CENACOLO
DEI COGITANTI |
La favola in scena al
Teatro Chiabrera ( da "Stampa,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama ha immediatamente
sponsorizzato. Domani, sempre alle 10 per il turno A delle Scuole Elementari,
il gruppo «Accademia Perduta» di Ravenna propone invece due personaggi classici
come «Hansel e Gretel» rielaborati da Giampiero Pizzol e Marcello Chiarenza,
rappresentando un problema antico come il mondo,
Taglio di 21 mila posti di
lavoro, eliminazione di un marchio storico come Pontiac, un piano di scam...
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La task force per l'auto del
presidente Barack Obama ha fatto sapere subito di apprezzare il piano, «un
passo importante negli sforzi di Gm di ristrutturarsi». Nei tagli finiscono
anche i rivenditori, che saranno ridotti di circa la metà, concentrati sui marchi
Chevrolet, Cadillac, Buick e G
Gli Usa attaccano il
Messico: "Avete nascosto la crisi"
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama rassicura il Paese:
"Sotto controllo" Ma gli infettati sono quadruplicati in 24 ore
[FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK L'Organizzazione Mondiale
della Sanità teme che il virus della febbre suina «diventi più aggressivo» innescando
una pandemia, i morti in Messico superano quota cento e i casi di moltiplicano
dalla Gran Bretagna al Brasile portando Ue e Usa
La cura per Gm sa di
spezzatino ( da "Stampa,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La task force per l'auto del
presidente Barack Obama ha fatto sapere subito di apprezzare il piano, «un
passo importante negli sforzi di Gm di ristrutturarsi». Nei tagli finiscono
anche i rivenditori, che saranno ridotti di circa la metà, concentrati sui marchi
Chevrolet, Cadillac, Buick e G
Il racconto breve mette ko
il romanzo ( da "Stampa,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Winning Business Lessons of the
Obama Campaign, l'ultimo volume del 2008, è arrivato in libreria a dicembre, un
mese dopo la consegna delle bozze. A marzo l'editore PublicAffair ha rilanciato
sfidando la crisi economica in fieri con il saggio di George Soros The New
Paradigm for Financial Markets, un pamphlet corretto, stampato e distribuito in
dieci giorni.
la febbre suina arriva in
europa ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama: "No al panico".
L´Oms alza l´allarme: "Per il vaccino servono sei mesi" La febbre
suina arriva in Europa Primi casi in Spagna e Gran Bretagna, in Messico 149
morti ROMA - La febbre suina ora spaventa anche l´Europa. Il virus è stato
infatti diagnosticato in due pazienti in Gran Bretagna e uno in Spagna.
michelle obama cento
giorni da first-lady ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina ANAIS
GINORI E RACHEL SWARNS Il personaggio Michelle Obama cento giorni da first-lady
SEGUE A PAGINA 33
a manhattan paura anche
per il volo dell'air force one ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: presidente Obama a bordo, vola a
bassa quota su New York provocando allarme e l´evacuazione di alcuni
grattacieli. Il portavoce della Federal Aviation Administration, ha spiegato
che il volo, organizzato per un servizio fotografico dell´Air Force One, era
stato concordato con il Dipartimento Trasporti, ma nessuno aveva avvisato la
cittadinanza che ha temuto un altro 11 settembre.
new york ora teme
l'isolamento obama: "prese le misure necessarie" - (segue dalla prima
pagina) vittorio zucconi ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: isolamento Obama: "Prese le
misure necessarie" Contagiati 28 studenti, bandite carni Usa in Russia e
Cina Gli Stati Uniti La psicosi della pandemia fa volare a Wall Street le
azioni di Big Pharma (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) VITTORIO ZUCCONI Sugli Stati
Uniti il resto del mondo ha issato la "bandiera gialla" di una semi
quarantena globale.
fiat-chrysler, c'è l'ok
dei sindacati usa - salvatore tropea
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: 4% Obama potrebbe annunciare
l´intesa domani. Il sindaco di Detroit: "Collaboriamo per favorire la
fusione" SALVATORE TROPEA TORINO - Tra l´accordo già raggiunto con i
sindacati canadesi e americani e quello con le banche entrato ormai nella fase
decisiva, l´alleanza Fiat-Chrysler accende Piazza Affari che festeggia,
gm gioca l'ultima carta
89% a governo e lavoratori addio pontiac e 20mila tagli - paolo griseri
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama che è
possibile evitare la bancarotta e tornare all´utile. Per farlo è necessario
passare ad una fase in cui il Tesoro di Washington e i sindacati
controllerebbero l´89 per cento delle azioni mentre il rimanente 11 per cento
andrebbe a dividersi tra gli obbligazionisti (10 per cento) e gli attuali
azionisti che non otterrebbero più dell´
la febbre suina sbarca in
europa primi malati in spagna e scozia - pietro del re
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama: niente panico PIETRO DEL RE
ROMA - è spagnolo e ha 23 anni il paziente "zero" europeo. Il 22
aprile scorso, di ritorno da un viaggio di studio in Messico, è stato colto da
nausea e febbre alta. Due giorni dopo, afflitto da estrema debolezza, è stato
ricoverato all´ospedale di Almensa, nella regione della Castilla-
la via etica allo shopping
- john lloyd ( da "Repubblica,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: dalla nuova politica democratica di
Barack Obama al regime capitalista-comunista cinese; dal politico miliardario
Silvio Berlusconi che ride sempre al sempre cupo scozzese presbiteriano Gordon
Brown; dalla caotica democrazia indiana al serpeggiante autoritarismo russo. Ovunque
le élite politiche fanno sempre più promesse.
sfida a due per
assolombarda dietro l'angolo c'è la partita expo - andrea montanari
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: altro anche da chi scommette su un
cambio generazionale in stile Obama ANDREA MONTANARI (segue dalla prima di
Milano) Il 12 maggio, infatti, si riunirà la giunta degli industriali milanesi
che dovrà designare il neopresidente, che sarà poi eletto dal parlamentino di
via Pantano il 15 giugno. I quattro uomini d´oro selezionati inizialmente sono
Alessandro Spada, Alberto Meomartini,
La febbre suina arriva in
Europa ( da "Corriere
della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama: niente panico L'influenza
suina è arrivata in Europa: un caso accertato è stato riscontrato in Spagna,
due in Scozia. Circa 150 le vittime in Messico, una quarantina i casi
confermati negli Stati Uniti. L'allerta. L'Organizzazione mondiale della sanità
ha elevato da
Sale a livello <4>l'allarme
per la febbre suina ( da "Corriere
della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama, ha affermato che la
febbre suina è causa di preoccupazione «ma non c'è ragione per un allarme»,
nonostante 40 casi confermati tra New York, California, Texas, Kansas, Ohio e
molti altri sotto osservazione. L'Organizzazione mondiale della sanità ha
elevato dalla fase tre alla quattro l'allerta internazionale sul rischio di
contagio (
della stampa
internazionale ( da "Corriere
della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Esteri data: 28/04/2009 - pag: 16
Il giudizio della stampa internazionale Time I primi mesi della presidenza di
Obama sono stati tra i più spettacolari della storia americana dai tempi di
Roosevelt, scrive Joe Klein. Ma le prove più difficili sono davanti a lui,
dalla capacità di gestire la crisi finanziaria al Medio Oriente
La sfida dei primi cento
giorni Aprire la Casa Bianca al mondo
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Così Obama ha cambiato Washington
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Ogni mattina poco dopo le 8, quando arriva
nello Studio Ovale, Barack Obama trova sul tavolo 10 lettere di cittadini
americani. È Mike Kelleher, direttore dell'Ufficio di corrispondenza della Casa
Bianca, a selezionarle tra le migliaia,
Air Force One sui
grattacieli: paura a New York ( da "Corriere
della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama non era a bordo. Il volo era
stato autorizzato per un servizio fotografico. Molti newyorchesi non lo
sapevano e (foto a destra) sono scesi in strada, impauriti, pensando a un nuovo
11 settembre. La Casa Bianca si è scusata per «la confusione e i disagi».
