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Report "Globalizzazione" 21-24 maggio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

L'EUROPA SARÀ ALL'ALTEZZA DELLE PROPRIE RESPONSABILITÀ IN UN MONDO GLOBALIZZATO? CONFERENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO ALL'ISTITUTO INTERNAZIONALE PER GLI S ( da "marketpress.info" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ALTEZZA DELLE PROPRIE RESPONSABILITÀ IN UN MONDO GLOBALIZZATO? CONFERENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO ALL´ISTITUTO INTERNAZIONALE PER GLI STUDI STRATEGICI Londra, 21 maggio 2009 - Caro Prof. Howard, innanzitutto mi consenta di ringraziarla per la gentile presentazione e mi consenta di ringraziare l?

L'affondo del dollaro ( da "Manifesto, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stampano valuta e vendono i buoni del tesoro Usa, soprattutto ad altri governi (i cosiddetti fondi sovrani). Non è un segreto che negli ultimi anni il principale acquirente dei buoni del tesoro americani è stata la Cina. La Cina non è l'unico acquirente. Il Giappone, la Corea del Sud, l'Arabia Saudita e Abu Dhabi, l'India e la Norvegia, hanno tutti comprato buoni del tesoro Usa.

Iran, la carota di Barack contro il bastone di Bush ( da "Manifesto, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: parlare alla Cina rossa fu molto più spettacolare di qualsiasi gesto conciliante verso l'Iran, ed è improbabile che Obama-Clinton raggiungano quel calore istantaneo col nemico di ieri raggiunto da Nixon-Kissinger con la Cina. Una differenza importante è che il team di Nixon poteva giocare sulla «triangolazione» delle sue relazioni con Mosca e Pechino,

<È un'azienda che dà lavoro a mezza città> ( da "Tempo, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma è il prezzo da pagare alla globalizzazione. Se il marchio è più conosciuto all'estero, ci guadagna anche Cassino». Parla spesso con i dirigenti locali della Fiat? «C'è un confronto quotidiano. Sono ottimisti. Un po' meno le persone che non si sono viste rinnovare il contratto e vengono a chiedere lavoro da me.>

Aumentano le imprese ma cala l'occupazione ( da "Tempo, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e con la globalizzazione si sente in tutto il mondo, ma il sistema del risparmio della nostra provincia ha retto benissimo, così come la piccola e media impresa». Non mancano segnali positivi per Latina, come ad esempio quello sulla nascita delle nuove imprese: +1.

"Ferrari contro Jaguar: a Le Mans siamo pronti" ( da "Stampa, La" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il calendario si articola in 12 prove in Usa, 5 corse in Europa e da quest'anno anche una in Cina, a Shanghai, e una in Giappone in novembre, a Yokohama. Tutte queste gare sono in pratica dei preliminari per poter venire a Le Mans a quella che noi chiamiamo la Grande Course». Il ritorno d'immagine e di spettatori quanto è importante per voi?

Liceali del Galilei a lezione da "Shardana" ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Vogliamo fornire agli studenti - spiega la professoressa Elena Noli - gli strumenti necessari, per avvicinarli al mondo della scienza, ma soprattutto orientarli verso profili professionali adeguati alle trasformazioni di una società ormai globalizzata». FRANCESCO OGGIANU

la multietnicità è un valore ma l'illegalità va messa al bando ( da "Nuova Venezia, La" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: necessaria alla convivenza in un mondo globalizzato, ma alla condizione che tragga il meglio dalle persone e dalle comunità che convivono. Quindi, bando all'illegalità e azione decisa per stroncare le organizzazioni che gestiscono i viaggi della speranza, arricchendosi sui drammi altrui e scaricando sui cittadini italiani il peso economico e l'onere sociale delle loro malefatte.

Nasce l'era del capitalismo dai cento fiori ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa sono tornati a essere il Paese più keynesiano del mondo in-dustrializzato. Ed è prevedibile anche che la Cina, con il suo imponente piano di rilancio, risulterà l'economia di maggior successo di tutto il pianeta. Sfortunatamente, ci sono almeno tre cose che non possiamo sapere.

Produzione siderurgica in calo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se nei 4 mesi la Cina mostra un +0,1%, il mondo occidentale arretra: il calo è del 42% in Italia, del 43% in Germania, del 43,1% in Giappone, del 53,1% negli Usa. La crisi ha imposto un ridimensionamento, ma i prezzi dei prodotti lunghi in Nordamerica sembrano in miglioramento, anche se le lamiere accusano ancora la debolezza del settore auto e la domanda Usa è pari appena al 40%

La recessione spegne la luce ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina sarà risparmiata dal calo (- 2,9%), mentre soltanto l'India conserverà un tasso di crescita positivo, anche se decisamente ridotto. Il rallentamento dei consumi di elettricità, avverte l'Aie, potrebbe ridurre l'impellenza di accrescere la capacità di generazione, contribuendo a ridurre gli investimenti nel settore e a indirizzarli di preferenza verso impianti meno costosi,

Gorby, il Muro e la globalizzazione ( da "Corriere della Sera" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Economia data: 21/05/2009 - pag: 34 Conversazioni Gorby, il Muro e la globalizzazione (d.d.v.) È stata davvero la caduta del Muro di Berlino la data-chiave dell'accelerazione del processo di globalizzazione? La discussione apertasi per merito di Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa stimola ulteriori approfondimenti.

L'economia dei cento fiori ( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il rapporto tra Usa e Cina diventerà più importante, con l'India in attesa sullo sfondo. Sicuramente cresceranno il peso economico relativo e il potere dei colossi asiatici. L'Europa, nel frattempo, non sta vivendo bene lacrisi.L'economia e il sistema finanziario del Vecchio continente si sono rivelati molto più vulnerabili di quello che molti si aspettavano.

Veca: questa è una città malata che ha perso la capacità di dialogare ( da "Corriere della Sera" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Colpa della globalizzazione: la borghesia milanese ha figli che studiano all'estero, passa il fine settimana in una capitale europea, è spesso in viaggio per lavoro. Non ha più bisogno di Milano». Sta dicendo che i milanesi vivono la loro città non come una casa ma come un ufficio, al massimo un negozio?

Hotel Hassler modello esportazione ( da "Corriere della Sera" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Enit Matteo Marzotto con grande soddisfazione: «In questo mondo sempre più globalizzato - ha spiegato - soltanto un brand forte riesce a creare un momento di distinzione. Quest'operazione rinforzerà un' immagine positiva dell'Italia all'estero». Marzotto ha poi concluso sotenendo che il turismo uscirà dalla crisi soltanto nel 2011.

di ANDREA FONTANA Professor Baldissara, allora la strage di Monte Sole, con le donne e i bambini ... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Russia, non riconoscano nemmeno le funzioni del tribunale internazionale e ritengano che i loro soldati, semmai, vadano giudicati dalle corti marziali del loro Paese. In Afghanistan, se l'intelligence segnala che alla tale ora nella tale casa ci sarà un talebano, gli americani girano un satellite,

Minori sottratti in aumento ( da "Avvenire" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dai 158 casi nel 2006 ai 254 del 2008 DA ROMA GIOVANNI GRASSO C on la globalizzazione e l'internazionalizzazione della società sta crescendo in modo esponenziale il problema dei bambini contesi da genitori di diversa nazionalità che, dopo la separazione, tornano nel proprio Paese d'origine portando con sé i figli senza il consenso dell'altro coniuge.

"l'euroregione alpi-med, vittoria glocal" ( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli interventi di Benessia e Comba "L´Euroregione Alpi-Med, vittoria glocal" La globalizzazione degli ultimi anni, che ha rivelato i suoi peggiori risvolti con la grande crisi economica che ha colpito il mondo, e la rivincita del locale che sembra affacciarsi negli ultimi mesi, con il ritorno degli Stati al pieno esercizio della loro sovranità economica.

Durnwalder al Casinò per un bagno di folla ( da "Trentino" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Le elezioni europee - sottolinea Mauro Ottobre - rivestono un'importanza assoluta vista la fase di crisi globale e globalizzata in cui ci troviamo e nella quale molti governi tentano subdolamente di individuare in scriteriati tagli alle risorse autonomistiche vecchie vie al contenimento della spesa pubblica». (gl.m.)

Rurale Pinetana, superata quota 3000 soci ( da "Trentino" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cui siamo attivi non possono ritenersi estranee alle dinamiche del mondo globalizzato che, come per tutte le Casse Rurali, vede nel 2009 un anno impegnativo a causa del difficile momento congiunturale». La base ha superato quota tremila: oggi i soci sono 3023. Il patrimonio è superiore ai 46 milioni di euro e consente alla banca di guardare al futuro con serenità e, soprattutto,

Si apre oggi ad Oderzo una rassegna dedicata al grande Augusto Murer ( da "Corriere delle Alpi" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo spettacolo guida all'ascolto delle voci del bosco che nell'era della globalizzazione continuano a parlare chiedendo di essere ascoltate. Infine, Giuliano Dal Mas, autore di numerose opere sulla montagna, presenterà il suo ultimo libro "Le Dolomiti Insolite". L'autore illustrerà questi luoghi magici con l'ausilio di materiale fotografico.

A BOLOGNA VA IN SCENA AUTOPROMOTEC ( da "Crisalidepress.it" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Corea del Sud, Giappone, Grecia, India, Iran, Israele, Messico, Portogallo, Sud Africa, Svezia, Turchia, USA, Vietnam, nell'ambito dell'intesa siglata tra ICE, Ministero per lo Sviluppo Economico e AICA. Grazie all'intenso lavoro degli uffici coinvolti sono già stati predisposti ben 215 incontri b2b tra aziende espositrici italiane e delegati internazionali al fine di massimizzare

la chiesa irlandese nella bufera "abusi sessuali su migliaia di bimbi" - enrico franceschini ( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: trasformato dalla globalizzazione, moderno e aperto. La Chiesa cattolica irlandese piega la testa: il cardinale Sean Brady dice di essere «profondamente dispiaciuto» per gli abusi sessuali. «Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni», afferma in un comunicato l´arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda.

Infuenza messicana, 13enne muore in Arizona. Caso sospetto a Roma ( da "RomagnaOggi.it" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina, invece, ha confermato un altro caso: si tratta di un 21enne ricoverato a Pechino, facendo salire a 7 il bilancio dei casi registrati nel paese. Altrettanti casi confermati di nuova influenza in Australia. Si tratta di un bambino sotto i cinque anni giunto a Sydney con la famiglia con un volo dagli Usa la settimana scorsa.

uno scrittore sul luogo del delitto "da allora pechino è in coma" - federico rampini pechino ( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: le cui opere sono proibite da molti anni in Cina. Ma Jian vive a Londra, gli è consentito rientrare a Pechino e quindi non ha perso il contatto con la realtà del suo paese. Questa condizione di semi-esule, pendolare tra Occidente e Cina, ne fa un osservatore lucido e severo. Nessuno prima di lui aveva osato affrontare di petto la tragedia di Tienanmen.

Mourinho conteso, assalto del Real Madrid ( da "Corriere.it" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Molti i movimenti in casa Inter: arrivano Milito e MOtta, Figo andrà in Cina Pressing del Real su Mourinho Il club madrileno vorrebbe in panchina il tecnico neroazzurro. Ma Moratti: «Non tradirà la parola data» MILANO - L'allenatore dell'Inter campione d'Italia, Josè Mourinho, potrebbe essere uno dei papabili per la panchina del Real Madrid.

la mia fede nel meticciato - roma ( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: paure che nascono dalla crisi economica e dallo spaesamento prodotto dalla globalizzazione». Lei va in un crocevia europeo come Aquisgrana e da noi il governo scatena la polemica provinciale del rifiuto della multietnicità. «Io ritengo essenziale l´identità nazionale. Mi chiedo però se da noi questa identità non si stia sfarinando in un´Italia sempre più spaccata tra Nord e Sud.

Cede il 4,5% l'export di calzature italiane nel I bimestre 2009 ( da "Sestopotere.com" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: import dalla Cina, in particolare, ancorata in posizione di testa nel ranking dei fornitori, è cresciuto in questi primi due mesi del 7% circa. Avanti adagio le importazioni dal Vietnam (+2,2%), mentre avanzano a passo nettamente più sostenuto Tunisia, India e Indonesia.

La Chiesa irlandese nella bufera "Abusi sessuali su migliaia di bimbi" ( da "Repubblica.it" del 21-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: trasformato dalla globalizzazione, moderno e aperto. La Chiesa cattolica irlandese piega la testa: il cardinale Sean Brady dice di essere "profondamente dispiaciuto" per gli abusi sessuali. "Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni", afferma in un comunicato l'arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda.

Clima, la Cina ai paesi più ricchi: ( da "Nuova Ecologia.it, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in un chiaro riferimento agli Usa. Si ritiene che attualmente la Cina sia il Paese che immette nell'atmosfera la maggior quantità di CO2, il gas prodotto dai combustili fossili come il carbone, che ancora fornisce alla Cina circa l'80% dell'energia che consuma. 22 maggio 2009 - TAG: Clima | Cina | Emissioni |

VENERDI' 22 Ictus oggi CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/90, ORE 9-1... ( da "Stampa, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Terrorismo globalizzato CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 17 Centro Unesco di Torino presenta "I pomeriggi dell'archivio tesi - Edizione 2009": presentazione della tesi "Il terrorismo nel mondo globalizzato: un'analisi economica", a cura della dott.

IL MENU' ALLA "CU-CINA" ( da "Stampa, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: svelerà i segreti dei grandi classici del chinese food globalizzato: dal riso alla cantonese all'involtino «plimavela», i piatti più richiesti, ma anche e soprattutto di una serie di pietanze sconosciute al grande pubblico, in un primo corso di cucina che si svolgerà al Café Liber che si trova in corso Vercelli 3.

L'Italvolley prende casa ( da "Stampa, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Giappone. Di fronte le padrone della pallavolo internazionale (con Brasile e Usa le migliori del pianeta), impegnate in una formula che permetterà al pubblico di assistere a dieci partite di altissimo livello. «Si tratta del primo evento di una lunga serie - assicura Ezio Ferro, presidente della Fipav Piemonte -.

la nuova epoca e il coraggio - massimo giannini ( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E si può opporre ai molti che, di fronte alla "tempesta perfetta" che ha travolto il pianeta da un anno a questa parte, sono convinti che il capitalismo sia morto, il mercato sia morto e anche la globalizzazione non si senta poi così bene. (segue a pagina 34)

la tentazione degli usa: - vittorio zucconi ( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina all´Europa, dall´India al Canada, che sull´immenso deficit commerciale degli Stati Uniti prosperano - 700 miliardi di dollari all´anno in media dal 2000 - rabbrividì di orrore e di paura. Il motore internazionale del "free trade" stava per innestare la marcia indietro e ripetere l´errore catastrofico commesso nel 1930 con la legge che trasformò un crac di Borsa nella reazione

"buy american", il protezionismo resta uno slogan - vittorio zucconi ( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: protezionismo», garantendo che gli Stati Uniti «sarebbero rimasti la forza trainante nella globalizzazione del commercio». Quella del protezionismo esplicito è rimasta una tentazione senza il peccato. E più ancora delle reazioni spesso isteriche e ideologiche dell´Europa, hanno pesato le minacce (forse il bluff) del governo cinese di scaricare il dollaro come moneta di riserva

UNIRSI in nome della qualità, per promuovere i prodotti tipici del territorio. E&... ( da "Nazione, La (Pistoia)" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una risposta alla crisi economica e alle sfide della globalizzazione. Il battesimo del fuoco sarà la fiera internazionale Tuttofood di Milano dal 10 al 13 giugno, una manifestazione a cui nessuna delle otto ditte avrebbe potuto partecipare da sola. Le aziende di Magia Toscano sono il Caseificio Prolat di Agliana di Carmelo Ilardi (a cui si deve la prima idea del consorzio)

l'italia a due velocità che aspetta la ripresa - giorgio lonardi ( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: espandersi sui mercati globalizzati. Dall´altra però la stragrande maggioranza del made in Italy ha il fiato corto e rischia di non farcela. In questo quadro è emblematico il grido d´allarme lanciato da Paolo Galassi, presidente di Confapi, l´associazione delle piccole e medie imprese (60mila aziende iscritte con 1,5 milioni di addetti per una quota di Pil stimata attorno al 15 per cento)

e la laguna è tutta una mostra ( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: padiglione Usa), Miquel BarcelÓ (Spagna), Steve McQueen (Gran Bretagna). Grandi star anche alla Fondazione Cini con l´antologica di John Wesley, progetto della Fondazione Prada, e una performance di Peter Greenaway; alla Fondazione Querini Stampalia Mona Hatoum, mentre la Fondazione Bevilacqua La Masa dedica una personale a Yoko Ono;

le opportunità cogliamo l'attimo prima che passi - massimo giannini ( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche se non mancheranno tentazioni dirigiste e protezioniste, e gli equilibri della geopolitica planetaria si sposteranno verso la Cina, l´India, il Brasile. Ed è una fortuna, perché in questo modo la globalizzazione cura i suoi mali con medicine omeopatiche. Ma concluso il "processo" a chi ha speculato sulla gigantesca bolla ora esplosa (banche e fondi),

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In un mondo che presto conoscerà la fine del petrolio a buon mercato, bisogna domandarsi che ne sarà dell'economia globalizzata e della modernità. Come vivremo? Come produrremo?». A questi e altri quesiti risponde oggi alle 21 al Centro sociale Postavecchia di Calcinelli Andrea Bizzocchi nell'incontro: «Crisi o opportunità, quale futuro costruirsi?».

Birmania, la giunta blinda il processo a San Suu Kyi L'ira di Hillary Clinton>( da "Unita, L'" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La segretaria di Stato Usa, parlando davanti a una sotto-commissione del Senato, assicura che l'amministrazione Obama lavorerà per ottenere la liberazione di Suu Kyi. «È evidente che la Cina, l'India e altri paesi sono attori di primo piano», ha detto Clinton lasciando intendere che quei governi saranno consultati e esortati a premere sulla giunta al potere in Birmania.

LA CRISI E IL PARADOSSO DELL'EUROPA ( da "Unita, L'" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E le prospettive di una riscossa politica e ideale delle forze progressiste e democratiche che rimetta il nostro continente al passo con i tempi sono nella capacità di assumere fino in fondo la dimensione europea come l'unica adeguata a rilanciare lo sviluppo e la coesione sociale nell'epoca della globalizzazione. Anche per questo le elezioni dl 6 e 7 giugno sono decisive.

L'Europa è la nostra vera cura ( da "Nuova Ferrara, La" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dovremmo tenere a mente che in tempo di forse non sempre benvenuta però inevitabile globalizzazione, è particolarmente miope sottostimare programmi e attività del Parlamento europeo. Giustamente s'invoca da parte di partiti e candidati una campagna elettorale il più possibile virtuosa, concentrata cioè sui temi centrali della discussione politica;

Il gringo Obama in America Latina ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la quota dell'export destinata alla Cina sfiora il 13% e ha superato per la prima volta quella rivolta al mercato Usa, scesa all'11 per cento. Non solo, ma mentre nel mese di aprile, l'import complessivo cinese è sceso del 22% quello proveniente dal Brasile è cresciuto del 68%, trainato soprattutto da soia e minerali di ferro.

Bertinotti: i governi Prodi sono stati fallimentari ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: destra di sanare i guasti della globalizzazione. Questa promessa è stata tradita: non c'è stata redistribuzione della ricchezza né delle posizioni sociali». E poi «mentre la tv commerciale imponeva anche in Rai modelli come il "Grande fratello" e i concorsi con premi in denaro, i dirigenti della sinistra pensavano soprattutto a cronometrare i tempi concessi loro nei vari telegiornali,

L'oro supera 950 dollari l'oncia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina, ad esempio, pur senza disinvestire, ha comunque rallentato gli acquisti netti, limitandosi a 16,1 tonn., rispetto alle 16,7 di un anno prima: un calo che il Wgc attribuisce alla volontà di prendere profitto, rivendendo parte delle monete e barre accumulate a fine 2008.

Per avere Rio, Chinalco verrà a patti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La decisione australiana, che di fatto pesa sulle spalle del Tesoriere Wayne Swan, è considerata un importante test delle relazioni economiche tra Australia e Cina. L'accordo finale dovrà infine essere approvato a Pechino, dalla National Development and Reform Commission. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Crack inglese Usa, economia a due marcie ( da "Manifesto, Il" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina è invece accusata dall'agenzia internazionale di rating Fitch di essere un'economia drogata. L'agenzia rivela che il sistema bancario cinese per compiacere i programmi di stimolo del governo si è indebitato in modo spropositato. A rischio ci sono prestiti pari a 762 miliardi di dollari.

Confindustria, 1 trimestre fase più acuta recessione ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il ritorno alla crescita si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export. In USA va meglio il settore immobiliare, gli utili aziendali aumentano grazie a guadagni di efficienza e tagli nelle scorte, mentre è vicina la risalita degli ordini nel manifatturiero e nel terziario.

IL FOCUS MENSILE SU PIL E ATTIVITA'. LE ANALISI DI CONFINDUSTRIA ( da "Trend-online" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il ritorno alla crescita si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export. In USA va meglio il settore immobiliare, gli utili aziendali aumentano grazie a guadagni di efficienza e tagli nelle scorte, mentre è vicina la risalita degli ordini nel manifatturiero e nel terziario.

Città: 'Cammino di riconciliazione e pace' Ieri all'Università l'incontro delle Acli ( da "Sannio Online, Il" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizziamo i diritti e globalizzazione dell?economia?. ?Il mercato del commercio equo e solidale, una speranza concreta di pace per il sud del mondo risponde ad un duplice obiettivo ? ha spiegato Filiberto Parente delle Acli sannite -. Si rivolge alle istituzioni e alla società civile, alle forze imprenditoriali e produttive,

Tlc, Huawei al terzo posto nel mercato delle infrastrutture ( da "Reuters Italia" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: espansione del 3G in Cina ha evitato un calo ulteriore. "L'intensa competizione nei prezzi tra i venditori per aggiudicarsi gli appalti in Cina hanno provocato l'erosione dei prezzi, soprattutto nel Cdma", spiega l'analista di Dell'Oro Scott Siegler. Il primo produttore al mondo di infrastrutture di rete mobile, Ericsson,

Greggio tonico sopra 61 dollari/barile grazie a domanda da Cina ( da "Reuters Italia" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sostenuto dalla domanda proveniente da Cina e dalle tensioni sull'offerta di Usa e Nigeria. Alle 11,45 il futures a luglio sul greggio guadagna 47 cent a 61,53 dollari, poco sopra il massimo di sei mesi toccato questa settimana; quello sul Brent di Londra 75 a quota 60,68. Il greggio, che lo scorso luglio aveva toccato massimi record sopra i 147 dollari/barile,

Parma e Cremona alleanza strategica geopolitica lungo l'asse Tirreno Brennero ( 2 ) ( da "Sestopotere.com" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la globalizzazione ha cambiato definitivamente il modo di interpretare un ruolo da parte di ogni città. Non è un episodio isolato, ma un tassello di una strategia più ampia di alleanze territoriali, iniziata nei mesi scorsi con la firma del protocollo con Verona e che proseguirà con intese con La Spezia e Mantova.

Come uscire dalla crisi "più uniti": ecco il Festival dell'Economia ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione lascerà il posto ai localismi, prevarrà l'individualismo? "Identità e crisi globale" è il tema della quarta edizione del Festival dell'Economia, a Trento dal 29 maggio all'1 giugno. Obiettivo del festival, spiega il responsabile scientifico Tito Boeri, è "capire cosa bisogna fare per evitare che una crisi di questo tipo si possa ripetere e per uscire da questa crisi

Il Dialetto Romagnolo entra in classe a Castrocaro Terme ( da "Sestopotere.com" del 22-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: unico rifugio sicuro per i nostri giovani contro il caos della globalizzazione.” All?”Incontro tra generazioni” , previsto per Sabato, interverranno anche alcuni nonni del paese per raccontare, ovviamente in dialetto, storie e poesie dei vecchi tempi, che meritano di non essere dimenticate.

Il Pd ha creduto davvero nell'Europa ( da "Trentino" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: idea che il Partito Democratico ha dell'Europa, la quale «deve essere qualcosa di più di un luogo di libero scambio. Il compito dell'Europa è quello di essere uno strumento fondamentale per fa sentire la voce degli Stati e dei cittadini. Uno strumento di collaborazione tra Stati per affrontare la globalizzazione» hanno chiuso l'incontro.

Comizio in dialetto di Zaia ( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-05-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzato come il nostro diventa fondamentale trasmettere alle nuove generazioni le nostre lingue che sono segno e sostanza della nostra appartenenza culturale». Intanto, mentre il Carroccio veneto si immerge nella battaglia, dal vicino Friuli arrivano notizie per nulla confortanti: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme contenute nella legge regionale

Ferrero: da qui le firme contro Berlusconi ( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che la cultura che ha reso possibile il miracolo del nord-est, che è una cultura del lavoro e della comunità - sottolinea Ferrero -, è tradita da questa globalizzazione, e gli imprenditori in qualche modo ne sono vittime perché pensavano che fosse una cosa e invece si sono resi conto che ne è un'altra». (f.d.m.)

Il gioco delle pipeline dietro la guerra a Kabul ( da "Stampa, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina occidentale e quattro potenze nucleari (Cina, Russia, Pakistan, India) stanno in agguato nelle vicinanze. «Perdere» l'Afghanistan e la sua rete di basi militari Usa sarebbe, dal punto di vista del Pentagono, un disastro, anche perché il Paese è molto più delle montagne dell'Hindu Kush e degli immensi deserti: si ritiene sia ricco di giacimenti inesplorati di gas naturale,

Studente dell'Alberghiero vince concorso europeo ( da "Stampa, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: svolgendo il tema proposto dalla Consulta europea sulla sfida delle migrazioni e della globalizzazione. Ciascun studente che ha preso parte ha sviluppato individualmente il tema e Federico Turetta, della classe prima B, è risultato vincitore del concorso. Il prossimo ottobre parteciperà al viaggio-studio in una istituzione europea o internazionale.

Saluzzese ha fondato un "social network" sulla ricerca di lavoro ( da "Stampa, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: iniziativa sbarcata negli Usa arriverà anche in Cina Saluzzese ha fondato un "social network" sulla ricerca di lavoro Si chiamano «Job Angels», gli «angeli del lavoro». Sono un gruppo di volontari che dà assistenza a chi è in cerca di una nuova occupazione. Come? Massimo Rosa, 42 anni, head hunter, cioè «cacciatore di teste» di Saluzzo,

comizio in dialetto di zaia ( da "Nuova Venezia, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzato come il nostro diventa fondamentale trasmettere alle nuove generazioni le nostre lingue che sono segno e sostanza della nostra appartenenza culturale». Intanto, mentre il Carroccio veneto si immerge nella battaglia, dal vicino Friuli arrivano notizie per nulla confortanti: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme contenute nella legge regionale

monica giuntini tenta il bis "esperienza da continuare" ( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sono stata nominata relatrice per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e sono entrata nel working group del Partito socialista europeo. E´ un´esperienza importante, che vorrei continuare». Per le donne è sempre un po´ più difficile. «Nel Parlamento europeo come numero di elette l´Italia supera solo i piccolissimi Stati di Malta e Cipro, non dico altro.

matvejevic: "rinasca la cultura dell'accoglienza" - antonio di giacomo ( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione politica e mercantile stentava ad allargarsi, invece la globalizzazione della crisi è stata rapidissima e ha coperto a un tratto quasi l´intero pianeta. Col risultato che oggi l´Unione europea sente come un peso i nuovi membri, quelli dell´Est.

La sfida al dollaro è partita... da un pollo. Oltre che, naturalmente, dal petrolio. Lunedì... ( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oltre alla rivoluzione nella mappa bancaria del pianeta (grafico sopra), il 2009 è stato anche l'anno in cui la Cina ha soppiantato gli Usa quale principale partner commerciale del Brasile che, anche grazie al rinnovato rally delle commodity, è tra l'altro uno dei pochi Paesi al mondo che vanta un attivo commerciale (11 miliardi di dollari), nei confronti di Pechino.

Brasile e Cina: Bye bye dollaro ( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oltre alla rivoluzione nella mappa bancaria del pianeta (grafico sopra), il 2009 è stato anche l'anno in cui la Cina ha soppiantato gli Usa quale principale partner commerciale del Brasile che, anche grazie al rinnovato rally delle commodity, è tra l'altro uno dei pochi Paesi al mondo che vanta un attivo commerciale (11 miliardi di dollari), nei confronti di Pechino.

Wetser (Ing): Che errore inseguire l'altalena dei mercati. La parola d'ordine è growth ( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione, e la conseguente più rapida capacità di adattamento alle diverse condizioni di mercato delle imprese, dei governi e degli investitori, ha notevolmente ristretto, rispetto anche al passato recente, la durata dei cicli economici.

IL TRAMONTO DELLA CRISI Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo, Claudia Segre di AbaxBank e Davide ... ( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E se quella degli Usa resta un'economia da vigilare con attenzione, in Europa è la Germania il grande malato. La carrellata sugli emergenti ha poi messo in evidenza la forza economica della Cina, la progressiva internazionalizzazione di Hong Kong e un Giappone in coma profondo, mentre l'Italia, pur avendo un sistema bancario solido,

La vendetta di Demelil Marchionne tedesco ( da "Secolo XIX, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione a ogni costo, per raggiungere il traguardo dei 6 milioni di vetture prodotte ogni anno. E a tal fine l'opzione francese resterebbe sempre una valida pedina di riserva. Nicolas Sarkozy permettendo: come sciovinismo anti-italiano, infatti, i cugini di Francia non sono certo da meno dei tedeschi.

caccia ai tornado così scopriremo tutti i loro segreti - luigi bignami ( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I tornado non sono tipici solo degli Stati Uniti, ma anche dell´India, del Giappone, della Cina e, in Europa, della Francia, della Germania e dell´Italia, dove esistono grandi pianure sulle quali l´aria, riscaldandosi e salendo verso l´alto, può contribuire alla loro formazione.

il gotha della finanza e dell'industria a cena a roma con draghi e trichet ( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: appuntamento servirà anche per analizzare gli errori compiuti finora e per studiare nuovi sistemi di regolamentazione e vigilanza. Un punto che tutti i principali organismi - il G20, il Financial Stability Board, l´Fmi e l´Ocse - ritengono cruciale per evitare che mercati globalizzati possano contagiarsi a vicenda. (e.p.)

in fuga dall'italia anche i cervelli stranieri - roberto mania ( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il 33 per cento dall´Asia, Cina e India. L´età media è di 29 anni; le donne sono il 44 per cento del totale. I giovani studiosi cercano le lezioni in inglese: il 61 per cento dichiara che la maggior parte dei corsi seguiti sono nella lingua di Shakespeare. Percentuale che sale al 67 per gli studenti non europei.

Appunti su un mondo in continuo divenire ( da "Manifesto, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è da ricordare che Touraine ha scritto e molto di crisi della modernità, di globalizzazione e di neoliberismo. E spesso le sue prese di posizioni manifestavano la condivisione della critica che i movimenti sociali muovevano alla globalizzazione. Ma è su questo crinale che la sua analisi è risultata spesso priva di mordente e di capacità esplicativa della realtà sociale.

Sul nucleare il Pd si arrampica sugli specchi ( da "Riformista, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Stati Uniti. Si tratta di centrali che innovano radicalmente metodologie, concezioni e criteri di funzionamento e di gestione degli impianti precedenti. Altro che obsolescenza! Perdere il treno dell'attuale generazione di centrali non significa affatto, come si vuole fare credere, lasciar consumare il fine vita di impianti e tecnologie del passato.

Gli Usa all'Italia: accogliete due detenuti di Guantanamo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: al confine con la Cina, nessun passo avanti sui nodi di fondo tra Mosca e Bruxelles. u pagina 11, commento u pagina 12 Fini: sulle riforme decidono le Camere non il popolo Stop di Fini alla proposta del premier di un Ddl popolare per ridurre il numero dei parlamentari: «Il popolo non può sostituirsi al Parlamento a cui spetta la decisione finale»

Euro contro dollaro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che contrasta con la pericolosità che si rompano gli "squilibri del terrore" tra Usa e Cina. In una tale epica vicenda è stupefacente che l'Europa tenga fede alla decisione sbagliata presa molti anni fa di negarsi il diritto di avere voce. Carlo Bastasin carlo.bastasin@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

Così la Cina studia lo scacco agli Usa ( da "Riformista, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: elemento cruciale nelle relazioni tra Cina e Usa»), il dominio nel Pacifico, l'eventualità di un confronto militare con gli Usa e la giostra delle alleanze con gli stati orientali. Tra i capitoli più interessanti del volume c'è sicuramente quello dedicato allo spionaggio. Non solo quello di stampo classico (con doppi passaporti e relazioni amorose con dame in incognito)

In estate basi più solide per la ripresa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il ritorno alla crescita, certifica Confindustria, «si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export», mentre negli Usa «va meglio il settore immobiliare, gli utili aziendali aumentano grazie a guadagni di efficienza e tagli nelle scorte, ed è vicina la risalita degli ordini nel manifatturiero e nel terziario».

Torna il supereuro: sfonda quota 1,40 ( da "Corriere della Sera" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre il ritorno alla crescita «si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export». In Giappone la produzione industriale è prevista recuperare il 12,4% entro maggio, «beneficiando più rapidamente del rilancio cinese». A dispetto dell'apparenza, notizie non negative arrivano anche da commercio e consumi.

capro espiatorio collettivo - renzo guolo ( da "Nuova Venezia, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Simbolo di una globalizzazione mal digerita, nonostante abbia creato localmente ricchezze a dismisura, sono in posizione di estrema fragilità. Il reato di clandestinità, che minaccia di gettare nel girone infernale dei sans papier nostrani anche quanti, pur regolari, perdono il lavoro e non riescono a ritrovarlo entro sei mesi,

immigrati capri espiatori - renzo guolo ( da "Mattino di Padova, Il" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Simbolo di una globalizzazione mal digerita, nonostante abbia creato localmente ricchezze a dismisura, sono in posizione di estrema fragilità. Il reato di clandestinità, che minaccia di gettare nel girone infernale dei sans papier nostrani anche quanti, pur regolari, perdono il lavoro e non riescono a ritrovarlo entro sei mesi,

Total è solida e crescerà ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Taiwan che sta beneficiando delle dichiarazioni di riavvicinamento alla Cina stessa. Che posizione avete sul comparto obbligazionario? La duration media del nostro portafoglio obbligazionario è inferiore ai due anni. Acquisti a tasso fisso, con scadenze non superiori ai 4-5 anni, sono stati fatti cogliendo le opportunità offerte dal mercato primario sia sui supranational (

A rischio anche il rating Usa ( da "Avvenire" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche se il prezzo dell'assicurazione contro le perdite sui bond Usa è salito di 3,5 punti base ma certamente le costose mosse anticrisi del governo e della Federal Reserve preoccupano molti, a partire dalla Cina, che è il maggior compratore di debito pubblico americano. Quest'anno il deficit americano raggiungerà la cifra record di 1.

Un Piano Marshall per i Paesi poveri ( da "Avvenire" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: AGORÀ 23-05-2009 SOCIETÀ E CULTURA dove va l'economia/5 Se lo sviluppo della Cina ha permesso la crescita di un Occidente demograficamente spento, investire nel Sud del mondo permetterà un nuovo ciclo economico. Parla Ettore Gotti Tedeschi Un Piano Marshall per i Paesi poveri DI GEROLAMO FAZZINI P rofessione: banchiere.

Forlì, elezioni. Vanetti (Lega): "Insegnare il dialetto nelle scuole" ( da "RomagnaOggi.it" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sempre più globalizzato la valenza dell'insegnamento scolastico diventa doppiamente importante - afferma il segretario forlivese di Lega Nord Romagna, Stefano Vanetti -: da un lato, infatti, bisogna formare i giovani sempre più efficacemente per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, dall'altro bisogna rafforzare il senso di appartenenza alle proprie radici storiche e culturali.

Missione: riqualificare la Borgata ( da "Sicilia, La" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di legami in una società globalizzata e di integrazione. Domani a palazzo greco Un convegno e una mostra per ricordare Biagio Pace Un convegno e una mostra per ricordare l'attività scientifica e culturale di Biagio Pace, l'archeologo originario di Comiso che fu presidente dell'Inda dal 1929 al 1944.

Cesare Romiti, sviluppo con etica: si' alla green economy ( da "Soldionline" del 23-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: emergente Cina di Hu Jintao ed a lambire gli Usa di Barack Obama. "Anche se -sottolinea- dobbiamo vedere cosa fara' davvero" il Capo della Casa Bianca. Con i suoi anni alla guida di Fiat e oggi Presidente onorario di Rcs MediaGroup, Fondazione Italia-Cina e Accademia delle Belle Arti di Roma, Cesare Romiti di economie ne ha viste crescere.

Corsi di perfezionamento a Cortemilia ( da "Stampa, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tutti avranno la possibilità di conoscere Marco Fornaciari, livornese, con attività in tutto il mondo e presenze in radio e tv di Usa, Canada, Giappone, Cina, Corea, Australia, Argentina, Germania, Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Urss, ex Jugoslavia, ed esibizioni nei più importanti teatri a partire dalla Scala di Milano.\

Un Giro di poker Menchov ringrazia le alleanze tradite ( da "Stampa, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un inno alla globalizzazione, ma gli uomini di classifica dov'erano? Nelle retrovie, a tessere la tela delle alleanze. «Così non si corre - si è ribellato alla fine Fabio Bordonali, team manager della Lpr di Di Luca, lo sfidante dichiarato della maglia rosa Menchov -.

I Parchi battono la crisi ( da "Stampa, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nei rapporti imposti dalla globalizzazione, l'identità dei territori e delle comunità cui sono affidati». Un asino, noto per il suo istinto di conservazione, campeggia sulle locandine ideate da Fondation Grand Paradis per festeggiare la Giornata europea dei Parchi. Il 24 maggio 1909 nasceva in Svezia la prima area protetta e, a distanza di 100 anni,

"Vigileremo sui bonus dei manager" ( da "Stampa, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il governatore della Banca di Cina Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King, il direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali Jaime Caruana. Le prossime regole che il Fsb discuterà toccheranno da vicino in molti aspetti la concreta attività delle banche nel mondo, spiega Draghi: quante riserve accantonare,

È risultato strategico studiare forme di offerta pronta richieste dalle esigenze del pubblico ( da "Stampa, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: INNOVAZIONE CHE VINCE MISSIONE OLTRE CONFINE È risultato strategico studiare forme di offerta pronta richieste dalle esigenze del pubblico Si sono intensificati gli sforzi per conquistare spazi nel risiko della concorrenza globalizzata

L'economia vista dalla Filmwork ( da "Trentino" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: popoli ed abitudini, alla ricerca dei diversi equilibri, o squilibri, che il rapporto tra democrazia e mercato ha creato tra India, Cina, Usa, Europa, Africa. Senza la pretesa di stilare gerarchie o assegnare voti, si ricercano i diversi significati che si nascondono dietro ai concetti di "democrazia" e di "mercato".

La 7 23,45 Attualità ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 45 Attualità Vent'anni dopo il massacro di Piazza Tienanmen in Cina, il programma a cura di Paola Palombaro è tornato nei luoghi della rivolta studentesca. A seguire, nel programma, un servizio sul boom di vendita di pistole negli Usa causata da una percezione errata di un aumento di criminalità in seguito alla crisi.

la politica europea inerte di fronte alla scomparsa delle socialdemocrazie ( da "Nuova Sardegna, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: testa della tendenza a sostenere il capitalismo di mercato e la globalizzazione, affidando a esso le sorti della crescita del benessere collettivo. Rinunciando così al connotato costituito dall'impegno a ridurre le diseguaglianze e perseguire l'equità sociale. Il New Labour di Blair e Giddens ha fatto dell'efficienza economica, della globalizzazione, del mercato i propri obiettivi,

il made in lucca cerca mercati esteri ( da "Tirreno, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: indicazioni sono di continuare a presidiare i mercati di tradizionale interesse per la produzione toscana, e cioè Unione Europea, Usa, Giappone, ma anche di cominciare a guardare a quei Paesi per i quali le previsioni registrano una crescita del Pil, sia pure ridotta rispetto al recente passato: Asia, in particolare India e Cina, i Paesi dell'Area del Golfo, Russia, Brasile e Messico.

festa paesana ad aquilea ( da "Tirreno, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tra consumatori e luoghi e modalità di acquisto, tra produzione e ambiente, scegliere i prodotti della terra maturati nei campi e non al buio dei container, scegliere la biodiversità invece della globalizzazione, non in modo teorico ma concreto scoprendo nuovi stili di consumo e sconfiggendo il caro vita. Dalle 9 ad Aquilea

Più risorse all'educazione ambientale ( da "Stampa, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: per affermare nei rapporti imposti dalla globalizzazione, l'identità dei territori e delle Comunità cui sono affidati». È quanto afferma, in una nota, Giovanni Picco, presidente dell'ente Parco Gran Paradiso, alla vigilia della Giornata Europea dei Parchi. E aggiunge: «L'educazione ambientale, oggetto dell'impegnativa attività istituzionale dei Parchi nazionali e regionali,

I CINQUE finalisti, il premio Internazionale', l'opera prima e gl... ( da "Nazione, La (Viareggio)" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: UN'EDIZIONE più che globalizzata, un armonioso guazzabuglio di rime e metriche varie, di diversi paesi italiani con il Camaiore proposta' assegnato ad Alessandro Alessandrini, sotto i 35 anni, che staglia pagine di inchiostro vissuto e sofferto in La vasca' delle edizioni Lietocolle.

Ieri Zu Guttenberg ha detto che l'offerta italiana è migliorata ( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzate (Gm, Chrysler e Fiat) - e quella dei governi. C'è una sproporzione tra lo schieramento di forza, l'iniziativa e l'interesse politico che vediamo in Germania o quella che abbiamo visto in America nelle scorse settimane per la ristrutturazione del sistema automobilistico e quella che è capace di dispiegare l'Italia per affiancare la Fiat nella sua azione internazionale.

Il vero pericolo adesso è che arrivi l'inflazione ( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Cina e India, la locomotiva ha ripreso a viaggiare spedita,anche se il pil è sotto le due cifre a 5,5-6 per cento. In Giappone le cose vanno malissimo: oltre meno 15 per cento è il calo del Pil, il peggior dato da sempre. In Eurolandia si comincia a respirare un po'.

L'altro Tibet di Rebiya La guerrigliera gentile degli uiguri oppressi ( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: costrette a trasferirsi nelle grandi città del sud della Cina per essere fruttate». Invitate ad andare a lavorare in Cina, vengono reclutate in hotel e ristoranti, per finire spesso nei bordelli. Nel 1995 partecipa alla Quarta conferenza mondiale sulle donne dell'Onu a Pechino, dove, dice è affascinata dalle oratrici tibetane che dal palco parlavano dei problemi del proprio popolo.

Ascesa e declino dell'Europa socialdemocratic ( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: epoca della globalizzazione - scrive Berta - la socialdemocrazia al governo ha scoperto di dover aderire quasi plasticamente ai caratteri del capitalismo contemporaneo, abbandonando la pretesa di trasformarli». È la principale imputazione che il libro muove al socialismo europeo nella sua forma contemporanea, la ragione che l'avrebbe condotto ad abbandonare la ricerca dell'

LA STRATEGIA per il rilancio dei prodotti ... ( da "Nazione, La (Lucca)" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Giappone, mentre l'altro obiettivo si prefissa di rivolgere lo sguardo ai Paesi che strizzano l'occhio alla Lucchesìa: dall'Asia al Brasile, dalla Cina al Messico passando da Russia, India e Paesi dell'Area del Golfo. Infine gli Enti interessati ritengono opportuno affiancare le piccole e medie imprese della provincia nei mercati in cui è più numerosa la loro presenza,

Alla conquista dei ( da "Nazione, La (Lucca)" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Giappone, mentre l'altro obiettivo si prefissa di rivolgere lo sguardo ai Paesi che strizzano l'occhio alla Lucchesìa: dall'Asia al Brasile, dalla Cina al Messico passando da Russia, India e Paesi dell'Area del Golfo. Infine gli Enti interessati ritengono opportuno affiancare le piccole e medie imprese della provincia nei mercati in cui è più numerosa la loro presenza,

L'eccellenza ecologica traguardo ambito da Europa e Stati Uniti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: le sfide maggiori provengono dagli Usa, dal Giappone e dai Paesi emergenti (Cina, Brasile, ecc). Il veliero dell'amministrazione Obama, con la sua rivoluzione copernicana in materia di difesa ambientale, naviga col vento in poppa. In sintesi, gli Usa continuano a fare sul serio (L'Unione Sarda del 22 aprile, giornata mondiale della Terra) e lanciano un'aperta sfida all'

nucleare, l'italia si allea con gli usa - antonio cianciullo ( da "Repubblica, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nonno sbarcato dalla Cina negli States all´inizio del Novecento e un Nobel per la fisica conquistato a Stanford nel 1997, ha il sorriso leggero di chi prende le distanze dalla sua fama e l´entusiasmo di chi è abituato a superare i problemi. Obama gli ha dato l´incarico più pesante: rimettere gli Stati Uniti in corsa sulle nuove energie investendo 150 miliardi di dollari in 10 anni.

C'è speranza in quota, ora le giovani famiglie risalgono in montagna ( da "Avvenire" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia globalizzata non tiene conto del principio di territoralità, ma veicola un modello planetario regolato dalle categorie della quantità e non della qualità. Invece, la vita in montagna non può prescindere dalla qualità e, anche per questa ragione, le nuove tecnologie, ecocompatibili e pulite, il terziario avanzato,

La recessione e la crescita del prezzo del greggio ( da "Sicilia, La" del 24-05-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per esempio la Cina - dove il pil del primo trimestre è salito del 6,1% (ci si aspettava un 8%, è vero, ma il resto del globo ha la stessa percentuale ma col segno meno) e la Borsa ha guadagnato il 46% da inizio anno - è una locomotiva che continua a richiedere petrolio a qualunque costo.


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L'EUROPA SARÀ ALL'ALTEZZA DELLE PROPRIE RESPONSABILITÀ IN UN MONDO GLOBALIZZATO? CONFERENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO ALL'ISTITUTO INTERNAZIONALE PER GLI S (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 21 Maggio 2009 L´EUROPA SARÀ ALL´ALTEZZA DELLE PROPRIE RESPONSABILITÀ IN UN MONDO GLOBALIZZATO? CONFERENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO ALL´ISTITUTO INTERNAZIONALE PER GLI STUDI STRATEGICI Londra, 21 maggio 2009 - Caro Prof. Howard, innanzitutto mi consenta di ringraziarla per la gentile presentazione e mi consenta di ringraziare l’Iiss per l’invito rivoltomi, in qualità di Presidente della Repubblica Italiana, ad unirmi all’ormai lunga lista di statisti, a cominciare dal mio amico Henry Kissinger, cui è stato chiesto di tenere una conferenza Alastair Buchan. Ebbene, nel pensare ad un titolo possibile per il mio intervento, Sir Michael, mi sono reso conto che la notevole conferenza da Lei tenuta lo scorso anno -- “Siamo “in guerra”?” -- si chiudeva con un punto interrogativo e, a quel punto, mi sono ricordato che il titolo della mia ultima conferenza in Gran Bretagna, tenuta presso la London School of Economics nell’ottobre 2006, terminava anch’esso con un punto interrogativo. Il titolo era: “Esiste un futuro per l’integrazione europea?”. Ciò mi ha spinto nuovamente a ricorrere a un titolo che si chiude con un punto interrogativo. Dopo tutto, quando si riflette sull’attuale condizione del mondo, la nostra mente è piena di domande rimaste senza risposta. Per cui ho elaborato un titolo ed una domanda che sono oggi al primo posto nella mia mente e che probabilmente lo sono anche nella vostra: “L’europa sarà all’altezza delle proprie responsabilità in un mondo globalizzato?” A quel punto mi sono ricordato delle parole pronunciate molto tempo fa da un uomo che si può affermare essere stato il più importante statista europeo del secolo scorso: Winston Churchill. Vorrei richiamarle alla memoria di coloro che sono troppo giovani per ricordarle. Parlando all’Albert Hall il 14 maggio del 1947, in uno dei discorsi memorabili che hanno contribuito a gettare le basi di un’Europa unita dopo gli orrori della Ii Guerra Mondiale, disse: “Speriamo di giungere nuovamente ad un’Europa in cui gli uomini siano orgogliosi di affermare: ‘Sono europeo’, così come una volta erano soliti dire : ‘Civis Romanus sum’”. E mi chiedo: riusciremo ad essere orgogliosi di essere europei così come lui sognava? E’ vero, siamo riusciti a creare in maniera pacifica un’Unione Europea democratica che in pratica copre il nostro intero continente ma, al contempo, la scena politica ed economica sulla quale ci muoviamo si è ampliata al punto da comprendere tutto il mondo. Il nostro è un mondo in cui il centro di gravità delle relazioni politiche ed economiche si è venuto spostando dall’Europa. Il peso demografico ed economico relativo del nostro continente si sta indubbiamente riducendo. Dovremmo forse trarne la conclusione che il ruolo dell’Europa nel mondo è destinato a divenire marginale? No, se pensiamo a quel che rappresenta il suo bagaglio di esperienze storiche, di prove creative sul piano politico e culturale, in termini di ricerca scientifica, di capitale umano e di solidarietà sociale. E’ un bagaglio in forza del quale l’Europa può dare un decisivo contributo a quel processo di ripensamento e di ridefinizione dello sviluppo e dell’ordine mondiale, che la crisi attuale, nella sua profondità e problematicità, indubbiamente sollecita. No. Il ruolo dell’Europa non è fatalmente destinata ad divenire marginale se sapremo “essere all’altezza delle nostre responsabilità in un mondo globalizzato”. Questo non è il mondo che si era immaginato in chiavi opposte all’indomani delle rivoluzioni del 1989 nell’Europa centrale ed orientale che – a partire dalla caduta del Muro di Berlino e, ancor prima, dal crollo del regime comunista in Polonia – segnarono un fondamentale spartiacque storico. Ci fu chi immaginò un mondo nel quale allo scontro tra ideologie in conflitto stesse per succedere uno “scontro tra civiltà”. Ci fu chi immaginò un mondo nel quale stesse per compiersi l’avvento, ormai senza alternative, del modello di democrazia liberale e con esso “la Fine della Storia”. Ci fu chi immaginò più semplicemente un “mondo fuori controllo” per effetto della caduta, insieme con l’impero sovietico, dell’ordine bipolare presidiato dalle due superpotenze. Il mondo globale quale si è venuto delineando specie nel corso dell’ultimo decennio, non coincide con nessuna di quelle previsioni : ma ne rispecchia in parte le tendenze, i rischi, le incognite. Assicurare un movimento reale e costante verso una comunità mondiale di democrazie pacifiche, in amicizia tra loro, non è compito facile. Né è facile per l’Europa svolgere un ruolo guida in un movimento di questo tipo. Le nostre non sono scelte semplici: basta considerare alcuni dei dilemmi dinanzi a cui ci siamo trovati in questi anni e ancora ci troveremo. Nel ripensare all’anno trascorso mi sono reso conto che, nel corso della storia del mondo, raramente ci sono stati 12 mesi così pieni di eventi fatali e di così tante e difficili sfide ma anche, forse, pieni di così tante opportunità per tutti i paesi. Innanzitutto, stiamo vivendo quella che è probabilmente la peggiore crisi economica e finanziaria dal 1929, una crisi che colpisce tutti i continenti e pone una sfida a tutti i governi e le istituzioni internazionali (per non parlare dei pericoli di un fuorviante protezionismo, di instabilità politica e forse anche di conflitti). In secondo luogo, si è verificata in Georgia una guerra che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose per la pace nel nostro continente. Al di là delle responsabilità per lo scoppio di quella crisi, la successiva invasione e occupazione dei territori georgiani da parte delle forze armate russe è stata ampiamente condannata. Le iniziative assunte da parte dell’Unione Europea, all’epoca sotto la vigorosa guida del Presidente francese Sarkozy, sono state immediate e efficaci, portando al ritiro delle forze russe dalla Georgia, se non da quelle regioni che avevano richiesto l’indipendenza. Tuttavia, ne è seguita una grave crisi nelle relazioni politiche tra il governo russo e le istituzioni europee ed atlantiche. Si è perfino parlato di una “nuova Guerra Fredda”. Peraltro, si è gradualmente evitato questo pericolo e le relazioni con Mosca sono lentamente divenute più amichevoli. Tuttavia, la decisione dell’Amministrazione Bush, con l’appoggio dei governi polacco e ceco, di creare delle basi per la difesa missilistica in questi due paesi al fine di contrastare il crescente potenziale nucleare dell’Iran e le avventate minacce da parte della Russia di rispondere a queste iniziative con pericolose contromisure militari, hanno contribuito all’emergere di nuove tensioni in quelli che una volta erano noti come “rapporti Est-ovest”. Ma un terzo importante evento, verificatosi negli ultimi 12 mesi, è stato senza dubbio il nuovo corso politico degli Stati Uniti. Oggi siamo tutti ben consapevoli del fatto che le elezioni presidenziali americane e le risolute e innovative iniziative in politica estera assunte dall’Amministrazione Obama sembrano aprire nuove prospettive . La missione in Europa del Presidente Obama, che ha riscosso successo e ampio plauso, ed il suo incontro con il Presidente Medvedev, hanno portato le due “Superpotenze” nucleari (ritengo che questa definizione sia ancora giusta) a concordare l’avvio di negoziati per “un nuovo trattato con la Russia per la riduzione delle armi strategiche” (cito dal discorso del Presidente americano del 5 aprile a Praga) con l’obiettivo di concludere “un nuovo accordo entro la fine di quest’anno che sia giuridicamente vincolante”. Circa l’impegno dell’America rispetto ai sistemi di difesa missilistica, il Presidente Obama ha affermato, come sicuramente ricorderete, che “fintanto che continuerà a persistere la minaccia da parte dell’Iran” l’America intende “procedere con un sistema di difesa missilistica che sia efficace in termini di costi e sicuro”. Allo stesso tempo questo verrà fatto, come chiarito dal Vice Presidente Biden nel discorso tenuto a Monaco il 7 febbraio, in consultazione con “voi, alleati Nato, e con la Russia”. Questi nuovi sviluppi nei rapporti dell’Europa e dell’America con la Russia sono accolti con favore e sono stati interpretati come l’inizio di una nuova fase di negoziati strategici, e non solo nel campo degli armamenti; sebbene possano riapparire alcune tensioni che è necessario tenere sotto controllo. Ho affermato prima che gli sviluppi internazionali hanno presentato non solo nuove sfide e minacce ma anche nuove opportunità che certamente riguardano anche l’Unione Europea. Tuttavia, e cito nuovamente un passaggio dalla Conferenza di Sir Michael Howard, gli eventi dell’11 settembre ed i successivi attacchi terroristici in Europa ed altrove, dimostrano che “la società globale è vulnerabile, non mancando coloro che sono pronti a sovvertirla o a passare al terrorismo. Questa minaccia accompagna lo sviluppo della nostra società globale come ombra ineludibile”. Tale situazione ha nuovamente messo in luce il problema e la possibilità del disarmo nucleare. Come affermato dal Presidente Obama nel suo discorso di Praga, dalla fine della Guerra Fredda “la minaccia della guerra nucleare globale si è ridotta ma è aumentato il rischio di un attacco nucleare”. Questa affermazione lo ha portato a proclamare “l’impegno dell’America a cercare la pace e la sicurezza in un mondo senza armi nucleari”. Un nobile obiettivo, certamente, e tuttavia egli ha subito dopo aggiunto: “questo obiettivo non sarà raggiunto rapidamente –forse neanche nel corso della mia vita”. Siamo tutti consapevoli del fatto che la deterrenza svolge ancora un ruolo fondamentale nel prevenire le guerre nucleari. Siamo anche consapevoli del fatto che la diffusione delle armi nucleari e la possibilità che alcune di esse cadano nelle mani di organizzazioni terroristiche, riducono l’efficacia della deterrenza basata sulla Distruzione Reciproca e Garantita, e conferiscono nuova importanza e valore alla difesa anti-missilistica. L’equilibrio tra quegli obiettivi in parte contrastanti dovrà essere accuratamente esaminato al fine di prevenire la proliferazione nucleare e gli attacchi nucleari, nella speranza che tutte le principali potenze raggiungano un accordo. Quelli da me sopra citati sono alcuni dei più recenti sviluppi nel quadro complessivo dei problemi cui fare fronte per garantire la sicurezza e la stabilità internazionale, come parte essenziale di un’efficace governo del mondo globale. Non occorre enumerare tutte le sfide e le minacce emerse nell’ultimo decennio, e soprattutto dall’11 settembre, per interrogarci su quale parte l’Europa sia destinata a fare. Dobbiamo discuterne schiettamente, con spirito critico, perché dobbiamo portarci all’altezza delle nostre responsabilità in vari campi, e specificatamente e concretamente in quello della sicurezza. L’europa – per essere più precisi, l’Unione europea – ha fatto non poco in questi anni perché si giungesse alla definizione di un nuovo concetto di sicurezza. Lo ha fatto anche attraverso una discussione non semplice con il nostro partner fondamentale, gli Stati Uniti. In questo momento possiamo dire che appare sostanzialmente condiviso in Europa e sulle due sponde dell’Atlantico, un più ampio, inclusivo, multidimensionale concetto di sicurezza. In proposito, definizioni ormai del tutto coincidenti si trovano nei documenti più recenti, dopo che un importante contributo venne già nel 2003 dall’Unione con la Strategia Europea di Sicurezza. Si vedano l’impegnativa dichiarazione comune sulla politica di sicurezza e difesa sottoscritta all’inizio di febbraio dal Cancelliere Merkel e dal Presidente Sarkozy, o il discorso pronunciato a Parigi all’inizio di marzo dal Segretario Generale della Nato. Quest’ultimo, dopo aver rilevato come tenda a scomparire il clivage tra la nozione di difesa e la nozione di sicurezza, ha prospettato temi come quelli della cyber-defence, della sicurezza energetica, del cambiamento climatico (e nel documento franco-tedesco vi si aggiunge quello delle migrazioni). E’ dunque ovvio che un simile concetto di sicurezza implichi approcci flessibili e comprensivi rispetto al presente, complesso contesto globale così come a specifiche aree di crisi. Tali approcci possono, in varia misura, comprendere il ricorso a mezzi militari o civili, a iniziative politico-diplomatiche o a misure di promozione dello sviluppo economico e sociale (essenziali queste ultime, insieme al sostegno alla costruzione delle istituzioni, al fine di creare le condizioni necessarie di crescita della democrazia e di affermazione dei diritti). Vorrei però dire chiaramente che l’ampliamento e arricchimento del concetto di sicurezza, sebbene necessario, non è una buona ragione per sfuggire ad una valutazione degli aspetti militari e a un impegno congiunto di difesa collettiva. Non vi può sfuggire l’Unione Europea. Nei suoi rapporti con gli Stati Uniti l’Europa risente ancora del sospetto di voler lasciare la responsabilità e gli oneri della propria difesa e della sicurezza sulle spalle dell’alleato americano. Dobbiamo essere ben certi che non persista nell’Unione Europea e/o nei suoi singoli Stati Membri una sostanziale sottovalutazione delle responsabilità che essi hanno congiuntamente per la tutela dei loro interessi di sicurezza individuali e di quelli dell’Unione nel suo complesso. La consapevolezza di tali responsabilità ha avuto espressione chiara e rilevante nella partecipazione europea, con mezzi militari oltre che civili, a missioni di mantenimento della pace e di stabilizzazione in aree di crisi sotto la responsabilità delle Nazioni Unite, della Nato, della stessa Unione Europea. Si tratta di uno sviluppo nuovo, il cui significato e la cui rilevanza desidero sottolineare: come componente della risposta della comunità internazionale alla nuova sfida rappresentata dall’insorgenza del terrorismo internazionale. Non occorre che io dia delle cifre: cito solo gli 8. 500 soldati italiani attualmente impegnati in molteplici missioni, soprattutto nei Balcani, in Libano ed in Afghanistan. Sono però un fatto innegabile anche la difficoltà e la lentezza con cui si è proceduto nel corso dell’ultimo decennio a dotare l’Unione Europea degli strumenti necessari perché essa potesse fare la sua parte a tutela della sicurezza comune. Il rapporto von Wogau, presentato ad una sessione plenaria del Parlamento Europeo e approvato nel febbraio scorso, non ha nascosto motivi di seria insoddisfazione per i progressi compiuti dal 2003 (data di definizione della Strategia Europea in materia di Sicurezza) fino ad oggi nel campo della cooperazione europea in materia di difesa. Il rapporto attribuisce tale insoddisfacente progresso alla cruda constatazione che gli Stati Membri “concepiscono ancora troppo spesso i loro interessi in un’ottica puramente nazionale”. Tale limite di visione ha indebolito anche il passo importante che fu fatto dal Consiglio Europeo con la decisione, già nel 2000, di istituire il Comitato Politico e di Sicurezza ed un Comitato Militare dell’Unione Europea incaricati di ampie responsabilità (responsabilità cui essi, nonostante i problemi che si trovano ad affrontare, continuano a cercare di ottemperare). Un altro limite che certamente pesa sull’impegno dell’Unione nel campo della difesa e della sicurezza è quello delle risorse disponibili. Da ciò possono venire dubbi anche sulla probabilità di raggiungere tutti gli obiettivi riccamente e precisamente fissati nella Dichiarazione per il Rafforzamento delle Capacità dell’Ue presentata al Consiglio nel dicembre 2008. Il punto è che nelle condizioni difficili in cui versano – ancor più dinanzi alla crisi finanziaria ed economica globale – i bilanci pubblici degli Stati Membri, la via da battere è quella di un deciso elevamento della produttività della spesa europea per la difesa, ancora di gran lunga inferiore rispetto a quella prevista nel bilancio Usa per la difesa e che, soprattutto, sconta uno scarso livello di efficacia e coordinamento. Si impone una razionalizzazione, anche nel senso del superamento di una costosa e improduttiva duplicazione di strutture. Ogni Stato Membro dell’Ue ha la propria organizzazione di Difesa nazionale. La spesa per la ricerca, la tecnologia e gli acquisti è tutt’altro che specializzata, dal momento che, per ragioni politiche, ciascun paese vuole mantenere una struttura di difesa completa, il che porta ad una ridondanza degli asset militari di base, ad una mancanza di moltiplicatori delle forze e, in generale, alla mancanza di capabilities di alto livello. Si tratta di superare contraddizioni e debolezze di tale natura ed egualmente di potenziare uno strumento cruciale come l’Agenzia Europea di Difesa, avendo di mira anche la crescita di un’ industria europea della difesa. Si ripropone in effetti, da tutti i punti di vista, la necessità di un deciso superamento di tradizionali impostazioni e gestioni nazionali dei problemi e delle politiche pubbliche, a favore di indirizzi e assetti comuni al livello europeo. E’ questa la via per un’efficace partnership tra l’Unione Europea e la Nato, anche al fine della piena valorizzazione delle opportunità consentite dai cosiddetti “accordi Berlin-plus” del 2003 di accesso dell’Unione “ai mezzi e agli assets collettivi della Nato per le operazioni a guida Ue”. Le remore verso forme di più razionale e produttiva integrazione nella fase che attraversa attualmente l’Unione europea, non possono più giustificarsi in nome di pregiudiziali e diffidenze di principio, “ideologiche”, e debbono cadere – non in omaggio a opposte dottrine e costruzioni teoriche, ma in risposta a fatti obbiettivi, a evoluzioni irresistibili del quadro mondiale, a nuove sfide alla crescita e alla sicurezza della società europea che i singoli Stati membri dell’Unione non sono, nel modo più evidente, in grado di fronteggiare. E’ solo attraverso l’Unione e le sue istituzioni (da rinnovare e rafforzare sulla base almeno del Trattato di Lisbona) che l’Europa “può portarsi all’altezza delle sue responsabilità”. Mi riferisco alle responsabilità da assolvere in seno alla sempre fondamentale partnership euro-atlantica, e in primo luogo al contributo da dare all’attuazione degli orientamenti scaturiti dall’incontro dei Capi di Stato e di governo tenutosi a Strasburgo e Kehl e della “Dichiarazione sulla sicurezza dell’Alleanza” che l’ha concluso. Si tratterà in particolare di contribuire all’elaborazione – a dieci anni di distanza dal documento di Washington – di un nuovo Strategic Concept, “per meglio fronteggiare le minacce di oggi e anticipare i rischi di domani”. Tra tali minacce e rischi si collocano certamente non solo quelli che vengono da uno stato di conflittualità diffusa su cui fa leva la sfida del terrorismo transnazionale, ma anche quelli che concretamente vengono oggi da tre cruciali aree di crisi : la regione Afghanistan-pakistan, il Medio Oriente allargato e il Corno d’Africa (si pensi alla Somalia come base di una nuova forma di pericolosa pirateria). In particolare, il quadro offerto dagli sviluppi in Afghanistan è lungi dall’essere incoraggiante. Questa è la prima area in cui la Comunità Internazionale deve compiere il suo sforzo principale per contrastare la minaccia globale posta dal fanatismo e dall’oscurantismo. Un fallimento nei nostri sforzi di stabilizzare l’Afghanistan e promuovere lo sviluppo delle sue istituzioni e della società civile avrebbe conseguenze molto gravi nell’intera regione. Pertanto, sono fermamente convinto che una partecipazione europea più attiva nelle operazioni di mantenimento e ri-stabilimento della pace in Afghanistan, come energicamente suggerito dall’Amministrazione americana, dovrebbe essere seriamente presa in considerazione, innanzitutto nel nostro interesse, tenendo presente la minaccia del terrorismo islamico fondamentalista contro l’Europa. Prendo molto seriamente il monito del Presidente Obama secondo il quale l’Europa potrebbe trovarsi sotto una minaccia di terrorismo più grave rispetto a quella che incombe sugli stessi Stati Uniti. L’afghanistan può sembrare molto distante da noi ma le distanze contano ben poco nel mondo odierno. E’ un’illusione pericolosa credere che il futuro dell’Afghanistan non riguardi il futuro della pace nel mondo. Lo stesso può dirsi della crisi ancora aperta in Medio Oriente. Dopo continui attacchi missilistici dalla Striscia di Gaza contro le città israeliane, la guerra che ne è seguita è costata un prezzo altissimo in termini di vite umane e di distruzione. Continuano a permanere profonde differenze in seno alla comunità palestinese tra coloro che sono a favore della continuazione di negoziati mirati a pervenire ad una soluzione che prevede due stati, che è indubbiamente l’unica opzione praticabile, e coloro i quali, almeno formalmente, sono contrari a continuare. D’altra parte, i miei recenti contatti con i leader della regione hanno lasciato qualche spazio alla speranza: i negoziati tra le due parti palestinesi continuano e, apparentemente, mostrano qualche progresso. Da parte israeliana, le elezioni hanno portato alla formazione di un governo che finora sembra non accettare alcuni degli accordi parziali conclusi nei negoziati bilaterali precedenti. Un ruolo europeo più attivo su tutte le questioni riguardanti il processo di pace (economiche, oltre che politiche e anche potenzialmente militari) verrebbe certamente visto molto favorevolmente nella regione, e non solo dai palestinesi. Più in generale, all’Europa toccherà dimostrarsi, nel prossimo futuro, capace di contribuire in modo significativo agli sviluppi che come ho detto in precedenza si stanno rendendo possibili nel sistema delle relazioni internazionali anche grazie alle nuove iniziative dell’Amministrazione americana. Ho già citato gli auspicabili e necessari sviluppi nei rapporti con la Federazione russa e in un rinnovato ciclo di negoziati sul disarmo, in particolare quello nucleare. E quando dico “l’Europa dovrà dimostrare”, intendo la concreta realtà dell’Unione europea che ha già sue politiche “esterne”, come quella con la Russia, come quella del partenariato orientale o – su un altro versante – quella del partenariato euro-mediterraneo. E mi riferisco ad un’ Europa che può ancor più assumere un suo profilo e un suo ruolo nell’evoluzione complessiva delle relazioni internazionali. L’europa deve – vorrei toccare quest’ultimo punto – mostrarsi capace di contribuire in modo significativo anche alle soluzioni da dare ai problemi di fondo che la crisi finanziaria ed economica globale in atto dallo scorso anno ha posto e pone. E queste soluzioni vanno cercate e definite in un vasto ambito di concertazione che negli ultimi tempi ha assunto dimensioni crescenti, fino a quelle del G-20. E’ lì che ci si deve incontrare con nuovi grandi paesi emergenti, come l’India e la Cina e con i rappresentanti di altre non ignorabili realtà di diversi continenti. Si prospetta talvolta vagamente la necessità di una nuova Bretton Woods : ma va detto che il mondo è radicalmente cambiato rispetto agli anni della complessa gestazione e infine della definizione degli accordi di Bretton Woods. I grandi protagonisti di quell’impresa furono in sostanza gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, quest’ultima rappresentata da un grande studioso, scrittore e servitore pubblico inglese, figura di straordinario valore culturale e tecnico, John Maynard Keynes, che pure dové rinunciare ad alcune sue idee e rivendicazioni fondamentali. Ricordiamo quel che egli disse, alla Conferenza di Bretton Woods, sul lavoro compiuto, con parole che davano il segno della sua sapienza : “. Abbiamo, inoltre, operato in un campo di grande difficoltà intellettuale e tecnica. Abbiamo dovuto allo stesso tempo svolgere i compiti che attengono all’economista, al finanziere, al politico, al giornalista, al propagandista, all’avvocato, allo statista e, perfino, penso, al profeta e al vaticinatore. ” “. Abbiamo dimostrato che un gruppo di 44 nazioni è in realtà in grado di collaborare per un compito costruttivo in amicizia e armonia completa. Pochi lo credevano possibile. Se riusciremo a continuare con un compito più ampio come abbiamo cominciato con questo compito limitato, c’è speranza per il mondo. ” Si può oggi nella comunità internazionale ripetere quell’impresa, riaccendere quella speranza? C’è davvero da invocare nuovamente, come fece Keynes, “uno spirito di saggezza, pazienza e severo riserbo”. Ci si deve provare con un numero molto più grande di effettivi protagonisti, più che di semplici partecipanti. E al tavolo ci sarà non più, per l’Europa, solo l’imbattuta e vittoriosa Gran Bretagna, con alle spalle la sua grande tradizione nazionale e imperiale; ma l’unico soggetto che potrà davvero aver peso : l’Europa unita, attraverso le istituzioni dell’Unione. E potrà veder riconosciuto il suo ruolo, solo se uscirà da logiche e vincoli strettamente nazionali, da cui è stata ancora condizionata nel decidere con quali strumenti intervenire dinanzi alla crisi finanziaria mondiale. Tutto quel che ho detto, il filo del discorso che ho svolto nella sede di questo istituto, luogo di così grande esperienza e competenza, mi porta a rispondere alla domanda iniziale affermativamente ma ad una condizione, come ho d’altronde via via rilevato. Si, l’Europa sarà all’altezza delle sue responsabilità in un mondo globalizzato, ma a condizione che si riconosca nell’Unione scaturita dalla Comunità ideata quasi sessant’anni or sono. A condizione cioè che ci diamo più forti istituzioni comuni, più forti politiche comuni, e maggiori risorse di bilancio comuni. So bene che questa conclusione può contraddire la storica riluttanza della Gran Bretagna ad accettare fino in fondo una prospettiva di integrazione e di unità politica europea. Possiamo allora ricordare le parole che un grande inglese un grande europeo pronunciò nel suo discorso alla Albert Hall il 14 maggio 1947? Cito: “E’ necessario che qualsiasi politica che quest’isola possa adottare nei confronti dell’Europa ed in Europa goda della piena simpatia e dell’approvazione dei popoli dei paesi del Commonwealth. Ma perché dovremmo ipotizzare che essi non saranno con noi in questa causa? Sentono con noi che la Gran Bretagna è geograficamente e storicamente parte dell’Europa e che anche loro hanno il loro patrimonio storico in Europa. Se l’Europa unita deve essere una forza vivente, la Gran Bretagna dovrà fare pienamente la sua parte come membro della famiglia europea. ”. Confido nel fatto che il vecchio messaggio di Winston Churchill, che suona ancora così ispirato e lungimirante, possa essere accolto e interamente condiviso dalla Nazione da lui condotta negli anni in cui, sotto la sua guida, la Gran Bretagna difese con successo se stessa e l’Europa, salvando la nostra libertà e la nostra civiltà, cose che non dimenticheremo mai. . <<BACK

