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Report "crisi"   7-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: crisi

Tavolo territoriale il confronto parte dalla crisi Analizzato nella sede bresciana della Regione il documento di programmazione economica ( da "Giornale di Brescia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria. «Molto è stato fatto dalla Regione - ha riportato Nicoli Cristiani - per le piccole e medie imprese drammaticamente colpite. Si è introdotto il raddoppio dei confidi, si sono proposti contributi alle imprese per l'internazionalizzazione delle imprese stesse e si metteranno in moto delle proposte concrete da parte delle associazioni consumatori in vista di Expo

Quando la bolla esplode e il mondo va verso il collasso ( da "Giornale di Brescia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Secondo Fracasso la crisi economico-finanziaria «si sviluppa negli Stati Uniti - centro del sistema finanziario internazionale -, nasce con l'insorgere di problemi in pochi mercati e operatori finanziari, si trasforma in una crisi di insolvenza bancaria e degenera in una conclamata crisi economica globale».

Linee di sviluppo La giunta replica alle proposte Svp ( da "Alto Adige" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: giunta alle interrogazioni presentate dal gruppo della Svp in merito ai provvedimenti contro la crisi finanziaria, alle linee fissate per lo sviluppo della cittadina, allo sgomberto del bosco Forchwald e all'incentivazione di appartamenti per le famiglie del ceto medio. Poi il consiglio parlerà di modifiche al programma dei lavori pubblici e di alcune modifiche al piano urbanistico.

salari sociali in nome della dignità - kety sanna ( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: accelerazione della crisi finanziaria mondiale - ha dichiarato Gian Luigi Deiana (Sinistra Critica) nel corso di un conferenza stampa nel locale la Grotta dei poeti, un angolo suggestivo nel cuore della città -. è a tutti chiaro chi abbia pagato negli anni passati il prezzo dei super profitti e su chi oggi si stia scaricando la crisi.

porto, fiera, teatro per ripartire copiate obama - luigi gia ( da "Repubblica, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: attenzione che va al di là dei ragionamenti sulla crisi dell´auto e dei dibattiti sul protezionismo. Il capo supremo della più forte economia del mondo, dove insiste la più grande potenza dell´industria automobilistica, non ha avuto dubbi nello scegliere un´azienda italiana. Un messaggio forte al mercato: non esistono più barriere o steccati, preconcetti o presunzioni.

finmeccanica lancia genova ma il "civile" è un'incognita - massimo minella ( da "Repubblica, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria impone anche a Finmeccanica di studiare le contromosse più adeguate. Ma quali? Il gruppo starebbe valutando di avviare una politica di dismissioni nel settore civile entro l´anno per ottenere fino a un miliardo di euro, senza però rinunciare agli investimenti.

fed, altri prestiti dalla bce e dalle banche centrali - vittoria puledda ( da "Repubblica, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mercati in dollari. Le banche centrali, ha sottolineato la Fed, «continuano a lavorare assieme e sono pronte a prendere le misure più appropriate per garantire stabilità sui mercati finanziari». Dal canto suo, il governo Usa è pronto a prendere in considerazione la rimozione di alcuni componenti dei cda delle banche come condizione per fornire agli stessi istituti di credito un sostegno

Cantieri navali, appello al governo ( da "Italia Oggi" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Su di un simile pregresso si è innestata la crisi finanziaria che ha colpito l'economia globale. In Europa, in Germania per esempio, i governi centrali stanno andando in soccorso all'industria navalmeccanica. Medesime misure si riscontrano in altri paesi extraeuropei. Le richieste di Ancanap si collocano, dunque, in un solco già segnato dai governi di tutto il mondo,

Attenti a demonizzare il merito. Ma nel pubblico ci vuole più trasparenza ( da "Milano Finanza (MF)" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria ha denudato il re: si è potuto constatare che una delle spinte alle politiche che hanno concorso alla sua diffusione è venuta proprio da sistemi di remunerazione innanzitutto dei manager, ma anche di categorie di dipendenti, incentivati a conseguire profitti di breve termine senza guardare ai rischi di lungo periodo ad essi associati,

Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme ... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: 12 Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme ... GIRO PER LA CITTÀ Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme di dover ricorrere in futuro a prestiti personali a tassi superiori rispetto alla banca.

A sinistra in Europa, dopo la visita di Obama ( da "Manifesto, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ma improntata a criteri di protezione sociale (e non di protezionismo economico), e per salvare ciò che va salvato del modello sociale europeo. Forse non è abbastanza per dare soluzione ai troppi tormenti d'identità delle altre sinistre europee, ma certo l'esperimento spagnolo è materia imprescindibile per ripensare il rapporto fra democrazia,

L'Onu si spacca sulla risposta alla Corea del Nord ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Dal nostro inviato I mercati finanziari hanno reagito con indifferenza al lancio del razzo a lunga gittata con il quale domenica scorsa la Corea del Nord ha dimostrato i progressi raggiunti nella tecnologia missilisticaa lungo raggio utilizzabile a fini militari, facendo infuriare i Governi giapponese e sudcoreano: le Borse di Tokyo e Seul hanno chiuso con rialzi superiori all'

Riforma Isda nei derivati: contratti standard per Cds ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi finanziaria con il crollo delle quotazioni dei derivati di credito legati ai mutui subprime ha reso necessario l'intervento dell'associazione per regolare un mercato valutato circa 25 mila miliardi di dollari. Già da domani, dunque, gli operatori potranno emettere Cds con le nuove procedure introdotte per risolvere non solo questioni tecniche,

Intesa: siamo a Mosca dal 1973 e ci resteremo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: se il made in Italy ha macinato sempre più affari in Russia negli ultimi 10 anni, e continua a farlo nonostante la crisi finanziaria, è anche grazie alle banche. «Abbiamo in Russia una posizione forte – afferma Gaetano Micciché, responsabile divisione corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo, presente ieri a Mosca –. Non siamo qui di passaggio ».

Informazione economica: la ricetta di Zamboni ( da "Corriere del Veneto" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: insieme ai soci e agli ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi.

Il Fmi: paracadute euro per salvare i Paesi dell'Est ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: est Europa più esposti alla crisi finanziaria mondiale. La proposta è contenuta in un rapporto confidenziale, rivelato ieri dal Financial Times, che è stato preparato circa un mese fa dal Fondo monetario internazionale con l'obiettivo di servire da base per un piano d'azione concordato con la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (

L'Argentina frena Telecom ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari L'Argentina frena Telecom Dominata dalla volatilità la prima seduta della nuova settimana: dopo un avvio positivo, gli indici hanno cambiato repentinamente direzione per poi recuperare in parte.

Effetto delisting, vola Fmr Art'è ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 Il caso a Milano Effetto delisting, vola Fmr Art'è (g.fer.) Un'Opa volontaria sulla totalità delle azioni quotate ha fatto scattare ieri a Piazza Affari il titolo di Fmr Art'è, che ha chiuso a 4,9975 euro, con un balzo del 16,22%.

Aumento di capitale. E Première cade ( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 Il caso a Francoforte Aumento di capitale. E Première cade (m.d.f.) I titoli della pay-tv tedesca Première, controllata finora al 29% da Rupert Murdoch, sono arrivati a perdere ieri fino al 9,4%, per poi terminare, alla Borsa di Francoforte, a quota 2,07 euro,

Informazione economica: la ricetta di Zamboni ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: insieme ai soci e agli ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi.

La polemica / 1 Nei titoli dedicati in questi giorni al congresso fondativo del Popolo della libertà è stata ripetutamente richiamata la cosid ( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Italia in una profonda crisi che non era la recessione o la crisi finanziaria di questi mesi, ma una crisi di fiducia. E Berlusconi volle riportare ai cittadini proprio la fiducia e il senso di libertà. Vinse le elezioni riuscendo nella sua prima grande operazione politica a far sedere allo stesso tavolo personaggi diversi come Fini e Bossi.

Scajola: Oggi firma Eni-Gazprom ( da "Finanza e Mercati" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: I presupposti per un dietrofront dei russi c'erano, alla luce della crisi finanziaria del Paese. Per giunta, oggi il 20% di Gazpromneft vale in Borsa circa 2 miliardi di dollari, dunque assai meno dello strike price della call. Eppure, oggi si dovrebbe arrivare all'accordo. Non è detto che si tratti di un versamento cash.

Cofind, mano tesa alle aziende ( da "Libertà" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: mano tesa alle aziende Il presidente Ghiadoni spiega le forme di sostegno finanziario Piacenza - La crisi finanziaria ha generato una crisi di domanda a livello globale senza precedenti i cui effetti si stanno ripercuotendo sulla organizzazione economica e produttiva. E in Emilia Romagna si sta concentrando sui settori della meccanica, della ceramica e dell'edilizia.

Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione). ( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto.

CRISI: BANCA MONDIALE TAGLIA STIME CRESCITA EST ASIATICO ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: CRISI: BANCA MONDIALE TAGLIA STIME CRESCITA EST ASIATICO (AGI) - Tokyo, 7 apr. - La crescita delle economie dell'Est asiatico e del Pacifico rallentera' ulteriormente quest'anno a causa della crisi finanziaria ma il piano di stimoli multimiliardario messo in campo dalla Cina dara' sostegno alla regione.

Anche Michael Page risente della crisi. ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In difficolt a Londra le azioni della societ di recruitment inglese Michael Page, dopo aver annunciato un calo dell'utile lordo del 32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il CEO Steve Ingham, "le condizioni del mercato sono rimaste deboli nel primo trimestre dell'anno, con un impatto della crisi finanziaria oramai evidente in ogni settore". 07/04/2009 - 10:35

Terremotati e in crisi ( da "Blogosfere" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Di fatto è il riconoscimento che senza dealer e intermediari finanziari non c'è abbastanza credito per sostenere il sistema economico reale, ma è anche la dimostrazione che si è tornati all'antica exit strategy alla crisi che si basa sulla droga della liquidità ben consapevoli delle conseguenze inflazionistiche sul medio periodo.

Banche: clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola ( da "Sestopotere.com" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: analisi della reputazione delle banche mostra che la crisi finanziaria non ha inciso sulla fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori. Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche ritengono che sia meno sensibile a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare direttamente la qualità della relazione.

KAZAKISTAN/ SPESO GIÀ IL 20 PER CENTO DEL FONDO ANTI-CRISI ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: estero ha lasciato il paese gravemente esposto alla crisi finanziaria globale. Il governo lo scorso anno ha rivelato il progetto di spendere 10 miliardi di dollari da un Fondo nazionale per stabilizzare il sistema finanziario, cercando di aiutare il settore delle costruzioni e fornendo sostegno alle piccole e medie imprese.

CRISI/ SCAJOLA: CI FA SCOPRIRE SOLIDITÀ SISTEMA ITALIA ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola intervenendo all'inaugurazione a Mosca della centesima agenzia Unicredit in Russia. Secondo il ministro le difficoltà degli ultimi mesi, frutto della crisi finanziaria globale, hanno fatto emergere i punti di forza del sistema economico italiano. Tra questi il sistema delle piccole imprese e il sistema bancario.

Città del fare: Per battere la crisi riflettori sull'economia territoriale ( da "Denaro, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Campania dal distretto di solofra Città del fare: Per battere la crisi riflettori sull'economia territoriale Gli effetti della crisi finanziaria globale riportano l'attenzione sull'economia territoriale, sull'utilità di promuovere "azione locale per lo sviluppo globale". Può essere questa la strada per risalire la china?

Obama è il nuovo Gorbaciov? ( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto.

Tra Usa e Ue, la Turchia: il Bosforo smorza i sorrisi ( da "Famiglia Cristiana" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il G20 di Londra non ha proposto una linea comune per la soluzione della crisi finanziaria: fra la tentazione keynesiana dell?intervento dello Stato (a spese dei contribuenti) a sostegno in Usa delle banche, prime responsabili del disastro, e la linea Sarkozy-Merkel per una nuova morale negli affari del capitalismo (con punizione dei paradisi fiscali) in un?

Milano col cuore in mano ( da "Famiglia Cristiana" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: non si sono rispettati i princìpi basilari di etica finanziaria? «Non sono né un operatore né un protagonista della vita finanziaria di Milano. Ma mi pare si stia diffondendo lentamente la consapevolezza che la crisi si sia originata ? oltre che da eventi congiunturali ? soprattutto dalla scarsa considerazione nella quale è stata tenuta la dimensione etica a livello finanziario.

In breve - L'incontro tra Scaroni e l'ad di Gazprom, un nuovo distributore di metano nel milanese e tanto altro ( da "e-gazette" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: nella crisi finanziaria ed economica che sta sconvolgendo il mondo. Chi rischia di venire travolto dal terremoto che sta sconvolgendo gli assetti internazionali e chi invece ha le potenzialità per trarre vantaggio dai cambiamenti. Sono gli interrogativi che si pone il numero 5 di ?

Cronaca: Il Procuratore Maddalena: ( da "Sannio Online, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Il Procuratore Maddalena: «Un segnale importante in un momento di crisi finanzia Pubblicato il 07-04-2009 ?Credo che questa operazione dia un segnale importante in un momento di crisi finanziaria ed economica?. Ha esordito così il Procuratore Maddalena nella conferenza stampa convocata presso la caserma di via Bologna per illustrare l?

Scatta il rosso per l'Europa ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: In difficolt anche la connazionale Michael Page, dopo aver annunciato un calo dell'utile lordo del 32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il CEO Steve Ingham, "le condizioni del mercato sono rimaste deboli nel primo trimestre dell'anno, con un impatto della crisi finanziaria oramai evidente in ogni settore". 07/04/2009 - 12:13

Banche: clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola. Indagine Abi ( da "Sestopotere.com" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: analisi della reputazione delle banche mostra che la crisi finanziaria non ha inciso sulla fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori. Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche ritengono che sia meno sensibile a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare direttamente la qualità della relazione.

TINA CIOFFO SIAMO CON UNA CONTINUA SPADA DI DAMOCLE SULLA TESTA. È COSì CHE ESORDISCE L... ( da "Mattino, Il (Caserta)" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: sanciprianese e certamente non imputabile unicamente allo stato di crisi finanziaria che permea l'intera società. Senza fondi in pericolo ci sarebbero anche gli stipendi dei diciotto operatori ecologici di San Cipriano e con essi la raccolta della nettezza urbana per i prossimi mesi. Se poi si aggiunge che il Comune per il servizio di raccolta rifiuti dovrebbe pagare per il pregresso,

TOSCANA/CRISI: DA CARIPARMA E CONFICTUR 15 MLN PER AIUTARE PMI. ( da "Asca" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: a seguito dell'attuale crisi finanziaria ha intensificato la collaborazione con le associazioni di categoria al fine di assicurare alle imprese associate adeguati flussi finanziari. L'accordo Cariparma Confictur testimonia il forte e crescente legame della Banca con il tessuto locale nelle proprie aree di riferimento''.

Anche Italia dei Valorisostiene candidato Pd ( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: crisi finanziaria nazionale ed internazionale, ha «basi solide e buona parte di quel lavoro è legato anche al contributo fattivo che Gueli ha dato», per cui «siamo sicuri di interpretare un sentimento diffuso di questa comunità di identificarsi attraverso la candidatura di Serafino, come un candidato che travalica i confini dei partiti politici e diventa il candidato della comunità

Paolo Bonafè è stato riconfermato segretario della Federmar-Cisal della provincia di Venez... ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: vive una crisi profonda, che parte dalla crisi finanziaria per arrivare alla crisi dei consumi». I sindacalisti si riferiscono in particolare ai collegamenti dei traghetti con le isole perché, sostengono, per un privato è impossibile subentrare ala flotta pubblica nel settore dei servizi dovuti, quelli che garantiscono alla gente che vive più isolata di potersi comunque spostare.

Enel Green Power: dalle energie rinnovabiliuna risposta importante alla crisi mondiale ( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: dove la crisi finanziaria ha preso il via contagiando l'economia reale a livello internazionale, la nuova amministrazione ha puntato fin dall'inizio sul settore della sostenibilità ambientale. Non solo per il vantaggio ecologico che ne deriva, ma anche per potenzialità di sviluppo che le energie alternative comportano proprio a livello economico.

Capo Verde, Dgcs dona oltre 500 tonnellate carne per i bambini ( da "Velino.it, Il" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: il quale ha ringraziato calorosamente la Cooperazione italiana per questi aiuti, particolarmente importanti e tempestivi in un periodo di crisi finanziaria e alimentare generalizzata. La maggior parte della carne verrà destinata alle mense delle scuole elementari situate nelle aree più povere e svantaggiate del paese e contribuirà a migliorare lo stato nutrizionale dei bambini.

Dmt raddoppia in tre settimane! ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: ritirata dal mercato in seguito alla crisi finanziaria degli ultimi mesi. A questo proposito, il management ha approvato il budget per questa divisione, che punta a riportare in positivo il margine operativo lordo per queste attività. A che si deve, quindi, questo rally? Oltre alla classica giustificazione di rimbalzo tecnico dopo lo scivolone subito nelle prime settimane del 2009,

02-02-2009 17:14 allstars ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Un rallentamento nella gestione finanziaria, infatti, potrebbe compromettere la stagione e arrecare un danno all?operatività dell?azienda, in momento aggravato dalla situazione di crisi a livello internazionale. Ma le difficoltà di It Holding non si fermano a questo livello.

Mediobanca conferma la valutazione su Nice ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: che contano per il 45 del fatturato e tengono a dispetto della crisi finanziaria. Le tags: nice Quotazioni: NICE Commenta l'articolo Sarah Piglia martedì, 24 marzo 2009 - 10:10 Tutto questo grazie ai piano di stimolazione del settore immobiliare messi a punto dai due governi e che dovrebbero cominciare a dare I loro frutti nel quarto trimestre del 2009.

BCE, UN TAGLIO MINIMO. TASSI ALL'1,25% ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: prima che la crisi finanziaria si manifestasse nei termini attuali, il tasso di riferimento della BCE era fissato al 4,25%. E in quel periodo la politica dell?istituto centrale europeo era ancora restrittiva, in quanto nell?incontro di luglio il board della banca guidata da Jean-Claude Trichet aveva deciso per un incremento dello 0,

Piazza Affari positiva (+1%). Seat continua a salire (+5%) ( da "Soldionline" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: esercizio in corso conterrà cifre diverse rispetto al precedente piano, in seguito alla crisi finanziaria in atto. Il precedente piano industriale indicava per il 2009 un utile netto per oltre 1,3 miliardi di euro e un dividendo di 1,15 euro. Dopo la diffusione dei risultati di bilancio, Cheuvreux ha migliorato il giudizio sull?

diciamolochiaro ha detto: e, ripeto, ANDATE AFFANCULO. Non è possibile che anche in un momento doloroso come questo VOI e la VOSTRA NAZIONE agiate come sciacalli e continuiate ad i ( da "KataWeb News" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,

Liguria: Carlo Felice, requiem degli orchestrali ( da "Savona news" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: hanno così incontrato i lavoratori del Teatro genovese che versa in una grave crisi finanziaria. Questi ultimi, come detto, hanno manifestato davanti alle porte del Consiglio regionale con cartelli ed alcuni indossando il cappuccio nero del boia. Il governatore Claudio Burlando chiede il realizzarsi di tre condizioni: accordo Comune-Regione-Governo, soluzione giuridica praticabile,

UNIVERSITA'/SIENA: INDAGINE AMMINISTRATIVA CONSEGNATA A PROCURA. ( da "Asca" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: Ateneo alla crisi finanziaria''. Hanno fatto parte della commissione tecnica di indagine, nominati attraverso lo stesso decreto rettorale di istituzione, il professor Bernardo Giorgio Mattarella, professore ordinario di diritto amministrativo presso la Scuola superiore della Pubblica amministrazione di Roma, il professor Antonio Barretta,

CRISI: CEO DI GOLDMAN, E' STATA 'PROFONDAMENTE UMILIANTE' ( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: CRISI: CEO DI GOLDMAN, E' STATA 'PROFONDAMENTE UMILIANTE' (AGI) - Washington, 7 apr. - Il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, definisce "profondamente umiliante" per i big di Wall Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi dei contribuenti dovranno essere restituiti il piu' presto possbile.

Crisi: Ceo di Goldman, è stata profondamente umiliante' ( da "KataWeb News" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: per i big di Wall Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi dei contribuenti dovranno essere restituiti il più presto possbile. "Peggio ancora -- aggiunge -- le decisioni sulle restribuzioni prese e non prese da banche che hanno in poco tempo perso valore per gli azionisti, sono state, viste retrospettivamente, egoistiche e avide".

PD/FRANCESCHINI SCEGLIE IL TRENO, TOUR EUROPEO CON 360 RAGAZZI ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: "Europa e crisi finanziaria" e "Famiglie e politiche europee". Mentre nelle diverse tappe si approfondiranno altre tematiche. Sul treno non mancheranno anche alcuni dei comfort di cui non poteva essere dotato il più spartano pullman verde delle politiche, come il servizio di pranzo e cena e la proiezione di film,

GERMANIA/ PRESIDENTE TEDESCO FIRMA LEGGE SU ESPROPRIO BANCHE ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: è stata infatti scritta su misura per Hre, travolta dalla crisi finanziaria e salvata grazie ad aiuti e garanzie per 102 miliardi di euro. In base al testo lo strumento dell'esproprio dovrà essere applicato entro il 30 giugno di quest'anno e soltanto come "ultima ratio", cioè se non esistono alternative.

CRISI/ COMMISSIONE UE VUOL REGOLAMENTARE MEGLIO HEDGE FUNDS ( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: la pressione causata dalla crisi finanziaria, ed un progetto di regolamento è ora allo studio. Il Parlamento europeo a settembre aveva chiesto che la Commissione, ritenuta troppo lenta a reagire alla crisi, adottasse le misure necessarie per controllare meglio gli hedge funds, che sono accusati di aver aggravato la crisi finanziaria mondiale con investimenti altamente rischioso,

Il socialismo dei cittadini ( da "AprileOnline.info" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: La crisi non si affronta con altra flessiblità del lavoro e con il protezionismo". L'Europa era data per spacciata, dati gli alti costi, con la globalizzazione. "Invece grazie al talento e alla qualità -sottolinea- ha retto alla sfida competitiva globale". Barack Obama ha cambiato strada rispetto a George Bush "Il presidente americano -nota- sta realizzando grandi cambiamenti.

annamaria_10 ha detto: http://www.corriere. ( da "KataWeb News" del 07-04-2009)
Argomenti: Crisi

Abstract: incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà,


Articoli

Tavolo territoriale il confronto parte dalla crisi Analizzato nella sede bresciana della Regione il documento di programmazione economica (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 07/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:brescia e provincia Tavolo territoriale il confronto parte dalla crisi Analizzato nella sede bresciana della Regione il documento di programmazione economica Al tavolo gli assessori regionali Franco Nicoli Cristiani, Mario Scotti, Aristide Peli, Francesco Detomi Un minuto di silenzio. Non poteva che iniziare con un pensiero rivolto alle vittime del terremoto abruzzese il Tavolo territoriale di confronto che si è tenuto ieri nella sede bresciana della Regione. Una tappa di condivisione di due nodi fondamentali per il futuro della Lombardia e, di conseguenza, di Brescia: il documento di programmazione economica e finanziaria regionale ed Expo 2015. Una raccolta di suggerimenti Un percorso a tappe. È quello che sta coprendo il principale documento di programmazione regionale e che ieri ha fatto scalo in città «per raccogliere - come ha detto nel suo intervento l'assessore regionale al Commercio Franco Nicoli Cristiani - i suggerimenti, le idee, gli indirizzi che stanno a cuore ai bresciani». Una raccolta che procederà, provincia per provincia, fino all'approvazione finale dei contenuti, prevista per il 30 giugno. Tema dominate sul banco degli intervenuti - Mario Scotti, assessore regionale alla Casa, Aristide Peli vicepresidente della Provincia, il dirigente Francesco Detomi e, in sala, i numerosissimi rappresentanti dei sindacati, delle associazioni di categoria, dei comuni, del mondo della scuola, delle imprese - la crisi finanziaria. «Molto è stato fatto dalla Regione - ha riportato Nicoli Cristiani - per le piccole e medie imprese drammaticamente colpite. Si è introdotto il raddoppio dei confidi, si sono proposti contributi alle imprese per l'internazionalizzazione delle imprese stesse e si metteranno in moto delle proposte concrete da parte delle associazioni consumatori in vista di Expo 2015». «L'emergenza attuale è anche emergenza abitativa - gli ha fatto eco il collega Scotti - in Regione ci stiamo organizzando per apportare, sull'indicazione del Governo, quelle modifiche alla legge urbanistica che permetteranno ai privati di ampliare i volumi delle proprie abitazioni. Sul fronte invece degli affitti ci rendiamo conto che i Comuni che soffrono la sete di abitazioni sono sempre di più, prova ne sono le richieste in crescente aumento dei Fondi sociali per gli affitti. Dal Governo arriveranno nuovi fondi ed è importante che i Comuni che ne abbiano bisogno presentino quanto prima l'elenco delle aree e dei fabbricati da destinare a questo scopo, così come è già avvenuto a Crema e Milano». A toccare un altro "nervo" decisivo per la riprese è Peli. «La preoccupazione sta diventando assillante, ecco perché da parte della Provincia c'è tutta la disponibilità e l'interesse a collaborare con la Regione. Abbiamo siglato un protocollo d'intesa con le imprese e stimoliamo le imprese bresciane affinché facciano sistema, si mettano insieme. Confidiamo molto nel federalismo fiscale interno come ridefinizione e ridistribuzione dei ruoli di Comuni e Province. È necessario sperimentare e cercare di eliminare i "doppioni"» ha concluso il vicepresidente provinciale. Un'occasione chiamata Expo 2015 Non c'è dubbio, l'assegnazione a Milano da parte del Bureau International des Expositions della realizzazione dell'Expo 2015 rappresenta una grande chance per il futuro imprenditoriale e non solo di Brescia. «Nutrire il pianeta, energia per la vita» è il tema guida dell'esposizione per cui è stato sottoscritto un accordo quadro di sviluppo territoriale espressamente dedicato. Le finalità sono la definizione e l'attuazione di un programma di interventi per valorizzare le iniziative correlate all'evento espositivo e garantire un adeguato inserimento territoriale della manifestazione. «L'agricoltura fa della nostra provincia la prima a livello nazionale - ha detto Peli - credo che un progetto legato alla sicurezza alimentare sia necessario da pensare. Magari in collaborazione con il Csmt, il centro servizi multisettoriale e tecnologico di cui disponiamo». «Aspettiamo le progettualità in corso d'opera - ha concluso l'assessore Nicoli Cristiani -; le applicazioni e gli sviluppi in vista dell'Expo sono innumerevoli. Penso, ad esempio al grande tema dell'ospitalità, penso allo sviluppo delle infrastrutture, alle potenzialità dell'aeroporto di Montichiari o al grande tema della cultura. Mi auguro che i bresciani sappiano pensare in grande». c. ber.

