CENACOLO
DEI COGITANTI |
Tavolo territoriale il
confronto parte dalla crisi Analizzato nella sede bresciana della Regione il
documento di programmazione economica (
da "Giornale di Brescia"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria.
«Molto è stato fatto dalla Regione - ha riportato Nicoli Cristiani - per le
piccole e medie imprese drammaticamente colpite. Si è introdotto il raddoppio
dei confidi, si sono proposti contributi alle imprese per l'internazionalizzazione
delle imprese stesse e si metteranno in moto delle proposte concrete da parte
delle associazioni consumatori in vista di Expo
Quando la bolla esplode e il
mondo va verso il collasso ( da "Giornale di Brescia" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Secondo Fracasso la
crisi economico-finanziaria «si sviluppa negli Stati Uniti - centro del sistema
finanziario internazionale -, nasce con l'insorgere di problemi in pochi
mercati e operatori finanziari, si trasforma in una crisi di insolvenza
bancaria e degenera in una conclamata crisi economica globale».
Linee di sviluppo La giunta
replica alle proposte Svp ( da "Alto Adige" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: giunta alle
interrogazioni presentate dal gruppo della Svp in merito ai provvedimenti
contro la crisi finanziaria, alle linee fissate per lo sviluppo della
cittadina, allo sgomberto del bosco Forchwald e all'incentivazione di
appartamenti per le famiglie del ceto medio. Poi il consiglio parlerà di modifiche
al programma dei lavori pubblici e di alcune modifiche al piano urbanistico.
salari sociali in nome della
dignità - kety sanna ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: accelerazione della crisi
finanziaria mondiale - ha dichiarato Gian Luigi Deiana (Sinistra Critica) nel
corso di un conferenza stampa nel locale la Grotta dei poeti, un angolo
suggestivo nel cuore della città -. è a tutti chiaro chi abbia pagato negli
anni passati il prezzo dei super profitti e su chi oggi si stia scaricando la
crisi.
porto, fiera, teatro per
ripartire copiate obama - luigi gia (
da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: attenzione che va al di
là dei ragionamenti sulla crisi dell´auto e dei dibattiti sul protezionismo. Il
capo supremo della più forte economia del mondo, dove insiste la più grande
potenza dell´industria automobilistica, non ha avuto dubbi nello scegliere un´azienda
italiana. Un messaggio forte al mercato: non esistono più barriere o steccati,
preconcetti o presunzioni.
finmeccanica lancia genova ma
il "civile" è un'incognita - massimo minella (
da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria
impone anche a Finmeccanica di studiare le contromosse più adeguate. Ma quali?
Il gruppo starebbe valutando di avviare una politica di dismissioni nel settore
civile entro l´anno per ottenere fino a un miliardo di euro, senza però
rinunciare agli investimenti.
fed, altri prestiti dalla bce e
dalle banche centrali - vittoria puledda (
da "Repubblica, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mercati in dollari. Le
banche centrali, ha sottolineato la Fed, «continuano a lavorare assieme e sono
pronte a prendere le misure più appropriate per garantire stabilità sui mercati
finanziari». Dal canto suo, il governo Usa è pronto a prendere in
considerazione la rimozione di alcuni componenti dei cda delle banche come
condizione per fornire agli stessi istituti di credito un sostegno
Cantieri navali, appello al
governo ( da "Italia Oggi" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Su di un simile
pregresso si è innestata la crisi finanziaria che ha colpito l'economia
globale. In Europa, in Germania per esempio, i governi centrali stanno andando
in soccorso all'industria navalmeccanica. Medesime misure si riscontrano in
altri paesi extraeuropei. Le richieste di Ancanap si collocano, dunque, in un
solco già segnato dai governi di tutto il mondo,
Attenti a demonizzare il
merito. Ma nel pubblico ci vuole più trasparenza (
da "Milano Finanza (MF)"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria ha
denudato il re: si è potuto constatare che una delle spinte alle politiche che
hanno concorso alla sua diffusione è venuta proprio da sistemi di remunerazione
innanzitutto dei manager, ma anche di categorie di dipendenti, incentivati a
conseguire profitti di breve termine senza guardare ai rischi di lungo periodo
ad essi associati,
Sono 3 su 100 gli imprenditori
a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme ... (
da "Giorno, Il (Milano)"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: 12 Sono 3 su 100 gli
imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme
... GIRO PER LA CITTÀ Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della
crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme di dover ricorrere in futuro a prestiti
personali a tassi superiori rispetto alla banca.
A sinistra in Europa, dopo la
visita di Obama ( da "Manifesto, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ma improntata a criteri
di protezione sociale (e non di protezionismo economico), e per salvare ciò che
va salvato del modello sociale europeo. Forse non è abbastanza per dare
soluzione ai troppi tormenti d'identità delle altre sinistre europee, ma certo
l'esperimento spagnolo è materia imprescindibile per ripensare il rapporto fra
democrazia,
L'Onu si spacca sulla risposta
alla Corea del Nord ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Dal nostro inviato I
mercati finanziari hanno reagito con indifferenza al lancio del razzo a lunga
gittata con il quale domenica scorsa la Corea del Nord ha dimostrato i
progressi raggiunti nella tecnologia missilisticaa lungo raggio utilizzabile a
fini militari, facendo infuriare i Governi giapponese e sudcoreano: le Borse di
Tokyo e Seul hanno chiuso con rialzi superiori all'
Riforma Isda nei derivati:
contratti standard per Cds ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi finanziaria
con il crollo delle quotazioni dei derivati di credito legati ai mutui subprime
ha reso necessario l'intervento dell'associazione per regolare un mercato
valutato circa 25 mila miliardi di dollari. Già da domani, dunque, gli operatori
potranno emettere Cds con le nuove procedure introdotte per risolvere non solo
questioni tecniche,
Intesa: siamo a Mosca dal 1973
e ci resteremo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: se il made in Italy ha
macinato sempre più affari in Russia negli ultimi 10 anni, e continua a farlo
nonostante la crisi finanziaria, è anche grazie alle banche. «Abbiamo in Russia
una posizione forte – afferma Gaetano Micciché, responsabile divisione corporate
e investment banking di Intesa Sanpaolo, presente ieri a Mosca –. Non siamo qui
di passaggio ».
Informazione economica: la
ricetta di Zamboni ( da "Corriere del Veneto" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: insieme ai soci e agli
ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno
scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi
giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di
fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante
nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi.
Il Fmi: paracadute euro per
salvare i Paesi dell'Est ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: est Europa più esposti
alla crisi finanziaria mondiale. La proposta è contenuta in un rapporto
confidenziale, rivelato ieri dal Financial Times, che è stato preparato circa
un mese fa dal Fondo monetario internazionale con l'obiettivo di servire da
base per un piano d'azione concordato con la Banca Mondiale e la Banca Europea
per la Ricostruzione e lo Sviluppo (
L'Argentina frena Telecom (
da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 La Giornata in
Borsa di Giacomo Ferrari L'Argentina frena Telecom Dominata dalla volatilità la
prima seduta della nuova settimana: dopo un avvio positivo, gli indici hanno
cambiato repentinamente direzione per poi recuperare in parte.
Effetto delisting, vola Fmr
Art'è ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 Il caso a
Milano Effetto delisting, vola Fmr Art'è (g.fer.) Un'Opa volontaria sulla
totalità delle azioni quotate ha fatto scattare ieri a Piazza Affari il titolo
di Fmr Art'è, che ha chiuso a 4,9975 euro, con un balzo del 16,22%.
Aumento di capitale. E Première
cade ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Corriere della Sera
sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 Il caso a
Francoforte Aumento di capitale. E Première cade (m.d.f.) I titoli della pay-tv
tedesca Première, controllata finora al 29% da Rupert Murdoch, sono arrivati a
perdere ieri fino al 9,4%, per poi terminare, alla Borsa di Francoforte, a
quota 2,07 euro,
Informazione economica: la
ricetta di Zamboni ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: insieme ai soci e agli
ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno
scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi
giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di
fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante
nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi.
La polemica / 1
Argomenti:
Crisi
Abstract: Italia in una profonda
crisi che non era la recessione o la crisi finanziaria di questi mesi, ma una
crisi di fiducia. E Berlusconi volle riportare ai cittadini proprio la fiducia
e il senso di libertà. Vinse le elezioni riuscendo nella sua prima grande
operazione politica a far sedere allo stesso tavolo personaggi diversi come
Fini e Bossi.
Scajola: Oggi firma Eni-Gazprom (
da "Finanza e Mercati"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: I presupposti per un
dietrofront dei russi c'erano, alla luce della crisi finanziaria del Paese. Per
giunta, oggi il 20% di Gazpromneft vale in Borsa circa 2 miliardi di dollari,
dunque assai meno dello strike price della call. Eppure, oggi si dovrebbe
arrivare all'accordo. Non è detto che si tratti di un versamento cash.
Cofind, mano tesa alle aziende (
da "Libertà"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: mano tesa alle aziende
Il presidente Ghiadoni spiega le forme di sostegno finanziario Piacenza - La
crisi finanziaria ha generato una crisi di domanda a livello globale senza
precedenti i cui effetti si stanno ripercuotendo sulla organizzazione economica
e produttiva. E in Emilia Romagna si sta concentrando sui settori della
meccanica, della ceramica e dell'edilizia.
Terremoto, l'Italia che
reagisce bene (con qualche eccezione). (
da "Giornale.it, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Siamo stati noi a
provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono
uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è
costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca:
quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta
molto.
CRISI: BANCA MONDIALE TAGLIA
STIME CRESCITA EST ASIATICO ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: CRISI: BANCA MONDIALE
TAGLIA STIME CRESCITA EST ASIATICO (AGI) - Tokyo, 7 apr. - La crescita delle
economie dell'Est asiatico e del Pacifico rallentera' ulteriormente quest'anno
a causa della crisi finanziaria ma il piano di stimoli multimiliardario messo
in campo dalla Cina dara' sostegno alla regione.
Anche Michael Page risente
della crisi. ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In difficolt a Londra
le azioni della societ di recruitment inglese Michael Page, dopo aver
annunciato un calo dell'utile lordo del 32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il
CEO Steve Ingham, "le condizioni del mercato sono rimaste deboli nel primo
trimestre dell'anno, con un impatto della crisi finanziaria oramai evidente in
ogni settore". 07/04/2009 - 10:35
Terremotati e in crisi (
da "Blogosfere"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Di fatto è il
riconoscimento che senza dealer e intermediari finanziari non c'è abbastanza
credito per sostenere il sistema economico reale, ma è anche la dimostrazione
che si è tornati all'antica exit strategy alla crisi che si basa sulla droga
della liquidità ben consapevoli delle conseguenze inflazionistiche sul medio
periodo.
Banche: clienti, per scegliere
contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola (
da "Sestopotere.com"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: analisi della
reputazione delle banche mostra che la crisi finanziaria non ha inciso sulla
fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori.
Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche ritengono che sia meno
sensibile a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare
direttamente la qualità della relazione.
KAZAKISTAN/ SPESO GIÀ IL 20 PER
CENTO DEL FONDO ANTI-CRISI ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: estero ha lasciato il
paese gravemente esposto alla crisi finanziaria globale. Il governo lo scorso
anno ha rivelato il progetto di spendere 10 miliardi di dollari da un Fondo
nazionale per stabilizzare il sistema finanziario, cercando di aiutare il
settore delle costruzioni e fornendo sostegno alle piccole e medie imprese.
CRISI/ SCAJOLA: CI FA SCOPRIRE
SOLIDITÀ SISTEMA ITALIA ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Lo ha detto il ministro
dello Sviluppo economico Claudio Scajola intervenendo all'inaugurazione a Mosca
della centesima agenzia Unicredit in Russia. Secondo il ministro le difficoltà
degli ultimi mesi, frutto della crisi finanziaria globale, hanno fatto emergere
i punti di forza del sistema economico italiano. Tra questi il sistema delle
piccole imprese e il sistema bancario.
Città del fare: Per battere la
crisi riflettori sull'economia territoriale (
da "Denaro, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Campania dal distretto
di solofra Città del fare: Per battere la crisi riflettori sull'economia
territoriale Gli effetti della crisi finanziaria globale riportano l'attenzione
sull'economia territoriale, sull'utilità di promuovere "azione locale per
lo sviluppo globale". Può essere questa la strada per risalire la china?
Obama è il nuovo Gorbaciov? (
da "Giornale.it, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Siamo stati noi a
provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono
uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è
costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca:
quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta
molto.
Tra Usa e Ue, la Turchia: il
Bosforo smorza i sorrisi ( da "Famiglia Cristiana" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il G20 di Londra non ha
proposto una linea comune per la soluzione della crisi finanziaria: fra la
tentazione keynesiana dell?intervento dello Stato (a spese dei contribuenti) a
sostegno in Usa delle banche, prime responsabili del disastro, e la linea
Sarkozy-Merkel per una nuova morale negli affari del capitalismo (con punizione
dei paradisi fiscali) in un?
Milano col cuore in mano (
da "Famiglia Cristiana"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: non si sono rispettati
i princìpi basilari di etica finanziaria? «Non sono né un operatore né un
protagonista della vita finanziaria di Milano. Ma mi pare si stia diffondendo
lentamente la consapevolezza che la crisi si sia originata ? oltre che da eventi
congiunturali ? soprattutto dalla scarsa considerazione nella quale è stata
tenuta la dimensione etica a livello finanziario.
In breve - L'incontro tra
Scaroni e l'ad di Gazprom, un nuovo distributore di metano nel milanese e tanto
altro ( da "e-gazette" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: nella crisi finanziaria
ed economica che sta sconvolgendo il mondo. Chi rischia di venire travolto dal
terremoto che sta sconvolgendo gli assetti internazionali e chi invece ha le
potenzialità per trarre vantaggio dai cambiamenti. Sono gli interrogativi che
si pone il numero 5 di ?
Cronaca: Il Procuratore
Maddalena:
Argomenti:
Crisi
Abstract: Il Procuratore
Maddalena: «Un segnale importante in un momento di crisi finanzia Pubblicato il
07-04-2009 ?Credo che questa operazione dia un segnale importante in un momento
di crisi finanziaria ed economica?. Ha esordito così il Procuratore Maddalena
nella conferenza stampa convocata presso la caserma di via Bologna per
illustrare l?
Scatta il rosso per l'Europa (
da "KataWebFinanza"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: In difficolt anche la
connazionale Michael Page, dopo aver annunciato un calo dell'utile lordo del
32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il CEO Steve Ingham, "le condizioni
del mercato sono rimaste deboli nel primo trimestre dell'anno, con un impatto
della crisi finanziaria oramai evidente in ogni settore". 07/04/2009 -
12:13
Banche: clienti, per scegliere
contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola. Indagine Abi (
da "Sestopotere.com"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: analisi della
reputazione delle banche mostra che la crisi finanziaria non ha inciso sulla
fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori.
Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche ritengono che sia meno sensibile
a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare direttamente
la qualità della relazione.
TINA CIOFFO SIAMO CON UNA
CONTINUA SPADA DI DAMOCLE SULLA TESTA. È COSì CHE ESORDISCE L... (
da "Mattino, Il (Caserta)"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: sanciprianese e
certamente non imputabile unicamente allo stato di crisi finanziaria che permea
l'intera società. Senza fondi in pericolo ci sarebbero anche gli stipendi dei
diciotto operatori ecologici di San Cipriano e con essi la raccolta della
nettezza urbana per i prossimi mesi. Se poi si aggiunge che il Comune per il
servizio di raccolta rifiuti dovrebbe pagare per il pregresso,
TOSCANA/CRISI: DA CARIPARMA E
CONFICTUR 15 MLN PER AIUTARE PMI. (
da "Asca"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: a seguito dell'attuale
crisi finanziaria ha intensificato la collaborazione con le associazioni di
categoria al fine di assicurare alle imprese associate adeguati flussi
finanziari. L'accordo Cariparma Confictur testimonia il forte e crescente
legame della Banca con il tessuto locale nelle proprie aree di riferimento''.
Anche Italia dei Valorisostiene
candidato Pd ( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: crisi finanziaria
nazionale ed internazionale, ha «basi solide e buona parte di quel lavoro è
legato anche al contributo fattivo che Gueli ha dato», per cui «siamo sicuri di
interpretare un sentimento diffuso di questa comunità di identificarsi
attraverso la candidatura di Serafino, come un candidato che travalica i
confini dei partiti politici e diventa il candidato della comunità
Paolo Bonafè è stato
riconfermato segretario della Federmar-Cisal della provincia di Venez... (
da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: vive una crisi
profonda, che parte dalla crisi finanziaria per arrivare alla crisi dei
consumi». I sindacalisti si riferiscono in particolare ai collegamenti dei
traghetti con le isole perché, sostengono, per un privato è impossibile
subentrare ala flotta pubblica nel settore dei servizi dovuti, quelli che
garantiscono alla gente che vive più isolata di potersi comunque spostare.
Enel Green Power: dalle energie
rinnovabiliuna risposta importante alla crisi mondiale (
da "Sicilia, La"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: dove la crisi
finanziaria ha preso il via contagiando l'economia reale a livello
internazionale, la nuova amministrazione ha puntato fin dall'inizio sul settore
della sostenibilità ambientale. Non solo per il vantaggio ecologico che ne
deriva, ma anche per potenzialità di sviluppo che le energie alternative
comportano proprio a livello economico.
Capo Verde, Dgcs dona oltre 500
tonnellate carne per i bambini ( da "Velino.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: il quale ha ringraziato
calorosamente la Cooperazione italiana per questi aiuti, particolarmente
importanti e tempestivi in un periodo di crisi finanziaria e alimentare
generalizzata. La maggior parte della carne verrà destinata alle mense delle
scuole elementari situate nelle aree più povere e svantaggiate del paese e
contribuirà a migliorare lo stato nutrizionale dei bambini.
Dmt raddoppia in tre settimane! ( da
"Soldionline"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: ritirata dal mercato in
seguito alla crisi finanziaria degli ultimi mesi. A questo proposito, il
management ha approvato il budget per questa divisione, che punta a riportare
in positivo il margine operativo lordo per queste attività. A che si deve,
quindi, questo rally? Oltre alla classica giustificazione di rimbalzo tecnico
dopo lo scivolone subito nelle prime settimane del 2009,
02-02-2009 17:14 allstars (
da "Soldionline"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Un rallentamento nella
gestione finanziaria, infatti, potrebbe compromettere la stagione e arrecare un
danno all?operatività dell?azienda, in momento aggravato dalla situazione di
crisi a livello internazionale. Ma le difficoltà di It Holding non si fermano a
questo livello.
Mediobanca conferma la
valutazione su Nice ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: che contano per il 45
del fatturato e tengono a dispetto della crisi finanziaria. Le tags: nice
Quotazioni: NICE Commenta l'articolo Sarah Piglia martedì, 24 marzo 2009 -
10:10 Tutto questo grazie ai piano di stimolazione del settore immobiliare
messi a punto dai due governi e che dovrebbero cominciare a dare I loro frutti
nel quarto trimestre del 2009.
BCE, UN TAGLIO MINIMO. TASSI
ALL'1,25% ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: prima che la crisi
finanziaria si manifestasse nei termini attuali, il tasso di riferimento della
BCE era fissato al 4,25%. E in quel periodo la politica dell?istituto centrale
europeo era ancora restrittiva, in quanto nell?incontro di luglio il board
della banca guidata da Jean-Claude Trichet aveva deciso per un incremento dello
0,
Piazza Affari positiva (+1%).
Seat continua a salire (+5%) ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: esercizio in corso
conterrà cifre diverse rispetto al precedente piano, in seguito alla crisi
finanziaria in atto. Il precedente piano industriale indicava per il 2009 un
utile netto per oltre 1,3 miliardi di euro e un dividendo di 1,15 euro. Dopo la
diffusione dei risultati di bilancio, Cheuvreux ha migliorato il giudizio sull?
diciamolochiaro ha detto: e,
ripeto, ANDATE AFFANCULO. Non è possibile che anche in un momento doloroso come
questo VOI e la VOSTRA NAZIONE agiate come sciacalli e continuiate ad i (
da "KataWeb News"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere
sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori
la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
Liguria: Carlo Felice, requiem
degli orchestrali ( da "Savona news" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: hanno così incontrato i
lavoratori del Teatro genovese che versa in una grave crisi finanziaria. Questi
ultimi, come detto, hanno manifestato davanti alle porte del Consiglio
regionale con cartelli ed alcuni indossando il cappuccio nero del boia. Il
governatore Claudio Burlando chiede il realizzarsi di tre condizioni: accordo
Comune-Regione-Governo, soluzione giuridica praticabile,
UNIVERSITA'/SIENA: INDAGINE
AMMINISTRATIVA CONSEGNATA A PROCURA. (
da "Asca"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: Ateneo alla crisi
finanziaria''. Hanno fatto parte della commissione tecnica di indagine,
nominati attraverso lo stesso decreto rettorale di istituzione, il professor
Bernardo Giorgio Mattarella, professore ordinario di diritto amministrativo
presso la Scuola superiore della Pubblica amministrazione di Roma, il professor
Antonio Barretta,
CRISI: CEO DI GOLDMAN, E' STATA
'PROFONDAMENTE UMILIANTE' ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: CRISI: CEO DI GOLDMAN,
E' STATA 'PROFONDAMENTE UMILIANTE' (AGI) - Washington, 7 apr. - Il ceo di
Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, definisce "profondamente umiliante"
per i big di Wall Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi dei
contribuenti dovranno essere restituiti il piu' presto possbile.
Crisi: Ceo di Goldman, è stata
profondamente umiliante' ( da "KataWeb News" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: per i big di Wall
Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi dei contribuenti dovranno
essere restituiti il più presto possbile. "Peggio ancora -- aggiunge -- le
decisioni sulle restribuzioni prese e non prese da banche che hanno in poco tempo
perso valore per gli azionisti, sono state, viste retrospettivamente,
egoistiche e avide".
PD/FRANCESCHINI SCEGLIE IL
TRENO, TOUR EUROPEO CON 360 RAGAZZI (
da "Wall Street Italia"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: "Europa e crisi
finanziaria" e "Famiglie e politiche europee". Mentre nelle
diverse tappe si approfondiranno altre tematiche. Sul treno non mancheranno
anche alcuni dei comfort di cui non poteva essere dotato il più spartano
pullman verde delle politiche, come il servizio di pranzo e cena e la
proiezione di film,
GERMANIA/ PRESIDENTE TEDESCO
FIRMA LEGGE SU ESPROPRIO BANCHE ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: è stata infatti scritta
su misura per Hre, travolta dalla crisi finanziaria e salvata grazie ad aiuti e
garanzie per 102 miliardi di euro. In base al testo lo strumento dell'esproprio
dovrà essere applicato entro il 30 giugno di quest'anno e soltanto come
"ultima ratio", cioè se non esistono alternative.
CRISI/ COMMISSIONE UE VUOL
REGOLAMENTARE MEGLIO HEDGE FUNDS ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: la pressione causata
dalla crisi finanziaria, ed un progetto di regolamento è ora allo studio. Il
Parlamento europeo a settembre aveva chiesto che la Commissione, ritenuta
troppo lenta a reagire alla crisi, adottasse le misure necessarie per
controllare meglio gli hedge funds, che sono accusati di aver aggravato la
crisi finanziaria mondiale con investimenti altamente rischioso,
Il socialismo dei cittadini (
da "AprileOnline.info"
del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: La crisi non si
affronta con altra flessiblità del lavoro e con il protezionismo".
L'Europa era data per spacciata, dati gli alti costi, con la globalizzazione.