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L'affondo del dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

COMMENTO L'affondo del dollaro Immanuel Wallerstein Il premier cinese Wen Jiabao, quando nel marzo 2009 si è detto «un po' preoccupato» per lo stato del dollaro Usa, ha espresso lo stato d'animo di stati, imprese e persone di tutto il mondo. Egli ha chiesto agli Stati uniti di «mantenere il credito, onorare le promesse e garantire la sicurezza degli asset cinesi». Soltanto cinque anni fa, questa richiesta sarebbe sembrata molto arrogante. Ora appare «comprensibile» anche a Janet Yellen, presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco, sebbene Yellen consideri le proposte della Cina sulla valuta di riserva mondiale «lungi dall'essere un'alternativa pratica». Ci sono solo due modi di custodire la ricchezza: in vere e proprie strutture fisiche, e in una qualche forma di denaro (valuta, obbligazioni, oro). Entrambi i modi comportano dei rischi per il possessore. Le strutture fisiche si deteriorano se non vengono usate, e usarle implica dei costi. Utilizzare tali strutture per ottenere guadagni e dunque profitti dipende dal «mercato» - ossia, dalla disponibilità di acquirenti disposti a comprare ciò che le strutture fisiche possono produrre. Le strutture fisiche sono almeno tangibili. Il denaro (che è denominato in cifre nominali) è semplicemente una potenziale pretesa su strutture fisiche. Il suo valore dipende dal rapporto di cambio che intrattiene con le strutture fisiche. E questa relazione può variare - e varia - costantemente. Se varia di poco, nessuno quasi se ne accorge. Ma se varia considerevolmente e frequentemente, i suoi possessori guadagnano o perdono molta ricchezza, spesso rapidamente. In termini economici, una valuta di riserva non è altro che la forma più affidabile di denaro, quella che varia di meno. Perciò è il posto più sicuro per custodire qualunque ricchezza si possegga, che non sia sotto forma di strutture fisiche. Dal 1945 almeno, la valuta di riserva mondiale è il dollaro Usa. Lo è ancora. Il paese che emette la valuta di riserva ha un particolare vantaggio rispetto a tutti gli altri paesi. È l'unico paese che può legalmente stampare valuta, quando ritiene che sia suo interesse farlo. Le valute hanno tutte tassi di cambio con altre valute. Da quando, nel 1973, gli Usa hanno abbandonato il loro tasso fisso di cambio con l'oro, il dollaro ha fluttuato nei confronti di altre valute, salendo e scendendo. Quando scendeva rispetto a un'altra valuta, ciò favoriva le esportazioni perché l'acquirente della merce esportata aveva bisogno di meno valuta propria. Ma le importazioni diventavano più costose, perché servivano più dollari per pagare il bene importato. Nel breve periodo una valuta indebolita può far aumentare l'occupazione nel paese. Ma, nel migliore dei casi, questo è un vantaggio di breve periodo. Nel medio termine è più vantaggioso avere una valuta cosiddetta forte: il possessore di questa valuta ha un maggiore controllo sulla ricchezza mondiale, misurata in strutture e prodotti fisici. Nel medio periodo le valute di riserva sono valute forti e vogliono restare forti. La forza di una valuta di riserva deriva non solo dal suo controllo sulla ricchezza mondiale, ma anche dal potere politico che offre nel sistema-mondo. Ecco perché la valuta di riserva mondiale tende a essere la valuta del potere egemonico mondiale, anche se è un potere egemonico in declino. Ecco perché il dollaro Usa è la valuta di riserva mondiale. Perché dunque il premier Wen è «un po' preoccupato»? Chiaramente, perché negli ultimi decenni il tasso di cambio del dollaro Usa ha fluttuato molto ma, nell'insieme, è andato lentamente declinando. Uno dei principali fattori è l'incredibile aumento del debito globale del governo americano. Sostanzialmente, gli Stati uniti riescono a compensare le spese in due modi. Stampano valuta e vendono i buoni del tesoro Usa, soprattutto ad altri governi (i cosiddetti fondi sovrani). Non è un segreto che negli ultimi anni il principale acquirente dei buoni del tesoro americani è stata la Cina. La Cina non è l'unico acquirente. Il Giappone, la Corea del Sud, l'Arabia Saudita e Abu Dhabi, l'India e la Norvegia, hanno tutti comprato buoni del tesoro Usa. Ma oggi la Cina è il maggiore acquirente e, data l'attuale contrazione del credito, probabilmente è uno dei pochi acquirenti nell'immediato futuro. Il dilemma per la Cina, come per gli altri paesi che hanno investito in buoni del tesoro Usa, è che se il dollaro scendesse ulteriormente, o se si verificasse un'inflazione significativa legata alla stampa di valuta da parte degli Stati uniti, l'investimento in buoni del tesoro potrebbe tradursi in una perdita. D'altro canto, quale alternativa hanno la Cina e gli altri stati? La conclusione cui stanno giungendo la Cina e gli altri acquirenti è una politica di disinvestimento discreto, ma costante: non così rapida da scatenare una «corsa agli sportelli», ma nemmeno così lenta da farli restare col cerino in mano «prima del fuggifuggi» («before the stampede»), come W. Joseph Stroupe ha intitolato il suo articolo su Asia Times. La Cina sta riducendo la quantità di buoni del tesoro americano che acquista, e ora preferisce comprare quelli a breve termine, piuttosto che quelli a lungo termine. Inoltre sta entrando nei «currency swaps» con altri paesi, come l'Argentina; in questo modo non devono usare i dollari per le loro transazioni. E la Cina sta chiedendo la creazione di una valuta di riserva alternativa basata sui «diritti speciali di prelievo» («special drawing rights» - Sdr) creati dal Fondo monetario internazionale, che si basano su un paniere di valute. La Russia ha sottoscritto la proposta. Gli Stati uniti non sanno bene come rispondere. Quando il segretario al tesoro Timothy Geithner ha dichiarato che il governo americano è «aperto» alla proposta della Cina di aumentare l'uso dei diritti speciali di prelievo, il dollaro è immediatamente sceso nel mercato valutario. Così Geithner ha «chiarito». Il dollaro è rimasto la «valuta di riserva dominante» e questo «probabilmente continuerà ancora a lungo». «Faremo ciò che è necessario - ha dichiarato Geithner - per dimostrare che sosteniamo la fiducia nei nostri mercati finanziari, nella capacità produttiva di questo paese e nei nostri fondamentali a lungo termine». Geithner sta solo ostentando sicurezza? Cosa più importante: chi crede nella plausibilità delle sue parole? La chiave della forza di una valuta non sono i cosiddetti fondamentali, ma è la «fede» nella loro realtà. Tutti gli attori principali sperano possa esserci un atterraggio morbido, una transizione ordinata per prendere le distanze dal dollaro Usa. Nessuno vuole precipitare in caduta libera, perché nessuno è sicuro di guadagnarci se ciò dovesse succedere. Ma se lo stimolo degli Usa si rivelasse alla fine l'ultima bolla, il dollaro potrebbe subire una deflazione improvvisa, in modo estremamente caotico. I francesi rendono «stampede» con «sauve-qui-peut» cioè, alla lettera, «si salvi chi può». (Traduzione Marina Impallomeni)

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Iran, la carota di Barack contro il bastone di Bush (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

ANALISI Iran, la carota di Barack contro il bastone di Bush Washington attende le elezioni a Tehran Gilbert Achcar Se l'elezione e l'incarico di Barack Obama a 44esimo presidente degli Stati uniti modificherà qualitativamente la politica statunitense in Medio Oriente e la situazione di quel territorio, resta tutto da vedere. Il fatto è che Barack Obama, durante i primi cento giorni della sua amministrazione, ha avuto molta più audacia nelle relazioni tra gli Stati uniti e l'America latina di quanta non ne abbia avuta in quelle con il Medio Oriente. E ciò, nonostante il fatto che, da candidato alla presidenza, Obama desse molta più enfasi alla differenza fra la sua e l'amministrazione Bush sulle questioni del Medio Oriente, soprattutto l'Iraq, che a quelle riguardanti il Sudamerica. Al di là delle varie dichiarazioni elettorali, la verità è che Obama si è presentato come un candidato concentrato sul consenso bipartisan nella sfera della politica estera, e singolo per quanto riguarda il Medio Oriente. La sua critica all'amministrazione Bush si limitava al suo grado di non completa conformità a tale consenso, come espresso nel rapporto del Baker-Hamilton Iraq Study Group. Per essere più precisi, Obama ha sostenuto il «surge» che si conformava alle indicazioni del rapporto, e ha annunciato che si sarebbe attenuto alla decisione di uscire dall'Iraq, strategia che è prevista. Su questo, non ha detto niente di originale rispetto a ciò che l'amministrazione Bush stava già facendo quanto mise in atto il «surge». Da qui, fatto simbolico quanto significativo, ha chiesto a Robert Gates di restare al timone del Pentagono - ripetendo così il tipo di manovra bipartisan in materia di «difesa» che fece Clinton nel secondo mandato, quando nominò per quell'incarico un altro repubblicano, William Cohen. Il punto in cui Obama si è dissociato da Bush nelle dichiarazioni pubbliche riguardava soprattutto l'Iran: mentre l'amministrazione Bush non ha mai acconsentito al dialogo con l'Iran caldeggiato nel rapporto Baker-Hamilton, Obama ha messo bene in chiaro che se fosse stato eletto avrebbe fatto proprio questo, e per tale precisa ragione è stato attaccato dall'intera lobby israeliana. Tuttavia, dal suo incarico, Obama e il suo segretario di Stato Hillary Clinton, non hanno realizzato alcun sostanziale cambiamento in tal senso. Una spiegazione è il loro timore che stabilire un dialogo con l'Iran in questa fase potrebbe avere sulle imminenti elezioni presidenziali di quel paese un impatto contrario a quelli che essi ritengono gli interessi degli Stati Uniti. Se ciò è vero, significa che continueranno nell'atteggiamento di chi «aspetta e sta a vedere» fino alle elezioni, a giugno 2009. Dopo le presidenziali iraniane, l'amministrazione Obama probabilmente passerà a un'apertura più seria verso l'Iran, applicando la politica del bastone e della carota - una grande carota dove Bush portò solo un grande bastone. Essi sperano in un accordo con la leadership iraniana, un accordo in base al quale Tehran coopererebbe con loro nel processo di stabilizzazione dell'Iraq e del Medio oriente, dove ogni parte riconosca gli interessi dell'altra, come stanno già facendo in Iraq, dove entrambe le parti sponsorizzano lo stesso governo Maliki a Baghdad. Una politica così conciliante è stata imposta al governo degli Stati Uniti dalla disastrosa condizione in cui si è trovata in Medio Oriente a causa della rovinosa politica di Bush. Di fronte al quasi-fallimento sul fronte iracheno, in un momento in cui lo spazio di manovra è ridotto dalla crisi economica mondiale, fondamentalmente l'amministrazione Obama sta contemplando una reazione simile a quella che ebbe Nixon quando dovette affrontare il fallimento sul fronte vietnamita. La strategia d'uscita di allora fu: «vietnamizzare» la guerra, portare tutte le truppe fuori dal Vietnam, stilare un accordo con Mosca e Pechino. La strategia di adesso è: «irachizzare» la guerra (attraverso il «surge» e reclutando i resti principali di quella che fu l'insurrezione sunnita, nella forma dei "Consigli del Risveglio»), portare la maggior parte delle truppe fuori dall'Iraq (cosa pianificata fino al 2011), stilare un accordo con Teheran. Entrambe le politiche vanno a cozzare contro il contesto di grave crisi economica mondiale. In un certo senso la nuova politica, se pienamente attuata, richiede molto meno coraggio di quello avuto dalla squadra Nixon-Kissinger: il ritiro dal Vietnam sullo sfondo della guerra fredda in corso fu molto più spettacolare rispetto al ritiro dall'Iraq, in assenza di un vero sfidante mondiale; parlare alla Cina rossa fu molto più spettacolare di qualsiasi gesto conciliante verso l'Iran, ed è improbabile che Obama-Clinton raggiungano quel calore istantaneo col nemico di ieri raggiunto da Nixon-Kissinger con la Cina. Una differenza importante è che il team di Nixon poteva giocare sulla «triangolazione» delle sue relazioni con Mosca e Pechino, alla luce delle ostilità tra le due capitali «comuniste». Non vi è alcuna situazione di questo tipo per quanto riguarda l'Iran. Ma la differenza fondamentale è, a starne certi, il ruolo di Israele. Per lo stato sionista l'Iran è il principale nemico di tutto il territorio, e la questione nucleare è una linea rossa che spingerebbe lo stato israeliano ad agire militarmente se pensasse che quella linea è stata attraversata. Sappiamo dalla rivelazione del New York Times dello scorso gennaio (David Sanger, «Aiuti Usa rifiutati per il raid israeliano su una zona nucleare iraniana», Nyt 10 gennaio 2009) che il governo Olmert chiese già all'amministrazione Bush il semaforo verde per attaccare gli impianti nucleari iraniani con raid aerei nel il cielo iracheno. Il governo Olmert voleva approfittare degli ultimi giorni dell'amministrazione americana che più aveva cooperato con i peggiori piani di Israele. Comunque, il semaforo verde non venne concesso per una serie di motivi legati al tipo di operazione altamente rischiosa e incerta, e alle sue possibili conseguenze in un contesto di crisi economica globale. L'amministrazione Obama sarà chiaramente meno influenzabile dagli estremisti di Israele rispetto a quanto lo è stata la squadra di Bush. Ed è probabile che esplodano tensioni tra i due paesi, dal momento che le loro evoluzioni politiche oggi vanno in direzioni opposte: mentre l'ultima elezione presidenziale americana ha segnato un arretramento da otto anni di amministrazione tra le più reazionarie della storia degli Stati uniti, le recenti elezioni parlamentari di Israele hanno rilanciato l'avanzata a destra iniziata con l'elezione di Ariel Sharon, nel febbraio 2001, poco dopo il giuramento di Bush. Questi sono gli elementi principali del quadro attuale in Medio Oriente. Per altri sviluppi - gli sforzi degli amici arabi di Washington per favorire la riconciliazione tra Hamas e l'Autorità palestinese di Abbas, le prossime elezioni parlamentari in Libano eccetera - occorrerebbe altro spazio. In ogni caso, l'intera politica dell'amministrazione Obama è un pragmatico, prudente movimento all'interno degli orientamenti sopra descritti. * Il professor Gilbert Achcar insegna presso l'Istituto di Studi orientali e africani dell'Università di Londra. Traduzione di Silvana Pedrini.

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<È un'azienda che dà lavoro a mezza città> (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa L'intervistaIl sindaco Bruno Scittarelli è ottimista sulle sorti della fabbrica ciociara «È un'azienda che dà lavoro a mezza città» Sulla fusione con i tedeschi: «Un'opportunità ma non si tocchino i livelli occupazionali» dall'inviato CASSINO Il precedente lascia ben sperare. «Era il biennio 2003-04. La Fiat attraversava uno dei ciclici periodi di crisi. Allora io e l'Abate di Cassino andammo fino a Torino e fummo ricevuti dall'allora presidente del gruppo, Franzo Grande Stevens, che ci promise che per il nostro stabilimento non ci sarebbe stata nessuna ripercussione. Andò così, e quindi non vedo perché non dovremmo fidarci adesso». Quel "pellegrinaggio" Bruno Scittarelli, sindaco di Cassino dal 2001, sarebbe pronto a rifarlo. «Se ce ne fosse bisogno partirei subito, perché la Fiat è troppo importante per la nostra città». Quanto importante? «Tra lavoratori "interni" e indotto, circa 12 mila persone nel Cassinate ruotano intorno all'azienda torinese. Se pensa che molte di queste persone "hanno famiglia" e che Cassino conta 36 mila abitanti, può trarre le conseguenze». Se chiude la Fiat, va in crisi Cassino... «Esatto. Anche per questo stiamo cercando di differenziare l'economia, potenziando il terziario. I frequenti periodi di cassintregazione ci hanno messo in difficoltà». Cosa pensa della fusione con Opel? «Una grande opportunità per crescere, a patto che nessuno stabilimento italiano venga chiuso». In futuro potreste avere a che fare con una multinazionale... «Non sarà facile confrontarsi con un interlocutore "aleatorio", ma è il prezzo da pagare alla globalizzazione. Se il marchio è più conosciuto all'estero, ci guadagna anche Cassino». Parla spesso con i dirigenti locali della Fiat? «C'è un confronto quotidiano. Sono ottimisti. Un po' meno le persone che non si sono viste rinnovare il contratto e vengono a chiedere lavoro da me.>O quelli che ce l'hanno ma temono di perderlo». E a loro cosa dice? «Che la Fiat manterrà le promesse. Ma siamo pronti a marciare su Torino per difendere i livelli occupazionali». Car. Sol.

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Aumentano le imprese ma cala l'occupazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Da Unioncamere segnali contrastanti per la provincia Aumentano le imprese ma cala l'occupazione EconomiaImprenditori pessimisti sulla crisi Vincenzo Arma La crisi economica c'è, ma alcuni fattori indicano che il momento peggiore è passato, con una decrescita in arrivo meno marcata nei prossimi mesi. Segnali discordanti per la nostra provincia. Questa l'analisi emersa dalla settima edizione della «Giornata dell'Economia», organizzata dalla Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Latina, che si è tenuta presso la Facoltà di Economia dell'Università «La Sapienza». Pochi gli studenti presenti nella bella sala conferenze, a dimostrazione che lo stato dell'economia pontina, non è una delle preoccupazioni maggiori dei futuri laureati in Economia e Commercio della nostra Università. «La crisi è la più grave degli ultimi 80 anni – ha affermato Vincenzo Zottola, presidente della Camera di Commercio – e con la globalizzazione si sente in tutto il mondo, ma il sistema del risparmio della nostra provincia ha retto benissimo, così come la piccola e media impresa». Non mancano segnali positivi per Latina, come ad esempio quello sulla nascita delle nuove imprese: +1.55% nel primo trimestre del 2009, contro la media del meno 0.55% nazionale. «Solo cinque le province in positivo in tutta Italia - afferma Sandra Verduci, responsabile dell'Osservatorio Economico della Camera di Commercio - una conferma della vivacità imprenditoriale delle nostre imprese». Tra i fattori positivi c'è poi quello del commercio con l'esterno, +4.4% che grazie ai settori chimico-farmaceutico, agricolo, della trasformazione alimentare ed al nautico, si è mantenuto su buoni livelli. Indicazioni legate alla presenza della crisi arrivano da altri fattori, come la mancanza di liquidità e la diminuzione di domanda e fatturato. Solo nel primo trimestre dell'anno l'ammontare medio dei titoli protestati è salito di ben 1000 euro e le aziende lamentano sempre meno liquidità. Tra gli obiettivi dichiarati dal presidente Zottola c'è proprio il rilancio del sistema creditizio, che sta mostrando i suoi limiti. Negativi gli indicatori della domanda e del fatturato, soprattutto nell'ultimo quadrimestre del 2008 e nei primi mesi di quest'anno, mesi in cui una forte corrente di opinione cercava di convincerci che la crisi economica non esisteva. «Una flessione diffusa in tutti i settori – dice Sandra Verduci in particolare per il commercio. L'unica eccezione è rappresentata dal settore di riparazione». In parole semplici vuol dire che gli italiani, con meno soldi in tasca, piuttosto che comperare nuovi beni, hanno preferito riparare quelli che già possedevano. L'analisi della Camera di Commercio è andata, poi, a testare proprio l'opinione degli imprenditori sull'impatto della crisi nel 2008: per il 41% era rilevante o molto rilevante. Una percentuale che saliva sino al 47.8% nei primi tre mesi del 2009, contro il 22.2% di opinioni che non percepiscono la crisi. Tra i settori in cui più viene sentita di più, c'è quello delle costruzioni e dell'agricoltura. Altro segnale negativo la crescita dei contratti a tempo determinato,rispetto a quelli a tempo indeterminato e la generale diminuzione dell'occupazione, che scende del 1.1%. Dato questo peggiore dello 0.8% nazionale.

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"Ferrari contro Jaguar: a Le Mans siamo pronti" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Intervista Jean-Claude Plassart "Ferrari contro Jaguar: a Le Mans siamo pronti" ENRICO BIONDI INVIATO A LE MANS Per Jean-Claude Plassart, presidente dal 2003 dell'Aco, l'Automobile Club de l'Ouest che organizza la 24 Ore di Le Mans, questi sono giorni febbrili: occorre controllare nei minimi particolari la macchina dell'organizzazione della 77ma edizione. Tanto più che, quest'anno, ci sarà uno starter d'eccezione: il presidente della Ferrari Luca Montezemolo. Sarà lui a dare il via alla più prestigiosa gara di durata del mondo. Presidente Plassart, come è avvenuto il contatto con Ferrari? «Conosco da anni Luca Montezemolo e poichè ad ogni stagione leghiamo la competizione ad un ricordo del passato, gli ho detto che per la competizione di giugno (13 e 14, ndr) sarebbe stato bello celebrare insieme il sessantesimo anniversario della prima delle nove vittorie assolute di Maranello nella 24 Ore». Monsieur Plassart, ha visto che cosa sta succedendo in Formula 1? Se non si ricomporrà la frattura con la Fia, l'intenzione della Ferrari è quella di scegliere altre strade, tra queste la 24 Ore di Le Mans. «Sì, ho letto. E ne sono stato piacevolmente sorpreso oltre che onorato. Ovviamente non voglio entrare in quella che sembra ormai una guerra tra la Fia e alcune scuderie di Formula 1. Sono cose che non ci riguardano da vicino. Ma che ovviamente seguiamo con grande interesse. La Ferrari fa parte da sempre della storia della 24 Ore e se vorrà aumentare il suo impegno nelle gare di Endurance, noi saremo felici di questa scelta». Due campionati agli antipodi. «Vero, ma affascinanti entrambi. La Formula 1 ha in calendario delle gare straordinarie, piene di fascino. Ma noi lavoriamo da sempre, sin dal lontano 1923, nelle gare di durata. E siamo felici dei risultati ottenuti. Il calendario si articola in 12 prove in Usa, 5 corse in Europa e da quest'anno anche una in Cina, a Shanghai, e una in Giappone in novembre, a Yokohama. Tutte queste gare sono in pratica dei preliminari per poter venire a Le Mans a quella che noi chiamiamo la Grande Course». Il ritorno d'immagine e di spettatori quanto è importante per voi? «Molto importante. Vedere la Ferrari duellare in pista con marche come Porsche, Jaguar, Aston Martin, Audi e Peugeot sarà uno show incredibile. Il nostro obiettivo, quest'anno è di battere il record di spettatori della scorsa stagione, quando si presentarono a Le Mans in 258.500. Immagina cosa potrebbe succedere con l'arrivo delle Rosse»?

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Liceali del Galilei a lezione da "Shardana" (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nuoro e Marghine Pagina 5022 Macomer. Percorso teorico e pratico di formazione scienfica per 26 studenti della quarta classe Liceali del Galilei a lezione da “Shardana” Macomer.. Percorso teorico e pratico di formazione scienfica per 26 studenti della quarta classe --> Gli studenti del Liceo scientifico “Galilei” di Macomer, dopo la positiva collaborazione col Cnr e l'Università di Sassari, iniziano un nuovo percorso percorso formativo che va al di la della semplice didattica. Si tratta di una iniziativa unica in Sardegna, che coinvolge gli alunni della quarta classe e il corso sperimentale Brocca e una società di biotecnologie, la Shardana, che ha sede nel Parco tecnologico di Pula, specializzata nella ricerca della genetica molecolare e nello studio delle varianti geniche associate a malattie comuni. Il progetto, coordinato dall'insegnante Elena Noli e sostenuto dirigente scolastica Gavina Cappai, coinvolge i 26 della quarta: Giuseppe Arca, Alessandro Caria, Yuri Contini, Tiziana Caddeo, Luca Curreli, Vittorio Cossu, Agnese Litauniece, Sergio Dore, Fabrizio Demartis, Giovanni Liggia, Angela La Rosa, Laura Liggia, Sonia Manghini, Simona Manca, Alessandro Mura, Gabriele Marongiu, Fabio Mazzette, Gabriele Mura, Daniele Poddighe, Roberta Piras, Giovanni Puggioni, Manuela Porcu, Manuela Serra, Francesco Serra, Emanuele Uda e Raniero Virdis. Secondo i promotori si tratta di un percorso didattico di arricchimento del bagaglio culturale che, oltre alle lezioni teoriche inserite comunque in un programma scolastico rivoluzionato e adattato, prevede anche esercitazioni nei laboratori di diagnostica molecolare Shardna che per la prima volta apriranno agli studenti di una scuola superiore. Agli studenti, saranno impartite lezioni pratiche sperimentali di base, che potranno essere utili anche per conoscere le eccellenze che operano in Sardegna con professionalità spesso sconosciute. I giovani partecipanti tra le altre cose, potranno analizzare il proprio Dna, con l'utilizzo della strumentazione tecnologicamente avanzata del Parco scientifico e tecnologico di Pula. «Vogliamo fornire agli studenti - spiega la professoressa Elena Noli - gli strumenti necessari, per avvicinarli al mondo della scienza, ma soprattutto orientarli verso profili professionali adeguati alle trasformazioni di una società ormai globalizzata». FRANCESCO OGGIANU

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la multietnicità è un valore ma l'illegalità va messa al bando (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Cesare Campa * La multietnicità è un valore ma l'illegalità va messa al bando La politica deve essere al servizio dei cittadini, quindi della verità, e non degli interessi dei partiti. Chissà se Franceschini riuscirà a capire. La sua strategia del no, priva di ogni riflessione critica, non solo non è utile alla soluzione dei problemi, ma ci allontana dalla realtà. è ciò che sta accadendo anche in questi giorni, a proposito del problema dell'immigrazione clandestina. Non abbiamo bisogno di Franceschini, in versione di Cassandra, per capire un fenomeno di grandi e disperate dimensioni umane. Ciò che ci ricorda la Cei è ben presente nelle nostre coscienze, che da politici chiamati alla responsabilità del governo dei fenomeni teniamo nella dovuta considerazione. In quella stessa dovuta considerazione osserviamo il richiamo della Cei sul contrasto all'illegalità e alle organizzazioni criminali che gestiscono i barconi della disperazione. Franceschini, con tutta la sinistra, fa male a riferirsi solo alla prima parte dell'ammonimento dei vescovi italiani, in questo modo rivela l'incapacità del suo schieramento a governare il fenomeno. è vero che la multietnicità rappresenta un valore perché diventa necessaria alla convivenza in un mondo globalizzato, ma alla condizione che tragga il meglio dalle persone e dalle comunità che convivono. Quindi, bando all'illegalità e azione decisa per stroncare le organizzazioni che gestiscono i viaggi della speranza, arricchendosi sui drammi altrui e scaricando sui cittadini italiani il peso economico e l'onere sociale delle loro malefatte. Siamo ben consapevoli di essere già una realtà che va incontro alla multietnicità dal momento che gli immigrati regolarizzati sono più di tre milioni, che si sommano alle varie centinaia di migliaia di irregolari. Le scuole sono frequentate da 500 mila alunni e studenti extracomunitari. Combatteremo sempre strenuamente l'ipocrita solidarietà di chi vorrebbe aprire le porte del paese senza preoccuparsi che bisogna essere in grado di fornire lavoro, assistenza e casa, e dunque non creare sacche di disperati, costretti a delinquere per sopravvivere. Alla lunga questo irresponsabile buonismo farebbe saltare la coesione sociale del paese. La sinistra, sottovalutando e strumentalizzando il problema, crea un ulteriore danno all'Italia, poiché, in questo modo, esime l'Unione Europea ad assumersi le sue sacrosante responsabilità. Bruxelles, a questo riguardo, non può far finta che la questione sia solo di pertinenza italiana; l'Italia è un lungo pontile che per questi disperati diviene l'attracco al cuore dell'Europa e della speranza. Se la sinistra fosse responsabile e avesse a cuore il paese aiuterebbe il governo a rappresentare con forza la necessità che l'Europa scenda in campo e si assuma i suoi doveri. è solo così che la politica può tornare al servizio del bene comune. * ex deputato Pdl consigliere comunale

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Nasce l'era del capitalismo dai cento fiori (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-05-21 - pag: 1 autore: LEZIONI PER IL FUTURO Nasce l'era del capitalismo dai cento fiori di Martin Wolf L a crisi che stiamo vivendo è uno spartiacque? Da una parte la globalizzazione trainata dal mercato, il capitalismo finanziario e il predominio dell'Occidente, e dall'altra il protezionismo, la regolamentazione e il predominio dell'Asia? Oppure gli storici giungeranno alla conclusione che si è trattato di un evento provocato da pochi scriteriati,di scarsa importanza?Io prevedo che sarà un po' l'una e un po' l'altracosa. Non è una Grande Depressione, grazie alla ferrea determinazione con cui hanno reagito gli Stati, e non è nemmeno il 1989 del capitalismo. Andiamo a vedere cosa sappiamo e cosa no sull'impatto della crisi sull'economia, la finanza, il capitalismo, lo Stato, la globalizzazione e la geopolitica. Per quanto riguarda l'economia, sappiamo già cinque cose importanti. Primo: quando gli Stati Uniti si beccano la polmonite, tutti quanti si ammalano. Secondo: questa è la crisi economica più grave dagli anni 30. Terzo: la crisi è globale, con effetti particolarmente gravi sui Paesi specializzati nell'esportazione di prodotti lavorati o che fanno affidamento su importazioni nette di capitali. Quarto: i responsabili politici hanno messo in campo contro questa crisi misure di stimolo monetarie e di bilancio e interventi di salvataggio finanziari senza precedenti. Infine, tutti questi sforzi alcuni risultati li hanno prodotti: la fiducia sta tornando e il ciclo di sostituzione delle scorte dovrebbe apportare un certo sollievo. Come ha sottolineato il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, l'economia globale è «vicina al punto di svolta »,intendendo che la discesa dell'economia sta rallentando. è prevedibile anche che saranno gli Stati Uniti a guidare la ripresa. Gli Usa sono tornati a essere il Paese più keynesiano del mondo in-dustrializzato. Ed è prevedibile anche che la Cina, con il suo imponente piano di rilancio, risulterà l'economia di maggior successo di tutto il pianeta. Sfortunatamente, ci sono almeno tre cose che non possiamo sapere. Gli eccezionali livelli d'indebitamento e la caduta del patrimonio netto genereranno nelle famiglie, prima abituate a spendere molto per i consumi, un marcato incremento del desiderio di risparmio, ma in quale misura? Fino a quando si riuscirà ad andare avanti con questi deficit di bilancio prima che i mercati chiedano una compensazione maggiore per il rischio? Le Banche centrali riusciranno a trovare una via d'uscita non inflazionistica dalle politiche non convenzionali? Nel campo della finanza, la fiducia sta tornando, con gli spread tra attività sicure e attività a rischio che stanno scendendo a livelli meno anomali, e con un (modesto) recupero dei mercati. L'amministrazione statunitense ha accertato che il suo sistema bancario è in condizioni di salute ragionevoli. Ma la situazione patrimoniale del settore finanziario è esplosa negli ultimi decenni e la solvibilità dei debitori è seriamente menomata. Continua u pagina 2 l'articolo prosegue in altra pagina

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Produzione siderurgica in calo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-05-21 - pag: 48 autore: Acciaio. I dati di aprile sono negativi ma Meps vede segnali di ottimismo Produzione siderurgica in calo Roberto Capezzuoli è un calo produttivo netto, quello rilevato in aprile dalla World Steel Association: il totale mondiale è stimato 89 milioni di tonnellate, il 23,6% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Però l'orizzonte mostra spiragli di sereno. A segnalarlo sono le analisi della casa di consulenza Meps e a confermarlo ieri è stato l'andamento in Borsa dei titoli del settore, con ArcelorMittal che ha recuperato il 5,6% ad Amsterdam, ThyssenKrupp il 3% a Francoforte e Us Steel il 7% al Nyse. Tornando alla produzione di aprile, anche il risultato cinese è diventato negativo, in calo del 3,9%, mentre l'unico incremento di spicco è dell'India, che si conferma terza forza siderurgica mondiale, alle spalle di Cina e Giappone. Nel totale dei primi 4 mesi dell'anno Pechino riesce a tenere il passo, con una produzione di 171 milioni di tonn., cifra che però supera ampiamente l'obiettivo del governo, che vorrebbe evitare una sovrapproduzione capace solo di intasare i magazzini. Se nei 4 mesi la Cina mostra un +0,1%, il mondo occidentale arretra: il calo è del 42% in Italia, del 43% in Germania, del 43,1% in Giappone, del 53,1% negli Usa. La crisi ha imposto un ridimensionamento, ma i prezzi dei prodotti lunghi in Nordamerica sembrano in miglioramento, anche se le lamiere accusano ancora la debolezza del settore auto e la domanda Usa è pari appena al 40% della capacità produttiva locale. L'autorevole Meps tuttavia vede una schiarita: l'ottimismo è «tiepido», frenato da «un'estrema cautela», però la pressione sui prezzi non è più asfissiante, perché le giacenze di acciaio in Occidente si sono assottigliate e il pessimismo pare attenuarsi anche in Italia. Resta irrisolto, probabilmente solo per poco, il nodo dei negoziati per fissare il prezzo delle forniture di minerale di ferro nell'annata iniziata il 1Ú aprile. Le posizioni tra miniere e acciaierie sono ancora distanti ( le prime offrono ribassi del 20%, le seconde vogliono tagli del 40-50%) ma sotto accusa è soprattutto il sistema del benchmark: primao poi il prezzo di riferimento sarà sostituito da un meccanismo più trasparente, anche se farà salire la volatilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La recessione spegne la luce (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-21 - pag: 13 autore: Rapporto Aie. Nel 2009 consumi elettrici mondiali in calo per la prima volta La recessione spegne la luce Sissi Bellomo Per effetto della recessione, la domanda globale di energia elettrica potrebbe ridursi quest'anno del 3,5 per cento:un fenomeno senza precedenti nella storia contemporanea. La previsione è contenuta in un rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) preparato in vista del G-8 dell'energia, che si terrà questo week-end a Roma. Secondo anticipazioni della Dow Jones, l'Aie sottolinea che «la tendenza all'aumento dei consumi elettrici non si era interrotta nemmeno durante il primo e il secondo shock petrolifero o con la recessione Usa degli anni '80». Un'ulteriore conferma della gravità dell'attuale crisi, che ha portato ad un forte e generalizzato rallentamento dell'attività produttiva. La riduzione più consistente dei consumi elettrici (-8%) riguarderà la Russia, seguita dai paesi dell'Ocse (-4,5%). Nemmeno la Cina sarà risparmiata dal calo (- 2,9%), mentre soltanto l'India conserverà un tasso di crescita positivo, anche se decisamente ridotto. Il rallentamento dei consumi di elettricità, avverte l'Aie, potrebbe ridurre l'impellenza di accrescere la capacità di generazione, contribuendo a ridurre gli investimenti nel settore e a indirizzarli di preferenza verso impianti meno costosi, come quelli a gas o a carbone, a discapito del nucleare e delle energie rinnovabili, con possibili ripercussioni sulle future emissioni di anidride carbonica. Il crollo degli investimenti non riguarda soltanto le centrali elettriche. La stessa Aie rileva che tra ottobre 2008 e aprile 2009 sono stati cancellati o rinviati 170 miliardi di dollari di investimenti destinati allo sviluppo dell'offerta di petrolio e gas, equivalenti a2 milioni di barili al giorno. Forniture aggiuntive per altri 4,2 mbg rischiano invece di arrivare con anni di ritardo. «Se la ripresa economica dovesse arrivare in modo rapido e robusto – avverte Faith Birol, capo-economista dell'Aie –si potrebbero verificare gravi difficoltà nel mercato del petrolio». I prezzi tornerebbero a correre e l'economia, ancora fragile, potrebbe subire «gravi conseguenze negative». © RIPRODUZIONE RISERVATA FLESSIONE GLOBALE La riduzione più consistente della domanda riguarderà la Russia (-8%), seguita dai paesi dell'Ocse (-4,5%) Segno meno anche per la Cina

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Gorby, il Muro e la globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 21/05/2009 - pag: 34 Conversazioni Gorby, il Muro e la globalizzazione (d.d.v.) È stata davvero la caduta del Muro di Berlino la data-chiave dell'accelerazione del processo di globalizzazione? La discussione apertasi per merito di Giulio Tremonti e Tommaso Padoa-Schioppa stimola ulteriori approfondimenti. Ad esempio sulla figura e l'operato di Mikhail Gorbaciov. «Di sicuro Gorbaciov aveva anticipato la fine dei due mondi separati e non a caso Reagan l'aveva accettato sostiene Giuliano Amato . Ma è innegabile che la caduta del Muro fece da catalizzatore delle aperture. Non credo però che sia il dies a quo del liberismo». Secondo Michele Salvati «la macchina della globalizzazione si era messa in moto prima e Gorbaciov aveva già reso evidente che i sovietici non la potevano contrastare». Il crollo del Muro e la «fine della storia» resero ancora più sfrenato «un indirizzo politico che si era formato nei 10 anni precedenti».

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L'economia dei cento fiori (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-05-21 - pag: 2 autore: L'economia dei cento fiori Tanti mercati adattati alle tradizioni locali - Intaccata la fiducia negli Usa di Martin Wolf u Continua da pagina 1 è prevedibile che la finanza riesca a rimettersi in moto negli anni a venire. Maè prevedibile anche che i giorni di gloria resteranno irraggiungibili per decenni, almeno in Occidente. Non sappiamo fino a che punto si spingeranno la riduzione della leva creditizia e la conseguente deflazione del bilancio. E non sappiamo nemmeno se e in che misura il settore finanziario riuscirà a rintuzzare i tentativi d'imporre un regime di regole più efficace. I politici, costretti a venire in soccorso di un sistema finanziario sovraccarico d'istituti giudicati troppo grandi e intrecciati fra loro per fallire, dovrebbero aver imparato la lezione. Il mio timore è che gli interessi concentrati prevalgano sull'interesse generale. E per quanto riguarda il futuro del capitalismo? Se la caverà. La fede di Cina e India nell'economia di mercato non è stata intaccata da questa crisi, anche se sia Pechino che New Delhi guardano con più timore a una finanza senza freni. I fautori del libero mercato insisteranno che il fallimento è da attribuire più agli errori degli organismi di regolamentazione che ai mercati. C'è una grande verità in questa tesi: le banche, dopo tutto, sono gli istituti finanziari più regolamentati di tutti. Ma è un'argomentazione che politicamente è destinata a cadere nel vuoto. Pochi ormai sono disposti a lasciare carta bianca alle forze del mercato nel campo della finanza. è prevedibile, quindi, che l'epoca di un modello egemonico di economia di mercato ormai sia tramontata. Le nazioni, come hanno sempre fatto, adatteranno l'economia di mercato alle proprie tradizioni. Ma lo faranno con maggiore sicurezza. Come avrebbe detto Mao Zedong, «che cento fiori capitalistici fioriscano». Un mondo con tanti capitalismi può essere insidioso, ma divertente. Meno chiare sono le implicazioni per quel che riguarda la globalizzazione. Sappiamo che l'imponente iniezione di fondi pubblici ha parzialmente "deglobalizzato" la finanza, con costi notevoli per i paesi emergenti. Sappiamo anche che l'intervento pubblico nell'industria ha assunto forti connotazioni nazionalistiche. E sappiamo anche che difficilmente gli esponenti politici saranno disposti ad assumere posizioni impopolari in favore del libero scambio. La maggior parte dei paesi emergenti arriverà alla conclusione che accumulare grandi riserve di valuta estera e contenere il deficit delle partite correnti sia una strategia assennata. E questo probabilmente genererà un'altra tornata di squilibri globali destabilizzanti. Tutto ciò appare come l'inevitabile risultato di un ordine monetario internazionale difettoso. Non sappiamo se la globalizzazione riuscirà a uscire indenne da questa crisi. Io sono speranzoso, ma non tanto fiducioso. Nel frattempo lo Stato è tornato in scena, ma la sua posizione finanziaria appare sempre più precaria. Il rapporto tra debito pubblico e Pil sembra destinato a raddoppiare in molti paesi avanzati: l'impatto di una grave crisi finanziaria sui bilanci pubblici può equivalere, come ci hanno ricordato, a quello di una grande guerra. E dunque si tratta di un disastro che i governi di economie avanzate, a crescita lenta, non possono permettersi di veder ripetere nell'arco di una stessa generazione. Il lascito della crisi imporrà dei limiti alle spese allegre. Lo sforzo per consolidare i bilanci pubblici dominerà la scena po-litica per anni, forse per decenni. Lo Stato dunque è tornato, ma sarà uno Stato ficcanaso, non uno Stato spendaccione. Last but not least, che conseguenze avrà la crisi sull'ordine politico globale? Da questo punto di vista sappiamo tre cose importanti. La prima è che la convinzione che l'Occidente, per quanto inviso al resto del mondo, sapesse almeno come gestire un sistema finanziario sofisticato è venuta meno. La crisi ha intaccato pesantemente in particolare il prestigio degli Stati Uniti, anche se lo stile del nuovo presidente sicuramente gioca un ruolo positivo. La seconda è che i paesi emergenti, e in particolare la Cina, ormai sono protagonisti a pieno titolo della scena, come ha dimostrato la decisione di tenere due incontri importanti del G-20 a livello di capi di governo. Questi paesi ormai sono elementi vitali della politica globale. La terza è che si sta cercando di rinnovare la governance globale, in particolare incrementando le risorse destinate all'Fmi e discutendo delle modifiche da apportare alla ponderazione dei voti dei paesi membri dell'istituzione. Al momento non sappiamo in che misura l'ordine politico globale uscirà trasformato da questa crisi, possiamo solo tirare a indovinare. Gli Stati Uniti probabilmente emergeranno come il leader indispensabile, spogliati delle illusioni della "fase unipolare". Il rapporto tra Usa e Cina diventerà più importante, con l'India in attesa sullo sfondo. Sicuramente cresceranno il peso economico relativo e il potere dei colossi asiatici. L'Europa, nel frattempo, non sta vivendo bene lacrisi.L'economia e il sistema finanziario del Vecchio continente si sono rivelati molto più vulnerabili di quello che molti si aspettavano. Ma ancora non sappiamo se le istituzioni per la cooperazione internazionale che usciranno da questi sforzi di rinnovamento e riequilibrio rispecchieranno le nuove realtà. Qual è la conclusione? La mia ipotesi è che questa crisi ha accelerato determinate tendenze e ha dimostrato che altre tendenze- in particolare nel settore del credito- erano insostenibili. Ha intaccato la reputazione della scienza economica. Lascerà strascichi amari per il pianeta. Ma forse non segnerà uno spartiacque storico. Parafrasando quello che diceva il popolo quando moriva un re: «Il capitalismo è morto, lunga vita al capitalismo». (Traduzione di Fabio Galimberti) © FINANCIAL TIMES Speranze indiane. Un agricoltore osserva il suo campo di girasoli nei pressi della città di Amristar, nel Nord dell'India REUTERS

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Veca: questa è una città malata che ha perso la capacità di dialogare (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Milano data: 21/05/2009 - pag: 3 Il filosofo Veca: questa è una città malata che ha perso la capacità di dialogare «Una città malata. Un 'non luogo' che secerne solitudini». Il filosofo Salvatore Veca arriva al capezzale di Milano dopo avere osservato a lungo il suo paziente. La diagnosi è severa. «Sono d'accordo con quanto detto ieri da Tettamanzi dice Veca Milano e fatta di troppe città impenetrabili che non parlano tra loro». Il cardinale parla anche di una borghesia che ha smesso di svolgere il suo ruolo. «Quello che resta della borghesia non ha interesse a investire sulla città. Colpa della globalizzazione: la borghesia milanese ha figli che studiano all'estero, passa il fine settimana in una capitale europea, è spesso in viaggio per lavoro. Non ha più bisogno di Milano». Sta dicendo che i milanesi vivono la loro città non come una casa ma come un ufficio, al massimo un negozio? «Certo. Di più: direi un vero e proprio 'non luogo'. I milanesi non si sentono più tutti sulla stessa barca. Hanno perso il senso della comune lealtà. Siamo stranieri agli altri ma anche stranieri noi a noi stessi. Le vicende dell'Expo sono la perfetta rappresentazione di questa situazione». Cioè? «Un anno fa Milano aveva ritrovato fiducia grazie alla vittoria su Smirne. Ma non è riuscita a fare sistema». Lo spazio lasciato libero dalla borghesia industriale è stato occupato dal commercio. «Che hanno più interesse al territorio, certo. Ma non può essere l'unico attore di un rilancio della città». Cosa serve, allora? «Una regia. A Milano ci sono tante città che non si incontrano mai. Penso alla città della finanza, della moda, della fiera... Eccellenze che non parlano tra loro. E la città resta senz'anima ». Quella della Milano dei record produttivi è solo una retorica? «Se penso a questa città il record che più mi colpisce è quello delle solitudini. I vecchi e i poveri sono cittadini invisibili, vivono la condanna a restare chiusi nelle loro case perché la città non preventiva la loro esistenza ». E la politica? «Con gli slogan razzisti si cavalca la frammentazione invece di favorire la regia di cui ci sarebbe bisogno. E anche nel dibattito culturale vedo più direttori d'orchestra che musicisti». Rita Querzé Salvatore Veca, vicedirettore e coordinatore dell'Istituto «Iuss» di Pavia

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Hotel Hassler modello esportazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 21/05/2009 - pag: 6 New Company Hotel Hassler modello esportazione Lo storico hotel Hassler di Trinità dei Monti si trasforma in Hassler Hotel e Resort, una catena di alberghi di lusso in mete del business e destinazioni internazionali come New York, Washington, Chicago, Londra, Zurigo, Doha, Jeddah. Protagonisti di questa new company, presentata ieri all'Hassler durante un convegno sull'hotellerie d'alta gamma coordinato da Bruno Vespa, il proprietario dell'Hotel Hassler Roberto Wirth e e il noto albergatore internazionale Moreno Occhiolini, fino al marzo scorso ai vertici della Rocco Forte. «E' arrivato il momento di crescere e andare avanti - ha dichiarato Wirth - mi hanno sempre chiesto perchè l'Hassler fosse solo a Roma. Ecco, da oggi, l'attenzione al cliente la cura nei dettagli e nei servizi che caratterizza il nostro modo di fare ospitalità, verrà esportata in altre importati città del mondo». Wirth e Occhiolini avranno rispettivamente il ruolo di presidente e amministratore delegato della nuova struttura. «In questo momento un'operazione legata al lusso potrebbe apparire una follia, ma in realtà è una grande sfida - ha aggiunto Occhiolini - svilupperemo intorno al brand Hassler una catena di residenze di nicchia con un massimo di 90-120 camere. Immagine semplice ma sofisticata con un'estrema cura dei servizi e tanta tecnologia 'nascosta' per la sicurezza. Tutto ciò acquistando nuovi spazi o 'ribrandizzando' strutture esistenti». La notizia è stata appresa dal presidente dell'Enit Matteo Marzotto con grande soddisfazione: «In questo mondo sempre più globalizzato - ha spiegato - soltanto un brand forte riesce a creare un momento di distinzione. Quest'operazione rinforzerà un' immagine positiva dell'Italia all'estero». Marzotto ha poi concluso sotenendo che il turismo uscirà dalla crisi soltanto nel 2011. F. Fior.

