CENACOLO
DEI COGITANTI |
Traditi dai jeans ( da "Stampa, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Medvedev
Ronald Reagan Barack Obama
Largo all'energia verde
Confagricoltura punta 600 milioni di euro ( da "Stampa, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: America c'è Obama con la sua svolta verde (il «Green New Deal») l'onda ecologista investe un po' tutti i Paesi, e adesso anche il settore agricolo italiano vuol contribuire alla diversificazione delle fonti energetiche e alla diminuzione dei consumi. Il primo passo operativo su vasta scala in Italia lo ha fatto Confagricoltura,
La Casa Bianca: per la
ripresa servono ancora molti mesi ( da "Stampa, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Lo ha detto il presidente Barack Obama nel suo discorso settimanale alla radio. «Ci vorranno ancora molti mesi - ha spiegato Obama - perché la recessione è molto più profonda di quanto nessuno potesse pensare». D'altra parte, il presidente ha detto che il pacchetto di stimoli all'economia da 787 miliardi di dollari approvato nel mese di febbraio ha aiutato a «
Gli eco-incentivi fino a
4500 dollari A inizio settimana il voto del Senato ( da "Stampa, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ha spinto il portavoce di Obama Robert Gibbs ad una promessa formale: «Penso che i concessionari possano aver fiducia in questo week-end, dopo la forte votazione bipartisan alla Camera che ha dato il denaro aggiuntivo che assicura la continuazione del piano». E lo stesso presidente ha spronato direttamente i senatori a far presto,
tutti a l'aquila capitale
d'estate - ilvo diamanti ( da
"Repubblica, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Non erano abituati, L´Aquila e i suoi cittadini, la popolazione della zona, ai riflettori. A una fama tanto ampia. Certo: L´Aquila è una bella città. Per arte, paesaggio, cultura. Però Nicolas e Carlà Sarkozy, Barack e Michelle Obama. E poi Gordon Brown e Vladimir Putin. SEGUE A PAGINA 22
pugno di ferro a teheran,
opposizione alla sbarra - vanna vannuccini ( da "Repubblica, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: e prima di tutto a Obama, una «pausa tattica» con l´Iran: «L´Iran non è oggi in grado di negoziare, le lotte interne rendono impossibile ogni decisione. Rinviare i colloqui nucleari per alcuni mesi non farà grande differenza rispetto al programma nucleare iraniano ma potrebbe invece determinare con quale Iran avremo a che fare nelle prossime decadi»
la crisi di un paese di
cemento armato - giuseppe turani ( da
"Repubblica, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama ha detto di aver visto l´inizio della fine della recessione (insomma, la coda dello scoiattolo), i nostri ministri hanno un´aria più sorridente e nei telegiornali della sera si muovono con maggior scioltezza e sicurezza. Sentono vicino il momento in cui anch´essi potranno dichiarare finita l´emergenza e tirare fuori le bottiglie di champagne che hanno messo in frigorifero da
l'incontro - cloe piccoli ( da "Repubblica, La" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La differenza con gli anni Settanta, con il periodo della guerra del Vietnam, l´epoca in cui John e io combattevamo per la pace, è che allora forse soltanto il venti per cento della gente era con noi». E Obama? «We should give him a chance», diamogli una possibilità...
Argomenti:
Obama
Abstract: 2 Obama «Molti mesi per uscire dalla crisi» MILANO Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, prevede tempi lunghi per uscire dalla crisi: «Ci vorranno ancora molti mesi per poter dire che siamo fuori dal tunnel della recessione ha detto . Una recessione che abbiamo capito essere molto più profonda di quanto nessuno potesse pensare»
Scajola: sul decreto elogi
dall'Europa Le badanti? Sanare anche altre categorie ( da "Corriere della
Sera" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: anche il presidente Obama, sostengono che la crisi ha toccato il fondo. Il problema ora è accelerare la ripresa per evitare che gli effetti ritardati della recessione producano chiusure di imprese. Il decreto anticrisi stimola gli investimenti» . Sul decreto c'è stata una dialettica forte con il capo dello Stato.
Argomenti:
Obama
Abstract: Il presidente americano Barack Obama ha subito deciso l'aumento dei fondi per la ricerca. Condivide? «Ha fatto benissimo, è una via per rilanciare il Paese». E in Italia ? «In settembre organizzeremo una conferenza nazionale per la ricerca e daremo il via ad alcuni progetti per grandi infrastrutture scientifiche».
Londra con l'hacker
autistico che ha violato Nasa e Pentagono ( da "Corriere della
Sera" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
il
destinatario è il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. «Questo verdetto è
il lascito dell'era Bush ha detto Janis Sharp, la madre di Gary, all'uscita dal
tribunale ma Obama non lo permetterà, lui vuole rendere il mondo un posto
migliore. Ascoltaci Obama, so che farai la cosa giusta». Nato nel
Tutti a L'Aquila capitale
d'estate ( da "Repubblica.it" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack e Michelle Obama. E poi Gordon Brown e Vladimir Putin. E gli altri Grandi della Terra - o sedicenti tali - non ci sarebbero capitati. Non l'avrebbero attraversata. Se non fosse stata ridotta in macerie. Se il terremoto di quattro mesi fa non l'avesse trasformata in un luogo di dolore, ma anche di solidarietà.
Sarah Palin "sta per
divorziare" "Con Todd infedeltà reciproche" ( da "Repubblica.it" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: scorso che ha incoronato Barack Obama, potrebbe essere spiegato nel più privato dei modi: la popolare e imprevedibile ex governatrice dell'Alaska avrebbe un problema di infedeltà coniugale. Reciproca, a quanto dice la stampa "gossip" americana, visto che il National Enquirer ha recentemente svelato l'esistenza di rapporti extraconiugali che coinvolgono sia Sarah sia il marito Todd.
Iran, processo ai capi
della rivolta Drammatiche "confessioni" in aula ( da "Repubblica.it" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: e prima di tutto a Obama, una "pausa tattica" con l'Iran: "L'Iran non è oggi in grado di negoziare, le lotte interne rendono impossibile ogni decisione. Rinviare i colloqui nucleari per alcuni mesi non farà grande differenza rispetto al programma nucleare iraniano ma potrebbe invece determinare con quale Iran avremo a che fare nelle prossime decadi"
Sarah Palin "sta per
divorziare" Lei nega: "Con Todd sempre uniti" ( da "Repubblica.it" del 02-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Casa Bianca che ha incoronato Barack Obama, potrebbe essere spiegato nel più privato dei modi: la popolare e imprevedibile ex governatrice dell'Alaska sarebbe sull'orlo del divorzio. Immediata la smentita della portavoce Meg Stapleton, che ha scelto l'inusuale via di Facebook per rintuzzare i media "non mainstream" (blog e siti internet) che finora hanno fatto rimbalzare la notizia:
In Obama c'è un po' di
Bush ( da "Stampa,
La" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: E ancora, Obama ha cercato di eliminare centinaia di fotografie che mostrano abusi sessuali nelle prigioni gestite dagli Stati Uniti, e non ha fatto nulla per abolire il Patriot Act di Bush. Ma perché Obama, che ha una formazione giuridica, dovrebbe ripercorrere questa strada?
Troppo piombo Insalata e
fagiolini non sono biologici ( da
"Stampa, La" del
03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ma comunque la percentuale è troppo alta per ottenere l'ambito bollino di «organic food» cui aspirava la moglie di Barack Obama. Sarebbero i coniugi Clinton, ex inquilini della residenza presidenziale dal 1993 al 2001, i responsabili dell'alta percentuale di metalli pesanti che hanno avvelenato l'orto biologico piantato da Michelle Obama nel giardino della Casa Bianca.
la lobby sanitaria che
minaccia la grande riforma di obama - new york dal nostro corrispondente @fi
firma editoriale sx:federico rampini ( da "Repubblica, La" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Prima
Pagina La lobby sanitaria che minaccia
che amarezza la classifica
degli atenei virtuosi - gianfranco gensini ( da "Repubblica, La" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama, il quale ha annunciato che l´America investirà più del 3% del Pil in università e ricerca, con una incisiva azione di sostegno pubblico in particolare alla ricerca multidisciplinare, come quella tra fisica e scienze biomediche. è una politica di sostanza, lungimirante e coraggiosa, che non si perde nelle polemiche collegate alle classifiche fra atenei per la distribuzione
"palin
divorzia", giallo in alaska - raffaella menichini ( da "Repubblica, La" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Casa Bianca che ha incoronato Barack Obama, potrebbe essere spiegato nel più privato dei modi: l´imprevedibile ex governatrice dell´Alaska sarebbe sull´orlo del divorzio. Immediata la smentita della portavoce Meg Stapleton, che ha scelto l´inusuale via di Facebook per rintuzzare la notizia: «I Palin restano sposati, impegnati l´uno nei confronti dell´altro e della loro famiglia»
il ritorno di harry &
louise i testimonial ora si pentono - new york ( da "Repubblica, La" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Sorpresa: stavolta i due sembrano pentiti, appoggiano la riforma Obama. Ma c´è un trucco. Lo spot è sempre pagato da una lobby privata di assicuratori. Che appoggiano la loro versione della riforma Obama. Purgata di tutti gli aspetti innovativi. (f.ra.)
industriali, assicuratori,
medici, avvocati: le lobby in campo contro la riforma sanitaria di obama. che
ammette: "sarà la battaglia più difficile" - federico rampini new
york ( da "Repubblica,
La" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: le lobby in campo contro la riforma sanitaria di Obama. Che ammette: "Sarà la battaglia più difficile" FEDERICO RAMPINI NEW YORK dal nostro corrispondente «Questo è il mio test più difficile da quando faccio politica», confessa Barack Obama a Time. E rivela che un terzo del suo tempo lo dedica solo a questa sfida: la riforma sanitaria.
Salvate dalla vacanza le
piccole Obama ( da
"Corriere della Sera" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: attività sociali: un'estate senza tregua Salvate dalla vacanza le piccole Obama di MARIA LAURA RODOTÀ Obama con la moglie, le figlie Sasha e Malia e la suocera a spasso nel giardino della Casa Bianca. Vacanze impegnative attendono le sorelline: lezioni di storia, servizi socialmente utili, ginnastica. A PAGINA 13
Ripresa Usa alle porte
L'ottimismo in tv della Casa Bianca ( da "Corriere della
Sera" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
chi
era sulla Abc poteva sentire in sostanza le stesse parole pronunciate dal
segretario al Tesoro di Obama, Timothy Geithner. Sulla stessa rete,
Azione e animazione
Locarno punta ai più giovani ( da
"Corriere della Sera" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: racconta la massacrante campagna elettorale di Obama dall'insolito punto di vista di due bande universitarie della Virginia. Il giorno dopo si parte con due titoli antitetici: prima la commedia americana «500 Days of Summer» di Marc Webb. Poi «La guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre », riflessione sulla guerra dell'israeliano Amos Gitai.
Raúl Castro agli Usa
Argomenti:
Obama
Abstract: Castro ha riconosciuto che il presidente Barack Obama è meno «aggressivo» di Bush verso Cuba ma ha notato che l'embargo «è ancora applicato». Discorso Il presidente Raúl Castro, 78 anni, all'Assemblea nazionale cubana ( Reuters/ Desmond Boylan)
Le vacanze afro-prussiane
delle due piccole Obama ( da
"Corriere della Sera" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: estate di Malia e Sasha Le vacanze afro-prussiane delle due piccole Obama di MARIA LAURA RODOTÀ La famiglia Obama non crede nell'ozio creativo. Era noto; e i giornali americani lo confermano raccontando i programmi estivi di (o meglio, per) le figlie Malia e Sasha. Includono «lezioni di storia, servizi socialmente utili, alimentazione sana, esercizio fisico.
Le lobby della sanità
contro la Casa Bianca ( da
"Repubblica.it" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Questo è il mio test più difficile da quando faccio politica", confessa Barack Obama a Time. E rivela che un terzo del suo tempo lo dedica solo a questa sfida: la riforma sanitaria. L'opposizione annusa sangue. Il presidente del partito repubblicano Michaele Steele annuncia: "La sanità sarà la sua Waterloo. Lo spezzeremo".
Nuovo video-messaggio di
Al Qaeda: "Obama bugiardo criminale" ( da "Repubblica.it" del 03-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama, della Francia e dell'Occidente. Il numero due di Al Qaeda, Ayman Al Zawahiri, torna a fare sentire la sua voce con un lungo messaggio video diffuso oggi dai forum islamici in Internet. Il filmato, della durata di un'ora e 25 minuti, è stato realizzato dalla casa di produzione Al-Sahab a mò di intervista con una voce fuori campo che pone alcune domande di attualità al vice
Obama le zucchine e le
tasse ( da "Stampa,
La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Lucia Annunziata Obama le zucchine e le tasse A Michelle le zucchine, a Barack le tasse. La realtà ha modi grandi e piccoli per imporre la sua forza. A marzo Michelle aveva piantato il primo orto della Casa Bianca dai tempi di Eleanor Roosevelt. Il New York Times scrisse allora: «L'orto ha assunto un profondo significato politico,
Al-Zawahiri offre una
tregua a Obama ( da
"Stampa, La" del
04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Zawahiri offre una tregua a Obama DUBAI «L'offerta di una tregua presentata da Al-Qaeda alla precedente amministrazione americana nel 2006 è ancora valida anche per il presidente Barack Obama». Lo ha dichiarato il numero due della rete terroristica, il medico egiziano Ayman al-Zawahiri con un lungo video preparato dal braccio mediatico di al Qaeda.
Hillary: l'Africa in 11
giorni ( da "Stampa,
La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
impegno
assunto da Barack Obama nei confronti del continente più depresso del mondo. In
Kenya, la prima tappa,
Prendiamo l'ultimo grido
del gioco aperitivo , un classico del ceto medio in vacanza... ( da "Stampa, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: testimoniava che l'America stava cambiando e che i neri non erano poi così diversi dai bianchi (il ricco George Jefferson era razzista nei confronti dei «visi pallidi» come e più di questi nei suoi confronti). E forse è anche grazie a questa serie se adesso il presidente degli States è Barack Obama.
Operazione tele-nostalgia ( da "Stampa, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: testimoniava che l'America stava cambiando e che i neri non erano poi così diversi dai bianchi (il ricco George Jefferson era razzista nei confronti dei «visi pallidi» come e più di questi nei suoi confronti). E forse è anche grazie a questa serie se adesso il presidente degli States è Barack Obama.
certificati, bugie e
videotape contro obama tornano i "birthers" - angelo aquaro ( da "Repubblica, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: dove è nato Barack Obama...». Un delirio. «Ho visto i documenti conservati dal ministero della Salute: Barack Hussein Obama è cittadino americano per nascita», giura la direttrice del ministero della Salute di Honolulu, Chiyome Fukino. E Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, sconsolato: «Neppure la prova del Dna riuscirebbe a placare chi nega che il presidente sia nato qui.
le pressioni della casa
bianca sulle tv "il presidente vuole sempre il prime time" - federico
rampini ( da "Repubblica,
La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: In soli sei mesi alla Casa Bianca, Barack Obama ha già conquistato per ben quattro volte il prime-time televisivo, la fascia d´ascolto più preziosa per i network, riservata ai programmi di massimo gradimento. George Bush ci aveva messo l´intera presidenza, otto anni su due mandati, per raggiungere lo stesso numero di apparizioni tv.
khamenei
"incorona" ahmadinejad - francesca caferri ( da "Repubblica, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: all´offerta di dialogo sul nucleare lanciata dall´amministrazione Obama. Ieri della situazione a Teheran è tornata a parlare il segretario di Stato Hillary Clinton: ha chiesto immediate risposte sulla sorte di tre turisti americani catturati nei giorni scorsi dopo aver sconfinato in Iran da un sentiero che parte dall´Iraq.
paul mccartney dedica
"michelle" alla signora obama ( da "Repubblica, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 43 - Spettacoli Washington Il remake Festival Torino, nuovo premio a Coppola e Kusturica Paul McCartney dedica "Michelle" alla signora Obama Il nuovo film di Spielberg è "Harvey"
povera ma fa bene è la
rivincita sugli integratori - angelo aquaro new york ( da "Repubblica, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ma soprattutto: in tempi di recessione, e mentre Obama si danna sulla riforma sanitaria, riusciranno i difensori della D, la vitamina più economica, a sconfiggere le lobby degli integratori, ovviamente più interessate a vendere costosissimi multiprodotti, per la gioia di un mercato da 23 miliardi dollari?
- giorgio lonardi ( da "Repubblica, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama. Ma anche della presa d´atto che le banche stanno macinando profitti come conferma il caso di Hsbc che sorprende gli analisti con i suoi 3,35 miliardi di utili. E forse anche l´accordo siglato ieri da Bank of America, (paga una multa di 33 milioni di dollari alla Sec per chiudere la vicenda sui bonus concessi ai manager di Merrill Lynch)
i teocon scalano la
rivista neocon - new york ( da
"Repubblica, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: nella galassia della destra americana, ancora sotto choc per la vittoria di Obama alle presidenziali. Non a caso il primo bastione a cadere è il settimanale diretto da William Kristol: a quest´ultimo, che fu consigliere di John McCain nella campagna presidenziale, vengono imputati degli errori fatali come la scelta di Sarah Palin.
Paul dedica
Argomenti:
Obama
Abstract: Paul McCartney ha reso omaggio a Michelle Obama cantando per lei uno dei più grandi successi dei Beatles durante un concerto sabato sera a Washington. La moglie del presidente Usa non era però fra gli spettatori, essendo partita qualche ora prima con marito e figlie per Camp David.
Aspettando Amos Gitai
anteprima con
Argomenti:
Obama
Abstract: che racconta la campagna elettorale di Obama vista da due bande universitarie della Virginia. E domani apertura ufficiale della rassegna che premierà quest'anno Tony Servillo e il regista William Friedkin. I primi titoli in Piazza, alle 21.30, saranno l'americano 500 days of summer di Marc Webb, una commedia sentimentale in cui il plus valore romantico,
Al-Zawahiri offre una
tregua a Obama ( da
"Stampaweb, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione americana nel 2006 è ancora valida anche per il presidente Barack Obama». Lo ha dichiarato il numero due della rete terroristica, il medico egiziano Ayman al-Zawahiri con un lungo video preparato dal braccio mediatico di al Qaeda. «Se Obama vuole raggiungere un?intesa, allora dovrebbe rispondere alle due offerte di tregua dello sceicco Osama bin Laden» spiega al-Zawahiri,
Certificati, bugie e
videotape contro Obama tornano i "birthers" ( da "Repubblica.it" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: dove è nato Barack Obama...". Un delirio. "Ho visto i documenti conservati dal ministero della Salute: Barack Hussein Obama è cittadino americano per nascita", giura la direttrice del ministero della Salute di Honolulu, Chiyome Fukino. E Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, sconsolato: "Neppure la prova del Dna riuscirebbe a placare chi nega che il presidente sia nato qui.
Berlusconi, "vacanze
salutiste per poi rigettarsi nella mischia" ( da "Repubblica.it" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ma se leader come Gordon Brown o Obama probabilmente "non vogliono farsi vedere all'estero durante una recessione", per Berlusconi le cose stanno in altro modo. "Naturalmente, con 18 proprietà, restare a casa non dev'essere così noioso come per la maggior parte di noi", scrive il giornale britannico, pubblicando una foto della residenza di Arcore.
Bill Clinton incontra Kim
Jong-il ( da "Stampaweb,
La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: sudcoreana Yonhap secondo cui Clinton avrebbe portato un messaggio verbale di Obama a Kim Jong-il. Un membro della delegazione americana coperto dall?anonimato ha spiegato che l?interesse principale degli Usa, in questo momento, «è il ritorno delle due giornaliste sane e salve». Euna Lee e Laura Ling, che lavorano per il network americano Current Tv (di cui è presidente Al Gore,
Iran, Ahmadinejad
s'insedia ma Obama non si congratula ( da "Repubblica.it" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Il
presidente degli Stati Uniti Barack Obama non manderà un messaggio di
congratulazioni al presidente iraniano Ahmadinejad, in occasione della
cerimonia del giuramento in programma domani a Teheran. Lo fa sapere
Trenta minacce di morte al
giorno per Obama, servizi segreti in affanno ( da "Stampaweb, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: WASHINGTON Ogni giorno arriva una media di 30 minacce di morte contro Barack Obama, ma il Secret Service incaricato di proteggere il presidente americano, il suo vice e i loro familiari, è sempre sotto organico. Lo ha afferma il giornalista investigativo americano Ronald Kessler nel suo libro «In the president?s Secret Service».
Nord Corea, dopo la visita
di Clinton Kim Jong Il "perdona" le due reporter ( da "Repubblica.it" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: un messaggio verbale del presidente americano Barack Obama, con cui si esprime ringraziamento e il suo punto di vista in merito alla ricerca di un miglioramento delle relazioni" tra i due Paesi. OAS_RICH('Middle'); Clinton aveva sottolineato il carattere "privato" della sua missione che aveva già registrato un primo, seppur piccolo, successo: un colloquio "molto emozionante"
Bill Clinton incontra Kim
Jong-il Graziate le due giornaliste Usa ( da "Stampaweb, La" del 04-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
il
ha ordinato al presidente della commissione nazionale di Difesa di garantire una
speciale grazia alle due giornaliste, condannate ai lavori forzati, e di
rilasciarle», riferisce
"contro i taliban
alle elezioni ci candidiamo noi" - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: giudizio potrà scandalizzare ma corrisponde esattamente alla dottrina Obama: rafforzare la presenza militare, aumentare la pressione sui Taliban e costringerne almeno una parte a negoziare alle condizioni degli occidentali. Nel caso non funzionasse, nei governi Nato crescerà la tentazione di un baratto al ribasso in cui inevitabilmente entreranno i diritti minimi delle ragazze afgane.
Dalle strategie divergenti
all'alleanza ( da
"Stampa, La" del
05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: giallo invece sul presunto messaggio che Barack Obama avrebbe recapitato a Kim per mano dell'ex presidente. La notizia diffusa dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap è stata smentita dalla Casa Bianca: «Non è vero», ha detto il portavoce Robert Gibbs, che poco prima aveva precisato come la missione fosse «esclusivamente privata» e volta ad ottenere il rilascio di Euna e Laura,
I taleban erano già
l'incubo di Churchill ( da
"Stampa, La" del
05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama di valutare le minacce alla sicurezza in Afghanistan e Pakistan. Il 17 luglio, Arnauld de Borchgrave sul Washington Times raccontava col fiato sospeso le conclusioni di Riedel: «Una vittoria jihadista in Pakistan significherebbe la conquista del Paese da parte di un movimento sunnita guidato dai taleban.
tutti i miei disturbi sono
cominciati con il suo arrivo ( da
"Repubblica, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina XV - Milano Duccio Obama Non chiede mai cosa c´è da fare,tanto sa che è stato assunto dal sottoscritto solo perché sua sorella, mia moglie, ha fatto pressioni su di me: se non lo prendi divorzio Sta in ufficio con bermuda e infradito, dice che anche gli americani vanno così.
La recessione mette in
crisi le casse federali degli Stati Uniti. Il gettito fiscale generato dal
pa... ( da "Stampa,
La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: proprio nel momento in cui il governo di Barack Obama sta avviando una serie di costose riforme destinate a incidere sul deficit federale giunto a 1800 miliardi di dollari. L'allarme rosso emerge da un'indagine condotta dall'Associated Press secondo cui il gettito del 2009 potrebbe ridursi del 18% segnando la flessione più pronunciata dal 1932, dai tempi della Grande Depressione.
blitz di clinton in corea
del nord kim jong-il libera le reporter usa - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: asso nella manica di Barack Obama, che grazie a lui incassa un´operazione umanitaria: la liberazione immediata di due giornaliste americane della tv di Al Gore, prigioniere da marzo, "graziate" con provvedimento speciale dal dittatore Kim Jong-il. Finalmente Obama fruisce della promessa "paghi uno compri due", implicita nella nomina di Hillary a segretario di Stato.
a wall street le regole
non cambiano geithner striglia le autorità di controllo - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Schapiro
(Sec) e Bair (Fdi) L´amministrazione Obama accusa: riforme bloccate,
festeggiano solo banche e banchieri FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente
new york - Wall Street è euforica,
I taleban erano già
l'incubo di Churchill ( da
"Stampaweb, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama di valutare le minacce alla sicurezza in Afghanistan e Pakistan. Il 17 luglio, Arnauld de Borchgrave sul Washington Times raccontava col fiato sospeso le conclusioni di Riedel: «Una vittoria jihadista in Pakistan significherebbe la conquista del Paese da parte di un movimento sunnita guidato dai taleban.
Bill in missione: libere
le reporter Usa ( da
"Corriere della Sera" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
ha
ascoltato il messaggio verbale che Barack Obama ha inviato al capo di quello
che Bush definì uno «Stato canaglia».
Geithner fa muro sulle
riforme Scontro con le authority ( da
"Corriere della Sera" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Obama-Geithner
laddove prevede la creazione di una nuova agenzia per la protezione del
consumatore di prodotti finanziari.
Sinistra, ipotesi di
Argomenti:
Obama
Abstract: magari usando il Web come ha fatto Barack Obama». Quanto ai contenuti, serve una sorta di «quarta via»: «Storicamente ricorda Berta la socialdemocrazia ha costruito la propria fortuna valorizzando un'identità collettiva, ma adesso deve recuperare la dimensione dei diritti individuali, superando la frontiera che ancora la separa dal liberalismo».
Usa, si dimette la
Argomenti:
Obama
Abstract: In maggio Obama aveva annunciato l'intenzione di creare un National Cyber Advisor per elaborare le strategie contro il crimine tecnologico. Secondo il Wall Street Journal , sulle dimissioni di Hathaway avrebbe pesato il disaccordo con lo staff economico del Presidente su nuove regole per la sicurezza delle reti di operatori privati,
Clinton torna con le due
reporter "Nessuna concessione a Pyongyang" ( da "Repubblica.it" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: E il presidente Barack Obama gliene ha dato atto lodando l'"ottimo lavoro svolto da Clinton nell'ottenere la liberazione delle due giornaliste" dalle prigioni nordcoreane. Soddisfatta anche la segretario di stato americano Hillary Clinton che si è detta "molto felice e sollevata".
Bill Clinton lascia
Pyongyang con le due reporter Usa graziate ( da "Stampaweb, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: di Obama. Come affermato dall'ufficio stampa della Casa Bianca, la missione di Clinton ha avuto carattere puramente umanitario. Tuttavia, secondo alcuni analisti, al di là di questa missione di buoni uffici, la visita - la seconda di un ex presidente Usa dopo quella di Jimmy Carter nel 1994 - riveste, almeno per Pyongyang,
Blitz di Clinton in Corea
del Nord Obama felice: "Ma niente svolta" ( da "Stampaweb, La" del 05-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
il
presidente Barack Obama non ha voluto interpretare il finale alla Hollywood di
questo ultimo braccio di ferro con
La corsa per la corona
mondiale dell'eleganza è un testa a testa tra due altezze reali: la... ( da "Stampa, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Carla Bruni Sarkozy e Michelle Obama (cui viene negato il cognome da ragazza, forse perché non ha avuto una carriera mediatica prematrimoniale), ma chi ha in mente il recente G8 aquilano e le signore dei «signori del mondo» non può dare torto alla selezione drastica di «Vanity Fair», che nel numero americano d'agosto stila la classifica delle elegantone e degli elegantoni del 2009.
corea, trionfo per clinton
in america le due giornaliste ( da
"Repubblica, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina FEDERICO RAMPINI A PAGINA 12 Monito di Obama a Pyongyang "Ma ora trattate sull´atomica" Corea, trionfo per Clinton in America le due giornaliste SEGUE A PAGINA 12
"rom, sono loro i
nuovi ebrei" ovadia debutta a san giovanni - gregorio moppi ( da "Repubblica, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: dovremmo pensare che da lì potrebbe nascere un futuro premio Nobel, un nuovo Obama». Il recital di Ovadia, storie e melodie accompagnate da diversi strumenti, sottolinea le molte affinità culturali e musicali tra sinti, ebrei, rom. Fino alla Shoah questi popoli hanno condiviso un medesimo destino di nomadismo: risposta di dignità e indipendenza alle persecuzioni.
super bill, missione
compiuta obama ringrazia e avverte "la corea smetta di provocare" -
federico rampini ( da "Repubblica,
La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Clinton è andato in Corea del Nord come un privato cittadino, non era portatore di un messaggio di Obama, non ha neppure parlato col presidente prima di partire. Al tempo stesso, il clan democratico è in festa per un successo umanitario nato grazie alla definitiva pacificazione fra tre grandi "famiglie": il clan Obama, i Clinton, e Al Gore.
monito di mosca a
washington "basta aiuti militari alla georgia" - leonardo coen ( da "Repubblica, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
per
questo Obama è andato a tranquillizzarlo il 23 luglio. Il che non è stato
gradito a Mosca. Che ha subito rialzato i toni bellicosi, per ricordare che
obama aiuta l'auto
elettrica con 2,4 miliardi di sussidi - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: batterie e componenti Obama aiuta l´auto elettrica con 2,4 miliardi di sussidi Favori ai produttori nazionali e gaffe su Toyota FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente NEW YORK - «E´ il più grande investimento mai compiuto al mondo in questo settore». In tournée nell´Indiana, uno degli Stati Usa più colpiti dalla crisi dell´auto,
"il fatto che sia
ancora premier rende debole la vostra democrazia" - alberto d'argenio ( da "Repubblica, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
è
il fenomeno Obama. E l´Europa deve scegliere il suo punto di riferimento:
l´Italia o gli Usa?
la crociata vaticana e le
mani sulla vita - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come quelle svolte dalle organizzazioni internazionali alle quali Obama è tornato ad assicurare i finanziamenti. La volontà di limitare la libertà di scelta e di espropriare le persone del diritto di governare la propria vita, era già comparsa nelle discussioni che accompagnano il dibattito parlamentare sul testamento biologico.
I sottomarini russi
tornano a spiare le coste americane ( da "Stampaweb, La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama abbia parlato con il suo omologo russo Dmitry Medvedev quando questi gli ha telefonato telefono martedì sera per fargli gli auguri di compleanno. Fonti diplomatiche riferiscono invece che i due capi di Stato abbiano affrontato il nodo georgiano, in particolare dopo la richiesta di 16 milioni di dollari in armamenti avanzata da Tbilisi e che rischia di acuire ulteriormente le
L'eleganza global della
Sceicca ( da "Stampaweb,
La" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Carla Bruni Sarkozy e Michelle Obama (cui viene negato il cognome da ragazza, forse perché non ha avuto una carriera mediatica prematrimoniale), ma chi ha in mente il recente G8 aquilano e le signore dei «signori del mondo» non può dare torto alla selezione drastica di «Vanity Fair», che nel numero americano d'agosto stila la classifica delle elegantone e degli elegantoni del 2009.
Ahmadinejad giura da
presidente Proteste e scontri a Teheran ( da "Corriere della
Sera" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: più volte formulata da Obama, è ancora sul tavolo. Una concessione non da poco quando il tuo interlocutore bastona chi chiede libertà. Ispirata alla prudenza anche la precisazione del portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, al seguito del presidente: «Il popolo iraniano continua a porsi delle domande (sul voto, ndr ), ma lasciamo che siano loro a giudicare»
Usa, gaffe dei detrattori
di Obama il certificato dei 'birthers' è un falso ( da "Repubblica.it" del 06-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama di mostrare il suo "vero" certificato di nascita. Tutte le lettere erano state preconfezionate dal sito di estrema destra "WorldNet Daily". Il dibattito sulle origini di Obama infatti non è cosa da poco conto negli Stati Uniti in queste ore, al punto che un sondaggio di Politico.
usa, un'ispanica alla
corte suprema luce verde del senato alla sotomayor ( da "Repubblica, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il giudice ha così raccolto qualche voto tra i repubblicani ma non quello dell´ex sfidante di Obama, John McCain. L´elezione è naturalmente stata subito salutata come «fatto storico» da Obama, che ha parlato di «giornata meravigliosa». «Questo - ha detto - è un voto che ha infranto un´altra barriera, un altro passo verso un´America sempre più unita».
obama riforma le carceri
per immigrati - federico rampini ( da
"Repubblica, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Esteri Obama riforma le carceri per immigrati I 400 mila clandestini saranno sistemati in "strutture più umane" Ora sono detenuti in 350 penitenziari pubblici e privati proliferati durante l´era Bush FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente NEW YORK - Non è ancora la nuova politica sull´immigrazione promessa da Obama,
israele e l'america di
obama - sandro viola ( da
"Repubblica, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
E
questo mentre Barack Obama viene visto dagli israeliani come un alleato incerto,
flessibile con tutti (con gli ayatollah di Teheran, con
pirati all'attacco,
paralizzato twitter - (segue dalla prima pagina) dal nostro inviato ( da "Repubblica, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: attacco arriva proprio nel giorno in cui i social network sono stati scelti dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per lanciare l´offensiva finale della grande battaglia per la riforma della sanità. Non solo. La sfida arriva all´indomani della notizia dell´addio dello cyberzar degli Usa, Melissa Hathaway, la donna che aveva già lavorato con George W.
trichet: no alla tassa
italiana sull'oro - luisa grion ( da
"Repubblica, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione di Obama ha appena precisato di non avere pianificato, a breve termine, alcun nuovo pacchetto di stimolo. Quanto alla ripresa arriverà, ma non sarà rosa e fiori: «Osserviamo che la fiducia sta migliorando, ma rimaniamo prudenti - ha sottolineato Trichet - probabilmente ci attende un percorso accidentato».
economia verde troppe
promesse anche da obama ( da
"Repubblica, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Economia
Global market Economia verde troppe promesse anche da Obama Non venderemo
Non abbiamo toccato il
fondo ( da "Stampa,
La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: magari al seguito dello spiraglio di crescita di recente preconizzato per fine anno dal presidente Obama. È possibile e sicuramente auspicabile che i tempi della ripresa Usa siano più celeri di quanto si era temuto, ma un miglioramento economico al di là dell'Atlantico non è destinato a riverberarsi immediatamente sulle condizioni delle nostre imprese.
WASHINGTON Sonia Sotomayor
è ufficialmente il primo giudice di origine latina ad arrivare al... ( da "Stampa, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: siglata dal presidente Barack Obama lo scorso 26 maggio. La donna sostituisce così il giudice David Souter, scelto da George W. Bush, che ha rassegnato le dimissioni nell'aprile scorso. L'aula del Senato ha approvato la nomina con 68 voti favorevoli e 31 contrari. Prima di arrivare alla Corte Suprema Sonia Maria Sotomayor ricopriva la carica di giudice federale di Corte d'
Il gran rifiuto di Neri
Pozza e la modestia di Battiato ( da
"Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Attenti a Obama Un detenuto per terrorismo, Ahmed Omar Abu Ali, condannato a 30 anni come membro di Al Qaeda, voleva leggere il bestseller di Barack Obama L'audacia della speranza. Il sogno americano per un mondo nuovo (da noi disponibile dell'edizione Bur Rizzoli).
"I superprofitti? Un
mito da sfatare" ( da
"Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: insomma ci sta lavorando l'Amministrazione di Barack Obama, ma non c'è nulla che si possa fare in Italia. E invece è da trent'anni che siamo qui ad accusare le compagnie cattive che speculano sul prezzo della benzina, quando invece non ci guadagnano quasi niente». Specifichiamo meglio che cosa intende per niente?
Negli Usa potrebbe
superare il 10% ( da
"Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Il
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, crede che il tasso di
disoccupazione potrebbe superare la soglia del 10%. Lo ha detto ieri un
portavoce della Casa Bianca aggiungendo che ancora non è stato previsto quanto
potrebbe avvenire il «sorpasso». Certo è comunque che
Attacco hacker Twitter al
buio per tre ore ( da
"Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come ha compreso Obama che ha istituito una task force per fronteggiare gli attacchi informatici. Al confronto appare perfino nostalgica l'impresa di Gary McKinnon, un distinto quarantenne che nel 2002 aveva bucato le difese informatiche della Nasa, del Pentagono, dell'Esercito, della Marina e delle Forze aeree statunitensi per cercare prove dell'
"Identificarli è
quasi impossibile" ( da
"Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come ha compreso Obama che ha istituito una task force per fronteggiare gli attacchi informatici. Al confronto appare perfino nostalgica l'impresa di Gary McKinnon, un distinto quarantenne che nel 2002 aveva bucato le difese informatiche della Nasa, del Pentagono, dell'Esercito, della Marina e delle Forze aeree statunitensi per cercare prove dell'
Da romantici a criminali
una sfida lunga 30 anni ( da
"Stampaweb, La" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come ha compreso Obama che ha istituito una task force per fronteggiare gli attacchi informatici. Al confronto appare perfino nostalgica l'impresa di Gary McKinnon, un distinto quarantenne che nel 2002 aveva bucato le difese informatiche della Nasa, del Pentagono, dell'Esercito, della Marina e delle Forze aeree statunitensi per cercare prove dell'
Pakistan, così Al Qaeda
sogna la bomba atomica ( da
"Repubblica.it" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama, tra i suoi compatrioti Khan resta il popolarissimo "padre della Bomba". Non ha mai svelato i suoi segreti. Un suo collega, Sultan Mahmood, responsabile del reattore nucleare di Khushab e notabile di un partito filo-Taliban, ha dovuto ammettere che Osama bin Laden gli chiese una consulenza per costruire un ordigno "
Saggi, romanzi, racconti:
è la letteratura della recessione ( da "Corriere della
Sera" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: della presidenza Obama, si dice colpito dalla preveggenza di alcuni suoi giovani colleghi: «Un romanzo richiede anni di lavoro e il crollo della finanza è, tutto sommato, un fenomeno recente. Eppure in autunno Adam Haslett pubblicherà Union Atlantic , uno straordinario racconto costruito attorno alla corsa verso il disastro di una banca del Massachusetts.