Primi colloqui con Cuba
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama. Il
sottosegretario di Stato Usa Tomas Shannon ha incontrato ieri Jorge Bolaños,
responsabile dell'Ufficio degli Interessi di Cuba a Washington. I due si erano
già visti lo scorso 13 aprile, fa sapere un portavoce del Dipartimento di
Stato, sottolineando come questo tipo di colloqui si svolgessero anche sotto la
presidenza Bush.
L'integrazione
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: In un paese come il nostro un
immigrato di seconda generazione come Barack Obama dovrebbe chiedere il
permesso di soggiorno ». Edoardo Sassi Speranza Per il sindaco «un testo che
diffonde speranza». «Senza essere buonista» ha aggiunto D'Alema Insieme Una
classe con bambini di ogni continente. A destra, la presentazione con la Turco,
Alemanno e D'Alema
La casalinga anti-Dal Molin
a Washington ( da "Corriere
della Sera" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ci siamo ispirate a Michelle
Obama... Emozionate? Nella sala accanto stava deponendo Hillary Clinton, e in
un'altra ala c'era Obama: inutile dire di no. Ma siamo stati accolti in maniera
sorprendente, devo ammetterlo. C'era un grande silenzio quando parlavamo. O
meglio, quando parlava Laura, che sa le lingue, ed è stata bravissima.
IL CONTAGIO PUO' COLPIRE
L'ECONOMIA ( da "Stampa,
La" del 28-04-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il presidente Obama ha tenuto a
dichiarare ieri che la febbre suina è «motivo di preoccupazione» e non già
«motivo di allarme», una distinzione che può sembrare speciosa; ha però
ricordato di aver dichiarato uno «stato di emergenza» relativo alla salute
pubblica, sia pure a titolo precauzionale.
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Obama
La favola in scena
al Teatro Chiabrera [FIRMA]SILVANO GODANI SAVONA Se c'è un genere letterario
che non stanca mai i cosiddetti «grandi» né i piccini, questo è la favola,
perché le sue storie sono - per così dire - elastiche, adattandosi ad essere
lette-ascoltate-viste da un pubblico eterogeneo che in esse coglie di volta in
volta il messaggio a lui più idoneo day by day. L a dimostrazione lampante è il
successo della Stagione del Teatro Ragazzi del Chiabrera, giunta oggi alla
vigilia della chiusura con due spettacoli che mescolano sapientemente attualità
e tradizione. Questa mattina alle 10 infatti, per i turni B,C1,C2, il Teatro
Erbamil di Bergamo in collaborazione con «Coltelleria Einstein» e con
l'illustre patrocinio del Wwf Italia, in un originale Progetto di Fabio Comana,
mette in scena uno spettacolo che è indicato per il secondo ciclo delle Scuole
Elementari e Medie, ma parla un linguaggio che può essere (anzi, dovrebbe
essere) inteso tranquillamente anche da un pubblico adulto. Titolo emblematico
e stuzzicante come una scossa elettrica è «Mister Volt», personaggio di
fantasia che incarna sulla scena lo Spirito del Progresso legato alla
rivoluzione degli stili di vita causata dalla scoperta - appunto -
dell'elettricità («volt», come tutti sanno, è l'unità di misura della
«tensione» che scorre nei cavi di alimentazione degli elettrodomestici, lampade
da illuminazione, centrali energetiche eccetera) e che con il progredire
incessante della tecnologia soprattutto nel '
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Obama
Taglio di 21 mila
posti di lavoro, eliminazione di un marchio storico come Pontiac, un piano di
scambio in azioni di 27 miliardi di debiti, altri 11,6 miliardi di dollari di
aiuti dal Tesoro Usa e la cancellazione di altri 10 miliardi di debiti in
cambio della maggioranza della «nuova» General Motors. Ma il piano lacrime e
sangue messo a punto per cercare di garantire la sopravvivenza del gruppo
potrebbe anche non bastare. Lo ha detto lo stesso amministratore delegato di
Gm, Fritz Henderson: l'accettazione del piano da parte dei creditori non è
scontata e la richiesta di protezione secondo la legge fallimentare Usa è «più
probabile». La task force per l'auto del presidente Barack Obama ha fatto sapere subito di apprezzare il piano, «un passo
importante negli sforzi di Gm di ristrutturarsi». Nei tagli finiscono anche i
rivenditori, che saranno ridotti di circa la metà, concentrati sui marchi
Chevrolet, Cadillac, Buick e G
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Obama
FEBBRE SUINA Gli Usa
attaccano il Messico: "Avete nascosto la crisi" EMERGENZA SANITARIA
Livello di allarme L'Oms lo ha alzato da tre a quattro: ci saranno limitazioni
nei viaggi e nei commerci A Sud del Rio Grande i morti sono saliti a 149 e le
persone colpite a oltre 1600 India e Russia mettono in quarantena i turisti di
ritorno dalle aree contaminate dal morbo Obama rassicura il
Paese: "Sotto controllo" Ma gli infettati sono quadruplicati in 24
ore [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK L'Organizzazione
Mondiale della Sanità teme che il virus della febbre suina «diventi più
aggressivo» innescando una pandemia, i morti in Messico superano quota cento e
i casi di moltiplicano dalla Gran Bretagna al Brasile portando Ue e Usa
e sconsigliare i viaggi verso il Messico, ma Barack Obama
getta acqua sul fuoco assicurando gli americani che «la situazione è sotto
controllo». È Paul Garwood, portavoce dell'Oms, a far sapere che «l'incremento
del numero dei casi e la loro manifestazione in più Paesi fa temere che il
virus diventi più aggressivo». Al momento in Messico, epicentro del virus, i
morti sono 149, i casi sospetti circa 1900. Negli Stati Uniti i contagiati sono
aumentati nelle ultime 24 ore da
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Obama
Retroscena L'ultimo
salvagente La Cgil 21 MILA POSTI IN MENO UN ROGO FINANZIARIO La cura per Gm sa
di spezzatino «Pensiamo anche all'Italia» Spariranno Pontiac, Hummer, Saturn e
la svedese Saab 10 miliardi di debiti azzerati e altri 27 scambiati con azioni
DALL'INVIATO A DETROIT Taglio di 21 mila posti di lavoro, eliminazione di un
marchio storico come Pontiac, un piano di scambio in azioni di 27 miliardi di
debiti, altri 11,6 miliardi di dollari di aiuti dal Tesoro Usa e la
cancellazione di altri 10 miliardi di debiti in cambio della maggioranza della
«nuova» General Motors. Ma il piano lacrime e sangue messo a punto per cercare
di garantire la sopravvivenza del gruppo potrebbe anche non bastare. Lo ha
detto lo stesso amministratore delegato di Gm, Fritz Henderson: l'accettazione
del piano da parte dei creditori non è scontata e la richiesta di protezione
secondo la legge fallimentare Usa è «più probabile». La
task force per l'auto del presidente Barack Obama ha fatto
sapere subito di apprezzare il piano, «un passo importante negli sforzi di Gm
di ristrutturarsi». Nei tagli finiscono anche i rivenditori, che saranno
ridotti di circa la metà, concentrati sui marchi Chevrolet, Cadillac, Buick e G
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Obama
Padri e figli
EFFETTO DEL DIGITALE il caso L'irresistibile rivincita della «short story»
L'EPICA DEL PRESENTE Il racconto breve mette ko il romanzo Londra, Internet ha
cambiato il modo di leggere La nuova frontiera è il testo messo sul telefonino
