisti in concerto per il dialogo interculturale e i diritti umani nel mondo,
conduttrice Patrizia Vizzi. A Grottammare, al Parco delle Rimembranze, tre
giornate di Paesaggi Umani ricche di eventi, workshop e concerti legati al
vivere comune, alla storia ed alle tradizioni popolari, utilizzando diversi
tipi di linguaggi, dall'audiovisivo al teatrale.
Il conforto del genio
( da "Manifesto, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Lo ha dimostrato sul tema della
tortura, sulle relazioni con il partito repubblicano e sull'intervento dello
stato nel settore privato. Ha demolito le obiezioni sollevate dall'ex vice
presidente Dick Cheney secondo cui le torture hanno fornito informazioni
dall'incalcolabile valore per la sicurezza di migliaia e migliaia di cittadini
americani.
Festa del 25 Aprile: la
memoria in difesa della Costituzione
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: e contro tutti i rischi di
violazione dei diritti fondamentali dell'uomo affermati dalla Costituzione, che
ne sancisce l'universalità; la critica alla sottovalutazione da parte della
Bergamo democratica del significato eversivo della manifestazione di Forza
Nuova, forza politica probabilmente anticostituzionale alla luce della XII
disposizione finale della Costituzione;
Diritti umani violati,
torture, impunità: ecco l'Uribe ricevuto da Berlusconi
( da "Manifesto, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: nell'avere realizzato leggi
incostituzionali in materia di diritto al lavoro e di protezione ambientale,
che favoriscono - in disprezzo delle Dichiarazioni e Convenzioni dell'Onu - la
violazione sistematica dei diritti umani più elementari (vita, salute,
istruzione, ambiente, risorse, autogoverno della popolazione indigena.
La legge DEL MARE
( da "Manifesto, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: democratica hanno rimesso la
giurisdizione a un paese che loro stessi hanno più volte denunciato per serie
violazioni dei diritti umani. Il sistema giudiziario keniota è un coacervo di
inefficienze e quello penitenziario si distingue per il drammatico sovraffollamento,
la diffusione delle malattie e i trattamenti inumani e degradanti cui sono
costantemente sottoposti i detenuti.
Perugia, in un casolare
trasformato in prigione e luogo di tortura, tracce di mani insanguinate sull...
( da "Messaggero, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Venerdì 01 Maggio 2009 Chiudi
Perugia, in un casolare trasformato in prigione e luogo di tortura, tracce di
mani insanguinate sulle pareti
La Saberi banco di prova
per la politica del dialogo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Ma la giornalista detenuta solleva
anche il quesito circa l'impegno della Casa Bianca a difesa dei diritti umani
nel confronto con altre priorità, in questo caso l'avvio di un dialogo per la
stabilità regionale e la prevenzione della proliferazione nucleare. In che
misura tali obiettivi possono essere prioritari rispetto alle esigenze di
trasformazione della società iraniana?
Rostov, in coma
giornalista anticorruzione ( da "Sole
24 Ore, Il" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: in coma giornalista anticorruzione
Gli attacchi a giornalisti o difensori dei diritti umani si fanno sempre più
frequenti in Russia. A Rostov sul Don, Jaroslav Jaroshenko è direttore del
giornale "Corruzione e criminalità": è in coma dopo essere stato attaccato
e colpito alla testa mercoledì scorso da uno sconosciuto vicino a casa.
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Amministrazione Bush abbia
autorizzato la tortura: «Il waterboarding è tortura. E' stato un grave errore».
E il presidente ha anche rovesciato l'argomento usato per attaccarlo dall'ex
vicepresidente Cheney, secondo il quale l'uso delle «tecniche avanzate» avrebbe
consentito di ottenere preziose informazioni: «La domanda da farsi è piuttosto
se quello fosse l'unico modo di ottenerle.
Agguato nel Sud della
Federazione: in coma giornalista anti-corruzione
( da "Corriere della Sera"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: difensore dei diritti umani di
Rostov sul Don, nella Russia meridionale, è in coma in ospedale per le percosse
subite ieri da alcuni sconosciuti sul portone di casa. Lo hanno comunicato
all'agenzia Interfax i parenti del giornalista, convinti come i colleghi che
l'uomo sia stato aggredito per la sua attività di denuncia della corruzione.
"Buona partenza, ma è
solo l'inizio". Obama al 100mo giorno
( da "AmericaOggi Online"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Obama ha detto di non avere dubbi
sul fatto che il water-boarding "sia una forma di tortura: per questo ho
messo fine a questa pratica che viola gli ideali ed i valori del nostro
paese". Rinunciare alla tortura può solo rendere l'America "più forte
e più sicura", ha detto Obama. "Inoltre - ha aggiunto - la legge sui
segreti di stato deve essere rivista".
Francia: Simone Veil,
legion d'onore ( da "superEva
notizie" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: impegno a favore dei diritti umani,
delle donne, dei detenuti, dei Rom, dell'identità europea, contro
l'antisemitismo e il razzismo. Il presidente Sarkozy ha esordito dichiarando:
"Lei e' una donna eccezionale, fuori dal comune, una donna
esemplare", e la Veil ha commentato: "il giorno in cui morirò,
penserò all'Olocausto e a tutti i miei amici con i quali abbiamo tanto
sofferto"
mistress tortura uomini
'Cercano il potere nella sottomissione'">Lucrezia, la mistress tortura
uomini 'Cercano il potere nella sottomissione'
( da "Affari Italiani (Online)"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Professione mistress/ Lucrezia:
fruste, manette, torture... ma niente sesso. Tutti i segreti di una vera
dominatrice Venerdí 01.05.2009 11:50 di Nicole Cavazzuti Non confondetela con
una escort, né tantomeno con una prostituta. Lucrezia è una Mistress. Una
"padrona" professionista, una donna che per mestiere tortura gli
uomini.
Tratta degli esseri umani,
per le mafie terza fonte di reddito dopo droga e armi
( da "Gazzettino, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Tratta degli esseri umani, per le
mafie terza fonte di reddito dopo droga e armi Venerdì 1 Maggio 2009, Roma Una
minaccia per la nostra sicurezza; una intollerabile violazione dei diritti
umani che riguarda nel mondo milioni di nuovi schiavi, soprattutto donne e
bambini: Francesco Rutelli, presidente del Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica,
Riad Una bimba saudita di
appena otto anni, che il padre ha fatto sposare con un 50enne, in cam...
( da "Gazzettino, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: In prima istanza un giudice si era
rifiutato di concederlo sostenendo che prima doveva raggiungere la pubertà. La
decisione aveva suscitato aspre critiche in Arabia Saudita e nel resto del
mondo per la «gravissima violazione dei diritti umani e dei bambini». Nel Paese
arabo si sta ancora discutendo di fissare, per legge, un'età minima per
sposarsi.
L'Iran ha giustiziato
Delara Sconfitta per i diritti umani
( da "Corriere.it" del
01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: avvocato attivo nel campo dei
diritti umani, citato dal sito di Iran Human Rights. E' stata impiccata
nonostante un movimento di pressione internazionale che raccoglie attivisti per
i diritti umani di varia provenienza avesse ottenuto un rinvio dell'impiccagione.
Si era parlato di una dilazione di due mesi, rispetto alla data del 20 aprile
nella quale era stata fissata inizialmente l'
- IRAN: IMPICCATA DELARA
DARABI ( da "WindPress.it"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Secondo l'organizzazione per i
diritti umani, si trattato di una mossa cinica delle autorit iraniane per
aggirare le pressioni nazionali e internazionali che avrebbero potuto salvare
la vita di Delara Darabi. Il 19 aprile il Capo dell'autorit giudiziaria aveva
concesso due mesi di sospensione.
Iran choc, giustiziata
Delara Darabi ( da "Stampaweb,
La" del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: organizzazione per la difesa dei
diritti umani condanna l?esecuzione e accusa: «Il suo avvocato non è stato
informato, nonostante l?obbligo di legge di ricevere la comunicazione 48 ore
prima dell?esecuzione», ha detto Hassiba Hadj Sahraoui, viceresponsabile di
Amnesty per il Medio Oriente ed il Nord Africa.
IRAN/ AMNESTY DENUNCIA
ESECUZIONE PITTRICE DELARA DARABI
( da "Wall Street Italia"
del 01-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: ha dichiarato il vice direttore
dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani, Hassiba Hadj Sahraoui.
L'esecuzione ha avuto luogo stamattina nella prigione di Rasht, a nord-est di
Teheran. La legge iraniana prevede che l'avvocato venga informato con 48 ore di
anticipo sulla data prevista, afferma in un comunicato Sahraoui.
L'amministrazione Obama e
i responsabili dei memo. Le menti della tortura
( da "AmericaOggi Online"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: considerati tortura. In realtà è
difficile determinare cosa vuol dire tortura, qualcosa che questi due legali
americani hanno cercato di definire. In un memo Bybee spiega che la tortura può
considerarsi tale se "infligge dolore che è difficile da sopportare"
e se il dolore è equivalente a una "ferita fisica seria da provocare danni
irreparabili ad organi vitali o persino la morte"
Iran: niente perdono,
giustiziata la pittrice Delara ( da "AudioNews.it"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Delara Darabì, la pittrice di 23
anni condannata per complicità in un omicidio commesso quando era minorenne,
insieme al compagno. A nulla è valsa la mobilitazione delle associazioni per i
diritti umani. Il suo avvocato è stato informato solo ad impiccagione avvenuta,
e non 48 ore prima come prevede la legge.
Iran, niente perdono:
giustiziata Delara Darab ( da "Giornale.it,
Il" del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: L'organizzazione per la difesa dei
diritti umani condanna l'esecuzione e accusa: "Il suo avvocato non è stato
informato, nonostante l'obbligo di legge di ricevere la comunicazione 48 ore
prima dell'esecuzione", ha detto Hassiba Hadj Sahraoui, viceresponsabile
di Amnesty per il Medio Oriente ed il Nord Africa.
Zizek: non dobbiamo
dimenticare Mao e Stalin... pag.1
( da "Affari Italiani (Online)"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: paragrafo dedicato alla questione
della tortura, mettendo l'accento sugli effetti dell'ammissione pubblica
dell'utilizzo della tortura da parte delle autorità statunitensi. Nella
pubblica ammissione e nel dibattito pubblico sulla tortura, più che nella
tortura stessa, è necessario vedere il processo di corruzione che sta intaccando
l'ossatura morale che struttura la civiltà occidentale,
Iran/ Pres. Ue condanna
esecuzione Darabi, "erode basi
( da "Virgilio Notizie"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dei diritti umani erodono le basi
per la comprensione e la fiducia reciproca fra l'Iran e l'Unione europea".
Praga "protesta vivamente contro la sua esecuzione come un atto contrario
agli impegni internazionali accettati volontariamente dall'Iran" e
"chiede urgentemente all'Iran di evitare le esecuzioni di minori e di
eliminare la pena di morte per i minori dal suo codice penale"
Iran, Ue condanna
impiccagione di ragazza accusata di omicidio
( da "Reuters Italia"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: "Queste violazioni dei diritti
umani erodono il terreno di comprensione e fiducia reciproca tra l'Iran e
l'Ue", ha detto la presidenza in una nota. Etemad scrive che Darabi è
stata in carcere cinque anni e che inizialmente aveva confessato l'omicidio
sperando di ottenere il perdono per un crimine commesso da minorenne.
IRAN/ PRES. UE CONDANNA
ESECUZIONE DARABI, ERODE BASI FIDUCIA
( da "Wall Street Italia"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: dei diritti umani erodono le basi
per la comprensione e la fiducia reciproca fra l'Iran e l'Unione europea".
Praga "protesta vivamente contro la sua esecuzione come un atto contrario
agli impegni internazionali accettati volontariamente dall'Iran" e
"chiede urgentemente all'Iran di evitare le esecuzioni di minori e di
eliminare la pena di morte per i minori dal suo codice penale"
"Aiutatemi, fra poco
mi impiccano" L'ultima telefonata di Delara Darabi
( da "Stampaweb, La"
del 02-05-2009)
Argomenti:
Diritti umani
Abstract: Gli avvocati e le organizzazioni
per la difesa dei diritti umani lamentano che l?Iran continui in queste impiccagioni,
nonostante abbia aderito alla Convenzione internazionale per i diritti dei
minori, che vieta le esecuzioni di persone minorenni all?epoca dei fatti. Ma lo
scorso anno il vice procuratore generale dello Stato, Hossein Zehbi, ha
confermato che per l?
( da "Pais, El" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Colombia pide apoyo
a Chávez para detener a las FARC La guerrilla mató el miércoles a ocho
militares cerca de Venezuela AGENCIAS - Bogotá / Ciudad del Vaticano -
01/05/2009 Vota Resultado 0 votos El Gobierno de Colombia pidió ayer al de
Venezuela apoyo para capturar a los guerrilleros de las Fuerzas Armadas
Revolucionarias de Colombia (FARC) que se refugiaron en ese país tras el
combate en el que el miércoles murieron ocho militares. Hugo Chávez A FONDO
Nacimiento: 28-07-1954 Lugar: Sabaneta Colombia A FONDO Capital: Santa Fe de
BogotÁ. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 45,013,672 (est. 2008) Ver cobertura
completa --> Venezuela A FONDO Capital: Caracas. Gobierno: RepÚblica.
