CENACOLO
DEI COGITANTI |
La voce arrabbiata dei Dakota (
da "Stampa, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: la suocera e i tre
figli morirono infatti in un rogo doloso nel 1979 dopo che lui aveva bruciato
una bandiera americana a Washington. Sferzante il giudizio a chi gli chiede di
Obama: «Fa molte promesse; i suoi slogan sono speranza, fiducia, ma sono le stesse
parole dei suoi predecessori. È stato messo lì da chi controlla veramente il
sistema».
Il poliziotto accusato "Ho
fatto il mio dovere" ( da "Stampa, La" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama pronuncia il discorso
sulla «Generazione dei Giosuè», in cui chiede agli afroamericani di emanciparsi
dal vittimismo e di diventare protagonisti nella «Terra Promessa» americana. 18
marzo
Obama: "La polizia ha
agito stupidamente C'è troppo razzismo" (
da "Stampa, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Cronaca di un Paese
diviso La lunga marcia La sanità DUE MILIONI DI SPESE TRASFERIMENTO ILLEGALE
DIRITTI NEGLI USA Obama: "La polizia ha agito stupidamente C'è troppo
razzismo" Il New York Times: «Scosso dall'arresto di Gates, è riemersa la
sua anima afro» Rispedito a casa in coma E l'America si vergogna Luis Jemenez,
un clandestino venne investito sul lavoro e ricoverato.
obama alla guerra di
"docs" e "cops" - vittorio zucconi (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama alla guerra di
"docs" e "cops" VITTORIO ZUCCONI La buona guerra di Barack
Obama per una sanità sottratta alla speculazione sulla malattia, è ormai una
battaglia per la vita. La propria, per sopravvivere politicamente, che lo vede,
scrivono i giornali, in lotta contro «docs» e «cops», medici e ora addirittura
poliziotti.
sanità per tutti, l'appello di
obama "ci arriveremo, come sulla luna" - arturo zampaglione (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: appello di Obama
"Ci arriveremo, come sulla Luna" Conferenza in tv. Ma i tempi della
riforma si allungano Il capo dei senatori democratici avverte "Impossibile
l´approvazione entro agosto" ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK - I repubblicani
sognano di trasformare la riforma sanitaria nella «Waterloo di Barack Obama»,
come ha detto il senatore della Carolina del Sud Jim DeMont.
michael moore scatenato
"scrivete al congresso" (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Amministrazione Obama.
Il regista, che allo stato della sanità Usa ha dedicato uno dei suoi docu-film,
Sicko, dedica ampio spazio sul suo sito web al dibattito sulla proposta di
riforma e invita i suoi sostenitori a mobilitarsi in prima persona scrivendo al
proprio rappresentante al Senato e al Congresso perché si schieri a favore di
un nuovo sistema sanitario.
"docs" e
"cops" i nuovi avversari - (segue dalla prima pagina) (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama si è lanciato
contro le lobby ben protette in Parlamento dai propri clienti democratici come
repubblicani, aggiungendo alla lista dei nemici i poliziotti di Cambridge, nel
Massachussets, che hanno arrestato «stupidamente» un professore afroamericano
di Harvard colpevole di avere inveito quando non vollero credere che la bella
casa dove era entrato senza le chiavi fosse davvero
schwarzy su twitter con coltello
taglia budget ( da "Repubblica, La" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il riferimento è al
piano di tagli alla spesa pubblica per 15 miliardi - colpiranno tra l´altro
servizi medici e scuole - che sarà votato a breve dal Congresso della California.
Il governatore si è anche detto d´accordo con Obama sulla riforma sanitaria.
la rabbia del presidente nero
"polizia stupida e razzista" - angelo aquaro (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il sorriso amaro di
Barack Obama è un pugno nello stomaco per l´America del prime time. Quello che
è successo al professor Gates, arrestato in casa sua, è «un segno di quanto il
fattore-razza sia ancora vivo in questa società», dice il presidente, e
rincara: la polizia di Cambridge si è comportata «stupidamente».
"governo del pdl più
debole il premier può cadere in autunno" - edoardo buffoni (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: dove prima se le danno
ma poi si mettono insieme come è stato per Obama e la Clinton. E´ inutile
invidiarle e poi temerle. Il confronto ci può essere, anche con delle asprezze,
sempre mantenendo però una voce unica come opposizione». Non è stato un
boomerang dire di no a Beppe Grillo? «In un partito non si entra per demolirlo.
intercettazioni, la bestia nera
di b. - franco cordero ( da "Repubblica, La" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: autentico modello non è
Obama ma Vladimir Putin, ex Kgb FRANCO CORDERO Ascolto e visione occulti sono
un´antica risorsa investigativa: a parte l´orecchio artificiale allestito dal
tiranno siracusano Dionisio, temporibus illis qualcuno ascolta, vede, riferisce;
apparecchi moderni captano e ritengono, sicché suoni e immagini diventano
ri-percepibili mille volte;
il pd "normalizza" il
suo blog ma in rete scoppia il dissenso - michele smargiassi (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come quelli che hanno
fatto la fortuna di Obama negli Usa, o di Beppe Grillo da noi. Avventura
finita, scrive invece Orsi (che ne fu uno dei principali animatori) in una
sorta di amaro addio pubblicato sul blog del sito: il partito, denuncia, ha
«ripreso il controllo totale sullo strumento», emarginando le discussioni
libere e limitando il potere di commento dei lettori.
la lunga marcia di zelaya
"torno in honduras, a piedi" - omero ciai (
da "Repubblica, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: «Se si fosse trattato
della guerriglia, i militari della base nordamericana presente in Honduras, a
Palmerola, li avrebbero spazzati via, ma trattandosi della destra non fanno
nulla», ha aggiunto Morales, accusando Obama e la Clinton di non fare
abbastanza per il ripristino della legalità in Honduras.
N é (
da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama si gioca tutto
sulla sanità. Una riforma difficilissima ma ineludibile non solo perché dal
contenimento dei costi per la salute dipende la tenuta del bilancio federale,
ma soprattutto perché, per varare un piano davvero efficace, il presidente deve
alterare i pesi del sistema tributario e convincere gli americani a cambiare il
loro modo di usufruire dei servizi sanitari.
Sanità, slitta all'autunno la
riforma Obama ( da "Corriere della Sera" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: autunno la riforma
Obama Prima sconfitta per il presidente. Ma Barack: ci arriveremo come sulla
Luna WASHINGTON Barack Obama ha subito la prima anche se probabilmente
temporanea sconfitta della sua Presidenza. Il Senato ha rinviato a settembre il
voto sulla riforma del sistema sanitario da lui chiesto per la settimana
prossima,
Quella fretta e l'esposizione
mediatica: un boomerang ( da "Corriere della Sera" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama sta
sopravvalutando la sua indubbia fascinazione mediatica e rischia di produrre un
«effetto perverso»: il troppo stroppia, l'overdose si ritorce contro e annulla
l'efficacia del messaggio. Ma ormai l'icona di Obama vive anche di vita
propria, non è più controllabile dal diretto interessato una volta che entra
nel circuito globale dei media,
Argomenti:
Obama
Abstract: America di Barack
Obama, la pelle nera continua ad essere un handicap. «I poliziotti hanno agito
in modo stupido », ha detto il presidente americano nel commentare l'arresto
del suo amico e docente di Harvard, Henry Louis Gates Jr., strappato al salotto
di casa sua e trascinato in commissariato in un tranquillo pomeriggio d'estate
con l'accusa di essere un rapinatore.
È giallo sui capelli di
Michelle ( da "Corriere della Sera" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La portavoce di
Michelle Obama si è sentita costretta a precisare che il caschetto sfoggiato
dalla first lady a una serata country alla Casa Bianca e che ha diviso gli Usa
in favorevoli e contrari non è stato ottenuto a colpi di forbici. Michelle si
era solo appuntata i capelli!
Renzi e il divieto di alcol ai
chioschi
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama italiano, si
nasconde una determinazione quasi rabbiosa. Racconta Renzi di aver passato
parte della giornata a leggere e a rispondere a centinaia di messaggi su
Facebook. «Cittadini incavolati come bestie. Mi hanno scritto di fermare quei
grulli che vogliono la coca cola al posto del vino, di non far deturpare una
tradizione che è anche un pezzo di storia di questa città.
Il Senato rinvia, uno scacco
per Obama ( da "Corriere della Sera" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama di MASSIMO GAGGI
SEGUE DALLA PRIMA Chi pensava che si stesse discutendo solo di qualche
autorizzazione in più per un'ecografia o delle agevolazioni fiscali sulle
polizze assicurative, scopre all'improvviso che un Paese impoverito dalla crisi
e umiliato dalla sua incapacità di garantire un minimo di cure a 45 milioni di
suoi cittadini è costretto a rimettere in discussione il
No R 79,7 (
da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: it Usa, anche Barnes
& Noble nel mercato e-book. Leggereste un romanzo in formato elettronico?
SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì R 20,3 No R 79,7 La domanda di oggi «Ucciso
il figlio di Bin Laden». Pensate che Obama sia ancora la figura centrale del terrorismo
islamico?
Luci, arredi (e le valigie di
Obama) nel Design Supermarket ( da "Corriere della Sera" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: e le valigie di Obama)
nel Design Supermarket Da oggi anche Conran il designer che ha convinto gli
inglesi a rinunciare al sofà di chintz a fiori è in Rinascente (foto). Il
Design Supermarket al piano -1, fresco di inaugurazione, ospita il primo corner
italiano del marchio minimal-british dai prezzi democratici (tovagliette da 4 e
),
Usa, il poliziotto accusato
"Ho fatto il mio dovere" (
da "Stampaweb, La"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Patrick è uno dei più stretti
alleati politici di Obama. Vinse la campagna elettorale del 2006 grazie ai
consigli di David Axelrod, il guru politico di Barack, ricorrendo ad armi che
poi Obama ha usato nel 2008: dallo slogan «Yes We Can» alla promessa di
radicali riforme fino al tema del «cambiamento» connesso all?
Eff: "Privacy a rischio
con Google Book Search" ( da "Stampaweb, La" del 24-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama mette Google
sotto inchiesta + La Siae aderisce alla class action contro Google Book Search
ANNA MASERA + Milioni di libri sul cellulare con Google + Libri online, storico
accordo tra Google e gli editori + L'appello dell''Electronic Frontier
Foundation (Eff) per la protezione della privacy SCRIVI Discutine su Web Notes
con ANNA MASERA
obama si scusa "polizia
stupida? non dovevo dire quella parola" (
da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina
SERVIZIO A P
obama chiede scusa alla polizia
"avrei dovuto misurare le parole" - angelo aquaro (
da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: accusa Obama chiede
scusa alla polizia "Avrei dovuto misurare le parole" Il presidente
telefona all´agente che aveva definito stupido Ho purtroppo dato l´impressione
che stessi diffamando la polizia Avrei dovuto calibrare meglio le parole La
polizia ha agito in modo stupido arrestando qualcuno che aveva provato di
trovarsi a casa propria Giovedì Barack aveva criticato l´
l'ecologia viaggia "on the
road" un piano verde per la route 66 - (segue dalla prima pagina) (
da "Repubblica, La"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: compagnia specializzata
nel business in cui Obama sta spingendo l´America. La notizia, ieri, è finita
sul San Francisco Chronicle, ma rimbalza da mesi sui network Usa anche per
l´incalzante pressing della Green Roadway, che sta siglando contratti milionari
in ogni stato proponendo l´«esclusiva tecnologia per sviluppare energia
alternativa, solare,
"ecco perché la
spiritualità sta riconquistando il mondo" - (segue dalla copertina)
eugenio occorsio ( da "Repubblica, La" del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: anche un presidente
"di sinistra" come Obama riempie i suoi discorsi con riferimenti a
Dio. Ecco, nel libro abbiamo cercato con sguardo sereno di fotografare la
situazione: modernità, tecnologia, anche la democrazia, non hanno allontanato
gli uomini dalla religione come si poteva credere ma li hanno avvicinati.
Obama chiede scusa al
poliziotto bianco
Argomenti:
Obama
Abstract: arresto del professore
nero di Harvard Obama chiede scusa al poliziotto bianco «Usate parole infelici»
Dopo aver definito gli agenti «stupidi» WASHINGTON In un gesto senza
precedenti, Obama ha di fatto chiesto scusa al sergente della polizia di
Cambridge James Crowley che arrestò il celebre docente nero della Università di
Harvard, Henry Louis Gates,
In Afghanistan non tutto è
perduto: la popolazione detesta i talebani (
da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come Obama ha
dichiarato al New Yorker , 'Se ci sono spazi non governati, questi diventano
rifugi perfetti per i terroristi'». È difficile evitare l'impressione che a un
certo punto in Afghanistan si sia imboccata una strada sbagliata. O forse si è
trattato di una serie di strade sbagliate, che nascono da vari fattori: la
sconfitta nella «
I festival rock battono la
crisi nell'estate dei concerti globali (
da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: in quel Grant Park dove
Obama festeggiò la vittoria lo scorso novembre. In
scena andranno Depeche Mode, Tool, Killers, Jane's Addiction, Kings of Leon,
Yeah Yeah Yeahs, Lou Reed, Ben Harper, Ben Folds, tra gli altri. Anche al Reading
Festival di Leeds, Inghilterra (dal 28 al 30 agosto con Kings Of Leon,
Interpol, Red Hot Chili Peppers,
B.B. King, re di Umbria Jazz:
che fatica 300 show l'anno ( da "Corriere della Sera" del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ma non dobbiamo pensare
che Obama sia un punto di arrivo. Ma di partenza. Ci sono molte comunità,
soprattutto negli stati agricoli, che ancora soffrono la discriminazione.
Miseria e mancanza di servizi sociali sono i problemi da affrontare subito».
Torna a parlare di musica: «Il blues - racconta - è una malattia, l'hai nel
sangue,
L'omaggio a Gaber finisce in
lite ( da "Corriere della Sera" del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: vuole subito una sedia
per un cinese di passaggio mentre è riunito con Obama e Sarkozy. Mentre
Iacchetti ha proposto con la sua Witz Orchestra canzoni del Gaber leggero («Il
Riccardo» e «Barbera e Champagne»), Luca Carboni ha riletto con Riccardo
Sinigaglia il brano «Far finta di essere sani». Anche questa edizione che
stasera ospiterà fra gli altri Gianna Nannini, Dario Vergassola,
Obama chiede scusa alla polizia
"Avrei dovuto misurare le parole" (
da "Repubblica.it"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: E se non sono le scuse
che la polizia di Cambridge si aspettava, beh, Obama ci è andato molto, molto
vicino. Mai l'America prima d'ora aveva assistito allo spettacolo di un
presidente che in tv dà dello "stupido" a un suo poliziotto. E mai
aveva assistito allo spettacolo dello stesso presidente costretto a tornare in
tv chiedendo di poter fare chiarezza.
Phoenix, stuprata bimba
liberiana E i suoi genitori la ripudiano (
da "Repubblica.it"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama
ha fatto un passo importante sul piano del diritto, avallando la richiesta di
asilo politico di una donna messicana vittima di violenza domestica. L'asilo
può essere concesso alle donne vittime di gravi violenze fisiche o sessuali che
non possono sfuggirvi a causa della cultura del loro paese, ha indicato il
ministero della Sicurezza interna a un tribunale dell'
Afghanistan, italiani nel
mirino ( da "Stampaweb, La" del 25-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il primo ministro
britannico Brown ha telefonato oggi al presidente Usa, Barack Obama, per
comunicargli l?impegno della Gran Bretagna in Afghanistan e allo stesso tempo
ha concordato con il leader americano la necessità che gli alleati Nato investano
più uomini nella zona in vista delle elezioni del 20 agosto.
La prigione di Guantanamo ha
indebolito la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e quindi va chiusa Gli
Stati Uniti però non metteranno in libertà alcun detenuto che si riveli una (
da "Stampa, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La prigione di
Guantanamo ha indebolito la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e quindi va
chiusa Gli Stati Uniti però non metteranno in libertà alcun detenuto che si riveli
una minaccia per la sicurezza nazionale Barack Obama
Dal Patriot Act al no della
Corte Suprema ( da "Stampa, La" del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: 4/7/2008 La retromarcia
Durante la campagna elettorale Bush promette di voler chiudere la prigione.
21/5/2009 L'annuncio Il presidente Obama annuncia la chiusura di Guantanamo e
lo spostamento in altri Paesi dei detenuti non pericolosi. Gli altri verranno trasferiti
nei carceri federali americani.
Fuoco sugli italiani: 5 feriti (
da "Stampa, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: inviato di Obama in
Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke - che «porrà sfide molto complesse».
E che ha già prodotto «una fase estremamente pericolosa», ammette il ministro
della Difesa Ignazio La Russa, appena tornato da una visita nel Paese dalla
quale «sono emerse indicazioni sul modo di rafforzare la sicurezza del
contingente»
perché per noi inglesi silvio è
inconcepibile - john lloyd ( da "Repubblica, La" del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il premier italiano è
diventato un´icona, sul suo conto un turbine di notizie, di storie. Poche
persone conoscono il nome dei presidenti e dei primi ministri di paesi che non
siano il loro (eccezion fatta per Barack Obama), ma gran parte della gente sa chi
è Silvio Berlusconi. SEGUE A P
soldati italiani sotto attacco
un giorno di guerra in afghanistan - alix van buren (
da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: delineata dal
presidente Barack Obama. Un quadro che ha ispirato, non più di una settimana fa
al generale McChrystal, nuovo comandante americano in Afghanistan, parole di
grande «sorpresa» di fronte alla «determinazione e alla capacità di ripresa dei
militanti Pashtun». McChrystal non è certo nuovo alle armi: incaricato dalla
Casa Bianca a dirigere quella che ora molti definiscono «
"la giornalista dice
parolacce" insorgono i capi della marina usa - angelo aquaro (
da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: che alle Twin Towers
perse un figlio, e che è arrivata davanti alla Base per avere gustizia. «Obama
non può chiudere Guantanamo. Io ho il diritto di dirlo: presidente, stai
sbagliando. Ho il diritto di dire: non sono d´accordo con te». Il diritto di
dire. Tra il comandante e la giornalista chissà chi la spunterà.
"facciamo pace davanti a
una birra" obama convince il professore arrestato (
da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama convince il
professore arrestato BOSTON - Il professore di Harvard Henry Louis Gates ha
accettato l´invito del presidente Barack Obama di incontrare «davanti a una
birra» alla Casa Bianca il poliziotto di Cambridge James Crowley che la scorsa
settimana lo aveva arrestato all´interno della sua abitazione scambiandolo per
uno scassinatore.
winona ryder chiude giffoni (
da "Repubblica, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Spero che in questa
nuova era, con Barack Obama si allontani questo clima che ha caratterizzato
l´America di George Bush e soprattutto di Bush padre. Adesso sento che qualcosa
cambierà». Per quanto riguarda la sua difficile vita personale: «Col tempo ho
imparato a prendermi più pause, a ricavarmi i miei spazi dal lavoro.
