CENACOLO
DEI COGITANTI |
Presidenziali Iran,
scontro sui risultati Tensione in strada a Teheran, tafferugli
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama. Il presidente Usa ha
commentato positivamente le notizie sull'affluenza massiccia alle urne.
"Siamo contenti di vedere che in Iran ci sia ciò che appare come un forte
dibattito. Pensiamo che un cambiamento nei rapporti con gli Stati Uniti sia
possibile, le elezioni per gli iraniani rappresentano un'opportunità di
decidere"
caos in iran, vittoria
contesa ( da "Repubblica,
La" del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina Altissima
affluenza alle urne , il leader riformista dichiara di aver superato il 65% dei
voti. Ma il presidente lo smentisce. Obama: spero nel cambiamento Caos in Iran,
vittoria contesa Moussavi e Ahmadinejad proclamano entrambi il trionfo. I
pasdaran nelle strade SEGUE A P
il giallo del colonnello
sparito "è malato". "no, sta pregando" - goffredo de
marchis ( da "Repubblica,
La" del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ministro degli Esteri democratico
non ha rinunciato a dire in privato quello che aveva preparato per il convegno,
ossia che gli Stati uniti di Obama non meritano la storica diffidenza araba. E
il discorso di Fini è stato consegnato alla stampa, agli invitati, è ormai
pubblico. Anche disertando Montecitorio, Gheddafi non è sfuggito alle parole
del presidente della Camera. E al suo gesto.
auto, ue contro usa e le
miss mondo tifano fiat-opel ( da "Repubblica,
La" del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 18 - Economia "Gli
aiuti di Obama sono distorsivi" Auto, Ue contro Usa e le miss mondo tifano
Fiat-Opel LECCE - Non solo i big dell´economia, ma anche le miss. E dunque:
caro ministro, perché questo stop all´operazione Fiat-Opel? chiedono al tedesco
Peer Steinbrueck le tre finaliste al concorso Miss Mondo Italia.
la casa bianca attende il
cavaliere "dal g8 a kabul, saremo pragmatici" - arturo zampaglione
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: utilitaria della Fiat per andare
lunedì al colloquio con Barack Obama alla Casa Bianca? Sarebbe un modo,
sostengono in molti, per pubblicizzare l´accordo con la Chrysler e mostrare al
neo-presidente, che da giovane guidava una Ritmo fatiscente, i progressi della
tecnologia italiana. Ma al di là di queste ipotesi di politica-spettacolo,
l´incontro si preannuncia senza sorprese.
caffè con obama, niente
pranzo il premier ora teme il declassamento - claudio tito
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: convincere Obama, adesso». La
preoccupazione è altissima. Il summit di lunedì prossimo alla Casa Bianca non
lascia affatto tranquillo Silvio Berlusconi. Il faccia a faccia con Barack
Obama sta provocando apprensione a Palazzo Chigi. Un nervosismo provocato non
solo dalle incomprensioni dei mesi scorsi e dai pasticci diplomatici che hanno
accompagnato la visita di Gheddafi in Italia.
La
carta del premier da Obama ( da "Corriere
della Sera" del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: è convinto che verrà accolta la
richiesta di Obama sulla destinazione di alcuni prigionieri di Guantanamo in
Europa. Berlusconi potrà sfruttare anche questo tema e forse ne farà cenno al
«punto con la stampa» nella Sala Ovale che si terrà al termine del colloquio
con Obama. Il Cavaliere dice di non temere contraccolpi per lo «storico
viaggio» in Italia di Gheddafi,
Argomenti:
Obama
Abstract: e Barack Obama. Lo sono perché li
considero naturalmente eleganti e sicuri di se stessi nei loro differenti
ruoli». Ha ancora (o sempre) senso parlare di moda per l'uomo? «Personalmente è
la cosa che mi entusiasma di più, farla la moda. Sento di essere nato per
questo: ciò che faccio esprime quello che penso più di mille parole».
E Summers spiega agli
studenti
Argomenti:
Obama
Abstract: industria dell'auto e le regole E
Summers spiega agli studenti «perché Obama non è socialista» DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK «Tranquilli, non stiamo cercando di far rientrare il socialismo dalla
porta di servizio: il governo Obama interviene nel settore privato solo quando
è assolutamente necessario per evitare catastrofi.
La crociata di Obama
contro le sigarette Via libera del Senato alla legge anti-nicotina
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama non ha perso tempo nel
rallegrarsi per la "svolta storica" del Congresso, che ieri ha
approvato a stragrande maggioranza una nuova legge anti-tabacco destinata a
incidere profondamente nei vizi di un quinto degli americani, a scoraggiare i
giovani a fumare e a dare allo stato immensi poteri nel regolamentare le
sigarette.
Il giallo del Colonnello
sparito E nella notte incontra Berlusconi
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ministro degli Esteri democratico
non ha rinunciato a dire in privato quello che aveva preparato per il convegno,
ossia che gli Stati uniti di Obama non meritano la storica diffidenza araba. E
il discorso di Fini è stato consegnato alla stampa, agli invitati, è ormai
pubblico. Anche disertando Montecitorio, Gheddafi non è sfuggito alle parole
del presidente della Camera. E al suo gesto.
La Corea del Nord minaccia
Usa e Onu "Uranio per le armi, e non ci fermate"
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: L'ambasciatore degli Usa all'Onu,
Susan Rice, ha dichiarato che "l'amministrazione Obama è decisa a fermare
e ispezionare le navi sospette". Nella notte la Corea del Sud ha
rafforzato la sua presenza militare sulla frontiera marittima con la Corea del
Nord. (13 giugno 2009
Il fotografo Zappadu al
Times "Tra me e il Cavaliere non è finita"
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: il premier italiano e il presidente
Obama, in programma lunedì a Washington, sarà solo un "breve
incontro" di un'ora. Il giornale cita una fonte anonima nelle capitale
americana secondo cui "l'incontro è un dovere" per il presidente
americano, "ma non hanno piacere di ricevere Berlusconi", non tanto
per lo scandalo legato ai party con ragazze o al possibile abuso di voli di
stato,
La Corea del Nord minaccia
Usa e Onu "Uranio per le armi e non ci fermate"
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: L'ambasciatore degli Usa all'Onu,
Susan Rice, ha dichiarato che "l'amministrazione Obama è decisa a fermare
e ispezionare le navi sospette". Nella notte la Corea del Sud ha
rafforzato la presenza militare sulla frontiera marittima con la Corea del
Nord. (13 giugno 2009
Pyongyang all'Onu: pronti
alla guerra ( da "Stampaweb,
La" del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Da quando il presidente Barack
Obama è alla guida degli Stati Uniti, invece, Washington ha sempre sostenuto di
non essere interessata a un attacco del paese asaitico. Intanto, come
precauzione verso l?imprevedibile vicino, già la settimana scorsa la Corea del
Sud aveva inviato molte centinaia di militari alla frontiera marittima con la
Corea del Nord,
Glbt, pressing su
Franceschini "Il partito prenda una posizione"
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: più che a Obama, a
Franceschini". Quello che gli esponenti del tavolo GLBT fanno notare, è
che i militanti del partito sono "più avanti" rispetto alle gerarchie
del Pd: "Quando, qualche giorno fa, il circolo del Pd della zona di
Marconi, a Roma, ha votato una mozione per aderire al Pride, i 'sì' hanno
stravinto.
Mario Calabresi a
Passepartout ( da "Stampa,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: elettorale di Obama, accomunate
dall'aver saputo reagire alla crisi e rimettersi in piedi. «Non importa quante
volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi» è
l'assunto alla base di questi ritratti di protagonisti del paese della «seconda
possibilità», in cui le crisi economiche assumono proporzioni catastrofiche e
mettono sul lastrico migliaia di persone dall'
Silvio spera in Obama per
risollevarsi dai colpi ( da "Stampa,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Silvio spera in Obama per
risollevarsi dai colpi Ora si capisce quanto se l'è vista brutta il Cavaliere
che, davvero, crede al complotto. In tre lustri mai si è sentito così in
pericolo, e non solo nella veste di premier (perché le crisi di rigetto, qui in
Italia, hanno precedenti drammatici).
SE MARX SEDUCE LA DESTRA
( da "Stampa, La" del
14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Che seguono con estrema attenzione
Obama e presentono, in quel che annuncia, la possibilità di una trasformazione,
di un ricominciamento. È il caso dei Verdi in Francia, Germania, Inghilterra,
Svezia, Belgio, Grecia, Finlandia. È il caso dei liberali-legalitari di Di
Pietro, e perfino di forze inedite come i Pirati in Svezia.
"rubati i nostri voti
ma i giovani e le donne cambieranno il paese" - francesca caferri
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama? Deve dialogare con la
società civile iraniana" FRANCESCA CAFERRI Nel buio delle immagini che
arrivano da Teheran, Azar Nafisi riesce comunque a trovare uno spiraglio di
luce: «La cosa più importante è che la gente ha detto quello che vuole.
la lezione del grande
venditore "vinco con la politica del cucù" - alberto statera
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: di Barack Obama, come dal palco ha
già rivendicato l´imprenditore Nerio Alessandri (applauso). La politica del
cucù, come il premier l´ha ieri perfettamente definita, si nutre delle tecniche
del Venditore, come tanti anni fa recitava il titolo di un libro di Peppino
Fiori, che la platea dei giovani investita delle sorti future del paese e
chiamata a raccolta per superare la crisi,
berlusconi e il fantasma
di draghi "ma non riusciranno a farmi fuori" - carmelo lopapa claudio
tito ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: vigilia della tanto agognata visita
a Washington per incontrare Obama. Numeri della maggioranza blindati, governo
compatto, leggi come caterpillar in Parlamento, dunque, non fanno sentire il
presidente del Consiglio al riparo, sufficientemente sicuro. Complici, la crisi
economica montante - al di là delle rassicurazioni ribadite fino a ieri - e i
nuovi risvolti legati al Casoriagate,
la cosa pubblica e la casa
privata - corrado augias ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama vive alla Casa Bianca,
Sarkozy e Brown vivono in abitazioni protette. Si dia anche al premier italiano
un alloggio sicuro. Non si possono spendere miliardi in case private pagati da
tutti noi per i capricci di ogni capo del Governo presente e futuro.
il cavaliere e il suo
fantasma - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: incontro con Obama. Solo Berlusconi
sa perché dice queste cose, perché solo lui conosce la verità, che non può
rivelare in pubblico, della sciagura che lo incalza. Noi osserviamo il dramma
di un leader prigioniero di un clima di sconfitta anche quando vince perché da
quindici anni non riesce a trasformarsi in uomo di Stato nemmeno dopo aver
conquistato per tre volte il favore del Paese.
il colpo di mano del
regime di teheran - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ed è quindi con lui che gli
iraniani e il resto del mondo, compresa l´America di Barack Obama, incluso
l´Israele di Benjamin Netanyahu, avranno a che fare. In sostanza Khamenei ha
fatto sapere che nulla è cambiato, poiché lui, la Guida suprema, e i vari interpreti
delle leggi islamiche, continueranno a prendere le vere decisioni.
ma genova è anche un suq -
enzo costa ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ma tutte catturate e coinvolte allo
stesso modo dalle parole di Gad Lerner, che raccontavano con lucido trasporto
la bellezza e l´inevitabilità del meticciato, gli orizzonti spalancati dalla
presidenza Obama e l´aria viziata e viziosa dell´Italietta berlusconiana, la
fatica e la possibilità della convivenza. SEGUE A P
"matteo, ci vuole più
coraggio: pensa a obama" ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ci vuole più coraggio: pensa a
Obama" Di ritorno da poche ore dalla Germania, Ivano Bertini, professore
di chimica all´università di Firenze ha una visione più
"internazionale" e, dopo aver letto il forum, rivolge un appello a
Matteo Renzi: «Sia più coraggioso, pensi a Obama e al suo discorso sulle
energie rinnovabili.
"e' l'ayatollah
khamenei a manovrare il regime" - alix van buren
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: E adesso, come risponderà il
presidente americano Obama? riconosce la vittoria di Ahmadinejad, malgrado le
denunce di brogli? «Adesso bisogna aspettare che la polvere si posi, capire che
cosa farà Moussavi, se cioè chiederà l´annullamento del voto. In queste ore lui
sta trattando con Khamenei.
i dubbi di obama: "un
voto da controllare" - alberto stabile
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Esteri I dubbi di Obama: "Un
voto da controllare" Le accuse di brogli preoccupano la Casa Bianca.
Israele: "Il mondo unito contro la minaccia iraniana" Le reazioni
Lieberman: "Il mondo agisca per impedire a Teheran di diventare una
potenza nucleare" ALBERTO STABILE dal nostro corrispondente GERUSALEMME -
Nessuna sorpresa per le notizie che arrivano da Teheran.
l'ultima sfida della corea
"pronti alla guerra con il plutonio" - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: la mobilitazione pre-bellica, la
ripresa del programma nucleare: un modo per inasprire la morsa dell´ordine
nella transizione dei poteri, e forse anche un prezzo da pagare per la fedeltà
dell´esercito. In questo clima secondo l´ambasciatrice di Obama all´Onu, Susan
Rice, «una nuova provocazione è possibile».
ecco la rivoluzione del
low cost alla conquista delle riviste glamour - simone marchetti elisabetta
muritti ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: O l´effetto dello stile low-cost di
Michelle Obama? è colpa della crisi economica? O solo moralismo? Il vero
imputato, come nel gialli, sembra essere il meno sospetto. Ovvero, il fashion
system. «Siamo fortunati ad avere H&M», ci confida Matthew Williamson, ex
designer di Emilio Pucci, oggi assoldato dal megabrand svedese.
slow food made in france -
licia granello ( da "Repubblica,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: apprezzato dal presidente Obama durante
il recente tour parigino nello storico bistrot "La Fontaine de
Mars"), mentre il patron asciuga svelto il banco con l´immancabile torchon
di tela grezza, rigorosamente bianco e rosso. @_AR Tondo al VIVO:Assediati dai
fast food, svuotati dall´applicazione della legge che vieta il fumo nei locali
pubblici (varata nel 1976 e disattesa per oltre trent´
Guerriglia nelle strade di
Teheran Gelo degli Usa su Ahmadinejad
( da "Corriere della Sera"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ha detto il portavoce del
presidente Obama, Robert Gibbs: «Come il resto del mondo siamo rimasti colpiti
dal vigoroso dibattito e dall'entusiasmo generato dalle elezioni in Iran,
particolarmente tra i giovani. Continuiamo a monitorare da vicino la
situazione, comprese le accuse di irregolarità».
Pipes: Abstract: Sbagliato insistere con la carta diplomatica» Pipes: «Obama deve scegliere accettare l'atomica o bombardare» WASHINGTON Daniel Pipes non ha dubbi. Per il massimo studioso americano dell'Islam, le elezioni in Iran sono la fine dell'ipotesi riformista, uno schiaffo a Obama. L'Iran, sostiene Pipes, non si democratizza, e respinge l'apertura americana.>
Argomenti: Obama
E gli israeliani ora
rivendicano la loro posizione di intransigenza
( da "Corriere della Sera"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: che se la prende con Obama «questo
risultato esplode in faccia a chi pensava che l'Iran fosse disposto al dialogo
col mondo libero» e già chiede correzioni alla linea tracciata dal discorso del
Cairo: «Gli Usa e il mondo dovrebbero riesaminare la loro politica nei
confronti del programma nucleare iraniano».
Argomenti:
Obama
Abstract: Il presidente Napolitano ha
spiegato che l'elezione di Obama ha portato a «un nuovo corso nella politica
estera degli Stati Uniti» ma da parte europea non si può «indulgere a nessun
ingenuo miracolismo». Tuttavia si sono aperte «maggiori opportunità per
l'Europa di svolgere il proprio ruolo».
Il premier vola a
Washington Un'ora di vertice con Obama
( da "Corriere della Sera"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Primo Piano data: 14/06/2009 - pag:
8 Il premier vola a Washington Un'ora di vertice con Obama Domani le
delegazioni nello Studio ovale: nessun cambio di programma DAL NOSTRO
CORRISPONDENTE WASHINGTON Non è mai cambiato nulla, da quando venne concordato due
settimane fa, nel protocollo della visita di Silvio Berlusconi a Washington.
"Vado da Obama bello
e abbronzato" ( da "Stampaweb,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: PORTOFINO «Avete qualcosa da dire a
Obama? Io vado in Usa bello abbronzato». Così Berlusconi si congeda dai
giornalisti lasciando la residenza di Portofino per recarsi all?aeroporto di
Genova, dove partirà per Washington. Domani il premier incontrerà il presidente
degli Usa alla Casa Bianca.
"Vado da Obama bello
e abbronzato" Berlusconi si prepara alla Casa Bianca
( da "Repubblica.it"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: PORTOFINO - "Vado da Obama
bello e abbronzato". Berlusconi esce dalla villa a Portofino e viaggia
verso l'aeroporto di Genova dove l'attende il volo che lo porterà a Washington,
per il primo incontro incontro ufficiale con il presidente Usa. Ha fretta ma
non perde l'occasione per lasciare ai cronisti una battuta.
Netanyahu ai palestinesi:
"Negoziati subito" Apertura sui due Stati ma a certe condizioni
( da "Repubblica.it"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: idea della pace regionale avanzata
dal presidente Barack Obama". OAS_RICH('Middle'); Le condizioni di
Netanyahu. "Non possiamo accettare uno stato palestinese armato... un
Hamastan - ha proseguito il premier israeliano - Siamo disposti ad accettare
uno Stato palestinese smilitarizzato, accanto ad uno Stato ebraico"
riconosciuto dai palestinesi.
"Sì a Stato
palestinese smilitarizzato" ( da "Stampaweb,
La" del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama, anche in occasione
del suo discorso di riconciliazione con il mondo musulmano pronunciato il 4
giugno al Cairo. In Egitto, il capo dello Stato Usa ha ribadito il principio di
«due stati per due popoli» e ha lanciato un appello al congelamento totale
delle costruzioni nelle colonie in Cisgiordania,
Netanyahu ai palestinesi:
"Negoziati subito Sì al vostro Stato, ma demilitarizzato"
( da "Repubblica.it"
del 14-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: idea della pace regionale avanzata
dal presidente Barack Obama". OAS_RICH('Middle'); Le condizioni del
premier. "Non possiamo accettare uno stato palestinese armato... un
Hamastan - ha proseguito il premier israeliano - Siamo disposti ad accettare
uno Stato palestinese smilitarizzato, accanto ad uno Stato ebraico"
riconosciuto dai palestinesi.
Caroline, il nuovo amore
di Harry ( da "Stampa,
La" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Michelle Obama rivista da Narciso Rodriguez
(quello del vestito vulcanico, nero e rosso, della notte della vittoria a
Chicago). Daniella Henayel ha avuto certamente un buon materiale di base su cui
lavorare, visto che la ventisettenne Kate, figlia di un'ex hostess e di un ex
pilota di linea diventati milionari grazie a una società che vende via mail
gadget e oggettini per i party,
Wall Street, Obama detta
le regole ( da "Stampa,
La" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama detta le regole
[FIRMA]FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK La riforma più ambiziosa dai tempi della
Grande Depressione. Così è stato definito dagli esperti il progetto di riordino
del sistema di regolamentazione e controllo del settore finanziario che il presidente
Barack Obama annuncia mercoledì, con l'obiettivo di evitare il ripetersi di una
crisi come quella in atto.
Dietro i nuovi annunci di
Obama c'è anche il lavoro delicato che il segretario al Tesoro U...
( da "Stampa, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Dietro i nuovi annunci di Obama c'è
anche il lavoro delicato che il segretario al Tesoro Usa Tim Geithner e Mario
Draghi stanno facendo insieme. Sulle nuove regole per la finanza occorre
coordinare i tempi delle intese internazionali e delle decisioni americane in
modo da evitare passi falsi.
Quali scienziati senza
latino? Apprendo che il liceo scientifico-tecnologico di imminente ...
( da "Stampa, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: idea di invitare Obama a una
scampagnata... sarebbe stata l'occasione per una bella sberla morale al
Cavaliere. Ma, se da una parte abbiamo un Re Mida che fa apparire oro anche il
piombo, dalla nostra parte abbiamo dei professionisti nelle cause perse. RAIMONDO
MADDALENA Il rispetto degli indù per gli animali Interessante il pezzo di
Valeria Fraschetti sui cowboy a New Delhi:
Il vicepresidente Biden
"Dubbi sul voto in Iran"
( da "Stampa, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama esita a
riconoscere la rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad. Dai teleschermi
del popolare talk show «Meet the Press» sulla Nbc Biden preannuncia cosa
avverrà nei prossimi giorni: «Eviteremo commenti sul risultato fino a quando
non avremo esaminato l'intero processo elettorale, solo allora reagiremo».
israele apre ai
palestinesi "sì a uno stato demilitarizzato" - gerusalemme
( da "Repubblica, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Se questa è la risposta del premier
israeliano al piano di pace lanciato da Barack Obama, bisogna dire che si
tratta di una risposta timida e parziale, dove i "no" espliciti o
sottintesi prevalgono sui "sì". Prevedibile la delusione dell´autorità
palestinese che ha respinto al mittente l´offerta del premier israeliano. Mai
discorso era stato più accuratamente preparato.
"così i falchi del
governo hanno truccato le schede a favore del presidente" - (segue dalla
prima pagina) bill keller ( da "Repubblica,
La" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: In lontananza il presidente Obama e
altri leader occidentali che avevano sperato che un miglioramento dei rapporti
con l´Iran potesse rivelarsi utile a risolvere i problemi in Afghanistan, in
Iraq e della proliferazione nucleare, si ritrovano adesso a dover riaffrontare
la prospettiva di trattare con un uomo che oltre a negare l´Olocausto,
berlusconi vola da obama
continua la crociata anti-giornali - gianluca luzi
( da "Repubblica, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 6 - Interni Berlusconi vola
da Obama continua la crociata anti-giornali Battuta prima di partire: "Ci
vado bello abbronzato" Il ministro Bondi e Cicchitto contro ?Repubblica´.