L'ispanica Sonia Sotomayor
eletta alla Corte Suprema ( da
"Corriere della Sera" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama: giorno meraviglioso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Dai ghetti degli immigrati portoricani nel Bronx alla Corte Suprema, passando per l'Università di Yale e una prestigiosa carriera che l'ha vista procuratore distrettuale, avvocato, giudice federale, giudice di Corte d'Appello.
I pirati mettono in crisi
Twitter ( da "Corriere
della Sera" del 07-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama, Al Gore, Kevin Spacey, Demi Moore e che, durante le proteste politiche in Iran, è stato l'unico strumento utilizzato dai sostenitori del riformista Moussavi per divulgare notizie da Teheran verso l'estero. La conferma del blitz ad opera di hacker l'ha data Biz Stone, uno dei cofondatori di Twitter: «In questo banalissimo giovedì mattina Twitter è stato obiettivo di un attacco
gelata sul pil in caduta
del 6% ( da "Repubblica,
La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ottimismo di Obama Gelata sul Pil in caduta del 6% ROMA - Nuovo tonfo del Pil in Italia. Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo ha segnato una caduta del 6%. è il dato peggiore dal 1980. I sindacati sono in allarme e chiedono un maggior sostegno al reddito dei lavoratori.
la crisi, keynes e gli
stimoli - joseph e. stiglitz ( da
"Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il governo Obama appare sorpreso e deluso dall´alto e crescente numero di disoccupati. Non dovrebbe perché tutto questo era prevedibile. La vera misura del successo di uno stimolo non è il livello della disoccupazione in quel dato momento, ma quali sarebbero state le sue dimensioni se lo stimolo non fosse stato messo in atto.
la lega tra nemici locali
e globali - renzo guolo ( da
"Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: e in particolare dall´obamismo, che incarna anche simbolicamente un tipo di società etnicamente e religiosamente plurale che il Carroccio aborrisce, il quadro è completo. Il localismo in salsa verde si traduce in autismo politico nella scena internazionale. Una forma di assicurazione anche contro gli svarioni politici compiuti in passato.
scatenato, cinefilo,
demenziale in un'estate a tutto campo - gaia rau ( da "Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: E nuovi saranno anche i personaggi: dall´Obama pisano al neo sindaco di Firenze, a cui faremo intonare Una lacrima sul viso, a Terminator che canta Tiziano Ferro. Il finale musicale sarà travolgente. Da ieri affianca Fabio Canino al Mardi Gras di Torre del Lago, dove la sua comicità decisamente «etero» affronta i temi dell´omosessualità.
il sax di cafiso per
incantare il "locus" ( da
"Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: onore del nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Merito di una segnalazione del trombettista jazz Wynton Marsalis, uno dei primi ad aver notato il talento di Cafiso tanto da portarlo a 13 anni a esibirsi al Lincoln Center di New York. Il giovane sassofonista originario di Vittoria ha ricevuto lo scorso 17 luglio l´investitura di "Ambasciatore della musica jazz nel mondo"
frena la disoccupazione
usa e le borse prendono il volo ( da
"Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: crescita Frena la disoccupazione Usa e le Borse prendono il volo Obama: luce in fondo al tunnel. Il deficit sale a 1.300 miliardi I dati sui posti di lavoro sono un segno in più che il peggio dovrebbe essere ormai alle spalle Siamo partiti da un abisso e ci resta da scalare una montagna molto ripida ma ora ci vuole una nuova crescita DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - All´inizio dell´
la flebo pubblica ha
funzionato ma ora serve una cura alternativa - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: dichiara Obama - dobbiamo chiederci che cosa verrà dopo». Si riduce il ritmo dei licenziamenti in America, il tasso di disoccupazione accenna a scendere, gli indici di Borsa salgono ai massimi del 2009, con rialzi del 50% da marzo. Un coro di economisti dà ragione al presidente: la recessione potrebbe essere addirittura già finita,
- (segue dalla copertina)
alessio balbi ( da
"Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama. Alla fine di giugno, il nuovo segretario alla Difesa Robert Gates ha creato un comando apposito per difendere le reti informatiche militari e sviluppare armi di offesa. Le ipotesi sul tavolo prevedono la possibilità per le truppe americane di entrare nei computer dei criminali informatici in Russia o Cina per distruggere le botnet,
- (segue dalla prima
pagina) giuseppe d'avanzo ( da
"Repubblica, La" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Se Barack Obama ha firmato a Mosca il trattato per la limitazione delle armi nucleari, il merito è di Berlusconi che ha favorito «l´avvicinamento» della nuova amministrazione americana al Cremlino. Se l´Alleanza atlantica è ancora vegeta, lo si deve al lavoro di persuasione di Berlusconi che ha convinto il leader turco Erdogan a dare il via libera alla candidatura di Rasmussen.
Attacco russo a Twitter:
il bersaglio era georgiano ( da
"Corriere della Sera" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: 140 caratteri e che è utilizzato dai giovani e anche da personalità internazionali, come Obama. Twitter era anche l'unico strumento di comunicazione in mano ai dissidenti iraniani nei giorni della grande repressione. Ritardi e altri problemi anche su Facebook (250 milioni di utenti attivi) su LiveJournal e Google Blogger che comunque sono riusciti a difendersi meglio di Twitter.
L'Italia tra Putin e
l'Europa ( da "Corriere
della Sera" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama fa benissimo a spingere il suo pulsante reset. Ma tenere un piede di qua e un piede e mezzo di là per l'Italia non è una buona politica. Quali che siano gli interessi economici, che l'Eni giustamente persegue facendo il suo mestiere. E quali che siano le ambizioni politiche di «mediare» tra russi e americani,
Obama ottimista: il peggio
è passato Wall Street ci crede ( da
"Corriere della Sera" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: 29 Ripresa Il presidente: si comincia a vedere la luce fuori dal tunnel Obama ottimista: il peggio è passato Wall Street ci crede Disoccupazione Usa meglio del previsto al 9,4% DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Qualche volta anche un quarto di milione di posti di lavoro perduti un solo mese possono essere una buona notizia.
Il mondo meraviglioso del
Cavaliere tra potere, menzogne, pubblicità e tv ( da "Repubblica.it" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Se Barack Obama ha firmato a Mosca il trattato per la limitazione delle armi nucleari, il merito è di Berlusconi che ha favorito "l'avvicinamento" della nuova amministrazione americana al Cremlino. Se l'Alleanza atlantica è ancora vegeta, lo si deve al lavoro di persuasione di Berlusconi che ha convinto il leader turco Erdogan a dare il via libera alla candidatura di Rasmussen.
War games, l'attacco a
Twitter e la paura della cyberguerra ( da "Repubblica.it" del 08-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama. Alla fine di giugno, il nuovo segretario alla Difesa Robert Gates ha creato un comando apposito per difendere le reti informatiche militari e sviluppare armi di offesa. Le ipotesi sul tavolo prevedono la possibilità per le truppe americane di entrare nei computer dei criminali informatici in Russia o Cina per distruggere le botnet,
La giovane studiosa da
Parigi alle galere di Ahmadinejad ( da "Stampa, La" del 09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama. Evidentemente il Palazzo a Teheran ha memoria lunga. La «confessione» della Reiss è stata completa, tanto da evocare immediatamente il sospetto che sia stata sottoposta durante la detenzione a pressioni intollerabili. «Ho scritto un rapporto sulle manifestazioni lungo una pagina e l'ho consegnato all'istituto francese di ricerca in Iran che dipende dai servizi culturali dell'
"E ora l'America con
chi parlerà?" ( da
"Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: " "Obama deve sperare nei dissidi interni" In Iran, le manifestazioni di piazza e l'ostilità crescente sia della gente sia degli oppositori politici di Ahmadinejad complicheranno la vita ad Obama, che deve fermare i piani nucleari di un leader indebolito ma, per ora, inevitabile.
Giura Sonia Sotomayor
prima giudice ispanica ( da
"Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La nomina della nuova giudice, proposta da Obama e approvata tre giorni fa dal Senato con 68 voti favorevoli e 38 contrari, è stata accompagnata da numerose polemiche. Prima candidata di un presidente democratico dal 1994, è stata osteggiata da molti conservatori. \
Dalle scarpe dei potenti
al banchiere dei poveri ( da
"Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: la corsa che ha portato le celebri scarpe made in Novara anche ai piedi di Papa Benedetto XVI e a breve del presidente Obama non si è più fermata. «Per caso le scarpe di Papa Wojtyla erano state notate da Bush, durante un viaggio del Santo Padre negli Stati Uniti - ricorda Stefanelli -. Dal Papa al presidente degli Stati Uniti il passaggio è stato quindi facile».
Autunno caldo: 200 mila
posti a rischio ( da
"Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: come ha ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, «non ci sarà una vera ripresa finché si continueranno a perdere posti di lavoro». In Italia un po' di timori sul fronte dell'occupazione affiorano con le ultime previsioni della Cgia di Mestre, che ieri ha fatto sapere che sono a rischio 200 mila posti di lavoro in autunno.
gli usa in crisi comprano
americano messico e canada: obama ci ripensi - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
narcos
e ambiente in agenda Gli Usa in crisi comprano americano Messico e Canada:
Obama ci ripensi FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente NEW YORK - Il primo
partner commerciale degli Stati Uniti non è
complotto internazionale,
il teorema che piace a teheran - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Uniti di Obama. Una reazione delle fazioni antioccidentali, che rispondono colpo su colpo alle carte filoccidentali giocate in queste settimane dalle fazioni messe ai margini dal 12 giugno. Tensioni che avranno inevitabilmente riverbero sulle relazioni con Teheran: la stessa presidenza di turno svedese, ha dichiarato che il processo alla studentessa francese e ai due impiegati dell´
usa, sulla sanità è l'ora
delle risse - angelo aquaro ( da
"Repubblica, La" del 09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama è il male assoluto" Usa, sulla sanità è l´ora delle risse Blitz dei Repubblicani, scontri e feriti ai comizi dei Democratici Blitz dei Repubblicani anti-riforma sulla sanità di Obama è l´ora delle risse Sarah Palin scatenata: "Il piano del presidente male assoluto" ANGELO AQUARO DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Le ronde antiriforma hanno già raggiunto un obiettivo nella guerra
nel fortino sotto assedio
del tg3 "berlusconi sembra saddam" - alessandra longo ( da "Repubblica, La" del 09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Minacce e svastiche contro
la nuova sanità della riforma Obama ( da "Corriere della
Sera" del 09-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Minacce e svastiche contro la nuova sanità della riforma Obama Il progetto per l'estensione dell'assicurazione medica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Brad Miller, deputato democratico del North Carolina, è stato minacciato di morte. John Dingell, suo compagno di partito del Michigan, l'hanno dovuto scortare fuori dalla sala dov'era venuto a discutere della riforma sanitaria.
on solo russi, cinesi,
iraniani, arabi e coreani. Nella lista dei nemici potenziali dell'Americ... ( da "Stampa, La" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: e su scala sempre più vasta», dice il senatore, che per conto di Barack Obama si appresta a convincere il Senato ad approvare il pacchetto di leggi sul clima e l'energia già votato a giugno dalla Camera. Userà, tra gli altri, il nuovo argomento della minaccia strategica derivante dal mercurio in inarrestabile aumento.
"Il regime certo
crollerà ma non tanto presto Chi ha vinto? La Russia" ( da "Stampa, La" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
Il
presidente Obama può archiviare qualsiasi ipotesi di dialogo con l'attuale Iran.
La corsa al nucleare subirà un'accelerata e la tensione nella regione crescerà:
in queste condizioni un conflitto è più probabile». Come spiega l'offensiva
degli ayatollah contro
"Italiani d'America,
i mostri eravate voi" ( da
"Stampa, La" del
10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
con
Obama, è il tempo del riscatto: «Ma guardi come sono ancora trattati i neri
dove vivo, al confine sud di Harlem». Gli italiani nel frattempo hanno scalfito
l'odio anche grazie a figure diverse, la musica, il cinema, la politica,
«uomini come Frank Sinatra, o Coppola, o Fiorello
la "prima guerra
mondiale del clima" allarme di militari e intelligence usa - angelo aquaro ( da "Repubblica, La" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: cade negli Stati Uniti alla vigilia della discussione al Senato di quel pacchetto-clima che tra mille mal di pancia Barack Obama è riuscito a far digerire alla Camera. John Kerry, proprio l´ex sfidante di Bush, sta facendo un lavoraccio per convincere una trentina di senatori, soprattutto del Sud, che pagherebbero i tagli sul carbone con l´aumento delle tariffe. Ecco, il carbone.
cambia il cerimoniale e
buckingham palace volta le spalle alla regina - marco pasqua ( da "Repubblica, La" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
mai
abbracciarla (un´eccezione fu registrata ad aprile, quando incontrò Michelle
Obama e fu lei stessa a "toccare"
Argomenti:
Obama
Abstract: È una posizione che riflette l'atteggiamento di fondo del presidente Obama, deciso a mettersi alle spalle le pagine oscure del predecessore e guardare avanti, ma disposto a lasciare uno spiraglio aperto all'incriminazione di singoli agenti che hanno infranto la legge. Per alcuni osservatori, la nomina e l'inchiesta sono ormai scontati.
Come far soldi con lo
swing di un altro ( da
"Corriere della Sera" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: allenatori vengono intervistati senza problemi durante la partita e in cui Barack Obama all'ultimo All Star Game fa il primo lancio e poi va a cazzeggiare coi telecronisti indossando il giubbotto dei Chicago White Sox senza che nessun tifoso delle altre 29 squadre si senta offeso. In uno scenario simile, fatto sì di business e problemi (per esempio il doping) ma anche di tanta leggerezza,
Dare le spalle alla
regina: ora si può ( da
"Corriere della Sera" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: abbraccio inusuale fra lei e Michelle Obama in aprile. L'ultima volta che un premier aveva osato cingerle la spalla una ventina di anni fa si era cimentato il capo del governo australiano si era gridato allo scandalo e i gelidi custodi dei protocolli avevano ricordato: non si può avere una simile confidenza con i re e le regine.
Hillary in Angola:
Argomenti:
Obama
Abstract:
anche
sulla scia di quanto già detto dal presidente Obama in Ghana il mese scorso.
al cerimoniale ( da "Corriere della
Sera" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/08/2009 - pag: 17 Strappo al cerimoniale Michelle Obama ricambia l'abbraccio della regina Elisabetta in violazione del protocollo, lo scorso aprile a Buckingham Palace
Londra, cambia il
cerimoniale a corte Buckingham Palace volta le spalle alla regina ( da "Repubblica.it" del 10-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract:
mai
abbracciarla (un'eccezione fu registrata ad aprile, quando incontrò Michelle
Obama e fu lei stessa a "toccare"
( da "Stampa, La" del
02-08-2009)
Argomenti: Obama
Nicolas Sarkozy La storia Dai fasti di Reagan agli impacci
dei leader di oggi Tony Blair Silvio Berlusconi Dmitry Medvedev
Ronald Reagan Barack Obama
( da "Stampa, La" del
02-08-2009)
Argomenti: Obama
il caso Rivoluzione ecologica nei campi Largo
all'energia verde Confagricoltura punta 600 milioni di euro LUIGI GRASSIA Da
quando alla guida dell'America c'è Obama con la sua svolta verde (il «Green
New Deal») l'onda ecologista investe un po' tutti i Paesi, e adesso anche il
settore agricolo italiano vuol contribuire alla diversificazione delle fonti
energetiche e alla diminuzione dei consumi. Il primo passo operativo su vasta
scala in Italia lo ha fatto Confagricoltura, creando una rete che
produce biomasse di origine agricola: un grande progetto strategico che
coinvolge 120 imprese e ben 600 milioni di euro di investimenti, arrivando a
installare nei campi una potenza di 170 MegaWatt di energia pulita. Federico
Vecchioni, che presiede Confagricoltura con le sue 546 mila imprese associate,
dice che questo impegno si giustifica anche come opportunità per le aziende di
«diminuire i costi e aumentare la competitività». Alla presentazione del
rapporto annuale dell'Enea su energia e ambiente, Vecchioni ha spiegato che il
settore punta a sviluppare «i sistemi a biomassa e biogas e il fotovoltaico»
(le biomasse sono tutte le sostanze organiche non fossili che si possono
utilizzare come combustibili, e l'energia fotovoltaica è l'elettricità che si
ricava dalla luce del sole). Sul piano tecnologico gli impianti già esistono e
sono sperimentati, adesso si tratta solo di calibrare gli incentivi e di
sfruttare le economie di scala: «Un sistema di incentivi chiaro e stabile negli
anni - dice Vecchioni - consentirà alle imprese agricole di pianificare gli
investimenti nel lungo periodo. Poi, superato il passaggio iniziale, più le
tecnologie avanzano, più il ricorso agli incentivi potrà essere ridimensionato».
A latere, Vecchioni esprime però il suo sconcerto per i troppi fondi pubblici
che, pur stanziati, nessuno riesce a spendere, per ragioni misteriose: il
presidente di Confagricoltura si riferisce in particolare a «600 milioni di
euro dei fondi rotativi, ossia dei finanziamenti di credito agevolato per le
aziende che vogliono promuovere sistemi di cogenerazione ad alta efficienza,
che giacciano fermi, mentre le imprese di Confagricoltura sono pronte a entrare
in questa partita». Per vocazione e per interesse (un binomio su cui fare il
massimo affidamento) la comunità agricola intende diventare il tassello
fondamentale del disegno normativo grazie al quale verrà riformulato il
rapporto fra economia, energia e territorio. Senza temere che fra l'una e l'altra
tessera del mosaico possano manifestarsi delle incompatibilità, come ad esempio
quando si teme che le energie alternative, nella forma di piante coltivate per
produrre biocarburanti, sottraggano terra e risorse alle colture per il cibo.
«Va definitivamente screditato - dice Federico Vecchioni - l'approccio
ideologico che considera l'agricoltura non compatibile con la produzione di
energia, in quanto questa andrebbe a discapito di quella alimentare. Le moderne
tecnologie consentono la coesistenza delle due attività. Senza contare che in
Italia ben
( da "Stampa, La" del
02-08-2009)
Argomenti: Obama
IL PRESIDENTE ALLA RADIO USA
( da "Stampa, La" del
02-08-2009)
Argomenti: Obama
Gli eco-incentivi fino a 4500 dollari A inizio
settimana il voto del Senato [FIRMA]GLAUCO MAGGI NEW YORK La «rottamazione verde»
delle auto americane ha avuto un tale successo che il miliardo di dollari
predisposto all'interno del pacchetto di stimoli anti-recessione è andato
esaurito in due settimane, anziché tre mesi come previsto. Battezzato Cars (Car
allowance rebate system, piano di sconto per le auto), il programma offre un
credito di 4500 dollari per l'acquisto di una macchina nuova più efficiente in
termini di carburante per miglio consegnandone una vecchia che consuma di più.
L'idea era di generare nuove vendite per 250mila veicoli entro il primo
novembre, ma ai concessionari si sono presentati così tanti clienti da far
saltare i computer governativi che gestiscono queste transazioni. In tutta
fretta, venerdì
( da "Repubblica, La"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima Pagina Tutti a L´Aquila capitale d´estate
ILVO DIAMANTI Ne avrebbe fatto volentieri a meno, L´Aquila. Per non dire dei
suoi cittadini. Ma questa improvvisa e persistente popolarità è destinata a
durare a lungo. Non erano abituati, L´Aquila e i suoi
cittadini, la popolazione della zona, ai riflettori. A una fama tanto ampia.
Certo: L´Aquila è una bella città. Per arte, paesaggio, cultura. Però Nicolas e
Carlà Sarkozy, Barack e Michelle Obama. E poi Gordon Brown e Vladimir Putin. SEGUE A PAGINA 22
( da "Repubblica, La"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 14 - Esteri Pugno di ferro a Teheran,
opposizione alla sbarra Cominciato il processo ai "capi" della
rivolta. Drammatiche "confessioni" in aula Tra gli imputati molti
leader del governo Khatami, magri e con le divise dei carcerati VANNA
VANNUCCINI Sono entrati nell´aula irriconoscibili, magri, terrei, l´ombra di se
stessi, vestiti di quei pigiami grigi che sono le uniformi delle carceri
iraniane. Ali Abtahi, ex vicepresidente, un hojatoleslam; Abdollah
Ramezanzadeh,ex portavoce del governo Khatami; Mohsen Mirdamadi capo del
partito riformatore Mosharekat, l´ex viceministro degli Esteri, Mohsen
Amizadeh, e l´ex vicepresidente del parlamento Behzad Navabi. Dopo che non è
riuscito con la violenza, le intimidazioni, i raid notturni nelle case e le
torture a tacitare la protesta degli iraniani contro chi ha rubato il loro
voto, il regime prova dopo sette settimane a stroncarla con processi farsa di
staliniana memoria. Cento persone sono comparse ieri davanti al tribunale della
rivoluzione di Teheran. Senza avvocati, senza la presenza di familiari, senza
giornalisti. Ma c´è da scommettere che le loro immagini appariranno presto
sulla tv di Stato. Una metà degli imputati erano stati arrestati giovedì, nel
"giorno di Neda", quando gli agenti della polizia segreta hanno
impedito con la forza la commemorazione degli uccisi. Le fotografie mostrano in
prima fila Ali Abtahi, irriconoscibile da quanto è dimagrito, privato del
turbante di seyyed, il primo a cui è stata estratta una piena
"confessione". L´avevo visto l´ultima volta alle prime manifestazioni
dopo il 12 giugno, sempre sorridente, ottimista, ancora fiducioso che il regime
ci avrebbe ripensato, che i voti sarebbero stati ricontati, che nessun governo
islamico avrebbe potuto permettersi un tale affronto all´onore e alla dignità
dell´Iran. Il giorno dopo era stato arrestato, e dopo poco era circolata una
foto di lui in lacrime. «Ho sbagliato a prendere parte alle manifestazioni,
l´elezione di Ahmadinejad è stata senza brogli, sono gli altri che hanno
tradito» si legge nella "confessione". «I riformisti hanno cercato di
intrappolare
( da "Repubblica, La"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 18 - Economia Affari & politica
( da "Repubblica, La"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 40 - Cultura L´INCONTRO Carismatici Artista
concettuale, musicista, ribelle è ed è stata tante cose questa fascinosa
ragazza di settantasei anni Ora, seduta su una terrazza veneziana, ripercorre
la sua vita: l´asilo giapponese che le ha insegnato a dare forma alle idee, il
loft newyorkese che riuniva i creativi anni Cinquanta, il celebre Bed-In con
John Lennon. Sorride: "Le donne che non stanno al loro posto sono additate
come streghe. E allora lo dico prima io: sì, sono una strega" Sono stati
in molti a odiare il fatto che John e io, pur venendo da paesi, classi, culture
diversissimi, fossimo così intimamente uniti e capaci di lottare insieme per la
pace CLOE PICCOLI VENEZIA e mana un´energia magnetica mentre dipana la sua
storia in un caldo pomeriggio d´estate sulla terrazza dell´Hotel Danieli a
Venezia. Occhialini neri scivolati sul naso, occhi scuri e intensi, Yoko Ono
racconta e osserva: non le sfugge nulla, parla a voce bassa, ma esprime
concetti radicali sulla vita, l´arte e l´avanguardia, e intanto registra
rumori, immagini, luci e colori. L´inclinazione all´ascolto l´ha sviluppata da
bambina a un asilo speciale in Giappone dove insegnavano musica. «A scuola, come
compito, dovevo ascoltare il suono del giorno e poi, a casa, tradurlo in note
musicali. Tradurre i suoni in spartiti, dare forma a idee astratte, trasformare
i concetti in qualcosa di tangibile, note, segni, parole, è un esercizio che
pratico dall´infanzia, è nato come un gioco da bambini e poi si è sviluppato,
fino agli studi di filosofia. Sono sempre stata affascinata dalla filosofia.
Ancor prima di studiarla avevo letto molti libri. Fin da ragazzina ho sempre
ragionato su temi come la vita e il pianeta». Artista, musicista, attivista,
Yoko Ono è a Venezia per Anton´s Memory, la mostra alla Fondazione Bevilacqua
( da "Corriere della Sera"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data:
02/08/2009 - pag: 2 Obama «Molti mesi per uscire dalla crisi» MILANO Il presidente degli
Stati Uniti, Barack Obama,
prevede tempi lunghi per uscire dalla crisi: «Ci vorranno ancora molti mesi per
poter dire che siamo fuori dal tunnel della recessione ha detto . Una
recessione che abbiamo capito essere molto più profonda di quanto nessuno
potesse pensare». Obama, commentando gli indici
sulla disoccupazione Usa, ha spiegato che «gli ultimi dati sul lavoro mostrano
che continua l'emorragia di posti di lavoro». Il presidente si è però mostrato
fiducioso: l'economia «ha fatto meglio di quanto ci aspettassimo», ha
affermato. Insomma, per Obama «ci stiamo muovendo
nella giusta direzione».
( da "Corriere della Sera"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data:
02/08/2009 - pag:
( da "Corriere della Sera"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Focus Vuota data:
02/08/2009 - pag: 11 Il ministro dell'Istruzione, dell'università e della
ricerca «Niente tagli ma occorre razionalizzare Priorità a tecnologie verdi e studi
spaziali» La riforma degli enti di ricerca e il piano nazionale della ricerca
sono attesi con inquietudine. Qualcuno teme il peggio. Come risponde il
ministro Mariastella Gelmini? «Occorre fare sistema, solo così lo sviluppo
tecnologico diventerà innovazione produttiva». Perché adesso un sistema non
c'è? «Proprio no. Ognuno fa per sé. Quindi bisogna ripristinare una sinergia
adesso inesistente, soprattutto fra gli enti e i ministeri. Oggi la
collaborazione è complicata e il ministero dell'Istruzione, dell'Università e
della ricerca ha perso la regia di una organizzazione strategica che deve
riprendere». E da dove inizia? «Innanzitutto procediamo ad una verifica degli
enti per semplificarne l'operato, razionalizzando dove serve e attuando una
collaborazione con il ministero dello sviluppo economico». C'è chi ha paura di
ridimensionamenti.... «Non tagliamo nulla» La legge di riforma basterà? «Nel
testo ci sono aspetti di incoerenza che meritano di essere migliorati» C'è
qualche metodo particolare adottato nell'operazione? «Si verificano, intanto, i
sistemi di incentivazione in modo che la ricerca diventi davvero produttiva e
si riesca a materializzare il famoso trasferimento tecnologico». Sono previsti
interventi per aiutare l'applicazione della riforma? «Oltre alle risorse
ordinarie bisogna pensare a nuovi strumenti di investimento che possono
attirare capitali. Questi dovrebbero sostenere proprio il trasferimento
tecnologico alle imprese». E le risorse ordinarie rimarranno invariate?
«Bisogna soprattutto evitare la loro frammentazione che è il male presente
finora e mai risolto nella realtà nonostante si continui a ricordarlo» Per la
ricerca privata c'è il problema delle piccole e delle grandi imprese con
diverse disponibilità e interessi... «È un gap da colmare come ci è stato
sottolineato anche dall'Europa. Ma c'è anche la disparità tra aziende del Nord
e del Sud e anche questo è da ridurre». E il piano nazionale per la ricerca?
«Si sta preparando in parallelo alla riforma da parte di un gruppo di lavoro.
Alcune bozze sono già state diffuse e sottoposte a enti e ministeri». Si sono
stabilite delle priorità come molti chiedono? «Certo, non sarebbe possibile
fare diversamente. Tra le aree scelte c'è l'energia con le green technologies ,
i processi dell'invecchiamento, l'alimentazione e l'agricoltura e la ricerca
spaziale ricca di tecnologie legate alla vita quotidiana». Il
presidente americano Barack Obama ha subito deciso l'aumento dei fondi per la ricerca. Condivide?
«Ha fatto benissimo, è una via per rilanciare il Paese». E in Italia ? «In
settembre organizzeremo una conferenza nazionale per la ricerca e daremo il via
ad alcuni progetti per grandi infrastrutture scientifiche». In quali
campi? «Da nuovi satelliti a progetti per l'aiuto ai Paesi in via di sviluppo».
G. Cap.
( da "Corriere della Sera"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
02/08/2009 - pag: 19 La storia Lettera dei deputati britannici dei due
schieramenti indirizzata a Obama per ottenere
clemenza. Si schiera anche Cameron Londra con l'hacker autistico che ha violato
Nasa e Pentagono Andava a caccia di Ufo, gli Usa chiedono l'estradizione Un Ufo
non può andare a benzina. Nessun serbatoio sarà mai grande abbastanza da
contenere il combustibile necessario a esplorare le galassie. Il viaggio del
britannico Gary McKinnon è cominciato con un pensiero fisso, per diventare la
più grande intrusione informatica nella storia della difesa americana e lo
spunto per un esame di coscienza sulle ossessioni del dopo-11 settembre. Il
verdetto che Gary aspettava da sette anni è arrivato venerdì, quando l'Alta
Corte di Londra ha respinto il suo ultimo app ello contro l'estradizione negli
Stati Uniti, dove potrà essere processato per aver «minacciato» il governo Usa
violando i sistemi informatici di Pentagono, Nasa, Esercito, Aviazione e Marina
tra il 2001 e il 2002. Cercava prove sull'esistenza degli Ufo, ha provocato
danni per 800 mila dollari. L'hacker 43enne affetto da sindrome di Asperger,
forma lieve di autismo, rischia fino a 70 anni di carcere, ha ancora 28 giorni
per rivolgersi alla nuova Corte Suprema britannica ma ha smesso di credere alla
giustizia delle toghe e fa appello alla «compassione» della politica. Quaranta
parlamentari di governo e opposizione hanno firmato la lettera che chiede di
bloccare l'estradizione, il destinatario è il presidente
degli Stati Uniti Barack Obama. «Questo verdetto è il lascito dell'era Bush ha detto Janis
Sharp, la madre di Gary, all'uscita dal tribunale ma Obama non lo permetterà, lui vuole rendere il mondo un posto migliore.
Ascoltaci Obama, so che
farai la cosa giusta». Nato nel
( da "Repubblica.it"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Ne avrebbe fatto volentieri a meno, L'Aquila. Per
non dire dei suoi cittadini. Ma questa improvvisa e persistente popolarità è
destinata a durare a lungo. Non erano abituati, L'Aquila e i suoi cittadini, la
popolazione della zona, ai riflettori. A una fama tanto ampia. Certo: L'Aquila
è una bella città. Per arte, paesaggio, cultura. Però Nicolas e Carlà Sarkozy, Barack e Michelle Obama. E poi Gordon Brown e Vladimir Putin. E gli altri Grandi della
Terra - o sedicenti tali - non ci sarebbero capitati. Non l'avrebbero
attraversata. Se non fosse stata ridotta in macerie. Se il terremoto di quattro
mesi fa non l'avesse trasformata in un luogo di dolore, ma anche di
solidarietà. Offerto agli sguardi del mondo. Un teatro mediatico.
Frequentato da un pubblico globale. Perché la sofferenza e la paura, il dolore
e la solidarietà: fanno grandi ascolti. Attirano la curiosità - e la
partecipazione - di un pubblico infinito. Assai più delle guerre, che ormai
sono nascoste. Invece, le catastrofi naturali - ma anche "tecniche",
come i crolli e gli incidenti ferroviari - e, in parte, gli attentati: sono
eventi accessibili e mediaticamente attraenti. Per questo L'Aquila, suo
malgrado, è divenuta un'icona pop. Celebrata da concerti rock, partite di
calcio. Evocata da artisti, giornalisti, uomini di sport e di cultura. Da
dischi con la partecipazione di musicisti e cantanti. Mille eventi spettacolari
per "fare del bene". Beneficenza. Specchio ideale per una società
stanca e perfino satura del proprio spirito cinico e consumista. Per questo,
L'Aquila è divenuta la capitale estiva dell'Italia. Ha affiancato, quasi
rimpiazzato Villa Certosa, residenza presidenziale - anzi: reale - da alcuni
anni. Teatro della mondanità più teatrale. Immersa in palmeti lussureggianti.
Affollata dai leader del mondo ma anche, soprattutto, da amici e amiche. Sede
di feste fastose. Canti, danze, fuochi d'artificio. Il premier ha deciso che è
tempo di voltar pagina. Così, si trasferirà a L'Aquila, almeno un giorno alla
settimana. Insieme alla sua corte. Ai suoi consiglieri. Inseguito, ovviamente,
dai suoi oppositori. Anch'essi, a L'Aquila e in Abruzzo. In segno di
solidarietà. E di opposizione. Contro Berlusconi. OAS_RICH('Middle'); L'Aquila.
Nuova città presidenziale di un paese presidenzializzato. Dove il Presidente
legittimo - Giorgio Napolitano - funge da Authority di garanzia. Contrappeso
istituzionale. Dove il Presidente vero - il premier - ha personalizzato e
mediatizzato il governo e lo stato. L'Aquila: è la città ideale per governare,
nella stagione della penitenza e dell'espiazione. Teatro di sofferenza, ma
anche di riscatto. Dove mettere in scena una nuova rappresentazione del
"Presidente che fa". Cose concrete. Visibili. Come ai tempi della
campagna elettorale, quando liberò Napoli dall'immondizia. Politica e
materiale. Metafora e raffigurazione di un regime da sconfiggere. E del
"nuovo che avanza". Il Berlusconi IV. Quello che non promette la
luna, ma la scomparsa delle immondizie. Fino al giorno delle elezioni del 2008:
un format televisivo. Tutte le sere - o quasi - nei Tg e nei salotti della
video politica: comitati di cittadini e donne ammalate di cancro, in mezzo
all'immondizia. Dopo il voto: tutto sparito. Dagli schermi, almeno. Neppure
quando Palermo si è riempita di cataste di rifiuti ce ne siamo accorti. Perché
nulla è più vero di ciò che vediamo sugli schermi. E se gli schermi non lo
propongono, allora non esiste. D'altronde, nulla appare più reale dei luoghi
rappresentati in televisione. E nulla è più mediale. Scenario evocato dai media
che scompare se i media rivolgono le telecamere altrove. Così L'Aquila. Una
città, un territorio da ricostruire. Sotto gli occhi di tutti. In tempo reale.
In diretta. Ma soprattutto sotto gli occhi del premier. Che passerà agosto lì.
A giorni alterni. Per controllare che tutto proceda secondo quanto previsto e
promesso. Cioè, che "entro il 30 novembre (...) 30mila persone colpite dal
terremoto avranno un tetto. (...) Una operazione mai accaduta al mondo: dopo l'uragano
Katrina ci sono ancora le baraccopoli, dopo i terremoti in Cina le persone non
sono state ancora sistemate. Una cosa straordinaria". Tutto il paese
concentrato lì. Con il cuore e soprattutto gli occhi a L'Aquila. Dove le case e
perfino le villette ri-sorgono. Il "reality della ricostruzione". Con
un vincitore annunciato. Lui. Il premier. Seguito, un istante dopo l'altro,
dalle reti dello spazio televisivo unificato di TivùSat: Rai, Mediaset e La 7.
È (per citare un libro di Mazzoleni e Sfardini di prossima pubblicazione per
"il Mulino") la politica pop. Che rende spettacolari le tragedie e le
catastrofi. E unisce il sentimento nazionale, nel nome della pietà. Mentre gli
interessi lo dividono. Fra nordisti e sudisti. Di fronte al dolore e alla distruzione
del dopo-terremoto tutti, invece, si sentono italiani. Tuttavia, anche questa
investitura comporta dei rischi. Uno, in particolare. Quando si spengono le
luci della ribalta, quando le telecamere cambiano obiettivo e i microfoni
tacciono. Allora ritornano il buio e il silenzio. I protagonisti finiscono nel
retroscena, insieme al loro scenario. Non importa se la ricostruzione promessa
sia conclusa. Anzi: se il miracolo non avviene, meglio trasferire il teatro del
dolore altrove. D'altronde, basta attendere. Le tragedie non finiscono mai.
