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Indice delle sezioni
Sezione
principale: Globalizzazione
virus e panico - (segue
dalla prima pagina) ( da "Repubblica,
La" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma nell´era della globalizzazione e
dei voli intercontinentali non ci sono più a farci da barriera, gli oceani e le
grandi distanze via terra. E anche il concetto di "cordone sanitario"
si è indebolito: l´allarme si diffonde troppo tardi rispetto alla velocità dei
viaggi e il gran numero di viaggiatori nel mondo.
superati gli usa il
mercato cinese verso il primato - daniele p. m. pellegrini shanghai
( da "Repubblica, La"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Cina ne avrà circa 2000 a conferma che dopo Usa
e Germania questo è il terzo mercato per la marca. A parte la Porsche la
propensione al lusso dei cinesi resta evidente anche in mezzo agli stand del
Salone, dove le marche occidentali di prestigio sono presenti in forze: da
Rolls Royce (che proprio qui ha annunciato il nome del futuro secondo modello:
Virus e panico, i due
pericoli ( da "Repubblica.it"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma nell'era della globalizzazione e
dei voli intercontinentali non ci sono più a farci da barriera, gli oceani e le
grandi distanze via terra. E anche il concetto di "cordone sanitario"
si è indebolito: l'allarme si diffonde troppo tardi rispetto alla velocità dei
viaggi e il gran numero di viaggiatori nel mondo.
Prima emissione di bond
dell'Fmi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: India e Cina), a fornire nuove
risorse all'Fmi senza aver avuto assicurazioni che le loro quote nel capitale
del Fondo vengano aumentate per riflettere il peso guadagnato nell'economia
globale. Portavoce dei Bric è il ministro brasiliano Guido Mantega, secondo cui
questi Paesi non sono disposti a fare un prestito al Fondo secondo le modalità
usua-
Il protezionismo dei
brevetti blocca gli investimenti ( da "Sole
24 Ore, Il" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la globalizzazione- spiega Pagano -
è stata questo: proprietà intellettuale Usa, servizi indiani e produzione
cinese. Gli investimenti erano fatti dai proprietari di conoscenze, e i
risparmi di tutti venivano " riciclati" dagli Stati Uniti». Finché è
stato possibile: le opportunità di investimento hanno presto iniziato a
scarseggiare:
Perché il G8 di Siracusa
avvicina l'accordo sul clima ( da "Corriere
della Sera" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa e non vincola ad alcuna
riduzione presente e futura India e Cina, i tre Paesi che oggi sono, ed ancor
di più domani saranno, responsabili delle maggiori emissioni di Co2 sul
pianeta, insieme all'Europa. Il G8 Ambiente si era posto due obiettivi:
l'approvazione della «Carta di Siracusa» sulla biodiversità e registrare dei
progressi significativi nel percorso verso un accordo globale
Ahmadinejad su Israele:
"Sì ai due Stati separati"
( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Cina, Russia, Francia, Gran
Bretagna) e della Germania su una ripresa dei negoziati. "Le relazioni tra
l?Iran e gli Stati Uniti dipendono dalle decisioni dell?amministrazione
americana" ha chiuso il presidente iraniano, sostenendo che Teheran
"è sempre pronta a discutere", ma chiedendo "un quadro chiaro e
un ordine del giorno chiaro"
La Cina conquista il mondo
( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 27 pagina 14 La Cina conquista il
mondo di Marcello Foa Dalla Giamaica al Kazakhstan, Pechino usa le sue immense
disponibilità finanziarie per aiutare e quindi attrarre nella propria orbita
nazioni in difficoltà economica. E l?Occidente senza liquidità assiste
impotente A lanciare l'allarme è stato il ministro delle Finanze della Corea
del Sud,
Fiat, Altavilla e i
manager dei due mondi ( da "Corriere
Economia" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Diventa prima capo dell'ufficio di
Pechino e poi dei progetti Cina e India. Ora è da settimane a far la spola fra
Auburn Hills, nel Michigan, quartier generale di Chrysler, e Washington. Deve
chiudere al meglio, con Marchionne, la trattativa politica probabilmente più delicata
nella storia del Lingotto.
Ma ora serve anche una
politica globale ( da "Corriere
Economia" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Abbiamo rafforzato molto le nostre
difese doganali, tanto da intercettare una parte consistente dei flussi in
arrivo. Ma la difesa di marchi e brevetti è sempre più una lotta globale.
Insomma, le imprese si internazionalizzano, ma anche le politiche si devono
globalizzare. di Giuseppe Roma direttore generale Fondazione Censis
Roberto Gotta
( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di Geronimo La Cina conquista il
mondo di Marcello Foa Nave da crociera italiana sfugge ai... di Fausto
Biloslavo Franceschini non si accorge di aver... di Stefano Filippi
Franceschini batte Veltroni E fa il... di Redazione Commento Il controsenso...
di Geronimo La Cina conquista il mondo di Marcello Foa Franceschini non si
accorge di aver.
LA GRANDE OCCASIONE
DELL'EURO ( da "Stampa,
La" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Pensiamo innanzitutto alla Cina. La
banca centrale cinese ha oggi circa duemila miliardi di dollari di riserve in
valuta estera. Il 70% di queste sono denominate in dollari. Se effettivamente
avremo in futuro una grande inflazione americana, le banche centrali asiatiche
rischiano di subire ingenti perdite nel valore delle proprie riserve estere.
Israele, Ahmadinejad:
Stati separati ( da "Giornale.it,
Il" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Cina, Russia, Francia, Gran
Bretagna) e della Germania su una ripresa dei negoziati. "Le relazioni tra
l?Iran e gli Stati Uniti dipendono dalle decisioni dell?amministrazione
americana" ha chiuso il presidente iraniano, sostenendo che Teheran
"è sempre pronta a discutere", ma chiedendo "un quadro chiaro e
un ordine del giorno chiaro"
Geronimo
( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di Sabrina Cottone La Cina
conquista il mondo di Marcello Foa Franceschini non si accorge di aver... di
Stefano Filippi Franceschini batte Veltroni. E fa il... di Peppino Caldarola Il
controsenso... di Geronimo Franceschini non si accorge di aver... di Stefano
Filippi Nave da crociera italiana sfugge ai.
E la Cina diventa sempre
più influente nel mondo. ( da "Giornale.it,
Il" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 3 ) » (1 voti, il voto medio è:
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta.
Influenza suina, una
psicosi molto sospetta ( da "Giornale.it,
Il" del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 7 ) » (1 voti, il voto medio è:
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suina, una psicosi molto sospetta.
Febbre suina, l'Oms alza
il livello di allerta Quasi 150 morti in Messico, primi casi in Europa
( da "Repubblica.it"
del 27-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Ucraina, Kazhakstan,
Filippine, Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo al bando carne di
maiale proveniente da alcuni Stati americani: lo ha confermato il
Rappresentante commerciale americano, l'equivalente del ministero del Commercio
estero.
VENERDI' 24 Ambrosio 1
CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 14,30 "Black Narcissus"
("Nar... ( da "Stampa,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa 2007) "Tongzhi in
Love" di Ruby Yang (Cina 2008) OMAGGIO: SHU-LEA CHEANG Ore 15,30 "Sex
Fish" (Usa 1993) "Sex Bowl" (Usa 1994) "Coming Home"
(Giappone 1995) "Fingers and Kisses" (Giappone 1995) "Fluid"
(Installation) ( Norvegia 1994) "The Fisting Club" (Germania 2008)
"I Am You Are High on Milk" (Spagna 2008) ARDORFO ARRIETA:
Concerto a Sanremo poi
doppia trasferta ( da "Stampa,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa (con debutto nel 1994 nella
Carnegie Hall di New York), Austria, Francia, Svezia, Finlandia, Olanda,
Romania, Croazia, Polonia, Messico, Brasile, Italia, Cina. Ha suonato con
alcune delle maggiori orchestre mentre suoi concerti sono stati trasmessi in
diretta dalle radio e tv nazionali di Corea, Romania,
new york ora teme
l'isolamento obama: "prese le misure necessarie" - (segue dalla prima
pagina) vittorio zucconi ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: "Prese le misure
necessarie" Contagiati 28 studenti, bandite carni Usa in Russia e Cina Gli
Stati Uniti La psicosi della pandemia fa volare a Wall Street le azioni di Big
Pharma (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) VITTORIO ZUCCONI Sugli Stati Uniti il resto
del mondo ha issato la "bandiera gialla" di una semi quarantena
globale.
"nel 2009 ripresa
lentissima ma è ora di tornare a investire" - ettore livini
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: è vero che l´economia in Cina ed
Estremo oriente è già tornata a decollare? «In parte sì. Anche se Pechino è in
mezzo a una trasformazione epocale da paese esportatore a produttore per il
mercato interno. Al momento il Pil tiene grazie agli investimenti infrastrutturali.
la febbre suina sbarca in
europa primi malati in spagna e scozia - pietro del re
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: A causa dei timori di una pandemia,
Cina, Ucraina, Kazakhstan, Filippine, Thailandia ed Emirati Arabi hanno vietato
l´import di carne di maiale dagli Stati Uniti. Arrivano pessime notizie dal
Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta: il virus si
propagherebbe anche da uomo a uomo.
gli enigmi della politica
italiana - marc lazar ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: spaventate dalla modernizzazione,
dalla globalizzazione, dall´Europa, dagli stranieri. In definitiva, il
berlusconismo consiste nell´unificare le destre e una parte del centro, ieri in
una coalizione e oggi nel Pdl, alleandosi al tempo stesso con la Lega. Senza
dubbio il Pdl è fragile, e dipende dalle sorti del suo creatore.
cartoline dai cittadini
che pensano positivo - paola naldi
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dagli scatti emerge poi che la
gioia è forse l´essenza della globalizzazione, linguaggio comune a tutti i
popoli che non ha bisogno di traduzione: in Oriente come sotto le Due Torri. E
qui basta tenere gli occhi ben aperti per scoprire che il sorriso è ancora una
costante di chi vive in centro come nei quartieri di periferia.
cassa integrazione anche
ai precari - paolo russo ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Barbieri ha ribadito la
disponibilità di finanziamenti all´interno dell´accordo di programma regionale
cui Natuzzi ha partecipato. Le possibili soluzioni potrebbe essere legate al
Feag, il fondo di adeguamento alla Globalizzazione, o alla reintroduzione dei
contratti di solidarietà.
Un virus che accompagna (e
fa) la storia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: adesso che non è affatto chiara la
natura di questo virus che è già globalizzato ma ha fatto vittime solo in
Messico, sembrano aver imparato la lezione di Philadelphia. Ma con un
avversario così invisibile e - soprattutto- dall'animo così mutevole, è difficile
prevedere. E guerreggiare. John Barry, nel suo libro, espone un'altra teoria.
DALLA PRIMA GUERRA
MONDIALE A OGGI ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: curando le infezioni secondarie,
riducono la mortalità Nel 1976 i primi casi di suina Un soldato del New Jersey
èi primo caso mortale di influenza suina. La Sars, nel 2002, è una polmonite
atipica che, a partire dalla Cina, uccide 800 persone. L'influenza aviaria del
2003,nel Sud-Est asiatico, fa 250 morti ALINARI CORBIS
In breve
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: anche per le carni made in Usa
Russia, Cina, Kazakhstan, Ucraina, Filippinee Thailandia hanno imposto un bando
all'import di carne suina dagli Stati Usa colpiti. Critiche del rappresentante
americano per il commercio: «Il bando per la carne di maiale e di prodotti a
base di carne di maiale, non ha una base scientifica e può provocare gravi
danni al commercio senza una vera causa»
Scuse made in Usa
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: bisogno della Cina, tanto per
cominciare,e di chi acquisti i loro titoli pubblici. E poi probabilmente sanno
che non potranno da soli ricostruire un capitale sociale importante come la
fiducia che hanno potentemente contribuito a incrinare. Del resto, qualche
precedente confortante c'è: nel 1985,l'accordo del Plaza funzionò e contribuì a
ricostruire un equilibrio sui mercati valutari.
Benessere, altro che
crescita zero ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Meno globalizzazione e più potere
alle nazioni. Consumi moderati e modelli di vita più frugali. Auto più piccole
e ritorno ai prodotti locali. E si potrebbe continuare. Se tutto ciò fosse
vero, sarebbe facile disegnare il futuro e capire dove stiamo andando:
basterebbe immaginare e fare il contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi.
Nessun G-2, Pechino punta
sul mondo multipolare ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Shanghai Association of
International Relations ed è autore di varie pubblicazioni, specialmente sui
rapporti Cina-Usa e sulla cooperazione interasiatica. La Cina nella
Trilaterale: un tempo sarebbe stato impensabile. Sono cambiati di più la Cina,
il mondo o la Trilaterale? Tutto è cambiato. La Trilaterale era nata come un
club delle sole cosiddette democrazie industrializzate.
L'integrazione coinvolga
anche l'America di Obama ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alleanza bilaterale nonostante la
sempre maggiore importanza delle relazioni Usa-Cina. Joseph Nye, 72 anni,
docente a Harvard ed ex vicesegretario alla Difesa, è l'ideatore del termine
soft power, entrato anche nel lessico politico giapponese a nobilitare una
strategia internazionale di Tokyo, spesso considerata timida.
ALLEANZA OBBLIGATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: interscambio di beni Usa-Cina è di
poco superiore 16 miliardi Export Usa 2008 di servizi Il surplus Usa con la
Cina nei servizi è cresciuto del 36% l'anno nel passato quinquennio 60 miliardi
Investimenti di imprese Usa I soldi investiti in 57mila progetti in Cina dalle
compagnie americane - 6,8% Calo degli scambi Il valore della contrazione anno
su anno nell'
Tedeschi a lezione di
consumi cinesi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: corrispondente In marzo Volkswagen
ha venduto in Cina 112mila auto, un record storico. In tempi di recessione, il
grande mercato cinese è considerato il salvagente mondiale. E non solo nelle
infrastrutture: le imprese tedesche guardanocon crescente interesse ai consumi,
tanto che di recente la Asien-Pazifik-Ausschuss der Deutschen Wirtschaft,
un'associazione imprenditoriale tedesca,
Il volto dell'Asia che
verrà ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: A fronte di una caduta della
fiducia negli Usa - provocata da una crisi finanziaria il cui effetto sarà il
crescente ruolo della mano pubblica nell'economia - Kissinger ritiene
fondamentale portare Cina e India dentro una coerente cornice internazionale
che va messa in grado di funzionare anche senza la leadership di un solo Paese.
Una marcia veloce da
nonsottovalutare ( da "Sole
24 Ore, Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Asia in marcia nel mondo globalizzato
aveva il volto delle multinazionali emergenti: dalle cinesi Huawei e Haier alla
sudcoreana Lg, dalla taiwanese Acer alle indiane Tata e Infosys Technologies.
Oggi al plotone iniziale se ne sono aggiunti altri: dalla BYD di Wuang Chuangfu
con quartier generale a Shenzhen( pile ricaricabili per cellulari e auto
elettriche)
Non solo Cina.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 24 Ore sezione: MONDO E MERCATI
data: 2009-04-28 - pag: 30 autore: Non solo Cina. Fondo di 800 milioni di
dollari per riserve strategiche di riso e grano Anche i sauditi nella partita
latina BUENOS AIRES. Dal nostro corrispondente Cinesi e arabi. Sono loro i
nuovi player in America latina. I primi non sono una sorpresa, i secondi sì.
Sale a livello <4>l'allarme
per la febbre suina ( da "Corriere
della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India e Sudafrica, per
affrontare il problema della febbre suina «a livello globale». Dalla Spagna
sono arrivate rassicurazioni di buona risposta alle cure del primo caso di
febbre suina in Europa. Le autorità sanitarie scozzesi hanno reso noto che i
due contagiati ricoverati nell'ospedale di Airdrie,
L'Apocalisse moderna e la
sindrome del formicaio impazzito ( da "Tempo,
Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Per lui Apocalisse e
globalizzazione sono la stessa cosa. Si specchiano. Fini, l'influenza da suini
è arrivata anche in Europa. Esattamente in Spagna, Francia e Scozia. Pure in
Italia è stato segnalato un caso, poi fortunatamente rientrato. Ormai è la psicosi,
nonostante le rassicurazioni delle istituzioni, italiane ed europee.
In ginocchio nel film
(
da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina UsaAbstract: una luce negativa sulla Cina. I commenti sono affiorati sui vari forum cinesi a ridosso dell'uscita del film a Singapore, prevista per dopodomani. Un giornale dello Yunnan ha riferito delle critiche, negli Usa, per la qualità dell'inglese parlato dall'attrice. Ma sono due gli aspetti che hanno irritato i detrattori di Zhang Ziyi: il suddetto inginocchiamento e le fotografie che,>
Febbre suina, in Messico
152 vittime Il virus "sbarca" in Europa: 3 casi certi
( da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Carne suina messa al bando Cina,
Ucraina, Kazhakstan, Filippine, Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo
al bando carne di maiale proveniente da alcuni stati americani: lo ha
confermato l'ufficio del Rappresentante Commerciale americano, l'equivalente
del ministero del Commercio Estero.
Banche e crisi, il peggio
deve ancora venire?. ( da "Giornale.it,
Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 21 ) » (4 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta.
Febbre suina, in Messico
152 vittime... ( da "Giornale.it,
Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Carne suina messa al bando Cina,
Ucraina, Kazhakstan, Filippine, Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo
al bando carne di maiale proveniente da alcuni stati americani: lo ha
confermato l'ufficio del Rappresentante Commerciale americano, l'equivalente
del ministero del Commercio Estero.
Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? ( da "Giornale.it,
Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 21 ) » (4 voti, il voto medio
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suina, una psicosi molto sospetta.
Luca Crovi
( da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ispettore Zulu Così anche il noir
si globalizza 05-03-2009 - Wilbur Smith: "La mia vita è tutta un
safari" 02-03-2009 - «Tutto cominciò quando, a 16 anni, mi capitò di fare
il testimone detective» 25-02-2009 - Crais: "Il mio compito? Togliervi il
sonno" 10-02-2009 - "Io scrittore eretico?
"La febbre suina ha
avuto origine in Asia" ( da "Giornale.it,
Il" del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: possibilmente in Cina, e da lì dei
viaggiatori l?hanno portata negli Stati Uniti e, sicuramente, poi nel Distretto
Federale di Città del Messico e nello Stato di Messico". Secondo il
governatore, il virus "non può essere associato con l?attività dell?azienda
Granjas Carroll" che, nella regione di Perote, si dedica all?
tre contagiati, il virus è
arrivato in europa - natalia andreani
( da "Tirreno, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Due casi accertati si segnalano
invece in Canada, sulle due coste del paese, mentre in Israele due pazienti
sono stati messi in isolamento dalle autorità sanitarie. Altri nove casi
sospetti sono in Colombia, quattro in Brasile, uno in Perù. Nessun caso, per
ora, è invece segnalato in Cina.
Febbre suina, l'Oms alza
il livello di allerta I morti in Messico sono 152, primi casi in Europa
( da "Repubblica.it"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Ucraina, Kazhakstan,
Filippine, Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo al bando carne di
maiale proveniente da alcuni Stati americani: lo ha confermato il
Rappresentante commerciale americano, l'equivalente del ministero del Commercio
estero.
Suini, l'Oms: "La
pandemia è evitabile" Usa: due morti sospette in California
( da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si allunga la lista dei Paesi con
il fiato sospeso in attesa del responso dei test (primo tra tutti la Cina dove
le autorità indagano su alcuni casi dubbi). Berlusconi tranquillo "Non c?è
nessun pericolo". Silvio Berlusconi torna a parlare dell?influenza suina
spiegando che la situazione "è sotto controllo" anche se adesso l?Ue
"deve trovare un antidoto che ancora non c?
Febbre suina, cresce la
paura in Usa Oms annuncia: (
da "Corriere.it"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Alcuni casi di possibili persone
contagiate vengono intanto segnalati in Cina, dove le autorità hanno posto
sotto osservazione diverse persone sospettate di essere portatrici del virus.
LA PSICOSI NEL MONDO - Ma quella della febbre suina sta diventando sempre più
una vera psicosi. Ne risentono le Borse mondiali, che temono ripercussioni
sull'economia globale.
Oms: la pandemia è alle
porte ( da "Corriere
delle Alpi" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: L'ombra del contagio si allunga
anche su Cina e Corea del Sud dove i casi sospetti sono numerosi. Pechino ha
già disposto il blocco delle importazioni di carni suine dalle aree di
contagio. Tokyo ha bloccato i visti da e per il Messico. Ma l'Oms ripete che la
chiusura delle frontiere «è inutile» ad arginare il contagio.
febbre suina, la paura
contagia gli usa l'oms: pandemia ancora evitabile - pietro del re
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Segnalazioni di possibili contagi
arrivano anche da alcune nazioni asiatiche, prima tra tutte la Cina, ancora
segnata dal ricordo della Sars, dove le autorità indagano su alcuni casi dubbi.
Nel frattempo, Hong Kong ha imposto restrizioni a persone provenienti dai paesi
dove si è manifestato il virus e mette in quarantena chiunque sbarchi con più
di 38 di febbre.
un altro shock per
l'economia - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: annunciati dal banchiere centrale
Usa Ben Bernanke sono solo, tecnicamente, segnali di rallentamento nella
velocità di de-crescita. E la febbre suina ne alimenta già un´altra: il
contagio del protezionismo. Cina, Russia, Ucraina ne hanno approfittato per
vietare l´import di carni suine dal Messico e da alcuni Stati Usa.
la cultura della crisi -
(segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica,
La" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: con il decollo produttivo della
Cina, dell´India, del Brasile, dell´Est europeo, la pluridecennale crescita
americana, la tenuta dell´Europa continentale, con la creazione di quel potente
ammortizzatore monetario che si è rivelato l´euro. Proprio perché tutto ciò era
innestato da una creazione crescente di debito andavano assicurate norme che
garantissero le possibilità a corto,
Mai così stretta la rete
di protezione ( da "Sole
24 Ore, Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ma soprattutto, la rete di
protezione del mondo globalizzato non è mai stata così stretta. La Shoc Room,
com'è familiarmente chiamata la centrale sotterranea di Ginevra, è figlia della
Sars: è stata concepita nel 2003, dopo il temibile virus che era apparso in
Cina e volato fino al Canada.
Palestre chiuse alle donne
Protesta in Arabia Saudita ( da "Sole
24 Ore, Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La globalizzazione e il desiderio
di avere un corpo più armonico hanno fatto sì che il loro numero crescesse
oltre livelli "desiderabili". Il Dipartimento per lo Sport si è così
aggrappato al pretesto che, per legge, può concedere licenze solo alle palestre
maschili.
Drs sostiene i conti
Finmeccanica ( da "Sole
24 Ore, Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La società ha inoltre ricordato
l'imminente apertura di una nuova società in Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE
PREVISIONI Per il 2009 il giro d'affari è atteso tra 17,1 e 17,7 miliardi,
mentre nel 2010 il fatturato potrebbe toccare i 18,6 miliardi
Gli impianti restino in
mano pubblica ( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Per un'area come quella torinese,
capace di produrre cultura di alto livello, sarebbe un vero peccato. Almeno
qui, cerchiamo di non far vincere la globalizzazione. Ma.Fe. © RIPRODUZIONE
RISERVATA Produttore. David Zard, a Torino per «Notre Dame de Paris» LAPRESSE
Brusca frenata per la
nautica ( da "Sole
24 Ore, Il (Centro Nord)" del
29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: le aspettative si concentrano su
paesi come la Cina e gli Emirati Arabi Uniti, mentre le difficoltà restano per
gli Usa e la Russia». A dare il segnale delle difficoltà è la decisione del
leader nel settore dei megayacht il gruppo Azimut-Benetti di avviare un
articolato programma di riorganizzazione strategica e logistica.
Gallo: presto tutto
potrebbe sgonfiarsi ( da "Corriere
della Sera" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era della globalizzazione, dobbiamo
globalizzare anche la lotta contro i virus ». E se la pandemia esplodesse nel
Terzo mondo? «Tali centri avrebbero l'obbligo di collaborare con le nazioni in
via di sviluppo per creare una rete di controllo globale. Se un nuovo focolaio
esplodesse in Indonesia, ad esempio, essi interverrebbero in loco e subito.
Influenza suina. Panico
nel mondo per 7 morti. ( da "Giornale.it,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: gli usa e il mondo Commenti ( 7 ) »
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27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato
dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione -
La "crociata del
kebab": divieti, multe e sequestri
( da "Giornale.it, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Legge o non legge la
globalizzazione alimentare passa anche attraverso il kebab. Questione di gusti.
Ma anche questione di soldi... - Viaggio tra i kebab di Milano - di Orlando
Sacchelli - Ma di notte si può mangiare solo kebab - di Francesco Maria Del
Vigo - GUARDA IL VIDEO: "La crociata del kebab" © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G.
Viaggio tra i kebab di
Milano ( da "Giornale.it,
Il" del 29-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ci tiene a rimarcare la differenza.
Eppure non è greca Celina, è polacca. Ma lavora lì da dieci anni... Anche
Celina è figlia, come un po' tutti noi, della globalizzazione alimentare. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
Illy, caffè in lattina a
Berlino ( da "Corriere
delle Alpi" del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: tramite la joint-venture con la
Coca-Cola - la Ilko Cofee International - è di «globalizzare questo mercato,
che oggi è prevalentemente asiatico». Se il mercato globale del caffè in
lattina vale 17 miliardi di dollari, quello della tazzina di caffè ne vale 75.
La Germania è «la cartina di tornasole di tutta la strategia».
la politica del
"fondo" non basta all'economia - vincenzo provenzano
( da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Alla globalizzazione mondiale la
Sicilia risponde con la «fondalizzazione» - scusate il termine - dell´economia
regionale, che ha poco respiro per una regione economicamente asmatica e
trattata con terapie che i presunti medici a stento conoscono.
Alla Tosi svanisce il
sogno indiano ( da "Sole
24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Qui la globalizzazione ha un
effetto spiazzante sui vecchi schemi delle relazioni industriali. Della Gammon,
gli stessi sindacati italiani dicono di non sapere molto, navigando sul sito
internet hanno scoperto che è sparito il numero degli addetti nel mondo.
Balzo di mais e soia,
recuperano i non ferrosi ( da "Sole
24 Ore, Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Questi ultimi sono saliti anche per
effetto del taglio delle stime sul raccolto argentino e nonostante la
cancellazione di alcuni cargo da parte della Cina. Bene anche il grano (+2%) e
al Nyce il cotone sodo (+1,5%). Poco mossi i coloniali.
Il party di Mr Doom, da
Marx a Wall Street ( da "Corriere
della Sera" del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: da Londra alla Cina. Ed ora diventa
anche l'eroe di OR Movement, l'organizzazione ebraica che cerca di trasformare
il deserto del Negev e la Galilea in aree «vivibili», densamente popolate:
l'altra sera il grande ovale neoclassico della Gotham Hall di Broadway ha
ospitato una serata di gala in onore dell'economista della New York University,
manda nel mercato frenando
l'economia. La scarsità della domanda - una spesa privata ...
( da "Corriere delle Alpi"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il nocciolo è che non si è voluto o
saputo opporsi alla globalizzazione selvaggia della quale siamo tutti vittime.
Problema politico perché viviamo ormai in un mondo dove i principali mezzi di
comunicazione, sempre più controllati dalla destra conservatrice, cercano di
convincere la gente che gli aspetti negativi di un mercato senza regole -
ineguaglianza,
La natura vista da
Addamiano Ultimo giorno in mostra a Brera
( da "Giornale.it, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la globalizzazione. Figlio di un
carabiniere e di una sarta, allievo del vero, impressionista di fatto,
Addamiano nel suo ultimo periodo artistico ci mostra la sua terra lontana vista
con occhi estatici, poetici. Sono proprio questi i lavori in cui la luce del
giorno viene esaltata, mentre l'immagine è simile a un sogno nei quadri che
rappresentano campi bruciati e cieli stellati.
La "Crociata del
kebab" tra divieti e sequestri
( da "Giornale.it, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Legge o non legge la
globalizzazione alimentare passa anche attraverso il kebab. Questione di gusti.
Ma anche questione di soldi... - Viaggio tra i kebab di Milano - di Orlando
Sacchelli - Ma di notte si può mangiare solo kebab - di Francesco Maria Del
Vigo - GUARDA IL VIDEO: "La crociata del kebab" © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G.
Stipendi record, la casta
dei banchieri Usa vince ancora. ( da "Giornale.it,
Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 16 Votes Primarie Usa, truccata la
vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15
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Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti E la Cina diventa sempre più
influente nel mondo Influenza suina, una psicosi molto sospetta.
Commesse da tutto il mondo
per il MiniMetro firmato Leitner ( da "Giornale.it,
Il" del 30-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Track Machines della canadese
Camoplast Inc sta dando un ulteriore decisivo contributo all'azione espansiva
di Leitner negli USA, ma anche in Cina, India e Russia. Con un investimento di
30 milioni di euro il Gruppo si è assicurato la linea di veicoli cingolati,
capaci di muoversi su ogni superficie e nelle più difficili situazioni
logistiche, per cui Camoplast è nota nel mondo.
( da "Repubblica, La"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 20 -
Commenti VIRUS E PANICO (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Da allora gli spettri come
il morbo della mucca pazza , la Sars e l´influenza aviaria sono stati scacciati
con le misure sanitarie e preventive opportune. è vero che paradossalmente sul
terreno delle malattie infettive il mondo moderno appare più fragile del mondo
antico. Abbiamo imparato a difenderci da infezioni quasi certamente mortali
(pensiamo al vaiolo, la peste, il tifo, il colera), ma
nell´era della globalizzazione e dei voli intercontinentali non ci sono più a
farci da barriera, gli oceani e le grandi distanze via terra. E anche il
concetto di "cordone sanitario" si è indebolito: l´allarme si
diffonde troppo tardi rispetto alla velocità dei viaggi e il gran numero di
viaggiatori nel mondo. Sono interrogativi nuovi, di fronte ai quali
chiudere gli occhi non serve ma alzare la guardia sì. Io sono convinto che oggi
anche una pandemia può essere affrontata e risolta, se si procede con una organizzazione
efficace e moderna, come si sta dimostrando quella subito attivata dall´Europa
e dall´Italia. Questo "sistema di salvataggio" rischia di incepparsi,
però, se la popolazione non segue razionalmente le raccomandazioni di
comportamento, perdendosi nelle sue ansie. E qui arriviamo al secondo pericolo.
Tutti capiamo bene che i media per loro natura sono alla ricerca della notizia
e vivono sull´onda emotiva che questa inevitabilmente scatena. Nel caso però di
un allarme di malattia, l´emotività può creare fragilità nelle strutture
sanitarie e indurle ad adottare misure sproporzionate, con l´obiettivo di
debellare più la paura che il virus. Ad esempio per l´influenza aviaria son
stati investiti milioni di euro in farmaci che non sono mai stati utilizzati.
Era forte la pressione della popolazione spaventata e a questa forza certo
hanno contribuito le immagini di migliaia di polli arsi vivi che rimbalzavano
da una tv all´altra. Ho vissuto in prima persona, quando ero ministro della
Sanità, l´odissea dell´encefalite bovina da prione (mucca pazza) che mise il
mio ministero e l´intero Paese in serie difficoltà. L´impegno maggiore per noi
fu di controllare e bonificare gli allevamenti bovini, ma lo sforzo più duro fu
quello di rassicurare gli italiani, sapendo che il rischio di ammalarsi risultò
per loro inferiore a quello di aspirare una boccata di fumo di sigaretta o
percorrere 700 metri
in auto. I virus non emergono da mondi ed epoche oscure, senza un perché. Gli
animalisti pensano, nei casi di virus da animali, ad una sorta di nemesi della
natura. Malattie temibili vengono sguinzagliate nel mondo perché l´uomo nel suo
avido consumismo ha violato le leggi della natura: mucche e buoi vengono
colpiti da prioni perché l´uomo li costringe a mangiare farine animali come se
fossero cannibali, i polli e i maiali sono costretti ad ingozzarsi di cibo e
non muoversi mai se non in spazi angusti in cui si accalcano, quasi senza
sapere che esiste il sole e l´aria aperta. Io non mangio gli animali perché li
amo davvero, ma rispetto la posizione di chi consuma carne e non mi sento di
accusare gli allevatori per la diffusione di alcun virus. è certo tuttavia che
migliori condizioni di allevamento e un maggior rispetto per i diritti degli
animali contribuirebbero a un miglioramento generale della situazione
igienico-sanitaria internazionale. Se da un lato i rischi per la salute in un
mondo consumista e globalizzato aumentano, dall´altro aumentano anche gli
strumenti per capirle e le misure per farvi fronte. Faccio quindi un appello
alla gente perché, proprio nei momenti di maggiore insicurezza, come questo,
abbia ancora più fiducia nella scienza, nella medicina, e nelle capacità dei
suoi uomini di salvaguardare il loro bene più prezioso: la salute.
Torna all'inizio
( da "Repubblica, La"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 26 -
Automotori Ferrari Mercedes General Motors Lamborghini Superati gli Usa il mercato cinese verso il primato Al via uno dei saloni
più interessanti dell´anno. Tutti gli occhi sulla Panamera, prima coupé a 4
porte della Porsche Ma a stupire sono ancora i modelli dei costruttori di casa
Dalla Byd alla Brilliance ecco tutti i modelli ecologici e supermini per
affrontare il traffico delle grandi città Siamo presenti dal 2004 e in questa
area nel 2008 abbiamo raggiunto il record di 1000 Ferrari vendute Con i tempi
che corrono è bello essere finalmente in un posto dove le cose vanno bene
Questo mercato continuerà a crescere e per il 2009 prevediamo ancora un aumento
dal 5 al 10% Continueremo a investire su questo grande mercato potenzialmente
uno dei più importanti DANIELE P. M. PELLEGRINI SHANGHAI L´anteprima di una
Porsche in Cina è sicuramente una novità intrigante,
ma accanto alla nuova Panamera la sorpresa del mega-show di Shanghai è la
presenza massiccia dei grandi manager di tutto il mondo. La rassegna cade
proprio nel momento del sorpasso cinese nei confronti del mercato americano e
che anche per questo abbandona definitivamente l´immagine di pittoresca
esposizione di cloni delle auto occidentali per diventare un appuntamento
obbligato. Quest´anno poi c´è un motivo in più ed è il fatto che nella valle di
lacrime del mercato mondiale dell´auto c´è un´isola felice, che nei numeri vale
un continente, dove invece le cose vanno bene e per tutti quelli che contano
c´è il clima giusto per permettersi di cambiare registro e parlare di business
con i toni del ragionevole ottimismo. Lo può fare a maggior ragione Klaus
Berning, vicepresidente e responsabile marketing di Porsche, che dall´alto del
94° piano del World Financial center presenta con orgoglio la quarta linea di
prodotto della più importante azienda di auto sportive, destinata ad allargare
ulteriormente il settore delle sportive di lusso. Con Panamera Porsche anticipa
una nuova generazione di quattro porte esclusive di altissime prestazioni, che
vede già altri aspiranti come Aston Martin e Lamborghini, puntando su una
formula ambigua che Bering non esita a definire «fra la coupé e la station
wagon»; e per restare in famiglia entrambe le definizioni appaiono calzanti se
i riferimenti sono la Cayenne (di cui la Panamera potrebbe essere la coupé, o
la 911 (di cui la Panamera sarebbe invece la wagon). Tecnicamente si tratta di
una 5 porte 4x4, con motori V8 da 400 e 500 Cv, che un po´ a sorpresa vanta una
sua attitudine ecologica grazie al sistema stop&start e alla annunciata
versione ibrida che arriverà nel 2010. Delle 20.000 prodotte, la Cina ne
avrà circa 2000 a
conferma che dopo Usa e
Germania questo è il terzo mercato per la marca. A parte la Porsche la
propensione al lusso dei cinesi resta evidente anche in mezzo agli stand del
Salone, dove le marche occidentali di prestigio sono presenti in forze: da
Rolls Royce (che proprio qui ha annunciato il nome del futuro secondo modello:
Ghost) a Bentley, da Mercedes (con le nuove AMG e S400 Hybrid) a Bmw (con la
versione lunga della serie 7 e il nuovo motore V12 biturbo da 760i) per finire
con la coraggiosa e spettacolare proposta di Stile Bertone che espone la
Mantide su base Corvette. E i cinesi? Non stanno certo a guardare, o almeno non
più, dato che hanno imparato abbastanza e lo dimostrano con una serie di
concept molto meno ingenui del passato e con novità locali che hanno sempre
meno da invidiare alle proposte occidentali. Escludendo la risibile Geely GE
(immediatamente soprannominata «spring rolls»), modelli come la monovolume M6
della Byd, la Roeve (ex Rover) N1, la Brilliance EV, la Great Wall chc011 e le
tante minivetture da megalopoli cinese, sono realizzazioni più che decorose in
rappresentanza di un´industria che ha oramai raggiunto una grande
consapevolezza delle proprie capacità e possibilità.
Torna all'inizio
( da "Repubblica.it"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
CON la comparsa
di nuovi virus, come in questi giorni quello messicano, si affacciano non uno
solo, ma due pericoli. Il primo è l'effettiva diffusione della malattia a
livello mondiale; il secondo è il panico in cui la gente può essere trascinata.
Va innanzitutto chiarito che, benché questo nuovo virus si presenti, dal numero
dei primi contagi, abbastanza aggressivo, una pandemia virale non si osserva
nel mondo sin dal secolo scorso, ai tempi della terribile influenza Spagnola.
Da allora gli spettri come il morbo della mucca pazza, la Sars e l'influenza
aviaria sono stati scacciati con le misure sanitarie e preventive opportune. È
vero che paradossalmente sul terreno delle malattie infettive il mondo moderno
appare più fragile del mondo antico. Abbiamo imparato a difenderci da infezioni
quasi certamente mortali (pensiamo al vaiolo, la peste, il tifo, il colera), ma nell'era della globalizzazione e dei voli intercontinentali
non ci sono più a farci da barriera, gli oceani e le grandi distanze via terra.
E anche il concetto di "cordone sanitario" si è indebolito: l'allarme
si diffonde troppo tardi rispetto alla velocità dei viaggi e il gran numero di
viaggiatori nel mondo. Sono interrogativi nuovi, di fronte ai quali
chiudere gli occhi non serve ma alzare la guardia sì. Io sono convinto che oggi
anche una pandemia può essere affrontata e risolta, se si procede con una
organizzazione efficace e moderna, come si sta dimostrando quella subito
attivata dall'Europa e dall'Italia. Questo "sistema di salvataggio"
rischia di incepparsi, però, se la popolazione non segue razionalmente le
raccomandazioni di comportamento, perdendosi nelle sue ansie. E qui arriviamo
al secondo pericolo. Tutti capiamo bene che i media per loro natura sono alla
ricerca della notizia e vivono sull'onda emotiva che questa inevitabilmente
scatena. Nel caso però di un allarme di malattia, l'emotività può creare
fragilità nelle strutture sanitarie e indurle ad adottare misure
sproporzionate, con l'obiettivo di debellare più la paura che il virus. Ad
esempio per l'influenza aviaria son stati investiti milioni di euro in farmaci
che non sono mai stati utilizzati. Era forte la pressione della popolazione
spaventata e a questa forza certo hanno contribuito le immagini di migliaia di
polli arsi vivi che rimbalzavano da una tv all'altra. Ho vissuto in prima
persona, quando ero ministro della Sanità, l'odissea dell'encefalite bovina da
prione (mucca pazza) che mise il mio ministero e l'intero Paese in serie
difficoltà. L'impegno maggiore per noi fu di controllare e bonificare gli
allevamenti bovini, ma lo sforzo più duro fu quello di rassicurare gli
italiani, sapendo che il rischio di ammalarsi risultò per loro inferiore a
quello di aspirare una boccata di fumo di sigaretta o percorrere 700 metri in auto. OAS_RICH('Middle');
I virus non emergono da mondi ed epoche oscure, senza un perché. Gli animalisti
pensano, nei casi di virus da animali, ad una sorta di nemesi della natura.
Malattie temibili vengono sguinzagliate nel mondo perché l'uomo nel suo avido
consumismo ha violato le leggi della natura: mucche e buoi vengono colpiti da
prioni perché l'uomo li costringe a mangiare farine animali come se fossero
cannibali, i polli e i maiali sono costretti ad ingozzarsi di cibo e non
muoversi mai se non in spazi angusti in cui si accalcano, quasi senza sapere
che esiste il sole e l'aria aperta. Io non mangio gli animali perché li amo
davvero, ma rispetto la posizione di chi consuma carne e non mi sento di
accusare gli allevatori per la diffusione di alcun virus. È certo tuttavia che
migliori condizioni di allevamento e un maggior rispetto per i diritti degli
animali contribuirebbero a un miglioramento generale della situazione
igienico-sanitaria internazionale. Se da un lato i rischi per la salute in un
mondo consumista e globalizzato aumentano, dall'altro aumentano anche gli
strumenti per capirle e le misure per farvi fronte. Faccio quindi un appello
alla gente perché, proprio nei momenti di maggiore insicurezza, come questo,
abbia ancora più fiducia nella scienza, nella medicina, e nelle capacità dei
suoi uomini di salvaguardare il loro bene più prezioso: la salute. (27 aprile
2009
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-26 - pag: 3 autore: Operazione per i
Paesi in difficoltà ma i Bric vogliono garanzie Prima emissione di bond
dell'Fmi WASHINGTON. Dal nostro inviato Il Fondo monetario emetterà
obbligazioni per ricevere finanziamenti dai grandi Paesi emergenti per avere le
risorse necessarie per assistere i Paesi in difficoltà a causa della crisi
globale. è la prima volta che avviene nella storia ultrasessantennale del Fondo
e, anche se i dettagli tecnici non sono ancora definiti, il direttore dell'Fmi,
Dominque Strauss-Kahn, ha dichiarato che si va in questa direzione. Il vertice
del G-20 del 2 aprile a Londra ha istruito i ministri finanziari perché trovino
il modo di triplicare a 750 miliardi di dollari le risorse del Fondo, per poter
soccorrere i Paesi investiti dalla crisi. Ma la discussione tecnica ha messo in
luce una spaccatura, con l'opposizione delle grandi economie emergenti, i
cosiddetti Bric (Brasile, Russia, India e Cina), a fornire nuove risorse all'Fmi
senza aver avuto assicurazioni che le loro quote nel capitale del Fondo vengano
aumentate per riflettere il peso guadagnato nell'economia globale. Portavoce
dei Bric è il ministro brasiliano Guido Mantega, secondo cui questi Paesi non
sono disposti a fare un prestito al Fondo secondo le modalità usua-li,
il cosiddetto sportello Nab usato dai Paesi industriali. Giappone e Ue hanno
già promesso 100 miliardi di dollari l'uno e gli Usa,
Congresso permettendo, dovrebbero fare lo stesso. Altri Paesi offriranno
contributi minori. Il sistema di prestiti al Fondo è governato da regole
vecchie, ha detto Mantega, che non tengono conto dell'influenza degli
emergenti. Brasilia e Pechino hanno insistito per l'emissione di obbligazioni
dell'Fmi, a un tasso superiore a quello dei titoli del Tesoro Usa, in modo da servire anche come strumento di
diversificazione delle riserve ufficiali. La revisione delle quote del Fondo
deve completarsi entro l'inizio del 2011,secondo le indicazioni del summit del
G- 20. L'altro
punto controverso è la composizione del consiglio dell'Fmi, dove gli europei
detengono 8 dei 24 seggi, rappresentanza anacronistica, secondo i Bric. La
soluzione del problema non sarà facilecome dimostrano le dichiarazioni del
ministro belga Didier Reynders (il Belgio è tra i principali candidati a
perdere il seggio): «Lo status quo va benissimo». A.Me. © RIPRODUZIONE
RISERVATA
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-26 - pag: 7 autore: LENTE D'INGRANDIMENTO Nessun
dazio ma monopoli legali Il protezionismo dei brevetti
blocca gli investimenti di Riccardo Sorrentino T utti temono il protezionismo, in questi tempi di crisi. Spesso però si
guarda dalla parte sbagliata. Perché nell'economia della conoscenza non contano
i dazi o i sussidi all'export. Si osservino invece i flussi del sapere
scientifico e tecnico e la libertà economica di utilizzarli. La conclusione può
essere sorprendente: il protezionismo è con noi da
tempo, e ha contribuito alla crisi. Questa tesi è stata consegnata da Ugo
Pagano, docente all'Università di Siena al blog Goodwin Box
(www.econ-pol.unisi. it/blog) del dipartimento di Economia politica
dell'ateneo, e poi discusso in sede accademica. L'idea è semplice:gli Ipr (
Intellectual property rights), i diritti di proprietà intellettuale,
incentivano la ricerca delle aziende, ma poi creano anche un monopolio. «è un
tipo di proprietà particolare: possedere un pezzo di conoscenza significa
impedirne l'uso in tutto il mondo, anche a chi la raggiunge autonomamente»,
spiega Pagano che parla di superprotezionismo: «Un Ipr
è più forte di qualsiasi tariffa, che non impedisce mai di produrre i beni».