"C´è un piano per destabilizzare" GIANLUCA LUZI ROMA - «Avete
qualcosa da dire a Obama? Io vado, bello abbronzato.
il premier e l'affondo sul
complotto "attenti che riporto l'italia al voto" - claudio tito
( da "Repubblica, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama chiederà cosa può fare
l´Italia per onorare l´alleanza. Naturalmente si parlerà di Afghanistam e della
disponibilità di Roma all´ampliamento del suo contingente. Berlusconi intende
offrire a Obama questo schema: l´Italia troverà i soldati in più per Kabul
grazie alla diminuzione di alcune centinaia di unità (da
"ma se non smantella
gli insediamenti il negoziato non porterà a nulla" - alix van buren
( da "Repubblica, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: non smantella gli insediamenti il
negoziato non porterà a nulla" ALIX VAN BUREN «Un rifiuto a Obama? Il
discorso del premier Netanyahu non è affatto clamoroso. Lui si barcamena,
acquista tempo, stretto com´è fra le pressioni della Casa Bianca e del proprio
governo. Netanyahu ha detto una cosa vera: da sessant´anni siamo alle prese con
l´inestricabile groviglio israelo-palestinese.
netanyahu: "sì allo
stato palestinese" - (segue dalla prima pagina) dal nostro corrispondente
( da "Repubblica, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La Casa Bianca: "Passi
avanti" Ma dice no a Obama sul blocco delle colonie. Per l´Anp "é un
siluro alla pace" Le condizioni di Netanyahu "Sì allo Stato
palestinese no al blocco delle colonie" (SEGUE DALLA PRIMA P
franceschini sceglie di
candidarsi "basta liti e vecchi giochetti" - umberto rosso
( da "Repubblica, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: a non lasciare il partito nelle
mani di qualcuno che «non mi pare sarà un Obama». Non lascia, allora, semmai
raddoppia. Lancia la sua sfida al vecchio che c´è ancora nel Pd. Una decisione
presa in queste ore, ma maturata negli ultimi giorni. Dall´indomani del voto
europeo, il segretario assiste sconsolato alla bagarre che si è riaccesa sul
congresso.
"Così i falchi del
governo hanno truccato le schede"
( da "Repubblica.it"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: In lontananza il presidente Obama e
altri leader occidentali che avevano sperato che un miglioramento dei rapporti
con l'Iran potesse rivelarsi utile a risolvere i problemi in Afghanistan, in
Iraq e della proliferazione nucleare, si ritrovano adesso a dover riaffrontare
la prospettiva di trattare con un uomo che oltre a negare l'Olocausto,
Il premier e l'affondo sul
complotto "Attenti che riporto l'Italia al voto"
( da "Repubblica.it"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama chiederà cosa può fare
l'Italia per onorare l'alleanza. Naturalmente si parlerà di Afghanistam e della
disponibilità di Roma all'ampliamento del suo contingente. Berlusconi intende
offrire a Obama questo schema: l'Italia troverà i soldati in più per Kabul
grazie alla diminuzione di alcune centinaia di unità (da
Berlusconi arrivato a
Washington oggi l'incontro con Obama
( da "Repubblica.it"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Silvio Berlusconi è giunto nella
notte a Washington per incontare nel pomeriggio alla Casa Bianca Barack Obama.
Berlusconi presenterà al presidente degli Stati Uniti l'agenda del vertice G8,
in programma in luglio all'Aquila. Al'incontro di un'ora parteciperanno anche
altri stretti collaboratori del presidente Usa, come il segretario di Stato
Hillary Clinton.
Piano italiano per Kabul
( da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: La replica: si illude Piano
italiano per Kabul Berlusconi incontra Obama, aerei e 500 soldati in più di
MARCO GALLUZZO Berlusconi incontra oggi Obama. Garantirà «rinforzi per Kabul» e
la disponibilità ad accogliere detenuti di Guantanamo. D'Alema: possibili
scosse per il governo, il Pd stia pronto. Replica: s'illude.
Mousavi chiede di
annullare il voto in Iran ( da "Corriere
della Sera" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ma la politica della mano tesa di
Obama non sembra essere in discussione per i fatti di questi giorni. A. Ni.
GUARDA il video da Teheran su www.corriere.it Fazioni A sinistra un sostenitore
del candidato moderato Mir Hossein Mousavi picchiato durante le proteste nella
capitale iraniana;
(
da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME Obama chiama, Bibi risponde. Ma solo un pochino. E il discorso più
annunciato della recente storia israeliana, la risposta di Netanyahu al
celebrato speech cairota del presidente americano, non smentisce le anticipazioni
degli ultimi giorni. Il premier parla una mezz'ora abbondante.
<È un barlume di speranza E un successo per gli Usa>(
da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama, l'America è in sintonia non
soltanto con l'Europa ma anche con gli islamici moderati. Spero che i
palestinesi accedano in fretta al negoziato, e i Paesi arabi vi diano un
sostanzioso contributo». È un successo per Obama? «Senz'altro. La sua elezione
a presidente e ancora di più la sua decisione di giocare ovunque la carta non
della forza ma della diplomazia stanno dando frutti.
Argomenti:
Obama
Abstract: fra le cose che ha detto Bibi e
quelle di Obama, a cui voleva idealmente rispondere. Al di là delle emozioni:
il presidente americano ha detto con chiarezza che Israele deve dire stop agli
insediamenti, Netanyahu ha detto soltanto che non ne vuole di nuovi. Ma s'è ben
guardato dal parlare d'un congelamento di quelli che già ci sono».
Berlusconi a Obama: più
impegno su Kabul ( da "Corriere
della Sera" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: anche linguistica, che attiene più
al carattere personale che alle relazioni bilaterali: «Volete dire qualcosa ad
Obama? Vado lì bello e abbronzato...», ha detto ieri prima di lasciare Genova
alla volta di Washington. Marco Galluzzo Londra, 2 aprile 2009 Berlusconi tra
Obama e il presidente russo Medvedev
LE ATTESE
( da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: stia molto in alto nelle
preoccupazioni di Barack Obama e che l'apertura del presidente del Consiglio
abbia parecchio intrigato il leader americano. La consegna ufficiale fra gli
uomini di Obama è che gli Stati Uniti « value », tengono in alta considerazione
il rapporto con l'Italia e che non ci siano divergenze sostanziali di vedute o
forti motivi di polemica con Roma,
D'Alema:
Argomenti:
Obama
Abstract: Certo colpisce non poco che Obama
sia venuto due volte in Europa, saltando l'Italia, quando l'Italia è presidente
di turno del G8. Una tappa a Roma sarebbe stata obbligata». «Ma di quali scosse
sta parlando D'Alema? La sinistra non vuole forse rispettare il voto
democratico liberamente espresso dagli elettori?
Dietro l'allarmismo una
minoranza smarrita e pronta a tutto
( da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: arrivo del presidente del Consiglio
negli Stati uniti ed il suo incontro odierno con Barack Obama rischiano così di
avvenire su uno sfondo artificiosamente sovraccarico di incognite. Berlusconi
rappresenta un governo con una maggioranza solida che ha confermato la sua
forza alle elezioni Europee. Le Amministrative si sono risolte in un insuccesso
del centrosinistra: almeno per ora.
La Annunziata: il sospetto
è che arrivi una crisi ampia Forse con un altro scandalo
( da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Obama, nel volgere
di un tempo non lunghissimo, possa risultare ulteriormente danneggiata».
Berlusconi parla di «piano eversivo». «D'Alema non crede all'ipotesi del
complotto. Con me, in trasmissione, è stato piuttosto chiaro. D'Alema, se posso
aggiungere, è anzi più sottile: e dice che quando il Cavaliere parla di
complotto,
Maggioranza con il
Cavaliere: noi compatti, le trame falliranno
( da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: in un clima pesante come mai negli
ultimi anni si è respirato nel centrodestra, tutti col fiato sospeso attendono
i prossimi appuntamenti: l'incontro oggi con Obama, e poi il G8. E se tutto
andrà bene, i suoi fedelissimi non hanno dubbi: «Avremmo passato il guado, e
comincerebbe tutta un'altra storia». Paola Di Caro
Ma i
Argomenti:
Obama
Abstract: dove 114 scienziati di 13 Paesi
hanno contestato le affermazioni di Barack Obama sul riscaldamento del clima.
Il titolo del manifesto «Con il dovuto rispetto, signor presidente, quanto
afferma non è vero» voleva rispondere alla dichiarazione di Obama: «Poche sfide
sono più urgenti della lotta ai cambiamenti climatici;
Moda e orti, relazione
speciale tra la regina e Michelle Obama
( da "Corriere della Sera"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Michelle Obama Sboccia l'amicizia
di Elisabetta con la first lady Usa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA Non c'è
che dire: Sua Maestà si è presa la cotta per Michelle, first lady Obama. O
forse è Michelle che si è presa la cotta per Elisabetta. Fatto sta che fra la
regina britannica e la «regina» americana c'è un'affinità davvero speciale che
ha travalicato le formalità diplomatiche.
Finanza e regole, la
riforma del Tesoro Usa ( da "Corriere
della Sera" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: finanziario di Obama sono esplosi
forti contrasti. In particolare, si sono scontrati il capo del «Comptroller of
the currency» John Dougan, che è per una regolamentazione elastica, e quello
della Fdci, Sheila Bair, favorevole a maggior rigidità. A nome dell'opposizione
repubblicana il senatore Spencer Bachus della Commissione finanziaria ha
annunciato un piano contrario,
Livrea e guanti bianchi:
la Loggia arruola gli stagisti ( da "Corriere
della Sera" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Adriano Paroli non è Obama, ma il
cerimoniale della Loggia è stato studiato a memoria nei minimi dettagli per
evitare errori e incertezze. «Perché fare i commessi in Comune comporta una
grande responsabilità», dicono orgogliosi gli studenti dell'istituto turistico
Golgi che da questa mattina indosseranno livrea e guanti per accogliere i
cittadini in visita ai saloni dell'
Oggi, vertice tra
Berlusconi e Obama Focus su G8 e politica internazionale
( da "Stampaweb, La"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: oggi sarà alla Casa Bianca per il
suo primo bilaterale con il presidente americano Barack Obama. L'incontro, che
durerà un'ora circa, avrà inizio alle 16 ora locale (le
"A cena con Silvio
parlando di Gheddafi" ( da "Stampaweb,
La" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: incontro che il premier avrà con
Obama? «Non molto, si è limitato a dire che è presto perché ci possa essere un
rapporto di amicizia con il nuovo presidente Usa, ma che è fiducioso sulla
possibilità che nasca un?intesa. In realtà abbiamo parlato soprattutto di
Gheddafi, di come valutavamo la visita in Italia».
La regina pianta il suo
orto ispirata da Michelle ( da "Stampaweb,
La" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: nuova amicizia con Michelle Obama
non dev'essere del tutto estranea alla svolta verde della regina. Racconta il
«Daily Telegraph» che dal G20 di Londra le due donne non hanno più smesso di
scriversi e telefonarsi. Al punto che mercoledì, giorno di festeggiamenti
ufficiali per gli 83 anni già compiuti di Elisabetta II e compleanno della
minore delle figlie del presidente americano,
Israele apre ai
palestinesi "Sì a uno Stato demilitarizzato"
( da "Repubblica.it"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Se questa è la risposta del premier
israeliano al piano di pace lanciato da Barack Obama, bisogna dire che si
tratta di una risposta timida e parziale, dove i "no" espliciti o
sottintesi prevalgono sui "sì". Prevedibile la delusione dell'autorità
palestinese che ha respinto al mittente l'offerta del premier israeliano. Mai
discorso era stato più accuratamente preparato.
La Bbc lancia l'appello:
"Oh no, Silvio!" Allarme gaffe sulla trasferta negli Usa
( da "Repubblica.it"
del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ricorda la doppia gaffe del
Cavaliere sul colore della pelle di Obama. La prima risale al novembre scorso,
quando il capo del governo italiano definì il neopresidente Usa "giovane,
bello e abbronzato". Con conseguenti polemiche in mezzo mondo, e con
decine di lettere di scuse inviate dai nostri concittadini al New York Times,
imbarazzati dal siscutibile modo di scherzare del premier.
Al via il vertice
Obama-Berlusconi ( da "Stampaweb,
La" del 15-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: WASHINGTON Il presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, è giunto alla Casa Bianca per il colloquio a
delegazioni allargate con il presidente americano, Barack Obama. Il bilaterale,
il primo tra i due, dovrebbe durare poco più di un?ora: al centro i temi del G8
e la politica internazionale.
Berlusconi apre su
Guantanamo L'Italia accoglierà tre ex-detenuti
( da "Stampaweb, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Italia si prenda carico di alcuni
prigionieri islamici che verranno liberati tra breve? Siamo pronti,
prontissimi. E se Obama gli dovesse rimproverare «aperture eccessive»
dell?Italia all?Iran, Berlusconi ha già la risposta pronta: «Io, caro Obama, ho
paragonato Ahmadinejad a un novello Hitler». Più di così...
Dollari e terroristi per
creare un nuovo governo islamico ( da "Stampa,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ed è diventato un problema per
Obama, lo Yemen: la metà dei detenuti di Guantanamo, che il presidente
americano vuole chiudere, sono infatti yemeniti, o è in Yemen che finiscono. E
non certo per godersi la pensione. Dell'ultimo, orrendo delitto non c'è rivendicazione,
e magari non saranno stati - come sostengono - gli sciiti di derivazione
zaidista,
Alcune domande su
Ahmadinejad Leggendo le dichiarazioni del leader iraniano Mahmud Ahmadin...
( da "Stampa, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Come possono avere rispetto di un
governante che di rispetto dimostra di non averne, anche nei confronti di
Barack Obama, dell'Onu, della Nato o di chicchessia? Che credibilità possono
dare a un uomo che mette a tacere tutti coloro che non si allineano alle sue
posizioni? Poi il mio pensiero è andato agli ultimi risultati elettorali in
Italia... E ho smesso di pormi domande.
Bryant si infila l'anello
"Finalmente senza Shaq"
( da "Stampa, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Tra i suoi ammiratori, Kobe può
annoverare anche il presidente Obama, che lo considera il «miglior cestista al
mondo» e aveva previsto il suo successo, così come qualche mese fa aveva
azzeccato le finaliste del torneo Ncaa tra le squadre universitarie. Bryant si
è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa.
berlusconi a obama: noi e
gli usa sempre alleati ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Prima Pagina Berlusconi a Obama:
noi e gli Usa sempre alleati WASHINGTON - Primo incontro bilaterale tra il
presidente Usa, Barack Obama, e il premier Silvio Berlusconi, ricevuto nello
studio ovale della Casa Bianca. Il Cavaliere: «Sono qui per ascoltare e dare
consigli sul G8, con o senza Bush Italia e Stati Uniti sempre alleati».
la diplomazia del caffè -
washington ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina La
diplomazia del caffè WASHINGTON è triste dirlo, ma l´agognata udienza di Silvio
Berlusconi da Barack Obama è andata bene perchè non è accaduto nulla che possa
crearci imbarazzi. SEGUE A P
berlusconi alla casa
bianca "obama o bush, sempre alleati" - caludio tito
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Non fa differenza se alla Casa
Bianca c´è George Bush o Barack Obama». Per Silvio Berlusconi è stata la prima
volta. Non alla Casa Bianca. Ma con il nuovo presidente americano. Ieri dunque
c´è stato l´incontro tanto atteso dal Cavaliere. Obama l´ha ricevuto nel
pomeriggio per poco più di un´ora. Niente pranzo di lavoro, solo un caffè.
e l'italia ora spera di
piazzare gli elicotteri - luca iezzi
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama E l´Italia ora spera di
piazzare gli elicotteri LUCA IEZZI ROMA - «è il primo incontro tra Obama e
Berlusconi. Avranno molte cose da discutere, la crisi economica, l´Iran,
l´Afghanistan e il G8. Ma credo un accenno all´elicottero verrà fatto»
Pierfrancesco Guarguaglini, ad di Finmeccanica, sapeva che il dossier da 13
miliardi di euro sulla flotta di elicotteri presidenziali
un caffè di routine senza
fanfare archivia i giorni dell'imbarazzo - (segue dalla prima pagina) vittorio
zucconi ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama! Mister Obama!» e delle
desolanti battute sull´abbronzatura. L´inaudito scarto di tempo fra l´annuncio
prematuro e frettoloso dell´agognata udienza da Obama fatto a Roma e la
recalcitrante conferma dalla Casa Bianca, ritardata per non cadere nella trappola
della campagna elettorale italiana, aveva detto molto sulla diffidenza che
questa amministrazione nutre nei confronti del
la bbc fa gli scongiuri
"speriamo niente gaffe"
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: incontro Obama-Berlusconi, la Bbc.
Alla missione Oltreoceano del Cavaliere, la sezione Europe del sito della tv
britannica ha dedicato un articolo sarcastico dal titolo «Oh no, Silvio!». Dopo
aver ricordato quando il presidente del Consiglio italiano definì Obama
«giovane, bello e abbronzato», e rievocato il rimprovero subito dalla regina
Elisabetta al G20,
il think thank liberal di
washington "sarete molto utili su iran e russia" - arturo zampaglione
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: l´incontro Obama-Berlusconi
dimostra due cose: 1) l´approccio iper-realista in politica estera della Casa
Bianca, che mette in secondo piano le questioni personali; 2) il ruolo cruciale
che la diplomazia italiana potrebbe avere, agli occhi degli Stati Uniti, su
alcuni dossier caldi come la Russia e l´Iran.
il muro dei pasdaran -
(segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: di Barack Obama. A sentirsi
minacciate sono tutte le forze militari e paramilitari, e con loro la non tanto
invisibile ragnatela dei servizi segreti, che Ahmadinejad ha colmato di poteri
e privilegi, compresi quelli economici. Poteri e privilegi destinati ad essere
ridimensionati dalle riforme promesse da Moussavi e dall´apertura verso il
mondo esterno,
"io, il super-cattivo
salvato da olmi" - maria pia fusco roma
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Al contrario di Obama, direi
"Yes, we can´t». Pur lavorando in tutto il mondo «la mia casa è sempre
stata l´Olanda, ho comprato un pezzo di terra, mi piace vivere in campagna».
L´Olanda ricambia l´amore: «Nel '95 è stato emesso un francobollo con la mia immagine,
un privilegio raro.
porchietto, c'è profumo di
vittoria pd: "senza soldi ma ce la faremo" - sara strippoli
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: solo alla conclusione del suo
viaggio in Usa per incontrare Obama». Intanto però la Lega garantisce che Bossi
è già allertato: se verrà il Cavaliere a Torino ci sarà anche lui a fianco di
Porchietto. Che intanto ha scelto per gli ultimi giorni di esasperare i toni
antipolitici per garantirsi l´elettorato di protesta della Lega.
"la mia città è
diventata europea e per questo ringrazio michele" - giuliano foschini
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: In questo senso seguono la lezione
di Obama che ha detto che non bisogna combattere i repubblicani ma portarli
dalla nostra parte». L´assessore regionale del Partito democratico, Guglielmo
Minervini, ha visto nel presidente Vendola l´Obama italiano. "Nichi, un
mio amico, è un ottimo uomo politico e un eccellente presidente della Regione.
Obama-Berlusconi, clima
d'amicizia ( da "Stampaweb,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: caro presidente Obama, come
vogliamo organizzare i tre giorni del prossimo G8 a L'Aquila? Berlusconi ha
sottoposto a Obama l'agenda dei lavori, ricevendone disco verde. Mettere in
sicurezza il summit è obiettivo vitale per il premier, già reduce da brutte esperienze
a Napoli nel '94 (avviso di garanzia e conseguenti dimissioni),
dietro ahmadinejad, i
grandi vecchi è lo scontro per il futuro della rivoluzione - bill keller
michael slackman ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Amministrazione Obama, Ahmadinejad
ha anche lasciato intendere che la sua disponibilità a riconciliarsi con
governi stranieri dipenderà dalla loro disponibilità a ingoiare la sua
contestata elezione. Alla domande se nel suo secondo mandato avrebbe adottato
una linea più moderata, ha risposto con un sorrisetto: «Non è così.
israele, i coloni sfidano
netanyahu ( da "Repubblica,
La" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Netanyahu è riuscito a smussare i
forti contrasti emersi con Barack Obama senza perdere per strada la coalizione
che lo sostiene. Una coalizione in cui l´estrema destra, ultra nazionalista e
messianica, sembra tuttavia in grado in qualsiasi momento di stringere il
premier all´angolo. Tolto l´apprezzamento venuto da Washington, secondo cui il
discorso all´Università Bar Ilan rappresenta «
la gran bretagna è
ottimista "già fuori dalla crisi"
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama presenterà domani le
proposte di riforma del sistema finanziario e dei suoi meccanismi di controllo.
Alla vigilia dell´appuntamento i due maggiori collaboratori del presidente per
l´economia, il ministro del Tesoro Tim Geithner e il consigliere Larry Summers,
hanno pubblicato un articolo sul Washington Post illustrando alcuni cambiamenti
per evitare nuove crisi:
Obama-Berlusconi, intesa
al vertice ( da "Corriere
della Sera" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Silvio mi piace personalmente
Obama-Berlusconi, intesa al vertice L'Italia accetta 3 detenuti da Guantánamo.
Rinforzi per Kabul Silvio Berlusconi incontra il presidente Obama per due ore
nello Studio Ovale. Un colloquio più lungo del previsto. Con il premier
italiano, Barack Obama non è espansivo come il suo predecessore, ma lo saluta
con un «bello vederti,
Un milione in piazza a
Teheran Spari sulla folla, un morto
( da "Corriere della Sera"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama «turbato»: evitare un
massacro DA UNO DEI NOSTRI INVIATI TEHERAN Forse è così che cominciano le
rivoluzioni. Quello che è successo ieri a Teheran non ha niente a che fare con
le rivolte universitarie di dieci anni fa. E' qualcosa di molto, molto più
grande.
Abstract: insegna del «no drama Obama » che è la cifra sobria e fattuale del nuovo inquilino della Casa Bianca. Al premier italiano, Barack Obama dedica il protocollo e l'attenzione, che spettano a un alleato fedele e per diversi aspetti importante. Non si allarga come il suo predecessore, ma lo saluta con un «bello vederti amico mio»,>
Il
Argomenti:
Obama
Abstract: autore Stephen Mulvey riporta le
parole pronunciate dal premier domenica, prima di imbarcarsi per Washington
(«Vado lì bello e abbronzato...») e ricorda la «gag» di Berlusconi dopo
l'elezione di Obama, quando lo definì «giovane, bello e abbronzato». Così si
chiede ironico: «In Italia c'è un qualche timore che il premier possa offendere
il suo ospite a Washington?».
E' indicativo
( da "Corriere della Sera"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Nota di Massimo Franco Intesa
fondata su concessioni molto concrete E' indicativo che la prima notizia data
da Barack Obama dopo il suo colloquio con Silvio Berlusconi, riguardi il
trasferimento in Italia di tre tunisini detenuti nel carcere militare di
Guantanamo, a Cuba. Per il presidente degli Stati Uniti, è una decisione che
gli risolve un enorme problema pratico e di immagine.
Argomenti:
Obama
Abstract: Risponde così ai complimenti di
Obama: «Sono legato a un giuramento di riconoscenza verso gli Stati Uniti, che
ci hanno dato la libertà. Se avrò con Obama lo stesso rapporto diretto che ho
avuto con Clinton e con Bush saranno i fatti a dirlo, io lo spero e ne sarei
più che felice».