Anche se riteniamo che L'Aquila e i suoi cittadini - protagonisti involontari
di questa rappresentazione - rinuncerebbero volentieri al ruolo di capitale
estiva dell'Italia pop. Dopo tanto rumore impudico e tanta luce abbagliante,
infine: il silenzio. Finalmente la penombra. (2 agosto 2009
( da "Repubblica.it"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Uno dei misteri che negli ultimi mesi ha circondato
Sarah Palin, la ex candidata vicepresidente nel ticket repubblicano al fianco
di John McCain nella corsa alla Casa Bianca del novembre scorso
che ha incoronato Barack Obama, potrebbe essere spiegato nel più privato dei modi: la popolare
e imprevedibile ex governatrice dell'Alaska avrebbe un problema di infedeltà
coniugale. Reciproca, a quanto dice la stampa "gossip" americana,
visto che il National Enquirer ha recentemente svelato l'esistenza di rapporti
extraconiugali che coinvolgono sia Sarah sia il marito Todd. Oggi un
altro giornale, il locale Alaska Report, butta la "bomba" online:
Sarah e Todd stanno per divorziare. Il legale della Palin avrebbe inviato al
giornale una lettera "chiarifichiatrice" che "conferma alcuni
dettagli della storia pubblicata". Basata in realtà su voci e
supposizioni, che getterebbero nuova luce e in parte spiegherebbero
l'improvvisa e misteriosissima decisione di dimettersi dall'incarico di
governatrice dello Stato, un mese fa, su cui continuano a interrogarsi media e
politologi di tutti gli Usa. L'Alaska Report - citando fonti di Wasilla (la
cittadina dove
( da "Repubblica.it"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Sono entrati nell'aula irriconoscibili, magri,
terrei, l'ombra di se stessi, vestiti di quei pigiami grigi che sono le uniformi
delle carceri iraniane. Ali Abtahi, ex vicepresidente, un hojatoleslam;
Abdollah Ramezanzadeh, ex portavoce del governo Khatami; Mohsen Mirdamadi capo
del partito riformatore Mosharekat, l'ex viceministro degli Esteri, Mohsen
Amizadeh, e l'ex vicepresidente del parlamento Behzad Navabi. Dopo che non è
riuscito con la violenza, le intimidazioni, i raid notturni nelle case e le
torture a tacitare la protesta degli iraniani contro chi ha rubato il loro
voto, il regime prova dopo sette settimane a stroncarla con processi farsa di
staliniana memoria. Cento persone sono comparse ieri davanti al tribunale della
rivoluzione di Teheran. Senza avvocati, senza la presenza di familiari, senza
giornalisti. Ma c'è da scommettere che le loro immagini appariranno presto
sulla tv di Stato. Una metà degli imputati erano stati arrestati giovedì, nel
"giorno di Neda", quando gli agenti della polizia segreta hanno
impedito con la forza la commemorazione degli uccisi. Le fotografie mostrano in
prima fila Ali Abtahi, irriconoscibile da quanto è dimagrito, privato del
turbante di seyyed, il primo a cui è stata estratta una piena
"confessione". L'avevo visto l'ultima volta alle prime manifestazioni
dopo il 12 giugno, sempre sorridente, ottimista, ancora fiducioso che il regime
ci avrebbe ripensato, che i voti sarebbero stati ricontati, che nessun governo
islamico avrebbe potuto permettersi un tale affronto all'onore e alla dignità
dell'Iran. Il giorno dopo era stato arrestato, e dopo poco era circolata una
foto di lui in lacrime. "Ho sbagliato a prendere parte alle
manifestazioni, l'elezione di Ahmadinejad è stata senza brogli, sono gli altri
che hanno tradito" si legge nella "confessione". "I
riformisti hanno cercato di intrappolare
( da "Repubblica.it"
del 02-08-2009)
Argomenti: Obama
Uno dei misteri che negli ultimi mesi ha circondato
Sarah Palin, la ex candidata vicepresidente nel ticket repubblicano al fianco
di John McCain nella corsa alla Casa Bianca che ha
incoronato Barack Obama,
potrebbe essere spiegato nel più privato dei modi: la popolare e imprevedibile
ex governatrice dell'Alaska sarebbe sull'orlo del divorzio. Immediata la
smentita della portavoce Meg Stapleton, che ha scelto l'inusuale via di
Facebook per rintuzzare i media "non mainstream" (blog e siti
internet) che finora hanno fatto rimbalzare la notizia: "'Ancora
una volta, cosiddetti giornalisti hanno deciso di inventare una notizia. Non
c'è alcuna verità nell'articolo secondo cui i Palin stanno divorziando - ha
scritto
( da "Stampa, La" del
03-08-2009)
Argomenti: Obama
Naomi Wolf In Obama c'è un
po' di Bush Il Senato americano continua le sue audizioni per capire che cosa fare
dei 240 detenuti ancora dietro le sbarre a Guantanamo, e che cosa ne sarà dei
tribunali militari e delle detenzioni senza processo che l'amministrazione Bush
e un compiacente Congresso avevano messo in piedi dopo l'11 settembre. Il
Congresso sta anche discutendo su che cosa fare del campo di prigionia, aperto
nel 2002 per rinchiudere uomini considerati apertamente «i peggiori dei
peggiori». Tutto questo, in un quadro giuridico definito deliberatamente dai
procuratori di Bush «spazio esterno legale». Ma queste audizioni al Senato non
stanno definendo una nuova realtà altrettanto brutta della vecchia, o
addirittura per certi versi peggiore? I tribunali militari che giudicano senza
un vero processo stanno operando di nuovo. Mentre il presidente Obama ha rilasciato pochi prigionieri, soprattutto uiguri
cinesi, e mandato alcuni altri a processo a New York, sta però, freddamente,
segnalando che darà inizio a «detenzioni preventive». Durante una visita a
Guantanamo, il portavoce del dipartimento della Difesa, Joe DellaVedova mi ha
detto che una serie di commissioni stanno riesaminando gli incartamenti dei
detenuti, un processo che richiederà alcuni anni. Alla fine saranno divisi in
tre categorie: quelli che saranno giudicati in corti civili degli Stati Uniti, quelli
che saranno rilasciati e consegnati ad altri Stati, e quelli che «non possono
essere rilasciati e non possono essere processati e che quindi saranno detenuti
in quella che sarà chiamata detenzione preventiva». Sono rimasta di stucco.
DellaVedova diceva in realtà che la revisione dei dossier era «teatro
politico». La detenzione preventiva all'infinito non è altro, naturalmente, che
la base di uno Stato di polizia. Le organizzazioni dei diritti umani sanno che Obama ha aperto la via, a livello di pubbliche relazioni, ad
alcuni processi civili, parlando di carceri di massima sicurezza negli Usa, e
sottolineando che altri terroristi sono già stati giudicati dal sistema
giudiziario. Ma, sei mesi dopo aver ordinato la fine della tortura e delle
prigioni segrete della Cia, e promesso di chiudere Guantanamo entro un anno,
sembra che Obama stia ripetendo i peggiori eccessi di
Bush. Ha portato aeroplani pieni di giornalisti nella baia di Guantanamo per
mostrare una «sicura, trasparente e umana» sistemazione. Ma i circa 240
detenuti rimangono rinchiusi senza accuse specifiche. In più, il dipartimento
della Giustizia di Obama ha invocato la
giustificazione di Bush secondo la quale lo State Secrets Act impedisce che le
prove sulla tortura vengano rese pubbliche, il che significa che chiunque sia
stato torturato non può comparire davanti a un tribunale. E
ancora, Obama ha cercato di
eliminare centinaia di fotografie che mostrano abusi sessuali nelle prigioni
gestite dagli Stati Uniti, e non ha fatto nulla per abolire il Patriot Act di
Bush. Ma perché Obama, che
ha una formazione giuridica, dovrebbe ripercorrere questa strada? Primo,
non osa apparire «debole con i terroristi». Secondo, forse ha bisogno di tenere
i detenuti di Guantanamo in un contesto di «discrezione». Secondo Wells Dixon,
un avvocato del Center for Constitutional Rights che rappresenta alcuni
detenuti, l'amministrazione Obama non può correre il
rischio di chiamare le pratiche di tortura crimini, così li definisce «fonti e
metodi riservati» che non possono essere rivelati in tribunale. «Non posso
neanche dire in che modo i miei clienti sono stati torturati o mi metterebbero
sotto processo», dice. Dixon mi ha raccontato la storia esemplare di uno dei
suoi clienti, Majid Khan, definito «detenuto di alto valore», rinchiuso per tre
anni nelle prigioni segrete della Cia. Khan venne torturato, mi ha detto Dixon,
anche se «il governo direbbe che quello che gli è accaduto è un metodo
investigativo». Siccome Dixon ha un'autorizzazione speciale, non può discutere
di queste «fonti e metodi riservati». D'altra parte, ha continuato Dixon,
«quando il governo fa qualcosa al mio cliente che è definita riservata, gli è
stata rivelata un'informazione riservata. Ma siccome non ha
quell'autorizzazione speciale, non c'è niente che possa impedirgli, a
differenza di me, di dirlo al mondo esterno. È quello che mi hanno detto:
niente può impedirglielo, tranne trattenerlo fisicamente in custodia». La
«logica conclusione», secondo Dixon, è che Khan «deve essere detenuto per il
resto della sua vita, a prescindere dal fatto che venga mai incriminato, perché
se fosse mai rilasciato, niente potrebbe impedirgli di rivelare le informazioni
"riservate"». Majid Khan - e ce ne sono molti come lui - è il
classico prodotto del disprezzo per i principi fondamentali del diritto
dell'amministrazione Bush. Sfortunatamente, l'amministrazione Obama, nonostante tutta la sua altezzosa retorica, sembra
che voglia perpetuarli. Copyright Project Syndicate, 2009
( da "Stampa, La" del
03-08-2009)
Argomenti: Obama
L'ORTO DI MICHELLE Troppo piombo Insalata e
fagiolini non sono biologici Il sogno biologico di Michelle Obama
è già finito. Le verdure orgogliosamente piantate a marzo dalla first lady
american, infatti,a non possono essere qualificate come «organiche». I livelli
di piombo trovati negli ortaggi presidenziali assommano a 93 parti per milione,
meno di una quarto dalle 400 parti per milione considerate tossiche, ma comunque la percentuale è troppo alta per ottenere l'ambito
bollino di «organic food» cui aspirava la moglie di Barack Obama. Sarebbero i coniugi Clinton, ex
inquilini della residenza presidenziale dal 1993 al 2001, i responsabili
dell'alta percentuale di metalli pesanti che hanno avvelenato l'orto biologico
piantato da Michelle Obama
nel giardino della Casa Bianca. È quanto rivela il sito web del Daily Finance
secondo cui i Clinton, per risparmiare, avevano deciso di usare acque di
scarico come fertilizzante. Questi autentici liquidi fognari contenevano
un'elevata quantità di piombo.
( da "Repubblica, La"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima Pagina La
lobby sanitaria che minaccia
( da "Repubblica, La"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina I - Firenze L´intervento Che amarezza la
classifica degli atenei virtuosi GIANFRANCO GENSINI C´è amarezza in coloro che
hanno dedicato e dedicano le migliori energie intellettuali all´Università. E
sarebbe ingiusto, per chi ha investito la sua vita professionale nel mondo
universitario, assistere passivamente alla polemica sugli atenei «virtuosi» e
su quelli che lo sono meno o non lo sono. L´amarezza viene dall´essere forse
troppo frettolosamente accusati di inefficienza, e dalla consapevolezza che con
questa celebrazione della crisi dell´Università si sta rinunciando al futuro
del nostro Paese. L´incapacità di investire in ricerca sta privando la nostra
economia del più importante volano di sviluppo di cui possiamo disporre. Appare
stridente il confronto fra questo e quanto riportato recentemente da Salvatore
Settis sul progetto politico del presidente Barak Obama, il quale ha annunciato che l´America investirà più del 3% del
Pil in università e ricerca, con una incisiva azione di sostegno pubblico in
particolare alla ricerca multidisciplinare, come quella tra fisica e scienze
biomediche. è una politica di sostanza, lungimirante e coraggiosa, che non si
perde nelle polemiche collegate alle classifiche fra atenei per la
distribuzione di quote limitatissime di fondi esigui e in riduzione, ma
affronta il futuro con atti concreti di espansione della disponibilità di
risorse. SEGUE A PAGINA III
( da "Repubblica, La"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 17 - Esteri La notizia diramata da un blog
locale. Su Facebook la smentita della portavoce "Palin divorzia", giallo
in Alaska RAFFAELLA MENICHINI Uno dei misteri che negli ultimi mesi ha
circondato Sarah Palin, la ex candidata vicepresidente nel ticket repubblicano
al fianco di John McCain nella corsa alla Casa Bianca che
ha incoronato Barack Obama,
potrebbe essere spiegato nel più privato dei modi: l´imprevedibile ex
governatrice dell´Alaska sarebbe sull´orlo del divorzio. Immediata la smentita
della portavoce Meg Stapleton, che ha scelto l´inusuale via di Facebook per
rintuzzare la notizia: «I Palin restano sposati, impegnati l´uno nei confronti
dell´altro e della loro famiglia». Il legale di Sarah ha già minacciato
querela. A diffondere la notizia della presunta crisi coniugale sono stati un
paio di blog locali, tra cui l´Alaska Report: Sarah e Todd, sostengono,
avrebbero un problema di reciproca infedeltà coniugale. Inoltre
( da "Repubblica, La"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 26 - Esteri Nel ´93 contribuirono
all´affossamento del piano Clinton Il ritorno di Harry & Louise i
testimonial ora si pentono NEW YORK dal nostro corrispondente Hillary Clinton
ancora rabbrividisce quando sente nominare quei due: Harry e Louise. All´inizio
del 1993 una maggioranza degli americani era favorevole a riformare la sanità.
L´umore dell´opinione pubblica cambiò sotto l´effetto di "Harry e
Louise": uno spot pubblicitario televisivo prodotto dalle compagnie
assicurative. Due attori professionisti, Harry Johnson e Louise Clark, vi
recitavano scene di disperazione. Interpretavano due americani medi proiettati
nel futuro, alle prese col Moloch burocratico di una sanità statalizzata. Fu il
colpo di grazia per il piano di riforma messo a punto dalla task force
democratica, sotto la guida di Hillary. Sedici anni dopo gli americani vedono
riapparire sui loro schermi Harry e Louise. Capelli bianchi e tante rughe, i
due attori tornano a recitare in uno spot. Sorpresa:
stavolta i due sembrano pentiti, appoggiano la riforma Obama. Ma c´è un trucco. Lo spot è
sempre pagato da una lobby privata di assicuratori. Che appoggiano la loro
versione della riforma Obama. Purgata di tutti gli aspetti innovativi. (f.ra.)
( da "Repubblica, La"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 25 - R2 Industriali, assicuratori, medici,
avvocati: le lobby in campo contro la riforma sanitaria di Obama. Che ammette: "Sarà la
battaglia più difficile" FEDERICO RAMPINI NEW YORK dal nostro
corrispondente «Questo è il mio test più difficile da quando faccio politica»,
confessa Barack Obama a
Time. E rivela che un terzo del suo tempo lo dedica solo a questa sfida: la
riforma sanitaria. L´opposizione annusa sangue. Il presidente del
partito repubblicano Michaele Steele annuncia: «La sanità sarà la sua Waterloo.
Lo spezzeremo». Qualche segnale incoraggia gli avversari. A sei mesi
dall´inizio della sua presidenza, Obama ha avuto un
cedimento nei sondaggi. L´indice di approvazione della sua politica oggi non è
molto più alto di quelli di Richard Nixon o George Bush dopo il primo semestre.
La ragione principale è proprio il crescente disagio dell´opinione pubblica
sulla sanità, il più impegnativo cantiere di riforma che Obama
ha voluto inaugurare. Con i costi medici più alti del mondo, una pressione
finanziaria insostenibile sia per lo Stato che per i privati, e 47 milioni di
cittadini sprovvisti di ogni copertura in caso di malattia, la questione-salute
è un groviglio di problemi irrisolti da decenni. Forse inestricabili, per i
potenti interessi economici coinvolti. Su questo graviterà la politica
americana al rientro dalle vacanze estive. Malgrado un primo voto favorevole in
commissione alla Camera, i giochi restano aperti. SEGUE NELLE PAGINE SUCCESSIVE
SEGUE A PAGINA 26
( da "Corriere della Sera"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Prima Pagina data: 03/08/2009
- pag: 1 Lezioni, esercizi fisici, attività sociali:
un'estate senza tregua Salvate dalla vacanza le piccole Obama di MARIA LAURA RODOTÀ Obama con la moglie, le figlie Sasha e
Malia e la suocera a spasso nel giardino della Casa Bianca. Vacanze impegnative
attendono le sorelline: lezioni di storia, servizi socialmente utili,
ginnastica. A PAGINA 13
( da "Corriere della Sera"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data:
03/08/2009 - pag: 6 Summers e Geithner Ripresa Usa alle porte L'ottimismo in tv
della Casa Bianca MILANO «È molto, molto probabile che l'economia americana
torni a crescere nella seconda parte dell'anno». È trascorsa così, all'insegna
dell'ottimismo, la prima domenica di agosto per gli americani in partenza per
le ferie. Mentre ieri le famiglie che si sintonizzavano sulla Nbc ascoltavano
il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Summers (foto), lanciarsi
nella previsione sulla ripresa economica ormai alle porte, chi
era sulla Abc poteva sentire in sostanza le stesse parole pronunciate dal
segretario al Tesoro di Obama, Timothy Geithner. Sulla stessa rete,
( da "Corriere della Sera"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data:
03/08/2009 - pag: 8 Cinema Si apre domani con l'anteprima gratuita di «Marching
Band» la 62esima edizione del festival. Premi speciali per Friedkin e Servillo
Azione e animazione Locarno punta ai più giovani Film per riflettere e per
divertirsi, dalla guerra ai Pokemon D omani si illumina lo schermo all'aperto
più grande d'Europa: quello della Piazza Grande di Locarno. Il film, a ingresso
libero, è «Marching Band» di Claude Miller: un'anteprima del Festival che si
inaugura mercoledì 5, e prosegue fino al 15 agosto. Il regista di
«L'accompagnatrice » racconta la massacrante campagna elettorale
di Obama dall'insolito
punto di vista di due bande universitarie della Virginia. Il giorno dopo si
parte con due titoli antitetici: prima la commedia americana «500 Days of
Summer» di Marc Webb. Poi «La guerra dei figli della luce contro i figli delle
tenebre », riflessione sulla guerra dell'israeliano Amos Gitai. Sono le
due anime del festival: quella che si rivolge al grande pubblico e quella che
insegue l'impegno e la divulgazione di cinematografie non commerciali,
provenienti da ogni parte del mondo. Italiani? In concorso non ce n'è neanche
uno, e questo i media l'hanno fatto notare. In compenso Toni Servillo riceve
l'Excellence Award. E tanti altri sbucano nelle sezioni laterali, che a Locarno
non contano meno di quella principale. Pippo Delbono porta fuori concorso «La
paura» (il 9, 10 e 11), 66 minuti girati col telefonino. Corso Salani, cineasta
viaggiatore, torna nelle Ande con «Mirna». «Il mio core umano» di Costanza
Quatriglio è un ritratto di Nada. Anime giapponesi La grande novità di quest'anno
è la retrospettiva «Manga Impact», realizzata in collaborazione con il Museo
Nazionale del Cinema di Torino. Hayao Miyazaki ha sdoganato il genere: e il
festival sul Maggiore, stretto tra Cannes e Venezia, punta anche sul pubblico
più giovane. Probabilmente è un'avvisaglia di quanto accadrà l'anno prossimo,
quando al timone ci sarà un critico giovane e supercinefilo, Olivier Père. Nel
frattempo, appassionati e non si possono deliziare con film che di rado escono
dai confini giapponesi, come i classici del padre dei manga Osamu Tezuka. Ma
c'è anche la dodicesima avventura dei temibili Pokemon: «Diamond & Pearl
the Movie». Friedkin e Almaric Il regista di «L'esorcista», William Friedkin,
riceve il Pardo d'onore alla carriera: e il 13, al Forum, tiene una masterclass
aperta a tutti. Vedere «Vivere e morire a Los Angeles» in Piazza Grande (il 14
alle 21.30) sarà uno dei momenti più entusiasmanti del festival: da noi non ha
la fama che merita, ma è uno dei polizieschi più adrenalinici di sempre. E
anche nell'era degli effetti digitali, il suo impatto rimane eguagliato. Chi
cerca emozioni forti, ma d'altro tipo, non perderà la prima di «Les derniers
jour du monde» (il
( da "Corriere della Sera"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
03/08/2009 - pag: 12 Diplomazia Raúl Castro agli Usa «Cuba resterà socialista»
L'AVANA Cuba è disposta «al dialogo alla pari» con gli Stati Uniti ma senza
rinunciare al socialismo. Lo ha chiarito il presidente cubano Raúl Castro, che
dal fratello Fidel ha ereditato la presidenza, in un discorso davanti all'Assemblea
nazionale all'Avana. Una risposta al Segretario di Stato Usa Hillary Clinton,
che aveva condizionato il dialogo con Cuba a «mutamenti fondamentali» nel
sistema politico. «Con tutto il rispetto per la signora Clinton... non sono
stato eletto per ripristinare il capitalismo a Cuba, né per mettere fine alla
rivoluzione ha detto Castro ma per difendere, mantenere e continuare a
perfezionare il socialismo... Siamo pronti a parlare di tutto ma non a
negoziare il nostro sistema politico e sociale». Castro ha
riconosciuto che il presidente Barack Obama è meno «aggressivo» di Bush verso Cuba ma ha notato che
l'embargo «è ancora applicato». Discorso Il presidente Raúl Castro, 78 anni,
all'Assemblea nazionale cubana ( Reuters/ Desmond Boylan)
( da "Corriere della Sera"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
03/08/2009 - pag:
( da "Repubblica.it"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK - "Questo è il
mio test più difficile da quando faccio politica", confessa Barack Obama a Time. E rivela che un terzo del
suo tempo lo dedica solo a questa sfida: la riforma sanitaria. L'opposizione
annusa sangue. Il presidente del partito repubblicano Michaele Steele annuncia:
"La sanità sarà la sua Waterloo. Lo spezzeremo". Qualche
segnale incoraggia gli avversari. A sei mesi dall'inizio della sua presidenza, Obama ha avuto un cedimento nei sondaggi. L'indice di approvazione
della sua politica oggi non è molto più alto di quelli di Richard Nixon o
George Bush dopo il primo semestre. La ragione principale è proprio il
crescente disagio dell'opinione pubblica sulla sanità, il più impegnativo
cantiere di riforma che Obama ha voluto inaugurare.
Con i costi medici più alti del mondo, una pressione finanziaria insostenibile
sia per lo Stato che per i privati, e 47 milioni di cittadini sprovvisti di
ogni copertura in caso di malattia, la questione-salute è un groviglio di
problemi irrisolti da decenni. Forse inestricabili, per i potenti interessi
economici coinvolti. Su questo graviterà la politica americana al rientro dalle
vacanze estive. Malgrado un primo voto favorevole in commissione alla Camera, i
giochi restano aperti. Una bocciatura, o una riforma annacquata per non dare
fastidio all'establishment assicurativo-farmaceutico-ospedaliero, avrebbe
effetti deleteri sul prestigio di Obama. Stavolta non
è detto che il suo carisma sia sufficiente. Per azzoppare il presidente si è
messa in movimento la formidabile macchina da guerra del "capitalismo
sanitario". Con mezzi finanziari illimitati, campagne pubblicitarie dai
toni angoscianti, tattiche calunniose. OAS_RICH('Middle');
( da "Repubblica.it"
del 03-08-2009)
Argomenti: Obama
ROMA - Parole minacciose nei confronti di Obama, della Francia e dell'Occidente.
Il numero due di Al Qaeda, Ayman Al Zawahiri, torna a fare sentire la sua voce
con un lungo messaggio video diffuso oggi dai forum islamici in Internet. Il
filmato, della durata di un'ora e 25 minuti, è stato realizzato dalla casa di
produzione Al-Sahab a mò di intervista con una voce fuori campo che pone alcune
domande di attualità al vice di Osama Bin Laden. Si comincia con
un'affermazione: "Abbiamo assistito ad una nuova strage ai danni dei
musulmani per mano di Obama, il bugiardo
criminale". Il riferimento è al raid del 24 giugno scorso di un drone
americano in una zona del Waziristan pachistano dove si svolgeva un funerale e dove
sono stati uccisi una settantina di talebani. Commentando questo episodio, il
medico egiziano coglie l'occasione per attaccare il presidente americano Barack
Obama: "Asserisce di volersi sforzare per
cambiare i rapporti con i musulmani ma provoca poi spargimenti del loro sangue
- afferma - Se pianta odio nel cuore dei musulmani raccoglierà solo
morti". Per questo il numero due di Al Qaeda rinnova l'appello lanciato
negli anni precendenti da Bin Laden per una tregua tra l'Occidente e Al Qaeda. "Obama cerca di vendere un'illusione, dice non odiateci, ma
intanto ci uccide - aggiunge - Noi offriamo una tregua con l'Occidente che si
basi su giuste condizioni". Per Al Zawahiri "è possibile fermare
questa guerra tra noi e l'Occidente se loro si ritirano dai territori
musulmani, fermano ogni sfruttamento dei nostri beni, accettano un equo scambio
dei beni, liberano tutti i nostri prigionieri e non si intromettono nei nostri
affari abbandonando tutti i corrotti che governano i nostri paesi".
OAS_RICH('Middle'); Nel lungo filmato, intervallato da spezzoni con immagini di
repertorio dei discorsi di Obama, si parla anche della
Francia e della posizione che le sue autorità hanno assunto nei confronti del
velo islamico. "
( da "Stampa, La" del
04-08-2009)
Argomenti: Obama
Lucia Annunziata Obama
le zucchine e le tasse A Michelle le zucchine, a Barack le tasse. La realtà ha
modi grandi e piccoli per imporre la sua forza. A marzo Michelle aveva piantato
il primo orto della Casa Bianca dai tempi di Eleanor Roosevelt. Il New York
Times scrisse allora: «L'orto ha assunto un profondo significato politico, dopo che Obama è stato per mesi sotto pressione di numerosi gruppi
ambientalisti che credono che produrre più cibo locale e organico possa portare
a una dieta più salutare per tutti, e a ridurre di conseguenza la domanda per
le grandi coltivazioni industriali e il loro uso di petrolio per i trasporti, e
di sostanze chimiche per fertilizzare». Non solamente un gesto, dunque, non
solo un hobby: come tutto quello che riguarda gli Obama,
anche l'orto entrava a marzo nell'unica grande tela del cambiamento. Quella
teoria un po' volontarista, un po' elitaria, su cui si fonda l'operare del
Presidente Usa. L'orto come nuova idea della salute, filo che si dipana, dal
dettaglio alla legislazione - quella poi annunciata della riforma
dell'assistenza medica - in un unico percorso per la trasformazione stessa
dell'Homo Americanus. La fine dell'orto l'abbiamo vista in questi giorni:
( da "Stampa, La" del
04-08-2009)
Argomenti: Obama
NUOVO VIDEO DEL NUMERO DUE DI AL-QAEDA Al-Zawahiri offre una tregua a Obama DUBAI «L'offerta di una tregua presentata da Al-Qaeda alla
precedente amministrazione americana nel 2006 è ancora valida anche per il
presidente Barack Obama».
Lo ha dichiarato il numero due della rete terroristica, il medico egiziano
Ayman al-Zawahiri con un lungo video preparato dal braccio mediatico di al
Qaeda. «Se Obama vuole raggiungere un'intesa,
allora dovrebbe rispondere alle due offerte di tregua dello sceicco Osama bin
Laden» spiega al-Zawahiri, che accusa Obama di vendere
un'illusione. Il vice di bin Laden dice di offrire «una tregua con l'Occidente
che si basi su giuste condizioni». «I combattenti di Al-Qaeda - prosegue nel
video - continueranno la loro lotta fino a quando l'Occidente non avrà
accettato le loro condizioni e il minimo che i mujaheddin sono disposti ad
accettare è il ritiro delle truppe infedeli da tutta la terra dell'Islam è la
fine del furto delle ricchezze dei musulmani sotto la minaccia del potere
militare». Al- Zawahiri irride gli sforzi di Obama per
allentare le tensioni con i musulmani paragonando il nuovo presidente americano
«a un lupo le cui zanne stanno lacerando la vostra carne. I suoi artigli vi
stanno afferrando la faccia, vi fa perdere sangue, poi vi dice di smetterla di
difendervi perché vuole fare la pace con voi». \
( da "Stampa, La" del
04-08-2009)
Argomenti: Obama
IL SEGRETARIO DI STATO COMINCIA DAL KENYA UN TOUR
CHE TOCCHERÀ 7 PAESI Hillary: l'Africa in 11 giorni [FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI
NEW YORK Risoluzione dei conflitti, sviluppo economico e lotta all'Aids. Sono
queste le priorità del viaggio che vedrà Hillary Clinton visitare sette Paesi
africani nel giro di undici giorni. Il tour rappresenta il primo passo concreto
dell'impegno assunto da Barack Obama nei confronti del continente più depresso del mondo. In Kenya,
la prima tappa,
( da "Stampa, La" del
04-08-2009)
Argomenti: Obama
Prendiamo l'ultimo grido del «gioco aperitivo», un
classico del ceto medio in vacanza nei villaggi turistici. Scordatevi il
karaoke, la musica è roba superata. Il massimo quest'anno è indovinare al primo
colpo sigle e citazioni dei telefilm Anni 70-80, con medici affermati che si
sgolano a cantare «nano nano» da Mork e Mindy, e cauti commercialisti che
ribattono colpo su colpo con «Che cavolo stai dicendo Willis?» dal Mio amico
Arnold. E' un momento d'oro per le vecchie serie americane, con cui sono
cresciute le generazioni dei quaranta cinquantenni: dal 1° agosto gli appassionati
hanno addirittura un canale tutto per loro, Fox Retro, sul bouquet di Sky, dove
possono vedersi a ripetizione Charlie's Angels, Baywatch, Miami Vice, I
Jefferson, Love Boat. Serie magari stilisticamente un po' così, ma che hanno
indubbiamente influenzato l'immaginario collettivo, e di cui molti personaggi
dello spettacolo non hanno mai fatto mistero di essere fan (dal dj Linus a
Paola Cortellesi, da Gianni Boncompagni a Valerio Mastrandrea). Una passione
che li accomuna a molti insospettabili: nella sua autobiografia I'm Not Serious
l'ex campione di tennis americano John McEnroe racconta che quando nel
( da "Stampa, La" del
04-08-2009)
Argomenti: Obama
PROGENITORI PRIMI PASSI Dietro il successo del
canale "vintage" Fox Retro una generazione cresciuta a polizieschi e
sit com «Lost» si ispira chiaramente a «Twin Peaks» di Lynch «NCIS» si rifà a
«Magnum P.I.» Michelle Pfeiffer esordisce con una particina in «Chips»
Sylvester Stallone in «Kojak» Operazione tele-nostalgia Prendiamo l'ultimo
grido del «gioco aperitivo», un classico del ceto medio in vacanza nei villaggi
turistici. Scordatevi il karaoke, la musica è roba superata. Il massimo
quest'anno è indovinare al primo colpo sigle e citazioni dei telefilm Anni
70-80, con medici affermati che si sgolano a cantare «nano nano» da Mork e
Mindy, e cauti commercialisti che ribattono colpo su colpo con «Che cavolo stai
dicendo Willis?» dal Mio amico Arnold. E' un momento d'oro per le vecchie serie
americane, con cui sono cresciute le generazioni dei quaranta cinquantenni: dal
1° agosto gli appassionati hanno addirittura un canale tutto per loro, Fox
Retro, sul bouquet di Sky, dove possono vedersi a ripetizione Charlie's Angels,
Baywatch, Miami Vice, I Jefferson, Love Boat. Serie magari stilisticamente un
po' così, ma che hanno indubbiamente influenzato l'immaginario collettivo, e di
cui molti personaggi dello spettacolo non hanno mai fatto mistero di essere fan
(dal dj Linus a Paola Cortellesi, da Gianni Boncompagni a Valerio Mastrandrea).
Una passione che li accomuna a molti insospettabili: nella sua autobiografia
I'm Not Serious l'ex campione di tennis americano John McEnroe racconta che
quando nel
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 14 - Esteri Certificati, bugie e videotape
contro Obama tornano i "birthers" "Non
è nato negli Usa": il regalo di compleanno dell´ultra destra Cause legali,
dichiarazioni ufficiali, proposte di legge: un delirio legato all´anagrafe
ANGELO AQUARO DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Il regalo che Barack Obama voleva tanto ricevere per il suo 48esimo compleanno,
oggi, martedì 4 agosto, era una lettera firmata Phil J. Berg, l´ex sostituto
procuratore della Pennsylvania, quello che tentò di trascinare in tribunale
George W. Bush e Saddam Hussein come «corresponsabili» dell´11 settembre.
Bastava una frase, un rigo appena: «Sono un cretino, scusa». E invece no.
L´uomo che per primo ha sostenuto che Barack non è nato alle Hawaii il 4 agosto
1961 alle 7.24 della sera, il capostipite dei "birthers", di chi dice
che è nato in Africa, non solo non ha scritto nessuna lettera di scuse, ma ha
messo il suo nome in calce a quelle diecimila missive preconfezionate dal sito
di destra WorldNetDaily che ora stanno intasando la posta di 1600 Pennsylvania
Avenue: «Nel giorno del tuo compleanno, ti chiedo di fare l´unica cosa giusta:
facci vedere il tuo vero certificato di nascita». Fosse facile. Otto cause
intentate, due arrivate fino alla Corte Suprema, un pronunciamento ufficiale
del Congresso, uno della Casa Bianca, una proposta di legge al Congresso, due
dichiarazioni del governo delle Hawaii. E, ancora, il figlio di un ex
presidente (Michael Reagan), la figlia di un ex vicepresidente (Liz Cheney) e
un illustre commentatore della Cnn (Lou Dobbs) tra i negazionisti. Può bastare
a dare l´idea di cosa è diventato il dibattito sul certificato di nascita del
presidente? Tutto comincia un anno fa, quando per spegnere Berg e i dubbi
dell´americano medio, i sostenitori di Barack mettono online il certificato di
nascita. Apriti cielo. I birthers gongolano: «Quella è una copia al computer:
perché non mostrare l´originale?». L´originale è quello lì, nel senso che è la
copia che qualsiasi ufficio anagrafe del mondo fornirebbe. «Macché, la mamma
americana e il papà africano l´hanno fatto nascere in Kenya, qui è arrivato
dopo, al massimo è un cittadino inglese, allora Nairobi era una colonia». La
replica: ecco, questo è l´annuncio sui giornali delle Hawaii, l´Honolulu
Avertiser e lo Star Bulletin, pagina nascite & decessi: può bastare? Non
basta. La campagna si riaccende con un video che fa il giro su YouTube, una
birther invasata urla contro un senatore repubblicano, il povero Mick Castle:
come potete permettere che a Washington sieda un non-americano? I repubblicani
la tentazione di cavalcare l´affaire ora ce l´hanno. Facciamo una legge,
dicono, in cui ai candidati presidenti si fa obbligo di presentare il
certificato di nascita. E i democratici? Nel documento che l´altro giorno
celebrava i 50 anni dell´ingresso di Honolulu negli States tentano il blitz:
«Le Hawaii, cioè lo Stato dove è nato Barack Obama...». Un delirio. «Ho visto i
documenti conservati dal ministero della Salute: Barack Hussein Obama è cittadino americano per
nascita», giura la direttrice del ministero della Salute di Honolulu, Chiyome
Fukino. E Robert Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, sconsolato: «Neppure la
prova del Dna riuscirebbe a placare chi nega che il presidente sia nato qui.
Ma ho una notizia da dare a loro e a tutti noi: il presidente è nato ad
Honolulu, Hawaii, il 50esimo stato del più grande Paese sulla faccia della
Terra». Così grande che c´è posto per quel buontempone che ieri ha messo sul
web l´ultimo tarocco: il certificato made in Kenya. Gli dev´essere sfuggito
quel passaggio di «Dreams of My Father», l´autobiografia da 160 settimane tra i
bestseller Usa in cui (pagina 26 dell´edizione economica) il futuro presidente
racconta di aver trovato in casa dei nonni un articolo del padre, «infilato tra
il mio certificato di nascita e le vecchie carte delle vaccinazioni». Ripescalo
ancora, Barack...
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 14 - Esteri Per superare le resistenze dei
direttori il capo di Gabinetto Emanuel si rivolge direttamente ai proprietari
Le pressioni della Casa Bianca sulle tv "Il presidente vuole sempre il
prime time" FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente NEW YORK - In soli sei mesi alla Casa Bianca, Barack Obama ha già conquistato per ben quattro
volte il prime-time televisivo, la fascia d´ascolto più preziosa per i network,
riservata ai programmi di massimo gradimento. George Bush ci aveva messo
l´intera presidenza, otto anni su due mandati, per raggiungere lo stesso numero
di apparizioni tv. Senza contare che Obama ha anche
moltiplicato le interviste "esclusive", è stato ospite di tutti i
programmi più noti, da 60 minutes a The Tonight Show. Tutto merito di una
popolarità personale che ha pochi precedenti nella storia, sostengono i suoi
collaboratori. Bill Burton dell´ufficio stampa della Casa Bianca, cita come
prova l´assedio dai rotocalchi della celebrity press: «E´ come se il presidente
fosse George Clooney». Ma il carisma non è tutto. Per spiegare l´onnipresenza
del presidente in tv, il Washington Post rivela un retroscena meno lusinghiero:
le pressioni formidabili esercitate dal suo entourage sui network televisivi.
Talvolta con metodi spregiudicati: scavalcando i direttori delle reti per
rivolgersi ai proprietari. In questo "lavoro sporco" eccelle l´eminenza
grigia della Casa Bianca, il capogabinetto Rahm Emanuel. Un uomo noto per la
sua aggressività, che viene dal clan dei Clinton e si è formato nella dura
scuola politica di Chicago ancora prima che vi si affacciasse Obama. Quando ha chiesto il prime time per la quarta
conferenza stampa del presidente, Emanuel ha urtato con la resistenza dei
network. Per le emittenti l´invasione presidenziale della fascia di massimo
ascolto ha dei costi esorbitanti: il discorso politico va in diretta, non può
essere interrotto dagli spot pubblicitari. Le tre tv generaliste, Abc, Cbs e
Nbc, hanno perso dall´inizio dell´anno 40 milioni di dollari di fatturato
pubblicitario per "ospitare" il presidente. Di fronte a queste
obiezioni Emanuel si è rivolto alla proprietà. Per forzare la mano alla
direzione di Abc ha chiamato il chief executive della capogruppo, Bob Iger
della Disney. Per piegare la resistenza di Nbc ha fatto leva sul numero uno
della holding controllante, Jeffrey Immelt della General Electric (che è anche
uno dei consiglieri economici di Obama). In una
stagione in cui buona parte del capitalismo americano dipende dagli aiuti
pubblici per uscire dalla crisi, queste tattiche sono ai limiti della
correttezza. In privato i chief executive delle tv ammettono di sentirsi
"sotto pressione". E non è detto che il metodo Emanuel funzioni.
Anche tra i fan di Obama sale il dubbio che la
sovraesposizione gli stia nuocendo. Di certo ha già provocato una lenta ma
inesorabile erosione della audience. Dalla sua prima conferenza stampa in prime
time alla quarta, l´indice di ascolto si è assottigliato del 50%.