Franceschini chiama Marino
Argomenti:
Obama
Abstract: a un'assemblea di
giovani Pd, cita veltronianamente Obama: «Dobbiamo fare come lui: non solo
sfidare la destra, ma rovesciare la gerarchia dei valori». Prima, però, c'è da
fare il partito. Franceschini, accusato di volerlo «liquido », lo farebbe anche
«solido »: purché «non sia come un partito del secolo scorso».
Argomenti:
Obama
Abstract: Il numero due di Obama,
peraltro non nuovo a gaffe imbarazzanti, sembra questa volta esprimere
un'opinione diffusa all'interno dell'Amministrazione Usa. E che ripete errori
di valutazione già fatti in passato. Senza tornare a quelli «storici» di Hitler
e Napoleone, basta riandare ai primi anni Novanta, quando l'America e l'Europa
davano Mosca per spacciata.
Il maxibonus da 100 milioni
imbarazza Citigroup ( da "Corriere della Sera" del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il caso metterà alla
prova Kenneth Feinberg, incaricato dall'amministrazione Obama di supervisionare
i compensi dei sette istituti che hanno ricevuto soldi pubblici. Gli istituti
devono presentare i piani per i bonus
Winona si commuove tra i fan di
Giffoni: ho fatto tanti errori ( da "Corriere della Sera" del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: con Barack Obama, si
allontani questo clima. Ma non è un argomento da affrontare, non son qui per
parlare di queste cose ». La Ryder, nata nel Minnesota nel
Perché per noi inglesi Silvio è
inconcepibile ( da "Repubblica.it" del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: eccezion fatta per
Barack Obama), ma gran parte della gente sa chi è Silvio Berlusconi. E sa anche
che molti, forse troppi italiani continueranno ad appoggiarlo, a votare per lui
e a dargli fiducia. Leggono le sue smentite e i commenti tra ironia e
provocazione tipo "Non cambierò, agli italiani piaccio così come
sono" e "Non sono un santo,
"Ci vorranno anni prima di
chiuderlo" ( da "Stampaweb, La" del 26-07-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: È giunta da poco la
notizia del ritardo sulle procedure di revisione volute da Obama: «Il governo
Bush ha creato un vero caos giuridico», ci spiega John Sifton, del team legale
di Abu Zubaydah, uno dei 14 operativi di al-Qaeda trasferito a Gitmo dalle
prigioni della Cia. L?impasse a livello governativo comporta la paralisi degli
organi militari, come l?
( da "Stampa, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Personaggio
John Trudell La voce arrabbiata dei Dakota ENZO ARMANDO ASTI John Trudell è la
voce arrabbiata degli indiani d'America. Da 40 anni combatte i «nemici»
bianchi, prima attraverso l'Aim, il movimento per i diritti dei nativi di cui
era uno dei leader, poi con i versi delle sue poesie e delle sue canzoni.
Mercoledì ha tenuto il suo terzo concerto astigiano, in realtà il secondo: la
sua prima apparizione in piazza Cattedrale il 23 luglio 2000 fu interrotta
dalla pioggia; la seconda al Diavolo Rosso nel 2006 ebbe maggiore fortuna. Il
suo recital non è facile da seguire: c'è l'ostacolo della lingua anzitutto, i
suoi giochi di parole creano problemi di traduzione, l'assenza di una batteria
nuoce musicalmente, ma la tonante voce di Milton Shame, l'indiano che lo segue
fedelmente da sempre, tocca il cuore e rimanda con i suoi sonagli ad atmosfere
Western e a una civiltà distrutta dal progresso e dai bianchi. «È un
genocidio», ripete Trudell nel camerino allestito dietro il palco. Indossa un
paio di occhiali azzurri, gli stessi che lo ritraggono in tutte le foto e i
manifesti che però a un certo punto della conversazione toglie per tenerne un
paio da vista. Il suo ultimo cd, uscito nel 2007, se lo è prodotto in proprio
ed è acquistabile solo su internet sul suo sito: «Non ho più una casa
discografica e internet è il modo migliore per aggirare le grandi compagnie -
dice - Anche se è un grande fratello che ci controlla e ci osserva, noi
possiamo utilizzarlo per i nostri scopi. Vi ho inserito tutti i miei discorsi».
Il Bob Dylan della tribù Dakota Santee confessa di avere due nomi indiani ma
non li vuole rivelare. Vive a Los Angeles «perché nelle riserve rappresenterei
un pericolo più per gli altri che per me». La moglie, la
suocera e i tre figli morirono infatti in un rogo doloso nel 1979 dopo che lui
aveva bruciato una bandiera americana a Washington. Sferzante il giudizio a chi
gli chiede di Obama: «Fa
molte promesse; i suoi slogan sono speranza, fiducia, ma sono le stesse parole
dei suoi predecessori. È stato messo lì da chi controlla veramente il sistema».
( da "Stampa, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Personaggio
CAUSA STORICA VITA PRECARIA L'agente Crowley SUI SITI CONSERVATORI La sanità
Pyongyang attacca Washington LA SUA DIFESA DAL NOSTRO INVIATO I parenti ora
chiedono un risarcimento allo Stato per «trasferimento illegale» Lui è
costretto a vivere con la madre in una stanza nel suo paesino di origine Il
poliziotto accusato "Ho fatto il mio dovere" «È nato un eroe, come
Joe l'idraulico anti-Obama della campagna elettorale»
«La Clinton? Una pensionata» Siamo un paese che non rifugge le sfide Gli astri sono
in linea per una grande riforma dell'assistenza Ci arriveremo come siamo
arrivati sulla Luna Non nutro illusioni Non è cosa facile ma è necessaria Va
fatta al più presto, al massimo entro l'anno Paghiamo il doppio rispetto ad
altre nazioni Sono in carica da appena sei mesi A questo stesso punto le
principali iniziative di Reagan e Clinton non erano neanche decollate «Non sono
razzista Ho fatto la respirazione bocca a bocca a un nero» WASHINGTON
Solidarietà da parte dei colleghi , ma il sindaco si scusa per lui 5 marzo
( da "Stampa, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Cronaca di un Paese diviso La lunga marcia La sanità DUE MILIONI
DI SPESE TRASFERIMENTO ILLEGALE DIRITTI NEGLI USA Obama:
"La polizia ha agito stupidamente C'è troppo razzismo" Il New York
Times: «Scosso dall'arresto di Gates, è riemersa la sua anima afro» Rispedito a
casa in coma E l'America si vergogna Luis Jemenez, un clandestino venne
investito sul lavoro e ricoverato. Poi è arrivato il conto È stato riportato in
patria su un aereo privato, senza avvisare il cugino-tutore LE SFIDE DELLA CASA
BIANCA Il presidente abbatte l'ultimo tabù e attacca i "cops"
"Sproporzionato il numero di arresti tra neri e ispanici" Il caso di
un guatemalteco che non poteva pagare 11 febbraio 2007 Michelle Obama denuncia la mancanza di sicurezza per gli
afroamericani dicendo che «quando mio marito va a fare benzina temo possa
essere ucciso». [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI INVIATO A WASHINGTON «La polizia di
Cambridge ha agito stupidamente»: dopo un'ora monotematico sulla riforma della
sanità, Barack Obama chiude la conferenza stampa nella
East Room della Casa Bianca con un colpo di scena che fa capire per la prima
volta all'America cosa significa avere un presidente afroamericano. La svolta
arriva con l'ultima domanda. Lynn Sweet del «Chicago Sun-Times» chiede a Obama di esprimersi sulla vicenda di Henry Louis Gates, il
docente nero di Harvard arrestato e poi rilasciato da una pattuglia sospettando
che fosse un ladro comune. Se fino a quel momento il presidente si è mostrato
teso, concentrato e riflessivo, ora il volto si illumina. Sorride prima ancora
di rispondere. Per prima cosa ricostruisce i fatti: «Qualcuno ha visto due
persone sotto un portico temendo un furto, ha chiamato gli agenti e sono
arrivati. Fin qui tutto bene. Ma poi Gates ha mostrato i documenti di residenza
in quella casa, quando erano già dentro la casa, e lo hanno arrestato». Da qui
la conclusione che «la polizia ha agito stupidamente» arrestando il docente
«nel momento in cui aveva già le prove che era a casa sua». Al fine di
trasmettere l'impressione di «stupidità» Obama fa una
gag: si gira verso la porta di legno chiusa alle spalle e dice «A Gates è
andata anche bene perché ha rischiato solo l'arresto. Se dovesse succedere a me
di forzare la porta di ingresso di casa mia, mi sparerebbero». La platea dei
media ride a crepa pelle. Obama ha ottenuto ciò che
voleva e ribadisce «credo che questa ora sia casa mia» a sottolineare i rischi
che un qualsiasi nero - anche il presidente - corre per gli eccessi della
polizia. Aver ridicolizzato il comportamento degli agenti del Massachusetts
serve per fare un ragionamento più ampio dopo la premessa «sono amico di Gates,
non sono stato lì e non sono a conoscenza di tutti i fatti». «Non so quale
ruolo abbia giocato la razza in quanto avvenuto ma credo sia corretto dire che
ognuno di noi al posto di Gates sarebbe stato molto arrabbiato» dice,
riservando le ultime parole alla questione dell'intolleranza. «C'è in questa
nazione una lunga tradizione di afroamericani e ispanici fermati dalle forze
dell'ordine in numero sproporzionato» afferma, ricordando di essersi occupato
nel Senato dell'Illinois dei «profili razziali» che discriminano le minoranze.
«Questa è la realtà - conclude - e dimostra come molto resta da fare sul
terreno della razza nonostante i progressi compiuti che io incarno». La novità
per i milioni di americani che assistono in diretta tv è, come osserva
Katharine Seelye del «New York Times», «l'aprirsi di una finestra sull'identità
afroamericana del presidente» perché è apparso palese a tutti che
«quest'episodio ne ha toccato i nervi». E forse anche quelli della moglie
Michelle, che si laureò a Princeton con uno studio sul separatismo nero e che
nel 2007 fece trasparire i propri sentimenti di moglie ammettendo di «temere
che mio marito venga ucciso ogni volta che va a fare benzina». Da allora Obama aveva fatto sempre attenzione a gestire senza emozioni
la questione della razza: prendendo le distanze dal reverendo Jeremiah Wright
per i suoi attacchi ai bianchi e scegliendo di riservare le critiche più dure
al vittimismo dei neri. Ma l'arresto di Gates gli ha fatto mettere da parte la
politica, parlando in sintonia con Eric Holder, il ministro della Giustizia,
che ritiene l'America una «nazione di codardi» perché «l'integrazione finisce
nel weekend, quando bianchi e neri non si incontrano». [FIRMA]GLAUCO MAGGI NEW
YORK Luis Alberto Jemenez, guatemalteco, nel 2000 era un giovanotto di 28 anni,
dal fisico tosto del calciatore dilettante, la sua passione. Di professione
faceva la più diffusa in molti degli Stati americani dove domina l'economia
«labor intensive», quella che richiede braccia e resistenza e non si sofferma
sul diploma e tantomeno sul passaporto in regola: l'immigrato clandestino. Ce
ne sono oltre 11 milioni di Luis Alberto in America: sono anime singole che,
tutte assieme, costituiscono una risorsa economica fondamentale per la
prosperità del sistema, un problema politico che il Congresso non sa risolvere,
una palestra di scontri ideologici. E oggi, sulla pelle di Jemenez, l'esercito
dei clandestini schiera le sue batterie anche nella battaglia della riforma
sanitaria, poiché gli illegali sono il 15% dei 47 milioni di persone non
assicurate. Quel giorno Luis era sul pulmino con altri compagni di lavoro, in
Florida, quando una macchina guidata da un ubriaco è finita contro il mezzo dei
«giornalieri»: in un istante, il papà che mandava i dollari alla moglie e ai
piccoli figli lasciati in Guatemala è diventato un paziente del sistema
sanitario americano, registrato al Martin Memorial Medical Center di Stuart,
cittadina di 15 mila abitanti a poche miglia da Palm Beach, sulla Costa del
Tesoro. Vi è entrato in coma, un vegetale curato a spese dei contribuenti,
poiché il regime della mutua cosiddetta MediCare, che si mantiene con fondi
federali, cura tutti i malati a prescindere dalla carta di credito e dalla
legittimità legale ad avere assistenza. Luis ha impiegato oltre un anno a
riprendersi dallo stato d'incoscienza, fino a quando ha raggiunto un certo
livello, il quarto, di abilità cognitiva. A quel punto l'amministrazione dell'ospedale
lo ha mandato in una clinica per le lunghe degenze, ma ben presto ha dovuto
riprenderselo perché aveva bisogno di altre cure. Intanto, il conto delle spese
mediche a carico del poveretto aveva raggiunto i due milioni di dollari. A
questo punto, in un'umida mattina del luglio del 2003, la storia americana di
Luis ha preso una svolta decisiva, e da vicenda medica si è trasformata in
dramma personale e in lite legale. Caricato su un aereo privato, il
guatemalteco è stato trasferito in patria di nascosto. Una «rendition» in
camice bianco? Saranno i giudici a stabilire se si è trattato di deportazione
illegittima, come accusa il cugino Gaspar Montejo, che è il tutore legale,
nella causa in corso a Stuart, oppure se l'ospedale aveva il diritto di rimpatriare
il paziente. A sua difesa, l'avvocato del Martin Memorial ha esibito un
documento firmato dal ministero della Sanità del Guatemala in cui si sostiene
che l'assistenza poteva essere garantita e proseguita nel paese d'origine, ma
soprattutto ha sostenuto che lo stesso emigrante aveva chiesto di essere
rispedito a casa. Il cugino afferma il contrario: Luis non se ne voleva affatto
andare, e la decisione della rimozione forzata è illegittima poiché non sono
gli ospedali e neppure le autorità statali a poter disporre un rimpatrio, ma
solo le autorità federali che non sono state invece coinvolte nell'operazione.
Come immaginabile, il poveretto ha perso drammaticamente nel cambio: dopo una
breve permanenza in ospedale è stato trasferito nel paesino di Huehuetenango in
un monolocale che divide con la madre, a 12 ore dalla capitale, Città di
Guatemala. La casa è isolata e difficilmente raggiungibile: se Luis avesse
bisogno di un intervento urgente non l'avrebbe per tempo. I parenti di Jemenez
che vivono negli Usa non demordono, però: chiedono un risarcimento, di
ammontare non specificato, perché il trasferimento fu per loro chiaramente
illegale, e la prova è che fu tenuto nascosto persino al cugino-tutore che
aveva il potere legale di assistere Luis in tutte le decisioni, date le
condizioni precarie del suo cervello leso. I piani di trasferimento emersi al
processo sono imbarazzanti per l'ospedale. «Non si può correre il rischio di
mandarlo con un volo commerciale», scrisse al tempo l'avvocato Rob Lord. «Mi
immagino quale brutta pubblicità ne verrebbe se le cose non funzionano come
devono». A quel tempo gli avvocati di Montejo stavano febbrilmente cercando di
bloccare, con un ricorso alla corte d'appello, l'allontanamento forzato che un
primo giudice aveva accordato come legittimo. La sentenza è attesissima poiché
farà luce sui diritti degli irregolari nelle strutture mediche Usa.
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1
- Prima Pagina Il caso Il presidente Usa lancia la sfida della riforma
sanitaria e attacca la polizia "stupida e razzista" Obama alla guerra di "docs" e
"cops" VITTORIO ZUCCONI La buona guerra di Barack Obama per una sanità sottratta alla
speculazione sulla malattia, è ormai una battaglia per la vita. La propria, per
sopravvivere politicamente, che lo vede, scrivono i giornali, in lotta contro
«docs» e «cops», medici e ora addirittura poliziotti. SEGUE A P
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
12 - Esteri Sanità per tutti, l´appello di Obama "Ci arriveremo, come sulla
Luna" Conferenza in tv. Ma i tempi della riforma si allungano Il capo dei
senatori democratici avverte "Impossibile l´approvazione entro
agosto" ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK - I repubblicani sognano di trasformare
la riforma sanitaria nella «Waterloo di Barack Obama», come ha detto il senatore della Carolina del Sud Jim DeMont.
Ma anche i "Blue dogs", i Cani blu, dal nome dell´associazione che
riunisce i democratici conservatori, oppongono resistenza a un piano che
rafforzerà il ruolo dello stato e comporterà un inasprimento fiscale. E mentre
i sondaggi mostrano un declino di popolarità della Casa Bianca, Obama si lancia in una offensiva politica e mediatica per
salvare la proposta centrale del suo programma di governo. «La riforma sanitaria
non deve essere finanziata aumentando le tasse sulle famiglie dei lavoratori»,
dice il presidente in una conferenza stampa alle 20 di mercoledì sera, cioè
nell´ora di massimo ascolto. Semmai, spiega, i costi dovrebbero ricadere sui
contribuenti che hanno un reddito superiore a 1 milione di dollari all´anno. E
comunque bisogna fare presto: «Ho fretta perché ricevo lettere ogni giorno da
famiglie che vengono bastonate dai costi per la salute e mi chiedono:
"puoi aiutarci?" I costi sanitari rischiano di raddoppiare entro un
decennio e intanto 14mila americani perdono ogni giorno la loro assicurazione»
(già oggi sono 47 milioni quelli che non ce l´hanno). Obama
ripete poi le stesse considerazioni durante una visita giovedì in una clinica
di Cleveland, in Ohio. E aggiunge: «Avremo la riforma della sanità, così come
40 anni fa siamo arrivati sulla Luna». Per il momento, però, l´offensiva non
raggiunge i risultati sperati. Il capogruppo democratico al Senato, Harry Reid,
ha confermato che non ci sarà un voto sul progetto di riforma prima delle
vacanze estive. «E´ meglio una legge ragionata e di qualità - osserva -
piuttosto che approvata in fretta e furia». Come dire: sarà tutto rimandato a
settembre a dispetto delle pressioni della Casa Bianca per anticiparne i tempi.
Il pericolo? Che il ritardo possa servire ai repubblicani per ricompattare
l´opposizione e far fallire il progetto: proprio come accadde nel 1994
all´allora first lady Hillary Clinton. Uno scenario del genere avrebbe
conseguenze pesanti e di lungo periodo per Obama, che
però minimizza: «Pazienza, l´importante è continuare a lavorarci sopra». Non
c´è dubbio che la sanità rappresenti il tallone d´Achille della società e
dell´economia degli Stati Uniti. Nonostante una spesa annua complessiva di 2.400
miliardi di dollari, che anche pro-capite è la più alta tra i Paesi
industrializzati, un sesto della popolazione non ha una assicurazione e intanto
si moltiplicano gli sprechi, le cause legali e le complicazioni burocratiche.
