CENACOLO DEI COGITANTI |
Caro Direttore, la scelta
di Obama presidente ha dimostrato quanto gli Usa siano un Paese vitale che...
( da "Stampa, La" del 01-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Nel programma di Obama viene
esplicitamente indicata la riforma sanitaria, assicurando l'assistenza a tutti
e quindi anche a chi non può pagarsela. Perché dunque oggi che vuole attuarla,
Obama incontra difficoltà, opposizioni tanto veementi quanto diffuse e, per
giunta, anche nella stessa parte che l'ha sostenuto schierandosi con lui?
Obama: "Ora il Pil
cresce e la recessione frena"
( da "Stampa, La" del 01-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: l'amministrazione Obama non
dovrebbe escludere l'eventualità di ulteriori stimoli fiscali, mentre la Fed
dovrebbe mantenere la politica monetaria a livelli «accomodanti», ossia
insistere con il tasso zero attuale. Obama ha annunciato sempre ieri
l'estensione del piano per la rottamazione delle auto.
fuori dalla recessione ma
senza la ripresa - luigi spaventa
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Pagina 1 - Prima Pagina L´analisi
Fuori dalla recessione ma senza la ripresa LUIGI SPAVENTA Il Presidente degli
Usa, Barack Obama ha autorevolmente certificato
quanto era già noto da un paio di mesi. SEGUE A P
pranzo alla casa bianca da
obama il conto lo pagano i
supermanager - angelo aquaro
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: Bianca da Obama il conto lo pagano i supermanager La presidenza specifica: gesto per evitare
qualsiasi discussione su conflitti d´interesse ANGELO AQUARO DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK - La crema di spinaci senza panna sarà pure la specialità della Casa
(Bianca), elaborata dalla fantasia di Cristeta Comerford, la chef che delizia da tre presidenze gli ospiti
di 1600 Pennsylvania Avenue.
bassolino: "che buffonata soldi
vecchi spacciati per nuovi e una cassa gestita da roma"
- angelo carotenuto
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: «Nel mondo spuntano gli Obama, in
Italia c´è la solfa noiosa di sempre. Le letture dei fenomeni sono sempre
uguali. Spero che la fondazione Sudd dia un
contributo di ricerca per dire cose innovative sul Mezzogiorno». Secondo lei si
tornerà alla Cassa per il mezzogiorno?
lo show parigino della d'addario "in quelle
feste succedeva di peggio" - paolo berizzi
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: La squillo che trascorse la notte
di Obama nel letto del presidente del consiglio si consegna alla stampa
internazionale con un´ospitata che potrebbe ricordare quella di una ex concorrente del Grande Fratello dopo la nomination.
Potrebbe. Come poteva essere, anche, un vero show, questa notte.
alemanno: "olimpiadi 2020, roma vuole
candidarsi" - corrado zunino
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: la Chicago di Obama, favorita,
dovrebbe avere il voto dei 5 membri Cio italiani, poi
ci sono Tokyo e Rio), allora Roma formalizzerà la sua candidatura. Madrid è in risalita, ma Alemanno nutre speranze. E pone una questione
pregiudiziale: «Ci candidiamo di fronte alla volontà unanime del paese,
maggioranza e opposizione,
ecco "sudd", di fronte all'università - angelo carotenuto ( da "Repubblica,
La" del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: Il mondo si muove, «altrove spuntano gli Obama, da noi è
la solita solfa di sempre», ancora parole di Bassolino, che sulle future
alleanze in Campania dà un´anticipazione: «Nasceranno altre forze, vedrete. Tante cose si stanno muovendo.
Forze civiche, territoriali, regionali. Sono processi inevitabili.
l'auto frena la recessione
usa obama: siamo sulla strada giusta - arturo zampaglione
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: auto frena la recessione Usa Obama: siamo sulla strada
giusta Fmi: alle banche 10.000 miliardi. Bankitalia: piani statali ok ARTURO ZAMPAGLIONE NEW
YORK - Assieme all´andamento incoraggiante del Pil (prodotto interno lordo),
un´impennata delle vendite di auto - «che in un giorno solo sono state
superiori a quelle dell´ultimo mese»,
Frena la caduta
dell'economia Usa Obama: il rischio è la disoccupazione
( da "Corriere della Sera"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: economia Usa Obama: il rischio è la disoccupazione Pil in
calo dell'1% nel trimestre. Luglio record per Wall Street
DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK Un calo del Pil nel secondo trimestre 2009 limitato
all'1% - più basso delle previsioni e molto più basso del meno 6,4% del periodo
gennaio-marzo - alimenta la speranza che la recessione americana stia per
toccare il fondo,
D'Alema a Bari difende il
Pd
Argomenti:
Obama
Abstract: Quando ho spiegato il nostro
sistema al capo del transition team di Obama, mi ha
chiesto se siamo matti. E comunque attenzione: senza regole i partiti diventano
scalabili da Opa ostili». D'Alema torna anche su Emiliano, padrone di casa in
sofferenza: «Sono dispiaciuto per le incomprensioni, anche perché Emiliano è la
più significativa personalità pubblica del Mezzogiorno».
Terzi
ambasciatore negli Usa Ragaglini al Palazzo di Vetro
( da "Corriere della Sera"
del 01-08-2009)
Argomenti:
Obama
Abstract: amministrazione Bush quanto con
quella Obama, e anche per questo potrebbe essergli riservato un ruolo di
consigliere del capo del governo. Quella di Giulio Terzi è una scelta
tipicamente professionale e non riconducibile a un particolare input politico.
Negli ultimi anni è stato ambasciatore a Tel Aviv, vice segretario generale
della Farnesina,
Lo show parigino della D'Addario sala rossonera e maschere del premier
( da "Repubblica.it"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: La squillo che trascorse la notte
di Obama nel letto del presidente del Consiglio si consegna alla stampa
internazionale con un%u2019ospitata che potrebbe ricordare quella di una ex concorrente del Grande Fratello dopo la nomination.
Potrebbe. Come poteva essere, anche, un vero show, questa notte.
Addio Aquino, idolo delle
Filippine ( da "Stampaweb, La"
del 01-08-2009)
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Obama
Abstract: Il presidente Usa, Barack Obama ha espresso il suo «più profondo cordoglio».
«Il suo coraggio - si legge in un comunicato della Casa Bianca - la sua
determinazione, la sua leadership morale sono ispirazione per tutti e un
esempio del meglio della nazione filippina».