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 15 - Esteri Khamenei "incorona"
Ahmadinejad Gelo e gaffe alla cerimonia d´investitura, non si fermano le
proteste a Teheran Assenti dalla platea Moussavi e gli ex capi di Stato Khatami
e Rafsanjani FRANCESCA CAFERRI Mahmud Ahmadinejad è ufficialmente presidente
dell´Iran per i prossimi quattro anni: l´investitura da parte della Guida
suprema, Ayatollah Ali Khamenei, avvenuta ieri, è la prima delle tappe del
processo di conferma. Domani giurerà di fronte al Parlamento, poi avrà due
settimane per presentare il nuovo governo. La cerimonia di ieri, se da un lato
ha sottolineato ancora una volta il sostegno che
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 43 - Spettacoli Washington
Il remake Festival Torino, nuovo premio a Coppola e Kusturica Paul McCartney
dedica "Michelle" alla signora Obama
Il nuovo film di Spielberg è "Harvey"
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 33 - Cronaca Per anni surclassata dalle
carissime A e C, previene cancro, osteoporosi e influenza A Tanto che i medici
americani chiedono al governo di aumentarne la dose quotidiana Povera ma fa
bene è la rivincita sugli integratori Duemila studi molto recenti la rivalutano
ma un bambino su due soffre di deficit ANGELO AQUARO NEW YORK dal nostro
inviato Il D-Day è per questa mattina. Quando gli inviati dell´Istituto
nazionale di medicina siederanno davanti ai colleghi dell´Accademia nazionale
delle scienze, a Washington, la sorte della D, la cenerentola delle vitamine,
sarà decisa. Riusciranno i nostri eroi a convincere il governo federale a
innalzare la dose quotidiana raccomandabile? Basteranno i report sul deficit
tra i bambini (ne soffre più di uno su due, rivela il Washington Post) a
rivedere le linee guida ferme a dodici anni fa? Ma
soprattutto: in tempi di recessione, e mentre Obama si danna sulla riforma sanitaria, riusciranno i difensori della
D, la vitamina più economica, a sconfiggere le lobby degli integratori,
ovviamente più interessate a vendere costosissimi multiprodotti, per la gioia
di un mercato da 23 miliardi dollari? Surclassata dalla popolarissima C,
panacea per influenze e raffreddori, sorpassata anche dalla A, sostegno alla
vista in un mondo sempre più occhiale-dipendente,
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 21 - Economia Listini trainati dai dati
americani. Bofa pagherà multa da 33 milioni per i bonus Merrill Lynch GIORGIO
LONARDI MILANO - Trainate dai dati positivi dell´economia americana, nettamente
superiori alle aspettative, le Borse europee toccano i massimi degli ultimi
nove mesi. E così Londra cresce dell´1,61% a 4.682,46 punti, il Dax di
Francoforte fa un balzo dell´1,78%, l´Ftse Mib di Milano avanza dell´1,65% a
20.914,44 punti e il Cac di Parigi guadagna l´1,50%. Sugli scudi il comparto
bancario dove spiccano i buoni risultati delle semestrali di Barclays e Hsbc, i
cui titoli alla City guadagnano rispettivamente il 7,08% e il 4,88%. Mentre le
attese per la trimestrale di Unicredit che sarà presentata oggi fanno salire
del 4,87% le azioni dell´istituto guidato da Alessandro Profumo. Positive anche
le banche popolari, con Bpm (+3,18%) e Banco Popolare a +3,26%. Bene Ubi Banca
(1,22%) e Mps (+1,60%). Quanto a Intesa chiude con un +0,57%. Insomma, sembra
proprio che nelle Borse, ormai in rialzo da nove sedute consecutive, si stia
consolidando una fase di ottimismo. E che questo mood sia ispirato da quanto
avviene negli Stati Uniti dove l´indice Standard & Poor´s 500 rompe la
soglia dei 1.000 punti per la prima volta dallo scorso novembre. Il Dow Jones
sale dell´1,25% a 9.286,56 punti, il Nasdaq avanza dell´1,52% (mentre lo
S&P 500 guadagna l´1,52%). I mercati, dunque, puntano le loro carte su una
uscita anticipata dalla crisi. E non si tratta solo di fiducia nei confronti
dell´amministrazione Obama. Ma anche della presa d´atto che le banche stanno macinando
profitti come conferma il caso di Hsbc che sorprende gli analisti con i suoi
3,35 miliardi di utili. E forse anche l´accordo siglato ieri da Bank of
America, (paga una multa di 33 milioni di dollari alla Sec per chiudere la
vicenda sui bonus concessi ai manager di Merrill Lynch) può contribuire a
migliorare il clima. è dunque in questo quadro che va valutato il boom delle
quotazioni del greggio: in particolare, il Brent ha toccato quota 73,70 dollari
a barile; mentre a New York il Wti (con consegna a settembre) ha raggiunto i
71,55 dollari. Effetto dell´ottimismo per una ripresa dei consumi energetici.
Mentre il dollaro è piombato ai minimi (1,44) dallo scorso dicembre contro
l´euro. Certo, già ieri mattina le piazza finanziarie europee erano in
fibrillazione puntando sul rialzo. A parte Tokyo (-0,04%) le borse asiatiche,
infatti, avevano chiuso positivamente mentre i colossi bancari nipponici
Mitsubishi Ufj (+6,01%) e Mizhuo (+6,05%) si rincorrevano al rialzo. Tuttavia
sono stati i dati Usa migliori delle aspettative a mettere il turbo ai mercati finanziari
del vecchio continente. A cominciare dall´indice Ism manifatturiero di luglio
che è cresciuto più del previsto scattando dai 44,8 punti di giugno per
raggiungere di slancio i 48,9 punti. Un salto che ha avvicinato lo stesso Ism
alla «magica» quota dei 50 punti, quella che separa una fase di contrazione
economica da una di espansione. Gli analisti invece si aspettavano che lo Ism
segnasse solo 46,2 punti. Stessa musica per la spesa per costruzioni che a
giugno è salita dello 0,3% mentre gli analisti prevedevano una nuova
contrazione dello 0,5% dopo il calo dello 0,8% registrato in maggio. Una spesa,
va sottolineato, che è tornata a crescere grazie agli investimenti pubblici in
edilizia, che sono saliti dell´1% a 321,75 miliardi di dollari.
( da "Repubblica, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 41 - Cultura Murdoch vende "The Weekly
Standard" a un magnate fondamentalista I TEOCON SCALANO
( da "Corriere della Sera"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Spettacoli data:
04/08/2009 - pag: 35 McCartney a Washington Paul dedica «Michelle» alla first
lady americana WASHINGTON «Michelle» dedicata alla first lady degli Stati
Uniti. Paul McCartney ha reso omaggio a Michelle Obama cantando per lei uno dei più
grandi successi dei Beatles durante un concerto sabato sera a Washington. La
moglie del presidente Usa non era però fra gli spettatori, essendo partita
qualche ora prima con marito e figlie per Camp David.
( da "Corriere della Sera"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Tempo Libero data:
04/08/2009 - pag:
( da "Stampaweb, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
DUBAI «L’offerta di una tregua presentata da Al-Qaeda alla precedente amministrazione
americana nel 2006 è ancora valida anche per il presidente Barack Obama». Lo ha dichiarato il numero due della rete
terroristica, il medico egiziano Ayman al-Zawahiri con un lungo video preparato
dal braccio mediatico di al Qaeda. «Se Obama vuole
raggiungere un’intesa,
allora dovrebbe rispondere alle due offerte di tregua dello sceicco Osama bin
Laden» spiega al-Zawahiri, che accusa Obama di
vendere un’illusione.
Il vice di
bin Laden dice di offrire «una tregua con l’Occidente che si basi su giuste condizioni». «I combattenti di
Al-Qaeda - prosegue nel video - continueranno la loro lotta fino a quando l’Occidente non avrà accettato le
loro condizioni e il minimo che i mujaheddin sono disposti ad accettare è
il ritiro delle truppe infedeli da tutta la terra dell’Islam è la fine del furto delle
ricchezze dei musulmani sotto la minaccia del potere militare». Al- Zawahiri
irride gli sforzi di Obama per allentare le
tensioni con i musulmani paragonando il nuovo presidente americano «a un lupo
le cui zanne stanno lacerando la vostra carne. I suoi artigli vi stanno
afferrando la faccia, vi fa perdere sangue, poi vi dice di smetterla di
difendervi perché vuole fare la pace con voi».
( da "Repubblica.it"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK - Il regalo che Barack Obama
voleva tanto ricevere per il suo 48esimo compleanno, oggi, martedì 4 agosto, era
una lettera firmata Phil J. Berg, l'ex sostituto procuratore della
Pennsylvania, quello che tentò di trascinare in tribunale George W. Bush e
Saddam Hussein come "corresponsabili" dell'11 settembre. Bastava una
frase, un rigo appena: "Sono un cretino, scusa". E invece no. L'uomo
che per primo ha sostenuto che Barack non è nato alle Hawaii il 4 agosto 1961
alle 7.24 della sera, il capostipite dei "birthers", di chi dice che
è nato in Africa, non solo non ha scritto nessuna lettera di scuse, ma ha messo
il suo nome in calce a quelle diecimila missive preconfezionate dal sito di
destra WorldNetDaily che ora stanno intasando la posta di 1600 Pennsylvania
Avenue: "Nel giorno del tuo compleanno, ti chiedo di fare l'unica cosa
giusta: facci vedere il tuo vero certificato di nascita". Fosse facile.
Otto cause intentate, due arrivate fino alla Corte Suprema, un pronunciamento
ufficiale del Congresso, uno della Casa Bianca, una proposta di legge al
Congresso, due dichiarazioni del governo delle Hawaii. E, ancora, il figlio di
un ex presidente (Michael Reagan), la figlia di un ex vicepresidente (Liz
Cheney) e un illustre commentatore della Cnn (Lou Dobbs) tra i negazionisti.
Può bastare a dare l'idea di cosa è diventato il dibattito sul certificato di
nascita del presidente? Tutto comincia un anno fa, quando per spegnere Berg e i
dubbi dell'americano medio, i sostenitori di Barack mettono online il
certificato di nascita. Apriti cielo. I birthers gongolano: "Quella è una
copia al computer: perché non mostrare l'originale?". L'originale è quello
lì, nel senso che è la copia che qualsiasi ufficio anagrafe del mondo
fornirebbe. "Macché, la mamma americana e il papà africano l'hanno fatto
nascere in Kenya, qui è arrivato dopo, al massimo è un cittadino inglese,
allora Nairobi era una colonia". La replica: ecco, questo è l'annuncio sui
giornali delle Hawaii, l'Honolulu Avertiser e lo Star Bulletin, pagina nascite
& decessi: può bastare? OAS_RICH('Middle'); Non basta. La campagna si
riaccende con un video che fa il giro su YouTube, una birther invasata urla
contro un senatore repubblicano, il povero Mick Castle: come potete permettere
che a Washington sieda un non-americano? I repubblicani la tentazione di
cavalcare l'affaire ora ce l'hanno. Facciamo una legge, dicono, in cui ai
candidati presidenti si fa obbligo di presentare il certificato di nascita. E i
democratici? Nel documento che l'altro giorno celebrava i 50 anni dell'ingresso
di Honolulu negli States tentano il blitz: "Le Hawaii, cioè lo Stato dove è nato Barack Obama...". Un delirio. "Ho visto i documenti conservati dal
ministero della Salute: Barack Hussein Obama è cittadino americano per nascita", giura la direttrice del
ministero della Salute di Honolulu, Chiyome Fukino. E Robert Gibbs, il
portavoce della Casa Bianca, sconsolato: "Neppure la prova del Dna
riuscirebbe a placare chi nega che il presidente sia nato qui. Ma ho una
notizia da dare a loro e a tutti noi: il presidente è nato ad Honolulu, Hawaii,
il 50esimo stato del più grande Paese sulla faccia della Terra". Così
grande che c'è posto per quel buontempone che ieri ha messo sul web l'ultimo
tarocco: il certificato made in Kenya. Gli dev'essere sfuggito quel passaggio
di "Dreams of My Father", l'autobiografia da 160 settimane tra i
bestseller Usa in cui (pagina 26 dell'edizione economica) il futuro presidente
racconta di aver trovato in casa dei nonni un articolo del padre,
"infilato tra il mio certificato di nascita e le vecchie carte delle
vaccinazioni". Ripescalo ancora, Barack... (4 agosto 2009
( da "Repubblica.it"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
LONDRA - E' la scelta intelligente per l'estate:
stare a casa, dice l'Independent che per l'occasione crea il neologismo
"staycation". Ma se leader come Gordon Brown o Obama probabilmente "non vogliono
farsi vedere all'estero durante una recessione", per Berlusconi le cose
stanno in altro modo. "Naturalmente, con 18 proprietà, restare a casa non
dev'essere così noioso come per la maggior parte di noi", scrive il
giornale britannico, pubblicando una foto della residenza di Arcore. Se
i personaggi eminenti magari durante le vacanze vogliono lasciarsi andare, il
presidente del Consiglio "forse sente di averlo già fatto, dopo tutte
quelle feste con stelline tv e call girl". Così il "libidinoso
magnate dei media" fa affidamento su "un'autoritaria signora
austriaca che lo frusterà fino a farlo tornare in forma". Nei dieci giorni
di Arcore, "Frau Gertraud Mitterrutzner von Guggenberg e la sua squadra
costringeranno Berlusconi a una rigida routine giornaliera fatta di muesli e
piegamenti per gli addominali". La motivazione ufficiale del trattamento,
ricorda il quotidiano, è quella di "farlo tornare snello e riattivare il
suo metabolismo". Secondo l'Independent, però, la frase va letta in altro
modo: "il primo ministro, notoriamente vanitoso, è preoccupato per i chili
extra accumulati con le iniezioni di steroidi necessarie per i suoi problemi di
schiena". In altre parole, "dopo i titoli scandalosi dei mesi scorsi,
Berlusconi spera che le cure lo rimettano in sesto per la mischia".
OAS_RICH('Middle'); La terapista tirolese dovrà fare sforzi straordinari per purificarlo,
visto che il premier ha cancellato il programmato pellegrinaggio al santuario
di Padre Pio perché "una trovata pubblicitaria come quella avrebbe
probabilmente suscitato la rabbia dei cattolici invece che placarla". Così
Berlusconi spenderà tempo ad Arcore con i nipoti, "senza dubbio pregando
che le signore della sua vita non tirino fuori qualche altra sorpresa
sgradita". Se l'Independent è spietato, meno feroce del solito è la
corrispondenza del Times, che riprende le notizie delle vacanze di Berlusconi
apparse sulla stampa italiana e aggiunge un box per spiegare ai lettori che
cos'è la terapia Kneipp. Ma il quotidiano di Murdoch si rifà nella titolazione
e nella foto di corredo: sotto il titolo "Berlusconi prende lezioni su
come rilassarsi", compare un'immagine di maschere con il viso del primo
ministro sorridente - quelle usate durante la festa a tema "I love
Silvio" nel nightclub di Parigi, con ospite d'onore Patrizia D'Addario. E
la didascalia recita: "I medici cercheranno di riportare il sorriso sulla
faccia del leader malconcio". Più secca la scelta del Financial Times: il
giornale economico pubblica senza commento la lettera in cui Franco Frattini
ricorda che nelle società democratiche "la capacità di governare è
determinata dall'elettorato". Il ministro degli Esteri risponde così a un
attacco del FT che nei giorni scorsi l'aveva definito "inadatto a
governare". Secondo Frattini "gli italiani fino ad ora hanno
apprezzato l'abilità di Berlusconi di governare il Paese e di risolvere le
emergenze nazionali". Una tale definizione per un leader
"democraticamente eletto tre volte in 15 anni" è "una'asserzione
ridicola", sottolinea il titolare della Farnesina. Il Financial Times non
replica, ma affianca alla lettera di Frattini quella di Paola Subacchi,
direttrice della ricerca nel settore Economia internazionale a Chatham House.
Secondo la studiosa, il nodo della politica italiana è nella selezione dei
candidati, con "pubblici uffici diventati una ricompensa per la lealtà o
un modo per scambiare favori", e lo scandalo Noemi lo dimostra. La fine
della Prima repubblica, scrive
( da "Stampaweb, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
PYONGYANG L’ex presidente americano Bill Clinton, in Corea del Nord per cercare di
ottenere il rilascio delle due giornaliste Usa, Laura Ling e Euna Lee,
condannate a 12 anni di lavori forzati, ha incontrato il leader nord-coreano
Kim Jong-il. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. La radio ufficiale nordcoreana,
sempre secondo quanto riferito dalla Yonhap, ha dal canto suo riferito che
Clinton e Kim Jong-il hanno avuto «un ampio scambio di opinioni».«Non è vero»,
ha detto il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, smentendo quanto
riportato dall’agenzia
di stampa sudcoreana Yonhap secondo cui Clinton avrebbe portato un messaggio
verbale di Obama a Kim Jong-il. Un membro della
delegazione americana coperto dall’anonimato ha spiegato che l’interesse
principale degli Usa, in questo momento, «è il ritorno delle due giornaliste
sane e salve». Euna Lee e Laura Ling, che lavorano per il network americano
Current Tv (di cui è presidente Al Gore, ex vice di Bill Clinton alla Casa
Bianca), sono state arrestate lo scorso marzo al confine tra Corea del Nord e
Cina, per ingresso illegale nel paese. Il viaggio di Bill Clinton arriva dopo
mesi di tensioni tra i due paesi e provocazioni da parte nordcoreana. Un gesto
di disponibilità da parte di Pyongyang come la liberazione delle giornaliste,
secondo gli osservatori internazionali, potrebbe aprire la strada a un ritorno
al dialogo anche sul tema del nucleare, dopo le battute d’arresto degli ultimi tempi.
( da "Repubblica.it"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
TEHERAN - Il presidente degli
Stati Uniti Barack Obama
non manderà un messaggio di congratulazioni al presidente iraniano Ahmadinejad,
in occasione della cerimonia del giuramento in programma domani a Teheran. Lo
fa sapere
( da "Stampaweb, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
WASHINGTON Ogni giorno arriva una media di 30
minacce di morte contro Barack Obama, ma il Secret
Service incaricato di proteggere il presidente americano, il suo vice e i loro
familiari, è sempre sotto organico. Lo ha afferma il giornalista investigativo
americano Ronald Kessler nel suo libro «In the president’s Secret Service». Secondo la
ricostruzione del giornalista conservatore, da quando Obama si è insediato il ritmo delle minacce di morte è
cresciuto del 400% rispetto alle 3mila l’anno che arrivavano al suo predecessore George Bush. La maggior
parte delle minacce non risulta credibile, ma ciascuna deve essere verificata e
gli agenti del Secret Service sono costretti a fare gli straordinari e saltare
i test e gli addestramenti previsti per far fronte a tutto. Anche per evitare
fenomeni di emulazione, il Secret Service solitamente non divulga le minacce.
Qualcuna è stata però resa nota, come il presunto complotto ordito alla fine
dell’anno scorso da un
gruppo di suprematisti bianchi del Tennessee che, oltre a voler uccidere il
primo presidente afroamericano, intendevano sparare a 88 afroamericani e
decapitarne altri 14. Secondo il libro, ai servizi d’intelligence arrivarono
informazioni su un presunto attacco di terroristi legati al gruppo islamista
somalo al Shabaab in occasione dell’insediamento di Obama.
( da "Repubblica.it"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
PYONGYANG - Un "perdono speciale". E'
quello che il leader nordocoreano Kim Jong Il ha riservato alle due giornaliste
americane arrestate in Nord Corea lo scorso marzo e condannate ai lavori
forzati con l'accusa di spionaggio. La decisione di graziare le due reporter è
stata presa dopo la visita a sorpresa a Pyongyang dell'ex presidente americano
Bill Clinton: una missione doplomatica compiuta proprio per mediare per il
rilascio delle donne. L'ex inquilino della Casa Bianca le ha anche incontrate.
Ed è con lui, sul suo aereo, che torneranno a casa. "Kim Jong-Il,
presidente della Commissione nazionale di Difesa - riferisce l'agenzia
ufficiale nordcoreana Knca - ha rilasciato un perdono speciale per le due
giornaliste americane condannate ai lavorio forzati in base all'articolo 103
della Costituzione socialista e ne ha ordinato il rilascio". Il
provvedimento, afferma l'agenzia, "è una manifestazione della politica
umanitaria e pacifista della Corea del Nord". Clinton, si legge ancora,
"ha espresso scuse sincere per gli atti ostili commessi dalle due
giornaliste contro
( da "Stampaweb, La"
del 04-08-2009)
Argomenti: Obama
PYONGYANG L’ex presidente americano Bill Clinton è riuscito ad ottenere il
rilascio delle due giornaliste Usa, Laura Ling e Euna Lee, condannate a 12 anni
di lavori forzati. Oggi aveva incontrato il leader nord-coreano. La grazia
speciale di Kim Jong Il alle due giornaliste americane è stata
confermata dalla Cnn. Le due donne erano state condannate a 12 anni di lavori
forzati. La grazia concessa dal leader nordcoreano consente il rilascio delle
due giornaliste Laura Ling e Euna Lee, condannate in giugno a 12 anni di lavori
forzati. «Kim Jong-il ha ordinato al presidente della commissione nazionale di
Difesa di garantire una speciale grazia alle due giornaliste, condannate ai
lavori forzati, e di rilasciarle», riferisce
( da "Repubblica, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 12 - Esteri "Contro i Taliban alle
elezioni ci candidiamo noi" Il reportage Per le "Combattenti"
afgane la sfida più grande: (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) dal nostro inviato @FI
Firma Editoriale SX:Guido rampoldi Si sfidano masnade di mullah pronti a
scagliarti addosso un´accusa mortale, blasfemia. Si entra in urto con la casta
guerriera - mujahddin, Taliban, milizie al soldo di questo o di quel khan. Si
combatte, si muore. Spesso. Delle cinque donne di alto profilo che nel 2005 un
giornale britannico indicava come modelli di un Afghanistan possibile, tre sono
state assassinate dai Taliban e le altre due costrette ad espatriare. Dozzine
di maestre sono state uccise. Non v´è afgana che in questi anni si sia
affacciata nella scena pubblica che non abbia subìto minacce o attentati.
L´ultimo episodio in luglio, quando una bomba ferì sei agenti di scorta a
Fawzia Koofi, 33 anni, vicepresidente del parlamento e co - fondatrice del
gruppo delle «Combattenti». Ma nonostante tutto questo, le afgane che si
candidano in queste elezioni provinciali (20 agosto, in contemporanea con le
presidenziali) sono 342, il 20% in più del 2005. «Quanto più aumenta la violenza
contro di noi, tanto più aumenta la resistenza», dice
( da "Stampa, La" del
05-08-2009)
Argomenti: Obama
Dalle strategie divergenti all'alleanza
[FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK Strette di mano dai rappresentanti del
governo, mazzi di fiori da giovani scolarette e un trionfo diplomatico in un
solo giorno. Bill Clinton è stato accolto in Corea del Nord con tutti gli onori
che merita un capo di Stato, ed ha ottenuto dal leader di Pyongyang Kim Jong-il
- durante una missione a sorpresa di natura «strettamente privata» - la
liberazione delle due giornaliste americane detenute nelle prigioni del regime.
Con Kim l'ex presidente ha avuto si è intrattenuto per un colloquio
«soddisfacente» come riferito dai media locali secondo cui sono stati diversi i
temi affrontati «molti dei quali di comune interesse». E poi ha visto le due
reporter, in un incontro «commuovente» che è diventato, poche ore dopo, il
preludio al «perdono speciale» concesso dal leader di Pyongyang. Laura Ling ed
Euna Lee torneranno a casa già oggi, dopo che - affermano le fonti nordcoreane
- Bill Clinton si è «scusato per il loro comportamento». E' giallo invece sul presunto messaggio che Barack Obama avrebbe recapitato a Kim per mano
dell'ex presidente. La notizia diffusa dall'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap
è stata smentita dalla Casa Bianca: «Non è vero», ha detto il portavoce Robert
Gibbs, che poco prima aveva precisato come la missione fosse «esclusivamente
privata» e volta ad ottenere il rilascio di Euna e Laura, giornaliste di
Current Tv, l'emittente di Al Gore, numero due della Casa Bianca proprio con
Clinton. Erano state arrestate a marzo mentre lavoravano vicino al confine tra
Cina e Corea del Nord e condannate a 12 anni di lavori forzati per «ingresso
illegale» e «gravi crimini contro la nazione». Il viaggio di Clinton ha il
sapore di un evento storico non solo perché Pyongyang e Washington sono ai
ferri corti dai tempi della guerra delle due Coree, negli anni 50, ma anche per
il riemergere di forti tensioni internazionali dovute ai programmi nucleari del
regime comunista. Negli ultimi mesi Kim ha ordinato test atomici ed
esercitazioni con lancio di missili vietate dal Consiglio di sicurezza
dell'Onu, e alle quali l'amministrazione Obama ha
promesso di rispondere con un inasprimento delle sanzioni. E in questo senso
l'arresto delle due giornaliste ha rappresentato per il regime uno strumento
con cui far leva nei negoziati con la comunità internazionale. Clinton è il
secondo ex presidente Usa a mettere piede sul suolo nordcoreano: prima di lui
fu Jimmy Carter nel
( da "Stampa, La" del
05-08-2009)
Argomenti: Obama
I taleban erano già l'incubo di Churchill
Nonostante siano tra le genti più povere del mondo, gli abitanti dello scosceso
Nord-Ovest dell'attuale Pakistan hanno trovato il modo di terrorizzare le
lontane capitali occidentali per più di un secolo. Un fatto degno di menzione
nei libri dei record. E non è finita. Non certo scommettendo sul cavallo
sfavorito. Non coi titoli dei giornali americani sulle razzie dei taleban
pachistani, non coi droni della Cia che colpiscono qualunque cosa si muova tra
il Waziristan e il confine afghano. Questa primavera, per esempio, un esperto
di antiterrorismo ha avvertito in modo stridente (e senza alcuna plausibilità)
che «da uno a sei mesi potremmo assistere al collasso dello Stato pachistano»
per mano dei famelici taleban, mentre il segretario di Stato Hillary Clinton
definiva la situazione in Pakistan «un pericolo mortale» per la sicurezza
globale. Alla maggior parte degli osservatori sfugge che tale retorica
apocalittica su questa regione in cima al mondo non è affatto nuova. E' vecchia
di almeno cent'anni. Durante le campagne alla fine del XIX secolo e all'inizio
del XX, i funzionari britannici, i giornalisti e gli editorialisti dicevano le
stesse cose che risuonano oggi sulla bocca di strateghi, analisti e studiosi
americani. Fecero dei Pashtun tribali, che abitavano le montagne del
Waziristan, i nuovi Normanni. Per Londra era un pericolo mortale che minacciava
di rovesciare l'impero britannico. Nel 1898, il giovane Winston Churchill scrisse
persino un libro, «The Story of Malakand Field Force», sulla campagna
britannica della fine del XIX secolo in territorio Pashtun. In quel tempo
Londra governava l'India britannica che comprendeva l'India, il Pakistan e il
Bangladesh odierni, ma il controllo inglese sulla regione montagnosa del Nord
Ovest accanto all'Afghanistan e all'Himalaya era debole. Cercando di capire,
come i moderni analisti, perché i predecessori dei taleban pachistani
costituissero una così grande sfida all'impero, Churchill enucleò due ragioni
per spiegare il valore militare dei pashtun. La prima era l'Islam. «Questa
religione - scriveva - che più di ogni altra è stata diffusa con la spada - le
cui credenze e i principi sono imbevuti di una pulsione ad uccidere che in tre
continenti ha prodotto generazioni di combattenti - stimola un selvaggio e
crudele fanatismo». Churchill rivela qui i suoi pregiudizi. Infatti, in
generale, l'Islam si diffuse pacificamente nell'attuale Pakistan attraverso la
predicazione e la poesia dei mistici sufi, e la maggior parte dei musulmani non
sono stati più guerrafondai degli anglosassoni ad esempio. Come seconda ragione
Churchill pose l'ambiente in cui si supponeva che quelle tribù prosperassero.
«Gli abitanti di quelle valli selvagge ma ricche - spiegava - passano
continuamente da una faida all'altra». Inoltre, insisteva, la loro tecnologia
militare era puntigliosamente aggiornata, le loro armi non erano così primitive
come quelle di altre «razze» che l'autore definiva «al loro livello di
sviluppo». «Alla ferocia degli zulu, aggiungevano l'abilità dei pellerossa e la
mira dei boeri», avvertiva. L'immagine churchilliana di primitivi fanatici e
brutali, armati fino ai denti con armi ultimo modello, che individua i pashtun
come uno straordinario pericolo per l'Occidente, sopravvisse all'era vittoriana
e si riproduce oggi nei titoli dei nostri giornali. Bruce Riedel, un ex
analista della Cia, è stato incaricato dall'amministrazione
Obama di valutare le minacce
alla sicurezza in Afghanistan e Pakistan. Il 17 luglio, Arnauld de Borchgrave
sul Washington Times raccontava col fiato sospeso le conclusioni di Riedel:
«Una vittoria jihadista in Pakistan significherebbe la conquista del Paese da
parte di un movimento sunnita guidato dai taleban... potrebbe creare la
più grande minaccia che gli Stati Uniti abbiano mai dovuto affrontare nella
guerra al terrore... è questa una possibilità concreta nel prevedibile futuro».
L'articolo, in pieno stile churchilliano, s'intitolava «Suona il campanello
d'allarme di Armageddon». Di fatto, poche previsioni di intelligence potevano
avere meno possibilità di essere vere. Nelle elezioni parlamentari del 2008, i
pachistani hanno votato i partiti centristi, alcuni dei quali laici, ignorando
per lo più i partiti islamici fondamentalisti. Oggi in Pakistan ci sono circa
24 milioni di pashtun, un gruppo etnico che parla il pashto. Altri 13 milioni
vivono lungo la «Linea Durand» tracciata dai britannici, il confine - che
generalmente i Pashtun non riconoscono - tra il Pakistan e l'Afghanistan
meridionale. La maggior parte dei taleban proviene da questo gruppo ma la
grande maggioranza dei pashtun non sono taleban e non amano particolarmente gli
islamisti radicali. Le forze taleban, facilmente sconfitte questa primavera in
una rapida campagna nella valle dello Swat dall'esercito pachistano, non
superavano i 4 mila uomini. L'esercito di Islamabad conta 550 mila militari e
altrettanti riservisti. Possiede carri armati, artiglieria e caccia. I taleban
possono far leva soltanto sul gruppo etnico dei pashtun, il 14 per cento della
popolazione, e per quel che se ne sa sono in minoranza anche al suo interno. I
taleban possono compiere azioni terroristiche e destabilizzare il paese, ma non
sono in grado di rovesciare il governo. Nel 1921, vaghe minacce all'Impero
britannico provenienti dal piccolo e debole principato dell'Afghanistan e dalla
nascente (ma ancora reclinata su se stessa) Unione Sovietica puntellarono una
visione paranoica dei pashtun. Oggi il supposto legame con Al Qaeda - o anche
con l'Iran o
( da "Repubblica, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina XV - Milano Duccio Obama
Non chiede mai cosa c´è da fare,tanto sa che è stato assunto dal sottoscritto
solo perché sua sorella, mia moglie, ha fatto pressioni su di me: se non lo
prendi divorzio Sta in ufficio con bermuda e infradito, dice che anche gli
americani vanno così. Sta con Malia: si chiamava Maria ma ha
cambiato visto il successo delle figlie del presidente Usa Tutti i miei
disturbi sono cominciati con il suo arrivo Dal martedì alla domenica, sei
racconti affidati a uno scrittore milanese per dire la realtà con l´artificio
della fiction Nel mio studio oggi non c´è quasi nessuno, sono all´ultimo piano
della Torre Velasca e osservo il deserto grigio. Mi stavo rilassando, quando
entra Duccio il fratello minore di mia moglie Licia. Io sono un pacifista, ma
Duccio mi trasforma, nei miei sogni, in un serial killer, assetato di sangue.
Duccio non chiede mai cosa c´è da fare, tanto sa che è stato assunto dal
sottoscritto solo perché la sorella ha fatto pressioni su di me. Mi ricordo che
Licia scherzando, ma vai a sapere chi scherza e chi no, minacciò il divorzio se
non l´avessi preso. E le sue commoventi argomentazioni furono: è un ragazzo a
posto, è solo un po´ svirgolato. Incomincio a credere che tutti i miei disturbi
siano nati con il suo arrivo. Potrebbe essere la sua vicinanza a crearmi questi
disagi psicologici. Duccio come mia moglie non smette mai di parlare, crede che
il suo lavoro qui al mio studio di architettura sia chiacchierare e tiene ogni
linea occupata per fare le confidenze con i clienti, a volte li mette in viva
voce e li fa dialogare, così senti il marmista che conferisce con il fattorino
e con
( da "Stampa, La" del
05-08-2009)
Argomenti: Obama
La recessione mette in crisi le casse federali
degli Stati Uniti. Il gettito fiscale generato dal pagamento delle imposte
rischia di subire la maggiore contrazione in oltre 75 anni proprio
nel momento in cui il governo di Barack Obama sta avviando una serie di costose riforme destinate a incidere sul
deficit federale giunto a 1800 miliardi di dollari. L'allarme rosso emerge da
un'indagine condotta dall'Associated Press secondo cui il gettito del 2009
potrebbe ridursi del 18% segnando la flessione più pronunciata dal 1932, dai
tempi della Grande Depressione. Il calo riguarda diversi capitoli: le
entrate generate dal pagamento di tasse individuali, ovvero sul reddito di
singoli lavoratori, sono destinate a calare del 22%, mentre quelle delle
aziende diminuiranno del 57%. Più contenuti i ribassi relativi alle imposte sul
Social Security, il sistema pensionistico, che segnerebbe così il secondo calo
dal 1940, mentre per il Medicare, la previdenza sanitaria, si tratterebbe della
terza contrazione di sempre. Tutto ciò nel momento in cui l'amministrazione di
Barack Obama sta per varare riforme molto onerose.
Prima fra tutte quella della sanità il cui costo si aggira intorno ai mille
miliardi di dollari in dieci anni. «Il nostro sistema tributario è inadeguato a
sostenere le promesse del governo», spiega Eugene Steuerle, ex funzionario del
dipartimento del Tesoro ai tempi della presidenza Reagan, e ora vicepresidente
della Fondazione Peter G. Peterson. Il calo delle entrate e l'aumento della
spesa sono destinate ad aggravare il pesante indebitamento Usa giunto al record
di 11 mila miliardi. Tra i fattori all'origine della contrazione del gettito
c'è il cattivo stato dell'economia nazionale e internazionale e la lentezza del
processo di ripresa. Tra le cause anche il nuovo sistema di credito d'imposta
varato a febbraio nell'ambito del pacchetto di stimoli fiscali da 787 miliardi
voluto da Obama. Infine pesano il trend al ribasso dei
profitti aziendali e il generale calo dei redditi. E le prospettive non sono
delle migliori: a giugno i redditi delle famiglie americane sono scesi
dell'1,3%, segnando il calo più forte dal gennaio 2005. La spesa personale è
aumentata dello 0,4%, ma un tasso che depurato dall'inflazione scende sotto la
soglia di parità. Questo dimostra, secondo gli analisti, che i consumi - il
fattore che contribuisce per il 70% alla formazione del Pil Usa - ci metteranno
molto tempo per recuperare.
( da "Repubblica, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 15 - Esteri Le due croniste Blitz di Clinton
in Corea del Nord Kim Jong-il libera le reporter Usa L´ex presidente ha
incontrato il leader di Pyongyang Le giornaliste erano state fermate il 17
marzo scorso Lavoravano per la tv di Al Gore La visita potrebbe preludere anche
alla riapertura dei negoziati sul nucleare coreano FEDERICO RAMPINI dal nostro
corrispondente NEW YORK - Una visita storica, la prima di un esponente americano
in Corea del Nord da nove anni. Un riconoscimento inaspettato, clamoroso e
controverso, per il regime colpevole di terribili abusi contro i diritti umani
nonché di un´escalation nucleare negli ultimi mesi, bersaglio di condanne e
sanzioni dalla comunità internazionale. è Bill Clinton l´asso
nella manica di Barack Obama, che grazie a lui incassa un´operazione umanitaria: la
liberazione immediata di due giornaliste americane della tv di Al Gore,
prigioniere da marzo, "graziate" con provvedimento speciale dal
dittatore Kim Jong-il. Finalmente Obama fruisce della promessa "paghi uno compri due",
implicita nella nomina di Hillary a segretario di Stato. L´irruzione di
Bill come ospite d´onore nella politica estera americana ha lo sfavillìo dello
star-system. Il suo atterraggio apre il tg di Stato a Pyongyang. Sull´unico
sito Internet dell´isolato regime comunista viene salutato a caratteri
cubitali, «Clinton è fra noi». All´aeroporto sorride mentre una bambina gli
cinge il collo con una corona di fiori, e lo salutano alti dignitari incluso il
responsabile del programma atomico. Bill infine conversa amabilmente con Kim
Jong-il, un vertice a due che avrebbe dovuto svolgersi nel 2000 e saltò
all´improvviso, aprendo una lunga fase di ostilità tra i due Paesi. Ufficialmente
l´ex presidente è arrivato a Pyongyang in visita privata - su un aereo senza
contrassegni, accompagnato dal classico "no comment" dalla Casa
Bianca, ma assieme a John Podesta, eminenza grigia di Obama
- solo per negoziare il rilascio delle due giornaliste: Euna Lee e Laura Ling,
cittadine americane figlie di immigrati coreani. Lavoravano come free-lance per
( da "Repubblica, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 21 - Economia A Wall Street le regole non cambiano
Geithner striglia le autorità di controllo Nel mirino del segretario al Tesoro,
Bernanke (Fed), Schapiro (Sec) e Bair (Fdi)
L´amministrazione Obama
accusa: riforme bloccate, festeggiano solo banche e banchieri FEDERICO RAMPINI
dal nostro corrispondente new york - Wall Street è euforica,
( da "Stampaweb, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Nonostante siano tra le genti più povere del mondo,
gli abitanti dello scosceso Nord-Ovest dell’attuale Pakistan hanno trovato il modo di terrorizzare le lontane
capitali occidentali per più di un secolo. Un fatto degno di menzione nei libri
dei record. E non è finita. Non certo scommettendo sul cavallo sfavorito. Non
coi titoli dei giornali americani sulle razzie dei taleban pachistani, non coi droni
della Cia che colpiscono qualunque cosa si muova tra il Waziristan e il confine
afghano. Questa primavera, per esempio, un esperto di antiterrorismo ha
avvertito in modo stridente (e senza alcuna plausibilità) che «da uno a sei
mesi potremmo assistere al collasso dello Stato pachistano» per mano dei
famelici taleban, mentre il segretario di Stato Hillary Clinton definiva la
situazione in Pakistan «un pericolo mortale» per la sicurezza globale. Alla
maggior parte degli osservatori sfugge che tale retorica apocalittica su questa
regione in cima al mondo non è affatto nuova. E’ vecchia di almeno cent’anni. Durante le campagne alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, i funzionari
britannici, i giornalisti e gli editorialisti dicevano le stesse cose che
risuonano oggi sulla bocca di strateghi, analisti e studiosi americani. Fecero
dei Pashtun tribali, che abitavano le montagne del Waziristan, i nuovi
Normanni. Per Londra era un pericolo mortale che minacciava di rovesciare l’impero britannico. Nel 1898, il
giovane Winston Churchill scrisse persino un libro, «The Story of Malakand
Field Force», sulla campagna britannica della fine del XIX secolo in
territorio Pashtun. In quel tempo Londra governava l’India britannica che comprendeva l’India, il Pakistan e il Bangladesh
odierni, ma il controllo inglese sulla regione montagnosa del Nord Ovest
accanto all’Afghanistan
e
all’Himalaya era
debole. Cercando di capire, come i moderni analisti, perché i predecessori dei
taleban pachistani costituissero una così grande sfida all’impero, Churchill enucleò due
ragioni per spiegare il valore militare dei pashtun. La prima era l’Islam. «Questa religione – scriveva – che più di ogni altra è stata
diffusa con la spada – le cui credenze e i principi sono imbevuti di una pulsione ad
uccidere che in tre continenti ha prodotto generazioni di combattenti – stimola un selvaggio e crudele fanatismo».