Questi diritti hanno cambiato il mondo. Dal '94 in poi, sotto la tutela
della Wto, l'organizzazione per il commercio internazionale, gli Ipr hanno
ricevuto una protezione fortissima e, in un primo tempo, gli investimenti si
sono moltiplicati. I Paesi ricchi di brevetti, come gli Usa e la Gran
Bretagna,hanno dominato l'economia attraverso i monopoli legali delle loro
multinazionali mentre «i Paesi più a valle nei processi di innovazione come la
Germania, il Giappone, le Tigri asiatiche hanno subìto un calo di investimenti
o sono andati in crisi ». La Wto, quindi, non avrebbe portato ovunque il libero
mercato ma i monopoli che, una volta riempito il mondo, hanno dato vita a un
«blocco reciproco» degli investimenti: poche aziende possono oggi inventare
senza usare i brevetti di altre imprese e quindi godere di tutti i frutti delle
loro innovazioni. Questo processo non è il frutto di un piano, ma di un po' di
«lobbying, di strategie sofisticate e di convinzioni ideologiche». Tra
conseguenze volute e non volute, «la globalizzazione-
spiega Pagano - è stata questo: proprietà intellettuale Usa, servizi indiani e
produzione cinese. Gli investimenti erano fatti dai proprietari di conoscenze,
e i risparmi di tutti venivano " riciclati" dagli Stati Uniti».
Finché è stato possibile: le opportunità di investimento hanno presto iniziato
a scarseggiare: è stata l'altra faccia di quel savingglut, l'eccesso di
risparmi, segnalato anni fa da Ben Bernanke. Quando poi, dal 2005, anche le
aziende hanno iniziato a risparmiare perché non trovavano sbocchi per i
profitti, l'effetto è stata la creazione di bolle speculative e poi la crisi. Ora
un intervento è necessario. Pagano ricorda il paragone di Jefferson: «La
conoscenza è come la fiamma della candela: accenderne una nuova non diminuisce
la fiamma delle candele già accese. Ogni volta che impediamo l'uso della
conoscenza creiamo allora uno spreco ». Non sarebbe però opportuna la soluzione
di quei liberisti americani che vogliono abolire la proprietà intellettuale.
Pagano propone l'intervento statale. Innanzitutto il rilancio della
"scienza aperta" - quella delle università in cui i ricercatori
corrono subito ad annunciare le loro scoperte. Poi, e da subito, misure per
sbloccare la situazione: gli Stati (ma anche le Regioni) potrebbero acquisire
brevetti dalle imprese private e metterli a disposizione di tutti. Senza
nazionalizzare né penalizzare nessuno, si creerebbe un enorme volano per gli
investimenti, e un grande incentivo a innovare: un
"super-moltiplicatore", quindi, in grado di sbloccare il superprotezionismo. riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com ©
RIPRODUZIONE RISERVATA USCIRE DALL'IMPASSE La proposta: i poteri pubblici
potrebbero acquistare proprietà intellettuale dai privati per rilanciare
l'economia
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( da "Corriere della Sera"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della
Sera sezione: Cronache data: 27/04/2009 - pag: 18 La lettera Perché il G8 di
Siracusa avvicina l'accordo sul clima Caro direttore, è una «lunga marcia per
il clima» quella cominciata con il G8 Ambiente di Siracusa; una corsa a tappe
(e ad ostacoli) che speriamo porti ad un accordo globale a dicembre a
Copenaghen. Alcune cronache hanno parlato di mancato accordo sul clima, il che
è certamente vero, come è vero da sempre, perché il protocollo di Kyoto,
dall'immenso valore culturale e politico, non è stato firmato dagli Usa e non vincola ad alcuna riduzione
presente e futura India e Cina, i tre Paesi che oggi sono, ed ancor di più domani saranno,
responsabili delle maggiori emissioni di Co2 sul pianeta, insieme all'Europa.
Il G8 Ambiente si era posto due obiettivi: l'approvazione della «Carta di
Siracusa» sulla biodiversità e registrare dei progressi significativi nel
percorso verso un accordo globale sul clima. Tali obiettivi sono stati
raggiunti. L'intesa sulla biodiversità è un accordo di grande valenza
strategica sul fronte ambientale e della sicurezza alimentare. Sul clima sono
stati fatti decisivi passi avanti, che saranno la base per la discussione al
Major Economy Forum che cominceremo oggi a Washington, altra tappa della lunga
marcia. Tappe forzate perché si parte da molto lontano e a Siracusa abbiamo
registrato un'accelerazione del delicatissimo processo che dovrebbe portare ad
un accordo condiviso, l'unico utile per contrastare il global warning. A chi a
conclusione del G8 mi chiedeva impegni e fondi, numeri e affermazioni
vincolanti, ho cercato di spiegare che non poteva essere quello il momento né
la sede, perché era come chiedere il risultato della partita a chi s'era
riunito per discutere a che gioco giocare, in quanti e con quali regole. Perché
fino a ieri si giocava in 8, a
Siracusa ci siamo riuniti in 18. Si era giocato senza gli americani, a Siracusa
c'erano. Si era giocato guardando solo al passato, cioè alle emissioni
occidentali, a Siracusa si è parlato di futuro, delle emissioni derivanti dal
processo di sviluppo delle economie emergenti. Questo quadro di riferimento, essenziale
per qualsiasi trattativa concreta, ieri non c'era, oggi c'è. È il risultato
ottenuto, non senza fatica, divergenze e scontri. E va sottolineato che per la
prima volta è stato condiviso l'impegno che le misure abbiano non solo
l'orizzonte del 2050 ma anche di breve-medio termine. Come dire: è necessario
che i governi comincino da subito a concordare misure e ad attuarle. Dietro a
questo panel di protagonisti e di regole finalmente condivise stanno ovviamente
i numeri. Uno studio della World Bank sulle risorse necessarie per la
ri-conversione della economia mondiale verso uno sviluppo sostenibile parla di
un costo dall'1 al 3% del Pil mondiale da qui al 2050. In questo ambito gli
investimenti nei Paesi in via di sviluppo dovrebbero ammontare a 250 miliardi
di dollari l'anno. Non sono i numeri, insomma, che mancano. Ciò che mancava, e
che abbiamo iniziato a costruire, è un doppio filo negoziale che coinvolga
tutti, anche chi fu assente dalla partita di Kyoto, e fornisca ai Paesi in via
di sviluppo gli strumenti tecnologici e finanziari per partecipare alla
battaglia sul clima. Un lavoro che richiede prudenza e concretezza per un
risultato utile al pianeta. Prudenza e concretezza finora mancate. Come i
risultati utili. Ma adesso non abbiamo più il tempo per sbagliare. Stefania
Prestigiacomo Ministro dell'Ambiente Trattativa \\ In Sicilia eravamo in 18,
c'erano gli americani. Si è parlato anche delle emissioni dei Paesi in via di
sviluppo. Sono le basi per una trattativa concreta \\ Abbiamo iniziato a costruire
un doppio filo negoziale che coinvolga tutti, anche chi fu assente nella
partita sul protocollo di Kyoto. È una marcia a tappe
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( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 17 del
2009-04-27 pagina 0 Ahmadinejad su Israele: "Sì ai due Stati
separati" di Redazione Il leader iraniano pronto al disgelo sulla
situazione in Medio Oriente dopo le accuse di "razzismo" a
Gerusalemme dalla conferenza di Ginevra. E a Obama: "Pronti ad aprire un
tavolo" Teheran - Ahmadinejad si ammorbidisce. Dopo i tentativi di dialogo
di Obama ecco la prima (timida) risposta di Teheran. Il presidente iraniano
aggiusta il tiro rispetto ai suoi passati proclami contro Israele, sostenendo
che non impedirà ai palestinesi di riconoscere lo Stato ebraico nellambito
di una soluzione "a due Stati". In unintervista al giornalista
americano George Stephanopoulos, pubblicata dalla Abc sul proprio sito,
Ahmadinejad ha affermato che se i palestinesi riconosceranno Israele, Teheran
si piegherà alle loro decisioni. "Quale che sia la decisione che
prenderanno" ha detto il leader ultra-conservatore "noi non la impediremo"
anzi "la sosterremo". "Per noi - ha aggiunto - si tratta di un
diritto del popolo palestinese e speriamo che gli altri Paesi la pensino allo
stesso modo". Ahmadinejad ha ribadito comunque anche concetti espressi
alla conferenza Onu di Ginevra, nella quale aveva definito quello israeliano
come un "governo razzista". "Per me - ha ripetuto - il regime
sionista è una manifestazione di razzismo". La replica a Obama Ha quindi
criticato il presidente Usa Barack Obama che la
settimana scorso aveva definito "spaventose" le sue dichiarazioni. Il
presidente americano "ha il diritto di avere la sua opinione", gli ha
risposto Ahmadinejad sulla Abc. E a proposito della mano tesa di Obama verso lIran,
secondo Ahmadinejad il presidente americano "ci ha inviato un messaggio di
amicizia ma nel
comunicato elaborato dai 5+1 cera
dellostilità" con riferimento alla richiesta dei cinque membri del
Consiglio di sicurezza (Usa, Cina, Russia, Francia, Gran
Bretagna) e della Germania su una ripresa dei negoziati. "Le relazioni tra
lIran e gli Stati Uniti dipendono dalle decisioni
dellamministrazione americana" ha chiuso il presidente iraniano,
sostenendo che Teheran "è sempre pronta a discutere", ma chiedendo
"un quadro chiaro e un ordine del giorno chiaro" per un eventuale
dialogo. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
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del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 17 del
2009-04-27 pagina 14 La Cina conquista il mondo di
Marcello Foa Dalla Giamaica al Kazakhstan, Pechino usa le sue immense
disponibilità finanziarie per aiutare e quindi attrarre nella propria orbita
nazioni in difficoltà economica. E lOccidente senza
liquidità assiste impotente A lanciare l'allarme è stato il ministro delle
Finanze della Corea del Sud, un mese fa: la Cina sta
approfittando della crisi finanziaria per espandere la propria influenza nel
mondo. E lo fa senza dare nell'occhio, ma con notevole efficacia, al punto che
secondo alcuni osservatori sta proponendo un nuovo modello di sviluppo,
destinato a rivaleggiare con quello anglosassone, meglio noto come «Washington
consensus», la cui formula è nota, ma sempre meno popolare: privatizzazioni,
libero commercio, diminuzione del ruolo dello Stato e deregolamentazione.
Pechino, invece, propone un approccio che, senza rinnegare l'economia di mercato,
è più politico. Lo studioso cinese Cheng Enfu, citato recentemente dalla
Washington Post, lo descrive così: lo Stato mantiene una presenza importante in
alcuni settori strategici; incoraggia riforme graduali preferendole alle
terapie di choc; partecipa al commercio mondiale ma mantenendo come riferimento
e risorsa primaria l'economia interna. Infine, non antepone i cambiamenti
culturali e politici allo sviluppo dei mercati su ampia scala. Come dire: si
può essere consumisti mantenendo la propria identità e, soprattutto, senza
concedere democrazia e libertà. Un modello, battezzato «consenso di Pechino»,
che risulta seducente non solo per i danni provocati da Wall Street, che ha
eroso la credibilità della Casa Bianca, ma innanzitutto perché sostenuto da una
risorsa ormai rara: la disponibilità finanziaria. La Cina
è uno dei pochi Paesi a disporre di ingenti riserve valutarie, che da qualche
mese usa in maniera più articolata. Per rilanciare l'economia interna? Certo,
ma non solo. Pechino compra meno Treasury bonds americani, mentre aumenta
rapidamente le riserve d'oro e, soprattutto, gli aiuti ai Paesi internazionali.
Non solo in Africa dove, da tempo, sottrae zone d'influenza agli Stati uniti e
alla Francia. Fino a qualche tempo fa, i Paesi in difficoltà potevano contare
solo sull'aiuto degli Usa, diretto o tramite il Fondo
monetario internazionale. Ma l'America, indebolita dalla recessione, non può
più rispondere agli Sos altrui; Pechino, invece, sì. E generosamente, anche con
Stati tradizionalmente amici di Washington. Ad esempio, la piccola e lontana
(da Pechino) Giamaica, che qualche settimana fa era sull'orlo del fallimento. I
cinesi l'hanno salvata accordandole un prestito da 128 milioni di dollari.
Nell'America Latina hanno stretto rapporti economici privilegiati con il
Venezuela (ricco di petrolio), la Bolivia (per le materie prime), strizzano
l'occhio al Brasile e hanno aderito all'Inter-American Development Bank, la
banca che promuove lo sviluppo economico nel Sud e nel centro America, nelle
vesti di Paese donatore. La stessa strategia viene applicata nel cortile di
casa, ovvero in Asia e con Paesi importanti come il Kazakhstan e persino la
Russia, dove molte società petrolifere azzoppate dal crollo delle quotazioni
del greggio hanno trovato i fondi necessari per sopravvivere a Pechino anziché
ad Alma Ata o a Mosca. Le cifre investite non sono enormi - 10 miliardi di
dollari ai kazakhi, 25 ai russi - ma sufficienti per stabilire nuovi, insperati
legami. L'espansionismo cinese avviene a prezzi di saldo e nell'ambito di un
progetto a lungo termine che mira a modificare gli equilibri della finanza
internazionale. Già perché Pechino concede i prestiti non più solo in dollari,
ma anche in yuan. E negli ultimi cinque mesi ha firmato accordi valutari per 95
miliardi di dollari con sette Paesi, che, in cambio, hanno convertito in valuta
cinese una parte delle proprie riserve. Pechino è in agguato e si rafforza,
mentre l'America, nonostante Obama, soffre. http://blog.ilgiornale.it/foa/ ©
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( da "Corriere Economia"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere Economia
sezione: Economia data: 27/04/2009 - pag: 4 La partita dell'auto/1 Obiettivi e
funzioni dei dirigenti del Lingotto sull'asse Torino-Detroit. Con l'incognita
di Opel Fiat, Altavilla e i manager dei due mondi Dal «ministro degli esteri» ai
tedeschi Wester e Ketter: ecco la squadra di Marchionne per Chrysler DI
ALESSANDRA PUATO U n tarantino «di poche parole, dinamico e concreto, abile
nella negoziazione». È il ritratto dall'America di Alfredo Altavilla, tracciato
dall'analista di un noto fondo specializzato nell'auto. Significativo è che il
buon giudizio coincida con quello dei sindacati italiani: «Lo consideriamo
capace», dice Enzo Masini, coordinatore nazionale auto per la Fiom. Finanza e
lavoratori: sono due riconoscimenti importanti per il braccio destro di Sergio
Marchionne nelle trattative con Chrysler, sulla cui sorte il Tesoro americano
dovrà decidere giovedì, 30 aprile. È lo stesso giorno in cui le segreterie
nazionali di Fim, Fiom e Uilm incontreranno, a Roma, i presidenti delle Regioni
dove hanno sede gli stabilimenti Fiat, «per premere sul mantenimento
occupazionale, che però non dovrebbe essere minacciato da Chrysler», dice
Masini («Al contrario di Psa», precisa). Altavilla è un poliedrico pragmatico.
Responsabile delle alleanze industriali e dello sviluppo internazionale del
gruppo Fiat (fu lui a seguire General Motors, nel 2002), è anche amministratore
delegato di quella Powertrain che ha appena lanciato Multiair: il motore che
apre la strada a propulsori a benzina alternativi agli ibridi per i bassi
consumi. Laurea in Economia a Taranto, esordisce da assistente universitario in
Cattolica a Milano. Il primo impiego, nel '90, è in Fiat Auto. Diventa prima capo dell'ufficio di Pechino e poi dei progetti Cina e India. Ora è da settimane a far
la spola fra Auburn Hills, nel Michigan, quartier generale di Chrysler, e
Washington. Deve chiudere al meglio, con Marchionne, la trattativa politica
probabilmente più delicata nella storia del Lingotto. Se va, nel futuro
azionariato di Fiat-Chrysler ci saranno le banche creditrici e, probabilmente,
i lavoratori, indirettamente tramite la Veba, Voluntary Employee Beneficiary
Association, il fondo sanitario dei dipendenti gestito dal sindacato. Di qui
l'importanza delle relazioni con le due variabili cruciali, le banche e i
sindacati: la Uaw (dei dipendenti americani) e la Caw (dei canadesi). Fiat, con
il previsto 20% iniziale, sarebbe il primo e solo socio industriale, destinato
quindi a indicare il management. Chi? Le competenze Premesso che non esiste in
Fiat un gruppo specifico di persone dedicato a Chrysler («piuttosto un
contributo di competenze individuali, secondo necessità », sottolineano al
Lingotto), si possono però individuare alcuni dirigenti particolarmente
coinvolti nel progetto americano. Pronti a virare su altre mete (come Opel), se
il piano Usa non decollerà. Altavilla «l'americano»,
45 anni, il «ministro degli esteri di Marchionne», com'è stato definito, è
l'uomo Fiat-Chrysler per eccellenza. È lui che, con Marchionne, ha contatti con
i protagonisti della trattativa, da Chrysler al Tesoro, ai consulenti (come il
Boston Consulting Group). La partita della casa delle Jeep è il suo debutto
pubblico, la grande occasione per mettere a frutto le abilità negoziali
acquisite in Oriente. Conclusa la tessitura politica, si dovrà passare alla
fase 2: costruire le auto con tecnologia Fiat per il consumatore americano. Le
Panda pick-up, per intendersi. E qui entrano in gioco, da subito, i tre
dirigenti- chiave, sul dossier Usa, del Gec, il Group
executive council: la plancia di comando del gruppo Fiat. Diversamente da
Altavilla, sono tre ingegneri. Meccanici. L'«anima tecnica» Uno è Gianni Coda,
62 anni, torinese di Azeglio: amministratore delegato di Fiat Group Purchasing,
a Torino da 30 anni (inizi in Teksid), gestisce gli acquisti di tutte le
società del gruppo Fiat. Poi c'è il «duo» tedesco Wester-Ketter: all'anagrafe,
Harald e Stefan. L'«anima tecnica» di Fiat. Renano di Linz, 51 anni, Wester è
anche amministratore delegato di Maserati e Abarth. Come capo della struttura
tecnica di tutto il gruppo Fiat , coordina la progettazione delle auto. Ketter,
invece, nato in Brasile e laurea a Monaco, 49 anni, le fa costruire, da capo
della produzione. È Wester che decide che motori montare, quanti posti prevedere,
se mettere le tre porte o no. Ed è Ketter che assicura all'azienda che le sue
fabbriche producano i modelli messi a punto da Wester, rispettando qualità e
costi. Due supertecnici, insomma, quadrati, entrati in Fiat nello stesso anno
(il 2004) e provenienti entrambi da Volkswagen (guarda caso, dove sono andati a
lavorare i tre ex Fiat Walter De Silva, Flavio Manzoni e Luca De Meo). Wester
ha iniziato proprio a Wolfsburg, prima di passare in Audi e in Ferrari; Ketter,
dopo un avvio in Bmw, è stato responsabile della qualità di Audi e, poi, di
Volkswagen of America. È lui che ha sviluppato la fabbrica brasiliana del
gruppo tedesco. La 500 di Jim Press Su Chrysler sarebbero coinvolti anche altri
di Fiat. Negli Usa si fa il nome di Richard Palmer, il
direttore finanziario; e utile è ritenuta l'esperienza, per esempio, di Pietro
Gorlier, responsabile della rete commerciale. Gli analisti, però, considerano
irrealistica l'ipotesi che Fiat sposti Oltreoceano dei dirigenti italiani: se
non altro, perché resterebbe sguarnita la prima linea nazionale. Nel caso,
possono essere mantenuti alcuni manager di Chrysler ritenuti capaci (e graditi
al Tesoro Usa che, tra prima e dopo, presterebbe 10
miliardi di dollari). Si parla soprattutto del vicepresidente Jim Press, che fu
l'artefice del successo Toyota in America. È quello che, il 9 aprile, si è
presentato al Salone di New York scendendo da una Fiat 500. Partita Sergio
Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat
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( da "Corriere Economia"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere Economia
sezione: Economia data: 27/04/2009 - pag: 15 Qui Censis Ma ora serve anche una
politica globale Regole uguali per tutti: protezione di marchi e brevetti,
norme certe e trasparenza dei conti L a proiezione internazionale ha guidato la
nostra industria nel suo continuo miglioramento tecnologico e organizzativo.
Anche nella crisi, presidiare i mercati esteri e trovarne di nuovi, sollecita
una continua innovazione. Ora che tutti ci riconoscono una solida capacità
competitiva è bene considerare anche i rischi insiti in una rilevante presenza
sull'estero, in modo da prendere le necessarie contro misure. Sempre di più si
allarga la geografia dell'internazionalizzazione e con essa la possibilità di
bilanciare i cali di domanda delle economie in crisi, con la presenza in nuovi
mercati. Dei 181 stati del mondo sono pochissimi quelli dove non arrivino merci
italiane. Vendiamo in Suriname come a Trinidad e Tobago, in Togo e in
Uzbekistan,fino alla Polinesia e alla Nuova Caledonia. Su cento euro fatturati
all'estero 44 riguardano l'area della moneta comune, 15 gli altri paesi
dell'Unione Europea. Il restante 41% è collocato in aree economiche extra -
comunitarie , dove la nostra penetrazione commerciale registra dinamiche assai
positive come in Russia e nei paesi balcanici, in Turchia, nei paesi Opec,nel
Mercosur. Notevole resta il peso dell'estremo Oriente dove esportiamo un volume
paragonabile a quello degli Stati Uniti. La prima e più importante garanzia
viene dall'affidabilità degli interlocutori e dalla trasparenza dei diversi
Paesi. Già in Italia, gli imprenditori sperimentano quotidianamente alcune
rilevanti distorsioni nella conduzione degli affari e segnatamente nei rapporti
commerciali. Ritardi nei pagamenti, specie con la pubblica amministrazione,
serie difficoltà a recuperare crediti per via giudiziaria, sono fra le ragioni
che rendono il nostro paese poco attrattivo per investitori stranieri. Le
aziende convivono con tali arretratezze e cercano di farvi fronte
pragmaticamente. Ma all'estero risulta più complicato trovare aggiustamenti e
transazioni, mentre è sempre più necessario poter contare su strumenti
conoscitivi e sostegni in grado di ricondurre i rischi in un ragionevole alveo.
Secondo la World Bank, nei Paesi emergenti, il rischio è meno elevato ove si
interviene con riforme incisive volte a rendere più affidabile l'avvio di
un'iniziativa, il rilascio di permessi, il recupero crediti, le garanzie sugli
investimenti, la validità dei contratti. Nell'ultimo anno hanno migliorato i
propri standard soprattutto l'Europa dell'Est e l'Asia centrale, ma restano
ancora molte incognite in America Latina, in Africa e in diversi paesi
asiatici. L'altra necessaria linea di sostegno è di tipo assicurativo. È forse
necessario pensare a una Sace per le Pmi. Non dobbiamo ,infine, dimenticare
come le aperture ai mercati lontani comportino l'ulteriore rischio che i nostri
prodotti vengano copiati e contraffatti. Abbiamo rafforzato
molto le nostre difese doganali, tanto da intercettare una parte consistente
dei flussi in arrivo. Ma la difesa di marchi e brevetti è sempre più una lotta
globale. Insomma, le imprese si internazionalizzano, ma anche le politiche si
devono globalizzare. di Giuseppe Roma direttore generale Fondazione Censis
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( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
27-04-2009 -
Aiuto, è in arrivo un altro Ferguson 06-04-2009 - Dalla tribuna ho visto un
puntino: giocava a basket 16-03-2009 - L'artista del basket che scoprì Kobe
Bryant 03-02-2009 - E sul più bello va in meta un film hard 01-02-2009 - Io,
telecronista per caso, alla pazza festa del football 19-01-2009 - Nba:
Gallinari, rientro ok "Visto che cosa so fare?" 31-12-2008 - Rocky
Belinelli lancia Golden State e vince il derby d'America 17-12-2008 - Esoneri a
raffica, ecco gli Zamparini della Nba 28-10-2008 - Torna lo spettacolo Nba e
gli Usa temono l'euro 13-09-2008 - la sfida 25-08-2008
- Il basket torna agli Usa ma il futuro è in Spagna
28-06-2008 - Un Gallo a New York accolto dai fischi «Ma li convincerò»
19-06-2008 - Boston mette fine al digiuno Dopo 21 anni è campione Nba
17-06-2008 - Ballack toglie la Germania dai guai 14-06-2008 - E Boston nella
Nba prepara il delitto perfetto 19-04-2008 - Los Angeles contro Boston il
ritorno del basket anni '80 18-04-2008 - Krulak, il generale dei marines
diventato comandante degli ultrà 16-04-2008 - Marco Belinelli: "Presto
conquisterò lNba" 06-04-2008 - E finalmente la Nba scopre Belinelli 03-04-2008 - E
dall'Italia ora arrivano i club dei pendolari del tifo 17-03-2008 - «Io, un
italiano all'università del grande basket» 07-02-2008 - Shaq porta i suoi 150
chili in casa di Mike DAntoni 05-02-2008 - Manning, ovvero il
trionfo dei perdenti di successo 03-02-2008 - L'America tra Patrioti perfetti e
Giganti emergenti 26-01-2008 - Nel supermarket Italia squadre senza identità
caricamento in corso... più letti più votati più commentati Franceschini batte
Veltroni E fa il... di Redazione Commento Il controsenso... di Geronimo La Cina conquista il mondo di Marcello Foa Nave da crociera italiana
sfugge ai... di Fausto Biloslavo Franceschini non si accorge di aver... di
Stefano Filippi Franceschini batte Veltroni E fa il... di Redazione Commento Il
controsenso... di Geronimo La Cina conquista il mondo di Marcello Foa Franceschini non si accorge
di aver... di Stefano Filippi «Sinistra al lumicino,... di Laura
Cesaretti I clandestini liberati sono... di Andrea Cuomo Commento Il controsenso...
di Geronimo Franceschini batte Veltroni E fa il... di Redazione Franceschini
non si accorge di aver... di Stefano Filippi Berlusconi: «Ora superiamo il...
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( da "Stampa, La" del
27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pietro Garibaldi
LA GRANDE OCCASIONE DELL'EURO Nonostante vi sia qualche primo e importante
segnale di schiarita legato al rialzo delle borse, la riunione autunnale del
Fondo monetario internazionale è avvenuta durante la «peggior recessione
dell'economia mondiale», come esplicitamente riconosciuto dagli economisti di
Washington. Fortunatamente, gli osservatori internazionali sono ormai convinti
che quella che stiamo vivendo sarà ricordata come la grande recessione, ma non
dovrebbe avere nulla a che fare con la grande depressione degli Anni Trenta. La
ripresa dell'economia è prevista a partire dal 2010 e in Europa già dal quarto
trimestre di quest'anno. Con l'arrivo della ripresa, il nuovo panorama
finanziario internazionale sarà caratterizzato da una forte riduzione del peso
del dollaro. La stabilità dell'euro rappresenta una grande opportunità per
l'Europa e vi sono le condizioni affinché l'euro diventi la moneta di
riferimento del sistema mondiale. In altre parole, l'Europa potrebbe uscire
dalla crisi molto più forte di come vi è entrata. L'economia americana è
afflitta da un eccesso di debito. Gli imponenti interventi del Tesoro degli
Stati Uniti a difesa del sistema finanziario hanno certamente permesso alla
banche americane di sopravvivere, ma vi è stato un trasferimento di vecchio
debito privato in nuovo debito pubblico. Ciò nonostante, l'eccesso di debito Usa non è ancora stato eliminato. Se effettivamente
l'economia mondiale riuscirà a superare lo spettro della grande depressione,
molto lo si dovrà all'imponente azione di politica monetaria. Nei mesi passati
le banche centrali di tutto il mondo hanno ridotto in modo aggressivo il costo
del denaro. La Federal Reserve, la banca centrale americana, è arrivata
addirittura a prestare denaro a costo zero, il limite più basso a cui si possa
arrivare. Anche i tassi di interesse in Europa sono diminuiti in modo
sostanziale, ma la Banca Centrale Europea ha per ora evitato di arrivare a
prestare denaro a costo zero. Il tasso di riferimento in Europa è oggi pari a 1,25%
e il Governatore Trichet ha escluso che in Europa vi sia la necessità di
abbassare i tassi di interesse fino allo zero. Come ha anche suggerito questa
settimana Martin Feldstein sulle colonne del Financial Times, la politica
monetaria americana di denaro a costo zero avrà importanti conseguenze con
l'arrivo della ripresa. La più ovvia si chiama inflazione. Una volta che la
domanda riprenderà fiato, l'eccesso di moneta in circolazione non potrà che
trasformarsi in inflazione. In aggiunta, attraverso l'aumento dei prezzi,
l'economia americana riuscirà in parte anche a ridurre il problema dell'eccesso
di debito. L'inflazione è un modo forse odioso ma comunque efficace per ridurre
il valore reale del debito, dal momento che la restituzione del debito avviene
con una moneta dal potere d'acquisto molto inferiore a quello che aveva nel
momento in cui il debito stesso è stato contratto. Questa futura grande
inflazione americana avrà conseguenze globali. Pensiamo
innanzitutto alla Cina. La
banca centrale cinese ha oggi circa duemila miliardi di dollari di riserve in
valuta estera. Il 70% di queste sono denominate in dollari. Se effettivamente
avremo in futuro una grande inflazione americana, le banche centrali asiatiche
rischiano di subire ingenti perdite nel valore delle proprie riserve estere.
Un'ovvia possibilità per le autorità monetarie cinesi sarebbe quella di
sostituire le riserve denominate in dollari con titoli finanziari denominati in
euro. È questa la grande occasione per l'Europa. La condizione necessaria
affinché ciò avvenga è però la stabilità dell'euro. Bene quindi ha fatto in
questi giorni il Governatore Trichet a escludere che l'Europa adotterà nei
prossimi mesi una politica di zero tassi di interesse. Mantenendo una politica
monetaria rigorosa, non vi sarà una grande inflazione europea. Ovviamente,
anche in Europa la recessione è profonda e ulteriori interventi di politica
economica potrebbero essere necessari. Se la crisi nei prossimi mesi dovesse
peggiorare, meglio sarebbe che i governi europei si coordinassero per
interventi di riduzioni di tasse o investimenti pubblici, piuttosto che
ricorrere a una politica di zero tassi di interesse. L'occasione di vedere il
vecchio continente al centro del sistema finanziario mondiale dei prossimi anni
è troppo grande per lasciarsela scappare. È vero che questo favorevole scenario
per l'Europa si apre più che altro per la debolezza americana. Ma la nascita
dell'euro nel 1999 fu un miracolo di politica economica e la sua stabilità di
oggi è una vera e propria virtù europea. pietro.garibaldi@unito.it CONTINUA A
PAGINA 27
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( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 17 del
2009-04-27 pagina 0 Israele, Ahmadinejad: Stati separati di Redazione Il leader
iraniano pronto al disgelo sulla situazione in Medio Oriente dopo le accuse di
"razzismo" a Gerusalemme dalla conferenza di Ginevra. E a Obama:
"Pronti ad aprire un tavolo" Teheran - Ahmadinejad si ammorbidisce.
Dopo i tentativi di dialogo di Obama ecco la prima (timida) risposta di
Teheran. Il presidente iraniano aggiusta il tiro rispetto ai suoi passati
proclami contro Israele, sostenendo che non impedirà ai palestinesi di
riconoscere lo Stato ebraico nellambito di una soluzione
"a due Stati". In unintervista al giornalista americano George Stephanopoulos,
pubblicata dalla Abc sul proprio sito, Ahmadinejad ha affermato che se i
palestinesi riconosceranno Israele, Teheran si piegherà alle loro decisioni.
"Quale che sia la decisione che prenderanno" ha detto il leader
ultra-conservatore "noi non la impediremo" anzi "la
sosterremo". "Per noi - ha aggiunto - si tratta di un diritto del
popolo palestinese e speriamo che gli altri Paesi la pensino allo stesso
modo". Ahmadinejad ha ribadito comunque anche concetti espressi alla
conferenza Onu di Ginevra, nella quale aveva definito quello israeliano come un
"governo razzista". "Per me - ha ripetuto - il regime sionista è
una manifestazione di razzismo". La replica a Obama Ha quindi criticato il
presidente Usa Barack Obama che la settimana scorso
aveva definito "spaventose" le sue dichiarazioni. Il presidente
americano "ha il diritto di avere la sua opinione", gli ha risposto Ahmadinejad
sulla Abc. E a proposito della mano tesa di Obama verso lIran,
secondo Ahmadinejad il presidente americano "ci ha inviato un messaggio di
amicizia ma nel comunicato elaborato dai 5+1 cera
dellostilità" con riferimento alla richiesta dei cinque membri del Consiglio di
sicurezza (Usa, Cina, Russia,
Francia, Gran Bretagna) e della Germania su una ripresa dei negoziati. "Le
relazioni tra lIran e gli Stati Uniti dipendono dalle
decisioni dellamministrazione americana" ha chiuso il presidente iraniano, sostenendo che Teheran
"è sempre pronta a discutere", ma chiedendo "un quadro chiaro e
un ordine del giorno chiaro" per un eventuale dialogo. © SOCIETà EUROPEA
DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
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( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
27-04-2009 -
Pakistan, i servizi segreti: "Bin Laden è già morto" 27-04-2009 -
Benevento, ucciso un uomo sulla sedia a rotelle 27-04-2009 - Gioco d'azzardo in
mano ai Casalesi: 30 arresti 27-04-2009 - Influenza suina, in Messico 103
vittime Un caso in Spagna, uno forse a Venezia 27-04-2009 - Fiat-Chrysler,
siglata l'intesa coi sindacati Usa 27-04-2009 -
Maltempo, forte vento in Sicilia: due vittime Piogge e freddo al Nord
27-04-2009 - Israele, Ahmadinejad: Stati separati 27-04-2009 - Il campionato si
riaccende Gol di mano e rigori: lite Moratti-Berlusconi 27-04-2009 - Cofferati
condannato per condotta antisindacale 27-04-2009 - Francia, santone pedofilo
evade di cella in elicottero 27-04-2009 - Istat: l'Italia supera quota 60
milioni di residenti 27-04-2009 - Coppia uccisa a fucilate nel Catanzarese
27-04-2009 - Ascolti bassi, chiude il Bagaglino 27-04-2009 - Altri 2.900 posti
Ecco gli indirizzi e i numeri telefonici 27-04-2009 - Berlusconi: «Ora
superiamo il passato» 27-04-2009 - AI LETTORI 27-04-2009 - I giornali inglesi
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27-04-2009 - Otto casi a New York E Obama dichiara lo stato d'emergenza
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( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mondo è
angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione -
e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel mondo.
Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi
commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina.
Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello
di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo .
Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di
reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto,
secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 3 ) » (1 voti, il voto medio è:
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato
l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno
ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio
planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli
allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la
Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci
dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di
Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone,
nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati
registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al
bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a
trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate
le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando
degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime,
ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora:
l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono
rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di
rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco
efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda
segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report)
Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da Città del
Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus,
l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una
piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una
conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi
economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti (
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su
Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top
manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui
l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso
ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di
Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la
confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di
dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto
strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine
la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del
presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera
il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso
settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora
ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non
rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito
delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il
governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad
annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto
rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o%
del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta
riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale
sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico.
L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di
mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.
Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di
no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza
privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui
debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset
che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più
grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio
passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina,
economia, gli usa e il mondo Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il
futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una
piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli
ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del
Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo
professionale e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti
molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di
essere invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da
colleghi che hanno letto commenti interessanti su "il cuore del
mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli sull'edizione
cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione della Svizzera
italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e
sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog
(chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane
un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di
Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger
presi in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per
informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che
ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di
stipendio. E con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari
all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati
per "bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e
questo è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della
pubblicità parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma
secondo il Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter
che fanno buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come
peraltro emerso recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival
internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare
bene grazie alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la
domanda: il futuro del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno
alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore
aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche
(negli Usa è già successo con Huffington Post).
Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente
cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere
in vita un Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione,
società, notizie nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti (
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 19Apr 09 La casta dei top manager continua a imperare (anche in
Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul
Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a
dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto
significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di
"dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real
Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a
26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora
più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata
costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non
avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le
tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri,
dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il
capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di
euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di
responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager
non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza,
disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni
maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile
parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste
logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che
punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai
irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (12 voti, il voto medio è: 4.92 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta
al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1)
abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il
premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma
alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle
banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili
per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche
settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per
le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti
dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai
debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano,
molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda
ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare
le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni
giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano
zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece
le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove
regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa.
3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G 20 ha
proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse
risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di
ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia,
di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la
profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà,
ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra
una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo
accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo
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questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione
clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta
all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il
decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non
verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme
ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran
Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente
francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così:
"Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per
allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli
extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno
essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via
gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle
italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro,
disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive:
" L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri
di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria,
stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia
giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria
l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti
necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito
amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni
preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma,
evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un
peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi,
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia,
immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (8 voti, il voto
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla
crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella
crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione».
Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva
funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande
tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i
newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come
segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E
se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure
e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai
ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da
semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea
compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a
pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo
girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di
ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica,
dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo,
crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) »
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un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione)
Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo:
anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono
stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei
partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di
Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio
sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con
qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il
popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e
considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso
da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i
terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani
sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa
aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia
confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO:
tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio,
anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a
Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo
stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila
dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il
governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl,
politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione,
giornalismo Commenti ( 74 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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sempre più influente nel mondo Influenza suina, una psicosi molto sospetta. La
Casa Bianca e la Fed truccano i conti? E' nel blog il futuro del giornalismo?
La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Referendum, la
Lega ha fatto bene i conti? Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è
peccato veniale Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore?
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( da "Giornale.it, Il"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mondo è
angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione -
e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel mondo.
Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi
commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina.
Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello
di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo .
Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di
reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto,
secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 7 ) » (1 voti, il voto medio è:
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato
l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno
ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio
planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli
allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la
Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci
dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di
Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone,
nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati
registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al
bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a
trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate
le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando
degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime,
ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora:
l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono
rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di
rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco
efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda
segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da report)
Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da Città del
Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus,
l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una
piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una
conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi
economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti (
83 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su
Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top
manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui
l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso
ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di
Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la
confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di
dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto
strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine
la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del
presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera
il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso
settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora
ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non
rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito
delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il
governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad
annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto
rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o%
del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta
riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale
sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico.
L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di
mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.
Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di
no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza
privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui
debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset
che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più
grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio
passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina,
economia, gli usa e il mondo Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il
futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una
piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli
ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del
Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo
professionale e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti
molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di
essere invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da
colleghi che hanno letto commenti interessanti su "il cuore del
mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli sull'edizione
cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione della Svizzera
italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e
sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog
(chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane
un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di
Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger
presi in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per
informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che
ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di
stipendio. E con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari
all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati
per "bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e
questo è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della
pubblicità parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma
secondo il Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter
che fanno buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come
peraltro emerso recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival
internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare
bene grazie alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la
domanda: il futuro del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno
alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore
aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche
(negli Usa è già successo con Huffington Post).
Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente
cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere
in vita un Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione,
società, notizie nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti (
42 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 19Apr 09 La casta dei top manager continua a imperare (anche in
Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul
Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a
dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto
significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di
"dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real
Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a
26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora
più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata
costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non
avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le
tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri,
dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il
capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di
euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di
responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager
non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza,
disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni
maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile
parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste
logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che
punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai
irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (12 voti, il voto medio è: 4.92 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta
al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1)
abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il
premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma
alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle
banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili
per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche
settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per
le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti
dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai
debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano,
molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda
ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare
le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni
giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano
zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece
le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove
regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa.
3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G 20 ha
proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse
risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di
ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia,
di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la
profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà,
ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra
una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo
accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo
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questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione
clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta
all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il
decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non
verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme
ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran
Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente
francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così:
"Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per
allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli
extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno
essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via
gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle
italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro,
disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive:
" L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri
di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria,
stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia
giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria
l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti
necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito
amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni
preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma,
evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un
peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi,
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia,
immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (8 voti, il voto
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla
crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella
crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione».
Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva
funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande
tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i
newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come
segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E
se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure
e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai
ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da
semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea
compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a
pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo
girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di
ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica,
dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo,
crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) »
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un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione)
Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo:
anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono
stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei
partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di
Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio
sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con
qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il
popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e
considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso
da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i
terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani
sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa
aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia
confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO:
tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio,
anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a
Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo
stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila
dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il
governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl,
politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione,
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aumentata considerevolmente grazie alla crescita favorita da una... Luca
Beltrame: Per Marina: correlazione non e' indice di causalita'. Questo dovrebbe
essere sufficiente. Davide K: Complimenti ad Alberto che ha citato un punto
cruciale: il risparmio. In Cina risparmiano, e nelle
economie... Marina: Ma guarda un pò cosa ho trovato Per una strana ironia del
destino la multinazionale Sanofi Aventis, lo... bo.mario: Ne avevamo parlato in
altra occasione. La Cina è un grande paese e potrebbe
essere l'ombelico del... Ultime news Febbre suina, tre casi certi in Europa
Oms: "Aumenta il livello d'emergenza" Maltempo, forte vento in
Sicilia: due vittime Piogge e freddo al NordPakistan, i servizi segreti:
"Bin Laden è già morto"New York, paura nei cieli: l'Air Force One
vola bassoEuropee, il Pdl svecchia le liste. E' ancora rebusGol di mano e
rigori: lite Moratti-BerlusconiRoma, galeotto fu Facebook ... Scopre corna e
non si sposa piùIstat: l'Italia supera quota 60 milioniFrancia, pedofilo capo
di una setta riesce a evadere di cella in elicotteroTerremoto in Messico:
magnitudo 5.8 Richter Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità ICT Watch,
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( da "Repubblica.it"
del 27-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA - Peggiora
di ora in ora il bilancio dei morti a causa dell'influenza suina in Messico: le
vittime sono 149. Intanto il virus ha attraversato l'oceano e, dopo gli Usa, si registrano i primi casi di contagio in Europa: uno
in Spagna e due in Scozia. In questa situazione l'Oms ha innalzato il livello
di allerta da 3 a
4 in una
scala di 6 mentre da più parti, a cominciare dall'amministrazione americana e
dalle autorità italiane, si cerca di frenare l'allarmismo. Oms pronta ad alzare
il livello d'allerta. L'Organizzazione mondiale della sanità ha innalzato da 3 a 4 (su 6) il livello di
allerta, il che implica un significativo incremento di pandemia. Il direttore
del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta (Cdc) ha
confermato che il virus A/H1N1 "si propaga da uomo a uomo".