Maroni e i presunti
terroristi: sarebbe meglio non accoglierli
( da "Corriere della Sera"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: il presidente Usa Barack Obama al
termine dell'incontro con il premier Silvio Berlusconi. Potrebbe trattarsi di
cittadini di nazionalità tunisina. Le richieste dell'amministrazione americana,
dopo la decisione di Obama di chiudere nel gennaio 2010 la base-prigione
cubana, saranno considerate dal nostro governo caso per caso, così come aveva
già annunciato il ministro degli Esteri,
Quelle
Argomenti:
Obama
Abstract: Con la loro liberazione il
presidente Obama ha compiuto il primo passo su un sentiero difficile che
dovrebbe portare alla chiusura del campo di prigionia. La questione ruota
attorno al destino degli ultimi 220 «ospiti », presunti e veri terroristi di Al
Qaeda. L'Unione Europea si è appena detta disposta ad accoglierne alcune decine
e in Italia potrebbero arrivarne tre,
Guarguaglini: Usa centrali
ma puntiamo su nuovi mercati ( da "Corriere
della Sera" del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama e, secondo
Guarguaglini, «un accenno» all'elicottero presidenziale il cui programma
firmato da Finmeccanica e Lockheed Martin, è stato annullato dopo la consegna
di solo 9 esemplari, «verrà fatto». La notizia che il principale concorrente,
l'americana Sikorsky, abbia scritto alla Lockeed per subentrare a Agusta
Westland (
kobe s'è preso l'nba ora
cerca un rivale vero - walter fuochi
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: di Obama. Applaude anche Shaquille
WALTER FUOCHI PUO´ essere il quarto titolo, e non il primo, quello che non si
scorda mai, se lo senti finalmente come tuo, vinto da assoluto signore e
sovrano. Così dev´esserselo goduto Kobe Bryant, alzando nella notte della
Florida, dopo la finale vinta su Orlando, il quindicesimo trofeo Nba dei Los
Angeles Lakers (
i timori del premier
blindato in hotel - francesco bei
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: incontro chiave con Obama, Silvio
Berlusconi non ha smesso di tenere gli occhi puntati sull´Italia. Specie dopo
l´uscita di Massimo D´Alema, che è stata analizzata al microscopio dagli uomini
del Cavaliere. E così, ancora ieri, nelle sue telefonate con Roma e nei
discorsi con lo staff, il presidente del Consiglio ha continuato ad
arrovellarsi su quella frase sibillina di D´
lezioni di fisica per i
presidenti - marco cattaneo mario desiati
( da "Repubblica, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Cultura Lo scienziato Richard
Muller ha scritto un saggio per Obama (e per tutti i politici) LEZIONI DI
FISICA PER I PRESIDENTI Cinque gli argomenti chiave: l´energia, il nucleare
civile e militare, lo spazio, il riscaldamento globale, il terrorismo MARCO
CATTANEO MARIO DESIATI vete idea di come funzioni una centrale nucleare, e di
come si possa trattare il problema delle scorie?
ll muro dei pasdaran
( da "Repubblica.it"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: di Barack Obama.
OAS_RICH('Middle'); A sentirsi minacciate sono tutte le forze militari e
paramilitari, e con loro la non tanto invisibile ragnatela dei servizi segreti,
che Ahmadinejad ha colmato di poteri e privilegi, compresi quelli economici.
Poteri e privilegi destinati ad essere ridimensionati dalle riforme promesse da
Moussavi e dall'
I timori del premier
blindato in hotel "Ma cosa voleva dire D'Alema?"
( da "Repubblica.it"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: incontro chiave con Obama, Silvio
Berlusconi non ha smesso di tenere gli occhi puntati sull'Italia. Specie dopo
l'uscita di Massimo D'Alema, che è stata analizzata al microscopio dagli uomini
del Cavaliere. E così, ancora ieri, nelle sue telefonate con Roma e nei
discorsi con lo staff, il presidente del Consiglio ha continuato ad
arrovellarsi su quella frase sibillina di D'
Da Guantanamo in arrivo
tre tunisini La Russa: "A Kabul 200 carabinieri"
( da "Stampaweb, La"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: accordo tra il presidente americano
Barak Obama e il premier Silvio Berlusconi. Secondo quanto si apprende i nomi
dei tre sono già stati individuati anche se per il loro arrivo «ci vorrà
tempo»: si tratterebbe di Riadh Nasri, Moez Fezzani e Abdul bin Mohammed bin
Ourgy. Nasri e Fezzani furono destinatari di un?
Iran, la protesta continua
"Verifica parziale dei voti"
( da "Repubblica.it"
del 16-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama: "Rispondere al
popolo". Il mondo intero è preoccupato per la situazione in Iran:
l'ipotesi di ricontare i voti è un segno di timida distensione in un clima
incandescente. Il presidente americano Barack Obama, si dice
"turbato" per gli avvenimenti in Iran e, pur ribadendo che non
interferirà, auspica "che il popolo iraniano riesca ad esprimere la sua
voce e la sua aspirazione"
Che cosa lega elettori e
Cavaliere Nel bell'articolo di Rusconi (La Stampa, 1...
( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Si vedano le immagini televisive
dell'incontro del Cavaliere con Obama e, in particolare, l'impaccio, timoroso,
quasi querulo, con cui auspica che con Obama possa rinnovarsi sul piano
personale la consonanza umana stabilitasi con Bush. Quale abissale differenza
con l'arrogante sicurezza che di norma egli manifesta!
Scolari scrivono a
Michelle Obama "Anche noi abbiamo l'orto biologico"
( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: I BIMBI DELLA SARACCO Scolari
scrivono a Michelle Obama "Anche noi abbiamo l'orto biologico" Gli
alunni della elementare Saracco di via XX Settembre hanno scritto a Michelle
Obama, moglie del Presidente degli Stati Uniti, per raccontarle la propria
esperienza a riguardo del loro orto che ormai da tre anni coltivano con ottimi
risultati.
Marcello Coppo
( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Ma ve lo immaginate Obama che va in
televisione a dire che non potrà fare una grande riforma perché un alleato di
governo minaccia di farlo cadere? Oggi la politica perde gran parte del tempo
nelle beghe interne alla coalizione, piuttosto che occuparsi dei problemi del
paese e l'opposizione si frantuma nel tentativo reciproco dei partiti di
rubarsi a vicenda qualche voto.
ALLE PRESE CON LA COREA
DEL NORD ( da "Stampa,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Barack Obama ALLE PRESE CON LA
COREA DEL NORD Washington Il presidente Usa ha incontrato il collega sudcoreano
Lee Myung-bak per parlare del nucleare di Pyongyang.
Le pressioni di Ue e Usa È
intervenuto il presidente Obama: La voce del popolo andrebb...
( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Le pressioni di Ue e Usa È
intervenuto il presidente Obama: «La voce del popolo andrebbe ascoltata, non
repressa». Teheran ha accusato l'Unione Europea di «ingerenze».
"Ogni ora che passa
la protesta popolare ha sempre più chance"
( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Questa crisi rappresenta un banco
di prova per Obama? «Indubbiamente. Fa bene a non intromettersi nelle vicende
iraniane. Ma quello che succede è un risultato dello "Spirito di
Obama", del "Fattore Obama": ossia dell'aver scelto quel modo
specifico di rivolgersi agli iraniani, senza toni da confronto, creando in loro
una voglia di dialogo con gli Usa».
"L'impero Usa è in
declino" ( da "Stampa,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: OBAMA E I RIVALI IRANIANI Retroscena
Mentre Pyongyang rivendica il diritto alla bomba atomica "L'impero Usa è
in declino" «Tra i due differenze minime Entrambi vogliono guidare un
regime che ci è ostile» Ahmadinejad vola in Russia e attacca: "I
capitalisti sono in ritirata" MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Teheran e Pyongyang coordinano le mosse per tenere sotto pressione
Il ritorno di Silvio
sedotto da Obama deluso da D'Alema
( da "Stampa, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Il ritorno di Silvio sedotto da
Obama deluso da D'Alema Sfogo dopo il rientro: «Massimo rovista nel torbido,
tocca cancellare anche lui» L'Italia sarebbe disponibile ad accogliere fino a 5
detenuti in arrivo da Guantanamo [FIRMA]AMEDEO LA MATTINA ROMA «L'incontro con
Obama ha avuto un risultato ancora più positivo di quello che mi aspettavo.
iran spaccato, mega-raduni
a teheran l'ayatollah: "sì al riconteggio dei voti" - vanna
vannuccini ( da "Repubblica,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: limits ai media stranieri Il
presidente Obama: "Sono preoccupato ma non posso interferire"
Moussavi: "Fermate il bagno di sangue" ma i sostenitori continuano a
sfidare il regime VANNA VANNUCCINI Le proteste non si fermano a Teheran, mentre
circolano notizie che le vittime della grande manifestazione di lunedì siano
molto di più di quelle rese note dalla radio iraniana,
casa bianca e della bianca
- enzo costa ( da "Repubblica,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Genova CASA BIANCA E DELLA BIANCA
ENZO COSTA Giorni fa, ascoltando il meraviglioso discorso di Obama al Cairo,
ero disturbato da strane interferenze. Il Presidente Usa, malgrado (meglio, per
guarire) la ferita dell´11 settembre, rimarcava le tante moschee sparse per gli
Stati Uniti, ma ecco quei rumori di fondo farsi nitidi: "No agli islamici!
da lapo a bobby l'eleganza
si abbina con l'arcobaleno ( da "Repubblica,
La" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Nello stand Jaggy c´è il rampollo
Kennedy, il giovane Bobby nipote di Bob, mostra la foto di Obama sul
portafoglio e dice che la crisi è nata per colpa di Bush. Che Starck definisce
«l´ultimo esempio di quell´imbecillità maschile che crede di risolvere tutto a
colpi di boxe». (i.c.)
teatro gremito per
emiliano "dobbiamo guardare avanti" - paolo russo
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: strada tra la campagna elettorale
di Obama e le passerelle di Berlusconi, è il contrasto tra la legalità del
centrosinistra e i metodi mafiosi degli avversari. "Mentre le persone
morivano sparate per strada tu non hai pronunciato una sola volta la parola mafia
e allora stai zitto adesso - ha mandato a dire Emiliano al suo sfidante -
perchè qui c´è gente che la lotta alla mafia l´
undici dee nude la
spiaggia di bahia e il mago del clic - laura laurenzi
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: tra i primi a ritrarre Barack Obama
(«una star, un divo, un uomo dall´enorme carisma») durante la corsa alle
primarie, Richardson è un fanatico del realismo esasperato, del dettaglio
esplicito, della provocazione. E dunque un nemico giurato dei filtri,
dell´abbellimento e dell´artificio in fase di post-produzione.
il premier: dagli usa
torno da vincitore obama condivide la nostra politica - gianluca luzi
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Con Obama c´è perfetta sintonia,
l´Italia ne guadagna in prestigio e credibilità». A Ciampino incontra Tremonti,
Calderoli e La Russa che arrivavano da Milano. Dieci minuti per raccontare i
risultati del bilaterale: «Sono entusiasta, Obama ha un grande carisma, ha
capito che la nostra politica è assolutamente limpida».
guantanamo, sì ai detenuti
ma solo se in cella - carlo bonini
( da "Repubblica, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: I prossimi mesi diranno (Obama ha
annunciato la chiusura di Guantanamo fine anno). L´opposizione, intanto,
attacca con il segretario del Pd Franceschini: «Nella maggioranza esistono
crepe eccome. Il presidente del Consiglio assume un impegno. Il ministro
dell´Interno dice il contrario».
Il ritorno di Silvio
sedotto da Obama deluso da D'Alema
( da "Stampaweb, La"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: racconta che Obama non si è
espresso ma ha «assentito» con un cenno del capo. Obama ha poi chiesto a
Berlusconi di spendersi sulla necessità di tenere stretta la Turchia
all?Occidente. E Berlusconi ha risposto di essere totalmente d?accordo. Quanto
all?Afghanistan, i diplomatici italiani hanno suggerito al nostro premier di
non sbilanciarsi troppo sul numero dei carabinieri da mandare:
P oche
( da "Corriere della Sera"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Nel primo faccia a faccia tra
Barack Obama e Silvio Berlusconi, quello che contava non era la «passerella»:
era molto più importante riannodare i fili del dialogo in un clima di fiducia e
rispetto, sgombrando il campo da equivoci e gaffe che in questa nuova stagione
politica Usa avevano fatto finire i rapporti tra Roma e Washington su un piano
inclinato.
Il premier soddisfatto per
l'asse con Obama: ma temo altri attacchi
( da "Corriere della Sera"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: asse con Obama: ma temo altri
attacchi Lo sfogo con i suoi: vogliono delegittimarmi ROMA Ai cronisti risponde
solo con un sorriso e annuendo con la testa alla domanda su come sia andato il
suo incontro con Obama. Ma con il suo staff, con i ministri Tremonti, La Russa
e Calderoli che ha incontrato a Ciampino e con i leader stranieri con cui ha
parlato nel pomeriggio,
Abstract: incontro di Berlusconi con Obama «perfettamente riuscito», secondo il titolare di via XX settembre. Dopo che il presidente americano ha inserito i «global legal standard» tra gli obiettivi da raggiungere, Tremonti è parso compiaciuto: d'altronde è la prima volta che un governo italiano impone un tema nell'agenda dei Grandi della Terra.
Abstract: esattamente la sera dell'elezione di Barack Obama». Vuol dire che la notte delle presidenziali degli Stati Uniti lei era con Berlusconi? «Sì. Nessuno potrà smentirmi. Ci sono i biglietti aerei. Anche quella volta sono stata in un albergo, il Valadier. Con me c'erano altre due ragazze. Una la conoscevo bene.
Abstract: Obama: «Ahmadinejad o Mousavi? Poche differenze» DA UNO DEI NOSTRI INVIATI TEHERAN Le manifestazioni spuntano veloci in questi giorni a Teheran. Manifestazioni autorizzate e proibite. La gente esce prima dall'ufficio, lascia casa e chiede: dove si va?>
Da Guantánamo all'Italia
forse più di tre prigionieri ( da "Corriere
della Sera" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: questo quello che il premier Silvio
Berlusconi ha promesso al Presidente Obama, in relazione ai detenuti di
Guantánamo, secondo quanto ha riferito il ministro degli Esteri Franco
Frattini. «Ma non so ha detto Frattini se saranno tre, se sarà un numero
diverso da tre. Aspettiamo la richiesta degli Stati Uniti». Insomma potrebbero
essere anche di più.
Gaza, Carter sfugge a un
attentato ( da "Corriere
della Sera" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Lo trattano da Obama, ma è solo
Jimmy Carter. Venuto a incontrare Ismail Haniyeh, il capo di Hamas che per
l'occasione sbuca dai sotterranei. Venuto a capire se si può trattare, e come,
con un'organizzazione che gli Stati Uniti tengono sulla lista nera
degl'intrattabili.
Nasce il dandy
Argomenti:
Obama
Abstract: portafoglio con santino Obama
appiccicato: «Tutta la mia famiglia ha una foto sua con sé, nonna Ethel fu la
prima a credere in lui». E con Jaggy perché «eleganza, giovane e moderna e
fresca dice abbracciando giacche e accarezzando jeans e parlando un bel italiano
. Ho studiato a Bologna e ora girerò un film che parla dell'Italia (abiti Jaggy
naturalmente,
Natura selvaggia e
sensualità, il Brasile sexy di
Argomenti:
Obama
Abstract: fotografo che gioca con il porno ma
che ha immortalato il primo Barack Obama, quando il presidente degli Stati
Uniti era solo un candidato. «Ci sarà più nudo sì, e anche qualche vestito.
Obama? Un uomo che quando entra in una stanza la illumina». Ragazze stupende,
giovani e magrissime: «Direi che sono semplicemente diverse, alte, magre,
voluttuose, sexy, con le curve, senza curve.
Ostacoli rimossi rapporto
più saldo ( da "Corriere
della Sera" del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: ha ottenuto l'apertura di credito
di Obama che era il suo obiettivo primario. Ed ha capito che gli sgambetti
internazionali temuti da qualcuno nel suo entourage, se mai ci saranno, non
verranno dal partner americano. Palcoscenico e riflettori li avrà fra tre
settimane a L'Aquila, dove sarà il padrone di casa del G 8.
<G
( da "Corriere della Sera"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: presidente Obama. Ma il linguaggio
dei complottisti sembra ricalcato sugli stilemi classici del cospirazionismo di
sinistra. Ci mancano solo gli «spezzoni deviati», i «poteri occulti», il
«doppio Stato», i «mandanti a volto coperto». E si evoca il fantasma dei
«servizi segreti» (infedeli) nell'attività di un fotografo che per anni ha
potuto scattare un numero elevatissimo di immagini all'
Argomenti:
Obama
Abstract: Anche Obama è un lettore di
romanzi, per fortuna, ma il tipo è diversissimo da JFK: idee kennediane ma
altro stile. Obama è intelligente e cauto, un giocatore di scacchi carismatico.
Un Bill Clinton per bene, un Clinton senza scandali, padre di famiglia».
Commedia in crisi a
Hollywood? Arriva Brüno, gay provocatore
( da "Corriere della Sera"
del 17-06-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama style; com'è il look del
french guy Sarkozy...». Per Brüno, i leader mondiali del «best dressed» sono
JFK, Obama, Castro e Timberlake. A sua difesa però, quando ancora era lontano
il lancio del film, Sacha aveva spiegato il senso di Brüno: «Ho sempre ammirato
Peter Sellers e Andy Warhol e mi interessa raccontare come vive in America il rappresentante
di una minoranza che si
Corea,
Argomenti:
Obama
Abstract: Obama e sudcoreano Lee Myung-bak il
regime di Kim Jong-il ha fatto sapere che le giornaliste Usa condannate a 12
anni di lavori forzati «hanno ammesso le loro colpe». Euna Lee e Laura Ling
avrebbero confessato di aver varcato la frontiera fluviale che separa la Cina
dalla Corea del Nord con l'intento «criminale» di «isolare e soffocare il
sistema socialista della Repubblica Democratica
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
TEHERAN -
Affluenza massiccia, senza precedenti, e lunghe code alle urne per le elezioni
presidenziali di oggi in Iran. Tanto che la chiusura dei seggi è stata più
volte rinviata. E le operazioni di voto non si erano ancora concluse quando il
candidato moderato Mir Hossein Moussavi ha rivendicato la vittoria al primo
turno sul presidente uscente, l'ultraconservatore Mahmud Ahmadinejad:
"Secondo le informazioni ricevute dalle province e da Teheran sono il
vincitore delle elezioni con un sostanziale margine", ha detto l'ex
premier in una conferenza stampa a Teheran, aggiungendo che molti elettori
"non hanno potuto votare nonostante il prolungamento di 4 ore dell'orario
di chiusura dei seggi". Poco dopo la replica di Ahmadinejad, affidata
all'agenzia ufficiale Irna che ha dato notizia della vittoria del presidente
uscente. Intanto lo scrutinio prosegue: in serata, con quasi per cento dei voti
contati, il ministero dell'interno ha reso noto che il presidente uscente
Ahmadinejad è in testa con il 67 per cento dei consensi, seguito da Mir Hossein
Moussavi con il 30 per cento. Tensione a Teheran. Gruppi di sostenitori del
candidato moderato Hossein Mussavi si sono scontrati stasera con la polizia in
una piazza di Teheran, stando ad alcuni testimoni. Gli incidenti sono avvenuti
poco dopo l'annuncio dei risultati parziali delle presidenziali di oggi. La
polizia è intervenuta per allontanare i sostenitori di Mussavi che, sulla
piazza, scandivano slogan a favore del loro beniamimo. Le autorità di pubblica
sicurezza hanno vietato qualsiasi assembramento fino a quando non saranno stati
proclamati i risultati ufficiali della consultazione. OAS_RICH('Middle');
Secondo l'agenzia ufficiale Irna, tuttavia, gruppi di simpatizzanti di
Ahmadinejad stanno già festeggiando per le strade della capitale iraniana.
Affluenza record. Fin dalle prime ore, lunghe file di uomini e donne di ogni
età ed estrazione sociale si sono formate, sotto il sole, davanti alle scuole e
alla moschee dove si vota. Secondo le stime del ministero dell'Interno, a fine
giornata (la chiusura dei seggi è stata più volte rinviata per smaltire le
file) l'affluenza potrebbe attestarsi oltre il 70%, avvicindandosi al record
dell'80% di votanti registrato nel 1997, quando il riformista Mohammad Khatami
trionfò nelle presidenziali. E proprio ricordando questo precedente, gli
analisti avevano pronosticato che l'alta partecipazione avrebbe favorito il
moderato Moussavi, già alla vigilia il più accreditato sfidante
dell'ultraconservatore Ahmadinejad. Nelle elezioni degli ultimi 12 anni,
infatti, il successo di riformisti e moderati è sempre stato direttamente
proporzionale all'affluenza alle urne. Gli schieramenti. Dopo una campagna
elettorale segnata da tensioni e attacchi anche personali fra i candidati, oggi
la Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, dopo aver deposto la sua scheda
nell'urna, ha fatto appello alla popolazione perché "dia prova di calma e
impedisca che si creino problemi nei seggi". Dal canto suo Ahmadinejad,
che ha aspettato in coda 40 minuti con gli altri elettori, si è detto certo che
il popolo farà una scelta "chiara, ferma e rivoluzionaria". Moussavi
ha invece lamentato che ai suoi rappresentanti non è stato consentito di assistere
alle operazioni di voto in alcuni seggi e ha chiesto alle autorità preposte di
"sorvegliare bene le urne". Un accenno ai timori di brogli più volte
espressi negli ultimi giorni dai suoi sostenitori. I risultati ufficiali sono
attesi nelle 24 ore successive la chiusura dei seggi. Se nessuno dei candidati
ottiene il 50 per cento più uno dei voti, è previsto un secondo turno per il 19
giugno. In caso di sconfitta Ahmadinejad sarà il primo presidente uscente a non
essere rieletto. I sondaggi condotti prima del voto indicavano una lotta a due
tra il presidente in carica (sostenuto non senza perplessità da Khamenei) e
Moussavi (che dalla sua ha altri ayatollah e l'altra figura chiave negli
equilibri politici del paese, l'ex presidente Rafsanjani). Apparivano deboli le
chance di un'affermazione degli altri due candidati: l'ex presidente del
Parlamento Mehdi Karroubi e l'ex capo storico dei pasdaran Mohsen Rezai. Giallo
sms. La giornata è stata caratterizzata anche dal misterioso blocco dei
messaggi di testo sui telefonini. Moussavi ha accusato il provider telefonico
iraniano (statale) di bloccare volutamente le comunicazioni. "Hanno chiuso
gli sms. E' contro la legge. Non siamo in una situazione di emergenza. E' una
situazione bellissima con un'ampia partecipazione di tutti e senza nessun
rischio per la sicurezza. Nessuno deve temere il libero flusso delle
informazioni", ha detto il candidato riformista al seggio dove ha votato.
Gli sms sono un sistema di comunicazione molto usato in Iran, particolarmente
fra i giovani che costituiscono il principale bacino elettorale dei
riformatori. Obama. Il presidente
Usa ha commentato positivamente le notizie sull'affluenza massiccia alle urne.