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Quando la bolla esplode e il mondo va verso il collasso (sezione: crisi)

( da "Giornale di Brescia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Edizione: 07/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città Quando la bolla esplode e il mondo va verso il collasso Incontro di studi economici all'Acli. La speranza: la caduta del costo delle materie prime potrà aiutare la difficile risalita La vampata sprigionata da una piattaforma petrolifera Aspetti, responsabilità e rimedi alla crisi che colpisce le economie di tutto il mondo sono stati analizzati nella sede Acli di via Corsica, durante l'incontro «La crisi economica internazionale: questa (s)conosciuta». L'appuntamento si colloca all'interno dell'iniziativa «Viaggio intorno al terzo millennio: parole, immagini e suoni di mondi attuali e possibili», promossa da Acli, Amnesty International, Banca Etica, Camera del Lavoro, Icei e Saveriani. L'Icei - Istituto di cooperazione economica internazionale - è anche coordinatore degli incontri. Modalità, tempi e temi degli incontri sono stabiliti dal pubblico stesso, che si esprime mediante un questionario di valutazione e un'assemblea cittadina annuale. Ieri, la prima parte dell'incontro, moderato da Gian Carlo Costadoni, referente Icei, è stata condotta da Carmine Trecroci, professore di Economia dei mercati finanziari dell'Università degli studi di Brescia. «Crisi finanziaria e rallentamento reale sono strettamente legati - ha spiegato Trecroci -. La successione bolla-collasso in atto è particolarmente rapida e estesa». Secondo Trecroci il sistema economico mondiale supererà comunque l'attuale forte contrazione, «quando», però, è difficile stabilirlo. «La discesa dei prezzi di molte materie prime, petrolio in testa - continua Trecroci - e di tanti beni e servizi, fa crescere il potere d'acquisto di salari e stipendi, favorendo la ripresa dei consumi». Meno chiari, sempre secondo Trecroci, l'effetto dei programmi straordinari di spesa pubblica, o la dinamica di medio termine dei mercati azionari. Andrea Fracasso, docente presso la facoltà di Economia dell'Università degli studi di Trento, si è invece occupato, oltre che delle cause della crisi, anche degli effetti e dei rischi a essa collegati. «La cause della crisi hanno favorito il palleggio di responsabilità tra gli attori coinvolti nella sua gestione - ha spiegato -. Ciò ha contribuito al diffondersi dei problemi a sempre più settori e paesi». Secondo Fracasso la crisi economico-finanziaria «si sviluppa negli Stati Uniti - centro del sistema finanziario internazionale -, nasce con l'insorgere di problemi in pochi mercati e operatori finanziari, si trasforma in una crisi di insolvenza bancaria e degenera in una conclamata crisi economica globale». Al termine delle relazioni è seguito il dibattito con il pubblico in sala. Prossimo incontro, a ingresso libero, martedì 28 aprile alle 20.30, sempre nella sede Acli di via Corsica 165. Tema: «La crisi economica e finanziaria: quali prospettive e alternative per una revisione economica, politica e culturale?». Info numero 02.36582772. l. ro.

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Linee di sviluppo La giunta replica alle proposte Svp (sezione: crisi)

( da "Alto Adige" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Ora. Domani in consiglio Linee di sviluppo La giunta replica alle proposte Svp ORA. Si annuncia come una sorta di maratona la seduta di consiglio comunale convocata per domani con inizio alle 18. Sono una ventina gli argomenti all'ordine del giorno, il primo dei quali è la discussione sulla tratta di accesso all'eurotunnel ferroviario. Seguiranno le risposte della giunta alle interrogazioni presentate dal gruppo della Svp in merito ai provvedimenti contro la crisi finanziaria, alle linee fissate per lo sviluppo della cittadina, allo sgomberto del bosco Forchwald e all'incentivazione di appartamenti per le famiglie del ceto medio. Poi il consiglio parlerà di modifiche al programma dei lavori pubblici e di alcune modifiche al piano urbanistico. (u.f.)

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salari sociali in nome della dignità - kety sanna (sezione: crisi)

( da "Nuova Sardegna, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

L'INIZIATIVA Salari sociali in nome della dignità Raccolte 70mila firme per la proposta di legge presentata in Senato Gian Luigi Deiana «7,50 euro a ora è la soglia minima» KETY SANNA NUORO. Settantamila firme di sottoscrizione per la proposta di legge popolare sul salario sono state presentate in Senato un mese fa. Norme in materia del salario minimo intercambiabile e del salario sociale, previsione dei minimi previdenziali, recupero dl fiscal drag e introduzione della scala mobile. Questi gli obbiettivi primari della proposta sulla fissazione per la legge della soglia salariare minima che viene assunta nel testo sulla misura di 7,5 euro per ora di lavoro (per un totale di 1300 euro mensili). Gli obiettivi connessi riguardano il salario sociale (in particolare la copertura dei periodi di disoccupazione), gli adeguamenti previdenziali, il recupero del fiscal drag e la scala mobile (oggetto quest'ultima di una analoga proposta presentata nelle precedente legislatura). «L'aspetto controverso, quello riguardante la copertura della spesa, dovrebbe indurre a riflettere sulle modalità di copertura pubblica di interessi privati da anni fuori controllo (banche, grandi imprese, compagnie aeree, grandi opere, centrali nucleari ecc.), emersi in modo aperto nell'accelerazione della crisi finanziaria mondiale - ha dichiarato Gian Luigi Deiana (Sinistra Critica) nel corso di un conferenza stampa nel locale la Grotta dei poeti, un angolo suggestivo nel cuore della città -. è a tutti chiaro chi abbia pagato negli anni passati il prezzo dei super profitti e su chi oggi si stia scaricando la crisi. A tutti forse, meno che al parlamento della Repubblica. Questa proposta di legge popolare costituisce in realtà il primo vero intervento di sinistra di questa legislatura: un risultato ottenuto in un contesto istituzionale blindato (data l'assenza di una sinistra parlamentare) ed in un contesto sociale sempre più grave (data la dissoluzione degli strumenti mini di tutela del lavoro, degli stati di disoccupazione e delle pensioni). In Sardegna sono state raccolte 3mila firme, 400 delle quali nella città di Nuoro. In questo modo - ha aggiunto Deiana - stiamo cercando di entrare dentrio i lavori parlamentari con la speranza che finalmente anche in un paese civile coma l'Italia si possa stabilire la soglia minima tollerabile salariale che abbiamo indicato nella misura di 7,50 euro a ora». Quindi sì al fiscal drag, alla scala mobile e a tutti quegli strumenti che possano tutelare la dignità umana. «Il reddito di cittadinanza è un diritto soggettivo in quanto l'essere cittadini - ha aggiunto Anna Paola Corimbi (Movimento lavoratori precari sardi). Siamo gli unici in Europa a non avere riconosciuto questo diritto. In Gran Bretagna vengono assicurati mensilmente 300 euro più l'alloggio e le spese telefoniche. Il reddito è riconosciuto al soggetto. Noi giovani in Italia - ha continuato Corimbi - abbiamo un unico ammortizzatore sociale che si chiama famiglia. Arrivati a una certa età è umiliante dipende esclusivamente dai genitori perciò chiediamo un reddito minimo che possa darci un aiuto per avere una maggiore forza contrattuale». Antonio Pirisi (consigliere comunale di Prc) ha espresso un concetto significativo sul fatto che per anni il mercato era la cura a ogni problema ora, in questo periodo di crisi il mercato è il malato da curare». In chiusura Franceschino Nieddu (Collettivo comunista marxista-leninista) ha aggiunto che ormai la parola salari e ammortizzatori sociali non fanno più parte del vocabolario della Sinistra al Governo. Ma questo non deve comunque far perdere la speranza. Sabato si è annunciata una conferenza sull'occupazione e carenza del lavoro che vedrà le diverse parti a confronto.

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porto, fiera, teatro per ripartire copiate obama - luigi gia (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina IX - Genova PORTO, FIERA, TEATRO PER RIPARTIRE COPIATE OBAMA LUIGI GIA LA FORZA con la quale il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha spinto la Chrysler a ricercare un accordo con l´italiana Fiat, merita un´attenzione che va al di là dei ragionamenti sulla crisi dell´auto e dei dibattiti sul protezionismo. Il capo supremo della più forte economia del mondo, dove insiste la più grande potenza dell´industria automobilistica, non ha avuto dubbi nello scegliere un´azienda italiana. Un messaggio forte al mercato: non esistono più barriere o steccati, preconcetti o presunzioni. Le soluzioni si vanno a cercare là dove ci sono i migliori, quelli che offrono più garanzie, al di là di ogni pressione interna. Passando dalle grandi scelte mondiali a quelle più piccole cose di casa nostra, forse qualcuno dovrebbe iniziare a riflettere e ad agire conseguentemente. Prendiamo tre dei punti cronici di crisi a Genova: il porto, la Fiera e il Carlo Felice. Da anni non si vedono miglioramenti sostanziali, mentre nel mondo intorno a noi si registrano casi di eccellenza, di crescita significativa, di vere e proprie rivoluzioni culturali. In porto si dibatte e si lotta ancora per risolvere i problemi della Culmv e dei terminalisti; la Fiera è appesa al sottile filo del Nautico; il Carlo Felice, da tempo, è un teatro virtualmente chiuso (e costoso). E nessuno, in questi anni, è riuscito a imprimere una svolta significativa. Non che non ci sia provato e che non ci si provi: il problema è che non ci riesce. E allora, sulla scia della strada indicata da Obama, si potrebbe giocare la carta finale: la vendita o l´affitto di quei rami d´azienda genovese a chi, nel mondo, qualche successo bene o male lo ha già raccolto. Tanto per non far nomi: il porto a Rotterdam, la Fiera a Francoforte, il Carlo Felice a San Pietroburgo, confermando così, una volta per tutte, che Genova è una cosa troppo importante per lasciarla gestire ai genovesi. l.giarepubblica.it

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finmeccanica lancia genova ma il "civile" è un'incognita - massimo minella (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina X - Genova Finmeccanica lancia Genova ma il "civile" è un´incognita Sts ed Energia fanno i conti con le necessità finanziarie del gruppo MASSIMO MINELLA (segue dalla prima di economia) Tutto sta a capire quanto, al di là degli ordini, Finmeccanica deciderà di fare nel settore civile. Cioè quali strategie vorrà scegliere per garantirsi un futuro stabile nel panorama industriale mondiale. E qui il ruolo di Genova potrà essere centrale, in un modo o nell´altro, a seconda delle decisioni che verranno prese. La crisi finanziaria impone anche a Finmeccanica di studiare le contromosse più adeguate. Ma quali? Il gruppo starebbe valutando di avviare una politica di dismissioni nel settore civile entro l´anno per ottenere fino a un miliardo di euro, senza però rinunciare agli investimenti. "Digerire" operazioni che hanno riguardato AgustaWestland, Bae System e Drs non è stato per niente facile, come hanno recentemente spiegato Pier Francesco Guarguaglini e Alessandro Pansa, il primo presidente e amministratore delegato e il secondo condirettore generale e direttore finanziario della holding, agli analisti riuniti a Londra. Ancora ferma la quotazione in Borsa dell´Ansaldo Energia, il gruppo potrebbe decidere di lanciare Ansaldo Sts verso nuove acquisizioni. Poi c´è la partita Ansaldo. La società Nucleare potrebbe partecipare con Ansaldo Energia a interventi che il governo italiano dovesse decidere. Per un gruppo che stima ricavi fra 17,4 e 18,6 miliardi di euro nel 2010 e una crescita degli ordini nel 2009 a circa 20,8 miliardi di euro rispetto ai 17,6 del 2008, il fronte civile resta minoritario, ma pur sempre importante. Non a caso, nel giro di poche settimane, sono arrivati i nuovi ordini per Ansaldo Sts, Ansaldo Energia, Elsag Datamat e Selex. Ansaldo Sts si è infatti aggiudicata una commessa da 220 milioni di euro per la linea della metropolitana di Taipei per quanto riguarda la fornitura degli impianti elettromeccanici del sistema di trasporto (l´ordine sale a 334 con Ansaldo Breda, altra società del gruppo). Selex ha invece firmato con Teledife (direzione generale delle Telecomunicazioni) un contratto dal valore totale di oltre 260 milioni di euro per la prima fase di fornitura di sistemi radar. Cosa che aprirà in Italia il Wimax, la nuova tecnologia in grado di realizzare connessioni internet senza fili ad alta velocità. Sempre Selex Sistemi Integrati si era recentemente assicurato un altro ordine dagli Emirati Arabi per 70 milioni. E proprio ieri Ansaldo Energia ha recentemente avviato i lavori per la realizzazione di una centrale a ciclo combinato di 800 Mw nei Comuni di Turano e Bertonico Lodigiano (Milano). L´acquisizione costituisce il primo ordine ad Ansaldo Energia da parte di Sorgenia, primo operatore privato italiano del mercato nazionale dell´energia elettrica e del gas.

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fed, altri prestiti dalla bce e dalle banche centrali - vittoria puledda (sezione: crisi)

( da "Repubblica, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pagina 28 - Economia Fed, altri prestiti dalla Bce e dalle banche centrali Fmi: i paesi in crisi dell´Est europeo aderiscano all´euro per salvarsi Per il finanziere Soros "il sistema bancario Usa nel suo insieme è insolvente" VITTORIA PULEDDA MILANO - Le banche centrali mettono fieno in cascina della Fed, per consentirle di agire «in caso di necessità» con la massima sollecitudine. Ieri, la Banca d´Inghilterra, la Banca del Giappone, la Banca centrale Svizzera e la Bce hanno concluso con la Fed un accordo che garantisce linee di credito swap a favore della banca centrale Usa, nelle rispettive valute nazionali. La Fed potrà «rifornire le istituzioni finanziarie americane in valuta estera», come si legge in un comunicato congiunto delle Banche centrali, per 80 miliardi di euro, 10 mila miliardi di yen, 40 miliardi di franchi svizzeri e 30 miliardi di sterline. Le quattro banche centrali che hanno raggiunto l´accordo attuale, che scadrà il 30 ottobre prossimo, hanno a loro volta una linea di credito swap illimitata presso la Fed per il rifinanziamento dei rispettivi mercati in dollari. Le banche centrali, ha sottolineato la Fed, «continuano a lavorare assieme e sono pronte a prendere le misure più appropriate per garantire stabilità sui mercati finanziari». Dal canto suo, il governo Usa è pronto a prendere in considerazione la rimozione di alcuni componenti dei cda delle banche come condizione per fornire agli stessi istituti di credito un sostegno «eccezionale» in futuro, ha dichiarato il segretario al Tesoro Timothy Geithner. Anche perché il momento resta di massima allerta: la recessione attuale, ha ricordato il governatore della Fed Kevin Warsh, è la peggiore dal 1945; ragione in più, perché le autorità forniscano ai mercati maggiore chiarezza, per bloccare «il panico che provoca l´attuale crisi», ha aggiunto Warsh, ricordando ad esempio il tasso di disoccupazione che negli Usa ha raggiunto l´8,5% e non è detto che non peggiori ancora. L´economia Usa subirà un «rallentamento prolungato» e non si riprenderà quest´anno, mentre «il sistema bancario nel suo insieme è di fatto insolvente», ha rincarato la dose il finanziare George Soros in un´intervista; per quanto riguarda l´euro, ha aggiunto, è stato «un enorme vantaggio» per i paesi che lo utilizzano. Secondo il Fondo monetario - scrive il Financial Times citando un documento di un mese fa - i paesi dell´Est europeo scossi dalla crisi dovrebbero adottare l´euro anche senza essere ancora giunti ad una piena adesione all´eurozona; anzi, riporta ancora il giornale, la stessa Europa dovrebbe allentare i parametri previsti per l´ingresso di nuovi membri nel club dei paesi dell´euro. La ricetta è contenuta in un documento messo a punto circa un mese fa da Fmi, Banca mondiale e Bers. La Commissione Ue, però, ha sottolineato che si tratta di un documento interno e datato, ed ha ricordato come la Bce abbia più volte ribadito che il Trattato costitutivo e i criteri di adesione all´eurozona non possono essere aggirati. Del resto, anche in paesi più robusti dal punto di vista finanziario il momento non è semplice: secondo il fondatore dell´hedge fund inglese BlueCrest, la Gran Bretagna non ha alternative a stampare moneta per finanziare la spesa pubblica: «E´ l´unica opzione rimasta», ha detto.

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Cantieri navali, appello al governo (sezione: crisi)

( da "Italia Oggi" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

ItaliaOggi sezione: economia e porti data: 07/04/2009 - pag: 10 autore: di Valentina Pogliani contributi congelati Cantieri navali, appello al governo I cantieri navali soffrono a tutte le latitudini, specialmente in Cina e Corea del Sud, dove i fallimenti sono ormai all'ordine del giorno. Ma anche in Italia non le passano bene. Per questo motivo l'Ancanap (Associazione nazionale cantieri navali privati), a conclusione della propria prima assemblea del 2009, ha chiesto al governo «il pagamento immediato delle centinaia di milioni di euro di contributi dovuti al settore dello shipping a partire dall'anno 2001 per le leggi di settore n. 88/2001 e regolamento Ce n. 177/02, oltre a interventi che tutelino il settore dalla crisi». Cruciali, secondo gli imprenditori aderenti all'associazione confindustriale, sono soprattutto misure a favore e a sostegno del credito. L'assemblea di Ancanap, i cui lavori sono stati coordinati dal presidente dell'associazione Stefano Silvestroni, ha sottolineato come, nonostante la difficilissima congiuntura economica, le imprese del settore non intendano rinunciare ad investire in ricerca e sviluppo: «In piena bufera sui mercati finanziari si tratta di un segnale positivo, che merita di essere sostenuto dal governo italiano e dalle istituzioni europee». Ancanap, congiuntamente ad Assonave (Associazione nazionale dell'industria navalmeccanica), ha chiesto «il ripristino dell'accesso al credito, a condizioni sostenibili, per gli armatori che presentino progetti credibili; un sistema di garanzie per i crediti delle banche che finanziano nuove costruzioni e/o nuovi progetti di trasformazione; interventi temporanei a sostegno della produzione come, ad esempio, crediti ai cantieri per l'acquisto e il pagamento di fornitori e sgravi sociali (inclusi quelli per l'armamento nazionale esistenti fino al 2008)». Il direttore di Ancanap, Giancarlo Casani, ricordando che il settore cantieristico si lascia alle spalle un lungo periodo caratterizzato da un continuo aumento della domanda di nuove costruzioni, ha evidenziato come tale fenomeno non abbia però prodotto un miglioramento dei risultati economici delle aziende. «Su di un simile pregresso si è innestata la crisi finanziaria che ha colpito l'economia globale. In Europa, in Germania per esempio, i governi centrali stanno andando in soccorso all'industria navalmeccanica. Medesime misure si riscontrano in altri paesi extraeuropei. Le richieste di Ancanap si collocano, dunque, in un solco già segnato dai governi di tutto il mondo, anche per altri settori, come per esempio il comparto auto».

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Attenti a demonizzare il merito. Ma nel pubblico ci vuole più trasparenza (sezione: crisi)

( da "Milano Finanza (MF)" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

MF sezione: denaro & politica data: 07/04/2009 - pag: 6 autore: di Angelo De Mattia Attenti a demonizzare il merito. Ma nel pubblico ci vuole più trasparenza C'è stato un tempo in cui criticare il sistema delle stock option era considerata una posizione arcaica e ancor più vetero era ritenuto il preoccuparsi dei danni che un tale sistema avrebbe potuto provocare alla sana e prudente gestione delle banche. Si trattava, comunque, delle stesse critiche che venivano rivolte a chi contestava la proliferazione dei bonus in generale e l'affermazione di una sorta di yuppismo selettivo di alto bordo. La crisi finanziaria ha denudato il re: si è potuto constatare che una delle spinte alle politiche che hanno concorso alla sua diffusione è venuta proprio da sistemi di remunerazione innanzitutto dei manager, ma anche di categorie di dipendenti, incentivati a conseguire profitti di breve termine senza guardare ai rischi di lungo periodo ad essi associati, come ha detto a La Tribune Mario Draghi nella veste di presidente del Financial stability board, l'organismo che ha messo a punto un'analisi in materia ed ha formulato una serie di proposte. Insomma, nel campo finanziario non c'è un problema soltanto di giustizia commutativa e distributiva, di scala delle capacità e dei connessi meriti da valutare. Vi è anche un problema di impatto sulle strategie e sull'operatività aziendale ad opera di scelte retributive che rientrano negli stessi poteri decisionali di coloro che determinano le strategie, le quali non di rado sono influenzate da quelle scelte o risultano ad esse asservite. Quindi, una regolamentazione che leghi i compensi a una gestione prudente dei rischi da considerare in una prospettiva di lungo termine è una vera e propria direttiva di vigilanza, avendo appunto di mira l'osservanza puntuale del criterio della sana e prudente gestione. Potrebbe anche diventare, con riferimento a talune particolari forme di remunerazione (le indicate stock option, per esempio), norma di legge. Oppure si potrebbe, per casi speciali, attivare ulteriormente la leva fiscale. Fondamentale sarebbe anche il presupposto dell'assoluta trasparenza dei trattamenti. Quella trasparenza che, se ritenuta dunque essenziale per un comparto sostanzialmente privatistico, a fortiori dovrebbe esserlo nei settori a rilievo pubblicistico. Requisito primario dovrebbero essere la completezza, l'onnicomprensività dell'informazione, che non appaiono soddisfatte dalla ostensione dei trattamenti dei manager pubblici (spesso titolari di più di una funzione, non tutte considerate nella pubblicità) promossa ieri dal competente ministero.Il panorama delle retribuzioni smisurate emerso a livello internazionale nel comparto finanziario, l'incapacità degli esponenti di vertice di darne la benché minima giustificazione, quando chiamati a rispondere nel corso di audizioni parlamentari, le forti reazioni dei cittadini e le manifestazioni promosse (a volte violente, dunque, in quanto tali da respingere) segnalano che un'era si è chiusa. Ma non certo si è chiusa la pagina del merito, della valorizzazione di una corretta meritocrazia non solo tecnica ma propria di chi sia capace di sensibilità e di compenetrazione negli interessi generali. Per converso, non si è aperta la fase del dirigismo retributivo, della fissazione ex auctoritate dei trattamenti economici, del livellamento delle diversità professionali e culturali. Eliminare la dannosità non significa elargire a tutti il «6 politico», spegnendo così la spinta competitiva e comunque a far meglio non solo tra manager (e tra dipendenti) ma anche, ovviamente, tra banche.Quando, verso la fine degli anni 70, fu soppressa la scala mobile anomala esistente in particolari settori (credito, Banca centrale, eccetera), non ne discesero conseguenze disastrose; all'opposto, fu il punto di partenza per poter più adeguatamente articolare la struttura retributiva in rapporto ai meriti e ai contributi dei singoli lavoratori. Si farebbe un torto enorme alla linea che finora ha giustamente stigmatizzato i trattamenti esorbitanti dei manager se si ritenesse di trovare la soluzione di questo problema sociale attraverso l'appiattimento delle remunerazioni. La selettività è ben possibile nel contesto di una diversa scala retributiva. Gioveranno anche i metodi e gli organi decisionali che si introdurranno in modo generalizzato, quale la previsione di comitati per le remunerazioni, per affermare procedure dialettiche e di trasparenza di cui beneficerà la fissazione degli emonumenti. L'intervento del legislatore potrebbe divenire però ineluttabile se il sistema non si uniformasse alle direttive impartite. Da tempo la Banca d'Italia ha dettato istruzioni al riguardo, non a caso connesse alle disposizioni sulla governance che decolleranno a luglio. Anche a livello internazionale ci si sta muovendo con decisione. Se si continuerà su questa strada, si potrà dire che mai sarà stato promosso un così vasto processo di razionalizzazione e, per taluni versi, di moralizzazione. È stata necessaria la crisi per farlo: ex malo bonum.