"Invece grazie al talento e alla qualità -sottolinea- ha retto alla sfida
competitiva globale". Barack Obama ha cambiato strada rispetto a George
Bush "Il presidente americano -nota- sta realizzando grandi cambiamenti.
annamaria_10 ha detto:
http://www.corriere. ( da "KataWeb News" del 07-04-2009)
Argomenti:
Crisi
Abstract: incontrati per decidere
sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori
la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo»,
addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il
premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto
deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,
( da "Giornale di Brescia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione:
07/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:brescia e provincia Tavolo
territoriale il confronto parte dalla crisi Analizzato
nella sede bresciana della Regione il documento di programmazione economica Al
tavolo gli assessori regionali Franco Nicoli Cristiani, Mario Scotti, Aristide
Peli, Francesco Detomi Un minuto di silenzio. Non poteva che iniziare con un
pensiero rivolto alle vittime del terremoto abruzzese il Tavolo territoriale di
confronto che si è tenuto ieri nella sede bresciana della Regione. Una tappa di
condivisione di due nodi fondamentali per il futuro della Lombardia e, di
conseguenza, di Brescia: il documento di programmazione economica e finanziaria regionale ed Expo 2015. Una raccolta di
suggerimenti Un percorso a tappe. È quello che sta coprendo il principale
documento di programmazione regionale e che ieri ha fatto scalo in città «per
raccogliere - come ha detto nel suo intervento l'assessore regionale al
Commercio Franco Nicoli Cristiani - i suggerimenti, le idee, gli indirizzi che
stanno a cuore ai bresciani». Una raccolta che procederà, provincia per
provincia, fino all'approvazione finale dei contenuti, prevista per il 30
giugno. Tema dominate sul banco degli intervenuti - Mario Scotti, assessore
regionale alla Casa, Aristide Peli vicepresidente della Provincia, il dirigente
Francesco Detomi e, in sala, i numerosissimi rappresentanti dei sindacati,
delle associazioni di categoria, dei comuni, del mondo della scuola, delle
imprese - la crisi
finanziaria. «Molto è stato fatto dalla
Regione - ha riportato Nicoli Cristiani - per le piccole e medie imprese
drammaticamente colpite. Si è introdotto il raddoppio dei confidi, si sono
proposti contributi alle imprese per l'internazionalizzazione delle imprese
stesse e si metteranno in moto delle proposte concrete da parte delle
associazioni consumatori in vista di Expo 2015». «L'emergenza attuale è
anche emergenza abitativa - gli ha fatto eco il collega Scotti - in Regione ci
stiamo organizzando per apportare, sull'indicazione del Governo, quelle
modifiche alla legge urbanistica che permetteranno ai privati di ampliare i
volumi delle proprie abitazioni. Sul fronte invece degli affitti ci rendiamo
conto che i Comuni che soffrono la sete di abitazioni sono sempre di più, prova
ne sono le richieste in crescente aumento dei Fondi sociali per gli affitti.
Dal Governo arriveranno nuovi fondi ed è importante che i Comuni che ne abbiano
bisogno presentino quanto prima l'elenco delle aree e dei fabbricati da
destinare a questo scopo, così come è già avvenuto a Crema e Milano». A toccare
un altro "nervo" decisivo per la riprese è Peli. «La preoccupazione
sta diventando assillante, ecco perché da parte della Provincia c'è tutta la
disponibilità e l'interesse a collaborare con la Regione. Abbiamo siglato un
protocollo d'intesa con le imprese e stimoliamo le imprese bresciane affinché
facciano sistema, si mettano insieme. Confidiamo molto nel federalismo fiscale
interno come ridefinizione e ridistribuzione dei ruoli di Comuni e Province. È
necessario sperimentare e cercare di eliminare i "doppioni"» ha
concluso il vicepresidente provinciale. Un'occasione chiamata Expo 2015 Non c'è
dubbio, l'assegnazione a Milano da parte del Bureau International des
Expositions della realizzazione dell'Expo 2015 rappresenta una grande chance
per il futuro imprenditoriale e non solo di Brescia. «Nutrire il pianeta,
energia per la vita» è il tema guida dell'esposizione per cui è stato
sottoscritto un accordo quadro di sviluppo territoriale espressamente dedicato.
Le finalità sono la definizione e l'attuazione di un programma di interventi
per valorizzare le iniziative correlate all'evento espositivo e garantire un
adeguato inserimento territoriale della manifestazione. «L'agricoltura fa della
nostra provincia la prima a livello nazionale - ha detto Peli - credo che un
progetto legato alla sicurezza alimentare sia necessario da pensare. Magari in
collaborazione con il Csmt, il centro servizi multisettoriale e tecnologico di
cui disponiamo». «Aspettiamo le progettualità in corso d'opera - ha concluso
l'assessore Nicoli Cristiani -; le applicazioni e gli sviluppi in vista
dell'Expo sono innumerevoli. Penso, ad esempio al grande tema dell'ospitalità,
penso allo sviluppo delle infrastrutture, alle potenzialità dell'aeroporto di Montichiari
o al grande tema della cultura. Mi auguro che i bresciani sappiano pensare in
grande». c. ber.
( da "Giornale di Brescia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Edizione:
07/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città Quando la bolla
esplode e il mondo va verso il collasso Incontro di studi economici all'Acli.
La speranza: la caduta del costo delle materie prime potrà aiutare la difficile
risalita La vampata sprigionata da una piattaforma petrolifera Aspetti,
responsabilità e rimedi alla crisi che colpisce le
economie di tutto il mondo sono stati analizzati nella sede Acli di via
Corsica, durante l'incontro «La crisi economica
internazionale: questa (s)conosciuta». L'appuntamento si colloca all'interno
dell'iniziativa «Viaggio intorno al terzo millennio: parole, immagini e suoni
di mondi attuali e possibili», promossa da Acli, Amnesty International, Banca
Etica, Camera del Lavoro, Icei e Saveriani. L'Icei - Istituto di cooperazione
economica internazionale - è anche coordinatore degli incontri. Modalità, tempi
e temi degli incontri sono stabiliti dal pubblico stesso, che si esprime
mediante un questionario di valutazione e un'assemblea cittadina annuale. Ieri,
la prima parte dell'incontro, moderato da Gian Carlo Costadoni, referente Icei,
è stata condotta da Carmine Trecroci, professore di Economia dei mercati
finanziari dell'Università degli studi di Brescia. «Crisi finanziaria
e rallentamento reale sono strettamente legati - ha spiegato Trecroci -. La
successione bolla-collasso in atto è particolarmente rapida e estesa». Secondo
Trecroci il sistema economico mondiale supererà comunque l'attuale forte
contrazione, «quando», però, è difficile stabilirlo. «La discesa dei prezzi di
molte materie prime, petrolio in testa - continua Trecroci - e di tanti beni e
servizi, fa crescere il potere d'acquisto di salari e stipendi, favorendo la
ripresa dei consumi». Meno chiari, sempre secondo Trecroci, l'effetto dei programmi
straordinari di spesa pubblica, o la dinamica di medio termine dei mercati
azionari. Andrea Fracasso, docente presso la facoltà di Economia
dell'Università degli studi di Trento, si è invece occupato, oltre che delle
cause della crisi, anche degli effetti e dei rischi a
essa collegati. «La cause della crisi hanno favorito
il palleggio di responsabilità tra gli attori coinvolti nella sua gestione - ha
spiegato -. Ciò ha contribuito al diffondersi dei problemi a sempre più settori
e paesi». Secondo Fracasso la crisi economico-finanziaria «si sviluppa negli Stati Uniti - centro del sistema finanziario
internazionale -, nasce con l'insorgere di problemi in pochi mercati e
operatori finanziari, si trasforma in una crisi di
insolvenza bancaria e degenera in una conclamata crisi economica
globale». Al termine delle relazioni è seguito il dibattito con il
pubblico in sala. Prossimo incontro, a ingresso libero, martedì 28 aprile alle
20.30, sempre nella sede Acli di via Corsica 165. Tema: «La crisi
economica e finanziaria: quali prospettive e
alternative per una revisione economica, politica e culturale?». Info numero
02.36582772. l. ro.
( da "Alto Adige" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Ora.
Domani in consiglio Linee di sviluppo La giunta replica alle proposte Svp ORA.
Si annuncia come una sorta di maratona la seduta di consiglio comunale
convocata per domani con inizio alle 18. Sono una ventina gli argomenti
all'ordine del giorno, il primo dei quali è la discussione sulla tratta di
accesso all'eurotunnel ferroviario. Seguiranno le risposte della giunta alle interrogazioni presentate dal gruppo della Svp in
merito ai provvedimenti contro la crisi finanziaria,
alle linee fissate per lo sviluppo della cittadina, allo sgomberto del bosco
Forchwald e all'incentivazione di appartamenti per le famiglie del ceto medio.
Poi il consiglio parlerà di modifiche al programma dei lavori pubblici e di
alcune modifiche al piano urbanistico. (u.f.)
( da "Nuova Sardegna, La"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
L'INIZIATIVA
Salari sociali in nome della dignità Raccolte 70mila firme per la proposta di
legge presentata in Senato Gian Luigi Deiana «7,50 euro a ora è la soglia
minima» KETY SANNA NUORO. Settantamila firme di sottoscrizione per la proposta
di legge popolare sul salario sono state presentate in Senato un mese fa. Norme
in materia del salario minimo intercambiabile e del salario sociale, previsione
dei minimi previdenziali, recupero dl fiscal drag e introduzione della scala
mobile. Questi gli obbiettivi primari della proposta sulla fissazione per la
legge della soglia salariare minima che viene assunta nel testo sulla misura di
7,5 euro per ora di lavoro (per un totale di 1300 euro mensili). Gli obiettivi
connessi riguardano il salario sociale (in particolare la copertura dei periodi
di disoccupazione), gli adeguamenti previdenziali, il recupero del fiscal drag
e la scala mobile (oggetto quest'ultima di una analoga proposta presentata
nelle precedente legislatura). «L'aspetto controverso, quello riguardante la
copertura della spesa, dovrebbe indurre a riflettere sulle modalità di
copertura pubblica di interessi privati da anni fuori controllo (banche, grandi
imprese, compagnie aeree, grandi opere, centrali nucleari ecc.), emersi in modo
aperto nell'accelerazione della crisi finanziaria
mondiale - ha dichiarato Gian Luigi Deiana (Sinistra Critica) nel corso di un
conferenza stampa nel locale la Grotta dei poeti, un angolo suggestivo nel
cuore della città -. è a tutti chiaro chi abbia pagato negli anni passati il
prezzo dei super profitti e su chi oggi si stia scaricando la crisi. A tutti forse, meno che al parlamento della Repubblica.
Questa proposta di legge popolare costituisce in realtà il primo vero
intervento di sinistra di questa legislatura: un risultato ottenuto in un
contesto istituzionale blindato (data l'assenza di una sinistra parlamentare)
ed in un contesto sociale sempre più grave (data la dissoluzione degli
strumenti mini di tutela del lavoro, degli stati di disoccupazione e delle
pensioni). In Sardegna sono state raccolte 3mila firme, 400 delle quali nella
città di Nuoro. In questo modo - ha aggiunto Deiana - stiamo cercando di
entrare dentrio i lavori parlamentari con la speranza che finalmente anche in
un paese civile coma l'Italia si possa stabilire la soglia minima tollerabile
salariale che abbiamo indicato nella misura di 7,50 euro a ora». Quindi sì al
fiscal drag, alla scala mobile e a tutti quegli strumenti che possano tutelare
la dignità umana. «Il reddito di cittadinanza è un diritto soggettivo in quanto
l'essere cittadini - ha aggiunto Anna Paola Corimbi (Movimento lavoratori
precari sardi). Siamo gli unici in Europa a non avere riconosciuto questo
diritto. In Gran Bretagna vengono assicurati mensilmente 300 euro più
l'alloggio e le spese telefoniche. Il reddito è riconosciuto al soggetto. Noi
giovani in Italia - ha continuato Corimbi - abbiamo un unico ammortizzatore
sociale che si chiama famiglia. Arrivati a una certa età è umiliante dipende
esclusivamente dai genitori perciò chiediamo un reddito minimo che possa darci
un aiuto per avere una maggiore forza contrattuale». Antonio Pirisi
(consigliere comunale di Prc) ha espresso un concetto significativo sul fatto
che per anni il mercato era la cura a ogni problema ora, in questo periodo di crisi il mercato è il malato da curare». In chiusura
Franceschino Nieddu (Collettivo comunista marxista-leninista) ha aggiunto che
ormai la parola salari e ammortizzatori sociali non fanno più parte del
vocabolario della Sinistra al Governo. Ma questo non deve comunque far perdere
la speranza. Sabato si è annunciata una conferenza sull'occupazione e carenza
del lavoro che vedrà le diverse parti a confronto.
( da "Repubblica, La" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina
IX - Genova PORTO, FIERA, TEATRO PER RIPARTIRE COPIATE OBAMA LUIGI GIA LA FORZA
con la quale il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha spinto la
Chrysler a ricercare un accordo con l´italiana Fiat, merita un´attenzione che va al di là dei ragionamenti sulla crisi dell´auto
e dei dibattiti sul protezionismo. Il capo supremo della più forte economia del mondo, dove
insiste la più grande potenza dell´industria automobilistica, non ha avuto
dubbi nello scegliere un´azienda italiana. Un messaggio forte al mercato: non
esistono più barriere o steccati, preconcetti o presunzioni. Le
soluzioni si vanno a cercare là dove ci sono i migliori, quelli che offrono più
garanzie, al di là di ogni pressione interna. Passando dalle grandi scelte
mondiali a quelle più piccole cose di casa nostra, forse qualcuno dovrebbe
iniziare a riflettere e ad agire conseguentemente. Prendiamo tre dei punti
cronici di crisi a Genova: il porto, la Fiera e il Carlo Felice. Da anni non si
vedono miglioramenti sostanziali, mentre nel mondo intorno a noi si registrano
casi di eccellenza, di crescita significativa, di vere e proprie rivoluzioni
culturali. In porto si dibatte e si lotta ancora per risolvere i problemi della
Culmv e dei terminalisti; la Fiera è appesa al sottile filo del Nautico; il
Carlo Felice, da tempo, è un teatro virtualmente chiuso (e costoso). E nessuno,
in questi anni, è riuscito a imprimere una svolta significativa. Non che non ci
sia provato e che non ci si provi: il problema è che non ci riesce. E allora,
sulla scia della strada indicata da Obama, si potrebbe giocare la carta finale:
la vendita o l´affitto di quei rami d´azienda genovese a chi, nel mondo,
qualche successo bene o male lo ha già raccolto. Tanto per non far nomi: il
porto a Rotterdam, la Fiera a Francoforte, il Carlo Felice a San Pietroburgo,
confermando così, una volta per tutte, che Genova è una cosa troppo importante
per lasciarla gestire ai genovesi. l.giarepubblica.it
( da "Repubblica, La" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina X
- Genova Finmeccanica lancia Genova ma il "civile" è un´incognita Sts
ed Energia fanno i conti con le necessità finanziarie del gruppo MASSIMO
MINELLA (segue dalla prima di economia) Tutto sta a capire quanto, al di là
degli ordini, Finmeccanica deciderà di fare nel settore civile. Cioè quali
strategie vorrà scegliere per garantirsi un futuro stabile nel panorama
industriale mondiale. E qui il ruolo di Genova potrà essere centrale, in un
modo o nell´altro, a seconda delle decisioni che verranno prese. La crisi
finanziaria impone anche a Finmeccanica di
studiare le contromosse più adeguate. Ma quali? Il gruppo starebbe valutando di
avviare una politica di dismissioni nel settore civile entro l´anno per
ottenere fino a un miliardo di euro, senza però rinunciare agli investimenti.
"Digerire" operazioni che hanno riguardato AgustaWestland, Bae System
e Drs non è stato per niente facile, come hanno recentemente spiegato Pier
Francesco Guarguaglini e Alessandro Pansa, il primo presidente e amministratore
delegato e il secondo condirettore generale e direttore finanziario della
holding, agli analisti riuniti a Londra. Ancora ferma la quotazione in Borsa
dell´Ansaldo Energia, il gruppo potrebbe decidere di lanciare Ansaldo Sts verso
nuove acquisizioni. Poi c´è la partita Ansaldo. La società Nucleare potrebbe
partecipare con Ansaldo Energia a interventi che il governo italiano dovesse
decidere. Per un gruppo che stima ricavi fra 17,4 e 18,6 miliardi di euro nel
2010 e una crescita degli ordini nel
( da "Repubblica, La" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pagina
28 - Economia Fed, altri prestiti dalla Bce e dalle banche centrali Fmi: i
paesi in crisi dell´Est europeo aderiscano all´euro per salvarsi Per il
finanziere Soros "il sistema bancario Usa nel suo insieme è
insolvente" VITTORIA PULEDDA MILANO - Le banche centrali mettono fieno in
cascina della Fed, per consentirle di agire «in caso di necessità» con la
massima sollecitudine. Ieri, la Banca d´Inghilterra, la Banca del Giappone, la
Banca centrale Svizzera e la Bce hanno concluso con la Fed un accordo che
garantisce linee di credito swap a favore della banca centrale Usa, nelle
rispettive valute nazionali. La Fed potrà «rifornire le istituzioni finanziarie americane in valuta estera», come si legge in un
comunicato congiunto delle Banche centrali, per 80 miliardi di euro, 10 mila
miliardi di yen, 40 miliardi di franchi svizzeri e 30 miliardi di sterline. Le
quattro banche centrali che hanno raggiunto l´accordo attuale, che scadrà il 30
ottobre prossimo, hanno a loro volta una linea di credito swap illimitata
presso la Fed per il rifinanziamento dei rispettivi mercati in
dollari. Le banche centrali, ha sottolineato la Fed, «continuano a lavorare
assieme e sono pronte a prendere le misure più appropriate per garantire
stabilità sui mercati
finanziari». Dal canto suo, il governo Usa è
pronto a prendere in considerazione la rimozione di alcuni componenti dei cda
delle banche come condizione per fornire agli stessi istituti di credito un
sostegno «eccezionale» in futuro, ha dichiarato il segretario al Tesoro
Timothy Geithner. Anche perché il momento resta di massima allerta: la
recessione attuale, ha ricordato il governatore della Fed Kevin Warsh, è la
peggiore dal 1945; ragione in più, perché le autorità forniscano ai mercati maggiore chiarezza, per bloccare «il panico che
provoca l´attuale crisi», ha aggiunto Warsh, ricordando ad esempio il tasso di
disoccupazione che negli Usa ha raggiunto l´8,5% e non è detto che non peggiori
ancora. L´economia Usa subirà un «rallentamento prolungato» e non si riprenderà
quest´anno, mentre «il sistema bancario nel suo insieme è di fatto insolvente»,
ha rincarato la dose il finanziare George Soros in un´intervista; per quanto
riguarda l´euro, ha aggiunto, è stato «un enorme vantaggio» per i paesi che lo
utilizzano. Secondo il Fondo monetario - scrive il Financial Times citando un
documento di un mese fa - i paesi dell´Est europeo scossi dalla crisi
dovrebbero adottare l´euro anche senza essere ancora giunti ad una piena
adesione all´eurozona; anzi, riporta ancora il giornale, la stessa Europa
dovrebbe allentare i parametri previsti per l´ingresso di nuovi membri nel club
dei paesi dell´euro. La ricetta è contenuta in un documento messo a punto circa
un mese fa da Fmi, Banca mondiale e Bers. La Commissione Ue, però, ha
sottolineato che si tratta di un documento interno e datato, ed ha ricordato
come la Bce abbia più volte ribadito che il Trattato costitutivo e i criteri di
adesione all´eurozona non possono essere aggirati. Del resto, anche in paesi
più robusti dal punto di vista finanziario il momento
non è semplice: secondo il fondatore dell´hedge fund inglese BlueCrest, la Gran
Bretagna non ha alternative a stampare moneta per finanziare la spesa pubblica:
«E´ l´unica opzione rimasta», ha detto.
( da "Italia Oggi" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
ItaliaOggi
sezione: economia e porti data: 07/04/2009 - pag: 10 autore: di Valentina
Pogliani contributi congelati Cantieri navali, appello al governo I cantieri
navali soffrono a tutte le latitudini, specialmente in Cina e Corea del Sud,
dove i fallimenti sono ormai all'ordine del giorno. Ma anche in Italia non le
passano bene. Per questo motivo l'Ancanap (Associazione nazionale cantieri
navali privati), a conclusione della propria prima assemblea del
( da "Milano Finanza (MF)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
MF
sezione: denaro & politica data: 07/04/2009 - pag: 6 autore: di Angelo De
Mattia Attenti a demonizzare il merito. Ma nel pubblico ci vuole più
trasparenza C'è stato un tempo in cui criticare il sistema delle stock option
era considerata una posizione arcaica e ancor più vetero era ritenuto il
preoccuparsi dei danni che un tale sistema avrebbe potuto provocare alla sana e
prudente gestione delle banche. Si trattava, comunque, delle stesse critiche
che venivano rivolte a chi contestava la proliferazione dei bonus in generale e
l'affermazione di una sorta di yuppismo selettivo di alto bordo. La crisi
finanziaria ha denudato il re: si è potuto
constatare che una delle spinte alle politiche che hanno concorso alla sua
diffusione è venuta proprio da sistemi di remunerazione innanzitutto dei
manager, ma anche di categorie di dipendenti, incentivati a conseguire profitti
di breve termine senza guardare ai rischi di lungo periodo ad essi associati,
come ha detto a La Tribune Mario Draghi nella veste di presidente del Financial
stability board, l'organismo che ha messo a punto un'analisi in materia ed ha
formulato una serie di proposte. Insomma, nel campo finanziario non c'è un
problema soltanto di giustizia commutativa e distributiva, di scala delle
capacità e dei connessi meriti da valutare. Vi è anche un problema di impatto
sulle strategie e sull'operatività aziendale ad opera di scelte retributive che
rientrano negli stessi poteri decisionali di coloro che determinano le
strategie, le quali non di rado sono influenzate da quelle scelte o risultano
ad esse asservite. Quindi, una regolamentazione che leghi i compensi a una
gestione prudente dei rischi da considerare in una prospettiva di lungo termine
è una vera e propria direttiva di vigilanza, avendo appunto di mira
l'osservanza puntuale del criterio della sana e prudente gestione. Potrebbe
anche diventare, con riferimento a talune particolari forme di remunerazione
(le indicate stock option, per esempio), norma di legge. Oppure si potrebbe,
per casi speciali, attivare ulteriormente la leva fiscale. Fondamentale sarebbe
anche il presupposto dell'assoluta trasparenza dei trattamenti. Quella
trasparenza che, se ritenuta dunque essenziale per un comparto sostanzialmente
privatistico, a fortiori dovrebbe esserlo nei settori a rilievo pubblicistico.