La riforma che sta prendendo corpo si basa sull´obbligo di ogni americano di
avere una assicurazione: chi non la riceve attraverso il datore di lavoro o non
ha i soldi per pagarne una privata potrà ottenerne una pubblica. E sarà anche
vietato negare l´assicurazione a chi ha avuto malattie gravi. Molti americani,
forse influenzati dalle violente campagne di stampa dell´industria e della
destra, sono scettici sul nuovo ruolo dello stato nella sanità, temendo
soprattutto che la qualità delle prestazioni si abbassi. Ma il vero nodo è quello
economico. Si calcola che la riforma possa costare 1.500 miliardi di dollari in
dieci anni. Come affrontare la spesa, specie in un momento di crisi economica? Obama ha ripetuto nella conferenza stampa che i costi
saranno coperti per due terzi dai risparmi realizzati eliminando le procedure
inutili o altri sperperi: «Non dobbiamo più premiare la quantità degli
interventi dei medici, ma la qualità», ha detto. Per la cifra che rimane, cioè
un terzo, si dovrà usare la leva fiscale: la Casa Bianca ipotizza di eliminare
le deduzioni previste per i contribuenti ad alto reddito. l democratici al
Congresso hanno altre idee: ad esempio quella di una supertassa per i
super-ricchi, alla quale Obama non si oppone. Ma il
vero problema è che per il momento la riforma slitta a settembre: e non è un
buon segno per il presidente.
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
12 - Esteri Il regista Michael Moore scatenato "Scrivete al
Congresso" WASHINGTON - Michael Moore scende in campo in favore della
riforma sanitaria voluta dall´Amministrazione Obama. Il regista, che allo stato della
sanità Usa ha dedicato uno dei suoi docu-film, Sicko, dedica ampio spazio sul
suo sito web al dibattito sulla proposta di riforma e invita i suoi sostenitori
a mobilitarsi in prima persona scrivendo al proprio rappresentante al Senato e
al Congresso perché si schieri a favore di un nuovo sistema sanitario.
Ma Moore si spinge oltre, ospitando le opinioni di chi vuole una riforma ancora
più radicale di quella proposta dalla Casa Bianca che escluda del tutto le
compagnie assicurative dal sistema.
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
12 - Esteri "DOCS" E "COPS" I NUOVI AVVERSARI (SEGUE DALLA
PRIMA P
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
12 - Esteri Il governatore Schwarzy su Twitter con coltello taglia budget LOS
ANGELES - Il governatore della California Arnold Schwarzenegger è tornato allo
stile Terminator per ironizzare sul buco da 26,3 miliardi di dollari nel budget
del suo stato. L´ex attore si è presentato armato di un coltello taglia-deficit
in un video diffuso su Twitter e ha ringraziato i californiani per avergli
mandato «splendide idee» su come tagliare il bilancio. Il
riferimento è al piano di tagli alla spesa pubblica per 15 miliardi -
colpiranno tra l´altro servizi medici e scuole - che sarà votato a breve dal
Congresso della California. Il governatore si è anche detto d´accordo con Obama sulla riforma sanitaria.
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
13 - Esteri La rabbia del presidente nero "Polizia stupida e
razzista" L´amarezza dopo l´arresto del professore di Harvard ANGELO
AQUARO DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - «Qui mi avrebbero ucciso». Il sorriso amaro di Barack Obama è un pugno nello stomaco per l´America del prime time. Quello
che è successo al professor Gates, arrestato in casa sua, è «un segno di quanto
il fattore-razza sia ancora vivo in questa società», dice il presidente, e
rincara: la polizia di Cambridge si è comportata «stupidamente». «Qui mi
avrebbero ucciso», dice Barack. Mentre lui, il sergente James Crowley, lo
«stupido» che ha messo in manette il professore, giura di non avere niente da
farsi perdonare, non è razzista, «io sono quello che tentò di rianimare con la
respirazione bocca a bocca Reggie Lewis», il campione nero di basket (che però
ci restò secco, 1993). «Qui mi avrebbero ucciso», dice il presidente alla fine
della conferenza stampa sulla sanità che proprio sul razzismo si accende. Si
mette nei panni del professore, Obama, e scherza: «Se
avessi cercato io di forzare la serratura qui a casa...». Si ferma, indica la
porta alle sue spalle. «No, la mia casa adesso è questa». La platea dei
giornalisti ride. «Se fosse successo a casa mia, a Chicago...». Risate. Si
ferma ancora. «Qui sarei stato ucciso». La sala esplode in una risata
collettiva, il presidente sembra quasi turbato da quello che ha detto, sorride
teso, riprende il filo del discorso. E che discorso. «Io non posso sapere, non
essendo lì e non avendo assistito ai fatti, che ruolo la razza abbia giocato in
tutto questo». E però. «E però io credo, numero uno, che ognuno di noi dovrebbe
provare un po´ di rabbia. Numero due, che la polizia di Cambridge ha agito
stupidamente arrestando qualcuno che era evidentemente a casa propria». Non
basta. «C´è una lunga storia in questo paese di afroamericani e ispanici
fermati in maniera sproporzionata dalla polizia. Questi sono i fatti». Gates,
che oltre al lavoro accademico è un volto noto della tv progressista Pbs e ora
vuole realizzare un documentario sul suo caso, ha definito quello di Obama «un intervento brillante sulla razza e sui rapporti
tra bianchi neri». «Non ho niente da scusarmi perché niente è successo», giura
invece il sergente James Crowley, 42 anni, da 11 al Cambridge Police Deparment,
difeso dall´associazione di categoria («ha agito secondo le regole standard»)
ma chiacchierato per i suoi atteggiamenti non proprio politicamente corretti,
malgrado il corso di "rispetto razziale" che lui stesso tiene all´Accademia
di polizia. Ora il New York Times nota che l´incidente è stato così grave «che
deve avere toccato un nervo scoperto» al presidente, che torna a parlare di
razzismo a pochi giorni dal discorso-denuncia per i cento anni del Naacp,
l´associazione per i diritti civili: «Il pericolo non è passato». Scrive David
Remnick sul New Yorker: «Nei suoi primi giorni in politica, al Senato
dell´Illinois, Obama sponsorizzò una legge per
eliminare il fenomeno egli afroamericani sbattuti in cella per il crimine di
DWB, Driving While Black: arrestati soltanto perché guidavano, e perché neri.
Gates è stato arrestato soltanto perché si trovava a casa. Ed è nero». «Qui mi
avrebbero ucciso», dice Barack, mentre da Larry King, e poi su Nbc, e poi
ancora chissà dove, perfino Liz Cheney, la figlia dell´ex vicepresidente, si
schiera con i "birthers", il partito di chi continua a sostenere che
Barack Hussein non è un cittadino americano perché è nato in Kenya. La nuova
battaglia della razza è appena cominciata.
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 7
- Interni Effetti sul Paese Pubblico e privato Franceschini a "Repubblica
Tv": Berlusconi si è imprigionato da solo nel reality che si è costruito
"Governo del Pdl più debole il premier può cadere in autunno" La
politica non entri nelle scelte personali, ma ha il dovere di preoccuparsi per
gli effetti sul Paese E´ lui che ha scelto di unire vita pubblica e vita
privata fin dal primo giorno del suo ingresso in politica EDOARDO BUFFONI ROMA
- In autunno Berlusconi potrebbe cadere, indebolito dal calo di consensi, dalle
tensioni crescenti nella maggioranza e dalle mancate risposte del governo a una
durissima crisi economica. Un «esito traumatico» della legislatura, causato
dalla «perdita di credibilità» del premier presso l´opinione pubblica, a causa
delle sue vicende personali. Ecco l´analisi di Dario Franceschini, segretario
del Pd in cerca di riconferma, che dagli studi di Repubblica Tv risponde a più
di 500 domande dei lettori. Berlusconi è in crisi? «L´indebolimento del premier
è oggettivo. Fino a qualche mese fa avevamo un Berlusconi trionfante, che puntava
al 51 per cento alle elezioni europee. Ma dopo un anno di governo il Pdl è
arretrato. E´ un segnale lanciato dall´opinione pubblica». Pesano le
rivelazioni sulle feste del premier? «Sicuramente ha perso credibilità. Sia
chiaro, la politica non deve entrare nelle scelte personali del presidente del
Consiglio. Ma ha il dovere di preoccuparsi per gli effetti che queste vicende
hanno sull´immagine del paese, sulla sicurezza nazionale, in definitiva sulle
istituzioni. Questo riguarda la vita pubblica, e di questo la politica deve
occuparsi, e torneremo a farlo anche in Parlamento». Ma lei, da cattolico, come
giudica i comportamenti del premier? «Berlusconi si è imprigionato da solo nel
reality che si è costruito. E´ lui che ha scelto di unire vita pubblica e vita
privata fin dal primo giorno». Però ora non sopporta che se ne parli. «I
giornali fanno inchieste sulle frequentazioni del premier? E´ normale. Invece
lui reagisce in modo violento con intimidazioni e inviti a non fare pubblicità
sui giornali che fanno solo il loro mestiere. E´ una reazione sconsiderata,
anormale e inimmaginabile in qualsiasi altra democrazia del mondo». In
televisione non si fa informazione su questo. «Sulla televisione italiana è
sceso il silenziatore». Cosa pensa del girotondo di Di Pietro attorno al
Quirinale? «Di Pietro da qualche settimana è più concentrato sul capo dello
Stato che su quello del governo. Non è un modo utile di fare opposizione». Il
Pd andrà insieme all´Udc? «L´Udc non si riconosce nel campo di centrosinistra,
ha scelto di restare autonomo. Possiamo però fare opposizione insieme». Cosa
farete con Radicali e Sinistra e Libertà? «Vogliamo vincere le prossime
elezioni, ma non ci saranno più alleanze eterogenee. L´alleanza sarà su un
programma condiviso. Il principio sarà questo». Il bipolarismo sopravviverà a
Berlusconi? «Lo spero. Il bipolarismo è la vera conquista degli ultimi 15 anni.
Quando finirà l´era Berlusconi, per trauma o fisiologicamente, non dovremo
tornare alla stagione delle alleanze mobili. Il congresso del Pd riguarderà
anche questo». Sta dicendo che con Bersani segretario si rischiano inciuci?
«Dico che il Pd deve rappresentare l´elettorato più di sinistra, ma anche
parlare all´elettorato mobile, alle fasce più moderate e ai ceti produttivi. Se
si tornasse all´idea che il centrosinistra è fatto da una sinistra e da un
centro, separati, con qualcuno di esterno al Pd che avrà compito di prendere i
voti moderati, dico che questo sarebbe un pericoloso passo indietro». Ma non
state litigando troppo? «Volevamo il confronto vero: eccolo. Guardate le
primarie americane, dove prima se le danno ma poi si
mettono insieme come è stato per Obama e la Clinton. E´ inutile invidiarle e poi temerle. Il confronto
ci può essere, anche con delle asprezze, sempre mantenendo però una voce unica
come opposizione». Non è stato un boomerang dire di no a Beppe Grillo? «In un
partito non si entra per demolirlo. Soprattutto se un mese fa si sono
fatte liste contro il Pd, se si dice che si entra in un partito di morti, se si
dice che ci sono comitati d´affari peggiori di quelli di Berlusconi». C´è un
terzo candidato per il Pd, Ignazio Marino. «Lo stimo, ma la sua candidatura
rischia di essere tagliata troppo sui temi eticamente sensibili, sui quali
bisogna cercare dialogo e sintesi. Se invece si alzano barriere e ci si divide
si fa qualcosa di pericoloso, per il Pd e per la società».
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
29 - Commenti INTERCETTAZIONI, LA BESTIA NERA DI B. Qualunque musica suoni (la
cambia spesso), l´autentico modello non è Obama ma Vladimir Putin, ex Kgb FRANCO
CORDERO Ascolto e visione occulti sono un´antica risorsa investigativa: a parte
l´orecchio artificiale allestito dal tiranno siracusano Dionisio, temporibus
illis qualcuno ascolta, vede, riferisce; apparecchi moderni captano e
ritengono, sicché suoni e immagini diventano ri-percepibili mille volte;
l´ordigno crea documenti (art. 234, c. 1, c.p.p.) d´altissima fedeltà mimetica;
fotografia, film, disco bene riusciti forniscono prove irrefutabili. L´art. 226
cod. 1930 tocca appena l´argomento, a proposito del canale telefonico: la mano
poliziesca opera nel vuoto legale; può cogliere ogni voce sul filo; e salvi i
segreti, i reperti entrano nel metabolismo processuale. L´art. 15, c. 2, Cost.
richiede un permesso del magistrato e presupposti legalmente definiti. Li
fissano norme degli anni settanta (una vieta d´usare notizie o immagini
«indebitamente» ottenute mediante riprese visive o sonore dei fatti attinenti
alla vita privata nel domicilio). L´attuale codice regola sonde selettive:
sarebbe una ricaduta nella bulimia inquisitoria l´uso universale della spia
finché dalla massa dei segnali venga fuori qualcosa; continui interventi
legislativi dicono che materia calda sia. L´art. 267, c. 1, ultimo testo,
richiede «gravi indizi» d´uno dei reati previsti dall´articolo precedente. Non
va preso alla lettera il secondo requisito, che l´ascolto sia «assolutamente
indispensabile» alla «prosecuzione delle indagini» (bene o male sono sempre
proseguibili). L´enfasi restrittiva indica un istituto malvisto. Ed è
garantismo bigotto ammettere l´intercettazione del dialogo tra presenti nel
domicilio solo quando «fondati motivi» lascino supporre che lì stia svolgendosi
«l´attività criminosa» (art. 266, c. 2). Lo notavo portando quest´esempio. Gli
ex soci d´una fiorente Anonima delitti, ora in pensione, rievocano a tavola
vecchie imprese, ignari della microspia: gli avvocati hanno gioco facile;
rammentare inter pocula dei delitti non è «attività criminosa»; gli affabili
conversanti risultano ormai fuori del giro attivo; godono pacificamente i
frutti, investiti in affari puliti. Siccome l´involontaria confessione non era captabile,
usciranno indenni, assolti perché mancano prove sufficienti d´accusa. Ogni
tanto rilievi dottrinali attecchiscono. Il legislatore vi ripensa: talora
(criminalità organizzata, minaccia col telefono, terrorismo internazionale,
tratta di persone) non è più richiesto che nel luogo siano presumibilmente in
atto condotte criminose; sta bene; resta solo da vedere fin dove l´art. 3 Cost.
permetta d´escludere le stesse prove negli altri casi, magari nello stesso
procedimento. In settant´anni siamo passati dalla mano libera al garantismo
puntiglioso, nella cui ideologia la privacy è tal bene da valere l´occhio
chiuso sui delitti, particolarmente quando li commettano dei colletti bianchi.
Nella XVI legislatura spira aria ancora diversa. Dovendola definire in una
parola, avevo detto "criminofilia", né era pensabile che, con quel
passato e presente, B. diventasse fautore d´una giustizia seria: affatturandosi
una immunità che grida vendetta, ha appena schivato la condanna nel caso Mills,
come corruttore in atti giudiziari (vecchio e lucroso penchant, vista la
scalata Mondadori); figurava in allegri dialoghi intercettati, dove non
esibisce stile etico; e perdura lo scandalo innescato dai disvelamenti d´affari
molto privati commisti al dominio politico. Le intercettazioni sono la sua
bestia nera, finché durino i residui d´una legalità obsoleta: detesta i poteri
separati; ride se gli parlano d´una cultura dei doveri; aspira al trono
plebiscitario e quando vi fosse seduto, varrebbe la logica delle dittature più
o meno dolci; servizi segreti onnipotenti, altro che rigorosa tutela dei
diritti individuali. Qualunque musica suoni (la cambia spesso), l´autentico
modello non è Obama ma Vladimir Putin, ex Kgb. Manca
ancora qualche mossa al Grande Slam, quindi canta slogans libertari. Non li
lesinava: pene esemplari a chiunque intercetti o usi i relativi materiali;
voleva ridotta la sfera penalistica dell´intercettabile a pochi delitti
gravissimi, quali mafia, narcotraffico, terrorismo; e così il telefono assurge
a canale delittuoso ermeticamente sicuro, comodissimo nel mercato delle
tangenti, pirateria in borsa, scalate societarie, bancarotte et similia. Viene
in mente un passo del Trattato politico composto dal declinante Savonarola,
inverno 1498: il tiranno esalta malfattori che senza il suo scudo «seriano
puniti»; così lo difendono difendendosi; se assume «qualche uomo savio e buono,
lo fa per dimonstrar[si] al popolo ... amatore della virtù»; ma non se ne fida,
quindi gli «tiene l´occhio ad[d]osso». Insomma, voleva estirpare occhi e
orecchie molesti. Costa poco dirlo destando simpatie nel giro avventuroso. Meno
facile riuscirvi: i sistemi legali hanno una maledetta (secondo lui) coerenza;
vi ha battuto la testa legiferando ad personam; riscritto un articolo, capitava
che l´effetto fosse debole o nullo; le norme non sono atomi indipendenti,
formano dei sistemi. L´escissione avrebbe ammazzato la malata ossia Dike,
povera dea con spada, bilancia e (in alcune iconografie) benda. Devono
averglielo detto: non bastano i voti; sopra la legge ordinaria vigono delle
metanorme; e finché non siano sotterrate, limitano i poteri dell´occupante.
Insomma, era affare serio. Il chirurgo rinfodera i coltelli. Degli operai
studiano l´equazione: come disarmare l´antipatico arnese senza troppi rischi nella
Consulta, dove gli ubbidienti non sono ancora partito dominante; nascono i 34
articoli d´un disegno presentato dal guardasigilli. Montecitorio lo vota (cosa
non voterebbe quando Sua Maestà comanda), 11 giugno 2009. Altrettanto sicuro
appare Palazzo Madama ma sopravviene una difficoltà: il Quirinale segnala
profili dubbi auspicando larghe intese; e con qualche sommesso ringhio l´Unto
sta al gioco. Se ne riparla in autunno. Questo disegno n. 1611 offre materia
d´interessante analisi clinica e varrà la pena discuterlo.
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina I
- Bologna Il caso Il Pd "normalizza" il suo blog ma in Rete scoppia
il dissenso MICHELE SMARGIASSI «Io sono io, e voi non siete un c...». Per
chiarire meglio il concetto, Michele Orsi allega anche la sequenza del film Il
marchese del Grillo in cui Albertone Sordi recita l´immortale battuta, posta
ora a epitaffio dell´avventura del Pd bolognese nel mondo dei social network.