PoblaciÓn: 26,414,815 (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en
otros webs webs en espaÑol en otros idiomas El ministro colombiano de
Relaciones Exteriores, Jaime Bermúdez, contactó telefónicamente con su colega
venezolano, Nicolás Maduro, desde la Ciudad del Vaticano, adonde viajó junto al
presidente colombiano, Álvaro Uribe, en la breve gira europea que incluye la
Santa Sede e Italia, además de su visita a la capital española, ciudad que
abandonó el lunes. Bermúdez solicitó "el apoyo de las autoridades del
vecino país para la captura de los terroristas de las FARC que asesinaron a
ocho soldados en la serranía del Perijá y luego se refugiaron en territorio
venezolano", informó el Ministerio de Exteriores. Bermúdez señaló que su
homólogo de Venezuela había "recibido la solicitud con atención" y
que "ya había hablado con el presidente Chávez". Los combates se
registraron el miércoles en uno de los cerros de la serranía del Perijá, apenas
a un kilómetro de la frontera noreste de Colombia con Venezuela, adonde
huyeron, según testigos de la zona. Ocho soldados murieron en los enfrentamientos,
mientras que uno más resultó herido, según informó la Brigada Blindada del
Ejército, a la que pertenecía esta patrulla, que realizaba en la zona tareas de
desactivación de minas antipersonas. Los rebeldes implicados pertenecen al
frente 59 de las FARC según la interceptación de mensajes de la guerrilla. El
presidente de Colombia comentó desde Italia: "No pueden seguir con esa
práctica cobarde de asesinar colombianos y en seguida abusar del territorio de
los países hermanos, esperamos que con la colaboración del presidente Chávez
esos bandidos puedan ser llevados a la cárcel". Por otra parte, tras
entrevistarse con el papa Benedicto XVI en el Vaticano, Uribe hizo unas
declaraciones en las que reiteró su rechazo para que la senadora Piedad Córdoba
medie en la liberación del cabo Pablo Emilio Moncayo, en manos de las FARC, e
insistió en que será la Cruz Roja Internacional la única reconocida por su
Gobierno. Uribe fue tajante: "Creo que lo que he dicho del tema es
suficiente. Los señores de las FARC, los terroristas de las FARC, nunca
debieron secuestrar al compatriota Moncayo, que lleva once
años en la tortura". La guerrilla de las FARC anunció a mediados de abril
la liberación unilateral del militar, que es uno de los 22 canjeables en su
poder, y pidió a la senadora opositora Piedad Córdoba preparar la logística
para su entrega. "Ahora", prosiguió Uribe, "quieren hacer un
festín politiquero con la liberación del compatriota Moncayo. Las FARC
no nos van a engañar, quieren montar una campaña política con la liberación
gota a gota de los secuestrados y eso hay que denunciarlo". Para el
presidente de Colombia no se puede hacer "del secuestro, de la tortura,
una campaña política para que el terrorismo engañe a los colombianos".
Agregó que "si van a liberar al compatriota Moncayo y a los otros
secuestrados, les basta con decir los dejamos en tal parte, y allá los recogerá
la Cruz Roja Internacional y el Gobierno dará todas las facilidades" al
organismo humanitario.
( da "Pais, El" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Obama denuncia el
peligro de un Pakistán "frágil" EE UU confía en que Islamabad proteja
el arsenal nuclear frente a los talibanes ANTONIO CAÑO - Washington -
01/05/2009 Vota Resultado 0 votos Estados Unidos ha observado en los últimos
días signos positivos de que Pakistán está tomando más en serio la amenaza de
los talibanes, pero sigue considerando al Gobierno civil de ese país demasiado
"frágil" como para contener la expansión de los extremistas
islámicos, según ha advertido el propio Barack Obama. El Congreso aprueba el
presupuesto Barack Obama A FONDO Nacimiento: 04-08-1961 Lugar: Honolulu
PakistÁn A FONDO Capital: Islamabad. Gobierno: RepÚblica Federal. PoblaciÓn:
172,800,048 (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en otros webs
webs en espaÑol en otros idiomas El presidente insiste en que no se volverá a
emplear la tortura El presidente norteamericano cree que,
por ahora, las autoridades paquistaníes son capaces de garantizar la seguridad
del arsenal nuclear con que cuenta ese país, pero, en una conferencia de prensa
celebrada en la noche del miércoles, dejó la puerta abierta a una intervención
directa de parte estadounidense en el caso de detectarse un peligro inminente
de que ese armamento pudiera caer en manos de los radicales. El
secretario de Defensa, Robert Gates, por su parte, advirtió ayer al Congreso de
que es urgente la aprobación de nuevas partidas militares porque el Pentágono
se quedará sin fondos para actuar en Pakistán a partir del próximo mes de
julio. Pakistán se ha convertido en una prioridad absoluta de la política
exterior norteamericana, no sólo por el avance del integrismo religioso dentro
de sus fronteras, sino por las consecuencias que una desestabilización nuclear
tendría en toda la región, especialmente en Afganistán y la India. Desde hace
semanas, la nueva Administración de EE UU ha venido presionando a Islamabad para
que actúe con mayor contundencia contra los talibanes. Pakistán, que durante
décadas ha orientado sus prioridades en materia de seguridad hacia India, se
resistía a lanzarse a una ofensiva que le obligaría a distraer recursos
militares de su frente tradicional. Recientemente, y ante la insistencia de
Washington, el Ejército paquistaní ha puesto en marcha, sin embargo, varias
operaciones para recuperar terreno bajo control extremista. Obama ha tomado
nota de ese cambio en un sentido favorable. "En los últimos días",
señaló el presidente, "estamos empezando a ver cierto reconocimiento de
que la obsesión con India como la amenaza mortal a Pakistán ha sido equivocada
y que su mayor amenaza en estos momentos viene desde adentro". Las alarmas
sonaron aquí con fuerza al conocerse que grupos talibanes habían entrado en una
localidad a un centenar de kilómetros de la capital del país, lo que parecía
poner el arsenal atómico paquistaní al alcance inmediato de los radicales. Esa
localidad ha sido recuperada ya por el Ejército y Obama ha manifestado que no
teme, por ahora, por la seguridad de ese armamento. Pero cuando se le preguntó
el miércoles si actuaría en el caso de que esa situación variase, se limitó a
contestar que no quería anticipar posibles escenarios. Su preocupación
principal, según explicó, procede de la debilidad que manifiesta el Gobierno
presidido por Asif Alí Zardari. "Estoy seriamente preocupado por la
situación en Pakistán, no porque crea que van a ser inmediatamente derrocados y
que los talibanes van a tomar el poder", dijo Obama. "Estoy más
preocupado porque el Gobierno es muy frágil y no parece con capacidad para
proveer los servicios básicos: escuelas, salud o un sistema judicial que
funcione para la mayoría de la población". La expansión de Al Qaeda, los
talibanes y otras organizaciones afines en la región de Suat se explica en
parte por la estrategia de esos grupos de preocuparse por las necesidades
básicas de la gente y concederles la asistencia que no encuentran en el
Gobierno. Obama pretende abordar ese aspecto del conflicto dentro de una
estrategia conjunta para Pakistán y Afganistán que se discutirá los próximos
días 6 y 7 de mayo en una cumbre convocada en Washington con los presidentes de
ambos países. En la rueda de prensa dedicada a repasar sus primeros cien días
en la Casa Blanca, el presidente defendió también su decisión de hacer públicos
documentos que prueban la responsabilidad de antiguos altos funcionarios en la
autorización del uso de métodos como el ahogamiento fingido a los sospechosos
de Al Qaeda, e insistió en que no volverá a utilizarse. "El ahogamiento
fingido viola nuestros ideales y nuestros valores; creo que es tortura",
declaró Obama, quien advirtió de que, bajo su Gobierno, será necesario obtener
información de actividades terroristas sin recurrir a esa práctica,
"aunque sea más difícil" lograrlo. Obama admitió que, en última
instancia, será juzgado por sus compatriotas por su capacidad para mantener al
país seguro. Pero añadió que, desde su punto de vista, la mejor forma de
hacerlo es respetando las reglas del Estado de derecho. "Estoy
absolutamente convencido", afirmó, "de que lo mejor que puedo hacer
es asegurarme de que no se tomen atajos que sólo nos debilitarían".
( da "Alto Adige" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Partecipato convegno
dell'Ucid alla Kolping Economia di comunità, come fare impresa «etica» BOLZANO.
Gli obiettivi dell'Economia di Comunione sono la lotta alla povertà e un modo
etico di fare impresa, che non solo è possibile ma anche conveniente. Dentro il
mercato, ma non avendo come fine il profitto. Questi i temi di fondo discussi
ieri sera nel corso del convegno organizzato dall'Ucid, Unione cristiana
imprenditori dirigenti tenutasi presso la Kolping di Bolzano. Il progetto di
"Economia di Comunione" (EdC) è stato presetato da Alfred e Ottilia
Pineider, insegnanti di Brunico, Ilaria Pedrini, sociologa di Trento e Armando
Bon, libero professionista di Bolzano. Di fronte al fenomeno della
globalizzazione della finanza e dell'economia che da un lato apre nuove
prospettive, ma dall'altra attua un modello di sviluppo che provoca un sempre
crescente divario tra ricchi e poveri, è avvertita sempre più l'urgenza di un
profondo cambiamento nella cultura e nell'agire economico. E' durante un
viaggio in Brasile nel 1991 che, per iniziativa della trentina Chiara Lubich,
fondatrice del Movimento dei Focolari, nasce il progetto dell' "Economia
di comunione": per offrire, seppure in germe, una risposta al dramma
dell'estrema povertà di quelle popolazioni, private dei più
fondamentali diritti umani.
L'obiettivo è un futuro senza più indigenti, la lotta alla povertà. Oggi
l'Economia di Comunione (EdC) è un progetto che coinvolge centinaia di imprese
dei cinque continenti. Il proegtto nasce nel 1991, attraversando la città di
San Paolo, Chiara Lubich era stata colpita nel vedere di persona,
accanto ad una delle maggiori concentrazioni di grattacieli del mondo, grandi
estensioni di "favelas". Oggi gli imprenditori che aderiscono
all'economia di comunione, nel contesto di una più ampia "cultura del
dare", col loro operare dimostrano la possibilità, nel mercato, di un
agire alternativo a quello comunemente inteso. Essa non si presenta quindi come
una nuova forma di impresa, ma come una proposta di agire economico che rinnova
dal di dentro le usuali forme di imprese, siano esse SPA, cooperative o altre.
Nell'economia di comunione gli utili condivisi devono essere prodotti
rispettando le leggi, i diritti dei lavoratori, dei consumatori, delle aziende
concorrenti, della comunità e dell'ambiente. Le aziende di economia di
comunione vi riescono grazie alla tensione all'unità dei loro imprenditori e
lavoratori, che rende possibile il crearsi di rapporti interpersonali
particolarmente positivi sia nell'azienda che con in suoi interlocutori. La
tensione ad investire nella qualità dei rapporti interpersonali induce una
diffusa creatività e di conseguenza una notevole capacità di innovare sistemi e
tipi di produzione. La stessa esistenza e lo sviluppo delle imprese di EdC
mostra che le motivazioni possono tradursi in comportamenti che consentono di
ridurre i costi aziendali e di conseguire migliori risultati economici. Di
fatto l' EdC è un'esperienza che diventa teoria economica.
( da "Gazzetta di Mantova, La"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
PRIMO MAGGIO PRIMO
MAGGIO Per una società davvero più giusta Da tempo la giornata del 1º Maggio è
una festa dedicata al mondo del lavoro. Una festa che quest'anno impone a tutti
una riflessione seria sulla condizione dei lavoratori nel nostro paese, sul
fatto che da tempo per questi protagonisti della formazione della ricchezza non
vi sia nessun avanzamento sul terreno contrattuale e dei diritti, anzi i dati
statistici, morti bianche, sottosalario, lavorio nero, precarietà ci dicono il
contrario. Da mesi una crisi economica senza precedenti nel dopoguerra,grava
sul presente e sul futuro dei lavoratori e dei giovani, rivelando la vera natura
del modello capitalistico che non ha più un futuro da offrire se non
licenziamenti, precarietà, insicurezza sul lavoro, riduzioni dei diritti e
degli spazi di democrazia, per molti vera e propria povertà. Tutto ciò non ha
ancora ricevuto una reazione adeguata, né sul piano sindacale, in quanto
continua la politica della concertazione, né sul terreno politico perché le
banche e le imprese, nonostante il loro stato fallimentare, continuano a fare
quello che vogliono. I padroni delle banche e delle grandi imprese, dopo
essersi arricchiti negli anni della finanza creativa, oggi chiedono e ottengono
dal Governo, col tacito consenso del Pd, soldi per non fermare il sistema,
soldi per assicurare la continuità del loro arricchimento. Loro sono la causa e
i responsabili della crisi, ma a pagarne le conseguenze sono chiamati i
lavoratori e le loro famiglie con la cassa integrazione e i licenziamenti in
virtù di una grande menzogna «siamo tutti sulla stessa barca». Non è vero: le
barche su cui viaggiano i ricchi sono diverse da quelle dei lavoratori.
Quest'anno quindi, la festa del lavoro deve essere l'occasione per riprendere
la strada del conflitto sociale contro questa politica e questa logica che
purtroppo trova conniventi anche i sindacati. Lo si può fare costruendo una
vertenza generale che unifichi il mondo del lavoro, del precariato, degli
studenti, dei territori e che sfoci in una mobilitazione prolungata che
comprenda la occupazione e la nazionalizzazione delle aziende in crisi. Una
vertenza che sia fondata su richieste non ambigue, ma tese a far pagare
prevalentemente chi non ha mai pagato (i grandi capitalisti e le banche, chi
detiene la vera ricchezza), mirate non a tagliare la spesa sociale, ma le spese
militari, i costi della «casta», i privilegi del Vaticano, le grandi opere
speculative. A chi obietta che queste proposte sono «incompatibili» con le
attuali regole del gioco rispondiamo che è vero: il capitalismo è incompatibile
con i bisogni fondamentali dei lavoratori e della maggioranza della società. Per
questo il 1º Maggio deve essere un momento di riflessione per la costruzione di
una vera alternativa di sistema. Solo la realizzazione di una radicale
alternativa di società guidata dai lavoratori può garantire una inversione di
tendenza e un'uscita dalla crisi. Costruire una società più giusta nella quale
sia abolita ogni forma di sfruttamento dell'uomo, che garantisca per tutti il
soddisfacimento dei bisogni essenziali, ridistribuendo la ricchezza ai
lavoratori e pensionati, che tuteli finalmente i diritti umani
e sociali, è un bisogno non più rinviabile per i lavoratori. Buon 1º maggio a
tutti. Edo Rossi Partito Comunista lavoratori BERLUSCONI Nella trappola del 25
Aprile Meditando, un po' sconsolato, sulle cose dette e fatte in questi ultimi
giorni dai nostri politici di prima e seconda linea circa gli inviti
avventurosi e le folgorazioni così poco credibili non si sa più cosa pensare!