( da "Stampa, La" del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Caro Direttore, la
scelta di Obama presidente ha dimostrato quanto gli
Usa siano un Paese vitale che approva il programma innovatore da lui proposto e
che egli stesso personifica. L'uguaglianza dei diritti degli uomini, senza
alcuna discriminazione garantiti dallo Stato, si realizza per Obama nella «giustizia sociale». E quindi i più deboli vanno
protetti da uno Stato di diritto ricordando (Buchanan)
che essere intelligenti, godere di buona salute, essere gradevoli di aspetto
non sono meriti ma doni ricevuti da Dio o dalla natura a seconda delle
credenze. Nel programma di Obama viene
esplicitamente indicata la riforma sanitaria, assicurando l'assistenza a tutti
e quindi anche a chi non può pagarsela. Perché dunque oggi che vuole attuarla, Obama incontra difficoltà, opposizioni tanto veementi quanto diffuse
e, per giunta, anche nella stessa parte che l'ha sostenuto schierandosi con
lui? Si è detto che ad opporsi con dispiego di
grandi mezzi siano le lobbies delle società
farmaceutiche ed assicurative nonché le entità organizzate di assistenza medica
che paventano una riduzione dei loro utili. Questo è certamente vero; tuttavia
non è la sola spiegazione: c'è qualcosa che riduce anche il fervore dei suoi
seguaci. Che cosa? La ragione credo vada ricercata nella storia del grande
Paese nordamericano e quindi nelle sue leggi, anche locali, e nelle sue
sentenze che sono specchio fedele di un suo diffuso modo di pensare. Una opinione largamente condivisa è stata - ed è - quella
che l'indigenza non sarebbe determinata da situazioni estranee all'individuo e
cioè indipendenti dalla sua volontà, ma proverrebbe dalla persona stessa che
vuole essere in questa condizione. L'opinione in gran parte dominante è stata
quella di un noto antropologo (Oscar Lewis) teorico dell'«underclass culture»
secondo il quale sarebbe «molto più difficile
eliminare la cultura della povertà che eliminare la povertà stessa». Si è
assistito a politiche e decisioni contrastanti. Con Johnson,
Nixon, Carter si emanarono provvedimenti di protezione sociale (Welfare) sul
presupposto che la indigenza non fosse l'inevitabile
conseguenza di limiti personali (incapacità, svogliatezza, mancanza di
ambizione). E nell'era Johnsoniana si decise anche
una copertura medico-sanitaria per i più poveri e gli anziani (Medicaid e Medicare). John F. Kennedy ritenne poi che la
prosperità diffusa avrebbe risolto il problema perché «l'alta marea porta
necessariamente tutte le barche in superficie». Purtroppo però anche in tempi
di grande prosperità la diseguaglianza aumentò fra gli yachts
e le barchettine e questa constatazione ravvivò la
teoria secondo la quale l'indigenza è conseguenza di una condizione
psico-fisica voluta. Si è quindi assistito a numerose contraddizioni nelle
regole e nelle decisioni delle varie Corti. Le narra dettagliatamente una brillante
studiosa italiana (E. Grande) in un lavoro dal titolo significativo Povero
nemico - Diritti negati negli Stati Uniti d'America. S'apprende così che vi
sono state azioni collettive (class actions) per il
riconoscimento dei diritti degli indigenti e decisioni importanti che li
affermano, anche in termini di assistenza medica, ma altre sentenze non meno
numerose ed importanti hanno respinto le richieste. Ed alle leggi che
concedevano ai tempi di Johnson una qualche
assistenza medica si sono succedute regole che vietavano anche ai poverissimi, ai senza tetto (homeless) persino di vivere o sopravvivere,
come ad esempio ai tempi della «tolleranza zero» di Giuliani. In quei tempi
altro che consentire l'assistenza sanitaria a chi non poteva pagarla e quindi rischiava
la sua stessa esistenza! Era vietato chiedere l'elemosina in strada o nella
metropolitana, dormire all'aperto, lasciare le proprie cose sul suolo pubblico,
sedersi e sdraiarsi sui marciapiedi, posare cartoni ecc. ecc..
Si trattava di norme penali che punivano queste condotte «come reati contro la
qualità della vita» ecc. Si diffuse così nel sentimento collettivo, la «compassion fatigue» e cioè la
«stanchezza di provar compassione». E questa, con il convincimento della loro
condizione che sarebbe «voluta» dai bisognosi, darebbe una ragione morale
all'opposizione. Oggi poi la crisi economica ha fatto crescere negli Usa il
numero - parecchie decine di milioni - di coloro che non possono pagarsi
l'assistenza medica, ed al tempo stesso si sono ridotte le entrate ed il tenore
di vita della classe media e sull'opinione pubblica fa presa il timore che la
riforma sanitaria imponga un aumento delle tasse. Questi gli interessi e gli
argomenti di una opposizione alla riforma sanitaria
così veemente ed è triste constatare come si dimentichi facilmente che lo Stato
di diritto serva proprio a chi ne ha più bisogno.
( da "Stampa, La" del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
NEL SECONDO
TRIMESTRE IL PRODOTTO INTERNO LORDO USA CALA MENO DELLE ATTESE DEGLI ANALISTI
OPERAZIONE TRASPARENZA Obama: "Ora il Pil cresce
e la recessione frena" Gli ospiti della Casa Bianca si sono pagati il pranzo
[FIRMA]GLAUCO MAGGI NEW YORK Il Pil Usa in primavera è andato meno peggio del
temuto, ma il Fondo Monetario Internazionale raffredda gli entusiasmi.
L'economia americana non sta più precipitando ma «i rischi di ricaduta sono
prevalenti», e la convalescenza sarà sicuramente lunga, soprattutto sul fronte
della disoccupazione, per il Fmi. In linea con l'analisi sull'occupazione
proposta dal Fmi anche Obama, che ha peraltro
confermato il cauto ottimismo generale espresso giorni fa nel suo commento ai
dati economici: «Per quanto mi riguarda, non c'è recupero vero se non
riprendono a crescere i posti per gli americani che sono ora disoccupati», ha
detto il presidente. La prima stima del ministero del commercio Usa
sull'andamento del prodotto interno lordo per il secondo trimestre è stata di
un calo dell'1%, migliore delle previsioni degli analisti che variavano dal
-1,2% al -1,5%. Il presidente Usa, che in settimana aveva già detto che «siamo
forse all'inizio della fine della recessione», ha tratto conforto dalla
rilevazione, che ha giudicato «un segnale importante nella giusta direzione».