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di ANDREA FONTANA Professor Baldissara, allora la strage di Monte Sole, con le donne e i bambini ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

CULTURA E SOCIETA' pag. 31 di ANDREA FONTANA Professor Baldissara, allora la strage di Monte Sole, con le donne e i bambini ... di ANDREA FONTANA Professor Baldissara, allora la strage di Monte Sole, con le donne e i bambini massacrati, è stata un'operazione militare? «Basta intendersi sul termine. Lo è stata se intendiamo un'azione pianificata e gestita come un'operazione militare. Non è che a un certo punto sono arrivati i barbari a cavallo. A Monte Sole i tedeschi hanno utilizzato tecniche consolidate di cinturamento e accerchiamento della zona, all'interno della quale i reparti sono avanzati con progressione. E' stata un'operazione militare anche negli obiettivi: il successo, dal punto di vista tedesco, è stato pieno. A ridosso della prima linea, e durante l'attacco alleato, occorreva garantire la sicurezza del fronte e l'afflusso di rifornimenti, e tenersi aperte le vie di ritirata. La terra bruciata, in effetti, ha reso sicura la zona». Facendo rientrare le stragi in un'ottica strategica non si rischia di ridurne la gravità? «Dire che è esistita, da parte tedesca, una razionalità strumentale non riduce la colpa per il massacro. Da Kesselring al Primo corpo paracadutisti, ai vertici della 16° divisione Reichsführer-SS, tutti erano perfettamente informati di quanto stava accadendo. Le stragi servivano a rendere sicuro il territorio con pochi rischi per le truppe. Per i tedeschi è stato un comportamento economico'». Dunque la politica del massacro non è né perversione ideologica dettata dal Male del nazifascismo, come si è sostenuto per decenni, né strage di casta' verso le comunità vittime delle Storia, come riteneva Dossetti. «Io credo che siamo di fronte a una guerra terroristica, sistematicamente praticata dall'estate 1944 in Toscana e in Emilia, per sradicare il fenomeno partigiano non già contrastando militarmente le formazioni, ma eliminando, attraverso la devastazione di un territorio, le condizioni ambientali che consentivano la loro esistenza. Non appena il fronte si assesta e la pressione alleata cala, le stragi scemano in modo vistoso». Dopo la versione di sinistra' della Resistenza, e quella cattolica che vede le opposte ideologie opprimere le comunità strette attorno ai parroci, siamo a una lettura laica' di Marzabotto? «Oggi vedo in atto più che altro una fase liberale, nel senso che celebra genericamente la libertà. La lettura cattolica vedeva sempre come male la scelta politico-ideologica, che fosse compiuta dai nazisti o dai partigiani, e celebrava semmai il primum vivere, la scelta antieroica di una comunità che voleva solo veder passare la guerra, sopravvivendo. Oggi si conserva l'ostilità verso le scelte ideologiche, e si celebra la libertà. L'ha dimostrato l'ultimo 25 aprile: non ha più senso distinguere le vittime, e in ciò rientra l'equiparazione tra i combattenti. Ma è una celebrazione che macina la realtà storica, ricca di chiaroscuri e che non può essere celebrata solo in termini comunitaristici». Leggo nel libro: «La Resistenza è il detonante della guerra ai civili». E' un giudizio storico o contiene anche un giudizio morale? «Nel contesto in cui è scritto, è un giudizio di natura storica. La minaccia rappresentata dalla Resistenza fa sì che si compia il massacro, e la reazione a essa porta in superficie la specificità della guerra nazista. Che è fatta di tante guerre: la controguerriglia, la guerra razziale, quella coloniale. Il nodo che rende questo orrore attuale è quello, cruciale, della visione dei civili nella cultura della guerra». Infatti il libro è sottotitolato La guerra ai civili'. Perché? «La definizione di civile è un punto chiave, tornato d'attualità da quando è riapparsa la guerra nel mondo occidentale, dai Balcani in poi. Da qui l'interesse degli storici per le stragi del 1943-45. La guerra nazista tocca il nodo della legittimità della violenza, della Resistenza e del terrorismo. E' un problema che attraversa intatto il Novecento, fino ad Al-Qaeda». Si riferisce alla definizione di resistente' o di terrorista' per chi attacca le forze Usa in Iraq? «Certo. La guerra totale investe i civili, ma chi sono i civili? Il termine è ambiguo. Non esiste una definizione giuridica del termine civili', se non espressa in termini negativi, cioè di non combattenti', o antropologici, cioè le donne e i bambini. E fino a che punto il civile è innocente? Le popolazioni sono conniventi? Ci sono ambiguità non facili da sciogliere, compreso che cosa sia considerato possibile che un esercito compia». Credevo si fosse almeno stabilito che una strage non può essere compiuta. «Non è un caso che impegni di ogni tipo siano sottoscritti dalle Nazioni che meno sono coinvolte in operazioni militari, mentre i Paesi che vi hanno un ruolo maggiore, Stati Uniti, Cina, Russia, non riconoscano nemmeno le funzioni del tribunale internazionale e ritengano che i loro soldati, semmai, vadano giudicati dalle corti marziali del loro Paese. In Afghanistan, se l'intelligence segnala che alla tale ora nella tale casa ci sarà un talebano, gli americani girano un satellite, e radono tutto al suolo con un missile. Magari il talebano era andato al matrimonio del cugino. In quel caso i civili sono conniventi o devono essere risparmiati? Per risparmiarli, occorre scendere sul terreno, andare in quella casa. Ma gli Usa vogliono limitare al massimo le perdite tra i loro militari». E' un parallelo con la visione economica' nazista che citava? «Macché. Svolgo un'analisi da storico. L'età contemporanea ha tentato di stabilire regole nella guerra, di codificare comportamenti che definiscano quale sia la guerra regolare. Per i militari di carriera del Novecento, specie quelli tedeschi, la guerriglia era una minaccia alle regole della convivenza civile». Lei dice che tale visione coinvolse anche le corti che nell'immediato dopoguerra giudicarono i responsabili delle stragi naziste. «Le corti erano formate da militari di carriera. In parte condividevano lo stesso bacino culturale. Anche i Comandi alleati consideravano negativamente la guerriglia, cosa che può avere indotto a giustificare, entro certi limiti, la durezza del comportamento tedesco in Italia. Se la cultura della guerra è questa, i magistrati non ne furono esenti».

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Minori sottratti in aumento (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA 21-05-2009 Minori sottratti in aumento i dati Cresce il numero dei bimbi contesi da genitori dalla diversa nazionalità al momento della separazione: dai 158 casi nel 2006 ai 254 del 2008 DA ROMA GIOVANNI GRASSO C on la globalizzazione e l'internazionalizzazione della società sta crescendo in modo esponenziale il problema dei bambini contesi da genitori di diversa nazionalità che, dopo la separazione, tornano nel proprio Paese d'origine portando con sé i figli senza il consenso dell'altro coniuge. In termini tecnici questo fenomeno viene definito «sottrazione internazionale di minori» ed è un reato perseguito dalle leggi italiane e internazionali. Ma rendere giustizia al bambino, che ha il diritto di avere rapporti con entrambi i genitori, e al coniuge vittima della sottrazione illecita non è sempre facile, proprio per la dimensione sovra nazionale, che implica difficoltà di indagini ma anche di armonizzazione tra le diverse normative nazionali. Proprio per fornire una risposta più tempestiva ed efficace in caso di sottrazione, i ministeri competenti (Esteri, Interno, Giustizia) hanno dato vita a una taskforce collegiale, composta da funzionari specializzati, che si riunirà mensilmente alla Farnesina. L'iniziativa è stata presentata ieri, presso il ministero degli Esteri, dai ministri Franco Frattini (Esteri), Roberto Maroni (Interno), Angelino Alfano (Giustizia), Mara Carfagna (Pari Opportunità) e dalla presidente della commissione parlamentare sui minori Alessandra Mussolini, alla presenza degli ambasciatori stranieri accreditati in Italia. I dati, ha spiegato Frattini, parlano chiaro: dal 2000 al 2008 le autorità competenti si sono dovuti occupare di 1388 casi di sottrazione di minori. Gli ultimi tre anni indicano un aumento preoccupante del fenomeno: 158 casi nel 2006, 218 nel 2007, 254 nel 2008. Contrariamente a quanto si possa pensare, il maggior numero di sottrazioni (circa il 62 per cento) vengono effettuate da genitori appartenenti all'Unione Europea. In più della metà dei casi, il problema viene risolto, dopo l'intervento delle autorità, con un accordo tra i genitori. Ma per il 41 per cento si è reso necessario il rimpatrio forzato. Alfano ha notato che la creazione della task force pone rimedio a un inevitabile spezzettamento delle competenze, dato che le forze di polizia si occupano delle prime indagini, la Farnesina dei rapporti con i Paesi stranieri e degli accordi stipulati e il ministero della Giustizia delle pratiche giuridiche di rimpatrio. Ma la task force non è l'unica risposta del governo alla grave questione dei bambini contesi. Alfano ha ricordato che nel decreto sicurezza, di prossima approvazione, si innalzano notevolmente le pene (fino a 4 anni) per gli autori di questa sorta di 'sequestro in famiglia', che rischiano anche di perdere la patria potestà. Il ministro dell'Interno Maroni ha annunciato che nelle prossime settimane entrerà in funzione in Italia un numero unico 116000, gestito in collaborazione con il Telefono Azzurro, che si occuperà dei casi di sottrazione internazionale, in stretto contatto con le polizie degli altri Paesi. Soddisfazione per l'iniziativa è stata espressa da Mara Carfagna e da Alessandra Mussolini, per la quale è però necessario introdurre in Italia l'obbligo di un documento di identità anche per i minori. «Di fronte ai casi di sottrazione, ma anche di sparizione - ha detto - dobbiamo avere la tracciabilità dei bambini: anche loro devono usufruire del diritto fondamentale all'identità». Al via task force tra tre ministeri per fronteggiare le emergenze: a breve sarà attivata la linea 116000 insieme a Telefono Azzurro

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"l'euroregione alpi-med, vittoria glocal" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XI - Torino L´elogio della presidente Bresso al convegno per i dieci anni di "Globus e locus". Gli interventi di Benessia e Comba "L´Euroregione Alpi-Med, vittoria glocal" La globalizzazione degli ultimi anni, che ha rivelato i suoi peggiori risvolti con la grande crisi economica che ha colpito il mondo, e la rivincita del locale che sembra affacciarsi negli ultimi mesi, con il ritorno degli Stati al pieno esercizio della loro sovranità economica. Questi i temi dibattuti a Torino in occasione dei dieci anni di «Globus et Locus», l´associazione di istituzioni del nord Italia e della Svizzera presieduta da Piero Bassetti. Con Bassetti, hanno partecipato al dibattito esperti come l´economista Mario Deaglio, e gli esponenti di quattro soci torinesi di «Globus e Locus»: Regione Piemonte, Camera di Commercio di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt, rappresentati rispettivamente da Mercedes Bresso, Guido Bolatto, Angelo Benessia e Andrea Comba. E´ stato proprio Comba a sottolineare ?«la nuova realtà che sta emergendo dalla crisi», con il recupero di ruolo da parte degli stati nazionali. Benessia ha rimarcato l´importanza della riflessione glocal, soprattutto alla luce dell´attuale contesto. Bresso ha ricordato le iniziative glocal che coinvolgono il Piemonte, prima fra tutte la creazione dell´Euroregione Alpi-Med a cavallo fra l´Italia e la Francia con il coinvolgimento di cinque regioni transfrontaliere. «I temi affrontati in questi anni dall´associazione, come il progetto Italici (che riguarda italiani emigrati, loro discendenti e simpatizzanti della cultura italiana, ndr) - ha suggerito la presidente del Piemonte - meritano un approfondimento anche in vista delle celebrazioni del 2011 in occasione dei 150 anni dell´Unita´ d´Italia». (r.t.)

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Durnwalder al Casinò per un bagno di folla (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Durnwalder al Casinò per un bagno di folla Il governatore altoatesino scende ad Arco per le elezioni europee DRO. Ogni volta che Luis DÜrnwalder scende ad Arco fa il pieno di pubblico. E' successo nel recente passato e tutto lascia intendere che si ripeterà questa sera. Il Governatore dell'Alto Adige sarà al Casinò municipale per presentare i propri candidati alle imminenti elezioni europee. Ad organizzare l'incontro è stato il consigliere provinciale del Patt Mauro Ottobre - grande estimatore del politico bolzanino - e i vari militanti delle Stelle Alpine arcensi. Alle 20.30, nella sala consiliare, saranno presenti, oltre a DÜrnwalder e ad Ottobre, anche i dirigenti provinciali del Patt tra cui Franco Panizza e Ugo Rossi, gli altri due consiglieri trentini Michele Dallapiccola e Caterina Dominici e, naturalmente, i due candidati alle Europee Herbert Dorfmann e Walter Kaswalder. Prevista la presenza enti di molti esponenti di spicco della politica provinciale, da Tiziano Mellarini a Marco Tanas. «Le elezioni europee - sottolinea Mauro Ottobre - rivestono un'importanza assoluta vista la fase di crisi globale e globalizzata in cui ci troviamo e nella quale molti governi tentano subdolamente di individuare in scriteriati tagli alle risorse autonomistiche vecchie vie al contenimento della spesa pubblica». (gl.m.)

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Rurale Pinetana, superata quota 3000 soci (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Rurale Pinetana, superata quota 3000 soci Positivi anche i dati economici: i depositi aumentati del 6% PINE'. "Tradizione è Futuro" per la Cassa rurale Pinetana Fornace e Seregnano che coniuga, in chiave moderna, i principi e i valori che hanno ispirato l'azione dei fondatori. Una banca di comunità che, nel 2008, ha confermato dinamismo e radicamento territoriale. E lo ha fatto nella direzione duplice. La prima: incremento dei dati patrimoniali a conferma del rapporto di fiducia tra l'istituto di credito e chi anima il vivere di ogni giorno dei centri dove agisce con la sede e la rete di sportelli. La seconda: un ricco pacchetto di iniziative a beneficio della collettività. Basti pensare al taglio del costo dei mutui casa, ma anche a "Cuore solidale" o al Club Giovani Soci di età compresa tra i 18 e i 35 anni. «Presenteremo ai nostri soci un bilancio che contiene molti motivi per essere soddisfatti del lavoro compiuto dal consiglio di amministrazione e dall'organico di collaboratori - osserva il presidente Fabio Svaldi, affiancato dal direttore Renzo Osler. I depositi hanno raggiunto i 402 milioni di euro (+6%) con una crescita della raccolta diretta pari al 13%, gli impieghi hanno superato i 330 milioni di euro (+4,12%). Sono numeri positivi anche se le piccole comunità in cui siamo attivi non possono ritenersi estranee alle dinamiche del mondo globalizzato che, come per tutte le Casse Rurali, vede nel 2009 un anno impegnativo a causa del difficile momento congiunturale». La base ha superato quota tremila: oggi i soci sono 3023. Il patrimonio è superiore ai 46 milioni di euro e consente alla banca di guardare al futuro con serenità e, soprattutto, di mettere in campo molte azioni utili ai soci, ai clienti e alla comunità nel suo complesso. L'assemblea, in calendario domenica prossima 24 maggio, sarà particolarmente importante, caratterizzata da una parte ordinaria e da una parte straordinaria. Oltre alla presentazione del Bilancio 2008, sarà sottoposto ai soci l'adeguamento dello Statuto sociale alle nuove Disposizioni di Vigilanza in materia di organizzazione e governo societario delle banche e saranno illustrate le modifiche al regolamento dei lavori assembleari. La base sociale sarà inoltre chiamata a eleggere le cariche in scadenza.

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Si apre oggi ad Oderzo una rassegna dedicata al grande Augusto Murer (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Previsti 4 incontri sulla montagna e i suoi artisti Si apre oggi ad Oderzo una rassegna dedicata al grande Augusto Murer Oggi apre ad Oderzo la mostra dedicata a Augusto Murer, promossa dalla sezione opitergina del Cai. L'esposizione, ospitata nella splendida cornice di Palazzo Foscolo, rende omaggio a un grande artista che ha saputo raccontare la montagna diventando testimone della cultura e della profonda umanità che caratterizza la gente di quei luoghi. Nato e vissuto a Falcade Murer è tra i più autorevoli rappresentanti del realismo italiano. Ma è soprattutto un artista di montagna nel senso più autentico perché si è alimentato culturalmente del suo ambiente al quale peraltro è rimasto sempre fortemente legato. Murer, però, non è solo questo, è stato anche un soldato, un partigiano che si è battuto per la libertà del suo Paese e si fa testimone, trasformando la materia in opere narranti. La mostra, curata da Claudia Da Re e Laura Finotto, indaga entrambi questi aspetti dello scultore, guidando il visitatore lungo un percorso suddiviso in due sezioni che lo porterà a comprendere il significato e il peso di tali testimonianze. L'esposizione sarà arricchita da quattro eventi organizzati nella stessa sede. Le prime due serate saranno dedicate a due artisti che hanno avuto le stesse esperienze di guerra di Augusto Murer e che, come lui, hanno ritrovato nella natura e nell'espressione artistica la forza di rinnovare la propria fiducia nell'uomo. Si tratta di Mario Rigoni Stern di cui alcuni brani tratti da "Il Sergente nella neve" verranno esposti durante la mostra e per il quale sarà organizzato un dibattito-incontro dove il pubblico potrà intervenire per approfondire e commentare con gli ospiti invitati l'argomento della serata: l'amicizia e il legame artistico-culturale tra Rigoni Stern e Murer. L'altro artista in questione è Olivier Messiaen di cui l'"Ex Novo Ensemble" eseguirà il "Quartetto per la fine del Tempo" scritto durante la prigionia in campo di concentramento. Le altre due serate saranno dedicate alla montagna. Il teatro stabile di innovazione "La Piccionaia" metterà in scena l'opera teatrale "Gli Alberi", tratto dai libri di Mauro Corona. Lo spettacolo guida all'ascolto delle voci del bosco che nell'era della globalizzazione continuano a parlare chiedendo di essere ascoltate. Infine, Giuliano Dal Mas, autore di numerose opere sulla montagna, presenterà il suo ultimo libro "Le Dolomiti Insolite". L'autore illustrerà questi luoghi magici con l'ausilio di materiale fotografico. La mostra chiuderà il 28 giugno. Per tutte le informazioni riguardanti la programmazione delle serate e gli orari di visita della mostra è possibile consultare il sito www.murer-oderzo.com.

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A BOLOGNA VA IN SCENA AUTOPROMOTEC (sezione: Globalizzazione)

( da "Crisalidepress.it" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

21 Maggio 2009 A BOLOGNA VA IN SCENA AUTOPROMOTEC Archiviato in: Auto » alessandra @ 12:00 Milano - Con i record di 1421 aziende provenienti da 47 Paesi e 150.000 metri quadrati di spazi espositivi, apre fino al 24 maggio Autopromotec 2009, la 23^ edizione della più specializzata rassegna mondiale delle attrezzature, dei prodotti e dei servizi per l'assistenza all'industria automotive che si terrà nel quartiere fieristico di Bologna. Forte di un crescente successo ad ogni sua edizione, Autopromotec si conferma come un vero e proprio evento mondiale non solo del settore automotive, ma dell'intero panorama fieristico. Sono 460, 33% sul totale, gli espositori esteri provenienti da 46 paesi, il più rappresentato dei quali è la Germania. A conferma del tenore internazionale dell'evento, si registra una sempre crescente presenza di visitatori esteri; saranno presenti ad Autopromotec 2009 90 delegati provenienti da 16 paesi: Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, Giappone, Grecia, India, Iran, Israele, Messico, Portogallo, Sud Africa, Svezia, Turchia, USA, Vietnam, nell'ambito dell'intesa siglata tra ICE, Ministero per lo Sviluppo Economico e AICA. Grazie all'intenso lavoro degli uffici coinvolti sono già stati predisposti ben 215 incontri b2b tra aziende espositrici italiane e delegati internazionali al fine di massimizzare le attività promozionali e commerciali. Con l'edizione 2009, Autopromotec accentua il proprio ruolo di piattaforma espositiva mondiale altamente qualificata, in grado di offrire all'interno di una costellazione di rassegne tecnologiche specializzate la vetrina completa delle più avanzate novità produttive al servizio dell' automotive. La rassegna comprende infatti l'eccellenza tecnologica di: attrezzature per autofficina e carrozzeria, pneumatici nuovi e ricostruiti, cerchi, car service, ricambi e componenti per autoveicoli, autolavaggi, utensileria e accessori, rettifica motori e nuove forme di motorizzazione. La capacità di anticipare le innovazioni tecnologiche del comparto aftermarket automotive sarà ulteriormente amplificata in questa edizione grazie a Futurmotive, mostra didattica ed espositiva sulle innovazioni e soluzioni tecnologiche per la mobilità sostenibile. Tra i numerosi eventi convegnistici, inoltre, particolare rilievo internazionale avrà EAAS09, il secondo simposio europeo dell'aftermarket automobilistico. Il convegno, con la partecipazione di esperti ed operatori internazionali del settore, farà il punto sull'attuale momento e sulle prospettive dell'autoriparazione sotto il profilo tecnologico, ma anche ecologico ed in relazione alle future normative europee. (CHI E' CHI)

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la chiesa irlandese nella bufera "abusi sessuali su migliaia di bimbi" - enrico franceschini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 14 - Esteri La Chiesa irlandese nella bufera "Abusi sessuali su migliaia di bimbi" Rapporto shock: per 40 anni violenze "endemiche" negli istituti religiosi Scoperti 2500 casi avvenuti tra il 1940 e il 1980. Il primate Brady: "Dispiaciuto profondamente" ENRICO FRANCESCHINI dal nostro corrispondente LONDRA - è una delle pagine più nere della storia d´Irlanda, e della storia della Chiesa cattolica: l´abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Una macchia vergognosa, di cui finora si conosceva l´esistenza attraverso documentari televisivi, film di denuncia come il pluripremiato "Magdalene" di qualche anno fa, inchieste dei giornali e indagini preliminari. Ma adesso la Child Abuse Commission, la commissione istituita dall´allora primo ministro irlandese Bertie Ahern, per fare luce su questo indegno scandalo, ha concluso i suoi lavoro dopo nove anni di inchieste e presentato un rapporto che fotografa con esattezza le dimensioni e i dettagli di quanto è avvenuto. Il risultato suscita orrore: un dossier con le testimonianze di 2500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni ?40 e gli anni ?80, negli istituti gestiti da preti e suore in Irlanda. Racconti atroci, di uomini e donne oggi adulti che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente. E´ la cronaca di una discesa agli inferi, tenuta nascosto per decenni, poi trapelata qui e là, ma solo ora svelata in tutta la sua mostruosa realtà. Che questo sia avvenuto nel paese più cattolico d´Europa, dove la Chiesa ha per lungo tempo sovrastato con la sua influenza ogni aspetto della società civile, è ancora più grave e raccapricciante, commenta la stampa irlandese. Il rapporto non è una lettura facile. «Credevo che mi avrebbero rivoltato le budella», dichiara un testimone. Altri parlano di «predatori sessuali che colpivano sistematicamente e abusavano sessualmente i bambini più vulnerabili». Le vittime erano spesso giovani "difficili", orfani, disabili, abbandonati, che speravano di ricevere dalla Chiesa il conforto che non avevano mai conosciuto e si ritrovavano invece inghiottiti in un feroce cuore di tenebra. La pedofilia e l´abuso sessuale nei confronti dei bambini erano un fatto «endemico», conclude il documento. Il fatto che questo orrore sia venuto pienamente alla luce, per iniziativa del governo, è un segno di quanto sia cambiata l´Irlanda negli ultimi vent´anni: oggi è colpita come tanti dalla crisi economica, ma è un paese irriconoscibile, trasformato dalla globalizzazione, moderno e aperto. La Chiesa cattolica irlandese piega la testa: il cardinale Sean Brady dice di essere «profondamente dispiaciuto» per gli abusi sessuali. «Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni», afferma in un comunicato l´arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda. Tra gli ordini religiosi investigati dalla commissione ci sono anche le Sisters of Our Lady of Charity Refuge, le suore che gestivano la Magdalene Laundry di Dublino, il soggetto dell´omonimo film del 2002. Ma le resistenze di associazioni religiose e del ministero dell´Istruzione hanno prolungato l´inchiesta, cosicché molti dei carnefici sono già morti; e in base a restrizioni legali la commissione non ha potuto nominarli, tranne nei rari casi in cui un prete o una suora abbia già subito una condanna giudiziaria.

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Infuenza messicana, 13enne muore in Arizona. Caso sospetto a Roma (sezione: Globalizzazione)

( da "RomagnaOggi.it" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

21 maggio 2009 - 14.39 (Ultima Modifica: 21 maggio 2009) WASHINGTON - Si continua a morire negli Stati Uniti a causa del nuovo virus A/H1N1. La vittima è un 13enne dell'Arizona. Si tratta del terzo decesso riconducibile alla nuova influenza che sta tenendo in allarme tutto il mondo. In Italia, intanto, c'è un caso sospetto a Roma. Si tratterebbe dell'undicesimo dopo la conferma, mercoledì, del decimo caso relativo a una donna di 21 anni, residente in Friuli, rientrata in Italia il 15 maggio scorso da un viaggio negli Stati Uniti. La Cina, invece, ha confermato un altro caso: si tratta di un 21enne ricoverato a Pechino, facendo salire a 7 il bilancio dei casi registrati nel paese. Altrettanti casi confermati di nuova influenza in Australia. Si tratta di un bambino sotto i cinque anni giunto a Sydney con la famiglia con un volo dagli Usa la settimana scorsa. E' sempre più allarme in Giappone: l'ultimo bilancio di infezioni da nuova influenza è salito a 281 casi.

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uno scrittore sul luogo del delitto "da allora pechino è in coma" - federico rampini pechino (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 41 - Esteri La prossima settimana esce anche in Italia il primo romanzo sul massacro cinese di vent´anni fa L´autore, Ma Jian: "Quell´eccidio ha lasciato un´eredità di paura. Ma nessuno fermerà la storia" Uno scrittore sul luogo del delitto "Da allora Pechino è in coma" "Nel mio libro ho voluto raccontare come il terrore può schiacciare un intero popolo" FEDERICO RAMPINI PECHINO dal nostro corrispondente «La prosperità senza i diritti umani crea una società solo superficialmente stabile. Il massacro di Piazza Tienanmen ha lasciato in Cina un´eredità di paura, di apatìa, di disimpegno dalla politica. Ma prima o poi il bisogno di democrazia tornerà con prepotenza. Nessuno riuscirà a fermare la storia per sempre». Non ha dubbi lo scrittore Ma Jian, autore "maledetto" le cui opere sono proibite da molti anni in Cina. Ma Jian vive a Londra, gli è consentito rientrare a Pechino e quindi non ha perso il contatto con la realtà del suo paese. Questa condizione di semi-esule, pendolare tra Occidente e Cina, ne fa un osservatore lucido e severo. Nessuno prima di lui aveva osato affrontare di petto la tragedia di Tienanmen. Ma Jian ne ha fatto il centro della sua nuova opera, Pechino è in coma, che sarà pubblicato la settimana prossima in Italia da Feltrinelli. Un capolavoro già esaltato negli Usa e in Inghilterra, il primo grande romanzo che ruota intorno agli eventi del 1989. Il protagonista, Dai Wei, è un giovane la cui esistenza è sconvolta dagli eventi politici del suo paese. Suo padre viene deportato in un campo di "rieducazione" durante la Rivoluzione culturale maoista, e il suo status di "deviazionista di destra" viene pagato da tutta la famiglia. Dai Wei è coinvolto nel movimento studentesco dell´89. Quando scatta la repressione militare, il 4 giugno una pallottola lo colpisce alla testa e finisce in coma. E´ dal suo letto di ospedale che parte il romanzo. Quel coma è una metafora: l´intero popolo cinese secondo Ma Jian vive in uno stato di semi-incoscienza. E mentre si avvicina il ventesimo anniversario del massacro, ci confida il suo bilancio sugli eventi di Tienanmen. Lei ha un ricordo vivo di quelle giornate. Come le ha vissute? «Nel 1989 mi ero già trasferito a Hong Kong, i miei racconti sul Tibet erano stati censurati in Cina. Ma appena vidi in tv le prime manifestazioni degli studenti a Pechino, tornai subito. Ho trascorso il mese di maggio in Piazza Tienanmen, aiutavo a scrivere gli slogan politici che dipingevamo sugli striscioni. Era la prima volta che partecipavo a un movimento di massa, animato da un fantastico entusiasmo e da un potente obiettivo comune. In quel caos razionale tutto ci sembrava possibile, anche un dialogo con i dirigenti comunisti. Ma il 3 e 4 giugno non ero lì: mio fratello ebbe un grave incidente, io andai ad assisterlo al suo capezzale mentre era in coma. Seguii la cronaca del massacro minuto per minuto alla radio Voice of America. Il paese era come in stato di trance. E da quel momento volli raccontare come il peso della paura può schiacciare un intero popolo». Il suo romanzo ricostruisce il movimento studentesco senza nascondere divisioni al suo interno. Quanto furono fatali? «Anche se il movimento fosse stato più unito avrebbe fatto la stessa fine. La sua era una battaglia gloriosa ma vana. A quell´epoca non ci rendevamo conto che non avevamo alcun diritto, solo il diritto di lasciarci schiacciare dal partito comunista. Ciononostante non rinnego nulla di quelle giornate. Malgrado le divisioni volevamo costruire una Cina migliore». Oggi il governo malgrado i suoi metodi autoritari gode di una base di consenso reale nel paese. Sembra aver fatto breccia il revisionismo ufficiale secondo cui nel 1989 gli studenti stavano per precipitare la Cina in un periodo di caos... «Conosco bene questo argomento e il suo corollario: il regime sostiene che il boom economico è figlio dell´ordine ristabilito nel giugno 1989. Non avremmo tanto benessere oggi, dicono i dirigenti, se allora avessimo lasciato la piazza in mano alle proteste. E´ falso. L´89 dimostrò la vitalità della società civile cinese: è lei ad avere costruito la ricchezza economica, non i dirigenti del partito». La terribile decisione di Deng Xiaoping di mandare i carriarmati in piazza ha lasciato un´eredità nella Cina di oggi? «La mancanza di libertà politiche e di diritti umani è pericolosa. Le tensioni sociali non si possono esprimere e risolvere pacificamente. Le diseguaglianze crescono, insieme alla corruzione. La repressione dell´89 impose la stabilità spargendo il sangue. Il governo che si basa sul controllo delle forze armate ha un deficit di legittimità morale. Il suo futuro è incerto». Quando è a Pechino, i vecchi amici cosa ricordano dell´89? «Non è solo il governo che vuole stendere un velo di oblìo. Quando sollevo quel tema tra amici la conservazione muore presto. E´ un tabù collettivo. Apparentemente molti cinesi sono diventati apatici, in realtà hanno paura. E il governo ha ancora più paura di loro: ogni anno il 4 giugno gli accessi a Piazza Tienanmen sono controllatissimi. è stata eretta una Grande Muraglia psicologica, per ora insormontabile». Quali differenze la colpiscono tra i ventenni di allora e di oggi? «Enormi. Le nuove generazioni sono cresciute in una specie di vuoto storico. Sanno poco del passato, e quel poco è deformato dalla propaganda. Pensano di essere la generazione più fortunata della storia, e che la Cina è in testa al mondo intero. C´è un nazionalismo cieco, un egoismo e un materialismo ossessivo. Ma non voglio suonare troppo pessimista. Ci sono giovani che si pongono domande, e abbiamo visto un altruismo sincero all´opera dopo il terremoto del Sichuan un anno fa». E´ possibile un nuovo 1989? «La storia della Cina è un continuo susseguirsi di ribellioni, disordini. La stabilità che si vede oggi è superficiale. Ogni anno ci sono decine di migliaia di proteste violente nel paese. Più la società progredisce più i cittadini vorranno diritti. L´evoluzione verso la democrazia non potrà essere bloccata in eterno». Sarà pubblicato anche qui il suo romanzo sull´89, "Pechino è in coma"? «Impossibile. Ogni informazione su di me viene censurata, perfino le recensioni e le interviste. Sono tornato di recente a Pechino, nel Sichuan, nel Guangdong: ovunque ero pedinato. E dopo la mia partenza la polizia ha interrogato tutti quelli che mi hanno incontrato».

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Mourinho conteso, assalto del Real Madrid (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Molti i movimenti in casa Inter: arrivano Milito e MOtta, Figo andrà in Cina Pressing del Real su Mourinho Il club madrileno vorrebbe in panchina il tecnico neroazzurro. Ma Moratti: «Non tradirà la parola data» MILANO - L'allenatore dell'Inter campione d'Italia, Josè Mourinho, potrebbe essere uno dei papabili per la panchina del Real Madrid. E' stata l'emittente spagnola Antena3 ad inserire il tecnico portoghese tra gli obiettivi di Florentino Perez, che con ogni probabilitá diventerá presidente del club castigliano tra poche settimane. Perez, come riferiscono i media spagnoli, avrebbe voluto affidare la guida della squadra al francese Arsene Wenger, che però non ha intenzione di lasciare l'Arsenal. L'attenzione, quindi, si è spostata sullo «Special One» che ha appena conquistato lo scudetto con i nerazzurri. Secondo quanto scrive Gazzetta.it, sarebbe stato lo stesso tecnico portoghese, che ha un contratto sino al 2011, a informare la dirigenza interista. Il quotidiano rosa riporta anche un virgolettato del presidente Moratti: «In passato ha già dato prova di serietà e di non tradire la sua parola». ARRIVI E PARTENZE - Ma in queste ore sono molte le voci di arrivi e partenze in casa neroazzurra. Il presidente del Genoa Enrico Preziosi e il patron dell'Inter Massimo Moratti si sono incontrati per definire l'acquisto da parte dei milanesi di Diego Milito e Thiago Motta. È stato il presidente del Genoa ha rivelare stasera di avere visto Moratti e di avere parlato del trasferimento dei due fuoriclasse rossoblù alla squadra di Mourinho. «Abbiamo parlato dei due trasferimenti - ha detto Preziosi intervenuto a una trasmissione dell'emittente genovese Telenord - e abbiamo gettato le basi per una intesa. Dobbiamo però vederci ancora per definire ogni aspetto di questo passaggio». Preziosi non è entrato nei particolari della trattativa ma non ha smentito le notizie uscite fino a oggi. La contropartita tecnica principale è Robert Acquafresca, del quale il Genoa vuole l'intero cartellino. Preziosi ha anche fatto capire di avere praticamente bloccato il centravanti dell'Atalanta Floccari per una cifra intorno agli undici milioni. E FIGO VA IN CINA - Tra gli altri movimenti, si parla delle fuoriuscite di Jimenez, Crespo, Vieira e Figo (che potrebbe emigrare in estremo oriente, nella massima serie cinese, secondo quanto rivela un quotidiano di Pechino, anche se lo stesso portoghese si è detto pronto a valutare offerte anche da Usa e Giappone). Anche Materazzi - spiegano le agenzie di stampa - potrebbe decidere di andare in un'altra squadra per giocarsi l'ultima chance per il mondiale, mentre uno tra Rivas e Burdisso potrebbe essere ceduto per far cassa. L'agente del difensore argentino però ha escluso che lascerà l'Inter: «Non credo che se ne andrà, vuole vincere con Mourinho». stampa |

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la mia fede nel meticciato - roma (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 47 - Cultura Il premio Carlo Magno ad Andrea Riccardi, leader di Sant´Egidio LA MIA FEDE NEL METICCIATO Il dialogo non è un lusso, ma una necessità, l´arte di negoziare senza stancarsi ROMA «Dialogare non è buonismo, non è nemmeno dibattere in grandi alberghi. E´ una necessità geopolitica, è l´arte di negoziare e di non stancarsi, la consapevolezza che viviamo in un mondo in cui il meticciato e il confrontarsi sono vitali». Andrea Riccardi, leader di Sant´Egidio, spiega così quello che è diventato il suo mestiere di vita. Oggi lo storico cattolico riceve ad Aquisgrana come quinto italiano (dopo de Gasperi e Ciampi, tra gli altri) il premio Carlo Magno per il suo «straordinario impegno civile in favore di un´Europa più umana e solidale all´interno e all´esterno delle sue frontiere». Il riconoscimento va anche alla Comunità di S. Egidio per ciò che in più di vent´anni ha compiuto a favore della pace e del dialogo interreligioso. Dal primo incontro interreligioso lanciato ad Assisi da Giovanni Paolo II cosa avete imparato in questi due decenni? «La giustezza dell´intuizione di papa Wojtyla secondo cui la pace è un cantiere aperto a tutti, anche ai "non specialisti". Giovanni Paolo II ha capito che le religioni dovevano agire come fattore di pace. Benedetto XVI porta il suo contributo, sottolineando l´importanza della ragione e del discorso culturale nel confronto tra le religioni». Come definire il dialogo sul piano geopolitico? «Una necessità. E´ l´arte di vivere insieme in un mondo in cui ormai non esistono più società omogenee. E´ una questione che investe la vita quotidiana di milioni di uomini e donne». In concreto? «Bisogna lavorare perché non vi siano identità contrapposte, tipo Libano. Al contrario, partendo dalla consapevolezza della propria identità sarà sempre più importante scoprirsi meticci e sapersi incontrare con l´Altro. Germaine Tillon, un´antropologa francese sopravvissuta al lager di Ravensbrueck e poi testimone della guerra d´Algeria, usava questa espressione: tutti parenti, tutti differenti. Soprattutto non vanno trasferite sull´Altro le paure che nascono dalla crisi economica e dallo spaesamento prodotto dalla globalizzazione». Lei va in un crocevia europeo come Aquisgrana e da noi il governo scatena la polemica provinciale del rifiuto della multietnicità. «Io ritengo essenziale l´identità nazionale. Mi chiedo però se da noi questa identità non si stia sfarinando in un´Italia sempre più spaccata tra Nord e Sud. Fra due anni sarà il 150esimo anniversario dell´Unità: quali parole avremo per definirla? Certo, è un paradosso che negli anni passati uno dei difensori più impegnati della coesione nazionale sia stato il pontefice polacco Wojtyla... "Chi difende l´unità d´Italia?", esclamò negli anni Novanta e lanciò l´iniziativa della Preghiera per l´Italia».

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Cede il 4,5% l'export di calzature italiane nel I bimestre 2009 (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cede il 4,5% l’export di calzature italiane nel I bimestre 2009 (21/5/2009 11:50) | (Sesto Potere) - Roma - 21 maggio 2009 - Un andamento a doppia velocità per l’export di calzature italiane. Con una sostanziale tenuta in area Ue, nonostante la crisi, e un brusco dietrofront fuori dal perimetro comunitario, dove pesano soprattutto le performance negative in Usa e Russia. Sviluppi che, nel primo bimestre 2009, hanno determinato, secondo un’analisi di www.trendcalzaturiero.it basata sui dati Istat, una flessione complessiva dell’export di scarpe made in Italy del 4,5% in valore. Per un giro d’affari oltre frontiera che, in termini assoluti, è scivolato a 1,31 miliardi di euro, da 1,37 miliardi dello stesso periodo del 2008. Alla dinamica tendenziale negativa, largamente attesa in questa fase recessiva mondiale, ha fatto da contraltare una ripresa dell’export su base mensile, con il dato di febbraio (715,2 milioni di euro) in netta ascesa (+20%) rispetto al risultato di gennaio. Tornando al cumulato del bimestre, tra i prime market emerge, anno su anno, una crescita del 5% delle esportazioni in Francia (circa 190 milioni di euro), controbilanciata, parzialmente, da un meno 2,8% in Germania (182 milioni). In Usa, terzo sbocco commerciale, il fatturato (poco più di 100 milioni di euro) ha subito, in questi primi due mesi, una contrazione decisamente più robusta, riducendosi del 24,4% secondo l’Istat. E’ aumentato, di contro, seppure di un frazionale 0,8%, l’export in Svizzera, mentre in Russia, dove la crisi sta avendo gravi ripercussioni anche sul fronte valutario, il giro d’affari si è alleggerito in un anno di quasi il 15%. Quanto alle importazioni, lo stesso confronto annuale segnala, in questo primo bimestre, una crescita della spesa legata allo shopping all’estero di calzature del 15,3%, che ha portato l’esborso complessivo a ridosso dei 758 milioni di euro. A guadagnare ancora terreno sul mercato italiano sono stati tutti i principali competitor, ad eccezione della Romania (-6%). L’import dalla Cina, in particolare, ancorata in posizione di testa nel ranking dei fornitori, è cresciuto in questi primi due mesi del 7% circa. Avanti adagio le importazioni dal Vietnam (+2,2%), mentre avanzano a passo nettamente più sostenuto Tunisia, India e Indonesia. La bilancia commerciale del settore - conclude l’analisi di Trend Calzaturiero - ha chiuso il primo bimestre 2009 con un saldo positivo di 552,4 milioni di euro. Un risultato che suggella il forte peggioramento dei conti con l’estero rispetto all’anno scorso (era a 714,4 milioni l’attivo del gennaio-febbraio 2008), con il surplus valutario decurtato del 22,7%.

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La Chiesa irlandese nella bufera "Abusi sessuali su migliaia di bimbi" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 21-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

LONDRA - È una delle pagine più nere della storia d'Irlanda, e della storia della Chiesa cattolica: l'abuso sessuale sistematico e ampiamente diffuso ai danni di bambini e adolescenti di entrambi i sessi, in scuole, orfanotrofi, riformatori e altri istituti gestiti da ordini religiosi cattolici irlandesi. Una macchia vergognosa, di cui finora si conosceva l'esistenza attraverso documentari televisivi, film di denuncia come il pluripremiato "Magdalene" di qualche anno fa, inchieste dei giornali e indagini preliminari. Ma adesso la Child Abuse Commission, la commissione istituita dall'allora primo ministro irlandese Bertie Ahern, per fare luce su questo indegno scandalo, ha concluso i suoi lavoro dopo nove anni di inchieste e presentato un rapporto che fotografa con esattezza le dimensioni e i dettagli di quanto è avvenuto. Il risultato suscita orrore: un dossier con le testimonianze di 2500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni '40 e gli anni '80, negli istituti gestiti da preti e suore in Irlanda. Racconti atroci, di uomini e donne oggi adulti che ricordano di essere stati picchiati in ogni parte del corpo con le mani e con ogni tipo di oggetti, seviziati, stuprati, talvolta da più persone contemporaneamente. E' la cronaca di una discesa agli inferi, tenuta nascosto per decenni, poi trapelata qui e là, ma solo ora svelata in tutta la sua mostruosa realtà. Che questo sia avvenuto nel paese più cattolico d'Europa, dove la Chiesa ha per lungo tempo sovrastato con la sua influenza ogni aspetto della società civile, è ancora più grave e raccapricciante, commenta la stampa irlandese. Il rapporto non è una lettura facile. "Credevo che mi avrebbero rivoltato le budella", dichiara un testimone. Altri parlano di "predatori sessuali che colpivano sistematicamente e abusavano sessualmente i bambini più vulnerabili". Le vittime erano spesso giovani "difficili", orfani, disabili, abbandonati, che speravano di ricevere dalla Chiesa il conforto che non avevano mai conosciuto e si ritrovavano invece inghiottiti in un feroce cuore di tenebra. La pedofilia e l'abuso sessuale nei confronti dei bambini erano un fatto "endemico", conclude il documento. OAS_RICH('Middle'); Il fatto che questo orrore sia venuto pienamente alla luce, per iniziativa del governo, è un segno di quanto sia cambiata l'Irlanda negli ultimi vent'anni: oggi è colpita come tanti dalla crisi economica, ma è un paese irriconoscibile, trasformato dalla globalizzazione, moderno e aperto. La Chiesa cattolica irlandese piega la testa: il cardinale Sean Brady dice di essere "profondamente dispiaciuto" per gli abusi sessuali. "Mi vergogno che dei bambini abbiano sofferto in un modo così orribile in queste istituzioni", afferma in un comunicato l'arcivescovo di Armagh e Primate di tutta Irlanda. Tra gli ordini religiosi investigati dalla commissione ci sono anche le Sisters of Our Lady of Charity Refuge, le suore che gestivano la Magdalene Laundry di Dublino, il soggetto dell'omonimo film del 2002. Ma le resistenze di associazioni religiose e del ministero dell'Istruzione hanno prolungato l'inchiesta, cosicché molti dei carnefici sono già morti; e in base a restrizioni legali la commissione non ha potuto nominarli, tranne nei rari casi in cui un prete o una suora abbia già subito una condanna giudiziaria. (21 maggio 2009

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Clima, la Cina ai paesi più ricchi: (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ecologia.it, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Clima, la Cina ai paesi più ricchi: «Riducete le emissioni del 40%» La Cina chiede ai Paesi industrializzati di ridurre del 40% le emissioni di gas serra entro il 2020. E questa sarà la sua posizione alla conferenza sul clima che si terrà a Copenaghen alla fine dell'anno La Cei: «La crisi non blocchi l'impegno per il clima» La Cina chiede ai Paesi industrializzati di ridurre del 40% le emissioni di gas inquinanti entro il 2020, e questa sarà la sua posizione alla conferenza sul clima che si terrà a Copenaghen alla fine dell'anno. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli esteri Ma Zhaoxu in una conferenza stampa a Pechino. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il portavoce ha fatto più volte riferimento al documento pubblicato dalla Commissione per lo Sviluppo e le Riforme (Ndrc), una sorta di superministero dell'Economia, sul suo sito web. La Ndrc afferma che il vertice di Copenaghen - le cui conclusioni dovranno portare a un accordo post-Kyoto - dovrà servire a "fissare obiettivi quantificati per ridurre drasticamente le emissioni". Il rapporto della Commissione fa seguito ad un documento inviato il mese scorso da Pechino alle Nazioni Unite il mese scorso. La Commissione sottolinea che sarà necessario "assicurarsi che i Paesi sviluppati che non hanno firmato il protocollo di Kyoto si assumano i necessari impegni per la riduzione delle emissioni", in un chiaro riferimento agli Usa. Si ritiene che attualmente la Cina sia il Paese che immette nell'atmosfera la maggior quantità di CO2, il gas prodotto dai combustili fossili come il carbone, che ancora fornisce alla Cina circa l'80% dell'energia che consuma. 22 maggio 2009 - TAG: Clima | Cina | Emissioni |

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VENERDI' 22 Ictus oggi CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/90, ORE 9-1... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

