CENACOLO
DEI COGITANTI |
Patto Obama-Zardari
"Estirperemo Al Qaeda" ( da "Stampa,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama-Zardari "Estirperemo Al
Qaeda" Vertice a tre: al via la ricostruzione civile e più aiuti MAURIZIO
MOLINARI Le truppe Usa passeranno da
Si complica il puzzle di
Sergio, dai tedeschi un primo sì a Magna
( da "Stampa, La" del
07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: spera anche nella benedizione di
Obama, la seconda dopo quella del matrimonio Chrysler. Con l'investitura di
azienda e governo il ceo del Lingotto tornerebbe in Europa più forte di prima
per convincere gli scettici che quella di Fiat è l'unica strada percorribile.
In questo senso potrebbe essere importante l'aiuto nel negoziato tra Gm e il
sindacato Uaw che con il manager italo-
Marchionne al volante di
Chrysler ( da "Stampa,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama è di far uscire Chrysler dal
Chapter 11 entro la scadenza dei 30-60 giorni. Quello di Marchionne, fiducioso
del rispetto delle scadenze, è di prendere in mano quanto prima le redini della
Nuova Chrysler, più snella e alleggerita del debito della precedente, per
portare a compimento l'alleanza col Lingotto e proseguire la campagna di
alleanze con Gm Europe e Gm America Latina.
"Il mio Romeo è nero
e balla l'hip hop" ( da "Stampa,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Semplicemente Cannito ha pensato
che nell'era di Obama un Romeo nero poteva benissimo starci e accentuare così
il contrasto fra Capuleti e Montecchi. Ma l'ambientazione è tradizionale, la
musica quella di Prokofiev, la coreografia molto classica. Ricorda Nureyev:
superata la difficoltà dei passi, bisogna lasciarsi andare al ruolo».
Raid Usa, strage di civili
in Afghanistan Obama: "Non deve accadere mai più"
( da "Repubblica.it"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Così si è espresso Barack Obama al
termine dell'incontro alla Casa Bianca con i presidenti afghano Hamid Karzai
(che ha commentato quanto accaduto parlando di "un massacro ingiustificato
e inaccettabile") e pakistano Asif Ali Zardari. Obama ha confermato
l'impegno degli Stati Uniti e ha ribadito la necessità di più truppe e risorse
nella regione (
obama: "la mia
ricetta contro la crisi" ( da "Repubblica,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: istruzione La Borsa Parla il
presidente americano Obama: "La mia ricetta contro la crisi" SEGUE A
P
raid americani in
afghanistan strage di donne e bambini: 100 morti - giampaolo cadalanu
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: argomento discuterà oggi con Barack
Obama. Con la Clinton c´era anche il pachistano Asif Ali Zardari: anche
Islamabad è impegnata in una campagna militare contro i Taliban: ieri le truppe
pachistane hanno ucciso 30 militanti, ma gli scontri nella zona di confine
continuano. L´attenzione però resta sulla zona della strage: stando al
colonnello Toscani,
"ma io, erede dei
bhutto, vi avverto a islamabad il governo è corrotto" - francesca caferri
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: vi avverto a Islamabad il governo è
corrotto" Obama deve scegliere fra la democrazia reale e la corruzione.
Finché darà soldi a Zardari, i partiti laici non potranno crescere FRANCESCA
CAFERRI Dire quello che pensa non l´ha mai spaventata. Lo ha fatto quando sua
zia, Benazir Bhutto, era all´apice del potere.
usa, karzai e zardari a
rapporto "uniti nella lotta al terrorismo" - alberto flores d'arcais
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama ha preso di petto quello che
alla Casa Bianca viene chiamato l´«Afpak», insieme all´Iran il grande problema
di politica internazionale che turba i sonni del Pentagono e della diplomazia
Usa. Un incontro che (almeno a parole) sembra aver soddisfatto tutti: la Casa
Bianca, che aveva più volte richiamato i due preziosi alleati ad un maggiore
impegno nella lotta contro i Taliban
immagini da un mondo
malato di povertà - francesca giuliani
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come la foto dei coniugi Obama,
fianco a fianco durante la campagna elettorale FRANCESCA GIULIANI Si aprono gli
occhi su un nuovo tipo di guerra, quest´anno, osservando le immagini del World
Press Photo, probabilmente il più importante premio di fotogiornalismo al
mondo, giunto alla 52 esima edizione e in mostra da domani al Museo di Roma in
Trastevere.
"tibet e nucleare, le
mie battaglie di oggi" - massimo pisa
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Parlavamo di amore: è stato alla
base della campagna di Obama, l´ha chiamato speranza». Quant´è cambiata
l´America dall´evo di Bush? «Enormemente. L´eredità era pesante, non solo per
errori di Bush: crisi e deregulation nascono con Clinton. Obama è un uomo
intelligente, curioso, che ha eccelso finora in tutto.
felipe pronto a tornare ma
senza chiedere scusa - benedetto ferrara
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Sarebbe come incontrare Obama e non
fargli una domanda sulla recessione economica. Ma questo Felipe Melo lo sa
bene. E anche la società, che gli ha dato una mano a recuperare due delle
cinque giornate di squalifica con un ricorso e affidando poi alla creatività
individuale autorevoli (e anche meno autorevoli) commenti mediatici.
obama svolta in oriente
una stagione di novità ( da "Repubblica,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina XVIII - Genova Il dibattito
Palazzo Rosso Obama svolta in Oriente Una stagione di novità Debutta Arte e
Aperitivo C´è più gusto nel museo
massacri a gaza, l'onu
accusa israele peres: "rapporto fazioso e inaccettabile" - vincenzo
nigro ( da "Repubblica,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama, che ha
suggerito anche ai suoi partner arabi più moderati e influenti (Egitto e Arabia
Saudita) di mettere mano anche alla revisione del famoso "piano
arabo" del 2002 che nacque su iniziativa saudita. Blair ha detto il piano
del Quartetto sarà finalizzato dopo i colloqui che Obama avrà questo mese con i
leader politici arabi e israeliani.
marchionne:"sarò ad
della chrysler" - salvatore tropea
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama aveva concesso un limite di
30 o al massimo 60 giorni in modo da non esporre Chrysler a rischi di
deterioramento irreversibile. E puntualmente, meno di una settimana dopo è
arrivata la decisione che fissa il 20 maggio come limite entro la quale far
pervenire le offerte e il 27 come data per decretare il vincitore.
la carica dei ragazzi che
salveranno il mondo - (segue dalla prima pagina) cinzia sasso
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Quelli che negli Usa hanno fatto
vincere Obama La carica dei ragazzi che salveranno il mondo Superato lo shock
di essere i primi a immaginare una vita peggiore di quella dei genitori
Cresciuti in piena globalizzazione sono considerati "la vera grande
risorsa del Paese" (SEGUE DALLA PRIMA P
- (segue dalla prima
pagina) david leonhardt ( da "Repubblica,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: entrambi Premi Nobel e aspri
critici della politica economica di Obama)». No, non mi riferivo a loro due...
Ma nella sua cerchia di collaboratori più stretti predominano i protetti di
Rubin. «Beh, certo, Larry Summers e Tim Geithner ovviamente hanno lavorato al
Tesoro quando c´era Rubin. Quello che io cerco sempre è un pragmatismo
impietoso quando si parla di politica economica.
berlusconi: "la mia
popolarità sale affronto il divorzio con classe" - gianluca luzi
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: bello e anche abbronzato era un
complimento per Barack Obama, e lui ha capito». GIANLUCA LUZI ROMA - «Il
divorzio è qualcosa di doloroso, sempre. Penso che dovrebbe essere un fatto
privato, sul quale nessuno dovrebbe avere il diritto di intervenire».
L´offensiva mediatica del Cavaliere non conosce soste né confini.
non essere più schiavi di
wall street: è questo il punto chiave della ricetta di obama. che qui racconta
speranze. e qualche dubbio - autore1
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: è questo il punto chiave della
ricetta di Obama. Che qui racconta speranze. E qualche dubbio AUTORE1 david
leonhardt Signor presidente, come concepisce la finanza nell´economia di
domani: dovrà avere un ruolo ridotto? Avrà inevitabilmente un ruolo ridotto?
«Innanzitutto penso che dovremmo distinguere tra la finanza che è linfa vitale
della nostra economia e la finanza che è un´
Disastro Afghanistan nuova
strage di civili ( da "Stampa,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Non decolla la strategia decisa da
Obama Disastro Afghanistan nuova strage di civili Raid Usa, massacro di bambini
L'Afghanistan si conferma il nodo più infuocato e difficile per
l'amministrazione Obama. L'ultima spina è l'ennesima strage di civili. Nei raid
aerei statunitensi nella provincia di Farah, nell'Ovest del Paese, hanno perso
la vita numerosi civili,
Strage di civili in
Afghanistan ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Choc per Obama, scuse dalla Casa
Bianca Nel giorno del vertice con i presidenti pachistano Zardari e afghano
Karzai, Casa Bianca sotto choc per una strage di civili in Afghanistan: oltre
100 morti per i raid aerei. ALLE P
Strage in Afghanistan, le
scuse dell'America ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: davanti a Barack Obama), Pakistan e
Afghanistan, o meglio le loro popolazioni pashtun, stanno vivendo un incubo
comune. Ma è la strage afghana compiuta dai soldati Usa a causare più sdegno
nel mondo, più imbarazzo a Washington, più problemi politici proprio adesso che
Obama vuole raddoppiare entro settembre i suoi uomini nel Paese (fino a 68
mila)
Gli Usa studiano il
Argomenti:
Obama
Abstract: scomodi di GUIDO OLIMPIO WASHINGTON
Barack Obama, durante la campagna elettorale, aveva promesso che il focus della
sua politica estera sarebbe stato il conflitto afghano-pachistano, l'Af-Pak.
Una centralità motivata dalla duplice necessità di garantire un minimo di
stabilità in un'area diventata negli ultimi mesi esplosiva e di impedire la
preparazione di un nuovo 11 Settembre.
Obama: lo scopo comune è
sconfiggere Al Qaeda ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: 3 Diplomazia La Casa Bianca alza la
pressione sugli alleati Obama: lo scopo comune è sconfiggere Al Qaeda Summit
con i presidenti afghano e pachistano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON
Rischiava di rovinare l'esercizio diplomatico dell'amministrazione Obama,
l'errore di un bombardamento che ha ucciso decine di civili afghani.
Argomenti:
Obama
Abstract: ombra dei colloqui a Washington tra
il presidente Asif Zardari e Barack Obama. Anche ai tempi di Musharraf abbiamo
più volte sentito annunci di importanti operazioni militari contro i talebani.
Salvo poi scoprire che erano ben poca cosa. Perché con Zardari dovrebbe essere
diverso? «La differenza è che oggi l'opinione pubblica pachistana è
sinceramente ostile ai talebani.
Berlusconi: sondaggi in
salita, ho classe ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: E su Obama: definirlo abbronzato «è
stato un complimento». Poi la risposta su Noemi: «È venuta a trovarmi tre o
quattro volte, mi dicono. Io ne ricordo tre. È venuta sempre con sua madre o
suo padre, che fa parte del mio partito ». C'è infine un altro elemento che
sembra rassicurare il Cavaliere: dopo un incontro ieri tra Gianni Letta ed
esponenti di spicco di Oltretevere,
Roxana interrompe il
digiuno di protesta Martedì l'appello
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il caso di Roxana è visto da molti
esperti come la risposta degli ultraconservatori in Iran all'offerta di dialogo
di Obama. Reza, iraniano, 68 anni, insegnante e traduttore negli Stati Uniti,
lo vede da padre. Ciò che sa è che la figlia è rinchiusa dal 31 gennaio a Evin,
dove molti iraniani (inclusi giornalisti) sono stati torturati e uccisi. «Ciò
che conta per noi è liberarla».
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama nei confronti
della proposta Fiat per Chrysler». Anche lei dà per scontato un consolidamento
del settore? «Sì, soprattutto in Europa. Penso che da qui al 2010 vedremo
almeno un paio di grandi fusioni. Se andasse in porto l'operazione Fiat-Opel,
questo metterebbe una forte pressione su Peugeot e Renault.
Marchionne al vertice
della Chrysler ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: così li aveva definiti Barack
Obama) che avevano vanificato l'accordo raggiunto con le grandi banche e con il
grosso di chi aveva concesso prestiti a Chrysler. Ascolta i legali del gruppo.
E conclude che i creditori non hanno alcuna ragione di opporsi alla vendita. Il
piano presentato da Chrysler è «equo», decreta il magistrato.
Bank of America cerca
fondi Ma Wall Street sale ancora ( da "Corriere
della Sera" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ma darà comunque a Obama la
possibilità di attuare una promessa fatta ai contribuenti: quella di
rimpiazzare i manager delle banche che hanno fatto maggiormente ricorso alle
casse federali. Un ulteriore passo quindi verso l'uscita di scena di Ken Lewis:
il capo di Bank of America, già in rotta con la Fed (ha accusato il suo capo,
Obama: "Così
ripartirà l'America mai più schiavi di Wall Street"
( da "Repubblica.it"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: entrambi Premi Nobel e aspri
critici della politica economica di Obama)". No, non mi riferivo a loro
due... Ma nella sua cerchia di collaboratori più stretti predominano i protetti
di Rubin. "Beh, certo, Larry Summers e Tim Geithner ovviamente hanno
lavorato al Tesoro quando c'era Rubin. Quello che io cerco sempre è un
pragmatismo impietoso quando si parla di politica economica.
"Niente proselitismo
in Afghanistan" I taleban minacciano il Papa sul Web
( da "Stampaweb, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: arrivo dei 21 mila soldati che, per
ordine del presidente Barack Obama, andranno a rafforzare il contingente Usa.
La strategia in Afghanistan e Pakistan è stata ieri al centro dei colloqui di
Washington tra Obama e i colleghi di Kabul e Islamabad, Hamid Karzai e Asif Ali
Zardari. E la questione sarà al centro dell?
Pakistan, raid aerei
contro i taleban ( da "Stampaweb,
La" del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: indomani del vertice di Washington
tra il presidente Usa Barack Obama e i presidenti di Afghanistan e Pakistan,
Hamid Karzai e Asif Ali Zardari, l?esercito di Islamabad ha intensificato
l?offensiva a Swat e a Buner, nella Provincia della Frontiera del Nord Ovest,
per tentare di strappare il controllo di queste aree ai fondamentalisti.
L'Oklahoma minaccia la
secessione: spunta la risoluzione sulla sovranità
( da "Stampaweb, La"
del 07-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: il presidente degli Stati Uniti
Barack Obama potrà vedere arrivare presto sulla sua scrivania una legge che
riconoscerà la sovranità allo stato americano e che di fatto dirà a Washington
di conformarsi ai poteri federali e di non andare oltre a interferire negli
stati. L?ultimo vento di "secessione" soffia questa volta, per l?
Bibbie in pashtu alla base
Usa "Siamo cacciatori di anime"
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Non si sa quando è successo, ma con
i taleban che minacciano il Papa, Karzai a colloquio con Obama, il rogo del
Bibbie in persiano e pashtu era il prezzo da pagare, anche in un paese dove i
tre quarti degli abitanti, e nove donne su dieci, non sono in grado di leggere,
nemmeno il Corano.
Dieci intellettuali
illustrano i recenti cambiamenti e raccontano le loro personali visioni del
futuro ( da "Stampa,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: mentre Obama promuove le energie
pulite, l'Italia torna al nucleare: come affronteremo la crisi energetica e
alimentare? Ne parlano Carlo Petrini e il chimico Vincenzo Balzani. Grazie ai
progressi della medicina vivremo fino a cent'anni: cosa faremo del nostro
tempo?
PROGRAMMA SALE CONVEGNI
ORE 12 SALA GIALLA - "Non sperate di liberarvi dei libri"
Conversazione d... ( da "Stampa,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Caro Obama, ti è già venuta qualche
buona idea? Le lettere dei bambini al presidente degli Stati Uniti. Incontro
con Manuela Salvi, a cura di Mondadori e Fiera del Libro ORE 10,30 LABORATORIO
SCIENZA. DA 16 ANNI - Playdecide, a cura di ESOF2010- Intorno a un tavolo per
comprendere, discutere, decidere sui temi più controversi:
Pioggia di bombe sui
taleban ( da "Stampa,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: SWAT Pioggia di bombe sui taleban
Obama ha chiamato anche il premier cinese Hu e il ministro degli esteri russo
Lavrov Ottanta guerriglieri uccisi nei raid aerei Islamabad: elimineremo tutti
gli estremisti [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Il leader
pakistano Zardari mantiene la promessa fatta alla Casa Bianca e l'aviazione
pakistana martella le basi dei taleban,
Scuola, la Regione decide:
"Si insegni più matematica"
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barak Obama, è deciso a puntare
molte delle carte della nuova economia «post-bolla» su matematica e ingegneria.
Secondo l'Ires, che ha elaborato i dati Ocse, i punti da cui partire sono due.
Il primo: dai risultati medi in scienze dell'indagine PISA 2006 emerge come il
Piemonte si trovi al di sopra della media OCSE e delle regioni del Sud Italia.
basta fallimenti parola di
ministro - timothy geithner ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: intervento Basta fallimenti parola
di ministro TIMOTHY GEITHNER I risultati diffusi ieri rappresentano un
accertamento senza precedenti sulla posizione delle maggiori banche Usa dal
punto di vista del capitale. Si tratta di un risultato di primo piano
nell´ambito del programma varato dal presidente Obama. SEGUE A P
Armi e welfare, arrivano i
tagli ( da "Stampa,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK Barack
Obama annuncia tagli sulla finanziaria 2010 per 17 miliardi di dollari mentre
la Federal Reserve concede un mese alle banche che non hanno superato gli
«stress test» per presentare un piano di rafforzamento. Ridurre la spese «non
sarà facile ma necessario», spiega il presidente illustrando i ritocchi.
Oklahoma contro Obama
"Meno tasse o addio Usa"
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ISTITUZIONI IN PERICOLO Oklahoma
contro Obama "Meno tasse o addio Usa" "Viviamo di petrolio,
tutta questa ecologia ci rovina" MAURIZIO MOLINARI Il caso legale può
arrivare fino alla Corte Suprema e minare l'Unione federale CORRISPONDENTE DA
NEW YORK L'Oklahoma sfida la Casa Bianca rivendicando la propria «sovranità»
contro tasse federali considerate «in violazione della Costituzione»
a cosa serve l'opposizione
- nadia urbinati ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Negli Stati Uniti, la vittoria di
Obama e del Partito democratico è stata accompagnata da un crollo senza
precedenti del Partito repubblicano, il quale nonostante la radicalizzazione
del linguaggio reazionario di alcuni suoi leader non riesce a riconquistare
credibilità presso il suo proprio elettorato;
Il libro segreto che il
leader Pd presenterà alla Fiera di Torino
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: quel Barack Obama che adesso seduce
anche il leader italiano. Il quale ha apprezzato molto soprattutto una cosa,
«nel pacchetto di Obama ci sono gli incentivi alla ricerca sulle cellule
staminali ed embrionali che riporteranno l'America alla guida della ricerca
biomedica, e una buona parte del pacchetto è costituito da incentivi per le
nuove tecnologie in campo ambientale»
ma è possibile fare pipì
in piazza san luigi? - cesare de seta
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: al governo di Barack Obama. Scelta
difficile e imbarazzante che non muta lo stato di fatto: la nostra bella Napoli
è l´unica grande città nel nostro Paese a essere considerata un´area
metropolitana in cui si adottano misure da zone di guerra. Così stanno le cose
e così stando le cose si fa fatica a credere che il problema più importante sia
quello di dotare la città di vespasiani,
frattini incontra la
clinton gilani: eliminare i terroristi - vincenzo nigro
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: A Washington Barack Obama ha
convocato il presidente pachistano Zardari assieme a quello afgano Karzai: a
Islamabad è rimasto il primo ministro Gilani, che ieri sera ha fatto un
drammatico annuncio in tv. «Ho dato ordine all´esercito di eliminare i militanti
e i terroristi per restaurare l´onore e la dignità del nostro Paese e per
proteggere il nostro popolo»
sciatti, ipocriti e di
sinistra gli usa alla crociata dei jeans - (segue dalla prima pagina) vittorio
zucconi ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: a sangue dalla presidenza Obama.
Questo residuato della ribellione giovanilista, questa bandiera dei Marlon
Brando, dei James Dean, dei rivoluzionari senza una causa che persino Elvis
Presley non voleva indossare perché, da uomo del sud, lo vedeva come un simbolo
di miseria, oggi veste miliardari come Bill Gates e Steve Jobs e tutti i baroni
delle stock options a Silicon Valley,
l'independent ha scoperto
quanto ha speso il governo inglese per le cene di gala di presidenti e
accompagnatori gordon brown ha stanziato mezzo milione di sterline. tra piatti
prel ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: gli ospiti per la serata di gala a
Downing street, tra i quali Barack Obama, la first lady Michelle e il premier
italiano Silvio Berlusconi, hanno mangiato salmone scozzese, seguito da spalla
di agnello del Galles, cucinati per l´occasione da Jamie Oliver, uno dei
"celebrity chef" più famosi d´Inghilterra. Niente "caviale e
champagne", insomma.
il nuovo ruolo della
famiglia agnelli - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Parte della business community si è
scagliata contro il sostegno di Obama a una soluzione considerata addirittura
in odore di socialismo. In realtà, si sa che le scelte di Marchionne e
l´appoggio della Casa Bianca sono il frutto di un approccio pragmatico ai guai
che si sono accumulati su Detroit. Gli operai di Chrysler diventano
comproprietari non per conversione al socialismo,
"sostituita
l'incertezza con la trasparenza così il credito farà ripartire l'america"
- (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama ha affrontato i problemi con
interventi drastici, finalizzati a risolvere la crisi immobiliare e a rimettere
in moto i mercati creditizi, responsabili di circa la metà di tutti i prestiti
concessi alle imprese e ai consumatori. L´Amministrazione ha altresì messo a
punto un programma per creare un mercato per i legacy loans e i legacy
securities (
nessuna insolvenza per le
banche usa - arturo zampaglione ( da "Repubblica,
La" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Avviato a febbraio nel quadro dei
piani di risanamento di Barack Obama, lo "stress test" - che è il
primo del genere nella storia americana - servirà anche a individuare le
riforme dei regolamenti bancari, e in particolare della legge Gramm-Leach-Billey
del 1999, la cui inadeguatezza è considerata una delle ragioni della tempesta
finanziaria globale.
Gli stress test: alle
banche Usa servono 75 miliardi ( da "Corriere
della Sera" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Corriere della Sera sezione: Prima
Pagina data: 08/05/2009 - pag: 1 Nell'economia GLI ESAMI DI OBAMA Gli stress
test: alle banche Usa servono 75 miliardi di GIANCARLO RADICE A P
Papa in Terrasanta,
allarme sicurezza ( da "Corriere
della Sera" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: il primo leader mediorientale
ricevuto da Obama, ben prima d'israeliani e palestinesi. Problema numero uno,
la sicurezza. Qui come in Israele. I Fratelli musulmani si sono già fatti vivi:
«Rinuncia al viaggio », «vai a benedire l'occupazione israeliana». I coloni
israeliani hanno scatenato le loro radio: «Il crociato», «l'ex giovane
nazista».
La guerra sarà più cara
che in Iraq ( da "Corriere
della Sera" del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: prioritaria per Barack Obama,
supererà nel 2010 il costo di quella in Iraq: per il primo conflitto gli Usa
spenderanno 65 miliardi di dollari, 61 per il secondo. È quanto emerge dal
budget del Pentagono per il prossimo anno fiscale che in Usa inizia in ottobre.
Accanto al bilancio generale della Difesa da 533,7 miliardi di dollari,
Nella trincea del Pakistan
assediata dai Taliban ( da "Repubblica.it"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: abbiano convinto i 400 milioni di
dollari in aiuti militari promessi in settimana dall'amministrazione Obama.
Retrovia di questa sfida e ormai assediata su tre lati dal Talibanistan
pachistano, Peshawar è una città depressa e confusa. I poliziotti che devono
difenderla da nemici ben equipaggiati comprano di tasca propria perfino le
mostrine ("Quelle che ci danno sono ridicole").
In America crociata
anti-jeans "Sciatti, ipocriti e di sinistra"
( da "Repubblica.it"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: a sangue dalla presidenza Obama.
Questo residuato della ribellione giovanilista, questa bandiera dei Marlon
Brando, dei James Dean, dei rivoluzionari senza una causa che persino Elvis
Presley non voleva indossare perché, da uomo del sud, lo vedeva come un simbolo
di miseria, oggi veste miliardari come Bill Gates e Steve Jobs e tutti i baroni
delle stock options a Silicon Valley,
Inizia il viaggio papale
in Terrasanta: "Sì al dialogo con Islam ed ebraismo"
( da "Stampaweb, La"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Abdullah II ha promesso al
presidente americano Barack Obama, nel corso del loro recente incontro a
Washington, la redazione di una nuova bozza del piano saudita. Il sovrano poi
ha discusso della questione con il presidente dell?Autorità palestinese, Abu
Mazen, e anche con il ministro degli esteri siriano, Walid Al Muallim.
Benedetto XVI in Giordania
"Serve dialogo tra ebrei e islam"
( da "Repubblica.it"
del 08-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: incontro dei leader israeliani e
palestinesi con il presidente Usa Barack Obama, Papa Ratzinger ha spiegato che
il contributo del suo viaggio al processo di pace agirà su tre livelli: con la
preghiera che "apre a Dio e può agire nella storia e può portare alla
pace"; con la "formazione delle coscienze" per evitare che siano
"ostacolate da interessi particolari";
il 4 giugno dal cairo
obama si rivolgerà al mondo arabo la casa bianca: "sarà un discorso
importante" ( da "Repubblica,
La" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Esteri Il presidente Usa visiterà
l´Egitto Il 4 giugno dal Cairo Obama si rivolgerà al mondo arabo la Casa
Bianca: "Sarà un discorso importante" WASHINGTON - Il prossimo 4
giugno, nel corso di una sua visita in Egitto, il presidente americano Barack
Obama pronuncerà un discorso sul futuro delle relazioni fra Stati Uniti e mondo
arabo.
"noi aspettiamo
ancora le scuse per le gravi offese di ratisbona" - alberto stabile
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Con Obama cambierà qualcosa? «Non
sono ottimista. In America c´è una lobby pro israeliana molto potente e qui ci
sono regimi arabi che non rispettano il popolo arabo. Se i nostri leader
facessero la stessa politica della Turchia e dell´Iran avremmo più rispetto nel
mondo».
Obama annuncia un discorso
agli islamici ( da "Corriere
della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: A nove mesi da quella promessa, il
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato ieri che quel
discorso lo terrà al Cairo il prossimo 4 giugno. «Non vuole essere un discorso
ai leader, ma al popolo», ha confermato il portavoce Robert Gibbs, precisando
che quello di Obama sarà un «major speech», un discorso importante.
Gli Usa rinnovano le
sanzioni alla Siria ( da "Corriere
della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: a Washington Gli Usa rinnovano le
sanzioni alla Siria WASHINGTON Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama,
ha rinnovato ieri le sanzioni contro la Siria, sospettata di sostenere i
movimenti estremisti nella regione. Lo ha indicato il portavoce del Dipartimento
di Stato, Robert Wood, precisando che non si tratta di nuove misure ma di un
rinnovo di quelle già esistenti.
opel, decisione entro il
mese berlino: "fiat cambia il piano" - paolo griseri
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: I tempi li detta Obama come nel
caso Chrysler, che si sta avviando ad una rapida soluzione dopo che i creditori
contrari all´operazione hanno gettato la spugna di fronte al giudice,
denunciando di non potere resistere alla «enorme pressione» del governo
statunitense.
la carta segreta di
marchionne col sudamerica 7 milioni di vetture - salvatore tropea
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Quando mancano ventitre giorni al
termine fissato da Barack Obama per la presentazione da parte di Gm del piano
dal quale dipende un finanziamento pubblico di 30 miliardi di dollari (di poco
più della metà già erogati), l´attenzione dei torinesi che trattano al di là
dell´Atlantico è fortemente concentrata sull´obiettivo latino-americano che
legano indissolubilmente alla vicenda Opel.
G8 degli studenti: Ieva,
lituana, rappresenta l'Italia ( da "Corriere
della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: economista più ascoltato dal
presidente Obama, il procuratore antimafia Piero Grasso e il rettore di Palermo
Roberto Lagalla. Con Ieva attentissima e stupita dall'eco di una minuta
contromanifestazione: «I giovani che contestano il G8 farebbero bene ad
ascoltare, a capire che il nostro futuro non possiamo costruirlo spaccando
vetrine».
Usa, le nozze gay arrivano
in Parlamento ( da "Corriere
della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama. «È il più grande passo in
avanti dei diritti civili del nostro tempo e il presidente non ha ancora detto
nulla», nota Steve Clemons, della New American Foundation. In campagna
elettorale, preoccupato di non alienarsi il voto cristiano, Obama aveva tentato
la quadratura del cerchio, dicendosi favorevole al riconoscimento delle unioni
di fatto e contrario a un divieto federale
Reduce dall'Iraq, il
Pentagono lo licenzia per omosessualità
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Da quando Barack Obama è arrivato
alla Casa Bianca, i diritti dei gay negli Usa hanno fatto passi da gigante.
Solo nelle forze armate l'orgoglio omosessuale resta ancora un tabù. Choi era
uscito allo scoperto in marzo, dichiarando in tv la sua omosessualità assieme
ad altri 38 diplomati di West Point.
L'idea di Hogan: charity,
ma in boutique ( da "Corriere
della Sera" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: vertiginosa da quando Michelle
Obama è alla casa bianca perché uno dei suoi stilisti preferiti, il thailandese
Panighul Thakoon, è pure il design di Hogan. Così da Charlize Theron a Katie
Holmes, Drew Barrymore (a proposito di dive&fashion), Halle Barry, Jennifer
Garner, Catherine Heigl, Lindsay Lohan, Naomi Watts, Uma Thurman e poi Madonna
e Beyonce tutte pazze per bomber e atletic.
Green Day: il nostro sogno
americano è pieno di dubbi e sembra più un incubo
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Però esiste un filo di speranza nel
disco e negli Usa questo filo è Obama, ma purtroppo viviamo in un momento in
cui le cose vanno peggio di quando Bush se ne è andato». «Se ci chiedete se
siamo una band politica dico no. C'è un sentimento di confusione e disperazione,
come se avessimo scritto di una Nuova Depressione, ma c'è sempre dello humour e
qualcosa di positivo»,
Washington conferma le
sanzioni alla Siria ( da "Stampa,
La" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: STALLO NEL DIALOGO Washington
conferma le sanzioni alla Siria DAMASCO Nel nuovo corso delle relazioni
internazionali lanciato da Barack Obama, la Siria resta per il momento al palo.
L'amministrazione americana ha rinnovato le sanzioni che gravano sulla Siria
dal 2005, quando l'assassinio a Beirut del premier libanese Rafik Hariri fecero
precipitare i rapporti tra le due nazioni.
"I coreani preparano
un altro test atomico" ( da "Stampa,
La" del 09-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama di
un'«immutata ostilità al dialogo» in risposta della quale «la scelta sarà il
rafforzamento del nostro arsenale nucleare». «Lo studio delle politiche
perseguite da Obama negli ultimi 100 giorni ci portano a dire che la politica
ostile dell'America verso di noi non è mutata e dunque ne trarremo le
conseguenze»,
MA I FALLIMENTI SONO
NECESSARI ( da "Stampa,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Timothy Geithner e
l'amministrazione di Obama stanno elaborando un nuovo piano per controllare con
maggior intensità alcune istituzioni finanziarie considerate «troppo grandi per
fallire». L'esistenza del fallimento rappresenta il più profondo e naturale strumento
di selezione di un'economia di mercato.
L'EUROPA SPARITA
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: intralciando un rilancio simile a
quello di Obama perché troppo severe sui deficit pubblici. Quest'ultima critica
non tiene conto d'un fatto: se l'America avesse rispettato regole come le
nostre, vigilando sull'indebitamento eccessivo pur di salvaguardare lo Stato
sociale, una catastrofe così vasta non l'avrebbe conosciuta.
Usa, superpoteri alla Fed
per sorvegliare le banche ( da "Stampa,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Giro di vite di Obama: così si
eviteranno altri grandi crac Usa, superpoteri alla Fed per sorvegliare le
banche La Federal Reserve è stata incaricata di sorvegliare le banche per
scongiurare nuove devastanti crisi del sistema finanziario. La decisione è
stata presa dal presidente americano, Barack Obama, e il ministro del Tesoro
Timothy Geithner l'
"La fede non deve
servire la violenza" ( da "Stampa,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Re Abdullah a Washington ha appena
promesso a Obama una nuova bozza del piano saudita, portando in dote la
disponibilità di Abu Mazen e della Siria. La decisione di entrare nel difficile
scenario del Medio Oriente dalla porta della Giordania, fermandosi per tre
giorni dove nel 2000 Giovanni Paolo II restò solo qualche ora, vuole
valorizzare la comunità cristiana locale,
Il presidente Usa Il 7
aprile scorso, a Istanbul, al termine del suo primo viaggio presidenziale ...
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il presidente Usa Il 7 aprile
scorso, a Istanbul, al termine del suo primo viaggio presidenziale in Europa,
Barack Obama ha visitato la Moschea Blu. Accompagnato dal presidente turco
Erdogan e dal Gran Mufti è entrato nell'edificio religioso solo dopo essersi
tolto le scarpe.