Io sarebbero i dirigenti Pd, e voi i volontari genietti informatici che un anno
fa si mobilitarono per dare al partito uno strumento agile di presenza sulla
Rete. Il portale Internet www.pdbologna.org era stato pensato, con entusiasmo,
per essere un luogo di scambio e discussione aperta, come
quelli che hanno fatto la fortuna di Obama negli Usa, o di Beppe Grillo da noi. Avventura finita, scrive
invece Orsi (che ne fu uno dei principali animatori) in una sorta di amaro
addio pubblicato sul blog del sito: il partito, denuncia, ha «ripreso il
controllo totale sullo strumento», emarginando le discussioni libere e
limitando il potere di commento dei lettori. Bisogna dire, per onestà,
che nessuno ha censurato lo sfogo di Orsi, venticinquenne informatico che ora
lavora in Germania, anche se il suo retroscena è piuttosto amaro. SEGUE A P
( da "Repubblica, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
15 - Esteri Il presidente deposto annuncia il rientro in patria attraverso il
confine col Nicaragua La lunga marcia di Zelaya "Torno in Honduras, a
piedi" A Tegucigalpa manifestazioni contrapposte tra i sostenitori dell´ex
capo dello Stato e quelli del golpista Micheletti E Morales attacca gli Usa
OMERO CIAI «Mel» Zelaya, il presidente dell´Honduras deposto dal golpe del 28
giugno, ha annunciato che rientrerà in patria attraversando la frontiera col
Nicaragua. Zelaya ha preso la decisione di tentare ad ogni costo il ritorno
dopo il fallimento dei negoziati che la comunità internazionale aveva affidato
al presidente del Costarica, Oscar Arias. Nonostante gli sforzi, Arias non è
riuscito a superare l´opposizione del governo golpista di Roberto Micheletti,
pervicacemente contrario ad un ritorno al potere di Zelaya sotto qualsiasi
forma. L´ultima offerta del presidente del Costarica proponeva la formazione di
un «governo di riconciliazione nazionale» con ministri dei due partiti
principali, il liberale (di cui fanno parte sia Zelaya che Micheletti) e il
nazionale, più elezioni anticipate e amnistia per i reati politici. La comitiva
di Zelaya, della quale faranno parte alcuni membri della sua famiglia,
collaboratori e diverse centinaia di giornalisti, dovrebbe raggiungere domani
la frontiera con l´Honduras, a
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Prima Pagina data: 24/07/2009 - pag: 1 Il Senato rinvia la
riforma O BAMA F INISCE SOTTO S CACCO SUL P IANO S ANITÀ di MASSIMO GAGGI N é
Iran né crollo del sistema finanziario, né Afghanistan né terrorismo: Obama si gioca tutto sulla sanità. Una
riforma difficilissima ma ineludibile non solo perché dal contenimento dei
costi per la salute dipende la tenuta del bilancio federale, ma soprattutto
perché, per varare un piano davvero efficace, il presidente deve alterare i
pesi del sistema tributario e convincere gli americani a cambiare il loro modo
di usufruire dei servizi sanitari. CONTINUA A P
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 24/07/2009 - pag: 5 Sanità, slitta all'autunno la riforma Obama Prima sconfitta per il presidente. Ma Barack: ci arriveremo come
sulla Luna WASHINGTON Barack Obama ha subito la prima anche se probabilmente temporanea sconfitta
della sua Presidenza. Il Senato ha rinviato a settembre il voto sulla riforma
del sistema sanitario da lui chiesto per la settimana prossima, prima
della sospensione dei lavori parlamentari per le vacanze estive. Lo ha
annunciato un suo sostenitore, il leader democratico Harry Reid, poche ore dopo
che, a una conferenza stampa notturna alla Casa bianca, Obama
aveva spostato dal Congresso alle case americane la sua battaglia per la
riforma, appellandosi direttamente ai cittadini. Facendo propri i dubbi di
molti americani e le istanze dei repubblicani e dei cosiddetti «blue dogs», i
democratici conservatori, Reid ha deciso il rinvio del voto a settembre
definendo «preferibile una riforma onesta e meditata a una precipitosa e non
condivisa ». Il leader del Senato, che ha bisogno di 60 voti su 100 per la
riforma, aveva cercato invano un accordo con l'opposizione e l'ala dissidente
del suo partito. In visita a Cleveland, Obama si è
mostrato combattivo: «Non siamo mai stati così vicini al successo», ha
asserito. «Abbiamo già trascinato l'economia lontana dal baratro, e
continueremo a lavorare alla riforma. L'avremo in autunno, è necessaria ed è
urgente ». Il presidente ha aggiunto di riscuotere un vasto consenso: «Il
cambiamento è la base del mio governo». E la riforma della sanità diventerà
realtà, «così come gli americani 40 anni fa hanno camminato sulla Luna».
Contrariamente a quanto affermato dai leader repubblicani, che hanno gridato
alla vittoria, il rovescio non dovrebbe indebolire Obama,
anche se la riforma venisse edulcorata. Alla conferenza stampa, il presidente
aveva precisato che la riforma sarà finanziata da una sovrattassa sui redditi
di oltre un milione di dollari annui - «porrei il veto a una sovrattassa sui
redditi medi» - e dal taglio degli sprechi dell' assistenza sanitaria pubblica
esistente, la Medicare per gli anziani, e la Medicaid per i poveri. Aveva anche
sostenuto che la riforma costringerebbe le assicurazioni mediche private ad
abbassare i prezzi «che altrimenti raddoppierebbero in 10 anni». La riforma
prevede un'assicurazione medica di stato per 47 milioni di persone che ne sono
attualmente prive, e secondo il presidente oltre a salvare decine di migliaia
di famiglie, ridurrebbe il deficit del bilancio dello stato e creerebbe nuovi
posti di lavoro, contribuendo al rilancio dell'economia. Obama
lo ha ribadito a Cleveland: «Se non attueremo la riforma i costi esploderanno e
sbraneranno il bilancio. Fino a 14 mila persone al giorno perderanno
l'assicurazione medica». La sconfitta interna del presidente coincide
paradossalmente con un trionfo internazionale. Un sondaggio del Pew research center
in 21 paesi ha accertato che grazie a lui la popolarità dell'America è salita
in tutto il mondo, al 71 per cento in media dal 17 per cento del predecessore
Bush, in particolare in Europa: in Francia e in Germania, Obama
è persino più popolare del presidente Sarkozy e della cancelliera Merkel.
L'America ha recuperato l'immagine anche nei paesi islamici, eccettuati il
Pakistan la Palestina e la Turchia. L'ha peggiorata invece in Israele, dove Obama è ritenuto filoarabo. Ennio Caretto In marcia Obama verso la East Room della Casa Bianca (Epa)
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 24/07/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 24/07/2009 - pag: 5 Discriminazione Il
presidente ha protestato contro il caso del professore nero arrestato a Harvard
«Poliziotti stupidi». Regolati i conti con il retaggio dell'agente razzista DAL
NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK «A Paterson questo è il modo in cui vanno le
cose/se sei negro è meglio che non ti faccia nemmeno vedere per strada o ti
incastrano», scriveva Bob Dylan nel '
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 24/07/2009 - pag: 5 Acconciatura È giallo
sui capelli di Michelle Nessun taglio, soltanto qualche forcina sapientemente
appuntata. La portavoce di Michelle Obama si è sentita costretta a precisare
che il caschetto sfoggiato dalla first lady a una serata country alla Casa
Bianca e che ha diviso gli Usa in favorevoli e contrari non è stato ottenuto a
colpi di forbici. Michelle si era solo appuntata i capelli!
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Cronache data: 24/07/2009 - pag: 19 Firenze Il sindaco
contro la legge comunitaria: è una vergogna Renzi e il divieto di alcol ai
chioschi «Disobbedisco e continuo a bere» FIRENZE Il «disubbidiente
appuntamento» è stato fissato dal sindaco per la mattina di mercoledì prossimo
a Firenze. Data fatidica per i trippai della città che, con l'entrata in vigore
della legge comunitaria sui «danni da alcol», non potranno più vendere i loro
panini accompagnati dal classico «gottino», un bicchiere di buon vino rosso,
meglio se Chianti, annaffia frattaglie. Divieto assoluto anche per i venditori
di «lampredotto», un particolare tipo di trippa, costretti anch'essi a porgere
al cliente alieni bicchieri di coca cola, aranciata o acqua minerale. Un orrore
per i fiorentini. Sindaco Matteo Renzi in testa che, con tutta la giunta, ha
annunciato il «disubbidiente appuntamento » ovvero un clamoroso atto di
disobbedienza civile e subito dopo ha dato incarico ai suoi funzionari di
studiare un'ordinanza che vieti il divieto e blocchi «l'indecente censura». «La
mattina di mercoledì andrò da un trippaio della città promette il sindaco farò
colazione con un panino con il lampredotto e berrò un bicchiere di vino. Poi
chiamerò a raccolta tutti i miei assessori e dirò loro: mangiate e bevete».
Ubbidiranno? «Certo che sì risponde Renzi perché non esiste fiorentino capace
di sopportare il divieto a non deliziarsi, se lo vuole, con il lampredotto e il
gottino. Questa legge è una vergogna è va assolutamente abolita. E se c'è
qualche assessore che la penserà diversamente, beva pure la coca cola ed esca
dalla giunta». Renzi sorride. Ma dietro quell'ironia da toscanaccio
irrefrenabile e da sindaco definito dal Time l'Obama italiano, si nasconde una determinazione quasi rabbiosa.
Racconta Renzi di aver passato parte della giornata a leggere e a rispondere a
centinaia di messaggi su Facebook. «Cittadini incavolati come bestie. Mi hanno
scritto di fermare quei grulli che vogliono la coca cola al posto del vino, di
non far deturpare una tradizione che è anche un pezzo di storia di questa
città. E io ho detto loro che possono contarci, che pure io sono
imbufalito e che non accadrà mai di poter azzannare la trippa a secco o ad
acqua». Non è solo una battaglia per il gusto e i piatti tipici. Secondo Renzi
c'è anche un aspetto sociale. I chioschi dei trippai a Firenze sono
un'istituzione sociale. La bancarella è un presidio, in alcuni quartieri, dove
la gente si ritrova, come nei circoli Arci o nelle case del popolo. E non è un caso
che in uno dei manifesti elettorali del sindaco, ci fosse la foto di uno dei
trippai più famosi della città, quello di Sant'Ambrogio. «Uno dei miei nonni,
Adone, vendeva i maiali in Valdarno continua Renzi e conosceva tutti i
chioschetti fiorentini. Mi ci portava spesso. E da allora non ho più smesso, di
volta in volta, di mangiare trippa e gottino. Non sarà una stupida legge
burocratica e senza senso a fare cambiare abitudini a me e ai miei
concittadini». Così da Palazzo Vecchio, novello Savonarola, il sindaco
annuncia: «Io scendo in piazza e sfido la legge maldestra e con me la giunta.
Però sono convinto che, quando mi guarderò alle spalle, non troverò multe e
censori, ma tanti amici con il panino e il bicchiere di vino. Tutti a brindare
e a gridare, viva Firenze, viva il vino, viva la trippa e il lampredotto».
Marco Gasperetti Trippa Matteo Renzi mentre prepara un panino con il
lampredotto, un tipo di trippa cotta a lungo in acqua con pomodori, cipolla,
prezzemolo, sedano, sale e pepe
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Opinioni data: 24/07/2009 - pag: 8 PIANO SANITA' Il Senato
rinvia, uno scacco per Obama di
MASSIMO GAGGI SEGUE DALLA PRIMA Chi pensava che si stesse discutendo solo di
qualche autorizzazione in più per un'ecografia o delle agevolazioni fiscali
sulle polizze assicurative, scopre all'improvviso che un Paese impoverito dalla
crisi e umiliato dalla sua incapacità di garantire un minimo di cure a 45
milioni di suoi cittadini è costretto a rimettere in discussione il
modello sociale costruito nel Dopoguerra. Una sfida politica da far tremare i
polsi: per questo la battaglia parlamentare, che tutti si attendevano
difficilissima, sta diventando addirittura feroce, con la maggioranza
democratica incapace di rispettare l'impegno di approvare la riforma almeno in
un ramo del Parlamento prima della chiusura estiva del Congresso e lo stesso Obama costretto a esporsi, più di quanto avrebbe voluto, non
solo sui principi «nobili» della riforma, ma anche su contenuti che sono
inevitabilmente indigesti. Il presidente sa che sta rischiando grosso e l'altra
sera, nell'ennesima conferenza stampa, ha fatto appello alla coscienza della
nazione, invitando gli americani a non chiedersi solo «cosa c'è per me» nella
riforma, ma a guardare lontano. A sei mesi dal suo trionfale insediamento, Obama vive già un momento-chiave: quello di passare dalla
beatificazione dell'America e di un'opinione pubblica mondiale adorante a una
Waterloo sulla sanità. È la speranza per nulla nascosta dei repubblicani, ma
anche l'incubo dello stesso leader democratico che perde terreno nei sondaggi
e, ormai, non può più «nascondersi» lasciando al Congresso la responsabilità
delle scelte più delicate. Il presidente ha ragione ad avvertire, come ha fatto
ieri, che il sistema attuale è insostenibile perché i suoi costi stanno
crescendo a un ritmo impressionante mentre, oltre ai troppi cittadini privi di
cure mediche, ci sono altri milioni di assistiti che si stanno impoverendo o
sono addirittura costretti a dichiarare bancarotta perché non riescono a pagare
i conti di medici, esami e ospedali non coperti dalle assicurazioni. Ma adesso,
visto che sui contenuti della riforma e sui modi di finanziarla la stessa
maggioranza democratica è profondamente divisa, tocca a lui indicare una
soluzione investendo su di essa, oltre al suo carisma, una parte consistente
del suo capitale politico. È una scelta rischiosa, è chiaro, perché una riforma
che copra anche chi oggi non ha alcuna assistenza e contenga i costi del
sistema entro limiti sostenibili per un Tesoro già messo alle corde dalla crisi
finanziaria, lascerà l'amaro in bocca a un gran numero di americani: non solo i
ricchi e i benestanti ai quali i democratici vogliono far pagare con le tasse
il grosso di una riforma che costerà almeno mille miliardi di dollari in dieci
anni, ma anche quelli che oggi godono di ottime polizze assicurative fornite
dai datori di lavoro. Per loro si delinea un prelievo fiscale su premi
assicurativi fin qui «esentasse» e, soprattutto, un modo diverso, più austero,
di fruire dei servizi sanitari. La tentazione del Congresso è quella di
approvare l'estensione del diritto all'assistenza sanitaria, rinviando ad una
fase successiva gli interventi per la copertura delle maggiori spese. Obama si è fin qui lasciato aperte varie strade, ha
giudicato «compatibili » varie opzioni circolate in Parlamento, ma il rinvio
delle misure di «austerità» sarebbe un suicidio economico e lui lo sa. Già oggi
l'America spende per la salute il doppio degli europei: se il governo offrisse
l'assistenza ad altri 45 milioni di cittadini (tra i quali molti poveri, obesi
e diabetici bisognosi di cure costose) senza modificare i meccanismi di
erogazione dei servizi, l'inevitabile esplosione della spesa farebbe saltare un
bilancio federale che è già in condizioni assai precarie.
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Lettere al Corriere data: 24/07/2009 - pag: 33 La tua
opinione su corriere.it Usa, anche Barnes & Noble nel
mercato e-book. Leggereste un romanzo in formato elettronico? SUL WEB Risposte
alle 19 di ieri Sì R 20,3 No R 79,7 La domanda di oggi «Ucciso il figlio di Bin
Laden». Pensate che Obama
sia ancora la figura centrale del terrorismo islamico?
( da "Corriere della Sera"
del 24-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Tempo Libero data: 24/07/2009 - pag: 8 ALLA RINASCENTE
Luci, arredi (e le valigie di Obama) nel Design Supermarket Da oggi anche Conran il designer che ha
convinto gli inglesi a rinunciare al sofà di chintz a fiori è in Rinascente
(foto). Il Design Supermarket al piano -1, fresco di inaugurazione, ospita il
primo corner italiano del marchio minimal-british dai prezzi democratici
(tovagliette da 4 e ), in sintonia con le intenzioni dell'amministratore
delegato della Rinascente Vittorio Radice. «Volevamo rendere il design
accessibile ai 14 milioni di visitatori della Rinascente, uno spazio dove
trovare penne da 1 euro e vasi da 3 mila», ha detto ieri durante la
presentazione alla stampa. Con questa filosofia la fashion director Tiziana
Cardini ha selezionato 200 marchi esposti in 2000 mq: idee per la tavola
(Rosenthal, Pantone Mugs, Nespresso), l'ufficio (Equinoxe, Danese Milano,
Midori), l'illuminazione (Artemide, Flos, Anglepoise, Kartell, Industreal), la
cucina (Ginori, Sambonet, Reichenbach) e il tempo libero (Skira, Paul Smith,
Troika, Anne Claire Petite). Non manca neppure il bar sui toni violacei che
rievoca atmosfere déjà vu in stile Colette, e un bello spazio dedicato al
viaggio con Delsey, Mandarina Duck, Piquadro, Samsonite e Tumi, le valigie
essenziali e chic di Barack Obama. (Michela Proietti)
( da "Stampaweb, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
DAL
NOSTRO INVIATO WASHINGTON Lagente Crowley non si
pente per aver arrestato Henry Louis Gates e la polizia di Cambridge fa
quadrato intorno a lui, non badando troppo alle critiche ricevute da Barack Obama.
Passano solo poche ore dalla conferenza stampa del presidente e le telecamere
dei network assediano la casa del sergente James Crowley nellintento di ottenere una sua reazione. I reporter gli
chiedono «Si vuole scusare con Gates?». Lui esce nel giardino e dà una risposta
netta: «No apologies», niente scuse, né ora né in futuro. Non cè nulla di cui pentirsi. Ciò che lagente più tiene a
dire è che «non sono un razzista» e per dimostrarlo ricorda il precedente di quando
«feci la respirazione bocca a bocca» alla star afroamericana del basket Reggie
Lewis «per resuscitarlo». «Quando mi trovai davanti a Lewis non pensai se era
bianco o nero, ma solo ad aiutare un essere umano» afferma, ricordando quanto
avvenne nel campus della Brandeis University nel 1993 allorché Lewis venne
colpito da un infarto fatale mente giocava con i Boston Celtics. Maglietta
celeste girocollo, volto da onesto cittadino della classe media e
determinazione a difendere il lavoro svolto, Crowley assicura che «non mi
scuserò mai per aver fatto applicare la legge». Da poliziotto sceglie di «non
replicare a quanto ha detto il presidente degli Stati Uniti» perché ciò che per
lui conta è il sostegno dei propri compagni. Lassociazione
degli ufficiali di polizia di Cambridge, la cittadina del Massachusetts dove si
trova Harvard, gli esprime per iscritto un «totale e indiscutibile sostegno»
definendolo un «veterano molto rispettato, con un passato rispettabile» da 11
anni nei ranghi del Dipartimento. «Crowley ha agito in maniera consistente con il
suo addestramento, con le pratiche e le disposizioni in vigore e con gli
standard legali applicabili nella circostanza» affermano gli agenti. Di
opinione simile deve essere anche Robert Haas, capo della polizia di Cambridge,
che archiviando il dossier di accuse contro Gates parla di uno «sfortunato
insieme di circostanze» evitando alcun addebito nei confronti dellagente e dicendosi «rammaricato» per le critiche ricevute
dal presidente. Dietro la solidarietà dei poliziotti per il collega non
cè soltanto la solidarietà di categoria ma anche la ricostruzione dellavvenuto fatta da Crowley, secondo il quale Gates gli inveì
contro in più occasioni definendolo «una canaglia» in maniera tale da
configurare il reato di insulti a pubblico ufficiale, che ha portato a far scattare le
manette per con laccusa di «condotta
disordinata». A schierarsi contro Crowley sono invece le autorità politiche
locali. Il sindaco di Cambridge, lafroamericana Denine Simmons, ha
telefonato a Gates per presentare le scuse a nome dellintera città mentre il
governatore dello Stato del Massachusetts, Deval Patrick, è andato oltre
dicendosi «inquieto e irritato per quanto avvenuto». Patrick è uno dei più
stretti alleati politici di Obama. Vinse la campagna
elettorale del 2006 grazie ai consigli di David Axelrod, il guru politico di
Barack, ricorrendo ad armi che poi Obama ha usato nel
2008: dallo slogan «Yes We Can» alla promessa di radicali riforme fino al tema
del «cambiamento» connesso allelezione di un
afroamericano con i voti dei bianchi. Toccherà ora proprio a Patrick gestire la delicata
situazione creatasi a Cambridge con un occhio allappuntamento
del 2010 quando si tenterà di ottenere la rielezione. Per i siti
ultraconservatori intanto Crowley è il nuovo eroe della sfida a Obama,
prendendo il posto di Joe Wurzelbacher, lidraulico
dellOhio che durante le presidenziali affrontò il candidato democratico
per contestarne le scelte fiscali.\
( da "Stampaweb, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Obama
ROMA
Secondo quanto riporta lAssociated Press,
lAntitrust Ue incontrerà autori ed editori, durante unaudizione
prevista per il 7 settembre prossimo, per sondare le loro opinioni sullaccordo da 125 milioni di dollari siglato da Google e dagli
editori. La decisione dellAuthority europea fa seguito a quella del
Dipartimento di Giustizia americano, che ha aperto un fascicolo ufficiale
sullintesa stessa. Laccordo fra Google Book Search e gli editori
(Association of American Publishers, Authors Guild e la Siae italiana) avrebbe
dovuto permettere al motore di ricerca di mettere milioni di libri online,
pagando un copyright forfaittario di 60 dollari per ogni titolo digitalizzato.