"Abbiamo registrato percentuali di infezioni respiratorie - ha spiegato
Richard Besse - tra quanti sono stati in contatto con i pazienti. Questo virus
si sta comportando come un virus influenzale che si trasmette da persona a a
persona". Messico. Il ministro della Sanità messicano Josè Angel Cordova
ha reso noto che al momento le persone ricoverate con sintomi del virus A/H1N1
sono 1.650. Le vittime sono 149, tutte tra i 25 e i 50 anni di età. "Siamo
nel momento più critico, ci saranno altre vittime", ha aggiunto il
ministro, che non ha nascosto la gravità del problema. Si tratta di una
malattia, ha assicurato Cordova, che "può essere curata". Nel
precisare che tutti gli Stati nei quali è suddiviso il territorio nazionale
registrano casi di virus, il titolare della sanità messicana ha sottolineato:
"Le dosi di farmaci di cui disponiamo sono sufficienti. Sono in arrivo, ha
aggiunto, altre 400 mila dosi che saranno messe a disposizione delle
farmacie". OAS_RICH('Middle'); I decessi si sono registrati in dieci Stati
del Messico. Il governo centrale ha deciso di chiudere le scuole fino al 6
maggio, a cominciare dagli asili nido. La notizia è stata data durante una
conferenza stampa nella quale è stata avvertita una forte scossa di terremoto
il cui epicentro è stato localizzato nello Stato meridionale di Guerrero
(Acapulco). Il governo sta inoltre valutando un'altra misura drastica: lo stop
delle attività economiche nella capitale, decisione che l'esecutivo sta
esaminando con le confederazioni degli imprenditori. "Non è escluso, ma
dobbiamo soppesare costi e benefici", ha precisato Cordova. L'influenza
arriva in Europa. E' un ragazzo spagnolo di 23 anni il primo ad ammalarsi in
Europa. Il giovane era ricoverato da sabato scorso nell'ospedale di Almasa
(Albacete) dopo aver accusato, di ritorno da un viaggio in Messico, i sintomi
dell'influenza. Attualmente si trova in isolamento, come altre 17 persone che
si teme abbiano contratto la malattia. Ma quello spagnolo non è l'unico caso
riscontrato in Europa. In Scozia due persone sono risultate positive ai test.
"Si stanno riprendendo bene", ha assicurato il ministro della Sanità
Nicola Sturgeon. La Ue. L'Unione europea ha intanto preso i primi
provvedimenti: viaggi sconsigliati nelle aree a rischio di Messico e Stati
Uniti e una riunione d'emergenza dei ministri della Sanità convocata per
giovedì prossimo. L'esame della situazione è stato fatto dai capi delle
diplomazie dei 27 a
Lussemburgo, dove Franco Frattini ha annunciato un'inziativa della presidenza
italiana del G8 per assicurare un coordinamento tra gli otto Grandi, la Ue e i
Paesi emergenti. "In Italia rischi insignificanti". Frattini ha anche
assicurato che per l'Italia "i rischi sono davvero insignificanti".
Ma intanto l'unità di crisi al ministero del Welfare è al lavoro e sono state
messe in campo precise misure di prevenzione, con un rafforzamento dei
controlli anche per quanto riguarda gli aerei e le navi provenienti da zone a
rischio. Il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha comunque fornito un
primo dato rassicurante: sono negativi i controlli sui primi cinque viaggiatori
italiani che, tornati da zone a rischio per l'influenza dei suini, con alcuni
sintomi, si sono sottoposti in Italia ad accertamenti. Presso il ministero,
rassicura il governo, sono stoccate 40 milioni di dosi di farmaci antivirali.
Domani alle 16.30 il ministro del Welfare Maurizio Sacconi riferirà in aula al
Senato. Negli Usa 40 casi. Quella degli Stati Uniti
resta l'area più colpita, dopo il Messico, dall'epidemia influenzale. Gli esami
di laboratorio hanno confermato 40 casi in cinque diversi Stati (28 a New York, sette in
California, due in Texas, due in Kansas e uno in Ohio). Il sindaco di New York,
Michael Bloomberg, ha detto che nella scuola del quartiere di Queens dove sono
stati riscontrati i casi di contagio potrebbero essere 100 gli studenti colpiti
dalla sindrome influenzale. "Abbiamo un unico focolaio di influenza in
città ed è in quella scuola", ha detto il sindaco aggiungendo che tutti
gli studenti colpiti hanno sintomi leggeri e, quel che è importante, nessuno
mostra segni di peggioramento". In totale sono sei i casi confermati in
Canada. In giornata il Cdc di Atlanta ha consigliato ai cittadini americani a
non recarsi in Messico, "se non per motivi di forza maggiore".
Preoccupazione, prudenza, ma non panico: il presidente Barack Obama ha cercato
di calmare l'America. L'influenza " è ovviamente causa di preoccupazione -
ha affermato - che richiede un aumentato stato di allerta, ma non è motivo di
allarme". La prima crisi sanitaria dell'era Obama ha trovato la nuova
amministrazione senza il ministro della Sanità e senza il Surgeon General (il
medico che guida le agenzie federali). Import di carne suina al bando. Cina, Ucraina, Kazhakstan, Filippine,
Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo al bando carne di maiale
proveniente da alcuni Stati americani: lo ha confermato il Rappresentante
commerciale americano, l'equivalente del ministero del Commercio estero.
L'ufficio del Trade Representative ha stigmatizzato il bando che a suo giudizio
"non ha fondamenti scientifici e rischia di danneggiare gravemente i
commerci". (27 aprile 2009
Torna all'inizio
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
VENERDI' 24
Ambrosio 1 CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 14,30 "Black Narcissus"
("Narciso Nero") Michael Powell, Emeric Pressburger (GB 1947) Ore
16,30 "Leoni al sole" di Vittorio Caprioli (Italia 1961) CONCORSO
LUNGOMETRAGGI Ore 18,30 "Rückenwind" di Jan Krüger (Germania 2009)
PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 20,30 "Jag Är Bög" ("I am a
gay") di Nicolas Kolovos (Svezia 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 21
"Patrick 1,5" di Ella Lemhagen (Svezia 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI
Ore 22,45 "El Patio de mi Cárcel" ("My Prison Yard") di
Belén Macías (Spagna 2008) Ambrosio 2 PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 14,15
"Traces" di Rachel Zisser (Usa 2007)
"Mok-yok" ("The Bath") di Lee Mi Rang (Corea del Sud 2007)
"Les Hommes sans gravitè" ("Man Without Gravity") di
Éleonore Weber (Francia 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 15,45 "Are you a
Girl or What?" di Mathilda Piehl e Alex Fridunger (Sudafrica/Svezia 2007)
"The Perfect Man" di Maria Akesson (Svezia/GB 2007) CONCORSO
DOCUMENTARI Ore 16,45 "Boriven nee yu pai tai Karn Kun Kun"
("This Area is Under Quarantine") di Thunska Pansittivorakul
(Thailandia 2009) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 18,30 "Out in India: a Family's
Journey" di Tom Keegan (Usa/India 2007) PREMIO
SPECIALE MONIKA TREUT Ore 20 "Ghosted" ("Ai-Mei") di Monika
Treut (Germania/Taiwan 2009) FUORI CONCORSO Ore 22 "Nés en 68"
("Born in 68") di Olivier Ducastel e Jacques Martineau (Francia 2008)
Ambrosio 3 PANORAMICA CORTI Ore 14,15 "Rewind" di Anne De Léon,
Sébastien Gordon (Canada 2008) "Man" di Myna Joseph (Usa 2007) "Shaonian bu dai hua" ("It Seems to
Rain") di Tsai Chen-shu (Taiwan 2007) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 15,30
"Intimidades de Shakespearey y Victor Hugo" ("Shakespeare and
Victor Hugo's Intimacies") di Yulene Olaizola (Messico 2008) GUY GILLES:
IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 17 "Le Clair de terre" ("Heart
Light") Guy Gilles (Francia 1970) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 18,45
"The Insomniacs" di Kami Chisholm (Usa 2008)
PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 19 "Tch't'adore" di Laurence Chanfro
(Francia 2007) "Blu in You" di Michelle Mohabeer (Canada/Trinidad
2008) A VENT'ANNI DALLA CADUTA DEL MURO DI BERLINO Ore 20,30 "Coming
Out" di Heiner Carow (Germania ex DDR 1989) CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK
Ore 22,30 "Auntie Mame" ("La signora mia zia") di Morton
Dacosta (Usa 1958) SABATO 25 Ambrosio 1 CONCORSO
LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11,30 "El Patio de mi Cárcer" ("My
Prison Yard") di Belén Macías (Spagna 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA
Ore 14,30 "Rückenwind" di Jan Krüger (Germania 2009) RETROSPETTIVA
GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 16 "Addio, fratello crudele" di Giuseppe
Patroni Griffi (Italia 1971) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 18 "Gu Huo"
("Fire in Silence") di Shen Weiwei (Cina
2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 20 "Leonera" ("Lion's
Den") di Pablo Trapero (Argentina/Corea del Sud/Brasile 2008) CONCORSO
LUNGOMETRAGGI Ore 22,15 "Selda" ("The Inmate") di Ellen
Ramos e Paolo Villaluna (Filippine 2008) Ambrosio 2 CONCORSO DOCUMENTARI
REPLICA Ore 11,30 "Out in India: a Family's Journey" di Tom Keegan (Usa/India 2007) SERIE LESBICHE Ore 14,30 "Sugar
Rush" (episodio 1) di Sean Grundy (GB 2005) "Sugar Rush" (episodio
2) di Sean Grundy (GB 2005) VOICE OVER Ore 15,30 "A Horse Is Not a
Metaphor" di Barbara Hammer (Usa 2008)
"Diving Women of Jeju-do" di Barbara Hammer (Corea del Sud 2007)
CONCORSO DOCUMENTARI Ore 16,30 "Giorgio/Giorgia: storia di una voce"
di Gianfranco Mingozzi (Italia 2008) CONCORSO CORTOMETRAGGI Ore 18,15
"Heiko" di David Bonneville (Portogallo 2007) "Le
Fossoyeur" di Sylvie Benavides (Francia 2008) "James" di Connor
Clements (Irlanda del Nord 2008) "Clouded" di Ajae Clearway (Usa 2008) "En Compagnie de la poussière" di
Jacques Molitor (Belgio 2008) "510 Meter über dem Meer" ("510 Meter Above the Sea
Level") di Kerstin Polte (Svizzera 2008) "Les filles de feu" di
Jean-Sébastien Chauvin (Francia 2008) PREMI SPECIALE VENTURA PONS Ore 20,45
"Foraster" ("Strangers") di Ventura Pons (Spagna 2008)
PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 22,45 "Her own way" di Limor Ziv
(Israele 2007) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 23 "Fucking Different Tel
Aviv" di Elad Zakai, Eran Kublik Kedar, Ricardo Rojstaczer, Eyal Bromberg,
Sivan Levi, Hagai Ayad, Nir Ne'eman, Yossi Brauman, Avital Barak, November
Wanderin, Galit Florenz, Yasmin Max, Hila Ben Baruch, Stephanie Abramovich,
Anat Salomon,Yair Hochner (Germania Israele 2008) Ambrosio 3 CONCORSO
DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Intimidades de Shakespeare y Victor
Hugo" ("Shakespeare and Victor Hugo's Intimacies") di Yulene
Olaizola (Messico 2008) EUROPA MON AMOUR- MUSCOLI IN GONNELLA: I PEPLUM
ALL'ITALIANA Ore 14,15 "La Vendetta di Ercole" Vittorio Cottafavi (Italia/Francia
1960) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 16 "Le jouet criminel" di
Ardorfo Arrieta (Francia 1970) "Le château de Pointilly" di Ardorfo
Arrieta (Francia 1972) VOICE OVER Ore 17,30 "Desertogrigio" di Maria
Arena (Italia 2008) "Alleluia" di Stéphane Marti (Francia 2008) "Oratorio"
di Stéphane Marti (Francia 2008) "Le Banquet de Chacals" di Stéphane
Marti (Francia 2008) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 19 "Homo Baby Boom"
di Anna Boluda (Spagna 2008) "Pidá Kiinni" ("Hold On") di
Sanna Liinamaa (Finlandia 2007) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 20,30
"Grasshoppers" di Deniz Buga (Usa 2009)
"Incomplete Stories of New York" di Deniz Buga (Turchia/Usa 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 21 "Shank"
di Simon Pearce (GB 2009) CINEMA IN VERSI: DOROTHY PORTER Ore 22,45 "The
Monkey's Mask" ("La maschera di scimmia") di Samantha Lang
(Australia/Can/Fra/ Ita/Giap 2000) DOMENICA 26 Ambrosio 1 CONCORSO
LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Selda" ("The Inmate") di
Ellen Ramos e Paolo Villaluna (Filippine 2008) Ore 14,15 "Gu Huo"
("Fire in Silence") di Shen Weiwei (Cina
2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 16,15 "Zucht" ("Breath")
di Margien Rogaar (Olanda 2007) "Mr A" di Joe Murphy (Usa 2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI "The Houseboy"
di Spencer Lee Schilly (Usa 2008) CONCORSO
LUNGOMETRAGGI Ore 18,15 "A Festa da Menina Morta" di Matheus
Nachtergaele (Brasile 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 20,30 "The
Postcard" di Josh Kim (Corea del sud 2007) FUORI CONCORSO "Maman est
chez le coiffeur" di Léa Pool (Canada 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore
22,45 "Serbis" ("Service") di Brillante Mendoza (Filippine/
Francia 2008) Ambrosio 2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30
"Giorgio/Giorgia: storia di una voce" di Gianfranco Mingozzi (Italia
2008) SERIE LESBICHE Ore 14 "Sugar Rush" (Episodio 3) di Sean Grundy(GB
2005) "Sugar Rush" (Episodio 4) di Sean Grundy (GB 2005) VOICE OVER
Ore 15 "General Idea: Art. AIDS and the Fin du Siècle" di Annette
Mangaard (Canada 2007) MUSIC & MOVIES ICONS - GB 1979/2009: FROM
"ASHES TO ASHES" TO THE "COMMON PEOPLE" GENERATION Ore 16
Antologia di video musicali CONCORSO DOCUMENTARI Ore 17.20 "Falusi Románc:
Meleg Szerelem" ("A Village Romance: Lesbian Love") di Kriszta
Bódis (Ungheria 2007) CONCORSO CORTOMETRAGGI Ore 18,30 "Inkanyezi
Yobusuku" ("Night Star") di Kekeletso Khena (Sudafrica 2007)
"Wednesdays" di Deniz Buga (Usa 2008)
"Tanjong Rhu" ("The Casuarina Cove") di Boo Junfeng
(Singapore 2008) "El reloj" ("The Watch") di Marco Berger
(Argentina 2008) "Senteurs" di Laura Schroeder (Lussemburgo 2008)
"Lapsus" di Arnauld Visinet (Francia 2008) "Saliva" di
Esmir Filho (Brasile 2007) "Over Vis en Revolutie" ("About Fish
and Revolution") di Margien Rogaar (Olanda 2008) PREMIO SPECIALE JOHN
GREYSON Ore 20,45 " Fig Trees" di John Greyson (Canada 2008)
PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 22,45 "Ha-Sodot" ("The Secrets")
di Avi Nesher (Israele/Francia 2007) Ambrosio 3 CONCORSO CORTOMETRAGGI REPLICA
Ore 11 "Heiko" di David Bonneville (Portogallo 2007); "Le
Fossoyeur" di Sylvie Benavidea (Francia 2008); "James" di
Clements Connon (Irlanda del Nord 2008); "Clouded" di Ajae Clearway (Usa 08); "En compagnie de la poussière" di Jacques
Molitor (Belgio 2008) "510
Meter über dem Meer"("510 Meter Above the Sea
Level") di Kerstin Polte (Svizzera 2008) "Les filles de feu" di
Jean-Sébastien Chauvin (Francia 2008) EUROPA MON AMOUR-MUSCOLI IN GONNELLA: I
PEPLUM ALL'ITALIANA Ore 14,15 "Il figlio di Spartaco" di Sergio
Corbucci (Italia 1963) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 16,15 " De Genere
Family" di Massimiliano Tumino (Italia 2009) "L'ora d'amore" di
Andrea Appetito e Christian Carmosino (Italia 2008) A VENT'ANNI DALLA CADUTA
DEL MURO DI BERLINO Ore 18 "Westler" di Wieland Speck (RFT 1985)
PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore 20,30 "Ang Lihim ni Antonio"
("Antonio's Secret") di Joselito Altarejos (Filippine 2008)
RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 22,30 "Metti una sera a
cena" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1969) LUNEDI' 27 Ambrosio 1
CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Leonera" di Pablo Trapero
(Arg/Corea del Sud/Bras) Ore 14 "Serbis" ("Service") di
Brillante Mendoza (Filippine/Francia 2008) Ore 15,45 "A Festa da Menina
Morta" di Matheus Nachtergaele (Brasile 2008) PANORAMICA CORTI Ore 17.40
"Je vous hais petites filles" di Yann Gonzalez (Francia 2008)
CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 18,30 "Daybreak" di Adolfo Alix Jr.
(Filippine 2008) FUORI CONCORSO Ore 20,15 "Another Gay Sequel: Gays Gone
Wild!" di Todd Stephens (Usa 2008) CONCORSO
LUNGOMETRAGGI Ore 22 "Wu sheng feng ling" ("Soundless Wind
Chime") di Kit Hung (Hong Kong/Cina/Svizzera
2009) Ambrosio2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Boriven nee yu pai
tai Karn Kun Kun" ( "This Area is Under Quarantine") di Thunska
Pansittivorakul (Thailandia 2009) SERIE LESBICHE Ore 14,15 "Sugar Rush
(Episodio 5) di Sean Grundy (GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 6) di
Harry Bradbeer (GB 2005) VOICE OVER Ore 15,15 "Pendant ce temps, dans une
autre partie de la forêt" di Arnold Pasquier (Francia 2007) "Je
flottererai sans envie" di Frank Beauvais (Francia 2008) PANORAMICA
DOCUMENTARI Ore 16,45 "L'altra altra metà del cielo" di Maria Laura
Annibali (Italia 2009) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 17,45 "No Woman's
Land" di Anne Smolar (Belgio 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 19.10
"Khastegi" ("Sex My Life") di Bahman Motamedian (Iran 2008)
PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 20,45 "Benni Has 2 Mothers" di Vivid
Tjipura (Sudafrica 2007) SERIE LESBICHE "Society" di Vincent Pontsho
Moloi (Sudafrica 2007) VOICE OVER Ore 22,45 "Boucle noire" di Denis
Guéguin (Francia 2008) "Miracle de la chute" di Denis Guéguin
(Francia 2008) "A Well Hung Monk" di Daniel McKernan (USA/GB 2008)
"Middle-Earth" di Thunska Pansittivorakul (Thailandia 2007)
"Just a Kiss" di Michael Wilde (Usa 2008)
"Failure" di Nelson Henricks ( Canada 2007) "The Lollipop
Generation" di G.B. Jones (Canada 2008) Ambrosio 3 CONCORSO CORTOMETRAGGI
REPLICHE Ore 11 "Inkanyezi Yobusuku" ("Night Star") di
Kekeletso Khena (Sudafrica 2007) "Wednesdays" di Deniz Buga (Usa 2008); "Tanjong Rhu" ("The Casuarina
Cove") di Boo Junfeng (Singapore 2008); "El reloj "("The
Watch") di Marco Berger (Argentina 2008); "Senteurs" di Laura
Schroeder (Lussemburgo 2008) "Lapsus" di Arnauld Visinet (Francia
2008); "Saliva" di Esmir Filho (Brasile 2007); "Over Vis en
Revolutie" ("About Fish and Revolution") di Margien Rogaar
(Olanda 2008) EUROPA MON AMOUR- MUSCOLI IN GONNELLA: I PEPLUM ALL'ITALIANA Ore
14,15 "Maciste all'inferno" di Riccardo Freda (Italia 1962) CARTA
BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 15,45 "Double Indemnity" ("La fiamma
del peccato") di Billy Wilder (Usa 1944)
PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 17,45 "Una questione delicata" di Peter
Marcias (Italia 2009) "Sarajevo Queer Festival 2008" di ?azim Dervievi?,
Maa Hil?iin (Bosnia Erzegovina 2008) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI
TEMPO Ore 19,15 " Guy Gilles et le temps désaccordé" di Gaël Lépingle
(Francia 2008) ARDORFO ARRIETA:DELIRI D'AMORE Ore 20,45 "Les Intrigues de
Sylvia Couski" di Ardorfo Arrieta (Francia 1974) STONEWALL: DA JUDY
GARLAND A HARVEY MILK Ore 22,30 "575 Castro St." di Jenni Olson (Usa 2008) "My name is Harvey Milk" di Leonardo
Herrera (Usa 2008) "The Times of Harvey
Milk" di Rob Epstein (Usa 1985) MARTEDI' 28
Ambrosio 1 CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Wu sheng feng ling"
("Soundless Wind Chime") di Kit Hung (Hong Kong/Cina/Sviz
2009) CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 15 "Daybreak" di Adolfo Alix
Jr. (Filippine 2008) CARTA BIANCA A FERZAN OZPETEK Ore 16,30 "Bianca"
di Nanni Moretti (Italia 1984) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 18,15
"Ynglinge" ("First Flush") di Mikkel Munch-Fals (Danimarca
2006) "En Forelskelse" ("Awakening") di Christian Tafdrup
(Danimarca 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore 20 "Luan qing chun"
("Beautiful Crazy") di Chi Y. Lee (Taiwan 2008) CONCORSO
LUNGOMETRAGGI Ore 22 "Rabioso sol, rabioso cielo" di Julián Hernández
(Messico 2008) Ambrosio 2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "No
Woman's Land" di Anne Smolar (Belgio 2008) "Falusi Románc: Meleg
Szerelem" ("A Village Romance: Lesbian Love") di Kriszta Bódis
(Ungheria 2007) SERIE LESBICHE Ore 14,30 "Sugar Rush" (Episodio 7) di
Harry Bradbeer (GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 8) di Harry Bradbeer
(GB 2005) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 15,30 "Center of the Universe"
di Jarrah Gurrie (Usa/Australia 2007) "Somebody
is Watching" di Maxime Desmons (Canada 2008) "The Honeymoon
Suite" di Papkoom Treechairusmee (Thailandia/GB 2008) CONCORSO DOCUMENTARI
Ore 16,30 "Les parents" di Christophe Hermans (Belgio 2008) Ore 18,15
"Queer China, 'Comrade' China" di Cui Zi'en (Cina
2008) OMAGGIO A FILIPPO TIMI Ore 20,45 "In principio erano le
mutande" di Anna Negri (Italia 1999) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI
Ore 22,30 "Il mare" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1962) Ambrosio
3 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Khastegi" ("Sex My
Life") di Bahman Motamedian (Iran 2008) EUROPA MON AMOUR-MUSCOLI IN
GONNELLA: I PEPLUM ALL'ITALIANA Ore 14,15 "Ercole contro Moloch" di
Giorgio Ferroni (Italia 1963) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 16,15
"Au pan coupé" ("Wall Engravings") di Guy Gilles (Francia
1968) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 17,30 "El crimen de la
pirindola" di Ardorfo Arrieta (Spagna m1965) "La imitaciòn del àngel
" di Ardorfo Arrieta (Spagna 1967) "Tam-tam" di Ardorfo Arrieta
(Fra/Spa/Usa 1976) VOICE OVER Ore 19 "Sois sage,
ô ma Douleur..." ("Be Still, O My Sorrow.") di Damien Manivel (Francia
2008) "If One Thing Matters - A Film About Wolfgang Tillmans" di
Heiko Kalmbach (Germania/Usa 2008) CARTA BIANCA A
FERZAN OZPETEK Ore 20,45 "Il segno di Venere" di Dino Risi (Italia
1955) OMAGGIO A SHU-LEA CHEANG Ore 22,45 "Fresh Kill" di Shu-Lea Cheang
(Usa 1994) MERCOLEDI' 29 Ambrosio 1 CONCORSO
LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Rabioso sol, rabioso cielo" di Julián
Hernández (Messico 2008) CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 15 "Luan qing
chun" ("Beautiful Crazy") di Chi Y. Lee (Taiwan 2008) PANORAMICA
DOCUMENTARI Ore 16,45 "Chris & Don: A Love Story" di Guido Santi
e Tina Mascara (Usa 2007) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI Ore
18,30 "Nesio" di Alan Coton (Messico 2007) CONCORSO LUNGOMETRAGGI Ore
20,30 "Elève libre" di Joachim Lafosse (Belgio 2008) PANORAMICA
CORTOMETRAGGI Ore 22,30 "Keluar Baris" ("Homecoming") di
Boo Junfeng (Singapore 2007) FUORI CONCORSO "Boy" di Auraeus Solito
(Filippine 2009) Ambrosio 2 CONCORSI O DOCUMENTARI REPLICA Ore 11 "Queer
China, 'Comrade' China" di Cui Zi'en (Cina 2008)
SERIE LESBICHE Ore 14,15 "Sugar Rush" (Episodio 9) di Harry Bradbeer
(GB 2005) "Sugar Rush" (Episodio 10) di Harry Bradbeer(GB 2005)
CONCORSO CORTOMETRAGGI Ore 15,15 "Bongo Bong" di Ken Wardrop (irlanda
2007) "Boy Meets Boy" di Peter Kim (Corea del Sud 2007) "En la
luz del sol brillante" di Jesús Torres Torres (Messico 2008) "Mon
printemps talons hauts" di Viva Delorme (Francia 2008) "Dish" di
Brian Harris Krinsky (Usa 2009) "Kaveri"
("A Mate") di Teemu Nikki (Finlandia 2007) "Même pas mort"
di Claudine Natkin (Francia 2007) "Paradise" di Mark Robinson
(Australia 2007) "Xia wu" ("Summer Afternoon") di Ho Wi
Ding (Taiwan 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 17,30 "Isola Nuda" di
Debora Inguglia (Italia 2008) CONCORSO DOCUMENTARI Ore 19 "Punches' n'
Ponytails" di Pankaj Rishi Kumar (India 2008) VOICE OVER Ore 20,45
"Umbrella" di Kerstin Schleppegrell e Inger Schwarz (Germania
2007/2008) "There is a Spider Living Between Us" di Tejal Shah (India
2008) PANORAMICA LUNGOMETRAGGI "Xiao shu da xia tian" ("Love
Mime") di Zhu Yiye (Cina 2008) OMAGGIO: FILIPPO
TIMI Ore 22,30 "Homo ominis lupus" di Matteo Rovere (Italia 2006)
"In Memoria di me" di Saverio Costanzo (Italia 2007) Ambrosio 3
CONCORSO DOCUMENTARI REPLICA Ore 11,30 "Les parents" di Christophe
Hermans (Belgio 2008) ARDORFO ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 14,30
"Flammes" di Ardorfo Arrieta (Francia 1978) VOICE OVER Ore 16
"Sérénade... In Fragments" di Marijo St-Amour (Canada 2008)
"L'Apesanteur" di Pascal Robitaille (Canada 2008) Ore 17,15 "Samstag
Abend im Eagle" ("Saturday Night at the Eagle") di Marc Adelman
(USA 2007) "The Universe of Keith Haring" di Christina Clausen
(Italia/Francia 2007) GUY GILLES: IL TEMPO FUORI TEMPO Ore 19.10 "Absences
répétées" di Guy Gilles (Francia 1978) STONEWALL: DA JUDY GARLAND A HARVEY
MILK Ore 20,45 "I Could go on Singing" ("Ombre sul
palcoscenico") di Ronald Neame (Gb 1963) OMAGGIO: SHU-LEA CHEANG Ore 22,45
"I.K.U" di Shu Lea Cheang (Giappone 2000) GIOVEDI' 30 Ambrosio 1
CONCORSO LUNGOMETRAGGI REPLICA Ore 11 "Elève libre" di Joachim
Lafosse (Belgio 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI Ore 14,15 "Cowboy"di
Till Kleinert (Germania 2008) "Somebody got Murdered" di Tor Iben
(Germania 2008) RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 15,45 "Divina
Creatura" di Giuseppe Patroni Griffi (Italia 1975) A VENT'ANNI DALLA
CADUTA DEL MURO DI BERLINO Ore 18 "Ein Traum in Erdbeerfolie"
("Comrade Couture") di Marco Wilms( Germania 2008) CINEMA IDEAL
CITYPLEX PREMIAZIONE Ore 21,30 Cerimonia di chiusura con i premi del "Da
Sodoma a Hollywood" Torino 24 GLBT Film Festival. Presenta Vladimir
Luxuria FUORI CONCORSO Ore 22,45 "Mentiras y gordas" di Alfonso
Albacete e David Menkes (Spagna 2009) Ambrosio2 CONCORSO DOCUMENTARI REPLICHE
Ore 11 "Isola Nuda" di Debora Inguglia (Italia 2008) "Punches'
n' Ponytails" di Pankaj Rishi Kumar (India 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI
Ore 14,15 "La Déchirure" di Mikael Buch (Francia 2007) "Easy
Tiger" di Alkmini Boura (Svizzera 2008) "Im Sommer sitzen die
Alten" di Beate Kunath (Germania 2009) PANORAMICA DOCUMENTARI Ore 15,15
"Excuse Me, What's Queever?" di Giulia Berto e Giulia Forgione
(Italia 2008) PANORAMICA CORTOMETRAGGI "Turistas" di Marcos de
Miguel, Isabel Coll (Spagna 2008) "Tect" ("Test") di
Borislav Kostov (Bulgaria 2008) "Rifiuto" di Stefano Bighi, Enrico
Giovannone (Italia 2009) "The Window" di Philippe Gosselin, Ronald
Regina (Usa 2008) "Youthquake" di Salvatore
Cutaia, Emanuele Vara (Italia/Spagna 2008); "Half a Lifetime" di
Howard Smith (Sudafrica 2007) "How Do I Say This? I'm Gay!" di
Michael Bodie e Silas Howard (Usa 2007);
"Pizza" di Ivan Cazzola (Italia 2008) VOICE OVER Ore 17
"Backstage" di Davide Maldi (Italia/Usa
2008) "Chapter 6 - The Bag Lady" di Daniel Barrow (Canada 2008)
"Land Forms" di Li Ning e Erikk McKenzie (Cina/Nor
/Olanda 2008); "Made Up" di Owen Eric Wood (Canada 2008)
RETROSPETTIVA GIUSEPPE PATRONI GRIFFI Ore 17,45 "Metti una sera
con.Patroni Griffi" di Leopoldo Mastelloni (Italia 2008) Ambrosio 3
CONCORSO CORTOMETRAGGI REPLICA Ore 11,30 proiezione di "Bongo Bong"
di Ken Wardrop (irlanda 2007) "Boy Meets Boy" di Peter Kim (Corea del
Sud 2007) "En la luz del sol brillante" di Jesús Torres Torres
(Messico 2008) "Mon printemps talons hauts" di Viva Delorme (Francia
2008) "Dish"di Brian Harris Krinsky (Usa
2009) "Kaveri" ("A Mate") di Teemu Nikki (Finlandia 2007)
"Même pas mort" di Claudine Natkin (Francia 2007)
"Paradise"di Mark Robinson (Australia 2007) "Xia wu"
("Summer Afternoon") di Ho Wi Ding (Taiwan 2008) PANORAMICHE
DOCUMENTARI Ore 14,15 appuntamento con "When I Knew" di Fenton
Bailey, Randy Barbato(Usa 2007)
"Tongzhi in Love" di Ruby Yang (Cina 2008) OMAGGIO: SHU-LEA CHEANG Ore 15,30 "Sex Fish" (Usa 1993) "Sex Bowl" (Usa 1994) "Coming Home"
(Giappone 1995) "Fingers and Kisses" (Giappone 1995)
"Fluid" (Installation) ( Norvegia 1994) "The Fisting Club"
(Germania 2008) "I Am You Are High on Milk" (Spagna 2008) ARDORFO
ARRIETA: DELIRI D'AMORE Ore 16,30 proiezione di "Grenouilles"
di Adolfo Arrieta (Francia/Spagna 1983) "Vacanza Permanente" di
Adolfo Arrieta (Italia 2006) OMAGGIO: FILIPPO TIMI Ore 18 "Atomique-les
trois portes" diretto da Filippo Timi (Italia 2000) "L'eredità di
Caino" di Luca Acito e Sebastiano Montresor (Italia 2006)
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( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ORCHESTRA
SINFONICA GLI APPUNTAMENTI Concerto a Sanremo poi doppia trasferta Una pianista
coreana di notevole fama per i tre concerti che la Sinfonica di Sanremo si
appresta a tenere. Il primo giovedì alle 16,30 nel Teatro del casinò, gli altri
il 2 maggio alle 21 nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Voghera e il 3
maggio alle 20,30 a
Cattolica nel Teatro della Regina. In questo caso in occasione della «Mostra
dei fiori e delle piante ornamentali». «Il Concerto di Rubinstein», come è
stato battezzato, vedrà impegnata come solista al pianoforte Ilia Klim diretta
dal maestro Piero Bellugi. In scaletta «La grotta di Fingal» Ouverture Op.26
(Le Ebridi) di Felix Mendelssohn (1809-1847); il Concerto n. 4 - in re minore
Op.70 per Pianoforte e Orchestra di Anton Rubinstein (1829-1894); la Sinfonia
in re maggiore di Luigi Cherubini (1760-1842). Ilia Kim, nata a Seul, ha
cominciato a suonare il pianoforte a 4 anni debuttando a 11 nel Sae Jong Arts
Centre di Seul. In quell'occasione ottenne una borsa di studio che le permise
di trasferirsi all'estero. Così nel 1988 si iscrisse alla Hochschule der Kunste
di Berlino per diplomarsi nel 1994 col massimo dei voti. Dopo vari corsi di
perfezionamento eccola iniziare la carriera di solistica che l'ha portata a
suonare in Germania, Usa (con
debutto nel 1994 nella Carnegie Hall di New York), Austria, Francia, Svezia,
Finlandia, Olanda, Romania, Croazia, Polonia, Messico, Brasile, Italia, Cina. Ha suonato con alcune delle
maggiori orchestre mentre suoi concerti sono stati trasmessi in diretta dalle
radio e tv nazionali di Corea, Romania, Germania, Messico e Italia. Dal
1998 risiede in Italia. Il direttore Piero Bellugi è uno dei più importanti che
può oggi vantare l'Italia. E' anche direttore onorario della stessa Sinfonica.\
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( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6 - Esteri
New York ora teme l´isolamento Obama: "Prese le misure
necessarie" Contagiati 28 studenti, bandite carni Usa in Russia e Cina Gli Stati Uniti La psicosi della
pandemia fa volare a Wall Street le azioni di Big Pharma (SEGUE DALLA PRIMA
PAGINA) VITTORIO ZUCCONI Sugli Stati Uniti il resto del mondo ha issato la
"bandiera gialla" di una semi quarantena globale. Non venite
qui tra noi infetti, non mangiate i nostri maiali, sorvegliate i turisti che
arrivano a voi da qui. L´influenza suina è divenuta il "virus
nordamericano", nonostante il presidente Obama si affanni a dire che «non
ci sono veri motivi di allarme» e il numero dei casi, fra accertati e
probabili, sia per ora meno di 50, su una popolazione di 310 milioni.
L´influenza mutante ha qualcosa di mostruosamente inquietante, nonostante la
"solita" influenza stagionale uccida 36 mila americani ogni anno,
secondo le cifre ufficiali del Centro per il Controllo delle Malattie, nella
generale indifferenza. Ma la pandemia del panico, cominciata nel Messico, ha
infettato tutta l´America del Nord, quando il ministro per la Sicurezza
Nazionale, Janet Napolitano, ha proclamato lo stato d´emergenza per mettere in
moto le procedure di controllo e liberare i fondi governativi destinati alla
risposta nazionale contro minacce biologiche naturali o terroristiche. E gli
Stati Uniti sono divenuti il centro dell´ansia e dell´attenzione. I casi accertati
del morbo che i liceali dell´Istituto San Francesco di Queens hanno contratto
in Messico e dal quale sono guariti in pochi giorni, aumenteranno, perché i 350
laboratori federali ora li cercano dietro ogni febbre e tosse. E dunque li
trovano. Sono sotto il microscopio le scuole, soprattutto i licei di frontiera
col Messico, in Texas, dove tre nuovi casi sono stati segnalati a San Antonio,
perché questa infezione sembra colpire non i soliti "vecchi, bambini e
malati", ma i giovani, come fece, 90 anni or sono, la madre orribile di
tutte le pandemie influenza, la Spagnola. Starnutisce Wall Street, che aveva
appena cominciato la convalescenza dalla terribile influenza finanziaria
dell´estate scorsa, e barcolla tra la voglia di accasciarsi e la ricerca di quei
titoli di farmaceutiche e industrie della sanità privata che rastrelleranno
profitti dai milioni - già 40 milioni di flaconi messi in commercio dalle
scorte strategiche nazionali - di confezioni di medicinali antivirali e di
antibiotici per trattare le complicanze batteriche, perché non c´è dramma dal
quale non si possa guadagnare qualche dollaro (la paura di una pandemia fa
decollare le azioni di Big Pharma). S´indignano le voci pubbliche, scoprendo
che la Unione Europea invita a non volare negli Usa,
come se questo fosse divenuto il lebbrosario del mondo. Gli allevatori di
maiali del Kansas e dell´Iowa scoprono che i loro porcelli sono stati messi al
bando dal governo cinese, da quello russo, da Abu Dhabi e da Dubai, nonostante
non esista alcun pericolo nel consumi di carni di suini cotte o insaccate. Il
segretario di Stato Clinton ci ammonisce a non fare viaggi oltre frontiera,
proprio mentre altre nazioni ammoniscono i loro cittadini a non venire in
America, ma nei principali aeroporti internazionali sono stati installati
sensori a infrarossi per provare a distanza la temperature dei passeggeri. E a
tutti i viaggiatori in ingresso saranno distribuite schede, gialle
naturalmente, con numeri di telefono ai quali rivolgersi in caso di sospetta
infezione. «Quello che abbiamo fatto finora - diceva ieri mattina Obama che ora
deve affrontare anche l´aggressione del maiale infettivo per la scadenza dei
suoi 100 giorni - è creare le condizioni per rispondere a ogni emergenza». «La
buona notizia è che finora non ci sono altri focolai di infezioni a New York
oltre quelli del Liceo San Francesco - annuncia in diretta tv il sindaco
Bloomberg - 45 giorni dopo l´identificazione dei primi casi. La cattiva notizia
è che non sappiamo se ne troveremo altri». La bandiera gialla sventola sulla
Statua della Libertà. Tra la sempre presente psicosi dell´attacco
bioterroristico e la preoccupazione politica di farsi trovare impreparati come
Bush a New Orleans, le autorità americane inconsapevolmente alimentano il
panico mentre cercano di controllarlo. Il direttore del Cdc di Atlanta ha
cercato di invertire gli ingranaggi della psicosi. Ha spiegato che la
trasmissione dei casi è ancora minima, che non ci sono segnali di accelerazione
dell´epidemia e che tutti i pazienti accertati sono colpiti da forme benigne.
Ma le contee, le città dalle quali in America dipendono le scuole, cominciano a
chiudere edifici, ad annullare funzioni pubbliche, perché la minaccia di future
querele e di colossali cause per danni, sempre presenti negli Stati Uniti,
ispira l´eccesso di cautela. Ci saranno altri casi, qui nel nostro lazzaretto
nordamericano, perché l´indagine ora scoverà il virus. L´aumento produrrà le
inevitabili mascherine chirurgiche bianche o blu, anche se al Centro per il
Controllo delle Malattie spiegano che la loro efficacia preventiva è dubbia, e
le precauzioni migliori restano l´acqua e il sapone ed evitare «il bacetto di
saluto». In qualche zone di confine come la California le mascherine sono già
comparse e la sindrome dell´untore si allarga. C´è qualcosa di
irresistibilmente terrorizzante in questa influenza venuta dai porcili, quasi
la vendetta sempre attesa degli animali contro chi li alleva per macellarli. In
fondo, segretamente, ideologicamente, non dispiace al resto del mondo l´idea che
proprio l´America che per otto anni ha preteso di esportare la democrazia, ora
sia accusata di poter esportare l´influenza del maiale. E il liberatore sia
divenuto l´untore.
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( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 9 -
Economia Il governo La locomotiva Giorgio Squinzi, presidente Federchimica: chi
fa impresa deve credere di più in se stesso "Nel 2009 ripresa lentissima
ma è ora di tornare a investire" Lo Stato deve incentivare la vocazione
internazionale e far scendere il costo-energia Il mondo ripartirà davvero
quando gli Stati Uniti ritorneranno a consumare ETTORE LIVINI MILANO - «Il
cammino per uscire dalla crisi sarà lungo. Però il peggio è già alle spalle. E
noi stiamo già sperimentando una timida ripresa della domanda». Se a dirlo è
Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica e numero uno di un gruppo
la Mapei con 54 fabbriche in cinque continenti, c´è da credergli. Il suo
settore è da sempre uno degli indicatori più sensibili della congiuntura
economica
(«soffriamo da inizio 2008, ben prima del caso Lehman...») e un timido raggio
di sole in un mondo presente in tante filiere produttive
dai prodotti di largo consumo, all´auto fino all´edilizia vale doppio.
Quali sono le ragioni per essere ottimisti, dottor Squinzi? «Sono i numeri a
confortarci. Prenda l´etilene, una delle componenti base di tutta la nostra
produzione. Tra dicembre e gennaio ne compravi una tonnellata con 500 euro. Ora
ne servono 600, il 20% in più. In parte perché le aziende, dopo aver svuotato i
magazzini, stanno tornando a riempirli. Ma lo fanno perché tutti hanno fiutato
che il vento sta iniziando a cambiare». Con le plastiche avete un termometro
congiunturale molto vicino al grande consumo. Ci sono segnali positivi? «Da
febbraio il mercato si è stabilizzato. Anzi, in qualche area è tornato
positivo. Solo l´edilizia ha qualche difficoltà in più. La mia previsione è
questa: una ripresa lentissima quest´anno, destinata a continuare senza troppo
sprint nel 2010. Il mondo ripartirà davvero quando gli americani torneranno a
consumare. E non mi sembra che quel momento sia dietro l´angolo. La chimica
vivrà un anno tranquillo solo nel 2011 se non nel 2012». La sua Mapei è
presente in tutto il mondo. è vero che l´economia in Cina ed Estremo oriente è già tornata a
decollare? «In parte sì. Anche se Pechino è in mezzo a una trasformazione
epocale da paese esportatore a produttore per il mercato interno. Al momento il
Pil tiene grazie agli investimenti infrastrutturali. La ripresa comunque
è molto a macchia di leopardo. Negli Usa
per gente come noi che opera nel mattone non va certo bene. In Italia
siamo a -20% e la ripresa dipende molto da quando e come partirà il piano casa.