Obama promette: "In
Egitto un nuovo passo verso l'Islam"
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama promette: "In Egitto un
nuovo passo verso l'Islam" [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW
YORK Barack Obama sceglie l'Egitto per compiere un «nuovo passo verso l'Islam»
ma dal Cairo i Fratelli musulmani lo accusano di preparare «un inganno per
dividere la nazione araba».
Nuova udienza per la
giornalista ( da "Stampa,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ha spiegato che non è chiaro quando
sarà pronunciata la sentenza ma si è detto «ottimista» sull'assoluzione della
sua assistita, che solo lunedì scorso ha interrotto uno sciopero della fame di
protesta contro la condanna. A favore di Roxana si è schierata anche
l'Amministrazione Obama che ha definito «infondate» le accuse e ne ha chiesto
il rilascio.
ipotesi g8 l'hotel del
duce per obama ( da "Repubblica,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina CAPORALE E
REGGIO ALLE P
opel, prime aperture
tedesche a fiat - paolo griseri ( da "Repubblica,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: per guadagnare tempo oltre la data
limite del 31 maggio indicata da Obama per risolvere il caso Gm (di cui Opel è
la succursale europea). L´ipotesi prevede l´istituzione di «un amministratore
fiduciario che protegga creditori e debitori» e che, con l´aiuto delle banche,
«consenta di tutelare la Opel mentre si cerca una soluzione».
Europee, richiamo del
Colle: basta liti ( da "Corriere
della Sera" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: festa dell'Europa» di Obama che seleziona
personale via internet, della fuga dei cervelli, della meritocrazia che in
«questo Paese manca». Risponde il presidente: «In Italia tutti devono essere
messi alla pari e fuori dal ciclo infernale delle raccomandazioni, delle
clientele, delle implorazioni, di cui ci dobbiamo liberare».
Abstract: Obama ha appena annunciato che farà un importante discorso al mondo islamico dall'Egitto. Perché questa scelta? «La politica di Obama verso il mondo musulmano si fonda su tre grandi centri d'azione: Afghanistan-Pakistan, Golfo Persico e poi conflitto araboisraeliano e Medio Oriente.
Argomenti: Obama
Abstract: è Obama a Washington. «E' stata
accusata di spionaggio subito dopo che Obama offrì agli iraniani un 'nuovo inizio'
- dice il filosofo - . Khamenei e Ahmadinejad per ora frenano sul dialogo.
Continuano la partita di poker condotta con Bush perché credono di avere ottime
carte in mano: Hamas, Hezbollah, gli sciiti in Iraq.
Carte di credito Obama
spinge sulla riforma ( da "Corriere
della Sera" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: progetto Carte di credito Obama
spinge sulla riforma WASHINGTON La Federal Reserve sarà il gendarme delle più
grandi banche e istituzioni finanziarie americane. Li sottoporrà a un controllo
quasi quotidiano per evitare il bis dello scorso autunno. Lo ha detto Timothy
Geithner, il ministro del Tesoro, sottolineando che banche, hedge fund e
assicurazioni hanno bisogno di trasparenza.
respingere gli immigrati?
galli tace - massimo vanni ( da "Repubblica,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Vorrei ricordare che Obama ha vinto
non offuscando ma sottolineando i valori dei Democratici americani», dice Spini
dopo aver trascorso la mattinata al cinema Odeon, dove a ricordare la scomparsa
di Andrea Frazzi, uno dei registi del «Don Milani» televisivo, è arrivato anche
l´attore Sergio Castellitto.
Muro virtuale e pattuglie
indiane Così gli Usa difendono la frontiera
( da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il piano Obama rappresenta
un'alternativa parziale al controverso muro fisico ma, di fatto, prosegue il
programma ideato dall'Amministrazione Bush per contenere l'immigrazione
clandestina. Una risposta resa più urgente dalla minaccia dei narcotrafficanti
messicani molto attivi in oltre 200 città statunitensi.
Obama sceglie Margaret,
guardiana del
Argomenti:
Obama
Abstract: Controllerà anche le medicine Obama
sceglie Margaret, guardiana del «cibo sicuro» DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK Nei
primi anni '
jackson browne, emozioni
folk torna il poeta della west coast - felice liperi
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: è stato ispirato dal trionfo di
Barack Obama: probabilmente no, ma è bello pensare che un sognatore pioniere
delle mobilitazioni ambientaliste abbia combattuto per questo obiettivo. In
fondo la prima grande battaglia di Browne è stata quella di No Nukes,
organizzata per contrastare l´energia nucleare: esattamente il primo progetto
del nuovo Presidente Usa.
g8, per ospitare barack
obama spunta l'ipotesi dell'hotel del duce - giuseppe caporale
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ospitare Barack Obama spunta
l´ipotesi dell´hotel del Duce La decisione fra 7 giorni. Se il leader dormirà a
Roma, problema sicurezza nei tunnel dell´A24 GIUSEPPE CAPORALE L´AQUILA - La
risposta definitiva si conoscerà solo tra una settimana. Solo allora si saprà
se il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, alloggerà effettivamente
nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito,
tutti i segreti di
facebook ( da "Repubblica,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Nella trasmissione Mark Zuckerberg,
l´ormai multimiliardario creatore del social network (che ha oltre 200 milioni
di iscritti in tutto il mondo), spiegherà la sua filosofia, facendo luce sui
complessi meccanismi che regolano il software di Facebook e sul peso politico
che ha avuto, ad esempio, nell´elezione di Barack Obama.
Superpoteri alla Fed per
evitare altri crac ( da "Stampa,
La" del 10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: accordi e società finanziarie Barack
Obama [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Sarà la Federal
Reserve il super-poliziotto di Wall Street incaricato di sorvegliare le banche
per scongiurare nuove devastanti crisi del sistema finanziario. La decisione è
stata presa dal presidente americano, Barack Obama, e il ministro del Tesoro,
"Non copio Obama ma
la ripresa economica passa dell'ambiente"
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Paolo Ravaioli "Non copio
Obama ma la ripresa economica passa dell'ambiente" Tra i principali
obiettivi lo sviluppo economico il benessere e la sicurezza sociale [FIRMA]M.
ELISA GUALANDRIS VERBANIA Più che un presidente della Provincia, l'hanno
definito un «grande sindaco».
Ieri si temeva che i germi
si annidassero nel nodo Oggi il Messico si chiede Abbiamo esagerato?
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La Jornada" - anche per non
compromettere la visita di Barack Obama a metà aprile. E comunque non era in
condizione di affrontare un'emergenza su larga scala, i test sui campioni a
rischio vengono mandati ad Atlanta perché non abbiamo laboratori attrezzati per
questo». I timori resteranno. Oggi anche qui è la Festa della mamma.
GIOCHI DI PAROLE
( da "Stampa, La" del
11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Multietnici sono gli Stati Uniti di
Barack Obama. Multietnica è e sarà l'Italia dove secondo uno studio di Caritas
e Unioncamere nel 2050 gli stranieri potrebbero rappresentare il 20 per cento
della popolazione e i figli degli immigrati saranno in maggioranza nelle nostre
scuole. Il punto vero non è una battaglia sulle parole - multietnici sì,
immigrati, i vescovi a
berlusconi "l'italia multietnica è un valore" - liana milella
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Di questo passo in Italia non
faremo entrare neanche Obama». Walter Veltroni evoca la persecuzione degli
ebrei perché tutto cominciò col volere «un´unica etnia che veniva definita
razza». E il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ricorda che «prima della
Shoah c´era una nave piena di ebrei, la Saint Louis, partita da Amburgo, che
nessuno aiutò».
"racconto storie di
amore e speranza" - ernesto assante londra
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: era Obama che compirà vent´anni a
dicembre, ma ha già venduto quattro milioni di dischi scrivendo canzoni per
adolescenti che sembrano ispirate ai diari delle teenager e per questo suonano
vere "Racconto storie di amore e speranza" Il suo concerto allo
Sheperd´s Bush di Londra davanti ad una folla di adolescenti ERNESTO ASSANTE
LONDRA dal nostro inviato La prima diva dell´
"quale mirafiori non
rischia la chiusura?" - marco trabucco
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Quello che stanno facendo Obama e
Merkel: dare garanzie alle banche sui crediti che la Fiat dovrà chiedere per
investire su nuovi prodotti. Fissando date per la loro restituzione: Marchionne
ha accettato quelle condizioni per Chrysler ed è disposto a farlo per Opel.
Potrebbe servire per rilanciare il settore anche in Italia».
Abstract: sancito dal recente incontro di Washington con Barack Obama e il presidente afghano Karzai, non ha comunque sgombrato il campo da alcune differenze di vedute tra i partner. In particolare sul dossier dei raid americani. Missioni affidate a velivoli convenzionali in Afghanistan e agli aerei senza pilota in Pakistan.
Abstract: Obama ne è consapevole, e preme sul
Pakistan perché aumenti l'intervento militare. Ma l'Europa, protesta Perle,
«non fa la sua parte su nessuno dei due fronti», sebbene sia più a rischio
dell'America. «Sembrate non capire che questa è la crisi più grave di tutte,
che l'arsenale atomico pachistano potrebbe cadere nelle mani dei fondamentalisti
islamici con conseguenze spaventose»
Show comico di Obama alla
cena con i giornalisti ( da "Corriere
della Sera" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: leader Usa al tradizionale galà
della stampa Show comico di Obama alla cena con i giornalisti Il presidente
prende in giro amici e nemici. E se stesso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON
Non ha risparmiato nessuno. Con ironia caustica, a tratti contundente.
Repubblicani e demo-- cratici, Dick Cheney e Joe Biden, collaboratori e
avversari, Hillary Clinton, sua moglie Michelle e,
Argomenti:
Obama
Abstract: Donatella Versace è entusiasta
dell'Obama's Dinner. E non senza cognizione di causa: è alla sua quinta cena
presidenziale a stelle e strisce: tre con Clinton, una con Bush e ieri,
gestione Obama. Abituata, dunque. E pure preparata a situazioni un po'
ingessate... «Ma che le cose fossero cambiate l'ho capito appena entrata
racconta la stilista,
Mai deridere gli avversari
politici ( da "Corriere
della Sera" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: e di ammaestrare il giovane Obama.
Lancia minacce sul gas, fa ricatti servendosi dei missili Iskander, effettua
manovre militari con Chavez, consegna una centrale nucleare e missili
anti-missili all'Iran. Dopo aver valicato con le armi frontiere internazionali
di un Paese indipendente grande esordio dopo l'Afghanistan , dopo l'invasione e
l'annessione di due province georgiane (
l'auto pulita che non c'è
- valerio berruti ( da "Repubblica,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Se al crollo delle Big Three Usa
non si fosse unito lo sforzo di Obama per imporre finalmente scelte ecologiche
e auto più piccole e pulite lo scenario americano sarebbe stato molto diverso.
Per ricominciare ci vogliono scelte coraggiose. Ci vogliono modelli e non
parole.
"barack come spock
l'alieno di star trek" ( da "Repubblica,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Esteri New York Times "Barack
come Spock l´alieno di Star Trek" «Barack Obama come il dottor Spock, il
mitico personaggio della serie televisiva Star Trek»: il paragone, con tanto di
fotomontaggio, è del New York Times: «Obama è di sangue misto, come il vulcaniano
Spock, uomo di due mondi, capace di mediare tra infinite diversità».
in arrivo nuove regole per
i soldati gay "potranno dichiarare l'omosessualità"
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama potrebbe presto aprire le
porte dell´esercito anche agli omosessuali dichiarati. Dopo il caso del tenente
Dan Choi, radiato dall´US Army dopo aver esplicitato di essere gay (in
violazione della norma clintoniana «Don´t ask-Don´t tell»), la Casa Bianca sta
portando avanti una «discussione preliminare» sull´argomento.
la cia difende le tecniche
di interrogatorio "almeno si conservi la privazione del sonno"
( da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ha cercato di convincere
l´amministrazione Obama a conservare almeno questa "tecnica di
interrogatorio", non facendola mettere al bando come altre forme di
tortura (waterboarding). Secondo la Cia la tecnica appare meno violenta, ma la
tesi è smentita da un rapporto di un ispettore della Cia del 2004.
obama, il lato comico
della casa bianca show del presidente alla cena di gala - alberto flores
d'arcais ( da "Repubblica,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama ha aggiunto un altro
tassello alla sua fama di brillante oratore, questa volta cimentandosi con
successo nei panni (non facili) del comico. Presentato da Wanda Sykes,
l´attrice televisiva afro-americana nota per i suoi ruoli comici, Obama - che
cenava al tavolo seduto tra Tom Curley (presidente dell´Associated Press)
taylor swift "essere
star ai tempi di obama" ( da "Repubblica,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 29 - R2 ERNESTO ASSANTE Gli
spettacoli Taylor Swift "Essere star ai tempi di Obama" SEGUE A P
Fiat, tre settimane di
passione ( da "Stampa,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama, la parola «bancarotta» ha
sempre un impatto negativo nelle decisioni di spesa del 21% degli automobilisti
americani, spiega un sondaggio di Cars.com. «Bisogna far capire che Chrysler ha
un futuro», avvertono gli esperti di marketing del gruppo con una campagna
promozionale che rimbalzerà sul piccolo schermo in prima serata dopo alcuni
spot pilota già pubblicati sulle pagine
Europee, monito di
Napolitano "No a polemiche e contrapposizioni"
( da "Repubblica.it"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: alle domande di alcuni studenti che
gli hanno chiesto come si fa a far valere in Italia la meritocrazia, come ha
fatto Barak Obama che, per comporrre il suo staff, ha chiesto ai giovani di
inviare il proprio curriculum via internet. Mentre in Italia, hanno detto i
ragazzi, è difficile far valere il merito a fronte di una situazione in cui
spesso bisogna conoscere qualcuno.
Iran, Roxana Saberi è
libera Gli Usa "paese non ostile"
( da "Repubblica.it"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione di Barak Obama
lancia segnali di apertura alla Repubblica islamica e in cui sembra possibile
la ripresa del dialogo tra i due Paesi, interrotto dopo la rivoluzione iraniana
del 1979. Roxana Saberi, 32 anni, è nata e cresciuta negli Stati Uniti. Ha
anche la cittadinanza iraniana perché il padre è un iraniano emigrato negli
Usa.
Susan Boyle, voce unica
sul web sale la febbre ( da "Repubblica.it"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: È cinque volte più popolare di
Barack Obama", scrivono i tabloid londinesi, facendo il confronto con i 18
milioni di persone che hanno guardato la cerimonia di inaugurazione del primo
presidente nero della storia. Chiunque può fare la prova, digitando il suo nome
su Google e guardando i tre minuti della sua interpretazione: all'inizio si è
tentati di sghignazzare,
Altri 240 migranti
riportati in Libia Bossi: le buone idee fanno proseliti
( da "Stampaweb, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: in Italia non faremo entrare
neanche Obama...». Mentre per il Pd e l?Udc, la ?linea durà sull?immigrazione
viene usata in maniera demagogica per creare consenso. «Penso che chi guida il
nostro Paese - attacca il leader centrista Pier Ferdinando Casini - non debba
fare demagogie o compiacere la Lega ma risolvere i problemi.
Obama scherza alla cena
dei media ( da "Stampaweb,
La" del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ha spiegato Obama, aggiungendo: «Si
intitola Come sparare agli amici e interrogare la gente» (allusione
all?incidente di caccia che vide protagonista l?ex Vicepresidente e ai metodi
poco ortodossi autorizzati dalla precedente Amministrazione). Obama si è poi
rivolto direttamente al presidente del Comitato Nazionale dei Repubblicani,
"Usano i cittadini
come scudi umani" Il rapporto degli Usa accusa i talebani
( da "Stampaweb, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: imbarazzo del Pentagono per un
episodio che, quali che siano le cifre ufficiali, rende più difficili i
rapporti diplomatici con il governo afghano e getta un?ombra pesante sulla
nuova strategia ?civilè che l?amministrazione Obama ha annunciato di voler
avviare con l?avvio della nuova fase della guerra in Afghanistan e Pakistan.
Baby shopping? No grazie
( da "Stampaweb, La"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama: «Se da un lato gli americani
hanno il diritto di vivere bene, dall?altro le società che emettono carte di
credito hanno l?obbligo di fissare regole giuste e trasparenti». Il presidente
aveva incontrato poche ore prima i rappresentanti di tredici istituti del
settore, ai quali aveva spiegato di voler risolvere alcuni dei problemi con i
quali la gente si trova spesso confrontata,
Iran, liberata Roxana
Saberi "Gli Usa non sono un paese ostile"
( da "Repubblica.it"
del 11-05-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione di Barak Obama
lancia segnali di apertura alla Repubblica islamica e in cui sembra possibile
la ripresa del dialogo tra i due Paesi, interrotto dopo la rivoluzione iraniana
del 1979. Roxana Saberi, 32 anni, è nata e cresciuta negli Stati Uniti. Ha
anche la cittadinanza iraniana perché il padre è un iraniano emigrato negli
Usa.
( da "Stampa, La" del
07-05-2009)
Argomenti: Obama
Retroscena ARRIVANO
I RINFORZI Alla Casa Bianca incontro con i leader dei due Paesi Patto Obama-Zardari "Estirperemo Al
Qaeda" Vertice a tre: al via la ricostruzione civile e più aiuti MAURIZIO
MOLINARI Le truppe Usa passeranno da
( da "Stampa, La" del
07-05-2009)
Argomenti: Obama
GLI SVEDESI
Retroscena Il Lingotto in pressing su Gm per accentrare una trattativa
complicata Si complica il puzzle di Sergio, dai tedeschi un primo sì a Magna
Nella partita entra anche il marchio Saab Contatti con Stoccolma GIANLUCA
PAOLUCCI TORINO QUOTAZIONE REND. Utlima Prec 12 mesi I sindacati tedeschi
alzano le barricate contro Fiat. La «Grosse Koalition» che sostiene l'esecutivo
di Angela Merkel è spaccata, con Cdu e Csu che guardano al Lingotto e Spd
decisamente contraria. I cinquemila dipendenti dei due impianti Vauxhall in
Gran Bretagna sono sul piede di guerra. Ad Anversa, in Belgio, dov'è un altro
impianto Opel, si sentono a questo punto vittime sacrificali sull'altare del
grande gruppo dell'auto. Per non parlare dell'Italia, dove i sindacati chiedono
garanzie, tavoli di confronto e temono per le sorti di Termini Imerese e
Pomigliano. La partita della Fiat e di Sergio Marchionne somiglia sempre di più
ad un grande rompicapo, un puzzle dove sono tanti i tasselli che dovranno
andare a posto. Il primo, entro la fine del mese, è quello di Gm e del piano di
ristrutturazione che dovrà presentare entro quella data all'amministrazione
Usa. E probabilmente sarà anche il passaggio meno complicato. La prima
trasferta americana di Sergio Marchionne nell'era Fiat-Chrysler ha un doppio
obiettivo: da una parte rafforzare i contatti sul territorio con l'apparato
direzionale e operativo di Auburn Hills, dall'altro cercare una sponda decisiva
per proseguire la campagna di alleanze del Lingotto in Europa e nel mondo. Nel
mirino di Marchionne ci sono le attività europee di General Motors, Opel in
particolare, ma non solo, come puntualizza lui stesso rivelando «l'interesse»
per Saab. «Il marchio è troppo piccolo per competere da solo, potremmo unirlo
con un altro». Negli Usa inoltre Saab «ha anche una rete di vendita, sarebbe un
peccato lasciarsela sfuggire». La casa svedese apre a una trattativa ma precisa
che Fiat non compare ancora fra i 10 offerenti - case automilisitche cinesi,
fondi d'investimento e gruppi di investitori europei, che avrebbero avviato
ieri una due diligence - anche se i vertici del Lingotto avrebbero tenuto già
colloqui esplorativi con il governo di Stoccolma. In uno scenario di questo
tipo Marchionne punta a incassare l'approvazione dei vertici di Detroit
impegnati a loro volta in una lotta contro il tempo per evitare la bancarotta.
Ma spera anche nella benedizione di Obama, la seconda dopo quella del
matrimonio Chrysler. Con l'investitura di azienda e governo il ceo del Lingotto
tornerebbe in Europa più forte di prima per convincere gli scettici che quella
di Fiat è l'unica strada percorribile. In questo senso potrebbe essere
importante l'aiuto nel negoziato tra Gm e il sindacato Uaw che con il manager
italo-canadese ha instaurato un buon rapporto agevolando un'intesa sul
modello di Chrysler. Più complicato il rapporto con i sindacati europei. Mentre
il governo tedesco si è affrettato a far sapere che il piano del quale ha
parlato la Faz e smentito da Fiat, con la previsione di dieci impianti chiusi in
Europa, non è quello presentato da Marchionne lunedì, il versante tedesco si va
complicando. Il gruppo austro-canadese Magna ha infatti presentato il proprio
piano per un investimento nella casa tedesca, incassando il parere favorevole
del management e del consiglio dei lavoratori della società. Al tempo stesso,
un portavoce della russa Gaz ha confermato l'interesse del gruppo
automobilistico per la Opel, spiegando che il magnate Oleg Deripaska - al quale
fa capo la Gaz - è stato invitato a partecipare a una cordata di investitori
per rilevare la controllata Gm e sta valutando questa possibilità. Una cordata,
questa, che sarebbe guidata dalla Magna e vedrebbe anche la partecipazione
della banca russa Sberbank.
( da "Stampa, La" del
07-05-2009)
Argomenti: Obama
GIRANDOLA DI
INCONTRI DEL MANAGER NEGLI STATI UNITI. NEUTRALIZZATO L'OSTRUZIONISMO DEI
CREDITORI DISSIDENTI Passera conferma l'appoggio di Intesa: «Disponibili a
seguire quello che fanno» Marchionne al volante di Chrysler [FIRMA]FRANCESCO
SEMPRINI NEW YORK Sergio Marchionne guiderà Chrysler. E' lo stesso
amministratore delegato del Lingotto ad annunciarlo durante la sua quinta
trasferta americana nel giro di un mese. Il teorico dell'asse Torino-Detroit
prenderà il posto di ceo di Bob Nardelli portando a compimento l'operazione
transatlantica di cui è stato il regista. Giunto in Michigan per incontrare i
vertici di Chrysler e lavorare alla definizione dell'alleanza industriale, il
manager italo-canadese rompe gli indugi sull'onda delle buone notizie provenienti
da New York dove prosegue a ritmo serrato la «bancarotta chirurgica» di
Chrysler. Martedì, alle undici di notte, al termine di un'udienza di otto ore,
la Corte fallimentare di Manhattan ha dato il via libera alla procedura
accelerata di ristrutturazione, accordando il collocamento degli asset di
Chrysler attraverso un'asta nella quale Fiat avrà il diritto di precedenza
nella presentazione dell'offerta. Entro il 20 maggio potranno pervenire
proposte concorrenti, il 26 si deciderà l'assegnazione dei beni e il 27 ci sarà
l'udienza finale. Arthur Gonzalez, il giudice che presiede la procedura di
«Chapter 11», neutralizza così, per la seconda volta in 48 ore, l'ostruzionismo
dei creditori dissidenti (ai quali rifiuta anche la garanzia dell'anonimato) e
consente di compiere un altro passo in avanti verso l'alleanza tra le due
sponde dell'Atlantico. «La procedure di gara sono appropriate e necessarie»,
spiega Gonzalez. Una volta conclusa l'asta, la vendita dovrà essere completata
entro il 15 giugno, con un'estensione di 30 giorni per le autorizzazioni
necessarie. Gli asset di Chrysler, secondo il dossier depositato al Tesoro il
30 aprile, ammontano a 39,3 miliardi di dollari, contro 55,2 miliardi di
passività. Solo una parte di beni andrà a Fiat la cui proposta sembra aggirarsi
intorno ai due miliardi di dollari. In caso di assegnazione ad altro offerente
invece il Lingotto incasserà 35 milioni di dollari a titolo di risarcimento.
«E' giusto ed è anche l'unico accordo disponibile» per l'azienda, dice Grenhill
& Co, l'advisor finanziario di Chrysler. La società di Auburn Hills cederà
i propri asset a una nuova società controllata per il 55% dal fondo Veba per
conto del sindacato Uaw, per l'8% dal Tesoro americano, per il 2% dal governo
canadese secondo la ripartizione approvata dalla task force della casa Bianca.
Fiat entrerà con un 20% che sarà accresciuto sino al 35% in fasi successive.
Intanto il Lingotto incassa il sostegno delle banche italiane. «Siamo sempre
stati molto vicini alla Fiat che ha fatto grandi cose in questi anni - ha detto
ieri l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera - «Stanno
attuando un progetto che ridisegna il mondo dell'auto, sicuramente sarà un
progetto dove tutti sapremo essere più che disponibili a seguire quello che stanno
facendo». Per aiutare la ristrutturazione di Chrysler, Washington ha concesso
un prestito di 4,5 miliardi di dollari, finanziamento che ha ricevuto lunedì
sera il disco verde di Gonzalez. La Casa Bianca si dichiara «soddisfatta» del
via libera del tribunale: l'obiettivo dell'amministrazione Obama è di far uscire Chrysler dal Chapter 11 entro la scadenza dei
30-60 giorni. Quello di Marchionne, fiducioso del rispetto delle scadenze, è di
prendere in mano quanto prima le redini della Nuova Chrysler, più snella e
alleggerita del debito della precedente, per portare a compimento l'alleanza
col Lingotto e proseguire la campagna di alleanze con Gm Europe e Gm America
Latina.
( da "Stampa, La" del
07-05-2009)
Argomenti: Obama
Sarà Giulietta nella
sua Palermo "Il mio Romeo è nero e balla l'hip hop" La palermitana
Eleonora Abbagnato, acclamata prima ballerina dell'Opéra di Parigi, beniamina
del nostro pubblico anche televisivo dopo essere stata ospite a Sanremo, quando
invita gli amici a cena nella sua casa di Montmartre prepara pasta con il
broccolo «arriminato» (rimescolato, ndr): «Ricetta della nonna siciliana». Nel
tempo libero legge: «Sempre e solo Amélie Nothomb». Appena può, corre a
mangiare da Angelo, microristorantino in rue Saint Honoré: «Per me, la migliore
cucina italiana di Parigi». Si veste in Faubourg Saint Honoré, ma per le
occasioni ufficiali soprattutto Dolce & Gabbana. Gira per Parigi alla
guida, molto brillante, di una Mini nera. Rivela che i capelli biondi e gli
occhi azzurri non sono di origine normanna: «Vengono da mia madre, genovese, e
dai bisnonni veneziani». Spesso paparazzata in compagnia dei beautiful people,
ammette di avere un nuovo fidanzato: «Italiano. Ma non dico chi è neanche sotto
tortura». Paparazzi all'erta: volete che non vada a trovarla a Palermo dove,
dal 15 al 21 maggio, sarà protagonista di Romeo e Giulietta nella nuova
coreografia di Luciano Cannito al Teatro Massimo? La novità è che qui Romeo è
un nero, Rubinald Pronk, del Dutch National Ballet. Un Romeo extracomunitario?
«No. Semplicemente Cannito ha pensato che nell'era di Obama un Romeo nero poteva benissimo
starci e accentuare così il contrasto fra Capuleti e Montecchi. Ma
l'ambientazione è tradizionale, la musica quella di Prokofiev, la coreografia
molto classica. Ricorda Nureyev: superata la difficoltà dei passi, bisogna
lasciarsi andare al ruolo». Ma c'è anche dell'hip hop, giusto? «Sì,
Benvolio è Gugu da Graça, un ballerino che Luciano ha visto danzare per strada
e ha voluto assolutamente». In Italia lei è un personaggio mediatico, fra
Sanremo, Il treno dei desideri, I sogni son desideri, Domenica in, a Canale 5
con Ficarra e Picone con cui ha anche girato un film. Cosa dicono all'Opéra?
«Ho avuto fortuna, mi hanno lasciato la libertà di andare. All'epoca di Nureyev
era molto più difficile: Sylvie Guillem dovette abbandonare la compagnia». È
per queste «intemperanze» che non la nominano étoile? «L'Opéra mi ha dato
tantissimo. Splendidi ruoli da étoile, incontri con i massimi coreografi di
oggi. Sono soddisfatta così. In Francia l'ultimo ballerino personaggio
mediatico è stato Patrick Dupont. Noi abbiamo Roberto Bolle, in passato la
Ferri e la Fracci. Io so che dò fastidio perché ho una carriera altrove. Forse
al ministero della Cultura storcono il naso». O non sarà il solito pregiudizio
nei confronti di les italiens? Siete in quattro, all'Opéra: lei, Alessio
Carbone, Simone Valastro e Francesco Vantaggio. «Sono qui dal '92 e mi
piacerebbe tornare più spesso in Italia. Ho chiesto un'aspettativa di tre mesi
a settembre. Poi tornerò per La dame aux camélias di Neumeier, uno dei miei
ruoli preferiti». Intanto da noi ci sono altri impegni. Il Festival di danza
siciliano che, a luglio, coinvolge i teatri antichi siciliani. «Il progetto dei
teatri antichi me l'ha proposto l'assessore regionale alla Cultura, Antonello
Antinoro. Gli spettacoli si svolgeranno ad Agrigento, Taormina, Solunto e
Eraclea». E Bari? «Sono stata a visitare il Petruzzelli, che per complessi
motivi politici non è ancora aperto. Un posto splendido dove sono passati tutti
i grandi, dove Baryshnikov e la Ferri hanno girato Dancers di Herbert Ross. Mi
hanno proposto di occuparmene dalla prossima stagione». Ballerina che legge la
Nothomb: cosa c'è di vero nel Dizionario dei nomi propri, dove un'allieva di
danza è spinta all'anoressia dalle sue insegnanti? «Nulla, è un'esagerazione.
Il problema dell'anoressia fra le ballerine deriva da altri traumi, che
precedono la danza. Magari nasce in famiglia. Una ballerina deve nutrirsi in modo
corretto per il dispendio enorme di energie che la danza richiede». Anche con i
broccoli «arriminati» della nonna? «Certo. E la pasta al forno, gli arancini,
le panelle». La caponata? «Sì, ma mia nonna ne fa una versione senza
agrodolce». Quanto tempo libero lascia la danza? «Pochissimo. All'Opéra si
entra al mattino e si esce alle sette di sera. Se non c'è spettacolo.
Altrimenti si arriva a casa a mezzanotte». Altre ballerine in famiglia? «La
figlia di mio fratello, piccolina, vorrebbe. Mia madre quando l'ha saputo è
stata netta: ne basta una!». All'età di sua nipote lei sapeva già quel che
avrebbe fatto da grande. «Se non avessi fatto la ballerina sarei stata una
donna di casa. Pulire, seguire i bambini e preparare cena a mio marito. In
questo sono profondamente sicula». E se Berlusconi le proponesse una
candidatura? «L'unica ballerina impegnata in politica che conosco è la
Zacharova. La politica non fa per me».
( da "Repubblica.it"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
KABUL - Il bilancio
non è ancora chiaro. Quello che è certo è che nei raid aerei statunitensi nella
provincia di Farah, nell'ovest dell'Afghanistan, hanno perso la vita tantissimi
civili. Una cifra esatta non c'è, ma sia la Croce Rossa che la polizia locale,
parlano di un centinaio di morti "tra cui molti civili". Una conferma
arriva da alcune fonti locali (citate dal britannico The Guardian) che
raccontano di camion carichi di cadaveri arrivati a Bala Baluk, capoluogo della
provincia. La portavoce della Croce Rossa Jessica Barry riferisce che alcuni
componenti dell'organizzazione hanno visto case distrutte e decine di corpi: "C'erano
donne e bambini. A quanto pare, stavano cercando riparo nelle case quando sono
stati colpiti". Barry ha precisato che tra le vittime ci sono un
volontario della Mezzaluna Rossa afgana e 13 componenti della sua famiglia. Il
governatore Rohul Amin ha motiovato la morte dei civili con il fatto che i
miliziani avevano trovato riparo nelle abitazioni, che sono state bombardate.