VENERDI' 22 Ictus oggi CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/90, ORE 9-18 Convegno "Festeggiamo i 60 anni della Reumatologia dell'Aou San Giovanni Battista - Molinette di Torino. Traguardi e progetti", organizzato dal dottor Enrico Fusaro. Farmacista di reparto CENTRO CONGRESSI DEL LINGOTTO, VIA NIZZA 280, ORE 9-18 Convegno nazionale "Il farmacista di reparto tra aspettative e competenze, modelli e risultati", organizzato dalla Farmacia ospedaliera dell'ospedale Molinette di Torino. I forti INGEGNERIA DELL'AUTOVEICOLO, LINGOTTO, VIA NIZZA 230, ORE 9 Seminario internazionale "La virtù dei Forti", incentrato sulle metodologie e le strategie da adottare per la valorizzazione dei forti militari storici. Escatologia CENTRO STUDI LUIGI PAREYSON, VIA PO 18, ORE 9,30 Convegno "Le cose ultime. Momenti e forme dell'escatologia": il tema dell'escatologia verrà affrontato così come emerge dalle esperienze religiose che sono alla base della nostra cultura, l'ebraismo biblico e quello ellenistico, il cristianesimo nascente e la cultura religiosa tardo-antica. Interverranno esperti come Paolo De Benedetti, Paolo Sacchi, Claudio Gianotto e Aldo Magris. Info 011/6702747 o www.pareyson.unito.it. Mediazione PIAZZA CARLINA, ORE 14,30-17,30 La Camera di commercio di Torino propone il "Tram della mediazione": una vettura del 1932, che attraverserà il centro storico e su cui gli interessati potranno salire gratuitamente per ricevere informazioni sui servizi di mediazione. Il tram e partirà ogni ora e mezza. Info conciliazione.consumatori@to.camcom.it o 011/5716963. Africa contemporanea CENTRO PIEMONTESE DI STUDI AFRICANI, VIA VANCHIGLIA 4/E, ORE 15,30 Luca Jourdan interviene su "Congo, la prima guerra mondiale africana", introduce Fabio Armao. Info 011/4365006 o www.csapiemonte.it. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA CASTELLO 215, ORE 15,30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di un grande teatro d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info 011/8815557. Bambole UNITRE, CORSO FRANCIA 27, ORE 16 Inaugurazione della mostra di bambole eseguita dalle allieve del corso "Impariamo a costruire una bambola". La mostra resterà aperta sino al 27 maggio, con orario: 9,30-12 e 15-18. Info 011/4342450 o http://torino.unitre.net. Conoscere la natura LICEO SALESIANO VALSALICE, VIALE THOVEZ 37, ORE 17,30 Conferenza "La biodiversità del mare: una risorsa in pericolo?", interviene Camillo Vellano, docente dell'Università di Torino, associato onorario degli Amici del Museo. Ingresso libero. Info 011/6300611 o 331/660557. Mont Blanc ARCHIVIO DI STATO, PIAZZETTA MOLLINO, ORE 17,30 Lettura su "L'invention du Mont Blanc dans le Royaume de Sardaigne a la veille de la Revolution Francaise", introduzione di Pietro Crivellaro. Organizza il Centre Culturel Français de Turin. Felicità BIBLIOTECA CIVICA DIETRICH BONHOEFFER, CORSO CORSICA 55, ORE 17,30 A conclusione del percorso su filosofia greca e felicità un ciclo di incontri a carattere etico e concreto: scegliere e costruire la felicità. Info 011/4435990. Gatto di strada CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Presentazione del libro "Il compito di un gatto di strada", di e con Margherita Oggero, intervengono Mia Peluso e Giovanni Tesio. Appuntamenti Mip ASSOCIAZIONE ELEUSI, CORSO CADORE 1, ORE 18,30 Incontro "La potenza della musicoterapia nella crescita personale". Info 335/8259364. Diritti umani CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18,30 Incontro con il noto teologo spagnolo José Maria Castillo, in occasione della pubblicazione del libro "La Chiesa e i diritti umani", introduce Franco Barbero. Centro della testa BARLUME, VIA REGGIO 4/M, ORE 18,30 Inaugurazione di "Viaggio al centro della testa. Storia di un giovane torinese". Info 011/2876652. Fantasmi a Torino PALAZZO BAROLO, VIA DELLE ORFANE 7, ORE 19,50 Un itinerario alla scoperta di noti fantasmi. Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com. Notte all'Egizio MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE 20,10 Un egittologo esperto nella didattica museale per l'infanzia accompagna, dopo il tramonto, bambini e genitori in un affascinante viaggio nel tempo alla scoperta dei segreti più nascosti delle mummie conservate al Museo. Partenze scaglionate alle 20,10; 20,30; 20,50; 21,10; 21,30 e 21,50. Costo 5 euro. Prenotazione obbligatoria. Info 011/4406903 o info@museitorino.it. Karma CIRCOSCRIZIONE SANTA RITA, CORSO ORBASSANO 192/A, ORE 20,30 Conferenza pubblica "La legge del Karma", per conosce le Legge che governa i destini dell'Umanità. Info 348/4127082. Adolescenza CENTRO DI PSICOLOGIA E DI PSICOTERAPIA, CORSO MEDITERRANEO 70, ORE 20,30 Serata di formazione gratuita per docenti e genitori sul tema dell'adolescenza e in particolare sulle implicazioni psicologiche della valutazione di genitori e insegnanti. Iscrizione on line all'indirizzo http://www.psicologiatorino.it/index.php?option=com_content&task=view&id=47&Itemid=28. Info 338/8222716. Arte e psicologia GAM, CORSO GALILEO FERRARIS 30, ORE 20,45 Conferenza "Mi sono innamorato di una statua. Il perturbante nell'arte", interviene Graziella Magherini, presiede Claudio Grasso, intervengono Michele Avigliano, Paolo Berruti e Anna Piantanida. Ingresso gratuito. Obama UNIONE CULTURALE FRANCO ANTONICELLI, VIA BATTISTI 4/B, ORE 21 "Gli Usa di Obama: una vera svolta?", la discussione prende spunto dal recente volume di Stefano Rizzo, "La svolta americana. Cronache dalla fine del bushismo". Intervengono Stefano Rizzo, Giovanni Borgognone, Francesco Tuccari Presenta Manfredo Montagnana. Info 011/5621776 o www.unioneculturale.org. Medicina tibetana ASSOCIAZIONE NUOVEVIE, VIA VESPUCCI 6/G, ORE 21 "Medicina tibetana" il dottor Dawa Tzering farà una presentazione di cosa è la medicina tibetana e come può aiutarci. Nel corso della serata presenterà anche i corsi che terrà il prossimo anno presso l'associazione Nuovevie. Info nuovevie@associazionenuovevie.org o 011/5684191. Festival di batteria CENTRO CULTURALE PRINCIPESSA ISABELLA, VIA VEROLENGO 212, ORE 21 Per il quinto anno consecutivo appuntamento col Festival della Scuola di Alessia Mattalia, la più nota batterista donna d'Europa. Quest'anno, oltre alle consuete esibizioni dal vivo degli allievi e dell'ensemble percussionistico della scuola, un ospite d'eccezione: Alfredo Ponissi. Info e prenotazioni 011/4435507. Oltre Stura MUSEO DEI LAVANDAI, STRADA BERTOLLA 113, ORE 21 Conferenza dal titolo "L'Oltre Stura - Abbadia , Villaretto, Falchera , Bertolla - negli anni del percorso di unificazione dell' Italia", a cura dell'associazione Officina della Memoria. Ingresso gratuito. Info www.comune.torino.it/circ6. Gigi Meroni CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 21 L'Associazione culturale Pubblico-08 presenta "Le voci del tempo", con Mao, Marco Peroni e Mario Congiu "So much younger than today. Un viaggio nell'Italia di Gigi Meroni". Guerra in casa SEDE FAI, CORSO PALERMO 46, ORE 21 Assemblea "La guerra in casa. Dall'Afganistan a Torino. L'occupazione e il controllo militare del territorio". Info 338/6594361. Speleologia CAI-UGET, GALLERIA SUBALPINA, ORE 21 Serata di presentazione dello stage di speleologia "Esplorare il buio", che avrà luogo dal 30 maggio al 2 giugno. SABATO 23 Ictus oggi CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/90, ORE 9-18 Convegno "Festeggiamo i 60 anni della Reumatologia dell'Aou San Giovanni Battista - Molinette di Torino. Traguardi e progetti", organizzato dal dottor Enrico Fusaro. Diogene CORSO REGINA MARGHERITA ANGOLO VIA XX SETTEMBRE, ORE 10 "Antiche pietre, recente laterizio. L'area del Duomo e delle Porte Palatine "vestita di nuovo". Restauri e discutibili innesti nel tessuto della città più antica. Les Halles torinesi nel segno di Fuksas. La Dora che è e che fu", accompagna l'architetto Clara Palmas. Adesione libera e gratuita. Info www.italianostra.to.it. Mediazione PIAZZA CARLINA, ORE 10-17,30 La Camera di commercio di Torino propone il "Tram della mediazione": una vettura del 1932, che attraverserà il centro storico e su cui gli interessati potranno salire gratuitamente per ricevere informazioni sui servizi di mediazione. Il tram e partirà ogni ora e mezza. Info conciliazione.consumatori@to.camcom.it o 011/5716963. Counseling ASSOCIAZIONE OM SHANTI, CORSO DANTE 43, ORE 10-18 Consulenza individuale gratuita dedicata a tutte le persone che stanno vivendo una crisi per problemi relazionali legati al lavoro, alla vita di coppia e familiare ed in generale a tutte quelle problematiche relazionali che non si riescono a superare. Prenotazione necessaria. Info 011/6505542 o info@om-shanti.it. Il notaio BIBLIOTECA CIVICA PRIMO LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 10-13 Servizio di consulenza gratuita al cittadino a cura del Consiglio Notarile di Torino, dei distretti riuniti di Torino e Pinerolo, in collaborazione con Assessorato al Bilancio e Assessorato alla Cultura della Città di Torino. Info 011/4431262. Scopriteatro TEATRO CARIGNANO, PIAZZA CARIGNANO, ORE 10, 11, 12, 15, 16 E 17 Per conoscere il nuovo volto del Teatro Carignano, tornato all'antico splendore dopo un restauro imponente e completato a tempo di record, la Fondazione del Teatro Stabile di Torino propone un ciclo di visite guidate, aperte a tutti coloro che sono interessati a scoprire o riscoprire la sala cittadina. Ingresso 3 euro. Info e prenotazioni 011/5176246 o www.teatrostabiletorino.it. Incontri ScienzAttiva COMPLESSO IL FORTINO, STRADA DEL FORTINO 20, ORE 10-18 Incontro "Le quattro chiavi del piacere", giornata introduttiva di avvicinamento alle tecniche, ai metodi e ai contenuti dei corsi successivi. Info 347/3878228 o info@psicologiadelpiacere.it. Manifattura tabacchi EUT 6, VIA SAN GAETANO DA THIENE 6, ORE 10-12 Visita guidata "Manifattura tabacchi e Borgo Regio Parco", a cura dell'associazione Officina della Memoria. Evento gratuito, con prenotazione obbligatoria. Info 011/2424323 o www.comune.torino.it/circ6. A casa di Kha MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE 10,30 Percorso pensato per i più piccoli, che in compagnia dei genitori verranno accompagnati da esperti egittologi alla scoperta della vita quotidiana ai tempi dei faraoni. Costo 3,50 euro, è consigliata la prenotazione. Info 011/4406903 o info@museitorino.it. Costruire giocando BORGO MEDIEVALE, PARCO DEL VALENTINO, ORE 10,30 E 15,30 "Costruire giocando. Mani e materia: portami con te", sarà proposta la realizzazione, con varie stoffe e materiali, di una borsa da pellegrino, uno dei simboli tipici del viandante che percorreva le strade medievali (bambini da 6 a 12 anni). Info 011/4431710. Visite guidate MAO, VIA SAN DOMENICO 9-11, ORE 11,30 E 16,30 Servizio di visite guidate, costo 3 euro. Al mattino visita alla galleria Himalaya, al pomeriggio alla galleria Asia Meridionale. È consigliata la prenotazione. Info 011/4436928. Area gioco LARGO MONTE TABOR, ORE 12 Inaugurazione dell'area gioco: aperitivo e intervento del gruppo storico "La lavandera ed ij Lavandé d'Bertula". La talpa Caterina PIACCA CARDUCCI, ORE 14,30-19 Il cantiere della stazione della metropolitana Carducci sarà aperto al pubblico. Un'occasione in cui tutti potranno valutare lo stato di avanzamento dei lavori e vedere la talpa Caterina appena giunta in stazione. La visita alla stazione Carducci verrà allietata da musica e degustazioni. L'evento è realizzato da Gtt grazie alla collaborazione della Città di Torino, delle Circoscrizioni 8 e 9 e delle Associazioni Commercianti di via Nizza. Letture archeologiche CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 15 Vallon. Una villa romana nel territorio della capitale degli Helveti, con Clara Agustoni, modera Sandro Caranzano, interviene Chiara Defilippis. Fisarmoniche FOLK BAR, STRADA CUORGNÈ 74, ORE 15 Esposizione di fisarmoniche "Teknofisa Vercelli" ed esibizioni musicali live. Info 011/2621698. Medico e cittadini POLIAMBULATORIO GRUPPO LARC, CORSO VENEZIA 10, ORE 15,30 Conferenza del ciclo incontri del medico con i cittadini: "Prevenzione senologica per la donna: quando è opportuno preoccuparsene?", interviene Renato Bocchini. Ingresso libero. Info 011/2486216 o www.larc.it. Intorno alla mostra PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 15,30-18,30 "Arte bimbo", atelier concepito con l'intento di far vivere il Museo come uno spazio divertente ed emozionante dove è possibile scoprire i grandi capolavori dell'arte attraverso il gioco. La merendina è gentilmente offerta dalla Centrale del Latte di Torino. Info e prenotazioni 011/5711820. Incontriamoci BIBLIOTECA CIVICA PRIMO LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 16 Appuntamenti periodici proposti dal Tavolo ex Ceat: la Festa dei vicini, con proposte per grandi e piccini. Info 011/4431262. Pomeriggio multietnico SCUOLA SECONDARIA UMBERTO SABA, VIA LORENZINI 4, ORE 16 Happening multietnico organizzato dalla scuola, in collaborazione con la Circoscrizione 5 e la Provincia di Torino: durante l'incontro, animato da giovani e adulti di oltre 16 nazionalità con spettacoli di video-poesia, musica e danze, si potrà visitare una mostra di costumi tradizionali e assaggiare cibi delle tradizioni culinarie delle diverse nazionalità. Info 011/4435547. Depressione OFFICINA DELLA MENTE, CORSO MONCALIERI 389, ORE 16 Conferenza gratuita "L'altra depressione, dalla patologia alla dipendenza", approcci e cure per una patologia sempre più presente nelle nostre vite. Info e prenotazione obbligatoria 347/2666402 o info@officinadellamente.net. Incontri Lut CENTRO STUDI TEOSOFICI, VIA ISONZO 33, ORE 17 "Plotino e la metafisica della luce", conferenza a cura di Leonardo Sola. Teosofia SOCIETÀ TEOSOFICA ITALIANA, VIA PINELLI 78/A, ORE 17 Riunione con tema "I Miti: la discesa agl'Inferi", a cura di Enzo Pisciuneri. Svizzera CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 CarLa Agustoni parlerà di "Vallon (Svizzera): una villa romana nel territorio degli antichi Elvezi", per il ciclo delle conferenze mensili dell'Associazione Amici del Museo di Antichità di Torino. Info 338/4621470. Intorno alla mostra PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 18,30 Visite fisse per singoli. La visita non richiede prenotazione, massimo 25 persone. Info 011/5711820. Torino d'autore CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 19,15 Un percorso nella Torino Letteraria che termina a Palazzo Graneri della Roccia con letture, musiche a cura del Teatro della Caduta. Info e prenotazioni 011/535181 o resguide@turismotorino.org. Fantasmi a Torino PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 19,15 Un itinerario alla scoperta di noti fantasmi. Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com. Monginevro Mon Amour VIA MONGINEVRO TRA CORSO TRAPANI E PIAZZA SABOTINO, ORE 19,30-24 Sotto un'ampia tensostruttura coperta, fruibile anche in caso di pioggia, Festa da Bal con Sina dansoira, nell'ambito di "Saperi e Sapori del Territorio", con musica, cena e danze. Info e prenotazioni info@ilrunch.biz o 333/1712682. DOMENICA 24 Festa dello Sport PARCO ITALIA 61, ZONA PALAVELA, ORE 8,30-18 La Circoscrizione 9 invita tutti i cittadini a partecipare alla "Festa dello Sport 2009", organizzata dall'Associazione Kappadue con la collaborazione delle associazioni e realtà sportive del territorio. Gare podistiche all'interno del parco di 4 e 10 Km, dimostrazione di scuola calcio, torneo dimostrativo di tennis, dimostrazione attività di basket e volley, un torneo dilettantistico di bocce, esibizioni di capoeira, tai chi chuan, combattimento celtico, roller, lotta greco romana e libera, tiro con l'arco e danza sportiva. Info 011/4435938. DrovettiPedalaTorino SCUOLA DROVETTI, VIA BARDONECCHIA 34, ORE 8,30 Pensando ai gravi danni subiti dal comparto scolastico abruzzese, insegnanti ed alunni della Scuola Media Drovetti hanno pensato di organizzare una pedalata per le vie della città, al seguito della gara podistica "CorriTorino". Quota minima di partecipazione 2 euro per i ragazzi e di 10 euro per gli adulti. Info 011/7496274. Intorno alla mostra PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 9,30-19,30 Gli Ateliers del Faraone: mostra didattica, frutto della creatività dei piccoli artisti delle scuole che hanno partecipato agli ateliers della Sezione Didattica della Fondazione. Info 011/5711820. Incontri ScienzAttiva COMPLESSO IL FORTINO, STRADA DEL FORTINO 20, ORE 10-18 Incontro "Gli ostacoli al piacere: blocchi corporei e limite di vitalità", si individuano le modalità che corporeamente impediscono fluidità, benessere e piacere e si praticano esercizi che mirano a sciogliere tensioni croniche e ad aumentare il livello di vitalità. Info 347/3878228 o info@psicologiadelpiacere.it. Meditazione universale CENTRO DELL'UOMO - ONLUS, VIA SERVAIS 92 INT. 149, ORE 10,30 Il contatto con la Luce e l'Armonia Celestiali: la più elevata forma di meditazione, alla base delle maggiori filosofie e religioni mondiali, un'esperienza pratica alla portata di tutti. Info 335/6876189. Porte aperte Smat IMPIANTO POTABILIZZAZIONE, CORSO UNITA' D'ITALIA 235/3, ORE 14-18,30 Possibilità di visitare l'impianto di potabilizzazione del fiume Po. I visitatori nel percorso guidato saranno condotti anche all'interno del nuovo Centro Ricerche presso il quale sono stati realizzati progetti quali l'"acqua spaziale" e i "sommelier dell'acqua" e vengono elaborati sistemi e tecnologie di trattamento per la potabilizzazione e la depurazione delle acque e per il monitoraggio qualitativo delle risorse idriche. Info 011/4645033. Appuntamenti mip ASSOCIAZIONE ELEUSI, CORSO CADORE 1, ORE 15 Incontro "Psicologia ed emozioni: promuoviamo il benessere". Info 349/7130735. Giochiamo con Bes MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE 15 Laboratorio "Giochiamo con Bes", dedicato alle famiglie: itinerario tematico seguito da un'attività di laboratorio, ciascuno della durata di un'ora. Costo 6 euro + biglietto del Museo. Durante il laboratorio verrà fornito un foglio di rame a testa, con il quale verrà creato un amuleto con la tecnica dello sbalzo. I manufatti realizzati saranno lasciati in dono ai partecipanti. Prenotazioni allo 011/4406903 o a info@museitorino.it. Premio Sergio Nicola ECOMUSEO URBANO 6° CIRCOSCRIZIONE, VIA SAN GAETANO DA THIENE 6, ORE 15,30 Consegna del "Premio Sergio Nicola", con uno spettacolo di intrattenimento per tutti gli intervenuti. Le opere partecipanti alla premiazione rimarranno esposte presso l'Ecomuseo fino al 4 giugno. Info 334/2034206, dalma.ferrino@alice.it o www.premiosergionicola.it. Famiglie PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 15,30 "Aria di festa": feste di compleanno, feste di carnevale, matrimoni, come venivano organizzate quando a Torino si viaggiava in carrozza?. Info 011/4429911. Giardino di lettura MAUSOLEO DELLA BELA ROSIN, STRADA CASTELLO DI MIRAFIORI 148/7, ORE 16 Attività per bambini dai 6 ai 10 anni. Info 011/4429847. Sipario 0-12 CENTRO CULTURALE PRINCIPESSA ISABELLA, VIA VEROLENGO 212, ORE 16 Animazione teatral-musicale liberamente ispirata a "Contro tutte le bandiere!" di Sebastiano Ruiz Mignone, per bambini e famiglie. Info e prenotazioni 011/4435507. Arte orientale MAO, VIA SAN DOMENICO 9-11, ORE 16 Servizio di visite guidate, costo 3 euro: visita a tutte le collezioni. È consigliata la prenotazione. Info 011/4436928. Visita guidata PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 16 "Diciotto secoli d'arte", visita al Palazzo ad ai capolavori delle collezioni. Info 011/4429911. Feste barocche PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 17 Visita guidata alle Feste Barocche. Costo 3 euro. Info e prenotazioni 011/4429911. LUNEDI' 25 Atmosfere esplosive CEIPIEMONTE, CORSO REGIO PARCO 27, ORE 9-13 E 14-17,15 Seminario "Direttiva 94/9/Ce Atex Atmospheres Explosive", i principali adempimenti previsti per l'utilizzo di apparecchi e sistemi di protezione in atmosfere potenzialmente esplosive. A pagamento, previa iscrizione. Info 011/6700619. Moda senza età TEATRO ALFIERI, PIAZZA SOLFERINO 2, ORE 15 Il corso "L'Estetica in ogni Età" dell'Unitre organizza una sfilata di moda femminile e maschile; in programma siparietti di cabaret; coordina Anna Maria Righini. Info 011/4342450 o http://torino.unitre.net. Espanol BIBLIOTECA CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 17-19 Lettrici e lettori si incontrano in biblioteca per conversare in spagnolo. Info 011/4437080. Europee SERMIG, PIAZZA BORGO DORA 61, ORE 17 I cittadini europei del Piemonte incontrano i candidati della circoscrizione nord-ovest al Parlamento europeo. Info mfe_to@bussola.it. Terrorismo globalizzato CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 17 Centro Unesco di Torino presenta "I pomeriggi dell'archivio tesi - Edizione 2009": presentazione della tesi "Il terrorismo nel mondo globalizzato: un'analisi economica", a cura della dott.ssa Nathalie Herrera, intervengono Mario Deaglio e Maria Paola Azzario. Incontri del lunedì ASSOCIAZIONE LUCA AUROBINDO CAPOSIO, VIA BIANZE' 28/A, ORE 17,30-19,30 Corso di psicosintesi tenuto da Rina Oddone, Marco Balbi e Giuliano Caposio: "L'arte della memoria III". Un secolo di sport BIBLIOTECA CIVICA A. PASSERIN D'ENTRÈVES, VIA G. RENI 102, ORE 17,30 "E continuano a chiamarlo calcio", di Gigi Garanzini, storie e personaggi di un gioco geneticamente modificato. Info 011/4435290. Music BodyFitness BODY & SOUL, VIA VEZZOLANO 12, ORE 17,30 Music BodyFitness, è la danza del corpo libero, un'occasione per liberare le proprie tensioni muscolari ed ansie nervose, per smaltire malessere e chili di troppo. Presentazione del corso, su prenotazione. Info 346/1503736. Apertura gratuita CENTRO DELLA NORMA, VIA ASSISI 6, ORE 18-19 Centro aperto gratuitamente per il "Progetto di sostegno, aiuto e di salvaguardia del benessere di ciascuno". Ingresso gratuito. Crisi CENTRO CONGRESSI TORINO INCONTRA, VIA NINO COSTA 8, ORE 18 La Compagnia delle Opere del Piemonte in collaborazione con la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino e grazie al contributo di Credito Piemontese, organizza il convegno "Affrontare la crisi, rilanciare l'impresa". Info e iscrizioni segreteria.soci@cdopiemonte.it o 011/5611737. Donne e Università RETTORATO UNIVERSITA', VIA PO 17, ORE 18 Inaugurazione della mostra "La donna e l'Università", un viaggio alla scoperta del mondo femminile. La mostra sarà visitabile fino al 19 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17. Cavour CENTRO PANNUNZIO, VIA MARIA VITTORIA 35/H, ORE 18 Umberto Morelli e Luisa Cavallo terranno la quinta conferenza del ciclo "Cavour prepara il Piemonte al 1859", sul tema "Cavour per un'Italia laica in un'Europa unita", introduzione di Francesco Spiga. Info www.centropannunzio.it. Colloqui del lunedì CENTRO STUDI PIEMONTESI, VIA OTTAVIO REVEL 15, ORE 18 Daniele Bolognini, Gistavo Mola di Nomaglio e Chiara Povero presentano il libro "Memorie della Venerabile Madre Maria del Beato Amedeo Vercellone, Clarissa Cappuccina del Monastero di Nostra Signora del Suffragio di Torino". Info 011/537486 o www.studipiemontesi.it. Macchine invisibili CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Presentazione del libro "Le macchine invisibili", di e con Piero Bianucci, interviene Angelo Raffaele Meo. De André CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Presentazione del libro "Come una specie di sorriso", un romanzo dedicato a Fabrizio De André, di e con Brunella Lottero, intervengono Luigina Dagostino e Mariella Fabbris. Appuntamenti Mip SEDES SAPIENTIAE, VIA BIDONE 31, ORE 18,30 Incontro "Verso la nascita di una nuova mente: gravidanza e periodo prenatale". Info 338/8169170. Pilates walk PARCO DELLA COLLETTA, ORE 18,45 Pilates walk è un programma di Slim Pilates, ma in movimento, prevede esercizi del Pilates classico prevalentemente in piedi o seduti, con camminata ritmica ed energy walking. Incontro dimostrativo. Info 346/2412183. Concerto di Primavera TEATRO COLLEGIO SAN GIUSEPPE, VIA ANDREA DORIA 18, ORE 20,15 "ChanSong", concerto di Primavera organizzato dalla Socrem di Torino. Ingresso gratuito previ prenotazione dei posti. Info 011/5812370. Lettura scenica CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 21 "Ombre in blu" di e con Andrea Paschetta, introduce Marco Molinari, letture di Gisella Bein, regia a cura di Assemblea Teatro. MARTEDI' 26 Circolazione prodotti CENTRO CONGRESSI TORINO INCONTRA, VIA NINO COSTA 8, ORE 9-13 Seminario "Libera circolazione dei prodotti nell'UE - Il nuovo quadro normativo comunitario per le imprese". La partecipazione è gratuita, previa iscrizione tramite il sito http://www.promopoint.to.camcom.it/iniziative. Info 011/5716340. Marocco - Italia CENTRO CONGRESSI TORINO INCONTRA, VIA NINO COSTA 8, ORE 9,30-16 La Camera di commercio di Torino , con Intesa Sanpaolo e Promos Milano, organizza un evento/incontro per le aziende piemontesi, in occasione della visita a Torino di una delegazione guidata dal Ministro per l'Industria del Marocco. Info 011/5716363 o desk.estero@to.camcom.it. Se non sai non sei BIBLIOTECA CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 15 Progetto a sostegno della formazione permanente degli adulti, con laboratori di informatica per la terza età a cura di Spi-Cgil e Auser. Info 011/6062203. Visita guidata ARCHIVIO DI STATO, VIA PIAVE 14, ORE 16 Adei Wizo propone la visita guidata alla nuova sezione dell'Archivio di Stato, con la guida di Isa Ricci. Il notaio BIBLIOTECA CIVICA ITALO CALVINO, LUNGO DORA AGRIGENTO 94, ORE 16,45-19,45 Servizio di consulenza gratuita al cittadino a cura del Consiglio Notarile di Torino, dei distretti riuniti di Torino e Pinerolo, in collaborazione con Assessorato al Bilancio e Assessorato alla Cultura della Città di Torino. Info 011/4420740. 1848 BIBLIOTECA CIVICA VILLA AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 17,30 "Il 1848: seminario sul Risorgimento", a cura dI Panis. Info 011/4439604. Marthe Moumié CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 17,30 In occasione delle iniziative a sostegno della Staffetta di Donne contro la violenza sulle Donne "Un dovere davanti alla storia": in onore di Marthe Moumié, proiezione del documentario "Morte a Ginevra - L'avvelenamento di Fèlix Moumié" e lettura di alcuni brani dal libro "Victime du colonialisme francais. Mon mari Félix Moumié", intervengono Aurora Tesio, Laura Onofri, Ignace Audifac e Patrizia Donadello. Fiori e aromi BORGO MEDIEVALE, PARCO DEL VALENTINO, ORE 17,30 Workshop "Fiori e aromi al giardino medievale", lezione a cura di Edoardo Santoro: giardino aromatico, giardino ornamentale. Info 011/4431714. Polli CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Presentazione del libro "Polli per sempre", di e con Bruno Gambarotta, interviene Paola Mastrocola. Impressionismo CENTRO PANNUNZIO, VIA MARIA VITTORIA 35/H, ORE 18 Claudia De Feo, Paola Guarini (docenti di Storia dell'Arte), Franco Mazzilli (docente di Filosofia) e Attilio Piovano (musicologo e critico musicale) parleranno sul tema "Pittura, musica e filosofia dell'Impressionismo", introdurrà Franco Mazzilli. Info www.centropannunzio.it. Cafè Torino CIRCOLO DELLA STAMPA, CORSO STATI UNITI 27, ORE 18 Convegno "Torino: Eurogeneration lives here. Giovani stimoli per il Vecchio Continente", si parlerà di Europa, ma anche di come questa si intreccia, oramai sempre più spesso, con il Piemonte e il suo capoluogo di provincia, e giovani relatori racconteranno le loro storie di successo, o semplicemente il loro modo di intendere la società paneuropea. Info http://torino.cafebabel.com. Conferenze Esprimersi SEDE UNITRE, CORSO FRANCIA 27, ORE 21 Incontro "I disturbi della memoria: quando preoccuparsi", interviene Daniela Leotta, coordina Patrizia Donà. Ingresso libero. Info 011/4343700. Serata Dravelli CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 21 Simonetta Benozzo, Gianni Carretta Pontone, Michele Di Mauro, Luciana Littizzetto, Riccardo Lombardo, Germana Pasquero, Beppe Tosco e Andrea Zalone in "Serata Dravelli", durante la quale verrà presentato "La soavissima discordia dell'amore", di e con Stefania Bertola. Etica della formazione SEDE UCID, VIA DEI MILLE 22, ORE 21 Incontro "Etica della formazione: G8 e nuovo scenario del lavoro", interviene Francesco Profumo. Info 011/8122083. MERCOLEDI' 27 Obesità CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/90, ORE 9-13 Congresso "Il Progetto obesità Piemonte / Medici di Medicina Generale Asl TO1. Un modello di integrazione tra Specialisti e Mmg", sulla base del Piano regionale Sorveglianza e Prevenzione obesità, organizzato dalla dottoressa Augusta Palmo e dalla Rete delle Strutture di Dietetica e Nutrizione Clinica (SDNC) della Regione Piemonte. Codice contratti COLLEGIO SAN GIUSEPPE, VIA SAN FRANCESCO DA PAOLA 23, ORE 9 Seminario "Codice contratti. Criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anomale". Al termine del seminario sarà rilasciato a tutti i partecipanti un attestato di frequenza. Info www.csa-torino.it. Traffico di perfezionamento CEIPIEMONTE, CORSO REGIO PARCO 27, ORE 9-13 Ciclo di incontri "Problematiche fiscali e doganali negli scambi con l'estero". A pagamento, previa iscrizione. Info 011/6700619. Non solo libri PUNTO PRESTITO GABRIELE D'ANNUNZIO, VIA SACCARELLI 18, ORE 9,30 Incontri di lettura e attività creative per adulti. Info 011/4439350. Gli Appuntamenti CENTRO CONGRESSI UNIONE INDUSTRIALE, VI FANTI 17, ORE 10 Appuntamento dedicato agli "Animali parlanti: ultime frontiere della narrativa?", durante l'incontro i due relatori presenteranno i loro ultimi libri: Margherita Oggero "Il compito di un gatto di strada" e Bruno Gambarotta "Polli per sempre". Assinform 2009 LINGOTTO FIERE, VIA NIZZA 294, ORE 10 Presentazione del rapporto Assinform 2009, la più autorevole indagine annuale sull'Ict, giunta alla sua 40° edizione. Intervengono Ennio Lucarelli, Luigi Mastrobuono, Renato Bellavita, Carlo Bonomi e Giancarlo Capitani. Info www.assinform.it. Visite guidate MAO, VIA SAN DOMENICO 9-11, ORE 16,30 Servizio di visite guidate, costo 3 euro. Visita alla galleria Giappone. È consigliata la prenotazione. Info 011/4436928. See you BIBLIOTECA CIVICA CESARE PAVESE, VIA CANDIOLO 79, ORE 17-19 "See you @ your library", lettrici e lettori si incontrano in biblioteca per conversare in inglese. Info 011/4437080. Contatore POLITECNICO, CORSO DUCA DEGLI ABRUZZI 24, ORE 17 "Autopsia di un contatore di energia elettrica", lezione-spettacolo di Vittorio Marchis, con musiche di Giorgio Li Calzi. Info www.vittoriomarchis.it. Croce Rossa CONVITTO UMBERTO I, VIA BLIGNY 1/BIS, ORE 17 Per il ciclo "Parliamo di Risorgimento: 1849 -1859 il decennio di preparazione", lo storico Paolo Edoardo Fiora tiene la conferenza "1859 - 2009. La Croce Rossa: origini e attività". Ingresso libero. Info 011/9310236. Relazione gemellare SCUOLA DELL'INFANZIA, CORSO BENEDETTO CROCE 21, ORE 17,30-19,30 Gruppo di discussione "La relazione educativa e la relazione gemellare", rivolto a genitori o altri familiari di bambini gemelli, condotti da Patrizia Tescaro. Info 011/4426349. Sexaginta EDUCATORIO DELLA PROVVIDENZA, CORSO TRENTO 13, ORE 17,30 Presentazione del libro "Sexaginta. I sessant'anni: gioventù o vecchiaia ?", interviene l'autrice Giuliana Cordero, letture a cura di Carlo Enrici, coordina Francesco Rosso. Mercoledì dell'Accademia CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 17,30 "Le molte anime della linguistica", interviene Gaetano Berruto, a cura dell'Accademia delle Scienze di Torino. Info 011/5620047. Matilde Serao CENTRO PANNUNZIO, VIA MARIA VITTORIA 35/H, ORE 18 Per il ciclo "Storia del giornalismo italiano del '900", Mara Pegnaieff parlerà di "Matilde Serao giornalista". Info www.centropannunzio.it. Dal Nilo al Po CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 "I musei raccontano altri mondi. Dalle rive del Nilo alle sponde del Po", interviene Renato Grilletto. In Inglese BIBLIOTECA CIVICA A. PASSERIN D'ENTRÈVES, VIA G. RENI 102, ORE 18,15 Incontri in lingua inglese, condotti da Antonella Del Torchio. Info 011/4435290. Pilates walk PARCO DELLA COLLETTA, ORE 18,45 Pilates walk è un programma di Slim Pilates, ma in movimento, prevede esercizi del Pilates classico prevalentemente in piedi o seduti, con camminata ritmica ed energy walking. Incontro dimostrativo. Info 346/2412183. Sapori d'Egitto MUSEO DELLE ANTICHITA' EGIZIE, VIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE 6, ORE 20,30 E 21,30 È un percorso serale in museo a porte chiuse che verte sull'alimentazione nell'Antico Egitto. In compagnia di un'egittologa, si incontrano tutti i reperti inerenti al tema. Al termine del percorso, nello Statuario, il Mastro Birraio del Birrificio Torino offre una degustazione di birra egizia, ispirata a quella dei faraoni e accompagnata da assaggi a tema. Prenotazioni allo 011/4406903 o a info@museitorino.it. Music BodyFitness BODY & SOUL, VIA VEZZOLANO 12, ORE 20,30 Music BodyFitness, è la danza del corpo libero, un'occasione per liberare le proprie tensioni muscolari ed ansie nervose, per smaltire malessere e chili di troppo. Presentazione del corso, su prenotazione. Info 346/1503736. Progetto Salute 2009 OSPEDALE SAN GIOVANNI, VIA CAVOUR 31, ORE 20,45 Ciclo "Ecologia materiale e spirituale", incontro "In che modo la comprensione spirituale orienta la nostra vita", interviene Ermis Segatti. Info 011/9874917 o 328/2171027. Apertura gratuita CENTRO DELLA NORMA, VIA ASSISI 6, ORE 21 Appuntamento con gli artisti del laboratorio "La teoria presupposta più importante: il segreto dei segreti verrà svelato a pochi", con Ernesto Rinaldi. Ingresso gratuito. Ipnosi CENTRO STUDI OLISTICI BRAHMA VIDYA, VIA VANDALINO 82/28, ORE 21 Conferenza "Le progressioni ipnotiche" conduce il Dott. Stefano Bovero. Ingresso gratuito. Info 011/4119849 o 334/3145040. Angolo dell'avventura SERMIG, VIA BORGO DORA 61, ORE 21,30 Proiezione de "Il viaggio fantastico", relaziona il Centro Studi di Torino. Info www.angolodellavventuraroma.com/regioni/piemonte/piemonte.htm. GIOVEDI' 28 Ascoltare BIBLIOTECA CIVICA ITALO CALVINO, LUNGO DORA AGRIGENTO 94, ORE 10-13 Una cultura dell'ascolto. La presenza psicologica a scuola", convegno organizzato in collaborazione con la Circoscrizione 7 sui risultati dell'attività degli sportelli di ascolto svolta nelle scuole secondarie di primo e secondo grado della Circoscrizione. Info 011/4420740. Diaframma SPAZIO AGILE, VIA MADAMA CRISTINA 27, ORE 13-14 Incontro ad ingresso libero e gratuito condotto dall'Ostetrica Paola Lussoglio, per saperne di più sul diaframma contraccettivo, di nuovo in distribuzione in Italia insieme alle creme contraccettive. Info 329/4087849 o www.paolalussoglio.it. Teatro degli abitanti CASCINA MARCHESA, CORSO VERCELLI 141, ORE 14,30 PresentazIone del Centro a cura del Coordinamento di Teatrocomunità; proIezIone del video "Di Ciro il Modernista e di altre avventure" prima parte; performance teatrale e intervallo con merenda. Si riprende alle 16,30 con una tavola rotonda tra le Associazioni che si occupano di progetti territoriali introduce la coordinatrice della 4 commissione della Circoscrizione 6; alle 18 proIezIone del video "Di Ciro il Modernista e di altre avventure" seconda parte, e "Gli abitanti si raccontano.". Dopo l'aperitivo, alle 19,30 musica e danze organizzate dal gruppo di musicisti del progetto "Voci del Mediterraneo". Info 011/4367463 o info@teatrocomunita.it. Africa contemporanea CENTRO PIEMONTESE DI STUDI AFRICANI, VIA VANCHIGLIA 4/E, ORE 15,30 André Mary interviene su "L'indigenizzazione dei pentecostalismi africani", introduce Roberto Beneduce. Info 011/4365006 o www.csapiemonte.it. Invecchiare bene CENTRO INCONTRI REGIONE PIEMONTE, CORSO STATI UNITI 23, ORE 15,30 L'Università della Terza Età organizza l'Incontro su "Come invecchiare bene facendo del movimento", intervengono Flavia Cavalero, Biagio Ingignoli, Marco Pianotti, Angiolamaria Notario Ferrero, coordina Gian Franco Billotti. Info 011/4342450 o http://torino.unitre.net. Vibrazioni meccaniche ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA METROLOGICA, STRADA DELLE CACCE 91, ORE 16 Mauro Zucca e Paolo Emilio Roccato terranno il seminario dal titolo "Materiali magnetostrittivi per il controllo delle vibrazioni meccaniche". Arte contemporanea BIBLIOTECA CIVICA VILLA AMORETTI, CORSO ORBASSANO 200, ORE 17,30 Leggere l'arte contemporanea, in collaborazione con il Castello di Rivoli Museo d'arte contemporanea, incontri condotti da Alessia Giorda: Body Art. Info 011/4438604. Civiltà darwiniana MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI, VIA GIOLITTI 36, ORE 17,45 Nell'ambito delle iniziative sulla mostra "La scimmia nuda. Storia naturale dell'umanità", Simone Pollo tiene la conferenza "Civiltà darwiniana. Perché l'etica non può (e soprattutto non deve) fare a meno di Darwin". Ingresso libero. Info www.mrsntorino.it. Medicina antroposofica SUPERCIBARIUS, VIA DOMODOSSOLA 9, ORE 18 Conferenza sulla medicina antroposofica, a cura del Dott. Corrado Bertotto. Info e prenotazioni 011/7509973. Lavoro al cinema CIRCOSCRIZIONE 5, VIA STRADELLA 192/D, ORE 18 Per "Lavoro al cinema alla Cinque", incontro "La svolta dell'ottobre 1980", con proiezione di "Fiat Autunno '80", di Pier Milanese e Pietro Perotti, e "Signorina Fiat", di Giovanna Boursier; intervengono Pietro Perotti e Mariangela Rosolen. Feste a Torino CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Con Clelia Arnaldi e Franca Varallo, ciclo di conferenze in occasione di Feste Barocche; a cura di Palazzo Madama e del Centre Culturel Français de Turin. Ora d'arte PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO, ORE 18 Appuntamento settimanale per scoprire un'opera di Palazzo Madama raccontata da chi è a quotidiano contatto con le collezioni: "Foglie, fiori e animali di terracotta: l'architettura prende vita", interviene Carlotta Margarone, storica dell'arte. Costo 3 euro. Info e prenotazioni 011/4429911. Tommaso d'Aquino SALA CONFERENZE, VIA ARNALDO DA BRESCIA 22, ORE 18,15 "Possibilità e limiti dell'educazione. Il problema educativo in Tommaso d'Acquino": l'educatore al servizio dell'educando, interviene Raffaele Rizzello. Info 011/3133162. Arte contemporanea FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO, VIA MODANE 16, ORE 18,30 Per il ciclo "Dialoghi sull'arte contemporanea" si parla di pittura: Francesco Bonami incontra lo stilista Antonio Marras; interviene l'artista Glenn Brown. Info 011/3797600 o www.fondsrr.org. Intorno alla mostra PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20, ORE 18,30 Conversazioni d'Egitto "L'Aton. Aspetti della religiosità ai tempi di Akhenaton", a cura di Enrico Ferraris. Tagliandi numerati distribuiti in biglietteria a partire dalle 17. Info 011/5711820. Streghe a Torino CHIESA SAN DOMENICO, VIA SAN DOMENICO, ORE 18,45 Un itinerario tra Inquisizione, roghi, tribunali e forche. Costo 10 euro. Info e prenotazioni 011/853670 o www.barburin.com. Risonanza magnetica POLIAMBULATORIO GRUPPO LARC, CORSO VENEZIA 10, ORE 19,30 Conferenza rivolta ai medici: "Nuove prospettive in risonanza magnetica". Info 011/2486216 o www.larc.it. Poesia orale CASCINA ROCCAFRANCA, VIA RUBINO 45, ORE 20,30 Primo campionato di Poesia Orale, girone di qualificazione: i poeti si sfideranno a suon di versi, e potranno scegliere se recitarle o declamarle usando costumi di scena, o accompagnandosi con uno strumento. Sarà il pubblico a decretare i 2 finalisti che accederanno alle fasi finali in programma a Bologna nel mese di luglio. Iscrizioni aperte; info 340/3479570 o postapoeti@libero.it. Ingresso gratuito. Cena per single AMBHARABAR, VIA BORGODORA 10, ORE 20,45 Cena con musica soft per conoscere nuove persone; dopo cena con musiche e balli. Info e prenotazioni 333/1511703. Leggere le montagne CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 21 Letture spettacolo condotte dai giornalisti specializzati e scrittori Enrico Camanni, Linda Cottino, Roberto Mantovani, ognuno dei quali presenterà al pubblico una montagna simbolo (Cervino, K2, Tre Cime di Lavaredo), attraverso una personale chiave di lettura. Capire la pittura CENTRO CONGRESSI UNIONE INDUSTRIALE, VI FANTI 17, ORE 21,15 L'esperto Simone Baiocco parlerà di "Verso il Manierismo tra Asti e Casale: da Gandolfino da Roreto a Pietro Grammorseo". Sarà fatto omaggio ai partecipanti del volume illustrato sulle opere affrontate. MOSTRE Montagne della frutta MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, PIAZZALE MONTE DEI CAPPUCCINI 7 La mostra "Le montagne della frutta. Etichette 1900-1960" presenta una selezione di centosessanta etichette di cassette per la frutta a tema montano, selezionate tra le duecentocinquanta conservate tra le molte collezioni del Centro Documentazione del Museo Nazionale della Montagna di Torino: un'angolazione inedita da cui osservare il mondo dell'alta quota. La mostra è visitabile fino all'8 novembre, con orario 9-19, dal martedì alla domenica. Info 011/6604104 o www.museomontagna.org. Prova a volare OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI, CORSO CASTELFIDARDO 18 La mostra "Prova a volare. La simulazione di volo dai primi aeroplani all'esplorazione spaziale" è visitabile dal 1° maggio al 14 giugno, con orario 10-19, ingresso a 5 euro, ridotto a 3 euro. Info 011/710049. Vallette CENTRO COMMERCIALE VALLETTE-VERBENE, VIA DELLE VERBENE 11 La mostra "Tutta un'altra storia... La storia del quartiere Vallette attraverso le sue immagini" sarà aperta fino al 16 giugno, con oraio: martedì-venerdì 8,30-13 e 15,30-19,30; sabato 8-19,30. Visite guidate sulla storia del quartiere domenica 24 alle 10 e domenica 7 giugno alle 17. Info 011/4431612. Donna e Università BIBLIOTECA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA, VIA PO 17 La mostra evento "La donna e l'Università. Un viaggio alla scoperta del mondo femminile: inserimento nel contesto sociale, donne riformatrici, donne all'università, il rapporto tra gli studenti", è visitabile dal 26 maggio al 19 giugno, con orario 9-17. Info www.amiciunito.it o 011/6604284. I Piffetti MUSEO ACCORSI, VIA PO 55 Prorogata fino al 14 giugno la mostra "I Piffetti della camera delle meraviglie", due mobili inediti del "primo ebanista del Re" provenienti dalla donazione Laura Volpi Ottolini. Orario da martedì a domenica, ore 10-13 e 14-18,30; lunedì chiuso. Info 011/837688 int. 3. Serenant et Illuminant PALAZZO BAROLO, VIA CORTE D'APPELLO 22 È stata prorogata fino al 2 giugno la mostra "Serenant et Illuminant. I grandi libri illustrati per l'infanzia della SEI (1908 - 2008)", a cura di Pompeo Vagliani. Orari lunedì - venerdì dalle 9,30 alle 12,30 e domenica dalle 15,30 alle 18,30. Ingresso libero. Info 011/3716661. Tutte le mostre MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI, VIA GIOLITTI 36 La mostra "La scimmia nuda. Storia naturale dell'umanità" è aperta fino al 10 gennaio; fino al 31 maggio si può visitare l'esposizione di quadri di Marco Ramasso "Le poetiche della natura"; "Cosa sono le nuvole?", fotografie di Mario Lanzardo sono visibili fino al 31 maggio. Inoltre si possono visitare le mostre permanenti "Museo storico di zoologia", "Arca" e "Mineralia 2". Orario 10-19 tutti i giorni, chiuso il martedì. Info 011/4326354 o www.mrsntorino.it. Thyssenkrupp CIRCOSCRIZIONE 5, VIA STRADELLA 192 La mostra fotografica sulla tragedia ThyssenKrupp "Chi muore al lavoro" è visitabile fino al 31 maggio, dal lunedì al venerdì, con orario continuato dalle ore 10,30 alle 17,30. Ingresso gratuito. Info 011/4435507. Evoluzione dell'auto MUSEO NAZIONALE DELL'AUTOMOBILE, CORSO MASSIMO D'AZEGLIO 15 La mostra "L'evoluzione dell'automobile", un nuovo appuntamento dedicato alla storia dell'automobile, sarà visitabile fino al 27 settembre, con orario, dal martedì alla domenica 10-18. Info 011/6599872. Esposizioni 2009 TURINGARDEN, STRADA DEL MAINERO 64 Fino al 6 giugno "Selezione di rose antiche e moderne per amatori e collezionisti". Info www.turingarden.it o vietti@turingarden.it. Chapeau ISTITUTO D'ARTE PASSONI, VIA DELLA ROCCA 7 L'esposizione "Chapeau! I cappelli di Popy Moreni. Paris" è apprezzabile fino al 30 settembre, col seguente orario: lunedì e martedì, 9-16; mercoledì - venerdì, 9-13; sabato 9-12. Info 011/8177377. Feste barocche PALAZZO MADAMA, PIAZZA CASTELLO La mostra "Feste barocche. Cerimonie e spettacoli alla corte dei Savoia tra Cinque e Settecento", sarà visitabile fino al 5 luglio, con orario: martedì-sabato 10-18, domenica 10-20, chiuso lunedì. Info 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it e www.fondazionetorinomusei.it. Costituzione MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA, CORSO VALDOCCO 4/A La mostra "I giovani e la Costituzione. Disegni, laboratori, performance e videoinstallazioni" sarà visitabile fino al 21 giugno, con orario martedì - domenica, ore 10-18; giovedì 14-22; lunedì chiuso. Info www.museodiffusotorino.it. Scatole di latta BIBLIOTECA DELLA REGIONE PIEMONTE, VIA CONFIENZA 14 La mostra "Immagini di Torino e del Piemonte attraverso le scatole di latta" ospita circa 100 scatole di biscottifici, fabbriche di cioccolato e torrone, pasticcerie torinesi e piemontesi, realizzate tra i primi del '900 e gli anni Trenta e appartenenti alla preziosa, e più vasta, collezione raccolta nel corso degli anni dalla signora Silvie Mola di Nomaglio. La mostra è visitabile fino al 29 maggio, dal lunedì al venerdì ore 9-13 e 14-16. Info 011/5757371. Akhenaton PALAZZO BRICHERASIO, VIA LAGRANGE 20 Fino al 14 giugno sarà visitabile la mostra "Akhenaton. Faraone del sole". Info 011/5711888 o www.palazzobricherasio.it. VARIE Estate alla Lido PISCINA LIDO, VIA VILLA GLORI 21 Per il periodo estivo la piscina sarà aperta col seguente orario: dal 23 maggio al 31 luglio, dal lunedì al sabato 13-19; domenica e festivi 10-19; da sabato 1° agosto a domenica 13 settembre, lunedì e martedì 13-19, da mercoledì a domenica 10-19. Info 011/4435830. Geometri in biblioteca BIBLIOTECHE CIVICHE, WWW.TORINOFACILE.IT/SERVIZI I geometri sono a disposizione per offrire consulenza gratuita ai cittadini, fino al 30 giugno, grazie all'iniziativa del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia. I geometri saranno a disposizione su appuntamento nelle biblioteche civiche Villa Amoretti (corso Orbassano, 200 - 011/4438604), Cesare Pavese (via Candiolo, 79 - 011/443.7080), Primo Levi(via Leoncavallo, 17 011- 443.1262), Italo Calvino (Lungo Dora Agrigento, 94 - 011/442.07.40), Luigi Carluccio (via Monte Ortigara, 95 - 011/442.8790) e Dietrich Bonhoeffer(corso Corsica, 55 - 011/443.59.90). Visite guidate ASLTO, CORSO SVIZZERA 164, TEL. 011/4393821 Visite guidate alle strutture sanitarie in occasione della Giornata dei Servizi Pubblici Locali; calendario: il 28 maggio visita al Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Ospedale Amedeo di Savoia, ore 9-13; al Reparto Dialisi dell'Ospedale S. Giovanni Bosco, ore 10-12 e 14,30-16,30 e al Reparto di Ortopedia e proiezione del filmato sulle nuove tecniche operatorie, dell'Ospedale Maria Vittoria, ore 14,30-15,30. Le visite sono guidate e a numero chiuso su prenotazione. Info 011/4393843.

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IL MENU' ALLA "CU-CINA" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

DI Pappamondo CHEF KUMALE' IL MENU' ALLA "CU-CINA" Secondo i principi della medicina omeopatica, anche un veleno preso a piccole dosi, può trasformarsi in una medicina e contribuire a ristabilire lo stato di salute in un organismo malato. Probabilmente i veleni che sono stati scritti nei confronti dei cinesi e della loro cucina devono aver generato nella comunità degli italiani con gli occhi a mandorla una specie di sussulto d'orgoglio, un sano movimento di reazione volto a contrastare i molti pregiudizi che esistono nei confronti di quella che i francesi considerano come la seconda più importante tradizione gastronomica al mondo, dopo quella francese, of course. Recentemente abbiamo assistito all'apertura di un ristorante di autentica cucina dello Zheng Yang, nell'area di Porta Palazzo, alla promozione di un calendario annuale di cene volte a far conoscere le diverse culture gastronomiche tradizionali «regionali» per merito del Centroriente ed annunciamo la nascita di Asiae, una neo-nata associazione interculturale che si pone come obiettivo la diffusione della cultura cinese. Considerando il valore e l'importanza del cibo in questa comunità non dobbiamo stupirci se la prima iniziativa esordiente di Asiae sia proprio dedicata alla «CuCina», un gioco di parole che sottolinea proprio il valore di questo elemento così radicato nella genetica e nell'identità di questo grande Paese. Mei Chen Susanna Chou, giovane italo-cinese mente e animatrice di Asiae metterà così ai fornelli la propria madre, Chou Chin Huan, che dopo anni di lavoro anonimo nelle cucine del ristorante Il Drago d'Oro, svelerà i segreti dei grandi classici del chinese food globalizzato: dal riso alla cantonese all'involtino «plimavela», i piatti più richiesti, ma anche e soprattutto di una serie di pietanze sconosciute al grande pubblico, in un primo corso di cucina che si svolgerà al Café Liber che si trova in corso Vercelli 3. ASSOCIAZIONE ASIAE CORSO VERCELLI 3 TORINO tel. 340/5347064 www.asiae.org

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L'Italvolley prende casa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

PIEMONTE WOMAN CUP DAL 16 AL 20 GIUGNO QUADRANGOLARE CON POLONIA, CINA E GIAPPONE L'Italvolley prende casa [FIRMA]ENRICO ZAMBRUNO L'ultima volta dell'Italvolley femminile sotto la Mole fu un pienone senza precedenti. Era l'11 gennaio 2008 e un gremito PalaRuffini accolse a braccia aperte Piccinini e compagne nell'All Star Game. Un anno e mezzo dopo, sempre a Torino, si fa ancora più sul serio. Dal 16 al 20 giugno l'impianto di viale Burdin ospiterà il secondo torneo per nazionali più importante al mondo dopo quello di Montreux: è la Piemonte Woman Cup, un quadrangolare con Italia, Polonia, Cina e Giappone. Di fronte le padrone della pallavolo internazionale (con Brasile e Usa le migliori del pianeta), impegnate in una formula che permetterà al pubblico di assistere a dieci partite di altissimo livello. «Si tratta del primo evento di una lunga serie - assicura Ezio Ferro, presidente della Fipav Piemonte -. Nel 2010 ospiteremo i Mondiali di pallavolo maschile e ci vogliamo preparare al meglio, questo è un test event a tutti gli effetti per la nostra macchina organizzativa. Vogliamo avvicinare di più la gente al volley, per questo abbiamo fissato prezzi molto popolari per il quadrangolare». L'Italia di Massimo Barbolini arriverà a Torino già il 7 giugno, giorno in cui comincerà il raduno collegiale, il primo in preparazione oltre che del torneo anche degli Europei di settembre in Polonia. Per gli appassionati un'occasione per seguire da vicino le azzurre durante gli allenamenti. Dall'Aguero alla Piccinini, dalla Barazza alla Gioli passando per le piemontesi Cardullo, Lo Bianco, Barcellini e Viganò, le stelle non mancheranno di certo. Ieri è stato presentato anche il logo della manifestazione, disegnato dal maestro Ugo Nespolo: una rete da volley con i simboli della Mole, della terra e della Regione Piemonte. Il giorno prima dell'inizio del quadrangolare, lunedì 15 giugno, sempre al PalaRuffini si svolgerà un'amichevole tra la Nazionale Over 50 maschile (Bertoli, Lanfranco, Dametto e altri) e la Pallavolo Torino per celebrare il trentennale del primo scudetto della Klippan.

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la nuova epoca e il coraggio - massimo giannini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 29 - Cronaca previsioni Quali opportunità La nuova epoca e il coraggio MASSIMO GIANNINI Credo che il capitalismo, saggiamente governato, possa probabilmente essere reso più efficiente di qualsiasi altro sistema ora in vista per quel che riguarda la realizzazione degli obiettivi economici, ma che esso sia intrinsecamente molto criticabile per diversi aspetti, in particolare per quelli che attengono alla stabilità e alla giustizia sociale...». John Maynard Keynes lo scriveva nel 1926, nel testo di una conferenza all´Università di Berlino intitolata "La fine del laissez-faire". Non si scappa, il grande economista di Cambridge aveva capito tutto, prima degli altri. La sua lezione resta vera ancora oggi. E si può opporre ai molti che, di fronte alla "tempesta perfetta" che ha travolto il pianeta da un anno a questa parte, sono convinti che il capitalismo sia morto, il mercato sia morto e anche la globalizzazione non si senta poi così bene. (segue a pagina 34)

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la tentazione degli usa: - vittorio zucconi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 29 - Cronaca effetti Rischio neoprotezionismo La tentazione degli Usa: VITTORIO ZUCCONI La promessa era entusiasmante e terrorizzante, lanciata da migliaia di spot e cartelloni: "Buy American. Vote Obama". Ripetuta come un mantra nei giorni elettorali del febbraio 2008 la bomba del neo protezionismo sganciata dal candidato Barack Obama contro Hillary "la Globalizzatrice" Clinton ebbe l´effetto desiderato negli stati del nord deindustrializzati e in quelli del sud, già devastati dalla morte dell´industria tessile americana. L´America comperò Obama e il resto del mondo, dalla Cina all´Europa, dall´India al Canada, che sull´immenso deficit commerciale degli Stati Uniti prosperano - 700 miliardi di dollari all´anno in media dal 2000 - rabbrividì di orrore e di paura. Il motore internazionale del "free trade" stava per innestare la marcia indietro e ripetere l´errore catastrofico commesso nel 1930 con la legge che trasformò un crac di Borsa nella reazione a catena di autarchie e rappresaglie che condusse diritti alla Seconda guerra mondiale. (segue a pagina 32)

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"buy american", il protezionismo resta uno slogan - vittorio zucconi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 32 - Cronaca 2.GLIEFFETTI "Buy american", il protezionismo resta uno slogan festivaleconomia leguidedirepubblica L´ordine di "comprare americano" si è ammorbidito nel consiglio di preferire il made in Usa VITTORIO ZUCCONI (segue dalla prima dell´inserto) Un anno e mezzo più tardi, la promessa appare per quello che probabilmente era sempre stata, un efficace slogan elettorale che non ha resistito al confronto con la realtà di governare. A ennesima riconferma del famoso assioma di Kennedy, secondo il quale «il mondo appare molto diverso quando è visto attraverso le finestre dello Studio Ovale», l´ordine di "comperare americano" è divenuto il suggerimento di preferire il "made in America" nei contratti pubblici e un annacquatissimo meccanismo di incentivi fiscali, come lo ha riassunto l´"Economist", inserito nel pacco di finanziamenti federali, più per non imbestialire i sindacati, che tanto si erano spesi per Obama, che per cacciare veramente fuori d´America il "prodotto straniero". Non ci sono nuovi "Smoot Haley Tariff Act" all´orizzonte dei lavori parlamentari, come quella legge protezionistica che invano Henry Ford tentò di convincere il presidente Hoover a bloccare e che il capo della banca d´affari J.P. Morgan implorò di vietare, «buttandomi in ginocchio, per impedire una simile asineria». Non si leggono editoriali o manifesti che invochino tariffe o altre forme di protezionismo non tariffario e se il volume delle importazioni scende da mesi, è effetto della anoressia del consumatore, ancora in pieno svolgimento. E la "conversione" del candidato Obama divenuto il presidente Obama è venuta dalla sua stessa bocca, quando, nel suo esordio internazionale per incontrare il premier canadese Stephen Harper, invitò, proprio lui, il primo partner commerciale degli Usa «a guardarsi dai segnali di protezionismo», garantendo che gli Stati Uniti «sarebbero rimasti la forza trainante nella globalizzazione del commercio». Quella del protezionismo esplicito è rimasta una tentazione senza il peccato. E più ancora delle reazioni spesso isteriche e ideologiche dell´Europa, hanno pesato le minacce (forse il bluff) del governo cinese di scaricare il dollaro come moneta di riserva e di smettere la scorpacciata di carta che ha riempito le casse della Repubblica Popolare con oltre mille miliardi di Bot americani e la scoperta che non tutte le industrie americane sognano il "buy american". Mentre le superstiti aziende di siderurgia, come la US Steel e la Nucor, si inginocchiano per chiedere tariffe, la giacca del presidente è tirata da colossi come la Caterpillar, prima produtttrice al mondo di macchinari per il movimento terra, che ha ricordato a Obama come il 60 per cento del proprio lavoro venga dai mercati non americani e dunque sarebbe lei a ridursi in ginocchio se le nazioni clienti rispondessero con rappresaglie. «Non possiamo permetterci una guerra commerciale in questo momento» disse giudizioso durante una visita allo stabilimento della Caterpillar, a Peoria, Illinois. Gli articoli più violenti inseriti da deputati e senatori del Mid West per farsi belli con gli elettori nel "pacco" da 789 miliardi di dollari, sono stati sostituiti con indicazioni che obbligano soltanto a utilizzare materiali e mezzi «che non contraddicano gli impegni internazionali degli Stati Uniti», un modo per dire agli altri che anche loro devono rispettarli, ma senza obblighi di "buy american". E se la tentazione protezionistica riaffiorasse, nel caso il venticello di ottimismo alzatosi in primavera dovesse rivelarsi effimero, la sua manifestazione più evidente sarà nella collaudata tecnica della "svalutazione competitiva", lasciando che il dollaro, oscillante sull´orlo del precipizio, scenda ancora. Ma se questa dovesse essere la strada scelta per fare un po´ di protezionismo senza dichiararlo, sarebbe comunque una via breve, di fronte al vero pericolo che incombe sul futuro dell´economia americana, l´inflazione generata dallo tsunami di liquidità, oggi rovesciato dai rubinetti spannati della Fed. Per ora, il segnale che l´Obama presidente ha appeso alla bottega Usa, sostituendo quello innalzato durante la campagna dal candidato Obama è, come ha detto lui stesso: "Open for business". L´ipermercato America è aperto.

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UNIRSI in nome della qualità, per promuovere i prodotti tipici del territorio. E&... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Pistoia)" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA PISTOIA pag. 5 UNIRSI in nome della qualità, per promuovere i prodotti tipici del territorio. E&... UNIRSI in nome della qualità, per promuovere i prodotti tipici del territorio. E' lo spirito che ha spinto otto aziende artigiane pistoiesi del settore alimentare a creare il consorzio Mangia Toscano per lanciare i loro prodotti sul mercato nazionale e internazionale. Il nuovo consorzio è stato presentato ufficialmente nella splendida cornice della villa Smilea di Montale. Lo otto aziende si sono consorziate per commercializzare meglio le loro produzioni. Insieme riescono ad offrire un paniere alimentare che corrisponde ad un menu toscano di primissima qualità: pasta, olio, vino, formaggio, salumi, spezie, cioccolata e caffè. E' una risposta alla crisi economica e alle sfide della globalizzazione. Il battesimo del fuoco sarà la fiera internazionale Tuttofood di Milano dal 10 al 13 giugno, una manifestazione a cui nessuna delle otto ditte avrebbe potuto partecipare da sola. Le aziende di Magia Toscano sono il Caseificio Prolat di Agliana di Carmelo Ilardi (a cui si deve la prima idea del consorzio), , la Fabbrica Italiana Droghe di Liana Baccelli (presidente del Consorzio), l'Oleificio Pratesi di Quarrata di Alessandro Bertolini (vice-presidente), il Salumificio Bellavista di Buggiano di Massimo Perondi, il Pastificio Chelucci di Pistoia, la Pasticceria e Cioccolateria Signorini di Quarrata, l'Orientalcaffè di Quarrata di Samuele e Sandro Bonacchi e la tenuta di Lucciano azienda vinicola di Quarrata della famiglia Spalletti. Il marchio del consorzio, ideato da Marco Arrigoni, è una stilizzazione del centro storico di Pistoia che, visto da un'altra prospettiva, diventa il profilo di Pinocchio. «Noi artigiani siamo sempre stati bravi a produrre dice Carmelo Ilardi ma sappiamo meno vendere. Per questo ci siamo uniti, per trovare anche il marketing che ci mancava». «Il punto di forza del consorzio è la creatività artigiana e la passione dice nella presentazione l'esperta di enogastronomia Maria Stefania Bardi oltre alla garanzia di sicurezza e di qualità». La storia di ciascuna di queste aziende è fatta dalla tenace fedeltà a metodi tradizionali e naturali, ora la sfida è farlo capire ai mercati stranieri e italiani. «L'aggregazione è l'unica strada per sopravvivere e per crescere dicono convinti i titolari delle aziende consorziate in spirito di amicizia e collaborazione». Il Consorzio ha avuto il sostegno delle associazioni di categoria Cna e Confartigianato, che da sempre spingono le aziende artigiane a forme di integrazione tra loro. Giacomo Bini

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l'italia a due velocità che aspetta la ripresa - giorgio lonardi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 34 - Cronaca lo scenario Per le piccole e medie imprese manifatturiere la situazione resta drammatica L´Italia a due velocità che aspetta la ripresa Quando potrà ripartire l´economia del Paese con le aziende allo stremo e i consumatori al verde? GIORGIO LONARDI Ormai a professare un ottimismo di maniera è rimasto solo il governo. Il crollo del Pil nel primo trimestre del 2009 (-5,9 per cento) rispetto allo stesso periodo del 2008 ha gettato una brutta ombra sugli scenari futuri. Lo conferma, ad esempio, la "gelata" produttiva denunciata dalle aziende metalmeccaniche, la "spina dorsale" della nostra economia: -30 per cento fra gennaio e marzo. E lo certifica la previsione, formulata dal 41 per cento delle imprese meccaniche, di un ricorso massiccio ai licenziamenti nei prossimi mesi. Facendo le somme, a bocce ferme, e cioè assumendo che i prossimi tre trimestri siano a crescita zero, il prodotto interno lordo del 2009 si ridurrebbe del 4,6 per cento. E allora? In realtà, come denunciano sindacati e imprenditori, se è plausibile che per le banche italiane si stia profilando una svolta positiva l´economia reale continua a soffrire. Precisa il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei: «Riguardo alla parte puramente finanziaria la situazione ora è abbastanza sotto controllo. Ma mi pare eccessivo dire che il peggio sia passato anche per l´economia reale. Ci vuole ancora tempo». Il vero problema è capire in quali condizioni di salute si troverà il sistema produttivo del Bel Paese quando, prima o poi, incrocerà la ripresa internazionale. Lo scenario è complesso, anche perchè si sta profilando un andamento a due velocità. Da una parte, c´è un manipolo ristretto di aziende medie e medio grandi che grazie a un mix fra internazionalizzazione delle strutture produttive, solida situazione finanziaria, innovazione di prodotto e valorizzazione dei propri marchi riesce addirittura a utilizzare la crisi come un´occasione per crescere, fare acquisizioni ed espandersi sui mercati globalizzati. Dall´altra però la stragrande maggioranza del made in Italy ha il fiato corto e rischia di non farcela. In questo quadro è emblematico il grido d´allarme lanciato da Paolo Galassi, presidente di Confapi, l´associazione delle piccole e medie imprese (60mila aziende iscritte con 1,5 milioni di addetti per una quota di Pil stimata attorno al 15 per cento), che fino a pochi mesi fa ha sempre appoggiato le scelte del governo. Fino a quando si è reso conto che l´esecutivo si sta baloccando con un ottimismo tanto irreale quanto pericoloso. Per il presidente di Confapi l´idea che la crisi freni e il peggio sia passato non sta in piedi. «Spero di essere smentito ma la situazione delle piccole e medie imprese manifatturiere rimane drammatica. Le nostre aziende hanno perso fra il 30 e il 70 per cento del fatturato. Senza provvedimenti straordinari credo sia impossibile far fronte a un´emergenza di questo tipo. Il primo drammatico appuntamento sarà in giugno quando la cassa integrazione verrà trasformata in licenziamenti. Come possiamo superare la crisi se un terzo dei lavoratori saranno licenziati?». Il presidente di Confapi ha puntato il dito anche sul calo dei consumi innescato dai licenziamenti e dalla cassa integrazione. Nel primo quadrimestre di quest´anno il ricorso alla cassa integrazione è andato alle stelle. Solo in aprile e solo per i metalmeccanici si registrano 38 milioni di ore con una crescita superiore all´800 per cento, equivalente alla sospensione dal lavoro di circa 220mila persone. Quando potrà ripartire l´economia del Bel Paese con le aziende allo stremo e i consumatori al verde?

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e la laguna è tutta una mostra (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 53 - Cultura E la laguna è tutta una mostra VENEZIA - Per la Biennale è l´anno dei record: apre Punta della Dogana e in contemporanea altre 39 manifestazioni e inoltre si registra la presenza in laguna di 77 paesi stranieri con propri padiglioni, compresi nemici giurati come Iran e Israele. E con grandi star: Bruce Nauman (padiglione Usa), Miquel BarcelÓ (Spagna), Steve McQueen (Gran Bretagna). Grandi star anche alla Fondazione Cini con l´antologica di John Wesley, progetto della Fondazione Prada, e una performance di Peter Greenaway; alla Fondazione Querini Stampalia Mona Hatoum, mentre la Fondazione Bevilacqua La Masa dedica una personale a Yoko Ono; la collezione Guggenheim ospita una rassegna su Rauschenberg, la Fondazione Vedova apre per la prima volta al pubblico mentre palazzo Fortuny scandaglia l´infinito e un centinaio di artisti come Anish Kapoor o Richard Long partecipano a «Détournement» e si spargono nella città.

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le opportunità cogliamo l'attimo prima che passi - massimo giannini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 34 - Cronaca le opportunità Cogliamo l´attimo prima che passi MASSIMO GIANNINI (segue dalla prima dell´inserto) Da questa crisi complessa e profonda, viceversa, non dobbiamo aspettarci la nascita di "un nuovo ordine mondiale". Ma il sistema global-capitalistico in tutte le sue articolazioni (proprietarie, finanziarie e industriali) reggerà. Non vedremo cavalli cosacchi abbeverarsi a Manhattan o nella City, anche se non mancheranno tentazioni dirigiste e protezioniste, e gli equilibri della geopolitica planetaria si sposteranno verso la Cina, l´India, il Brasile. Ed è una fortuna, perché in questo modo la globalizzazione cura i suoi mali con medicine omeopatiche. Ma concluso il "processo" a chi ha speculato sulla gigantesca bolla ora esplosa (banche e fondi), a chi non l´ha prevenuta (autorità monetarie e organismi internazionali), a chi non l´ha capita (gli economisti) e a chi ci ha campato sopra (i politici), qualcosa dovrà pur cambiare. Per questo la crisi può diventare un´opportunità. Su scala mondiale, il collasso finanziario dei mesi scorsi impone un ripensamento e un´armonizzazione dei criteri di vigilanza dei mercati. è un processo in atto, che il G20 dovrà portare avanti. Su scala nazionale, il problema è persino più complesso. Secondo la rassicurante vulgata governativa l´Italia affronta meglio la crisi, e quindi ne uscirà più forte di prima. è vero il contrario. Nonostante i successi americani della Fiat e gli sforzi delle piccole e medie imprese del Quarto Capitalismo, il nostro Paese sta peggio degli altri. Non solo sul piano della bassissima crescita, della caduta della produzione e del peggioramento dei conti pubblici. Come dimostra l´ultimo bollettino della Banca d´Italia, le stime dell´indicatore di competitività calcolato con i prezzi alla produzione per i primi mesi dell´anno indicano che i guadagni di competitività registrati dalle imprese manifatturiere tra la primavera e l´autunno del 2008 sono stati in gran parte annullati. Non solo: il costo del lavoro per unità di prodotto è salito del 4 per cento nel 2008, contro l´1,4 per cento del 2007. Il marcato deterioramento della produttività del lavoro si è fatto più pesante, registrando un meno 0,8 per cento. L´Italia ha un drammatico problema di competitività e di produttività. E questo nodo non si scioglie con strategie attendiste e di pura sopravvivenza, ma con il coraggio delle riforme. L´assetto contrattuale va rivisto. Il sistema previdenziale va assestato a beneficio delle giovani generazioni. I servizi pubblici vanno liberalizzati. C´è un´autostrada da imboccare con urgenza, sulla via della modernizzazione. In un Paese bloccato come questo, si può tentare l´"impresa" solo in un momento di crisi come questo. Serve un grande manifesto di un´economia liberale ben temperata. Lo diceva il vecchio Keynes: «Inventare una nuova saggezza per una nuova epoca, trovare nuovi strumenti e nuove politiche per controllare e correggere il funzionamento delle forze economiche». Quella "nuova epoca" è qui. è arrivata. La stiamo vivendo.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

FANO E VAL CESANO pag. 15 «OGNI aspetto della vita dipende dall'oro nero: trasporti, riscaldamento ma anc... «OGNI aspetto della vita dipende dall'oro nero: trasporti, riscaldamento ma anche cibo, farmaci. In un mondo che presto conoscerà la fine del petrolio a buon mercato, bisogna domandarsi che ne sarà dell'economia globalizzata e della modernità. Come vivremo? Come produrremo?». A questi e altri quesiti risponde oggi alle 21 al Centro sociale Postavecchia di Calcinelli Andrea Bizzocchi nell'incontro: «Crisi o opportunità, quale futuro costruirsi?».