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Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme ... (sezione: crisi)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

24 ORE MILANO pag. 12 Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme ... GIRO PER LA CITTÀ Sono 3 su 100 gli imprenditori a rischio a causa della crisi finanziaria. L'1,7 per cento teme di dover ricorrere in futuro a prestiti personali a tassi superiori rispetto alla banca. E se il 61,3 non lo farà mai, c'è un 28,3 a rischio. Dai dati di una ricerca della Camera di Commercio su 300 piccole e medie imprese, rischiano di più le donne e gli over 45, i quali, magari in cassa integrazione, creano micro imprese.

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A sinistra in Europa, dopo la visita di Obama (sezione: crisi)

( da "Manifesto, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

A sinistra in Europa, dopo la visita di Obama Ida Dominijanni Siglati gli accordi sulle misure contro la crisi, sulla Nato e sull'Afghanistan, messo sul tavolo il contrasto fra l'amministrazione americana e la coppia Sarkozy- Merkel sull'ingresso della Turchia nella Ue, del primo viaggio di Barack Obama in Europa si continuerà a discutere a lungo quanto al profilo dell'Europa che ne viene fuori e ai rapporti fra Europa e Stati uniti, nella doppia cornice della strategia del dialogo con il mondo musulmano inuagurata dal presidente americano e dell'evidente spostamento sul Pacifico dell'asse geopolitico ed economico globale. La valutazione dello stato di salute della eternamente a- venire Unione europea è evidentemente complicata, oltre che dalla crisi, dalla clamorosa virata impressa da Obama alla politica americana rispetto agli anni di Bush, che il viaggio in Europa ha ribadito, sia sul fronte della politica economica sia sul fronte della politica estera. Finita la religione del mercato e sepolto il programma dello «scontro di civiltà», anche il discorso europeo (e la retorica europeista) devono trovare nuovi argomenti: i confini fra modello sociale europeo e modello individual-liberista americano si fanno meno netti e si prestano meno di prima a essere usati ideologicamente da una parte e dall'altra, oltre che di americanizzazione della politica europea bisognerà magari cominciare a parlare di una certa europeizzazione della politica americana, l'antiamericanismo che negli ultimi decenni abitava il campo della sinistra tende adesso, come già si vede, a spostarsi (o meglio a tornare, se si tiene conto del suo andamento nel secolo scorso) nel campo della destra. E il vecchio continente, se per un verso è destinato a un ruolo minore in un multipolarismo che fa asse sul Pacifico, per l'altro verso può ritrovare un ruolo cruciale, in linea con la sua vocazione originaria, come terra di confine fra civiltà occidentale, mediarientale e asiatica. C'è materia di riflessione in abbondanza per le sinistre europee, radicali e moderate, che all'appuntamento con questo tornante politico e storico arrivano quasi tutte politicamente disastrate e culturalmente disarmate, e all'appuntamento con la prima crisi economica globale arrivano prive di quella strategia comune su scala continentale che sarebbe la prima condizione per affrontarla: strette dunque fra la necessità di «più Europa» e la realtà, nella maggior parte dei casi, di governi di destra che hanno in mano le leve del controllo pubblico sull'economia indispensabile per gestire la crisi e i suoi costi sociali. Si può parlare, in questo quadro poco confortante, di una eccezione spagnola? L'esperimento Zapatero regge all'impatto con la crisi? Come si posiziona rispetto alla svolta obamiana? E può funzionare come riserva di idee per quelle sinistre europee moderate che negli ultimi due decenni si sono fatte affascinare più dal modello liberista blairiano che da quello liberal-liberatario spagnolo? Poche ore dopo che a Praga l'incontro di Obama con Zapatero si apriva con il «Sono contento di poterla chiamare amico» di Obama e si chiudeva con il «non dobbiamo chiederci che cosa può fare Obama, dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare per aiutarlo» di Zapatero, mettendo così fine ai cinque anni di gelo fra il premier spagnolo e George W. Bush, a Roma un seminario fra il Centro per la riforma dello Stato e il presidente della Fondazione «Ideas» del Psoe Jesus Caldera (presentato pochi giorni fa sul «manifesto« da Aldo Garzia) si poneva queste domande, cercando di rilanciare il confronto con il laboratorio spagnolo fin qui poco praticato dalla sinistra italiana ai livelli ufficiali. E si capisce perché, ascoltando la piana ostinazione con cui Caldera, appellandosi alla necessità, per la sinistra europea, di riscoprire «la coerenza con i propri valori», ribadisce gli ingredienti fondamentali della ricetta spagnola: diritti, libertà dal dominio diretto e indiretto, laicità, tolleranza, rispetto delle diversità, equità sociale sostenuta da azioni positive, keynesismo, redistribuzione. Una ricetta socialista classica, corretta da forti iniezioni di liberalesimo, che secondo Caldera resta l'unica base giusta e possibile anche per dare alla crisi una risposta non «dolorosa», come recita il mantra di tutti gli altri governi europei, ma improntata a criteri di protezione sociale (e non di protezionismo economico), e per salvare ciò che va salvato del modello sociale europeo. Forse non è abbastanza per dare soluzione ai troppi tormenti d'identità delle altre sinistre europee, ma certo l'esperimento spagnolo è materia imprescindibile per ripensare il rapporto fra democrazia, libertà e lavoro che la crisi politica ed economica ci riconsegna aperto.E forse qualcosa ci dice anche sul tema, oggi tanto sbandierata in Italia da destra, della leadership carismatica, se Caldera può serenamente rivendicare «l'influenza politica e morale» di Zapatero e giudicare altrettanto serenamente che Berlusconi non può rivendicare carisma alcuno, «all'estero è considerato uno senza vergogna».

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L'Onu si spacca sulla risposta alla Corea del Nord (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-07 - pag: 10 autore: Pyongyang. Dopo il test missilistico L'Onu si spacca sulla risposta alla Corea del Nord Stefano Carrer TOKYO. Dal nostro inviato I mercati finanziari hanno reagito con indifferenza al lancio del razzo a lunga gittata con il quale domenica scorsa la Corea del Nord ha dimostrato i progressi raggiunti nella tecnologia missilisticaa lungo raggio utilizzabile a fini militari, facendo infuriare i Governi giapponese e sudcoreano: le Borse di Tokyo e Seul hanno chiuso con rialzi superiori all'1% senza temere le conseguenze dell'aumento delle tensioni regionali. La comunità internazionale si è divisa su come reagire alla sfida di Pyongyang: il Consiglio di sicurezza dell'Onu si è aggiornato in quanto è stato impossibile concordare la formula di una condanna richiesta dagli Stati Uniti e dai loro alleati, di fronte alle resistenze di Cina, Russia e altri Paesi non occidentali che ritengono quantomeno dubbia la supposta violazione di precedenti risoluzioni Onu. Pyongyang ha affermato che si è trattato del lancio di un satellite a fini pacifici di comunicazione, anche se, secondo vari riscontri, nessun satellite è stato messo in orbita, contrariamente a quanto vantato dal regime. L'ultimo stadio del razzo sarebbe finito nell'Oceano Pacifico dopo un percorso di 3.200 chilometri che ha sorvolato il Giappone settentrionale, senza subire tentativi di intercettazione. A parte la bugia a fini propagandistici interni, è indubbio che per Pyongyang il lancio del vettore sia stato un sostanziale successo anche tecnico, visto che il precedente test del 2006 si era concluso con un fallimento. Sul piano politico, poi, il dittatore Kim Jongil può rafforzare la sua statura all'interno del Paese e soprattutto negoziare in futuro da una posizione più forte. L'Amministrazione Obama, al di là di una prima reazione dura, in mancanza di altre opzioni plausibili non può che sperare in un ritorno al tavolo delle trattative a sei: un desiderio condiviso da quasi tutta la comunità internazionale. Il linguaggio più aspro e le reazioni più decise vengono da Tokyo e Seul. L'Esecutivo del premier Taro Aso ha annunciato che venerdì delineerà le linee-guida di nuove sanzioni a Pyongyang, che saranno estese per un anno e non per sei mesi come finora avvenuto. Una conferenza stampa del presidente venezuelano Chavez - venuto a Tokyo a concludere accordi in campo energetico - è stata annullata dopo che l'ospite ha rilasciato dichiarazioni sgradite a favore della libertà di lancio di satelliti per tutti i Paesi. A Seul, il premier Han Seung-soo ha dichiarato che ora il Paese dovrà procedere a sviluppare una propria tecnologia missilistica a mediolungo raggio, il che richiederà la modifica di alcuni termini del trattato di mutua difesa con gli Stati Uniti. stefano.carrer@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA LINEA DURA DEL GIAPPONE Washington chiedeva una condanna, bloccata da Cina e Russia. Tokyo annuncia nuove sanzioni a partire da venerdì

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Riforma Isda nei derivati: contratti standard per Cds (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-07 - pag: 37 autore: Mercati. I nuovi protocolli mettono ordine in un settore da 25 mila miliardi di dollari Riforma Isda nei derivati: contratti standard per Cds Nei casi di default un comitato indicherà i valori degli asset Mara Monti MILANO Dopo la cassa compensazione unificata per i Cds arrivano nuove regole per standardizzarne i contratti. Da questa mattina, infatti, entrano in vigore i nuovi protocolli dell'Isda (International swap and derivative association), un Big Bang per i credit default swap che dalla loro nascita nel 1999 non avevano subito alcuna modifica. La crisi finanziaria con il crollo delle quotazioni dei derivati di credito legati ai mutui subprime ha reso necessario l'intervento dell'associazione per regolare un mercato valutato circa 25 mila miliardi di dollari. Già da domani, dunque, gli operatori potranno emettere Cds con le nuove procedure introdotte per risolvere non solo questioni tecniche, ma anche di regolamento, legali e pratiche come il caso Lehman ha messo in luce. Tom Price della Markit Partners e tra i componenti della commissione sui protocolli Isda, ha dichiarato all'agenzia Dow Jones che «le nuove regole avranno un impatto positivo sul mercato. In primo luogo consentiranno di avere contratti standardizzati e in secondo luogo ridurranno in modo consistente il valore nozionale del sottostante del Cds». Si stima che con i nuovi contratti tale valore si ridurrà dagli attuali 25 mila miliardi di dollari a circa 10 mila miliardi. Il problema dei derivati di credito è in realtà sul tavolo da anni, ma si è fatto più insistente durante la crisi dei mutui Usa. I credit default swap (in sigla Cds) sono strumenti semplicissimi: funzionano infatti come polizze assicurative. Servono per assicurarsi – pagando un "premio" a una controparte –contro il default di qualunque emittente obbligazionario. Quando il default avviene, chi è in possesso di questa polizza può consegnare a chi gli ha venduto protezione il bond e in cambio ottiene l'intero rimborso. A operare su questo mercato non sono solo le assicurazioni, ma anche le grandi banche e i fondi.Un mercato immenso. Così questi strumenti, che fino a 10 anni fa praticamente non esistevano, hanno spopolato tra gli investitori. Anche perché da strumenti di copertura dei rischi, sono diventati anche mezzi per speculare. Sono così nati indici, su cui oggi si concentrano la maggior parte delle transazioni. E sono nate le cartolarizzazioni "sintetiche" con cui impacchettare i credit default swap. Tutto questo ha gonfiato il mercato in modo esponenziale. Se le nuove regole saranno sufficienti a rimettere in moto il mercato lo si saprà nelle prossime settimane. Intanto, quello che lo Isda si è proposto è in primo luogo di creare un contratto che renda il valore del Cds sempre rilevabile in caso di default della società qualunque sia la giurisdizione dell'emittente. Nel caso di Lehman, ad esempio, essendo la banca presente in molti Paesi con diverse giurisdizioni, ciò ha creato molti problemi quando si è trattato di valutarne gli asset. L'Isda nei suoi protocolli prevede l'istituzione di una "Credit Derivatives Determinations Committees", formato dai rappresentanti dei dealers, un comitato presente in ciascuna area dall'America, all'Asia, Giappone, Australia ed Europa. Il suo compito sarà nel caso di un default event di definire il valore degli asset della società fallita (ma anche nei casi di ristrutturazione e moratoria) da utilizzare nella definizione del prezzo dei Cds e dei Cdo e in generale dei derivati di credito legati alla società. Una soluzione adottata per evitare che in futuro si creino problemi di valutazione dei derivati, costringendo le banche e le società a pesanti svalutazioni di bilancio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Intesa: siamo a Mosca dal 1973 e ci resteremo (sezione: crisi)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 07-04-2009)

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Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-07 - pag: 24 autore: Intesa: siamo a Mosca dal 1973 e ci resteremo Morya Longo MOSCA. Dal nostro inviato Intesa Sanpaolo ieri ha annunciato la firma di due contratti di finanziamento da 80 milioni di euro a favore della Safwood spa, azienda leader nel settore del legno e presente in Russia dal 1991. Basta questa notizia, arrivata in contemporanea con la missione di Confindustria, per capirlo: se il made in Italy ha macinato sempre più affari in Russia negli ultimi 10 anni, e continua a farlo nonostante la crisi finanziaria, è anche grazie alle banche. «Abbiamo in Russia una posizione forte – afferma Gaetano Micciché, responsabile divisione corporate e investment banking di Intesa Sanpaolo, presente ieri a Mosca –. Non siamo qui di passaggio ».Insomma:l'istituto milanese assicura il suo appoggio alle imprese che vogliono puntare sulla Russia. Pochi dati,raccolti in un rapporto dell'Ufficio studi di Intesa Sanpaolo, fanno capire il motivo. Innanzitutto l'Italia è uno dei principali partner commerciali del Paese, con scambi che nel 2008 hanno raggiunto i 27 miliardi di euro. Le esportazioni dalla Penisola tra il 2000 e il 2007 sono triplicate, passando dall'1,5% al 4,5% del totale. «Per alcuni distretti industriali – spiega Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo –la Russia rappresenta addirittura il 30% degli sbocchi commerciali». Ma la crisi finanziaria ha cambiato tutto. L'economia, che negli ultimi 10 anni è cresciuta mediamente del 7% l'anno, quest'anno dovrebbe frenare del 2% (o più). E di conseguenza le importazioni dall'Italia sono in calo del 38%. Ma Intesa non si tira indietro: «Siamo qui dal 1973, quando l'allora Comit aprì un ufficio di rappresentanza », ricorda Antonio Fallico, presidente di Kmb Bank e Zao Banca Intesa. «E resteremo » ribadisce Micciché. In effetti, nonostante la crisi,l'esposizione di Intesa Sanpaolo nella zona non è eccessiva: nei Paesi dell'Est il gruppo ha il 7,1% degli impieghi (circa 28 miliardi) e in Russia ha appena lo 0,3%. La crisi dell'Est,quindi,non impensierisce più di tanto il vertice del gruppo. Intesa però rivendica il suo ruolo non solo in Russia, ma soprattutto in Italia. «Nel 2008 abbiamo aumentato gli impieghi del 5% e addirittura del 19% nel settore corporate – osserva Micciché –. Ma ora le imprese devono fare la loro parte, per esempio aprendo il proprio capitale. Questo è il momento giusto per fusioni e joint venture». Insomma: è il momento di investire. In Italia, in Russia, nel mondo. morya.longo@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Informazione economica: la ricetta di Zamboni (sezione: crisi)

( da "Corriere del Veneto" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

ECONOMIA 07-04-2009 CRISI CONFERENZA Informazione economica: la ricetta di Zamboni Rino Tamani II «I numeri della recessione, piuttosto pesanti, inducono al pessimismo, ma una serie di fattori che riscontriamo nel paese, a partire dal capitale sociale, ovvero la capacità di reagire degli italiani, l'imprenditorialità, i valori del territorio e delle famiglie, ci portano ad essere, invece ottimisti ». Elia Zamboni, vicedirettore del quotidiano «Il sole 24 Ore», direttore di Radio 24 e della versione on-line del giornale, su invito del presidente del Rotary Club di Casalmaggiore- Oglio Po, Giuseppe Torchio ha tenuto una conferenza a Casalmaggiore, insieme ai soci e agli ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi. Può essere che ci sia stato qualche abuso nel drammatizzare, ma l'informazione non può nascondere, deve raccontare correttamente i fatti e contribuire a comprendere le cause, il contesto e le possibili conseguenze. Il giornale ha anche un ruolo sociale nel far sì che un'opinione pubblica aiuti la politica a costruire la gerarchia degli interventi». Salvo per uso personale è vietato qualunque tipo di riproduzione delle notizie senza autorizzazione.

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Il Fmi: paracadute euro per salvare i Paesi dell'Est (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia data: 07/04/2009 - pag: 31 La Banca centrale europea accelera sul programma di prestiti alla Fed Il Fmi: paracadute euro per salvare i Paesi dell'Est Il no Bce: i requisiti per la moneta unica non si toccano Bini Smaghi: possibili interventi sul mercato dei cambi MILANO Usare l'euro come paracadute per evitare il collasso dei Paesi del centro e dell'est Europa più esposti alla crisi finanziaria mondiale. La proposta è contenuta in un rapporto confidenziale, rivelato ieri dal Financial Times, che è stato preparato circa un mese fa dal Fondo monetario internazionale con l'obiettivo di servire da base per un piano d'azione concordato con la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers). Ma il piano per «euroizzare» le economie dei paesi dell'Est più a rischio (così lo hanno definito esponenti dello stesso Fmi) si è per ora scontrato con la netta opposizione sia della Banca centrale europea sia di diverse nazionali dell'Unione, sia all'interno (in primo luogo la Germania) sia all'esterno della zona euro. E non è difficile capire il perché. Il piano prevede che sia concesso ai paesi in difficoltà din adottare subito l'euro al posto della propria moneta, tanto da diventare «quasi» membri dell'euro pur senza entrare a pieno titolo nell'euro-zona composta dalle 16 nazioni che attualmente utilizzano la valuta comunitaria. Di contro, visto che non ne hanno i requisiti, dovrebbero essere «allentati» i criteri per aderire alla divisa unica. «I requisiti per l'euro sono quelli sanciti dal Trattato e non possono essere cambiati», ha ribadito ieri la Bce. Il documento dell'Fmi parte dalla convinzione che le economie emergenti del continente rischino il collasso se non si metterà subito mano a un piano di salvataggio «complessivo», e che il loro crollo produca inevitabilmente effetti gravi sulle stesse economie della zona euro. In particolare, il Fondo indica i casi di Lettonia e Ucraina (che hanno già fatti ricorso a crediti d'emergenza dell'Fmi), dell'Ungheria, della Romania (prossima a chiedere l'intervento del Fondo) ma anche di nazioni come la Polonia, la cui situazione finanziaria sta deteriorandosi rapidamente. Con il prosciugarsi del credito, i buchi legati ai titoli tossici che sono nei portafogli di molte banche locali (spesso filiali di banche dell'Europa occidentale), la perdita di valore delle monete locali e la gelata dell'intera economia, gli «emergenti » d'Europa si trovano con 413 miliardi di dollari di debito estero in scadenza nel 2009 e con la necessità di finanziare anche 84 miliardi di dollari di deficit delle partite correnti. Tutto questo senza disporre delle risorse sufficienti, e con un'erosione delle loro valute che non fa che ampliare la voragine. Anzi, con tutta probabilità Ucraina, Lettonia non riusciranno neppure ad applicare le ricette economiche anti-crisi dettate dal Fondo monetario come condizione per concedere credito. Il rapporto dell'Fmi stima che l'Europa centro-orientale (compresa la Turchia) si troverà quest'anno con un «gap finanziario» di 123 miliardi di dollari e 63 miliardi il prossimo. Quel che è certo è che il documento del Fondo s'inserisce in una fase di revisione degli equilibri dollaro-centrici fissati a Bretton Wood 55 anni fa. Lo stesso G20 di Londra ha segnato un passo decisivo in questi senso, con un'attribuzione al Fondo di nuove risorse (oltre mille miliardi di dollari) per alimentare la disponibilità di «diritti speciali di prelievo », cioè la «moneta» dell'Fmi composta da un paniere che oltre alla valuta Usa comprende euro, sterlina e yen. Proprio nella direzione di una «divisa globale», del resto, punta apertamente la Cina. Ad alimentare il confronto contribuisce ovviamente la crisi attuale. Ieri Lorenzo Bini Smaghi, esponente del board della Bce, ha ammesso la situazione di instabilità sul mercato dei cambi, legata in parte anche alla necessità di finanziarsi in dollari che hanno gli Usa. Il che ha portato molte istituzioni a convertire euro in valuta americana attraverso swap in divisa estera. Bini Smaghi è arrivato a prefigurare un intervento diretto della Bce sul mercato dei cambi. E sulla crisi è tornato ieri a parlare anche il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, presidente del Financial Stability Board, che una volta di più ha sottolineato l'esigenza che le banche tornino a erogare credito. Giancarlo Radice

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L'Argentina frena Telecom (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 La Giornata in Borsa di Giacomo Ferrari L'Argentina frena Telecom Dominata dalla volatilità la prima seduta della nuova settimana: dopo un avvio positivo, gli indici hanno cambiato repentinamente direzione per poi recuperare in parte. Alla fine l'S&P-Mib ha ceduto l'1,24% e il Mibtel lo 0,99%. Negativo anche il bilancio del mese di marzo, secondo Assogestioni, della raccolta complessiva di fondi che ha segnato un deflusso di 5,1 miliardi di euro. Sceso anche il patrimonio gestito, che ora ammonta a 386 miliardi. Per quanto riguarda il paniere dei 40 titoli più capitalizzati, la migliore performance è stata quella di Pirelli, il cui prezzo di riferimento è cresciuto del 4,64%. Diverse le ragioni: dai giudizi positivi da parte di numerosi broker al crollo del prezzo del caucciù, materia prima per la produzione della gomma. Gli altri principali rialzi della giornata hanno riguardato Luxottica (+2,34% aiutata anche dalla debolezza dell'euro), Impregilo (+2,23%) e Lottomatica (+2,11%). Fuori dall'S&P-Mib, Fmr Art'è è balzata del 16,22% dopo l'annuncio del delisting, con il prezzo che si è allineato a quello dell'offerta, mentre Eurotech è salita dell'11,9% sulla notizia di un maxi-ordine dall'estero. Sul fronte dei ribassi, maglia nera per Ansaldo Sts (-7,08%), colpita dalle vendite di beneficio dopo i progressi delle ultime settimane. Brusca frenata, fra i bancari, per Ubi Banca (-5,8%), mentre Intesa- Sanpaolo, dopo i dati negativi sulla raccolta dei fondi, ha perso il 2,31%. A sua volta Telecom Italia ha ceduto il 4,01% a causa della decisione dell'Antitrust di congelare i voti nel consiglio della controllata Telecom Argentina. Fondi in rosso Secondo Assogestioni in marzo il deflusso di 5,1 miliardi nella raccolta dei fondi

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Effetto delisting, vola Fmr Art'è (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 Il caso a Milano Effetto delisting, vola Fmr Art'è (g.fer.) Un'Opa volontaria sulla totalità delle azioni quotate ha fatto scattare ieri a Piazza Affari il titolo di Fmr Art'è, che ha chiuso a 4,9975 euro, con un balzo del 16,22%. A lanciare l'offerta è Codex, società posseduta interamente da Marilena Ferrari, Fabio Lazzari e Davide Bolognesi, soci di riferimento della stessa Fmr Art'è. L'operazione, spiega una nota, è finalizzata al delisting delle azioni dal listino di Borsa. Il prezzo proposto è pari a 5 euro per azione ed esprime un premio pari a circa il 25,80% rispetto al prezzo ufficiale di Borsa alla data del 3 aprile 2009. L'annuncio ha in sostanza adeguato la quotazione al prezzo dell'offerta. Marilena Ferrari presidente Fmr Art'è

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Aumento di capitale. E Première cade (sezione: crisi)

( da "Corriere della Sera" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Corriere della Sera sezione: Economia Mercati Finanziari data: 07/04/2009 - pag: 37 Il caso a Francoforte Aumento di capitale. E Première cade (m.d.f.) I titoli della pay-tv tedesca Première, controllata finora al 29% da Rupert Murdoch, sono arrivati a perdere ieri fino al 9,4%, per poi terminare, alla Borsa di Francoforte, a quota 2,07 euro, il 5,91% in meno rispetto a venerdì scorso. Consistenti i volumi scambiati: sono passate di mano 1,4 milioni di azioni, contro una media di 452 mila negli ultimi tre mesi. La ragione del calo (in una seduta che ha registrato una flessione dello 0,8% dell'indice Dax) è l'annuncio della seconda tranche dell'aumento di capitale da 400 milioni di euro. Non è chiaro se Fininvest (che detiene il 3,1%) vi parteciperà. Mark Williams ceo di Première

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Informazione economica: la ricetta di Zamboni (sezione: crisi)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

ECONOMIA 07-04-2009 CRISI CONFERENZA Informazione economica: la ricetta di Zamboni Rino Tamani II «I numeri della recessione, piuttosto pesanti, inducono al pessimismo, ma una serie di fattori che riscontriamo nel paese, a partire dal capitale sociale, ovvero la capacità di reagire degli italiani, l'imprenditorialità, i valori del territorio e delle famiglie, ci portano ad essere, invece ottimisti ». Elia Zamboni, vicedirettore del quotidiano «Il sole 24 Ore», direttore di Radio 24 e della versione on-line del giornale, su invito del presidente del Rotary Club di Casalmaggiore- Oglio Po, Giuseppe Torchio ha tenuto una conferenza a Casalmaggiore, insieme ai soci e agli ospiti sul ruolo e la responsabilità dell'informazione economica in uno scenario di crisi finanziaria come l'attuale. «Viene imputato a noi giornalisti, ha detto Zamboni, la portata della crisi, che è soprattutto di fiducia, un valore che non rientra nei listini di Borsa, ma che è importante nello stabilire la capacità di un paese di riprendersi. Può essere che ci sia stato qualche abuso nel drammatizzare, ma l'informazione non può nascondere, deve raccontare correttamente i fatti e contribuire a comprendere le cause, il contesto e le possibili conseguenze. Il giornale ha anche un ruolo sociale nel far sì che un'opinione pubblica aiuti la politica a costruire la gerarchia degli interventi».

