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Report "Globalizzazione"  19-20 aprile 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

"Più investimenti contro la fame" ( da "Stampa, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Egitto e quella della Repubblica Ceca in qualità di presidente di turno dell'Ue) sono indicate sette priorità. La prima: raddoppiare la produzione agricola mondiale per soddisfare i bisogni di una popolazione che nel 2050 sarà di 9 miliardi di persone.

Zaia: "Sì ai dazi se non si riscrivono le regole globali" ( da "Stampa, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Cekia (in rappresentanza della presidenza Ue), il commissario europeo Mariann Fischer Boel, e i rappresentanti di Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica, Argentina, Australia, Egitto, Banca Mondiale ed altri organismi internazionali, dalla Fao all'Ocse, impegnati nel summit che si chiuderà domani,

"La mossa vincente? Aprire all'Avana diffidare di Caracas" ( da "Stampa, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, che è assai carente sotto questo profilo». Che impatto avrà il dialogo fra Usa e Cuba su Chavez? «Il presidente venezuelano è destinato ad essere molto più isolato. Due anni fa al summit delle Americhe che si svolse in Argentina Chavez fu una vera star, ebbe facile gioco a fare leva sull'ostilità alle politiche di Bush per consolidare un proprio ruolo di leadership regionale,

"Anche noi potremmo sostenere le aziende" ( da "Stampa, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oggi il salario è anzitutto minacciato dalla globalizzazione, e dal dumping sociale dei Paesi più poveri». Sembra però che la Cgil sia pronta a fare un'apertura su questo tema. Che ne pensa? «Se lo facesse lo saluterei come un evento epocale, viste le premesse culturali di cui parlavo prima».

Crisi: su regole globali piu' consenso, apertura Berlino ( da "Trend-online" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nell'incontro a porte chiuse i partecipanti hanno poi discusso su come riportare in equilibrio la situazione del commercio mondiale caratterizzato prima della crisi dagli Usa come grande paese consumatore e da Cina, Giappone e Germania come Paesi esportatori.(ANSA).

CRISI: SU REGOLE GLOBALI PIU' CONSENSO, APERTURA BERLINO ( da "Wall Street Italia" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nell'incontro a porte chiuse i partecipanti hanno poi discusso su come riportare in equilibrio la situazione del commercio mondiale caratterizzato prima della crisi dagli Usa come grande paese consumatore e da Cina, Giappone e Germania come Paesi esportatori.(ANSA).

Restauro di imperi, ma l'Europa è indipendente dagli Stati Uniti ( da "Libertà" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina sarebbero i tre imperi destinati a contare sempre di più in un mondo multipolare in cui altri imperi come Russia, India, Giappone, Iran avrebbero sempre meno potere contrattuale nei confronti dei tre grandi suddetti, dai quali per contro dovrebbero subire accerchiamento economico, isolamento, e, in definitiva la loro riduzione a imperi a responsabilità mondiale limitata.

Madrid, 100 milioni per Seat ( da "Corriere della Sera" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per il gruppo Volkswagen le vendite nel primo trimestre dell'anno, emerse con i dati europei pubblicati venerdì scorso, sono risultati sempre in calo ma con segnali di ripresa in Germania dove come in altri stati europei sono stati lanciati incentivi alla rottamazione. Bene la Cina dove il gruppo vende tre volte più che negli Usa.

( da "Nazione, La (Firenze)" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lei è molto preoccupato per lo squilibrio che c'è tra Cina ed Usa... «Anche se la struttura finanziaria si dovesse rimettere in ordine, e questo prima o poi accadrà, a livello mondiale c'è uno squilibrio enorme tra Stati Uniti e Cina: gli Usa importano moltissimo e la Cina è ormai un ricettacolo di dollari e bond Usa.

( da "Giorno, Il (Milano)" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lei è molto preoccupato per lo squilibrio che c'è tra Cina ed Usa... «Anche se la struttura finanziaria si dovesse rimettere in ordine, e questo prima o poi accadrà, a livello mondiale c'è uno squilibrio enorme tra Stati Uniti e Cina: gli Usa importano moltissimo e la Cina è ormai un ricettacolo di dollari e bond Usa.

Giovedì sera ero all'Auditorium di Milano per un concerto dell'Orchestra Verdi, e ho ... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Effetti della globalizzazione? "Meticciato" culturale, come dice il Patriarca di Venezia cardinale Scola? Mi veniva da sorridere pensando ai ricorrenti discorsi sui timori di "erosione" della identità italiana o addirittura padana... Giorgio Acquaviva

La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia). ( da "Giornale.it, Il" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.

Louis Schweitzer: "La cultura salverà il mondo" ( da "Stampaweb, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La seconda idea: globalizzazione vuol dire andare verso un modello unico culturale, e questo è un enorme impoverimento. Nel cibo, ad esempio, un?unica cucina sarebbe terribile e anche un unico modo di fare un film. Invece internazionalizzazione vuol dire apertura a tutte le culture e a qualcosa di straordinariamente positivo.

LA MAPPA ( da "Avvenire" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Oriente rientra anche la Chiesa Assira dell'Est, conosciuta come «nestoriana»: un tempo molto diffusa, oggi conta meno di 300mila fedeli soprattutto in Iran, Iraq e India ma con propaggini negli Usa e Cina. Deve il nome al patriarca di Costantinopoli Nestorio, vissuto tra IV e V secolo, e rifiuta anche il Concilio di Efeso (431). (R.Macc.)

Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? ( da "Giornale.it, Il" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte.

G8 AGRICOLTURA, MINISTRI CERCANO MODI PER FRENARE PROTEZIONISMO ( da "Wall Street Italia" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: vertice di Cison di Valmarino hanno preso parte i ministri degli otto Paesi più industrializzati del mondo ma anche i ministri di Brasile, Cina, India, Sud Africa, Messico, Argentina, Australia ed Egitto. Una voce controcorrente giunge dal ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha detto che non esiterà a imporre dei dazi se il settore agricolo italiano dovesse essere minacciato.

Occupazione abusivadenunciato immigrato ( da "Sicilia, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Teorie e modelli della globalizzazione» di Luca Licitra, Franco Angeli editore. L'iniziativa, organizzata dal Cenacolo di studi Dietrich Bonhoeffer di Modica, sarà caratterizzata da una serie di interventi tra cui quello del politologo Francesco Raniolo, docente universitario, e di padre Giovanni Salonia, ministro provinciale dei Cappuccini e direttore dell'

( da "Sicilia, La" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Teorie e modelli della globalizzazione» Capita anche a sindaco ed opposizione di sentirsi in sintonia. Motivo dell'accordo è il comune rimprovero che Nicosia e il gruppo consiliare del Pdl, Greco, Moscato e Nicosia, hanno rivolto all'on. Minardo, tacciandolo di "maleducazione istituzionale" per l'omesso invito istituzionale in occasione della visita dell'

G8 Agricoltura, ministri cercano modi per frenare protezionismo ( da "Reuters Italia" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: vertice di Cison di Valmarino hanno preso parte i ministri degli otto Paesi più industrializzati del mondo ma anche i ministri di Brasile, Cina, India, Sud Africa, Messico, Argentina, Australia ed Egitto. Una voce controcorrente giunge dal ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha detto che non esiterà a imporre dei dazi se il settore agricolo italiano dovesse essere minacciato.

AMBIENTE: NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA ( da "Adnkronos" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: AMBIENTE: NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA CELEBRATA NELLA TENUTA DI CASTELPORZIANO LA 'GIORNATA DELLE OASI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA ultimo aggiornamento: 19 aprile, ore 18:16

AMBIENTE: NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA ( da "ITnews.it" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Europa pare essersi mossa in anticipo rispetto al resto del mondo e gli Usa si apprestano a seguirla con nuovo impulso dato dalla presidenza Obama, e' ora la volta che tutti gli altri Paesi si mobilitino, a cominciare da Cina e India che rappresentano due dei motori principali nella nuova fase economica, pur in questo momento di crisi finanziaria globale.

Londra, addio a J.G. Ballard padre di Crash e del cyberpunk ( da "Corriere.it" del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: NATO IN CINA - Nato a Shanghai da genitori britannici, durante la Seconda Guerra Mondiale Ballard venne internato con la famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua. Questa esperienza verrà ripresa nel romanzo «L'impero del sole» (Empire of the Sun), da cui il regista Steven Spielberg ha tratto nel 1987 un film omonimo (

Il primo viaggio intercontinentale di un nuovo presidente americano assume sempre un significato che... ( da "Stampa, La" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se Usa, Cina, Giappone, Corea del Sud e Russia non riescono a ottenere risultati, tutti insieme, con un Paese come la Corea del Nord, dall'influenza pressoché nulla sul commercio internazionale e privo di risorse che interessino a qualcuno, la frase «comunità mondiale» diventa un suono vuoto.

Gli Zombie di Elton John e l'ereditiera di McCartney ( da "Stampa, La" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il film televisivo Chung Kuo Cina di Michelangelo Antonioni (1972). Ha scritto Le Monde: «Il regista italiano non s'è accorto degli orrori del regime di Mao, il che non ha sottratto il film ai fulmini di Pechino». Paul McCartney sarebbe di nuovo fidanzato: da 18 mesi non lascia l'ereditiera Nancy Shevell.

Hillary, i mea culpa e Fonzie-Barack ( da "Corriere.it" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Si era scusata in Cina, dichiarando che gli Stati Uniti devono riconoscere le loro responsabilità come principale produttore di gas serra. Si era scusata in Indonesia, dicendo che le sanzioni contro la Birmania appoggiate dagli americani non hanno funzionato. Si era scusata in Messico, ammettendo che la richiesta di droghe dagli Usa ha prodotto un boom del narcotraffico nell'

Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese ( da "Arena, L'" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sintetizzò tempo fa lo scenario del settore: resteranno pochi gruppi al mondo perché per sopravvivere un'azienda deve avere una capacità di produzione e vendita di almeno 5,5 milioni di auto. I grandi numeri, infatti, bilanciano il poco profitto per unità venduta e gli alti costi di produzione. In tale scenario si salverà solo chi acquisisce e si globalizza.

Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sintetizzò tempo fa lo scenario del settore: resteranno pochi gruppi al mondo perché per sopravvivere un'azienda deve avere una capacità di produzione e vendita di almeno 5,5 milioni di auto. I grandi numeri, infatti, bilanciano il poco profitto per unità venduta e gli alti costi di produzione. In tale scenario si salverà solo chi acquisisce e si globalizza.

nel cuore di soho crescentina e squacquerone ( da "Repubblica, La" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Volete sapere chi c´è, dietro l´esportazione dell´impronunciabile formaggio romagnolo in Inghilterra? Un giovanotto di nome Jacob Kennedy, innamorato della cucina italiana, che ha praticato come apprendista a San Francisco prima di stabilirsi lungo le rive del Tamigi. E´ la globalizzazione, bellezza!

Il Colle: Bene Obama e Ue sull'ambiente Abruzzo, vigileremo sulla ricostruzione ( da "Unita, L'" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Obama per fare degli Usa un Paese protagonista nell'impegno della tutela del clima. Senza il contributo degli Stati Uniti d'America e, domani ci auguriamo, di Cina e India è difficile vincere questa battaglia». Per quanto riguarda l'Europa Napolitano ha dato atto alla Ue di aver preso «una posizione di avanguardia, senza aspettare che anche tutti gli altri maggiori protagonisti dell'

addio a james graham ballard ( da "Nuova Sardegna, La" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: britannici che si trovavano in Cina per motivi di lavoro, durante la Seconda Guerra Mondiale Ballard viene internato con la famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua. Questa esperienza verrà ripresa nel romanzo «L'impero del sole», da cui il regista Steven Spielberg ha tratto nel 1987 un film omonimo (la cui sceneggiatura è stata scritta dal drammaturgo inglese Tom Stoppard)

Cortina, all'Olimpico è subito festa ( da "Corriere delle Alpi" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre la Cina si è messa dietro (7-6) l'attesa Ungheria, netta la supremazia dell'Austria (8-4) sulla Slovacchia così come della Repubblica Ceca sulla Francia (10-6). La Polonia ha chiuso con due "ends" di anticipo sul Galles (8-1). Adesso c'è attesa per Canada-Italia, anche se gli azzurri non possono certo aspirare a superare la nazione più forte al mondo nel curling.

Primi segnali di fiducia globale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-19 - pag: 1 autore: Cina e India in recupero, Usa alla prova del credito, mentre l'Europa si stabilizza Primi segnali di fiducia globale Dalle commodities ai trasporti le indicazioni verso il rilancio La Cina prova ad accelerare la produzione. L'India vede in forte recupero acciaio e cemento.

( da "Corriere della Sera" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Russia la Cecenia, la Cina il Tibet, la Francia gli arabi, l'Inghilterra il Kenya. E si trincera dietro il principio che deve decidere delle questioni di guerra e pace non delle libertà civili. Insomma, rifiuta di interessarsene se non in casi circoscritti ». Non c'è il Consiglio dei diritti umani dell'Onu?>

Uno scudo di gas contro l'effetto serra ( da "Corriere della Sera" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40 Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto che ridurle. E allora si torna a prendere in considerazione il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta.

I termometri della fiducia iniziano a muoversi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Abbiamo presentato in queste due pagine alcuni segnali di risveglio, colti nelle varie aree del mondo dagli Usa alla Cina, dall'Italia alla Russia. A questi segnali positivi se ne potrebbero contrapporre (e sono anche più numerosi e più diffusi) tanti altri negativi. Ma l'importante è notare che nella notte dell'economia cominciano ad apparire alcuni chiarori.

Obama-America latinascommessa con handicap ( da "Secolo XIX, Il" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come verso Cina, Iran, Russia, Birmania, ecc...) che sono sembrate a molti quasi equivalenti a gesti di pentimento. Se il consenso per le scelte interne dell'Amministrazione Obama è ancora forte, per quel che riguarda la politica estera qualcuno, e non solo negli ambienti repubblicani, comincia a storcere il naso o almeno manifesta diffidenza,

( da "Corriere Economia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla grande Cina». La Danieli è un caso di «rondine » trasversale: non solo perché l'acciaio, a differenza delle macchine utensili, non anticipa la ripresa, ma la segue, dipendendo dalla ripartenza di auto, petrolio, edilizia, ma anche perché l'azienda genera in Italia solo il 2% circa dei 3,15 miliardi di fatturato (bilancio al giugno 2008,

Borse mondiali tra rimbalzo e vera ripresa ( da "Stampa, La" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina e la Russia vogliono sostituire il dollaro con una moneta internazionale come valuta per gli scambi e per le riserve dei paesi esportatori, e Obama ha detto di no. Che cosa succederà? "Il dollaro e' e rimarra' la valuta di scelta per riserve e scambi per il prevedibile futuro", dice Tarallo.

In aprile il Dow Jones delle blue chips americane sta confermandosi sopra quota 8000 punti - ha chiu... ( da "Stampa, La" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina e la Russia vogliono sostituire il dollaro con una moneta internazionale come valuta per gli scambi e per le riserve dei paesi esportatori, e Obama ha detto di no. Che cosa succederà? "Il dollaro e' e rimarra' la valuta di scelta per riserve e scambi per il prevedibile futuro", dice Tarallo.

Dunga: "Il razzismo è una questione culturale" ( da "Datasport" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ormai il mondo e' globalizzato e non dovrebbero esserci queste difficolta'". Il ct brasiliano, intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport, ha parlato anche di tre pedine della sua nazionale, i milanisti Kakà, Pato e Ronaldinho, che ieri è andato a visionare nel match che i rossoneri hanno dominato contro il Torino.>

Calcio, Dunga: Razzismo? Sport prenda seri provvedimenti ( da "KataWeb News" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ormai il mondo è globalizzato e non dovrebbero esserci queste difficoltà". Dunga è in Italia per vedere all'opera i brasiliani che giocano nel nostro campionato. Ieri sera era a San Siro, dove ha assistito alla bella vittoria del Milan sul Torino. Pagelle positive per tutti i brasiliani del Milan: "Kakà sta riprenderndo la forma -- dice Dunga -

Il travaglio del futuro ( da "Blogosfere" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tornerà a salire il prezzo del petrolio e la bilancia dei pagamenti USA tornerà ad un trend negativo. Il rischio è che sia animino fortissime tensioni sui mercati delle materie prime ed alimentari, giacchè mentre la Cina acquista metalli si trova nella debolezza per cui il 40% del suo fabbisogno alimentare dipende dall'estero, da qui il forte interesse verso certi paesi africani.

TASSI UE: TAGLIO DELLO 0,25% A MAGGIO SARA' ULTIMO DELL'ANNO ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il greggio Wti continua a stazionare in prossimità dei 50$/b grazie a segnali di aumento della domanda dalla Cina. In rialzo il gas naturale (+3,6%) in seguito al forte calo del numero delle piattaforme che ricercano nuovi giacimenti negli Usa. Tornano a salire i metalli industriali guidati da zinco (+4,3%) e piombo (+3,9%). Tra i preziosi in calo l?

Città: Come uscire dalla crisi ( da "Sannio Online, Il" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Si discute molto di come adeguare le diverse forme di protezione sociale alle trasformazioni del lavoro e del suo mercato. Si riconosce in genere che la flessibilità sia un dato irreversibile delle nuove forme assunte dall?economia nell?era della globalizzazione e che il problema, oggi, è evitare l?

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE, TECNICI RUSSI PER VERIFICHE SU EDIFICI. ( da "Asca" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso - spiega all'Asca Giovanni de Siervo dell'Ufficio Relazioni Internazionali della Protezione Civile - non c'e' una necessita' di aiuti dall'estero e la situazione e' stata gestita sempre su base nazionale. Le risorse sono provenute da tutte le regioni italiane e, pur avendo ricevuto offerte dall'

OBAMA CHIEDE A CUBA FATTI PIÙ CHE PAROLE ETA, ALLARME ATTENTATI SEGOLENE SI SCUSA A NOME DELLA FRANCIA CON IL 'POCO INTELLIGENTE' ZAPATERO (COPY BY SARKO) LONDRA: il conto de ( da "Dagospia.com" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la vittoria di Sebastian Vettel al Gran premio di Cina, sotto il diluvio. Le Red Bull-Renault con il ventunenne tedesco di Hoppenheim e l'australiano Mark Webber hanno dominato la gara di Shanghai, chiudendo davanti al leader del mondiale, l'inglese Jenson Button e all'altra Brawn del brasiliano Rubens Barrichello.

Uno scudo di gas contro l'effetto serra ( da "Corriere.it" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40 Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto che ridurle. PROGETTO PINATUBO - E allora si torna a prendere in considerazione il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta.

Gli Usa guardano a Sud: da Obama a Castro (Raùl) apertura ricambiata ( da "Panorama.it" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: un reportage-saggio, pubblicato anche in Italia ormai molti anni fa, nel quale lo scrittore di Montevideo ripercorre il passato della regione, mettendo in risalto i ripetuti episodi di sfruttamento ai danni delle popolazioni locali. LEGGI ANCHE: [4] La sfida di Obama in America Latina: arginare la Cina

LAZIO: MILANA, CON LEGGE REGIONALE LABORATORI NELLE ACCADEMIE. ( da "Asca" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era della globalizzazione, deve essere giocata sui settori di nicchia che ci contraddistinguono nel mondo. Favorire la comunicazione tra le Accademie e le istituzioni deve essere un obbligo per la politica''. Sull'esigenza di promuovere e rafforzare quelle attivita' di natura artigianale che nel campo tessile rappresentano la base di formazione per la conoscenza del settore,

Zanon: Più controlli sui nuovi centri vendita all'ingrosso cinesi ( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non possiamo certo chiuderci nel protezionismo o negare i fenomeni di globalizzazione, ma la concorrenza deve essere fatta con regole uguali per tutti. Noi - spiega - abbiamo l'Europa delle burocrazie, delle migliaia di regolamenti, mentre gli operatori cinesi aggirano tutte le regole e, con costi bassissimi dovuti allo sfruttamento dei minori,

Oggi l'ultimo flash sul summit ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Germania, Giappone Regno Unito e Usa, vanno unite la Commissione europea e la presidenza ceca dell'Ue), 5 delegazioni per il G5 (Brasile, India, Messico, Cina, Sudafrica) con Argentina, Australia, Egitto e 7 organizzazioni internazionali. I lavori inizieranno con l'approvazione del documento finale.

Ue: rischio protezionismo nei paesi principali partner commerciali europei ( da "Panorama.it" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 3 le telecomunicazioni. Ad alzare i paletti contro le merci europee è stata anzitutto l'Argentina, con 22 misure monitorate, seguita da Cina e India (9), Indonesia (8), Russia (7), Corea del Sud e Vietnam (5), Usa, Canada, Turchia e Ucraina con 3.

G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a La Maddalena ( da "Velino.it, Il" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell?apertura dei mercati evidenziando l?importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato – ed è questo il punto caro a Zaia - su regole certe. Ci impegnamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round".

Di Lella: "Un Servizio reale di Protezione Civile" ( da "Caserta News" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: parte del Dipartimento della Protezione Civile; non si è organizzato un corso di formazione dei volontari della Protezione Civile; non viene svolta attività di informazione e prevenzione mediante diffusione della cultura di protezione civile fra la popolazione. C H I E D E D I S A P E R E Quando e come l'Amministrazione intende organizzare un Servizio reale di Protezione Civile.

G7, MEETING VENERDÌ A WASHINGTON SEGUITO DA MINISTERIALE G20 ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per questo motivo il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner e il presidente Barack Obama stanno guardando con maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario al Tesoro ha ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino non sta manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia.

G8, MINISTRI STUDIANO SCORTE COMUNI, VOLATILITÀ ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round", si legge.

G8 AGRICOLO: APPROVATO IL DOCUMENTO FINALE ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il dovere di sostenere i benefici della globalizzazione e dei mercati aperti, elevando l'importanza cruciale di rifiutare il protezionismo e incoraggiare lo sviluppo di mercati agricoli integrati a livello locale, regionale e internazionale''. Ma si sottolinea anche ''l'importanza di un sistema di scambio internazionale basato su regole per il commercio agricolo'

G8AGRICOLO/ DOCUMENTO FINALE: ECCO I 13 PUNTI PER G8 MADDALENA ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata globale e ambiziona del Doha Rond".

G8 AGRICOLO/DOCUMENTO FINALE: MONITORAGGIO CONTRO SPECULAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata globale e ambizioza del Doha Rond".

G7, meeting venerdì a Washington seguito da ministeriale G20 ( da "Reuters Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per questo motivo il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner e il presidente Barack Obama stanno guardando con maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario al Tesoro ha ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino non sta manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia.

G8 Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione ( da "KataWebFinanza" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round".

G8 Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round".

Global Village ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: amore ai tempi della globalizzazione” e una fiera all?interno della quale comunità di diversa lingua e provenienza e residenti a Bolzano avranno la possibilità di farsi conoscere attraverso l?espressione artistica, l?artigianato, l?economia, la letteratura, la gastronomia, la cultura maturata nella loro terra di origine.

Unoine Federale e destino dell'Europa nell'ultimo libro di Giulio Ercolessi ( da "Bollettino Università & Ricerca" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: unico strumento con cui gli europei potranno ancora contare qualcosa in un mondo globalizzato e non essere il mero oggetto di decisioni altrui.>> In quest?ottica l?autore analizza i temi dell?“identità” e dei confini dell?Europa, del suo ruolo geopolitico, del suo modello sociale e della sua competitività economica».

America o Americhe? ( da "AprileOnline.info" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Italia si chiama così perché abitata da italiani, la Cina da cinesi, il Cile da cileni, ecc. Quel grande territorio fra il Canada e il Messico è chiamato Stati Uniti d'America, ma non rappresentando- come abbiamo visto- l'intero continente americano non si può loro attribuire la qualifica di "americani" per antonomasia.

Cultura e crisi economica a San Benedetto del Tronto ( da "Quotidiano.it, Il" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione! Globalizzazione! Solo questo si è sentito e più volte e senza diritto di replica. Sui temi della crisi gli accademici farebbero bene a strare zitti! Ovviamente si consiglia che parlino solo nelle aule universitarie che non sono luoghi di conflitto.

BORSE ROSSE (-3.88%) - OBBLIGAZIONISTI ALITALIA VALUTANO AZIONI LEGALI - GERMANIA CREA BAD BANKS - BOFA TRIPLICA UTILI - UTILE TOD'S 70,3 MLN - L'OCSE SNOBBA LA SVIZZERA 2008: ( da "Dagospia.com" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: FONDO SOVRANO CINA POTREBBE RILEVARE QUOTA... (ANSA) - Un fondo sovrano cinese sarebbe intenzionato ad acquisire una quota in Daimler. Lo scrive l' Handesblatt - secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg - precisando che i vertici del gruppo automobilistico tedesco sono in contatto con il fondo cinese.

G8/ Frattini: Senza un'Europa forte Usa e Cina ci ( da "Virgilio Notizie" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il paventato G2 Usa/Cina potrebbe effettivamente emarginare di fatto i Paesi europei nella scena internazionale". Il capo della diplomazia italiana, che ha parlato nello stesso dibattito del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha osservato che per scongiurare questa "altra ipotesi di governance", gli europei dovranno impegnarsi "a fondo"

G8/ FRATTINI: SENZA UN'EUROPA FORTE USA E CINA CI EMARGINERANNO ( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: G8/ Frattini: Senza un'Europa forte Usa e Cina ci emargineranno di Apcom "Non esiste un formato unico, esistono problemi comuni" -->Berlino, 20 apr. (Apcom) - "Una nuova, efficace governance internazionale non può prescindere da un'Europa forte e capace di esprimersi con una voce sola sui grandi temi globali".

Marsé y las perlas de un escritor "anómalo" ( da "Pais, El" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cuando se usa la lengua como bandera empiezan los problemas." Sinde, a favor de un debate sobre la calidad de los guiones La ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, se mostró hoy favorable a abrir un debate sobre si uno de los problemas del cine español actual puede ser la deficiencia de sus guiones.


Articoli

"Più investimenti contro la fame" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

"Più investimenti contro la fame" [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO TORINO «Se i governi non attribuiranno priorità, nello sviluppo dei piani, agli investimenti all'agricoltura dei piccoli agricoltori, il numero delle persone che soffrirà la fame per effetto della povertà aumenterà ben oltre un miliardo nel corso del prossimo anno, e occorrerà affrontare un'altra crisi dei prezzi alimentari». E' questo l'allarme lanciato nella risoluzione finale del vertice G-14 degli agricoltori che si è concluso a Pieve di Soligo su iniziativa della Federazione internazionale dei produttori agricoli e della Cia-Confederazione italiana agricoltori. Il documento del G-14 vuole essere un contributo ai ministri dell'Agricoltura del G8 soprattutto perché è necessario far capire che «al cuore della soluzione della sicurezza alimentare ci sono gli agricoltori; sono essi che coltivano, seguono gli allevamenti, gestiscono i terreni e salvaguardano le risorse naturali. Dunque, non ci può essere sicurezza alimentare senza sicurezza degli agricoltori», spiega il presidente Cia, Giuseppe Politi. Che fare, allora? Nella risoluzione del G-14 (al quale sono intervenute delegazioni delle organizzazioni agricole di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Usa, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa, Egitto e quella della Repubblica Ceca in qualità di presidente di turno dell'Ue) sono indicate sette priorità. La prima: raddoppiare la produzione agricola mondiale per soddisfare i bisogni di una popolazione che nel 2050 sarà di 9 miliardi di persone. La seconda: aumentare gli investimenti per incrementare la produttività agricola nei Paesi in via di sviluppo. La terza: individuare una strategia comune per limitare il drammatico impatto delle crisi alimentari. La quarta: regole certe per riequilibrare i mercati. La quinta: priorità alla disponibilità e all'uso efficiente dell'acqua. La sesta: adattare l'agricoltura ai mutamenti climatici. E la settima: tutelare i redditi degli agricoltori. Secondo Politi «le politiche agricole non devono più trascurare il ruolo degli agricoltori, specialmente dei piccoli agricoltori. Devono far sì che la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile divengano realtà».

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Zaia: "Sì ai dazi se non si riscrivono le regole globali" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

NUTRIMENTO E REDDITO Reportage Primo vertice agroalimentare tra i «Grandi» Zaia: "Sì ai dazi se non si riscrivono le regole globali" «Va equilibrata la scelta tra coltivazioni destinate alla tavola o all'energia» VANNI CORNERO CISON DI VALMARINO(TREVISO) I dazi? «Non mi piacciono, sono liberista e credo nel mercato, ma se l'alternativa è chiudere migliaia di aziende non ho dubbi: mi batterò per mantenerli e salvare il lavoro dei nostri agricoltori». Il ministro Luca Zaia, padrone di casa al primo «G8» della storia dedicato all'agricoltura, fa chiaramente capire che le regole, in un mondo globalizzato, valgono per tutti. E l'Italia regole globali le chiede da tempo, ma non sempre è ascoltata: «Sappiamo, con tanto di dati ufficiali, che nove prodotti su dieci in giro per il mondo sono dichiarati italiani, ma non lo sono - dice Zaia - . Questo accade mentre per il nostro Paese il made in Italy rappresenta 24 miliardi di euro di esportazioni, in crescita del 13% in Europa e dell'11% fuori dalla Ue. Con un buon negoziato internazionale potremmo salire a 60 miliardi di euro, ma bisogna eliminare l'agropirateria. Abbiamo l'obbligo di difendere le nostre produzioni dai "falsari"- insiste il ministro - tutelando sia i nostri agricoltori e le nostre industrie, sia la sicurezza alimentare sui mercati internazionali». Linea, quella della sicurezza alimentare, su cui sta lavorando anche il presidente Usa, Barack Obama. Un discorso che non vale solo per quei prodotti un po'burocraticamente indicati come «eccellenze alimentari», le regole rigide servono anche a bloccare la speculazione sui generi di prima necessità «perchè - scandisce Zaia - non è ammissibile che ci si possa arricchire giocando sui "future" delle materie prime che compongono il cibo quotidiano». E poi gli Ogm, a cui, afferma il titolare delle Politiche agricole, sottolineando di parlare a titolo personale e non a nome del governo, «la maggioranza dei cittadini è contraria» e che «non è vero garantiscano maggiori guadagni agli agricoltori». Gli organismi geneticamente modificati, comunque, non erano nell'ordine del giorno della seduta, anche se, venerdì, una trentina di no-global ha compiuto un blitz in una tenuta agricola della zona, di proprietà della Fondazione Cassamarca, in cui si sperimentano tecniche di coltivazione innovative. Ieri, invece, militanti di Forza Nuova hanno manifestato, a Treviso, contro il G8 ed esponenti dell'area anarchica si sono radunati a Vittorio Veneto. I ministri dell'agricoltura di Canada, Russia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Usa, Cekia (in rappresentanza della presidenza Ue), il commissario europeo Mariann Fischer Boel, e i rappresentanti di Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica, Argentina, Australia, Egitto, Banca Mondiale ed altri organismi internazionali, dalla Fao all'Ocse, impegnati nel summit che si chiuderà domani, concordano su un punto: l'agricoltura deve ridiventare la grande protagonista sulla scena mondiale. Il perchè lo sintetizza ancora Luca Zaia: «Il settore rappresenta il motore dell'economia, producendo bioenergie, assicurando l'autosufficienza alle popolazioni ed equilibrando i danni dei cambiamenti climatici». Concetti a cui plaude una nota di Confagricoltura, chè però precisa: «Non esiste una ricetta unica valida per tutti, così come non esistono modelli di agricoltura da preferire ad altri» ed auspica un coordinamento agroalimentare globale, partendo dai lavori di questo G8 agricolo e dal successivo vertice della Maddalena. «Per nutrire sei miliardi di persone che rischiano la fame, occorre raddoppiare le produzioni - concorda il direttore generale della Fao, Jacques Diouf - ma proprio per questo le bioenergie devono trovare sviluppo senza toglierlo al cibo». E l'economista Jeremy Rifkin aggiunge: «Il 40% delle terre coltivate serve a produrre mangimi per animali e non alimenti per gli uomini». Mentre l'ambientalista indiana Vandana Shiva esorta: «Questa nuova rivoluzione agricola deve partire dalla presa di coscienza del fallimento di un sistema economico che ha dimenticato la terra».