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Birmania, la giunta blinda il processo a San Suu Kyi L'ira di Hillary Clinton (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Birmania, la giunta blinda il processo a San Suu Kyi L'ira di Hillary Clinton GA.B. Hillary Clinton definisce «scandaloso» il processo alla dirigente birmana Aung San Suu Kyi. La segretaria di Stato Usa, parlando davanti a una sotto-commissione del Senato, assicura che l'amministrazione Obama lavorerà per ottenere la liberazione di Suu Kyi. «È evidente che la Cina, l'India e altri paesi sono attori di primo piano», ha detto Clinton lasciando intendere che quei governi saranno consultati e esortati a premere sulla giunta al potere in Birmania. In aula ieri ha deposto quel connazionale di Clinton, che, introducendosi a casa di Aung San Suu Kyi, l'ha messa nei guai, dando al regime il pretesto per processarla. Violazione delle norme sugli arresti domiciliari è l'accusa contestata alla premio Nobel per la pace. «Ho avuto una visione, ed ho pensato che la vita di Aung San Suu Kyi fosse in pericolo», ha affermato John Yettaw, rispondendo alle domande nei giudici nella quarta udienza del dibattimento. È stato Nyan Nin, uno degli avvocati di Suu Kyi e portavoce del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, a rivelare alla stampa il contenuto della singolare deposizione di Yettaw. Ieri il processo è ripreso a porte chiuse dopo che mercoledì, sotto la crescente pressione internazionale, le autorità avevano consentito l'ingresso di diplomatici e giornalisti. Yettaw raggiunse l'abitazione della leader dell'opposizione nuotando attraverso il lago di Rangoon. In aula è stato mostrato un video da lui girato in quella casa, nel quale l'uomo a un certo punto inquadra se stesso e afferma di aver chiesto alla leader dell'opposizione il permesso di scattare foto, ottenendo un rifiuto. «Sembrava spaventata e lui si è scusato», ha precisato l'avvocato. Hillary Clinton: scandaloso il processo a Aung San Suu Kyi. Washington chiederà ai gooverni di India e Cina di premere sulla giunta birmana affinché liberi la leader dell'opposizione e premio Nobel per la pace.

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LA CRISI E IL PARADOSSO DELL'EUROPA (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

LA CRISI E IL PARADOSSO DELL'EUROPA MODELLO SOCIALE La crisi economica mondiale sta mettendo in luce un paradosso che carica queste elezioni europee di implicazioni politiche che vanno oltre la questione pur decisiva della selezione di una rappresentanza seria e qualificata per il Parlamento di Strasburgo. Nel corso dell'ultimo trentennio, il modello sociale europeo e i suoi elementi costitutivi - la tassazione progressiva sul reddito, l'elevata spesa sociale, l'equilibrio tra Stato e mercato - sono stati sottoposti a una violentissima offensiva politica e culturale da parte dell'ideologia neoconservatrice. Oggi, dopo che quell'ideologia e il modello di sviluppo che sulla base di essa è stato edificato sono entrati in una crisi profonda, il modello sociale europeo e i valori che lo hanno ispirato vengono rivalutati in tutto il mondo. E questa rivalutazione vede come protagoniste le forze progressiste e democratiche, che dall'America di Obama all'India di Sonia Gandhi, dal Brasile di Lula al Sudafrica di Zuma sono artefici di politiche coraggiose che in molti casi si ispirano proprio alle riforme e alle conquiste che hanno segnato la storia del nostro continente. Basti pensare alle recenti iniziative dell'amministrazione democratica americana sulla sanità, o al ruolo che Obama ha assunto nei confronti del futuro dell'industria statunitense dell'auto, così distante dal dettato secondo cui "la politica si deve limitare a fissare le regole", e che segna un ritorno in grande stile della bistrattata nozione di "politica industriale". Tuttavia, mentre il vento cambia in tutto il mondo, nel nostro continente le forze progressiste e democratiche manifestano una profonda debolezza non solo politica ed elettorale ma anche culturale e identitaria. La chiave per comprendere le ragioni di questo paradosso è proprio l'Europa. Alla fine degli anni Novanta, la sinistra era al governo in 13 paesi su 15 dell'Unione, ma una volta raggiunto - con il suo contributo decisivo - il traguardo della moneta unica, il processo di integrazione conobbe un sostanziale arresto, e la "strategia di Lisbona" per rendere l'Europa all'avanguardia nell'innovazione e nell'economia della conoscenza fu affidata al semplice coordinamento delle politiche nazionali. Le radici delle sconfitte che hanno segnato le vicende degli anni successivi sono qui. E le prospettive di una riscossa politica e ideale delle forze progressiste e democratiche che rimetta il nostro continente al passo con i tempi sono nella capacità di assumere fino in fondo la dimensione europea come l'unica adeguata a rilanciare lo sviluppo e la coesione sociale nell'epoca della globalizzazione. Anche per questo le elezioni dl 6 e 7 giugno sono decisive.

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L'Europa è la nostra vera cura (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEGUE DALLA PRIMA L'Europa è la nostra vera cura Premesso, dunque, che ringraziamo l'eurodeputato verde Kusstascher, eletto in questo collegio, il quale, invece, il buon esempio lo dà non saltando praticamente nemmeno una seduta, dovremmo tenere a mente che in tempo di forse non sempre benvenuta però inevitabile globalizzazione, è particolarmente miope sottostimare programmi e attività del Parlamento europeo. Giustamente s'invoca da parte di partiti e candidati una campagna elettorale il più possibile virtuosa, concentrata cioè sui temi centrali della discussione politica; stavolta il discorso riguarda noi tutti che, in quanto abitanti di una regione giocoforza più di altre protese oltre confine, dovremmo più di altri avere a cuore queste elezioni. E non soltanto perché, in quanto terra principalmente agricola, è obbligatorio che si guardi all'Europa, visto che di lì ormai passano quasi tutte le decisioni riguardanti l'agricoltura, compresi gli indispensabili sussidi, ma anche, forse soprattutto, a causa di questa antica e per fortuna mai davvero tradita vocazione di apertura culturale ed economica. In più, l'Europa potrebbe essere la nostra unica vera cura in grado di salvarci dalla tentazione delle troppo piccole patrie, prospettiva di ingannevole prosperità e probabilmente anche di non così certa serenità. Periodicamente, si sa, nelle nostre province, per una ragione o per l'altra sale (o viene fatto salire) lo scontento che i politici si affrettano a sfruttare, ciascuno per il proprio tornaconto: di solito, però, sopra le teste degli elettori, riuscendo anche a infiammare i più sprovveduti. L'Europa, sia pure ampiamente imperfetta, ancora legata, purtroppo, più da motivi economici che ideali e culturali come piacerebbe, potrebbe essere l'antidoto giusto per questi veleni tipicamente nostrani. Isabella Bossi Fedrigotti

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Il gringo Obama in America Latina (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-05-22 - pag: 17 autore: Il gringo Obama in America Latina Il presidente cerca di ricucire le relazioni ma l'Asia sembra per ora più intraprendente di Alessandro Merli C' era una volta il cortile di casa. Era un cortile disordinato e turbolento, ma sul quale alla fine si riusciva, a volte con le buone, a volte con le cattive, a esercitare un controllo abbastanza stretto. Quel cortile, oggi, ha trovato (quasi) un suo ordine, ma è sempre meno attento alle voci che arrivano da casa e sempre di più a quelle di nuovi, ricchi visitatori. Il cortile di casa, per gli Stati Uniti, è l'America Latina, che per la prima volta negli ultimi tre decenni dovrebbe uscire da una crisi finanziaria internazionale con danni relativamente contenuti, ma nella quale, dopo anni di presidenza Bush completamente distratta dalla guerra in Irak, anche le ouvertures di Barack Obama rischiano per ora di suonare meno allettanti delle offerte in denaro sonante della Cina, nuovo partner commerciale e geopolitico di elezione. «Anche se l'America Latina non è immune agli effetti della crisi economica globale ha detto Nicolas Eyzaguirre, l'ex ministro delle Finanze del miracolo economico cileno, oggi capo del dipartimento Emisfero occidentale del Fondo monetario - la regione probabilmente soffrirà un minor declino dell'economia e si riprenderà prima dei paesi avanzati, perché i governi latinoamericani hanno adottato per lo più politiche fiscali e finanziarie corrette». Le previsioni dell'Fmi, in linea e forse leggermente più pessimiste di quelle della maggior parte degli economisti indipendenti, sono di una contrazione del Prodotto interno lordo regionale dell'1,5% quest'anno e di una crescita analoga l'anno prossimo. Si fanno sentire, naturalmente, il crollo della domanda dei paesi industriali per le esportazioni della regione, quello delle rimesse degli emigrati, l'inversione dei flussi di capitali privati che negli anni scorsi avevano inondato l'America Latina, in particolare le sue economie meglio gestite, come Brasile, Messico e Cile. Ma in passato le cose andavano assai peggio: in ogni episodio di recessione, la performance dell'America Latina era del 2% al di sotto di quella del resto del mondo, ricorda Eyzaguirre. E, soprattutto, la regione è stata l'origine, o l'epicentro, o la principale vittima di tutte le crisi finanziarie internazionali che si sono succedute dal 1982, con il default del Messico, in poi. In questa crisi, se il brusco calo dei flussi privati di capitale dall'estero (del 57% a 34 miliardi di dollari, secondo l'Institute of International Finance, l'associazione delle grandi banche) è evidente in tutte le sue componenti, dai prestiti bancari, agli investimenti di portafoglio, agli investimenti di-retti, non ci sono state crisi valutarie e i sistemi bancari nazionali della maggior parte dei paesi si sono rivelati più solidi di quelli di Stati Uniti ed Europa e dovrebbero essere in grado di assicurare il credito alla ripresa. Inoltre, la prudenza degli ultimi anni, consentirà, e in parte questo è già avvenuto, l'adozione di politiche monetarie e di bilancio anticicliche. Restano diverse incognite: la principale è l'evoluzione della crisi globale,soprattutto attraverso il canale dei prezzi delle materie prime, che restano la principale voce dell'export regionale, e quello finanziario, che potrebbe significare un'ulteriore restrizione del credito esterno. Inoltre, il quadro della regione è variegato: ai paesi con le politiche più appropriate (tanto che il Messico è stato il primo destinatario di una nuova forma di prestito precauzionale dell'Fmi, che non richiede neppure l'approvazione di un programma economico) si contrappongono quelli, come Venezuela, Ecaudor e Argentina, dove il percorso della politica economica e dei rapporti con la comunità finanziaria internazionale è a dir poco incerto. Una delle preoccupazioni maggiori di policy makers ed economisti della regione viene dagli Stati Uniti, e dalle loro prospettive di ripresa e di stabilizzazione finanziaria. è anche questa una delleragioni per cui l'America Latina, anche in paesi tradizionalmente più vicini a Washington, guarda con crescente interesse a un altro partner privilegiato: Pechino. Due segnali importanti, uno concreto e uno simbolico, sono venuti nelle ultime settimane dal Brasile, che sta finalmente cominciando a imporre il peso delle sue dimensioni e della sua stabilità per cercare di assumere una leadership regionale che non gli è mai stata riconosciuta. Soprattutto ora che la stella del caudillo venezuelano Hugo ChÁvez brilla di meno per le incertezze legate al prezzo del petrolio e quindi alla capacità di continuare a sostenere finanziarmente gli altri adepti della "rivoluzione bolivariana", come Bolivia, Ecuador e Nicaragua. Il segnale concreto viene dalle cifre del commercio dei primi quattro mesi del 2009: la quota dell'export destinata alla Cina sfiora il 13% e ha superato per la prima volta quella rivolta al mercato Usa, scesa all'11 per cento. Non solo, ma mentre nel mese di aprile, l'import complessivo cinese è sceso del 22% quello proveniente dal Brasile è cresciuto del 68%, trainato soprattutto da soia e minerali di ferro. «è chiaro - sostiene Octavio de Barros, capo economista della banca brasiliana Bradesco - che il Brasile ha beneficiato della ripresa della Cina, caratterizzata da crescita guidatadal mercato interno e investimenti in infrastrutture che richiedono grandi quantità di materie prime». La Cina ha inoltre investito 10 miliardi di dollari per finanziare esplorazioni petrolifere della Petrobras, secondo uno schema già adottato, su più piccola scala, in altri paesi del continente per assicurarsi l'approvvigionamento di commodities. Il gesto simbolico è venuto dalla visita di questa settimana del presidente Luiz InÁcio Lula da Silva a Pechino, dove è stato annunciato che i due paesi regoleranno il commercio bilaterale nelle rispettive valute nazionali e non più in dollari. In pratica, questo cambierà poco: gli esportatori brasiliani convertiranno in dollari gli yuan ricevuti e gli operatori cinesi faranno lo stesso con i reais. Ma è un'indicazione di volersi affrancare dalla dipendenza dagli Stati Uniti che è già emersa nella governance internazionale, dove spesso, come nella Wto e ora nel G-20, Brasilia e Pechino si sono allineati (a volte insieme agli altri due Bric, India e Russia). Un'indicazione che comporta che Obama, se vorrà rimetter piede nel cortile di casa senza risultare un intruso, dovrà far seguire fatti concreti alla parole giuste scelte all'ultimo summit delle Americhe. alessandro.merli@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA GRANDI INVESTIMENTI Dalla Cina dieci miliardi di dollari per finanziare le esplorazioni petrolifere di Petrobras. Brasilia e Pechino negozieranno nelle valute locali

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Bertinotti: i governi Prodi sono stati fallimentari (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: POLITICA E SOCIETA data: 2009-05-22 - pag: 19 autore: LA BOCCIATURA Bertinotti: i governi Prodi sono stati fallimentari Fausto Bertinotti boccia i governi di centro-sinistra, responsabili della riscossa della destra, che ora ammalia anche gli operai: «Non c'è dubbio – dice a Panorama l'ex presidente della Camera – i governi Prodi sono stati fallimentari. La sinistra, non solo in Italia, si era proposta come più capace della destra di sanare i guasti della globalizzazione. Questa promessa è stata tradita: non c'è stata redistribuzione della ricchezza né delle posizioni sociali». E poi «mentre la tv commerciale imponeva anche in Rai modelli come il "Grande fratello" e i concorsi con premi in denaro, i dirigenti della sinistra pensavano soprattutto a cronometrare i tempi concessi loro nei vari telegiornali, per confrontarli con quelli degli altri. Convinti – conclude Bertinotti – che la vera questione fosse questa». Voto operaio a destra? L'ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, analizza la tendenza emersa in un sondaggio pubblicato dal Sole 24 Ore e sottolinea: «Votano secondo un'utilità presunta, che va rispettata. Senza più fiducia nel sindacato e nel partito, nella desertificazione della democrazia, scelgono come interlocutore chi governa, l'unico che a loro parere conti qualcosa. Si sentono soli e seguono la loro pancia, il vento...».

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L'oro supera 950 dollari l'oncia (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-05-22 - pag: 48 autore: Metalli preziosi. I ribassi della moneta Usa e le incertezze sull'economia rilanciano gli acquisti L'oro supera 950 dollari l'oncia Ma nel primo trimestre l'India per la prima volta disinveste Sissi Bellomo L'oro ha messo il piede sull'acceleratore. Favorite dai ribassi del dollaro e dal riemergere di incertezze sull'economia, le quotazioni si sono spinte oltre 950 dollari l'oncia, livello che non riconquistavano da un paio di mesi: al Comex i futures hanno chiuso a 950,80 $/oz (+1,5%), rafforzando la possibilità – già intravista mercoledì dagli analisti tecnici – di un proseguimento del rally verso la fatidica «quota 1.000». Un piccolo contributo ai rialzi di ieri potrebbe essere arrivato anche dalla notizia che nel 2009 il Gokhran, depositario delle riserve strategiche russe di metalli preziosi, intende quadruplicare gli acquisti di oro, portandoli a 5 tonnellate, per sostenere l'industria mineraria locale. Dall'India,paese chiave per il mercato dell'oro,arrivano tuttavia segnali che contrastano con la diffusa fiducia nelle potenzialità di questo metallo: nel primo trimestre del 2009 – mentre la domanda globale di oro saliva del 38% al traino degli investimenti – gli indiani per la prima volta nella storia stavano disinvestendo, per un totale di 17 tonnellate. La stima è del World Gold Council (Wgc), i cui economisti osservano come la tendenza sia in parte condivisa da altri paesi asiatici. La Cina, ad esempio, pur senza disinvestire, ha comunque rallentato gli acquisti netti, limitandosi a 16,1 tonn., rispetto alle 16,7 di un anno prima: un calo che il Wgc attribuisce alla volontà di prendere profitto, rivendendo parte delle monete e barre accumulate a fine 2008. I gioiellieri cinesi, tuttavia, hanno continuato a rifornirsi: la loro domanda nel trimestreè salita del 2,9% a 89,1 tonn. L'India invece, da sempre primo consumatore di oro nel mondo, ha visto scendere la domanda trimestrale in gioielleria ai minimi da almeno vent'anni: 34,7 tonn. (-52%).Non solo.L'offerta di oro vecchio nel paese è stata così abbondante da spingere i grossisti a rivenderne 20 tonn. all'estero: un fenomeno che, insieme al crollo delle importazioni (- 83%) ha reso per la prima volta l'India un esportatore netto di oro. Le anomalie indiane potrebbero rivelarsi transitorie. Ma insinuano comunque qualche incertezza nel quadro fortemente rialzista dipinto dalla maggior parte degli analisti: la crisi economica spinge senza dubbio gli investitori ad apprezzare i beni rifugio, ma tra i piccoli risparmiatori forse c'è chi non ha più la possibilità di investire. Né in oro, né in altri asset. E la crisi potrebbe aver già spinto qualcuno a vendersi i gioielli di famiglia. Se la tendenza dovesse prendere piede in India, le conseguenze sarebbero notevoli: secondo stime di Swiss Asia Capital, nelle case indiane vi sono probabilmente 50mila tonn. di oro, un terzo di quanto ne sia stato estratto nella storia. © RIPRODUZIONE RISERVATA SEGNALI DI CRISI Delhi riporta anche un crollo dei consumi in gioielleria ai minimi da vent'anni e con le vendite di rottame diventa esportatrice netta

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Per avere Rio, Chinalco verrà a patti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-05-22 - pag: 48 autore: Società minerarie. L'investimento cinese deve vincere ancora molte resistenze Per avere Rio, Chinalco verrà a patti Barbara Pezzotti SYDNEY Chinalco riformulerà il suo investimento in Rio Tinto in modo da superare le resistenze del governo australiano e anche quelle dei grandi azionisti del gruppo minerario. L'accordo da 19,5 miliardi di dollari Usa (14,2 miliardi di euro) infatti è in bilico a causa della percezione che il gruppo cinese possa di fatto assumere il controllo di uno dei simboli dell'economia australiana e negli ultimi tempi si sono quindi moltiplicate indiscrezioni su cosa il gruppo cinese sia disposto a cedere. Per evitare uno stop di Canberra, fonti vicino a Chinalco rivelano ora che il gruppo cinese avrebbe promesso di inserire nelle clausole dell'accordo la garanzia che non giocherà alcun ruolo nel processo di decisione dei prezzi delle risorse di Rio. Secondo il «Sydney Morning Herald», Chinalco sarebbe inoltre pronto a lasciar cadere la rivendicazione del 30% della produzione di minerali ferrosi del gruppo australiano. Chinalco sarebbe infine disponibile a discutere la possibilità che siano emessi nuovi bond convertibili a favore degli attuali investitori per domare una rivolta degli azionisti londinesi, a patto che la mossa non diluisca la propria quota al di sotto del 15 per cento. Per Ausbil Dexia, uno dei dieci maggiori azionisti, «rivedere il cocktail non è solo possibile ma anche doveroso». Ciò su cui tuttavia il gruppo cinese non sembra disposto a cedere è la quota del 15% negli asset di Pilbara e il suo diritto a designare due nomi nel consiglio di amministrazione di Rio, organismo composto da 15 persone. «Chinalco non è Minmetals », sembra sia stato il tagliente commento ai vertici di Chinalco, con riferimento alla decisione di Minmetals di procedere al suo takeover sull'australiana Oz Minerals nonostante tre giorni prima il governo australiano avesse deciso di lasciar fuori dall'accordo l'asset chiave di Prominent Hill, sulla base di un presunto diritto di controllo della sicurezza nazionale. La volontà di negoziare, eventualità negata fino a pochi giorni fa, coincide con una serie di violente discussioni al Foreign Investment Review di Canberra, che dovrebbe rendere noto il suo parere entro il 15 giugno. La decisione australiana, che di fatto pesa sulle spalle del Tesoriere Wayne Swan, è considerata un importante test delle relazioni economiche tra Australia e Cina. L'accordo finale dovrà infine essere approvato a Pechino, dalla National Development and Reform Commission. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Crack inglese Usa, economia a due marcie (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Crack inglese Usa, economia a due marcie Maurizio Galvani Giornata economica condizionata dalle pessime notizie provenienti dalla Gran Bretagna. L'agenzia di rating S&P ha annunciato che le finanze pubbliche inglesi sono instabili, che il deficit pubblico dovrebbe oscillare tra il 7-10% del Pil nel 2009 mentre il debito pubblico potrebbe avvicinarsi al 100% del Pil entro il 2013. Di conseguenza il Regno Unito rischia di perdere l'attuale valutazione del triple AAA sui titoli di stato se non si adopera per un risanamento delle finanze pubbliche. La S&P parla di un outlook negativo sulle emissioni inglesi, soprattutto, rispetto a quelle a breve scadenza. Il «collasso» inglese ha investito tutte le borse in Europa dove tutti gli indici hanno chiuso con pesanti perdite: Londra ha ceduto il 2,75%, Francoforte il 2,74%, Parigi il 2,6% e, a Piazzaffari, il Mitbel ha chiuso le contrattazioni con un calo pari al 2,65%. Gran Bretagna - dove la famosa azienda Clinton Cards, specializzata nella produzione di biglietti augurali (Birthdays) annuncia che, per colpa della crisi, 2.100 dipendenti rischiano il posto di lavoro e di dovrà ricorrere all'amministrazione controllata - è fortemente a rischio mentre l'economia Usa ha presentato le due facce della recessione. La Federal reserve (Fed) ha avanzato nuove stime sul Pil che «quest'anno dovrebbe calare tra l'1,3% e il 2% per tornare a crescere solamente nel 2010 ad un tasso compreso tra il 2-3%». Nel mese di gennaio, la Fed aveva previsto un Pil pari allo 0,5%-1,3%, con un rialzo tra il 2,5%-3,3% a partire del prossimo anno. La Fed «spara» infine una sentenza senza appello: «la disoccupazione nel 2009 toccherà quasi il 10% contro l'8,8% segnalato precedentemente». La scarsità di lavoro affligge ormai milioni di statunitensi e anche i dati forniti ieri dal Dipartimento al lavoro sono poco rassicuranti. A fronte della settimana, conclusa il 16 maggio, c'è stato un calo delle nuove richieste per i sussidi di disoccupazione (-12 mila) pari a 631.000 unità. Però è stato rivisto a rialzo il precedente dato (da 637 mila a 643 mila unità) delle richieste di sussidio ed è salito a 6,48 milioni il numero di dipendenti che sono sostenuti con sussidi continuativi almeno da quattro settimane. Il dato peggiore da quando è iniziata la serie delle statistiche dal 1967. Inoltre, si trova sempre meno una occupazione regolare e fonti del Dipartimento segnalano la crescita del lavoro nero. Ieri, due note positive hanno riguardato gli Stati uniti. La prima relativa all'indice della attività manifatturiera comunicato dalla Fed di Philadelphia che è salito a maggio a quota -22.6 punti migliore di quota -24.4 registrato ad aprile. Tuttavia peggiore di quanto era stato previsto alla vigilia (-17 punti). L'altra notizia - fornita dalla Conference Board - riguarda invece il miglioramento all'1% dell'indice relativo al miglioramento delle condizioni economiche e di salute dell'economia, da qui a sei mesi massimo nove. Una crescita che è stata più elevata di quanto era stato previsto alla vigilia ovvero di un miglioramento pensato allo 0,8%. In particolare, questo indice è aumentato dopo la flessione dello 0,2% a marzo e dello 0,5% a febbraio. Il suo aumento - seguito per comprendere l'attitudine al consumo - è dovuto principalmente ad un balzo in quest'ultimo periodo dei valori azionari. L'indice è a quota a 99 punti contro i 100 punti base stabiliti nel 2004. Singapore, l'isola città-stato, denuncia un forte contrazione del Pil nel primo trimestre dell'anno: 10,1%. Rispetto al trimestre precedente il calo è pari al 14,6% ed è stato provocato da una caduta delle esportazioni. La Cina è invece accusata dall'agenzia internazionale di rating Fitch di essere un'economia drogata. L'agenzia rivela che il sistema bancario cinese per compiacere i programmi di stimolo del governo si è indebitato in modo spropositato. A rischio ci sono prestiti pari a 762 miliardi di dollari. Pechino ha fatto quattro interventi di sostegno all'economia.

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Confindustria, 1 trimestre fase più acuta recessione (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Confindustria, 1° trimestre fase più acuta recessione (Teleborsa) - Roma, 22 mag - I livelli di attività produttiva sono depressi in misura senza eguali dal dopoguerra. Anche nel primo trimestre la caduta del PIL, trascinata dal commercio mondiale e favorita dal decumulo di scorte, è stata più violenta dell'atteso, soprattutto nell'area euro. Germania e Italia hanno subito le flessioni più marcate dal picco precedente. Lo si legge nella Congiuntura Flash di maggio di Confindustria. La forte contrazione di PIL e produzione industriale in Italia nel primo trimestre 2009 (rispettivamente -2,4% e -9,8% sul quarto 2008) ha marcato la fase più acuta della recessione. Gli indicatori anticipatori delineano uno scenario in progressivo miglioramento per i prossimi mesi. L'occupazione registra con ritardo i cambi di marcia dell'economia e continuerà a diminuire. Nel nostro Paese i valori di CIG sono ai massimi dal 1993. Le finanze pubbliche peggiorano vistosamente, un po' meno quelle italiane; il rientro da deficit e debiti elevati sarà graduale. Il credito continua a essere selettivo, specie verso le piccole imprese e nei confronti delle operazioni commerciali con l'estero. Ciò rende più faticoso il riavvio delle economie. Ma i "germogli" di ripresa stanno consolidandosi. In Italia sale la fiducia tra imprese (grazie a maggiori attese di ordini) e consumatori (ai massimi da fine 2007); l'indice anticipatore Ocse punta alla svolta nel corso dell'estate. Il ritorno alla crescita si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export. In USA va meglio il settore immobiliare, gli utili aziendali aumentano grazie a guadagni di efficienza e tagli nelle scorte, mentre è vicina la risalita degli ordini nel manifatturiero e nel terziario. In Germania l'indice ZEW che anticipa l'andamento del ciclo è balzato in pochi mesi ai massimi dal giugno 2006. In Giappone la produzione industriale è prevista recuperare il 12,4% entro maggio, beneficiando più rapidamente del rilancio cinese. L'Europa dell'Est trarrà vantaggio dalle megasvalutazioni. I rialzi delle Borse e delle materie prime aiutano e prevedono progressi nell'economia reale. E' in atto un generale ridimensionamento dell'avversione al rischio; così si riducono gli ampi spread tra titoli di Stato dentro l'area euro e l'alto costo del finanziamento tramite emissione di obbligazioni, anche con il massimo rating. I tassi pagati dalle imprese stanno adagio scendendo, adeguandosi alle decisioni BCE. L'inflazione resta bassa, è addirittura negativa nelle attese. 22/05/2009 - 09:45

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IL FOCUS MENSILE SU PIL E ATTIVITA'. LE ANALISI DI CONFINDUSTRIA (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL FOCUS MENSILE SU PIL E ATTIVITA'. LE ANALISI DI CONFINDUSTRIA NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 22.05.2009 09:08 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Secondo l'analisi mensile del Centro Studi Confindustria, i livelli di attività produttiva sono depressi in misura senza eguali dal dopoguerra. Anche nel primo trimestre la caduta del PIL, trascinata dal commercio mondiale e favorita dal decumulo di scorte, è stata più violenta dell’atteso, soprattutto nell’area euro. Germania e Italia hanno subito le flessioni più marcate dal picco precedente. L’occupazione registra con ritardo i cambi di marcia dell’economia e continuerà a diminuire. Nel nostro Paese i valori di CIG sono ai massimi dal 1993. Le finanze pubbliche peggiorano vistosamente, un po’ meno quelle italiane; il rientro da deficit e debiti elevati sarà graduale. Il credito continua a essere selettivo, specie verso le piccole imprese e nei confronti delle operazioni commerciali con l’estero. Ciò rende più faticoso il riavvio delle economie. Ma i “germogli” di ripresa stanno consolidandosi. In Italia sale la fiducia tra imprese (grazie a maggiori attese di ordini) e consumatori (ai massimi da fine 2007); l’indice anticipatore Ocse punta alla svolta nel corso dell’estate. Il ritorno alla crescita si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export. In USA va meglio il settore immobiliare, gli utili aziendali aumentano grazie a guadagni di efficienza e tagli nelle scorte, mentre è vicina la risalita degli ordini nel manifatturiero e nel terziario. In Germania l’indice ZEW che anticipa l’andamento del ciclo è balzato in pochi mesi ai massimi dal giugno 2006. In Giappone la produzione industriale è prevista recuperare il 12,4% entro maggio, beneficiando più rapidamente del rilancio cinese. L’Europa dell’Est trarrà vantaggio dalle megasvalutazioni. I rialzi delle Borse e delle materie prime aiutano e prevedono progressi nell’economia reale. E’ in atto un generale ridimensionamento dell’avversione al rischio; segue pagina >>

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Città: 'Cammino di riconciliazione e pace' Ieri all'Università l'incontro delle Acli (sezione: Globalizzazione)

( da "Sannio Online, Il" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Città: ‘Cammino di riconciliazione e pace’ Ieri all’Università l’incontro delle Acli Pubblicato il 22-05-2009 Proseguono gli approfondimenti per il settimo Cammino di riconciliazione e pace Benevento – Pietrelcina. Ieri nuova tappa significativa all’Università Sea in via delle Puglie... Proseguono gli approfondimenti per il settimo Cammino di riconciliazione e pace Benevento – Pietrelcina. Ieri nuova tappa significativa all’Università Sea in via delle Puglie dove si è svolto un convegno dal titolo ‘Globalizziamo i diritti e globalizzazione dell’economia’. “Il mercato del commercio equo e solidale, una speranza concreta di pace per il sud del mondo risponde ad un duplice obiettivo – ha spiegato Filiberto Parente delle Acli sannite -. Si rivolge alle istituzioni e alla società civile, alle forze imprenditoriali e produttive, ai giovani in formazione presso l’Università del Sannio, ma vuole alzare la voce, annuncio e denuncia - ha concluso Parente - per raccontare quelle azioni di pace fatta di giustizia e non di elemosina, per promuovere comportamenti e stili di vita giusti e solidali, dando con ciò vita anche a esperienze ed azioni di economia solidale per essere stimolo per tutti, per un responsabilità civica che lasci il segno alle generazioni future per una globalizzazione sostenibile.

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Tlc, Huawei al terzo posto nel mercato delle infrastrutture (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

HELSINKI (Reuters) - La cinese Huawei Technologies [HWT.UL] è salita in terza posizione nel mercato delle infrastrutture per la rete mobile nel primo trimestre, raddoppiando la sua quota di mercato rispetto ad un anno fa e superando Alcatel-Lucent. La svedese Ericsson ha aumentato il proprio vantaggio al primo posto, mentre la sua più vicina rivale, Nokia Siemens Networks [NSN.UL], ha perso quote di mercato, secondo la società di ricerca Dell'Oro. Il mercato delle infrastrutture per le telecomunicazioni ha visto negli ultimi anni una durissima concorrenza, guidata dalle società asiatiche, e le previsioni restano fosche. Alcatel-Lucent ha previsto che il mercato cali dell'8-12% nel 2009, mentre Nokia Siemens sostiene che il mercato potrebbe scendere di circa il 10%. Nel suo studio, Dell'Oro spiega che il mercato -- nel periodo gennaio-marzo -- si è contratto del 9% rispetto ad un anno fa, anche se l'espansione del 3G in Cina ha evitato un calo ulteriore. "L'intensa competizione nei prezzi tra i venditori per aggiudicarsi gli appalti in Cina hanno provocato l'erosione dei prezzi, soprattutto nel Cdma", spiega l'analista di Dell'Oro Scott Siegler. Il primo produttore al mondo di infrastrutture di rete mobile, Ericsson, ha aumentato leggermente la sua quota di mercato al 33% nel trimestre, mentre Nokia Siemens Networks è scesa al 21 dal 24% di un anno fa. Huawei ha quasi raddoppiato la sua quota al 15%, mentre Alcatel-Lucent è scesa al 14 dal 16%. Il difficile mercato ha anche fatto la sua prima vittima nel trimestre. Nortel, una volta il più grande produttore nordamericano di infrastrutture per le telecomunicazioni, ha chiesto la protezione dai creditori con il Chapter 11 al tribunale federale Usa e in Canada a gennaio. La società ha visto dimezzare la sua quota di mercato al 4 dall'8% di un anno fa.

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Greggio tonico sopra 61 dollari/barile grazie a domanda da Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

LONDRA (Reuters) - Il greggio orbita tonico sopra i 61 dollari/barile, sostenuto dalla domanda proveniente da Cina e dalle tensioni sull'offerta di Usa e Nigeria. Alle 11,45 il futures a luglio sul greggio guadagna 47 cent a 61,53 dollari, poco sopra il massimo di sei mesi toccato questa settimana; quello sul Brent di Londra 75 a quota 60,68. Il greggio, che lo scorso luglio aveva toccato massimi record sopra i 147 dollari/barile, era poi sceso, a dicembre 2008, sotto i 33 dollari. "E' ancora più vicino ai minimi che ai massimi", nota un operatore. Goldman Sachs, in una nota, sostiene che il rincaro di questa settimana riflette i solidi fondamentali del settore e non è semplicemente dovuto al dollaro debole o al rally dell'azionario. "Il mercato del greggio ha subito contraccolpi per le esplosioni in Nigeria, i problemi alle raffinerie Usa e il rafforzamento del mercato del gasolio", spiega infatti l'analista di Goldman.

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Parma e Cremona alleanza strategica geopolitica lungo l'asse Tirreno Brennero ( 2 ) (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Parma e Cremona alleanza strategica geopolitica lungo l’asse Tirreno Brennero ( 2 ) (22/5/2009 11:39) | (Sesto Potere) - Parma - 22 maggio 2009 -"L’accordo con Cremona è particolarmente significativo – spiega il sindaco Pietro Vignali - perché oggi un territorio non può più crescere da solo: la competizione è fortissima, le risorse sono limitate, la globalizzazione ha cambiato definitivamente il modo di interpretare un ruolo da parte di ogni città. Non è un episodio isolato, ma un tassello di una strategia più ampia di alleanze territoriali, iniziata nei mesi scorsi con la firma del protocollo con Verona e che proseguirà con intese con La Spezia e Mantova. Parma si colloca al crocevia dell’asse tirrenico nord-sud e dell’asse est-ovest. è quindi naturalmente al centro di un sistema territoriale che comprende altre città periferiche rispetto alle loro regioni, come La Spezia, Massa, Mantova, Cremona e Verona. In questo perimetro è racchiuso uno dei territori più ricchi del mondo, un giacimento culturale e produttivo straordinario, se messo in sinergia, basti pensare alle vocazioni storiche dei nostri territori, come la cultura e l’agroalimentare e funzioni strategiche come la logistica. La cultura, insieme ad alcune caratteristiche del nostro territorio come le eccellenze nell’agroalimentare e a funzioni strategiche vecchie e nuove come la ricerca, la logistica di nuova concezione, le Fiere, l’aeroporto sono gli assi su cui Parma punta per essere baricentro attrattivo di questa Geocomunità allargata la cui spina dorsale infrastrutturale è la Ti-Bre. Il finanziamento del tratto Parma-Vicofertile della Pontremolese approvato dal Cipe due settimane fa conferma che questo disegno sta finalmente prendendo corpo”. “E' un accordo molto positivo ed importante che le nostre due amministrazioni hanno tenacemente voluto e che abbiamo preparato per tempo” ha detto il sindaco di Cremona Gian Carlo Corada “Risponde ad una precisa esigenza indotta dalla stringente competizione che coinvolge aree più vaste delle singole città, che si sviluppa anche a livello internazionale e che va affrontata con determinazione, intelligenza e capacità di costruire alleanze nei diversi settori di attività. E' una linea valida sempre” prosegue Corada “ma lo é a maggior ragione in una fase di grave crisi economica come quella che stiamo attraversando: solo così riusciamo a mettere in campo e far valere tutte le nostre, reciproche eccellenze”. “Cremona é al centro della pianura Padana, al confine tra due importanti regioni come Lombardia ed Emilia, ha rapporti storici consolidati sia con Mantova, Pavia e Lodi, in funzione del sud-Lombardia, sia con Piacenza e Parma. Ci poniamo l'obiettivo di costruire con queste città forti alleanze di rete, anche in previsione dell'EXPO 2015, uno dei più importanti appuntamenti che ci attendono nei prossimi 5 anni”

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Come uscire dalla crisi "più uniti": ecco il Festival dell'Economia (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Come uscire dalla crisi "più uniti": ecco il Festival dell'Economia Uno stand del Festival dell'Economia (edizione 2008) ROMA - Dalla crisi uscirà un mondo più chiuso in se stesso, la globalizzazione lascerà il posto ai localismi, prevarrà l'individualismo? "Identità e crisi globale" è il tema della quarta edizione del Festival dell'Economia, a Trento dal 29 maggio all'1 giugno. Obiettivo del festival, spiega il responsabile scientifico Tito Boeri, è "capire cosa bisogna fare per evitare che una crisi di questo tipo si possa ripetere e per uscire da questa crisi possibilmente più uniti di prima, e perciò in grado di meglio gestire le tante risorse in comune che ci sono sul nostro pianeta. Ricordando sempre che i nostri figli non accetteranno mai di tornare al piccolo mondo antico della nostra gioventù". Perché il rischio da scongiurare, secondo l'equipe scientifica del Festival di Trento, è proprio questo: "La lezione peggiore e più pericolosa da trarre da questa crisi - afferma Boeri - è che essa sia figlia della globalizzazione e che quindi per evitarne una nuova occorra rendere le nostre comunità un po' più chiuse". Il viaggio del Festival comincia il 29 pomeriggio con due Premi Nobel, James Heckman e George Akerlof. Entrambi terranno due conferenze che mettono in relazione l'andamento dell'economia con gli atteggiamenti irrazionali degli individui. Si tratta di quelli che Akerlof definisce gli animal spirits: vi rientrano atteggiamenti come "un improvviso crollo della fiducia". Mentre Heckman analizzerà la relazione tra "economia e psicologia della personalità". Perché l'irrazionalità, ricorda Boeri, ha avuto e ha tuttora un effetto rilevante nell'andamento della crisi: "Non si tratta di mostrarsi a tutti i costi ottimisti, ma piuttosto di capire perché in molti casi non si riesca a uscire dal pessimismo". Naturalmente la psicologia da sola non può dare una ricetta anticrisi. Occorrono anche strumenti tecnici, una severa regolamentazione internazionale: il compito di delineare quelle che dovrebbero essere le nuove regole è affidato a un'economista che "ha trascorso la sua vita ai vertici delle organizzazioni multilaterali e della ricerca acccademica sull'economia dello sviluppo", Anne Krueger. Sabato e domenica il Festival entrerà nel vivo, e sarà l'occasione per il debutto di una novità di quest'anno: i processi. Ci saranno un presidente di tribunale, l'accusa, la difesa, e una giuria popolare costituita da studenti della facoltà di Economia dell'Università di Trento, ai quali verrà richiesto un verdetto unanime. Si comincia sabato a mezzogiorno con un processo agli economisti, accusati da tempo di non essersi resi conto dell'approssimarsi e dell'entità della crisi. Presidente del tribunale Massimo Gaggi, accusa Roberto Perotti, difesa Luigi Guisi, persone informate dei fatti Nouriel Roubini e Nicola Persico. Mentre il giorno dopo, alla stessa ora verranno processati "i controllori e i politici". Lunedì 31, giorno di chiusura del festival, sul banco degli accusati ci sarà invece la finanza. L'intervento di chiusura è affidato ad Andrew Michael Spence, premio Nobel per l'Economia nel 2001. Allo studioso il compito di proiettarsi nel dopo-crisi, cercando di capire come la globalizzazione può dare un contributo positivo, anche attraverso le proposte della Commissione sulla Crescita e lo Sviluppo patrocinata dalla Banca Mondiale e da alcuni governi e formata da leader politici, protagonisti dell'economia e studiosi. Tra i protagonisti delle quattro giornate del festival ci saranno inoltre, accanto a un nutrito gruppo di economisti redattori e collaboratori del sito Lavoce.info, studiosi, esponenti del mondo politico e imprenditoriale, tra i quali Giuseppe De Rita, Gian Arturo Ferrari, Tyler Cowen, responsabile di uno tra i più visitati e autorevoli blog economici, Alberto ALesian, Roland Benabou, Edward L. Glaser, Lucio Caracciolo, Carlo Petrini, Giuliano Amato, Innocenzo Cipolletta, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Enrico Letta, Tommaso Padoa-Schioppa e Francesco Giavazzi. Oltre a conferenze, lezioni e 'processi' sono in programma iniziative dedicate alle famiglie e ai bambini. Tra queste, la Piazzetta dell'Altra Economia, iniziative dedicate al mercato sostenibile, rispettoso dell'ambiente e delle persone. Previsti inoltre, in vari punti di Trento, laboratori, giochi ed esperimenti. 22/05/2009 - 14:30

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Il Dialetto Romagnolo entra in classe a Castrocaro Terme (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 22-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Dialetto Romagnolo entra in classe a Castrocaro Terme (22/5/2009 16:02) | (Sesto Potere) - Castrocaro Terme - 22 maggio 2009 -Sabato 23 Maggio, dalle ore 15:30, andranno in scena a Palazzo Pretorio di Terra del Sole le scenette teatrali in dialetto romagnolo interpretate dagli alunni di Castrocaro Terme e Terra del Sole. Lo spettacolo, presentato in occasione dell’evento “Incontro fra generazioni”, organizzato dalla Pro Loco di Terra del Sole per il sesto anno consecutivo, è il risultato di un progetto didattico nato dalla collaborazione fra l’Amministrazione Comunale e l’Istituto Comprensivo, con l’obiettivo di introdurre i più giovani alla scoperta del Romagnolo, come lingua di espressione artistica e uso quotidiano. Le classi che hanno partecipato alla prima sperimentazione di questo tipo sono state le quinte della scuola elementare e le prime della scuola media. A curare le lezioni di lingua romagnola due insegnanti d’eccezione, i mitici artisti della compagnia teatrale dialettale “Cinecircolo del Gallo” di Forlì Laura Sansovini e Aurelio Angelucci, da sempre nel mondo dello spettacolo accanto ai grandi nomi nazionali. Il copione preparato in classe è ispirato a scene di vita domestica, ambientate nella campagna romagnola di inizio ‘900. Commenta Francesco Billi, Assessore alla Cultura: “Ringrazio calorosamente i ragazzi e quanti sono stati coinvolti nel progetto. Il Romagnolo non è un dialetto morto, ma una lingua viva e ancora utile alla trasmissione di conoscenza tra le generazioni. Ha un consolidato uso artistico nel teatro e nella poesia, perché riesce a comunicare con genuinità e spirito i sentimenti. Insegnare il Romagnolo nelle scuole è importante perché la consapevolezza dell’identità e della tradizione rappresenta l’unico rifugio sicuro per i nostri giovani contro il caos della globalizzazione.” All’”Incontro tra generazioni” , previsto per Sabato, interverranno anche alcuni nonni del paese per raccontare, ovviamente in dialetto, storie e poesie dei vecchi tempi, che meritano di non essere dimenticate. Sono previsti inoltre una presentazione sull’araldica di Palazzo Pretorio, curata dalle classi seconde della Scuola Secondaria, e una degustazione finale di prodotti tipici.

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Il Pd ha creduto davvero nell'Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Il Pd ha creduto davvero nell'Europa» Rosy Bindi in città per lanciare la candidatura di Nicoletti TRENTO. «L'Europa così com'è, è merito di chi ci ha sempre creduto come il Pd. Un Europa, che assieme agli Stati Uniti, si deve adoperare per uscire da questa crisi con un'idea di mondo e di società diversi». Lo ha detto la vicepresidente della Camera, Rosy Bindi, intervenendo in campagna elettorale prima a Bolzano e poi a Trent. «Votare Pd alle elezioni europee - ha aggiunto - significa assicurare al Parlamento europeo la presenza di una forza davvero europeista che ha voglia di rilanciare il progetto europeo". All'incontro era presente l docente di Filosofia politica a Trento Michele Nicoletti, candidato nella lista per il Nordest del Pd. Nel suo intervento Vittorio Prodi ha posto, a Bolzano, l'accento sull'idea che il Partito Democratico ha dell'Europa, la quale «deve essere qualcosa di più di un luogo di libero scambio. Il compito dell'Europa è quello di essere uno strumento fondamentale per fa sentire la voce degli Stati e dei cittadini. Uno strumento di collaborazione tra Stati per affrontare la globalizzazione» hanno chiuso l'incontro.

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Comizio in dialetto di Zaia (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-05-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Cina Usa

Comizio in dialetto di Zaia Il ministro sale su un covone e placa gli agricoltori Due progetti di legge della Lega per la tutela della lingua VERONA. Comizio del ministro Luca Zaia in dialetto veneto. Per placare un gruppo di agricoltori, alcuni dei quali aderenti a Confagricoltura, che aspettavano il Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, davanti all'azienda agricola Brunelli a Valeggio sul Mincio (Verona) per contestarlo. Ma quando Zaia è sceso dalla macchina, li ha salutati uno a uno e ha improvvisato un confronto con loro, parlando in lingua veneta, salendo su un covone di fieno all'interno dell'azienda nella quale li ha invitati ad entrare. Intanto, la Lega ha fatto propria la crociata e i progetti di legge sulla lingua veneta spuntano come funghi. Certo, il ministro, oltre al comune lessico, ci ha messo del suo, stringendo la mano a tutti i contestatori che lo aspettavano davanti all'azienda. Non solo: una volta sceso dall'auto, salendo sul covone e improvvisando un confronto in lingua veneta, ha ridotto le distanze: «Voi siete stati portati qui da scelte sbagliate e da chi ha voluto innescare un conflitto tra poveri - ha arringato il ministro, come risulta nella traduzione dal dialetto veneto all'italiano - il settore agricolo è attanagliato da una crisi dei prezzi che nulla ha a che vedere con la soluzione del problema delle quote latte. Sono solidale con tutti gli agricoltori che stanno pagando per una concorrenza sleale che non hanno contribuito a creare. Il problema si risolve accentuando i controlli. L'altra questione è garantire la qualità. Il disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria avrà un ruolo importante». Tant'è, che è finita tra gli applausi. Ma Zaia non è l'unico a battere la strada dell'idioma a lui tanto caro: i consiglieri regionali del Carroccio hanno presentato un progetto di legge affinché il veneto venga inserito fra le lingue che meritano di essere tutelate. «Valorizziamo una lingua che fu dei nostri padri e che per mille anni è stata parlata nella nostra terra - sostiene il primo firmatario Roberto Ciambetti - la nostra lingua, deve poter essere ascritta nell'elenco dove compaiono anche il sardo, il friulano e altri idiomi che contraddistinguono una comunità». Gli fa eco da Roma il senatore veronese Federico Bricolo dopo aver presentato, a sua volta, un pdl per l'insegnamento di lingue e dialetti delle comunità territoriali e regionali nelle scuole: «La difesa della nostra storia e della nostra cultura passa anche attraverso l'insegnamento delle nostre lingue e dialetti - sostiene - in un mondo globalizzato come il nostro diventa fondamentale trasmettere alle nuove generazioni le nostre lingue che sono segno e sostanza della nostra appartenenza culturale». Intanto, mentre il Carroccio veneto si immerge nella battaglia, dal vicino Friuli arrivano notizie per nulla confortanti: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme contenute nella legge regionale inerente la tutela, la valorizzazione e la promozione della lingua friulana. Sotto la scure, tra le altre, le norme che prevedevano l'obbligo, per gli uffici regionali, di rispondere in friulano ai cittadini che usano tale lingua e l'introduzione dell'insegnamento del friulano a scuola attraverso il metodo del silenzio-assenso. (s.z.)

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Ferrero: da qui le firme contro Berlusconi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'ex ministro del Lavoro nel governo Prodi ieri in città ha impegnato i militanti a mobilitarsi contro il premier Ferrero: da qui le firme contro Berlusconi Il leader di Rifondazione lancia Lida Scarpa: voto utile a Rifondazione VITTORIO VENETO. «Parte da Vittorio Veneto la raccolta di firme per chiedere le dimissioni del presidente Berlusconi». Lo ha detto il leader di Rifondazione, Paolo Ferrero, incontrando Lidia Scarpa, candidata sindaco, ed un gruppo di seguaci. Ferrero, arrivato a Vittorio Veneto nel primo pomeriggio, ha impegnato i militanti del partito a scendere in strada già oggi e domani per «raccogliere quante più firme possibili» per «costringere Berlusconi» a lasciare l'incarico a seguito della vicenda Mills. «A capo del governo - ha detto - abbiamo un fascista estremista». All'incontro è stato invitato anche il sindaco di Fregona, Giacomo De Luca, che si ricandida a succedere a se stesso e lo fa con l'appoggio di tutto il centrosinistra. «Anche a Vittorio, però, avremmo dovuto fare come a Fregona» ha dichiarato De Luca rivolto a Rifondazione. Il centrosinistra vittoriese, invece, si presenta con tre candidati. A questo riguardo Ferrero non ha mancato di polemizzare, chiedendo il voto utile per Rifondazione. «Le politiche illiberali in tema di welfare portano la firma, in Europa, anche del Pd e dell'Idv, quindi il voto utile dal punto di vista dell'opposizione non può che essere il nostro», ha affermato. Presente all'incontro anche Lidia Menapace, candidata alle europee. Da Vittorio Ferrero ha espresso solidarietà alle famiglie dei due imprenditori che si sono tolti la vita. «In questa tragica vicenda - ha sottolineato - si evidenzia una cosa, che la cultura che ha reso possibile il miracolo del nord-est, che è una cultura del lavoro e della comunità - sottolinea Ferrero -, è tradita da questa globalizzazione, e gli imprenditori in qualche modo ne sono vittime perché pensavano che fosse una cosa e invece si sono resi conto che ne è un'altra». (f.d.m.)

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Il gioco delle pipeline dietro la guerra a Kabul (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Analisi La Guerra Liquida dall'Iran al Pacifico Il gioco delle pipeline dietro la guerra a Kabul Le strategie per tener fuori dai flussi energetici Mosca e Pechino PEPE ESCOBAR Nel Grande Gioco, sempre mutevole, dell'Eurasia, una domanda fondamentale - perché l'Afghanistan conta tanto? - negli Stati Uniti è semplicemente ignorata. Forse l'idea che l'energia e l'Afghanistan possano avere qualcosa in comune è «verboten», proibita. Eppure, statene certi, nulla di significativo avviene nell'Eurasia senza un'implicazione energetica. Nel caso dell'Afghanistan occorre poi ricordare che il Centro e il Sud dell'Asia sono stati considerati dagli strateghi americani luoghi cruciali sui quali piantare la bandiera; e una volta crollata l'Unione Sovietica, il controllo delle ex repubbliche ricche di energia è subito stato visto come essenziale per il futuro della potenza globale americana. Sarebbe stato lì che le basi militari Usa avrebbe intersecato gas e oleodotti, mettendo Russia e Cina sulla difensiva. Pensate l'Afghanistan, allora, come un trascurato intreccio secondario dell'attuale Guerra Liquida che si combatte nel Pipelinestan, l'immenso campo della battaglia energetica che va dall'Iran all'Oceano Pacifico. Dopo tutto, uno degli obiettivi della politica estera americana sin dall'era Nixon nei primi Anni 70 è stato quello di dividere Russia e Cina. La leadership della Sco - la Shanghai Cooperative Organization, la risposta asiatica alla Nato - si è concentrata su questo punto da quando il congresso americano votò la legge della Strategia della Via della Seta, e proprio cinque giorni prima di iniziare i bombardamenti sulla Serbia, nel marzo 1999. Quella legge identificava chiaramente gli interessi geostrategici americani dal Mar Nero alla Cina occidentale con la costruzione di un mosaico di protettorati americani nell'Asia centrale e la militarizzazione del corridoio energetico eurasiatico. L'Afghanistan si trova all'incrocio di qualunque Via della Seta che colleghi il Caucaso con la Cina occidentale e quattro potenze nucleari (Cina, Russia, Pakistan, India) stanno in agguato nelle vicinanze. «Perdere» l'Afghanistan e la sua rete di basi militari Usa sarebbe, dal punto di vista del Pentagono, un disastro, anche perché il Paese è molto più delle montagne dell'Hindu Kush e degli immensi deserti: si ritiene sia ricco di giacimenti inesplorati di gas naturale, petrolio, carbone, rame, cromo, talco, barite, zolfo, piombo, zinco e minerali di ferro, oltre a pietre preziose e semipreziose. C'è poi qualcosa di altamente tossico da aggiungere a questa miscela già letale: i cartelli globali dell'eroina che impazzano in Afghanistan e lavorano solo in dollari Usa. Per la Sco, la massima minaccia alla sicurezza in Afghanistan non sono i taleban ma il business della droga. Lo zar dell'anti-droga russa, Viktor Ivanov, ha fatto sapere che l'eroina afghana uccide ogni anno 30 mila russi, il doppio dei morti per la jihad afghana antisovietica Anni 90. Poi, ovviamente, ci sono quei corridoi energetici che, se mai verranno costruiti, escluderanno o includeranno Iran e Russia. Nell'aprile 2008 Turkmenistan, Afghanistan, Pakistan e India hanno firmato un accordo per costruire un gasdotto da 7,6 miliardi di dollari - acronimo Tapi - che fornirà il gas dal Turkmenistan a Pakistan e India senza coinvolgere Iran e Russia. Tapi taglierebbe il cuore dell'Afghanistan occidentale, a Herat, e punterebbe a Sud attraverso le popolosissime province di Nimruz e Helmand, dove tra taleban, guerriglieri pashtun e rapinatori assortiti si raggiunge un numero che supera di gran lunga le forze Usa e Nato. E dove - sorpresa! - gli Usa stanno costruendo, a Saht-e-Margo («Il deserto della morte»), una nuova megabase per le truppe di Obama. Il rivale di Tapi è l'Ipi - Iran-Pakistan-India -, il corridoio osteggiato dagli americani che mal digeriscono l'idea che India e Pakistan importino gas dal «malvagio» Iran. Teoricamente la costruzione del Tapi inizerà nel 2010 e il gas comincerà a scorrere a partire dal 2015. Il presidente afghano Hamid Karzai - che a stento, e con l'aiuto delle forze internazionali, riesce a garantire la sicurezza del centro di Kabul - l'anno scorso ha assicurato che libererà il Paese dalle mine antiuomo sparse lungo il percorso di Tapi e in qualche modo si sbarazzerà anche dei taleban. Caso mai ci fossero investitori tanto deliranti da pompare i loro denari in un gasdotto di questo genere, l'Afghanistan raccoglierebbe solo 160 milioni di dollari all'anno di pedaggi, una bagatella, anche se rappresenta una bella fetta delle attuali entrate annue di Karzai. La storia del Tapi incomincia a metà degli Anni 90, l'era Clinton, quando la compagnia petrolifera Unocal - con base in California - ebbe l'idea di una pipeline che girasse intorno all'Iran e alla Russia. Unocal parlò con il presidente del Turkmenistan, poi con i taleban e così fece una classica mossa da Nuovo Grande Gioco, indispensabile per capire l'Afghanistan che Obama ha ereditato. L'accordo non andò in porto perché i taleban chiedevano eccessivi diritti di transito e Washington si infuriò. Al G8 di Genova del 2001, diplomatici occidentali lasciarono intendere che l'amministrazione Bush intendeva far cadere i taleban entro la fine dell'anno (diplomatici pakistani a Islamabad più tardi mi confermarono la notizia). Tra i primi frutti dell'invasione afghana 2001 ci fu la firma, da parte di Karzai, del pakistano Musharraf e del turkmeno Nyazov, di un impegno a costruire la Tap, una pipeline dal Centro al Sud dell'Asia con il timbro Usa. Il presidente russo Putin non reagì fino al settembre 2006, quando Gazprom fece un accordo con Nyaziv che era un calcio in faccia agli Stati Uniti. Cinque anni più tardi, con l'Afghanistan in un caos mortale, Tap sembrava morto. Ma questa è la bellezza del Pipelinestan: come zombie, accordi morti ritornano in vita e così il gioco continua. Copyright Pepe Escobar

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Studente dell'Alberghiero vince concorso europeo (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

SCUOLA Studente dell'Alberghiero vince concorso europeo Federico Turetta, studente dell'istituto alberghiero «Zegna», ha vinto il concorso «Diventiamo cittadini europei» svolgendo il tema proposto dalla Consulta europea sulla sfida delle migrazioni e della globalizzazione. Ciascun studente che ha preso parte ha sviluppato individualmente il tema e Federico Turetta, della classe prima B, è risultato vincitore del concorso. Il prossimo ottobre parteciperà al viaggio-studio in una istituzione europea o internazionale. Inoltre, sempre in autunno, i vincitori parteciperanno anche ad un seminario a Bardonecchia per la formazione federalista europea. «Il riconoscimento ottenuto dal nostro allievo - spiega la professoressa di diritto ed economia Chiara Mazzarotto che ha promosso nelle sue classi il concorso - è sicuramente un risultato di prestigio per la scuola».