La velocità della comunicazione ha modificato radicalmente il metabolismo della
cultura FRANCESCA PACI Raccontare la realtà in formato ridotto apre infinite
possibilità I primi a crederci sono gli editori CORRISPONDENTE DA LONDRA La
commessa Sophie sistema i titoli più venduti della settimana sullo scaffale
all'ingresso della libreria Waterstone di Upper street, nel quartiere alla moda
di Angel: «Non so se sia vero che i social network come Facebook e Twitter
abbiano modificato i tempi della lettura, ma a giudicare dalle richieste è la
stagione del racconto breve». In testa alla classifica c'è Chimamanda Ngozi
Adichie, la ventiduenne nigeriana vincitrice dell'Orange Prize e del Premio
Nonino Internazionale 2009 con Metà di un sole giallo che, dopo il debutto
epico, è passata al genere «conciso» dell'amato Guy de Maupassant e ha
pubblicato The Thing Around Your Neck (Fourth Estate), 15 storie ambientate a
cavallo tra l'Africa delle origini e l'America in cui vive. A farle
concorrenza, nella sezione «Quick reads», leggi veloce, altri due enfant
prodige della scrittura sintetica il pakistano Daniyal Mueenuddin con
l'antologia In Other Rooms, Other Wonders (Bloomsbury) in cui descrive
un'umanità migrante perennemente fuori luogo nel patrio Punjab come tra i
grattacieli di Wall Street e Graham Rawle, l'artista inglese che ha «costruito»
il romanzo Women's World con 40 mila frasi ritagliate da riviste femminili
degli anni '60 e composte ex novo alla maniera futurista. «Sebbene Turgenev
fosse convinto che tutti noi contemporanei venissimo fuori dal Cappotto di
Gogol, la short story è sempre stata la Cenerentola della letteratura» osserva
sul Guardian James Lasdun, lo scrittore inglese considerato da molti l'erede di
Ian McEwan, che ha appena terminato la raccolta It's beginning to Hurt
(Jonathan Cape). L'oblio, sostiene, comincia dai manuali e finisce in
biblioteca: «Tra Cechov e Cheever ci sono al massimo una dozzina di nomi ufficialmente
riconosciuti di un genere senza grandi pretese». I tempi però, stanno
cambiando. Da qualche anno il Frank O'Connor Prize di Cork, il National Short
Story Prize e il festival Small Wonder selezionano i migliori nipotini di
Raymond Carver. I racconti di Jhumpa Lahiri sullo scontro tra padri e figli e
quelli vagamente surreali dell'israeliano Edgar Keret scalano regolarmente la
top ten dei bestseller del New York Times. Le tre più acclamate autobiografie
letterarie in circolazione al momento sul mercato britannico riguardano autori
specializzati in short story, Donald Barthelme, John Cheever, Flannery
O'Connor. «L'era digitale ha cambiato il metabolismo della cultura» nota Motoko
Rich, il critico letterario del New York Times. Internet, gli sms, Twitter, il
software che descrive le nostre giornate, modellano i modi della comunicazione
e vi adattano i contenuti. Dai programmi politici alla poesia di ultima
generazione del sito Poetryarchive.org, si legge come si consuma: le
informazioni più efficaci sono rapide, essenziali, eventualmente usa e getta.
Le prime ad adattarsi sono state le case editrici. «La gente non è più disposta
ad aspettare un anno per avere un libro, soprattutto se d'attualità» spiega Amy
Neidlinger della FT Press. Barack, Inc: Winning Business
Lessons of the Obama Campaign, l'ultimo volume del 2008, è arrivato in libreria a
dicembre, un mese dopo la consegna delle bozze. A marzo l'editore PublicAffair
ha rilanciato sfidando la crisi economica in fieri con il saggio di George
Soros The New Paradigm for Financial Markets, un pamphlet corretto, stampato e
distribuito in dieci giorni. Gli autori tastano il terreno. «Scrivere
The Thing Around Your Neck è stato il mio modo di acquistare tempo» dice
Chimamanda Ngozi Adichie alludendo alla massima di Henry Thoreau secondo cui
«le storie non devono per forza essere lunghe ma ci vuole un sacco di tempo a
farle brevi». L'obiettivo è l'attenzione in movimento del lettore. «La short
story è implacabile, devi costruire un meccanismo complesso in uno spazio
limitato prevedendo un boato soddisfacente alla fine» nota Wells Tower, ultima
scoperta della prestigiosa rivista Granta, il cui Everything Ravaged,
Everything Burned, in libreria a fine mese, ha già venduto i diritti per la
traduzione in otto lingue. Se il linguaggio del web è rock, la narrazione breve
ha lo scatto per tenere il passo: «Nella lotta che si instaura sempre fra testo
e lettore il romanzo vince ai punti, il racconto deve farcela per knock out».
La short story è l'epica del presente in potenza. Un'impalcatura di omissioni
che, secondo James Lasdun, il decano dei cantori del formato ridotto nati e
cresciuti con internet, apre infinite possibilità: «Mueenuddin, Adichie,
l'ucraina Sana Krasilov, autrice della raccolta One More Year, riescono a coinvolgere
un pubblico vasto a prescindere dalla forma che prendono i loro lavori». A
migliaia di chilometri il giapponese Tadashi Izumi sperimenta il keitai, il
racconto per cellulare, e zittisce gli scettici con la novella Cross Road,
scaricata sui telefonini da due milioni di utenti prima ancora di raggiungere
la tipografia. Il lettore, qualunque siano tesi e antitesi, apprezza la
sintesi. www.lastampa.it/paci
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima
Pagina Il virus colpisce soprattutto i giovani. Emergenza anche negli Usa, Obama: "No al panico". L´Oms alza l´allarme: "Per il
vaccino servono sei mesi" La febbre suina arriva in Europa Primi casi in
Spagna e Gran Bretagna, in Messico 149 morti ROMA - La febbre suina ora
spaventa anche l´Europa. Il virus è stato infatti diagnosticato in due pazienti
in Gran Bretagna e uno in Spagna. Ma casi sono sospetti sono in fase di
accertamento in numerosi altri paesi. In Messico intanto il bilancio dei morti
sale a 149, soprattutto giovani. Paura anche negli Stati Uniti, dove il
presidente Obama ha invitato i cittadini a non cedere
al panico. L´Oms, nel frattempo, ha alzato il livello di allarme, invitando
alla massima attenzione. BOCCI E DEL RE DA PAGINA
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
1 - Prima Pagina ANAIS GINORI E RACHEL SWARNS Il personaggio Michelle Obama cento giorni
da first-lady SEGUE A PAGINA 33
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 6 - Esteri Il
caso A Manhattan paura anche per il volo dell´Air Force One Air Force One vola
basso, paura a Manhattan NEW YORK - L´Air Force One di riserva, senza il presidente Obama a bordo, vola a bassa quota su New York provocando allarme e
l´evacuazione di alcuni grattacieli. Il portavoce della Federal Aviation
Administration, ha spiegato che il volo, organizzato per un servizio
fotografico dell´Air Force One, era stato concordato con il Dipartimento
Trasporti, ma nessuno aveva avvisato la cittadinanza che ha temuto un altro 11
settembre. Il sindaco di New York Michael Bloomberg è andato su tutte le
furie: «Che il sorvolo sia stato fatto così - ha protestato - vicino al sito
del World Trade Center, ha dimostrato mancanza di sensibilità». Poi, è arrivato
il mea culpa della Casa Bianca. «La scorsa settimana - ha detto Louis Caldera,
capo dell´Ufficio Militare - ho autorizzato una missione su Manhattan che ha
creato disagi. Di questo mi scuso».