Churchill rivela qui i suoi pregiudizi. Infatti, in generale, l’Islam si diffuse pacificamente
nell’attuale Pakistan
attraverso la predicazione e la poesia dei mistici sufi, e la maggior parte dei
musulmani non sono stati più guerrafondai degli anglosassoni ad esempio. Come
seconda ragione Churchill pose l’ambiente in cui si supponeva che quelle tribù prosperassero. «Gli
abitanti di quelle valli selvagge ma ricche – spiegava – passano continuamente da una faida all’altra». Inoltre, insisteva, la loro tecnologia militare era
puntigliosamente aggiornata, le loro armi non erano così primitive come quelle
di altre «razze» che l’autore definiva «al loro livello di sviluppo». «Alla ferocia degli
zulu, aggiungevano l’abilità dei pellerossa e la mira dei boeri», avvertiva. L’immagine churchilliana di
primitivi fanatici e brutali, armati fino ai denti con armi ultimo modello, che
individua i pashtun come uno straordinario pericolo per l’Occidente, sopravvisse all’era vittoriana e si riproduce oggi
nei titoli dei nostri giornali. Bruce Riedel, un ex analista della Cia, è
stato incaricato dall’amministrazione
Obama di
valutare le minacce alla sicurezza in Afghanistan e Pakistan. Il 17 luglio,
Arnauld de Borchgrave sul Washington Times raccontava col fiato sospeso le
conclusioni di Riedel: «Una vittoria jihadista in Pakistan significherebbe la
conquista del Paese da parte di un movimento sunnita guidato dai taleban... potrebbe
creare la più grande minaccia che gli Stati Uniti abbiano mai dovuto affrontare
nella guerra al terrore... è questa una possibilità concreta nel prevedibile
futuro». L’articolo,
in pieno stile churchilliano, s’intitolava «Suona il campanello d’allarme di Armageddon». Di fatto, poche previsioni di intelligence
potevano avere meno possibilità di essere vere. Nelle elezioni parlamentari
del 2008, i pachistani hanno votato i partiti centristi, alcuni dei quali
laici, ignorando per lo più i partiti islamici fondamentalisti. Oggi in
Pakistan ci sono circa 24 milioni di pashtun, un gruppo etnico che parla il
pashto. Altri 13 milioni vivono lungo la «Linea Durand» tracciata dai
britannici, il confine – che generalmente i Pashtun non riconoscono – tra il Pakistan e l’Afghanistan meridionale. La
maggior parte dei taleban proviene da questo gruppo ma la grande
maggioranza dei pashtun non sono taleban e non amano particolarmente gli islamisti
radicali. Le forze taleban, facilmente sconfitte questa primavera in una rapida
campagna nella valle dello Swat dall’esercito pachistano, non superavano i 4 mila uomini. L’esercito di Islamabad conta 550
mila militari e altrettanti riservisti. Possiede carri armati, artiglieria e
caccia. I taleban possono far leva soltanto sul gruppo etnico dei pashtun, il
14 per cento della popolazione, e per quel che se ne sa sono in minoranza
anche al suo interno. I taleban possono compiere azioni terroristiche e
destabilizzare il paese, ma non sono in grado di rovesciare il governo. Nel
1921, vaghe minacce all’Impero britannico provenienti dal piccolo e debole principato dell’Afghanistan e
dalla nascente (ma ancora reclinata su se stessa) Unione Sovietica puntellarono
una visione paranoica dei pashtun. Oggi il supposto legame con Al Qaeda – o anche con l’Iran o
( da "Corriere della Sera"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
05/08/2009 - pag: 19 Svolta diplomatica La tv annuncia la decisione del «caro
leader» Kim Jong-il di «perdonare» le giornaliste Bill in missione: libere le
reporter Usa Il ritorno dell'ex presidente Clinton con una mediazione in Nord
Corea DAL NOSTRO INVIATO PECHINO Missione compiuta per Bill Clinton. Atterrato
ieri a sorpresa in Corea del Nord per riportare a casa le due giornaliste
americane rapite a marzo, l'ex presidente degli Stati Uniti ne ha ottenuto la
liberazione. Il dittatore nordcoreano Kim Jong-il ha graziato le reporter
arrestate. «Un perdono speciale» riferisce l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna
, secondo la quale il «caro leader» ha ordinato il rilascio delle due donne. A
sorpresa, Clinton è atterrato ieri con un volo privato all'aeroporto di
Pyongyang, dove lo ha accolto Kim Kye Gwan, viceministro degli Esteri e capo
dei negoziatori sul nucleare. Ieri sera lo ha ricevuto Kim Jong-il. Ha offerto
in suo onore la cena e, secondo l'agenzia Kcna , ha
ascoltato il messaggio verbale che Barack Obama ha inviato al capo di quello che Bush definì uno «Stato
canaglia».
( da "Corriere della Sera"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Economia data:
05/08/2009 - pag: 33 Recessione I veti incrociati paralizzano i provvedimenti
sulla finanza e la sanità Geithner fa muro sulle riforme Scontro con le
authority
( da "Corriere della Sera"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Terza Pagina data: 05/08/2009
- pag: 39 Dibattiti Il caso tedesco riapre la discussione sul declino della
socialdemocrazia in Europa Sinistra, ipotesi di «quarta via» Finita l'età d'oro
del Welfare, in crisi la linea liberale del New Labour Ora si punta su ambiente
e diritti individuali. Con un occhio all'Australia di ANTONIO CARIOTI R alf
Dahrendorf, il noto sociologo tedesco appena scomparso, definì il Novecento
«secolo socialdemocratico ». E in fondo lo scoccare del 2000 vedeva i partiti
dell'Internazionale socialista ancora al governo in tutti i maggiori Paesi
dell'Ue: Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia. Da allora però il vento è
radicalmente mutato, come dimostra la dura sconfitta subita da quelle stesse
forze alle elezioni europee di giugno. Quindi la decisione dei sindacati
tedeschi di non appoggiare più
( da "Corriere della Sera"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
05/08/2009 - pag: 21 Melissa Hathaway Usa, si dimette la «zarina» della
sicurezza tecnologica WASHINGTON - Si è dimessa la responsabile della Casa
Bianca per la cybersicurezza, Melissa Hathaway. Incaricata in febbraio di
rivedere completamente le politiche di sicurezza informatica
dell'amministrazione Usa,
( da "Repubblica.it"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK - L'aereo di Bill Clinton, con a bordo le
due giornaliste americane di Current Tv Laura Ling e Euna Lee graziate dai coreani
dopo l'accusa di spionaggio e la condanna ai lavori forzati, ha fatto scalo
nella base americana di Misawa in Giappone sulla via del ritorno a casa. Poco
più tardi, dopo il rifornimento di carburante, il jet privato è ripartito per
Los Angeles. Ha avuto dunque pieno successo la missione dell'ex presidente Usa
che si è recato a Pyongyang sulla base di precedenti assicurazioni sulla
possibilità di successo. Ma nulla, ovviamente, era certo prima della sua
partenza. E il presidente Barack Obama gliene ha dato atto lodando l'"ottimo lavoro svolto da
Clinton nell'ottenere la liberazione delle due giornaliste" dalle prigioni
nordcoreane. Soddisfatta anche la segretario di stato americano Hillary Clinton
che si è detta "molto felice e sollevata". "Ho parlato
con mio marito sull'aereo e tutto va bene. Siamo molto emozionati - ha detto
Hillary Clinton - E' proprio un bel giorno quando vedi che succedono cose come
questa". Obama ha anche chiamato le famiglie
delle due reporter Laura Ling e Euna Lee esprimendo sollievo per il loro
rilascio e facendo sapere che le due donne stanno bene. Le sanzioni restano. La
missione ha avuto un delicatissimo background diplomatico.
( da "Stampaweb, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
Questa notte l'ex-presidente Bill Clinton ha
lasciato
( da "Stampaweb, La"
del 05-08-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK «Straordinariamente sollevato» per la
liberazione delle due giornaliste di Current Tv Laura Ling e Euna Lee, il presidente Barack Obama non ha voluto interpretare il finale alla Hollywood di questo
ultimo braccio di ferro con
( da "Stampa, La" del
06-08-2009)
Argomenti: Obama
La corsa per la corona mondiale dell'eleganza è un
testa a testa tra due altezze reali: la futura regina di Spagna e l'attuale
Sceicca del Qatar, un'araba del Golfo, chi l'avrebbe immaginato? Nella
categoria «First Ladies», principesse repubblicane, ci sono solo Carla Bruni Sarkozy e Michelle Obama (cui viene negato il cognome da ragazza, forse perché non ha
avuto una carriera mediatica prematrimoniale), ma chi ha in mente il recente G8
aquilano e le signore dei «signori del mondo» non può dare torto alla selezione
drastica di «Vanity Fair», che nel numero americano d'agosto stila la
classifica delle elegantone e degli elegantoni del 2009. Nella più vasta
categoria «Donne», invece, le cose si complicano. La rivista segnala la
principessa Letizia delle Asturie ma anche l'attrice Anne Hathaway; due
incantevoli persone, senza dubbio, ma con l'eleganza c'entrano poco. Donna
Letizia, nella celebre foto che la ritrae da dietro mentre sale le scale con
Carla Bruni in visita di stato in Spagna, ha addosso un vestito assolutamente
troppo attillato per una figura istituzionale (l'astuta Bruni, infatti, che ha addosso
un vestito quasi uguale, l'ha scelto più morbido): la salva la magrezza
estrema, più anoressica che aristocratica, però. Quanto alla Hathaway, è andata
in giro per troppo tempo con un accessorio clamorosamente volgare come l'ex
fidanzato Raffaele Follieri per far credere di capire qualcosa di eleganza.
Splendida invece la scelta di Mozah, Sceicca del Qatar. Come Michelle Obama, anche
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima Pagina FEDERICO RAMPINI
A PAGINA 12 Monito di Obama
a Pyongyang "Ma ora trattate sull´atomica" Corea, trionfo per Clinton
in America le due giornaliste SEGUE A PAGINA 12
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina IX - Firenze "Rom, sono loro i nuovi
ebrei" Ovadia debutta a San Giovanni GREGORIO MOPPI «Rom, sinti,
extracomunitari, clandestini: sono loro i nuovi ebrei», afferma Moni Ovadia che
con la politica nostrana, ma pure con certi suoi correligionari, ha davvero il
dente avvelenato. Lui, che nella vita e sulla scena ha sempre coltivato la
memoria, non sopporta chi tende a scordarsi il passato. O che comunque ricorda
solo ciò che gli fa comodo. «Oggigiorno molti tentano di autoassolversi
mostrandosi carini con gli ebrei. Bene. Ma perché nel Giorno della memoria non
si va a portare solidarietà anche a sinti e rom ugualmente sterminati nei campi
di concentramento nazisti?». A coloro, cioè, che Ovadia, ebreo di ascendenze
sefardite nato in Bulgaria ma trasferitosi bambino a Milano, considera come
fratelli. E nello spettacolo Ebrei e zingari - senza confini (oggi
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 12 - Esteri Super Bill, missione compiuta Obama ringrazia e avverte "
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 13 - Esteri Monito di Mosca a Washington
"Basta aiuti militari alla Georgia" Sale la tensione nel Caucaso a un
anno dalla guerra Da qualche giorno sul confine con l´Ossezia del sud si spara
I russi hanno raddoppiato i soldati presenti nella repubblica separatista
LEONARDO COEN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA -
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 18 - Economia Sarà finanziata la produzione
Usa di vetture, batterie e componenti Obama aiuta l´auto elettrica con 2,4
miliardi di sussidi Favori ai produttori nazionali e gaffe su Toyota FEDERICO
RAMPINI dal nostro corrispondente NEW YORK - «E´ il più grande investimento mai
compiuto al mondo in questo settore». In tournée nell´Indiana, uno degli Stati
Usa più colpiti dalla crisi dell´auto, Barack Obama
annuncia il nuovo maxi-finanziamento di Stato: 2,4 miliardi di dollari di aiuti
pubblici andranno a sviluppare l´auto elettrica. E´ uno sforzo notevole,
erogato in tempi record, per riagguantare i concorrenti asiatici: Giappone,
Corea del Sud e Cina hanno molte lunghezze di anticipo nello sviluppo delle
batterie per auto elettriche. E´ anche un nuovo tassello nell´apparato di
misure implicitamente protezioniste, con cui Washington favorisce i produttori
nazionali. E´ una distorsione confermata da una gaffe del presidente: ieri ha
auspicato che «le auto ibride siano finalmente prodotte in America», ignorando
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 9 - Interni "Il fatto che sia ancora
premier rende debole la vostra democrazia" Cohn-Bendit: con il Cavaliere
l´Italia conta sempre meno in Europa ALBERTO D´ARGENIO ROMA - «L´Italia di
Berlusconi è l´Italia del qualunquismo, è un Paese che in Europa e nel mondo
ormai non conta più. Un´anomalia nel cuore del continente che vede il suo
esatto opposto nell´America di Barack Obama».
Tagliente come sempre, Daniel Cohn-Bendit parla con Repubblica del caso
Berlusconi e dell´Italia del Cavaliere. L´ex leader del ‘68 parigino non si stupisce che il premier sia ancora al suo posto,
come se il ciarpame politico, i silenzi e le contraddizioni sulle sue
frequentazioni non fossero mai esistiti. «Tutto questo è tipico dell´Italia individualista
e menefreghista creata e cavalcata dal vostro presidente del Consiglio», dice
"Daniel il rosso", oggi europarlamentare leader dei Verdi - quarto
partito a Strasburgo - e alle ultime elezioni capace di rendere Europe-Ecologie
il secondo partito di Francia al pari dei socialisti. Onorevole Cohn-Bendit,
cosa pensa dell´Italia governata da Berlusconi? «Il problema Berlusconi si
spiega con una società - quella italiana - in cui non c´è più un´idea di
progetto collettivo nazionale. Il vostro premier è l´emblema di un modello in
cui per arrivare c´è solo l´individualismo. Lui incarna l´egoismo, il pensare
solo per sé e ai propri interessi. Ed è esattamente questo il problema di fondo
dell´Italia: l´individualismo». Secondo alcuni commentatori l´Italia di
Berlusconi anticipa un fenomeno che si espanderà nel resto d´Europa: la
post-democrazia. «L´individualismo è il carattere tipico della post-democrazia,
di una società che non conosce l´interesse generale. è una questione italiana o
è il futuro dell´intero continente? Guardiamoci intorno: oggi l´esatto
contrario, l´opposizione al fenomeno Berlusconi, è il
fenomeno Obama. E l´Europa
deve scegliere il suo punto di riferimento: l´Italia o gli Usa?
( da "Repubblica, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 37 - Cultura Con l´assalto
all´autorizzazione all´uso della Ru486 ritorna il tempo dei diktat La crociata
vaticana e le mani sulla vita Non è ammissibile la pretesa autoritaria di fare dell´Italia
un luogo dove alle donne è preclusa la possibilità di fare le stesse scelte di
quelle degli altri paesi (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) aluti ciascuno in cuor suo
e secondo la propria fede la possibilità di affiancare l´aborto farmacologico a
quello chirurgico. è inammissibile, invece, la pretesa autoritaria e illegale
di fare dell´Italia un luogo dove alle donne è preclusa la possibilità di fare
le stesse scelte delle donne di quasi tutti gli altri paesi europei; e dove si
violano consolidate regole europee sulla registrazione dei farmaci, fondate sul
"mutuo riconoscimento": quando il farmaco è già stato autorizzato in
un altro paese europeo, si può chiedere che venga autorizzato anche in altri.
Questa procedura implica che si possa discutere sulle modalità
dell´autorizzazione, non sul concederla o negarla. E nel comunicato
dell´Agenzia italiana per il farmaco si dice che l´autorizzazione «conclude
quell´iter registrativo di mutuo riconoscimento seguito dagli altri paesi
europei». Se, invece di abbandonarsi alle invettive, si fossero lette queste
poche parole e le equilibrate considerazioni del direttore dell´Agenzia, si
sarebbero evitate molte sciocchezze e forzature. Dica pure il presidente della
Cei che l´autorizzazione della pillola Ru486 apre una «crepa nella nostra
civiltà»: l´autorizzazione ad esagerare non si nega a nessuno. Ma quando il
responsabile per queste materie della stessa Cei dice perentoriamente che «il
governo deve bloccare tutto», siamo di fronte alla negazione dello Stato di
diritto, del suo essere fondato su regole e procedure che tutti devono
rispettare. Altro che Stato e Chiesa, «ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani», come vuole l´articolo 7 della Costituzione! Di questo
clima bisogna tenere conto, perché si cercherà di svuotare in via
amministrativa quell´autorizzazione, già severissima, ricorrendo alle abituali
falsificazioni dei dati scientifici, come sta accadendo con il riferimento a 29
donne morte ricorrendo a quella pillola. Ma, a parte il fatto che alcuni di
quei casi sono controversi, si tratterebbe comunque di 29 casi in ventun´anni e
su un totale di milioni di donne: si è fatto notare che, nello stesso arco di
tempo, i morti per aspirina sono stati 50. Questa manipolazione mostra come si
vogliano creare le condizioni per una rinnovata offensiva contro la libertà
femminile, invocando la mozione con la quale
( da "Stampaweb, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK Hanno pattugliato in gran silenzio le
coste atlantiche degli Stati Uniti da Nord a Sud per diversi giorni prima di
scomparire dai radar americani. Due sommergibili russi classe Akula sono stati
inviati da Mosca al largo della East Coast americana nell’ambito di un’operazione definita di «normale esercitazione», ma che
ha riportato indietro la memoria ai tempi della Guerra Fredda. Secondo il
dipartimento della Difesa americano i due sottomarini non sono mai entrati
nelle acque statunitensi il cui confine si spinge a circa
( da "Stampaweb, La"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
MILANO La corsa per la corona mondiale dell’eleganza è un testa a testa tra due altezze reali: la futura regina
di Spagna e l’attuale Sceicca del Qatar, un’araba del Golfo, chi l’avrebbe
immaginato? Nella categoria «First Ladies», principesse repubblicane, ci sono
solo Carla Bruni Sarkozy e Michelle Obama (cui viene negato il cognome da
ragazza, forse perché non ha avuto una carriera mediatica prematrimoniale), ma
chi ha in mente il recente G8 aquilano e le signore dei «signori del mondo» non
può dare torto alla selezione drastica di «Vanity Fair», che nel numero
americano d'agosto stila la classifica delle elegantone e degli elegantoni del
2009. Nella più vasta categoria «Donne», invece, le cose si complicano.
La rivista segnala la principessa Letizia delle Asturie ma anche l'attrice Anne
Hathaway; due incantevoli persone, senza dubbio, ma con l'eleganza c'entrano
poco. Donna Letizia, nella celebre foto che la ritrae da dietro mentre sale le
scale con Carla Bruni in visita di stato in Spagna, ha addosso un vestito
assolutamente troppo attillato per una figura istituzionale (l'astuta Bruni,
infatti, che ha addosso un vestito quasi uguale, l'ha scelto più morbido): la
salva la magrezza estrema, più anoressica che aristocratica, però. Quanto alla
Hathaway, è andata in giro per troppo tempo con un accessorio clamorosamente
volgare come l'ex fidanzato Raffaele Follieri per far credere di capire
qualcosa di eleganza. Splendida invece la scelta di Mozah, Sceicca del Qatar.
Come Michelle Obama, anche
( da "Corriere della Sera"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
06/08/2009 - pag:
( da "Repubblica.it"
del 06-08-2009)
Argomenti: Obama
SYDNEY - La 'gaffe' metterà forse una pietra sopra
la cospirazione contro Barack Obama lanciata da alcuni
esponenti di estrema destra, i cosiddetti "birther", i teorici
dell'ipotesi che vuole il presidente Usa nato in Kenya e non nelle Hawaii. Si è
scoperto infatti che il certificato di nascita che avrebbe dovuto provare che Obama è nato in Kenya è in realtà un falso clamoroso: si
tratterebbe di una copia "taroccata" di quello di David Bomford, funzionario
pubblico di Adelaide, in Australia. L'uomo aveva postato il documento in un
sito web di alberi genealogici. "Ho pensato che potesse interessare
qualche familiare che avesse voluto fare delle ricerche", ha spiegato,
aggiungendo di non poter credere di essere rimasto invischiato nel tentativo di
delegittimare l'uomo più potente della terra e di sentirsi davvero sorpreso che
qualcuno abbia scovato in rete il suo certificato e che avrebbe provveduto alla
sua rimozione. Che diranno adesso i cospiratori del certificato di nascita? La
storia è balzata di nuovo alle cronache proprio a due giorni dal 48esimo
compleanno del presidente americano, lo scorso 4 agosto. Lo stesso giorno alla
casa Bianca sono state recapitate ben diecimila lettere che chiedevano a Mr.Obama di mostrare il suo
"vero" certificato di nascita. Tutte le lettere erano state
preconfezionate dal sito di estrema destra "WorldNet Daily". Il
dibattito sulle origini di Obama infatti non è cosa da poco conto negli Stati Uniti in queste
ore, al punto che un sondaggio di Politico.com darebbe il 58% degli
elettori repubblicani convinti della falsità della versione ufficiale dei
fatti, e cioè che Barack Hussein Obama II non è nato
alle Hawaii il 4 agosto 1961 alle 19.24, bensì in Kenya. OAS_RICH('Middle'); La
tentata cospirazione firmata dai "birthers" si è scatenata dopo un
certificato di nascita messo on line dai supporter di Obama
proprio per sfatare il mito delle sue origini africane, un certificato non
cartaceo ma ovviamente virtuale, e peraltro rilasciato dall'anagrafe delle
Hawaii, quindi perfettamente valido. E' quanto è bastato a Phil J. Berg - per
la cronaca lo stesso che tentò di portare in tribunale George Bush e Saddam
Hussein come corresponsabili dell'11 settembre - che per primo ha cominciato ad
insinuare il dubbio della non autenticità di quel certificato. Di lì a
scatenarsi una vera e propria follia collettiva il passo è stato breve. E'
iniziata una campagna sfrenata che punta a delegittimare la carica del
presidente degli Stati Uniti, che - ripetono i birthers come un mantra - non
può essere eletto alla Casa Bianca se non "natural born citizen",
secondo quanto sancisce
( da "Repubblica, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 17 - Esteri Fortemente voluta dalla Casa
Bianca è il primo giudice latino dell´Alta Corte Usa, un´ispanica alla Corte
Suprema luce verde del Senato alla Sotomayor DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Il
giudice che aveva sbandierato la «saggezza» delle donne latine, a volte
addirittura più sagge di quei maschi senza esperienza, il magistrato venuto da
quel Bronx che ha sfornato più teppistelli che uomini di legge, la portoricana
orgogliosa di esserlo, Sonia Sotomayor, 55 anni, è il giudice numero 111 eletto
sullo scranno più alto della giusitizia americana,
( da "Repubblica, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 17 - Esteri Obama riforma le carceri per immigrati I
400 mila clandestini saranno sistemati in "strutture più umane" Ora
sono detenuti in 350 penitenziari pubblici e privati proliferati durante l´era
Bush FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente NEW YORK - Non è ancora la
nuova politica sull´immigrazione promessa da Obama, ma intanto è già una svolta radicale nel trattamento dei
clandestini. Per rispondere alle accuse di violazioni dei diritti umani,
l´America vara una riforma dei centri di detenzione. Con l´obiettivo di
costruire un nuovo sistema «civile, aperto, trasparente, verificabile». La
nuova tutela dei diritti dei clandestini ha l´impronta di Janet Napolitano,
l´italo-americana che dirige
( da "Repubblica, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 41 - Commenti ISRAELE E l´america di obama
SANDRO VIOLA Dopo soli quattro mesi dal suo varo, il governo israeliano è in
serie difficoltà. L´altro giorno è esploso il caso Lieberman, il ministro degli
Esteri vicino all´estrema destra, che la polizia accusa di corruzione, falso e
riciclaggio di capitali. Sugli altri due partner maggiori della coalizione messa
insieme da Netanyahu, il Labor e l´ortodosso Shas, incombe il pericolo d´una
spaccatura che farebbe dissolvere la maggioranza del governo in parlamento. E
soprattutto, ben più rischioso politicamente dei malesseri interni alla
coalizione, c´è oggi lo stato dei rapporti tra Israele e l´America di Barack Obama. Per la prima volta negli ultimi diciotto anni,
infatti, un governo di Washington ha messo un governo d´Israele con le spalle
al muro. Come il presidente Obama aveva detto subito
dopo il suo insediamento, gli Stati Uniti non intendono più tollerare che gli
israeliani continuino ad espandere le colonie ebraiche a Gerusalemme Est e in
Cisgiordania. Non è più questione di vaghe esortazioni, come ce ne furono anche
negli anni di Bush, quando Condoleezza Rice raccomandava un congelamento delle
nuove costruzioni perché "non aiutano il processo di pace". Adesso la
musica è diversa, le richieste americane sono drastiche. Gli insediamenti sono
"illegittimi", impediscono l´intesa con i palestinesi, e quindi da ora
in poi non un mattone dev´essere più messo su un altro, ad opera dei governi di
Gerusalemme, nelle terre che faranno parte del futuro Stato palestinese. La
pressione politica di Washington s´è fatta sempre più decisa. La scorsa
settimana c´erano a Gerusalemme ben quattro inviati di Obama:
il negoziatore tra israeliani e palestinesi George Mitchell, il segretario alla
Difesa Robert Gates, il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones e
l´esperto di Iran alla Casa Bianca Dennis Ross. E benché abbiano parlato con i
governanti israeliani anche di Iran, tutti e quattro hanno insistito sulla
necessità di sospendere subito e completamente l´allargamento delle colonie. Da
qui i cartelli inalberati nelle manifestazioni delle destre israeliane. Lì,
Barack Obama è indicato sempre e soltanto col suo
secondo nome, Hussein, a denunciarne la discendenza da un padre kenyota. In
altri cartelli è disegnato con un turbante intorno al capo. E in altri ancora,
definito in questi termini: "L´arabo che gli americani chiamano
presidente". Colore e demagogia a parte, nessun presidente degli Stati
Uniti aveva mai subito un simile trattamento nelle piazze d´Israele. Quando la
nuova amministrazione americana dichiarò che non avrebbe più taciuto
sull´illegalità dei nuovi insediamenti ebraici, nell´ambiente liberal e
pacifista israeliano si fecero molte scommesse. Sarebbe riuscito Obama ad ottenere da un governo israeliano quel che nessuno
dei suoi predecessori aveva mai ottenuto dai governi di sinistra e di destra
che si succedevano a Gerusalemme? Erano circa vent´anni, infatti, che gli
americani avevano capito quanto sarebbe stato importante, sulla strada d´una
soluzione del conflitto in Palestina, che Israele cessasse di costruire colonie
sulle terre palestinesi. Ma ad eccezione d´un tentativo fatto da Bush padre nel
‘91 di sospendere gli aiuti economici ad Israele
se gli insediamenti avessero continuato a crescere (tentativo abortito dopo
pochi mesi), nei sedici anni di Clinton e Bush jr. pressioni
americane serie, efficaci, non ne erano mai venute. Da qui le discussioni e le
scommesse dei pacifisti israeliani. Le parole di Barack Obama
si sarebbero disperse al vento dopo i primi rifiuti di Benyamin Netanyahu, o il
governo di Washington era stavolta deciso a imporre la sua linea? A giudicare
dal clima politico che c´è oggi in Israele, le scommesse le hanno vinte i
pochissimi che prevedevano una svolta nei rapporti tra Washington e
Gerusalemme. Nessun dubbio, infatti che la svolta ci sia stata, e più brusca,
più veloce di quanto si potesse immaginare. La presa di distanza degli Stati
Uniti rispetto al loro maggiore alleato in Medio Oriente (dopo che da anni
molti politologi americani avevano messo in discussione la coincidenza tra
"interessi dell´America" e "interessi d´Israele"), è a
questo punto clamorosa. Né i contraccolpi in Israele s´avvertono soltanto nei
settori di destra o tra i coloni. Secondo un recente sondaggio solo il 6 per
cento degli israeliani si fida infatti della politica mediorientale di Obama, mentre il 50 per cento si dice convinto che il
presidente americano sia ormai su posizioni più pro-palestinesi che
pro-israeliane. Il primo segnale, dunque, d´una sfiducia nei confronti
dell´America, sino a ieri considerata la più sicura, incrollabile protettrice
dello Stato ebraico. Uno degli effetti di questa diffidenza nei confronti degli
Stati Uniti, è stato tuttavia la crescita in Israele della popolarità di
Netanyahu. Il primo ministro appare adesso il coraggioso difensore dell´autonomia
nazionale. Nessuna personalità del paese, nemmeno sul versante della sinistra,
si è sinora pronunciata contro di lui e il suo rifiuto di fermare del tutto
l´ampliamento delle colonie. Ed è anzi da qui che Netanyahu sta ricavando in
questi giorni il consenso per il suo governo, che altrimenti - come s´è detto
all´inizio - sarebbe già pericolante. La sua linea di difesa è duplice. Verso
l´esterno, insistere sul fatto che il pericolo di un´arma nucleare iraniana è
ben più urgente della questione palestinese. All´interno, mostrarsi come la
diga che si erge contro le pressioni di Washington. E
questo mentre Barack Obama
viene visto dagli israeliani come un alleato incerto, flessibile con tutti (con
gli ayatollah di Teheran, con
( da "Repubblica, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 15 - Cronaca Pirati all´attacco, paralizzato
Twitter Contro il sito milioni di contatti simultanei, black out di 3 ore.
Colpito anche Facebook Il fondatore, Biz Stone, ha ammesso: è un´iniziativa
orchestrata ma ci difenderemo Il blitz è partito dagli Usa, poi è stato
segnalato in Brasile e poi in Europa (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) DAL NOSTRO
INVIATO Angelo aquaro Sarà. Ma quando ieri il mondo ha scoperto che a rischio è
anche Twitter, cioè l´ultima sorpresa del mondo digitale, il social network dei
micromessaggi scambiati tra pc e telefonini, quello con il logo innocente di un
uccellino, davvero il sentimento di sconfitta è dilagato con la velocità dei
bit da una parte del pianeta all´altra: perché la sconfitta, la vulnerabilità
di Twitter, condita dalla notizia, riportata da Fox News, che a tremare è stato
anche Facebook, ha colpito anche la fantasia di chi crede ancora che un social
network sia un incrocio tra un circolo e un sindacato. La resa è arrivata da
Biz Stone in persona, il fondatore: siamo sotto attacco. Di più: sotto attacco
come le banche online, come i servizi internet delle carte di credito. Twitter,
la comunità web più in espansione del mondo, più di 17 milioni di utenti è
andato in tilt, collassato per ore, afflosciandosi su stesso. In un post
lanciato dallo stesso Biz, la resa è raccontata tra ironia e amarezza: «In
questa mattina di giovedì, che sembrava tranquilla e felice, Twitter è finito
sotto attacco. Attacchi di questo tipo sono vere e proprie iniziative dolose,
orchestrate per rendere inutilizzabili servizi come le banche online, i sistemi
di pagamento via web e, appunto, i sistemi di comunicazioni come Twitter. Ma
noi ci difenderemo». Twitter si difenderà, ma intanto l´attacco
arriva proprio nel giorno in cui i social network sono stati scelti dal
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, per lanciare l´offensiva finale della grande battaglia per la
riforma della sanità. Non solo. La sfida arriva all´indomani della notizia
dell´addio dello cyberzar degli Usa, Melissa Hathaway, la donna che aveva già
lavorato con George W. Bush e che proprio per questo la nuova
amministrazione aveva intenzione di sostituire. L´attacco è partito dagli Stati
Uniti, subito è stato segnalato in Brasile, poi anche in Europa: il servizio
elettronico è andato in tilt lasciando senza comunicazione milioni di persone.
E a chi ha cercato di collegarsi via web è andata ancora peggio: il server ha
rifiuto l´accesso, inondando lo schermo di allarmi e costringendo a riavviare i
computer per il pericolo di infezioni. Dos, denial of service, la sigla che gli
utenti hanno imparato a odiare. Il micro-social network (su Twitter i messagi
non superano le 140 battute degli sms) è l´ultima vittima di una serie di
attacchi che nelle ultime settimane hanno terrorizzato il mondo di internet.
Anche
( da "Repubblica, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 4 - Economia Trichet: no alla tassa italiana
sull´oro "Serie preoccupazioni per una norma che va contro i Trattati
Ue" "Rischi di una prolungata bassa crescita ma adesso basta con le
misure di stimolo" "
( da "Repubblica, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 35 - Economia Global
market Economia verde troppe promesse anche da Obama Non venderemo
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
Giuseppe Berta Non abbiamo toccato il fondo I
numeri diffusi ieri dall'Istat sulla nostra produzione industriale hanno
l'effetto di una gelata sulle aspettative che, pur timidamente, erano state
adombrate sull'andamento della crisi e sulle sue ripercussioni per l'economia
italiana. Le cifre ci dicono non soltanto che l'urto della crisi globale sulle
attività produttive non si è attenuato, ma che non possiamo ancora prevedere il
momento in cui sarà possibile cogliere i segnali della ripresa. Per la verità,
i cauti cenni di ottimismo non erano stati sottoscritti né dagli operatori
economici né dai sindacati, che in questi giorni avevano già anticipato la
necessità di prepararsi a un nuovo periodo di difficoltà al rientro dalle
ferie. Ora le stime dell'Istat confermano come non si sia fin qui arrestata la
caduta produttiva, che riguarda praticamente tutti i settori. Di fatto, è
difficile individuare componenti del sistema industriale che non registrino un
peggioramento significativo anche rispetto ai valori, di per sé deludenti,
riscontrati negli ultimi mesi. La flessione si rivela meno grave nel settore
della produzione dei beni di consumo, che segna un meno 9% nel giugno di
quest'anno rispetto al giugno 2008 (ma se si considera l'intero primo semestre
2009 rispetto al primo semestre dell'anno scorso la perdita sale al 9,8%). La
profondità della recessione in atto è tuttavia testimoniata soprattutto dai
livelli di regresso toccati dalla produzione dei beni durevoli (-26% rispetto
al giugno 2008) e dei beni strumentali (-26,8%). Ciò mostra come l'aspetto più
preoccupante della crisi stia in un ristagno degli investimenti che, quanto più
si prolungherà, tanto più allontanerà e renderà incerte le prospettive della
ripresa. Settori come la metallurgia e la produzione degli autoveicoli
raggiungono picchi negativi superiori al 30%, nonostante l'ampliamento delle
quote di mercato conseguito dai marchi Fiat e Lancia. Quali conseguenze trarre
dai dati Istat? La prima, naturalmente, è che nessun indicatore dell'economia
reale ci può indurre a credere che la crisi sia avviata verso un superamento
spontaneo, magari al seguito dello spiraglio di crescita di
recente preconizzato per fine anno dal presidente Obama. È possibile e sicuramente auspicabile che i tempi della ripresa
Usa siano più celeri di quanto si era temuto, ma un miglioramento economico al
di là dell'Atlantico non è destinato a riverberarsi immediatamente sulle
condizioni delle nostre imprese. Le quali mai come adesso devono essere
accompagnate e sostenute in un cammino che consenta loro di sopravvivere, in
attesa di poter cogliere il soffio del vento della ripresa internazionale
quando si manifesterà. Per adesso dobbiamo sapere che chi sta soffrendo di più
è la parte maggiormente dinamica del nostro sistema industriale, quella che,
dopo aver esplorato le strade della globalizzazione, paga gli effetti della
contrazione del commercio mondiale. Nei mesi a venire serviranno nuove azioni
sia sul fronte degli ammortizzatori sociali che su quello del credito, dando
corso pratico all'intesa stabilita fra
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
WASHINGTON Sonia Sotomayor è ufficialmente il primo
giudice di origine latina ad arrivare al massimo grado della giustizia
americana. Come da previsioni il Senato degli Stati Uniti ha confermato la
nomina di Sotomayor alla Corte Suprema, siglata dal
presidente Barack Obama lo
scorso 26 maggio. La donna sostituisce così il giudice David Souter, scelto da
George W. Bush, che ha rassegnato le dimissioni nell'aprile scorso. L'aula del
Senato ha approvato la nomina con 68 voti favorevoli e 31 contrari. Prima di
arrivare alla Corte Suprema Sonia Maria Sotomayor ricopriva la carica di
giudice federale di Corte d'Appello degli Stati Uniti. Nata a New York,
nel Bronx, il 25 giugno del 1954 da una famiglia portoricana, il nuovo giudice
supremo si è laureata con lode alla Princeton University nel 1976,
specializzandosi poi in legge a Yale, nel 1979. Obama
ha definito la sua avventura «una straordinaria storia americana».\
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
Cartesio Mario Baudino Il gran rifiuto di Neri Pozza
e la modestia di Battiato Via dai pazzi premi Scrittori attenzione: se puntate
a premi letterari, almeno italiani, non cercate di pubblicare con Neri Pozza.