Siglata a conclusione della vertenza giudiziaria del 2004 relativa allattività di digitalizzazione di opere letterarie realizzata
da Google in collaborazione con alcune biblioteche americane, l'intesa era
stata presentata alla corte del distretto di New York il 28 ottobre
( da "Repubblica, La" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima Pagina SERVIZIO A P
( da "Repubblica, La" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
12 - Esteri Le scuse L´accusa Obama chiede scusa alla polizia "Avrei dovuto misurare le
parole" Il presidente telefona all´agente che aveva definito stupido Ho
purtroppo dato l´impressione che stessi diffamando la polizia Avrei dovuto
calibrare meglio le parole La polizia ha agito in modo stupido arrestando
qualcuno che aveva provato di trovarsi a casa propria Giovedì Barack aveva
criticato l´arresto di un professore universitario nero ANGELO AQUARO
DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Ammissione numero uno: «Il sergente Crowley è un
ottimo poliziotto». Ammissione numero due: «Il professor Gates può avere avuto
una reazione eccessiva». Ammissione numero tre: «Avrei dovuto calibrare meglio
le mie parole». E se non sono le scuse che la polizia di Cambridge si
aspettava, beh, Obama ci è andato molto, molto vicino.
Mai l´America prima d´ora aveva assistito allo spettacolo di un presidente che
in tv dà dello «stupido» a un suo poliziotto. E mai aveva assistito allo
spettacolo dello stesso presidente costretto a tornare in tv chiedendo di poter
fare chiarezza. Dopo il calo di otto punti nei sondaggi, dopo l´appello per
approvare in fretta la riforma sanitaria - salutato dal sonoro no del Senato,
l´incredibile vicenda di Henry Louis Gates jr, il professore di Harvard
arrestato in casa sua «perché nero», come ha denunciato lui stesso, si è
trasformato ora nell´ultimo imprevedibile colpo subito da Barack Obama. Il primo colpo di scena arriva ieri da Cambridge, con
una conferenza stampa a sorpresa convocata dai sindacati di polizia. C´è anche
lui, «lo stupido», il sergente James Crowley, giacca e cravatta, il volto teso
di chi è finito in una storia più grande di lui. Dennis O´Connor, il leader
degli agenti, attacca il presidente e il governatore, di colore, del
Massachusetts, Deval Patrick, che ha definito l´arresto «l´incubo di ogni uomo
nero e, per molti neri, la realtà». Il poliziotto insorge: «Come fanno a
parlare senza conoscere i fatti? Solitamente uno si aspetterebbe di sentirsi
dire: non ho elementi per commentare». Il riferimento a Obama
è diretto. E ieri perfino il Wall Street Journal si chiedeva: «Non siamo sicuri
che un episodio avvenuto in un quartiere di lusso, che riguarda una delle
persone più privilegiate d´America, possa significare di più che un malinteso».
La svolta nel pomeriggio. Obama si presenta ai
giornalisti. «Nella scelta delle mie parole, purtroppo, credo di aver dato
l´impressione di parlare male della polizia di Cambridge e del sergente Crowley
in particolare». E allora: «Avrei dovuto calibrare meglio le mie parole: ho
contribuito alla controversia, spostando l´attenzione dai problemi veri, come
la riforma sanitaria». Aggiunge che ha sentito il sergente al telefono,
conferma di ritenerlo «un eccellente poliziotto e un brav´uomo. Abbiamo anche
pensato di rivederci qui, con il professor Gates, e prendere una birra alla
Casa Bianca». Certo Obama continua a credere «che ci
sia stata una reazione spropositata nel mettere il professore in manette», e
insiste sull´argomento razziale, «molto sentito in questo Paese», ma adesso
aggiunge quello che in diretta tv non aveva detto: «Probabilmente anche il
professore ha avuto una reazione eccessiva. Spero solo che tutto questo ci
possa insegnare qualcosa: basta alzare il volume, cerchiamo di ascoltarci l´un
l´altro». Conclusione? «La mia impressione è che ci siamo trovati di fronte a
due brave persone in una circostanza in cui nessuno è stato capace di risolvere
l´incidente nel modo in cui doveva essere risolto». Ecco, due brave persone. E
sicuramente una terza, che però abita alla Casa Bianca.
( da "Repubblica, La" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
15 - Esteri L´ecologia viaggia "on the road" un piano verde per la
Route 66 "Un progetto per recuperare l´energia prodotta dal passaggio
delle automobili" (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
31 - Cronaca L´intervista John Micklethwait, direttore dell´Economist
"Ecco perché la spiritualità sta riconquistando il mondo" (SEGUE
DALLA COPERTINA) EUGENIO OCCORSIO Micklethwait proviene da una gloriosa famiglia
old catholic inglese, una delle poche aristocratiche che si rifiutarono di
abiurare malgrado le pene tremende quando la chiesa Anglicana si separò dal
papato. Che ci sia più religione nel mondo non sembra però una novità. L´11
settembre 2001 gli aerei si schiantarono sulle torri al grido di "Allah è
grande"... «Bisogna riconoscere che nell´Islam, che non ha mai avuto
l´equivalente dell´Illuminismo, c´è più resistenza alla modernità american
style, e anzi un´ostilità dichiarata. Lascerei però da parte i fondamentalismi.
Perché allora bisognerebbe parlare del tono da crociata che assumono certe
iniziative occidentali in Medio Oriente. Parliamo della religione
"sana", cioè intesa come ideale e non come ideologia: in Cina, che è
solo uno dei tanti esempi, c´è la più grande ondata di cristianesimo di tutti i
tempi, di pari passo con la diffusione del capitalismo, come se le due cose
fossero congiunte e la religione occidentale costituisca un viatico
all´iniziativa economica libera in antitesi con l´ateismo comunista, e tutto
per la prevalenza del modello americano». Lei stesso però nel libro descrive
ampiamente le aberrazioni del modello americano, le mega-assemblee dei pastori
businessmen che lei chiama "pastorpreneurs", la vacuità del
messaggio, la superficialità di chi va alla chiesa per confrontarsi sulla dieta
o per fare amicizia. è religione? «Negli Stati Uniti ci sono 225 milioni di
aderenti a qualche chiesa, il più grande bacino del pianeta di consumatori, con
delle infrastrutture spaventose, dalle scuole alle reti televisive. E dopo
l´anabattismo di Bush, anche un presidente "di
sinistra" come Obama
riempie i suoi discorsi con riferimenti a Dio. Ecco, nel libro abbiamo cercato
con sguardo sereno di fotografare la situazione: modernità, tecnologia, anche
la democrazia, non hanno allontanato gli uomini dalla religione come si poteva
credere ma li hanno avvicinati. Anzi, quanto più si sono separati Stato
e Chiesa sul modello di Tocqueville, tanto più la religione è diventata
importante. L´opposto di quello che diceva Francis Fukuyama nella "Fine
della storia" del 1992. E la religione è diventata una componente primaria
delle decisioni, politiche, economiche, sociali, innanzitutto dell´America ma
anche di molti altri paesi. è importante guardare, per leggere i segnali
dell´influenza della religione, al di là dell´Europa, che è diventata quasi una
zona God free, come l´università di Harvard o Manhattan. Con tutto che la
chiesa di Times Square ha 8 mila congreganti alla settimana». Quindi il
cristianesimo che si sta esportando non è più quello europeo ma quello
americano? «Sì, ed è la prima volta nella storia. è un meccanismo che con Obama è destinato a moltiplicarsi. I democratici hanno vinto
anche entrando nelle comunità evangeliche che erano appannaggio della destra.
Somiglia al modello americano il pentecostalismo che si diffonde in Brasile e
Sud Corea, e addirittura l´Islam del cantante indonesiano Abdullah Gymnastiar,
detto Aa Gym, o del televangelista egiziano Amr Khaled».
( da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Esteri data: 25/07/2009 - pag: 17 Il caso Dopo l'arresto del professore nero di Harvard Obama chiede scusa al poliziotto bianco «Usate parole infelici» Dopo
aver definito gli agenti «stupidi» WASHINGTON In un gesto senza precedenti, Obama ha di fatto chiesto scusa al
sergente della polizia di Cambridge James Crowley che arrestò il celebre
docente nero della Università di Harvard, Henry Louis Gates, nella sua
casa, per offesa e resistenza a pubblico ufficiale, un arresto che il
presidente definì «una stupidaggine ». Dopo avergli parlato al telefono per
cinque minuti, Obama è entrato in sala stampa alla
Casa Bianca, tra la sorpresa dei media, e ha espresso il proprio rammarico per
il commento, su cui erano esplose polemiche razziali che avevano spaccato in
due l'America. «La nostra conversazione ha confermato la mia sensazione che sia
un poliziotto eccezionale e un uomo per bene, glielo ho detto», ha riferito il
presidente. «Io posso avere contribuito alle polemiche con parole che, per
sfortuna, hanno dato l'impressione che sparlassi di lui e della polizia di
Cambridge. Avrei dovuto calibrarle in modo diverso». Ma continuo a pensare, ha
aggiunto Obama, «che ci sia stata una reazione
sproporzionata da entrambe le parti, anche di Gates » . Giorni fa, la notizia
che Crowley, accorso alla casa di Gates ad Harvard su errata segnalazione di un
furto di una vicina, aveva tradotto Gates in carcere, aveva riaperto le ferite
razziali dell'America. Gates era stato rilasciato, ma aveva minacciato il
ricorso in tribunale, protestando di avere dimostrato al sergente d'essere il
proprietario della casa e di essere stato arrestato perché nero. Commentando
l'incidente, Obama, che annovera Gates tra i suoi
amici, vi aveva riscontrato un indizio che il razzismo in America non è stato
ancora completamente sconfitto. Su questo punto, il presidente ieri non ha
fatto marcia indietro: «Le polemiche sono un segno che, a causa della nostra
storia e del nostro passato, la questione razziale è ancora aperta», ha
rilevato. «Fatti del genere, che coinvolgono un poliziotto sensibile a essa,
provano che le relazioni con le minoranze possono essere difficili. Bisogna che
abbassiamo la voce e parliamo di come migliorarle » . Obama
si è presentato in sala stampa in diretta alle tv che, passata la sorpresa,
hanno incominciato a trasmettere le sue dichiarazioni a tutta l'America, dopo
che la polizia di Cambridge e quelle di altre città, agenti neri compresi, lo
avevano sollecitato a scusarsi con Crowley. Il suo gesto ha entusiasmato la
maggioranza della gente, che ha chiamato la Casa Bianca e i media per
congratularsi. «Io penso ha proseguito Obama che il
sergente e Gates siano due brave persone che sono cadute in un equivoco, e non
sono riuscite a chiudere l'incidente come avrei voluto. La mia scelta di parole
è stata sfortunata», ha ripetuto, «ma dobbiamo tirarci tutti indietro. Qualcuno
dice che non dovevo intervenire in una vicenda locale, ma essa è indicativa di
un problema più vasto che intendo risolvere ». E con un sorriso: «Crowley ha
proposto che beviamo una birra tutti assieme, lui Gates e io. Lo faremo».
Quindi la stoccata finale ai media: «Mi ha anche chiesto di cacciarvi dal suo
giardino. Ho risposto che non riesco a cacciarvi dal mio. Ha ribattuto che il
mio è molto più grande del suo». Ennio Caretto IL COMMENTO di Pierluigi
Battista nelle Idee & Opinioni Contrito Il presidente Barack Obama durante la conferenza stampa di ieri alla Casa Bianca
Al telefono Il presidente ha parlato al telefono al poliziotto per cinque
minuti, un gesto senza precedenti Birra insieme «Ha proposto che beviamo una
birra tutti assieme, lui Gates e io. Lo faremo»
( da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Opinioni data: 25/07/2009 - pag: 10 LA GUERRA DELL'OCCIDENTE
In Afghanistan non tutto è perduto: la popolazione detesta i talebani di
CHRISTOPHER HITCHENS R ory Stewart è tra coloro che si sono occupati con
maggior intelligenza e passione della liberazione dell'Afghanistan. Il saggio
che ha scritto, con la consueta lucidità, sulla London Review of Books , «The
Irresistible Illusion», merita perciò di essere letto con particolare
attenzione. Citerò il passaggio in cui descrive la posizione comunemente
adottata dai nostri leader sul problema Afghanistan: «I politici guardano
all'Afghanistan attraverso le categorie dell'anti-terrorismo,
dell'anti-insurrezione, della costruzione dello Stato e dello sviluppo
economico. Queste categorie sono così strettamente collegate, che l'ordine di
importanza loro attribuito è quasi irrilevante. Bisogna sconfiggere i talebani
per costruire uno Stato e bisogna costruire uno Stato per sconfiggere i
talebani. Non ci può essere sicurezza senza sviluppo né sviluppo senza
sicurezza. Dove ci sono talebani ci sono terroristi, dove non c'è sviluppo ci
sono terroristi e, come Obama ha dichiarato al New Yorker , 'Se ci sono spazi non governati,
questi diventano rifugi perfetti per i terroristi'». È difficile evitare
l'impressione che a un certo punto in Afghanistan si sia imboccata una strada sbagliata.
O forse si è trattato di una serie di strade sbagliate, che nascono da vari
fattori: la sconfitta nella «guerra alla droga»; aver contato troppo su
attacchi aerei che hanno spaventato e colpito la popolazione civile; aver
ceduto molte zone di confine ai talebani e ai loro fiancheggiatori pachistani;
non riuscire a controllare la corruzione, l'attitudine alla prevaricazione e
all'apatia dei ministri del governo di Karzai, ora stancamente avviato a una
rielezione che sembra non entusiasmare nessuno. Stewart fa notare che è
improbabile che un surge possa capovolgere la situazione. In Afghanistan non ci
sono gruppi politici che godano di largo consenso e Kabul non possiede la pur
relativa forza e legittimità che troviamo a Bagdad. I gruppi tribali afghani
non possono essere trattati allo stesso modo di quelli sunniti dell'Iraq, e
spesso non hanno lo stesso grado di coerenza e di legittimità. In queste
circostanze i talebani sono riusciti a emulare almeno in parte il successo dei
mujaeddin anti-sovietici, assumendo la veste di difensori della fede islamica e
di nemici dell'intervento straniero, e arrivando ad esercitare un vero e
proprio governo in qualche provincia e città. Il quadro non è però così nero
come si potrebbe credere. Viaggiando all'interno dell'Afghanistan, ho scoperto
che i talebani hanno un grosso svantaggio rispetto ai precedenti mujaeddin:
sono già stati al governo del Paese e non sono stati amati. Moltissime persone,
soprattutto le donne e gli abitanti delle città, hanno un brutto ricordo del
loro governo crudele e stupido, al quale un buon numero di afghani si è
sottratto fuggendo dal Paese, per poi tornare solo dopo la cacciata dei
talebani. Vi sono minoranze religiose ed etniche che hanno molto sofferto, e
difficilmente vorranno sottomettersi ancora ai talebani. Rory Stewart fa questa
considerazione: «Gli hazari, i tagiki e gli uzbeki sono più ricchi, forti e
organizzati di quanto fossero nel 1996 e si opporrebbero con decisione a ogni
tentativo dei talebani di occupare le loro regioni. L'esercito nazionale
afghano è ragionevolmente efficiente. Il Pakistan non è in condizione di dare
appoggio ai talebani come un tempo. Basterebbero molti meno soldati e aerei del
contingente internazionale di quanti ve ne siano ora per rendere difficile ai
talebani la formazione di un esercito convenzionale, che nel 1996 poterono
costituire, e per impedirgli di arrivare a Kabul con i carri armati e
l'artiglieria lungo la via principale». Se interpreto in modo corretto il punto
di vista di Stewart e di altri analisti, in Afghanistan il meglio si sta
rivelando il peggior nemico del bene. Mi viene in mente quel che il grande
radicale gallese Aneurin Bevan disse ai Tory britannici durante la crisi di
Cipro, alla fine degli anni Cinquanta. Il governo sembrava non sapere, disse,
se voleva tenere una base a Cipro o fare dell'intera isola una base.