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"La mossa vincente? Aprire all'Avana diffidare di Caracas" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Intervista Moises Naim "La mossa vincente? Aprire all'Avana diffidare di Caracas" DAL CORRISPONDENTE DA NEW YORK Gli Stati Uniti avranno presto rapporti con Cuba come li hanno con il Vietnam mentre rispetto a Chavez la situazione è più incerta». È questa la previsione di Moises Naim, direttore del magazine "Foreign Policy" e noto analista dell'America Latina. Dove può portare il dialogo fra Barack Obama e Raul Castro? «Molto lontano perché non si tratta di un processo che incomincia ora ma del frutto delle novità in corso da tempo a Cuba, in Florida e nel mondo. Vi saranno presto degli incontri diretti a livello di funzionari, poi di tipo più politico, forse vi sarà spazio per un ruolo del brasiliano Lula o dello spagnolo Zapatero e tutto finirà con una foto di Raul Castro alla Casa Bianca. La normalizzazione dei rapporti fra Washington e l'Avana è già da tempo in corso, adesso sta accelerando e il risultato sarà che gli Usa avranno con Cuba un legame simile a quello con il Vietnam, che è una nazione ex nemica, retta da un partito comunista e con la quale hanno ottimi rapporti economici». Peserà la questione del rispetto dei diritti umani a Cuba? «Certo, c'è da sciogliere il nodo dei prigionieri politici a Cuba, il cui numero peraltro è oggetto di costante discussione. Il rispetto dei diritti umani resta una debolezza dell'Avana ma è anche vero che gli Stati Uniti hanno solidi rapporti con la Cina, che è assai carente sotto questo profilo». Che impatto avrà il dialogo fra Usa e Cuba su Chavez? «Il presidente venezuelano è destinato ad essere molto più isolato. Due anni fa al summit delle Americhe che si svolse in Argentina Chavez fu una vera star, ebbe facile gioco a fare leva sull'ostilità alle politiche di Bush per consolidare un proprio ruolo di leadership regionale, facendo leva su Kirchner. Ma ora tutto è diverso. Alla Casa Bianca non c'è Bush ma Obama e Cuba sta parlando con Washington. Per Chavez sarà difficile continuare a giocare la carta dell'antiamericanismo». La stretta di mano fra Chavez e Obama cosa le suggerisce? «È difficile dire, perché Chavez che stringe la mano a Obama è la stessa persona che negli ultimi tempi lo ha spesso attaccato ed è anche lo stesso che sta inasprendo la repressione contro gli oppositori. Le intenzioni di Chavez nei confronti di Obama non sono chiare come quelle di Raul Castro». Perché Chavez ha regalato a Obama il libro di Eduardo Galeano? «È un classico della sinistra latinoamericana. La tesi di Galeano è che i problemi di sviluppo del Sudamerica dipendono dall'essere stato sfruttato dagli Stati Uniti, che sono diventati proprio in questa maniera un gigante mondiale». Insomma, regalarlo a Obama è quasi una provocazione... «Questo è Chavez». Che impressione si è fatto del summit di Trinidad e Tobago? «Il vero tema del vertice non sono i rapporti fra Usa e Cuba e tantomeno la stretta di mano fra Chavez e Obama bensì la dura contrapposizione fra due gruppi di Paesi portatori di politiche economiche molto differenti. Brasile, Cile, Messico, Perù, Colombia, Uruguay e Costa Rica fanno scelte simili a quelle degli Usa mentre sul fronte opposto vi sono Venezuela, Nicaragua, Ecuador e Bolivia. La divisione fra i due gruppi è netta e le tensioni alte». \

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"Anche noi potremmo sostenere le aziende" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Intervista Il leader della Cisl POSTI DI LAVORO "Anche noi potremmo sostenere le aziende" ALESSANDRO BARBERA «Non credo ci siano rischi di chiusura per le fabbriche italiane» ROMA Segretario Bonanni, Fiat e Chrysler sembrano ormai vicinissime all'accordo. Che ne pensa il leader della Cisl? «Sono anni che ci diciamo favorevoli ad un grande progetto di fusione di respiro mondiale. Allora ci fu detto che era bene aspettare di aver completato il risanamento. Ora il momento è giusto: giusto soprattutto per tentare finalmente di attaccare coreani e giapponesi sul mercato americano». Da anni la Cisl chiede però di partecipare al governo delle imprese sul modello tedesco. La legge italiana invece impedisce ai lavoratori di avere quote collettive come quella che i dipendenti americani si apprestano ad acquisire nella nuova Chrysler. Né il fondo pensione dei lavoratori metalmeccanici è sufficientemente ricco da potersi permettere investimenti di quel tipo. Da sindacalista non prova un po' di invidia? «Non posso negare che se quel criterio fosse applicato anche in Italia la considererei una rivoluzione culturale, la fine di un tabù. Dico di più: cambierebbero i connotati del capitalismo italiano». Che intende dire? «Molti anni fa Enrico Mattei tentò per l'Eni quella strada, ma trovò sul suo percorso due opposizioni: degli imprenditori e dell'allora Partito Comunista. Per molto tempo a sinistra si è creduto che il salario del lavoratore avesse un odore e un valore diverso da quello del capitalista. Non a caso il tentativo di introdurre novità legislative sulla partecipazione dei lavoratori al capitale delle imprese non è mai arrivato da esponenti della sinistra: lo hanno fatto solo persone come Tiziano Treu, Gianfranco Fini o Pierferdinando Casini». Un operaio le potrebbe obiettare che la cogestione significherebbe anche condividere responsabilità, dunque lo sciopero diventerebbe un'arma contro sé stessi. Lei pensa che i lavoratori italiani sarebbero pronti ad un passo del genere? «Il conflitto di classe come lo abbiamo conosciuto nel ventesimo secolo non esiste più. Oggi il datore di lavoro non è più l'unico soggetto che decide delle sorti del lavoratore. E lo sciopero non può essere più l'unico strumento a disposizione per difendere il posto di lavoro e il salario. Oggi il salario è anzitutto minacciato dalla globalizzazione, e dal dumping sociale dei Paesi più poveri». Sembra però che la Cgil sia pronta a fare un'apertura su questo tema. Che ne pensa? «Se lo facesse lo saluterei come un evento epocale, viste le premesse culturali di cui parlavo prima». La prossima settimana una delegazione dei sindacati Fiat vedrà i colleghi americani. Qual è il motivo dell'incontro? «Vogliamo capire in che condizioni versa la loro impresa. Un normale scambio di vedute nell'interesse nostro e loro». Fra i lavoratori Fiat c'è chi teme che l'accordo non sarà un vantaggio. Che anzi, l'accordo con Chrysler metta a rischio la produzione degli stabilimenti italiani, soprattutto quelli del centro-sud. «Non credo che ciò avverrà. Anzi, penso invece che se l'accordo funzionerà ci sarà più stabilità occupazionale per tutti. Certo i rischi non mancano, ma di solito sono i progetti fondati a dare certezze. Non a caso, la Fim ha chiesto ai vertici dell'azienda impegni precisi a difesa dell'occupazione in tutti gli stabilimenti italiani. E comunque, probabilmente si correrebbero molti più rischi rimanendo inermi di fronte alla potenza di fuoco dei concorrenti in un mercato sempre più difficile e globalizzato».

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Crisi: su regole globali piu' consenso, apertura Berlino (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi: su regole globali piu' consenso, apertura Berlino ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 18.04.2009 22:59 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - BERLINO, 18 APR - Berlino 'apre' alla realizzazione delle regole globali su economia e finanza che l'Italia conta di varare al vertice del G8 in Sardegna.Le nuove regole globali, per il membro del Consiglio della Bce Lorenzo Bini Smaghi, sono necessarie per far ripartire appieno il sistema economico. E su tali regole, al di la' delle contrapposizioni tra Europa e Usa, cresce quindi il consenso e gia' nelle riunioni del Fmi la prossima settimana sara' da verificare se tale processo va avanti. Intanto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti registra con soddisfazione la posizione tedesca nel convegno organizzato dall'Aspen Institute a Berlino. 'C'e' una buona apertura della Germania sul legal standard' spiega. Dentro, secondo i partecipanti dell'incontro a porte chiuse, il rappresentante del governo tedesco Bernd Pfaffenbach che ricopre anche il ruolo di 'sherpa' del cancelliere Angela Merkel ai vertici internazionali, avrebbe speso parole positive in tal senso. Dove invece la resistenza, almeno a livello governativo, rimane forte per la creazione di Eurobond. Nell'incontro a porte chiuse i partecipanti hanno poi discusso su come riportare in equilibrio la situazione del commercio mondiale caratterizzato prima della crisi dagli Usa come grande paese consumatore e da Cina, Giappone e Germania come Paesi esportatori.(ANSA).

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CRISI: SU REGOLE GLOBALI PIU' CONSENSO, APERTURA BERLINO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi: su regole globali piu' consenso, apertura Berlino di ANSA Bini Smaghi, passo necessario per fiducia risparmiatori -->(ANSA) - BERLINO, 18 APR - Berlino 'apre' alla realizzazione delle regole globali su economia e finanza che l'Italia conta di varare al vertice del G8 in Sardegna.Le nuove regole globali, per il membro del Consiglio della Bce Lorenzo Bini Smaghi, sono necessarie per far ripartire appieno il sistema economico. E su tali regole, al di la' delle contrapposizioni tra Europa e Usa, cresce quindi il consenso e gia' nelle riunioni del Fmi la prossima settimana sara' da verificare se tale processo va avanti. Intanto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti registra con soddisfazione la posizione tedesca nel convegno organizzato dall'Aspen Institute a Berlino. 'C'e' una buona apertura della Germania sul legal standard' spiega. Dentro, secondo i partecipanti dell'incontro a porte chiuse, il rappresentante del governo tedesco Bernd Pfaffenbach che ricopre anche il ruolo di 'sherpa' del cancelliere Angela Merkel ai vertici internazionali, avrebbe speso parole positive in tal senso. Dove invece la resistenza, almeno a livello governativo, rimane forte per la creazione di Eurobond. Nell'incontro a porte chiuse i partecipanti hanno poi discusso su come riportare in equilibrio la situazione del commercio mondiale caratterizzato prima della crisi dagli Usa come grande paese consumatore e da Cina, Giappone e Germania come Paesi esportatori.(ANSA).

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Restauro di imperi, ma l'Europa è indipendente dagli Stati Uniti (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Restauro di imperi, ma l'Europa è indipendente dagli Stati Uniti di PAOLO G. PENSA Avoler credere a Parag Khanna professore americano di origine indiana, esperto di geopolitica, l'Europa, gli Stati Uniti e la Cina sarebbero i tre imperi destinati a contare sempre di più in un mondo multipolare in cui altri imperi come Russia, India, Giappone, Iran avrebbero sempre meno potere contrattuale nei confronti dei tre grandi suddetti, dai quali per contro dovrebbero subire accerchiamento economico, isolamento, e, in definitiva la loro riduzione a imperi a responsabilità mondiale limitata. In particolare, l'Europa appare al Professor Khanna specialmente adatta ad esercitare le sue capacità imperiali in un mondo in cui la potenza militare, specie quella conferita da armamenti sofisticati come aerei senza pilota sommergibili nucleari, ecc. può poco o nulla contro bande di terroristi o guerriglieri nascosti, quando non operativi, in giungle o montagne inaccessibili per periodi lunghi decenni. Si pensi ad Al Qaeda in Afghanistan o a Sendero Luminoso in Perù. E l'Europa, infatti, intesa come Unione Europea, non opera come impero poderosamente armato, ma come mercato grandissimo per potenziale industriale e commerciale sia di esportazione che di importazione. Ma, se proprio di difesa militare ce ne fosse bisogno, gli stati membri dell'UE, salvo l'Irlanda, la Svezia e qualche altro, sono tutti membri della NATO. Ebbene, si dirà, ma la NATO non è forse diretta e comandata in pratica dagli Stati Uniti? Sì, in effetti, ma solo in quanto gli USA sono il maggior contribuente di forza militare, e il maggior alleato nella NATO, che è soprattutto, appunto, alleanza. E poi, ai massimi alleati europei, Gran Bretagna, Germania, Turchia, Italia, Spagna, recentemente s'è aggiunta la Francia per decisa volontà del suo presidente Sarkozy. Dal 1967, la Francia, pur rimasta formalmente nell'alleanza, era uscita dal comando integrato NATO e non partecipava pertanto alle operazioni militari dell'alleanza. Di qui, la grande contraddizione: il Presidente Sarkozy, riporta la Francia nella NATO e, nello stesso tempo, si dichiara contrario all'entrata della Turchia nell'Unione Europea. Anzi alle esortazioni dal Presidente americano Obama rivolte all'Europa affinché la Turchia venga accolta nell'Unione, il Presidente Sarkozy ha dichiarato che l'adesione turca all'UE è decisione che non spetta agli Stati Uniti. A ben considerarla, la contraddizione è forse una conferma della tesi del Professor Khanna. L'Europa è un impero indipendente dagli Stati Uniti che non prende ordini da Washington per quanto ragionevoli e lungimiranti essi appaiano alla luce degli sforzi americani per riportare la regione mediorientale ad un equilibrio sconvolto da otto anni di presidenza Bush e dalla sua dissennata guerra all'asse del male lungo da Baghdad a Pyongyang (Corea del Nord). Se poi il Presidente Sarkozy avesse fatto sforzi sovrumani per non farsi scappar detto che sulla Turchia decideva lui, Nicolas, e nessun altro, allora si confermerebbe la validità di una delle tante battute che circolano in Francia sul suo conto, per esempio che lui non porta orologio perché tanto decide lui che ora ha da essere. 19/04/2009

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Madrid, 100 milioni per Seat (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 19/04/2009 - pag: 27 Volkswagen Madrid, 100 milioni per Seat MADRID Seat, la controllata spagnola di del gruppo Volkswagen, riceverà 100 milioni di euro in aiuti di Stato dalla Spagna. Lo scrive il quotidiano «El Economista», citando fonti governative secondo cui Madrid starebbe incoraggiando la casa tedesca guidata da Ferdinand Piech ( nella foto, presidente del supervisory board) a produrre in Spagna la nuova Audi Q3. I fondi sarebbero parte di un più ampio pacchetto reso disponibile dal governo di Madrid pari a 800 milioni di euro per il settore automobilistico, approvato lo scorso anno. Per il gruppo Volkswagen le vendite nel primo trimestre dell'anno, emerse con i dati europei pubblicati venerdì scorso, sono risultati sempre in calo ma con segnali di ripresa in Germania dove come in altri stati europei sono stati lanciati incentivi alla rottamazione. Bene la Cina dove il gruppo vende tre volte più che negli Usa.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 22 «La ripresa? Dipende da Usa e Cina» INTERVISTA IL PREMIO NOBEL JOSEPH STIGLITZ di MARTINO MARTELLINI ROMA ANCHE il premio Nobel Joseph Stiglitz (nella foto) crede che prima o poi usciremo dalla crisi ma di certo i nostri mali non guariranno del tutto se non si interverrà sullo squilibrio che il perverso rapporto tra Usa e Cina provoca a tutta l'economia mondiale. Professor Stiglitz, in anni non sospetti lei sosteneva che il "Washington consensus" condizionando il Fmi metteva a rischio il rapporto tra le economie dei vari paesi, ora che tutto è accaduto.... «Crisi finanziaria e crisi del clima. Purtroppo i segnali erano sotto i nostri occhi: la crisi finanziaria è scoppiata nel 2007 quando il rapporto tra debito e capitale dell'impresa è aumentato a livelli spaventosi. Un tipo di anomalia riscontrabile in tutte le altre recessioni che ci sono state nel dopoguerra. Stesso discorso vale per il clima vista la nefasta influenza che i criteri di valutazione del Pil. Faccio un esempio: prendiamo i sistemi economici di due nazioni che crescono a Pil uguale ed utilizzano entrambi una foresta di cui dispongono, uno la distrugge completamente senza ripiantare alberi e l'altro li ripianta. Dal punto di vista del Pil sono uguali ma dal punto di vista della ricchezza sono diversi». Lei parla spesso di una nuova politica delle risorse energetiche e negli Usa la California ha iniziato a trasformare in politiche concrete questa necessità di cambiare approccio. E' la strada giusta? «In futuro dobbiamo aumentare le tassazioni sull'energia prodotta da indrocarburi o da fonti esauribili, i capitali si sposteranno così su altri investimenti diretti verso lo sviluppo delle fonti alternative. Adesso, con una crisi economica così forte, questo intervento fiscale è impossibile, allora la proposta è quella è cambiare le abitudini della gente, razionalizzare i consumi, riciclo dei rifiuti sempre più efficiente fino a raggiungere la strategia californiana dei rifiuti zero». Torniamo alla crisi e al ruolo delle banche.... «Le banche debbono essere nazionalizzate perché gli aiuti alle banche che oggi vengono dati a piene mani non sono altro che una viziata ridistribuzione del reddito. Invece di dare aiuti alle banche per sopravvivere, sarebbe meglio che questi soldi venissero utilizzati diversamente. Lo stato acquista quote (a prezzi bassi) poi quando le banche staranno meglio, venderà quelle quote a prezzi più alti ridistribuendo il guadagno tra i cittadini, magari facendo pagare meno tasse». Lei è molto preoccupato per lo squilibrio che c'è tra Cina ed Usa... «Anche se la struttura finanziaria si dovesse rimettere in ordine, e questo prima o poi accadrà, a livello mondiale c'è uno squilibrio enorme tra Stati Uniti e Cina: gli Usa importano moltissimo e la Cina è ormai un ricettacolo di dollari e bond Usa. Lo squilibrio che resta comunque è quello, ma se non si interviene la crisi si ripresenterà ancora. Vedo dei correttivi: sistemi di pagamenti diversi, riforma del Fmi e coinvolgimento dell'Europa e Giappone e delle loro valute. Il mondo intero non può essere sotto ricatto di questa anomalia». Crede che sarà possibile un altro new deal negli Usa? «Sarebbe un errore, è inutile avere in mente grandi opere pubbliche. All'epoca del new deal il debito pubblico era al 10%, oggi le cose non stanno così. Poi c'è un problema di tempi: prima che una grande opera pubblica abbia effetti economici importanti passano 5 o 10 anni, noi abbiamo bisogno di effetti più vicini. Ci può essere solo un new deal verde, Obama ha ragione quando pretende che si ristrutturi il modo di produrre». Lei crede molto nella possibilità che i cittadini, appunto dal basso, possano cambiare le cose... «Negli Usa con la crisi e la paura per i cambiamenti climatici, sono state messe in discussione delle certezze che riguardano la vita di tutti i giorni. C'è una nuova voglia di impegnarsi anche da voi in Italia, il mio amico economista Mauro Gallegati ad Ancona si candida alle elezioni per portare nel dibattito elettorale i temi rifiuti zero, sostenibilità, Pil della felicità, nuova mobilità».

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

VETRINA ECONOMIA pag. 22 «La ripresa? Dipende da Usa e Cina» INTERVISTA IL PREMIO NOBEL JOSEPH STIGLITZ di MARTINO MARTELLINI ROMA ANCHE il premio Nobel Joseph Stiglitz (nella foto) crede che prima o poi usciremo dalla crisi ma di certo i nostri mali non guariranno del tutto se non si interverrà sullo squilibrio che il perverso rapporto tra Usa e Cina provoca a tutta l'economia mondiale. Professor Stiglitz, in anni non sospetti lei sosteneva che il "Washington consensus" condizionando il Fmi metteva a rischio il rapporto tra le economie dei vari paesi, ora che tutto è accaduto.... «Crisi finanziaria e crisi del clima. Purtroppo i segnali erano sotto i nostri occhi: la crisi finanziaria è scoppiata nel 2007 quando il rapporto tra debito e capitale dell'impresa è aumentato a livelli spaventosi. Un tipo di anomalia riscontrabile in tutte le altre recessioni che ci sono state nel dopoguerra. Stesso discorso vale per il clima vista la nefasta influenza che i criteri di valutazione del Pil. Faccio un esempio: prendiamo i sistemi economici di due nazioni che crescono a Pil uguale ed utilizzano entrambi una foresta di cui dispongono, uno la distrugge completamente senza ripiantare alberi e l'altro li ripianta. Dal punto di vista del Pil sono uguali ma dal punto di vista della ricchezza sono diversi». Lei parla spesso di una nuova politica delle risorse energetiche e negli Usa la California ha iniziato a trasformare in politiche concrete questa necessità di cambiare approccio. E' la strada giusta? «In futuro dobbiamo aumentare le tassazioni sull'energia prodotta da indrocarburi o da fonti esauribili, i capitali si sposteranno così su altri investimenti diretti verso lo sviluppo delle fonti alternative. Adesso, con una crisi economica così forte, questo intervento fiscale è impossibile, allora la proposta è quella è cambiare le abitudini della gente, razionalizzare i consumi, riciclo dei rifiuti sempre più efficiente fino a raggiungere la strategia californiana dei rifiuti zero». Torniamo alla crisi e al ruolo delle banche.... «Le banche debbono essere nazionalizzate perché gli aiuti alle banche che oggi vengono dati a piene mani non sono altro che una viziata ridistribuzione del reddito. Invece di dare aiuti alle banche per sopravvivere, sarebbe meglio che questi soldi venissero utilizzati diversamente. Lo stato acquista quote (a prezzi bassi) poi quando le banche staranno meglio, venderà quelle quote a prezzi più alti ridistribuendo il guadagno tra i cittadini, magari facendo pagare meno tasse». Lei è molto preoccupato per lo squilibrio che c'è tra Cina ed Usa... «Anche se la struttura finanziaria si dovesse rimettere in ordine, e questo prima o poi accadrà, a livello mondiale c'è uno squilibrio enorme tra Stati Uniti e Cina: gli Usa importano moltissimo e la Cina è ormai un ricettacolo di dollari e bond Usa. Lo squilibrio che resta comunque è quello, ma se non si interviene la crisi si ripresenterà ancora. Vedo dei correttivi: sistemi di pagamenti diversi, riforma del Fmi e coinvolgimento dell'Europa e Giappone e delle loro valute. Il mondo intero non può essere sotto ricatto di questa anomalia». Crede che sarà possibile un altro new deal negli Usa? «Sarebbe un errore, è inutile avere in mente grandi opere pubbliche. All'epoca del new deal il debito pubblico era al 10%, oggi le cose non stanno così. Poi c'è un problema di tempi: prima che una grande opera pubblica abbia effetti economici importanti passano 5 o 10 anni, noi abbiamo bisogno di effetti più vicini. Ci può essere solo un new deal verde, Obama ha ragione quando pretende che si ristrutturi il modo di produrre». Lei crede molto nella possibilità che i cittadini, appunto dal basso, possano cambiare le cose... «Negli Usa con la crisi e la paura per i cambiamenti climatici, sono state messe in discussione delle certezze che riguardano la vita di tutti i giorni. C'è una nuova voglia di impegnarsi anche da voi in Italia, il mio amico economista Mauro Gallegati ad Ancona si candida alle elezioni per portare nel dibattito elettorale i temi rifiuti zero, sostenibilità, Pil della felicità, nuova mobilità».

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Giovedì sera ero all'Auditorium di Milano per un concerto dell'Orchestra Verdi, e ho ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LETTERE E COMMENTI pag. 18 Giovedì sera ero all'Auditorium di Milano per un concerto dell'Orchestra Verdi, e ho ... Giovedì sera ero all'Auditorium di Milano per un concerto dell'Orchestra Verdi, e ho assistito a uno spettacolo davvero incredibile! Sul podio un maestro anglo-caraibico nero come il carbone, che interpretava magistralmente (e senza spartito!) musiche dei compositori russi Borodin e Tchaikovsky. Il maestro Marshall questo il suo nome dirigeva una orchestra italiana di cui fanno parte stabilmente anche musicisti stranieri, fra i quali almeno due giapponesi. Nella prima parte del concerto si è esibita una violinista solista originaria della Moldavia, che si è guadagnata applausi a scena aperta! Effetti della globalizzazione? "Meticciato" culturale, come dice il Patriarca di Venezia cardinale Scola? Mi veniva da sorridere pensando ai ricorrenti discorsi sui timori di "erosione" della identità italiana o addirittura padana... Giorgio Acquaviva

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La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia). (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 3 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 38 ) » (5 voti, il voto medio è: 2.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 61 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 73 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Louis Schweitzer: "La cultura salverà il mondo" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Louis Schweitzer, lei è presidente di Renault, del Festival di Avignone, del consiglio di amministrazione di «Le Monde», ma oggi queste non sono le sue attività principali. «Sì, perché sono presidente della Halde, acronimo di “Alta autorità per la lotta contro la discriminazione e per l’uguaglianza”. Mi occupa molte ore alla settimana, è un’autorità indipendente, ma finanziata dallo stato francese. E’ un’autorità che in Italia non esiste anche se una direttiva europea stabilisce che ci dovrebbe essere in tutti i paesi d’Europa». In che cosa consiste la discriminazione? «Nel lavoro, per esempio è normale essere trattati meno bene se uno è meno bravo o meno intelligente, ma non va bene se il motivo è il colore della pelle o un handicap, una donna di un’altra religione o l’omosessualità. Il problema è che i discriminati non hanno modo di difendersi». Sono molti? «Circa il 10-20% delle persone, ma nella maggior parte dei paesi è un argomento però poco trattato. Chi si sente vittima può scriverci e reclamare. Noi operiamo da quattro anni e riceviamo 10.000 reclami all’anno». Avete buoni risultati? «Sì, otteniamo che il governo cambi leggi o che vengano fatte riparazioni alle persone danneggiate. Noi lavoriamo anche per la promozione dell’uguaglianza, che è la parte più preventiva». C’è molto razzismo e discriminazione in Francia? «Né più né meno che negli altri paesi europei». E rispetto agli Stati Uniti? «Negli Stati Uniti c’è stato un razzismo legale fino alcuni anni fa, cosa che in Europa non è mai esistita. Ma in Europa qualche africano non è trattato come gli europei e una donna è meno pagata o ha meno possibilità di carriera i un uomo. Ci sono sempre più uomini che donne nei posti di responsabilità». E la sua presidenza di Renault? «Sono stato presidente e amministratore delegato dal 1992 al 2005 e dal 2005 sono diventato presidente non esecutivo. Lavoravo 80 ore alla settimana. Quando nel 2005 ho lasciato, il presidente della repubblica Chirac mi ha chiesto di assumere la presidenza dell’alta autorità per la lotta contro la discriminazione e per l’uguaglianza». Che cosa succede secondo lei nel mondo dell’auto? «Credo stia attraversando una crisi congiunturale, magari lunga e profonda, ma legata al fatto che la gente ha paura dell’avvenire e ha meno soldi. Altri pensano che sia strutturale, che il secolo dell’auto sia finito e che la voglia di auto sia sparita. Io non penso che sia così. Il primo mercato per 103 anni è stato quello degli Stati Uniti, ma dal gennaio 2009 per la prima volta il mercato cinese è più grosso di quello americano». Lei ha partecipato al convegno che si è svolto a Roma, promosso dal ministro per i beni culturali Sandro Bondi e dal direttore di Villa Medici Frederic Mitterand alla Villa Medici sul tema «Pensare la crisi». Qual è stato il suo argomento? «Ho parlato di cultura, come presidente del Festival di Avignone. Ho spiegato che bisogna tornare alla ragione e all’equilibrio che erano stati un po’ dimenticati. Per quanto riguarda la cultura vorrei sviluppare tre idee. La prima: per molte ragioni è importante che lo Stato finanzi la cultura, che non è soltanto un bene mercantile, ma è una condizione della libertà. E una cultura puramente commerciale è una cultura le cui capacità creative sono limitate. La seconda idea: globalizzazione vuol dire andare verso un modello unico culturale, e questo è un enorme impoverimento. Nel cibo, ad esempio, un’unica cucina sarebbe terribile e anche un unico modo di fare un film. Invece internazionalizzazione vuol dire apertura a tutte le culture e a qualcosa di straordinariamente positivo. Trent’anni fa il Festival di Avignone era un festival soltanto di teatro francese con attori francesi, testi francesi, tutto in francese. Oggi nel 2009 il teatro è in tedesco, in italiano, in giapponese e nell’ultima edizione era visibile tutto il teatro possibile nelle sue diversità. Questa crisi ci deve fare riconsiderare i limiti del modello unico che ci propone la globalizzazione. L’internazionalizzazione deve essere sviluppata. E’ tragico quello che è già successo in tempi di crisi, per esempio nel ’29: il ripiegamento su se stessi. La mia terza idea: che la cultura per molto tempo è stato un privilegio, un segno di riconoscimento, di élite, ma in un mondo dove ci sono problemi di integrazione e di immigrazione, la cultura può essere il modo di creare un sentire comune di appartenenza e di scoperta». In tempo di crisi la discriminazione aumenta o diminuisce? «Il rischio è che aumenti, perché in tempo di crisi le prime vittime naturali sono i più deboli; il secondo punto è che per abolire la discriminazione ci vuole un’azione sporca dei governi e delle imprese, ma in tempo di crisi il rischio è che l’emergenza faccia dimenticare le ragioni di fondo che ci spingono invece a lottare contro la discriminazione». Lei è anche presidente del consiglio di amministrazione di Le Monde. Che cosa pensa di quanto avviene nei giornali in questi tempi di difficoltà economica? «Le Monde è il giornale di riferimento in Francia. Durante la crisi ci vuole analisi e informazione. Penso che il giornale stampato, quotidiano, sia il solo che possa mettere insieme informazione e analisi. Altrimenti c’è molta più informazione di quanto noi possiamo capire e vi è un’analisi staccata dall’informazione. Invece, il quotidiano mette insieme l’informazione verificata e l’analisi. Il web, la radio, la televisione non hanno spazio da dedicare alla verifica o all’analisi».

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LA MAPPA (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

AGORÀ 19-04-2009 LA MAPPA Autocefali & nestoriani La divisione tra Oriente e Occidente cristiano si è consumata nel 1054, anche se le «crepe» erano già evidenti da decenni. Oggi si calcola che nel mondo gli ortodossi siano più o meno 230 milioni, con l'incognita numerica rappresentata dagli ex sovietici. La Chiesa ortodossa è un insieme di Chiese autonome, in comunione reciproca. Due i gruppi principali. Per prime le Chiese ortodosse calcedoniane (che hanno accettato la dottrina cristologica del Concilio di Calcedonia, 451), di cui fanno parte gli antichi patriarcati di Gerusalemme, Antiochia, Alessandria e Costantinopoli ma anche alcuni più recenti come la Chiesa ortodossa russa, patriarcato dal 1558. Accanto al principio che ogni nazione può sviluppare una Chiesa locale, si applicano i concetti di «autocefalia», cioè le Chiese possono eleggere il loro capo, e di «autonomia» (diritto all'autogoverno). La seconda categoria comprende le Chiese ortodosse non calcedoniane o antico-orientali e comprende un insieme frastagliato di culti e tradizioni distribuito in un territorio molto esteso, dall'Armenia all'Africa. Tra le Chiese cristiane d'Oriente rientra anche la Chiesa Assira dell'Est, conosciuta come «nestoriana»: un tempo molto diffusa, oggi conta meno di 300mila fedeli soprattutto in Iran, Iraq e India ma con propaggini negli Usa e Cina. Deve il nome al patriarca di Costantinopoli Nestorio, vissuto tra IV e V secolo, e rifiuta anche il Concilio di Efeso (431). (R.Macc.)