In Germania e Francia, dove la bolla edilizia si era gonfiata meno, siamo a +8 e + 12%. La maglia nera
va alla Spagna dove il segno negativo è del 40%». Come si esce dalla crisi?
«Questo è il momento di investire ed internazionalizzarsi. Dobbiamo credere di
più in noi stessi. Inutile difendere il proprio orticello sotto l´ombrello
protezionistico dello Stato. Bisogna scommettere sull´innovazione (noi mettiamo
85 milioni l´anno, il 5% dei ricavi, in ricerca) evitando di prendere rischi
finanziari». E lo Stato cosa può fare? «Deve incentivare
l´internazionalizzazione. E sciogliere i lacciuoli che ci tolgono
competitività. Va semplificata la burocrazia. E deve lavorare per ridurre i
costi dell´energia. Noi paghiamo l´elettricità il 30% in più rispetto al resto
dell´Europa. Poi c´è il capitolo delle infrastrutture fatiscenti. Sono nodi che
dobbiamo affrontare. è qui che giochiamo sfida del futuro». Le imprese italiane
negli ultimi mesi si sono lamentati della difficoltà d´accesso al credito
bancario. è ancora così? «Non mi pare. Le nostre banche sono molto più solide
di quelle di altri paesi. A noi non hanno mai negato un euro. Può darsi che in
qualche caso ci sia stato un irrigidimento sui finanziamenti. Ma a me pare che
si sia rarefatta molto anche la domanda. è un errore. Questo è il momento in
cui le imprenditori devono credere in se stessi per uscire dalla crisi più
forti di prima».
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( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 -
Cronaca La febbre suina sbarca in Europa primi malati in Spagna e Scozia
Messico, 149 vittime. La Ue: nessun limite ai viaggi verso gli Usa L´emergenza Sintomi sospetti anche in Italia, ma i test
sono negativi. Obama: niente panico PIETRO DEL RE ROMA - è spagnolo e ha 23
anni il paziente "zero" europeo. Il 22 aprile scorso, di ritorno da
un viaggio di studio in Messico, è stato colto da nausea e febbre alta. Due
giorni dopo, afflitto da estrema debolezza, è stato ricoverato all´ospedale di
Almensa, nella regione della Castilla-La Mancha. Ieri, il verdetto: l´uomo è
stato contagiato dal virus suino. Nel pomeriggio, altri due casi di infezione
sono stati accertati in un ospedale della Scozia. Intanto, all´ospedale di
Venezia una donna di 31 anni è stata ricoverata in isolamento nel reparto di
malattie infettive. Era appena rientrata da San Diego in California con febbre
alta ed è stata sottoposta in via precauzionale ad accertamenti. I primi test avrebbero
già dimostrato che la sua non è influenza suina. Ma continua a salire il numero
delle vittime in Messico, dove il virus A/H1N1 ha già ucciso 149 persone.
«Preoccupazione, prudenza, ma non panico». Con queste parole il presidente
Obama ha cercato di calmare l´America, dove cresce il numero di casi accertati
(28 a New
York, 8 in
California, 2 in
Texas, 2 in
Kansas e 1 in
Ohio). «Temiamo che possano essercene oltre 100 nella scuola Saint Francis
Preparatory di Queens», ha detto il sindaco della Grande Mela, Michael
Bloomberg, mentre il governo statunitense ha cominciato a distribuire 11
milioni di dosi di antivirali (Tamiflu e Relenza) negli stati più colpiti. A causa dei timori di una pandemia, Cina, Ucraina, Kazakhstan, Filippine, Thailandia ed Emirati Arabi
hanno vietato l´import di carne di maiale dagli Stati Uniti. Arrivano pessime
notizie dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie di Atlanta:
il virus si propagherebbe anche da uomo a uomo. Persone venute in
contatto con gli ammalati hanno iniziato a mostrare i primi sintomi
dell´influenza. Sempre ieri è giunta la conferma di 4 casi in Canada e in
Francia, Belgio e Germania si segnalano nuovi pazienti "in fase di
indagine". Sei casi sospetti di febbre suina sono risultati negativi, ha
informato ieri mattina il ministero francese della Sanità: si trattava di
banale influenza senza alcun legame con l´epidemia che imperversa Oltreoceano.
Un incidente diplomatico è scoppiato quando la Commissaria europea alla Salute,
Androulla Vassiliou, ha chiesto che «vengano evitati i viaggi, ritenuti
non-essenziali, nelle zone colpite dall´epidemia». Immediata la risposta del
direttore del Centro americano di controllo e prevenzione delle malattie,
Richard Besser: «Un avvertimento ingiustificato, in particolare negli Stati
Uniti». è toccato allora al presidente di turno dell´Ue, Alexandr Vondra,
rettificare il tiro: «Che io sappia non c´è alcun divieto europeo di andare
negli Usa». Come ha spiegato il numero uno della
Direzione generale salute della Commissione europea, Robert Madelin, tutte le
esperienze e tutte le simulazioni condotte mostrano che azioni drastiche come
la chiusura delle frontiere rallentano solo di qualche giorno il propagarsi di
un virus pandemico, mentre costano enormemente sul piano umano e sul piano
economico. Ma quanto ci vorrà per fabbricare un nuovo vaccino anti-influenzale?
«Tra la comunicazione di un nuovo ceppo influenzale, soprattutto se è di un
tipo simile a quello che circola attualmente in Messico, e la produzione delle prime
dosi di vaccino, bisogna contare almeno quattro mesi», ha dichiarato il
portavoce della filiale di Sanofi-Aventis, leader mondiale del settore. In
Messico, dove sono circa duemila le persone ancora ricoverate in ospedale e
dove tutte le scuole resteranno chiuse fino almeno a metà maggio, piove sul
bagnato. Ieri, un terremoto di magnitudo 6 gradi della scala Richter ha colpito
la capitale. La scossa è stata avvertita anche durante la conferenza stampa del
ministro della Sanità, José Angel Cordova, che stava aggiornando i dati sulla
diffusione della prima "peste" del Terzo millennio.
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( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 31 -
Commenti GLI ENIGMI DELLA POLITICA ITALIANA MARC LAZAR Silvio Berlusconi e le
difficoltà della sinistra costituiscono i due grandi enigmi politici italiani.
E sono al centro del recente saggio di Aldo Schiavone, L´Italia contesa
(Laterza), che sta suscitando un dibattito pubblico. Schiavone offre una serie
di riflessioni stimolanti sull´Italia contemporanea, il solo Paese ad aver
subìto a un tempo il grande sconvolgimento tecnologico iniziato oltre due decenni
fa, e una crisi politica di vasta portata. A suo giudizio, Berlusconi è il
frutto delle specificità italiane del XX secolo, e il berlusconismo
un´"ideologia di transizione". Ma la vera originalità provocatoria
del libro sta nel fatto che Aldo Schiavone parla di tutto questo al passato.
Per lui il berlusconismo è in via di sparizione, perché si sta chiudendo il
ciclo del liberismo e del declino della politica apertosi negli Anni 80, e
incarnato appunto dall´attuale presidente del Consiglio. E inoltre perché dalla
crisi finanziaria del 2008 e dalla susseguente crisi economica starebbe per
nascere un nuovo ciclo, segnato dall´imperativo delle regole e del ritorno alla
politica. è una profezia che merita di essere discussa, innanzitutto per
ragioni congiunturali: Berlusconi, come altri leader della destra
si pensi ad esempio a Sarkozy si è immediatamente adattato alla nuova
congiuntura economica, erigendosi a grande protettore di una popolazione
fragile e prendendo disinvoltamente a prestito i temi cari alla sinistra. Ma anche per ragioni
più profonde. Il berlusconismo è caratterizzato dalla combinazione di tre
elementi: il tentativo di imporre un´egemonia culturale; la formazione di un
blocco sociale, e infine la costruzione di un´alleanza politica. L´egemonia
culturale trae la sua potenza dalla plasticità: lungi dall´essere univoca,
confinata al liberismo, al mercato, al privato e alla violazione delle regole,
associa in continuazione elementi contrari, includendo ad esempio oggi la
protezione pubblica e la compassione sociale. Questa plasticità mira a
coagulare le diverse componenti del vasto blocco elettorale del centro-destra,
formato in larga maggioranza da cattolici praticanti, ma anche da laici:
piccoli imprenditori, liberi professionisti, artigiani e commercianti da un
lato, e dall´altro fasce popolari scarsamente politicizzate e a basso livello
di istruzione, spaventate dalla modernizzazione, dalla
globalizzazione, dall´Europa, dagli stranieri. In definitiva, il berlusconismo
consiste nell´unificare le destre e una parte del centro, ieri in una
coalizione e oggi nel Pdl, alleandosi al tempo stesso con la Lega. Senza dubbio
il Pdl è fragile, e dipende dalle sorti del suo creatore. Eppure, oggi
più che mai costituisce il partito dominante e dominatore di un bipartitismo
incompleto, che approfitta pienamente della crisi della sinistra. Una crisi che
a sua volta suscita molti interrogativi. Di fatto, per molto tempo la sinistra
italiana, e in particolare il Partito comunista italiano, aveva esercitato un´attrazione
irresistibile sulle altre formazioni della sinistra europea, ma anche su un
gran numero di intellettuali che oggi stentano a comprendere le sue attuali
avversità. Sedotti dal suo fascino, hanno celebrato il suo ruolo nella
Resistenza, il suo antifascismo, la sua forza politica e sociale, la sua
ricchezza intellettuale, la sua indipendenza da Mosca. E hanno preferito
ignorare l´impotenza politica del Pci, perennemente in minoranza alle elezioni,
il suo conformismo, e a partire dagli Anni 60 anche la sua incapacità di
comprendere le trasformazioni in atto nella società, la sua sordità alle
aspirazioni dei giovani, la sua organizzazione autoritaria e la sua
impossibilità di rompere con il sistema comunista mondiale. Tutto questo ha
contribuito, insieme ad altri fattori originati dalla Dc, a bloccare il sistema
politico italiano. Alla fine degli Anni 80, la decisione di trasformarsi in Pds
è stata coraggiosa e opportuna; ma ha comunque destabilizzato la sinistra
italiana, resa orfana non solo dalla crisi del comunismo, ma anche da quella
del socialismo. Dopo la sconfitta del 1994, nel confronto con Berlusconi, la
sinistra ha avviato una manovra sagace: constatando che non avrebbe mai potuto
vincere da sola, ha deciso di allearsi a una parte del centro, dapprima in una
coalizione e più recentemente in seno al Pd. Ha cercato di legittimarsi
prendendo le distanze da interi capitoli della sua storia, convertendosi al
riformismo e dotandosi di una cultura di governo. Ma il compromesso tra ex
comunisti ed ex centristi che è all´origine del Pd ha dato luogo a un consenso
fiacco. E di conseguenza, il Pd trova grandissime difficoltà ad affermare
un´identità, a elaborare un progetto, a estendere il suo elettorato, a
costruire una strategia d´attacco, a rinnovare la sua leadership. E lascia
quindi a Berlusconi un vasto campo libero. Ma allora la sinistra è davvero,
come scrive Aldo Schiavone, nella posizione migliore per cogliere le
opportunità offerte dalla nuova fase storica che si sta aprendo, in quanto
«dispone ancora di più conoscenze, di un pensiero più educato, di un migliore
allenamento alla riflessione» (pag. 76)? In verità, forse per la sinistra è
venuto il momento di chiedersi perché mai non riesca ad attrarre un maggior
numero di elettori, dato che in effetti dispone di talenti molteplici.
Servirebbe un po´ più di umiltà. E anche un maggiore impegno per comprendere
gli sviluppi complessi e contraddittori dell´Italia di oggi; più inventiva per
rispondere alle aspirazioni di rinnovamento che emanano dalla società; più
audacia nell´elaborare proposte per venire incontro ai giovani, alle donne, ai
lavoratori del settore privato, ai precari, agli immigrati; più creatività per
una narrativa che non cerchi di far sognare, o di proporre impossibili utopie,
ma conferisca un senso alla sua azione; più mordente nel confronto con
l´avversario, per valorizzare la propria differenza, ad esempio sulla questione
della laicità; e infine una maggiore apertura al proprio interno, per
consentire ai nuovi venuti e alle giovani generazioni di ampliare
l´aggiornamento e far emergere un leader. Traduzione di Elisabetta Horvat
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( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina XIII -
Bologna Cartoline dai cittadini che pensano positivo Messaggi anti-crisi,
slogan ideati da studenti, persone di tutte le età, artisti Oggi
all´Archiginnasio si inaugura la mostra con centinaia di immagini e dediche che
hanno partecipato al Torneo fotografico-letterario del Centro Antartide PAOLA
NALDI CON un gesto semplice come il sorriso si può sperare di cambiare lo
spirito di una città. La voglia non manca come dimostrano i tanti scatti (più
di 300) che sono arrivati per partecipare al torneo fotografico-letterario
«Cara Bologna ti scrivo... e ti sorrido», promosso dal Centro Antartide, con la
Repubblica e poi Coop Adriatica, Hera, Comune di Bologna, Quartieri Savena e
Saragozza, Legacoop, Manutencoop, Azienda Usl, Infea Emilia Romagna, il liceo
Laura Bassi, l´Istituto Comprensivo 1 e 12, la Direzione didattica 13.
L´iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Carisbo, è presentata in una mostra
che si inaugura oggi alle 18 all´Archiginnasio (piazza Galvani 1) con una
selezione dei lavori partecipanti - scatti in bianco e nero o a colori,
affiancati da slogan, frasi, riflessioni - inviati da classi di studenti o da
semplici cittadini che in questo modo hanno dimostrato di amare la propria città.
«Il concorso è stato il pretesto per ripensare la città in senso positivo -
spiega Giampiero Mucciaccio del Centro Antartide -. A Bologna ci sono grossi
problemi e la gente ha sempre più lo sguardo a terra. Ma la grande
partecipazione a questa iniziativa dimostra come ci sia la speranza di vedere
una città non solo buia e nera». L´invito alla speranza è ben chiaro in quei
sorrisi contagiosi che uniscono generazioni e colori della pelle. Sorrisi che
spuntano dalla visiera di un casco, come nel caso della foto vincitrice
scattata da Fabrizio Belardetti, o da volti incorniciati da capelli bianchi
come negli scatti di Paolo Lambertini che vuole «mescolare la saggezza degli
anziani e l´entusiasmo dei giovani per ridare la carica a Bologna». Tanti i
lavori provenienti dai ragazzi delle scuole che hanno associato la voglia di
ridere all´impegno sociale, a temi ambientali, alla solidarietà o semplicemente
alla gioia di vivere. Così Eva Sciacca invita a «regalare un sorriso a chi
dorme sotto i portici: gli farà da coperta», mentre la classe I A delle medie
Farini si mette in fila e lancia la sfida: «Sorridi sempre oppure rendi
ridicolo chi immagina che sorridere sia una cosa ormai inutile». Dagli scatti emerge poi che la gioia è forse l´essenza della
globalizzazione, linguaggio comune a tutti i popoli che non ha bisogno di
traduzione: in Oriente come sotto le Due Torri. E qui basta tenere gli occhi
ben aperti per scoprire che il sorriso è ancora una costante di chi vive in
centro come nei quartieri di periferia. Quello di Padre Gabriele, nella
foto di Ermina Vezzelli, «che per 365 giorni all´anno sosta all´angolo di via
Orefici, con il cappello miracoloso sulle ginocchia» o quello di Nela,
immortalata da Simona Tonna, arrivata dalla Croazia, dove ha studiato per diventare
parrucchiera, e che oggi ha un negozio alla Barca dove «tutti fanno due
chiacchiere e danno una mano a spazzare». Insomma, pur nel degrado e nella
crisi di oggi, dalla mostra arrivano messaggi di ottimismo e positività. Come
quello di Massimo Minimo: «Cara Bologna ascolta il consiglio del mitico Jim
Morrison: sorridi sempre, anche se è un sorriso triste, perchè più triste di un
sorriso triste c´è la tristezza di non saper sorridere». Mostra aperta fino al
27 maggio, orari lunedì-venerdì 9-18,45, sabato 9-13,45; 1 maggio chiuso,
gratuito. Info: 051260921.
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( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina II - Bari
Cassa integrazione anche ai precari Patto con i sindacati: 63 milioni nel 2009
per 50 mila lavoratori Barbieri: "Unica condizione è di non
licenziare" vertice in prefettura sulla crisi Natuzzi PAOLO RUSSO Da oggi
arriva la cassa integrazione per oltre 50mila lavoratori pugliesi. Ieri sera,
dopo una maratona di sette ore, l´assessore regionale al lavoro, Marco Barbieri
ha chiuso la concertazione sugli ammortizzatori sociali in deroga. La Regione e
i sindacati hanno raggiunto un accordo "erga omnes". Per tutto il
2009 potranno usufruire della cassa integrazione i dipendenti di tutte le
imprese, anche quelle non industriali e di piccole dimensioni per le quali, la
legge non prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali. La crisi ha cambiato
le carte in tavola. Soprattutto per i lavoratori meno tutelati sul mercato.
Precari, contratti a progetto e apprendisti: per la prima volta la cassa
integrazione sarà estesa anche a loro. Due terzi dei 63 milioni di euro a
disposizione per i lavoratori pugliesi potranno essere tecnicamente erogati già
a partire da oggi. I soldi arrivati da Roma, 49 milioni, sono immediatamente
spendibili. I 24 messi a disposizione dalla Regione devono prima ricevere il
visto dell´Unione europea. «Con i sindacati abbiamo scelto di finanziare tutti
i lavoratori per scongiurare i licenziamenti - ha spiegato l´assessore Barbieri
- se i soldi a disposizione alla fine non basteranno, non esiteremo a chiedere
nuove risorse al governo nazionale che, è bene ricordarlo, sta utilizzando i
fondi Fas del Mezzogiorno per pagare gli ammortizzatori sociali in tutta
Italia». Tutte le richieste delle aziende pugliesi saranno accolte. Le imprese
che hanno già esaurito il monte ore a loro disposizione per la Cig potranno
sfruttare una deroga fino alla fine del 2009. Un impegno su tutto il fronte
che, secondo le stime dei sindacati dovrebbe interessare 30mila lavoratori in
cassa integrazione e un esercito, difficile anche da quantificare, di precari e
contratti termine non rinnovati. Non meno di 20mila unità. «L´unica condizione
che poniamo per accedere a questi finanziamenti è quella di evitare i
licenziamenti», ha ribadito l´assessore al Lavoro che ieri ha riscontrato
un´apertura in questa direzione da parte di Natuzzi. Il colosso del divano,
ieri ha annunciato di essere disponibile a rivedere il suo piano esuberi. Nel
corso di un vertice straordinario in Prefettura (seguito da una folta
delegazione di lavoratori) l´azienda, che stima una perdita di 1, 2 milioni di
euro e ha presentato un piano di 1540 esuberi, ha aperto al dialogo con i
sindacati e la Regione. Barbieri ha ribadito la
disponibilità di finanziamenti all´interno dell´accordo di programma regionale
cui Natuzzi ha partecipato. Le possibili soluzioni potrebbe essere legate al
Feag, il fondo di adeguamento alla Globalizzazione, o alla reintroduzione dei contratti di solidarietà.
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-28 - pag: 2 autore: Di mutazione in
mutazione Un virus che accompagna (e fa) la storia di Marco Magrini A prile
1919. Woodrow Wilson, presidente degli Stati Uniti, è a Parigi per gli ultimi
dettagli del Trattato di Versailles. Sulle prime, c'è il timore che sia stato
avvelenato. Invece, è influenza. Non un'influenza qualsiasi, ma la terribile
Spagnola. La quale risparmia il primo cittadino americano, che resta seriamente
debilitato proprio mentre si scriveva l'epilogo della Prima guerra mondiale, ma
uccide un suo assistente. Anche i virus, nel loro piccolo, fanno la storia. Il
virus che di recente è trasbordato da un maiale messicano a un essere umano,
discende dallo stesso virus che potrebbe aver cambiato qualche passaggio del
Trattato di Versailles. Entrambi si chiamano H1N1: un nome che suona come il
virus primordiale. Il che, ovviamente, non è vero: nell'epopea
dell'evoluzione,quei microscopici marchingegni capaci di sopravvivere solo
mutando incessantemente, sono qui sul pianeta da qualche miliardo di anni in
più dell'uomo. La primogenitura di Acca uno Enne-uno sta solo nell'essere stato
studiato agli albori del Ventesimo secolo, quando la scienza aveva da poco
scoperto la loro esistenza. La H sta per emoagglutinina, la proteina che serve
ad attaccarsi alla cellula che fa da ospite involontaria (nell'influenzavirus
se ne conoscono 16 varianti). E la N per neuraminidasi, l'altra proteina che
compone l'involucro del virus (8 varianti). Nonostante il nome in comune però,
la Spagnola e la Messicana - come sarà forse ricordata, qualora l'attuale
epidemia salisse al rango di pandemia - sono ben diverse. La prima veniva dagli
uccelli. La seconda dai maiali. Anzi, a voler essere precisi, la H dell'attuale
virus viene dal mondo suino. Ma la N ha frammenti di geni che vengono da virus
del mondo suino, aviario e umano. In altre parole, la storia del microcosmo
virale è ancor più complessa e imprevedibile della storia umana. Nel 1920,
quando la Prima guerra è ormai finita, la Spagnola ha fatto più vittime del
conflitto bellico. E sono state imparate amare lezioni. Secondo John Barry,
autore del fortunato The Great Influenza, la Spagnola era originalmente apparsa
in Kansas. Nel paesino di Haskell, Barry ha trovato le lettere di un dottore
che, nel febbraio del 1918, era stato subissato di casi di un'influenza
mortale, che aveva interessato reclute per l'Europa. Da lì, il virus - poi
documentato per la prima volta in Spagna - sarebbe stato esportato via nave nel
Vecchio Continente. Ma non basta: nel settembre dello stesso anno, un
bastimento dall'Europa carico di ammalati sbarca a Philadelphia e contagia
l'ospedale. I medici chiedono alle autorità di cancellare la parata che doveva
lanciare la sottoscrizione dei Liberty Bond. Ma la parata si fa lo stesso e
Philadelphia è devastata dalla febbre e dalla morte. Dopo due anni, gli echi
della Spagnola si affievoliscono. Il virus smette di mietere vite umane, a
forza di mutare si spegne. Oggi, ne rimangono dei campioni in un laboratorio e
nei resti di una donna inuit che era stata sepolta sotto il permafrost
dell'Alaska. Però, i virus con la H e la N del primo tipo - in varianti innocue
per gli uomini sono continuati a esistere: dentro gli uccelli, i suini e gli
stessi esseri umani. Non a caso, una variante H1N1 è nel vaccino antinfluenzale
dell'ultima stagione. A forza di mutare e di riprodursi velocemente ( molto più
velocemente dell'Hiv, ad esempio), il virus ha continuato a sopravvivere negli
anni, nonché a riprodursi a spese delle cellule ospiti. Oggi, quelle cellule si
sono moltiplicate: dai tempi della Spagnola, il numero degli esseri umani è
cresciuto di quattro volte. E la rapidità di crociera del virus è passata dalle
navi militari della Grande guerra al turismo supersonico di massa. Le autorità
sanitarie internazionali, adesso che non è affatto chiara
la natura di questo virus che è già globalizzato ma ha fatto vittime solo in
Messico, sembrano aver imparato la lezione di Philadelphia. Ma con un
avversario così invisibile e - soprattutto- dall'animo così mutevole, è
difficile prevedere. E guerreggiare. John Barry, nel suo libro, espone un'altra
teoria. Che Wilson, debilitato dalla febbre a 39 e mezzo e segnato
psicologicamente, alla fine abbia lasciato troppa mano libera al premier
francese Georges Clemenceau, che impose di minare la Germania militarmente, ma
anche economicamente. Così innescando le scintille nazionaliste che
accenderanno la fiamma di Hitler. Anche i virus fanno la storia umana. E noi, a
pensarci bene, facciamo la loro. © RIPRODUZIONE RISERVATA VERSAILLES 1919 Il
presidente Usa Wilson, colpito dalla Spagnola, cede ai francesi e firma il
trattato che punisce la Germania e innesca il nazionalismo
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-28 - pag: 2 autore: DALLA PRIMA GUERRA
MONDIALE A OGGI La Spagnola del 1918 La grande influenza, la pandemia più grave
tra quelle documentate, è nota come Spagnola. Si diffonde tra il 1918e il 1920
facendo, secondo le ultime stime, tra 50 e 100 milioni di morti. Di tipo A, sottotipo
H1N1, prende il nome improprio di Spagnola perché solo in Spagna, Paese non
coinvolto nella Prima guerra mondiale, non vengono censurate le notizie del
contagio. Il virus arriva in Europa con le truppe americane.è un'influenza
globale che si propaga fino all'Artico e alle isole del Pacifico. Muoiono di
Spagnola anche il poeta francese Guillaume Apollinaire e il filosofo tedesco
Max Weber ( nella foto) L'Asiatica e la Hong Kong Le altre due pandemie del XX
secolo fanno meno vittime. L'Asiatica nel 1957 (tipo A,ceppo H2N2) uccide poco
meno di 70mila persone.L'influenza di Hong Kong (tipo A, ceppo H3N2) fa un
milione di morti nel 1968 ( nella foto una campagna informativa contro il
contagio negli Usa). Gli antibiotici, curando le infezioni secondarie, riducono la mortalità Nel 1976 i
primi casi di suina Un soldato del New Jersey èi primo caso mortale di
influenza suina. La Sars, nel 2002, è una polmonite atipica che, a partire
dalla Cina, uccide 800
persone. L'influenza aviaria del 2003,nel Sud-Est asiatico, fa 250 morti
ALINARI CORBIS
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-28 - pag: 3 autore: In breve Israele
chiede: chiamatela messicana Non chiamatela influenza suina! Chiamatela con il
suo vero nome: «Influenza messicana». Quando il ministro della Salute è un
fervente rabbino, può capitare che il primo provvedimento del Governo contro
l'allarme influenza suina sia un invito ai media a non usare termini impropri o
blasfemi. Yaakov Litzman, 61 anni, con barba bianca e cappotto nero, non ha
dubbi: il maiale è un essere impuro. E persino pronunciare il suo nome agli
ultraortodossi non andrebbe proprio giù. Finora in Israele sono stati segnalati
due casi sospetti, due persone rientrate dal Messico nei giorni scorsi, e poste
in isolamento. I Paesi arabi: «Punizione divina» Sul sito web della televisione
al-Arabya, Nasrin, giordana, si esprime così: «Ogni giorno che passa dimostra
l'infallibilità della fede musulmana, che è una religione valida per ogni tempo
e luogo. L'Islam non avrebbe vietato di mangiare la carne di maiale se non
causasse gravi danni alla salute». Su diversi media sono tanti a ringraziare la
loro religione che li ha fatti scampare al pericolo. Una reazione forse
ingenua: non fanno i conti con la globalizzazione e con il fatto che il nuovo
ceppo si trasmette da uomo a uomo. E metropoli come Dubai o il Cairo sono città
cosmopolite che pullulano di viaggiatori di ogni fede. Bando anche per le carni made in Usa Russia, Cina,
Kazakhstan, Ucraina, Filippinee Thailandia hanno imposto un bando all'import di
carne suina dagli Stati Usa
colpiti. Critiche del rappresentante americano per il commercio: «Il bando per
la carne di maiale e di prodotti a base di carne di maiale, non ha una base
scientifica e può provocare gravi danni al commercio senza una vera causa».
«Un divieto dalla Russia, grande acquirente di carne Usa,
si tradurrà in un bando a tutti i tipi di animali e prodotti a base di carne
dal Texas, Kansas e California», ha concluso. www.ilsole24ore.com Invia le tue
domande sul virus
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-28 - pag: 12 autore: Scuse made in Usa Fa piacere leggere l'articolo di Timothy Geithner (si
veda Il Sole 24 Ore del 25 aprile) che ammette che bisogna cambiare
profondamente le regole di una finanza che si è detta creativa, ma si è
dimostrata ampiamente distruttiva. Però non intravedo un sincero pentimento e
una pura coscienza da parte di chi, come Tim, ha fatto parte delle schiere di
coloro che consideravano ottime le teorie che ci hanno portato allo sfracello.
So che, come diceva Gucciardini «la fede fa ostinazione» quindi è difficile
abiurare, però quando gli Usa decisero di applicare le
attuali regole non mi pare abbiano chiesto il parere dei G-8 o G-20e così via.
Speriamo di vedere decisioni rapide; checché ne dicano i vati, io che sto in
prima linea vedo la situazione delle attività produttive peggiorare. Giorgio
Ortu email L ei vede il bicchiere mezzo vuo-to. L'ottimista potrebbe leggere
l'intervento di Geithner come l'acquisita consapevolezza da parte degli Stati
Uniti che, da soli, non potranno andare molto lontano. Hanno bisogno della Cina, tanto per cominciare,e di chi acquisti i loro titoli pubblici.
E poi probabilmente sanno che non potranno da soli ricostruire un capitale
sociale importante come la fiducia che hanno potentemente contribuito a
incrinare. Del resto, qualche precedente confortante c'è: nel 1985,l'accordo
del Plaza funzionò e contribuì a ricostruire un equilibrio sui mercati
valutari.Il punto è che,allora, bastava la saletta di un albergo per
raccogliere chi doveva decidere: oggi partiamo da 20 interlocutori, ciascuno
con le proprie priorità,i propri orgogli e le proprie esigenze interne.L'intesa
diventa più difficile, e merita qualche sacrificio, come il maggiore spazio da
attribuire in sedi quale il Fondo monetario a quei Paesi rispetto ai quali
siamo tutti, non solo gli Usa - sempre più
interdipendenti. • Carta sprecata In anni di recessione e profonda crisi
sarebbe utile pensare a qualche piccolo risparmio eliminando inutili sprechi.
Questo dovrebbe costituire Vangelo per una amministrazione finanziaria alle
prese con un disavanzo pauroso. Orbene, vi siete mai chiesti perché si debbano
stampare dei plichi di oltre 70 pagine del mod. 730, in massima parte
forniti gratuitamente, quando ad ogni contribuente dovrebbe essere sufficiente
un solo plico di istruzioni mod. 730, mentre per le esigenze di ulteriori mod.
730 verie propri, da compilare, gli stessi potrebbero essere forniti a parte,
non come succede adesso con grande spreco sia per la stampa che per la carta da
buttare. Antonio Del Bosco email Bici blu Ho letto dell'assegnazione di
ecoincentivi a favore di chi vuole comprarsi una bicicletta, un segno evidente
della regressione alla quale la nostra società starebbe andando incontro:
dall'auto stiamo tornando alle due ruote, l'unico mezzo che tra poco ci potremo
permettere. A sorprendere sono le cifre che sono state decise. Si parla di uno
sconto pari al 30% sul prezzo d'acquisto fino a un massimo di 700 euro. Con
queste cifre i politici dimostrano che oltrea non sapere quanto costa un caffè
o un litro di latte, non conoscono i prezzi delle biciclette. Per avere 700
euro di sconto pari al 30% del costo totale occorre che il valore del bene
acquistato sia attornoa 2.300 euro. In commercio si possono anche trovare
biciclette che si aggirano in media sui 50-100 euro, a meno di cercarne una da
professionisti con telaio in carbonio. Dopo le auto blu, le bici blu. Ermanno
Trovato email Senza biglietto Da parecchi mesi mi capita di prendere spesso il
"trenino" da Roma Tiburtina all'Aeroporto di Fiumicino: mai una
volta, sottolineo "mai", ho avuto la ventura di veder passare un
controllore. Quanti sono i viaggiatori che non pagano il biglietto? Quanti
quelli che, sapendo dell'inesistenza dei controlli,fannoi "furbi"?
Naturalmente, chi paga si sente preso profondamente in giro. Lettera firmata
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-28 - pag: 12 autore: Benessere,
altro che crescita zero di Innocenzo Cipolletta «D opo questa crisi, nulla sarà
più come prima». Quante volte abbiamo sentito, e ancora sentiremo, questa
affermazione. Con essa s'intende, spesso, un ritorno al passato, dove tutte le
novità, che si presume abbiano causato la crisi, finiranno per rappresentare
gli emblemi di un "mondo che non ci sarà più". Basta con gli eccessi
della finanza, ora si tornerà all'economia reale. Non più debito, ma capitale.
Stop alle innovazioni finanziarie: solo strumenti che anche gli ingenui
riescono a capire. Limiti alle remunerazioni dei manager e abolizione di bonus
e stock option. Più regole e controlli pubblici e meno laissez faire
nell'economia e nella finanza. Meno mercato e più Stato: torna la politica che
conta. Meno globalizzazione e più potere alle nazioni.
Consumi moderati e modelli di vita più frugali. Auto più piccole e ritorno ai
prodotti locali. E si potrebbe continuare. Se tutto ciò fosse vero, sarebbe
facile disegnare il futuro e capire dove stiamo andando: basterebbe immaginare
e fare il contrario di quanto è avvenuto fino ad oggi. Purtroppo, o
meglio per fortuna, queste profezie hanno poca probabilità di avverarsi, almeno
nel loro insieme. E questo, non perché il mondo non avrebbe bisogno anche di
maggiori equilibri, ma perché le crisi, con i loro disagi, agiscono anche da
grandi acceleratori d'innovazioni, che emergono proprio nei periodi più
tormentati. Infatti, è in tali periodi che conviene sperimentare innovazioni
(tecnologiche, organizzative, finanziarie, eccetera) per superare le difficoltà
presenti e prendere un vantaggio rispetto a quanti sono ancora alle prese con i
vecchi problemi. Così è stato dopo la prima crisi da petrolio ( 1973), quando
la carenza di greggio prima, e la moltiplicazione per quattro del suo prezzo
poi, avevano sprofondato il mondo in una recessione molto simile all'attuale,
per ampiezza geografica e per profondità di caduta del reddito. Anche allora,
dopo la crisi e per un certo tempo, si era sicuri che si sarebbe tornati
indietro: tutta l'economia dell'auto sarebbe scomparsa; si era certi che i
viaggi e gli spostamenti sarebbero stati ridotti al minimo; che i consumi
sarebbero tornati a quelli frugali del precedente dopoguerra; che non si
sarebbe più vissuti a debito. Il Club di Roma profetizzò e reclamizzò la
"crescita zero", per carenza di energia e di materie prime. L'era
dello sviluppo e del consumismo sembrava tramontata per sempre. Invece avvenne
tutto il contrario. Partì da quegli anni una forte spinta innovativa, generata
proprio dalla crisi da petrolio, che consentì il ritrovamento di nuovi
giacimenti di petrolio, l'avvio di fonti d'energia alternative, indusse al
risparmio energetico e modificò ampiamente i sistemi di produzione e i modi di
vita, attraverso le innovazione generate dall'elettronica, dall'informatica e
dalle tecniche di comunicazione. Ne derivò una spinta forte alla crescita
economica, allargata a nuovi Paesi e nuovi mercati (la globalizzazione);
l'esplosione d'innovazioni finanziarie per consentire questa crescita e per
collegare mercati e Paesi molto diversi tra di loro; il susseguirsi di bolle
speculative. Contrariamente alle aspettative d'allora, il mondo s'avviò verso
un periodo di forte crescita economica e di potenti innovazioni che, lungi da
riportarci indietro negli anni, ci hanno proiettato in un nuovo futuro con cui
poi abbiamo dovuto fare i conti, essendo sfociato nella crisi finanziaria
attuale. Oggi nessuno è ancora in grado di predire quali saranno le innovazioni
che ci consentiranno un nuovo ciclo di sviluppo, ma è certo che la ricerca sta
facendo passi rilevanti in molti campi per dare risposte ai problemi attuali. E
basti pensare a quanto ancora può darci l'informatica e l'elettronica. Oppure
alla ricerca in campo biologico (compresa la neurologia) le cui applicazioni
spaziano dalla sanità, all'alimentazione, alle fonti d'energia,fino ai nuovi
materiali e all'introduzione dell'informatica nel campo biologico dei tessuti
umani, consentendo nuove soluzioni a vecchi problemi e nuovi prodotti da
immettere sul mercato. La ricerca è un potente fattore di crescita, non solo
perché dà risposte a problemi della gente, ma anche perché rende obsoleti i
beni e i servizi che imprese e famiglie utilizzano, inducendo a fenomeni di
sostituzione accelerata. Questi fenomeni sono la molla dello sviluppo, sia
perché fanno emergere nuove imprese capaci di fornire prodotti con nuove
tecnologia, sia perché inducono famiglie e imprese a rinnovare il parco del
loro beni, sia infine perché presuppongono nuovi modi di vita e di consumo a
cui sono associati nuovi prodotti e nuovi servizi. Da qui nuovi cicli espansivi
degli investimenti delle imprese e dei consumi delle famiglie in tutto il
mondo. Poiché le innovazioni, come detto, hanno tendenza ad accelerare nei
periodi di crisi, ecco che l'uscita dall'attuale crisi finanziaria e reale sarà
tutto meno che il ritorno ai vecchi valori e alle vecchie abitudini, come
qualcuno prevede, e forse spera. Tutto bene, dunque, e basta solo aspettare che
la crisi giunga al termine? No di certo. Occorre invece prepararsi bene sia per
sfruttare le nuove occasioni, sia per evitare le nuove tensioni che si
produrranno. Le innovazioni, mentre risolveranno molti problemi, porteranno
anche nuovi squilibri e tensioni, sia per la sostituzione di posti di lavoro e
d'imprese che esse implicano, sia per la somma di problemi etici e politici che
faranno esplodere. E l'Italia non è certo il Paese dove l'innovazione viene
salutata con entusiasmo, per il forte conformismo corporativo e confessionale
che ci caratterizza, come recenti esperienze in camposociale e in campo etico
stanno a dimostrare. icipoll@tin.it © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI ESEMPI DELLA
STORIA Nel 1973 molti pensarono che i consumi sarebbero tornati ai livelli del
dopoguerra: in realtà lo sviluppo è stato imponente
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 29 autore: Yang Jiemian.
Presidente dello Shanghai Institute for International Studies «Nessun G-2,
Pechino punta sul mondo multipolare» TOKYO. Dal nostro inviato Il responsabile
della Trilaterale per la Cina è Yang Jiemian, 58 anni,
presidente dello Shanghai Institute for International Studies; sarà lui a
“reclutare” altri autorevoli esponenti non governativi oltre ai due già entrati
come membri (Zhang Yunling, direttore degli studi internazionali alla Chinese
Academy of Social Science di Pechino, e l'ex diplomatico di primo piano Wu
Jianmin). Yang è fratello del ministro degli Esteri in carica, guida anche la Shanghai Association of International Relations ed è autore di
varie pubblicazioni, specialmente sui rapporti Cina-Usa e sulla
cooperazione interasiatica. La Cina nella Trilaterale: un tempo sarebbe stato impensabile. Sono
cambiati di più la Cina, il
mondo o la Trilaterale? Tutto è cambiato. La Trilaterale era nata come un club
delle sole cosiddette democrazie industrializzate. Ora è razionale che
tutti i principali attori in grado di contribuire alla stabilità internazionale
siano rappresentati. Cina e India devono essere
presenti. Altrimenti la Trilaterale rischia di diventare irrilevante. è un
processo che si può notare anche nei principali consessi internazionali. Un
segnale di svolta che arriva in un momento di crisi economica su scala globale...
Vari Paesi sono concentrati oggi su priorità domestiche, ma ritengo che non si
debba perdere di vista la necessità di sviluppare un pensiero strategico per il
medio e lungo termine. In questo senso, anche per la Cina
la sfida non è solo quella sul fronte dell'economia domestica, ma su come dare
il migliore contributo all'esterno. Proprio perché sta acquisendo fiducia, la Cina, superando l'approccio bilaterale, si apre maggiormente
al mul-tilateralismo, alla cooperazione e all'organizzazione internazionale in
diverse forme, nel quadro di una assunzione di responsabilità condivisa. E il
rapporto con l'East Asia sta diventando sempre più intenso e di reciproco
beneficio. Comunque, l'Asia è talmente diversificata e pluralistica che in
proposito non abbiamo ancora un " policy paper" governativo
ufficiale, come per altre aree. Abbiamo cercato di rimediare con gli studi al
nostro istituto, disponibili sul sito Web (www.siis.org.cn). In quali termini
intravede la possibilità di concreti sviluppi in East Asia? Penso anzitutto a
meccanismi per contrastare le minacce non tradizionali alla sicurezza. Va
approfondito un consensus building secondo le nostre attitudini, e forgiato un
nuovo consenso su una leadership regionale: non più, come in passato, intorno a
un singolo Paese, ma come risultato della collaborazione di sub-leadership sul
piano politico, economico, culturale e di sicurezza. E si potrebbe cercare di
istituzionalizzare la cooperazione con altre aree. Penso, ad esempio,
all'Africa. Perché non arrivare a un coordinamento della cooperazione con gli
amici africani, anziché pensare solo in termini di partnership che si ignorano:
Cina-Africa, Giappone- Africa o India-Africa? Per
alcuni l'India rappresenta un elemento di complicazione nel processo di
integrazione dell'East Asia. Con l'India non abbiamo risolto alcuni problemi
bilaterali, ma essa partecipa già in parte al processo regionale e c'è la
crescente percezione che il suo contributo possa essere utile. La cooperazione
in East Asia è destinata a svilupparsi coinvolgendo attori esterni
all'area,come gli Usa e, in misura minore, la Russia.
E l'idea, per ora accademica, di un G-2 con gli Usa?