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La polemica / 1 Nei titoli dedicati in questi giorni al congresso fondativo del Popolo della libertà è stata ripetutamente richiamata la cosid (sezione: crisi)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

La polemica / 1 «Pdl, ma quale rivoluzione liberale!» Nei titoli dedicati in questi giorni al congresso fondativo del Popolo della libertà è stata ripetutamente richiamata la cosiddetta «rivoluzione liberale» --> Martedì 07 Aprile 2009 NECROLOGIE, pagina 22 e-mail print La polemica / 1 «Pdl, ma quale rivoluzione liberale!» Nei titoli dedicati in questi giorni al congresso fondativo del Popolo della libertà è stata ripetutamente richiamata la cosiddetta «rivoluzione liberale». Anche in molti interventi congressuali è echeggiato l'aggettivo «liberale», spesso abbinato a sproposito ad altre parole chiave come cristiano, popolare, valori tradizionali etc. Tutto ciò crea confusione e richiede alcuni chiarimenti, se non altro per salvare e riscattare il buon nome del liberalismo politico, che non può certo esser assimilato al blocco conservatore e clericale messo in piedi dal demiurgo Berlusconi. Sebbene il metodo liberale sia polisemico e spesso venga evocato per definire più un sistema di valori costituzionali, che un pensiero politico specifico, il liberalismo politico organizzato nella sua storia assume contorni che, per quanto variegati, lo hanno sempre distinto dai partiti conservatori. Non a caso, infatti, nel Parlamento europeo, proprio in posizione intermedia tra il Ppe (conservatori) e il Pse (socialisti), troviamo un terzo gruppo, con ben 100 deputati, l'Eldr (partito liberale europeo), oggi federato con alcuni gruppi democratici centristi nell'Alde. Il partito dei liberali, democratici e riformatori europeo nacque verso la metà degli anni '70, riunendo i principali partiti d'ispirazione liberaldemocratica e radicale di tutta Europa e vide per l'Italia tra i suoi fondatori Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi, rispettivamente leader del Pri e del Pli. Tra le caratteristiche peculiari di questo soggetto politico, generalmente collocato al centro dello schieramento, possiamo annoverare una netta propensione per l'economia di mercato in tutte le sue gradazioni (si va dal liberalismo classico dell'Fdp tedesca, al socialiberalismo degli olandesi di Democrazia 66), una particolare attenzione alle tematiche riguardanti i diritti civili e la laicità delle Istituzioni, un forte sentimento europeista, che ne ha rappresentato il carattere più peculiare, rispetto agli altri gruppi, che di fatti ancor oggi presentano storiche divisioni su questo tema centrale (i gollisti francesi, verso i cristiano democratici tedeschi). Nelle coalizioni di governo di molti stati europei (in gran parte proporzionalisti) i liberali hanno collaborato alternativamente in formule di centrodestra come di centrosinistra, scegliendo in base alla situazione specifica, ma mantenendo sempre visibile il proprio profilo e la difesa dei propri principi. In Germania ad esempio hanno governato con la sinistra nei governi Brandt e Schimitd, alleandosi poi con Khol, per poi passare all'opposizione dell'attuale grosse koalition. Mentre nel Regno Unito, dove il sistema maggioritario ne ha sempre falcidiato la presenza parlamentare, i liberaldemocratici sono stati all'opposizione di Margaret Thatcher, contrastandone l'antieuropeismo e le politiche di smantellamento del welfare (inventato dal liberale Lord Beveridge), così come si sono battuti contro la guerra in Iraq al tempo di Blair. Tutto questo per dire che se la Pdl fosse un partito liberale, come pretendono molti suoi esponenti non andrebbe certo a collocarsi nel Partito popolare europeo, che si qualifica per valori di riferimento assai diversi, a partire dal preteso riconoscimento in sede costituzionale delle cosiddette radici cristiane dell'Europa. Questa differenze tra liberali e conservatori sono del resto certificate dalle molteplici votazioni al Parlamento europeo, sulle molte questioni questioni, da quelle eticamente sensibili, alla libertà di ricerca scientifica, ai diritti umani e di cittadinanza, piuttosto che sulle direttive comunitarie in materia di concorrenza o immigrazione, dove i due gruppi si sono trovati agli antipodi. A riprova di ciò voglio ricordare un piccolo, ma significativo episodio: nel 1989, bicentenario della Rivoluzione francese, l'Internazionale liberale celebrò il suo congresso a Parigi, in concomitanza col compleanno del suo presidente Giovanni Malagodi, che venne ricevuto per l'occasione dal sindaco di Parigi Jacques Chirac. Quando questi gli si rivolse dicendo «in fondo siamo tutti liberali» si vide subito corretto dall'interlocutore che gli rispose: «Fra noi liberali e voi conservatori possono esserci anche cose in comune, ma siamo cosa diversa». Ma se questa è la situazione sul piano delle organizzazioni politiche restano anche ragioni di principio che rendono incompatibile il liberalismo con il Pdl e, dal mio punto di vista, ce ne sono due essenziali, in particolare: 1) l'idea liberale può essere anche definita come la teoria del potere limitato e quindi nutre per sua natura una speciale avversione verso tutte le forme di dispotismo (anche delle maggioranze) e di monopolio. Come può trovare spazio in un partito fondato sulla leadership personale di un monopolista televisivo, che concentra su di se un così rilevante potere mediatico, politico ed economico? 2) L'idea liberale si basa sulla laicità dello Stato, garantita dal relativismo etico e quindi dalla neutralità dello Stato rispetto alle opzioni individuali. Questa, che altro non è che un impostazione laicista, come può conciliarsi con quelle oziose distinzioni tra laicità e laicismo, che poi giustificano la trasposizione di precetti religiosi nelle leggi dello Stato (testamento biologico, procreazione assistita, legami civili)? E infine, sul piano più generale, quali sono stati in questi quindici anni i risultati del centrodestra in termini di modernizzazione economica e sociale? Ha promosso politiche di liberalizzazione, atte a smantellare le corporazioni, a tutelare gli interessi dei consumatori, a favorire la mobilità sociale, attraverso il dinamismo del mercato e la moltiplicazione delle opportunità? A me pare proprio di no e che la fondazione di questo partito, tradizionale nei valori e conservatore degli assetti sociali consolidati, non promette nulla di buono in proposito. Salvo, speriamolo, il risveglio di qualche coscienza di fronte alla necessità di porre in cantiere, al più presto, un'alternativa di governo credibile, che per esser tale non può prescindere dalla cultura più adatta ad affrontare i temi della modernità, quella del riformismo liberale. Se il collettivismo marxista ha abbandonato il campo con l'implosione dei regimi autoritari nel 1989, non si possono però negare i meriti della socialdemocrazia nell'avanzamento dei diritti sociali in Europa. E se la nuova sfida è quella di dare un significato globale alla cittadinanza occorrono nuove alleanze e nuove sintesi tra le culture che scommettono sul progresso e nella libertà. Valter Grossi la polemica / 2 «Ma no, il Pdl sarà una svolta straordinaria» Possiamo dire «noi c'eravamo...». Vincendo le fatiche e la stanchezza dei tre giorni del primo congresso del Popolo della libertà, ma nel cuore la grande soddisfazione di esserci stati, abbiamo steso un breve sunto dei punti principali degli interventi, riservandoci di analizzare in dettaglio nelle prossime settimane le diverse tematiche. Siamo ancora «scioccati» dall'importanza dell'evento e dalla opportunità di essere presenti quali delegati per la nostra città, e entusiasti per le manifestazioni di autentica condivisione che l'assise ha decretato sia a Berlusconi che a Fini, sottolineando anche il grande successo che ha investito il ministro Brunetta sino alla sua commozione e l'intervento appassionato e accorato del nostro presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Con l'Inno alla Gioia e l'Inno di Mameli seguito dal saluto del sindaco di Roma Gianni Alemanno, si alza il sipario sul maxi palco che ha sancito l'unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale insieme ad altri partiti moderati, nella più grande kermesse democratica che mai l'Italia e l'Europa ha saputo esprimere. È stata sancita la nascita del Popolo della libertà, un movimento che in realtà già camminava parallelamente da quasi quindici anni e che è stato il frutto e il collante di tante vittorie elettorali degli ultimi tempi unitamente al nostro più fedele alleato: la Lega Nord. Si è finalmente avverato il sogno di quell'uomo lungimirante che è il nostro presidente Silvio Berlusconi, iniziato negli anni bui di Tangentopoli quando di fronte ad una Dc ridotta ad una carcassa dagli avvisi di garanzia, senza più uomini e voglia di combattere, andava dicendo che non si poteva lasciare l'Italia nelle mani di Occhetto e delle sinistre, e che per questa ragione bisognava fare un grande partito dove insieme ci fossero i moderati, i liberali, i conservatori, la destra, e come al solito ha avuto ragione. Tutta la storia del Popolo della libertà è iniziata quel giorno, e da quel giorno Berlusconi ha continuato a mietere successi e a portare a termine la sua più grande «intuizione politica». Osteggiato dalla sinistra sin dal suo nascere, una sinistra miope e incapace di capire che stava iniziando una nuova era e che continua imperterrita a beffeggiare e a denigrare tutto quello che il presidente fa e intende fare, forse solo uno dei suoi più acerrimi osteggiatori di quei tempi, Violante, ha confessato molto onestamente, in questi giorni, che nessuno aveva capito che Berlusconi stava tracciando proprio una «nuova era». Ironizzavano, denigravano, cercavano di trovare ogni espressione che mettesse in cattiva luce le sue idee; lo hanno definito «un uomo fuori posto» una «nuvola passeggera», uno «scherzo della natura» e infine un «uomo qualunque». Poi Berlusconi, alla sua prima discesa in campo, vinse le elezioni post Tangentopoli che avevano cacciato l'Italia in una profonda crisi che non era la recessione o la crisi finanziaria di questi mesi, ma una crisi di fiducia. E Berlusconi volle riportare ai cittadini proprio la fiducia e il senso di libertà. Vinse le elezioni riuscendo nella sua prima grande operazione politica a far sedere allo stesso tavolo personaggi diversi come Fini e Bossi. Le sinistre non hanno capito nulla, non hanno capito che Berlusconi fa politica, lavora, raggiunge gli obiettivi e ha portato l'Italia ad essere considerata tra i Paesi più importanti del continente sino a ricoprire per ben quattro volte la presidenza del G8, cosa mai riuscita a nessun personaggio politico, non solo nazionale. Non riuscendo poi in alcun modo a contrastare l'onda d'urto, la vecchia nomenclatura rispolvera la strada giudiziale nel tentativo di far fare a Berlusconi la stessa fine dell'amico Craxi. Dal palco di Roma Berlusconi ha ripetuto più volte, rivolgendosi alle sinistre, «non avete capito nulla»: hanno cercato botanicamente di rimettersi in sesto chiamandosi Quercia, Ulivo o Margherita e sempre più si è ridotta la loro credibilità nel Paese. Il Popolo della libertà rappresenta l'espressione di una democrazia partecipata, una scelta avvenuta non nelle segrete stanze ma nelle piazze, nei gazebo dove milioni di italiani hanno individuato l'importanza di questo nuovo nostro movimento e ci hanno indicato che dovevamo essere un popolo prima di un partito. Popolo dunque, ma anche libertà che è la nostra filosofia, la nostra «religione», una parola che è suonata più volte nell'intervento del presidente e del presidente della Camera Fini e di tutti i leader che si sono succeduti sul palco. Su questa scelta di libertà e di comune accordo con tutti i partiti aderenti al nuovo soggetto politico, è stato presentato come «Carta dei valori» il Manifesto del Partito popolare europeo. Il Popolo della libertà crede nella libertà in tutte le sue molteplici espressioni per cui: nella libertà di pensiero, di espressione, nella libertà di culto, di tutti i culti, nella libertà di associazione, nella libertà d'impresa, nella libertà di mercato che deve essere regolato da norme certe, trasparenti etiche e uguali per tutti. Il Popolo della libertà crede che lo Stato debba essere al servizio dei cittadini e non viceversa, come le sinistre hanno sempre attuato, crede nella centralità della persona e deve operare affinché quest'ultimo possa aspirare al benessere e alla possibilità di costruirsi un futuro per sé e per i suoi figli, liberamente. Il Popolo della libertà crede nella famiglia, quella tradizionale, nei valori della tradizione cristiana, nel valore irrinunciabile della vita, del bene comune, dell'irrinunciabile libertà di educazione e di apprendimento, nella pace, nella solidarietà, nella giustizia e nella tolleranza verso tutti e verso anche i nostri avversari senza rinunciare a credere nell'amore verso i più deboli, i malati, i bambini, gli anziani, gli emarginati. A smentire tutte le «Cassandre» c'è stato l'abbraccio fraterno e sincero tra Berlusconi e Fini. Il presidente ha rivolto nel suo intervento un ringraziamento a Fini per aver saputo anteporre l'interesse dell'Italia a quello personale e aver costruito insieme il più grande partito politico della storia d'Italia, attestato nei sondaggi al 43,2% il primo giorno e balzato già al terzo giorno ad oltre il 44%, con il fermo obiettivo di raggiungere in breve tempo il 51% o addirittura il 56%, come attesta un istituto di ricerca vicino alle sinistre. In questi dieci mesi di governo l'attuale Popolo della libertà, unitamente alla Lega Nord, ha effettuato interventi strutturali che hanno permesso all'Italia di non sprofondare nella peggiore crisi economico-finanziaria mondiale, avviando nel contempo una serie di iniziative che stanno lentamente riportando la fiducia nella «gente» anche contro il disfattismo giornaliero e sistematico della sinistra, dei media e del sindacato a loro più vicini. Il riformismo liberale del Popolo della libertà è stato vincente anche a livelli internazionali. Il nostro presidente è stato il primo a dichiarare apertamente che in Italia nessuna banca sarebbe fallita e che non avrebbe permesso che un solo risparmiatore ne facesse le spese come invece è accaduto in un Paese ben più grande del nostro, gli Stati Uniti. Questo governo, frutto della collaborazione con la Lega Nord, è stato il primo a studiare misure di sostegno all'economia reale capaci di stimolare i consumi e dare slancio alle imprese. Proprio in questi giorni all'assemblea della più grande azienda automobilistica italiana abbiamo sentito parole di incoraggiamento e di fiducia verso il futuro, abbiamo avuto la conferma della revoca di una settimana di cassa integrazione , quando negli altri Paesi gli stessi competiteurs stanno ancora chiedendo aiuti statali o minacciano «bancarotta»; questa fiammata di ottimismo è anche il frutto delle iniziative messe in atto dal nostro governo in tema di «bonus» per la rottamazione e degli incentivi. La squadra del Popolo della libertà, grazie anche alla collaborazione della Lega Nord, si è presentata coesa in Parlamento dove ha dimostrato compattezza rendendo possibile l'approvazione in tempi record di tanti provvedimenti d'emergenza. Il nostro Paese, grazie anche a quella che Fini ha definito «la lucida follia» di Berlusconi, ha compiuto passi fondamentali per lasciarsi alle spalle la storia politica del Novecento entrando di prepotenza nel XXI secolo dei partiti. Ci ha fatto molto piacere sentire sia nell'intervento di Fini che di altri uomini politici il richiamo ad un politico, Mario Mauro, che solo poche settimane fa è stato ospite nella nostra Treviglio; proprio Fini associandosi alla richiesta precedente di Berlusconi ha ufficializzato la candidatura dell'onorevole Mario Mauro a prossimo presidente del Parlamento europeo. A dimostrazione che gli elettori sono più avanti delle classi dirigenti dei partiti sottolineiamo che nelle politiche del 2008 sono stati proprio gli italiani, il popolo, gli elettori a certificare la nascita del Popolo della libertà: 14 milioni di italiani hanno creduto, sostenuto e incoraggiato il cammino di Berlusconi e Fini sino al congresso fondativo e lo hanno sancito attraverso una straordinaria svolta destinata a segnare la vita politica del Paese. Pinuccia Zoccoli Prandina Basilio Mangano, Guido D'Auria Oreste Risi, Giuseppe Bianchi delegati trevigliesi al congresso fondativo del Popolo della libertà 07/04/2009 nascosto-->

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Scajola: Oggi firma Eni-Gazprom (sezione: crisi)

( da "Finanza e Mercati" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Scajola: «Oggi firma Eni-Gazprom» da Finanza&Mercati del 07-04-2009 Le carte sul negoziato più caldo dell'asse energetico tra Roma e Mosca le ha scoperte il ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola. Eni e Gazprom, ha annunciato nel primo giorno della visita italiana in Russia, oggi a margine del forum economico «firmeranno un accordo sulle quote azionarie della società e sul grande trasporto del gas». Il riferimento di Scajola è alle opzioni call in mano a Gazprom che risale a due anni fa (coincidenza, al 4 aprile 2007), quando Eni ed Enel pagarono 5,8 miliardi di dollari per l'asta degli asset petroliferi della fallita Yukos. Nel pacchetto c'era anche il 20% della ex-Sibneft (oggi Gazpromneft) che la sola Eni si impegnò a rilevare in una sorta di portage per Gazprom. Cui, appunto, l'avrebbe rigirato due anni più tardi (dunque, oggi) per un valore di 3,7 miliardi oltre ai costi dell'operazione. Scaroni, nel corso della presentazione del bilancio a Londra a metà febbraio, aveva parlato di un valore di 4,3 miliardi di dollari, per un rendimento del 9% annuo. Un bel pacchetto di denaro, già previsto nei budget del Cane a sei zampe. Tanto che la prospettiva di una rinuncia (o un rinvio al 2012) dell'esercizio della call da parte dei russi aveva messo in allarme il listino sul rischio che Eni potesse trovarsi a corto di liquidità e dovesse in qualche modo ricorrere al mercato. I presupposti per un dietrofront dei russi c'erano, alla luce della crisi finanziaria del Paese. Per giunta, oggi il 20% di Gazpromneft vale in Borsa circa 2 miliardi di dollari, dunque assai meno dello strike price della call. Eppure, oggi si dovrebbe arrivare all'accordo. Non è detto che si tratti di un versamento cash. Eni potrebbe avere in cambio forniture di gas, oppure altri asset. La firma di oggi, peraltro, riguarderà anche Enel, in quanto co-titolare, con Eni, degli asset Yukos soggetti alla call di Gazprom. Intanto, ieri Eni ha comunicato una nuova scoperta di idrocarburi nell'offshore indonesiano perforando, in qualità di operatore, un pozzo esplorativo a una profondità d'acqua di 400 metri nella struttura di Jangkrik. In Borsa Eni ha chiuso a 14,61 euro (-1,28%).

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Cofind, mano tesa alle aziende (sezione: crisi)

( da "Libertà" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Cofind, mano tesa alle aziende Il presidente Ghiadoni spiega le forme di sostegno finanziario Piacenza - La crisi finanziaria ha generato una crisi di domanda a livello globale senza precedenti i cui effetti si stanno ripercuotendo sulla organizzazione economica e produttiva. E in Emilia Romagna si sta concentrando sui settori della meccanica, della ceramica e dell'edilizia. Nonostante il quadro non sia per niente positivo, si possono tuttavia cogliere alcuni circoscritti segnali incoraggianti circa la capacità e la volontà di imprese pronte ad investire e a confermare i propri programmi di crescita e sviluppo. Segnali tenui ma importanti. A Piacenza i rapporti con il sistema bancario locale non hanno registrato per la verità particolari difficoltà. Le problematiche sembrano verificarsi con alcune banche nazionali. «In questi frangenti, il sistema dei consorzi fidi ha dimostrato tutto il suo valore - spiega Enrico Ghiadoni, presidente del consorzio di garanzia che recentemente ha firmato una convenzione con Banca di Piacenza e Cariparma - soprattutto grazie alla capacità esclusiva di essere al fianco delle imprese e delle banche con la sue garanzie accessorie». Ci si è mossi per offrire una risposta al problema del consolidamento di passività a breve o la copertura di altre esigenze di liquidità a breve termine, viene spiegato. Attraverso la forma tecnica del mutuo chirografario, le imprese possono ottenere un importo massimo di 300mila euro da restituire in 36 mesi, oltre ad un massimo di 1 anno di preammortamento. Il Cofind interviene con una garanzia accessoria pari al 50 per cento dell'importo concesso. Il tasso è variabile e collegato all'Euribor 3 mesi/360 media mese precedente + 1,00 punto percentuale. «Abbiamo inoltre previsto la possibilità, da parte di Cofind, di riconoscere un contributo in abbattimento tasso di 0,25 punti percentuali, limitatamente al periodo di preammortamento e fino a concorrenza dei fondi disponibili a tale scopo» continua Ghiadoni. Il rimborso è previsto in rate mensili o trimestrali posticipate e nessuna spesa di istruttoria sarà applicata dagli istituti di credito. «Tale accordo - vien detto - che il Consorzio di Confindustria ha definito per le sue imprese iscritte, rappresenta una concreta, significativa risposta all'attuale congiuntura economica sia perché interviene su una questione molto sentita dalla maggior parte delle piccole imprese, sia perchè propone condizioni particolarmente vantaggiose. Grazie ai contributi che anche la Camera di Commercio sta aggiungendo alle significative somme già stanziate, siamo inoltre convinti di poter offrire una valida risposta a tutte le esigenze aziendali». Non va dimenticato infatti Cofind opera dal 1968, quando Confindustria e la Cciaa diedero vita all'organismo con l'obiettivo di facilitare l'accesso al credito delle piccole e medie imprese. Cofind, che è un consorzio senza fini di lucro, associa imprese appartenenti a settori merceologici differenti. E' sportello operativo di Fidindustria Emilia Romagna che tramite suo mette a disposizione numerose altre opportunità di finanziamento a medio termine, oltre alle agevolazioni del programma regionale triennale per lo sviluppo delle attività produttive, inoltre sostiene percorsi di internazionalizzazione delle imprese e le strategie di penetrazione commerciale. Attraverso Cofind - conclude il presidente - è possibile trovare interessanti proposte per finanziare investimenti e programmi di sviluppo o investimenti aziendali in genere; anticipo imposte e tasse e mensilità aggiuntive; anticipo Sbf; anticipi fatture o anticipi import o export; aperture di credito in conto corrente; prestiti partecipativi e così via. «Sono perciò convinto - afferma -che questo strumento per le caratteristiche e le dimensioni che ha sia uno degli strumenti principali per venire incontro alle esigenze aziendali oggi più che mai, presentandosi appunto come partner al fianco delle imprese associate, secondo il principio di mutualità che lo ha ispirato fin dall'inizio della sua esistenza». Del resto, la bontà dello strumento è testimoniata proprio dal fatto che uno degli interventi più significativi che la presidente Emma Marcegaglia ha portato a casa dal confronto con il presidente Berlusconi è stata proprio la disponibilità del Governo di mettere 1 miliardo e mezzo di euro a favore delle garanzie dei consorzi fidi, che grazie ad un effetto moltiplicatore potranno contribuire ad aumentare le possibilità di finanziamento del credito alle imprese. red.eco. 07/04/2009

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Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione). (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 38 ) » (7 voti, il voto medio è: 2.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il piano Geithner? Un'altra beffa. I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 72 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 181 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (10) blog (1) capitalismo (10) cina (19) comunicazione (3) crisi (13) democrazia (62) economia (32) era obama (18) europa (14) francia (25) germania (6) giornalismo (52) giustizia (2) gli usa e il mondo (65) globalizzazione (47) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (152) manipolazione (7) medio oriente (13) notizie nascoste (47) partito democratico (3) pdl (2) politica (2) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (25) spin (8) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Grazie Marina, sei molto gentile, ma no ho voglia di cucinare, poi non ho neanche un... Ultime news Le vittime sono 179. Si continua a scavareIl premier: "Abbiamo i fondi, costruiremo una new town all'Aquila"La denuncia di Giuliani: "Io lo avevo previsto" Bertolaso: "Impossibile"Onna, il paese che non c'è Cancellato in 20 secondiQuei piccoli sepolti vivi abbracciati alla mammaTurchia, Obama svolta: "Mai in guerra con Islam"Ferrari, rischia SchumacherEternit, chiesti danni per 246 milioni "Hanno distrutto 3mila famiglie"Matrimonio? 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Gatti, tutto per capire le insidie della droga Italiani per Ron Paul, un bel blog sulle elezioni Usa USI, Università della Svizzera Italiana Siti di Informazione Comincialitalia, il primo quotidiano italiano dei cittadini il blog di Di Ricco, un giornalista italiano in Libano il sito di Fausto Biloslavo il sito di Radio 3 Mondo Jones, un eccellente giornalista inglese La zanzara di Cruciani - Radio 24 Osservatorio Europeo di Giornalismo Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio 3 Sito web ilGiornale.it April 2009 M T W T F S S « Mar 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 Archivio dei post April 2009 (4) March 2009 (15) February 2009 (11) January 2009 (14) December 2008 (11) November 2008 (10) October 2008 (13) September 2008 (13) August 2008 (9) July 2008 (6) June 2008 (11) May 2008 (8) April 2008 (14) March 2008 (16) February 2008 (14) January 2008 (15) December 2007 (14) November 2007 (21) October 2007 (24) September 2007 (24) August 2007 (32) July 2007 (15) Trackback recenti Scoop del Time: il candidato ideale alla guida del PD: Orientalia4All Dall'America una cura forte per l'editoria: Orientalia4All Haramlik: E per smettere di fumare, una bella Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta dei comuni I più votati Ancora su Vasco Rossi e la droga - 54 Votes Una vita meritocratica... - 34 Votes I mutui subprime, la frode della Casta delle banche - 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Obama è il nuovo Gorbaciov? Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Il piano Geithner? Un'altra beffa. Non chiedete a Obama di essere spontaneo Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? 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CRISI: BANCA MONDIALE TAGLIA STIME CRESCITA EST ASIATICO (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