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 6 - Esteri
New York ora teme l´isolamento Obama: "Prese
le misure necessarie" Contagiati 28 studenti, bandite carni Usa in Russia
e Cina Gli Stati Uniti La psicosi della pandemia fa volare a Wall Street le
azioni di Big Pharma (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) VITTORIO ZUCCONI Sugli Stati
Uniti il resto del mondo ha issato la "bandiera gialla" di una semi
quarantena globale. Non venite qui tra noi infetti, non mangiate i
nostri maiali, sorvegliate i turisti che arrivano a voi da qui. L´influenza
suina è divenuta il "virus nordamericano", nonostante il presidente Obama si affanni a dire che «non ci sono veri motivi di
allarme» e il numero dei casi, fra accertati e probabili, sia per ora meno di
50, su una popolazione di 310 milioni. L´influenza mutante ha qualcosa di
mostruosamente inquietante, nonostante la "solita" influenza
stagionale uccida 36 mila americani ogni anno, secondo le cifre ufficiali del
Centro per il Controllo delle Malattie, nella generale indifferenza. Ma la
pandemia del panico, cominciata nel Messico, ha infettato tutta l´America del
Nord, quando il ministro per la Sicurezza Nazionale, Janet Napolitano, ha
proclamato lo stato d´emergenza per mettere in moto le procedure di controllo e
liberare i fondi governativi destinati alla risposta nazionale contro minacce
biologiche naturali o terroristiche. E gli Stati Uniti sono divenuti il centro
dell´ansia e dell´attenzione. I casi accertati del morbo che i liceali
dell´Istituto San Francesco di Queens hanno contratto in Messico e dal quale
sono guariti in pochi giorni, aumenteranno, perché i 350 laboratori federali
ora li cercano dietro ogni febbre e tosse. E dunque li trovano. Sono sotto il
microscopio le scuole, soprattutto i licei di frontiera col Messico, in Texas,
dove tre nuovi casi sono stati segnalati a San Antonio, perché questa infezione
sembra colpire non i soliti "vecchi, bambini e malati", ma i giovani,
come fece, 90 anni or sono, la madre orribile di tutte le pandemie influenza,
la Spagnola. Starnutisce Wall Street, che aveva appena cominciato la
convalescenza dalla terribile influenza finanziaria dell´estate scorsa, e
barcolla tra la voglia di accasciarsi e la ricerca di quei titoli di
farmaceutiche e industrie della sanità privata che rastrelleranno profitti dai
milioni - già 40 milioni di flaconi messi in commercio dalle scorte strategiche
nazionali - di confezioni di medicinali antivirali e di antibiotici per
trattare le complicanze batteriche, perché non c´è dramma dal quale non si
possa guadagnare qualche dollaro (la paura di una pandemia fa decollare le
azioni di Big Pharma). S´indignano le voci pubbliche, scoprendo che la Unione
Europea invita a non volare negli Usa, come se questo fosse divenuto il
lebbrosario del mondo. Gli allevatori di maiali del Kansas e dell´Iowa scoprono
che i loro porcelli sono stati messi al bando dal governo cinese, da quello
russo, da Abu Dhabi e da Dubai, nonostante non esista alcun pericolo nel
consumi di carni di suini cotte o insaccate. Il segretario di Stato Clinton ci
ammonisce a non fare viaggi oltre frontiera, proprio mentre altre nazioni
ammoniscono i loro cittadini a non venire in America, ma nei principali
aeroporti internazionali sono stati installati sensori a infrarossi per provare
a distanza la temperature dei passeggeri. E a tutti i viaggiatori in ingresso
saranno distribuite schede, gialle naturalmente, con numeri di telefono ai
quali rivolgersi in caso di sospetta infezione. «Quello che abbiamo fatto
finora - diceva ieri mattina Obama che ora deve
affrontare anche l´aggressione del maiale infettivo per la scadenza dei suoi
100 giorni - è creare le condizioni per rispondere a ogni emergenza». «La buona
notizia è che finora non ci sono altri focolai di infezioni a New York oltre
quelli del Liceo San Francesco - annuncia in diretta tv il sindaco Bloomberg -
45 giorni dopo l´identificazione dei primi casi. La cattiva notizia è che non
sappiamo se ne troveremo altri». La bandiera gialla sventola sulla Statua della
Libertà. Tra la sempre presente psicosi dell´attacco bioterroristico e la
preoccupazione politica di farsi trovare impreparati come Bush a New Orleans,
le autorità americane inconsapevolmente alimentano il panico mentre cercano di
controllarlo. Il direttore del Cdc di Atlanta ha cercato di invertire gli
ingranaggi della psicosi. Ha spiegato che la trasmissione dei casi è ancora
minima, che non ci sono segnali di accelerazione dell´epidemia e che tutti i
pazienti accertati sono colpiti da forme benigne. Ma le contee, le città dalle
quali in America dipendono le scuole, cominciano a chiudere edifici, ad
annullare funzioni pubbliche, perché la minaccia di future querele e di
colossali cause per danni, sempre presenti negli Stati Uniti, ispira l´eccesso
di cautela. Ci saranno altri casi, qui nel nostro lazzaretto nordamericano,
perché l´indagine ora scoverà il virus. L´aumento produrrà le inevitabili
mascherine chirurgiche bianche o blu, anche se al Centro per il Controllo delle
Malattie spiegano che la loro efficacia preventiva è dubbia, e le precauzioni
migliori restano l´acqua e il sapone ed evitare «il bacetto di saluto». In
qualche zone di confine come la California le mascherine sono già comparse e la
sindrome dell´untore si allarga. C´è qualcosa di irresistibilmente
terrorizzante in questa influenza venuta dai porcili, quasi la vendetta sempre
attesa degli animali contro chi li alleva per macellarli. In fondo,
segretamente, ideologicamente, non dispiace al resto del mondo l´idea che
proprio l´America che per otto anni ha preteso di esportare la democrazia, ora
sia accusata di poter esportare l´influenza del maiale. E il liberatore sia
divenuto l´untore.
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 8 - Economia
Fiat-Chrysler, c´è l´ok dei sindacati Usa Accordo più vicino, ma resta il nodo
banche. Il Lingotto vola in Borsa: +4,4% Obama potrebbe annunciare l´intesa domani. Il sindaco di Detroit:
"Collaboriamo per favorire la fusione" SALVATORE TROPEA TORINO - Tra
l´accordo già raggiunto con i sindacati canadesi e americani e quello con le
banche entrato ormai nella fase decisiva, l´alleanza Fiat-Chrysler accende
Piazza Affari che festeggia, come ha fatto ieri, portando sugli scudi il
titolo del Lingotto e spingendolo oltre quota 8 euro (più 4,4%). Quando mancano
appena tre giorni alla scadenza per la presentazione del piano di salvataggio
della più piccola delle tre case americane dell´auto, le banche sono dunque
l´ultimo ostacolo. Se i negoziatori all´opera in queste ore ce la faranno
allora è assai probabile che Barack Obama possa
annunciare la nascita dell´asse Torino-Detroit nel suo discorso alla nazione
fissato per domani. Ieri si è appreso che la Casa Bianca ha allertato le
televisioni, lasciando intendere che l´appuntamento potrebbe slittare a giovedì
mattina. L´allarme per la febbre suina ha complicato il calendario di Obama ma non si può escludere che un extra time sia
finalizzato a consentire la chiusura positiva del dossier Chrysler. Un
argomento che il presidente Usa non può eludere dal momento che il suo discorso
coincide con i termini stabiliti dalla sua amministrazione. I sindacati, che in
un primo tempo erano su posizioni intransigenti, hanno scelto la via
dell´accordo che consente alla Chrysler di risparmiare complessivamente 400
milioni di dollari all´anno di minori costi e che è stato ratificato al 90,3
per cento dai lavoratori delle fabbriche canadese della casa di Detroit
iscritti alla Caw. Domani dovrebbero esprimersi i loro colleghi americani dopo
il sì della Uaw i cui dirigenti ieri hanno espresso l´augurio che i sacrifici
«dolorosi» sostenuti dai dipendenti e dai pensionati dell´azienda «facciano sì
che anche gli altri protagonisti della trattativa si adoperino per una
conclusione positiva». Gli altri protagonisti sono le banche e il Tesoro le cui
posizioni sulla ristrutturazione del debito pari a 6,9 miliardi di dollari,
sono ancora lontane. Tanto che continuano a rimbalzare le voci che vorrebbero
il Lingotto - lo scrive Automotive News - disponibile anche ad accettare una
bancarotta pilotata di Chrysler attraverso il Chapter
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 8 - Economia
Presentato il piano di rilancio.Casa Bianca: passo importante Gm gioca l´ultima
carta 89% a governo e lavoratori addio Pontiac e 20mila tagli La bancarotta non
è esclusa: lo schema andrà in porto solo se aderirà il 90% dei creditori PAOLO
GRISERI La Gm propone di nazionalizzarsi per uscire dalla crisi e la Borsa
premia il titolo. Con un nuovo piano di ristrutturazione ben più drastico del
precedente, la più grande delle tre sorelle di Detroit tenta di convincere l´amministrazione Obama che è possibile evitare la
bancarotta e tornare all´utile. Per farlo è necessario passare ad una fase in
cui il Tesoro di Washington e i sindacati controllerebbero l´89 per cento delle
azioni mentre il rimanente 11 per cento andrebbe a dividersi tra gli
obbligazionisti (10 per cento) e gli attuali azionisti che non otterrebbero più
dell´1 per cento della società. Tecnicamente l´operazione avverrebbe
offrendo ai creditori 225 azioni per ogni tranche di 1.000 dollari di debito.