Sulla vicenda è stata aperta un'indagine congiunta afgano-americana. Una
delegazione composta da rappresentanti dell'Onu, dell'esercito statunitense e
del ministero dell'Interno di Kabul si è recata nell'area dei raid. Le forze a
guida Usa hanno ammesso di essere state coinvolte in combattimenti e incursioni
aeree nella zona, iniziati lunedì e proseguiti ieri. E proprio per evitare che si
ripetano simili tragedie, gli Stati Uniti collaboreranno con il Pakistan e
l'Afghanistan nella lotta al terrorismo, per sconfiggere al Qaeda e i suoi
alleati. Così si è espresso Barack Obama al termine dell'incontro alla Casa
Bianca con i presidenti afghano Hamid Karzai (che ha commentato quanto accaduto
parlando di "un massacro ingiustificato e inaccettabile") e pakistano
Asif Ali Zardari. Obama ha
confermato l'impegno degli Stati Uniti e ha ribadito la necessità di più truppe
e risorse nella regione (si appresta a inviare 21.000 militari di
rinforzo in Afghanistan) anche se, ha detto, ci saranno altre violenze e
insuccessi. OAS_RICH('Middle'); E il segretario di Stato Hillary Clinton si è
scusata per la strage di civili, "esprimiamo un profondo rincrescimento
per questa perdita", ha detto. Intervenuta in conferenza stampa insieme a
Karzai e Zardari, Clinton ha dichiarato che per riportare la pace nella regione
serve un sforzo "di tutto il governo" che vada oltre il solo sostegno
militare. (6 maggio 2009
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima
Pagina Il lavoro L´istruzione La Borsa Parla il presidente
americano Obama: "La
mia ricetta contro la crisi" SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 14 - Esteri
Raid americani in Afghanistan strage di donne e bambini: 100 morti Bombardato
il confine con l´Iran. Kabul: "Inammissibile" La preoccupazione del
contingente italiano di stanza a Farah, la provincia del massacro I vertici militari
Usa si giustificano Ma Washington esprime il suo "profondo rimorso"
GIAMPAOLO CADALANU DAL NOSTRO INVIATO FARAH - Sotto la tenda del 187esimo
paracadutisti Folgore a Farah il colonnello Gabriele Toscani De Col indica
sulla carta i distretti colorati in rosso: le zone più calde della provincia,
sotto amministrazione italiana ma a controllo militare americano. Il livello
rosso è quello di massima minaccia nella scala usata dai militari Isaf. Ed è
proprio in uno dei distretti rossi che le truppe americane hanno colpito duro
lunedì e martedì, nelle stesse ore in cui il comandante italiano illustrava la
situazione nella provincia a una delegazione del Parlamento di Roma. Almeno
cento civili sono stati uccisi dai raid statunitensi, lamenta Rohul Amin,
governatore della provincia, segnalando che la gente dei villaggi ha portato
una trentina di corpi direttamente nel suo ufficio, per togliere ogni dubbio
sul massacro. Durante la battaglia, dice Amin, i Taliban cercavano di ripararsi
fra la popolazione locale. Una conferma è arrivata dalla Croce rossa: «Quando
la nostra squadra ha raggiunto i primi villaggi colpiti, ha visto decine di
cadaveri, con tante donne e bambini», ha detto Jessica Barry, portavoce del
Comitato internazionale. Zona dell´attacco, il distretto di Bala Baluk,
considerato zona "rossa". Secondo testimonianze locali raccolte dal
Guardian, bambini, donne ed anziani si erano rifugiati in un piccolo centro, il
"villaggio di gerani", per sfuggire ai combattimenti tra Taliban e
l´esercito nazionale afgano. Ma le case in cui si erano rifugiati sono state
spazzate via dalle bombe sganciate dai cacciabombardieri Usa. All´Associated
Press l´ex sindaco di Bala Baluk, Mohammad Nieem Qadderdan, ha parlato di
"decine di cadaveri": «La gente scavava nelle macerie con le pale e
le mani». Secondo Qadderdan, il bilancio «è peggiore di Azizabad», dove in
agosto un raid dell´aviazione Usa causò la morte di 90 civili. I vertici
militari Usa, come sempre, non confermano le vittime civili. «Siamo intervenuti
a difendere le truppe governative afgane», dice il colonnello Greg Julian. Dopo
la notizia del massacro, in un primo tempo il portavoce del Dipartimento di
Stato ha ripetuto ancora una volta che «le forze Usa e quelle della coalizione
internazionale fanno tutto il possibile per evitare perdite civili durante le
operazioni contro "insurgents" e terroristi». Poi è intervenuta
direttamente Hillary Clinton a correggere la linea esprimendo «profondo
rimorso» e promettendo il massimo impegno per evitare in futuro altre perdite
di civili. La Clinton era a fianco del presidente afgano Hamid Karzai, il quale
ha ordinato un´inchiesta sul massacro, definito «inaccettabile e
ingiustificabile», annunciando che dell´argomento discuterà
oggi con Barack Obama. Con
la Clinton c´era anche il pachistano Asif Ali Zardari: anche Islamabad è
impegnata in una campagna militare contro i Taliban: ieri le truppe pachistane
hanno ucciso 30 militanti, ma gli scontri nella zona di confine continuano.
L´attenzione però resta sulla zona della strage: stando al colonnello Toscani,
Bala Baluk non è uno dei due distretti "ceduti" all´inizio dell´anno
dal quadrante Ovest (ad amministrazione italiana) e passati sotto completo
controllo Usa. Anzi, è proprio zona di maggior impegno del nostro contingente:
proprio qui in febbraio gli alpini della Julia avevano aperto un avamposto,
base Tobruk, ospitata accanto a un vecchio arsenale dei Taliban. Insomma, Bala
Baluk è un distretto dove la responsabilità prevalente è del nostro paese. Ora
però la conferma che l´atteggiamento delle truppe Usa non è cambiato, ed è
rimasto quello del "pugno di ferro" dell´era Bush, la missione per il
contingente italiano nella provincia di Farah diventa più delicata. E la rabbia
causata dal massacro americano potrebbe aumentare i pericoli anche per i nostri
soldati. Gli unici a guadagnarci saranno i capi Taliban di questa zona: Baz
Mohammad, mullah Mustafa, Gholam Yayha Akbari, che controllano un migliaio di
miliziani ciascuno e non si fanno scrupoli di farli nascondere in mezzo ai
civili.
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 15 - Esteri
La scelta Parla Fatima, nipote ribelle di Benazir: "Mio zio porta il
Pakistan alla rovina" "Ma io, erede dei Bhutto, vi
avverto a Islamabad il governo è corrotto" Obama deve scegliere fra la democrazia reale e la corruzione. Finché
darà soldi a Zardari, i partiti laici non potranno crescere FRANCESCA CAFERRI
Dire quello che pensa non l´ha mai spaventata. Lo ha fatto quando sua zia,
Benazir Bhutto, era all´apice del potere. Torna a farlo oggi che suo zio
Asif Ali Zardari, colui che a più riprese ha accusato di corruzione e di
coinvolgimento nella morte del padre, è il presidente del Pakistan. Fatima
Bhutto, 27 anni, giornalista e scrittrice, secondo le cronache rosa
sentimentalmente legata a George Clooney, ma soprattutto nipote di Benazir - è
la figlia del fratello Mir Murtaza, misteriosamente ucciso nel 1996, quando la
sorella era Primo ministro e lui le contendeva l´eredità politica del Partito
popolare fondato da Zulfiqar Ali Bhutto - è da sempre l´anima ribelle della
famiglia più potente del Pakistan. Negli ultimi giorni ha attaccato lo zio
dalle colonne del Daily Beast, uno dei più famosi giornali on line americani:
«è il capo di un governo corrotto, sta portando il paese allo sfacelo. Obama deve smetterla di appoggiarlo e finanziarlo». Signora
Bhutto, suo zio è a Washington per chiedere soldi e sostegno nella lotta contro
i Taliban. Lei dice che non andrebbero concessi: perché? «Basta guardare cosa
ha fatto. Un anno fa i Taliban pachistani quasi non esistevano. Oggi
controllano una parte del paese e il governo ha ceduto loro permettendo che in
Swat fosse applicata la sharia. Ora i militari promettono di agire: e fino ad
ora cosa hanno fatto? Dove sono i milioni di dollari già mandati dagli americani?
I Taliban avanzano e il Pakistan, potenza nucleare, fallisce la lotta contro la
poliomielite perché non c´è l´energia elettrica sufficiente per conservare i
vaccini». Ammetterà che ci sono poche alternative: sua zia Benazir sembrava una
speranza, ma è morta e lo scettro è al marito... «Non ci sono alternative
perché se gli Stati Uniti continuano a finanziare il Ppp o il partito di
Sharif, non potrà mai svilupparsi nessun altro movimento. Come fa un gruppo
laico a confrontarsi con un partito che, solo negli ultimi mesi, ha ricevuto
1,5 miliardi di dollari dagli Stati Uniti? Ci sono tanti politici in gamba in
Pakistan: gli americani dovrebbero guardare a loro. Obama
deve scegliere: appoggiare la democrazia reale o la corruzione». Lei stessa
parla da politico: si impegnerà in prima persona? «No. Assolutamente. Il
problema del Pakistan è che il potere è controllato sempre dalle stesse
famiglie. Se mi candidassi alimenterei il circolo». Però lei ha un potere
sconosciuto a molti politici: scrive sui giornali americani, è ascoltata in
tutto il mondo. Cosa ha da dire all´amministrazione Obama?
«L´America dovrebbe capire che è anche nostro interesse combattere il
terrorismo, non solo suo. E che se continua a bombardare il territorio
pachistano la gente penserà che questa è la guerra dell´America contro di noi,
non la nostra contro il terrorismo. Abbiamo un milione di rifugiati interni,
milioni di poveri: direi a Obama che queste sono le
questioni che deve affrontare se vuole fermare i Taliban. E che il governo non
lo sta facendo. Non ci sono scuole, e le famiglie mandano i bambini nelle
madrase. Non ci sono ospedali, e i Taliban hanno medici. Non esiste un sistema
giudiziario: e dunque la sharia è meglio di nulla. Possibile che gli Stati
Uniti non lo vedano?». Ha mai provato a parlarne al presidente Zardari? «Con
lui non parlo. Lo ritengo personalmente coinvolto nella morte di mio padre. E
lui lo sa benissimo».
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 15 - Esteri
Usa, Karzai e Zardari a rapporto "Uniti nella lotta al terrorismo"
Hillary Clinton: "Impegno molto promettente" I due presidenti:
"Siamo Paesi gemelli, minacciati da un nemico comune" ALBERTO FLORES
D´ARCAIS dal nostro inviato NEW YORK - Due incontri bilaterali, poi un vertice
a tre con i presidenti di Pakistan e Afghanistan. Nel giorno del raid americano
contro i Taliban, Obama ha preso
di petto quello che alla Casa Bianca viene chiamato l´«Afpak», insieme all´Iran
il grande problema di politica internazionale che turba i sonni del Pentagono e
della diplomazia Usa. Un incontro che (almeno a parole) sembra aver soddisfatto
tutti: la Casa Bianca, che aveva più volte richiamato i due preziosi alleati ad
un maggiore impegno nella lotta contro i Taliban e Al Qaeda, Karzai e
Zardari - considerati dall´amministrazione Usa deboli e a volte inaffidabili -
perché ottengono la riconferma dal potente alleato. A parole sia Zardari che
Karzai sono perfettamente d´accordo per una linea di condotta «comune» con gli
Usa, di cui hanno discusso (prima di incontrare Obama)
con il Segretario di Stato Hillary Clinton. «Afghanistan, Pakistan e gli Stati
Uniti sono tutti vittime del terrorismo, come lo è il mondo intero, il popolo
del Pakistan è fermo nel confrontare la minaccia comune dei Taliban e di Al
Qaeda insieme a quello afgano e americano», dice Zardari; Karzai gli fa eco («massima
collaborazione, siamo come due Paesi gemelli, uniti contro una minaccia
comune») assicurando totale collaborazione. Un atteggiamento che Hillary ha
definito «molto promettente» e (comparendo a sorpresa durante l´abituale
briefing con i giornalisti alla Casa Bianca) «molto significativo». Karzai,
forte di una rielezione sicura il prossimo agosto, e Zardari, che si è
presentato a Wasghington giocandosi la carta della recente offensiva contro i
Taliban, ringraziano. Restano però i timori per una escalation militare non più
rinviabile. Obama chiede che alle parole seguano fatti
concreti, e ha manifestato ai due presidenti l´insoddisfazione degli Stati
Uniti per come stanno andando le cose. Il Pakistan è una potenza atomica e gli
Stati Uniti non possono accettare che ci sia anche solo una remota possibilità
che l´arma nucleare possa finire nelle mani dei terroristi islamici. A Zardari,
Obama chiede dunque un preciso impegno. «Il presidente
è profondamente preoccupato per la situazione della sicurezza, questa è la
ragione per cui stiamo inviando nuove truppe in Afghanistan, di questo
parleremo sia con gli afgani che con i pachistani», ha detto il portavoce della
casa Bianca Robert Gibbs, poco prima dell´incontro. Obama
intende costruire un´alleanza regionale stabile con tutti e due i Paesi, una
strategia che ripercorre in buona parte le tappe compiute dall´amministrazione
Bush all´indomani dell´11 settembre. Con la differenza - data la diversa
situazione rispetto a otto anni fa - che vuole che gli eserciti dei due Paesi
siano a pieno titolo protagonisti della guerra contro i gruppi legati ad Al
Qaeda. Fino ad oggi per la Casa Bianca uno dei problemi era proprio
rappresentato dai leader dei due Paesi. Sia Karzai che Zardari sono considerati
deboli, sono impopolari in patria e (almeno finora) non sono stati in grado di
fronteggiare la crescente forza dei Taliban, che stanno conquistando spazio e
popolarità sia in Afghanistan che in Pakistan. La settimana scorsa il
Dipartimento di Stato aveva messo in guardia i due governi alleati, sostenendo
che Al Qaeda continua ad avere «santuari sicuri» nelle cosiddette zone tribali
lungo il confine. Anche l´accordo tra il governo di Islamabad e gli integralisti
islamici della valle dello Swat non era andato giù alla diplomazia Usa (e al
Pentagono) che vedono con preoccupazione la creazione di un avamposto
estremista a soli
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina XVII - Roma
Immagini da un mondo malato di povertà In mostra al Museo di Roma gli scatti
che hanno vinto quest´anno il prestigioso premio di fotogiornalismo: fatti di
cronaca, volti, emblemi della crisi economica Ma qualcuno racconta la speranza:
come la foto dei coniugi Obama, fianco a fianco durante la campagna elettorale FRANCESCA
GIULIANI Si aprono gli occhi su un nuovo tipo di guerra, quest´anno, osservando
le immagini del World Press Photo, probabilmente il più importante premio di
fotogiornalismo al mondo, giunto alla 52 esima edizione e in mostra da domani
al Museo di Roma in Trastevere. La foto dell´anno, scelta fra 96.268
presentate da 5.508 fotografi di 124 nazionalità, coglie l´attimo in cui un
poliziotto si fa largo in un quadro di macerie, puntando la pistola contro una
porta sbarrata. è teso, terrorizzato mentre entra in una casa lasciata dai
proprietari strangolati dal mutuo e poi occupata da senzatetto, che la forza
pubblica deve mettere sotto sequestro. L´immagine è resa in un bianco e nero
violento, misterioso come il clou di un film d´azione che rappresenta invece la
dura realtà dei giorni - era marzo - dell´ultima grande crisi (anche)
americana; il suo autore Anthony Suau (1956, già premio Pulitzer) ha realizzato
il reportage per Time Magazine a Cleveland, nell´Ohio. è sua l´immagine simbolo
del WPP 2009: e non arriva da un angolo di mondo dimenticato, non da un paese
esotico o remoto dove si muore di fame. Quest´anno i fotografi World Press
documentano un mondo malato di povertà e solitudine, con immagini che arrivano
spesso dagli Stati Uniti e spaziano dai volti desolati di chi cerca lavoro
nelle strade di New York agli sguardi allucinati di un gruppo di bambini che,
sul cammino per la scuola, trovano la giovanissima mamma di un compagno a terra
in un lago di sangue, siamo nel Salvador, dove le bande criminali dilagano
veramente e dieci persone vengono uccise - in media - ogni giorno. Tra le più
feroci, la scena della morte di Thiago de Lima, un ragazzo di 21 anni, esanime
in terra a Recife, nel Brasile nord orientale: intorno a lui non c´è cordoglio,
non c´è dolore ma un gruppo di persone della sua età che ride, gioca,
chiacchiera spensierata (la foto è di Eraldo Peres). L´obiettivo dei reporter è
entrato (per essere poi premiato in una delle molte categorie del WPP) nella
casa e nella vita di Diana Jarron, madre single con sette figli e in quella di
Janet McDonald che alleva da sola tre gemelli di nove anni. Sono storie di vita
quotidiana, ritratti nudi di difficoltà e fatiche infinite. Poi i tanti fatti
di cronaca. Il terremoto in Cina, la guerra fra Russia e Georgia per la secessione
dell´Ossezia, le violenze scoppiate in Kenya, gli attacchi terroristici in
India, i migranti di Lampedusa, lo sfruttamento delle giovani donne africane in
Francia. E un angolo d´Italia che si chiama Fondo Fucile, vicino a Messina,
dove la gente vive in baracche d´amianto dalla fine della guerra: la dignità
della povertà, il dramma della rassegnazione nelle foto di Massimo Siracusa. è
un mondo sfinito, messo alla prova: a scorrere questo libro di grande
giornalismo si scovano però alcuni, pochi scatti che commuovono e accendono la
speranza. Come quello in cui Barack Obama e sua moglie
sono fianco a fianco nei giorni della campagna elettorale, di fronte agli loro
elettori che aspettano e guardano a occhi aperti verso il futuro. World Press
Photo, Museo di Roma in Trastevere, piazza Sant´Egidio 1/b dall´8 al 28 maggio.
Tutti i giorni 10-20. Info 060608.
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina XVII - Milano
"Tibet e nucleare, le mie battaglie di oggi" La mia generazione
parlava di amore. Come fa oggi Obama, che crede nella
speranza Milano? Ricordo un duetto in tv con Ron: io dovevo cantare in
italiano, fu un disastro MASSIMO PISA «Alla fine ti devi arrendere al tempo.
Tutte le generazioni prima o poi devono farlo. Ma non è un´ammissione di
sconfitta: quello che fai ha un significato, i tuoi ideali restano per chi
viene dopo». La voce roca, amichevole e rilassata di Jackson Browne non
tradisce nostalgie. A 61 anni c´è ancora tempo per battaglie - l´ultima, contro
l´uso di Running on empty da parte di John McCain in campagna elettorale, è
ancora in tribunale - e cause da difendere: Cuba, il Darfur, l´ambiente, il
Tibet, il no al nucleare. E per un disco («li chiamo ancora album, alla vecchia
maniera»), Time the conqueror, molto West Coast, molto browniano, politico e
privato insieme, che sarà al centro del concerto di stasera (sold out) al Ciak-Fabbrica
del Vapore. Il tempo conquistatore. Era quello il significato della sua barba
bianca, ora rasata, sulla copertina? «Era una sfida. Nel rock´n´roll tutti
vogliono vendere la propria immagine. Con un buon fotografo, il computer e le
luci giuste puoi fare miracoli. Io non ne ho più bisogno». Dylan è al numero
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina X - Firenze
Felipe pronto a tornare ma senza chiedere scusa "Sono fatto di carne, Dio
mi capirà" Il personaggio "Star fuori è stato difficile, ma mi fa
piacere che la squadra sia riuscita a far bene" BENEDETTO FERRARA Non ne
vuole parlare. Ma come si fa a far finta di niente? Sarebbe
come incontrare Obama e non
fargli una domanda sulla recessione economica. Ma questo Felipe Melo lo sa
bene. E anche la società, che gli ha dato una mano a recuperare due delle
cinque giornate di squalifica con un ricorso e affidando poi alla creatività
individuale autorevoli (e anche meno autorevoli) commenti mediatici. E
cosa dice adesso il pezzo meglio del centrocampo? Questo ragazzone molto
simpatico, molto credente, e anche, diciamolo, molto più fight club che fair play?
Eccolo. Felipe, pensa di dover chiedere scusa a qualcuno? «No, perché non ho
fatto niente per dovermi scusare. Ma non parlo di quello che è successo». Ma
cosa è accaduto esattamente nel tunnel tra lei e Lopez? «Niente. Ci siamo
scambiati i numeri di telefono... via, lasciamo stare». E se dovesse essere
provocato un´altra volta come si comporterebbe? «Nello stesso modo ma non
capiterà più». Lei è molto credente. Almeno con Dio si sarà scusato. «Sulla
Bibbia c´è scritto di porgere l´altra guancia. Ma io sono fatto di carne e di
sangue e a casa ho tre figli. Io sono un uomo con le sue debolezze e quindi Dio
sicuramente ha capito». E i suoi compagni? «Sì, tutti. Loro mi sono stati molto
vicini». Com´è stato vedere le partite dalla tribuna? «Difficile. Non è bello
soffrire fuori dal campo. Però sono contento del fatto che la Fiorentina ha
fatto bene anche senza di me». Sincero? «Sì. Senza Felipe e senza Mutu ha
comunque fatto grandi prove, e questo significa che è una grande squadra». Però
lei serve. Eccome. Felipe Melo è una delle più belle sorprese di questo
campionato. «Diciamo che neanche io mi aspettavo di arrivare in Italia e di
riuscire subito a farmi valere. C´è una grande differenza tra la media del
calcio spagnolo e quella del calcio italiano. Sono davvero soddisfatto. Qui ho
imparato tante cose. E ho conquistato la nazionale». Tra l´altro ha incontrato
Dunga poco tempo fa. Cosa vi siete detti? «Abbiamo parlato molto ma non di
calcio». E di cosa, allora? «Di Firenze, lui dice che è migliorata. E del ristorante
del Poggio Imperiale che lui frequentava in passato e io adesso». Della corsa
Champions cosa dice? Firenze sogna il terzo posto? «Noi dobbiamo pensare a
vincerle tutte e basta». Lei ha un fratellino calciatore di diciotto anni. «Sì,
gioca nel Volta Redonda e ha il mio stesso ruolo». Lo consiglierebbe alla
Fiorentina? «Sì, ma per il futuro. Ora ci servono giocatori di grande qualità
per la Champions... se riusciamo a prenderla, chiaro».
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
XVIII - Genova Il dibattito Palazzo Rosso Obama svolta in
Oriente Una stagione di novità Debutta Arte e Aperitivo C´è più gusto nel museo
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 16 - Esteri
Massacri a Gaza, l´Onu accusa Israele Peres: "Rapporto fazioso e
inaccettabile" VINCENZO NIGRO ROMA - All´improvviso in Medio Oriente tutto
sembra ripartire a velocità caotica e accelerata, su mille tavoli e più
livelli. La notizia più "rumorosa" è quella di Israele che rifiuta
con forza il rapporto Onu che condanna la condotta dei suoi soldati durante la
guerra di Gaza. «E´ un rapporto scandaloso e fazioso», dice il presidente
Shimon Peres del testo di una commissione tecnica Onu. Il "Board of
investigation" ha preso in esame 9 casi in cui l´esercito di Israele ha
colpito uffici Onu a Gaza, uccidendo spesso personale internazionale o civili.
«Israele non chiederà mai scusa per aver difeso le sue donne e i suoi figli»,
dice Peres, «siamo furiosi, non c´è alcuna menzione di Hamas: se loro non
avessero lanciato razzi tutto questo non ci sarebbe stato». La commissione
nominata da Ban Ki-moon, con la quale Israele aveva collaborato, ha ritenuto
Israele colpevole di 6 dei 9 casi investigati. «Noi abbiamo rispetto per il
segretario generale, ma non accettiamo una parola di questo rapporto», ha
chiuso Peres. E lo stesso Ban ha accettato di lasciar raffreddare le cose, ricordando
che il "board" da lui nominato non è una corte di giustizia, e quindi
gli effetti del rapporto saranno nulli, a meno che non monti una campagna
internazionale contro Israele. Il rapporto è stato presentato l´altro ieri sera
e per il momento la campagna anti-israeliana non è partita: la verità è che
quasi tutti i protagonisti in Medio Oriente sono impegnati in un gioco
semi-sotterraneo rapido e complicato. Ieri è riemerso dopo mesi di eclisse
politica Tony Blair, inviato del Quartetto per il Medio Oriente. Blair ha detto
che è in preparazione una «nuova strategia», un piano che dovrebbe essere
ufficialmente varato da Usa, Russia, Onu e Ue tra cinque o sei settimane.
L´input alla revisione delle carte del Quartetto l´ha dato l´amministrazione Obama, che ha suggerito anche ai suoi partner arabi più moderati e
influenti (Egitto e Arabia Saudita) di mettere mano anche alla revisione del
famoso "piano arabo" del 2002 che nacque su iniziativa saudita. Blair
ha detto il piano del Quartetto sarà finalizzato dopo i colloqui che Obama avrà questo mese con i leader
politici arabi e israeliani. Del piano arabo, invece, il quotidiano
Al-Quds Al-Arabi scrive invece che i leader arabi moderati stanno rivedendo le
loro idee per renderle più accettabili a Israele. Il nuovo piano prevederebbe
uno Stato palestinese smilitarizzato con capitale a Gerusalemme est, la Città
Vecchia proclamata "zona internazionale" e l´assorbimento nei paesi
di residenza dei profughi palestinesi, ad eccezione di una piccola parte che
entrerà nel nuovo stato Stato palestinese. Sarebbe di fatto una rinuncia a quel
"diritto al ritorno" per i profughi palestinesi costretti a lasciare
la loro terra, una rinuncia che di fatto riconoscerebbe il diritto di Israele
ad esistere come Stato ebraico nei confini che verranno definiti dagli accordi
di pace.
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 26 - Economia
Marchionne:"Sarò ad della Chrysler" Il tribunale Usa accelera la
vendita degli asset a Fiat. Fusione Porsche-Volkswagen SALVATORE TROPEA TORINO
- «Sarò io l´amministratore delegato della Chrysler». Sergio Marchionne annuncia
di essere lui il futuro ad della nuova società che nascerà dalle ceneri della
più piccola delle big tree dell´auto americana. Lo fa nel giorno in cui il
tribunale di New York decide di dare disco verde all´iter accelerato per la
vendita, mediante asta, di gran parte degli asset della Chrysler che vede la
Fiat come principale acquirente. è questo un passo avanti importante, accolto
con soddisfazione dalla Casa Bianca, che fa dire all´ad del Lingotto di essere
«fiducioso sull´uscita dal Chapter 11 entro 60 giorni» e che potrà avere una
ricaduta sulla partita in corso tra Detroit e Berlino per il futuro della Opel,
protagonisti questa volta il Lingotto e la sua ex alleata Gm, a un tavolo
attorno al quale si affollano molti pretendenti. Tutto questo accade mentre,
sempre dalla Germania, arriva la notizia della fusione tra Porsche e Volkwagen
, a conferma che è ancora in atto la grande manovra che sta ridisegnando la
mappa dell´industria mondiale dell´auto. Ma cominciamo dall´America, dove
ancora si trova Marchionne impegnato a convincere Gm che nel capitolo Opel può
e deve starci anche la sua «provincia» sudamericana. Nella sfida contro il
tempo per la bancarotta-lampo della Chrysler, Arthur Gonzalez sta confermando
la sua fama di giudice imparziale, efficiente e la cui fama di incorruttibile è
legata ai processi Enron e WorldCom. Obama aveva concesso un limite di 30 o al massimo 60 giorni in modo da
non esporre Chrysler a rischi di deterioramento irreversibile. E puntualmente,
meno di una settimana dopo è arrivata la decisione che fissa il 20 maggio come
limite entro la quale far pervenire le offerte e il 27 come data per decretare
il vincitore. La proposta su cui si è espresso Gonzalez è la cessione da
parte di Chrysler di tutti gli asset a una Newco, ovvero una società controllata
da Fiat, dal sindacato della Union Auto Worker , dal Tesoro americano e dal
governo canadese. Gonzalez ha anche deciso di consentire a Chrysler l´accesso
al finanziamento del governo per 4,5 miliardi di dollari a condizione che entro
60 giorni si completi la vendita degli asset. Con ciò si garantisce la
continuità produttiva dell´azienda e si accorcia sensibilmente la strada verso
la sua uscita dal Chapter 11. Adesso Fiat è più vicina all´obiettivo americano
mentre in Germania si allarga la contesa per le «spoglie» della Opel. Sulla
scena ci sono sempre la russa Gaz che ha confermato il suo interesse
ufficialmente, i sindacati di Ig Metall, che hanno chiesto al governo tedesco
una partecipazione, la Magna e non meglio precisati fondi sovrani. Mentre
dall´America Marchionne fa sapere di essere «in partita» per la svedese Saab,
definendo il marchio «un´opportunità interessante» anche perché dispone di una
rete di vendita in Usa che «sarebbe un peccato lasciarsi sfuggire». In questa
rivoluzione dell´auto si è inserita ieri la notizia che le famiglie Porsche e
Piech, comproprietarie di Porsche, hanno raggiunto un accordo per la fusione
con Vw. Ciò vuol dire dieci marchi sotto la stessa bandiera. Un´operazione,
questa, che spiega ancor meglio il perché della strategia di Marchionne.
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 47 - Cronaca
Impegnati, pronti a rischiare, più autonomi: sono i Millennials, i ragazzi
diventati maggiorenni in questo secolo I sociologi della Cattolica disegnano la
mappa dei nuovi giovani. Quelli che negli Usa hanno fatto
vincere Obama La carica dei
ragazzi che salveranno il mondo Superato lo shock di essere i primi a
immaginare una vita peggiore di quella dei genitori Cresciuti in piena
globalizzazione sono considerati "la vera grande risorsa del Paese"
(SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 42 - Economia
Gli Stati Uniti batteranno la crisi se riusciranno a mettere un freno alle
follie della finanza, a regolare i mercati, a preparare una generazione di
lavoratori altamente istruiti e specializzati. Parola del capo della Casa
Bianca che qui spiega la sua ricetta per l´economia e ammette: "Non so se
tutto quello che facciamo funzionerà, ma restare fermi è impossibile"
L´importanza di avere poteri regolatori forti: ma anche le imprese siano
responsabili "Tim Geithner e Summers sono in grado di affrontare grandi
emergenze economiche" (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 8 - Interni
Berlusconi: "La mia popolarità sale affronto il divorzio con classe"
La battuta: amo le finlandesi maggiorenni. E attacca i media La battuta: amo le
finlandesi maggiorenni. E attacca i media «L´ammirazione degli italiani è
importante, ho la popolarità e l´ammirazione di tre persone su quattro, il 75%.
Non male» «Giovane, bello e anche abbronzato era un
complimento per Barack Obama, e lui ha capito». GIANLUCA LUZI ROMA - «Il divorzio è qualcosa
di doloroso, sempre. Penso che dovrebbe essere un fatto privato, sul quale
nessuno dovrebbe avere il diritto di intervenire». L´offensiva mediatica del
Cavaliere non conosce soste né confini. Dopo aver convinto il suo
pubblico dal confortevole salotto televisivo di Bruno Vespa (con uno share
record del 33,6 per cento e punte del 44), ieri si è autopromosso a France 2,
che ha trasmesso l´intervista nel tg delle 20, dicendo che anche una vicenda
difficile come lo scontro coniugale non avrebbe intaccato la sua popolarità,
anzi: «Gli ultimi sondaggi, al contrario di quello che si può pensare, mostrano
ancora un aumento di popolarità per come ho affrontato, direi con una certa
classe, questo fatto». In realtà un sondaggio commissionato dallo stesso
Berlusconi dopo la vicenda della festa a Casoria e l´accusa della moglie di
«frequentare minorenni», dimostra che il calo c´è stato, un meno due per cento
nelle intenzioni di voto che alla vigilia delle europee non può non preoccupare
chi vuole «battere il record mondiale delle preferenze». Ma Berlusconi ostenta
una enorme sicurezza sul fatto che la tempesta coniugale non gli porterà danni,
anche dopo le bacchettate dei vescovi che lo vogliono «più sobrio»:
«L´ammirazione degli italiani è importante, ho la popolarità e l´ammirazione di
tre persone su quattro, il 75 per cento. Non male». E tutto questo - compreso
il 46 per cento che accredita al Pdl - senza l´appoggio dei media, fa notare il
premier che è proprietario di tre reti tv e ne controlla altre due. Anzi,
addirittura Berlusconi nella «prima intervista in francese dopo 10 anni» si
lamenta delle sue tv. «La stampa e le televisioni sono sempre contro chi è al
potere - dice il premier - e il 90 per cento della stampa e praticamente tutte
le televisioni sono contro di me, anche quelle del mio gruppo». E questo
succede «non spesso, sempre», perché «i giornalisti vogliono dimostrare che
sono indipendenti». Oggi pomeriggio il presidente del consiglio salirà al
Quirinale per gli annunciati ritocchi alla squadra di governo: la promozione di
tre sottosegretari di cui una, la Brambilla, diventerà ministro del Turismo.
Ieri sera ha portato a cena a Villa Madama con gli imprenditori molti ministri
e le tre candidate con cui farà campagna elettorale: Lara Comi, Licia Ronzulli
e Barbara Matera. Ieri mattina, invece, Berlusconi ha partecipato in
Campidoglio alla seduta per Roma Capitale. Fa il simpatico e scherza col fuoco:
racconta che una volta in Finlandia (in realtà l´episodio è avvenuto in
Islanda) lo portarono a vedere una chiesa di legno del 700
«che da noi avrebbero cancellata», ma «io comunque amo i finlandesi e anche le
ragazze finlandesi purchè abbiano più di 18 anni...». Nell´intervista a France
2 inevitabile il paragone con Sarkozy, «una personalità fortissima, unica» che «ama i fatti
più che le parole». Ma nessuna influenza reciproca, «ognuno ha la sua
personalità, le sue storie, le sue esperienze». E Obama
«abbronzato»? «Era un complimento e lui l´ha capito. Nella politica è come
nella vita normale» quindi «sono amico di tutti quelli che hanno la mia stessa
responsabilità nei diversi paesi».