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Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 39 ) » (5 voti, il voto medio è: 2.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 61 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 73 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 39 ) » (9 voti, il voto medio è: 3.33 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.67 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime. Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste, giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e, purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama, spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar 09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo. Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc. Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa. Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Marina: Gli artigiani se non fanno il lavoro come si deve non vengono pagati dal proprietario,è così difficile... caputo giuseppe: A commento di un altro articolo domandavo se erano i consigli di amministrazione a controllare i... Ultime news Il Papa: fermezza contro l'intolleranzaIl premier: "I fondi ci sono, nessuna tassa per il terremoto"Obama: ora serve trasparenza per i paradisi fiscaliFederalismo, Brunetta: "Regioni statuto speciale? 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G8 AGRICOLTURA, MINISTRI CERCANO MODI PER FRENARE PROTEZIONISMO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 Agricoltura, ministri cercano modi per frenare protezionismo -->di Jeremy Smith CISON DI VALMARINO, Treviso (Reuters) - I ministri dell'Agricoltura dei Paesi più industrializzati del mondo hanno sollecitato oggi l'eliminazione di forme di protezionismo nell'agricoltura. Al primo vertice dei ministri dell'Agricoltura dei Paesi del G8 e del G5, la discussione si è concentrata sui provvedimenti per migliorare la sicurezza alimentare e per aumentare la produzione. Ma si è parlato anche di protezionismo alimentare, una pratica messa in atto sia dai Paesi ricchi che da quelli poveri sotto forma di dazi e di divieti alle esportazioni. Le organizzazioni internazionali come il World Food Programme hanno sollecitato auto-regolamentazioni nel ridurre le esportazioni, criticando i divieti all'export imposti da Paesi colpiti dall'aumento dei prezzi e dicendo che questo fenomeno impedisce che il cibo giunga ai più bisognosi nel mondo. Mentre i Paesi ricchi sono impegnati a proteggere i propri mercati -- per esempio la Russia, il maggior importatore di pollame proveniente dagli Usa, punta a diventare autosufficiente nel giro di due anni per il pollame e la carne di maiale -- molti Paesi poveri hanno reagito alle impennate dei prezzi degli alimentari nel 2008 con divieti nelle esportazioni su alcuni cibi come riso e grano. Al vertice di Cison di Valmarino hanno preso parte i ministri degli otto Paesi più industrializzati del mondo ma anche i ministri di Brasile, Cina, India, Sud Africa, Messico, Argentina, Australia ed Egitto. Una voce controcorrente giunge dal ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha detto che non esiterà a imporre dei dazi se il settore agricolo italiano dovesse essere minacciato. "Se si decidesse in questo momento che il mondo non ha più dazi, gran parte dell'agricoltura europea, soprattutto quella della vecchia Europa sparirebbe, perché non riusciamo ad essere competitivi con la carne, il latte, i cereali, i fiori", ha spiegato Zaia nel corso di una conferenza stampa. "Si parla e si parlerà di Doha Round. Ma se Doha Round, e questa è la mia posizione personale, significa togliere i dazi e affamare i nostri agricoltori….Beh, non siamo qui a celebrare i funerali della agricoltura italiana", ha aggiunto. Secondo quanto riferito da funzionari e delegati, il documento finale sarà vago e si concentrerà sulla necessità di aumentare lo sviluppo degli aiuti, individuare vie per aumentare la produzione di cibo, soprattutto nel Terzo mondo, e distribuirlo a un prezzo equo per i consumatori locali. -- ha collaborato Svetlana Kovalyova

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Occupazione abusivadenunciato immigrato (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

case popolari Occupazione abusiva denunciato immigrato v.r.) Appuntamento questa sera alle 20.00, nel salone della Casa don Puglisi di Modica, per la presentazione del libro «Teorie e modelli della globalizzazione» di Luca Licitra, Franco Angeli editore. L'iniziativa, organizzata dal Cenacolo di studi Dietrich Bonhoeffer di Modica, sarà caratterizzata da una serie di interventi tra cui quello del politologo Francesco Raniolo, docente universitario, e di padre Giovanni Salonia, ministro provinciale dei Cappuccini e direttore dell'Istituto di Gestalt. L'incontro costituirà lo spunto per riflettere su un tema di grande attualità come quello della globalizzazione.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

presentazione libro «Teorie e modelli della globalizzazione» Capita anche a sindaco ed opposizione di sentirsi in sintonia. Motivo dell'accordo è il comune rimprovero che Nicosia e il gruppo consiliare del Pdl, Greco, Moscato e Nicosia, hanno rivolto all'on. Minardo, tacciandolo di "maleducazione istituzionale" per l'omesso invito istituzionale in occasione della visita dell'assessore Sorbello. "Sono convinto- dice Nicosia - che l'assessore non sapesse nulla. Gli organizzatori della riunione lo hanno fatto venire a Scoglitti come un clandestino. Gli scriverò subito sia per spiegare che la città è ospitale, sia per rammentare le promesse fatte dall'Interlandi, come l'accelerazione delle pratiche per la chiusura dei lavori di messa in sicurezza, gli aiuti regionali per il comparto peschiero, l'assoluta preminenza della piccola pesca e della marineria, ed in subordine, un utilizzo, serio e programmato, turistico del porto". Ci vanno giù duro anche gli esponenti del Pdl. "L'incontro - dicono - si è rivelata l'ennesima passerella per Minardo che sa solo presenziare a inaugurazioni, manifestazioni, cerimonie e incontri". Da parte sua, l'on. Minardo butta acqua sul fuoco, dichiarando che l'idea dell'invito non è opera sua, bensì dell'associazione "Il Faro" che ha richiesto il suo intervento ma non la presenza del sindaco. "Sorbello è stato trattato più che bene - dice l'onorevole Minardo - da parte nostra abbiamo solo risposto alle istanze dei cittadini, preoccupati per la problematica del porto a cui l'assessore si augura di dare al più presto una soluzione". D. C.

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G8 Agricoltura, ministri cercano modi per frenare protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Jeremy Smith CISON DI VALMARINO, Treviso (Reuters) - I ministri dell'Agricoltura dei Paesi più industrializzati del mondo hanno sollecitato oggi l'eliminazione di forme di protezionismo nell'agricoltura. Al primo vertice dei ministri dell'Agricoltura dei Paesi del G8 e del G5, la discussione si è concentrata sui provvedimenti per migliorare la sicurezza alimentare e per aumentare la produzione. Ma si è parlato anche di protezionismo alimentare, una pratica messa in atto sia dai Paesi ricchi che da quelli poveri sotto forma di dazi e di divieti alle esportazioni. Le organizzazioni internazionali come il World Food Programme hanno sollecitato auto-regolamentazioni nel ridurre le esportazioni, criticando i divieti all'export imposti da Paesi colpiti dall'aumento dei prezzi e dicendo che questo fenomeno impedisce che il cibo giunga ai più bisognosi nel mondo. Mentre i Paesi ricchi sono impegnati a proteggere i propri mercati -- per esempio la Russia, il maggior importatore di pollame proveniente dagli Usa, punta a diventare autosufficiente nel giro di due anni per il pollame e la carne di maiale -- molti Paesi poveri hanno reagito alle impennate dei prezzi degli alimentari nel 2008 con divieti nelle esportazioni su alcuni cibi come riso e grano. Al vertice di Cison di Valmarino hanno preso parte i ministri degli otto Paesi più industrializzati del mondo ma anche i ministri di Brasile, Cina, India, Sud Africa, Messico, Argentina, Australia ed Egitto. Una voce controcorrente giunge dal ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha detto che non esiterà a imporre dei dazi se il settore agricolo italiano dovesse essere minacciato. "Se si decidesse in questo momento che il mondo non ha più dazi, gran parte dell'agricoltura europea, soprattutto quella della vecchia Europa sparirebbe, perché non riusciamo ad essere competitivi con la carne, il latte, i cereali, i fiori", ha spiegato Zaia nel corso di una conferenza stampa. "Si parla e si parlerà di Doha Round. Ma se Doha Round, e questa è la mia posizione personale, significa togliere i dazi e affamare i nostri agricoltori….Beh, non siamo qui a celebrare i funerali della agricoltura italiana", ha aggiunto. Continua...

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AMBIENTE: NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA (sezione: Globalizzazione)

( da "Adnkronos" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

AMBIENTE: NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA CELEBRATA NELLA TENUTA DI CASTELPORZIANO LA 'GIORNATA DELLE OASI' commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ECONOMIA ultimo aggiornamento: 19 aprile, ore 18:16

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AMBIENTE: NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Castelporziano (Roma), 19 apr. - (Adnkronos) - La lotta ai cambiamenti climatici, che passa per la tutela ambientale, gioca in questo anno una partita fondamentale. Se l'Europa pare essersi mossa in anticipo rispetto al resto del mondo e gli Usa si apprestano a seguirla con nuovo impulso dato dalla presidenza Obama, e' ora la volta che tutti gli altri Paesi si mobilitino, a cominciare da Cina e India che rappresentano due dei motori principali nella nuova fase economica, pur in questo momento di crisi finanziaria globale. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo sottolinea, celebrando nella tenuta presidenziale di Castelporziano sul litorale romano la 'Giornata delle oasi' a fianco del Wwf.

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Londra, addio a J.G. Ballard padre di Crash e del cyberpunk (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 19-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

É stato il padre della fantascienza catastrofica È morto lo scrittore J.G. Ballard Aveva 78 anni. I suoi romanzi hanno ispirato film come «Crash» e «L'impero del Sole» Un'immaginde dal film «Crash» LONDRA - È morto all'età di 78 anni lo scrittore James Graham Ballard., famoso per alcune pietre miliari dalla letteratura fantascientifica. Ne ha dato notizia il suo agente. NATO IN CINA - Nato a Shanghai da genitori britannici, durante la Seconda Guerra Mondiale Ballard venne internato con la famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua. Questa esperienza verrà ripresa nel romanzo «L'impero del sole» (Empire of the Sun), da cui il regista Steven Spielberg ha tratto nel 1987 un film omonimo (la cui sceneggiatura è stata scritta dal drammaturgo inglese Tom Stoppard). Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, Ballard si trasferì in Gran Bretagna, dove iniziò gli studi di medicina, che non portò mai a termine. Dopo una serie di lavori occasionali (come venditore di enciclopedie porta a porta) si spostò in Canada con la Royal Air Force e qui scoprì la fantascienza. FANTASCIENZA CATASTROFICA - Congedatosi dalla RAF e tornato in patria, Ballard inizierà a scrivere racconti. Il primo romanzo che gli darà la notorietà ma che in seguito rinnegherà è nel 1962 '«The Wind From NowherE» (Vento dal nulla) che apre una tetralogia di genere catastrofico. Gli altri tre libri sono «The Drowned World»(Il mondo sommerso), «The Burning World» (Terra bruciata) e «The Crystal World» (Foresta di cristallo) che di fatto sono basate sui quattro elementi aristotelici aria, acqua, terra e fuoco, più il quinto elemento, il tempo, che domina Foresta di cristallo. Nel 1970 viene pubblicato «The Atrocity Exhibition» (La mostra delle atrocità), considerato il suo capolavoro che si articola in quindici racconti, legati da un'ossessione maniacale per la guerra del Vietnam, la psicopatologia, la pornografia, il potere dei media, le vittime di incidenti stradali e le icone del sogno americano. Queste ultime tutte rigorosamente morte. Da notare che in questo libro si profetizza l'elezione a presidente degli USA di Ronald Reagan. Di tre anni dopo è «Crash», in cui viene ripreso il tema della perversione per le vittime di incidenti stradali e la fusione di carne e macchine. Nel 1996, è stato tratto un film omonimo per la regia di David Cronenberg. LA FAMA - Dalla prima metà degli anni ottanta Ballard si allontonò sempre più dalla fantascienza per quel che riguarda la sua produzione romanzesca, anche se continuò a scrivere racconti fantascientifici o fantastici fino alla metà degli anni Novanta. Nel marzo del 2008 è stata pubblicata l'autobiografia di Ballard, intitolata «Miracles of Life» (I miracoli della vita), nella quale l'autore rivela va di essere affetto da una malattia terminale. stampa |

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Il primo viaggio intercontinentale di un nuovo presidente americano assume sempre un significato che... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il primo viaggio intercontinentale di un nuovo presidente americano assume sempre un significato che va al di là dell'itinerario. Per il presidente è l'occasione per saggiare l'impatto della propria politica, per i suoi interlocutori l'opportunità di conoscere il leader col quale dovranno trattare nei prossimi quattro anni. Obama ha approfittato della circostanza per tracciare il suo approccio personale alla politica estera: multilateralismo, una reiterata presa di distanza pubblica dal suo predecessore, negoziati ad ampio spettro su più fronti, enfasi sulla costruzione di relazioni personali con i suoi interlocutori. Mai dalla visita di John Kennedy in Europa nel 1961 un presidente americano ha conquistato tali manifestazioni di sostegno. La sfida di Obama consiste ora nell'articolare le sue iniziative ad ampio respiro in una strategia di politica estera coerente. Per lanciare negoziati su una tale varietà di dossier ci vuole coraggio. Alcune iniziative, come il dialogo strategico con la Cina, sono dibattiti già in corso ma elevati a un livello più alto. Altre, come il negoziato sul controllo delle armi con la Russia, sono rimaste in letargo per più di un decennio. L'apertura all'Iran non ha precedenti. I negoziati mediorientali hanno una lunga storia di iniziative fresche sconfitte da difficoltà sempre nuove. Ciascuno di questi negoziati ha una componente politica, ma anche strategica. Ciascuno rischia di incontrare ostacoli che oscureranno gli obiettivi finali, o di lasciar seppellire la sostanza dalla tattica. Tutti sono strettamente legati. Il dialogo sul controllo delle armi con la Russia influirà sul ruolo di Mosca nella non-proliferazione iraniana. Il dialogo strategico con la Cina aiuterà a dare forma al negoziato sulla Corea del Nord. Il negoziato con l'Iran verrà influenzato pesantemente dal progresso dell'Iraq verso la stabilità, altrimenti il vuoto che si verrebbe a creare potrebbe indurre in tentazione lo spirito d'avventura di Teheran. L'ampia agenda dell'amministrazione Obama dovrà diventare un test della sua capacità di armonizzare gli interessi nazionali con problemi globali e multilaterali. Obama è entrato in carica in un momento di opportunità unica. La crisi economica assorbe le energie delle maggiori potenze, che nonostante i contrasti hanno tutte bisogno di una pausa nel confronto internazionale. Sfide soverchianti come il clima, l'ambiente e la proliferazione riguardano tutti, aprendo un'opportunità senza precedenti per soluzioni globali. Ma questa realtà deve venire trasferita in un concetto operativo di ordine mondiale. E questo dipende in larga misura dalle prospettive dell'amministrazione. Per ora il suo approccio sembra puntare verso una diplomazia concertata sul modello del dopo-1815, in cui gruppi di grandi potenze lavorano insieme per consolidare le norme internazionali. In questa visione la leadership americana deriva dalla disponibilità ad ascoltare e dalla capacità di ispirare. L'azione comune deriva da convinzioni condivise. Il potere emerge da un senso di comunione e non da azioni unilaterali, e viene esercitato attraverso una distribuzione di responsabilità in base alle risorse del Paese. È una sorta di ordine mondiale senza una potenza dominante, o dove essa si autovincola nella leadership. La crisi economica favorisce questo approccio, anche se la storia conosce pochi esempi di una simile concertazione. Di solito i membri di un gruppo hanno una disponibilità diversa a correre rischi, e quindi a compiere sforzi in nome dell'ordine internazionale. Nel frattempo, l'amministrazione dovrà navigare tra due tipi di pressione dell'opinione pubblica caratteristici dell'America, e che cercano entrambi di bypassare il paziente dare e prendere della diplomazia tradizionale. Il primo riflette l'avversione a negoziare con società che non condividono i nostri valori e rifiuta il tentativo di alterare il comportamento dell'interlocutore attraverso un dialogo. In questa visione il compromesso è considerato appeasement e si cerca la conversione dell'avversario, o il suo rovesciamento. I critici di questo approccio - ora prevalenti - privilegiano invece la psicologia. Considerano l'apertura di un negoziato come atto di trasformazione, per loro i simboli e i gesti rappresentano la sostanza. La diplomazia deve cercare di trasformare un vicolo cieco in oggetto di negoziato. Ma i cambiamenti di posizione devono essere dettati da obiettivi chiari piuttosto che da tecniche negoziali. Storicamente, gli Usa hanno la tendenza a iniziare un negoziato con gesti che rendono più fragili le circostanze stesse che l'hanno reso possibile. Nel 1951 in Corea hanno fermato l'offensiva all'inizio dei negoziati sull'armistizio. Nel 1968 in Vietnam hanno cessato di bombardare il Nord come prezzo per iniziare i colloqui. In entrambi i casi, il negoziato che ne è seguito è durato anni e il numero delle vittime è stato paragonabile a quello di una guerra su larga scala. Nel negoziato a sei sul programma nucleare nordcoreano, dopo che Pyongyang ha accettato in linea di principio di rinunciare al suo arsenale nucleare, abbiamo concesso la restituzione unilaterale di 25 milioni di dollari bloccati dal Tesoro americano a Macao. Questo passo ha dato ai coreani spazio di manovra per rinviare la discussione del problema a monte per un altro anno. Forse l'illustrazione più lampante del rapporto tra ordine mondiale e diplomazia è la proliferazione. Se Corea del Nord e Iran riusciranno a dotarsi di arsenali nucleari nonostante il no di tutte le maggiori potenze dell'Onu e non solo, l'idea di un ordine omogeneo verrebbe seriamente colpita. Se Usa, Cina, Giappone, Corea del Sud e Russia non riescono a ottenere risultati, tutti insieme, con un Paese come la Corea del Nord, dall'influenza pressoché nulla sul commercio internazionale e privo di risorse che interessino a qualcuno, la frase «comunità mondiale» diventa un suono vuoto. Ho sempre considerato il miglior modo di trattare quello di esporre una lista completa e onesta dei propri obiettivi finali. Il mercanteggiare tattico, attraverso una serie di concessioni minime, rischia di produrre incomprensioni sullo scopo finale. Prima o poi, gli argomenti fondamentali vanno comunque affrontati, soprattutto quando si tratta con un Paese come l'Iran, col quale non ci sono stati contatti per tre decenni. Per contrasto, la questione della non-proliferazione è intrinsecamente multilaterale, e il prezzo del consenso trovato da Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e ora pure dagli Usa è stato quello di lasciare irrisolti - o nemmeno affrontati - i problemi chiave, anche fattuali. Quanto è vicino l'Iran a produrre materiale arricchito a sufficienza per una testata nucleare? Quanto è vicino alla costruzione della testata per un missile? Fino a che punto gli ispettori internazionali riescono a controllare il limitato programma di arricchimento dichiarato pacifico? Mentre l'amministrazione cerca di convincere l'Iran a dialogare, deve anche energicamente cercare di risolvere questo dibattito sui fatti in corso tra i nostri partner. Se non ci sarà accordo su questi dossier, l'agognato negoziato finirà in uno stallo. Quando riprenderanno i colloqui sulle armi con la Russia, il bisogno di definire una posizione negoziale con la strategia sottostante diventerà altrettanto acuto. Obama e Medvedev hanno deciso di estendere il trattato Start-1, che scade quest'anno, e di ridurre le testate dalle 2200 concordate da Bush e Putin nel 2001 nel trattato Sort. Il problema è che le regole del conteggio tra i due trattati sono diverse. Lo Start conta i missili in base alla loro capacità di potenziali testate, mentre il Sort calcola solo quelle effettivamente installate. In base allo Start, l'arsenale Usa supera le 5 mila testate, e per raggiungere anche solo il numero di 2200 bisognerebbe smantellare quasi tutte le testate multiple. A quel punto si porrebbe la domanda: è lecito immagazzinarle o devono venire distrutte? Prima che ricominci l'inevitabile gioco dei numeri che ricorda gli Anni 70, bisogna accelerare la verifica dei siti strategici per dare una base per la diplomazia. L'amministrazione Obama ha lanciato il Paese in una importante impresa diplomatica. Ma ora deve aggiungere alla sua visione anche un piano diplomatico. © 2009 Tribune Media Services, Inc.

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Gli Zombie di Elton John e l'ereditiera di McCartney (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Che fanno Gli Zombie di Elton John e l'ereditiera di McCartney Jacques Tati, nel personaggio di Monsieur Hulot fumava la pipa, ma attivisti antitabagisti hanno ottenuto che la pipa venisse cancellata dal manifesto d'una retrospettiva parigina. «Assurdità», ha commentato Serge Toubiana, direttore della Cinémathèque. Elton John è produttore del film Orgoglio, pregiudizio e Zombi, manipolazione del romanzo di Jane Austen, in cui la protagonista Elizabeth Bennet è un'esperta di kung-fu. Woody Allen, che non fa pubblicità negli Usa (ma in Italia sì) ha denunciato un'azienda di confezioni per aver usato una sua immagine. Ha respinto la giustificazione della ditta, secondo cui si trattava di un omaggio. È stato pubblicato a Parigi in dvd, per la prima volta in edizione originale, il film televisivo Chung Kuo Cina di Michelangelo Antonioni (1972). Ha scritto Le Monde: «Il regista italiano non s'è accorto degli orrori del regime di Mao, il che non ha sottratto il film ai fulmini di Pechino». Paul McCartney sarebbe di nuovo fidanzato: da 18 mesi non lascia l'ereditiera Nancy Shevell. Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali, ha chiesto alla Biennale che Katyn di Wajda sia proiettato alla prossima Mostra di Venezia. Bondi lo ha fatto dopo aver appreso «con stupore» che il film «è distribuito in Italia solo in sette sale».

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Hillary, i mea culpa e Fonzie-Barack (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL CASO Hillary, i mea culpa e Fonzie-Barack La lezione di «Happy Days» Se fossero vivi i vecchi maschi bianchi che hanno fatto la politica del contenimento e la guerra fredda, correrebbero a farsi un triplo scotch. Quando li ascoltano quelli soprannominati Ugly Americans (dal titolo di un bestseller del 1958), i «brutti americani» isolazionisti-imperialisti, fanno battute politicamente scorrette. Ma quando li vedono i loro elettori, in genere più giovani, magari inclini a collegare la linea del «soft power» (influenza culturale globale e morbida degli Usa) e dello «smart power» (astute e amichevoli trattative) in politica estera ai referenti televisivi condivisi, forse gli viene in mente Happy Days. Non perché questi siano giorni felici, anzi. Perché quando Barack Obama (ganzissimo, certo non Wasp) e Hillary Clinton (donna del Midwest, matura) girano il mondo per visite ufficiali e/o vertici, a volte paiono una versione istituzionale di Fonzie e Marion Cunningham. The Fonz dice frasi significative e seduce con la sola presenza; Marion (la mamma di Rickie) cerca di rimediare ai guai combinati dalla sua famiglia; e si scusa. Si è scusata l'altro ieri con i cubani, perché «la politica americana nei confronti di Cuba è fallita». Si era scusata in Cina, dichiarando che gli Stati Uniti devono riconoscere le loro responsabilità come principale produttore di gas serra. Si era scusata in Indonesia, dicendo che le sanzioni contro la Birmania appoggiate dagli americani non hanno funzionato. Si era scusata in Messico, ammettendo che la richiesta di droghe dagli Usa ha prodotto un boom del narcotraffico nell'America centromeridionale. Si era scusata in Medio Oriente, sostenendo che ostracizzare l'Iran non è servito a bloccare i suoi piani nucleari. L'Hillary apologetica sembra funzionare. «In molti Paesi si leggeva ieri sul New York Times le sue dichiarazioni hanno suscitato un palpabile senso di sollievo. (Clinton) ha segnalato che la spinta dell'amministrazione Obama verso relazioni più cordiali con i vecchi nemici è solo all'inizio». In realtà, in parte, era prevedibile, con una Casa Bianca democratica. Casomai, è il ruolo di Hillary come presentatrice ufficiale di scuse che stupisce, se non diverte, qualcuno. L'ex candidata-Robocop si è trasformata in uno dei ministri degli Esteri più disponibili del pianeta. Addirittura, quando è andata in Corea e in Cina, l'hanno accusata di comportarsi da femminuccia, di fare troppo la simpaticona, di sfruttare il suo status di celebrità incoraggiando domande su marito, figlia, e frivolezze. Poi si è cominciato a pensare che fosse una strategia concordata. Di un coppia all-american ma anomala. Il nero Obama che apre ma non rivanga il passato (The Fonz, è noto, non si scusa mai); e Hillary che si occupa del revisionismo post-imperialista con piglio neo-femminile. Al venezuelano Hugo Chávez, per dire, ha suggerito: «Accantoniamo l'ideologia; that's so yesterday». E' così fuori moda; l'avrebbe detto anche Marion per sdrammatizzare un pasticcio politico-petrolifero, fosse diventata segretario di Stato, chissà. stampa |

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Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 20 Aprile 2009 PRIMAPAGINA Pagina 1 L'EDITORIALE Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese Carlo Pelanda Settimana decisiva per l'acquisizione dell'azienda automobilistica americana Chrysler da parte della Fiat. Ma la questione va ben oltre le cronache economiche di settore perché riguarda la sopravvivenza o meno della stessa industria automobilistica in Italia e del suo enorme indotto, piccole imprese, concentrato nel Nord. Chrysler non riesce ad andare avanti. Fiat le ha offerto la tecnologia delle piccole automobili efficienti in cambio di azioni, fino alla maggioranza. A patto, però, che il governo statunitense immetta liquidità, che le banche creditrici accettino una ristrutturazione del debito Chrysler e che i sindacati- statunitensi e canadesi- accettino di trasformare in azioni il loro credito previdenziale nei confronti dell'azienda oltre alla riduzione del costo del lavoro. I sindacati sembrano d'accordo. Resta lo scoglio delle banche creditrici che guadagnerebbero, in apparenza, di più se Chrysler fallisse e i suoi beni andassero all'asta. L'Amministrazione Obama sta sostenendo l'azione della Fiat e sarà l'attore principale nella trattativa con le banche. Le sensazioni sono buone, aspettiamo gli eventi. Qui concentriamoci, invece, sulla rilevanza geoeconomica del caso. Il settore mondiale dell'auto è colpito strutturalmente dalla sovracapacità produttiva, peggiorata dalla crisi. Proprio il leader operativo della Fiat, Marchionne, sintetizzò tempo fa lo scenario del settore: resteranno pochi gruppi al mondo perché per sopravvivere un'azienda deve avere una capacità di produzione e vendita di almeno 5,5 milioni di auto. I grandi numeri, infatti, bilanciano il poco profitto per unità venduta e gli alti costi di produzione. In tale scenario si salverà solo chi acquisisce e si globalizza. 2  

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Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 20 Aprile 2009 PRIMAPAGINA Pagina 1 IL COMMENTO Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese Carlo Pelanda Settimana decisiva per l'acquisizione dell'azienda automobilistica americana Chrysler da parte della Fiat. Ma la questione va ben oltre le cronache economiche di settore perché riguarda la sopravvivenza o meno della stessa industria automobilistica in Italia e del suo enorme indotto, piccole imprese, concentrato nel Nord. Chrysler non riesce ad andare avanti. Fiat le ha offerto la tecnologia delle piccole automobili efficienti in cambio di azioni, fino alla maggioranza. A patto, però, che il governo statunitense immetta liquidità, che le banche creditrici accettino una ristrutturazione del debito Chrysler e che i sindacati- statunitensi e canadesi- accettino di trasformare in azioni il loro credito previdenziale nei confronti dell'azienda oltre alla riduzione del costo del lavoro. I sindacati sembrano d'accordo. Resta lo scoglio delle banche creditrici che guadagnerebbero, in apparenza, di più se Chrysler fallisse e i suoi beni andassero all'asta. L'Amministrazione Obama sta sostenendo l'azione della Fiat e sarà l'attore principale nella trattativa con le banche. Le sensazioni sono buone, aspettiamo gli eventi. Qui concentriamoci, invece, sulla rilevanza geoeconomica del caso. Il settore mondiale dell'auto è colpito strutturalmente dalla sovracapacità produttiva, peggiorata dalla crisi. Proprio il leader operativo della Fiat, Marchionne, sintetizzò tempo fa lo scenario del settore: resteranno pochi gruppi al mondo perché per sopravvivere un'azienda deve avere una capacità di produzione e vendita di almeno 5,5 milioni di auto. I grandi numeri, infatti, bilanciano il poco profitto per unità venduta e gli alti costi di produzione. In tale scenario si salverà solo chi acquisisce e si globalizza. 2  

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nel cuore di soho crescentina e squacquerone (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina I - Bologna Nel cuore di Soho crescentina e squacquerone LONDRA - Uno dei piaceri di tornare per qualche giorno a casa, in Romagna, da molti anni mia patria adottiva, è gustare cibi e sapori che non si possono trovare facilmente nel resto d´Italia, tantomeno in giro per il mondo. Una volta si diceva che la piadina, sebbene così adatta a un rapido spuntino, non è diventata un fast-food internazionale perché per impastarla come si deve è necessaria l´aria romagnola: una leggenda parzialmente smentita, perché oggi una decente piadina si può mangiare anche qui a Londra. Ma nell´ultimo week-end pasquale, assaporando la delizia di una piadina con lo squacquerone sul porto di Cesenatico, mi son detto: un formaggio così, sotto il Big Ben, se lo sognano. Invece no. Al mio ritorno ho scoperto che a Londra ha aperto di recente un ristorante, Bocca di Lupo, nel cuore di Soho, il cui menù dedica un piatto a ciascuna regione italiana, e in un tripudio di polenta, risotti e puntarelle, tra cotechini, pesto e cime di rapa, alla voce Emilia-Romagna compare lo squacquerone, sposato non alla piadina ma alla sua variante emiliana, anch´essa non facile da trovare all´estero, la crescentina bolognese. Per il critico del quotidiano Indipendent è il miglior piatto del menù, da accompagnare con un bicchiere di buon Cannonau sardo. Volete sapere chi c´è, dietro l´esportazione dell´impronunciabile formaggio romagnolo in Inghilterra? Un giovanotto di nome Jacob Kennedy, innamorato della cucina italiana, che ha praticato come apprendista a San Francisco prima di stabilirsi lungo le rive del Tamigi. E´ la globalizzazione, bellezza!