Avevo accettato come cosa buona e utile il ricambio al vertice del Pd e, pur se
il mio pessimismo tendenziale mi suggeriva cautela nei giudizi, valutavo il
cambio al vertice utile all'immagine del partito anche se, vista l'emergenza
data dalle dimissioni di Veltroni, Franceschini avrebbe solo dovuto guidare il
partito fino al congresso di ottobre, cioè un incarico provvisorio. Con mia
soddisfazione, mi era parso che il nuovo segretario lavorasse con buona lena,
con tanto entusiasmo e con encomiabile capacità. Poi la cattiva intuizione. La
mossa falsa: l'invito al premier Berlusconi a partecipare alla commemorazione
del 25 Aprile, giorno dell'Italia sana che commemora la vittoria contro il
cancro nazi-fascista: manifestazione che il presidente del consiglio aveva
sempre snobbato e irriso tanto forte è (era?) la sua avversione al comunismo,
ai comunisti, componente importante nelle file della lotta partigiana. Fino a
giovedì 23 aprile. Ogni occasione era buona, per Berlusconi, ogni argomento era
valido per dare la colpa dei mali del Paese «all'untore» comunista. Poi
l'invito di Franceschini che, in buona fede, alla ricerca di dare a questa
grande ricorrenza una base di legittimazione di valori condivisi sulla base di
quella realtà di giudizio che Berlusconi e i suoi subordinati non hanno mai
voluto o potuto riconoscere. E fu la folgorazione dell'uomo sulla strada di
Damasco! Forse l'uomo (di potere) non aspettava altro che un invito pronto,
come sempre, a sfruttare l'occasione a suo pro. E' una trappola, è una
fregatura! Fu il mio primo e malizioso pensiero. Non s'è vista la grande luce
che tolse la vista a Saulo di Tarso sulla strada di Damasco e nemmeno Anania
che rende la vista e trasmette la fede al ravveduto Berlusconi, l'uomo della
provvidenza. L'unto! A mio avviso è stata un'ingenuità, un buon proposito, una
proposta onesta che Berlusconi ha furbescamente girato a suo vantaggio. Temo
che anche questo dovremo pagare. Temo che le sinistre moderate o radicali o
quant'altro costantemente divise per poltrone dopo aver abbandonato la retta
via dell'unione (magari monolitica) che fa la forza non godranno di nessun
merito per la folgorazione di Berlusconi. Remo Formigoni AMNESTY Appello per i
diritti anche in Moldova Amnesty International ha dichiarato che le autorità
della Moldova paiono aver assunto un atteggiamento punitivo nei confronti delle
Organizzazioni non governative a causa della loro azione in difesa dei diritti umani. In una lettera al primo ministro della Moldova,
Amnesty si è detta preoccupata per il fatto che alcune Ong, che avevano
monitorato lo svolgimento delle elezioni e/o avevano denunciato le violazioni
dei diritti umani commesse dai pubblici ufficiali a
seguito delle violente manifestazioni del 7 aprile, stiano subendo richieste
senza precedenti da parte del ministero della Giustizia e controlli stringenti
da parte delle autorità fiscali. I difensori dei diritti umani sono una fonte d'ispirazione e
meritano sostegno e protezione da parte dello stato nella loro lotta per la
tutela dei diritti umani.
Le autorità della Moldova stanno venendo meno al dovere di garantire che gli
attivisti per i diritti umani siano in grado di svolgere il proprio lavoro senza impedimenti e
di proteggerli da qualsiasi violazione, come sancito nella Dichiarazione
delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani.
Amnesty ha ricevuto informazioni secondo cui almeno sette Ong, tra cui la
stessa sezione locale dell'organizzazione per i diritti umani,
hanno ricevuto una lettera del ministero della Giustizia, datata 16 aprile,
nella quale viene chiesto di esplicitare la propria posizione sui disordini e
indicare quali misure esse abbiano adottato per prevenire e fermare la
violenza. Inoltre, la maggior parte di queste Ong ha ricevuto, il 24 aprile,
un'ingiunzione da parte degli ispettorati locali delle tasse in cui si chiedeva
di sottoporre i rendiconti finanziari per il 2008 e il 2009, nonchè di indicare
le fonti di entrata e le voci di spesa, entro il 28 aprile. La scadenza
estremamente ravvicinata ha reso arduo rispondere a queste richieste. Ieri, 28
aprile, funzionari dell'ispettorato delle tasse hanno visitato la sede di
Amnesty International della Moldova, chiedendo la fornitura di tutti i
contratti di consulenza in vigore nel 2008 e 2009, così come un elenco del
personale pagato e i dettagli del loro passaporto. Amnesty ha chiesto
spiegazioni alle autorità della Moldova, sollecitandole a garantire che le
organizzazioni per i diritti umani e gli altri
attivisti della società civile possano svolgere il proprio lavoro in un
ambiente privo di intimidazioni, ostacoli e minacce. Gruppo Mantovano di
Amnesty International
( da "Pais, El" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Chávez ayudará a
Uribe para capturar a los rebeldes de las FARC refugiados en Venezuela Las
relaciones entre ambos países siguen mejorando tras la crisis desatada en 2007
por la mediación de Caracas para lograr la liberación de los rehenes AGENCIAS -
Bogotá / Ciudad del Vaticano - 01/05/2009 Vota Resultado 5 votos Venezuela ha
anunciado que cooperará con Bogotá en la detención de un grupo de guerrilleros
de las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia (FARC) refugiados en este
país tras abatir el miércoles a ocho soldados en diferentes enfrentamientos
producidos en una zona montañosa del noroeste de Colombia, según ha informado
el ministro de Exteriores venezolano, Nicolás Maduro, que aseguró que su
Gobierno hace un gran esfuerzo para "que las fronteras venezolanas sean
cada vez más un territorio seguro y estable". Colombia y Venezuela
comparten una frontera terrestre de 2.219 kilómetros. Hugo Chávez A FONDO
Nacimiento: 28-07-1954 Lugar: Sabaneta Colombia A FONDO Capital: Santa Fe de
BogotÁ. Gobierno: RepÚblica. PoblaciÓn: 45,013,672 (est. 2008) Ver cobertura
completa --> Venezuela A FONDO Capital: Caracas. Gobierno: RepÚblica.
PoblaciÓn: 26,414,815 (est. 2008) Ver cobertura completa --> La noticia en
otros webs webs en espaÑol en otros idiomas El ministro hizo estas
declaraciones en respuesta a la solicitud del Gobierno del presidente
colombiano, Alvaro Uribe, al mandatario venezolano, Hugo Chávez, a quien pidió
ayuda para detener a los rebeldes. Las relaciones diplomáticas entre ambos
países iberoamericanos siguen así en un buen nivel, tras la crisis que enfrentó
a las dos naciones entre finales de 2007 y marzo de 2008 por la decisión de
Uribe de suspender la mediación de Chávez ante las FARC para conseguir la
liberación de un grupo de rehenes. Los combates se registraron el miércoles en
uno de los cerros de la serranía del Perijá, apenas a un kilómetro de la
frontera noreste de Colombia con Venezuela, adonde huyeron, según testigos de
la zona. Ocho soldados murieron en los enfrentamientos, mientras que uno más
resultó herido, según informó la Brigada Blindada del Ejército, a la que
pertenecía esta patrulla, que realizaba en la zona tareas de desactivación de
minas antipersonas. Los rebeldes implicados pertenecen al frente 59 de las FARC
según la interceptación de mensajes de la guerrilla. El presidente de Colombia
comentó desde Italia, donde se encontraba de visita cuando se produjeron los
combates: "No pueden seguir con esa práctica cobarde de asesinar
colombianos y en seguida abusar del territorio de los países hermanos,
esperamos que con la colaboración del presidente Chávez esos bandidos puedan
ser llevados a la cárcel". Mediación de Pablo Emilio Moncayo Por otra
parte, tras entrevistarse con el papa Benedicto XVI en el Vaticano, Uribe hizo
unas declaraciones en las que reiteró su rechazo para que la senadora Piedad
Córdoba medie en la liberación del cabo Pablo Emilio Moncayo, en manos de las
FARC, e insistió en que será la Cruz Roja Internacional la única reconocida por
su Gobierno. Uribe fue tajante: "Creo que lo que he dicho del tema es
suficiente. Los señores de las FARC, los terroristas de las FARC, nunca
debieron secuestrar al compatriota Moncayo, que lleva once
años en la tortura". La guerrilla de las FARC anunció a mediados de abril
la liberación unilateral del militar, que es uno de los 22 canjeables en su
poder, y pidió a la senadora opositora Piedad Córdoba preparar la logística
para su entrega. "Ahora", prosiguió Uribe, "quieren hacer un
festín politiquero con la liberación del compatriota Moncayo. Las FARC
no nos van a engañar, quieren montar una campaña política con la liberación
gota a gota de los secuestrados y eso hay que denunciarlo". Para el
presidente de Colombia no se puede hacer "del secuestro, de la tortura,
una campaña política para que el terrorismo engañe a los colombianos".
Agregó que "si van a liberar al compatriota Moncayo y a los otros
secuestrados, les basta con decir los dejamos en tal parte, y allá los recogerá
la Cruz Roja Internacional y el Gobierno dará todas las facilidades" al
organismo humanitario.
( da "Resto del Carlino, Il (Ascoli)"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
SAN BENEDETTO pag.
13 UN GRANDE concerto con tanti ospiti in cui primeggia l'elemento della
corali... UN GRANDE concerto con tanti ospiti in cui primeggia l'elemento della
coralità. Non poteva esserci conclusione migliore per la XIX edizione della
settimana dell'amicizia fra i popoli' promossa dall'Helios Festival,
manifestazione ideata e diretta dalla sociologa Giuditta Castelli, che
quest'anno ha coinvolto i Comuni di Ripatransone, Acquaviva e San Benedetto. Un
evento di notevole spessore sociale tanto da suscitare l'attenzione del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, in prossimità del
ventennale, ha fatto pervenire una medaglia di riconoscimento con l'augurio di
proseguire sempre sulla strada dei buoni sentimenti'. Ed è proprio l'idem
sentire il filo conduttore di Musicarte Helios Planet 2009 - Artisti in concerto per il dialogo interculturale e i diritti umani nel mondo', che si svilupperà
domani alle ore 21 presso il Teatro Concordia con la conduzione del giovane
showman Patrizio Viozzi. Numerosi gli artisti che si alterneranno sul palco, a
partire dal Gruppo Seblie con la performance Gentinsieme' portata in scena da
Maurizio Bolla, Anna Cupelli, Daniele Favo, Maxs Felinfer, Raffaella
Impedovo, Roberta Lucianetti, Patricia Vena, Carlo Volpicella; il trio di
musicisti Gionni Di Clemente, Danilo Di Paolonicola, Francesco Savoretti; le
danzatrici Paola Sguerrini (Najma Asani) e Tiziana Ferretti (Rania) con il
Gruppo dell'Accademia di Danza Orientale Centro Asani. Ma anche il Coro I
Colori del Cielo' di Ripatransone diretto dal maestro Vincenzo Travaglini; i
cantanti Massimiliano Civita, Valentina Pallesca, Raffaella Vagnoni; il soprano
Loredana Chiappini accompagnata al pianoforte da Clementina Perozzi; la scuola
di danza Centro Sportivo Divino Amore Msp'; Gruppo Abruzzese Hip Hop. Nel corso
della serata, dedicata anche al tema dell''Acqua patrimonio dell'umanità' con relativo intervento dell'assessore Paolo
Canducci, sarà consegnata una targa alla memoria del maresciallo Francesco
Ceneri, con lettura di una sua poesia. Premiati anche il giornalista Pasquale
Bergamaschi de Il Resto del Carlino' per la sua luminosa carriera professionale
ed il talento di musicista; il cav.Nello Gaetani presidente dell'associazione
Il Palio del Duca' per la rievocazione storica Sponsalia', il talent scout Enzo
Spinozzi per il Festival dell'Adriatico - Voci Nuove'. L'ingresso è libero.
( da "Unita, L'" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Afghanistan,
tra i torturatori Usa non solo agenti Cia ma anche l'esercito UMBERTO DE
GIOVANNANGELI Non solo Bagram. Non solo agenti della Cia. Nel giorno in cui
Barack Obama ammette che il «waterboarding» è un abuso, lo scandalo delle
torture made in Usa si allarga. E investe le forze armate americane. L'Unità ha raccontato
in anteprima alcune delle foto che il Pentagono renderà pubbliche, su
sollecitazione della Casa Bianca, entro il 28 maggio. «Con la sua iniziativa,
l'Unità ha dato un contributo importante nella battaglia di verità e di
giustizia che stiamo conducendo da tempo», dice al nostro giornale Amrit Singh,
uno degli avvocati dell'Associazione americana per le libertà civili (Aclu).
SCATTI INCRIMINATI Nelle immagini raccontate dall'Unità, si faceva riferimento
alle pratiche di tortura utilizzate nel centro di detenzione di Bagram, in
Afghanistan. Ma altre foto riguardano un altro centro di detenzione nel quale
si utilizzavano tecniche di tortura come il «waterboarding» (l'annegamento
simulato). Foto che riaprono un dossier dell'Aclu di un anno fa. I militari statunitensi
usarono metodi illegali per interrogare i detenuti in Afghanistan nel
( da "Unita, L'" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il direttore del
giornale «Corruzione e criminalità, Iaroslav Iaroshenko,
difensore dei diritti umani
di Rostov è in coma in ospedale per le percosse subite da alcuni sconosciuti
sul portone di casa. I colleghi e familiari non hanno dubbi che l'uomo sia
stato aggredito per la sua attività di denuncia della corruzione. GIORNALISTA
AGGREDITO Russia
( da "Tempo, Il" del
01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
stampa Washington ci
spinge fuori dalla crisi (...)come indicano i sondaggi che attribuiscono alla
presidenza un consenso superiore al sessanta per cento. Sui diritti civili,
poi, ha assunto decisioni di valore anche simbolico come la chiusura di Guantanamo
e il ripudio della tortura, senza ricorrere alle vendette
giustizialiste che avrebbero spaccato l'America. Una svolta ancor più netta si
è avuto nell'orizzonte estero dove la politica della "mano tesa", pur
rivolta ai nemici del mondo islamico e dell'America Latina, non ha rinnegato
l'impegno statunitense a fronteggiare il terrorismo e a mantenere un ruolo
centrale nelle responsabilità internazionali. Con l'Europa Obama ha
tentato, forse senza riuscire in pieno, di ristabilire una buona partnership
economica e strategico-militare . Con la Russia sono stati superati i conflitti
innescati dal progetto dello scudo stellare. E con la Cina, ormai il numero due
della terra, l'America ha allacciato quel legame indissolubile che si instaura
tra i grandi debitori e creditori. Se è vero che la crisi, partita
dall'America, deve essere risolta innanzitutto lì, noi italiani dobbiamo
guardare con orgoglio alla collaborazione tra Fiat e Chrysler che contribuisce
in maniera significativa a fare un passo avanti in questa direzione. Massimo
Teodori
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
VETRINA ESTERI pag.
22 La sposa ha 8 anni: nozze annullate ARABIA SAUDITA LUI, CINQUANTENNE,
L'AVEVA COMPRATA DAL PADRE di LORENZO BIANCHI VACILLA un pilastro della società
patriarcale saudita. Un matrimonio combinato fra una bimba di otto anni e un
uomo di cinquanta, che aveva già due mogli, è stato annullato con una procedura
extragiudiziale. L'anziano marito fino all'ultimo era rimasto aggrappato alla
tesi che il legame era stato stipulato rispettando i crismi della legalità.