Requisito primario dovrebbero essere la completezza, l'onnicomprensività
dell'informazione, che non appaiono soddisfatte dalla ostensione dei
trattamenti dei manager pubblici (spesso titolari di più di una funzione, non
tutte considerate nella pubblicità) promossa ieri dal competente ministero.Il
panorama delle retribuzioni smisurate emerso a livello internazionale nel
comparto finanziario, l'incapacità degli esponenti di vertice di darne la
benché minima giustificazione, quando chiamati a rispondere nel corso di
audizioni parlamentari, le forti reazioni dei cittadini e le manifestazioni
promosse (a volte violente, dunque, in quanto tali da respingere) segnalano che
un'era si è chiusa. Ma non certo si è chiusa la pagina del merito, della
valorizzazione di una corretta meritocrazia non solo tecnica ma propria di chi
sia capace di sensibilità e di compenetrazione negli interessi generali. Per
converso, non si è aperta la fase del dirigismo retributivo, della fissazione
ex auctoritate dei trattamenti economici, del livellamento delle diversità
professionali e culturali. Eliminare la dannosità non significa elargire a
tutti il «6 politico», spegnendo così la spinta competitiva e comunque a far
meglio non solo tra manager (e tra dipendenti) ma anche, ovviamente, tra
banche.Quando, verso la fine degli anni 70, fu soppressa la scala mobile
anomala esistente in particolari settori (credito, Banca centrale, eccetera),
non ne discesero conseguenze disastrose; all'opposto, fu il punto di partenza
per poter più adeguatamente articolare la struttura retributiva in rapporto ai
meriti e ai contributi dei singoli lavoratori. Si farebbe un torto enorme alla
linea che finora ha giustamente stigmatizzato i trattamenti esorbitanti dei
manager se si ritenesse di trovare la soluzione di questo problema sociale
attraverso l'appiattimento delle remunerazioni. La selettività è ben possibile
nel contesto di una diversa scala retributiva. Gioveranno anche i metodi e gli
organi decisionali che si introdurranno in modo generalizzato, quale la
previsione di comitati per le remunerazioni, per affermare procedure
dialettiche e di trasparenza di cui beneficerà la fissazione degli emonumenti.
L'intervento del legislatore potrebbe divenire però ineluttabile se il sistema
non si uniformasse alle direttive impartite. Da tempo la Banca d'Italia ha
dettato istruzioni al riguardo, non a caso connesse alle disposizioni sulla
governance che decolleranno a luglio. Anche a livello internazionale ci si sta
muovendo con decisione. Se si continuerà su questa strada, si potrà dire che
mai sarà stato promosso un così vasto processo di razionalizzazione e, per
taluni versi, di moralizzazione. È stata necessaria la crisi
per farlo: ex malo bonum.
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
24 ORE
MILANO pag. 12 Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a
causa della crisi
finanziaria. L'1,7 per cento teme ... GIRO
PER LA CITTÀ Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme di dover ricorrere in futuro a prestiti
personali a tassi superiori rispetto alla banca. E se il 61,3 non lo
farà mai, c'è un
( da "Manifesto, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
A
sinistra in Europa, dopo la visita di Obama Ida Dominijanni Siglati gli accordi
sulle misure contro la crisi, sulla Nato e sull'Afghanistan, messo sul tavolo
il contrasto fra l'amministrazione americana e la coppia Sarkozy- Merkel
sull'ingresso della Turchia nella Ue, del primo viaggio di Barack Obama in
Europa si continuerà a discutere a lungo quanto al profilo dell'Europa che ne
viene fuori e ai rapporti fra Europa e Stati uniti, nella doppia cornice della
strategia del dialogo con il mondo musulmano inuagurata dal presidente
americano e dell'evidente spostamento sul Pacifico dell'asse geopolitico ed
economico globale. La valutazione dello stato di salute della eternamente a-
venire Unione europea è evidentemente complicata, oltre che dalla crisi, dalla clamorosa
virata impressa da Obama alla politica americana rispetto agli anni di Bush,
che il viaggio in Europa ha ribadito, sia sul fronte della politica economica
sia sul fronte della politica estera. Finita la religione del mercato e sepolto
il programma dello «scontro di civiltà», anche il discorso europeo (e la
retorica europeista) devono trovare nuovi argomenti: i confini fra modello
sociale europeo e modello individual-liberista americano si fanno meno netti e
si prestano meno di prima a essere usati ideologicamente da una parte e
dall'altra, oltre che di americanizzazione della politica europea bisognerà
magari cominciare a parlare di una certa europeizzazione della politica
americana, l'antiamericanismo che negli ultimi decenni abitava il campo della
sinistra tende adesso, come già si vede, a spostarsi (o meglio a tornare, se si
tiene conto del suo andamento nel secolo scorso) nel campo della destra. E il
vecchio continente, se per un verso è destinato a un ruolo minore in un
multipolarismo che fa asse sul Pacifico, per l'altro verso può ritrovare un
ruolo cruciale, in linea con la sua vocazione originaria, come terra di confine
fra civiltà occidentale, mediarientale e asiatica. C'è materia di riflessione
in abbondanza per le sinistre europee, radicali e moderate, che
all'appuntamento con questo tornante politico e storico arrivano quasi tutte
politicamente disastrate e culturalmente disarmate, e all'appuntamento con la
prima crisi economica globale arrivano prive di quella strategia comune su
scala continentale che sarebbe la prima condizione per affrontarla: strette
dunque fra la necessità di «più Europa» e la realtà, nella maggior parte dei
casi, di governi di destra che hanno in mano le leve del controllo pubblico
sull'economia indispensabile per gestire la crisi e i suoi costi sociali. Si
può parlare, in questo quadro poco confortante, di una eccezione spagnola?
L'esperimento Zapatero regge all'impatto con la crisi? Come si posiziona
rispetto alla svolta obamiana? E può funzionare come riserva di idee per quelle
sinistre europee moderate che negli ultimi due decenni si sono fatte
affascinare più dal modello liberista blairiano che da quello
liberal-liberatario spagnolo? Poche ore dopo che a Praga l'incontro di Obama
con Zapatero si apriva con il «Sono contento di poterla chiamare amico» di
Obama e si chiudeva con il «non dobbiamo chiederci che cosa può fare Obama,
dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare per aiutarlo» di Zapatero, mettendo
così fine ai cinque anni di gelo fra il premier spagnolo e George W. Bush, a
Roma un seminario fra il Centro per la riforma dello Stato e il presidente
della Fondazione «Ideas» del Psoe Jesus Caldera (presentato pochi giorni fa sul
«manifesto« da Aldo Garzia) si poneva queste domande, cercando di rilanciare il
confronto con il laboratorio spagnolo fin qui poco praticato dalla sinistra
italiana ai livelli ufficiali. E si capisce perché, ascoltando la piana
ostinazione con cui Caldera, appellandosi alla necessità, per la sinistra
europea, di riscoprire «la coerenza con i propri valori», ribadisce gli
ingredienti fondamentali della ricetta spagnola: diritti, libertà dal dominio
diretto e indiretto, laicità, tolleranza, rispetto delle diversità, equità
sociale sostenuta da azioni positive, keynesismo, redistribuzione. Una ricetta
socialista classica, corretta da forti iniezioni di liberalesimo, che secondo
Caldera resta l'unica base giusta e possibile anche per dare alla crisi una
risposta non «dolorosa», come recita il mantra di tutti gli altri governi
europei, ma improntata a criteri di protezione sociale (e
non di protezionismo economico), e per salvare ciò che va salvato del modello sociale
europeo. Forse non è abbastanza per dare soluzione ai troppi tormenti
d'identità delle altre sinistre europee, ma certo l'esperimento spagnolo è
materia imprescindibile per ripensare il rapporto fra democrazia,
libertà e lavoro che la crisi politica ed economica ci riconsegna aperto.E
forse qualcosa ci dice anche sul tema, oggi tanto sbandierata in Italia da
destra, della leadership carismatica, se Caldera può serenamente rivendicare
«l'influenza politica e morale» di Zapatero e giudicare altrettanto serenamente
che Berlusconi non può rivendicare carisma alcuno, «all'estero è considerato
uno senza vergogna».
( da "Sole 24 Ore, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-07 - pag: 10 autore: Pyongyang. Dopo
il test missilistico L'Onu si spacca sulla risposta alla Corea del Nord Stefano
Carrer TOKYO. Dal nostro inviato I mercati finanziari hanno reagito con indifferenza al lancio del razzo a lunga
gittata con il quale domenica scorsa la Corea del Nord ha dimostrato i
progressi raggiunti nella tecnologia missilisticaa lungo raggio utilizzabile a
fini militari, facendo infuriare i Governi giapponese e sudcoreano: le Borse di
Tokyo e Seul hanno chiuso con rialzi superiori all'1% senza temere le
conseguenze dell'aumento delle tensioni regionali. La comunità internazionale
si è divisa su come reagire alla sfida di Pyongyang: il Consiglio di sicurezza
dell'Onu si è aggiornato in quanto è stato impossibile concordare la formula di
una condanna richiesta dagli Stati Uniti e dai loro alleati, di fronte alle
resistenze di Cina, Russia e altri Paesi non occidentali che ritengono
quantomeno dubbia la supposta violazione di precedenti risoluzioni Onu.
Pyongyang ha affermato che si è trattato del lancio di un satellite a fini pacifici
di comunicazione, anche se, secondo vari riscontri, nessun satellite è stato
messo in orbita, contrariamente a quanto vantato dal regime. L'ultimo stadio
del razzo sarebbe finito nell'Oceano Pacifico dopo un percorso di
( da "Sole 24 Ore, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il
Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-07 - pag: 37 autore:
Mercati. I nuovi protocolli mettono ordine in un settore da 25 mila miliardi di
dollari Riforma Isda nei derivati: contratti standard per Cds Nei casi di
default un comitato indicherà i valori degli asset Mara Monti MILANO Dopo la
cassa compensazione unificata per i Cds arrivano nuove regole per
standardizzarne i contratti. Da questa mattina, infatti, entrano in vigore i nuovi
protocolli dell'Isda (International swap and derivative association), un Big
Bang per i credit default swap che dalla loro nascita nel 1999 non avevano
subito alcuna modifica. La crisi finanziaria
con il crollo delle quotazioni dei derivati di credito legati ai mutui subprime
ha reso necessario l'intervento dell'associazione per regolare un mercato
valutato circa 25 mila miliardi di dollari. Già da domani, dunque, gli
operatori potranno emettere Cds con le nuove procedure introdotte per risolvere
non solo questioni tecniche, ma anche di regolamento, legali e pratiche
come il caso Lehman ha messo in luce. Tom Price della Markit Partners e tra i
componenti della commissione sui protocolli Isda, ha dichiarato all'agenzia Dow
Jones che «le nuove regole avranno un impatto positivo sul mercato. In primo
luogo consentiranno di avere contratti standardizzati e in secondo luogo
ridurranno in modo consistente il valore nozionale del sottostante del Cds». Si
stima che con i nuovi contratti tale valore si ridurrà dagli attuali 25 mila
miliardi di dollari a circa 10 mila miliardi. Il problema dei derivati di
credito è in realtà sul tavolo da anni, ma si è fatto più insistente durante la
crisi dei mutui Usa. I credit default swap (in sigla
Cds) sono strumenti semplicissimi: funzionano infatti come polizze
assicurative. Servono per assicurarsi – pagando un "premio" a una
controparte –contro il default di qualunque emittente obbligazionario. Quando
il default avviene, chi è in possesso di questa polizza può consegnare a chi
gli ha venduto protezione il bond e in cambio ottiene l'intero rimborso. A
operare su questo mercato non sono solo le assicurazioni, ma anche le grandi
banche e i fondi.Un mercato immenso. Così questi strumenti, che fino a 10 anni
fa praticamente non esistevano, hanno spopolato tra gli investitori. Anche
perché da strumenti di copertura dei rischi, sono diventati anche mezzi per
speculare. Sono così nati indici, su cui oggi si concentrano la maggior parte
delle transazioni. E sono nate le cartolarizzazioni "sintetiche" con
cui impacchettare i credit default swap. Tutto questo ha gonfiato il mercato in
modo esponenziale. Se le nuove regole saranno sufficienti a rimettere in moto
il mercato lo si saprà nelle prossime settimane. Intanto, quello che lo Isda si
è proposto è in primo luogo di creare un contratto che renda il valore del Cds
sempre rilevabile in caso di default della società qualunque sia la
giurisdizione dell'emittente. Nel caso di Lehman, ad esempio, essendo la banca
presente in molti Paesi con diverse giurisdizioni, ciò ha creato molti problemi
quando si è trattato di valutarne gli asset. L'Isda nei suoi protocolli prevede
l'istituzione di una "Credit Derivatives Determinations Committees",
formato dai rappresentanti dei dealers, un comitato presente in ciascuna area
dall'America, all'Asia, Giappone, Australia ed Europa. Il suo compito sarà nel
caso di un default event di definire il valore degli asset della società
fallita (ma anche nei casi di ristrutturazione e moratoria) da utilizzare nella
definizione del prezzo dei Cds e dei Cdo e in generale dei derivati di credito
legati alla società. Una soluzione adottata per evitare che in futuro si creino
problemi di valutazione dei derivati, costringendo le banche e le società a
pesanti svalutazioni di bilancio. © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-07 - pag: 24 autore: Intesa:
siamo a Mosca dal 1973 e ci resteremo Morya Longo MOSCA. Dal nostro inviato
Intesa Sanpaolo ieri ha annunciato la firma di due contratti di finanziamento
da 80 milioni di euro a favore della Safwood spa, azienda leader nel settore
del legno e presente in Russia dal 1991. Basta questa notizia, arrivata in
contemporanea con la missione di Confindustria, per capirlo: se il made in
Italy ha macinato sempre più affari in Russia negli ultimi 10 anni, e continua
a farlo nonostante la crisi finanziaria, è anche
grazie alle banche. «Abbiamo in Russia una posizione forte – afferma Gaetano
Micciché, responsabile divisione corporate e investment banking di Intesa
Sanpaolo, presente ieri a Mosca –. Non siamo qui di passaggio
».Insomma:l'istituto milanese assicura il suo appoggio alle imprese che
vogliono puntare sulla Russia. Pochi dati,raccolti in un rapporto dell'Ufficio
studi di Intesa Sanpaolo, fanno capire il motivo. Innanzitutto l'Italia è uno
dei principali partner commerciali del Paese, con scambi che nel 2008 hanno
raggiunto i 27 miliardi di euro. Le esportazioni dalla Penisola tra il 2000 e
il 2007 sono triplicate, passando dall'1,5% al 4,5% del totale. «Per alcuni
distretti industriali – spiega Gregorio De Felice, capo economista di Intesa
Sanpaolo –la Russia rappresenta addirittura il 30% degli sbocchi commerciali».
Ma la crisi finanziaria ha cambiato tutto. L'economia,
che negli ultimi 10 anni è cresciuta mediamente del 7% l'anno, quest'anno
dovrebbe frenare del 2% (o più). E di conseguenza le importazioni dall'Italia
sono in calo del 38%. Ma Intesa non si tira indietro: «Siamo qui dal 1973,
quando l'allora Comit aprì un ufficio di rappresentanza », ricorda Antonio
Fallico, presidente di Kmb Bank e Zao Banca Intesa. «E resteremo » ribadisce
Micciché. In effetti, nonostante la crisi,l'esposizione
di Intesa Sanpaolo nella zona non è eccessiva: nei Paesi dell'Est il gruppo ha
il 7,1% degli impieghi (circa 28 miliardi) e in Russia ha appena lo 0,3%. La crisi dell'Est,quindi,non impensierisce più di tanto il
vertice del gruppo. Intesa però rivendica il suo ruolo non solo in Russia, ma
soprattutto in Italia. «Nel 2008 abbiamo aumentato gli impieghi del 5% e
addirittura del 19% nel settore corporate – osserva Micciché –. Ma ora le
imprese devono fare la loro parte, per esempio aprendo il proprio capitale.
Questo è il momento giusto per fusioni e joint venture». Insomma: è il momento
di investire. In Italia, in Russia, nel mondo. morya.longo@ilsole24ore.com ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere del Veneto"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
ECONOMIA
07-04-2009 CRISI CONFERENZA Informazione economica: la ricetta di Zamboni Rino
Tamani II «I numeri della recessione, piuttosto pesanti, inducono al
pessimismo, ma una serie di fattori che riscontriamo nel paese, a partire dal
capitale sociale, ovvero la capacità di reagire degli italiani,
l'imprenditorialità, i valori del territorio e delle famiglie, ci portano ad
essere, invece ottimisti ». Elia Zamboni, vicedirettore del quotidiano «Il sole
24 Ore», direttore di Radio 24 e della versione on-line del giornale, su invito
del presidente del Rotary Club di Casalmaggiore- Oglio Po, Giuseppe Torchio ha
tenuto una conferenza a Casalmaggiore, insieme ai soci e
agli ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno
scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi giornalisti, ha detto
Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di fiducia,
un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante nello
stabilire la capacità di un paese di riprendersi. Può essere che ci sia
stato qualche abuso nel drammatizzare, ma l'informazione non può nascondere, deve
raccontare correttamente i fatti e contribuire a comprendere le cause, il
contesto e le possibili conseguenze. Il giornale ha anche un ruolo sociale nel
far sì che un'opinione pubblica aiuti la politica a costruire la gerarchia
degli interventi». Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di
riproduzione delle notizie senza autorizzazione.
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere
della Sera sezione: Economia data: 07/04/2009 - pag: 31 La Banca centrale
europea accelera sul programma di prestiti alla Fed Il Fmi: paracadute euro per
salvare i Paesi dell'Est Il no Bce: i requisiti per la moneta unica non si
toccano Bini Smaghi: possibili interventi sul mercato dei cambi MILANO Usare
l'euro come paracadute per evitare il collasso dei Paesi del centro e dell'est Europa più esposti alla crisi finanziaria
mondiale. La proposta è contenuta in un rapporto confidenziale, rivelato ieri
dal Financial Times, che è stato preparato circa un mese fa dal Fondo monetario
internazionale con l'obiettivo di servire da base per un piano d'azione
concordato con la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo
Sviluppo (Bers). Ma il piano per «euroizzare» le economie dei paesi
dell'Est più a rischio (così lo hanno definito esponenti dello stesso Fmi) si è
per ora scontrato con la netta opposizione sia della Banca centrale europea sia
di diverse nazionali dell'Unione, sia all'interno (in primo luogo la Germania)
sia all'esterno della zona euro. E non è difficile capire il perché. Il piano
prevede che sia concesso ai paesi in difficoltà din adottare subito l'euro al
posto della propria moneta, tanto da diventare «quasi» membri dell'euro pur
senza entrare a pieno titolo nell'euro-zona composta dalle 16 nazioni che
attualmente utilizzano la valuta comunitaria. Di contro, visto che non ne hanno
i requisiti, dovrebbero essere «allentati» i criteri per aderire alla divisa
unica. «I requisiti per l'euro sono quelli sanciti dal Trattato e non possono
essere cambiati», ha ribadito ieri la Bce. Il documento dell'Fmi parte dalla
convinzione che le economie emergenti del continente rischino il collasso se non
si metterà subito mano a un piano di salvataggio «complessivo», e che il loro
crollo produca inevitabilmente effetti gravi sulle stesse economie della zona
euro. In particolare, il Fondo indica i casi di Lettonia e Ucraina (che hanno
già fatti ricorso a crediti d'emergenza dell'Fmi), dell'Ungheria, della Romania
(prossima a chiedere l'intervento del Fondo) ma anche di nazioni come la
Polonia, la cui situazione finanziaria sta
deteriorandosi rapidamente. Con il prosciugarsi del credito, i buchi legati ai
titoli tossici che sono nei portafogli di molte banche locali (spesso filiali
di banche dell'Europa occidentale), la perdita di valore delle monete locali e
la gelata dell'intera economia, gli «emergenti » d'Europa si trovano con 413
miliardi di dollari di debito estero in scadenza nel 2009 e con la necessità di
finanziare anche 84 miliardi di dollari di deficit delle partite correnti.
Tutto questo senza disporre delle risorse sufficienti, e con un'erosione delle
loro valute che non fa che ampliare la voragine. Anzi, con tutta probabilità
Ucraina, Lettonia non riusciranno neppure ad applicare le ricette economiche
anti-crisi dettate dal Fondo monetario come condizione
per concedere credito. Il rapporto dell'Fmi stima che l'Europa centro-orientale
(compresa la Turchia) si troverà quest'anno con un «gap finanziario» di 123
miliardi di dollari e 63 miliardi il prossimo. Quel che è certo è che il
documento del Fondo s'inserisce in una fase di revisione degli equilibri
dollaro-centrici fissati a Bretton Wood 55 anni fa. Lo stesso G20 di Londra ha
segnato un passo decisivo in questi senso, con un'attribuzione al Fondo di
nuove risorse (oltre mille miliardi di dollari) per alimentare la disponibilità
di «diritti speciali di prelievo », cioè la «moneta» dell'Fmi composta da un
paniere che oltre alla valuta Usa comprende euro, sterlina e yen. Proprio nella
direzione di una «divisa globale», del resto, punta apertamente la Cina. Ad
alimentare il confronto contribuisce ovviamente la crisi
attuale. Ieri Lorenzo Bini Smaghi, esponente del board della Bce, ha ammesso la
situazione di instabilità sul mercato dei cambi, legata in parte anche alla
necessità di finanziarsi in dollari che hanno gli Usa. Il che ha portato molte
istituzioni a convertire euro in valuta americana attraverso swap in divisa
estera. Bini Smaghi è arrivato a prefigurare un intervento diretto della Bce
sul mercato dei cambi. E sulla crisi è tornato ieri a
parlare anche il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, presidente del
Financial Stability Board, che una volta di più ha sottolineato l'esigenza che
le banche tornino a erogare credito. Giancarlo Radice
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data:
07/04/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari L'Argentina frena
Telecom Dominata dalla volatilità la prima seduta della nuova settimana: dopo
un avvio positivo, gli indici hanno cambiato repentinamente direzione per poi
recuperare in parte. Alla fine l'S&P-Mib ha ceduto l'1,24% e il Mibtel lo
0,99%. Negativo anche il bilancio del mese di marzo, secondo Assogestioni, della
raccolta complessiva di fondi che ha segnato un deflusso di 5,1 miliardi di
euro. Sceso anche il patrimonio gestito, che ora ammonta a 386 miliardi. Per
quanto riguarda il paniere dei 40 titoli più capitalizzati, la migliore
performance è stata quella di Pirelli, il cui prezzo di riferimento è cresciuto
del 4,64%. Diverse le ragioni: dai giudizi positivi da parte di numerosi broker
al crollo del prezzo del caucciù, materia prima per la produzione della gomma.
Gli altri principali rialzi della giornata hanno riguardato Luxottica (+2,34%
aiutata anche dalla debolezza dell'euro), Impregilo (+2,23%) e Lottomatica
(+2,11%). Fuori dall'S&P-Mib, Fmr Art'è è balzata del 16,22% dopo
l'annuncio del delisting, con il prezzo che si è allineato a quello dell'offerta,
mentre Eurotech è salita dell'11,9% sulla notizia di un maxi-ordine
dall'estero. Sul fronte dei ribassi, maglia nera per Ansaldo Sts (-7,08%),
colpita dalle vendite di beneficio dopo i progressi delle ultime settimane.