Analogamente, è probabile che non potremo dare agli eventi in Afghanistan il
corso che ci sta a cuore senza doverci fare anche carico di gestire la nazione
e la società nel suo complesso. Citerò ancora Stewart: «Ridurre il numero di
militari e rinunciare alla costruzione dello Stato non deve significare un
ritiro completo: si potrebbe continuare a sostenere progetti utili riguardanti
la diffusione di elettricità, acqua, irrigazione, salute, istruzione,
agricoltura, sviluppo rurale...». Sul fronte militare, Al Qaeda può essere
tenuta fuori dell'Afghanistan anche a costo di spingerla a ritirarsi in
Pakistan con gli stessi mezzi attuali: usando le forze speciali e la sorveglianza
aerea. Se le venisse offerto un altro rifugio da qualche signore della guerra
talebano, non dovremmo rinunciare ad attaccarla con forze di intervento rapido
di stanza nei Paesi vicini. Il problema potrebbe essere che Obama,
per l'ansia di confutare le accuse di debolezza sul fronte iracheno (e avendo
iniziato a occuparsi dello scenario afghano/pachistano in un momento in cui la
situazione era molto migliore), abbia promesso in Afghanistan più di quanto
possa sperare di mantenere. Ad ogni modo stiamo ora predisponendo un enorme
nuovo apparato militare, a un costo che continua a crescere ogni giorno, mentre
gli alleati della Nato cominciano a irritarsi. Anche i britannici stanno
manifestando un certo nervosismo, per il numero di vittime e perché l'orizzonte
della stabilità politica si allontana sempre più. Infine, a differenza
dell'Iraq, l'Afghanistan non ha una vera economia (a parte quella «informale»
che ci siamo stupidamente impegnati a sradicare). Ci rimangono comunque molte
opzioni prima di cedere alla disperazione, o di pensare a una capitolazione:
dovrebbe essere possibile considerarle e soppesarle. Il saggio di Stewart ci
offre un buon punto di partenza. traduzione di Maria Sepa © distributed by The
New York Times Syndicate CHIARA DATTOLA
( da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Spettacoli data: 25/07/2009 - pag: 41 I festival rock
battono la crisi nell'estate dei concerti globali Da Glastonbury a Sziget
musica (e vacanze) per i ragazzi A tutto volume In scena Oasis e Flaming Lips,
Ben Harper e Public Enemy. Dalla Norvegia al Giappone assalto ai botteghini. I
«meriti» dell'euro forte. Ma in Italia il raduno di Mestre è stato rinviato
MILANO Più forti della recessione, della pirateria discografica, di un'annata
record (al negativo) per tanti settori dello spettacolo. I festival rock estivi
hanno fatto spesso il tutto esaurito, generando un giro d'affari compreso
l'indotto soltanto nel Regno Unito, dove sono ben 150 di oltre mezzo miliardo
di euro: trasformando l'estate 2009 nella stagione globale della musica leggera
dal vivo. Perché i ragazzi hanno sacrificato l'acquisto dei cd, lo scaricamento
(legale) da Internet, ma hanno investito sui concerti che sono diventati anche
l'occasione per una minivacanza di due o tre giorni in giro per l'Europa (o,
per gli americani, negli Usa, complice il dollaro ancora piuttosto debole
rispetto all'euro e resta debole anche la sterlina). Con prezzi a partire da
70-80 euro ingressi validi per l'intera durata delle manifestazioni fino agli
oltre 350 euro del carissimo Fuji Rock Festival giapponese a Naeba (dove da
ieri si esibiscono fino a domani artisti «a cinque stelle» come Oasis, Franz
Ferdinand, Weezer, Killers, Patti Smith e Public Enemy, tra gli altri). Le
destinazioni più richieste dai fan? Le grandi rassegne «storiche» hanno esaurito
i biglietti in pochi giorni e addirittura in alcuni casi in poche ore, con
larghissimo anticipo: sono i casi dell'inglese Glastonbury (140mila persone che
si sono radunate a fine giugno per Springsteen, Neil Young, i redivivi Madness
e Blur questi ultimi però negano di voler fare altri spettacoli). E dello
statunitense Pitchfork Festival nella Chicago obamiana (dove sono andati in
scena dal 17 al 19 luglio artisti «indie» come Built to Spill, Flaming Lips,
The Walkmen, Vivian Girls e Killer Whales). A Chicago anche il kolossal
Lollapalooza , dal 7 al 9 agosto, in quel Grant Park dove Obama festeggiò la vittoria lo scorso
novembre. In scena andranno Depeche Mode, Tool, Killers, Jane's Addiction,
Kings of Leon, Yeah Yeah Yeahs, Lou Reed, Ben Harper, Ben Folds, tra gli altri.
Anche al Reading Festival di Leeds, Inghilterra (dal 28 al 30 agosto con Kings
Of Leon, Interpol, Red Hot Chili Peppers, Smashing Pumpkins) tutto
esaurito in meno di 24 ore dalla messa in vendita dei biglietti. Stesso
successone al botteghino per il V Festival (22 e 23 agosto, Hylands Park,
Staffordshire, Inghilterra: Oasis, Killers, Keane, Snow Patrol). L'Italia,
purtroppo, tra tanto successo globale, ha dovuto invece fare a meno del
tradizionale appuntamento con Heineken Jammin' Festival di Mestre (si era
svolto a Imola fino al 2005): l'edizione 2009 è saltata. «Non c'erano nel mondo
artistico nomi che potessero rendere il Festival all'altezza delle attese come
è avvenuto nelle scorse edizioni», aveva ammesso Roberto De Luca, leader di Live
Nation Italia, rinviando tutto al
( da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Spettacoli data: 25/07/2009 - pag: 41 Il personaggio Il
bluesman ha concluso la rassegna italiana che ha avuto oltre centomila
spettatori: più del 2008 B.B. King, re di Umbria Jazz: che fatica 300 show
l'anno PERUGIA «Bisogna che mi dia una calmata. Debbo cercare di impegnarmi
meno, faccio trecento concerti all'anno, debbo scegliere quelli giusti». Lo
spirito e l'energia giovanile ci sono sempre, ma gli anni sono tanti: ben 84
per B.B. King, grande bluesman, protagonista assoluto della maratona di Umbria
Jazz , che si è chiusa la settimana scorsa nel segno del successo. Dieci giorni
di concerti, duecento musicisti, 45 mila paganti (più del 2008, oltre un
milione di euro di incasso) e circa 100 mila presenze agli eventi gratuiti. «Il
blues è un vizio - racconta il cantante pizzicando la sua chitarra che chiama
Lucille - Ho iniziato sulla strada, cantante girovago, come nella migliore
tradizione dei bluesingers classici, poi sono entrato nei locali dei ghetti
delle grandi città, Chicago in modo particolare, e ho adottato la chitarra
elettrica. E all'improvviso ho scoperto che dal blues era nata una nuova
musica, il rock, e che qualcuno diceva che ero io il padre di quel genere. Da
qui la popolarità che non si è più fermata. E non so se sia vero, certo mi fa
piacere che ci si riferisca a me quando si parla di rock». Si è appesantito B.
B., qualche problema alle gambe, ma quando sale in palcoscenico diventa un
altro, un'autentica forza della natura. Racconta ancora: «I ricordi del passato,
che una volta ci sembravano epici, ora si sono un po' annebbiati. È bello
ricordare ma la situazione negli Stati Uniti è cambiata. Abbiamo un presidente
nero, una grande vittoria, alla quale non abbiamo creduto fino all'ultimo. Ma non dobbiamo pensare che Obama sia un punto di arrivo. Ma di partenza. Ci sono molte comunità,
soprattutto negli stati agricoli, che ancora soffrono la discriminazione.
Miseria e mancanza di servizi sociali sono i problemi da affrontare subito».
Torna a parlare di musica: «Il blues - racconta - è una malattia, l'hai nel
sangue, ci nasci e non puoi liberartene. Per molti anni, è stata una
musica da strada, per soli neri, alla quale dare poco peso. Perfino i jazzisti
hanno snobbato il blues, troppo facile con le sue eterne dodici misure. Ma il
blues racconta i sentimenti, la nostra vita, finisce sempre per prendere la
gente alla gola. E alla fine è arrivato nelle sale da concerto, in tutto il
mondo e ci si è accorti che altre musiche avevano il seme del blues: il tango,
il fado, il flamenco... Del resto ognuno si alza al mattino con il suo blues,
come dice la canzone Every day I have a blues » Vittorio Franchini Eterno B.B.
King, 84 anni, con la sua immancabile chitarra, «Lucille» \\ A 84 anni bisogna
che mi dia una calmata. Debbo cercare di impegnarmi meno ma la chitarra è un
vizio
( da "Corriere della Sera"
del 25-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Spettacoli data: 25/07/2009 - pag: 43 Viareggio Parte la
rassegna dedicata al cantautore. I due politici recitano «Qualcuno era
comunista» L'omaggio a Gaber finisce in lite Veltroni e Bertinotti lo celebrano
ma il sindaco pdl va via: «No alle tribune» VIAREGGIO «Qualcuno era comunista
perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il
comunismo come il paradiso terrestre. Qualcuno era comunista perché si sentiva
solo». Il regalo dei settant'anni (li avrebbe compiuti quest'anno) Giorgio
Gaber lo ha ricevuto ieri da Fausto Bertinotti e Walter Veltroni alla
Cittadella del Carnevale nella prima serata del Festival del Teatro Canzone. Si
sono ritrovati sul palco in un dibattito a due voci coordinato da Curzio
Maltese, dove hanno ricordato, ciascuno a suo modo, il grande e scomodo
cantautore. Ma l'atmosfera e gli argomenti non sono piaciuti al sindaco di
Viareggio, Luca Lunardini del Pdl. Così durante il talk show il primo cittadino
ha lasciato il teatro dicendo: «Mi piace Gaber ma non mi piacciono le tribune
politiche ». Dopo un po', il presentatore Iacchetti lo ha cercato invano nelle
prime file. Nel ricordo di Gaber, più accorato Bertinotti («Senza il sogno non
si costruisce il 'noi'... Gaber dava stimoli alla politica. Non era un uomo di
sinistra ma sollecitava tutti, anche noi, politici di sinistra»). Più
dialettico Veltroni («Felicità è saper vivere anche le vite degli altri »).
Alla fine hanno recitato il celebre monologo di Gaber. Bertinotti ha riservato
a sé l'ultima parte: «Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio
ognuno era come più di se stesso: era come due persone in una». Ma la quinta
edizione del Festival Gaber, che per la parte spettacolare si conclude stasera,
mentre domani avrà una appendice «Memorial» dedicata alle vittime
dell'esplosione ferroviaria, ha mostrato ancora una volta quanto il repertorio
e il messaggio di Giorgio Gaber siano radicati. Sergio Cammariere ha da tempo
incluso nel suo repertorio «L'impotenza», canzone complessa sui meccanismi affettivi.
Enrico Bertolino ha divertito in duetto col padron di casa Enzo Iacchetti nella
rilettura de «La sedia da spostare » abbinata ad un filmato di Berlusconi al G8
che vuole subito una sedia per un cinese di passaggio
mentre è riunito con Obama e
Sarkozy. Mentre Iacchetti ha proposto con la sua Witz Orchestra canzoni del
Gaber leggero («Il Riccardo» e «Barbera e Champagne»), Luca Carboni ha riletto
con Riccardo Sinigaglia il brano «Far finta di essere sani». Anche questa
edizione che stasera ospiterà fra gli altri Gianna Nannini, Dario Vergassola,
Morgan, Ivano Fossati oltre al regista Mario Monicelli, spazia su vari fronti:
da una parte la valorizzazione del messaggio in qualche modo profetico di Gaber
sulla disgregazione sociale e il grande buco nero di valori che avrebbe colpito
la sinistra, dall'altra la diffusione di un metodo stilistico in grado di
coniugare musica, teatro e satira. Un percorso artistico che ha tuttora molti
seguaci. Fra questi Carlo Alberto Ferrare che ieri ha presentato un forte
cabaret dal titolo «Affittasi cantautore » e del nuovo profeta delle osterie
romane Alessandro Mannarino, re degli stornelli dissacranti. Un grande successo
infine per Lucio Dalla («Torpedo Blu») e Marco Alemanno. Mario Luzzatto Fegiz
Il Signor G In alto, Giorgio Gaber: l'attore-cantautore milanese è scomparso
nel 2003. Aveva 63 anni A teatro Il primo cittadino Lunardini lascia il teatro,
il presentatore Iacchetti lo cerca tra le prime file
( da "Repubblica.it" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK
- Ammissione numero uno: "Il sergente Crowley è un ottimo
poliziotto". Ammissione numero due: "Il professor Gates può avere
avuto una reazione eccessiva". Ammissione numero tre: "Avrei dovuto
calibrare meglio le mie parole". E se non sono le
scuse che la polizia di Cambridge si aspettava, beh, Obama ci è andato molto, molto vicino. Mai l'America prima d'ora aveva
assistito allo spettacolo di un presidente che in tv dà dello
"stupido" a un suo poliziotto. E mai aveva assistito allo spettacolo
dello stesso presidente costretto a tornare in tv chiedendo di poter fare
chiarezza. Dopo il calo di otto punti nei sondaggi, dopo l'appello per
approvare in fretta la riforma sanitaria - salutato dal sonoro no del Senato,
l'incredibile vicenda di Henry Louis Gates jr, il professore di Harvard
arrestato in casa sua "perché nero", come ha denunciato lui stesso,
si è trasformato ora nell'ultimo imprevedibile colpo subito da Barack Obama. Il primo colpo di scena arriva ieri da Cambridge, con
una conferenza stampa a sorpresa convocata dai sindacati di polizia. C'è anche
lui, "lo stupido", il sergente James Crowley, giacca e cravatta, il
volto teso di chi è finito in una storia più grande di lui. Dennis O'Connor, il
leader degli agenti, attacca il presidente e il governatore, di colore, del
Massachusetts, Deval Patrick, che ha definito l'arresto "l'incubo di ogni
uomo nero e, per molti neri, la realtà". Il poliziotto insorge: "Come
fanno a parlare senza conoscere i fatti? Solitamente uno si aspetterebbe di
sentirsi dire: non ho elementi per commentare". Il riferimento a Obama è diretto. E ieri perfino il Wall Street Journal si
chiedeva: "Non siamo sicuri che un episodio avvenuto in un quartiere di
lusso, che riguarda una delle persone più privilegiate d'America, possa
significare di più che un malinteso". OAS_RICH('Middle'); La svolta nel
pomeriggio. Obama si presenta ai giornalisti.
"Nella scelta delle mie parole, purtroppo, credo di aver dato
l'impressione di parlare male della polizia di Cambridge e del sergente Crowley
in particolare". E allora: "Avrei dovuto calibrare meglio le mie
parole: ho contribuito alla controversia, spostando l'attenzione dai problemi
veri, come la riforma sanitaria". Aggiunge che ha sentito il sergente al
telefono, conferma di ritenerlo "un eccellente poliziotto e un brav'uomo.
Abbiamo anche pensato di rivederci qui, con il professor Gates, e prendere una
birra alla Casa Bianca". Certo Obama continua a
credere "che ci sia stata una reazione spropositata nel mettere il
professore in manette", e insiste sull'argomento razziale, "molto
sentito in questo Paese", ma adesso aggiunge quello che in diretta tv non
aveva detto: "Probabilmente anche il professore ha avuto una reazione
eccessiva. Spero solo che tutto questo ci possa insegnare qualcosa: basta
alzare il volume, cerchiamo di ascoltarci l'un l'altro". Conclusione?
"La mia impressione è che ci siamo trovati di fronte a due brave persone
in una circostanza in cui nessuno è stato capace di risolvere l'incidente nel
modo in cui doveva essere risolto". Ecco, due brave persone. E sicuramente
una terza, che però abita alla Casa Bianca. (25 luglio 2009
( da "Repubblica.it" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK
- Stuprata a otto anni dai compagni di giochi, e adesso la sua famiglia non
vuole più avere niente a che fare con lei. E' accaduto a Phoenix, in Arizona:
protagonista - e vittima - una bambina liberiana ripudiata dai genitori e data
in affidamento, dopo che quattro ragazzini di poco più grandi di lei le hanno
usato violenza, adescandola con l'offerta di una gomma da masticare.
L'incredibile vicenda - lo stupro, la reazione dei familiari - ha scatenato un
moto di indignazione internazionale: ha protestato anche la presidente della
Liberia, una donna, stigmatizzando il comportamento della famiglia e di una
cultura ancora diffusa nel suo paese. Lo stesso da cui provengono anche i
quattro giovanissimi stupratori. "La famiglia ha sbagliato: avrebbero
dovuto aprire le braccia a una bambina traumatizzata e collaborare con le
autorità americane per capire cosa fare con i quattro responsabili", ha
detto la presidente liberiana Ellen Johnson Sirleaf in una intervista alla Cnn.
I quattro autori della violenza hanno età comprese tra i nove e i 14 anni.
Steven Tuopeh, il maggiore, vive negli Stati Uniti dal 2005 ed è stato rinviato
a giudizio come adulto per stupro e rapimento, mentre gli altri dovranno
presentarsi davanti al tribunale dei minori per aggressione a sfondo sessuale.
I quattro, dopo aver adescato la bambina in un capanno, l'hanno violentata a turno
per 10-15 minuti. Qualcuno ha dato l'allarme: quando la polizia è arrivata, ha
trovato la ragazzina seminuda che urlava istericamente e il branco degli
stupratori in fuga. Ma al di là dell'orrore, la vera sorpresa per gli agenti è
stata la reazione del padre: "Ci ha detto: prendetela, non la voglio più
in casa", ha raccontato il sergente Andy Hill. In Liberia lo stupro viene
spesso vissuto come una macchia dalla famiglia della vittima: la Sirleaf ha
cercato di cambiare questa cultura rivelando di esser stata lei stessa vittima
di tentate violenze sessuali durante la guerra civile che fino al
( da "Stampaweb, La" del
25-07-2009)
Argomenti: Obama
ROMA
Italiani nel mirino in Afghanistan. Un attacco suicida contro una nostra
pattuglia di militari ha provocato quattro i feriti, tutti in modo non grave.
Un motociclista, secondo quanto si è appreso da fonti militari, si è fatto
esplodere al passaggio di un mezzo blindato Lince vicino ad Herat, nellOvest del Paese. Un altro militare italiano è stato invece
ferito in un attacco oggi nellarea di Farah, nellOvest
dellAfghanistan. Non è in pericolo di vita, ha riportato la frattura dellulna del braccio destro. Questa mattina, fa sapere il
comando militare italiano di Herat, una unità complessa, composta da personale
del 187/o Reggimento Folgore e del 1/o Reggimento Bersaglieri è stata attaccata
nei pressi del
villaggio di Bala Boluk, a circa
( da "Stampa, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
La prigione di Guantanamo ha indebolito la sicurezza nazionale
degli Stati Uniti e quindi va chiusa Gli Stati Uniti però non metteranno in
libertà alcun detenuto che si riveli una minaccia per la sicurezza nazionale
Barack Obama
( da "Stampa, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Tutte le
tappe Dal «Patriot Act» al no della Corte Suprema 23/2/1903 La base militare La
neonata repubblica cubana concede agli Usa l'uso della baia come base navale.
26/10/2001 La prigione speciale Dopo aver lanciato l'offensiva in Afghanistan
l'amministrazione Bush vara il Patrioct Act e apre un campo di prigionia per i
terroristi. 12/6/2005 Le proteste I detenuti protestano contro le condizioni di
prigionia attuando scioperi della fame. Anche molte ong accusano gli Usa di
violare il diritto internazionale. 29/6/2006 La sentenza La Corte Suprema
americana stabilisce che Guantanamo viola la Convenzione di Ginevra sul trattamento
dei prigionieri. 4/7/2008 La retromarcia Durante la
campagna elettorale Bush promette di voler chiudere la prigione. 21/5/2009
L'annuncio Il presidente Obama annuncia la chiusura di Guantanamo e lo spostamento in altri
Paesi dei detenuti non pericolosi. Gli altri verranno trasferiti nei carceri
federali americani.