"Siamo contenti di vedere che in Iran ci sia ciò che appare come un forte
dibattito. Pensiamo che un cambiamento nei rapporti con gli Stati Uniti sia
possibile, le elezioni per gli iraniani rappresentano un'opportunità di
decidere". E ha aggiunto: "Non è importante chi vincerà, già
il clima che si è creato in campagna elettorale significa molto". (12
giugno 2009
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
1 - Prima Pagina Altissima affluenza alle urne , il leader riformista dichiara
di aver superato il 65% dei voti. Ma il presidente lo smentisce. Obama: spero nel
cambiamento Caos in Iran, vittoria contesa Moussavi e Ahmadinejad proclamano
entrambi il trionfo. I pasdaran nelle strade SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 3 - Esteri
Il giallo del Colonnello sparito "è malato". "No, sta
pregando" Nella notte faccia a faccia con Berlusconi sotto la tenda Giro
di telefonate con Napolitano. D´Alema e Pisanu: "Il leader libico ci ha
chiesto scusa" GOFFREDO DE MARCHIS ROMA - Fini, D´Alema, Pisanu sono nello
studio della terza carica dello Stato a Montecitorio e aspettano l´arrivo di
Gheddafi. I minuti passano e il presidente della Camera è sempre più
spazientito. Sa che il protocollo tutto personale del Colonnello «non
assomiglia ai protocolli occidentali» dove gli orari sono rispettati al
secondo. Ma due ore sono davvero troppe. D´Alema cerca di rallentare il momento
dello strappo finale, pur condividendone le ragioni. Nella stanza di Fini,
raccontano, più volte si raccomanda di avvertire della situazione, passo passo,
Giorgio Napolitano: «Dobbiamo concordare tutto con il capo dello Stato. Per non
creare un problema istituzionale». Non è un modo per prendere tempo. I tre
discutono, cercano di saperne di più. Poi, Fini decide in base alle ragioni di
opportunità e in funzione del suo ruolo, diverso da quello di D´Alema e Pisanu.
E l´applauso liberatorio degli invitati al convegno, quando viene annunciato lo
stop, dice che la pazienza ha un limite anche nei confronti di Gheddafi. «Ho
difeso il Parlamento, l´Italia e gli italiani», spiega Fini ai suoi
interlocutori. Ormai il caso è chiuso e il convegno annullato. Il presidente
della Fondazione Italianieuropei prova ancora a "salvare" diplomaticamente
il leader libico: «Ci ha fatto sapere che non sta bene». Ma più tardi, dopo il
colloquio sotto la tenda a Villa Pamphili, dove arriva con Beppe Pisanu della
fondazione Medidea, co-organizzatrice dell´evento, D´Alema ammetterà: «Stava
benone». E Pisanu: «Gheddafi s´è scusato, a quel punto abbiamo parlato di
politica internazionale per circa un´ora». Le telefonate di Fini a Berlusconi e
Napolitano arrivano, sì, ma quando la decisione di non aspettare oltre è già
presa. «Ho scelto da solo», ripete il presidente della Camera, mettendo al
riparo premier e capo dello Stato da responsabilità solo sue. Il Cavaliere al
telefono esprime però tutta la sua «comprensione». Si informa: «Ma perché, sta
male?». Poi anche lui allarga le braccia: «Quello di Fini è un gesto dovuto».
Ma a tarda sera il premier raggiunge anche lui sotto la tenda il Colonnello,
rientrato a Villa Pamphili dopo la cena a piazza del Popolo, per un faccia a
faccia. Napolitano viene raggiunto per una chiamata brevissima tra una sessione
e l´altra del vertice dei capi di Stato "Uniti per l´Europa" a
Napoli. I due concordano di sentirsi più tardi, per un colloquio più
approfondito. A Fini non mancano i riconoscimenti per una decisione sacrosanta,
dicono alcuni. Lo chiama il ministro degli Esteri Franco Frattini: «Hai fatto
bene». «La sua decisione è ineccepibile», sentenzia D´Alema. Nessuno ha capito
la vera motivazione del clamoroso ritardo. Gheddafi non ha avuto modo di
leggere in anteprima il testo del discorso di Fini, che conteneva una risposta
netta alle accuse contro l´America. Dunque, non può essersi adirato
preventivamente. Alla fine, l´unica ragione plausibile è la consolidata
abitudine di seguire un protocollo tutto suo, che in Libia prevede misteriose e
snervanti attese anche di due-tre notti per gli ospiti che hanno un
appuntamento con lui. Per un momento si è temuto che Gheddafi potesse
"levare la tenda" già ieri notte, partire di corsa e in questo senso
la visita volante di D´Alema e Pisanu può aver addomesticato un caso ancora più
spinoso. Comunque l´ex ministro degli Esteri democratico
non ha rinunciato a dire in privato quello che aveva preparato per il convegno,
ossia che gli Stati uniti di Obama non meritano la storica diffidenza araba. E il discorso di Fini
è stato consegnato alla stampa, agli invitati, è ormai pubblico. Anche
disertando Montecitorio, Gheddafi non è sfuggito alle parole del presidente
della Camera. E al suo gesto.
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
18 - Economia "Gli aiuti di Obama sono
distorsivi" Auto, Ue contro Usa e le miss mondo tifano Fiat-Opel LECCE -
Non solo i big dell´economia, ma anche le miss. E dunque: caro ministro, perché
questo stop all´operazione Fiat-Opel? chiedono al tedesco Peer Steinbrueck le
tre finaliste al concorso Miss Mondo Italia. Le ragazze, diciottenni di Rimini,
Perugia e Nettuno approfittano del G8 finanziario di Lecce per comparire a
sorpresa all´hotel dei delegati e consegnare una lettera alle autorità
tedesche. Sono in tenuta da Miss, con fascia d´ordinanza. Poi distribuiscono la
loro breve missiva. «Leggiamo i giornali e ci interessiamo anche noi di
economia», assicurano.
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 6 -
Interni Il Dipartimento di Stato esclude "code" delle accuse di
Gheddafi in Italia. L´incognita delle domande nello Studio Ovale La Casa Bianca
attende il Cavaliere "Dal G8 a Kabul, saremo pragmatici" Il New
York Times´ su Berlusconi e Gheddafi: leader pittoreschi come nessuno al mondo
Un esperto di politica estera: "Lui governa in Italia, bisogna essere
costruttivi" ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK - L´unica incertezza riguarda la Cinquecento:
Silvio Berlusconi userà proprio l´utilitaria della Fiat per
andare lunedì al colloquio con Barack Obama alla Casa Bianca? Sarebbe un modo, sostengono in molti, per
pubblicizzare l´accordo con la Chrysler e mostrare al neo-presidente, che da
giovane guidava una Ritmo fatiscente, i progressi della tecnologia italiana. Ma
al di là di queste ipotesi di politica-spettacolo, l´incontro si preannuncia
senza sorprese. «Sarà una riaffermazione del pragmatismo americano e
della concretezza di Obama nell´affrontare i temi di
politica estera», assicura un ex-ambasciatore in Italia che Repubblica ha
interpellato assieme a esponenti del Dipartimento di Stato, dirigenti della
Farnesina ed esperti di relazioni internazionali, alla vigilia del viaggio di Berlusconi
a Washington. Le discussioni nello Studio Ovale, che dureranno un´ora, con la
partecipazione di una folta delegazione delle due parti, tra cui Hillary
Clinton e il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones, affronteranno
i temi del G8 dell´Aquila, del rafforzamento della presenza di Afghanistan, dei
rifugiati in Pakistan, dei prigionieri di Guantanamo, del futuro dell´Iran dopo
le elezioni. E come si insinueranno in questi colloqui le polemiche sul
rapporto Berlusconi-Gheddafi, che il New York Times ha definito «i due leader
più pittoreschi del mondo»? Che peso avrà l´eco delle frequentazioni tra il
premier italiano e la diciottenne Noemi Letizia, che continua a far sorridere
milioni di americani grazie alle ironie di comici televisivi, primo fra tutti
Jon Stewart sulla rete Comedy Central? La Libia - tagliano corto al
Dipartimento di Stato - non figura nell´agenda dei lavori. E neanche i
giornalisti d´Oltreatlantico, pure noti per la loro irriverenza, vorranno
sollevare la questione-Noemi durante il breve incontro-stampa: perché - viene
spiegato - risulterebbe fuori luogo in una cornice come lo Studio Ovale. Certo,
a Washington tutti sono al corrente del comportamento "eccentrico"
del premier italiano, che spesso finisce al centro di commenti tra il sardonico
e l´indignato. «Ma Berlusconi è anche il leader di un paese importante», spiega
un membro del Council for foreign relations, chiedendo anche lui l´anonimato.
«E´ solidamente al potere ed è destinato a rimanerci: gli Stati Uniti vogliono avere
con lui un rapporto costruttivo». Lo stesso Berlusconi, terzo leader europeo
accolto da Obama alla Casa Bianca, dopo il britannico
e l´irlandese, si rende conto del cambiamento di clima rispetto ai tempi di
George W. Bush. Con l´ex-presidente repubblicano aveva un rapporto più facile,
grazie alle assonanze politiche e all´aiuto dato dall´Italia in Iraq. Ma ora il
Cavaliere è il primo a parlare di Obama come «una
bellissima sorpresa» e a rallegrarsi per la sua capacità strategiche e
tattiche. Come dire: anche Palazzo Chigi è pronta fare i conti con un´America
diversa. Il tema centrale dei colloqui di Washington sarà il G8. Berlusconi e Obama saranno co-presidenti di una sessione speciale
sull´ambiente. Gli americani vorranno anche illustrare le loro iniziative a
favore dei terremotati, in particolare per l´università dell´Aquila, e capire
come si articolerà il summit con la presenza, per la prima volta, di
delegazioni di Cina, Brasile, Messico, India e Sudafrica. Nello Studio Ovale si
parlerà poi di Afghanistan, cui è anche dedicato l´imminente riunione di
Trieste convocata dal ministro degli esteri Franco Frattini. Come ha già fatto
in tutti i viaggi nel vecchio continente, Obama
ricorderà che la Casa Bianca ha cambiato filosofia rispetto all´unilateralismo
del passato. Ma da questa nuova impostazione si aspetta risposte concrete da
parte europea: a cominciare dal rafforzamento della presenza militare in
Afghanistan.
( da "Repubblica, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 7 -
Interni Caffè con Obama, niente pranzo il premier ora
teme il declassamento Cresce il nervosismo a Palazzo Chigi per l´incontro di
lunedì "Dobbiamo prepararci bene, proviamo a convincere Barack
adesso" CLAUDIO TITO ROMA - «Dobbiamo preparare l´incontro con la massima
cura. Dobbiamo convincere Obama, adesso». La preoccupazione è altissima. Il summit di lunedì
prossimo alla Casa Bianca non lascia affatto tranquillo Silvio Berlusconi. Il
faccia a faccia con Barack Obama sta provocando apprensione a Palazzo Chigi. Un nervosismo
provocato non solo dalle incomprensioni dei mesi scorsi e dai pasticci
diplomatici che hanno accompagnato la visita di Gheddafi in Italia.
Anche il format imposto da Washington al colloquio, infatti, ha messo in
allarme il Cavaliere. Segnali piccoli e grandi che però vanno in un´unica
direzione: il rapporto tra la nuova amministrazione Usa e il premier italiano
non corre su binari sicuri come negli anni dell´era Bush. L´attenzione di
Palazzo Chigi è stata calamitata persino dal cerimoniale e dalla paura di una
sorta di "declassamento". Non a caso, la parola d´ordine lanciata
ieri dal Cavaliere è stata: «sono il secondo premier occidentale ricevuto da Obama dopo Gordon Brown». Eppure lunedì prossimo Berlusconi
varcherà il portone della Casa Bianca nel pomeriggio, per un caffè. Nel linguaggio
diplomatico, hanno spiegato al premier, è un modo per dare meno peso al
colloquio. Nei tanti precedenti tra il presidente del consiglio e l´«amico»
George Bush, l´ospitalità della Casa Bianca prendeva sempre le forme di una
«colazione di lavoro». Ossia, colloqui che venivano seguiti da un pranzo o da
una cena. L´ultima volta di Berlusconi da capo del governo nella capitale
americana, è stata il 28 febbraio 2006. Colloquio di quasi un´ora e, appunto,
«colazione di lavoro». In quell´occasione, poi, ci fu addirittura un intervento
al Congresso. Il primo contatto tra Bush e il Cavaliere, invece, ci fu il 15
ottobre 2001. Anche in quel caso «incontro e colazione di lavoro». Quasi tutte
le successive visite hanno seguito il medesimo programma. La stessa procedura è
stata seguita il 3 marzo scorso, quando Obama ha
accolto alla Casa Bianca il primo ministro inglese Gordon Brown, in qualità di
responsabile del G20 (ruolo paragonabile a quello di presidente del G8
ricoperto quest´anno dall´Italia): incontro e «pranzo di lavoro». Tanti
particolari che stanno innervosendo lo staff di Palazzo Chigi. Ieri ha dovuto
puntualizzare che non esiste alcuna modifica al programma del vertice dopo
l´attacco sferrato da Gheddafi agli States nel corso visita a Roma. «Non c´è niente
che possa far pensare ad irritazioni o a possibili scenari diversi», ha
chiarito Bruno Archi, consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. Anche l´ipotesi
di un incontro a quattr´occhi - senza le rispettive delegazioni - viene
smentito: «Rimane tutto confermato, come concordato con la controparte
americana. Ossia con l´Ambasciata Usa a Roma, il Consigliere alla Sicurezza
nazionale alla Casa Bianca e, per tramite, l´Ambasciata italiana a Washington».
Sebbene nessuno può escludere una variazione in extremis. Non solo. Berlusconi
fin dall´insediamento di Obama non ha nascosto i suoi
timori ai collaboratori: «è indispensabile creare un rapporto. Solo questo mi
può creare dei problemi». Alla Farnesina, poi, sono da tempo preoccupati per
un´altra circostanza. La sede dell´ambasciata americana a Roma è vacante ormai
da diversi mesi. Nei giorni scorsi era circolato il nome di David Thorne, il
fratello della prima moglie del senatore democratico John Kerry. Eppure, la
nomina non è stata ancora ratificata. I "report" trasmessi
dall´Ambasciata alla Casa Bianca, comunque, non sono entusiasmanti per il
governo italiano. In particolare per i rapporti intrattenuti con il premier
russo Putin: una «diplomazia del gas» non coordinata con le autorità americane.
Un insieme di fattori che stano allarmando il premier: «Dobbiamo convincere
adesso Obama».
( da "Corriere della Sera"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della
Sera sezione: Primo Piano data: 13/06/2009 - pag: 9 «Sì a più truppe in
Afghanistan» La carta del premier da Obama Berlusconi
in partenza per gli Usa: ho apprezzato le parole di mia moglie Settegiorni
SEGUE DALLA PRIMA E allora non sarà «un incontro di ordinaria amministrazione»,
come sostiene il Cavaliere ma un gesto significativo verso l'alleato americano,
un primo passo per riavvicinare Washington non solo a Roma ma all'intera
Europa. Un'ora di colloquio non basterà per ricreare il clima che c'era con
Bush, e dato che «non è previsto alcun incontro diretto con Obama»,
userà il tempo «per illustrare il programma del G8». L'aumento delle forze
armate italiane nel teatro afghano sarà fuori dall'agenda, tuttavia è il
pilastro su cui costruire un nuovo ponte transatlantico, assecondando le
richieste degli americani, che «sono innamorati dei nostri carabinieri»:
«Definiscono encomiabile il loro lavoro ». Chissà se il giudizio è di Panetta,
il capo della Cia che la settimana scorsa è stato a Roma per vedere il premier
e i vertici dei servizi italiani. Di certo Berlusconi è parso soddisfatto dopo
il faccia a faccia: da Washington gli sarebbe infatti giunta notizia che il
responsabile dell'intelligence statunitense nel suo report avrebbe espresso
«una buona opinione» dei rapporti con l'Italia. «Ma non c'è nessun problema da
superare, nessun contrasto da sanare», ripete il Cavaliere: «Abbiamo ottime
relazioni con la presidente della Camera dei rappresentanti, la signora Pelosi,
che incontrerò a Washington. E lavoriamo benissimo con la signora Clinton,
informata di ogni nostro passo». Dunque il segretario di Stato dovrebbe essere
già a conoscenza di quanto decideranno lunedì a Lussemburgo i ministri degli
Esteri dell'Ue. Il titolare della Farnesina, Frattini, è
convinto che verrà accolta la richiesta di Obama sulla destinazione di alcuni prigionieri di Guantanamo in
Europa. Berlusconi potrà sfruttare anche questo tema e forse ne farà cenno al
«punto con la stampa» nella Sala Ovale che si terrà al termine del colloquio
con Obama. Il Cavaliere
dice di non temere contraccolpi per lo «storico viaggio» in Italia di Gheddafi,
da cui prende però le distanze per l'attacco agli Stati Uniti accostati a Bin
Laden: «Giudico eccessivi quei toni». Epperò saluta l'arrivo a Roma del
colonnello libico, «segno della riconciliazione»: «La storia ci ricorda che lì
ci siamo macchiati di sangue. Ora si apre un capitolo di grandi opportunità:
Gheddafi ha promesso di investire 120 miliardi di dollari, gran parte con
imprese italiane che verranno chiamate anche senza gare d'appalto ». Ritiene
«giusto» lo strappo di Fini, ma è entusiasta per il discorso sulle donne
pronunciato dal ministro delle Pari Opportunità davanti al leader africano:
«Mara Carfagna è stata fantastica». Berlusconi vola a Washington consapevole
che nell'ultimo mese la sua immagine è stata intaccata. La colpa, insiste, è
dei «giornali di sinistra, che hanno sollevato un polverone internazionale
negativo, arrecando disdoro al nostro Paese. Mi hanno riversato addosso quattro
calunnie». E così dicendo, ripete le sue verità: «Hanno iniziato scrivendo che
c'erano 'veline' nelle liste del Pdl alle Europee. Non erano 'veline' e sono
state tutte elette. Poi hanno tirato in ballo Noemi Letizia, come fossi una
persona che va con le minorenni. In realtà sono solo andato a una festa di
compleanno, e per me che vivo tra la gente è una cosa normale. Nel frattempo si
sono scatenati sul 'caso Mills', un avvocato che non conosco di persona e di
cui si sta occupando il fisco inglese. Infine hanno montato un caso sui 'voli
di Stato', che uso solo per esigenze di servizio». Ammette in alcuni casi di
aver dato dei «passaggi», ma «ho sempre pagato personalmente i viaggi dei miei
ospiti, e non ho mai adoperato i voli della Cai». Dimentica volutamente che ad
accendere la miccia è stata Veronica Lario, però ha «apprezzato» la lettera che
ha scritto al Corriere: «Con mia moglie sospira mi sentivo al telefono due
volte al giorno. Ora per sapere qualcosa di lei devo leggere i giornali. Vorrei
mi fosse consentito vivere con serenità la mia personale solitudine. Ho perso
nel giro di poco tempo madre e sorella, che erano i miei punti di riferimento».
Il tono di voce cambia quando parla delle cinquemila foto che «hanno violato la
mia privacy»: «In quegli scatti non c'è nulla di particolare. Con un centinaio
di dipendenti, con i Cacciatori di Sardegna, gli uomini della sicurezza, il via
vai dei miei figli e di mio fratello, figurarsi se a villa Certosa possono
accadere strane cose, finte cerimonie di matrimonio... ». È convinto che
proveranno ancora a colpirlo, «ma in quelle foto non c'è nulla». Si rammarica
per Topolanek, «l'avevo invitato per ingraziarmelo, dato che sarebbe stato
presidente di turno dell'Ue. Poi che male c'è se davanti ai suoi familiari ha
voluto fare un bagno nudo? Io comunque non lo faccio mai». Ma un bagno
elettorale alle Europee, per quanto piccolo, l'ha fatto. Perciò «dopo i
ballottaggi » intende rilanciare l'esecutivo, parla di un «nuovo inizio»:
«Assegnerò un piano di lavoro a ciascun ministro, per realizzare il programma e
le riforme di cui c'è bisogno». Ieri a Palazzo Chigi, si è accennato alla sede
del conclave di governo, che il premier vorrebbe tenere prima del G8 a Santa
Margherita Ligure. «Stiamo lavorando per attenuare l'impatto della crisi che
purtroppo secondo il Cavaliere è stata amplificata dai media»: «Perché in
Italia abbiamo 3,5 milioni di statali, 18 milioni di pensionati e 16 milioni di
lavoratori dipendenti che non sono minacciati da licenziamento e che però hanno
ridotto i loro consumi. È vero che c'è una fascia di un milione e mezzo di
persone in difficoltà, ma nessuno muore di fame: sono aumentate le risorse del
welfare, c'è il volontariato, la Chiesa cattolica... ». Vorrebbe lanciare
segnali di ottimismo e prende la Fiat come modello per il Paese: «Sono contento
dei suoi successi. E non è vero che non abbiamo sostenuto l'operazione
internazionale. Non ci siamo mossi per espressa volontà dell'azienda, che ci ha
chiesto di restare un passo indietro. Ma siamo pronti ad agire se occorresse ».
Obama l'ha già fatto. Francesco Verderami \\ Con
Veronica mi sentivo almeno due volte al giorno Ora sono solo, ho perso in poco
tempo anche madre e sorella \\ Topolanek l'avevo invitato per ingraziarmelo.
Poi, che male c'è se davanti ai suoi familiari ha voluto fare un bagno nudo? \\
Sono contento per i successi della Fiat: se non ci siamo mossi è perché così ha
voluto Torino Ma se serve siamo pronti Verso il G8 Il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi
( da "Corriere della Sera"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della
Sera sezione: Cronache data: 13/06/2009 - pag: 27 Thom Browne «Non ci sono
confini da rispettare» MILANO Thom Browne è stato l'ospite illustre del Pitti
dello scorso anno. Americano è fra gli stilisti in ascesa della moda maschile.
Firma anche la collezione Gamme Bleu di Moncler. Negli States tanti oggi
portano i pantaloni corti e la giacchetta smilza, per colpa sua. La crisi vista
da dove è cominciata? «E' un momento di riflessione. E noi designer dovremmo
impiegare la nostra creatività ed estro per dare proposte sempre più fruibili e
interessanti. Guardare avanti e progredire sono le nuove parole d'ordine.
Anticipare i tempi». Limiti dell'abbigliamento maschile, oggi. «Secondo me, nel
guardaroba maschile non ci sono e non ci dovrebbero essere limiti da superare o
confini precisi da rispettare. Per esempio anche con Moncler, uso materiali
sportivi e tecnici rispettando le regole della sartoria classica e
dell'artigianato. Se non è andare oltre questo...». Uomini eleganti, chi sono e
perché? «Icone di eleganza intramontabile sono: John F. Kennedy, Edward Fox
interprete de 'Il Giorno dello Sciacallo' e Barack Obama. Lo sono perché li considero
naturalmente eleganti e sicuri di se stessi nei loro differenti ruoli». Ha
ancora (o sempre) senso parlare di moda per l'uomo? «Personalmente è la cosa
che mi entusiasma di più, farla la moda. Sento di essere nato per questo: ciò
che faccio esprime quello che penso più di mille parole». Pa. Po.