L'editore ha annunciato con un secco comunicato che a partire dall'anno
prossimo non parteciperà più a nessun premio di narrativa, visto che non esiste
in Italia nulla di comparabile al National Book Award o al Goncourt, insomma ai
grandi premi stranieri; e perché le giurie non sono composte da critici «ma da
accademici di altre discipline, personalità generiche e funzionari di gruppi
editoriali»; e ancora perché, nei più importanti almeno, «la vittoria è
riservata da quasi mezzo secolo esclusivamente a due soli gruppi editoriali».
Niente firma, ma si sente la mano del direttore editoriale Giuseppe Russo, che
già con lo Strega era stato durissimo al momento dell'esclusione dalla rosa dei
semifinalisti di Ermes, una storia napoletana, romanzo di Simonetta Poggiali da
lui pubblicato. «Il premio ha dimostrato tutta la sua pochezza, il suo stato
comatoso, la sua indifferenza per la qualità letteraria», aveva detto. Già si
capiva che non sarebbe finita lì. Certo,
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
L'analista "I superprofitti? Un mito da
sfatare" Le compagnie petrolifere hanno completamente ragione». Non ha
paura di andare controcorrente Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia.
I petrolieri hanno ragione in che senso? «È testimonianza di scarsa cultura
economica in questo Paese, anche da parte delle associazioni dei consumatori,
continuare a ripetere il cliché della benzina che rincara per colpa delle
compagnie. In realtà i listini crescono perché rincara il prezzo internazionale
della benzina, quello che dovrebbero pagare anche le "pompe bianche"
senza marca o i distributori presso i supermercati che i consumatori vorrebbero
aprire per calmierare i prezzi». Ma più concorrenza non farebbe bene? «La
verità è che non c'è mai stata tanta concorrenza come adesso. L'Eni è partita
con dei super-sconti di 10 centesimi al litro per il weekend e Esso si è
adeguata. Sono sconti fortissimi, che portano i prezzi addirittura sottocosto rispetto
al prezzo internazionale della benzina di cui dicevo prima. Di più non si può
proprio fare». Non è vero che le compagnie realizzano dei super-profitti?
«Altro mito da sfatare. Le compagnie nella distribuzione dei carburanti hanno
margini risicatissimi. Eni e Esso possono fare questi sconti per le vacanze
perché hanno degli alti margini nella parte superiore della filiera del
petrolio, quella dell'estrazione, e così compensano le due cose, ma le
compagnie che fanno solo distribuzione soffrono moltissimo. Del resto anche
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
Disoccupazione Negli Usa potrebbe superare il 10% Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, crede che il tasso di disoccupazione potrebbe superare la
soglia del 10%. Lo ha detto ieri un portavoce della Casa Bianca aggiungendo che
ancora non è stato previsto quanto potrebbe avvenire il «sorpasso». Certo è
comunque che
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
NUOVI PIRATI La storia Imprese-choc da Wargames ad
Al-Qaeda E' un attacco davvero ben orchestrato, ma perché qualcuno dovrebbe
odiare Twitter? Da romantici a criminali una sfida lunga 30 anni Il metodo:
troppi pc chiedono l'accesso al sito nello stesso tempo, e lo ingolfano Attacco
hacker Twitter al buio per tre ore Così il gioco si è trasformato in un allarme
mondiale PAURA IN RETE BRUNO RUFFILLI I commenti degli iscritti Calvertsam
Anche Facebook sotto tiro, salvati i "profili" L'obiettivo: creare
timori in milioni di utenti TORINO 21: 56 Negli Anni '80 fu «Wargames», il film
con Matthew Broderick a portare all'attenzione del grande pubblico la figura
dell'hacker. In realtà, il piccolo David è un precoce esperto di computer,
quello che oggi forse verrebbe chiamato un nerd, e riesce a violare il
supercomputer del Pentagono più per gioco che per calcolo. Poi la storia si fa
complicata e quando il pericolo di una guerra nucleare diventa concreto, il
ragazzino s'ingegna per entrare di nuovo nel cervellone federale, ci riesce e
diventa l'eroe di una generazione di smanettoni. Venti o trent'anni fa,
infatti, gli hacker erano curiosi appassionati di computer che attaccavano
qualunque sistema informatico e telefonico, per il piacere di sfidare le
nascenti multinazionali: oggi sono diventati quasi tutti esperti di sicurezza o
consulenti aziendali. E se le gesta di Kevin Poulsen sono leggendarie tra gli
addetti ai lavori, il più famoso rimane Steve Wozniak, che nel 1976 fonda
( da "Stampa, La" del
07-08-2009)
Argomenti: Obama
Sembra che Twitter e Facebook siano stati attaccati
dalla Russia o dalla Georgia Twitter è scomodo perché è un luogo dove si forma una
coscienza politica Questa mattina era tutto bloccato adesso funziona ma è
lentissimo GEOPdx "Identificarli è quasi impossibile" L'esperto della
Finanza: operazione guidata da gruppi invidiosi del troppo successo Pedro
Joanna 22:58 20:27 23:02 Il colonnello Umberto Rapetto, della Guardia di
Finanza, comandante del Gat (Gruppo anticrimine tecnologico) può vantare di
essere l'unico al mondo ad aver catturato un'intera banda di hacker che aveva
violato i siti del Pentagono, Nasa, Fao, Senato italiano e di alcuni nostri
ministeri. Ieri ha saputo presto che il social forum Twitter stava andando in
tilt e che anche Facebook stava pericolosamente rallentando nei tempi di
risposta. «Ma questo tipo di attacchi - commenta Rapetto - che in gergo vengono
chiamati DoS, che sta per Denial-of-Service, servizio negato, sono
relativamente semplici. Basta saturare un server che di per sé è già sotto
sforzo. L'esempio tipico è il gioco del campanello. Se è un ragazzino a suonare
per scherzo, passi. Se si presentano a milioni, s'impazzisce». Colonnello, ci
spieghi come fanno a darsi appuntamento milioni di hacker per ingolfare un
server potente quali quelli di Twitter... «Attraverso un sistema che noi
chiamiamo "computer zombie". Moltissimi computer nel mondo sono infetti
da programmi virus detti "troiani", cavalli di Troia, che al momento
opportuno rispondono al pirata informatico e non più al legittimo proprietario.
Quando è il momento di lanciare l'attacco, gli zombie vengono risvegliati tutti
assieme e si lanciano contro un solo obiettivo. Un tempo, questo attacco era
detto "net strike" e ha funzionato. Ricordo un attacco a Ebay. In
Italia, nel 2001, mandarono in tilt il sito della Siae». Ma se uno è al
computer si rende conto che la macchina in quel momento sta facendo cose
strane? «No, perché non c'è nessun segnale esteriore del risveglio. L'unica
stranezza è che rallenta perché una parte della sua memoria sta girando per un
programma improprio. Ma ci vuole un'abilità particolare per capirlo». Chi
potrebbe essere stato? «Difficile dirlo, a meno che non arrivi la
rivendicazione. Spesso succede. Il fatto è che gli attacchi sono azioni ostili
che possono avere molte motivazioni. Politiche: si pensi solo a quanto Twitter
è stato scomodo per il regime durante la crisi in Iran. Economiche: magari c'è
qualche concorrente che ha investito molti soldi e ora si vede bruciare tutto
dal successo di questo social forum. Culturali: i soliti che ce l'hanno sempre
con il mondo intero». Scusi, Rapetto, ma chi può prendersela con un social forum
che aiuta la gente a comunicare e veicola notizie? E' l'essenza della
democrazia in Rete... «Bisogna pensare al cui prodest. Chi ne trae vantaggio?
Evidentemente il successo e l'agilità di Twitter a qualcuno dà molto fastidio».
Negli Anni '80 fu «Wargames», il film con Matthew Broderick a portare
all'attenzione del grande pubblico la figura dell'hacker. In realtà, il piccolo
David è un precoce esperto di computer, quello che oggi forse verrebbe chiamato
un nerd, e riesce a violare il supercomputer del Pentagono più per gioco che
per calcolo. Poi la storia si fa complicata e quando il pericolo di una guerra
nucleare diventa concreto, il ragazzino s'ingegna per entrare di nuovo nel
cervellone federale, ci riesce e diventa l'eroe di una generazione di smanettoni.
Venti o trent'anni fa, infatti, gli hacker erano curiosi appassionati di
computer che attaccavano qualunque sistema informatico e telefonico, per il
piacere di sfidare le nascenti multinazionali: oggi sono diventati quasi tutti
esperti di sicurezza o consulenti aziendali. E se le gesta di Kevin Poulsen
sono leggendarie tra gli addetti ai lavori, il più famoso rimane Steve Wozniak,
che nel 1976 fonda
( da "Stampaweb, La"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
TORINO Negli Anni ‘80
fu «Wargames», il film con Matthew Broderick a portare all'attenzione del
grande pubblico la figura dell'hacker. In realtà, il piccolo David è un precoce esperto di
computer, quello che oggi forse verrebbe chiamato un nerd, e riesce a violare il
supercomputer del Pentagono più per gioco che per calcolo. Poi la storia si fa
complicata e quando il pericolo di una guerra nucleare diventa concreto, il
ragazzino s'ingegna per entrare di nuovo nel cervellone federale, ci riesce e
diventa l'eroe di una generazione di smanettoni. Venti o trent'anni fa,
infatti, gli hacker erano curiosi appassionati di computer che attaccavano
qualunque sistema informatico e telefonico, per il piacere di sfidare le
nascenti multinazionali: oggi sono diventati quasi tutti esperti di sicurezza o
consulenti aziendali. E se le gesta di Kevin Poulsen sono leggendarie tra gli
addetti ai lavori, il più famoso rimane Steve Wozniak, che nel 1976 fonda
( da "Repubblica.it"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
RAWALPINDI (Pakistan) -
( da "Corriere della Sera"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Focus Vuota data:
07/08/2009 - pag: 11 Gli scrittori raccontano come è cambiata la vita degli americani
Saggi, romanzi, racconti: è la letteratura della recessione DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK «Ho scoperto la letteratura della recessione quando, all'improvviso,
la mia buca della posta si è riempita di manoscritti: storie della crisi e
degli eccessi finanziari che l'hanno preceduta». Jonathan Franzen, l'autore de
Le Correzioni e uno dei più acuti critici «da sinistra» della
presidenza Obama, si dice
colpito dalla preveggenza di alcuni suoi giovani colleghi: «Un romanzo richiede
anni di lavoro e il crollo della finanza è, tutto sommato, un fenomeno recente.
Eppure in autunno Adam Haslett pubblicherà Union Atlantic , uno straordinario
racconto costruito attorno alla corsa verso il disastro di una banca del
Massachusetts. È un testo bellissimo, che ho divorato. Adam ha
cominciato a lavorarci sei anni fa. Anche Jonathan Dee, che sta per pubblicare
The Privileges , un racconto basato sugli eccessi della finanza di Wall Street,
lavora su questo filone da sei anni. Nella loro solitudine, questi romanzieri
hanno visto più lontano di economisti ed esperti di finanza. O, forse, hanno
semplicemente parlato più liberamente. Oggi descrivono la corruzione morale
alla base del boom finanziario; è importante che rimanga la testimonianza
artistica di un'era in cui troppi hanno scelto di divorziare dalla realtà». Le
sofferenze dell'America sprofondata nella Grande Depressione furono raccontate,
alla fine degli anni Trenta del secolo scorso, da una nuova generazione di
scrittori. Soprattutto lo Steinbeck di Furore e Uomini e topi , romanzi che gli
valsero il Nobel. Gli eccessi finanziari degli anni '80 rimangono incorniciati
nel Falò delle vanità di Tom Wolfe e furono portati sullo schermo da Oliver
Stone con Wall Street . Ora, 22 anni dopo, Michael Douglas sta per rimettersi
nei panni dell'avido finanziere Gordon Gekko (le riprese di Money Never Sleeps
inizieranno tra un mese). E in libreria, a fianco ai saggi sulla crisi e a
racconti come The ex Mrs Hedgefund di Jill Kargman, una storia di mogli di
finanzieri andati in rovina col sapore della soap opera, spuntano i primi
romanzi che raccontano lo sbalordimento di un Paese che si sente derubato del
suo futuro. Philipp Meyer, che ha ambientato American Rust in una città
siderurgica della Pennsylvania ormai zeppa di ruggine e di disperazione, ha
avuto dall'editore (Spiegel & Grau) un anticipo di quasi mezzo milione di
dollari: un record per un esordiente. Il romanzo è già stato acquistato da
editori di 15 Paesi. E Michael Connelly, che ha immerso The Scarecrow il
romanzo noir che ha pubblicato poche settimane fa, nella crisi dell'industria
della carta stampata, ha dovuto recuperare il suo manoscritto quando era già in
tipografia della Little, Brown: il giornale in difficoltà che fa da sfondo a
una parte della storia, il Rocky Mountain News , aveva infatti cessato di
esistere. Uno di quei casi in cui la realtà supera la finzione: Connolly ha
frettolosamente trasferito il suo protagonista dal giornale di Denver al Los
Angeles Times. Il disastro del mercato immobiliare, l'odissea dei mutui, è poi
arrivata in libreria con Rocket Man di William Elliott Hazelgrove (Pantonne
Press), storia di un uomo che cerca di salvare casa e famiglia dalla
recessione. Probabilmente questi libri sono solo un'avanguardia: «Stiamo
esaminando parecchi progetti che riflettono la grave crisi economica e sociale
attraversata dall'America» conferma Jonathan Galassi, celebre editor della
Farrar, Straus and Giroux. Che però non entra in dettagli: «La costruzione di
romanzo matura in tempi lunghi, viviamo in un'era in cui le ondate si
susseguono». Per Tom Wolfe il romanzo a sfondo sociale è sparito di scena da
troppo tempo, l'America non può più «permettersi di ignorare quello che le sta
capitando », mentre Morris Dickstein, docente della City University di New York
e autore di una storia culturale della Grande Depressione, è convinto che, come
negli anni '30, anche stavolta toccherà agli scrittori raccontare le storie
della recession generation : i giovani che stanno crescendo in un mondo
caratterizzato da una improvvisa frugalità in cui tutto livelli di benessere,
modelli di consumo, mercato del lavoro cambia sotto i loro occhi. Ma ci sarà un
nuovo Steinbeck? «Io ancora non lo vedo» confessa Nan Talese, moglie dello
scrittore Gay, e senior vicepresident della casa editrice Doubleday. Nan, che è
anche l'editor di Adam Haslett ( Union Atlantic verrà pubblicato da Einaudi) è
comunque convinta che la recessione segnerà la letteratura Usa nei prossimi
anni. La crisi ma anche altre minacce che gravano sul futuro: «Tra un mese
pubblicherò The Year of the Flood , il nuovo romanzo di Margaret Atwood sul
collasso dell'ambiente». In Italia uscirà con Longanesi. Ma, a sorpresa, c'è un
altro autore rilanciato dalla recessione: Ayn Rand, la scrittrice
anarco-capitalista, scomparsa nel 1982, la cui ideologia iperliberista ha
influenzato personaggi come l'ex capo della Fed, Alan Greenspan, spingendoli ad
avere una fiducia cieca nel mercato. I salvataggi di banche e industrie, il
neostatalismo alimentano le nostalgie dei mercatisti: le vendite della Rivolta
di Atlante il romanzo dell'individualismo radicale, un inno al laissez faire
economico pubblicato dalla Rand negli anni '50 sono in forte crescita. Conferma
Nan Talese: «Stiamo per pubblicare una biografia della Rand, scritta da Anne
Heller». Ma per Franzen nella nuova America devastata dalla crisi quella degli
iperliberisti rimarrà una voce flebile: «Non so se avremo un altro Steinbeck:
lui raccontava sofferenze di cui la gente, allora, sapeva poco. Oggi vediamo
tutto in tempo reale. Stavolta avrà più peso il cinema. Il romanzo sociale
dovrà scegliere angolature diverse. Ma la letteratura farà la sua parte, a
cominciare proprio dal viaggio nella mente di questi pacati uomini di finanza
che ci hanno portato al disastro». Due libri che parlano della crisi Massimo
Gaggi © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere della Sera"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
07/08/2009 - pag: 14 Stati Uniti Si corona il «sogno americano» della giudice
nata nel Bronx L'ispanica Sonia Sotomayor eletta alla Corte Suprema Dal Senato
68 sì e 31 no. Obama: giorno meraviglioso
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Dai ghetti degli immigrati portoricani nel
Bronx alla Corte Suprema, passando per l'Università di Yale e una prestigiosa
carriera che l'ha vista procuratore distrettuale, avvocato, giudice federale,
giudice di Corte d'Appello. Sonia Sotomayor, 55 anni, sarà la prima
ispanoamericana, terza donna della Storia, la prima di colore, a far parte
della più alta magistratura degli Stati Uniti. Il Senato di Washington ha
confermato ieri pomeriggio la candidata del presidente Obama,
approvandone la nomina con 68 voti a favore e 31 contrari, al termine di quasi
18 ore di dibattito andato avanti per 3 giorni. Nove senatori repubblicani si
sono uniti ai 59 democratici presenti in aula, assente Ted Kennedy che lotta
contro il cancro, in un voto che ancora una volta è stato soltanto parzialmente
bipartisan, confermando che in generale le ragioni dell'ideologia fanno premio
su quelle della competenza. Nessuno di coloro che hanno detto di no, a
cominciare dall'ex candidato presidenziale John McCain, ha infatti messo in
dubbio la qualificazione professionale di Sotomayor per
( da "Corriere della Sera"
del 07-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Cronache data:
07/08/2009 - pag: 23 Il blitz La conferma del sito di microblogging: siamo
sotto tiro, ma continueremo a difenderci I pirati mettono in crisi Twitter
Criminali informatici in azione. Problemi anche per Facebook MILANO Ieri, per
tre ore il mondo si è fermato. Quello che su Internet gravita intorno ai social
network Twitter (45 milioni di utenti) e, in misura minore, Facebook (250
milioni). A causa di una attacco informatico, dalle 15 alle 18 i due siti
risultavano irraggiungibili o fortemente rallentati. Il più danneggiato dagli
hacker è stato Twitter, il microblogging che consente di inviare brevi messaggi
di massimo 140 caratteri che negli ultimi tempi ha guadagnato grande fama,
soprattutto negli Stati Uniti, perché tra i suoi utilizzatori annovera
personaggi del calibro di Barack Obama, Al Gore, Kevin Spacey, Demi Moore e che, durante le proteste
politiche in Iran, è stato l'unico strumento utilizzato dai sostenitori del
riformista Moussavi per divulgare notizie da Teheran verso l'estero. La
conferma del blitz ad opera di hacker l'ha data Biz Stone, uno dei cofondatori
di Twitter: «In questo banalissimo giovedì mattina Twitter è stato obiettivo di
un attacco al sistema. I disturbi di questo tipo sono dannosi sforzi
orchestrati per disturbare e rendere difficili servizi come quello offerto da
noi». L'assalto a Twitter e Facebook è stato condotto con la tecnica cosiddetta
«denial of service», la contemporanea connessione in massa al sito da più
computer per sovraccaricarlo e mandarlo in tilt. «Se non arriveranno
rivendicazioni sarà difficile scoprire l'identità degli hacker», spiega il
colonnello Umberto Rapetto, comandante del Nucleo speciale frodi telematiche
della Guardia di finanza, uno dei massimi esperti italiani di sicurezza
informatica. «Dietro a questo atto ci può essere una matrice politica, una
battaglia commerciale oppure vero e proprio cyberacket, un avvertimento per
estorcere denaro». Non è la prima volta che Twitter, creato nel 2006 e il cui
valore è stimato in 250 milioni di dollari, finisce nel mirino degli hacker.
L'ultima azione risale a maggio quando un hacker, dopo aver rubato la password
a un dipendente del microblog, ha tentato di violare l' account , l'indirizzo
elettronico, del presidente Obama. E, nei giorni
scorsi, la voce di un nuova possibile azione ai danni di Twitter e Facebook
girava su 4chan, uno dei forum più affollati dagli appassionati più oltranzisti
di Internet. Dopo tre ore di silenzio telematico che hanno gettato nel panico
tutti gli utenti dei social network, l'attività è ripresa prima su Facebook poi
su Twitter. Ma l'allarme non è ancora cessato: «Continuiamo a difenderci e a
riprenderci da questo attacco». Roberto Rizzo © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 1 - Prima Pagina Ma per l´Ocse l´Italia è in
ripresa. Ottimismo di Obama Gelata sul Pil in caduta del 6% ROMA - Nuovo tonfo del Pil in
Italia. Nel secondo trimestre il prodotto interno lordo ha segnato una caduta
del 6%. è il dato peggiore dal 1980. I sindacati sono in allarme e chiedono un
maggior sostegno al reddito dei lavoratori. Un segnale positivo arriva
però dall´Ocse: il superindice calcolato dalla organizzazione in giugno fa
vedere che l´Italia mostra primi segnali di ripresa. Anche secondo il
presidente degli Usa, Barack Obama, il peggio è alle
spalle. GRION E PARENTE A PAGINA 6
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 27 - Commenti
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 27 - Commenti
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina XII - Firenze Scatenato, cinefilo,
demenziale in un´estate a tutto campo Il personaggio Stasera è alla Fortezza
con "Io doppio". Poi c´è il Mardi Gras e il Caffè di Battaglia...
GAIA RAU Farà cantare a Matteo Renzi una canzone di Bobby Solo («si
somigliano») e parlare Sylvester Stallone di mutui a tasso fisso. Il tutto,
ovviamente, in livornese stretto. Paolino Ruffini, anima del Nido del Cuculo,
sarà stasera (21.30) alla Fortezza col suo show di culto Io doppio, piatto
forte della «notte bianca» finale di Live on che vedrà tra i suoi ospiti anche
il cantautore Bobo Rondelli (a mezzanotte alla Polveriera). Cosa dobbiamo
aspettarci questa volta? «Sarà il classico Io doppio ma con tante novità, a
cominciare da una band di 10 elementi sul palco. E nuovi
saranno anche i personaggi: dall´Obama pisano al neo sindaco di Firenze, a cui faremo intonare Una
lacrima sul viso, a Terminator che canta Tiziano Ferro. Il finale musicale sarà
travolgente. Da ieri affianca Fabio Canino al Mardi Gras di Torre del Lago,
dove la sua comicità decisamente «etero» affronta i temi dell´omosessualità.
Come si è preparato? «In nessun modo. Canino mi ha chiamato e mi ha detto
"fai quel che vuoi". Mi piace l´impronta schietta, sincera che vuol
dare alla manifestazione e credo che il modo migliore di stare al suo fianco
sia essere me stesso. Non differenziare, ma sdrammatizzare. Sarà un festival
straordinario, adatto a tutti: i bambini impazziranno. La volgarità non esiste
se non c´è cattiveria o malafede». La sua carriera sta prendendo le strade più
diverse: attore di cinema e musical, conduttore con Romano Battaglia al Caffè
della Versiliana. Sta pensando a un «dopo-Nido del Cuculo»? «Semmai il
contrario. Io sono da sempre tutte queste cose, ho cominciato come conduttore
in tivù e Io doppio è arrivato molto dopo: per me è come Paperinik per
Paperino, un figliolo strano che mi ha dato una notorietà alternativa e
incredibile. Che è andata oltre me. I video spopolano su YouTube, centinaia di
ragazzi li conoscono a memoria e li copiano. L´affetto del pubblico mi obbliga
a continuare». Ha paura che Io doppio possa sopraffare Paolo Ruffini? «Sì e no
perché in fondo c´è un filo conduttore in tutte le cose che faccio che è
l´amore per il grande pubblico, per gli spettacoli pop senza barriere sociali,
politiche o di età. E poi mi piace l´effetto spiazzante della mia bulimia
lavorativa». Lavora in ambienti politicamente molto diversi: basti pensare a
Versiliana e Mardi Gras. «Io ho una mia idea politica ma non sono né Grillo né
Luzzati, e con le persone intelligenti mi trovo sempre molto bene. Per fortuna
esiste ancora una figura di attore che va oltre a certe cose». Intanto gli
organizzatori di "Live On" tracciano un bilancio della
manifestazione, dichiarandosi «soddisfatti» del successo di pubblico ma
ricordando le «difficoltà incontrate per lo stop della soprintendenza e il
danno economico subito, non supportato da un adeguato contributo pubblico».
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina XIII - Bari Il sax di Cafiso per incantare
il "Locus" Locorotondo Il suo talento, scoperto da Wynton Marsalis, lo
ha portato a 13 anni a esibirsi a New York L´ultimo weekend del "Locus
festival" porta sul palcoscenico il futuro del jazz, non solo italiano.
Stasera alle 21,30 la rassegna si sposta da Locorotondo alla vicina contrada
Lamie Olimpia per il concerto di Francesco Cafiso e del suo "Italian jazz
quartet". Enfant prodige del genere, Cafiso ha solo vent´anni. Si presenta
sul palco con il suo sassofono e una carriera strabiliante: il suo traguardo
più recente l´ha raggiunto il 19 gennaio, quando è stato l´unico musicista
italiano a suonare a Washington per i festeggiamenti in onore
del nuovo presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Merito di una segnalazione del trombettista jazz Wynton
Marsalis, uno dei primi ad aver notato il talento di Cafiso tanto da portarlo a
13 anni a esibirsi al Lincoln Center di New York. Il giovane sassofonista
originario di Vittoria ha ricevuto lo scorso 17 luglio l´investitura di
"Ambasciatore della musica jazz nel mondo" nel corso di
"Umbria jazz". Questa sera è accompagnato da Dino Rubino al piano,
Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria. Il fine
settimana del "Locus" termina domani in piazza Convertini a
Locorotondo con Joe Barbieri e la sua "Maison Maravilha". Barbieri è
considerato da Pino Daniele il suo erede naturale e ha dalla sua anche una
preziosa collaborazione con Giorgia. "Maison Maravilha" lo vede come
"il disco che avrei sempre voluto realizzare", in perfetto equilibrio
tra fado, cantautorato francese, tango e jazz, senza dimenticare la lezione dei
maestri del cinema italiano Nino Rota, Armando Trovajoli e Ennio Morricone.
Chiusura del "Locus" il 12 agosto con The Bumps (ex Tangheri) e
Flavio Boltro. Tutti i concerti sono a ingresso gratuito. Info locusfestival.
it. (an. pu.)
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 20 - Economia Il peggio alle spalle Una
nuova crescita Frena la disoccupazione Usa e le Borse
prendono il volo Obama:
luce in fondo al tunnel. Il deficit sale a 1.300 miliardi I dati sui posti di
lavoro sono un segno in più che il peggio dovrebbe essere ormai alle spalle
Siamo partiti da un abisso e ci resta da scalare una montagna molto ripida ma
ora ci vuole una nuova crescita DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK - All´inizio
dell´anno in America si licenziava al ritmo di 700.000 persone al mese,
a giugno i posti di lavoro eliminati erano scesi a quota 443.000. Il dato di
luglio, uscito ieri, ha confermato la vistosa decelerazione dei licenziamenti:
247.000 persone, ancora meno rispetto alle stime preliminari degli esperti. Una
bella sorpresa, che Barack Obama ha cercato di
capitalizzare subito. «E´ un segno in più – ha dichiarato
il presidente – che il peggio dovrebbe essere ormai alle spalle. Sono convinto
che possiamo cominciare a vedere la luce alla fine del tunnel». Ha però
aggiunto un correttivo, in segno di prudenza: «Abbiamo evitato la catastrofe
economica ma c´è ancora molto da fare. Non sarà vera ripresa finché si
continuano a eliminare posti di lavoro». Una precisazione importante, per non
dare l´impressione di aver perso il contatto con le preoccupazioni dei suoi
elettori. Anche perché il deficit federale americano è schizzato a 1.300
miliardi di dollari nei primi dieci mesi dell´anno fiscale 2009, secondo i dati
della Cbo (Congressional budget office) che stima per la fine dell´anno un
rosso di 1.800 miliardi. E nei giorni scorsi il segretario al Tesoro, Timothy
Geithner, non aveva escluso a priori la possibilità di imporre nuove tasse per
tagliare il deficit. In effetti l´economia –
insieme con
la riforma sanitaria – sta diventando un
punto debole per il presidente: su questo terreno il suo indice di approvazione
è sceso pericolosamente in un mese, dal 57% di fine giugno al 50% attuale. Ieri
in ogni caso è stato positivo anche il dato sull´indice di
disoccupazione, diminuito dello 0,1% a quota 9,4%. Questo dato però è distorto
dal fatto che 400.000 americani hanno rinunciato a cercare un lavoro e quindi
sotto il profilo statistico sono usciti dalla forza lavoro, non vengono più
rilevati come disoccupati. L´insieme degli indicatori suggerisce agli esperti
di contabilità nazionale che nel trimestre da luglio a settembre il Pil degli
Stati Uniti potrebbe tornare ad avere il segno più, segnando così la fine
"tecnica" della recessione. Questo di per sé non sarà sufficiente
perché la popolazione americana senta una svolta, e goda dei benefici reali.
Non è escluso che il tasso di disoccupazione possa riprendere a salire,
arrivando alla soglia del 10% entro la fine dell´anno. Infatti perché
l´economia americana smetta di ridurre gli occupati e ricominci ad assumere,
occorre una crescita del Pil del 2,5% annuo. Un´occhiata alla disaggregazione
per settori rivela andamenti divaricati. Il manifatturiero a luglio ha
licenziato altri 52.000 dipendenti, il che porta a quota due milioni i posti di
lavoro perduti nell´industria dall´inizio della recessione. L´edilizia a luglio
ha eliminato altri 76.000 occupati, commercio e trasporti hanno perso 87.000
addetti. I servizi hanno ridotto gli organici di 119.000 persone. Solo in tre
settori le assunzioni hanno superato i licenziamenti: l´istruzione e la sanità
hanno avuto un aumento netto di 17.000 dipendenti, gli impiegati dello Stato
sono saliti di 7.000 unità. C´è stato anche un lieve allungamento degli orari
di lavoro, saliti in media da
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 21 - Economia La flebo pubblica ha
funzionato ma ora serve una cura alternativa L´analisi La domanda interna resta
troppo debole, oltre 15 milioni i senza lavoro La convalescenza sarà ancora
lunga. Il Giappone pensa che la deflazione durerà fino al 2011 FEDERICO RAMPINI
dal nostro corrispondente NEW YORK - «Mentre ci stiamo avvicinando alla fine
della recessione - dichiara Obama - dobbiamo chiederci che cosa verrà dopo». Si riduce il ritmo
dei licenziamenti in America, il tasso di disoccupazione accenna a scendere,
gli indici di Borsa salgono ai massimi del 2009, con rialzi del 50% da marzo.
Un coro di economisti dà ragione al presidente: la recessione potrebbe essere
addirittura già finita, forse il Pil americano è uscito dal tunnel della
de-crescita già a giugno. Dopo essere stati all´origine della crisi mondiale,
gli Stati Uniti sembrano raccogliere i frutti di una politica economica
iperattiva e decisionista. Quei 787 miliardi di dollari di spesa pubblica
mobilitati all´inizio dell´anno per sostenere la ripresa, non sono stati
inutili. I cinque punti di divario con i dati del Pil italiano (meno 6% il
nostro, contro meno 1% per gli Usa) registrano la reazione diversa delle
autorità di politica economica tra le sponde dell´Atlantico. Anche la
situazione americana però ha delle fragilità nascoste. Per quanto il dato di
ieri sull´occupazione sia piaciuto alle Borse, perché le aziende licenziano
meno di prima, si tratta pur sempre di un´altra emorragia di posti. Dall´inizio
della recessione sono già 7 milioni gli americani che hanno perso il lavoro.
Aggiungendoli a coloro che erano già disoccupati si arriva a 15 milioni. La
lieve flessione dell´indice di disoccupazione nasconde una triste realtà: il
fenomeno dei disoccupati "scoraggiati", che a lungo andare smettono
di cercare un impiego, e spariscono dalle statistiche. In realtà il numero di
adulti che hanno un´attività è sceso al 59,4%. La condizione sociale in America
resta pesantissima, aggravata da una rete di protezione insufficiente. Il
diritto all´indennità di disoccupazione scade dopo sei mesi o al massimo un
anno. In una fase in cui cresce il numero dei disoccupati di lunga durata, solo
il 36% riceve qualche forma di aiuto. Anche per chi viene assistito il livello
delle indennità è spesso irrisorio: 320 dollari a settimana in uno Stato come
il Missouri. Il quadro veritiero è una sofferenza sociale quale l´America non
conosceva dal 1948. Il fatto che la robusta manovra di spesa pubblica targata Obama abbia indubbiamente frenato la velocità di
de-crescita, apre un interrogativo nuovo. Se l´America è stata salvata dal
peggio grazie a una "flebo" di quelle dimensioni, che accadrà quando
il medico sarà costretto a staccare i tubi che alimentano il paziente? Al di
fuori dello Stato, non si vede al momento un motore di ricambio, indispensabile
per rilanciare la futura crescita. La domanda dei privati - famiglie e imprese
- resta debolissima in America come in Europa. In Giappone addirittura gli
esperti della banca centrale prevedono deflazione fino al 2011: e vanno
ascoltati vista l´esperienza che hanno, perché la lunga depressione di Tokyo
negli anni Novanta fu la prova generale del crac globale del 2008. Solo
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 30 - Cronaca Gli hacker alzano il tiro:
dagli smanettoni ai clonatori fino all´ombra del terrorismo. Sedi governative,
Casa Bianca, Pentagono sono nel mirino dei pirati. Anche l´intelligence usa
intrusioni informatiche. A Est come a Ovest gli stati corrono ai ripari. E gli
eserciti si adeguano Dietro l´ultima offensiva a Twitter la protesta per il
conflitto russo georgiano Il governo americano ha lanciato un bando per
guerrieri del web In Estonia con la benedizione della Nato è stato creato un
centro per la difesa (SEGUE DALLA COPERTINA) ALESSIO BALBI Secondo una
ricostruzione che trova sempre più credito tra gli esperti di sicurezza
informatica, Twitter, Facebook e gli altri social-network non stanno scontando
il successo di pubblico e il crescente valore di mercato, ma il loro ruolo di
megafono delle opposizioni e dell´informazione alternativa. Chi ha reso
inutilizzabili i siti, non voleva ricattare una potenza economica, voleva
spegnere una voce di libertà. Il capo della sicurezza di Facebook ha confermato
che gli attacchi dell´altroieri erano diretti in particolare contro un utente,
tale Cyxymu, un blogger georgiano che dalle pagine di internet critica il
governo russo a un anno dall´inizio del conflitto in Ossezia del sud. «Forse
l´attacco è stato condotto da hacker comuni», ha detto Cyxymu intervistato dal
Guardian, «ma sono sicuro che l´ordine è venuto direttamente dal Cremlino». E
anche se da Mosca, ovviamente, nessuno conferma il coinvolgimento nella
vicenda, l´esigenza di non farsi trovare impreparati di fronte ad azioni di
guerra o guerriglia informatica non più riconducibili al crimine comune è ormai
all´ordine del giorno dei governi. Chi oggi ha messo ko Twitter, questo è il
timore, domani potrebbe colpire le istituzioni finanziarie, le telecomunicazioni,
la rete elettrica o il trasporto aereo. Mike McConnell, direttore
dell´intelligence statunitense sotto l´amministrazione Bush, avvertiva l´anno
scorso che gli hacker possono essere una minaccia equivalente alle bombe
atomiche per le riserve monetarie degli Stati Uniti. Secondo McConnell,
basterebbe un attacco riuscito a una singola grande banca americana per
produrre ripercussioni sull´economia mondiale maggiori di quelle scatenate
dall´11 settembre. In un recente articolo, il New York Times ha paragonato
l´attuale scenario alla rivoluzione innescata 64 anni fa dalla comparsa delle
armi atomiche: come quell´invenzione mutò per sempre la concezione della guerra
e della deterrenza, così oggi bisogna chiedersi: qual è la definizione di
guerra informatica? Dove si trova il confine tra la difesa e l´attacco? Ma
intanto, la corsa per dotarsi di cyber-armamenti e per proteggersi dagli
attacchi informatici, è cominciata. Secondo quanto riferito dal Pentagono, le
truppe americane si sono già rese protagoniste di azioni di cyber-guerra
compiute in suolo straniero: intrusioni informatiche sono state messe in atto
in Iraq per facilitare la cattura di membri di Al Qaeda, e in Iran per
monitorare i progressi del programma nucleare di Ahmadinejad. In entrambi i
casi si è trattato però di iniziative estemporanee, autorizzate singolarmente
da George W. Bush poco prima di lasciare
( da "Repubblica, La"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 4 - Interni (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)
GIUSEPPE D´AVANZO Ne prescrive la mise. Si accerta che siano informate delle
sue abitudini sessuali. Promette candidature politiche, ingaggi in tivvù,
regali e «buste», cinquemila o diecimila euro secondo il gradimento. Contatta minorenni
che non conosce, dopo averne scrutato il viso e il corpo da portfolio
consegnatigli da salariati di Mediaset. Lo abbiamo visto in difficoltà quando
anche la figlia Barbara (ma non i liberali di casa nostra) gli ricorda che, per
un politico, per chi governa, privato è pubblico. Lo incontriamo ora a Palazzo
Chigi con una gran voglia di far dimenticare quel che l´opinione pubblica
internazionale conosce e soltanto tre italiani su dieci sanno (sette su dieci
sono informati dalla televisione che egli controlla, e quindi non sanno
alcunché). La scena è bizzarra per noi italiani e diventerà sorprendente per
chi italiano non è. Da solo, seduto a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi si
racconta e riempie di se stesso ogni quadro possibile: planetario, europeo, nazionale,
cittadino. Il suo ego non ha confini. Il mondo è lui nell´autorappresentazione
che ci offre, nient´altro che lui con il suo carico di vitalismo, ottimismo,
carisma, umanità, saggezza, savoir-faire, una capacità di lavoro senza eguali.