( da "Repubblica, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 41 - R2 Non
essere più schiavi di Wall Street: è questo il punto chiave
della ricetta di Obama. Che
qui racconta speranze. E qualche dubbio AUTORE1 david leonhardt Signor
presidente, come concepisce la finanza nell´economia di domani: dovrà avere un
ruolo ridotto? Avrà inevitabilmente un ruolo ridotto? «Innanzitutto penso che
dovremmo distinguere tra la finanza che è linfa vitale della nostra economia e
la finanza che è un´industria importante dove godiamo di un vantaggio
comparato. Se la questione è semplicemente far crescere la nostra economia,
dobbiamo avere credito a sufficienza per finanziare le imprese, grandi e
piccole, per dare ai consumatori la flessibilità necessaria per fare acquisti a
lungo termine come una macchina o una casa. Questo non cambierà. E sarei
preoccupato se il nostro mercato del credito si riducesse al punto da non
consentire il finanziamento della crescita sul lungo termine. Ciò significa che
non dobbiamo soltanto avere un settore bancario sano, ma che dobbiamo cercare
di capire che cosa fare con quel settore non bancario che erogava quasi la metà
del credito in circolazione nel nostro Paese. E dobbiamo stabilire se
riusciremo o no, a seguito di alcune delle misure assunte dalla Fed e dal
Tesoro, a ricreare il mercato per i prodotti cartolarizzati. Sono ottimista,
penso che alla fine riusciremo a rimettere in moto questa parte del settore
finanziario, ma potrebbe volerci del tempo per riconquistare fiducia e
sicurezza. Quello che secondo me cambierà, quello che secondo me era
un´aberrazione, era una situazione in cui i profitti delle aziende del settore
finanziario hanno rappresentato una parte molto consistente della nostra
redditività complessiva negli ultimi dieci anni. Questo secondo me cambierà. E
in parte sarà dovuto agli effetti della regolamentazione, che impedirà almeno
in parte tutta quella leva finanziaria e quell´assunzione di rischi che erano
diventati tanto comuni. Per certi aspetti penso sia importante rendersi conto
che una parte di quella ricchezza era illusoria fin dal primo momento». SEGUE
NELLE P
( da "Stampa, La" del
07-05-2009)
Argomenti: Obama
Non
decolla la strategia decisa da Obama Disastro
Afghanistan nuova strage di civili Raid Usa, massacro di bambini L'Afghanistan
si conferma il nodo più infuocato e difficile per l'amministrazione Obama. L'ultima
spina è l'ennesima strage di civili. Nei raid aerei statunitensi nella
provincia di Farah, nell'Ovest del Paese, hanno perso la vita numerosi civili, i morti sarebbero più di cento e
molti sono bambini e donne. La Croce Rossa dice basta all'orrore e accusa:
«C'erano case distrutte e corpi di civili che cercavano riparo dall'attacco».
Dopo le accuse Obama promette l'invio di nuovi soldati
con l'obiettivo di estirpare Al Qaeda. Stabile A PAG. 8
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Prima Pagina data: 07/05/2009 - pag: 1 Il presidente americano
incontra Karzai e il leader pachistano Zardari: fermate i talebani Strage di
civili in Afghanistan Raid Usa fa più di cento morti. Choc
per Obama, scuse dalla Casa
Bianca Nel giorno del vertice con i presidenti pachistano Zardari e afghano
Karzai, Casa Bianca sotto choc per una strage di civili in Afghanistan: oltre
100 morti per i raid aerei. ALLE P
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 07/05/2009 - pag: 2 Strage in Afghanistan, le scuse
dell'America La Croce Rossa: oltre 100 morti, tante donne e bambini. La
Clinton: «Dispiaciuti» Cento, forse 120 o 150 morti in due villaggi del
distretto di Bala Boluk, provincia di Farah, Afghanistan occidentale. Quasi
tutti civili, moltissimi donne e bambini, uccisi nella notte di lunedì dalle
bombe americane. È la più grave strage di «non combattenti » mai avvenuta nel
Paese dall'inizio della campagna anti-talebani lanciata da George W. Bush nel
2001. Più a Est, oltre un confine che i pasthun non hanno mai riconosciuto,
nella valle pachistana dello Swat decine di migliaia di persone terrorizzate
sono in fuga dalle loro case. A nove giorni dall'inizio della battaglia aperta
da Islamabad contro l'enclave talebana mancano (ancora) dati ufficiali sulle
vittime civili, ma il governo ammette un esodo immenso: mezzo milione di
rifugiati. Per l'Onu arriveranno a un milione. Divisi da profonda ostilità
politica a livello di governi (anche se proprio ieri i presidenti Asif Ali
Zardari e Hamid Karzai si dichiaravano «fratelli» davanti a
Barack Obama), Pakistan e
Afghanistan, o meglio le loro popolazioni pashtun, stanno vivendo un incubo
comune. Ma è la strage afghana compiuta dai soldati Usa a causare più sdegno
nel mondo, più imbarazzo a Washington, più problemi politici proprio adesso che
Obama vuole raddoppiare
entro settembre i suoi uomini nel Paese (fino a 68 mila). «Abbiamo
mandato una nostra squadra martedì pomeriggio: hanno visto decine di cadaveri
di donne e bimbi, fosse comuni, case distrutte», ha dichiarato Jessica Barry,
della Croce Rossa Internazionale. «Anche uno dei nostri operatori è stato
ucciso, con 13 membri della sua famiglia». Altri testimoni confermano. E poi
sono arrivate le foto dei villaggi e delle famiglie distrutti. Le accuse del
capo provinciale della polizia Ghafar Watandar alle forze talebane di aver
usato i civili come «scudi umani» non cambiano molto la situazione. «I talebani
avevano conquistato i due villaggi e ucciso tre poliziotti e tre civili
'collaborazionisti'», ha detto, aggiungendo che le forze afghane avevano
chiesto l'aiuto degli americani. Lunedì si era combattuto tutto il giorno.
Arrivata la notte la gente era rientrata nella case pensando che tutto fosse
finito. Invece sono iniziati i bombardamenti Usa. Con un dubbio, avanzato da
fonti militari Usa nella notte: che in realtà la strage sia stata causata da
granate usate per la prima volta dai talebani per simulare bombe americane. Non
sono una novità le morti di civili in Afghanistan: nel
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 07/05/2009 - pag: 2 La strategia Gli Usa studiano il
«piano B» per sostituire i «soci» scomodi di GUIDO OLIMPIO
WASHINGTON Barack Obama,
durante la campagna elettorale, aveva promesso che il focus della sua politica
estera sarebbe stato il conflitto afghano-pachistano, l'Af-Pak. Una centralità
motivata dalla duplice necessità di garantire un minimo di stabilità in un'area
diventata negli ultimi mesi esplosiva e di impedire la preparazione di un nuovo
11 Settembre. Ma la Casa Bianca ha risorse limitate e due partner
complicati. Il presidente afghano Hamid Karzai e quello pachistano Asif Zardari
sono amici difficili, costantemente sotto il tiro di critiche interne ed
esterne, che resistono al potere attraverso i compromessi. Una verità svelata
all'opinione pubblica da una serie di articoli ispirati da fonti statunitensi.
Ricostruzioni minuziose dove si elencano gli errori, la corruzione estesa, la
debolezza, il doppio gioco, la scarsa affidabilità dei due alleati, fino a
paventare un passaggio dell'arsenale nucleare pachistano nelle mani degli
integralisti. A questo punto la domanda per i vertici americani è: vale la pena
continuare con questi soci? Un interrogativo seguito da scenari che disegnano
un doppio ricambio regionale. Un premier forte al fianco di Karzai. Un ruolo
maggiore dei militari a tutela di Zardari (o, persino, l'«affidamento» del
potere ai generali). La soluzione non definitiva, sia ben chiaro passa dagli
attori locali. I soldati alleati impegnati sul campo non sono sufficienti. Più
bombe rischiano solo di portare altre reclute al nemico. Le stragi di civili
anche se chiaramente non volute - sono il miglior alleato dei talebani. Pensare
di trovare leader più graditi e gradevoli, oltre che difficile, sarebbe una
sconfessione dei principi che ispirano la presidenza Obama.
Vuole parlare con Ahmadinejad, Castro e Chavez, ma poi si sbarazza di chi non
si adegua alle sue linee strategiche. Ha investito tanto per lanciare una nuova
immagine dell'America e poi torna a vecchi sistemi. La cura proposta dai
«dottori» americani è di non sdradicare il male ma di ridurne gli effetti. Ai
pachistani verrà chiesto per la centesima volta di fare sul serio contro gli
integralisti, in cambio verranno concessi quegli aiuti militari fino ad oggi
lesinati. Crescerà lo scambio di informazioni tra intelligence. Sarà studiato
un nuovo piano d'azione antiterrore. Aumenteranno le iniziative a favore delle
popolazioni civili. Di nuovo, la strada è tortuosa. Va percorsa a piccoli passi
che, a volte, sono faticosi per il gigante americano. Karzai e Zardari devono
agire con fermezza senza però apparire docili strumenti nelle mani degli Stati
Uniti. Gli americani potranno torcere loro il braccio, ma non troppo forte per
non urtare sensibilità e orgoglio. Per questo la scelta di offrire una
stampella a due amici zoppicanti è visto, per ora, come il male minore. Ma alla
Casa Bianca studieranno anche un piano B in caso la coppia non funzioni.
Un'ipotesi che costringerà gli Stati Uniti a cercare nuovi interlocutori e a
estendere un impegno diretto che si voleva invece contenere. Presidenti Barack Obama ieri a Washington tra Hamid Karzai (sin.) e Asif Ali
Zardari (des.)
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 07/05/2009 - pag: 3 Diplomazia
La Casa Bianca alza la pressione sugli alleati Obama: lo scopo comune è sconfiggere Al Qaeda Summit con i presidenti
afghano e pachistano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Rischiava di rovinare
l'esercizio diplomatico dell'amministrazione Obama, l'errore di un bombardamento che ha ucciso decine di civili
afghani. Ma la promessa del presidente degli Stati Uniti di «fare di
tutto per evitare vittime civili» ha permesso alla Casa Bianca di rimanere
concentrata sull'obiettivo: alzare la pressione su Pakistan e Afghanistan,
spiegar loro che il tempo delle furbizie è finito e strappare l'impegno
concreto a far sul serio nella lotta a talebani e Al Qaeda, aumentando gli
sforzi e coordinandoli con i comandi americani, che tra poco potranno disporre
delle nuove truppe, 21 mila soldati, ordinate nella regione da Barack Obama. «La sicurezza dei nostri tre Paesi è legata e sono
contento che questi due leader riconoscano la gravità del pericolo che abbiamo
di fronte: l'obiettivo comune rimane distruggere, smantellare e sconfiggere la
struttura di Al Qaeda», ha detto Obama dopo aver
ricevuto il presidente pachistano Asif Ali Zardari e quello afghano, Hamid
Karzai. Ma ha anche ricordato che la soluzione non può essere solo militare,
che «l'estremismo si vince anche migliorando la vita di afghani e pachistani»,
rilanciando l'economia e rafforzando la democrazia. Una giornata di diplomazia
ad alto profilo, quella di ieri, forse la prima a carattere operativo
consumatasi a Washington dall'insediamento della nuova amministrazione. Dove
Hillary Clinton ha ben recitato nel ruolo di apripista per Obama.
Di buon mattino, accompagnata dall'inviato speciale nella regione, Richard
Holbrooke, il segretario di Stato si è presentata all'Hotel Willard per un
fuori-programma con Zardari. Hanno parlato per un'ora, durante la quale l'ex
first lady ha spiegato punto per punto al presidente pachistano cosa Washington
si aspetti da Islamabad contro la minaccia talebana al confine con
l'Afghanistan. Una chiarezza che ha sortito il suo effetto: in conferenza
stampa Zardari ha assicurato che il suo Paese «sarà all'altezza delle sfide che
ha davanti». Più tardi Hillary ha fatto da padrona di casa al dipartimento di
Stato, ospitando una sessione di lavoro cui hanno preso parte, con Zardari e
Karzai, le tre delegazioni al completo. L'ex first lady li ha presentati come
due leader che «guidano i loro Paesi in un momento difficile e capiscono che
gli Stati Uniti, l'Afghanistan e il Pakistan fronteggiano un nemico comune». Al
termine dell'incontro, preludio ai colloqui del pomeriggio alla Casa Bianca, si
è detta «ottimista sulla possibilità che questo processo possa fare la
differenza». Riferendosi alla controffensiva lanciata dal Pakistan nella valle
di Swat contro i ribelli, ha detto di essere rimasta «impressionata»
dall'azione del governo di Islamabad. Zardari e Karzai ce l'hanno messa tutta
per tentare di rispondere in modo convincente alle obiezioni e alle richieste
che Hillary e il presidente hanno messo nero su bianco in termini piuttosto
ultimativi. «Abbiate fiducia in noi», ha detto Karzai, cui Obama
guarda con scetticismo, per il rifiuto a combattere la corruzione, il
nepotismo, la tendenza a circondarsi di autentici banditi, sempre invocando gli
equilibri tribali. Paolo Valentino
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 07/05/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Politica data: 07/05/2009 - pag: 10 Politica e famiglia Il premier
ironizza sulle «maggiorenni». A France 2: Noemi? L'ho vista tre volte, sempre
con i genitori Berlusconi: sondaggi in salita, ho classe Il capo del governo:
il 77% degli italiani mi ammira. Letta, missione in Vaticano ROMA È passato
alle battute, come quella pronunciata con fare ilare ieri mattina durante la
cerimonia per Roma Capitale in Campidoglio con il sindaco Alemanno: «Amo la
Finlandia e le finlandesi, purché siano maggiorenni... », . Significa che
Silvio Berlusconi ha tirato un sospiro di sollievo, dopo la settimana orribile
che lo ha visto protagonista e impelagato in veline, divorzi, frequentazioni
con minorenni, tutte grane da giustificare e accuse da respingere. Non che il
pericolo sia scampato definitivamente, se è vero che voci incontrollate
darebbero una possibile perdita di consensi calcolabile sulle liste all'1%. Ma
quel che è certo è che, dai suoi sondaggi riservati, per ora risulta che il
danno subito sia molto, molto contenuto. In realtà, anche se Berlusconi parla
di un fantasmagorico 46% toccato dal Pdl, i sondaggi veri saranno fatti tra
oggi e domani, quando la vicenda Veronica si sarà sedimentata. Per ora però,
non ci sarebbero contraccolpi importanti. La puntata di Porta a Porta di
martedì, con un'audience altissima, è stata monitorata minuto per minuto dai
sondaggisti del Cavaliere, con un risultato che viene giudicato molto positivo:
chi era davanti alla tivù è rimasto incollato fino alla fine, anche quando dal
caso Veronica si è passato ad altri temi, dal terremoto alla Fiat alla crisi.
Segno che «la gente è interessata alle cose che la riguardano da vicino, il
resto non incide sulla propria opinione personale ». Che comunque non è
negativa per il premier, se è vero che il 70% di chi ha visto la trasmissione
ha espresso «gradimento » per lui, è le percentuali sono molto alte nella
fascia delle donne sopra i 55 anni. Tutti dati che hanno rallegrato il
Cavaliere, che ieri in un'intervista al tg francese di France
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 07/05/2009 - pag: 17 Il caso La giovane in carcere in
Iran Roxana interrompe il digiuno di protesta Martedì l'appello Dice di provare
sollievo, ma la sua voce, al telefono da Teheran, suona pacata, piena di tristezza.
«Roxana ha sospeso lo sciopero della fame», dice al Corriere Reza Saberi. Sua
figlia, la giornalista irano-americana condannata a 8 anni di carcere per
spionaggio in favore degli Stati Uniti, aveva iniziato il 21 aprile a digiunare
per protesta. Poi ha smesso di bere: venerdì scorso nell'infermeria
dell'ospedale le hanno fatto un'endovena. «Era pericoloso. Avevamo insistito
perché mangiasse ». Lunedì, dopo 13 giorni, ha ricominciato a nutrirsi. Il caso di Roxana è visto da molti esperti come la risposta degli
ultraconservatori in Iran all'offerta di dialogo di Obama. Reza, iraniano, 68 anni, insegnante e traduttore negli Stati
Uniti, lo vede da padre. Ciò che sa è che la figlia è rinchiusa dal 31 gennaio
a Evin, dove molti iraniani (inclusi giornalisti) sono stati torturati e
uccisi. «Ciò che conta per noi è liberarla». Il processo d'appello si
terrà «martedì, pare». A porte chiuse, come il primo. Shirin Ebadi non la
difenderà. «Era fuori dal Paese», si limita a dire Reza. Ha visto la figlia
lunedì alle 11:30, per 20 minuti, in una stanza per le visite. Due funzionari
di guardia. «Indossava il chador nero a fiori bianchi che le hanno dato in
prigione. Si è seduta sul divano tra me e mia moglie. Avevamo ordinato del
pollo, del pane. Ha accettato alcune cucchiaiate di yogurt. Martedì sera, mi ha
chiamato per dire che lunedì aveva cenato e ora sta mangiando regolarmente ».
Merito delle tante persone «che stanno digiunando al suo posto». Ha iniziato
Reporters sans frontières il 28 aprile. Dal 3 maggio docenti e studenti della
sua ex università a Chicago hanno lanciato uno sciopero della fame a catena
attraverso il sito FreeRoxana. net. Hanno aderito 340 volontari nel mondo, tra
cui 34 italiani. In appello, l'avvocato Khorramshahi crede la sentenza possa
essere ridotta o cancellata. Reza si dice ottimista. Viviana Mazza Per la
figlia L'immagine della giornalista iraniano-americana Roxana Saberi tra le
mani della mamma, la giapponese Akiko (Ap/Hasan Sarbakhshian)
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 07/05/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 07/05/2009 - pag: 33 Il Lingotto Per liquidare i
creditori due miliardi, forniti dal Tesoro americano. Epifani: rischio
occupazione in Italia Marchionne al vertice della Chrysler «Sarò amministratore
delegato». Sì del tribunale Usa alla bancarotta veloce per le nozze con Fiat
MILANO La Casa Bianca aveva promesso tempi rapidi. Lo saranno ancora più del
previsto. Arthur Gonzalez, il giudice del Tribunale di New York sulla cui
scrivania era arrivato il dossier Chrysler, conferma la velocità sua e della
magistratura fallimentare americana. Otto ore di udienza, e poi il verdetto che
apre alla Fiat i cancelli di Auburn Hills: la vendita ci sarà, potranno
fermarla solo eventuali altre offerte da presentare entro il 20 maggio. Se
l'asta andrà deserta (ed è evidente che così sarà), la bancarotta sarà davvero
«chirurgica». Durerà, di fatto, solo fino al 27 maggio. Da lì in poi
scatteranno le procedure di cessione. Per il 15 giugno andranno completate, se
servirà ci sarà un altro mese a disposizione per le necessarie autorizzazioni.
Ma Sergio Marchionne e gli uomini del Lingotto, che del resto a Detroit stanno
già lavorando, tra venti giorni potranno fare il loro ingresso ufficiale alla
guida del gruppo. O meglio: alla guida della new company di cui Marchionne sarà
amministratore delegato, come ha confermato ieri lui stesso a Bloomberg che
rileverà dal Chapter 11 le attività della «vecchia» Chrysler. Il semaforo verde
si accende nella notte italiana. Gonzalez ascolta i rappresentanti dei
creditori che la task force del Tesoro non era riuscita a convincere, quel
pugno «di speculatori» (così li aveva definiti Barack Obama) che avevano vanificato l'accordo
raggiunto con le grandi banche e con il grosso di chi aveva concesso prestiti a
Chrysler. Ascolta i legali del gruppo. E conclude che i creditori non hanno
alcuna ragione di opporsi alla vendita. Il piano presentato da Chrysler è
«equo», decreta il magistrato. Di più: c'è la necessità di «concludere
la vendita urgentemente ». Le condizioni saranno quelle stabilite dall'intesa
approvata dalla Casa Bianca, che ieri ha commentato «con estrema soddisfazione
» il via libera a «una ristrutturazione veloce e ordinata». Dalla società in
Chapter 11 la newco (55% al sindacato, 10% ai governi di Usa e Canada, gestione
e un 20% iniziale a Fiat, che salirà gradualmente al 35% e ha un'opzione fino
al 51%) rileverà gli asset «buoni ». Versamento, destinato a liquidare i
creditori: 2 miliardi di dollari (sui 6,9 totali), che arriveranno dal Tesoro
come da accordi siglati giovedì scorso. La somma fa parte dello stanziamento di
6,5 miliardi di aiuti pubblici decisi dall'amministrazione Usa (più altri 4 dal
governo canadese). Avviato il lavoro su Chrysler, Marchionne prosegue con la
task force e con Gm le trattative per rilevare Gm Sudamerica e Europe. Sa, il
numero uno Fiat, che intanto proprio l'operazione europea preoccupa anche il
sindacato italiano: ieri è stato Guglielmo Epifani a risottolineare i timori
per l'occupazione. È un capitolo che sarà affrontato presto. Al preannunciato
tavolo governativo, con al centro le sorti di Termini e Pomigliano, il Lingotto
è pronto a presentarsi. Ma è chiaro che la posizione dipenderà dall'esito della
«campagna Opel». Raffaella Polato L'amministratore delegato della Fiat, Sergio
Marchionne
( da "Corriere della Sera"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 07/05/2009 - pag: 33 Stress test Ricapitalizzazione
anche per Citigroup Bank of America cerca fondi Ma Wall Street sale ancora DAL
NOSTRO INVIATO NEW YORK Dieci delle 19 banche messe sotto la lente da Tesoro e Federal
Reserve hanno bisogno di essere ricapitalizzate. Servono altri 75-80 miliardi
di dollari, forse di più. Qualche mese fa una simile anticipazione dei
risultati dello stress test che verranno pubblicati solo stasera dal governo
Usa, avrebbero ulteriormente depresso i mercati azionari. Ieri, invece, Wall
Street ha reagito positivamente alle notizie provenienti dal fronte bancario.
Perfino Bank of America, quella che esce nel modo peggiore dall'esame dovrà
reperire nuovi capitali per quasi 34 miliardi di dollari in Borsa ha guadagnato
addirittura il 15 per cento. Come mai? Perché, dopo mesi di cattive notizie, i
mercati si erano preparati a un verdetto molto peggiore: un fabbisogno di 50 o,
addirittura 70 miliardi, pari al valore dell'intero capitale del gigante
bancario di Charlotte, in North Carolina. Se affronterà i suoi problemi
convertendo i finanziamenti a suo tempo ottenuti dal Tesoro in azioni
ordinarie, Bank of America non trasferirà la sua quota di controllo allo Stato,
ma darà comunque a Obama la possibilità di attuare una promessa fatta ai contribuenti:
quella di rimpiazzare i manager delle banche che hanno fatto maggiormente
ricorso alle casse federali. Un ulteriore passo quindi verso l'uscita di scena
di Ken Lewis: il capo di Bank of America, già in rotta con la Fed (ha accusato
il suo capo, Bernanke, di averlo obbligato a rilevare la disastrata
Merrill Lynch) e «sfiduciato» la settimana scorsa dai suoi stessi azionisti
che, pur confermandolo amministratore delegato, gli hanno tolto la presidenza
dell'istituto. Bank of America potrebbe, comunque, tentare di resistere
integrando il capitale con i proventi della cessione della partecipazione nella
banca cinese CCB (del valore di 8 miliardi) e trovando nuovi finanziatori
privati. Quanto agli altri istituti, si sa che tra i «promossi» ci sono Goldman
Sachs, JP Morgan Chase, New York Mellon, State Street e American Express:
questi istituti hanno capitale a sufficienza anche per affrontare una
recessione che potrebbe essere ancora lunga e profonda. Citigroup se la caverà
con un'«integrazione » di 10 miliardi di dollari, ma solo perché ha già
convertito i capitali ricevuti dal governo in azioni ordinarie. Anche Wells
Fargo e US Bancorp, le banche che scalpitano di più per restituire i fondi
ricevuti qualche mese fa dal Tesoro e per recuperare, quindi, piena libertà
(compresa quella di strapagare i manager), dovranno integrare il loro capitale,
ma in misura inferiore al previsto. Un quadro relativamente confortante, visto
che fino a qualche settimana fa il sistema creditizio Usa veniva considerato
sostanzialmente insolvente, se non fosse che molti giudicano eccessivamente
ottimistiche le conclusioni di Tesoro e Fed. Nei giorni scorsi il Wall Street
Journal ha pubblicato articoli di economisti progressisti e conservatori da
Nouriel Roubini a Glenn Hubbard, a Luigi Zingales che chiedono al governo di
usare con le banche «più il bastone che la carota», e avvertono che,
sottostimando oggi le debolezze dei bilanci bancari, i problemi riemergeranno
inesorabilmente nei prossimi anni. Il Tesoro non cambierà di certo, a tempo
scaduto, metodologia e parametri della sua indagine. E tuttavia, davanti al
sospetto che le banche vogliano restituire i soldi allo Stato non perché non ne
hanno più bisogno o per rispetto del contribuente, ma perché sottovalutano i
loro problemi o vogliono avere le mani libere, le autorità monetarie hanno
deciso di accettare i rimborsi solo se gli istituti dimostreranno di poter
raccogliere altro capitale sul mercato senza avere alle spalle alcuna garanzia
pubblica. Massimo Gaggi
( da "Repubblica.it"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Signor presidente,
come concepisce la finanza nell'economia di domani: dovrà avere un ruolo
ridotto? Avrà inevitabilmente un ruolo ridotto? "Innanzitutto penso che
dovremmo distinguere tra la finanza che è linfa vitale della nostra economia e
la finanza che è un'industria importante dove godiamo di un vantaggio
comparato. Se la questione è semplicemente far crescere la nostra economia,
dobbiamo avere credito a sufficienza per finanziare le imprese, grandi e
piccole, per dare ai consumatori la flessibilità necessaria per fare acquisti a
lungo termine come una macchina o una casa. Questo non cambierà. E sarei
preoccupato se il nostro mercato del credito si riducesse al punto da non
consentire il finanziamento della crescita sul lungo termine. Ciò significa che
non dobbiamo soltanto avere un settore bancario sano, ma che dobbiamo cercare
di capire che cosa fare con quel settore non bancario che erogava quasi la metà
del credito in circolazione nel nostro Paese. E dobbiamo stabilire se
riusciremo o no, a seguito di alcune delle misure assunte dalla Fed e dal
Tesoro, a ricreare il mercato per i prodotti cartolarizzati. Sono ottimista,
penso che alla fine riusciremo a rimettere in moto questa parte del settore
finanziario, ma potrebbe volerci del tempo per riconquistare fiducia e
sicurezza. "Quello che secondo me cambierà, quello che secondo me era
un'aberrazione, era una situazione in cui i profitti delle aziende del settore
finanziario hanno rappresentato una parte molto consistente della nostra
redditività complessiva negli ultimi dieci anni. Questo secondo me cambierà. E
in parte sarà dovuto agli effetti della regolamentazione, che impedirà almeno
in parte tutta quella leva finanziaria e quell'assunzione di rischi che erano
diventati tanto comuni. Per certi aspetti penso sia importante rendersi conto
che una parte di quella ricchezza era illusoria fin dal primo momento".
OAS_RICH('Middle'); Dunque non ne sentiremo la mancanza? "Ne sentiremo la
mancanza nel senso che la conseguenza delle gratifiche milionarie versate a
gente di 25 anni era che queste persone poi erano disposte a pagare 100 dollari
per una cena con bistecche e il cameriere si portava a casa mance che avrebbero
fatto l'invidia di un professore universitario. E dunque alcune delle dinamiche
del settore finanziario avranno delle ricadute, specialmente in un posto come
Manhattan. Ma in realtà io penso che ci sia sempre stata una percezione di
insostenibilità rispetto a quello che è successo a Wall Street negli ultimi
10-15 anni. Wall Street rimarrà una parte significativa e importante della
nostra economia, esattamente come lo era negli anni 70 e 80. Semplicemente, non
rappresenterà più la metà della nostra economia. E questo significa che un
maggior numero di talenti e risorse saranno destinati ad altri settori dell'economia.
E io questo lo ritengo salutare. "Non vogliamo che ogni singolo laureato
con il bernoccolo per la matematica vada a fare il trader di derivati. Vedremo
un riequilibrio, ma non credo che perderemo gli enormi vantaggi che derivano
dalla trasparenza, dall'apertura e dall'affidabilità dei nostri mercati. Se non
altro, un regime di regole più energico contribuirà a ripristinare la fiducia,
e saranno ancora tantissimi i capitali esteri desiderosi di venire a
parcheggiarsi negli Stati Uniti". Ritiene positivo avere società molto
grandi e potenti regolate da regolatori forti, oppure dobbiamo sottoporle a una
cura dimagrante, come in passato quando una legge proibiva alle banche
commerciali di operare nel settore delle banche d'affari? "I dati indicano
che altri Paesi, che non hanno, nei loro mercati finanziari, alcuni dei
problemi che abbiamo noi, non prevedono, ad esempio, una separazione tra banche
d'affari e banche commerciali. Hanno un modello di "supermercato"
fortemente regolamentato". Come il Canada? "Il Canada è un buon
esempio. Sono riusciti a gestire molto bene un periodo di grande rischio nei
mercati finanziari. Ma questo non significa, per esempio, che una compagnia
assicurativa come l'Aig con innestato sopra un hedge fund sia qualcosa di ottimale.
Anche con i migliori regolatori, se si comincia a differenziare troppo le
funzioni e i prodotti all'interno di una singola azienda, di un singolo
istituto, di una conglomerata, in sostanza le cose possono sfuggire di mano. E
la gente semplicemente non sa in cosa si sta andando a mettere". Dopo la
Grande Depressione, si vide un balzo nei diplomi liceali: anziché appannaggio
dell'élite, divennero la norma, il biglietto per accedere alla classe media.
Qual è oggi quel biglietto? Serve davvero la laurea universitaria? "Nei i
nostri obiettivi, abbiamo incluso almeno un anno di addestramento post-liceale
per tutti. Un corso completo di laurea, con quattro anni di studi, sarebbe
chieder troppo. Però a tutti serve un addestramento post-liceale nei settori in
cui si richiede esperienza tecnica; se no è difficile ottenere un impiego che
permetta di vivere. Questo non andrà soltanto a beneficio dei singoli, ma sarà
anche cruciale per l'economia. La sfida è anche nell'assicurare che i licei
siano all'altezza del compito. Glielo spiego raccontandole di mia nonna. Mia
nonna non si è mai laureata. Completò il liceo. Però riuscì a diventare
vicepresidente di una banca, e questo in parte perché il liceo le aveva
impartito un'istruzione rigorosa al punto da permetterle di comunicare e di
analizzare le informazioni molto meglio, francamente, di quando sappiano fare
oggi molti giovani universitari in questo Paese. Anzi, meglio dei miei
ex-studenti alla Facoltà di Legge dell'Università di Chicago". Signor
presidente, io però ho parlato con universitari che si chiedevano se tanto
studio servisse davvero. Sono preoccupati che i loro impieghi verranno
esportati in Cina. Lei come risponde? "Beh, guardi le statistiche. Il
tasso di disoccupazione fra chi ha solo il diploma liceale è almeno tre volte
superiore a quello fra i laureati, che hanno più possibilità di trovare un
lavoro con un buono stipendio, da classe media. Però, la grande sfida
nell'istruzione è assicurare che fin dal quattordicesimo anno di età, si
apprendano le materie e le qualità necessari ad essere competitivi e produttivi
in un'economia moderna, tecnologica. Voglio vedere in particolare più lauree in
matematica e scienza, in ingegneria. L'economia postbubble,
"post-bolla", che sto descrivendo si fonda in parte sul riequilibrio
tra fabbriche e produzione di servizi. Nel lungo termine, se si osservano i
grandi rivali nell'economia globale - Cina, India, Stati Uniti, Brasile, Corea
- i Paesi che stanno producendo la forza lavoro più istruita, che agevolano le
scienze e la matematica, e sanno tradurre quell'istruzione in applicazioni
tecnologiche, saranno notevolmente avvantaggiati nell'economia". Lei
ricorda spesso che sua nonna guadagnava più di suo nonno. Il divario fra i
salari di uomini e donne esiste ancora, però i compensi economici maschili oggi
sono stagnanti, mentre quelli femminili sono in aumento. E molti lavoratori,
per esempio della Gm o della Chrysler, sono depressi. Com'è il futuro
lavorativo degli uomini? "Ottima domanda, perché se vai nelle fabbriche,
trovi uomini con abilità straordinarie e orgogliosi di quel che fanno. Per
loro, il tracollo dell'industria è la fine di un modo di vita, non soltanto la
perdita di uno stipendio. Un'economia sana deve avere un'ampia varietà di
lavori, nessun impiego a mio avviso dovrebbe scomparire. Costituirà magari una
percentuale dell'economia inferiore rispetto al passato. Però è chiaro che, per
la nuova generazione, dovremmo creare nuovi lavori. Nel pacchetto dedicato al
risanamento dell'economia ho sottolineato molte volte l'importanza di una nuova
rete elettrica "intelligente" nel Paese, con ramificazioni importanti
nel consumo energetico. Ebbene uno degli ostacoli maggiori oggi è la mancanza
di elettricisti specializzati per attuare quel progetto. Ecco perciò un campo
nel quale il governo può intervenire, aiutando: sollecitando una svolta
nell'istruzione in vista delle richieste del futuro, e non soltanto del
passato". Lei incoraggerebbe gli uomini a impegnarsi anche in campi
tradizionalmente riservati alle donne? Ad esempio gli infermieri sono ben
pagati. E servono nuove assunzioni. "Infermieri, insegnanti: sono tutti
mestieri dove servono più uomini. Gli uomini in quei settori sono stati
sottopagati perché entravano in un campo prevalentemente femminile. Bisogna eliminare
il divario nei salari fra i due sessi, e fra i vari settori. Se infermiere e
insegnanti cominceranno a guadagnare di più, e se lo stesso accadrà per altre
professioni, vedrete più uomini. Ma certo bisognerà abbattere molti
stereotipi". Sua moglie, Michelle, ha mai guadagnato più di lei, signor
presidente? "Certo, che sì. Però per un breve periodo. Quando ero senatore
statale, facevo tre lavori: oltre al Senato, insegnavo ed esercitavo da
avvocato. A conti fatti, guadagnavo appena un po' più di lei. Ma quando ho
iniziato la campagna per le elezioni al Senato americano ho dovuto mollare
qualche incarico, e allora è stata Michelle a sostenere la famiglia per un paio
di anni". Durante la campagna presidenziale lei aveva detto d'aver molto
riflettuto sui dibattiti economici abituali nella Casa Bianca di Clinton.