Non è fattibile. In ogni caso, la Cina è contro ogni
egemonismo e per un mondo multipolare. Vede all'orizzonte un ruolo di valuta
internazionale per il renmimbi? è facile constatare che il renmimbi è diventato
più forte ed è già accettato da vari Paesi, come dimostrano gli accordi di swap
valutario, mentre anche i recenti esperimenti di trade settlement appaiono
positivi. Detto questo, i tempi saranno molto lunghi. La Cina
è ancora in via di sviluppo, il reddito pro-capite resta basso e non abbiamo
ancora molta esperienza sul piano della gestione finanziaria e valutaria
internazionale. Abbiamo ancora molto da imparare. S. Car. © RIPRODUZIONE
RISERVATA YUAN VALUTA DI RIFERIMENTO «Il reminbi è più forte è accettato da
vari Paesi in accordi di swap. Ma la strada sarà lunga» Esperto di
cooperazione. Yang Jiemian
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 29 autore: Joseph Nye. Ex
segretario alla Difesa Usa ed esperto di Giappone
«L'integrazione coinvolga anche l'America di Obama» TOKYO. Dal nostro inviato
Sta per essere nominato ambasciatore in Giappone, secondo le indiscrezioni. Di
certo è già stato “nominato” da Tokyo, che lo considera un Japan hand, esperto
del Paese e, come ribadito nel rapporto firmato con Richard Armitage,
sostenitore dell'importanza cruciale dell'alleanza
bilaterale nonostante la sempre maggiore importanza delle relazioni Usa-Cina. Joseph Nye, 72 anni, docente a Harvard ed ex vicesegretario
alla Difesa, è l'ideatore del termine soft power, entrato anche nel lessico
politico giapponese a nobilitare una strategia internazionale di Tokyo, spesso
considerata timida. Nonostante la delicatezza personale del momento, Nye
è disponibile a parlare del futuro dell'Asia, come presidente della Commissione
Trilaterale per il Nord America. Che significato ha per la Trilaterale
l'ingresso di Cina e India nei suoi ranghi? La
Trilaterale è nata negli anni 70 per cercare di affrontare le turbolenze legate
all'interdipendenza economica globale, in particolare portando il Giappone a
contatto con Europa e Usa: l'idea era che sarebbe
stato utile creare un canale non-governativo di discussione e approfondimento
dei problemi transazionali. Nel secolo XXI, India e Cina
stanno chiaramente diventando attori di primo piano nell'interdipendenza
globale. E oggi è davvero utile, come lo era prima, una discussione dei
problemi transazionali. Se il Giappone ha iniziato prima ad avere un ruolo più
ampio nell'economia globale, altri sono seguiti. Il Sud-Est asiatico era già
entrato, questo ulteriore passo è naturale. Dimostra anche la crescita della
statura globale dell'Asia, che è stata la prima destinazione estera del
segretario di Stato Hillary Clinton? Quella visita ha voluto deliberatamente
dimostrare che gli Usa pongono molta attenzione
all'Asia, dove c'era una diffusa percezione che l'Amministrazione Bush non
avesse dimostrato un sufficiente interesse in quanto focalizzata solo sul Medio
Oriente. Quali le prospettive di integrazione regionale, su cui gli Usa si sono mostrati a volte ambivalenti, per il timore di
essere esclusi o marginalizzati? Il regionalismo asiatico è molto differente da
quello europeo: non c'è mai stata una riconciliazione storica tra Cina e Giappone simile a quella tra Francia e Germania. Ma
ci sono tante cose utili da fare, specie per costruire fiducia e sicurezza. In
primo piano ci sono le questioni economiche. La teoria del decoupling e
dell'autosufficienza asiatica, che andava di moda l'annoscorso, si è infranta
sulla crisi attuale. Credo ci siano buoni argomenti per un rilancio dell'Apec,
che ci coinvolge, senza escludere le altre forme esistenti di organizzazione. E
le tentazioni protezionistiche? C'è sempre un pericolo di protezionismo, in tutti
i Paesi. Dobbiamo fare in modo che non si arrivi a politiche di
beggar-my-neighbor a spese altrui, che porterebbero il mondo in una situazione
ben peggiore. La crisi attuale sembra aver intaccato anche il soft power Usa, specialmente in confronto ai cosiddetti valori
asiatici... Non c'è dubbio che la crisi finanziaria abbia danneggiato il nostro
soft power sul versante dell'economia, con il problema di credibilità del
modello Wall Street. Ora molto dipenderà da che tipo di riforme saranno fatte,
sviluppando nuove forme di regolamentazione e monitoraggio del sistema
finanziario. Se ciò accadrà e se, come credo, l'economia Usa
si risolleverà, ci sarà un recupero anche dell'influenza dei nostri modelli
culturali e politici. Il premier Taro Aso ha citato, nel suo intervento, il
soft power come uno dei trepilastri nelle strategie di rilancio del Giappone.
Mi ha fatto molto piacere, Il Giappone dovrebbe considerarsi come un global
civilian power, come dice il direttore dell'Asahi Shimbun, Yoichi Funabashi: una
componente sta proprio nell'attrattività della cultura, anche popolare, così
come in altri strumenti come gli aiuti allo sviluppo e così via. E Tokyo può
giocare ruoli primari nelle operazioni Onu di peacekeeping e in questioni come
quella dei cambiamenti climatici. S. Car. © RIPRODUZIONE RISERVATA NUOVI
ASSETTI «L'atteso decoupling non c'è stato.Occorre rilanciare l'Apec tra le
sponde del Pacifico» Ambasciatore a Tokyo? Joseph Nye
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 29 autore: ALLEANZA OBBLIGATA
300 miliardi Commercio bilaterale oggi L'interscambio di
beni Usa-Cina è di poco superiore 16 miliardi
Export Usa 2008 di servizi
Il surplus Usa con la Cina nei servizi è cresciuto del 36%
l'anno nel passato quinquennio 60 miliardi Investimenti di imprese Usa I soldi investiti in 57mila progetti
in Cina dalle compagnie
americane - 6,8% Calo degli scambi Il valore della contrazione anno su anno
nell'ultimo trimestre 2008, secondo le statistiche cinesi -19,4% Calo
degli investimenti Usa Sempre secondo le statistiche
cinesi,nell'ultimo trimestre 2oo8 e el primo del 2009 500 miliardi Scambi
futuri in dollari Questa l'aumento auspicato per l'interscambio Cina-Usa nei prossimi cinque anni
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 29 autore: Oltre la crisi. La
Germania moltiplica le strategie volte a soddisfare la domanda dei
mercati-salvagente Tedeschi a lezione di consumi cinesi Beda Romano
FRANCOFORTE. Dal nostro corrispondente In marzo Volkswagen
ha venduto in Cina 112mila
auto, un record storico. In tempi di recessione, il grande mercato cinese è
considerato il salvagente mondiale. E non solo nelle infrastrutture: le imprese
tedesche guardanocon crescente interesse ai consumi, tanto che di recente la
Asien-Pazifik-Ausschuss der Deutschen Wirtschaft, un'associazione
imprenditoriale tedesca, ha chiesto «un nuovo partenariato » tra la
Germania e il continente asiatico. è in questo contesto che Dan Mintz,
consulente americano di molte aziende europee e fondatore del Dynamic Marketing
Group, ha tenuto la settimana scorsa a Berlino un seminario sul mercato cinese
davanti a 1.500 direttori marketing tedeschi, austriaci e svizzeri: «Non è il
momento di tagliare gli investimenti - ha avvertito - Il Paese ha un bacino di
350 milioni di consuma-tori, ancora molto liquidi». Mintz ha quindi esortato i
manager tedeschi a guardare lontano e ad avere coraggio. Ha ricordato loro che
il campionato di pallacanestro americano, l'Nba, conta in Cina
350 milioni di telespettatori e che tre catene di fastfood (McDonald's, Kfc e
Pizza Hut) stanno avendo un grande successo. Significa che c'è spazio per
proporre partite di Serie A e aprire una catena di pizzerie? «Direi di sì»!
risponde Mintz. Il consulente americano ha aiutato Fendi a sbarcare sul mercato
cinese. «La chiave è stata di capire il punto di contatto tra la società
italiana e il consumatore locale. Troppo spesso vedo a Pechino o a Shanghai
negozi occidentali vuoti. Non basta offrire i propri prodotti, bisogna
adattarli al mercato, rispettando usi e costumi. Ai miei interlocutori dico
sempre che per lavorare in Cina è importante parlare
cinese. Ancor più importante è capire il cinese». Racconta Mintz che la prima
campagna della Pepsi aveva come slogan "Come alive with the Pepsi
Generation". Tradotto in cinese significava "Pepsi riporta in vita
dalla tomba i vostri antenati". La formula fu cambiata. Lo stesso per
Coca-Cola. Il nome in un primo tempo era pronunciato "ke-kou-ke-la",
in altre parole: "Cavallo femmina piena di cera". Dopo molte ricerche
l'equivalente fonetico fu modificato in "kokou- ko-le",
"felicità in bocca". La Germania, tutta rivolta alle esportazioni di
beni strumentali, sta soffrendo più di altri a causa della recessione mondiale,
e guarda alla Cina con particolare speranza. Non a
caso la presentazione dell'Asian Development Outlook 2009 da parte della Banca
asiatica di sviluppo (Adb) ha riscosso grande interesse qualche settimana fa a
Francoforte in banchieri ed economisti tedeschi, in cerca di aggiornamenti
sulla situazione cinese. «Certo, anche la Cina
rallenta - sostiene Joseph Zveglich, vice capo economista della Adb, che si
aspetta una crescita economica nel Paese del 7,0% nel 2009 (il Fondo monetario
internazionale punta al 6,5%) - , ma la crisi sta colpendo le economie
asiatiche più aperte, meno quelle più chiuse. Peraltro il mercato cinese è
enorme e le opportunità restano molte, nonostante tutto. Penso ai lavori
pubblici, ma anche ai beni di consumo durevoli». L'interesse per i prodotti
occidentali è elevato, ma Mintz spiega che i produttori europei non devono
competere con quelli cinesi sul loro terreno. Rischiano di uscire sconfitti non
solo sul fronte dei volumi, ma anche più semplicemente sul tipo di prodotto. «I
marchi europei devono reinventarsi - spiega il consulente Usa
- . Paradossalmente per avere successo devono diventare più sofisticati ed
eleganti, puntare su un pubblico più esigente». Insomma, la partita sul fronte
delle infrastrutture è nota; meno note sono le opportunità nel commercio. A
proposito: nei giorni scorsi, Porsche ha presentato la nuova Panamera, non a
Ginevra o a Detroit, ma a Shanghai. La Gran Turismo quattro portequattro posti
è lunga cinque metri. Ormai i nuovi marchi nascono in Asia, non più negli Stati
Uniti, se è vero che ai ricchi cinesi piacciono le auto imponenti, magari
guidate da un autista. beda.romano@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
SEMINARIO PER ESPORTATORI L'esperto Usa che ha aiutato
l'italiana Fendi a sbarcare oltre la Grande Muraglia: «Non è il momento di
tagliare gli investimenti»
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 29 autore: Nuovi equilibri.
Ufficializzato a Tokyo l'ingresso di Cina e India
nella Commissione Trilaterale Il volto dell'Asia che verrà Cooperazione d'area,
monete e protezionismi: scenari a confronto Stefano Carrer TOKYO. Dal nostro
inviato La Commissione Trilaterale, dopo un periodo di crisi di identità,
reinventa se stessa: come all'inizio degli anni 70 ebbe un ruolo di rilievo
nell'inserire nello spazio politico-culturale "atlantico" un Giappone
in forte crescita, così oggi si propone di agevolare una responsabile
incorporazione dei più grandi Paesi emergenti dell'Asia nel nuovo ordine
mondiale ormai multipolare. L'ingresso di Cina e India
nella organizzazione - sorta nel 1973 su iniziativa di David Rockefeller per
promuovere una più stretta collaborazione tra le democrazie industrializzate -
è stato formalizzato nel weekend scorso all'assemblea plenaria svoltasi a
Tokyo. Rockefeller (quasi 94enne), che nel recente passato aveva avuto il
dubbio se archiviare l'esperienza della Trilaterale o rilanciarla, è stato
accolto dal generale riconoscimento dell'importanza persino accresciuta di un
forum (privato ma istituzionalizzato) di riflessione ed elaborazione di
strategie per una leadership responsabile in un mondo sempre più
interdipendente, tanto più in un momento in cui i Governi sembrano assorbiti
dai problemi contingenti. Henry Kissinger (86 anni) l'uomo che
"sdoganò" la Cina di Mao nel 1971-72 - ha
ricordato il momento in cui Rockefeller venne al Dipartimento di Stato a
spiegargli il suo progetto, cui diede un immediato consenso. «Da allora il
sistema internazionale è cambiato in modo fondamentale, in particolare con il
passaggio del centro di gravità degli affari internazionali dall'Atlantico al Pacifico
– ha detto – Se in Asia la nozione di sovranità statale non è sotto attacco
come in altri parti del mondo, la sua crescita va incanalata in un sistema
internazione basato sulla cooperazione e il dialogo, alla luce di pressanti
questioni globali». A fronte di una caduta della fiducia
negli Usa - provocata da
una crisi finanziaria il cui effetto sarà il crescente ruolo della mano
pubblica nell'economia - Kissinger ritiene fondamentale portare Cina e India dentro una coerente cornice
internazionale che va messa in grado di funzionare anche senza la leadership di
un solo Paese. Asia al centro del dibattito, dunque. Ma quale Asia
uscirà dalla crisi? Il Sole 24 Ore lo ha chiesto a due protagonisti dell'incontro
di Tokyo: Joseph Nye e Yang Jiemian. A confronto i punti di vista di America e Cina, i due giganti del Terzo millennio le cui economie, più
o meno in difficoltà, sono però strettamente collegate.
stefano.carrer@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA Buddha all'Albert and
Victoria Museum. Si è aperta ieri a Londra la mostra «I tanti volti del
Buddhismo». Nella foto due opere esposte REUTERS
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 29 autore: M&M Una marcia
veloce da nonsottovalutare di Sara Cristaldi P rima l'Asia
in marcia nel mondo globalizzato aveva il volto delle multinazionali emergenti:
dalle cinesi Huawei e Haier alla sudcoreana Lg, dalla taiwanese Acer alle
indiane Tata e Infosys Technologies. Oggi al plotone iniziale se ne sono
aggiunti altri: dalla BYD di Wuang Chuangfu con quartier generale a Shenzhen(
pile ricaricabili per cellulari e auto elettriche), su cui scommette
anche il re Mida americano Warren Buffet, alla Suntech Power di Shi Zhengrong
lanciatissimo da Wuxi (provincia dello Jiangsu) nel business dei pannelli
fotovoltaici, all'indiana Mahindra (autoveicoli per le più disparate
necessità). Tutto accade a ritmi veloci in terra d'Asia, crisi o non crisi.
Anzi dalle difficoltà, secondo molti osservatori, l'Asia dovrebbe uscire
rafforzata. E altri protagonisti sono pronti a oltrepassare i patrii confini
per andare alla ricerca di occasioni di business nel mondo rivoluzionato nei
suoi pesi e nei suoi equilibri. Con circospezione, certo, dicono ad esempio i
sondaggi tra le imprese cinesi 3.0, quelle cioè che si sono rafforzate negli
anni passati in patria attraverso una serie di acquisizioni domestiche e ora
hanno bisogno di fare un ulteriore salto di qualità alla ricerca di know-how
sul fronte tecnologico come delle tecniche di marketing più avanzato. Anche per
questo sarebbe controproducente per le imprese dei Paesi del Nord del mondo non
seguire con attenzione o addirittura sottovalutare quanto sta accadendo nello
scacchiere asiatico: i processi di integrazione, i movimenti delle valute, le
mosse protezionistiche vere o presunte. Come nel caso dell'Indonesia che ha
limitato a cinque i porti di ingresso delle merci straniere sul mercato
domestico, ma due sono stati scelti per sperimentare nuove tecnologie ai fini
di accelerare i processi di sdoganamento. Chi, come al solito, gioca d'anticipo
e scommette "seriamente" fin d'ora sull'Asia, Cina in testa, è la
Germania (vedi articolo qui sotto). E chi gioca al recupero, dopo gli anni di
George W. Bush, è l'America di Barak Obama. La partita è solo all'inizio ed è
tutta da giocare. Anche per questo Mondo & Mercati questa settimana dedica
l'apertura al volto dell'Asia che verrà. sara.cristaldi@ilsole24ore.com ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-28 - pag: 30
autore: Non solo Cina.
Fondo di 800 milioni di dollari per riserve strategiche di riso e grano Anche i
sauditi nella partita latina BUENOS AIRES. Dal nostro corrispondente Cinesi e
arabi. Sono loro i nuovi player in America latina. I primi non sono una
sorpresa, i secondi sì. Le grandi estensioni territoriali e l'assenza di
accordi preferenziali con altri Paesi o blocchi commerciali hanno fatto del
Subcontinente terra di conquista per Cina e, nelle
ultime settimane, anche per Arabia Saudita. I sauditi hanno creato una societÁ
statale dotata di un fondo di 800 milioni di dollari. Obiettivo è
l'investimento agricolo in Paesi sudamericani e africani dopo il fallimento
della produzione locale, troppo onerosa per il fabbisogno di acqua. Il
viceministro saudita dell'Agricoltura, Abdullah al-Obaid, ha dichiarato che «la
somma stanziata potrebbe lievitare nei prossimi mesi. L'Arabia Saudita vuole
accumulare riserve strategiche di riso e di grano che possano garantire un
serbatoio di consumo di tre-sei mesi». Nei programmi di Riad c'è la selezione
di imprese con cui creare joint venture che possano sviluppare interessi
comuni. Secondo indiscrezioni, c'è già una short list di 20 società. La
produzione di cereali, iniziata negli anni Settanta, verrà abbandonata
dall'Arabia nel 2016 a
causa dei costi troppo sostenuti. Ma è la Cina il
Paese che, da anni, è sbarcato con più determinazione in Sudamerica. Persino
negli ultimi giorni, alla vigilia del viaggio di Barack Obama in Messico, ha
rilanciato accordi e siglato intese. Dal Brasile all'Argentina, dal Venezuela
all'Ecuador, da Cuba al Cile, la diplomazia di Pechino ha tessuto rapporti e
fatto affari. Petrolio, mais, grano e rame sono le commodities di cui Pechino
ha grande necessitÁ. Ecco perché ha offerto a Lula 10 miliardi di dollari per
lo sviluppo di Petrobras, la societÁ nazionale. Ecco perché ha raddoppiato da 6 a 12 miliardi di dollari un
fondo per lo sviluppo dell'industria petrolchimica venezuelana. In cambio
Caracas incrementerÁ il greggio esportato a Pechino da 380mila a un milione di
barili al giorno. Ecco perché due settimane fa ha siglato un accordo con
l'Argentina per un currency swap di 70 miliardi di yuan per poter effettuare
scambi commerciali tra Pechino e Buenos Aires. In altre parole le transazioni
commerciali tra i due Paesi potranno essere regolate in valuta cinese. Quella
cinese é una vera e propria strategia commerciale che non ha escluso neppure
Paesi minori, come Ecuador e Cuba. Al Governo di Quito ha offerto un miliardo
di dollari per costruire una centrale idroelettrica e a L'Avana ha messo sul
piatto cifre considerevoli per sviluppare l'industria del turismo. In cambio,
ancora una volta, materie prime. In questo caso il nichel, di cui Cuba è forte
esportatore. Qualche dato per capire la forza di impatto della Cina: Yang Wanming, direttore del Dipartimento America
latina e Caraibi del ministero degli Esteri di Pechino, parla di 100 miliardi
di dollari di interscambio, realizzati nel 2008. è il doppio di quanto
realizzato nel 2005. Un rapporto economico rafforzato che si riverbera anche
nella cultura cinese. Wanming dice che «è aumentato sensibilmente il numero dei
cinesi che studia lo spagnolo,e l'America latina èdiventata la terza meta
turistica dopo Europa e Stati Uniti». L'espansione commerciale ha saputo fare
leva, secondo la maggior parte degli analisti latinoamericani, sulla distanza
politica cresciuta negli ultimi dieci anni tra Sudamerica e Stati Uniti. Il
progetto dell'Alca, Area di libero scambio delle Americhe, un'unione doganale
estesa dall'Alaska alla Terra del Fuoco, era fortemente voluto da George W.
Bush, ma i Paesi sudamericani lo temevano in quanto minaccia al commercio
regionale e disincentivo al miglioramento della produttività dei partner più
deboli del rapporto di scambio, ovvero gli stessi sudamericani. Dopo un lungo
travaglio l'Alca si è tradotto in una doppia sconfitta: il disegno è fallito e
l'immagine Usa in America latina, negli ultimi cinque
anni, è scesa ai minimi storici. Insomma, si é consumato un distacco ben
espresso dall'autocritica di Hillary Clinton al vertice di Trinidad e Tobago, e
confermato dalla volontÁ di Obama di riavvicinare Nord e Sudamerica. R. D. R. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA PECHINO RADDOPPIA 100 miliardi di dollari l'interscambio
2008 contro i 50 del 2005 Non esclusi Paesi minori, come Ecuador e Cuba
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( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della
Sera sezione: Primo Piano data: 28/04/2009 - pag: 5 Sale a livello «4»
l'allarme per la febbre suina La decisione dell'Oms. Tre casi in Spagna e
Scozia, in Messico i morti sono 149 DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO La febbre
suina compare in Europa con un caso in Spagna e altri due in Scozia, confermati
dalle autorità locali. Il Consiglio dei ministri Ue degli Esteri a Lussemburgo
ha così iniziato a coordinare misure d'urgenza, che dovrebbero essere varate in
un vertice straordinario dei responsabili Ue della Salute fissato per giovedì
prossimo sempre nel Granducato. L'orientamento europeo è di ammettere le
preoccupazioni per la trasmissione del virus tra persone, evitando però allarmi
eccessivi. Anche il presidente degli Usa, Barack
Obama, ha affermato che la febbre suina è causa di preoccupazione «ma non c'è
ragione per un allarme», nonostante 40 casi confermati tra New York,
California, Texas, Kansas, Ohio e molti altri sotto osservazione.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha elevato dalla fase tre alla quattro
l'allerta internazionale sul rischio di contagio (il massimo è sei) e stima
necessari almeno 4-6 mesi per realizzare un vaccino specifico. «In un'epoca in
cui la gente viaggia rapidamente in aereo attraverso il mondo, non c'è alcuna
regione dove il virus non potrebbe arrivare », ha detto il numero due dell'Oms,
Keiji Fukuda. In Canada sono stati individuati sei casi. Ma l'epicentro della
febbre suina resta il Messico, dove le autorità locali hanno ufficializzato 149
morti sospette, di cui 20 sicuramente collegabili all'influenza suina, che
sembra colpire soprattutto tra giovani e adulti in buono stato di salute. I
pazienti messicani sotto controllo sarebbero ormai poco meno di duemila. Le
scuole del Messico sono state chiuse per motivi precauzionali fino al 6 maggio
prossimo. Il commissario dell'Ue per la Salute, la cipriota Androulla
Vassiliou, si è recata dai ministri degli Esteri a Lussemburgo per informarli
degli sviluppi della febbre suina in Europa e per sollecitare le principali
misure precauzionali, che spettano ai governi nazionali, ma dovrebbero essere
coordinate a livello Ue nel vertice sanitario di giovedì. La Vassiliou ha
consigliato di evitare i viaggi nelle area a rischio di Messico e Usa, precisando poi che il suo è un parere personale. Il
ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha indicato come zone ad alto
rischio Città del Messico e la Baja California, ha annunciato che la presidenza
italiana di turno degli otto Paesi più influenti (G8) intende attivare un
coordinamento, allargato a Messico, Brasile, Cina, India e Sudafrica, per affrontare il problema della febbre
suina «a livello globale». Dalla Spagna sono arrivate rassicurazioni di buona
risposta alle cure del primo caso di febbre suina in Europa. Le autorità
sanitarie scozzesi hanno reso noto che i due contagiati ricoverati
nell'ospedale di Airdrie, vicino Glasgow, erano rientrati da poco dal
Messico. Anche 28 studenti colpiti dalla febbre suina a New York erano reduci
dalla «vacanza di primavera» in Messico. Casi sospetti di diffusione del virus
vanno dall'Europa (Francia, Svezia, Danimarca o Svizzera) fino alla Nuova
Zelanda. Ivo Caizzi
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( da "Tempo, Il" del
28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa
L'intervista allo scrittore Massimo Fini L'Apocalisse moderna e la sindrome del
formicaio impazzito Attenzione, dopo il panico da influenza suina, verrà chi ci
guadagnerà sopra. "Il formicaio impazzito", infatti, porta
dritti-dritti alla speculazione. "è sempre stato così, durante e dopo i
terremoti, le crisi economiche, le devastazioni naturali, le guerre, le
malattie". La denuncia è di Massimo Fini, scrittore, giornalista e
intellettuale «anticonformista», in procinto di pubblicare il suo primo romanzo
«Il dio Thoth». Per lui Apocalisse e globalizzazione sono
la stessa cosa. Si specchiano. Fini, l'influenza da suini è arrivata anche in
Europa. Esattamente in Spagna, Francia e Scozia. Pure in Italia è stato
segnalato un caso, poi fortunatamente rientrato. Ormai è la psicosi, nonostante
le rassicurazioni delle istituzioni, italiane ed europee. Ci risiamo?
«Si chiama sindrome del formicaio impazzito. La verità è che la società di oggi
non è più sicura di nulla. E si trova di fronte ad un bivio lacerante: non può
negare il proprio modello di sviluppo, figlio del pensiero unico, se non a
costo di rinnegare se stessa». Ma il panico esiste fin dall'alba dell'umanità…
«è vero, è un elemento indissolubile della psicologia umana. L'uomo, di fronte
a eventi improvvisi, che non riesce a controllare, né a spiegare, come i
terremoti, le eruzioni dei vulcani, gli tsunami, le catastrofi, le malattie,
reagisce in modo irrazionale e folle. Però oggi il dato è più forte: malgrado
una cultura illuminista e scientista che hanno la pretesa di capire,
controllare razionalmente tutto, le rivolte, le manifestazioni cruente della
natura, assumono tinte apocalittiche. Si tratta della reazione ancestrale e
antica alla modernità e alla globalizzazione del dolore, della morte e del
male». Società tradizionale contro società moderna? «è indubbio che le culture
tradizionali reagiscano diversamente rispetto all'inconoscibile. Le faccio un
esempio concreto. Lo tsunami asiatico di due anni fa, se lo confrontiamo con la
reazione di noi occidentali, è stato vissuto in modo assai diverso dagli
indigeni. Loro hanno fatto appello agli istinti, agli dei, magari alle budella
degli animali, non hanno né potevano avere gli strumenti tecnici di noi moderni,
mi riferisco alle popolazioni che abitavano nelle isole più vicine alla
catastrofe. Ebbene, non hanno registrato quasi nessuna vittima, al contrario
dei turisti occidentali in vacanza in quei posti, con gli atteggiamenti
superficiali che ci connotano». Non può negare che la valenza religiosa e
moralistica sia sempre, comunque, presente nel giudizio dell'inconoscibile.
Pensiamo all'aids: l'analisi è che l'uomo sia stato punito per la sua
immoralità. E questo non si è verificato nel Medioevo, ma adesso... «La nostra
cultura, oltre che illuministica, è anche a sfondo religioso, mi riferisco
all'idea dell'Apocalisse, del Male che irrompe, della punizione dei popoli, dei
sensi di colpa che permangono nelle persone e nell'inconscio collettivo, ma nel
caso dell'aids c'era pure l'aspetto omofobico». Le psicosi di massa sono anche
pilotate? Magari per scopo di lucro? «C'è sempre qualcuno che gestisce il
panico, spinge sul terrorismo della comunicazione per prepararsi il terreno al
dopo. Questo nella storia è sempre accaduto: dopo le crisi economiche, le
malattie, le devastazioni naturali. Anche ora, sicuramente, ci sarà chi
speculerà, estremizzando la paura della gente, per agire da protagonista nelle
cure, per debellare l'influenza suina. Forse le multinazionali della salute,
vere e proprie industrie di morte». I media sono complici? «Anche i media fanno
la loro parte nella mistica del dolore e diventano alleati oggettivi di chi si
prepara al dopo».
Torna all'inizio
(
da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera sezione: Esteri data: 28/04/2009 - pag: 19 Polemiche La star cinese Zhang Ziyi In ginocchio nel film «Serva dell'Occidente» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO Di nuovo lei. Di nuovo loro. Zhang Ziyi e i navigatori cinesi del web. In gennaio l'incontro-scontro era avvenuto in seguito alla pubblicazione delle foto che mostravano l'attrice bellissima di «Memorie di una geisha» e «La tigre e il dragone» in intimità con il fidanzato israeliano Vivi Nevo, sorpresi su una spiaggia caraibica. Adesso sono le gesta hollywoodiane di Zhang Ziyi a finire nel frullino della ribollente comunità online dei cinesi. La sua interpretazione del cupo «The Horsemen» (il riferimento è ai quattro cavalieri dell'Apocalisse) non ha convinto molti, in patria. Non tanto per il valore dell'interpretazione. Ma per i fotogrammi in cui l'interprete cinese si inginocchia al cospetto di un bianco, Dennis Quaid, e per altri aspetti che a giudizio dei più sensibili all'orgoglio della nazione gettano >una
luce negativa sulla Cina. I
commenti sono affiorati sui vari forum cinesi a ridosso dell'uscita del film a
Singapore, prevista per dopodomani. Un giornale dello Yunnan ha riferito delle
critiche, negli Usa, per la
qualità dell'inglese parlato dall'attrice. Ma sono due gli aspetti che hanno
irritato i detrattori di Zhang Ziyi: il suddetto inginocchiamento e le
fotografie che, nello svolgimento della trama thriller, ritraggono il
suo personaggio «in atteggiamenti passionali». Ecco allora l'ira funesta del
web: «E' un insulto alla Cina», quasi come quando, lei
cinese, aveva interpretato una geisha del detestato Giappone. I distributori di
«The Horsemen» hanno provato a difenderla («è solo un film») ma invano.
Resoconti del dibattito on line sono dilagati sulla stampa popolare, da
Shanghai allo Yangtze Morning Post che riportava una categorica bocciatura
pescata sul web: «Si rende schiava», sottointeso dell'Occidente. E un utente
del portale Sina.com: «Non ha né orgoglio né stima di sé». Questa volta però gli
internauti, e a seguire i giornali, l'hanno anche difesa, sottolineando
l'ovvietà che una cosa è la parte nel film, un'altra l'attrice come persona. E
comunque, «Zhang Ziyi è cinese, e come tale va protetta». Marco Del Corona
Critiche online L'attrice Zhang Ziyi è stata attaccata dalla comunità online
cinese perché nel suo nuovo film, «The Horsemen», si inginocchia al cospetto di
un bianco, l'attore Dennis Quaid
(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 101
del 2009-04-28 pagina 0 Febbre suina, in Messico 152 vittime Il virus
"sbarca" in Europa: 3 casi certi di Redazione L'Oms alza il livello
di allerta per l'influenza da suini dalla fase tre alla fase quattro. Intanto
il contagio della febbre suina dilaga: in Messico, dove il focolaio si è
manifestato, il numero dei morti è salito a 152. Il virus arriva anche in
Europa con tre casi accertati: due in Scozia e uno in Spagna. Il virologo:
"Epidemia controllabile" L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
ha alzato il livello di allerta per l'influenza da suini dalla fase tre alla
fase quattro, come ha annunciato ieri sera a Ginevra il vice direttore generale
dell'organizzazione, Keiji Fukuda, dopo quattro ore di riunione del comitato
d'emergenza. In Messico, dove il focolaio si è manifestato, il numero dei morti
è salito a 152 mentre il virus arriva anche nella Ue, con tre casi accertati:
due in Scozia e uno in Spagna. Negli Usa siamo a oltre
40 casi. L'Oms: "Nessun Paese è immune dal rischio" Nella sua
conferenza stampa, il numero due dell'Oms ha detto che "nessun paese è
immune da rischio" e che chiudere le frontiere nella speranza di arginare
il virus non servirebbe a niente. Fukuda ha spiegato anche che la fase quattro
indica "un significativo aumento" del livello d'allerta, ma che non
significa che una pandemia è ormai inevitabile. L'Oms a considera prudente per
le persone malate di rinviare viaggi all'estero. Per mettere a punto un
vaccino, ha poi aggiunto, ci vorranno sei mesi e per produrne in grossi
quantitativi occorrerà molto più tempo. Il bilancio in Messico lievita a 152
morti E' salito intanto a quota 152 il numero di morti da influenza da suini in
Messico. A riferirlo è stato il ministro della Sanità José Angel Cordova,
spiegando che al momento le persone ricoverate sono 1.650 con sintomi del virus
A/H1N1. "Siamo nel momento più critico - ha aggiunto il ministro -, la
situazione potrebbe peggiorare nei prossimi giorni". I casi di morte si
sono registrati in 10 Stati del Messico, il governo centrale ha deciso di
chiudere le scuole fino al sei maggio, a cominciare dagli asili nido. Oltre 40
casi negli Stati Uniti Quella degli Stati Uniti resta l'area più colpita, dopo
il Messico, dall'epidemia influenzale. Gli esami di laboratorio hanno
confermato 40 casi in cinque diversi stati (almeno 28 a New York, 11 in California, 2 in Texas, 2 in Kansas e 1 in Ohio). Il sindaco di New
York, Michael Bloomberg ha detto che nella scuola del quartiere Queens, dove
sono stati riscontrati i casi di influenza, potrebbero essere 100 gli studenti
colpiti dalla sindrome influenzale. "Abbiamo un unico focolaio di
influenza in città ed è in quella scuola", ha detto il sindaco aggiungendo
che tutti gli studenti colpiti hanno sintomi leggeri e, quel che è importante,
nessuno mostra segni di peggioramento". In totale sono 6 i casi confermati
in Canada. In giornata il Cdc di Atlanta ha annunciato un ammonimento ai
cittadini americani a non recarsi in Messico, "se non per motivi di forza
maggiore". L'influenza "sbarca" in Europa E' un ragazzo spagnola
di 23 anni il primo caso di influenza da suini riscontrato in Europa. Il
giovane era ricoverato da sabato scorso nell'ospedale di Almasa (Albacete) dopo
aver accusato, di ritorno da un viaggio in Messico, i sintomi dell'influenza.
Attualmente si trova in isolamento, come gli altri 17 casi sospetti. Ma quello
spagnolo non è l'unico caso riscontrato in Europa. In Scozia due persone sono
risultate positive ai test. "Si stanno riprendendo bene", ha
assicurato il ministro della Sanità, Nicola Sturgeon. Obama:
"Preoccupazione, ma non panico" Preoccupazione, prudenza, ma non
panico: il presidente Barack Obama, che come ha ribadito la Casa Bianca non
corre rischi di contagio, ha cercato di calmare l'America. L'influenza " è
ovviamente causa di preoccupazione - ha spiegato - che richiede un aumentato
stato di allerta, ma non è motivo di allarme". Carne
suina messa al bando Cina,
Ucraina, Kazhakstan, Filippine, Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo
al bando carne di maiale proveniente da alcuni stati americani: lo ha
confermato l'ufficio del Rappresentante Commerciale americano, l'equivalente
del ministero del Commercio Estero. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mondo
è angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione
- e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel
mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi
commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina.
Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello
di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo .
Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di
reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto,
secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 21 ) » (4 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato
l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno
ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio
planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli
allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la
Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci
dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di
Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone,
nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati
registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al
bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a
trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate
le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando
degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime,
ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora:
l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono
rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di
rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco
efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda
segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da
report) Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da
Città del Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus,
l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una
piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una
conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi
economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti (
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su Internet
ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager
Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui
l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso
ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di
Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la
confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di
dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto
strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine
la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del
presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera
il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso
settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora
ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non
rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito
delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il
governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad
annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto
rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o%
del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta
riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale
sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico.
L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di
mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.
Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di
no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza
privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui
debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset
che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più
grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio
passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina,
economia, gli usa e il mondo Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il
futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una
piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli
ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del
Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo professionale
e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti molto alta (e di
questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di essere invitato a
partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da colleghi che hanno
letto commenti interessanti su "il cuore del mondo", mentre prima
accadeva solo per gli articoli sull'edizione cartacea. L'altro giorno un
brillante collega della Televisione della Svizzera italiana, Michele Fazioli,
mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e sulle insidie della
comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog (chi volesse
seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane un amico e
valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di Alberto
Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger presi
in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per informare, per
gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano
sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. E
con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno.
Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati per
"bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e questo
è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della pubblicità
parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma secondo il
Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter che fanno
buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come peraltro emerso
recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival internazionale di
giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare bene grazie
alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro
del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti
generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni
dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche (negli Usa è già successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi
chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a
quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere in vita un
Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione, società, notizie
nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti ( 42 ) » (5 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09
La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e
collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai
presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta
evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di
questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri
Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro:
"Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7",
e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso
quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400
milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di
Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop
corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato
ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da
14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige
l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei
supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità,
arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i
danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è
inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno
queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene,
ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso,
ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge.
Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie
nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (12 voti, il voto medio è:
4.92 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09
Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna
dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee,
non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal
terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è
indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto
cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega
non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale;
in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al
14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede
il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto
propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste
alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla
coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire
il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4%
alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a
un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due
quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non
entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo
ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che
la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni
e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non
bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da
questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce
e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio
elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti
elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha
fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi,
democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 44 ) » (11 voti, il
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr
09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa?
Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman
Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti
commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa,
sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che
fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente
risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o
c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il
governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che
obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei
loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti
a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con
molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a
stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha
un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente
che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le
banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza
creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i
risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo
stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto.
Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su
premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi
estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel
frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve
ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è
ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso
chiedere al consumatore, che, negli Usa restano
altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno
addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore
tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione
di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama
alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il
tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del
mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e
improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle
banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine
questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente
pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione,
globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (8
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09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale
Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e
per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26
aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà.
Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la
Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown
vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato
una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi
arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le
cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di
soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini;
come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure
draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il
governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio,
Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza
dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura
sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza
di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a
prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in
regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene
formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato,
soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana
dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica"
l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post)
Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società,
francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (8 voti,
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09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale
di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco
noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di
grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani
più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella
crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza
era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli
abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle
delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso
rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero.
D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi
reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione».
Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva
funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia,
la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi
erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di
una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se
osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di
sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e
dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma
mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di
spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e
dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per
piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro,
contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo:
dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore?
Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il
mondo Commenti ( 40 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5)
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questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con
qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla
tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è
unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune
commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato
molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha
offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha
accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di
continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata
l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati
per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero
bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura
della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici
non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state
solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio,
qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo
mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il
terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di
averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione
fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo
che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero
state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i
paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito
il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una
trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi
francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato
che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno
iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo
è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato,
un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente
manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso
all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni
partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi
l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per
l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino,
peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio
rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico,
spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 74 ) » (5 voti, il
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ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello
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c'è sempre stata e non ha mai provocato problemi... Marcello Foa: Grazie, caro
Dekebalos. Come faccio, s a proporre un blog variato? Cerco semplicemente di
mettere a... Marcello Foa: Bel dibattito, davvero costruttivo, sia riguardo i
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parte... Franco Parpaiola: Salve. Ad ogni modo ha un buon senso del umorismo,
però prima o poi si vendicherà, dovrò stare... Ultime news Febbre suina, in
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certiSmottamenti e frane in tutta la penisola Un disperso nel PaveseIl Papa in
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(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 101
del 2009-04-28 pagina 0 Febbre suina, in Messico 152 vittime Il virus
"sbarca" in Europa: 3 casi certi di Redazione L'Oms alza il livello
di allerta per l'influenza da suini dalla fase tre alla fase quattro. Intanto
il contagio della febbre suina dilaga: in Messico, dove il focolaio si è
manifestato, il numero dei morti è salito a 152. Il virus arriva anche in
Europa con tre casi accertati: due in Scozia e uno in Spagna. Il virologo:
"Epidemia controllabile" L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)
ha alzato il livello di allerta per l'influenza da suini dalla fase tre alla
fase quattro, come ha annunciato ieri sera a Ginevra il vice direttore generale
dell'organizzazione, Keiji Fukuda, dopo quattro ore di riunione del comitato
d'emergenza. In Messico, dove il focolaio si è manifestato, il numero dei morti
è salito a 152 mentre il virus arriva anche nella Ue, con tre casi accertati:
due in Scozia e uno in Spagna. Negli Usa siamo a oltre
40 casi. L'Oms: "Nessun Paese è immune dal rischio" Nella sua
conferenza stampa, il numero due dell'Oms ha detto che "nessun paese è
immune da rischio" e che chiudere le frontiere nella speranza di arginare
il virus non servirebbe a niente. Fukuda ha spiegato anche che la fase quattro
indica "un significativo aumento" del livello d'allerta, ma che non
significa che una pandemia è ormai inevitabile. L'Oms a considera prudente per
le persone malate di rinviare viaggi all'estero. Per mettere a punto un
vaccino, ha poi aggiunto, ci vorranno sei mesi e per produrne in grossi
quantitativi occorrerà molto più tempo. Il bilancio in Messico lievita a 152
morti E' salito intanto a quota 152 il numero di morti da influenza da suini in
Messico. A riferirlo è stato il ministro della Sanità José Angel Cordova, spiegando
che al momento le persone ricoverate sono 1.650 con sintomi del virus A/H1N1.
"Siamo nel momento più critico - ha aggiunto il ministro -, la situazione
potrebbe peggiorare nei prossimi giorni". I casi di morte si sono
registrati in 10 Stati del Messico, il governo centrale ha deciso di chiudere
le scuole fino al sei maggio, a cominciare dagli asili nido. Oltre 40 casi
negli Stati Uniti Quella degli Stati Uniti resta l'area più colpita, dopo il
Messico, dall'epidemia influenzale. Gli esami di laboratorio hanno confermato
40 casi in cinque diversi stati (almeno 28 a New York, 11 in California, 2 in Texas, 2 in Kansas e 1 in Ohio). Il sindaco di New
York, Michael Bloomberg ha detto che nella scuola del quartiere Queens, dove
sono stati riscontrati i casi di influenza, potrebbero essere 100 gli studenti
colpiti dalla sindrome influenzale. "Abbiamo un unico focolaio di
influenza in città ed è in quella scuola", ha detto il sindaco aggiungendo
che tutti gli studenti colpiti hanno sintomi leggeri e, quel che è importante,
nessuno mostra segni di peggioramento". In totale sono 6 i casi confermati
in Canada. In giornata il Cdc di Atlanta ha annunciato un ammonimento ai
cittadini americani a non recarsi in Messico, "se non per motivi di forza
maggiore". L'influenza "sbarca" in Europa E' un ragazzo spagnola
di 23 anni il primo caso di influenza da suini riscontrato in Europa. Il
giovane era ricoverato da sabato scorso nell'ospedale di Almasa (Albacete) dopo
aver accusato, di ritorno da un viaggio in Messico, i sintomi dell'influenza.
Attualmente si trova in isolamento, come gli altri 17 casi sospetti. Ma quello
spagnolo non è l'unico caso riscontrato in Europa. In Scozia due persone sono
risultate positive ai test. "Si stanno riprendendo bene", ha assicurato
il ministro della Sanità, Nicola Sturgeon. Obama: "Preoccupazione, ma non
panico" Preoccupazione, prudenza, ma non panico: il presidente Barack
Obama, che come ha ribadito la Casa Bianca non corre rischi di contagio, ha
cercato di calmare l'America. L'influenza " è ovviamente causa di
preoccupazione - ha spiegato - che richiede un aumentato stato di allerta, ma
non è motivo di allarme". Carne suina messa al bando Cina, Ucraina, Kazhakstan, Filippine,
Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo al bando carne di maiale
proveniente da alcuni stati americani: lo ha confermato l'ufficio del
Rappresentante Commerciale americano, l'equivalente del ministero del Commercio
Estero. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mondo
è angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione
- e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel
mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi
commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina.
Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello
di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo .
Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di
reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto,
secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 21 ) » (4 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato
l'allarme in Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno
ripreso la notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio
planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli
allarmi su improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la
Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci
dissero che l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di
Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di migliaia di persone,
nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati
registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al
bando le farine di origine animale, che costringevano degli erbivori a
trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate
le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano indossando
degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime,
ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora:
l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono
rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava d'altro; i governi decisero di
rendere obbligatorie stock di riserva del Tamiflu, un farmaco in realtà poco
efficiente contro la malattia; per la gioia della Roche ( su quella vicenda
segnalo la splendida inchiesta di Sabrina Giannini, trasmessa nel 2006 da
report) Ora improvvisamente tutto il mondo parla dell'influenza suina e da
Città del Messico arrivano, come da copione, notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia troppo tardi per arignare il virus,
l'Europa è in allarme. Si stanno creando tutte le premesse per diffondere una
piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come le altre? Io dico di sì, con una
conseguenza facilmente prevedibile: per un po' ci si scorderà della crisi
economica. Scritto in crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, società, notizie nascoste Commenti (
88 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed truccano i conti? Navigando su
Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top
manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui
l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso
ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di
Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la
confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di
dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto
strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine
la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del
presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera
il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso
settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora
ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non
rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito
delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il
governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad
annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto
rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o%
del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta
riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale
sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico.
L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di
mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.
Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di
no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza
privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui
debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset
che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più
grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio
passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina,
economia, gli usa e il mondo Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il
futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una
piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli
ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del
Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo
professionale e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti
molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di
essere invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da
colleghi che hanno letto commenti interessanti su "il cuore del
mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli sull'edizione
cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione della Svizzera
italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e
sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog
(chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane
un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di
Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger
presi in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per
informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che
ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di
stipendio. E con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari
all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati
per "bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e
questo è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della
pubblicità parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma
secondo il Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter
che fanno buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come
peraltro emerso recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival
internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare
bene grazie alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la
domanda: il futuro del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno
alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore
aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche
(negli Usa è già successo con Huffington Post).
Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente
cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere
in vita un Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione,
società, notizie nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti (
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 19Apr 09 La casta dei top manager continua a imperare (anche in
Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul
Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a
dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto
significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di
"dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real
Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a
26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora
più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata
costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non
avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le
tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri,
dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il
capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di
euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di
responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager
non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza,
disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni
maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile
parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste logiche.
Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che punisce
chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai
irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (12 voti, il voto medio è: 4.92 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta
al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1)
abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il
premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma
alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
Commenti ( 44 ) » (11 voti, il voto medio è: 3.09 su un massimo di 5) Loading
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questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle
banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili
per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche
settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per
le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti
dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai
debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano,
molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda
ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare
le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni
giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano
zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece
le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove
regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G 20 ha
proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse
risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di
ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia,
di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la
profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà,
ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra
una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo
accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo
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questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione
clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta
all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il
decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non
verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme
ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran
Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente
francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così:
"Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per
allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli
extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno
essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via
gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle
italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano.
Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: "
L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di
smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità
da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia
giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria
l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti
necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito
amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni
preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma,
evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un
peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi,
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia,
immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (8 voti, il voto
medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed
RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla
crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella
crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione».
Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva
funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande
tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i
newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come
segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E
se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di
sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e
dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma
mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di
spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e
dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per
piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro,
contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo:
dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore?
Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il
mondo Commenti ( 40 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene
(con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla
tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è
unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune
commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato
molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha
offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha
accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di
continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata
l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati
per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero
bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura
della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici
non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state
solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio,
qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo,
il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si
poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo
annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse
imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che
le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state
evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi
circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6
aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una
trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi
francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato
che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno
iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo
è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato,
un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente
manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso
all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni
partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi
l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per
l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino,
peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio
rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico,
spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 74 ) » (5 voti, il
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tutt'uno,io... Marina: Questa mattina un medico ha detto che la febbre suina
c'è sempre stata e non ha mai provocato problemi... Marcello Foa: Grazie, caro
Dekebalos. Come faccio, s a proporre un blog variato? Cerco semplicemente di
mettere a... Marcello Foa: Bel dibattito, davvero costruttivo, sia riguardo i
punti di forza che di debolezza della Cina. da
parte... Franco Parpaiola: Salve. Ad ogni modo ha un buon senso del umorismo,
però prima o poi si vendicherà, dovrò stare... Ultime news Febbre suina, in
Messico 152 vittime Il virus "sbarca" in Europa: 3 casi
certiSmottamenti e frane in tutta la penisola Un disperso nel PaveseIl Papa in
Abruzzo visita le famiglie terremotateNave militare spagnola intercetta e
cattura i pirati della "Melody"Borse in territorio negativo: è
psicosi influenzaNew York, paura nei cieli: l'Air Force One vola
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(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
28-04-2009
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morire (e non dal ridere) 30-03-2009 - "Il mio lavoro? Scrivo film e
sceneggio libri" 21-03-2009 - «Vi spiego i segreti di Kay Scarpetta»
17-03-2009 - Una lancia per lispettore
Zulu Così anche il noir si globalizza 05-03-2009 - Wilbur Smith: "La mia
vita è tutta un safari" 02-03-2009 - «Tutto cominciò quando, a 16 anni, mi
capitò di fare il testimone detective» 25-02-2009 - Crais: "Il mio
compito? Togliervi il sonno" 10-02-2009 - "Io scrittore eretico? Adoro Don
Camillo" 31-01-2009 - Chi è senza peccato scagli il primo romanzo
20-01-2009 - Il thriller più atteso al mondo? è di un italiano sconosciuto
13-01-2009 - Così un cronista (morto) è diventato il re del thriller 22-12-2008
- Sono italiane le regine del fantasy 18-12-2008 - Ecco il genio del noir che
non avete mai letto 04-12-2008 - Shaun Tan, l'arte di narrare favole senza
parole 22-11-2008 - «Il mio maestro di paura? Pinocchio» 06-11-2008 - Un
narratore di favole finito dietro la macchina da presa 30-10-2008 - Margherita
Oggero sfoglia le stagioni del brivido 06-09-2008 - Maj SjÖwall: "Così
nacque il Maigret del Nord" 04-09-2008 - Che paura la nuova Russia 30-08-2008
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mondo in 80 gialli 03-08-2008 - Il commissario De Vincenzi indaga fra le
bancarelle 03-08-2008 - Il commissario De Vincenzi indaga fra le bancarelle
28-07-2008 - "Il western? Macché eroi. Erano ubriaconi" caricamento
in corso... più letti più votati più commentati Di Pietro: "Farò il... di
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Bozzo Epifani per dormire due notti ha... di Redazione I pensatori di Fini
mettono il burqa... di Maria Giovanna Maglie E LADY SANTORO ASSOLVE L'UOMO
DI... di Filippo Facci Sprechi La sinistra apre altri 3... di Redazione La
Toscana prepara la legge... di Antonio Signorini Di Pietro: "Farò il... di
Luca Telese Epifani per dormire due notti ha... di Redazione I pensatori di
Fini mettono il burqa... di Maria Giovanna Maglie La Toscana prepara la
legge... di Antonio Signorini E LADY SANTORO ASSOLVE L'UOMO DI... di Filippo
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(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 101
del 2009-04-28 pagina 0 "La febbre suina ha avuto origine in Asia" di
Redazione Il governatore dello stato messicano di Veracruz, Fidel Herrera, ha
negato che linfluenza da suini abbia avuto origine nella
zona montuosa di Perote: "viene dall'Asia" Città del Messico
- Il governatore dello stato messicano di Veracruz, Fidel Herrera, ha negato
oggi che linfluenza da suini abbia avuto origine nella
zona montuosa di Perote, come, secondo il quotidiano Reforma, ha sostenuto la
società
Usa Veratec, che si dedica alla
"biovigilanza", in un rapporto inviato il 2 aprile scorso allOrganizzazione mondiale della sanità (Oms). L'origine
del virus In un messaggio diffuso dal suo ufficio, Herrera ha anche assicurato
che linfluenza da suini "ha origine in Asia, possibilmente in Cina, e da lì dei viaggiatori lhanno portata negli Stati Uniti e, sicuramente, poi nel
Distretto Federale di Città del Messico e nello Stato di Messico". Secondo
il governatore, il virus "non può essere associato con lattività
dellazienda Granjas Carroll" che, nella regione di Perote, si
dedica allallevamento di suini. Secondo fonti
giornalistiche, nella zona, a partire dallo scorso dicembre a tutto lo scorso
marzo, circa 500 persone hanno avuto problemi alle vie respiratorie e due di
esse
sono decedute per "polmonite". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA -
Via G. Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Tirreno, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 3
- Attualità Tre contagiati, il virus è arrivato in Europa Due casi in Scozia e
uno in Spagna. In Messico salgono a 149 le vittime Cresce la paura in tutto il
mondo. In allerta anche Nuova Zelanda e Australia NATALIA ANDREANI ROMA. Si
aggrava di ora in ora il bollettino delle vittime della febbre suina che ha
messo in allarme tutti i paesi del mondo e che potrebbe portare l'Oms a
dichiarare la pandemia. In Messico, epicentro dell'epidemia, i morti sono
saliti a 149 e gli infetti sfiorano i duemila mentre negli Usa
il numero dei contagi accertati è raddoppiato nel giro di una notte arrivando a
40, ventotto dei quali nella Grande Mela. Ma il virus è sbarcato anche in
Europa dove le autorità confermano tre casi accertati e alcune decine di casi
sospetti tra Spagna, Gran Bretagna e Francia. La situazione più preoccupante si
registra in Messico. Davanti all'andamento dell'infezione, il governo messicano
si prepara al peggio e ieri, come misura preventiva, è stata ordinata la
chiusura di tutte le scuole del paese almeno fino al 6 maggio. «Siamo nel
momento critico e sfortunatamente i casi continueranno ad aumentare», ha
dichiarato ieri il ministro della sanità Jose Angel Cordova annunciando che
altre e più severe misure sono allo studio dell'esecutivo. EMERGENZA USA. La
diffusione del contagio è cresciuta anche negli Stati Uniti. Washington ha
confermato 40 casi in cinque diversi stati: California, Kansas, Texas, Ohio e
New York City. A New York i 28 casi sono concentrati in una scuola, la Saint
Francis Perparatory, nel Queens. E questa circostanza ha portato il sindaco
della città, Michael Bloomberg, a dichiarare che il bollettino potrebbe
aggravarsi rapidamente e superare quota 100. «Abbiamo un focolaio in città ed è
in quella scuola», ha detto Bloomberg sottolineando che ci sono altri 45 casi
considerati tutt'ora sospetti. Unica consolazione: tutti gli studenti mostrano
sintomi leggeri della malattia e nessun segno di peggioramento. Il Centro per
il controllo della malattie trasmissibili di Atlanta ha intanto confermato
ufficialmente che il virus si trasmette per via aerea tra esseri umani. «Si sta
diffondendo da uomo a uomo come un normale virus influenzale», ha detto ieri
sera il direttore del Cdc, Richard Besser, senza nascondere «forti
preoccupazioni» per i possibili scenari. «Vista la situazione in Messico
dobbiamo prepararci a casi più gravi e forse anche a dei morti: per questo è
necessario prendere misure molto energiche», ha dichiarto Besser mentre il
Dipartimento per la salute ha iniziato a distribuire undici milioni di dosi di
antivirali (il 25 per cento delle scorte totali), ai cinque stati colpiti. IL
QUADRO UE. Il governo di Madrid ha confermato ieri sera che dei 18 pazienti
spagnoli sotto osservazione, tutte persone in rientro dal Messico, uno è
risultato positivo al virus A H1N1. Due sono invece i casi accertati dalle
autorità sanitarie scozzesi. Entrambi i pazienti sono ricoverati al Monklands
Hospital di Airdrie. Tornavano da un viaggio in Messico e «si stanno
riprendendo bene», ha riferito il ministero scozzese per la sanità mentre in
Gran Bretagna si stanno verificando venticinque casi sospetti. Da Messico e Usa rientravano anche i quattro francesi residenti a Lione,
Pau, Poitiers e Nantes attualmente sotto controllo assieme a sei cittadini del
Belgio. PAESI IN ALLERTA. Come temevano gli esperti, l'ombra del contagio ha
velocemente fatto il giro del mondo imponendo quasi ovunque controlli specifici
alle frontiere. Dieci liceali rientrati da un viaggio in Messico sono finiti
sotto osservazione in Nuova Zelanda mentre due ricoveri si registrano in
Australia: per tutti si attende l'esito definitivo del test. Due casi accertati si segnalano invece in Canada, sulle due coste
del paese, mentre in Israele due pazienti sono stati messi in isolamento dalle
autorità sanitarie. Altri nove casi sospetti sono in Colombia, quattro in
Brasile, uno in Perù. Nessun caso, per ora, è invece segnalato in Cina.
(
da "Repubblica.it"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA -
Peggiora di ora in ora il bilancio dei morti a causa dell'influenza suina in
Messico: le vittime sono 152. Intanto il virus ha attraversato l'oceano e, dopo
gli Usa, si registrano i primi casi di contagio in
Europa: uno in Spagna e due in Scozia. In questa situazione l'Oms ha innalzato
il livello di allerta da 3 a
4 in una
scala di 6 mentre da più parti, a cominciare dall'amministrazione americana e
dalle autorità italiane, si cerca di frenare l'allarmismo. Oms pronta ad alzare
il livello d'allerta. Al termine di una riunione di quattro ore del comitato
d'emergenza l'Organizzazione mondiale della sanità ha innalzato da 3 a 4 (su 6) il livello di
allerta. Secondo la classificazione dell'Oms, nella fase 4 il virus compie un
passo in avanti nella capacità di scatenare una pandemia, ma non ne indica
ancora l'arrivo. L'Oms raccomanda ai governi di intensificare gli interventi
per fronteggiare il diffondersi del virus ma per ora non consiglia né
restrizioni ai viaggi né la chiusura delle frontiere. Per avere un vaccino
efficace occorreranno dai quattro ai sei mesi, avverte l'Organizzazione che non
ha ancora elementi sufficienti per valutazioni più accurate sul possibile
evolversi della situazione. Messico. Il ministro della Sanità messicano Josè
Angel Cordova ha reso noto che al momento le persone ricoverate con sintomi del
virus A/H1N1 sono 1.650. Le vittime sono 152, tutte tra i 25 e i 50 anni di
età. "Siamo nel momento più critico, ci saranno altre vittime", ha
aggiunto il ministro, che non ha nascosto la gravità del problema.
OAS_RICH('Middle'); Si tratta di una malattia, ha assicurato Cordova, che
"può essere curata". Nel precisare che tutti gli Stati nei quali è
suddiviso il territorio nazionale registrano casi di virus, il titolare della
sanità messicana ha sottolineato: "Le dosi di farmaci di cui disponiamo
sono sufficienti. Sono in arrivo, ha aggiunto, altre 400 mila dosi che saranno
messe a disposizione delle farmacie". I decessi si sono registrati in
dieci Stati del Messico. Il governo centrale ha deciso di chiudere le scuole
fino al 6 maggio, a cominciare dagli asili nido. La notizia è stata data
durante una conferenza stampa nella quale è stata avvertita una forte scossa di
terremoto il cui epicentro è stato localizzato nello Stato meridionale di Guerrero
(Acapulco). Il governo sta inoltre valutando un'altra misura drastica: lo stop
delle attività economiche nella capitale, decisione che l'esecutivo sta
esaminando con le confederazioni degli imprenditori. "Non è escluso, ma
dobbiamo soppesare costi e benefici", ha precisato Cordova. L'influenza
arriva in Europa. E' un ragazzo spagnolo di 23 anni il primo ad ammalarsi in
Europa. Il giovane era ricoverato da sabato scorso nell'ospedale di Almasa
(Albacete) dopo aver accusato, di ritorno da un viaggio in Messico, i sintomi
dell'influenza. Attualmente si trova in isolamento, come altre 17 persone che
si teme abbiano contratto la malattia. Ma quello spagnolo non è l'unico caso
riscontrato in Europa. In Scozia due persone sono risultate positive ai test. "Si
stanno riprendendo bene", ha assicurato il ministro della Sanità Nicola
Sturgeon. La Ue. L'Unione europea ha intanto preso i primi provvedimenti:
viaggi sconsigliati nelle aree a rischio di Messico e Stati Uniti e una
riunione d'emergenza dei ministri della Sanità convocata per giovedì prossimo.
L'esame della situazione è stato fatto dai capi delle diplomazie dei 27 a Lussemburgo, dove Franco
Frattini ha annunciato un'inziativa della presidenza italiana del G8 per
assicurare un coordinamento tra gli otto Grandi, la Ue e i Paesi emergenti.
"In Italia rischi insignificanti". Frattini ha anche assicurato che
per l'Italia "i rischi sono davvero insignificanti". Ma intanto
l'unità di crisi al ministero del Welfare è al lavoro e sono state messe in
campo precise misure di prevenzione, con un rafforzamento dei controlli anche
per quanto riguarda gli aerei e le navi provenienti da zone a rischio. Il
sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio ha comunque fornito un primo dato
rassicurante: sono negativi i controlli sui primi cinque viaggiatori italiani
che, tornati da zone a rischio per l'influenza dei suini, con alcuni sintomi,
si sono sottoposti in Italia ad accertamenti. Presso il ministero, rassicura il
governo, sono stoccate 40 milioni di dosi di farmaci antivirali. Domani alle
16.30 il ministro del Welfare Maurizio Sacconi riferirà in aula al Senato.
Negli Usa 44 casi. Quella degli Stati Uniti resta
l'area più colpita, dopo il Messico, dall'epidemia influenzale. Gli esami di
laboratorio hanno confermato 44 casi in cinque diversi Stati (28 a New York, 11 in California, due in
Texas, due in Kansas e uno in Ohio). Il sindaco di New York, Michael Bloomberg,
ha detto che nella scuola del quartiere di Queens dove sono stati riscontrati i
casi di contagio potrebbero essere 100 gli studenti colpiti dalla sindrome
influenzale. "Abbiamo un unico focolaio di influenza in città ed è in
quella scuola", ha detto il sindaco aggiungendo che tutti gli studenti
colpiti hanno sintomi leggeri e, quel che è importante, nessuno mostra segni di
peggioramento". In totale sono sei i casi confermati in Canada. In
giornata il Cdc di Atlanta ha consigliato ai cittadini americani a non recarsi
in Messico, "se non per motivi di forza maggiore". Preoccupazione,
prudenza, ma non panico: il presidente Barack Obama ha cercato di calmare
l'America. L'influenza " è ovviamente causa di preoccupazione - ha
affermato - che richiede un aumentato stato di allerta, ma non è motivo di
allarme". La prima crisi sanitaria dell'era Obama ha trovato la nuova
amministrazione senza il ministro della Sanità e senza il Surgeon General (il
medico che guida le agenzie federali). Import di carne suina al bando. Cina, Ucraina, Kazhakstan, Filippine,
Tailandia e gli Emirati Arabi Uniti hanno messo al bando carne di maiale proveniente
da alcuni Stati americani: lo ha confermato il Rappresentante commerciale
americano, l'equivalente del ministero del Commercio estero. L'ufficio
del Trade Representative ha stigmatizzato il bando che a suo giudizio "non
ha fondamenti scientifici e rischia di danneggiare gravemente i commerci".
(27 aprile 2009
(
da "Giornale.it, Il"
del 28-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 101
del 2009-04-28 pagina 0 Suini, l'Oms: "La pandemia è evitabile" Usa: due morti sospette in California di Redazione L'Oms
rassicura: 7 morti e 79 casi accertati. Due morti sospette sono state riscontrate
in California. "La situazione rimane molto seria: una pandemia non è
affatto inevitabile". Secondo i dati statali il contagio dilaga: in
Messico il numero dei morti è salito a 152. Il virus arriva anche in Europa con
quattro casi accertati, 64 negli Usa. I casi nel
mondo. Il virus generato in Asia: la denuncia Città del Messico -
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) mantiene al momento il livello 4
di allerta per il rischio di pandemia: lo ha annunciato il vicedirettore
generale dellOms, Keiji Fukuda,
sottolineando come "la situazione epidemiologica" della febbre suina
sia in costante fase di evoluzione. Attualmente "la situazione rimane
molto seria: una pandemia non è affatto inevitabile ma la possibilità viene
considerata seriamente", ha spiegato Fukuda in conferenza stampa,
precisando come rimanga "fondamentale identificare i turisti contagiati,
perché ciò ci aiutererebbe a seguire il virus nel mondo e a stabilire come si
propaga". Due morti sospette in California Le prime due vittime sospette
di influenza suina negli Stati Uniti si sono registrate in California. Lo
riferisce il sito web della Fox News secondo cui il coroner della contea di Los
Angeles sta effettuando i test per verificare le cause del decesso. Si tratta
di due uomini deceduti agli ospedali di Bellflower e di Norwalk. Il primo,
ricoverato sabato, aveva 33 anni ed era di Long Beach. Il secondo, 45 anni,
morto mercoledì scorso, risiedeva a La Mirada. Usa: 64
casi di febbre Il numero dei casi di febbre suina negli Usa
è cresciuto a 64 nelle ultime ore, come segnalato sul sito web dei Cdc (Centers
for Disease Control and Prevention) di Atlanta. Finora le autorità sanitarie
americane avevano riferito di 40 casi, in gran parte a New York e nessuno di
particolare gravità, anche se dallinizio
della crisi, nello scorso fine settimana, avevano avvertito che il numero degli
ammalati sarebbe potuto aumentare col passare dei giorni. Stando agli ultimi
dati, lo stato di New York risulta il più colpito, con un totale di 45 casi
accertati, contro
i 28 di lunedì. Segue, con tre nuovi casi, la California, per un totale di
dieci ammalati, e il Texas, dove da due casi si è passati a sei. Negli altri
stati Usa colpiti dal virus H1N1, il Kansas (2 casi) e
lOhio (1), mantengono al momento lo stesso numero di
ammalati, segnalano infine i Cdc. Cresce la mappa dei contagi Continua ad
allargarsi la mappa dei contagi per il virus dellinfluenza
da suini, allindomani dellinnalzamento del livello di allerta da 3 a 4 deciso
dallOrganizzazione mondiale della Sanità. Nuovi casi sono stati
confermati in Europa, Medio Oriente e Oceania e segnalazioni di possibili
contagi arrivano anche dallAsia. E l'Oms
lancia l'allarme: "Alle frontieri i controlli non funzionano". Numeri
Sono 79 i casi di influenza suina nel mondo confermati dai test in
laboratorio: lo ha reso noto oggi lassistente
direttore generale facente funzioni dellOms. Keiji Fukuda ha anche detto
ai giornalisti che i due casi registrati in Gran Bretagna e i tre della Nuova
Zelanda sono tra quelli relativi a viaggiatori tornati dal Messico. La corsa al
vaccino Quattro laboratori farmaceutici sono giunti a "differenti
stadi" di lavoro su un ceppo virale che potrebbe servire come precursore
di un vaccino contro lepidemia di febbre suina
in corso: lo hanno reso noto fonti dellOrganizzazione
Mondiale per la Sanità (Oms). Il passaggio alla fase cinque implicherebbe che
il rischio pandemia sia non solo imminente, ma anche inevitabile;
lattuale fase quattro certifica la trasmissione umana diretta in almeno un Paese e
segnala un aumento del rischio di unepidemia
globale, ma non indica che una pandemia sia inevitabile. La fase sei - massima
allerta - è invece caratterizzata da trasmissione diffusa e prolungata del
nuovo sottotipo di virus influenzale, in questo caso ormai classificato come
pandemico. A preoccupare lOms sono soprattutto le
modalità di trasmissione e la possibile diversificazione del virus, un ceppo
mutante dellA/H1N1 con componenti suine, aviarie e umane - ormai
impropriamente definito come della febbre suina, dato che la trasmissione avviene
direttamente fra esseri umani - visto che gli unici decessi si sono registrati
in Messico mentre in tutti gli altri casi (pur avendo contratto la malattia
negli stessi luoghi) la virulenza è stata assai minore. Si estende l'allarme La
Spagna ha annunciato il suo secondo contagio accertato da influenza suina.
Mentre il primo paziente, ricoverato in un reparto in isolamento allospedale di Almansa Albacete si sta riprendendo, il
governo di Madrid ha reso noto che un altro giovane che faceva parte della
stessa comitiva in Messico si è ammalato ed è stato ricoverato in un ospedale
di Valencia. Ma ormai i contagi non si contano più: mentre Israele e la Nuova
Zelanda hanno confermato i primi casi, si allunga la lista dei Paesi con il
fiato sospeso in attesa del responso dei test (primo tra tutti la Cina dove le autorità indagano su alcuni casi dubbi).
Berlusconi tranquillo "Non cè
nessun pericolo". Silvio Berlusconi torna a parlare dellinfluenza
suina spiegando che la situazione "è sotto controllo" anche se
adesso lUe "deve trovare un antidoto che ancora
non cè". Per monitorare la situazione della febbre suina
"lItalia ha già costituito una unità di crisi affidata al
sottosegretario Fazio" e ha attivato "linee telefoniche per
raccogliere eventuali segnalazioni: a oggi, a pochi minuti fa, nessuna
segnalazione era ancora pervenuta". Caso sospetto a Vicenza: tutto sotto
controllo Un paziente di 45 anni è ricoverato sotto osservazione nel reparto di
malattie infettive dellOspedale di Vicenza,
proveniente dal pronto Soccorso dellOspedale di Bassano del Grappa. Il
ricovero, viene detto in una nota dellUlss 6 di Vicenza, è stato disposto
"per motivi precauzionali, prevalentemente diagnostici e in base alla
presenza
nel paziente di modesta sintomatologia a carico delle vie respiratorie, insorta
al rientro da un recente soggiorno in aree dove attualmente sono stati
segnalati casi di influenza umana da virus dellinfluenza
suina". "Alle 16 di oggi sono 11 i casi sospetti di influenza
suina riscontrati in Italia - ha avvertito il ministro Sacconi - i test
effettuati hanno escluso però che si tratti di virus AH1N1". Il bilancio
in Messico lievita a 152 morti E' salito intanto a quota 152 il numero di morti
da influenza da suini in Messico. A riferirlo è stato il ministro della Sanità
José Angel Cordova, spiegando che al momento le persone ricoverate sono 1.650
con sintomi del virus A/H1N1. "Siamo nel momento più critico - ha aggiunto
il ministro -, la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi giorni". I
casi di morte si sono registrati in 10 Stati del Messico, il governo centrale
ha deciso di chiudere le scuole fino al sei maggio, a cominciare dagli asili
nido. Al momento gli univi casi di decessi ascrivibili all'influenza dei suini,
sono sette, secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità. ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Corriere.it"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
influenza
suina - il ministro sacconi: «IN ITALIA TEST TUTTI NEGATIVI» Usa,
cresce la paura febbre suina Oms: «Pandemia evitabile» Cresce il bilancio delle
vittime, ma Ginevra smorza l'allarme:7 i decessi dovuti all'influenza. In
Europa 4 casi MILANO - Gli Stati Uniti alle prese con i timori legati alla
diffusione della febbre suina. In California, dove una decina di persone hanno
finora contratto la malattia, il governatore Arnold Schwarzenegger ha
proclamato lo stato di emergenza. Intanto a Washington il presidente, Barack
Obama, ha chiesto al Congresso di stanziare 1,5 miliardi di dollari per
combattere l'epidemia. Serviranno a «rafforzare le capacità» del paese di
rispondere all'influenza da suini e per far fronte ad eventuali emergenze
sanitarie, «ma non sono il segno di un aumento della preoccupazione», ha detto
il portavoce Robert Gibbs. La nuova influenza ha ucciso circa 150 persone in
Messico (anche se l'Oms ha ridimensionato il numero delle vittime) ma finora
negli Stati Uniti, dove i casi accertati sono a oggi una settantina, quelli
registrati ufficialmente sono legati a forme leggere. A Los Angeles, però, si
sta indagando su due morti che potrebbero essere riconducibili alla febbre
suina: un giovane di 33 anni di Long Beach ricoverato sabato con sintomi
del'influenza respiratoria e un uomo di 45 anni morto il 22 aprile in un
ospedale di Norwalk. Nessuna conferma ancora sui risultati dei test, di cui dà
notizia sul suo sito online il Los Angeles Times. Mentre dei 45 casi confermati
finora a New York un bambino di due anni del Bronx è finito in ospedale e così
una donna a Brooklyn, ha detto il sindaco Michael Bloomberg. I due casi,
entrambi fuori pericolo, non sembrano essere in rapporto con la scuola di
Queens dove finora si erano concentrati i casi di febbre suina confermati a New
York. Secondo cifre ufficiali ma provvisorie fornite dai Cdc federali (Centers
for Disease Control and Prevention) e dai singoli Stati sono risultate finora
positive al test per il virus H1N1 una settantina di persone: 13 in California, due in
Kansas, uno in Ohio, uno in Indiana (un uomo di mezza età senza apparenti
collegamenti con il Messico), sei in Texas. Quasi tutte sono guarite o in
convalescenza. EPICENTRO - In Messico, il Paese "epicentro"
dell'epidemia che sta mettendo in allarme il mondo e per la quale
l'Organizzazione mondiale della santità (Oms) ha fatto salire il livello di
allerta da 3 a
4 (su una scala di 6), il bilancio «probabile» delle vittime dell'influenza
suina è salito a 152 morti. I dati sono stati forniti nel corso di una
conferenza stampa dal ministro messicano della Sanità, José Angel Cordova, il
quale però per la prima volta ha fatto notare che l'epidemia potrebbe essere in
una fase di recessione: il numero dei decessi sospetti è infatti in calo (sono
stati 6 sabato, 5 domenica, 3 lunedì). Il Comune di Città del Messico ha
disposto la chiusura di tutti i ristoranti della capitale. LE STIME OMS - Da parte
sua l'Oms ridimensiona il numero delle vittime, mettendo comunque in guardia
dal pericolo che anche un'epidemia dalle origini fiacche può generare, come
avvenne nel 1918 con la Spagnola. Keiji Fukuda, vice direttore generale
dell'Oms, ha detto che i casi di influenza certificati da test in laboratorio
sono 79 e che «solo 7» hanno avuto esito letale: tutti in Messico. Fukuda ha
anche spiegato che l'evoluzione dell'epidemia in pandemia non è inevitabile, ma
che i Paesi dovrebbero prepararsi al peggio. QUATTRO CASI IN EUROPA - Nel
frattempo, salgono a quattro i casi di contagio da influenza suina in Europa e
a due quelli accertati in Israele. Oltre al giovane rientrato la settimana
scorsa dal Messico e poi ricoverato in ospedale, anche su un secondo israeliano,
reduce da un viaggio in Messico, è stato riscontrato il virus H1N1. In Europa,
dopo i due riscontrati in Scozia e quello accertato in Spagna, le autorità di
Madrid hanno confermato la presenza di un secondo caso di influenza suina nel
Paese: lo riferisce la stampa spagnola citando dichiarazioni del ministro della
Sanità Trinidad Jimenez. Il nuovo caso è stato registrato a Valencia. Secondo
Jimenez comunque «data la evoluzione del suo stato, il paziente sarà dimesso
nelle prossime ore». Il ministro ha inoltre indicato che anche il giovane di
cui è stato accertato il contagio lunedì presenta un'evoluzione positiva del
virus e potrebbe a sua volta essere dimesso «nelle prossime ore». «NUOVA
INFLUENZA» - La situazione nel Vecchio Continente sembra destinata a cambiare
nei prossimi giorni. Stando almeno a quanto ha spiegato la commissaria Ue alla
Salute, Androulla Vassiliou. «I casi accertati si stanno riprendendo in modo
soddisfacente» ha confermato la commissaria, aggiungendo però che «ci sono
altri casi sospetti e nei prossimi giorni ci aspettiamo che la situazione
cambi». La Vassiliou ha poi aggiunto che il virus «non si chiamerà più
influenza da suini", ma abbiamo deciso di chiamarla "nuova
influenza"»: «La definizione influenza da suini dava un'idea sbagliata nei
confronti della carne di maiale, il cui consumo è sicuro purché sia cotta». La
Vassiliou ha poi elencato i Paesi Ue nei quali si sono presentati dei casi
sospetti: Italia (ma tutti i test sarebbero negativi), Danimarca, Svezia,
Germania, Repubblica Ceca, Svizzera, Austria, Francia, Grecia e Irlanda. Un
caso sospetto rilevato in Belgio si è rivelato non di febbre suina. LA
SITUAZIONE IN ITALIA - Nel nostro Paese la situazione continua a essere sotto
controllo. In Italia, ha spiegato il ministro Sacconi, hanno dato tutti esito
negativo i test effettuati su undici casi sospetti. I CASI NEL MONDO - Cresce
nel frattempo l'allarme nel mondo e nessun Paese sembra più immune dal rischio.
Infezioni conclamate sono state riscontrate anche in Nuova Zelanda (11 casi
confermati). Ma sono ormai molti i Paesi con casi che destano seri sospetti: 17 in Australia, 8 in Cile, 13 in Canada, 9 in Colombia, 20 in Brasile, uno in Corea
del Sud. Alcuni casi di possibili persone contagiate
vengono intanto segnalati in Cina, dove le autorità hanno posto sotto osservazione diverse persone
sospettate di essere portatrici del virus. LA PSICOSI NEL MONDO - Ma quella
della febbre suina sta diventando sempre più una vera psicosi. Ne risentono le
Borse mondiali, che temono ripercussioni sull'economia globale. E ne
risentono anche le politiche dei vari governi, combattuti tra l'esigenza di
farsi trovare pronti per fronteggiare un'eventuale escalation dell'emergenza
(molti stanno verificando o incrementando le scorte di antivirali) e quella di
non diffondere panico tra la popolazione. In Egitto alcuni parlamentari hanno
ad esempio chiesto il sacrificio di tutti i maiali del Paese, circa 35 mila
suini, la cui carne viene consumata solo dalla minoranza cristiana. Un vice
ministro israeliano lunedì ha spiegato che, pur di non citare il nome di questo
animale non kosher, la pandemia sarà definita ufficialmente «influenza
messicana». stampa |
(
da "Corriere delle Alpi"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Oms: la
pandemia è alle porte I sorvegliati speciali sono l'America e il Canada
Pazienti sotto osservazione in otto paesi europei ROMA. L'Organizzazione
mondiale della sanità mantiene lo stato di allerta in fase 4 e ribadisce che il
bilancio ufficiale delle vittime dell'influenza suina conta, al momento, 79
casi di contagio, sette dei quali letali. Ma il rischio di una pandemia resta
alle porte. I sorvegliati speciali, quelli che potrebbero portare l'Oms a
dichiarare la fase 5 dell'emergenza, sono Canada e Stati Uniti. E proprio negli
Usa si indaga su due decessi, i primi se confermati,
avvenuti in California fra mercoledì e sabato. «La pandemia è ancora evitabile.
Tuttavia dobbiamo prepararci a questa eventualità tenendo presente che
l'influenza si sviluppa in modi per noi imprevedibili», ha detto ieri il
vicedirettore generale dell'Oms, Keiji Fukuda, aggiornando le risposte dei
laboratori accreditati ad accertare la presenza del virus A H1N1 nei campioni.
«Se il Canada o gli Usa dovessero confermare la
presenza di casi indigeni, vale dire non importati direttamente dal Messico,
allora dovremmo passare allo stato di allerta cinque», ha spiegato il portavoce
dell' Oms Gregory Hartl riferendosi alle sei fasi della scala di allarme
pandemico. Uno dei requisiti della fase cinque è infatti la presenza di focali
indigeni in almeno due paesi di una medesima regione Oms (in questo caso la
Regione delle Americhe). Per dichiarare invece la 6, la fase di picco, è
quantomeno necessario che i focolai indigeni si manifestino tra la popolazione
anche in un paese di una seconda regione Oms (oltre alle Americhe, ci sono la
regione africana, la regione europea, la mediterranea orientale, la Sud est
asiatica e quella del Pacifico occidentale). Al momento è dunque su Canada e
Stati Uniti - ieri un nuovo caso in Indiana, il settimo stato colpito - che si
concentra l'interesse degli epidemiologi. Altre squadre dell'Oms e della Fao
restano invece al lavoro in Messico dove la psicosi dilaga e dove dopo le
scuole di tutto il paese è stata ordinata la chiusura dei 35mila ristoranti del
distretto della capitale. Le vittime del virus killer, secondo il governo, sono
salite a 153 e quasi duemila sono i contagi. Ma la paura cresce anche in Europa
dove ai quattro casi confermati di Spagna e Regno Unito se ne aggiungono due
rilevati in Israele (tutte persone rientrate da viaggi in Messico). Dalle zone
rosse rientravano anche le decine di viaggiatori messi sotto osservazione in
otto paesi della Ue: Italia, ma anche Francia, Germania, Danimarca, Svezia,
Repubblica Ceca, Irlanda e Grecia. Positivi al virus, ha confermato ieri il
governo di Wellington, sono invece dieci studenti e un professore appena
tornati in Nuova Zelanda dal Messico. In tutto il paese i casi sospetti sono 56
e quasi altrettante sono le persone sotto controllo in Australia. L'ombra del contagio si allunga anche su Cina e Corea del Sud dove i casi
sospetti sono numerosi. Pechino ha già disposto il blocco delle importazioni di
carni suine dalle aree di contagio. Tokyo ha bloccato i visti da e per il
Messico. Ma l'Oms ripete che la chiusura delle frontiere «è inutile» ad arginare
il contagio. N.A.
(
da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6
- Cronaca Febbre suina, la paura contagia gli Usa
l´Oms: pandemia ancora evitabile Obama chiede 1,5 miliardi. Berlusconi: qui
nessun pericolo L´emergenza Allarme California: "Ci aspettiamo casi
mortali". Fazio: "Il virus arriverà anche da noi" PIETRO DEL RE
ROMA - è possibile, anzi probabile, che dopo aver attraversato l´Atlantico ed
esser sbarcato in Scozia e Spagna il virus della febbre suina dilaghi anche da
noi. Ma l´Italia è pronta ad affrontare una possibile epidemia. Mentre l´allarme
cresce negli Stati Uniti, dove per contrastare l´espandersi del contagio il
presidente Barack Obama ha deciso che chiederà al Congresso uno stanziamento di
1,5 miliardi di dollari, il governo italiano butta acqua sul fuoco sui rischi
che corre il nostro paese. Per il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio,
«la situazione è sotto controllo». Dall´aula del Senato, il ministro del
Welfare, Maurizio Sacconi, fa sapere che «non dobbiamo sottovalutare il
problema né creare allarmismi, anche perché le scorte di antivirali sono
sufficienti per affrontare un´eventuale pandemia». Il ministro rende anche noto
che in nessuno degli 11 casi sospetti i test di laboratorio hanno accertato di
sindrome influenzale da virus messicano. In serata, tuttavia, quattro ragazzi
appena rientrati dalla California sono stati ricoverati a Sant´Angelo Lodigiano
con sintomi sospetti. Oggi, il responso delle analisi. Da Varsavia, dove
partecipa al vertice bilaterale italo-polacco, anche il premier Berlusconi si
dice ottimista: «Ad oggi non è pervenuta alcuna segnalazione: non c´è nessun
pericolo». Mentre il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali,
Luca Zaia, consiglia ai consumatori di «fare grandi scorte di carne suina
italiana dato che la troveranno a prezzi di saldo». Diversa la situazione negli
Stati Uniti. Secondo il commissario alla salute di New York, Thomas Frieden,
«molte centinaia» di studenti potrebbero aver contratto il virus. In
California, dove ieri il governatore Arnold Schwarzenegger ha dichiarato lo
stato di emergenza, sono state registrate le prime due morti sospette. Richard
Besser, capo del Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc)
di Atlanta, aveva appena detto di aspettarsi che l´influenza suina determini
«casi mortali tra gli esseri umani anche negli Usa».
Intanto, l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) fornisce dati meno
eclatanti sul contagio: solo 79 malati e 7 decessi contro i 1.300 e 152 forniti
dal Messico. «Una pandemia non è ancora inevitabile, ma tutti i governi devono
prepararsi al peggio, specie nelle nazioni più povere», ha detto un suo
portavoce. Insomma, il virus avrebbe fatto meno morti di quanto si pensasse, ma
all´indomani dell´innalzamento del livello di allerta da 3 a 4 l´emergenza resta alta.
L´Oms ha ventilato l´ipotesi che la conferma finale di casi negli Stati Uniti
giustificherebbe l´innalzamento al livello 5, in quanto ciò
dimostrerebbe che la febbre suina si trasmette in modo autonomo al di fuori dal
Messico. Nel mondo la mappa dei contagi continua ad estendersi, sia pure più
lentamente del previsto. Nuovi casi sono stati confermati in Europa, Medio
Oriente e Oceania. Segnalazioni di possibili contagi
arrivano anche da alcune nazioni asiatiche, prima tra tutte la Cina, ancora segnata dal ricordo della
Sars, dove le autorità indagano su alcuni casi dubbi. Nel frattempo, Hong Kong
ha imposto restrizioni a persone provenienti dai paesi dove si è manifestato il
virus e mette in quarantena chiunque sbarchi con più di 38 di febbre.
Cuba, invece, ha sospeso per le prossime 48 ore tutti i voli da e per il
Messico. L´Oms e la Commissione Ue non hanno raccomandato restrizioni sui
viaggi né la chiusura delle frontiere, ormai insufficienti a frenare il
contagio. Ma da ieri la Farnesina sconsiglia i viaggi "non strettamente
necessari" in tutto il territorio del Messico, e non solo negli stati più
colpiti. Secondo le autorità sanitarie, il virus della febbre suina «non ha
mostrato per ora alcuna resistenza ai due farmaci utilizzati per trattarlo»,
cioè l´Oseltamivir e lo Zanamivir. C´è stata però la trasmissione da uomo a
uomo. Non è chiaro invece quale sarà il decorso dell´epidemia. Tutto dipenderà
dalla furia con cui il virus riuscirà a trasmettersi.
(
da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
32 - Commenti UN ALTRO SHOCK PER L´ECONOMIA (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Le Borse
mondiali hanno interrotto il rialzo che era in corso da alcune settimane. Torna
la paura e ha una causa nuova: quali conseguenze può avere la febbre suina
sull´economia globale? Per ora il bilancio delle vittime e l´estensione del
contagio non giustificano catastrofismi, eppure un´ondata di vendite si è
abbattuta sui mercati, colpendo per prime le attività economiche legate al
turismo come le compagnie aeree. Le piazze asiatiche ieri sono state le più
fragili. Per forza: in Estremo Oriente è ancora vivo il ricordo della Sars,
un´emergenza sanitaria che nel 2003 per diverse settimane paralizzò settori
cruciali degli scambi internazionali. "Se l´influenza suina sarà un´altra
Sars dice il presidente di South China Securities
Howard Gorges l´impatto economico sarà mondiale". A Hong Kong
l´allarme ha già svuotato le farmacie di tutte le scorte di medicinali
antivirali e mascherine respiratorie. Da Pechino a Shanghai sono tornati in
funzione negli aeroporti i sensori elettronici misura-febbre per i passeggeri
in arrivo. A Tokyo gli aerei dal Messico sono accolti da squadre mediche.
Controlli speciali sui viaggiatori scattano dall´Indonesia all´Australia, dopo
il primo contagio accertato in Nuova Zelanda, seguito da casi sospetti in Cina e Corea del Sud. "Può essere il colpo fatale per
un mondo già in recessione", dice l´economista Sherman Chan di Moody´s
Australia. La Banca mondiale stima che una vera pandemia potrebbe uccidere 70
milioni di persone, e far crollare il Pil mondiale di un altro 5 per cento. Le
foto di Città del Messico con le vie deserte evocano ricordi freschi e dolorosi
in Asia. Era l´inizio del 2003 quando le autorità cinesi dopo mesi di colpevole silenzio confermarono i
focolai della Sars. La "desertificazione" da panico colpì per prima Hong Kong, dove
il contagio era arrivato dal vicino Guangdong e le notizie circolavano senza
censura. Le multinazionali americane con forti insediamenti in quest´area
furono le prime a reagire con misure drastiche. La Intel, con 15.000 dipendenti
in Cina, decise di "immobilizzarli"
lasciandoli a casa per impedire contatti sui luoghi di lavoro. Hewlett-Packard
chiuse la sede di Hong Kong. Microsoft sospese per tutto il personale trasferte
di lavoro in Cina, Vietnam e Singapore. Presto iniziò
l´esodo di manager delle multinazionali europee. Sulle rotte del Pacifico i
Jumbo volavano semivuoti, quando i collegamenti non venivano cancellati dalle
compagnie aeree. Sia pure tardive, anche le misure di semi-quarantena adottate
dalle autorità cinesi furono un colpo per l´economia locale: intorno a Pechino
un cordone sanitario di forze dell´ordine ostacolava il flusso dei pendolari.
Il crollo del turismo fu immediato e brutale, anche ai livelli ufficiali:
saltavano delegazioni governative e di chief executive. Disertata dai
viaggiatori stranieri, con alberghi e shopping mall disperatamente vuoti, Hong
Kong vide il suo tasso di disoccupazione raddoppiare all´8% in poche settimane.