La caduta all'1% negativo secco è una vistosa frenata dal declino precedente:
tra gennaio e marzo l'economia Usa aveva subito una contrazione del 6,4%, dato
abbassato di quasi un punto dalla stima del -5,5% fornita a fine giugno. Nei
sei mesi chiusi al 31 marzo, i peggiori della attuale
recessione, la media del declino è stata del 5,9%. Ma è il dato degli ultimi
quattro trimestri a marcare un record negativo storico: era dal 1947 che
l'economia Usa non calava per un anno di fila, come è avvenuto dal marzo 2008
per una media del -3,9%. Il miglioramento da aprile a fine giugno è dovuto allo
stimolo governativo, che per ora ha favorito soprattutto le spese pubbliche, ma
in parte anche al fatto che gli imprenditori hanno frenato i tagli delle scorte
e degli investimenti. «Le misure a favore dei piccoli business, le sovvenzioni
ai disoccupati, gli aiuti ai mutuatari, le rimesse agli Stati per salvare i
posti dei dipendenti pubblici e i lavori straordinari per ponti e strade», ha
ricordato Obama, «hanno
funzionato. I progressi economici sono misurabili, ma ciò non vuol dire che il
tasso dei disoccupati non aumenterà ancora», ha messo
le mani avanti il presidente alla vigilia del dato di luglio atteso per la
settimana ventura (ora è al 9,5%). Il quadro generale resta insomma fosco. Nel
2009 il Pil Usa si contrarrà del 2,6%, e l'anno prossimo crescerà solo del
+0,8%. Il Fmi prevede un'inflazione negativa del -0,3% per quest'anno, e una
crescita all'1,4% nel 2010. I disoccupati saranno il 9,3% quest'anno, e
saliranno al 10,1% l'anno venturo. Per il Fmi sono stati fatti progressi nello
stabilizzare i mercati finanziari, «ma restano
significativi stress. La forte contrazione dell'economia sta finendo, grazie
anche al sostanziale stimolo macroeconomico. In ogni caso la ripresa sarà
graduale e prevalgono rischi al ribasso», ha detto
Charles Kramer, capo del Dipartimento del nord America del Fmi, secondo il
quale lo stimolo sta funzionando e spingerà il Pil dell'1,1% quest'anno,
dell'1,3% nel 2010 e dello 0,7% nel 2011 rispetto a uno scenario senza aiuti
per l'economia. Ma la ripresa americana sarà «graduale» con un tasso di
crescita che probabilmente sarà inferiore ai trend del passato per un periodo
considerevole: e se i rischi di una ricaduta recessiva dovessero
materializzarsi, l'amministrazione Obama non dovrebbe escludere l'eventualità di ulteriori stimoli
fiscali, mentre la Fed dovrebbe mantenere la politica monetaria a livelli
«accomodanti», ossia insistere con il tasso zero attuale. Obama ha annunciato sempre ieri l'estensione del piano per la
rottamazione delle auto. Il primo miliardo di dollari è stato bruciato a
tempi di record, e il Congresso darà subito l'ok per altri due miliardi: chi
cambia una vecchia vettura per una nuova più efficiente e meno inquinante gode
di uno sconto pagato da Washington per 4500 dollari.Alla Casa Bianca è finita l'era dei pasti gratis per
i vertici delle corporate americane. Lo hanno scoperto a loro spese gli
amministratori delegati di Xerox, Coca-Cola, AT&T e Honeywell
che il 25 giugno scorso, dopo aver avuto l'indubbio privilegio di mangiare con Barack Obama, si sono visti
chiedere le carte di credito. È quanto rivela il sito web specializzato
"The Politico" spiegando che alla Casa Bianca - che non ha rivelato nè il menù nè il costo del pasto
- hanno difeso la novità spiegando che si sarebbero così evitate accuse di
conflitto di interesse.
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
1 - Prima Pagina L´analisi Fuori dalla recessione ma senza la ripresa LUIGI
SPAVENTA Il Presidente degli Usa, Barack Obama ha
autorevolmente certificato quanto era già noto da un paio di mesi. SEGUE A P
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 13 - Esteri
Pranzo alla Casa Bianca da Obama il conto lo
pagano i supermanager La presidenza specifica: gesto
per evitare qualsiasi discussione su conflitti d´interesse ANGELO AQUARO DAL
NOSTRO INVIATO NEW YORK - La crema di spinaci senza panna sarà pure la
specialità della Casa (Bianca), elaborata dalla fantasia di Cristeta
Comerford, la chef che delizia da tre presidenze gli
ospiti di 1600 Pennsylvania Avenue. Per non parlare di quel Manzo con
Zuppa di Orzo e Vegetali che è il piatto forte di Sam Kass,
il giovane genio che la Prima Famiglia ha chiamato da Chicago per aggiungere un
tocco di creatività ecosostenibile. D´accordo, mettiamoci pure il dessert, l´Eli´s Cheesecake che Barack si fa portare direttamente dal suo Illinois,
preparato alla maniera che piaceva al vecchio Abramo Lincoln. E il vino,
naturalmente, quel Pinot Bianco Williamette 2006,
possedimenti WillaKenzie, così secco
che Michelle l´ha servito a Nancy Reagan, classe 1921. Insomma, ammesso pure
che quel benedetto giorno di giugno alla Casa Bianca sia stato servito il
pranzo più raffinato del momento, c´era proprio bisogno di chiedere ai gentili
ospiti, quattro tra i più rinomati manager della nazione più ricca del mondo,
di ricambiare la disponibilità con il deposito della propria carta di credito?
Proprio così: Barack Obama
prima ti invita a pranzo e poi ti chiede di pagare il conto. L´ha rivelato,
ieri, ThePolitico, sito addentro alle cose del
Palazzo, evidentemente cucina compresa. La scena: siamo nella Family Dining Room, la sala a pochi
passi dallo Studio Ovale che Obama ha adibito però a
luogo di ricevimento per piccoli pranzi di lavoro, riservando ai pasti
familiari la President´s Dining
Room, più intima, al secondo piano. Gli ospiti:
Ursula Burns, Ceo della
Xerox e prima manager donna e di colore a finire nella classifica di Fortune; Randall Stephenson, numero uno di
At&T, l´uomo che ha siglato con Steve Jobs il
patto di ferro per l´iPhone
in America; Dave Cote, il Ceo
di Honeywell con un diavolo per capello per il tonfo
dell´ultimo quadrimestre; e infine Muhtar Kent, il capo di quella Coca Cola che, alla faccia della
recessione, è cresciuta di 92 cents per azione. Il
pranzo doveva restare supersegreto. Il confronto con i signori dell´economia fa
parte dell´attività del presidente, l´agenda che la fedelissima Valerie Jarrett, confidente di
imprenditori e banchieri, gli sta apparecchiando è fitta come non mai - ieri Barack ha visto tra gli altri il Ceo
di Verizon, Ivan Seidenberg,
e quello di Starbucks, Howard Schultz
- però è naturale che il presidente in tempi di recessione non ci tenga a
sbandierare l´andirivieni di supermanger in quel di
Washington. Lo scandalo, appunto, è un altro. Mai nessuno si sarebbe sognato di
far pagare un pranzo agli ospiti della Casa Bianca, sentenziano gli esperti di
buone maniere, in testa quella Laetitia Baldridge che
guidava lo staff di Jackie Kennedy nei favolosi anni 60,
quando nessuno badava a spese però: «Posso anche
credere che ci sia stata una ragione politica, ma far pagare il conto è di
cattivo gusto. E fa un po´ ridere». Ecco, ragione
politica. Un portavoce della presidenza ha specificato che «le carte di credito sono state
raccolte separatamente, al termine del pranzo», insomma almeno non a tavola,
per evitare qualsiasi discussione su un eventuale conflitto di interesse. E
proprio per evitare polemiche del genere, l´ultimo inquilino, George W. Bush,
evitava di cenare alla Casa Bianca con qualsivoglia manager. I quattro ospiti
tartassati, naturalmente, fanno buon viso a cattivo gioco, e rilasciano
dichiarazioni in cui si dicono «grati» al presidente per l´occasione di un
confronto. Sarà. Ma la storia del presidente che pubblicizza la birra
antirazzista sul prato della Casa Bianca e nasconde il pranzo, a scrocco, con i
manager fa il giro di siti e tv. Ok, nessun pasto è gratis, diceva Milton
Friedman: ma non era il guru dei Reagan e dei Bush?