( da "Corriere della Sera"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della
Sera sezione: Economia data: 13/06/2009 - pag: 33 Usa e crisi Gli interventi
sull'industria dell'auto e le regole E Summers spiega agli
studenti «perché Obama non
è socialista» DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK «Tranquilli, non stiamo cercando di
far rientrare il socialismo dalla porta di servizio: il governo Obama interviene nel settore privato
solo quando è assolutamente necessario per evitare catastrofi. Agiamo
per necessità, non per scelta. Non vogliamo soppiantare i mercati ma farli
funzionare, superando le crisi provocate dai loro stessi eccessi». A New York,
davanti alla platea del Council for Foreign Relations, il capo dei consiglieri
economici della Casa Bianca, Larry Summers, è nella tana del lupo: ad
ascoltarlo ci sono, infatti, soprattutto banchieri e finanzieri di Wall Street,
oltre a consulenti ed esperti di affari internazionali. A differenza di Obama, Summers non è un seduttore. Lui lo sa e da tempo
scherza sulla sua scarsa simpatia, sull'arroganza intellettuale che trascina la
sua oratoria e a volte gli fa fare passi falsi. Stavolta, però, sa di avere i
fucili puntati addosso: segue un testo scritto, scandisce le parole. C'è da
spiegare il neointerventismo di Obama in economia e
vuole evitare fraintendimenti: «Il programma di questa Amministrazione rimane
quello presentato da Obama agli elettori: riforma
della sanità, indipendenza energetica, una scuola migliore. Gestire banche,
assicurazioni, aziende automobilistiche, non era nei suoi programmi. Siamo
intervenuti perché obbligati dalla situazione disastrosa che abbiamo
ereditato», ma «gli interventi saranno temporanei e poco intrusivi: quando il
presidente boccia un piano aziendale non lo fa per amore di dirigismo, ma
perché si è convinto che la strada imboccata non porta al risanamento di quell'
azienda, al suo ritorno sul mercato. Alcuni - aggiunge il superconsigliere - ci
accusano di fare troppo poco, altri di essere dirigisti. Speriamo di essere
ricordati come Roosevelt. Anche lui negli anni '30 fu accusato di essere
anticapitalista; oggi si riconosce, invece, che con la sua azione ha salvato il
capitalismo ». Summers approfitta dell' occasione anche per dirsi moderatamente
fiducioso in una prossima ripresa e per inviare altri due messaggi. Sono in
arrivo regole più severe e organiche per monitorare i «rischi sistemici» posti
dai grandi gruppi finanziari e per evitare che i controlli siano indeboliti
dalla competizione fra le varie agenzie federali che si contendono i gruppi
finanziari da sorvegliare. Secondo punto: nella bancarotta di Chrysler non ci
sono state forzature dal governo, non sono stati calpestati i diritti dei
creditori. Che avevano ben poco da recuperare, visto che si era, ormai, sulla
soglia della liquidazione, evitata solo per l'intervento pubblico. Quanto allo
Stato azionista, il celebre accademico ha assicurato che quelli nel capitale di
banche, assicurazioni e aziende dell'auto sono interventi che dureranno lo
stretto indispensabile. Ed ha aggiunto che Obama non
userà questi diritti di proprietà per portare avanti i suoi obiettivi politici
generali come il risparmio energetico: li perseguirà ma sul terreno proprio,
quello delle politiche dell'Amministrazione. Massimo Gaggi Larry Summers \\
Speriamo di essere ricordati come Roosevelt. Anche lui fu accusato di essere
anticapitalista
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
NEW YORK -
Fumatore pentito, e da tempo impegnato in una battaglia personale contro la
dipendenza da nicotina, Barack Obama non ha perso tempo nel rallegrarsi per la "svolta
storica" del Congresso, che ieri ha approvato a stragrande maggioranza una
nuova legge anti-tabacco destinata a incidere profondamente nei vizi di un
quinto degli americani, a scoraggiare i giovani a fumare e a dare allo stato
immensi poteri nel regolamentare le sigarette. "Sono orgoglioso di
questa legge, che conferma anche il cambiamento del clima a Washington",
ha detto il presidente in una breve cerimonia alla Casa Bianca, cui ha parlato
anche Henry Waxman, il deputato californiano che ha guidato la battaglia
legislativa. "Ogni giorno - ha continuato Obama -
3.500 ragazzi sotto ai diciotto anni cominciano a fumare regolarmente e milioni
di americani si ritrovano in condizioni precarie per colpa di questo
vizio". La nuova legge, che è il più importante traguardo nella guerra
anti-fumo dopo l'allarme ufficiale del 1964 sui pericoli del tabacco,
attribuisce un ruolo centrale alla Fda (Food and drug administration),
l'agenzia federale che tutela la salute. D'ora in poi la Fda potrà limitare il
contenuto di nicotina nelle sigarette, anche se non avrà il diritto di vietarle
del tutto. Potrà introdurre regole per dissuadere i giovani, mettendo al bando
gli aromi naturali e vietando la pubblicità a meno di
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
di GOFFREDO DE
MARCHIS ROMA - Fini, D'Alema, Pisanu sono nello studio della terza carica dello
Stato a Montecitorio e aspettano l'arrivo di Gheddafi. I minuti passano e il
presidente della Camera è sempre più spazientito. Sa che il protocollo tutto
personale del Colonnello "non assomiglia ai protocolli occidentali"
dove gli orari sono rispettati al secondo. Ma due ore sono davvero troppe.
D'Alema cerca di rallentare il momento dello strappo finale, pur condividendone
le ragioni. Nella stanza di Fini, raccontano, più volte si raccomanda di
avvertire della situazione, passo passo, Giorgio Napolitano: "Dobbiamo
concordare tutto con il capo dello Stato. Per non creare un problema
istituzionale". Non è un modo per prendere tempo. I tre discutono, cercano
di saperne di più. Poi, Fini decide in base alle ragioni di opportunità e in
funzione del suo ruolo, diverso da quello di D'Alema e Pisanu. E l'applauso
liberatorio degli invitati al convegno, quando viene annunciato lo stop, dice
che la pazienza ha un limite anche nei confronti di Gheddafi. "Ho difeso
il Parlamento, l'Italia e gli italiani", spiega Fini ai suoi
interlocutori. Ormai il caso è chiuso e il convegno annullato. Il presidente
della Fondazione Italianieuropei prova ancora a "salvare"
diplomaticamente il leader libico: "Ci ha fatto sapere che non sta
bene". Ma più tardi, dopo il colloquio sotto la tenda a Villa Pamphili,
dove arriva con Beppe Pisanu della fondazione Medidea, co-organizzatrice
dell'evento, D'Alema ammetterà: "Stava benone". E Pisanu: "Gheddafi
s'è scusato, a quel punto abbiamo parlato di politica internazionale per circa
un'ora". OAS_RICH('Middle'); Le telefonate di Fini a Berlusconi e
Napolitano arrivano, sì, ma quando la decisione di non aspettare oltre è già
presa. "Ho scelto da solo", ripete il presidente della Camera,
mettendo al riparo premier e capo dello Stato da responsabilità solo sue. Il
Cavaliere al telefono esprime però tutta la sua "comprensione". Si
informa: "Ma perché, sta male?". Poi anche lui allarga le braccia:
"Quello di Fini è un gesto dovuto". Ma a tarda sera il premier
raggiunge anche lui sotto la tenda il Colonnello, rientrato a Villa Pamphili
dopo la cena a piazza del Popolo, per un faccia a faccia. Napolitano viene
raggiunto per una chiamata brevissima tra una sessione e l'altra del vertice
dei capi di Stato "Uniti per l'Europa" a Napoli. I due concordano di
sentirsi più tardi, per un colloquio più approfondito. A Fini non mancano i
riconoscimenti per una decisione sacrosanta, dicono alcuni. Lo chiama il ministro
degli Esteri Franco Frattini: "Hai fatto bene". "La sua
decisione è ineccepibile", sentenzia D'Alema. Nessuno ha capito la vera
motivazione del clamoroso ritardo. Gheddafi non ha avuto modo di leggere in
anteprima il testo del discorso di Fini, che conteneva una risposta netta alle
accuse contro l'America. Dunque, non può essersi adirato preventivamente. Alla
fine, l'unica ragione plausibile è la consolidata abitudine di seguire un
protocollo tutto suo, che in Libia prevede misteriose e snervanti attese anche di
due-tre notti per gli ospiti che hanno un appuntamento con lui. Per un momento
si è temuto che Gheddafi potesse "levare la tenda" già ieri notte,
partire di corsa e in questo senso la visita volante di D'Alema e Pisanu può
aver addomesticato un caso ancora più spinoso. Comunque l'ex ministro degli Esteri democratico non ha rinunciato a dire in
privato quello che aveva preparato per il convegno, ossia che gli Stati uniti
di Obama non meritano la
storica diffidenza araba. E il discorso di Fini è stato consegnato alla stampa,
agli invitati, è ormai pubblico. Anche disertando Montecitorio, Gheddafi non è
sfuggito alle parole del presidente della Camera. E al suo gesto. (13
giugno 2009
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
SEOUL - La Corea
del Nord minaccia di proseguire il suo programma di arricchimento dell'uranio e
di utilizzare le sue riserve di plutonio a fini militari. Dopo l'inasprimento
delle sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Pyongyang ha inoltre
annunciato che considererà i tentativi Usa di bloccare il suo programma
nucleare come un "atto di guerra". L'annuncio del governo nord
coreano arriva dopo la decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu aveva
deciso all'unanimità un inasprimento le sanzioni contro il Paese asiatico. Tra
le decisioni delle Nazioni Unite l'ispezione delle navi sospettate di portare
in Corea del Nord materiale proibito dall'embargo e utile per il programma
atomico. L'ambasciatore degli Usa all'Onu, Susan Rice, ha
dichiarato che "l'amministrazione Obama è decisa a fermare e ispezionare le navi sospette". Nella
notte la Corea del Sud ha rafforzato la sua presenza militare sulla frontiera
marittima con la Corea del Nord. (13 giugno 2009
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
LONDRA -
"Molti italiani hanno pensioni basse e salari minimi. Viviamo in tempi di
crisi economica. Sicché quando vedo due voli di stato alla settimana (arrivare
in Sardegna), con musicisti e ragazze che vanno ai party (di Berlusconi), la
cosa mi irrita. Per me, quei voli sono più importanti di qualsivoglia 'harem'.
Credo che Berlusconi dovrebbe darne una spiegazione". Così dice al Times
di Londra, nella sua prima intervista a un quotidiano britannico, Antonello
Zappadu, il fotoreporter che ha scattato circa 7 mila foto attorno a Villa
Certosa e all'aeroporto in cui arrivavano i voli di stato organizzati per le
feste nella villa del presidente del Consiglio. Come è noto, il suo archivio è
stato sequestrato dalla polizia italiana, dopo l'ingiunzione alla magistratura
presentata da Berlusconi sostenendo che quelle immagini, per quanto "innocenti",
invadono la sua privacy. Nell'intervista a Lucy Bannerman, inviata del Times in
Italia, Zappadu afferma che copie delle foto sono in possesso di suoi
rappresentanti all'estero, che potrebbero distribuirle e venderle a giornali
stranieri, come è avvenuto per sette immagini pubblicate dal quotidiano
spagnolo El Pais, sulla base di quanto sarà consigliato al fotografo dai suoi
legali. "Ce ne sono altre (di foto)", dice Zappadu al quotidiano
londinese. "Questa storia tra me e Berlusconi non è finita". Nell'intervista,
il fotoreporter conferma quanto dichiarato in precedenza a Repubblica riguardo
allo svolgimento di un "finto matrimonio" avvenuto a Villa Certosa
tra Berlusconi e una giovane donna: "Sembrava un gioco puerile. Lui era
l'unico uomo. C'erano circa sei ragazze intorno e sembrava che si celebrasse
una specie di matrimonio con una di loro. Direi che aveva un 25-30 anni".
Zappadu aggiunge che il "90 per cento" degli ospiti da lui visti a
Villa Certosa erano donne "e non donne mature, bensì ragazze, un mare di
giovani, belle ragazze". Ai party si sentivano "risate, musica, gente
che fa festa, ma non si poteva vedere cosa succedeva esattamente".
OAS_RICH('Middle'); Zappadu dice che circa due voli di stato alla settimana
trasportavano ospiti alla villa di Berlusconi, trai quali in occasione del
Capodanno 2008 c'era anche Noemi Letizia. "Dopo aver letto l'intervista al
suo ex-fidanzato Gino, compresi di avere in mano qualcosa di
interessante", osserva il fotoreporter, "e altri che avevano visto le
mie foto la riconobbero". Il Times illustra l'intervista con una grande
foto di Zappadu in Colombia, circondato di militari in assetto di guerra,
quando seguiva il conflitto contro i guerriglieri di quel paese. Il quotidiano
britannico nota che il fotografo italiano non è un paparazzo, ma un
fotoreporter autore di servizi di ogni genere. Zappadu dice che da quando si
trova al centro dello scandalo il suo telefono è controllato e agenti del
servizio segreto lo pedinano. Ma in compenso, nella sua città, ad Olbia, in Sardegna,
molta gente viene continuamente a complimentarsi con lui per quanto ha fatto. E
l'inviata del Times assiste a svariati di questi episodi. Il quotidiano
londinese pubblica su Berlusconi anche un secondo, breve articolo, affermando
che, a differenza del suo ultimo incontro con George Bush alla Casa Bianca, il
colloquio tra il premier italiano e il presidente Obama, in programma lunedì a Washington,
sarà solo un "breve incontro" di un'ora. Il giornale cita una fonte
anonima nelle capitale americana secondo cui "l'incontro è un dovere"
per il presidente americano, "ma non hanno piacere di ricevere
Berlusconi", non tanto per lo scandalo legato ai party con ragazze o al
possibile abuso di voli di stato, ma per la presunzione di Berlusconi di
considerarsi uno statista in politica estera, con discusse iniziative
diplomatiche nei confronti di Russia ed Iran, e con la recente visita di
Gheddafi a Roma. (13 giugno 2009
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
SEOUL - La Corea
del Nord minaccia di proseguire il suo programma di arricchimento dell'uranio e
di utilizzare le sue riserve di plutonio a fini militari. Dopo l'inasprimento
delle sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Pyongyang ha
inoltre annunciato che considererà i tentativi Usa di bloccare il suo programma
nucleare come un "atto di guerra". La dichiarazione del governo nord
coreano arriva dopo la decisione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che aveva
deciso all'unanimità un inasprimento le sanzioni contro il Paese asiatico. Tra
le decisioni delle Nazioni Unite l'ispezione delle navi sospettate di portare
in Corea del Nord materiale proibito dall'embargo e utile per il programma
atomico. "L'opzione che consiste nell'abbandono delle armi nucleari è
diventata cosa impossibile, e poco ci importa che alcuni ci autorizzano o no a
disporre di armi nucleari", dice il comunicato del ministero degli Esteri
nordcoreano. Nel comunicato il ministero degli Esteri nordcoreano precisa che
in risposta alla risoluzione 1874 Pyongyang "procederà all'utilizzo
militare di tutto il plutonio recentemente estratto" insieme all'avvio
delle procedure di arricchimento dell'uranio, sottolinenando che il Paese
dispone della tecnologia necessaria grazie alla costruzione di reattori ad
acqua leggera. "Se gli Stati Uniti ed i loro seguaci cercheranno di
attuare un 'blocco' della Corea del Nord, opporremo risolute azioni
militari" aggiunge minacciosa la nota che definisce la risoluzione Onu
"un vile risultato delll'offensiva guidata dagli Stati Uniti di pressione
internazionale tesa a minare l'ideologica della Repubblica democratica della
Corea ed il suo sistema scelto dal popolo disarmandola e soffocando la sua
economia". OAS_RICH('Middle'); E il secondo test nucleare condotto da
Pyongyang, che ha provocato l'inasprimento delle sanzioni, sarebbe stato,
secondo i nordcoreani, proprio una "misura di auto difesa per fronteggiare
questi atti ostili da parte degli Stati Uniti". L'ambasciatore
degli Usa all'Onu, Susan Rice, ha dichiarato che "l'amministrazione Obama è decisa a fermare e ispezionare
le navi sospette". Nella notte la Corea del Sud ha rafforzato la presenza
militare sulla frontiera marittima con la Corea del Nord. (13 giugno 2009
( da "Stampaweb, La"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
SEUL Dopo linasprimento
delle sanzioni da parte del Consiglio di sicurezza dellOnu, la Corea del
Nord minaccia di proseguire nel suo programma di arricchimento delluranio
e avverte che è pronta a utilizzare tutte le sue riserve di plutonio a fini militari. «Lopzione
di abbandonare le armi atomiche è diventata ormai impossibile», ha fatto sapere
con un comunicato il ministero degli Esteri nordcoreano. È la prima volta,
scrive la Bbc, che Pyongyang conferma ufficialmente lesistenza di un
programma di arricchimento
delluranio al fine di sviluppare armi nucleari. La minaccia è
arrivata con un comunicato allagenzia di Stato nordcoreana, la Kcna, dopo
che ieri i 15 membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno
approvato allunanimità la risoluzione 1874 che prevede più ispezioni dei carichi
aerei, marittimi e terrestri diretti o provenienti dalla Corea del Nord, anche
in alto mare, lestensione dellembargo sulle armi,
laggravamento delle sanzioni finanziarie nei confronti di Pyongyang,
lestensione
della lista delle entità nordcoreane colpite dal blocco dei beni allestero,
linserimento di individui in questa lista. La risoluzione mira proprio a
impedire le attività nucleari e balistiche del regime di Pyongyang e a colpire
i ricavi che ottiene
dalla vendita di armi e di tecnologia. Le sanzioni sono «un ulteriore vile
prodotto delloffensiva internazionale guidata dagli
Stati Uniti per indebolire, disarmare la Repubblica democratica della Corea e
soffocare la sua economia», si legge nel testo. Pyongyang ha informato, inoltre,
che ogni blocco imposto alla Corea del Nord sarà assimilato ad un atto di
guerra. Da quando il presidente Barack Obama è alla
guida degli Stati Uniti, invece, Washington ha sempre sostenuto di non essere
interessata a un attacco del paese asaitico. Intanto, come precauzione verso limprevedibile
vicino, già la settimana scorsa la Corea del Sud aveva inviato molte centinaia
di militari alla frontiera marittima con la Corea del Nord, già teatro di
scontri navali nel 1999 e nel 2002. Secondo lagenzia Yonhap, più di
600 militari della Marina sono stati dispiegati nelle isole di Yeonpyeong e di
Baekryeong per rafforzare la presenza sul posto.
( da "Repubblica.it"
del 13-06-2009)
Argomenti: Obama
ROMA -
Quattordici bandiere del Pd, prelevate questa mattina durante un vero blitz in
uno scantinato della sede nazionale del partito, in via Sant'Andrea delle
Fratte. Oggi pomeriggio quei simboli hanno sfilato tra i carri del Gay Pride
romano, come espressione di una prima protesta da parte del Tavolo Glbt (gay,
lesbico, bisessuale e transgender) dello stesso Pd, del quale fanno parte, tra
gli altri, la deputata Anna Paola Concia, Ivan Scalfarotto e la giovane
Cristiana Alicata. Tutti democratici, "stanchi di un Pd che, sulla
questione dei diritti dei gay, non ha il coraggio di prendere una posizione
netta e inequivocabile", come spiegano sfilando per le strade della
capitale. Alcuni sono esponenti locali del Pd - è il caso di Sergio Lo Giudice,
consigliere comunale a Bologna, ma anche di Enrico Fusco, presidente Arcigay di
Bari e responsabile giustizia della segreteria provinciale del Pd di Bari.
Stamattina, durante una riunione del Tavolo Glbt, hanno deciso di puntare i
piedi e di chiedere al segretario del partito, Dario Franceschini, una linea
"chiara e decisa su questioni come quella del matrimonio ma anche delle
adozioni". E, sempre a Franceschini, chiedono ufficialmente di aderire al
Pride nazionale di Genova, in programma il prossimo 27 giugno a Genova.
"Qui a Roma abbiamo registrato adesioni individuali, anche di prestigio,
da parte di esponenti del Pd - spiega Cristiana Alicata, bandiera del Pd in
mano - è il caso del segretario dei Democratici del Lazio Roberto Morassut, di
Nicola Zingaretti presidente della provincia, e di Paola Concia deputata del
Pd. Ma tutto questo non basta: vogliamo che il segretario affronti, una volta
per tutte, i temi cari alla comunità GLBT". Perché parlano proprio oggi?
"Abbiamo voluto attendere la fine del periodo delle elezioni europee -
risponde Alicata, membro della Costituente del Pd nel Lazio, oltre che della
segreteria Pd in un municipio romano - per evitare eventuali divisioni nel
partito. Adesso, però, abbiamo capito che è ora di cambiare linea. Se non
alziamo il livello, anche mediatico, di questa lotta, anche quella interna, non
andiamo più da nessuna parte. E così ci siamo presi le bandiere. In teoria non
potrebbero sfilare, ma per noi era importante esserci e lanciare questo
segnale". OAS_RICH('Middle'); Le fa eco Enrico Fusco, militante del
movimento omosessuale: "L'Europa sta andando avanti, noi siamo fermi.