L'uomo, infatti, aveva regolarmente versato al padre della piccola, un suo
amico, la somma di denaro assolutamente necessaria al genitore della
sposa-bambina per estinguere un debito. Di fronte alla ferma volontà del
giudice incaricato di risolvere la controversia sciogliendo lo sposalizio,
l'attempato promesso sposo ha dovuto accettare la cancellazione delle nozze. Il
luogo dello scandalo è Unaiza. La città è nella regione Qasim, feudo indiscusso
di un filone conservatore dell'Islam, il wahabismo, che riconosce ai padri il
diritto di concedere le figlie in matrimonio a chiunque gli vada a genio. La
madre della bimba si è rivolta a un avvocato. Nella prima causa, un anno fa, il
giudice, lo sceicco Habib Al Habib, non ha voluto annullare il matrimonio.
L'UNICA condizione posta dall'uomo della legge era che lo sposo fino alla
maturità sessuale della piccina non avrebbe dovuto consumare il patto
coniugale. Nei giorni scorsi il magistrato ha ribadito che il matrimonio
rientrava nei canoni previsti dalle norme. A questo punto il caso è stato
trasferito a un secondo giudice, che ha annullato il vincolo matrimoniale con
un arbitrato, dopo «l'intervento di un'importante personalità». Il virgolettato
è del quotidiano Riad. La vicenda era già nel mirino dell'Unicef. Anne Venemab, una portavoce dell'agenzia dell'Onu, lo aveva
definito «una violazione dei diritti del bambino». Il «Consiglio consultivo» di re Abdullah (Ap) ha
in animo di proporre al monarca una norma che vieterebbe il matrimonio a chi
non ha compiuto i diciotto anni. Image: 20090501/foto/5531.jpg
( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 01 Maggio
2009 Chiudi di TIZIANA CAPOCASA R ICCO cartellone di iniziative nel ponte del
1° Maggio tra musica, teatro, folklore e mostre d'arte. Il cantante Marco
Masini si esibirà all'Agraria di San Benedetto nella piazzetta rossa di via Val
Cuvia, ore 21,30. Il concerto gratuito è inserito nella 39° edizione Festa 1°
Maggio, a cura dell'Agraria Club, che prevede a partire dalle ore 15 gara
interregionale di automodellismo, corsa dei somari, gara di freccette, gara di
scacchi. Ed ancora 3° Gran premio di minimoto e 3° prova regionale di
esibizioni di arti marziali. La festa si chiuderà attorno alla mezzanotte con
spettacolo pirotecnico. Domani al Teatro Concordia ore 21, Musicarte
Helios Planet 2009 artisti in concerto per il dialogo interculturale e i
diritti umani nel mondo,
conduttrice Patrizia Vizzi. A Grottammare, al Parco delle Rimembranze, tre
giornate di Paesaggi Umani ricche di eventi, workshop e concerti legati al
vivere comune, alla storia ed alle tradizioni popolari, utilizzando diversi
tipi di linguaggi, dall'audiovisivo al teatrale. Alle ore 17.30
spettacolo teatrale Pitecus di Flavia Mastrella e Antonio Rezza. Alle ore 22,
30 concerto di Ginevra Di Marco, ad accompagnare l'artista fiorentina sul palco
ci saranno Francesco Magnelli, piano e magnellophoni, Andrea Salvatori,
chitarra e tzouras, Luca Ragazzo, batteria. La manifestazione Paesaggi Umani si
protrarrà fino al 3 maggio con workshop, laboratori, eventi e concerti che si
terranno a Monteleone di Fermo, Montelparo, Servigliano e Montegiorgio. Per
consultare il programma completo basta cliccare su www.comunanze.net. A Castel
di Lama il 1° Maggio verrà celebrato presso la Piazza delle Libertà, a Villa
S.Antonio a partire dalle ore 15,30. Sul palco si esibiranno quattro band locali
e dell'Abruzzo, fino a tarda sera. Sarà allestito uno stand gastronomico. A
Montegranaro domani in piazza Mazzini, a partire dalle ore 19 la VI edizione di
Prima-Vera Fest, rassegna di band emergenti del territorio. Prorogate le
mostre: Chiari e Scuri di Francesco Musante alla Galleria Verdesi di San
Benedetto del Tronto, fino al 10 maggio (festivi ore 17-20) e Adolfo De Carolis
e la democrazia del bello nel Polo Museale San Francesco di Montefiore, fino al
7 giugno. Fino a domenica: Giardinando mostra mercato di giardinaggio, piazza
Montebello di San Benedetto. Ad Ortezzano apertura dello spettacolare giardino
botanico, Gemme del deserto con 3 mila varietà di piante grasse e speciali
aiuole a tema: agavi e generi affini, piante messicane, rarissime euphorbie del
Madagascar. Info e prenotazione Pina Acciarri: 0734/770182 oppure 333/1209041.
( da "Manifesto, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
CENTO GIORNI DI
OBAMA Il conforto del genio Marco d'Eramo «È confortante avere un genio alla
Casa bianca» mi dice Frances Fox Piven, la grande signora delle scienze
politiche statunitensi, nel suo ufficio del Graduate Center sulla Quinta Avenue.
«Quale altro presidente potrebbe avere indici di gradimento che salgono mentre
l'economia ogni giorno va a rotoli?». Ma poi Frances sfuma il suo giudizio:
«Barack Obama ha dimostrato di essere un genio nell'impostare la politica
(nella politics); resta tutto da vedere se è un genio nel coronarla (cioè nella
policy). Comunque è insuperabile nello spiegare i suoi motivi al popolo
americano. È sempre convincente». CONTINUA | PAGINA 7 E questa dote il 44-esimo
presidente degli Stati uniti l'ha dispiegata in tutto il suo smalto nella
conferenza stampa che ha tenuto mercoledì sera (due del mattino di ieri, ora
italiana), allo scadere dei suoi primi 100 giorni alla Casa bianca. Come
l'occasione richiedeva, Obama ha rivendicato le suo politiche, e si è fatto grande
con la grandezza dei problemi che deve affrontare. «Il tipico presidente deve
affrontare due-tre grandi problemi alla volta. A quest'amministrazione ne sono
toccati 7-8 tutti d'un colpo». Memore dei danni incalcolabili che il ciclone
Katrina inferse nel 2005 non tanto alla città di New Orleans quanto
all'amministrazione Bush per l'inettitudine con cui gestì l'emergenza, Obama ha
tenuto a sottolineare la prontezza con cui il suo governo ha reagito: ha già
approntato stock di antivirali Tamiflu, ha stanziato 1,5 miliardi di dollari.
Pur sottolineando la serietà della situazione, ha invitato gli americani a non
cedere al panico. Obama si è anche soffermato sul Pakistan: «Sono seriamente
preoccupato non perché penso che i taleban stiano per prenderne il controllo,
ma perché il governo civile è fragile e sembra incapace di fornire i servizi
base, scuola, sanità, legalità, un sistema giudiziario che funzioni
nell'interesse della maggioranza. Come conseguenza, per il governo è molto
difficile conquistarsi l'appoggio, la lealtà del suo popolo». Ma più che le
parole, ha colpito il tono di Obama. Rispetto al serafico atteggiamento che
aveva mantenuto per tutta la campagna elettorale, quando anche ai colpi più
bassi rispondeva con olimpico distacco, da quando è al potere, la sua retorica
è più graffiante. L'affilatezza del suo ingegno si traduce in risposte più
taglienti. Lo ha dimostrato sul tema della tortura, sulle
relazioni con il partito repubblicano e sull'intervento dello stato nel settore
privato. Ha demolito le obiezioni sollevate dall'ex vice presidente Dick Cheney
secondo cui le torture hanno fornito informazioni dall'incalcolabile valore per
la sicurezza di migliaia e migliaia di cittadini americani. Obama ha
citato il premier britannico Winston Churchill che si rifiutò di usare la
tortura sui prigionieri tedeschi anche quando Londra era sotto le bombe della
Luftwaffe. «Un popolo non può perdere sé stesso per difendersi», ha ripetuto
Obama che ha continuato: «Nessuno si è chiesto se le stesse informazioni potevano
essere ottenute in altro modo, e - soprattutto - non ci si è posti la questione
più generale - se questi metodi rendano più sicura l'America». Obama ha
ricordato come le torture abbiano costituito un forte argomento per reclutare
aspiranti terroristi e abbiano debilitato la capacità statunitense di
collaborare con i servizi di intelligence alleati. Sui rapporti con
l'opposizione, il presidente ha detto che lo spirito bipartisan non può voler
dire che la maggioranza aderisce a tutte quelle idee che la minoranza ha messo
in atto per otto anni e che sono state battute dagli elettori. Se bipartisan
significa che i repubblicani vogliono imporre tutti i propri punti di vista, ha
detto Obama, allora non si va da nessuna parte, Se invece si determinano terreni
specifici dove si può lavorare insieme al di là delle divergenze, allora ci può
essere progresso. Altrettanto tagliente è stato nel rispondere alla maliziosa
domanda su come si sente a essere il maggiore azionista dell'industria di auto
e delle banche. «Effettivamente a me basterebbe dover affrontare la guerra in
Iraq, quella in Afghanistan, la riforma sanitaria, l'emergenza dell'influenza
suina, non sento proprio il bisogno di occuparmi anche di auto e di banche. Ne
ho già abbastanza e vorrei disimpegnarmi il prima possibile. Ma questi sono
tempi eccezionali», ha ricordato. E la precisione del suo linguaggio si è vista
quando ha così definito i suoi primi 100 giorni: «Sono contento, ma non
soddisfatto». E Frances Fox Piven mi dice di Obama: «Qui noi, la sinistra,
abbiamo vinto. Questo è vincere negli Stati uniti. Ma voi perché continuate
sempre a rieleggere quel personaggio? Pensavo che foste più accorti».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Festa del 25 Aprile:
la memoria in difesa della Costituzione --> Venerdì 01 Maggio 2009 LETTERE,
pagina 28 e-mail print Egregio direttore, mi permetta una nota integrativa alla
cronaca de «L'Eco di Bergamo» relativa alla manifestazione celebrativa della
festa nazionale del 25 Aprile a Bergamo, che ha visto una partecipazione
numerosa, attiva e interessata quale non si vedeva da anni. Ho la
preoccupazione di mettere in evidenza la ragione della scelta, innovatrice, per
la quale da parte del Comitato Antifascista bergamasco è stato conferito
l'incarico del discorso ufficiale alla prof.ssa Barbara Pezzini: non solo
perché autorevole preside della facoltà di Giurisprudenza e docente di Diritto
Costituzionale, e perché chiara testimone di una tradizione familiare
coerentemente e coraggiosamente antifascista della nostra città, ma anche come
portavoce del Comitato bergamasco per la difesa della Costituzione, un Comitato
costituito prima del Referendum 2006 per respingere una riscrittura della
Costituzione considerata stravolgente di alcuni suoi aspetti fondamentali e che
ha deciso di continuare a restare vivo e vigile perché convinto della necessità
di continuare ad impegnarsi innanzitutto per farla conoscere, poi per attuarla
e difenderla. Il tema della difesa della Costituzione è stato evidente nel
discorso della prof. Pezzini, che ha sostenuto che proprio in questo si
realizza l'ideale che l'antifascismo non si riduca a memoria del passato, ma
sia impegno nella scelta delle nostre vite. Ogni memoria, anche quella
dell'antifascismo, non è immune infatti dal rischio della retorica o
dell'imbalsamazione se viene meno una pratica quotidiana che ne traduca i
valori ispiratori e se viene meno l'impegno vigile della consapevolezza
storica. Non è qui il caso di riassumere un discorso così ricco ed importante
(rimando chi ne desidera una lettura integrale al sito del Comitato: www.