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
5 - Economia Dirottati al Nord Il presidente della Regione Campania: favori
alla Sicilia Bassolino: "Che buffonata soldi vecchi spacciati per nuovi e
una Cassa gestita da Roma" Sedici miliardi di euro dirottati al Nord. E c´è una discrezionalità che
danneggia la mia regione ANGELO CAROTENUTO NAPOLI - Il piano per il Sud, i
fondi per la Sicilia, la Cassa del Mezzogiorno. «è una clamorosa presa in
giro», sbotta Antonio Bassolino, il presidente della Regione Campania che
proprio ieri ha presentato la sua nuova creatura, la fondazione Sudd, doppia d finale. «Non esiste
nessun piano. Hanno solo sbloccato fondi già dovuti, ma li fanno passare come
grandi risorse in arrivo: del resto il Sud non ha grandi giornali, non ha televisioni,
non ha centri di potere. Le risorse diminuiscono: 16 miliardi di euro sono
stati dirottati al Nord». Presidente Bassolino, lei guida la Regione Campania,
e col governo di centrodestra la collaborazione istituzionale ha prodotto
operazioni congiunte su rifiuti, beni culturali, turismo. E ora si ribella? «Sono meravigliato. A fronte di questa collaborazione
istituzionale a cui ho sempre ispirato la mia azione, la Campania si ritrova
con la sanità commissariata, senza fondamenti giuridici, per di più con
un´evidente disparità di trattamento rispetto alla Sicilia che è nelle nostre
stesse condizioni. C´è un sapore di discrezionalità politica che crea un vulnus
nei rapporti istituzionali. Ovviamente abbiamo fatto ricorso al Tar e in
Consulta». Se la Sicilia gode di questa disparità, che fine fa l´alleanza fra
governatori del Sud che lei auspicava e a cui lavorava da un po´ di tempo? «La auspico tuttora. Io penso siano utili incontri periodici
fra i presidenti delle Regioni meridionali. è giusto
che nasca un patto, dentro il Mezzogiorno e dentro il Parlamento, perché il Sud
diventi una priorità nazionale». Sud priorità nazionale. Non lo dice anche
Tremonti? «Non partecipo al gioco di chi si sente più
meridionalista degli altri. Peccato che nel Dpef non
si incontri mai la parola Mezzogiorno, se non in un´aggiunta nascosta nelle
conclusioni. Significherà qualcosa, o no?». Allora il
partito del Sud lo vuole fare lei? «Eh no. Il partito
del Sud non serve. Io sto nel Pd, gli altri stanno dove stanno. Penso che più
Sud serva ovunque. Nei partiti, nelle istituzioni, nel sindacato, nelle
associazioni imprenditoriali: in tutti i grandi soggetti si esprime una
sofferenza meridionale». Presidente, non c´è anche
un´insofferenza settentrionale? «Da giovane ho letto
qualche grande classico, imparando che la ragione sta sempre dalla parte dei
ricchi e dei potenti. Ho rivisto il film "Sabrina" in tv, l´altra
sera. C´è una scena che fa al caso nostro, quando a Sabrina suo padre spiega
che se un ricco sposa una povera è democratico; se una povera sposa un ricco è
un´opportunista. Ecco. Qualunque cosa nasca al Nord è buona. Se nasce al Sud
viene guardata con sospetto. Ormai se c´è qualcosa che non va, la colpa è dei
meridionali». è la solita lamentela del Sud? «Nel mondo
spuntano gli Obama, in Italia c´è la solfa noiosa di sempre. Le letture dei
fenomeni sono sempre uguali. Spero che la fondazione Sudd
dia un contributo di ricerca per dire cose innovative sul Mezzogiorno». Secondo
lei si tornerà alla Cassa per il mezzogiorno? «è
una cosa vecchia. Noi dobbiamo guardare avanti. E poi non capisco. Leggo che
sarebbe centralizzata, cioè vorrebbero gestirla da Roma. Ma non ci avevano
convinto che il futuro era il federalismo?».
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina 11 - Interni
Lo show parigino della D´Addario "In quelle
feste succedeva di peggio" Abito nero per la D´Addario,
come quello che indossava a palazzo Grazioli In omaggio a tutti i presenti alla
serata maschere con la faccia di Berlusconi PAOLO BERIZZI DAL NOSTRO INVIATO
PARIGI - "Et voilà la première dame d´Italie". Sarà l´allestimento cafonal,
un po´ "mutande pazze" e un po´ commedia ruspante. Sarà che siamo
nella capitale del burlesque e che i mai teneri (con
noi) cugini d´Oltralpe - di fronte alle nostre vicende diciamo politiche - se
la ridono alla grande. Sarà che con Parigi invasa da 50 mila testimoni di Geova
anche l´ultimo spettacolino dove sia prevista una qualche frivola evasione
sarebbe il benvenuto (figuriamoci il tanto atteso escort-party). Sarà tutto
questo e molto altro ancora ma sta di fatto che quando alle undici e mezza
della sera sul palco del leggendario "Globo" appare lei, Patrizia D´Addario, tra il pubblico c´è qualcuno che non lascia cadere
la palla. E ce la tira addosso: "Voilà la première dame d´Italie". Eccola la first lady italiana.
"Buonasera a tutti", dice Patty sotto lo sguardo di Mimmo, il
cugino-manager che la accompagna in giro in questa tourné
europea tra locali e televisioni. Per Patrizia è la prima uscita pubblica dopo
lo Scandalo. "Dopo due mesi di reclusione voglio ricominciare la mia
vita", racconta, il sorriso largo, il trucco che le esalta gli occhi. In
un´intervista con El Mundo
confessa di aver fatto la la
escort "perchè mio padre è morto suicidandosi».
E aggiunge: «A Berlusconi anche dopo quello che è
successo auguro tutto il bene di questo mondo, non odio nessuno ma mi ha
deluso: una persona così potente, che mi aveva fatto una promessa per una cosa
importante a cui tenevo moltissimo... «. E ancora: «Sono una
escort e non me ne vergogno, ci sono altre cose di cui vergognarsi, a quelle
feste a cui ho partecipato succedevano cose ben peggiori, ve lo assicuro. Non
mi sto vendicando, sto solo dicendo la verità, se fossi stata zitta avrei
guadagnato molto ma molto di più». E in una intervista
alla inglese Bbc conferma che dopo il suo incontro con il premier le era stata
offerta attraverso Giampaolo Tarantini una candidatura alle europee. Proposta
ritirata quando Veronica Lario fece esplodere il caso veline. Le "Globo", dunque. Madame D´Addario, "la tombeuse
(conquistatrice) di Berlusconi", è scritto sulla locandina. La squillo che trascorse la notte di Obama nel letto
del presidente del consiglio si consegna alla stampa internazionale con
un´ospitata che potrebbe ricordare quella di una ex
concorrente del Grande Fratello dopo la nomination. Potrebbe. Come poteva
essere, anche, un vero show, questa notte. Peccato che la valigia con
dentro il materiale da lavoro, dei giochi di prestigio, dei vecchi video, dei
biglietti da visita, si è persa all´aeroporto di Madrid ("Sono stata
ospite di una trasmissione sulla spagnola Antenna 3"). In compenso ci sono
le maschere con la faccia di Berlusconi. E´ l´omaggio distribuito dagli
organizzatori a tutti gli invitati. Molti italiani. Poca Francia. Il locale,
pareti rosse come i divani di pelle, l´hanno arredato con drappi e coccarde
tricolori. I camerieri sono strizzati dentro le magliette del Milan. Pensare
che un tempo questa balera del 19° secolo era una brasserie
frequentata da artisti e bohemien. Qui nel 1905 Jean Jaurès
gettò le basi del movimento socialista francese. Qui, oggi, si esibisce la
prostituta che ha esposto il governo italiano al ludibrio e all´ironia di tutto
il mondo. Canta, Patrizia. Si esibisce in un pezzo che
si intitola "My life" e che raccoglie i
"momenti felici e tristi della mia vita". Il testo parla di un uomo
che le ha cambiato la vita. Che l´ha fatta divertire e soffrire. Berlusconi? Ci
pensa su per un attimo. "Assolutamente no". L´abito è nero, nerissimo
e stretto. Come quello che indossava a palazzo Grazioli ("Lui vuole che
portiate solo abiti neri" disse Tarantini alle ragazze pagate per
partecipare alle feste organizzate dal premier nelle residenze di Roma e Porto
Rotondo). Il titolo della serata è "I Love Silvio". In effetti agli ospiti è richiesta, si fa per dire, almeno
per un paio d´ore, una specifica condizione dell´anima: amare Berlusconi.