Facciamo ridere. Vogliamo un partito più laico, liberale e democratico. Anche
Veltroni, sul tema dei diritti ai gay non ha mai detto molto ed è paragonabile,
più che a Obama, a Franceschini". Quello che gli esponenti del tavolo GLBT
fanno notare, è che i militanti del partito sono "più avanti"
rispetto alle gerarchie del Pd: "Quando, qualche giorno fa, il circolo del
Pd della zona di Marconi, a Roma, ha votato una mozione per aderire al Pride, i
'sì' hanno stravinto. Perché non si fa qualcosa del genere anche a
livello nazionale? Perché non si chiede ai militanti di esprimersi su una
questione come quella del matrimonio? La risposta è che i vertici hanno paura
del risultato del voto". Che al Pd manchi il coraggio e la determinazione
di prendere una posizione inequivocabile su alcuni temi, è la convinzione di
Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay: "Chiedo al partito di
votare a maggioranza, a partire dal prossimo congresso, su una questione come
quella delle unioni gay. Vogliamo parlare di matrimonio e ho il diritto i
sapere quale sia la linea del mio partito". Il problema, oggi, secondo la
Alicata, è che "manca un confronto: lo abbiamo cercato, per vie interne,
ma ci siamo resi conto che non basta. Da qui la decisione, adesso, di portarlo
all'esterno, anche con queste bandiere esposte al Pride di Roma. E' arrivato il
momento, per Franceschini, di aprire gli occhi, rispettare le differenze e di
riconoscere i nostri diritti". Eppure, secondo la giovane militante del
partito, "noi del Tavolo Glbt crediamo di interpretare il sentimento del
popolo democratico. Vorremmo che fosse così anche per i candidati e gli
esponenti nazionali del partito. Troviamo strano che, lo scorso maggio,
Franceschini non abbia firmato una mozione contro l'omofobia presentata da
Paola Concia. E' arrivato il momento di prendere una posizione chiara e
inequivocabile, senza ulteriori rinvii". Ora il tavolo Glbt guarda già al
prossimo congresso del partito, e si appella a tutti, inclusi i militanti dei
partiti a sinistra del Pd: "Chiediamo alle persone che vogliono un Pd più
laico di iscriversi, e battersi al nostro fianco, perché i diritti dei gay
possano finalmente diventare prioritari. Il che, ovviamente, non significa
trascurare la crisi economica". (13 giugno 2009
( da "Stampa, La" del
14-06-2009)
Argomenti: Obama
ASTI. CON PADOA
SCHIOPPA Mario Calabresi a Passepartout Come finirà la crisi economica? Una
risposta la offriranno stasera economisti e gioralisti nell'incontro conclusivo
del festival letterario «Passepartout» che ha tenuto banco questa settimana a
Palazzo Alfieri, su iniziativa della Biblioteca Astense. Sul palco di fronte al
busto di Vittorio Alfieri alle 21 saliranno Tommaso Padoa Schioppa, economista
e ministro del governo Prodi, il direttore de «La Stampa» Mario Calabresi e il
giornalista del «Sole24ore» Beda Romano, figlio dello storico e ambasciatore
Sergio, che ha aperto il festival. Calabresi ha appena pubblicato il libro «La
fortuna non esiste» (Mondadori), in cui descrive la vicenda di persone
incontrate in una lunga traversata degli Stati Uniti durante la campagna elettorale di Obama, accomunate dall'aver saputo reagire alla crisi e rimettersi in
piedi. «Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui
ti rimetti in piedi» è l'assunto alla base di questi ritratti di protagonisti
del paese della «seconda possibilità», in cui le crisi economiche assumono
proporzioni catastrofiche e mettono sul lastrico migliaia di persone dall'oggi
al domani. A partire da questi esempi e dalle analisi degli economisti arriverà
un messaggio di speranza, un finale «aperto» al festival dedicato alle «grandi
crisi» che ha appassionato non pochi astigiani.\ Servizi ALLE P
( da "Stampa, La" del
14-06-2009)
Argomenti: Obama
Silvio
spera in Obama per risollevarsi dai colpi Ora si
capisce quanto se l'è vista brutta il Cavaliere che, davvero, crede al
complotto. In tre lustri mai si è sentito così in pericolo, e non solo nella
veste di premier (perché le crisi di rigetto, qui in Italia, hanno precedenti
drammatici).
Dopo la sua ammissione a Santa Margherita, finalmente è possibile interpretare
quel paio di mosse all'apparenza bizzarre: la minaccia, sempre smentita eppure
alimentata dal suo staff nel pieno dello scandalo Noemi, di elezioni politiche
subito, con quattro anni di anticipo, casomai qualche partner l'avesse tradito.
Erano un tentativo di dissuasione. E poi l'ansia di rinnovare il patto di ferro
con Bossi, mostrando una fretta dannata. «Volevano far decadere il presidente
del Consiglio per mettere un'altra persona non eletta dagli italiani...». Ne
parla al passato, Berlusconi, perché la «congiura» è andata a monte, perlomeno
così vuole credere. E ai veri o presunti «golpisti» («se questa non è
eversione, ditemi che cosa è?») dà l'ultimatum: tornate sui vostri passi, tanto
ormai vi ho «tanati». Siamo sul terreno labile dei sospetti, delle chiacchiere
fragili quanto tele di ragno. Un paio le certezze. Primo: Berlusconi non si
sente difeso dal Colle. Il suo j'accuse dà per scontato che Napolitano si
regolerebbe come Scalfaro nel '94, invece di sciogliere le Camere darebbe vita
a un governo istituzionale per evitare la vendetta delle urne. Secondo:
Cesare-Berlusconi è convinto che, tra i suoi, qualcuno nasconde il pugnale.
Inutile provare a scucirgli il nome di «Bruto». Che davvero lui pensi a Fini,
come si sussurra nei Palazzi romani, è un'ipotesi come tante. Il piano è andato
a monte, sostengono i consiglieri del premier, perché «è mancato agli avversari
il colpo del kappaò. L'hanno toccato duro, ma Silvio non è al tappeto». Anzi,
torna al centro del ring. Minaccia pesantemente i giornali ostili («non
riforniteli di pubblicità», esorta gli imprenditori in una specie di do ut
des). Si prepara al contrattacco sul terreno dove più compromessa è la sua
immagine, quello internazionale. L'incontro di lunedì con Obama
cade al momento giusto: se Berlusconi eviterà gaffe clamorose, se uscirà
indenne pure dal match alla Casa Bianca, presto i giornali stranieri si
stancheranno di dargli del clown («Times» di Londra), l'imminente G8 sarà
affrontato senza l'angoscia del fiasco galattico. Quindi subentrerà l'estate e
la sinistra tornerà a ripiegarsi sui propri guai... Ecco maturare il cambio di
programma delle ultime ore: niente più distrazioni a Washington, tipo visita
alla National Gallery, oppure al Cimitero di Arlington: tutto quanto depennato.
Salta stasera il ricevimento alla Blair House, con rammarico dell'ambasciatore
Castellaneta. «Si arriva e si va subito a nanna in albergo», è la parola
d'ordine. Domani l'intera mattina a esaminare i dossier, l'incontro con il
presidente americano va messo molto sul concreto, su come affrontare il G8
senza rotte di collisione. Berlusconi s'imbarca sul volo di Stato con un
traguardo: dare prova di continuità nei rapporti con gli Usa. «Friendship as
usual», l'amicizia di sempre. Senza più l'enfasi dell'era Bush, ma ispirata al
pragmatismo tipico della nuova amministrazione. Le ultime da Washington
tranquillizzano il Cavaliere: c'è sempre l'ostilità di certi ambienti, specie
nel Dipartimento di Stato dove regna Hillary Clinton, ma il giro dell'
«intelligence» berlusconiana fa un calcolo terra-terra: nonostante le aperture
di Obama all'Islam moderato, Ahmadinejad è stato
rieletto. L'Europa resta un partner scettico. All'America servono veri amici. E
noi siamo sempre a disposizione. Escluso dunque che ci sbattano la porta in
faccia. Sipario pure sulle voci, riferite nelle scorse settimane al premier, di
dossier riservati che qualcuno in America avrebbe compilato sulle «relazioni
pericolose». Che agli occhi degli Usa non sono con Noemi, semmai quelle con
Gheddafi e con l'oligarca Putin.
( da "Stampa, La" del
14-06-2009)
Argomenti: Obama
Barbara Spinelli
SE MARX SEDUCE LA DESTRA Anche le destre - forse soprattutto le destre -
guardano d'un tratto a Karl Marx in altro modo: l'odierna crisi economica
somiglia non poco al «continuo stravolgimento dei rapporti consolidati», alla
«continua evaporazione di quel che è solido», descritti dal filosofo nel 1848.
Il padre del comunismo fantasticò il riscatto di una sola classe, e fu funesto,
ma la descrizione era realista, tutt'altro che fantasiosa. È vero che la
borghesia tende a rispondere alle crisi «provocando crisi sempre più
generalizzate, più distruttive, e riducendo i mezzi necessari a prevenirle». È
vero che «la moderna società borghese è come l'apprendista stregone, incapace
di controllare le potenze sotterranee da lui stesso evocate». È vero che essa
«ha spietatamente strappato tutti i variopinti vincoli feudali che legavano
l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro
vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha
affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi
dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia
piccolo-borghese. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al
posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo,
unica, la libertà di commercio priva di scrupoli». È vero infine che il
capitalismo sormonta spesso i mali coi veleni che li scatenano: tra essi,
«l'epidemia della sovrapproduzione». Il Capitale è di moda da qualche tempo. A
prima vista può apparire stupefacente quel che è accaduto alle elezioni
europee. Marx e Keynes tornano in auge, ma per le sinistre socialiste o radicali
è catastrofe: sono crollate in 16 paesi su 27, con punte massime in Francia,
Germania, Inghilterra, Italia, Spagna. Al momento sono come istupidite, e non
sapendo spiegare a se stesse il disastro si rifugiano nella denegazione. Il
capo dei socialdemocratici tedeschi Müntefering fa finta di nulla e giudica
assurdo l'esito, «visto che abbiamo spiegato così bene l'Europa sociale». I
compagni francesi balbettano. Franceschini, in Italia, emette il verdetto,
consolatorio e falso: «Abbiamo perso perché il vento della destra soffia così
forte in Europa». In realtà non ha vinto un vento di destra ma un vento ben
contraddittorio: il vento di una destra pragmatica, spregiudicata, non più
ideologica, che pur di mantenere il potere agguanta ogni utensile a disposizione.
Soprattutto gli utensili della socialdemocrazia: lo Stato che protegge i
deboli, e se necessario governa estesamente l'economia. Quel che la destra ha
fatto in pochi mesi è impressionante: è stata lei a chiudere l'era Thatcher,
sorpassando una sinistra paralizzata dai complessi di colpa, allergica a una
conflittualità di cui si vergogna, ammaliata per 13 anni dal Nuovo Labour di
Blair e dal suo mimetismo thatcheriano. Senza patemi la destra europea ha
smesso l'antistatalismo, la lotta alla spesa pubblica, il dogma delle
privatizzazioni. Con sotterfugi linguistici esalta perfino il Welfare: dice
«stabilizzatori automatici» per non dire Stato Provvidenza. Uomini come
Tremonti scoprono l'anticapitalismo, chiamandolo anti-mercatismo. Qualche tempo
fa, in una manifestazione della sinistra estrema a Parigi, ho incontrato un
militante che mi ha detto: «Beati voi che avete Tremonti!». Niente vento di
destra dunque, ma un'usurpazione più o meno cinica di idee socialdemocratiche e
anche marxiste che devasta le sinistre classiche. Se in Europa si riapre la
questione sociale saranno Sarkozy, Tremonti, Angela Merkel a gestirla,
nazionalizzando o stampando moneta. Essenziale è traversare il torrente con
ogni mezzo, e sperare che si torni allo status quo ante senza mutare il modo di
sviluppo produttivistico. Marx e Keynes sono usati non per cambiare modello, ma
per perpetuarlo con l'ambulanza del Welfare. È un modello che socialisti e
sindacati condividono, quando accusano la destra di ultraliberismo o si
limitano a chiedere aumenti salariali e tutela dei posti fissi. Per questo sono
oggi ombre di se stessi. Le elezioni europee non dicono tuttavia solo questo.
Le sinistre defraudate sono aggrappate allo status quo ma nuove forze emergono,
che pensano la crisi con sguardo più profondo e lungo. Che
seguono con estrema attenzione Obama e presentono, in quel che annuncia, la possibilità di una
trasformazione, di un ricominciamento. È il caso dei Verdi in Francia,
Germania, Inghilterra, Svezia, Belgio, Grecia, Finlandia. È il caso dei
liberali-legalitari di Di Pietro, e perfino di forze inedite come i Pirati in
Svezia. Quattro consapevolezze accomunano questi gruppi. Primo, la crisi
presente è tettonica, e non si esaurisce nella questione sociale. Secondo: il
capitalismo di Stato che ovunque risorge accresce i poteri dello Stato censore
sulle libertà cittadine. Terzo: la corruzione che ha accompagnato la crisi può
perdurare, perché le urgenze governative sono altre. Quarto: il ricominciamento
dovrà accadere in Europa, non negli Stati-nazione. Daniel Cohn-Bendit è
precursore in questo campo, e il suo successo è significativo. La questione
sociale non è negata, ma egli la vede in connessione stretta con il clima:
dunque con una crescita alternativa, e come ha detto Obama
al vertice dei G-20, con un «mercato dei consumi meno vorace». A suo avviso sia
la destra che la sinistra difendono lo status quo: la crescita dei consumi e di
vecchie produzioni, la lotta sul clima rinviata al dopo-crisi, come nei
desideri di governanti e imprenditori italiani. «È come se le sinistre avessero
nel computer un software inadatto», dice: un «software produttivistico»
sorpassato e nocivo. Il carisma del leader verde non è senza legami con quello
di Di Pietro, De Magistris, Arlacchi. Anche i francesi di Europa-Ecologia hanno
schierato giudici: Eva Joly, numero due nella lista, ha indagato sulla
corruzione dei potenti (incriminando il faccendiere Tapie o - nell'affare Elf -
l'ex ministro degli Esteri Roland Dumas) ed è esperta in delinquenza finanziaria
internazionale. Anche lei è cittadina d'Europa: come Cohn-Bendit è
franco-tedesco, lei è franco-norvegese. Infine c'è il Partito dei Pirati: una
formazione che ha raccolto il 7 per cento ed è il terzo partito svedese per
numero di iscritti. La sua battaglia per il libero e completo accesso a
internet è emblematico segno dei tempi: con il dissesto dei giornali e
l'estendersi del capitalismo di Stato, si è visto negli ultimi giorni quanto
sia prezioso lo spazio internet e dei blog. È prezioso in Francia, dove la
Corte costituzionale ha appena invalidato una legge che vieta lo scaricamento
di programmi, affermando che solo il giudice può emettere sanzioni e non
l'autorità amministrativa. È prezioso in Italia, dove la libertà internet è
minacciata dalla nuova legge sulle intercettazioni: lo spiega molto bene
Giuseppe Giulietti sul quotidiano online per la libertà d'espressione
(Articolo21.info). L'impotenza dello Stato-nazione accelera le cose. Sono
cresciuti i partiti concentrati sull'Europa, per respingerla o approvarla. I
Verdi sono i soli, nel voto di giugno, ad aver appreso la dimensione
sovranazionale delle politiche europee. Cohn-Bendit è l'unico ad aver parlato
in nome d'un partito non nazionale: il che vuol dire che non siamo giunti, con
la crisi delle sinistre tradizionali e del modello produttivistico, alla fine
del progetto europeo pensato dai fondatori. Sono sfibrate le forze dimentiche
dell'Europa, non quelle che investono su essa e reinventano. L'analisi di
Cohn-Bendit è giusta: «Una forza politica moderna deve avere oggi dimensioni
europee. E la crisi della socialdemocrazia la si risolverà solo formulando,
contro le alternative nazionali, alternative europee. È qui che il socialismo
ha fallito: aveva davanti a sé un boulevard in Europa, e ha dato risposte solo
sul piano nazionale».
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 9 - Esteri
La scrittrice Azar Nafisi, autrice di "Leggere Lolita a Teheran"
"Rubati i nostri voti ma i giovani e le donne cambieranno il Paese"
Quelle code ai seggi sono un segnale di speranza. Obama? Deve dialogare con la società civile iraniana" FRANCESCA
CAFERRI Nel buio delle immagini che arrivano da Teheran, Azar Nafisi riesce
comunque a trovare uno spiraglio di luce: «La cosa più importante è che la
gente ha detto quello che vuole. Lo abbiamo visto con le code in strada,
con i giovani, con le donne. Il risultato è un´altra cosa, lo sanno tutti che è
truccato. Ma quello che abbiamo visto è l´Iran che vuole cambiare». Se lo dice
lei forse c´è da fidarsi: il suo "Leggere Lolita a Teheran" è il
libro di maggior successo sulla Persia uscito negli ultimi anni. Delusa,
signora Nafisi? «No. La cosa più importante è stata la reazione della gente.
Voi occidentali sbagliate a focalizzare l´attenzione solo sulle élite
politiche, gli iraniani hanno detto forte e chiaro cosa vogliono». Ma ha vinto
Ahmadinejad... «Lo sanno tutti che il voto è stato truccato. Ma se anche
Ahmadinejad avesse vinto davvero (mai con questi numeri) quella che ha espresso
scontento è una minoranza sostanziale. Sono i giovani, le donne. Nessuno potrà
fare finta di niente». Allora per il fronte riformista questa non è una
sconfitta vera? «I religiosi sono divisi. La società civile si è mostrata forte
e compatta. Questi sono segni positivi. Certo io, come molti altri, avrei
voluto un risultato diverso. Ma non importa, questa storia non finisce qui, ci
sono segni che non possiamo ignorare». Come fa ad essere cosi sicura che il
voto sia stato truccato? «Non dico che nessuno abbia votato Ahmadinejad. Ma
perché mai gli iraniani dovrebbero volerlo ancora? Non ha mantenuto le promesse
verso i poveri. Ha aumentato la repressione sui giovani e gli intellettuali.
Ogni volta che va all´estero getta vergogna sul paese. La popolazione in Iran è
sempre più giovane e vuole essere libera. Questa è una pausa, non la fine del
processo di apertura: i giovani non sceglieranno la violenza, perché è quello
che vuole il regime, ma non smetteranno di chiedere più diritti». Lei oggi vive
negli Usa: come pensa reagirà Obama, che aveva
scommesso sul cambiamento? «Dovrebbe capire che il dialogo con l´Iran non si
costruisce parlando solo con il regime. è la società civile quella su cui
occorre puntare. Questo è il messaggio vero di queste elezioni».
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 3 -
Economia La lezione del grande venditore "Vinco con la politica del
cucù" Il premier: così sono diventato amico della Merkel e del raìs
"A una che ha una figlia brutta, devi raccontare che la sua bambina è
meravigliosa" Applausi a Sacconi che invita i laureati a fare anche gli
imbianchini pur di lavorare "Ma davvero la Libia era italiana", si
chiede qualche giovane imprenditore ALBERTO STATERA dal nostro inviato Santa
margherita ligure - Gorgonzola e vino passito a Zapatero. Scherzetti ad Angela
Merkel, «una che viene dai paesi dell´est». Tanta pazienza con Gheddafi, come
si usa per un «cliente originale», cioè un po´ scimunito. Con un solo
imperativo categorico: «mai mani sudate» con il «cliente». Per la prima volta,
dinanzi alla platea di giovanotti in gessato ammorbiditi da scarpe da
ginnastica e di giovanotte in push-up pettorale e tacco da dodici, che si
spellano le mani quando il ministro Sacconi invita i laureati ad andare a fare
gli imbianchini - che c´è tanto bisogno - Silvio Berlusconi con tono
autorevolmente didascalico tiene una lectio magistralis sulla «politica del
cucù». La politica che tanto prestigio gli sta procurando all´estero. La chiama
così lui stesso, con apprezzabile tasso di presunta autoironia. Di fronte a un
popolo un po´ stralunato di confindustrini, che in perfetto digiuno di libri di
storia patria si chiede perplesso che cosa mai abbia a che fare l´Italia con la
Libia e con il colonialismo, cui vende il perfetto manuale del giovane
venditore. L´amicizia con Gheddafi - dice il premier - era obbligatoria. Nasce
dal fatto che uno che governa da quarant´anni è per forza non un dittatore, ma
un uomo «intelligentissimo». Anche se, dobbiamo presumere, un po´ meno di
Stalin che comandò soltanto per ventinove anni. Nella politica del cucù, il
«brand» presidenziale nato dal richiamo che da dietro un pennone portabandiera
egli stesso lanciò al perplesso cancelliere germanico che viene dall´est il 17
novembre del 2008, c´è una filosofia di comunicazione che il premier ha deciso
di rivelare ai giovani adepti che per venticinque volte, salvo errore, l´hanno
applaudito ieri a scena aperta durante il concitato intervento, nel quale ha
denunciato un pericoloso «progetto eversivo» nei suoi confronti. Singolarità
vuole, nonostante i tentativi di Emma Marcegaglia e Federica Guidi di riportare
il tutto nei binari il dibattito di un paese serio, che l´ovazione della
giovanile platea scattasse soprattutto in coincidenza con i capitoli più in
consonanza con i raffinati calembour presidenziali in stile «Bagaglino». «La
politica - racconta il premier travolto da un irrefrenabile applauso - è come
fare la corte alle ragazze. «Se te ne vuoi rimorchiare una non è che le dici:
"Vieni fuori con me sabato". Le dici: "Vuoi uscire con me sabato
o venerdì?". Questa è la politica, ragazzi. A una signora con uno sguardo
un po´ da talpa devi dire che ha «gli occhi trasparenti». A una che ha una
figlia cozza, devi raccontare che la sua bambina è meravigliosa. A uno che ha
una cravatta orrenda devi dire: «Che bella cravatta primaverile!» E,
soprattutto, a uno che ha la mano sudata, che bagna irrimediabilmente la tua
per i successivi stringimano, rischiando di farti fare brutta figura, devi
dichiarargli sorridendo: «Che bella stretta che hai!». Applausi, applausi. Più
o meno per un decalogo analogo a quello che veniva fornito vent´anni fa ai
venditori di Publitalia capeggiati da Marcello Dell´Utri, rivenduto oggi a
questi giovani imprenditori, che ad ognuno dei venticinque applausi fanno un
po´ più tenerezza. Girano in Suv o in Porsche da 300 cavalli, incedono nei
cinque stelle con la sicumera dei padroni, ma non sanno neanche lontanamente
che cosa fece l´Italia mussoliniana nelle colonie. Ma davvero la Libia era
italiana? Si spellano le mani quando un ministro del Lavoro in carica gli dice:
i giovani laureati vadano a lavorare, facciano i commessi o gli operai, che gli
fa bene. Ma talvolta non sanno neanche quel poco di storia che i loro coetanei
destinati a fare gli imbianchini forse maneggiano. E´ così, con la politica del
Cucù, che «si rendono gradevoli le amicizie» con i capi di Stato e di governo,
come è stato ampiamante sperimentato nelle convention di Publitalia. E come il
mondo in realtà è costretto a riconoscere perché alla guida del paese - ci
informa il premier - «adesso c´è un tycoon, un grande imprenditore come Gianni
Agnelli, che ha considerazione come uomo politico, ma prima ancora ne aveva
come imprenditore». Questo per norma e regola di tutti quelli i quali dicono
che «bisognerebbe comportarsi in modo diverso» sulla scena internazionale.
L´artrosi cervicale che lo tormenta e il cortisone che deve assumere, come per
la sciatalgia che due anni fa lo colpì quando saltò sul palco dinanzi agli
industriali di Vicenza, non hanno impedito al premier di firmare alle tre di
notte di venerdì l´ultimo dei tredici appalti che consentiranno di costruire le
nuove case all´Aquila entro il 30 novembre (applauso). Segue descrizione degli
appartamenti provvisori in fase di realizzazione, due vani e bagno, che fanno
dell´Italia «un esempio unico nella storia di tutto l´occidente» (applauso).