Diceva di voler replicare, all'interno della sua squadra, le celebri
discussioni fra Robert Rubin e Robert Reich. E bisogna ammettere che fra i suoi
consiglieri economici lei ha reclutato soprattutto dei Democratici. "Già,
però non ho né Paul Krugman, né Joseph Stieglitz (ndr. entrambi
Premi Nobel e aspri critici della politica economica di Obama)". No, non mi riferivo a loro
due... Ma nella sua cerchia di collaboratori più stretti predominano i protetti
di Rubin. "Beh, certo, Larry Summers e Tim Geithner ovviamente hanno
lavorato al Tesoro quando c'era Rubin. Quello che io cerco sempre è un
pragmatismo impietoso quando si parla di politica economica. È vero
probabilmente che alla luce della crisi finanziaria che è venuta fuori il fatto
che sia Geithner che Summers abbiano una certa familiarità con le crisi
finanziarie è stato un punto a loro favore, perché avevamo bisogno di persone
capaci di partire in quarta. E francamente la lista era abbastanza limitata,
perché l'ultimo presidente democratico che abbiamo avuto è stato Bill Clinton:
lui è stato sulla scena per otto anni e per gran parte del tempo Bob Rubin è
stato il principale artefice della sua politica economica. Perciò è più che
normale che tutti quelli che hanno esperienza su quel fronte escano fuori da
quella fucina". Secondo lei la recessione è un evento sufficientemente
grande da rendere un Paese disponibile a prendere alcune di quelle scelte
difficili che dobbiamo prendere in ambiti come la sanità, la tassazione sul
lungo periodo - che non coprirà i costi dello Stato - l'energia?
Tradizionalmente queste scelte vengono prese in periodi di depressione o di
guerra. Siamo a quel livello? "Beh, in parte dipenderà dalla leadership.
Perciò dovrò tirar fuori buoni argomenti. Ed è quello che sto cercando di fare
da quando sono arrivato, sto cercando di dire che adesso è il momento per
prendere decisioni importanti e difficili". Lei è entrato in carica
quattro mesi dopo il crollo della Lehman Brothers. Qualcuno a un certo punto
potrebbe cominciare a dire: "Ehi, perché le cose non migliorano?".
"È una cosa a cui pensiamo. Ancora prima delle elezioni sapevo che sarebbe
stato un viaggio molto difficile e che l'economia aveva subito un trauma serio,
da cui non si sarebbe ripresa istantaneamente. Però, sia che io resti in carica
per un mandato sia che resti in carica per due, i problemi sono talmente
importanti e fondamentali che non posso girarci intorno. Quello di cui sono
molto fiducioso è che, considerando le scelte difficili che abbiamo di fronte,
stiamo prendendo decisioni valide, ragionate. Questo non significa che ogni
scelta sarà giusta, che funzionerà proprio come vogliamo noi. Ma io mi sveglio
la mattina e vado a letto la sera sentendo che la direzione verso cui stiamo
cercando di muovere l'economia è quella giusta, e che le decisioni che
prendiamo sono fondate". (Copyright The New York Times - la Repubblica.
Traduzione di Fabio Galimberti) (7 maggio 2009
( da "Stampaweb, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
ROMA Benedetto XVI
impedisca il proselitismo cristiano in Afghanistan o ci saranno gravi
conseguenze: i talebani tuonano contro i «crociati», allindomani
della notizia delluccisione di oltre cento civili nella provincia afghana
occidentale di Farah nel corso dei raid delle forze Usa, e alla vigilia della
missione del papa in Giordania e Israele. Le minacce sono affidate ad un comunicato pubblicato su
un sito web dei talebani: «LEmirato islamico in Afghanistan (i
talebani, ndr) chiede al papa cristiano Benedetto XVI di impegnarsi per
impedire che le sciocche e irresponsabili azioni dei crociati turbino la sensibilità
dei ribelli musulmani, oppure dovrà aspettarsi una severa reazione». Il
riferimento è alle immagini trasmesse giorni fa da Al Jazira, in cui si
vedevano soldati Usa con bibbie tradotte in lingua locale. Lesercito
statunitense ha già
ribadito che i soldati non possono fare opera di proselitismo, e che i testi
sacri sono stati confiscati e distrutti. Intanto, è degenerata in scontri con
la polizia una manifestazione inscenata da centinaia di persone stamani a Farah
- la cui provincia è posta sotto il controllo dei soldati italiani dellIsaf
(la coalizione a guida Nato) - per protestare contro la strage di civili
causata dai raid statunitensi della coalizione Enduring Freedom (la coalizione
a guida Usa) lunedì e martedì scorsi. «Alcuni mullah che hanno studiato nelle madrase (scuole
coraniche) iraniane hanno incitato alla violenza. I manifestanti hanno allora
lanciato pietre su edifici governativi», ha riferito il vicegovernatore di
Farah, Mohammad Yunus Rasuli, precisando che, per disperdere la folla, la
polizia ha sparato in aria. Secondo fonti mediche, quattro persone sono rimaste
ferite negli scontri. Il segretario alla Difesa statunitense, Robert Gates, è
da ieri nel Paese asiatico per verificare lo stato dei preparativi in vista
dellarrivo dei 21 mila soldati che, per ordine del presidente Barack Obama,
andranno a rafforzare il contingente Usa. La strategia in Afghanistan e
Pakistan è stata ieri al centro dei colloqui di Washington tra Obama e i colleghi di Kabul e Islamabad, Hamid Karzai e Asif
Ali Zardari. E la questione sarà al centro dellincontro odierno
tra il ministro degli Esteri Franco Frattini, il segretario di Stato Usa,
Hillary Clinton, e i ministri degli Esteri afghano e pakistano.
( da "Stampaweb, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
ISLAMABAD Si
inaspriscono gli scontri tra le truppe governative e i talebani nella valle di
Swat, in Pakistan, mentre migliaia di civili fuggono dalle proprie case. Allindomani
del vertice di Washington tra il presidente Usa Barack Obama e i
presidenti di Afghanistan e Pakistan, Hamid Karzai e Asif Ali Zardari, lesercito
di Islamabad ha intensificato loffensiva a Swat e a Buner, nella Provincia della Frontiera del
Nord Ovest, per tentare di strappare il controllo di queste aree ai
fondamentalisti. Per la prima volta l'esercito sta utilizzando gli aerei per
bombardare le basi jihadiste. Intanto i talebani ultimi hanno lanciato un appello al papa
Benedetto XVI, in qualità di massima autorità religiosa cristiana, affinché
impedisca ai «crociati», ovvero le associazioni cristiane americane, di fare
proselitismo in Afghanistan, in seguito alle immagini trasmesse da Al Jazeera
nelle quali si vedono soldati statunitensi con Bibbie tradotte in lingua
locale. Elicotteri e jet stanno bombardando le postazioni talebane nel
distretto di Khwazakhela, riporta il sito web del quotidiano pachistano Dawn,
mentre i miliziani talebani hanno stretto dassedio la stazione di
polizia di Matta. Intanto migliaia di civili stanno fuggendo dalla valle di
Swat dopo che le autorità hanno revocato momentaneamente il coprifuoco fino
alle 18 (ora locale). Resta comunque in vigore la disposizione a Khawazakhela. Il capo
dellamministrazione di Swat, Khusuhal Khan, ha detto che i residenti
non erano stati invitati ad andare via, ma le autorità stanno ugualmente
aiutando tutti coloro che desiderano lasciare la zona. Secondo quanto riferisce oggi il Washington Post, i
responsabili della Provincia della Frontiera del Nord Ovest stimano che alla
fine ci saranno almeno mezzo milione di rifugiati, e stanno per questo pensando
di aprire sei campi per ospitare gli sfollati nei vicini distretti di Swabi e
Mardan. Laccordo di tregua raggiunto lo scorso febbraio tra governo di
Islamabad e i talebani a Swat, che ha permesso tra laltro agli studenti
coranici di introdurre nelle zone sotto il loro controllo la legge islamica in
cambio di un disarmo mai
avvenuto, è sempre più in bilico, e gli stessi residenti non sanno più cosa
aspettarsi. «La gente a Swat è arrabbiata e confusa, perchè da un lato il
governo combatte i talebani e dallaltro cerca di
accordarsi con loro», dice Mohammed Riatullah, responsabile di unagenzia
umanitaria indipendente con sede a Swat. «Ci sono molte persone che non sanno
dove andare, e stiamo cercando di offrirgli un rifugio decente, ma dobbiamo
fare di più per evitare che finiscano nelle mani dei talebani». Laccordo
del governo con i
talebani non è piaciuto neanche agli Stati Uniti, che temono in particolare che
larsenale nucleare pachistano possa finire nelle mani dei terroristi islamici. Secondo
il presidente americano Barack Obama la situazione in
Pakistan è strettamente collegata con landamento della guerra
in Afghanistan, e per questo ha deciso di convocare a Washington i leader dei
due Paesi vicini, per elaborare insieme a loro la migliore strategia per
sconfiggere i talebani.
( da "Stampaweb, La"
del 07-05-2009)
Argomenti: Obama
Se anche il Senato
dellOklahoma voterà a favore della proposta, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama potrà vedere arrivare presto sulla sua scrivania una
legge che riconoscerà la sovranità allo stato americano e che di fatto dirà a
Washington di conformarsi ai poteri federali e di non andare oltre a
interferire negli stati. Lultimo vento di "secessione"
soffia questa volta, per lappunto, in Oklahoma. Nonostante il governatore
democratico Brad Henry abbia esercitato il diritto di veto su un disegno di
legge simile appena 10 giorni fa, la Camera dello stato ha infatti approvato una proposta che ribadisce la
sovranità dellOklahoma; e che, apparentemente - stando a
quanto spiega il sito Newsok.com - non ha bisogno del sì del governatore. Kris
Steel, presidente pro tempore della Camera dello stato, è ottimista, e ritiene
che la risoluzione
"HCR 1028" sarà approvata anche dal Senato dellOklahoma.
La norma ha lo scopo, ha spiegato il suo autore, il repubblicano Charles Key,
di dire al Congresso di «tornare a esercitare i propri ruoli stabiliti dalla
Costituzione». La richiesta, rivolta al governo federale, è anche quella di «smettere e desistere»
dallesercitare poteri che vanno al di là di quelli stabiliti dalla
Costituzione. Secondo Key le leggi federali violerebbero infatti spesso il
decimo emendamento, che afferma che i poteri non espressamente delegati al governo degli Stati
Uniti «sono riservati ai rispettivi stati». Un esempio di come il Congresso
starebbe travalicando i suoi confini, ha precisato il repubblicano, è
rappresentato dagli stessi piani di aiuto a favore dei produttori di auto e
delle istituzioni finanziarie. «Stiamo dando tutti questi soldi a entità
diverse, inclusi i produttori di auto, e ora stanno anche dicendo: Beh, forse è
meglio che vadano in amministrazione controllata», ha precisato Key (e il
riferimento qui è alla vicenda Chrysler). «Bene, forse avremmo dovuto
permettere a queste aziende di scivolare nella condizione di amministrazione
controllata prima di dar loro i soldi» dei contribuenti.
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
L'ex primo ministro
Ahmedzai insorge «Voglio un'inchiesta È a rischio la stabilità» Bibbie in
pashtu alla base Usa "Siamo cacciatori di anime" Gaffe per un video
finito su Al Jazeera "Il cappellano incita alle conversioni"
[FIRMA]GIORDANO STABILE Il cappellano in divisa parla in uno stanzone con le
pareti gialline della base di Bagram, città militare costruita attorno a un vecchio
aeroporto sovietico, avamposto cristiano nel mezzo di un Paese musulmano al
99,6%. I fedeli, soldati americani, sono seduti in cerchio, con i gomiti
appoggiati sulle ginocchia e il predicatore cerca di scuoterli un po': «Che
fanno i ragazzi delle forze speciali? Danno la caccia agli uomini. Noi facciamo
lo stesso come cristiani: noi diamo la caccia alle persone, per Gesù. Siamo i
cani da caccia del Paradiso, portiamoli nel Regno dei cieli». La scena è
ripresa da un operatore, Brian Hughes, un documentarista free lance. L'occhio
della telecamera scivola in un angolo, sotto una sedia c'è una pila di libri
con la copertina blu. I soldati si prendono per mano, pregano. Poi uno si
inginocchiano a raccogliere i libri, alcuni ancora dentro il cellofan. Sono Bibbie,
tradotte in dari e pashtu. Il dari è la forma di persiano, elegante e un po'
retrò, parlata da quasi metà della popolazione afghana, il pashtu è usato da un
altro 35 per cento. Che fanno gli americani, portano Bibbie alla popolazione?
Il sospetto è forte, ma stiamo parlando, a 40 chilomteri da Kabul, di
proselitismo, incitamento all'apostasia. Reati che in molti Paesi musulmani, in
Iran come in Arabia Saudita e in Afghanistan, sono passibili di pena di morte.
Ne sa qualcosa il cristiano Abdul Rahman condannato a morte nel 2006, poi
salvato da formidabili pressioni internazionali. Nel primo capitolo del
regolamento delle truppe Usa, il temutissimo General Order Number One, severo
quasi quanto la sharia, un paragrafo proibisce «ogni attività di proselitismo
di una religione, fede o pratica». Il cappellano lo sa e chiede: «Pensate che
stiamo facendo proselitismo?». Un soldato risponde: «È nel Generale Order
Number One». Un sergente ribatte: «Non possiamo fare proselitismo, ma possiamo
fare regali». Per quei giri misteriosi nella Rete, il video finisce su Al
Jazeera. E la frittata è fatta. L'ex e ancora influente primo ministro Ahmed
Shah Ahmedzai chiede «un'inchiesta seria», protesta: «Ne va della sicurezza
nazionale. Lo sanno quanto siamo tradizionalisti. C'è scritto nella
Costituzione che nessuno può attentare all'Islam in Afghanistan». Deve
intervenire il più alto in grado della Forze armate americane, l'ammiraglio
Mike Mullen: «Non ho conosco i dettagli, ma posso assicurare che l'Us Army non
promuove nessuna religione». Poche ore dopo, il portavoce dell'esercito,
maggiore Jennifer Willis, precisa: «Le Bibbie era state inviate a un soldato
dalla sua parrocchia di origine, ma non sono distribuite». Poi precisa ancora:
«Sono state distrutte». Non si sa quando è successo, ma con
i taleban che minacciano il Papa, Karzai a colloquio con Obama, il rogo del Bibbie in persiano e
pashtu era il prezzo da pagare, anche in un paese dove i tre quarti degli
abitanti, e nove donne su dieci, non sono in grado di leggere, nemmeno il
Corano.
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
STUDYINPIEMONTE
Dieci intellettuali illustrano i recenti cambiamenti e raccontano le loro
personali visioni del futuro ANDREA BAIRATI* Tentando una sintesi delle sfide
che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi anni - dal fabbisogno energetico
alla sovrappopolazione, dalla povertà alla digitalizzazione del sapere, dalla
conquista di nuovi spazi extra-terrestri all'esaurimento delle risorse
naturali, abbiamo immaginato per la Fiera del Libro, una griglia concettuale
che prende a prestito dalla fisica cinque parole: massa, energia, spazio,
tempo, caos. Parole semplici che veicolano concetti complessi. La velocità dei
cambiamenti avvenuti negli ultimi vent'anni a livello tecno-scientifico e
sociale ci pone di fronte a un avvenire che può assumere tratti minacciosi ma
che offre contemporaneamente enormi opportunità - sia a livello personale che
collettivo - per fermarci a riflettere, scegliere una meta e i mezzi per
arrivarci. In questa prospettiva abbiamo chiesto a dieci intellettuali di fama
internazionale - sociologi, economisti, fisici, filosofi - di raccontare alla
Fiera del Libro le loro personali «visioni» del futuro. Il sociologo Hervé Le
Bras e Vittorio Emanuele Parsi, studioso di relazioni internazionali,
parleranno dell'umanità intesa come massa crescente che pesa sul pianeta; mentre Obama
promuove le energie pulite, l'Italia torna al nucleare: come affronteremo la
crisi energetica e alimentare? Ne parlano Carlo Petrini e il chimico Vincenzo
Balzani. Grazie ai progressi della medicina vivremo fino a cent'anni: cosa
faremo del nostro tempo? Rispondono l'economista Fiorella Kostoris e il
fisico Gabriele Veneziano, padre della teoria delle stringhe. Sulla terra siamo
in troppi: la nuova frontiera è lo spazio. Costruiremo basi sulla luna e su
Marte? Le risposte sono di Carlo Ratti, architetto all'Mit di Boston e i
racconti dell'astronauta Roberto Vittori che si prepara alla sua terza missione
spaziale. E infine, la domanda più complessa: chi governerà il mondo? L'ordine
o il caos? Chi darà un senso al nostro futuro? Le grandi corporation, la «big
science», le religioni? L'epistemologo Ervin Lazlo e l'informatico Massimo
Marchiori concordano sul fatto che, per una volta, l'ardua sentenza non spetta
ai posteri ma a noi, alla nostra capacità di scegliere subito un presente che
possa garantire un futuro sostenibile a chi verrà dopo. *Assessore
all'Università, Ricerca e Innovazione della Regione Piemonte
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
PROGRAMMA SALE
CONVEGNI ORE 12 SALA GIALLA - "Non sperate di liberarvi dei libri"
Conversazione di Umberto Eco e Jean-Claude Carrière, a cura di Fiera del libro
e Bompiani-RCS Libri. Coordina: Marco Belpoliti. Green Point. Per accedere è
necessario ritirare il biglietto d'ingresso gratuito allo sportello situato
all'ingresso del Terzo Padiglione ORE 12 CAFFE' LETTERARIO - Benazir Bhutto.
Donne, Islam e potere, a cura dell'Associazione Orient@menti in collaborazione
con la Provincia di Torino. Intervengono Francesca Caferri, Elisa Giunchi,
Gabriella Quaglia ORE 14 CAFFE' LETTERARIO - Carte false. Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin, quindici anni senza verità. A cura di Edizioni Ambiente e Premio
Ilaria Alpi. Intervengono Mariangela Gritta Grainer, Alessandro Rocca, Luciano
Scalettari, Roberto Scardova. Coordina Manuela Mareso ORE 15 SALA AZZURRA - I
venticinque anni dell'Arsenale della Pace. A cura di Fiera del Libro e Sermig.
Intervengono Camillo Langone, Ernesto Olivero, Rolando Picchioni, card.
Severino Poletto, Marco Testa ORE 15 SALA ROSSA - L'Io difficile. L'anoressia
"La ragazza che non voleva crescere", a cura di Cairo editore e Fiera
del libro. Intervengono: Isabelle Caro e Tilde Giani Gallino. ORE 15 SALA BLU -
"Il libro che mi ha cambiato la vita", a cura di Ponte alle Grazie.
Intervengono: Alessandra Casella, Khaled Fouad Allam, Chicca Gagliardo, Ugo
Riccarelli. ORE 15 CAFFÈ LETTERARIO - Verso il 2011: Torino e il Piemonte per i
150 anni dell'Unità d'Italia, a cura della Città di Torino. Intervengono
Fiorenzo Alfieri, Walter Barberis, Giovanni De Luna, Paolo Verri ORE 15,30 SALA
GIALLA - Fede, ragione, verità e amore. La prima antologia teologica in
italiano di Papa Benedetto XVI, a cura di Edizioni Lindau e Centro Culturale
Piergiorgio Frassati. Intervengono: don Umberto Casale, Vittorio Messori, Renzo
Savarino, don Ermis Segatti ORE 16 SALA AZZURRA - Oltre il terrorismo. Incontro
con Gilles Kepel, a cura di Fiera del libro e Feltrinelli. Interviene: Khaled
Fouad Allam ORE 16 CAFFÈ LETTERARIO - La sparizione. Il caso di Emanuela
Orlandi. Presentazione del romanzo di Ugo Barbara, In terra consacrata, a cura
di Piemme. Con l'autore intervengono Bruno Gambarotta, Sergio Pent, Rosa Polito
ORE 17 SALA AZZURRA - Scrittori dal mondo. Incontro con Yu Hua, a cura della
Fiera del libro. Intervengono: Paolo Mauri e Stefania Stafutti ORE 17 SALA
GIALLA - Incontri con l'autore. I giovedì di Santa Marta. Mauro Corona
intervistato da Alessandra Casella. Presentazione del libro Storia di neve,
Mondadori, a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Introduce:
Alain Elkann ORE 17 SALA ROSSA - L'Io del recensore. Dove va la critica
militante, a cura di Premio della Società del lettori di Lucca e Fiera del
libro. Intervengono: Alfonso Berardinelli, Francesca Duranti, Daniela
Marcheschi, Lorenzo Mondo, Domenico Scarpa. Coordina: Marco Ciaurro ORE 17
CAFFÈ LETTERARIO - Islam, istruzioni per l'uso. Presentazione del libro di
Valentina Colombo, a cura di Mondadori. Interviene Dounia Ettaib ORE 18 SALA
GIALLA - Incontro con Claudio Baglioni. In occasione della pubblicazione del
suo romanzo Q.P.G.A, a cura di Mondadori. Interviene Marcello Sorgi. Green
Point. Per accedere è necessario ritirare il biglietto d'ingresso gratuito allo
sportello situato all'ingresso del Terzo Padiglione ORE 18,30 SALA AZZURRA -
Suonare con gli altri. La Divan Orchestra di Daniel Barenboim. Incontro con
Elena Cheah, a cura di Feltrinelli e Fiera del libro. Interviene: Enzo Restagno
ORE 18,30 SALA ROSSA - Perché laico. Lectio magistralis di Stefano Rodotà, a
cura di Editori Laterza. Interviene: Vladimiro Polchi ORE 18,30 SALA BLU -
Genocidio. Una passione europea. Presentazione del libro di George Bensoussan,
a cura di Marsilio e Fondazione Camis de Fonseca. Interviene: Fabio Levi. ORE
18,30. CAFFÈ LETTERARIO - FLOP. Breve e veridica storia del PD. Presentazione
del libro di Giuseppe Salvaggiulo, a cura di Aliberti Editore. Con l'autore
intervengono Alberto Castelvecchi, Sergio Chiamparino, Pierangelo Sapegno ORE
19 SALA GIALLA - All'appello mancano anche i presenti. Incontro con Flavio
Oreglio, a cura di Bompiani-RCS Libri. Interviene Giulio Giorello ORE 19,30
SALA ROSSA - Incontro con Ugo Riccarelli. In occasione dell'uscita del suo
nuovo romanzo Comallamore, a cura di Mondadori. Interviene Andrea Bajani.
Letture teatrali: Giuseppe Cederna. ORE 20 SALA GIALLA - Sotto un velo di
sabbia. Adattamento teatrale di Sandro Tranchina da Il sogno e l'approdo di
Giosuè Calaciura e Davide Camarrone, edito da Sellerio. A cura di Ivan
Tagliavia per la Regione Sicilia. Con Alessandro Haber e Caterina De Regibus,
Musicche di Mario Incudine eseguite da Silvio Natoli, regia di Sandro Tranchina
ORE 20 SALA AZZURRA - Musica, parole, storie, ricordi. Incontro con Gino Paoli,
a cura della Fiera del libro. Green Point. Per accedere è necessario ritirare
il biglietto d'ingresso gratuito allo sportello situato all'ingresso del Terzo
Padiglione. Interviene Marinella Venegoni ORE 20 SALA BLU - L'Io fotografico.
La geometria e la passione. Il mondo visto da Ferdinando Scianna, a cura di PEN
Club Italia e Fiera del Libro. Intervengono Sebastiano Grasso, Anna Gribaudo,
Rocco Moliterni ORE 20 CAFFÈ LETTERARIO - L'Io nel graphic novel. Incontro con
Alfred & Oliver Ka in occasione della pubblicazione di Perché ho ucciso
Pierre. A cura di Tunué, con gli autori interviene Massimiliano Frassi SPAZIO
INCONTRI ORE 11 SPAZIO AUTORI A - Chivasso, credere nel libro oggi. Una
biblioteca avveniristica, un festival di successo e una nuova realtà
editoriale, a cura di Città di Chivasso, Fondazione 900, La Corte Editore.
Intervengono: Renato Bianco, Diego Bionda, Paolo Fasolo, Alessandro Germani,
Gianni La Corte, Bruno Matola, Serena Sonvilla ORE 11 PIAZZA ITALIA - Di padre
in figlia. Presentazione del libro Segni dell'Eldorado di Alberto Bellocchio, a
cura di Moretti&Vitali. Con l'autore interviene Violetta Bellocchio.
Conduce: Enrico Moretti ORE 12 SPAZIO AUTORI A - Fra di noi il mare.
Presentazione del libro di Arianna e Selena Mannella, a cura di Albatros
Edizioni. Con le autrici intervengono Lucia de Cristofaro, Silvia Giordanino,
Andrea Guasco. Introduce: Vittorio Barazzotto. Coordina: Adriano Fiore ORE 12
SALA AVORIO - Gli autori Carta e Penna si presentano, a cura di Carta e Penna.
Coordina: Donatella Garitta ORE 12 PIAZZA ITALIA - La creatività dopo il
trauma, l'arte salva la psiche. E la vita!, a cura di Forum Italiano di Europa
Donna. Intervengono: Elisabetta Cavallini, Gianluca Ferrara, Laura Morini,
Patrizio Pacioni, Sandrina Piras. Introduce: Maria Giovanna Gatti Luini.
Coordina: Laura Scaramozzino ORE 13 PIAZZA ITALIA - Dante eretico? Dante
Cataro? In occasione della pubblicazione del libro Libertà va cercando di Maria
Soresina, a cura di Moretti&Vitali. Con l'autrice interviene Patrizia
Gioia. Conduce: Enrico Moretti ORE 13,30 SALA AVORIO - Esoterismo e
spiritualità. Presentazione del libro di Giancarlo Barbadoro e Rosalba Nattero
a cura di Keltia Editrice. Intervengono gli autori ORE 13,30 SALA ARANCIO - Io
non ho paura. A cura di Università degli Studi di Torino e Regione Piemonte.
Intervengono Adriana Battaglia e Roberto Trinchero ORE 14 SPAZIO AUTORI A -
Poesia e fede. Incontro con Olga Sedakova, a cura delle edizioni Qiqajon ORE 14
INCUBATORE - 11 - Un codice sinestetico dei colori per non vedenti e
ipovedenti. Presentazione del libro di Lidia Beduschi, a cura di Negretto
editore. Con l'autore interviene Mario Varini ORE 14 PIAZZA ITALIA -
Infolib.net, il software per l'editoria, a cura di Alcor Sistemi. Intervengono:
Alberto Bertini e Massimo Sisti ORE 14,30. SPAZIO AUTORI B - Piramidi e papere:
mysteri d'Egitto, a cura di CICAP. Intervengono: Marcello Garbagnati e Lorenzo
Montali ORE 14,30 SALA AVORIO - Comprar casa, a cura del Consiglio Nazionale
del Notariato. Intervengono: Roberto Barone, Gian Vittorio Cafagno, Antonio
Longo, Roberto Martino, Paolo Piccoli, Donatella Quartuccio. Coordina: Remo
Bassetti ORE 15 SPAZIO AUTORI A - Sindone, destinazione Torino. Viaggio al
centro del mistero, a cura di Accademia Vis Vitalis. Intervengono: Laura Audi,
Katia Bernacci, Francesco Cordero di Pamparato, Renzo Rossotti, Andrea Vico ORE
15 INCUBATORE - Presentazione della collana Gialli di un'ora, a cura di EDB
edizioni. Intervengono: Enzo De Bernardis, Albertina Fancetti, Pierluciano
Guardigli, Alberto Pellegatta ORE 15 SALA ARANCIO - Il cavallo di Caligola.
Presentazione del libro di Pier Angelo Soldini. Intervengono Giorgio Barberi
Squarotti, Roberto Cicala, Roberto Carlo Delconte, Alessandra Dellacà ORE 15
PIAZZA ITALIA - Presentazione dei libri. Storie sulla strada della confusione
Cioccolato fondente extra Sette e Apnea, a cura di Prospettiva editrice.
Intervengono: Danzio Bonavia, Grazia Cioce, Davide Danio, Ivo De Giovannini,
Massimo Lerose. Coordina: Andrea Giannasi ORE 15,30 SPAZIO AUTORI B - La
Romania incontra l'Italia. Le vie dell'est. La prima collana di letteratura
romena contemporanea, a cura di Zonza Editori. Intervengono: Liliana Corobca,
Dan Lungu, Daniel Serban Zinelli. Coordina: Maria Teresa Martinengo ORE 16
SPAZIO AUTORI A - Incontro con Katherine Pancol. In occasione della
pubblicazione del libro Gli occhi gialli dei coccodrilli, a cura di Baldini
Castoldi Dalai. Interviene: Antonella Ottolina ORE 16 SALA AVORIO - Viaggio al
maschile tra infertilità e procreazione assistita. In occasione della
pubblicazione del libro Volevo diventare papà di Andrea Rosselli, a cura della
Casa Editrice Mammeonline. Con l'autore intervengono Donatella Caione e
Alessandro Rossi ORE 16 INCUBATORE - Vangelo secondo Carlo. Presentazione del
libro di Cristiano Della Bella, a cura di Tespi. Con l'autore interviene
Giorgina Tribuiani ORE 16 PIAZZA ITALIA - La veglia di Adrasto. Marco Aurelio e
il suo custode, a cura di Edizioni Nemapress. Intervengono: Neria De Giovanni,
Maria Teresa Giuffrè, Ubaldo Giuliani Balestrini ORE 16,30 SPAZIO AUTORI B -
Librovisioni. Quando la lettura passa attraverso lo schermo. In occasione della
pubblicazione del libro di Roberto Arduini, Cecilia Barella e Saverio
Simonelli, a cura di Effatà Editrice. Con gli autori intervengono Paolo Taggi e
Francesca Vannucchi ORE 16,30 SALA ARANCIO - Un lungo cammino per diventare
liberi. La Costituzione italiana. Intervengono Marco Carassi, Fulvio Gambotto,
Maria Luisa Vighi Miletto. ORE 17 SPAZIO AUTORI A - Questioni di identità: la
letteratura italiana e le altre a cura del Premio letterario internazionale
Mondello. Intervengono: Alain Elkann, Fausto Malcovati, Salvatore Silvano
Nigro, Marco Santagata, Maria Antonietta Saracino. Coordina Giovanni Puglisi
ORE 17 SALA AVORIO - La giovane musicologia italiana nelle Tesi della De Sono,
a cura della De Sono Associazione per la Musica in collaborazione con EDT.
Intervengono: Saverio Lamacchia, Andrea Malvano, Giorgio Pestelli, Roberto
Russi ORE 17 INCUBATORE - Milingo contro tutti. Presentazione del libro di
Filippo Anniballi, a cura di Ad est dell'equatore. Con l'autore intervengono
Marco «Ducha» Anastasi e Alessandro Tiberi ORE 17 PIAZZA ITALIA - Le parole del
buio. Presentazione del libro di MariaGiovanna Luini, a cura di Edizioni
Creativa e Forum Italiano di Europa Donna. Con l'autrice interviene Eliana
Liotta ORE 17,30 SPAZIO AUTORI B- L'astro narrante. La luna nella letteratura,
a cura di Springer. Interviene: Pietro Greco ORE 18 SPAZIO AUTORI A - Luoghi di
Paolo - Luoghi dell'Islam. Presentazione della mostra «Sulla Via di Damasco» di
Itaca, a cura di Associazione Sant'Anselmo - Progetto culturale CEI, Polo
Universitario Carcere di Torino, Centro Frassati, Associazione Presìdi del
Libro del Piemonte, Città di Torino. Intervengono: Bernardo Cervellera,
Giuseppe Ghiberti, Giorgio Vigna. Introduce: Ermis Segatti ORE 18 SALA AVORIO -
Piccole storie nella grande storia. Antonella Sbuelz Carignani, autrice di
Greta Vidal (Frassinelli) Paola Presciuttini, autrice de Il ragazzo orchidea
(Gaffi) a colloquio, a cura dell'Agenzia letteraria Nabu ORE 18 INCUBATORE -
Resurrezione Reincarnazione. Favole consolatorie o realtà? Chiesa Romana
Cattolica e Massoneria. Presentazione del libro di Mauro Biglino, a cura di
Infinito Records Edizioni. Interviene l'autore ORE 18 SALA ARANCIO - Dove il
denaro fa il denaro. Presentazione del libro di Carlo Marsilio a cura del
Centro Studi In Novitate di Novi Ligure, Università degli Studi di Genova -
Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea. Con l'autore intervengono
Roberto Benso e Luca Lo Basso ORE 18 PIAZZA ITALIA - Scrivere Donna.