Salviamolacostituzione.bg.it), ma sento l'esigenza di sottolineare i passaggi
più applauditi del discorso della prof. Pezzini: la critica alla proposta di
legge n.1360 che vorrebbe istituire un ordine «del tricolore», accomunando
indistintamente combattenti della Liberazione e della Rsi; la difesa della
ricostruzione storica contro ogni disinvolta falsificazione revisionista (è
avvenuto anche nella nostra città a proposito del partigiano Brach!); la
necessità dell'impegno quotidiano contro il razzismo (che non si limita
all'interno degli stadi) e contro tutti i rischi di
violazione dei diritti
fondamentali dell'uomo affermati dalla Costituzione, che ne sancisce
l'universalità; la critica alla sottovalutazione da parte della Bergamo
democratica del significato eversivo della manifestazione di Forza Nuova, forza
politica probabilmente anticostituzionale alla luce della XII disposizione
finale della Costituzione; la sottolineatura dello stretto legame fra i
principi fondamentali della Costituzione e l'architettura istituzionale dello
Stato che Essa delinea: contro le tentazioni di verticalizzazione del potere di
comando, e di semplificazione delle forme della partecipazione politica, vanno
quotidianamente difesi la pluralità e l'equilibrio dei poteri che la
Costituzione organizza e pone in dialettica, perché sono la garanzia
istituzionale delle libertà individuali e dell'autonomia della società. Gian
Gabriele Vertova Comitato bergamasco per la difesa della Costituzione
01/05/2009 nascosto-->
( da "Manifesto, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
ITALIA-COLOMBIA
Democrazia o terrore di Stato? Il leader di Bogotà , ieri a Roma, secondo la
«sentenza» del Tribunale Permanente dei Popoli Diritti umani
violati, torture, impunità: ecco l'Uribe ricevuto da Berlusconi Franco
Ippolito* Franco Ippolito* Chi non legge il manifesto ha forse distrattamente
appreso dalla tv, tra notizie di veline, candidature elettorali, litigi di
grandi famiglie, minacce xenofobe leghiste, che ieri il presidente del consiglio
ha ospitato il presidente della Colombia. I lettori di questo giornale e pochi
altri informati sulla tragica realtà colombiana sanno, invece, chi è Alvaro
Uribe, il presidente latinoamericano più legato a George Bush, e quanto grave
sia averlo ricevuto in Italia e aver instaurato con lui rapporti d'intesa
politica e collaborazione economica. Al quadro allarmante ricostruito ieri
dagli articoli di Guido Piccoli e Bruno Simone può essere aggiunto quanto
documentato dalla sentenza del Tribunale Permanente dei Popoli, emessa nel
luglio scorso, dopo un'approfondita istruttoria durata due anni e a conclusione
di un processo pubblico su «imprese trasnazionali e diritti dei popoli in
Colombia», svolto a Bogotà da parte una giuria internazionale presieduta dal
premio Nobel Perez Esquivel. Al Tribunale, la cui riunione era stata richiesta
da una vasta rete colombiana di sindacati, organismi di base, comunità
contadine e indigene, è stato fornito, con tragiche dirette testimonianze, il
quadro conoscitivo e la chiave di lettura delle cause delle violazioni
sistematiche dei diritti più elementari del popolo colombiano. La giuria,
composta da noti economisti, sociologi e giuristi - tra cui il presidente della
Corte suprema dell'Ecuador e componenti della Corte di cassazione francese e
italiana - ha qualificato giuridicamente l'impatto e le disastrose conseguenze
che lo sfruttamento economico da parte delle multinazionali e le politiche del
governo di Uribe hanno sui diritti del popolo colombiano e, in particolare, ei
cittadini più deboli e vulnerabili. Il Tpp ha riconosciuto le dirette
responsabilità del governo colombiano e delle imprese transnazionali,
ricostruendo analiticamente i fatti ed esprimendo valutazioni che nessun
governo europeo dovrebbe ignorare. Dalla sentenza (sul sito
www.internazionaleleliobasso.it) emerge la responsabilità del governo
colombiano: nell'avere realizzato leggi incostituzionali in
materia di diritto al lavoro e di protezione ambientale, che favoriscono - in
disprezzo delle Dichiarazioni e Convenzioni dell'Onu - la violazione
sistematica dei diritti umani più elementari (vita, salute, istruzione, ambiente, risorse,
autogoverno della popolazione indigena...); nella sua partecipazione a
pratiche di genocidio di gruppi indigeni; nella sua partecipazione alla
commissione di crimini di lesa umanità: uccisioni,
sterminio, deportazione o sfollamento forzato, illegittima carcerazione o altra
privazione grave della libertà fisica, tortura, persecuzione di gruppi o
collettività fondata su motivi politici ed etnici; nella sua partecipazione
alla commissione di crimini di guerra, contro persone che non partecipano
direttamente alle ostilità, in violazione delle Convenzioni di Ginevra:
attentati alla vita e all'integrità, soprattutto l'omicidio in ogni sua forma,
mutilazioni, tortura, oltraggi alla dignità personale, soprattutto trattamenti
inumani e degradanti, e l'esecuzione senza giusto
processo; per non aver impedito l'impunità dei responsabili. Il governo e la
grande parte della stampa italiana vogliono continuare a fingere di ignorare
tutte queste atrocità. Ma non le ignorano le tante vittime colombiane e la
stragrande maggioranza delle popolazioni dell'America latina, a cui, nelle
settimane scorse, il presidente Usa Obama ha rivolto parole di autocritica e
propositi di svolta. È necessario che il suo esempio sia imitato almeno dai
governi più responsabili della Ue, prima che intervenga, com'è doveroso, la
giustizia penale internazionale. * membro del Tribunale Permanente dei Popoli
( da "Manifesto, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
IL SORRISO DEI
RIBELLI DEL GOLFO La legge DEL MARE Daniele Archibugi e Marina Chiarugi Anche
il telespettatore meno smaliziato avrà oramai compreso quanto la pirateria
somala abbia poco a che spartire con le suggestive gesta dei vari John Rackham
ed Edward Teach, né con le prodezze dei molti pirati che popolano cinema e
letteratura. L'arrivo a New York di Abdiwali Abdiquadir Muse, l'unico
sopravvissuto al tentativo di sequestro della nave americana Maersk Alabama, ha
spiazzato chi si aspettava di vedere arrivare un incallito delinquente: si
tratta, infatti, di un ragazzino di sedici anni che ha esibito un disarmante
sorriso ai fotografi bramosi di riprendere il volto di un feroce bucaniere.
Forse era sorridente perché non è stato freddato dai cecchini come i suoi tre
compagni di brigantaggio, oppure perché consapevole che la vita da prigioniero
nello stato di New York non è peggiore di quella a piede libero nel suo paese.
I pirati del golfo di Aden vengono, infatti, da una terra divorata dalla
siccità, dalle ripetute carestie e da una guerra civile che in vent'anni, tra
morti e rifugiati, ha provocato più di un milione e mezzo di vittime. In quella
terra non c'è che l'ombra di un apparato statale e, dal 1991, nessuno si
preoccupa di garantire la funzionalità di porti e infrastrutture, nessuno
controlla che le risorse ittiche non siano depredate dai pescherecci stranieri,
nessuno impedisce che il mare territoriale non venga trasformato in un'enorme
pattumiera a basso prezzo per chi intende liberarsi di rifiuti tossici e
radioattivi. Briciole di ricchezza I pirati non sono certo, come pretendono di
essere, i sostituti della guardia costiera, tuttavia la popolazione li
percepisce, se non come liberatori, come gli unici capaci di riportare a riva
almeno un po' della ricchezza che transita al largo del loro mare. Tutti gli
altri sono invece percepiti come saccheggiatori delle risorse ittiche,
inquinatori o come soggetti disinteressati a contribuire effettivamente alla
rinascita somala. Né si può dar ai somali del tutto torto, se si pensa che la
regione sia tornata alla ribalta della cronaca mondiale non per le carestie e
la perpetua guerra civile, ma per i problemi che i pirati creano alle rotte
internazionali. Infatti, la cosiddetta comunità internazionale ha manifestato
un certo attivismo solo nel reprimere il fenomeno piratesco. Decine di navi da
guerra pattugliano oggi il golfo di Aden, molti attacchi sono stati sventati,
alcuni pirati sono stati catturati e spediti nelle poco confortevoli prigioni
kenyote, altri sono stati freddati da cecchini dotati di armi ad alta
tecnologia. Non serve certo tessere l'elogio del pirata. La pirateria non aiuta
a risolvere i problemi somali e ripristinare la libertà dei traffici nel golfo
di Aden è nell'interesse di tutti. Le conseguenze economiche dei sequestri
delle navi, che si riflettono principalmente sul commercio di petrolio e di
manufatti provenienti dall'Asia, provocano danni tanto alle economie dei paesi
sviluppati che a quelle dei paesi emergenti. Ma bisogna almeno apprezzare la
vera natura della pirateria somala, che la differenzia da quella praticata in
altri mari. Nello stretto di Malacca e nel golfo di Guinea, ad esempio, i
pirati ogni anno compiono decine di attacchi volti a depredare e addirittura ad
uccidere, per poi scappare con la refurtiva disponibile. Interventismo marino I
pirati somali sono invece gli unici che puntano al sequestro delle navi e alla
richiesta di un riscatto e sanno bene che l'omicidio di un solo ostaggio
vanificherebbe le trattative. Se possono permettersi di sequestrare navi di
enormi dimensioni è per l'assenza di una marina militare somala, che ha creato
una sorta di zona d'ombra in cui i filibustieri possono agevolmente
«parcheggiare» le navi sequestrate mentre attendono di riscuotere il riscatto.
Ai sensi della Convenzione sul diritto del mare, che riproduce in larga parte
norme di diritto consuetudinario e che pertanto vincola tutte le nazioni, ogni
stato può inseguire una nave sospetta di pirateria per effettuare le ispezioni
del caso, ma soltanto fino al limite del mare territoriale di un altro stato,
ossia fino a
( da "Messaggero, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì
01 Maggio 2009 Chiudi Perugia, in un casolare trasformato in prigione e luogo
di tortura, tracce di mani insanguinate sulle pareti
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-05-01 - pag: 12 autore: ANALISI La Saberi banco di
prova per la politica del dialogo di Silvio Fagiolo L a condanna e la
detenzione della giornalista iraniano americana Roxana Saberi investe tre
aspetti non secondari della politica estera di Barack Obama: la sicurezza e la
protezione dei cittadini degli Stati Uniti; l'equilibrio tra stabilità
internazionale e tutela dei diritti; la risposta iraniana alla politica della
mano tesa della nuova Amministrazione democratica. L'azione di forza contro una
cittadina americana, l'accusa di spionaggio ricordano, anche se su scala
minore, la presa degli ostaggi nell'ambasciata Usa trenta anni fa. Anche in
quel caso le accuse furono di violare le regole della diplomazia, di interferire
negli affari interni del Paese ospitante, di spionaggio e destabilizzazione.
Anche allora l'incidente avvenne in una fase delicata della politica interna
americana, l'anno conclusivo del primo mandato del presidente Carter. Il suo
protrarsi appena oltre il voto di novembre ne compromise la rielezione. In
questo caso la crisi, certo di dimensioni minori, è un banco di prova per un
presidente appena eletto e per un aspetto delicato della suprema istituzione
americana: la sua capacità di tutelare l'incolumità dei propri cittadini
all'estero. Un tema al quale gli americani sono molto sensibili, proprio perché
resi vulnerabili dalla loro costante esposizione. Tanto più che la Saberi
sarebbe stata oggetto di vessazioni per farle confessare la sua colpevolezza.
Un trattamento che potrebbe difficilmente essere tollerato da chi, come Obama,
ha fatto della cessazione delle torture e delle prigioni segrete, della
chiusura entro l'anno del carcere di Guantanamo priorità dell'agenda
programmatica. La disponibilità di Obama a por fine agli abusi del suo
predecessore assumerebbe un valore diverso se tradisse debolezza e indecisione.
Ma la giornalista detenuta solleva anche il quesito circa
l'impegno della Casa Bianca a difesa dei diritti umani nel confronto con altre priorità, in questo caso l'avvio di un
dialogo per la stabilità regionale e la prevenzione della proliferazione
nucleare. In che misura tali obiettivi possono essere prioritari rispetto alle
esigenze di trasformazione della società iraniana? Tanto più che la
vittima è una donna. In Iran le donne e i giovani sono la maggiore speranza di
un mutamento di regime che Obama, a differenza di Bush, vorrebbe ovunque nel
mondo affidato alla forza della società civile. Il presidente americano non
ritiene di poter "democratizzare" i popoli che non hanno mai
conosciuto la libertà giustiziandone i dittatori. Anche quando amano l'America
e visi ispirano,le nuove democrazie hanno bisogno di reinventare nelle fonti e
tradizioni storiche locali prassi democratiche innovative, che conferiscano
alla loro libertà un senso di appartenenza. Obama è subito posto dinanzi al
dilemma di ignorare o minimizzare l'evento. O invece di agire energicamente per
il rilascio di Roxana Saberi. Tanto più che il dilemma tra diritto e stabilità
si iscrive nell'orizzontepiù vasto delle relazioni internazionali, ad esempio
anche a proposito del disimpegno dall'Afghanistan. Qui il timore è che gli
Stati Uniti siano disposti a sacrificare a una pace qualunque alcuni dei
diritti fondamentali, in particolare proprio i diritti delle donne, sulla via
di un armistizio con la componente più moderata dei talebani. Il terzo quesito
concerne infine la disponibilità di Teheran a recepire e rilanciare le aperture
del presidente americano. Perché Teheran opera una mossa così azzardata in un
momento così delicato? Intende procurarsi moneta di scambio? Vuole mostrare
agli iraniani che, nonostante un possibile seguito positivo all'invito di
Obama, la vigilanza del regime resta alta? Oppure l'evento sarebbe il segno di
una leadership iraniana divisa, dove alcuni vorrebbero bloccare subito i
tentativi di riconciliazione? Obama ha avviato con cautela una strategia che,
passo dopo passo, individui interessi comuni al fine di modificare
l'atteggiamento dell'Iran nei focolai di crisi, fino a giungere a un
compromesso che ne ridimensioni le ambizioni nucleari. Può offrire garanzie di
sicurezza, il riconoscimento dello status di potenza regionale, la revoca delle
sanzioni, l'esplicita rinuncia a iniziative volte a provocare un mutamento di
regime. L'offerta di uno scambio politico a tutto campo nel nome di un ruolo
stabilizzatore dell'Iran incontra nella detenzione della Saberi un ostacolo
imprevisto e dalle incerte e pericolose implicazioni. Una prospettiva
inquietante, che costringe Washington ad un linguaggio per ora misurato e
discreto, per far leva sulle capacità di autocorrezione del regime iraniano.
Washington evita soprattutto di sollecitare l'orgoglio iraniano che è assai
sensibile e pur salvaguardando il regime vorrebbe moderarne le fughe in avanti
in politica estera. Anche dalle conclusioni di questo caso si potrà vedere se
l'Iran vorrà essere «una nazione o una causa», se vorrà reintegrarsi nel
circuito internazionale oppure avrà ancora bisogno di un nemico per perpetuare
il potere attuale. © RIPRODUZIONE RISERVATA COMPROMESSO DIFFICILE La sfida per
Washington è conciliare la tutela dei cittadini Usa con l'apertura all'Iran,
utile per la stabilità regionale
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-05-01 - pag: 13 autore: REPORTER NEL MIRINO Rostov, in coma giornalista anticorruzione Gli attacchi a giornalisti o
difensori dei diritti umani
si fanno sempre più frequenti in Russia. A Rostov sul Don, Jaroslav Jaroshenko
è direttore del giornale "Corruzione e criminalità": è in coma dopo
essere stato attaccato e colpito alla testa mercoledì scorso da uno sconosciuto
vicino a casa. Serghej Sleptsov, un collega citato dal sito internet di
opposizione Kasparov.ru, è convinto che l'assalto sia legato agli articoli di
Jaroshenko. Lui stesso, racconta, ha subito un attacco in cui sarebbero
risultate coinvolte le autorità giudiziarie locali. Secondo il Comitato per la
protezione dei giornalisti, la Russia è in cima alla lista dei Paesi in cui i
crimini contro i reporter restano senza colpevoli: al nono posto nell'Indice
Impunità dietro a Paesi come Iraq, Sierra Leone, Somalia. Gli attacchi si sono
intensificati nei primi mesi dell'anno: a Khimki, sobborgo di Mosca, Serghej
Protazanov è morto per le ferite riportate il mese scorso; a gennaio sono
rimasti uccisi nel centro di Mosca Stanislav Markelov, avvocato difensore dei
diritti umani, e la giornalista Anastasia Baburova. In
febbraio è invece ripartita l'inchiesta sull'omicidio di Anna Politkovskaja,
uccisa nel 2006, dopo l'assoluzione in tribunale di tre uomini sospettati di
complicità. A.S. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere della Sera"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 01/05/2009 - pag: 17 100 giorni Alla conferenza stampa il
presidente conferma il ritiro dall'Iraq nonostante le nuove violenze «In
Pakistan la situazione è fragile» La preoccupazione di Obama per gli arsenali
nucleari di Islamabad DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Uno dei passaggi più
drammatici della conferenza stampa di Barack Obama, mercoledì sera, è stato
quello dedicato al Pakistan. Il presidente americano ha definito «molto
fragile» il governo di Islamabad e ha espresso una certa preoccupazione anche
per la sicurezza dell'arsenale nucleare del Paese islamico, dove le bande dei
Talebani stanno mettendo in croce l'esercito regolare. Quasi un desiderio ad
alta voce, Obama si è detto «fiducioso » che le armi atomiche pakistane siano
al sicuro, poiché «i militari riconoscono l'azzardo e i rischi, nel caso
dovessero cadere nelle mani sbagliate ». Ma, nell'immediato, ad allarmare la
Casa Bianca è soprattutto l'apparente incapacità del governo del presidente
Zardari di «garantire il rispetto della legge e fornire servizi essenziali alla
popolazione come l'educazione e l'assistenza sanitaria », con la conseguenza
che «è molto difficile per loro conquistarsi l'appoggio e la lealtà della
popolazione». Obama ha ricordato che a questo scopo la sua Amministrazione ha
stanziato nuovi aiuti al Pakistan per 1,5 miliardi di dollari. In cambio, il
governo americano si aspetta che Zardari, in visita a Washington la prossima
settimana, si concentri con forza e determinazione nella lotta ai Talebani.