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Saluzzese ha fondato un "social network" sulla ricerca di lavoro (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

CURIOSITÀ. PAGINA WEB Il sito è tradotto in inglese e l'iniziativa sbarcata negli Usa arriverà anche in Cina Saluzzese ha fondato un "social network" sulla ricerca di lavoro Si chiamano «Job Angels», gli «angeli del lavoro». Sono un gruppo di volontari che dà assistenza a chi è in cerca di una nuova occupazione. Come? Massimo Rosa, 42 anni, head hunter, cioè «cacciatore di teste» di Saluzzo, ha fondato un sito social network, cioè un facebook per la ricerca di lavoro. La pagina web è stata attivata il primo maggio «data non casuale» spiegano i promotori e da qualcuno è già stata ribattezzata «welfare network». Dal giorno dell'attivazione, sono già più di 1650 le richieste di aiuto, in gergo «help», postati sul web da utenti che vogliono un supporto per la «caccia» ad nuovo posto di lavoro. Ogni giorno ci sono circa 100 richieste che si aggiungono all'elenco. Per la maggior parte sono per la ricerca di un'occupazione o per l'aiuto nella compilazione del curriculim vitae. I «Job Angels» sono professionisti del settore Risorse umane, per la maggior parte laureati in Psicologia che si sono impegnati a visionare quotidianamente la bacheca degli annunci e a rispondere soltanto con argomenti risolutivi. «Fino ad oggi siamo riusciti a dare supporto a circa la metà dei post messi sul web dagli utenti, ma ci sono sempre più richieste e quindi chiunque voglia diventare un angel si faccia avanti» spiega Rosa. Le risposte, i consigli e gli aiuti possono venire anche da altri utenti che, mentre cercano, possono anche rispondere a «colleghi» nella stessa situazione. Da quando è «scoppiata» la crisi economica, la sua casella di posta elettronica di «cacciatore di teste» era invasa di mail con richieste di occupazione e di aiuto. «Ricevevo ogni giorno più messaggi - spiega il fondatore - e quindi ho deciso di rendere pubblico e gratuito questo servizio di assistenza all'occupazione, perché altrimenti non sarei riuscito a reggere il flusso in entrata». Il sito Internet www.jobangels.it è tradotto anche in inglese. L'iniziativa è già sbarcata anche negli Stati Uniti e in numerosi Paesi europei e sta per arrivare anche in Cina. «Il network - precisa ancora Rosa - opera nel rispetto delle normative e non è un collocamento professionale, ma svolge esclusivamente una funzione di rifermento e informazione per coloro che sono in cerca di occupazione».

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comizio in dialetto di zaia (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 12 - Regione Comizio in dialetto di Zaia Il ministro sale su un covone e placa gli agricoltori Due progetti di legge della Lega per la tutela della lingua VERONA. Comizio del ministro Luca Zaia in dialetto veneto. Per placare un gruppo di agricoltori, alcuni dei quali aderenti a Confagricoltura, che aspettavano il Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, davanti all'azienda agricola Brunelli a Valeggio sul Mincio (Verona) per contestarlo. Ma quando Zaia è sceso dalla macchina, li ha salutati uno a uno e ha improvvisato un confronto con loro, parlando in lingua veneta, salendo su un covone di fieno all'interno dell'azienda nella quale li ha invitati ad entrare. Intanto, la Lega ha fatto propria la crociata e i progetti di legge sulla lingua veneta spuntano come funghi. Certo, il ministro, oltre al comune lessico, ci ha messo del suo, stringendo la mano a tutti i contestatori che lo aspettavano davanti all'azienda. Non solo: una volta sceso dall'auto, salendo sul covone e improvvisando un confronto in lingua veneta, ha ridotto le distanze: «Voi siete stati portati qui da scelte sbagliate e da chi ha voluto innescare un conflitto tra poveri - ha arringato il ministro, come risulta nella traduzione dal dialetto veneto all'italiano - il settore agricolo è attanagliato da una crisi dei prezzi che nulla ha a che vedere con la soluzione del problema delle quote latte. Sono solidale con tutti gli agricoltori che stanno pagando per una concorrenza sleale che non hanno contribuito a creare. Il problema si risolve accentuando i controlli. L'altra questione è garantire la qualità. Il disegno di legge sull'etichettatura obbligatoria avrà un ruolo importante». Tant'è, che è finita tra gli applausi. Ma Zaia non è l'unico a battere la strada dell'idioma a lui tanto caro: i consiglieri regionali del Carroccio hanno presentato un progetto di legge affinché il veneto venga inserito fra le lingue che meritano di essere tutelate. «Valorizziamo una lingua che fu dei nostri padri e che per mille anni è stata parlata nella nostra terra - sostiene il primo firmatario Roberto Ciambetti - la nostra lingua, deve poter essere ascritta nell'elenco dove compaiono anche il sardo, il friulano e altri idiomi che contraddistinguono una comunità». Gli fa eco da Roma il senatore veronese Federico Bricolo dopo aver presentato, a sua volta, un pdl per l'insegnamento di lingue e dialetti delle comunità territoriali e regionali nelle scuole: «La difesa della nostra storia e della nostra cultura passa anche attraverso l'insegnamento delle nostre lingue e dialetti - sostiene - in un mondo globalizzato come il nostro diventa fondamentale trasmettere alle nuove generazioni le nostre lingue che sono segno e sostanza della nostra appartenenza culturale». Intanto, mentre il Carroccio veneto si immerge nella battaglia, dal vicino Friuli arrivano notizie per nulla confortanti: la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime alcune norme contenute nella legge regionale inerente la tutela, la valorizzazione e la promozione della lingua friulana. Sotto la scure, tra le altre, le norme che prevedevano l'obbligo, per gli uffici regionali, di rispondere in friulano ai cittadini che usano tale lingua e l'introduzione dell'insegnamento del friulano a scuola attraverso il metodo del silenzio-assenso. (s.z.)

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monica giuntini tenta il bis "esperienza da continuare" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina VI - Firenze Livornese, 44 anni, subentrata a Lilli Gruber, corre per il Pd Monica Giuntini tenta il bis "Esperienza da continuare" Livornese, 44 anni, ex sindaco di Castagneto Carducci e poi vicepresidente della sua provincia, Monica Giuntini si candida alle Europee nella lista del Pd nel centro Italia. Lei in Europa c´è già: dal 1 ottobre scorso è subentrata nel seggio di Lilli Gruber. In 8 mesi di lavoro ha realizzato il 96 per cento delle presenze. Secchiona? «Preferirei dire seria. E anche fortunata, perché ho avuto due incarichi importanti: sono stata nominata relatrice per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione e sono entrata nel working group del Partito socialista europeo. E´ un´esperienza importante, che vorrei continuare». Per le donne è sempre un po´ più difficile. «Nel Parlamento europeo come numero di elette l´Italia supera solo i piccolissimi Stati di Malta e Cipro, non dico altro. Il pd nazionale ha dato una chiara indicazione a dare ad una donna almeno una delle tre preferenze. Siamo competenti e nel lavoro mettiamo spesse più cuore e passione degli uomini». Come vanno i rapporti con la "star"della lista Sassoli? «E´ una persona molto concreta, mi piace, abbiamo fatto iniziative insieme. Il collegio è sterminato, io cerco di concentrarmi soprattutto sulla Toscana e Roma. Ma non so come avrei fatto senza l´aiuto del Pd livornese, che ha messo a disposizione mezzi e persone. Sto girando come una trottola». Che immagine ha la Toscana a Bruxelles? «Ho lavorato nella Commissione sviluppo regionale, che è quella da cui passa la discussione sui fondi strutturali. La Toscana ha lavorato bene e ha utilizzato al meglio le risorse. Purtroppo l´opinione pubblica e i media si occupano di Unione europea solo in "grandi occasioni" mentre il lavoro quotidiano del Parlamento rimane oscuro. Un vero peccato». (s.p.)

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matvejevic: "rinasca la cultura dell'accoglienza" - antonio di giacomo (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XI - Bari Matvejevic: "Rinasca la cultura dell´accoglienza" "Oggi, anche a causa della crisi, l´Unione europea sente come un peso l´Est. Nuovi muri sostituiscono quello di Berlino" Lo scrittore slavo riceverà il riconoscimento speciale della giuria "per il suo impegno nel Mediterraneo" ANTONIO DI GIACOMO Ai tavolini di un caffè in via Sparano, lo scrittore Predrag Matvejevic legge la Bibbia, il libro dell´Esodo, a voce alta: «Non molesterai lo straniero, né l´opprimerai, perché foste anche voi stranieri in terra d´Egitto». Ed ancora, dal Deuteronomio, «Ama il forestiero e dagli pane e vestiario». Professor Matvejevic, perché queste citazioni bibliche? «Mi vengono spontanee dinanzi all´atteggiamento dell´attuale governo italiano, che non smette di corteggiare la chiesa ma, al tempo stesso, respingendo gli immigrati, ne rifiuta la cultura dell´accoglienza. Un atteggiamento ipocrita, insomma». In autunno è annunciato il suo ritorno nelle librerie italiane con Garzanti. Si occuperà ancora di Mediterraneo, così com´è accaduto con il suo celebre Breviario? «In qualche modo sì. Si tratta di un libro al quale ho lavorato per circa vent´anni, ed ora è in corso di traduzione. è un lavoro sul pane, un prodotto per eccellenza della cultura mediterranea. In italiano, s´intitolerà Pane sacro e profano» Può anticiparne i contenuti? «Credo che qui possa essere d´aiuto proprio l´incipit del mio libro: "Il primo pane è nato sotto la cenere e sotto la pietra. è più anziano della scrittura. Colui che ha visto la prima spiga e la disposizione dei grani dentro la spiga ha avuto la prima idea dell´ordine, della simmetria e forse dell´uguaglianza"». Un´idea evidentemente tradita, anche in questa stessa contemporaneità. «Il colpo di grazia l´ha dato la recessione. La globalizzazione politica e mercantile stentava ad allargarsi, invece la globalizzazione della crisi è stata rapidissima e ha coperto a un tratto quasi l´intero pianeta. Col risultato che oggi l´Unione europea sente come un peso i nuovi membri, quelli dell´Est. E nuovi muri cominciano a sostituire il muro di Berlino». Ma che fine ha fatto l´alternativa mediterranea? «è rimasta una davvero scarsa possibilità o volontà, e un ancor minore sostegno o coraggio, di portare avanti progetti a beneficio dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Dall´11 settembre 2001 ad oggi, gli incalzanti avvenimenti dei tempi recenti hanno appesantito il clima di tensione. Basta guardare i problemi dell´immigrazione, accompagnati dal timore di ondate di nuovi migranti, spesso identificati come possibili terroristi, che sono diventati l´ossessione della vita quotidiana». Una strada senza uscita? «Il percorso da inseguire è quello dei piccoli progetti nel segno della cooperazione. Perché un´identità dell´essere, forte in alcuni Paesi mediterranei, non riesce a trovare un´adeguata identità del fare. Ma al fondo di tutto rimane viva l´esigenza di non abbandonare il Mediterraneo a se stesso e ai suoi demoni. Questo mare, è perfino banale ripeterlo, resta comunque l´antica culla dell´Europa, lo spazio dove sono cresciute anche le altre civiltà vicine e affini».

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La sfida al dollaro è partita... da un pollo. Oltre che, naturalmente, dal petrolio. Lunedì... (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ La sfida al dollaro è partita... da un pollo. Oltre che, naturalmente, dal petrolio. Lunedì... di Redazione - 23-05-2009 La sfida al dollaro è partita... da un pollo. Oltre che, naturalmente, dal petrolio. Lunedì 18 maggio, infatti, a Pechino è stato firmato un accordo storico tra Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile, e il suo omologo cinese Hu Jintao. L'intesa prevede la rimozione delle barriere all'importazione di polli dalle fazendas brasiliane (3,2 milioni di tonnellate nel 2007, prima dei vincoli sanitari) e l'apertura alla carne bovina. Un affare non da poco, visto che il Brasile è il maggior esportatore di carne di pollo (quattro volte tanto le vendite dell'Unione Europea) e che l'accordo di Pechino ha già provocato il merger tra i primi due gruppi carioca, Perdigao e Sadia, che hanno dato vita al colosso Brazil Food. Più importante, però, è lo scambio tra petrolio e renmimbi, la valuta del Drago: Pechino si conferma il primo finanziatore delle perforazioni di Petrobras al largo di Rio de Janeiro, nel bacino di Tupì, con un credito di 10 miliardi di dollari. Il Brasile si impegna a ripagare la Cina, fornendo 200mila barili al giorno a Sinopec per i prossimi dieci anni. Insomma, il deal, novità quasi inedita, non prevede lo scambio di un solo dollaro. E tanto perché la cosa non sfuggisse al mercato, lo stesso Lula, prima di partire, ha rilasciato un'intervista al Caijing, l'autorevole quotidiano finanziario cinese: «Non abbiamo bisogno dei dollari - ha dichiarato Lula - Tra Brasile e Cina possiamo stabilire flussi commerciali nelle nostre valute. Noi abbiamo già cominciato a farlo con l'Argentina. Dobbiamo sfuggire da una situazione assurda: il Paese che ha causato la crisi che sta attraversando il mondo mantiene il diritto di stampare tutta la valuta che vuole, a danno del nostro lavoro». E così il Brasile raggiunge il ristretto club dei Paesi, vedi Cina e la Russia di Putin, che hanno messo in discussione, almeno dal punto di vista politico, la leadership del dollaro. Con le prime ricadute economiche. Proprio lunedì 19 maggio il bollettino annuale della Banca centrale russa informava che, per la prima volta, l'euro, salito dal 42,4% al 47,5% delle riserve ufficiali moscovite, aveva soppiantato il dollaro (sceso dal 47% al 41%). Non è il solo sorpasso in atto. Oltre alla rivoluzione nella mappa bancaria del pianeta (grafico sopra), il 2009 è stato anche l'anno in cui la Cina ha soppiantato gli Usa quale principale partner commerciale del Brasile che, anche grazie al rinnovato rally delle commodity, è tra l'altro uno dei pochi Paesi al mondo che vanta un attivo commerciale (11 miliardi di dollari), nei confronti di Pechino. Ma quant'è credibile la prospettiva di uno sganciamento dal dollaro e, in parallelo, dagli acquisti di T-bond? «Quest'anno la Cina ha già siglato una serie di swap a tre anni con una serie di Paesi, tra cui l'Argentina - nota Rachel Ziemba, l'analista degli emerging market di Rge, il sito di Nouriel Roubini - Proprio Roubini ha fatto notare che si tratta di piccoli passi in vista di un eventuale maggior ruolo del renmimbi, così come lo è l'area comune con Hong Kong, Macao e altri Paesi asiatici. Per ora, più che di mosse finanziarie, sembrano occasioni per stringere i rapporti commerciali con le aree interessate». Intanto, ad aumentare le preoccupazioni dei grandi creditori Usa arrivano notizie inquietanti sul fronte dei mercati: i T-bond perdono colpi, c'è chi suggerisce un mix d'inflazione e svalutazione per riequilibrare i conti della Corporate America, una volta toccato il bottom della crisi. Certo, ammonisce la studiosa, non si tratta di novità a breve. «I dati più recenti - spiega - ci dicono che al 31 marzo scorso Pechino aveva aumentato di 15 miliardi i suoi investimenti nei T-bond a lungo termine e di 34 miliardi in tutto in strumenti long e short Usa». Lo stesso, del resto, vale per il Giappone, che a marzo si è presentato ancora come un compratore netto (23 miliardi in tutto). Però, almeno nel caso cinese, si è manifestato un trend ben preciso: il passaggio ai T-bond segna la decisione di concentrarsi sui prodotti più liquidi, cosa che potrebbe preludere a una prima mossa in vista di un riassetto globale delle riserve, sia a vantaggio di prestiti (per ora 50 miliardi di dollari) nei confronti di società ricche di asset e di materie prime, ma bisognose di cash (come Petrobras). Sia comprando oro, cosa che Pechino, che del resto parte da una base modesta, sta facendo con sempre maggiore intensità. Questa scelta è già stata compiuta dal Brasile, a giudicare dalle vendite nette di Us T-bond sia a lungo che a breve da parte della banca centrale brasiliana. La tentazione di separarsi, o comunque di ridimensionare l'impatto della valuta Usa, dunque, è forte. Anche se, per ora, i massicci prestiti in valuta di Pechino a Venezuela, Kazakhstan e Russia in cambio di forniture di greggio sono avvenuti nella valuta Usa. Ma è ormai trasparente la strategia politica di Pechino: non si tratta solo di assicurare le commodity necessarie per alimentare l'industria del Drago, ma anche di stabilire capisaldi strategici in giro per i Paesi produttori. «Infine - nota ancora la Ziemba - sia Cina che Brasile hanno un interesse comune a modificare gli equilibri all'interno delle istituzioni internazionali. Entrambi i Paesi hanno rivendicato un maggior ruolo all'interno del Fondo monetario e in altre istituzioni. È stato il ministro delle Finanze brasiliano a chiedere una rappresentanza permanente per gli emergenti all'interno del nascente Financial Stability Forum, l'Fsf. Entrambi i Paesi, poi, sono membri del G20». Le analogie non finiscono qui. Sia Brasile che Cina possono essere ottimi compratori dei nuovi Sdr bond emessi dal Fondo monetario: una buona opportunità per diversificare le riserve e acquisire un maggior peso specifico all'interno del Fondo. Infine, da non trascurare l'accordo in campo militare a partire dalla progettazione di un programma di satelliti in comune, in diretta competizione con gli Stati Uniti. Ma ci sono anche delle difficoltà nella luna di miele cinese di Lula. A partire dai dissidi sul prezzo del ferro che oppongono i consumatori cinesi alla Vale, leader mondiale del minerale di ferro. Spesso, poi, le promesse cinesi non sono state seguite dai fatti. Solo il 2% delle joint venture promesse da Hu Jintao nella sua visita del 2004 si è tradotto in investimenti, con il risultato che oggi sono più numerosi gli afflussi di capitale da San Paulo verso Shanghai che viceversa. Infine, Lula potrebbe non gradire un real troppo forte nei confronti del renmimbi, mentre Pechino, al solito, tende a raffreddare la sua valuta. La luna di miele, insomma, potrebbe finire presto. Ma solo dopo aver fatto i conti con il dollaro e i T-bond.

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Brasile e Cina: Bye bye dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ Brasile e Cina: «Bye bye dollaro» di Redazione - 23-05-2009 La sfida al dollaro è partita... da un pollo. Oltre che, naturalmente, dal petrolio. Lunedì 18 maggio, infatti, a Pechino è stato firmato un accordo storico tra Luiz Inacio Lula da Silva, presidente del Brasile, e il suo omologo cinese Hu Jintao. L'intesa prevede la rimozione delle barriere all'importazione di polli dalle fazendas brasiliane (3,2 milioni di tonnellate nel 2007, prima dei vincoli sanitari) e l'apertura alla carne bovina. Un affare non da poco, visto che il Brasile è il maggior esportatore di carne di pollo (quattro volte tanto le vendite dell'Unione Europea) e che l'accordo di Pechino ha già provocato il merger tra i primi due gruppi carioca, Perdigao e Sadia, che hanno dato vita al colosso Brazil Food. Più importante, però, è lo scambio tra petrolio e renmimbi, la valuta del Drago: Pechino si conferma il primo finanziatore delle perforazioni di Petrobras al largo di Rio de Janeiro, nel bacino di Tupì, con un credito di 10 miliardi di dollari. Il Brasile si impegna a ripagare la Cina, fornendo 200mila barili al giorno a Sinopec per i prossimi dieci anni. Insomma, il deal, novità quasi inedita, non prevede lo scambio di un solo dollaro. E tanto perché la cosa non sfuggisse al mercato, lo stesso Lula, prima di partire, ha rilasciato un'intervista al Caijing, l'autorevole quotidiano finanziario cinese: «Non abbiamo bisogno dei dollari - ha dichiarato Lula - Tra Brasile e Cina possiamo stabilire flussi commerciali nelle nostre valute. Noi abbiamo già cominciato a farlo con l'Argentina. Dobbiamo sfuggire da una situazione assurda: il Paese che ha causato la crisi che sta attraversando il mondo mantiene il diritto di stampare tutta la valuta che vuole, a danno del nostro lavoro». E così il Brasile raggiunge il ristretto club dei Paesi, vedi Cina e la Russia di Putin, che hanno messo in discussione, almeno dal punto di vista politico, la leadership del dollaro. Con le prime ricadute economiche. Proprio lunedì 19 maggio il bollettino annuale della Banca centrale russa informava che, per la prima volta, l'euro, salito dal 42,4% al 47,5% delle riserve ufficiali moscovite, aveva soppiantato il dollaro (sceso dal 47% al 41%). Non è il solo sorpasso in atto. Oltre alla rivoluzione nella mappa bancaria del pianeta (grafico sopra), il 2009 è stato anche l'anno in cui la Cina ha soppiantato gli Usa quale principale partner commerciale del Brasile che, anche grazie al rinnovato rally delle commodity, è tra l'altro uno dei pochi Paesi al mondo che vanta un attivo commerciale (11 miliardi di dollari), nei confronti di Pechino. Ma quant'è credibile la prospettiva di uno sganciamento dal dollaro e, in parallelo, dagli acquisti di T-bond? «Quest'anno la Cina ha già siglato una serie di swap a tre anni con una serie di Paesi, tra cui l'Argentina - nota Rachel Ziemba, l'analista degli emerging market di Rge, il sito di Nouriel Roubini - Proprio Roubini ha fatto notare che si tratta di piccoli passi in vista di un eventuale maggior ruolo del renmimbi, così come lo è l'area comune con Hong Kong, Macao e altri Paesi asiatici. Per ora, più che di mosse finanziarie, sembrano occasioni per stringere i rapporti commerciali con le aree interessate». Intanto, ad aumentare le preoccupazioni dei grandi creditori Usa arrivano notizie inquietanti sul fronte dei mercati: i T-bond perdono colpi, c'è chi suggerisce un mix d'inflazione e svalutazione per riequilibrare i conti della Corporate America, una volta toccato il bottom della crisi. Certo, ammonisce la studiosa, non si tratta di novità a breve. «I dati più recenti - spiega - ci dicono che al 31 marzo scorso Pechino aveva aumentato di 15 miliardi i suoi investimenti nei T-bond a lungo termine e di 34 miliardi in tutto in strumenti long e short Usa». Lo stesso, del resto, vale per il Giappone, che a marzo si è presentato ancora come un compratore netto (23 miliardi in tutto). Però, almeno nel caso cinese, si è manifestato un trend ben preciso: il passaggio ai T-bond segna la decisione di concentrarsi sui prodotti più liquidi, cosa che potrebbe preludere a una prima mossa in vista di un riassetto globale delle riserve, sia a vantaggio di prestiti (per ora 50 miliardi di dollari) nei confronti di società ricche di asset e di materie prime, ma bisognose di cash (come Petrobras). Sia comprando oro, cosa che Pechino, che del resto parte da una base modesta, sta facendo con sempre maggiore intensità. Questa scelta è già stata compiuta dal Brasile, a giudicare dalle vendite nette di Us T-bond sia a lungo che a breve da parte della banca centrale brasiliana. La tentazione di separarsi, o comunque di ridimensionare l'impatto della valuta Usa, dunque, è forte. Anche se, per ora, i massicci prestiti in valuta di Pechino a Venezuela, Kazakhstan e Russia in cambio di forniture di greggio sono avvenuti nella valuta Usa. Ma è ormai trasparente la strategia politica di Pechino: non si tratta solo di assicurare le commodity necessarie per alimentare l'industria del Drago, ma anche di stabilire capisaldi strategici in giro per i Paesi produttori. «Infine - nota ancora la Ziemba - sia Cina che Brasile hanno un interesse comune a modificare gli equilibri all'interno delle istituzioni internazionali. Entrambi i Paesi hanno rivendicato un maggior ruolo all'interno del Fondo monetario e in altre istituzioni. È stato il ministro delle Finanze brasiliano a chiedere una rappresentanza permanente per gli emergenti all'interno del nascente Financial Stability Forum, l'Fsf. Entrambi i Paesi, poi, sono membri del G20». Le analogie non finiscono qui. Sia Brasile che Cina possono essere ottimi compratori dei nuovi Sdr bond emessi dal Fondo monetario: una buona opportunità per diversificare le riserve e acquisire un maggior peso specifico all'interno del Fondo. Infine, da non trascurare l'accordo in campo militare a partire dalla progettazione di un programma di satelliti in comune, in diretta competizione con gli Stati Uniti. Ma ci sono anche delle difficoltà nella luna di miele cinese di Lula. A partire dai dissidi sul prezzo del ferro che oppongono i consumatori cinesi alla Vale, leader mondiale del minerale di ferro. Spesso, poi, le promesse cinesi non sono state seguite dai fatti. Solo il 2% delle joint venture promesse da Hu Jintao nella sua visita del 2004 si è tradotto in investimenti, con il risultato che oggi sono più numerosi gli afflussi di capitale da San Paulo verso Shanghai che viceversa. Infine, Lula potrebbe non gradire un real troppo forte nei confronti del renmimbi, mentre Pechino, al solito, tende a raffreddare la sua valuta. La luna di miele, insomma, potrebbe finire presto. Ma solo dopo aver fatto i conti con il dollaro e i T-bond.

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Wetser (Ing): Che errore inseguire l'altalena dei mercati. La parola d'ordine è growth (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

FONDI & RISPARMIO Wetser (Ing): «Che errore inseguire l'altalena dei mercati. La parola d'ordine è growth» Il gestore preferisce un attento stock picking di titoli ad alto potenziale di crescita. Sì a minerari, pharma e consumi di base. Purché esposti sulle aree emergenti di Gianluigi Raimondi - 23-05-2009 Dai tecnologici ai minerari, senza limitazioni di nazionalità, settori o valuta. L'importante è che si tratti di società ad alto potenziale di crescita. Questa, in estrema sintesi, il criterio di selezione adottato da Michel Wetser, gestore del fondo Ing Invest Global Growth, in attivo da inizio anno di oltre il 18 per cento. Mr. Wetser, ritiene che il recupero dei principali listini azionari possa proseguire anche nei prossimi mesi? La globalizzazione, e la conseguente più rapida capacità di adattamento alle diverse condizioni di mercato delle imprese, dei governi e degli investitori, ha notevolmente ristretto, rispetto anche al passato recente, la durata dei cicli economici. Uno scenario che si riflette in un aumento della volatilità dei corsi azionari. Meglio quindi basare i propri investimenti su un attento stock picking piuttosto che rincorrere i frenetici alti e bassi del mercato. Quale, più nel dettaglio, la metodologia da voi adottata per scegliere le azioni da inserire in portafoglio? Indipendentemente dal timing, le cosiddette growth company hanno statisticamente la capacità di generare guadagni in conto capitale molto attraenti. Inoltre, il management di queste società tende a reinvestire i profitti nel core business. E spesso queste aziende hanno la forza di conquistare una posizione dominante nel proprio settore, con il vantaggio di poter imporre i prezzi al mercato. Nonostante l'alto profilo di rischio, infine, i titoli growth mostrano tra di loro una bassa correlazione. Fino a pochi anni fa il concetto di growth era legato ai titoli della new economy. È ancora così? Assolutamente no. Per fare un esempio, considerando la crescita economica e demografica in Asia, specialmente in Cina, sono state scelte società ad alto potenziale di crescita attive nell'estrazione di materie prime o aziende appartenenti al settore dei consumi di base. O ancora blue chip del pharma e dell'healthcare, passando per i titoli del comparto leisure. Queste società, comunque, non devono necessariamente essere quotate nei Paesi emergenti. È sufficiente che siano coinvolte nel processo di sviluppo di tali aree e che naturalmente realizzino fatturato e utili. È altrettanto ovvio che, ancora oggi, il concetto di titolo growth resta applicabile anche al settore hi-tech. Qualche titolo interessante? La composizione del nostro fondo varia continuamente, ma per policy aziendale non possiamo fare singoli nomi. Tuttavia, le posso dire che a fine aprile i titoli con il maggior peso in portafoglio erano Rio Tinto, Cisco, Petrobras e Microsoft.

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IL TRAMONTO DELLA CRISI Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo, Claudia Segre di AbaxBank e Davide ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

FONDI & RISPARMIO IL TRAMONTO DELLA CRISI Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo, Claudia Segre di AbaxBank e Davide ... di Redazione - 23-05-2009 IL TRAMONTO DELLA CRISI Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo, Claudia Segre di AbaxBank e Davide Stroppa di Unicredit Group sono stati i protagonisti dell'incontro «La Grande Crisi 2008-2009: quanto all'alba?», moderato da Claudio Kaufmann. E l'alba non sembra ancora vicina, visto che i tre economisti hanno delineato uno scenario macroeconomico non certo in ripresa. La contrazione è sì in rallentamento, hanno concluso, ma i problemi con gli asset tossici non sono ancora stati risolti, mentre i risultati degli stress test sulle banche non convincono. E se quella degli Usa resta un'economia da vigilare con attenzione, in Europa è la Germania il grande malato. La carrellata sugli emergenti ha poi messo in evidenza la forza economica della Cina, la progressiva internazionalizzazione di Hong Kong e un Giappone in coma profondo, mentre l'Italia, pur avendo un sistema bancario solido, è penalizzata da un'economia ancora fragile. E mentre calano i consuni e i prezzi, governi e banche centrali potrebbe tornare a sfruttare la leva dell'inflazione.

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La vendetta di Demelil Marchionne tedesco (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

La vendetta di Demelil Marchionne tedesco sergio luciano In parte, la colpa del "no" tedesco all'offerta Fiat per la Opel è di quel vecchio cliché"italiani mandolino, italiani mafia" che in Germania è duro a morire. In parte c'è dell'altro, c'è una contrapposizione di uomini, c'è un piccolo "Marchionne tedesco" che della Fiat si fida poco, che non ama il Marchionne vero, e che comunque ritiene di avere la stoffa e la credibilità per soffiare la Opel, o quel che resta di essa, al disegno globale del manager torinese: si chiama Herbert Demel ed è il capo della Magna Steyr, il gruppo austriaco-canadese specializzato nella componentistica per auto (e grande fornitore delle stesse Chrysler e Opel) antagonista di Fiat nella corsa al gruppo tedesco. Demel - questo è il punto -è un ex Fiat, licenziato da Marchionne senza troppi complimenti dopo poco più di un anno che, su scelta del precedente amministratore delegato del gruppo Fiat Giuseppe Morchio, aveva assunto la guida della Fiat Auto. Marchionne sulle prime parve apprezzarne l'operato - anche perché Demel si poneva come gestore specializzato in auto, non come aspirante capo-azienda - ma poi si profilò uno scontro di personalità e il duro manager abruzzese gli diede il benservito. Ecco perché oggi il mondo dell'automobile parla, ed è una deduzione facile, della "vendetta di Demel". Sta di fatto, però, che la convenienza industriale del piano Marchionne rispetto all'offerta è indiscutibile. Le tre piattaforme produttive principali - quella della Fiat, della Chrysler e della Opel - sono perfettamente integrabili. Il semplice loro confluire in una stessa organizzazione produttiva genera un miliardo di euro di efficienze all'anno, a parità di produzione. È questa una delle ragioni per le quali la Fiat ha ritenuto di potersi proporre come partner ideale della Opel senza offrire quattrini ma solo "asset", cioè attività industriali da condividere, e capacità gestionale, cioè il famoso "tocco magico" di Marchionne. Peccato che Magna Steyr sia vissuta in Germania come un'azienda "consanguinea", che il suo leader Demel sia tedesco, che il gruppo sia finanziariamente un po' più liquido della Fiat e che invece delle sinergie produttive (quelle, semmai, potrebbero sprigionarsi appunto nel settore della componentistica) offra, per l'appunto, una dote di 700 milioni di euro. A ciò si aggiunge che i lobbisti di Magna hanno fatto circolare l'ipotesi di tagli occupazionali per 18 mila unità che deriverebbero dalla confluenza Fiat-Opel, molti dei quali in Germania: un'ipotesi che il Lingotto ha dovuto formalmente smentire, ridimensionando la cifra a meno di 10 mila unità, e poi distribuite in tutta Europa (suscitando ovviamente un nuovo "apriti cielo" dei sindacati italiani?), e con modalità ben distribuite nel tempo. Ma tutto ciò non è bastato a scavalcare il "muro di Berlino" che l'estabilishment tedesco oppone all'offerta italiana. A sbilanciarsi per il no è stato addirittura il vicecancelliere tedesco e ministro delle Finanze, Frank-Walter Steinmeier (del partito Spd); un po' come se Giulio Tremonti avesse detto che l'offerta di Telefonica per entrare in Telecom Italia non era "sostenibile": per gli spagnoli sarebbe stato chiaro che l'aria era diventata bruttissima. Marchionne peròè un combattente e non demorde: giocherà tutte le sue carte, fino alla fine. Un argomento forte che opporrà, e che potrà avere il sapore di una minaccia ritorsiva senza in realtà esserlo, è che Magna Steyr è oggi una forte fornitrice della Chrysler, e facilmente una gestione Fiat del gruppo americano, di fronte all'eventuale smacco su Opel, considererà seriamente tutte le possibilità per non rifornirsi più dall'azionista di controllo di un gruppo concorrente! Ma questi ed altri argomenti, per quanto bene esposti e bene usati, non basteranno certo a spianare la strada di un accordo ormai chiaramente in salita. Questa battuta d'arresto della Fiat in Germania ha però un'implicazione non trascurabile, se guardata con lenti italiane: che cioè nella nuova società automobilistica nascente dalla fusione tra Fiat Auto e Chrysler la holding della famiglia Agnelli, l'Exor, resta non solo il maggior singolo azionista ma anche l'azionista di controllo. Lo scorporo della Fiat Auto dalla Fiat Holding, con la relativa quotazione in Borsa, nel caso di un accordo che avesse incluso anche Opel avrebbe infatti ridotto la Exor al 20% del capitale, maggior singolo azionista ma in qualsiasi momento teoricamente isolabile in minoranza dagli altri. Con la sola Chrysler nel perimetro del business, questa quota di pertinenza degli Agnelli verosimilmente raddoppierà. Magra consolazione per Marchionne, che oggi, pur potendo vantare un'invidiabile indipendenza dalla famiglia azionista - dove non c'è un personaggio dalle competenze tali da fargli ombra - avrebbe certo gradito capitanare un colosso del tutto simile, per tipologia di azionariato, ai grandi gruppi industriali americani che lui ama e a cui tende a ispirarsi. Sarà per un'altra volta: perché a suo onore va detto che se l'Opel dovesse sfuggirgli, la strategia non cambierà. Globalizzazione a ogni costo, per raggiungere il traguardo dei 6 milioni di vetture prodotte ogni anno. E a tal fine l'opzione francese resterebbe sempre una valida pedina di riserva. Nicolas Sarkozy permettendo: come sciovinismo anti-italiano, infatti, i cugini di Francia non sono certo da meno dei tedeschi. 23/05/2009

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caccia ai tornado così scopriremo tutti i loro segreti - luigi bignami (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 22 - Cronaca Come in "Twister" Caccia ai tornado così scopriremo tutti i loro segreti Usa, cento esperti mondiali "inseguono" i cicloni LUIGI BIGNAMI ROMA - Un centinaio di ricercatori, una quarantina di veicoli appositamente attrezzati, aerei telecomandati e centinaia di palloni sonda formano il piccolo esercito schierato nel cuore degli Stati Uniti con il compito di "cacciare" il maggior numero di tornado. L´obiettivo non è distruggerli, oggi impossibile, ma strappare loro il maggior numero di informazioni per capire come e quando si formano e riuscire a prevederne il percorso. Gli scienziati sono stati reclutati in diverse università americane e centri stranieri (ci sono anche alcuni ricercatori italiani dell´Associazione Thunderstorms). Avviata il 13 maggio, la caccia ai tornado - che ha un budget di 10 milioni di dollari - durerà fino al 10 giugno e si ripeterà anche l´anno prossimo. Il progetto, chiamato Vortex 2, viene coordinato da Joshua Wurman, responsabile del Cswr (Center for severe weather research) di Boulder, in Colorado, che è stato tra i primi a progettare particolari radar mobili per inseguire i tornado. Con radar mobili e di altri strumenti trasportati sul campo si intercettano i temporali che potrebbero originare tornado. Grazie a un veicolo di coordinamento, Wurman indirizza i team di raccolta più vicini all´evento in formazione. Pronti ad entrare in azione, infatti, sono 12 piattaforme mobili con stazioni meteorologiche costruite soprattutto per raccogliere informazioni su velocità e direzione del vento, temperatura e umidità dell´aria, vicino ai tornado. «La nostra missione è avvicinarci il più possibile alla cella temporalesca in formazione, girargli attorno e penetrare all´interno della struttura che è nota come "hook echo"», spiega Harald Richter del Bureau of meteorology training centre di Melbourne, Australia. L´hook echo (eco a uncino) è una risposta radar prodotta dalla pioggia e dalla grandine risucchiate nella cella del tornado in formazione: è un elemento fondamentale per prevedere la sua nascita. Poche cose in natura sono così violente e distruttive, e al tempo stesso sfuggevoli, delle più violente trombe d´aria. Per meglio capirle a metà degli anni Novanta venne realizzato il primo progetto Vortex, che permise agli scienziati di realizzare previsioni sui tornado più precise. «Con Vortex 2 si vuole capire perché i tornado assumono forme a imbuto o a tunnel e risolvere molti altri enigmi», spiega Stephan Nelson, della National Science Foundation che, con il National Oceanic Atmospheric Administration finanzia il progetto. I tornado non sono tipici solo degli Stati Uniti, ma anche dell´India, del Giappone, della Cina e, in Europa, della Francia, della Germania e dell´Italia, dove esistono grandi pianure sulle quali l´aria, riscaldandosi e salendo verso l´alto, può contribuire alla loro formazione.

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il gotha della finanza e dell'industria a cena a roma con draghi e trichet (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 26 - Economia A Palazzo Colonna il governatore ha ospitato Marchionne, Marcegaglia, Nagel Il gotha della finanza e dell´industria a cena a Roma con Draghi e Trichet ROMA - Scenari post-crisi. Riflessioni, ricette e tempi per trasformare in fatti concreti i piccoli-grandi spiragli di speranza che s´intravedono all´orizzonte della recessione. Il Gotha dell´economia e della finanza internazionale che fa capo al G30 si riunisce a cena a palazzo Colonna, a Roma. Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, alla prese con la delicatissima questione Opel - «una partita complessa», come la definisce - è l´ospite d´eccezione. Siede al tavolo accanto al governatore della Banca d´Italia Mario Draghi, che funge da padrone di casa e al leader della Confindustria Emma Marcegaglia. Tra i tanti ospiti italiani e stranieri si notano il presidente della Bce Jean-Claude Trichet con diversi membri del board, l´ex ministro Tommaso Padoa Schioppa, il governatore della Banca Centrale della Cina Zhou Xiaochuan. E poi ancora: il direttore dell´Abi Zadra, l´economista Spaventa, i banchieri Nagel, Vigna, Capuano. Cena riservatissima, com´è nello stile di quest´organismo tecnico, che è stato fondato nel 1978 e che si riunisce due volte l´anno, l´ultima a New York sotto la regia di Tim Geithner. Lo guidano due ex governatori: Paul Volcker e Jacob Frenkel. Sarà quest´ultimo, per anni alla guida della Banca Centrale d´Israele prima di passare alla Aig, a tenere oggi la conferenza stampa finale insieme a Draghi, dopo due giorni di dibattito a porte chiuse. Non usciranno decisioni, da questo gran consulto, ma idee, analisi, prospettive. Sui tempi della crisi, ma anche sui contraccolpi della recessione per mercati, banche, imprese, per il commercio internazionale, per il divario Nord-Sud e, non ultimo, per l´economia economia reale che al dunque vuol dire la vita quotidiana della gente. L´appuntamento servirà anche per analizzare gli errori compiuti finora e per studiare nuovi sistemi di regolamentazione e vigilanza. Un punto che tutti i principali organismi - il G20, il Financial Stability Board, l´Fmi e l´Ocse - ritengono cruciale per evitare che mercati globalizzati possano contagiarsi a vicenda. (e.p.)

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in fuga dall'italia anche i cervelli stranieri - roberto mania (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 27 - Economia In fuga dall´Italia anche i cervelli stranieri Solo il 6% decide di restare dopo aver conseguito il dottorato Una ricerca della Fondazione Debenedetti. Boeri: immigrazione vista come minaccia ROBERTO MANIA ROMA - I talenti non ci piacciono. Con quelli stranieri adottiamo una specie di "respingimento soft": prima li facciamo arrivare (pochi), poi facciamo di tutto perché non restino. Soldi buttati e cervelli non sfruttati. «Siamo talentuosi nel rigettare i talenti», dice Tito Boeri, direttore scientifico della Fondazione Rodolfo Debenedetti, che ha coordinato la prima ricerca in Italia sui tremila studenti stranieri iscritti a dottorati delle nostre università. Un´indagine sull´università, certo, ma soprattutto sulla miopia delle politiche in materia di immigrazione. Perché la vera ragione per cui la stragrande maggioranza dei giovani studiosi non resta in Italia sta nella legge Bossi-Fini che rende praticamente impossibile la loro permanenza, costretti e una gimcana continua nei meandri della burocrazia inefficiente per poter "strappare" il necessario permesso di soggiorno. «La filosofia della legge - spiega Boeri - è che l´immigrazione sia sempre una minaccia». Anche quella qualificata. E così solo il 6 per cento dei dottorati stranieri, dopo aver ricevuto nell´85 per cento dei casi una borsa di studio per un quadriennio, proverà a restare in Italia. Invece, se ne andrà altrove il 40 per cento. Al quale va aggiunto una parte di quel 54 per cento che dichiara di non aver ancora scelto. Risorse sprecate, dunque, poiché si calcola che ogni ricercatore costi alla comunità intorno ai 40-50 mila euro l´anno. E spreco di talenti: anziché tenerci uno studioso di qualità, che può contribuire ad innalzare il livello scientifico, preferiamo abbandonarlo. Un competitor in meno anche per le nostre baronie chiuse nelle cittadelle universitarie. Tant´è. Eppure i giovani studiosi arrivano in Italia speranzosi. Circa la metà (il 55 per cento tra coloro che arrivano da un paese non europeo e il 48 tra tutti gli studenti) sceglie l´Italia per la disponibilità di una borsa di studio. Il 41 per cento lo fa per la buona reputazione della ricerca nel nostro paese. Ed è molto interessante notare che ben il 73 per cento di studenti di dottorato è iscritto a una facoltà scientifica. Il 31 per cento a ingegneria. Il 77 per cento arriva da paesi non europei; il 33 per cento dall´Asia, Cina e India. L´età media è di 29 anni; le donne sono il 44 per cento del totale. I giovani studiosi cercano le lezioni in inglese: il 61 per cento dichiara che la maggior parte dei corsi seguiti sono nella lingua di Shakespeare. Percentuale che sale al 67 per gli studenti non europei. Poi arrivano le note dolenti. Non dalla struttura universitaria, ma dal contesto: la burocrazia, i vincoli della legge sull´immigrazione, l´inadeguatezza delle informazioni agli uffici pubblici. Ottenere il permesso di soggiorno costa (il 67 per cento degli studenti ha pagato dai 50 ai 200 euro), richiede una perdita di tempo (per il 28 per cento degli intervistati arriva dopo un anno di attesa). Complicato uscire per seguire seminari e conferenze all´estero e poi rientrare in Italia. Ma si può studiare così nel mondo globalizzato? Meglio cambiare paese. Negli Usa, per esempio, dove ha studiato un terzo degli attuali Capi di Stato.

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Appunti su un mondo in continuo divenire (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

MATERIALI In un saggio la lunga parabola di Alain Touraine Appunti su un mondo in continuo divenire Foto: LIBRI FRANCESCO ANTONELLI LA MODERNITÀ IN TRANSITO, FRANCO ANGELI, PP. 187, EURO 19 Benedetto Vecchi Alain Touraine è uno dei più prolifici eredi della grande tradizione sociologica france, quella che annovera, tanto per fare un nome, Emile Durkheim tra i suoi padri fondatori. È dunque uno studioso che ha sempre puntato a spiegare quell'oggetto misterioso che è la «società» a partire dai movimenti e dai conflitti presenti nella modernità. Non è forse un caso che i suoi primi lavori hanno riguardato il movimento operaio e le violente diseguaglianze di classe nella società industriale. Sono quelli gli anni dove il conflitto operaio plasma l'intera società e dove la modernità è il progetto incompiuto che solo quel conflitto può portare a termine. Ma Touraine ama anche il dettaglio, i piccoli e impercettibili mutamenti, che lo conducono a teorizzare in un saggio l'avvento della società postindustriale. Un saggio, quello di Touraine, dove è definito nero su bianco il programma di lavoro che il sociologo francese sta tutt'ora sviluppando. C'è la crisi delle forme di vita stratificate nella società industriale, il nodo del potere come perdita di legittimazione dello stato e contestazione del monopolio della decisione politica da esso esercitato. C'è lo sviluppo di movimenti sociali nati al di fuori della fabbrica che puntano comunque a trasformare in senso egualitario la società. C'è l'inafferrabilità del «soggetto». Temi, tutti, che hanno accompagnata da allora tutta la produzione di Touraine e che questo saggio di Francesco Antonelli ripercorre sapientemente. (Il volume sarà discusso con l'autore da Maria Caterina Federici, Maria Luisa Maniscalco, Robert Castrucci e da chi scrive a Roma lunedì prossimo. L'appuntamento è alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Roma 3, Via Chiabrera 199, alle 16.30). La tesi che viene elaborata da questo giovane ricercatore è segnata da una grande ammirazione per lo studioso francese. Fattore che non gli impedisce tuttavia di segnalarne, problematizzandoli, limiti e aporie. Come annuncia anche il titolo del volume, la modernità non è la fine della storia, bensì un progetto in divenire che modifica il suo corso, interrompendo così lo sviluppo lineare della storia. Dunque la modernità è sempre in transito, manifestando la sua propensione universalistica a espandersi al i fuori dal continente - l'Europa - che la vista nascere. E in questo nomadismo deve continuamente plasmare, trasformando le realtà e le sue caratteristiche iniziali. Cambiano quindi le classi sociali, gli stati, le élite e le logiche stesse dell'azione collettiva. Delinearne le mappe e le coordinate della società conduce così lo studioso a cambiare la propria cassetti degli attrezzi teorici. Da qui la sua attenzione verso i movimenti sociali che si sviluppano al di fuori della fabbrica e che hanno come elemento fondante identità «parziali» - i disoccupati, gli studenti - o single issue - gli ecologisti e gli antinucleari -. Insomma tutti quei movimenti che hanno popolato conflittualmente la scena pubblica della tarda-modernità, termine quest'ultimo che Touraine utilizza con molta cautela. Ma anche questa è materia ampiamente analizzata nel volume di Francesco Antonelli. C'è da dire, però, che Touraine nella spiegazione di come si muovono i movimenti sociali e come si formano le élite enfatizza, quasi sacralizzandola, la questione del potere, relegando così tanto i movimenti sociali e e le élite a variabili dipendenti dello stato. Aspetto questo fortemente problematico, perché così facendo Touraine relega ai margini quei processi di soggettivazione politica che definiscono il quadro di autonomia dal potere statale da parte proprio dei movimenti sociali. Fattore tuttavia che stride con l'inchiesta dedicata da Touraine a Solidarnosc, laddove lo studioso francese si è dilungato sulle relazioni e le forme di vita che costituiscono sempre l'indispensabile rete su cui poggia ogni movimento sociale. Di questa incongruenza nel saggio di Antonelli ci sono però solo accenni. Incongruenza, invece, che ritornerà in tutta la produzione di Touraine sulla crisi della modernità e della sua rappresentazione più nota, la globalizzazione economica. Mettere a tema l'apriori su cui nascono i movimenti sociali aiuterebbe infatti a comprendere la disgregazione se non la dissoluzione delle forme politiche della modernità, i sindacati e i partiti di massa e la contemporanea riduzione dello stato nazionale a appendice di organizzazioni sovranazionali. C'è da ricordare che Touraine ha scritto e molto di crisi della modernità, di globalizzazione e di neoliberismo. E spesso le sue prese di posizioni manifestavano la condivisione della critica che i movimenti sociali muovevano alla globalizzazione. Ma è su questo crinale che la sua analisi è risultata spesso priva di mordente e di capacità esplicativa della realtà sociale. Francesco Antonelli lascia trasparire tra le pagine dell'ultimo capitolo un certo scetticismo rispetto alla riflessione dell'ultimo Touraine. Il libro ha però la grande capacità di restituire l'intera parabola di questo studioso. E nel fare questo riconcilia con la riflessione di Touraine da parte di chi lo ha molto letto, senza però mai condividerlo del tutto.

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Sul nucleare il Pd si arrampica sugli specchi (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sul nucleare il Pd si arrampica sugli specchi Sul "nucleare in Italia" si profila, c'è da temere, l'ennesima arrampicata sugli specchi di una parte del Pd. E la tentazione illusoria di scostarsi dal problema, di farsi da parte e di dire no ma con argomenti e motivazioni che pretendono però di apparire "tecniche" e non ideologiche. È un film purtroppo già visto. Prendiamo le affermazioni di D'Alema al Festival dell'Energia di Lecce. A suo avviso il nucleare di cui si propone il ritorno in Italia sarebbe una tecnologia "costosa" e "obsoleta". È bastato qualche inizio di rumorosa contestazione locale perché iniziasse a vacillare la linea prudente e attenta tenuta dal Pd in Parlamento sul tema. Quella di obsolescenza della tecnologia nucleare è un'accusa singolare, stravagante e sorprendente. Persino stupefacente. A cosa si riferisce D'Alema? Cos'è per lui obsolescente: la tecnologia stessa della fissione nucleare (che il mondo utilizzerà almeno per tutto il secolo attuale) o il tipo corrente di centrali, di impianti di produzione con cui si genera l'energia nucleare? Dobbiamo presumere (e sperare) che D'Alema si riferisca a questi ultimi. Se è così, l'accusa di obsolescenza è ancor più fuori luogo. È del tutto infondata la tesi secondo cui la ripresa del nucleare significherebbe il rientro dopo vent'anni in una tecnologia che nel frattempo sarebbe rimasta quella di allora e che, per questo, sentirebbe oggi il peso degli anni. L'industria e la ricerca nucleari non sono state ferme. ll nucleare civile esiste nel mondo dal 1952. Da allora si sono succedute almeno tre generazioni di impianti profondamente diverse tra loro: per potenza generata, per criteri ingegneristici e costruttivi, per standard di sicurezza adottati, per modalità di utilizzo del combustibile e così via. Le centrali di ultima generazione di cui si parla oggi per un'eventuale costruzione in Italia appartengono a una tipologia del tutto nuova e particolare. Esse potrebbero essere discusse, paradossalmente, per il motivo esattamente opposto a quello della presunta obsolescenza. Si tratta, infatti, di una generazione di impianti (l'Epr francese, l'Ap 1000 americano) concepiti alla fine degli anni 90 (dopo Cernobyl) e che sta entrando nella fase costruttiva in alcuni Paesi: Francia, Finlandia, Cina, Stati Uniti. Si tratta di centrali che innovano radicalmente metodologie, concezioni e criteri di funzionamento e di gestione degli impianti precedenti. Altro che obsolescenza! Perdere il treno dell'attuale generazione di centrali non significa affatto, come si vuole fare credere, lasciar consumare il fine vita di impianti e tecnologie del passato. Il salto tecnologico delle centrali di ultima generazione è sul tema della sicurezza. Avviene qualcosa di strano. Tradizionalmente è stato sempre questo - la sicurezza - il tasto più battuto dai critici del nucleare. E invece oggi si parla poco di questo. Gli argomenti antinucleari sembrano essere diventati altri: il destino delle scorie; i costi di investimento ecc. Eppure lo scontro degli anni 80 e del referendum del 1987 fu sulla sicurezza. Perché questo spostamento di attenzione? Perché è ormai evidente che la tecnologia nucleare ha vinto alla grande la partita della sicurezza. Le quasi 500 centrali funzionanti nel mondo registrano tassi di malfunzionamento o di incidenti operativi del tutto irrilevanti se paragonati all'andamento di tutti gli altri processi industriali. Non solo. Chi approccia in modo oggettivo l'argomento si rende conto che nella tecnologia nucleare sta avvenendo un salto tecnologico sul tema della sicurezza che non ha paragoni con nessun'altra tecnologia di produzione non solo energetica. D'Alema, che ha tenuto ad autodefinirsi un "nuclearista storico" ricorderà che il cavallo di battaglia con cui, a sinistra e nel Pci, si cercò di arginare la demonizzazione delle tecnologie nucleari, negli anni 80 e 90, fu una tesi su tutte: quella che la ricerca tecnologica avrebbe portato presto a una rivoluzione dei concetti di sicurezza delle centrali con l'introduzione, in particolare del criterio della sicurezza cosiddetta passiva. Essa avrebbe portato, si sosteneva, a livelli assoluti la sostenibilità e affidabilità degli impianti. Cos'è la sicurezza passiva? È la minimizzazione fino all'esclusione totale dell'intervento umano (la causa unica accertata dei due soli incidenti di rilievo verificatosi nella storia del nucleare civile: Three Mile Island e Cernobyl) nella realizzazione degli obiettivi di sicurezza delle centrali. Nel funzionamento degli impianti che entrano oggi nella fase operativa la gestione del rischio e della risposta alla minaccia di incidente è affidata interamente a meccanismi naturali e automatici: la forza di gravità, sistemi fisici per l'espulsione del calore e il raffreddamento del nocciolo, la ridondanza di tutti i sistemi di sicurezza. In virtù di tali meccanismi un impianto nucleare di nuova generazione si blocca e si raffredda automaticamente, arrestando ogni dinamica di escalation incidentale. Senza intervento dell'uomo e per principi fisici intrinseci al funzionamento della centrale. Nessun processo industriale diverso dal nucleare contiene un tale principio di funzionamento. Nonostante le statistiche degli incidenti siano enormemente superiori - nella industria chimica, nella siderurgia, nell'industria idroelettrica - a quelle registrate nel nucleare civile. Le centrali di cui si ipotizza oggi la realizzazione in Italia realizzano questo. I criteri ingegneristici e costruttivi degli impianti nucleari di terza generazione avanzata concentrano le maggiori innovazioni sul versante dell'utilizzo delle tecnologie passive di sicurezza. Il paradosso è che alcuni "nuclearisti storici" siano così pronti ad ammainare la bandiera proprio ora che il tema di battaglia tradizionale - la sicurezza intrinseca degli impianti - è a portata di mano. Ma sfatiamo un altro luogo comune delle posizioni antinucleari che si autodefiniscono "ragionevoli". Si sostiene: per essere veramente sicuri aspettamo la futura generazione di centrali. Esse, si dice, rappresenteranno la definitiva realizzazione del principio della sicurezza intrinseca. Invece no. Le future tecnologie della quarta generazione (previste operative tra 50 anni) innoveranno certamente ma su aspetti che non riguardano affatto la sicurezza. Su questo versante non ci sarà alcun salto rispetto alle centrali che si possono costruire già oggi. La quarta generazione innoverà su aspetti come l'uso efficiente del combustibile, la riduzione delle scorie e il trattamento dei rifiuti, il contrasto alla proliferazione. La sicurezza passiva è il tema delle attuali centrali. Una parola, infine, merita anche un altro cavallo di battaglia che si agita contro il ritorno al nucleare: la preoccupazione dei "grossi esborsi", si è detto a Lecce, che esso comporterebbe. È vero: una centrale costa. Ma, a differenza di ogni altro investimento energetico, la quasi totalità dell'esborso si traduce in domanda per l'industria più tecnologica del Paese. Il peso dell'investimento fisico in una centrale nucleare (macchine, sistemi, apparati) è preponderante laddove in ogni altra produzione energetica prevale, invece, la destinazione improduttiva delle risorse (acquisto del combustibile o incentivi per surrogare l'inefficienza del processo nel caso delle fonti rinnovabili). Il "costo" nel nucleare è particolare: esso è nei fatti un moltiplicatore di sviluppo. E l'investimento ha ritorni certi perché sottratto all'imprevedibilità dei fattori esterni (com'è invece per l'industria termoelettrica tradizionale il costo del gas e del petrolio). Per chiudere: va di moda, a sinistra, la rappresentazione della green economy di Obama come la ripulsa, da parte sua, delle tecnologie nucleari. Inviterei alla prudenza. Non si faccia troppo affidamento in Obama nella speranza di una cancellazione del nucleare. Negli Usa sono state già ordinate centrali di nuova generazione che hanno concluso gli iter di licenza e autorizzazione. Gli Usa non hanno messo in stand by il nucleare. Al contrario stanno prolungando grazie alle innovazioni impiantistiche e tecnologiche che lo consentono di allungare la vita operativa delle 104 centrali esistenti da 30 a 60 anni. Non credo che Obama pensi, neanche lontanamente, all'ipotesi dello shut down del nucleare Usa. Insomma la sinistra "riformista" e di "governo", alla nuova prova della sfida tecnologica del "nucleare" farebbe bene a trovare strategie coraggiose e innovative in luogo di una poco onorevole ennesima ritirata. di Umberto Minopoli 23/05/2009

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Gli Usa all'Italia: accogliete due detenuti di Guantanamo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-05-23 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Gli Usa all'Italia: accogliete due detenuti di Guantanamo L'amministrazione Usa ha chiesto al governo italiano di prendere in consegna due prigionieri del carcere di Guantanamo, che Barack Obama vuole chiudere. Sono due tunisini già indagati nel 2007 dalla Procura di Milano e di cui era stata chiesta l'estradizione. Sarà uno dei temi in agenda nell'incontro che Silvio Berluscono avrà col presidente Usa alla Casa Bianca il 15 giugno. u pagina 11 La fregata Maestrale cattura pirati somali Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale la Marina italiana ha preso nove prigionieri in un'azione nel Golfo di Aden. La fregata Maestrale è intervenuta in soccorso di un mercantile attaccato dai pirati somali. u pagina 11 Russia-Ue, fallito il vertice in Siberia Sicurezza delle forniture energetiche, partnership per le repubbliche ex sovietiche: nel vertice di ieri tra Russia e Ue nella cittadina di Khabarovsk, al confine con la Cina, nessun passo avanti sui nodi di fondo tra Mosca e Bruxelles. u pagina 11, commento u pagina 12 Fini: sulle riforme decidono le Camere non il popolo Stop di Fini alla proposta del premier di un Ddl popolare per ridurre il numero dei parlamentari: «Il popolo non può sostituirsi al Parlamento a cui spetta la decisione finale». Anche la Lega frena Berlusconi: c'è un nostro Ddl. u pagina 16 con il Punto di Stefano Folli Procura di Palermo senza accesso ai conti dei mafiosi Alla Procura di Palermo è statatolta la password dell'Anagrafe dei rapporti finanziari. Lo denuncia il procuratore aggiunto Roberto Scarpinato. Arrestati in un blitz internazionale Leonardo Badalamenti, figlio del boss Tano, e altre 19 persone. u pagina 21 Arrestato in Calabria il superlatitante Fortunato Giorgi Fortunato Giorgi, inserito nell'elenco dei 100 ricercati più pericolosi d'Italia, è stato arrestato ieri sera nella zona di San Luca (Reggio Calabria). Ricercato dal 2000, Giorgi deve scontare una pena a 25 anni di reclusione per associazione mafiosa e traffico internazionale di droga.