CRISI: BANCA MONDIALE TAGLIA STIME CRESCITA EST ASIATICO (AGI) - Tokyo, 7 apr. - La crescita delle economie dell'Est asiatico e del Pacifico rallentera' ulteriormente quest'anno a causa della crisi finanziaria ma il piano di stimoli multimiliardario messo in campo dalla Cina dara' sostegno alla regione. 07/04/2009 - 10:00

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Anche Michael Page risente della crisi. (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Anche Michael Page risente della crisi (Teleborsa) - Roma, 7 apr - In difficolt a Londra le azioni della societ di recruitment inglese Michael Page, dopo aver annunciato un calo dell'utile lordo del 32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il CEO Steve Ingham, "le condizioni del mercato sono rimaste deboli nel primo trimestre dell'anno, con un impatto della crisi finanziaria oramai evidente in ogni settore". 07/04/2009 - 10:35

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Terremotati e in crisi (sezione: crisi)

( da "Blogosfere" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Apr 09 7 Terremotati e in crisi Pubblicato da Demetrio Vacca alle 08:58 in Arena I terremoti sono disastri dolorosi dove l'umanità mostra nella tragedia il suo lato migliore fatto di solidarietà, sacrificio e aiuti, purtroppo sono anche una notizia da sfruttare dalla propaganda dei media, così sul luogo del terremoto arrivano frotte di giornalisti, non solo inviati dei telegiornali, ma di fatto tutta la Rai è lì anche chi magari ha la trasmissione il giovedi...quando oramai la notizia è bruciata. E' brutta questa propaganda voyeurista ma è utile per distrarre, per lasciare da parte la crisi ed i problemi mondiali e del paese. Così Vespa vola su un elicottero e realizza uno speciale per Porta a Porta, già ma almeno lui è un giornalista che muove il fondoschiena mica come quei catoni che se ne stanno a casa per poi fare trasmissioni faziose ma senza cuore. Comunque, ora gli italiani hanno il terremoto, i giornali come le tv ne sono, ovviamente piene, il presidente della repubblica ha fatto il suo discorso alla Niccolò Carosio (talvolta sembrano messaggi da radiogiornale d'epoca con un istituzionale e fastidioso uso degli aggettivi). Comunque di crisi oramai si parla in termini superficiali ed i problemi sono utilizzati in maniera fuorviante per lotta faziosa. Invece la crisi ora merita più profondità perchè molte cose stanno accadendo per lo più ignota: la Banca Centrale Europea ha di fatto ceduto su tutta la linea alla politica USA-Inghilterra e di fatto surrettiziamente ha autorizzato i cd "quantitative easing" cioè l'emissione, la stampa di denaro Una scelta contro natura per l'istituto centrale europeo e foriere di inflazione nei prossimi anni. Di fatto è il riconoscimento che senza dealer e intermediari finanziari non c'è abbastanza credito per sostenere il sistema economico reale, ma è anche la dimostrazione che si è tornati all'antica exit strategy alla crisi che si basa sulla droga della liquidità ben consapevoli delle conseguenze inflazionistiche sul medio periodo. E' una soluzione che ribalta i problemi sui risparmiatori, infatti una spirale inflazionistica che significa la distruzione dei risparmi e del potere d'acquisto della popolazione, mentre la cosidetta "oligarchia finanziaria" riuscirà ad aumentare il controllo dell'economia. Il mitico Obama, quello dei discorsi inutili e dei sorrisi rassicuranti cioè il Silvio d'oltreoceano, oltre che spendere parole di fuoco su wall street ovviamente nulla ha fatto se non salvare il fondoschiena dell'oligarchia finanziaria che lo ha sostenuto alle elezioni (i soldi dei Kennedy, di Soros e Goldman Sachs). In coerenza con la sua retorica avrebbe dovuto, Invece di riconoscere l'insolvenza del sistema e congelare i titoli senza valore, i cosiddetti "rifiuti tossici" generati dalla speculazione. "Dallo scoppio della crisi finanziaria sono trascorsi diciannove mesi e decine di migliaia di miliardi sono stati versati nel sistema nella forma di pacchetti di salvataggio, programmi congiunturali e iniezioni di liquidità, senza sortire alcun effetto. Le banche, gli hedge funds e le compagnie d'assicurazione sono stati mantenuti in vita come zombies, per sopravvivere fino al salvataggio successivo. Come nel caso dell'AIG, l'ex colosso assicurativo americano, che il governo USA ha dovuto salvare per la terza volta dopo l'annuncio di 100 miliardi di perdite il 2 marzo. E anche questo salvataggio, come gli altri, andrà in fumo ancor prima di comparire sui bilanci. Un rapporto riservato dell'AIG preparato per il governo USA indica che AIG ha venduto 375 milioni di Credit Default Swaps, polizze assicurative contro il rischio d'insolvenza, per un totale di 19 mila miliardi di dollari. "Come si fa a rifinanziare quella cifra?" ha commentato un ex funzionario della SEC all'EIR. "Non credo che esista un modo per sbrogliare la matassa", ha aggiunto. Con le azioni bancarie in caduta libera, la prossima crisi finanziaria è dietro l'angolo. Nel frattempo, l'economia fisica mondiale si è avvitata. A gennaio, le esportazioni giapponesi sono crollate del 45,7% su base annua, e la situazione in Europa non è migliore.... vero scandalo sta nel fatto che l'AIG ha passato oltre 100 miliardi di dollari di denaro pubblico alle banche americane, inglesi ed europee, tra cui Goldman Sachs, Société Générale, Deutsche Bank, Barclays, HSBC e altre. "Non si tratta dei premi – ha scritto Spitzer sulla rivista Slate – ma del fatto che le controparti di AIG vengono rimborsate interamente. Perché mai Goldman Sachs deve ricevere 100 centesimi per dollaro? (...) L'impressione di essere di fronte a una consorteria è schiacciante. AIG non era altro che un canale per ingenti flussi di capitale verso i soliti sospetti, senza motivo e senza spiegazioni".... Così è facile fare i catoni da quattro soldi, puntare il dito sui problemi piccoli e scontati senza alzare la testa e cercare di veder chiaro nella situazione. Così è facile essere faziosi, prendersela con il governo quanto con l'opposizione, fare i populisti ed i demagoghi. Così è facile fare i giustizialisti alla Travaglio, senza rendersi conto della situazione ma continuando ad essere così funzionali, come tanti blogger, al sistema. A molti non è chiara la linea del fronte di questa crisi , "Da una parte ci sono gli interessi finanziari che hanno finora profittato dal sistema della globalizzazione, i quali vogliono salvare i loro assets a tutti i costi, compresa l'iperinflazione. Dall'altra, ci sono gli interessi di 6,5 miliardi di popolazione mondiale, la cui sopravvivenza dipende dal salvataggio delle capacità industriali dell'economia reale e non dei rifiuti tossici di investitori che hanno speculato".... Forse non ci meritiamo l'informazione seria, a noi italiani vanno bene i programmi come Anno Zero... a noi è sempre piaciuta la "propaganda del prete", ci rassicura vedere qualcuno così convinto delle proprie banali idee tanto da farci sentire intelligenti...

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Banche: clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Banche: clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola (7/4/2009 09:30) | (Sesto Potere) - Roma - 7 aprile 2009 - Chi ha un conto corrente dà peso soprattutto all’esperienza diretta e personale. Niente conta di più. Per chi invece non ha ancora un rapporto con la banca fa premio il passaparola, ma subito dopo l’immagine e le notizie riportate dalla stampa e dalla tv. Sono i primi risultati dell’Indagine “Le banche e la valorizzazione della reputazione nei confronti della clientela retail”, che l’ABI sta mettendo a punto con l’Università di Parma. Ma quali sono i fattori che determinano la reputazione? Anche qui contano i fatti più delle parole. Pesano molto fattori relazionali – mantenere le promesse, correttezza, rispetto dei patti – e altri più legati a caratteristiche dell’offerta – professionalità, qualità dei prodotti, solidità della banca, affidabilità, rapporto qualità/prezzo – oltre a circostanze esterne come esposizione ai media, passaparola e informazioni di stampa. Ciò che genera fiducia nei clienti sono i comportamenti dell’azienda, mentre i fattori esterni agiscono come filtro o come rumore. Coerente con questa percezione, la clientela è più influenzata dall’esperienza maturata, seguita dalla trasparenza e chiarezza delle condizioni contrattuali e dall’immagine aziendale. Insomma, nulla conta di più dell’esperienza diretta per chi ha un conto corrente. Sulla clientela potenziale invece impatta soprattutto il passaparola, l’immagine aziendale e le notizie riportate dalla stampa e dalla tv. Lanalisi della reputazione delle banche mostra che la crisi finanziaria non ha inciso sulla fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori. Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche ritengono che sia meno sensibile a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare direttamente la qualità della relazione. La percezione della reputazione come un asset e non solo come un rischio porta con se che si tratti di una variabile che può incidere positivamente sui risultati aziendali, creando valore. Di qui la consapevolezza che i contratti vanno costruiti sulle esigenze della clientela e che le condizioni di prezzo vanno calibrate sul valore creato e percepito dai clienti. Determinante dunque la definizione di reputazione accolta dalle banche, che è in stretta relazione con i riferimenti della Banca d’Italia e dell’accordo di Basilea 2 sul rischio reputazionale. Le banche ritengono che la reputazione dell’azienda nei confronti della clientela retail sia rappresentata dalla fiducia della clientela stessa nella capacità della banca di mantenere un comportamento corretto e funzionale al rispetto delle sue esigenze. Di qui la conseguenza di considerare la reputazione aziendale un valore da sviluppare e non solo un rischio da evitare. In questa nuova prospettiva, le priorità strategiche da perseguire sono prima di tutto la soddisfazione della clientela, la reputazione aziendale e lo sviluppo sostenibile. Subito dopo viene la redditività aziendale e ciò non perché si tratti di un obiettivo di secondo piano. In realtà si riconosce all’attenzione al cliente e alla reputazione della banca una priorità proprio per perseguire la redditività. Cresce nelle banche la convinzione che la creazione di valore per gli azionisti vada coordinata con il modo in cui perseguire questo risultato. In più, per garantire uno sviluppo soddisfacente e sostenibile conta anche l’idea che il cliente si è fatto sulla ripetibilità nel tempo della sua soddisfazione.

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KAZAKISTAN/ SPESO GIÀ IL 20 PER CENTO DEL FONDO ANTI-CRISI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Kazakistan/ Speso già il 20 per cento del fondo anti-crisi di Apcom E' sceso da 27,5 a 22 miliardi di dollari -->Almaty, 7 apr. (Ap-Nuova Europa) - La Banca centrale del Kazakistan ha annunciato oggi d'aver già speso circa un quinto del fondo nazionale di stabilizzazione da gennaio allo scopo di contrastare la crisi economica. In un comunicato l'istituto centrale ha affermato che gli asset del Fonsdo nazionale sono scesi a circa 22 miliardi di dollari dai 27,5 miliardi di dollari di inizio anno. La forte dipendenza del Kazakistan rispetto al debito con l'estero ha lasciato il paese gravemente esposto alla crisi finanziaria globale. Il governo lo scorso anno ha rivelato il progetto di spendere 10 miliardi di dollari da un Fondo nazionale per stabilizzare il sistema finanziario, cercando di aiutare il settore delle costruzioni e fornendo sostegno alle piccole e medie imprese.

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CRISI/ SCAJOLA: CI FA SCOPRIRE SOLIDITÀ SISTEMA ITALIA (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ Scajola: Ci fa scoprire solidità sistema Italia di Apcom Il ministro a Mosca interviene a inaugurazione Unicredit -->Mosca, 7 apr. (Apcom) - "La crisi ci fa scoprire aspetti, caratteristiche, solidità che noi tendevamo a nascondere". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola intervenendo all'inaugurazione a Mosca della centesima agenzia Unicredit in Russia. Secondo il ministro le difficoltà degli ultimi mesi, frutto della crisi finanziaria globale, hanno fatto emergere i punti di forza del sistema economico italiano. Tra questi il sistema delle piccole imprese e il sistema bancario.

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Città del fare: Per battere la crisi riflettori sull'economia territoriale (sezione: crisi)

( da "Denaro, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Campania dal distretto di solofra Città del fare: Per battere la crisi riflettori sull'economia territoriale Gli effetti della crisi finanziaria globale riportano l'attenzione sull'economia territoriale, sull'utilità di promuovere "azione locale per lo sviluppo globale". Può essere questa la strada per risalire la china? Se lo è chiesto l'Agenzia locale di sviluppo Città del fare che ha organizzato per oggi a Napoli, presso Città della Scienza, a partire dalle 14.30, l'evento sul tema "reagire alla crisi. L'azione territoriale per lo sviluppo". L'incontro è promosso dal ministero dello sviluppo economico - dipartimento per le politiche sociali, dalla Regione Campania, dall'Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno, dalla fondazione Mezzogiorno Europa, dalla Rete Pto (Patti territoriali per l'occupazione) e dalla Slst (sistemi locali di sviluppo territoriale) Campania. Previsti gli interventi di Osvaldo Cammarota direttore di Città del fare; Francesco Saverio Coppola dell'associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno; Vincenzo Donato del ministero dello Sviluppo economico; l'economista Achille Flora; Edoardo Imperiale, direttore generale di Città della Scienza; Claudio Luongo della Rete dei sistemi locali di sviluppo territoriale, l'assessore regionale Mariano D'Antonio; Andrea Geremicca e Ivano Russo della fondazione Mezzogiorno Europa. del 07-04-2009 num.

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Obama è il nuovo Gorbaciov? (sezione: crisi)

( da "Giornale.it, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 38 ) » (7 voti, il voto medio è: 2.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.8 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 28Mar 09 Nasce il Pdl, ma saprà darsi un'identità? Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 70 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il piano Geithner? Un'altra beffa. I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 72 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 181 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Io sono sempre stato dalla parte di Grillo ecc.E lo sono ancora. Anche perchè ho letto... Ultime news L'Aquila, altre due scosse. 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Tra Usa e Ue, la Turchia: il Bosforo smorza i sorrisi (sezione: crisi)

( da "Famiglia Cristiana" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

di Beppe Del Colle IL G20 E IL VERTICE NATO HANNO LASCIATO TUTTO, O QUASI, COME PRIMA TRA USA E UE, LA TURCHIA: IL BOSFORO SMORZA I SORRISI Washington è sempre stata favorevole (e lo è anche oggi, con Obama) a una sempre maggiore integrazione, nell'Occidente, di Ankara. Berlino e Parigi, che hanno già numerose comunità turche, temono l'arrivo di nuovi immigrati. Alla fine del viaggio di Obama in Europa, il "punto" sulla situazione internazionale non è difficile. Tutto, o quasi tutto, è come prima. Non è inutile e dannoso pessimismo, il nostro, ma una provocazione a quanti ritengono che ogni cosa possa passare attraverso l’accorto gioco delle diplomazie. La complicazione, adesso, viene paradossalmente da un comprensibile dubbio che nasce, su ogni problema che abbia carattere di internazionalità, dalla presenza della democrazia in un numero crescente di Paesi: una realtà che si può facilmente registrare contando il numero delle nazioni che fanno parte oggi del cosiddetto G20, quasi tutte democratiche, e confrontandolo con quello, che pur sopravvive, del G8. Democrazia vuol dire che chi rappresenta il proprio Paese deve tener conto soprattutto dell’opinione pubblica di cui è ufficialmente il portavoce e di cui i Parlamenti sono un’autorevole eco. Barack Obama, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy (foto AP / La Presse). Due esempi. Il confronto fra gli Stati Uniti e l’Europa svoltosi a Praga a chiusura del viaggio di Obama ha portato in rilievo il problema Turchia. Ankara è in lista per l’ingresso nell’Unione europea fin dal 1959, mentre fa stabilmente parte da molto tempo della Nato, di cui durante la guerra fredda è stato un solido avamposto di fronte al minaccioso espansionismo dell’Unione sovietica. In quanto tale, Washington è sempre stata favorevole – e lo è anche oggi, con Obama – a una sempre maggiore integrazione di Ankara nell’Occidente. Ma Unione europea e Nato sono agli antipodi rispetto a una questione che ha un forte e delicatissimo carattere religioso, oltre che politico e sociale. In Germania e in Francia esiste da molti anni una numerosa comunità di immigrati turchi; in altri Paesi, come l’Italia, sono oggi altrettanto rilevanti gli stranieri di fede musulmana. Di conseguenza, si è originata ovunque una forte componente dell’opinione pubblica la quale ritiene che l’eventuale ingresso della Turchia nell’Unione ne faciliterebbe maggiormente i flussi immigratori. Questo spiega perché Sarkozy a Parigi e la Merkel a Berlino si oppongono a tale eventualità; dato che, oltretutto, non mancano le preoccupazioni circa nuove infiltrazioni del terrorismo islamico in Europa. Lo ha confermato lo stesso presidente Obama, quando ha detto che le minacce di Al Qaida riguardano più il Vecchio continente che gli Usa; nonostante questo, egli si è speso molto (confortato dalla mediazione di Berlusconi) per far accettare al primo ministro turco la candidatura del danese Rasmussen a segretario generale della Nato, sebbene quest’ultimo abbia difeso un giornale del suo Paese che ironizzò su Maometto. Secondo esempio. Il G20 di Londra non ha proposto una linea comune per la soluzione della crisi finanziaria: fra la tentazione keynesiana dell’intervento dello Stato (a spese dei contribuenti) a sostegno in Usa delle banche, prime responsabili del disastro, e la linea Sarkozy-Merkel per una nuova morale negli affari del capitalismo (con punizione dei paradisi fiscali) in un’Europa meno scandalosamente esposta ai rischi del libero mercato, forse hanno vinto solo la Cina e la Russia (che democratiche ancora non sono). Ma il futuro è impossibile, oggi, da pronosticare.

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Milano col cuore in mano (sezione: crisi)

( da "Famiglia Cristiana" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

di Francesco Anfossi LA CRISI ECONOMICA E L’AIUTO DELLA CHIESA / 5. LOMBARDIA INTERVISTA AL CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI MILANO COL CUORE IN MANO Il Fondo per le famiglie in difficoltà, le sofferenze dovute alla recessione, l’esigenza di riscoprire la sobrietà, i guasti della finanza e il ruolo della borghesia lombarda. Duemila euro per una madre cassintegrata a zero ore da gennaio, gravata da mutuo e bollette. Tremila euro a un ingegnere con tre figli piccoli senza stipendio per contratto a termine non rinnovato, la casa all’asta per insolvenza del mutuo e sfratto esecutivo a giugno 2009. Altri duemila a un artigiano rimasto senza lavoro per il fallimento dell’impresa nel dicembre 2008. I primi assegni del Fondo famiglia lavoro della diocesi di Milano voluto dall’arcivescovo Dionigi Tettamanzi sono già stati staccati. Vecchie e nuove povertà si incrociano in questa via crucis sociale che sembra non avere fine: impiegati, operai, quadri, dirigenti, tutta gente scivolata in pochi mesi nella polvere. «All’inizio pensavo a una goccia nel mare, ora penso a più gocce vista la straordinaria risposta dei diocesani. Ho ricevuto lettere con dentro cinque, dieci euro destinati al Fondo, ma è ancora più straordinario quel che scrivevano nelle lettere», spiega il cardinale nel suo studio in Arcivescovado, che ha le finestre che si affacciano sulle guglie del Duomo, proprio davanti alla statua di don Guanella, uno degli eroi della carità ambrosiana. «Ma restano pur sempre gocce in un mare di povertà», aggiunge. «Le mie visite pastorali mi danno una conoscenza concreta delle sofferenze che toccano le famiglie dei lavoratori, degli imprenditori, di tanti artigiani. L’esperienza mi dice che la crisi è più radicata e diffusa di quello che appare sui giornali. I media propongono letture globali e tecniche della crisi: ma quel che vedo visitando la diocesi e incontrando le persone è che la sofferenza non è asettica, ma colpisce nel concreto. Al termine delle celebrazioni mi intrattengo a lungo a salutare uno a uno i fedeli e in molti mi raccontano del timore del lavoro che rischiano di perdere o hanno perso. La paura più grande è per il futuro della propria famiglia, dei figli, delle persone anziane e malate che devono sostenere. Naturalmente, il Fondo non basta, anche le istituzioni devono fare la propria parte. Ma se tutti – istituzioni, imprese, credito, volontariato, comunità cristiane, famiglie, il tessuto sociale nel suo complesso – faranno la propria parte nessuno cadrà nell’indigenza. Nessuno deve essere abbandonato». L’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi accanto alla statua del cardinale Schuster, nell’anticamera del suo ufficio in Arcivescovado (foto di Nino Leto). Come è nata l’idea del Fondo lavoro famiglia della diocesi? «Prima del Natale andavo riflettendo sulla crisi economica e finanziaria in atto nel mondo e su quanto ascoltavo direttamente nelle parrocchie. Mi sentivo fortemente interpellato come cittadino e come vescovo. Mi chiedevo: che cosa devo dire, secondo la verità evangelica e con un cuore di pastore, ai fedeli che la notte di Natale riempiranno il Duomo? Dal pulpito mi è venuto spontaneo aprire così l’omelia: "Questa notte che stiamo vivendo è segnata da una notizia di estrema semplicità e insieme di significato straordinario e unico. Che cosa c’è di più semplice di un bambino che nasce?". E ho aggiunto: "Il Natale ci chiama a uno slancio rinnovato, a un supplemento speciale di fraternità e solidarietà. I tempi che viviamo sono segnati dalla crisi finanziaria ed economica, con ricadute sulla società e sulle famiglie. Questo scenario che si va sviluppando impone a tutti noi una riflessione seria e responsabile". Ho cercato allora di mettermi, per primo, in discussione. Ho partecipato ai fedeli presenti in Duomo, quella notte, la domanda che sempre più mi bruciava dentro: "Io, come arcivescovo di Milano, cosa posso fare? Noi, come Chiesa ambrosiana, cosa possiamo fare?". Ho voluto dare una buona notizia, una notizia concreta. E così è nato il Fondo. Lo stesso deve valere per Pasqua, che deve diventare incarnazione dell’amore con gesti concreti di solidarietà». Il cardinale di Milano tradizionalmente ha la possibilità di entrare in contatto con la classe dirigente ambrosiana e con quella borghesia produttiva lombarda che è considerata il volano dell’economia italiana. Questa classe dirigente è all’altezza della situazione? «Le grandi famiglie nell’imprenditoria, attive da decenni, se non da secoli, stanno facendo ora i conti con la crisi così come li hanno già fatti negli anni Ottanta, prima ancora negli anni Settanta, al tempo della guerra, dopo il crack del ’29. Il rischio d’impresa, l’essere al passo con i tempi, l’affrontare in modo adeguato le stagioni floride e quelle austere sono tutte qualità che contraddistinguono gli imprenditori "grandi"». Cosa intende per grandi? «Grandi perché vivono bene la loro vocazione. Sì, non ho paura a usare questo termine. Essere imprenditore è una forma di servizio alla comunità quando è svolto con il giusto spirito e non solo per il guadagno immediato, magari ottenuto in deroga a ogni regola ed etica. Un imprenditore vero, grande, sa che la situazione di crisi non è un incidente imprevisto, ma una variabile che prima o poi entra in gioco. E l’imprenditore saggio si attrezza per tempo per affrontarla, sa che è uno dei suoi compiti». E ne ha incontrati nella sua diocesi, di imprenditori saggi? «Altro che. Proprio grazie a imprenditori così, molti mesi fa, ho potuto comprendere la portata, le dimensioni, le cause e gli effetti della crisi incipiente. La crisi sarà un momento di verifica e riflessione anche per gli imprenditori: chi non ha messo al centro il valore della persona – sia nel senso del lavoratore che del cliente da servire – ora soffre difficoltà ben maggiori, se non è già stato travolto dalla recessione. Tante aziende che hanno fondato il loro business solo sulla speculazione, su affari poco chiari e illeciti hanno già chiuso o sono in seria crisi. Il guaio è che a pagarne le conseguenze sono i dipendenti, spesso incolpevoli, e quei soggetti del mondo economico che si trovano trascinati nelle situazioni di difficoltà create da questi imprenditori spregiudicati». Perché dice che la crisi può portare a un arricchimento interiore? «Da molte parti si parla giustamente di solidarietà. Ma, mi domando, è possibile la solidarietà senza la sobrietà? Ne ha parlato Benedetto XVI nella sua omelia del 31 dicembre 2008, quando ha lanciato a tutti un appello: la crisi "chiede a tutti più sobrietà e solidarietà per venire in aiuto specialmente delle persone e delle famiglie in più serie difficoltà". Nella mia omelia della notte di Natale 2008 rivolgevo a tutti l’invocazione "a uno slancio rinnovato, a un supplemento speciale di fraternità e solidarietà". Una sfida a cambiare in modo radicale una cultura e un costume da noi molto comuni e diffusi, e cioè uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù». Però gli economisti e la storia economica insegnano che il rischio del pauperismo, della "taccagneria", è quello di deprimere i consumi. «Non si tratta di pauperismo ma di sobrietà, virtù non apprezzata, forse perché spesso fraintesa. La sobrietà è confusa con un vissuto che sa di risparmio minuzioso, di astensione dai consumi, di calcolo esasperato su tutto ciò che si potrebbe evitare di avere e di comperare. Il tutto limitato alla sfera economica del vivere. Ma la sobrietà autentica è tutt’altro, è uno stile di vita complessivo: sobrietà nelle parole, nell’esibizione di sé, nell’esercizio del potere, nel vissuto quotidiano. La sobrietà intende guarire il nostro comportamento quotidiano dagli eccessi, riconducendolo alla "giusta misura". È una virtù che nasce e cresce attraverso un sapiente e coraggioso discernimento, che la mantiene intimamente collegata con la sua finalità: essere una via privilegiata che conduce alla solidarietà, alla condivisione vera di tutto ciò che è necessario per vivere secondo la dignità umana, che è di tutti, senza alcuna discriminazione». Non basta la solidarietà? «Non si può essere solidali senza essere sobri: altrimenti, si condividerebbe ciò che eccede alle nostre necessità. Occorre dare ben più del superfluo, secondo l’esempio della "vedova povera" del capitolo 21 del Vangelo di Luca, che ha saputo condividere tutto, considerando la propria offerta più necessaria che non il badare alla propria condizione. Per questo la crisi dà la possibilità di un incrocio straordinario: chi dona riceve moltissimo e chi riceve viene toccato da un dinamismo irresistibile che lo spinge a fare altrettanto, a donare a sua volta. Non si tratta solo di dare, ma di condividere: un’occasione straordinaria di educazione». Milano è la città della Borsa e della finanza. Percepisce un clima diverso anche in questo mondo? C’è la consapevolezza che il sistema è saltato anche perché non si sono rispettati i princìpi basilari di etica finanziaria? «Non sono né un operatore né un protagonista della vita finanziaria di Milano. Ma mi pare si stia diffondendo lentamente la consapevolezza che la crisi si sia originata oltre che da eventi congiunturali – soprattutto dalla scarsa considerazione nella quale è stata tenuta la dimensione etica a livello finanziario. Si è agito senza pensare che dietro a titoli, obbligazioni, debiti cartolarizzati, prodotti finanziari, c’erano sempre delle persone concrete che da quegli strumenti aspettavano un vantaggio economico per sé e la propria famiglia. E in tanti hanno trovato solo imbrogli e ingenti perdite di denaro. Ma la responsabilità è anche di tante persone e famiglie che si sono lasciate attrarre dalla prospettiva del guadagno facile, da ottenere non con il lavoro, ma con l’azzardo. Magari per sostenere e incrementare uno stile di vita al disopra della proprie possibilità. Uno stile certamente non sobrio. La consapevolezza che occorre tornare al fondamento etico nella finanza si sta diffondendo. Magari silenziosamente, come se ci fosse timore ad affermare che quella che una volta veniva ritenuta la "mano invisibile" che faceva funzionare l’economia in realtà è visibilissima, concreta. E ha un nome: l’etica, appunto. L’etica che mette al centro la persona nella sua integralità». Cosa può fare la gente di questa diocesi, che è tra le più laboriose e produttive del mondo, per risollevarsi? «Non perdere la speranza, ricordarsi la propria storia di gente semplice ma di cuore, pronta a darsi una mano. Di gente che fa del lavoro un modo per dire la propria identità, la propria creatività, la propria vocazione, non tanto la via per arricchirsi. Confido che la nostra gente si ricordi che solo insieme, solo come comunità, cristiana e civile, dalla crisi si uscirà. Con dignità».