Cercando una piccola nota di ottimismo, Obama ha detto che «il governo di
Islamabad comincia a riconoscere che l'ossessione con l'India, come pericolo
mortale per il Pakistan, sia fuorviante e che la vera minaccia oggi venga
dall'interno». La conferenza stampa dei cento giorni ha mostrato un leader
determinato, sereno anche se un po' «sorpreso» dal numero e dalla
contemporaneità di temi critici che si è trovato davanti sin dall'inizio del
mandato: «In genere un presidente ha davanti due o tre grandi problemi, noi ne
abbiamo sette o otto enormi e dobbiamo muoverci in fretta», ha detto Obama,
lodando però la pazienza degli americani e ricordando che «la nave dello Stato
è un transatlantico, non un motoscafo veloce». Dunque, «le conseguenze di ciò
che stiamo facendo non si vedranno tra una settimana o 3 mesi, ma fra tre,
dieci o vent'anni». Alla domanda su cosa lo abbia «inquietato» di più nei primi
cento giorni, Obama ha risposto: «La partigianeria politica di Washington anche
quando siamo in mezzo a grandi crisi». Sull'Iraq, il presidente ha negato che
l'ondata di violenza registrata nelle ultime settimane metta i discussione il
calendario del ritiro, che vuole tutte le truppe da combattimento americane
fuori entro il 2010. E' vero, ha ammesso Obama, ci sono stati «attentati
spettacolari », ma «il numero di morti civili e gli atti di violenza rimangono
bassi rispetto a quanto succedeva ancora un anno fa». La strada maestra rimane
quella di lavorare con le autorità irachene, per il completo passaggio nelle
loro mani di ogni responsabilità di sicurezza. Per la prima volta Obama ha
anche ammesso, sia pure indirettamente, che l'Amministrazione
Bush abbia autorizzato la tortura: «Il waterboarding è tortura. E' stato un
grave errore». E il presidente ha anche rovesciato l'argomento usato per
attaccarlo dall'ex vicepresidente Cheney, secondo il quale l'uso delle
«tecniche avanzate» avrebbe consentito di ottenere preziose informazioni: «La
domanda da farsi è piuttosto se quello fosse l'unico modo di ottenerle.
Nessun rapporto d'intelligence mi ha convinto che quei metodi fossero
necessari». Paolo Valentino Ha detto \\ Il governo di Islamabad comincia a
riconoscere che «l'ossessione indiana» è fuorviante \\ Le conseguenze di ciò
che stiamo facendo si vedranno fra tre, dieci o vent'anni Terza Il presidente
Usa Barack Obama in un corridoio della Casa Bianca dopo aver tenuto, mercoledì,
la terza conferenza stampa trasmessa in tv in tutto il Paese in prima serata
(Epa/Getty Images)
( da "Corriere della Sera"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 01/05/2009 - pag: 18 Nuova aggressione ai media Agguato
nel Sud della Federazione: in coma giornalista anti-corruzione MOSCA Il
direttore del giornale Corruzione e criminalità Yaroslav Yaroshenko, difensore dei diritti umani di Rostov sul Don, nella Russia meridionale, è in coma in
ospedale per le percosse subite ieri da alcuni sconosciuti sul portone di casa.
Lo hanno comunicato all'agenzia Interfax i parenti del giornalista, convinti
come i colleghi che l'uomo sia stato aggredito per la sua attività di denuncia
della corruzione. Yaroshenko è stato operato dopo l'aggressione ma ieri
notte non aveva ripreso conoscenza. Gli attacchi ai giornalisti e agli
attivisti dei diritti umani si sono moltiplicati negli
ultimi mesi in Russia, senza che i colpevoli vengano mai assicurati alla
giustizia. Tra gli eventi più clamorosi, l'uccisione a gennaio dell'avvocato
Stanislav Markelov e della giornalista Anastasia Baburova che collaborava tra
l'altro con Novaia Gazeta, il giornale per cui scriveva Anna Politkovskaja,
uccisa nel 2006.
( da "AmericaOggi Online"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
"Buona
partenza, ma è solo l'inizio". Obama al 100mo giorno 01-05-2009
WASHINGTON. Il presidente Barack Obama ha definito "una buona
partenza" i suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca, ma ha sottolineato che
"questo è solo l'inizio: c'é ancora molto da fare", indicando
un'agenda molto ambiziosa per il resto del suo mandato. Il presidente
americano, in un town meeting' nel Missouri ed in una conferenza in prima
serata alla Casa Bianca, ha presentato agli americani, che hanno confermato il
suo alto livello di popolarità, un ampio rapporto sullo stato del suo tentativo
di "ricostruire l'America". Obama ha detto che mentre la sua
Amministrazione è impegnata a "sgomberare il campo dalle macerie della
recessione", è imperativo che l'America rimodelli un'economia "non
costruita sulla sabbia: occorrono nuove solide fondamenta". "Sono
orgoglioso di quello che abbiamo conseguito finora, ma non sono soddisfatto -
ha detto Obama - Milioni di americani sono ancora senza lavoro e senza casa, il
flusso del credito non é stato ancora ristabilito, innumerevoli famiglie
impegnate nel settore dell'industria automobilistica stanno affrontando momenti
difficili, il nostro deficit a lungo termine è troppo alto: il governo non è
così efficiente come dovrebbe essere. Inoltre siamo alle prese con una serie di
minacce che vanno dal terrorismo alla proliferazione nucleare, e adesso anche
una epidemia di influenza". Obama ha ammesso di essere rimasto sorpreso
dal gran numero di crisi che si è trovato a dover gestire allo stesso tempo:
"Quando mi sono candidato l'Iraq era il problema centrale, ma l'economia
sembrava forte. Non avrei mai pensato di dover gestire la più grave crisi
economica dalla Grande Depressione". Obama ha definito la epidemia di
influenza suina "una situazione molto seria", ma ha respinto l'idea
di chiudere i confini col Messico: "Sarebbe come chiudere la porta della
stalla quando i buoi sono già scappati". Sul fronte internazionale, Obama
ha detto di essere certo che gli Stati Uniti possono garantire la sicurezza
dell'arsenale nucleare pakistano, aggiungendo che per il governo di Islamabad
"la maggiore minaccia alla sicurezza viene oggi dall'interno, non
dall'India". Il presidente Usa ha detto di essere "preoccupato"
per gli "spettacolari attentati" avvenuti in Iraq negli ultimi
giorni, ma ha sottolineato che il livello di violenza nel paese è comunque
molto più basso rispetto all'anno scorso. Obama ha detto di
non avere dubbi sul fatto che il water-boarding "sia una forma di tortura:
per questo ho messo fine a questa pratica che viola gli ideali ed i valori del
nostro paese". Rinunciare alla tortura può solo rendere l'America
"più forte e più sicura", ha detto Obama. "Inoltre - ha aggiunto
- la legge sui segreti di stato deve essere rivista". Rispondendo a
una domanda sull'aborto, Obama ha ribadito di essere a favore del diritto di
scelta delle donne, ma ha aggiunto che la legge in questione non è "la sua
più alta priorità". A un giornalista che gli chiedeva cosa lo ha stupito e
scoraggiato di più da quando è presidente, Obama ha detto di essere rimasto
sorpreso dal moltiplicarsi delle emergenze ("ma ogni presidente deve
giocare con le carte che ha ricevuto") e di essere stato rattristato dalla
"lentezza dei cambiamenti a Washington: anche nel cuore di una grande
crisi, i giochi della schermaglia politica continuano". Obama ha detto di
essere stato colpito dalla "pazienza straordinaria degli americani":
hanno capito "che non possiamo uscire da questa crisi in breve
tempo". "Non faccio miracoli - ha concluso - ma siamo sulla strada
giusta".
( da "superEva notizie"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Francia: Simone
Veil, legion d'onore Simone Veil: una donna che ha segnato la storia
contemporanea Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha insignito del titolo di
Grande ufficiale della Legion d'onore Simone Veil. Simone Veil, 81 anni, ha
segnato la storia come magistrato, ministra della Sanità, come primo presidente
del Parlamento europeo e membro dell'accademia di Francia. Nei suoi tre mandati
di Ministro della Repubblica Francese, si è distinta come presidente della
Fondazione per la memoria dello Shoah, come membro del Conseil Constitutionnel,
per il suo impegno a favore dei diritti umani, delle donne, dei detenuti, dei
Rom, dell'identità europea, contro l'antisemitismo e il razzismo. Il presidente
Sarkozy ha esordito dichiarando: "Lei e' una donna eccezionale, fuori dal
comune, una donna esemplare", e la Veil ha commentato: "il giorno in
cui morirò, penserò all'Olocausto e a tutti i miei amici con i quali abbiamo
tanto sofferto". Per approfondimento Simone Veil PUBBLICITà
PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre
opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di
ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 1 maggio 2009 in:
Personaggi famosi » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le
vostre opinioni
( da "Affari Italiani (Online)"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Professione
mistress/ Lucrezia: fruste, manette, torture... ma niente sesso. Tutti i
segreti di una vera dominatrice Venerdí 01.05.2009 11:50 di Nicole Cavazzuti
Non confondetela con una escort, né tantomeno con una prostituta. Lucrezia è
una Mistress. Una "padrona" professionista, una donna che per
mestiere tortura gli uomini. E che guadagna, quando va bene, anche 10mila euro al
mese. Una cifra altissima, certo. Ma non stupitevi: è una delle migliori, una
pioniera in Italia in questo lavoro. A dispetto delle sue origini borghesi e
dei suoi studi umanistici. "Sono nata in una famiglia benestante nei
dintorni di Milano che ignora la mia seconda vita. Dopo il liceo classico mi
sono laureata in Lingue Straniere e ho cominciato a lavorare come interprete in
Francia. A quei tempi internet non esisteva ancora, ma c'era il videotel, che
in Francia si chiamava minitel, una tecnologia che permetteva di
chattare", racconta Mistress Lucrezia ad Affaritaliani, che è andato a
trovarla nel suo "dungeon" (lo studio delle torture) milanese,
attrezzatissimo. Dove, davvero, non manca proprio nulla: dalla gabbia alla
croce di San Andrea, fino alla gogna, allo specchio per voyerurs e alla stanza
del medico. "Quando lavoravo a Parigi la sera a casa mi rilassavo spesso
chattando sul minitel. Una sera mi imbattei in una stanza dedicata a utenti
appassionati di pratiche fetish e sadomaso, che conoscevo pochissimo e che mi
incuriosivano. E così ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo, ma solo in
seguito alla proposta di lavorare part time la sera come Mistress virtuale ho
trasformato una curiosità in una professione". Sei stata una della prime
Mistress a sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie! "Sì, ho
sempre avuto curiosità per le nuove tecnologie. Oggi infatti un ho sito molto
curato (clicca qui per vederlo, ndr)". Che cosa facevi allora?
"Allora il mio lavoro consisteva nel dominare gli uomini con la scrittura
e la fantasia. Era divertente e oltretutto arrotondavo bene". E sei
diventata una professionista... "Dopo diversi mesi passati a chattare, un
cliente mi chiese un incontro dal vivo. Superai l'imbarazzo, andai a comprare
abiti e strumenti adatti per l'occasione e mi presentai all'appuntamento. Fu il
mio battesimo". Risultato? "Migliore del previsto! Lui si dichiarò
soddisfatto e io mi resi conto che il ruolo di Mistress mi divertiva. Ma da lì
a potermi definire una professionista ne è passato di tempo! Una tappa cruciale
della mia carriera fu l'incontro con una Mistress maggiore di me, che mi chiese
di farle da aiutante. Lei mi insegnò i trucchi del mestiere. E a un certo punto
guadagnavo così bene che decisi di dedicarmi solo a questo lavoro". pagina
successiva >>
( da "Gazzettino, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Tratta
degli esseri umani, per le mafie terza fonte di
reddito dopo droga e armi Venerdì 1 Maggio 2009, Roma Una minaccia per la
nostra sicurezza; una intollerabile violazione dei diritti umani che riguarda
nel mondo milioni di nuovi schiavi, soprattutto donne e bambini: Francesco
Rutelli, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della
Repubblica, ha
illustrato così la relazione trasmessa alle presidenze delle Camere, sulla
tratta degli esseri umani. Un fenomeno questo, tra le
«prime tre forme di reddito per mafie e criminalità nel mondo insieme al
traffico di droga e di armi - ha argomentato Rutelli - che va colpito e
combattuto con la collaborazione internazionale». L'aspetto più drammatico del
mercato transnazionale riguarda i minori: «Un numero crescente di bambine e
bambini, giovani e ragazzi che sono sfruttati da queste mafie e tenuti in
soggezione e dobbiamo liberarli». La relazione del Copasir, di 110 pagine,
analizza i numeri del fenomeno, i contorni e nove proposte operative del
Comitato, tra cui l'introduzione del reato di «danneggiamento, soppressione,
occultamento, detenzione, falsificazione e procacciamento di documenti di
identità e viaggio» allo scopo di facilitare o effettuare la tratta. Secondo
l'Organizzazione internazionale per le migrazioni sono 1 milione gli esseri umani vittime di questo traffico ogni anno nel mondo,
500mila solo in Europa. Per l'Organizzazione internazionale del Lavoro,
12.300.000 sono le persone sottoposte a sfruttamento lavorativo e sessuale (di
cui ogni anno 800mila sono trasportate fuori dal loro paese): l'80% sono donne
e ragazze, più del 50% sono minori. In Italia tra lavoro nero, accattonaggio,
prostituzione sono decine di migliaia gli esseri umani
vittime di questo fenomeno che vede la criminalità italiana coinvolta
soprattutto a livello di logistica. Nel 2007 nel nostro paese sono state 1.267
le denunce per riduzione in schiavitù, 108 quelle per acquisto di schiavi, 645
quelle per sfruttamento della prostituzione minorile, 278 quelle per tratta di
persone. Ieri intanto nel canale di Sicilia si è rischiato un nuovo caso Pinar,
il mercantile turco fermo per quattro giorni in mare con 144 migranti a bordo.