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Il Colle: Bene Obama e Ue sull'ambiente Abruzzo, vigileremo sulla ricostruzione (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Colle: «Bene Obama e Ue sull'ambiente Abruzzo, vigileremo sulla ricostruzione» MARCELLA CIARNELLI ROMA Non ha mancato ancora una volta il presidente della Repubblica di far sentire la sua vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto chiamate «ad una dura prova». Ed a cui ha voluto ribadire il suo impegno «a sorvegliare la ricostruzione affinché il nostro territorio non subisca un ulteriore saccheggio». Giorgio Napolitano ha parlato durante la cerimonia in occasione della diciannovesima edizione della Giornata delle Oasi promossa dal Wwf, che si è svolta a Castelporziano. La tenuta presidenziale «oasi per un giorno» è stata aperta ad una folla di visitatori, quasi duemila persone che hanno sfidato la pioggia mentre altre migliaia di persone si sono recate nelle cento oasi sparse in tutta Italia. Tutelare l'ambiente La tutela dell'ambiente è uno degli impegni che il presidente della Repubblica ha da sempre ribadito. Non può riguardare una sola nazione e non un'altra. Deve essere un lavoro collettivo cui nessuno può far mancare il proprio sostegno. Fin qui non è andata così. Napolitano non ha mancato di sottolineare il diverso atteggiamento degli Stati Uniti dopo l'arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama. Ed anche la posizione d'avanguardia assunta dall'Europa. «Questo è una anno importante per la lotta contro le conseguenze dei cambiamenti climatici e dobbiamo tutti comprendere che proteggere la natura significa anche dare contributi per avere successo». Quindi grande soddisfazione davanti «alla grande novità del forte impegno del presidente Obama per fare degli Usa un Paese protagonista nell'impegno della tutela del clima. Senza il contributo degli Stati Uniti d'America e, domani ci auguriamo, di Cina e India è difficile vincere questa battaglia». Per quanto riguarda l'Europa Napolitano ha dato atto alla Ue di aver preso «una posizione di avanguardia, senza aspettare che anche tutti gli altri maggiori protagonisti dell'economia mondiale fossero pronti a dare un loro contributo, aprendo una strada che ci auguriamo possa essere seguita con successo». Comunque le «nuove condizioni, più favorevoli» stanno già influendo sull'atteggiamento dei Paesi che fanno parte del G20 «che rappresentano la grande maggioranza delle potenze mondiali». Le scadenze internazionali I prossimi appuntamenti internazionali potranno essere sfruttati appieno per lavorare a favore dell'ambiente, per un futuro migliore. Ci sarà il G8 a La Maddalena. Nei prossimi giorni, prima tappa in preparazione, è prevista «una riunione a Washington che non ho dubbi saprà dare i suoi frutti». E poi, dopo il G8, ci sarà la Conferenza di Copenaghen che «dovrebbe essere il momento e il luogo delle decisioni concertate in materia di tutela ambientale su scala mondiale». Il presidente ha consegnato tre premi, uno al volontariato, uno all'educazione ambientale e un altro alla ricerca scientifica e si è congratulato con il neo presidente Stefano Leoni e con Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf cui Napolitano ha espresso il suo «elogio incondizionato» per l'azione svolta con impegno nella difesa dell'ambiente affermando che «chi ama l'Italia non può che apprezzare l'eccezionale contributo che l'associazionismo dà alla tutela del nostro patrimonio paesaggistico e naturale». Rapaci e tartarughe A Castelporziano sono stati liberati dei rapaci, nell'oasi di Burano cinque tartarughe Caretta caretta hanno ritrovato il mare, ovunque passeggiate, gite a cavallo, laboratori di archeologia e visite guidate. E l'impegno a difendere la natura. Che deve essere di tutti. E non solo di chi già lo fa. La tutela dell'ambiente è un impegno ribadito dal presidente della Repubblica. Che significa vigilare sulla ricostruzione in Abruzzo ma anche, guardando oltre i confini, lavorare al fiancodi chi ha lo stesso interesse.

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addio a james graham ballard (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lo scrittore inglese, autore di romanzi tra realtà e fantascienza, era malato da tempo Addio a James Graham Ballard Dai suoi libri «L'impero del sole» e «Crash» di Cronenberg LONDRA. Lo scrittore inglese James Graham Ballard, autore di romanzi come «L'impero del sole» e «Crash», libri poi diventati film di successo per la regia rispettivamente di Steven Spielberg e David Cronenberg, è morto ieri dopo una lunga malattia a 78 anni. Nato a Shanghai da genitori britannici che si trovavano in Cina per motivi di lavoro, durante la Seconda Guerra Mondiale Ballard viene internato con la famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua. Questa esperienza verrà ripresa nel romanzo «L'impero del sole», da cui il regista Steven Spielberg ha tratto nel 1987 un film omonimo (la cui sceneggiatura è stata scritta dal drammaturgo inglese Tom Stoppard). Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, Ballard si trasferisce in Gran Bretagna. Qui inizia gli studi di medicina, che non porterà mai a termine. Dopo una serie di lavori occasionali (come venditore di enciclopedie porta a porta) si sposta in Canada con la Royal Air Force e qui scopre la fantascienza. Congedatosi dalla Raf e tornato in patria, Ballard inizierà a scrivere racconti: il primo ad essere pubblicato è «Prima Belladonna», del 1956, che esce nella rivista Science Fantasy. La sua prosa e le sue tematiche gettarono le basi per la fantascienza degli anni'60 e'70, e hanno avuto un influsso anche sul movimento cyberpunk degli anni Ottanta. Il suo articolo «Come si arriva allo spazio interiore?», apparve sulla rivista New Worlds nel 1962 e segnò la nascita di un nuovo movimento letterario fantascientifico, quello della New Wave britannica. Sostanzialmente, Ballard, spostò l'attenzione generalizzata degli scrittori a lui contemporanei, dallo spazio extraterrestre allo spazio interiore, luogo di incontro tra le pulsioni della psiche umana e le immagini e i simboli veicolati dai mass media. Il primo romanzo pubblicato è del 1962, «Vento dal nulla», che apre una tetralogia di genere catastrofico. Gli altri romanzi sono «Il mondo sommerso», «Terra bruciata» e «Foresta di cristallo». Nel 1970 viene pubblicato «La mostra delle atrocità», forse il capolavoro dello scrittore inglese. Si tratta di un libro composto da quindici racconti, in cui il filo comune (oltre al protagonista) è costituito da un'ossessione maniacale per la guerra del Vietnam, la psicopatologia, la pornografia, il potere dei media, le vittime di incidenti stradali e le icone del sogno americano. Queste ultime tutte rigorosamente morte. Da notare che in questo libro si profetizza l'elezione a presidente degli Usa di Ronald Reagan. Di tre anni dopo è «Crash», romanzo piuttosto disturbante in cui viene ripreso (in dosi molto più massicce rispetto al precedente romanzo) il tema della perversione per le vittime di incidenti stradali e la fusione di carne e macchine. Nel 1996, è stato tratto un film omonimo per la regia di David Cronenberg (mentre il film premio Oscar «Crash» di Paul Haggis, del 2004, non ha nulla a che vedere col romanzo di Ballard). La fama al di fuori del ristretto ambito della fantascienza arriva col romanzo «L'impero del sole», a forte componente autobiografica. Da allora Ballard si allontanerà sempre più dalla fantascienza per quel che riguarda la sua produzione romanzesca, anche se continuerà a scrivere racconti fantascientifici o fantastici fino alla metà degli anni Novanta, concentrandosi sui mutamenti sociali. «Ho sempre scritto sul cambiamento, questo a partire dagli anni Cinquanta, quando vennero introdotti tutti questi elementi della modernizzazione: la televisione, i media di massa, i supermercati, le tangenziali. Sentivo un irresistibile bisogno di scriverci sopra. Cambiamento: ecco la cosa che fonda la fantascienza», affermava Ballard. Nel 2008 ha pubblicato un'autobiografia intitolata «I miracoli della vita», in cui ha rivelato di essere affetto da una malattia terminale.

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Cortina, all'Olimpico è subito festa (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL WORLD MIXED DOUBLES CURLING CHIAMPIONSHIP 2009 Cortina, all'Olimpico è subito festa Sabato sera la cerimonia inaugurale, da ieri mattina i round robin Svizzera subito ok mentre la sorpresa è stata l'Estonia che ha battuto gli Usa CORTINA. Il World Mixed Doubles Curling Championship 2009 di Cortina è entrato nel vivo: alle 8 in punto la prima "stone" è entrata in gioco. Sabato sera, in uno stadio gremito di appassionati, curiosi e tecnici, c'è stato l'alzabandiera della Marina Militare (fatto un po' curioso, questo, sulle Dolomiti) che ha issato il tricolore e la bandiera ufficiale dei campionati. La bandiera è stata portata dalle cortinesi seconde nell'Europeo 2006 (Violetta Caldart, Giulia Lacedelli, Diana Gaspari, Giorgia Apollonio ed Elettra DeCol), poi le 27 squadre di altrettante nazioni hanno sfilato dentro lo stadio. Per ultima è entrata l'Italia con i due atleti più giovani in gara in assoluto, Chiara Zanotelli, appena sedicenne, e Andrea Pilzer, 17 anni. Tante le autorità sulla tribuna d'onore: il presidente della Federazione Ghiaccio Giancarlo Bolognini, la vice presidente della Federazione Internazionale curling Kate Caithness; gli onori di casa li hanno fatti il sindaco Franceschi, l'assessore allo sport Huber e il presidente del comitato Massimo Antonelli. Ieri mattina è scattata la gara vera e propria, che si è protratta fin oltre le ore 22. Siamo nella fase di "round robin", in pratica i gironi dove ogni squadra incontra le rivali del gruppo per approdare alle qualifiche di venerdì. Nel primo turno, la Svizzera non ha tradito le attese. Irene Schori e Toni Mueller hanno subìto l'attacco della coppia ceca nel secondo e terzo "end", poi hanno ristabilito la gerarchia ed hanno capovolto la situazione con un netto 7-4. Successo netto anche per la Lettonia (9-3) sulla Francia, con Slovacchia e Polonia che hanno superato Galles e Giappone. Sorpresa invece per l'Estonia, che ha battuto 11-9 gli USA, tra le nazioni favorite. Nel secondo turno il Canada ha chiuso anzitempo la partita al settimo degli otto "ends" a disposizione con un netto 9-4 con cui ha "freddato" la Finlandia. La Scozia ha battuto senza grandi problemi l'Australia, in recupero negli ultimi tre "ends". Bene anche Russia (10-9 con l'Inghilterra) e Danimarca, che ha battuto in un equilibrato round la Spagna. Nel gruppo rosso gareggiavano anche i due giovanissimi Andrea Pilzer e Chiara Zanotelli. I due trentini si sono battuti da leoni, hanno vinto i primi due "ends" poi hanno subìto il recupero della Nuova Zelanda. All'ottavo "end" hanno pareggiato la situazione e la "bella" ha tenuto tutti col fiato sospeso. Il nervosismo (ma anche un pizzico d'inesperienza dovuto alla giovane età) all'ultimo tiro ha tradito Chiara Zanotelli che ha bocciato male le stones a punti. L'ultimo tiro dei "Kiwi" è andato a segno con un punto che ha assegnato loro la vittoria. Nel terzo turno il "derby" scandinavo è andato alla Svezia sulla Norvegia (6-3), mentre la Cina si è messa dietro (7-6) l'attesa Ungheria, netta la supremazia dell'Austria (8-4) sulla Slovacchia così come della Repubblica Ceca sulla Francia (10-6). La Polonia ha chiuso con due "ends" di anticipo sul Galles (8-1). Adesso c'è attesa per Canada-Italia, anche se gli azzurri non possono certo aspirare a superare la nazione più forte al mondo nel curling. Oggi e fino a giovedì continuano i round robin, venerdì qualifiche e semifinali e sabato la finalissima. Per maggiori informazioni consultare il sito www.curlingcortina.dolomiti.org aggiornato in tempo reale.

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Primi segnali di fiducia globale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-19 - pag: 1 autore: Cina e India in recupero, Usa alla prova del credito, mentre l'Europa si stabilizza Primi segnali di fiducia globale Dalle commodities ai trasporti le indicazioni verso il rilancio La Cina prova ad accelerare la produzione. L'India vede in forte recupero acciaio e cemento. La Russia ipotizza una ripresa nel quarto trimestre. In Europa l'attività industriale accenna a stabilizzarsi, sia pure a un livello basso. Negli Stati Uniti, tra uno spiraglio nella fiducia dei consumatori e l'acutizzarsi della disoccupazione, si conta sulla ripresa del credito. Il Sole 24 Ore tasta il polso all'economia mondiale. Inchiesta u pagine 2 e 3 l'articolo prosegue alle pagine 2 3

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 20/04/2009 - pag: 3 L'intervista Lo storico Paul Kennedy «Anche Stalin firmò per i diritti dell'uomo» «Un vertice simbolo dell'ipocrisia dell'Onu» WASHINGTON Per lo storico Paul Kennedy, autore di Ascesa e declino delle grandi potenze e de Il Parlamento dell'uomo (l'Onu), la Conferenza sul razzismo non segnerà una svolta storica: «Dopo accuse e contraccuse, propaganda e scontri, sfocerà in una di quelle dichiarazioni solenni che rappresentano in realtà dei modesti compromessi». Il docente dell'Università di Yale, che sta scrivendo un libro sulla Seconda guerra mondiale, è scettico sull'efficacia di simili iniziative: «Il rispetto dei diritti umani si impone solo con risoluzioni vincolanti. C'è da chiedersi chi e quanti le vorrebbero veramente perché la sede adatta non è certo questa conferenza. Inoltre c'è il pericolo che essa assuma un tono antisemita». Lei è pro o contro il boicottaggio di Durban II, a Ginevra? «È una questione di grigio, non di bianco e di nero. Io penso che i nostri governi si siano posti un interrogativo etico e uno politico. È giusto o ingiusto il boicottaggio, visto che una gran parte dei Paesi firmerà la dichiarazione senza alcuna intenzione di rispettarla? E in previsione di una denuncia di Israele che ha fornito l'occasione all'Islam con la sua sproporzionata reazione a Gaza è politicamente vantaggioso o svantaggioso parteciparvi?». Di qui le opposte decisioni degli alleati? «Esattamente. L'America e l'Italia si sono dette che il boicottaggio è giusto e partecipare alla Conferenza sarebbe dannoso. La Gran Bretagna e la Francia hanno invece concluso che, nonostante i dubbi e i rischi, conviene dimostrare di essere alla ricerca di un dialogo onesto. Su Obama, secondo me, ha pesato altresì il timore che una presenza americana a Ginevra gli alienasse l'opinione pubblica interna oltre che Israele, che diffida di lui». Una divisione inattesa tra Londra e Washington? «Diciamo una divisione in contrasto con la Storia. Circa 25 anni fa, il presidente >Usa Ronald Reagan e la premier britannica Margaret Thatcher lasciarono all'unisono l'Unesco perché aveva equiparato il sionismo al razzismo». Perché è scettico su Durban II? «Lo sono stato anche su Durban I, nel 2001, manipolata e strumentalizzata da troppi Paesi. Io sono scettico sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, che proponeva anche il pieno impiego, l'assistenza sanitaria di Stato. Il presidente americano Truman la firmò perché sapeva che, a differenza delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza, non aveva valore legale. La firmò persino Stalin, un violatore dei diritti umani». Dovrebbe farsene carico il Consiglio di sicurezza? «Il Consiglio è bloccato da cinque potenze conservatrici che hanno macchie razziste, presenti o passate, da nascondere, l'America i neri, la Russia la Cecenia, la Cina il Tibet, la Francia gli arabi, l'Inghilterra il Kenya. E si trincera dietro il principio che deve decidere delle questioni di guerra e pace non delle libertà civili. Insomma, rifiuta di interessarsene se non in casi circoscritti ». Non c'è il Consiglio dei diritti umani dell'Onu? «Il Consiglio, come la precedente Commissione, a volte è ostaggio di Paesi che promuovono delle decisioni inique o che vanificano quelle eque. Invece di penalizzare sempre, come dovrebbe, quanti fanno del razzismo o peggio fanno del genocidio, in certi momenti li ignora o li nasconde ». Qual è il rimedio? «Bisogna martellare il messaggio antirazzista. Quando l'Onu fece la Dichiarazione universale sui diritti umani, l'impatto fu forte, creò grandi aspettative. Idem quando fu varato il protocollo di Kyoto contro l'emissione di gas serra. Le grandi potenze devono alimentare le aspettative e premere molto più fortemente sulle nazioni interessate alle buone relazioni con loro, ma che ancora violano i diritti umani. Se lo faranno, in futuro anche conferenze come quella di Ginevra produrranno frutti». Ennio Caretto Storico Paul Kennedy, docente a Yale: è scettico su Durban II

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Uno scudo di gas contro l'effetto serra (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 20/04/2009 - pag: 23 Ambiente «Newsweek» lancia l'uso di biossido di zolfo per raffreddare il pianeta: costa meno Uno scudo di gas contro l'effetto serra Due Nobel Usa: sfruttiamo il meccanismo del vulcano Pinatubo Nel giro di un anno, dopo la grande eruzione filippina del 1991, la Terra si raffreddò di mezzo grado ROMA Immaginatevi una nebbia fatta da goccioline di biossido di zolfo, un composto chimico prodotto naturalmente durante le eruzioni vulcaniche. Però, una nebbia artificiale, sparsa apposta nell'alta atmosfera col proposito di ridurre il riscaldamento globale. Ebbene, questa specie di antidoto dei gas serra potrebbe far scendere rapidamente la febbre climatica della Terra. In altri termini, l'uomo, da una parte, continuerebbe a pompare nell'aria anidride carbonica a tutto spiano, attraverso centrali elettriche, fabbriche e automobili, riscaldando il pianeta; dall'altra pomperebbe biossido di zolfo spray per raffreddarlo. L'idea è di alcuni fisici dell'atmosfera, fra cui i noti premi Nobel Paul Crutzen e Thomas Schelling. In questi giorni, torna con prepotenza alla ribalta e diventa addirittura la cover story del settimanale Newsweek. Perché? Semplice, perché l'impegno a tagliare le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra appare sempre più oneroso e i Paesi che dovrebbero attuarlo sempre più riluttanti. Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40 Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto che ridurle. E allora si torna a prendere in considerazione il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta. Alcuni lo chiamano così un po' per scherzo, un po' perché è stato proprio durante l'eruzione di quel vulcano filippino, nel giugno 1991, che ci si rese conto dell'efficacia del biossido di zolfo come febbrifugo planetario. In quell'occasione, infatti, il Pinatubo, assieme a lave e lapilli, scaraventò in aria 20 milioni di tonnellate di biossido di zolfo, una frazione delle quali arrivò fino alla stratosfera, fece il giro del mondo e rimase lì per mesi. Ogni minuta goccia di quel composto chimico, spiegano i fisici dell'atmosfera, si comporta come uno specchietto riflettente che rimanda indietro nello spazio una parte della radiazione solare. Risultato: nel giro di un anno dopo la grande eruzione filippina, la Terra si raffreddò di mezzo grado. Pensate che l'effetto serra umano, per aumentare le temperature di un grado, ci ha messo un secolo. «Con l'attuazione degli accordi di Kyoto per la riduzione dei gas serra, l'idea di progettare un intervento di geo-ingegneria per raffreddare il pianeta era stata abbandonata spiega Michael Oppenheimer, climatologo di Princeton, che sta preparando un nuovo rapporto su questa opzione per conto dell'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti . Ma ora ricominciamo a prenderla in considerazione, per lo meno sotto il profilo speculativo». Lui non lo dice ma, in pratica, c'è chi sta pensando anche ai modi di spargere la sostanza raffreddante per mezzo di aeroplani, missili o altissime ciminiere e con investimenti centinaia di volte inferiori, almeno così si assicura, rispetto ai costi di Kyoto. Come ogni medicina, però, anche la geo-ingegneria a base di biossido di zolfo avrebbe le sue controindicazioni: distruzione assicurata dello strato di ozono con aumento dei raggi X sulla Terra; pericolo di scatenare una piccola era glaciale; e, sul fronte politico, fuga catastrofica dagli impegni di riduzione dei combustibili fossili. Gli effetti collaterali della cura sarebbero peggiori della malattia. Franco Foresta Martin

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I termometri della fiducia iniziano a muoversi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: VERSO LA RIPRESA data: 2009-04-19 - pag: 2 autore: I termometri della fiducia iniziano a muoversi di Fabrizio Galimberti P iù che una "bella addormentata" l'economia mondiale è un paziente in sala rianimazione. E il risveglio non attende tanto un principe azzurro quanto una messe corposa di stimoli interni ed esterni. In questi mesi i riflettori sono stati puntati sugli stimoli esterni: quelli messi in opera dalla politica economica. E non vi è dubbio che questi sono non solo utili ma indispensabili. Nella Santabarbara delle politiche di supporto le polveri non sono bagnate: le misure adottate sono grosse e appropriate, sia per le politiche monetarie che per le politiche di bilancio (anche se alcuni Paesi, fra cui l'Italia, sono stati costretti dalla "palla al piede" del debito pubblico a rimanere fermi sulla strada del rilancio). Ma non vi è neanche dubbio che esistono anche stimoli interni, meccanismi di ripresa che vengono generati all'interno del sistema economico. Una analogia appropriata è quella del corpo umano. La malattia abbisogna di medicine. Ma oltre a questo "pronto soccorso" esterno vi sono anche le difese naturali dell'organismo, dagli anticorpi alle endorfine e ad altre secrezioni benefiche. Per esempio, nel corpaccio dell'economia i prezzi delle attività,dalle azioni alle case, oscillano più ampiamente dei redditi o della ricchezza, e nella fase di discesa creano opportunità di acquisto. I "buoni affari" rinsaldano la fiducia e confortano una voglia di spesa che apre la strada alla ripresa. Anche i prezzi dei beni e servizi (incluso il prezzo del lavoro) scendono e ricreano le convenienze perdute. E l'inversione del ciclo delle scorte produce un sia pur temporaneo stimolo all'attività. Abbiamo presentato in queste due pagine alcuni segnali di risveglio, colti nelle varie aree del mondo dagli Usa alla Cina, dall'Italia alla Russia. A questi segnali positivi se ne potrebbero contrapporre (e sono anche più numerosi e più diffusi) tanti altri negativi. Ma l'importante è notare che nella notte dell'economia cominciano ad apparire alcuni chiarori. Con la speranza che si tratti dell'alba e non di luminescenti miraggi. fabrizio@bigpond.net.au © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Obama-America latinascommessa con handicap (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama-America latinascommessa con handicap giulio ercolessi Nel 1996, appena iniziato il secondo mandato di Bill Clinton, il leader sandinista Daniel Ortega fu sconfitto alle elezioni presidenziali del Nicaragua. Il solo Stato latinoamericano rimasto ancora apertamente ostile agli Stati Uniti era allora una Cuba anch'essa fortemente indebolita dal venir meno della protezione e dei sussidi sovietici. Le dittature militari sostenute dagli Usa in chiave anticomunista che avevano caratterizzato la storia del continente per decenni erano state spazzate via. Quella latinoamericana era stata la più potente e promettente "ondata" di democratizzazioni che aveva investito il mondo dopo la fine della guerra fredda. Un decennio più tardi, l'America latina è oggi una delle aree dove i danni provocati dal passaggio di George W. Bush al comando della superpotenza americana sono più evidenti. Il vertice panamericano di Trinidad e Tobago si è concluso senza una dichiarazione finale comune, anche se il clima fra gli Usa e i loro più stretti alleati e il fronte opposto "bolivarista" venutosi a creare negli ultimi anni ha cominciato ad apparire più disteso. Grande volontà americana di riallacciare i contatti su nuove basi, grandi manifestazioni di critica preliminari da parte del segretario di Stato Hillary Clinton per le politiche dell'Amministrazione precedente soprattutto verso il Messico e Cuba (come verso Cina, Iran, Russia, Birmania, ecc...) che sono sembrate a molti quasi equivalenti a gesti di pentimento. Se il consenso per le scelte interne dell'Amministrazione Obama è ancora forte, per quel che riguarda la politica estera qualcuno, e non solo negli ambienti repubblicani, comincia a storcere il naso o almeno manifesta diffidenza, e si sentono voci che paragonano il multilateralismo della nuova Amministrazione a quello di Jimmy Carter, probabilmente il migliore fra gli ex presidenti degli Stati Uniti (e insignito del Nobel soprattutto per la sua attività umanitaria successiva al "pensionamento"), ma la cui leadership è da molti ritenuta una delle meno capaci di far valere gli interessi Usa su scala globale. Il paragone coglie nel segno, probabilmente, solo in un punto: allora come oggi gli Usa erano fortemente indeboliti, sia sul piano strategico che su quello simbolico e immateriale. Allora si trattava della prima sconfitta militare della loro storia, in Vietnam, e della catastrofe morale dello scandalo Watergate. Oggi si tratta del disastroso unilateralismo autistico dell'Amministrazione Bush, che ha prodotto un'analoga miscela di debolezza soggettiva e di ostilità diffusa. Ma si tratta, ancor più, dell'emergere di nuovi colossi come protagonisti della storia del XXI secolo dopo il tracollo economico dell'intero Occidente in conseguenza di politiche economiche irresponsabili: oggi come allora crisi di potere e crisi di egemonia culturale e morale. Non è un caso che alle autocritiche, e proprio in riferimento al passato dell'America latina, il governo americano avesse dovuto adattarsi già prima dell'elezione di Obama: era stato il segretario di Stato di Bush, Colin Powell, a doversi già scusare pubblicamente con il Cile per il ruolo americano nel golpe di Pinochet del 1973, per cercare di ottenerne un voto prezioso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. Oggi in America latina Cuba non rappresenta più una minaccia per gli Usa: senza più l'Urss alle spalle non è una minaccia militare e, come ha scritto il New York Times, non esporta più rivoluzione, ma solo giovani medici in cerca di un futuro migliore. In attesa di capire chi vi detiene il potere effettivo - se Raúl Castro o ancora, almeno a tratti, il suo carismatico fratello - per Obama Cuba è più una questione elettorale e di immagine che un dilemma geopolitico di prim'ordine. Piuttosto il problema è il nuovo fronte "bolivarista" promosso dal caudillo venezuelano Hugo Chávez. Un leader eletto in elezioni formalmente regolari ma non proprio libere e trasparenti, che ha ottenuto il potere, dopo un fallito golpe, con una miscela di populismo, nazionalismo, militarismo e socialismo clientelare. E con il controllo assoluto sui media di Stato e non solo su quelli, con il sostegno delle forze armate e infine con l'approvazione in un plebiscito (riproposto dopo un primo voto negativo) di una nuova Costituzione, che gli ha consentito di spazzar via quasi tutti i contropoteri: emarginando il Parlamento e permettendogli di nominare un numero di giudici della Corte Suprema sufficiente a fargli assumere il controllo del potere giudiziario; e introducendo anche norme penali limitatrici della libertà di espressione di chi mostri mancanza di rispetto per il Presidente: aiutato in tutto questo non poco da un'opposizione insipiente (e speriamo che fra un po' tutto questo non debba ricordare a noi qualcosa di troppo vicino). Chávez è stato rafforzato piuttosto che destabilizzato dal fallimento di un maldestro tentativo di golpe, forse sostenuto dagli Usa nel 2002. Chávez, che grazie al petrolio venezuelano è subentrato all'Urss nel sostegno al regime cubano, ha fatto scuola. Se nei Paesi più sviluppati del continente - Brasile, Argentina, Cile - sono saliti al potere governi di centrosinistra che hanno rimpiazzato quelli che in precedenza si riconoscevano semmai in politiche economiche legate al "Washington consensus", in quelli più deboli e instabili hanno spesso prevalso populismi che si richiamano alle tradizioni della sinistra rivoluzionaria latinoamericana e alla memoria mitizzata del Libertador Simón Bolívar. Emblematica la rivincita in Nicaragua di Daniel Ortega, che ha trionfato anche grazie al sostegno della Chiesa cattolica locale, con cui si è sdebitato facendo approvare la più spietata legislazione antiabortista esistente al mondo dai tempi di Ceausescu. Tralasciati i più ambiziosi fra i progetti liberoscambisti del decennio precedente, si è costituita l'Alba (Alternativa bolivariana per l'America latina e i Caraibi), costituita da Venezuela, Cuba, Nicaragua, Bolivia, Honduras e Repubblica Dominicana, in alternativa all'Alca (Area di libero commercio delle Americhe), promossa dagli Stati Uniti. L'Alba ha recentemente lanciato anche il progetto di una valuta internazionale, il Sucre, per regolare gli scambi fra i suoi membri. La grande carta economica che Chávez può giocarsi, anche sul piano politico globale, è quella del petrolio. Il grande investimento sull'etanolo da parte del Brasile, molto criticato dagli ambientalisti e che ora tenta anche l'Argentina, come il Cile equilibrista fra i due schieramenti, è stato molto favorito dagli Usa (anche tenendo conto dell'aspirazione del Brasile a un seggio permanente del Consiglio di sicurezza) anche per contrastare l'uso politico del petrolio da parte del Venezuela e quello del gas da parte del Presidente boliviano Evo Morales. Insomma la partita è aperta, ma nel valutare successi e insuccessi del virtuoso multilateralismo di Obama si deve tener ben presente l'obiettivo indebolimento della superpotenza che ha ereditato. 20/04/2009 eredità scomodaIl disastroso unilateralismo di Bush ha creato una miscela di debolezza soggettiva e di ostilità diffusa 20/04/2009 autocriticaLe critiche del segretario di Stato per la politica precedente sono sembrate a molti quasi equivalenti a gesti di pentimento 20/04/2009 Stefano Solarino E così il peggio è passato. La magnitudo dei terremoti lentamente scende, buona parte della popolazione ha almeno un ricovero e pasti caldi, qualche attività commerciale lentamente riapre le saracinesche, l'attività scolastica è ripresa. È il momento di pensare alla ricostruzione: dovrà essere, se vogliamo di nuovo evitare errori, una buona ricostruzione, fatta senza sciacalli che lucrano sulla pelle degli innocenti, asseverata da controllori non compiacenti, condotta con materiali e tecniche di qualità, e possibilmente veloce. Insomma, una ricostruzione basata sul buon senso, quello che pare essere mancato negli ultimi venti anni, da quando cioè la nostra penisola ha perso un po' del suo mistero grazie alle prime classificazioni sismiche. Ma non sarà solo il buon senso ad animare la ricostruzione. Saranno anche delle formule scientifiche. I sismologi sanno che il rischio sismico, quello che disegna l'aspetto del territorio dopo una forte scossa, è il prodotto di almeno quattro fattori: la pericolosità, l'esposto vulnerabile, la vulnerabilità e l'effetto di sito. La pericolositàè la probabilità che una data zona sia colpita da un terremoto in un dato intervallo temporale. In Italia esistono zone caratterizzate dal grado massimo (categoria 1) come la Sicilia (colpita nel 1908 da un terremoto di magnitudo 7.2, il più alto mai registrato nelle penisola) e zone di grado minimo, come la Sardegna (interamente inserita in categoria 4 e mai interessata negli ultimi 2000 anni da un terremoto importante). La zona del recente terremoto è inserita nella categoria 2 ed è situata al bordo di aree a categoria 1. L'esposto è il numero di persone che popolano una data area. È molto variabile da regione a regione. È ovviamente molto elevato nelle città, soprattutto dove esistono importanti impianti industriali, ed è soggetto ad importanti fluttuazioni nelle aree turistiche, dove a seconda della stagione può incrementare di due o tre volte. La Liguria sicuramente rientra tra queste regioni. La vulnerabilitàè l'insieme degli elementi che contraddistinguono la tendenza da parte di un costruito ad essere danneggiato. Dipende naturalmente dall'età della costruzione, dai materiali che sono stati utilizzati, dalla percentuale di parti fragili (vetri, finestre etc...), dalla applicazione o meno di criteri antisismici. Inoltre può fare una grande differenza la distanza del singolo edificio da quelli adiacenti, perché in caso di crollo si può originare un fenomeno tipo castello di carte. E ha una implicazione diversa a seconda che riguardi edifici di civile abitazione o opere strategiche (ospedali, caserme, porti, aeroporti, autostrade). Infine l'effetto di sito. È stato già osservato molte volte (anche nel caso dell'Abruzzo) che a seconda del tipo di terreno su cui appoggia la fondazione l'effetto delle onde sismiche sul costruito può essere molto diverso. Per esempio, due case costruite con criteri simili ma fondate su roccia o materiale sedimentario si comportano in maniera totalmente diversa, mostrando danni talvolta molto superiori quando l'appoggio è su materiale incoerente. Ed un effetto simile è spesso introdotto dalla topografia: i paesi costruiti in cima alle colline (spesso lì situati per motivi strategici e di difesa) possono sperimentare effetti di amplificazione del segnale sismico. E qui è d'obbligo citare nuovamente la Liguria. In base a questa semplice moltiplicazione e soprattutto al valore dei fattori che vi compaiono si presentano scenari anche molto diversi. Ad esempio, in una zona soggetta a forti terremoti ma poca abitata (e di conseguenza con poche persone) il rischio è basso nonostante il verificarsi di molte scosse. Viceversa in zone dove la pericolositàè contenuta ma le case sono costruite male, oppure vi abitano molte persone o le case sono soprattutto fondate su materiale sedimentario il rischio è molto elevato a fronte di un numero di scosse limitato e di energia contenuta. Questa è la ragione per cui anche zone in categoria 2 o 3 sono di interesse per la Protezione civile. Questa è la ragione per cui i centri storici sono la spina nel fianco di molti comuni. Lo scienziato, l'uomo della strada e anche chi ipotizza di poter prevedere i terremoti non possono in alcun modo influire sul primo fattore di questa moltiplicazione, cioè la pericolosità. Ma i politici, gli ingegneri, gli educatori , i geologi possono contribuire a migliorare lo stato di ognuno degli altri elementi: case più sicure, città a misura d'uomo dove sia prevista una adeguata via di fuga, fondazioni più profonde e appoggiate su roccia se possibile. I giapponesi hanno pericolosità elevatissime (si annoverano infatti un paio di terremoti superiori a magnitudo 6 ogni cinque anni), ma hanno saputo fare un uso responsabile del territorio e dell'ingegneria antisismica ma soprattutto hanno cominciato molti anni fa: e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Stefano Solarino è primo ricercatore del Centro nazionale terremoti, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. 20/04/2009 Case più sicure, città a misura d'uomo, vie di fuga, fondazioni profonde e appoggiate su roccia 20/04/2009