Nella primavera del 2003 molti esperti temevano che la Sars avrebbe avuto lo
stesso impatto del crac finanziario thailandese del 1997: un effetto domino
sull´Asia e sui mercati finanziari di tutto il mondo. Alla fine il bilancio fu
meno grave del previsto perché il contagio si fermò presto. Ufficialmente la
Sars colpì ottomila persone, ne uccise 900: tante in assoluto, ma un´inezia
rispetto al bilancio di vittime della malaria o dell´Aids. La paura però non
era stata infondata. Con il blocco dei traffici in alcuni crocevia strategici
della globalizzazione da Hong Kong a Toronto
l´allarme sanitario aveva dimostrato l´estrema vulnerabilità creata
dall´integrazione economica mondiale. Molte grandi imprese dovettero dotarsi
per la prima volta di piani d´emergenza-pandemica, per poter garantire il
funzionamento della loro rete di attività integrate a livello planetario. La
crescita dell´economia cinese riprese subito e a ritmi molto sostenuti, dopo il
passato allarme del 2003. Il costo economico della Sars è stato stimato a 50
miliardi di dollari, una minuscola frazione delle perdite subite dal sistema
bancario e dai risparmiatori nella grande recessione del 2008-2009. Ma è
proprio il contesto diverso di oggi che tiene con il fiato sospeso i mercati.
La Sars colpì l´Asia in una fase in cui la crescita mondiale era in ripresa. Si
erano superati lo choc dell´11 settembre e il crac della bolla speculativa
della New Economy. Ora invece il timore-pandemia coincide con la recessione
globale più lunga del dopoguerra. I "germogli verdi" annunciati dal banchiere centrale Usa Ben Bernanke sono solo, tecnicamente, segnali di rallentamento
nella velocità di de-crescita. E la febbre suina ne alimenta già un´altra: il
contagio del protezionismo.
Cina, Russia, Ucraina ne
hanno approfittato per vietare l´import di carni suine dal Messico e da alcuni
Stati Usa. Quella
carne non comporta alcun pericolo, la spirale dei protezionismi sì.
(
da "Repubblica, La"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
33 - Commenti LA CULTURA DELLA CRISI (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Il primo
recita: «Nulla sarà più come prima», nel senso che i rapporti di produzione e
di scambio, la distribuzione dei redditi, le condizioni del lavoro dovranno
radicalmente mutare per dar vita ad un capitalismo temperato dall´intervento
dello Stato, ad una nuova eguaglianza che includa i poveri e gli esclusi. Chi
possa operare una rivoluzione di tal fatta e quali forze siano in grado di
farsene carico, non è chiaro. Per cui l´assunto rimane allo stadio di auspicio,
ma questo non significa che non abbia effetti di orientamento e di coagulazione
di opinioni che potranno influenzare l´azione di governi, parlamenti,
organizzazioni di rappresentanza sociale. Questo è soprattutto vero per quanto
riguarda l´intervento dello Stato nell´economia, nella veste di arcangelo
salvifico. Il secondo concetto è riassumibile nella chiamata di correo del
«pensiero unico mercatista e liberista». La congiunzione dei due concetti
(«nulla sarà più come prima» e «liberismo sotto accusa») ha il difetto a mio avviso di sfociare in un paradigma
nettamente ideologico. Il presupposto è che esista una ricetta economica,
giusta di per sé in ogni tempo, contrapposta ad una ricetta in nuce errata,
escogitata solo per arricchire i ricchi e impoverire i poveri. La crisi che
attraversiamo è imputata a quest´ultima, mentre l´altra che chiamerei di
«statalismo regolatore», se fosse stata applicata, avrebbe garantito ieri, oggi
e sempre un progresso economico, accompagnato da equità e giustizia sociale.
L´obiezione che mi permetto di muovere a questa dialettica degli opposti è che
non esistono politiche economiche giuste o sbagliate per ogni tempo e luogo,
traducibili in ricette valide per sempre, ma teorie e pratiche corrispondenti o
incongrue in rapporto alla fase economica in corso, almeno a medio termine.
L´errore emerge, a volte, come oggi, in maniera catastrofica, quando gli
operatori politici ed economici, gli istituti che dovrebbero segnalare pericoli
e mutazioni intervenute, non si rendono conto del cambiamento o non sono in
grado d´imprimere la indispensabile svolta. è, quindi, più che giusto
analizzare, ma con razionale laicità di pensiero, le varie fasi dell´apoteosi
della liberalizzazione, coincidenti col processo di globalizzazione, dalla
caduta del Muro in avanti. Compreso l´ultimo decennio in cui sono venute meno
regole e vincoli. Se manteniamo uno sguardo d´assieme vedremo allora che il
libero afflusso di capitali e mezzi finanziari ha permesso un periodo di
sviluppo senza eguali nel mondo, la creazione di centinaia di milioni di posti
di lavoro con il decollo produttivo della Cina, dell´India, del Brasile, dell´Est
europeo, la pluridecennale crescita americana, la tenuta dell´Europa
continentale, con la creazione di quel potente ammortizzatore monetario che si
è rivelato l´euro. Proprio perché tutto ciò era innestato da una creazione
crescente di debito andavano assicurate norme che garantissero le possibilità a
corto, medio o lungo termine di ammortamento e recupero, a seconda del
tipo di investimento. è avvenuto il contrario, basta evocare la conferenza
stampa che annunciò l´allentamento della regolamentazione bancaria in America
(giugno 2003), dove i rappresentanti delle quattro maggiori agenzie di
supervisione si presentarono armati di cesoie per fare a pezzi una colonna di
volumi sulla normativa fino allora vigente, affiancati dal capo dell´Office of
Thrift Supervision (Ufficio per la Vigilanza sul Risparmio), James Gilleran, che
partecipò al falò simbolico, impugnando una motosega. Nel 1999 era già stato
abolito il divieto, introdotto da Roosevelt, di fusione tra banche commerciali
e banche d´investimento, mentre nel 2000 era stata proibita la supervisione dei
derivati finanziari. Nel 2004, poi, la Sec (la Consob Usa)
permette di elevare a dismisura i livelli di indebitamento delle banche, fino
allora ancorato ad un corrispettivo fra debito e patrimonio non superiore a 12.
Con questa nuova «libertà» molte banche raggiungono un livello di debito 40
volte il patrimonio (è il caso Merrill Lynch), un rapporto che rende
vulnerabili gli istituti di credito nel momento in cui l´insolvenza dei mutui
si fosse materializzata. Un altro dato che spiega l´erosione del sistema
regolatorio Usa è rappresentato dai finanziamenti
politici lungo l´arco 1998-2008, resi noti a termine di legge. Un decennio in
cui le società di revisione hanno conteggiato 81 milioni di dollari in
finanziamenti elettorali e 122
in lobbying mentre le banche d´investimento hanno speso
513 milioni in sostegni elettorali e 600 in lobbying. Mi sembra evidente che non il
liberismo del mercato è all´origine della crisi in atto ma lo smantellamento
politico di ogni elementare norma di buon senso nella gestione del credito e
della finanza. Pesantissime responsabilità pubbliche americane portano il peso
dell´odierno disastro. La fame dissennata di profitti facili ha accecato
banchieri e risparmiatori, semplici azionisti e squali della finanza. Nuove
regole vanno stabilite e imposte su scala internazionale ma non possono più
essere di sola matrice Usa. Da questo punto di vista
Romano Prodi, intervenuto ripetutamente in questi ultimi giorni, ha dato una
interpretazione più restrittiva ma assai più pregnante dello slogan «nulla sarà
più come prima», affermando che le nuove regole potranno essere sancite solo da
una nuova leadership internazionale, non limitata al G8, ma comprendente ad
eguale livello la Cina, l´India e gli altri grandi
attori della scena mondiale. I banchieri americani non vorrebbero ma è appunto
questo il terreno del contendere. Non si tratta, quindi, di ripercorrere
l´antica querelle tra statalisti e liberisti e di sbandierare una finta
vittoria dei primi nei confronti dei secondi, alla ricerca della palma da
assegnare a chi avrebbe avuto sempre ragione nei confronti di chi avrebbe avuto
sempre torto. Quando si afferma che oggi occorre più Stato ma sarebbe molto più pertinente dire che occorre più
governo non si enuncia alcun verdetto teorico o politico, ma una
immediata esigenza pratica. è stato giustamente evocato il paragone dei pompieri
chiamati a spegnere il fuoco quando la casa brucia, ma sarebbe logico dedurne
che allora dovrebbe esser fatto obbligo di mantenere negli edifici un livello
di umidità permanente, con l´acqua che scorre dalle pareti notte e giorno,
magari con periodici innaffiamenti da parte dei medesimi pompieri, anche quando
piove a dirotto e nessun incendio minaccia gli abitanti? Eppure una pulsione di
questo tipo si sta impadronendo di politici, economisti, intellettuali che
inneggiano al ritorno dello Stato, spinti a ripercorrere, forse inconsciamente,
la grande discussione a cavallo degli anni Trenta, tra chi temeva il fallimento
del capitalismo, evidenziato dalla crisi di allora e chi individuava la via
alternativa nella pianificazione vittoriosa dell´Urss oppure nel dirigismo
delle dittature nazi-fasciste. Certo, quegli edifici totalitari sono crollati e
nessuno ne propugna il ritorno, pur tuttavia val la pena porsi il quesito se,
soprattutto, dal crollo dell´Urss, prodottosi per implosione interna, non resti
oggi che una memoria selettiva, un orrore giustificato dell´aspetto
persecutorio e dittatoriale. Rimosso dal ricordo, invece, il fallimento insito
nell´ideale della pianificazione economica. Eppure si è trattato del più imponente
tentativo mai avvenuto nella Storia di costruire razionalmente il futuro
dell´uomo, a partire dalla regolazione scientifica dell´economia, affidando
allo Stato, guidato dal Partito, il compito di massimo Ordinatore.
L´esperimento si è prolungato per più di settant´anni, si è esteso a vaste zone
del mondo, da Mosca a Pechino, da Praga a Cuba, da Berlino alla Corea. La sua
rappresentazione ideale e politica ha influenzato mezza Europa occidentale ma
dalla glorificazione è ovunque precipitato nel disfacimento più totale. Solo la
Cina, con una stupefacente capacità di mutazione dei
fini, è riuscita a trasformare la dittatura maoista in un motore che genera e
alimenta il suo turbo capitalismo a dimensione planetaria. Anche la
socialdemocrazia, laddove ha tardato a liberarsi dell´idea che la
diversificazione dal comunismo passava essenzialmente dal crinale della
democrazia ma non delle finalità socio-economiche, ha conosciuto un declino con
scarse possibilità di recupero. Tutto questo è stato rimosso dal dibattito
odierno come se non fosse mai avvenuto. Un atto mancato, per dirla in termini
psicoanalitici, che spiega almeno in parte il ritorno di una nostalgia
statalista di stampo salvifico, il recupero di un fall out ancora radioattivo
del pianeta scomparso.
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-29 - pag: 2 autore: I
meccanismi globali di difesa Mai così stretta la rete di protezione di Marco
Magrini A Ginevra c'è un bunker sotterraneo popolato di scienziati in camice
bianco e tappezzato da monitor grandi come la parete. Da lì, nemici invisibili
vengono pedinati a distanza, attraverso una rete di informatori dipanata in
ogni angolo del mondo. Come in tutti i servizi segreti in tempi di guerra,c'è
un codice di comportamento per gestire le situazioni più imprevedibili. è la
epidemic intelligence, il servizio segreto internazionale contro le pandemie.
Quel bunker lo chiamano Shoc, Strategic health operation center. è nato appena
quattro anni fa, coi soldi dell'America e delle Nazioni Unite, infossato sotto
al quartier generale dell'Organizzazione mondiale della sanità. Ricalca il
modello della divisione di intelligence del Cdc, il Center for disease control
di Atlanta, a sua volta inaugurato nel '51 per fronteggiare i primi rischi di
guerra biologica. Quelli che ci lavorano, tanto per dare un'idea, li chiamano
virus detective. Gli 007 del mondo microbiotico. Nelle attuali circostanze —
ora che la stessa Oms ha appena alzato di una tacca il rischio pandemia — non è
il caso di sfoggiare un ottimismo alla Pangloss, il personaggio del
CandidediVol-taire, che in tutto il libro ripete «è il migliore dei mondi
possibili ». Ma non è neppure il caso di dare per scontato che un'altra
pandemia di livello 5, ovvero con un tasso di mortalità sopra al 2%, come la Spagnola
del 1918, sia libera per il mondo. Il ministro della Sanità del Messico, José
Angel Cordova, ha detto ieri mattina che il numero di nuovi infetti sta
calando: 141 sabato scorso, 119 domenica e 110 lunedì. La risposta del governo
di Città del Messico è stata lenta, ma poteva andare peggio. I decessi causati
da quest'influenza – che tutti chiamano "suina", ma non fa ammalare i
maiali – sono registrati soltanto in Messico. Altrove, nonostante sia
ampiamente dimostrata l'abilità del virus di salire sui voli intercontinentali
senza biglietto, non si presentano casi clinici drammatici. Nell'ultima grande
pandemia del passato, quella del 1918, in farmacia non vendevano gli inibitori
del neuraminidase – una delle due proteine che riveste i virus – come l'oseltamivir
( meglio conosciuto col nome commerciale Tamiflu, prodotto dalla Roche) o lo
zanamivir ( il Relenza della GlaxoSmithKline). Ma
soprattutto, la rete di protezione del mondo globalizzato non è mai stata così
stretta. La Shoc Room, com'è familiarmente chiamata la centrale sotterranea di
Ginevra, è figlia della Sars: è stata concepita nel 2003, dopo il temibile
virus che era apparso in Cina e volato fino al Canada. Ed è nata
operativamente quattro anni fa, subito rodata dai timori che una variante
dell'influenza aviaria potesse trasbordare in un essere umano, il cosiddetto
paziente zero, come la signora messicana Adele Maria Gutierrez Cruz. Proprio
grazie agli allarmi degli ultimi anni, gli Stati membri dell'Oms hanno
accettato di dare più potere all'organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite
la quale, all'occorrenza, potrà addirittura scavalcare le legislazioni
nazionali. Gli ottimisti dicono che adesso l'Oms può arrivare dovunque in 24
ore, anche in quei Paesi che di norma preferiscono nascondere l'apparizione di
un'epidemia. In compenso, un po' tuttii governi dovrebbero aver imparato la
lezione della Cina, che aveva inizialmente censurato la Sars, salvo poi
scoprire che così le stava scappando di mano. Lo spirito felice del povero
Pangloss — con il quale Voltaire intendeva sbeffeggiare il filosofico ottimismo
di Gottfried Leibniz — è stato poi stravolto: c'è chi parla di "pessimismo
panglossiano". Un assurdo che ha una spiegazione logica: se questo è
davvero «il migliore dei mondi possibili», non è possibile migliorarlo. Il
passo della ricerca scientifica — grazie alla rivoluzione digitale e alla
digitalizzazione dei genomi — sta crescendo in maniera esponenziale. Ed è
lecito attendersi nel futuro nuove molecole per la profilassi e la cura di un
nemico che, al contrario di altre patologie, ha l'arma evolutiva della
mutazione, al servizio di un sistema riproduttivo molto, molto più efficiente
di quello dei conigli. Il mondo può ancora migliorare. Certo, con un nemico
così, tutte le intelligence possibili rischiano di essere inefficaci. Le
capacità militari dell'influenzavirus sono impressionanti, ma anche regolate
dalla casualità della mutazione genetica. In altre parole, gli esiti sono
imprevedibili. Oltre alla scienza, ai sistemi di allarme e di prevenzione, ci
vorrà anche un po' di fortuna. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA REGIA DELLO «SHOC» A
Ginevra, sotto la sede dell'Oms, opera dal 2004 un «servizio segreto»
internazionale contro le epidemie internazionali
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-29 - pag: 10 autore: Politica e sport
Palestre chiuse alle donne Protesta in Arabia Saudita L'esercizio fisico?
Fatelo pure ma al riparo da occhi indiscreti, meglio se tra le mura domestiche.
Se in America, e in altri Paesi occidentali afflitti dalla piaga dell'obesità,
i rispettivi Governi incentivano la popolazione a praticare dello sport,
ricorrendo anche a costose campagne sociali, in Arabia Saudita le cose vanno
diversamente. Specie se entra in gioco la segregazione tra uomini e donne. Nel
Paese culla del wahabismo, una rigida interpretazione del Corano, il ministero
degli Affari municipali e rurali ha annunciato di voler chiudere le palestre
femminili. Il motivo? Le autorità religiose le vedono come il fumo negli occhi.
«Una vergogna», ripetono da tempo, sottolineando anche un pericoloso effetto:
spingono le donne ad abbandonare la casa trascurando marito e figli. Ma alcune
coraggiose saudite non ci stanno; irritate hanno lanciato su internet uno
slogan contro la decisione governativa: «Lasciamole ingrassare ». In un Paese
dove il 66% delle donne soffre di obesità la formula sembra aver fatto presa.
Difficile prevedere se il Governo tornerà sui suoi passi. Finora il regime
aveva chiuso un occhio. Le palestre per donne, spesso clandestine o camuffate
da centri estetici, esistono da sei anni. La
globalizzazione e il desiderio di avere un corpo più armonico hanno fatto sì
che il loro numero crescesse oltre livelli "desiderabili". Il
Dipartimento per lo Sport si è così aggrappato al pretesto che, per legge, può
concedere licenze solo alle palestre maschili. Nelle scuole statali
femminili lo sport è bandito. Ai luoghi di lavoro separati, al divieto di
guidare e alle altre imposizioni, se ne aggiungerà ora un'altra. Il malcontento
tra i religiosi ha dunque prevalso. Oppure è stata un'operazione per mitigarela
loro reazione a un'altra notizia, diffusa qualche giorno fa: dopo aver nominato
una donna vice- ministro, le autorità potrebbero autorizzare le donne a votare
nelle elezioni amministrative del 2009. La strada delle riforme, avviata
dall'ottuagenario monarca, Abdullah, ha rispettato il consueto copione: dopo
due passi in avanti è meglio compierne uno indietro. R.Bon. © RIPRODUZIONE
RISERVATA
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-29 - pag: 47 autore:
Difesa. L'apporto della controllata Usa spinge i
ricavi trimestrali a 3,9 miliardi (+34%) - Profitti a 108 milioni Drs sostiene
i conti Finmeccanica Il presidente Guarguaglini: performance positive malgrado
la crisi Mara Monti MILANO Finmeccanica prevede di chiudere quest'anno e
ilprossimo anno con ricavi in crescita grazie all'acquisizione della società
americana Drs Technologies, specializzata nell'elettronica per la difesa che
compenserà il calo del settore civile. Finmeccanica che ha chiuso il primo
trimestre con un utile netto di 108 milioni e ricavi per 3,911 miliardi di
euro, stima per il 2009 un giro d'affari tra 17,1 e 17,7 miliardi di euro e un
utile operativo (Ebitda adjusted) sui ricavi del 9,1% e per il 2010 ricavi tra
17,4 e 18,6 miliardi di euro, si legge in un comunicato della società.L'apporto
di Drs si è fatto sentire sui ricavi trimestrali saliti del 34% (l'utile
operativo è di 242 milioni di euro, pari al 6,2% dei ricavi): senza la società
americana l'incremento del giro d'affari si sarebbe fermato al 9 per cento. Gli
utili netti pari a 108 milioni di euro risultano in calo del 14% rispetto allo
stesso periodo del 2008 che però godeva della plusvalenza di 54 milioni frutto
della cessione del 2,85% di Stm. Escludendo questi proventi straordinari, l'utile
netto del gruppo risulta in crescita del 50 per cento. Il contributo di Drs è
incisivo anche sotto il profilo degli ordini che salgono nei primi tre mesi del
19% a 3,911 miliardi, compensando «la prevista flessione degli ordini nei
settori dell'elicotteristica e dell'aeronautica civile». Il portafoglio ordini
tocca «il massimo storico » a 43,3 miliardi di euro (+11%) assicurando «circa
due anni e mezzo di produzione». «Il mercato americano, in particolare grazie a
Drs ha spinto i risultati di tutto il gruppo», ha commentato in una nota il
presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco
Guarguaglini. «In uno scenario economico complesso qual è l'attuale,
Finmeccanica riesce a mantenere e in qualche caso a migliorare le sue performance..consentendo
di guardare al futuro con cauto ottimismo». Se escludendo Drs l'utile netto
trimestrale sarebbe comunque cresciuto del 13% e i ricavi del 9%, al contrario
gli ordini avrebbero accusato un calo del 15 per cento. La cassa generata dalla
gestione (free operating cash flow) a fine periodo è negativa per 951 milioni
di euro, ma per il 2009 il gruppo prevede «avanzi di cassa in linea con quelli
registrati nel 2008» che si erano attestati a 469 milioni di euro. Infine,
l'indebitamento finanziario netto è pari a 4,479 miliardi di euro con un
incremento di 1,096 milioni rispetto a fine 2008. Questa mattina, intanto, si
tiene l'assemblea degli azionisti per approvare il bilancio e nominare i nuovi
sindaci. Ieri è stata la volta dell'assise di Ansaldo Sts che nel primo
trimestre ha riportato ricavi in crescita del 20% e ordini per 528 milioni di
euro. La società ha inoltre ricordato l'imminente apertura
di una nuova società in Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE PREVISIONI Per il 2009 il giro
d'affari è atteso tra 17,1 e 17,7 miliardi, mentre nel 2010 il fatturato
potrebbe toccare i 18,6 miliardi
(
da "Sole 24 Ore, Il
(Nord Ovest)" del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nord-Ovest
sezione: ECONOMIA e IMPRESE Piemonte data: 2009-04-29 - pag: 12 autore:
INTERVISTA David Zard «Gli impianti restino in mano pubblica» La settimana
scorsa con il suo Notre Dame de Paris, per la quinta volta sotto la Mole, ha
toccato i 20mila ingressi in cinque giorni. «Abbiamo raggiunto i livelli del
primo tour», dice soddisfatto il produttore David Zard, 66 anni. Secondo il quale
buona parte del merito è del Palasport Olimpico, «una struttura ottima sotto
tutti i punti di vista. La gente ci viene volentieri ed è capiente,
consentendoci di tenere i prezzi bassi ». Zard si sente di casa a Torino, dove
vent'anni fa ha portato Madonna e prima ancora i Rolling Stones: non si
sbilancia ma lascia intendere di avere per la testa nuovi, ambiziosi progetti:
«La città ormai dispone della miglior offerta di spazi in Italia, non c'è
dubbio». Merito delle olimpiadi? Senz'altro sì, e non solo perché si sono
costruite nuove strutture. Rispetto ad altre città, vedo che qui lo spirito
olimpico non si è esaurito: i palazzetti vengono utilizzati, e la città è
bellissima. è di nuovo ordinata e composta come tanti anni fa. Meglio di
Milano? A me piace più Torino. E anche per lo spettacolo ci sono molti vantaggi
in più: basta pensare alla disponibilità di grandi strutture, anche in centro.
Qual è quella che preferisce? Sicuramente il Palasport, ma anche il nuovo
stadio, che insieme a quello in costruzione da parte della Juventus compone
un'offerta molto bene assortita. Tra un mese e mezzo si chiuderà la gara per la
gestione dei siti. Secondo lei qualcuno si presenterà? Spero di no. Anzi, spero
che rimanga in mano alla Parcolimpico e agli enti pubblici, che hanno
chiaramente dimostrato di essere capaci di lavorare con grande professionalità.
Però la presenza di un grande gruppo aiuterebbe a migliorare l'offerta. Non è
affatto vero. Quando si entra in un circuito si esce dal mercato e si diventa
parte di un monopolio. Per un'area come quella torinese,
capace di produrre cultura di alto livello, sarebbe un vero peccato. Almeno
qui, cerchiamo di non far vincere la globalizzazione. Ma.Fe. © RIPRODUZIONE
RISERVATA Produttore. David Zard, a Torino per «Notre Dame de Paris» LAPRESSE
(
da "Sole 24 Ore, Il
(Centro Nord)" del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Centro-Nord
sezione: ECO-IMP (Toscana) data: 2009-04-29 - pag: 13 autore: Cantieristica. Da
inizio anno le aziende denunciano un calo delle commesse fino al 50% Brusca
frenata per la nautica La Cna lancia l'allarme sull'indotto: raddoppiati i
tempi di pagamento FIRENZE Manolo Morandini La nautica toscana naviga in
cattive acque. Da inizio anno la crisi economica è arrivata sulle banchine
condizionando un mercato che su scala regionale genera un fatturato di oltre un
miliardo di euro, di cui un 70% dovuto all'export. «è come aver inchiodato
un'auto lanciata a tutta velocità: è difficile da governare.- afferma Manuela
Paladini, coordinatrice toscana Cna Nautica - il comparto è alle prese con un
fermo della produzione nell'ordine del 50%». Un migliaio le imprese che operano
in Toscana, che con l'indotto e i settori collegati arrivano a circa 2.800, con
45 specializzazioni produttive diverse, a fronte di 15mila addetti,
comprendendo anche quelli che operano in aziende dell'impiantistica, dei motori
e dei servizi. «Il fermo della produzione si traduce in pari misura in un
rallentamento di attività per l'indotto - dice Paladini - . In media per ogni
dipendente diretto di un cantiere ce ne sono almeno tre nell'indotto». E
aggiunge: «C'è un problema di liquidità, se il cantiere non paga con puntualità
s'innesca un effetto a catena che si ripercuote su tutta la filiera. I
pagamenti da 60 giorni sono stati portati a 120, anche 160 giorni». Il quadro è
nero, ma ci sono anche dei segnali di ripresa. «Quello toscano è un mercato che
per il 70% si rivolge all'estero. - spiega Manuela Paladini - le aspettative si concentrano su paesi come la Cina e gli Emirati Arabi Uniti, mentre
le difficoltà restano per gli Usa e la Russia». A dare il segnale delle difficoltà è la decisione del
leader nel settore dei megayacht il gruppo Azimut-Benetti di avviare un
articolato programma di riorganizzazione strategica e logistica. Per
fronteggiare il mercato ha deciso di far ricorso alla cassa integrazione
ordinaria per parte dei dipendenti del sito produttivo di Viareggio, il
provvedimento della durata di 13 settimane riguarda i due stabilimenti del
gruppo. In parallelo è stato confermato dal gruppo che la produzione di tutte
le imbarcazioni in vetroresina superiori ai 75 piedi verrà concentrata
presso i cantieri viareggini, dove verrà anche trasferita la produzione di
alcune nuove linee. «In presenza di una crisi congiunturale - dichiara Vincenzo
Poerio, amministratore delegato Benetti Yachts una società solida e
lungimirante come la nostra, non può che reagire con tempestività ridisegnando
le sue strategie. Se da un lato è necessario razionalizzare la produzione
adeguandosi alla variazione della domanda,dall'altro bisogna continuare ad
investire in ricerca, innovazione e prodotto. A questo riguardo, Benetti ha in
programma di realizzare 5 nuovi modelli entroi prossimi tre anni». La vicenda è
seguita con attenzione dal mondo sindacale. «La situazione del gruppo Azimut
Benetti è emblematica di ciò che sta avvenendo nel settore. - sostiene Andrea Antonioli,
segretario Cgil Versilia - Nei megayacht il ciclo di produzione è lungo, da sei
a quindici mesi, e adesso si stanno lavorando le imbarcazioni vendute nel 2008.
Perciò la prossima stagione il portafoglio sarà molto più scarico e le
difficoltà maggiori. Solo a Viareggio si contavano fino allo scorso anno 6mila
addetti. Solo un migliaio oggi sta beneficiando degli ammortizzatori sociali».
© RIPRODUZIONE RISERVATA 2.800 Le imprese. L'universo della nautica tra società
dirette e aziende dell'indotto 1 miliardo Il business. La gran parte delle
attività si concentra nell'area della provincia di Lucca 70% Il peso
dell'export. Le attività locali stanno risentendo della crisi internazionale Al
lavoro. Nella foto uno scorcio dell'area dei cantieri lungo i Navicelli di Pisa
(
da "Corriere della Sera"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 29/04/2009 - pag: 6 Lo scienziato che
scoprì l'Hiv Gallo: presto tutto potrebbe sgonfiarsi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK «Per evitare nuove e più devastanti epidemie future forse l'unica
soluzione è diventare tutti vegetariani ». Robert Gallo, il leggendario
scienziato di origine italo-americana che nell'83 scoprì il virus Hiv con il
francese Luc Montagnier, non scherza: «La trasmissione di virus dagli animali
all'uomo è iniziata quando quest'ultimo cominciò a cacciare e addomesticare le
sue prede», spiega Gallo, oggi direttore dell'Institute of Human Virology
dell'Università del Maryland, dove insegna microbiologia e immunologia. «Non a
caso i nativi americani, che non possedevano animali domestici né usarono
cavalli prima dell'arrivo degli europei, erano estranei alle malattie
infettive». Quant'è grave questo virus? «Nessuno purtroppo è ancora in grado di
dirlo. Cinque anni fa uno scienziato americano profetizzò una terribile
pandemia mondiale per l'aviaria: si sbagliò, così come sbaglia chi oggi predice
una nuova catastrofe». Il pericolo è stato dunque esagerato? «Non dico questo
perché la febbre suina potrebbe mutare geneticamente e diventare ben più grave.
Ma oggi questa è solo un'ipotesi, ed è altrettanto verosimile che l'emergenza
presto si sgonfi del tutto». Che cosa succederebbe nel primo caso? «Mutando, il
virus potrebbe diventare ben più infettivo con un effetto patogeno assai
superiore. È il rischio di tutti i virus che entrano nel corpo umano attraverso
le vie respiratorie, prendendo immediatamente di mira il tessuto di un organo
vitale. Con conseguenze potenzialmente letali». Che rischio corre l'Italia?
«Oggi come oggi, il panico collettivo è ingiustificato in Italia così come in
America. Nel mondo esistono emergenze mediche ben più gravi, dall'Aids
all'epatite C e dalla tubercolosi resistente ai farmaci alla malaria». Esiste
un parallelo tra febbre suina e aviaria? «Nel senso che sono entrambe trasmesse
dall'animale all'uomo e poi da uomo a uomo. E minacciano soprattutto i giovani,
visto che la gravità della malattia è relazionata all'eccessiva risposta di un
sistema immunitario sano. Ma l'aviaria continua a rappresentare una minaccia
ben più grave per il tipo di genoma contenuto nel virus, in grado di scatenare
una pandemia davvero letale. L'aviaria purtroppo non è stata ancora contenuta e
potrebbe tornare a riesplodere con danni devastanti ». La febbre suina è sempre
curabile? «Non direi. Certo, esistono alcuni farmaci efficaci, ma non abbiamo
la garanzia che tutti i malati possano essere curati in tempo. Soltanto
l'evoluzione del virus ci dirà quale strategia medicinali o vaccino adottare
qualora la febbre suina dovesse mutare entro l'inverno, intensificandosi». Come
si possono prevenire nuovi virus? «Lo spiego nel mio libro A caccia di virus
(Rizzoli): creando nel mondo industrializzato un network di almeno una dozzina
di centri d'eccellenza, specializzati come il mio istituto nello studio di
virus nuovi, vecchi e futuri. Nell'era della
globalizzazione, dobbiamo globalizzare anche la lotta contro i virus ». E se la
pandemia esplodesse nel Terzo mondo? «Tali centri avrebbero l'obbligo di
collaborare con le nazioni in via di sviluppo per creare una rete di controllo
globale. Se un nuovo focolaio esplodesse in Indonesia, ad esempio, essi
interverrebbero in loco e subito. Il problema, oggi, è che molti Paesi
non posseggono neppure i più rudimentali strumenti di monitoraggio». In caso di
pandemia, funziona meglio la sanità pubblica all'europea o quella privata
all'americana? «Le ricordo che i Centers for Disease Control di Atlanta, e i
National Institutes of Health di Washington sono enti governativi. È sbagliato
stereotipare l'America. A Baltimora, dove io vivo, i contribuenti pagano non
solo l'assistenza medica dei poveri, ma anche le loro cure anti-Aids».
Alessandra Farkas Al microscopio Una immagine del virus A/H1N1 responsabile
dell'influenza
(
da "Giornale.it, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Non mi
piace scrivere più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma non
posso esimermi dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati
dall'influenza suina sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò
nonostante la California proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi
straordinari per 1,5 miliardi di dollari e, come previsto, spuntano casi
inquietanti in tutta Europa. Un panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis
ci fa sapere che entro due mesi sarà pronto il vaccino e gli infettologi
raccomandano "farmaci specifici per il trattamento-prevenzione
dell'influenza umana da virus suino come l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile
Tamiflu della Roche, già prescritto contro l'aviaria) e lo Zanimivir"
(fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi dal Giornale a firma di Manila
Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin questo. Scritto in crisi,
comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie nascoste,
globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo
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articolo a un amico 27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente nel mondo Il mondo è angosciato
dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di questa situazione - e
del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria influenza nel mondo.
Chi? La Cina, ovviamente, che stringe accordi
commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino nell'America Latina.
Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan e propone un modello
di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego in questo articolo .
Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si dimostra incapace di
reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto prima del previsto,
secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro dieci anni. Scritto in
capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina, notizie nascoste, gli usa
e il mondo Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza suina, una psicosi molto
sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in Messico per l'influenza
suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la notizia con toni drammatici
evocando il rischio di un contagio planetario. Sarà, ma gli studi sullo spin mi
hanno insegnato a diffidare degli allarmi su improvvise epidemie provocate da
malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza? E quelle immagini angoscianti
dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che l'encefalopatia spongiforme
bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob, avrebbe provocato la morte di
migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di decine di migliaia di capi.
Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto il mondo. Le autorità fecero
bene a mettere al bando le farine di origine animale, che costringevano degli
erbivori a trasformarsi in carnivori; ma l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi
ricordate le immagini dei condimini sigillati, con i medici che vi entravano
indossando degli scafandri simili a quelli degli astronauti? Furono pochissime
le vittime, ma ci fu panico in tutto il mondo. Oggi il virus pare sia
scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste dal 1878 e i casi di
trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel 2005 non parlava
d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di riserva del
Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia; per la gioia
della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di Sabrina
Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il mondo
parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da copione,
notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia
troppo tardi per arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando
tutte le premesse per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come
le altre? Io dico di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po'
ci si scorderà della crisi economica. Scritto in crisi, comunicazione,
influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia,
società, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed
truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai
interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un
retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli
interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed
energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il
costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei
mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della società.
Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i rappresentanti
del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita, ma è stata
subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack Obama e del
ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di Bank of
America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il presidente della
Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro Paulson fecero
forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi difficoltà
finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative per la
fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha autorizzato le
banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare le perdite sui
debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno parla più del
debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del
tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con
inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura
di indurre l'opinione pubblica a ignorarli. Ma basta truccare le carte per
spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non
risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza privata, la PNC Financial
Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui debiti tossici delle banche
americane. I risultati sono disastrosi: gli asset che non danno interessi sono
aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più grandi istituti. Ma le
Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio passato. Scritto in banche,
capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina, economia, gli usa e il
mondo Commenti ( 66 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading
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questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il futuro del giornalismo?
Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima
integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la
situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog
diventa sempre più qualificante per il mio profilo professionale e non solo
perché è sempre più letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi
sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare
a trasmissioni radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti
interessanti su "il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per
gli articoli sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della
Televisione della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul
futuro del giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande
ispirate proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la
trasmissione Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha
segnalato un interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta
che tra gli oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli
che lo fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro
motivo) ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di
costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori
unici si riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche
ombra, però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un
prodotto, spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè
in questo modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o
camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street
Journal è sempre più consistente il numero dei reporter che fanno buon
giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come peraltro emerso
recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival internazionale di
giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare bene grazie
alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro
del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti
generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni
dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche (negli Usa è già successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi
chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a
quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere in vita un
Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione, società, notizie
nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti ( 42 ) » (5 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09
La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e
collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai
presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta
evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di
questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri
Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro:
"Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7",
e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso
quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400
milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di
Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop
corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato
ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da
14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige
l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei
supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità,
arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i
danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è
inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno
queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene,
ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai
irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (13 voti, il voto medio è: 4.92 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al
mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1)
abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il
premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma
alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle
banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili
per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche
settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per
le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti
dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai
debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano,
molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda
ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare
le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni
giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano
zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece
le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove
regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G 20 ha
proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse
risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di
ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia,
di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la
profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà,
ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra
una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo
accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo
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questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione
clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta
all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il
decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non
verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme
ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran
Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente
francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così:
"Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare
(con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi
di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno
27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si
tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la
stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla
Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento
a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è
persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità
amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >".
In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare
non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del
Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può
essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la
società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per
"Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale.
(Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica,
partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa,
giornalismo Commenti ( 95 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può
nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman,
personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei
principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista
"Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto
di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a
vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo
Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia
risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e
costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie
responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era
assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi
di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle
banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare
da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde
bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali?
Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa
crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare:
stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato,
centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e
le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i
piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi
gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città
dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di
creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che
ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la
possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi
dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si
scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali,
si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una
trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo
quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il
mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti
delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di
dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne
abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da
semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea
compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a
pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo
girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di
ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica,
dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo,
crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) »
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Vaccines,... Alberto: Sembra proprio così. Non vedo nessun allarmismo al
momento, almeno dalle mie parti. Continuo invece a... Davide K: Senza andare
tanto lontano, guardi in casa nostra che gazzarra (e conseguenti provvedimenti)
sono riusciti... Franco Parpaiola: Salve. Effettivamente devo ammettere che c'è
tanta confusione,più che paura, forse ha... Ultime news Berlusconi:
"Voterò sì al referendum"Manette a Bidognetti: era il nuovo reggente
del clan dei CasalesiLa febbre dei suini è arrivata in GermaniaPiemonte, i
6mila sfollati tornano nelle loro case Paura per la piena del PoCandidati
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(
da "Giornale.it, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 102
del 2009-04-29 pagina 0 La "crociata del kebab": divieti, multe e
sequestri di Redazione Dopo Lucca la Regione Lombardia ha imposto un giro di
vite: chiusura all'una di notte e niente tavolini all'aperto. Viaggio tra i
kebab di Milano. Di notte si può mangiare solo kebab. E il consumo di cibo
etnico aumenta. GUARDA IL VIDEO di Francesco M. Del Vigo e Orlando Sacchelli
Orlando Sacchelli - Francesco Maria Del Vigo Milano – Girano per la città con
un fagotto di carne colmo di salse, verdure e patate fritte. Sono una legione
ormai. “Ci facciamo un kebab?”. Lo si sente dire a qualunque ora. Dalle undici
del mattino alle prime luci dellalba. Alla faccia
di adipe e succhi gastrici. Ogni momento è buono per lintingolo turco. E,
per la legge del mercato, i kebab proliferano coi loro colori, i loro sapori e i loro
odori. Inconfondibili. Certe strade nostrane più che di cassoeula e bagna cauda
ormai sanno di spezie del Gran Bazar. Una pietanza che qualcuno non riesce
proprio a digerire. Lombardia, giro di vite La Regione Lombardia ha imposto un
giro di vite non solo sui kebab ma, più in generale, su tutti i cibi d'asporto.
Pizza e gelati compresi. Innanzitutto il coprifuoco: chiusura all'una di notte.
Regole igienico-sanitarie più severe. Divieto di consumare i cibi utilizzando
sedie e tavolini all'aperto. Multe dai 150 ai 1000 euro. Si potrà mangiare in
piedi, fuori dal locale, ma niente più bivacchi di notte. La legge permette ai
Comuni di individuare aree off-limits per l'apertura di nuovi esercizi
commerciali di un certo tipo: niente più kebab e ristoranti etnici nei centri
storici. Il caso di Lucca ha fatto scuola. Esulta la Lega, promotrice della
legge. L'opposizione parla di norma incostituzionale e prevede una bocciatura
da parte del Tar. Staremo a vedere. Intanto la protesta pro kebab si mobilita
su internet. Creati gruppi di disobbedienza che invitano a mangiare gelati e
kebab anche di notte, sui marciapiede di fronte ai locali. Su Facebook è nato
il Couscous Clan: un manifesto in dieci punti che esalta la cultura
gastronomica come frutto di incontri, scambi e diversità. Il motto è questo: il
cibo unisce i popoli, non li divide. Dilagano i cibi etnici Il consumo di cibi
etnici è aumentato del 10,5% nel 2008. Kebab, cous-cous e involtini primavera
dilagano nelle nostre città. C'è chi parla d' invasione. Ma è davvero così? La
discussione è aperta. A gennaio il Comune di Lucca ha approvato un regolamento
che vieta l'apertura di nuovi negozi etnici nel centro storico. All'interno
delle mura della città toscana vivono 8mila lucchesi e ci sono 5 kebab. Per
qualcuno sono già troppi. A Milano sono 350. Ma forse sono di più. Problemi
sanitari I vigili urbani di Milano hanno fermato un furgone: trasportava carne
in pessime condizioni igieniche. Il termometro segnava 9 gradi, per legge deve
essere a -15. La carne, di provevienza ignota, era destinata ai kebab milanesi.
Il proprietario del furgone era un turco di 35 anni. Riforniva, da quanto è
risultato dalle bolle di consegna, tutto il capoluogo milanese. In tre mesi
sono stati effettuati 80 controlli: 15 i sequestri di merce per cattiva
conservazione. Venticinque le persone denunciate. Duecentosettanta i verbali
per violazione di norme igieniche. L'operazione “Mangia sicuro”, condotta dai
veterinari della Asl e dall'Annonaria del Comune di Milano, va avanti. Kebab
come pizza o hamburger? Per mangiarsi un kebab bastano 3 euro e mezzo. Quelli
più buoni sono fatti con carne scelta appositamente, condita con le spezie e
messa sullo spiedo, fetta dopo fetta. La differenza si sente al palato. Poi ci
sono i kebab già pronti: cilindri di carne semicongelata preparati dai
grossisti, prevalentemente tedeschi. Con meno di cinque euro si mangia e si
beve. Alla portata di tutte le tasche. Potrà fare, anzi fa già concorrenza alla
pizza o agli hamburger di McDonald's. Legge o non legge la
globalizzazione alimentare passa anche attraverso il kebab. Questione di gusti.
Ma anche questione di soldi... - Viaggio tra i kebab di Milano - di Orlando
Sacchelli - Ma di notte si può mangiare solo kebab - di Francesco Maria Del
Vigo - GUARDA IL VIDEO: "La crociata del kebab" © SOCIETà EUROPEA DI
EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Giornale.it, Il"
del 29-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 102
del 2009-04-29 pagina 0 Viaggio tra i kebab di Milano di Orlando Sacchelli
Dalla stazione Centrale ai Navigli, i venditori di kebab nel capoluogo milanese
sono alcune centinaia. Con tre euro e cinquanta si mangia, un cibo per tutte le
tasche. Il prezzo è sempre uguale. La qualità della carne cambia Milano - Il
“Meydan restorant” è in via Pergolesi, non lontano dalla stazione centrale. Lo
gestiscono due fratelli turchi di etnia curda: Ali e Ismail Orde. E' conosciuto,
a Milano, come uno dei migliori negozi di kebab. Ali ha lavorato per anni, come
operaio, in una nota casa editrice. Poi, un giorno, ha deciso che la sua strada
era quella di mettere in piedi un'attività autonoma e di lavorare nel campo
della ristorazione. E' contento ma, ammette, “siamo qui dalla mattina alla
sera, non abbiamo più una vita privata”. Gli affari non vanno male. Ha cinque
dipendenti. Oltre al kebab preparano piatti tipici con carne e verdure, e le
polpettine falafel, fatte con la farina di fave. Buonissime. "Non tutti i
kebab sono uguali" Ali ci tiene a precisare una cosa: “Non tutti i kebab
sono uguali. Io lo preparo ogni giorno scegliendo la carne e mettendo sullo
spiedo le bistecche, una sull'altra, condite con le spezie. Tutt'altra cosa
sono i rotoli di carne semicongelata che vengono usati in molti altri negozi”.