Presentazione dei libri La sbadante, Di donne e di gatti e Il circolo degli
dei, a cura di Neos edizioni. Intervengono: Daniela Lovera, Marisa Porello,
Silvia Maria Ramasso, Gemma Rota Surra ORE 18,30 SPAZIO AUTORI B - Mussolini e
il generale. Presentazione del libro di Giuseppe Novero, a cura di Rubbettino
Editore. Con l'autore intervengono Gustavo Mola di Nomaglio e Roberto Sandri
Giachino ORE 19 SPAZIO AUTORI A - Cartaditalia, a cura dell'Istituto italiano
di cultura di Stoccolma. Intervengono: Roberto Alajmo, Franco Arminio, Andrea
Bajani, Guido Davico Bonino, Domenico Scarpa ORE 19 SALA AVORIO - Il trionfo
dell'asino. Presentazione del libro di Andrea Ballarini, a cura di Del Vecchio
Editore. Con l'autore intervengono Rita Charbonnier e Massimo Maugeri ORE 19
INCUBATORE - Come risanare il pianeta. Presentazione del libro di Maximilien
Rouer e Anne Gouyon , a cura di La Lepre Edizioni. Con Anne Gouyon interviene
Massimo Serafini ORE 19 PIAZZA ITALIA - Narrare la Storia. Presentazione dei
libri Il fiore del lino, Filippo San Martino D'Aglié fra storia e romanzo
L'usuraio di Chieri, una storia medievale e Domine non sum dignus, la
controversa conversione di Cavour, a cura di Neos edizioni. Intervengono: Giusi
Audiberti, Amedeo Pettenati, Silvia Maria Ramasso ORE 19,30 SPAZIO AUTORI B -
Nostradamus, storie e mistero, a cura di Acacia Edizioni. Interviene: Renuccio
Boscolo ORE 20 SPAZIO AUTORI A - Festival Nazionale Luigi Pirandello
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
PAKISTAN,
CONTROFFENSIVA DEL GOVERNO: TRUPPE SPECIALI E CACCIABOMBARDIERI NELLA VALLE
DELLO SWAT Pioggia di bombe sui taleban Obama ha chiamato anche il premier
cinese Hu e il ministro degli esteri russo Lavrov Ottanta guerriglieri uccisi
nei raid aerei Islamabad: elimineremo tutti gli estremisti [FIRMA]MAURIZIO
MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Il leader pakistano Zardari mantiene la
promessa fatta alla Casa Bianca e l'aviazione pakistana martella le basi dei
taleban, che da parte loro puntano a coinvolgere nel conflitto anche il
Papa chiedendogli di «porre fine alle conversioni in Afghanistan». A meno di
cinque ore di distanza dalla stretta di mano con Barack Obama
nello Studio Ovale, Asif Ali Zardari ha dato luce verde ad un massiccio
intervento militare contro le basi dei taleban nel Nord-Ovest del Pakistan. Se
è vero che le operazioni nella provincia di Swat erano iniziate già in
coincidenza con la partenza di Zardari per Washington, l'esercito pakistano sta
ora mettendo in essere i due consigli che da tempo il Pentagono aveva avanzato:
l'uso dei aerei per colpire le basi dei taleban e l'invio sul terreno di truppe
speciali solitamente schierate lungo i confini con l'India. Adoperare contro i
jihadisti alleati di Al Qaeda le teste di cuoio con cui il Pakistan si difende
dalle infiltrazioni indiane è la «svolta strategica» che Washington auspicava.
Non a caso il ministro della Difesa Robert Gates ha reagito da Kabul assicurando
che «le nostre truppe di terra non entreranno in Pakistan», facendo così
rientrare una delle minacce non troppo velatamente avanzate dall'inviato
Richard Holbrooke nei recenti colloqui con i consiglieri di Zardari. Sarebbero
almeno 80 i taleban uccisi dai raid aerei nella Valle di Swat, da dove i
jihadisti nelle passate settimane erano penetrati nella provincia di Buner
portandosi a poco più di
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
I FINANZIAMENTI il
caso L'integrazione delle attività formative Atto di indirizzo per l'autonomia
scolastica Pronti 500 mila el'anno Nuovi fondi in arrivo da vari assessorati
Scuola, la Regione decide: "Si insegni più matematica" MAURIZIO
TROPEANO Matematica. Scienze. Tecnologie. Ma anche i linguaggi adatti per
imparare e comunicare questi saperi. La scuola targata Piemonte sarà orientata
ad aumentare le competenze di bambini e giovani verso «l'apprendimento
scientifico». La prossima settimana la giunta regionale approverà un atto di
indirizzo per quel 20% del curriculum personale di ogni alunno deciso a livello
locale che servirà per assegnare i fondi per l'integrazione dell'attività
formativa. «Il nostro obiettivo - spiega l'assessore Gianna Pentenero - è
rafforzare le competenze dei nostri ragazzi a partire dalla scuola
dell'obbligo. In qualche modo teniamo conto del fatto che il mondo della
produzione si lamenta per la mancanza di un numero sufficiente di giovani con
saperi scientifici». Insomma: formule, numeri e anche linguaggi dovrebbero
permettere agli studenti del Piemonte di reggere il confronto a livello nazionale
e comunitario. Del resto anche negli Stati Uniti il nuovo presidente, Barak Obama,
è deciso a puntare molte delle carte della nuova economia «post-bolla» su
matematica e ingegneria. Secondo l'Ires, che ha elaborato i dati Ocse, i punti
da cui partire sono due. Il primo: dai risultati medi in scienze dell'indagine
PISA 2006 emerge come il Piemonte si trovi al di sopra della media OCSE e delle
regioni del Sud Italia. Nelo stesso tempo, però è al di sotto di quasi
tutte le regioni straniere messe a confronto e delle regioni del Nord Italia,
esclusa la Liguria. Insomma, una posizione intermedia. Il secondo pilastro del
ragionamento parte da una sorta di «pagella» dell'Ocse che fissa al livello 2
la soglia di competenza minima per ritenere uno studente in grado di affrontare
i problemi quotidiani in ambito scientifico. Il Piemonte, nel contesto
interregionale internazionale, si trova in buona posizione: gli studenti
piemontesi al di sotto del livello 2 sono meno del 20% mentre il 7% è a livello
5. «Sono performance che in Italia risultano inferiori solo a Veneto e Friuli
Venezia Giulia ma che lasciano spazi di miglioramento sia verso l'alto che
verso il livello minimo di competenza. Ed è qui che vogliamo agire», spiega
Pentenero. Nell'atto di indirizzo si terrà anche conto della necessità di
introdurre nuove forme di didattica. Ancora l'assessore: «L'interesse e il
divertimento nell'apprendere le scienze vengono considerati nell'indagine PISA
come fattori che favoriscono l'apprendimento, in quanto possono influenzare
l'intensità e la continuità del coinvolgimento degli studenti così come il loro
livello di comprensione». E così l'assessorato ha deciso di finalizzare i 500
mila euro l'anno dei fondi di integrazione dell'attività formativa per
finanziare i progetti di apprendimento scientifico presentati dalle singole
scuole. E i fondi potrebbero aumentare perché la Regione conta di riunire in un
unico pacchetto le iniziative formative di carattere scientifico finanziate da
vari assessorati. La qualità dei progetti sarà giudicata da una commissione
scientifica che coinvolgerà l'Università e il Politecnico di Torino. Per
Alberto Conte, preside di matematica, si tratta di «una decisione lungimirante
che supera le resistenze di tanti settori del mondo della scuola e che guarda
agli interessi economici futuri di questa regione».
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima
Pagina L´intervento Basta fallimenti parola di ministro
TIMOTHY GEITHNER I risultati diffusi ieri rappresentano un accertamento senza
precedenti sulla posizione delle maggiori banche Usa dal punto di vista del
capitale. Si tratta di un risultato di primo piano nell´ambito del programma
varato dal presidente Obama.
SEGUE A P
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
IL PRESIDENTE
AMERICANO ANNUNCIA LA FINANZIARIA PER IL 2010 Armi e welfare, arrivano i tagli
[FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK Barack Obama annuncia tagli sulla finanziaria
2010 per 17 miliardi di dollari mentre la Federal Reserve concede un mese alle
banche che non hanno superato gli «stress test» per presentare un piano di
rafforzamento. Ridurre la spese «non sarà facile ma necessario», spiega il
presidente illustrando i ritocchi. Revisioni per un valore complessivo
dello 0,5% dei 3.400 miliardi stanziati a febbraio. Troppo poco per i
repubblicani: «Quasi nulla», avverte il leader dell'opposizione alla Camera,
John Boehner, ricordando che quest'anno il deficit supererà 1.500 miliardi
spingendo il debito pubblico oltre i 10.700 miliardi, l'80% del Pil. Peter
Orszag, responsabile della Casa Bianca per il budget, avverte che si tratta
solo di un primo passo. Tuttavia il passaggio in Congresso si annuncia
difficile a causa dell'opposizione di delegazioni potenti come quelle di New
York, Florida e California. Ognuna di loro rischia di perdere i 400 milioni di
dollari per le spese di detenzione degli immigrati clandestini che commettono
reati. Ma è dal settore Difesa che arriverà la metà dei risparmi, grazie alla
cancellazione di programmi come il caccia F-22 o la nuova flotta di elicotteri
presidenziali. «In tempi di crisi gli americani stringono la cinta e si
aspettano che l'amministrazione agisca responsabilmente», conclude Obama. Di responsabilità parla anche Ben Bernanke quando
chiede alla banche di rivedere «le politiche sui compensi e le prese di
rischio». «La crisi ha rivelato serie mancanze», dice riferendosi ai risultati
degli «stress test» condotti dalla Fed sul capitale dei 19 principali istituti
(tutti aiutati dal governo): ammontano a circa 74,6 miliardi i fondi di cui
necessitano. Tra questi ultimi quella messa peggio è Bank of America che deve
raccogliere 33,9 miliardi, poi ci sono Wells Fargo (13,7), Citigroup (5,5),
Gmac (11,1) e Morgan Stanley (1,8) e una serie di istituti regionali (8,2). Tra
i promossi ci sono Goldman Sachs, Bank of New York Mellon, American Express,
Capital One, Jp Morgan Chase, State Street e Met Life, BB&T e Us Bancorp.
La Fed concede agli istituti in difficoltà sino all'8 giugno per presentare un
piano di rafforzamento che dovrà essere completato entro il 9 novembre. Nel
frattempo si è dimesso il presidente della Fed di New York, Stephen Friedman
sulla scia delle polemiche su un presunto conflitto di interessi: oltre a alla
carica nella banca centrale, Friedman ha svolto compiti di rilevanza pubblica
in qualità di membro del Cda di Goldman Sachs di cui possedeva anche un
consistente pacchetto di azioni.
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
La storia Dopo il
Texas un altro Stato del Sud dice no alla Casa Bianca ISTITUZIONI
IN PERICOLO Oklahoma contro Obama "Meno tasse o addio Usa" "Viviamo di petrolio,
tutta questa ecologia ci rovina" MAURIZIO MOLINARI Il caso legale può
arrivare fino alla Corte Suprema e minare l'Unione federale CORRISPONDENTE DA
NEW YORK L'Oklahoma sfida la Casa Bianca rivendicando la propria «sovranità»
contro tasse federali considerate «in violazione della Costituzione»
nonché pesantemente nocive all'economia locale. A lanciare il guanto di sfida
verso l'amministrazione Obama è la Camera dei Rappresentanti
di Oklahoma City che con 73 voti contro
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 47 - Commenti
A COSA SERVE L´OPPOSIZIONE NADIA URBINATI C´è un fenomeno che accomuna
democrazie di diversi continenti e paesi, con più o meno solide tradizioni
costituzionali, con governi di destra e di sinistra: lo sfilacciamento e
l´impotenza dell´opposizione. Negli Stati Uniti, la
vittoria di Obama e del
Partito democratico è stata accompagnata da un crollo senza precedenti del
Partito repubblicano, il quale nonostante la radicalizzazione del linguaggio
reazionario di alcuni suoi leader non riesce a riconquistare credibilità presso
il suo proprio elettorato; e soprattutto è incapace di definire una
politica di opposizione che sia seria ed efficace. Si dirà: le sconfitte sono
sempre accompagnate da delusione e smarrimento in chi le subisce. Nulla di
nuovo sotto il sole. Non é forse vero che dopo la vittoria di Reagan lo stesso
destino era toccato al Partito democratico che ha impiegato due decenni per
rinascere? Eppure qualcosa di nuovo sembra esserci. In Brasile, per esempio, il
presidente Lula è al suo secondo mandato e gode di una larghissima popolarità,
tanta quanto quella del nostro presidente del Consiglio, di Sarkozy e di Obama. A differenza degli altri paesi, la sua maggioranza ha
una storia di più lunga durata e questo avrebbe dovuto consentire
all´opposizione di meglio attrezzarsi al suo ruolo e raffinare linguaggio e
strategia. Invece, come notano anche osservatori che condividono la politica
del presidente Lula, la prova che danno di sé i partiti di minoranza (tanto di
sinistra estrema quanto e soprattutto di destra) è deludente. Eppure un governo
che fa buone politiche e ha largo consenso non ha meno bisogno di essere
incalzato dall´opposizione di un governo che fa politiche pessime e ha un
consenso risicato. In Europa, la situazione non è diversa. In Francia, il
Partito socialista non gode di miglior salute del nostro Partito democratico, e
l´insoddisfazione dei suoi elettori non è meno accentuata. Pierre Rosanvallon
ha avuto modo di commentare di recente le ragioni della crisi della sinistra
francese e ha osservato che è fuorviante parlare genericamente di crisi delle
ideologie. In realtà, a essere in crisi è solo l´ideologia che esce sconfitta
dalle elezioni. L´identificazione delle elezioni con la competizione sportiva,
la lettura dell´esito elettorale in termini di vittoria-e-sconfitta, è un segno
indicatore per comprendere quella che chiamerei la sindrome dell´inutilità
della dialettica politica post-elettorale. Il suffragio, come sappiamo,
contiene due diritti: quello di formare una maggioranza (i voti si contano) e
quello di essere rappresentati (i voti si traducono in seggi). Il secondo non è
meno importante del primo perché il Parlamento, per godere di una legittimità
non solo formale, dovrebbe essere in grado di riflettere il maggior numero
delle componenti ideali della società, anche quelle che non hanno vinto. Chi ha
"perso" le elezioni è assente dall´esecutivo ma non è né può essere
assente dal Parlamento. In questo senso è scorretto usare il linguaggio della
vittoria e della sconfitta perché suggerisce l´idea - fuorviante e pericolosa -
che conta solo chi vince. Nell´ottica della vittoria e della sconfitta,
l´opposizione non pare avere altro ruolo che quello di testimoniare i perdenti
presso il pubblico dei vincitori. E il perdente in una competizione che
registra solo chi vince è certamente inutile o impotente; non conta nulla. Ma
questa non è né la logica né la procedura che opera nelle democrazie
rappresentative, anche se è vero che i sistemi elettorali maggioritari sono più
di quelli proporzionali predisposti a favorire questa mentalità. Ma l´intensità
del problema che si manifesta oggi travalica la stessa funzione dei sistemi
elettorali e chiama in causa la cultura politica, se si vuole l´ethos, il modo
di pensare che si sedimenta nell´opinione pubblica. Le democrazie contemporanee
sembrano essere sempre di più governi della maggioranza, non semplicemente
sistemi nei quali i partecipanti alle decisioni parlamentari decidono secondo
il criterio di maggioranza. L´etica della gara per la vittoria è il segno di
uno stravolgimento della partecipazione alla costruzione della politica
nazionale, perché è evidente che anche chi non ha conquistato la maggioranza
contribuisce a determinare la politica nazionale: lo fa sia perché siede in
Parlamento e il suo voto è comunque decisivo anche quando sia solo per
registrare l´esito di una votazione, sia perché la sua presenza è comunque
attiva, attraverso la voce, la contestazione e la capacità di condizionare una
proposta di legge. Il lavoro dell´opposizione ha una grande dignità e il voto a
un partito che non vince non è un voto perso. Ma l´ideologia che sembra
dominare il campo oggi è quella che vuol far credere che la popolarità dei
sondaggi renda l´opposizione inutile, che la maggioranza sola debba governare e
che i leader debbano essere come in una permanente campagna elettorale. Un
elemento che non può sfuggire in questa politica della celebrità del capo e
della sua maggioranza è l´esautoramento delle assemblee legislative. Il
Parlamento decade nella misura in cui solo la maggioranza ha voce e visibilità.
La funzione dell´opposizione è anche per questa ragione cruciale - la sua
sconfitta numerica non si traduce mai in una sconfitta del suo ruolo politico,
perché la sua voce e la sua presenza sono la nostra garanzia di libertà
democratica. Più di questo: l´opposizione politica è depositaria della nostra
certezza che l´alternanza democratica non è un´utopia. Ci si dovrebbe imporre
di non ascoltare le sirene dell´ideologia dell´inutilità dei perdenti perché il
gioco democratico ci assicura che non c´è la fine della storia.
( da "Stampa, La" del
08-05-2009)
Argomenti: Obama
Il libro segreto che
il leader Pd presenterà alla Fiera di Torino Non più di due mesi fa Massimo
D'Alema rispose così a chi gli faceva pesare il suo status da soldato semplice
nel Pd: «Anche producendo idee si fa politica». L'altra settimana in tv da
Daria Bignardi ci ha ripensato, da oggi in poi s'impegnerà di più, con grande
sollievo dei telespettatori. Intanto pubblica un libro, che è un curioso caso
di segretezza editorial-politica. La raccolta di saggi s'intitola Il mondo
nuovo. Riflessioni per il Partito democratico, è pubblicata a cura della
Fondazione ItalianiEuropei (editore Solaris) e all'ultimo istante, mercoledì
pomeriggio, è stata aggiunta al programma alla Fiera del Libro: D'Alema ne
parlerà domenica
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina I - Napoli Il
caso Ma è possibile fare pipì in piazza San Luigi? CESARE DE SETA Gli Stati
Uniti d´America considerano la salute dei loro cittadini residenti all´estero
un valore non negoziabile: essi adottano un protocollo severo e considerano Napoli
un´area non sicura per l´inquinamento di acqua, aria e terra. Al protocollo
cautelativo degli Usa i nostri amministratori e relativi responsabili hanno
sempre risposto che non c´è alcun problema. Ora al cittadino napoletano, che
per molti lustri è stato sommerso da ogni genere di inquinamento e continua a
esserlo, restano due strade: credere ai propri amministratori o al governo di Barack Obama. Scelta difficile e imbarazzante che non muta lo stato di fatto:
la nostra bella Napoli è l´unica grande città nel nostro Paese a essere
considerata un´area metropolitana in cui si adottano misure da zone di guerra.
Così stanno le cose e così stando le cose si fa fatica a credere che il
problema più importante sia quello di dotare la città di vespasiani,
dall´imperatore che li collocò nella Roma imperiale. Esigenza importante quella
di fare pipì, anche se essa può e deve essere assolta parzialmente dai servizi
commerciali sul cui stato il Comune dovrebbe vigilare. Ma i vespasiani servono
e vanno accortamente collocati. SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 51 - Esteri
Secondo il bilancio Usa nel 2010 i costi della guerra afgana supereranno quelli
dell´Iraq Frattini incontra la Clinton Gilani: eliminare i terroristi VINCENZO
NIGRO «Sono convinto che ci siano poche possibilità che i taliban ottengano un
successo tale da dare loro accesso alle armi nucleari pachistane». è quasi uno
scongiuro quello di Robert Gates: da mercoledì il segretario alla Difesa Usa è
a Kabul, una lunga visita al fronte della guerra americana contro i taliban
(che nel 2010 costerà al contribuente più di quella in Iraq). Ma oggi il fronte
più caldo di quella guerra è quello pachistano. E il fatto che il Segretario
alla Difesa Usa parli apertamente del pericolo del nucleare ai taliban dà la
misura del livello di allarme. Gates dice di essere convinto che i taliban non
ce la faranno, ma da settimane la Cia e i servizi segreti europei (innanzitutto
britannici e tedeschi) hanno capito che il pericolo invece è assai serio. Ieri
il ministro della Difesa americano ha detto di essere soddisfatto per la
reazione militare del governo pachistano: l´avanzata degli integralisti verso
Islamabad è servita da «allarme, la reazione dell´esercito dimostra che
riconosce il pericolo». A Washington Barack Obama ha convocato il presidente
pachistano Zardari assieme a quello afgano Karzai: a Islamabad è rimasto il
primo ministro Gilani, che ieri sera ha fatto un drammatico annuncio in tv. «Ho
dato ordine all´esercito di eliminare i militanti e i terroristi per restaurare
l´onore e la dignità del nostro Paese e per proteggere il nostro popolo».
I generali pachistani hanno rivelato agli Usa dettagli sul modo in cui
controllano le circa 100 testate atomiche nei loro arsenali. Il vero problema è
che lo stesso esercito (assieme i servizi segreti) potrebbe essere a rischio di
collasso. Askari Rizvi, un analista di difesa pachistano ha prospettato uno
scenario da incubo: «Un esercito pachistano in difficoltà che continui a
perdere terreno di fronte alle offensive dei taliban, potrebbe essere un
esercito pronto a dividersi a favore o contro i taliban. è essenziale che
l´esercito non perda il controllo di zone del Paese, in maniera da poter
rimanere unito anche nel controllare l´arsenale nucleare». Anche di questo ha
parlato a Washington il ministro degli Esteri italiano Frattini, che ha visto
Hillary Clinton e i colleghi di Pakistan e Afghanistan. Frattini ha lanciato il
suo allarme, chiaro e definitivo: «Se il Pakistan esplode perché lasciato in
balia di se stesso, sarà un dramma per tutto il mondo».
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 53 - Esteri
Washington Post e Wall Street Journal contro il pantalone-simbolo "Ha
minato lo spirito nazionale, è una moda che va fermata" Sciatti, ipocriti
e di sinistra gli Usa alla crociata dei jeans Negli armadi delle signore
americane ce ne sono in media quattordici paia Erano sinonimo di abbigliamento
povero: ora vanno bene anche nei locali più snob (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 55 - Esteri
L´Independent ha scoperto quanto ha speso il governo inglese per le cene di
gala di presidenti e accompagnatori Gordon Brown ha stanziato mezzo milione di
sterline. Tra piatti prelibati e vini di gran marca. A pagare, il contribuente
"Pasteggiare mentre milioni di persone hanno perso il lavoro o la casa,
non è bello" ENRICO FRANCESCHINI LONDRA dal nostro corrispondente
L´avevano presentato come il summit per salvare il mondo investito dalla
recessione globale, ma come minimo ha sfamato e dissetato i leader che vi hanno
partecipato. Il padrone di casa del vertice del G20, Gordon Brown, non ha
badato a spese quando ha dato il benvenuto a Londra lo scorso mese di aprile a
presidenti e primi ministri dei più importanti paesi della terra. E non
soltanto a presidenti e primi ministri, ma pure alle loro mogli (o mariti), ai
loro ministri, consiglieri e portaborse, senza dimenticare le segretarie, le
guardie del corpo e gli autisti: un esercito di 200 alti funzionari e 800
persone dello staff, che il governo di Sua Maestà britannico ha invitato a
pranzo e a cena per un paio di giorni lungo le rive del Tamigi. Utilizzando i
diritti concessi dal Freedom of Information Act, il quotidiano Independent ha
chiesto e ottenuto da Downing street il "conto" di questa grande
abbuffata per Vip ed è saltata fuori una bella cifra tonda: all´incirca 500
mila sterline, pari a 550 mila euro. A pagarlo, naturalmente, sarà il
contribuente britannico, trattandosi di "spese di Stato", ma giornali
e mondo politico si domandano se è giusto. Primo, perché non sta bene che un
summit convocato per aiutare un mondo impoverito dalla crisi spenda mezzo
milione di sterline per il vitto dei convenuti. Secondo, perché Gordon Brown, in
caduta libera nei sondaggi, aveva bisogno di un successo internazionale per
riguadagnare consensi, e ha dato l´impressione di averlo ottenuto con l´aiuto
di un fastoso banchetto. La maggior parte della spesa gastronomica per il G20,
in verità, riguarda la giornata in cui è stato necessario sfamare quasi 1000
persone, tra leader e staff, al centro congressi in cui si è svolto il vertice:
435 mila sterline. Per la cena a Downing street riservata ai leader e ai
relativi coniugi, più i rinfreschi a Lancaster House e alla Tate Modern, il
conto è stato di 66 mila sterline, incluse 6 mila sterline per i vini, che
comprendevano vini pregiati, come lo Chateau Pichon Longueville Contesse de
Lalalande del 1986 (140 sterline a bottiglia, i Vip se ne sono bevute diciannove),
e altri più a buon mercato, come il Domaine de Planterieu 2006 (5 sterline a
bottiglia, per un totale di 13 bottiglie). Quanto al menù, gli
ospiti per la serata di gala a Downing street, tra i quali Barack Obama, la first lady Michelle e il
premier italiano Silvio Berlusconi, hanno mangiato salmone scozzese, seguito da
spalla di agnello del Galles, cucinati per l´occasione da Jamie Oliver, uno dei
"celebrity chef" più famosi d´Inghilterra. Niente "caviale e
champagne", insomma. Ma Norman Baker, un deputato
liberal-democratico, tuona lo stesso: «L´immagine dei leader del mondo che
pasteggiano con vini di qualità e cibo squisito, mentre milioni di persone sono
preoccupate perché hanno perso il lavoro o la casa, non è bella». Non è chiaro
se l´abbuffata sia servita a salvare il mondo dalla crisi economica. Non è
servita comunque a risollevare le azioni di Gordon Brown, che precipita come e
più di prima nei sondaggi. Poteva invitare i leader del G20 a digiunare, e
probabilmente per lui il risultato sarebbe stato identico.
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 9 - Economia
IL NUOVO RUOLO DELLA FAMIGLIA AGNELLI (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 25 - Economia
I benefici La prospettiva Il ministro del Tesoro Usa, Timothy Geithner, spiega
i risultati dello stress test sulle banche "Sostituita l´incertezza con la
trasparenza così il credito farà ripartire l´America" "OPERAZIONE
TRASPARENZA COSI´ L´AMERICA RIPARTE" I tassi sui mutui sono a un minimo
storico e le aziende stanno trovando più facile finanziare i propri
investimenti Ci aspettiamo che le banche restituiscano qualcosa di più dei 25
miliardi di dollari inizialmente previsti (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 25 - Economia
Nessuna insolvenza per le banche Usa Il Tesoro: ma servono forti aumenti di
capitale. Bernanke: più rigore contro i rischi Entro l´inizio di giugno il
governo pretende i programmi di azione specifici ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK -
Dopo mesi di attesa snervante, sia per i mercati finanziari che per gli
executives degli istituti di credito, il governo americano ha reso noto ieri
sera, alla chiusura di Wall Street, i risultati dello "stress test",
l´esame sotto sforzo cui ha sottoposto le 19 maggiori banche americane per
determinarne lo stato di salute e l´esigenza di nuove iniezioni di capitale. La
conclusione: la metà degli istituti - tra cui Bank of America, Citigroup, Wells
Fargo, Regions Financial - avranno bisogno di altri fondi (circa 75 miliardi di
dollari), ma c´è anche una componente ormai sana, solida, rappresentata da
realtà come JPMorganChase e Goldman Sachs. Più in generale il test ha
dimostrato che nessuna delle 19 banche è «a rischio solvibilità», secondo
quanto ha chiarito poco prima dell´annuncio il presidente della Federal
reserve, Ben Bernanke. Il quale ha anche invitato le banche a rivedere la
pratiche sui compensi e sulle prese di rischio. Avviato a
febbraio nel quadro dei piani di risanamento di Barack Obama, lo "stress test" - che
è il primo del genere nella storia americana - servirà anche a individuare le
riforme dei regolamenti bancari, e in particolare della legge
Gramm-Leach-Billey del 1999, la cui inadeguatezza è considerata una delle
ragioni della tempesta finanziaria globale. Gli esperti del Tesoro,
della Fed e degli altri organismi di controllo hanno valutato le prospettive
delle 19 banche nei prossimi due anni alla luce di due scenari possibili: il
primo in linea con le previsioni degli economisti, il secondo molto più
pessimista: disoccupazione al 10,3, prezzi della casa giù di un altro 22%. Tra
i promossi figurano anche American Express, Bank of New York Mellon, Metlife:
non avranno bisogno di altri capitali e, per loro, si apre la prospettiva di
una restituzione degli aiuti ricevuti dal governo in autunno, che in quella
fase erano serviti a evitare il peggio, ma che ora rappresentano un fardello e
frenano i bonus per gli executives. Diversa è la situazione per altri istituti:
Bank of America ha bisogno di non meno di 34 miliardi di dollari, Wells Fargo
di 15, la Gmac (il braccio finanziario della General motors) di 11,5. Da dove
arriveranno questi miliardi freschi? Per il momento si esclude un ulteriore
intervento pubblico e quindi aggravi per i contribuenti. Ogni azienda
sotto-capitalizzata dovrà invece cercare di raccoglierli sul mercato, di
trovare partners privati o di studiare - specie nel caso di banche regionali -
la fusione con istituti più robusti. Entro l´inizio di giugno il governo
pretende di ricevere dei programmi di azione specifici. Una ipotesi aggiuntiva
è quella di trasformare gli aiuti concessi in autunno sotto forma di prestiti
convertibili in azioni ordinarie delle banche meno solide. Una strada che Obama è restio a incoraggiare per non sollevare altre
critiche sull´eccessivo ruolo pubblico nell´economia americana.
( da "Corriere della Sera"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Prima Pagina data: 08/05/2009 - pag: 1 Nell'economia GLI
ESAMI DI OBAMA Gli stress test: alle banche Usa servono 75 miliardi di
GIANCARLO RADICE A P
( da "Corriere della Sera"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 08/05/2009 - pag: 12 Viaggio difficile Critiche dei
coloni israeliani. Il primo ministro Netanyahu mobilita 80mila agenti di
polizia Papa in Terrasanta, allarme sicurezza Prima tappa in Giordania. Minacce
dei Fratelli musulmani: «Rinunci» DAL NOSTRO INVIATO MADABA (Giordania) Niente
è pronto e si è pronti a tutto. Sulla via centrale di Madaba, «la città delle
fedi che convivono», cristiani e musulmani s'assordano coi trapani, mangiano
polvere, guardano gli scalpellini ancora al lavoro e condividono, più che
altro, le perplessità: ce la faranno per l'arrivo di Benedetto XVI? Hanno
appeso gli striscioni, in un latino un po' approssimativo. Rassettano intorno
alla chiesa di San Giorgio, un paio di strade. Cinquanta metri più in là ed è
subito spazzatura, case diroccate, animali bradi, ma in fondo che importa?
Madaba sarà la sosta più breve, delle 36 previste in otto giorni di
pellegrinaggio, e quel che conta è il simbolo: «La coesistenza pacifica fra le
religioni dice il nunzio ad Amman, Francis Assisi Chullikat . Qui è evidente.
Ed è una testimonianza per tutta la regione». Tre giorni in Giordania, cinque
in Israele: nessun Papa s'era mai fermato tanto, sulla via di Gerusalemme. Qui,
dove Cristo fu battezzato e chi lo battezzò fu decapitato. Qui, dove atterrò il
primo Pontefice mai sceso in Terrasanta, e dove atterriva il terribile
al-Zarqawi, il qaedista che decapitava i cristiani. In Giordania c'è una
comunità piccolissima di fedeli, il 2% della popolazione, e oggi Benedetto XVI
comincerà da loro. E dai luoghi di Mosè. E dalla moschea Al-Hussein Bin Talal.
E da Abdullah II, il primo leader mediorientale ricevuto da
Obama, ben prima
d'israeliani e palestinesi. Problema numero uno, la sicurezza. Qui come in
Israele. I Fratelli musulmani si sono già fatti vivi: «Rinuncia al viaggio »,
«vai a benedire l'occupazione israeliana». I coloni israeliani hanno scatenato
le loro radio: «Il crociato», «l'ex giovane nazista». Dalle polemiche
sull'Islam a quelle sulla Shoah, dal caso Williamson alle accuse per Gaza, è un
Papa che fa trillare mille campanelli d'allarme. Amman ha addestrato due unità
speciali che seguiranno ovunque la Papamobile. Il governo Netanyahu ha
mobilitato 80mila poliziotti: «Per questa visita dice Dudi Cohen, capo della
sicurezza israeliana , ci hanno fatto una richiesta precisa: zero errori ».
L'incubo dei giordani è la frontiera irachena, da dov'è facile infiltrarsi tra
le migliaia di pellegrini. Quello degl'israeliani, è ciò che accadde con la
visita di Sarkozy, un anno fa: tutto sotto controllo, e poi un poliziotto si
suicidò a pochi metri dal presidente francese. Sia oggi che lunedì, giorno del
trasferimento a Tel Aviv, gli spazi aerei saranno chiusi per un'ora e tutti i
segnali radio monitorati. Punti caldi del tour papale: Nazareth, con le minacce
dell'imam locale; Betlemme, col braccio di ferro sul percorso vicino al Muro. E
perché no, Gerusalemme: un sondaggio dice che, in tutto Israele, il 76% degli
ebrei non è affatto disturbato dai cristiani, ma nella città degli
ultraortodossi uno su tre vorrebbe che se ne andassero. Prima dei numeri, lo
dice la Caritas: «Essere insultati o picchiati, succede. Specie in questi
giorni». Attesa Un'arabo-israeliana di Nazareth passa davanti a un poster di
Papa Benedetto XVI (Ap/Dan Balilty) Francesco Battistini
( da "Corriere della Sera"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 08/05/2009 - pag: 14 Afghanistan La guerra sarà più cara
che in Iraq WASHINGTON Per la prima volta il bilancio del Pentagono per la
guerra in Afghanistan, prioritaria per Barack Obama, supererà nel 2010 il costo di
quella in Iraq: per il primo conflitto gli Usa spenderanno 65 miliardi di
dollari, 61 per il secondo. È quanto emerge dal budget del Pentagono per il
prossimo anno fiscale che in Usa inizia in ottobre. Accanto al bilancio
generale della Difesa da 533,7 miliardi di dollari, la Casa Bianca ha
chiesto al Congresso una spesa supplementare di 130 miliardi di dollari per
finanziare le guerre in Iraq e Afghanistan (61 miliardi e 65 rispettivamente).