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia sezione: Economia data: 20/04/2009 - pag: 9 Automotive e impianti/Danieli «Per l'acciaio svolta a U grazie al mercato cinese» A lla Danieli degli acciai speciali e, soprattutto, degli impianti per produrre acciaio esportati in tutto il mondo (in buona parte collegati al settore automotive, la quarta «A» del made in Italy), la ripresa «non si vede ancora ma si può auspicare dice il presidente Gianpietro Benedetti . Avrà la forma a U». Per coincidenza, è l'iniziale del capoluogo di regione dove ha sede l'azienda, Udine. Significa, come ha detto la scorsa settimana anche Mike Duke, amministratore delegato di Wal Mart, ripresa sul medio periodo, un paio d'anni, dunque già dal 2010. Differisce, per gli economisti, da quella a L, sul lungo periodo, e a V, sul breve. «Siamo propensi a credere che una ripresa accettabile si avrà dal prossimo anno dice Benedetti, socio in usufrutto al 50% della Sind International, che controlla la capogruppo Danieli Officine meccaniche al 65% . Non credo che si tornerà ai livelli del 2007-2008, ma mi accontenterei di replicare il 2005». Per il settore, vuol dire accettare come positivo un calo dei consumi d'acciaio del 15% rispetto al 2008. È un recupero formidabile, in effetti, se confrontato con il calo intorno al 50% del gennaio-aprile di quest'anno (rispetto allo stesso periodo del 2008). «Nel mondo si sono consumate 1,35 miliardi di tonnellate d'acciaio l'anno scorso dice Benedetti . Ci stabiliremo, credo, su 1,1 miliardi, assorbiti al 40% dalla grande Cina». La Danieli è un caso di «rondine » trasversale: non solo perché l'acciaio, a differenza delle macchine utensili, non anticipa la ripresa, ma la segue, dipendendo dalla ripartenza di auto, petrolio, edilizia, ma anche perché l'azienda genera in Italia solo il 2% circa dei 3,15 miliardi di fatturato (bilancio al giugno 2008, +26% sul 2007; l'utile netto è raddoppiato a 145,6 milioni e i debiti netti sono saliti del 74% a 706 milioni). È la multinazionale italiana premiata dalla scelta di internazionalizzare, che investe, rileva il bilancio, «l'85% dei profitti nell'innovazione». Il gruppo di Buttrio, che vide il New York Times dedicare un ritratto a Cecilia Danieli nel '99, quando la regina dell'acciaio morì, ha ormai la metà degli 8 mila addetti fuori dall'Europa, nel Sudest asiatico, e due mercati. Copre il 98% del giro d'affari con gli impianti per produrre acciai: «Da nove che eravamo in Europa siamo rimati in tre», dice Benedetti. Il resto viene dagli acciai speciali. È nel primo mercato che la ripresa si intravede. Gli ordini di acciai speciali alla Danieli sono, infatti, precipitati: 200 milioni di euro nel gennaio scorso, dice Benedetti, contro i 350 milioni del gennaio 2008, -43%. Quelli di impianti, invece, nello stesso mese, sono scesi «solo» da 5,2 a 4,5 miliardi: è un decremento del 15%, «però resta una relativa visibilità. Lavoreremo bene per un anno». È il segnale di un crollo frenato. Ancora in marzo, Federacciai stimava una produzione 2009 in Italia a picco, -40,4%. «C'è già una ventata di primavera, si annusa che il sistema ripartirà a breve dice Benedetti . Ma la ripresa dovrà venire dall'America. Solo se il Tesoro >Usa sarà affidabile ci sarà il bilanciamento fra creditor e debitori». A. PU. Friuli Gianpietro Benedetti, presidente della Danieli di Buttrio

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Borse mondiali tra rimbalzo e vera ripresa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

I mercati ricominciano a recuperare terreno Ma i gestori sono cauti Analisi Borse mondiali tra rimbalzo e vera ripresa GLAUCO MAGGI NEW YORK In aprile il Dow Jones delle blue chips americane sta confermandosi sopra quota 8000 punti - ha chiuso a 8131 venerdì scorso - dopo che era sprofondato a 6500 nella prima settimana di marzo. E' vera ripresa? O è un "rally dell'Orso", come sono chiamati i rimbalzi che non durano? La Stampa lo ha chiesto a due money manager internazionali. Ecco le loro risposte. «I mercati hanno ripreso la via del consolidamento», sostiene Christoph Riniker, Senior Strategist di Bank Julius Baer. «A fronte di dati di crescita deboli del Pil nei prossimi trimestri, ci aspettiamo mesi di volatilità azionaria. Ma restiamo cautamente positivi, visto che vari indicatori di tendenza come l'indice Ism o l'Ifo (spie del business americano e tedesco, Ndr) hanno continuato il percorso di discesa avvicinandosi ai livelli minimi. Di conseguenza, ci si potrebbe aspettare un successivo rialzo dei mercati azionari, in particolare nei settori ciclici». Il Nasdaq dei tecnologici ha retto meglio nel primo trimestre di S&P e Dow, e da un sondaggio della rivista The Banker è emerso che il 71,3% del centinaio di Ceo di corporation globali si aspetta di investire in information technology nel corso di quest'anno. Sarà il settore tecnologico a guidare il prossimo Toro? Per Riniker, «in passato il comparto ha sempre registrato una buona performance quando gli indicatori di tendenza tornavano ad essere positivi. Inoltre, in considerazione dei consistenti incentivi fiscali in atto negli Stati Uniti, i nostri studi indicano che alcuni settori sono più sensibili ai rimbalzi dell'economia che dovrebbero risultare dal pacchetto di aiuti. Tecnologia, energia e materiali sono tra questi settori. Attualmente manteniamo comunque una distribuzione degli asset piuttosto difensiva, sovrappesati su beni di prima necessità, salute, telecomunicazioni ed energia, e sottopesati su beni di consumo discrezionali, industriali e finanziari». La crisi ha colpito molto severamente le banche. Con i prezzi attuali è tempo di rientrare nel comparto? "La tentazione di comprare banche e' molto forte, ma mi limiterei ai nomi migliori, come JP Morgan e Goldman Sachs", dice Edward Tarallo, investment manager di Wachovia-WellsFargo a New York. "E quanto al piano del ministro Geithner per vendere i bond tossici delle banche potrebbero esserci buone occasioni per gli investitori, ma credo che le banche saranno riluttanti a vendere". Proprio giovedì scorso la Fasb (Financial Accounting Standards Board), l'ente che stabilisce per conto della Sec (Consob Usa), le regole per scrivere i bilanci, ha aumentato la discrezionalità concessa alle banche di dare una propria valutazione ai titoli non quotati legati ai mutui: cala quindi l'incentivo per le banche che hanno i bond tossici in portafoglio di metterli all'asta, perché rischierebbero di realizzare prezzi troppo bassi rispetto ai valori di libro. Infine, qual è il futuro del rapporto dollaro-euro, che tanto incide sugli investimenti diversificati degli europei? La Cina e la Russia vogliono sostituire il dollaro con una moneta internazionale come valuta per gli scambi e per le riserve dei paesi esportatori, e Obama ha detto di no. Che cosa succederà? "Il dollaro e' e rimarra' la valuta di scelta per riserve e scambi per il prevedibile futuro", dice Tarallo. "Lo vedo scendere però dagli attuali livelli entro fine anno per l'enorme debito pubblico Usa dovuto allo stimolo di Obama". Per Riniker, "alcune monete, come l'euro, potrebbero assumere una maggiore importanza come valute di riserva nell'ambito del processo di diversificazione delle banche centrali. In generale, il dollaro conserverà la sua posizione dominante per la liquidità e la lunga tradizione di investimento in titoli del Tesoro Usa delle banche centrali. Entro fine anno prevediamo un cambio euro/dollaro di 1,40".

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In aprile il Dow Jones delle blue chips americane sta confermandosi sopra quota 8000 punti - ha chiu... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

In aprile il Dow Jones delle blue chips americane sta confermandosi sopra quota 8000 punti - ha chiuso a 8131 venerdì scorso - dopo che era sprofondato a 6500 nella prima settimana di marzo. E' vera ripresa? O è un "rally dell'Orso", come sono chiamati i rimbalzi che non durano? La Stampa lo ha chiesto a due money manager internazionali. Ecco le loro risposte. «I mercati hanno ripreso la via del consolidamento», sostiene Christoph Riniker, Senior Strategist di Bank Julius Baer. «A fronte di dati di crescita deboli del Pil nei prossimi trimestri, ci aspettiamo mesi di volatilità azionaria. Ma restiamo cautamente positivi, visto che vari indicatori di tendenza come l'indice Ism o l'Ifo (spie del business americano e tedesco, Ndr) hanno continuato il percorso di discesa avvicinandosi ai livelli minimi. Di conseguenza, ci si potrebbe aspettare un successivo rialzo dei mercati azionari, in particolare nei settori ciclici». Il Nasdaq dei tecnologici ha retto meglio nel primo trimestre di S&P e Dow, e da un sondaggio della rivista The Banker è emerso che il 71,3% del centinaio di Ceo di corporation globali si aspetta di investire in information technology nel corso di quest'anno. Sarà il settore tecnologico a guidare il prossimo Toro? Per Riniker, «in passato il comparto ha sempre registrato una buona performance quando gli indicatori di tendenza tornavano ad essere positivi. Inoltre, in considerazione dei consistenti incentivi fiscali in atto negli Stati Uniti, i nostri studi indicano che alcuni settori sono più sensibili ai rimbalzi dell'economia che dovrebbero risultare dal pacchetto di aiuti. Tecnologia, energia e materiali sono tra questi settori. Attualmente manteniamo comunque una distribuzione degli asset piuttosto difensiva, sovrappesati su beni di prima necessità, salute, telecomunicazioni ed energia, e sottopesati su beni di consumo discrezionali, industriali e finanziari». La crisi ha colpito molto severamente le banche. Con i prezzi attuali è tempo di rientrare nel comparto? "La tentazione di comprare banche e' molto forte, ma mi limiterei ai nomi migliori, come JP Morgan e Goldman Sachs", dice Edward Tarallo, investment manager di Wachovia-WellsFargo a New York. "E quanto al piano del ministro Geithner per vendere i bond tossici delle banche potrebbero esserci buone occasioni per gli investitori, ma credo che le banche saranno riluttanti a vendere". Proprio giovedì scorso la Fasb (Financial Accounting Standards Board), l'ente che stabilisce per conto della Sec (Consob Usa), le regole per scrivere i bilanci, ha aumentato la discrezionalità concessa alle banche di dare una propria valutazione ai titoli non quotati legati ai mutui: cala quindi l'incentivo per le banche che hanno i bond tossici in portafoglio di metterli all'asta, perché rischierebbero di realizzare prezzi troppo bassi rispetto ai valori di libro. Infine, qual è il futuro del rapporto dollaro-euro, che tanto incide sugli investimenti diversificati degli europei? La Cina e la Russia vogliono sostituire il dollaro con una moneta internazionale come valuta per gli scambi e per le riserve dei paesi esportatori, e Obama ha detto di no. Che cosa succederà? "Il dollaro e' e rimarra' la valuta di scelta per riserve e scambi per il prevedibile futuro", dice Tarallo. "Lo vedo scendere però dagli attuali livelli entro fine anno per l'enorme debito pubblico Usa dovuto allo stimolo di Obama". Per Riniker, "alcune monete, come l'euro, potrebbero assumere una maggiore importanza come valute di riserva nell'ambito del processo di diversificazione delle banche centrali. In generale, il dollaro conserverà la sua posizione dominante per la liquidità e la lunga tradizione di investimento in titoli del Tesoro Usa delle banche centrali. Entro fine anno prevediamo un cambio euro/dollaro di 1,40".

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Dunga: "Il razzismo è una questione culturale" (sezione: Globalizzazione)

( da "Datasport" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dunga: "Il razzismo è una questione culturale" (Carlos Dunga) (AGM-DS) - 20/04/2009 10.36.55 - (AGM-DS) - Milano, 20 aprile - I cori razzisti che hanno preso di mira Mario Balotelli durante Juventus-Inter hanno fatto il giro del mondo. Un'usanza odiosa che regolarmente si verifica nei nostri stadi e che, certamente, non fa altro che abbassare ulteriormente l'immagine del nostro tifo all'estero. Questo fenomeno si deve combattere e con decisione. Questo è il pensiero di Carlos Dunga, ospite d'eccezione durante l'anticipo di sabato, che proprio non ha gradito gli ululati verso l'attaccante di colore dell'Inter. "Il razzismo nel calcio e' una brutta cosa e nel calcio lo sentiamo di piu' perche' ci sono giocatori di tutto il mondo. Ma credo che sia soprattutto una questione di cultura generale. La gente si sfoga in modo sbagliato, e' una brutta cosa. Il calcio deve prendere delle misure adatte per combattere questo fenomeno, ormai il mondo e' globalizzato e non dovrebbero esserci queste difficolta'". Il ct brasiliano, intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport, ha parlato anche di tre pedine della sua nazionale, i milanisti Kakà, Pato e Ronaldinho, che ieri è andato a visionare nel match che i rossoneri hanno dominato contro il Torino. "Kaka' sta riprenderndo la forma. Pato? E' in crescita costante, ha giocato solo 45' ma ha fatto bei numeri. Ronaldinho sta tornando ad esprimesi come in passato, sono molto contento".

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Calcio, Dunga: Razzismo? Sport prenda seri provvedimenti (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Calcio, Dunga: Razzismo? Sport prenda seri provvedimenti 20 aprile 2009 alle 10:51 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il Ct brasiliano, Carlos Dunga, critica i cori razzisti contro Mario Balotelli nella sfida Juventus-Inter di sabato scorso, gara in cui era presente in tribuna. "Il razzismo nel calcio è una brutta cosa e nel calcio lo sentiamo di più perchè ci sono giocatori di tutto il mondo. Ma credo che sia soprattutto una questione di cultura generale -- dice Dunga ai microfoni di 'Radio Anch'io Lo Sport' -- La gente si sfoga in modo sbagliato, è una brutta cosa. Il calcio deve prendere delle misure adatte per combattere questo fenomeno, ormai il mondo è globalizzato e non dovrebbero esserci queste difficoltà". Dunga è in Italia per vedere all'opera i brasiliani che giocano nel nostro campionato. Ieri sera era a San Siro, dove ha assistito alla bella vittoria del Milan sul Torino. Pagelle positive per tutti i brasiliani del Milan: "Kakà sta riprenderndo la forma -- dice Dunga -- Pato è in crescita costante, ha giocato solo 45' ma ha fatto bei numeri. Ronaldinho sta tornando ad esprimesi come in passato, sono molto contento". (20/04/2009) (Spr) AGI

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Il travaglio del futuro (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Apr 0920 Il travaglio del futuro Pubblicato da Demetrio Vacca alle 10:18 in Arena Siamo al livello delle formiche e quindi vediamo il mondo da un punto di vista così banale e così ristretto che è determinato dallo stare chiusi nel formicaio. Così per molti è vitale la liberà di stampa purchè la trasmissione da difendere rispetti le proprie idee, mentre chi non è della stessa parrocchia va radiato dal giornalismo, per altri è fondamentale per la democrazia la vittoria del referendum che di fatto regalerebbe al paese un sistema assimilabile di fatto ad un regime, ma che importa...la libertà di fatto ha un valore molto relativo. Comunque in questo paese come negli altri si perde di vista lo scorrere degli eventi e le conseguenze del tutto. Per molti ha poco significato che la la produzione di un chilo di carne di maiale richieda tre chili di mais, mentre addirittura otto chili di mais siano necessari per produrre un chilo di carne di manzo o di vitello. Così ha poco significato sapere che negli Usa, ad esempio, le scorte di frumento sono ai livelli più bassi dal 1947, quando la popolazione americana era la metà di quella attuale. A livello mondiale, le scorte di riso – alimento base per tre miliardi di asiatici e di africani - sono le più basse dal 1976. No molto meglio distrarsi con Travaglio e Santoro e le loro sparate nel nulla, già perchè i veri problemi sono e rimangono altrove. Quanto significato ha per la redazione di Santoro che i 2 trilioni di dollari di riserve cinesi finiranno nell’acquisto di metalli ? Quanto significato ha sapere che la Cina sta alluminio, zinco, nickel e materiale rari come il titanio, l’indio , il rodio e il praseodimio? Poco importa che la Green revolution e l'innovazione dei prossimi anni passino per le forche caudine di quei materiali rari che la Cina sta acquistando ad un ritmo impressionante : 329mila tonnellate di rame in febbraio, 375mila in marzo. Quanto interessa che il prezzo del rame è salito del 49 per cento fissandosi a 4.925 dollari la tonnellata il tutto mentre gli analisti pronosticavano un crollo del 20 per cento? Poco perchè non fa audience, poco perchè ragionarci sopra sarebbe giornalismo vero e non propaganda, poco perchè se quei dati fossero realmente compresi si capirebbe quanto il nostro futuro sia incerto e duro. Già perchè la crisi finanziaria sta trovando un punto di equilibrio, come dimostrano sia i numeri positivi di CitiGroup e Goldman Sachs sia l'andamento dei titoli del settore bancario. Pertanto, si avvicina un momento di ripresa in cui rimprenderà fiato l'inflazione determinata dalla ripresa produttiva e quindi tornerà a salire il prezzo del petrolio e la bilancia dei pagamenti USA tornerà ad un trend negativo. Il rischio è che sia animino fortissime tensioni sui mercati delle materie prime ed alimentari, giacchè mentre la Cina acquista metalli si trova nella debolezza per cui il 40% del suo fabbisogno alimentare dipende dall'estero, da qui il forte interesse verso certi paesi africani... Il rischio è che l'energia cominci a costare cara e di fatto già sono sul mercato, e vanno alla grande, titoli derivati basati sull'elettricità. E' in atto un riequilibrio globale per il quale i governi europei devono prepararsi ad agire fortissimamente sulla leva fiscale per garantire un futuro ai propri cittadini. Per questo nella fase di crisi attuale nessun governo deve far leva sulla spesa pubblica ma altresì deve porre in atto tagli importanti a quei capitoli di spesa che rischiano di devastare il bilancio pubblico (scuola, dipendenti pubblici etc). Magari come dimostrava Report nella trasmissione di ieri bisogna tagliare meglio con più accuratezza e stabilire al più presto meccanismi meritocratici, però si deve tagliare perchè l'obiettivo oramai comune a PD e PDL è tagliare la spesa pubblica, ridurre la pressione fiscale e poi liberalizzare. Fortunatamente su tutto questo c'è accordo in Europa ed in Italia, poi lasciamo a Fede e Santoro il compito di mantenere le apparenze... anche questa è propaganda! Nel frattempo riflettiamo sul fatto che dal 2003, la Cina è stata responsabile del 64% della maggiore domanda di rame, del 70% della maggiore domanda di alluminio, dell’82% della maggiore domanda di zinco e del 31% dell’addizionale domanda di greggio e che le banche d'investimento stanno trovando linfa e liquidità proprio dalle speculazioni sulle commodoties. In primis quel mercato non rischia di implodere come quello dei derivati finanziari puri (subprime & Co), per cui almeno fino al 2015 rappresenterà un veicolo di speculazione per i capitali ora così restii a tornare nelle borse azionarie mondiali. L'enorme liquidità determinata dalla politica monetaria globale può innescare un ciclo inflazionistico non appena la produzione riprenderà ai livelli pre-crisi. Ma la produzione in Europa riprenderà ai ritmi precedenti? L'Europa come uscità dalla crisi? Quali saranno gli scenari? Quale sarà il mercato delle materie prime alimentari? Il dubbio di fondo è non tanto se si uscità dalla crisi nel 2010 o dopo ma se riusciremo a sostenere la ripresa, se l'occupazione trovarà comparti produttivi solidi e stabili. Sicuramente il comparto bancario si sta ristrutturando, il caso UBI è emblematico perchè si sta di fatto cancellando un canale di distribuzione classico ma non più redditizzio come lo sportello bancario. Il problema è nel settore produttivo e quando vedo le cassandre dei media mostrare sdegno per l'assenza dell'azione dello stato nel sostenere determinati settori produttivi mi inquieto e mi domando con quale miopia il giornalista di turno sostiene che vada salvata un azienda che produce profilati d'alluminio in Sardegna dove ai costi della materia prima si somma un insostibile spesa per la distribuzione e la logistica? Con quale coraggio si anima la rabbia per uno stato che per norme comunitarie non può intervenire e per senso dell'economia non deve? Le banche alzano il credit crunch ....le imprese che hanno i fondamentali possono reagire, acquisire nuovi clienti , ottimizzare le proprie organizzazione e investire in innovazione.....le imprese legate al vecchio modello del capannone e dei macchinari non hanno più tempo e modo di sopravvivere. E' un pezzo di produzione che ha finito e dopo la crisi veramente sarà tutto diverso, soprattutto in certe zone come il nord-est dove finore è bastato avere gli "sghei", il capannone e le macchine per sentirsi imprenditore ignorando ogni conoscenza e competenza economico-aziendale. E' finito il capitalismo delle cooperative, mostruosa fonte di costi per la sanità quanto per la logistica italiana. E' finito il tempo delle aziende amiche del politico pronto a dargli gli appalti giusti magari per pulire tutte le scuole della regione Lazio. Datevi una svegliata lasciate in soffitta le polemiche faziose ed affrontiamo da subito i problemi del futuro che ci appartiene nella misura in cui siamo consapevoli del presente e certamente se il nostro scopo è dimostrare l'imbecillità del politico di turno allora abbiamo ben poca speranza di fare qualcosa di utili sia come cittadini sia come giornalisti...

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TASSI UE: TAGLIO DELLO 0,25% A MAGGIO SARA' ULTIMO DELL'ANNO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TASSI UE: TAGLIO DELLO 0,25% A MAGGIO SARA' ULTIMO DELL'ANNO di WSI L'ipotesi si fa sempre più credibile dopo le ultime dichiarazioni di Bini Smaghi e di Trichet. La politica di tassi zero non è appropriata per la Bce... -->*Questo documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell'allegato n.3 al reg. n.16190 della Consob. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI. In area Euro oggi non sono attesi dati di rilievo, ma in settimana avremo la pubblicazione dell’indice Zew ed Ifo tedesco per il mese di aprile ed i Pmi preliminari per lo stesso mese. Negli Usa la settimana sarà meno ricca di dati macro rispetto alla precedente. Tra i più importanti segnaliamo gli ordini di beni durevoli, il leading indicator ed alcuni dati relativi alle vendite immobiliari. Prosegue inoltre la stagione delle trimestrali. (WSI) Tassi di interesse: in area Euro la settimana si è conclusa con un rialzo dei tassi su tutta la curva e dei listini azionari. Rimane pressoché stabile il differenziale sul 2-10 anni, mentre scende sotto i 110 pb il differenziale sul decennale italia-Germania. In forte calo lo spread tra l’Euribor 1 mese e l’Eonia swap di pari scadenza a seguito di un aumento di quest’ultimo, a conferma dell’attesa di mercato di un taglio da 25 del tasso di riferimento. Bini Smaghi, membro della Bce, in un convegno a Berlino ha dichiarato che non ci sono rischi di deflazione nell’area Euro e che le aspettative dì inflazione stanno muovendosi verso l’alto. Relativamente alla politica monetaria ha affermato che il tasso di riferimento è prossimo al livello minimo, aggiungendo che è importante mantenerlo ad un livello tale per cui non ci sono rischi per la liquidità e per le aspettative di inflazione. Le dichiarazioni sembrano confermare il taglio da 25pb nella riunione di maggio ed il mantenimento del tasso all’1% per il resto dell’anno. Per Bini Smaghi la ripresa seppur graduale si vedrà solo nel 2010 e non è escluso che in seguito alla crisi il potenziale di crescita possa essere più basso. Analogamente Trichet nel fine settimana ha ribadito che l’Istituto potrebbe ridurre il tasso di riferimento di 25 pb e che la politica di tassi zero non è appropriata per la Bce. Sopravvivere non e' sufficiente, ci sono sempre grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Il capo dell’istituto ha inoltre aggiunto che il tasso sui depositi non verrà modificato e che sarà fornita liquidità illimitata per tutto il tempo necessario. Sul decennale la resistenza si colloca a 3,3%. Negli Usa in rialzo i tassi di mercato grazie ai dati migliori delle attese annunciati da Citigroup che ha battuto le stime degli analisti grazie agli utili da trading e regole contabili favorevoli. Lo spread 2-10 anni è salito da 193 a 198pb. In lieve rialzo le borse Usa guidate dal settore dei beni di consumo discrezionali, finanziari ed industriali. Notizie positive sono giunte anche dal fronte macro con la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan che ad aprile è salita ai massimi da sei mesi, attestandosi ben oltre le attese. Due membri della Fed (Kohn e Dudley) hanno dichiarato che i piani di emergenza della banca centrale non provocheranno un marcato aumento dell’inflazione, e non creeranno un significativo rischio per i contribuenti. La Fed in futuro cercherà di essere più trasparente, pubblicando un ulteriore ammontare di informazioni circa la qualità dei finanziamenti concessi e le controparti coinvolte. Oggi gli operatori rimarranno in attesa soprattutto dei dati trimestrali di Bank of America che saranno annunciati prima dell’apertura dei mercati. Sul fronte macro atteso in lieve miglioramento il leading indicator di marzo. Sul decennale la resistenza si colloca a 2,95%, il supporto a 2,85%. Valute: prosegue l’apprezzamento del Dollaro vs Euro sulla scia dei positivi risultati annunciati dalle banche Usa. Il cross ha raggiunto l’area di supporto collocata a 1,2950-1,30. La rottura di tale livello potrebbe dar luogo ad un movimento fino area 1,28-1,2750. Per oggi la resistenza più vicina si colloca a 1,3090. Secondo il Cftc gli speculatori la scorsa settimana hanno aumentato le posizioni combinate nette lunghe sul cross. Verso Dollaro lo Yen si mantiene stabile all’interno del range 98,15 – 99,75 che contiene i movimenti del cross da 4 sessioni. Lo Yen si è invece apprezzato verso Euro sulla scia del movimento dell’Euro/Dollaro giungendo in prossimità dell’area di supporto collocata a 126,40-127,70. Materie prime: il greggio Wti continua a stazionare in prossimità dei 50$/b grazie a segnali di aumento della domanda dalla Cina. In rialzo il gas naturale (+3,6%) in seguito al forte calo del numero delle piattaforme che ricercano nuovi giacimenti negli Usa. Tornano a salire i metalli industriali guidati da zinco (+4,3%) e piombo (+3,9%). Tra i preziosi in calo l’argento (-3,8%) e l’oro (-1,4%). Negative le principali materie prime agricole guidate dal calo del mais (-2,5%).. Copyright © MPS Capital Services. All rights reserved

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Città: Come uscire dalla crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sannio Online, Il" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Città: Come uscire dalla crisi Pubblicato il 20-04-2009 di Samuele Ciambriello Di ricette per affrontare la crisi in questi giorni se ne leggono a decine e parecchie di esse risultano anche molto interessanti, ma la crisi che sta coinvolgendo il mondo intero può essere letta in diversi modi... di Samuele Ciambriello Di ricette per affrontare la crisi in questi giorni se ne leggono a decine e parecchie di esse risultano anche molto interessanti, ma la crisi che sta coinvolgendo il mondo intero può essere letta in diversi modi. Chi, come me, è da sempre attento alle questioni sociali non può non partire da esse. Per uscire dalla crisi non bastano politiche di tamponamento della crescente sofferenza sociale né l’elaborazione di regole più stringenti per la finanza. Serve anche che risorse e regole siano orientate a rigenerare una coesione sociale disarticolata in misura crescente da molteplici tendenze: venir meno di un’etica pubblica e civile condivisa; società liquida segnata dall’incertezza e dalla paura; crisi di legittimazione, di rappresentatività e di capacità di governo della democrazia nella sue diverse dimensioni (economica, sociale e politica). Un fattore rilevante di sfaldamento della coesione è dato da una accentuazione delle disuguaglianze divenuta ormai vera ingiustizia sociale che, in Italia, presenta una aggravante in quanto il nostro sistema di welfare anziché essere fattore di redistribuzione e di rassicurazione sociale, si rivela oggi esso stesso fattore di riproduzione e cristallizzazione delle disuguaglianze. Dietro al questione delle regole e della sostenibilità sociale e ambientale sta insomma il vero compito di questa fase storica: ricondurre tutte le forme dell’economia – a partire dall’economia capitalistica di mercato oggi dominante – la necessaria responsabilità sociale. Si discute molto di come adeguare le diverse forme di protezione sociale alle trasformazioni del lavoro e del suo mercato. Si riconosce in genere che la flessibilità sia un dato irreversibile delle nuove forme assunte dall’economia nell’era della globalizzazione e che il problema, oggi, è evitare l’equazione tra flessibilità, precarietà del lavoro e insicurezza sociale. Il dibattito si concentra oggi sulla necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali che estenda a tutte le forme di lavoro e di impresa la protezione contro le diverse situazioni in cui viene meno o è messo a serio rischio il reddito da lavoro. I nodi da sciogliere sono però ancora notevoli: la sostenibilità economica di una tale riforma nel concreto caso italiano; i soggetti e le forme di prelievo che debbono finanziare la riforma; l’entità e la durata della prestazioni; la combinazione tra prestazioni monetarie e percorsi di riqualificazione e di empowerment e l’elenco potrebbe continuare. Al contrario sembra, invece, ancora poco presente una seria ricerca sull’innovazione oggi necessaria per dare ai sistemi di welfare, dentro ed oltre la crisi, efficacia redistributiva e rassicurativa, nuova legittimazione sociale e sostenibilità economica. Un primo punto focale riguarda la stessa cultura del welfare: non è ancora chiara e consolidata la percezione che le politiche sociali non sono semplici strategie redistributive ma vere e decisive politiche di sviluppo. Non solo contribuiscono a rigenerare capitale sociale e coesione sociale, ma producono – e sempre più possono e debbono produrre – lavoro e ricchezza. E lo fanno con quella qualità che è oggi la vera carenza che è la radice più profonda della crisi: una economia ad alta qualità e responsabilità sociale. È giunto il momento di ripensare le politiche di welfare come vera dimensione sociale dell’economia. Come fattore in grado anche di regolare e di promuovere la responsabilità e la vocazione sociale dell’economia di mercato. Al welfare delle tutele e della libertà dal bisogno si è via via affiancato il welfare dei diritti di cittadinanza e delle opportunità. È forse venuto il tempo di affiancare (non di sostituire, sia chiaro) a queste strategie il welfare delle capacità e, quindi, di affiancare alla “politica dell’emancipazione e della redistribuzione” la politica della promozione dello sviluppo umano: la “politica della vita”. Ci si deve forse spingere ad immaginare che le diverse forme e i diversi soggetti che oggi operano nel vasto e articolato campo del sociale e del civile (sindacato, associazionismo, cooperazione, volontariato, Terzo settore, economia solidale) possano dare luogo ad una vera coalizione per la giustizia sociale e la sostenibilità. Possano cioè ripensarsi come rete di reti in grado di agire con strategie e offerte comuni nelle comunità locali e nelle diverse dimensioni e interlocuzioni istituzionali, al fine di dare luogo ad un continuum di società solidale e di cittadinanza attiva e responsabile che può tradurre concretamente le politiche pubbliche e le loro prestazioni monetarie e di servizi alla persona e alle famiglie in una reale capacitazione. Intesa, quest’ultima, non solo come formazione ma anzitutto come riconoscimento delle competenze ad agire che può tradursi in fruizione concreta delle diverse forme di protezione e di opportunità. La sola che può contribuire a liberare dalla precarietà e dalla paura del futuro, diventando risorsa e spinta allo sviluppo umano e civile delle comunità. Se poi questo percorso sia possibile farlo con una maggioranza di governo come quella attuale spostata a destra, con una presenza leghista che non ha certo nel sociale la sua bandiera e con un leader populista interessato più ai bisogni dei potenti che non della gente comune, risulta essere una domanda retorica la cui risposta è purtroppo nota a tutti. Ma anche la Regione deve dare risposte concrete in termini non più solo di programmazione ma di “decreti”, cioè di scelte operative. Le risorse disponibili ci sono, basta solo saperle mettere in campo con un approccio serio e costruttivo.