Brusca frenata, fra i bancari, per Ubi Banca (-5,8%), mentre Intesa- Sanpaolo,
dopo i dati negativi sulla raccolta dei fondi, ha perso il 2,31%. A sua volta
Telecom Italia ha ceduto il 4,01% a causa della decisione dell'Antitrust di
congelare i voti nel consiglio della controllata Telecom Argentina. Fondi in
rosso Secondo Assogestioni in marzo il deflusso di 5,1 miliardi nella raccolta
dei fondi
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data:
07/04/2009 - pag: 37 Il caso a Milano Effetto delisting, vola Fmr Art'è
(g.fer.) Un'Opa volontaria sulla totalità delle azioni quotate ha fatto
scattare ieri a Piazza Affari il titolo di Fmr Art'è, che ha chiuso a 4,9975
euro, con un balzo del 16,22%. A lanciare l'offerta è Codex, società
posseduta interamente da Marilena Ferrari, Fabio Lazzari e Davide Bolognesi,
soci di riferimento della stessa Fmr Art'è. L'operazione, spiega una nota, è
finalizzata al delisting delle azioni dal listino di Borsa. Il prezzo proposto
è pari a 5 euro per azione ed esprime un premio pari a circa il 25,80% rispetto
al prezzo ufficiale di Borsa alla data del 3 aprile
( da "Corriere della Sera"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data:
07/04/2009 - pag: 37 Il caso a Francoforte Aumento di capitale. E Première cade
(m.d.f.) I titoli della pay-tv tedesca Première, controllata finora al 29% da
Rupert Murdoch, sono arrivati a perdere ieri fino al 9,4%, per poi terminare,
alla Borsa di Francoforte, a quota 2,07 euro, il 5,91% in meno
rispetto a venerdì scorso. Consistenti i volumi scambiati: sono passate di mano
1,4 milioni di azioni, contro una media di 452 mila negli ultimi tre mesi. La
ragione del calo (in una seduta che ha registrato una flessione dello 0,8%
dell'indice Dax) è l'annuncio della seconda tranche dell'aumento di capitale da
400 milioni di euro. Non è chiaro se Fininvest (che detiene il 3,1%) vi
parteciperà. Mark Williams ceo di Première
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
ECONOMIA
07-04-2009 CRISI CONFERENZA Informazione economica: la ricetta di Zamboni Rino
Tamani II «I numeri della recessione, piuttosto pesanti, inducono al
pessimismo, ma una serie di fattori che riscontriamo nel paese, a partire dal
capitale sociale, ovvero la capacità di reagire degli italiani,
l'imprenditorialità, i valori del territorio e delle famiglie, ci portano ad
essere, invece ottimisti ». Elia Zamboni, vicedirettore del quotidiano «Il sole
24 Ore», direttore di Radio 24 e della versione on-line del giornale, su invito
del presidente del Rotary Club di Casalmaggiore- Oglio Po, Giuseppe Torchio ha
tenuto una conferenza a Casalmaggiore, insieme ai soci e
agli ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno
scenario di crisi
finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a
noi giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è
soprattutto di fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che
è importante nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi. Può
essere che ci sia stato qualche abuso nel drammatizzare, ma l'informazione non
può nascondere, deve raccontare correttamente i fatti e contribuire a
comprendere le cause, il contesto e le possibili conseguenze. Il giornale ha
anche un ruolo sociale nel far sì che un'opinione pubblica aiuti la politica a
costruire la gerarchia degli interventi».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
La
polemica / 1 «Pdl, ma quale rivoluzione liberale!» Nei titoli dedicati in
questi giorni al congresso fondativo del Popolo della libertà è stata
ripetutamente richiamata la cosiddetta «rivoluzione liberale» --> Martedì 07
Aprile 2009 NECROLOGIE, pagina 22 e-mail print La polemica / 1 «Pdl, ma quale
rivoluzione liberale!» Nei titoli dedicati in questi giorni al congresso
fondativo del Popolo della libertà è stata ripetutamente richiamata la
cosiddetta «rivoluzione liberale». Anche in molti interventi congressuali è
echeggiato l'aggettivo «liberale», spesso abbinato a sproposito ad altre parole
chiave come cristiano, popolare, valori tradizionali etc. Tutto ciò crea
confusione e richiede alcuni chiarimenti, se non altro per salvare e riscattare
il buon nome del liberalismo politico, che non può certo esser assimilato al
blocco conservatore e clericale messo in piedi dal demiurgo Berlusconi. Sebbene
il metodo liberale sia polisemico e spesso venga evocato per definire più un
sistema di valori costituzionali, che un pensiero politico specifico, il
liberalismo politico organizzato nella sua storia assume contorni che, per
quanto variegati, lo hanno sempre distinto dai partiti conservatori. Non a
caso, infatti, nel Parlamento europeo, proprio in posizione intermedia tra il
Ppe (conservatori) e il Pse (socialisti), troviamo un terzo gruppo, con ben 100
deputati, l'Eldr (partito liberale europeo), oggi federato con alcuni gruppi
democratici centristi nell'Alde. Il partito dei liberali, democratici e
riformatori europeo nacque verso la metà degli anni '70, riunendo i principali
partiti d'ispirazione liberaldemocratica e radicale di tutta Europa e vide per
l'Italia tra i suoi fondatori Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi, rispettivamente
leader del Pri e del Pli. Tra le caratteristiche peculiari di questo soggetto
politico, generalmente collocato al centro dello schieramento, possiamo
annoverare una netta propensione per l'economia di mercato in tutte le sue
gradazioni (si va dal liberalismo classico dell'Fdp tedesca, al
socialiberalismo degli olandesi di Democrazia 66), una particolare attenzione
alle tematiche riguardanti i diritti civili e la laicità delle Istituzioni, un
forte sentimento europeista, che ne ha rappresentato il carattere più
peculiare, rispetto agli altri gruppi, che di fatti ancor oggi presentano
storiche divisioni su questo tema centrale (i gollisti francesi, verso i
cristiano democratici tedeschi). Nelle coalizioni di governo di molti stati
europei (in gran parte proporzionalisti) i liberali hanno collaborato
alternativamente in formule di centrodestra come di centrosinistra, scegliendo
in base alla situazione specifica, ma mantenendo sempre visibile il proprio
profilo e la difesa dei propri principi. In Germania ad esempio hanno governato
con la sinistra nei governi Brandt e Schimitd, alleandosi poi con Khol, per poi
passare all'opposizione dell'attuale grosse koalition. Mentre nel Regno Unito,
dove il sistema maggioritario ne ha sempre falcidiato la presenza parlamentare,
i liberaldemocratici sono stati all'opposizione di Margaret Thatcher,
contrastandone l'antieuropeismo e le politiche di smantellamento del welfare
(inventato dal liberale Lord Beveridge), così come si sono battuti contro la
guerra in Iraq al tempo di Blair. Tutto questo per dire che se la Pdl fosse un
partito liberale, come pretendono molti suoi esponenti non andrebbe certo a
collocarsi nel Partito popolare europeo, che si qualifica per valori di
riferimento assai diversi, a partire dal preteso riconoscimento in sede
costituzionale delle cosiddette radici cristiane dell'Europa. Questa differenze
tra liberali e conservatori sono del resto certificate dalle molteplici votazioni
al Parlamento europeo, sulle molte questioni questioni, da quelle eticamente
sensibili, alla libertà di ricerca scientifica, ai diritti umani e di
cittadinanza, piuttosto che sulle direttive comunitarie in materia di
concorrenza o immigrazione, dove i due gruppi si sono trovati agli antipodi. A
riprova di ciò voglio ricordare un piccolo, ma significativo episodio: nel
1989, bicentenario della Rivoluzione francese, l'Internazionale liberale
celebrò il suo congresso a Parigi, in concomitanza col compleanno del suo
presidente Giovanni Malagodi, che venne ricevuto per l'occasione dal sindaco di
Parigi Jacques Chirac. Quando questi gli si rivolse dicendo «in fondo siamo
tutti liberali» si vide subito corretto dall'interlocutore che gli rispose:
«Fra noi liberali e voi conservatori possono esserci anche cose in comune, ma
siamo cosa diversa». Ma se questa è la situazione sul piano delle
organizzazioni politiche restano anche ragioni di principio che rendono
incompatibile il liberalismo con il Pdl e, dal mio punto di vista, ce ne sono
due essenziali, in particolare: 1) l'idea liberale può essere anche definita
come la teoria del potere limitato e quindi nutre per sua natura una speciale
avversione verso tutte le forme di dispotismo (anche delle maggioranze) e di
monopolio. Come può trovare spazio in un partito fondato sulla leadership
personale di un monopolista televisivo, che concentra su di se un così
rilevante potere mediatico, politico ed economico? 2) L'idea liberale si basa
sulla laicità dello Stato, garantita dal relativismo etico e quindi dalla
neutralità dello Stato rispetto alle opzioni individuali. Questa, che altro non
è che un impostazione laicista, come può conciliarsi con quelle oziose
distinzioni tra laicità e laicismo, che poi giustificano la trasposizione di
precetti religiosi nelle leggi dello Stato (testamento biologico, procreazione
assistita, legami civili)? E infine, sul piano più generale, quali sono stati
in questi quindici anni i risultati del centrodestra in termini di
modernizzazione economica e sociale? Ha promosso politiche di liberalizzazione,
atte a smantellare le corporazioni, a tutelare gli interessi dei consumatori, a
favorire la mobilità sociale, attraverso il dinamismo del mercato e la
moltiplicazione delle opportunità? A me pare proprio di no e che la fondazione
di questo partito, tradizionale nei valori e conservatore degli assetti sociali
consolidati, non promette nulla di buono in proposito. Salvo, speriamolo, il
risveglio di qualche coscienza di fronte alla necessità di porre in cantiere,
al più presto, un'alternativa di governo credibile, che per esser tale non può
prescindere dalla cultura più adatta ad affrontare i temi della modernità,
quella del riformismo liberale. Se il collettivismo marxista ha abbandonato il
campo con l'implosione dei regimi autoritari nel 1989, non si possono però
negare i meriti della socialdemocrazia nell'avanzamento dei diritti sociali in
Europa. E se la nuova sfida è quella di dare un significato globale alla
cittadinanza occorrono nuove alleanze e nuove sintesi tra le culture che
scommettono sul progresso e nella libertà. Valter Grossi la polemica / 2 «Ma
no, il Pdl sarà una svolta straordinaria» Possiamo dire «noi c'eravamo...».
Vincendo le fatiche e la stanchezza dei tre giorni del primo congresso del
Popolo della libertà, ma nel cuore la grande soddisfazione di esserci stati,
abbiamo steso un breve sunto dei punti principali degli interventi,
riservandoci di analizzare in dettaglio nelle prossime settimane le diverse
tematiche. Siamo ancora «scioccati» dall'importanza dell'evento e dalla
opportunità di essere presenti quali delegati per la nostra città, e entusiasti
per le manifestazioni di autentica condivisione che l'assise ha decretato sia a
Berlusconi che a Fini, sottolineando anche il grande successo che ha investito
il ministro Brunetta sino alla sua commozione e l'intervento appassionato e
accorato del nostro presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Con
l'Inno alla Gioia e l'Inno di Mameli seguito dal saluto del sindaco di Roma
Gianni Alemanno, si alza il sipario sul maxi palco che ha sancito l'unione di
Forza Italia e Alleanza Nazionale insieme ad altri partiti moderati, nella più
grande kermesse democratica che mai l'Italia e l'Europa ha saputo esprimere. È
stata sancita la nascita del Popolo della libertà, un movimento che in realtà
già camminava parallelamente da quasi quindici anni e che è stato il frutto e
il collante di tante vittorie elettorali degli ultimi tempi unitamente al
nostro più fedele alleato: la Lega Nord. Si è finalmente avverato il sogno di
quell'uomo lungimirante che è il nostro presidente Silvio Berlusconi, iniziato
negli anni bui di Tangentopoli quando di fronte ad una Dc ridotta ad una
carcassa dagli avvisi di garanzia, senza più uomini e voglia di combattere,
andava dicendo che non si poteva lasciare l'Italia nelle mani di Occhetto e
delle sinistre, e che per questa ragione bisognava fare un grande partito dove
insieme ci fossero i moderati, i liberali, i conservatori, la destra, e come al
solito ha avuto ragione. Tutta la storia del Popolo della libertà è iniziata
quel giorno, e da quel giorno Berlusconi ha continuato a mietere successi e a
portare a termine la sua più grande «intuizione politica». Osteggiato dalla
sinistra sin dal suo nascere, una sinistra miope e incapace di capire che stava
iniziando una nuova era e che continua imperterrita a beffeggiare e a denigrare
tutto quello che il presidente fa e intende fare, forse solo uno dei suoi più
acerrimi osteggiatori di quei tempi, Violante, ha confessato molto onestamente,
in questi giorni, che nessuno aveva capito che Berlusconi stava tracciando
proprio una «nuova era». Ironizzavano, denigravano, cercavano di trovare ogni
espressione che mettesse in cattiva luce le sue idee; lo hanno definito «un uomo
fuori posto» una «nuvola passeggera», uno «scherzo della natura» e infine un
«uomo qualunque». Poi Berlusconi, alla sua prima discesa in campo, vinse le
elezioni post Tangentopoli che avevano cacciato l'Italia in
una profonda crisi che non era la recessione o la crisi finanziaria
di questi mesi, ma una crisi di fiducia. E Berlusconi volle riportare ai cittadini proprio la
fiducia e il senso di libertà. Vinse le elezioni riuscendo nella sua prima
grande operazione politica a far sedere allo stesso tavolo personaggi diversi
come Fini e Bossi. Le sinistre non hanno capito nulla, non hanno capito
che Berlusconi fa politica, lavora, raggiunge gli obiettivi e ha portato
l'Italia ad essere considerata tra i Paesi più importanti del continente sino a
ricoprire per ben quattro volte la presidenza del G8, cosa mai riuscita a
nessun personaggio politico, non solo nazionale. Non riuscendo poi in alcun
modo a contrastare l'onda d'urto, la vecchia nomenclatura rispolvera la strada
giudiziale nel tentativo di far fare a Berlusconi la stessa fine dell'amico
Craxi. Dal palco di Roma Berlusconi ha ripetuto più volte, rivolgendosi alle
sinistre, «non avete capito nulla»: hanno cercato botanicamente di rimettersi
in sesto chiamandosi Quercia, Ulivo o Margherita e sempre più si è ridotta la
loro credibilità nel Paese. Il Popolo della libertà rappresenta l'espressione
di una democrazia partecipata, una scelta avvenuta non nelle segrete stanze ma
nelle piazze, nei gazebo dove milioni di italiani hanno individuato
l'importanza di questo nuovo nostro movimento e ci hanno indicato che dovevamo
essere un popolo prima di un partito. Popolo dunque, ma anche libertà che è la
nostra filosofia, la nostra «religione», una parola che è suonata più volte
nell'intervento del presidente e del presidente della Camera Fini e di tutti i
leader che si sono succeduti sul palco. Su questa scelta di libertà e di comune
accordo con tutti i partiti aderenti al nuovo soggetto politico, è stato
presentato come «Carta dei valori» il Manifesto del Partito popolare europeo.
Il Popolo della libertà crede nella libertà in tutte le sue molteplici
espressioni per cui: nella libertà di pensiero, di espressione, nella libertà
di culto, di tutti i culti, nella libertà di associazione, nella libertà
d'impresa, nella libertà di mercato che deve essere regolato da norme certe,
trasparenti etiche e uguali per tutti. Il Popolo della libertà crede che lo
Stato debba essere al servizio dei cittadini e non viceversa, come le sinistre
hanno sempre attuato, crede nella centralità della persona e deve operare
affinché quest'ultimo possa aspirare al benessere e alla possibilità di
costruirsi un futuro per sé e per i suoi figli, liberamente. Il Popolo della
libertà crede nella famiglia, quella tradizionale, nei valori della tradizione
cristiana, nel valore irrinunciabile della vita, del bene comune,
dell'irrinunciabile libertà di educazione e di apprendimento, nella pace, nella
solidarietà, nella giustizia e nella tolleranza verso tutti e verso anche i
nostri avversari senza rinunciare a credere nell'amore verso i più deboli, i
malati, i bambini, gli anziani, gli emarginati. A smentire tutte le «Cassandre»
c'è stato l'abbraccio fraterno e sincero tra Berlusconi e Fini. Il presidente
ha rivolto nel suo intervento un ringraziamento a Fini per aver saputo
anteporre l'interesse dell'Italia a quello personale e aver costruito insieme
il più grande partito politico della storia d'Italia, attestato nei sondaggi al
43,2% il primo giorno e balzato già al terzo giorno ad oltre il 44%, con il fermo
obiettivo di raggiungere in breve tempo il 51% o addirittura il 56%, come
attesta un istituto di ricerca vicino alle sinistre. In questi dieci mesi di
governo l'attuale Popolo della libertà, unitamente alla Lega Nord, ha
effettuato interventi strutturali che hanno permesso all'Italia di non
sprofondare nella peggiore crisi economico-finanziaria mondiale, avviando nel contempo una serie di
iniziative che stanno lentamente riportando la fiducia nella «gente» anche
contro il disfattismo giornaliero e sistematico della sinistra, dei media e del
sindacato a loro più vicini. Il riformismo liberale del Popolo della libertà è
stato vincente anche a livelli internazionali. Il nostro presidente è stato il
primo a dichiarare apertamente che in Italia nessuna banca sarebbe fallita e
che non avrebbe permesso che un solo risparmiatore ne facesse le spese come invece
è accaduto in un Paese ben più grande del nostro, gli Stati Uniti. Questo
governo, frutto della collaborazione con la Lega Nord, è stato il primo a
studiare misure di sostegno all'economia reale capaci di stimolare i consumi e
dare slancio alle imprese. Proprio in questi giorni all'assemblea della più
grande azienda automobilistica italiana abbiamo sentito parole di
incoraggiamento e di fiducia verso il futuro, abbiamo avuto la conferma della
revoca di una settimana di cassa integrazione , quando negli altri Paesi gli
stessi competiteurs stanno ancora chiedendo aiuti statali o minacciano
«bancarotta»; questa fiammata di ottimismo è anche il frutto delle iniziative
messe in atto dal nostro governo in tema di «bonus» per la rottamazione e degli
incentivi. La squadra del Popolo della libertà, grazie anche alla
collaborazione della Lega Nord, si è presentata coesa in Parlamento dove ha
dimostrato compattezza rendendo possibile l'approvazione in tempi record di
tanti provvedimenti d'emergenza. Il nostro Paese, grazie anche a quella che
Fini ha definito «la lucida follia» di Berlusconi, ha compiuto passi
fondamentali per lasciarsi alle spalle la storia politica del Novecento
entrando di prepotenza nel XXI secolo dei partiti. Ci ha fatto molto piacere
sentire sia nell'intervento di Fini che di altri uomini politici il richiamo ad
un politico, Mario Mauro, che solo poche settimane fa è stato ospite nella
nostra Treviglio; proprio Fini associandosi alla richiesta precedente di
Berlusconi ha ufficializzato la candidatura dell'onorevole Mario Mauro a
prossimo presidente del Parlamento europeo. A dimostrazione che gli elettori
sono più avanti delle classi dirigenti dei partiti sottolineiamo che nelle
politiche del 2008 sono stati proprio gli italiani, il popolo, gli elettori a
certificare la nascita del Popolo della libertà: 14 milioni di italiani hanno
creduto, sostenuto e incoraggiato il cammino di Berlusconi e Fini sino al
congresso fondativo e lo hanno sancito attraverso una straordinaria svolta
destinata a segnare la vita politica del Paese. Pinuccia Zoccoli Prandina
Basilio Mangano, Guido D'Auria Oreste Risi, Giuseppe Bianchi delegati
trevigliesi al congresso fondativo del Popolo della libertà 07/04/2009
nascosto-->
( da "Finanza e Mercati"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Scajola:
«Oggi firma Eni-Gazprom» da Finanza&Mercati del 07-04-2009 Le carte sul
negoziato più caldo dell'asse energetico tra Roma e Mosca le ha scoperte il
ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola. Eni e Gazprom, ha
annunciato nel primo giorno della visita italiana in Russia, oggi a margine del
forum economico «firmeranno un accordo sulle quote azionarie della società e
sul grande trasporto del gas». Il riferimento di Scajola è alle opzioni call in
mano a Gazprom che risale a due anni fa (coincidenza, al 4 aprile 2007), quando
Eni ed Enel pagarono 5,8 miliardi di dollari per l'asta degli asset petroliferi
della fallita Yukos. Nel pacchetto c'era anche il 20% della ex-Sibneft (oggi
Gazpromneft) che la sola Eni si impegnò a rilevare in una sorta di portage per
Gazprom. Cui, appunto, l'avrebbe rigirato due anni più tardi (dunque, oggi) per
un valore di 3,7 miliardi oltre ai costi dell'operazione. Scaroni, nel corso
della presentazione del bilancio a Londra a metà febbraio, aveva parlato di un
valore di 4,3 miliardi di dollari, per un rendimento del 9% annuo. Un bel
pacchetto di denaro, già previsto nei budget del Cane a sei zampe. Tanto che la
prospettiva di una rinuncia (o un rinvio al 2012) dell'esercizio della call da
parte dei russi aveva messo in allarme il listino sul rischio che Eni potesse
trovarsi a corto di liquidità e dovesse in qualche modo ricorrere al mercato. I presupposti per un dietrofront dei russi c'erano, alla luce
della crisi
finanziaria del Paese. Per giunta, oggi il
20% di Gazpromneft vale in Borsa circa 2 miliardi di dollari, dunque assai meno
dello strike price della call. Eppure, oggi si dovrebbe arrivare all'accordo.
Non è detto che si tratti di un versamento cash. Eni potrebbe avere in
cambio forniture di gas, oppure altri asset. La firma di oggi, peraltro,
riguarderà anche Enel, in quanto co-titolare, con Eni, degli asset Yukos
soggetti alla call di Gazprom. Intanto, ieri Eni ha comunicato una nuova
scoperta di idrocarburi nell'offshore indonesiano perforando, in qualità di
operatore, un pozzo esplorativo a una profondità d'acqua di
( da "Libertà" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Cofind, mano tesa alle aziende Il presidente Ghiadoni spiega le forme di
sostegno finanziario Piacenza - La crisi finanziaria
ha generato una crisi di domanda a livello globale senza precedenti i cui effetti si
stanno ripercuotendo sulla organizzazione economica e produttiva. E in Emilia
Romagna si sta concentrando sui settori della meccanica, della ceramica e
dell'edilizia. Nonostante il quadro non sia per niente positivo, si
possono tuttavia cogliere alcuni circoscritti segnali incoraggianti circa la
capacità e la volontà di imprese pronte ad investire e a confermare i propri
programmi di crescita e sviluppo. Segnali tenui ma importanti. A Piacenza i
rapporti con il sistema bancario locale non hanno registrato per la verità
particolari difficoltà. Le problematiche sembrano verificarsi con alcune banche
nazionali. «In questi frangenti, il sistema dei consorzi fidi ha dimostrato
tutto il suo valore - spiega Enrico Ghiadoni, presidente del consorzio di
garanzia che recentemente ha firmato una convenzione con Banca di Piacenza e
Cariparma - soprattutto grazie alla capacità esclusiva di essere al fianco
delle imprese e delle banche con la sue garanzie accessorie». Ci si è mossi per
offrire una risposta al problema del consolidamento di passività a breve o la
copertura di altre esigenze di liquidità a breve termine, viene spiegato.
Attraverso la forma tecnica del mutuo chirografario, le imprese possono
ottenere un importo massimo di 300mila euro da restituire in 36 mesi, oltre ad
un massimo di 1 anno di preammortamento. Il Cofind interviene con una garanzia
accessoria pari al 50 per cento dell'importo concesso. Il tasso è variabile e
collegato all'Euribor 3 mesi/360 media mese precedente + 1,00 punto
percentuale. «Abbiamo inoltre previsto la possibilità, da parte di Cofind, di
riconoscere un contributo in abbattimento tasso di 0,25 punti percentuali,
limitatamente al periodo di preammortamento e fino a concorrenza dei fondi
disponibili a tale scopo» continua Ghiadoni. Il rimborso è previsto in rate
mensili o trimestrali posticipate e nessuna spesa di istruttoria sarà applicata
dagli istituti di credito. «Tale accordo - vien detto - che il Consorzio di
Confindustria ha definito per le sue imprese iscritte, rappresenta una
concreta, significativa risposta all'attuale congiuntura economica sia perché
interviene su una questione molto sentita dalla maggior parte delle piccole
imprese, sia perchè propone condizioni particolarmente vantaggiose. Grazie ai
contributi che anche la Camera di Commercio sta aggiungendo alle significative somme
già stanziate, siamo inoltre convinti di poter offrire una valida risposta a
tutte le esigenze aziendali». Non va dimenticato infatti Cofind opera dal 1968,
quando Confindustria e la Cciaa diedero vita all'organismo con l'obiettivo di
facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. Cofind, che è un
consorzio senza fini di lucro, associa imprese appartenenti a settori
merceologici differenti. E' sportello operativo di Fidindustria Emilia Romagna
che tramite suo mette a disposizione numerose altre opportunità di
finanziamento a medio termine, oltre alle agevolazioni del programma regionale
triennale per lo sviluppo delle attività produttive, inoltre sostiene percorsi
di internazionalizzazione delle imprese e le strategie di penetrazione commerciale.