( da "Stampa, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Fuoco
sugli italiani: 5 feriti [FIRMA]EMANUELE NOVAZIO ROMA Cinque militari italiani
feriti in modo lieve in tre attacchi, vicino a Kabul e nelle zone occidentali
di Farah e Herat; un soldato britannico ucciso nella regione sudoccidentale di
Helmand; sette falliti attentati suicidi a Kost, nel Sudest: in tutto
l'Afghanistan attentati e imboscate si stanno intensificando, in vista delle
elezioni presidenziali del 20 agosto. Un appuntamento «estremamente difficile»
- prevede l'inviato di Obama in Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke - che «porrà sfide
molto complesse». E che ha già prodotto «una fase estremamente pericolosa»,
ammette il ministro della Difesa Ignazio La Russa, appena tornato da una visita
nel Paese dalla quale «sono emerse indicazioni sul modo di rafforzare la
sicurezza del contingente». Il ministro delle Riforme e segretario della
Lega Umberto Bossi vorrebbe chiudere definitivamentela questione: «Io li
porterei a casa tutti. La missione costa un sacco di soldi: visti i risultati e
i costi, ci penserei un po'». L'attacco più pesante contro i nostri militari -
un'imboscata trasformatasi in una vera e propria battaglia durata cinque ore -
è avvenuto in mattinata nei pressi del villaggio di Bala Boluk - poco lontano
da Farah, una zona dove ci sono forti concentrazioni di taliban - mentre era in
corso un'operazione congiunta con l'esercito afghano, alla quale partecipavano
soldati del 187° reggimento Folgore e del 1° reggimento Bersaglieri. Gli
italiani hanno reagito e chiesto aiuto: per appoggiarne l'azione sono stati
inviati elicotteri Mangusta. Soltanto dopo cinque ore di durissimi
combattimenti «la minaccia è stata neutralizzata», come riassume il comando
italiano di Herat. Bilancio, un bersagliere ferito al braccio destro. Il
secondo attacco contro le truppe italiane si è verificato nel tardo pomeriggio
e ha provocato quattro feriti, due dei quali hanno riportato soltanto lievi
contusioni. È avvenuto ad Adraskan, una sessantina di chilometri a Sud di
Herat, dove ha sede il Comando regionale Ovest dell'Isaf (la Forza
internazionale di sicurezza sotto egida Nato), a comando italiano. Una
pattuglia dell'Omlt, l'unità che ha il compito di addestrare l'esercito
afghano, è stata attaccata con una bomba artigianale collocata in una moto
ferma ai lati della strada e attivata con un comando a distanza. I soldati
italiani, insospettiti, si sono spostati sul lato opposto, limitando i danni al
blindato Lince. Le nostre truppe erano già state coinvolte, durante la notte,
in un attacco nella zona di Kabul, dove sono presenti 500 militari italiani (su
un totale di 2800). Un plotone di paracadutisti della Folgore è intervenuto a
sostegno di un'unità Isaf rimasta isolata dopo essere caduta in un'imboscata
nella valle di Musay. Nessun ferito, in quell'occasione. Poco dopo, un soldato
britannico è stato ucciso da una bomba-trappola nascosta sul ciglio della
strada, nella provincia di Helmand: è la ventesima vittima britannica
nell'ultimo mese, che si aggiunge ai 37 americani uccisi in varie zone del
Paese e al caporalmaggiore Alessandro Di Lisio, caduto il 15 luglio nella
provincia di Herat. Nel pomeriggio, infine, sette mancati attacchi suicidi
nella zona di Kost contro il quartier generale della polizia: i kamikaze sono
stati uccisi prima che si facessero esplodere, ma i combattimenti sono durati
ore. Secondo il comandante del contingente italiano, generale Rosario
Castellano, «è lecito immaginarsi una escalation di tensione in vista delle
elezioni, un passo determinante per la stabilità del Paese». Negli ultimi due
mesi le imboscate contro il nostro contingente sono raddoppiate, e «il picco è
previsto ad agosto». Questi attacchi però «possono anche essere interpretati
come un segno di debolezza, perché gli insorti si vedono negare zone dove prima
dominavano».
( da "Repubblica, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1
- Prima Pagina L´analisi Perché per noi inglesi Silvio è inconcepibile JOHN
LLOYD Il caso Berlusconi ormai è globale. Il premier
italiano è diventato un´icona, sul suo conto un turbine di notizie, di storie.
Poche persone conoscono il nome dei presidenti e dei primi ministri di paesi
che non siano il loro (eccezion fatta per Barack Obama), ma gran parte della gente sa chi è Silvio Berlusconi. SEGUE A
P
( da "Repubblica, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 2
- Esteri Soldati italiani sotto attacco un giorno di guerra in Afghanistan
Scontri e kamikaze: tre feriti. Bossi: "Riportiamoli a casa" Ondata
di attacchi notte e giorno contro tutte le forze occidentali presenti nel Paese
è stata la giornata di combattimenti più intensi dall´inizio delle operazioni
nel 2001 ALIX VAN BUREN La santabarbara afgana ieri è esplosa con tutto il
fragore di 13 kamikaze, accompagnati da scorrerie di Taliban armati di fucili
d´assalto e razzi, in un´offensiva piombata sui quattro punti cardinali del
Paese, con una violenza senza precedenti dall´inizio dell´intervento
internazionale nel 2001. Il primo agguato è scattato alle nove del mattino
contro un´unità italiana della missione Isaf impegnata in un´operazione
congiunta con le forze di sicurezza afgane nella provincia occidentale di
Farah. Soltanto dopo cinque ore di scontri a fuoco, e l´intervento degli
elicotteri A 129 Mangusta, è rientrato l´attacco contro i militari del 187°
Reggimento Folgore e del 1° Reggimento Bersaglieri. Il bilancio degli scontri
stavolta è lieve: un bersagliere se l´è cavata con una frattura dell´ulna del
braccio destro. Ricoverato nell´ospedale militare di Farah, fanno sapere le
autorità, verrà dimesso entro pochi giorni. S´era invece appena alzata la notte
quando un ordigno è stato fatto detonare sopra una motocicletta al passaggio di
un blindato Lince di pattuglia vicino ad Herat. A bordo dell´Humvee italiano
sono rimasti feriti in due, anch´essi in modo lieve. Un nugolo di guerriglieri
suicidi (sette secondo il governo, 13 stando ai Taliban) nel frattempo s´è abbattuto
sulla città di Khost, nel Sud-Est afgano, prendendo a bersaglio stazioni di
polizia e banche. è morto un civile e 17 sono stati feriti. è la terza
operazione del genere in cinque giorni nella regione al confine con le zone
tribali del Pakistan, considerate la retrovia dei ribelli afgani. Sul
sanguinoso calendario dei combattimenti incide una scadenza politica:
l´avvicinarsi delle elezioni presidenziali afgane, il 20 agosto. Hamid Karzai,
simbolo del governo sostenuto dagli americani dopo la disfatta dei Taliban, è
il grande favorito su 38 candidati. Lo svolgimento del voto, il secondo nella
storia dell´Afghanistan, è una scommessa su cui l´Occidente, e gli Stati Uniti
in particolare, hanno investito 223 milioni di dollari, nonché la
stabilizzazione del Paese con l´invio di nuove truppe americane fino a un
totale di 68 mila entro la fine dell´anno. Ma già nel pomeriggio di ieri, da
Roma partivano messaggi di auguri di pronta guarigione indirizzati ai soldati
italiani, mentre Umberto Bossi, ministro delle Riforme e leader leghista
chiedeva il ritiro: «Io li riporterei a casa tutti», dice. «La missione costa
un sacco di soldi e visti i risultati bisognerebbe pensarci su». Anche se,
aggiunge, «in Afghanistan c´è un problema internazionale non semplice da risolvere».
Dietro quella sintesi linguistica del «difficile problema afgano» si accumulano
dati destinati a incupire i già scettici pronostici dei Comandi militari.
Infatti dallo sbarco dei nuovi 4.000 marine americani, arrivati da poco a
integrare il contingente schierato nella provincia meridionale di Helmand, il
numero di attentati e di vittime ha raggiunto picchi sconosciuti. Si calcolano,
nel solo mese di maggio, 465 esplosioni di ordigni rudimentali piazzati sul
ciglio delle strade (Ied): un totale mai registrato prima. E l´elenco dei morti
fra le forze americane e della Nato è aumentato del 40 per cento rispetto a un
anno fa, e del 75 per cento rispetto al 2007. Tutto questo avviene appena un
mese dopo l´annuncio della nuova strategia di guerra delineata
dal presidente Barack Obama.
Un quadro che ha ispirato, non più di una settimana fa al generale McChrystal,
nuovo comandante americano in Afghanistan, parole di grande «sorpresa» di
fronte alla «determinazione e alla capacità di ripresa dei militanti Pashtun».
McChrystal non è certo nuovo alle armi: incaricato dalla Casa Bianca a dirigere
quella che ora molti definiscono «la guerra di Obama»,
il generale ha il compito di «ripulire il cuore del territorio Taliban». è
forte della sua esperienza in Iraq e di una brillante carriera da
"cacciatore di terroristi" a capo del Comando delle Operazioni
speciali Usa. Non a caso, nei corridoi del Pentagono già si rumoreggia di una
revisione al rialzo delle forze militari. McChrystal avrebbe già concluso che «le
forze afgane dovranno essere molto più numerose del previsto affinché riesca la
strategia del presidente Obama per vincere questa
guerra». Già compaiono fonti anonime, ad esempio sul Washington Post, che
prospettano ulteriori invii di militari americani, magari nelle vesti di
istruttori e consiglieri, e nell´ordine delle migliaia. Perciò non sorprende
che nel lessico di Washington spunti una "brutta parola": escalation.
"Brutta" perché rievoca la progressiva intensificazione dell´impegno
militare ai tempi del Vietnam. E perché certi commentatori già l´accoppiano,
con una punta di veleno, alla "Guerra di Obama".
( da "Repubblica, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
16 - Esteri "La giornalista dice parolacce" insorgono i capi della
Marina Usa "Molestie sessuali" Il portavoce di Guantanamo chiede la
testa dell´avversaria ANGELO AQUARO DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Il comandante
esce dalla doccia, pantaloncini e asciugamano d´ordinanza, e la giornalista gli
fa: «Vederti in topless in questo accampamento è la cosa più repellente che mi
è capitata nella vita. Vorrei vomitare». Il comandante assiste al processo di
un uomo di Guantanamo, uno dei suoi prigionieri, e la giornalista sbotta: «Tu
hai mai provato con un tizzone infilato lì? Tu hai mai provato con una scopa
infilata lì? Come puoi sapere che cosa si prova se non hai mai provato?
Confessa che ti piacerebbe». Il comandante, adesso, ha preso carta e penna e ha
scritto al direttore della giornalista: non ne posso più di questi «insulti
degradanti, di questi espliciti riferimenti sessuali», non ne posso più «di
queste continue allusioni al fatto che sia gay». E ha chiosato: «L´avverto che
questa è una denuncia formale di abusi sessuali». La storia del comandante e
della giornalista sembra uscita da quei libelli sul mondo alla rovescia di una
volta. «Abusi? Ma vi pare?», dice Jamie McIntyre, ex corrispondente dal
Pentagono per la Cnn. «A meno che non mi veniate a dire che un comandante di
nave, un marinaio, non sia uno abituato a sentire metafore anatomiche di ogni
genere». Sarà. Ma la controversia tra il comandante Jeffrey Gordon e la
giornalista Carole Rosenberg richia di essere più seria. Perché il comandante
lavora per il segretario alla Difesa Robert Gates e, da bravo soldato, ha
informato i legali del Dipartimento, con cui ha stilato la lettera. Insomma, da
una parte c´è lo Stato che accusa, dall´altro la reporter del Miami Herald che
ha sollevato il coperchio su molte vicende di Guantanamo. Dice il direttore,
Anders Gyllenahl, al Washington Post: «Stiamo cercando di capirci meglio. Per
ora non possiamo parlare di una materia così delicata». Anche perché c´è un
precedente. Nella lettera il comandante riconosce gli sforzi fatti dal
direttore «per correggere la condotta offensiva della Rosenberg: ma è durata
poco». Carol Rosenberg, una vita tra il Medio Oriente e Washington, ha
insegnato giornalismo a Stanford e lavorato per la Pbs. Dice Carol Williams,
del Los Angeles Times: «Vogliono screditare una giornalista che ha dovuto
superare incredibili difficoltà per raccontare una storia di enorme significato
per i lettori americani». Il comandante insiste: «Quella giornalista continua a
chiamare me e i miei colleghi in tutti i modi: stupido, pigro, incompetente,
nazista, Saddam Hussein...». Quella giornalista ha anche raccontato i suicidi
di Guantanamo e le liti furiose tra i generali della base. Dice di lei Jerry
Markon, del Washington Post: «Carol è davvero brava e davvero aggressiva:
Gordon sembrava soffrire molto quel tipo di approccio». Il comandante, che si è
formato alla Difesa nell´ufficio del duro Donald Rumsfeld, dovrebbe andare in
pensione l´anno prossimo. La giornalista tace in attesa della decisione del
giornale. L´ultimo articolo è di 5 giorni fa. Guantanamo, naturalmente. Ma
stavolta a parlare non sono i prigionieri dell´inferno ma i parenti delle
vittime dell´11 settembre. Come Judith Reiss, che alle Twin
Towers perse un figlio, e che è arrivata davanti alla Base per avere gustizia.
«Obama non può chiudere
Guantanamo. Io ho il diritto di dirlo: presidente, stai sbagliando. Ho il
diritto di dire: non sono d´accordo con te». Il diritto di dire. Tra il
comandante e la giornalista chissà chi la spunterà.
( da "Repubblica, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
16 - Esteri Il caso "Facciamo pace davanti a una birra" Obama convince il professore arrestato
BOSTON - Il professore di Harvard Henry Louis Gates ha accettato l´invito del
presidente Barack Obama di
incontrare «davanti a una birra» alla Casa Bianca il poliziotto di Cambridge
James Crowley che la scorsa settimana lo aveva arrestato all´interno della sua
abitazione scambiandolo per uno scassinatore. Obama
ha rivolto l´invito a entrambi i protagonisti della vicenda venerdì sera, dopo
che un suo commento sulla vicenda (in cui aveva definito «stupido» il
comportamento della polizia nell´arresto di Gates) aveva scatenato le proteste
da parte delle forze dell´ordine.
( da "Repubblica, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
43 - Spettacoli Si conclude la striscia su Canale 5 dedicata al festival di
cinema per ragazzi Winona Ryder chiude Giffoni E´ Winona Ryder l´ospite
internazionale che chiude (stamani alle 10.55 su Canale 5) l´ultimo
appuntamento con la striscia quotidiana dedicata al Giffoni Film Festival 2009,
la rassegna di cinema rivolta esplicitamente ai ragazzi, condotta da Michela
Coppa. «La brava ragazza della porta accanto», come è stata definita l´attrice
americana, 38 anni e una vita piuttosto burrascosa, che ha incontrato i ragazzi
ospiti della kermesse campana e ha dialogato con loro. «E´ stato così
emozionante incontrare i ragazzi del festival, quasi scoppiavo a piangere - ha
detto Winona - E pensare che tra loro può esserci il nuovo Coppola, il nuovo Scorsese.
I ragazzi sono il nostro futuro». E a proposito dell´America di oggi: «Ci sono
periodi bui in cui c´è un´aria puritana anche nel cinema. Spero
che in questa nuova era, con Barack Obama si allontani questo clima che ha caratterizzato l´America di George
Bush e soprattutto di Bush padre. Adesso sento che qualcosa cambierà». Per
quanto riguarda la sua difficile vita personale: «Col tempo ho imparato a
prendermi più pause, a ricavarmi i miei spazi dal lavoro. Ho capito che
è l´unico modo per trovare un equilibrio».
( da "Corriere della Sera"
del 26-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Politica data: 26/07/2009 - pag: 15 Pd Dopo le accuse del
Foglio, telefonate al chirurgo anche da D'Alema e Manganelli Franceschini
chiama Marino «Ha la mia solidarietà» Bindi attacca Rutelli. Il segretario:
sono allibito ROMA Il primo a dare la sua solidarietà era stato Pier Luigi
Bersani. Ma ieri, il giorno dopo la pubblicazione sul Foglio dei documenti sul
presunto «allontanamento» da Pittsburgh e dall'Ismett di Palermo, Ignazio
Marino ha ricevuto una telefonata di solidarietà anche dal segretario Dario
Franceschini. A confortare il chirurgo nei suoi giorni più difficili sono
arrivate altre due telefonate: quella di Massimo D'Alema, al quale è legato da
un'antica amicizia, e quella del capo della polizia, Antonio Manganelli, che
all'epoca era questore di Palermo. Se il Pd chiude il caso Marino (ma non
troppo, perché restano le critiche di una parte dei cattolici), si apre il caso
Bindi. Ieri Franceschini spiegava, ottimisticamente: «Il confronto in politica
è ossigeno: serve chiarezza e poca ipocrisia ». Doti di cui dispone in
abbondanza Rosy Bindi, che dalle colonne della Stampa , invita Francesco
Rutelli a prendere una decisione: «Se il Pd non lo convince, tragga le
conseguenze ». Letta l'intervista, il segretario si dice «allibito». Bindi
precisa, ma non troppo: «C'è posto per tutti, ma ci vuole chiarezza». Il leader
della mozione bindiana, Pier Luigi Bersani, si vede costretto a tirare il
freno: «Ricordiamoci tutti che siamo una ditta». Lo ricorda bene Arturo Parisi,
che bacchetta tutti: «I candidati misurino le parole prima di parlare. Del
resto era troppo evidente: una discussione tutta centrata sulla simpatia o lo
spessore personale dei candidati, ci avrebbe portati prima o poi agli attacchi
e agli scontri personali». Ieri Franceschini e Bersani erano all'Aquila, anche
se non si sono visti. Il segretario si è attardato a mangiare un gelato, come
ha spiegato dal palco: «Ma con Bersani ci sentiamo quotidianamente».
Franceschini, a un'assemblea di giovani Pd, cita
veltronianamente Obama:
«Dobbiamo fare come lui: non solo sfidare la destra, ma rovesciare la gerarchia
dei valori». Prima, però, c'è da fare il partito. Franceschini, accusato di
volerlo «liquido », lo farebbe anche «solido »: purché «non sia come un partito
del secolo scorso». Altro tema caldo, il rinnovamento. Per Bersani è
necessario: «Ma si fa per merito non per cooptazione». Riferimento chiaro alla
«maestra» Debora Serracchiani, che pure gli ha assegnato un dignitoso «sei»
nelle sue pagelle al Pd. Sul tema rinnovamento c'è da segnalare il «fioretto»
di Beppe Fioroni, che sarebbe quello di «non parlare di D'Alema fino al
congresso ». Ma il caso merita un'eccezione: «Non accetto che chi è iscritto al
partito dalla culla parli di rinnovamento guardando sempre agli altri». A
proposito di rinnovamento, il Pd, contate le tessere, si conferma un partito
ancora poco nordista: gli iscritti sono quasi 800 mila, con Settentrione in
calo, Bologna superata da Napoli e Puglia e Calabria ben tesserate. Il leader
del Pd Dario Franceschini, 50 anni, ieri mentre passeggia all'Aquila Al. T.