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In breve - L'incontro tra Scaroni e l'ad di Gazprom, un nuovo distributore di metano nel milanese e tanto altro (sezione: crisi)

( da "e-gazette" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

In breve - L’incontro tra Scaroni e l’ad di Gazprom, un nuovo distributore di metano nel milanese e tanto altro… Il Festival dell’energia lancia un bando per ricercatori - Si è tenuta presso il rettorato dell’università del Salento la conferenza stampa di presentazione della seconda edizione del Festival dell’energia. Alessandro Beulcke, presidente di Aris, l’agenzia che organizza il festival, ha illustrato le anticipazioni su programma e protagonisti. Durante l’evento si è discusso anche di innovazione con il call for paper, il bando lanciato per questa seconda edizione e rivolto a tutti gli enti di ricerca pubblici e privati per la presentazione di studi e ricerche in ambito energetico. Incontro Scaroni-Miller - L’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, e il presidente di Gazprom, Alexey Miller, si sono incontrati presso la sede centrale di Gazprom, a Mosca. Durante l’incontro le parti hanno discusso l’andamento dell’accordo strategico di cooperazione firmato nel novembre 2006 e la successiva implementazione dei progetti congiunti. In quest’ottica, Paolo Scaroni e Alexey Miller hanno fatto il punto sulla realizzazione della fase di pre-investimento relativa al South stream, data la rilevanza strategica del progetto nell’apportare un contributo decisivo alla sicurezza degli approvvigionamenti diretti di gas verso l’Europa. Esce il quinto numero di “Oil” - “Chi sale e chi scende” nella crisi finanziaria ed economica che sta sconvolgendo il mondo. Chi rischia di venire travolto dal terremoto che sta sconvolgendo gli assetti internazionali e chi invece ha le potenzialità per trarre vantaggio dai cambiamenti. Sono gli interrogativi che si pone il numero 5 di “Oil,” con il quale la rivista dell’Eni conferma il proprio impegno per favorire informazione e dibattito di sulle tematiche cruciali dell’energia e sulle dinamiche economiche internazionali. Nuovo impianto metanauto nel milanese - Si è tenuta alla presenza del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e del direttore generale dell’Eni divisione refining & marketing, Angelo Caridi, l’inaugurazione del nuovo impianto di erogazione di metano per autotrazione della stazione di servizio carburanti Eni Brianza sud, in provincia di Milano. In questo mercato, in Italia l’Eni detiene la quota di circa il 70%, in termini di volumi di gas naturale venduti, contando su un totale di oltre 490 impianti di erogazione. Golla ad di Siemens Italia - Federico Golla è il nuovo amministratore delegato di Siemens e country speaker di Siemens Italia. Golla, che manterrà l’incarico di healthcare sector cluster lead south west Europe region, succede nella carica a Vincenzo Giori. Edison fa utili per 374 milioni - L’assemblea degli azionisti dell’Edison ha approvato il bilancio relativo all’esercizio 2008, che si è chiuso con un utile di 374 milioni di euro (449 milioni del 2007). A livello consolidato, l’utile è stato pari a 346 milioni di euro (497 milioni nel 2007). L’assemblea ha quindi deliberato di distribuire un dividendo di 0,05 euro per azione ordinaria e di 0,08 euro per azione di risparmio, confermando i medesimi importi dei dividendi 2007. Il dividendo verrà posto in pagamento il 17 aprile 2009 (data stacco cedola 14 aprile 2009). E-GAZETTE - 07/04/2009 e-gazette.it -->

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Cronaca: Il Procuratore Maddalena: (sezione: crisi)

( da "Sannio Online, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Cronaca: Il Procuratore Maddalena: «Un segnale importante in un momento di crisi finanzia Pubblicato il 07-04-2009 “Credo che questa operazione dia un segnale importante in un momento di crisi finanziaria ed economica”. Ha esordito così il Procuratore Maddalena nella conferenza stampa convocata presso la caserma di via Bologna per illustrare l’inchiesta sulla truffa all’Inps... “Credo che questa operazione dia un segnale importante in un momento di crisi finanziaria ed economica”. Ha esordito così il Procuratore Giuseppe Maddalena nella conferenza stampa convocata presso la caserma di via Bologna per illustrare l’inchiesta sulla truffa all’Inps. Maddalena ha sottolineato il lavoro svolto dalla guardia di finanza ed ha ricordato l’indagine che qualche giorno fa aveva portato al sequestro di un villaggio turistico in costruzione nella provincia di Avellino. Due momenti – ha aggiunto il ‘numero uno’ degli inquirenti sanniti - che dimostrano l’attenzione al tema dell’erogazione e dell’uso delle risorse pubbliche. Al suo fianco il comandante provinciale delle fiamme gialle, il colonnello Gianni Palmacci, ed il maggiore Gerardo Nocera, che guida il Nucleo di polizia tributaria. Palmacci ha evidenziato il ruolo dell’Inps sia a livello centrale che periferico. “Hanno offerto la massima collaborazione, e quanto accaduto è servito ad attivare sistemi di controllo che evitino l’apertura di falle nei loro sistemi”. Dal canto suo, Nocera ha ripercorso alcuni passaggi dell’inchiesta, soffermandosi, in particolare, sulla contestazione del falso in sistemi informatici, “equiparata al falso documentale”.

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Scatta il rosso per l'Europa (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Scatta il rosso per l'Europa (Teleborsa) - Roma, 7 apr - Le principali borse europee non riescono a mantenere i guadagni registrati in avvio e si portano in territorio negativo, sulla scia del peggioramento dei futures sugli indici a stelle e strisce. I mercati sono in attesa dell'avvio della stagione delle trimestrali USA, che parte oggi come di consueto con il colosso dell'alluminio Alcoa. Dal fronte macroeconomico notizie poco incoraggianti sono giunte per la Zona Euro, con il Pil del 4 trimestre in calo dell'1,5% su anno, livello pi basso dal 1995. Nessuna statistica rilevante prevista invece in USA. Si deprezza l'euro nei confronti della moneta americana, con scambi a 1,3258, all'indomani dello stanziamento di una linea temporanea di swap tra la Fed e altre 4 banche centrali (Bce, BoE, BoJ e SNB) al fine di migliorare la liquidit di valute straniere del sistema americano. Petrolio in calo sul mercato after hours di New York a 50,5 dollari al barile. Attorno alle 12, Parigi, Londra ed Amsterdam flettono l'1,22% circa mentre Francoforte cede l'1,09%. Bruxelles, Zurigo e Madrid mostrano flessioni inferiori al mezzo punto percentuale. A livello settoriale in affanno gli assicurativi, le banche ed i minerari. Tengono bene le utilities e gli alimentari. Tra le singole note della giornata vanno segnalati i dati sul traffico passeggeri di Air France-Klm, Aer Lingus ed Air Berlin. In rosso a Londra le azioni Rio Tinto: il colosso minerario anglo-australiano ha deciso di tagliare la produzione di bauxite, utilizzata per la produzione dell'alluminio, da 19,4 a 15 milioni di tonnellate annui presso la miniera di Weipa. In difficolt anche la connazionale Michael Page, dopo aver annunciato un calo dell'utile lordo del 32,3% a 95 milioni di pound. Secondo il CEO Steve Ingham, "le condizioni del mercato sono rimaste deboli nel primo trimestre dell'anno, con un impatto della crisi finanziaria oramai evidente in ogni settore". 07/04/2009 - 12:13

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Banche: clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola. Indagine Abi (sezione: crisi)

( da "Sestopotere.com" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Banche: clienti, per scegliere contano stampa e tv, ma soprattutto passaparola. Indagine Abi (7/4/2009 09:30) | (Sesto Potere) - Roma - 7 aprile 2009 - Chi ha un conto corrente dà peso soprattutto all’esperienza diretta e personale. Niente conta di più. Per chi invece non ha ancora un rapporto con la banca fa premio il passaparola, ma subito dopo l’immagine e le notizie riportate dalla stampa e dalla tv. Sono i primi risultati dell’Indagine “Le banche e la valorizzazione della reputazione nei confronti della clientela retail”, che l’ABI sta mettendo a punto con l’Università di Parma. Ma quali sono i fattori che determinano la reputazione? Anche qui contano i fatti più delle parole. Pesano molto fattori relazionali – mantenere le promesse, correttezza, rispetto dei patti – e altri più legati a caratteristiche dell’offerta – professionalità, qualità dei prodotti, solidità della banca, affidabilità, rapporto qualità/prezzo – oltre a circostanze esterne come esposizione ai media, passaparola e informazioni di stampa. Ciò che genera fiducia nei clienti sono i comportamenti dell’azienda, mentre i fattori esterni agiscono come filtro o come rumore. Coerente con questa percezione, la clientela è più influenzata dall’esperienza maturata, seguita dalla trasparenza e chiarezza delle condizioni contrattuali e dall’immagine aziendale. Insomma, nulla conta di più dell’esperienza diretta per chi ha un conto corrente. Sulla clientela potenziale invece impatta soprattutto il passaparola, l’immagine aziendale e le notizie riportate dalla stampa e dalla tv. L’analisi della reputazione delle banche mostra che la crisi finanziaria non ha inciso sulla fiducia della clientela retail, mentre ha impattato sugli addetti ai lavori. Per quanto riguarda la clientela corporate, le banche ritengono che sia meno sensibile a fenomeni emotivi, è pluribancarizzata ed è in grado di valutare direttamente la qualità della relazione. La percezione della reputazione come un asset e non solo come un rischio porta con se che si tratti di una variabile che può incidere positivamente sui risultati aziendali, creando valore. Di qui la consapevolezza che i contratti vanno costruiti sulle esigenze della clientela e che le condizioni di prezzo vanno calibrate sul valore creato e percepito dai clienti. Determinante dunque la definizione di reputazione accolta dalle banche, che è in stretta relazione con i riferimenti della Banca d’Italia e dell’accordo di Basilea 2 sul rischio reputazionale. Le banche ritengono che la reputazione dell’azienda nei confronti della clientela retail sia rappresentata dalla fiducia della clientela stessa nella capacità della banca di mantenere un comportamento corretto e funzionale al rispetto delle sue esigenze. Di qui la conseguenza di considerare la reputazione aziendale un valore da sviluppare e non solo un rischio da evitare. In questa nuova prospettiva, le priorità strategiche da perseguire sono prima di tutto la soddisfazione della clientela, la reputazione aziendale e lo sviluppo sostenibile. Subito dopo viene la redditività aziendale e ciò non perché si tratti di un obiettivo di secondo piano. In realtà si riconosce all’attenzione al cliente e alla reputazione della banca una priorità proprio per perseguire la redditività. Cresce nelle banche la convinzione che la creazione di valore per gli azionisti vada coordinata con il modo in cui perseguire questo risultato. In più, per garantire uno sviluppo soddisfacente e sostenibile conta anche l’idea che il cliente si è fatto sulla ripetibilità nel tempo della sua soddisfazione.

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TINA CIOFFO SIAMO CON UNA CONTINUA SPADA DI DAMOCLE SULLA TESTA. È COSì CHE ESORDISCE L... (sezione: crisi)

( da "Mattino, Il (Caserta)" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

TINA CIOFFO Siamo con una continua spada di Damocle sulla testa. È così che esordisce la terna commissariale prefettizia straordinaria del comune di San Cipriano D'Aversa alle prese con il bilancio di previsione. «Faremo di tutto per evitare il dissesto - spiega Sebastiano Giangrande - ma facendo i conti tra le entrate effettive e quelle attese non possiamo negare che la situazione non è affatto rosea». Lo stato di dissesto finanziario verrà dichiarato solo in caso di situazioni debitorie non sanabili e nel caso in cui sia impossibile svolgere le funzioni indispensabili. L'eventualità non è però molto lontana. La conferma arriva dalle cifre. Per il 2008, tra le voci in residuo e quelle in competenza, per la Tarsu, nelle casse municipali sarebbero dovuti entrare oltre 8 milioni e mezzo di euro. La riscossione è stata invece, solo di poco più del dieci per cento. La somma percepita è stata di quasi 925 mila euro. Una differenza sostanziale che stabilisce il grado evasione fiscale presente nel sanciprianese e certamente non imputabile unicamente allo stato di crisi finanziaria che permea l'intera società. Senza fondi in pericolo ci sarebbero anche gli stipendi dei diciotto operatori ecologici di San Cipriano e con essi la raccolta della nettezza urbana per i prossimi mesi. Se poi si aggiunge che il Comune per il servizio di raccolta rifiuti dovrebbe pagare per il pregresso, a cominciare dal 2004, oltre due milioni di euro davvero si capiscono i salti mortali che si stanno compiendo. «L'intenzione è di sistemare i conti senza più delegare ad altri, così come è evidentemente avvenuto da qualche tempo a questo parte, e senza sottrarci da quello che è il nostro fondamentale compito», dice il vice prefetto Giuseppe Marani impegnato anche ieri pomeriggio a trattare con il consorzio unico per stabilire il dilazionamento del pagamento in almeno dieci anni. «Fare altrimenti - aggiunge - sarebbe impossibile». A far ben sperare è intanto il nuovo bando di gara per l'affidamento del servizio di riscossione tributi. A gestire il servizio dal 2002 al 2008 è stata la Sirtap. Lo scorso maggio dinanzi all'interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Caserta i commissari, insediatisi dopo lo scioglimento per infiltrazione camorristica dell'amministrazione comunale guidata da Enrico Martinelli di Fi, ne ordinarono la rescissione del contratto. I termini per la designazione della nuova società, che dovrà fare un monitoraggio attento e concreto della situazione e procedere ad un mirato incasso, scadranno il 23 aprile. «Le finalità - afferma il prefetto Marcello Palmieri- sono tutte per il bene della collettività che deve imparare a non essere più strumentalizzata da chi è prima di tutto preoccupato ad avere consenso elettorale». «A San Cipriano - continua Palmieri - quel che deve essere ripristinato è lo stato di diritto e dovere, comprendendo una volta per tutte che la programmazione senza pecunia non può scendere dall'alto».

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TOSCANA/CRISI: DA CARIPARMA E CONFICTUR 15 MLN PER AIUTARE PMI. (sezione: crisi)

( da "Asca" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

TOSCANA/CRISI: DA CARIPARMA E CONFICTUR 15 MLN PER AIUTARE PMI (ASCA) - Firenze, 7 apr - Quindici milioni di euro per aiutare le piccole imprese toscane in crisi di liquidita'. E' quanto prevede un fondo realizzato grazie alla collaborazione tra Cariparma e Confictur (Consorzio Finanziaria Commercio e Turismo). ''Il nostro consorzio fidi, libero e indipendente - spiega Paolo Galardi, presidente di Confictur - punta ad affiancare quegli esercizi che rappresentano il tessuto portante della nostra societa'. In un momento come quello attuale, pensiamo che sia necessario non lasciare in balia della tempesta economica mondiale i tanti piccoli imprenditori che rischiano di non farcela. La cifra a nostra disposizione sara' destinata alle esigenze di liquidita' a breve. Quest'ultima, infatti, e' rivolta specificamente a sostenere la gestione del circolante delle imprese, a supportare l'attivita' commerciale ed e' utilizzabile per la copertura delle diverse esigenze di liquidita' dell'attivita' ordinaria''. Il Consorzio dedica i propri servizi ad artigiani, agricoltori, commercianti e a tutte le aziende attive nei settori del turismo, dei servizi e dell'industria. ''Cariparma - afferma Massimo Cerbai, responsabile regione Centro Sud della banca - a seguito dell'attuale crisi finanziaria ha intensificato la collaborazione con le associazioni di categoria al fine di assicurare alle imprese associate adeguati flussi finanziari. L'accordo Cariparma Confictur testimonia il forte e crescente legame della Banca con il tessuto locale nelle proprie aree di riferimento''. afe/rg/bra (Asca)

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Anche Italia dei Valorisostiene candidato Pd (sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Anche Italia dei Valori sostiene candidato Pd Mazzarino. "Un nuovo progetto di crescita" è lo slogan del prof. Serafino Gueli, presentato ieri sera (6.4.09) a candidato sindaco per le prossime amministrative nel corso della conferenza stampa dell'on. Lillo Speziale, presidente della commissione regionale antimafia e coordinatore provinciale del Partito democratico. «Abbiamo chiesto a Serafino Gueli - dichiara l'on. Speziale - di candidarsi a sindaco sulla base di una diffusa proposta che ci veniva da settori consistenti di personalità della comunità di Mazzarino anche estranei al nostro partito, perchè ha coerenza politica, note caratteristiche di sobrietà, di equilibrio, si è speso nel rapporto con la comunità mazzarinese nei settori dove è stato chiamato in primo luogo nella sua funzione di pedagogista ed è riconosciuto il suo rigore morale e intellettuale con il quale ha svolto e svolge la sua funzione e questo lo so perché è stato preside anche in una scuola della mia città di Gela e so quanto tuttora sia stimato». «Inoltre - continua Speziale - Serafino Gueli è presidente della Banca di Credito cooperativo dei Castelli e degli Iblei», che nonostante l'attuale crisi finanziaria nazionale ed internazionale, ha «basi solide e buona parte di quel lavoro è legato anche al contributo fattivo che Gueli ha dato», per cui «siamo sicuri di interpretare un sentimento diffuso di questa comunità di identificarsi attraverso la candidatura di Serafino, come un candidato che travalica i confini dei partiti politici e diventa il candidato della comunità mazzarinese. Scelta migliore - conclude Speziale - il Pd non poteva fare. La candidatura di Gueli naturalmente è offerta a quanti vogliono partecipare nella lista del sindaco, perché oltre alla lista del Pd lavoreremo per fare una lista di sostegno del sindaco». Nel suo intervento il candidato sindaco non ha nascosto che la sua scelta è «stata un po' combattuta, ma alla fine ho deciso di dare un contributo a questa comunità" al fine di "concorrere in iniziative di un nuovo concetto di governare. Gueli, in primo luogo, pensa di avviare delle iniziative che «oltre al carattere dal punto di vista sociale - economico» possano dare sinergie che si possono anche estendere nel territorio («zona industriale che si sta realizzando» ecc.), che si «possa ristabilire un certo elemento che può sfociare in situazioni nuove per quanto riguarda il campo occupazionale in generale e la possibilità di sviluppare concretamente qualche settore». Per Gueli, però, non possono essere tralasciati i problemi dei settori commerciali, artigianali e si sofferma sui problemi «di tanti giovani che non sanno come poter superare questa gravissima fase che stanno vivendo» , dei tagli di questo governo e del precariato. Insomma spera di «dare un buon servizio alla comunità». Angelo Stuppia

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Paolo Bonafè è stato riconfermato segretario della Federmar-Cisal della provincia di Venez... (sezione: crisi)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Martedì 7 Aprile 2009, Paolo Bonafè è stato riconfermato segretario della Federmar-Cisal della provincia di Venezia; al suo fianco riconfermati anche Maria Cristina Pitteri (vice segretaria), Aldo Zolli (che è anche coordinatore nazionale), Alessandro De Bastiani e Carla Manfreo. Non sarà una passeggiata il prossimo mandato, visto che uno dei primi problemi da affrontare riguarda la decisione del Governo di dare via libera alla vendita del 100% del gruppo Tirrenia (Divisione Adriatica, Ca.re.mar., Si.re.mar., Sa.re.mar. e To.re.mar.). «Il Decreto della presidenza dei ministri, varato nei giorni scorsi, impone di cedere la società in blocco ad un unico acquirente che dovrebbe mantenere il valore di servizio universale e gli attuali livelli occupazionali - dicono i nuovi vertici di Federmar -. Ma siamo molto preoccupati perché temiamo che non vengano rispettati i paletti imposti dallo stesso Dpcm dato che tutto il settore dello shipping e del turismo vive una crisi profonda, che parte dalla crisi finanziaria per arrivare alla crisi dei consumi». I sindacalisti si riferiscono in particolare ai collegamenti dei traghetti con le isole perché, sostengono, per un privato è impossibile subentrare ala flotta pubblica nel settore dei servizi dovuti, quelli che garantiscono alla gente che vive più isolata di potersi comunque spostare.

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Enel Green Power: dalle energie rinnovabiliuna risposta importante alla crisi mondiale (sezione: crisi)

( da "Sicilia, La" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Enel Green Power: dalle energie rinnovabili una risposta importante alla crisi mondiale Roma. Dalle energie rinnovabili può arrivare una risposta importante alla crisi. Ne è convinto il presidente di Enel Green Power, Francesco Starace, che invita a puntare su questa «nuova leva per lo sviluppo ovunque, non soltanto in Italia». Negli Stati Uniti, dove la crisi finanziaria ha preso il via contagiando l'economia reale a livello internazionale, la nuova amministrazione ha puntato fin dall'inizio sul settore della sostenibilità ambientale. Non solo per il vantaggio ecologico che ne deriva, ma anche per potenzialità di sviluppo che le energie alternative comportano proprio a livello economico. Anche l'Europa e l'Italia si stanno indirizzando verso questa strategia, ma è necessario spingere sull'acceleratore. «Le energie rinnovabili sono la molla per lo sviluppo di una nuova industria - afferma Francesco Starace - e quindi tutto quello che genera sviluppo aiuta a uscire dalla crisi». Dal suo osservatorio, il presidente di Enel Green Power vede già una serie di segnali incoraggianti. «Ci sono filoni industriali - spiega - che non si sono mai incontrati prima, perché le loro attività avvenivano su piani diversi. Ora, invece, si ritrovano improvvisamente sinergici nel campo della produzione dell'energia rinnovabile». Un fenomeno singolare dunque, che indica come la rotta giusta sia stata individuata dagli operatori economici, semplicemente inseguendo ognuno i propri benefici. Anche nel campo dell'industria elettronica si sta assistendo alla stessa tendenza. «Molte aziende che si occupano di produrre memorie elettroniche e circuiti si interessano ai pannelli solari», aggiunge il presidente di Enel Green Power, chiamando in causa anche la sua struttura per dare un contributo concreto a questa sinergia: «Credo che come Enel possiamo aiutare a far coagulare questi poli di interesse comune e a creare sviluppo in questo senso». Ga. Be.