In quattordici mesi, elenca l´Egocrate, centocinquantotto incontri
internazionali, ventidue vertici multilaterali, dieci vertici bilaterali. Sono
stato in piedi, dice, anche quarantaquattro ore con il solo ausilio di ventuno
caffè. Dovunque, successi. Soltanto successi. Anzi, un unico successo
ininterrotto, senza pause, costante nel tempo, operoso in ogni angolo di mondo.
Se le truppe di Mosca si sono fermate a quindici chilometri da Tbilisi
scongiurando un conflitto Russia-Georgia, il merito è di Berlusconi che ha evitato
l´inizio di una nuova Guerra Fredda. Se Barack Obama ha firmato a Mosca il trattato per
la limitazione delle armi nucleari, il merito è di Berlusconi che ha favorito
«l´avvicinamento» della nuova amministrazione americana al Cremlino. Se
l´Alleanza atlantica è ancora vegeta, lo si deve al lavoro di persuasione di
Berlusconi che ha convinto il leader turco Erdogan a dare il via libera alla
candidatura di Rasmussen. Se «l´Europa non resterà mai più al freddo»,
il merito è di Berlusconi che ha convinto Erdogan e Putin a stringersi la mano
dinanzi al progetto del gasdotto South Stream. Nel mondo meraviglioso di Silvio
Berlusconi non c´è ombra né crisi. Non c´è il disonore personale né le menzogne
pubbliche. Non c´è recessione né sfiducia. Non c´è né sofferente né sofferenza.
Non ci sono più immigrati clandestini, non c´è crimine nelle città, non c´è più
nemmeno la mafia. Regna «la pace sociale» e «nessuno è rimasto indietro» e, per
quanto riguarda se medesimo, «non c´è nulla di cui deve scusarsi». Anche l´Alitalia
è diventata, nel vaniloquio, un miracolo d´efficienza. Grazie ai «colpi di
genio» di Berlusconi, anche i terremotati delle tendopoli all´Aquila sono
felici perché «molti sono partiti in crociera e altri sono ospitati in costiera
e sono tutti contenti». A incontrarlo al bar, un bauscia di questa incontinenza
(bauscia è bava, saliva: e anche il bavante, il salivante, il moccioso) si
chiederebbe al barista di azzittirlo o di allontanarlo, ma quel bauscia è il
nostro capo del governo. Ora all´estero - anche ricordando come Berlusconi,
intossicato dalla sexual addiction, trascorre in realtà le sue giornate -
liquideranno il protagonismo dell´Egocrate come l´ultima arlecchinata di un
clown italiano. Noi, che da Berlusconi siamo e saremo governati, non possiamo
farlo o per lo meno non possiamo limitarci alla derisione o all´invettiva. Più
che disseccare le sue vanterie (per quanto riguarda il bilancio del governo, lo
ha già fatto qui Tito Boeri, il 3 agosto) o autoconsolarci con uno sberleffo
per quel «priapismo dell´Io», è più utile aprire gli occhi su quanto sta
accadendo e accadrà. Meglio descrivere e decifrare quel che ci aspetta.
Berlusconi va ascoltato con pazienza, infatti. Da gran fiume delle sue parole
affiorano sempre, prima o poi, le «verità dell´asino», come ci ha spiegato
Franco Cordero. Gli asini hanno una cattiva fama. Li dicono ottusi, poco
intelligenti. Bestie trascurabilissime. Ma, in realtà, il passo storto
dell´asino è soltanto uno: «Svela piani che menti più sottili occultano».
Càpita anche a Berlusconi e, solo, a Palazzo Chigi, ne offre un saggio. Se si
riflette, le parole dell´Egocrate svelano una tecnica di dominio, un
dispositivo di potere. La rappresentazione di se stesso e del lavoro del suo
governo è esplicitamente «pubblicitaria», coerente con un´antica confessione di
Berlusconi: «Non riesco a non vendere. Non ci riesco! Non riesco a svestire i
panni del direttore commerciale» (D´Anna, Moncalvo, Berlusconi in concert).
Soltanto nel linguaggio della pubblicità - senza profondità, istantaneo e
istantaneamente dimenticato - può non esistere la realtà. Così è nelle parole
del premier: la recessione è alle nostre spalle; i disoccupati sono protetti e
con un decente reddito; le imprese fiduciose; anche i terremotati sono
contenti; le città sono sicure, mentre Obama Merkel
Putin Erdogan - il mondo - pendono dalle labbra e dalle mosse del nostro
premier. Nei modi d´espressione della pubblicità cade ogni scarto tra ciò che è
davvero e ciò che si immagina possa essere, tra la situazione di fatto e il
progetto. Ogni problema, per Berlusconi, è superabile con uno sforzo
d´immaginazione, con una scarica di ottimismo e se ancora qualche problema
persiste lo si deve alle forze del Male che non amano il Capo e quindi il
popolo. Ogni dissenso è dunque un atto persecutorio contro il Capo e
un´aggressione al popolo, un complotto contro gli italiani e l´Italia. Questa
scena, grottesca ma non per questo innocua, può diventare convincente soltanto
se c´è un´informazione che la propone all´opinione pubblica come plausibile. E´
quel che esplicitamente, come da verità dell´asino, Berlusconi chiede ai media
italiani. Non facciano più domande, come già fanno i bravi giornalisti
sportivi. Non diano conto del «negativo» perché, soprattutto per il giornalismo
del servizio pubblico radiotelevisivo, «non sarà più sopportato». E che si
sappia che è «anti-italiano» raccontare le difficoltà di un Paese in
recessione, le sofferenze di chi - impresa, famiglia, lavoratore - ne è
travolto. E´ «anti-italiano» ricordare come il presidente passa il suo tempo a
Palazzo e in Villa e con chi. Pubblicità più televisione, il medium più
potente, sono le armi del dispositivo con cui sempre di più avremo a che fare.
Dobbiamo cominciare a fare i conti con il mondo di immagini che ha preso il
posto delle realtà, svuotandola, a valutare gli effetti di una tecnica che ci
defrauda dell´esperienza e della capacità di prendere posizione, che liquida
ogni capacità di distinguere tra realtà e apparenza, che ci obbliga a
un´abitudine che ci infantilizza. A ben vedere, pubblicità più televisione è la
sola politica che ha in mente Berlusconi tra una cena a Palazzo Grazioli e una
notte «a pagamento» a Villa Certosa.
( da "Corriere della Sera"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
08/08/2009 - pag: 15 Guerra mediatica Tensione nel primo anniversario del conflitto
Attacco russo a Twitter: il bersaglio era georgiano Un blogger l'obiettivo
dell'assalto informatico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA Alcuni tra i più
importanti siti mondiali di comunicazione, come Twitter e Facebook, sono stati
vittime della guerra infinita tra Russia e Georgia che ha al centro le regioni
dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia. Nell'anniversario della guerra che vide
12 mesi fa l'attacco georgiano all'Ossezia (nella notte fra il 7 e l'8 agosto)
e poi l'invasione russa della Georgia, hacker russi probabilmente derivazione
dei servizi segreti hanno colpito un blogger georgiano (forse legato ai servizi
di quel Paese) che utilizzava alcuni siti mondiali per diffondere materiale
anti-russo. Così per circa tre ore è rimasto bloccato Twitter, il microblogging
che consente di inviare messaggi di 140 caratteri e che è
utilizzato dai giovani e anche da personalità internazionali, come Obama. Twitter era anche l'unico
strumento di comunicazione in mano ai dissidenti iraniani nei giorni della grande
repressione. Ritardi e altri problemi anche su Facebook (250 milioni di utenti
attivi) su LiveJournal e Google Blogger che comunque sono riusciti a difendersi
meglio di Twitter. Su tutti questi siti un certo Georgij dalla capitale
georgiana Tbilisi aveva degli account sotto il nome di Cyxymu che è una specie
di traslitterazione dal cirillico del nome della capitale dell'Abkhazia
Sukhumi. Ignoti hacker russi giovedì hanno attaccato, intasando i server con
una massa enorme di richieste di collegamento. Si tratta della ripetizione di
quanto era avvenuto già l'anno scorso durante il conflitto, quando ai militari
sul campo si erano aggiunti specialisti dietro ai pc. I siti istituzionali del
governo georgiano erano stati paralizzati e altri attacchi erano partiti contro
indirizzi russi. Come già era successo durante la guerra del gas tra Russia e
Ucraina, a fare le spese dello scontro sono stati milioni di consumatori
lontanissimi dalla zona del conflitto. Nel 2006 gli europei rimasero al freddo
quando Gazprom tagliò le forniture a Kiev. Questa volta sono stati gli utenti
di Twitter a soffrire. La guerra informatica tra blogger e hacker potrebbe però
essere solo un primo passo, visto che la tensione tra Mosca e Tbilisi continua
a salire. Non ci sono solo scambi di accuse sulle responsabilità della guerra
di un anno fa.
( da "Corriere della Sera"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
08/08/2009 - pag: 15 Politica e energia L'Italia tra Putin e l'Europa SEGUE
DALLA PRIMA Ma esiste una differenza fondamentale: il North Stream non affonda
di fatto un progetto alternativo e geograficamente contiguo pensato in termini
di sicurezza occidentale. Silvio Berlusconi, crediamo, dovrebbe riflettere su
questi aspetti. Noi per primi pensiamo che una Russia amica (con qualche parola
chiara sui diritti civili, sulla libertà di stampa, sull'amministrazione della
giustizia) vada il più possibile associata all'Occidente. Obama fa benissimo a spingere il suo pulsante reset. Ma tenere un
piede di qua e un piede e mezzo di là per l'Italia non è una buona politica.
Quali che siano gli interessi economici, che l'Eni giustamente persegue facendo
il suo mestiere. E quali che siano le ambizioni politiche di «mediare» tra
russi e americani, impresa di per sé improbabile ma che così diventa
impossibile. Franco Venturini © RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Corriere della Sera"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Economia data:
08/08/2009 - pag: 29 Ripresa Il presidente: si comincia a
vedere la luce fuori dal tunnel Obama ottimista: il peggio è passato Wall Street ci crede Disoccupazione
Usa meglio del previsto al 9,4% DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON - Qualche
volta anche un quarto di milione di posti di lavoro perduti un solo mese
possono essere una buona notizia. Rallenta in modo brusco la contrazione
del mercato occupazionale in America nel mese di luglio, scende sia pure di un
nulla percentuale il tasso di disoccupazione, la prima volta in 15 mesi. E il
presidente Obama può con qualche ragione indicarli
come «segnali che il peggio possa essere già alle nostre spalle». Anche Wall
Street festeggia la lieta novella. Sono stati esattamente 247 mila, secondo il
Labor Department, i posti di lavoro spariti il mese scorso. Ma confrontati con
i 443 mila di quello precedente, rappresentano la più piccola riduzione degli
ultimi 12 mesi. Da giugno a luglio, la percentuale dei disoccupati è passata
dal 9,5% al 9,4% della popolazione attiva. Non c'è da stare allegri, tanto più
che quest'ultimo dato nasconde il fatto che centinaia di migliaia di persone
abbiano semplicemente smesso di cercarsi un impiego, uscendo così dalla
definizione tecnica di forza-lavoro e dal calcolo statistico. E che la stessa
Casa Bianca, come ha ripetuto ieri il consigliere economico del vice-presidente
Biden, dice di aspettarsi una disoccupazione al 10% prima della fine dell'anno.
Ma è comunque un segnale preciso: «Puntiamo nella direzione giusta - chiosa
Barack Obama nel Rose Garden -, mentre abbiamo salvato
la nostra economia dalla catastrofe, abbiamo cominciato a gettare le nuove
fondamenta per la crescita». Non è il caso di parlare di ripresa, concede il
presidente: «C'è ancora molta strada da fare e non ne avremo una genuina fino a
quando smetteremo di perdere posti di lavoro». Quanto a lui, Obama
promette che non avrà pace «fino a quando ogni americano che vuole un lavoro
non riesca a trovarlo». I nuovi dati superano le attese degli analisti, che
avevano pronosticato una perdita superiore ai 300 mila posti e un'aumento del
tasso di disoccupazione. «La tendenza è positiva, passiamo da perdite massicce
a perdite grosse, ma non credo che saremo in grado di avere un mercato del
lavoro stabile prima della primavera prossima», dice Mark Zandy,
capo-economista di Moody. Il rallentamento riflette i minori tagli di personale
registrati in settori come l'edilizia, le manifatture, i servizi e le attività
finanziarie. In controtendenza, la grande distribuzione dove in luglio i
licenziamenti sono aumentati. Per il presidente Obama,
il piccolo barlume di luce sul fronte dell'occupazione è la prova che lo
stimolo da 787 miliardi di dollari, approvato dall'Amministrazione in febbraio,
stia cominciando a far sentire i suoi effetti. Ma il presidente non perde la
battuta, ricordando che senza le riforme da lui proposte, a cominciare da
sanità, educazione ed energia, non ci potrà essere rinascita economica
sostenibile: «Non possiamo permetterci il lusso di tornare a un'economia basata
su profitti gonfiati, dipendente da fonti di energia sporca e antiquata,
appesantita da costi crescenti della spesa sanitaria». Paolo Valentino © RIPRODUZIONE
RISERVATA
( da "Repubblica.it"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Abbiamo lasciato Berlusconi che organizza le sue
serate a Palazzo o in Villa. Telefona ai suoi ruffiani, anche dieci volte al
giorno, come posseduto da un'ossessione. S'informa delle ospiti. Ce ne sono di
nuove? Ne prescrive la mise. Si accerta che siano informate delle sue abitudini
sessuali. Promette candidature politiche, ingaggi in tivvù, regali e
"buste", cinquemila o diecimila euro secondo il gradimento. Contatta
minorenni che non conosce, dopo averne scrutato il viso e il corpo da portfolio
consegnatigli da salariati di Mediaset. Lo abbiamo visto in difficoltà quando
anche la figlia Barbara (ma non i liberali di casa nostra) gli ricorda che, per
un politico, per chi governa, privato è pubblico. Lo incontriamo ora a Palazzo
Chigi con una gran voglia di far dimenticare quel che l'opinione pubblica
internazionale conosce e soltanto tre italiani su dieci sanno (sette su dieci
sono informati dalla televisione che egli controlla, e quindi non sanno
alcunché). La scena è bizzarra per noi italiani e diventerà sorprendente per
chi italiano non è. Da solo, seduto a Palazzo Chigi, Silvio Berlusconi si
racconta e riempie di se stesso ogni quadro possibile: planetario, europeo,
nazionale, cittadino. Il suo ego non ha confini. Il mondo è lui
nell'autorappresentazione che ci offre, nient'altro che lui con il suo carico
di vitalismo, ottimismo, carisma, umanità, saggezza, savoir-faire, una capacità
di lavoro senza eguali. In quattordici mesi, elenca l'Egocrate,
centocinquantotto incontri internazionali, ventidue vertici multilaterali,
dieci vertici bilaterali. Sono stato in piedi, dice, anche quarantaquattro ore
con il solo ausilio di ventuno caffè. Dovunque, successi. Soltanto successi.
Anzi, un unico successo ininterrotto, senza pause, costante nel tempo, operoso
in ogni angolo di mondo. Se le truppe di Mosca si sono fermate a quindici
chilometri da Tbilisi scongiurando un conflitto Russia-Georgia, il merito è di
Berlusconi che ha evitato l'inizio di una nuova Guerra Fredda. Se Barack Obama ha firmato a Mosca il trattato per la limitazione delle armi
nucleari, il merito è di Berlusconi che ha favorito "l'avvicinamento"
della nuova amministrazione americana al Cremlino. Se l'Alleanza atlantica è
ancora vegeta, lo si deve al lavoro di persuasione di Berlusconi che ha
convinto il leader turco Erdogan a dare il via libera alla candidatura di
Rasmussen. Se "l'Europa non resterà mai più al freddo", il
merito è di Berlusconi che ha convinto Erdogan e Putin a stringersi la mano
dinanzi al progetto del gasdotto South Stream. Nel mondo meraviglioso di Silvio
Berlusconi non c'è ombra né crisi. Non c'è il disonore personale né le menzogne
pubbliche. Non c'è recessione né sfiducia. Non c'è né sofferente né sofferenza.
Non ci sono più immigrati clandestini, non c'è crimine nelle città, non c'è più
nemmeno la mafia. Regna "la pace sociale" e "nessuno è rimasto
indietro" e, per quanto riguarda se medesimo, "non c'è nulla di cui
deve scusarsi". Anche l'Alitalia è diventata, nel vaniloquio, un miracolo
d'efficienza. Grazie ai "colpi di genio" di Berlusconi, anche i
terremotati delle tendopoli all'Aquila sono felici perché "molti sono
partiti in crociera e altri sono ospitati in costiera e sono tutti
contenti". OAS_RICH('Middle'); A incontrarlo al bar, un bauscia di questa
incontinenza (bauscia è bava, saliva: e anche il bavante, il salivante, il
moccioso) si chiederebbe al barista di azzittirlo o di allontanarlo, ma quel
bauscia è il nostro capo del governo. Ora all'estero - anche ricordando come
Berlusconi, intossicato dalla sexual addiction, trascorre in realtà le sue
giornate - liquideranno il protagonismo dell'Egocrate come l'ultima
arlecchinata di un clown italiano. Noi, che da Berlusconi siamo e saremo
governati, non possiamo farlo o per lo meno non possiamo limitarci alla
derisione o all'invettiva. Più che disseccare le sue vanterie (per quanto
riguarda il bilancio del governo, lo ha già fatto qui Tito Boeri, il 3 agosto)
o autoconsolarci con uno sberleffo per quel "priapismo dell'Io", è
più utile aprire gli occhi su quanto sta accadendo e accadrà. Meglio descrivere
e decifrare quel che ci aspetta. Berlusconi va ascoltato con pazienza, infatti.
Da gran fiume delle sue parole affiorano sempre, prima o poi, le "verità
dell'asino", come ci ha spiegato Franco Cordero. Gli asini hanno una
cattiva fama. Li dicono ottusi, poco intelligenti. Bestie trascurabilissime.
Ma, in realtà, il passo storto dell'asino è soltanto uno: "Svela piani che
menti più sottili occultano". Càpita anche a Berlusconi e, solo, a Palazzo
Chigi, ne offre un saggio. Se si riflette, le parole dell'Egocrate svelano una
tecnica di dominio, un dispositivo di potere. La rappresentazione di se stesso
e del lavoro del suo governo è esplicitamente "pubblicitaria",
coerente con un'antica confessione di Berlusconi: "Non riesco a non
vendere. Non ci riesco! Non riesco a svestire i panni del direttore
commerciale" (D'Anna, Moncalvo, Berlusconi in concert). Soltanto nel
linguaggio della pubblicità - senza profondità, istantaneo e istantaneamente
dimenticato - può non esistere la realtà. Così è nelle parole del premier: la
recessione è alle nostre spalle; i disoccupati sono protetti e con un decente
reddito; le imprese fiduciose; anche i terremotati sono contenti; le città sono
sicure, mentre Obama Merkel Putin Erdogan - il mondo -
pendono dalle labbra e dalle mosse del nostro premier. Nei modi d'espressione
della pubblicità cade ogni scarto tra ciò che è davvero e ciò che si immagina
possa essere, tra la situazione di fatto e il progetto. Ogni problema, per
Berlusconi, è superabile con uno sforzo d'immaginazione, con una scarica di
ottimismo e se ancora qualche problema persiste lo si deve alle forze del Male
che non amano il Capo e quindi il popolo. Ogni dissenso è dunque un atto
persecutorio contro il Capo e un'aggressione al popolo, un complotto contro gli
italiani e l'Italia. Questa scena, grottesca ma non per questo innocua, può
diventare convincente soltanto se c'è un'informazione che la propone
all'opinione pubblica come plausibile. E' quel che esplicitamente, come da
verità dell'asino, Berlusconi chiede ai media italiani. Non facciano più
domande, come già fanno i bravi giornalisti sportivi. Non diano conto del
"negativo" perché, soprattutto per il giornalismo del servizio
pubblico radiotelevisivo, "non sarà più sopportato". E che si sappia
che è "anti-italiano" raccontare le difficoltà di un Paese in
recessione, le sofferenze di chi - impresa, famiglia, lavoratore - ne è
travolto. E' "anti-italiano" ricordare come il presidente passa il
suo tempo a Palazzo e in Villa e con chi. Pubblicità più televisione, il medium
più potente, sono le armi del dispositivo con cui sempre di più avremo a che
fare. Dobbiamo cominciare a fare i conti con il mondo di immagini che ha preso
il posto delle realtà, svuotandola, a valutare gli effetti di una tecnica che
ci defrauda dell'esperienza e della capacità di prendere posizione, che liquida
ogni capacità di distinguere tra realtà e apparenza, che ci obbliga a
un'abitudine che ci infantilizza. A ben vedere, pubblicità più televisione è la
sola politica che ha in mente Berlusconi tra una cena a Palazzo Grazioli e una
notte "a pagamento" a Villa Certosa. (8 agosto 2009
( da "Repubblica.it"
del 08-08-2009)
Argomenti: Obama
Fino a qualche anno fa, a imbrattare siti e a
introdursi nei computer di banche e governi erano giovani smanettoni in cerca
di notorietà: siti visitati da milioni di persone venivano modificati con
scritte inneggianti a questa o quella causa, o semplicemente riempiti di
insulti. Li chiamavano defacement. Solo successivamente gli attacchi
informatici si sono trasformati in un giro d'affari milionario, gestito con
sistemi da criminalità organizzata. Si è iniziato così a parlare di frodi
informatiche, di phishing, truffe sempre più elaborate per entrare in possesso
delle identità e dei conti bancari di milioni di navigatori. Oggi assistiamo a
un nuovo salto di qualità, ben più allarmante: dietro i virus, i worm, i
denial-of-service, non ci sono più ragazzini geniali o bande di malfattori.
Ora, i sospettati numero uno sono le intelligence, gli stati maggiori, i
governi. Qualcuno ha cominciato a parlare apertamente di cyber-guerra il mese
scorso, quando i siti di istituzioni governative e commerciali di Stati Uniti e
Corea del Sud sono stati colpiti da un'ondata senza precedenti di attacchi
provenienti, si suppone, dalla Nordcorea. Ma l'atto più eclatante, quello che
probabilmente sarà ricordato come il punto di svolta nella storia della
sicurezza informatica, il passaggio dalle rivoltelle ai carri armati, è il
blitz di due giorni fa contro Twitter: milioni di persone coinvolte in quella
che va definendosi come un'aggressione che con il tradizionale cyber-crimine ha
poco a che vedere. Secondo una ricostruzione che trova sempre più credito tra
gli esperti di sicurezza informatica, Twitter, Facebook e gli altri
social-network non stanno scontando il successo di pubblico e il crescente
valore di mercato, ma il loro ruolo di megafono delle opposizioni e
dell'informazione alternativa. Chi ha reso inutilizzabili i siti, non voleva
ricattare una potenza economica, voleva spegnere una voce di libertà.
OAS_RICH('Middle'); Il capo della sicurezza di Facebook ha confermato che gli
attacchi dell'altroieri erano diretti in particolare contro un utente, tale
Cyxymu, un blogger georgiano che dalle pagine di internet critica il governo
russo a un anno dall'inizio del conflitto in Ossezia del sud. "Forse
l'attacco è stato condotto da hacker comuni", ha detto Cyxymu intervistato
dal Guardian, "ma sono sicuro che l'ordine è venuto direttamente dal
Cremlino". E anche se da Mosca, ovviamente, nessuno conferma il
coinvolgimento nella vicenda, l'esigenza di non farsi trovare impreparati di
fronte ad azioni di guerra o guerriglia informatica non più riconducibili al
crimine comune è ormai all'ordine del giorno dei governi. Chi oggi ha messo ko
Twitter, questo è il timore, domani potrebbe colpire le istituzioni
finanziarie, le telecomunicazioni, la rete elettrica o il trasporto aereo. Mike
McConnell, direttore dell'intelligence statunitense sotto l'amministrazione
Bush, avvertiva l'anno scorso che gli hacker possono essere una minaccia
equivalente alle bombe atomiche per le riserve monetarie degli Stati Uniti.
Secondo McConnell, basterebbe un attacco riuscito a una singola grande banca
americana per produrre ripercussioni sull'economia mondiale maggiori di quelle
scatenate dall'11 settembre. In un recente articolo, il New York Times ha
paragonato l'attuale scenario alla rivoluzione innescata 64 anni fa dalla
comparsa delle armi atomiche: come quell'invenzione mutò per sempre la
concezione della guerra e della deterrenza, così oggi bisogna chiedersi: qual è
la definizione di guerra informatica? Dove si trova il confine tra la difesa e
l'attacco? Ma intanto, la corsa per dotarsi di cyber-armamenti e per
proteggersi dagli attacchi informatici, è cominciata. Secondo quanto riferito
dal Pentagono, le truppe americane si sono già rese protagoniste di azioni di
cyber-guerra compiute in suolo straniero: intrusioni informatiche sono state
messe in atto in Iraq per facilitare la cattura di membri di Al Qaeda, e in
Iran per monitorare i progressi del programma nucleare di Ahmadinejad. In
entrambi i casi si è trattato però di iniziative estemporanee, autorizzate
singolarmente da George W. Bush poco prima di lasciare
( da "Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti: Obama
Personaggio Clotilde, 23 anni rivoluzionaria per
caso PASSIONE ANTICA I SEGNALI La giovane studiosa da Parigi alle galere di
Ahmadinejad DOMENICO QUIRICO Si era innamorata della cultura persiana grazia
alla sua balia Fa capire di avere subito forti «pressioni psicologiche»
CORRISPONDENTE DA PARIGI Sembrava, quella di Clotilde Reiss, lettrice alla
università di Isfahan e grande appassionata della civiltà iranica, grazie anche
alla balia persiana che l'aveva allevata, una vicenda minore e in fondo poco
pericolosa nel grande guazzabuglio iraniano. Ma Parigi ha sottovalutato la
sottile capacità del regime degli ayatollah di spremere tutto il possibile,
secondo le loro complicate regie di intimidazione e di provocazione, dalla
pratica di tenere in mano degli ostaggi. Così ieri la francese, 23 anni,
arrestata il primo luglio durante i giorni caldi della rivolta contro la
scandalosa vittoria di Ahmadinejad per aver scattato fotografie dei tumulti, è
comparsa, a sorpresa, davanti al tribunale rivoluzionario di Teheran che giudica
i ribelli e «traditori». E ha ammesso di aver non solo partecipato alle
proteste, ma di aver steso un rapporto per un istituto di ricerca che dipende
dalla sua ambasciata. Insomma sarebbe un occulto «agente» francese. Ha chiesto
scenograficamente «perdono» ai suoi giudici: «E' stato un errore, chiedo scusa
al Paese al popolo e al tribunale iraniano. spero di essere graziata». Almeno è
quanto ha riferito la agenzia Irna; visto che altri giornalisti non erano
ammessi all'udienza. Tra gli imputati era alla sbarra anche una impiegata
iraniana della ambasciata francese arrestata giovedì scorso, Nazak Afshar: si
occupa del settore culturale e anche lei ha «confessato»: che i superiori
avevano dato ordine di aprire i locali della sede diplomatica per dare rifugio ai
manifestanti braccati dalla polizia e dalle milizie. Insomma si delinea ben
chiaro il contorno anche per loro di una accusa assai più grave: spionaggio e
complotto. A Parigi si sono immediatamente accorti che era all'orizzonte un
enorme guaio diplomatico e politico. Nicolas Sarkozy è stato assai severo
inizialmente con le mire atomiche di Teheran, solo ultimamente ha attenuato le
sue posizioni allineandosi sulle aperture, caute, di Obama. Evidentemente il Palazzo a Teheran ha memoria lunga. La
«confessione» della Reiss è stata completa, tanto da evocare immediatamente il
sospetto che sia stata sottoposta durante la detenzione a pressioni
intollerabili. «Ho scritto un rapporto sulle manifestazioni lungo una pagina e
l'ho consegnato all'istituto francese di ricerca in Iran che dipende dai
servizi culturali dell'ambasciata» ha detto Clotilde, aggiungendo di
aver partecipato «per motivi personali» alla protesta: «Volevo assicurare i
miei che non stava succedendo niente di grave. Confesso che è stato un errore non
avrei dovuto essere a quegli assembramenti». Ma c'è un altro particolare ancora
più pericoloso. La giovane ha ammesso di aver redatto anche un rapporto sul
nucleare iraniano due anni prima: «Ma non aveva nessun rapporto con
l'organizzazione francese per l'energia atomica. Non era un rapporto tecnico.
Stavo completando uno stage al Commissariato sull'energia atomica dove lavora
anche mio padre. L'ho scritto usando articoli e informazioni trovate su
internet, niente di segreto». Abbastanza per insospettire i suoi giudici.
Secondo l'Irna la giovane ha anche fatto cenno alle condizioni della sua
detenzione: «Il soggiorno in prigione è duro ma i miei guardiani e le persone
incaricate di interrogarmi non si sono comportate male e non ho alcun problema
particolare». Ma ha evocato «una pressione psicologica» legata ai dubbi sulla
sua sorte giudiziaria. Non ha torto. Perché il procuratore Abdolreze Mohabati
ha affermato che gli accusati avevano «elaborato un piano per conto
dell'opposizione e di Paesi stranieri per rovesciare il regime».
( da "Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti: Obama
"E ora l'America con chi parlerà?" "Obama deve sperare nei dissidi interni" In Iran, le
manifestazioni di piazza e l'ostilità crescente sia della gente sia degli
oppositori politici di Ahmadinejad complicheranno la vita ad Obama, che deve fermare i piani nucleari
di un leader indebolito ma, per ora, inevitabile. I problemi per
l'amministrazione, però, vengono più da Washington che non da Teheran. Il
commento è di Justin Logan, direttore associato di studi in politica estera del
Cato Institute, il pensatoio libertario, che sorprendentemente attacca i
neoconservatori fautori della linea dura, del «non dialogo» con Ahmadinejad.
Processi farsa e caccia ai dissidenti. L'Iran ha un presidente appena
riconfermato di un regime che ha perso credibilità all'interno e all'esterno,
al punto che il segretario di Stato Hillary Clinton ha detto di «ammirare i
continui sforzi dei riformatori per cambiare il Paese». Sarà più facile o più
difficile per Obama mettersi al tavolo con
Ahmadinejad? «Penso che quanto è successo stia rendendo in qualche misura più
arduo per l'amministrazione impostare delle trattative. Sembra che Obama voglia ancora perseguire una politica di impegno, ma
la repressione contro chi protesta rende più difficile, per motivi di politica
interna americana, confrontarsi con un leader autoritario come Ahmadinejad».
L'America deve solo sperare in un cambiamento di regime? «Ahmadinejad deve
fronteggiare in effetti nuovi problemi interni a causa della elezione
fraudolenta. E' sottoposto a nuove pressioni politiche, e non solo dal
candidato battuto Mousavi, ma anche da personalità influenti quale Rafsanjani e
dai burocrati che si sono schierati con loro. Io credo che al governo americano
piacerebbe, idealmente, che avvenisse un pacifico cambio di regime e che si
potesse fare un accordo sulla questione nucleare». Idealmente, lei dice. Ma in
pratica che cosa avverrà? «Non c'è assolutamente modo di prevedere se ci sarà
un cambio di governo, e quale risultato ne potrebbe venire, per cui il governo
americano dovrà discutere con qualsiasi regime sia al potere. Il problema
dell'armamento nucleare di Teheran è di gran lunga più importante della
questione della politica interna iraniana». Quindi, in questa partita, i
libertari-conservatori del Cato Institute sono schierati con il presidente
liberal? «Sì, siamo d'accordo con la volontà di Obama
a trattare. Ai neoconservatori americani piace accusare il governo di
"legittimizzare" i regimi autoritari discutendo con loro. Ma ciò è un
non senso. Impegnarsi in normali negoziazioni sulle bombe nucleari con l'Iran
non dà più "legittimazione" di quella che le trattative con i
sovietici davano all'Urss. Credo che nessuno possa fare confusione su ciò che
l'America pensa dello stile di governo in Iran. Siamo in disaccordo su questo
punto con i critici di Obama. Ecco perché noi americani
abbiamo un governo di democrazia liberale piuttosto che una teocrazia sciita».
( da "Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti: Obama
NOMINATA ALLA CORTE SUPREMA USA Giura Sonia
Sotomayor prima giudice ispanica WASHINGTON Era la sua mamma Celina, alla quale
Sonia Sotomayor dice di dovere tutto, a tenere
( da "Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti: Obama
Dalle scarpe dei potenti al banchiere dei poveri
Non bastavano le scarpe per i Papi e i Capi di Stato. Ora Adriano Stefanelli si
è messo in testa di rilanciare la moda delle ghette, ma nel futuro ci
potrebbero essere anche i piedi di un premio Nobel. Dopo il primo paio di
calzature nel 2004 donate a Papa Giovanni Paolo II, un modo particolare per
alleviare le sofferenze del Santo Padre, la corsa che ha
portato le celebri scarpe made in Novara anche ai piedi di Papa Benedetto XVI e
a breve del presidente Obama non si è più fermata. «Per caso le scarpe di Papa Wojtyla erano
state notate da Bush, durante un viaggio del Santo Padre negli Stati Uniti -
ricorda Stefanelli -. Dal Papa al presidente degli Stati Uniti il passaggio è
stato quindi facile». Con le prime consegne, Stefanelli diventa
detentore di un curioso segreto che lo accompagnerà per la maggior parte dei
lavori per i personaggi celebri: i potenti del mondo calzano quasi tutti il
numero
( da "Stampa, La" del
09-08-2009)
Argomenti: Obama
Intervista Maria Bartiromo UN MONDO NUOVO MERCATO
DEL LAVORO SOTTO PRESSIONE PER L'INCOGNITA SUL RINNOVO DEI CONTRATTI A TEMPO
DETERMINATO "I Paesi emergenti daranno lo slancio per la ripresa"
Negli Usa il clima è migliorato, c'è fiducia Ora si attende che cresca
l'occupazione FRANCESCO SEMPRINI
( da "Repubblica, La"
del 09-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 21 - Economia Oggi vertice a Guadalajara con
i due partner commerciali. Protezionismo, narcos e ambiente
in agenda Gli Usa in crisi comprano americano Messico e Canada: Obama ci ripensi FEDERICO RAMPINI dal
nostro corrispondente NEW YORK - Il primo partner commerciale degli Stati Uniti
non è
( da "Repubblica, La"
del 09-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 12 - Esteri COMPLOTTO INTERNAZIONALE, IL
TEOREMA CHE PIACE A TEHERAN (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) A conferma del teorema
della fazione vittoriosa di regime, secondo cui gli oppositori sarebbero
sobillati dall´esterno. Teoria del complotto confermata ufficialmente dallo
stesso Ahmadinejad pochi giorni fa davanti al Parlamento. Portare davanti al
temibile Tribunale della Rivoluzione, la francese Clotilde Reiss, ricercatrice
all´Ifri, ultimo centro di ricerca straniera presente nel paese, e alcuni
impiegati delle ambasciate francese e britannica, con l´accusa di essere parte
di un «progetto di una rivoluzione di velluto», significa mettere, di fatto,
sotto accusa Parigi e Londra. Indicate come fautrici di un rovesciamento di
potere destinato a mettere all´angolo le componenti che fanno capo a
Ahmadinejad e Khamenei. Processi, senza garanzie e condizionati dalla
pressione, fisica e psicologica, in cui, in una sorta di "buio a
mezzogiorno" in salsa iraniana, gli imputati sono obbligati a confessare
le loro colpe se vogliono avere qualche probabilità di vedersi infliggere pene
meno dure e, per quanto riguarda gli occidentali, essere prima o poi espulsi. E
così è avvenuto. Del resto, le accuse di spionaggio, violenze e attentato alla
sicurezza nazionale, comportano condanne che possono andare da cinque anni di
reclusione sino alla pena di morte, se essi fossero riconosciuti come mohareb,
«nemici di Dio». Di fronte alla violenza della repressione, chi è alla sbarra
cerca di limitare i danni, in attesa di tempi migliori. Repressione che
colpisce duramente all´interno per mandare un segnale forte. Agli oppositori
nelle piazze. A quanti fanno parte dello storico gruppo dirigente della
Repubblica Islamica, a partire da Rafsanjani sino ai suoi alleati Khatami e
Moussavi, perché comprendano che tenere ancora aperta questa frattura potrebbe
portare conseguenze traumatiche anche per loro. Scelta che, coinvolgendo
cittadini europei o personale di ambasciate Ue, parla anche all´esterno. A
Francia e Gran Bretagna in particolare, paesi che sono coinvolti nel negoziato
nucleare e giudicati dagli attuali vincenti a Teheran più ostili degli Stati Uniti di Obama. Una reazione delle fazioni antioccidentali, che rispondono
colpo su colpo alle carte filoccidentali giocate in queste settimane dalle
fazioni messe ai margini dal 12 giugno. Tensioni che avranno inevitabilmente
riverbero sulle relazioni con Teheran: la stessa presidenza di turno svedese,
ha dichiarato che il processo alla studentessa francese e ai due impiegati
dell´ambasciata di Francia e di Gran Bretagna, è un atto contro l´intera
Unione e che ne saranno tratte «le dovute conseguenze». Nelle prossime ore si
capirà se l´Iran sta usando Londra e Parigi come "capri sostitutivi"
o se lo scontro si allargherà anche agli Stati Uniti. Gli iraniani hanno nelle
loro mani tre americani arrestati al confine con l´Iraq, formalmente per
«ingresso illegale» nel Paese. Se venissero processati per spionaggio le
tensioni si allargherebbero all´America di Obama,
ancora decisa a andare a vedere le carte di Teheran sul nucleare nonostante gli
avvenimenti dell´estate calda iraniana.