Attraverso Cofind - conclude il presidente - è possibile trovare interessanti
proposte per finanziare investimenti e programmi di sviluppo o investimenti
aziendali in genere; anticipo imposte e tasse e mensilità aggiuntive; anticipo
Sbf; anticipi fatture o anticipi import o export; aperture di credito in conto
corrente; prestiti partecipativi e così via. «Sono perciò convinto - afferma
-che questo strumento per le caratteristiche e le dimensioni che ha sia uno
degli strumenti principali per venire incontro alle esigenze aziendali oggi più
che mai, presentandosi appunto come partner al fianco delle imprese associate,
secondo il principio di mutualità che lo ha ispirato fin dall'inizio della sua
esistenza». Del resto, la bontà dello strumento è testimoniata proprio dal
fatto che uno degli interventi più significativi che la presidente Emma
Marcegaglia ha portato a casa dal confronto con il presidente Berlusconi è
stata proprio la disponibilità del Governo di mettere 1 miliardo e mezzo di
euro a favore delle garanzie dei consorzi fidi, che grazie ad un effetto
moltiplicatore potranno contribuire ad aumentare le possibilità di
finanziamento del credito alle imprese. red.eco. 07/04/2009
( da "Giornale.it, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Per una
volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè
dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati
rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti
finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in
Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a
Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche
ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il
popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e
considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso
da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i
terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani
sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa
aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia
confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? Scritto in
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società,
manipolazione, giornalismo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog
di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo
viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama.
La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga
accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della
perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti
e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine
settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una
donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua
straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti,
possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era
viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le
proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov,
però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica
nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il
crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente
terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio
ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile,
a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi,
quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un
grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a
varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un
impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove
truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle
elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato
pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per
la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie
tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di
sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta
debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria»,
da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli
altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro
inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico
bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici -
G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La
sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama
sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il
ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un
grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo,
germania, francia Commenti ( 38 ) » (7 voti, il voto medio è: 2.86 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti,
molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama
ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del
G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel
tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto.
Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha
portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi:
erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che
intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le
norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. -
secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire
le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè
ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno
dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle
banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione
d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un
codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi
l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far
ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più
dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da
1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più
urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è
irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il
mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno
il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non
hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite
colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro
i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè
affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto
a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel
tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo
ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il
tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale?
Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi,
società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa,
francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo
giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso
d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca
d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi
sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la
più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta
esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo
chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea
le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao.
E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un
fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore
giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra.
Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è
esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario
e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il
messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non
infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una
tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene
molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi:
tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle
proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la
Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa
americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in
Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e
per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture
della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi,
era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa
europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato
quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è
verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale.
Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi,
comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste,
democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto
medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed
RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20,
tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama
arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi
industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si
concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è
difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli
hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme
strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia
reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc.
Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa.
Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non
seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le
modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che,
inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno
l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E
per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della
stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma
la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha
vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama
non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla
necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza
della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio
generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa
ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare
i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al
75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio
confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su
altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa
Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei
marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i
governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da
abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul
passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di
Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo
non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi
si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a
un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania,
democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il
Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile
prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da
oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i
partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi
meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista
(ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un
centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo
stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti,
Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd,
che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha
saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post
comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di
appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia
e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà
riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai
militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta
sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc,
che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli
elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca
sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto
in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4
voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello
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25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi
abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono
rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che
affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci
bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e
penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del
benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i
mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda
e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi
strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli
industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni,
sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite
inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior
valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non
servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso
da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al
rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il
petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "KataWebFinanza" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
CRISI: BANCA MONDIALE TAGLIA STIME CRESCITA EST ASIATICO (AGI) -
Tokyo, 7 apr. - La crescita delle economie dell'Est asiatico e del Pacifico
rallentera' ulteriormente quest'anno a causa della crisi finanziaria ma il piano di stimoli
multimiliardario messo in campo dalla Cina dara' sostegno alla regione. 07/04/2009 - 10:00
( da "KataWebFinanza" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Anche
Michael Page risente della crisi (Teleborsa) - Roma, 7
apr - In difficolt a Londra le azioni della societ di
recruitment inglese Michael Page, dopo aver annunciato un calo dell'utile lordo
del 32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il CEO Steve Ingham, "le
condizioni del mercato sono rimaste deboli nel primo trimestre dell'anno, con
un impatto della crisi
finanziaria oramai evidente in ogni
settore". 07/04/2009 - 10:35
( da "Blogosfere" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Apr 09 7
Terremotati e in crisi Pubblicato da Demetrio Vacca
alle 08:58 in Arena I terremoti sono disastri dolorosi dove l'umanità mostra
nella tragedia il suo lato migliore fatto di solidarietà, sacrificio e aiuti,
purtroppo sono anche una notizia da sfruttare dalla propaganda dei media, così
sul luogo del terremoto arrivano frotte di giornalisti, non solo inviati dei
telegiornali, ma di fatto tutta la Rai è lì anche chi magari ha la trasmissione
il giovedi...quando oramai la notizia è bruciata. E' brutta questa propaganda
voyeurista ma è utile per distrarre, per lasciare da parte la crisi ed i problemi mondiali e del paese. Così Vespa vola su
un elicottero e realizza uno speciale per Porta a Porta, già ma almeno lui è un
giornalista che muove il fondoschiena mica come quei catoni che se ne stanno a
casa per poi fare trasmissioni faziose ma senza cuore. Comunque, ora gli
italiani hanno il terremoto, i giornali come le tv ne sono, ovviamente piene,
il presidente della repubblica ha fatto il suo discorso alla Niccolò Carosio
(talvolta sembrano messaggi da radiogiornale d'epoca con un istituzionale e
fastidioso uso degli aggettivi). Comunque di crisi
oramai si parla in termini superficiali ed i problemi sono utilizzati in
maniera fuorviante per lotta faziosa. Invece la crisi ora
merita più profondità perchè molte cose stanno accadendo per lo più ignota: la
Banca Centrale Europea ha di fatto ceduto su tutta la linea alla politica
USA-Inghilterra e di fatto surrettiziamente ha autorizzato i cd
"quantitative easing" cioè l'emissione, la stampa di denaro Una
scelta contro natura per l'istituto centrale europeo e foriere di inflazione
nei prossimi anni. Di fatto è il riconoscimento che senza
dealer e intermediari finanziari non c'è abbastanza credito per sostenere il
sistema economico reale, ma è anche la dimostrazione che si è tornati
all'antica exit strategy alla crisi che si basa sulla droga della
liquidità ben consapevoli delle conseguenze inflazionistiche sul medio periodo.
E' una soluzione che ribalta i problemi sui risparmiatori, infatti una spirale
inflazionistica che significa la distruzione dei risparmi e del potere
d'acquisto della popolazione, mentre la cosidetta "oligarchia finanziaria" riuscirà ad aumentare il controllo
dell'economia. Il mitico Obama, quello dei discorsi inutili e dei sorrisi
rassicuranti cioè il Silvio d'oltreoceano, oltre che spendere parole di fuoco
su wall street ovviamente nulla ha fatto se non salvare il fondoschiena
dell'oligarchia finanziaria che lo ha sostenuto alle
elezioni (i soldi dei Kennedy, di Soros e Goldman Sachs). In coerenza con la
sua retorica avrebbe dovuto, Invece di riconoscere l'insolvenza del sistema e
congelare i titoli senza valore, i cosiddetti "rifiuti tossici"
generati dalla speculazione. "Dallo scoppio della crisi
finanziaria sono trascorsi diciannove mesi e decine di migliaia di
miliardi sono stati versati nel sistema nella forma di pacchetti di
salvataggio, programmi congiunturali e iniezioni di liquidità, senza sortire
alcun effetto. Le banche, gli hedge funds e le compagnie d'assicurazione sono
stati mantenuti in vita come zombies, per sopravvivere fino al salvataggio
successivo. Come nel caso dell'AIG, l'ex colosso assicurativo americano, che il
governo USA ha dovuto salvare per la terza volta dopo l'annuncio di 100 miliardi
di perdite il 2 marzo. E anche questo salvataggio, come gli altri, andrà in
fumo ancor prima di comparire sui bilanci. Un rapporto riservato dell'AIG
preparato per il governo USA indica che AIG ha venduto 375 milioni di Credit
Default Swaps, polizze assicurative contro il rischio d'insolvenza, per un
totale di 19 mila miliardi di dollari. "Come si fa a rifinanziare quella
cifra?" ha commentato un ex funzionario della SEC all'EIR. "Non credo
che esista un modo per sbrogliare la matassa", ha aggiunto. Con le azioni
bancarie in caduta libera, la prossima crisi finanziaria
è dietro l'angolo. Nel frattempo, l'economia fisica mondiale si è avvitata. A
gennaio, le esportazioni giapponesi sono crollate del 45,7% su base annua, e la
situazione in Europa non è migliore.... vero scandalo sta nel fatto che l'AIG
ha passato oltre 100 miliardi di dollari di denaro pubblico alle banche
americane, inglesi ed europee, tra cui Goldman Sachs, Société Générale,
Deutsche Bank, Barclays, HSBC e altre. "Non si tratta dei premi – ha
scritto Spitzer sulla rivista Slate – ma del fatto che le controparti di AIG
vengono rimborsate interamente. Perché mai Goldman Sachs deve ricevere 100
centesimi per dollaro? (...) L'impressione di essere di fronte a una
consorteria è schiacciante. AIG non era altro che un canale per ingenti flussi
di capitale verso i soliti sospetti, senza motivo e senza spiegazioni"....
Così è facile fare i catoni da quattro soldi, puntare il dito sui problemi
piccoli e scontati senza alzare la testa e cercare di veder chiaro nella
situazione. Così è facile essere faziosi, prendersela con il governo quanto con
l'opposizione, fare i populisti ed i demagoghi. Così è facile fare i
giustizialisti alla Travaglio, senza rendersi conto della situazione ma
continuando ad essere così funzionali, come tanti blogger, al sistema. A molti
non è chiara la linea del fronte di questa crisi ,
"Da una parte ci sono gli interessi finanziari che hanno finora profittato
dal sistema della globalizzazione, i quali vogliono salvare i loro assets a
tutti i costi, compresa l'iperinflazione. Dall'altra, ci sono gli interessi di
6,5 miliardi di popolazione mondiale, la cui sopravvivenza dipende dal
salvataggio delle capacità industriali dell'economia reale e non dei rifiuti
tossici di investitori che hanno speculato".... Forse non ci meritiamo
l'informazione seria, a noi italiani vanno bene i programmi come Anno Zero... a
noi è sempre piaciuta la "propaganda del prete", ci rassicura vedere
qualcuno così convinto delle proprie banali idee tanto da farci sentire
intelligenti...
( da "Sestopotere.com" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Banche:
clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola
(7/4/2009 09:30) | (Sesto Potere) - Roma - 7 aprile 2009 - Chi ha un conto
corrente dà peso soprattutto allesperienza diretta e
personale. Niente conta di più. Per chi invece non ha ancora un rapporto con la banca fa
premio il passaparola, ma subito dopo limmagine e
le notizie riportate dalla stampa e dalla tv. Sono i primi risultati
dellIndagine “Le banche e la valorizzazione della reputazione nei
confronti della clientela retail”, che lABI sta
mettendo a punto con lUniversità di Parma. Ma quali sono i fattori che
determinano la reputazione? Anche qui contano i fatti più delle parole. Pesano
molto fattori relazionali – mantenere le promesse, correttezza, rispetto dei
patti – e
altri più legati a caratteristiche dellofferta –
professionalità,
qualità dei prodotti, solidità della banca, affidabilità, rapporto
qualità/prezzo – oltre a circostanze esterne come esposizione ai media,
passaparola e informazioni di stampa. Ciò che genera fiducia nei clienti sono i
comportamenti dellazienda, mentre i fattori
esterni agiscono come filtro o come rumore. Coerente con questa percezione, la
clientela è più influenzata dallesperienza maturata, seguita dalla
trasparenza e chiarezza delle condizioni contrattuali e dallimmagine aziendale. Insomma, nulla conta di più
dellesperienza diretta per chi ha un conto corrente. Sulla clientela
potenziale invece impatta soprattutto il passaparola, limmagine aziendale
e le notizie riportate dalla stampa e dalla tv. Lanalisi
della reputazione delle banche mostra che la crisi
finanziaria non ha inciso sulla fiducia della clientela
retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori. Per quanto riguarda la
clientela corporate, le banche ritengono che sia meno sensibile a fenomeni
emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare direttamente la qualità
della relazione. La percezione della reputazione come un asset e non solo come un
rischio porta con se che si tratti di una variabile che può incidere
positivamente sui risultati aziendali, creando valore. Di qui la consapevolezza
che i contratti vanno costruiti sulle esigenze della clientela e che le
condizioni di prezzo vanno calibrate sul valore creato e percepito dai clienti.
Determinante dunque la definizione di reputazione accolta dalle banche, che è
in stretta relazione con i riferimenti della Banca dItalia e dellaccordo di Basilea 2 sul rischio
reputazionale. Le banche ritengono che la reputazione dellazienda nei
confronti della clientela retail sia rappresentata dalla fiducia della clientela stessa
nella capacità della banca di mantenere un comportamento corretto e funzionale
al rispetto delle sue esigenze. Di qui la conseguenza di considerare la
reputazione aziendale un valore da sviluppare e non solo un rischio da evitare.
In questa nuova prospettiva, le priorità strategiche da perseguire sono prima
di tutto la soddisfazione della clientela, la reputazione aziendale e lo
sviluppo sostenibile. Subito dopo viene la redditività aziendale e ciò non
perché si tratti di un obiettivo di secondo piano. In realtà si riconosce allattenzione al cliente e alla reputazione della banca una
priorità proprio per perseguire la redditività. Cresce nelle banche la
convinzione che la creazione di valore per gli azionisti vada coordinata con il modo in
cui perseguire questo risultato. In più, per garantire uno sviluppo
soddisfacente e sostenibile conta anche lidea che il
cliente si è fatto sulla ripetibilità nel tempo della sua soddisfazione.
( da "Wall Street Italia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Kazakistan/
Speso già il 20 per cento del fondo anti-crisi di
Apcom E' sceso da
( da "Wall Street Italia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/
Scajola: Ci fa scoprire solidità sistema Italia di Apcom Il ministro a Mosca
interviene a inaugurazione Unicredit -->Mosca, 7 apr. (Apcom) - "La crisi ci fa scoprire aspetti, caratteristiche, solidità che
noi tendevamo a nascondere". Lo ha detto il ministro
dello Sviluppo economico Claudio Scajola intervenendo all'inaugurazione a Mosca
della centesima agenzia Unicredit in Russia. Secondo il ministro le difficoltà
degli ultimi mesi, frutto della crisi finanziaria
globale, hanno fatto emergere i punti di forza del sistema economico italiano.
Tra questi il sistema delle piccole imprese e il sistema bancario.
( da "Denaro, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Campania dal distretto di solofra Città del fare: Per battere la crisi riflettori
sull'economia territoriale Gli effetti della crisi
finanziaria globale riportano l'attenzione sull'economia
territoriale, sull'utilità di promuovere "azione locale per lo sviluppo
globale". Può essere questa la strada per risalire la china? Se lo è chiesto
l'Agenzia locale di sviluppo Città del fare che ha organizzato per oggi a
Napoli, presso Città della Scienza, a partire dalle 14.30, l'evento sul tema
"reagire alla crisi. L'azione territoriale per lo
sviluppo". L'incontro è promosso dal ministero dello sviluppo economico -
dipartimento per le politiche sociali, dalla Regione Campania,
dall'Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno, dalla fondazione
Mezzogiorno Europa, dalla Rete Pto (Patti territoriali per l'occupazione) e
dalla Slst (sistemi locali di sviluppo territoriale) Campania. Previsti gli
interventi di Osvaldo Cammarota direttore di Città del fare; Francesco Saverio
Coppola dell'associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno; Vincenzo Donato
del ministero dello Sviluppo economico; l'economista Achille Flora; Edoardo
Imperiale, direttore generale di Città della Scienza; Claudio Luongo della Rete
dei sistemi locali di sviluppo territoriale, l'assessore regionale Mariano
D'Antonio; Andrea Geremicca e Ivano Russo della fondazione Mezzogiorno Europa.
del 07-04-2009 num.
( da "Giornale.it, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Per una
volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè
dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati
rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti
finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in
Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a
Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche
ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada,
scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche
e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non
arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia
conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro
Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma
e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche
edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto
dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il
popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e
considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso
da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il
sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero
prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il
31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero
stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il
comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in
Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun
legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i
terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani
sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa
aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia
confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? Scritto in
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società,
manipolazione, giornalismo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo
Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande
successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che
un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio:
succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato
a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si
candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente
Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte,
carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità
dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati
nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile,
ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano
rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche
politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza
del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del
primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli
Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra
America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante.
Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà
l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma
Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra
di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato
da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha
ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali.
Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare
le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio
Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue
è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa,
multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto
l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a
provocare la crisi
finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti
non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora
Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa
Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e
ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un
ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e
riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di
difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come
Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra
gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi,
europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 38 )
» (7 voti, il voto medio è: 2.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha
parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader
hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così:
tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare
i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si
accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento
dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per
il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le
agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il
dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i
bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che
altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà
autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le
fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici",
ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a
procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista
Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due
punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e
l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da
quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina,
India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto
nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare
una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente
su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia
mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del
sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti
hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a
valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome
molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a
bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella
speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma ,
cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che
il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi
mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati,
infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto
controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare
l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania,
globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è:
4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che
tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia
di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche,
accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un
morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi
frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un
altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama
dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena
del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con
Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un
paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono
due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente
minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego
perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager
Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora
isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor
trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare.
E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun
media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai
preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione,
di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole,
giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è
l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi
anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su
Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha
analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il
megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella
italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana
come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e
non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in
manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione,
società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia,
globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore
per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a
Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma
questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni
probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un
impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro
i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel
cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in
discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più
importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un
pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via
del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama,
in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche
e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500
miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane
l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato
di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera
tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I
consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà
con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di
varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della
risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico,
senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più
importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di
un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui
consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la
straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri
dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington
pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma
nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a
respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al
vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto
traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di
essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più
lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta
un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il
mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi.
Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi,
economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione,
francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi
un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente,
perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza
degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma
non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra
moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di
Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel
corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e
alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di
An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è
riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi
innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già
osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi
pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An,
che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo
partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica,
programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere
un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e
sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel
medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte,
autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico,
democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce
la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia
e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa
affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la
sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru
economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i
fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri
durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato
questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati
(finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I
mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono
sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa
queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci
bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e
penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del
benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i
mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda
e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi
strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli
industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni,
sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite
inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior
valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non
servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso
da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al
rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il
petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da
( da "Famiglia Cristiana"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
di Beppe
Del Colle IL G20 E IL VERTICE NATO HANNO LASCIATO TUTTO, O QUASI, COME PRIMA
TRA USA E UE, LA TURCHIA: IL BOSFORO SMORZA I SORRISI Washington è sempre stata
favorevole (e lo è anche oggi, con Obama) a una sempre maggiore integrazione,
nell'Occidente, di Ankara. Berlino e Parigi, che hanno già numerose comunità
turche, temono l'arrivo di nuovi immigrati. Alla fine del viaggio di Obama in
Europa, il "punto" sulla situazione internazionale non è difficile.
Tutto, o quasi tutto, è come prima. Non è inutile e dannoso pessimismo, il
nostro, ma una provocazione a quanti ritengono che ogni cosa possa passare
attraverso laccorto gioco delle diplomazie. La complicazione,
adesso, viene paradossalmente da un comprensibile dubbio che nasce, su ogni
problema che abbia carattere di internazionalità, dalla presenza della
democrazia in un numero crescente di Paesi: una realtà che si può facilmente
registrare contando il numero delle nazioni che fanno parte oggi del cosiddetto
G20, quasi tutte democratiche, e confrontandolo con quello, che pur sopravvive,
del G8. Democrazia vuol dire che chi rappresenta il proprio Paese deve tener
conto soprattutto dellopinione pubblica di cui è
ufficialmente il portavoce e di cui i Parlamenti sono unautorevole eco.
Barack Obama, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy (foto AP / La Presse). Due
esempi. Il confronto fra gli Stati Uniti e lEuropa
svoltosi a Praga a chiusura del viaggio di Obama ha portato in rilievo il
problema Turchia. Ankara è in lista per lingresso nellUnione
europea fin dal 1959, mentre fa stabilmente parte da molto tempo della Nato, di
cui durante
la guerra fredda è stato un solido avamposto di fronte al minaccioso
espansionismo dellUnione sovietica. In quanto
tale, Washington è sempre stata favorevole e lo è anche oggi, con Obama
a una sempre maggiore integrazione di Ankara nellOccidente. Ma Unione europea e
Nato sono agli antipodi rispetto a una questione che ha un forte e
delicatissimo carattere religioso, oltre che politico e sociale. In Germania e
in Francia esiste da molti anni una numerosa comunità di immigrati turchi; in
altri Paesi, come lItalia, sono oggi altrettanto
rilevanti gli stranieri di fede musulmana. Di conseguenza, si è originata
ovunque una forte componente dellopinione pubblica la quale ritiene che
leventuale ingresso della Turchia nellUnione ne faciliterebbe
maggiormente
i flussi immigratori. Questo spiega perché Sarkozy a Parigi e la Merkel a
Berlino si oppongono a tale eventualità; dato che, oltretutto, non mancano le
preoccupazioni circa nuove infiltrazioni del terrorismo islamico in Europa. Lo
ha confermato lo stesso presidente Obama, quando ha detto che le minacce di Al
Qaida riguardano più il Vecchio continente che gli Usa; nonostante questo, egli
si è speso molto (confortato dalla mediazione di Berlusconi) per far accettare
al primo ministro turco la candidatura del danese Rasmussen a segretario
generale della Nato, sebbene questultimo
abbia difeso un giornale del suo Paese che ironizzò su Maometto. Secondo
esempio. Il G20 di Londra non ha proposto una linea comune per la soluzione
della crisi finanziaria: fra la tentazione keynesiana dellintervento dello Stato (a spese dei contribuenti) a sostegno
in Usa delle banche, prime responsabili del disastro, e la linea Sarkozy-Merkel
per una nuova morale negli affari del capitalismo (con punizione dei paradisi
fiscali)
in unEuropa meno scandalosamente esposta ai rischi del
libero mercato, forse hanno vinto solo la Cina e la Russia (che democratiche
ancora non sono). Ma il futuro è impossibile, oggi, da pronosticare.