In concreto questo significa restituire ai titolari di crediti obbligazionari
il 38 per cento di quanto attendevano di ricevere da Gm, una somma di poco
superiore ai 2 miliardi di dollari. Il Tesoro rinuncerebbe invece a metà dei
suoi crediti convertendo in azioni un valore di circa 10 miliardi di dollari.
Una quota di azioni analoga a quella che otterrebbero i sindacati
dell´automobile in cambio della rinuncia a metà dei crediti vantati per pagare
le cure sanitarie dei pensionati. La borsa apprezza (con un balzo del 20 per
cento del titolo) mentre la Casa Bianca - che chiaramente non ha alcuna
intenzione di dirigere un´impresa, ha precisato il portavoce Robert Gibbs - fa
sapere che «si tratta di un importante passo avanti» ma non si sbilancia sulla
possibilità di evitare la bancarotta entro il 1 giugno. Anche perché lo schema
verrebbe considerato percorribile solo se aderirà il 90 per cento dei titolari
dei crediti. Una percentuale molto alta anche se Gm ha un´arma molto
convincente per spingere i creditori ad accettare: «Se la sottoscrizione non
avrà successo - ha dichiarato l´ad di Gm, Fritz Henderson - è probabile che i
titolari di crediti obbligazionari non ricevano nulla». Il piano prevede una cura
durissima per i dipendenti. Nel Nord America verrebbero tagliati 21 mila posti
di lavoro su 61 mila, 8 mila in più di quanto previsto dal piano precedente.
Nei prossimi tre anni scomparirebbero dalla carta geografica anche 16
stabilimenti dei 47 attualmente esistenti. Quasi dimezzati (da
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 2 - Cronaca
La febbre suina sbarca in Europa primi malati in Spagna e Scozia Messico, 149
vittime. La Ue: nessun limite ai viaggi verso gli Usa L´emergenza Sintomi
sospetti anche in Italia, ma i test sono negativi. Obama: niente panico
PIETRO DEL RE ROMA - è spagnolo e ha 23 anni il paziente "zero"
europeo. Il 22 aprile scorso, di ritorno da un viaggio di studio in Messico, è
stato colto da nausea e febbre alta. Due giorni dopo, afflitto da estrema
debolezza, è stato ricoverato all´ospedale di Almensa, nella regione della
Castilla-La Mancha. Ieri, il verdetto: l´uomo è stato contagiato dal
virus suino. Nel pomeriggio, altri due casi di infezione sono stati accertati
in un ospedale della Scozia. Intanto, all´ospedale di Venezia una donna di 31
anni è stata ricoverata in isolamento nel reparto di malattie infettive. Era
appena rientrata da San Diego in California con febbre alta ed è stata
sottoposta in via precauzionale ad accertamenti. I primi test avrebbero già
dimostrato che la sua non è influenza suina. Ma continua a salire il numero
delle vittime in Messico, dove il virus A/H1N1 ha già ucciso 149 persone.
«Preoccupazione, prudenza, ma non panico». Con queste parole il presidente Obama ha cercato di calmare l´America, dove cresce il numero
di casi accertati (
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 41 - Cultura
Il futuro Felicità Dopo una lunga ubriacatura stiamo cambiando mentalità è
arrivato per tutti noi il momento di diventare sobri Una ricerca del Natale
scorso ha dato risultati sorprendenti: le persone intervistate hanno dichiarato
che, anche se il loro budget per i regali era diminuito, non erano per questo
più tristi ma anzi più felici Dall´era dei consumi alla politica
"sobria" LA VIA ETICA ALLO SHOPPING La misura dei desideri JOHN LLOYD
Nel suo ultimo e incisivo libro intitolato é la stampa, bellezza!, Giorgio
Bocca scrive qualcosa di particolarmente pungente e severo sulla natura della
pubblicità odierna: «Essa è creatrice inarrestabile di desideri e di consumi,
la potentissima locomotiva che trascina il genere umano verso nuove guerre e,
forse, verso l´autodistruzione». La sua previsione è forse eccessiva, ma
riflette una paura crescente che la crisi in corso ha messo in particolare
evidenza. Il timore è quello di aver superato un limite, oltre il quale non ci
stiamo più limitando a consumare, ma stiamo intaccando il nostro futuro e
quello dei nostri figli. Siamo imprigionati in un sistema globale la cui
legittimità politica dipende dalla capacità di assicurare standard di vita
sempre più alti e di consumare sempre di più. Ciò vale ovunque e per tutti, dalla nuova politica democratica di Barack Obama al regime capitalista-comunista cinese; dal politico miliardario
Silvio Berlusconi che ride sempre al sempre cupo scozzese presbiteriano Gordon
Brown; dalla caotica democrazia indiana al serpeggiante autoritarismo russo.
Ovunque le élite politiche fanno sempre più promesse. Il grande
toccasana della nostra epoca è stato il costante incremento degli standard
materiali, che ha attenuato le ineguaglianze tra i nostri Paesi - che si sono
acuite enormemente - offrendo la speranza di un futuro migliore alle
generazioni successive. Noi che continuiamo ad arricchirci sempre più
osserviamo con commiserazione i meno fortunati che, soprattutto in Africa,
combattono guerre genocide, scatenate in primis da miseria e povertà.