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TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE, TECNICI RUSSI PER VERIFICHE SU EDIFICI. (sezione: Globalizzazione)

( da "Asca" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TERREMOTO: PROTEZIONE CIVILE, TECNICI RUSSI PER VERIFICHE SU EDIFICI (ASCA) - Roma, 17 apr - Una condivisione di metodologie e tecnologie per la verifica degli effetti del sisma sugli edifici. Cosi' i Paesi stranieri, in particolare la Russia, stanno contribuendo alla ricostruzione in Abruzzo. ''Come e' stato detto piu' volte dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso - spiega all'Asca Giovanni de Siervo dell'Ufficio Relazioni Internazionali della Protezione Civile - non c'e' una necessita' di aiuti dall'estero e la situazione e' stata gestita sempre su base nazionale. Le risorse sono provenute da tutte le regioni italiane e, pur avendo ricevuto offerte dall'estero, abbiamo ringraziato i nostri partner internazionali, ma non abbiamo avuto necessita' di chiedere alcun tipo di supporto''. ''Quello che si sta verificando ora - aggiunge il responsabile della Protezione Civile - e' piu' che altro una condivisione di metodologie e tecnologie con alcuni colleghi internazonali nella seconda fase, quella di verifica degli effetti del sisma sugli edifici''. De Siervo precisa che, ''attraverso il meccanismo europeo di Protezione Civile, che e' il coordinamento delle Protezioni Civili dei 27 Paesi dell'Unione piu' quelli dell'area economica europea, riceveremo domani un team di esperti tecnico-scientifici per la valutazione della stabilita' degli edifici''. E' invece arrivato ieri a L'Aquila un team di tecnici provenienti dalla Federazione Russa ''che hanno una tecnologia per la valutazione della stabilita' dei palazzi di grandi dimensioni''. Tale squadra di esperti, precisa De Siervo, ''sta effettuando oggi le prime verifiche con i nostri Vigili del Fuoco''. Sul fronte della ricostruzione dei monumenti, il neo vice commissario della Protezione Civile per i beni culturali, Luciano Marchetti, fa sapere di essersi impegnato con il premier a fornire le prime 25 schede della cosiddetta ''lista di nozze'' delle opere da sottopporre ai partner esteri entro la fine della prossima settimana e le altre 13 la settimana successiva. mlp/uda/bra (Asca)

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OBAMA CHIEDE A CUBA FATTI PIÙ CHE PAROLE ETA, ALLARME ATTENTATI SEGOLENE SI SCUSA A NOME DELLA FRANCIA CON IL 'POCO INTELLIGENTE' ZAPATERO (COPY BY SARKO) LONDRA: il conto de (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> OBAMA CHIEDE A CUBA FATTI PIù CHE PAROLE – ETA, ALLARME ATTENTATI – SEGOLENE SI SCUSA A NOME DELLA FRANCIA CON IL 'POCO INTELLIGENTE' ZAPATERO (COPY BY SARKO) – LONDRA: il conto dei salvataggi finanziari è stato di 60 miliardi di sterline Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom Obama e Hugo Chavez 1 - SPAGNA EL PAIS -" L'Eta aveva pronti attentati per ricevere il nuovo governo basco": Jurdan Martitegi, capo della struttura militare dell'Eta, stava preparando un commando per realizzare le minacce fatte al governo regionale del socialista Patxi Lopez, il primo esecutivo regionale basco non nazionalista da 30 anni: all'interno, un editoriale definisce l'arresto in meno di un anno di quattro massimi dirigenti come "la migliore risposta, la più politica", al gruppo terrorista. "Obama offre all'America Latina rispetto per tutte le ideologie": il presidente degli Stati Uniti difende la riconciliazione con Cuba e Venezuela alla fine del vertice delle Americhe e dichiara finito il tempo dell'uso delle sole armi. Il principale quotidiano della sinistra spagnola pubblica anche un'intervista alla nuova ministra della Sanità, Trinidad Jimenez, che afferma che il dibattito sul diritto o meno ad abortire "è superato", nonostante la grande mobilitazione intrapresa dalla Chiesa cattolica contro la riforma del governo Zapatero. EL MUNDO - Anche El Mundo, principale giornale di destra del paese, apre sull'Eta: il ministro dell'Interno Alfredo Perez Rubalcaba dice che all'interno del gruppo terrorista si discute "se si deve continuare o no". All'interno, nella sezione internazionale, "Obama chiede a Cuba 'fatti' più che 'parole'". SARKOzy zapatero LA VANGUARDIA - Il principale quotidiano catalano, di linea moderata e centrista, titola su una nuova misura anti-crisi annunciata dal premier José Luis Zapatero: "una nuova linea da 3 miliardi per garantire la fatturazione alle Pmi". Anche il giornale di Barcellona si occupa dell'arresto dell'etarra Martitegi: "Preparava un nuovo commando per attentare". 2 - FRANCIA LIBERATION - In primo piano le polemiche sulle parole di Nicolas Sarkozy a proposito del capo del governo spagnolo, Josè Luis Rodriguez Zapatero, definito "poco intelligente". Violentemente attaccato dall'Ump, dopo avere riportato le parole del capo dello Stato, Liberation difende la sua posizione. "Si può criticare Sarkozy?". Nel sommario, la vittoria di Sebastian Vettel al Gran premio di Cina, sotto il diluvio. Le Red Bull-Renault con il ventunenne tedesco di Hoppenheim e l'australiano Mark Webber hanno dominato la gara di Shanghai, chiudendo davanti al leader del mondiale, l'inglese Jenson Button e all'altra Brawn del brasiliano Rubens Barrichello. "Vettel, re della pioggia". LE FIGARO - In apertura la presa di posizione di Segolene Royal, che ha presentato le scuse della Francia a Josè Luis Rodriguez Zapatero, dopo le parole di Nicolas Sarkozy smentite dall'Eliseo. L'esponente del Ps ha ricevuto scarso sostegno anche dal suo stesso partito. "Segolene Royal imbarazza il Partito Socialista". Spazio in prima pagina anche per l'apertura del mercato cinese alle imprese francesi. Dopo la "riconciliazione" politica tra Sarkozy e Hu Jintao al G20 di Londra, il segretario di stato al Commercio, Anne-Marie Idrac, partecipa al forum di Boao, il "Davos cinese". "La Cina ha nuovamente aperto alle imprese cinesi". 3 - GERMANIA SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - "Steinmeier punta sul centro": il candidato della Spd evita di mettere in programma l'introduzione della tassa patrimoniale. Elogio a Gerhard Schroeder, ex capo del governo federale, e alle sue riforme. "Tre contro la Germania": volevano sconvolgere il paese con bombe dall'enorme potenziale esplosivo in nome di Allah. Inizia mercoledì a Duesseldorf il processo ai tre presunti terroristi del Sauerland Gruppe dopo un anno e mezzo dall'arresto. FAZ - "Steinmeier vuole diventare cancelliere federale": contro gli estremisti del mercato e i nero-gialli/ Roland Pofalla (Cdu): il programma della Spd dimostra una sterzata a sinistra. "La Germania non prenderà parte alla conferenza di "Durban II", la conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo, la discriminazione e lintolleranza che inizia oggi a Ginevra : no anche da Washington, L'Aja e Roma. Londra ci sarà. La bozza finale è ritenuta inaccettabile. Pregiudizi anti-israeliani e anti-occidentali. Segolene Royal "Industria contro partecipazione diretta dello Stato": i vertici del mondo industriale tedesco all'apertura della Fiera di Hannover si sono espressi apertamente contro mano pubblica sulle imprese. Il presidente della Repubblica federale Horst Koehler ha esortato ad una ristrutturazione dell'economia mondiale in senso ambientalista. DIE WELT - "La Spd scopre il suo candidato cancelliere sociale": una messinscena alla maniera delle campagne elettorali Usa al motto "ja, ich kann es". TAGESSPIEGEL - "Acrobatica da cancelliere di Steinmeier": è stato un difficile esercizio di equilibrio quello del candidato dei socialdemocratici alla Cancelleria, ieri al Tempodrom di Berlino. Doveva allo stesso tempo trasmettere ai suoi compagni di partito voglia di combattere e consapevolezza della vittoria. E dimostrare di saper essere un buon uomo di punta per la campagna elettorale. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "Intelligence riservata di polizia fu girata a un'azienda privata". Alcuni messaggi di posta elettronica provano che impiegati pubblici passarono dati sui manifestanti a responsabili della sicurezza di E.On (colosso energetico tedesco). "Denuncia dei parlamentari, lo stato non riesce a tutelare i bambini in cura": secondo i parlamentari, gli standard nelle cure in affido e residenziali sono regolati dalla fortuna e le riforme non hanno portato a miglioramenti. THE INDEPENDENT - "La rivoluzione industriale del Partito laburista". Le forze di mercato devono far posto all'interventismo, spiega Lord Mandelson (ministro del Commercio) in un'intervista esclusiva, mentre le società hi-tech e a bassa emissione di carbone devono ottenere finanziamenti extra e sgravi fiscali. THE TIMES - "La finanziaria taglierà quindici miliardi di sterline dalla spesa pubblica": Alistair Darling, cancelliere dello Scacchiere, chiederà risparmi della massima efficienza dopo aver cercato di risollevare la fiducia nell'economia con un messaggio su YouTube. Politica estera. "La visita a sorpresa di Mandela incanta la folla": il partito è quasi certo di vincere le elezioni in Sudafrica e la sortita dell'ex presidente accresce l'atmosfera di festa. FINANCIAL TIMES - "Darling riconoscerà che il conto dei salvataggi finanziari è stato di 60 miliardi di sterline": il Cancelliere dello Scacchiere ha deciso di ammettere per la prima volta che il governo non recupererà integralmente i costi dei suoi interventi per il sistema bancario, il cui costo potrebbe raggiungere i 60 miliardi di sterline. "Gli uomini subiscono l'urto del calo occupazionale negli Stati Uniti": la recessione statunitense ha aperto un notevole divario tra i tassi di disoccupazione maschili e femminili da quando, nel 1948, è iniziata la registrazione di questi dati. Su 5,1 milioni di posti di lavoro persi dall'inizio della recessione, quasi l'80 per cento riguarda uomini (tasso di disoccupazione dell'8,8 per cento); il tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto il 7 per cento. [20-04-2009]

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Uno scudo di gas contro l'effetto serra (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Newsweek» lancia l'uso di biossido di zolfo per raffreddare il pianeta: costa meno Uno scudo di gas contro l'effetto serra Due Nobel Usa: sfruttiamo il meccanismo del vulcano Pinatubo Il vulcano Pinatubo ROMA Immaginatevi una nebbia fatta da goccioline di biossido di zolfo, un composto chimico prodotto naturalmente durante le eruzioni vulcaniche. Però, una nebbia artificiale, sparsa apposta nell'alta atmosfera col proposito di ridurre il riscaldamento globale. Ebbene, questa specie di antidoto dei gas serra potrebbe far scendere rapidamente la febbre climatica della Terra. In altri termini, l'uomo, da una parte, continuerebbe a pompare nell'aria anidride carbonica a tutto spiano, attraverso centrali elettriche, fabbriche e automobili, riscaldando il pianeta; dall'altra pomperebbe biossido di zolfo spray per raffreddarlo. L'idea è di alcuni fisici dell'atmosfera, fra cui i noti premi Nobel Paul Crutzen e Thomas Schelling. In questi giorni, torna con prepotenza alla ribalta e diventa addirittura la cover story del settimanale Newsweek. Perché? Semplice, perché l'impegno a tagliare le emissioni di anidride carbonica e degli altri gas serra appare sempre più oneroso e i Paesi che dovrebbero attuarlo sempre più riluttanti. Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40 Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto che ridurle. PROGETTO PINATUBO - E allora si torna a prendere in considerazione il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta. Alcuni lo chiamano così un po' per scherzo, un po' perché è stato proprio durante l'eruzione di quel vulcano filippino, nel giugno 1991, che ci si rese conto dell'efficacia del biossido di zolfo come febbrifugo planetario. In quell'occasione, infatti, il Pinatubo, assieme a lave e lapilli, scaraventò in aria 20 milioni di tonnellate di biossido di zolfo, una frazione delle quali arrivò fino alla stratosfera, fece il giro del mondo e rimase lì per mesi. Ogni minuta goccia di quel composto chimico, spiegano i fisici dell'atmosfera, si comporta come uno specchietto riflettente che rimanda indietro nello spazio una parte della radiazione solare. Risultato: nel giro di un anno dopo la grande eruzione filippina, la Terra si raffreddò di mezzo grado. Pensate che l'effetto serra umano, per aumentare le temperature di un grado, ci ha messo un secolo. «Con l'attuazione degli accordi di Kyoto per la riduzione dei gas serra, l'idea di progettare un intervento di geo-ingegneria per raffreddare il pianeta era stata abbandonata spiega Michael Oppenheimer, climatologo di Princeton, che sta preparando un nuovo rapporto su questa opzione per conto dell'Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti . Ma ora ricominciamo a prenderla in considerazione, per lo meno sotto il profilo speculativo». Lui non lo dice ma, in pratica, c'è chi sta pensando anche ai modi di spargere la sostanza raffreddante per mezzo di aeroplani, missili o altissime ciminiere e con investimenti centinaia di volte inferiori, almeno così si assicura, rispetto ai costi di Kyoto. Come ogni medicina, però, anche la geo-ingegneria a base di biossido di zolfo avrebbe le sue controindicazioni: distruzione assicurata dello strato di ozono con aumento dei raggi X sulla Terra; pericolo di scatenare una piccola era glaciale; e, sul fronte politico, fuga catastrofica dagli impegni di riduzione dei combustibili fossili. Gli effetti collaterali della cura sarebbero peggiori della malattia. Franco Foresta Martin stampa |

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Gli Usa guardano a Sud: da Obama a Castro (Raùl) apertura ricambiata (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - Gli Usa guardano a Sud: da Obama a Castro (Raùl) apertura ricambiata Posted By emanuele rossi On 18/4/2009 @ 12:08 In Headlines | 1 Comment Niente più "[1] puzza di zolfo". Hugo Chavez stringe la mano a Barack Obama. Il presidente venezuelano, che ha fatto dell'antiamericanismo uno dei suoi cavalli di battaglia e aveva definito George Bush "il diavolo" sembra adeguarsi al nuovo corso della politica estera Usa. Ma a Port of Spain, Trinidad e Tobago, dove [2] si svolge il "Summit delle americhe", l'attenzione non è rivolta al primo incontro di Barack Obama con i 33 leader centro e sudamericani, ma al "convitato di pietra", ovvero Cuba. Esclusa da questo tipo di incontri dal 1962, l'isola è al centro dei discorsi delle delegazioni diplomatiche. Effetto dell'apertura di Obama e delle dichiarazioni di ieri di Raùl Castro, che [3] a differenza di quanto aveva detto suo fratello Fidel, si è espresso positivamente sull'allentamento di alcuni vincoli dell'embargo statunitense su Cuba (maggiore possibilità di viaggiare verso l'Avana e di inviare denaro dagli Stati Uniti). Non solo, l'attuale presidente dell'isola si è detto disposto a parlare con gli uomini di Obama "di tutto, diritti umani e prigionieri politici compresi". Una dichiarazione subito ripresa dal segretario di Stato americano Hillary Clinton: "Abbiamo visto i commenti del presidente Raul Castro" ha detto l'ex first lady, "e salutiamo le sue dichiarazioni e l'apertura che rappresentano. Stiamo studiando molto seriamente quella che sarà la nostra risposta". La Clinton ha poi ribadito che considera "fallimentare" l'embargo citando il senatore repubblicano Richard Lugar. Nel suo discorso al summit, Obama ha chiesto ai leader latinoamericani presenti - dal brasiliano Lula, al messicano Felipe Calderon e il venezuelano Hugo Chavez - di non incolpare gli Usa ''per ogni problema sorto nell'emisfero''. Non sono solo gli Stati Uniti ''a dover cambiare, tutti noi abbiamo delle responsabilità rispetto al futuro'' - ha osservato il presidente Usa, offrendo nel contempo alla regione latino-americana ''un dialogo fondato sul rispetto reciproco di valori condivisi'' in cui non ci siano ''partner di prima o di seconda categoria''. Alla fine del vertice Hugo Chavez ha regalato personalmente a Obama un libro: "Le vene aperte dell'America Latina", dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, un reportage-saggio, pubblicato anche in Italia ormai molti anni fa, nel quale lo scrittore di Montevideo ripercorre il passato della regione, mettendo in risalto i ripetuti episodi di sfruttamento ai danni delle popolazioni locali. LEGGI ANCHE: [4] La sfida di Obama in America Latina: arginare la Cina

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LAZIO: MILANA, CON LEGGE REGIONALE LABORATORI NELLE ACCADEMIE. (sezione: Globalizzazione)

( da "Asca" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LAZIO: MILANA, CON LEGGE REGIONALE LABORATORI NELLE ACCADEMIE (ASCA) - Roma, 20 apr - Al vernissage di ''sottopuntidarte - sculture in tela'' mostra presentata questa mattina in Consiglio regionale dall'Accademia Koefia, il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Guido Milana, ha proposto un'iniziativa legislativa regionale che porti all'interno delle Accademie e delle scuole di formazione una fase di produzione, dei veri proprio laboratorio parallelo. La mostra dell'Accademia Internazionale d'Alta Moda e d'Arte del Costume Koefia, si protrarra' fino al 24 aprile nei corridoi del Consiglio. ''Il grande successo dell'italian style - ha detto il presidente Milana in un'aula Mechelli gremita di gente - e' stato possibile grazie all'intuito straordinario di chi 50 anni fa ha iniziato a creare capi che nascono dalle idee e non fatti su misura per un singolo, installazione che si differenzia dalla scultura. Questi abiti-sculture della Accademia Koefia sono esempi di scultura e arte vera e propria. Promuovere e salvaguardare le peculiarita' come l'artigianato artistico del nostro territorio deve essere un imperativo per la nostra Regione. Suggerisco a questo proposito - ha aggiunto il presidente - di intervenire con una legge regionale che introduca una fase di produzione vera e proprio con dei laboratori all'interno delle Accademie, un modo per aprire ai ragazzi il futuro al mondo del lavoro''. A fargli eco il consigliere del Pd, Simone Gargano: ''La nostra competizione, nell'era della globalizzazione, deve essere giocata sui settori di nicchia che ci contraddistinguono nel mondo. Favorire la comunicazione tra le Accademie e le istituzioni deve essere un obbligo per la politica''. Sull'esigenza di promuovere e rafforzare quelle attivita' di natura artigianale che nel campo tessile rappresentano la base di formazione per la conoscenza del settore, e sulla peculiarita' di una formazione che punta ''sull'arte del saper fare'' e sulla risonanza internazionale dell'Accademia si sono soffermate Bianca Cimiotta Lami, responsabile della Comunicazione ed Eventi della Koefia, e Lidia Predominato, responsabile delle relazioni internazionali. res-dnp/sam/rob (Asca)

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Zanon: Più controlli sui nuovi centri vendita all'ingrosso cinesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Padova)" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Zanon: «Più controlli sui nuovi centri vendita all'ingrosso cinesi» Lunedì 20 Aprile 2009, In riferimento alla prevista apertura nella zona industriale di Padova di un ulteriore centro di vendita all'ingrosso di merce prodotta in Cina al posto delle Officine Meccaniche Stanga, il consigliere regionale del PdL Raffaele Zanon lancia un appello alla Giunta veneta e al Comune di Padova, affinché «si attivino per monitorare l'attività e per mettere in campo azioni efficaci per preservare il sistema commerciale Veneto da un'invasione incontrollata di prodotti cinesi a basso costo». «E' impensabile che in una situazione di crisi della nostra economia non vi sia l'impegno dell'amministrazione comunale nell'eseguire i dovuti controlli presso il Centro Ingrosso Cina-afferma Zanon - perché è chiara a tutti la concorrenza sleale posta in essere dagli operatori cinesi. Non basta la Guardia di Finanza per chiarire il tipo di merce che viene immessa di colpo nel nostro mercato, come il luogo di produzione, i materiali con cui è composta, quali tessuti sono stati usati, ecc. Non possiamo certo chiuderci nel protezionismo o negare i fenomeni di globalizzazione, ma la concorrenza deve essere fatta con regole uguali per tutti. Noi - spiega - abbiamo l'Europa delle burocrazie, delle migliaia di regolamenti, mentre gli operatori cinesi aggirano tutte le regole e, con costi bassissimi dovuti allo sfruttamento dei minori, all'assenza di sistemi di tutela sociale, al mancato rispetto dell'ambiente, riescono a portare sui nostri mercati prodotti di dubbia qualità ad un prezzo decisamente inferiore. Le regole devono essere rispettate».

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Oggi l'ultimo flash sul summit (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Oggi l'ultimo flash sul summit Lunedì 20 Aprile 2009, CISON - Mentre le delegazioni ufficiali dei partecpanti al G8 visitavano Serravalle e poi venivano accolte per il pranzo a "Vigne Matte" a Rolle, i giornalisti accreditati sono stati accompagnati in visita alla provincia di Treviso, con l'opportunità di scegliere tra diversi itinerari paesaggisti ed enogastronomici. Itinerari che proponevano la visita a un'azienda agricola o a una cantina con degustazione dei prodotti tipici. Oppure la visita di un'azienda produttrice di una delle tante eccellenze del settore industriale o artigianale del territorio; quindi una tappa culturale e una cena al ristorante con menu della tradizione agroalimentare locale. Gli ospiti della stampa sono stati per gran parte alloggiati al Basso hotel and resort, alla periferia di Treviso. Oggi, lunedì, giornata conclusiva del vertice a Castelbrando di Cison di Valmarino. Con l'arrivo delle delegazioni degli organismi internazionali si è completata la formazione di vertice e stamane, all'inizio dei lavori, tutti i partecipanti si riuniranno per la foto ricordo con la quale si darà alla storia l'immagine di un evento memorabile per la Marca. Dieci delegazioni per il G8 (a Italia, Canada, Russia, Francia, Germania, Giappone Regno Unito e Usa, vanno unite la Commissione europea e la presidenza ceca dell'Ue), 5 delegazioni per il G5 (Brasile, India, Messico, Cina, Sudafrica) con Argentina, Australia, Egitto e 7 organizzazioni internazionali. I lavori inizieranno con l'approvazione del documento finale. A mezzogiorno l'incontro finale con i giornalisti.

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Ue: rischio protezionismo nei paesi principali partner commerciali europei (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Economia - http://blog.panorama.it/economia - Ue: rischio protezionismo nei paesi principali partner commerciali europei Posted By annamaria.angelone On 17/4/2009 @ 16:11 In Headlines | No Comments Allarme protezionismo nel commercio mondiale. Solo nel mese di gennaio la [1] Commissione europea ha rilevato nei paesi principali partner commerciali della Ue almeno 87 misure potenzialmente restrittive o tali da creare distorsioni negli scambi. Di queste, stando ai dati di Bruxelles, 13 riguardano il settore tessile e altrettanti l'agroalimentare e i macchinari; 12 ferro, acciaio e metalli vari; 7 i giocattoli; 3 le telecomunicazioni. Ad alzare i paletti contro le merci europee è stata anzitutto l'Argentina, con 22 misure monitorate, seguita da Cina e India (9), Indonesia (8), Russia (7), Corea del Sud e Vietnam (5), Usa, Canada, Turchia e Ucraina con 3.

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G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a La Maddalena (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a La Maddalena dal nostro inviato Treviso, 20 apr (Velino) - Il summit di Cison di Valmarino tra gli otto Grandi dell’Agricoltura, - Italia, Francia, Germania, Canada, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Russia – ha trovato la quadra su 13 punti riportati nella dichiarazione finale che finirà ora sul tavolo del G8 della Maddalena. "Approvati i due punti su cui l’Italia premeva di più", precisa il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia, anche presidente del summit. "Quello relativo a una liberalizzazione dei mercati che faccia attenzione a non generare una concorrenza sleale" e "quello relativo alle speculazioni negative". Il summit dei ministri del G8 ha messo a fuoco che "la dichiarazione del Millennio del 2000 fissa l’obiettivo di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di persone in condizioni di povertà e denutrizione; il mondo è ancora molto lontano dal raggiungimento di questo traguardo, come dimostrano gli allarmanti dati forniti dai competenti organismi internazionali. La Conferenza di alto livello sulla sicurezza alimentare Fao svoltasi a Roma dal 3 al 5 giugno riconferma l’impegno volto al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio attraverso l’incremento della produzione agricola e risposte alle esigenze immediate delle popolazioni più vulnerabili con particolare attenzione alle misure per ml’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici”. La conferenza ha richiamato l’importanza delle linee guida volontarie per la progressiva realizzazione del diritto a una quantità di cibo adeguata nell’ambito della sicurezza alimentare nazionale. Le istituzioni internazionali competenti hanno sottolineato inoltre l’urgente bisogno di aiutare i paesi in via di sviluppo a espandere la propria produzione agricola e alimentare. Nonché aumentare gli investimenti sia pubblici che privati. Sebbene la flessione dell’economia mondiale abbia causato un drastico calo dei prezzi di gran parte delle commodity agricole sul mercato internazionale dall’estate del 2008, questi prezzi sono ancora al di sopra dei valori minimi precedenti La gravità dell’attuale recessione economica implica un aumento rispetto allo scorso anno, del numero di persone povere che soffrono la fame. In vista quindi del vertice dei capi di Stato e di governo del G8 che si terrà a La Maddalena dall’8 al 10 luglio e dei prossimi eventi internazionali in cui verrà affrontato il tema della sicurezza alimentare i ministri dell’agricoltura del G8 inviano ai leader mondiali i seguenti messaggi: “L’agricoltura e la sicurezza alimentare sono al centro dell’agenda internazionale; garantire l’accesso a una quantità adeguata di acqua e cibo è essenziale per lo sviluppo sostenibile e quindi per il nostro futuro. è necessario concentrare l’attenzione su tutte le strategie da attuare e condividere per ridurre la povertà e aumentare la produzione mondiale e per conseguire la sicurezza alimentare, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Dovremmo creare un ambiente capace di incrementare – dichiarano i ministri – la coerenza delle politiche che riconoscono i legami tra l’agricoltura e le altre politiche come quella per lo sviluppo, la salute, quella economica, finanziaria, monetaria, per il commercio, per l’ambiente, le foreste, la pesca, l’istruzione, il lavoro e le politiche sociali. Al terzo punto i ministri sottolineano "l’importanza di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’agricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione ambientale, in cooperazione con le organizzazioni internazionali". Risulta inoltre essenziale "affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici e assicurare la gestione sostenibile dell’acqua, delle foreste e delle altre risorse naturali tenendo conto della crescita demografica". Al quarto punto i grandi dell’agricoltura riportano l’attenzione sulla necessità "di solide politiche agricole e strategie concrete per sostenere gli investimenti a livello nazionale, regionale e globale. Le politiche e le strategie devono essere sviluppate in maniera inclusiva coinvolgendo tutti i principali attori del settore comprese le organizzazioni degli agricoltori e basarsi su statistiche affidabili. In Africa il Caadp abbraccia questi principi e merita il nostro appoggio". Maggiore sostegno "che comprenda gli investimenti nell’ambito della scienza e ricerca, tecnologi, istruzione, divulgazione innovazione in agricoltura", è l’oggetto del 5 punto della dichiarazione finale del G8 agricolo. "Ci impegnamo anche – sottolineano i ministri – per una sempre maggiore condivisione con gli altri paesi di tecnologie, processi e idee per aumentare la capacità delle istituzioni nazionali e regionali e dei governi e per promuovere la sicurezza alimentare. Questi sforzi sono fondamentali per aumentare la produttività agricola sostenibile e lo sviluppo rurale in ciascun paese secondo le differenti realtà agricole, nel rispetto della biodiversità e migliorando l’accesso al cibo, lo sviluppo socio-economico e la prosperità. Noi continueremo a sostenere la capacity building nei paesi in via di sviluppo rivolta agli standard sanitari e fitosanitari al fine di facilitare l’accesso al mercato e soddisfare le richieste dei consumatori”. Il sesto punto che finirà sul tavolo del G8 della Maddalena riguarda il ruolo degli agricoltori. “Gli agricoltori – precisano i ministri agricoli – devono essere i protagonisti del settore agricolo. L’agricoltura deve rispondere ai bisogni dei cittadini in materia di sicurezza alimentare producendo cibi salubri e nutrienti che soddisfino la domanda del consumatore e non deve essere soggetta agli effetti negativi delle distorsioni commerciali. Occorre inoltre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che potenzialmente possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata una strategia coordinata a livello internazionale finalizzata a migliorare l’efficienza delle filiere agroalimentari". "Dobbiamo intraprendere – proseguono i ministri – azioni svolte a ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo in particolare quelle che avvengono dopo la raccolta al fine di diminuire le quantità di materie prime che sono richieste dalla catene alimentari e per migliorarne l’igiene, la salubrità e il potere nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati. Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell’apertura dei mercati evidenziando l’importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato – ed è questo il punto caro a Zaia - su regole certe. Ci impegnamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round". Al punto numero sette i ministri dichiarano di voler "sostenere il ruolo dei mercati come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock". Inoltre i ministri dichiarano di rimandare "alle maggiori istituzioni internazionali il compito di esaminare se questo sistema di gestione degli stock può essere efficace nell’affrontare le emergenze umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei prezzi. Questi organismi dovrebbero in particolare esaminare la fattibilità e le modalità amministrative di questo sistema. Alla luce dei risultati verranno esaminate le nuove iniziative da prendere e valutata la necessità di stabilire un processo di consultazione". Ma anche porre l’agricoltura e lo sviluppo rurale – come i ministri dichiarano al punto numero otto – al centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori facilitando il loro accesso alla terra e rafforzando il ruolo delle donne, l’uguaglianza in genere e il ricambio generazionale”. La sicurezza alimentare – secondo gli otto grandi dell’agricoltura – richiede “anche politiche mirate per garantire l’effettiva gestione e l’uso sostenibile delle risorse naturali coinvolgendo le comunità locali nel rispetto delle loro identità. Questo modello di crescita risponde anche ai requisiti delle aree rurali meno sviluppate dove bisogna aumentare la produzione locale sostenibile. Bisogna prestare attenzione alle operazioni di leasing e vendita di terreni agricoli per assicurare che siano rispettate le condizioni locali e tradizionali di uso della terra". Al nono punto la produzione di energia rinnovabile da biomasse. "Deve essere aumentata in modo sostenibile – spiegano i ministri – attraverso una combinazione bilanciata delle necessità delle politiche energetiche con la produzione agricola in modo da fornire una risposta ai nostri fabbisogni energetici, economici, ambientali, agricoli e, allo stesso tempo, non compromettere la sicurezza alimentare. Le politiche dovrebbero – insistono i ministri . incoraggiare una produzione e un consumo di biocarburante sostenibile per l’ambiente promuovendone i benefici e riducendo qualunque potenziale rischio con una forte attenzione per lo sviluppo e la commercializzazione di biocarburanti di seconda generazione secondo gli orientamenti della dichiarazione della conferenza di alto livello sulla sicurezza alimentare mondiale di giugno 2008". Nel decimo punto i ministri sottolineano come sia necessario che gli agricoltori possano disporre di “meccanismi adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di mercato. I sistemi nazionali e internazionali di previsione e gestione delle statistiche agricole e i meccanismi di pre-allerta devono essere potenziati e meglio coordinati per anticipare ed evitare crisi future. Dobbiamo garantire che le istituzioni e le organizzazioni internazionali competenti siano in grado di affrontare le nuove sfide". Poi l’impegno dei ministri per la "piena realizzazione della riforma in atto del sistema internazionale per la sicurezza alimentare, inclusa la Fao e gli altri organismi internazionali competenti come il Cgiar. Sollecitiamo – proseguono – gli altri stati membri e tutte le componenti del sistema Onu a sostenere questo sforzo. Aumentare la centralità della Fao e l’efficacia della sua attività è molto importante nel rafforzare la sicurezza alimentare. Confermiamo – concludono – il nostro appoggio alla riforma e al rilancio del comitato sulla sicurezza alimentare in ambito Onu nel 2009". Analogamente i ministri – al dodicesimo punto – si impegnano a appoggiare "il processo consultivo e di rapida costituzione della Global partnership secondo gli orientamenti forniti dalla dichiarazione finale del vertice G8 di Toyako. Questa partnership avrà un approccio coerente impegnando tutte le parti e rafforzando le strutture e le istituzioni esistenti. Inoltre esso dovrebbe essere dotato di una dimensione politica mondiale volta a un migliore coordinamento a una maggiore coesione per le strategie e le politiche internazionali che hanno un impatto sulla sicurezza alimentare mondiale. Una rete globale di esperti di alto livello sull’agricoltura e l’alimentazione dovranno provvedere all’interno della partnership ad effettuare analisi scientifiche e a evidenziare il fabbisogno e i rischi futuri. Guardiamo al vertice de La Maddalena come un ulteriore importante passo avanti per affrontare i problemi dell’agricoltura e della sicurezza alimentare mondiale e per avanzare della global partnership". Infine il punto numero tredici, l’ultimo del documento approvato dagli otto ministri che ha trovato anche il favore del G5. “Riconfermiamo – dichiarano – il nostro sostegno al coordinamento svolto dalla task force di alto livello sulla sicurezza alimentare delle nazioni unite presieduta dal segretario generale dell’Onu e dal Comprenhensive framework for action Cfa che comprende le misure d’emergenza e le iniziative per assicurare capacità di ripresa e sostenibilità". Inoltre i ministri degli otto paesi più industrializzati hanno anche dichiarato l’impegno di utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione “per ridurre gli effetti negativi dell’attuale crisi finanziaria sulla povertà e la fame, a rafforzare e incoraggiare una produzione alimentare sostenibile, aumentare gli investimenti in agricoltura e nella ricerca, a evitare la concorrenza sleale, evitare le distorsioni del mercato agricolo –incluse le misure restrittive all’export, come concordato in ambito G20- e rimuovere gli ostacoli all'utilizzo sostenibile dei fattori della produzione agricoli”. La rinnovata centralità dell’agricoltura può avere impatti significativi su altre politiche, specialmente quelle relative alla salute, attraverso la lotta alla fame e alla malnutrizione e le politiche ambientali. “Ribadiamo la nostra determinazione a sconfiggere la fame e garantire alle generazioni presenti e future l’accesso ad alimenti salubri, sufficienti e nutrienti”. (Edoardo Spera) 20 apr 2009 14:59