( da "Famiglia Cristiana"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
di
Francesco Anfossi LA CRISI ECONOMICA E LAIUTO DELLA
CHIESA / 5. LOMBARDIA INTERVISTA AL CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI MILANO COL CUORE IN MANO Il Fondo
per le famiglie in difficoltà, le sofferenze dovute alla recessione, lesigenza di riscoprire la sobrietà, i guasti della finanza e
il ruolo della borghesia lombarda. Duemila euro per una madre cassintegrata a
zero ore da gennaio, gravata da mutuo e bollette. Tremila euro a un ingegnere con tre
figli piccoli senza stipendio per contratto a termine non rinnovato, la casa
allasta per insolvenza del mutuo e sfratto esecutivo a
giugno 2009. Altri duemila a un artigiano rimasto senza lavoro per il fallimento
dellimpresa nel dicembre 2008. I primi assegni del Fondo
famiglia lavoro della diocesi di Milano voluto dallarcivescovo Dionigi
Tettamanzi sono già stati staccati. Vecchie e nuove povertà si incrociano in
questa via crucis sociale che sembra non avere fine: impiegati, operai, quadri,
dirigenti, tutta gente scivolata in pochi mesi nella polvere. «Allinizio pensavo a una goccia nel mare, ora penso a più gocce
vista la straordinaria risposta dei diocesani. Ho ricevuto lettere con dentro cinque, dieci euro
destinati al Fondo, ma è ancora più straordinario quel che scrivevano nelle
lettere», spiega il cardinale nel suo studio in Arcivescovado, che ha le
finestre che si affacciano sulle guglie del Duomo, proprio davanti alla statua
di don Guanella, uno degli eroi della carità ambrosiana. «Ma restano pur sempre
gocce in un mare di povertà», aggiunge. «Le mie visite pastorali mi danno una
conoscenza concreta delle sofferenze che toccano le famiglie dei lavoratori,
degli imprenditori, di tanti artigiani. Lesperienza
mi dice che la crisi è più radicata e diffusa di quello
che appare sui giornali. I media propongono letture globali e tecniche della crisi: ma quel che vedo visitando la diocesi e incontrando
le persone è che la sofferenza non è asettica, ma colpisce nel concreto. Al
termine delle celebrazioni mi intrattengo a lungo a salutare uno a uno i fedeli
e in molti mi raccontano del timore del lavoro che rischiano di perdere o hanno
perso. La paura più grande è per il futuro della propria famiglia, dei figli,
delle persone anziane e malate che devono sostenere. Naturalmente, il Fondo non
basta, anche le istituzioni devono fare la propria parte. Ma se tutti istituzioni, imprese, credito, volontariato, comunità
cristiane, famiglie, il tessuto sociale nel suo complesso
faranno la propria parte nessuno cadrà nellindigenza. Nessuno deve essere
abbandonato». Larcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi accanto alla
statua del cardinale Schuster, nellanticamera del suo ufficio in
Arcivescovado (foto di Nino Leto). Come è nata lidea del
Fondo lavoro famiglia della diocesi? «Prima del Natale andavo riflettendo sulla crisi
economica e finanziaria in atto nel mondo e su quanto
ascoltavo direttamente nelle parrocchie. Mi sentivo fortemente interpellato
come cittadino e come vescovo. Mi chiedevo: che cosa devo dire, secondo la
verità evangelica e con un cuore di pastore, ai fedeli che la notte di Natale
riempiranno il Duomo? Dal pulpito mi è venuto spontaneo aprire così lomelia: "Questa notte che stiamo vivendo è segnata da
una notizia di estrema semplicità e insieme di significato straordinario e
unico. Che cosa cè di più semplice di un bambino che nasce?". E ho
aggiunto: "Il Natale ci chiama a uno slancio rinnovato, a un supplemento
speciale di fraternità e solidarietà. I tempi che viviamo sono segnati dalla crisi finanziaria ed economica, con ricadute sulla società e
sulle famiglie. Questo scenario che si va sviluppando impone a tutti noi una
riflessione seria e responsabile". Ho cercato allora di mettermi, per
primo, in discussione. Ho partecipato ai fedeli presenti in Duomo, quella
notte, la domanda che sempre più mi bruciava dentro: "Io, come arcivescovo
di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo
fare?". Ho voluto dare una buona notizia, una notizia concreta. E così è
nato il Fondo. Lo stesso deve valere per Pasqua, che deve diventare
incarnazione dellamore con gesti concreti di
solidarietà». Il cardinale di Milano tradizionalmente ha la possibilità di
entrare in contatto con la classe dirigente ambrosiana e con quella borghesia
produttiva lombarda che è considerata il volano delleconomia italiana. Questa classe dirigente è allaltezza della situazione? «Le grandi famiglie
nellimprenditoria, attive da decenni, se non da secoli, stanno facendo
ora i conti con la crisi così come li hanno già fatti negli
anni Ottanta, prima ancora negli anni Settanta, al tempo della guerra, dopo il
crack del 29. Il rischio dimpresa, lessere al
passo con i tempi, laffrontare in modo adeguato le stagioni floride e
quelle austere sono tutte qualità che contraddistinguono gli imprenditori
"grandi"». Cosa intende per grandi? «Grandi perché vivono bene la loro
vocazione. Sì, non ho paura a usare questo termine. Essere imprenditore è una
forma di servizio alla comunità quando è svolto con il giusto spirito e non
solo per il guadagno immediato, magari ottenuto in deroga a ogni regola ed
etica. Un imprenditore vero, grande, sa che la situazione di crisi
non è un incidente imprevisto, ma una variabile che prima o poi entra in gioco.
E limprenditore saggio si attrezza per tempo per
affrontarla, sa che è uno dei suoi compiti». E ne ha incontrati nella sua diocesi, di
imprenditori saggi? «Altro che. Proprio grazie a imprenditori così, molti mesi
fa, ho potuto comprendere la portata, le dimensioni, le cause e gli effetti
della crisi incipiente. La crisi
sarà un momento di verifica e riflessione anche per gli imprenditori: chi non
ha messo al centro il valore della persona sia nel
senso del lavoratore che del cliente da servire ora soffre difficoltà
ben maggiori, se non è già stato travolto dalla recessione. Tante aziende che
hanno fondato il loro business solo sulla speculazione, su affari poco chiari e illeciti
hanno già chiuso o sono in seria crisi. Il guaio è che
a pagarne le conseguenze sono i dipendenti, spesso incolpevoli, e quei soggetti
del mondo economico che si trovano trascinati nelle situazioni di difficoltà
create da questi imprenditori spregiudicati». Perché dice che la crisi può portare a un arricchimento interiore? «Da molte
parti si parla giustamente di solidarietà. Ma, mi domando, è possibile la
solidarietà senza la sobrietà? Ne ha parlato Benedetto XVI nella sua omelia del
31 dicembre 2008, quando ha lanciato a tutti un appello: la crisi
"chiede a tutti più sobrietà e solidarietà per venire in aiuto
specialmente delle persone e delle famiglie in più serie difficoltà".
Nella mia omelia della notte di Natale 2008 rivolgevo a tutti linvocazione "a uno slancio rinnovato, a un supplemento
speciale di fraternità e solidarietà". Una sfida a cambiare in modo
radicale una cultura e un costume da noi molto comuni e diffusi, e cioè uno
stile di
vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a
una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù». Però gli
economisti e la storia economica insegnano che il rischio del pauperismo, della
"taccagneria", è quello di deprimere i consumi. «Non si tratta di
pauperismo ma di sobrietà, virtù non apprezzata, forse perché spesso fraintesa.
La sobrietà è confusa con un vissuto che sa di risparmio minuzioso, di
astensione dai consumi, di calcolo esasperato su tutto ciò che si potrebbe
evitare di avere e di comperare. Il tutto limitato alla sfera economica del
vivere. Ma la sobrietà autentica è tuttaltro, è
uno stile di vita complessivo: sobrietà nelle parole, nellesibizione di
sé, nellesercizio del potere, nel vissuto quotidiano. La sobrietà intende
guarire il nostro comportamento quotidiano dagli eccessi, riconducendolo alla
"giusta misura". È una virtù che nasce e cresce attraverso un
sapiente e coraggioso discernimento, che la mantiene intimamente collegata con
la sua finalità: essere una via privilegiata che conduce alla solidarietà, alla
condivisione vera di tutto ciò che è necessario per vivere secondo la dignità
umana, che è di tutti, senza alcuna discriminazione». Non basta la solidarietà?
«Non si può essere solidali senza essere sobri: altrimenti, si condividerebbe
ciò che eccede alle nostre necessità. Occorre dare ben più del superfluo,
secondo lesempio della "vedova povera" del capitolo
21 del Vangelo di Luca, che ha saputo condividere tutto, considerando la propria offerta più
necessaria che non il badare alla propria condizione. Per questo la crisi dà la possibilità di un incrocio straordinario: chi
dona riceve moltissimo e chi riceve viene toccato da un dinamismo irresistibile
che lo spinge a fare altrettanto, a donare a sua volta. Non si tratta solo di
dare, ma di condividere: unoccasione straordinaria
di educazione». Milano è la città della Borsa e della finanza. Percepisce un
clima diverso anche in questo mondo? Cè la consapevolezza che il sistema
è saltato
anche perché non si sono rispettati i princìpi basilari di etica finanziaria? «Non sono né un operatore né un protagonista
della vita finanziaria di Milano. Ma mi pare si stia
diffondendo lentamente la consapevolezza che la crisi si
sia originata oltre che da eventi congiunturali soprattutto dalla scarsa considerazione nella quale è stata
tenuta la dimensione etica a livello finanziario. Si è agito senza pensare che
dietro a titoli, obbligazioni, debiti cartolarizzati, prodotti finanziari,
cerano
sempre delle persone concrete che da quegli strumenti aspettavano un vantaggio
economico per sé e la propria famiglia. E in tanti hanno trovato solo imbrogli
e ingenti perdite di denaro. Ma la responsabilità è anche di tante persone e
famiglie che si sono lasciate attrarre dalla prospettiva del guadagno facile,
da ottenere non con il lavoro, ma con lazzardo.
Magari per sostenere e incrementare uno stile di vita al disopra della proprie
possibilità. Uno stile certamente non sobrio. La consapevolezza che occorre tornare al
fondamento etico nella finanza si sta diffondendo. Magari silenziosamente, come
se ci fosse timore ad affermare che quella che una volta veniva ritenuta la
"mano invisibile" che faceva funzionare leconomia in realtà è visibilissima, concreta. E ha un nome: letica, appunto. Letica che mette al centro la persona
nella sua integralità». Cosa può fare la gente di questa diocesi, che è tra le
più laboriose e produttive del mondo, per risollevarsi? «Non perdere la
speranza, ricordarsi la propria storia di gente semplice ma di cuore, pronta a darsi
una mano. Di gente che fa del lavoro un modo per dire la propria identità, la
propria creatività, la propria vocazione, non tanto la via per arricchirsi.
Confido che la nostra gente si ricordi che solo insieme, solo come comunità,
cristiana e civile, dalla crisi si uscirà. Con
dignità».
( da "e-gazette" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
In breve
- Lincontro tra Scaroni e lad di Gazprom, un
nuovo distributore di metano nel milanese e tanto altro
Il Festival
dellenergia lancia un bando per ricercatori - Si è tenuta presso il
rettorato delluniversità del Salento la
conferenza stampa di presentazione della seconda edizione del Festival
dellenergia. Alessandro Beulcke, presidente di Aris, lagenzia che
organizza il festival, ha illustrato le anticipazioni su programma e protagonisti.
Durante levento si è discusso anche di innovazione con il
call for paper, il bando lanciato per questa seconda edizione e rivolto a tutti
gli enti di ricerca pubblici e privati per la presentazione di studi e ricerche
in ambito
energetico. Incontro Scaroni-Miller - Lamministratore
delegato dellEni, Paolo Scaroni, e il presidente di Gazprom, Alexey
Miller, si sono incontrati presso la sede centrale di Gazprom, a Mosca. Durante
lincontro le parti hanno discusso landamento dellaccordo strategico di cooperazione firmato nel novembre 2006
e la successiva implementazione dei progetti congiunti. In questottica,
Paolo Scaroni e Alexey Miller hanno fatto il punto sulla realizzazione della
fase di pre-investimento relativa al South stream, data la rilevanza strategica del
progetto nellapportare un contributo
decisivo alla sicurezza degli approvvigionamenti diretti di gas verso
lEuropa. Esce il quinto numero di Oil - Chi sale e chi
scende nella crisi finanziaria ed economica che sta
sconvolgendo il mondo. Chi rischia di venire travolto dal terremoto che sta
sconvolgendo gli assetti internazionali e chi invece ha le potenzialità per
trarre vantaggio dai cambiamenti. Sono gli interrogativi che si pone il numero
5 di Oil, con il quale la rivista dellEni
conferma il proprio impegno per favorire informazione e dibattito di sulle
tematiche cruciali dellenergia e sulle dinamiche economiche
internazionali. Nuovo impianto metanauto nel milanese - Si è tenuta alla presenza del presidente della
Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e del direttore generale dellEni divisione refining & marketing, Angelo Caridi, linaugurazione del nuovo impianto di erogazione di metano per
autotrazione della stazione di servizio carburanti Eni Brianza sud, in
provincia di Milano. In questo mercato, in Italia lEni detiene la quota di circa il 70%, in termini di volumi
di gas naturale venduti, contando su un totale di oltre 490 impianti di
erogazione. Golla ad di Siemens Italia - Federico Golla è il nuovo
amministratore delegato di Siemens e country speaker di Siemens Italia. Golla,
che manterrà lincarico di healthcare sector
cluster lead south west Europe region, succede nella carica a Vincenzo Giori.
Edison fa utili per 374 milioni - Lassemblea degli azionisti dellEdison ha approvato il bilancio relativo allesercizio
2008, che si è chiuso con un utile di 374 milioni di euro (449 milioni del
2007). A livello consolidato, lutile è stato pari a 346 milioni di euro
(497 milioni nel 2007). Lassemblea ha quindi deliberato di distribuire un
dividendo di 0,05 euro per azione ordinaria e di 0,08 euro per azione di
risparmio, confermando i medesimi importi dei dividendi 2007. Il dividendo
verrà posto in pagamento il 17 aprile 2009 (data stacco cedola 14 aprile 2009).
E-GAZETTE - 07/04/2009 e-gazette.it -->
( da "Sannio Online, Il"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Cronaca:
Il Procuratore Maddalena: «Un segnale importante in un momento di crisi finanzia Pubblicato il 07-04-2009 Credo che questa operazione dia un segnale importante in un
momento di
crisi finanziaria ed economica. Ha esordito così il Procuratore Maddalena nella conferenza
stampa convocata presso la caserma di via Bologna per illustrare linchiesta sulla truffa allInps... Credo che
questa operazione dia un segnale importante in un momento di crisi
finanziaria ed economica. Ha esordito così il
Procuratore
Giuseppe Maddalena nella conferenza stampa convocata presso la caserma di via
Bologna per illustrare linchiesta sulla truffa
allInps. Maddalena ha sottolineato il lavoro svolto dalla guardia di
finanza ed ha ricordato lindagine che qualche giorno fa aveva portato al
sequestro di un villaggio turistico in costruzione nella provincia di Avellino.
Due momenti ha aggiunto il numero uno degli
inquirenti sanniti - che dimostrano lattenzione al tema
dellerogazione e delluso delle risorse pubbliche. Al suo fianco il
comandante provinciale delle fiamme gialle, il colonnello Gianni Palmacci, ed
il maggiore Gerardo Nocera, che guida il Nucleo di polizia tributaria. Palmacci
ha evidenziato il ruolo dellInps sia a livello
centrale che periferico. Hanno offerto la massima collaborazione, e quanto
accaduto è servito ad attivare sistemi di controllo che evitino lapertura di falle nei loro sistemi. Dal canto suo,
Nocera ha ripercorso alcuni passaggi dellinchiesta, soffermandosi, in
particolare, sulla contestazione del falso in sistemi informatici, equiparata al falso documentale.
( da "KataWebFinanza" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Scatta
il rosso per l'Europa (Teleborsa) - Roma, 7 apr - Le principali borse europee
non riescono a mantenere i guadagni registrati in avvio e si portano in
territorio negativo, sulla scia del peggioramento dei futures sugli indici a
stelle e strisce. I mercati sono in attesa dell'avvio della stagione delle
trimestrali USA, che parte oggi come di consueto con il colosso dell'alluminio
Alcoa. Dal fronte macroeconomico notizie poco incoraggianti sono giunte per la
Zona Euro, con il Pil del 4 trimestre in calo dell'1,5% su anno, livello pi
basso dal 1995. Nessuna statistica rilevante prevista invece in USA. Si
deprezza l'euro nei confronti della moneta americana, con scambi a 1,3258,
all'indomani dello stanziamento di una linea temporanea di swap tra la Fed e altre
4 banche centrali (Bce, BoE, BoJ e SNB) al fine di migliorare la liquidit di
valute straniere del sistema americano. Petrolio in calo sul mercato after
hours di New York a 50,5 dollari al barile. Attorno alle 12, Parigi, Londra ed
Amsterdam flettono l'1,22% circa mentre Francoforte cede l'1,09%. Bruxelles,
Zurigo e Madrid mostrano flessioni inferiori al mezzo punto percentuale. A
livello settoriale in affanno gli assicurativi, le banche ed i minerari.
Tengono bene le utilities e gli alimentari. Tra le singole note della giornata
vanno segnalati i dati sul traffico passeggeri di Air France-Klm, Aer Lingus ed
Air Berlin. In rosso a Londra le azioni Rio Tinto: il colosso minerario
anglo-australiano ha deciso di tagliare la produzione di bauxite, utilizzata per
la produzione dell'alluminio, da
( da "Sestopotere.com" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Banche:
clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola.
Indagine Abi (7/4/2009 09:30) | (Sesto Potere) - Roma - 7 aprile 2009 - Chi ha
un conto corrente dà peso soprattutto allesperienza
diretta e personale. Niente conta di più. Per chi invece non ha ancora un
rapporto con la banca fa premio il passaparola, ma subito dopo limmagine e le notizie riportate dalla stampa e dalla tv.
Sono i primi risultati dellIndagine “Le banche e la valorizzazione della
reputazione nei confronti della clientela retail”, che lABI sta mettendo
a punto con lUniversità di Parma. Ma quali sono i fattori che determinano la
reputazione? Anche qui contano i fatti più delle parole. Pesano molto fattori
relazionali – mantenere le promesse, correttezza, rispetto dei patti – e altri
più legati a caratteristiche dellofferta – professionalità,
qualità dei prodotti, solidità della banca, affidabilità, rapporto
qualità/prezzo – oltre a circostanze esterne come esposizione ai media,
passaparola e informazioni di stampa. Ciò che genera fiducia nei clienti sono i
comportamenti dellazienda, mentre i fattori
esterni agiscono come filtro o come rumore. Coerente con questa percezione, la
clientela è più influenzata dallesperienza maturata, seguita dalla
trasparenza e chiarezza delle condizioni contrattuali e dallimmagine
aziendale.
Insomma, nulla conta di più dellesperienza diretta per
chi ha un conto corrente. Sulla clientela potenziale invece impatta soprattutto
il passaparola, limmagine aziendale e le notizie riportate dalla stampa e
dalla tv. Lanalisi della reputazione delle banche mostra
che la crisi finanziaria
non ha inciso sulla fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli
addetti ai lavori. Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche
ritengono che sia meno sensibile a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è
in grado di valutare direttamente la qualità della relazione. La percezione della
reputazione come un asset e non solo come un rischio porta con se che si tratti
di una variabile che può incidere positivamente sui risultati aziendali, creando
valore. Di qui la consapevolezza che i contratti vanno costruiti sulle esigenze
della clientela e che le condizioni di prezzo vanno calibrate sul valore creato
e percepito dai clienti. Determinante dunque la definizione di reputazione
accolta dalle banche, che è in stretta relazione con i riferimenti della Banca
dItalia e dellaccordo di Basilea 2 sul rischio
reputazionale. Le banche ritengono che la reputazione dellazienda nei
confronti della clientela retail sia rappresentata dalla fiducia della clientela stessa nella
capacità della banca di mantenere un comportamento corretto e funzionale al
rispetto delle sue esigenze. Di qui la conseguenza di considerare la
reputazione aziendale un valore da sviluppare e non solo un rischio da evitare.
In questa nuova prospettiva, le priorità strategiche da perseguire sono prima
di tutto la soddisfazione della clientela, la reputazione aziendale e lo
sviluppo sostenibile. Subito dopo viene la redditività aziendale e ciò non
perché si tratti di un obiettivo di secondo piano. In realtà si riconosce allattenzione al cliente e alla reputazione della banca una
priorità proprio per perseguire la redditività. Cresce nelle banche la
convinzione che la creazione di valore per gli azionisti vada coordinata con il
modo in cui perseguire questo risultato. In più, per garantire uno sviluppo
soddisfacente e sostenibile conta anche lidea che il
cliente si è fatto sulla ripetibilità nel tempo della sua soddisfazione.
( da "Mattino, Il (Caserta)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
TINA
CIOFFO Siamo con una continua spada di Damocle sulla testa. È così che
esordisce la terna commissariale prefettizia straordinaria del comune di San
Cipriano D'Aversa alle prese con il bilancio di previsione. «Faremo di tutto
per evitare il dissesto - spiega Sebastiano Giangrande - ma facendo i conti tra
le entrate effettive e quelle attese non possiamo negare che la situazione non
è affatto rosea». Lo stato di dissesto finanziario verrà dichiarato solo in
caso di situazioni debitorie non sanabili e nel caso in cui sia impossibile
svolgere le funzioni indispensabili. L'eventualità non è però molto lontana. La
conferma arriva dalle cifre. Per il 2008, tra le voci in residuo e quelle in
competenza, per la Tarsu, nelle casse municipali sarebbero dovuti entrare oltre
8 milioni e mezzo di euro. La riscossione è stata invece, solo di poco più del
dieci per cento. La somma percepita è stata di quasi 925 mila euro. Una
differenza sostanziale che stabilisce il grado evasione fiscale presente nel sanciprianese e certamente non imputabile unicamente allo stato
di crisi finanziaria che permea l'intera società. Senza fondi in pericolo ci
sarebbero anche gli stipendi dei diciotto operatori ecologici di San Cipriano e
con essi la raccolta della nettezza urbana per i prossimi mesi. Se poi si
aggiunge che il Comune per il servizio di raccolta rifiuti dovrebbe pagare per
il pregresso, a cominciare dal 2004, oltre due milioni di euro davvero
si capiscono i salti mortali che si stanno compiendo. «L'intenzione è di
sistemare i conti senza più delegare ad altri, così come è evidentemente
avvenuto da qualche tempo a questo parte, e senza sottrarci da quello che è il
nostro fondamentale compito», dice il vice prefetto Giuseppe Marani impegnato
anche ieri pomeriggio a trattare con il consorzio unico per stabilire il
dilazionamento del pagamento in almeno dieci anni. «Fare altrimenti - aggiunge
- sarebbe impossibile». A far ben sperare è intanto il nuovo bando di gara per
l'affidamento del servizio di riscossione tributi. A gestire il servizio dal
2002 al 2008 è stata la Sirtap. Lo scorso maggio dinanzi all'interdittiva
antimafia emessa dalla prefettura di Caserta i commissari, insediatisi dopo lo
scioglimento per infiltrazione camorristica dell'amministrazione comunale
guidata da Enrico Martinelli di Fi, ne ordinarono la rescissione del contratto.
I termini per la designazione della nuova società, che dovrà fare un
monitoraggio attento e concreto della situazione e procedere ad un mirato
incasso, scadranno il 23 aprile. «Le finalità - afferma il prefetto Marcello
Palmieri- sono tutte per il bene della collettività che deve imparare a non
essere più strumentalizzata da chi è prima di tutto preoccupato ad avere
consenso elettorale». «A San Cipriano - continua Palmieri - quel che deve essere
ripristinato è lo stato di diritto e dovere, comprendendo una volta per tutte
che la programmazione senza pecunia non può scendere dall'alto».