( da "Corriere della Sera"
del 26-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Esteri data: 26/07/2009 - pag: 13 Il vicepresidente Usa
Dopo la visita in Georgia e Ucraina «Russia in crisi e più docile» Biden fa
arrabbiare Mosca DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA La Russia si trova in una
situazione che non ha eguali negli ultimi quarant'anni, con un'economia che sta
«appassendo». Per questo sarà molto più accomodante nei confronti
dell'Occidente, visto anche che tutte le sue iniziative politiche per tenere
sotto scacco i Paesi vicini sono fallite. Questa sorprendente analisi, che
sembra contraddire molti fatti accertati, è stata compiuta in un'intervista al
Wall Street Journal dal vicepresidente americano Joe Biden dopo una visita in
Ucraina e Georgia. Intervista che ha suscitato le immediate proteste del Cremlino.
Il numero due di Obama, peraltro non nuovo a gaffe imbarazzanti, sembra questa volta
esprimere un'opinione diffusa all'interno dell'Amministrazione Usa. E che
ripete errori di valutazione già fatti in passato. Senza tornare a quelli
«storici» di Hitler e Napoleone, basta riandare ai primi anni Novanta, quando
l'America e l'Europa davano Mosca per spacciata. Invece, grazie
soprattutto al petrolio e al gas, la Russia come abbiamo visto si è
risollevata. Biden parte dalla considerazione che la crisi economica ha colpito
molto duramente il Paese guidato dal tandem Putin- Medvedev. «L'economia sta
appassendo, hanno un settore bancario e una struttura che non è probabile sia
in grado di fronteggiare i prossimi 15 anni». E questa è già un'analisi che non
tiene conto della ripresa dei consumi energetici in corso nel mondo e
dell'aumento del prezzo del petrolio. La Russia sta ricominciando ad incassare
dollari a palate con il petrolio e il gas. Il vicepresidente americano è poi
convinto che la politica di bullismo nei confronti dei vicini che una volta
facevano parte dell'impero sovietico è stata «controproducente » per Mosca. Uno
dei risultati «clamorosi» che Biden cita è l'intesa europea per la
realizzazione del gasdotto Nabucco, che salterà la rete russa per congiungere
direttamente i Paesi produttori dell'Asia centrale e l'Europa. Ma lo stesso
Biden riconosce che Nabucco fornirà solo una percentuale minima dell'energia di
cui l'Europa ha bisogno (lui parla, sbagliando, di un 5% del petrolio, mentre
Nabucco sarà un gasdotto). Inoltre il prevedibile aumento dei consumi europei
farà sì che le altre condutture gestite dalla Russia continueranno ad essere
fondamentali. Importante anche quello che il vicepresidente ha detto in
Georgia, dove ha parlato di fronte al Parlamento. Biden ha spiegato che «non
esiste un'opzione militare » per la riconquista dell'Ossezia del Sud e
dell'Abkhazia, i due territori dichiaratisi indipendenti da Tbilisi dopo la
guerra del-- l'estate scorsa. «Solo una Georgia pacifica e prospera offre la
prospettiva di restaurare l'integrità territoriale, mostrando a osseti e
abkhazi dove potranno essere liberi e dove la loro comunità potrà fiorire ».
Una prospettiva, quella della pacifica riunione alla Georgia, del tutto irreale
visti gli storici rapporti tra le popolazioni. Come a dire che la Russia ha
avuto pieno successo nell'approfittare della guerra di agosto per assicurare
l'indipendenza delle due regioni. Viaggio Biden e una giovane georgiana (Afp)
Fabrizio Dragosei
( da "Corriere della Sera"
del 26-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Economia data: 26/07/2009 - pag: 23 La richiesta di un trader
Il maxibonus da 100 milioni imbarazza Citigroup Cento milioni di dollari. E' la
cifra che un trader di Citigroup, Andrew Hall - capo della divisione trading
energia Phibro - ha chiesto alla banca americana come bonus che gli spettano
per il
( da "Corriere della Sera"
del 26-07-2009)
Argomenti: Obama
Corriere
della Sera sezione: Spettacoli data: 26/07/2009 - pag: 31 Il personaggio La
Ryder incontra i ragazzi del Festival Winona si commuove tra i fan di Giffoni:
ho fatto tanti errori Vietate le domande sui guai giudiziari GIFFONI Nessuna
domanda sulla vita privata e nessuna domanda sui tabù. Ma nonostante le severe
richieste, ieri Winona Ryder, ospite della giornata conclusiva del Giffoni Film
Festival, all'incontro blindato con i giovani cineasti si è commossa alle
lacrime e si è ritrovata a parlare di molte di quelle vicende che hanno fatto
di lei un mito generazionale. «Quando ero giovane ha confessato avevo le
pulsioni che derivavano dalla mia età. E i miei atteggiamenti erano quelli di
una ragazzina. Ero invidiata perché giravo tutti quei film ma ero sola,
infelice e inquieta. Non mi rendevo conto della fortuna che avevo quando i miei
coetanei avevano problemi per pagare l'affitto di casa. Ho passato diverso
tempo a riflettere. Lavoravo troppo, ero stressata e ho capito solo dopo certi
miei errori». Alcuni dei suoi errori sono diventati pagine di cronaca. Tra
tutti, il suo arresto nel 2001 per taccheggio in un grande magazzino, per il
quale era stata condannata a 480 ore di servizi sociali e alla libertà vigilata
per tre anni. Ed è forse proprio per timore di qualche domanda sull'episodio
che la protagonista di Ragazze interrotte si è innervosita quando il discorso è
scivolato sul tema del Giffoni Experience: «I tabù». «Non parlo dei miei tabù»,
ha detto seccamente, anche se poi ha accennato una risposta: «Col tempo ho
imparato a prendermi più pause, a ricavarmi i miei spazi dal lavoro. Ho capito
che è l'unico modo per trovare un equilibrio». Qualche parola in più l'ha
concessa sulla censura cinematografica: «Credo che l'epoca dei presidenti Bush,
padre e figlio, sia stata come un ritorno al passato, alla censura e a un certo
puritanesimo. Ci sono periodi bui anche nel cinema. Spero che in questa nuova
era, con Barack Obama, si allontani questo clima. Ma non è un argomento da affrontare,
non son qui per parlare di queste cose ». La Ryder, nata nel Minnesota nel
( da "Repubblica.it" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
Il caso
Berlusconi ormai è globale. Il premier italiano è diventato un'icona, sul suo
conto un turbine di notizie, di storie. Poche persone conoscono il nome dei
presidenti e dei primi ministri di paesi che non siano il loro (eccezion fatta per Barack Obama), ma gran parte della gente sa chi è Silvio Berlusconi. E sa
anche che molti, forse troppi italiani continueranno ad appoggiarlo, a votare
per lui e a dargli fiducia. Leggono le sue smentite e i commenti tra ironia e
provocazione tipo "Non cambierò, agli italiani piaccio così come
sono" e "Non sono un santo, lo avete capito tutti". Sono
due, credo, i motivi per cui Silvio Berlusconi mantiene la sua popolarità:
motivi che né lui né i suoi sostenitori possono citare, verosimilmente le reali
ragioni per cui non sentirà l'obbligo di dimettersi. Sono motivi importanti
perché non limitati ai confini italiani: anche se come già nel ventesimo secolo
con il fascismo e Benito Mussolini, la Democrazia Cristiana e Don Luigi Sturzo
e l'eurocomunismo con Enrico Berlinguer, un movimento e il suo leader possono
essere pionieri in politica, nel bene e nel male. In primo luogo Berlusconi è -
la frase è tratta da Il falò delle vanità di Tom Wolfe - il "padrone
dell'universo". Un uomo simile, scriveva Wolfe, "non ha limiti di
sorta". La sua posizione sociale, la sua ricchezza, il suo potere, lo
fanno sentire al comando e al contempo invulnerabile. Wolfe si riferiva a un
operatore di borsa (prima del crac finanziario!): pensate a quanto più deve
sentirsi padrone dell'universo Berlusconi. Pensate a quello che ha realizzato,
ai suoi colossali successi: ha creato dal niente un colosso mediatico, uno dei
maggiori d'Europa; ha sommato società da lui create ad altre acquisite poi,
raggiunta la mezza età, ha fondato dal nulla un partito reclutando parlamentari
e strateghi, è diventato leader della destra unita, è stato eletto tre volte a
primo ministro. Come se non bastasse la sua principale attività economica è la
televisione, la tv popolare, quella che milioni di persone amano guardare.
Possiede una delle maggiori squadre di calcio italiane e il calcio è lo sport
più popolare in Italia e nel mondo. Non è solo padrone dell'universo
commerciale e politico, è padrone del gusto popolare. In realtà sotto molti
aspetti ha contribuito a crearlo. Con un potere del genere - unico al mondo -
chi non si sentirebbe padrone? OAS_RICH('Middle'); E quale uomo non trarrebbe
una carica sessuale da tutto questo? Si dice che alle belle ospiti della sua
dimora mostrasse i video dei suoi trionfi politici prima di tornare a piaceri
più intimi. Se è vero sembra la scena di un film: l'uomo eccitato da se stesso,
dalla sua abilità, dal suo potere. Che invidia fa Berlusconi a molti uomini -
e, a quanto pare, anche donne. Essere ricco e potente al punto di poter
schioccare le dita e far comparire bellissime donne da scaricare poi senza
alcun impegno è una delle più comuni fantasie maschili. Non meraviglia che sia
ammirato: è l'ammirazione di uomini invidiosi e forse anche di donne curiose.
Ma c'è anche un motivo più profondo, di carattere sempre più universale. In
Occidente la sensibilità emotiva è cambiata o sta cambiando. Mentre un tempo
ammiravamo il contegno e il ritegno, oggi apprezziamo chi manifesta le
emozioni. I personaggi (la principessa Diana è stata un modello sotto questo
aspetto) che mostrano le proprie debolezze, anche un tempo chiamate peccati,
sono oggetto di ammirazione e di comprensione, più che di censura. In Gran
Bretagna Jade Goody, la giovane donna apparsa ubriaca, nuda e sopra le righe al
Grande Fratello, morta di cancro quest'anno, è stata pianta da milioni di
persone. Lo stesso fenomeno emerge, meno spiccato, in politica. Quando Bill
Clinton, dopo settimane di bugie, dovette confessare la relazione con Monica
Lewinsky, la sua popolarità crebbe. E quando il premier britannico Gordon Brown
mostra scarse emozioni e debolezze viene considerato un represso e ne soffre.
Toccò l'apice della popolarità quando la sua primogenita morì poco dopo la
nascita: allora la sua commozione lo rese umano, vicino alla gente. L'umanità
di Silvio Berlusconi - "Non sono un santo" - non è in dubbio. E la
mutata sensibilità fa sì che molti proprio per questo si sentano più a proprio
agio con lui. Come se i peccati commessi da un padrone dell'universo scusassero
i nostri. Uomo di spettacolo, Berlusconi ha portato lo spettacolo in politica
e, adottandone alcune consuetudini e rifiutando di mostrare vergogna o di
scusarsi (i padroni dell'universo non si vergognano mica!), forse trarrà
persino vantaggio da questo caso. E all'estero cosa ne pensano? Nel mondo
anglosassone in cui un comportamento simile sarebbe (a) inconcepibile e (b)
motivo di immediate dimissioni si dice spesso "tipico italiano!". Ma
non era così in passato: i leader democristiani e comunisti erano nella
maggioranza dei casi uomini austeri che vivevano la vita private con
discrezione e in pubblico erano sobri, misurati, addirittura scialbi. Non è
"tipico italiano", è molto contemporaneo. Berlusconi esplora nuovi
territori politico-emotivi, configurando un diverso rapporto con l'elettorato,
sistema seguito in una qualche misura da Nicolas Sarkozy. Il più recente studio
sul voto - vedi The Political Brain di Drew Westen - sostiene che i cittadini
votano con le emozioni più che con il ragionamento. Con la sua ricchezza e con
il suo potere mediatico Berlusconi ha agito a livello emotivo in tutta la sua
vita pubblica e continua a farlo. Chissà che altri non imparino da lui?
Traduzione di Emilia Benghi (26 luglio 2009
( da "Stampaweb, La" del
26-07-2009)
Argomenti: Obama
GUANTANAMO
(Cuba) Un fascio di luci squarcia il buio della notte mentre con la camionetta
militare attraversiamo la base di Guantanamo. «Quello è Camp Delta», dice uno
dei militari della scorta che non ci lascerà un istante. Superato il check
point della «militar police» arriviamo davanti allentrata del compound che ospita i campi di detenzione.
Ancora un controllo e siamo dentro, il rumore della cancellata alle nostre
spalle ci rende
ancor più netta lidea della prigione. Intorno si
avverte il calpestio degli anfibi sulla ghiaia e lodore della polvere
bagnata dallultimo temporale tropicale. Siamo nel cuore dei Caraibi,
Gitmo è unenclave americana sullisola di Cuba, considerata da Fidel Castro «la
spina nel fianco per lorgoglio dellAvana». Base
navale statunitense dal 1903, è stata in parte riconvertita in campo di
detenzione per terroristi e talebani allindomani dell11 settembre
2001, ed è oggi popolata da settemila persone tra militari, civili e famiglie al
seguito. La visita inizia con una prospettiva sulla vita dei detenuti, tutti di
religione musulmana: la prima preghiera, quella che precede di poco lalba. Ci arrampichiamo sulla torretta di guardia protetti
dai riflettori puntati sulle celle 24 ore su 24. Limam recita i versetti del Corano e gli altri si dispongono
in fila orizzontale su una guida verde allungata nel cortile. «È uno dei
momenti più importanti per loro - dice il sergente di guardia - Non manca mai
nessuno».
Siamo a Camp 4 la prigione di media sicurezza, quella dei detenuti meno
pericolosi a cui è concesso di stare molto tempo allaperto e dedicarsi ad attività ricreative. Accanto cè
la biblioteca, con alcune centinaia di testi in 18 lingue dallarabo
allinglese,
dal farsi al pashtun. I più richiesti oltre ai libri sacri del profeta Maometto
portati a mano dai detenuti esclusivamente da impiegati di religione musulmana
in osservanza ai precetti del Corano, sono le grammatiche inglesi. «Si
esercitano in vista del processo», ci spiega la responsabile della Library.
Notiamo tra gli scaffali letture in lingua italiana come «Caos calmo». «In
realtà nessuno le ha mai chieste - prosegue - tutti vogliono Harry Potter». Il
supermaghetto è anche tra i dvd più ambiti, secondo solo alle partite di
calcio. «Le sfide dei mondiali 2006 sono le più viste nella sala tv di Camp 4»,
racconta una delle guardie. «Il pallone è il loro passatempo preferito, e non cè giorno che non giochino. - prosegue - A volte litigano e
non mancano
gli infortuni». La conferma arriva dallufficiale
responsabile del pronto soccorso: «Il maggior numero di lastre e radiografie
che facciamo sono per contusioni e distorsioni». Lospedale funziona come
una qualsiasi struttura civile, anche se larmadietto con tubi e flebo
per lalimentazione forzata ci ricorda ancora una volta
che siamo in un carcere sui generis. Diverso è il clima di Camp 5 dove sono
rinchiusi gli elementi più pericolosi e la detenzione è assai dura. Uno dei
prigionieri si accorge della nostra presenza e grida qualcosa in arabo, linterprete spiegherà più tardi che ci ha dato dei criminali.
La vera novità di Gitmo è Camp 6 il carcere più moderno realizzato secondo i
nuovi criteri. «È una forma di miglioramento delle condizioni detentive frutto del lavoro
comune svolto tra militari, Ong e avvocati», dice lammiraglio Tom Copeman, comandante della Joint Task Force
che gestisce lintera prigione. I detenuti trascorrono 20 ore su 24
assieme, uno di loro chiede a una guardia un nuovo alfiere degli scacchi, laltro si è rotto mentre giocava col vicino di cella. Il
riscontro è positivo, le proteste sono diminuite così come gli scioperi della
fame e i ricoveri coatti. Lalimentazione dei prigionieri è studiata nei
minimi dettagli: le cucine sono separate da quelle dei militari e gestite da personale
civile. Vigono ordine e pulizia e ogni giorno sono disponibili sei menù
diversi, dal vegetariano a quello ricco di fibre. A Camp Delta della chiusura
del carcere si parla poco e in generale il clima è di scetticismo. «Passeranno
anni, altro che mesi», dice Sebastian, dipendente di un contractor della
Difesa. È il grande business che ruota intorno a Guantanamo e i nomi delle
società appaltatrici sono i soliti, prima fra tutte Kbr, la controllata di Halliburton
una volta guidata da Dick Cheney. Lo scetticismo emerge già sul piccolo
bimotore che da Fort Lauderdale ci porta alla base. A bordo una decina di
legali dei detenuti tra cui è un continuo parlare del labirinto legale nel
quale Washington è intrappolata. È giunta da poco la notizia del ritardo sulle
procedure di revisione volute da Obama: «Il governo
Bush ha creato un vero caos giuridico», ci spiega John Sifton, del team legale
di Abu Zubaydah, uno dei 14 operativi di al-Qaeda trasferito a Gitmo dalle
prigioni della Cia. Limpasse a livello governativo
comporta la paralisi degli organi militari, come lOardec, lufficio
che valuta se trattenere, rilasciare o trasferire i detenuti. A Camp Justice,
dove si tengono i processi delle commissioni militari, le audizioni continuano:
nellaula due, di recente realizzazione, ci sediamo nel
posto dove pochi giorni prima cera Khalid Sheikh Mohammed, la mente degli
attentati dell11 settembre. Il suo è tra i procedimenti in corso ma sino
a quando il governo non completerà la revisione sullo status dei detenuti ogni
sentenza è sospesa. Lordine esecutivo di Obama
ha creato però un certo fermento tra i prigionieri. «Erano increduli. Abbiamo
dovuto distribuirne una copia a ognuno e il giorno dopo qualcuno aveva già radunato
le sue cose perché convinto di uscire», racconta una giovane militare della
marina di nome Erika. «Quando hanno capito che i tempi erano lunghi alcuni sono
andati in escandescenza, uno di loro mi ha tirato un bicchiere durina mentre ero di guardia». In realtà alla gioia iniziale per la
fine di Gitmo i detenuti si sono interrogati sul futuro, spiega Zak, traduttore
e interprete culturale di Camp Delta: «Alcuni temono di tornare nel loro Paese,
altri hanno paura che le prigioni federali siano peggiori e vogliono rimanere
qui». Anche tra gli alti ranghi militari si percepisce qualche perplessità:
«Noi eseguiamo gli ordini e se dobbiamo chiudere le prigioni e trasferire i
detenuti lo facciamo, ma ci devono dire dove e come - spiega lammiraglio Copeman - Ci sono importanti questioni legali e
politiche che Washington deve risolvere». Nel frattempo a Gitmo tutto continua
come sempre e per i mondiali di calcio del prossimo giugno la sala tv di Camp