Un Guardacoste maltese è rimasto fermo a
( da "Gazzettino, Il"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Venerdì 1 Maggio
2009, Riad Una bimba saudita di appena otto anni, che il padre ha fatto sposare
con un 50enne, in cambio di una ricca dote, ha ottenuto il divorzio, a Onaiza.
Lei non se n'è neppure resa conto, ma il divorzio le è stato concesso solo otto
mesi dopo le nozze su richiesta della madre. In prima
istanza un giudice si era rifiutato di concederlo sostenendo che prima doveva
raggiungere la pubertà. La decisione aveva suscitato aspre critiche in Arabia
Saudita e nel resto del mondo per la «gravissima violazione dei diritti umani e dei bambini». Nel Paese arabo si sta ancora discutendo di
fissare, per legge, un'età minima per sposarsi.
( da "Corriere.it"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Inutile la
mobilitazione delle associazioni internazionali per i diritti umani Niente perdono, Delara giustiziata La ragazza-pittrice
condannata per un omicidio avvenuto quando aveva 17 anni è stata impiccata
all'alba ROMA - La condanna è stata eseguita. Delara Darabi, la pittrice di 23
anni condannata al patibolo per la complicità in un omicidio commesso nel 2003,
quando aveva solo 17 anni, è stata giustiziata nella prigione di Rasht, in
Iran. E' stata uccisa di mattina presto, di venerdì, giorno sacro per gli
islamici. Senza che ne fosse data notizia al suo avvocato né alla sua famiglia,
secondo quanto spiega Mohammad Mostafaei, un avvocato
attivo nel campo dei diritti umani, citato dal sito di Iran Human Rights. E' stata impiccata
nonostante un movimento di pressione internazionale che raccoglie attivisti per
i diritti umani di varia
provenienza avesse ottenuto un rinvio dell'impiccagione. Si era parlato di una
dilazione di due mesi, rispetto alla data del 20 aprile nella quale era stata
fissata inizialmente l'esecuzione. Invece il boia ha atteso solamente
dieci giorni. IL RINVIO - Il provvedimento di rinvio era stato certificato dal
capo della magistratura di Teheran, l'ayatollah Mahmud Hashemi Shahrudi, che
aveva parlato di una sospensione «per un breve periodo di tempo» per dare modo
alla famiglia della vittima di riflettere sulla richiesta di perdono avanzata
dai genitori di Delara. Shahrudi non aveva però annullato l'esecuzione, come
richiesto invece dalle associazioni dei diritti umani
e dagli attivisti iraniani. Iran Human Rights, Amnesty International e le altre
associazioni che si erano battute per la sua salvezza - puntando soprattutto
sulla minore età della ragazza all'epoca dei fatti - avevano parlato di
possibili violazioni della legge internazionale. L'Iran ha ratificato la
Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, che vieta la pena di morte per i
minorenni. Ma di fatto ancora non ne segue le indicazioni: uno specifico
progetto di legge per dare applicazione concreta a quanto previsto dalla Convenzione
è stato redatto dalle autorità giudiziarie iraniane e trasformato in un
progetto di legge che stabilisce pene più leggere per i minori. Ma il
provvedimento è ancora fermo in parlamento. «PREZZO DEL SANGUE» - La legge
iraniana è basata su una interpretazione della Sharia e prevede che un
condannato a morte per omicidio possa avere salva la vita se i familiari della
vittima concedono il perdono. Di solito ciò avviene in cambio di un
risarcimento in denaro. Questo però non è avvenuto. Già in passato i parenti
della donna uccisa, una cugina del padre di Delara, che aveva 58 anni, avevano
rifiutato questa opzione. Una decisione evidentemente confermata, nonostante i
magistrati abbiano deciso di concedere loro qualche giorno in più di
riflessione. Delara proviene da una famiglia benestante e i suoi genitori si
erano offerti di pagare il cosiddetto «prezzo del sangue», l'indennizzo ai
parenti della vittima, primo passo per arrivare a quel perdono formale che
avrebbe permesso di fermare l'esecuzione. Ma la famiglia della donna uccisa non
ne ha voluto sapere e di conseguenza la sentenza di morte non è stata
modificata. «ERRORI DEI GIUDICI» - L'avvocato di Delara, Abdolsamad
Khoramshahi, dal quotidiano Etemad aveva fatto sapere di essere convinto che ci
siano stati degli errori nella gestione del caso da parte dei giudici. Il
legale avrebbe anche raccontato di come la donna sarebbe stata anche drogata
dal suo compagno di allora. Delara si era infatti inizialmente addossata le
responsabilità per quanto accaduto. Dopo il processo di primo grado, aveva
ritrattato la sua confessione e aveva raccontato una nuova verità. Aveva
parlato di come, con il suo gesto, avesse cercato di coprire l'allora compagno,
di due anni più vecchio di lei, autore materiale dell'omicidio. Ma non è
riuscita a convincere i magistrati della sua innocenza e nel febbraio del 2007
la Corte suprema di Teheran, ritenendola comunque coinvolta attivamente
nell'assassinio e non accettando l'idea che sia stata una semplice testimone,
aveva confermato la sentenza. «L'ONU INTERVENGA» - «L'esecuzione di Delara è
stata possibile perché l'Iran continua a pensare di poter agire da sola e che
le reazioni internazionali siano solo parole e non abbiano conseguenze - dice
Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights -. Delara è il simbolo
di tutti i minorenni ed è ora che Teheran paghi le conseguenze per una
violazione della convenzione sui diritti dell'infanzia che pure ha siglato.
L'Onu deve fare in modo che quei principi trovino attuazione e non siano
semplicemente un pezzo di carta». In Iran ci sono attualmente 150 minorenni in
attesa di condanna a morte. Carlotta De Leo stampa |
( da "WindPress.it"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
01-05-2009 Sei in:
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Iran: impiccata Delara DarabiContenuto della paginaIran: impiccata Delara
Darabi, Amnesty International "oltraggiata"CS061: 01/05/2009Delara
Darabi stata impiccata la mattina di venerd 1 maggio nella prigione centrale di
Rasht, nell'Iran settentrionale. Amnesty International ha espresso il proprio
oltraggio per la notizia dell'impiccagione, avvenuta senza che l'avvocato di
Delara Darabi ne fosse stato messo a conoscenza, nonostante la legge preveda
che i legali dei condannati a morte debbano essere informati 48 ore prima
dell'esecuzione. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, si trattato di una mossa cinica
delle autorit iraniane per aggirare le pressioni nazionali e internazionali che
avrebbero potuto salvare la vita di Delara Darabi. Il 19 aprile il Capo
dell'autorit giudiziaria aveva concesso due mesi di sospensione. Delara
Darabi era stata condannata a morte per l'omicidio di un parente, avvenuto nel
2003, quando aveva 17 anni. Si era inizialmente addossata la responsabilit, con
l'intento di salvare dall'impiccagione il suo fidanzato maggiorenne, per poi
ritrattare la confessione. Nel 2006 Amnesty International aveva lanciato una
campagna per salvare la sua vita. Secondo l'organizzazione per i diritti umani, il processo terminato con la condanna a morte era
stato iniquo, non avendo i giudici preso in considerazione prove che avrebbero
potuto scagionarla dall'accusa di omicidio. Quella di Delara Darabi stata la
140ma esecuzione in Iran dall'inizio dell'anno, la seconda nei confronti di una
donna e la seconda nei confronti di un minorenne al momento del reato. L'Iran
ha messo a morte almeno 42 minorenni dal
( da "Stampaweb, La"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
TEHERAN È stata
giustiziata oggi in Iran Delara Darabi, la pittrice condannata a morte per un
omicidio commesso a 17 anni. Lo rende noto Amnesty International sul proprio
sito web. Lorganizzazione per la difesa dei diritti umani condanna
lesecuzione e accusa: «Il suo avvocato non è stato informato, nonostante lobbligo
di legge di ricevere la comunicazione 48 ore prima dellesecuzione», ha
detto Hassiba Hadj Sahraoui, viceresponsabile di Amnesty per il Medio Oriente
ed il Nord Africa. «Questa sembra essere stata una cinica mossa da parte delle autorità per evitare proteste
interne ed internazionali, che avrebbero potuto salvare la vita di Delara», ha
aggiunto. Lesecuzione è avvenuta nonostante fosse stata accordata
allimputata, il 19 aprile scorso, una sospensione di due mesi della pena.
Delara Darabi è stata
riconosciuta colpevole di avere ucciso nel
( da "Wall Street Italia"
del 01-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Iran/ Amnesty
denuncia esecuzione pittrice Delara Darabi di Apcom Era minorenne quando aveva
compiuto il crimine -->Nicosia, 1 mag. (Apcom) - La pittrice iraniana Delara
Darabi, condannata a morte per un omicidio commesso quando era minorenne, è
stata giustiziata oggi in Iran. Lo denuncia Amnesty international esprimendo
"indignazione" per questa esecuzione. Delara Darabi, 23 anni, era
stata riconosciuta colpevole per l'uccisione della cugina del padre durante una
rapina compiuta con un complice di 19 anni. All'epoca del fatto la ragazza
aveva 17 anni. La Corte suprema aveva confermato la sentenza nel 2007.
"Amnesty international è indignata per l'esecuzione di Delara Darabi e, in
particolare, per la notizia che il suo avvocato non sarebbe stato
informato", ha dichiarato il vice direttore
dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani, Hassiba Hadj Sahraoui. L'esecuzione ha avuto luogo stamattina
nella prigione di Rasht, a nord-est di Teheran. La legge iraniana prevede che
l'avvocato venga informato con 48 ore di anticipo sulla data prevista, afferma
in un comunicato Sahraoui. "Le autorità hanno agito con cinismo per
evitare proteste locali e internazionali che avrebbero potuto salvare la vita a
Delara Darabi". (fonte afp)
( da "AmericaOggi Online"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
L'amministrazione
Obama e i responsabili dei memo. Le menti della tortura Di Domenico Maceri
02-05-2009 "Nessuno è al di sopra della legge". Ecco cosa ha
affermato il ministro della Giustizia Eric Holder mentre spiegava che la porta
è aperta ai procedimenti legali contro alti funzionari dell'amministrazione
Bush per la loro responsabilità sulla tortura dei prigionieri a Guantánamo e in
altri posti. Il presidente Barack Obama aveva inizialmente detto che non
sarebbero stati puniti i responsabili del trattamento dei prigionieri. Poi però
sono stati rilasciati i "memo" che sembrano incolpare alcune persone
responsabili di avere dato gli ordini ed avere offerto giustificazioni legali
per la tortura. Due individui sono stati identificati come i responsabili principali
per avere creato le giustificazioni legali. Si tratta di Jay S. Bybee e John C.
Yoo. Il primo attualmente ricopre l'incarico di giudice federale ma aveva
servito nell'ufficio del consiglio legale dell'amministrazione Bush. Il secondo
è professore di giurisprudenza all'Università della California a Berkeley ma
temporaneamente insegna alla Chapman University nella California del Sud. Yoo
aveva lavorato nell'ufficio del consiglio legale sotto la guida di Bybee. I due
sono considerati responsabili dei "memo" scritti per giustificare
metodi di interrogazioni che adesso vengono considerati
tortura. In realtà è difficile determinare cosa vuol dire tortura, qualcosa che
questi due legali americani hanno cercato di definire. In un memo Bybee spiega
che la tortura può considerarsi tale se "infligge dolore che è difficile
da sopportare" e se il dolore è equivalente a una "ferita fisica
seria da provocare danni irreparabili ad organi vitali o persino la morte".
Ambedue Bybee e Yoo hanno evidentemente firmato il memo. La pubblicazione dei
memo segreti suggerisce che gli Stati Uniti vogliano fare chiarezza su un
aspetto della guerra al terrorismo che ha macchiato l'onore americano.
Ovviamente la politica vede la questione da due punti diversi. Quelli di
sinistra che gridano tortura e coloro che difendono l'amministrazione Bush. Per
i secondi la mano dura va giustificata dicendo che bisognava affrontare un
nemico che aveva ucciso tremila americani. Bisognava scoprire intelligence che
avrebbe salvato vite umane e dunque metodi poco ortodossi erano necessari. Ecco
come giustifica Yoo i suoi consigli legali. Secondo Yoo il 50%
dell'intelligence nella guerra al terrorismo è emersa mediante le
interrogazioni. È difficile fornire prove per questa asserzione. Alcuni esperti
sostengono che i metodi duri come "water boarding", il senso di
annegamento usato contro alcuni prigionieri, non producono informazioni utili.
Sotto tortura i detenuti rivelano informazioni vere o false con l'idea di porre
fine al dolore. Yoo continua a difendere il suo operato dicendo che i metodi
usati nelle interrogazioni hanno impedito altri attacchi agli Stati Uniti.
Questa è anche un'altra asserzione difficile da riallacciare alle
interrogazioni. Yoo è stato molto esplicito nel difendersi e accusare i suoi
avversari di essere di sinistra. Ha persino affermato di essere contento di non
insegnare almeno temporaneamente a Berkeley che ha descritto come "la
Repubblica Popolare di Berkeley", sottolineando la reputazione di sinistra
dell'università. Bybee è rimasto silenzioso sulla questione. Il Los Angeles
Times però cita Tuan Samahon, che aveva lavorato per Bybee, dicendo che il
giudice federale rimpiange di avere firmato il memo della tortura anche se
bisogna mettere tutto nel contesto appropriato. Si riferisce naturalmente al
clima di paura che sconvolgeva il Paese subito dopo l'undici settembre. La
questione della tortura non è semplicemente una questione legale che è ciò che
interessa a Holder o come la vede Yoo. Include anche la dimensione politica
alla quale deve fare fronte il presidente Obama. Se poi Obama decide di
metterla da parte la questione morale non andrà via.Cinque cittadini spagnoli
sostengono di essere stati torturati a Guantánamo. La giustizia spagnola dunque
si sta interessando al caso. L'Associazione spagnola per la dignità dei
prigionieri ha avviato un caso contro sei alti funzionari dell'amministrazione
Bush. Includono oltre a Yoo e Bybee anche Alberto González, ex attorney general
dell'amministrazione Bush. Il caso è stato presentato davanti al procuratore
spagnolo Baltazar Garzon, famoso per avere ordinato l'arresto dell'ex dittatore
cileno Augusto Pinochet. Se un tribunale spagnolo condannerà i funzionari
americani si tratterà di una giustizia morale perché il processo avverrà senza
la presenza degli accusati. Solo la giustizia americana può fare chiarezza
totale per porre fine a questo tragico capitolo della storia americana.