( da "Asca" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
TOSCANA/CRISI:
DA CARIPARMA E CONFICTUR 15 MLN PER AIUTARE PMI (ASCA) - Firenze, 7 apr -
Quindici milioni di euro per aiutare le piccole imprese toscane in crisi di liquidita'. E' quanto prevede un fondo realizzato
grazie alla collaborazione tra Cariparma e Confictur (Consorzio Finanziaria
Commercio e Turismo). ''Il nostro consorzio fidi, libero e indipendente -
spiega Paolo Galardi, presidente di Confictur - punta ad affiancare quegli
esercizi che rappresentano il tessuto portante della nostra societa'. In un
momento come quello attuale, pensiamo che sia necessario non lasciare in balia
della tempesta economica mondiale i tanti piccoli imprenditori che rischiano di
non farcela. La cifra a nostra disposizione sara' destinata alle esigenze di
liquidita' a breve. Quest'ultima, infatti, e' rivolta specificamente a
sostenere la gestione del circolante delle imprese, a supportare l'attivita'
commerciale ed e' utilizzabile per la copertura delle diverse esigenze di
liquidita' dell'attivita' ordinaria''. Il Consorzio dedica i propri servizi ad
artigiani, agricoltori, commercianti e a tutte le aziende attive nei settori
del turismo, dei servizi e dell'industria. ''Cariparma - afferma Massimo
Cerbai, responsabile regione Centro Sud della banca - a
seguito dell'attuale crisi
finanziaria ha intensificato la
collaborazione con le associazioni di categoria al fine di assicurare alle
imprese associate adeguati flussi finanziari. L'accordo Cariparma Confictur
testimonia il forte e crescente legame della Banca con il tessuto locale nelle
proprie aree di riferimento''. afe/rg/bra (Asca)
( da "Sicilia, La" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Anche
Italia dei Valori sostiene candidato Pd Mazzarino. "Un nuovo progetto di
crescita" è lo slogan del prof. Serafino Gueli, presentato ieri sera
(6.4.09) a candidato sindaco per le prossime amministrative nel corso della
conferenza stampa dell'on. Lillo Speziale, presidente della commissione
regionale antimafia e coordinatore provinciale del Partito democratico.
«Abbiamo chiesto a Serafino Gueli - dichiara l'on. Speziale - di candidarsi a
sindaco sulla base di una diffusa proposta che ci veniva da settori consistenti
di personalità della comunità di Mazzarino anche estranei al nostro partito,
perchè ha coerenza politica, note caratteristiche di sobrietà, di equilibrio, si
è speso nel rapporto con la comunità mazzarinese nei settori dove è stato
chiamato in primo luogo nella sua funzione di pedagogista ed è riconosciuto il
suo rigore morale e intellettuale con il quale ha svolto e svolge la sua
funzione e questo lo so perché è stato preside anche in una scuola della mia
città di Gela e so quanto tuttora sia stimato». «Inoltre - continua Speziale -
Serafino Gueli è presidente della Banca di Credito cooperativo dei Castelli e
degli Iblei», che nonostante l'attuale crisi finanziaria
nazionale ed internazionale, ha «basi solide e buona parte di quel lavoro è
legato anche al contributo fattivo che Gueli ha dato», per cui «siamo sicuri di
interpretare un sentimento diffuso di questa comunità di identificarsi
attraverso la candidatura di Serafino, come un candidato che travalica i
confini dei partiti politici e diventa il candidato della comunità
mazzarinese. Scelta migliore - conclude Speziale - il Pd non poteva fare. La
candidatura di Gueli naturalmente è offerta a quanti vogliono partecipare nella
lista del sindaco, perché oltre alla lista del Pd lavoreremo per fare una lista
di sostegno del sindaco». Nel suo intervento il candidato sindaco non ha
nascosto che la sua scelta è «stata un po' combattuta, ma alla fine ho deciso
di dare un contributo a questa comunità" al fine di "concorrere in
iniziative di un nuovo concetto di governare. Gueli, in primo luogo, pensa di
avviare delle iniziative che «oltre al carattere dal punto di vista sociale -
economico» possano dare sinergie che si possono anche estendere nel territorio
(«zona industriale che si sta realizzando» ecc.), che si «possa ristabilire un
certo elemento che può sfociare in situazioni nuove per quanto riguarda il
campo occupazionale in generale e la possibilità di sviluppare concretamente
qualche settore». Per Gueli, però, non possono essere tralasciati i problemi
dei settori commerciali, artigianali e si sofferma sui problemi «di tanti
giovani che non sanno come poter superare questa gravissima fase che stanno
vivendo» , dei tagli di questo governo e del precariato. Insomma spera di «dare
un buon servizio alla comunità». Angelo Stuppia
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Martedì
7 Aprile 2009, Paolo Bonafè è stato riconfermato segretario della
Federmar-Cisal della provincia di Venezia; al suo fianco riconfermati anche
Maria Cristina Pitteri (vice segretaria), Aldo Zolli (che è anche coordinatore
nazionale), Alessandro De Bastiani e Carla Manfreo. Non sarà una passeggiata il
prossimo mandato, visto che uno dei primi problemi da affrontare riguarda la
decisione del Governo di dare via libera alla vendita del 100% del gruppo
Tirrenia (Divisione Adriatica, Ca.re.mar., Si.re.mar., Sa.re.mar. e
To.re.mar.). «Il Decreto della presidenza dei ministri, varato nei giorni
scorsi, impone di cedere la società in blocco ad un unico acquirente che
dovrebbe mantenere il valore di servizio universale e gli attuali livelli
occupazionali - dicono i nuovi vertici di Federmar -. Ma siamo molto
preoccupati perché temiamo che non vengano rispettati i paletti imposti dallo
stesso Dpcm dato che tutto il settore dello shipping e del turismo vive una crisi profonda, che parte dalla crisi finanziaria
per arrivare alla crisi dei consumi». I sindacalisti si riferiscono in particolare ai
collegamenti dei traghetti con le isole perché, sostengono, per un privato è
impossibile subentrare ala flotta pubblica nel settore dei servizi dovuti,
quelli che garantiscono alla gente che vive più isolata di potersi comunque
spostare.
( da "Sicilia, La" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Enel
Green Power: dalle energie rinnovabili una risposta importante alla crisi mondiale Roma. Dalle energie rinnovabili può arrivare
una risposta importante alla crisi. Ne è convinto il
presidente di Enel Green Power, Francesco Starace, che invita a puntare su
questa «nuova leva per lo sviluppo ovunque, non soltanto in Italia». Negli
Stati Uniti, dove la crisi finanziaria
ha preso il via contagiando l'economia reale a livello internazionale, la nuova
amministrazione ha puntato fin dall'inizio sul settore della sostenibilità
ambientale. Non solo per il vantaggio ecologico che ne deriva, ma anche per
potenzialità di sviluppo che le energie alternative comportano proprio a
livello economico. Anche l'Europa e l'Italia si stanno indirizzando
verso questa strategia, ma è necessario spingere sull'acceleratore. «Le energie
rinnovabili sono la molla per lo sviluppo di una nuova industria - afferma
Francesco Starace - e quindi tutto quello che genera sviluppo aiuta a uscire
dalla crisi». Dal suo osservatorio, il presidente di
Enel Green Power vede già una serie di segnali incoraggianti. «Ci sono filoni
industriali - spiega - che non si sono mai incontrati prima, perché le loro
attività avvenivano su piani diversi. Ora, invece, si ritrovano improvvisamente
sinergici nel campo della produzione dell'energia rinnovabile». Un fenomeno
singolare dunque, che indica come la rotta giusta sia stata individuata dagli
operatori economici, semplicemente inseguendo ognuno i propri benefici. Anche
nel campo dell'industria elettronica si sta assistendo alla stessa tendenza.
«Molte aziende che si occupano di produrre memorie elettroniche e circuiti si
interessano ai pannelli solari», aggiunge il presidente di Enel Green Power,
chiamando in causa anche la sua struttura per dare un contributo concreto a
questa sinergia: «Credo che come Enel possiamo aiutare a far coagulare questi
poli di interesse comune e a creare sviluppo in questo senso». Ga. Be.
( da "Velino.it, Il" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il
Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. EST - Capo Verde, Dgcs dona oltre 500 tonnellate carne per i bambini
Roma, 7 apr (Velino) - LUnità tecnica locale (Utl)
della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina a Dakar
(che ha anche la responsabilità di Mali, Mauritania, Capoverde, Gambia, Guinea
Conakry e Guinea Bissau) ha donato oltre cinquecento tonnellate di carne
avicola in scatola (valore di due milioni di euro) alle autorità capoverdiane
per essere destinato, in parti eguali, al Programma nazionale delle cantine
scolari e alla monetizzazione. La consegna degli aiuti alimentari è avvenuta
nel corso di una cerimonia a Praia, alla quale hanno partecipato il
responsabile della sezione Aiuti alimentari dellufficio
Emergenza della Dgcs, Francesco Cantone e il direttore dellUtl, Marco
Platzer. Allevento è intervenuto anche il Segretario di stato
allEducazione, Octavio Ramos Tavares, il quale ha ringraziato
calorosamente la Cooperazione italiana per questi aiuti, particolarmente
importanti e tempestivi in un periodo di crisi finanziaria
e alimentare generalizzata. La maggior parte della carne verrà destinata alle
mense delle scuole elementari situate nelle aree più povere e svantaggiate del
paese e contribuirà a migliorare lo stato nutrizionale dei bambini. Al
contempo servirà anche a incoraggiare la frequenza scolastica ed aumentare il
tasso di scolarizzazione. La monetizzazione di una parte del prodotto, invece,
permetterà di disporre di fondi di contropartita da destinare al finanziamento
di iniziative di sviluppo, decise di comune accordo da un apposito comitato
congiunto italo-capoverdiano. (fbu) 7 apr 2009 13:41
( da "Soldionline" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Dmt
raddoppia in tre settimane! Difficile trovare una spiegazione al rally messo a
segno dal titolo. Di certo, come accaduto per altre società a media-piccola
capitalizzazione, la componente speculativa resta dominante. Le tags: allstars
, dmt Quotazioni: DMT Commenta l'articolo Edoardo Fagnani martedì, 31 marzo
2009 - 16:04 Anche Dmt è stata tra i maggiori beneficiari del rally registrato
da Piazza Affari nelle ultime settimane. Il titolo della società, quotata allAllStars e attiva principalmente nella gestione di torri di
telecomunicazioni, ha raddoppiato le proprie quotazioni in poche sedute. Il
prezzo di Dmt è passato dal minimo assoluto di 2,05 euro (prezzo di chiusura della
giornata del 12 marzo) ai 3,95 euro della chiusura di ieri. Il valore delle
azioni aveva addirittura toccato un massimo relativo di 4,95 euro il 23 marzo,
per poi ripiegare nelle sedute seguenti. Nonostante il balzo registrato in
questi giorni, il bilancio del titolo da inizio anno resta abbondantemente
negativo. Rispetto al prezzo di inizio anno, in tre mesi Dmt ha lasciato sul
terreno il 68%, mentre nello stesso periodo di tempo lindice di riferimento ha limitato la perdita all8,2%. Dal punto di vista tecnico, la correzione delle ultime
sedute ha portato Dmt al test della soglia psicologica dei 4 euro, livello
violato nella seduta di ieri con bassi volumi e volatilità ridotta. Una nuova
chiusura inferiore a tale soglia - accompagnata da un aumento degli scambi - potrebbe
favorire un ulteriore ritracciamento dei prezzi, verso la chiusura del gap
lasciato aperto nella seduta del 18 marzo (area 3 euro). Difficile trovare una
spiegazione al rally messo a segno dal titolo. Di certo, come accaduto per
altre società a media-piccola capitalizzazione, la componente speculativa resta
dominante. Di certo il rally non trova spiegazione nellandamento operativo dellazienda. Dmt, infatti, ha
chiuso il 2008 con risultati tra luci e ombre. Nel dettaglio, la società ha terminato
lo scorso esercizio con ricavi in aumento dell1,7%
a 78,8 milioni di euro, mentre la perdita netta è balzata da 4,5 milioni a
14,5 milioni di euro. A fine 2008 lindebitamento
netto di Dmt era pari a 147,5 milioni di euro, in crescita rispetto ai 127,6
milioni di inizio anno. Inoltre, resta da risolvere il nodo della divisione
sistemi, in precedenza destinata alla vendita e poi ritirata
dal mercato in seguito alla crisi finanziaria degli ultimi mesi.
A questo proposito, il management ha approvato il budget per questa divisione,
che punta a riportare in positivo il margine operativo lordo per queste
attività. A che si deve, quindi, questo rally? Oltre alla classica
giustificazione di rimbalzo tecnico dopo lo scivolone subito nelle prime
settimane del 2009, alcuni addetti ai lavori hanno avanzato lipotesi di un delisting del titolo. Dmt, infatti, potrebbe
far gola ad alcuni fondi di private equity, attivi nel settore delle
infrastrutture. Intanto, nei giorni scorsi lazionariato
della società ha subito qualche modifica. Millenium Partecipazioni S.r.l.,
società facente capo ad Alessandro Falciai e maggior azionista di Dmt, ha
ceduto sul mercato 410.000 azioni pari al 3,6% del capitale sociale e 282.500
azioni pari a 2,5 % del capitale di Dmt. La vendita è stata in un certo senso
obbligata, in quanto è stata determinata dallescussione
di un pegno di Ubs, con cui Millenium aveva contratto un finanziamento. La
stessa Millenium ha provveduto allacquisto sul mercato regolamentato di 46.000
azioni Dmt, pari allo 0,41% del capitale sociale. In seguito a queste
operazioni di compravendita Alessandro Falciai, direttamente e indirettamente
tramite Millenium Partecipazioni S.r.l., detiene a oggi una partecipazione pari
al 36% del capitale sociale. -->
( da "Soldionline" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Difficoltà
finanziarie per It Holding La società ha precisato che il ritardo nel pagamento
delle royalty ha anche creato tensione con i licenzianti, che hanno messo in
mora le società del gruppo interessate. It Holding ha dichiarato che sono
riprese le trattative con la società Mensun e che sono stati avviati contatti
con altri investitori. Le tags: allstars , it holding Quotazioni: IT HOLDING
Commenta l'articolo Edoardo Fagnani lunedì, 2 febbraio 2009 - 17:05 Momento
estremamente difficile per It Holding. La società, quotata allAllStars e attiva nel settore della moda, ha comunicato
“l'esistenza di difficoltà di tesoreria prodotte dal mancato rinnovo di una
operazione di cartolarizzazione dei crediti commerciali venuta meno alla fine
dell'estate e dalla progressiva difficoltà ad utilizzare pienamente gli affidamenti
bancari formalmente in essere”. In poche parole It Holding necessita in tempi
brevi del pieno ed effettivo utilizzo delle linee formalmente disponibili se
vuole recuperare l'equilibrio patrimoniale. Inoltre, la società vede
avvicinarsi le scadenze delle consegne relative alle stagioni Primavera/Estate
2009 e Autunno/Inverno 2009/2010. Un rallentamento nella gestione finanziaria, infatti, potrebbe compromettere la stagione e
arrecare un danno alloperatività dellazienda, in momento aggravato dalla situazione di crisi
a livello internazionale. Ma le difficoltà di It Holding non si fermano a
questo livello. La società ha precisato che il ritardo nel pagamento delle
royalty ha anche creato tensione con i licenzianti, che hanno messo in mora le
società del gruppo interessate. Il management di It Holding hanno ricordato che
sono attualmente in corso le trattative con questi soggetti, con lobiettivo di trovare una soluzione della situazione
nell'interesse
comune. Inoltre, secondo quanto riportato da CorrierEconomia, linserto del lunedì del quotidiano Corriere della Sera, It
Holding potrebbe fare ricorso alla legge Marzano, in seguito alla crisi
finanziaria dellazienda. Tuttavia, dalla
società hanno comunicato di voler scongiurare questa ipotesi. Ancora nessuna novità
importante su eventuali nuovi azionisti. It Holding ha precisato che sono
riprese le trattative con la società Mensun (anche se non più in condizioni di
esclusiva) e che sono stati avviati contatti con altri investitori. In
particolare, nel corso delle ultime settimane la società ha ricevuto
manifestazioni di interesse da vari soggetti. Secondo alcune indiscrezioni si
tratta di due-tre proposte provenienti da fondi di private equity. Una di queste
è relativa a un'operazione che attraverso un aumento di capitale e la
rinegoziazione del debito esistente potrebbe consentire il riequilibrio
patrimoniale e finanziario del gruppo. Questa proposta sembra aver trovato linteresse del management, tanto che sarà esaminata dal consiglio di
amministrazione di It Holding nella riunione in agenda il 3 febbraio. Come
nelle attese le indicazioni di It Holding sono state accolte negativamente da
Piazza Affari. Nella seduta odierna il titolo è stato oggetto di forti vendite,
che hanno riportato la quotazione del titolo ai minimi toccati lo scorso
novembre. Il ribasso ha superato il 10% nel corso del tardo pomeriggio. Il calo
odierno si accumula al 25% messo a segno dal titolo nel solo mese di gennaio,
portando la flessione da inizio anno a oltre il 30%. It Holding non era andata
meglio lo scorso anno. Le azioni della società avevano chiuso il 2008 con un
tonfo di quasi l80%, registrando una delle
peggiori performance dellanno allAllStars. Il calo odierno è stato accompagnato da
volumi elevati. Nellintera giornata sono passate di
mano quasi 4 milioni di azioni, il triplo rispetto alla media registrata nelle
precedenti trenta giornate. Per trovare una giornata con scambi così intensi
bisogna tornare allultima seduta del
( da "Soldionline" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Mediobanca
conferma la valutazione su Nice Gli analisti di Mediobanca, in un'analisi
datata 20 marzo, sono soddisfatti della performance del mercato italiano e
francese, che contano per il 45 del fatturato e tengono a
dispetto della crisi
finanziaria. Le tags: nice Quotazioni: NICE
Commenta l'articolo Sarah Piglia martedì, 24 marzo 2009 - 10:10 Tutto questo
grazie ai piano di stimolazione del settore immobiliare messi a punto dai due
governi e che dovrebbero cominciare a dare I loro frutti nel quarto trimestre
del
( da "Soldionline" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
BCE, UN
TAGLIO MINIMO. TASSI ALL'1,25% La BCE ha tradito le indicazioni degli analisti,
che pronosticavano un taglio dei tassi dello 0,5%. Il numero uno della banca,
Jean-Claude Trichet, ha non esclude un nuovo taglio dei tassi in una delle
prossime riunioni, anche se la riduzione sarà moderata. Le tags: bce Commenta
l'articolo Edoardo Fagnani giovedì, 2 aprile 2009 - 16:04 Prosegue la politica
monetaria espansiva della BCE. Tuttavia, a differenza delle attese, i vertici
della Banca Centrale Europea hanno deciso di sforbiciare i tassi di interesse
di un quarto punto percentuale, la metà del taglio effettuato nellultima riunione del 5 marzo. Di conseguenza, il saggio di
riferimento si è ridotto dall1,5% all1,25%, il livello minimo da
quando esiste listituto. La BCE ha tradito le indicazioni degli analisti, che
pronosticavano un taglio dei tassi dello 0,5%. Gli esperti di IntesaSanpaolo
aveva indicato come molto probabile una sforbiciata di mezzo punto percentuale,
ma non avevano escluso a priori una riduzione più contenuta, proprio di 25
punti base. Inoltre, gli analisti di IntesaSanpaolo ritengono probabile “leventualità che la BCE decida presto un programma di
acquisto sul mercato secondario di titoli di debito privato, probabilmente
bancari”, mentre sembra poco probabile lannuncio di
un programma di acquisto di titoli di Stato. Nonostante la velocità di
riduzione dei tassi sia stata inferiore a quelle delle altre principali banche
centrali internazionali – la FED ha già esaurito tutte le munizioni da questo punto di vista,
essendo già arrivata ai tassi zero – il saggio di riferimento nellarea euro è notevolmente diminuito rispetto allestate
del
( da "Soldionline" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Piazza
Affari positiva (+1%). Seat continua a salire (+5%) È proseguito anche oggi il
rally di Seat, dopo che ieri il titolo della società editoriale era balzato del
37%, in scia all'accordo commerciale siglato con Google. Andamento contrastato
per le banche. I principali indici hanno registrato performance positive. Le
tags: seat pagine gialle , unicredit Quotazioni: SEAT PAGINE GIALLE Commenta
l'articolo Edoardo Fagnani giovedì, 26 marzo 2009 - 17:05 è proseguito anche
oggi il rally di Seat, dopo che ieri il titolo della società editoriale era
balzato del 37%, in scia allaccordo commerciale
siglato con Google. Le azioni del gruppo guidato da Luca Majocchi sono balzate
del 5,18% a 5,995 euro, dopo essere rimaste sospese per eccesso di rialzo per
buona parte
della giornata. Intanto, la Consob ha dato via libera alla pubblicazione del
prospetto informativo relativo allaumento di
capitale da 200 milioni di euro. Loperazione avrà inizio lunedì 30 marzo.
Il prezzo di offerta delle nuove azioni è stato fissato a 0,106 euro. Molto
bene anche RcsMediaGroup, che ha terminato la giornata con un balzo del 4,56%.
Gruppo24Ore ha guadagnato il 2,4% a 1,879 euro. La società che edita Il Sole 24
Ore ha deciso di chiudere il quotidiano “24 Minuti”, distribuito gratuitamente
a Milano e a Roma. La decisione sarà operativa a partire dal 1° aprile. Al
contrario, Mediaset ha subito una flessione dello 0,22% a 3,435 euro. Jp Morgan
ha tagliato a 4,1 euro il prezzo obiettivo sul gruppo del Biscione, confermando
il giudizio “Neutrale”. Mondadori ha perso il 4,82% a 2,42 euro. Dopo la
diffusione dei risultati di bilancio, Deutsche Bank ha sforbiciato a 3,7 euro
il target price sul gruppo di Segrate, in seguito alla riduzione delle stime
sulla redditività per il biennio 2010/2011. Tuttavia, gli esperti della banca
tedesca hanno ribadito lindicazione di acquisti delle
azioni. Anche Centrobanca ha tagliato la valutazione su Mondadori, portandola a
2,8 euro, in seguito alla riduzione delle stime sullutile per azione per
il biennio 2009/2010. Gli esperti hanno un giudizio “Neutrale”. In difficoltà
anche Gruppo lEspresso (-4,37%). Andamento
contrastato per le banche. Unicredit ha registrato una flessione del 2,74% a
1,35 euro. In rosso anche Mediobanca (-0,83%). Al contrario, UBI Banca ha guadagnato il 3,09% a
8,665 euro. I vertici dellistituto hanno dichiarato che
aggiorneranno il piano industriale dellistituto. Il business plan sarà
allungato fino al 2012 e per lesercizio in corso conterrà cifre diverse
rispetto al precedente piano, in seguito alla crisi finanziaria in
atto. Il precedente piano industriale indicava per il 2009 un utile netto per
oltre 1,3 miliardi di euro e un dividendo di 1,15 euro. Dopo la diffusione dei
risultati di bilancio, Cheuvreux ha migliorato il giudizio sullistituto, portandolo ad “Outperform” (farà meglio del
mercato), sulla base di un profilo di rischio più basso. Gli stessi analisti
hanno alzato a 9,5 euro il target price. Ubs, invece, ha tagliato le stime
sullutile per azione di UBI Banca per il biennio 2009/2010, anche se ha
confermato il giudizio “Neutrale” e il prezzo obiettivo di 8 euro. Monte dei
Paschi di Siena è salita del 2,92% a 1,091 euro. Oggi si è riunito il consiglio
di amministrazione dellistituto toscano per
lesame dei risultati di bilancio. La Popolare di Milano ha registrato un
rialzo del 3,73% a 3,8975 euro. Gli analisti di Equita sim hanno sforbiciato a
4,5 euro il prezzo obiettivo sulla banca lombarda, in seguito alla prossima
emissione di titoli. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito lindicazione di acquisto. Anche Mediobanca ha ridotto il
target price della Popolare di Milano, portandolo a 3,5 euro. Inoltre, gli
analisti di Piazzetta Cuccia, hanno peggiorato a “Neutrale” il giudizio sulla
banca milanese. La migliore performance del comparto è stata quella del Banco Popolare
(+8,49% a 3,5475 euro), nonostante Banca Akros abbia tagliato a 2,45 euro il
prezzo obiettivo sullistituto, in seguito alla
riduzione delle stime sullutile per azione per il biennio 2009/2010. Gli
analisti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere). Molto bene anche
IntesaSanpaolo (+5,77%). Bene gli istituti maggiormente attivi nel risparmio
gestito. Banca Generali ha guadagnato l1,84% a
2,485 euro. Goldman Sachs ha tagliato a 3 euro il prezzo obiettivo sulla compagnia, anche se
ha ribadito lindicazione di acquisto delle
azioni. Mediolanum è salita dell1,69%. Giornata allinsegna della
cautela per Piazza Affari. Tuttavia, i principali indici di Borsa Italiana
hanno registrato performance positive. Pochi spunti tra i petroliferi e i telefonici.