Per non dire dei trenta appartamenti che tra poche settimane ospiteranno
all´Aquila i capi di Stato e di governo, dotati di tutti i comfort, persino
della palestra Tecnogym per il benessere fisico di Barack Obama, come dal palco ha già rivendicato
l´imprenditore Nerio Alessandri (applauso). La politica del cucù, come il
premier l´ha ieri perfettamente definita, si nutre delle tecniche del
Venditore, come tanti anni fa recitava il titolo di un libro di Peppino Fiori,
che la platea dei giovani investita delle sorti future del paese e chiamata a
raccolta per superare la crisi, ha apprezzato ben oltre qualche
imbarazzato sorriso della prima autorevole fila, di fronte alle iperboliche
vette oratorie. La notizia da Santa Margherita non è oggi la pregevole, ma già
vista performance del leader. Sono gli applausi, in tempi di crisi, di una
platea che rischiamo di veder soprannominata da quegli snob dell´Economist
«rednecks», nuche rosse, per il sole preso nei campi. O in spiaggia.
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 4 -
Interni Berlusconi e il fantasma di Draghi "Ma non riusciranno a farmi
fuori" è il governatore il "non eletto" che il Cavaliere teme E
dieci giorni fa il Cavaliere aveva attaccato il governatore sui precari Il
timore del premier che ci siano ripercussioni con le cancellerie internazionali
CARMELO LOPAPA CLAUDIO TITO ROMA - Il fantasma di un governo tecnico guidato da
Mario Draghi e l´incubo che lo scandalo foto possa compromettere seriamente i
rapporti con le cancellerie internazionali. Ecco cosa ha spinto il premier
Silvio Berlusconi all´intemerata sul «progetto eversivo» dinanzi alla platea
dei giovani industriali, a meno di un mese dal G8 sul quale il governo
scommette una buona fetta della sua credibilità e alla vigilia
della tanto agognata visita a Washington per incontrare Obama. Numeri della maggioranza
blindati, governo compatto, leggi come caterpillar in Parlamento, dunque, non
fanno sentire il presidente del Consiglio al riparo, sufficientemente sicuro.
Complici, la crisi economica montante - al di là delle rassicurazioni ribadite
fino a ieri - e i nuovi risvolti legati al Casoriagate, alle foto di
Villa Certosa, alle veline sui voli di Stato. Il timore che il Cavaliere ancora
ieri mattina confidava a ministri e parlamentari Pdl che lo hanno seguito a
Santa Margherita, è che si stia muovendo una sorta di «tenaglia», intenta a
schiacciarlo su due fronti, interno e internazionale: «Pensano di farmi fuori
con una manovra di Palazzo, ma non mi metteranno all´angolo, gli italiani
stanno dalla mia parte». In privato, non è un mistero, Silvio Berlusconi ormai
da un mese dà un volto e un nome a quell´ «altra persona non eletta dagli
italiani» evocata ieri e che potrebbe prendere il suo posto. Volto e nome che
portano dritti al vertice della Banca d´Italia. A Palazzo Chigi sentono da
settimane gli echi dell´indiscrezione che circola negli ambienti
confindustriali e che indicano nel governatore Mario Draghi il potenziale
presidente di un esecutivo tecnico, di «salute pubblica», un governo per
gestire la crisi. I boatos hanno fatto presto a giungere alle orecchie di
Berlusconi, ovvia la sua forte irritazione. A quanto sembra ne avrebbe parlato
anche con la numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia, presumibilmente lo
ha fatto anche ieri durante la colazione con lei nella residenza di Portofino,
al termine del convegno. I rapporti tra l´inquilino di Palazzo Chigi e il
governatore sono cortesi, formali, ma ormai niente più di questo. Il 5 giugno
scorso, alla vigilia delle Europee, Berlusconi non ha esitato a smentire
pubblicamente la previsione preoccupata del governatore su quel milione e 600
mila lavoratori che rischiano di restare senza sussidio in caso di perdita del
posto: «Questa è un´informazione di Draghi che non corrisponde alle nostre
conoscenze». E le bordate sempre più frequenti del ministro dell´Economia
Tremonti nei confronti di Draghi sono la conferma di un clima, di
un´insofferenza che fa da sfondo a un antagonismo sotto traccia. Il premier non
dimentica che l´inquilino di Palazzo Koch è stato uno dei «Ciampi boys». Come
non si stanca mai di far notare ai suoi come Pd e Casini prendano le difese di
Draghi tutte le volte in cui emerga una qualche contrapposizione col governo.
Nei giornali berlusconiani, in queste ore, è tutto un fiorire di «complotti»,
«congiure», «assalti» e «avvoltoi». Non a caso. Alla fobia interna, se ne sta
affiancando un´altra, riconducibile alla storia delle 5 mila foto private che
hanno immortalato Berlusconi (e le sue ospiti) a Villa Certosa e che ora sono
in circolazione. Il presidente del Consiglio dà per scontato che presto alcuni
di quegli scatti saranno pubblicati all´estero, nonostante l´ulteriore
richiesta di sequestro avanzata dal suo avvocato Ghedini. «Il timore - racconta
chi è più vicino al premier - è che una qualsiasi cancelleria europea prenda a
pretesto quelle immagini e le fandonie che le circondano per decidere di non
incontrare più il presidente». Ecco il rischio isolamento che si affaccia. A
quel punto, solo a quel punto, Berlusconi si sentirebbe spalle al muro. I più
espliciti tra i fedelissimi, come Osvaldo Napoli tra gli altri, denunciano in
un tam tam crescente che una regia sta lavorando per portare indietro
l´orologio, magari al 94, «qualcuno vuole tenere in
scacco la democrazia italiana e impedire che si concluda la transizione che dura da 17
anni». Ma non tutto il Pdl, come sempre più spesso accade, segue il premier
sulle barricate. La teoria del complotto sembra non convincere affatto gli ex
An, il presidente della Camera Fini e gli ambienti a lui più vicini. «Come non
è stata mai credibile la teoria del complotto delle toghe rosse - racconta il
finiano Fabio Granata - così non sembra fondata la tesi che ci sia un´eversione
in atto. C´è un fuoco di fila, è vero, ma si argina solo con un´azione di governo
incisiva».
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
C aro Augias,
durante la campagna elettorale sono capitato su un programma tv nel momento in
cui il premier rivendicava la sua capacità di ospitare e fare regali costosi in
nostro nome. I giornalisti presenti facevano quasi scena muta, il conduttore
seguiva obbediente. Berlusconi non ha capito la confusione che ha creato e
spero che i magistrati se non penali almeno quelli amministrativi provino a
rammentargli il nodo del busillis. Se l'invito è stato fatto in forma privata
non ha diritto di usare i mezzi dello Stato per i suoi ospiti. Se l'invito è
rivolto come capo del Governo cioè a nome di noi italiani allora deve svolgersi
nei luoghi delegati alle rappresentanze ufficiali. E' evidente che se ospita a
casa sua a nome di noi italiani oltre all'ostentazione della propria ricchezza
è come se ci trattasse tutti da sudditi il che a parte ogni considerazione di
tipo istituzionale è una bella prova di maleducazione. Anche il concetto di
sicurezza sbandierato dai suoi amici appare peloso. Obama vive alla Casa Bianca, Sarkozy e Brown vivono in abitazioni
protette. Si dia anche al premier italiano un alloggio sicuro. Non si possono
spendere miliardi in case private pagati da tutti noi per i capricci di ogni
capo del Governo presente e futuro. Rolando Aielli rolando.aielli@tiscali.
it L a questione è del più grande interesse. E' stato più volte messo in
risalto l'uso improprio, le forzature, che il capo del Governo fa delle sue
prerogative, funzioni e perfino alloggi. Uno dei casi più clamorosi, e
sospetti, si ebbe in occasione delle ultime elezioni politiche quando Giuseppe
Pisanu, ministro dell'Interno, si recò a palazzo Grazioli, cioè nell'abitazione
privata del premier, per aggiornarlo sullo spoglio in corso delle schede
elettorali. Un altro caso, più recente, è quando in quella stessa abitazione
sono state discusse, e decise, le nuove nomine Rai. Non si tratta solo di un
pasticcio formale. Questa confusione fa regredire il rapporto del capo del
Governo con le istituzioni e i cittadini a prima che si stabilisse la separazione
dei poteri e delle funzioni (comprese le spese relative) tra le varie
articolazioni di uno Stato. Berlusconi farebbe probabilmente un salto sulla
sedia, ma è la verità, se gli si facesse notare che una tale impostazione, in
epoca moderna, ha caratterizzato gli Stati comunisti che non riconoscono il
principio della separazione dei poteri. Usare una dimora romana o una villa in
Sardegna, che sono residenze private, per svolgervi funzioni pubbliche è
un'ulteriore prova di quel populismo di marca peronista tipico del suo agire.
Purtroppo si tratta di deviazioni al protocollo di una democrazia che sembrano
interessare solo un numero limitato di cittadini sfuggendo ai più la loro
gravità.
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 32 -
Commenti IL CAVALIERE E IL SUO FANTASMA (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 33 -
Commenti IL COLPO DI MANO DEL REGIME DI TEHERAN (SEGUE DALLA PRIMA P
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina V - Genova
Le idee Folla per l´inaugurazione dell´incontro tra le culture del mondo, con
Gad Lerner Ma Genova è anche un Suq ENZO COSTA MA LO vogliamo dire che Genova è
anche quella del Suq? Venerdì scorso, all´inaugurazione dell´incontro con le culture
del mondo orchestrato da Carla Peirolero, lo si capiva benissimo, forse ancora
più del solito: era come se, per una volta, il quotidiano addensarsi nel
paesaggio italico delle nuvole plumbee dell´intolleranza, della xenofobia, del
razzismo di Lega e di sgoverno, non avesse prodotto - tra chi è
costituzionalmente meteoropatico nei confronti di simili perturbazioni sociali
e politiche - il consueto, rassegnato asserragliarsi in casa o in se stessi
nell´attesa che passi la nottata tempestosa. No, venerdì sera, la gente c´era,
al Suq: e non solo nel senso di un afflusso di massa davvero impressionante e
quindi, visti i (mal) tempi, significante. Ma anche e soprattutto nel senso di
una partecipazione forte, attiva, vibrante: intensa come e più delle spezie mediorientali,
si avvertiva un´energia positiva rara e preziosa. Le persone erano lì, in
tante, in tantissime, ognuna con la propria storia, le proprie idee, le proprie
origini, i propri jeans o la propria tunica, ma tutte
catturate e coinvolte allo stesso modo dalle parole di Gad Lerner, che
raccontavano con lucido trasporto la bellezza e l´inevitabilità del meticciato,
gli orizzonti spalancati dalla presidenza Obama e l´aria viziata e viziosa dell´Italietta berlusconiana, la
fatica e la possibilità della convivenza. SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina III -
Firenze Bertini "Matteo, ci vuole più coraggio: pensa
a Obama" Di ritorno da
poche ore dalla Germania, Ivano Bertini, professore di chimica all´università
di Firenze ha una visione più "internazionale" e, dopo aver letto il
forum, rivolge un appello a Matteo Renzi: «Sia più coraggioso, pensi a Obama e al suo discorso sulle energie
rinnovabili. La proposta del termovalorizzatore sostenuta da entrambi i
candidati va bene ma non basta. Bisogna che la sinistra abbia più fiducia nella
tecnologia e nell´innovazione. Solo così può uscire dalla crisi in cui si
trova». Di Galli il professore ha una buona opinione: «E´ una persona
simpatica, di buon senso. Si vede che è uno per bene e onesto ma nella politica
serve esperienza».
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 10 -
Esteri Parla Sadjadpour, esperto fra i più ascoltati a Washington "E´
l´ayatollah Khamenei a manovrare il regime" Se verrà riconfermato
Ahmadinejad il rischio di una soluzione militare aumenta in misura esponenziale
ALIX VAN BUREN «Un attacco militare da parte d´Israele contro l´Iran ora è più
possibile che mai. A Teheran il re è nudo: il monumentale imbroglio elettorale
fa uscire dall´ombra la Guida suprema Ali Khamenei. è lui a manovrare il
potere. Ma il regime scricchiola, scosso da fratture interne senza precedenti.
Il marciume è venuto a galla». Karim Sadjadpour è l´esperto d´Iran fra i più
ascoltati a Washington. Parla dal Carnegie Endowment for International Peace, è
chiamato a deporre al Senato americano e nelle stanze della Ue sulle più
delicate alchimie mediorientali. L´umore oggi è cupo. E
adesso, come risponderà il presidente americano Obama? riconosce la vittoria di Ahmadinejad, malgrado le denunce di
brogli? «Adesso bisogna aspettare che la polvere si posi, capire che cosa farà
Moussavi, se cioè chiederà l´annullamento del voto. In queste ore lui sta trattando
con Khamenei. Ma è importante ricordare che Moussavi, benchè vesta i
panni del riformista, è parte integrante della Rivoluzione islamica. La storia
insegna che nessuno nei suoi ranghi ha acceso micce capaci di fare esplodere il
sistema. In più, le Guardie rivoluzionarie sono maestre nell´intralciare le
proteste popolari: con il bando degli sms, degli strumenti di mobilitazione di
Moussavi, il movimento riformista è zoppo, muto e cieco». Dunque Washington si
rassegna a un nuovo mandato di Ahmadinejad? «Piuttosto, ora si deve trattare
direttamente con Khamenei. Per troppo tempo la Guida suprema è rimasta
nell´ombra. Manovrando il risultato del voto, si è esposta. Khamenei è nudo: è
lui l´ostacolo nel dialogo con l´Occidente, il responsabile della crisi
economica e dell´isolamento politico dell´Iran. Deve assumersene il peso.
Ahmadinejad è solo un facile bersaglio». è la fine del dialogo proposto da Obama? «Cambierà il tono, ma non la sostanza. Sarà un
dialogo freddo, come con l´Urss. Però non c´è scelta: con l´Iran bisogna trattare.
Piaccia o no, i dossier più aspri - l´Afghanistan, l´Iraq, il conflitto
israelo-arabo, il terrorismo, la proliferazione nucleare - non troveranno
soluzione senza l´accordo con Teheran. Si riaffaccia la prospettiva di una
soluzione militare? «Se verrà riconfermato Ahmadinejad, quel rischio aumenta in
misura esponenziale. Si aprirebbe un pessimo scenario». SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 10 - Esteri I dubbi di Obama: "Un voto da controllare" Le accuse di brogli
preoccupano la Casa Bianca. Israele: "Il mondo unito contro la minaccia
iraniana" Le reazioni Lieberman: "Il mondo agisca per impedire a
Teheran di diventare una potenza nucleare" ALBERTO STABILE dal nostro corrispondente
GERUSALEMME - Nessuna sorpresa per le notizie che arrivano da Teheran.
Convinto che Ahmadinedjad e Moussavi fossero due facce diverse della stessa
medaglia, il governo israeliano ha colto l´occasione della riconferma di
Ahmadinedjad per lanciare ancora una volta l´allarme contro la «minaccia
iraniana» e per polemizzare con gli Stati Uniti. Perché, afferma con parole
ruvide e allusive il vice premier Silvan Shalom, «il risultato del voto
iraniano sta esplodendo in faccia a chi pensava che l´Iran fosse pronto al
dialogo con il mondo libero, incluso quello sulla cessazione dei suoi piani
nucleari». Il riferimento, indiretto ma inequivocabile, è al presidente
americano seriamente impegnato a fare in modo che la sua strategia basata, da
un lato, sul dialogo con Teheran per fare in modo che rinunci alle sue
ambizioni nucleari e, dall´altro, sulla ricerca di un accordo definitivo tra
israeliani e palestinesi, trovi nel governo Netanyahu non soltanto una parte
interessata ma un convinto sostenitore. Cosa che finora non è stata. Dal
segretario di Stato, Hillary Clinton è venuto un commento cauto ma venato di
diffidenza. «Gli Stati Uniti - ha detto la signora della diplomazia americana -
seguono da vicino l´esito del voto iraniano e sperano che i risultati riflettano
la volontà degli elettori». Lo sperano, non ne sono certi. Conferma il
portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs: «Continuiamo a monitorare da vicino
l´intera situazione, comprese le accuse di irregolarità». Tuttavia, salvo che
non si verifiche un drammatico capovolgimento, la conferma di Ahmadinedjad al
potere non dovrebbe influire sui piani di Obama. «Noi
ci impegneremo nel dialogo a prescindere dalla fazione al potere», ha spiegato
un alto funzionario del Dipartimento di Stato. E che il presidente americano
intenda seguire il suo percorso a prescindere dalle vicende interne dell´Iran
lo dimostra il fatto che, mentre a Gerusalemme, un esponente di primo piano del
governo Netanyahu, invitava Obama a rivedere i suoi
piani, a Damasco, l´inviato del presidente americano in Medio Oriente, George
Mitchell, s´incontrava per la prima volta con i dirigenti siriani, alleati di
Teheran, per cercare di rilanciare la collaborazione Stati Uniti-Siria. Ma è
altrettanto evidente che il governo Israeliano non segue a ruota. L´opinione di
Shalom, non rappresenta un punto di vista isolato. «Il problema con l´Iran - ha
tagliato corto il ministro degli Esteri, Lieberman - non è di natura personale.
Il problema è il regime iraniano e gli atti che compie». Conclusione: «Il mondo
deve continuare ad agire in maniera risoluta per impedire che l´Iran diventi
una potenza nucleare e perché metta fine alle sue attività di assistenza delle
organizzazioni terroristiche che stabilizzano il Medio Oriente», vale a dire
Hamas ed Hezbollah. Queste opinioni riflettono l´orientamento emerso su quasi
tutti i maggiori giornali alla vigilia del voto. Alcuni commentatori autorevoli
si sono persino spinti a scrivere che una vittoria del presidente uscente era
preferibile al successo di Moussavi. E questo per un motivo semplicissimo.
Perché Ahmadinejad, con le sue affermazioni estreme e la sua iattanza nei
confronti dell´Occidente, ha favorito e favorirà ancora la campagna lanciata da
Israele per convincere il mondo a bloccare il suo programma nucleare.
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 11 -
Esteri L´ultima sfida della Corea "Pronti alla guerra con il
plutonio" Nuove minacce dopo le sanzioni Onu. Gli Usa: basta provocazioni
Pyongyang: "Dure azioni militari se gli Stati Uniti e gli alleati
cercheranno di isolarci" Si temono altri test atomici e l´avvio del
programma di arricchimento dell´uranio FEDERICO RAMPINI La Corea del Nord
risponde alle sanzioni Onu con una pesante minaccia: "trasformerà a scopo
bellico" le scorte di plutonio che possiede. Gli americani giudicano credibile
l´annuncio, e temono che sia imminente un nuovo test nucleare. Lungi dal
fermare il crescendo di tensione, la risposta della comunità internazionale
provoca una nuova fuga in avanti di Pyongyang. L´escalation bellica è
alimentata dai preparativi della successione al dittatore Kim Jong-il, che
accentuano in Corea del Nord l´atmosfera da stato d´assedio. Erano passate
poche ore dalla decisione del Consiglio di sicurezza sull´inasprimento delle
tensioni, quando è arrivata la reazione nordcoreana. «Lanceremo dure azioni
militari se gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di isolarci», ha
annunciato Pyongyang. Nello stesso comunicato c´è la minaccia di «utilizzo del
plutonio a scopo di armamento», nonché l´avvio di un nuovo programma di
arricchimento dell´uranio. è un ulteriore dietrofront rispetto agli impegni che
la Corea del Nord aveva preso fino alla fine del 2008, di interrompere il suo
programma nucleare. è proprio l´improvviso esperimento atomico del 25 maggio,
preceduto e seguito da 5 test missilistici mirati verso i paesi vicini, ad
avere provocato la condanna quasi unanime della comunità internazionale e la
sanzione Onu. Il Consiglio di Sicurezza l´altro ieri ha autorizzato le
ispezioni sulle navi nordcoreane, per impedire il traffico di armamenti. La
risoluzione 1874 è stata approvata con il voto della Cina e della Russia, in
apparenza un successo per la diplomazia americana. Tuttavia il governo di
Pechino è riuscito ad attenuare la durezza della sanzione: le ispezioni navali
saranno volontarie e non obbligatorie; inoltre dall´embargo restano esentate le
forniture di "armi leggere". è un eccezione significativa, poiché la
Cina è di gran lunga il principale fornitore di aiuti militari a Pyongyang. Le
"armi leggere" sono purtroppo quelle che il regime comunista di Kim
usa per mantenere il paese nel terrore. Dietro il linguaggio duro della Cina,
che ha condannato senza esitazioni i test nucleari e missilistici degli ultimi
due mesi, i comportamenti reali sono più ambigui. La Repubblica Popolare si
rifiuta di tagliare i propri aiuti finanziari, alimentari ed energetici, senza
i quali la dittatura di Kim sarebbe soffocata. I dirigenti cinesi dicono di
temere un tracollo della Corea del Nord e la conseguente ondata di profughi sul
loro territorio. La vera preoccupazione di Pechino è strategica: Pyongyang è
pur sempre un utile cuscinetto difensivo contro l´influenza americana in
Estremo Oriente. Resta da vedere quindi se la Cina applicherà davvero quella
parte della risoluzione 1874 che invoca la cessazione di qualsiasi aiuto
economico "non umanitario", nonché il congelamento dei conti bancari
che i dirigenti nordcoreani hanno all´estero (i più importanti sono a Macao,
paradiso fiscale che appartiene alla Repubblica Popolare). Di certo i leader
cinesi puntano a giocare un ruolo nella delicata partita del passaggio dei
poteri che si è aperta a Pyongyang. La "monarchia rossa" ha già
conosciuto una prima successione dinastica quando Kim Jong-il ereditò il
comando dal padre Kim Il-sung. Ora il 67enne dittatore manovra per designare il
suo terzo figlio, Jong Un, come futuro leader. Ma l´ascesa al vertice di questo
ragazzo di 26 anni probabilmente è un boccone indigesto per il partito
comunista e le gerarchie militari. Di qui l´esasperazione del clima di tensione
verso l´America, la mobilitazione pre-bellica, la ripresa
del programma nucleare: un modo per inasprire la morsa dell´ordine nella
transizione dei poteri, e forse anche un prezzo da pagare per la fedeltà
dell´esercito. In questo clima secondo l´ambasciatrice di Obama all´Onu, Susan Rice, «una nuova
provocazione è possibile».
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 23 -
Cronaca Le grandi catene "a basso costo" sbarcano sui magazine
patinati come Elle e Harper´s Bazaar Ecco la rivoluzione del low cost alla
conquista delle riviste glamour SIMONE MARCHETTI ELISABETTA MURITTI MILANO - Il
profano che diventa sacro. H&M e Zara sulle copertine dei magazine più
patinati al posto dei grandi stilisti. è successo a Vogue Usa, Harper´s Bazaar,
Elle Uk e Usa dell´ultimo mese. Tutti in coro a celebrare, con fotografi famosi
e top model blasonate, le catene della moda fast-food. è una rivoluzione? O l´effetto dello stile low-cost di Michelle Obama? è colpa della crisi economica? O
solo moralismo? Il vero imputato, come nel gialli, sembra essere il meno
sospetto. Ovvero, il fashion system. «Siamo fortunati ad avere H&M», ci
confida Matthew Williamson, ex designer di Emilio Pucci, oggi assoldato dal
megabrand svedese. «Nel passato, le linee economiche erano piatte e
incolori. Oggi, H&M è moderno e riesce a esplorare anche le controculture.