I rimanenti 4 miliardi andranno in spese generali per i due conflitti. Una
commissione della Camera ha poi approvato un finanziamento da 96,7 miliardi di
dollari per Iraq e Afghanistan e per aiuti militari al Pakistan.
( da "Repubblica.it"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
PESHAWAR -
Interpellare la Rivoluzione che avanza non è difficile, basta comporre il
numero di un cellulare e ascoltare l'inglese fluente di Muslim Khan, portavoce
di un'insurrezione che ha portato i Taliban a
( da "Repubblica.it"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
WASHINGTON - Nella
Kulturkampf, nella guerra culturale che i conservatori instancabilmente
combattono per salvarci l'anima senza esserne richiesti, si alza un nuovo
straccio infernale che distruggerà l'Occidente: il blue jeans. Le ubique,
insidiose brache di ruvida tela blu con borchie di rame hanno "minato lo
spirito nazionale", ha avvertito il Wall Street Journal, subito seguito da
un famoso opinionista del Washington Post, e vanno fermate. Umile surrogato
della logora "Grande Guerra al Terrore" bushista, il pantalone nato
dalla tela francese de Nimes, da cui la parola denim, e tinto con l'indigo - il
blue di Genoa, da cui jean, per i marinai - è la nuova al-Qaeda con la lampo e
le borchie, l'uniforme transgenerazionale che sgretola l'America e segnala il suo
collasso verso "la sciatteria terminale", è tuonato dal Washington
Post George Will, uno dei più amabili, ma severi brontoloni della destra. Il
"Demon Denim", come lo chiama lui, non è soltanto sciatto e
ideologico, ma "ipocrita", come le ricche signore che vanno a far
spesa nei supermercati biologici al volante dei loro Suv tracanna benzina. A
vita alta o a vita bassa, scoloriti o logorati dal fabbricante per creare la
falsa impressione del consumo da fatica, sbracati con il cavallo all'altezza
delle ginocchia o tesi come una mano di vernice passata sul sedere, i blue
jeans sono il simbolo della resa collettiva della società al banale e
all'immaturo. Will rabbrividisce alla vista della famigliacce che circolano
indossandolo invariabilmente, padre, madre, figli, come un'"uniforme del
nulla". Credendosi politically correct, pacifisti e progressisti se li
infilano come lontana eco della "controcultura" sessantottina,
ringhiava lo scrittore Daniel Ask sul Wall Street Journal, perché dimenticano
che le brache di denim - indossate anche da Garibaldi nelle sue imprese - sono
figlie della guerra, della necessità di trovare un calzone pratico per i
marinai delle flotte. OAS_RICH('Middle'); Che un indumento così umile ed
economico (sui 30 dollari in media, poco più di 20 euro) possa suscitare tanta
furia perbenista e culturale, si spiega con il fastidio per la massificazione
del costume che turba individualisti, conservatori e snob. E che di massa si
tratti - per questi calzoni portati in America da una famiglia di ebrei
tedeschi, i Levi Strauss, all'inizio dell'Ottocento e poi divenuti l'indumento
standard di contadini, cercatori d'oro e vaccari - lo dicono le cifre delle
vendite annuali, vicine ai 15 miliardi di dollari (50 dollari a testa per ogni
abitante) e i guardaroba: negli armadi delle donne americane ce ne sono in
media 14 paia, ormai accettabili anche nel ristorante più spocchioso. A
differenza di quanto accadde a Bing Crosby, che negli anni '50 fu respinto da
un maitre di Los Angeles perché in jeans. E si vendicò tornandoci con un
completo, giacca, gilè e calzoni in tela denim, cucito espressamente per lui
dalla Levi's. I custodi della moralità sartoriale non esitano a definirlo
"una pestilenza nazionale" (Will), "un sintomo di infantilismo
nostalgico per un passato agrario che si traduce nella corsa a quelle casette
di lontano sobborgo oggi avviate verso l'abisso dei mutui non pagati",
quasi che siano stati i jeans a provocare il collasso della finanza. Ormai un
vizio nazionale, secondo il Wall Street Journal, i jeans andrebbero trattati
come le sigarette e tassati a sangue dalla presidenza Obama. Questo residuato della ribellione
giovanilista, questa bandiera dei Marlon Brando, dei James Dean, dei
rivoluzionari senza una causa che persino Elvis Presley non voleva indossare
perché, da uomo del sud, lo vedeva come un simbolo di miseria, oggi veste
miliardari come Bill Gates e Steve Jobs e tutti i baroni delle stock options a
Silicon Valley, apice definitivo dell'ipocrisia e della immaturità di
questi eterni Peter Pan. E' assai improbabile che la campagna contro "il
terrore in blue jeans" possa incrinare il regno di un indumento che
risponde al criterio fondamentale americano della convenience, della praticità,
e ricorda ironicamente la vana battaglia combattuta per anni dal Cremlino
contro questo simbolo delizioso dell'America. La diabolica braca è ormai
entrata anche negli uffici delle banche di Wall Street, dove il "casual
Friday", il venerdì casual, è un'istituzione, mentre le madri di famiglia
affannate non rinunceranno facilmente a infilare ai figli l'indistruttibile
calzone. La campagna dei guerrieri culturali somiglia a tante altre
malinconiche battaglie perdute, dalla minigonna al telefonino, dal rock'n roll
ai videogame. Se l'America andrà all'inferno, come loro profetizzano, ci andrà
in jeans. (8 maggio 2009
( da "Stampaweb, La"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
AMMAN Accolto con
grande cordialità dal Re e dalla sua splendida sposa Rania, il Papa ha
manifestato «gioia» nelliniziare oggi la sua «prima visita in Medio
Oriente dallelezione alla Sede Apostolica» (in Terra Santa era già stato nel 1964 da professore di teologia
e poi nel 92 e nel 94 da prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede), dicendosi «lieto di posare i piedi sul suolo del Regno
Ascemita di Giordania, una terra tanto ricca di storia, patria di così numerose
antiche civiltà, e
profondamente intrisa di significato religioso per Ebrei, Cristiani e
Musulmani». «Spero vivamente - ha scandito - che questa visita e in realtà
tutte le iniziative programmate per promuovere buone relazioni tra Cristiani e
Musulmani, possano aiutarci a crescere nellamore verso Dio
Onnipotente e Misericordioso, come anche nel fraterno amore vicendevole. Grazie
per la vostra accoglienza. Grazie per la vostra cortesia. Che Dio conceda alle
Vostre Maestà felicità e lunga vita! Che Egli benedica la Giordania con la prosperità
e la pace». Ad Abdullah II, ringraziandolo per «le sue cortesi parole di
benvenuto», il Papa ha anche rivolto «particolari congratulazioni in questo
anno che segna il decimo anniversario della sua ascesa al trono, estendendo di
cuore i migliori auguri a tutti i membri della Famiglia Reale e del Governo, e
a tutto il popolo del Regno». «Mi dispongo con gioia - ha concluso - a
celebrare la liturgia nella Cattedrale di San Giorgio domani sera e nello
Stadio Internazionale e a recarmi sul Monte Nebo, dove Mosè condusse la sua
gente per gettare lo sguardo entro la terra che sarebbe diventata la loro casa,
e qui morì e fu sepolto, e a Betania al di là del Giordano, dove Giovanni
Battista predicò e rese testimonianza a Gesù, che egli stesso battezzò nelle
acque del fiume che dà a questa terra il nome: in entrambi questi luoghi santi
avrò la gioia di benedire le prime pietre delle chiese che saranno costruite».
Come è noto, Abdullah II ha promesso al presidente americano Barack Obama, nel corso del loro recente incontro a Washington, la
redazione di una nuova bozza del piano saudita. Il sovrano poi ha discusso
della questione con il presidente dellAutorità palestinese,
Abu Mazen, e anche con il ministro degli esteri siriano, Walid Al Muallim. Al centro della
trattativa lipotesi - sostenuta dalla Casa Bianca - di concedere la
cittadinanza ai profughi palestinesi presenti nei diversi Paesi di residenza
nella regione oppure di consentire loro di spostarsi nei Territori occupati da
Israele nel 1967 e che
dovrebbero far parte del futuro Stato autonomo palestinese, al quale arrivare
progressivamente con tappe fissate da un calendario entro il quale realizzare
la normalizzazione dei rapporti tra arabi e israeliani. Sullo sfondo anche lipotesi della proclamazione della città
vecchia di Gerusalemme quale «zona internazionale» sotto il controllo delle
Nazioni Unite, idea che non dispiacerebbe certo al Vaticano dove non
dimenticano che questa stessa proposta fu lanciata da Paolo VI che parlò della
città santa delle tre religioni monoteistiche in termini analoghi. «Il governo
giordano sta cercando di promuovere la pace in Medio Oriente, specialmente nel
conflitto israelo-palestinese», ha commentato il nunzio mons. Francis Assisi
Chullikat, che alla Radio Vaticana ha sottolineato: «Anche in questo, la Chiesa
in Giordania sta svolgendo un ruolo molto attivo e la coesistenza pacifica, che
è molto evidente qui in Giordania, può anche essere un segnale di speranza ed
incoraggiamento per tutte le comunità cristiane a livello regionale». E cè
grande attenzione da parte dellopinione pubblica giordana al viaggio di
Benedetto XVI, in occasione del quale il governo ha concesso un giorno di
festività in più per i dipendenti pubblici cristiani e nelle scuole, con implicito riconoscimento dellimportanza
della comunità araba cattolica. Rilevante anche lo spazio che i principali
quotidiani della Giordania danno alla visita di Benedetto XVI, dedicando fin da
ieri diversi articoli, con immagini molto belle e sorridenti del Papa, ed inserti che
illustrano i diversi luoghi che verranno toccati. «Cristiani e musulmani
confidano molto in questa santa visita nella nostra terra; la speranza è che il
Pontefice faccia capire alle parti in conflitto, in particolare israeliani e
palestinesi, che ha un senso trovare una pace che alla fine consenta loro di
condurre la vita normale che meritano», scrive il Jordan Times. In diversi
articoli è descritta con enfasi la visita del sito del Battesimo, dove il Papa
sarà accompagnato in macchina elettrica tra gli ultimi ritrovamenti
archeologici avvenuti sulla riva del Giordano. Ed a quella alla città di
Madaba, dove Benedetto XVI benedirà la prima pietra della nuova Università
cattolica. Nelle anticipazioni sulla liturgia di domenica nello stadio di
Amman, è sottolineato infine che la parola «pace» tornerà a risuonare collegata
alla stretta attualità: «Preghiamo specialmente per la pace in Medio Oriente -
si legge nella preghiera dei fedeli - Palestina, Iraq e Libano, chiediamo al
Signore di diffondere la pace in tutti i cuori così che la giustizia domini tra
tutte queste nazioni che desiderano la pace». Il riferimento allIraq
è di notevole importanza poiché©, come è noto, in Giordania sono presenti
decine di migliaia di rifugiati iracheni, attesi anche alla celebrazione, tra i quali anche
cristiani e cattolici di rito caldeo. Non è escluso che il Papa possa anche
soffermarsi con una delegazione di vescovi iracheni caldei, invitati ad Amman,
dalla Nunziatura, per la visita. Dalla preghiera per il Medio Oriente a quella
per i cristiani in Terra Santa il passo è breve. Nella messa, nella valle di
Josafat a Gerusalemme, la prima allaperto di un Papa nella
città santa, il 12 maggio, la liturgia prevede il ricordo di «tutti i cristiani
di Terra Santa,
affinchè sappiano superare lo scoraggiamento e le numerose difficoltà di questo
mondo» e quello dei «credenti di tutte le religioni perchè, nella sincera
ricerca di Dio, lavorino per la pace e per la costruzione di un mondo più
giusto e solidale». In questa messa, tra le lingue, sarà utilizzato anche lebraico.
( da "Repubblica.it"
del 08-05-2009)
Argomenti: Obama
ROMA - Papa
Benedetto XVI ha raggiunto Amman, in Giordania, prima tappa del suo
difficilissimo viaggio in Terra Santa. "Sono qui per portare avanti il
dialogo tra ebrei e islamici nonostante i malintesi inevitabili quando per
duemila anni si è stati separati. Esprimo un profondo rispetto per la comunità
musulmana", sicuro che "la pace in Medio Oriente può essere raggiunta
se si assumono posizioni realmente ragionevoli". "Cristiani restate
in Medio Oriente". In volo verso Amman, rispondendo ad una domanda
sull'estinzione della presenza cristiana in Medio Oriente, il Papa ha chiesto
"ai cristiani della Terrasanta e del Medio Oriente a restare nelle loro
terre". "Con aiuti concreti, scuole e ospedali - ha aggiunto il Papa
- spero possano trovare il coraggio, l'umiltà e la pazienza per restare in
questi Paesi ed offrire il loro contributo per il futuro di pace di questi
Paesi". La strategia del Vaticano per la pace. Alla vigilia dell'incontro dei leader israeliani e palestinesi con il presidente Usa
Barack Obama, Papa
Ratzinger ha spiegato che il contributo del suo viaggio al processo di pace
agirà su tre livelli: con la preghiera che "apre a Dio e può agire nella
storia e può portare alla pace"; con la "formazione delle
coscienze" per evitare che siano "ostacolate da interessi
particolari"; con la "ragione: non essendo parte politica più
facilmente possiamo aiutare a vedere i criteri veri e ciò che serve realmente
alla pace". Ad accogliere il Pontefice ad Amman, il re Abdallah II Bin
al-Hussein con la consorte, la regina Rania, ed un gruppo di fedeli che
sventolava bandierinie giallo-bianche con i colori del Vaticano.
OAS_RICH('Middle'); Il terzo Pontefice in Terra Santa. E' il terzo pontefice a
visitare i luoghi di Gesù dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 13 - Esteri Il presidente Usa visiterà l´Egitto Il 4 giugno dal Cairo Obama si rivolgerà al mondo arabo la
Casa Bianca: "Sarà un discorso importante" WASHINGTON - Il prossimo 4
giugno, nel corso di una sua visita in Egitto, il presidente americano Barack Obama pronuncerà un discorso sul futuro
delle relazioni fra Stati Uniti e mondo arabo. Il discorso verrà tenuto
al Cairo. La notizia è stata diffusa ieri dalla Casa Bianca e il portavoce di Obama, Robert Gibbs, ha voluto sottolineare che si tratterà
di «un discorso importante». Sarà, aggiungono alla Casa Bianca, la prima volta
che un presidente degli Stati Uniti si rivolgerà al mondo musulmano parlando da
un paese islamico.
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 13 - Esteri
La ferita di Gaza Parla Hamza Manosur, il leader del Fronte di azione islamica,
partito integralista del Parlamento giordano "Noi aspettiamo ancora le
scuse per le gravi offese di Ratisbona" Gaza è il simbolo delle ingiustizie
inflitte al nostro popolo. Da lì doveva iniziare il suo viaggio ALBERTO STABILE
DAL NOSTRO INVIATO AMMAN - «Il papa non è il benvenuto e non lo incontreremo.
Se Benedetto XVI avesse voluto percorrere la strada di Gesù, avrebbe dovuto
cominciare questo viaggio da Gaza». Ad esprimersi con toni così aspri è una
delle personalità dominanti dell´Islam militante in Giordania. Sheik Hamza
Mansour è il capo del Fronte di azione islamica, il braccio politico dei
potenti Fratelli musulmani, che da vent´anni è rappresentato nel parlamento del
regno hashemita. Nella sua casa di Sahab, un rettangolino di verde sfavillante
nella polverosa periferia di Amman, il capo del Fronte islamico fa, tuttavia,
precedere le sue bordate da una premessa accattivante. «Mi creda, tra noi e i
cristiani non c´è alcun problema. Noi rispettiamo la religione di Cristo e il
loro capo che è nostro ospite, ma il papa, in Germania, nel
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 09/05/2009 - pag: 2 Il 4 giugno al Cairo Obama annuncia un discorso agli islamici WASHINGTON Lo aveva
promesso da Amman, in Giordania, il 22 luglio scorso, in piena campagna
elettorale: se sarò eletto, nei primi mesi della mia presidenza verrò in un
Paese arabo per parlare al mondo musulmano. A nove mesi da
quella promessa, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato ieri che quel
discorso lo terrà al Cairo il prossimo 4 giugno. «Non vuole essere un discorso
ai leader, ma al popolo», ha confermato il portavoce Robert Gibbs, precisando
che quello di Obama sarà un
«major speech», un discorso importante.
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 09/05/2009 - pag: 3 «Inquietudine» a Washington Gli Usa rinnovano le sanzioni alla Siria WASHINGTON
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha rinnovato ieri le sanzioni contro la Siria, sospettata di
sostenere i movimenti estremisti nella regione. Lo ha indicato il portavoce del
Dipartimento di Stato, Robert Wood, precisando che non si tratta di nuove
misure ma di un rinnovo di quelle già esistenti. «Continuiamo ad avere
forti inquietudini per l'atteggiamento della Siria e nei confronti delle sue
azioni ha detto Wood . Ma desideriamo incoraggiare Damasco a svolgere un ruolo
positivo in Medio Oriente».
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 6 - Economia
Opel, decisione entro il mese Berlino: "Fiat cambia il piano" Ok del
tribunale a Chrysler. Epifani, pressing sul governo Cgil, Cisl e Uil
incontreranno i loro colleghi tedeschi. A Bruxelles nuova protesta nella
filiale del Lingotto: "sequestrate" 200 auto PAOLO GRISERI TORINO -
Sarà il borgomastro di Magonza a mandare in fumo il disegno di Sergio
Marchionne? Il bilancio della giornata di incontri di ieri è incerto: ai timori
tedeschi si sono sommati quelli del segretario della Cgil, Guglielmo Epifani.
L´ad del Lingotto ha visitato le autorità locali dei land dove sorgono i
principali stabilimenti della Opel incontrando disponibilità al dialogo ma
anche dubbi e timori. Al punto che, garantisce il ministro dell´Economia di
Berlino, zu Guttenberg, «Torino sta modificando il piano in corso d´opera». Ciò
che non evita al governatore della Renania, il socialdemocratico Kurt Beck, di
dirsi «molto preoccupato» aggiungendo che «dopo l´incontro con Marchionne i
nostri dubbi sono aumentati». Più cauto il suo collega dell´Assia, il
democristiano Roland Koch, che ha consigliato Marchionne a «presentare con
urgenza la sua offerta» per poter consentire «una valutazione equa in tempi
brevi». I timori tedeschi sono quelli di una ristrutturazione che porti alla
chiusura di alcuni stabilimenti: «Se arrivasse a tanto - dice il borgomastro di
Kaiserlautern, uno dei siti a rischio - in quest´area, già economicamente
debole, sarebbe un disastro». Così Marchionne prosegue nella sua spola e
continua a limare le proposte anche se, ammette, «bisogna fare presto». I tempi li detta Obama come nel caso Chrysler, che si sta avviando ad una rapida
soluzione dopo che i creditori contrari all´operazione hanno gettato la spugna
di fronte al giudice, denunciando di non potere resistere alla «enorme
pressione» del governo statunitense. Per Gm invece il presidente Usa ha
fissato al 31 maggio il termine ultimo per risolvere la crisi, di cui il futuro
di Opel è una subordinata. Marchionne smentisce anche le indiscrezioni degli
ultimi giorni: «Di piani ne spuntano a bizzeffe ma noi continuiamo a lavorare».
Come dire che non si tratta tanto di piani strutturati quanto di ipotesi di
lavoro. Ipotesi che preoccupano non solo la Germania ma anche l´Italia. Proprio
la visita del manager Fiat nei land tedeschi fa risaltare quello che Renata
Polverini dell´Ugl definisce «il ritardo con cui in Italia si affronta la
questione». Ma l´allarme più forte e preoccupato viene direttamente dal segretario
generale della Cgil, Guglielmo Epifani che invita «il governo a passare dagli
annunci ai fatti convocato la Fiat e le parti sociali a un tavolo in cui
l´azienda di Torino illustri i suoi piani». Perché se è vero che «bisogna fare
in fretta», è altrettanto vero che i sindacati italiani non accettano la logica
del ministro Claudio Scajola: «Ci riuniremo quando sarà conclusa la trattativa
della Fiat». Come dire, quando i giochi saranno fatti: «Allora sarà troppo
tardi», osserva Epifani. Il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, ha ricordato
che «per fare chiarezza il 16 maggio i metalmeccanici scenderanno in piazza».
In attesa dei chiarimenti, i sindacati italiani e tedeschi hanno deciso di
incontrarsi il 13 maggio prossimo a Francoforte. I lavoratori della Germania
continuano ad avere simpatia per l´offerta Magna rilanciata ieri come «un
progetto euro-russo da cinque milioni di auto». A Bruxelles è intanto ripresa
la protesta dei dipendenti del concessionario che nelle settimane scorse
avevano «sequestrato» due manager. Questa volta il loro obiettivo sono state
direttamente le auto: «Le abbiamo prese in ostaggio - hanno spiegato - per
protestare contro il licenziamento di 24 di noi».
( da "Repubblica, La"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 7 - Economia
Il Lingotto spinge su Gm: con le quote di mercato nei paesi latinoamericani
verrebbe sbaragliata Volkswagen La carta segreta di Marchionne col Sudamerica 7
milioni di vetture Il Tesoro Usa è interessato a un accordo tra le case per risolvere
la crisi occupazionale SALVATORE TROPEA TORINO - La Fiat mira al bersaglio
grosso del 38 per cento del mercato dell´auto sudamericano con al secondo posto
l´avversario diretto, cioè la Volkswagen, attorno al 16. Questa sfida
ambiziosa, secondo quanto riferiscono i negoziatori, è la vera posta in gioco
nella partita Gm-Opel in atto da Washington a Detroit e da Torino a Berlino.
Oggi le possibilità di successo del Lingotto sono del 50 per cento. Tra meno di
una settimana questa percentuale potrebbe risultare modificata con la Fiat più
vicina a un traguardo che influenzerebbe le manovre europee per la Opel. Quando mancano ventitre giorni al termine fissato da Barack Obama per la presentazione da parte di
Gm del piano dal quale dipende un finanziamento pubblico di 30 miliardi di
dollari (di poco più della metà già erogati), l´attenzione dei torinesi che
trattano al di là dell´Atlantico è fortemente concentrata sull´obiettivo
latino-americano che legano indissolubilmente alla vicenda Opel. A loro
parere si tratta delle due facce della stessa medaglia, con la differenza che
ciò che sta nel Mercosur e dintorni rappresenta la «polpa» mentre la provincia
europea è al momento un «valore negativo». Il problema di Fiat è quello di
convincere i vertici di Detroit, Kent Kresa e Frizt Henderson, presidente e ad
di Gm, oltre che l´amministrazione Obama, del fatto
che si tratta di due situazioni diverse che però si compensano e per questo
sono da ritenersi tra loro legate. Nel caso della Chrysler le controparti erano
i sindacati e le banche, al tavolo per Gm Sud America i protagonisti sono le
due aziende, anche se il Tesoro Usa ha interesse a trovare una soluzione che,
salvando la parte americana della Gm, risolva la questione sociale della difesa
dei posti di lavoro e crei le premesse per la restituzione del finanziamento. A
quanto si sa in questi giorni le autorità di Washington si stanno occupando
degli aspetti interni al loro paese lasciando a Fiat e Gm il capitolo
sudamericano ed europeo. La Opel per loro è una parte importante di un problema
più grande riconducibile al progetto di Obama di
assicurarsi la sopravvivenza di un grande produttore americano di automobili.
Proprio per questo non si può escludere che da parte loro si guardi all´Europa
per capire anche come finirà quello che promette di trasformarsi in uno scontro
tra Italia e Germania con l´arbitraggio dell´Unione Europea. Il ritiro dalla
scena giudiziaria, avvenuto ieri, dei creditori che avevano innescato il
Chapter 11 per la Chrysler, è un segnale positivo ma non basta ancora ad
accelerare il cammino della Gm. L´interesse per il Sud America, secondo alcuni,
potrebbe anche tradursi nella necessità del Lingotto di mettere mano al
portafoglio. Per il momento al tavolo dei negoziati nessuno ne ha parlato e
questo a Torino viene interpretato come il segnale che nelle intenzioni della
casa madre di Detroit prevale al momento l´interesse di trovare una soluzione
per la provincia debole tedesca. Col passare dei giorni le cose potrebbero
cambiare, fermo restando il fatto che Fiat ci tiene a conquistare i mercati
latino-americani forse più di quanto non pensi di annettersi la Opel che già
oggi è fonte di non pochi problemi. La ragione sta nei numeri. Stando ai dati
di fine 2008, nel Brasile che da solo vale il 50 per cento del mercato
automobilistico latino-americano con 2 milioni 228 mila vetture vendute più 500
mila veicoli commerciali, la Fiat dispone di una quota del 24,6 per cento,
mentre la Gm è al 20,5 e la Volkswagen al 21,9. Nel resto dell´America Latina,
per dire un mercato nel quale si vendono oltre 2 milioni di vetture, in testa
c´è la Gm con una quota del 21 per cento, mentre la Volkswagen è al 10 e la
Fiat al 3 per cento. A conti fatti, in caso di alleanza Fiat e Gm nel Cono Sud
potrebbero controllare una quota del 38 per cento. Sono queste le cifre che
fanno salire a 7,2 milioni di vetture il peso che avrebbe il nuovo colosso
dell´auto, ovvero la società che dopo lo spin-off del Lingotto andrebbe in
Borsa. Un player mondiale secondo soltanto a Toyota.
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Politica data: 09/05/2009 - pag: 13 Palermo G8 degli studenti: Ieva,
lituana, rappresenta l'Italia DAL NOSTRO INVIATO PALERMO Il primo G8 degli
studenti per l'Italia è davvero internazionale visto che a rappresentare il
nostro Paese è una straniera, Ieva Dudaite (foto), 18 anni, lituana di Kaunas.
Bionda e allegra, eccola seduta al tavolo presidenziale a forma di cavallo, fra
le margherite gialle e il tricolore davanti al cartello col suo nome, in fila
fra le bandierine di tutto il mondo. Come sia finita lì da «italiana» fra il
cinese che rappresenta la Cina, il francese che arriva da Parigi e lo spagnolo
di Saragoza forse non l'ha capito nemmeno lei: «Beh, studio in Italia e poi
ormai questa terra la sento un po' mia». Fiera del suo italiano poco
accidentato, fidando nell'uso dell'inglese come lingua di lavoro, Ieva sorride
del paradosso: «In fondo posso pronunciare il mio nome all'italiana, Eva. Come
mi chiamano al Collegio del mondo unito dell'Adriatico, a Duino, vicino a
Trieste, la mia seconda patria». Appunto, seconda, come forse ignorava ieri il
presidente della «Storia Patria», Gianni Puglisi, il rettore dello Iulm di
Milano, padrone di casa a Palermo di questa austera roccaforte della memoria
nazionale dove hanno parlato Jeremy Rifkin, l'economista
più ascoltato dal presidente Obama, il procuratore antimafia Piero Grasso e il rettore di Palermo
Roberto Lagalla. Con Ieva attentissima e stupita dall'eco di una minuta
contromanifestazione: «I giovani che contestano il G8 farebbero bene ad
ascoltare, a capire che il nostro futuro non possiamo costruirlo spaccando
vetrine». F. C.
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 09/05/2009 - pag: 19 Rivoluzione Massachusetts, Vermont,
Connecticut, Iowa e Maine hanno approvato i matrimoni tra coppie dello stesso
sesso Usa, le nozze gay arrivano in Parlamento Il sì del distretto di Columbia porta
il confronto al Congresso. La Casa Bianca tace DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON Una nuova Rivoluzione Americana parte dal New England, mette piede
nelle piane del Mid- West e ritrova echi potenti fino alla West Coast
californiana. Con la firma del governatore del Maine, John Baldacci, sono
saliti a 5 gli Stati Usa che hanno legalizzato i matrimoni gay. E potrebbero
diventare 6 già lunedì, se anche il governatore del New Hampshire darà il suo
viatico alla legge appena approvata dal Congresso locale. Cinque anni dopo il
Massachusetts, ancora una volta battistrada dell'Unione come lo fu nella
rivolta anti-inglese e nella battaglia contro la schiavitù, in un solo mese il
Vermont, il Connecticut e perfino l'Iowa, cuore rurale del Paese profondo,
hanno legalizzato il matrimonio di coppie omosessuali. Le Hawaii lo riconoscono
da tempo, senza però rilasciare in proprio licenze matrimoniali. Lo fa anche lo
Stato di New York, dove il governatore David Patterson ha presentato in aprile
una legge per la legalizzazione vera e propria. Il New Jersey dovrebbe seguire
a ruota. Parlare di un'onda irresistibile non è esagerato. Il vento dell'Est ha
infatti riaperto il dibattito anche in California, dove un referendum
costituzionale in novembre aveva rovesciato la decisione favorevole della
locale Corte Suprema e reintrodotto il divieto. Entro qualche settimana, i
giudici dovranno pronunciarsi sulla costituzionalità dell' azione referendaria
e potrebbero restituire legalità alle nozze tra omosessuali. E da ultimo, martedì,
il Distretto di Columbia, quello della capitale Washington, ha votato per il
riconoscimento dei matrimoni gay celebrati in altri Stati. La decisione offre
l'inattesa opportunità di un confronto politico a livello federale, visto che
tutte le leggi del Distretto devono essere approvate dal Congresso. Ma la
rivoluzione in corso contrasta con lo strano silenzio della nuova
Amministrazione, che fin qui ha evitato ogni commento, nonostante gay e
lesbiche siano stati fra i più entusiastici sostenitori della candidatura di
Barack Obama. «È il più grande
passo in avanti dei diritti civili del nostro tempo e il presidente non ha
ancora detto nulla», nota Steve Clemons, della New American Foundation. In
campagna elettorale, preoccupato di non alienarsi il voto cristiano, Obama aveva tentato la quadratura del
cerchio, dicendosi favorevole al riconoscimento delle unioni di fatto e
contrario a un divieto federale sui matrimoni gay. Ma aveva evitato di
pronunciarsi a favore di questi ultimi, sostenendo che erano materia per gli
Stati. Il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, ha detto che la posizione
del presidente «non è cambiata». E questo ha provocato i commenti negativi dei
commentatori liberal, che accusano Obama di ipocrisia
e di «non voler spendere capitale politico sulla sua stessa retorica ». «È
tempo ha scritto il premio Pulitzer Eugene Robinson sul Washington Post che un
presidente popolare e progressista si pronunci su un fondamentale tema di
diritti umani e civili: qual è la differenza concreta tra la sua posizione e
l'affermazione pura e semplice, che i matrimoni gay vadano riconosciuti in
tutti i 50 Stati?». Una risposta possibile è che Obama
abbia davanti i sondaggi e non voglia in alcun modo provocare una nazione
ancora divisa. Il cambio di stagione è in corso, la nuova rivoluzione in atto,
ma il 54% degli adulti americani si dice tuttora convinto che le nozze fra
omosessuali non debbano essere riconosciute. Paolo Valentino Unione legale Un
matrimonio omosessuale a Des Moines, in Iowa (Ap/Charlie Neibergall)
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 09/05/2009 - pag: 19 Forze armate Usa Il Reduce
dall'Iraq, il Pentagono lo licenzia per omosessualità NEW YORK Diplomato a West
Point, la Harvard dell'America in divisa. Ufficiale della Guardia Nazionale,
dove si è distinto come uno dei pochi in grado di parlare fluentemente l'arabo.
Reduce da un lungo turno di dispiegamento in Iraq. Ma al rientro in patria, il
tenente Dan Choi non ha ricevuto la meritata promozione: è stato invece radiato
dall'Esercito, dove i militari apertamente omosessuali non hanno ancora diritto
di cittadinanza. Da quando Barack Obama è arrivato alla Casa Bianca, i diritti dei gay negli Usa hanno
fatto passi da gigante. Solo nelle forze armate l'orgoglio omosessuale resta
ancora un tabù. Choi era uscito allo scoperto in marzo, dichiarando in tv la
sua omosessualità assieme ad altri 38 diplomati di West Point. Due
giorni fa, ha ricevuto l'avviso che veniva messo alla porta.