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Capo Verde, Dgcs dona oltre 500 tonnellate carne per i bambini (sezione: crisi)

( da "Velino.it, Il" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Capo Verde, Dgcs dona oltre 500 tonnellate carne per i bambini Roma, 7 apr (Velino) - L’Unità tecnica locale (Utl) della direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina a Dakar (che ha anche la responsabilità di Mali, Mauritania, Capoverde, Gambia, Guinea Conakry e Guinea Bissau) ha donato oltre cinquecento tonnellate di carne avicola in scatola (valore di due milioni di euro) alle autorità capoverdiane per essere destinato, in parti eguali, al Programma nazionale delle cantine scolari e alla monetizzazione. La consegna degli aiuti alimentari è avvenuta nel corso di una cerimonia a Praia, alla quale hanno partecipato il responsabile della sezione Aiuti alimentari dell’ufficio Emergenza della Dgcs, Francesco Cantone e il direttore dell’Utl, Marco Platzer. All’evento è intervenuto anche il Segretario di stato all’Educazione, Octavio Ramos Tavares, il quale ha ringraziato calorosamente la Cooperazione italiana per questi aiuti, particolarmente importanti e tempestivi in un periodo di crisi finanziaria e alimentare generalizzata. La maggior parte della carne verrà destinata alle mense delle scuole elementari situate nelle aree più povere e svantaggiate del paese e contribuirà a migliorare lo stato nutrizionale dei bambini. Al contempo servirà anche a incoraggiare la frequenza scolastica ed aumentare il tasso di scolarizzazione. La monetizzazione di una parte del prodotto, invece, permetterà di disporre di fondi di contropartita da destinare al finanziamento di iniziative di sviluppo, decise di comune accordo da un apposito comitato congiunto italo-capoverdiano. (fbu) 7 apr 2009 13:41

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Dmt raddoppia in tre settimane! (sezione: crisi)

( da "Soldionline" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Dmt raddoppia in tre settimane! Difficile trovare una spiegazione al rally messo a segno dal titolo. Di certo, come accaduto per altre società a media-piccola capitalizzazione, la componente speculativa resta dominante. Le tags: allstars , dmt Quotazioni: DMT Commenta l'articolo Edoardo Fagnani martedì, 31 marzo 2009 - 16:04 Anche Dmt è stata tra i maggiori beneficiari del rally registrato da Piazza Affari nelle ultime settimane. Il titolo della società, quotata all’AllStars e attiva principalmente nella gestione di torri di telecomunicazioni, ha raddoppiato le proprie quotazioni in poche sedute. Il prezzo di Dmt è passato dal minimo assoluto di 2,05 euro (prezzo di chiusura della giornata del 12 marzo) ai 3,95 euro della chiusura di ieri. Il valore delle azioni aveva addirittura toccato un massimo relativo di 4,95 euro il 23 marzo, per poi ripiegare nelle sedute seguenti. Nonostante il balzo registrato in questi giorni, il bilancio del titolo da inizio anno resta abbondantemente negativo. Rispetto al prezzo di inizio anno, in tre mesi Dmt ha lasciato sul terreno il 68%, mentre nello stesso periodo di tempo l’indice di riferimento ha limitato la perdita all’8,2%. Dal punto di vista tecnico, la correzione delle ultime sedute ha portato Dmt al test della soglia psicologica dei 4 euro, livello violato nella seduta di ieri con bassi volumi e volatilità ridotta. Una nuova chiusura inferiore a tale soglia - accompagnata da un aumento degli scambi - potrebbe favorire un ulteriore ritracciamento dei prezzi, verso la chiusura del gap lasciato aperto nella seduta del 18 marzo (area 3 euro). Difficile trovare una spiegazione al rally messo a segno dal titolo. Di certo, come accaduto per altre società a media-piccola capitalizzazione, la componente speculativa resta dominante. Di certo il rally non trova spiegazione nell’andamento operativo dell’azienda. Dmt, infatti, ha chiuso il 2008 con risultati tra luci e ombre. Nel dettaglio, la società ha terminato lo scorso esercizio con ricavi in aumento dell’1,7% a 78,8 milioni di euro, mentre la perdita netta è balzata da 4,5 milioni a 14,5 milioni di euro. A fine 2008 l’indebitamento netto di Dmt era pari a 147,5 milioni di euro, in crescita rispetto ai 127,6 milioni di inizio anno. Inoltre, resta da risolvere il nodo della divisione sistemi, in precedenza destinata alla vendita e poi ritirata dal mercato in seguito alla crisi finanziaria degli ultimi mesi. A questo proposito, il management ha approvato il budget per questa divisione, che punta a riportare in positivo il margine operativo lordo per queste attività. A che si deve, quindi, questo rally? Oltre alla classica giustificazione di rimbalzo tecnico dopo lo scivolone subito nelle prime settimane del 2009, alcuni addetti ai lavori hanno avanzato l’ipotesi di un delisting del titolo. Dmt, infatti, potrebbe far gola ad alcuni fondi di private equity, attivi nel settore delle infrastrutture. Intanto, nei giorni scorsi l’azionariato della società ha subito qualche modifica. Millenium Partecipazioni S.r.l., società facente capo ad Alessandro Falciai e maggior azionista di Dmt, ha ceduto sul mercato 410.000 azioni pari al 3,6% del capitale sociale e 282.500 azioni pari a 2,5 % del capitale di Dmt. La vendita è stata in un certo senso obbligata, in quanto è stata determinata dall’escussione di un pegno di Ubs, con cui Millenium aveva contratto un finanziamento. La stessa Millenium ha provveduto all’acquisto sul mercato regolamentato di 46.000 azioni Dmt, pari allo 0,41% del capitale sociale. In seguito a queste operazioni di compravendita Alessandro Falciai, direttamente e indirettamente tramite Millenium Partecipazioni S.r.l., detiene a oggi una partecipazione pari al 36% del capitale sociale. -->

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02-02-2009 17:14 allstars (sezione: crisi)

( da "Soldionline" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Difficoltà finanziarie per It Holding La società ha precisato che il ritardo nel pagamento delle royalty ha anche creato tensione con i licenzianti, che hanno messo in mora le società del gruppo interessate. It Holding ha dichiarato che sono riprese le trattative con la società Mensun e che sono stati avviati contatti con altri investitori. Le tags: allstars , it holding Quotazioni: IT HOLDING Commenta l'articolo Edoardo Fagnani lunedì, 2 febbraio 2009 - 17:05 Momento estremamente difficile per It Holding. La società, quotata all’AllStars e attiva nel settore della moda, ha comunicato “l'esistenza di difficoltà di tesoreria prodotte dal mancato rinnovo di una operazione di cartolarizzazione dei crediti commerciali venuta meno alla fine dell'estate e dalla progressiva difficoltà ad utilizzare pienamente gli affidamenti bancari formalmente in essere”. In poche parole It Holding necessita in tempi brevi del pieno ed effettivo utilizzo delle linee formalmente disponibili se vuole recuperare l'equilibrio patrimoniale. Inoltre, la società vede avvicinarsi le scadenze delle consegne relative alle stagioni Primavera/Estate 2009 e Autunno/Inverno 2009/2010. Un rallentamento nella gestione finanziaria, infatti, potrebbe compromettere la stagione e arrecare un danno alloperatività dell’azienda, in momento aggravato dalla situazione di crisi a livello internazionale. Ma le difficoltà di It Holding non si fermano a questo livello. La società ha precisato che il ritardo nel pagamento delle royalty ha anche creato tensione con i licenzianti, che hanno messo in mora le società del gruppo interessate. Il management di It Holding hanno ricordato che sono attualmente in corso le trattative con questi soggetti, con l’obiettivo di trovare una soluzione della situazione nell'interesse comune. Inoltre, secondo quanto riportato da CorrierEconomia, l’inserto del lunedì del quotidiano Corriere della Sera, It Holding potrebbe fare ricorso alla legge Marzano, in seguito alla crisi finanziaria dell’azienda. Tuttavia, dalla società hanno comunicato di voler scongiurare questa ipotesi. Ancora nessuna novità importante su eventuali nuovi azionisti. It Holding ha precisato che sono riprese le trattative con la società Mensun (anche se non più in condizioni di esclusiva) e che sono stati avviati contatti con altri investitori. In particolare, nel corso delle ultime settimane la società ha ricevuto manifestazioni di interesse da vari soggetti. Secondo alcune indiscrezioni si tratta di due-tre proposte provenienti da fondi di private equity. Una di queste è relativa a un'operazione che attraverso un aumento di capitale e la rinegoziazione del debito esistente potrebbe consentire il riequilibrio patrimoniale e finanziario del gruppo. Questa proposta sembra aver trovato l’interesse del management, tanto che sarà esaminata dal consiglio di amministrazione di It Holding nella riunione in agenda il 3 febbraio. Come nelle attese le indicazioni di It Holding sono state accolte negativamente da Piazza Affari. Nella seduta odierna il titolo è stato oggetto di forti vendite, che hanno riportato la quotazione del titolo ai minimi toccati lo scorso novembre. Il ribasso ha superato il 10% nel corso del tardo pomeriggio. Il calo odierno si accumula al 25% messo a segno dal titolo nel solo mese di gennaio, portando la flessione da inizio anno a oltre il 30%. It Holding non era andata meglio lo scorso anno. Le azioni della società avevano chiuso il 2008 con un tonfo di quasi l’80%, registrando una delle peggiori performance dell’anno all’AllStars. Il calo odierno è stato accompagnato da volumi elevati. Nell’intera giornata sono passate di mano quasi 4 milioni di azioni, il triplo rispetto alla media registrata nelle precedenti trenta giornate. Per trovare una giornata con scambi così intensi bisogna tornare all’ultima seduta del 2008. In quell’occasione erano passate di mano circa 6,3 milioni di titoli. -->

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Mediobanca conferma la valutazione su Nice (sezione: crisi)

( da "Soldionline" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Mediobanca conferma la valutazione su Nice Gli analisti di Mediobanca, in un'analisi datata 20 marzo, sono soddisfatti della performance del mercato italiano e francese, che contano per il 45 del fatturato e tengono a dispetto della crisi finanziaria. Le tags: nice Quotazioni: NICE Commenta l'articolo Sarah Piglia martedì, 24 marzo 2009 - 10:10 Tutto questo grazie ai piano di stimolazione del settore immobiliare messi a punto dai due governi e che dovrebbero cominciare a dare I loro frutti nel quarto trimestre del 2009. A preoccupare gli esperti sono invece il mercato russo e spagnolo, che sono state impattate considerevolmente dalla crisi economica: la banca italiana rivede al ribasso del 10% le stime di fatturato 2009 per “il resto d’Europa” e “Eu 15. Sempre per quest’anno, proseguono gli analisti, il fatturato complessivo dovrebbe calare del 6,5% e l’ebitda dovrebbe attestarsi a 46,8 milioni di euro, un calo dell’11,4%. Tagliate anche le stime di utile netto 2009 del 14,5% a 27,3 milioni di euro. Il cash flow dovrebbe attestarsi a 22 milioni di euro, con investimenti tagliati da 25,8 a 8,2 milioni di euro. Tutto questo implica per la banca d’affari nessun investimento o nessuna acquisizione durante l’anno in corso, anche se la possibilità per la compagnia di esplorare nuove opportunità di crescita non è del tutto accantonata. Mediobanca rimane “neutral” sulla società con un fair value di 2,5 euro per azione, poiché il flottante attuale è limitato: questo potrebbe rappresentare una potenziale fonte di scoraggiamento per nuovi investitori istituzionali. Alcuni fattori, per gli analisti di Mediobanca però, potrebbero attirare l’interesse di nuovi investitori: - Acquisizioni o fusioni con altri player per aumentare la presenza nel mercato dell’home automation. - Speranze di delisting. - La collocazione di azioni possedute da Nice BV. Nel 2008 il fatturato del gruppo Nice è stato pari a 192,1 milioni di euro in crescita del 16,3%. L’ebitda è stato pari a 52,8 milioni di euro con una marginalità del 27,5%, mentre l’utile netto è stato pari a 31,5 milioni di euro con un margine del 16,4%. La Posizione finanziaria netta del gruppo, infine, passa da una cassa netta pari a 28,4 milioni di duro al 31 dicembre 2007 ad una cassa netta di 9 milioni di euro al 31 dicembre 2008. Il rimbalzo che Nice ha registrato nelle ultime sedute sembra aver trovato un valido ostacolo nella resistenza individuata dai precedenti massimi di periodo, in area 2 euro. L’inside candle con cui si è conclusa la giornata di ieri sembra poter favorire il test di tale livello entro poche sedute: una rottura rialzista potrebbe spingere i prezzi fino a quota 2,20 euro; una rottura ribassista farebbe invece tornare le quotazioni sui livelli di inizio mese, in area 1,70 euro. -->

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BCE, UN TAGLIO MINIMO. TASSI ALL'1,25% (sezione: crisi)

( da "Soldionline" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

BCE, UN TAGLIO MINIMO. TASSI ALL'1,25% La BCE ha tradito le indicazioni degli analisti, che pronosticavano un taglio dei tassi dello 0,5%. Il numero uno della banca, Jean-Claude Trichet, ha non esclude un nuovo taglio dei tassi in una delle prossime riunioni, anche se la riduzione sarà moderata. Le tags: bce Commenta l'articolo Edoardo Fagnani giovedì, 2 aprile 2009 - 16:04 Prosegue la politica monetaria espansiva della BCE. Tuttavia, a differenza delle attese, i vertici della Banca Centrale Europea hanno deciso di sforbiciare i tassi di interesse di un quarto punto percentuale, la metà del taglio effettuato nell’ultima riunione del 5 marzo. Di conseguenza, il saggio di riferimento si è ridotto dall’1,5% all’1,25%, il livello minimo da quando esiste l’istituto. La BCE ha tradito le indicazioni degli analisti, che pronosticavano un taglio dei tassi dello 0,5%. Gli esperti di IntesaSanpaolo aveva indicato come molto probabile una sforbiciata di mezzo punto percentuale, ma non avevano escluso a priori una riduzione più contenuta, proprio di 25 punti base. Inoltre, gli analisti di IntesaSanpaolo ritengono probabile “l’eventualità che la BCE decida presto un programma di acquisto sul mercato secondario di titoli di debito privato, probabilmente bancari”, mentre sembra poco probabile l’annuncio di un programma di acquisto di titoli di Stato. Nonostante la velocità di riduzione dei tassi sia stata inferiore a quelle delle altre principali banche centrali internazionali – la FED ha già esaurito tutte le munizioni da questo punto di vista, essendo già arrivata ai tassi zero – il saggio di riferimento nell’area euro è notevolmente diminuito rispetto all’estate del 2008. A luglio dello scorso anno, prima che la crisi finanziaria si manifestasse nei termini attuali, il tasso di riferimento della BCE era fissato al 4,25%. E in quel periodo la politica dell’istituto centrale europeo era ancora restrittiva, in quanto nell’incontro di luglio il board della banca guidata da Jean-Claude Trichet aveva deciso per un incremento dello 0,25% dei tassi di interesse. Le BCE non poteva modificare la propria politica economica, anche se la maggior parte degli analisti si attendeva una mossa più aggressiva, alla luce degli ultimi dati macroeconomici. L’inflazione al momento non sembra rappresentare un grosso problema, anche perché alcuni paesi, come la Spagna, devono fare i conti con uno scenario opposto di calo dei prezzi. Prevalgono, invece, i timori che l’attuale fase recessiva possa ulteriormente aggravarsi. Le stime diffuse dall’OCSE nelle scorse ore tracciano un quadro fosco per l’economia mondiale ed europea nel 2009. Le previsioni degli analisti indicano un calo del 5,3% del Pil in Germania, l’economia guida dei paesi dell’area euro. Un dato nemmeno immaginabile solo sei mesi fa! A questo punto, quali saranno le mosse della BCE nei prossimi mesi? Nella consueta conferenza stampa a commento delle decisioni di politica monetaria, il numero uno della banca, Jean-Claude Trichet, ha precisato che l’attuale situazione macroeconomica sarà monitorata con molta attenzione, anche perché gli ultimi dati macroeconomici hanno mostrato una forte debolezza economica nel primo trimestre del 2009, mentre una ripresa graduale sarà possibile solo dal 2010. Il banchiere non ha voluto fornire indicazioni precise, ma non esclude un nuovo taglio dei tassi in una delle prossime riunioni, anche se la riduzione sarà moderata. Di conseguenza, il saggio di riferimento dovrebbe scendere all’1%, il livello previsto dopo la riunione odierna. Trichet, invece, non vede spazi per un’ulteriore riduzione dei tassi sui depositi overnight, ormai a livelli minimi. Il focus della BCE, come sempre, resterà sull’inflazione. Trichet ha dichiarato che la crescita dei prezzi potrebbe toccare valori negativi intorno alla metà del 2009. Tuttavia, questa situazione sarà solo temporanea, in quanto dai trimestri successivi i prezzi dovrebbero tornare a crescere, anche se l’inflazione dovrebbe restare ben al di sotto del 2% (il livello preso come riferimento dalla BCE) nel 2010. Per il momento la BCE ha deciso di non utilizzare misure di intervento non standard, quale l’acquisto di titoli di debito privato o titoli di stato, scelta invece, già adottata dalla FED. Novità in questo senso potrebbero arrivare nella prossima riunione della Banca Centrale Europea. -->

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Piazza Affari positiva (+1%). Seat continua a salire (+5%) (sezione: crisi)

( da "Soldionline" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Piazza Affari positiva (+1%). Seat continua a salire (+5%) È proseguito anche oggi il rally di Seat, dopo che ieri il titolo della società editoriale era balzato del 37%, in scia all'accordo commerciale siglato con Google. Andamento contrastato per le banche. I principali indici hanno registrato performance positive. Le tags: seat pagine gialle , unicredit Quotazioni: SEAT PAGINE GIALLE Commenta l'articolo Edoardo Fagnani giovedì, 26 marzo 2009 - 17:05 è proseguito anche oggi il rally di Seat, dopo che ieri il titolo della società editoriale era balzato del 37%, in scia all’accordo commerciale siglato con Google. Le azioni del gruppo guidato da Luca Majocchi sono balzate del 5,18% a 5,995 euro, dopo essere rimaste sospese per eccesso di rialzo per buona parte della giornata. Intanto, la Consob ha dato via libera alla pubblicazione del prospetto informativo relativo all’aumento di capitale da 200 milioni di euro. L’operazione avrà inizio lunedì 30 marzo. Il prezzo di offerta delle nuove azioni è stato fissato a 0,106 euro. Molto bene anche RcsMediaGroup, che ha terminato la giornata con un balzo del 4,56%. Gruppo24Ore ha guadagnato il 2,4% a 1,879 euro. La società che edita Il Sole 24 Ore ha deciso di chiudere il quotidiano “24 Minuti”, distribuito gratuitamente a Milano e a Roma. La decisione sarà operativa a partire dal 1° aprile. Al contrario, Mediaset ha subito una flessione dello 0,22% a 3,435 euro. Jp Morgan ha tagliato a 4,1 euro il prezzo obiettivo sul gruppo del Biscione, confermando il giudizio “Neutrale”. Mondadori ha perso il 4,82% a 2,42 euro. Dopo la diffusione dei risultati di bilancio, Deutsche Bank ha sforbiciato a 3,7 euro il target price sul gruppo di Segrate, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2010/2011. Tuttavia, gli esperti della banca tedesca hanno ribadito l’indicazione di acquisti delle azioni. Anche Centrobanca ha tagliato la valutazione su Mondadori, portandola a 2,8 euro, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2009/2010. Gli esperti hanno un giudizio “Neutrale”. In difficoltà anche Gruppo l’Espresso (-4,37%). Andamento contrastato per le banche. Unicredit ha registrato una flessione del 2,74% a 1,35 euro. In rosso anche Mediobanca (-0,83%). Al contrario, UBI Banca ha guadagnato il 3,09% a 8,665 euro. I vertici dell’istituto hanno dichiarato che aggiorneranno il piano industriale dell’istituto. Il business plan sarà allungato fino al 2012 e per l’esercizio in corso conterrà cifre diverse rispetto al precedente piano, in seguito alla crisi finanziaria in atto. Il precedente piano industriale indicava per il 2009 un utile netto per oltre 1,3 miliardi di euro e un dividendo di 1,15 euro. Dopo la diffusione dei risultati di bilancio, Cheuvreux ha migliorato il giudizio sull’istituto, portandolo ad “Outperform” (farà meglio del mercato), sulla base di un profilo di rischio più basso. Gli stessi analisti hanno alzato a 9,5 euro il target price. Ubs, invece, ha tagliato le stime sull’utile per azione di UBI Banca per il biennio 2009/2010, anche se ha confermato il giudizio “Neutrale” e il prezzo obiettivo di 8 euro. Monte dei Paschi di Siena è salita del 2,92% a 1,091 euro. Oggi si è riunito il consiglio di amministrazione dell’istituto toscano per l’esame dei risultati di bilancio. La Popolare di Milano ha registrato un rialzo del 3,73% a 3,8975 euro. Gli analisti di Equita sim hanno sforbiciato a 4,5 euro il prezzo obiettivo sulla banca lombarda, in seguito alla prossima emissione di titoli. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto. Anche Mediobanca ha ridotto il target price della Popolare di Milano, portandolo a 3,5 euro. Inoltre, gli analisti di Piazzetta Cuccia, hanno peggiorato a “Neutrale” il giudizio sulla banca milanese. La migliore performance del comparto è stata quella del Banco Popolare (+8,49% a 3,5475 euro), nonostante Banca Akros abbia tagliato a 2,45 euro il prezzo obiettivo sull’istituto, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2009/2010. Gli analisti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere). Molto bene anche IntesaSanpaolo (+5,77%). Bene gli istituti maggiormente attivi nel risparmio gestito. Banca Generali ha guadagnato l’1,84% a 2,485 euro. Goldman Sachs ha tagliato a 3 euro il prezzo obiettivo sulla compagnia, anche se ha ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Mediolanum è salita dell’1,69%. Giornata all’insegna della cautela per Piazza Affari. Tuttavia, i principali indici di Borsa Italiana hanno registrato performance positive. Pochi spunti tra i petroliferi e i telefonici. Molto bene, invece, Fiat, che è riuscita a tornare sopra quota 5 euro. Ancora spunti tra le società minori. Cell Therapeutics è rimasta congelata anche oggi per gran parte della giornata per eccesso di rialzo. L'S&P/Mib ha registrato un progresso dell’1,35% a 16.483 punti, mentre il Mibtel è salito dell’1,14% a 13.217 punti. Performance brillanti anche per il Midex (+1,03%) e l'AllStars (+1,16%). Nella giornata odierna il controvalore degli scambi è stato pari a 2,1 miliardi di euro, rispetto ai 2,3 miliardi di ieri. Su 349 titoli trattati, 211 hanno registrato una performance positiva, mentre i segni meno stati 125. Invariate le restanti 13 azioni. Le principali borse europee hanno registrato variazioni frazionali. L’euro si mantiene tra gli 1,35 e gli 1,36 dollari. In generale rialzo i petroliferi. Eni ha messo a segno un minimo progresso dello 0,13% a 15,24 euro. Andamento migliore per Saipem (+6,03% a 14,59 euro). La società si è aggiudicata una nuova commessa per un controvalore di 400 milioni di dollari. Bene Tenaris (+2,19% a 7,925 euro). Performance positive anche per Erg (+4,63% a 9,71 euro) e Saras (+6,48% a 2,135 euro). Secondo quanto riportato da MF il gruppo guidato dalla famiglia Garrone starebbe cercando partner nel settore dell’energia eolica, dove l’azienda opera con la controllata Erg Renew (+26,8%). I vertici di Erg hanno precisato che sono in corso contatti con operatori del settore, anche se al momento le trattative si mantengono nella fase preliminare. Enel ha perso lo 0,27% a 3,76 euro. La Cassa Depositi e Prestiti ha deciso di aderire all’aumento di capitale lanciato dal colosso elettrico, sia per la parte di propria competenza, che per quella del Ministero dell’Economia e delle Finanze, tramite la cessione dei diritti di opzioni spettanti al ministero. La Cassa Depositi e Prestiti ha ricordato che entro il primo luglio del 2010 dovrà cedere la partecipazione detenuta in Enel. In difficoltà anche Snam Rete Gas (-1,2%) e Terna (-2,46%). Spunti importanti tra le municipalizzate. A2A ha perso il 3,69% a 1,2 euro. Dopo la diffusione dei risultati di bilancio gli analisti di Goldman Sachs hanno migliorato il giudizio sulla municipalizzata milanese e hanno inserito la società nella propria lista di titoli preferiti. Al contrario, Banca Leonardo ha ridotto a 1,4 euro per azione la valutazione la valutazione su A2A, in seguito al taglio delle stime sulla redditività per il preiodo 2009/2013. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight” (sottopesare). Andamento positivo per Enìa (+1,55%) e Iride (+3,16%). I consigli di amministrazione delle due municipalizzate hanno dato il via libera al progetto di integrazione, che ora dovrà essere approvato dalle rispettive assemblee degli azionisti. Segno più per Hera (+0,63% a 1,277 euro). La municipalizzata ha chiuso il 2008 con ricavi per 3,7 miliardi di euro, in crescita del 29,8% rispetto al risultato del 2007, mentre l’utile ante imposte è salito del 32,5% a 189 milioni di euro. Il management ha deciso di proporre all’assemblea un dividendo di 8 centesimi di euro. --> Pagina: 1 2

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diciamolochiaro ha detto: e, ripeto, ANDATE AFFANCULO. Non è possibile che anche in un momento doloroso come questo VOI e la VOSTRA NAZIONE agiate come sciacalli e continuiate ad i (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 84 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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Liguria: Carlo Felice, requiem degli orchestrali (sezione: crisi)

( da "Savona news" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Liguria: Carlo Felice, requiem degli orchestrali Gli orchestrali del Teatro Carlo Felice di Genova hanno suonato alcune note funebri di requiem davanti all’ingresso della sede della Regione, mentre era in svolgimento la seduta consiliare. E’ avvenuto stamattina a Genova, in piazza De Ferrari. I capigruppo hanno così incontrato i lavoratori del Teatro genovese che versa in una grave crisi finanziaria. Questi ultimi, come detto, hanno manifestato davanti alle porte del Consiglio regionale con cartelli ed alcuni indossando il cappuccio nero del boia. Il governatore Claudio Burlando chiede il realizzarsi di tre condizioni: accordo Comune-Regione-Governo, soluzione giuridica praticabile, transazione che porti alla definitiva pace sindacale. Con l’incarico di portavoce dei colleghi, Nicola Lo Gerfo, accompagnato da rappresentanti dei lavoratori e sindacali, ha espresso il disagio dei dipendenti del “Carlo Felice”, privati del fondo pensione e schiacciati dall’incubo del licenziamento, che appare inevitabile a seguito dell’eventuale fallimento della Fondazione che gestisce il teatro. “In primo luogo è necessario che tutti e tre i soci fondatori siano decisi ad intervenire. Regione e Comune sono già d’accordo su questo punto e oggi è prevista una verifica con il Governo, il terzo socio fondatore – ha spiegato il presidente regionale Burlando – . C’è necessità che si trovi una soluzione alla transazione con i lavoratori, in particolare con i 76 che hanno avviato la causa”, ha ribadito il presidente che infine, come detto, non ha nascosto le difficoltà giuridiche”.