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Euro contro dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-05-23 - pag: 11 autore: DALLA PRIMA Euro contro dollaro Non abbiamo ancora i dati di bilancia dei pagamenti, ma è sufficiente l'algebra per capire che i flussi di risparmio con questo ritmo non possono intaccare lo stock di debito che al lordo è pari a circa il 150% del Pil. Il nervosismo degli investitori asiatici è ormai sensibile. Dentro e fuori la Cina si cercano sistemi di diversificazione del rischio di cambio che non passino dal mercato per non devastare equilibri già fittizi. Le soluzioni richiedono sedi negoziali che, se ci sono, restano segrete. Al pubblico resta una bizzarra impressione di ottimismo noncurante, che contrasta con la pericolosità che si rompano gli "squilibri del terrore" tra Usa e Cina. In una tale epica vicenda è stupefacente che l'Europa tenga fede alla decisione sbagliata presa molti anni fa di negarsi il diritto di avere voce. Carlo Bastasin carlo.bastasin@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Così la Cina studia lo scacco agli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Così la Cina studia lo scacco agli Usa SPAVENTA & MONNI. In "Al largo di Okinawa" i due esperti analizzano le mosse di Pechino per battere l'America. Dal business in Africa agli 007. di Francesco Longo «Shenzen. Nel 1980 era una cittadina di pescatori di 70-80.000 anime. Quasi un paesino per gli standard cinesi. Oggi è una città di quasi 9 milioni di abitanti fatta di moderni grattacieli che superano i 200 metri». La Cina non è vicina, ma si è talmente estesa che ormai è qui. Qualche anno fa, in Italia, uscì un libro intitolato Safari cinese, che raccontava l'espansione commerciale cinese in Africa: patti economici tra società industriali, accordi privilegiati tra governi dei singoli stati e Pechino. Più di recente, è stato pubblicato il testo Cinafrica, espressione che rimanda chiaramente a quella stessa nuova forma di colonizzazione, una fusione a Oriente sempre più visibile e irreversibile. Esce in questi giorni in libreria un nuovo testo intitolato Al largo di Okinawa (Laterza, pp. 208, euro 15) che porta un sottotitolo piuttosto esplicito: Petrolio, armi, spie e affari nella sfida tra Cina e Usa. Il testo, scritto a quattro mani da Alessandro Spaventa (economista ed esperto di politica internazionale) e Salvatore Monni (docente di Economia dello sviluppo), si muove proprio dal cuore di quei libri appena citati e cioè dalla capillare e invasiva presenza cinese nel continente africano. L'analisi degli autori mostra (con un'enorme quantità di dati) che i cinesi hanno un nuovo modo di guardare l'Africa rispetto alla storia del colonialismo d'impronta europea. I cinesi, che in Africa vedono un Eldorado di materie prime, costruiscono strade, creano impianti per l'irrigazione, reti per la telefonia, ferrovie, dighe, portano nuovi farmaci, aprono radio, lanciano satelliti per nuove comunicazioni. Questa loro occupazione non prevede ingerenze politiche: non pongono condizioni, donano aiuti, senza pretendere vincoli, «non hanno remore a sostenere dittatori spesso feroci». Prendono tutto quello che c'è da prendere. Ma i capi di stato africani, logorati dal finto paternalismo bianco, ricambiano con consenso lo sguardo asiatico che si mostra lungimirante e scaltro: «La Cina ci tratta da pari a pari, mentre l'Occidente ci tratta da ex sudditi». Al largo di Okinawa si occupa però di fornire al lettore anche meno esperto un quadro completo delle trasformazioni della galoppata economica cinese. Nelle pagine si affrontano temi come il rapporto diplomatico con gli Stati Uniti, il riarmo nucleare cinese, la questione Taiwan («elemento cruciale nelle relazioni tra Cina e Usa»), il dominio nel Pacifico, l'eventualità di un confronto militare con gli Usa e la giostra delle alleanze con gli stati orientali. Tra i capitoli più interessanti del volume c'è sicuramente quello dedicato allo spionaggio. Non solo quello di stampo classico (con doppi passaporti e relazioni amorose con dame in incognito), ma anche le nuove forme di spionaggio, che non riguarda più solo competenze militari, ma sempre di più quelle informatiche e elettroniche. «I cinesi non fanno intercettazioni, non ascoltano le chiamate. Preferiscono far venire le persone in Cina e parlare con loro». Si parla di "aspirapolvere intellettuale". Finalmente in Italia, come dimostra questo testo, si inizia a leggere una saggistica fruibile, seria e altamente leggibile. Che include voci in presa diretta, reportage pubblicati su riviste internazionali, e analisi, il tutto, per quanto possibile, con ritmi narrativi. Nel libro non mancano parole evocative come il riferimento al mega-gasdotto trans-sahariano, la finlandizzazione della Corea, le feste al Fbi per gli agenti che vanno in pensione, le spie che diventano amanti. Per la nostra tradizione saggistica-accademica un libro erudito e leggero è un piccolo evento. Visti gli impressionanti progressi e la capacità di elaborare modelli e imporsi sul mercato a prezzi concorrenziali, ci si può chiedere cosa accadrà alla saggistica quando la Cina produrrà per il mercato europeo libri dotti e a buon mercato. AL LARGO DI OKINAWA Salvatore Monni e Alessandro Spaventa Laterza, 208 pp., euro 15 23/05/2009

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In estate basi più solide per la ripresa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-05-23 - pag: 17 autore: Industria. Secondo il Centro studi Confindustria svolta degli indici anticipatori della congiuntura - Resta alto il ricorso alla cassa integrazione In estate basi più solide per la ripresa Le previsioni del CsC: nel manifatturiero crescono produzione, ordinativi e fiducia Marco Alfieri I livelli della produzione sono depressi come mai dal dopoguerra. La caduta del Pil, in scia allosboomdelcommerciomondia-le, anche nel 1Ú trimestre 2009 è stata peggio delle previsioni, soprattutto in Eurolandia. L'occupazione registra solo ex post i cambi di marcia dell'economia, e dunque continuerà a diminuire ancora per un po'. Non bastasse, in Italia (gennaio-aprile) il ricorso alla Cig è balzato ai livelli record del 1993. Le finanze pubbliche soffrono ( pesa sul bilancio il-4,6% di entrate fiscali nel 1Útrimestre 2009). E il credito continua a essere troppo selettivo, specie verso le Pmi grandi esportatrici. Tuttavia «germogli» di ripresa non mancano e anzi si stanno consolidando. A rilevarlo è il Centro studi Confindustria nella sua congiuntura flash mensile. In Italia, infatti, ad aprile «è salita la fiducia tra le imprese, grazie a maggiori attese di ordini, e tra i consumatori (ai massimi da fine 2007)», mentre«l'indiceanticipatore Ocse segna un rallentamento della caduta del Pil nel trimestre in corso, suggerendo che si avrà il punto di svolta in estate». Non a caso «la forte contrazione di Pil e produzione industriale nel 1Ú trimestre 2009 (rispettivamente -2,4% e -9,8% sul quarto 2008) ha marcato la fase più acuta della recessione». Ma gli indicatori anticipatori «delineano uno scenario in progressivo miglioramento per i prossimi mesi». Con una produzione industriale rimbalzata (+1,5% su marzo) dopo 11 mesi di flessione. Un calo generalizzato delle scorte. E i primi segnali di recupero negli ordini, che prospettano un aumento dell'attività nel terzo trimestre. Come detto anche la fiducia sta risalendo, secondo viale dell'Astronomia. Tra le imprese manifatturiere italiane l'indice è aumentato in aprile a 64,2 punti dai 60,9 di marzo. Il miglioramento è più marcato nei beni intermedi (60,7 vs 55,2), battistrada delle ripartenze industriali. Nel frattempo salgono le attese a breve termine su ordini (saldo risposte a -14 in aprile, da -28 di marzo) e produzione (-19 da -25); le immatricolazioni di auto si stabilizzano (-0,5%) sui buoni livelli di marzo (+13% su febbraio); e gli incrementi Cig di marzo e aprile (+12% e +23% sul mese precedente) restano più bassi dell'impennata di febbraio (+ 71%). In aumento sul 2008 anche la convenienza all'acquisto di beni durevoli, e i giudizi sulle possibilità future di risparmio. Il che, sottolinea il CsC, «è coerente con una prossima rivitalizzazione della spesa delle famiglie». Come dire che c'è dell'altro, in mezzo al cratere della crisi. Coriandoli di ottimismo, soprattutto perché arrivano segnali positivi dai maggiori paesi industriali. Il ritorno alla crescita, certifica Confindustria, «si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export», mentre negli Usa «va meglio il settore immobiliare, gli utili aziendali aumentano grazie a guadagni di efficienza e tagli nelle scorte, ed è vicina la risalita degli ordini nel manifatturiero e nel terziario». In Germania, invece, l'indice Zew che anticipa l'andamento del ciclo, «è balzato in pochi mesi ai massimi dal giugno 2006». Addirittura in Giappone, il gigante in letargo, la produzione industriale è data in recupero del 12,4% entro maggio, «beneficiando del rilancio di Pechino». Infine segni incoraggianti dall'Europa dell'Est, che «trarrà vantaggio dalle megasvalutazioni e dai rialzi di borse e materie prime», stimolando così esportazioni e crescita dell'economia. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL QUADRO INTERNAZIONALE Il ritorno alla crescita si è consolidato in Cina mentre negli Stati Uniti va meglio il settore immobiliare; riparte anche la locomotiva tedesca

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Torna il supereuro: sfonda quota 1,40 (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 23/05/2009 - pag: 31 Mercati Dopo la mossa di Standard & Poor's sulla Gran Bretagna, i timori sulla «tripla A» degli Stati Uniti Torna il supereuro: sfonda quota 1,40 Moneta unica al top da gennaio. Confindustria vede «germogli di ripresa» MILANO Tra ondate di pessimismo, timori sulle reali dimensioni del debito Usa e speculazioni ribassiste, il dollaro è precipitato ai livelli di inizio anno. E ieri ha persino sfondato la soglia psicologica di 1,40 nel cambio con l'euro. Ma la valuta americana è scivolata ai minimi dal 2 gennaio anche contro il franco svizzero (1,0875) e ai livelli più bassi da metà febbraio sullo yen (fino a 93,81). Al di là del perdurare delle incertezze sulla ripresa economica, all'origine dell'affondo della valuta americana sono state le ripercussioni di quanto accaduto dalla parte opposta dell'Oceano, con la batosta subita giovedì dalla sterlina dopo la revisione al ribasso dell'outlook della Gran Bretagna da parte dell'agenzia di rating Standard & Poor's, a causa del pesante indebitamento. Un intervento che ha messo in allarme gli analisti americani e ha immediatamente scatenato la speculazione ribassista, supportata anche dai timori per il debito degli Stati Uniti che, stando ai pessimisti, rischierebbe di perdere la massima valutazione della tripla «A». A rincarare la dose, anche le considerazioni di alcuni esperti che si sono affrettati a ricordare che la Casa Bianca prevede per l'esercizio in corso un deficit di 1.841 miliardi di dollari, pari a più del 13% del Pil. Alcuni operatori fanno però notare che l'interesse degli investitori nei confronti del biglietto verde e degli asset denominati in dollari potrebbe tornare già la prossima settimana, quando il Tesoro Usa lancerà una maxi asta da 101 miliardi di dollari a due, cinque e a sette anni. Intanto rialza la testa il petrolio, che dopo una settimana con le quotazioni ad alti livelli, ha chiuso la seduta di ieri avvicinandosi ai 62 dollari al barile (61,67 dollari a New York), in rialzo dell'1% sulla vigilia e portando a oltre l'8% i guadagni sulla settimana. Un recupero trainato, anche dal boom della richiesta di petrolio cinese, che in aprile è cresciuta del 3,9% (31,47 milioni di tonnellate, pari a 7,9 milioni di barili al giorno) tornando ai livelli di ottobre. E che nel sistema economico mondiale «si stanno consolidando i 'germogli' della ripresa », lo ha evidenziato il Centro studi di Confindustria (Csc) nell'analisi mensile sull'andamento dell'economia, sottolineando che l'indice anticipatore Ocse «punta alla svolta nel corso dell'estate». In Italia, sottolinea il Csc, «sale la fiducia tra le imprese, grazie a maggiori attese di ordini, e tra i consumatori (ai massimi da fine 2007)», mentre il ritorno alla crescita «si è consolidato in Cina, trainata da investimenti ed export». In Giappone la produzione industriale è prevista recuperare il 12,4% entro maggio, «beneficiando più rapidamente del rilancio cinese». A dispetto dell'apparenza, notizie non negative arrivano anche da commercio e consumi. A marzo le vendite al dettaglio, pur registrando un crollo su base tendenziale del 5,2%, il peggior risultato dal '97, segnano un aumento dello 0,1% sul mese precedente. Gabriele Dossena

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capro espiatorio collettivo - renzo guolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

IMMIGRATI CAPRO ESPIATORIO COLLETTIVO RENZO GUOLO Dopo l'approvazione di una legge che rende assai difficile loro la vita, trasformandola volutamente in percorso a ostacoli, gli immigrati assumono in Italia sempre più il tratto del capro espiatorio collettivo. Simbolo di una globalizzazione mal digerita, nonostante abbia creato localmente ricchezze a dismisura, sono in posizione di estrema fragilità. Il reato di clandestinità, che minaccia di gettare nel girone infernale dei sans papier nostrani anche quanti, pur regolari, perdono il lavoro e non riescono a ritrovarlo entro sei mesi, aleggia su di loro. Così come la spada di Damocle del permesso di soggiorno a punti. Eppure gli immigrati, ormai cinque milioni tra regolari e irregolari, alimentano con i loro contributi la fiscalità generale e quel welfare dal quale gli agitatori di spadoni padani vorrebbero escluderli; danno con il loro lavoro un importante apporto al Pil, giunto nel 2006 al 9, 2%; colmano, con la loro presenza e quella dei loro figli, i vuoti demografici lasciati dagli italiani, sempre più vecchi e meno prolifici. Realtà, piaccia o meno, destinata a crescere: nonostante il tentativo di spostare in là, con i respingimenti in mare, la frontiera. SEGUE A PAGINA 12

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immigrati capri espiatori - renzo guolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 1 - Prima Pagina IMMIGRATI CAPRI ESPIATORI RENZO GUOLO Dopo l'approvazione di una legge che rende assai difficile loro la vita, trasformandola volutamente in percorso a ostacoli, gli immigrati assumono in Italia sempre più il tratto del capro espiatorio collettivo. Simbolo di una globalizzazione mal digerita, nonostante abbia creato localmente ricchezze a dismisura, sono in posizione di estrema fragilità. Il reato di clandestinità, che minaccia di gettare nel girone infernale dei sans papier nostrani anche quanti, pur regolari, perdono il lavoro e non riescono a ritrovarlo entro sei mesi, aleggia su di loro. Così come la spada di Damocle del permesso di soggiorno a punti. Eppure gli immigrati, ormai cinque milioni tra regolari e irregolari, alimentano con i loro contributi la fiscalità generale e quel welfare dal quale gli agitatori di spadoni padani vorrebbero escluderli; danno con il loro lavoro un importante apporto al Pil, giunto nel 2006 al 9, 2%; colmano, con la loro presenza e quella dei loro figli, i vuoti demografici lasciati dagli italiani, sempre più vecchi e meno prolifici. Realtà, piaccia o meno, destinata a crescere: nonostante il tentativo di spostare in là, con i respingimenti in mare, la frontiera. SEGUE A PAGINA 10

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Total è solida e crescerà (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ATTUALITA data: 2009-05-23 - pag: 17 autore: IL GESTORE DELLA SETTIMANA Piero Varzetti Banca Akros «Total è solida e crescerà» «Ha una grande capacità di controllo sui costi di produzione» di Isabella Della Valle I mercati lentamente, tra alti e bassi, risalgono la china, il settore dei fondi comuni ha portato i riscatti ai minimi del biennio, i portafogli cominciano a recuperare, anche se solo in parte, le ingenti perdite accusate nei mesi precedenti. Come vanno interpretati questi segnali? Come un rimbalzo tecnico dovuto a un parziale ribilanciamento nei confronti dell'investimento azionario, stressato da un primo trimestre in cui si è temuto un default sistemico. Le ricoperture da short-selling e in generale una situazione d'ipervenduto hanno innescato in aprile un movimento altrettanto violento di rimbalzo, che per ora non può essere interpretato come una vera inversione rialzista. L'Fmi prevede un quadro ancora a tinte fosche per l'economia europea (Pil in calo del 4% nel 2009). I listini hanno già scontato questo scenario oppure c'è da attendersi ancora degli scivoloni degli indici? L'estrema volatilità dei mercati durerà ancora. Sebbene molti titoli agli attuali livelli scontino significative negatività, la mancanza di visibilità dei risultati aziendali frena la disponibilità a investire nel medio- lungo termine. Per questo il mercato resta diffidente anche in presenza di risultati migliori delle aspettative. E in questa situazione come state impostando la strategia? Diversifichiamo su settori e titoli a essi dedicati. Inoltre ogni single stock raramente supera il peso del 5% del potenziale investibile. Pur nella difficoltà odierna di valutazione delle società, privilegiamo solidità patrimoniale e livelli d'indebitamento sostenibili, pay out e dividend yield interessanti. Il rally delle ultime settimane ha interessato soprattutto il settore bancario che era stato più coinvolto dal panic selling dei primi mesi dell'anno. Ci aspettiamo quindi, una correzione e un rientro dai livelli di sovra comprato. Restiamo positivi una volta concluso questo storno. Un altro settore come il petrolifero che rimane per noi il preferito, ha evidenziato un trend positivo più visibile. Tutti gli investimenti azionari negli Usa sono coperti dal rischio cambio, non solo per un approccio prudenziale, ma anche nella convinzione che il dollaro contro euro rimarrà debole. Ci sono dei temi settoriali sui quali siete particolarmente esposti? Siamo convinti che il petrolio continuerà ad apprezzarsi, soprattutto nell'ottica di un miglioramento della fase congiunturale e non solo sotto la spinta degli acquisti della Cina. Abbiamo investito sia nelle majors europee, sia in compagnie minori e nei servizi. Il prezzo di 72 $ è considerato come un livello remunerativo per tutti i player e non particolarmente inflattivo. Cosa suggerisce a chi volesse investire senza rischiare troppo? Se pensiamo che nel medio termine i tassi possano risalire, suggerisco di valutare l'acquisto di titoli a cedola variabile. Tali titoli offrivano e offrono spread molto interessanti sull'Euribor a 3 mesi ed hanno rendimenti correnti che variano dal 2,5% al 4,5% lordo. Tra gli emittenti scelti ci sono Atlantia, Vodafone, General Electric, Repsol e Vivendi. Abbiamo anche aumentato il peso dei CcT con maggior vita residua. State scommettendo su qualche area geografica particolare? Abbiamo una piccola posizione equity, attraverso un fondo specializzato nei mercati emergenti, con investimenti in Brasile, Cina e Taiwan che sta beneficiando delle dichiarazioni di riavvicinamento alla Cina stessa. Che posizione avete sul comparto obbligazionario? La duration media del nostro portafoglio obbligazionario è inferiore ai due anni. Acquisti a tasso fisso, con scadenze non superiori ai 4-5 anni, sono stati fatti cogliendo le opportunità offerte dal mercato primario sia sui supranational (Bei, Comunità Europea), sia sui corporate ( Generali, Mediobanca, Carrefour, E.On, Siemens, Basf). Quali sono le società che le piacciono di più e perché? In un contesto di bassi prezzi del petrolio, che ci attendiamo non debba durare a lungo, riteniamo che Total ed Eni siano le migliori fra le Oil Major europee. Storicamente Total è la compagnia petrolifera europea con i più bassi costi di produzione (il suo vantaggio competitivo può essere stimato in Usd 3-5 al barile in termini di minori costi tecnici) e con una forte capacità di controllo dei costi (negli ultimi 6 anni i suoi costi tecnici sono saliti del 35-40% rispetto a un incremento di oltre il 50% per la maggior parte dei suoi concorrenti). Total dovrebbe mantenere un tasso medio annuo di crescita del suo output intorno al 2-3% fino al 2016 grazie a riserve diversificate a livello geografico e a un portafoglio progetti interessante. Da segnalare inoltre il solido bilancio e il dividend yield (intorno al 6%). Anche Eni prevede una forte crescita nell'attività di produzione (E&P). Nel periodo 2008-2012 l'incremento medio annuo della produzione dovrebbe assestarsi al 3,5%, con oltre i 2 milioni boe/dollaro di produzione entro il 2012. Nel quadriennio 2012-2015 invece il tasso atteso dovrebbe scendere al 3%. La società presenta anche caratteristiche "difensive": ha un forte posizionamento nel mercato del gas, atteso intorno al 2,1% nel periodo 2208-2012. L'esposizione a un business regolamentato garantisce visibilità e stabilità a una parte degli utili. Anche Eni presenta poi un solido bilancio e un dividend yield superiore al 7%. Jp Morgan ha superato bene lo stress test (non necessita aumento di capitale a breve e può restituire il prestito del Tesoro di 25 miliardi $) che consente di liberarsi dai vincoli imposti dal Tarp. Quindi manager migliori per retribuzione e una migliore capacità competitiva nel funding e nell'investimento. C'è poi Tellabs che sta migliorando il mix di prodotto entrando in comparti tipo wireless, optical e data. Non ha debito e vanta importanti contratti di fornitura con i principali operatori telefonici Usa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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A rischio anche il rating Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA 23-05-2009 A rischio anche il rating Usa La crisi gonfia il debito. E l'euro torna a quota 1,4 DA MILANO PIETRO SACCÒ D icevano ieri gli analisti di Wall Street che «il bubbone del credit rating sta scoppiando». Si spiega così il ritorno del dollaro debole, che ha chiuso una pessima settimana in cui ha perso quasi il 4% contro l'euro e l'1% contro lo yen. Per comprare un euro, adesso, servono 1,4030 dollari, il livello più alto dal 2 gennaio scorso. È l'effetto del ritorno di timori sulla tenuta dei conti pubblici degli Stati occidentali per il livello raggiunto dai debiti a causa degli aiuti anti crisi. Giovedì l'agenzia di valutazione del rischio di credito, Standard & Poor's ha aperto alla possibilità di abbassare il suo giudizio sul debito pubblico del Regno Unito il cui Pil è calato del'1,9% nel primo trimestre, massimo calo dal '79 per ora al livello massimo AAA. E lo stesso potrebbe accadere ai conti degli Stati Uniti, ha avvertito Bill Gross, capo degli investimenti di Pacific Investments. «Non è una cosa che possa accadere subito, ma i mercati iniziano ad anticipare questa possibilità» ha spiegato Gross. Colpa dei primi spiragli di ripresa, che stanno portando gli investitori a valutare alternative all'acquisto delle obbligazioni del Tesoro americano, rese meno appetitose dalle politiche di bilancio di Washington. Non che gli Stati Uniti possano addirittura rischiare un default cosa «difficile da credere» ha ribadito il premio Nobel per l'economia Paul Krugman, anche se il prezzo dell'assicurazione contro le perdite sui bond Usa è salito di 3,5 punti base ma certamente le costose mosse anticrisi del governo e della Federal Reserve preoccupano molti, a partire dalla Cina, che è il maggior compratore di debito pubblico americano. Quest'anno il deficit americano raggiungerà la cifra record di 1.800 miliardi di dollari, il 12,9% del Prodotto interno lordo. Un livello che lo stesso segretario al Tesoro di Obama non ritiene sostenibile. Anche perché un debito elevato rende più difficile mantenere bassa la pressione fiscale e agisce come un freno all'espansione del Pil. «È molto importante ha detto Geithner che questo presidente e il Congresso adottino politiche che riportino il deficit a livelli accettabili nel medio termine». Vale a dire attorno al 3% del Pil, quota che Geithner conta di raggiungere a partire dal 2012, dopo il 12,9% di quest'anno, l'8,5% del prossimo e il 6% del 2011. Per sostenere i piani anti-crisi, però, gli Stati Uniti hanno bisogno di soldi. Obama li sta raccogliendo sul mercato delle obbligazioni: quest'anno fiscale (quello iniziato lo scorso settembre) Washington collocherà 3.250 miliardi di dollari di bond la cifra più alta di sempre. I tassi zero adottati dalla Federal Reserve a dicembre e le politiche monetarie «quantitative » della banca centrale indeboliscono ulteriormente la moneta americana. Il 18 marzo scorso, quando la Fed ha annunciato che acquisterà fino a 300 miliardi di bond del Tesoro, il dollaro ha perso il 3,4% contro l'euro in un giorno solo. Tra gli effetti dell'indebolimento del dollaro, comunque, c'è anche la risalita delle materie prime, scelte dagli investitori come bene rifiugio ma anche in vista di una ripresa economica. Il petrolio a New York ha guadagnato l'1,2%, portandosi a 61,78 dollari al barile, l'oro si è portato a 960 dollari l'oncia, il massimo da due mesi. I mercati europei hanno chiuso bene la settimana: Londra +0,46%, Francoforte -0,37%, Parigi +033%, Milano +0,59%.

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Un Piano Marshall per i Paesi poveri (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

AGORÀ 23-05-2009 SOCIETÀ E CULTURA dove va l'economia/5 Se lo sviluppo della Cina ha permesso la crescita di un Occidente demograficamente spento, investire nel Sud del mondo permetterà un nuovo ciclo economico. Parla Ettore Gotti Tedeschi Un Piano Marshall per i Paesi poveri DI GEROLAMO FAZZINI P rofessione: banchiere. Da 15 anni Ettore Gotti Tedeschi, classe 1945, è in Italia il volto del Banco Santander e siede nei consigli d'amministrazione di numerose istituzioni economiche. Editorialista del Sole 24 Ore e dell'Osservatore Romano, ha esposto la sua visione di cattolico liberale in un librointervista con Rino Camilleri, Denaro e Paradiso. L'economia globale e il mondo cattolico. Avvenire lo ha intervistato per conoscere la sua «ricetta anti-crisi», che si fonda su una proposta controcorrente: una sorta di Piano Marshall per i Paesi poveri, segnatamente per l'Africa. All'indomani dell'insediamento di Obama alla Casa bianca lei ha scritto sull'Osservatore romano: «La ricostruzione da garantire oggi è quella dei Paesi poveri. Solo coinvolgendo tutto il mondo in uno sforzo superiore si potranno riassorbire gli effetti della crisi». Non le sembra una previsione ottimistica, in un mondo dove sono tornati in auge il protezionismo e la logica del «si salvi chi può»? «No, non è ottimistica, è realistica. Tant'è che è stata subito appoggiata da un alto manager della Banca Mondiale e da Gordon Brown. Il problema è che è troppo 'altruistica', impegnativa (ossia costosa) e con risultati a lungo termine. Quando, invece, i grandi consiglieri del principe stanno suggerendo nuove 'bolle' per risolvere i problemi a breve...». Lei sostiene che «la solidarietà paga anche in termini concreti» e invita a investire sui Paesi poveri immaginando che il loro sviluppo possa portare un beneficio, nel medio termine, anche al Nord del mondo. Ma non le pare che tale lungimiranza sia merce rara nel mercato di oggi? Pagheremo le conseguenze di una visione miope? «Sì, le pagheremo. Oggi riusciremo a uscire prima e meglio dalla crisi (generata negli Usa) grazie al fatto che negli ultimi vent'anni, non altruisticamente bensì opportunisticamente, abbiamo coinvolto l'Asia nel processo di globalizzazione economica. I neo-malthusiani di Stanford avevano previsto che nel 2000 milioni di cinesi e indiani sarebbero morti di fame; invece il Pil è cresciuto dieci volte rispetto all'aumento della popolazione. Grazie alla produttività e alla liquidità di Cina e India, oggi chi ha causato la crisi potrà meglio risollevarsi. Si pensi se avessimo esteso la globalizzazione economica anche nelle altre regioni più povere. Invece, stupidamente, noi europei ex colonialisti, abbiamo ignorato l'Africa, che è invece stata scoperta dai cinesi, i quali la stanno occupando economicamente ». A proposito di neo-malthusiani: in un'intervista di qualche mese fa lei ebbe a dire che «trent'anni fa si è avviata un'operazione culturale che ha fatto passare l'idea che non bisognasse più fare figli e si è deciso così di dar vita a un'economia fondata su uno sviluppo egoistico focalizzato esclusivamente sui con- sumi». Sta dicendo che l'attuale crisi ha radici lontane nel tempo? «Fino a metà degli anni Settanta il tasso di crescita della popolazione nel mondo occidentale era intorno al 4%. L'ideologia neo-malthusiana, che nasce nello stesso periodo, ha diffuso l'idea che tale tasso fosse insostenibile e che a fine secolo avrebbe prodotto centinaia di milioni di morti di fame nelle regioni più povere come India e Cina. In breve tempo il tasso scende a 2% fino a zero e sottozero: si fanno solo due figli per coppia e questo assicura la mera sopravvivenza. Ma se una popolazione non cresce numericamente, invecchia. Con due effetti: crescita dei costi fissi (dunque impossibilità di ridurre le tasse) e diminuzione del risparmio prodotto. In pratica blocca lo sviluppo economico. Per compensare questo crollo dello sviluppo del Pil, si è inventato un modello che chiamerò di 'sviluppo egoistico', consumistico e a debito. In pratica si è 'imposto' un modello di vita orientato alla crescita della produttività in tutti i modi: interna (superlavoro, lavoro delle mogli, ecc.) ed esterna (delocalizzazione in Asia di produzioni a basso costo). Non solo: si è imposto il superconsumo per far crescere il Pil. Una volta arrivati ai limiti di potere di acquisto disponibile, si è passati ai consumi a debito». Da qui ai mutui subprime il passo è breve. «Con quella tecnica si è fatta comprare la casa a chi non aveva i soldi per pagarla. L'obiettivo non era tanto di garantire a tutti la propria abitazione, quanto stimolare un settore economico trainante quale l'edilizia. Oggi la famiglia americana è indebitata fino al collo, il valore della casa comprata è crollato, gli investimenti in azioni dimezzati, il lavoro a rischio: come fa ad avere fiducia ? La famiglia è stata di fatto 'sussidiaria' allo Stato e alle sue ambizioni di crescita». Cito da un suo recente corsivo: «Il mondo ricco è stato stupido non solo egoista rifiutando di riconoscere la necessità di autorità e leggi morali». Al di là dei mea culpa di circostanza, cosa le fa pensare che il mondo economico abbia la volontà di darsi regole e di obbedire a un'etica condivisa? «L'altro ieri il Sole 24 Ore ha pubblicato un mio articolo sulla crisi. Sono subito stato accusato da qualche amico di voler imporre la mia morale cattolica... Il punto è che dopo Keynes l'economia pretende una sua autorità morale. Gli effetti si sono ben visti quando un mezzo, uno strumento (l'economia) diventa fine. Nel mondo globale coesisteranno varie etiche economiche fra loro in contraddizione. Ciò spiega perché si vuole cancellare il riferimento morale nelle scelte oppure imporre quello relativistico». Da più parti c'è chi suggerisce alla comunità economico-finanziaria l'esempio della finanza islamica come modello virtuoso. Lei non pensa che anche il mondo cattolico, con la rete delle banche di credito cooperativo o iniziative quali Banca etica, avrebbe autorevolezza nel proporre strade nuove per risolvere la crisi? «Il modello di 'finanza islamica' è apprezzato perché nei suoi principi è vicino al modello economico tomistico, applicato conformemente alla legge coranica. Nel mondo 'cattolico' il modello delle banche di credito cooperativo è assolutamente interessante e perseguibile. Mentre sulla banca etica il discorso è diverso: la banca etica è un'etichetta, è marketing. Non esiste la banca che sia di per sé etica. Non esiste uno strumento etico, come non esiste il coltello etico (può servire a tagliare il pane o sgozzare). Non può essere etico uno strumento, bensì chi lo gestisce. Etico è l'individuo e lo deve dimostrare nei fatti». E dunque, come uscire dalla crisi? «Occorre, ripeto, una soluzione solidale, una specie di 'piano Marshall' verso i Paesi poveri. Con il risultato che cresceranno alla svelta, producendo quella ricchezza che noi non possiamo più produrre e consumare. Con beneficio anche per noi stessi». (5, continua) Ettore Gotti Tedeschi Distribuzione di viveri ai poveri presso il convento cappuccino di Dublino, in Bow Street

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Forlì, elezioni. Vanetti (Lega): "Insegnare il dialetto nelle scuole" (sezione: Globalizzazione)

( da "RomagnaOggi.it" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

23 maggio 2009 - 8.34 (Ultima Modifica: 23 maggio 2009) FORLI' - Insegnare il dialetto nelle scuole: è la proposta che arriva dal segretario forlivese di Lega Nord Romagna, Stefano Vanetti, che è anche candidato al consiglio comunale come vice capolista del Carroccio. "In un mondo sempre più globalizzato la valenza dell'insegnamento scolastico diventa doppiamente importante - afferma il segretario forlivese di Lega Nord Romagna, Stefano Vanetti -: da un lato, infatti, bisogna formare i giovani sempre più efficacemente per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, dall'altro bisogna rafforzare il senso di appartenenza alle proprie radici storiche e culturali. Per questo la Lega Nord Forlì sostiene, con entusiamso, la proposta di legge presentata dai Senatori del Carroccio che intende rendere obbligatorio l'insegnamento dei dialetti e delle lingue locali nelle scuole". "Anche nelle scuole Forlivesi, come in altre scuole della Romagna, la difesa della nostra storia e delle nostre tradizioni diventa un fattore chiave sia per i nostri giovani - sostiene Vanetti -, che potranno, così mantenere viva la lingua dei propri nonni, sia per i tanti studenti stranieri che comprenderanno meglio la specificità e la storia del territorio che li ospita". Vanetti prosegue con una vena polemica: "A tutti coloro che, in nome del mondialismo, come al solito storceranno il naso - afferma -, ricordiamo che è la stessa Carta Europea per le lingue regionali o minoritarie sottoscritta a Strasburgo nel 1992 a riconosce il diritto imprescrittibile delle popolazioni ad esprimersi nelle loro lingue nell'ambito della loro vita privata e sociale."

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Missione: riqualificare la Borgata (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Missione: riqualificare la Borgata L'impegno è del Pd che propone un intervento straordinario pilotato dalla Regione palazzo vermexio Stamani convegno dell'istituto Gestalt sul tema: «Dalla coppia alla pòlis» «Dalla coppia alla pòlis. Dialogo sui legami in una società liquida». Questo il titolo della conferenza che si tiene a palazzo Vermexio oggi alle 9.30, organizzato dall'istituto di Gestalt. Durante l'incontro si parlerà di coppia, della sua sacralità, dei suoi valori, del suo linguaggio. Ma pure di sanità pubblica, di legami in una società globalizzata e di integrazione. Domani a palazzo greco Un convegno e una mostra per ricordare Biagio Pace Un convegno e una mostra per ricordare l'attività scientifica e culturale di Biagio Pace, l'archeologo originario di Comiso che fu presidente dell'Inda dal 1929 al 1944. L'appuntamento è per domani a palazzo Greco, alle 10. I lavori saranno introdotti da Enrico Di Luciano, presidente dell'Associazione amici dell'Inda. La destra Martedì apertura della campagna elettorale con l'on. Nello Musumeci «La Destra» apre la campagna elettorale a Siracusa con il deputato europeo Nello Musumeci. Martedì alle 19.30, nei locali del Jolly hotel, si aprirà la campagna elettorale dell'onorevole Musumeci, a cui presenzieranno i dirigenti locali del partito, tra cui Roberto Giuffrida, Anna Patania, Mario Rizza, Giuseppe Stella e Giuseppe Pollicino.

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Cesare Romiti, sviluppo con etica: si' alla green economy (sezione: Globalizzazione)

( da "Soldionline" del 23-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cesare Romiti, sviluppo con etica: si' alla green economy "Le imprese fanno meglio dei cittadini, sui temi ambientali siamo sotto la sufficienza" Roma, 23 mag. - (Adnkronos)- Per far crescere l'economia bisogna puntare ad un nuovo sviluppo, ma non lo sviluppo economico "cosi' come l'abbiamo portato avanti negli ultimi 30 anni", "non sostenibile" e che "uccide se stesso". Piuttosto "uno sviluppo coniugato con etica e natura", perche' "la distruzione della natura e' un danno enorme" ma "e' una distruzione che facciamo con le nostre stesse mani". Un si' convinto alla Green Economy, arriva da Cesare Romiti che, intervistato dall'ADNKRONOS, la ritiene "una maniera molto valida" per aprire le porte a un nuovo progresso.Anche Romiti, dunque, guarda a 360 gradi a quel vento dell'ecosostenibilita' che inizia a spirare ora anche sull'emergente Cina di Hu Jintao ed a lambire gli Usa di Barack Obama. "Anche se -sottolinea- dobbiamo vedere cosa fara' davvero" il Capo della Casa Bianca. Con i suoi anni alla guida di Fiat e oggi Presidente onorario di Rcs MediaGroup, Fondazione Italia-Cina e Accademia delle Belle Arti di Roma, Cesare Romiti di economie ne ha viste crescere. E sottolinea di non avere dubbi: nella scommessa globale della sostenibilita', "l'Italia e' un po' piu' preparata, perche' se ne parla, ma non raggiunge la sufficienza".Perche', dice Romiti, "naturalmente quando vengono al pettine i problemi del singolo, in Italia", dovendo dare un giudizio da uno a dieci, "siamo a poco meno del cinque" in sostenibilita'. E "sono le imprese" oggi a dimostrare "piu' attenzione" all'ambiente "che non i cittadini". Perche', e basterebbe pensare al feroce "abusivismo edilizio", per esempio in Calabria, per capire che "c'e' ancora mancanza di sensibilita' di tutti gli italiani" su questi temi.Nella crescita e nello sviluppo smodato dei territori si innesta, per Romiti, lo scarso controllo. In Italia ci sono "troppe leggi" dice il manager, "ma fare centinaia di migliaia di leggi significa non farne rispettare nemmeno una, o farne rispettare molto poche". "Parlai di questo -ricorda- con Luciano Violante, allora Presidente della Camera. Si riprometteva di tagliarne un bel po'. Ma poi ando' diversamente". Economia, energia, ambiente. Per Romiti questi temi in Italia sono stati "portati avanti demagogicamente" negli ultimi 30 anni.Con "errori", afferma, sia da parte di chi guardava solo "ad un certo tipo di sviluppo" che da quanti, per contro, "non percepivano" che molte scelte "portavano allo sviluppo", da quanti, insomma, erano legati all'ambientalismo del no. Ma ora la Green Economy fa voltare pagina. Salgono, infatti, gli investimenti nelle imprese 'verdi' e Cesare Romiti, per anni al timone delle maggiori aziende italiane, dall'auto all'editoria, oggi investirebbe in un'impresa green."Non avrei -afferma- nulla in contrario. Naturalmente se ci fosse il giusto ritorno, il guadagno. Chi investe e fa l'industriale deve anche avere ritorni. E questo vale per ogni Paese. Dunque, io trovo che se un'industria verde, come e' molto probabile, da' anche ritorni, va molto bene". Ma, avverte, bisogna stare attenti alla corsa innestata da scienza, innovazione e tecnologia."La preoccupazione di chi investe in questi campi e' che la scienza e la tecnologia stanno facendo passi giganteschi" sottolinea Cesare Romiti. "Penso -spiega- ai pannelli solari. Oggi sono fatti in un certo modo e hanno un certo costo, ma fra qualche anno, magari fra 4 o 5 anni, saranno tecnologicamente superati". Quindi non bisogna segnare il passo e questo puo' creare "preoccupazione a investire". Eppure, per Romiti, e' proprio nell'innovazione, nella trasformazione del prodotto, la chiave per vincere la concorrenza."Chi copia viene sempre dopo, chi inventa viene sempre prima" afferma, ricordando un incontro avuto insieme a Mario Monti con i produttori di Lumezzane, "un paese -sottolinea- dove il numero delle imprese e' superiore al numero degli abitanti". Erano preoccupati dalla concorrenza cinese. "Con questi imprenditori -ricorda ancora Romiti- parlammo a lungo di questo". "A noi italiani, aver goduto di posizioni di monopolio in molti settori ci ha un po' fermato. Non potremo godere a lungo di quei benefici di avanguardia. Bisogna fare impresa guardando a come si evolve il prodotto" prosegue Romiti ribadendo: "Chi copia viene sempre dopo". E anche nelle tecnologie ambientali l'evoluzione e' molto rapida e la concorrenza della Cina inizia a dare segnali."Pechino ha un'inquinamento che non ha pari nel mondo. E' uno dei Paesi piu' inquinati. E la loro attenzione e' rivolta, in questo momento, all'industria dell'ecologia" sottolinea Cesare Romiti, al centro, come presidente della Fondazione Italia-Cina, di molti contatti fra imprenditori cinesi e imprese italiane. "Il cinese -dice- va a guardare tutto e copia. E copia bene. Certo non si puo' inventare tutto. Ma la loro grande abilita' e' cercare l'innovazione in giro per il mondo e portarne i risultati a casa propria. Basti pensare come Corrado Clini, ai vertici del ministero dell'Ambiente, abbia grande accesso in Cina proprio perche' lavora nel settore dell'ecologia"."I cinesi -prosegue Romiti- si sono resi conto dei rischi che corrono sul fronte dell'inquinamento, specie nei loro distretti industriali, come in quello di Shangai. Rischi gravissimi a causa dello smog con pesanti ricadute nel breve termine. Dunque dedicano ormai alle questioni ambientali molta attenzione e hanno fatto e fanno molti investimenti". "Sicuramente l'ambiente e' uno dei settori nei quali oggi la Cina investe maggiormente" dice ancora Romiti, che sui rapporti fra Pechino e Roma afferma: "Purtroppo la Cina farebbe molto di piu'. Siamo noi italiani che siamo rimasti indietro. Perche' noi italiani abbiamo paura di tante cose, siamo dei provinciali nel senso nudo della parola".Per Romiti, inoltre, anche l'arte cinese esprime oggi il bisogno di ecologia dei cinesi. Come presidente dell'Accademia delle Belle Arti di Roma, il manager rileva infatti che "anche nell'arte moderna, che prima in Cina non esisteva, ora invece il Paese conta un rifiorire di migliaia di giovani artisti che esprimono nuove idee e nuovi concetti. E l'ambiente, nelle loro tele, la fa da padrone". "E' un tema sempre presente. Questo vuol dire -aggiunge- che dentro di loro sentono lo stimolo di riportare, attraverso un'opera d'arte, questa esigenza di ecologia che e' crescente nel loro Paese". E dall'arte alle contrattazioni d'affari, la sostenibilita' cattura anche broker e colletti bianchi.Ma sulla Finanza che sembra ormai strizzare l'occhio alla Green Economy, Romiti taglia corto: "Non credo al versante idealistico della Finanza. Evidentemente hanno trovato che quelle aziende potevano rendere e far guadagnare. E, tra un'impresa siderurgica e un'impresa verde, hanno scelto la seconda".

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Corsi di perfezionamento a Cortemilia (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

DAL 26 LUGLIO AL PRIMO AGOSTO Corsi di perfezionamento a Cortemilia In vacanza ma senza dimenticare la musica: anzi studiandola e perfezionandosi in uno strumento. Sono quelle organizzata, dal 26 luglio al primo agosto, a Cortemilia (in provincia di Cuneo) la scuola di musica Pergolesi. Ci saranno corsi, sia per principianti che di perfezionamento. Fra i docenti il notissimo violinista Marco Fornaciari. Quindi per il pianoforte Rosanna Re e Lidia Beccaria, e la chitarra Marcello Parodi. Ci sarà anche una sezione «Musica, gioco e colore», per bambini dai 4 ai 7 anni, tenuto dalla Beccaria. I musicisti-vacanzieri saranno alloggiati in strutture alberghiere con giardino privato per ragazzi e genitori o accompagnatori. Le iscrizioni si ricevono fino al 20 giugno. Informazioni allo 0184570203 o al 338 7733001. Tutti avranno la possibilità di conoscere Marco Fornaciari, livornese, con attività in tutto il mondo e presenze in radio e tv di Usa, Canada, Giappone, Cina, Corea, Australia, Argentina, Germania, Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Urss, ex Jugoslavia, ed esibizioni nei più importanti teatri a partire dalla Scala di Milano.\

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Un Giro di poker Menchov ringrazia le alleanze tradite (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Retroscena Tappa a Gerrans il russo resta in maglia rosa Un Giro di poker Menchov ringrazia le alleanze tradite Di Luca tira, gli altri big non lo aiutano "Fatica inutile, stavolta mi riposerò" GIORGIO VIBERTI INVIATO A BOLOGNA La grande attesa per il durissimo arrivo bolognese sulla collina di San Luca si scioglie sotto i 36 gradi di una giornata caldissima e viene delusa da una tattica sbagliata. Vince l'australiano Simon Gerrans, che non è certo un big del Giro anche se l'anno scorso dominò la tappa alpina di Prato Nevoso al Tour de France. E alle sue spalle arrivano sgranati e stremati dagli ultimi due terribili chilometri i vari Bertogliati (svizzero), Gavazzi, Petrov (russo), Deignan (irlandese), Frome (addirittura keniota), Kiryenka (bielorusso), Reda e Grivko (ucraino), tutti fuggitivi della prima ora. Un inno alla globalizzazione, ma gli uomini di classifica dov'erano? Nelle retrovie, a tessere la tela delle alleanze. «Così non si corre - si è ribellato alla fine Fabio Bordonali, team manager della Lpr di Di Luca, lo sfidante dichiarato della maglia rosa Menchov -. Perché ci hanno lasciati soli all'inseguimento dei fuggitivi? Davanti erano in tanti (14, ndr) e così non ce l'abbiamo fatta a raggiungerli. Chi vuole vincere il Giro deve prendersi le proprie responsabilità. Noi l'abbiamo fatto». La protesta di Bordonali va letta così: dov'era la Liquigas di Basso e soprattutto di Pellizotti, che pare in gran forma? Perché non si è mossa nemmeno l'Astana di Leipheimer, che è terzo in classifica? Tirato in ballo più o meno direttamente, Pellizotti ha provato a rispondere: «L'arrivo era molto duro ma corto, non poteva fare grandi distacchi. Di Luca voleva vincere per conquistare i 20" di abbuono, quindi era giusto che tirasse la sua squadra per riportarla sui primi. Finora la Liquigas si è mai nascosta. E non lo farà nemmeno nei prossimi giorni». Si riferisce già alle sei montagne dell'odierna Forlì-Faenza, ma soprattutto alla tappa di domani, secondo molti decisiva: da Pergola a Monte Petrano, con oltre 4 mila metri di dislivello e arrivo in salita. «Dovevamo mollare prima di tirare - ha detto Di Luca - tanto era chiaro che nessuno ci avrebbe dato una mano per rientrare sui fuggitivi». Perché? Semplice: Di Luca era il netto favorito per la vittoria di tappa, inoltre nel gruppetto davanti c'erano corridori di almeno 10 squadre, che dietro non avevano dunque interesse a lavorare. Ma gli altri team? Forse con loro la Lpr non ha avuto "argomenti" abbastanza persuasivi. «E' nell'ultima settimana che scattano le alleanze in corsa - ha sottolineato Menchov - e io spero di trovare quelle giuste», anche perché la sua Rabobank non pare tecnicamente invulnerabile, ma ha certamente uno sponsor con disponibilità a pronta cassa. «Ci siamo stancati troppo senza prendere nulla - ha aggiunto Di Luca -. Domani (oggi per chi legge, ndr) ce ne staremo tranquilli». Toccherà alla Liquigas (Pellizotti e Basso) e all'Astana (Leipheimer) attaccare Menchov? Le rispettive diplomazie societarie ieri sera erano al lavoro per ricucire gli strappi e ordire l'incucio contro il russo. «Sarà come una partita di poker - ha concluso però con grande sicurezza Menchov - e penso di avere in mano delle ottime carte». Bluffare sarà difficile.

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I Parchi battono la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

I Parchi battono la crisi [FIRMA]JOËLLE CUNÉAZ COGNE I Parchi sono più forti della crisi economica. Nella Giornata europea che si celebra oggi, il presidente del «Gran Paradiso» Giovanni Picco evidenzia il ruolo cruciale giocato dall'Ue nel finanziamento degli ambienti naturali sotto tutela. Grazie ai soldi di Bruxelles, parchi e riserve sono in grado di fronteggiare la recessione. «L'Europa - dice Picco - deve continuare a investire sulle sue aree protette per affermarne, nei rapporti imposti dalla globalizzazione, l'identità dei territori e delle comunità cui sono affidati». Un asino, noto per il suo istinto di conservazione, campeggia sulle locandine ideate da Fondation Grand Paradis per festeggiare la Giornata europea dei Parchi. Il 24 maggio 1909 nasceva in Svezia la prima area protetta e, a distanza di 100 anni, il numero delle zone tutelate è cresciuto. In Valle ci sono due parchi e nove riserve naturali. Le vicende del Gran Paradiso, istituito nel 1922, sono legate in modo indissolubile alla protezione dello stambecco. L'area protetta, comprensiva delle valli di Cogne, Valsavarenche, Rhêmes, Orco e Soana, ha una superficie di 70 mila ettari e 800 Km di sentieri. Le presenze sul solo versante valdostano nel 2008 sono state 30 mila di cui 8500 nei tre centri visitatori. Il Parco beneficia di un finanziamento ministeriale per il 2009 di 4,1 milioni di euro (4,4 l'anno precedente). «Le funzioni del Parco - spiega il direttore Michele Ottino -, presuppongono una sinergia costruttiva con le associazioni e gli enti locali, per coinvolgere direttamente le comunità. Il presidente della Repubblica sottoscriverà a breve le nuove modifiche ai confini: l'Ente Parco ha voluto sottrarre zone sensibili dal punto di vista antropico, compensandole con aree di interesse naturalistico». L'attuale crisi economica la razionalizzazione delle risorse. «La situazione non è rosea ma sostenibile - confessa Ottino -. Ricorrendo ai finanziamenti europei e a sponsor privati, facciamo di necessità virtù». Il Parco del Mont Avic, istituito nel 1989 nei Comuni di Champdepraz e Champorcher, compirà 20 anni a ottobre. Ha oltre 30 laghi, diverse torbiere, insolite formazioni geologiche, vasti boschi di pini uncinato e silvestre. «Il Parco gode di buona salute - assicura il direttore Massimo Bocca -. Il contributo ordinario annuo, erogato dalla Regione, ammonta a circa 1 milione 275 mila euro e consente di sostenere le spese di funzionamento delle strutture dell'Ente e una modesta serie di investimenti. Gli interventi più onerosi sono finanziati da fondi comunitari, fondazioni e soggetti privati». Ha 100 Km di sentieri; il centro visita, con annesso museo naturalistico, inaugurato a Covarey nel 1999 accoglie circa 4 mila utenti ogni anno. Oltre ad aver conseguito la certificazione ambientale Iso 14001, il Parco Mont Avic è la prima area protetta europea registrata ai sensi del regolamento comunitario Emas. «Il progetto "Phenoalp" aggiunge Bocca -, studierà il ciclo biologico annuale di piante e animali alla luce del cambiamento climatico globale e un secondo centro visita verrà realizzato a Villa Biamonti a Champorcher. E' inoltre allo studio l'attivazione del progetto Giroparchi (Gran Pradiso-Mont Avic) che prevede la valorizzazione di un sentiero comune ai due Parchi confinanti».

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"Vigileremo sui bonus dei manager" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

I LAVORI DEL GRUPPO DEI TRENTA, OSPITI DELLA BANCA D'ITALIA. TRICHET: È PRESTO PER PARLARE DI CRESCITA, ASPETTIAMO IL 2010 L'INDAGINE DELLA CGIA "Vigileremo sui bonus dei manager" A fine giugno incontro decisivo a Basilea Il Financial stability board avvia la riforma In Italia i tassi a breve più alti d'Europa [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Gli stipendi dei banchieri non sono più una questione privata, da lasciare alle aziende. Nelle nuove regole della finanza mondiale per il dopo-crisi, spiega Mario Draghi, è ormai scontato che questa diventerà «materia di vigilanza» delle istituzioni pubbliche sulle banche. Anche alcuni grandi banchieri sono d'accordo che agli eccessi del passato si debba porre fine, si è riscontrato nel Gruppo dei 30, un club di discussione tra capi di istituzioni pubbliche, capi di aziende private, esperti indipendenti.Draghi trarrà vantaggio dei suggerimenti emersi dai 30 nel lavoro dell'organismo internazionale che presiede, il Financial Stability Board (già Financial Stability Forum). Definire le nuove regole spetta al Fsb, formato da governi, banche centrali e altre istituzioni di vigilanza dei principali paesi; nella sua prossima riunione, a Basilea il 26-27 giugno, saranno all'ordine del giorno temi molto importanti, come il rafforzamento dei parametri di stabilità delle banche e i criteri per sottomettere gli hedge fund a vigilanza. Per l'appunto al vertice del Gruppo dei 30 c'è Jacob Frenkel, economista e banchiere, vice presidente della Aig, il colosso assicurativo che faceva da controparte alle speculazioni più ardite delle banche di Wall Street; e il cui salvataggio è costato al governo Usa circa 180 miliardi di dollari. Anche lui, ora, è convinto che per garantire la stabilità occorrano più regole; come altri membri del Gruppo dei 30, tra cui due ex dirigenti della Federal Reserve Usa che erano stati arruolati dal settore privato, Roger Ferguson e Gerald Corrigan. «Abbiamo discusso della instabilità dei mercati, consideramo necessaria una supervisione mondiale» dice Frenkel. Il prossimo tema del Gruppo sarà la riforma del Fmi, che dovrà ricevere magfiori poteri di sorveglianza sui sistemi finanziari dei paesi membri Usa compresi. Tra i 30, che intervengono tutti «a titolo personale» si contano anche economisti noti, taluni critici, come gli americani Paul Krugman, Kenneth Rogoff, Martin Feldstein, il polacco Leszek Balczerowicz, l'indiano Montek Singh Ahluwalia, e Stanley Fischer ora governatore della Banca di Israele. Di italiani oltre a Draghi c'è Tommaso Padoa-Schioppa. Non è un caso che questa volta la riunione semestrale sia stata organizzata dalla Banca d'Italia. Draghi, nella sua funzione internazionale, cerca di raccogliere tutti i contributi utili. Hanno a che fare con il Fsb altri quattro membri dei 30, ovvero Jean-Claude Trichet, il governatore della Banca di Cina Zhou Xiaochuan, il governatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King, il direttore generale della Banca dei regolamenti internazionali Jaime Caruana. Le prossime regole che il Fsb discuterà toccheranno da vicino in molti aspetti la concreta attività delle banche nel mondo, spiega Draghi: quante riserve accantonare, a quali parametri ancorare il «leverage» (rapporto tra esposizione e risorse proprie), quali obblighi di liquidità stabilire, come valutare i rischi; è in questo quadro, appunto, che i compensi del manager andranno ancorati non ai guadagni di brevissimo termine (senza considerare quanti rischi di perdite incorporano) ma ai guadagni di lungo termine. Si è anche fatto il punto sulla crisi dell'economia reale. Rispetto all'ottimismo sui segni di ripresa che si sta diffondendo sui mercati e tra i governi, dentro il Gruppo dei 30 prevale la cautela. Se è dall'Asia che si aspetta il traino, è da notare quanto sia prudente il ministro delle Finanze di Singapore, Tharman Shanmugaratnam: «credo sia troppo presto per dire che la ripresa sta arrivando; comunque in futuro ci dovremo abituare a ritmi di crescita più bassi». Preoccupa il calo forte del commercio mondiale. Trichet conferma: «siamo ancora in fase negativa, e i numeri positivi si vedranno solo l'anno prossimo». I tassi di interesse a breve termine, applicati alle aziende, sono i più alti d'Europa. È il risultato di una indagine condotta dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre sul rapporto tra banche ed imprese in questi ultimi mesi di profonda crisi. Precisamente da agosto del 2008 a marzo di quest'anno. I numeri non lasciano spazio ai dubbi: i tassi applicati in Italia a marzo di quest'anno per prestiti inferiori a un anno toccano la soglia del 4,84%, contro il 4,42% della media dell'Europa dei 15 ma, soprattutto, contro il 3,73% della Francia, il 4,36% della Spagna e il 4,51% della Germania. Per contro, invece, i tassi a lungo termine superiori ai 5 anni vedono le banche italiane essere più virtuose delle colleghe europee. Se in Italia i tassi applicati erano due mesi fa pari al 4,44% contro una media UE dei 15 del 4,47%, in Francia le banche applicavano il 4,45%, in Germania il 4,55%, e in Spagna il 4,62%. «Questi dati ci dicono che alla stretta creditizia attuata in questi mesi - dichiara Giuseppe Bortolussi dell'Associazione Artigiani di Mestre - si è sovrapposta anche la scarsa virtuosità delle nostre banche». «Questa situazione ha penalizzato soprattutto le piccolissime imprese - aggiunge - infatti, chi ricorre ai prestiti a breve termine sono soprattutto le micro imprese che hanno la necessità di fare quelle operazioni di cassa, come l'anticipo delle fatture o lo scoperto di conto corrente».

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È risultato strategico studiare forme di offerta pronta richieste dalle esigenze del pubblico (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

INNOVAZIONE CHE VINCE MISSIONE OLTRE CONFINE È risultato strategico studiare forme di offerta pronta richieste dalle esigenze del pubblico Si sono intensificati gli sforzi per conquistare spazi nel risiko della concorrenza globalizzata

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L'economia vista dalla Filmwork (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

ALL'ASTRA L'economia vista dalla Filmwork TRENTO. La Filmwork, casa prodruttrice trentina, per la scorsa edizione del Festival dell'Economia, ha realizzato un documentario "La vergine e il satiro - democrazia e mercato", che viene proiettato oggi, alle 11, all'Astra. Il documentario, pur basato a Trento, si muove all'interno di diversi Paesi e differenti economie, come un viaggio. Un viaggio attraverso nazioni e culture, popoli ed abitudini, alla ricerca dei diversi equilibri, o squilibri, che il rapporto tra democrazia e mercato ha creato tra India, Cina, Usa, Europa, Africa. Senza la pretesa di stilare gerarchie o assegnare voti, si ricercano i diversi significati che si nascondono dietro ai concetti di "democrazia" e di "mercato".

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La 7 23,45 Attualità (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il caffè¨ della domenica OGGI IN TV pag. 43 La 7 23,45 Attualità Vent'anni dopo il massacro di Piazza Tienanmen in Cina, il programma a cura di Paola Palombaro è tornato nei luoghi della rivolta studentesca. A seguire, nel programma, un servizio sul boom di vendita di pistole negli Usa causata da una percezione errata di un aumento di criminalità in seguito alla crisi.