"Madame e monsieur, voilà Patrizia D´Addario".
Quando si abbassano le luci e l´occhio di bue la illumina lasciando in ombra il
resto della scena (un privé con divani e tavolini con
sopra bottiglie di champagne), Giuseppe, che viene da Altamura e fa il
pizzaiolo qui, dice all´amico che Patrizia "è bona".
Come si fa a disinnescare la prouderie dei nostri
connazionali. Pugliesi, poi. Guardi lei che stringe mani e firma autografi e
pensi. Le docce gelate. Il letto "grande" di Putin. Il dopo con le parole sussurrate al telefono, ciao
"tesoro", ciao "bambina". I consigli tecnici sulla
sessualità. Patrizia dietro le quinte fa spallucce: "Di questa storia non
parlo più". E´ compresissima nella parte di
quella che ha fatto saltare il banco. La musica sfuma e lei dice che se ci
fossero stati i giochi di prestigio sarebbe stata tutt´altra cosa. Ma è
contenta. O si sforza di esserlo. E´ notte e fuori, boulevard de Strasbourg è affollata di spacciatori africani.
All´ingresso del Globo è appeso un poster: c´è Berlusconi che grida. E Patty
che sembra incenerirlo con lo sguardo.
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina XVII - Roma
Alemanno: "Olimpiadi 2020, Roma vuole candidarsi" CORRADO ZUNINO
(segue dalla prima di cronaca) Se vincerà una extraeuropea
(la Chicago di Obama, favorita,
dovrebbe avere il voto dei 5 membri Cio italiani, poi
ci sono Tokyo e Rio), allora Roma formalizzerà la sua candidatura. Madrid è in risalita, ma Alemanno nutre speranze. E pone una questione
pregiudiziale: «Ci candidiamo di fronte alla volontà
unanime del paese, maggioranza e opposizione, Nord e Sud. Chiederemo una
mozione bipartisan alle camere, come facemmo io e Bettini
per il 2016. E non ci dovrà essere una gara nazionale: il sindaco di Milano,
Letizia Moratti, mi ha assicurato che sono già impegnati per l´Expo 2015». Ma
la capitale è pronta sul piano degli impianti? «No, ma
abbiamo un progetto. Lo stadio del nuoto di questi giorni parla da sé, al Foro
Italico si farà la copertura del centrale del tennis trasformandolo in un
palazzo dello sport polivalente. E nell´aula bunker nascerà la scherma». è una ristrutturazione, per il
Foro, da oltre 50 milioni: «Dovrebbe essere finanziata dalle celebrazioni dei
150 anni dell´Unità di Italia». Poi c´è Tor Vergata,
l´enorme disegno Calatrava congelato: «Tor Vergata sarà finita. Nella
prossima finanziaria troveremo i soldi». L´autunno sarà decisivo: «Dobbiamo
finire le piscine non completate per i mondiali di nuoto e in ottobre, dopo la
scelta del Cio per il 2016, potremo formare un gruppo
di lavoro». Esiste un´azienda di gestione eventi, la Gem,
pronta a sostenere gratuitamente la fase preliminare. Il Coni, titolare della
candidatura olimpica, resta scettico.
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina VII - Napoli
Ecco "Sudd", di fronte all´Università
Bassolino: "Ma al primo posto ci sono i doveri, basta piagnistei"
ANGELO CAROTENUTO Corso Umberto, terzo piano, un appartamento che guarda la
Facoltà di Lettere della Federico II. C´era il commissariato di polizia. è qui che Antonio Bassolino ha trovato casa per Sudd, la fondazione che inizierà la sua attività tra la
fine di settembre e l´inizio del mese di ottobre. «è un cantiere», mormora il
governatore. La porta della sede si apre per la prima volta. Avrà spazi per
incontri e dibattiti, «un centro vivo, ne sentivo il bisogno», confessa
Bassolino. Una fondazione «che sarebbe bello se avesse pure il respiro di
un´associazione, con iniziative che tengano insieme il rigore delle summer schools e lo spirito dei
campeggi anticamorra», progetta Diego Belliazzi, che
ne sarà il direttore. Sudd avrà un cda, e intanto annuncia i primi tre nomi del suo comitato
tecnico scientifico. Tutti economisti: il pugliese Gianfranco Viesti (assessore regionale), il siciliano Mario Centorrino, il calabrese Mimmo Cerzosimo
(vice governatore). Il logo è di Mimmo Paladino, che lo realizzerà sulla parete
del salone: «Fra le due d - spiega Bassolino - c´è una crepa, da cui emerge
l´energia che salda due lembi, il Nord e il Sud, con il colore giallo
napoletano». Dove la seconda d sta per doveri, diritti, differenze, democrazia.
«Doveri per primo: basta piagnistei e vittimismi.
Lavoreremo per rilanciare un orgoglio meridionale». Il nome viene da un´opera
teatrale di Leo de Berardinis. Cosa sarà Sudd? Non il partito del meridione, di cui si parla in
giro. «Non serve. è una
risposta senza futuro». E non una corrente del Pd. «Se devono esistere, che
esistano dentro il partito». Sarà, anticipa Bassolino, «un luogo dove
scambiarsi idee, fare ricerca, riflettere, senza fermarsi alle solite letture
che si danno del Mezzogiorno; spero sia una ricerca non ossificata, magari
anche spregiudicata». Il mondo si muove, «altrove spuntano
gli Obama, da noi è la solita solfa di sempre», ancora parole di
Bassolino, che sulle future alleanze in Campania dà un´anticipazione: «Nasceranno altre forze, vedrete. Tante cose si stanno
muovendo. Forze civiche, territoriali, regionali. Sono processi inevitabili.
Io sono per nuove coraggiose alleanze meridionali». Sudd
ha già una rete di fondazioni e associazioni di riferimento. Intanto, Italianieuropei di Massimo D´Alema. E poi Demos, l´associazione dei democratici siciliani di cui è
promotore Antonello Cracolici (che alla presentazione
invitò anche quel Micciché protagonista in questi
giorni del braccio di ferro col governo); l´associazione Più Sannio in cui il sindaco Pepe di Benevento raccoglie gli ex
Udeur; l´associazione Polis di Baronissi. Sudd ha una mail per i contatti: fondazionesuddlibero.
it. Inaugurazione fra due
mesi.
( da "Repubblica, La"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Pagina
20 - Economia L´auto frena la recessione Usa Obama: siamo sulla strada giusta Fmi: alle banche 10.000 miliardi. Bankitalia:
piani statali ok ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK - Assieme all´andamento
incoraggiante del Pil (prodotto interno lordo), un´impennata delle vendite di
auto - «che in un giorno solo sono state superiori a quelle dell´ultimo mese», secondo il commento entusiasta
della senatrice del Michigan Debbie
Stabenow - sembra confermare che la recessione
americana sia ormai agli sgoccioli. Wall Street ne è
convinta: l´indice Dow Jones ha chiuso luglio con il
maggior incremento mensile dal 2002. E lo stesso Barack
Obama si è rallegrato ieri per «un andamento
dell´economia migliore delle previsioni». La grande abbuffata di auto è legata
a un programma di incentivi del governo per l´ammodernamento delle vetture in
circolazione. In pochi giorni più di 200mila americani hanno dato via la
vecchia auto ad alto consumo di benzina per acquistarne una nuova con 4.500
dollari di sovvenzioni statali. Così lo stanziamento di un miliardo di dollari
si è subito esaurito, costringendo il Congresso - su pressioni della Casa
Bianca e dei parlamentari della zona di Detroit - ad avviare l´approvazione di
altri 2 miliardi di spesa. La forte domanda di automobili è stata interpretata
come un segnale di risveglio della fiducia. Ancor più significativi sono stati
i dati sul Pil: dopo un crollo nel primo trimestre del 2009 ancor più marcata
di quel che si era detto (- 6,4%), l´economia Usa si è contratta tra aprile e
giugno solo dell´1%. Gli analisti, che si aspettavano un calo del 1,5%, hanno parlato subito di «netta inversione di
tendenza» e di «ore contate per la recessione». L´unica inquietudine è stata
per la diminuzione dei consumi privati, che alimentano il 70% della macchina
economica, mentre nel secondo trimestre le esportazioni si sono stabilizzate e
le imprese americane hanno aumentato le scorte. Obama
ha approfittato dei dati del Pil per dire che si va nella «giusta direzione» e
sottolineare tre elementi: primo, di aver ereditato una situazione economica
drammatica; secondo, il successo del piani della Casa
Bianca per stimolare l´economia; terzo, di non considerarsi soddisfatto fino a
quando non ci sarà una inversione di rotta anche nell´occupazione. «Per quanto
mi riguarda - ha affermato - non potremo parlare di ripresa fino a quando
continueremo a perdere posti di lavoro». Il che - avvertono gli economisti -
non avverrà in tempi ravvicinati. Anche il Fmi è della stessa opinione. Charles
Kramer, capo della divisione nord-americana, prevede che il tasso di
disoccupazione debba ancora toccare il 10% e che la ripresa avvenga in modo
molto graduale. Il Fondo ha anche quantificato in 10mila miliardi di dollari le
risorse pubbliche messe in campo per salvare le banche. Uno studio Bankitalia-Bri le quantifica in 5.000 miliardi di euro, ma
soprattutto dà un giudizio positivo sull´efficacia dei piani di salvataggio
nazionali. Una reazione tempestiva che sta riportando le banche a prestare
denaro alle imprese. Rimangono gli effetti sui bilanci dei governi destinati a
pesare ancora a lungo.
( da "Corriere della Sera"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Primo Piano data: 01/08/2009 - pag: 3
Recessione Per gli economisti il fondo potrebbe essere toccato da oggi a
settembre Frena la caduta dell'economia Usa Obama: il rischio è la disoccupazione Pil in calo dell'1% nel
trimestre. Luglio record per Wall Street DAL NOSTRO
INVIATO NEW YORK Un calo del Pil nel secondo trimestre 2009 limitato all'1% -
più basso delle previsioni e molto più basso del meno 6,4% del periodo
gennaio-marzo - alimenta la speranza che la recessione americana stia per
toccare il fondo, ma anche il timore di una sorta di «biforcazione » del
quadro economico: da un lato una ripresa del sistema finanziario coi profitti
delle società e il valore delle azioni in ripresa, dall' altro
un mercato del lavoro che continua a sprofondare, con la disoccupazione
destinata a crescere ancora per mesi. Una situazione politicamente difficile da
gestire per Barack Obama. Il
presidente torna a dirsi sollevato perché il pericolo di una recessione che,
continuando ad avvitarsi, si trasforma in depressione, è ormai alle spalle; ma
è anche costretto ad avvertire gli americani - ai quali ha promesso nuovi posti
di lavoro - che dovranno avere molta pazienza. E' anche per questo che ieri il
presidente ha chiesto - e il Congresso ha varato a tempo di record - il
rifinanziamento degli incentivi alla rottamazione delle auto vecchie e che
consumano di più. Agli automobilisti che nei prossimi cinque mesi acquisteranno
un veicolo nuovo e a basso consumo, eliminandone uno vecchio, era stato promesso
un contributo variabile fra i 3500 e i 4500 dollari. Ma lo stanziamento - un
miliardo di dollari - è andato esaurito in una settimana. Duecentocinquantamila
persone che, in pochi giorni, hanno acquistato un veicolo «risparmioso»,
paiono agli economisti un inatteso segnale di vitalità del mercato. E anche se,
spingendo troppo il pedale degli aiuti pubblici, si rischia di «drogare» il
mercato, il governo non si se l'è sentita di lasciar cadere - quando l'economia
è ancora in recessione e c'è la necessità di sostenere i consumi - un raro caso
di incentivo che funziona: il fondo è stato così triplicato, con l'aggiunta di
altri 2 miliardi di dollari. Ieri Wall Street ha
chiuso una settimana molto positiva, ma soprattutto un luglio che, con un
progresso superiore all'8%, diventa il mese migliore degli ultimi anni: per
trovare 30 giorni con una «performance» superiore bisogna risalire al 2002.
Positivo anche il Nasdaq, il mercato nel quale sono quotati soprattutto i
titoli tecnologici, che negli ultimi cinque mesi ha recuperato il 45% del suo
valore. Una ripresa costata cara: il Fondo monetario internazionale ha
calcolato che, per arginare la crisi delle banche e rimettere in piedi il
sistema finanziario, i governi di tutto il mondo hanno investito risorse per 10
mila miliardi di dollari. Adesso gli economisti pensano che la recessione
potrebbe toccare il fondo forse già nel trimestre luglio-settembre (con un Pil
di nuovo positivo prima di fine anno). Ma la ripresa sarà anemica. «Molta gente
- avverte l'economista di Moody's, Mark Zandi - percepirà la prima fase del recupero come una
continuazione della recessione ». Passando dalla recessione alla stagnazione,
infatti, l'economia continuerà a distruggere posti di lavoro, sia pure più
lentamente che nei mesi scorsi, anziché crearne di nuovi. Per una ripresa vera
dell'occupazione ci vorrebbe una crescita almeno del 3% che, per adesso, è
fuori portata. E' soprattutto questo a preoccupare Obama:
la disoccupazione è già al 9,5% e a fine anno rischia
di superare ampiamente quota 10%. Anche per questo il presidente difende la sua
manovra fiscale da 800 miliardi di dollari: non basterà a compensare gli
effetti della recessione, ma ha sicuramente attutito la perdita di posti di
lavoro, in modo particolare nella scuola e negli enti locali. E, soprattutto,
contiene interventi nel campo della spesa sociale (più fondi per le indennità
di disoccupazione e gli assegni alimentari per i poveri) che, oltre a sostenere
la domanda interna, danno un minimo di sollievo alle fasce più vulnerabili
della popolazione. Massimo Gaggi
( da "Corriere della Sera"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Politica data: 01/08/2009 - pag: 12 I democratici Polemica con
Emiliano candidato alla segreteria regionale: non è un dopolavoro D'Alema a
Bari difende il Pd «Sereni, i veleni non ci divideranno» «Fiducia nei
magistrati ma il partito non c'entra con la criminalità» DAL NOSTRO INVIATO
BARI «E ora si balla, ci voleva un po' di movimento». Scherza Nicola Latorre, riferendosi alla candidatura a segretario
regionale per la mozione Bersani di Sergio Blasi, fondatore della «Notte della Taranta » nonché sindaco (presto dimissionario) di
Melpignano (Lecce). La «mossa della taranta» è forse
anche un tentativo di far tornare il buonumore a un partito che in Puglia ha
visto giorni migliori. Ieri a Bari è arrivato Massimo D'Alema, proprio mentre
le indagini giudiziarie si abbattono sul Pd e le tensioni interne producono una
moltiplicazione di candidati alla segreteria, ben quattro, uno in più rispetto
alle mozioni. E non uno qualunque: si tratta di Michele Emiliano, grande amico
di D'Alema, nonché popolarissimo sindaco di Bari, che si è sentito tradito e ha
deciso di correre da solo contro tutti. A D'Alema, salutato da un'ovazione, preme prima di tutto
riabilitare l'onore traballante del Pd: «Guardiamo con rispetto e fiducia alla
magistratura, ma sia chiara una cosa: questo partito non è un'associazione a
delinquere e non c'entra nulla con la criminalità organizzata. I nostri
bilanci sono costituiti non da tangenti ma da liberi contributi». Inevitabili i
timori di ripercussioni interne: «Nessuno pensi che il veleno delle questioni
giudiziarie possa mischiarsi alle nostre vicende politiche ». D'Alema difende
le amministrazioni di Nichi Vendola
e Michele Emiliano: «La qualità del governo prodotto in questi anni non potrà
essere cancellata da nessuna indagine giudiziaria o aggressione giornalistica» . Ma anche il clima nel partito è teso. D'Alema è sicuro
che «non ci sarà una rissa sanguinosa». Però avverte: «La barca del Pd si può
indirizzare, ma è vietato praticare fori nello scafo». L'ex ministro torna ad
attaccare Dario Franceschini: «Avrei preferito uno
sforzo unitario, ma si è scelta la via del confronto presentandolo come sfida
tra il vecchio e il nuovo». Poi torna sulle primarie: «Non le
vogliamo abolire: le vorrei all'americana. Quando ho
spiegato il nostro sistema al capo del transition
team di Obama, mi ha chiesto se siamo matti. E comunque attenzione: senza
regole i partiti diventano scalabili da Opa ostili». D'Alema torna anche su
Emiliano, padrone di casa in sofferenza: «Sono dispiaciuto per le
incomprensioni, anche perché Emiliano è la più significativa personalità
pubblica del Mezzogiorno». Ma neanche la stima e l'amicizia superano «il rispetto della regola che ci siamo imposti: no al doppio
mandato. Perché il partito è un impegno pieno, non può essere un dopolavoro, un
secondo o un terzo lavoro. Deve dispiegare pienamente la sua funzione di leader
pugliese e meridionale, oltre che di sindaco di questa grande città». D'Alema
gli chiede un passo indietro, che Emiliano non farà. Del resto, entrando era
stato chiaro: «Ho già depositato la mia candidatura.
Mi presento senza l'appoggio di nessuna mozione». Il sindaco di Bari è deluso e
arrabbiato: «Sono pieno di angoscia. Ho visto cose che
voi umani... ve lo dice uno che ha fatto il magistrato antimafia. C'è stato uno
scontro di potere nel Pd, con motivazioni impresentabili. Una guerra fratricida
tra mozioni peraltro simili tra loro». Poco prima Latorre aveva attaccato Emiliano, «candidato unitario di
nessuno», e il quotidiano di Antonio Gramsci: «Ho letto sull'
Umanità , no, come si chiama, l'Unità, quel cesso di giornale, che
Tedesco sarebbe stato un amico e socio di Tarantini. Quel povero Tedesco invece
gli ha sempre fatto la guerra, a Tarantini». Alessandro Trocino A Bari Massimo D'Alema ieri pomeriggio con Gaetano Piepoli (Comitato per mozione Bersani) Le primarie «Non le
vorrei abolire. Anzi, le preferirei fatte all'americana»
( da "Corriere della Sera"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Corriere della Sera
sezione: Esteri data: 01/08/2009 - pag: 19 Nomine diplomatiche Terzi
ambasciatore negli Usa Ragaglini al Palazzo di Vetro
ROMA ( r. r.) Il Consiglio dei ministri ha deliberato
ieri un movimento diplomatico nell'ambito del quale è stato deciso un
avvicendamento nella sede più importante e più ambita della diplomazia
italiana: quella di Washington. Ambasciatore nella capitale USA sarà Giulio
Terzi di Sant'Agata, che da circa un anno era Rappresentante permanente
dell'Italia all'ONU. Gianni Castellaneta, che lascia
per raggiunti limiti di età, diventerà al rientro presidente della Sace. Tra i suoi meriti quello di aver saputo instaurare
ottimi rapporti tanto con l'amministrazione Bush quanto con
quella Obama, e anche per questo potrebbe essergli riservato un ruolo di
consigliere del capo del governo. Quella di Giulio Terzi è una scelta
tipicamente professionale e non riconducibile a un particolare input politico.
Negli ultimi anni è stato ambasciatore a Tel Aviv, vice segretario generale della
Farnesina, direttore generale degli affari politici a infine
ambasciatore all'ONU. Al posto di Terzi al Palazzo di Vetro andrà Cesare Maria Ragaglini, oggi direttore generale per il Medio oriente. Tra le altre nomine quella a Buenos Aires di
Guido Latella, a Tunisi di Piero Benassi,
e di Maurizio Serra a Parigi presso l'UNESCO.
( da "Repubblica.it"
del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
PARIGI
Et voilà la première dame d%u2019Italie.
Sarà l%u2019allestimento cafonal, un po%u2019
mutande pazze e un po%u2019 commedia ruspante. Sarà che siamo nella
capitale del burlesque e che i mai teneri (con noi) cugini d%u2019Oltralpe
di fronte alle nostre vicende diciamo politiche se la ridono alla
grande. Sarà che con Parigi invasa da 50 mila testimoni di Geova anche
l%u2019ultimo spettacolino dove sia prevista una qualche frivola evasione
sarebbe il benvenuto
(figuriamoci il tanto atteso escort-party). Sarà tutto questo e molto altro
ancora ma sta di fatto che quando alle undici e mezza della sera sul palco del
leggendario Globo appare lei, Patrizia D%u2019Addario, tra il pubblico
c%u2019è qualcuno che non
lascia cadere la palla. E ce la tira addosso: Voilà la première
dame d%u2019Italie. Eccola la first lady italiana. Buonasera a
tutti, dice Patty sotto lo sguardo di Mimmo, il cugino-manager che la
accompagna in giro in questa tourné europea tra
locali e televisioni.
Per Patrizia è la prima uscita pubblica dopo lo Scandalo. Dopo
due mesi di reclusione voglio ricominciare la mia vita, racconta, il
sorriso largo, il trucco che le esalta gli occhi. In un%u2019intervista con El Mundo confessa di aver fatto la la escort perchè
mio padre è morto suicidandosi». E aggiunge: «A Berlusconi anche dopo quello che è successo auguro tutto il bene di questo mondo,
non odio nessuno ma mi ha deluso: una persona così potente, che mi aveva fatto
una promessa per una cosa
importante a cui tenevo moltissimo...». E ancora: «Non mi sto vendicando, sto
solo dicendo la verità, se fossi stata zitta avrei guadagnato molto ma molto di
più». E in una intervista alla inglese Bbc conferma
che dopo il suo incontro con il premier le era stata offerta attraverso
Giampaolo Tarantini una candidatura alle europee. Proposta ritirata quando
Veronica Lario fece esplodere il
caso veline. OAS_RICH('Middle');
Le Globo, dunque. Madame D%u2019Addario, la tombeuse (conquistatrice) di Berlusconi, è scritto sulla locandina. La squillo che trascorse la notte di Obama nel letto
del presidente del Consiglio si consegna alla stampa internazionale con
un%u2019ospitata che potrebbe ricordare quella di una ex
concorrente del Grande Fratello dopo la nomination. Potrebbe. Come poteva
essere, anche, un vero show, questa notte. Peccato che la valigia con
dentro il materiale da lavoro, dei giochi di prestigio, dei vecchi video, dei
biglietti da visita, si è persa all%u2019aeroporto di Madrid (Sono
stata ospite di una trasmissione sulla spagnola Antenna 3). In compenso
ci sono le maschere
con la faccia di Berlusconi. È l%u2019omaggio distribuito dagli organizzatori a
tutti gli invitati. Molti italiani. Poca Francia. Il locale, pareti rosse come
i divani di pelle, l%u2019hanno arredato con drappi e coccarde tricolori. I
camerieri sono strizzati dentro le magliette del Milan. Pensare che un tempo
questa balera del 19° secolo era una brasserie
frequentata da artisti e bohemien. Qui nel 1905 Jean Jaurès
gettò le basi del movimento socialista francese. Qui, oggi, si esibisce la
prostituta che ha esposto il governo italiano al ludibrio e all%u2019ironia di
tutto il mondo. Canta, Patrizia. Si esibisce in un
pezzo che si intitola My life e
che raccoglie i momenti felici e tristi della mia vita. Il testo
parla di un uomo che le ha cambiato la vita. Che l%u2019ha fatta divertire e soffrire.
Berlusconi? Ci pensa su per un attimo. Assolutamente no.
L%u2019abito è nero, nerissimo e stretto. Come quello che indossava a palazzo
Grazioli (Lui vuole che portiate solo abiti neri disse Tarantini alle ragazze pagate per
partecipare alle feste organizzate dal premier nelle residenze di Roma e Porto
Rotondo). Il titolo della serata è I Love Silvio. In effetti agli ospiti è richiesta, si fa per dire, almeno
per un paio d%u2019ore, una specifica condizione dell%u2019anima: amare Berlusconi. Madame
e monsieur, voilà Patrizia D%u2019Addario. Quando si abbassano le luci e
l%u2019occhio di bue la illumina lasciando in ombra il resto della scena (un privé con divani e tavolini con sopra bottiglie di champagne), Giuseppe, che viene da
Altamura e fa il pizzaiolo qui, dice all%u2019amico che Patrizia è
bona. Come si fa a disinnescare la prouderie dei nostri connazionali. Pugliesi, poi. Guardi
lei che stringe mani e firma autografi e pensi. Le docce gelate. Il letto grande
di Putin. Il dopo con le parole sussurrate al
telefono, ciao tesoro, ciao bambina. I consigli tecnici
sulla sessualità. Patrizia dietro le quinte fa spallucce: Di questa
storia non parlo più. È compresissima nella
parte di quella che ha
fatto saltare il banco. La musica sfuma e lei dice che se ci fossero stati i
giochi di prestigio sarebbe stata tutt%u2019altra cosa. Ma è contenta. O si
sforza di esserlo. È notte e fuori, boulevard de Strasbourg
è affollata di spacciatori africani. All%u2019ingresso del Globo è appeso un
poster: c%u2019è Berlusconi che grida. E Patty che sembra incenerirlo con lo
sguardo. (1 agosto 2009
( da "Stampaweb, La" del 01-08-2009)
Argomenti: Obama
Lex
presidente delle Filippine Corazon «Cory» Aquino è morta. Lo ha reso noto la famiglia. Cory, 76 anni, aveva rifiutato di sottoporsi ad un altro
ciclo di chemioterapia o ad altri trattamenti medici per sconfiggere il cancro
al colon. Corazon Aquino guidò le Filippine dal 1986 al 1992
dopo la caduta del dittatore Ferdinand Marcos, e «ha combattuto la sua
battaglia contro il cancro con molto coraggio per un anno e mezzo», spiegò allinizio del mese la famiglia in un
comunicato. La carriera politica dellex presidente è cominciata negli
anni Ottanta. Nel 1983 la morte di suo marito, Benigno Aquino Junior, portò a
violente proteste in strada che terminarono tre anni dopo con la caduta del
dittatore Ferdinand Marcos, che guidò il paese per trentanni.
Corazon Aquino diventò presidente poco dopo, ristabilendo di fatto il ritorno alla democrazia. Dopo la fine del suo
mandato, ha continuato a combattere per diverse cause, guidando le proteste
contro Estrada, che fu destituito da una rivolta popolare nel 2001. Lo scorso
anno i due si erano riconciliati e condussero insieme la rivolta contro il
presidente delle Filippine, Gloria Arroyo, accusata
di corruzione. Immediate reazioni alla morte dellex
presidente sono arrivate da tutto il mondo. Il presidente Usa, Barack Obama ha espresso il suo «più
profondo cordoglio». «Il suo coraggio - si legge in un comunicato della Casa
Bianca - la sua determinazione, la sua leadership morale sono ispirazione per
tutti e un esempio del meglio della nazione filippina».