L´improvviso abbassarsi dei nostri standard di vita ci trasmette tuttavia
qualcos´altro: noi abitanti dei Paesi ricchi forse non torneremo mai alla
ricchezza in costante crescita che davamo facilmente per scontata; i nostri
privilegi nascevano dal presupposto di avere alle nostre dipendenze manodopera
a basso costo proveniente dall´Europa dell´Est, dalla Cina, dall´India e dalle
Filippine. Quella manodopera così a buon mercato è composta anch´essa di
consumatori, e i loro governi devono assicurare loro di più. Il loro
"più" è il nostro "meno". L´atteggiamento che ben si
confaceva all´era dei consumi era l´edonismo, i cui simboli esteriori sono le
automobili di grossa cilindrata, gli schermi al plasma di dimensioni esorbitanti,
gli abiti firmati, le vacanze in centri di villeggiatura di lusso. Inizia
invece ora a farsi strada una nuova mentalità che deve essere presa sul serio:
mi riferisco alla sobrietà, alla moderazione, alla semplicità. Da sempre
prerogativa di coloro che hanno abbracciato stili di vita
"alternativi" - movimenti "Verdi", figure religiose,
perfino alcuni socialisti - alla maggior parte di noi è sempre parsa eccentrica
e naif, ma... se avessero ragione? A noi tutti che abitiamo nei Paesi ricchi è
stato lanciato il seguente messaggio: è vero, dovremo affrontare uno o due anni
difficili, ma poi la crescita tornerà. Ma è altrettanto verosimile che la
crescita possa non tornare come prima e che la politica che ne conseguirà possa
non essere più dominata dall´opposizione della sinistra e della destra, bensì
dalla necessità di abbassare le aspettative. Ci serve una nuova politica, il
cui successo dipenderà da un nuovo atteggiamento collettivo, che ben si esprime
nel concetto di "sobrietà". Proprio come chi è sbronzo è incurante di
sé e di ciò che lo circonda, così chi è sobrio è invece in grado di mostrare
attenzione per sé e per la società. Dopo una lunga ubriacatura, è arrivato per
noi tutti il momento di diventare sobri. Sarà difficile, ma probabilmente non
avremo alternative. (traduzione di Anna Bissanti)
( da "Repubblica, La"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Pagina III - Milano
Il 12 maggio la giunta degli industriali designerà il neopresidente tra 4
candidati: in svantaggio Benedini e Moretti Sfida a due per Assolombarda dietro
l´angolo c´è la partita Expo Duello tra Meomartini (Snam) e il quarantenne Spada
Il primo è sostenuto dalla lobby dell´Eni di Scaroni, l´altro
anche da chi scommette su un cambio generazionale in stile Obama ANDREA MONTANARI (segue dalla prima di Milano) Il 12 maggio,
infatti, si riunirà la giunta degli industriali milanesi che dovrà designare il
neopresidente, che sarà poi eletto dal parlamentino di via Pantano il 15
giugno. I quattro uomini d´oro selezionati inizialmente sono Alessandro Spada,
Alberto Meomartini, Benito Benedini e Carlo Moretti, tutti con un
passato dentro Assolombarda. Il primo è stato leader dei Giovani durante la
presidenza Perini per poi diventare responsabile del Centro studi con la
presidenza Bracco. Il secondo consigliere incaricato per la Scuola e la
formazione. Il terzo è stato il predecessore di Perini alla guida di
Assolombarda e il quarto presidente dei Piccoli imprenditori. I saggi sono già
al lavoro e secondo le prime indiscrezioni la prima scrematura avrebbe già
escluso dalla corsa sia Moretti sia Benedini. Il primo perché avrebbe raccolto
un sostegno scarso, il secondo perché una fetta consistente di imprenditori,
pur apprezzandolo, avrebbe definito l´eventualità di rieleggere un ex
presidente di Assolombarda «una minestra riscaldata». Si prospetta quindi un
duello finale tra Spada e Meomartini. Il primo, 43 anni, top manager di Vry
group, un colosso di 100 milioni di euro di fatturato nel settore della
produzione e della progettazione di impianti criogenici e caldaie, rappresenta
l´ala di chi si sta battendo per un forte rinnovamento. Il secondo è presidente
di Snam Rete Gas ed è sostenuto, tra l´altro, dalla potentissima lobby dell´Eni
di Paolo Scaroni. Anche questa volta, quindi, a fare da ago della bilancia
potrebbero essere i voti più "pesanti". A cominciare da quello del
presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Uno dei saggi, Gina Nieri,
rappresenta proprio il gruppo della famiglia Berlusconi. Che insieme a
Marialuisa Franzini, della Salvi spa di Novate milanese, e Giorgio Squinzi,
della Mapei, dovrà sciogliere il nodo entro le prossime settimane. Le bocche
degli imprenditori sono ovviamente cucite, ma i rumor dell´ultim´ora danno in
pole position Spada. Anche per via della sua giovane età. Meomartini, infatti
ha sessant´anni e Benedini addirittura 70. Tanto che nei corridoi di via
Pantano c´è già chi, anche se in forma anonima, ha ironicamente riadattato alle
circostanze la storica frase: «è l´aratro che traccia il solco, ma è la Spada
che lo difende». Per Spada tifa apertamente l´ex presidente degli imprenditori
milanesi Michele Perini. Un berlusconiano doc. Inoltre sembra che nel governo,
e in particolare al ministero dell´Economia, si preferirebbe che in un momento
delicato come questo Meomartini rimanesse al suo posto. La nomina di Spada
punterebbe a riaffermare anche in Italia una sorta di "modello Obama", la scommessa di affidare l´organizzazione più
potente di Confindustria proprio a un giovane. Come messaggio non solo per la
categoria, che sta vivendo uno dei momenti più delicati, ma anche agli altri
settori. In altre parole, un invito al rinnovamento mettendo in pratica una
sorta di patto generazionale tra gli imprenditori. Al momento i giochi sono
ancora tutti aperti ma questa spinta negli ultimi giorni si sta facendo sempre
più forte. Anche perché dietro l´angolo c´è già un´altra partita. Quella del
rinnovo dei vertici di fondazione Fiera e delle possibili sinergie tra la
controllata Sviluppo Sistema Fiera e la Spa che organizzerà l´Expo. Con
l´ipotesi, sullo sfondo, di creare addirittura una newco che potrebbe diventare
ancora più potente della fondazione che il premier Silvio Berlusconi vuole
affidare per il dopo Luigi Roth al fidatissimo Gianpiero Cantoni. Senza contare
che c´è chi scommette anche su un altro scenario: la fusione tra Sviluppo
Sistema Fiera (guidata dal leghista Leonardo Carioni, ora anche nel cda
dell´Expo) e Infrastrutture Lombarde, la cassaforte del Pirellone. Uno schema
che rimetterebbe in gioco anche il ruolo del governatore Roberto Formigoni.
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Prima Pagina data: 28/04/2009 - pag: 1 Tre casi:
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 28/04/2009 - pag: 5 Sale a livello «4» l'allarme per
la febbre suina La decisione dell'Oms. Tre casi in Spagna e Scozia, in Messico
i morti sono 149 DAL NOSTRO INVIATO LUSSEMBURGO La febbre suina compare in Europa
con un caso in Spagna e altri due in Scozia, confermati dalle autorità locali.
Il Consiglio dei ministri Ue degli Esteri a Lussemburgo ha così iniziato a
coordinare misure d'urgenza, che dovrebbero essere varate in un vertice
straordinario dei responsabili Ue della Salute fissato per giovedì prossimo
sempre nel Granducato. L'orientamento europeo è di ammettere le preoccupazioni
per la trasmissione del virus tra persone, evitando però allarmi eccessivi.