*Docente di lingue all'Allan Hancock College, Santa Maria, California
(dmaceri@gmail.com).
( da "AudioNews.it"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
sabato 2 maggio 2009
08.44 Esteri Il servizio di Emanuela Di Gironimo Iran: niente perdono,
giustiziata la pittrice Delara 07.25: Giustiziata ieri nella prigione di Rasht,
in Iran, Delara Darabì, la pittrice di 23 anni condannata
per complicità in un omicidio commesso quando era minorenne, insieme al
compagno. A nulla è valsa la mobilitazione delle associazioni per i diritti umani. Il suo avvocato è stato informato
solo ad impiccagione avvenuta, e non 48 ore prima come prevede la legge.
( da "Giornale.it, Il"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
n. 105 del
2009-05-02 pagina 0 Iran, niente perdono: giustiziata Delara Darab di Redazione
L'esecuzione è avvenuta nonostante fosse stata accordata all'imputata, il 19
aprile scorso, una sospensione di due mesi della pena. La pittrice condannata a
morte per un omicidio commesso a 17 anni. Amnesty: "Diritti
violati, non è stato nemmeno avvisato il suo avvocato" Roma - E' stata
giustiziata oggi in Iran Delara Darabi, la pittrice condannata a morte per un
omicidio commesso a 17 anni. Lo rende noto Amnesty International sul proprio
sito web. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani condanna l'esecuzione e accusa:
"Il suo avvocato non è stato informato, nonostante l'obbligo di legge di
ricevere la comunicazione 48 ore prima dell'esecuzione", ha detto Hassiba
Hadj Sahraoui, viceresponsabile di Amnesty per il Medio Oriente ed il Nord
Africa. "Questa sembra essere stata una cinica mossa da parte delle
autorità per evitare proteste interne ed internazionali, che avrebbero potuto
salvare la vita di Delara", ha aggiunto. L'esecuzione è avvenuta
nonostante fosse stata accordata all'imputata, il 19 aprile scorso, una
sospensione di due mesi della pena. Delara Darabi è stata riconosciuta
colpevole di avere ucciso nel
( da "Affari Italiani (Online)"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Filosofia/ Le grandi
ideologie sono morte? "In difesa delle cause perse" di Slavoj Zizek
Sabato 02.05.2009 13:15 Sintesi dell'opera, a cura di Cinzia Arruzza Questo
saggio è l'ultimo degli "enormobook" (secondo la definizione di un critico)
di Žižek, 504 pagine divise in tre parti: Lo stato delle cose (capitoli 1-3),
Lezioni dal passato (capitoli 4-6), Che fare? (capitoli 7-9). Scopo di questo
libro non è la difesa del terrore stalinista, ma la messa in discussione della
troppo facile alternativa liberale: in questo senso va intesa questa difesa
delle cause perse, che è al contempo critica feroce dell'ideologia liberale in
tutte le sue forme e critica del luogo comune per cui il tempo delle grandi
narrazioni sarebbe finito. Primo capitolo: felicità e tortura Nel primo
capitolo, Felicità e tortura, viene analizzata in primo luogo la questione
della civiltà (interpretata utilizzando gli strumenti lacaniani), alla luce
dell'impatto distruttivo della modernità intesa nei suoi due aspetti: il
capitalismo e il discorso scientifico. Quest'ultimo rappresenta oggi il
discorso egemonico, l'unico discorso in grado di ambire a quella universalità
un tempo offerta dall'arte e dalla religione. Attraverso l'esempio del
cyberspazio, tuttavia, l'autore mostra che la disgregazione dei legami sociali
non ha affatto prodotto la scomparsa del "Grande Altro", che deve
continuare a essere presente (ad esempio in forma di cyberspazio stesso) per
permettere agli individui atomizzati di perseverare nel loro isolamento. Ciò
che è diverso in questa frammentazione contemporanea delle grandi narrazioni è
l'assenza di un "piccolo altro" che funzioni da rappresentante del
"grande Altro": questa assenza, tuttavia, rende il grande Altro
invisibile e dunque ancora più potente e pervasivo, anziché annullarlo. In
questo contesto la solidarietà tra la Legge e il suo Super Io è sostituita
dalla segreta solidarietà tra permessivismo tollerante e fondamentalismo
religioso: contrariamente alle apparenze, fondamentalismo e "mondo
atonale" postmoderno sono intimamente legati, rappresentano l'uno il
corollario dell'altro. E tuttavia, il fondamentalismo vive esclusivamente di
una forza reattiva. Il capitolo si conclude, infine, con il paragrafo dedicato alla questione della tortura, mettendo
l'accento sugli effetti dell'ammissione pubblica dell'utilizzo della tortura da
parte delle autorità statunitensi. Nella pubblica ammissione e nel dibattito
pubblico sulla tortura, più che nella tortura stessa, è necessario vedere il
processo di corruzione che sta intaccando l'ossatura morale che struttura la
civiltà occidentale, ciò che Hegel chiamerebbe lo "spirito
oggettivo". Secondo capitolo: Il mito ideologico della famiglia Nel
secondo capitolo viene analizzato il modo in cui le relazioni familiari vengono
utilizzate come strumento fondamentale dell'ideologia, attraverso la
costruzione di miti centrati sulla famiglia. L'analisi si concentra in
particolare su quella vera e propria fabbrica ideologica che è Hollywood. Primo
oggetto dell'esame sono la crisi dell'autorità paterna e la sua restaurazione
che troviamo al cuore di molte sceneggiature di Michael Crichton e dei film di
Steven Spielberg. Altro elemento ideologico è la cosiddetta "produzione
della coppia" che è possibile trovare non solo nei film hollywoodiani, ma
anche in altri contesti: nei film del socialismo reale o nella produzione
antihollywoodiana. Un lungo paragrafo è dedicato all'interpretazione di
Frankenstein, attraverso l'intreccio tra il dramma familiare che ne costituisce
il contenuto manifesto e il suo cuore politico nascosto, la questione della
Rivoluzione francese, discostandosi però dalle abituali letture marxiste del
romanzo: non si tratta, infatti, di eliminare il mito della famiglia per
arrivare al vero cuore sociale e politico del romanzo, ma di minare questo mito
dal suo interno. Terzo capitolo: Intellettuali radicali Il terzo capitolo è
dedicato a tre intellettuali "radicali", Nietzsche, Foucault e
soprattutto Heidegger. Rispetto a Nietzsche l'autore analizza la questione dei
paradossi inerenti alla democrazia e critica i tentativi di alcuni interpreti
di Nietzsche di addomesticare la critica nietzschiana alla democrazia,
presentandola come una forma di correzione provocatoria della democrazia
stessa. Di Foucault viene preso in considerazione il sostegno alla rivoluzione
iraniana. La tesi dell'autore è che Foucault avesse ragione nel cogliere il
potenziale emancipatorio contenuto nel momento della rivolta, ma lo avesse
fatto per le ragioni sbagliate: in altri termini, l'opposizione foucaultiana
tra l'entusiasmo sublime del momento della rivolta che sospende nell'unità del
popolo le sue differenze interne e il dominio pragmatico della politica degli
interessi e del calcolo strategico è troppo limitata. Ciò che è centrale e che
non viene colto da Foucault è il momento della vera apertura utopica nella
rivolta, ed è questo che differenzia le rivoluzioni dall'entusiasmo sublime del
popolo che caratterizza anche fenomeni come il fascismo e il nazismo. Infine,
una lunga parte del capitolo è dedicata a Heidegger, di cui viene analizzato il
rapporto con il nazismo. La tesi di Žižek è che Heidegger abbia compiuto il
movimento giusto, ma nella direzione sbagliata. L'adesione di Heidegger al
nazismo, infatti, non è una questione di corrispondenza tra il suo pensiero e i
suoi atti politici, cosa su cui si è concentrata la critica: Heidegger compie
questo movimento per uscire da un punto morto interno al suo pensiero,
attraverso un passage violento. Lo scarto heideggeriano verso la radicalità,
tuttavia, non coglie il bersaglio: il nazismo, infatti, non era abbastanza
radicale, non mettendo affatto in discussione la struttura fondamentale del
capitalismo moderno. < < pagina precedente pagina successiva >>
( da "Virgilio Notizie"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
La presidenza ceca
dell'Unione europea ha condannato oggi l'esecuzione della pittrice Delara
Darabi, compiuta ieri per lapidazione nella città di Rasht, per fatti avvenuti
quando aveva 17 anni. In un comunicato, la presidenza Ue sottolinea come
"simili violazioni dei diritti umani erodono le basi per la
comprensione e la fiducia reciproca fra l'Iran e l'Unione europea". Praga
"protesta vivamente contro la sua esecuzione come un atto contrario agli
impegni internazionali accettati volontariamente dall'Iran" e "chiede
urgentemente all'Iran di evitare le esecuzioni di minori e di eliminare la pena
di morte per i minori dal suo codice penale". Delara Darabi, 23
anni, era stata riconosciuta colpevole per l'uccisione della cugina del padre
durante una rapina compiuta con un complice di 19 anni. All'epoca del fatto la
ragazza aveva 17 anni. La Corte suprema aveva confermato la sentenza nel 2007.
( da "Reuters Italia"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
TEHERAN (Reuters) -
La Ue ha duramente condannato l'esecuzione da parte dell'Iran di una giovane
donna condannata per l'uccisione di una cugina del padre quando aveva 17 anni.
La donna, Delara Darabi, di 23 anni, è stata giustiziata ieri nella città settentrionale
di Rasht, "senza che il suo avvocato e la sua famiglia fossero stati
informati", scrive oggi il quotidiano locale Etemad. La presidenza ceca
dell'Unione europea ha criticato fortemente l'esecuzione della donna e ha
invitato l'Iran a "evitare esecuzioni di giovani". "Queste violazioni dei diritti umani erodono il terreno di comprensione e fiducia reciproca tra
l'Iran e l'Ue", ha detto la presidenza in una nota. Etemad scrive che
Darabi è stata in carcere cinque anni e che inizialmente aveva confessato
l'omicidio sperando di ottenere il perdono per un crimine commesso da
minorenne. "Amnesty International è oltraggiata dall'esecuzione di
Delara Darabi e in particolar modo dalla notizia che i suoi avvocati non siano
stati informati", scrive Amnesty sul proprio sito.
( da "Wall Street Italia"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
Iran/ Pres. Ue
condanna esecuzione Darabi, "erode basi fiducia" di Apcom
"Eliminare esecuzioni minori dal codice penale" -->Roma, 2 mag.
(Apcom) - La presidenza ceca dell'Unione europea ha condannato oggi
l'esecuzione della pittrice Delara Darabi, compiuta ieri per lapidazione nella
città di Rasht, per fatti avvenuti quando aveva 17 anni. In un comunicato, la
presidenza Ue sottolinea come "simili violazioni dei
diritti umani erodono le
basi per la comprensione e la fiducia reciproca fra l'Iran e l'Unione
europea". Praga "protesta vivamente contro la sua esecuzione come un
atto contrario agli impegni internazionali accettati volontariamente
dall'Iran" e "chiede urgentemente all'Iran di evitare le esecuzioni
di minori e di eliminare la pena di morte per i minori dal suo codice
penale". Delara Darabi, 23 anni, era stata riconosciuta colpevole
per l'uccisione della cugina del padre durante una rapina compiuta con un
complice di 19 anni. All'epoca del fatto la ragazza aveva 17 anni. La Corte
suprema aveva confermato la sentenza nel 2007.
( da "Stampaweb, La"
del 02-05-2009)
Argomenti: Diritti umani
TEHERAN Delara
Darabi è stata impiccata: la pittrice 23enne, condannata a morte in Iran per un
omicidio commesso alletà di 17 anni, è stata portata al patibolo
nel carcere della città settentrionale di Rasht. A nulla sono serviti gli
appelli della comunità
internazionale affinchè le autorità di Teheran annullassero la sua esecuzione.
La ragazza, poco prima di muovere i suoi ultimi passi, ha fatto unultima
tragica telefonata ai genitori: «Tra poco mi impiccano, aiutatemi». Un ultimo
grido di speranza rimasto
inascoltato. Secondo il quotidiano locale Etemad, Delara è stata impiccata
«venerdì mattina nella prigione di Rasht, senza che i suoi genitori nè il suo
avvocto venissero informati dellesecuzione». A condannare duramente
Teheran era scesa in campo anche la presidenza ceca dellUnione europea che
aveva chiesto di «evitare lesecuzione di ragazzi». «Queste violazioni dei
diritti umani corrodono il terreno del dialogo tra lIran
e lUnione europea», aveva affermato la presidenza di turno dellUe
in un comunicato.
Darabi, in carcere da cinque anni, aveva inizialmente confessato lomicidio
poichè credeva di essere perdonata per averlo commesso quando era minorenne.
Poi, si era invece dichiarata innocente. Dal 1990, lIran ha portato al
patibolo 42 giovani, sette
nel 2007. Secondo la sharia, la legge islamica in vigore in Iran, omicidio,
stupro, adulterio, rapina a mano armata, traffico di droga e apostasia sono
reati punibili con la pena di morte. L'Iran è il secondo Paese al mondo per
numero di condanne al mondo dopo la Cina, ma il primo per sentenze capitali
emesse contro persone che erano minorenni allepoca del delitto
di cui sono riconosciute colpevoli. Secondo Amnesty International, altri 150
giovani condannati per omicidi commessi quando erano minorenni sono rinchiusi nei bracci della
morte delle carceri della Repubblica islamica. Gli avvocati e le organizzazioni
per la difesa dei diritti umani lamentano che lIran
continui in queste impiccagioni, nonostante abbia aderito alla Convenzione
internazionale per i
diritti dei minori, che vieta le esecuzioni di persone minorenni allepoca
dei fatti. Ma lo scorso anno il vice procuratore generale dello Stato, Hossein
Zehbi, ha confermato che per lomicidio continuerà a rimanere in vigore la
pena di morte in base alla
legge del Taglione (Qesas in arabo), indipendentemente dal fatto che il
colpevole fosse minorenne allepoca del delitto. In base alla
legge islamica applicata
in Iran, lunico modo per salvare un condannato a morte per omicidio è che
i familiari della
vittima gli concedano il perdono in cambio del pagamento di un risarcimento in
denaro (Dieh in arabo).