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Cronache data: 09/05/2009 - pag: 25 Beneficenza L'idea di Hogan:
charity, ma in boutique MILANO Oggi a Dusseldorf, mercoledì a Londra, giovedì a
Milano, in via Montenapoleone. A Parigi un paio di settimane fa. Charity in
boutique è la nuova forma di moda&beneficenza, nel caso Hogan e Best
Buddies, un'organizzazione no profit che si occupa di garantire una vita
migliore alle persone affette da disturbi mentali. L'iniziativa ha una griffe e
un personaggio, quel Anthony Kennedy Shriver, penultima generazione della
grande famiglia americana. È stato e sarà lui ad fare gli onori di casa: a
Parigi ha stretto la mano ad oltre 200 invitati, attori e attrici (da Astrid
Munoz a Dolores Chaplin, Christian Vadim, Elisa Tovati) e gente comune, clienti
che acquistando hanno comunque donato anche qualcosa a qualcuno. Dall'altra
parte Hogan, legato a un mondo americano per certi versi nuovo alla griffe più
italiana di tutte fra quelle del Gruppo Tod's. È che il marchio è in grande
ascesa in tutti gli States come ad Hollywood dove fra l'altro vive Anthony
Shriver, che è fratello della moglie del governatore della California Arnold
Schwarzenegger. Legami che vanno oltre: dall'amicizia tra Manuele della Valle e
Kennedy-Shriver, a uno stile di vita d'ispirazione comunque molto «easy» e allo
stesso tempo ancorato alle tradizione di fattura italiana. E poi un boom di
notorietà del marchio (anno di nascita 1986) con impennata vertiginosa
da quando Michelle Obama è
alla casa bianca perché uno dei suoi stilisti preferiti, il thailandese
Panighul Thakoon, è pure il design di Hogan. Così da Charlize Theron a Katie
Holmes, Drew Barrymore (a proposito di dive&fashion), Halle Barry, Jennifer
Garner, Catherine Heigl, Lindsay Lohan, Naomi Watts, Uma Thurman e poi Madonna
e Beyonce tutte pazze per bomber e atletic. Pa. Po. Madonna con Anorak
di Hogan Julianne Moore con la Trend bag
( da "Corriere della Sera"
del 09-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Spettacoli data: 09/05/2009 - pag: 47 21st Century Breakdown La band
punk-pop a Berlino per il lancio mondiale Green Day: il nostro sogno americano
è pieno di dubbi e sembra più un incubo DAL NOSTRO INVIATO BERLINO Gli ex
ragazzini del punk-pop che cantavano di sesso e frustrazioni adolescenziali
sono definitivamente cresciuti. E ora fanno la morale al sogno americano. Dopo
«American Idiot», 12 milioni di copie vendute criticando l'America dell'era
Bush, i Green Day tornano con un'altra opera rock, «21st Century Breakdown».
L'ottavo album della band californiana (esce venerdì, dal vivo li sentiremo il
10 novembre a Milano, l'
( da "Stampa, La" del
09-05-2009)
Argomenti: Obama
STALLO
NEL DIALOGO Washington conferma le sanzioni alla Siria DAMASCO Nel nuovo corso
delle relazioni internazionali lanciato da Barack Obama, la Siria
resta per il momento al palo. L'amministrazione americana ha rinnovato le
sanzioni che gravano sulla Siria dal 2005, quando l'assassinio a Beirut del
premier libanese Rafik Hariri fecero precipitare i rapporti tra le due nazioni. Ieri il portavoce del Dipartimento
di Stato, Robert Wood ha annunciato, all'indomani della visita di due emissari
statunitensi a Damasco (la seconda nel giro di pochi due mesi), che le misure
contro il Paese guidato da Bashar Assad erano state confermate. «Il presidente Barack
Obama ha ritenuto che fosse necessario agire in tal
modo - ha detto il portavoce -. Questo evidenzia il fatto che continuiamo ad
avere forti inquietudini nei riguardi dell'atteggiamento della Siria e nei
confronti delle sue azioni». Il portavoce Usa ha poi citato in modo esplicito
«il sostegno ai gruppi terroristi». «Desideriamo incoraggiare la Siria a
svolgere un ruolo positivo in Medio Oriente», ha aggiunto. Nello stesso tempo
ha confermato la volontà degli Stati Uniti di «avviare un dialogo» con Damasco.
Ma la prossima mossa, secondo Wood, tocca alla Siria. Anche se gli Stati Uniti
della nuova amministrazione hanno mostrato a più riprese la volontà di
migliorare le relazioni con la Siria - un regime annoverato per anni tra gli
«Stati-canaglia» - il rinnovo delle sanzioni mostra che Washington non è ancora
pronto per un drastico cambio di rotta. La motivazione addotta
dall'amministrazione Obama, è il sospetto che Damasco
continui a sostenere i movimenti estremisti nella regione (l'Hezbollah libanese
in testa). Anche da Israele non arriva nessun segno di distensione. Ieri il
primo ministro, Benyamin Netayahu, in dichiarazioni rilasciate ad alcune
testate israeliane in lingua russa e riprese dai media online, ha dichiarato
che Gerusalemme non ha alcuna intenzione di restituire le alture del Golan alla
Siria. «Rimanere sul Golan ci assicura un vantaggio strategico chiave in caso
di conflitto militare con la Siria», ha precisato il premier, avvertendo di
essere deciso a non cedere su questo punto, come su ogni punto ritenuto
«critico per la sicurezza nazionale», anche di fronte al nuovo presidente
americano, Barack Obama. \
( da "Stampa, La" del
09-05-2009)
Argomenti: Obama
Retroscena
Provocazione del regime di Pyongyang "I coreani preparano un altro test
atomico" Allarme al Pentagono: attività sospette al sito di Kilju MAURIZIO
MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Washington teme che la Corea del Nord possa
condurre un secondo test nucleare, ammonisce Pyongyang a «non commettere questo
errore» e si consulta con Seul, Tokyo, Pechino e Mosca sulle possibili
conseguenze. A dare l'allarme sui preparativi in atto a Pyongyang è stata
l'intelligence sudcoreana rilevando la presenza di un'«accelerazione di
attività» nel sito nucleare di Kilju, nel Nord-Est della Corea del Nord dove
nel 2006 avvenne il primo test nucleare che colse il mondo di sorpresa. La
scorsa settimana fonti ufficiali della Corea del Nord avevano minacciato per la
prima volta di ripetere test nucleari e lanci di missili intercontinentali «in
risposta alle critiche americane per il lancio di missili lo scorso 5 aprile» e
ora, a conferma della scelta di alzare i toni, il ministro degli Esteri di
Pyongyang accusa l'amministrazione Obama di un'«immutata ostilità al
dialogo» in risposta della quale «la scelta sarà il rafforzamento del nostro
arsenale nucleare». «Lo studio delle politiche perseguite da Obama negli ultimi 100 giorni ci portano
a dire che la politica ostile dell'America verso di noi non è mutata e dunque
ne trarremo le conseguenze», aggiunge il portavoce del regime di
Pyongyang. Si tratta di minacce che la Casa Bianca prende molto sul serio: il
presidente Barack Obama ne ha parlato al telefono con
il collega cinese Hu Jintao e di persona nello Studio Ovale con il ministro
degli Esteri russo Sergei Lavrov. Forte delle convergenze registrate, l'inviato
Usa per la Corea del Nord, Stephen Bosworth, è arrivato a Seul da dove ha
lanciato un monito a Kim Jong Il: «Se la Corea del Nord deciderà di realizzare
un secondo test nucleare dovremo occuparci delle conseguenze, perché ve ne
saranno in quanto interpreteremmo questa decisione come un atto ostile». Nel
tentativo di tendere la mano verso la Corea del Nord Bosworth ha detto che
«l'offerta di Barack Obama di dialogo resta valida ed
è nel loro interesse accettarla». Nei giorni scorsi l'inviato Usa aveva fatto
tappa a Pechino per studiare il tentativo di rilanciare i negoziati
multilaterali con Pyongyang ma secondo Paik Hak-soon, analista di punta del
Sejong Institute sudcoreano, Kim Jong Il in questo momento «punta ad ottenere
colloqui diretti ad alto livello con gli Stati Uniti» e non è più dunque
interessato alla formula del dialogo a sei che coinvolge anche Russia, Cina,
Giappone e Corea del Sud. «Pyongyang minaccia il secondo test nucleare perché
punta a un summit con Obama per ridisegnare l'intera
partita nucleare e dunque non ha alcun interesse a parlare con Bosworth»,
aggiunge l'analista, ricordando che «i nordcoreani sanno che durante la
campagna presidenziale Obama si disse pronto a
incontrare Kim Jong Il» e ora vogliono metterlo alla prova. Dopo la tappa a
Seul, l'inviato Usa partirà alla volta di Mosca prima di tornare a Washington
per fare rapporto al Segretario di Stato Hillary Clinton, ma i tempi della
diplomazia potrebbero cambiare se le attività nei siti nucleari nordcoreani
dovessero continuare ad accelerare. I satelliti spia lavorano a pieno regime
per prevenire possibili sorprese. Nel 2006 il Pentagono osservò il primo test
arrivando alla conclusione che non fu un completo successo e negli ambienti
militari a Washington si ritiene che Pyongyang abbia bisogno di una nuova
esplosione per verificare le correzioni apportate.
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
Pietro Garibaldi MA
I FALLIMENTI SONO NECESSARI CONTINUA A P
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
Barbara Spinelli
L'EUROPA SPARITA Delle molte questioni su cui voteremo a giugno ce n'è una,
continuamente citata, di cui non si parla praticamente mai: l'Europa e il suo
Parlamento. Al massimo si dice che le urne non vanno disertate, che certi
candidati sono incompetenti. Ma cosa significhi il voto che avverrà in 27 Paesi
dell'Unione, cosa sia l'Europa in questo momento di crisi e mutazione: nulla se
ne sa e quel che regna è silenzio o nascondimento, escamotage. L'italiano sa
qualcosa sulle amministrative, qualcosa sul referendum, ma dell'Europa visto
che non se ne parla non sa che idea farsene. Per il singolo resta una realtà un
po' astratta, che non gli appartiene veramente. Se l'affluenza sarà bassa
sentiremo dire che l'Unione «è lontana dai cittadini», di nuovo. Invece
l'Europa ci è enormemente vicina, è la metà almeno della nostra esistenza. Già
da decenni ha trasformato la nostra cittadinanza, che non è più una soltanto.
Ogni italiano è al contempo cittadino europeo, e se ancora non pensa europeo
già vive come tale. Abbiamo una sola moneta, son cadute le frontiere interne
all'Unione, e anche il diritto è comune in tante cose: più della metà delle
decisioni che determinano la nostra vita quotidiana non sono prese nello spazio
nazionale, ma in quello europeo. Lo studioso Ulrich Beck scrive: «Nelle società
etichettate come "nazionali" non c'è più un solo angolo libero
dall'Europa» (Lo sguardo cosmopolita, Carocci 2005). Di fatto siamo già
cittadini con varie identità, non per ideologia ma perché ci muoviamo in una
doppia o tripla realtà (nazionale e cosmopolitica-europea). Viviamo europeo
schivando il pensare europeo, tuttavia. Di questa grande menzogna (che Beck
chiama nazionalismo metodologico) sono responsabili le classi dirigenti di ogni
Paese membro. La realtà che viviamo la eludono non solo i governi ma sindacati,
imprenditori, intellettuali, giornalisti. Tutti costoro distinguono l'interesse
nazionale dall'europeo, come se l'Europa non fosse, oggi, il luogo dove viene
massimizzato sia l'interesse vero delle nazioni, sia quello del singolo
cittadino che ha bisogno d'esser tutelato in ambedue le sfere pubbliche. Che in
ambedue i casi ha bisogno di interlocutori forti, dunque di avere anche in
Europa un governo funzionante: imputabile, censurabile come in patria. Le sfere
pubbliche cui apparteniamo sono ormai multiple: comunali, nazionali, europee,
mondiali. Si può ignorarlo - proprio in questi giorni il governo l'ha ignorato,
respingendo 227 migranti in mare senza dar loro la possibilità (prescritta
dalla Convenzione di Ginevra) di chiedere asilo, ma l'ignoranza è scusa debole
e spesso pretestuosa. La menzogna nazionalista non cade dal cielo: nasce
accampando ragioni poco nobili che pretendono d'esser realistiche pur non
essendolo affatto. Qui è l'escamotage, la realtà fatta sparire cambiando le
carte in tavola: il trucco serve a fingere una sovranità nazionale assoluta, a
nascondere il fatto che essa è parzialmente delegata ormai a una nuova res
publica, parallela alla nazione. La menzogna sabota il pensare europeo ma non
sventa la costante, cocciuta ribellione della realtà. I cittadini lo sanno: le
situazioni cambiano a seconda dei Paesi, e gli Stati-nazione mantengono ampia
egemonia legislativa in settori chiave. Ma gran parte della legislazione
nazionale è oggi di origine europea (consumatori, ambiente, mercato interno
ecc). L'Europa non è un organo internazionale che alcuni utopisticamente
vorrebbero federale, dotato di costituzione. I più grandi studiosi sostengono
che è un'istituzione da tempo costituzionalizzata, visto che soggetti del suo
ordinamento non sono solo gli Stati (come nei trattati inter-nazionali) ma
anche i cittadini. E i cittadini lo sono molto concretamente: a partire dai
primi Anni 60, il diritto europeo ha il primato sulla legislazione nazionale e
si applica immediatamente. L'Unione è incompiuta, non ha gli attributi basilari
del costituzionalismo, ma questo non le vieta d'essere fin d'ora
costituzionalizzata, sostiene il giurista Joseph Weiler (La Costituzione
dell'Europa, Mulino 2003). Certo l'Unione è gracile, spesso afona: abbarbicati
al diritto di veto, gli Stati le impediscono di governare. Certo il suo
Parlamento dovrebbe avere più poteri, nonostante ne abbia già parecchi
(l'accettazione o rifiuto della Commissione, ad esempio). Alcuni dubitano che
sappia fronteggiare l'odierna crisi economica, il che è giusto, e aggiungono
che le regole di Maastricht son datate, intralciando un
rilancio simile a quello di Obama perché troppo severe sui deficit pubblici. Quest'ultima critica
non tiene conto d'un fatto: se l'America avesse rispettato regole come le
nostre, vigilando sull'indebitamento eccessivo pur di salvaguardare lo Stato
sociale, una catastrofe così vasta non l'avrebbe conosciuta.
L'europeizzazione del nostro quotidiano è un'evidenza, che intacca
profondamente gli Stati-nazione e le loro sovranità presunte. Ma anche la
menzogna intacca, la crisi ne ha dato la prova: limitandosi al coordinamento, i
ministri dell'Unione hanno evitato azioni comuni che avrebbero salvaguardato
assai meglio gli interessi nazionali e delle persone. Non hanno pensato
europeo. Il coordinamento è fra Stati, non è un agire comune, e quel che Jean
Monnet disse nel '40 vale tuttora: «Il coordinamento è un metodo che favorisce
la discussione, ma non sfocia in decisione. È espressione del potere nazionale,
non creerà mai l'unità». La menzogna nazionalista delle élite è questa, secondo
Beck: «Esse deplorano la burocrazia europea senza volto, ovvero il congedo
dalla democrazia, e quindi partono dall'assunto totalmente irreale secondo cui
ci sarebbe un ritorno all'idillio nazional-statale». Un ritorno irrealistico,
anche se travestito da Realpolitik. Prendiamo Andrea Ronchi, ministro delle
politiche europee: ogni volta che parla, è per dire che «ci sono eurocrati»
rovinosi per l'Europa. È falso: rovinosi sono gli Stati-nazione. Numerosissime
decisioni eurocratiche lamentate dai governi son prese da loro stessi, nei
Consigli dei ministri. Ronchi non dice il vero, con l'aggravante che forse
neppure lo sa. L'immaginario nazionale resta ficcato nelle menti perfino quando
la realtà lo smentisce: «Diventa uno spettro sentimentale, un'abitudine
retorica in cui gli impauriti e i confusi cercano un rifugio e un futuro» (Lo
sguardo cosmopolita, p. 225). La svolta non può che venire dal cittadino, se
comincia a ragionare cosmopoliticamente. Se vota partiti e uomini che vogliono
più Unione, non meno. Il disastro climatico è tema essenziale in Italia, perché
ha confermato quanto la destra sia allergica all'Europa. Lo dimostra la mozione
sul clima che il Senato ha approvato il 18 marzo, criticata da Marzio Galeotto
sul sito La Voce e da Mario Tozzi su La Stampa. Una mozione che il ministro
Prestigiacomo definisce legittima anche se non vincolante, ma che pur sempre
chiede al governo di non accettare gli ideologici piani dell'Unione (emissioni
gas serra ridotte del 20 per cento, utilizzazione di energie alternative pari
al 20 per cento del fabbisogno, riduzione del 20 per cento della richiesta di
energia entro il 2020). Oggi il pensare europeo è debole ovunque, soprattutto a
destra ma anche a sinistra. Non stupisce, perché il salto è impervio. Si tratta
nientemeno di consentire a una seconda conquista della laicità, nella storia
d'Europa. Prima venne la separazione della politica dalla religione. Adesso
s'impone l'atto laico numero 2: la separazione fra Stato e nazione. Senza
demolire lo Stato, ma facendo combaciare la nazione con le sue sfere pubbliche
molteplici. Sarà un atto non meno decisivo della caduta del Muro, e anche qui
varrà quel che Gorbaciov disse al cieco regime comunista tedesco, nell'ottobre
'89: «Chi arriva in ritardo, la vita lo punirà».
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
Giro
di vite di Obama: così si eviteranno altri grandi
crac Usa, superpoteri alla Fed per sorvegliare le banche La Federal Reserve è
stata incaricata di sorvegliare le banche per scongiurare nuove devastanti
crisi del sistema finanziario. La decisione è stata presa dal presidente
americano, Barack Obama, e il ministro del Tesoro Timothy Geithner
l'ha anticipata
al Consiglio nazionale dell'economia durante una riunione nella Roosevelt Room
della Casa Bianca. Grassia e Molinari ALLE PAG. 8 E 9
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
"La fede non
deve servire la violenza" [FIRMA]GIACOMO GALEAZZI INVIATO AD AMMAN Altolà
alla manipolazione ideologica della fede. «La religione si snatura ed è
corrotta quando serve la violenza», ammonisce Benedetto XVI ad Amman appena
dopo aver proclamato al Memoriale di Mosè «l'inseparabile vincolo che unisce la
Chiesa al popolo ebreo». Nella seconda giornata del viaggio in Terra Santa, il
Papa ha visitato la moschea Hussein accompagnato dal principe Ghazi,
discendente diretto di Maometto, che a sorpresa e tra proteste integraliste lo
ha dispensato dal togliersi le scarpe. Nel luogo sacro per i musulmani, coperto
da spesse stuoie, il Papa «ha avuto un momento di meditazione ma non ha
pregato», puntualizza il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Nel
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
Il
presidente Usa Il 7 aprile scorso, a Istanbul, al termine del suo primo viaggio
presidenziale in Europa, Barack Obama ha visitato la
Moschea Blu. Accompagnato dal presidente turco Erdogan e dal Gran Mufti è
entrato nell'edificio religioso solo dopo essersi tolto le scarpe.
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
Obama promette:
"In Egitto un nuovo passo verso l'Islam" [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK Barack Obama sceglie
l'Egitto per compiere un «nuovo passo verso l'Islam» ma dal Cairo i Fratelli
musulmani lo accusano di preparare «un inganno per dividere la nazione araba». Il 4 giugno il presidente
americano inizierà con un «discorso all'Islam» il viaggio che lo porterà
nell'ex lager di Buchenwald, a Dresda e sulle spiagge della Normandia in un
percorso studiato per sottolineare i valori che più ha a cuore in coincidenza
con il 65° anniversario dello sbarco alleato che diede inizio alla liberazione
dell'Europa dal nazifascismo. Aver inserito il «braccio teso verso l'Islam» in
questo itinerario significa per Obama voler ribadire
che «una delle sue missioni da presidente è il dialogo con i musulmani» come
suggerisce il portavoce Robert Gibbs ricordando quanto disse nel giorno
dell'insediamento, l'intervista ad Al Arabiya e il recente discorso ad Ankara
sull'America «non in guerra con l'Islam». Lo staff del presidente aveva
presentato due opzioni per la sede del discorso, Marocco o Egitto, e a
prevalere è stata la seconda perché «è un Paese percepito come il cuore del
mondo arabo» spiega Gibbs. Fra gli analisti di Medio Oriente a Washington c'è
la convinzione che il presidente andrà ben oltre le espressioni di
riconciliazione politica. «Obama ha creato una
combinazione di curiosità ed eccitazione in tutto il Medio Oriente - spiega Jon
Alterman, direttore degli studi mediorientali del Centro di studi strategici e
internazionali - perché incarna il cambiamento in una regione dove molti ne
sono terribilmente assetati, per questo mi aspetto un discorso più personale,
su di sé, la sua storia, la sua famiglia». Gibbs avvalora tali attese quando
preannuncia: «Quanto il presidente dirà in Egitto non sarà destinato ai leader
e ai governanti ma a molte, molte, persone comuni nel mondo arabo e musulmano».
E' un approccio che serve anche per prendere le distanza dal presidente
egiziano Hosni Mubarak, accusato di sistematica repressione delle libertà.
«Avremo modo di parlare di diritti umani nel corso del viaggio», assicura la
Casa Bianca. Per ragioni di sicurezza il luogo dove parlerà Obama
non è stato rivelato anche se, secondo indiscrezioni rimbalzate dal Cairo,
potrebbe essere l'Università di Al-Azhar, considerata uno dei cuori pulsanti
dell'Islam. Ma l'Egitto è anche una roccaforte dei fondamentalisti. E' qui che
sono nati Ayman Al-Zawahiri, ideologo di Al Qaeda e vice di Osama bin Laden, e
Mohammed Atta, l'ex poliziotto del Cairo che guidò il commando di kamikaze che
attaccò l'America l'11 settembre 2001 causando tremila vittime. E dalla
galassia dei fondamentalisti sono arrivate le prime critiche al viaggio quando
Mohamed Habib, vice leader dei Fratelli Musulmani, ha parlato di «inganno». «Le
aperture degli Stati Uniti a Siria e Iran, le visite in Arabia Saudita e Egitto
e anche il discorso che farà Obama servono solo per
promuovere l'agenda pro-Israele della superpotenza - ha accusato - l'America
sta cercando di dividere questi Paesi per usarli singolarmente per servire
l'agenda e gli interessi nazionali al fine di promuovere, proteggere e
garantire la superiorità dell'entità sionista». Poiché i Fratelli Musulmani
sono il principale partito di opposizione in Egitto, controllando un quinto dei
seggi in Parlamento, le frasi di Habib preannunciano manifestazioni e proteste,
lasciando intendere che Obama non troverà un giardino
di rose. «Le affermazioni dell'amministrazione sono rosee ma la politica si
basa non su parole ma su fatti, aspetteremo prima di fidarci», ha concluso
Habib, parlando a nome di una forza politica che molto ha contribuito al
radicamento dell'ideologia panislamica. Secondo un recente sondaggio Gallup
solo il 13% degli egiziani approvano l'operato del governo americano.
( da "Stampa, La" del
10-05-2009)
Argomenti: Obama
Iran, caso Saberi
Nuova udienza per la giornalista È stata fissata per questa mattina l'udienza
d'appello di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana di 32 anni che il
Tribunale di Teheran ha condannato a otto anni di carcere per spionaggio. Il
suo avvocato, Abdolsamad Khoramshahi, ha spiegato che non è
chiaro quando sarà pronunciata la sentenza ma si è detto «ottimista»
sull'assoluzione della sua assistita, che solo lunedì scorso ha interrotto uno
sciopero della fame di protesta contro la condanna. A favore di Roxana si è
schierata anche l'Amministrazione Obama che ha definito «infondate» le accuse e ne ha chiesto il
rilascio.
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
1 - Prima Pagina CAPORALE E REGGIO ALLE P
( da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 22 - Economia
Opel, prime aperture tedesche a Fiat Marchionne:"Li convincerò sul nostro
piano". Berlusconi:"Il rapporto tra i governi aiuta" PAOLO
GRISERI TORINO - Forse non ci sono alternative al Lingotto. Dopo il fuoco di
sbarramento delle prime settimane, in Germania comincia a incrinarsi il fronte
anti-Fiat. «Meglio Fiat che niente», titola il bavarese Suddetuske Zeitung, che
con le sue 440 mila copie è il più diffuso tra i quotidiani nazionali tedeschi.
«Finora non esiste alcuna alternativa seria a un investitore come il Lingotto»,
scrive il quotidiano che, nonostante la sua linea di sinistra, critica il
governatore della Renania e gli altri esponenti socialdemocratici perché
«sarebbe ingenuo credere che qualunque sia l´investitore che alla fine la
spunterà, non verranno chiuse fabbriche né ridotti gli organici». «La
trattativa continua e alla fine credo che riusciremo a convincerli che
l´alleanza è la soluzione giusta per loro e per noi», dice Marchionne
avvertendo che i tempi per trovare una soluzione non sono infiniti. Per ora,
comunque in Germania domina la campagna elettorale. Così il ministro
dell´economia, zu Gutenberg, dedica il fine settimana a un viaggio negli
Emirati e in Arabia Saudi alla ricerca di potenziali investitori «anche per la
vicenda Opel», come annuncia alle agenzie il suo portavoce. Lo stesso ministro
sta anche studiando «una soluzione ponte» per guadagnare
tempo oltre la data limite del 31 maggio indicata da Obama per risolvere il caso Gm (di cui Opel è la succursale europea).
L´ipotesi prevede l´istituzione di «un amministratore fiduciario che protegga
creditori e debitori» e che, con l´aiuto delle banche, «consenta di tutelare la
Opel mentre si cerca una soluzione». Gutenberg ha aggiunto in serata che
«sarebbe disonesto e provocherebbe ulteriore insicurezza tra i lavoratori far credere
che alla Opel tutto possa rimanere così com´è». Dunque, anche secondo il
ministro tedesco, i tagli sono inevitabili. Le preoccupazioni tedesche sono
speculari a quelle dei sindacati italiani. Negli ultimi giorni il Lingotto ha
smentito seccamente le ipotesi di una futura chiusura di Mirafiori ma le
prospettive di altri stabilimenti come Pomigliano e Termini sembra assai meno
certe. Anche se Marchionne ha fatto sapere di non prevedere chiusure di
fabbriche pur ammettendo di trovarsi di fronte «a scelte difficili» sul piano
di ristrutturazione. I sindacati italiani sono tornati anche ieri a chiedere un
intervento del governo che convochi le parti prima della chiusura delle
trattative per mettere dei vincoli alle scelte della Fiat, così come, del resto,
stanno facendo Washington e Berlino. Ma l´unica risposta è stata, per ora,
quella del presidente del Consiglio che ha fatto sapere di essere ottimista sul
raggiungimento di un accordo tra Torino e Opel e ha aggiunto che il suo
esecutivo sta sostenendo le trattative perché «la simpatia tra i due governi in
questi casi è molto importante».
( da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 10/05/2009 - pag: 2 La campagna Europee, richiamo
del Colle: basta liti ROMA «I giovani non solo devono andare a votare, ma
devono dire a tutti di farlo, e chiedere ai politici di dire chiaramente
cos'hanno in mente per l'Europa e per l'Italia in Europa. Il mio augurio è che
non sia una campagna elettorale immiserita dalle polemiche interne». Piazza del
Campidoglio, tardo pomeriggio: il presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, risponde così alle domande di quattro ragazzi. Laura, Francesco,
Marcella e Sara gli chiedono di fronte a una piazza gremita di persone per la «festa dell'Europa» di Obama che seleziona personale via internet, della fuga dei cervelli,
della meritocrazia che in «questo Paese manca». Risponde il presidente: «In
Italia tutti devono essere messi alla pari e fuori dal ciclo infernale delle
raccomandazioni, delle clientele, delle implorazioni, di cui ci dobbiamo
liberare». Sulla fuga dei cervelli: «L'Europa è anche un'opportunità per
formarsi, pensate all'Erasmus. Il tema della formazione è fondamentale: non si
arrivi alla conclusione che studiare non serve a niente». Tra gli altri, dal
palco, interviene anche il ministro per le Politiche europee, Andrea Ronchi (
foto): «Fa tristezza vedere spesso gli europei essere chiamati a votare e non
andare alle urne per l'Europa: perché l'Europa non si è fatta capire e non è
stata vicina, anche con le sue classi politiche, ai cittadini. Io stesso non ho
risparmiato critiche a questa Europa, perché certe volte non mi piace».
Alessandro Capponi
(
da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 10/05/2009 - pag: 9 L'intervista Lo studioso francese del mondo arabo: «Ricucito l'incidente di Ratisbona» «Ora il dialogo può ripartire Gli estremisti sono nell'angolo» Gilles Kepel: «Con >Obama
(
da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Corriere della Sera"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Stampa, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Stampa, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Stampa, La"
del 10-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Stampa, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Repubblica, La"
del 11-05-2009)
Argomenti: Obama
(
da "Corriere della Sera"
del 11-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 11/05/2009 - pag: 8 «Minacciata l'esistenza del Pakistan» Allarme del generale Usa Petraeus di fronte all'avanzata estremista WASHINGTON Qualcosa si muove sul fronte orientale. O almeno questo è ciò che pensa il generale David Petraeus, responsabile del comando che segue le operazioni nello scacchiere afghano-pachistano. La sfida dei talebani nel suo giudizio ha «galvanizzato » l'esercito del Pakistan e lo ha spinto a reagire nei confronti di una «minaccia esistenziale». Le prossime settimane, ha aggiunto, saranno decisive per capire se la risposta di Islamabad ha avuto successo. Poi, stemperando i timori emersi negli Usa nei giorni scorsi, il generale ha affermato di avere fiducia nel sistema che protegge l'arsenale nucleare del Pakistan: «Ci fidiamo delle misure di sicurezza e delle procedure». Alle parole di Petraeus ha fatto eco il presidente pachistano Ali Zardari. In un'intervista alla Nbc ha rassicurato che «lo Stato non collasserà» ma ha riconosciuto che il suo Paese sta combattendo «la guerra per la propria esistenza». Quindi ha ricordato che il problema delle formazioni integraliste non è nato oggi essendo un'eredità della guerra contro i sovietici. La crescita del movimento mujaheddin negli anni 80, ha osservato, «è un cancro creato da noi tutti, Pakistan e America». Una chiara allusione al finanziamento da parte delle intelligence dei due Paesi (e dell'Arabia Saudita) verso gli insorti che si battevano per liberare l'Afghanistan dall'Armata Rossa. Il nuovo impegno nella lotta all'estremismo, sancito dal recente incontro di Washington con Barack Obama e il presidente afghano Karzai, non ha comunque sgombrato il campo da alcune differenze di vedute tra i partner. In particolare sul dossier dei raid americani. Missioni affidate a velivoli convenzionali in Afghanistan e agli aerei senza pilota in Pakistan. Il Pentagono, ha avvertito il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones, non fermerà gli attacchi, anche se cercherà di evitare che si ripetano errori nella designazione dei bersagli: «Raddoppieremo i nostri sforzi per impedire che degli innocenti siano uccisi». Un problema serio, per le ripercussioni politiche e sociali, confermato dalla strage costata la vita pochi giorni fa a decine di civili in Afghanistan. Per Jones «legare le mani ai nostri comandanti sarebbe una cosa imprudente». Su questo aspetto è parso più prudente Petraeus. Infatti, ha riconosciuto che «le nostre tattiche non devono compromettere gli obiettivi strategici». Ossia bisogna evitare di alienarsi il consenso della popolazione solo per neutralizzare questo o quel capo terrorista. Per diversi responsabili militari i raid si sono rivelati un'arma efficace, specie contro le formazioni qaediste. Grazie alle incursioni dei droni sono stati eliminati numerosi dirigenti e altri sono stati costretti a nascondersi. Un bilancio positivo riconosciuto dallo stesso Petraeus, il quale ritiene che «Al Qaeda mantiene delle enclavi e dei rifugi, ma non ha più basi operative in Afghanistan». La spada è adesso nelle mani dei talebani che usano le zone tribali del Pakistan come retrovia. Una regione dove hanno trovato ospitalità molti qaedisti. Forse tra i fuggiaschi c'è anche Bin Laden. Ma, come ha ammesso Jones, nessuno sa se Osama sia «vivo e morto». Guido Olimpio
(
da "Corriere della Sera"
del 11-05-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 11/05/2009 - pag: 8 L'intervista Richard Perle, ex stratega di Bush: «Il governo di Islamabad è a rischio» «Anche l'Europa deve scendere in campo» WASHINGTON Per Richard Perle la guerra contro i talebani «si vince o si perde in Pakistan prima che in Afghanistan». La soluzione della crisi, afferma l'ex sottosegretario alla Difesa di George W. Bush, «non è tanto nelle nostre mani quanto in quelle del governo pachistano ». L'amministrazione Obama ne è consapevole, e preme sul Pakistan perché aumenti l'intervento militare. Ma l'Europa, protesta Perle, «non fa la sua parte su nessuno dei due fronti», sebbene sia più a rischio dell'America. «Sembrate non capire che questa è la crisi più grave di tutte, che l'arsenale atomico pachistano potrebbe cadere nelle mani dei fondamentalisti islamici con conseguenze spaventose». Qual è il rischio maggiore? «Che i talebani possano destabilizzare il Pakistan come stanno destabilizzando l'Afghanistan. Il governo e le forze armate pachistane non sono in grado di controllarli, o non vogliono. I talebani sono padroni delle zone di frontiera, ma anche di zone vicine a Islamabad. E contro di essi l'America può solo usare i droni ( gli aerei senza pilota, ndr), non può combatterli sul terreno come in Afghanistan». Teme che i talebani prendano il potere in Pakistan? «I talebani sono una parte dell'estremismo islamico. Se non loro, gruppi affini possono rovesciare il governo. Il Pakistan ha armi atomiche. Se i fondamentalisti se ne impadronissero, l'India si sentirebbe minacciata e non resterebbe a guardare. Come escludere una guerra terribile, forse atomica?». Che cosa si può fare? «Bisogna persuadere il Pakistan a combattere i talebani in casa propria, sarebbe il preludio alla loro sconfitta anche in Afghanistan. Ma per questo bisogna dare a Islamabad massicci aiuti economici e militari. E in questo l'Europa non appoggia abbastanza gli Stati Uniti». Ennio Caretto Difesa Richard Perle, 67 anni, vice ministro alla Difesa sotto Reagan, dal 2001 al 2003 è stato consigliere di Bush>Torna all'inizio
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