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UNIVERSITA'/SIENA: INDAGINE AMMINISTRATIVA CONSEGNATA A PROCURA. (sezione: crisi)

( da "Asca" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

UNIVERSITA'/SIENA: INDAGINE AMMINISTRATIVA CONSEGNATA A PROCURA (ASCA) - Siena, 7 apr - Il direttore amministrativo dell'Universita' degli Studi di Siena Emilio Miccolis ha consegnato oggi al sostituto procuratore della Repubblica Mario Formisano copia della relazione finale della commissione tecnica di indagine amministrativa. Il documento e' stato depositato ieri presso la direzione amministrativa dell'Ateneo. La commissione tecnica di indagine amministrativa, ricorda una nota, e' stata costituita con decreto rettorale dello scorso 16 gennaio, su impulso del direttore amministrativo Emilio Miccolis, nell'ambito dei lavori per ''l'accertamento amministrativo delle cause e delle eventuali responsabilita' soggettive e oggettive, che negli ultimi anni hanno condotto l'Ateneo alla crisi finanziaria''. Hanno fatto parte della commissione tecnica di indagine, nominati attraverso lo stesso decreto rettorale di istituzione, il professor Bernardo Giorgio Mattarella, professore ordinario di diritto amministrativo presso la Scuola superiore della Pubblica amministrazione di Roma, il professor Antonio Barretta, associato di Economia aziendale presso la facolta' di Economia dell'Universita' degli Studi di Siena, l'avvocato Gaetano Prudente, responsabile dell'avvocatura interna dell'Universita' degli Studi di Bari. afe/mcc/bra (Asca)

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CRISI: CEO DI GOLDMAN, E' STATA 'PROFONDAMENTE UMILIANTE' (sezione: crisi)

( da "KataWebFinanza" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

CRISI: CEO DI GOLDMAN, E' STATA 'PROFONDAMENTE UMILIANTE' (AGI) - Washington, 7 apr. - Il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, definisce "profondamente umiliante" per i big di Wall Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi dei contribuenti dovranno essere restituiti il piu' presto possbile. "Peggio ancora - aggiunge - le decisioni sulle restribuzioni prese e non prese da banche che hanno in poco tempo perso valore per gli azionisti, sono state, viste retrospettivamente, egoistiche e avide". 07/04/2009 - 17:26

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Crisi: Ceo di Goldman, è stata profondamente umiliante' (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi: Ceo di Goldman, è stata 'profondamente umiliante' 7 aprile 2009 alle 17:47 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il ceo di Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, definisce "profondamente umiliante" per i big di Wall Street la crisi finanziaria e assicura che i soldi dei contribuenti dovranno essere restituiti il più presto possbile. "Peggio ancora -- aggiunge -- le decisioni sulle restribuzioni prese e non prese da banche che hanno in poco tempo perso valore per gli azionisti, sono state, viste retrospettivamente, egoistiche e avide". AGI

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PD/FRANCESCHINI SCEGLIE IL TRENO, TOUR EUROPEO CON 360 RAGAZZI (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Pd/Franceschini sceglie il treno, tour europeo con 360 ragazzi di Apcom Dal 22 al 26, toccherà Torino, Parigi, Berlino, Praga e Venezia -->Roma, 7 apr. (Apcom) - Dopo il pullman di Walter Veltroni, che toccò tutte le province italiane per la campagna elettorale delle elezioni politiche, Dario Franceschini sceglie il treno per quella delle europee e la fa diventare una scuola itinerante. "Un treno per l'Europa" è la scuola viaggiante pensata dal Pd in vista delle elezioni europee e vedrà il segretario in viaggio per alcune capitali europee insieme a 360 ragazzi. Il treno partirà da Torino il 22 aprile, toccherà Parigi, Berlino e Praga, ultima tappa Venezia, il 26 aprile, lungo il tragitto e nelle varie tappe, si terranno corsi di formazione sul tema dell'Europa, tenuti da esperti e docenti italiani e stranieri, protagonisti della vita politica e culturale dei paesi visitati. Sul sito del Pd sono ancora aperte le iscrizioni, rivolte a giovani tra i 18 e i 35 anni, la quota è di 200 euro e comprende vitto e alloggio, oltre ai corsi. La conferenza di apertura sarà tenuta dal responsabile Esteri, Piero Fassino a Torino il 22 aprile, quindi il treno del Pd partirà alla volta di Parigi, durante il tragitto, in tutte e quattro i giorni di viaggio, si terranno i corsi di "Europa sociale", "Storia dell'idea d'Europa" e "Gepolitica dell'Europa", "Ambizione costituzionale europea", "Europa e crisi finanziaria" e "Famiglie e politiche europee". Mentre nelle diverse tappe si approfondiranno altre tematiche. Sul treno non mancheranno anche alcuni dei comfort di cui non poteva essere dotato il più spartano pullman verde delle politiche, come il servizio di pranzo e cena e la proiezione di film, ovviamente a scopo didattico, per gli studenti. Il 23 aprile a Parigi Bertrand Delanoe e Jacque Delors saranno i protagonisti del seminario dal titolo: "Dalla crisi all'Europa sociale". Tra un corso e l'altro i ragazzi del Pd avranno l'opportunità di visitare il Louvre e il museo d'arte moderna prima di essere impegnati in un corso dal titolo "Famiglie politiche europee. Essere di sinistra oggi in Francia e in Europa", tra i relatori, Jean-Christophe Cambadélis, segretario internazionale del Partito Socialista e deputato. A Berlino il 24 aprile si studierà il mercato e le istituzioni, il lavoro, la precarietà e le delocalizzazioni in tre diversi seminari, tra i relatori Olaf Schwenke, membro del Partito Socialdemocratico e deputato al Parlamento Europeo. Il 25 a Praga presso la Casa municipale si terrà il convegno dal titolo: "L'Europa della democrazia", al quale parteciperà una delegazione dei Partigiani dell'Anpi, dalla fondazione del circolo ANPI di Praga e Arnošt Lustig, scrittore e accademico di fama mondiale, uno dei pochi ebrei viventi sopravvissuti all'Olocausto. Ultima tappa Venezia dove, domenica 26, i giovani assisteranno alle lezioni di Massimo Cacciari: Geofilosofia dell'Europa, Alif Shafak: Da Oriente, l'Europa dei diritti e Aldo Schiavone: L'Europa e l'invenzione del diritto.

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GERMANIA/ PRESIDENTE TEDESCO FIRMA LEGGE SU ESPROPRIO BANCHE (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Germania/ Presidente tedesco firma legge su esproprio banche di Apcom Via libera a nazionalizzazione Hypo Real Estate -->Berlino, 7 apr. (Apcom) - Il presidente tedesco Horst Koehler ha controfirmato la legge che consente la nazionalizzazione delle banche in difficoltà e l'eventuale esproprio degli azionisti. Lo ha comunicato la presidenza federale all'Associated Press. In tal modo Berlino potrà nazionalizzare l'istituto di credito immobiliare Hypo Real Estate (Hre). La legge, approvata venerdì in via definitiva dal parlamento tedesco, è stata infatti scritta su misura per Hre, travolta dalla crisi finanziaria e salvata grazie ad aiuti e garanzie per 102 miliardi di euro. In base al testo lo strumento dell'esproprio dovrà essere applicato entro il 30 giugno di quest'anno e soltanto come "ultima ratio", cioè se non esistono alternative. L'esecutivo tedesco intende così far pressione sull'investitore statunitense J.C. Flowers, che detiene il 24% circa di Hre e non sembra intenzionato a cedere la sua quota (per lo meno non al prezzo finora avanzato da Berlino). Nei giorni scorsi il ministro delle Finanze Peer Steinbrueck ha annunciato di voler convocare subito dopo l'entrata in vigore della legge un'assemblea generale degli azionisti di Hypo Real Estate, per approvare un aumento di capitale e cedere così allo Stato il controllo della banca. Se tale strada dovesse fallire, Berlino opterà per l'esproprio. Il governo tedesco ha già rilevato l'8,7% dell'istituto.

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CRISI/ COMMISSIONE UE VUOL REGOLAMENTARE MEGLIO HEDGE FUNDS (sezione: crisi)

( da "Wall Street Italia" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Crisi/ Commissione Ue vuol regolamentare meglio Hedge funds di Apcom Un progetto è in via di definizione, atteso per fine aprile -->Bruxelles, 7 apr. (Apcom) - La Commissione europea vuole regolamentare meglio i grandi fondi di investimento alternativi, "hedge funds" compresi, che dovranno ottenere l'autorizzazione ad operare in Europa, e migliorare la loro trasparenza. Il commissario per il Mercato interno Charlie McCreevy, a lungo restio ad agire in questo settore, si è dovuto piegare sotto la pressione causata dalla crisi finanziaria, ed un progetto di regolamento è ora allo studio. Il Parlamento europeo a settembre aveva chiesto che la Commissione, ritenuta troppo lenta a reagire alla crisi, adottasse le misure necessarie per controllare meglio gli hedge funds, che sono accusati di aver aggravato la crisi finanziaria mondiale con investimenti altamente rischioso, gli investimenti in società non quotate (private equity). Tutti i fondi di gestione di oltre 250 milioni di euro di attività, con l'eccezione dei Sistemi di collocamento collettivo di fondi immobiliari, come ad esempio i fondi comuni di investimento, che sono oggetto di un regolamento distinto, potrebbero essere interessate dalle nuove disposizioni, secondo un documento interno alla Commissione che l'Agence France presse ha potuto visionare. Si tratta dei fondi speculativi, che oggi sono solo marginalmente controllati, e di private equity, ma anche immobiliari, materie prime, eccetera. Bruxelles ritiene così di coprire il 76% del patrimonio gestito da fondi speculativi nella Ue, e il 96% di tutti i fondi esclusi quelli collettivi. Il gestore del fondo dovrà innanzitutto ottenere il rilascio di una autorizzazione da parte delle autorità di vigilanza dello Stato membro in cui è registrato e ha la sua sede. Da lì poi potrà piazzare i fondi in altri paesi dell'Ue. Bruxelles prevede anche una serie di obblighi per i fondi, come ad esempio una base di capitale di almeno 125.000 euro, maggiorato di 0,02% del patrimonio gestito superiore a 250 milioni di euro, una valutazione indipendente delle attività almeno una volta l'anno, la pubblicazione di una relazione annuale. Essi devono inoltre informare regolarmente gli investitori e le loro autorità di vigilanza del tipo di attività e mercati in cui investono, i loro titoli di debito, la loro gestione del rischio, la quota della loro attività che non sono liquide. Disposizioni particolari si applicano ai fondi che hanno un ricorso al debito: devono specificare il livello regolarmente, e i loro principali finanziatori di denaro o titoli. In caso di investimento in società non quotate (con l'eccezione delle Pmi), se si supera la soglia del 30% dei diritti di voto si dovranno informare entro 4 giorni la società e i suoi azionisti; sono gli stessi di informazione esistenti per le società quotate. Il documento, che può ancora essere modificato prima di una adozione definitiva, sottolinea inoltre la necessità dello scambio di informazioni tra le diverse autorità di vigilanza nazionali, in particolare per evitare il rischio "sistemico" di effetto domino in caso di caduta di un agente finanziario. Un portavoce della Commissione si limita a confermare che a Bruxelles si lavora per presentare le proposte entro 21 aprile, affermando che la loro versione finale è ancora in fase di sviluppo. (Fonte Afp)

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Il socialismo dei cittadini (sezione: crisi)

( da "AprileOnline.info" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

Il socialismo dei cittadini Leo Sansone, 07 aprile 2009, 12:06 Politica Uguaglianza, libertà e tutela delle diversità sono indicate da Caldera - ospite lunedì scorso a Roma - come le chiavi del successo di Zapatero. E' modello che ha modernizzato la Spagna, dandole un'anima laica e libertaria. L'uguaglianza, oltre che in chiave economica, è coniugata anche sul piano dei diritti civili e di libertà Prima un minuto di silenzio in segno di lutto per le vittime dello spaventoso terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo. Quindi Aldo Garzia, attento studioso del socialismo di Zapatero, parla delle "idee nuove" con le quali il premier spagnolo ha modernizzato il paese. Introduce il seminario su "La Spagna e il socialismo di Zapatero", organizzato dal Centro riforma dello Stato, al cui timone c'è Walter Tocci, a Palazzo Marini a Roma. La ricetta vincente? Jesùs Caldera, presidente della Fondazione Ideas del Psoe, usa tre parole chiave per illustrare il successo del socialismo spagnolo: uguaglianza, libertà, diversità. Zapatero, dopo l'era Gonzales, ha reinventato il socialismo spagnolo. Ha teorizzato e costruito "il socialismo dei cittadini" e dal 2004 governa il paese iberico. Di più, questo socialismo, certo non amato da tanti, è diventato un modello in Europa e nel mondo. Si tratta del liberalsocialismo. C'è uno Stato sociale che funziona e, ad esempio, garantisce a tutti i cittadini una sanità gratuita ed efficiente. L'uguaglianza è coniugata a 360 gradi. C'è libertà per tutti, laici e cattolici. Gli omosessuali hanno gli stessi diritti civili degli altri cittadini. Le differenze linguistiche e storiche sono difese dal federalismo. Le donne sono tutelate. Il governo spagnolo è composto per metà al femminile e le leggi prevedono delle quote di donne per le assunzioni nelle aziende con contratti stabili e per gli incarichi di dirigenti. Gli immigrati, che con il loro lavoro contribuiscono alla crescita della Spagna, godono di parità di trattamento. "La diversità è libertà ed è ricchezza", sostiene Caldera. E' il "cuore" del nuovo socialismo iberico, che ha allargato l'uguaglianza economica, cara alla socialdemocrazia, a quella delle libertà civili. Parla delle recessione internazionale che ha messo in ginocchio, partendo dagli Usa, l'intera economia mondiale. "E' fallito il pensiero neoliberista e neo conservatore di Reagan. E' morta la filosofia dell'egoismo sociale senza freni", osserva lo stretto collaboratore di Zapatero. "L'Europa -dice- tiene di fronte alla crisi, grazie anche al suo Stato sociale. La crisi non si affronta con altra flessiblità del lavoro e con il protezionismo". L'Europa era data per spacciata, dati gli alti costi, con la globalizzazione. "Invece grazie al talento e alla qualità -sottolinea- ha retto alla sfida competitiva globale". Barack Obama ha cambiato strada rispetto a George Bush "Il presidente americano -nota- sta realizzando grandi cambiamenti. Punta sulla collaborazione internazionale, dice no alle armi nucleari, vuole una riconversione ambientalista dell'economia". Famiano Crucianelli e Fabio Mussi apprezzano, ma chiedono: dov'è l'Europa?; cosa dicono il Partito socialista europeo e l'Internazionale socialista contro "l'ideologia tossica"? L'Europa c'è e il Partito socialista spagnolo, pure. "Al vertice del G20 di Londra abbiamo detto basta ai ‘paradisi fiscali' e abbiamo chiesto trasparenza nella finanza internazionale", precisa l'ex ministro del Lavoro spagnolo. "L'America con Obama -osserva- si sta europeizzando". Ilda Dominijanni ricorda la Grande Depressione del 1929 ed obietta: "L'America, come negli anni Trenta, va a sinistra, mentre l'Europa va a destra". Certo l'Europa, dominata dall'asse franco-tedesco del tandem Sarkozy-Merkel, non va a sinistra, ma sicuramente non si può imputare il fatto a Zapatero, che fa la sua parte ma non è attrezzato per concedere miracoli. La vera nota stonata, invece, è l'Italia della quale si parla poco. Uno studente universitario di Roma introduce l'argomento: "La sinistra, come nel 1921, si sta sbriciolando in mille frammenti. C'è stato la protesta dell'Onda degli studenti contro il governo Berlusconi. Ma chi rappresenta quella protesta?". La sinistra italiana, in realtà, è senza voce e con un volto incerto. La sinistra è divisa e si avvia ad affrontare le elezioni europee fra un‘anima del Pd (l'altra è quella centrista d'ispirazione cattolica), Sinistra e Libertà (l'accordo fra socialisti, Sinistra democratica, Verdi e vendoliani) e l'intesa Prc-Pdci. Manca, al contrario della Spagna e degli altri paesi europei, la presenza di un grande partito socialista. C'è una forte dispersione, che dà come risultante uno scarso peso e una debole credibilità politica all'opposizione. "Dove si va? Cosa si fa?", cantavano I Nomadi. La sinistra sembra non saperlo. La lotta contro Berlusconi non basta, serve una identità e un progetto socialista, soprattutto ora che è naufragato il neoliberismo.

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annamaria_10 ha detto: http://www.corriere. (sezione: crisi)

( da "KataWeb News" del 07-04-2009)

Argomenti: Crisi

senza il mattone.. Spagnoli ci avete scocciato: pensate ai vostri guai 28 marzo 2009 alle 14:15 — Autore: babelick — 85 commenti Gentile ambasciatore Terracciano, complimenti e sentiti ringraziamenti. Ci ha vendicati. La lettera che ha inviato al quotidiano El Pais, nella sua veste di capo della rappresentanza italiana presso il governo spagnolo, non sembra neanche scritta da un diplomatico di carriera; meglio, è opera di un diplomatico di razza rara, tanto è chiara, asciutta, ferma, e, lo faccia dire a me, sacrosantamente scocciata. Quel giornale così faziosamente filo Zapatero, praticamente un organo di partito, anche di quello Democratico italiano del quale corre in premuroso e regolare soccorso, la deve smettere di denigrare il governo e il Paese. Non c'entra niente qui la libertà di stampa; come lei sottolinea, il tentativo di demolire l'immagine dell'Italia tra gli spagnoli risponde invece a un disegno di servitù politica che nessun organo di stampa italiano si sognerebbe di progettare, piaccia o no il governo di José Luis Zapatero, per gli intimi Bambi. Succede che gli equilibri politici europei siano cambiati, che un asse Sarkozy-Merkel-Berlusconi minacci il ruolo della Spagna e le sue numerose, troppe, poltrone, ben sei super incarichi istituzionali europei. Succede che le cose non vadano più bene per l'economia, crollata miseramente dopo il boom edilizio e tante rivendicazioni di tronfio primato; che la politica estera sia un disastro, e il presidente Barack Obama nella nuova versione militare contro Bin Laden non si sia rivelato l'amico che ingenuamente la sinistra in Europa aveva immaginato; che il federalismo morda le calcagna a Madrid, visto l'apporto determinante del partito catalano alla rielezione dei socialisti. Il governo è nervoso e la butta sugli attacchi ad altri Stati, il Pais pubblica fedele, se serve, anticipa. Così l'Italia è descritta come dominio di un tiranno nello stile delle dittature latino americane, Pinochet naturalmente, non Hugo Chavez, il presidente del Consiglio eletto ha bisogno dello psichiatra, qui si praticano tortura e politiche razziste. Ha fatto bene, ambasciatore, a dire basta, anche perché c'è davvero poco, scansato il fango delle calunnie, di cui vantarsi in casa Zapatero. Al mini-summit europeo del 4 ottobre del 2008 i capi di Stato di Berlino, Roma, Parigi e Londra, si sono incontrati per decidere sulle posizioni comuni da adottare contro la crisi finanziaria, lasciando fuori la Spagna, che pure Zapatero aveva definito «l'economia più solida del mondo», addirittura il Paese sopra la media europea per reddito pro capite. Per il premier spagnolo fino a pochi mesi fa «il sorpasso dell'Italia ha fatto deprimere molto il primo ministro Berlusconi» e «in realtà, il mio obiettivo è quello di superare la Francia, anche se l'amico Sarkozy non vuole neanche sentirselo dire». Subito dopo la crisi internazionale ha svelato il bluff dell'economia spagnola. La recessione ha gettato anche la Spagna in una crisi profonda: crescita dell'1,4% nel 2008, e non del 3,5% come annunciato dal governo. Un dato che riporta il Paese agli stessi risultati del 1993. Il boom economico era stato gonfiato dagli aiuti europei allo sviluppo, investiti quasi esclusivamente nell'edilizia, un settore in forte perdita già dai primi mesi dell'anno, cioè prima della crisi internazionale. La crisi ha messo a nudo le bugie sulla politica di sicurezza e immigrazione, a lungo mantenute, anche se sulle zattere dei clandestini l'ordine è sempre stato di sparare. Nei giorni scorsi 200 organizzazioni hanno presentato alla Procura generale dello Stato una denuncia contro il ministero dell'Interno, accusando la polizia di «arresti mirati», «retate» e «controlli d'identità di massa», insomma di eseguire gli ordini per l'arresto di una «quota» minima mensile di immigrati per ciascun distretto. Gli immigrati sono saliti da mezzo milione a 5,2 milioni nel 2008, su una popolazione totale per la Spagna di 46 milioni di persone. Con una disoccupazione giunta ormai al 14%, il governo ha cambiato ufficialmente politica. La «Ley de Extranjeria» presentata a dicembre prevede severe misure restrittive: oltre all'aumento da 40 a 60 giorni del termine massimo per detenere migranti nei Centri di permanenza temporanea, per facilitare identificazioni e rimpatri coatti, il progetto prevede di interrompere i ricongiungimenti familiari. Prevede anche sanzioni fino a 10.000 euro per chi «promuove la permanenza irregolare in Spagna di uno straniero», un'«infrazione grave» perché «lo straniero dipende economicamente da chi compie l'infrazione e questa ne prolunga il soggiorno autorizzato al di là del periodo legalmente previsto». La Comision Espanola de Ayuda al Refugiado (Cear), ha protestato perché così facendo il governo «cerca di farsi complici le persone che alloggiano» gli immigrati, e si appresta a «convertire i cittadini in poliziotti». Ci sarebbe da analizzare anche il ruolo inquietante di un giudice star come Baltazar Garzon, che somigli all'Antonio Di Pietro dei tempi che furono, grande amico di Zapatero e compagno di caccia di altri ministri socialisti, ma anche evasore fiscale conclamato. Garzon negli ultimi anni ha incriminato chiunque, dai dittatori latino americani agli statisti europei, fino a personaggi dell'epoca di Francisco Franco, tutti defunti. Colleziona una gaffe dopo l'altra, eppure imperversa. Pure la battaglia contro la Chiesa cattolica, nella sua forma infantile ed estremista, è la pratica opposta a quella che si converrebbe a un premier laico che governa un Paese dove ci sono cattolici numerosi, un milione e mezzo solo fra i suoi elettori. La gaffe del ritiro dal Kosovo, comunicato in loco dal ministro della Difesa, Carmen Chacon, contro il parere e all'insaputa del collega degli Esteri, Moratinos, e di tutti i governi dell'Unione europea e della Nato, è la chicca di qualche giorno fa. Il presunto amico, il presidente Obama, è infuriato e non ha accettato i goffi tentativi di Madrid di rimediare. Peggio di così!

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