( da "Repubblica, La"
del 09-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 17 - Esteri Il movimento "Pack the
hall" all´attacco: scontri e feriti durante i comizi dei Democratici Il
movimento anti-riforma si chiama "Pack the Hall". Palin scatenata:
"Il piano di Obama è il male
assoluto" Usa, sulla sanità è l´ora delle risse Blitz dei Repubblicani,
scontri e feriti ai comizi dei Democratici Blitz dei Repubblicani anti-riforma
sulla sanità di Obama è
l´ora delle risse Sarah Palin scatenata: "Il piano del presidente male
assoluto" ANGELO AQUARO DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK - Le ronde antiriforma
hanno già raggiunto un obiettivo nella guerra al piano sanità di Barack Obama: riempire le sale del pronto soccorso di contusi e
feriti. Il presidente ancora ieri ha parlato della necessità di una new
foundation auspicando «il più ampio consenso» intorno a quella riforma
sanitaria «che di queste nuove fondamenta è il pilastro». Ma il cantiere è
assediato dalle proteste che i repubblicani stanno organizzando in ogni angolo
d´America. E intanto l´amministrazione - rivela il New York Times - tratta con
l´industria che teme un intervento del governo per abbassare i prezzi delle
medicine. L´allarme è alto e perfino un premio Nobel come Paul Krugman scende
in campo per denunciare
( da "Repubblica, La"
del 09-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 8 - Interni I giornalisti preoccupati dal
pressing di Palazzo Chigi: facciamo il nostro dovere Nel fortino sotto assedio
del Tg3 "Berlusconi sembra Saddam" Su Facebook sono centinaia i
messaggi di solidarietà inviati alla Rete Tre ALESSANDRA LONGO ROMA -
Insistono, testardi, proprio non hanno capito, quelli del Tg3. Silvio
Berlusconi dice che il servizio pubblico non deve disturbare il manovratore,
non deve dare notizie «negative», anti-governative. E loro cosa fanno?
Continuano a collegarsi, anche ieri, anche dopo quell´editto in conferenza
stampa, con gli operai della Innse di Milano, disperatamente appesi ad una gru.
Sottinteso: c´è la crisi, qualcuno non si diverte. Non sarebbe meglio un
servizio sui gelati più venduti in questa torrida estate 2009? Nell´edizione
dell´ora di pranzo, ecco Mariella Venditti (che il premier definisce
«birichina») dar parola a chi lotta per un posto di lavoro. «Non li possiamo
abbandonare. Personalmente sento un dovere», spiega Maurizio Mannoni che domani
tornerà sull´emblematica vicenda della fabbrica a «Linea Notte». Dovere di
informare. Per Berlusconi, che ha dato dei «delinquenti» ai giornalisti del
gruppo Espresso, un Tg, per giunta pubblico, che perseveri l´obiettivo di
raccontare la realtà ha un che di eversivo. Venditti reagisce così: «Facciamo
semplicemente il nostro mestiere, magari altri hanno smesso di farlo. Non
nascondiamo niente, virgolettiamo i fatti». Business as usual, anche se il capo
dell´"azienda Italia" li ha puntati. Anche se si lavora con
«tristezza», come dice il cdr del Tg3, mentre altri colleghi, a voce, parlano
piuttosto di «preoccupazione», di una deriva mai conosciuta prima. Mannoni, per
esempio: «Ne ho viste tante, da «Samarcanda» in poi, ma come adesso no, mai.
Una volta ti poteva succedere di assistere a tentativi di ridimensionare una
notizia, ma non di farla sparire del tutto. Questo fa rabbrividire». Nei
corridoi del Tg3, a Saxa Rubra, i pochi sopravvissuti, non all´editto, ma alle
ferie estive, si chiedono quale sia il modello di informazione vagheggiato dal
premier. Qualcuno evoca il ministro della propaganda iracheno di Saddam.
Ricordate Mohammed Saeed al-Sahaf, quel mattacchione, diventato poi cult, che
andava in onda su tutte le televisioni del mondo assicurando che «no, non era
vero, nessun americano era arrivato a Baghdad»? Modello Al Sahaf: rimuovere la
realtà, tutto ciò che non piace, non è in linea. Giovanna Botteri, una che
Saeed al Sahaf l´ha conosciuto sul serio, ora corrispondente da New York,
racconta l´approccio americano: «Qui alle conferenze stampa non guardano in
faccia nessuno.
( da "Corriere della Sera"
del 09-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Economia data:
09/08/2009 - pag: 32 La sfida Dalla Pennsylvania al Texas, la protesta dei
repubblicani Minacce e svastiche contro la nuova sanità
della riforma Obama Il
progetto per l'estensione dell'assicurazione medica DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON Brad Miller, deputato democratico del North Carolina, è stato
minacciato di morte. John Dingell, suo compagno di partito del Michigan,
l'hanno dovuto scortare fuori dalla sala dov'era venuto a discutere della
riforma sanitaria. Frank Kratovil, rappresentante del Maryland, ha visto
il suo ritratto appeso a un cappio. Kathy Castor della Florida non ha potuto
neanche aprire bocca, perché in platea si era scatenata una rissa con annessa
scazzottata. E Kathleen Sibelius, ministro della Sanità di Barack Obama, non ha finito il suo discorso a Filadelfia, fischiata
da un folto gruppo di urlatori che si era mescolato al pubblico. Succede da
Tampa a St. Louis, dalla Pennsylvania al Texas. Commando di dimostranti
confrontano i membri del Congresso e dell'Amministrazione, inviati nei collegi
per spiegare e vendere agli americani il progetto più difficile e ambizioso della
Casa Bianca. Sabotano i meeting comunali, gridano slogan impedendo agli oratori
di parlare, arringano la folla presente per aizzarla contro una riforma bollata
a turno «socialista» o «nazista», accusano il governo di tirannia. In molti
casi si registrano feriti e arresti. L'America conservatrice riscopre la
vocazione del Boston Tea Party, la rivolta fiscale che fece da detonatore alla
Rivoluzione delle colonie. Il progetto obamiano, promesso in campagna
elettorale, di dare l'assicurazione medica anche a quei 46 milioni di cittadini
che oggi non ce l'hanno, riducendo allo stesso tempo i costi del sistema
sanitario più caro del mondo, innesca paure ancestrali in una popolazione da
sempre diffidente dell'intrusione statale. Sfruttandole ad arte, i conservatori
accusano l'Amministrazione di voler nazionalizzare la salute e creare un
sistema dove sarà Washington e non più i medici a decidere. Fin qui nulla di
strano, normale dialettica democratica. Ma l'ondata di incidenti registrati in
questi giorni fa dire ai democratici che i gruppi della destra hanno messo a
punto una strategia della destabilizzazione, basata su false informazioni,
messaggi emotivi e tecniche anti democratiche, con l'unico scopo di deragliare
l'intero progetto. Le prove a sostegno di questa tesi non mancano. E se
l'invito a «diventare parte della folla sediziosa » viene lanciato anche dal
sito online dell'anchor di Fox News , Sean Hannity, un vero e proprio
promemoria strategico appare sulla pagina web dei Tea Party Patriots, un gruppo
anti fiscale di estrema destra, dove vengono dettagliati i metodi su come far
fallire una riunione con i cittadini: «Riempite la sala», «Cominciate a gridare
dall'inizio », «Impedite all'oratore di seguire il filo del suo discorso,
contestate subito ogni cosa che dice ». In alcuni casi, è successo per esempio
a Boiling Springs, in South Carolina, ne hanno fatto le spese anche deputati
repubblicani, che cercavano di argomentare un'opposizione articolata, ma non un
rigetto totale del piano di riforma. Da ultimo sono apparse le svastiche. A una
riunione con
( da "Stampa, La" del
10-08-2009)
Argomenti: Obama
on solo russi, cinesi, iraniani, arabi e coreani.
Nella lista dei nemici potenziali dell'America accanto a loro oggi sono apparsi
tifoni, carestie, alluvioni, cicloni, tsunami. Il deserto che avanza e il
ghiaccio polare che si scioglie vengono catalogati come minacce accanto a Bin
Laden e Kim Jong-il. Attacchi missilistici delle potenze nucleari, codici
militari violati, Stati-canaglia che rubano l'atomica, terroristi islamici che
complottano per colpire le città dell'Occidente: gli incubi che per anni hanno
affollato le menti degli strateghi del Pentagono non sono più questi. O almeno
non solo. Forse perfino peggiori di quelli della guerra fredda, perché con la
natura non si può trattare e non si può mandare una squadra di superaddestrati
marines a eliminare l'effetto serra. E' una nuova guerra mondiale. Da
quest'anno il Pentagono e il Dipartimento di Stato Usa catalogano il clima come
una delle minacce alla sicurezza nazionale americana. Esperti di intelligence e
analisti studiano i calendari dei monsoni e le siccità in Africa. Di recente
sono state svolte simulazioni di «war games» su disastri indotti dai
cambiamenti climatici, utilizzando sofisticati programmi di simulazione del
clima usati dalla Marina e dall'Aviazione, insieme alle ricerche della Nasa e
dell'Amministrazione nazionale per l'Oceano e l'Atmosfera. Un'esercitazione
«virtuale» alla National Defense University ha affrontato il «modello» di
un'alluvione devastante nel Bangladesh: centinaia di migliaia di profughi
spinti dall'acqua in India, già sovrappopolata, facendo scoppiare incendiari
conflitti per il territorio, scontri tra genti di religioni differenti e
diffondendo malattie contagiose importate dalla zona del disastro, con
conseguente crollo delle già fragili infrastrutture dell'area. Uno scenario
alquanto probabile che, nella simulazione, «diventa subito estremamente
complicato», dice al New York Times Amanda J. Dory, che lavora con il gruppo
del Pentagono incaricato di inserire nell'agenda della sicurezza nazionale le
minacce derivanti dal cambiamento climatico. Che sono tante e inesorabili.
Cicloni e siccità possono scatenare pandemie e carestie che spingono a
migrazioni di massa, milioni di persone in fuga, a combattere per risorse
elementari come il cibo e l'acqua, che all'improvviso diventano drammaticamente
insufficienti per tutti. Situazioni nelle quali sguazzerebbero movimenti
terroristici ed estremisti di varia natura, tragedie che alimenterebbero
nazionalismi violenti e guerre religiose, facendo vacillare governi di mezzo
mondo. Secondo i «war games» svolti dal Pentagono e le ricerche delle agenzie di
intelligence americane, già oggi si possono delineare le aree maggiormente a
rischio nei prossimi 20-30 anni per questi sconvolgimenti «clima-dipendenti»:
l'Africa sub-sahariana, una delle zone più popolate e povere del mondo, il
Medio Oriente, dove gli antichi conflitti politico-religiosi potrebbero
ricevere nuova linfa dalla mancanza dell'acqua e dall'esplosione demografica, e
il Sud-Est asiatico, dove centinaia di milioni di persone vivono sotto la spada
di Damocle di violenti terremoti, tsunami e uragani. Pericoli ormai considerati
inesorabili: anche se i diversi negoziati sul cambiamento climatico porteranno
alla drastica riduzione delle emissioni di gas serra, il meccanismo già avviato
di riscaldamento globale rischia comunque di produrre delle conseguenze nei
prossimi decenni. E così dai tentativi di prevenzione si passa ai più
pragmatici piani per affrontare emergenze inevitabili. Sia da un punto di vista
umanitario - l'esercito e l'aviazione americana studiano piani per ponti aerei
e interventi urgenti in caso di disastri naturali e migrazioni di massa - che
da un punto di vista strategico. Milioni di persone senza casa, senza mezzi di
sostentamento e senza cibo, in fuga da uno tsunami o da un'epidemia possono
diventare un pericolo sociale e politico, e quindi anche militare. E il
moltiplicarsi delle emergenze umanitarie in giro per il mondo, avverte il
National Intelligence Council, rischia di impegnare risorse militari destinate
alle attività belliche vere e proprie. L'innalzamento del livello dei mari
cambia già oggi lo scenario di eventuale guerra, mettendo a rischio diverse
postazioni americane. Alcune basi dell'aviazione in Florida sono state
distrutte o danneggiate dagli ultimi uragani, e il livello dell'oceano in
aumento costringe a riprogettare le basi navali a Norfolk e San Diego. Ancora
più a rischio è la base a Diego Garcia, l'atollo nell'oceano Indiano snodo
cruciale per le forze americane e britanniche in Medio Oriente. L'isolotto è
praticamente a livello del mare, e potrebbe venire sommerso se le previsioni
sull'innalzamento degli oceani si avverassero. Lo scioglimento dei ghiacci apre
invece un «buco» nelle difese polari: nella calotta artica si apre un canale
navigabile che richiedere la revisione di tutti i piani strategici di diversi
Paesi. Un esempio di guerra «clima-dipendente» esiste già, dice al New York
Times John Kerry, ex candidato democratico alla presidenza e oggi, da
presidente del Comitato per le relazioni internazionali del Senato, capofila di
questa nuova battaglia ecologico-strategica. E' il Sudan meridionale, dove la
siccità e la crescita dei deserti ha ucciso o costretto alla fuga decine di
migliaia di persone, producendo un conflitto per ora senza soluzione: «E'
un'esperienza destinata a ripetersi, e su scala sempre più
vasta», dice il senatore, che per conto di Barack Obama si appresta a convincere il Senato ad approvare il pacchetto di
leggi sul clima e l'energia già votato a giugno dalla Camera. Userà, tra gli
altri, il nuovo argomento della minaccia strategica derivante dal mercurio in
inarrestabile aumento. L'altra alleata di Obama
è Hillary Clinton, che da senatrice aveva autorizzato, nel 2008, modifiche al
budget del Pentagono per includere i cambiamenti climatici nei piani
strategici. Ci sarà per la prima volta una sezione dedicata al clima nel suo
rapporto sulla Difesa che uscirà a febbraio, e il Dipartimento di Stato - oggi
guidato proprio da Hillary - farà altrettanto nel suo rapporto su diplomazia e
sviluppo. Diverse agenzie di intelligence stanno studiando i vari risvolti del
cambiamento climatico, anche a livello delle singole nazioni, per capire se i
vari governi riusciranno a reggere la pressione di calamità naturali che
producono terremoti sociali, economici e umani. «Dovremo pagare per il
cambiamento climatico, in un modo o in un altro», dice il generale Anthony C.
Zinni. «O pagheremo per ridurre le emissioni di gas serra, con ripercussioni
economiche. O pagheremo il prezzo più tardi, in termini di impiego militare, e
di vite umane».
( da "Stampa, La" del
10-08-2009)
Argomenti: Obama
Intervista L'analista Ali Ansari "Il regime certo
crollerà ma non tanto presto Chi ha vinto?
( da "Stampa, La" del
10-08-2009)
Argomenti: Obama
1891 "Italiani d'America, i mostri eravate
voi" L'esperto di identità italiana all'estero Moe: l'ostilità
anti-emigranti grande amnesia da nuovi benestanti Il linciaggio di New Orleans
Quando gli uomini di serie B eravamo noi. Brutti sporchi e naturalmente tutti
un po' mafiosi. «Che paradosso, è un grande caso di amnesia che proprio in
Italia si alimentino nuove chiusure verso gli emigranti. E pensare che gli
italiani negli Stati Uniti sono stati a lungo le vittime del pregiudizio,
soprattutto all'inizio del Novecento». Poi le cose, poco a poco, sono cambiate,
ma la strada è stata lunga, riflette Nelson Moe, professore di Cultural Studies
a Columbia University, grande studioso di emigrazione italiana in America, e
autore del recente Traffici criminali. Camorra, mafie e reti internazionali
dell'illegalità (per Bollati Boringhieri). «C'è questa espressione in inglese,
half-life, per indicare materiali che resteranno radioattivi anche per trecento
anni: ecco, il pregiudizio sugli italiani è un po' così, durissimo a morire.
Adesso ormai gli italiani fanno parte di un establishment potente e temuto, e sono
anche ben visti, però non è stato sempre così, anzi; ovviamente non lo era
all'inizio del secolo, ma anche in tutti gli anni sessanta e settanta il
pregiudizio ha resistito, anzi, è rifiorito, complici le grandi serie tv sulla
mafia». Sostiene Moe che esiste un vero «parallelo» tra l'Italia di oggi e
l'America dei primi anni del secolo: «Entrambi i paesi avevano una sostanziale
omogeneità, l'America di allora non era ancora mescolata, aveva un ceppo
dominante integralmente anglosassone, ricco, anziano, impermeabile». Il
professore apprende dell'ultima polemica del leader della Lega Umberto Bossi
con il presidente della Camera Gianfranco Fini. Ma il suo discorso ne indica
semmai le radici eluse. «Mi sorprende questo sentimento che Gianni Amelio
spiega benissimo nel suo film Lamerica, di italiani benestanti completamente
dimentichi del passato». Seguirlo significa muoversi tra storia, libri, film.
«All'inizio del Novecento in America c'è un miscuglio di disprezzo e ostilità
che colpisce soprattutto i neri e gli italiani, visti come un popolo del sud,
mediterraneo, inetto, inaffidabile. Sono pregiudizi, attenzione, coltivati non
solo nei bassifondi, ma nelle élite, economiche e intellettuali: basti pensare
che li nutriva un uomo come Henry James. Pregiudizi che producono eventi come i
fatti di New Orleans, dove nove siciliani vengono massacrati nel 1891 perché
ritenuti colpevoli dell'uccisione del capo della polizia». E fu il più grande
linciaggio della storia Usa. Ben presto allo stereotipo anti-italiano si sovrapporrà
il cliché di Al Capone: «L'ascesa del gangster fa coincidere l'idea di italiano
con figure famose, losche, ma quasi affascinanti». Sarà, paradossalmente, Il
padrino a cambiare le cose: «Coppola non sopportava che l'élite wasp, che
considerava corrotta e moralmente non in grado di dare lezioni, si ergesse a
giudice, dunque il senso del film è tutto in quella frase di Vito Corleone: voi
wasp pensate che i criminali siamo noi, ma i veri criminali sono alla Casa
Bianca». È la frase chiave di un ribaltamento che nei '60 e '70 vivrà fasi
alterne. «A cavallo del Vietnam la crisi di legittimità di questa identità
americana bianca si sposa con la comparsa sulla scena di gruppi che rivendicano
un'identità positiva, i neri, soprattutto, con Malcolm X, ma anche le donne,
gli indiani, e appunto gli italiani». Times they're a changing, avrebbe detto
Dylan. Ma il filo sotterraneo della discriminazione, che si credeva districato,
può tornare a annodarsi anche in anni recenti. E a Moe piace il suggerimento di
riflettere su un film emblematico dei nostri anni, di Spike Lee, Fa' la cosa
giusta. Vi si racconta una rivolta di neri di Harlem degli anni quaranta
originata da una rissa in una pizzeria, in cui il proprietario, italoamericano,
uccide un nero, che lo accusa di razzismo. «Spike Lee fa capire che questi
italiani, appena arrivati, erano avvertiti come un pericolo, ma non li giudica:
nella sua visione loro e i neri sono, a pari titolo, i grandi discriminati
della storia americana». Ora, con Obama, è il tempo del riscatto: «Ma guardi come sono ancora trattati i
neri dove vivo, al confine sud di Harlem». Gli italiani nel frattempo hanno
scalfito l'odio anche grazie a figure diverse, la musica, il cinema, la
politica, «uomini come Frank Sinatra, o Coppola, o Fiorello
( da "Repubblica, La"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 15 - Economia La "prima guerra mondiale
del clima" allarme di militari e intelligence Usa Un´analisi della Difesa americana
censurata nell´era Bush: l´ambiente è una mina vagante ANGELO AQUARO DAL NOSTRO
INVIATO NEW YORK - «Centina di migliaia di persone premono al confine con
l´India, in fuga dalle terre sommerse. Il Pakistan è in ginocchio. E quelle
centinaia di migliaia di rifugiati riaccendono il conflitto tra islamici e
induisti. La violenza divampa. L´intera regione è fuori controllo... ».
L´apocalisse prossima ventura non è descritta nella sceneggiatura di un film ma
nel rapporto allarmantissimo che
( da "Repubblica, La"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 19 - Esteri Cambia il cerimoniale e
Buckingham Palace volta le spalle alla regina Londra, archiviata la tradizione
più antica Scrive il Telegraph: "Troppi illustri visitatori hanno
rischiato di inciampare" Nel congedarsi, gli ospiti di Elisabetta non
dovranno più camminare all´indietro MARCO PASQUA è considerata una delle più
antiche tradizioni della monarchia britannica e uno dei capisaldi
dell´etichetta di corte. Ma adesso, la regola di camminare all´indietro quando
si esce dalla stanza in cui si trova la regina, cede il passo al timore che
qualcuno possa farsi male e intentare una causa di risarcimento danni. Per
questo Buckingham palace, secondo quanto scrive il Daily Telegraph, ha deciso
di ritoccare in chiave moderna il rigido protocollo previsto per i dipendenti e
per gli ospiti della regina Elisabetta, rendendo superfluo questo tipo di
commiato. La pratica di camminare all´indietro era stata introdotta, in epoca
medioevale, in segno di rispetto nei confronti della sovrana. Allora, voltarle
le spalle era considerato un atto di grande maleducazione. E, secolo dopo
secolo, l´usanza si è tramandata, di dipendente in dipendente, coinvolgendo
anche gli ospiti. Ma a far preoccupare la regina sarebbero i rischi per la
sicurezza di quanti devono congedarsi da lei, schivando eventuali ostacoli ed
evitando di inciampare. Nell´ipotesi di un eventuale incidente, infatti, il
ferito potrebbe rivalersi su Buckingham palace. Da qui la decisione di
modificare il protocollo, con tre eccezioni, tante quante sono le persone che
continueranno a non poter mostrare le spalle a Sua Maestà. Una soluzione,
quella adottata dai reali, pensata per non cancellare del tutto la tradizione,
ma per aggiornarla in chiave moderna, evitando eventuali cause in seguito ad un
incidente sul lavoro. Continueranno a dover camminare all´indietro il
cerimoniere dei corpi diplomatici (responsabile dei rapporti col mondo della
diplomazia londinese), e il funzionario di corte della sovrana, una sorta di
assistente personale proveniente dalle forze armate. Una terza persona sarà
tenuta a non infrangere la tradizione, ma soltanto una volta all´anno, durante
la solenne cerimonia di apertura del Parlamento. In questo caso, il Lord
cancelliere deve percorrere all´indietro i gradini che portano al trono reale,
subito dopo aver presentato la regina, prima del suo discorso ufficiale. Il
consigliere diplomatico e l´assistente personale, dunque, dovranno lasciare la
stanza secondo l´antica tradizione, sia quando vengono convocati dalla regina,
quando questa vuole impartire loro delle disposizioni, ma anche quando
introducono degli ospiti, stranieri e non, nella sala riservata alle udienze.
Al cerimoniere, che è anche considerato tra i massimi conoscitori
dell´etichetta reale, spetta il compito di ricordare gentilmente agli
ambasciatori, durante la presentazione delle lettere credenziali alla regina,
come ci si deve avvicinare alla sovrana: «Un passo, seguito da un inchino col
capo. Un secondo passo, e un secondo inchino». Non cambiano, invece, le tante e
varie consuetudini protocollari che si rispettano ormai da secoli: quando la
regina ha smesso di mangiare, devono farlo anche i commensali; mai abbracciarla (un´eccezione fu registrata ad aprile, quando
incontrò Michelle Obama e
fu lei stessa a "toccare"
( da "Corriere della Sera"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
10/08/2009 - pag: 15 La scelta di Holder «Torture» Cia, via libera all'inchiesta
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Il ministro della Giustizia americano,
Eric Holder, starebbe per nominare un procuratore speciale, con l'incarico di
indagare sui presunti abusi commessi dalla Cia negli interrogatori dei sospetti
terroristi. Lo anticipa il Los Angeles Times, citando fonti governative,
secondo cui Holder avrebbe in mente un'inchiesta delimitata, concentrata
unicamente nell'accertare «se qualcuno sia andato le oltre le tecniche
autorizzate» dai manuali messi a punto dall'Amministrazione Bush, sulla base di
un'interpretazione molto larga di leggi e convenzioni che proibiscono l'uso
della tortura. Secondo i funzionari del Dipartimento di Giustizia e della Cia
che hanno parlato con i reporter del quotidiano e hanno visto i dossier, sarà
comunque molto difficile arrivare a delle incriminazioni formali, vista la
scarsa verificabilità delle prove e l'incertezza delle basi giuridiche, mai
sottoposte al test di una corte. I casi in discussione sono in parte inediti,
in parte già conosciuti. Nuovo ad esempio è quello di un agente che durante un
interrogatorio mise una pistola sul tavolo per convincere il sospettato a
parlare. Altri sono già venuti alla luce, come il ripetuto uso del
waterboarding (la tecnica che simula l'annegamento) ben oltre le indicazioni
del Dipartimento della Giustizia dell'Amministrazione Bush, o la morte di
numerosi detenuti nelle prigioni della Cia in Iraq e Afghanistan nel 2002-2003.
Secondo il quotidiano della California, Holder «ha preso in considerazione con riluttanza»
l'ipotesi di un'incriminazione penale formale, ma in quanto Attorney General
(ministro della Giustizia, ndr ) «sente l'obbligo di applicare la legge». È una posizione che riflette l'atteggiamento di fondo del
presidente Obama, deciso a
mettersi alle spalle le pagine oscure del predecessore e guardare avanti, ma
disposto a lasciare uno spiraglio aperto all'incriminazione di singoli agenti
che hanno infranto la legge. Per alcuni osservatori, la nomina e l'inchiesta
sono ormai scontati. Holder avrebbe anzi già pronta una short-list di
nomi, fra i quali scegliere il procuratore speciale. Il mandato sarebbe di
analizzare casi vecchi almeno cinque anni, compresi alcuni già dismessi dai
giudici di carriera. L'indagine si allargherebbe con tutta probabilità anche ai
contractors privati, come Blackwater, che hanno lavorato per
( da "Corriere della Sera"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Sport data: 10/08/2009
- pag: 47 La storia Gar Ryness dai barbecue a Letterman grazie a Youtube. I
campioni approvano e lo invitano allo stadio Come far soldi con lo swing di un
altro L'«Imitabattitori» è diventato famoso mimando le star del baseball Usa
MILANO Gar Ryness ama il baseball e fin da quando era bimbo si diverte a
imitare i battitori della Major League: mazza in mano, in posizione e via con
lo swing , uno dei gesti sportivi tecnicamente più complicati che esistono. La
cosa non è originale ma ai barbecue di San Francisco funziona. Gar, consulente
nel mondo dello spettacolo, sollazza gli amici con un mix di tecnica perfetta e
abilità caricaturale favorita dai milioni di tic e gesti scaramantici dei
battitori, gente al cui confronto un tennista è una sfinge. Gar è buffo, il
simpatico cazzaro che vorreste sempre ai vostri party, ma niente di più. Finché
un giorno, aprile 2008, un amico non decide di caricare le sue performance su
YouTube. Stacco. Agosto 2009. Gar Ryness è diventato una star. Succede infatti
che tra i fan dei suoi filmati (arrivati a 2 milioni di contatti) ci siano
subito molti giocatori della Major League i quali visto, riso e approvato
cominciano addirittura a chiamarlo per recite dal vivo. Come un jukebox, Gar
bermuda, cappellino a rovescio, aria da sballone e estro da showman esegue.
Famoso quel giorno negli spogliatoi dei San Diego Padres prima di un match: i
giocatori in circolo a chiedere («Fammi Jeter!», «Fammi Pedroia! », «Fammi
Ortiz!»), lui in mezzo a roteare la mazza in mille stili. Sono boati. Deve
intervenire il coach: «Ehi ragazzi, ci sarebbe una partita da giocare là
fuori!». Gar intuisce le proprie potenzialità, si dà un nome d'arte, «The
Batting Stance Guy» (liberamente: «L'Imitabattitori»), e apre un sito
(www.battingstanceguy. com) con la galleria delle imitazioni e degli incontri
con le vittime più note. Imperdibili quello con Manny Ramirez il più famoso e
discusso giocatore d'America che si sganascia di fronte all'imitazione propria
e dei colleghi, e quello con Kevin Youkilis, il prima base dei Boston Red Sox
in possesso dello swing più curioso della Lega, mazzate da taglialegna preparate
con sculettamenti da lap dancer. Youk non solo scherza, ma illustra nei
dettagli la propria tecnica trattando Gar che ovviamente usa la mazza con
perizia (ancorché mai con la palla) come un vero collega. L'apoteosi arriva a
luglio con la partecipazione al Late Show di David Letterman. «Ma io pensavo
fossi un bambino!?», gli dice Dave stupito. Gar, che ha 36 anni e coglie
l'assurdità del tutto («Il mio è il talento più inutile e meno vendibile
d'America»), scherza, imita stelle del presente e del passato e fa il botto:
alcune squadre lo chiamano per gli show nelle pause dei match;
( da "Corriere della Sera"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data:
10/08/2009 - pag: 17 Londra L'obbligo resta solo per il Lord Chancellor, il capo
degli scudieri e quello del protocollo diplomatico Dare le spalle alla regina:
ora si può Svolta a Buckingham Palace: camminando all'indietro si rischia di
cadere DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA Da secoli, principi, ambasciatori e
capi di governo in visita a Buckingham Palace devono osservare una regola: al
monarca, per rispetto, non si voltano le spalle. Così l'ospite, quando si
commiata, occorre che cammini all'indietro, senza girarsi. Cerimoniale che,
secondo le più accreditate ricerche degli storici reali, risalirebbe
addirittura al medioevo. Stando così le cose, si comprende quanto sia
«rivoluzionaria» la decisione presa da Elisabetta. D'ora in avanti, chi
incontrerà l'ultima dei Windsor non avrà più da temere nulla: non dovrà
cimentarsi in quella difficile e a volte imbarazzante ritirata con la testa
china rivolta alla sovrana. «Nel tempo le tradizioni evolvono », commentano i
portavoce del Palazzo. Sul come e sul perché sia nata questa svolta
protocollare non si hanno, però, dettagli precisi. Un quotidiano londinese
molto serio, il Daily Telegraph , avanza una tesi e se lo fa è perché ne ha
fondate ragioni più che verificate. Per dirla con una parola sola: sicurezza.
O, se si preferisce, incolumità del gradito visitatore. Non si hanno gossip particolari
su incidenti accaduti, almeno negli ultimi anni, nei ricevimenti e negli addii
finali a Buckingham Palace ma si raccontava che l'interesse e la curiosità di
incontrare la regina venissero un po' mitigati dal timore, per diversi ospiti,
di scivolare o di andare a sbattere contro il muro o la porta a causa
dell'indietreggiamento alla cieca, codificato dalla rigida etichetta reale. Il
che, nel malaugurato caso fosse accaduto, avrebbe introdotto qualche nota di
comicità e di imbarazzo. Evidentemente, era venuto il momento di passare oltre
e archiviare una consuetudine plurisecolare. Non si tocca nulla se Elisabetta
non approva. Dunque non si tratta di un colpo di mano, è uno strappo voluto.
Negli ultimi mesi la ottantatreenne regina ha lasciato piuttosto esterrefatti
gli osservatori delle vicende di Buckingham Palace, cominciando con quell'abbraccio inusuale fra lei e Michelle Obama in aprile. L'ultima volta che un premier aveva osato cingerle la
spalla una ventina di anni fa si era cimentato il capo del governo australiano
si era gridato allo scandalo e i gelidi custodi dei protocolli avevano
ricordato: non si può avere una simile confidenza con i re e le regine.
Dopo 57 anni di regno, Elisabetta si è sciolta davanti alla moglie del
presidente americano. E le vecchie regole sono andate a farsi benedire.
Michelle ha cinto la vita di Elisabetta. Elisabetta ha cinto la vita di
Michelle. «Anche la regina ha un'anima », è stato il commento generale,
avvalorato dai portavoce del Windsor. Forse è partita da lì, da quella
imprevista deviazione al cerimoniale, la decisione di compiere il passo
successivo e di riscrivere la sceneggiatura dei saluti. Non sarò considerato un
delitto dare la schiena a Elisabetta. Meglio aspettare che sia lei a lasciare
la scena ma girarsi, con le dovute maniere, non apparirà una scorrettezza e una
mancanza di rispetto. Solo tre persone al mondo avranno l'obbligo di continuare
a rispettare l'antico rituale. Il primo è il responsabile («marshal») dei
rapporti fra Buckingham Palace e il corpo diplomatico. Il secondo è il capo
degli scudieri di corte. Loro sono allenati e non hanno proprio da temere
rovinose cadute. Il terzo è il Lord Chancellor, attualmente il laburista e
ministro Jack Straw, che formalmente è «il custode della coscienza reale» e
nella sostanza l'ufficiale di collegamento fra monarchia e Parlamento. Spetta a
lui, al Lord Chancellor, nella tradizionale apertura annuale di Westminster,
offrire la parola per il discorso alla sovrana. Poi, avvolto nel lungo mantello
nero, il Lord Chancellor s'inchina e indietreggia a capo chino. Quei due
maledetti gradini, sotto il trono, lasciano le due Camere riunite col fiato
sospeso. Il capitombolo è sempre possibile. Elisabetta è stata irremovibile: la
suspense, almeno una volta ogni dodici mesi e in diretta televisiva, resterà.
Fabio Cavalera © RIPRODUZIONE RISERVATA All'indietro Il Lord Chancellor Jack
Straw davanti alla regina Elisabetta lo scorso dicembre ( Afp) Evoluzione «Nel
tempo le tradizioni evolvono», hanno commentato i portavoce del Palazzo reale
( da "Corriere della Sera"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Esteri data: 10/08/2009
- pag: 17 Viaggio in Africa Hillary in Angola: «Combattete la corruzione» Nel
corso del suo viaggio in Africa, il segretario di Stato americano Hillary
Clinton ha fatto tappa in Angola e ha richiamato il Paese a fare di più per
combattere la corruzione. «È un problema dovunque e, dove esiste, mina la
fiducia della gente nella democrazia, distorce il sistema di governo e
impedisce il pieno coinvolgimento delle persone nelle società», ha detto
( da "Corriere della Sera"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione:
Esteri data: 10/08/2009 - pag: 17 Strappo al cerimoniale Michelle Obama
ricambia l'abbraccio della regina Elisabetta in violazione del protocollo, lo
scorso aprile a Buckingham Palace
( da "Repubblica.it"
del 10-08-2009)
Argomenti: Obama
È CONSIDERATA una delle più antiche tradizioni
della monarchia britannica e uno dei capisaldi dell'etichetta di corte. Ma
adesso, la regola di camminare all'indietro quando si esce dalla stanza in cui
si trova la regina, cede il passo al timore che qualcuno possa farsi male e
intentare una causa di risarcimento danni. Per questo Buckingham palace,
secondo quanto scrive il Daily Telegraph, ha deciso di ritoccare in chiave moderna
il rigido protocollo previsto per i dipendenti e per gli ospiti della regina
Elisabetta, rendendo superfluo questo tipo di commiato. La pratica di camminare
all'indietro era stata introdotta, in epoca medioevale, in segno di rispetto
nei confronti della sovrana. Allora, voltarle le spalle era considerato un atto
di grande maleducazione. E, secolo dopo secolo, l'usanza si è tramandata, di
dipendente in dipendente, coinvolgendo anche gli ospiti. Ma a far preoccupare
la regina sarebbero i rischi per la sicurezza di quanti devono congedarsi da
lei, schivando eventuali ostacoli ed evitando di inciampare. Nell'ipotesi di un
eventuale incidente, infatti, il ferito potrebbe rivalersi su Buckingham
Palace. Da qui la decisione di modificare il protocollo, con tre eccezioni,
tante quante sono le persone che continueranno a non poter mostrare le spalle a
Sua Maestà. Una soluzione, quella adottata dai reali, pensata per non
cancellare del tutto la tradizione, ma per aggiornarla in chiave moderna,
evitando eventuali cause in seguito ad un incidente sul lavoro. Continueranno a
dover camminare all'indietro il cerimoniere dei corpi diplomatici (responsabile
dei rapporti col mondo della diplomazia londinese), e il funzionario di corte
della sovrana, una sorta di assistente personale proveniente dalle forze
armate. Una terza persona sarà tenuta a non infrangere la tradizione, ma
soltanto una volta all'anno, durante la solenne cerimonia di apertura del
Parlamento. In questo caso, il Lord cancelliere deve percorrere all'indietro i
gradini che portano al trono reale, subito dopo aver presentato la regina,
prima del suo discorso ufficiale. OAS_RICH('Middle'); Il consigliere
diplomatico e l'assistente personale, dunque, dovranno lasciare la stanza
secondo l'antica tradizione, sia quando vengono convocati dalla regina, quando
questa vuole impartire loro delle disposizioni, ma anche quando introducono
degli ospiti, stranieri e non, nella sala riservata alle udienze. Al
cerimoniere, che è anche considerato tra i massimi conoscitori dell'etichetta
reale, spetta il compito di ricordare gentilmente agli ambasciatori, durante la
presentazione delle lettere credenziali alla regina, come ci si deve avvicinare
alla sovrana: "Un passo, seguito da un inchino col capo. Un secondo passo,
e un secondo inchino". Non cambiano, invece, le tante e varie consuetudini
protocollari che si rispettano ormai da secoli: quando la regina ha smesso di
mangiare, devono farlo anche i commensali; mai abbracciarla
(un'eccezione fu registrata ad aprile, quando incontrò Michelle Obama e fu lei stessa a
"toccare"