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Di Lella: "Un Servizio reale di Protezione Civile" (sezione: Globalizzazione)

( da "Caserta News" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 20 Aprile 2009 Di Lella: "Un Servizio reale di Protezione Civile" POLITICA | Caserta "Il sottoscritto Antonio Di Lella, nella qualità di Consigliere comunale della città P R E M E S S O C H E Con la legge 225 del 24 febbraio 1992 veniva istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile al fine di tutelare la integrità della vita da catastrofi, calamità naturali e da altri eventi. Con l'articolo 2 della suddetta Legge venivano considerate attività di protezione civile quelle mirate alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate e ogni altra attività necessaria diretta a superare le emergenze. Con decreto legge n°112/98 venivano attribuite ai comuni le funzioni relative: - all'attuazione in ambito comunale dell' attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei rischi, stabiliti da programmi e piani regionali; - adozione dei provvedimenti necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi; - predisposizione di Piani Comunali di emergenza , strumento indispensabile per fronteggiare gli eventi calamitosi; - Utilizzo dei volontari di protezione civile a livello comunale quale componente essenziale dell'organizzazione locale dei servizi di Protezione Civile. C O N S I D E R A T O C H E A tutt'oggi non è stato istituito nell'ambito dell'Amministrazione un adeguato Servizio di protezione civile e manca un regolamento che ne disciplini compiti e funzioni; non è stato predisposto un piano comunale di protezione civile che stabilisca un serio monitoraggio del territorio e un piano di emergenza per i possibili rischi; attualmente il gruppo comunale di Protezione Civile è impegnato solo in interventi di assistenza e vigilanza in occasione di manifestazioni religiose o di altra natura tralasciando lo svolgimento delle funzioni spettanti; il gruppo comunale non risulta censito da parte del Dipartimento della Protezione Civile; non si è organizzato un corso di formazione dei volontari della Protezione Civile; non viene svolta attività di informazione e prevenzione mediante diffusione della cultura di protezione civile fra la popolazione. C H I E D E D I S A P E R E Quando e come l'Amministrazione intende organizzare un Servizio reale di Protezione Civile. Quando e come l'amministrazione intende sopperire a tutte le mancanze e/o inadempienze sopra indicate. Quali iniziative sono state intraprese in occasione della tragedia del terremoto in Abruzzo sotto forma di aiuti economici e di invio di volontari e mezzi di protezione civile."

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G7, MEETING VENERDÌ A WASHINGTON SEGUITO DA MINISTERIALE G20 (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G7, meeting venerdì a Washington seguito da ministeriale G20 -->WASHINGTON (Reuters) - Venerdì prossimo la riunione dei ministri delle Finanze del Gruppo Sette, in agenda a Washington, verrà seguita da un meeting ministeriale del G20, come segno di riconoscimento del ruolo crescente giocato dai paesi emergenti. Le riunioni si svolgeranno in un contesto di turbolenze economiche minori rispetto al meeting G7 di due mesi fa, ma i paesi industrializzati sottolineeranno nuovamente agli emergenti l'importanza dei consumi per innescare la ripresa economica. Gli argomenti del meeting G20 di venerdì saranno quelli dettati in occasione del summit dei capi di Stato e di governo del G20 svoltosi il 2 aprile a Londra. In quell'occasione di leader hanno deciso di triplicare le risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale, unire gli sforzi contro i paradisi fiscali e rafforzare la sorveglianza sugli hedge fund. Uno degli esiti dell'incontro di Londra è stato il riconoscimento da parte dei leader della necessità di accrescere il ruolo dei paesi emergenti orientati all'export. Per questo motivo il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner e il presidente Barack Obama stanno guardando con maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario al Tesoro ha ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino non sta manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia. "Visto il rapido e consistente aumento dell'avanzo delle partite correnti, queste misure dovrebbero essere soltanto l'inizio di un ribilanciamento dell'economia cinese in modo che la crescita economica dipenda maggiormente dalla domanda domestica, consumi privati in particolare" ha detto inoltre Geithner. Fonti G7 dicono che gli incontri di venerdì puntano a mantenere vivo lo spirito del summit del 2 aprile, in parte per mettere nero su bianco gli impegni dei singoli paesi per triplicare le risorse del Fondo portandole a 750 miliardi di dollari e mantenere la pressione sui paradisi fiscali. Al termine del G7 è atteso il consueto comunicato sulla congiuntura economica, mentre, secondo le fonti, nessuna nota verrà emessa dopo il G20, anche se il gruppo sta acquisendo un'importanza crescente.

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G8, MINISTRI STUDIANO SCORTE COMUNI, VOLATILITÀ (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8, ministri studiano scorte comuni, volatilità -->CISON DI VALMARINO, Treviso (Reuters) - I ministri dell'Agricoltura dei Paesi più sviluppati hanno sollecitato oggi la realizzazione di studi sulla volatilità dei prezzi nei mercati delle materie prime e chiederanno uno studio per la gestione delle scorte comuni. I ministri dell'Agricoltura del G8 hanno riconosciuto il valore delle scorte di cereali come strumento per far fronte all'emergenza alimentare, che potrebbe aiutare a calmierare i prezzi e a ridurre la speculazione. Nel documento finale diffuso alla fine del primo vertice degli otto Paesi più industrializzati, i ministri hanno bocciato le misure protezionistiche e sottolineato l'importanza di un sistema internazionale per il commercio agricolo. "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione", secondo quanto riferisce il comunicato finale messo a punto dai ministri dell'Agricoltura del G8. "Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round", si legge. "Desideriamo sostenere il ruolo di mercati ben funzionanti come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare". Per quanto riguarda le scorte, i ministri hanno detto che chiederanno alle organizzazioni internazionali di valutare la "fattibilità e le modalità amministrative" di un sistema di gestione delle scorte pur tuttavia senza specificare quale tipo di materie prime potrà riguardare il provvedimento. "Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock", si legge. "Rimandiamo alle maggiori istituzioni internazionali il compito di esaminare se questo sistema di gestione degli stock può essere efficace nell'affrontare le emergenze umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei prezzi", si legge nella nota. "Alla luce dei risultati, verranno esaminate le nuove iniziative da prendere e valutata la necessità di stabilire un ampio processo di consultazione", si legge ancora.

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G8 AGRICOLO: APPROVATO IL DOCUMENTO FINALE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 agricolo: approvato il documento finale di ANSA Impegno per centralita' agricoltura e per chiusura Doha Round -->(ANSA) - TREVISO, 20 APR - E' stato approvato il documento finale del G8 agricoltura. Lo annuncia il ministro per le Politiche agricole, Luca Zaia. Il primo punto invita a mettere l'agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell'agenda internazionale e sottolinea come il mondo sia molto lontano dall'obiettivo di dimezzare la fame entro il 2015. ''Assicurare l'accesso a una quantita' adeguata di cibo e acqua e' essenziale -continua il documento- per uno sviluppo sostenibile e il nostro futuro''. ''L'impegno a raggiungere una bilanciata, comprensiva e ambiziosa conclusione del Doha Round'' viene dichiarato in uno dei punti del documento finale del G8 agricolo. Viene anche affermato ''il dovere di sostenere i benefici della globalizzazione e dei mercati aperti, elevando l'importanza cruciale di rifiutare il protezionismo e incoraggiare lo sviluppo di mercati agricoli integrati a livello locale, regionale e internazionale''. Ma si sottolinea anche ''l'importanza di un sistema di scambio internazionale basato su regole per il commercio agricolo''. ''L'importanza di incrementare gli investimenti pubblici e privati nell'agricoltura sostenibile'' e' un altro dei punti qualificanti del documento finale. (ANSA).

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G8AGRICOLO/ DOCUMENTO FINALE: ECCO I 13 PUNTI PER G8 MADDALENA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8Agricolo/ Documento finale: Ecco i 13 punti per G8 Maddalena di Apcom Acqua e cibo, sicurezza alimentare, lotta alla speculazione -->Treviso, 20 apr. (Apcom) - Sono 13 i punti che il G8 Agricolo di Cison di Valmarino presieduto dal Ministro delle politiche agricole Luca Zaia, invia ai Capi di Stato e di Governo che si incontreranno dall'8 al 10 luglio al G8 de La Maddalena. 1) L'agricoltura e la sicurezza alimentare "sono al centro dell'agenda internazionale". 2) Garantire l'accesso a una quantità adeguata di acqua e cibo "è essenziale per lo sviluppo sostenibile e quindi per il nostro futuro. E' necessario concentrare l'attenzione su tutte le strategie da attuare e condividere per ridurre la povertà e aumentare la produzione mondiale e per conseguire la sicurezza alimentare in particolare nei paesi in via di sviluppo". 3) Aumentare gli investimenti pubblici e privati nell'agricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione ambientale in cooperazione con le organizzazioni internazionali. 4) Solide politiche agricole e strategie concrete per sostenere gli investimenti a livello nazionale, regionale e globale. 5) Un maggiore sostegno che comprenda gli investimenti, nell'ambito della scienza, ricerca, tecnologia, istruzione , divulgazione e innovazione in agricoltura. "Ci impegniamo anche per una sempre maggiore condivisione con gli altri Paesi di tecnologie , processi e idee per aumentare le capacità delle istituzioni nazionali, regionali e dei governi e per promuovere la sicurezza alimentare". 6) "Gli agricoltori devono essere protagonisti del settore agricolo. L'agricoltura deve rispondere ai bisogni dei cittadini in materia di sicurezza e salubrità alimentare, producendo cibi salubri e nutrienti che soddisfino la domande del consumatore e non deve essere soggetta agli effetti negativi delle distorsioni commerciali. Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi - si legge al punto 6 della Dichiarazione Finale del G8 Agricoli - sui fattori che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata una strategia coordinata a livello internazionale finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati. Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata globale e ambiziona del Doha Rond". 7) Sostenere il ruolo di mercati ben funzionanti come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. "Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione di stock. Rimandiamo alle maggiori istituzioni internazionali il compito di esaminare se questo sistema di gestione degli stock può essere efficace nell'affrontare emergenze umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei prezzi". 8) Porre l'agricoltura e lo sviluppo rurale al centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche, rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori facilitando il loro accesso alla terra, rafforzando il ruolo delle donne, l'uguaglianza di genere e il ricambio generazionale. Bisogna prestare attenzione alle operazioni di leasing e vendita di terreni agricoli per assicurare che siano rispettate le condizioni locali e tradizionali di uso della terra. 10) Gli agricoltori necessitano di meccanismi adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di mercato. I sistemi nazionali e internazionali di previsione e gestione delle statistiche agricole e i meccanismi di preallerta, devono essere potenziati e meglio coordinati per anticipare e evitare crisi future". 11) "Ci impegniamo per la piena realizzazione della riforma in atto del sistema internazionale per la sicurezza alimentare inclusa la Fao e gli altri organismi internazionali competenti come il CGIAR. Sollecitiamo gli altri Stati membri e tutte le componenti del sistema Onu, a sostenere questo sforzo. Aumentare la centralità della Fao e l'efficiacia della sua attività è molto importante alla luce delle sfide che ci troviamo ad affrontare nel rafforzare la sicurezza alimentare.confermiamo nuovamente il nostro appoggio alla riforma e al rilancio del Comitato sulla Sicurezza Alimentare in ambito Onu nel 2009". 12) "Sottolineaiamo il nostro appoggio al processo consultivo e di rapida costituzione della "Global Partnership" secondo gli orientamenti forniti dalla Dichiarazione finale del Vertice G8 di Toyako. Questa Partnership avrà un approccio coerente impegnando tutte le parti e rafforzando le strutture e le istituzioni esistenti. Esso dovrebbe essere dotato di una dimensione politica mondiale volta a un migliore coordinamento e a una maggiore coesione per le strategie e le politiche internazionali che hanno un impatto sulla Sicurezza alimentare mondiale. Una rete globale di esperti di alto livello sull'agricoltura e l'alimentazione, dovranno provvedere all'interno della partnership , ad effettuare analisi scientifiche e a evidenziare il fabbisogno e i rischi futuri. Guardiamo al Vertice de La Maddalena come un ulteriore passo avanti per affrontare i problemi dell'agricoltura e della sicurezza alimentare mondiale per avanzare nella Global Partnership". 13) "Riconfermiamo il nostro sostegno al coordinamento svolto dalla Task Force di Alto Livello sulla Sicurezza Alimentare della Nazioni Unite presieduta dal Segretario Generale dell'Onu e dal Comprehensive Framework for Action (CFA), che comprende le misure d'emergenza e le iniziative per assicurare capacità di ripresa e sostenibilità".

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G8 AGRICOLO/DOCUMENTO FINALE: MONITORAGGIO CONTRO SPECULAZIONE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 Agricolo/Documento finale: Monitoraggio contro speculazione di Apcom Strategia internazionale per efficienza filiere agroalimentari -->Treviso, 20 apr. (Apcom) - Monitoraggio dei fattori che possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie agricole, inclusa la speculazione. E' il sesto punto del documento finale del G8 Agricolo di Cison di Valamarino, che rappresenta uno dei temi sul quale il vertice ha concentrato molti sforzi unitamente alla sicurezza alimentare. "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi - si legge al punto 6 della Dichiarazione Finale del G8 Agricoli - sui fattori che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata una strategia coordinata a livello internazionale finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati. Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata globale e ambizioza del Doha Rond".

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G7, meeting venerdì a Washington seguito da ministeriale G20 (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON (Reuters) - Venerdì prossimo la riunione dei ministri delle Finanze del Gruppo Sette, in agenda a Washington, verrà seguita da un meeting ministeriale del G20, come segno di riconoscimento del ruolo crescente giocato dai paesi emergenti. Le riunioni si svolgeranno in un contesto di turbolenze economiche minori rispetto al meeting G7 di due mesi fa, ma i paesi industrializzati sottolineeranno nuovamente agli emergenti l'importanza dei consumi per innescare la ripresa economica. Gli argomenti del meeting G20 di venerdì saranno quelli dettati in occasione del summit dei capi di Stato e di governo del G20 svoltosi il 2 aprile a Londra. In quell'occasione di leader hanno deciso di triplicare le risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale, unire gli sforzi contro i paradisi fiscali e rafforzare la sorveglianza sugli hedge fund. Uno degli esiti dell'incontro di Londra è stato il riconoscimento da parte dei leader della necessità di accrescere il ruolo dei paesi emergenti orientati all'export. Per questo motivo il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner e il presidente Barack Obama stanno guardando con maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario al Tesoro ha ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino non sta manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia. "Visto il rapido e consistente aumento dell'avanzo delle partite correnti, queste misure dovrebbero essere soltanto l'inizio di un ribilanciamento dell'economia cinese in modo che la crescita economica dipenda maggiormente dalla domanda domestica, consumi privati in particolare" ha detto inoltre Geithner. Fonti G7 dicono che gli incontri di venerdì puntano a mantenere vivo lo spirito del summit del 2 aprile, in parte per mettere nero su bianco gli impegni dei singoli paesi per triplicare le risorse del Fondo portandole a 750 miliardi di dollari e mantenere la pressione sui paradisi fiscali. Al termine del G7 è atteso il consueto comunicato sulla congiuntura economica, mentre, secondo le fonti, nessuna nota verrà emessa dopo il G20, anche se il gruppo sta acquisendo un'importanza crescente.

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G8 Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione (Teleborsa) - Roma, 20 apr - "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che, potenzialmente, possono determinare la volatilit dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione". Cos si esprime la dichiarazione finale dei Ministri dell'Argicoltura convenuti oggi al G8 Agricoltura. "Va incoraggiata - scrivono ancora i Ministri - una strategia coordinata a livello internazionale e finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo le filiere nei Paesi in via di sviluppo, in particolare quelle che avvengono dopo la raccolta, al fine di diminuire la quantit di materie prime richieste dalle catene alimentari e per migliorarne la salubrit, l'igiene e il potere nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round". A questo proposito il Ministro Zaia ha ribadito "continueremo ad impegnarci, ciascuno per la sua parte, perch si ridefiniscano regole comuni ed eque per il commercio internazionale, che possa svolgersi sempre in un mercato libero ma senza affamare nessun agricoltore e consentendo ai Paesi in via di sviluppo una crescita sana e duratura". Del resto, come si sottolinea nella Dichiarazione, i Ministri desiderano "sostenere il ruolo di mercati bene funzionanti come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock". 20/04/2009 - 17:17

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G8 Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione (Teleborsa) - Roma, 20 apr - "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione". Così si esprime la dichiarazione finale dei Ministri dell'Argicoltura convenuti oggi al G8 Agricoltura. "Va incoraggiata - scrivono ancora i Ministri - una strategia coordinata a livello internazionale e finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo le filiere nei Paesi in via di sviluppo, in particolare quelle che avvengono dopo la raccolta, al fine di diminuire la quantità di materie prime richieste dalle catene alimentari e per migliorarne la salubrità, l'igiene e il potere nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round". A questo proposito il Ministro Zaia ha ribadito "continueremo ad impegnarci, ciascuno per la sua parte, perché si ridefiniscano regole comuni ed eque per il commercio internazionale, che possa svolgersi sempre in un mercato libero ma senza affamare nessun agricoltore e consentendo ai Paesi in via di sviluppo una crescita sana e duratura". Del resto, come si sottolinea nella Dichiarazione, i Ministri desiderano "sostenere il ruolo di mercati bene funzionanti come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock". 20/04/2009 - 17:17

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Global Village (sezione: Globalizzazione)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Università di Bolzano Global Village La Libera Università di Bolzano è lieta di invitare la redazione alla conferenza stampa di presentazione di Global Village, prima iniziativa della neo-fondata associazione studentesca AIESEC. L’incontro con la stampa avrà luogo domani, alle ore 11.30,presso il Social Club della Libera Università di Bolzano (entrata da via Sernesi, palazzo F, VI piano). Saranno presenti Michael Bayr, presidente di AIESEC, Corrado Roccazzella, organizzatore della manifestazione Global Village, e Thomas Giuliani, rappresentante del Centro per la Pace del Comune di Bolzano, coinvolto nell’iniziativa. AIESEC è un’associazione studentesca internazionale, attiva a Bolzano dallo scorso dicembre e presente in 107 paesi del mondo. Il suo principale intento è la promozione di esperienze di lavoro e di mobilità internazionale degli studenti. Il progetto Global Village, che si svolgerà il 28 aprile, comprende una conferenza dell’economista cileno Rodrigo Rivas sul tema “L’amore ai tempi della globalizzazione” e una fiera all’interno della quale comunità di diversa lingua e provenienza e residenti a Bolzano avranno la possibilità di farsi conoscere attraverso l’espressione artistica, l’artigianato, l’economia, la letteratura, la gastronomia, la cultura maturata nella loro terra di origine. >> Con questa iniziativa i giovani di AIESEC intendono dare l’opportunità a se stessi, agli studenti e alla gente di Bolzano di aprirsi alle diversità culturali utilizzando gli strumenti della conoscenza e del confronto e l’impostazione internazionale della Libera Università di Bolzano, in modo che questo progetto diventi fermento di dialogo e di cultura dentro e fuori l’università. BUR.IT 21.04.09

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Unoine Federale e destino dell'Europa nell'ultimo libro di Giulio Ercolessi (sezione: Globalizzazione)

( da "Bollettino Università & Ricerca" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Università di Udine Unoine Federale e destino dell'Europa nell'ultimo libro di Giulio Ercolessi Si intitola “L’Europa verso il suicidio? Senza Unione federale il destino degli europei è segnato” (Edizioni Dedalo, 2009) il volume di Giulio Ercolessi che sarà presentato domani alle 16 nella biblioteca di palazzo Alvarez in via Diaz 5, sede goriziana dell’università di Udine. All’incontro interverranno Claudio Cressati e Ugo Ferruta, rispettivamente docente della cattedra Jean Monnet in “Governo e politiche dell’Unione europea” dell’Ateneo di Udine e segretario regionale del Movimento Federalista Europeo. Sarà presente l’autore. «Il volume di Ercolessi - spiega Cressati - affronta con grande lucidità e coraggio la questione fondamentale per l’Europa di oggi e di domani: quella del necessario salto di qualità che l’Unione europea deve compiere se vuole continuare a garantire ai suoi cittadini pace e benessere, che rappresentano il frutto prezioso di oltre cinquant’anni di integrazione. Questo salto di qualità è per lui rappresentato dalla trasformazione dell’attuale Unione in una vera e propria Federazione, unico strumento con cui gli europei potranno ancora contare qualcosa in un mondo globalizzato e non essere il mero oggetto di decisioni altrui.>> In quest’ottica l’autore analizza i temi dell’“identità” e dei confini dell’Europa, del suo ruolo geopolitico, del suo modello sociale e della sua competitività economica». BUR.IT 21.04.09

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America o Americhe? (sezione: Globalizzazione)

( da "AprileOnline.info" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

America o Americhe? Agostino Spataro, 20 aprile 2009, 18:55 La riflessione E' inaccettabile, o se si vuole, poco professionale che qualificati giornalisti, anche del TG1, ministri e capi di governo usino il termine totalizzante di "America" per indicare gli Usa i quali, per quanto importante sia il loro ruolo nel mondo, sono soltanto uno dei 33 Paesi sovrani in cui si suddivide il continente americano. Ovviamente, l'errore non è commesso per ignoranza ma per piaggeria verso il paese più potente del mondo e i suoi governanti che, fino ad oggi, hanno interpretato questo ruolo in chiave imperiale, considerando il resto delle Americhe come dipendenze esotiche da sfruttare e dominare anche col tallone di ferro di sanguinose dittature C'è da sperare che il recente "Vertice delle Americhe" di Trinidad e Tobago, dove si è posta l'esigenza di un approccio nuovo, paritario delle relazioni fra Usa e i diversi Paesi latino-americani, a cominciare da Cuba, serva a far entrare nella testa di alcuni giornalisti, uomini politici e ministri italiani che di Americhe ve ne sono più d'una. Un'ovvietà, si potrebbe osservare. Purtroppo, così non è, visto che inviati e commentatori blasonati continuano ad identificare l'America con gli Stati Uniti d'America (Usa). Acronimo che si consiglia di declinare per esteso per non far confusione con i confinanti Stati Uniti del Messico. Insomma, errori grossolani che alle elementari sarebbero segnati in rosso. Ma si tratta di un errore di geografia o c'è dell'altro? Cercheremo di scoprirlo nel seguito. Intanto, rileviamo che è inaccettabile, o se si vuole, poco professionale che qualificati giornalisti, anche del TG1, ministri e capi di governo usino il termine totalizzante di "America" per indicare gli Usa i quali, per quanto importante sia il loro ruolo nel mondo, sono soltanto uno dei 33 Paesi sovrani in cui si suddivide il continente americano. Nemmeno i presidenti Usa, solitamente, sono incorsi in tale scorrettezza, per altro offensiva della dignità politica ed etnica degli altri 32 Stati che, con gli Usa, fanno parte di diverse organizzazioni panamericane, fra cui l'Osa. Così come è notorio che, per una consolidata convenzione geo-politica, il continente viene suddiviso in tre grandi ripartizioni, in tre Americhe: del Nord, del Centro e del Sud. Quindi, più che di un errore geografico, si tratta di un errore politico davvero pacchiano che nemmeno i nostri vecchi contadini, emigrati ed analfabeti, commettevano, poiché distinguevano fra "America buona", alias ricca, riferita ad Usa e Canada, e le altre nazioni (soprattutto del sud) che indicavano con America- Argentina, Americazuela, (Venezuela), Brasile, ecc. Insomma, comunque la si giri, nessuna ripartizione del continente americano giustifica l'assurda identificazione. Ovviamente, l'errore non è commesso per ignoranza (che sarebbe un'attenuante) ma per piaggeria (che è un'aggravante) verso il paese più potente del mondo e i suoi governanti che, fino ad oggi, hanno interpretato questo ruolo in chiave imperiale, considerando il resto delle Americhe come dipendenze esotiche da sfruttare e dominare anche col tallone di ferro di sanguinose dittature. A chi, come la piccola Cuba, ha avuto l'ardire di ricercare una via autonoma e sovrana si è risposto con un blocco economico totale che dura, inutilmente, da oltre mezzo secolo. Forse, Obama si sarà reso conto che il blocco non paga o che, comunque, non è servito ad abbattere il regime castrista il quale, nonostante i diversi errori commessi, è ancora in sella, legittimato a trattare con gli Usa sulla base dei principi di pari dignità e sovranità. Dopo questo deludente vertice, la nuova amministrazione Usa sa che senza sciogliere positivamente il nodo cubano non potrà giocare un ruolo di riferimento nei rapporti con l'America latina che oggi è la realtà politicamente e socialmente più interessante del pianeta. Ma torniamo al tema iniziale: America o Americhe? Per evitare confusioni e tante brutte figure, meglio sarebbe chiamare gli Stati, come si fa con le persone, col loro nome ufficiale, di battesimo. Non si darebbe - come in questo caso- l'impressione d'inchinarsi troppo di fronte al trono, più di quanto richiede il cerimoniale di corte. In ogni caso, chi in vario modo rappresenta l'Italia e i suoi organismi dovrà sempre mantenere, di fronte a chicchessia, un comportamento sobrio, degno delle nostre tradizioni storiche e culturali, della nostra democrazia che, se ben applicata, certo non sfigura nel confronto con altre. Tutto ciò non per orgoglio, ma per rispetto dovuto agli altri popoli e paesi. Ricchi e poveri. In particolare, verso gli altri 32 Stati americani che percepiscono questo "errore" come una grave offesa alla loro dignità di stato e di nazione, giacché gli Usa non sono l'America, ma solo una sua parte. L'altro giorno, sul volo Buenos Aires- Roma, me lo ha fatto notare il mio amico Eduardo Fernandez, presidente del Foro argentino degli inventori, il quale aggiunse che gli Usa sono l'unico paese al mondo a non avere un nome proprio che li caratterizzi in base al dato etnico e territoriale. Esempio: l'Italia si chiama così perché abitata da italiani, la Cina da cinesi, il Cile da cileni, ecc. Quel grande territorio fra il Canada e il Messico è chiamato Stati Uniti d'America, ma non rappresentando- come abbiamo visto- l'intero continente americano non si può loro attribuire la qualifica di "americani" per antonomasia. Dettagli, si potrà dire. Tuttavia, la questione merita una riflessione non solo di natura semantica, ma culturale e politica, specie in questo momento in cui tante cose date per eterne si stanno dimostrando molto caduche.