Anche il presidente degli Usa, Barack Obama, ha affermato che la febbre suina è causa di preoccupazione «ma
non c'è ragione per un allarme», nonostante 40 casi confermati tra New York,
California, Texas, Kansas, Ohio e molti altri sotto osservazione.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha elevato dalla fase tre alla quattro
l'allerta internazionale sul rischio di contagio (il massimo è sei) e
stima necessari almeno 4-6 mesi per realizzare un vaccino specifico. «In
un'epoca in cui la gente viaggia rapidamente in aereo attraverso il mondo, non
c'è alcuna regione dove il virus non potrebbe arrivare », ha detto il numero
due dell'Oms, Keiji Fukuda. In Canada sono stati individuati sei casi. Ma
l'epicentro della febbre suina resta il Messico, dove le autorità locali hanno
ufficializzato 149 morti sospette, di cui 20 sicuramente collegabili
all'influenza suina, che sembra colpire soprattutto tra giovani e adulti in
buono stato di salute. I pazienti messicani sotto controllo sarebbero ormai
poco meno di duemila. Le scuole del Messico sono state chiuse per motivi
precauzionali fino al 6 maggio prossimo. Il commissario dell'Ue per la Salute,
la cipriota Androulla Vassiliou, si è recata dai ministri degli Esteri a
Lussemburgo per informarli degli sviluppi della febbre suina in Europa e per
sollecitare le principali misure precauzionali, che spettano ai governi
nazionali, ma dovrebbero essere coordinate a livello Ue nel vertice sanitario
di giovedì. La Vassiliou ha consigliato di evitare i viaggi nelle area a
rischio di Messico e Usa, precisando poi che il suo è un parere personale. Il
ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha indicato come zone ad alto
rischio Città del Messico e la Baja California, ha annunciato che la presidenza
italiana di turno degli otto Paesi più influenti (G8) intende attivare un
coordinamento, allargato a Messico, Brasile, Cina, India e Sudafrica, per
affrontare il problema della febbre suina «a livello globale». Dalla Spagna
sono arrivate rassicurazioni di buona risposta alle cure del primo caso di
febbre suina in Europa. Le autorità sanitarie scozzesi hanno reso noto che i
due contagiati ricoverati nell'ospedale di Airdrie, vicino Glasgow, erano
rientrati da poco dal Messico. Anche 28 studenti colpiti dalla febbre suina a
New York erano reduci dalla «vacanza di primavera» in Messico. Casi sospetti di
diffusione del virus vanno dall'Europa (Francia, Svezia, Danimarca o Svizzera)
fino alla Nuova Zelanda. Ivo Caizzi
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 28/04/2009 - pag: 16 Il giudizio
della stampa internazionale Time I primi mesi della presidenza di Obama sono stati tra i più spettacolari della storia americana dai
tempi di Roosevelt, scrive Joe Klein. Ma le prove più difficili sono davanti a
lui, dalla capacità di gestire la crisi finanziaria al Medio Oriente
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 28/04/2009 - pag: 16 La sfida dei primi cento giorni
Aprire la Casa Bianca al mondo La crisi, le riforme, gli errori. Così Obama ha cambiato Washington DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Ogni
mattina poco dopo le 8, quando arriva nello Studio Ovale, Barack Obama trova sul tavolo 10 lettere di cittadini americani. È Mike
Kelleher, direttore dell'Ufficio di corrispondenza della Casa Bianca, a
selezionarle tra le migliaia, che giungono quotidianamente al 1600 di
Pennsylvania Avenue: «Scegliamo quelle con i messaggi più scomodi ». «Le legge
tutte e spesso risponde, per lui è come un dovere religioso. È la sua finestra
fuori dalla bolla», spiega David Axelrod, il consigliere più vicino al
presidente, che ogni mercoledì sera tiene sessioni di pizza e strategia nel suo
appartamento con vista sul fiume. Di tutti i pericoli contro cui ha combattuto
nei primi 100 giorni del suo potere, pochi hanno impegnato di più Barack Obama e i suoi fedelissimi, come quello di rimanere isolato
dall'umore del Paese, di perdere la capacità di sentirne le corde profonde,
ch'era stata l'arma migliore in campagna elettorale. Ma oltre le lettere, o la
strenua lotta con l'ufficio legale e il servizio segreto, per tenersi il
BlackBerry e comunicare con il gruppo più ristretto dei suoi amici, una data
racconta da sola la battaglia, rivelatasi vincente, di Obama
su questo fronte. Il 3 febbraio, travolto dalle rivelazioni sui suoi problemi
con il fisco, Tom Daschle, designato a guidare il Dipartimento della Sanità e
lanciare la più ambiziosa delle riforme promesse dal neopresidente, ritirò il
suo nome dalla contesa. Quella sera stessa, davanti ai principali network
televisivi, Obama ammise l'errore: «Ho fatto una
cazzata». Nella notte, in una riunione d'emergenza alla Casa Bianca, il
presidente e i suoi consiglieri presero la decisione che avrebbe cambiato tutta
la narrativa presidenziale: bruciava soprattutto, a una squadra eletta con
l'ambizione di cambiare Washington, essere rimasti impigliati nella ragnatela
della capitale, catturati dalla cacofonia di un sistema chiuso e
autoreferenziale. Una settimana dopo, l'Air Force One faceva rotta per Elkhart,
in Indiana, dove la disoccupazione è triplicata nell'ultimo anno. Poi Fort
Myers, Florida. E Peoria, Illinois, specchio demografico del Paese medio, dove
il presidente annunciava il passaggio al Senato del più grande piano di stimolo
all'economia della Storia americana. Da allora, tranne quando era all'estero,
nessuna settimana è trascorsa senza che Obama sia
uscito dalla monade sul Potomac: «Abbiamo portato Washington dove la crisi fa
più male e la gente ha capito », dice Axelrod. Cento giorni, una «data
artificiale » nata dalla tradizione rooseveltiana e alimentata dalla
concitazione dei media, come suggeriscono gli uomini del presidente? Forse. Ma
neppure loro hanno lasciato nulla al caso per domani, 29 aprile, data del giro
di boa: una puntata di alto profilo a St.Louis, in Missouri, poi rientro a
Washington per una conferenza stampa in prima serata e soprattutto un capillare
lavoro sull'immagine e l'azione presidenziali. Artificio o meno, mai partenza
di un leader della Casa Bianca è stata così vorticosa, radicale, densa
d'iniziative, leggi, svolte storiche, suggestioni e sì, anche errori marchiani.
«Mai sprecare l'opportunità, offerta da una buona crisi», è stato il motto
imposto alla nuova Amministrazione da Rahm Emanuel, l'adrenalinico e scurrile (quando
esterna in via confidenziale, mette un «fuck» ogni tre parole) capo dello staff
presidenziale. Così, prendendo le mosse dalla più grave recessione dalla Grande
Depressione, Obama ha usato una straordinaria
popolarità (7 americani su 10 ne approvano l'operato) per muovere l'America in
una nuova direzione, cercando di cambiarne aspetti fondamentali. Non è detto
che ci riesca. Non è detto che la scelta di una cadenza titanica non si riveli
troppo ambiziosa, di fronte al «primum vivere» imposto dalla crisi economica.
Ma Obama ha già rivoluzionato il tono e la
fisiognomica della presidenza. Fosse la sua combinazione di candore e visione,
con la paziente spiegazione di temi complessi, come il sermone della montagna,
sulla necessità di ricostruire una casa sulla roccia e non sulla sabbia.
Fossero l'invito agli Earth Wind & Fire a suonare alla Casa Bianca, o il
suo monito ai manager delle grandi banche che in una ormai famosa riunione, il
27 marzo, obiettavano all'esortazione a rivedere i loro eccessi attraverso la
lente di milioni di americani che stringono la cinghia: «Signori state attenti
a dire queste cose, la gente non le accetta. La mia Amministrazione è l'unica
cosa che sta tra voi e i forconi del popolo ». E ancora, la straordinaria
grazia di Michelle, nuova icona popolare; la mano tesa che i repubblicani
continuano a rifiutare; la calma zen in ogni situazione. In cento giorni è
tantissimo. Ora deve cominciare a governare. Paolo Valentino \\ I 100 giorni?
Non significano niente, ma è una scadenza che devi rispettare Robert Gibbs,
portavoce della Casa Bianca Foto ufficiale Il 44Ú presidente degli Stati Uniti
Barack H. Obama ritratto nello Studio Ovale della Casa
Bianca da Chuck Kennedy (Ansa)
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 28/04/2009 - pag: 16 Le scuse della Casa Bianca Air Force
One sui grattacieli: paura a New York NEW YORK Paura a New York per un volo a
bassa quota del gemello dell'Air Force One, il 747 utilizzato dal presidente Usa.