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la politica europea inerte di fronte alla scomparsa delle socialdemocrazie (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

I VALORI DEL PD La politica europea inerte di fronte alla scomparsa delle socialdemocrazie L'identità culturale del centrosinistra è vaga e confusa Occorre parlarne per definirla e poterla ricostruire In non pochi ci chiediamo in quale misura possano essere rispecchiati nell'ispirazione ideale e nella piattaforma politica del Pd principi e orientamenti risalenti alla tradizione socialista e democratica del novecento. Alla precedente si aggiunge la domanda sulla sopravvivenza attuale della socialdemocrazia nella politica europea e mondiale. Non è infatti solo nel quadro italiano che essa sembra scomparsa come insieme di principi e di politiche, mentre da noi se ne è persino estinta la soggettività. Con ogni probabilità, alla fine del ventesimo secolo, le socialdemocrazie europee, particolarmente quella inglese e quella tedesca, sembrano aver scelto una strada diciamo pure "gestionale", ponendosi alla testa della tendenza a sostenere il capitalismo di mercato e la globalizzazione, affidando a esso le sorti della crescita del benessere collettivo. Rinunciando così al connotato costituito dall'impegno a ridurre le diseguaglianze e perseguire l'equità sociale. Il New Labour di Blair e Giddens ha fatto dell'efficienza economica, della globalizzazione, del mercato i propri obiettivi, magari aggiungendovi l'education per promuovere la crescita delle opportunità. In Germania, dove la presenza dello Stato nell'economia è ancora rilevante, tuttavia nelle ultime prove di governo ha condotto politiche sostanzialmente liberiste. In Spagna le riforme dei socialisti riguardano più la promozione dei diritti individuali di libertà che il lavoro e la distribuzione equa della ricchezza prodotta. Ora, non è che questo dipenda unicamente da un atteggiamento rinunciatario dell'area del riformismo socialista democratico. Infatti la democrazia egualitaria trovava uno dei suoi fondamenti nel lavoro organizzato e nella grande impresa fordista. Nei cinquanta anni trascorsi il lavoro è cambiato con i mutamenti del sistema produttivo e la fabbrica fordista si è destrutturata. Né Schumpeter né Keynes avevano previsto una frantumazione come quella attuale, che vede, nel 2009, messa in discussione la sopravvivenza di giganti come Ford o General Motors. In realtà la socialdemocrazia, mentre crollava l'illusione dell'utopia del comunismo, si andava conformando, come l'intera società europea, al modello americano e alla sua egemonia. In Italia, come nel resto dell'Europa, il dilagare della crisi ha trovato il centro sinistra in una posizione assai debole per quanto riguarda i ruoli e inadeguata in merito alla proposta politica. Gordon Brown, il premier più efficiente e rapido nell'assumere iniziative contro la crisi, ha compiuto una graduale riconversione verso la linea tradizionale laburista che Blair aveva cancellato. Ma anche il Labour Party non sfugge alla domanda se una gestione efficiente del capitalismo e della sua crisi sia sufficiente a dare un profilo e un ruolo alla socialdemocrazia europea. E' come chiedersi se essa possa sopravvivere idealmente e politicamente ai livelli di povertà e di diseguaglianza che la globalizzazione e la sua crisi hanno procurato senza tentare in alcun modo di porvi rimedio. Innanzitutto attraverso una nuova regolazione dei mercati, ma anche con politiche economiche volte alla riconversione delle produzioni e dei consumi. Del resto Barack Obama non ha introdotto nella politica americana un indirizzo di uscita dalla crisi di forte riconversione energetica e produttiva e di espansione della socialità? E' proprio dagli Usa di Obama, oltre che dal nuovo socialismo democratico del Sud America, può venire uno stimolo a riproporre, nei termini aggiornati del XXI secolo, idealità e principi che hanno formato il patrimonio e la storia del socialismo democratico europeo. Poiché l'identità culturale e politica del Pd è piuttosto vaga e confusa e i congressi dovrebbero contribuire a definirla, credo che sia lecito proporre una discussione in proposito, per condurla con l'attenzione rivolta ai temi dello sviluppo economico, del lavoro, dell'energia, dell'ambiente e dei movimenti migratori. I quali tutti ci pongono di fronte a dilemmi che la diplomazia delle «famiglie» non riuscirà mai a risolvere. * Ex assessore regionale a Bilancio e Programmazione

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il made in lucca cerca mercati esteri (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Lucca Il made in Lucca cerca mercati esteri Le imprese guardano con interesse a India, Cina e Russia Nel biennio 2009-2010 la strategia sarà orientata verso i settori di moda e abbigliamento, arredo casa, alimentari e automazione-meccanica LUCCA. Sarà orientata alle quattro "A" del Made in Italy, e cioè abbigliamento-moda, arredo-casa, alimentari-vini e automazione-meccanica, la strategia operativa per la promozione all'estero dei prodotti lucchesi nel biennio 2009-2010. Una strategia messa a punto da Toscana Promozione (agenzia della Regione per l'internazionalizzazione) ma che la Provincia, attraverso l'Apt, e la Camera di Commercio, con Lucca Promos, hanno sperimentato con successo da almeno due anni. Provincia e Camera di Commercio in prima fila sul fronte della promozione all'estero del Made in Lucca&Tuscany e, in questo ambito, veri e propri modelli da imitare, secondo quanto è emerso in un incontro promosso dai due enti insieme a Toscana Promozione svoltosi nella sala dell'Oro della sede camerale. All'incontro, presieduto dall'assessore allo sviluppo economico della Provincia, Francesco Bambini, e dal segretario generale della Camera di Commercio e direttore di Lucca Promos, Roberto Camisi, sono intervenuti, insieme ai responsabili di Toscana Promozione, i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei centri servizi e, più in generale, tutti i principali "stakeholder" istituzionali della provincia, tra cui il direttore dell'Apt Lucca, Francesco Colucci. I mercati emergenti: India, Cina e Russia . Come è stato spiegato nel corso della riunione, nell'ambito delle strategie operative, le iniziative all'estero, nel prossimo biennio, dovranno essere mirate a rafforzare e sostenere la promozione del turismo e a rafforzare la campagna di informazione sui prodotti toscani a qualità certificata. Mentre, per quanto riguarda i mercati di sbocco, le indicazioni sono di continuare a presidiare i mercati di tradizionale interesse per la produzione toscana, e cioè Unione Europea, Usa, Giappone, ma anche di cominciare a guardare a quei Paesi per i quali le previsioni registrano una crescita del Pil, sia pure ridotta rispetto al recente passato: Asia, in particolare India e Cina, i Paesi dell'Area del Golfo, Russia, Brasile e Messico. Infine, appare opportuno affiancare le piccole e medie imprese della nostra provincia nei mercati in cui è più numerosa la loro presenza, quali l'area dei Balcani e la sponda sud del Mediterraneo. Business to Business. Le nuove linee tracciate da Toscana Promozione privilegiano inoltre le azioni volte al raggiungimento di obiettivi commerciali nel breve periodo e, soprattutto, le iniziative di tipo "business to business" e "business to consumer", ovvero le iniziative che consentono ai nostri imprenditori di trattare con gli imprenditori stranieri ("B2B"), con i quali stringere accordi commerciali, o direttamente con i consumatori ("B2C"), riducendo così la partecipazione a fiere e mostre internazionali. Per il settore turismo è considerato prioritario l'investimento sul web, la valorizzazione dei comparti high-tech e il sostegno alle aggregazioni di imprese turistiche e alle reti di prodotti turistici. Infine, allo scopo di abbattere i costi di promotion estera, verrà privilegiato il rafforzamento delle missioni di operatori esteri in Italia in occasione di manifestazioni promozionali. Nel corso dell'incontro sull'internazionalizzazione svoltosi alla Camera di Commercio, sono emerse anche alcune idee progettuali con l'indicazione dei mercati verso i quali rivolgersi. Per il sistema moda: calzature (Paesi del Golfo), abbigliamento (Russia, Germania e Brasile). Per il sistema casa: arredo e complementi d'arredo, presidio dei mercati dell'Europa centro-orientale (Russia e Ucraina), lapideo (Cina, Nordafrica e Paesi del Golfo), illuminazione (Turchia). Per la meccanica-elettronica: azioni in Germania (Ict, energie rinnovabili) e Cina (meccanica). Per il turismo, spazio alle iniziative "Business to consumer", progetto per il sistema congressuale e progetto Cina.

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festa paesana ad aquilea (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Lucca Festa paesana ad Aquilea Degustazioni e folclore nel borgo del Morianese LUCCA. Parte oggi, con la festa dei paesi del Morianese ad Aquilea (avvio alle 9 negli spazi della sagra della zuppa), l'iniziativa "Paesi - Oasi della cultura e delle tradizioni", voluta dal comune di Lucca per promuovere e valorizzare le particolarità dei diversi "centri" che compongono il territorio: un calendario di eventi che rende protagonisti, ciascuno secondo le proprie tradizioni, i nuclei storici minori. La rassegna è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in collaborazione con l'associazione culturale LudoLega lucchese e la cooperativa Linketto e il sostegno della Camera di Commercio. «Non c'è contrapposizione - sottolinea il vicesindaco Giovanni Pierami - tra centro storico e paesi, perché nella nostra tradizione c'è sempre stato un equilibrio mirabile tra città e territorio». La festa di oggi vuole essere la promozione dei prodotti della terra delle Colline Morianesi; olio, vino, olive, ma anche frutta, verdura, fiori, le bellezze naturali e le attività turistiche della zona. Il progetto viene realizzato nell'ottica di mantenere vive le tradizioni, la storia, la cultura e le colture tipiche della zona. Nell'intento c'è anche quello di far sì che i consumatori si avvicinino alle campagne, per questo le manifestazioni si devono fare nelle campagne, il consumatore si deve rendere conto di cosa è la vita fuori dalla città, di tutto il processo di lavorazione del territorio inoltre la Filiera corta crea un'opportunità per i produttori ed è una garanzia per i consumatori. Scegliere di promuovere la filiera corta significa intervenire attivamente nel rivoluzionare il rapporto tra produttori e consumatori, tra consumatori e luoghi e modalità di acquisto, tra produzione e ambiente, scegliere i prodotti della terra maturati nei campi e non al buio dei container, scegliere la biodiversità invece della globalizzazione, non in modo teorico ma concreto scoprendo nuovi stili di consumo e sconfiggendo il caro vita. Dalle 9 ad Aquilea

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Più risorse all'educazione ambientale (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

GIORNATA DEI PARCHI «Più risorse all'educazione ambientale» «L'Europa deve continuare ad investire sulle proprie aree protette, storiche e naturalistiche, per affermare nei rapporti imposti dalla globalizzazione, l'identità dei territori e delle Comunità cui sono affidati». È quanto afferma, in una nota, Giovanni Picco, presidente dell'ente Parco Gran Paradiso, alla vigilia della Giornata Europea dei Parchi. E aggiunge: «L'educazione ambientale, oggetto dell'impegnativa attività istituzionale dei Parchi nazionali e regionali, può divenire una componente non secondaria ma essenziale della formazione culturale e professionale di tutti, soprattutto di quanti assumono per il futuro delle nostre generazioni, una conoscenza responsabile degli eventi che la natura a loro riserverà».

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I CINQUE finalisti, il premio Internazionale', l'opera prima e gl... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Viareggio)" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

CAMAIORE pag. 8 I CINQUE finalisti, il premio Internazionale', l'opera prima e gl... I CINQUE finalisti, il premio Internazionale', l'opera prima e gli speciali': ecco il patrimonio del premio letterario Camaiore alla sua 22° edizione. Rosita Copioli con Il Postino fedele' edito da Mondadori, Maurizio Cucchi con Jeanne D'Arc e il suo doppio' per Guanda, Riccardo Held con La paura' per Scheiwiller, Giorgio Manacorda autore di Scrivo per te, mia amata' edito anch'esso da Scheiwiller e Folco Portinari con Punto e a capo' per Aragno sono stati scelti come cinquina finale del concorso di poesia presieduto ed ideato da Francesco Belluomini e patrocinato dal Comune e dalla provincia di Lucca. La poetessa norvegese Brigitta Trotzig, membro della commissione che assegna i Nobel, si aggiudica il premio Internazionale' con i versi fluidi di Nel fiume di luce' edito da Mondadori. Il giurato Mario Santagostini esordisce con la frase: «Siamo diventati un patrimonio», che diventa subito l'egida del premio perché incarna le centinaia di libri letti, l'attenzione attirata, la diversità del mare di idee che si unisce in un evento pulito e vivace. UN'EDIZIONE più che globalizzata, un armonioso guazzabuglio di rime e metriche varie, di diversi paesi italiani con il Camaiore proposta' assegnato ad Alessandro Alessandrini, sotto i 35 anni, che staglia pagine di inchiostro vissuto e sofferto in La vasca' delle edizioni Lietocolle. I vincitori del premio speciale' sono: Guido Ceronetti Le ballate dell'angelo ferito' (Il notes magico), Angela Luce, simbolo di Napoli e del suo cuore, con Momenti diluce'( Guida) e Sergio Zavoli con La parte in ombra' (Mondadori). La menzione speciale a Giuseppe Bevilacqua che traduce e riporta in auge il lavoro di Benn con Benn-Poesie' (Il ponte del sale). Giorgio Celli, altro giurato eccellente, etologo ed illustre professore sottolinea la libertà di giudizio, l'assenza di pappine', il termine è di Belluomini e fa inorgoglire la segretaria Rosanna Lupi che freme. Corrado Calabrò, da autore premiato a giudice, scende in campo da anni per il Camaiore' affiancato dall'editorialista del Corriere della Sera Paolo Di Stefano. Assenti giustificati Alberto Bevilacqua e Alberto Cappi, la parola passa agli assessori Alessya Dini per il Comune e Emiliano Favilla per la Provincia, poi al segretario generale, a sua volta poeta, Giuseppe Testa e alla spumeggiante professionalità di Sandra Pellegrini. Isabella Piaceri

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Ieri Zu Guttenberg ha detto che l'offerta italiana è migliorata (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ieri Zu Guttenberg ha detto che l'offerta italiana è migliorata Ieri Zu Guttenberg ha detto che l'offerta italiana è migliorata. Sueddeutsche Zeitung, primo giornale tedesco, di orientamento progressista, ha scritto che la Fiat merita una chance. Vedremo. Per ora, tra gli aspetti più interessanti della operazione triangolare in cui si è impegnato Sergio Marchionne c'è il rapporto tra l'iniziativa delle imprese - in questo caso tre imprese globalizzate (Gm, Chrysler e Fiat) - e quella dei governi. C'è una sproporzione tra lo schieramento di forza, l'iniziativa e l'interesse politico che vediamo in Germania o quella che abbiamo visto in America nelle scorse settimane per la ristrutturazione del sistema automobilistico e quella che è capace di dispiegare l'Italia per affiancare la Fiat nella sua azione internazionale. Non ci sono stati viaggi di ministri, non ci sono state dichiarazioni, se non non quelle di prammatica dopo l'operazione Chrysler, quelle di ordinaria amministrazione del ministro competente Claudio Scajola (Sviluppo economico). Venerdì ha parlato il ministro degli esteri Franco Frattini, e ieri il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, secondo il quale la partita non è ancora chiusa. In generale i politici italiani hanno cercato soprattutto di tenere una linea difensiva nei confronti degli stabilimenti a rischio (ancora ieri il leghista Roberto Cota ha detto: bene se Fiat prende Opel, ma l'essenziale è che non vada a scapito dell'occupazione italiana). Ci sono delle ragioni evidenti per spiegare questa sproporzione. In America ci sono due aziende fallite e un intero sistema industriale culturalmente obsoleto da ristrutturare. In Germania - che in questa occasione si sta dimostrando molto italiana per la quantità di voci che intervengono sul tema Opel - c'è in gioco il futuro di alcuni stabilimenti in un difficile anno elettorale che arriva al culmine della recessione (la Germania ha chiuso il primo trimestre con il Pil a meno 6,7 per cento); e c'è anche la pressione di un potere forte come Volkswagen, contrario al disegno della Grande Fiat. Il governo italiano ha preoccupazioni diverse in questo momento. C'è molta sensibilità per Pomigliano e Termini Imerese, e inoltre la Fiat è un predatore: ha fatto sì il primo trimestre in rosso, però la quota di mercato cresce in Europa anche in un momento difficile; ed è in grado di esprimere una leadership industriale, tanto più dopo la scelta netta di Barack Obama. Però stando alle voci che si raccolgono in questi giorni, le interpretazioni sul ruolo del nostro esecutivo nella partita tedesca sono almeno due. C'è chi sostiene che la moderazione governativa, la febbre bassa nelle dichiarazioni, sia stata almeno in parte concordata con Torino: secondo questa tesi in una prima fase Marchionne preferirebbe evitare sovrapposizioni e interferenze politiche. C'è chi invece sostiene un'altra tesi: e cioè che l'attivismo internazionale del capo esecutivo della Fiat contribuisca a rafforzare la diffidenza del centrodestra nei confronti di Torino e la condizione di outsider nella percezione che si ha di Marchionne in Italia, rispetto alla tradizione, al carattere nazionale dei rapporti tra politica ed economia. Del resto ieri nella giornata trascorsa a Roma per il Gruppo dei 30 sembrerebbe che Marchionne non abbia incontrato nessun uomo di governo. Una persona vicina al dossier sostiene che in realtà la politica non sia stata capace di inserirsi nell'operazione Marchionne, e che non abbia saputo approfondire una riflessione di politica industriale (alla Romano Prodi, per esempio). Così l'unico tema di discussione che resta aperto nel dibattito pubblico è quello dell'occupazione e degli stabilimenti di Pomigliano e Termini Imerese. Stabilimenti che - Opel o non Opel - dovranno comunque essere trasformati. Marco Ferrante 24/05/2009

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Il vero pericolo adesso è che arrivi l'inflazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'Intervento Il vero pericolo adesso è che arrivi l'inflazione Gli scenari all'orizzonte annunciano novità in economia e finanza. Il dollaro scende, si apprezzano euro e sterlina, il petrolio si stabilizza al rialzo. C'è profumo di ripresa e odore d'inflazione, la seconda assai temuta. Siamo appena entrati nel secondo quadrimestre. Negli Usa le cose continuano ad andare maluccio. Solo Wall Street continua a mietere successi. Per il resto gli indicatori sulla disoccupazione si avvicinano pericolosamente alla soglia del 10 per cento. La domanda interna continua a essere debole e i consumi sono lontani da quelli del 2007. In Cina e India, la locomotiva ha ripreso a viaggiare spedita,anche se il pil è sotto le due cifre a 5,5-6 per cento. In Giappone le cose vanno malissimo: oltre meno 15 per cento è il calo del Pil, il peggior dato da sempre. In Eurolandia si comincia a respirare un po'. Stanno male Gran Bretagna e Spagna, attanagliati dal crollo del prodotto interno lordo e dalla galoppante disoccupazione - che nel paese iberico ha superato i 3,5 milioni - abbinata al crollo dei prezzi delle case intorno al 50 per cento. Magagne tante e diffuse, però le borse finanziarie tirano tutte, un ottimo presagio per l'economia reale, che nel risvegliarsi - però - potrebbe dover fare presto i conti con i prezzi delle materie prime primarie e secondarie, con petrolio e metalli a far da lepre e tutti le altre a inseguire. Se accadesse non sarebbe un bel risveglio. Primo obiettivo del post crisi è quello di aumentare il potere d'acquisto: cioè o far pagare meno tasse o aumentare i salari. Nel primo caso, almeno da noi, riuscirci con il debito pubblico che abbiamo è assai difficile; nel secondo significa stimolare l'inflazione già pronta a rimettersi in moto motivata dalla domanda di materie prime e quindi dall'aumento dei prezzi all'origine.Le prime avvisaglie sono già in corso e la ripresa è solo annunciata. Il controllo dei prezzi all'origine delle materie prime è rallentabile solo in presenza di una grande opera di riutilizzo attraverso il riciclo dei rifiuti dovuto a una eccezionale raccolta differenziata: il mix ideale è 2/3 di materia nuova e 1/3 di riciclata. I paesi industrializzati sono molto lontani da queste soglie, manca almeno il 60 per cento di quello che servirebbe. Così si potrà tenere sotto controllo la domanda dei prezzi delle materie prime e produrre parte del bisogno energetico attraverso la termovalorizzazione dei rifiuti. Prima ci incamminiamo insediando le opportune tecnologie, prima potremo pagare di più i salari ed evitare la speculazione sulle materie prime. di Bruno Villois 24/05/2009

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L'altro Tibet di Rebiya La guerrigliera gentile degli uiguri oppressi (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Conversazione la repressione del regime cinese contro gli islamici del turkestan L'altro Tibet di Rebiya La guerrigliera gentile degli uiguri oppressi Esilio. Sette anni in prigione, dal 2006 è negli Usa. «Nel 1950 i nostri leader furono invitati a Pechino per trattare con Mao, il loro aereo è sfortunatamente precipitato». di Andrea Pira «Da molto tempo ho la sensazione che un giorno il Turkestan diventerà un Paese libero». Rebiya Kadeer è convinta che un giorno tornerà nella sua patria. Sessantuno anni, sette trascorsi in prigione per essersi opposta al governo cinese, dal 2006 in esilio negli Stati Uniti, Rebya Kadeer è la guida riconosciuta del movimento uiguro mondiale. Candidata al premio Nobel per la pace, premio Rafto per i diritti umani nel 2004, si batte per affermare la libertà della sua terra, il Turkestan orientale, l'estremo occidente della Repubblica popolare cinese, in mandarino Xinjiang, la nuova frontiera. Un territorio grande cinque volte e mezzo l'Italia, ricco di petrolio, oro, uranio, strategico per le ambizioni della Cina. «La guerriera gentile», così è intitolata anche la sua autobiografia pubblicata in Italia da Corbaccio, scritta in collaborazione con la giornalista tedesca Alexandra Cavelius. Una dissidente sorridente e affabile. I capelli raccolti in due trecce, indossa il tipico copricapo uiguro. Seduta su un divanetto in un albergo a pochi metri da piazza del Popolo a Roma, parla della vita nella sua terra: «È un ritorno agli anni della Rivoluzione culturale. Non possiamo parlare la nostra lingua, non possiamo studiare la nostra storia e la nostra cultura. Veniamo definiti terroristi. I prigionieri vengono torturati, costretti a lezioni di politica e sottoposti al lavaggio del cervello». Una situazione dalla quale è difficile fuggire perché «agli uiguri viene spesso ritirato il passaporto». Parla nella sua lingua, solo rare volte utilizza termini cinesi per facilitare il lavoro dell'interprete. Un modo per rimarcare quanto Pechino sia diversa e distante dallo Xinjinag. Una regione solo sfiorata dalla crescita economica della Cina. «Non c'è dubbio. La situazione economica è certamente migliorata, ma i vantaggi sono tutti a favore degli immigrati cinesi. Ormai, dopo anni di immigrazione forzata, i cinesi di etnia Han sono la maggioranza . Per gli uiguri non c'è lavoro, soprattutto per quella parte della popolazione che non parla cinese». Per le autorità è un modo di garantire una maggiore integrazione delle periferie, che nella realtà rafforza il controllo di Pechino sulla regione. La situazione nel Turkestan orientale è quasi sconosciuta. Sebbene simile a quella tibetana non gode della visibilità di quest'ultima. Isolati dal resto del mondo, gli uiguri sono bollati come terroristi. Una strategia diventata ancora più semplice dopo l'11 settembre. «Una delle cause dell'isolamento del nostro popolo è l'Islam. Nella comunità internazionale la religione mussulmana viene spesso guardata con sospetto». La Cina può quindi utilizzare la retorica della guerra al terrore per contrastare le richieste degli uiguri, sbandierando lo spauracchio di quelli che definisce i tre pericoli: fondamentalismo, separatismo e terrorismo. Paradossalmente gli Stati Uniti, oggi il principale sponsor della Kadeer nella comunità internazionale, sono anche il Paese che, assecondando le richieste di Pechino, ha iscritto il Movimento islamico del Turkestan orientale (Etim) tra le organizzazioni terroristiche legate alla rete di Al-Qaeda. La paura degli attacchi terroristici ha avuto il suo culmine nell'estate del 2008. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, la rilevanza dell'evento e un attentato contro dei poliziotti nella città di Kashgar, rivendicato da un sedicente Partito islamico del Turkestan, ha permesso alla Cina un giro di vite securitario nei confronti delle minoranze. Nonostante tutto Rebiya Kadeer non si arrende. «Non mi interessa quello che fa o dice l'America. Molto spesso gli Stati Uniti e l'Europa, in particolar modo la Germania, hanno un atteggiamento ambiguo. È vero, appoggiano la nostra causa e la nostra battaglia per i diritti, ma allo stesso tempo assecondano le richieste della Cina. Io ho a cuore la libertà degli uiguri e continuerò a battermi in modo non violento per raggiungere questo obbiettivo». Una causa destinata a vivere nell'ombra di quella tibetana. Per i pochi a conoscenza della situazione nello Xinjinag la Kadeer è la Dalai Lama degli uiguri, il Turkestan come "l'altro Tibet". La poca notorietà non è però dovuta esclusivamente a fattori religiosi. Esiste anche una motivazione storica. Rebiya Kadeer sorseggia una tazza di tè e spiega: «L'esilio del Dalai Lama ha permesso all'opinione pubblica mondiale di conoscere la situazione tibetana a partire dagli anni Cinquanta. Noi non abbiamo avuto questa possibilità. Quando nel 1950 i principali leader uiguri furono invitati a Pechino per trattare con Mao, il loro aereo è sfortunatamente precipitato. Con gli uiguri rimasti senza guida la Cina ha potuto creare senza problemi una barriera intorno al Turkestan, isolandolo dal resto del mondo». Oggi il movimento uiguro sembra aver finalmente ritrovato una guida autorevole, capace di far sentire la propria voce anche fuori dalla Cina. Di umili origini ha iniziato a lavorare come lavandaia, un'attività che lascia presto per dedicarsi al commercio. Pelli d'agnello, legna, tappeti, vestiti. Partita da un piccolo bazar di Aksu arriva ad Ürümqi, il capoluogo dello Xinjiang, ampliando i suoi contatti nelle capitali economiche del paese: Canton e Shanghai. Negli anni Ottanta apre il "Bazar delle donne", un attività nata per dare lavoro alle ragazze povere del vicinato. Imprenditrice affermata si lancia nel mercato immobiliare e diventa così miliardaria, simbolo del nuovo corso della Cina denghista. La ricchezza le apre le porte della politica. Diventa un esempio del successo delle riforme economiche avviate a partire dagli anni Ottanta. Viene scelta come delegata dello Xinjiang all'Assemblea nazionale del popolo, il parlamento cinese. Si batte per i diritti delle donne, racconta la condizione delle ragazze uigure «costrette a trasferirsi nelle grandi città del sud della Cina per essere fruttate». Invitate ad andare a lavorare in Cina, vengono reclutate in hotel e ristoranti, per finire spesso nei bordelli. Nel 1995 partecipa alla Quarta conferenza mondiale sulle donne dell'Onu a Pechino, dove, dice è affascinata dalle oratrici tibetane che dal palco parlavano dei problemi del proprio popolo. E lei, dai banchi dell'Assemblea nazionale denuncia i problemi della sua gente: l'impoverimento dei contadini, la situazione scolastica e il trattamento riservato ai prigionieri politici. Nel 1999 viene arrestata con l'accusa di aver rivelato segreti di Stato per aver tentato di inviare alcuni ritagli di giornale al marito Sidik Rouzi, poeta ed intellettuale uiguro, esule negli Stati Uniti. Rilasciata nel 2005, su pressioni americane, vola negli Usa ricongiungendosi alla sua famiglia. Rebiya Kadeer guarda con speranza al futuro. Non crede nella possibilità di trattare con il governo di Pechino e ha ben presenti gli insuccessi tibetani. «Non serve. Gli Stati uniti hanno spinto per i colloqui tra la Cina e il Dalai Lama, ma tutto si è risolto un nulla di fatto». Vuole continuare a fa sentire la propria voce. E in questo 2009 le occasioni non mancheranno. A giugno ricorre infatti il ventesimo anniversario del massacro di piazza Tiananmen, un ventennale che Pechino ancora non sa bene come gestire. E soprattutto ad ottobre durante il sessantesimo anniversario della fondazione della Repubblica popolare cinese, proclamata da Mao il 1 ottobre 1949. Rebiya Kadeer annuncia manifestazioni di protesta, se possibile, in comune con le altre forme di dissidenza a Pechino. «Sarà un modo per far conoscere al mondo la causa uigura, per spiegare cosa succede nello Xinjiang, ma anche in Tibet, in Mongolia e nei confronti delle altre minoranze» dice sicura di sé. Nel futuro del Turkestan Rebiya Kadeer vede «una reale libertà», giudica questo obbiettivo difficile, ma, come ama ripetere, citando una antica favola uigura: «nessun ostacolo è insuperabile, nessun traguardo troppo alto». È molto fiduciosa. «Nella vita mi sono sempre fatta guidare dall'istinto: se avevo la sensazione di farcela, raggiungevo il mio obbiettivo. E per questo continuo a confidare nel mio istinto». 24/05/2009

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Ascesa e declino dell'Europa socialdemocratic (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ascesa e declino dell'Europa socialdemocratic ANALISI. Nel suo ultimo libro Giuseppe Berta racconta la trasformazione dell'ideologia di Labour, Spd & Co. Dalla battaglia del welfare alla svolta "trampolino" di Kinnock (che spianerà la strada a Blair). Sino al lucido abbraccio, un po' naif, del capitalismo sociale. Ma ora, con la crisi, l'ingenuo antimercatismo di certa sinistra è ancora vivo. Da sinistra, l´ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder e l´ex primo ministro britannico Tony ... di Andrea Romano Sono ormai molti anni che nel centrosinistra ci si rompe la testa su quale dovrebbe essere l'approdo europeo della transizione politica italiana, attribuendo ora al "socialismo europeo" ora a più vaghe "terre di mezzo" una funzione quasi sacrale di legittimazione ad uso interno. Ma di rado qualcuno si è interrogato a fondo su cosa fossero diventate quelle famiglie politiche a cui nella nostra confusione si è guardato con aspettative tanto salvifiche. Lo fa Giuseppe Berta in un libro piccolo e bello appena pubblicato dal Mulino (Eclisse della socialdemocrazia, pp.135, € 10), lettura preziosa in questi giorni di vigilia elettorale in cui si discute di tutto tranne che di politica europea. Storico dell'economia e commentatore per Sole 24 Ore e Stampa, Berta scrive di Europa guardando ad una delle sue grandi culture politiche. E raccontando ancora una volta la trasformazione di un'ideologia che fin dalla fine degli anni Settanta si dibatte in una crisi di strategia e identità, legata alla scomparsa dei suoi tradizionali insediamenti sociali e al completamento del progetto welfarista a cui sin dalla fine dell'ultimo conflitto mondiale aveva dedicato la sua seconda e più felice stagione storica. Berta muove da qui per guardare in particolare al caso britannico e a quello tedesco, e dunque all'esperienza dei due partiti europei che più di altri hanno assunto durevoli responsabilità di governo nell'ultimo ventennio. Un accostamento ardito, quello tra Labour e Spd, che non troverebbe molti sostenitori in due partiti le cui ispirazioni e tradizioni culturali sono state nel tempo anche molto distanti le une dalle altre. Ma la domanda che si pone Berta supera la filologia storica e va direttamente al nodo politico di questi anni: «esiste oggi un profilo politico specificamente ascrivibile alla socialdemocrazia europea?». È dunque naturale che, per rispondere, egli guardi alle due principali esperienze di governo del centrosinistra europeo di quest'ultimo ventennio. «Nell'epoca della globalizzazione - scrive Berta - la socialdemocrazia al governo ha scoperto di dover aderire quasi plasticamente ai caratteri del capitalismo contemporaneo, abbandonando la pretesa di trasformarli». È la principale imputazione che il libro muove al socialismo europeo nella sua forma contemporanea, la ragione che l'avrebbe condotto ad abbandonare la ricerca dell'eguaglianza. E dunque il tema con il quale è inevitabile fare i conti in piena franchezza. Innanzitutto perché si tratta di un'imputazione che poggia su basi di verità. È infatti vero oltre ogni dubbio che la sinistra europea più efficace, la sinistra che è riuscita a guadagnare consenso e progettualità dopo quella che Ralf Dahrendorf definì già nei primi anni Ottanta la "fine del secolo socialdemocratico", ha saputo ritrovare nella rivitalizzazione del capitalismo la sua nuova ragion d'essere. Ma è altrettanto vero che altre strade non ce n'erano né potevano esserci, all'interno di partiti di nobile lignaggio che si erano trovati completamente spiazzati dal completamento del loro stesso disegno welfarista. Si prenda ad esempio la vicenda del Labour britannico prima della rinascita di fine anni Ottanta, tenacemente voluta da quel leader coraggioso e misconosciuto che è stato Neil Kinnock. Prima del recupero di lucidità e metodo voluto da Kinnock, quasi un decennio prima che Blair e Brown s'inventassero il New Labour, il partito che nel 1945 aveva condiviso con la socialdemocrazia scandinava la costruzione del welfare europeo era sprofondato in una sorta di gorgo isolazionista, anticapitalista e cupamente antieuropeo. Ed era arrivato fin laggiù non certo per l'attivismo di frange estremistiche interne o tantomeno per una contaminazione comunista da cui il laburismo britannico era ben vaccinato, quanto per l'esaurirsi della spinta progettuale che l'aveva sorretto per decenni sulla base dell'originale intuizione welfarista. Un esaurirsi fisiologico, dovuto al raggiungimento già alla fine degli anni Cinquanta di molti degli obiettivi che il Labour si era dato nel 1945 e al quale la stagione del revisionismo ispirato più di altri da Anthony Crosland aveva poi tentato di fornire nuova linfa. Ma comunque un esaurirsi inevitabile, che aveva lasciato campo libero al progetto thatcheriano e dopo il quale il Labour non aveva saputo per molti anni ritrovare la strada della rinascita politica. Quella strada doveva infine coincidere con la riscoperta della capacità di valorizzare gli aspetti creativi del capitalismo (il suo tratto ottimisticamente schumpeteriano, verrebbe da dire con Berta che dedica l'incipit del libro a Schumpeter e alla sua profezia sul declino del capitalismo nell'era della regolamentazione post-bellica) insieme allo sforzo di adattare l'originaria ispirazione egualitaria e universalistica all'obiettivo di generalizzare gli strumenti educativi per la realizzazione del potenziale di ognuno. I semi di tutto questo erano già in Kinnock e nella sua idea di trasformare il welfare tradizionale in "springboard", "trampolino di lancio" per accorciare le distanze sociali per mezzo della riuscita individuale e di gruppo. E solo dopo quei semi sarebbero completamente fioriti nell'esaltazione della globalizzazione venuta con il New Labour. Quel che è vero è che quella stagione si è associata, non solo in Gran Bretagna, ad un'era dell'ottimismo che oggi non può che apparirci arcaica e ingenua. Ma come ricorderemo di qui a dieci anni, se non come un'altra manifestazione di ingenuità per giunta aggravata dalla subalternità ad altre culture politiche, il revival di antimercatismo di cui dà prova dinanzi alla crisi una parte ormai maggioritaria del centrosinistra italiano prendendolo integralmente a prestito dal centrodestra protezionista? Perché proprio questo è un punto al quale conduce, forse senza neanche volerlo, la serrata riflessione di Berta. Nel suo tentativo di rinascere dalla crisi del welfarismo la socialdemocrazia ha creduto nel valore di liberazione umana del capitalismo più di quanto non abbia fatto la destra europea, che dopo il Kulturkampf thatcheriano l'ha letto essenzialmente in chiave di potenza nazionale e nazionalistica. La socialdemocrazia in versione neoliberale ha investito sul capitalismo con un sovrappiù dell'entusiasmo tipico dei neofiti? È quanto è accaduto solo in alcuni casi. Perché, come ben ricorda l'ultimo capitolo di Berta dedicato a Keynes, alla stessa radice del progetto welfarista era l'aspirazione ad «una sostanziale riduzione della diseguaglianza all'interno della cornice delle istituzioni plasmate dalla tradizione liberale». E dunque quell'intreccio tra liberalismo sociale e socialdemocrazia, che pure fu più esplicito nel caso britannico perché innervato nelle stesse origini storiche del Labour, non attendeva che di essere riscoperto e valorizzato dalla parte più lucida della sinistra europea dopo lo smarrimento politico di fine anni Settanta. In questi tempi di crisi ogni parola di ottimismo rischia di stonare. Ma è difficile immaginare che una volta fuori dall'emergenza la sinistra europea trovi una strada diversa da quella della valorizzazione della dignità del lavoro e dell'eguaglianza delle opportunità, e dunque delle battaglie di libertà anche economica che ha saputo condurre nei suoi più recenti anni migliori, piuttosto che mettersi alla ricerca di fantomatici "insediamenti sociali" scomparsi una volta per sempre. 24/05/2009

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LA STRATEGIA per il rilancio dei prodotti ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 3 LA STRATEGIA per il rilancio dei prodotti ... LA STRATEGIA per il rilancio dei prodotti «Made in Italy» si affida alla prima lettera dell'alfabeto. «A» come Abbigliamento e moda, «A» come Arredo-casa, «A» come Alimentari e vini, e infine ancora «A» come Automazione-meccanica. Insomma, tanto per capirci, quattro settori che costituiscono una sorta di teste di serie della produzione italiana e lucchese, e che dovranno permettere di conquistare nuovi mercati promuovendo i prodotti all'estero. Ma non è tutto qui. Anzi. Parliamo infatti di una strategia complessa che vede l'individuazione, per i singoli prodotti, dei mercati a cui rivolgersi, e che ritiene fondamentale l'investimento nelle nuove tecnologie: una su tutte il web. Mercati che sono, per il sistema moda: calzature (Paesi del Golfo), abbigliamento (Russia, Germania e Brasile). Per il sistema casa: arredo e complementi d'arredo, presidio dei mercati dell'Europa centro-orientale (Russia e Ucraina), lapideo (Cina, Nordafrica e Paesi del Golfo), illuminazione (Turchia). Per la meccanica-elettronica: azioni in Germania (Ict, energie rinnovabili) e Cina (meccanica). Per il turismo, spazio alle iniziative «Business to consumer», progetto per il sistema congressuale e progetto Cina. Una strategia, dicevamo, messa a punto per il biennio 2009/2010 da «Toscana Promozione» (agenzia della Regione per l'internazionalizzazione), ma che la Provincia, attraverso l'Apt, e la Camera di Commercio, attraverso «Lucca Promos», hanno già sperimentato con successo da almeno due anni. Insomma, Provincia e Camera di Commercio in prima fila sul fronte della promozione all'estero del «Made in Lucca&Tuscany» e, in questo ambito, veri e propri modelli da imitare, secondo quanto emerso in un incontro promosso dai due Enti insieme a «Toscana Promozione», svoltosi nella sala dell'Oro della sede camerale di Lucca. All'incontro, presieduto dall'assessore provinciale Francesco Bambini, e dal segretario generale della Camera di Commercio e direttore di «Lucca Promos», Roberto Camisi, sono intervenuti, insieme ai responsabili di «Toscana Promozione», i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei centri servizi e, più in generale, tutti i principali «stakeholder» istituzionali della nostra provincia, tra cui il direttore dell'Apt Lucca, Francesco Colucci. E LA PROMOZIONE dei prodotti locali va a braccetto con il settore turistico. Uno degli obiettivi prefissati infatti è il rafforzamento e il sostegno della promozione del turismo e una campagna di informazione sui prodotti toscani a qualità certificata che permetta di mantenere canali privilegiati con i Paesi dove il «Made in Lucca» la fa da padrone, come Unione Europea, Usa e Giappone, mentre l'altro obiettivo si prefissa di rivolgere lo sguardo ai Paesi che strizzano l'occhio alla Lucchesìa: dall'Asia al Brasile, dalla Cina al Messico passando da Russia, India e Paesi dell'Area del Golfo. Infine gli Enti interessati ritengono opportuno affiancare le piccole e medie imprese della provincia nei mercati in cui è più numerosa la loro presenza, quali l'area dei Balcani e la sponda sud del Mediterraneo. «B2B» E «B2C»: semplici sigle che in realtà nascondono soluzioni per il raggiungimento di obiettivi commerciali ben definiti nel breve periodo. Sono gli acrononimi infatti di «Business To Business», iniziative che consentono ai nostri imprenditori di trattare con gli imprenditori stranieri con i quali stringere accordi commerciali, o direttamente con i consumatori («Business To Consumer»), riducendo così la partecipazione a fiere e mostre internazionali. Infine la rivoluzione di marketing non poteva non passare dalle nuove tecnologie considerando per questo prioritario, secondo gli Enti coinvolti, l'investimento sul web, la valorizzazione dei comparti high-tech e il sostegno alle aggregazioni di imprese turistiche e alle reti di prodotti turistici. E allo scopo di abbattere i costi di promotion estera si apprende , verrà privilegiato il rafforzamento delle missioni di operatori esteri in Italia in occasione di manifestazioni promozionali. Cristiano Consorti

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Alla conquista dei (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Lucca)" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 2 Alla conquista dei Individuate le strategie da sviluppare nei prossimi anni LA STRATEGIA per il rilancio dei prodotti «Made in Italy» si affida alla prima lettera dell'alfabeto. «A» come Abbigliamento e moda, «A» come Arredo-casa, «A» come Alimentari e vini, e infine ancora «A» come Automazione-meccanica. Insomma, tanto per capirci, quattro settori che costituiscono una sorta di teste di serie della produzione italiana e lucchese, e che dovranno permettere di conquistare nuovi mercati promuovendo i prodotti all'estero. Ma non è tutto qui. Anzi. Parliamo infatti di una strategia complessa che vede l'individuazione, per i singoli prodotti, dei mercati a cui rivolgersi, e che ritiene fondamentale l'investimento nelle nuove tecnologie: una su tutte il web. Mercati che sono, per il sistema moda: calzature (Paesi del Golfo), abbigliamento (Russia, Germania e Brasile). Per il sistema casa: arredo e complementi d'arredo, presidio dei mercati dell'Europa centro-orientale (Russia e Ucraina), lapideo (Cina, Nordafrica e Paesi del Golfo), illuminazione (Turchia). Per la meccanica-elettronica: azioni in Germania (Ict, energie rinnovabili) e Cina (meccanica). Per il turismo, spazio alle iniziative «Business to consumer», progetto per il sistema congressuale e progetto Cina. Una strategia, dicevamo, messa a punto per il biennio 2009/2010 da «Toscana Promozione» (agenzia della Regione per l'internazionalizzazione), ma che la Provincia, attraverso l'Apt, e la Camera di Commercio, attraverso «Lucca Promos», hanno già sperimentato con successo da almeno due anni. Insomma, Provincia e Camera di Commercio in prima fila sul fronte della promozione all'estero del «Made in Lucca&Tuscany» e, in questo ambito, veri e propri modelli da imitare, secondo quanto emerso in un incontro promosso dai due Enti insieme a «Toscana Promozione», svoltosi nella sala dell'Oro della sede camerale di Lucca. All'incontro, presieduto dall'assessore provinciale Francesco Bambini, e dal segretario generale della Camera di Commercio e direttore di «Lucca Promos», Roberto Camisi, sono intervenuti, insieme ai responsabili di «Toscana Promozione», i rappresentanti delle associazioni di categoria, dei centri servizi e, più in generale, tutti i principali «stakeholder» istituzionali della nostra provincia, tra cui il direttore dell'Apt Lucca, Francesco Colucci. E LA PROMOZIONE dei prodotti locali va a braccetto con il settore turistico. Uno degli obiettivi prefissati infatti è il rafforzamento e il sostegno della promozione del turismo e una campagna di informazione sui prodotti toscani a qualità certificata che permetta di mantenere canali privilegiati con i Paesi dove il «Made in Lucca» la fa da padrone, come Unione Europea, Usa e Giappone, mentre l'altro obiettivo si prefissa di rivolgere lo sguardo ai Paesi che strizzano l'occhio alla Lucchesìa: dall'Asia al Brasile, dalla Cina al Messico passando da Russia, India e Paesi dell'Area del Golfo. Infine gli Enti interessati ritengono opportuno affiancare le piccole e medie imprese della provincia nei mercati in cui è più numerosa la loro presenza, quali l'area dei Balcani e la sponda sud del Mediterraneo. «B2B» E «B2C»: semplici sigle che in realtà nascondono soluzioni per il raggiungimento di obiettivi commerciali ben definiti nel breve periodo. Sono gli acrononimi infatti di «Business To Business», iniziative che consentono ai nostri imprenditori di trattare con gli imprenditori stranieri con i quali stringere accordi commerciali, o direttamente con i consumatori («Business To Consumer»), riducendo così la partecipazione a fiere e mostre internazionali. Infine la rivoluzione di marketing non poteva non passare dalle nuove tecnologie considerando per questo prioritario, secondo gli Enti coinvolti, l'investimento sul web, la valorizzazione dei comparti high-tech e il sostegno alle aggregazioni di imprese turistiche e alle reti di prodotti turistici. E allo scopo di abbattere i costi di promotion estera si apprende , verrà privilegiato il rafforzamento delle missioni di operatori esteri in Italia in occasione di manifestazioni promozionali. Cristiano Consorti

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L'eccellenza ecologica traguardo ambito da Europa e Stati Uniti (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Commenti Pagina 348 L'eccellenza ecologica traguardo ambito da Europa e Stati Uniti --> Le sfide in difesa dell'ambiente e i progressi nella messa in opera delle energie rinnovabili sono all'ordine del giorno: è utile fare il punto. In seguito e grazie alla ratifica nello scorso dicembre da parte dell'Unione europea (Ue) del piano clima/energia 20.20.20 per il 2020, le sfide maggiori provengono dagli Usa, dal Giappone e dai Paesi emergenti (Cina, Brasile, ecc). Il veliero dell'amministrazione Obama, con la sua rivoluzione copernicana in materia di difesa ambientale, naviga col vento in poppa. In sintesi, gli Usa continuano a fare sul serio (L'Unione Sarda del 22 aprile, giornata mondiale della Terra) e lanciano un'aperta sfida all'Europa, al Giappone e ai Paesi emergenti. È, infatti, in questi giorni - martedì scorso - che il presidente Obama ha lanciato la sua "road map" per l'automobile ecologica americana. L'annuncio è stato dato in una conferenza stampa, alla presenza dei governatori degli Stati federali più importanti, manager delle più grandi case automobilistiche, leader sindacali e organizzazioni ambientaliste. La sfida all'Europa consiste nell'accelerazione dei tempi di esecuzione del piano di risparmio energetico: il 2016 invece che il 2020. Esso consiste nella distruzione delle "auto-spugna" che si "ubriacano di carburante", come le vecchie Chevrolet e Buick Estate che consumano in media dai 15 ai 18 litri per 100 chilometri. L'obiettivo per il 2016 è di un consumo medio di 6,66 litri di carburante per 100 chilometri per una grossa Jeep (risparmio di un terzo), in attesa dell'auto verde elettrica e di una eco-mista che necessitano tempi più lunghi. Il piano è così ambizioso che prevede per il 2016 di rottamare 177 milioni di super auto-bidone il cui risparmio nei consumi equivale all'importazione totale di petrolio negli Usa nel 2008 dai maggiori Stati produttori (Arabia Saudita, Libia, Nigeria e altri). È stato ricordato, in primo luogo, che gli Stati Uniti consumano il 25 per cento del greggio importato nel mondo, benché abbiano appena il 5 per cento della popolazione mondiale. Uno dei punti prioritari del piano è diminuire drasticamente la forte dipendenza degli Usa dal petrolio importato. Esso è condiviso dall'alleanza dei costruttori automobilistici che hanno messo in cantiere investimenti per 47 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni per la ricerca e produzione di motori a basse emissioni inquinanti e a risparmio energetico. In questo piano strategico trova il suo posto l'accordo Fiat/Chrysler proposto da Sergio Marchionne e accettato dall'amministrazione Obama. In altre parti del mondo, il Giappone è all'avanguardia da tempo nella ricerca e lancio delle auto ecologiche, sia ibride sia elettriche. Tra le ibride, la Honda Insight che dispone di una strumentalizzazione digitale per il risparmio di carburante e la Toyota Prius che fa addirittura funzionare il condizionamento d'aria con un pannello fotovoltaico sul tetto. In Cina, la Byd E6, primo prototipo di auto elettrica con speciali batterie di ferro e al litio, ha un'autonomia dichiarata di 400 chilometri. La Cina spera di lanciarla nel mercato americano nel 2011. Il Brasile si distingue dagli altri Paesi per ciò che riguarda le auto antinquinamento per il fatto che l'80 per cento dei veicoli circolanti viaggia al bio-etanolo proveniente dalla distillazione della canna da zucchero, prodotta in abbondanza e a basso costo nel suo vasto territorio, senza intaccare la grande disponibilità delle terre dedite all'agricoltura. Negli Stati dell'Ue all'avanguardia nella ricerca e nel lancio delle auto ecologiche e per il risparmio energetico, continuano a distinguersi l'Italia che ha lanciato con successo, oltre al motore Multiair, la Fiat Panda natural power, segmento più venduto nel mercato, la Francia e la Germania. La Francia con diversi modelli allo studio, punta molto sulla Kangoo elettrica che dovrebbe essere messa in circolazione nel 2011. In Germania, oltre alla Mercedes Bluezero, dove saranno installate sia le batterie al litio (E-cell) sia i serbatoi a idrogeno (F-cell) e che sarà prodotta in serie l'anno prossimo, le autorità tedesche (politiche, aziendali e sindacali) sono alle prese in questi giorni coll'offerta Fiat/Marchionne per rilevare la Opel, filiale della General Motors americana. La soluzione del rebus si complica con le altre due offerte, quella austro-canadese di assemblaggio Magna con finanziamento russo e quella della Ripplewood, un fondo finanziario americano di stanza a Bruxelles, fatta in zona cesarini. La lezione da trarre da questa carrellata è che la concorrenza all'eccellenza ecologica del trasporto automobilistico è sempre più accattivante. ANTONIO MARONGIU - PARIGI (marongiuantonio@tiscali.it)

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nucleare, l'italia si allea con gli usa - antonio cianciullo (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 31 - Economia Nucleare, l´Italia si allea con gli Usa Asse anche sul carbone pulito. Il ministro Steven Chu: subito risparmio e rinnovabili ANTONIO CIANCIULLO ROMA - La girandola delle opzioni tecnologiche, accelerata dall´urgenza di un cambiamento di rotta, rischia di rendere turbolento il G8 energia che si apre oggi a Roma. Ma la presenza di uno scienziato al timone del segretariato americano per l´Energia ha già prodotto un primo risultato positivo dando una scansione temporale che semplifica l´accavallarsi delle alternative. Steven Chu, un nonno sbarcato dalla Cina negli States all´inizio del Novecento e un Nobel per la fisica conquistato a Stanford nel 1997, ha il sorriso leggero di chi prende le distanze dalla sua fama e l´entusiasmo di chi è abituato a superare i problemi. Obama gli ha dato l´incarico più pesante: rimettere gli Stati Uniti in corsa sulle nuove energie investendo 150 miliardi di dollari in 10 anni. E lui ha già cominciato a spiegare quello che si può fare. Ieri pomeriggio ha annunciato, assieme al ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, una cooperazione tra Italia e Stati Uniti per il sequestro dell´anidride carbonica e per le tecnologie mirate ad abbassare l´impatto ambientale del carbone. Avrebbe potuto fermarsi qui e lustrare la medaglietta dell´accordo raggiunto. Invece ha voluto sottolineare vantaggi e limiti della scommessa sul sequestro della CO2: «La cattura dell´anidride carbonica comporta problemi che nel mondo non sono stati ancora risolti. Ma è una frontiera importante che va gestita in modo da risultare compatibile con le esigenze di una ripresa economica». Così come è importante - ha aggiunto Chu - la ricerca per arrivare a reattori nucleari più sicuri e più convenienti, in modo da interrompere la lunga fase di inattività che negli Stati Uniti da 30 anni impedisce la costruzione di una nuova centrale. La nuova generazione di centrali nucleari (sull´atomo è stato annunciato un tavolo per la collaborazione industriale Italia-Usa) e il sequestro dell´anidride carbonica rimangono scelte a cui Washington e Roma guardano in uno scenario di medio e lungo periodo. Ma nell´immediato - ha aggiunto Chu ricordando che le evidenze del cambiamento climatico obbligano a scelte rapide - bisogna dare risposte concrete ed economicamente vincenti al bisogno crescente di energia: «Un´enorme riserva di energia sarà resa disponibile dall´aumento dell´efficienza. Gli edifici, con un migliore isolamento, potranno abbattere i consumi mantenendo o migliorando la qualità della vita di chi li abita. I nuovi veicoli, anche grazie alle prossime generazioni di batterie, permetteranno di spostarsi usando poca energia. I biocarburanti, e in particolare quelli ottenuti dalla trasformazione dello zucchero in etanolo, daranno un altro contributo. E il peso delle fonti rinnovabili crescerà rapidamente». Uno scenario ottimista («Gli scienziati sono abituati a fare cose che nessuno ha mai fatto, devono essere ottimisti per forza») con una proiezione così ravvicinata da diventare estremamente interessante sul piano industriale. In 5 anni, assicura il segretario dell´Energia americano, alcuni di questi sogni saranno già diventati realtà.

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C'è speranza in quota, ora le giovani famiglie risalgono in montagna (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA 24-05-2009 C'è speranza in quota, ora le giovani famiglie risalgono in montagna DA MILANO PAOLO FERRARIO I nuovi montanari navigano in internet e abitano baite supertecnologiche a impatto zero. Sono soprattutto giovani famiglie che, lasciato il lavoro in città, vanno a vivere nelle "terre alte": da bancari a pastori. Più frequentemente si tratta di ritorni al paese dei genitori o dei nonni, ma è in crescita anche una forma di neoruralismo, per nulla romantico ma molto concreto e fondato su basi di tornaconto economico. Per l'antropologo che studia le comunità di montagna, il futuro è migliore di quanto si pensi. «Internet salverà la montagna? È una delle potenzialità da sfruttare, certamente non l'unica, insieme alle nuove tecnologie non invasive, ecocompatibili e pulite», dice il presidente generale del Cai, Annibale Salsa, ligure di Savona e docente di Antropologia filosofica e Antropologia culturale all'Università di Genova, che oggi chiuderà l'assemblea dei delegati del Club alpino italiano. A Lecco, per due giorni si sono ritrovati i 1.100 delegati in rappresentanza di 308.339 soci (oltre tremila in più rispetto al 2007) di 489 sezioni e 305 sottosezioni, per pianificare i nuovi programmi del sodalizio, sempre più impegnato a valorizzare la montagna e sostenere le popolazioni che la abitano. Comunità che già dovevano fare i conti con un ambiente «difficile e precario» e che oggi si trovano a fronteggiare una crisi, che picchia duro anche intorno a "quota mille". «La crisi di oggi spiega Salsa è provocata dal fatto che l'economia globalizzata non tiene conto del principio di territoralità, ma veicola un modello planetario regolato dalle categorie della quantità e non della qualità. Invece, la vita in montagna non può prescindere dalla qualità e, anche per questa ragione, le nuove tecnologie, ecocompatibili e pulite, il terziario avanzato, il turismo leggero rappresentano le nuove potenzialità sulle quali la gente di montagna deve lavorare ». Avendo annullato il dualismo centro-periferia, la rete che tutto connette ha avvicinato due mondi, la pianura e la montagna, per secoli divisi da un profondo fossato economico e culturale. Un avvicinamento ap- pena iniziato e ancora ben lontano dall'essere completato, come ben testimonia la nuova "guerra dell'acqua" scoppiata tra la Valtellina e le società idroelettriche di Milano, per lo sfruttamento delle acque di caduta per la produzione di energia. «La rivoluzione industriale in Italia spiega Salsa ha avuto inizio nella fascia pedemontana a sud delle Alpi, proprio grazie allo sfruttamento della forza motrice di fiumi e torrenti. È inaccettabile, però, continuare a ritenere ovvio e scontato che la pianura possa sfruttare a piacere queste risorse. La città non può sottrarre questi beni alla montagna, che non è più, come avveniva una volta, condannata deterministicamente a un ruolo di marginalità». Una condizione, anche psicologica, difficile da scalfire in una popolazione che è colpita da «spaesamento» e da «disagio esistenziale». «Fortunatamente aggiunge Salsa oggi assistiamo a un'inversione di tendenza, a un ritorno alla montagna che fa guardare al futuro con ottimismo. Una forma di neoruralismo che si fonda su modelli agro-silvo-pastorali di nicchia legati alla qualità dei prodotti e degli stili di vita; l'esatto contrario dell'economia globalizzata, rispetto alla quale la montagna sarà sempre perdente». In questo contesto, anche il Cai è impegnato in una riflessione interna che porti il sodalizio a rappresentare e valorizzare sempre meglio quella "cultura alpina" oggi minacciata da più parti. Una cultura che ha nel "senso del limite" uno dei suoi punti di forza. «In un passato anche recente conclude Salsa in montagna il limite era tecnico, imposto dalle condizioni ambientali. Oggi non è più così, perchè con le nuove tecnologie anche la montagna non rappresenta più un ostacolo insormontabile. Per questo motivo è allora urgente costruire una nuova "cultura del limite" ed è importante farlo insieme, in modo condiviso. Così, l'ambientalista non dovrà più preoccuparsi delle ambizioni del costruttore, perchè entrambi avranno maturato una cultura, condivisa, del rispetto della montagna. Noi del Cai lavoriamo perchè questo sogno diventi presto realtà». Il presidente generale del Cai, Annibale Salsa Torna a crescere il numero di abitanti. Un segnale di ottimismo per il presidente generale del Cai, Annibale Salsa, che oggi chiuderà a Lecco l'annuale assemblea nazionale dei delegati

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La recessione e la crescita del prezzo del greggio (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 24-05-2009)

Argomenti: Cina Usa

La recessione e la crescita del prezzo del greggio Enrico Cisnetto Recessione e boom del prezzo del petrolio sono necessariamente un ossimoro? Niente affatto: mentre la caduta del pil del Vecchio Continente si fa sempre più pesante, forse a qualcuno è sfuggito che l'oro nero è tornato sopra quota 60 dollari. E, più che il valore assoluto, è quello relativo a spaventare, se si considera che solo 100 giorni fa un barile si vendeva a 34 dollari, il 56% in meno. E non è detto che ci si fermi qui: non appena il "dopo crisi" cominciasse a delinearsi con certezza, una nuova impennata dei prezzi potrebbe farci tornare verso i famigerati 147 dollari al barile toccati nel luglio 2008. Questo per due ordini di motivi. Intanto, perché le grandi società petrolifere di fronte ai prezzi in discesa hanno pesantemente disinvestito nelle esplorazioni (secondo l'agenzia Iea, nel 2009 scenderanno di un terzo i nuovi pozzi aperti), considerato che tutti i posti "facili" dove si poteva trivellare sono stati già esplorati, mentre per trovare nuovi giacimenti è necessario affrontare o paesi con governi ostili (come il Venezuela di Chavez o la Bolivia di Morales) o zone geologicamente difficili come le aree sottomarine al largo dell'Africa, o ecologicamente difficoltose come l'Artico. In secondo luogo, ci sono aree del globo dove la recessione è già alle spalle, ammesso che sia mai avvenuta. Per esempio la Cina - dove il pil del primo trimestre è salito del 6,1% (ci si aspettava un 8%, è vero, ma il resto del globo ha la stessa percentuale ma col segno meno) e la Borsa ha guadagnato il 46% da inizio anno - è una locomotiva che continua a richiedere petrolio a qualunque costo. Dunque, se torna la domanda e scende l'offerta, i prezzi non possono che salire. Insomma, la recessione globale - o semi-globale - ha solo imposto una pausa al "super ciclo" del greggio. Che continuerà, pur contraddistinto da un'altrettanto super volatilità: dal massimo storico dei 147 dollari ai 34 dollari toccati nello scorso febbraio, il tonfo è stato del 430% in 7 mesi, cioè una forchetta più ampia di quella che avemmo, in senso opposto, nel 1973 con la prima crisi petrolifera, quando il greggio schizzò da 3 a 12 dollari al barile ("solo" + 400%, e per di più in un anno). Ma proprio questa volatilità dovrebbe indurre tutti, e l'Italia in primis, ad accelerare la differenziazione delle fonti energetiche. Così, da una parte, fa piacere constatare la crescente attenzione imprenditoriale intorno alle cosiddette rinnovabili (fotovoltaico in particolare), che non a caso nel 2008 sono cresciute del 16% a livello internazionale. Mentre dall'altra, è senz'altro da applaudire l'operato del ministro Scajola, che ha finalmente incassato dal Parlamento il primo sì definitivo al ritorno del nucleare. Colmando un buco nero durato 22 anni - era il 1987 l'anno del famigerato referendum - e fissando così l'obiettivo di costruire nel 2013 la prima centrale, di produrre energia nucleare "made in Italy" non oltre il 2018 e di coprire a regime il 25% del fabbisogno nazionale, raggiungendo il traguardo della giusta differenziazione da gas e petrolio. Del resto, lo hanno capito perfino gli arabi che l'oro nero è troppo instabile per farci affidamento, se è vero che gli Emirati hanno firmato un contratto da 40 miliardi di dollari per farsi costruire una prima centrale nucleare da aziende Usa. Una scelta che vale molto più di mille spiegazioni teoriche. (www.enricocisnetto.it)

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