Lavorando col brand, poi, ho scoperto il design e la tecnica che riesce a
mettere in ogni pezzo. Qualità degne di un atelier. Ma la questione è un´altra:
non c´entra coi magazine più influenti che celebrano questi brand in copertina.
E nemmeno con la crisi economica che spinge tutti ad acquisti più oculati. Ci
vogliono abiti che non invecchiano in fretta». La conferma arriva dalla Summer
Edition, una serie di abiti a prezzo "interessante" che il marchio
Marni ha affiancato, quest´estate, alla collezione della sfilata. Andata
sold-out in un momento in cui i negozi non vendevano uno spillo. «Ma il
successo non è legato al fattore economico», risponde Consuelo Castiglioni,
desinger di Marni. «La Summer Edition raggruppa abiti con un prezzo inferiore
per i materiali utilizzati. La chiave di volta, però, è la capacità di essere
interpretata e mescolata con le collezioni passate, col fatto di migliorare con
l´uso, con la facilità di lavaggio. Nasce, infatti, dalla necessità di avere
pezzi essenziali». La differenza è minima ma abissale. Oggi più che mai. «Non
sappiamo più dove metterli», sospira Beppe Angiolini, titolare delle boutique
Sugar di Arezzo e presidente della Camera Nazionale dei Buyers. «Il problema
della moda non è il prezzo. E, finita la recessione, la moda dovrà fare i conti
con un meccanismo inceppato. C´è bisogno di un cambiamento strutturale».
«Troppo accumulo, troppa omologazione», fa eco Cristina Crespina, titolare
della catena di boutique Zoe di Bassano, Treviso e Pietrasanta. «Le mie clienti
più facoltose non si vergognano di comprare H&M. Ultimamente, ho anche
aperto un outlet vicino al mio negozio di Bassano». A dispetto di quanto può
sembrare, il debutto delle catene fast fashion sulle copertine più snob, non è
solo il risultato della recessione economica e del conseguente moralismo.
Somiglia più a una testa d´ariete che ha scalfito l´intero sistema moda. Un
settore che, dopo la crisi, dovrà fare i conti con un mondo e con dei
consumatori totalmente cambiati.
( da "Repubblica, La"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 46 -
Cronaca Slow food made in France Svolte del gusto i sapori Georges Brassens Les
calamiteux de la place qui viennent en rang comme les harengs Voir en face la
bell´ du bistrot I disastrati che vengono in fila come le aringhe A vedere da
vicino la bella del bistrot Erano duecentomila quarant´anni fa, ne sono rimasti
quarantamila e chiudono i battenti nella misura di duecento al mese. Colpa dei
ritmi accelerati della società di oggi, colpa dei divieti antifumo, colpa della
moda del cibo light Eppure in soccorso di questo tempio della cucina popolare
stanno accorrendo gli insospettabili: i grandi chef LICIA GRANELLO c´erano una
volta i bistrot. Piastrelle alle pareti, bancone di legno e zinco, sedie
scricchiolanti, aria carica di fumo, piatti robusti e bicchieri di vetro
spesso, un´atmosfera rilassata, tollerante, polverosa.Per più di un secolo, i
bistrot sono stati set ideali per film di ogni genere, da Irma la dolce fino a
Il favoloso mondo di Amélie. Jean Gabin e Bernard Blier, Lino Ventura e Simone
Signoret: un intero popolo di attori ha recitato tra bicchieri di vino e
marmitte (pot-au-feu) fumanti, taglieri di charcuterie e terrine con gli
immancabili cetriolini agri. Negli ultimi quarant´anni, in Francia si sono
spente le luci di oltre centocinquantamila bistrot: l´ultima indagine ne ha
censiti meno di quarantamila, con un ritmo di duecento chiusure al mese. Se
continua così, tra vent´anni i bistrot saranno protetti come i panda, lumache e
choucroute verranno iscritti nell´elenco dei piatti arcaici e bisognerà
organizzare dei cineforum con gli sceneggiati noir et blanc del commissario
Maigret per ritrovarne umori e ambientazioni. Più che la globalizzazione poté
lo smarrimento sociale. Perché tutto o quasi nei bistrot suona stonato rispetto
ai ritmi sincopati e asettici del nuovo mangiare fuori casa. Nei bistrot, anche
addentare un petit morceau di camembert richiede un minimo di rituale,
l´omelette va gustata con calma per goderne le mollezze interne, il caffè -
petit noir - va assaporato con il gomito appoggiato al banco, chiacchierando
col barista. Del resto, la cucina dei bistrot è nata per restituire il piacere
della tavola famigliare ai dannati del pasto fuori casa. Un po´ trattoria e un
po´ osteria, per quella democratica trasversalità di consumo che consente a
tutti di sedersi in pace, indipendentemente dall´ordinazione, dal sorseggiare
un bicchierino di calvados - calvà - all´affondare i denti in un succulento
gigot d´agneau (molto apprezzato dal presidente Obama durante il recente tour parigino
nello storico bistrot "La Fontaine de Mars"), mentre il patron
asciuga svelto il banco con l´immancabile torchon di tela grezza, rigorosamente
bianco e rosso. @_AR Tondo al VIVO:Assediati dai fast food, svuotati
dall´applicazione della legge che vieta il fumo nei locali pubblici (varata nel
1976 e disattesa per oltre trent´anni), accantonati in nome della cucina
light, i bistrot sono stati sul punto di soccombere. A salvarli, se il mercato
continuerà a dar loro ragione, le aperture/riaperture dei grandi chef di
Francia, da Paul Bocuse a Jean-Paul Lacombe, che hanno affiancato ai loro super
locali pluristellati una messe di locali bistrot-style o veri bistrot
rivisitati, come il "BenoÎt" di Alain Ducasse. Se non avete tempo e
modo di andare in Francia, regalatevi una gita ad Alba, dove Enrico Crippa -
giovane e bravissimo cuoco d´avanguardia - ha sdoppiato il palazzetto di
proprietà dei barolisti Ceretto in ristorante gourmand e "piola",
versione piemontese del bistrot. Tra cucchiaiate di insalata russa e bocconi di
bollito col bagnetto verde potreste avere la visione di Gino Cervi e Andreina
Pagnani che discutono bonariamente davanti a un piatto di testina di vitello
(tête de veau en tourte).
( da "Corriere della Sera"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della
Sera sezione: Primo Piano data: 14/06/2009 - pag: 2 Guerriglia nelle strade di
Teheran Gelo degli Usa su Ahmadinejad Voci su Mousavi agli arresti. Al Arabiya:
tre morti. I timori Ue DAL NOSTRO INVIATO TEHERAN I poliziotti antisommossa
arrivano in motocicletta, uno guida, l'altro dietro a menare manganellate sulla
folla. Il corteo si apre, la gente inciampa, si calpesta, cade nei canali che
corrono sotto il marciapiede come a Parigi. Così si sciolgono le
manifestazioni. La cavalleria semina il panico e poi l'«artiglieria» di gas
lacrimogeni e urticanti completa il lavoro. Ma qualche volta non funziona. Ieri
almeno cinque coppie di motociclisti sono caduti, le moto sono finite nelle
mani dei dimostranti che le hanno incendiate. In un caso, l'agente ha rischiato
il linciaggio. La folla l'ha atterrato. In trenta, cinquanta, cento gli sono
stati addosso. Il suo casco rosso è volato via. Pugni, calci. Il grido «Allah
Akbar» è salito assieme a quello di «morte al dittatore». L'uomo si è salvato
grazie alla ragionevolezza di alcuni. Ore di guerriglia urbana a Teheran. La
città non ha gradito la riconferma del presidente Ahmadinejad. Milioni di voti
(l'affluenza sarebbe stata dell' 85%) hanno cambiato destinatario, stando alle
accuse. Il 62,6% ricevuto secondo il conteggio ufficiale sarebbe frutto di
brogli colossali, in tutta la nazione con urne giunte ai seggi già riempite a
metà e i risultati, comprese le percentuali, decise a tavolino settimana
scorsa. «Personalmente e fermamente protesto ha dichiarato il principale rivale
del presidente, Mir Hossein Mousavi, fermato al 34,7% . Sia chiaro che non mi
arrenderò a questa pericolosa sciarada che rischia di condurci alla dittatura».
La moglie è con lui: «Non dimenticheremo mai questo insulto all'elettorato». I
sostenitori di Mousavi l'hanno preso ancora più sul serio di quanto, forse, faccia
lui stesso. Con Guardie della Rivoluzione (Pasdaran) e poliziotti a minacciare
di reprimere qualunque assembramento non autorizzato sono scesi in strada a
migliaia. Bruciati due autobus, infrante vetrine, auto private. I cassonetti
della spazzatura incendiati per bloccare il traffico e impedire l'arrivo dei
mezzi pesanti di polizia ed esercito. Stesse scene, sembra di sentire da fonti
non ufficiali, in altre città iraniane. Da Nord a Sud. Bloccato il sistema sms
per tutta la giornata, a sera le compagnie telefoniche hanno interrotto anche i
cellulari. Servivano ai manifestanti per coordinare le apparizioni nelle
piazze, creare massa critica e cominciare a marciare chiamando i passanti:
«Vieni, vieni, non aver paura »; «L'Iran soffre come la Palestina. Perché stai
seduto a guardare?». Slogan che richiamano quelli delle rivolte studentesche
del '99, ma anche della Rivoluzione islamica del '79. I ragazzi nelle strade di
Teheran, però, sono soli. Il Segretario di Stato Hillary Clinton ha detto che
gli Usa valuteranno il risultato elettorale, «sperando che rifletta la volontà
della gente ». Ha detto il portavoce del presidente Obama, Robert Gibbs: «Come il resto del
mondo siamo rimasti colpiti dal vigoroso dibattito e dall'entusiasmo generato
dalle elezioni in Iran, particolarmente tra i giovani. Continuiamo a monitorare
da vicino la situazione, comprese le accuse di irregolarità». Londra e
Parigi hanno invece «preso atto dei risultati annunciati dalle autorità
iraniane». «Preoccupata » l'Ue. La partita non è chiusa. Per tutta la notte la
capitale iraniana è stata attraversata da sirene e odore di gas.
All'improvviso, gruppi di 50-100 persone si mettevano a scandire: «Iran, Iran,
dove sei Iran?». Dove sei, Mousavi? Bill Keller, il direttore del New York
Times che si trova a Teheran, sostiene che le autorità hanno vietato al
candidato dell'«Onda Verde» di apparire in pubblico. Voci di arresti
domiciliari: secondo la tv del Golfo Al Arabiya, che ieri parlava di tre morti
negli scontri, «le forze di sicurezza hanno predisposto un cordone intorno al
quartiere Jamran dove si trovano le residenze dei principali oppositori di
Ahmandinejad: oltre a Mousavi, Ali Akbar Rafsanjani e Mohammed Khatami». A. Ni.
Sullo schermo Il presidente Ahmadinejad ha parlato alla televisione iraniana
ieri sera (Ap) GUARDA Il video delle manifestazioni a Teheran su
www.corriere.it
(
da "Corriere della Sera"
del 14-06-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 14/06/2009 - pag: 3 Visto da Washington «Sbagliato insistere con la carta diplomatica» Pipes: «Obama deve scegliere accettare l'atomica o bombardare» WASHINGTON Daniel Pipes non ha dubbi. Per il massimo studioso americano dell'Islam, le elezioni in Iran sono la fine dell'ipotesi riformista, uno schiaffo a >Obama.
L'Iran, sostiene Pipes, non si democratizza, e respinge l'apertura americana. Rimane
una teocrazia, e non rinuncia al proprio riarmo nucleare. «Dopo queste elezioni
dichiara Obama è destinato a perdere, se continuerà a
giocare la carta della diplomazia ». Ma l'esito delle elezioni non è dubbio?
«Per quanto ne sappiamo potrebbe averle vinte Mousavi: di certo la maggioranza
degli iraniani voleva liberarsi di Ahmadinejad. Ma se Mousavi fosse stato
eletto presidente non avrebbe fatto molta differenza. In Iran il potere non è
in mano al presidente, bensì in mano al leader spirituale supremo, l'Ayatollah
Khamenei. Comunque, con la conferma di Ahmadinejad di fatto Khamenei ha
risposto a Obama: grazie, no, continuo per la mia
strada». Anni fa non fece qualche differenza l'elezione di un altro moderato,
Khatami? «L'elezione di Khatami fu un'espressione della volontà popolare,
un'anomalia. Ma non portò a cambiamenti interni. Peggio, servì agli Ayatollah
perché ci illuse che avremmo potuto dialogare con l'Iran. Noi ci sbagliamo sul
ruolo del presidente iraniano, esercita solo il soft power, ad esempio
sull'economia e sull'istruzione. L'hard power, ripeto, cioè l'esercito, la
polizia, la giustizia, la politica estera, sono di competenza di Khamenei». Una
situazione immutabile? «Temo di sì, almeno al momento. Non è facile rendersene
conto perché Khamenei rimane nell'ombra. Non è un Gheddafi che visita Roma,
incontra mille donne, esterna, provoca. Ma è un leader a vita, con poteri
assoluti, come il presidente egiziano Mubarak o il re Abdallah di Giordania.
Decide lui, non decidono le elezioni, chi sarà il capo del governo, il volto
pubblico dell'Iran, e lo ha dimostrato». Che cosa potrà fare Obama
se il dialogo sarà impossibile come lei sostiene? «Dovrà scegliere. O accetterà
che tra non molto l'Iran diventi una potenza nucleare, cosa estremamente pericolosa
per gli equilibri mediorientali, o per impedirglielo ne bombarderà gli
impianti. Sarebbe del tutto inutile imporre nuove sanzioni, non producono mai
effetti». Lei personalmente che cosa sceglierebbe? «Lei sa che io sono un
conservatore e sono dalla parte di Israele. Io bombarderei». Ennio Caretto
Daniel Pipes America Il presidente Obama
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Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 16/06/2009 - pag: 5 «Berlusconi mi piace, l'Italia alleato cruciale» >Obama riceve il Cavaliere. L'intesa: 3 detenuti da
Guantánamo e rinforzi in Afghanistan DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON Buona
la prima, per Silvio Berlusconi, nello Studio Ovale. Due ore, più del previsto,
a tu per tu con il presidente degli Stati Uniti, all'insegna
del «no drama Obama » che è
la cifra sobria e fattuale del nuovo inquilino della Casa Bianca. Al premier
italiano, Barack Obama
dedica il protocollo e l'attenzione, che spettano a un alleato fedele e per
diversi aspetti importante. Non si allarga come il suo predecessore, ma lo saluta
con un «bello vederti amico mio», appoggiandogli entrambe le mani sulle
spalle. E si mostra generoso, nella sintesi finale: «Tra Italia e Stati Uniti
abbiamo rafforzato i legami e la collaborazione che c'è sempre stata».
L'Amministrazione Usa vede molto bene l'annuncio di Berlusconi, di voler
inviare altri 600 tra soldati, carabinieri e istruttori su base temporanea in
Afghanistan, in vista delle elezioni d'agosto. Ed esprime il suo ringraziamento
all'Italia, per essersi detto disponibile ad accogliere tre detenuti della
prigione di Guantanamo. È probabilmente sul cosiddetto AfPak (la sigla sta per
Afghanistan e Pakistan, considerati un unico dossier) che Berlusconi fa più
punti nella sua visita americana. Obama torna a
insistere sulla completa eliminazione dei caveat, che ancora limitano l'impegno
del contingente italiano, ricevendo in cambio qualche promettente
rassicurazione. Ma anche così, parole di Obama,
«l'Italia è un alleato cruciale della coalizione che sta lavorando perché
l'Afghanistan sia stabilizzato e non sia più rifugio del terrorismo». L'unico
elemento di dissonanza traspare a contrario sull'Iran. Più di metodo, che di
sostanza. Ma evidenziato dai drammatici sviluppi delle ultime ore. Obama si è d'accordo con Berlusconi che l'invito rivolto
agli iraniani, a partecipare alla conferenza di stabilizzazione dell'area
AfPak, il 26 giugno a Trieste, potrebbe essere uno dei ganci cui ancorare una
linea concreta di collaborazione con il regime dei mullah. Ma la situazione
interna spinge Obama a ricordare a tutti, che il
dialogo diretto vada cercato «senza farsi illusioni ». «L'uso di una diplomazia
dura è essenziale al perseguimento dei nostri interessi nazionali: impedire una
corsa al nucleare nella regione e cessare ogni appoggio al terrorismo». Più
conciliante si mostra il leader americano sulla Russia, concedendo a Berlusconi
quanto meno una primogenitura di rapporti: «Abbiamo parlato della non
proliferazione nucleare. Io andrò in Russia e vista l'amicizia che il
presidente Berlusconi ha con Mosca ho ascoltato i suoi consigli». Obama e Berlusconi toccano un po' tutti i temi del rapporto
italo-americano. In primo luogo, il G8 italiano dell'Aquila, cui il presidente
americano guarda come un'opportunità per raccordare ulteriormente gli sforzi
per rilanciare l'economia mondiale, in vista del G20 di settembre a Pittsburgh.
Per il presidente Usa il rapporto con il premier italiano «è cominciato bene.
Quello che mi aspetto da Berlusconi è un'opinione onesta e franca e la
condivisione di valori comuni». I valori comuni Il leader Usa: il rapporto è
cominciato bene. Mi aspetto la condivisione di valori comuni Paolo Valentino
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Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 17/06/2009 - pag: 5 «Io, Silvio e Letta, i reduci del '94 Il nostro rapporto non può cambiare» Tremonti e le voci di «complotto»: solo chi l'ha vissuto sa cos'è, senza il Cavaliere si rivota ROMA «Piacere», dice. E si presenta: «Sono il complottista ». Tremonti lo fa appena legge negli occhi dei suoi interlocutori il retropensiero: le riunioni all'Aspen, gli incontri pubblici con Prodi, quelli riservati con D'Alema, il ribaltone, la fine di Berlusconi e lui che entra a Palazzo Chigi a capo di un governo d'emergenza economica. «Piacere sono il complottista », sorride per ridicolizzare il chiacchiericcio. Non è così che ha salutato ieri il Cavaliere all'aeroporto di Ciampino, non ce n'era bisogno. Lui arrivava da Milano, il premier dagli Stati Uniti, e per un po' hanno discusso di questioni economiche, cioè della Finanziaria da impostare e del G8 da gestire, all'indomani dell'>incontro
di Berlusconi con Obama «perfettamente riuscito», secondo
il titolare di via XX settembre. Dopo che il presidente americano ha inserito i
«global legal standard» tra gli obiettivi da raggiungere, Tremonti è parso
compiaciuto: d'altronde è la prima volta che un governo italiano impone un tema
nell'agenda dei Grandi della Terra.
Da Washington è tornato un Cavaliere sicuramente rinfrancato rispetto ai giorni
scorsi, ma ancora preoccupato per vicende interne estranee alla politica che
sono all'origine del suo nervosismo scaricato con le accuse contro il «piano
eversivo » ordito ai suoi danni, e rilanciato nella polemica con D'Alema che ha
annunciato prossime «scosse». È stato così che lo scorso fine settimana ha
preso inizio la caccia a «mister x», alla persona che «senza il voto degli
italiani » dovrebbe sostituirsi a Berlusconi. Tremonti è finito nella lista,
anche per via delle frizioni che a scadenza regolare lo vedono protagonista con
il premier quando bisogna mettere mano al portafogli dello Stato. Non era
tuttavia preventivato il modo in cui avrebbe reagito. Lo scherno, che vale più
di una smentita, gli è servito per spiegare nei colloqui riservati quanto aveva
già detto alla vigilia delle Europee: «Bossi non sosterrebbe alcun governo che
non fosse guidato da Berlusconi. Se qualcuno ci pensa se lo levi dalla testa.
In Parlamento non ci sarebbero i voti nemmeno per votare una Finanziaria e poi
andare alle urne». Perciò scherza sull'etichetta che gli hanno ritagliato,
tranne farsi serio quando rammenta il complotto del '94: «Solo chi l'ha vissuto
può capire. Sono passati quindici anni, alcuni nel frattempo sono andati via e
altri sono arrivati. Rispetto ad allora siamo rimasti in tre: Silvio, Gianni
Letta e io. E nessuno dei tre vuole rivivere quell'episodio». Non smentisce i
momenti difficili con Berlusconi. Anzi, di quegli episodi si serve per spiegare
che «il legame tra noi non è solo politico, va oltre le questioni tecniche. È
un rapporto personale, non modificabile ». «Silvio, Gianni e io». E con questo
concetto Tremonti spiega che il core-business, il «nocciolo duro»
dell'esecutivo resta impermeabile agli eventi, «perché aver vissuto il '94 non
vuol dire solo aver vissuto un'esperienza, è avere esperienza». Resta il fatto
che è stato Berlusconi a sollevare il polverone con la denuncia del «piano eversivo».
E siccome in Parlamento l'opposizione non ha i numeri per farlo cadere, era
implicito il riferimento a una «manina» interna alla maggioranza. Può darsi che
Berlusconi fosse nervoso per l'imminente e delicatissima visita negli Stati
Uniti, come può darsi che gridare al complotto fosse un escamotage per
disinnescarlo. Molte ipotesi sono state fatte, mentre nei Palazzi della
politica si commentava l'attivismo di alcuni grand commis. Pare che anche il
«complottista» abbia condiviso il sorriso in quelle circostanze, è sicuro che
ha spiegato il tutto con una battuta: «Questa vicenda è figlia dell'ozio. E
l'ozio è padre dei vizi». Si riferiva così dicono «alla sinistra, che siccome
non ha nulla da fare, studia progetti di rilancio, alimenta le voci di complotti
». Dopo l'esito dell'incontro tra Obama e Berlusconi
c'è nel centrodestra il desiderio di placare le tensioni che pure lo
attraversano, di mettere la sordina alle voci che comunque non smettono di
alimentarsi. Quanto a Tremonti, avrà modo di continuare a discutere con il
premier. Non ha mai smesso. La scorsa settimana, durante una chiacchierata
sulla crisi, mentre il titolare dell'Economia disegnava ancora scenari a tinte
forti, il Cavaliere ha detto invece di intravedere tracce d'azzurro all'orizzonte.
È un canovaccio che si ripete ogni qualvolta Berlusconi si appresta a batter
cassa e si sente rispondere che «non ci sono fondi». E ogni volta il contrasto
viene accompagnato da una battuta. Mesi fa, al termine di una riunione di
governo, Berlusconi chiese alla scorta di accompagnare il ministro alla
macchina: «Sta piovendo, usate l'ombrello. Perché se prende l'acqua mi si
restringe. E lui è già stretto di suo con la borsa». A Palazzo Madama Giulio
Tremonti e Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa per la visita di
Gheddafi Francesco Verderami
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