Il jet, scortato da due F-
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 28/04/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Tempo Libero data: 28/04/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 28-04-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Politica data: 28/04/2009 - pag: 15 La pasionaria Cinzia Bottene
ricevuta dalla commissione sugli investimenti militari del Congresso La
casalinga anti-Dal Molin a Washington MILANO «La verità vera? È che sono
un'incosciente totale. Mica altro». Cinzia Bottene, 52 anni, casalinga di
Vicenza, ex timida («Da ragazzina camminavo rasente i muri. Ma da quando le mie
amiche mi hanno obbligato a salire sul palco a Trento per contestare Prodi,
marcio come un treno»), la vorrebbe liquidare lì, tutta la storia. Appena
sbarcata dopo un volo Washington-Parigi-Venezia, mentre recupera le valigie al
nastro trasportatore, il volto e l'anima del movimento No Dal Molin se la ride
con leggerezza. La stessa con la quale da mesi affronta militari e politici. E
dell'avventura americana appena conclusa la prima cosa che ti racconta è un
particolare da gita scolastica: «Ma lo sai che dormivamo alla Pink House? È la
casa delle donne attiviste per la pace. Sono loro che ci hanno ospitate per
tutto il periodo e ci hanno aiutato negli spostamenti. Ci siamo divertite da
matti. Una sera, per festeggiare, abbiamo cucinato noi la carbonara: un
successone». Cinzia, Laura Bettini ed Emanuele Rivellino (anche loro del No Dal
Molin) sono stati ricevuti giovedì scorso, per la prima volta, al Congresso
degli Stati Uniti, dalla Commissione Appropriation military construction. «Una
eccezione, mi dicono, perché è raro che questo importante organismo, che
definisce gli investimenti militari, convochi degli stranieri ». Dopo tre anni
di picchetti, manifestazioni, proteste e contestazioni bipartisan, vedersi a
colloquio con chi può decidere davvero le sorti della base americana da loro
tanto contestata, per la pasionaria di Vicenza e i suoi compagni di viaggio è
stata, manco a dirlo, «un'emozione grandissima. Se penso a tutte le porte
sbattute e all'indifferenza che abbiamo ricevuto qui in Italia... Lì invece
hanno un concetto molto chiaro di democrazia formale: tutti possono e devono
dire la loro. E così, anche noi siamo riusciti a farci ricevere. Come? Roba da
manuale. Abbiamo chiesto prima un colloquio al presidente della commissione, Sam
Farr, un democratico. Poi abbiamo spedito i moduli con i nostri dati e una
relazione. Però eravamo convinti di fare una cosa inutile, come quando imbuchi
la cartolina per un concorso a premi... Non ti aspetti di vincere. E invece,
quando ci è arrivata la lettera di invito col logo del Congresso, ci sembrava
di essere in un film di Frank Capra». Così, giovedì mattina, Cinzia Bottene si
è ritrovata davanti alla Commissione finanziamenti militari degli Stati Uniti.
Una delle più potenti del Congresso. «Io e Laura per l'occasione abbiamo
indossato un tubino nero con filo di perle. Ci siamo
ispirate a Michelle Obama... Emozionate? Nella sala accanto stava deponendo Hillary
Clinton, e in un'altra ala c'era Obama: inutile
dire di no. Ma siamo stati accolti in maniera sorprendente, devo ammetterlo.
C'era un grande silenzio quando parlavamo. O meglio, quando parlava Laura, che
sa le lingue, ed è stata bravissima. Io l'inglese lo capisco così così,
lo parlo peggio. Ho preferito star zitta. E dire che non c'eravamo preparate
nemmeno un discorso». Nemmeno una scaletta? «No, giuro. Beh, dopo che per anni
parli di certe cose, le sai a memoria. Abbiamo spiegato loro le ragioni per cui
non dovrebbero proseguire nel progetto di costruzione della base a Vicenza: il
problema della falda acquifera, la eccessiva vicinanza al centro storico. E poi
come la decisione sia stata nascosta all'intera popolazione per anni. Alla fine
conoscevano il problema a fondo. Per capirci, ora nessuno anche tra gli
americani potrà più dire di non sapere». Poche ma mirate le domande dei
deputati americani: «Per esempio ci hanno chiesto se cambiando l'architettura
del progetto saremmo stati più contenti... Ma gli abbiamo spiegato, nascondendo
un sorriso, che non era mica una questione di estetica! Poi hanno voluto sapere
come si poneva il governo italiano rispetto a questo caso. E noi giù a dire
dell'accordo Bush-Berlusconi, dell'ultimatum di Spogli, e dell'editto bulgaro
di Prodi. Li abbiamo stesi. Tanto che i due deputati repubblicani se ne sono
stati zitti zitti fino alla fine. Al termine dell'incontro il presidente si è
girato verso uno dei membri della Commissione e gli ha detto: contattiamo
subito il Pentagono e chiediamo se ci sono spazi di intervento. Capisci?
Proprio così». Tutta un'altra musica rispetto a quando c'era l'amministrazione
Bush, secondo Cinzia: «Quando andammo allora, riuscimmo solo a parlare con
qualche deputato nei corridoi: ci ascoltavano per dovere, con lo sguardo
distratto, la mano al cellulare, e poi una pacca sulla spalle e via. Insomma il
cambio di clima, con Obama, si fa sentire. E la nostra
vicenda ne è la prova. Se ci fosse stato ancora Bush alla Casa Bianca non ci
avrebbero nemmeno ricevuto. Però il potere del Pentagono è ancora fortissimo.
Lo percepisci dagli sguardi. Da come molti di loro, alla fine, ci sono venuti
incontro e in un orecchio ci hanno bisbigliato: andate avanti, fate bene. Ce la
farete». E se ce la faceste davvero? «Avremmo dimostrato che anche le
formichine, come ci hanno spesso definito, a volte vincono». Angela Frenda
( da "Stampa, La" del
28-04-2009)
Argomenti: Obama
Mario Deaglio IL
CONTAGIO PUO' COLPIRE L'ECONOMIA La febbre suina non rappresenta solo una grave
emergenza sanitaria; si tratta di un evento totalmente imprevisto, un «fattore
S» (dove S può stare per «suini», «sanità» e «sorpresa») comparso d'improvviso
con il quale occorre fare i conti, oltre che sotto il profilo medico anche
sotto quello delle già incerte prospettive di ripresa economica mondiale. Lo si
è visto nella giornata di ieri quando le prime notizie sulla febbre suina hanno
immediatamente determinato su tutte le Borse del mondo forti perdite per i
titoli legati ai viaggi e al turismo mentre le quotazioni delle imprese
farmaceutiche, soprattutto quelle che producono vaccini, sono fortemente
salite, una reazione cinica ma purtroppo realistica dei mercati tesi a
individuare subito chi guadagna e chi perde di fronte a una situazione nuova.
Crisi sanitaria e crisi finanziaria hanno molti aspetti in comune. Il primo è
appunto la mancanza di un rimedio già pronto: niente vaccini contro la febbre,
nessuna ricetta valida per bloccare i danni legati all'insuccesso dei mutui
subprime. Il secondo è la rapida mutazione della causa iniziale: ci hanno già
informati che il vero pericolo, tutto sommato, non è il virus suino nella sua
forma attuale ma la elevata probabilità di mutazioni più gravi e aggressive.
Partendo dal solo settore delle abitazioni «povere» degli Stati Uniti, il virus
finanziario dei mutui subprime ha subito in due anni diverse mutazioni,
estendendosi all'intera edilizia abitativa di quel Paese; di lì si è insinuato
nei bilanci delle banche che avevano prestato soldi su garanzie immobiliari e
ha provocato enormi perdite contabili e indotto negli operatori finanziari il
sospetto reciproco. Si è così arrivati nella primavera-autunno del