La differenza di qualità si sente eccome. Basta fare una prova. Il prezzo però
è lo stesso: 3,50 euro. “Tutti ormai si aspettano di pagarlo questa cifra, e
anche se la nostra qualità è superiore dobbiamo adeguarci”. I clienti? L'80%
sono italiani. Con meno di 5 euro prendono un panino, le patatine e una bibita.
Un prezzo alla portata dei ragazzi ma anche di chi lavora e, con un
ticket-restaurant da 5 euro, deve pagarsi ogni giorno il pranzo. "Non ho
niente da dirvi..." A poche centinaia di metri, in corso Buenos Aires, c'è
un altro kebab. Entriamo e spieghiamo che siamo giornalisti, vogliamo fare
delle domande. I dipendenti sono contenti e pronti a risponderci. Uno di loro
dice: “E' venuta anche la televisione, poco fa”. Poi, all'improvviso, dal
retrobottega arriva il proprietario e ci fa capire che non vuole parlare. Lo
dice in modo sbrigativo: “Le risposte che vi do io sono le stesse che vi hanno
dato gli altri”. Proviamo a spiegargli che non ha niente da temere ma notiamo
che è un po' troppo rigido. Togliamo il disturbo, con tutti i kebab che ci sono
a Milano... Prima di uscire notiamo un cartello: carne congelata. Tra salse,
patatine e carne speziata In Corso di Porta Ticinese parliamo con Mahmut
Korurer, turco, titolare del Champion Panino e kebap. Sono le cinque del
pomeriggio. Ci spiega che è il secondo rotolo di carne che gira intorno allo
spiedo. Ognuno pesa sui 25 chili. Vitello, tacchino e spezie miste: questi gli
ingredienti. Un tempo la carne era tagliata con un coltello affilatissimo. Oggi
si usa una macchinetta elettrica rotante che asporta sottili fettine. Sembra
quasi di “fare la barba” al kebab. Il rumore è inconfondibile. La carne viene
servita in un panino arabo - oppure su un piatto - aggiungendo verdure miste e
salse: le più tradizionali sono la harissa, piccante, l'hummus a base di ceci e
tahini (pasta di sesamo) e il tzatziki, fatto con yogurt e aglio. Ma c'è chi
azzarda anche abbinamenti più arditi mettendo maionese o ketchup. Il cliente,
si sa, ha sempre ragione. "L'ho mangiato la prima volta in Germania"
Entriamo in un altro negozio di kebab in corso San Gottardo. Anche questo è
gestito da turchi. Parliamo con Mehmet. E' di Gaziantep, nel sud-est della Turchia.
Vende anche pizza e arancini. Ci spiega che fa parte di una mini catena: due
negozi a Cinisello Balsamo, due a Legnano e uno a Milano. Ci avviciniamo a un
cliente, Diego. E' uno studente romano della Bocconi. “Passo da qui una volta
ogni 10-15 giorni. Ho provato la prima volta il kebab in Germania, ad Amburgo,
e mi è piaciuto moltissimo”. Chiede che non gli mettano salse e verdure ma solo
carne. “E' più digeribile”, ci spiega. "Noi usiamo la carne di
maiale..." Il nostro giro si conclude sui Navigli. Questa volta siamo
attratti da un kebab un po' atipico. E' greco. Entriamo da “Ghiros”. Il
titolare è di Salonicco e, oltre a questo locale, gestisce anche un ristorante,
sempre a Milano. Parliamo con una commessa, Celina. Ci spiega tutti i piatti
tipici che possiamo provare nel suo negozio. Ma prima di tutto ci rimprovera
per la nostra ignoranza: “C'è un'enorme differenza dal kebab. Noi usiamo il
maiale. Loro non possono, per religione. La loro carne è mista”. Ci tiene a rimarcare la differenza. Eppure non è greca Celina, è
polacca. Ma lavora lì da dieci anni... Anche Celina è figlia, come un po' tutti
noi, della globalizzazione alimentare. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Corriere delle Alpi"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Illy,
caffè in lattina a Berlino BERLINO. Illy Caffè debutta in Germania con il caffè
freddo in lattina Illy-Issimo, nato dall'alleanza con la Coca-Cola, con
l'obiettivo di acquisire una dimensione globale in un mercato da 17 miliardi di
dollari (15 mld di euro). Andrea Illy ha presentato a Berlino il nuovo caffè in
lattina, insieme alla presidente di Coca-Cola Germania. Il «mercato tedesco è
al terzo posto nel mondo per consumi di caffè dopo Stati Uniti e Giappone e al
primo posto in Europa», ha detto Illy. L'obiettivo, tramite
la joint-venture con la Coca-Cola - la Ilko Cofee International - è di
«globalizzare questo mercato, che oggi è prevalentemente asiatico». Se il
mercato globale del caffè in lattina vale 17 miliardi di dollari, quello della
tazzina di caffè ne vale 75. La Germania è «la cartina di tornasole di tutta la
strategia».
(
da "Repubblica, La"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
XV - Palermo LA POLITICA DEL "FONDO" NON BASTA ALL´ECONOMIA Lascia
interdetti la filosofia gestionale e amministrativa di una legge finanziaria
che dovrebbe essere la migliore sintesi del primo anno di potere lombardiano a
Palazzo d´Orleans VINCENZO PROVENZANO è la politica del «fondo»? La risposta è
data dalla quantità degli interventi di varia natura previsti nel documento.
Come già riportato ampiamente su queste pagine, essi vanno dagli aiuti (ancora
incerti) ai comuni in crisi finanziaria fino all´apertura di cantieri di lavoro
e alle iniziative definite di microcredito. Ci sono poi le necessità
finanziarie - eufemismo di fallimento - degli Ato rifiuti, la cessione dei
crediti per le imprese, e gli aiuti al settore agricolo, forse la parte meno generica
e di impatto congiunturale. Il corposo documento è tutta una scrittura e
determinazione di «fondi» dei quali in questo momento - mancandoci le tabelle
finanziarie di riferimento - è difficile valutare l´impatto economico. Ma certo
lascia interdetti la filosofia gestionale e amministrativa in quello che
dovrebbe essere la migliore sintesi del primo anno lombardiano al potere.
Governo che sconta - ammettiamolo pure - un maggioranza rissosa e poco omogenea
e l´approccio dissonante con il governo nazionale, a oggi poco orientato ad
agevolare le politiche lombardiane: lo dimostra la recente polemica sul mancato
arrivo dei fondi per le aree svantaggiate (Fas), circostanza che ha costretto
il governo a prevedere nel bilancio l´accensione di mutui per il reperimento di
risorse aggiuntive. Alla globalizzazione mondiale la
Sicilia risponde con la «fondalizzazione» - scusate il termine - dell´economia
regionale, che ha poco respiro per una regione economicamente asmatica e
trattata con terapie che i presunti medici a stento conoscono. Ma il
biennio 2009-2010, se si va a osservare il profilo delle finanze regionali, è
decisivo per le sorti dell´Isola. Anche perché sono anni in cui lo stesso
profilo di indebitamento e gli alti flussi finanziari previsti in uscita per
operazioni effettuate nel passato, dovranno essere onorati. Ma leggiamo ancora
alcuni elementi del documento. A esempio le diverse proroghe. Rinnovo dei
contratti di diritto privato a tempo determinato per il personale della
protezione civile. Rinnovo fino al 2011 dei contratti per gli Enti parco.
Rinnovo dei contratti all´Ircac per i progetti di internazionalizzazione.
Proroga per i comuni per i contratti a tempo determinato per finalità connesse
alla salvaguardia delle popolazioni. E l´elenco potrebbe continuare. Sembra
tutta una proroga e l´impressione complessiva è che coloro i quali decidono
delle sorti dei siciliani abbiano la destrezza dei dilettanti allo sbaraglio.
Un altro esempio? La rinascita del fondo pensioni per i dipendenti, per la cui
valorizzazione (pari a fine anno a oltre 885 milioni di euro) dovranno
accantonarsi circa 59 milioni di euro all´anno per 15 anni utilizzando anche
«eventuali conferimenti di beni immobili». Se l´esperienza sulle passate
valorizzazioni dei beni immobili della Regione ha insegnato qualcosa, è meglio
essere cauti sulla capacità degli immobili a partecipare all´accantonamento
annuale previsto. La stessa possibile attivazione di iniziative di microcredito
necessita di indicazioni meno generiche. L´istituzione del Fondo Etico della
Regione Siciliana (Fers) deve essere chiarito non solo in termini di soldi, ma
anche perché lo strumento non si può limitare solo a una convenzione con la
Conferenza episcopale siciliana (Cesi): esso dovrebbe prevedere anche diverse
organizzazioni del non profit siciliano che conoscono come la Cesi le criticità
presenti in Sicilia. Un conto è poi l´indicazione di possibili aiuti alle
famiglie, diverso è l´approccio per le imprese dove è meglio introdurre i
concetti di microfinanza. Anche i rapporti con gli enti locali devono essere
meglio specificati. Su questo fronte sono previste diverse azioni. I cantieri
lavoro. Una maggiore flessibilità del patto di stabilità interno, per il quale
le cosiddette spese di investimento non rientrerebbero nella indicazione per il
livello di indebitamento dei comuni. La cancellazione, in caso di variazioni
parziali riguardanti piccole aree, delle procedure di impatto ambientale. Si è
di fronte, quindi, a una maggiore partecipazione e flessibilità dei comuni dell´Isola
nei rapporti con l´ente regionale, circostanza che presuppone una profonda
attenzione sulle competenze e anche una sorta di impegno di responsabilità
personale dei singoli amministratori. Ma anche su questo, come per altri
capitoli, il documento appare incompleto. E, in definitiva, inadeguato allo
scenario sempre più incerto dell´economia siciliana.
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-04-30 - pag: 21 autore:
Sviluppo. Cresce l'incertezza anche per Sadelmi e Sofinter acquisite lo scorso
anno da Gammon India Alla Tosi svanisce il sogno indiano I sindacati: piani
industriali finiti nel nulla - A rischio 1.500 posti Rita Fatiguso MILANO
L'imperativo assoluto, allo stato dei fatti, è incontrare Abhijit Rajan, il
presidente operativo della Gammon India Limited. L'ultima volta di Rajan in
Italia è stata un anno fa, da allora, però, sui destini della Franco Tosi di
Legnano, della Sadelmi di Sesto San Giovanni, della Sofinter di Gallarate e
Fagnano Olona, aziende ad alta tecnologia e, anche, ad alto indebitamento
finanziario, il cielo si è annuvolato, piuttosto che schiarirsi. Non è bastato
che la multinazionale indiana delle costruzioni acquisisse e ricapitalizzasse
realtà industriali fondamentalmente sane, in qualche modo complementari, capaci
di garantire la costruzione di centrali elettriche "chiavi in mano",
grazie anche alle competenze di 1.500 tra operai, tecnici e ingegneri, incluse
altre società più piccole. La Franco Tosi, con 586 dipendenti fa la parte del
leone, la Gammon è proprietaria del 75% rilevato da Gianfranco Castiglioni. Obiettivo:
costruire centrali idroelettriche chiavi in mano, specie in Asia, con tanto di
possibilità di coprire l'intera filiera e, si legge in un comunicato di appena
qualche mese fa, con il coinvolgimento di Tamini (trasformatori) e Fabbriche
Caldaie Legnano. Luigi Dedei, segretario regionale Fim Cisl Lombardia cerca di
analizzare a mente fredda l'ennesima emergenza (ogni giorno in Lombardia arriva
una quarantina di richieste di cassa integrazione): «Dall'anno scorso nulla si
è verificato dei ventilati piani industriali della Gammon, quei posti oggi sono
a rischio, con vari livelli di pericolosità». Soprattutto, ma questa
valutazione resta a mezz'aria, questa che coinvolge la Gammon non è una
vertenza sindacale qualsiasi, non ci si ritrova davanti a una multinazionale
angloamericana i cui codici di comportamento sono, in qualche modo,
decifrabili. No. Qui la globalizzazione ha un effetto
spiazzante sui vecchi schemi delle relazioni industriali. Della Gammon, gli
stessi sindacati italiani dicono di non sapere molto, navigando sul sito
internet hanno scoperto che è sparito il numero degli addetti nel mondo.
La società – ma questa è una realtà più che accertata – non ha retto al tifone
finanziario mondiale e, in Italia, il colpo di frusta è stato immediato:
l'uscita di Gammon da Sadelmi che è stata girata in parte con la formula della
cessione di ramo di azienda alla Busi di Ravenna. La Franco Tosi resta appesa a
una precedente commessa in Sudan. Il motto sulla homepage di Gammon, in cambio,
è rimasto intatto: Turning vision into reality, ma non è dato sapere quale sia
stata la visione del colosso indiano per le aziende italiane acquisite,
peraltro rimaste affidate allo stesso managment italiano. «Bisogna
assolutamente incontrare il presidente – incalzano i vertici regionali Fim-Cisl
– insieme agli altri sindacati metalmeccanici. Vogliamo chiedere un incontro in
Regione Lombardia perchè vogliamo capire quali sono le strategie del gruppo,
soprattutto ora che da oltre due settimane 150 addetti Franco Tosi sono in
Cassa, e il 4 maggio sarà presentata la richiesta di concordato preventivo per
Sadelmi con immediata uscita degli indiani dal gruppo». Intanto, corre voce di
una Sadelmi India, perfettamente operativa. rita.fatiguso@ilsole24ore.com ©
RIPRODUZIONE RISERVATA LA PRIORITà I lavoratori delle società lombarde
specializzate nell'ingegneria energetica chiedono un incontro urgente con la
proprietà
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-04-30 - pag: 48 autore:
COMMODITIES Balzo di mais e soia, recuperano i non ferrosi I m ercati delle
materie prime sembrano aver superato le incertezze legate a una possibile
epidemia di febbre suina, né si sono lasciati turbare dalla nuova forte
contrazione del Pil statunitense nel primo trimestre. Ieri quasi tutte le
commodities, a cominciare dal petrolio, hanno chiuso la seduta in rialzo,
incoraggiate anche dalla vistosa riduzione delle scorte di magazzino negli Usa e, in serata, dalle affermazioni della Federal Reserve,
che ritiene che la recessione stia rallentando il passo. Tra i metalli non
ferrosi all'Lme solo il piombo è rimasto invariato: gli altri hanno registrato
decisi rialzi. In particolare, spiccano il +4,1% dello zinco, il +3,2% del
nickel, il +2,7% del rame. Tra i metalli preziosi, l'oro ha anch'esso
recuperato terreno, ma in misura moderata. Tra le commodities agricole i
maggiori rialzi, superiori al 4%, hanno riguardato il mais e i semi di soia al
Cbot. Questi ultimi sono saliti anche per effetto del
taglio delle stime sul raccolto argentino e nonostante la cancellazione di
alcuni cargo da parte della Cina. Bene anche il grano (+2%) e al Nyce il cotone sodo (+1,5%).
Poco mossi i coloniali.
(
da "Corriere della Sera"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 30/04/2009 - pag: 2 Roubini L'economista
detto «Signor Catastrofe» che previde il grande crash: ma oggi è meno peggio Il
party di Mr Doom, da Marx a Wall Street DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Il
successo se l'è conquistato con analisi scomode, sgradevoli, esatte. Ma ora
Nouriel Roubini, ex studente un po' chiuso ma con un intelletto brillante,
rischia di essere addirittura travolto dalla sua improvvisa popolarità: è
l'economista più ascoltato da quando, due anni e mezzo fa, avvertì che la festa
della prosperità era finita; è approdato nelle classifiche di Time e Forbes
degli uomini più influenti del mondo; ormai è un globetrotter che tiene
conferenze ovunque, da Mosca al Brasile, da Londra alla Cina. Ed ora diventa anche l'eroe di OR
Movement, l'organizzazione ebraica che cerca di trasformare il deserto del
Negev e la Galilea in aree «vivibili», densamente popolate: l'altra sera il
grande ovale neoclassico della Gotham Hall di Broadway ha ospitato una serata
di gala in onore dell'economista della New York University, presentato
dagli organizzatori come un «roccioso sionista». E Nouriel, accolto dal
miliardario Ronald Perelman, uno degli uomini più ricchi del mondo, dai canti
di Dudu Fischer, il Pavarotti israeliano, e dal violino di Miri Ben-Ari,
vincitrice di un Grammy Award, non si è tirato indietro. Emozionato, sperduto
dentro uno smoking due taglie più grandi del dovuto, ha manifestato tutto il
suo orgoglio per gli onori ricevuti dalla comunità ebraica. Mr Doom (il Signor
Catastrofe) ha evitato di mandare la cena di traverso ai commensali parlando
d'economia. Tanto più che perfino Shai Baitel, il capo di OR negli Usa, aveva chiesto ai camerieri di servire il dessert prima
di dargli la parola «così, almeno, avrete qualcosa di dolce». Con l'«anchor»
televisivo Charlie Rose che aveva già provveduto a spiegare che «Mr Doom si è
rivelato, in realtà, Mr Reality», Roubini si è limitato a dire che, anche se di
luci all'orizzonte se ne vedono poche, oggi le cose vanno meno peggio di sei
mesi fa. Meglio raccontare la sua esperienza umana di ebreo nato in Iran e
cresciuto tra Turchia, Italia e Israele. Il liceo ebraico a Milano, poi
l'università Bocconi (dove è stato allievo di Mario Monti). «Vagavo tra Marx e
Mao» alla ricerca di un'identità trovata solo nelle estati in «kibbutz».
L'orgoglio ebraico («Nouriel significa fuoco di Dio») e l'educazione
sentimentale di un ragazzo con una certa aria da «calimero»: «Ero un turco un
po' impacciato. Devo aver traumatizzato la prima fidanzata: mi ha piantato ed è
finita a fare la terapista sessuale». Ora, da cinquantenne «scapolo d'oro», le
belle fanciulle non gli mancano. Ma quello del sesso deve restare per Roubini
un cantiere coi lavori perennemente in corso. Chiude raccontando di un'amica
russa che ironizza sugli economisti: «Sa cosa si diceva, dai noi, sotto il
comunismo? Che gli economisti sono come i sessuologi: conoscono mille
posizioni, ma alla fine vanno in bianco». M. Ga. L'economista Nouriel Roubini
(
da "Corriere delle Alpi"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
manda
nel mercato frenando l'economia. La scarsità della domanda - una spesa privata
... manda nel mercato frenando l'economia. La scarsità della domanda - una
spesa privata non sufficiente a sfruttare la capacità produttiva che abbiamo a
disposizione - è ormai diventata un chiaro ostacolo al benessere, quello dei
lavoratori in particolare. Negli ultimi cinque anni in Italia profitti e
rendite sono aumentati con tassi annui tre volte superiori ai salari e, nel
2007, ben 975 mila famiglie italiane, pari al 4,1% del totale, si trovano in
condizioni di povertà assoluta. In queste famiglie vivono 2 milioni e 427 mila
persone, pari al 4,1% della popolazione. L'Istat indicava recentemente che nel
corso del 2008, il numero totale delle ore di sciopero nel Paese è stato del
22,4% inferiore a quello dell'anno precedente. Ciò non è certo dovuto ad un
miglioramento delle condizioni di lavoro, ma alla limitazione della libertà
sindacale voluta con la deregolamentazione del mercato del lavoro, con il
ricatto delle imprese di delocalizzare nei paesi dove la libertà sindacale non
è ammessa e/o dove i costi salariali sono molto più bassi e con la possibilità
di ritorsioni contro quanti s'iscrivono al sindacato tra i lavoratori a tempo
determinato. Vi ha contribuito anche una costante crescita del sommerso che nel
nostro Paese, secondo l'ultimo rilievo Ocse, si aggira intorno al 30% degli
occupati, quasi il doppio della media dei paesi industrializzati. Il problema,
tuttavia, è prevalentemente politico. Il nocciolo è che non
si è voluto o saputo opporsi alla globalizzazione selvaggia della quale siamo
tutti vittime. Problema politico perché viviamo ormai in un mondo dove i
principali mezzi di comunicazione, sempre più controllati dalla destra
conservatrice, cercano di convincere la gente che gli aspetti negativi di un
mercato senza regole - ineguaglianza, disoccupazione, ingiustizia -
devono essere accettati come parte della vita. Che bisogna accontentarsi, nel
senso che un cattivo lavoro con un basso stipendio e un contratto a tempo
determinato, è pur sempre migliore di nessun lavoro. Che lo "welfare
state" favorisce la pigrizia e l'ozio e contribuisce al declino del paese.
Per questo prevale fra i lavoratori un senso d'insicurezza per il lavoro. Il
timore di cadere nell'indigenza, di rimanere senza cure adeguate in caso di
malattia, senza una pensione dignitosa nella vecchiaia. L'ansia per i figli che
non trovano lavoro, o rischiano di perderlo. Il problema è politico anche
perché da una parte si esige maggiore "flessibilità" nel mercato del
lavoro e, dall'altra, un governo che non ha saputo creare una protezione
sociale, una "flexisecurity", in grado di garantire la
"sicurezza" per questi lavoratori. Sicurezza che la
"flessibilità" mette appunto in causa. Se il Sindacato sarà capace di
ritrovare l'unità d'intenti per poter svolgere compiutamente il suo ruolo e il
mondo politico riformista, da parte sua, interpretare con determinazione le
esigenze del mondo del lavoro, credo che sarà possibile capovolgere questi
orientamenti rovinosi. Non danneggiano solamente i lavoratori ma tutto il
Paese. Diversamente il rischio di un'esplosione sociale incontrollata, sarà
inevitabile. Il protocollo d'intesa a favore dei lavoratori che hanno perso il
lavoro, sottoscritto da Provincia, Camera di Commercio, Bim, associazioni di
categoria e sindacati, che animano il tavolo anticrisi, è un fatto positivo.
Auguriamoci che i lavori del tavolo continuino con lo stesso spirito per creare
un fronte comune in grado di superare incomprensioni istituzionali sulla
specificità del nostro territorio che ostacolano le attività economiche,
l'occupazione e il benessere di tutta la popolazione. Il bollettino
"Veneto Congiuntura" dell'ultimo trimestre 2008, indica un calo della
produzione industriale bellunese dell'11,5% rispetto all'analogo periodo del
2007, il risultato peggiore di tutto il Veneto. Il 2008 è finito male anche per
le imprese di commercio della nostra provincia, con un -5,5% il dato peggiore
dell'anno. Gravi sono poi le previsioni per i mesi a venire. Enzo Friso
(
da "Giornale.it, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 103
del 2009-04-30 pagina 11 La natura vista da Addamiano Ultimo giorno in mostra a
Brera di Redazione Il ciclo delle mostre dedicate ai maestri di Brera si
cristallizza, all'interno dell'Accademia, nella figura di Natale Addamiano e
nel suo «Diario con la natura»: ancora fino ad oggi sono esposte le sue opere
ad olio, a pastello su carta o su quotidiano, che esprimono il profondo
colloquio tra l'uomo e la natura. La successione delle opere in mostra è lo
specchio del percorso artistico di Addamiano, compiuto dagli anni Settanta ad
oggi. Il suo primo periodo, caratterizzato da un profondo esistenzialismo, è
costellato da apparizioni inquietanti, dai fantasmi notturni che perseguitano
l'uomo e che invocano al tempo stesso l'attenzione dello spettatore: teste
sdoppiate, pensieri che evaporano, passeggiate nella notte, sedie abbandonate,
colori scuri. Sono quasi dei diari notturni che, secondo l'artista, «nascono
per questo mio allontanamento dalla famiglia natale, dalla mia terra, da
Molfetta, in Puglia». Del'77 sono i dipinti rappresentanti proprio quei
paesaggi dove hanno abitato i suoi cari, dove i contadini hanno sempre
lavorato, dove l'aria è pulita e la vita è genuina, ancora oggi, nonostante la globalizzazione. Figlio di un carabiniere e di una sarta,
allievo del vero, impressionista di fatto, Addamiano nel suo ultimo periodo
artistico ci mostra la sua terra lontana vista con occhi estatici, poetici.
Sono proprio questi i lavori in cui la luce del giorno viene esaltata, mentre
l'immagine è simile a un sogno nei quadri che rappresentano campi bruciati e
cieli stellati. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 -
20123 Milano
(
da "Giornale.it, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 103
del 2009-04-30 pagina 0 La "Crociata del kebab" tra divieti e
sequestri di Redazione Dopo Lucca la Regione Lombardia ha imposto un giro di
vite: chiusura all'una di notte e niente tavolini all'aperto. Viaggio tra i
kebab di Milano. Di notte si può mangiare solo kebab. E il consumo di cibo
etnico aumenta. GUARDA IL VIDEO di Francesco M. Del Vigo e Orlando Sacchelli
Orlando Sacchelli - Francesco Maria Del Vigo Milano – Girano per la città con
un fagotto di carne colmo di salse, verdure e patate fritte. Sono una legione
ormai. “Ci facciamo un kebab?”. Lo si sente dire a qualunque ora. Dalle undici
del mattino alle prime luci dellalba. Alla faccia
di adipe e succhi gastrici. Ogni momento è buono per lintingolo turco. E,
per la legge del mercato, i kebab proliferano coi loro colori, i loro
sapori e i loro odori. Inconfondibili. Certe strade nostrane più che di
cassoeula e bagna cauda ormai sanno di spezie del Gran Bazar. Una pietanza che
qualcuno non riesce proprio a digerire. Lombardia, giro di vite La Regione
Lombardia ha imposto un giro di vite non solo sui kebab ma, più in generale, su
tutti i cibi d'asporto. Pizza e gelati compresi. Innanzitutto il coprifuoco:
chiusura all'una di notte. Regole igienico-sanitarie più severe. Divieto di
consumare i cibi utilizzando sedie e tavolini all'aperto. Multe dai 150 ai 1000
euro. Si potrà mangiare in piedi, fuori dal locale, ma niente più bivacchi di
notte. La legge permette ai Comuni di individuare aree off-limits per
l'apertura di nuovi esercizi commerciali di un certo tipo: niente più kebab e
ristoranti etnici nei centri storici. Il caso di Lucca ha fatto scuola. Esulta
la Lega, promotrice della legge. L'opposizione parla di norma incostituzionale
e prevede una bocciatura da parte del Tar. Staremo a vedere. Intanto la
protesta pro kebab si mobilita su internet. Creati gruppi di disobbedienza che
invitano a mangiare gelati e kebab anche di notte, sui marciapiede di fronte ai
locali. Su Facebook è nato il Couscous Clan: un manifesto in dieci punti che
esalta la cultura gastronomica come frutto di incontri, scambi e diversità. Il
motto è questo: il cibo unisce i popoli, non li divide. Dilagano i cibi etnici
Il consumo di cibi etnici è aumentato del 10,5% nel 2008. Kebab, cous-cous e
involtini primavera dilagano nelle nostre città. C'è chi parla d' invasione. Ma
è davvero così? La discussione è aperta. A gennaio il Comune di Lucca ha
approvato un regolamento che vieta l'apertura di nuovi negozi etnici nel centro
storico. All'interno delle mura della città toscana vivono 8mila lucchesi e ci
sono 5 kebab. Per qualcuno sono già troppi. A Milano sono 350. Ma forse sono di
più. Problemi sanitari I vigili urbani di Milano hanno fermato un furgone:
trasportava carne in pessime condizioni igieniche. Il termometro segnava 9 gradi,
per legge deve essere a -15. La carne, di provevienza ignota, era destinata ai
kebab milanesi. Il proprietario del furgone era un turco di 35 anni. Riforniva,
da quanto è risultato dalle bolle di consegna, tutto il capoluogo milanese. In
tre mesi sono stati effettuati 80 controlli: 15 i sequestri di merce per
cattiva conservazione. Venticinque le persone denunciate. Duecentosettanta i
verbali per violazione di norme igieniche. L'operazione “Mangia sicuro”,
condotta dai veterinari della Asl e dall'Annonaria del Comune di Milano, va
avanti. Kebab come pizza o hamburger? Per mangiarsi un kebab bastano 3 euro e
mezzo. Quelli più buoni sono fatti con carne scelta appositamente, condita con
le spezie e messa sullo spiedo, fetta dopo fetta. La differenza si sente al
palato. Poi ci sono i kebab già pronti: cilindri di carne semicongelata
preparati dai grossisti, prevalentemente tedeschi. Con meno di cinque euro si
mangia e si beve. Alla portata di tutte le tasche. Potrà fare, anzi fa già
concorrenza alla pizza o agli hamburger di McDonald's. Legge
o non legge la globalizzazione alimentare passa anche attraverso il kebab.
Questione di gusti. Ma anche questione di soldi... - Viaggio tra i kebab di
Milano - di Orlando Sacchelli - Ma di notte si può mangiare solo kebab - di
Francesco Maria Del Vigo - GUARDA IL VIDEO: "La crociata del kebab" ©
SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
(
da "Giornale.it, Il"
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Argomenti: Cina Usa
Il mondo
continua a lottare contro la recessione, il Pil americano sprofonda a -6%, ma
c'è qualcuno che ha già vinto. I soliti noti, sì, proprio loro, la casta dei
banchieri Usa che, come spiego in questo articolo nel
2009 si appresta ad incassare stipendi e bonus strepitosi, quasi allo stesso
livello del fantastico (per loro) 2007: nei primi tre mesi dell'anno le sei
principali banche americane hanno accantonato la bellezza di 36 miliardi di
dollari per il prorio management. Chi lavora nel dipartimento trading e
investimenti bancari di JPMorgan Chase, ad esempio, assapora già, per l'anno in
corso, un reddito medio pro capite di 509mila dollari, mentre nell'ultima
annata senza eccessi, il 2006, era stato di 345mila dollari. Intanto, però, le
banche continuano a licenziare e a delocalizzare gli impieghi più modesti in
India e nelle Filippine. E' il loro modo di ringraziare il contribuente
americano. Intanto, grazie al New York Times, sappiamo con certezza che l'uomo
scelto da Obama per risanare l'economia statunitense, il ministro del Tesoro
Timothy Geithner quando era alla guida della Federal Reserve aveva rapporti
scandalosamente stretti con i banchieri (per i dettagli leggere qui). Insomma,
era e resta il loro uomo. Intanto i banchieri festeggiano anche in Gran
Bretagna (bonus per 7 miliardi) , mentre il numero uno di Societé Générale
Daniel Bouton dopo aver fatto disastri se ne va con una pensione da 730 mila
euro. E tutto torna come prima: la casta dei banchieri continua a comandare.
Scritto in giustizia, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama,
notizie nascoste, globalizzazione, economia, società, gli usa e il mondo
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articolo a un amico 28Apr 09 Influenza suina. Panico nel mondo per 7 morti Non
mi piace scrivere più post sullo stesso argomento a distanza di poche ore. Ma
non posso esimermi dal farlo. L'Oms ha dichiarato oggi che i morti provocati
dall'influenza suina sono sette. Tutti gli altri sono solo sospetti. Ciò
nonostante la California proclama lo stato d'emergenza, Obama chiede fondi
straordinari per 1,5 miliardi di dollari e, come previsto, spuntano casi
inquietanti in tutta Europa. Un panico mondiale per 7 morti, mentre la Novartis
ci fa sapere che entro due mesi sarà pronto il vaccino e gli infettologi
raccomandano "farmaci specifici per il trattamento-prevenzione
dell'influenza umana da virus suino come l'Oseltamivir (ovvero l'immancabile
Tamiflu della Roche, già prescritto contro l'aviaria) e lo Zanimivir"
(fonte: dieci domane e risposte pubblicate oggi dal Giornale a firma di Manila
Alfano e Matthias Pfaender). Se non è spin questo. AGGIORNAMENTO: In questo
articolo spiego come si costruisce ad arte il panico globale e paragono
l'aviaria alla suina. Inoltre: la conferenza stampa di ieri di Obama rafforza i
miei sospetti. Barack l'ha aperta parlando dell'influenza suina e la prima
domanda è stata su questo tema. Ieri è stato annunciato il crollo del 6% del
Pil americano e tra 4 giorni verranno resi noti i risultati dello stress-test
sulle banche, eppure su 13 domande neanche una era riferita alla crisi
finanziaria, che così viene dimenticata da tutti e Wall Street può salire del
2%. Complimenti agli spin doctor di Mr. President: l'influenza suina era
un'occasione strepitosa e loro non se la sono lasciata scappare. Scritto in
crisi, comunicazione, influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, notizie
nascoste, globalizzazione, società, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 59
) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 27Apr 09 E la Cina diventa sempre più influente
nel mondo Il mondo è angosciato dalla crisi economica, ma c'è chi approfitta di
questa situazione - e del declino degli Stati Uniti - per ampliare le propria
influenza nel mondo. Chi? La Cina, ovviamente, che
stringe accordi commerciali e finanziari in Asia, in Africa e persino
nell'America Latina. Concede prestiti non più solo in dollari, ma anche in yuan
e propone un modello di sviluppo alternativo a quello anglosassone, come spiego
in questo articolo . Il tutto con discrezione ed efficacia, mentre l'America si
dimostra incapace di reagire. Pechino potrebbe diventare una superpotenza molto
prima del previsto, secondo l'economista Nouriel Roubini addirittura entro
dieci anni. Scritto in capitalismo, crisi, era obama, globalizzazione, cina,
notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 55 ) » (6 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Apr 09 Influenza
suina, una psicosi molto sospetta. Nelle ultime 24 ore è scattato l'allarme in
Messico per l'influenza suina e i media di tutto il mondo hanno ripreso la
notizia con toni drammatici evocando il rischio di un contagio planetario.
Sarà, ma gli studi sullo spin mi hanno insegnato a diffidare degli allarmi su
improvvise epidemie provocate da malattie misteriose. Ricordate la Mucca pazza?
E quelle immagini angoscianti dei bovini tremanti? All'epoca ci dissero che
l'encefalopatia spongiforme bovina, variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob,
avrebbe provocato la morte di migliaia di persone, nonostante l'abbattimento di
decine di migliaia di capi. Ma a oggi sono stati registrati 183 casi in tutto
il mondo. Le autorità fecero bene a mettere al bando le farine di origine
animale, che costringevano degli erbivori a trasformarsi in carnivori; ma
l'allarme fu eccessivo. E la Sars? Vi ricordate le immagini dei condimini
sigillati, con i medici che vi entravano indossando degli scafandri simili a
quelli degli astronauti? Furono pochissime le vittime, ma ci fu panico in tutto
il mondo. Oggi il virus pare sia scomparso. Ancora: l'influenza aviaria, Esiste
dal 1878 e i casi di trasmissione all'uomo sono rarissimi. Eppure il mondo nel
2005 non parlava d'altro; i governi decisero di rendere obbligatorie stock di riserva
del Tamiflu, un farmaco in realtà poco efficiente contro la malattia; per la
gioia della Roche ( su quella vicenda segnalo la splendida inchiesta di Sabrina
Giannini, trasmessa nel 2006 da report) Ora improvvisamente tutto il mondo
parla dell'influenza suina e da Città del Messico arrivano, come da copione,
notizie molto allarmanti. Gli Usa sostengono che sia
troppo tardi per arignare il virus, l'Europa è in allarme. Si stanno creando
tutte le premesse per diffondere una piscosi mondiale. Sarà ingiustificata come
le altre? Io dico di sì, con una conseguenza facilmente prevedibile: per un po'
ci si scorderà della crisi economica. Scritto in crisi, comunicazione,
influenza suina, psicosi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia,
società, notizie nascoste Commenti ( 97 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 23Apr 09 La Casa Bianca e la Fed
truccano i conti? Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai
interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un
retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli
interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed
energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il
costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei
mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della
società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i
rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita,
ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack
Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di
Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il
presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro
Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi
difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative
per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha
autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare
le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno
parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi
rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo
l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà
inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico.
L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di
mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.
Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di
no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. AGGIORNAMENTO: Una società di consulenza
privata, la PNC Financial Services Group Inc, ha pubblicato ieri le stime sui
debiti tossici delle banche americane. I risultati sono disastrosi: gli asset
che non danno interessi sono aumentati del 169% nel primo trimestre 2009 in tredici dei più
grandi istituti. Ma le Borse continuano a salire; già, il peggio è proprio
passato. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina,
economia, gli usa e il mondo Commenti ( 66 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il
futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una
piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli
ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del
Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo professionale
e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti molto alta (e di
questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di essere invitato a
partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da colleghi che hanno
letto commenti interessanti su "il cuore del mondo", mentre prima
accadeva solo per gli articoli sull'edizione cartacea. L'altro giorno un
brillante collega della Televisione della Svizzera italiana, Michele Fazioli,
mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e sulle insidie della
comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog (chi volesse
seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane un amico e
valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di Alberto
Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger presi
in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per informare, per
gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano
sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. E
con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno.
Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati per
"bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e questo
è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della pubblicità
parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma secondo il
Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter che fanno
buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come peraltro emerso
recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival internazionale di
giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare bene grazie
alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro
del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti
generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni
dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche (negli Usa è già successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi
chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a
quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere in vita un
Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione, società, notizie
nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti ( 42 ) » (5 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09
La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e
collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai
presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta
evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di
questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri
Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro:
"Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7",
e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso
quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400
milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di
Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop
corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato
ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da
14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige
l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei
supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità,
arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i
danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è
inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno
queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene,
ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso,
ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge.
Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie
nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 53 ) » (13 voti, il voto medio è:
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09
Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna
dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee,
non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal
terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato
e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo
perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole
l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà
perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al
21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il
referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto
propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste
alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla
coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire
il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4%
alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a
un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due
quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non
entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo
ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che
la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni
e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non
bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da
questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce
e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio
elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti
elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha
fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi,
democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 44 ) » (12 voti, il
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09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa?
Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman
Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti
commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa,
sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che
fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente
risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o
c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il
governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che
obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei
loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti
a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con
molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a
stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha
un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente
che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le
banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza
creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i
risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo
stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto.
Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su
premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi
estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel
frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve
ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è
ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso
chiedere al consumatore, che, negli Usa restano
altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno
addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore
tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione
di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama
alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il
tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del
mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e
improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle
banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine
questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente
pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione,
globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (9
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09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale
Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e
per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26
aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà.
Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la
Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown
vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato
una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi
arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le
cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di
soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini;
come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure
draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il
governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio,
Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza
dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura
sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza
di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a
prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in
regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene
formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato,
soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana
dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica"
l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post)
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(
da "Giornale.it, Il"
del 30-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 103
del 2009-04-30 pagina 0 Commesse da tutto il mondo per il MiniMetro firmato
Leitner di Redazione Leitner Technologies, lo specialista negli impianti di
trasporto a fune (fatturato 2008: 535 milioni), porta il suo MiniMetro nel
mondo. Dopo il felice esperimento di Perugia datato 2008, l'innovativo sistema
di trasporto passeggeri automatizzato verrà realizzato anche a Il Cairo. Il
progetto prevede un collegamento di MiniMetro all'interno dell'area
aeroportuale, tra il terminal 2 e il terminal 3, della lunghezza di 1,8 chilometri, e
verrà realizzato da Leitner chiavi in mano, cioè completo sia della componente
elettromeccanica che di quella civile. L'incarico è valso al gruppo altoatesino
60 milioni di euro. A Vienna intanto si attende la pubblicazione del bando di
gara relativo alla realizzazione di un collegamento di trasporto automatizzato
all'interno dell'areale ferroviario, che nei prossimi anni verrà completamente
riammodernato: una commessa da svariate decine di milioni di euro, che Leitner
ha buone possibilità di aggiudicarsi. L'azienda altoatesina nel frattempo,
battendo la sua diretta concorrente, ha vinto l'appalto da 13 milioni di
dollari per il rifacimento della storica funivia Roosevelt Island di New York.
Un progetto di prestigio, una vetrina importante per la tecnologia altoatesina
nel cuore della Grande Mela, che conferma Leitner quale protagonista del
mercato mondiale dei sistemi di trasporto urbano. Per rafforzare la sua
presenza sullo scenario mondiale Leitner ha aperto negli ultimi 5 mesi 3 nuovi
stabilimenti in Austria, USA e India con un investimento di oltre 30 milioni di
euro. Spiega il presidente Michael Seeber: «Con il centro produttivo di Telfs,
vicino a Innsbruck, ci potenzieremo non solo in Tirolo, ma anche in tutta
l'Europa centrale. Da questa sede, costata 12 milioni di euro, ci attendiamo un
fatturato 2009 da 90 milioni. Per quanto riguarda gli USA lo stabilimento sorto
a Grand Junction, in Colorado, costato 15 milioni di dollari, ha preso il posto
della vecchia sede, impiantata nel 1981, ormai troppo piccola e inadeguata per
rispondere a una domanda in continua crescita. In India abbiamo già due
fabbriche realizzate con un partner locale; la terza, sorta su una superficie
di 8 ettari,
verrà inaugurata in estate». La recente acquisizione della divisione Track Machines della canadese Camoplast Inc sta dando un
ulteriore decisivo contributo all'azione espansiva di Leitner negli USA, ma
anche in Cina, India e
Russia. Con un investimento di 30 milioni di euro il Gruppo si è assicurato la
linea di veicoli cingolati, capaci di muoversi su ogni superficie e nelle più
difficili situazioni logistiche, per cui Camoplast è nota nel mondo. «Tali
prodotti precisa Seeber andranno ad ampliare la
gamma Prinoth, azienda del Gruppo specializzata in battipista su neve, e
contribuiranno quindi a destagionalizzare la nostra offerta. Una
diversificazione di strategica importanza, in questa fase di contrazione dei
mercati». La crisi non ha spiazzato la dirigenza Leitner. Afferma il
presidente: «Proprio in questo momento difficile bisogna non fermarsi, ma con
coraggio e spirito imprenditoriale guardare avanti. Dobbiamo affrontare le
nuove sfide senza timori, puntando al profitto, ma anche tenendo sempre ben
presente la responsabilità sociale che ogni imprenditore deve avere». In
quest'ottica nell'ultimo anno il Gruppo di Vipiteno ha assunto 168 nuovi
addetti e destinato oltre 16 milioni all'innovazione: un investimento che ha
portato alla nascita di Beast, il più grande battipista del mondo, presentato
agli addetti ai lavori nel corso di un evento-manifestazione tenutosi lo scorso
marzo a Innsbruck. Leitner Technologies è attiva a livello internazionale nei
settori impianti a fune (Leitner Ropeways), battipista (Prinoth), impianti di
trasporto urbano (MiniMetro) ed energia eolica (Leitwind). Oltre l'80% della
produzione va all'estero. I dipendenti, sparsi in tutto il mondo, superano le
2000 unità. Con la progressiva diffusione di MiniMetro, e grazie alla forte
azione espansiva in corso, il Gruppo di Vipiteno conta di riuscire nel corso
dell'anno a conquistare ulteriori quote sul mercato globale e, nonostante la
congiuntura sfavorevole, a mantenersi in linea con i buoni risultati già
ottenuti nel 2008. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano