CENACOLO
DEI COGITANTI |
"Bene Sarkozy meglio
ascoltare che boicottare" ( da "Stampa,
La" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina un domani potrebbe vietare
di criticare la ideologia comunista o altri paesi quella nazionale. Parlare di
diffamazione in questo senso vuol dire davvero giocare con il significato delle
parole. Dunque difendiamo fermamente il concetto che l'incitazione all'odio
verso un gruppo umano qualsiasi è una offesa e un delitto,
TREVISO. Il primo G8
agricolo della storia mette tutti d'accordo sul fatto che l'agricoltura ...
( da "Corriere delle Alpi"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: benefici della globalizzazione e
dell'apertura dei mercati ma si sottolinea anche l'importanza di un sistema di
commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. «E' un
documento importante in cui sono stati toccati tutti i punti - afferma il
ministro Zaia - leggendo la dichiarazione si può notare come ci siano molte
proposte e ogni parola abbia il suo peso»
Contributi per Protezione
civile e pompieri ( da "Corriere
delle Alpi" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Contributi per Protezione civile e
pompieri BELLUNO. Il Consorzio Bim Piave sostiene la Protezione civile e i
volontari dei vigili del fuoco. Il consiglio direttivo ha infatti stanziato
17mila euro complessivi, per sostenere alcune iniziative locali. In
particolare, al Nucleo di Protezione civile Ana dell'Alpago andranno 1.
Mercati liberi ma con
regole ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India, Messico e Sudafrica) e
a quelli del G3 (Argentina, Australi e Egitto) che però hanno partecipato ai
lavori e condiviso alcuni punti. Il rappresentante della Cina ha però mostrato
sui dazi una posizione difensiva chiedendo che vengano "regole
scientifiche" nell'individuarli, e anche il rappresentante egiziano ha
sottolineato come debbano essere rivisti e risolti attraverso
Zaia:
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si afferma il dovere di sostenere
gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, si
sottolinea l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti
agricoli basato su regole certe. «E' un documento importante - afferma il ministro
Zaia -. Leggendo la dichiarazione si può notare come ci siano molte proposte e
ogni parola abbia il suo peso».
G8 agricolo, nel mirino le
speculazioni sui prezzi ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si afferma il dovere di sostenere
gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si
sottolinea anche l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei
prodotti agricoli basato su regole certe. Il documento sarà ora portato dalla
presidenza italiana al vertice G8 di luglio a La Maddalena.
frattini: l'italia ha
avuto ragione a non andare ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: una nuova «efficace» governance
internazionale ha bisogno di «Europa forte, capace di esprimersi con una voce
sola sui grandi temi». Altrimenti - mette in guardia - il «paventato G2,
Usa-Cina, potrebbe effettivamente emarginare i paesi europei sulla scena
internazionale. Potrebbe cioè condannare l'Europa a un ruolo marginale».
A TOLOSA SEQUESTRATI DUE
MANAGER DI MOLEX AUTOMOTIVE ( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: NAZIONALE Pagina 5 FRANCIA A TOLOSA
SEQUESTRATI DUE MANAGER DI MOLEX AUTOMOTIVE Due dirigenti della Molex
Automotive, filiale francese della Molex USA, sono stati sequestrati da
dipendenti nella sede di Villemur-sur-Tarn, vicino a Tolosa. La Molex aveva
annunciato nell'ottobre scorso di voler chiudere l'impianto per trasferire le
attività in Cina, con la perdita di 300 posti di lavoro.
g8, agricoltura e fame nel
mondo tornano priorità ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si afferma il dovere di sostenere
gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si
sottolinea anche l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei
prodotti agricoli basato su regole certe. «È un documento importante in cui
sono stati toccati tutti i punti - afferma il ministro Zaia -.
agricoltura, lotta alla
speculazione ( da "Nuova
Sardegna, La" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: benefici della globalizzazione e
dell'apertura dei mercati ma si sottolinea anche l'importanza di un sistema di
commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. «E' un
documento importante in cui sono stati toccati tutti i punti - afferma il
ministro Zaia - leggendo la dichiarazione si può notare come ci siano molte
proposte e ogni parola abbia il suo peso»
un fondo cinese vuole
entrare nella daimler ( da "Repubblica,
La" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E da Shanghai arrivano stime che
parlano della Cina come il primo mercato dell´auto al mondo nel 2009, come già
anticipato dal sorpasso delle vendite sugli Usa a gennaio. In un mercato
mondiale stimato nel
maxi-collocamento
nell'alluminio cinese un test per le borse
( da "Repubblica, La"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: alluminio cinese un test per le
Borse La Cina lancia quello che potrebbe essere il più grosso collocamento
azionario dell´anno. Si tratta della prima quotazione in Borsa, a Hong Kong,
del colosso Zhong Wang, uno dei leader mondiali nei prodotti in alluminio. Con
l´offerta pubblica di sottoscrizione Zhong Wang punta a raccogliere 1,6
miliardi di dollari Usa.
rassegna cinematografica a
porretta ( da "Tirreno,
Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della globalizzazione, dei doppi
turni e della presunta felicità determinata dai consumi. Questi i prossimi
appuntamenti della rassegna: martedì 5 maggio alle 21, verrà proposto
"Piccoli affari sporchi" di Stephen Frears (Gran Bretagna 2007).
Martedì 12 maggio alle 21, la rassegna prevede la proiezione di "Il
destino nel nome"
Usa poco felici, Oracle su
Sun. Cina: più nucleare ( da "Manifesto,
Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: DIARIO DELLA CRISI Usa poco felici,
Oracle su Sun. Cina: più nucleare Maurizio Galvani L'Isola «felice» è l'Italia
mentre tutto il resto del mondo trema. In Usa, ad esempio, il superindice della
Conference Board - che misura lo stato di salute futura dell'economia - ha
segnalato a marzo un calo pari allo 0,3% dopo il -0,
A Fès il terzo festival
della cultura sufi ( da "Manifesto,
Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: è il Forum «Un'anima per la
globalizzazione» a cui partecipano personalità come Edgar Morin e Majid Ranema.
Ogni giornata si chiude con i concerti e i rituali "samaa" di artisti
e confraternite sufi. Il festival propone una serie di incontri, conferenze, atelier
che sviluppano in tutte le direzioni la conoscenza del Sufismo.
Il new deal verde
( da "Manifesto, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: autunno e l'inverno le maggiori
economie mondiali, dagli Usa all'Europa al Giappone alla Cina, hanno varato
pacchetti di incentivi e «stimoli» all'economia e il programma ambientale
dell'Onu (Unep) ha quantificato: si aspetta che il 33% di questi pacchetti sia
destinato all'«economia verde». La crisi dà ragione ai verdi, dunque?
Piero Angela racconta
Darwin ( da "Provincia
Pavese, La" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in un momento storico in cui il
pianeta si globalizza ma cristiani, musulmani, ebrei contano i loro anni con
datazioni differenti, si potrebbe scegliere come linea di demarcazione l'anno
in cui è stato pubblicato il libro di Darwin sulla teoria evoluzionistica. Dopo
la scoperta del fuoco e l'invenzione della ruota quello che ha segnato la
storia umanità,
Busetto e la mucca
Margherita chiedono aiuto alla Provincia. Ieri mattina proprio fuori d...
( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ieri mattina proprio fuori
dall'aula del consiglio provinciale l'imprenditore agricolo Andrea Busetto e la
fida mucca Margherita hanno inscenato un anomalo sit-in di protesta, chiedendo
maggiori tutele per i piccoli imprenditori. «La globalizzazione ci sta
uccidendo» - ha tra l'altro spiegato l'imprenditore. A pag.34
PESARO - Busetto e la
mucca Margherita chiedono aiuto alla Provincia. Ieri mattina propri...
( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La globalizzazione ci sta uccidendo
e chiediamo all'amministrazione provinciale di istituire un piccolo fondo per
tutelare noi piccoli imprenditori agricoli. Il nostro latte è sano ed è prodotto
nel territorio, quello dei grandi marchi nessuno lo sa».
Intesa alla Caterpillar:
meno tagli e fabbrica operativa fino al 2015
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: In ottobre l'azienda aveva
annunciato di voler chiudere l'impianto per trasferire le attività in Cina,
tagliando 300 posti. © RIPRODUZIONE RISERVATA BOSSNAPPING A Tolosa sequestrati
due manager della filiale di Molex Automotive, che vuole trasferire la produzione
in Cina
La Terza Italia delle reti
locali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la prima dell'era della
globalizzazione - i cui esiti sono ancora poco prevedibili. Ma intanto qualche
valutazione si può cominciare a fare. Se proviamo a prendere una fotografia
dell'impatto della crisi a livello territoriale, ne ricaviamo una mappa che
piacerebbe a Fernand Braudel e agli storici sociali della "lunga
durata".
Nelle recessioni il Graal
dell'economia ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Cina e forse il Canada». Quanto
all'Europa di oggi, Koo nota che nel Welfare State la funzione di
"stabilizzatore automatico" della politica fiscale opera assai più
che in Giappone o in Usa, ma che occorre una mobilitazione fiscale più ampia,
specie in Germania e Francia: altrimenti misure di spesa da parte di altri
Paesi Ue più piccoli rischiano di avere efficacia limitata.
Ridono, urlano,
s'infiammano. Tremila fans scatenatissimi, dai dodici ai vent'anni...
( da "Messaggero, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Eccoci al Porta di Roma, Bufalotta,
Cine Cité. La folla ondeggia dietro le transenne: ola, ola, ola. Migliaia di
colori. Mamme e papà, tantissimi, retrocedono e lasciano la pole position alle
loro ragazzine. C'è chi viene da Caserta, da Napoli, da Prato, da Bologna. Non
manca qualche cinesina sorridente.
Da Cina e Usa i segni di
ripresa ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Pechino usa le riserve per comprare
commodity Da Cina e Usa i segni di ripresa Il rialzo dei prezzi però supera le
indicazioni dei fondamentali Gianni Mattarelli MILANO Una caratteristica delle
ultime settimane è il ritorno della predisposizione al rischio nel mercato dei
metalli, dopo mesi di forte avversione.
L'Asia mette a profitto
gli accordi bilaterali ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: tra i più importanti allo studio
oggi ci sono quelli fra Asean e India, fra Giappone e Sudcorea, fra Tokyo e New
Delhi, fra Cina e Australia. Gli Usa e l'Europa piuttosto – sottolinea Kawai –
presto dovranno ringraziare l'espansione dei commerci intra-regionali in Asia
generata dagli accordi di libero scambio e associata al rilancio della domanda
asiatica.
Focus / 2 La ripresa che
verrà. ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: India e Cina) possono garantire,
grazie alla grandezza dei rispettivi mercati interni, un effetto di
sostituzione che vada a colmare il vuoto lasciato dal calo della domanda dei
Paesi in-dustrializzati, i più colpiti dalla crisi mondiale. La previsione è di
Coface, la società di assicurazione del credito all'export,
In Turchia sostegni pari
al 4% del Pil ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: nel settore della ricerca con
l'aiuto della Cina e in quello delle energie alternative. Naturalmente resta il
problema della disoccupazione, che a gennaio ha raggiunto il picco record del
15%, il problema più grave provocato in Turchia dalla crisi che ha toccato il
Paese con otto mesi di ritardo rispetto agli Usa.
No di Cina e India
all'accordo ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: documento di indirizzo No di Cina e
India all'accordo Sulle scorte alimentari critiche anche di Brasile, Sud Africa
e Messico Alessio Romeo CISON DI VALMARINO «Tutte le istanze avanzate
dall'Italia alla fine sono state accolte ». è soddisfatto, il ministro delle
Politiche agricole Luca Zaia, al termine dei lavori del primo G-8
dell'Agricoltura che si è chiuso ieri a Cison di Valmarino (
Le grandi case alla
ricerca di nuovi equilibri ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in attesa della Cina, che si sta
aprendo ora alla motorizzazione: da qui ai prossimi giorni dalle case mondiali
arriveranno i dati sulle trimestrali e il mercato si attende una stagione di
bilanci in perdita, (almeno a livello di risultato operativo) sulla scia del
crollo del 20% del mercato proprio nei principali Paesi.
Gm pronta a cedere Opel a
costo zero ( da "Sole
24 Ore, Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: offerta arriva dalla Cina. La
struttura dell'operazione Opel, la cui gestione è affidata a Dresdner Bank
(gruppo Commerzbank), potrebbe vedere la creazione di una nuova società cui Gm
apporterebbe asset stimati in 3 miliardi di euro, mantenendo una quota; il soci
finanziario dovrebbe iniettare un minimo di 500 milioni direttamente
nell'azienda;
General Motors dà in
regalo Opel ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ha fatto sapere che non intende
vendere le attività sudcoreane e che «probabilmente» costruirà un nuovo
stabilimento in Cina. Lo ha detto ieri il presidente dell'area Asia-Pacifico,
Nick Reilly al salone dell'auto a Shanghai. Reilly ha anche assicurato che Gm
manterrà il marchio Buick che è il «più redditizio». Mentre 1.600 colletti
bianchi di Detroit stanno per essere licenziati.
Nel calcio sentiamo di più
il razzismo perché c'è maggiore attenzione, ma si devono prendere delle misure
decise perché il mondo ormai è globalizzato
( da "Messaggero, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Martedì 21 Aprile 2009 Chiudi Nel
calcio sentiamo di più il razzismo perché c'è maggiore attenzione, ma si devono
prendere delle misure decise perché il mondo ormai è globalizzato
salone al via
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il testa a testa con gli Usa è
iniziata già a gennaio quando per la prima volta in Cina sono state vendute più
vetture. La Cina è al momento l'unico grande mercato al mondo dove è possibile
aumentare le vendite. 21/04/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
Auto, la crisi non è di
casa a Shanghai La Cina sogna il sorpasso sugli Usa
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Auto, la crisi non è di casa a
Shanghai La Cina sogna il sorpasso sugli Usa --> Martedì 21 Aprile 2009
GENERALI, pagina 2 e-mail print nascosto-->
Auto, il sorpasso cinese
( da "Corriere della Sera"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: primo al mondo a causa della forte
crisi del mercato Usa. Il testa a testa con gli Stati Uniti è iniziata già a
gennaio quando per la prima volta in Cina sono state vendute più vetture. E a
Shanghai l'amministratore delegato della casa di Maranello, Amedeo Felisa, ha
ricordato l'importanza del mercato Apac, dove nel
Il primo G8 chiede regole
e stop alle speculazioni ( da "Gazzetta
di Parma (abbonati)" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si afferma il dovere di sostenere
gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si
sottolinea anche l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei
prodotti agricoli basato su regole certe. «E' un documento importante in cui
sono stati toccati tutti i punti », afferma il ministro Zaia.
G8 agricolo: Contro la
fame rilanciare il settore primario
( da "Giornale di Brescia"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: si afferma il dovere di sostenere
gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, ma si
sottolinea anche l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei
prodotti agricoli basato su regole certe. Il supporto proposto dal G8
all'agricoltura e alla lotta alla fame riguarda non solo l'adozione di piani
volti a favorire la produzione di cibo,
Fiat-Chrysler, conto alla
rovescia ( da "Giornale
di Brescia" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: oppure rischio crac per la Casa
Usa. Marchionne continua a trattare con i sindacati americani. E la Cina,
intanto, diventa il primo mercato ROMALa scadenza del 30 aprile fissata
dall'amministrazione Obama si avvicina e Sergio Marchionne, amministratore delegato
di Fiat, vola di nuovo negli Stati Uniti per proseguire la trattative su
un'eventuale alleanza con Chrylser.
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: per esempio in Cina è ripresa la
produzione industriale e alcuni indici di fiducia negli Stati Uniti stanno
migliorando. Anche il dato sulle esportazioni italiane a febbraio ha fatto il
3,5%». Si tratta tuttavia «di segnali ancora deboli che stiamo cercando di
valutare» e «non possiamo certo dire che siamo fuori da questa enorme e
fortissima recessione»
Come sarà il capitalismo
dopo la crisi? ( da "EUROPA
ON-LINE" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La questione è molto più generale
ed è in misura non trascurabile legata alla globalizzazione. I salari delle
professioni tradizionali nei paesi industrializzati non possono crescere perché
sono oggetto di una fortissima concorrenza da parte dei nuovi attori. Sono
aumentati i compensi di tutti coloro che, in un modo o nell'altro, godono di
una posizione monopolistica.
I segreti del super caccia
Usa rubati dagli hacker. Cinesi? ( da "Rai
News 24" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: informatici è partito dalla Cina.
Non è la prima volta che gli hacker si fanno beffe della sicurezza informatica
del ministero Usa della Difesa: di recente è stato violato anche il sistema di
controllo del traffico aereo militare. Secondo le fonti citate dal quotidiano
finanziario, i pirati sono riusciti a scaricare diversi terabyte di dati che
non riguardano i segreti più delicati -
MA L'ITALIA NON PENSA AL
CLIMA ( da "Lavoce.info"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il presidente Usa ha invitato i
leader di Australia, Brasile, Canada, Cina, Unione europea,Francia, Germania,
Gran Bretagna, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Messico, Russia e Sud
Africa, nonché il segretario generale dell?Onu, Ban Ki Moon, e la Danimarca, in
qualità di presidente della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici.
Allarme alieni in Europa
( da "Scienze.it, Le"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ecologia e ambiente Globalizzazione
biologia Allarme alieni in Europa Nella sola Gran Bretagna gli artropodi non
autoctoni provocano ogni anno un danno agricolo pari a circa 2,8 miliardi di
euro PAROLE CHIAVE agricoltura Specie vegetali e animali aliene stanno
invadendo sempre più l'Europa: è questo l'allarme lanciato da un articolo
apparso su Frontiers in Ecology and the Environment,
Cina, Italia leader anche
nel lusso da diporto ( da "Affari
Italiani (Online)" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina nel
Coldiretti: il falso made
in Italy. Vale 50 miliardi di euro
( da "Sestopotere.com"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: tendenze di Paesi emergenti come la
Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia
di comprometterne la crescita. Le imitazioni del parmigiano reggiano e del
grano padano sono con il Parmesan la punta dell'iceberg diffuso in tutto il
mondo, ma c'è anche - sottolinea la Coldiretti - il Romano prodotto
nell'Illinois con latte di mucca anziché di pecora,
"Hacker cinesi
beffano il Pentagono" Rubati i segreti del superbombardiere
( da "Stampaweb, La"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Stando ad alcuni ex funzionari del
Pentagono dietro ai crescenti attacchi ciber-nautici ci sarebbe la Cina che
negli ultimi mesi - afferma un un rapporto della Difesa Usa - ha compiuto
«consistenti progressi» nello sviluppo di tecniche di guerre di online. Accuse
respinte da Pechino che ha bollato come «prodotto di una mentalità da Guerra
Fredda» il rapporto del Pentagono.
Ambiente, Frattini: G8
sarà svolta se presi impegni vincolanti
( da "Reuters Italia"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: mentre Usa e Cina sono d'accordo
sui principi e sul metodo dell'inclusione di tutti i grandi emettitori mondiali
come precondizione per ottenere un risultato condiviso. Uno degli obiettivi
politici è di ottenere l'impegno di massima di Cina, India e Usa, che sono
grani emettitori di C02, non solo sul metodo ma anche sulla sostanza,
Pirati informatici rubano
segreti del caccia F-35 ( da "Giornale.it,
Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ex funzionari Usa, riporta ancora
il Wall Street Journal, avrebbero detto che gli attacchi sembrano provenire
dalla Cina, ma il giornale precisa che è difficile stabilirlo, perché su
Internet è molto facile nascondere la propria identità. L?ambasciata cinese ha
dichiarato che la Cina "si oppone e proibisce ogni forma di
cybercrimine".
Superindice Usa e Bank of
America affossano i listini. Mibtel -3,88%
( da "Sicilia, La" del
21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: introito derivato dalla cessione di
una banca in Cina. I listini europei, già in calo nella mattinata, si sono
subito adeguati e hanno subìto un'accelerazione nelle vendite sulla scia del
pessimo andamento di Wall Street dove perdite a doppia cifra registravano Bank
of America e Citigroup. A spingere le vendite, oltre alle prese di beneficio
conseguenti ai rialzi delle ultime settimane,
Una messa a Basagliapenta
per il secondo anniversario della morte di pre Toni Beline
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: altro possa essere utile a rendere
presenti e attuali le intuizioni e le idèe del parroco che contribuì, con le
sue battaglie e con le sue opere a prendere coscienza della particolarità
culturale e storica dell'essere friulani, in un contesto di globalizzazione
accelerata e sempre più omologante. Per informazioni: 0432 764381 o lo 0432
848882, email- mauro.della.schiava@alice.it"
Cison di Valmarino NOSTRO
INVIATO Meno sussidi all'agricoltura nelle nazioni ricche e m...
( da "Gazzettino, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India, Sud Africa, Brasile,
Messico - i G5 - e Argentina, Egitto e Australia non hanno ancora una posizione
comune come quella trovata ieri al summit di Cison di Valmarino dai G8, ma si
muovono quasi di concerto. «Il documento dei G8 è sicuramente innovativo,
bisogna iniziare a collaborare per poter affrontare le nuove sfide -
VICENZA - Lo slogan è
efficace: "Prepariamoci al meglio". Sintetizza la voglia di chiudere
il c... ( da "Gazzettino,
Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economista Richard Florida secondo
il quale la globalizzazione si è fermata da sola a 147 dollari il barile.
L'economia si è resettata, lo sviluppo ha cambiato direzione per poter crescere
ancora. Vicenza può continuare ad essere una capitale mondiale della
manufatturiero e della piccola impresa se saprà passare a modelli più avanzati
di organizzazione industriale,
Vicenza NOSTRO INVIATO Non
possiamo dire che siamo fuori dalla crisi, ma ho l'imp...
( da "Gazzettino, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: All'estero, Cina e Usa, i dati
indicano un miglioramento. Nel governo si fa strada l'idea che l'Italia possa
uscire meglio di altri dalla recessione. Non per una singolare configurazione
astrale, ma perché, come la Germania, e al contrario della Gran Bretagna, ha
mantenuto una forte presenza industriale.
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa-Cina, potrebbe effettivamente
emarginare di fatto i paesi europei nella scena internazionalè. Frattini mette
dunque in guardia sulla necessità di "impegnarsi per scongiurare" un
altro "formato e un'altra ipotesi di governance" sottolineando che
"senza istituzioni più forti ed una rinnovata capacità di agire per la
difesa degli interessi comuni,
A Siracusa il G8 Ambiente
- Il retroscena del negoziato: la partita si gioca sulle tecnologie - L'intesa
possibile ( da "e-gazette"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: intesa per portare gli Usa più
vicini a un accordo possibile al summit climatico di dicembre a Copenaghen.
Coinvolgere Cina, India e altri Paesi in accordi mondiali di settore, per
esempio sugli standard tecnologici condivisi. Esempio pratico: l?accordo tra
Italia e Tunisia per produrre in Africa Settentrionale energia da fonti
rinnovabili (come il fotovoltaico)
L'ABBRACCIO INSCINDIBILE
TRA CINA E DOLLARO * ( da "Lavoce.info"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a causa della drammatica
vulnerabilità del bilancio Usa. Forse che la Cina sta tentando di tenere il
piede in due staffe? Vuole mostrarsi come la vittima del sistema basato sul
dollaro, quando per lungo tempo ne ha beneficiato e ha contribuito a favorirlo.
Il problema attuale è l?ovvia conseguenza della strategia mercantilistica,
deliberatamente perseguita dalla Cina.
Fondi sovrani, seconda
ondata ora le "prede" sono le industrie L'INCHIESTA
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: acquisto di titoli del Tesoro Usa.
Ancora più complessa la questione con la Cina. In questo caso il fondo sovrano
è alimentato con il macroscopico surplus commerciale: i cinesi com?è noto sono
riluttanti ad accettare una rivalutazione dello yuan per riequilibrare
l?interscambio con l?
Il critico degli errori
nella globalizzazione L'AUTORE ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 4 Il critico degli errori nella
globalizzazione L?AUTORE Joseph Stiglitz (foto a sinistra), professore di
economia presso la Columbia University di New York, ha vinto il Nobel per
l'economia nel 2001. Il suo ultimo libro, scritto assieme a Linda Bilmes, è
"The Three Trillion Dollar War: The True Costs of the Iraq Conflict"
(La guerra da tremila miliardi di dollari:
La dipendenza dai
videogiochi è una realtà. Parola della Iowa States University
( da "PC World online"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina delinea i tratti della
"dipendenza da Internet"; Ricerca AMD: l'Europa "soffre" di
dipendenza dal web la dicono lunga sulle condizioni in cui tutti versiamo,
senza considerare l'uso pressoché ossessivo che si fa di Facebook. Il dottore
in psicologia Douglas Gentile, a capo del team di ricerca della Iowa States
University,
E' nel blog il futuro del
giornalismo?. ( da "Giornale.it,
Il" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ammissione che la crescita non potrà
più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Nel pieno della crisi o
fuori dal tunnel? ( da "EUROPA
ON-LINE" del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina arrivano segnali
positivi e c'è stato l'arresto della caduta dei prezzi delle case Usa spiega
Boeri Non credo tuttavia che la strategia di rendere opachi i bilanci delle
banche americane» tranquillizzi i risparmiatori. Chi è ottimista, nel senso che
scommette su una possibile inversione di rotta da ottobre in poi,
Al via il think tank
rutelliano, bipartisan ed ecosostenibile
( da "EUROPA ON-LINE"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: inclusione nel processo decisionale
perché «è impossibile imporre regole blinding alla Cina se la Cina non concorre
a formarle con noi». Dopodiché a Copenhagen l'Italia punterà a chiedere che
India, Cina e Usa si impegnino ad avvicinarsi nella sostanza al 20-20-20 già
deciso dall'Ue. E a fare da motore alle potenzialità dell'innovazione
tecnologica.
La casta dei top manager
continua a imperare (anche in Italia)
( da "Giornale.it, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ammissione che la crescita non
potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Giù gli operai, su gli
autonomi ( da "Stampa,
La" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la globalizzazione, un po' le
pazzie della finanza hanno accresciuto. In Italia i divari sono più ampi che
negli altri paesi dell'Europa continentale, «tuttavia non si osserva un periodo
prolungato di crescita della disuguaglianza». Ma, in altri dati che abbracciano
il periodo dal 1993 al 2006, mentre i dipendenti restavano quasi fermi (
A casa di Stefania
( da "Nuova Ecologia.it, La"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Cina e India che dagli impegni
di riduzione di Kyoto sono rimasti fuori''. Per quanto riguarda il nostro
Paese: ''Abbiamo privilegiato - ha ricordato Prestigiacomo - il ricambio delle
auto inquinanti con quelle ecologiche. Abbiamo confermato e semplificato il
bonus fiscale del 55% per le ristrutturazioni edilizie in chiave di risparmio
energetico.
Cracker in azione nei
cieli USA ( da "Punto
Informatico" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, persistono difficoltà
nell'individuare i veri colpevoli vista la relativa facilità con cui è
possibile camuffare la propria identità online. E se non bastasse la breccia
nei sistemi del Pentagono, gli ufficiali lanciano l'allarme anche sul sistema
di controllo del traffico dell'Air Force, violato nei mesi recenti con gran
preoccupazione della NSA per le possibili conseguenze
Violati i segreti del
Pentagono: rubati i piani sul caccia del futuro
( da "Corriere.it" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Stando ad alcuni ex funzionari del
Pentagono dietro ai crescenti attacchi cyber-nautici ci sarebbe la Cina che
negli ultimi mesi - afferma un rapporto della Difesa Usa - ha compiuto
"consistenti progressi" nello sviluppo di tecniche di guerre di
online. Accuse respinte da Pechino che ha bollato come «prodotto di una
mentalità da Guerra Fredda» il rapporto del Pentagono.
di Marco Pasciuti Stavolta
il cielo sopra Arlington, Virginia, è sgombro ...
( da "Leggo" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 8 volte la velocità del suono e di
rendersi invisibile ai radar, avrebbe pochi segreti. La minaccia ha matrice
cinese. Per il Pentagono, la Cina starebbe sviluppando nuove tecniche di
"guerra online" per sopperire alle sue difficoltà militari. Ma
Pechino respinge le accuse: «Sono frutto di una mentalità da Guerra fredda».
Quanti ostacoli per
un'azione anti-razzismo dell'Onu ( da "Arena,
L'" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: nonostante la globalizzazione e
l'urgenza di integrazione e di politiche comuni, non è riuscito ad inventarsi
nessuna altra palestra, così universale, di incontro tra «diversi». Che cosa
sta alla base del razzismo e del non riconoscimento dell'Olocausto? Certamente
delle ragioni politiche, storiche.
F-35, rubati i segreti del
caccia americano ( da "Arena,
L'" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Pentagono è sotto attacco da mesi
da parte di cyberspie in apparenza provenienti dalla Cina, che sono riuscite a
violare i computer della Difesa e a mettere le mani su segreti preziosi. I
progetti del supercaccia F-35, un progetto internazionale a cui partecipa anche
l'Italia, sembrano essere finiti in mani sbagliate e le spie ora conoscono i
piani del più costoso programma militare Usa.
e oggi i boys partono in
treno per l'europa ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma anche con i docenti su argomenti
come la globalizzazione, la crisi e la geopolitica dell'Europa», spiega Bezzo.
Impossibile non parlare di Debora Serracchiani. «Il suo è un nome che piace
molto e parleremo anche di lei nel corso del viaggio, il tempo di sicuro non
mancherà per approfondire tutti i temi».
un vademecum per l'uomo
globalizzato ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Pagina 13 - Cultura e spettacoli Un
vademecum per l'uomo globalizzato Il fondatore Pacini L'IDEA «Si cerca di fare
sintesi sulla condizione dell'individuo contemporaneo» «Un ossimoro per l'uomo
globale». A distanza di cinque anni dall'averlo coniato, Marco Pacini scherza ancora
sulla discussa origine del marchio vicino/lontano.
nel gorgo della paura con
bettin - nicolò menniti-ippolito ( da "Centro,
Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che è il risultato della
globalizzazione». Ecco perché quel continuo dire «paroni a casa nostra» diventa
anche espressione di sofferenza. «Ci sono due significati - dice Bettin - uno è
deteriore, è segno di ottusità, di rifiuto del mondo, ma l'altro è un modo di
reagire alla metamorfosi di un territorio, alla perdita del senso di
appartenenza ad una comunità»
LIBRI Gli orti felici
Luciana Littizzetto e Paolo Pejrone improvvisano alle 18,30 un Due...
( da "Stampa, La" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: via Rosmini 1 Globalizzazione Alle
21, il Generale Carlo Cabigiosu parla sul tema «Fattori di instabilità nel
mondo globalizzato». Ingresso libero. Circolo Ufficiali, corso Vinzaglio 6
Avventura Evento letterario (ore 21,30) dal titolo «Il libro dei viaggi -
Itinerari tra le pagine di Giovanni Battista Ramusio», di Bruno Burdizzo.
play trend nel calendario
europeo della creatività ( da "Tirreno,
Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: USA, America Latina (Argentina,
Brasile,Colombia), Asia, Estremo Oriente (Turchia, Emirati Arabi, India,
Taiwan, Cina, Filippine, Giappone) fino all'Australia Il punto di forza e di
novità di Play Trend consiste nell'avere previsto a luglio per i primi 8 designati
una residenza creativa di una settimana - Fashion Hub - all'
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Poi un miglioramento delle
prospettive economiche per gli Usa e i «prudenti impulsi positivi» che arrivano
da Paesi come la Cina.iinfine c'è il fatto che i pacchetti di stimolo decisi
dal governo tedesco «fanno sentire sempre più i loro effetti». 22/04/2009
se la recessione fa bene
all'ambiente - federico rampini pechino
( da "Repubblica, La"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Non solo a Pechino ma in tutta la
Cina un effetto positivo della recessione è innegabile. Nella provincia
meridionale del Guangdong hanno chiuso per bancarotta 62.400 imprese in un solo
trimestre. E quindi hanno smesso di rilasciare smog. La fine della bolla
speculativa immobiliare ha bloccato l´apertura di nuovi cantieri per edificare
grattacieli a Shanghai.
dal nostro corrispondente
NEW YORK - I pirati cibernetici colpiscono di nuovo, dirett...
( da "Messaggero, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: incluso Paesi alleati degli Usa. Il
Pentagono sospetta tuttavia che l'attacco sia stato ideato dalla Cina, che
rimedierebbe con la sua bravura nel campo dello spionaggio cibernetico alla sua
arretratezza nel campo degli armamenti. Ma il governo cinese ha reagito ieri
con una dichiarazioone categorica: «La Cina si oppone e vieta ogni forma di
crimine cibernetico.
Moroso, il contract
salverà il made in Italy ( da "MF
Fashion" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che trova casa soprattutto nelle
economie più effervescenti da quelle mediorientali alla Cina passando per
l'area dell'ex Unione Sovietica e che in questo momento congiunturale deve
sapersi imporre e garantire il livello qualitativo che da sempre contraddistingue
l'operato italiano da quello di altri paesi che magari costano meno ma sono
anche meno affidabili.
Prove di intesa
sull'effetto serra. E Londra si mobilita per le api
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: allargato ad altri 12 Paesi
(compresi Cina e India), sui cambiamenti climatici. è un banco di prova
importante dopo la svolta impressa da Barack Obama alla linea Usa sull'effetto
serra. Il Governo inglese lancia un piano per tutelare le api. Oggi, Giornata
mondiale della Terra, Il Sole 24 Ore esce a «Impatto Zero».
Washington, il Consensus
non è morto ( da "Sole
24 Ore, Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: quali il consenso di Washington si
identifica con la globalizzazione e con il "pensiero unico
neo-liberale". Prima di affossarlo, è bene intendersi su cosa sia il
cosiddetto Washington Consensus.L'espressione, coniata nel 1989 dall'economista
inglese John Williamson, si riferiva ai Paesi emergenti, soprattuto l'America
Latina, e contiene dieci punti, dei quali i più importanti sono:
Record di profitti per
Tesco ( da "Sole
24 Ore, Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il gruppo ha una forte presenza in
Cina e di recente ha acquistato la catena di negozi Homever in Corea del Sud.
Performance positiva anche in Europa, dove le vendite sono aumentate del 29,1
per cento. Meno brillante la situazione negli Stati Uniti, dove la catena Fresh
& Easy rilevata da Tesco ha più che raddoppiato le perdite, salite da 62a
142 milioni di sterline.
Cala ancora l'output di
acciaio ( da "Sole
24 Ore, Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Qualche spiraglio di speranza si
intravvede al contrario negli Usa, dove Ak Steel ha appena comunicato perdite
trimestrali inferiori alle attese, oltre che in Cina. Nel Paese asiatico
l'output di acciaio in marzo si è ridotto di appena lo 0,3%, mentre nel primo
trimestre è addirittura cresciuto dell'1,4% (a 127,4 milioni di tonn).
Gli hacker rubano i dati
del progetto Jsf ( da "Manifesto,
Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ambasciata cinese a Washington ha
risposto seccamente che la Cina proibisce ogni forma di crimine informativo e
ha definito i report americani «un prodotto della mentalità da guerra fredda».
Gli Usa non hanno un ufficio unico per la sicurezza informatica, per crearlo
Bush avrebbe stanziato 17 miliardi di dollari, cifra che Obama è pronto a
spendere.
di SOLIDEA VITALI ROSATI
WASHINGTON E' THOMAS Friedman... ( da "Resto
del Carlino, Il (Ancona)" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la globalizzazione fino al
dissennato sfruttamento delle risorse terrestri. L'annuncio dell'assegnazione
del Premio non poteva quindi che essere un grande evento mondano, come da
quattro anni a questa parte, capace di attrarre all'Ambasciata d'Italia a Washington
trecento personalità di spicco del mondo dell'informazione,
Solidarietà: giovani
addestrati per andare in Africa ( da "Resto
del Carlino, Il (Pesaro)" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: educazione alla mondialità alla
globalizzazione dei diritti, dai nuovi stili di vita e nuovi modelli di
sviluppo all'informazione alternativa, dal mondo che vogliamo all'ascolto e il
rispetto per l'Africa. Molto entusiaste le valutazioni dei partecipanti che si
apprestano a partire per un'emozionante esperienza di volontariato nelle
strutture de «L'Africa chiama»
Si impennano i profitti di
Ducati ( da "Milano
Finanza (MF)" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: impennano i profitti di Ducati Il
gruppo debutta in Cina per accrescere la quota del mercato mondiale oltre il 6%
Ma il 2009 sarà un anno di consolidamento Per Ducati il 2008 «è il migliore
anno in assoluto» della storia del gruppo. E se la casa motociclistica di Borgo
Panigale fosse rimasta a Piazza Affari, probabilmente si sarebbe fatta un baffo
della crisi che ha travolto i mercati.
Corsari della rete
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Oltre alla Cina, che in questi
giorni ha ripetutamente smentito di essere impegnata in alcuna attività di
cyberspionaggio contro gli Usa, le fonti anonime citate dal Wall Street Journal
hanno indicato anche entità turche come possibili responsabili delle
infiltrazioni.
Scatta la Settimana del
cinema ( da "Giornale
di Brescia" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Alle 10 gli studenti potranno
vedere la pellicola «Shower» (Cina, 1999). Mentre alle 12 sarà la volta di
«Juno» (Canada-Usa, 2007). L'iniziativa rientra nelle tipologie di esperienze
che danno luogo al riconoscimento di crediti formativi universitari. Per ulteriori
informazioni è possibile contattare il Servizio formazione permanente
dell'Università Cattolica allo 030.
NEW YORK IL
SUPERBOMBARDIERE F-35 destinato a diventare il gioiello d'attacco ...
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina. Mentre Obama e il presidente
cinese Hu si scambiano segni di amicizia e collaborazione finanziaria ed
economica ai summit del G 20 i «pirati» del Grande Oriente con uno schermo e
una semplice tastiera cercano di penetrare la fortezza telematica del
Pentagono, dove risiede il cervello dell'intero sistema difensivo Usa e questa
volta il colpo sarebbe eccezionale perché gli hackers
GLI 007 ARMATI DI MOUSE
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: piazza da una parte i Paesi in
crescita (Cina e Russia), dall'altra le Potenze tecnologiche occidentali. Come
rileva nel numero di marzo la Revue de Défense National, i tentativi via
internet di fare fallire un'operazione militare hanno un'efficacia direttamente
legata alla capacità di informazione e pianificazione dell'avversario.
Antonio Fulvi Livorno I
NUMERI sono ogni anno ragguardevoli, ma per quanto da record ...
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India, Gran Bretagna,
Tunisia, Marocco, Croazia, Argentina, Brasile, Usa, Giappone. La sfida si
disputa sui J-24, barche rigidamente monotipo assegnate a sorteggio. E
QUEST'ANNO le marine militari hanno deciso di esibirsi per le strade di Livorno
con una spettacolare parata che vedrà le loro rappresentanze con bandiere e
giodoni caratteristici.
Terrorismo ed economia:
ecco i temi più dibattuti degli ultimi anni. E se tra loro esistesse un...
( da "Unita, L'" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La deflazione agevola il processo
di globalizzazione, o meglio, la colonizzazione del mondo da parte della
finanza occidentale. Lo Stato retrocede dall'arena economica e lascia al
mercato finanziario il compito di gestire il grosso dell'economia. E Alan
Greenspan diventa più potente del presidente Clinton.
UN MEZZOGIORNO NON LOCALE
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione. Quest'ultima,
ormai fuori controllo, avrebbe dato vita ad una sorta di «capitalismo del
disastro». È vero, sostiene Moisès Naim rispondendo a sette domande sulla
globalizzazione ( Il Sole 24 Ore). Tuttavia indietro non si torna, afferma, ciò
che si rivela indispensabile è dare risposta alla necessità di una
collaborazione diretta a risolvere i problemi collettivi.
CACCIA USA, Hacker rubano
piani Pirateria informatica o spionaggio militare? Quale che sia, qualc...
( da "Unita, L'" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Al Pentagono sospettano che
l'operazione, sia opera di spioni informatici e gli occhi sono puntati sulla
Cina da cui l'attacco sembra provenire. Ma Pechino accusa gli Usa di avere ancora
una logica di guerra fredda e assicura la persecuzione dei cyber crimini. In
pillole
Rubati i piani
segretissimi del nuovo supercaccia Usa
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: nuovo supercaccia Usa LO RIVELA IL
«WALL STREET JOURNAL» HACKER ALL'ATTACCO NEW YORK Violata la sicurezza
informatica del Pentagono. Sospetti sulla Cina II Alcuni hacker sono riusciti a
violare la sicurezza informatica del Pentagono e a rubare alcuni segreti del
più costoso progetto militare statunitense, quello da 300 miliardi di dollari
per la realizzazione del supercaccia F35.
Al via a Siracusa G8
Ambiente, punta su tecnologie verdi
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: impegno di Usa, Cina e India sui
prossimi negoziati di Copenhagen. "Da Siracusa può partire una grande
alleanza fra nord e sud nel mondo nel segno della tecnologia e per coniugare
ambiente e sviluppo - ha dteto in un comunicato diffuso questa mattina Stefania
Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente, che presiede la tre giorni siracusana -
Lo stampaggio passa
all'energia eolica ( da "Sole
24 Ore, Il (Nord Ovest)" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Francia, Brasilee Cina) e una joint
venture sempre in Cina, a Shenyang, Nord Est di Pechino. E proprio dal colosso
asiatico proviene la maggior parte del fatturato (28,6%); seguono la Germania (
19,6%) e il Nord America (Usa e Canada pesano per il 17,9%). Il mercato
italiano si attesta al 12,3 per cento.
Borse
Asia-Pacifico:peggiorano con Singapore,Shanghai,tiene Seul
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: In tenue ribasso la borsa
australiana dove il produttore di fertilizzanti Incitec Pivot è andato a picco
dopo le dimissioni dell'AD. Greggio in calo poco sopra 48 dollari al barile
mentre i prezzi dei metalli industriali sono misti con il rame sostenuto da un
rapporto che evidenzia importazioni record del metallo dalla Cina.
Cyberspie rubano i segreti
dei caccia F-35 ( da "Unione
Sarda, L' (Nazionale)" del
22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: sotto attacco da mesi da parte di
cyberspie in apparenza provenienti dalla Cina, che sono riuscite a violare i
computer della Difesa e a mettere le mani su segreti preziosi. I progetti del
supercaccia F-35, un progetto internazionale a cui partecipa anche l'Italia,
sembrano essere finiti in mani sbagliate e le spie ora conoscono i piani del
più costoso programma militare americano.
Usa, a breve un comando
militare per la cyber sicurezza ( da "Reuters
Italia" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: specialmente quelli di Paesi come
Cina e Russia, secondo il giornale. Fonti del Pentagono dicono che il nuovo
comando sarà presentato nelle prossime settimane. Il comando cyber
probabilmente sarà guidato da un alto militare e inizialmente farà parte del
Comando strategico del Pentagono, scrive io giornale citando fonti vicine alla
questione.
Vi presento il G8 in via
di sviluppo ( da "Tempi"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: prima volta verranno coinvolti in
un esercizio di governance globale e quindi in qualche modo di governo delle
conseguenze della globalizzazione non solo paesi sviluppati, ma anche paesi
emergenti. Ci saranno poi, auspicabilmente, progressi sui temi dei cambiamenti
climatici, dello sblocco del Doha Round, delle regole di trasparenza per le
transazioni finanziarie internazionali.
Yahoo: crollano ricavi e
utili trimestrali ( da "Computerworld
Online" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: snellimento della struttura e di
globalizzazione dei prodotti, nonché dell'eliminazione di duplicazioni degli
sforzi". I risparmi ottenuti saranno reimpiegati per conquistare e
coinvolgere di più gli utenti, e aumentare i ricavi dalla pubblicità, spiega la
CEO. Yahoo ha avuto difficoltà nei primi tre mesi dell'anno sia con la
pubblicità in formato display sia con quella search,
Il Rigoletto/ Cercasi
imprenditori disperatamente ( da "Affari
Italiani (Online)" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era della globalizzazione Mercoledí
22.04.2009 10:55 Il tempo di un'economia stabile e prevedibile è finito. La
globalizzazione e le nuove tecnologie hanno innescato cambiamenti irreversibili
con cui abbiamo il dovere di confrontarci. Nell'economia globale, dove
fabbriche e posti di lavoro possono essere spostati rapidamente verso economie
emergenti,
Earth Day, se la
recessione fa calare l'inquinamento
( da "Repubblica.it"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Non solo a Pechino ma in tutta la
Cina un effetto positivo della recessione è innegabile. Nella provincia
meridionale del Guangdong hanno chiuso per bancarotta 62.400 imprese in un solo
trimestre. E quindi hanno smesso di rilasciare smog. La fine della bolla
speculativa immobiliare ha bloccato l'apertura di nuovi cantieri per edificare
grattacieli a Shanghai.
Aperto G8 Ambiente, punta
su tecnologie verdi ( da "Reuters
Italia" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: impegno di Usa, Cina e India sui
prossimi negoziati di Copenhagen. "La posizione degli Stati Uniti è
cruciale - ha detto ai giornalisti Yvo De Boer, capo della Convenzione quadro
dell'Onu sul Cambiamento climatico - dopo le dichiarazioni del presidente Barack
Obama sulla lotta al cambiamento climatico e sulla necessità di coinvolgere le
economie emergenti e i paesi in via di sviluppo"
L'America di Obama ai
blocchi di partenza per salvare l'ambiente
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ratifica americana faciliterà la
presa di posizione favorevole dei Paesi emergenti (Cina, India, Indonesia,
Brasile, Messico, Sud-Africa) per la ripresa dei negoziati di un nuovo
protocollo di Kyoto che sostituirà l'attuale alla sua scadenza nel 2012. Esso
conterrà misure coercitive non solo per i Paesi industrializzati (come ora) ma
anche per i Paesi emergenti (in primis la Cina).
Una farsa il ritorno agli
utili delle banche Usa? ( da "Giornale.it,
Il" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ammissione che la crescita non
potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino
globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre
più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile
che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.
Crisi: Made in Italy, boom
di contraffazioni a tavola (2) ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ma l'etichetta - ha concluso la
Coldiretti - resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la
pasta, le conserve vegetali come il pomodoro proveniente dalla Cina e i succhi
di frutta, ma anche per yogurt, latticini e formaggi non a denominazione di
origine. 22/04/2009 - 12:03
Il crollo del muro di
Berlino vent'anni dopo: incontri per studenti
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ripercorrono non solo la storia
passata ma trattano anche temi estremamente attuali: dai diritti umani alla
globalizzazione, dalla Terza rivoluzione industriale alla New economy, dalla
fine del comunismo alla difficile transizione verso la democrazia della Russia
e dei paesi appartenuti al Patto di Varsavia. Il primo appuntamento si terrà
domani, giovedì 23 aprile, dalle 8 alle 11, all?
Treviso Geox è pronta a
uscire dalla produzione diretta - dopo la cessione in Romania anche...
( da "Gazzettino, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: da questa globalizzazione senza
regole che ha generato i problemi della finanza globale deriverà un cambiamento
dell'economia, cambierà il sistema di fare impresa, di fare commercio, scuola,
politica». Probabilmente cambieranno anche stili di vita e consumi: «La vera
svolta si vedrà quando nei negozi ritorneranno le persone a comprare come
prima,
F-35, se gli hacker cinesi
beffano il Pentagono ( da "Panorama.it"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: identità degli hackers ma fonti
militari USA sostengono che tali attacchi informatici vengono dalla Cina. Una
pressante forma di spionaggio in corso da anni ma intensificatasi negli ultimi
sei mesi con il Pentagono ha accusato la Cina di "supplire con la guerra
informatica alle carenze nello sviluppo degli armamenti convenzionali".
G8 Ambiente: occhi puntati
su Usa, tecnologie verdi ( da "Reuters
Italia" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: particolare Cina e India, che con
gli Stati Uniti sono oggi grandi produttori di GHG (gas a effetto serra) - in
un accordo internazionale. "INSENSATO UN ACCORDO SENZA USA"
L'appuntamento nella città siciliana è infatti una tappa di avvicinamento al
Cop 15 di Copenaghen, la conferenza Onu di dicembre che punta a trovare un
accordo internazionale per ridurre le emissioni di dal 2012,
Recessione sempre più
profonda, FMI taglia stime globali
( da "KataWebFinanza"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La crisi economica non risparmia
neanche la Cina, che dovrebbe veder scendere la sua crescita al 6,5% nel 2009
dal 9% del 2008 e dal 13% del 2007. Un recupero si avr solo l'anno prossimo con
una previsione di crescita del 7,5%. Peggiora lo scenario per la Zona Euro, che
dovrebbe evidenziare una contrazione del 4,2% nel 2009 e dello 0,4% nel 2010.
"Al di qua e al di là
del muro", ciclo di incontri per il ventennale del crollo del muro di
Berlino. Il via a Fidenza ( da "Sestopotere.com"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ripercorrono non solo la storia
passata ma trattano anche temi estremamente attuali: dai diritti umani alla
globalizzazione, dalla Terza rivoluzione industriale alla New economy, dalla
fine del comunismo alla difficile transizione verso la democrazia della Russia
e dei paesi appartenuti al Patto di Varsavia. Il primo appuntamento si terrà
domani, giovedì 23 aprile, dalle 8 alle 11, all?
Crisi, Geithner: Usa hanno
gran parte responsabilità ( da "Reuters
Italia" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Geithner si è anche soffermato
sulla Cina, sottolineando che il Paese orientale ha un ruolo
"importante" nello stabilizzare l'economia mondiale. La Cina
"deve continuare ad evolvere il proprio regime valutario, così fondamentale
per se stessa ma anche per il resto del mondo", ha aggiunto.
Il rebus iraniano
( da "AprileOnline.info"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: cinque più uno" (Stati Uniti,
Francia, Russia, Cina, Gran Bretagna e Germania). L'avvicinamento già apparso
lo scorso 8 aprile, con gli Usa aperti da Obama al dialogo anche con Teheran,
pur escludendone dotazioni nucleari belliche, potrà continuare se si
riscontrerà reciproca fiducia su esigenze e limiti del piano nucleare.
Export di calzature
italiane in calo a gennaio ( da "KataWebFinanza"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il balzo in avanti di gennaio,
sempre nel confronto annuale, riflette principalmente l'aumento del 10,7% della
spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l'import da Belgio
(+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano
del 6,5% il Vietnam e dell'8,8% la Romania. 22/04/2009 - 18:45
Export di calzature
italiane in calo a gennaio ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il balzo in avanti di gennaio,
sempre nel confronto annuale, riflette principalmente l'aumento del 10,7% della
spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l'import da Belgio
(+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano
del 6,5% il Vietnam e dell'8,8% la Romania. 22/04/2009 - 18:45
G8 Ambiente: da oggi a
Siracusa si parla di clima, tecnologia, natura
( da "Sestopotere.com"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: amministrazione Usa, che ha
annunciato un atteggiamento più attivo sul tema dell?ambiente, ma anche con
paesi come Cina e India le cui scelte sono altrettanto importanti in vista di
un nuovo accordo sul clima. L?Italia, in questo contesto, ha il compito di
presiedere e indirizzare una discussione approfondita, che tenga conto della
grave crisi economica che attanaglia la finanza mondiale,
Hillary: regime dei Castro
sta finendo ( da "Stampaweb,
La" del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il capo della diplomazia americana
si è detta convinta che la decisione di partecipare a tutte le riunioni delle
sei potenze sull?Iran (Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Germania, Cina e
Russia) dà a Washington «più influenza sugli altri paesi».
L'export di calzature
italiane cede il 3,3% a gennaio 2009
( da "Sestopotere.com"
del 22-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il balzo in avanti di gennaio,
sempre nel confronto annuale, riflette principalmente l?aumento del 10,7% della
spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l?import da Belgio
(+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano
del 6,5% il Vietnam e dell?8,8% la Romania.
( da "Stampa, La" del
21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Intervista/2 Tzvetan
Todorov "Bene Sarkozy meglio ascoltare che boicottare" DOMENICO
QUIRICO CORRISPONDENTE DA PARIGI A Ginevra bisognava andare perché è sempre
meglio ascoltare e discutere che scegliere la sedia vuota; e soprattutto perché
anche a proposito di Israele l'Occidente deve accettare che il suo punto di
vista non sia condiviso da tutti» : Tzvetan Todorov, critico storico e
filosofo, rifiuta con risolutezza il boicottaggio della Conferenza
internazionale sul razzismo. È d'accordo con la scelta della Francia di essere
presente a Ginevra? «Sono d'accordo perché penso che sia sempre meglio essere
presenti che assenti nelle istanze internazionali, si deve ascoltare, discutere
cercare di convincere e semmai condannare quando si vede che il proprio punto
di vista non è riuscito a imporsi. Per me è una regola generale: la discussione
è meglio che il rifiuto e la scelta preliminare di non partecipare». C'è però
il rischio concreto sull'esempio di quanto è accaduto a Durban di un amalgama
pericoloso tra razzismo e antisemitismo... «Alcuni paesi occidentali hanno
scelto il boicottaggio in parte in rapporto al problema di Israele e in parte
per il concetto di "diffamazione delle religioni". Per quanto
riguarda Israele e la posizione verso Israele non penso chi ci troviamo di
fronte a un affare di razzismo. Dunque è una deformazione del significato delle
parole condannare Israele per razzismo. Ma penso anche che si possa condannare
la politica israeliana per altre ragioni. E se si vuole una posizione
internazionale, un dibattito internazionale i paesi occidentali devono prendere
l'abitudine, che non hanno per ora, di vedere che la loro opinione non è
accettata da tutti. E non si tratta solo dei paesi arabi che tradizionalmente
sostengono la causa palestinese nelle istanze internazionali ma che non fanno
nulla di concreto per aiutare i palestinesi. Occorre che gli occidentali
capiscano che il loro punto di vista non è forzatamente il migliore del mondo,
non lo è più; che ascoltino anche un po' quello che gli altri hanno da dire». È
in fondo come sempre un problema di parole: razzismo non ha lo stesso significato
in occidente che nel resto del mondo... «Sì, un problema di parole. Credo che
non si debba puntare il dito contro Israele come un Paese che ha una politica
particolarmente razzista, questo mi pare ingiusto; ma vedo bene le ragioni di
questa condanna che sono semmai legate alla politica dello stato di Israele
verso i paesi vicini di cui l'invasione di Gaza è stato un recente e preciso
esempio. Trovo anche che il fatto che gli Usa non
assistano a questo dibattito non sia all'altezza della nuova politica del
presidente Obama. Perché gli Usa si sono distinti nel
passato nel sostegno incondizionato a Israele ed era una occasione di non farlo
e per segnare una novità. Ma soprattutto perché anche se la presenza di Obama
al vertice del paese dimostra che ci sono stati progressi basta guardare alla
proporzione di quelli che si trovano in prigione negli Usa,
bianchi e neri, per capire che ogni pregiudizio razziale non è ancora sparito.
Per questo dunque la loro assenza mi sembra particolarmente spiacevole». Il
concetto di diffamazione delle religioni: c'è da temere la soppressione della
universalità dei diritti in nome di una pretesa rivoluzione multiculturale?
«Questa formula è sparita dal progetto di risoluzione. Per me comunque non
esiste una possibilità di parlare in senso giuridico di diffamazione delle
religioni. Si può nella ottica in cui noi siamo e che mi sembra difendibile,
parlare di diffamazione delle persone. E la religione non è una persona.
Altrimenti andremmo verso una interdizione arbitraria della critica di
qualsiasi ideologia e la religione è una ideologia tra le altre. La Cina un domani potrebbe vietare di criticare la ideologia comunista o
altri paesi quella nazionale. Parlare di diffamazione in questo senso vuol dire
davvero giocare con il significato delle parole. Dunque difendiamo fermamente
il concetto che l'incitazione all'odio verso un gruppo umano qualsiasi è una
offesa e un delitto, che sia un gruppo nazionale o religioso. Ma non c'è
diffamazione di religioni: solo di essere umani».
( da "Corriere delle Alpi"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
TREVISO. Il primo G8
agricolo della storia mette tutti d'accordo sul fatto che l'agricoltura ...
TREVISO. Il primo G8 agricolo della storia mette tutti d'accordo sul fatto che
l'agricoltura vada rimessa al centro dell'agenda internazionale e la fame nel mondo
contrastata con misure molto più incisive, per aumentare la quantità e la
qualità del cibo. E' questo il leit motiv che impronta la dichiarazione finale
dei ministri dell'agricoltura dei Paesi più industrializzati. «Si inaugura un
nuovo corso, abbiamo toccato tutti i temi», è stato il commento del ministro
Zaia nell'annunciare l'approvazione del documento che trova inoltre il favore
delle delegazioni del G5 e G3, coinvolte nell'agenda dei lavori. La concordia
arriva dalla consapevolezza dei leader seduti al tavolo che il mondo è ancora
molto lontano dal raggiungere l'obiettivo fissato dalla dichiarazione del
Millennio di dimezzare la fame entro il 2015 e occorre dare una sterzata. Si
trova perciò un punto di equilibrio anche sui punti più critici, ovvero la
speculazione dei prezzi sui mercati agricoli, a cui si legava la proposta di
istituire un sistema di riserve mondiali di cereali, e la questione del protezionismo sui mercati. Sulla speculazione il documento
osserva come vada messa sotto monitoraggio, analizzando i fattori che
potenzialmente possono determinare la volatilità dei prezzi e si dichiara
l'impegno a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la
gestione degli stock. Riguardo ai dazi, si afferma il dovere di sostenere gli
effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei
mercati ma si sottolinea anche l'importanza di un sistema di commercio
internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. «E' un documento
importante in cui sono stati toccati tutti i punti - afferma il ministro Zaia -
leggendo la dichiarazione si può notare come ci siano molte proposte e ogni
parola abbia il suo peso». L'Italia riesce soprattutto a portare a casa
due risultati: «L'introduzione del principio negativo della speculazione sui
prezzi, che danneggia i mercati, affama i popoli e i produttori - osserva Zaia
- e il consenso sul fatto di parlare di mercati liberi ma con regole certe e
senza concorrenza sleale». Su questo punto va rimarcato anche l'avallo della
Cina che sul tema dazi ha una posizione difensiva e non manca di chiedere in
merito «regole scientifiche». Nel documento si dichiara anche l'impegno a
raggiungere una «equilibrata, globale e ambiziosa conclusione del Doha Round».
Il supporto proposto dal G8 all'agricoltura e alla lotta alla fame riguarda non
solo l'adozione di piani volti a favorire la produzione di cibo, ma la
necessità di incrementare gli investimenti pubblici e privati nel settore che
guardino tra l'altro alla tecnologia e l'innovazione, sottolineando anche l'importanza
di solide politiche e strategie agricole. Il documento sarà ora portato dalla
presidenza italiana al vertice G8 di luglio alla Maddalena.(a.g.)
( da "Corriere delle Alpi"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Contributi
per Protezione civile e pompieri BELLUNO. Il Consorzio Bim Piave sostiene la
Protezione civile e i volontari dei vigili del fuoco. Il consiglio direttivo ha
infatti stanziato 17mila euro complessivi, per sostenere alcune iniziative
locali. In particolare, al Nucleo di Protezione civile Ana dell'Alpago andranno
1.200 euro per
l'acquisto di una motopompa completa di accessori, al Gruppo di Protezione
civile Ana di Sedico 1.000 euro per una sala operativa e una sala riunioni,
alla Sezione Ana di Feltre 1.200 euro per l'Unità di sicurezza e lavori
pubblici. A questi contributi si aggiungono i 14mila euro assegnati al comando
provinciale vigili del fuoco per l'acquisto di strumenti di derivazione
speleo-alpinistica che consentono di portare soccorso alle persone in
condizioni difficili. «Anche in queste settimane segnate dalla tragedia del
terremoto in Abruzzo», spiega il presidente Giovanni Piccoli, «i volontari
della Protezione civile hanno dato una grande dimostrazione di efficienza,
tempestività e professionalità. In molte altre circostanze e iniziative di
vario genere, vediamo che sono in prima linea. E' anche per queste ragioni che
abbiamo deciso di accogliere alcune loro richieste. Cifre di per sé non
significative, ma che in tempi di ristrettezze economiche rappresentano un
aiuto importante che servirà al miglioramento delle dotazioni e
dell'operatività non solo della Protezione Civile, ma anche dei volontari dei
vigili del fuoco».
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Alessandra Carini
Mercati liberi ma con regole Gli obiettivi sono combattere fame e squilibri
alimentari nel mondo L'uso degli stock agricoli come riserve per calmierare i
mercati CISON DI VALMARINO.La constatazione è elementare, forse più di quelle che
Sherlock Holmes rimprovera a Watson. Dice il ministro dell'Agricoltura Luca
Zaia: «Alla base dei grandi movimenti migratori e di gran parte dei disagi
sociali e politici c'è il problema della fame e della scarsità di cibo». Ma
l'agricoltura, che è il settore che dovrebbe occuparsene in primo luogo, non ha
mai avuto uno spazio di discussione dedicato a livello mondiale. Il vertice che
ha messo insieme i ministri dell'Agricoltura dei Paesi del G8, e li ha fatti
discutere con i rappresentanti del G5 e del G3 che fare e stabilire linee guida
lungo le quali muoversi, è quindi già di per sè una bella idea e anche un bel
risultato. Ma da qui a trovare un accordo su misure e quattrini che possano
ridurre o ambiziosamente eliminare questo problema ce ne corre. Nella loro
dichiarazione finale i ministri del G8 hanno ammesso che l'obbiettivo di
dimezzare entro il 2015 il numero dei malnutriti, contenuto nella dichiarazione
del Millennio, è e resta «molto lontano» dall'essere raggiunto. E il documento
firmato sottolinea l'importanza di aumentare la produzione agricola mondiale.
Ma nella dichiarazione che verrà inviata al G8 che si terrà a luglio alla
Maddalena, si sottolinea però l'importanza di dare una direzione diversa alla
politica agricola tenendo presente una serie di indirizzi e concretandoli in
una serie di misure. I ministri denunciano il protezionismo agricolo, chiedono
regole nel commercio mondiale che aprano i mercati con delle limitazioni che
non distruggano per la concorrenza sleale i redditi degli agricoltori,
sostengono la necessità di affrontare il problema della volatilità dei prezzi
delle derrate agricole e della speculazione finanziaria su di esse, chiedono
studi per tentare di trovare un modo di coordinare gli stock agricoli. C'è
anche un appello alle isituzioni internazionali, a «esaminare la possibilità di
un sistema di stoccaggio delle derrate come mezzo per affrontare le emergenze
umanitarie o limitare la volatilità dei prezzi». Ma il tutto è in un linguaggio
diplomatico e misurato con il bilancino frutto di un compromesso tra chi, come
gli Usa, teme un eccesso di regole e chi, come anche
l' Italia di Zaia, ne chiede alcune che proteggano i mercati. Nessuno può dire
oggi quali misure concrete si risolveranno questi problemi, sebbene i paesi
poveri le chiedano a gran voce. Ma sarebbe troppo chiedere questo ad un vertice
mondiale. Alla fine, il vero successo della tre giorni che ha impegnato le
delegazioni dei Paesi di mezzo mondo arroccate nel castello di Cison di
Valmarino è proprio questo: quello di avere trovato uno spazio politico per la
discussione dei problemi di un settore che solo nei manuali di economia viene
definito "primario" ma che è stato finora l'ancella della politica e
dei media. Zaia è infatti consapevole della «vittoria» messa in cascina da
questo punto di vista. «Si inaugura un nuovo corso e sbaglia chi pensa che sia
senza effetti. Nel documento ogni parola è pesata e ci sono passi importanti e
molte proposte» dice. L'Italia, sottolinea, ha portato a casa due risultati
importanti e positivi. «L'introduzione del principio negativo della
speculazione sui prezzi che danneggia i mercati, affama popoli e produttori e
il consenso sul fatto di parlare di mercati liberi e accessibili a tutti, ma
con regole concrete e senza concorrenza sleale». La dichiarazione finale non è
stata allargata ai paesi del G5 (Brasile, Cina, India,
Messico e Sudafrica) e a quelli del G3 (Argentina, Australi e Egitto) che però
hanno partecipato ai lavori e condiviso alcuni punti. Il rappresentante della Cina ha però mostrato sui dazi una posizione difensiva chiedendo che
vengano "regole scientifiche" nell'individuarli, e anche il
rappresentante egiziano ha sottolineato come debbano essere rivisti e risolti
attraverso negoziati: «I Paesi sviluppati devono riconsiderare le loro
politiche e non andare verso protezioni addizionali che non siano necessarie a
economie già cresciute». Ma molto, secondo la dichiarazione, dovrà essere
affidato all'aumento della produzione, degli investimenti privati e pubblici
nel settore che abbiano riguaardo per le tecnologie. Un capitolo è anche
dedicato alla ricerca del difficle equilibrio tra tra la necessità di aumentare
i biocarburanti, necessari a evitare i problemi ambientali e quella di non
depauperare ulteriormente, con la loro produzione, la disponibilità di prodotti
agricoli.
( da "Libertà" del
21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Zaia: «Nuovo corso
al via» G8 agricolo: ribadito l'impegno contro la speculazione TREVISO - Il
primo G8 agricolo della storia mette tutti d'accordo sul fatto che
l'agricoltura vada rimessa al centro dell'agenda internazionale e la fame nel
mondo contrastata con misure molto più incisive, per aumentare la quantità e la
qualità del cibo. E' questo il leit motiv che impronta la dichiarazione finale
dei ministri dell'agricoltura dei Paesi più industrializzati, al termine di tre
giorni di lavoro a Castelbrando coordinato dal ministro delle politiche
agricole Luca Zaia in veste di presidente. «S'inaugura un nuovo corso, abbiamo
toccato tutti i temi», è stato il commento del ministro nell'annunciare
l'approvazione del documento che trova inoltre il favore delle delegazioni del
G5 e G3. La concordia arriva dalla consapevolezza dei leader che il mondo è
ancora molto lontano dal raggiungere l'obiettivo fissato dalla dichiarazione
del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015 e occorre una sterzata. Si
trova un punto di equilibrio anche sui punti più critici: la speculazione dei
prezzi sui mercati agricoli, a cui si legava la proposta di istituire un
sistema di riserve mondiali di cereali, e la questione del protezionismo
sui mercati. Sulla speculazione il documento osserva come vada messa sotto
monitoraggio, analizzando i fattori che possono determinare la volatilità dei
prezzi e si dichiara l'impegno a esplorare varie opzioni con un approccio
coordinato per la gestione degli stock. Riguardo ai dazi, si
afferma il dovere di sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e
dell'apertura dei mercati, si sottolinea l'importanza di un sistema di
commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. «E' un
documento importante - afferma il ministro Zaia -. Leggendo la dichiarazione si
può notare come ci siano molte proposte e ogni parola abbia il suo peso».
L'Italia riesce a portare a casa due risultati: «L'introduzione del principio
negativo della speculazione sui prezzi, che danneggia i mercati, affama i
popoli e i produttori - osserva Zaia - e il consenso sul fatto di parlare di
mercati liberi ma con regole certe e senza concorrenza sleale». Su questo punto
va rimarcato anche l'avallo della Cina che sul tema dazi ha una posizione
difensiva ed occorrono «regole scientifiche». Nel documento si dichiara anche
l'impegno a raggiungere una «equilibrata, globale e ambiziosa conclusione del
Doha Round». a. g. 21/04/2009
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Economia Pagina 213
Approvato a Treviso un documento da proporre al summit di La Maddalena G8
agricolo, nel mirino le speculazioni sui prezzi Approvato a Treviso un
documento da proporre al summit di La Maddalena --> Il primo G8 agricolo
della storia mette tutti d'accordo sul fatto che l'agricoltura vada rimessa al
centro dell'agenda internazionale e la fame nel mondo contrastata con misure
molto più incisive, per aumentare la quantità e la qualità del cibo. È il leit
motiv della dichiarazione finale dei ministri dell'agricoltura dei Paesi più
industrializzati, al termine di tre giorni di intenso lavoro a Castelbrando
(Treviso) coordinato dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia. «Si
inaugura un nuovo corso, abbiamo toccato tutti i temi», è stato il primo
commento di Zaia, nell'annunciare l'approvazione del documento, che trova anche
il favore delle delegazioni del G5 e G3, coinvolte nell'agenda dei lavori.
Tutti d'accordo sul fatto che l'obiettivo di dimezzare entro il 2015 la fame
nel mondo sia lontano. LE CRITICITÀ Si trova un punto di equilibrio anche sui
punti più critici, ovvero la speculazione dei prezzi sui mercati agricoli, a
cui si legava la proposta di istituire un sistema di riserve mondiali di
cereali, e la questione del protezionismo sui mercati.
Sulla speculazione il documento osserva come vada messa sotto monitoraggio,
analizzando i fattori che potenzialmente possono determinare la volatilità dei
prezzi e si dichiara l'impegno a esplorare varie opzioni in merito a un
approccio coordinato per la gestione degli stock. Riguardo ai dazi, si afferma il dovere di sostenere gli effetti benefici della
globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si sottolinea anche l'importanza
di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su
regole certe. Il documento sarà ora portato dalla presidenza italiana al
vertice G8 di luglio a La Maddalena.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 3 - Attualità
Frattini: l'Italia ha avuto ragione a non andare «In Svizzera solo odio
anti-ebraico» Il ministro UE UNITA L'Europa deve parlare con una voce sola nei
confronto coi Grandi BERLINO. La lotta al razzismo e alle discriminazioni resta
«una priorità» per l'Italia. Ma non essere andati a Ginevra alla Conferenza Onu
si è dimostrata la scelta giusta: «La nostra previsione era corretta», dice il
ministro degli Esteri Franco Frattini commentando le notizie che rimbalzano
dalla Svizzera sull'abbandono dei delegati Ue dopo il duro attacco a Israele da
parte del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad. «L'Italia non ha voluto fin
dall'inizio partecipare a un'occasione che avrebbe potuto» tradursi «in una
cattiva occasione per incitare all'odio anti-israeliano», spiega Frattini, dopo
aver concluso un bilaterale con il collega tedesco, Frank-Walter Steinmeier,
con il quale ha condiviso la scelta di non partecipare a Durban II. Una
posizione «identica» tra i due paesi, ricorda il capo della diplomazia italiana.
«La lotta al razzismo è una priorità e la nostra assenza voleva solo evitare
che un testo che non condividiamo fosse utilizzato per veicolare messaggi
sbagliati». E che da un occasione importante, la conferenza Onu, uscissero
incitamenti «all'odio anti-ebraico». L'Italia ha sempre lavorato «contro ogni
forma di razzismo», ribadisce il titolare della Farnesina, dicendosi «pronto da
subito ad impegnarsi in un'occasione internazionale contro il razzismo e contro
ogni forma di discriminazione, a condizione non vi siano rischi come quelli che
oggi, purtroppo, si sono avverati». «Non c'era comunque da aspettarsi che i
paesi Ue si comportassero nello stesso modo. Nel week-end ci sono state
consultazioni, ma quella dell'Europa non è una spaccatura», fa notare da parte
sua Steinmeier. La vicenda Durban II, così come gli ultimi fatti di cronaca con
l'epopea della nave Pinar e i suoi immgrati, dimostrano comunque - dice
Frattini - che serve «più Europa: una Ue più forte e più politica». Nel caso
delle polemiche con Malta sul destino degli immigrati non si tratta infatti di
«uno scaricabarile» tra due Paesi ma di una situazione in cui sono state
«violate norme Ue» ed alla fine è prevalsa l'esigenza umanitaria. Una questione
che Frattini annuncia di voler portare al tavolo del prossimo consiglio Esteri
di fine mese. La richiesta di una Ue più forte comunque è, per Frattini,
trasversale. E passa anche per la governance mondiale: una
nuova «efficace» governance internazionale ha bisogno di «Europa forte, capace
di esprimersi con una voce sola sui grandi temi». Altrimenti - mette in guardia
- il «paventato G2, Usa-Cina, potrebbe effettivamente emarginare i paesi europei sulla scena
internazionale. Potrebbe cioè condannare l'Europa a un ruolo marginale».
( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009 NAZIONALE Pagina 5 FRANCIA A TOLOSA SEQUESTRATI DUE
MANAGER DI MOLEX AUTOMOTIVE Due dirigenti della Molex Automotive, filiale
francese della Molex USA, sono stati sequestrati da dipendenti nella sede di
Villemur-sur-Tarn, vicino a Tolosa. La Molex aveva annunciato nell'ottobre
scorso di voler chiudere l'impianto per trasferire le attività in Cina, con la perdita di 300 posti di lavoro.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 8 - Economia
G8, agricoltura e fame nel mondo tornano priorità CISON DI VALMARINO. Il primo
G8 agricolo della storia mette tutti d'accordo sul fatto che l'agricoltura vada
rimessa al centro dell'agenda internazionale e la fame nel mondo contrastata
con misure molto più incisive, per aumentare la quantità e la qualità del cibo.
È questo il leit motiv che impronta la dichiarazione finale dei ministri dell'agricoltura
dei Paesi più industrializzati, al termine di tre giorni di intenso lavoro nel
maniero di Castelbrando coordinato dal ministro delle politiche agricole Luca
Zaia in veste di presidente. «Si inaugura un nuovo corso, abbiamo toccato tutti
i temi», è stato il primo commento del ministro, nell'annunciare l'approvazione
del documento che trova inoltre il favore delle delegazioni del G5 e G3,
coinvolte nell'agenda dei lavori. La concordia arriva dalla consapevolezza dei
leader seduti al tavolo che il mondo è ancora molto lontano dal raggiungere l'
obiettivo fissato dalla dichiarazione del Millennio di dimezzare la fame entro
il 2015 e occorre dare una sterzata. Si trova perciò un punto di equilibrio
anche sui punti più critici, ovvero la speculazione dei prezzi sui mercati
agricoli, a cui si legava la proposta di istituire un sistema di riserve
mondiali di cereali, e la questione del protezionismo
sui mercati. Sulla speculazione il documento osserva come vada messa sotto
monitoraggio, analizzando i fattori che potenzialmente possono determinare la
volatilità dei prezzi e si dichiara l'impegno a esplorare varie opzioni in
merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock. Riguardo ai dazi,
si afferma il dovere di sostenere gli effetti benefici della
globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si sottolinea anche l'importanza
di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su
regole certe. «È un documento importante in cui sono stati toccati tutti i
punti - afferma il ministro Zaia -. Leggendo tutta la dichiarazione si
può notare come ci siano molte proposte e ogni parola abbia il suo peso».
L'Italia riesce soprattutto a portare a casa due risultati inseguiti:
«l'introduzione del principio negativo della speculazione sui prezzi, che danneggia
i mercati, affama i popoli e i produttori - osserva Zaia - e il consenso sul
fatto di parlare di mercati liberi ma con regole certe e senza concorrenza
sleale». Su questo punto, come nota il ministro, va rimarcato anche l'avallo
della Cina che sul tema dazi ha una posizione difensiva e non manca nella
conferenza stampa finale di chiedere in merito «regole scientifiche». Nel
documento si dichiara anche l'impegno a raggiungere una «equilibrata, globale e
ambiziosa conclusione del Doha Round». Il supporto proposto dal G8
all'agricoltura e alla lotta alla fame riguarda non solo l'adozione di piani
volti a favorire la produzione di cibo, ma la necessità di incrementare gli
investimenti pubblici e privati nel settore che guardino tra l'altro alla
tecnologia e l'innovazione, sottolineando anche l'importanza di solide
politiche e strategie agricole. Il documento sarà ora portato dalla presidenza
italiana al vertice G8 di luglio a La Maddalena, con l'auspicio espresso da
tutti i ministri che rappresenti un ulteriore passo avanti nell'approccio ai
temi agricoli e della sicurezza alimentare.
( da "Nuova Sardegna, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il G8 di Treviso.
Nella dichiarazione finale dei ministri anche l'impegno a contrastare la fame
nel mondo Agricoltura, lotta alla speculazione Zaia: «Comincia un nuovo corso,
stop alla concorrenza sleale» TREVISO. Il primo G8 agricolo della storia mette
tutti d'accordo sul fatto che l'agricoltura vada rimessa al centro dell'agenda
internazionale e la fame nel mondo contrastata con misure molto più incisive,
per aumentare la quantità e la qualità del cibo. E' questo il leit motiv che
impronta la dichiarazione finale dei ministri dell'agricoltura dei Paesi più
industrializzati. «Si inaugura un nuovo corso, abbiamo toccato tutti i temi», è
stato il commento del ministro Zaia nell'annunciare l'approvazione del
documento che trova inoltre il favore delle delegazioni del G5 e G3, coinvolte
nell'agenda dei lavori. La concordia arriva dalla consapevolezza dei leader
seduti al tavolo che il mondo è ancora molto lontano dal raggiungere
l'obiettivo fissato dalla dichiarazione del Millennio di dimezzare la fame
entro il 2015 e occorre dare una sterzata. Si trova perciò un punto di
equilibrio anche sui punti più critici, ovvero la speculazione dei prezzi sui
mercati agricoli, a cui si legava la proposta di istituire un sistema di
riserve mondiali di cereali, e la questione del protezionismo
sui mercati. Sulla speculazione il documento osserva come vada messa sotto
monitoraggio, analizzando i fattori che potenzialmente possono determinare la
volatilità dei prezzi e si dichiara l'impegno a esplorare varie opzioni in
merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock. Riguardo ai dazi,
si afferma il dovere di sostenere gli effetti benefici
della globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si sottolinea anche
l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato su regole certe. «E' un documento importante in cui sono stati toccati
tutti i punti - afferma il ministro Zaia - leggendo la dichiarazione si può
notare come ci siano molte proposte e ogni parola abbia il suo peso».
L'Italia riesce soprattutto a portare a casa due risultati: «L'introduzione del
principio negativo della speculazione sui prezzi, che danneggia i mercati,
affama i popoli e i produttori - osserva Zaia - e il consenso sul fatto di
parlare di mercati liberi ma con regole certe e senza concorrenza sleale». Su
questo punto va rimarcato anche l'avallo della Cina che sul tema dazi ha una
posizione difensiva e non manca di chiedere in merito «regole scientifiche».
Nel documento si dichiara anche l'impegno a raggiungere una «equilibrata,
globale e ambiziosa conclusione del Doha Round». Il supporto proposto dal G8
all'agricoltura e alla lotta alla fame riguarda non solo l'adozione di piani
volti a favorire la produzione di cibo, ma la necessità di incrementare gli
investimenti pubblici e privati nel settore che guardino tra l'altro alla
tecnologia e l'innovazione, sottolineando anche l'importanza di solide
politiche e strategie agricole. Il documento sarà ora portato dalla presidenza
italiana al vertice G8 di luglio alla Maddalena.(a.g.)
( da "Repubblica, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 19 - Economia
L´operazione Un fondo cinese vuole entrare nella Daimler SHANGHAI - Un fondo
sovrano cinese sarebbe intenzionato ad acquisire una quota in Daimler. Secondo
l´Handesblatt, i vertici del gruppo automobilistico tedesco sono già in contatto
con il fondo cinese. E da Shanghai arrivano stime che
parlano della Cina come il primo mercato dell´auto al mondo nel 2009, come già
anticipato dal sorpasso delle vendite sugli Usa a gennaio. In
un mercato mondiale stimato nel
( da "Repubblica, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 22 - Economia
Maxi-collocamento nell´alluminio cinese un test per le
Borse La Cina lancia quello che potrebbe essere il più grosso collocamento
azionario dell´anno. Si tratta della prima quotazione in Borsa, a Hong Kong,
del colosso Zhong Wang, uno dei leader mondiali nei prodotti in alluminio. Con
l´offerta pubblica di sottoscrizione Zhong Wang punta a raccogliere 1,6
miliardi di dollari Usa. E´ un test cruciale per saggiare la disponibilità dei
mercati ad assorbire nuove emissioni azionarie di un volume elevato. La fiducia
dei dirigenti cinesi è corroborata dal fatto che le Borse di Hong Kong e
Shanghai hanno messo a segno le migliori performance mondiali da inizio anno. Zhong
Wang offre in vendita 1,4 miliardi di azioni pari al 26% del suo capitale. La
forchetta iniziale di prezzo si situa tra 6,80 e 8,80 dollari di Hong Kong. Il
debutto alla Borsa di Hong Kong sarà l´8 maggio. Federico Rampini [goodbye
assegni] Per più di tre secoli sono stati la principale forma di pagamento, ma
adesso stanno per scomparire, perlomeno in Gran Bretagna: gli assegni, che
hanno celebrato due mesi or sono il 350esimo anniversario, cesseranno di
esistere entro il 2018 e forse anche prima, secondo quanto annunciato dal
Payments Council, l´organismo che regola le transazioni commerciali nel Regno
Unito. Ma l´imminente dipartita dell´assegno, sostituito da carte di credito,
transazioni bancarie e pagamenti con il telefonino, preoccupa le piccole aziende.
Un sondaggio del Forum of Private Business, che rappresenta 3500 piccole e
medie imprese britanniche, ha riscontrato che il 72% dei pagamenti tra queste
società avvengono ancora con assegni. Eliminarli, prima che un sistema
alternativo sia entrato in vigore, sarebbe un danno per tali aziende, afferma
il Forum. Enrico Franceschini
( da "Tirreno, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 7 - Pistoia
Rassegna cinematografica a Porretta PORRETTA. Prosegue a Porretta terme la
rassegna cinematografica "Nuovo mondo" dedicata al tema
dell'emigrazione e immigrazione e organizzata dal Comune di Porretta Terme. Il
secondo appuntamento della rassegna è previsto per stasera alle 21 al Teatro
Testoni con il film "In questo mondo libero" di Ken Loach (Gran
Bretagna, Italia, Germania, Spagna 2007). La proiezione verrà preceduta alle
ore 20.45 dall'introduzione al film a cura di Reza Rashidy. Il film di Ken
Loach mette in discussione il miracolo anglosassone del lavoro flessibile, della globalizzazione, dei doppi turni e della presunta felicità
determinata dai consumi. Questi i prossimi appuntamenti della rassegna: martedì
5 maggio alle 21, verrà proposto "Piccoli affari sporchi" di Stephen
Frears (Gran Bretagna 2007). Martedì 12 maggio alle 21, la rassegna prevede la
proiezione di "Il destino nel nome" di Mira Nair (India, Usa
2006). Al termine della proiezione buffet per tutti. L'ingresso alle proiezioni
è gratuito. Ultimo appuntamento invece per la rassegna de "I giovedì al
cinema Kursaal" con il film "Revolutionary Road" di Sam Mendes
in programma giovedì 23 aprile alle 21. Oppressi da un mondo basato su ipocrisie
e conformismi, April e Frank dovranno affrontare il naufragio del loro
matrimonio, che affonda in un mare di astio e recriminazioni. Basato
sull'omonimo romanzo di Richard Yates. Con Kate Winslet, Leonardo Di Caprio e
Kathryn Hahn. Biglietto intero 6 euro, ridotto 4 euro.
( da "Manifesto, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIARIO
DELLA CRISI Usa poco felici, Oracle su Sun. Cina: più nucleare
Maurizio Galvani L'Isola «felice» è l'Italia mentre tutto il resto del mondo
trema. In Usa, ad esempio, il superindice della
Conference Board - che misura lo stato di salute futura dell'economia - ha
segnalato a marzo un calo pari allo 0,3% dopo il -0,2% registrato a febbraio. Di più:
Federal Reserve ha reso noto che, nell'area di Chicago, l'attività
manifatturiera ha subito una frenata scendendo nel mese di marzo a -2,96 punti.
Più di quanto si attendessero gli analisti alla vigilia, a dimostrazione che i
problemi sono sia finanziari che legati alla congiuntura reale. Il governo
Obama - che ogni giorno, si dichiara pronto ad intervenire ancora - ha fatto
degli annunci importanti. Il primo è che non si è conclusa ancora l'indagine
per testare la situazione di stress finanziario di almeno 19 principali banche
statunitensi. La seconda decisione è che il Tesoro Usa
avrebbe intenzione di convertire in azioni ordinarie i titoli privilegiati
degli istituti di credito che ricevono gli aiuti del fondo Tarp, il piano di
salvataggio da 700 miliardi di dollari. Per questo, la Casa Bianca ha deciso di
concedere altri 29,84 miliardi di dollari al colosso assicurativo Aig (già
salvato in passato con 160 miliardi) tramite la vendita di azioni privilegiate
in cambio della sottoscrizione di azioni ordinarie. Fiocco azzurro, nel
frattempo, nel settore dell'informatica: la società Oracle ha annunciato un'
«operazione amichevole» per acquistare la casa di software Sun Microsystems. Il
costo dell'operazione è pari a 5,6 miliardi di dollari che saliranno a 7,4
miliardi di dollari poiché la Oracle si è fatta carica dei debiti della Sun.
L'accordo rafforza l'Oracle nei confronti della Ibm. Tagli all'occupazione, si
domanda la Bbc online? Non è stato detto nulla riguarda a questo problema.
Oggi, Sun occupa 33 mila persone, Oracle 86 mila. La Cina
- paese per ora conosciuto come «patria» del carbone - si propone nel corso di
quest'anno di costruire cinque centrali nucleari. Non ci sarà, come è avvenuto
nel caso della costruzione della Diga delle Tre Gole, una consultazione
popolare, piuttosto l'avvio dei lavori è previsto in cinque diverse provincie
del paese: tre centrali avranno tecnologia giapponese (Westinghouse di
proprietà della giapponese Toshiba) ed una tecnologia della francese Areva. Una
ricerca del ministero delle finanze di Pechino rivela che «l'economia sta
toccando il fondo» anche a causa della caduta dell'entrate fiscali (più 8,3%) e
un aumento della spesa pubblica (+34,8%). In Cina c'è
stato un aumento del 5% del tasso di disoccupazione. Nel si salvi chi può
spicca la notizia che il colosso Ubs (con una tenuta insospettabile) ha preso
la decisone di disfarsi della controllata brasiliana Ubs Pactual per 2,5
miliardi di dollari a favore della Big Investiments. Lo scopo è chiaro:
«Continuare a ridurre il nostro profilo di rischio». Invece in Argentina - dopo
che il governo della signora Cristina Fernandez de Kirchner ha nazionalizzato i
fondi pensioni Afjp - il governo entra nel board delle controllate della
Techint e della Telecom. Attraverso la possibilità di nominare un direttore
eletto dalla Casa Rosada. La Germania sarebbe pronta a varare un piano per la
costituzione di varie bad bank invece che una sola istituzione pronta a rilevare
gli asset tossici.
( da "Manifesto, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
MAROCCO A Fès il
terzo festival della cultura sufi Si rinnova a Fès in Marocco, per il terzo
anno consecutivo, il Festival della Cultura Sufi, appuntamento di rilevanza e
prestigio internazionale che si terrà fino al 25 aprile. Il tema di quest'anno
è la ricchezza e varietà delle culture del Sufismo, un autentico viaggio nello
splendore culturale e artistico di paesi come il Pakistan, l'Egitto,
l'Indonesia, la Siria, la Francia, la Turchia, i paesi africani, la Spagna,
tutto il Maghreb. Evento centrale di riflessione, negli otto giorni di
programmazione, è il Forum «Un'anima per la
globalizzazione» a cui partecipano personalità come Edgar Morin e Majid Ranema.
Ogni giornata si chiude con i concerti e i rituali "samaa" di artisti
e confraternite sufi. Il festival propone una serie di incontri, conferenze,
atelier che sviluppano in tutte le direzioni la conoscenza del Sufismo.
( da "Manifesto, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
TerraTerra Il new
deal verde Marina Forti Vogliono passare alla cassa, i Verdi europei, e si
capisce: loro il collegamento tra economia ed ecologia l'hanno sempre fatto, e
sono convinti che questo momento di crisi globale gli dia ragione. In sistesi:
il pianeta è di fronte a due crisi globali, quella ambientale (il riscaldamento
del clima) e quella economica (cominciata con l'implosione del sistema
finanziario ma presto estesa all'economia reale). La risposta alle due crisi
però deve essere integrata: bisogna prendere la crisi economica come
un'occasione per trasformare i sistemi economici e sociali in modo da costruire
un futuro sostenibile. Riconvertire le industrie, innovare le tecnologie,
trasformare i sistemi energetici: insomma, quello che l'ambientalismo ha sempre
sostenuto ora entra nel dibattito più generale. Tanto che qualche mese fa il
segretario dell'Onu, Ban Ki-moon, ha usato l'espressione «new deal verde», con
un riferimento al piano di riforme economiche e investimenti lanciato dal presidente
Franklin Delano Roosevelt negli Stati uniti degli anni '30. Poco dopo il
neoeletto presidente Barack Obama ha parlato di «green jobs», «lavori verdi», e
di riconversione energetica. Tra l'autunno e l'inverno le
maggiori economie mondiali, dagli Usa all'Europa al
Giappone alla Cina, hanno varato pacchetti di incentivi e «stimoli» all'economia e
il programma ambientale dell'Onu (Unep) ha quantificato: si aspetta che il 33%
di questi pacchetti sia destinato all'«economia verde». La crisi dà ragione ai verdi,
dunque?I Verdi europei in effetti di «new deal verde» parlavano già da
tempo («rivendico il copyright», ci ha detto ieri Monica Frassoni, la
co-presidente - insieme a Daniel Cohn-Bendit del gruppo verde al Parlamento
europeo). Ora insistono: l'Europa deve mettersi alla guida di una «rivoluzione
economica verde». Si tratta di investire in efficenza energetica, produzione e
distribuzione di energia rinnovabile, trasporto sostenibile, depurazione acqua
e gestione rifiuti, agricoltura sostenibile, risanamento ambientale, oltre che
in riconversione tecnologica per molte industrie. Il potenziale c'è (ieri a
Roma proprio i Verdi europei hanno tenuto un seminario sul potenziale delle
energie rinnovabili). «Oggi in Europa circa 3,5 milioni di posti di lavoro sono
riconducibili all'economia verde, la Germania ha creato 175mila posti nel solo
2006», spiega Frassoni: «Noi vogliamo che 500 miliardi di euro nei prossimi 5
anni siano investiti nell'economia verde». L'obiettivo di 5 milioni di nuovi
posti di lavoro in 5 anni non è irrealistico, dice. Ma davvero la crisi dà
ragione ai verdi? Parlare di «green jobs» è un conto, ma che dire degli
inventivi alla rottamazione, il classico aiuto all'industria automobilistica a
cui tutti i paesi europei prima o poi hanno fatto ricorso? «Noi li
contestiamo», ribatte Frassoni. «Non si può salvare un'industria in un solo
paese», aggiunge Cohn-Bendit: «E' un'ottica limitata, ogni paese da soldi alla
sua industria ma è a corto termine, mentre quello che serve è una
trasformazione tecnologica più ampia». I Verdi parlano di «benchmarking», un
sistema per verificare che i singoli paesi rispettino impegni e obiettivi
comuni. Citano le battaglie già fatte per portare le energie rinnovabili nel
«pacchetto energia» dell'Unione europea (e per tenerne fuori il nucleare).
L'Europa deve trasformare il suo sistema produttivo - o si riproverà più
fragile e arretrata, insistono. I Verdi hanno fatto del «new deal verde è un
tema centrale della campagna dei Verdi (le elezioni europee si avvicinano: in
Italia Monica Frassoni è la loro portabandiera).
( da "Provincia Pavese, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Piero Angela
racconta Darwin Domani sera al Ghislieri, lunedì 27 arriva Margherita Hack
PAVIA. A parlare di Darwin e comunicazione, domani sera al collegio Ghislieri,
sarà il comunicatore scientifico per eccellenza: Piero Angela. Appuntamento
alle 21 nell'aula magna per la settima conferenza del ciclo "Darwin 150
AD". «Dove Ad non sta per Anno Domini - spiega il professor Carlo Alberto
Redi - ma provocatoriamente significa "After Darwin". E' un 'idea un
po' polemica: in un momento storico in cui il pianeta si
globalizza ma cristiani, musulmani, ebrei contano i loro anni con datazioni
differenti, si potrebbe scegliere come linea di demarcazione l'anno in cui è
stato pubblicato il libro di Darwin sulla teoria evoluzionistica. Dopo la
scoperta del fuoco e l'invenzione della ruota quello che ha segnato la storia
umanità, come paradigma concettuale, è stata proprio l'idea di
evoluzione. E' presente ovunque: in economia, storia, arte, filosofia,
scienza». Gli appuntamenti proseguono il 27 aprile, sempre alle 21, con la
scienziata Margherita Hack che racconterà il suo punto di vista
sull'"Evoluzione dell'universo". Nel 1859 Charles Darwin - biologo,
zoologo, geologo - pubblicò il suo libro "L'origine della specie",
che rimane il suo testo più noto. Ma che ancora oggi è fonte di discussione tra
gli scienziati. Il ciclo si era aperto il 2 marzo con Ernesto Capanna che aveva
parlato di "Darwin e le scimmie. Una breve storia del Darwinismo in
Italia". LUnedì 9 marzo, a Pavia, era intervenuto il filosofo Giulio
Giorello e il 16 marzo il genetista Luigi Luca Cavalli Sforza che aveva
spiegato "La selezione naturale e altre teorie evolutive". Infine
l'antropolga molecolare Olga Rickards è intervenuta su "Nuovi indizi
sull'evoluzione umana" e Telmo Pievani su "Il quadrimotore dell'evoluzione".
(m.g.p.)
( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009 Chiudi Busetto e la mucca Margherita chiedono aiuto alla Provincia. Ieri mattina proprio fuori dall'aula del consiglio provinciale
l'imprenditore agricolo Andrea Busetto e la fida mucca Margherita hanno
inscenato un anomalo sit-in di protesta, chiedendo maggiori tutele per i
piccoli imprenditori. «La globalizzazione ci sta uccidendo» - ha tra l'altro
spiegato l'imprenditore. A pag.34
( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009 Chiudi PESARO - Busetto e la mucca Margherita chiedono aiuto alla
Provincia. Ieri mattina proprio fuori dall'aula del consiglio provinciale
l'imprenditore agricolo Andrea Busetto e la fida mucca Margherita hanno
inscenato un anomalo sit-in di protesta, chiedendo maggiori tutele per i
piccoli imprenditori. «Le grandi industrie lattiero casearie - spiega Busetto -
e i gruppi della grande distribuzione non vogliono la sopravvivenza delle
filiere corte, sane e genuine. La globalizzazione ci sta
uccidendo e chiediamo all'amministrazione provinciale di istituire un piccolo
fondo per tutelare noi piccoli imprenditori agricoli. Il nostro latte è sano ed
è prodotto nel territorio, quello dei grandi marchi nessuno lo sa». La
collera dell'imprenditore è rivolta anche al risalto che dai media è stato dato
al caso di una bambina veronese ricoverata in ospedale per aver assunto del
latte contaminato. «La mia stalla è indenne da quel tipo di batterio - continua
- e quindi tutte le bovine non sono portatrici di quel ceppo batterico. I
controlli nella mia stalla sono periodici e sono sempre risultati ok, lo
dimostra il fatto che in quattro anni nel mio latte non è mai stato isolato un
agente patogeno, nè alcuno ha mai avuto disturbi legati all'assunzione del
latte. In ogni caso sono deciso a portare avanti una battaglia e spero di
riuscire a convincere anche gli altri piccoli produttori di latte della nostra
provincia a dare vita, nei prossimi giorni, alla settimana del latte. Venderemo
il nostro prodotto a metà prezzo così da sensibilizzare i cittadini sulle
nostre continue difficoltà, chiediamo per questa iniziativa il patrocinio della
Provincia». Nel frattempo la mucca Margherita è riuscita nell'intento di
sensibilizzare il presidente della Provincia, Palmiro Ucchielli. Intercettato
dall'imprenditore agricolo all'ingresso di via Gramsci, il presidente Ucchielli
ha spiegato che «la produzione dei nostri piccoli imprenditori agricoli va
certamente tutelata e ci muoveremo in tale direzione». Lu.Fa.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-04-21 - pag: 8 autore: Francia. Dopo le dure proteste
dei dipendenti del gruppo Usa Intesa alla Caterpillar:
meno tagli e fabbrica operativa fino al 2015 Attilio Geroni PARIGI. Dal nostro
corrispondente Parigi è scesa in campo per evitare che il caso Caterpillar
degeneri provocando un incontrollabile effetto domino. I delegatisindacali
della filiale francese del gruppo americano e i suoi dirigenti sono stati
ricevuti domenica al ministero dell'Economia. Al termine dell'incontro, durato
dieci ore, le parti sono riuscite a elaborare una bozza d'accordo che dovrebbe
permettere il ritorno alla normalità dopo mesi di agitazioni e proteste, anche
estreme. Scioperi, il sequestro di quattro manager, picchetti ai cancelli nei
due stabilimenti in Isère e occupazione degli impianti. Tutto il lecito e il
meno lecito per strappare migliori condizioni nell'ambito del piano di
ristrutturazione annunciato in gennaio e che nella versione originaria
prevedeva tagli occupazionali per oltre 700 dipendenti su 2.700. L'intervento
del mediatore governativo Philippe Gustin, vicedirettore di gabinetto del
ministro dell'Economia Christine Lagarde, è servito a gettare le basi di un
compromesso che dovrà ora essere approvato con un referendum dai lavoratori di
Caterpillar France. I dipendenti sono riusciti ad ottenere una riduzione dei
tagli al personale, da
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-21 - pag: 14 autore: La Terza
Italia delle reti locali di Carlo Trigilia N elle difficoltà si vedono sempre
meglio le strutture portanti di un sistema. Lo stiamo verificando anche di
fronte alle reazioni emergenti nel nostro Paese alla grave situazione economica
globale. Si profila un paradosso: la forza dell'arretratezza italiana (o di
quella che appariva tale al paradigma di lettura dominante dell'economia). Sia
chiaro: sarebbe sbagliata una lettura acritica delle virtù del modello italiano
nella crisi, così come lo è stata quella dei cantori del declino e del ritardo
che hanno dominato la scena negli anni passati. Sappiamo bene che il modello ha
tanti problemi da non sottovalutare. E sarebbe inoltre un errore grave dare per
scontata una buona tenuta della nostra economia a fronte di una delle crisi più
forti e dirompenti- la prima dell'era della globalizzazione
- i cui esiti sono ancora poco prevedibili. Ma intanto qualche valutazione si
può cominciare a fare. Se proviamo a prendere una fotografia dell'impatto della
crisi a livello territoriale, ne ricaviamo una mappa che piacerebbe a Fernand
Braudel e agli storici sociali della "lunga durata". Si
intravedono Tre Italie nella crisi. La prima è quella del Nord-Ovest, il
vecchio "triangolo industriale". L'area che nonostante le grandi
trasformazioni degli ultimi vent'anni resta quella a maggior presenza di grandi
e medie imprese, in cui più forte è la separazione dell'economia dal-la società:
dalla famiglia, dalle reti sociali dalle comunità locali. Qui la crisi è più
visibile, se si considera per esempio la crescita della cassa integrazione e la
sua diffusione rispetto agli addetti, o se si guarda al numero d'imprese sul
totale che prevedono più forti difficoltà e calo del fatturato (indagine
Unioncamere). C'è poi il Mezzogiorno, che nel complesso appare meno colpito,
con la vistosa eccezione di quella "linea adriatica" delle piccole
imprese che negli anni passati aveva fatto sperare. Naturalmente, questo dato
fa subito pensare al Sud della redistribuzione, al peso diretto e indiretto
della spesa pubblica che protegge dalla crisi, e alla minor presenza delle
attività esposte al mercato. Che quando ci sono soffrono di più per la maggior
fragilità del contesto esterno, come nel caso dell'Abruzzo (già prima della
sciagura che l'ha colpito),del Molise, di parti della Basilicata e della
Puglia. Accanto a questi fattori va però considerato un Mezzogiorno diverso che
si intravede negli ultimi anni. Un Sud più tirrenico, legato alla
plurispecializzazione locale in attività di mercato meno sfidate dalla
globalizzazione: agricoltura di qualità, agroindustria, turismo, manifattura
diversa dal made in Italy. Ma il risultato che più colpisce, se guardiamo alla
nostra mappa, riguarda il ritorno della Terza Italia (su cui aveva attirato
l'attenzione più di trent'anni fa il sociologo economico Arnaldo Bagnasco). Si
tratta di quelle regioni del Centro- Nord-Est dove più si concentrano sistemi
locali di piccole e medie imprese e distretti industriali del made in Italy: il
vero baricentro del modello italiano. Non tutti questi sistemi territoriali si
difendono bene, e tutti avvertono i morsi della crisi, dato il forte peso delle
esportazioni nelle loro attività. Tuttavia, colpisce la relativa miglior tenuta
complessiva di quest'area rispetto ad altre zone del Paese. Per spiegarla
dobbiamo far riferimento al paradosso dell'arretratezza di cui si diceva. Le
componenti sono ben note: la dimensione ridotta delle imprese, il più forte
rapporto con la famiglia, l'intreccio più stretto tra reti sociali e reti
produttive, il basso indebitamento delle imprese e il ruolo delle banche
locali, delle organizzazioni di categoria, dei governi locali; ma anche la
forte presenza del risparmio delle famiglie (i depositi per abitante sono tra i
più alti). Insomma, si tratta di un sistema in cui l'economia è meno separata:
è più immersa nella società locale. Così come il processo produttivo di beni di
qualità avviene in modo diffuso - con la partecipazione di attori diversi e di
rilevanti economie esterne alle imprese anche gli effetti della crisi tendono
ad essere più diffusi e più ammortizzati dalla società locale, in un quadro nel
complesso più solidaristico (come mostrano anche i dati Istat sulle
disuguaglianze di reddito tra le famiglie, meno marcate nelle aree in
questione). E questo vale anche per le nuove medie imprese internazionalizzate,
di cui tanto si parla negli ultimi anni: il loro successo, così come la loro
resistenza alla crisi non sono comprensibili se non si tiene conto del
peculiare polmone territoriale con cui respirano. Forza dell'arretratezza
dunque?Ripeto: non esageriamo. Ma forse gli effetti di "redistribuzione
della crisi" di cui ha parlato Giuseppe De Rita dovrebbero indurre qualche
autocritica tra gli economisti, la maggioranza dei quali considera una
distorsione il modello italiano proprio perché l'economia appare poco separata
dalle reti sociali, le imprese sono piccole e sottocapitalizzate, la finanza
poco " moderna". Evidentemente, le reti sociali non hanno
necessariamente effetti collusivi e distorsivi, ma possono costituire- a
determinate condizioni- " esternalità positive". Il guaio è che la
cultura economica dominante ha profondamente influenzato la politica e le stesse
leadership nazionali del mondo delle imprese e del lavoro. E così quando si
decide di politiche per la crisi si parla solo di aziende singole (credito,
incentivi, sgravi) e di ammortizzatori sociali per i lavoratori, mentre la
dimensione delle reti e dei territori resta fuori dall'agenda, affidata al
volontarismo dei soggetti locali. Col rischio che essi stessi finiscano per non
percepire anche come forza quello chei più definiscono come debolezza. Ma come
insegnano gli storici, le lunghe durate pesano, e non farci bene i conti può
essere dannoso. Forse la crisi può aiutare a cambiare occhiali.
trigilia@unifi.it © RIPRODUZIONE RISERVATA AFP PATRIMONIO DA DIFENDERE Quando
si decidono le politiche di sostegno si pensa prevalentemente ad aziende
singole, tralasciando realtà complesse
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-21 - pag: 15 autore: Nelle
recessioni il Graal dell'economia Richard Koo è l'ispiratore delle scelte di
Tokyo e sostenitore dell'intervento dello Stato Stefano Carrer TOKYO. Dal
nostro inviato Q uando il 16 marzo scorso il primo ministro Taro Aso ha
iniziato una serie di brainstorming con ben 83 esperti, si è capito subito che
stava per arrivare in Giappone una manovra di stimolo all'economia più ampia di
ogni previsione: al Kantei, la residenza ufficiale del premier, il primo ad
arrivare, assieme al ministro delle Finanze Kaoru Yosano, è stato un cittadino
americano di origini taiwanesi, sia pure nato a Kobe: Richard Koo. Il 55enne
capo economista del Nomura Research Institute è diventato il profeta globale
dei tempi nuovi, dopo essere stato per anni una voce che gridava invano nel
deserto:è l'avvocato più convincente della necessità di aumentare senza remore
la spesa pubblica per contrastare la recessione, e lo spregiatore più
autorevole delle preoccupazioni di riequilibrio dei conti statali in
quest'epoca d'emergenza. Il suo ruolo di consulente del Governo giapponese è
risalente nel tempo, ma mai come adesso sembra ascoltato con attenzione (anche
altrove), tanto più che le sue sollecitazioni coincidono con il desiderio di
Aso di presentarsi all'appuntamento delle elezioni con più carte da giocare.
Così l'ammontare del nuovo pacchetto straordinario è stato stabilito a 15.400
miliardi di yen ( oltre 150 miliardi di dollari), pari a circa il 3% del Pil,
che porta al 5% del Pil il totale degli stimoli con mezzi freschi a un'economia
piombata in profonda recessione. Un po' meno del 6% del Pil ottimale per Koo,
ma più di quanto immaginabile dopo le due precedenti manovre e un bilancio
statale di previsione già gonfiato. Quanto basta per aver suscitato qualche
gelosia per la sua posizione di "consigliori", inquadrabile nel
tradizionale amore-odio giapponese per il gaiatsu (la pressione esterna) di cui
il Paese sembra spesso aver bisogno per prendere decisioni non consensuali. Se
Koo insegna alla Waseda University di Tokyo dal 1998 ed è in Nomura dal 1984,
la sua formazione è tutta americana: studi a Berkeley e master dalla Johns
Hopkins, doctoral fellow presso il board della Federal Reserve e poi economista
della Fed di New York (1981-'84). Quale maggior esperto del "decennio
perduto" giapponese, è stato proiettato dalla crisi attuale verso una
statura internazionale da star. Non a caso, è appena tornato nel suo ufficio di
Otemachi da un lungo viaggio in Canada, Usa e Olanda:
ospite ufficiale di Governi o di commissioni parlamentari. A sentirlo parlare,
è difficile non essere affascinati dal mantra che ripete in modo ossessivo e
con una semplicità sconcertante. Senza modestie, Koo ritiene di aver trovato
nientemeno che il Santo Graal della scienza economica. Il copyright
dell'espressione è di Ben Bernanke: «Chi arriverà a comprendere davvero la
Grande Depressione avrà trovato il Santo Graal dell'economia». Koo ha
intitolato alla coppa miracolosa l'ultimo dei suoi quattro principali libri (
The Holy Grail of Macroeconomics: Lessons from Japan'sgreatrecession)
sottolineando che nessun economista ci ha mai pensato, nemmeno Keynes. In
sostanza, Koo distingue tra recessioni normali e recessioni da balance-sheet
(da bilancio): in queste ultime, seguite allo sgonfiamento di una precedente
bolla, si verifica un fenomeno mai preso in considerazione dagli economisti,
ossia il fatto che le imprese non tendono più a massimizzare il profitto, ma
solo a riparare la loro struttura patrimoniale, a ridimensionare le attività e
a ripagare il debito. L'economia entra nella fase yin (ombra) e gli strumenti
di politica monetaria non funzionano più, in quanto la domanda di prestiti
resta evanescente anche in presenza di tassi zero. Non può allora che
intervenire lo Stato,come borrower d'ultima istanza,per colmare il gap della
domanda ed evitare una spirale devastante. A poco a poco,l'economia tornerà
nella fase yang ( luce) con la ripresa della domanda di prestiti, e il settore
privato riacquisterà fiducia (fino a un nuovo eccesso che ricreerà una bolla).
Il corollario di questa teoria è che le banche vanno ricapitalizzate
direttamente, mentre è controproducente inseguire la chimera di una
stabilizzazione finanziaria cercando semplicemente di ridurre la pressione sul
sistema degli asset tossici. A parte gli occhiali, Koo somiglia vagamente a un
lottatore di kung-fu, e mena fendenti virtuali a tutto spiano. «Henry Paulson?
Non ha mai capito niente», dice Koo senza remore. Epiteti che sfuma appena
riferendosi ad al-tri, come Heizo Takenaka (lo zar finanziario sotto Koizumi).
Ma ne ha anche per Bernanke (troppo fiducioso, almeno fino a poco tempo fa,
negli strumenti di politica monetaria) e per l'economista Paul Krugman-ex
suggeritore a Tokyo di un piano per provocare inflazione- che pure di recente
sembra essersi avvicinato al suo messaggio, consigliandoa Obama di rischiare
per eccesso anziché per difetto. Krugman riconosce che quella di Koo è una
delle migliori road map per capire il caos di oggi, ma eccepisce che le sue
teorie non necessariamente servano da ricetta per l'America (tanto più che il
Giappone era uscito qualche anno fa dal ristagno economico grazie all'export e
non alla domanda interna: soluzione non replicabile). Koo salva uno dei
predecessori di Paulson, Paul Volcker, e riconosce qualche merito a Timothy
Geithner: il suo Public-Private Investment Program è sì di dubbia efficacia, ma
appare come un modo per aggirare la strettoia politica di un Congresso non più
disposto ad allargare i cordoni della borsa, specie dopo lo scandalo dei bonus
ai manager Aig.«Ma Geithner mostra di non capire quello che è successo in
Giappone, quando dice che il ritardo nel salvare le istituzioni finanziarie
prolungò la recessione- afferma Koo-. La sua asserzione secondo cui i
non-performing asset delle banche devono esser eliminatiquanto prima per
evitare agli Usa una recessione alla giapponese è
sbagliata ». Koo riconosce che anche i responsabili po-litici, che ha visitato
di recente in mezzo mondo, restavano a bocca aperta quando lui spiegava che le
banche giapponesi (come quelle Usa durante la crisi
del debito latinoamericano) erano riuscite a evitare un credit crunch
nonostante una situazione patrimoniale indebolita. «In Giappone, anche se le
banche avessero fatto pulizia dei crediti inesigibili prima, l'economia non si
sarebbe potuta risollevare mentre le imprese continuavano a ridurre i loro
balance-sheet ». Insomma, «a Washington manca la consapevolezza che migliorare
la salute delle banche e alleviare la stretta al credito sono spesso obiettivi
politici contraddittori». Controproducente, secondo lui, è la balzana idea di
effettuare "stress test" sulle principali istituzioni finanziarie Usa rivelando i risultati al pubblico: se positivo, il test
alimenterà il sospetto di mano morbida degli ispettori; se negativo, ci sarà
necessità di iniettare capitali ma il Congresso dirà di no. «Bisogna
distinguere tra il raffreddore e la polmonite – continua Koo . Le recessioni
normali si curano con rimedi consueti, ad esempio la politica monetaria.Quelle
da balance sheet, con mezzi eccezionali per rilanciare la domanda. Come fossimo
in guerra». E il deficit statale, che a Tokyo già viaggia verso il 180% del
Pil? «In Inghilterra dopo l'ultima guerra era al 250% del Pil. Ma è
sopravvissuta. E Churchill ha fatto la cosa giusta spendendo fino alla vittoria
». I critici di Koo, però, sottolineano che a lume di logica la sua ricetta
appare troppo semplice: spendere a più non posso senza considerare gli effetti
collaterali. Koo non nega che in alcuni casi la spesa pubblica giapponese abbia
finanziato progetti discutibili, ma ritiene che, in tutti i Paesi, sia questo
il momento per largheggiare: chi ha bisogno di nuove infrastrutture agisca ora,
chi ha un sistema sanitario inadeguato provveda adesso. «I soli Governi che
stanno agendo con la consapevolezza che la malattia è una polmonite e non un
forte raffreddore sono l'Esecutivo di Aso in Giappone, la Cina e forse il Canada». Quanto all'Europa di oggi, Koo nota che nel
Welfare State la funzione di "stabilizzatore automatico" della
politica fiscale opera assai più che in Giappone o in Usa, ma che
occorre una mobilitazione fiscale più ampia, specie in Germania e Francia:
altrimenti misure di spesa da parte di altri Paesi Ue più piccoli rischiano di
avere efficacia limitata. Del resto, Koo afferma di aver detto quattro
anni fa alla Bce che se fosse «italiano o francese» non accetterebbe una
situazione come quella della Germania, che è uscita dalla recessione seguita
allo scoppio della bolla tecnologica del 2001 abbassando il costo del lavoro
domestico, ossia esportando merci (e disoccupazione) nei Paesi confinanti. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Americano di Kobe. Richard Koo, 55 anni, è capo
economista del Nomura Reserach Institute LA TEORIA Le banche vanno
ricapitalizzate direttamente, controproducente invece inseguire stabilizzazioni
finanziarie pensando di ridurre la pressione degli asset tossici
( da "Messaggero, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009 Chiudi di SALVATORE TAVERNA Ridono, urlano, s'infiammano. Tremila fans
scatenatissimi, dai dodici ai vent'anni, aspettano con ansia la loro beniamina:
Miley Cyrus, protagonista del film Hannah Montana, the movie. Eccoci al Porta di Roma, Bufalotta, Cine Cité. La folla ondeggia
dietro le transenne: ola, ola, ola. Migliaia di colori. Mamme e papà,
tantissimi, retrocedono e lasciano la pole position alle loro ragazzine. C'è
chi viene da Caserta, da Napoli, da Prato, da Bologna. Non manca qualche
cinesina sorridente. Cinque giapponesi esultano. La festa è appena
cominciata: metà pomeriggio. Ma alcune pupine sono qui dalle nove del mattino.
I fans club visualizzano i loro manifesti con la scritta: «Miley sei la più
brava del mondo». Molte ragazzine seguono la serie Hannah Montana da un paio
d'anni sulle tv a pagamento. E conoscono a memoria battute e canzoni, ritmi e
storie. Ora arriva il film e per loro è il massimo. Non se lo perderanno. Su un
cartellone, fatto a amano, c'è scritto: «Benvenuta a Roma. Oggi è il mio
compleanno. E il regalo più bello sei tu. Baci da Anna tua prima fan». Ancora
voci, vocine, vocette. «Incredibile ma vero: una ragazzina all'età mia è già
famosa nel mondo», dice Sara del Torrino. «Io canto, ballo, e non vedo l'ora di
fammi conoscere. Ma lei è gia una potenza. Fortuna? Ha trovato il momento
giusto. E poi suo padre è un famoso cantante country. Ha mangiato pane e musica
fin da bambina». Gli fa eco Bartolomeo, sempre del Torrino, «quella ha trovato
la strada spianata. Tutto è stato facile: bisogna saper aspettare il momento
magico, prima o poi arriva sempre». Ottimista. E' il tripudio. Le urla si
sovrappongono alla colonna sonora del film. Anzi. La superano, la cancellano,
la fanno svanire. La pupina ritarda. I papà e le mamme, molte carinissime, non
ce la fanno più. Tutti storditi da questo baccano: fischiano le orecchie.
Soraya e Sofia, sedici anni, hanno preso quattro autobus per arrivare alla
Bufalotta. Stringono tra le dita il fazzoletto rosa con il viso di Miley,
raccontano: «Noi cantiamo e balliamo benissimo. Ma quando mai riusciremo a
svoltare come lei. In Italia tutto è difficile. Negli Usa
vengono premiati i talenti veri. Da noi, quelli finti». Andrea, con dieci
amici, viene da Terni. «Che ci faccio qui? Voglio vedere da vicino Miley. E'
molto carina». Vola il tempo. Si avvicina il momento magico. Tutti vogliono
l'autografo dalla piccola diva. Ma quando lei entra in scena, delusione
generale. La bambolina, all'esterno, passa e va. Tra gli urli infiniti transita
veloce protetta dalle guardie del corpo. Si ferma un attimo. Sorride. Viene
bombardata dai flash delle mini-macchine digitali ed entra in una delle sale.
«Non è possibile», piange Laura, quindici anni. «Cosa le racconto alle compagne
di scuola. Quelle viperelle mi diranno: "Non ci sei andata alla
Bufalotta... Sei una bugiarda!"». Alessia, un angelo di ragazzina con gli
occhialini quasi rotondi, dodici anni, si lamenta: «Sono venuta fino a qui dai
Parioli. Ho convinto papà a portarmi e me ne vado a casa senza l'autografo. Mi
dispiace tanto». Pure le giapponesine tristi tristi se ne vanno nel
maxiparcheggio con i genitori. La folla via via scompare. Ma molte, raccontano
andando via, vorrebbero avere per papà Billy Ray Cirus, cantante country e
simpatico padre di Miley. Lui, al passaggio, si prende una marea di applausi.
In pochi si accorgono del regista Peter Chelsom che ha girato il film per la
Disney.
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MATERIE PRIME data: 2009-04-21 - pag: 48 autore: Metalli non ferrosi.
Per il taiwanese Nobu Su, Pechino usa le riserve per
comprare commodity Da Cina e Usa i segni di ripresa Il rialzo dei prezzi però supera le
indicazioni dei fondamentali Gianni Mattarelli MILANO Una caratteristica delle
ultime settimane è il ritorno della predisposizione al rischio nel mercato dei
metalli, dopo mesi di forte avversione. Il diffondersi tra gli operatori
dell'opinione che la situazione economica globale si stesse stabilizzando è
stato il principale fattore del mutamento nella tendenza degli investitori. Si
sono perciò visti aumentare i prezzi di tutti gli strumenti a rischio, come
azioni e materie prime, mentre hanno perso valore i beni tipicamente a basso
rischio, quali obbligazioni, oro e dollaro. Per i metalli un simile andamento
del mercato, che risulta in evidente contrasto con la situazione fondamentale,
ha sorpreso il partito dei ribassisti, che è stato sino a oggi in maggioranza.
La produzione industriale (Pi), maggior indicatore del consumo dei metalli, è
infatti diminuita globalmente su base annua del 12,6% in gennaio, mentre i dati
parziali di febbraio portano verso un calo del 13,8%, sesto consecutivo mese di
declino. Il tasso di contrazione sta però rallentando, dopo i forti cali di
dicembre e gennaio, per cui molti osservatori intravedono tiepidi segnali
positivi, anche se le uniche buone notizie vengono dalla Cina,
dove si segnala che in marzo la Pi è salita dell'8,3% su base annua. A questo
punto si può pensare che, in un mercato con situazione fondamentale depressa,
per riportare all'ingiù le quotazioni sia necessario un nuovo peggioramento
dell'economia mondiale, perché tutte le notizie sfavorevoli sinora pubblicate
dovrebbero già essere, come si dice, nei prezzi. Al di là della Cina, i primi segnali di potenziale ripresa della domanda al
consumo vengono dagli Stati Uniti, dove l'importante indicatore economico del
settore manifatturiero Ism (Institute of Supply Management), pur rimanendo a
livelli bassi ma sopra i recenti minimi, è visto da Goldman Sachs con buone
probabilità di risalita oltre la soglia 50 (che separa la contrazione
dall'espansione) entro i prossimi 3-6 mesi, mentre viene mantenuta la
previsione di un Pil americano a +1% per il terzo e quarto trimestre, dopo
il-7% del primo. I metalli, e soprattutto il rame, stanno tuttavia avendo in
media guadagni, dai recenti minimi, ben maggiori di quanto registrato da altri
strumenti e beni d'investimento.Una spiegazione a questo fenomeno può venire
dalle dichiarazioni di Nobu Su, capo del gruppo taiwanese Tmt, che fornisce
materie prime alla Cina. Secondo lui Pechino sta
cercando di liberarsi al più presto dalla dipendenza del dollaro. I cinesi
starebbero perciò acquistando materie prime perché questa sarebbe la miglior
via per usare i loro 1,9 trilioni di dollari di riserve, in preparazione della
prossima rivoluzione industriale, che sarà guidata dalla costruzione di veicoli
ibridi, che necessitano di molto rame. Ciò giustificherebbe i forti acquisti
cinesi e il rialzo oltre misura dei prezzi della materia prima catodi. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-21 - pag: 25 autore: Focus / 1 Commerci
internazionali. I nuovi dati dell'Asian development bank L'Asia mette a
profitto gli accordi bilaterali Micaela Cappellini C hi l'ha detto che il Doha
Round è l'unica ricetta, e che gli accordi bilaterali di libero scambio
finiscono sempre per complicare le cose? L'Asia è passata dalle 3 intese del
2000 alle 37 che si contavano a gennaio- più le
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-21 - pag: 25 autore: Focus / 2 La
ripresa che verrà. Le previsioni del gruppo assicurativo Coface sull'andamento
dei mercati I primi a ripartire? Gli emergenti I Paesi emergenti dell'Asia sono
quelli che nei mesi a venire possono offrire maggiori opportunità agli
esportatori. E più in generale, i Bric (Brasile, Russia, India
e Cina) possono garantire, grazie alla grandezza dei rispettivi mercati
interni, un effetto di sostituzione che vada a colmare il vuoto lasciato dal
calo della domanda dei Paesi in-dustrializzati, i più colpiti dalla crisi
mondiale. La previsione è di Coface, la società di assicurazione del credito
all'export, che ogni anno fa il punto su opportunità e criticità nei
mercati del mondo. Nonostante la crisi internazionale sia ancora in corso, è
già tempo di bilanci. Per gli esportatori infatti è indispensabile avere a
disposizione una lettura quasi in tempo reale di un mercato in forte
cambiamento, e orientare l'export, se del caso, verso aree che continuano a
crescere. Secondo gli economisti di Coface, i Paesi emergenti dell'Asia e i
Bric hanno gli anticorpi per uscire dalla crisi prima delle economie
sviluppate. La Cina può contare su un ampio margine di
manovra per quanto riguarda il deficit pubblico. Gli interventi di politica
fiscale e monetaria messi in atto da Pechino, inoltre, iniziano a produrrei
primi effetti sulla disponibilità di credito, sull'edilizia e sul settore dei
beni intermedi. Viene considerata buona anche la tenuta di India e Brasile, che
risultano meno esposti rispetto al p è in programma domania Milano, presso la
sede di via Spadolini 4, la "Conferenza Rischio Paese 2009" di
Coface. Durante l'incontro sarà presentata la guida alla criticità dei mercati
realizzata da Coface e pubblicata in Italia per le edizioni del Sole 24 Ore.
fabbisogno finanziario dall'esteroe ai rischi di credit crunch domestico. Tra
le aree-rifugio ci sono anche Africa e Medio Oriente, mantenutesi parzialmente
al riparo dalla crisi perché meno integrate, con l'eccezione di Israele e
Sudafrica, nei circuiti commerciali e finanziari della globalizzazione. Mano a
mano che ci si sposta verso Europa e Stati Uniti, la situazione si fa invece
più complessa. L'uscita dell'Europa centro- orientale dalla crisi, è l'opinione
degli esperti di Coface, sarà lenta a causa della forte dipendenza dai Paesi
dell'Europa occidentale. A questi elementi si aggiungono il rischio di
liquiditàlegato a riserve finanziarie insufficienti e un fabbisogno finanziario
non adeguatamente soddisfatto dai capitali esteri. Ma la domanda interna può
fare la differenza: da questo punto di vista, la Polonia appare relativamente
meno colpita dalla crisi. Le note dolenti per gli esportatori vengono
soprattutto dai Paesi industrializzati, i più colpiti dalla crisi globale. Gli Usa e molti Paesi dell'area euro soffronodi squilibri legati
all'indebitamento di imprese e famiglie, progressivamente aumentato nel corso
degli ultimi anni: Spagna, Irlanda e Regno Unito ne sono gli esempi più
eclatanti. Paesi grandi esportatori come la Germania, ai quali la crisi si è
trasmessa soprattutto attraverso il calo del commercio mondiale, saranno i
primi a manifestare segnali di recupero e a reagire alla domanda legata agli
investimenti da parte delle aree emergenti. Alf. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RISCHIO PAESE
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-04-21 - pag: 26 autore: In Turchia sostegni
pari al 4% del Pil Vittorio Da Rold ISTANBUL. Dal nostro inviato «Il Governo
turco ha predisposto pacchetti di sostegno alle imprese pari al 4% del Pil». Lo
ha detto il ministro dell'Economia, Mehmet Simsek, astro nascente del panorama
politico turco nonché ex banchiere di Merrill Lynch, intervenendo ai lavori del
secondo Media and Economic Forum intitolato "Turchia, crocevia
strategico", organizzato dall'Unione di Amicizia Italia-Turchia conclusosi
sabato scorso a Istanbul. Ankara ha aumentato gli investimenti in
infrastrutture da 2 a7 miliardi di lire, ha incrementato il sostegno agli
esportatori, ha ridotto l'Iva sull'acquisto di casee capannoni industriali,
sostenuto l'aquisto di auto nuove con incentivi alla rottamazione delle vecchie
(fornendo uno sconto del 35% per tre mesi sul prezzo di listino), elevato del
37% le risorse della Bank import-export, (l'ente di sostegno all'esportazione),
costituito un fondo di sostegno per le Pmi e fornito garanzie alle banche per
invitarle a prestare i soldi alle imprese. Il Governo è anche pronto a favorire
la trasformazione delle imprese tessili in grave crisi. Una serie articolata di
pacchetti di stimolo che hanno aiutato a superare la fase acuta della crisi. «L'economia
turca, che ha 68 miliardi di riserve in valuta e un disavanzo delle partite
correnti a gennaio e febbraio in surplus (a causa del calo dei consumi interni)
– ha proseguito Simsek - risente ancora della crisi globale, ma abbiamo
superato la fase di panico e, anche se ci vorrà del tempo, la crisi si può
considerare superata per due terzi». Il ministro ha sottolineato come il suo
Paese abbia deciso di investire nell'istruzione pubblica, nell'alta velocità
ferrroviaria («costruiremo
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: SYSTEM (ARTENERGY) data: 2009-04-21 - pag: 20 autore: Agricoltura.
Concluso il vertice G-8 di Treviso - I Paesi emergenti non firmano il documento di indirizzo No di Cina e India
all'accordo Sulle scorte alimentari critiche anche di Brasile, Sud Africa e
Messico Alessio Romeo CISON DI VALMARINO «Tutte le istanze avanzate dall'Italia
alla fine sono state accolte ». è soddisfatto, il ministro delle Politiche
agricole Luca Zaia, al termine dei lavori del primo G-8 dell'Agricoltura che si
è chiuso ieri a Cison di Valmarino (Treviso) dopo tre giorni di lavori
(si evada Il Sole 24 Ore del 18 e 19 aprile). Nella dichiarazione finale
sottoscritta dai ministri degli otto Paesi più ricchi del pianeta (che si apre
con la constatazione che «il mondo è ancora molto lontano dal raggiungimento
dell'obiettivo di dimezzare la percentuale di persone che soffre la fame entro
il 2015») hanno trovato spazio tutte le proposte avanzate alla vigilia dalla
presidenza italiana: aumento della produzione agricola per combattere la fame
nel mondo, gestione coordinata delle scorte cerealicole mondiali, incremento
delle energie rinnovabili, aumento degli investimenti nell'agricoltura sostenibile
e lotta alla speculazione sulle commodity agricole. Anche se i contrasti non
sono mancati e il documento finale, che non è stato sottoscritto come si
sperava all'inizio dai Paesi del G-5 (Brasile, Cina,
Sud Africa, India e Messico) e dagli altri Stati ai quali l'incontro era stato
allargato (Egitto, Argentina ed Australia) è uscito inevitabilmente
ridimensionato rispetto alle ambizioni iniziali. Soprattutto sul tema chiave
della gestione coordinata delle scorte alimentari per evitare il ripetersi di crisi
come quella di inizio 2008. Il testo si limita infatti a un generico impegno a
«esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione
degli stock», rinviando alle organizzazioni internazionali il compito «di
esaminare se questo sistema può essere efficace per affrontare le emergenze
umanitarie e limitare la volatilità dei prezzi» e di «valutare la fattibilità e
le modalità amministrative di questo sistema». Anche sulle misure di lotta alla
speculazione non si è andati oltre l'affermazione della necessità di
«monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che, potenzialmente,
possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole,
inclusa la speculazione». Su entrambi i punti ha pesato l'opposizione del ministro
dell'Agricoltura Usa, Tom Vilsack. Avanti tutta invece
sull'incremento delle energie rinnovabili di origine agricola per combattere i
cambiamenti climatici, ma in «modo sostenibile » e tale da «non compromettere
la sicurezza alimentare». Altro mirabile esempio di equilibrismo diplomatico si
trova nella formula utlilizzata per rilanciare il Doha Round, il negoziato
multilaterale sulla liberalizzazione degli scambi in ambito Wto, con
l'immancabile impegno per «una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del
Doha Round». Proprio su questo tema si è consumata la divisione con i Paesi del
G-5, grandi esportatori di derrate agricole e favorevoli a una maggiore
liberalizzazione, Brasile in testa. Anche se tra gli stessi Paesi emergenti le
posizioni sulle trattative Wto sono diverse. Come ha spiegato nella conferenza
stampa conclusiva il ministro cinese: «Siamo favorevoli alla riduzione dei
dazi, ma questa non deve creare ostacoli allo sviluppo dell'Agricoltura nei
Paesi in via di sviluppo; sulle tariffe serve una regolamentazione scientifica
per promuovere uno sviluppo sostenibile del commercio di prodotti agricoli».
Come dire, tagli ma non per tutti. La dichiarazione finale sottoscritta dagli
otto ministri agricoli sarà inviata al G-8 che si terrà alla Maddalena dall'8
al 10 luglio prossimi. Per Zaia il documento «apre un nuovo corso, riportando
l'agricoltura al centro dell'agenda politica internazionale ». Sostanzialmente
positivi i giudizi di Cia, Coldiretti e Confagricoltura. © RIPRODUZIONE
RISERVATA
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-04-21 - pag: 2 autore: Le grandi case alla
ricerca di nuovi equilibri Simone Filippetti è l'inizio di una nuova fase
evoluzionistica per l'industria dell'auto? La piccola e spesso bistrattata Fiat
che negozia, con la benedizione del presidente americano Barack Obama, per
accorrere in soccorso del gigante Chrysler sull'orlo del collasso è uno
scenario che anche soltanto sei mesi fa sarebbe stato bollato come
fantascienza. La recessione picchia duro: l'automobile è uno dei beni più
ciclici e il primo dei consumi che viene rinviato (se non eliminato) quando il
bilancio familiare traballa. Il mercato si chiede quali costruttori
sopravvivranno al cataclisma che ha colpito l'auto e soprattutto che forma avrà
l'industria che ha plasmato il XX secolo. Europa e America sono a tutt'oggi i
due più grandi mercati, in attesa della Cina, che si sta aprendo ora alla motorizzazione: da qui ai prossimi
giorni dalle case mondiali arriveranno i dati sulle trimestrali e il mercato si
attende una stagione di bilanci in perdita, (almeno a livello di risultato
operativo) sulla scia del crollo del 20% del mercato proprio nei principali
Paesi. Se Stati Uniti e Vecchio Continente scendono, tassi di crescita
si vedono invece in Oriente. Il declino tuttavia non è legato soltanto alla
recessione ( che come tutte le recessioni prima o poi finirà), ma anche a
cambiamenti più profondi e strutturali: l'Europa (comprendendo anche i Paesi
dell'ex blocco sovietico) sono un mercato da 18 milioni di automobili (con i
veicoli commerciali), ma quest'anno il totale scenderà a 15 milioni. Da questi,
poi, va depurato circa un altro milione di veicoli, effetto degli incentivi
statali nei vari Paesi ma che sono sostanzialmente un una tantum e non
riflettono la vera domanda. Per strada si sono persi 4 milioni di auto; negli
Stati Uniti quasi il doppio: secondo le stime fornite dalla stessa Chrysler dai
17 milioni di nuovi veicoli, il mercato quest'anno scivolerà a 10 milioni. E a
sentire i broker la sensazione è che non saranno mai più recuperati perché il
70% delle auto vendute in Europa passa attraverso finanziamenti di credito al
consumo e la crisi è una crisi del credito: i volumi visti negli ultimi anni
difficilmente si rivedranno ancora. Il tutto mentre l'industria, sotto anche la
moral suasion della politica (a partire dallo stesso Obama) è costretta a
muoversi verso nuove tecnologie, a minor impatto ambienta-le: come sempre le
discontinuità sono anche legate alle innovazioni tecniche. Di fronte a trasformazioni
di portata epocale, il mercato guarda ai più piccoli come ai player più
avvantaggiati: come i dinosauri sconfitti, nella scala evolutiva, dai
mammiferi, così i colossi tradizionali dell'industria sono un tipo di organismo
probabilmente non più adatto a un mercato che sta mutando, e per sempre, la sua
struttura genetica. è un'occasione per Fiat: l'esperienza della casa torinese
nel mercato delle auto piccole, segmento verso cui si stanno convertendo anche
i big americani, la pone, assieme alle altre case europee, in una posizione
privilegiata. Tuttavia nessuno, oggi, si sbilancia a fare previsioni: anche
perché su tutta l'industria pesa l'incognita della politica. Le automobili sono
un settore molto attiguo ai Governi perché nei Paesi occidentali, nonostante la
massiccia riduzione di posti di lavoro negli ultimi decenni, rimangono un
business labour intensive e le fabbriche hanno ancora un impatto sociale enorme
(anche per l'indotto che muovono) sui singoli Paesi. E la politica gioca anche
un ruolo fondamentale per capire quale potrà essere il nuovo standard: la
definitiva affermazione delle auto elettriche e ibride, o invece la loro
delimitazione a una mera nicchia di mercato, dipenderà in modo decisivo anche
dalle politiche di incentivi alla rottamazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI NEGATIVI Nel
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMO PIANO data: 2009-04-21 - pag: 3 autore: Gm pronta a cedere Opel
a costo zero L'acquirente dovrà però investire almeno 500 milioni nell'azienda
- Marchionne in Usa Andrea Malan General Motors è
pronta a cedere gratis la quota di controllo nella Opel purché l'acquirente si
impegni a investire un minimo di 500 milioni di euro nell'azienda tedesca. La
capogruppo americana, a rischio di fallimento essa stessa, è dunque disposta a
fare un passo indietro pur di agevolare lo scorporo della controllata europea.
A Detroit intanto proseguono i tagli: è di ieri la notizia che Gm ridurrà in
settimana l'organico di 1.600 impiegati. I compratori per Opel non sembrano
mancare, anche qualora le voci dei giorni scorsi su un possibile coinvolgimento
della Fiat non dovessero concretizzarsi: tra i sei investitori in corsa ce ne
sono – ha detto la settimana scorsa Fritz Henderson, numero uno di Gm – quattro
finanziari e due industriali; tra questi ultimi non ci sarebbero, secondo una
fonte citata dall'agenzia Reuters, né Fiat né costruttori tedeschi. Secondo
«Automotive News», almeno un'offerta arriva dalla Cina. La struttura dell'operazione Opel, la cui gestione è affidata a
Dresdner Bank (gruppo Commerzbank), potrebbe vedere la creazione di una nuova
società cui Gm apporterebbe asset stimati in 3 miliardi di euro, mantenendo una
quota; il soci finanziario dovrebbe iniettare un minimo di 500 milioni
direttamente nell'azienda; Gm ha chiesto poi a vari Governi europei,
primo fra i quali quello tedesco, di contribuire con altri 3,3 miliardi di
garanzie (Berlino si è finora detta indisponibile a prendere una
partecipazione). Una mano potrebbe arrivare anche dai concessionari Opel, che
si sono detti pronti a rilevare una quota di minoranza. Jaap Timmer, che guida
la loro associazione Euroda, ha detto che la somma messa in campo «potrebbe
arrivare a 400-500 milioni di euro». L'operazione Opel sarebbe in sostanza un
leveraged buyout non molto dissimile da quello che portò due anni fa Chrysler
nelle braccia di Cerberus: anche allora l'investitore finanziario si accollò
una esposizione diretta piuttosto limitata (per Cerberus si era parlato di
qualche centinaia di milioni di dollari) e il grosso fu finanziato dalle banche
e dal venditore (Daimler). L'esito della vicenda Chrysler, che dopo due anni
dal buyout ha dovuto far ricorso all'aiuto del Governo e ora di Fiat, non è
incoraggiante per Opel ed è probabile che la casa tedesca debba cercare prima o
poi un partner industriale forte con cui sviluppare sinergie. Max Warburton,
analista della Sanford Bernstein, è convinto che questa sarebbe la soluzione
migliore non solo per Opel ma anche per Fiat: «Fiat dovrebbe abbandonare il
progetto Chrysler e puntare sulle sinergie che potrebbe ottenere da
un'eventuale accordo con Opel»; sinergie che l'analista stima in 1,5 miliardi
di euro. Al di là delle indubbie difficoltà politiche che comporterebbe
l'ottenimento di tali sinergie (con eventuali tagli agli impianti produttivi),
Fiat non ha nessuna intenzione di ritirarsi dalla partita americana: l'a.d.
Sergio Marchionne è già ripartito per gli Usa con il
compito di convincere sindacati e creditori della Chrysler alle rinunce
necessarie perché le nozze tra i due costruttori possano prendere il via.
Marchionne si muoverà tra Detroit e Washington e tornerà in Italia in tempo per
il consiglio di amministrazione Fiat di giovedì mattina che dovrà approvare i
conti del primo trimestre 2009. Quante sono le probabiltà che l'operazione vada
in porto? Ieri dal presidente del sindacato canadese dei lavoratori dell'auto,
Ken Lewenza, è arrivato un segnale negativo: «Il governo Usa
e la Chrysler ci hanno chiesto nuove concessioni ma credo che sarà molto
difficile che si possano accogliere queste nuove richieste»ha dichiarato
all'agenzia Radiocor, aggiungendo peraltro che «siamo di nuovo al tavolo delle
trattative e da questo pomeriggio riprendiamo i negoziati sapendo che la c'è la
scadenza ultima del 30 aprile ». Automotive News ha intanto scritto che nel
caso in cui l'operazione vada in porto sarebbero tre gli stabilimenti
nordamericani di Chrysler da cui uscirebbero veicoli basati su piattaforme
della casa torinese; tutti i veicoli porterebbero sia il marchio Fiat che
quello Chrysler. Il fatto che uno degli impianti sia a Windsor in Canada (si veda
anche la scheda qui a fianco) non è forse casuale: oltre alla trattativa in
corso con i sindacati c'è da ricordare che il Governo di Ottawa finanzierà a
sua volta Chrysler in misura significativa. © RIPRODUZIONE RISERVATA INFOPHOTO
AUTOMOTIVE NEWS Dalle fabbriche che sfornano minivan e Suv uscirebbero le
piccole con i marchi Fiat, Alfa Romeo e Chrysler Nuovo viaggio negli Stati
Uniti. Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat. Il manager è tornato
negli Usa per la stretta finale sugli accordi con
Chrysler
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
PRIMO PIANO pag. 6
General Motors dà in regalo Opel AUTO IL COLOSSO DI DETROIT CHIEDE SOLO CHE IL
COMPRATORE INIETTI 500 MILANO GENERAL MOTORS sarebbe pronta a dismettere
gratuitamente la quota di controllo del gruppo tedesco Opel/Vauxhall, a patto
che l'acquirente si impegni ad investire in una nuova società composta dalle
sue attività europee. Lo ha scritto ieri il Financial Times, che ha citato
fonti vicine al dossier, secondo cui la casa automobilistica americana sarebbe
anche intenzionata a liberarsi della svedese Saab a un costo prossimo allo zero
e sarebbe in contatto con alcuni potenziali investitori. RIGUARDO alla cessione
di Opel, Gm avrebbe chiesto a un investitore 500 milioni di euro che pero' non
finirebbero nelle casse del colosso Usa, ma verrebbero
iniettati direttamente in Opel. La casa automobilistica di Detroit, che rischia
la bancarotta ed è a corto di liquidità in Europa, sta cercando di stringere i
tempi e la scorsa settimana l'amministratore delegato Fritz Henderson ha detto
che sono in corso contatti con oltre sei gruppi industriali e finanziari per la
possibile cessione della sua controllata e che si aspetta la presentazione di
manifestazioni d'interesse entro le prossime due-tre settimane. Gm, ha scritto
ancora l'Ft, dovrebbe restare azionista di minoranza, ma sta vagliando anche
l'ipotesi di riservare una quota di capitale ai dipendenti di Opel cosicché
rimarrebbe il maggiore azionista. Inoltre, sempre stando alle indiscrezioni, Gm
starebbe pensando di accorpare Opel e Saab in una holding a cui assegnerebbe 3
miliardi di euro e per la quale avrebbe chiesto al governo tedesco di fornire
garanzie sui prestiti per 3,3 miliardi di euro. Il quotidiano britannico
ricorda poi che Fiat e Saic, primo partner cinese di Gm, hanno smentito di avere
interesse a comprare Opel. INTANTO, Gm ha fatto sapere che
non intende vendere le attività sudcoreane e che «probabilmente» costruirà un
nuovo stabilimento in Cina. Lo ha detto ieri il presidente dell'area Asia-Pacifico, Nick
Reilly al salone dell'auto a Shanghai. Reilly ha anche assicurato che Gm
manterrà il marchio Buick che è il «più redditizio». Mentre 1.600 colletti
bianchi di Detroit stanno per essere licenziati.
( da "Messaggero, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì
21 Aprile 2009 Chiudi Nel calcio sentiamo di più il razzismo perché c'è
maggiore attenzione, ma si devono prendere delle misure decise perché il mondo
ormai è globalizzato
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
salone al via -->
Martedì 21 Aprile 2009 GENERALI, pagina 2 e-mail print La crisi non è di casa a
Shanghai, dove ieri si è aperto un Salone dell'auto con 13 anteprime mondiali a
cui erano presenti, oltre ai produttori cinesi, anche molti dei principali
protagonisti internazionali del settore. A cominciare dai marchi di lusso,
tutti a Shanghai per presiedere un mercato, come quello cinese che, secondo gli
analisti, nel
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Auto, la crisi non è
di casa a Shanghai La Cina sogna il sorpasso sugli Usa --> Martedì 21 Aprile 2009 GENERALI, pagina 2 e-mail
print nascosto-->
( da "Corriere della Sera"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
sezione: Economia data: 21/04/2009 - pag: 26 Le vendite Auto, il sorpasso
cinese Cresce il peso del mercato cinese e, più in generale, dell'area del
Pacifico per la Ferrari. Ieri il gruppo ha ufficialmente presentato la Ferrari
California ( foto) a Shangai. In mercato, come quello cinese che secondo gli
analisti nel
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA 21-04-2009
AGRICOLTURA CHIUSO IL VERTICE, INTESA SUL DOCUMENTO. CONFAGRI SODDISFATTA Il
primo G8 chiede regole e stop alle speculazioni Zaia: «Tutti d'accordo su
mercati liberi e concorrenza leale» CISON DI VALMARINO (Treviso) II Il primo G8
agricolo della storia mette tutti d'accordo sul fatto che l'agricoltura vada
rimessa al centro dell'agenda internazionale e la fame nel mondo contrastata
con misure molto più incisive, per aumentare la quantità e la qualità del cibo.
è questo il leit motiv che impronta la dichiarazione finale dei ministri
dell'agricoltura dei Paesi più industrializzati, al termine di tre giorni di
intenso lavoro nel maniero di Castelbrando coordinato dal ministro delle
politiche agricole Luca Zaia in veste di presidente. «Si inaugura un nuovo
corso, abbiamo toccato tutti i temi», è stato il primo commento del ministro,
nell'annunciare l'approvazione del documento che trova inoltre il favore delle
delegazioni del G5 e G3, coinvolte nell'agenda dei lavori. La concordia arriva
dalla consapevolezza dei leader seduti al tavolo che il mondo è ancora molto
lontano dal raggiungere l'obiettivo fissato dalla dichiarazione del Millennio
di dimezzare la fame entro il 2015 e occorre dare una sterzata. Si trova perciò
un punto di equilibrio anche sui punti più critici, ovvero la speculazione dei
prezzi sui mercati agricoli, a cui si legava la proposta di istituire un
sistema di riserve mondiali di cereali, e la questione del protezionismo
sui mercati. Sulla speculazione il documento osserva come vada messa sotto
monitoraggio, analizzando i fattori che potenzialmente possono determinare la
volatilità dei prezzi e si dichiara l'impegno a esplorare varie opzioni in
merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock. Riguardo ai dazi,
si afferma il dovere di sostenere gli effetti benefici
della globalizzazione e dell'apertura dei mercati ma si sottolinea anche
l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato su regole certe. «E' un documento importante in cui sono stati toccati
tutti i punti », afferma il ministro Zaia. L'Italia riesce soprattutto a
portare a casa due risultati inseguiti: «l'introduzione del principio negativo
della speculazione sui prezzi, che danneggia i mercati, affama i popoli e i
produttori - osserva Zaia - e il consenso sul fatto di parlare di mercati
liberi ma con regole certe e senza concorrenza sleale». Su questo punto, come
nota il ministro, va rimarcato anche l'avallo della Cina che sul tema dazi ha
una posizione difensiva e non manca nella conferenza stampa finale di chiedere
in merito «regole scientifiche». Nel documento si dichiara anche l'impegno a
raggiungere una «equilibrata, globale e ambiziosa conclusione del Doha Round».
Il documento sarà ora portato dalla presidenza italiana al vertice G8 di luglio
a La Maddalena, con l'auspicio espresso da tutti i ministri che rappresenti un
ulteriore passo avanti nell'approccio ai temi agricoli e della sicurezza
alimentare. Soddisfatte le organizzazioni agricole: «Un risultato importante,
che mette al centro dell'agenda internazionale agricoltura e agricoltori che
conferma le nostre aspettative e giustifica adeguate azioni per il settore», ha
detto il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, che esprime un
giudizio meno positivo sui meccanismi di gestione degli stock, la cui
individuazione è sostanzialmente rinviata. Vertice Il ministro Zaia (a destra)
col commissario Fischer Boel.
( da "Giornale di Brescia"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 21/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia G8 agricolo: «Contro la fame
rilanciare il settore primario» CISON DI VALMARINO (Treviso)Il primo G8
agricolo della storia, tenutosi a pochi chilometri dalla casa del ministro Luca
Zaia, mette tutti d'accordo su due punti: l'agricoltura deve essere rimessa al
centro dell'agenda internazionale, mentre la fame nel mondo va contrastata con
misure molto più incisive, per aumentare la quantità e la qualità del cibo. È
questo il leit motiv che impronta la dichiarazione finale dei ministri
dell'Agricoltura dei Paesi più industrializzati, al termine di tre giorni di
lavoro nel maniero di Castelbrando, a Cison di Valvarino (Treviso). La
concordia arriva dalla consapevolezza dei leader seduti al tavolo che il mondo
è ancora molto lontano dal raggiungere l'obiettivo fissato dalla dichiarazione
del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015, e occorre dare una sterzata.
Si trova perciò un punto di equilibrio anche sui punti più critici, ovvero la
speculazione dei prezzi sui mercati agricoli, a cui si legava la proposta di
istituire un sistema di riserve mondiali di cereali, e la questione del protezionismo sui mercati. Sulla speculazione il documento
osserva come vada messa sotto monitoraggio, analizzando i fattori che
potenzialmente possono determinare la volatilità dei prezzi e si dichiara
l'impegno a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la
gestione degli stock. Riguardo ai dazi, si afferma il
dovere di sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura
dei mercati, ma si sottolinea anche l'importanza di un sistema di commercio
internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Il supporto
proposto dal G8 all'agricoltura e alla lotta alla fame riguarda non solo
l'adozione di piani volti a favorire la produzione di cibo, ma la
necessità di incrementare gli investimenti pubblici e privati nel settore che
guardino tra l'altro alla tecnologia e l'innovazione, sottolineando anche
l'importanza di solide politiche e strategie agricole.
( da "Giornale di Brescia"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 21/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:economia Fiat-Chrysler, conto alla
rovescia Accordo entro 10 giorni, oppure rischio crac per
la Casa Usa. Marchionne continua a trattare con i sindacati americani. E la Cina, intanto, diventa il primo mercato ROMALa scadenza del 30 aprile
fissata dall'amministrazione Obama si avvicina e Sergio Marchionne,
amministratore delegato di Fiat, vola di nuovo negli Stati Uniti per proseguire
la trattative su un'eventuale alleanza con Chrylser. Un'intesa alla
quale il mercato continua a credere: il titolo Fiat chiude in ribasso dell'1,7%
in seguito alla spinta ribassista partita dagli Usa
dopo una mattinata in gran spolvero, durante la quale è arrivato a guadagnare
il 7,37% a 8,23 euro. A 10 giorni dal termine ultimo fissato dalla task force
designata per supervisionare la ristrutturazione di Detroit, la strada di Fiat
verso Chrysler non appare tutta in discesa, fra il nodo dei sindacati e
soprattutto quello delle banche da sciogliere. In vista del consiglio di
amministrazione della Fiat, che si riunirà giovedì prossimo, Marchionne
potrebbe essere giunto negli Usa per cercare di
sistemare i tasselli dell'alleanza così da presentare un progetto più
dettagliato al board in settimana, così da chiudere nei giorni successivi. Col
sindacato accordo vicino Marchionne potrebbe puntare ad incassare il via libera
all'accordo del sindacato. Le trattative proseguono e un'intesa con il United
Auto Worrker sarebbe - secondo indiscrezioni vicina - ma non potrebbe essere
formalizzata fino a quando i creditori di Chrysler non chiariranno la loro
posizione sulla ristrutturazione del debito: le banche creditrici dovrebbero
presentare a breve una loro proposta. Le prime Fiat in Canada? È proprio uno
stabilimento canadese di proprietà di Chrysler che dovrebbe essere convertito -
secondo le indiscrezioni di Automotive News - per produrre veicoli basati su
piattaforme del segmento B di Fiat. A essere interessati dall'accordo -
prosegue il quotidiano - dovrebbero essere l'impianto messicano di Toluca, e
quello di Belvidere III nello stato dell'Illinois. Se l'alleanza andrà in porto
dalla metà del 2011 le due case produrrebbero modelli in comune, con Chrysler
che entro il 2013 dovrebbe produrre tra le 500 e le 600mila unità all'anno di
veicoli basati su piattaforme del gruppo Fiat. Dall'impianto di Windsor
(Canada) dovrebbero uscire veicoli basati su piattaforme di segmento B del
gruppo Fiat, fra i quali la MiTo dell'Alfa Romeo e una piccola Chrysler
derivata dalla prossima generazione di Fiat Grande Punto. Attualmente nello
stabilimento di Windsor si producono i minivan Chrysler Town & Country e il
Dodge Grand Caravan, insieme alla Volkswagen Routan. Dallo stabilimento
messicano di Toluca, invece, sempre secondo il piano allo studio riportato da
Automotive News, dovrebbero uscir veicoli basati su piattaforme di segmento A
della Fiat, inclusa la 500 e una piccola Jeep derivata dalla prossima
generazione della Panda Cross. Nello stabilimento Belvidere III, potrebbero
arrivare veicoli basati sulla piattaforma C-Evo, e potrebbero essere prodotte
l'Alfa Romeo Milano e la Giulia. In Cina 13 anteprime
E mentre tre quarti del mondo si affanna a definire il futuro possibile per
l'industria dell'auto, ieri a Shanghai si è aperto un Salone dell'auto con 13
anteprime mondiali a cui erano presenti, oltre ai produttori cinesi, anche
molti dei principali protagonisti internazionali del settore. A cominciare dai
marchi di lusso, tutti a Shanghai per presiedere un mercato, come quello cinese
che, secondo gli analisti, nel
( da "Avvenire" del
21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA 21-04-2009
«Il peggio è passato, la ripresa a luglio» DA ROMA NICOLA PINI I l peggio,
forse, è passato. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia condivide
l'analisi di Giulio Tremonti: se per il ministro dell'Economia «l'incubo
dell'apocalisse finanziaria è finito» e si può guardare al futuro con maggiore
speranza, per il capo degli industriali la recessione ha già toccato il fondo e
nella seconda metà del 2009 dovrebbe avviarsi l'inversione di tendenza.
«L'impressione ha detto ieri la Marcegaglia all'assemblea degli industriali di
Cremona è che sia a livello mondiale sia italiano ci siano alcuni segnali che
il peggio l'abbiamo visto: non c'è più la caduta continua degli ordini e del
fatturato». Ora il problema, ha aggiunto, è capire «in quanto tempo torneremo
alla crescita, il nostro centro studi ritiene che nella seconda parte dell'anno
da luglio», ci possano essere segnali di ripresa. A indicare che la congiuntura
potrebbe essere vicina a un'inversione del ciclo, secondo il leader di
Confindustria «ci sono alcuni dati, per esempio in Cina è ripresa la produzione industriale e alcuni indici di fiducia
negli Stati Uniti stanno migliorando. Anche il dato sulle esportazioni italiane
a febbraio ha fatto il 3,5%». Si tratta tuttavia «di segnali ancora deboli che
stiamo cercando di valutare» e «non possiamo certo dire che siamo fuori da
questa enorme e fortissima recessione», ha aggiunto il capo degli
industriali, evitando ottimismi eccessivi in una giornata che ha visto le Borse
di Europa e Usa tornare a tornare a pesanti ribassi
dopo la ripresa dei listini delle ultime settimane. Ma è proprio dal mondo
delle finanza, secondo Giulio Tremonti, che arrivano se- gnali di un
allentamento della recessione. «La mia impressione ha detto domenica in
un'intervista in tv è che la prima causa della crisi, la caduta della Borsa e
della Finanza si sta riducendo , nessuno pensa più all'apocalisse finanziaria e
non vedo più la paura del crollo, l'incubo degli incubi». Inoltre il ministro
ha evidenziato un arresto della caduta «dei traffici nei porti e nelle strade,
di import ed export, del commercio mondiale». Analisi condivisa dal ministro
del Welfare Maurizio Sacconi, secondo cui dall'economia arrivano «segnali
incoraggianti» e se «è vero che una rondine non fa primavera » è vero anche che
«nella glaciazione è difficile vedere le rondini». Sacconi domenica aveva
lanciato agli imprenditori un appello per una moratoria dei licenziamenti. A
fronte di qualche perplessità emersa dal mondo economico ieri il ministro ha
precisato, anche lui di fronte agli industriali di Cremona, di non pensare «a
un nuovo vincolo legislativo, che non fa parte della cultura del nostro
governo, ma piuttosto ad una autodisciplina del sistema produttivo che possa
incoraggiare la propensione prevalente che è già quella di non interrompere in
questo momento i rapporti di lavoro». La proposta è dunque quella di «una
moratoria libera e responsabile» incoraggiata dalle misure del governo che «ha
messo molte risorse negli ammortizzatori sociali e nei contratti di
solidarietà» per «tutelare il più possibile i rapporti di lavoro esistenti».
«Non vogliamo nessuna rigidità» ma quello di Sacconi «è un invito non c'è la
volontà di farlo diventare legge», ha precisato la stessa Marcegaglia: «È nella
cultura degli imprenditori fare il possibile per stare più vicino ai lavoratori
ha aggiunto ed è quello che sta avvenendo in Italia, dove perdiamo meno posti
di lavoro che altrove. Ciò è testimoniato anche dai numerosi accordi flessibili
nelle imprese, la maggior parte delle aziende vede nella coesione sociale un
punto di forza». Ottimista la leader degli industriali, Emma Marcegaglia:
ordini e ricavi stabili. Il ministro Sacconi: segnali positivi
( da "EUROPA ON-LINE"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Articolo Sei in
Commenti 21 aprile 2009 Come sarà il capitalismo dopo la crisi? Una delle
domande più frequenti che si sentono a tutti i livelli riguarda la durata della
crisi economica che stiamo vivendo. Assai più raro è il chiedersi come ne
usciremo. Non solo nel senso delle politiche necessarie per superarla, quanto
delle caratteristiche che avrà la società dopo i colpi che hanno ricevuto i
principi economici che dominavano il mondo occidentale. Forse è una questione
che non ci si pone perché troppo complessa e di difficile soluzione. Tuttavia
qualche segnale qua e là emerge. Tra i più significativi ci sono un paio di
articoli (uno sul Corriere della Sera ed uno sul Financial Times) di Mario
Monti che sottolinea come il problema distributivo, tanto sul piano
internazionale, quanto su quello interno, sia uno dei maggiori che dobbiamo
affrontare. Monti vede in particolare i pericoli di sommovimenti sociali ed il
ritorno al protezionismo come modo per contenerli, ma
si potrebbe aggiungere che la stessa ripresa dipende in qualche misura da una
miglior distribuzione di quanto si produce. Non sembra, infatti, possibile che
i consumi continuino a crescere ed a sostenere la domanda con ricorso
all'indebitamento come è avvenuto, soprattutto negli Usa, ma non solo, negli
ultimi anni. L'America, del resto, è forse il paese dove gli squilibri hanno
toccato le punte più elevate. Lo 0,1 per cento dei contribuenti nel 1979 aveva
guadagnato 20 volte il reddito del 90 per cento dei cittadini meno ricchi: nel
2006 il reddito del rammentato 0,1 per cento era arrivato ad essere 77 volte
quello della ricordata stramaggioranza. Si è, quindi, diffusa l'opinione, come
scriveva The Economist che «vi sia una crescente diseguaglianza e un sentimento
che gli avidi ricchi abbiano sottratto alla gente normale che lavora, la giusta
fetta della torta che gli spettava». Meraviglia leggere che per quasi la metà
degli americani la parola socialismo (usata dai conservatori per attaccare
Obama), non ha più una connotazione negativa. Per l'Italia non disponiamo di
statistiche precise, ma l'indice di Gini che misura la diseguaglianza era nel
2005 maggiore che nel resto dei paesi europei, salvo Grecia, Portogallo e
alcuni ex-comunisti. Le manifestazioni di Londra ed i sequestri di dirigenti in
Francia e Belgio indicano che anche in Europa c'è disagio per le crescenti
diseguaglianze. In Italia la tragedia abruzzese è al centro dell'attenzione e
la crescente disoccupazione è passata in secondo piano, ma potrebbe riemergere.
La questione è molto più generale ed è in misura non
trascurabile legata alla globalizzazione. I salari delle professioni
tradizionali nei paesi industrializzati non possono crescere perché sono
oggetto di una fortissima concorrenza da parte dei nuovi attori. Sono aumentati
i compensi di tutti coloro che, in un modo o nell'altro, godono di una
posizione monopolistica. Nell'ambito finanziario molto spesso il
monopolio era ottenuto con innovazioni talmente particolari e sottili che si
sono rivelate dei castelli di carta. Difficilmente in futuro si potranno
considerare normali rendimenti del capitale del 20-25 per cento quando
un'economia cresce a saggi molto, molto inferiori. Tornare al protezionismo significherebbe in pratica dare fiato a mille
altri piccoli monopoli che, come l'esperienza degli anni
( da "Rai News 24"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
New York | 21 aprile
2009 I segreti del super caccia Usa rubati dagli
hacker. Cinesi? L' F-35 Lightening II I segreti del supercaccia per il quale il
Pentagono ha investito 300 miliardi di dollari sono stati rubati dagli hacker.
Il Wall Street Journal, che cita fonti confidenziali, scrive che l'attacco dei
pirati informatici è partito dalla Cina. Non è la prima volta che gli hacker si fanno beffe della
sicurezza informatica del ministero Usa della Difesa:
di recente è stato violato anche il sistema di controllo del traffico aereo
militare. Secondo le fonti citate dal quotidiano finanziario, i pirati sono
riusciti a scaricare diversi terabyte di dati che non riguardano i segreti più
delicati - custoditi in computer che non hanno accesso a internet - ma
sono sufficienti per permettere a una potenza nemica di imparare a difendersi
dall'F-35 Lightning II. Di recente il Pentagono ha accusato la Cina di "supplire con la guerra informatica alle
carenze nello sviluppo degli armamenti convenzionali", ma il ministero
degli Esteri di Pechino ha reagito con sdegno assicurando di essere impegnato
"contro ogni forma di cyber crimine" e denunciato le accuse americane
come "frutto di una mentalità da guerra fredda". L' F-35 Lightening
II è il pù costoso progetto mai affrontato dalla Difesa degli Stati Uniti. I
primi attacchi degli hacker risalgono al 2007 e si sono intensificati negli
ultimi sei mesi. Il problema della sicurezza informatica è di difficile
soluzione, perché parte degli attacchi degli hacker spia sono avvenuti con
brecce nei sistemi informatici di ditte esterne o paesi alleati che collaborano
al progetto del nuovo caccia americano. Un attacco è passato dalla Turchia e
uno da un altro paese.
( da "Lavoce.info"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
>MA L'ITALIA NON
PENSA AL CLIMA di Marzio Galeotti 21.04.2009 Ormai tutto il mondo, America
compresa, ha preso coscienza del problema dei cambiamenti climatici, che
raggiunge dimensioni nuove per gravità e globalità. E molti paesi hanno
improntato a politiche di sostenibilità ambientale anche i pacchetti di stimolo
economico in funzione antirecessiva. Fa eccezione il nostro paese, che con una
mozione approvata dal Senato, chiede di rivedere anche il cosiddetto pacchetto
europeo 20-20. Nessuna proposta italiana di azione neanche per il G8 ambiente
in programma nei prossimi giorni a Siracusa. Il biennio 2008-2009 è
cruciale per la causa del clima. A fine 2008 è stato approvato il cosiddetto
pacchetto europeo 20-20. Si tratta di un intervento politico che per
articolazione, complessità, campo dapplicazione e
protagonisti coinvolti non ha paragoni a livello mondiale: riconosce la stretta
relazione tra energia e ambiente e articola lintervento nel quadro di una
strategia integrata tra i due
ambiti; ricomprende, seleziona e declina in maniera specifica sia gli obiettivi
che gli strumenti dellintervento; avendone scelto i criteri,
distribuisce gli oneri dellintervento tra i partecipanti secondo
obiettivi di equità spaziale e senza riguardo alla ripartizione dei benefici; i benefici riguardano
soprattutto le generazioni future, realizzando così obiettivi eticamente più
elevati di equità intertemporale; poggia sulla cooperazione, o meglio sullazione
coordinata, dei partecipanti allintervento. Il pacchetto è stato adottato definitivamente
dal Consiglio europeo pochi giorni fa, il 6 aprile 2009. (1) IL CLIMA NELLA
CRISI A noi europei piace pensare che proprio la nostra azione degli ultimi
quindici anni sul fronte della lotta ai cambiamenti climatici, unita alla
crescente consapevolezza della serietà del problema favorita dal lavoro dellIpcc,
siano stati i due fattori che hanno fatto maturare i tempi della politica
americana, culminata con lelezione alla presidenza di Barack Obama sulla
base di un programma
che ha messo al centro la questione energetica e climatica. Sul finire del 2008
è però sopraggiunta la profonda crisi economica, eppure anche in questo caso la
peculiarità del biennio allinsegna della lotta ai cambiamenti
climatici ha influenzato
lazione di molti governi. Il rapporto A Global Green New
Deal, redatto nell'ambito del programma ambiente dellOnu (Unep),
invita i governi a investire un terzo dei 2.500 miliardi di dollari, pari a
circa l1 per cento del Pil mondiale, previsti dai pacchetti di stimolo economico
in misure volte a rendere verde leconomia, così da
prendere i due piccioni della compatibilità con lambiente e della ripresa
economica con una sola fava. Anche leconomista Nicholas Stern ha invitato
i governi a spendere
400 miliardi di dollari nei prossimi diciotto mesi in una azione di contrasto
della recessione economica che punti sull'efficienza energetica. (2) Molti
governi hanno improntato, almeno in parte, i loro pacchetti di stimolo fiscale
allecosostenibilità. Un po' a sorpresa, a guidare la classifica dei paesi virtuosi
contenuta in uno studio di Hsbc, è la Corea del Sud, con l'81 per cento del
valore dellintero pacchetto, seguita dallUnione europea con il 59
per cento e, significativamente, dalla Cina con il 38 per cento (Figura
1). Èappena il caso di osservare che tra i paesi più sviluppati, quelli del G7,
gli ultimi della classe sono il Giappone con il 2,6 per cento e il nostro paese
che destina solo l1,3 per cento del proprio pacchetto di
misure. (3) Lo scorso
16 aprile Europarlamento e presidenza dell'Unione Europea hanno deciso che i
fondi del Piano per la ripresa economica non utilizzati alla fine del 2010
potranno essere impiegati per finanziarie progetti relativi a infrastrutture
per gas ed elettricità, energia eolica off-shore e cattura e sequestro del
carbonio (Ccs). L'appuntamento cruciale del 2009 è la Cop15 di Copenhagen, a
fine anno, che potrebbe vedere la nascita del nuovo regime internazionale in
tema di lotta ai cambiamenti climatici. La nuova politica statunitense ha
significativamente cambiato la situazione, aumentando la probabilità di un
nuovo accordo, e proprio di questi giorni è la notizia, in un certo senso
storica, dellinclusione ufficiale da parte della
Environmental Protection Agency
della CO2 nella lista degli agenti inquinanti sancita dal Clean Air Act
inquanto dannosi per la salute delle persone. IL CLIMA IN ITALIA È una notizia
che arriva quasi in coincidenza con una sconcertante presa di posizione del
Senato della Repubblica italiana. Quando ormai tutto il mondo prende coscienza
dellesistenza di un problema dalle dimensioni nuove per gravità e
globalità, con una mozione approvata il 18 marzo, istruttiva da leggere nella
sua interezza, la maggioranza il Parlamento della Repubblica italiana sostiene che non può
essere data per scontata la responsabilità delluomo sul
riscaldamento globale, che le forme di incentivazione delle energie rinnovabili
decise da paesi come Cina e Stati Uniti, Francia e Giappone, sono eccessive
e affrettate,
che una parte consistente e crescente di studiosi non crede che la relazione
tra un peraltro modesto riscaldamento dellatmosfera sia da
attribuire prioritariamente ed esclusivamente alla CO2, che non sia
affatto chiarita la dipendenza della temperatura dalla concentrazione di anidride
carbonica, che anche quando vi fossero i
conseguenti danni allambiente, alleconomia e
allincolumità degli abitanti del pianeta sarebbero molto inferiori a
quelli previsti nel Rapporto Stern e addirittura al contrario maggiori potrebbero essere i benefici,
per concludere come sia inutile avviare un costosissimo e probabilmente
velleitario sforzo di mitigazione del riscaldamento globale in atto. (4)
È la risposta italiana ai risultati del congresso scientifico internazionale intitolato Cambiamenti
climatici: rischi, sfide e decisioni a livello mondialedel 10 al 12
marzo, sempre a Copenaghen. Il convegno ha fornito una sintesi delle più
recenti conoscenze scientifiche, tecnologiche e politiche necessarie per una efficace azione di
contrasto dei cambiamenti climatici. Sono state presentate nuove evidenze di
un'accelerazione del riscaldamento globale superiore a quanto indicato dalle
proiezioni dellIpcc del 2007. E il valore massimo
dellinnalzamento del livello del mare nel 2100 potrebbe essere compreso in un intervallo di
circa un metro, o anche di più. Anche nella parte più bassa dello spettro,
sembra sempre più improbabile che linnalzamento del
livello del mare sia nel 2100 molto inferiore a
( da "Scienze.it, Le"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ecologia
e ambiente Globalizzazione biologia
Allarme alieni in Europa Nella sola Gran Bretagna gli artropodi non autoctoni
provocano ogni anno un danno agricolo pari a circa 2,8 miliardi di euro PAROLE
CHIAVE agricoltura Specie vegetali e animali aliene stanno invadendo sempre più
l'Europa: è questo l'allarme lanciato da un articolo apparso su Frontiers in
Ecology and the Environment, rivista on line della Ecological Society of America, in
cui Montserrat Vilà - biologo della Stazione biologica di DoÑana , il centro di
ricerca collegato alla nota riserva naturale non lontana da Siviglia, in Spagna
- riferisce di uno studio sulle oltre 10.000 specie aliene che si sanno
esistere oggi in Europa, studio basato sul progetto "Delivering Alien
Invasive Species Inventories for Europe" (DAISIE) varato dalla UE nel
2005. "L'impatto di molti 'invasori' può passare inosservato, ma le nostre
vite dipendono fortemente dei 'servizi agli ecosistemi' fornito dalle varie
specie" spiega Montserrat Vilà. "La presenza, e a volte la dominanza,
di specie non native può causare svariati impatti ecologici, che si traducono
in cambiamenti nei servizi agli ecosistemi. Questi possono essere irreversibili
e alcuni, per importanza, possono uguagliare i cambiamenti causati
dall'inquinamento e dalle variazioni climatiche." Questi 'servizi agli
ecosistemi' sono suddivisi dagli autori in quattro categorie principali:
supporto alle principali risorse dell'ecosistema, come i cicli dell'acqua e
dell'energia; partecipazione alla produzione di beni, come impollinazione dei
vegetali di interesse agricolo; processi di regolazione degli ecosistemi, come
la filtrazione delle acque; e benefici culturali e non materiali, come servizi
ricreativi ed estetici Vilà e colleghi hanno stilato una lista delle dieci più
importanti specie invasive in Europa, fra le quali si trovano l'oca del Canada,
la cozza zebra (Dreissena polymorpha), il salmerino di fonte (Salvelinus
fontinalis), l'acetosella gialla e la nutria. Secondo i ricercatori i
vertebrati terrestri sarebbero le specie che hanno un impatto più diversificato
sui servizi agli ecosistemi, in quanto "molti di essi sono predatori ai
vertici dell'ecosistema e la loro introduzione ha effetti a cascata su tutta la
catena alimentare". Tuttavia l'impatto economico più pesante potrebbe
essere causato dagli invertebrati terrestri - come insetti e ragni - che sono
in grado di provocare danni particolarmente pesanti a colture e foreste. Gli
autori valutano che nella sola Gran Bretagna gli artropodi alieni provochino un
danno agricolo pari a circa 2,8 miliardi di euro, mentre il costo di
eradicazione dai campi delle 30 erbe infestanti aliene più comuni ammonterebbe
a oltre 150 milioni di euro. Il principale problema connesso alle specie
invasive, osserva Vilà, è però che per molte di esse ben poco si sa
sull'impatto che possono avere: in Europa ecologisti ed economisti sonoriuscita
a fare una valutazione affidabile dell'impatto di appena il 10 per cento di
esse. (gg) *** Sei già iscritto alla nostra newsletter? Puoi richiedere sul tuo
computer il nostro "notiziario a domicilio", il servizio gratuito di
informazione e aggiornamento scientifico personalizzato, semplicemente
iscrivendoti a questo link (21 aprile 2009) AGGIUNGI UN COMMENTO
( da "Affari Italiani (Online)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina/ Italia Leader anche nel lusso da
diporto Martedí 21.04.2009 10:04 di Alberto Fattori - da Shanghai Al Boat Show
2009 di Shanghai, la fiera per la nautica di diporto, l'Italia ha fatto la
parte del leone, rappresentando la più grande presenza internazionale. In linea
con la propria leadership di mercato, quale primo importatore in Cina, l'Italia si dimostra ancora una volta leader
incontrastata nei settori di nicchia ad alto valore aggiunto, legati al lusso e
ad una qualità della vita d'altissimo livello. Assieme ai nostri
"campioni" di mercato, quali Ferretti e Azimut Benetti, il resto
della presenza Italiana era organizzata dall'ICE e dove erano presenti altre
nostre "perle" nel campo della cantieristica ed accessori per barche
da diporto di lusso. All'interno di questa delegazione italiana, quella
proveniente da La Spezia è apparsa la più numerosa, una missione di alto
livello, organizzata dalla Camera di Commercio locale, che sotto la
supervisione della responsabile del progetto, Simona Martucci, ha così lanciato
la propria sfida al mercato cinese. Quale è la situazione del mercato italiano
su questo segmento di grande tradizione per l'Italia, come quello del diporto
di lusso? "L'Italia rappresenta il primo importatore sul mercato cinese,
avendo superato l'anno scorso la concorrenza americana, ma il mercato del
diporto cinese è solo nella sua fase embrionale, visto che la legislazione
cinese non consentiva, fino ad ora, alcuna azione in grado di farlo
crescere". La Cina nel
( da "Sestopotere.com"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Coldiretti: il falso
made in Italy. Vale 50 miliardi di euro (21/4/2009 09:52) | (Sesto Potere) -
Cison di Valmarino (Treviso) - 21 aprile 2009 - L'Italia ha il triste primato
delle produzioni alimentari piu' imitate nel mondo. La falsificazione del Made
in Italy a tavola genera un fatturato che supera i 50 miliardi di euro e in
tutto il globo ben due piatti “italiani” su tre non sono stati realizzati nel
Belpaese. E' quanto ha denunciato la Coldiretti in occasione del G8
dell'agricoltura svoltosi a Cison di Valmarino dove l'associazione ha allestito
un vero e proprio museo dei prodotti “taroccati” scovati all'estero. La difesa
dell'identità territoriale delle produzioni è una necessità per combattere
l'omologazione degli alimenti, delle culture, dei saperi e la delocalizzazione
delle attività produttive e dare opportunità economica, dignità e sviluppo a
tutti i Paesi del mondo”- ha sottolineato la Coldiretti nel precisare che “si
tratta di una risposta democratica al bisogno di ogni popolo, che si impegna nel
rispetto dei diritti e nella salvaguardia delle proprie specificità, di far
riconoscere sui mercati internazionali i propri prodotti locali valorizzando il
territorio”. Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori che -
sostiene la Coldiretti - causa danni economici e di immagine alla produzione
italiana sul piano internazionale cercando un accordo sul commercio
internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi ma è anche
necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere
a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti
alimentari. I Paesi dove sono piu' diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova
Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei
consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di
formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e
falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in
Wisconsin, New York o California. Ma a preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso
Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne
la crescita. Le imitazioni del parmigiano reggiano e del grano padano sono con
il Parmesan la punta dell'iceberg diffuso in tutto il mondo, ma c'è anche -
sottolinea la Coldiretti - il Romano prodotto nell'Illinois con latte di mucca
anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle
regole del disciplinare del Parmigiano Reggiano o la Fontina danese e svedese
molto diverse da quella della Val d'Aosta, l'Asiago e il Gorgonzola
statunitensi o il Cambozola tedesco imitazione grossolana del formaggio con la
goccia. La lista è lunga - precisa la Coldiretti - anche per i salumi con la
presenza sulle tavole del mercato globale di pancetta, coppa, prosciutto
Busseto Made in California, ma anche di falsi salami Toscano, Milano e
addirittura di soppressata Calabrese tutelata dall'Unione Europea come prodotto
a denominazione di origine. E non mancano casi di imitazione tra i prodotti
simbolo della dieta mediterranea come il Pompeian olive oil che non ha nulla a
che fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland, o quello Romulo dalla
Spagna con la raffigurazione in etichetta di una lupa che allatta Romolo e
Remo. Spaghetti napoletana, pasta milanesa, tagliatelle e capellini milaneza
prodotti in Portogallo, linguine Ronzoni, risotto tuscan e polenta dagli Usa e penne e fusilli tricolore Di Peppino prodotti in
Austria sono alcuni esempi di primi piatti taroccati mentre tra i condimenti
risaltano i San Marzano: pomodori pelati “grown domestically in the Usa” o i pomodorini di collina cinesi e la salsa Bolognese
dall'Australia. Non sfugge al tarocco anche il vino simbolo del Made in Italy
come il Chianti “clonato” nella Napa Valley in California mentre da ricordare
anche l'Amaretto Venezia prodotto in Germania in una bottiglia la cui forma
imita quella dell'Amaretto di Saronno, il caffè Trieste italian roast espresso
prodotto in California con confezione tricolore come i biscotti Stella d'oro
prodotti nello Stato di New York (USA).
( da "Stampaweb, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON I segreti
del più costoso progetto militare statunitense sono stati rubati nellultimo
attacco ciber-nautico ad opera di astuti hacker di cui non si conosce
lidentità. A rivelarlo è il Wall Street Journal secondo cui altro
materiale sensibile, legato
al sistema di distribuzione elettrica e ad altre infrastrutture Usa, è finito nelle mani di «spie» straniere. Il progetto in
questione - del valore di 300 miliardi di dollari - si chiama "Joint
Strike Fighter": i pirati informatici sono riusciti a penetrare nel
sistema e a copiare molti terabyte (migliaia di gigabyte) di dati relativi al
design dei sistemi elettronici del super bombardiere - lultimo
modello di tecnologia aerospaziale - svelando dunque i potenziali sistemi di
difesa dallaereo stesso. Ora è a rischio l'intero progetto militare per la realizzazione del
superbombardiere F-35. Il quotidiano riporta che i pirati informatici sarebbero
riusciti a penetrare nel sistema e a copiare molti terabyte (migliaia di
gigabyte) di dati relativi al design dei sistemi elettronici dellaereo,
rendendo potenzialmente più facile difendersi dallaereo stesso. I dati
più sensibili sarebbero comunque rimasti inviolati perchè contenuti in computer
non collegati a Internet. Episodi analoghi sono stati segnalati anche nei mesi scorsi (lultima
volta era toccato al sistema di controllo del traffico dellAir Force). Stando ad
alcuni ex funzionari del Pentagono dietro ai crescenti attacchi ciber-nautici
ci sarebbe la Cina che negli ultimi mesi - afferma un un rapporto della Difesa Usa - ha compiuto «consistenti progressi» nello sviluppo di tecniche
di guerre di online. Accuse respinte da Pechino che ha bollato come «prodotto
di una mentalità da Guerra Fredda» il rapporto del Pentagono. Secondo il
Wall Street Journal, lamministrazione Obama potrebbe presto
proporre la creazione di una figura preposta alla sicurezza del sistema
informatico della Casa Bianca e aumentare gli investimenti previsti per il
settore, che sotto la presidenza di George W. Bush ammontavano a 17 miliardi di dollari.
( da "Reuters Italia"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA (Reuters) - Il
G8 italiano segnerà una svolta epocale sul piano ambientale se gli Usa e le grandi economie emergenti accetteranno per la prima
volta di negoziare gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico e se alla
Maddalena verranno presi impegni vincolanti. Lo ha detto oggi il ministro degli
Esteri Franco Frattini, a margine di un convegno sui cambiamenti climatici.
"Credo che indubbiamente si possa riuscire in una svolta epocale in cui
gli Stati Uniti accettano per la prima volta di negoziare sulla riduzione delle
emissioni di CO2 come le economie emergenti e che gli impegni presi siano poi
vincolanti" , ha detto il ministro rispondendo a una domanda dei
giornalisti sugli obiettivi del G8 alla Maddalena. Nel corso del suo
intervento, il capo della diplomazia italiana ha detto che il vertice dei
Grandi Otto che si terrà nell'isola sarda a luglio punta a creare una sinergia
strategica tra i paesi G8 e 17 grandi economie emergenti per un coordinamento
che prepari il terreno per i negoziati di Copenaghen. Nella capitale danese, a
dicembre, si svolgerà la conferenza Onu Cop 15, designata a concordare un piano
di azione internazionale contro il cambiamento climatico che entri in vigore
dopo il 2012, quando scadranno gli impegni del cosiddetto Patto di Kyoto.
Domani, intanto, a Siracusa si apre ufficialmente il G8 Ambiente, da cui,
secondo quando indicano i documenti preparatori, non verrà un documento finale
negoziale sul cambiamenti climatico, ma un pacchetto di proposte legate in
particolare alle nuove tecnologie di riduzione dell'impatto del carbonio. In
questi mesi, ha detto Frattini, si sono registrati segnali incoraggianti da
parte di Brasile e Messico sulla possibilità di giungere a un accordo a
Copenaghen, mentre Usa e Cina sono d'accordo sui principi e sul metodo dell'inclusione di
tutti i grandi emettitori mondiali come precondizione per ottenere un risultato
condiviso. Uno degli obiettivi politici è di ottenere l'impegno di massima di Cina, India e Usa, che sono grani emettitori di C02, non solo sul metodo ma anche
sulla sostanza, ha detto il ministro. La presidenza italiana del G8, ha
detto Frattini, proporrà alla Maddalena come modello il pacchetto energia-
clima approvato dall'Unione europea nel dicembre 2008, che prevede una
riduzione delle emissioni a effetto serra del 20% entro il 2020, e la
produzione entro lo stesso anno di almeno il 20% dell'energia da fonti
rinnovabili. Ma l'azione della Ue, ha avvertito Frattini, può essere quella di
un valido e capace apripista, non può essere risolutiva.
( da "Giornale.it, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 95 del 2009-04-21
pagina 0 Pirati informatici rubano segreti del caccia F-35 di Redazione Carpiti
alcuni segreti del nuovo aereo da combattimento Joint Strike Fighter, il cui
progetto vale 300 miliardi di dollari (guarda il video). Secondo il Wall Street
Journal gli attacchi proverrebbero dalla Cina, ma non
è ancora certa la provenienza degli hacker New York - Spionaggio industriale ad
altissimo livello condotto con i più sofisticati mezzi informatici. A farne le
spese è un progetto da 300 miliardi di dollari, quello del nuovo aereo da
combattimento Joint Strike Fighter, meglio noto come F-35. Alcune spie
informatiche hanno ripetutamente violato il più costoso programma sulle armi
del Pentagono cercando di carpire i segreti dell'aereo. Lo riporta oggi il Wall
Street Journal. Violati i segreti Funzionari del governo attuale e di quello
passato vicini alla situazione, riporta il quotidiano, hanno detto che gli
intrusi sono stati in grado di copiare e appropriarsi dei dati relativi al
progetto e ai sistemi elettronici, rendendo più facile una potenziale difesa
contro laereo. Salvi i dati più importanti Le spie non sono però
riuscite ad accedere al materiale più sensibile, quello che per ragioni di
sicurezza viene custodito in computer non connessi a Internet. Il quotidiano
statunitense riporta che gli intrusi sono riusciti a entrare attraverso vulnerabilità nella rete di
due o tre imprese coinvolte nella costruzione dellaereo
da combattimento. Lockheed Martin, Northrop Grumman e Bae Systems Plc hanno un
ruolo importante nel progetto. No comment Lockheed Martin e Bae non hanno rilasciato
commenti, e Northrop ha indirizzato domande verso Lockheed, riporta il
quotidiano. Il Wall Street Journal riferisce che funzionari del Pentagono non
hanno voluto commentare direttamente la vicenda, ma che Air France ha avviato
delle indagini. Spie per conto di chi? Non è ancora possibile risalire allidentità
delle spie e allammontare dei danni al progetto, aggiunge il quotidiano.
Ex funzionari Usa, riporta ancora il Wall Street Journal, avrebbero detto
che gli attacchi sembrano provenire dalla Cina, ma il
giornale precisa che è difficile stabilirlo, perché su Internet è molto facile
nascondere la propria identità. Lambasciata cinese ha
dichiarato che la Cina "si oppone e proibisce ogni forma di
cybercrimine". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123
Milano
( da "Sicilia, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Superindice Usa e Bank of America affossano i listini. Mibtel -3,88%
Rino Lodato E arrivò il lunedì nero. Le Borse europee hanno bruciato, in una
sola seduta, 133 miliardi di euro. Proprio quando meno te lo aspetti, o
quantomeno puoi preventivare un calo fisiologico, soprattutto per prese di
beneficio. Ma ecco il ritorno delle vendite sui bancari che portano gli indici
a picco, con Wall Street a trascinare al ribasso i mercati e chiudere con il
Dow Jones a -3,53%, Nasdaq -3,88%, S&P500 -4,25%), nonostante il piano di
acquisto di Sun Microsystems da parte di Oracle per 7,4 miliardi di dollari. A
spingere giù i finanziari è stata la trimestrale riportata ieri mattina da Bank
of America (-23,8%) che ha sì battuto le stime degli analisti ma ha anche
riportato un forte aumento delle perdite e degli accantonamenti in vista di
ulteriori oneri. Inoltre preoccupa il fatto che al risultato abbiano
contribuito voci straordinarie come l'introito derivato
dalla cessione di una banca in Cina. I listini europei, già in calo
nella mattinata, si sono subito adeguati e hanno subìto un'accelerazione nelle
vendite sulla scia del pessimo andamento di Wall Street dove perdite a doppia
cifra registravano Bank of America e Citigroup. A spingere le vendite, oltre
alle prese di beneficio conseguenti ai rialzi delle ultime settimane,
sono stati alcuni dati macro negativi, con i nuovi ribassi del prezzo del
greggio e il superindice Usa di marzo sceso al di
sotto delle attese degli analisti. Nel mese di marzo, infatti, l'indice che
offre una previsione sull'attività economica americana per i prossimi 6-12 mesi
ha registrato un calo dello 0,3%. Nel mese di febbraio il dato era sceso dello
0,2% (rivisto al rialzo da -0,4%). L'indicatore (leading index, detto superindice)
si è rivelato peggiore delle attese del mercato. Gli economisti si aspettavano
infatti una variazione negativa dello 0,2%. Euro debole. Gli investitori hanno
iniziato a comprare dollari contro euro dopo la pubblicazione del super indice Usa, nonostante sia calato oltre le attese (dello 0,3%) a
marzo. D'altra parte il mercato ha trovato conforto nelle indicazioni fornite
dal Conference Board, secondo le quali l'intensità della recessione sta
diminuendo. Questo ha finito per rafforzare le attese degli analisti secondo le
quali saranno gli Stati Uniti la prima area a uscire dalla crisi. La moneta
unica ha chiuso di poco sopra la soglia di 1,29 che ha violata nel pomeriggio
(l'euro ha toccato un minimo a 1,2885 dollari, che non vedeva dal 16 marzo). Sul
finale la divisa europea si è attestata a 1,2928 dollari (1,3030 venerdì scorso
in chiusura e 1,2966 Bce ieri). La moneta unica ha inoltre chiuso le
contrattazioni in Europa a 127,1 yen (129,16 e 127,8), a 1,5123 franchi
svizzeri (1,5211 e 1,5174), e 0,8896 sterline (0,8815 e 0,8896). Le Borse. Dopo
sei settimane mediamente in rialzo, le Borse europee hanno accusato una seduta
fortemente negativa: l'indice Dj Stoxxs 600, che fotografa l'andamento dei
principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha perso il
3,57%. Il Dax a Francoforte è sceso del 4,07%, il Cac
( da "Gazzettino, Il (Udine)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Una messa a
Basagliapenta per il secondo anniversario della morte di pre Toni Beline
Martedì 21 Aprile 2009, BASILIANO-In occasione dell'anniversario del secondo
anno della morte di pre Antoni Bellina, in collaborazione con Glesie Furlane,
si terrà nella giornata di giovedì 23 aprile, una santa messa alle
( da "Gazzettino, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009, Cison di Valmarino NOSTRO INVIATO Meno sussidi all'agricoltura nelle
nazioni ricche e meno barriere alle esportazioni nell'Occidente. I Paesi
emergenti e in via di sviluppo bussano alla porta del G8 ma sono pronti a
picchiare anche i pugni sul tavolo se necessario. Cina, India, Sud
Africa, Brasile, Messico - i G5 - e Argentina, Egitto e Australia non hanno
ancora una posizione comune come quella trovata ieri al summit di Cison di
Valmarino dai G8, ma si muovono quasi di concerto. «Il documento dei G8 è
sicuramente innovativo, bisogna iniziare a collaborare per poter affrontare le
nuove sfide - commenta il vice ministro all'agricoltura cinese Niu Dun
-. I dazi sui prodotti agricoli sono attualmente per noi un argomento molto
importante. Per i paesi in via di sviluppo, conservare un certo sistema di
tariffe doganali è importante. Per i Paesi sviluppati io penso che ci voglia
comunque una regolamentazione scientifica». Secondo il viceministro,
"bisognerebbe tagliare quelli che sono i dazi doganali non corretti per
poter permettere di creare a livello globale un modello sostenibile di sviluppo
del commercio dei prodotti agricoli. Solo così si può promuovere la salute di
questo settore, risolvendo anche il problema della sicurezza alimentare. Il
governo cinese vuole sostenere in futuro un tavolo di questo genere". La Cina parte da una questione capitale: deve sfamare un
miliardo e mezzo di abitanti, il 40% ancora dediti a un'agricoltura spesso
arretrata possedendo solo il 9% dei terreni coltivabili di tutto il mondo. Per
questo il governo di Pechino considera la politica di acquisto dei terreni
agricoli all'estero una priorità e ha firmato accordi in materia di
cooperazione con diversi paesi africani che hanno portato all'insediamento di
14 aziende di Stato in Zambia, Zimbabwe, Uganda e Tanzania. Si prevede che
entro il 2010, un milione di agricoltori cinesi potrebbe essere presente in
Africa. Un attivismo che la Coldiretti bolla come neocolonialismo. Ma il
governo cinese ha ben altri obiettivi e spezza una lancia contro il cibo
taroccato che più di qualche volta arriva proprio dall'ex Celeste Impero:
«Condividiamo la posizione italiana sul rispetto della territorialità e siamo
pronti anche a importare prodotti di alta qualità anche dal vostro Paese -
sottolinea nella patria del Prosecco - ma ricordiamo come in Europa vi siano
tariffe e dazi fin troppo alti che diventano delle vere barriere, c'è da
discuterne anche in sede Wto». Il dado è tratto, e il ministro Zaia può anche
permettersi di suggerire ai ristoranti cinesi in Italia di utilizzare più
prodotti nostrani. L'egiziano Amin Abaza non fa sconti partendo da una
situazione di crisi: «Continuo a pensare che una protezione addizionale da
parte dei Paesi industrializzati non sia veramente necessaria - dice il
ministro all'agricoltura del Cairo -. Le nazioni più ricche devono cambiare
questo tipo di politica» per tenere «in considerazione gli interessi di tutti».
«La crisi attuale dell'agricoltura è l'effetto di una politica che i Paesi più
ricchi portano avanti da molti anni - sottolinea il segretario dell'agricoltura
argentino Carlos Cheppi - Usa e Ue devono fare di più,
iniziando a rispettare gli accordi del Wto sul commercio mondiale. Dal 1970
tutta l'Africa ha perso il 6% delle sue esportazioni nette, cioè l'equivalenza
di 60 miliardi all'anno. L'Europa invece si è chiusa, importando meno prodotti
per 150 miliardi. Non bastano gli aiuti e le donazioni a colmare questo gap.
Non si può essere così egoisti». Il direttore generale della Fao, Jacques
Diouf, invece si ritiene soddisfatto del documento dei G8: «Qui a Treviso sono
stati fatti passi avanti: nel vertice della Fao, che si terrà a giugno, potremo
trattare i problemi strutturali per giungere a soluzioni concrete». Maurizio
Crema
( da "Gazzettino, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009, VICENZA - Lo slogan è efficace: "Prepariamoci al meglio".
Sintetizza la voglia di chiudere il capitolo recessione, che pesa non poco
anche sulle robuste spalle degli industriali vicentini, terza Confindustria
d'Italia, e la sensazione che, da questa prova, il modello Nordest possa uscire
più forte di prima. Ruota su questi due concetti la relazione del presidente
Roberto Zuccato. «Siamo piccoli ma capaci di innovare, siamo internazionali, ma
profondamente radicati nel nostro territorio e tra i più aperti. Molti
stranieri lavorano nelle nostre impresse e chi lavora e fatica è uno dei
nostri». Zuccato fa sua la tesi dell'economista Richard
Florida secondo il quale la globalizzazione si è fermata da sola a 147 dollari
il barile. L'economia si è resettata, lo sviluppo ha cambiato direzione per
poter crescere ancora. Vicenza può continuare ad essere una capitale mondiale
della manufatturiero e della piccola impresa se saprà passare a modelli più
avanzati di organizzazione industriale, se troverà il sistema per
aggregare le risorse. Per riuscirci bisogna formare una nuova classe dirigente.
«Vicenza - dice Zuccato - deve diventare una sorta di Harvard della piccola
impresa» e si comincia valorizzando gli istituti tecnici. Formazione e logistica.
«Abbiamo visto i risultati positivi dell'apertura del passante di Mestre. Ora
bisogna completare la Valdastico Sud. Farla diventare una infrastruttura
dell'economia sostenibile e attorno ad essa riorganizzare gli insediamenti
industriali. «Sul tema dell'alta velocità siamo in ritardo e le risorse
stanziate sono poche. Poi, tra gli applausi, la stoccata: «Non mi sembra che
collegare Sicilia e Calabria sia più importante che inserire il Nordest nelle
reti di sviluppo europeo». G.C.P.
( da "Gazzettino, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Martedì 21 Aprile
2009, Vicenza NOSTRO INVIATO «Non possiamo dire che siamo fuori dalla crisi, ma
ho l'impressione che il peggio lo abbiamo già visto». E' un tour de force nel
cuore dell'imprenditoria del Nord quello di Emma Marcegaglia. La presidente di
Confindustria arriva al palafiera di Vicenza per chiudere i lavori
dell'assemblea degli industriali berici dopo aver concluso l'assise dei
colleghi di Cremona. Sfodera la consueta grinta e un ottimismo meno usuale.
«Qualche segnale è decisamente positivo. Anche se si trattasse di un semplice
rimbalzo tecnico, sarebbe comunque un buon dato. Significa che il calo si è
fermato». Emma Marcegaglia non dà cifre. La prossima settimana usciranno quelle
della congiunturale di Confindustria, ma ne anticipa il senso. «La previsione
del nostro Centro studi indica che nel secondo semestre svolteremo». A questo
punto il vero terreno di confronto è «cosa fare per uscire più solidi di
prima». E la presidente di Confindustria tra gli applausi del palafiera gremito
elenca: assicurare il credito alle aziende, specialmente quelle piccole. «Dopo
i Tremonti bond e il fondo di garanzia da 1,7 miliardi, gli istituti non hanno
più alibi» - dice al presidente dell'Abi (l'associazione bancaria italiana),
Corrado Faissola. Il quale comunque precisa che, per ora, i fondi sono solo
sulla carta. Secondo: «Non è possibile che le imprese avanzino dalla pubblica
amministrazione 60 - 70 miliardi. Noi siamo sensibili al problema del debito
pubblico, ma non lo si può risolvere facendo finta che questa esposizione non
ci sia». Quello dei pagamenti in ritardo è un argomento caldo anche tra gli
stessi industriali - ammette con franchezza. «Non possiamo tollerare che le
grandi imprese strangolino le piccole». Terzo, gli ammortizzatori sociali. Emma
Marcegaglia dà atto al governo di essersi mosso nella giusta direzione pur
rifiutando la moratoria ai licenziamenti proposta dal ministro del Welfare
Maurizio Sacconi. Sollecitato da Bruno Vespa, che ha condotto la tavola rotonda
conclusiva dell'assemblea con Faissola e il leader della Cisl Bonanni, Sacconi
ricorda che, per gli ammortizzatori sociali, il governo ha messo sul tappeto 32
miliardi. «Abbiamo accantonato 12 miliardi per quest'anno e altrettanti per il
prossimo per la cassa integrazione, più 8 miliardi per sostenere il reddito. La
cassetta degli attrezzi è ampia. Ma speriamo di non doverla usare».
L'impressione infatti è che, pur con tutte le prudenze del caso, anche per
Sacconi il paggio sia alle spalle: «Siamo ancora nel tunnel della crisi, ma i
sintomi di ripresa sono molti e più indizi danno corpo ad un concreto
sospetto». Il ministro elenca: gli ordini dall'estero a febbraio sono saliti
del 3,5% rispetto a gennaio, c'è una ripresa degli acquisti dei beni durevoli e
dell'abbigliamento. All'estero, Cina e Usa, i dati indicano un miglioramento. Nel governo si fa strada
l'idea che l'Italia possa uscire meglio di altri dalla recessione. Non per una
singolare configurazione astrale, ma perché, come la Germania, e al contrario
della Gran Bretagna, ha mantenuto una forte presenza industriale. L'economia
reale è più diffusa e sviluppata di quella finanziaria. Ciò che appariva un
limite prima della grande crisi del 2008, oggi potrebbe diventare la carta
vincente su cui giocare una nuova mano del risiko della globalizzazione. Per
questo Sacconi insiste nell'appello a non licenziare. A tener duro per i
prossimi due o tre mesi confidando sulla fine della recessione e sugli
ammortizzatori sociali messi in campo. Giusto ieri il governo ha accolto la
proposta di Confindustria di prolungare di fatto la cassa integrazione
ordinaria di un anno. Alle canoniche 52 settimane, saranno aggiunti 12 mesi
straordinari per "crisi da caduta della domanda globale". Evitare i
licenziamenti significa presentarsi all'appuntamento con la ripresa con un
apparato industriale quasi del tutto integro, compresa la forza lavoro.
Giancarlo Pagan
( da "Sicilia, La"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
«E' stato giusto non
andare alla Conferenza» Ginevra. "La nostra previsione era corretta".
Non è soddisfazione, quella del ministro degli Esteri Franco Frattini. Ma quasi
un sollievo nel constatare che la difficile scelta italiana di non partecipare
nemmeno a livello di ambasciatori alla conferenza Onu sul razzismo, a Ginevra,
è stata giusta: "L'Italia non ha voluto fin dall'inizio partecipare ad
un'occasione che avrebbe presumibilmente, nella nostra valutazione come in
quella tedesca, potuto risolversi in una cattiva occasione per incitare
all'odio anti-israeliano", spiega in occasione dell'incontro con il
collega tedesco Frank-Walter Steinmeier: "L'Italia è pronta da subito a
impegnarsi in un'occasione internazionale contro il razzismo e contro ogni
forma di discriminazione, a condizione non vi siano rischi come quelli che
oggi, purtroppo, si sono avverati". Un nuova "efficace"
governance internazionale ha bisogno di "Europa forte, capace di
esprimersi con una voce sola sui grandi temi globali". Altrimenti - spiega
Frattini - il "paventato G2, Usa-Cina, potrebbe
effettivamente emarginare di fatto i paesi europei nella scena internazionalè.
Frattini mette dunque in guardia sulla necessità di "impegnarsi per
scongiurare" un altro "formato e un'altra ipotesi di governance"
sottolineando che "senza istituzioni più forti ed una rinnovata capacità
di agire per la difesa degli interessi comuni, l'Europa rischia di
diventare marginale".
( da "e-gazette" del
21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
A Siracusa il G8
Ambiente - Il retroscena del negoziato: la partita si gioca sulle tecnologie -
Lintesa possibile Prime anticipazioni sul documento finale: tra
le idee in divenire, creare un business forum sulle tecnologie e sugli accordi
tra Paesi e sistema
delle imprese per ridurre nelleconomia il contenuto di carbonio.
Si cerca unintesa per portare gli Usa più vicini a un accordo
possibile al summit climatico di dicembre a Copenaghen. Coinvolgere Cina, India e altri Paesi in accordi mondiali di settore,
per esempio sugli standard tecnologici condivisi. Esempio pratico: laccordo
tra Italia e Tunisia per produrre in Africa Settentrionale energia da fonti
rinnovabili (come il fotovoltaico) e importarla in Europa tramite un colossale
elettrodotto sottomarino
nel Canale di Sicilia: un progetto che fa gola anche a Francia e Germania.
Siracusa, 21 aprile Le tecnologie per lambiente e in
particolare per de-carbonizzare leconomia mondiale e
difendere il clima sono al centro a Siracusa del G8 Ambiente in programma a Siracusa dal 22 al 24
aprile. Vi partecipano i ministri dellAmbiente del Gruppo G8
e di altri 12 paesi ( Australia, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Cina,
Corea, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India,
Indonesia, Italia, Messico, Russia, Svezia, SudAfrica, Usa),
e i rappresentanti della Commissione Europea, dellAgenzia
Internazionale dellEnergia, delle agenzia delle Nazioni Unite Unep e
Unido, della Banca Mondiale, e dellOcse. Immediatamente dopo Siracusa, i
rappresentanti degli
stessi paesi si ritroveranno a Washington, per la riunione del Major Economies
Forum convocato dal presidente Obama. I due meeting hanno in agenda lo stesso
tema: i cambiamenti climatici. A Siracusa la presidenza italiana del G8, sulla base
dei risultati di una riunione preparatoria che si è tenuta a Trieste allinizio
del mese e dei rapporti predisposti dallAgenzia internazionale
dellenergia e dalla Banca Mondiale, intende favorire una ampia
convergenza sullurgenza di iniziative comuni tra i paesi maggiormente
sviluppati e le economie emergenti (a cominciare da Cina
e Brasile) per la diffusione a livello globale di tecnologie energetiche a
basso contenuto di carbonio. Queste iniziative potrebbero coinvolgere gruppi di
tecnologie critiche per la riduzione delle emissioni (efficienza energetica nei
consumi finali, trasporti, fonti rinnovabili) sulla base di impegni
sottoscritti dai Paesi, essere sostenute da un meccanismo di finanziamento
pubblico-privato con una partecipazione prevalente delle economie maggiormente
sviluppate, avere tempi di realizzazione differenziata in relazione al livello
di crescita economica dei paesi come avvenne per le produzioni chimiche
regolamentate dal Protocollo di Montréal per la protezione della fascia di ozono.
A Siracusa non saranno invece discusse le questioni aperte sul negoziato
internazionale, legate prevalentemente alla decisione degli USA di assumere
impegni vincolanti di riduzione delle emissioni nella misura di almeno il 25%
rispetto al 1990, ed alla disponibilità delle economie maggiormente sviluppate
a finanziare i programmi per la riduzione delle emissioni e ladattamento
ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo. Diversi i punti in
discussione nel negoziato. Il Congresso e il Senato degli Stati Uniti sono molto cauti
nellassumere un impegno vincolante a livello internazionale che
potrebbe mettere a rischio leconomia e la sicurezza energetica degli Usa. E
senza un impegno degli Stati Uniti, la Cina e le altre
grandi economie emergenti non sono disponibili a prendere in considerazione
alcuna ipotesi di impegni vincolanti. Inoltre le economie maggiormente
sviluppate, a cominciare dallUnione Europea, hanno manifestato
grande prudenza verso lipotesi di fondi internazionali per i cambiamenti climatici, se anche le più
importanti economie emergenti non faranno la loro parte, come ha rilevato
Ecofin. Sembrano promettenti le prospettive di accordi settoriali
(anche su scale mondiale), con la partecipazione della Cina e
delle altre economie emergenti, finalizzati alla introduzione di tecnologie e
standard per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni nei settori
industriali più importanti. Così come incontrano ampio consenso le ipotesi di
partenariati tra economie sviluppate ed economie emergenti per favorire lo
sviluppo sostenibile dei paesi più poveri, a partire dallAfrica,
attraverso specifiche iniziative di cooperazione tecnologica internazionale
finalizzate ad esempio alla produzione sostenibile di biocombustibili,
alluso efficace
delle biomasse, alla produzione distribuita di elettricità da fonti
rinnovabili. Il G8 Ambiente di Siracusa potrebbe rappresentare una tappa
intermedia per consolidare dal basso iniziative concrete
e condivise, e per dare tempo agli Stati Uniti di definire la dimensione del loro impegno in vista di
un accordo complessivo che sostituisca il Protocollo di Kyoto dopo il 2012.
Anticipazioni: che cosa conterrà laccordo finale - Con
ogni probabilità, laccordo finale del G8 Ambiente di Siracusa sarà basato su un documento con cinque
punti centrali. Lintroduzione dovrebbe contenere
lelenco dei Paesi e delle Organizzazioni partecipanti alla riunione di
Siracusa, e lelenco dei temi affrontati. Potrebbe esserci un paragrafo
dedicato alle tecnologie a basso contenuto di carbonio, tema di una delle sessioni del meeting, che
potrebbe prendere spunto dal Forum di Trieste di marzo, con particolare
riferimento alle prospettive delle partnership internazionali pubblico-privato
e ai possibili meccanismi di finanziamento della diffusione delle nuove
tecnologie. Potrebbe essere preparato anche un passaggio in cui i ministri dellAmbiente
dei Paesi partecipanti invieranno al Vertice della Maddalena ad aumentare gli
investimenti pubblici nella ricerca, di incrementare attività di sviluppo e
dimostrazione di tecnologie pulite e di includere nei piani di stimolo
economici di ciascun Paese interventi verdi.
Laltro messaggio potrebbe riguardare la creazione di un Business Forum
sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio. Inoltre il documento finale potrebbe contenere un
paragrafo sulle azioni necessarie ad affrontare il cambiamento climatico. Non
si dirà che esiste una formula unica per combattere il cambiamento climatico,
perché le esperienze in corso dimostrano che i diversi approcci possono dare
risultati positivi e tra loro sinergici. Sarà inoltre sottolineata limportanza
di raggiungere comunque un accordo internazionale a Copenaghen, per assicurare
un quadro di riferimento condiviso a livello globale per la protezione del clima. Dalla teoria alla
pratica: lelettrodotto tunisino per lenergia verde - Un esempio
pratico della partnership ambientale e tecnologica di cui si parla a Siracusa è
laccordo raggiunto tra il direttore generale del Ministero
dellAmbiente italiano
Corrado Clini e il Ministro dellEnergia della Tunisia Afif Chelbi:
il progetto comune per la realizzazione di una piattaforma tecnologica per la
diffusione delle fonti rinnovabili in Tunisia e nellAfrica del Nord,
attraverso il cavo dinterconnessione elettrica Tunisia-Sicilia, che collegherà il
continente africano alla rete elettrica europea. La realizzazione del cavo da
parte della società italiana Terna consentirà alle imprese energetiche italiane
ed europee di produrre a costi ridotti elettricità da fonti rinnovabili nellAfrica
del Nord, rispettando una delle condizioni contenute nelle nuove direttive
europee del pacchetto clima-energia approvato nel dicembre 2008:
alle imprese della Ue che produrranno elettricità da fonti rinnovabili nei paesi terzi potranno essere
riconosciuti gli stessi incentivi applicati alle produzioni in territorio
nazionale solo se lelettricità generata verrà trasferita nella
rete europea. Nello stesso tempo, lo sviluppo delle fonti rinnovabili nei paesi
della sponda sud del
Mediterraneo, oltre a rispondere alla domanda locale di energia, potrà favorire
la creazione di imprese miste per la produzione di tecnologie innovative nei
settori del solare a concentrazione, del fotovoltaico,
dellenergia eolica, dellimpiego delle biomasse e dei biocombustibili. In particolare, linterconnessione
darà un ulteriore impulso ai programmi già avviati dal
( da "Lavoce.info"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
>L'ABBRACCIO
INSCINDIBILE TRA CINA E DOLLARO * di Arvind Subramanian 27.03.2009 La Cina denuncia i pericoli di un sistema basato sul dollaro
quale moneta di riserva internazionale. Più che altro, a preoccupare il gigante
asiatico è una svalutazione del dollaro che comporterebbe la perdita di valore
delle notevoli riserve accumulate negli anni. Ma il suo problema di oggi è
l'ovvia conseguenza della strategia mercantilistica deliberatamente perseguita
dai governanti cinesi. E che ha garantito una costante crescita del paese. Oggi
non può sottrarsi al pagamento di un costo relativamente basso per gli enormi
benefici che ne ha ricavato. È tutta la settimana che la Cina fa notizia sui giornali del mondo intero, in virtù
della sua proposta di rimpiazzare il dollaro con unaltra
valuta come moneta di riserva internazionale. La perfetta tempistica della proposta, proprio alla
vigilia del G20 londinese, ha permesso alla Cina di
articolarla come una preoccupazione di sistema. STRATEGIE CINESI Certo, possono
esserci problemi col dollaro quale valuta di riferimento del sistema
finanziario mondiale. E la moneta americana può anche aver svolto un ruolo
importante nellattuale crisi. Ma i reali motivi della Cina
sono ben altri e sono nazionali: teme che una brusca caduta del dollaro
determini una perdita di valore delle sue riserve, che ammontano a 2 mila
miliardi di dollari. E una simile minaccia è improvvisamente divenuta più concreta,
a causa della drammatica vulnerabilità del bilancio Usa.
Forse che la Cina sta tentando di tenere il piede in
due staffe? Vuole mostrarsi come la vittima del sistema basato sul dollaro,
quando per lungo tempo ne ha beneficiato e ha contribuito a favorirlo. Il
problema attuale è lovvia conseguenza della strategia
mercantilistica, deliberatamente perseguita dalla Cina. Per giudicare se i
timori della Cina siano o meno giustificati è
necessario procedere a unanalisi costi-benefici del mercantilismo
realizzato dai
governanti cinesi. La strategia di sviluppo della Cina
è stata semplice e focalizzata: esportare ovunque e a ogni costo. Per
realizzare il suo scopo ha mantenuto un tasso di cambio sottovalutato. La
strategia mercantilistica si appoggia su basi empiriche. Recenti ricerche
accademiche (per esempio, quella di Dani Rodrik di Harvard) confermano che un
tasso di cambio sottovalutato contribuisce a evitare il sottosviluppo e a
favorire la crescita a lungo termine. Insomma, la strategia di sviluppo, messa
in atto dai governanti cinesi, è stata ragionevole e sensata. Ma i tassi di
cambio sottovalutati e il conseguente rapido aumento delle esportazioni hanno
anche portato a un aumento delle eccedenze delle partite correnti. Le autorità
cinesi sono intervenute nel mercato dei cambi per evitare un apprezzamento
della loro moneta, il che ha provocato un forte accumulo di riserve in valute
estere. È importante capire che tutto ciò è la conseguenza della strategia
mercantilistica di sviluppo cinese. Se avesse permesso alla moneta di
rivalutarsi, la Cina avrebbe ora meno eccedenze delle
partite correnti e non avrebbe tutte quelle riserve di cui preoccuparsi.
I COSTI E I BENEFICI Sono proprio i costi del mercantilismo che preoccupano
oggi il governo cinese: vale a dire una considerevole diminuzione di valore delle sue riserve di
valuta estera, che ammontano a 2 mila miliardi di dollari. Il rischio, sempre
ritenuto inevitabile, è ora divenuto imminente, per il forte deterioramento del
bilancio statunitense, che ha anticipato la data del declino del dollaro.
Supponiamo che il declino del dollaro e il riequilibrio dello yuan significhino
un 20 per cento di perdita di capitale. Ciò significherebbe una perdita di 400
miliardi di dollari, vale a dire circa il 10 per cento del Pil cinese. Queste
perdite finanziare sono, tuttavia, compensate dai vantaggi della crescita
mercantilistica? Supponiamo che la Cina badi più alla
crescita che al consumo (i nostri calcoli si rifanno alle preferenze rivelate
del governo cinese). Supponiamo anche che la sottovalutazione abbia funzionato,
generando in un determinato periodo una crescita che altrimenti
non sarebbe avvenuta. E diamo pure per scontato che negli ultimi dieci anni il
mercantilismo cinese abbia portato a un tasso annuale di crescita della produttività
dell1 per cento (compatibile con le ricerche di Rodrik e di altri).
Questo consistente aumento della produttività ha generato, nel giro di dieci
anni, un 10 per cento in più di Pil . Con il deprezzamento delle riserve si perde un anno di crescita del Pil.
Però, questo Pil più alto rappresenta un vantaggio permanente, che si ripete
anno dopo anno e che si estende ben oltre il periodo dei dieci anni. Una
quantificazione precisa dei benefici dipende da numerose variabili, ma lordine di grandezza è comunque
evidente: lincremento totale del Pil dovuto alla strategia mercantilistica
è considerevolmente più elevato dei costi finanziari. La Cina
dovrebbe pertanto riconoscere di aver deliberatamente scelto una strategia
mercantilistica. Tale strategia ha portato tutti gli enormi benefici voluti
dalle autorità cinesi, ma ha anche comportato costi inevitabili, il rovescio
della medaglia dei benefici della crescita. Pertanto, se vanno accolti con
favore gli appelli della Cina a una rivalutazione del
dollaro, questi non dovrebbero però trasformarsi in un tentativo di evitare i
costi finanziari. Sono costi da cui non si può prescindere e, per giunta, sono
piccola cosa rispetto ai vantaggi in termini di crescita che ne sono derivati.
Il mondo intero, in questo periodo, fa molta fatica ad accettare il salvataggio
dei debitori. Ben diverso sarebbe dover salvare anche il più grande creditore:
questo sembra infatti essere il reale obiettivo dei governanti cinesi,
camuffato da richiesta di cambiare il sistema basato sul dollaro. Cina e Stati Uniti, attraverso il commercio e il movimento
di capitali, sono ora uniti come due gemelli siamesi persi
uno dentro laltro, per usare le parole di Salman Rushdie. La Cina ha
scelto questo abbraccio a occhi aperti, come parte del contratto. Ha goduto dei
suoi benefici. Ora vuol dividersi per evitarne i costi. Ciò non è auspicabile,
né tanto meno si dovrebbe permetterlo. Il testo originale in inglese su Real
Time Economics (traduzione di Daniela Crocco) Foto: da internet * Il
testo in lingua originale è pubblicato su Vox. I commenti possono essere
inviati in lingua originale al sito da cui l'articolo è tratto
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
COPERTINA pag. 1
Fondi sovrani, seconda ondata ora le "prede" sono le industrie LINCHIESTA
EUGENIO OCCORSIO La
notizia dellingresso nel capitale Daimler dellAbu Dhabi Investment
Authority, lentità finanziaria più cospicua del pianeta con i suoi 875
miliardi di dollari pronti alluso, non è solo significativa per
linsperata iniezione di capitale nel sofferente settore dellauto, ma perché
conferma il nuovo corso dei fondi sovrani. Devastati dalle perdite nel settore
finanziario (si calcola che in un anno la disponibilità dei 38 fondi sovrani
sia scesa da 3.700 miliardi di dollari ai 2.400 attuali), si riaffacciano in quello industriale.
Frastornati dalla batosta nella finanza, i fondi sono rimasti a guardare per
qualche mese e ora hanno ricominciato a investire con criteri diversi. Stavolta
preferiscono lindustria vecchio stampo, interventi meno
onerosi e più mirati,
scegliendo terreni per loro più familiari: il Temasek di Singapore ha investito
la settimana scorsa 1 miliardo di dollari nella Terralliance Technologies, una
compagnia di esplorazioni energetiche fondata in Texas dal petroliere Kleiner
Perkins. Intanto, il fondo dellOman ha rilevato il 7% della
società energetica ungherese Mol per 370 milioni di euro e Dubai è entrata
nellaustriaca Omv con 140 milioni. Sembrano lontani anni luce i tempi in
cui (era solo lottobre del 2008) il fondo sovrano dellArabia Saudita si
unì con il suo "omologo" di Singapore e insieme investirono 11,5
miliardi di dollari nellUbs. Il titolo valeva 22 dollari: oggi quota
intorno agli 11. Qualche mese prima la Qatar Investment Authority aveva
comprato il 15% del London Stock Exchange e il fondo di Dubai il 20%: il titolo ha perso da allora
due terzi del valore. Ma le perdite non si contano più. Lo stesso fondo di
Dubai nel corso del
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
PRIMO PIANO pag. 4
Il critico degli errori nella globalizzazione LAUTORE Joseph
Stiglitz (foto a sinistra), professore di economia presso la Columbia
University di New York, ha vinto il Nobel per l'economia nel 2001. Il suo
ultimo libro, scritto assieme a Linda Bilmes, è "The Three Trillion Dollar War: The True Costs
of the Iraq Conflict" (La guerra da tremila miliardi di dollari: il vero
costo del conflitto in Iraq). Nato nellIndiana nel 1943,
Stiglitz è stato allievo di Franco Modigliani allMit e poi ha insegnato a Yale prima di
trasferirsi alla Columbia. E stato capo economista della Banca
Mondiale, incarico che ha lasciato nel 2002 poco prima di pubblicare
"Globalization and Its Discontents". Scopri come ricevere sul tuo
cellulare Repubblica Gold condividi
( da "PC World online"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
21-04-2009 La
dipendenza dai videogiochi è una realtà. Parola della Iowa States University I
risultati avanzati da un team di psicologi americani parlano chiaro: 10 ragazzi
su 100 non possono fare a meno di giocare di fronte a uno schermo Dino del
Vescovo La dipendenza dai videogiochi è una realtà. Parola della Iowa States
University Altroconsumo contro il bollino SIAE Tempi duri per i social network:
Twitter sotto attacco Windows XP costa 15 dollari sui netbook, ma Windows 7
sarà un problema Oracle acquista Sun, IBM resta a guardare Ubuntu Linux
( da "Giornale.it, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Premessa: fino a
metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima integrazione al mio
ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la situazione è cambiata:
continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog diventa sempre più
qualificante per il mio profilo professionale e non solo perché è sempre più
letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi
capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare a trasmissioni
radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti interessanti su
"il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli
sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione
della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del
giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate
proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione
Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un
interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli
oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli che lo
fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce
ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei
soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori unici si
riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra,
però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un prodotto,
spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè in questo
modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o camuffata, che già
tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street Journal è sempre più
consistente il numero dei reporter che fanno buon giornalismo sul blog anzichè
sui media tradizionali, come peraltro emerso recentemente a Perugia durante il
riuscitissimo Festival internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il
Guardian inizia a guadagnare bene grazie alla pubblicità mirata raccolta
attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro del giornalismo è nel blog?
Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog
specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e
proprie testate giornalistiche (negli Usa è già
successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione
che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani
potranno pretendere di mantenere in vita un Ordine professionale? Scritto in
crisi, blog, comunicazione, società, notizie nascoste, gli usa e il mondo,
Italia, giornalismo Commenti ( 2 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09 La casta dei top manager
continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita
un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei
rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che
ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera
ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di
Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo
piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi
giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200
milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni.
Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli,
sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop
corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato
ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da
14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige
l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei
supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità,
arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i
danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è
inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno
queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene,
ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso,
ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge.
Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie
nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (8 voti, il voto medio è: 5
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09
Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna
dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee,
non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal
terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è
indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto
cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega
non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale;
in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al
14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede
il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto
propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste
alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione
vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio
di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera,
8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato
di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega
rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al
Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato
su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli
italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole
al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il
50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine
della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito
nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la
base del partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega
ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in
politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito
democratico, Italia Commenti ( 44 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.5 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno
agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha
annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi
e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che
il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero
così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano
soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i
debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per
la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito
di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare
ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici
valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora
invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo
le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore
di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato
vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore
atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito?
E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono
sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati
al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti
americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che
sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G
( da "EUROPA ON-LINE"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Articolo Sei in News
Analysis 22 aprile 2009 Nel pieno della crisi o fuori dal tunnel? Ma il peggio
è davvero passato? Tremonti fa l'ottimista, però... In un mondo che non ha più
certezze, non si sa nemmeno se la crisi in atto stia per finire o no. Non è
solo questione di essere ottimisti o pessimisti, di vedere il bicchiere mezzo
pieno oppure mezzo vuoto. A dirla con l'economista Tito Boeri, direttore della
Fondazione Rodolfo Debenedetti e coordinatore de lavoce. com, l'unica cosa
certa è che la crisi prima o poi finirà. Quando, però, non è dato sapere anche
se il ministro dell'economia Tremonti sostiene che esistano segnali di
speranza, che il peggio della crisi forse è ormai alle spalle. Il forse in
questo caso appare d'obbligo tanto più se si analizzano i dati Istat delle
esportazioni italiane che, nei primi due mesi dell'anno, sono letteralmente
crollate del 27,5 per cento verso l'Ue. Si tratta del dato peggiore dal '93 ad
oggi a fronte di un calo delle importazioni dall'Ue del 23,4 per cento. Se, a
questo, si aggiunge che al ministro bisogna credere sulla parola perché della
Trimestrale di cassa non c'è traccia e le borse continuano ad avere andamenti
quantomeno contraddittori, non è facile capire perché il presidente di
Confindustria Emma Marcegaglia, che pure si aspetta dal governo un premio per
chi capitalizza le imprese e tiene gli utili in azienda, abbia deciso di
gettare il cuore oltre la recessione. Più scettico il segretario generale della
Cisl, Bonanni secondo cui «il peggio si scongiura attraverso l'impegno e non
con bolle mediatiche». Chi, invece, non crede che la crisi economica sia finita
è il numero uno della Cgil Epifani, secondo cui «questo è ampiamente
verificabile nei luoghi di lavoro, dove continuamente si aprono nuovi casi di crisi
aziendale». Tanto più che, secondo il Fmi, la crisi costerà 4.000 miliardi di
dollari nelle sole economie avanzate, mentre in Italia il debito pubblico
lieviterà dal 106 per cento del 2008 al 121 per cento del 2010. E, a quel
punto, sarà difficile tenere sotto controllo l'inflazione. Europa ha chiesto a
due economisti a che punto siamo. Boeri, che in un articolo su lavoce. com,
sostiene che «è presto per festeggiare», spiega che sarebbe più prudente
continuare a prepararsi al peggio perché c'è ancora un eccesso di indebitamento
delle banche americane ed esiste il problema dell'est europeo. «I mercati
azionari vanno meglio, dalla Cina arrivano
segnali positivi e c'è stato l'arresto della caduta dei prezzi delle case Usa spiega Boeri Non credo tuttavia che la strategia di rendere
opachi i bilanci delle banche americane» tranquillizzi i risparmiatori. Chi è
ottimista, nel senso che scommette su una possibile inversione di rotta da
ottobre in poi, è Giacomo Vaciago, ordinario di politica economica alla
Cattolica di Milano. «Dopo sei trimestri di recessione, credo che nel quarto
trimestre di quest'anno potremo avere un Pil positivo e, questo, perché siamo
un paese con un'industria manifatturiera orientata all'export e fuori ci sono
cinque miliardi di persone (indiani, cinesi, brasiliani...) che vogliono
crescere per un futuro migliore». Per dirla con Bankitalia, spiega Vaciago, si
sta riducendo il peggioramento. Per la prima volta da un anno e mezzo, e dopo
aver registrato un quarto trimestre 2008 e un primo trimestre 2009 pessimi.
Tuttavia, «l'industria è come un treno cui manca l'elettricità ma non è uscita
dai binari, ha solo bisogno di nuova energia. Ovvero di ordini che sono la vera
variabile del nostro export». In questi mesi abbiamo visto di tutto: banchieri
ottimisti e industriali pessimisti perché è valsa l'idea che per ottenere
qualcosa dal governo bisognasse piangere. Fiat in questo, conclude Vaciago, ha
mostrato la strada: «A gennaio con il cappello in mano, oggi acquista negli Usa». Raffaella Cascioli
( da "EUROPA ON-LINE"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Articolo Sei in
Pagine Dem 22 aprile 2009 Al via il think tank rutelliano, bipartisan ed
ecosostenibile Ieri il primo seminario del Centro per un futuro sostenibile. Il
18 maggio parlerà Giddens Naturalmente i rutelliani non mancano (Vernetti,
Binetti, Lanzillotta). Ma oltre ai rutelliani doc ci sono diversi parlamentari
dem (Della Seta, Madia, Sarubbi), ambientalisti già parlamentari (Ferrante),
Emma Bonino, qualche onorevole del Pdl (Fabio Granata) e molti amministratori
locali, architetti e addetti ai lavori. E così Francesco Rutelli tiene a
battesimo in una sala gremita la prima uscita pubblica del Centro per il futuro
sostenibile, il think tank sull'ambiente di cui fu tra i fondatori vent'anni fa
e che ora riprende slancio con una serie di iniziative (la prossima il 18
maggio, con Anthony Giddens) in vista del G8 a presidenza italiana dove, su
richiesta di Obama si parlerà anche di ambiente e della conferenza di
Copenhagen sul clima. Think tank tipicamente rutelliano, in cui l'obiettivo di
mettere in campo una visione strategica che sappia individuare proposte e
soluzioni concrete passa attraverso il confronto interdisciplinare fra studiosi
ed esperti e il dialogo fra posizioni politiche diverse. Una logica
dichiaratamente trasversale e bipartisan che traspare fin dal comitato promotore
di cui fanno parte il leader dell'Udc Casini e la radicale Bonino, il senatore
dem Della Seta e il formigoniano Lupi, la democratica Madia e il pidiellino
Versace. Ma che emerge anche dal programma in cui è previsto il ministro degli
esteri Franco Frattini, che interviene su sollecitazione di alcuni. Tre le
questioni di fondo che gli vengono poste: quali strumenti si devono mettere in
campo per fare in modo che i paesi emergenti come la Cina
riducano le emissioni di Co2, come fare in modo che le decisioni siano
vincolanti, come fare in modo che il trasferimento di tecnologie pulite
rinnovabili diventi un'opportunità economica per l'Italia. Frattini dice quello
che può ma non elude. Spiega che dalla Cina arrivano
segnali incoraggianti: «Nel programma di medio termine c'è la progressione
delle energie rinnovabili » e che alla Maddalena si punterà sul metodo dell'inclusione nel processo decisionale perché «è impossibile imporre
regole blinding alla Cina se la Cina non concorre a formarle con noi». Dopodiché a Copenhagen
l'Italia punterà a chiedere che India, Cina e Usa si impegnino ad avvicinarsi nella sostanza al 20-20-20 già
deciso dall'Ue. E a fare da motore alle potenzialità dell'innovazione tecnologica.
Ma nella mattinata si ragiona anche di come integrare sviluppo e sostenibilità
ambientale a partire dal per ora fantomatico piano casa del governo e pensando
alla ricostruzione in Abruzzo. A discutere un panel di tecnici che partono da
punti di osservazione diversi. C'è l'economista Marzio Galeotti, l'architetto
Firuz Galdo, il segretario dell'associazione di architettura bioecologica
Giancarlo Allen. Il direttore del Cresme Bellicini dà l'idea dello scenario:
«Negli ultimi 10 anni l'Italia ha vissuto un boom dell'edilizia più simile agli
anni '60 che agli '80. Sono stati costruiti 3 miliardi di metri cubi. La crisi
imporrà una contrazione del mercato che può arrivare fino al 20%». In questo
senso il piano casa, la bozza 2, «può essere un'operazione importante per
l'economia». Se stringente nelle regole e se «legato alla riqualificazione
energetica del patrimonio edilizio che a sua volta è una grande opportunità
economica». Il presidente dei costruttori Buzzetti si dice disposto «a fare il
fascicolo del fabbricato» nelle nuove edificazioni anche se il vero problema è
«il patrimonio immobiliare esistente per cui servono incentivi alla
riconversione energetica e alla valutazione strutturale ». Il presidente
dell'Enea Paganetto spiega che «la Co2 si abbassa anche con l'efficenza
energetica» e che «il 30 per cento delle emissioni arriva proprio dal settore
residenziale, dove è più facile fare efficienza energetica usando la
tecnologia» che le imprese italiane sanno sviluppare. Sicché «il nostro paese può
giocare la carta dell'innovazione contro la crisi, ma anche per cavalcare».
Alla fine Rutelli chiosa: «Gli spunti sono tanti. Sul piano casa siamo in grado
di orientare il parlamento perché ottenga risultati di rilievo. E anche la
ricostruzione del dopo terremoto deve essere ecosostenibile». Fabrizia Bagozzi
( da "Giornale.it, Il"
del 21-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Premessa: fino a
metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima integrazione al mio
ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la situazione è cambiata:
continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog diventa sempre più
qualificante per il mio profilo professionale e non solo perché è sempre più
letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi sono molto grato).
Mi capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare a trasmissioni
radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti interessanti su
"il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli
sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione
della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del
giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate
proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione
Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un
interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli
oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli che lo
fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce
ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei
soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori unici si
riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra,
però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un prodotto,
spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè in questo
modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o camuffata, che già
tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street Journal è sempre più
consistente il numero dei reporter che fanno buon giornalismo sul blog anzichè
sui media tradizionali, come peraltro emerso recentemente a Perugia durante il
riuscitissimo Festival internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il
Guardian inizia a guadagnare bene grazie alla pubblicità mirata raccolta
attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro del giornalismo è nel blog?
Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog
specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e
proprie testate giornalistiche (negli Usa è già
successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione
che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani
potranno pretendere di mantenere in vita un Ordine professionale? Scritto in
crisi, blog, comunicazione, società, notizie nascoste, gli usa e il mondo,
Italia, giornalismo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09 La casta dei top manager
continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro
latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno
dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che
ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera
ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di
Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato
in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa
era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è
stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re
non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come
le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri
Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il
capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di
euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di
responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager
non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza,
disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni
maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile
parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste
logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che
punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai
irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 50 ) » (8 voti, il voto medio è: 5 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta
al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare
le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di
maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla
singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi
di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse
festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è
possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici
improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O
è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa
ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole
mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il
valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli
istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche
possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole
sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G
( da "Stampa, La" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
LA GRANDE CRISI Giù
gli operai, su gli autonomi Il 40% degli individui non ha risorse per fare
fronte alla perdita del lavoro LA RICCHEZZA DEGLI ITALIANI La ricerca
Bankitalia La pressione del precariato ha fatto scendere i salari d'ingresso
dei giovani [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Il potere d'acquisto di salari e
stipendi, al netto delle tasse, è restato pressoché fermo negli ultimi 15 anni
(+0,2% annuo). Nel frattempo crescevano i profitti e anche i guadagni dei
lavoratori autonomi. Questa è la disuguaglianza sociale all'italiana, come la
rivelano le analisi della Banca d'Italia, riferite dall'economista Andrea
Brandolini ieri in una audizione al Senato. In altri paesi sono aumentate le
distanze tra ricchi e poveri; da noi quelle tra dipendenti e autonomi. Ora la
crisi minaccia soprattutto di colpire i precari. C'è nelle famiglie di questi
lavoratori un maggior rischio di povertà, perché molte di esse, ha detto
Brandolini, «hanno risorse patrimoniali limitate, insufficienti da sole a
garantire standard di vita minimi anche per tempi brevi». Per questo «assume
rilievo la debolezza della protezione sociale italiana»; «pesa la mancanza di
strumenti di sostegno al reddito nelle condizioni di maggiore difficoltà
economica. E' probabile che su questo punto - come migliorare gli aiuti ai
disoccupati - si esprima prossimamente lo stesso governatore Mario Draghi. Si
tratta di una questione cruciale, specie nell'ipotesi deprecabile che la crisi
economica si prolunghi. «Una parte significativa della popolazione italiana è povera
in termini sia di reddito sia di risorse patrimoniali», ha detto Brandolini;
qualora venisse a mancare lo stipendio, «Quasi il 40 per cento degli individui
ha attività liquide insufficienti, da sole, a sostentarli al livello della
soglia di povertà per almeno tre mesi». Guardando indietro, la diminuzione
della quota di valore aggiunto nazionale che va al lavoro, rispetto a quella
che va ai profitti, è stata un fenomeno mondiale negli ultimi 15 anni. In
Italia la quota del lavoro dipendente «è scesa gradualmente dal picco raggiunto
a metà degli anni 70», quelli delle grandi lotte sindacali, che era il 58%,
fino a livelli minimi alla fine degl anni '90, 51%. Da allora è tornata a
crescere, fino al 55%, ma perché è cresciuto il numero dei lavoratori, non le
loro paghe. Stipendi e salari, appunto, hanno ristagnato. Al lordo, una debole
dinamica positiva del potere d'acquisto («retribuzioni reali unitarie») c'è
stata, +0,6% all'anno. Ma l'Irpef ne ha catturato circa due terzi, riducendo
l'aumento netto. Per chi è senza carichi di famiglia, il potere d'acquisto
medio è rimasto del tutto fermo per l'intero quindicennio; per chi ha coniuge e
due figli a carico, a causa dell'aumento delle detrazioni, si è avuto un
miglioramento medio totale del 3,2%. La diffusione del precariato ha
danneggiato anche i giovani che sono riusciti a procurarsi un impiego fisso.
Ovvero, nei termini tecnici dell'economista della Banca d'Italia, «i salari di
ingresso dei più giovani si sono ridotti in termini reali, non compensati da una
più rapida progressione salariale nel corso della carriera lavorativa».
Davvero, come si sente spesso dire, «l'Italia non è un paese per giovani».
Quello che non è accaduto, invece, è un aumento delle disugiaglianze sociali
complessive. di questi tempi in molti paesi si protesta contro le retribuzioni
eccessive dei manager industriali e bancari, simbolo di disuguaglianze sociali
che un po' la globalizzazione, un po' le pazzie della
finanza hanno accresciuto. In Italia i divari sono più ampi che negli altri
paesi dell'Europa continentale, «tuttavia non si osserva un periodo prolungato
di crescita della disuguaglianza». Ma, in altri dati che abbracciano il periodo
dal 1993 al 2006, mentre i dipendenti restavano quasi fermi (+0,6% il
potere d'acquisto delle famiglie di operai, +0,3% quelle degli impiegati) gli
altri miglioravano (+2,6% le famiglie di commercianti, +1,5% qulle di
dirigenti).
( da "Nuova Ecologia.it, La"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
A casa di Stefania
Parte il G8 Ambiente a Siracusa, città del ministro Stefania Prestigiacomo. Che
per l'occasione annuncia una inattesa sintonia Italia-Usa
sulla green economy anti-crisi Si parte: da oggi al 24 il ministro Stefania
Prestigiacomo ospita nella sua città il G8 Ambiente. E per l'occasione annuncia
una inattesa sintonia Italia-Usa sulla ''green economy
anti-crisi'' che metta sul tavolo dei capi di Stato già al G8 della Maddalena
''proposte concrete'' a partire da ''piani di finanziamento certi'' nel campo
delle tecnologie pulite. E per aziende e cittadini bonus e incentivi ''tutti in
chiave ambientale'', dal piano casa che premia la bioedilizia alle
ristrutturazioni per il risparmio energetico. Sede del vertice dei ministri
dell'Ambiente del G8 il Castello Maniace, simbolo della città siciliana. Con
gli Stati Uniti sui temi dell'ambiente c'è una ''nuova sintonia, una visione
comune - ha detto all'Ansa il ministro Prestigiacomo - che associa difesa
dell'ambiente e sviluppo, che privilegia gli incentivi rispetto alle sanzioni,
tanto cari a settori dell'eco-ideologismo europeo''. Sintonia con gli Usa di Barack Obama ''che contiamo di implementare a
Siracusa - ha proseguito il ministro - dove sarà presente l'amministratore
dell'Epa (l'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente del governo americano) Lisa
P. Jackson''. Lavori che vedono in primo piano anche il forum su energia e
clima chiesto da Obama e accolto dal premier Silvio Berlusconi, parallelo al
vertice del G8 di luglio alla Maddalena: ''All'indomani del G8 di Siracusa - ha
detto Prestigiacomo - andrò negli Usa per il primo
incontro preparatorio del forum che si svolgerà in parallelo al vertice della
Maddalena. E da Siracusa partiranno gli input che saranno elaborati in vista
del Mef''. In particolare l'obiettivo è ''collegare le tecnologie a basso
contenuto di carbonio a programmi di finanziamenti internazionali
pubblico-privato'', altrimenti ''ogni ipotesi di riduzione di emissioni rischia
di essere vanificata''. Le rinnovabili centrali nel dibattito ma anche il
nucleare. E sull'atomo: ''E' una polemica tutta italiana. La gran parte dei
paesi del G8 produce una parte della propria energia elettrica con le centrali
nucleari, che comunque sono ad emissioni zero'', ha detto il ministro
dell'Ambiente. Per il capitolo clima la posizione italiana ''è quella assunta
dall'Europa che ha lanciato un segnale forte adottando il pacchetto clima
energia, il cosiddetto 20-20-20. Ma è evidente che la partita si gioca sugli
impegni che saranno disposti ad assumere i grandi emettitori di CO2, Usa, Cina e India che dagli impegni di riduzione di Kyoto sono rimasti
fuori''. Per quanto riguarda il nostro Paese: ''Abbiamo privilegiato - ha
ricordato Prestigiacomo - il ricambio delle auto inquinanti con quelle
ecologiche. Abbiamo confermato e semplificato il bonus fiscale del 55% per le
ristrutturazioni edilizie in chiave di risparmio energetico. Nel piano
casa concordato con le Regioni si privilegia e premia la bioedilizia''. Da qui
il lavoro al G8 Ambiente di Siracusa ''per dare ai capi di Stato proposte concrete
per promuovere e finanziare lo sviluppo di un'economia mondiale a basso
contenuto di carbonio''. Ma si punterà anche ''a fissare un percorso nuovo che
parta da Siracusa per la tutela della biodiversità, intesa anche come risorsa
attorno alla quale si può costruire anche crescita economica''. Insomma è tutto
pronto? ''Sulla logistica e l'organizzazione sostanzialmente sì". Ora
comincia la parte più delicata e importante, quella politica''. E le
manifestazioni annunciate? ''Quelle ormai fanno quasi parte del 'rito' dei G8.
Confido comunque che la protesta, anche aspra, sara' civile e pacifica''. 22
aprile 2009 - TAG: Siracusa | G8 | Prestigiacomo |
( da "Punto Informatico"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma - Non c'è pace
per i network degli Stati Uniti: dopo gli allarmati report sulla (mancata)
sicurezza delle infrastrutture telematiche connesse alla rete elettrica e ad
altri generi di impianti vitali per la popolazione, il Wall Street Journal
torna all'attacco rivelando un nuova breccia questa volta riguardante il
programma Joint Strike Fighter, con cui il Pentagono progetta di rinnovare la
sua flotta aerea di bombardieri e caccia intercettori nel prossimo decennio. I
soliti ufficiali in pensione o ancora in attività con cui il WSJ è venuto in
contatto riferiscono di intrusioni cominciate già nel "lontano" 2007
e continuate sino al 2008, attraverso le quali i cracker sono riusciti a
scaricare "Terabyte" di informazioni sul design e i sistemi
elettronici dell'F-35 Lightning II, il cacciabombardiere multiruolo con
capacità stealth su cui il Pentagono ha investito 300 miliardi di dollari
nell'ambito del programma JST. Sviluppato da uno sparuto gruppo di contractor
con a capo la Lockheed Martin, il jet F-35 Lightning II rappresenta il più
costoso progetto mai intrapreso dalla Difesa statunitense, poggia su 7,5
milioni di righe di codice informatico e vede la partecipazione di alcuni paesi
alleati degli USA. I cracker si sono infilati anche nei sistemi di tali
nazioni, e almeno in un caso l'intrusione è stata individuata in Turchia. Cosa
hanno trafugato le cyber-spie? Qui i dettagli comunicati dal WSJ si fanno
magri, e gli ufficiali interpellati parlano della compromissione del sistema di
diagnosi dell'aereo in caso di problemi durante il volo, il design del mezzo,
le statistiche sulle performance e i sistemi elettronici. Sarebbero ancora
intatti invece i sistemi vitali dell'F-35 come i sensori e i controlli, tenuti
opportunamente separati e scollegati dalla Internet pubblica. A complicare
ulteriormente la valutazione dei danni ci si mette anche il fatto che i cracker
hanno provveduto a cifrare i dati mentre questi venivano trafugati, e il fatto
che, nonostante gli indirizzi IP di provenienza degli attacchi si trovino in Cina, persistono difficoltà nell'individuare i veri colpevoli vista
la relativa facilità con cui è possibile camuffare la propria identità online.
E se non bastasse la breccia nei sistemi del Pentagono, gli ufficiali lanciano
l'allarme anche sul sistema di controllo del traffico dell'Air Force, violato
nei mesi recenti con gran preoccupazione della NSA per le possibili conseguenze
sulla gestione delle forze aeree in zone di combattimento e non. Il
responsabile del controspionaggio Joel Brenner è arrivato al punto di
ipotizzare una condizione in cui "il pilota di un caccia non può più
fidarsi del suo radar". Il problema della cyber-sicurezza dei network interessa
ultimamente i più alti livelli del potere di Washington, e la Casa Bianca sta
studiando quali soluzioni adottare tra arruolamento volontario di hacker
"white hat" per mettere sotto stress le infrastrutture e
l'istituzione di un responsabile unico per la questione, un
"cyber-security tzar" che riferisca direttamente al presidente Barack
Obama e coordini meglio gli sforzi di difesa con il settore privato. Alfonso
Maruccia
( da "Corriere.it"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lo rivela il wall
street journal Violati i segreti del Pentagono: rubati i piani sul caccia del
futuro I dati sul progetto "Joint Strike Fighter" sarebbero stati
sottratti attraverso un attacco informatico L'F-35 Lightning II NEW YORK - I
segreti del più costoso progetto militare statunitense sono stati
"rubati" attraverso un attacco informatico. A rivelarlo è il Wall
Street Journal secondo cui altro materiale sensibile, legato al sistema di
distribuzione elettrica e ad altre infrastrutture Usa,
è finito nelle mani di "spie" straniere. SISTEMA DI DIFESA - Il
progetto in questione - del valore di 300 miliardi di dollari - si chiama
"Joint Strike Fighter": i pirati informatici sono riusciti a
penetrare nel sistema e a copiare i dati relativi al design dei sistemi
elettronici del super bombardiere F-35 Lightning II - l'ultimo modello di
tecnologia aerospaziale - svelando dunque i potenziali sistemi di difesa
dall'aereo stesso. PRECEDENTI - Episodi analoghi sono stati segnalati anche nei
mesi scorsi (l'ultima volta era toccato al sistema di controllo del traffico
dell'Air Force). Stando ad alcuni ex funzionari del
Pentagono dietro ai crescenti attacchi cyber-nautici ci sarebbe la Cina che negli ultimi mesi - afferma un rapporto della Difesa Usa - ha compiuto "consistenti progressi" nello sviluppo
di tecniche di guerre di online. Accuse respinte da Pechino che ha bollato come
«prodotto di una mentalità da Guerra Fredda» il rapporto del Pentagono.
INVESTIMENTI - Secondo il Wall Street Journal, l'amministrazione Obama potrebbe
presto proporre la creazione di una figura preposta alla sicurezza del sistema
informatico della Casa Bianca e aumentare gli investimenti previsti per il
settore, che sotto la presidenza di George W. Bush ammontavano a 17 miliardi di
dollari. stampa |
( da "Leggo" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Marco Pasciuti
Stavolta il cielo sopra Arlington, Virginia, è sgombro e i radar non rilevano
velivoli civili o forze aeree nemiche. Eppure l'orizzonte ha il colore metallo
della Guerra fredda. Il Pentagono è sotto attacco. L'offensiva corre lungo vie digitali,
penetra il cuore del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, minaccia la
sicurezza del paese. Hacker cinesi, sempre loro, hanno rubato i segreti del più
costoso progetto miltare made in Usa: il supercaccia
F-35 da 300 mld di dollari. Penetrano i sistemi di sicurezza come un coltello
caldo nel burro. Quando vogliono. Più volte negli ultimi mesi pirati
informatici, prima iraniani poi con gli occhi a mandorla, hanno eletto i
database del Pentagono a territorio di caccia. La confessione arriva da anonimi
rappresentati dell'amministrazione Obama ed è firmata sul Wall Street Journal.
Gli hacker avrebbero fatto razzia di una grande quantità di dati relativi al
design e all'elettronica dell'F-35. Per fortuna del Dipartimento, non sarebbero
arrivati a informazioni più sensibili, custoditi su computer non collegati a
internet. Ma ormai la nuova macchina da guerra a stelle e strisce, un super
caccia da 10 tonnellate, capace di volare a 1,8 volte la
velocità del suono e di rendersi invisibile ai radar, avrebbe pochi segreti. La
minaccia ha matrice cinese. Per il Pentagono, la Cina starebbe
sviluppando nuove tecniche di "guerra online" per sopperire alle sue
difficoltà militari. Ma Pechino respinge le accuse: «Sono frutto di una
mentalità da Guerra fredda».
( da "Arena, L'" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 22 Aprile
2009 PRIMAPAGINA Pagina
( da "Arena, L'" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 22 Aprile
2009 NAZIONALE Pagina 6 HAKER. Spionaggio F-35, rubati i segreti del caccia
americano WASHINGTON Il Pentagono è sotto attacco da mesi
da parte di cyberspie in apparenza provenienti dalla Cina, che sono
riuscite a violare i computer della Difesa e a mettere le mani su segreti
preziosi. I progetti del supercaccia F-35, un progetto internazionale a cui
partecipa anche l'Italia, sembrano essere finiti in mani sbagliate e le spie
ora conoscono i piani del più costoso programma militare Usa. Il furto «non crea inquietudini particolari», ha
assicurato il portavoce del Pentagono, Bryan Whitman. Il furto dei progetti
sarebbe avvenuto a più riprese a partire dal 2007, intensificandosi negli
ultimi mesi. Il caccia F-35 Lightning II, frutto del progetto noto come Joint
Strike Fighter (Jsf), è un gigantesco programma da 300 miliardi di dollari che
vede gli Usa impegnati con altri otto paesi - tra cui
l'Italia - nella messa a punto dell'aereo da combattimento del futuro. Capofila
nello sviluppo è Lockheed Martin, mentre Finmeccanica partecipa con Alenia
Aeronautica. Il caccia è in fase di test e il suo sviluppo è anche
tecnologicamente un' impresa enorme. Oltre alla Cina
sono sospettate entità turche come possibili responsabili delle infiltrazioni.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 - Attualità
E oggi i boys partono in treno per l'Europa UDINE. I piccoli Serracchiani
crescono. Zaino in spalla e in mano un biglietto, quello del treno per
l'Europa. Un viaggio tra Berlino, Praga e Parigi, assieme ad altri 360 ragazzi
del partito democratico. Con loro professori universitari e qualche big del
partito. Daniele Bezzo (foto), 27 enne segretario del circolo del Pd di
Tricesimo è partito da Udine e questa mattina salirà, alla stazione di Torino
Porta Nuova, sul treno, con mille aspettative e la voglia di imparare.
L'iniziativa, a poco più di un mese dalle elezioni europee, è promossa dalla
scuola di formazione politica del Pd. «Sarà l'occasione per confrontarsi con i
miei coetanei, ma anche con i docenti su argomenti come la
globalizzazione, la crisi e la geopolitica dell'Europa», spiega Bezzo.
Impossibile non parlare di Debora Serracchiani. «Il suo è un nome che piace
molto e parleremo anche di lei nel corso del viaggio, il tempo di sicuro non
mancherà per approfondire tutti i temi». Bezzo sarà il rappresentante
ufficiale dei giovani della provincia di Udine, assieme a lui arriveranno, dal
Friuli Venezia Giulia, alcuni ragazzi dalle provincie di Gorizia e Trieste.
(e.b.)
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
13 - Cultura e spettacoli Un vademecum per l'uomo globalizzato Il fondatore
Pacini L'IDEA «Si cerca di fare sintesi sulla condizione dell'individuo
contemporaneo» «Un ossimoro per l'uomo globale». A distanza di cinque anni
dall'averlo coniato, Marco Pacini scherza ancora sulla discussa origine del
marchio vicino/lontano. Discussa nel senso che il giornalista udinese, tra i padri fondatori
del festival cui ieri il comitato organizzatore ha tributato un pubblico
ringraziamento, ricorda il divertente braccio di ferro grammaticale con Franca
Rigoni, attuale vicepresidente, ma prima di tutto professoressa dunque, inevitabilmente,
puntigliosa, pignola. «Volevo evitare di doverlo chiamare festival - ricorda
Pacini che oggi ricopre l'incarico di caporedattore al Piccolo di Trieste - e
tirai fuori quest'idea di vicino/lontano, grammaticalmente un ossimoro
sull'esempio di dolce/amaro». «Ossimoro no, piuttosto coppia oppositiva», si
impose la Rigoni. Comunque sia «sono felice che gli attuali organizzatori non
si siano discostati dall'idea base - constata Pacini -, che era quella di
allestire non una passerella per i grandi protagonisti, ma un confronto tra
voci autorevoli vincolate a precisi temi e a una laboriosa costruzione
interdisciplinare. Mi pare che la formula abbia retto, anche perché allora fu
voluta da tutti insieme». Oggi come ieri Vicino/lontano offre, dunque, un vademecum
per l'uomo globalizzato.
( da "Centro, Il" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL LIBRO Nel Gorgo
della paura con Bettin NICOLò MENNITI-IPPOLITO Riparte dal Trevigiano il
viaggio di Gianfranco Bettin. Riparte con un libro che racconta uno degli
omicidi più efferati degli ultimi anni e la reazione di una comunità. «Gorgo.
In fondo alla paura» (Feltrinelli, pp.160, 13 euro) parla di un Veneto diverso
da quello di Pietro Maso. «E' un libro specularmente opposto - spiega Bettin -
lì la violenza veniva dall'interno della comunità, nel caso di Gorgo al
Monticano (Treviso) viene dall'esterno, da fuori, e mette in moto altre
reazioni, altri timori». Sentimenti concreti, con cui fare i conti. «Sarebbe
sbagliato - dice Bettin - attribuire questa paura solo a un effetto mediatico,
non si tratta di demistificare qualcosa di costruito artificialmente. La paura
c'è ed è fondata su fatti reali. A Gorgo non si dimentica, la sensazione è che
quello che è successo ai coniugi Pellicciardi poteva succedere a chiunque. Poi,
certo, i media e la politica possono amplificare, ma l'elemento primario è
autentico». Bettin scopre una paura che ha volti diversi. «La paura - dice -
viene anche dallo spaesamento, dalla sensazione di aver perso il radicamento,
per quel "remissiamento che vien da fora", come lo chiama Zanzotto, che è il risultato della globalizzazione». Ecco perché quel
continuo dire «paroni a casa nostra» diventa anche espressione di sofferenza.
«Ci sono due significati - dice Bettin - uno è deteriore, è segno di ottusità,
di rifiuto del mondo, ma l'altro è un modo di reagire alla metamorfosi di un territorio,
alla perdita del senso di appartenenza ad una comunità». Nella sua
inchiesta narrativa Bettin ha incontrato una terra ancora una volta
sorprendente. «Le semplificazioni che descrivono il Veneto come gretto e ricco
sono insopportabili - dice - la realtà è molto più ricca e complessa. A Gorgo
la comunità ha reagito alla paura stringendosi intorno alle vittime. E' un
paese in cui il livello di integrazione con gli stranieri, che sono 500 su
4.000 abitanti, è buono. E' aumentata la diffidenza, ma nessuno mi ha
raccontato episodi di razzismo». E' dunque la complessità del nuovo secolo che
Bettin racconta. «Gorgo ha questo nome - dice lo scrittore - perché lì il fiume
Monticano creava dei gorghi pericolosi. La gente del posto seppe sfruttare
l'energia di quei gorghi per alimentare i mulini che diedero prosperità al
paese». «Credo che questa capacità di convertire in positivo il negativo sia
importante anche oggi».
( da "Stampa, La" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
LIBRI Gli orti
felici Luciana Littizzetto e Paolo Pejrone improvvisano alle 18,30 un «Duetto
su sedani, piselli e melanzane», per l'uscita del volume «Gli orti felici» di
Pejrone. Ikebò - Libreria Druetto, piazza Cavour 2 Incontri con l'autore La
scrittrice Margherita Oggero presenta (ore 18) il suo ultimo libro «Il rosso
attira lo sguardo. Quattro stagioni di relazioni pericolose». Fondazione Paolo
Ferraris, via Andorno 2 Facebook Giuseppe Civati e Mattia Carzaniga presentano
(ore 18) «L'amore ai tempi di Facebook». La Feltrinelli, piazza Cln 251
INCONTRI Solakov Oggi alle 11, incontro con l'artista bulgaro Nedko Solakov. Lo
presentano Maria Teresa Roberto e Massimo Melotti. Accademia di Belle Arti, via
Accademia Albertina 2 Egitto Conferenza (ore 17,30) sui temi della mostra
«Egitto. Tesori sommersi» a cura di Alessandro Roccati. Circolo dei Lettori,
via Bogino 9 Risorgimento Per il ciclo di conferenze organizzate
dall'Associazione Mazziniana Italiana, alle 17 Aldo Salassa interviene sul tema
«1859: il Piemonte alla ribalta europea». Ingresso libero. Convitto Nazionale
Umberto I, via Bligny 1 bis Conferenze al Museo Luisa Morozzi, storico
dell'arte e direttore del ministero per i Beni e le Attività Culturali,
illustra alle 17 «Le collezioni d'arte piemontese al Quirinale». Gratis,
prenotazione obbligatoria, tel. 011/837688 int. 3. Museo Accorsi, via Po 55 Letture
Oggi (ore 17,30), lettura interpretativa multimediale sul tema «Deus
absconditus. La rivelazione del "divino" nella poesia pensante
dell'800 e del '900: Leopardi, Pessoa e Rilke» a cura del Collettivo di voci
Woochie. Introduce Giovanni Ramella. Organizza il Centro Pannunzio. Circolo dei
Lettori, via Bogino 9 Dolma Gyari La vicepresidente del Parlamento tibetano in
esilio porta (ore 21) la sua testimonianza sulle violazioni dei diritti umani
in Tibet. Ciriè, Villa Remmert, via Rosmini 1 Globalizzazione Alle 21, il Generale Carlo Cabigiosu parla sul tema «Fattori di
instabilità nel mondo globalizzato». Ingresso libero. Circolo Ufficiali, corso
Vinzaglio 6 Avventura Evento letterario (ore 21,30) dal titolo «Il libro dei
viaggi - Itinerari tra le pagine di Giovanni Battista Ramusio», di Bruno
Burdizzo. Con i Narratori di Macondo. Sermig, via Borgodora 61 Incontri
stuzzicanti Esperti e giovani si confrontano (ore 18-19,30) su «Il lavoro
stagionale, alla ricerca di un lavoro estivo». Con aperitivo. Rivoli, Informagiovani,
corso Susa 128 Laghi del Piemonte La Biblioteca della Regione organizza (ore
17) la conferenza «L'altro lago - Parchi e riserve naturali del Lago Maggiore».
Palazzo Lascaris, via Alfieri 15 Motori Alle 17, la Fondazione Barsanti e
Matteucci di Lucca dona al museo un modello del primo motore Barsanti e
Matteucci. Alla cerimonia interviene il presidente della Fondazione Pierluigi
Lazzerini. Museo Nazionale dell'Automobile, Torino Esposizioni, corso Massimo
d'Azeglio 15 SPETTACOLI Marginalia Stasera e domani (ore 21) la compagnia
Lontani dal Centro porta in scena «Pia De' Tolomei», con Erika Fundone. Teatro
Espace via Mantova 38 CINEMA Diritti umani Per il 60° anniversario della
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, alle 20,30 proiezione del film
«Stories on Human Rights». Gratuito. Unione Industriale, via Fanti 17 Flores
Alle 21,15 il film «Signori professori» di Maura Delpero, diventa occasione per
approfondire il tema «La scuola malata: insegnanti allo sbaraglio» con
l'intervento della regista. CineTeatro Baretti, via Baretti 4 Artintowns Movies
Doppia proiezione: alle 20,30, «All human right for all - Sguardi del cinema
italiano sui diritti umani»; ore 22,30, «La classe dei gialli» di Daniele
Gaglianone. Artintown, via Berthollet 25 Corti L'associazione Chicca Richelmy
propone (ore 21) cortometraggi di eclettici creativi torinesi. Centro
Interculturale delle donne «Alma Mater», via Norberto Rosa 13/a MOSTRE Le
nuvole S'inaugura (ore 18) la mostra fotografica «Cosa sono le nuvole» di Dario
Lanzardo. Fino al 31 maggio. Museo Regionale di Scienze Naturali, via Giolitti
36 VARIE Sfilata di beneficenza Lo stilista Walter Dang presenta (ore 21) la
nuova linea «Catharis», omaggio alla sua regione di provenienza, l'Ariège, dove
si commemorano gli 800 anni dal primo massacro dei Catari. Su invito, tel.
011/884123. Iniziativa a favore di Abibi «Amici Bimbi». Ex Tempio metodista,
via Lagrange
( da "Tirreno, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il concorso
organizzato dal Museo del tessuto Play Trend nel calendario europeo della
creatività PRATO. Il concorso Play Trend - organizzato dalla Fondazione Museo
del Tessuto di Prato con il supporto del main sponsor Patrizia Pepe, dello
sponsor finanziario Cariprato e di importanti aziende tessili del distretto
pratese (Lanificio Becagli, Faliero Sarti, Furpile Idea, Ultra) - entra nel
calendario ufficiale dell'anno europeo della creatività e dell'innovazione per
la sua capacità di promuovere talenti emergenti nel mondo imprenditoriale, in
quanto competenze chiave per lo sviluppo sociale ed economico dei territori. Lo
ha stabilito il Gruppo di coordinamento interministeriale e interistituzionale
- composto da rappresentanti dei Ministeri dell'Istruzione, dell'Università e
della Ricerca; del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali; della
Pubblica Amministrazione e dell'Innovazione; per i Beni Culturali e le Attività
Culturali. Insieme alle Agenzie LLPP Leonardo da Vinci; Comenius, Erasmus,
Grundtvig e Visite di Studio e l'Agenzia Nazionale Sviluppo Autonomia
Scolastica (ex-Indire) - che ha dichiarato il 2009 Anno Europeo della
Creatività e dell'Innovazione (www.create2009-italia.it). Lanciato a febbraio
il Concorso è rivolto a giovani (18- 33 anni) del settore moda e design della
Comunita' Europea, e prevede la realizzazione di progetti grafici che
reinterpretino in chiave personale e contemporanea il movimento artistico del
Bauhaus, di cui quest'anno ricorrono i 90 anni dalla nascita. Un outfit femminile
di 3 capi ispirato al tema Bauhaus reloaded. Già circa 300 gli iscritti
provenienti da 20 paesi della Comunità Europea, tra i quali alcuni studenti
presso importanti istituti come la Central St.Martin, Londra; Royal Academy,
Anversa; Koefia, Roma; Marangoni ed IED, Milano. E oltre 5.000 i contatti con
più di 10.000 pagine visitate da stati dell'area CE, USA,
America Latina (Argentina, Brasile,Colombia), Asia, Estremo Oriente (Turchia,
Emirati Arabi, India, Taiwan, Cina, Filippine, Giappone) fino
all'Australia Il punto di forza e di novità di Play Trend consiste nell'avere
previsto a luglio per i primi 8 designati una residenza creativa di una
settimana - Fashion Hub - all'interno del distretto di Prato.
( da "Secolo XIX, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Stiamo ripartendo».
La Germania vede la fine del tunnel recessione Primi segnali di ripresa dal
settore industriale. Operatori ottimisti: «Potremmo rimetterci in moto prima
dell'estate» 22/04/2009 berlino. L'economia tedesca si appresta a toccare il
punto più basso della sua caduta e potrebbe rimettersi in moto già nella
seconda metà dell'anno. È questo, in sintesi, il messaggio inviato ieri dagli
esperti dell'istituto Zew, secondo i quali il clima di fiducia nel mondo
finanziario della Germania va migliorando. Per la prima volta dal luglio del
( da "Repubblica, La"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 39 - Esteri
Oggi si celebra la "Giornata della Terra" E per la prima volta, dopo
anni, lo smog cala Se la recessione fa bene all´ambiente A Pechino in 7 anni
l´inquinamento è diminuito del 25% Gli scienziati: "Grazie alla
crisi" Ma dall´Europa agli Stati Uniti il fenomeno è riscontrabile quasi
ovunque FEDERICO RAMPINI PECHINO dal nostro corrispondente Dopo cinque anni di
vita a Pechino, una delle città più inquinate del pianeta, la mia sensazione di
un calo nello smog poteva essere dovuta a semplice assuefazione. Ma un panel
indipendente di esperti internazionali conferma quello che le narici di noi
residenti avvertono da qualche tempo. Nella capitale cinese l´inquinamento
atmosferico dell´ultimo trimestre è stato inferiore del 25% rispetto ai 7 anni
precedenti. Lo scienziato Chak Chan della Hong Kong University of Technology
non ha dubbi: «E´ grazie alla recessione». Per i fautori della de-crescita è un
trionfo della loro tesi: la migliore cura per l´ambiente è fermare lo sviluppo.
Segnali simili si moltiplicano in ogni angolo del pianeta. In America, da New
York a San Francisco, i pendolari costretti a risparmiare riscoprono in massa i
mezzi pubblici meno inquinanti, metropolitane e treni. Le compagnie aeree a
corto di passeggeri lasciano a terra molti apparecchi e disdicono i contratti
di acquisto con Airbus e Boeing. Centinaia di navi portacontainer, a Hong Kong
e Yokohama, Seul e Singapore, sono ferme per il crollo del commercio mondiale:
anche lo smog del trasporto marittimo si riduce. In Europa 150 città hanno
aderito al movimento delle Transition Town, che applicano una strategia
sistematica per la riduzione dei consumi energetici. Il laboratorio più vasto
per misurare "l´impatto verde" della crisi è la Repubblica Popolare,
che due anni fa superò gli Stati Uniti per il volume di Co2 rilasciato
nell´atmosfera. Non solo a Pechino ma in tutta la Cina un effetto positivo della recessione è innegabile. Nella
provincia meridionale del Guangdong hanno chiuso per bancarotta 62.400 imprese
in un solo trimestre. E quindi hanno smesso di rilasciare smog. La fine della
bolla speculativa immobiliare ha bloccato l´apertura di nuovi cantieri per
edificare grattacieli a Shanghai. Il consumo di elettricità (prodotta da
centrali a carbone) è in calo per la prima volta da decenni. Tutte le cause
dell´inquinamento sono in ritirata. Sulla sponda opposta del Pacifico si
accumulano nei piazzali di Detroit i Suv invenduti, disertati dai consumatori.
Diventa un simbolo nazionale la famiglia Wojtowicz di Alma, nel Michigan. Il
marito Patrick, ex camionista di 36 anni, la moglie Melissa di 37, la figlia
quindicenne Gabrielle, sono stati scelti dal giornale Usa
Today come i precursori di un nuovo trend: "La frugalità del XXI
secolo". I Wojtowicz hanno restituito alle banche tutte le carte di
credito. Hanno disdetto l´abbonamento alla tv via cavo. Hanno venduto nei
mercatini dell´usato i costosi giocattoli elettronici. Si sono ritirati in una
fattoria con porcile e pollaio per allevare gli animali, e un campicello di
( da "Messaggero, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 22 Aprile
2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - I pirati
cibernetici colpiscono di nuovo, direttamente al cuore della superpotenza.
Senza che nessuno se ne acorgesse, una "talpa" si è ripetutamente
introdotta nei computer che programmano il nuovo supercaccia dell'Aeronautica Usa, il Joint Strike Fighter 35, uno dei progetti più
costosi e tecnologicamente avanzati mai adottati dalle Forze Armate americane.
Gli hackers sarebbero riusciti a rubare molte informazioni, ma non i dati più
sensibili che riguardano i comandi di volo, perché questi vengono studiati su
computer non collegati a internet. Già nel maggio del 2008 fu lanciato
l'allarme da un ispettore del Pentagono, che si era convinto che le tre aziende
appaltatrici del progetto non effettuavano sufficienti controlli sulla
sicurezza del progetto. Le denunce dell'ispettore vennero tuttavia liquidate
come infondate. Ma adesso il quotidiano Wall Street Journal rivela che
l'allarme era giustificato, tant'è che i pirati cibernetici hanno potuto
copiare buona parte del disegno dell'aereo. L'identità di questi pirati rimane
ignota. Le incursioni sembrano venire da vari Paesi, incluso
Paesi alleati degli Usa. Il Pentagono sospetta tuttavia che l'attacco sia stato ideato
dalla Cina, che rimedierebbe con la sua bravura nel campo dello spionaggio
cibernetico alla sua arretratezza nel campo degli armamenti. Ma il governo
cinese ha reagito ieri con una dichiarazioone categorica: «La Cina si oppone e vieta ogni forma di crimine cibernetico. Le
accuse americane sono il prodotto di una mentalità da guerra fredda». Gli
attacchi cibernetici al cuore dei sistemi americani non sono una novità. Negli
ultimi mesi qualcuno si è intrufolato nel network elettrico del Paese. Anche in
quel caso è stato il Wall Street Journal a scoprire l'incursione e a renderla
pubblica. Sembra che i malintenzionati abbiano anche lasciato comandi
"dormienti" che potrebbero a sorpresa bloccare l'erogazione
dell'energia. Gli investigatori pensano che dietro quell'attacco potesse
esserci la mano di Mosca o anche di Pechino. Una fonte anonima ha detto al
quotidiano: «Se dovesse scoppiare la guerra fra di noi, potranno azionare quei
comandi e toglierci l'energia». L'anno scorso, i pirati si sono introdotti nel
sito della Casa Bianca, forando le difese del sistema di posta elettronica. Una
fonte dell'Amministrazione Bush reagì: «E' una continua lotta fra il gatto e il
topo. Il muro protettivo viene violato e noi lo ricostruiamo.».
L'Amministrazione Obama pensa tuttavia che sia arrivato il momento di nominare
degli esperti che si occupino esclusivamente della sicurezza cibernetca
americana. Obama vorebbe uno specialista civile che coordini le diverse
strategie e un militare che organizzi i metodi di difesa dei network.
( da "MF Fashion" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF Fashion sezione:
Dossier Salone del mobile data: 22/04/2009 - pag: 14 autore: Interviste Moroso,
il contract salverà il made in Italy Il presidente di Assarredo vede nel
business delle grandi commesse furniture una delle soluzioni alla crisi. A
patto che le aziende italiane facciano squadra, senza dimenticare la
flessibilità del mobile tricolore. Barbara Rodeschini Creative, flessibili e
coscienti del proprio valore. Così devono essere le aziende del mobile italiano
impegnate sul fronte Contract. Parola di Roberto Moroso, presidente di
Assarredo, l'Associazione nazionale delle industrie produttrici di mobili,
imbottiti, cucine, sistemi per dormire, arredo urbano e per esterni,
complementi d'arredo, arredamenti commerciali, aste e cornici, contract,
fai-da-te che ha come compito di rappresentare, assistere e tutelare le aziende
italiane del settore dell'arredamento, promuovendone gli interessi a livello
locale, nazionale e internazionale. «Crediamo che il punto più basso della
crisi sia passato ma ora tocca alle nostre aziende essere capaci di reagire
tenendo le posizioni fin qui acquisite e non perdendo di vista i valori che da
sempre animano la produzione di mobili italiani», ha spiegato a MFF il manager,
«quando si parla di contract si va ad analizzare un segmento molto più ampio
del singolo prodotto: qui è fondamentale essere flessibili, creativi e
organizzati, tutte caratteristiche proprie della nostra industria e delle
nostre piccole/medie aziende. Certo la situazione avrà bisogno di altro tempo
per migliorare ma l'Italia è un'eccellenza di cui andare orgogliosi e non
bisogna temere la competizione internazionale». Mondo complesso quello del
contract o delle forniture per grandi progetti, che trova
casa soprattutto nelle economie più effervescenti da quelle mediorientali alla Cina passando per l'area dell'ex Unione Sovietica e che in questo
momento congiunturale deve sapersi imporre e garantire il livello qualitativo
che da sempre contraddistingue l'operato italiano da quello di altri paesi che
magari costano meno ma sono anche meno affidabili. «La crisi ha colpito
tutto il mondo ma questo non è un buon motivo per perdere terreno in quei paesi
dove abbiamo lavorato a lungo per distinguerci come negli Usa»,
ha continuato Moroso, che è anche amministratore delegato della Moroso spa,
«non è un caso che la community del design abbia scelto l'Italia e in
particolare Milano per riunirsi annualmente. E le nostre aziende, anche quelle
piccole e medie che rappresentano l'ossatura del nostro sistema, devono
convincersi che anche in questo periodo più critici sono in assoluto il meglio
al mondo. Essere italiani nel mondo dell'arredo è un plus unico che va
sfruttato ma anche onorato con capacità organizzativa e flessibilità di
pensiero. Spesso», ha continuato, «mi chiedono quali siano le strategie per
vincere la concorrenza, quella cinese per prima. Non mi stancherò mai di
ripetere che avere prezzi concorrenziali non è sufficiente per espugnare il
mercato se a questo non fa seguito una creatività concreta, un servizio
affidabile e soprattutto una qualità autentica. La nostra associazione promuove
dei valori onesti in tutto il mondo attraverso manifestazioni specifiche: dopo
il Salone sarà la volta di New York e poi dell'area russa».
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-04-22 - pag: 1 autore: A Siracusa il G-8 sul clima
Prove di intesa sull'effetto serra. E Londra si mobilita per le api Inizia a
Siracusa il vertice del G-8, allargato ad altri 12 Paesi
(compresi Cina e India), sui cambiamenti climatici. è un banco di prova
importante dopo la svolta impressa da Barack Obama alla linea Usa sull'effetto serra. Il Governo inglese lancia un piano per
tutelare le api. Oggi, Giornata mondiale della Terra, Il Sole 24 Ore esce a
«Impatto Zero». Servizi u pagine 12 e
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-04-22 - pag: 14 autore: MERCATI E
MERCANTI ... Washington, il «Consensus» non è morto C on la crisi, il
"consenso di Washington" è morto, ha annunciato al vertice del G-20
di Londra il premier britannico Gordon Brown. Applausi dell'asse
franco-tedesco, sempre pronto a seppellire ogni dottrina che contenga la parola
Washington e che quindi sappia di odioso "capitalismo anglosassone".
Esultanza dei no global, per i quali il consenso di
Washington si identifica con la globalizzazione e con il "pensiero unico
neo-liberale". Prima di affossarlo, è bene intendersi su cosa sia il
cosiddetto Washington Consensus.L'espressione, coniata nel 1989 dall'economista
inglese John Williamson, si riferiva ai Paesi emergenti, soprattuto l'America
Latina, e contiene dieci punti, dei quali i più importanti sono:
disciplina di bilancio; riorientamento della spesa pubblica da difesa,
burocrazia, sussidi improduttivi verso sanità, istruzione e infrastrutture;
riforma fiscale per far pagare le tasse a tutti e pagare di meno; cambio
competitivo; liberalizzazione dei commerci e finanziaria; privatizzazioni;
apertura agli investimenti esteri. Lo stesso Williamson li riassume in tre
principi: globalizzazione, economia di mercato, disciplina fiscale. Lungi
dall'essere un vero e proprio consenso, anche se fu adottato più o meno
esplicitamente da alcuni Governi (Cile, Brasile) e da alcune istituzioni, come
Fondo monetario e Banca mondiale, ha forse avuto maggior successo come
bersaglio dei suoi critici, soprattutto nella caricatura, secondo Williamson,
che ne ha fatto Joseph Stiglitz. A prima vista, molte delle fondamenta del
consenso di Washington sono state travolte dalla crisi globale degli ultimi due
anni. La disciplina fiscale dalla necessità di pompare soldi pubblici nel
rilancio dell'economia e nei salvataggi delle banche, la liberalizzazione dei
commerci dalla paralisi del Doha Round, quella finanziaria dagli eccessi del
modello che aveva preso piede a Wall Street e nella City, le privatizzazioni
dall'intervento dei Governi nel capitale delle banche in difficoltà. Una sorta
di "inversione a U" collettiva da parte dei Governi delle economie
più importanti. Inoltre, il Washington Consensus era gravemente carente (ma del
resto, nell'America Latina degli anni 80, il problema non era così pressante)
sulla regolamentazione e i controlli sul sistema finanziario, sui quali invece
il G-20 ora ovviamente insiste molto. Lo stesso vertice di Londra, tuttavia, e
soprattutto la prospettiva del dopo-crisi, non sconfessano i pilastri del
consenso di Washington:dopo l'emergenza, l'esplosione del debito pubblico dovrà
rientrare per evitare il collasso finanziario dei conti pubblici; la
globalizzazione (di cui vanno condivisi meglio i benefici) e l'economia di
mercato restano la via maestra per la prosperità, le nazionalizzazioni bancarie
non sono certo un'opzione di lungo periodo. Forse la notizia della morte del
consenso di Washington, come quella di Mark Twain, è grandemente esagerata. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA www.ilsole24ore.com/economia Online «Mercati e mercanti»
di Alessandro Merli di Alessandro Merli
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-04-22 - pag: 45 autore: Grande
distribuzione. L'espansione internazionale e i prodotti a basso costo hanno
sostenuto i conti Record di profitti per Tesco I supermercati britannici
chiudono l'anno con ricavi in aumento Nicol Degli Innocenti LONDRA Un miliardo
di sterline di vendite alla settimana: questa la risposta di Tesco alle voci di
un calo della crescita dovuto alla recessione. Il numero uno britannico dei supermercati
britannico ha annunciato ieri risultati annuali superiori alle previsioni degli
analisti. Gli utili al lordo delle imposte hanno raggiunto quota 3,13 miliardi
di sterline, un record per una catena di negozi britannica e un aumento del 10%
rispetto allo scorso anno. Le vendite sono salite del 15,1% a 59,4 miliardi di
sterline a livello globale. Il gruppo ha dichiarato un dividendo finale agli
azionisti di 11,96p, in aumento del 10 per cento. «In questa fase di crisi
economica ci siamo adeguati alle necessità dei nostri clienti abbassando i
prezzi e introducendo più prodotti a buon mercato, – ha spiegato ieri Terry
Leahy, chief executive del gruppo e artefice della sua rapida crescita
internazionale negli ultimi anni. – Cominciamo a vedere segnali di stabilità in
molti mercati, ma è troppo presto per chiamarla ripresa ». La strategia di
Leahy di puntare sull'estero fino a diventare il numero tre al mondo del
settore sembra essersi rivelata vincente. Le vendite internazionali sono
infatti aumentate del 14% nell'ultimo anno e la vera accelerazione della
crescita viene dall'Asia. Il gruppo ha una forte presenza
in Cina e di recente ha acquistato la catena di negozi Homever in Corea
del Sud. Performance positiva anche in Europa, dove le vendite sono aumentate
del 29,1 per cento. Meno brillante la situazione negli Stati Uniti, dove la
catena Fresh & Easy rilevata da Tesco ha più che raddoppiato le perdite,
salite da 62a 142 milioni di sterline. Leahy ha detto che la recessione
è più grave negli Usa e che per questo il gruppo ha
deciso di rallentare l'espansione e non fa previsioni su quando l'investimento
fatto produrrà un utile. La Gran Bretagna resta comunque il maggiore mercato
per Tesco, che vende circa un terzo dei generi alimentari acquistati nel Paese.
Le vendite nell'ultimo anno sono aumentate a 41,5 miliardi di sterline.
Nonostante la concorrenza in aumento da parte di gruppi rivali come Asda,del
gruppo Wal- Mart, Sainsbury's e Morrison, Tesco ha insistito ieri che «non sta
perdendo quote di mercato ».Le previsioni per il 2009 sono di «un anno
difficile», anche se nelle ultime sei settimane le vendite sono aumentate del
3,4 per cento. Il gruppo continua ad ampliare l'offerta di servizi e ha da poco
annunciato l'apertura sia di sportelli bancari che di centri di telefonia
mobile all'interno dei suoi supermercati. L'altra nota negativa nell'annuncio
del gruppo è l'aumento del debito, salito oltre le previsioni a 9,6 miliardidi
sterline soprattutto a causa dei forti investimenti in centri commerciali in Cinae in Corea del Sud. Il gruppo, che ora ha 440mila
dipendenti in 14 Paesi, ha dichiarato che intende frenare le spese dai 4,7
miliardi di sterline dell'anno scorso a 3,5 miliardi quest'anno per ridurre
l'indebitamento. Tesco intende però continuare l'espansione e ha annunciato
ieri che quest'anno creerà 26mila nuovi posti di lavoro, 11mila dei quali in
Gran Bretagna, e aprirà 800mila metri quadri di nuovi supermercati e negozi,
tre quarti dei quali all'estero. Il mercato ha reagito positivamente ai risultati
del gruppo e il titolo Tesco ha chiuso in rialzo del 4,9% a 248,3p alla Borsa
di Londra. © RIPRODUZIONE RISERVATA I RISULTATI Gli utili e i dividendi della
catena sono cresciuti del 10%, le vendite sono migliorate del 15% Il titolo
vola a Londra (+5%)
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MATERIE PRIME data: 2009-04-22 - pag: 48 autore: Siderurgia. Secondo
la Wsa la produzione globale è diminuita del 22,8% nel primo trimestre Cala
ancora l'output di acciaio Ma per alcuni analisti il peggio potrebbe ormai
essere alle spalle Sissi Bellomo Si prospetta un mercato a due velocità per
l'industria dell'acciaio, con alcune aree del mondo che manifestano già qualche
piccolo segnale di ripresa e altre in cui la crisi sembra destinata a durare
più a lungo. Le statistiche della World Steel Association (Wsa) mostrano che la
contrazione del settore siderurgico è proseguita anche in marzo: lo scorso mese
l'output si è ridotto del 23,5% a 92 milioni di tonnellate, un calo che porta a
concludere il primo trimestre a quota 264 milioni di tonn. (-22,8%). Alcuni
analisti, tuttavia, ritengono che a livello globale il peggio possa essere alle
spalle. «Se si considera la produzione su base giornaliera – osserva Michael
Shillaker, di Credit Suisse – al netto della Cina il
mercato ha toccato il fondo in gennaio, mentre in febbraio e marzo si è un po'
ripreso. Penso che la tendenza continuerà». In effetti, nel primo mese
dell'anno l'output globale è stato di circa 2,78 milioni di tonn. al giorno,
per poi risalire nei mesi successivi intorno a 3 milioni. Dietro il dato
complessivo si nascondono però situazioni molto diverse, con alcuni Paesi che
in marzo hanno registrato una flessione produttiva ben superiore alla media:
negli Usa ad esempio c'è stato un crollo del 52,7%,
mentre l'Unione europea nel suo complesso ha perso il 45,3% di produzione, con
l'Italia a 1,7 milioni di tonn. (-42,7%) e la Germania a 2,1 milioni(-49,8%). I
tedeschi in particolare vedono nero anche per il futuro. L'associazione locale
delle imprese siderurgiche, la Wirtschaftsvereinigung Stahl, ha lanciato
proprio ieri un allarme sulla produzione, che – dopo essere scesa del 5,6% nel
( da "Manifesto, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
PENTAGONO Gli hacker
rubano i dati del progetto Jsf Craccati dai cinesi. Fonti militari statunitensi
hanno rivelato che i dati del «più costoso progetto militare della storia»
sarebbero stati rubati da hacker che sarebbero riusciti ad introdursi nei
computer di alcune ditte che partecipano alla progettazione costruzione degli
F-35. La notizia è stata rilanciata ieri dal Wall Street Journal. I pirati
informatici avrebbero scaricato alcuni TeraByte di dati realitivi al design e
ai sistemi elettronici dei cacciabombardieri. Non sarebbero, però, riusciti ad
accedere alle informazioni più riservate conservate in computer non in rete e
dunque isolate. Secondo il Pentagono, episodi di questo tipo sarebbero in
crescita e i colpevoli sarebbero cittadini cinesi. L'ambasciata
cinese a Washington ha risposto seccamente che la Cina proibisce
ogni forma di crimine informativo e ha definito i report americani «un prodotto
della mentalità da guerra fredda». Gli Usa non hanno un
ufficio unico per la sicurezza informatica, per crearlo Bush avrebbe stanziato
17 miliardi di dollari, cifra che Obama è pronto a spendere. Il progetto
F-35 costa 3000 miliardi di dollari e richiede per funzionare 7,5 milioni di
righe di codice di programmi informatici, tre volte di più degli attuali usati
attualmente dalla US Air Force.
( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
CRONACHE MARCHE pag.
15 di SOLIDEA VITALI ROSATI WASHINGTON E' THOMAS Friedman... di SOLIDEA VITALI
ROSATI WASHINGTON E' THOMAS Friedman il vincitore dell'Urbino Press Award
edizione 2009. Editorialista di politica estera per il «New York Times», per
ben tre volte premio Pulitzer, Friedman è anche autore di successo con
all'attivo oltre otto milioni di copie di libri venduti in tutto il mondo. In
Italia, dove arriverà il 18 giugno a Urbino per ricevere personalmente il
riconoscimento che lo attesta tra i grandi testimoni del nostro tempo, è
tradotto da Mondadori e vanta numerosi titoli sold out': da Le radici del
futuro del (2001) praticamente introvabile a Il mondo dopo l'11 settembre del
2003, passando per il rivoluzionario Il mondo è piatto del 2006 fino al suo
utimissimo, fresco di stampa e mai ancora presentato, Caldo, Piatto e
affollato. «Il futuro è una scelta, non una fatalità, ignorare i problemi di
oggi significa perdere l'occasione di poterlo cambiare» ha scritto nel suo
ultimo libro dove, con la lucidità di chi sa attingere dalle fonti della
conoscenza e il pragmatico spirito americano, Friedman ci racconterà cosa si
potrebbe cominciare a fare per evitare la cosiddetta catastrofe legata a
fattori solo in parte irreversibili come il surriscaldamento, la globalizzazione fino al dissennato sfruttamento delle risorse
terrestri. L'annuncio dell'assegnazione del Premio non poteva quindi che essere
un grande evento mondano, come da quattro anni a questa parte, capace di
attrarre all'Ambasciata d'Italia a Washington trecento personalità di spicco
del mondo dell'informazione, della cultura e della politica economica
internazionale. AD APPLAUDIRE il breve ma ispirato discorso che Friedman ha
tenuto lunedì nell'Auditorium di Whitehaven Street per ringraziare e accettare
l'invito di giugno insieme all'ambasciatore d'Italia Giovanni Castellaneta
c'erano l'ambasciatore d'Israele Salai Meridor, duecento tra giornalisti delle
maggiori testate americane, colleghi e amici di Friedman, anchorman e numerosi
funzionari dell'amministrazione Obama. In occasione del premio a Friedman al
previsto concerto degli OperaPop (Davide Di Gregorio, Enrico Giovagnoli e
Francesca Carli), si è unito un goliardico e trascinante spettacolo dei
Suspicious Package insolita band costituita da due sottosegretari di Stato, un
cartoonist del Washington Post, giornalisti di Bloomberg e Los Angeles Times,
un premio Pulitzer. Nella proiezione del video dedicato ad Urbino completo di
interventi istituzionali, dal saluto del sindaco Franco Corbucci, del
presidente della Provincia Palmiro Ucchielli, del presidente della Camera di
Commercio Alberto Drudi, dell'Aspin 2000 Luigino Gambini, alla presentazione
tout court del Premio da parte del presidente dell'Urbino Press Award Giovanni
Lani e dello sponsor Giacomo Guidi, si è aggiunto un estratto dell'ultimo
incontro tra Wim Wenders e Guidi a Urbino, dove il regista ha avvallato il
pensiero positivo dell'autore del Mondo è piatto affermando che «la
globalizzazione finirà ha detto Wenders e la ricorderemo come il passaggio di
un medioevo prima della fioritura di un nuovo Rinascimento che prenderà le
mosse dalla necessità di riqualificare identità e cultura materiale locali».
( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
FANO pag. 13
Solidarietà: giovani addestrati per andare in Africa FANO CAPOFILA UNA INTENSA
tre giorni di lavoro per i partecipanti del corso di preparazione per brevi
periodi di cooperazione e volontariato in Africa, promossi dall'organizzazione
«L'Africa chiama». A Fano, dal 17 al 19 aprile, l'associazione impegnata in
attività di informazione, sensibilizzazione e cooperazione per lo sviluppo del
continente africano, con il presidente Italo Nannini (nella foto è il primo a
sinistra), ha formato i partecipanti del corso che nei prossimi mesi avranno la
possibilità di fare esperienza in Kenya, Tanzania e Zambia. I temi trattati
hanno spaziato dall'educazione alla mondialità alla
globalizzazione dei diritti, dai nuovi stili di vita e nuovi modelli di
sviluppo all'informazione alternativa, dal mondo che vogliamo all'ascolto e il
rispetto per l'Africa. Molto entusiaste le valutazioni dei partecipanti che si
apprestano a partire per un'emozionante esperienza di volontariato nelle
strutture de «L'Africa chiama», dove capiranno ancora meglio il
continente nero, la sua cultura, i suoi valori e le sue grandi potenzialità.
Per informazioni: 0721-865159 oppure al sito internet www.lafricachiama.org.
Per sostenere le attività dell'associazione è possibile donare il 5 x mille
(codice fiscale 90021270419).
( da "Milano Finanza (MF)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Mercati
Globali data: 22/04/2009 - pag: 18 autore: di Andrea Montanari per la casa
motociclistica nel 2008 ricavi in crescita del 18% a 469 mln. balza del 39%
l'ebitda Si impennano i profitti di Ducati Il gruppo
debutta in Cina per accrescere la quota del mercato mondiale oltre il 6% Ma il
2009 sarà un anno di consolidamento Per Ducati il 2008 «è il migliore anno in
assoluto» della storia del gruppo. E se la casa motociclistica di Borgo
Panigale fosse rimasta a Piazza Affari, probabilmente si sarebbe fatta un baffo
della crisi che ha travolto i mercati. I numeri infatti destano
sensazione: il fatturato è cresciuto del 18% a 469,3 milioni. Ancora meglio ha
fatto l'ebitda, balzato del 39% a 76,5 milioni. Non è però stato diffuso il
dato sull'utile: si sa solo che al 30 settembre era di 32,3 milioni. Invece, la
Ducati, controllata dal fondo Investindustrial dei Bonomi, dal 19 dicembre
scorso è fuori dal listino. Il gruppo che vanta un ricco palmarès di successi
nel campionato Superbike e che nel
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corsari della rete
«rubano» il supercaccia --> Mercoledì 22 Aprile 2009 SOCIETA, pagina 9
e-mail print Il supercaccia F-35 foto Ansa WASHINGTONIl Pentagono è sotto
attacco da mesi da parte di cyberspie in apparenza provenienti dalla Cina, che sono riuscite a violare i computer della Difesa e
a mettere le mani su segreti preziosi. I progetti del supercaccia F-35, un
progetto internazionale a cui partecipa anche l'Italia, sembrano essere finiti
in mani sbagliate e le spie ora conoscono i piani del più costoso programma
militare americano. La rivelazione è arrivata con un ampio servizio sulla prima
pagina del Wall Street Journal e le fonti ufficiali della Difesa non l'hanno
smentita, pur cercando di ridimensionarne la portata. Il furto «non crea
inquietudini particolari», ha assicurato il portavoce del Pentagono, Bryan
Whitman, aggiungendo però che negli ultimi tempi gli attacchi informatici
contro il quartier generale militare a Washington «sono più che raddoppiati». I
vertici dell'intelligence del resto nei giorni scorsi avevano già messo in
guardia sull'escalation di cyberspionaggio in corso, e il capo del Pentagono,
Robert Gates, nell'annunciare giorni fa tagli di ogni genere al bilancio della
Difesa, ha avvertito che aumenterà invece le spese destinate a proteggere la
rete informatica militare. Il furto dei progetti sarebbe avvenuto a più riprese
a partire dal 2007, intensificandosi negli ultimi mesi. Si tratta dello stesso
arco di tempo in cui gli Usa, secondo un'altra
rivelazione del Wall Street Journal dei giorni scorsi, hanno visto infiltrare
la loro rete elettrica nazionale, da parte di spie straniere che avrebbero
piazzato dispositivi in grado, in futuro, di metterla in ginocchio. Uno
scenario da guerra di spie che rende più urgenti alcuni passi che il presidente
Barack Obama si appresta a fare. Sviluppando un piano da 17 miliardi di dollari
per la sicurezza informatica varato da George W. Bush, la Casa Bianca dovrebbe
presto nominare uno «zar» per la cybersicurezza e creare un nuovo comando del
Pentagono dedicato solo alle guerre digitali. Il caccia F-35 Lightning II,
frutto del progetto noto come Joint Strike Fighter (Jsf), è un gigantesco
programma da 300 miliardi di dollari che vede gli Usa
impegnati con altri otto paesi - tra cui l'Italia - nella messa a punto
dell'aereo da combattimento del futuro. Capofila nello sviluppo è Lockheed
Martin, affiancata da Northrop Grumman e Bae System (Finmeccanica partecipa con
Alenia Aeronautica). Il caccia è in fase di test e il suo sviluppo è anche
tecnologicamente un'impresa enorme: le istruzioni su come è strutturato l'aereo
coprono 7,5 milioni di righe di programma, e le spie avrebbero scaricato dai
computer del Pentagono vari terabytes (cioè migliaia di gigabytes) di dati. Non
sarebbero però state intaccate le informazioni più riservate, custodite in
computer non collegati in rete. Oltre alla Cina, che in questi giorni ha ripetutamente smentito di essere
impegnata in alcuna attività di cyberspionaggio contro gli Usa, le fonti anonime citate dal Wall Street Journal hanno indicato
anche entità turche come possibili responsabili delle infiltrazioni. La
Turchia è uno dei Paesi che partecipa al progetto Jsf. Marco Bardazzi
22/04/2009 nascosto-->
( da "Giornale di Brescia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 22/04/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:gdb università Scatta la Settimana del
cinema Proiezioni in lingua originale in via Trieste e in contrada Santa Croce
Studentesse nel cortile della Cattolica Semaine du cinéma. Filmwoche. Semana de
películas. Movie week. O se preferite, semplicemente Settimana del cinema. Dallo
scorso lunedì e fino al prossimo venerdì, nella sede bresciana dell'Università
Cattolica il cinema in lingua straniera è protagonista assoluto. Per favorire
l'approfondimento degli idiomi oggetto di studio secondo una modalità piacevole
e multisensoriale, la facoltà di Lingue e Letterature straniere dell'ateneo di
via Trieste sta infatti proponendo una rassegna di film in lingua originale.
Tutti proiettati con i sottotitoli. Ogni proiezione - la partecipazione è
aperta a tutti gli studenti delle lauree triennale e specialistiche - è
preceduta da una nota introduttiva a cura di docenti della facoltà su aspetti
socio-culturali, storici o linguistici degni di riflessione. Lunedì scorso la
prima pellicola proiettata, in lingua francese, è stata «Ensemble, c'est tout»
(Francia, 2007). Oggi alle 9.30 nell'aula 12 di contrada Santa Croce 17 sarà la
volta di «Die Fälscher» (Austria-Germania, 2007). Domani alle 13.30 nell'aula
Gemelli di via Trieste 17 toccherà a «Las 13 rosas» (Spagna, 2007). Gran finale
venerdì 24 con una doppia proiezione sempre nell'aula 12 della sede di contrada
Santa Croce. Alle 10 gli studenti potranno vedere la
pellicola «Shower» (Cina, 1999). Mentre alle 12 sarà la volta di «Juno» (Canada-Usa, 2007). L'iniziativa rientra nelle tipologie di esperienze che
danno luogo al riconoscimento di crediti formativi universitari. Per ulteriori
informazioni è possibile contattare il Servizio formazione permanente
dell'Università Cattolica allo 030.2406501.
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
PRIMO PIANO pag. 4
NEW YORK IL SUPERBOMBARDIERE F-35 destinato a diventare il gioiello d'attacco
... NEW YORK IL SUPERBOMBARDIERE F-35 destinato a diventare il gioiello
d'attacco nelle guerre future del Pentagono, potrebbe vedere i suoi piloti
brancolare nel buio per mancanza dell'assistenza elettronica via radar. Secondo
il Wall Street Journal, il più grosso progetto militare del Pentagono del
valore di 300 miliardi di dollari sarebbe finito sotto attacco degli hackers.
Molti file contenenti informazioni top secret sulle strumentazioni elettroniche
di bordo dell'F35, sarebbero stati copiati da pirati cibernetici rendendo il
prototipo e i suoi sistemi di difesa molto più vulnerabili. Ma la sorpresa più
grande è un'altra. Sempre secondo il WSJ tutti questi attacchi al sistema
Internet del ministero della difesa americana proverrebbero dalla Cina. Mentre Obama e il presidente cinese Hu si scambiano segni di
amicizia e collaborazione finanziaria ed economica ai summit del G 20 i
«pirati» del Grande Oriente con uno schermo e una semplice tastiera cercano di
penetrare la fortezza telematica del Pentagono, dove risiede il cervello
dell'intero sistema difensivo Usa e questa volta il colpo sarebbe
eccezionale perché gli hackers cinesi o meno sarebbero riusciti ad
intercettare i codici del «Joint Strike Fighter» che costituiscono la
sofisticata tecnologia dell'F-35 col rischio di ritrovarla in mani nemiche. Il
sospetto delle spie cibernetiche cinesi si fonda su un recente rapporto del
Pentagono che riconosce come i militari di Pechino negli ultimi mesi abbiano
fatto straordinari progressi nello sviluppare il loro sistema di scudo spaziale
e una vera e propria «contraerea che fluttua nel Web». L'ambasciata cinese di
Washington naturalmente ha smentito con sdegno dicendo che «la Cina si oppone e condanna ogni forma di cyber-crimine». g.
p. p.
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
PRIMO PIANO pag. 5
GLI 007 ARMATI DI MOUSE IL COMMENTO QUALCHE analista, studiando i rapporti di
forza tra attaccanti e vittime nel cyberspazio, vede disegnarsi una logica per
blocchi, come durante la guerra fredda. Lo schema, dibattuto al Forum internazionale
sulla Cybercriminalità che il 24 marzo scorso a Lille ha cercato di distinguere
i delitti cibernetici dagli atti di guerra, piazza da una
parte i Paesi in crescita (Cina e Russia), dall'altra le
Potenze tecnologiche occidentali. Come rileva nel numero di marzo la Revue de
Défense National, i tentativi via internet di fare fallire un'operazione
militare hanno un'efficacia direttamente legata alla capacità di informazione e
pianificazione dell'avversario. In altre parole, più ti affidi alla
tecnologia per condurre le tue strategie militari nel mondo reale, più sei
soggetto a essere confuso e sbaragliato nella spazio virtuale. Il sistema più
semplice sta nel mettere progressivamente in movimento i dispositivi di difesa
dell'avversario senza che vi sia la necessaria coordinazione lungo la sua
intera linea militare. Per comprendere quanto ciò possa risultare micidiale,
basti pensare che la dottrina militare Usa si
concentra da anni sul raggiungimento, attraverso le tecnologie informatiche,
della fantomatica Perfect situational awareness', la perfetta consapevolezza
della situazione'. Significa rendere sempre disponibili in combattimento, nel
momento necessario e a livello di plotone o compagnia, tutte le informazioni
circa il nemico e le sue intenzioni. Ciò presuppone che ciascuna unità,
all'interno dello spazio della battaglia, produca e sfrutti le informazioni che
via via ottiene nello stesso identico modo. Figurarsi se le informazioni sono
manipolate. Un problema persistente durante un cyberattack è poi l'identificazione
esatta dell'attaccante. Uno Stato desideroso di anonimato può affittare' le
reti di computer di organizzazioni terroristiche, per sferrare attacchi
provenienti da tutto il mondo. Nell'aprile
( da "Nazione, La (Firenze)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
VARIE pag. 12
Antonio Fulvi Livorno I NUMERI sono ogni anno ragguardevoli, ma per quanto da
record ... Antonio Fulvi Livorno I NUMERI sono ogni anno ragguardevoli, ma per
quanto da record non riescono a dare la vera idea del TAN, ovvero le regate del
Trofeo Accademia Navale e città di Livorno. Che è ormai alla vigilia della sua
XXVI edizione, tra domani e il 3 maggio, con dodici classi Fiv iscritte e
almeno cinquecento equipaggi sulla linea di partenza. I campi di regata saranno
una mezza dozzina, distesi lungo la costa livornese dal Calambrone fino a
Quercianella. In gara scendono imbarcazioni delle classi più diverse: dagli
yachts d'altura, sia di serie che prototipi, ai minuscoli Optimist per i
ragazzini under 14. Non mancano le classi progettate specificamente per i
diversamente abili: quest'anno sono attesi i monotipi monoposto 2.4 mR (forse
il singolo più diffuso al mondo, ben rappresentato anche alla Paraolimpiadi), i
biposto Martin 16 e i relativamente nuovi Dream, anch'essi biposto. Nella
tradizione del Tan ci sono anche le incredibili regate della classe Homerus,
barche che si sfidano in match race condotte esclusivamente da non vedenti
grazie a speciali boe sonore. C'È DAVVERO di tutto in questi undici giorni di
regate livornesi. Compresa una sostanziosa rappresentanza di equipaggi militari
delle marine da guerra di mezzo mondo. Hanno aderito in venti: tra cui Russia, Cina, India, Gran Bretagna, Tunisia, Marocco, Croazia, Argentina,
Brasile, Usa, Giappone. La sfida si disputa sui J-24, barche rigidamente
monotipo assegnate a sorteggio. E QUEST'ANNO le marine militari hanno deciso di
esibirsi per le strade di Livorno con una spettacolare parata che vedrà le loro
rappresentanze con bandiere e giodoni caratteristici. E' l'aspetto
ludico del Trofeo, che prevede anche spettacolarti lanci con il paracadute
degli incursori del Comsubin della Marina alla terrazza Mascagni, sul viale a
mare. Gran premiazione, infine, domenica 3 maggio all'Accademia. Sperando tanto
che sole e vento non siano avari.
( da "Unita, L'" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Terrorismo ed economia:
ecco i temi più dibattuti degli ultimi anni. E se tra loro esistesse una
relazione che va ben oltre le prime pagine dei giornali? Se la guerra contro il
terrorismo, inaugurata da George W. Bush all'indomani dell'11 settembre, avesse
in qualche modo contribuito alla crisi del credito? Si tratta d'interrogativi
sconcertanti, che recentemente molti si pongono. L'amministrazione Bush riceve
da Bill Clinton un piccolo surplus e Barack Obama - che sale al potere nel
mezzo della peggiore recessione del dopoguerra - eredita un debito pubblico di
10mila miliardi di dollari, pari al 70 per cento del Prodotto interno lordo
americano, o meglio, al 18 per cento dell'economia mondiale. Dove sono finiti
tutti quei soldi? Due guerre ancora in corso e un sistema di sicurezza
ambiziosissimo, quanto inconsistente, prosciugano le finanze dello Stato e
proiettano l'America tra i paesi con il debito pubblico più alto al mondo.
Tutto questo non sarebbe successo fino a vent'anni fa, quando i conflitti si
pagavano con l'erario pubblico anziché con la politica dei bassi tassi
d'interesse. Come dimenticare la storica decisione di Lyndon Johnson, negli
anni Sessanta, di aumentare la pressione fiscale per far fronte agli alti costi
della guerra nel Vietnam? Manovra necessaria e al tempo stesso profondamente
impopolare. A nessuno, infatti, piace finanziare di tasca propria la macchina
militare, anche se l'obiettivo è distruggere un super terrorista come Osama bin
Laden o sbarazzarsi dell'arcidittatore Saddam Hussein. A chi si domanda perché
queste guerre in Iraq e in Afghanistan, che sembrano interminabili, non abbiano
suscitato un movimento d'opposizione simile a quello che pose fine a quella del
Vietnam, si può rispondere che finché la spesa militare non tocca direttamente
il nostro portafoglio o intacca la nostra libertà, costringendoci ad andare al
fronte, i conflitti armati restano virtuali, vissuti esclusivamente attraverso
il filtro dei media. La paura del terrorismo. Neppure gli attentati
terroristici a Madrid e a Londra, ambedue legati al conflitto iracheno, ci
hanno fatto sentire quest'ultimo abbastanza vicino da coinvolgerci. Persino la
minaccia del terrorismo, dunque, ci tocca solo di striscio, quando le immagini
di sangue e morte fanno capolino sui nostri teleschermi o quando i politici le
usano per spaventarci. Dopo l'attentato di novembre
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del
Mezzogiorno sezione: 1PAGINA data: 22/04/2009 - pag: 1 SUD E GLOBALIZZAZIONE UN
MEZZOGIORNO NON LOCALE di ENZO GIUSTINO L a crisi finanziaria globale e
conseguentemente quella economica, ha rimesso in discussione molte certezze
che, dopo il crollo del muro di Berlino, si ritenevano ormai consolidate. In
particolare quella che il liberismo economico e, secondo più mirate
interpretazioni, il capitalismo che ne è espressione, siano da porre in
soffitta. Un ritorno cioè delle tesi che considerano l'intervento dello Stato
nell'economia, sotto ogni profilo, l'unica forma di garanzia per lo sviluppo,
l'occupazione e la stabilità. A rafforzare queste posizioni è di recente
intervenuta anche un'altra interpretazione. Quella secondo cui tutto quanto
avviene sia da attribuirsi unicamente alla globalizzazione.
Quest'ultima, ormai fuori controllo, avrebbe dato vita ad una sorta di
«capitalismo del disastro». È vero, sostiene Moisès Naim rispondendo a sette
domande sulla globalizzazione ( Il Sole 24 Ore). Tuttavia indietro non si
torna, afferma, ciò che si rivela indispensabile è dare risposta alla necessità
di una collaborazione diretta a risolvere i problemi collettivi. E il
G20, vale la pena aggiungere, appare essere impegnato proprio a perseguire
questo obiettivo. Se questo è vero, il ragionamento ci riporta in Europa. Fino
a pochi mesi fa l'Unione europea appariva saldamente ancorata alla prospettiva
di una unione non solo più economica, ma politica. L'approvazione del trattato
costituzionale e il recente documento di Parigi sull'Unione per il
Mediterraneo, che riafferma e rilancia l'importanza dell'Europartenariato, ne
danno conferma. Se poi tutto questo lo si raccorda con i tre obiettivi di fondo,
della «conoscenza », dello «sviluppo sostenibile » e della «solidarietà
sociale», che l'Europa si proponeva e si propone, si giunge agevolmente alla
conclusione che la politica a suo tempo impostata e voluta dai padri
dell'Europa, stimolati e assistiti dall'infaticabile opera di Jean Monnet, era
ed è in procinto di fare un salto di qualità. A Jean Monnet, i capi di Stato
riconobbero (1976), che «partito dagli interessi economici non rinunciò mai
all'obiettivo di una più vasta intesa tra gli uomini e i popoli d'Europa». Ed è
questo il cammino che l'Europa, sia pure tra pause e contraddizioni, non ha mai
abbandonato. Ora però, a causa della crisi, si registra una sorta di «ritirata
verso l'ideale nazionalistico», scrive Ulrich Beck, ( Corriere della Sera) il
che è fatale, aggiunge, perché trasforma «la minaccia della catastrofe in
realtà». Quando questo possa incidere negativamente sul nostro paese, in
particolare qui da noi nel Mezzogiorno, è agevolmente intuibile. Ed è in
ragione di questa negativa ipotesi che anche il Mezzogiorno deve mobilitarsi
sul piano delle cose da fare. In termini di efficienza nella pubblica
amministrazione; in termini di valorizzazione delle potenzialità e delle
risorse di cui dispone. Ma il Sud deve mobilitarsi anche sul piano delle
prospettive culturali e politiche atteso che, come è stato affermato, «se già
non esistesse l'Unione europea, sarebbe necessario inventarla oggi».
( da "Unita, L'" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
CACCIA USA, Hacker
rubano piani Pirateria informatica o spionaggio militare? Quale che sia,
qualcuno ha rubato i progetti dei nuovi caccia superbombardieri F-35 che la
Lockheed Martin sta realizzando per conto delle forze armate degli Stati Uniti.
Gli hacker sono riusciti a penetrare nel sistema informatico e a copiare molti
terabyte di dati relativi al design e ai sistemi elettronici dei Joint Strike
Fighter Lighting II, costo di 300 miliardi di dollari. Al
Pentagono sospettano che l'operazione, sia opera di spioni informatici e gli
occhi sono puntati sulla Cina da cui l'attacco sembra provenire. Ma Pechino accusa gli Usa di avere ancora una logica di guerra fredda e assicura la
persecuzione dei cyber crimini. In pillole
( da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
DAL MONDO 22-04-2009
Rubati i piani segretissimi del nuovo supercaccia Usa LO RIVELA IL «WALL STREET JOURNAL» HACKER ALL'ATTACCO NEW YORK
Violata la sicurezza informatica del Pentagono. Sospetti sulla Cina II Alcuni hacker sono riusciti a violare la sicurezza
informatica del Pentagono e a rubare alcuni segreti del più costoso progetto
militare statunitense, quello da 300 miliardi di dollari per la realizzazione
del supercaccia F35. Lo riferisce il «Wall Street Journal ». Secondo il
quotidiano, i pirati informatici sono riusciti a penetrare nel sistema e a
copiare molti terabyte (migliaia di gigabyte) di dati relativi al design dei
sistemi elettronici dell'aereo, rendendo potenzialmente più facile difendersi
dall'aereo stesso. I dati più sensibili sono però rimasti inviolati perchè
contenuti in computer non collegati a Internet. Negli ultimi mesi, riporta il
«Wsj», sono state numerose le violazioni del sistema. Quella che non è chiara è
l'identità degli hacker e le loro finalità. Fonti militari statunitensi
sostengono che tali attacchi informatici vengono dalla Cina.
Quello per il supercaccia F35 è un progetto internazionale a cui partecipa
anche l'Italia. Le fonti ufficiali della Difesa non hanno smentito la notizia
lanciata in prima pagina dal «Wsj», ma ne ridimensionano la portata. Il furto
«non crea inquietudini particolari», ha assicurato il portavoce del Pentagono,
Bryan Whitman.
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Massimiliano Di
Giorgio SIRACUSA (Reuters) - Nel Giorno della Terra, si apre a Siracusa sotto
la presidenza italiana il G8 Ambiente, che fino a venerdì discuterà di lotta ai
cambiamenti climatici, biodiversità e tecnologie a basso contenuto di carbonio,
ritenuto il principale responsabile del riscaldamento globale. L'appuntamento
nella città siciliana è una tappa di avvicinamento al Cop 15 di Copenhagen, la
conferenza Onu di dicembre che punta a trovare un accordo internazionale per ridurre
le emissioni di GHG (gas a effetto serra) dal 2012, anno in cui scadono gli
impegni presi con il cosiddetto Patto di Kyoto. Al vertice nella cttà italiana
partecipa anche la nuova amministrazione Usa, che ha
già annunciato l'intenzione di raggiungere il fronte internazionale dei paesi
impegnati ufficialmente nella lotta ai cambiamenti climatici. Ed è proprio
sulla disponibilitùà degli Stati Uniti della presidenza Obama che si appuntano
le attenzioni principali, nella speranza che si rasformi in impegno negoziale.
Il vertice di Siracusa - a cui partecipano oltre agli Otto Grandi anche Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica,
Australia, Repubblica di Corea, Egitto, più Repubblica Ceca, che ha la
presidenza di turno dellUnione Europea, Danimarca, in qualità di presidenza
della Cop 15 e Commissione europea - non prevede un documento finale sulle
questioni del clima. Probabilmente perché il momento negoziale più importante e
delicato sarà quello del G8 dei capi di Stato e di governo della Madalena, a
luglio, dove - come ha chiarito ieri il ministro degli Esteri Franco Frattini -
si cercherà di strappare l'impegno di Usa, Cina e India sui prossimi negoziati di Copenhagen. "Da Siracusa
può partire una grande alleanza fra nord e sud nel mondo nel segno della
tecnologia e per coniugare ambiente e sviluppo - ha dteto in un comunicato
diffuso questa mattina Stefania Prestigiacomo, ministro dell'Ambiente, che
presiede la tre giorni siracusana - E' questa la chiave di un G8 che
punta alla diffusione delle tecnologie a basso contenuto di carbonio per
consentire ai paesi emergenti ed ai paesi sottosviluppati uno sviluppo
ecosostenibile che possa andare di pari passo all'impeggno dell'occidente per
la riduzione delle emissioni e per l'efficienza energetica". Intanto, oggi
pomeriggio, Italia e Australia firmeranno un accordo bilaterale con cui il
ministero dell'Ambiente aderirà a un'iniziativa del governo di Canberra di dare
vita a un "Istituto per gli aspetti globali del Css", cioè del
processo tecnologico che consente la cattura e lo stoccaggio del Co2 presente
nei fumi generati dalla combustione industriale.
( da "Sole 24 Ore, Il (Nord Ovest)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nord-Ovest sezione:
ECONOMIA e IMPRESE Piemonte data: 2009-04-22 - pag: 11 autore: STORIE D'IMPRESA
Fidia Il Gruppo di San Mauro Torinese punta su nuovi fronti a partire dagli Usa Lo stampaggio passa all'energia eolica SAN MAURO
TORINESE Filippo Bonsignore D opo l'automotive e l'aerospaziale, l'energia.
Fidia allarga i suoi orizzonti ed entra in un nuovo settore di business. Il
gruppo di San Mauro Torinese, leader nella progettazione, produzione e
commercializzazione di controlli numerici e sistemi integrati per il calcolo,
la scansione e la fresatura di forme complesse destinati alla stampistica, ha
lanciato Gantry Gtf, una nuova linea di macchinari per la lavorazione degli
stampi nelle energie alternative. «Il settore energetico ha grande vivacità –
dice il presidente e ammi-nistratore delegato, Giuseppe Morfino – è protetto
dalla crisi e sono in corso grandi investimenti, soprattutto in Usa e Cina: turbine, generatori
elettrici ed eolici. Nelle prossime settimane inizierà il montaggio del primo
impianto negli Stati Uniti, in Michigan, per la lavorazione degli stampi di
pale eoliche». Nata nel 1974, Fidia si è sviluppata prima nel settore
dell'automotive e poi dell'aerospaziale. Attualmente conta oltre 350
dipendenti, tre stabilimenti produttivi in Italia (San Mauro Torinese, San
Secondo di Pinerolo e Forlì), 8 filiali commerciali e per l'assistenza nel
mondo (Germania, Stati Uniti, Spagna, Russia, Polonia, Francia,
Brasilee Cina) e una joint venture sempre in Cina, a Shenyang,
Nord Est di Pechino. E proprio dal colosso asiatico proviene la maggior parte
del fatturato (28,6%); seguono la Germania ( 19,6%) e il Nord America (Usa e Canada pesano per il 17,9%). Il mercato italiano si attesta al
12,3 per cento. «L'azienda ha compiuto un profondo processo di
cambiamento negli ultimi anni, con la crisi dell'automotive – prosegue Morfino
– Prima c'era stata un'importante crescita soprattutto in Germania, il nostro
principale mercato europeo. In seguito abbiamo rafforzato la nostra posizione
in aree geografiche nuove: in Cina in primis, ma anche
in India. Poi Fidia è entrata nell'aerospaziale, con la produzione di macchine
e controlli numerici per la lavorazione di stampi di parti di aerei, come
carrelli e turbine. Ora questo settore rappresenta oltre il 60% del fatturato».
Mercoledì prossimo, intanto, l'assemblea degli azionisti (Fidia è quotata al
segmento Star) esaminerà il progetto di bilancio 2008. Il gruppo torinese ha
chiuso lo scorso anno con ricavi consolidati per 46,4 milioni, in crescita
dell'11,4% rispetto ai 41,4 milioni del 2007. «Affrontiamo il 2009 – aggiunge
Morfino – è che affrontiamo il 2009 con una posizione finanziaria netta
rassicurante (-5,7 milioni a fine
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
MILANO (Reuters) -
Borse asiatiche fiacche stamani nonostante le rassicurazioni del segretario al
Tesoro Usa sulla solidità patrimoniale degli istituti
di credito americani; la cautela continua infatti a tenere banco, sostenendo
dollaro e yen, fino a quando non verranno resi noti i risultati degli stress
test il 4 di maggio. Sebbene i finanziari dello S&P 500 abbiano guadagnato
l'8% ieri, i bancari sono misti in Asia con gli investitori prudenti
soprattutto dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha detto che le
svalutazioni potrebbero raggiungere i 4.100 miliardi di dollari. L'indice
regionale MSCI dell'Asia-Pacifico che esclude il Giappone viaggia in ribasso
dello 0,2% dopo il calo dell'1,5% di ieri. Inverte rotta HONG KONG ma CITIC
Pacific si mantiene in deciso rialzo dopo aver raggiunto un accordo per cedere
l'intera partecipazione in una centrale elettrica in perdita per 293 milioni di
dollari. Sotto pressione anche la borsa di SINGAPORE, che si contende la maglia
nera dei listini della regione con SHANGHAI. La borsa cinese è scesa ai minimi
di quasi le ultime due settimane, depressa dalle prese di beneficio su titoli
energetici e legati a materie prime. Viceversa SEUL ha aggiornato i massimi
degli ultimi sei mesi in chiusura, spinta da tecnologici come Hynix. Termina
piatta TAIWAN, ai livelli più alti della settimana, grazie al comparto del
turismo. In tenue ribasso la borsa australiana dove il
produttore di fertilizzanti Incitec Pivot è andato a picco dopo le dimissioni
dell'AD. Greggio in calo poco sopra 48 dollari al barile mentre i prezzi dei
metalli industriali sono misti con il rame sostenuto da un rapporto che
evidenzia importazioni record del metallo dalla Cina.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Esteri Pagina 109
Trafugati dai server del Pentagono Cyberspie rubano i segreti dei caccia F-35
Trafugati dai server del Pentagono --> WASHINGTON Il Pentagono è sotto attacco da mesi da parte di cyberspie in apparenza
provenienti dalla Cina, che sono riuscite a violare i computer della Difesa e a mettere
le mani su segreti preziosi. I progetti del supercaccia F-35, un progetto
internazionale a cui partecipa anche l'Italia, sembrano essere finiti in mani
sbagliate e le spie ora conoscono i piani del più costoso programma militare
americano. La rivelazione è arrivata con un ampio servizio sulla prima
pagina del Wall Street Journal e le fonti ufficiali della Difesa non l'hanno
smentita, pur cercando di ridimensionarne la portata. Il furto «non crea
inquietudini particolari», ha assicurato il portavoce del Pentagono, Bryan
Whitman, aggiungendo però che negli ultimi tempi gli attacchi informatici
contro il quartier generale militare a Washington «sono più che raddoppiati». I
vertici dell'intelligence del resto nei giorni scorsi avevano già messo in
guardia sull'escalation di cyberspionaggio in corso, e il capo del Pentagono,
Robert Gates, nell'annunciare giorni fa tagli di ogni genere al bilancio della
Difesa, ha avvertito che aumenterà invece le spese destinate a proteggere la
rete informatica militare. Il furto dei progetti sarebbe avvenuto a più riprese
a partire dal 2007, intensificandosi negli ultimi mesi. Si tratta dello stesso
arco di tempo in cui gli Usa, secondo un'altra
rivelazione del Wall Street Journal, hanno visto infiltrare la loro rete
elettrica nazionale, da parte di spie straniere che avrebbero piazzato
dispositivi in grado, in futuro, di metterla in ginocchio. Uno scenario da
guerra di spie che rende più urgenti alcuni passi che il presidente Barack
Obama si appresta a fare. Sviluppando un piano da 17 miliardi di dollari per la
sicurezza informatica varato da George W.Bush, la Casa Bianca dovrebbe presto
nominare uno zar per la cybersicurezza e creare un nuovo comando del Pentagono
dedicato solo alle guerre digitali.
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON (Reuters)
- L'amministrazione Obama progetta la creazione di un nuovo comando militare
per concentrarsi sulle reti informatiche del Pentagono e sulle capacità
offensive nella cyber guerra. Lo scriveva ieri il Wall Street Journal, citando
funzionari ed ex funzionari vicini ai progetti. L'iniziativa darà un nuovo
assetto agli sforzi militari per proteggere le reti da eventuali attacchi di
hacker, specialmente quelli di Paesi come Cina e Russia, secondo il giornale. Fonti del Pentagono dicono che il
nuovo comando sarà presentato nelle prossime settimane. Il comando cyber
probabilmente sarà guidato da un alto militare e inizialmente farà parte del
Comando strategico del Pentagono, scrive io giornale citando fonti vicine alla
questione. Non è stato per ora possibile avere un commento da portavoce
del Pentagono e della Casa Bianca. Il presidente Barack Obama dovrebbe
annunciare un progetto per migliorare la cyber sicurezza questo mese, dopo la
revisione della materia alla Casa Bianca, scrive ancora il Wall Street Journal.
( da "Tempi" del
22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Vi presento il G8 in
via di sviluppo Al centro i problemi globali e largo ai paesi coinvolti sui
singoli temi, soprattutto a quelli emergenti. Massolo, lo sherpa del summit
alla Maddalena, illustra il suo schema a geometria variabile di Rodolfo Casadei
Al vertice del G8 della Maddalena mancano poco più di due mesi, ma nessun
organo di stampa ha ancora chiesto lumi su come l'Italia lo gestirà all'uomo
più titolato a fornirli: Giampiero Massolo, lo sherpa del G8. Dicesi sherpa il
rappresentante personale di un capo di governo che prepara un summit internazionale
come il G8. Massolo, segretario generale della Farnesina, è da più di un anno
responsabile dell'organizzazione dell'incontro della Maddalena per conto
dell'esecutivo italiano, cui spetta la presidenza di turno. Diplomatico di
lungo corso, passato dalle ambasciate a Mosca e Bruxelles (Ue) alle più alte
responsabilità all'interno del ministero degli Affari esteri, ha gentilmente
accettato di riceverci. Ambasciatore Massolo, a luglio sarà la quinta volta che
il vertice del G8 si svolge in Italia. È soddisfatto di come stanno procedendo
i lavori della presidenza di turno italiana fino a questo momento? Sì, sono
soddisfatto perché c'è un buon grado di collaborazione con gli sherpa degli
altri paesi del G8. L'affiatamento degli sherpa rispecchia la disposizione dei
leader che rappresentano. Quindi il fatto che io sia soddisfatto significa che
il G8 conserva tutta la sua validità come gruppo di paesi e di leader che hanno
idee e interessi comuni nella gestione della governance delle tematiche
globali. Altro motivo di soddisfazione è la qualità della collaborazione anche
con gli sherpa dei paesi emergenti, che avranno molto spazio nel G8 di
quest'anno. Ciò lascia ben sperare per i risultati della Maddalena. La
presidenza di turno promuove la definizione dei temi e delle priorità di
azione. Come utilizza l'Italia questa prerogativa? Proponendo come prioritari
temi che stanno molto a cuore a noi, ma sui quali siamo certi che c'è un'ampia
convergenza. Cominciando dalla crisi economico-finanziaria mondiale, per la quale
troviamo necessaria una particolare attenzione per i più deboli, sia quelli
all'interno delle nostre società che quelli che vivono nei paesi meno
sviluppati. Di questa preoccupazione ci siamo fatti portavoce in modo rilevante
al G20 di Londra. Quindi intendiamo porre l'accento sulla questione dei
cambiamenti climatici, tenendo conto che in dicembre si svolgerà a Copenaghen
il vertice delle Nazioni Unite che deve mettere a punto il nuovo regime
post-Kyoto sulla riduzione delle emissioni. Il vertice della Maddalena
rappresenta a questo riguardo una tappa importante per coordinare le posizioni
tra i paesi sviluppati e i paesi emergenti. Il presidente Berlusconi presiederà
insieme al presidente Obama un'apposita sessione del vertice dedicata ai
cambiamenti climatici. Un tema che l'Italia ha fortemente voluto è poi lo
sviluppo dell'Africa: è importante che riaffermiamo i nostri impegni verso il
continente anche nel corso di una crisi economica così impegnativa. E lo
dobbiamo fare ampliando il concetto di aiuto allo sviluppo, cioè facendo sì che
tutte le componenti di una nazione sviluppata possano aiutare i paesi in via di
sviluppo a consolidare i loro sistemi istituzionali. Sulla stessa linea, molta
attenzione la dedicheremo al tema della sicurezza alimentare, che oggi non è
più di moda, ma che continua ad essere un'emergenza. Dalla Maddalena uscirà un
impegnativo programma volto a garantire la sicurezza alimentare mondiale, e
questo programma lo affideremo poi alle organizzazioni specializzate delle
Nazioni Unite, che hanno tutte sede a Roma, perché lo implementino. Altro tema
rilevante è il commercio internazionale, che rischia una recrudescenza di protezionismo a causa dello stallo dei negoziati del Doha
Round. Il G8 lavorerà, insieme ai paesi emergenti, per rimettere in carreggiata
la liberalizzazione degli scambi internazionali, fonte di progresso, e
disinnescare il protezionismo. In sintesi, la
Maddalena sarà il vertice che cercherà di rilanciare lo sviluppo sostenibile,
con una grande attenzione ai più deboli. Pare di capire che alla Maddalena sarà
dato molto spazio ai paesi emergenti. Sì, al prossimo vertice noi vogliamo
promuovere un'associazione stabile e strutturata al G8 di 5 grandi economie
emergenti: la Cina, l'India, il Sudafrica, il Brasile e il Messico. Questi
paesi erano già presenti al G8 dal 2007, ma alla Maddalena vogliamo istituire
una vera e propria "cooperazione rafforzata", come direbbero
all'Unione Europea. E non ci fermeremo lì. Proprio perché il G8 è una formula
flessibile, a questo 8+5 (al quale noi intendiamo associare anche un paese
arabo, africano, mediterraneo e musulmano come l'Egitto) a seconda degli
argomenti in discussione vogliamo far partecipare anche altri paesi. Perciò
quando si parlerà di sviluppo e sicurezza alimentare ci saranno 8 paesi
africani fra i più importanti e l'Unione Africana (Ua). Quando si parlerà del
clima, ci saranno paesi che presentano alte quote di emissioni, come
l'Australia, l'Indonesia e la Corea del Sud. È chiaro che al nocciolo di tutti
questi formati a geometria variabile ci sono gli 8+5+1. Ma accanto ad essi la
flessibilità della formula consente di volta in volta di far sedere al tavolo i
paesi di cui c'è bisogno. Lo stesso principio vale per gli incontri
ministeriali tematici che precedono il summit. Per la prima volta e per
espresso desiderio della presidenza italiana sono stati coinvolti anche i 5+1,
e non solo loro: per esempio al recente G8 dell'agricoltura oltre agli 8+5+1
erano presenti l'Australia e l'Argentina, che sono due grossi paesi produttori
agricoli senza i quali una riunione del solo G8 non avrebbe avuto senso. Quale
sarà la misura concreta di maggiore impatto che sarà adottata al G8? Ci sarà la
novità del formato, il fatto che per la prima volta
verranno coinvolti in un esercizio di governance globale e quindi in qualche
modo di governo delle conseguenze della globalizzazione non solo paesi
sviluppati, ma anche paesi emergenti. Ci saranno poi, auspicabilmente,
progressi sui temi dei cambiamenti climatici, dello sblocco del Doha Round,
delle regole di trasparenza per le transazioni finanziarie internazionali.
E il varo di una forte iniziativa in materia di sicurezza alimentare. A
proposito delle transazioni finanziarie internazionali: possiamo sperare che
alla Maddalena si otterrà quello che non si è potuto concordare al G20 di
Londra? Noi lo speriamo, stiamo lavorando per questo. Il ministro Giulio
Tremonti insieme ai ministri finanziari del G8 sta lavorando a un sistema
denominato global standard, che è per l'appunto un codice teso a dare
trasparenza, stabilità e tracciabilità alle transazioni finanziarie
internazionali. Stiamo operando d'intesa con l'Osce e speriamo di fare a tempo
perché i leader del G8 possano adottare questo documento e lanciare questa
iniziativa già alla Maddalena. In un recente articolo apparso sul Messaggero il
ministro degli Esteri Franco Frattini ha spiegato che il G8, anche allargato,
non ambisce ad essere una sorta di governo mondiale, ma vuole essere uno spazio
pre-negoziale di decisioni che saranno poi prese al livello degli enti
multilaterali (Fmi, Wto, Banca Mondiale, Consiglio di Sicurezza Onu). Dunque
starebbe evolvendo in un Gcg, Global consensus group. Ma è possibile affrontare
tutte le materie politiche più importanti nell'ottica globale? In una recente
intervista Ralf Dahrendorf ha affermato che summit come il G20 e affini non
possono funzionare perché la crisi colpisce ovunque, ma le ricette per
affrontarla sono diversificate a seconda dei luoghi. È un'obiezione fondata? In
parte, ma trova risposta proprio nella flessibilità dello strumento che stiamo
mettendo a punto. Le organizzazioni internazionali saranno al tavolo della
Maddalena e ci saranno anche alcune organizzazioni regionali come la Ue e la Ua.
E a seconda dei temi ci si ritroverà al tavolo fermo restando il nucleo
centrale con una composizione variabile che si cercherà di rendere la più
adatta possibile all'argomento trattato. Altra obiezione: visto che il G8 è il
più importante consesso a cui l'Italia partecipa, non le converrebbe lavorare
per accentuare le sue caratteristiche di governo mondiale, anziché diluirne i
poteri allargandolo e funzionalizzandolo alle decisioni delle organizzazioni
internazionali multilaterali? Il governo mondiale non esiste e non è alle
viste, proprio perché la realtà mondiale è così complessa e articolata che mal
si presta a una formula centralizzatrice. E allora cos'è meglio, sedere in un
gruppo ristretto di paesi che forniscono risposte considerate sempre più inadeguate
e non legittime dal resto del mondo, oppure partecipare ad un consesso più
numeroso e articolato, ma sicuramente più rappresentativo e più legittimato a
fornire risposte? Noi siamo per la seconda opzione. Allora il G8 della
Maddalena sarà l'ultimo G8? Il futuro appartiene al Gcg? Il G8 sopravviverà
perché la sua forza è la comunanza di intenti, di interessi, di modalità di
lavoro fra gli 8 paesi che ne fanno parte. Però non potrà più pretendere di
essere l'unica entità che formula risposte ai problemi di una realtà in
rapidissima evoluzione. Il G8 dovrà dare prova di flessibilità, aprirsi ai
paesi emergenti e lavorare nei formati necessari per risolvere le crisi
odierne.
( da "Computerworld Online"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Yahoo: crollano
ricavi e utili trimestrali Anche se è andata meglio delle previsioni, la
internet company conferma che licenzierà il 5% della forza lavoro Mercoledì 22
Aprile 2009 Fatturato in calo del 13% (1,6 miliardi di dollari) e utile netto
in caduta del 78% (118 milioni): sono i risultati dell'ultima trimestrale di
Yahoo, che ha risentito della contrazione degli investimenti pubblicitari
online in atto dall'inizio dell'anno, anche se meno di quanto si aspettassero
gli analisti finanziari, che prevedevano ricavi per 1,2 miliardi. Confermate le
voci di licenziamenti circolate la settimana scorsa: la nuova CEO Carol Bartz
ha deciso di ridurre del 5% la forza lavoro a livello mondiale, pari a 680
posti circa, che vanno ad aggiungersi ai 1.600 già licenziati a fine 2008 dal
precedente CEO e fondatore Jerry Yang. E' la terza ondata di licenziamenti
dall'inizio del 2008, per un totale di 2.600 posti in meno, ma la Bartz la
considera di natura diversa da quella precedente 'generale' attuata da Yang,
perché risponde a una strategia di "snellimento della
struttura e di globalizzazione dei prodotti, nonché dell'eliminazione di
duplicazioni degli sforzi". I risparmi ottenuti saranno reimpiegati per
conquistare e coinvolgere di più gli utenti, e aumentare i ricavi dalla
pubblicità, spiega la CEO. Yahoo ha avuto difficoltà nei primi tre mesi
dell'anno sia con la pubblicità in formato display sia con quella search,
ma la Bartz è convinta che gli investimenti riprenderanno non appena ripartirà
l'economia, e per questo trimestre si aspetta ancora ricavi tra 1,4 e 1,6
miliardi. Il primo trimestre di Google, in confronto, è andato meglio: la
scorsa settimana il numero uno della pubblicità su internet ha annunciato un
aumento del 6% dei ricavi nei primi tre mesi dell'anno (5,5 miliardi) e dell'8%
dell'utile netto (1,4 miliardi).
( da "Affari Italiani (Online)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Rigoletto di Angelo
de' Cherubini Il Rigoletto/ "La società imprenditoriale", la proposta
dell'economista David B. Audretsch per aggiornare l'agenda politica nell'era della globalizzazione Mercoledí 22.04.2009 10:55 Il tempo di
un'economia stabile e prevedibile è finito. La globalizzazione e le nuove
tecnologie hanno innescato cambiamenti irreversibili con cui abbiamo il dovere
di confrontarci. Nell'economia globale, dove fabbriche e posti di lavoro
possono essere spostati rapidamente verso economie emergenti, il
vantaggio competitivo delle imprese e delle nazioni si fonda sulla capacità di
innovare. Avere idee, tuttavia, non è sufficiente. Bisogna avere imprenditori
che le rendano realtà. L'imprenditorialità è oggi la vera risposta alla
globalizzazione. In "La società imprenditoriale", David Audretsch
propone un punto di vista originale sulle trasformazioni economiche di questi
anni e su come aggiornare l'agenda politica. Università, start-up, piccole
imprese e comunità sono al centro di una riflessione che punta a fornire una
chiave di lettura positiva ai cambiamenti del nostro tempo. L'autore David B.
Audretsch è direttore del Max Planck Institute of Economics a Jena, Germania. t
professore onorario all'Università Friedrich Schiller di jena; docente alla Durharn
University; direttore dell'Institute for Development Strategies all'Indiana
University; dell'Istituto di Economia internazionale di Kiel. ~ stato direttore
del Centro di West European Studies all'Indiana University e del
Wissenschaftszentrum ffir Sozialforschung di Berlino. Ha prestato la sua
consulenza presso la Banca mondiale, il Dipartimento di Stato americano, la
United States Federal Trade Commission e l'International Trade Commission, la
Commissione dell'Unione europea e il Parlamento europeo. t membro di numerosi
istituti di ricerca sulla politica internazionale. La società imprenditoriale
di David B. Audretsch Ed. Marsilio 260 pagg, 20,00 euro Come lettura del
weekend Affaritaliani.it ha scelto la Prefazione Clicca qui per le precedenti
puntate del "Il Rigoletto" tags: rigoletto imprenditoriale book
( da "Repubblica.it"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
PECHINO - Dopo
cinque anni di vita a Pechino, una delle città più inquinate del pianeta, la
mia sensazione di un calo nello smog poteva essere dovuta a semplice
assuefazione. Ma un panel indipendente di esperti internazionali conferma quello
che le narici di noi residenti avvertono da qualche tempo. Nella capitale
cinese l'inquinamento atmosferico dell'ultimo trimestre è stato inferiore del
25% rispetto ai 7 anni precedenti. Lo scienziato Chak Chan della Hong Kong
University of Technology non ha dubbi: "E' grazie alla recessione".
Per i fautori della de-crescita è un trionfo della loro tesi: la migliore cura
per l'ambiente è fermare lo sviluppo. Segnali simili si moltiplicano in ogni
angolo del pianeta. In America, da New York a San Francisco, i pendolari
costretti a risparmiare riscoprono in massa i mezzi pubblici meno inquinanti,
metropolitane e treni. Le compagnie aeree a corto di passeggeri lasciano a
terra molti apparecchi e disdicono i contratti di acquisto con Airbus e Boeing.
Centinaia di navi portacontainer, a Hong Kong e Yokohama, Seul e Singapore,
sono ferme per il crollo del commercio mondiale: anche lo smog del trasporto
marittimo si riduce. In Europa 150 città hanno aderito al movimento delle
Transition Town, che applicano una strategia sistematica per la riduzione dei
consumi energetici. Il laboratorio più vasto per misurare "l'impatto
verde" della crisi è la Repubblica Popolare, che due anni fa superò gli
Stati Uniti per il volume di Co2 rilasciato nell'atmosfera. Non solo a Pechino ma in tutta la Cina un effetto
positivo della recessione è innegabile. Nella provincia meridionale del
Guangdong hanno chiuso per bancarotta 62.400 imprese in un solo trimestre. E
quindi hanno smesso di rilasciare smog. La fine della bolla speculativa
immobiliare ha bloccato l'apertura di nuovi cantieri per edificare grattacieli
a Shanghai. Il consumo di elettricità (prodotta da centrali a carbone) è
in calo per la prima volta da decenni. Tutte le cause dell'inquinamento sono in
ritirata. OAS_RICH('Middle'); Sulla sponda opposta del Pacifico si accumulano
nei piazzali di Detroit i Suv invenduti, disertati dai consumatori. Diventa un
simbolo nazionale la famiglia Wojtowicz di Alma, nel Michigan. Il marito
Patrick, ex camionista di 36 anni, la moglie Melissa di 37, la figlia
quindicenne Gabrielle, sono stati scelti dal giornale Usa
Today come i precursori di un nuovo trend: "La frugalità del XXI
secolo". I Wojtowicz hanno restituito alle banche tutte le carte di
credito. Hanno disdetto l'abbonamento alla tv via cavo. Hanno venduto nei
mercatini dell'usato i costosi giocattoli elettronici. Si sono ritirati in una
fattoria con porcile e pollaio per allevare gli animali, e un campicello di
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Massimiliano Di
Giorgio SIRACUSA (Reuters) - Oggi, nel Giorno della Terra, si è aperto a
Siracusa sotto la presidenza italiana il G8 Ambiente, che fino a venerdì
discuterà di lotta ai cambiamenti climatici, biodiversità e soprattutto
tecnologie a basso contenuto di carbonio, ritenuto il principale responsabile
del riscaldamento globale. Il vertice, presieduto dalla ministro dell'Ambiente
Stefania Prestigiacomo, si è aperto con un incontro tra i ministri e una serie
di organizzazioni non governative, tra cui Wwf, Birdlife International e la
Coalizione contro la povertà, un cartello cui aderiscono varie associazioni
italiane e i maggiori sindacati. L'appuntamento nella città siciliana è una
tappa di avvicinamento al Cop 15 di Copenhagen, la conferenza Onu di dicembre
che punta a trovare un accordo internazionale per ridurre le emissioni di GHG
(gas a effetto serra) dal 2012, anno in cui scadono gli impegni presi con il
cosiddetto Patto di Kyoto. Al vertice nella città italiana partecipa anche la
nuova amministrazione Usa, che ha già annunciato
l'intenzione di raggiungere il fronte internazionale dei paesi impegnati
ufficialmente nella lotta ai cambiamenti climatici. Ed è proprio sulla
disponibilità degli Stati Uniti della presidenza Obama che si appuntano le attenzioni
principali, nella speranza che si trasformi in impegno negoziale. Il vertice di
Siracusa - a cui partecipano oltre agli Otto Grandi anche Cina,
India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea,
Egitto, più Repubblica Ceca, che ha la presidenza di turno dell'Unione Europea,
Danimarca, in qualità di presidenza della Cop 15 e Commissione europea - non
prevede un documento finale sulle questioni del clima. Probabilmente perché il
momento negoziale più importante e delicato sarà quello del G8 dei capi di
Stato e di governo della Maddalena, a luglio, dove - come ha chiarito ieri il
ministro degli Esteri Franco Frattini - si cercherà di strappare l'impegno di Usa, Cina e India sui prossimi negoziati di Copenhagen. "La posizione
degli Stati Uniti è cruciale - ha detto ai giornalisti Yvo De Boer, capo della
Convenzione quadro dell'Onu sul Cambiamento climatico - dopo le dichiarazioni
del presidente Barack Obama sulla lotta al cambiamento climatico e sulla
necessità di coinvolgere le economie emergenti e i paesi in via di
sviluppo". "Il G8 Ambiente è importante perché a questo
vertice partecipano anche gli altri paesi, quelli emergenti. Questo può portare
a una partnership e a una forte cooperazione sulle tecnologie che diminuiscono
l'impatto del carbonio". Intanto, oggi pomeriggio, Italia e Australia
firmeranno un accordo bilaterale con cui il ministero dell'Ambiente aderirà a
un'iniziativa del governo di Canberra di dare vita a un "Istituto per gli
aspetti globali del Css", cioè del processo tecnologico che consente la
cattura e lo stoccaggio del CO2 presente nei fumi generati dalla combustione
industriale.
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Commenti Pagina
( da "Giornale.it, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Premessa: fino a
metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima integrazione al mio
ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la situazione è cambiata:
continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog diventa sempre più
qualificante per il mio profilo professionale e non solo perché è sempre più
letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi sono molto grato).
Mi capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare a trasmissioni
radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti interessanti su
"il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli
sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione
della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del
giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate
proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione
Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un
interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli
oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli che lo
fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce
ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei
soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori unici si
riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra,
però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un prodotto,
spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè in questo
modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o camuffata, che già
tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street Journal è sempre più
consistente il numero dei reporter che fanno buon giornalismo sul blog anzichè
sui media tradizionali, come peraltro emerso recentemente a Perugia durante il
riuscitissimo Festival internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il
Guardian inizia a guadagnare bene grazie alla pubblicità mirata raccolta
attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro del giornalismo è nel blog?
Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog
specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e
proprie testate giornalistiche (negli Usa è già
successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione
che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani
potranno pretendere di mantenere in vita un Ordine professionale? Scritto in
crisi, blog, comunicazione, società, notizie nascoste, gli usa e il mondo,
Italia, giornalismo Commenti ( 17 ) » (2 voti, il voto medio è: 5 su un massimo
di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS
Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09 La casta dei top manager
continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro
latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno
dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che
ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera
ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di
Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato
in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa
era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è
stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re
non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come
le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri
Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il
capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di
euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di
responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager
non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza,
disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni
maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile
parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste
logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che
punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai
irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in
banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 51 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha
fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta
al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1)
abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il
premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma
alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi
di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse
festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è
possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici
improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O
è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa
ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole
mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il
valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli
istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche
possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole
sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G
( da "Borsa(La Repubblica.it)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi: Made in
Italy, boom di contraffazioni a tavola (2) (Teleborsa) - Roma, 22 apr - La
lista è lunga - ha precisato la Coldiretti - anche per i salumi, con la presenza
sulle tavole del mercato globale di pancetta, coppa, prosciutto Busseto Made in
California, ma anche di falsi salami Toscano, Milano e addirittura di
soppressata Calabrese tutelata dall'Unione Europea come prodotto a
denominazione di origine. E non mancano casi di imitazione tra i prodotti
simbolo della dieta mediterranea come il Pompeian olive oil che non ha nulla a
che fare con i famosi scavi, ma è prodotto nel Maryland, o quello Romulo dalla
Spagna con la raffigurazione in etichetta di una lupa che allatta Romolo e
Remo. Spaghetti napoletana, pasta milanesa, tagliatelle e capellini milaneza
prodotti in Portogallo, linguine Ronzoni, risotto tuscan e polenta dagli Usa e penne e fusilli tricolore Di Peppino prodotti in
Austria sono alcuni esempi di primi piatti taroccati mentre tra i condimenti
risaltano i San Marzano: pomodori pelati "grown domestically in the Usa" o i pomodorini di collina cinesi e la salsa
Bolognese dall'Australia. Non sfugge al tarocco anche il vino simbolo del Made
in Italy come il Chianti "clonato" nella Napa Valley in California
mentre da ricordare anche l'Amaretto Venezia prodotto in Germania in una
bottiglia la cui forma imita quella dell'Amaretto di Saronno, il caffè Trieste
italian roast espresso prodotto in California con confezione tricolore come i
biscotti Stella d'oro prodotti nello Stato di New York (USA). Bisogna
combattere un inganno globale per i consumatori che - ha continuato la
Coldiretti - causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul
piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto
per la tutela delle denominazioni dai falsi ma è anche necessario fare
chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i
prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.
Dal primo luglio - ha ricordato la Coldiretti - entrerà finalmente in vigore in
Europa l'obbligo di indicare la provenienza delle olive impiegate
nell'extravergine che rappresenta una risposta coerente alla necessità di combattere
le truffe e di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori
per evitare che si spacciato come Made in italy olio spremuto da olive
spagnole, tunisine o greche. Con le mobilitazioni degli ultimi anni la
Coldiretti è riuscita ad ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per
carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di
pomodoro e extravergine di oliva. Ma l'etichetta - ha
concluso la Coldiretti - resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello,
per la pasta, le conserve vegetali come il pomodoro proveniente dalla Cina e i succhi di frutta, ma anche per yogurt, latticini e formaggi
non a denominazione di origine. 22/04/2009 - 12:03
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il crollo del muro
di Berlino vent'anni dopo: incontri per studenti Una serie di incontri dedicati
agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Parma e provincia per
ripercorrere premesse e conseguenze sociali, culturali ed economiche del crollo
del muro di Berlino. Un evento che ha cambiato il destino della città, della
Germania, dellEuropa e del mondo intero, segnando
profondamente la storia di milioni di persone e le relazioni politiche
internazionali. Proprio in occasione del ventennale del crollo, avvenuto il 9 novembre
1989, la Provincia e il Centro Studi Movimenti di Parma hanno organizzato “Al
di qua e al di là del muro”: un ciclo di seminari, ciascuno della durata di tre
ore, durante i quali i ragazzi saranno coinvolti in prima persona nell'analisi
di fonti cartacee e audiovisive. Gli incontri ripercorrono non solo la storia
passata ma trattano anche temi estremamente attuali: dai diritti umani alla
globalizzazione, dalla Terza rivoluzione industriale alla New economy, dalla
fine del comunismo alla difficile transizione verso la democrazia della Russia
e dei paesi appartenuti al Patto di Varsavia. Il primo appuntamento si terrà
domani, giovedì 23 aprile, dalle 8 alle 11, allIstituto
distruzione superiore Paciolo - D'Annunzio di Fidenza (sede di via Alfieri).Gli altri
istituti coinvolti saranno: Itis Galilei di San Secondo, Itas Bocchialini di
Parma, Liceo scientifico Ulivi di Parma, Istituto Giordani di Parma, Istituto
magistrale Sanvitale di Parma, Liceo ginnasio Romagnosi di Parma, Liceo
scientifico Marconi di Parma, Itsos Gadda di Fornovo Taro e Itsos di Langhirano.
( da "Gazzettino, Il"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 22 Aprile
2009, Treviso Geox è pronta a uscire dalla produzione diretta - dopo la
cessione in Romania anche la Slovacchia non è più strategica - e aprirà 150
nuovi negozi entro l'anno per mantenere la crescita del 6% delle vendite
registrata nei primi tre mesi dell'anno. «Per noi queste fabbriche non sono più
strategiche - spiega il presidente e fondatore Mario Moretti Polegato - abbiamo
infatti già ceduto la fabbrica di Timisoara all'industriale veneto Fioravanti.
All'inizio in Romania e Slovacchia producevamo quasi tutte le nostre calzature,
poi l'azienda è cresciuta e abbiamo deciso di suddividere le commesse in altri
stabilimenti in Italia e all'estero, questo anche per la nostra differenziare
il rischio Paese». La strategia di fondo è chiara: la multinazionale da 829,5
milioni di ricavi consolidati (+ 16% a cambi correnti) e un utile netto
rettificato di 123,4 milioni vuole avere le commesse libere anche se l'azienda
precisa che per lo stabilimento in Slovacchia, 700 addetti, non ci sono
trattative di cessione in corso. Il gruppo delle calzature nel frattempo scruta
con attenzione l'orizzonte. «Il ministro dell'economia italiano Giulio Tremonti
ha lanciato un segnale positivo, che attendevamo da tempo - commenta Moretti
Polegato -. Sarebbe importante altrettanto per noi conoscere i tempi di questa
risalita, e cosa inizierà dopo. Come cambierà il mondo? Io personalmente ho
un'idea: da questa globalizzazione senza regole che ha
generato i problemi della finanza globale deriverà un cambiamento
dell'economia, cambierà il sistema di fare impresa, di fare commercio, scuola,
politica». Probabilmente cambieranno anche stili di vita e consumi: «La vera
svolta si vedrà quando nei negozi ritorneranno le persone a comprare come
prima, ma oggi questo segnale non c'è: abbiamo arginato il problema
finanziario a livello mondiale, grazie all'intervento dei governi, ma l'onda di
fiducia deve ancora arrivare al consumatore finale - commenta Moretti Polegato
-. Questo ciclo negativo è sicuramente passeggero, siamo curiosi però di sapere
quali saranno le prime aziende ad emergere. Sicuramente quelle che più
rapidamente e bene sapranno difendersi dalla globalizzazione». E voi come vi
difendete? «Il nostro primo trimestre si è chiuso in crescita di una cifra, del
6%, rispetto alla situazione del mercato quindi continuiamo a crescere, ma la
seconda parte dell'anno è ancora tutta da definire - risponde Moretti Polegato
-. Continuiamo a investire nell'azienda, in nuovi progetti, senza
licenziamenti. Nel 2009 apriremo 150 nuovi negozi Geox, in tutto il mondo, che
ci porteranno a oltre mille negozi monomarca, una crescita a tempi di record.
Ci siamo organizzati anche un mercato interno per i nostri prodotti». Moretti
Polegato governa un gruppo strettamente familiare. Lir, la finanziaria di
famiglia, controlla infatti il 71% delle azioni, il 5% è del fondo Capital
Research and Management Company. In un anno nero per i consumi l'assemblea
degli azionisti della Geox ieri ha deciso l'assegnazione di un dividendo di
0,24 euro per azione, corrispondente ad un pay out del 53%. Le calzature hanno
rappresentato circa il 91% dei ricavi consolidati, attestandosi a 808,4 milioni
di euro, con una crescita del 13% rispetto al
( da "Panorama.it"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
- Mondo -
http://blog.panorama.it/mondo - F-35, se gli hacker cinesi beffano il Pentagono
Posted By gianandrea gaiani On 22/4/2009 @ 15:03 In Apertura#1, Headlines | No
Comments Un modello del nuovo F 35 Nei prossimi dieci anni costituirà la spina
dorsale delle forze aeree della Nato e di altri paesi filo-occidentali ma le
sue tecnologie avveniristiche potrebbero essere cadute almeno in parte in mano
ai cinesi. [1] Alcuni hackers sono riusciti infatti a violare la sicurezza
informatica del Pentagono e a rubare alcuni segreti del cacciabombardieri [2]
F-35 Lightning 2 noto anche come Joint Strike Fighter. Un programma che vedrà
costruire negli Usa ma anche in Europa oltre 3.000 jet
destinati a rimpiazzare quelli in servizio nelle aeronautiche e nelle forze aeronavali
dell'Alleanza Atlantica: Usaf e Marines, Raf e Royal
Navy britanniche ma anche Olanda, Turchia, Canada, Norvegia e Danimarca oltre a
Israele e Australia. Le forze italiane acquisteranno 130 esemplari fra il 2014
ed il 2025 per rimpiazzare gli Amx e una parte dei Tornado dell'Aeronautica
Militare, nonché gli AV-8B Plus a decollo verticale della Marina Militare con
un forte coinvolgimento di 20 aziende nazionali, [3] in parte del gruppo
Finmeccanica. Secondo il [4] Wall Street Journal i pirati informatici sono
riusciti a penetrare nella banca dati del Pentagono "scaricando"
molti terabyte (migliaia di gigabyte) di dati relativi al design dei sistemi
elettronici dell'aereo, rendendo potenzialmente più facile elaborare
contromisure e difese contro gli F-35. I dati più sensibili, inclusi quelli
relativi alla tecnologia "[5] stealth" che rende il velivolo
difficilmente rilevabile dai radar, sarebbero rimasti inviolati perchè
contenuti in banche dati non collegate in rete e qui di inaccessibili via web.
Negli ultimi mesi, secondo fonti sentite dal quotidiano, vi sono state numerose
violazioni del sistema informatico del Pentagono e di altre agenzie e aziende
private statunitensi. Non è chiara l'identità degli hackers
ma fonti militari USA sostengono che tali attacchi informatici vengono dalla Cina. Una pressante forma di spionaggio in corso da anni ma
intensificatasi negli ultimi sei mesi con il Pentagono ha accusato la Cina di "supplire con la guerra informatica alle carenze nello
sviluppo degli armamenti convenzionali". Il ministero degli esteri
di Pechino ha reagito con sdegno assicurando di essere impegnato "contro
ogni forma di cyber-crimine" e denunciato le accuse americane come
"frutto di una mentalità da guerra fredda" anche se tutti gli analisti
hanno confermato il potenziamento degli investimenti cinesi nel settore della
guerra informatica della quale avrebbe fatto le spese anche Taiwan che ha già
subito massicci cyber-attacchi da virus provenienti da Pechino. Anche Russia e
India stanno investendo molto sull'impiego della tecnologia informatica per
penetrare o paralizzare le reti degli avversari e in particolare delle potenze
occidentali ormai orientate su un impiego "net-centrico" della forza
militare che, in quanto tale, risulta vulnerabile ai cyber attacchi. Per
difendersi gli Usa hanno costituito il [6] Joint
Functional Component Command for Network Warfare, un team di esperti
informatici provenienti dalle agenzie di difesa e sicurezza che dipende dallo
Strategic Command. Il Pentagono negli ultimi sei mesi ha speso 100 milioni di
dollari per riparare i danni provocati dai cyber attacchi mentre La Casa Bianca
potrebbe aumentare il budget ereditato da George W. Bush da 17 miliardi di
dollari annui per la difesa dagli attacchi informatici. Per addestrare i
tecnici militari contro queste minacce la Nato ha istituito il Cooperative
Cyber Defence Centre of Excellence composto da 30 esperti con ha sede a Tallin,
in Estonia dove nel maggio 2007 tutte le reti informatiche del Paese vennero
paralizzate da un attacco di virus lanciato probabilmente dalla Russia.
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Massimiliano Di
Giorgio e Daniel Flynn SIRACUSA (Reuters) - Oggi, nel Giorno della Terra, si è
aperto a Siracusa sotto la presidenza italiana il G8 Ambiente, che fino a
venerdì discuterà di lotta ai cambiamenti climatici, biodiversità e soprattutto
tecnologie a basso contenuto di carbonio, ritenuto il principale responsabile
del riscaldamento globale. Il vertice - cominciato questa mattina con un
incontro tra ministri e Organizzazioni non governative - vede l'inedita
presenza anche dei rappresentanti di altri 12 paesi, in gran parte economie
emergenti, e della presidenza della Commissione europea. "In
considerazione della 'globalità' e trasversalità delle tematiche trattate e
dell'esigenza di raggiungere le intese più ampie possibili su problemi che
riguardano tutto il pianeta - ha detto questa mattina in apertura la ministro
dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che presiede il meeting - ho scelto di
estendere la partecipazione oltre che ai Paesi G8, anche a Cina,
India, Brasile, Sudafrica, Messico, Australia, Repubblica di Corea, Indonesia,
Egitto, Danimarca (prossima Presidenza della Conferenza Onu sul Clima),
Repubblica Ceca (attuale Presidenza EU), Svezia (prossima Presidenza Ue) e alla
Commissione Europea". Ma l'attenzione è puntata soprattutto sugli Stati
Uniti, che con l'amministrazione Obama sembra aver cambiato nettamente
posizione rispetto al passato, annunciando l'intenzione di partecipare alla
lotta al cambiamento climatico e di coinvolgere anche i paesi emergenti - in particolare Cina e India, che con gli Stati
Uniti sono oggi grandi produttori di GHG (gas a effetto serra) - in un accordo
internazionale. "INSENSATO UN ACCORDO SENZA USA" L'appuntamento nella
città siciliana è infatti una tappa di avvicinamento al Cop 15 di Copenaghen,
la conferenza Onu di dicembre che punta a trovare un accordo internazionale per
ridurre le emissioni di dal 2012, anno in cui scadono gli impegni presi
con il cosiddetto Patto di Kyoto. "Senza la leadership dei paesi G8, una
risposta internazionale al cambiamento climatico non avverrà. Questo meeting
deve indicare la strada", ha detto ai giornalisti Yvo De Boer, capo della
Convenzione quadro dell'Onu sul Cambiamento climatico. "La nuova
amministrazione americana è incredibilmente importante per affrontare questa
questione. Cercare di giungere a un accordo sul 'climate change' senza gli
Stati Uniti è insensato". Continua...
( da "KataWebFinanza"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Recessione sempre pi
profonda, FMI taglia stime globali (Teleborsa) - Roma, 22 apr - La recessione
mondiale si fa sempre pio grave ed il peggio delle ancora venire. Questa la
previsione del Fondo Monetario Internazionale, che oggi ha confermato un
peggioramento dlel'outlook nelle stime di primavera. Nel suo World Economic
Outlook Report di aprile, il FMI avanza per il 2009 una stima di declino
dell'economia mondiale dell'1,3%, per anticipare un graduale recupero l'anno
venturo. Nel 2010 la crescita dovrebbe attestarsi infatti all'1,9%. Gli Stati
Uniti dovrebbero sperimentare una contrazione dell'attivit economica pari al
2,8% quest'anno per attestarsi su una crescita "zero" nel 2010.
Scenario nero in Giappone nel 2009, durante il quale l'attivit vista crollare
del 6,2%, ma una ripresa si attende nel 2010 con una crescita allo 0,5%. La crisi economica non risparmia neanche la Cina, che dovrebbe veder scendere la sua crescita al 6,5% nel 2009
dal 9% del 2008 e dal 13% del 2007. Un recupero si avr solo l'anno prossimo con
una previsione di crescita del 7,5%. Peggiora lo scenario per la Zona Euro, che
dovrebbe evidenziare una contrazione del 4,2% nel 2009 e dello 0,4% nel
( da "Sestopotere.com"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Al di qua e al di là del muro, ciclo di incontri per il
ventennale del crollo del muro di Berlino. Il via a Fidenza (22/4/2009 15:48) |
(Sesto Potere) - Parma - 22 aprile 2009 - Una serie di incontri dedicati agli
studenti delle scuole
secondarie di secondo grado di Parma e provincia per ripercorrere premesse e
conseguenze sociali, culturali ed economiche del crollo del muro di Berlino. Un
evento che ha cambiato il destino della città, della Germania, dellEuropa
e del mondo intero,
segnando profondamente la storia di milioni di persone e le relazioni politiche
internazionali. Proprio in occasione del ventennale del crollo, avvenuto il 9
novembre 1989, la Provincia e il Centro Studi Movimenti di Parma hanno
organizzato “Al di qua e al di là del muro”: un ciclo di seminari, ciascuno
della durata di tre ore, durante i quali i ragazzi saranno coinvolti in prima
persona nell'analisi di fonti cartacee e audiovisive. Gli incontri ripercorrono
non solo la storia passata ma trattano anche temi estremamente attuali: dai
diritti umani alla globalizzazione, dalla Terza rivoluzione industriale alla
New economy, dalla fine del comunismo alla difficile transizione verso la
democrazia della Russia e dei paesi appartenuti al Patto di Varsavia. Il primo
appuntamento si terrà domani, giovedì 23 aprile, dalle 8 alle 11, allIstituto
distruzione superiore Paciolo - D'Annunzio di Fidenza (sede di via
Alfieri). Gli altri istituti coinvolti saranno: Itis Galilei di San Secondo,
Itas Bocchialini di Parma,
Liceo scientifico Ulivi di Parma, Istituto Giordani di Parma, Istituto
magistrale Sanvitale di Parma, Liceo ginnasio Romagnosi di Parma, Liceo
scientifico Marconi di Parma, Itsos Gadda di Fornovo Taro e Itsos di Langhirano.
( da "Reuters Italia"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON (Reuters)
- Gli Usa hanno una quota sostanziale di
responsabilità per l'attuale crisi economica. Lo dice il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, in commenti prima del suo intervento
all'Economic Club di Washington. Il segretario al Tesoro dice di non aver
ancora fatto riflessioni su eventuali risorse TARP aggiuntive da stanziare ma
sottolinea che verranno "salutati con favore" i rimborsi che le
grandi banche verseranno nelle casse dello Stato. Il resto del mondo ha bisogno
che l'economia e il sistema finanziario si riprendano, spiega ancora Geithner,
e per questo occorrono 'risposte eccezionali' perchè non si tratta di una
semplice recessione. E' importante, tra l'altro, che ai primi segnali di
ripresa i governi "diano supporto alla domanda e agli investimenti"
ma siano anche preparati a "contenere l'aumento del deficit". Geithner si è anche soffermato sulla Cina,
sottolineando che il Paese orientale ha un ruolo "importante" nello
stabilizzare l'economia mondiale. La Cina "deve
continuare ad evolvere il proprio regime valutario, così fondamentale per se
stessa ma anche per il resto del mondo", ha aggiunto.
( da "AprileOnline.info"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il rebus iraniano
Enrico Campofreda, 22 aprile 2009, 18:12 L'analisi Teheran da un lato non
abbandona la violenta retorica anti - israeliana, dall'altro si dichiara
disponibile a collaborare sul programma nucleare con l'Occidente. Le mosse
tattiche sullo scacchiere internazionale celano la realtà di un paese davanti a
un bivio importante, quello delle elezioni politiche. L'impressione, tuttavia,
è che se dovesse tramontare un astro del fondamentalismo laico come l'attuale
presidente anche l'eventuale tecnocrate suo concorrente, Moussavi, non
sposterebbe orientamenti e valori verso l'occidente C'è l'Iran che accusa, come
nelle schermaglie sul razzismo a Durban 2 (anche oggi Ahmadinejad da Teheran ha
rincarato la dose su Israele ricordandone i crimini di guerra a Gaza e parlando
della sua pulizia etnica), e l'Iran che dialoga per bocca del capo negoziatore
della Repubblica islamica Said Jalili, che ha annunciato la piena disponibilità
alla collaborazione per il programma nucleare col gruppo dei cosiddetti Paesi
"cinque più uno" (Stati Uniti, Francia, Russia, Cina, Gran Bretagna e Germania). L'avvicinamento già apparso lo
scorso 8 aprile, con gli Usa aperti da Obama al dialogo anche con Teheran, pur escludendone
dotazioni nucleari belliche, potrà continuare se si riscontrerà reciproca
fiducia su esigenze e limiti del piano nucleare. Il Consiglio Supremo
per la Sicurezza iraniano, come aveva già recentemente annunciato proprio
Ahmadinejad, presenterà alle potenze mondiali un piano nucleare. Sarebbe un
aggiornamento di quello già mostrato un anno fa e giudicato inadeguato dalle
stesse. Il rischio dell'impasse c'è, soprattutto se l'attuale Capo di Stato venisse
riconfermato dopo il 12 giugno. Ma non è detto, le stesse aperture iraniane
vanno ben oltre la figura presidenziale, rappresentativa più che decisionale.
Certo la diplomazia mondiale guarda con interesse a un eventuale ricambio al
vertice d'una nazione che conserva nel clero sciita e nella Suprema Guida
Khamenei, a loro dire, le garanzie di un'emancipazione dall'imperialismo. Ma se
dovesse tramontare un astro del fondamentalismo laico come l'attuale presidente
anche l'eventuale tecnocrate suo concorrente, Moussavi, non sposterebbe
orientamenti e valori verso l'occidente. Negli anni passati la gestione
riformista dell'illuminato teologo Khatami ha gradualmente introdotto nella
società iraniana il distacco dal cupo conservatorismo degli ayatollah ipertradizionalisti
come Khamenei, e più di lui Mesbah-Yazdi difensore del principio del governo
del clero, ma non a vantaggio dell'occidentalizzazione delle usanze. Gli stessi
universitari contestatori del rude Ahmadinejad, coloro che si scontrarono coi
militanti basij, solo in qualche caso sporadico aprono indiscriminatamente
all'Occidente. L'islamizzazione è diffusamente sentita ed è fieramente un
simbolo, che va oltre il fanatismo religioso, coinvolge comportamenti e costumi
sociali. Ne sono un esempio proprio le donne - trent'anni fa vittime delle
repressioni delle truppe khomeiniste - che attraverso il velo, inizialmente
imposto in maniera ferrea dagli ayatollah, manifestano un'appartenenza che ha
modificato nel tempo molti aspetti sia della sedicente emancipazione dell'era
dello Shah sia i tradizionali costumi maschilisti (poligamia), la subalternità
assoluta della donna al marito e la sua assenza dalla vita pubblica. Proprio
nel decennio scorso il movimento per i diritti delle donne esprimeva esigenze
talmente diffuse su cui il Potere ha, pur forzatamente, piegato il turbante.
Naturalmente il fronte dei diritti civili deve ancora raggiungere parecchi
obiettivi, però proprio la vicinanza che si è creata in questi anni fra le
islamiste aperte, definite moderniste, e quelle laiche può rappresentare una
tendenza capace di avere la meglio su ritorni di conservatorismo talebano e
occidentalizzazione forzata. Naturalmente i leader, a cominciare da
Ahmadinejad, sanno che non possono prescindere dai rapporti con l'Occidente per
non rivivere gli anni bui dell'isolamento. Perciò nei mesi a venire - ben oltre
le elezioni presidenziali - questioni come il nucleare e i rapporti
internazionali nel Grande Medio Oriente terranno sulla scena mondiale la
popolosa nazione islamica e la sua leadership. A smorzare i furori
antiamericani potrà contribuire la crisi economica che pone il Paese in una
condizione di bisogno di svincolarsi dai vecchi embarghi e cercare scambi
commerciali al di là della sicurezza fornita dalle riserve petrolifere. Ma
anche gli Usa dovranno fare dei passi, uscire dalla
"Guerra fredda del Terzo Millennio" gonfiata ad arte dalla gestione
Bush, comprendere come altre potenze collocate a est sono interessate a tessere
buoni rapporti col Paese degli ayatollah, in un'area che con Iraq, Afghanistan
e Pakistan rappresenta l'attuale polveriera del globo. Nei delicatissimi
rapporti futuri casi relativi ai diritti umani come quello della giornalista (o
spia) iraniano-americana Roxana Saberi, condannata dopo un processo a porte
chiuse a otto anni di carcere, costituiscono emblematici momenti che possono
favorire avvicinamenti o decretare nuove fratture. Le mosse d'un ayatollah,
Mahmoud Hashemi Shahroudi, che giudica di valutare la vicenda con un equo esame
dei fatti (ci sarà Appello), paiono segnali di maggior attenzione ai rapporti
da riallacciare con la Satanica nazione d'un tempo. Ben altre grane attendono
gli inquilini di Washington e Teheran.
( da "KataWebFinanza"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Export di calzature
italiane in calo a gennaio (Teleborsa) - Roma, 22 apr - Avvio in salita nel
2009 per l'export di calzature made in Italy. In base ai dati Istat - rivela il
sito www.trendcalzaturiero.it - il fatturato all'estero ha subito a gennaio una
contrazione del 3,3%, con l'export sceso in valore a 595 milioni di euro, dai
616 milioni circa del gennaio 2008. Le importazioni hanno fatto segnare, nello
stesso periodo, una crescita in termini monetari del 17%, portandosi a ridosso
dei 360 milioni di euro (erano a 307 milioni scarsi nel gennaio dell'anno
scorso). In forte peggioramento i conti con l'estero del settore, con il saldo
attivo della bilancia commerciale che da 309 milioni di euro del gennaio 2008
scivolato quest'anno a quota 236 milioni, riducendosi del 23,6%. La dinamica
dell'export evidenzia per le calzature italiane una sostanziale tenuta in area
Ue (-0,1%), grazie a un consolidamento delle vendite in Francia (+8,1%) e
Belgio (+1,4%), controbilanciato da un meno 3,2% in Germania e da riduzioni
nell'ordine del 3,5% nel mercato britannico e del 12,5% nei Paesi Bassi. Cede
solo un frazionale 0,2% l'export in Spagna, mentre in Austria i dati Istat
riportano un pi robusto meno 7,4%. Fuori dal perimetro comunitario - rivela
ancora l'analisi di www.trendcalzaturiero.it - l'export si ridotto
complessivamente dell'8,5% rispetto al gennaio 2008, incorporando nel dato
complessivo riduzioni nell'ordine del 18,3% in Usa e
del 2,2% in Svizzera. Positivo il dato delle esportazioni in Russia, dove il
calzaturiero italiano ha messo a segno un progresso dell'1%, ribaltando la
dinamica negativa dell'ultimo trimestre 2008 (-21,1%). Migliora l'export di
scarpe italiane anche in Giappone (+2,5%) e a Hong Kong (+9,3%), mentre accusa
un meno 16% negli Emirati Arabi Uniti. Sul versante delle importazioni, il balzo in avanti di gennaio, sempre nel confronto annuale,
riflette principalmente l'aumento del 10,7% della spesa legata agli acquisti
dalla Cina. In crescita anche l'import da Belgio (+7,9%), Tunisia (+73,1%),
Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano del 6,5% il Vietnam e
dell'8,8% la Romania. 22/04/2009 - 18:45
( da "Borsa(La Repubblica.it)"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Export di calzature
italiane in calo a gennaio (Teleborsa) - Roma, 22 apr - Avvio in salita nel
2009 per l'export di calzature made in Italy. In base ai dati Istat - rivela il
sito www.trendcalzaturiero.it - il fatturato all'estero ha subito a gennaio una
contrazione del 3,3%, con l'export sceso in valore a 595 milioni di euro, dai
616 milioni circa del gennaio 2008. Le importazioni hanno fatto segnare, nello
stesso periodo, una crescita in termini monetari del 17%, portandosi a ridosso
dei 360 milioni di euro (erano a 307 milioni scarsi nel gennaio dell'anno
scorso). In forte peggioramento i conti con l'estero del settore, con il saldo
attivo della bilancia commerciale che da 309 milioni di euro del gennaio 2008 è
scivolato quest'anno a quota 236 milioni, riducendosi del 23,6%. La dinamica
dell'export evidenzia per le calzature italiane una sostanziale tenuta in area
Ue (-0,1%), grazie a un consolidamento delle vendite in Francia (+8,1%) e
Belgio (+1,4%), controbilanciato da un meno 3,2% in Germania e da riduzioni
nell'ordine del 3,5% nel mercato britannico e del 12,5% nei Paesi Bassi. Cede
solo un frazionale 0,2% l'export in Spagna, mentre in Austria i dati Istat
riportano un più robusto meno 7,4%. Fuori dal perimetro comunitario - rivela
ancora l'analisi di www.trendcalzaturiero.it - l'export si è ridotto
complessivamente dell'8,5% rispetto al gennaio 2008, incorporando nel dato
complessivo riduzioni nell'ordine del 18,3% in Usa e
del 2,2% in Svizzera. Positivo il dato delle esportazioni in Russia, dove il calzaturiero
italiano ha messo a segno un progresso dell'1%, ribaltando la dinamica negativa
dell'ultimo trimestre 2008 (-21,1%). Migliora l'export di scarpe italiane anche
in Giappone (+2,5%) e a Hong Kong (+9,3%), mentre accusa un meno 16% negli
Emirati Arabi Uniti. Sul versante delle importazioni, il
balzo in avanti di gennaio, sempre nel confronto annuale, riflette
principalmente l'aumento del 10,7% della spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l'import da Belgio (+7,9%), Tunisia (+73,1%),
Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano del 6,5% il Vietnam e
dell'8,8% la Romania. 22/04/2009 - 18:45
( da "Sestopotere.com"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8 Ambiente: da oggi
a Siracusa si parla di clima, tecnologia, natura (22/4/2009 17:08) | La lotta
ai cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità sono i temi
principali del Vertice dei Ministri dellAmbiente che si tiene a
Siracusa dal 22 al 24
aprile. I Ministri dellAmbiente dei paesi del G8, Italia, Francia,
Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia, assieme a Cina,
India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea,
Egitto, con la partecipazione della Repubblica Ceca, Presidenza di turno dellUnione
Europea, della Commissione Europea, della Danimarca in qualità di Presidenza della prossima COP
(Convention on Climate Change) e di alcune Organizzazioni Internazionali, si
riuniscono a Siracusa su iniziativa della Presidenza italiana del G8. Obiettivo
della riunione di Siracusa è lanciare un importante messaggio politico sulla
biodiversità e sul rapporto tra salute e ambiente, in particolare per i
bambini, oltre a facilitare il dialogo sul tema dei cambiamenti climatici in
vista della Conferenza di Copenhagen che, nel dicembre di questanno,
deve definire gli assetti globali del post Kyoto. Ambiente, un bene
"globale" per eccellenza Il G8 di Castello Maniace è uno snodo
fondamentale sulla strada per la Conferenza di Copenhagen, per coinvolgere nella lotta ai
cambiamenti climatici tutti i grandi soggetti mondiali che hanno un gran peso
sul sistema della produzione e del consumo di energia. A Siracusa lavoriamo con
tutti i grandi interlocutori in materia di emissioni. Ci confronteremo con la
nuova amministrazione Usa, che ha annunciato un
atteggiamento più attivo sul tema dellambiente, ma anche con
paesi come Cina e India le cui scelte sono altrettanto importanti in
vista di un nuovo accordo sul clima. LItalia, in questo
contesto, ha il compito di presiedere e indirizzare una discussione
approfondita, che tenga conto della grave crisi economica che attanaglia la
finanza mondiale, ma che possa trovare nuova linfa nellunione di più
soggetti, nel coordinamento
degli interventi e nella condivisione degli obbiettivi. Per giungere a ununiformità
di scelte e di comportamenti che possa limitare limpatto del clima sulle
popolazioni e porre le basi per inquinare meno e consumare meglio
lenergia necessaria per lo sviluppo e il benessere dei popoli e delle Nazioni. Analogo
rilievo ha lapprofondimento del tema della Biodiversità, fondamentale per
proporre nuovi comportamenti, più attenti allecosistema e alla
considerazione di come luomo si muove al suo interno. Per limitare lo sfruttamento
indiscriminato delle risorse e promuovere i temi delle fonti rinnovabili e del
riciclo-riutilizzo dei rifiuti. Confidiamo in un impegno costruttivo di tutti
perché il bene-ambiente è “globale” per eccellenza e le soluzioni, le
decisioni, le scelte per essere valide e produttive di effetti positivi non
possono che essere condivise. Stefania Prestigiacomo Ministro dell'Ambiente
( da "Stampaweb, La"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON Il
segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha detto oggi
che il regime dei Castro a Cuba «sta per finire». Il segretario di stato,
durante una testimonianza alla Commissione Esteri della Camera, ha commentato
le recenti affermazioni, apparentemente non in sintonia, fatte dai fratelli
Fidel e Raul Castro sulla disponibilità cubana a discutere con gli Usa tutte le questioni, comprese quelle dei prigionieri
politici e dei diritti umani. «Stiamo assistendo allinizio
di un dibattito a Cuba», ha osservato la Clinton. «Penso che questo è un regime
che sta per finire - ha aggiunto il segretario di stato - È un regime destinato
a terminare. Dobbiamo essere
pronti a questa eventualità». Per quanto riguarda invece le tensioni con
Ahmadinejad, gli Stati Uniti sono pronti ad applicare sanzioni «molto dure»
contro lIran, nel caso in cui il dialogo con il regime di Teheran
dovesse fallire. Hillary Clinton ha ribadito come bloccare le ambizioni nucleari del regime
degli Ayatollah sia un imperativo per Washington. Clinton ha comunque mantenuto
una posizione articolata, che lascia aperti tutti gli scenari a seconda dellatteggiamento
iraniano: «Siamo più che pronti a tendere la mano allIran per discutere
diversi problemi», ha detto davanti alla commissione Esteri della Camera dei
rappresentanti. «Ma stiamo preparando tutto per la sanzioni molto dure (...)
che potrebbero essere necessarie se le nostre offerte fossero respinte o se il processo
dovesse fallire», ha aggiunto. «Sviluppiamo nuovi approcci alla minaccia
iraniana, e lo facciamo con gli occhi ben aperti e senza illusioni», ha
insistito Clinton. Il capo della diplomazia americana si è detta convinta che la
decisione di partecipare a tutte le riunioni delle sei potenze sullIran
(Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Germania, Cina e Russia) dà a
Washington «più influenza sugli altri paesi».
( da "Sestopotere.com"
del 22-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lexport
di calzature italiane cede il 3,3% a gennaio 2009 (22/4/2009 19:00) | (Sesto Potere) - Roma - 22 aprile
2009 - Avvio in salita nel 2009 per lexport di calzature
made in Italy. In base ai dati Istat - rivela il sito www.trendcalzaturiero.it
- il fatturato allestero ha subito a gennaio una contrazione del 3,3%,
con lexport sceso
in valore a 595 milioni di euro, dai 616 milioni circa del gennaio 2008. Le
importazioni hanno fatto segnare, nello stesso periodo, una crescita in termini
monetari del 17%, portandosi a ridosso dei 360 milioni di euro (erano a 307
milioni scarsi nel gennaio dellanno scorso). In forte
peggioramento i conti con lestero del settore, con il saldo attivo della
bilancia commerciale che da 309 milioni di euro del gennaio 2008 è scivolato
questanno a quota 236 milioni, riducendosi del 23,6%. La dinamica dellexport evidenzia
per le calzature italiane una sostanziale tenuta in area Ue (-0,1%), grazie a
un consolidamento delle vendite in Francia (+8,1%) e Belgio (+1,4%),
controbilanciato da un meno 3,2% in Germania e da riduzioni nellordine
del 3,5% nel mercato
britannico e del 12,5% nei Paesi Bassi. Cede solo un frazionale 0,2% lexport
in Spagna, mentre in Austria i dati Istat riportano un più robusto meno 7,4%.
Fuori dal perimetro comunitario - rivela ancora lanalisi di
www.trendcalzaturiero.it - lexport si è ridotto complessivamente dell8,5%
rispetto al gennaio 2008, incorporando nel dato complessivo riduzioni
nellordine del 18,3% in Usa e del 2,2% in Svizzera. Positivo il dato
delle esportazioni in Russia, dove il calzaturiero italiano ha messo a segno un
progresso dell1%, ribaltando la dinamica negativa
dellultimo trimestre 2008 (-21,1%). Migliora lexport di scarpe
italiane anche in Giappone (+2,5%) e a Hong Kong (+9,3%), mentre accusa un meno
16% negli Emirati Arabi Uniti. Sul versante delle importazioni, il balzo in avanti di
gennaio, sempre nel confronto annuale, riflette principalmente laumento
del 10,7% della spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche limport
da Belgio (+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano del 6,5% il
Vietnam e dell8,8% la Romania.