Molto bene, invece, Fiat, che è riuscita a tornare sopra quota 5 euro. Ancora
spunti tra le società minori. Cell Therapeutics è rimasta congelata anche oggi
per gran parte della giornata per eccesso di rialzo. L'S&P/Mib ha
registrato un progresso dell1,35% a 16.483 punti,
mentre il Mibtel è salito dell1,14% a 13.217 punti. Performance brillanti
anche per il Midex (+1,03%) e l'AllStars (+1,16%). Nella giornata odierna il
controvalore degli scambi è stato pari a 2,1 miliardi di euro, rispetto ai 2,3 miliardi
di ieri. Su 349 titoli trattati, 211 hanno registrato una performance positiva,
mentre i segni meno stati 125. Invariate le restanti 13 azioni. Le principali
borse europee hanno registrato variazioni frazionali. Leuro si mantiene tra gli 1,35 e gli 1,36 dollari. In generale
rialzo i petroliferi. Eni ha messo a segno un minimo progresso dello 0,13% a
15,24 euro. Andamento migliore per Saipem (+6,03% a 14,59 euro). La società si
è aggiudicata una nuova commessa per un controvalore di 400 milioni di dollari.
Bene Tenaris (+2,19% a 7,925 euro). Performance positive anche per Erg (+4,63%
a 9,71 euro) e Saras (+6,48% a 2,135 euro). Secondo quanto riportato da MF il
gruppo guidato dalla famiglia Garrone starebbe cercando partner nel settore
dellenergia eolica, dove lazienda opera con la
controllata Erg Renew (+26,8%). I vertici di Erg hanno precisato che sono in
corso contatti con operatori del settore, anche se al momento le trattative si
mantengono nella fase preliminare. Enel ha perso lo 0,27% a 3,76 euro. La Cassa
Depositi e Prestiti ha deciso di aderire allaumento di
capitale lanciato dal colosso elettrico, sia per la parte di propria
competenza, che per quella del Ministero dellEconomia e delle Finanze,
tramite la cessione
dei diritti di opzioni spettanti al ministero. La Cassa Depositi e Prestiti ha
ricordato che entro il primo luglio del 2010 dovrà cedere la partecipazione
detenuta in Enel. In difficoltà anche Snam Rete Gas (-1,2%) e Terna (-2,46%).
Spunti importanti tra le municipalizzate. A2A ha perso il 3,69% a 1,2 euro.
Dopo la diffusione dei risultati di bilancio gli analisti di Goldman Sachs
hanno migliorato il giudizio sulla municipalizzata milanese e hanno inserito la
società nella propria lista di titoli preferiti. Al contrario, Banca Leonardo
ha ridotto a 1,4 euro per azione la valutazione la valutazione su A2A, in
seguito al taglio delle stime sulla redditività per il preiodo 2009/2013. Gli
esperti hanno confermato il giudizio “Underweight” (sottopesare). Andamento
positivo per Enìa (+1,55%) e Iride (+3,16%). I consigli di amministrazione
delle due municipalizzate hanno dato il via libera al progetto di integrazione,
che ora dovrà essere approvato dalle rispettive assemblee degli azionisti.
Segno più per Hera (+0,63% a 1,277 euro). La municipalizzata ha chiuso il 2008
con ricavi per 3,7 miliardi di euro, in crescita del 29,8% rispetto al
risultato del 2007, mentre lutile ante imposte è
salito del 32,5% a 189 milioni di euro. Il management ha deciso di proporre allassemblea un dividendo di 8 centesimi di euro. --> Pagina: 1 2
( da "KataWeb News" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il
mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009
alle 14:15 — Autore: babelick — 84 commenti Gentile ambasciatore Terracciano,
complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha
inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza
italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un
diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto
è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata.
Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di
partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e
regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non
c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di
demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno
di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di
progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi
Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro
Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa
aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto
l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il
governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica
fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un
tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente,
non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello
psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene,
ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango
delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4
ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro
la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito
«l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea
per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il
sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e
«in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se
l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia
spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi
profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal
governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom
economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità
di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima
mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo
milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46
milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha
cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre
prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da
( da "Savona news" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Liguria:
Carlo Felice, requiem degli orchestrali Gli orchestrali del Teatro Carlo Felice
di Genova hanno suonato alcune note funebri di requiem davanti allingresso della sede della Regione, mentre era in svolgimento
la seduta consiliare. E avvenuto stamattina a Genova, in piazza De
Ferrari. I capigruppo hanno così incontrato i lavoratori del Teatro
genovese che versa in una grave crisi finanziaria.
Questi ultimi, come detto, hanno manifestato davanti alle porte del Consiglio
regionale con cartelli ed alcuni indossando il cappuccio nero del boia. Il
governatore Claudio Burlando chiede il realizzarsi di tre condizioni: accordo
Comune-Regione-Governo, soluzione giuridica praticabile, transazione che
porti alla definitiva pace sindacale. Con lincarico di
portavoce dei colleghi, Nicola Lo Gerfo, accompagnato da rappresentanti dei
lavoratori e sindacali, ha espresso il disagio dei dipendenti del Carlo
Felice, privati del fondo pensione e schiacciati dallincubo del licenziamento, che appare inevitabile a seguito
delleventuale fallimento della Fondazione che gestisce il teatro.
In primo luogo è necessario che tutti e tre i soci fondatori siano decisi
ad intervenire. Regione e Comune sono già daccordo su
questo punto
e oggi è prevista una verifica con il Governo, il terzo socio fondatore ha spiegato il presidente regionale Burlando .
Cè necessità che si trovi una soluzione alla transazione con i
lavoratori, in particolare con i 76 che hanno avviato la causa, ha ribadito il presidente che infine, come detto, non ha
nascosto le difficoltà giuridiche.
( da "Asca" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
UNIVERSITA'/SIENA:
INDAGINE AMMINISTRATIVA CONSEGNATA A PROCURA (ASCA) - Siena, 7 apr - Il
direttore amministrativo dell'Universita' degli Studi di Siena Emilio Miccolis
ha consegnato oggi al sostituto procuratore della Repubblica Mario Formisano
copia della relazione finale della commissione tecnica di indagine
amministrativa. Il documento e' stato depositato ieri presso la direzione
amministrativa dell'Ateneo. La commissione tecnica di indagine amministrativa,
ricorda una nota, e' stata costituita con decreto rettorale dello scorso 16
gennaio, su impulso del direttore amministrativo Emilio Miccolis, nell'ambito
dei lavori per ''l'accertamento amministrativo delle cause e delle eventuali
responsabilita' soggettive e oggettive, che negli ultimi anni hanno condotto l'Ateneo alla crisi finanziaria''. Hanno fatto
parte della commissione tecnica di indagine, nominati attraverso lo stesso
decreto rettorale di istituzione, il professor Bernardo Giorgio Mattarella,
professore ordinario di diritto amministrativo presso la Scuola superiore della
Pubblica amministrazione di Roma, il professor Antonio Barretta,
associato di Economia aziendale presso la facolta' di Economia dell'Universita'
degli Studi di Siena, l'avvocato Gaetano Prudente, responsabile dell'avvocatura
interna dell'Universita' degli Studi di Bari. afe/
( da "KataWebFinanza" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
CRISI: CEO DI GOLDMAN, E' STATA 'PROFONDAMENTE UMILIANTE' (AGI) -
Washington, 7 apr. - Il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, definisce
"profondamente umiliante" per i big di Wall Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi
dei contribuenti dovranno essere restituiti il piu' presto possbile. "Peggio ancora -
aggiunge - le decisioni sulle restribuzioni prese e non prese da banche che
hanno in poco tempo perso valore per gli azionisti, sono state, viste
retrospettivamente, egoistiche e avide". 07/04/2009 - 17:26
( da "KataWeb News" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi:
Ceo di Goldman, è stata 'profondamente umiliante' 7 aprile 2009 alle 17:47 —
Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein,
definisce "profondamente umiliante" per i big di
Wall Street la crisi
finanziaria e assicura che i soldi dei
contribuenti dovranno essere restituiti il più presto possbile. "Peggio
ancora -- aggiunge -- le decisioni sulle restribuzioni prese e non prese da
banche che hanno in poco tempo perso valore per gli azionisti, sono state,
viste retrospettivamente, egoistiche e avide". AGI
( da "Wall Street Italia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Pd/Franceschini
sceglie il treno, tour europeo con 360 ragazzi di Apcom Dal 22 al 26, toccherà
Torino, Parigi, Berlino, Praga e Venezia -->Roma, 7 apr. (Apcom) - Dopo il
pullman di Walter Veltroni, che toccò tutte le province italiane per la
campagna elettorale delle elezioni politiche, Dario Franceschini sceglie il
treno per quella delle europee e la fa diventare una scuola itinerante.
"Un treno per l'Europa" è la scuola viaggiante pensata dal Pd in
vista delle elezioni europee e vedrà il segretario in viaggio per alcune
capitali europee insieme a 360 ragazzi. Il treno partirà da Torino il 22
aprile, toccherà Parigi, Berlino e Praga, ultima tappa Venezia, il 26 aprile,
lungo il tragitto e nelle varie tappe, si terranno corsi di formazione sul tema
dell'Europa, tenuti da esperti e docenti italiani e stranieri, protagonisti
della vita politica e culturale dei paesi visitati. Sul sito del Pd sono ancora
aperte le iscrizioni, rivolte a giovani tra i 18 e i 35 anni, la quota è di 200
euro e comprende vitto e alloggio, oltre ai corsi. La conferenza di apertura
sarà tenuta dal responsabile Esteri, Piero Fassino a Torino il 22 aprile,
quindi il treno del Pd partirà alla volta di Parigi, durante il tragitto, in
tutte e quattro i giorni di viaggio, si terranno i corsi di "Europa
sociale", "Storia dell'idea d'Europa" e "Gepolitica
dell'Europa", "Ambizione costituzionale europea", "Europa e crisi finanziaria" e
"Famiglie e politiche europee". Mentre nelle diverse tappe si
approfondiranno altre tematiche. Sul treno non mancheranno anche alcuni dei
comfort di cui non poteva essere dotato il più spartano pullman verde delle
politiche, come il servizio di pranzo e cena e la proiezione di film,
ovviamente a scopo didattico, per gli studenti. Il 23 aprile a Parigi Bertrand
Delanoe e Jacque Delors saranno i protagonisti del seminario dal titolo:
"Dalla crisi all'Europa sociale". Tra un
corso e l'altro i ragazzi del Pd avranno l'opportunità di visitare il Louvre e
il museo d'arte moderna prima di essere impegnati in un corso dal titolo
"Famiglie politiche europee. Essere di sinistra oggi in Francia e in
Europa", tra i relatori, Jean-Christophe Cambadélis, segretario
internazionale del Partito Socialista e deputato. A Berlino il 24 aprile si
studierà il mercato e le istituzioni, il lavoro, la precarietà e le
delocalizzazioni in tre diversi seminari, tra i relatori Olaf Schwenke, membro
del Partito Socialdemocratico e deputato al Parlamento Europeo. Il
( da "Wall Street Italia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Germania/
Presidente tedesco firma legge su esproprio banche di Apcom Via libera a
nazionalizzazione Hypo Real Estate -->Berlino, 7 apr. (Apcom) - Il
presidente tedesco Horst Koehler ha controfirmato la legge che consente la
nazionalizzazione delle banche in difficoltà e l'eventuale esproprio degli
azionisti. Lo ha comunicato la presidenza federale all'Associated Press. In tal
modo Berlino potrà nazionalizzare l'istituto di credito immobiliare Hypo Real
Estate (Hre). La legge, approvata venerdì in via definitiva dal parlamento
tedesco, è stata infatti scritta su misura per Hre,
travolta dalla crisi
finanziaria e salvata grazie ad aiuti e
garanzie per 102 miliardi di euro. In base al testo lo strumento dell'esproprio
dovrà essere applicato entro il 30 giugno di quest'anno e soltanto come
"ultima ratio", cioè se non esistono alternative. L'esecutivo
tedesco intende così far pressione sull'investitore statunitense J.C. Flowers,
che detiene il 24% circa di Hre e non sembra intenzionato a cedere la sua quota
(per lo meno non al prezzo finora avanzato da Berlino). Nei giorni scorsi il
ministro delle Finanze Peer Steinbrueck ha annunciato di voler convocare subito
dopo l'entrata in vigore della legge un'assemblea generale degli azionisti di
Hypo Real Estate, per approvare un aumento di capitale e cedere così allo Stato
il controllo della banca. Se tale strada dovesse fallire, Berlino opterà per
l'esproprio. Il governo tedesco ha già rilevato l'8,7% dell'istituto.
( da "Wall Street Italia"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Crisi/
Commissione Ue vuol regolamentare meglio Hedge funds di Apcom Un progetto è in
via di definizione, atteso per fine aprile -->Bruxelles, 7 apr. (Apcom) - La
Commissione europea vuole regolamentare meglio i grandi fondi di investimento
alternativi, "hedge funds" compresi, che dovranno ottenere
l'autorizzazione ad operare in Europa, e migliorare la loro trasparenza. Il
commissario per il Mercato interno Charlie McCreevy, a lungo restio ad agire in
questo settore, si è dovuto piegare sotto la pressione
causata dalla crisi
finanziaria, ed un progetto di regolamento è
ora allo studio. Il Parlamento europeo a settembre aveva chiesto che la
Commissione, ritenuta troppo lenta a reagire alla crisi, adottasse
le misure necessarie per controllare meglio gli hedge funds, che sono accusati
di aver aggravato la crisi
finanziaria mondiale con investimenti
altamente rischioso, gli investimenti in società non quotate (private
equity). Tutti i fondi di gestione di oltre 250 milioni di euro di attività,
con l'eccezione dei Sistemi di collocamento collettivo di fondi immobiliari,
come ad esempio i fondi comuni di investimento, che sono oggetto di un
regolamento distinto, potrebbero essere interessate dalle nuove disposizioni,
secondo un documento interno alla Commissione che l'Agence France presse ha
potuto visionare. Si tratta dei fondi speculativi, che oggi sono solo
marginalmente controllati, e di private equity, ma anche immobiliari, materie
prime, eccetera. Bruxelles ritiene così di coprire il 76% del patrimonio
gestito da fondi speculativi nella Ue, e il 96% di tutti i fondi esclusi quelli
collettivi. Il gestore del fondo dovrà innanzitutto ottenere il rilascio di una
autorizzazione da parte delle autorità di vigilanza dello Stato membro in cui è
registrato e ha la sua sede. Da lì poi potrà piazzare i fondi in altri paesi
dell'Ue. Bruxelles prevede anche una serie di obblighi per i fondi, come ad
esempio una base di capitale di almeno 125.000 euro, maggiorato di 0,02% del
patrimonio gestito superiore a 250 milioni di euro, una valutazione
indipendente delle attività almeno una volta l'anno, la pubblicazione di una
relazione annuale. Essi devono inoltre informare regolarmente gli investitori e
le loro autorità di vigilanza del tipo di attività e mercati in cui investono,
i loro titoli di debito, la loro gestione del rischio, la quota della loro
attività che non sono liquide. Disposizioni particolari si applicano ai fondi
che hanno un ricorso al debito: devono specificare il livello regolarmente, e i
loro principali finanziatori di denaro o titoli. In caso di investimento in
società non quotate (con l'eccezione delle Pmi), se si supera la soglia del 30%
dei diritti di voto si dovranno informare entro 4 giorni la società e i suoi
azionisti; sono gli stessi di informazione esistenti per le società quotate. Il
documento, che può ancora essere modificato prima di una adozione definitiva,
sottolinea inoltre la necessità dello scambio di informazioni tra le diverse
autorità di vigilanza nazionali, in particolare per evitare il rischio
"sistemico" di effetto domino in caso di caduta di un agente finanziario.
Un portavoce della Commissione si limita a confermare che a Bruxelles si lavora
per presentare le proposte entro 21 aprile, affermando che la loro versione
finale è ancora in fase di sviluppo. (Fonte Afp)
( da "AprileOnline.info"
del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi
Il
socialismo dei cittadini Leo Sansone, 07 aprile 2009, 12:06 Politica
Uguaglianza, libertà e tutela delle diversità sono indicate da Caldera - ospite
lunedì scorso a Roma - come le chiavi del successo di Zapatero. E' modello che
ha modernizzato la Spagna, dandole un'anima laica e libertaria. L'uguaglianza,
oltre che in chiave economica, è coniugata anche sul piano dei diritti civili e
di libertà Prima un minuto di silenzio in segno di lutto per le vittime dello
spaventoso terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo. Quindi Aldo Garzia, attento
studioso del socialismo di Zapatero, parla delle "idee nuove" con le
quali il premier spagnolo ha modernizzato il paese. Introduce il seminario su
"La Spagna e il socialismo di Zapatero", organizzato dal Centro
riforma dello Stato, al cui timone c'è Walter Tocci, a Palazzo Marini a Roma.
La ricetta vincente? Jesùs Caldera, presidente della Fondazione Ideas del Psoe,
usa tre parole chiave per illustrare il successo del socialismo spagnolo:
uguaglianza, libertà, diversità. Zapatero, dopo l'era Gonzales, ha reinventato
il socialismo spagnolo. Ha teorizzato e costruito "il socialismo dei
cittadini" e dal 2004 governa il paese iberico. Di più, questo socialismo,
certo non amato da tanti, è diventato un modello in Europa e nel mondo. Si
tratta del liberalsocialismo. C'è uno Stato sociale che funziona e, ad esempio,
garantisce a tutti i cittadini una sanità gratuita ed efficiente. L'uguaglianza
è coniugata a 360 gradi. C'è libertà per tutti, laici e cattolici. Gli
omosessuali hanno gli stessi diritti civili degli altri cittadini. Le
differenze linguistiche e storiche sono difese dal federalismo. Le donne sono
tutelate. Il governo spagnolo è composto per metà al femminile e le leggi
prevedono delle quote di donne per le assunzioni nelle aziende con contratti
stabili e per gli incarichi di dirigenti. Gli immigrati, che con il loro lavoro
contribuiscono alla crescita della Spagna, godono di parità di trattamento.
"La diversità è libertà ed è ricchezza", sostiene Caldera. E' il
"cuore" del nuovo socialismo iberico, che ha allargato l'uguaglianza
economica, cara alla socialdemocrazia, a quella delle libertà civili. Parla
delle recessione internazionale che ha messo in ginocchio, partendo dagli Usa,
l'intera economia mondiale. "E' fallito il pensiero neoliberista e neo
conservatore di Reagan. E' morta la filosofia dell'egoismo sociale senza freni",
osserva lo stretto collaboratore di Zapatero. "L'Europa -dice- tiene di
fronte alla crisi, grazie anche al suo Stato sociale. La
crisi non si affronta con altra flessiblità del lavoro e con il protezionismo". L'Europa era data per spacciata, dati gli alti costi, con
la globalizzazione. "Invece grazie al talento e alla qualità -sottolinea-
ha retto alla sfida competitiva globale". Barack Obama ha cambiato strada
rispetto a George Bush "Il presidente americano -nota- sta realizzando
grandi cambiamenti. Punta sulla collaborazione internazionale, dice no
alle armi nucleari, vuole una riconversione ambientalista dell'economia".
Famiano Crucianelli e Fabio Mussi apprezzano, ma chiedono: dov'è l'Europa?;
cosa dicono il Partito socialista europeo e l'Internazionale socialista contro
"l'ideologia tossica"? L'Europa c'è e il Partito socialista spagnolo,
pure. "Al vertice del G20 di Londra abbiamo detto basta ai paradisi fiscali' e abbiamo chiesto trasparenza nella
finanza internazionale", precisa l'ex ministro del Lavoro spagnolo. "L'America
con Obama -osserva- si sta europeizzando". Ilda Dominijanni ricorda la
Grande Depressione del 1929 ed obietta: "L'America, come negli anni
Trenta, va a sinistra, mentre l'Europa va a destra". Certo l'Europa,
dominata dall'asse franco-tedesco del tandem Sarkozy-Merkel, non va a sinistra,
ma sicuramente non si può imputare il fatto a Zapatero, che fa la sua parte ma
non è attrezzato per concedere miracoli. La vera nota stonata, invece, è
l'Italia della quale si parla poco. Uno studente universitario di Roma
introduce l'argomento: "La sinistra, come nel 1921, si sta sbriciolando in
mille frammenti. C'è stato la protesta dell'Onda degli studenti contro il
governo Berlusconi. Ma chi rappresenta quella protesta?". La sinistra
italiana, in realtà, è senza voce e con un volto incerto. La sinistra è divisa
e si avvia ad affrontare le elezioni europee fra unanima del Pd (l'altra è quella centrista d'ispirazione
cattolica), Sinistra e Libertà (l'accordo fra socialisti, Sinistra democratica,
Verdi e vendoliani)
e l'intesa Prc-Pdci. Manca, al contrario della Spagna e degli altri paesi
europei, la presenza di un grande partito socialista. C'è una forte
dispersione, che dà come risultante uno scarso peso e una debole credibilità
politica all'opposizione. "Dove si va? Cosa si fa?", cantavano I
Nomadi. La sinistra sembra non saperlo. La lotta contro Berlusconi non basta,
serve una identità e un progetto socialista, soprattutto ora che è naufragato
il neoliberismo.
( da "KataWeb News" del
07-04-2009)
Argomenti: Crisi
senza il
mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009
alle 14:15 — Autore: babelick — 85 commenti Gentile ambasciatore Terracciano,
complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha
inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza
italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un
diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto
è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata.
Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di
partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e
regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra
niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire
l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù
politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare,
piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede
che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse
Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose,
troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le
cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom
edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia
un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin
Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva
immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto
determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è
nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se
serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello
stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez,
il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si
praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire
basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui
vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi
di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati
per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito
«l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea
per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il
sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e
«in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se
l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia
spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi
profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal
governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom
economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi
esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi
dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e
immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini
l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno
presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero
dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli
d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una
«quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono
saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per
la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%,
il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria»
presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da