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Cultura e crisi economica a San Benedetto del Tronto (sezione: Globalizzazione)

( da "Quotidiano.it, Il" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cultura e crisi economica a San Benedetto del Tronto San Benedetto del Tronto | Osservazioni su un convegno del circolo culturale "Riviera delle palme". di Felice Di Maro Felice Di Maro Sabato 18 aprile presso la sala del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto il circolo "Riviera delle palme" ha organizzato un convegno sul tema "La cultura e la crisi economico-finanziaria: problematiche e prospettive". Amministratori locali e docenti universitari hanno presentato relazioni veramente degne di rilievo. Le osservazioni che seguono penso che possono in qualche modo contribuire e su alcuni punti s'intende al dibattito che in omaggio alla peggiore tradizione della città non c'è stato per niente. Chi ha partecipato è stato spettatore passivo e su un tema di grande attualità. In primis alla professoressa Olimpia Gobbi, Assessore alla cultura della provincia di Ascoli Piceno, che ha messo in evidenza la "trasversalità" da parte dei vari gruppi di consiglieri provinciali nel bocciare fondi in bilancio riservati alla cultura. Professoressa Gobbi se ciò è avvenuto è perché forse non è stato presentato un articolato programma di iniziative culturali accettabile? Non mi pare che la provincia di Ascoli Piceno abbia realizzato in questi anni eventi culturali di rilievo! Quindi non mi scandalizzo della bocciatura che viene presentata in perfetta autonomia da ciò che si è fatto ed anche da ciò che si voleva fare e poteva interessare. Interessare! Ma a chi? Quanti cittadini del Piceno hanno partecipato alle iniziative culturali della Provincia? Purtroppo nel Piceno si oscilla tra propaganda di interpretazioni ideologiche sapientemente gestite e pressapochismo di maniera ritmata da quella superficialità tipica dei circoli accademici della peggiore specie. Su vari temi che a volte vengono presentati con campagne mediatiche e che hanno rassomiglianza con un profilo medio di evento culturale si fa in modo che non bisogna partecipare in quanto o non si fanno mai in giorni normali intesi di lavoro o semifestivi e in orari normali intesi in mattinata o in primo pomeriggio ma di sera (ore 21,30) o sono solo per addetti ai lavori: i relatori sono presenti solo quando parlano loro. In pratica non bisogna mai disturbare il manovratore! Chi non ha auto personale non può mai partecipare a niente. A fronte di tutto si dichiara con pratiche mediatiche collaudate che si fa tutto per tutti. Peraltro, alle iniziative della Provincia non c'è quasi mai dibattito al quale possono partecipare i cittadini e in pratica si è quasi sempre spettatori passivi. Il convegno del circolo "Riviera delle palme" non ha fatto eccezione! Per quanto mi riguarda ben vengano le bocciature in consiglio provinciale. Un grazie di cuore a questi consiglieri. Per quanto riguarda la relazione del prof Carlo Carboni, ordinario di sociologia economica presso l'Università Politecnica delle Marche, credo che siamo veramente messi male. Mettere insieme ciò che di buono ci sarebbe o c'è (Sinceramente non ho ben compreso!) dell'economia keynesiana e di quella liberista per superare la crisi significa che non si hanno non solo idee ma che non si vuole neanche tentare di fare ricerca per avvicinarsi a qualcosa che possa quanto meno condurci verso un equilibrio economico per ridurre le differenze economiche di certe famiglie e di aziende in difficoltà. Le divisioni a tutti livelli e in particolar modo di reddito debbono restare tali. Ma come è possibile riferirsi alla crisi attuale in funzione dell'interpretazione teoretica dei cicli economici e non pronunciare neanche una volta la parola "trend" e cioè "tendenza di crescita e decrescita. Per il prof. Carlo Carboni "economia pubblica" e "economia locale" non sono campi di studio che non esistono. Siamo messi male! Globalizzazione! Globalizzazione! Solo questo si è sentito e più volte e senza diritto di replica. Sui temi della crisi gli accademici farebbero bene a strare zitti! Ovviamente si consiglia che parlino solo nelle aule universitarie che non sono luoghi di conflitto. L'Italia è l'unico paese tra i più industrializzati che oltre alla social card e cose simili non sta facendo nulla per uscire dalla crisi. Ovviamente i Tremonti Bond sono un ottimo regalo alle banche. La crisi la pagheranno i cittadini più deboli. Ma questo non interessa ai docenti dell'Università Politecnica delle Marche. 20/04/2009

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BORSE ROSSE (-3.88%) - OBBLIGAZIONISTI ALITALIA VALUTANO AZIONI LEGALI - GERMANIA CREA BAD BANKS - BOFA TRIPLICA UTILI - UTILE TOD'S 70,3 MLN - L'OCSE SNOBBA LA SVIZZERA 2008: (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> BORSE ROSSE (-3.88%) - OBBLIGAZIONISTI ALITALIA VALUTANO AZIONI LEGALI - GERMANIA CREA BAD BANKS - BOFA TRIPLICA UTILI - UTILE TOD’S 70,3 MLN € - L’OCSE SNOBBA LA SVIZZERA – 2008: 5,3 mld € di evasione estero - GM CEDE OPEL E SAAB GRATIS A CHI INVESTE 500 MLN… - 1 - BORSA: NETTA FLESSIONE SU TRIMESTRALI USA, MIBTEL -3,88%... (AGI) - Tornano le vendite in Borsa, dopo un lungo periodo di recuperi dal minimo toccato lo scorso 9 marzo: oggi l'andamento delle piazze internazionali, penalizzate dai dati trimestrali di alcune importanti societa' Usa, ha influenzato anche il listino milanese e soprattutto i titoli bancari, quelli che avevano maggiormante beneficiato dei rialzi precedenti. Il Mibtel chiude la seduta perdendo il 3,88% mentre l'S&P/Mib cede il 4,21%con oltre 1,2 milioni di azioni scambiate per un controvalore di poco inferiore ai 3 miliardi di euro. I bancari, sofferenti in tutti i listini, hanno risentito soprattutto dei dati di Bank of America che evidenziano il calo della qualita' del credito: in piazza Affari il loro peso sulla media e' particolarmente consistente e questo spiega la marcata flessione degli indici, peraltro in linea con quelle degli altri mercati azionari. Diego Della Valle 2 - BORSE EUROPEE: CHIUDONO IN FORTE ROSSO, PERDITE TRA 2 E 4% = (AGI) - Le borse europee chiudono in forte rosso sulla scia dell'andamento di Wall Street che accusa pesanti perdite nonostante i conti positivi di Bank of America. In particolare, a intimorire gli investitori e' il forte deterioramento degli asset garantiti dai mutui del colosso bancario Usa. Pioggia di vendite sui listini europei, dove, dopo i guadagni delle ultime settimane, prevalgono le prese di beneficio. Tra i bancari i piu' colpiti sono Bnp Paribas, Deutsche Bank e Hsbc che perdono tra il 6,4 e il 7,7%. L'indice Ftse 100 a Londra cede il 2,49% a 3.990,86 punti, il Dax 30 di Francoforte lascia sul terreno il 4,07% a quota 4.486,30 e il Cac 40 di Parigi arretra del 3,96% a 2.969,40 punti. In forte calo anche il Mibtel che registra una perdita del 3,88% a 14.052 punti. 3 - INTESA SANPAOLO: CARIVE, SAMMARTINI CONFERMATO PRESIDENTE... (Adnkronos) - L'assemblea della Cassa di Risparmio di Venezia (gruppo Intesa SanPaolo) ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione per il periodo 2009 - 2011, confermando il presidente in carica, Giovanni Sammartini. Ne da' notizia la banca stessa. Il vicepresidente e' Italo Giorgio Alfieri, i consiglieri sono Paolo Baessato, Giuseppe Baiardo, Fabrizio Bettiol, Plinio Danieli, Massimo Miani, Marco Michielli, Luciano Nebbia, Mauro Vignandel e Mauro Voltan. L'assemblea ha anche approvato la relazione di bilancio al 31 dicembre 2008.' 4 - Fisco: 5, 3 mld di evasione estero... (ANSA) - La Guardia di Finanza ha scovato nel 2008 5,3 miliardi di euro di imponibili non dichiarati relativamente ad attivita' all'estero. Una somma quasi tripla rispetto agli 1,9 miliardi dell'anno precedente. Sono alcuni dei dati pubblicati oggi dal 'Sole 24 Ore'. Finte residenze in Paesi a fiscalita' agevolata e esterovestizioni di societa' sono gli strumenti piu' diffusi per evadere le tasse in Italia. Nell'ultimo triennio il bottino scoperto dell'evasione internazionale supera i 10 mld. Maria Paola Merloni 5 - Vodafone: procedimento Antitrust... (ANSA) - L'Antitrust ha deciso di avviare un procedimento nei confronti di Vodafone Italia per alcuni impegni sottoscritti e poi non rispettati.Gli impegni del 2007 nel settore degli operatori mobili virtuali, per l'Autorita', non sono stati rispettati.Lo dice il Bollettino dell'Antitrust. Vodafone avrebbe adottato nei confronti di Bt Italia comportamenti che 'hanno ritardato l'avvio'' dell'adeguamento delle condizioni economiche. Vodafone Italia ''respinge l'accusa''. Lo afferma la stessa societa'. 6 - ALITALIA: OBBLIGAZIONISTI VALUTANO AZIONI, TESORO NON C'E'... (ANSA) - Con l'assenza del Tesoro, che ha in mano il 62% dei bond della vecchia Alitalia in amministrazione straordinaria, l'assemblea degli obbligazionisti, oggi a Roma, non dovrebbe raggiungere in quorum del 20% necessario per l'efficacia delle delibere. La riunione si avvia cosi' a trasformarsi in un incontro informale tra possessori di bond, in rappresentanza di una quota intorno all'8-9 per cento, per valutare eventuali azioni legali. Il Tesoro 'al momento non si e' visto', ha indicato ai presenti il rappresentante comune degli obbligazionisti, Gianfranco Graziadei: 'sono ancora in corso le verifiche sulle quote rappresentate in assemblea, ma al 99% non verra' raggiunto il quorum'. Anima Sgr, che e' tra i promotori dell'assemblea, ha raccolto circa 700 deleghe per una quota intorno al 4%. 7 - CRISI: GERMANIA, VERSO CREAZIONE VARIE BAD BANKS... (ANSA) - Il governo tedesco si e' accordato in linea di principio a creare varie bad banks invece di una grande istituzione per l'intero settore. Lo ha detto un portavoce del governo secondo quanto scrive il Wall Street journal Online. Il cancelliere Angela Merkel domani guidera' le trattative per rimuovere gli asset tossici dai bilanci delle banche tedesche. 'Non mi aspetto una decisione definitiva' domani, ha detto Thomas Steg precisando che il governo ha gia' concordato su una decisione decentralizzata'. Steg ha sottolineato inoltre che il piano per la costituzione della bad bank in Germania verra' finalizzato entro la fine di luglio. PEPSI 8 - BANK OF AMERICA: UTILI QUASI TRIPLICATI A 4,2 MLD DLR... (AGI/AFP) - Bank of America annuncia utili di 4,2 miliardi di dollari nel primo trimestre, quasi triplicati rispetto a un anno fa. Inoltre la banca fa sapere di aver raggiunti un fatturato record di 36 miliardi di dollari, anche grazie alla fusione con Merrill Lunch. Bofa fa sapere che Merrill Lynch ha contribuito agli utili nella misura di 3 miliardi di dollari. 9 - DAIMLER: STAMPA, FONDO SOVRANO CINA POTREBBE RILEVARE QUOTA... (ANSA) - Un fondo sovrano cinese sarebbe intenzionato ad acquisire una quota in Daimler. Lo scrive l' Handesblatt - secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg - precisando che i vertici del gruppo automobilistico tedesco sono in contatto con il fondo cinese. 10 - PETROLIO: EMIRATI ARABI INVESTONO NONOSTANTE LA CRISI... (AGI) - Gli Emirati Arabi continuano ad investire per far aumentare la loro produzione di greggio, nonostante l'incertezza che grava sulle prospettive della domanda di "oro nero". Lo ha reso noto il giornale di Dubai in lingua inglese "The National", secondo il quale il ministro dell'Energia, Mohammed bin Dha'en al Hamili, ha detto chiaro e tondo che "non si pone il problema del rinvio di nessun progetto" (di investimenti nel settore petrolifero, ndr). In un intervento nel corso di un Convegno sul petrolio e il gas - svoltosi a Dubai - il ministro ha sostenuto la necessita' di "un nuovo round di forti investimenti" nello sviluppo del settore petrolifero, al fine di evitare un ritorno agli alti prezzi del greggio. "Percio' - ha aggiunto - e' vitale il mantenimento dei prezzi a livelli ragionevoli". Secondo al Hamili, inoltre, un prezzo del greggio a 50 dollari al barile e' in grado di "fornire un sostegno all'economia globale, dando nel contempo ossigeno agli investimenti" (nel settore petrolifero, ndr). 11 - INDESIT: DELLA VALLE, DISPIACIUTO PER ATTACCHI AI MERLONI... (ANSA) - Diego Della Valle e' 'molto dispiaciuto' per gli attacchi alla famiglia Merloni, e in particolare a Maria Paola, deputato del Pd, per la vicenda dello stabilimento piemontese dalla Indesit di None. 'Come se a uno facesse piacere chiudere le fabbriche' ha detto Della Valle ai giornalisti a margine dell'assemblea dei soci della Tod's. Della Valle si e' detto tanto piu' dispiaciuto perche' la famiglia Merloni 'e' gente seria, ha sempre fatto una bandiera del rapporto con i dipendenti e con il territorio. E poi ci hanno sempre messo la faccia, sono sempre rimasti a Fabriano. In tanti anni - ha aggiunto - siamo andati nei posti piu' lontani del mondo e alla fine tornavamo sempre, Vittorio Merloni a Fabriano e io a Casette d'Ete' Logo "GM" 12 - TOD'S: ASSEMBLEA, UTILE 70,3 MLN, DIVIDENDO 1,25 EURO... (ANSA) - L'assemblea degli azionisti della Tod's ha approvato oggi all'unanimita' il bilancio 2008, che si e' chiuso con un utile di 70,3 milioni di euro, in crescita di 9,9 milioni (+16,4%) rispetto al 2007, quando l'utile era stato di 60,4 milioni. Approvata anche la proposta di dividendo di 1,25 euro, lo stesso importo del 2007. I ricavi del periodo ammontano a 558 milioni, mentre l'Ebit si e' attestato a 102,7 milioni di euro. 13 - GM PRONTA A CEDERE OPEL GRATIS A CHI INVESTE 500 MLN - ALLO STUDIO DISMISSIONE SAAB A COSTO QUASI ZERO... (ANSA) - General Motors sarebbe pronta a dismettere gratuitamente la quota di controllo del gruppo tedesco Opel/Vauxhall, a patto che l'acquirente si impegni ad investire in una nuova societa' composta dalle sue attivita' europee. Lo scrive il Financial Times che cita fonti vicine al dossier, secondo cui la casa automobilistica americana sarebbe anche intenzionata a liberarsi della svedese Saab a un costo prossimo allo zero e sarebbe in contatto con alcuni potenziali investitori. Riguardo alla cessione di Opel, Gm avrebbe chiesto a un investitore 500 milioni di euro che pero' non finirebbero nelle casse del colosso Usa, ma verrebbero iniettati direttamente in Opel. La casa automobilistica di Detroit, che rischia la bancarotta ed e' a corto di liquidita' in Europa, sta cercando di stringere i tempi e la scorsa settimana l'amministratore delegato Fritz Henderson ha detto che sono in corso contatti con oltre sei gruppi industriali e finanziari per la possibile cessione della sua controllata e che si aspetta la presentazione di manifestazioni d'interesse entro le prossime due-tre settimane. RyanAir 14 - SVIZZERA: DA FFS COMMESSA DA 2,1 MLD FRANCHI SVIZZERI PER 59 TRENI... (Adnkronos/Ats) - La piu' grande commessa della storia delle Ferrovie federali: 2,1 miliardi di franchi svizzeri (circa 1,38 mld di euro) per 59 treni a due piani a lunga percorrenza, InterCity e InterRegio. Proprio oggi e' stato lanciato il bando di concorso, con la pubblicazione sul Foglio ufficiale svizzero di commercio. Entro il 2030, le Ffs investiranno circa 20 miliardi in nuovi treni e nell'ammodernamento della flotta esistente. Le Ffs 'onorano la loro promessa e investono nuovamente a favore della clientela', si afferma in un comunicato. Considerato il costante sviluppo della domanda, la spesa per i nuovi convogli a due piani 'e' assolutamente necessaria'. Essi serviranno, dal 2013, a sostituire il materiale rotabile vecchio e a potenziare l'attuale offerta. Dall'entrata in vigore dell'orario di Ferrovia 2000, nel dicembre 2004, il numero dei viaggiatori e' cresciuto del 30%, l'offerta di treni del 26%, rilevano ancora le FFS. 15 - FISCO: SEGRETO BANCARIO, SVIZZERA NON INVITATA A INCONTRO OCSE A BERLINO... (Adnkronos/ats) - La Svizzera non ricevera' un invito ufficiale per la riunione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) di Berlino sui paradisi fiscali. Il segretario generale Angel Gurria ha comunque invitato Berna a non avviare rappresaglie per la sua iscrizione sulla lista grigia. L'incontro di Berlino in programma iil 23 giugno e' un seguito alla conferenza di Parigi tenutasi lo scorso ottobre. Secondo il Ministero tedesco della Finanze, la mancata convocazione della Svizzera non e' dovuta solamente alle tensioni fra i due paesi, ma anche al fatto che solo i partecipanti alla conferenza nella capitale francese sono invitati. Berna non figura sulla lista dei paesi da invitare perche' si era rifiutata di partecipare al vertice parigino, ha detto all'agenzia di stampa elvetica Ats Jeannette Schwamberger, portavoce del ministero tedesco. 'Non si tratta di marginalizzare la Svizzera', altri paesi non saranno invitati per le stesse ragioni. Se la Confederazione richiederesse attivamente di partecipare si decidera' sul da farsi, ha aggiunto la portavoce tedesca. Michael O'Leary 16 - Russia: contratto da 4 mld Airbus... (ANSA) - Accordo da quattro miliardi di dollari tra la societa' russa Vsmpo-Avisma, principale produttore al mondo di titanio, e Airbus.Il contratto e' stato firmato a Mosca alla presenza del premier russo Putin, riferisce l'Interfax. Vsmpo-Avisma fornira' titanio a Airbus e altre divisioni della societa' aerospaziale europea Eads fino al 2020. Per Putin si tratta di ''un accordo di importanza strategica'' e di un ''un grande passo in avanti'' nella cooperazione tra la Russia ed Eads. 17 - HITACHI: VERSO AUMENTO CAPITALE, ADDIO A ELETTRONICA TOTALE... (ANSA) -Hitachi ha preannunciato un aumento di capitale, eventualmente ricorrendo al programma del governo di sostegno finanziario alle imprese (in fase di approvazione da parte del parlamento), e spiegato che non sara' piu' un produttore d'elettronica a tutto tondo. Lo ha annunciato il nuovo numero uno della conglomerata nipponica, Takashi Kawamura, spiegando che la societa' sta 'valutando se ricorrere alle risorse pubbliche per un numero di diverse delle nostre divisioni, ma in quale forma e' ancora in fase di considerazione'. Hitachi si avvia ad annunciare la peggiore perdita netta mai registrata di 700 miliardi di yen per l'anno fiscale 2008, chiusosi lo scorso 31 marzo, scontando gli effetti della crisi economica mondiale. Kawamura, nella sua prima conferenza stampa, ha spiegato che la societa' cessera' di essere produttore di elettronica totale, trasformandosi in un soggetto orientato su settori con profitti stabili, come informatica e attivita' di generazione d'energia. Il gruppo, che ha a lungo seguito la strategia di presenza in quasi ogni comparto di business elettronico, 'ha margini di miglioramento in termini di salute finanziaria', ha osservato. 18 - PEPSI OFFRE 6 MLD DLR PER CONTROLLO SOCIETA'IMBOTTIGLIAMENTO... (ANSA) - PepsiCo ha offerto 6 miliardi di dollari in contanti e azioni per acquisire le quote che ancora non possiede delle proprie due piu' grandi societa' di imbottigliamento, per ottenere un maggior controllo sulle vendite in Nord America. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg citando una nota del colosso delle bibite. PepsiCo offre l'equivalente di 29,50 dollari per ogni azione di Pepsi Bottling Group e 23,27 dollari per PepsiAmericas. Si tratta di offerte con un premio del 17% rispetto alla chiusura di Borsa dello scorso 17 aprile. L'acquisizione farebbe salire gli utili di 15 cent per azione, grazie a risparmi pre-tasse pari a oltre 200 milioni di dollari l'anno. 19 - ORACLE: COMPRA SUNMICROSYSTEMS PER 7,4 MLD DOLLARI... (ANSA) - Oracle ha siglato l'accordo per rilevare Sun Microsystems per 7,4 miliardi di dollari, pari a 9,50 dollari per azione, in contanti. I vertici dei due gruppi hanno approvato l'accordo all'unanimita'. 20 - "LA CRISI È UN'OPPORTUNITÀ" LA SFIDA DI RYANAIR E EASYJET... Da "La Stampa" - Come dovrebbero comportarsi le compagnie aeree a basso costo durante la recessione? Easyjet e Ryanair si trovano di fronte a una scelta difficile, espandersi rapidamente e, forse, inciampare oppure lasciarsi sfuggire una grande opportunità. L'opportunità esiste certamente. Le recessioni possono essere positive per questo settore, poiché i passeggeri lasciano le tariffe più care e le compagnie aree tradizionali. Easyjet ha affermato che le vendite sono aumentate di un terzo negli ultimi tre mesi del 2008. E il mercato low cost in Europa non è così maturo come negli Stati Uniti. Là, la principale compagnia area a basso costo, Southwest, ha annunciato la sua prima perdita trimestrale e un taglio delle capacità. Ryanair sta scegliendo la via della crescita rischiosa. Gli analisti prevedono che la compagnia aerea con sede in Irlanda aumenterà la capacità di quasi il 20% quest'anno, ben oltre il 5% di Easyjet. Eppure, la recessione potrebbe offrire più opportunità per la piccola compagnia aerea con sede nel Regno Unito che compete più direttamente con le grandi compagnie aeree nei principali aeroporti, in grande difficoltà. Easyjet non avrà molte opportunità migliori da sfruttare. Ryanair rischia di essere troppo coraggiosa. Per realizzare tutti i suoi nuovi programmi dovrà tagliare di molto i prezzi dei biglietti. Ryanair prevede che i prezzi dei biglietti scenderanno del 20% nel trimestre che finisce a marzo. La maggior parte degli analisti prevedono un calo dei prezzi del 10% nell'anno. Ma questo sembra ottimistico, soprattutto con un mercato principale, l'Irlanda in una grave recessione. Probabilmente Ryanair può permettersi di correre qualche rischio extra. Entrambe le compagnie aree hanno robusti bilanci, ma Ryanair ha i più bassi costi del settore. Quest'anno, prevede di risparmiare 500 milioni di costi di carburante, mentre Easyjet ha coperto il suo carburante a prezzi elevati. Gli analisti prevedono che Ryanair realizzerà un Ebitda di 688 milioni nell'esercizio che termina a marzo 2010, mentre Easyjet potrebbe ottenere 136 milioni nel bilancio che si chiuderà a settembre 2009. 21 - LE PERDITE SONO TROPPO ALTE LE BANCHE LLOYDS E RBS NON CORRERANNO PIÙ IN BORSA... Da "La Stampa" - Le azioni delle banche del Regno Unito sono più che raddoppiate da gennaio. In quel periodo, la preoccupazione per la nazionalizzazione aveva trasformato i principali attori nazionali in penny stock, azioni che valgono pochissimo. Tre mesi fa, l'incertezza sulla dimensione delle perdite ha reso le azioni delle banche del Regno Unito impossibili da valutare. Da quel momento, un programma del governo per garantire gli asset tossici ha fatto maggiore chiarezza per Rbs e Lloyds. Hsbc l'ha fatta franca con una gigantesca emissione di nuove azioni con diritto d'opzione e Barclays ha rafforzato la sua base di capitale, accettando una grossa cessione. Le azioni sono ancora vendute con uno sconto rispetto al valore contabile. Rbs, con un valore dell'azione di 29 penny, è scambiata con uno sconto del 22% rispetto alle stime di Breakingviews sul suo effettivo valore contabile a fine 2009. Lloyds, con un valore di 95 penny, è scambiata con uno sconto del 3%. Ciò potrebbe voler dire che il rialzo può continuare. Ma entrambe devono ingoiare perdite di 45 miliardi di sterline prima che l'assicurazione del governo inizi a fare effetto. Le stime di consenso sulle perdite previste di Rbs implicano che il valore contabile per azione scenderà a 31 penny entro il 2011. Quello di Lloyds aumenterà ma solo a 99 penny. Difficilmente, questa previsione le renderà investimenti convincenti. Inoltre se l'attività migliorasse, i miliardi di azioni speciali distribuite al governo come copertura dell'assicurazione limiteranno il rialzo. Le azioni B del governo possono essere convertite in titoli ordinari se le azioni di Rbs e di Lloyds supereranno 50 e 115 penny. Barclays è scambiata con uno sconto del 30% rispetto all'atteso reale valore contabile nel 2011, per compensare alcune obbligazioni convertibili. Ma la decisione di approvare il piano di assicurazione degli asset del governo la rende una scommessa più rischiosa. Rimane Hsbc. Si prevede che realizzerà profitti netti nei prossimi anni. Ma viene già scambiata con un premio rispetto al previsto valore contabile del 2011. Cosa farà sembrare a buon mercato queste valutazioni? [20-04-2009]

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G8/ Frattini: Senza un'Europa forte Usa e Cina ci (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Berlino, 20 apr. (Apcom) - "Una nuova, efficace governance internazionale non può prescindere da un'Europa forte e capace di esprimersi con una voce sola sui grandi temi globali". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al VII Foro di Dialogo italo-tedesco organizzato oggi a Berlino dall'Istituto tedesco per gli studi europei (Iep) e dall'Istituto italiano per gli Studi di Politica internazionale (Ispi). Senza un'Ue compatta, ha avvertito Frattini, "il paventato G2 Usa/Cina potrebbe effettivamente emarginare di fatto i Paesi europei nella scena internazionale". Il capo della diplomazia italiana, che ha parlato nello stesso dibattito del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha osservato che per scongiurare questa "altra ipotesi di governance", gli europei dovranno impegnarsi "a fondo". "Per questo motivo - ha aggiunto Frattini - sono convinto che la ratifica del Trattato di Lisbona costituisca per noi europei un obiettivo irrinunciabile". "Senza istituzioni più forti e una rinnovata capacità di agire per la difesa degli interessi comuni - ha detto ancora Frattini - l'Europa rischia di essere condannata a un ruolo marginale". La necessità di una riforma della governance mondiale, espressa da un'attività di costante "coordinamento tra G8 (di cui l'Italia è presidente, ndr) e G20", ha messo in luce come "non esista un formato unico, in grado di affrontare in maniera efficace tutte le sfide del nostro tempo ". Piuttosto, ha evidenziato Frattini, "esistono i problemi, di fronte ai quali siamo chiamati a dare risposte concrete e tempestive, risposte che devono provenire da consessi diversi a seconda delle necessità in grado di dimostrare la loro credibilità attraverso l'efficacia delle decisioni assunte". E proprio su questa visione ampia di governance mondiale tra Frattini e Steinmeier c'è coincidenza di vedute. Il titolare della Farnesina ha parlato dell'importanza di un "group of global consensus", un gruppo di consenso globale. Allo stesso concetto si è riferito il ministro tedesco con l'espressione "group of global responsability", l'inclusione cioè di più paesi in un processo decisionale che implica la condivisione delle responsabilità.

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G8/ FRATTINI: SENZA UN'EUROPA FORTE USA E CINA CI EMARGINERANNO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8/ Frattini: Senza un'Europa forte Usa e Cina ci emargineranno di Apcom "Non esiste un formato unico, esistono problemi comuni" -->Berlino, 20 apr. (Apcom) - "Una nuova, efficace governance internazionale non può prescindere da un'Europa forte e capace di esprimersi con una voce sola sui grandi temi globali". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al VII Foro di Dialogo italo-tedesco organizzato oggi a Berlino dall'Istituto tedesco per gli studi europei (Iep) e dall'Istituto italiano per gli Studi di Politica internazionale (Ispi). Senza un'Ue compatta, ha avvertito Frattini, "il paventato G2 Usa/Cina potrebbe effettivamente emarginare di fatto i Paesi europei nella scena internazionale". Il capo della diplomazia italiana, che ha parlato nello stesso dibattito del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha osservato che per scongiurare questa "altra ipotesi di governance", gli europei dovranno impegnarsi "a fondo". "Per questo motivo - ha aggiunto Frattini - sono convinto che la ratifica del Trattato di Lisbona costituisca per noi europei un obiettivo irrinunciabile". "Senza istituzioni più forti e una rinnovata capacità di agire per la difesa degli interessi comuni - ha detto ancora Frattini - l'Europa rischia di essere condannata a un ruolo marginale". La necessità di una riforma della governance mondiale, espressa da un'attività di costante "coordinamento tra G8 (di cui l'Italia è presidente, ndr) e G20", ha messo in luce come "non esista un formato unico, in grado di affrontare in maniera efficace tutte le sfide del nostro tempo ". Piuttosto, ha evidenziato Frattini, "esistono i problemi, di fronte ai quali siamo chiamati a dare risposte concrete e tempestive, risposte che devono provenire da consessi diversi a seconda delle necessità in grado di dimostrare la loro credibilità attraverso l'efficacia delle decisioni assunte". E proprio su questa visione ampia di governance mondiale tra Frattini e Steinmeier c'è coincidenza di vedute. Il titolare della Farnesina ha parlato dell'importanza di un "group of global consensus", un gruppo di consenso globale. Allo stesso concetto si è riferito il ministro tedesco con l'espressione "group of global responsability", l'inclusione cioè di più paesi in un processo decisionale che implica la condivisione delle responsabilità.

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Marsé y las perlas de un escritor "anómalo" (sezione: Globalizzazione)

( da "Pais, El" del 20-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Marsé y las perlas de un escritor "anómalo" El último premio Cervantes celebra un encuentro con la ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, ante decenas de periodistas JAVIER RODRÍGUEZ MARCOS - Madrid - 20/04/2009 Vota Resultado 93 votos "Maestro" ha sido la palabra que ha empleado la ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, para definir a Juan Marsé en un multitudinario encuentro esta mañana en el propio ministerio. El autor de Si te dicen que caí, que recibe el próximo jueves el premio Cervantes, se ha presentado en Madrid, contra su costumbre, con traje y corbata. Después de un perplejo "¿Tengo que hablar yo?" el novelista catalán (Barcelona, 1933) conversó sobre su nueva novela, sobre el cine español y, por supuesto, sobre el Quijote. Después, el novelista ha sido recibido por sus majestades don Juan Carlos y doña Sofía. Sinde, a favor de un debate sobre la calidad de los guiones El Rey alaba la "excelencia" de Marsé "Compré el 'Quijote' a plazos" Juan Marsé A FONDO Nacimiento: 08-01-1933 Lugar: Barcelona La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas El cine español. "Sigo pensando, con matices, que el problema del cine español no es la piratería, sino la falta de talento. El talento siempre es necesario y siempre lo echo de menos. Faltan estímulos para los guionistas y los guiones se cuidan poco. Es el trabajo peor valorado y pagado. He leído que Hitchcock podía dedicar años a un guión. Y que luego rodó Psicosis en 28 días. Cuando he estado cerca del negocio por la adaptación de alguna novela mía me he dado cuenta de que aquí se le dedica poco tiempo. El resultado son películas frustrantes. Tal vez la señora ministra, que conoce el sector, sea la persona ideal en ese apartado". El momento actual de la literatura. "La literatura no necesita una estructura industrial, como el cine. Cuando empecé sólo necesitaba un papel y un lápiz. Desgraciadamente, la parte industrial de cine español siempre ha sido débil". El Premio Cervantes. "Este premio no entraba en mis cálculos. No suelo pensar en premios cuando trabajo. ¿Qué por qué me hace ilusión? Por qué es el más importante, porque lleva el nombre de Cervantes. Creo que mi ilusión está justificada". El discurso. "Hablaré de la memoria histórica, de la personal, de la transversal y de toda clase de memoria. Pero también hablaré de 'la faena', vamos, de mi trabajo". Ensayando el nudo de la corbata. "¿Que qué preparativos voy a hacer esta semana? Me voy a dedicar al nudo de la corbata, que siempre me sale mal. ¿El chaqué? Me gusta mucho mirarme al espejo". El Quijote en el Parque Güell. "Lo leí entero en 1949, a los 16 años, después de tres intentos fallidos. Lo leí en el Parque Güell. No lo olvidaré nunca". Escribir en tiempos de crisis. "En tiempos de crisis un escritor debe hacer lo mismo que en tiempos de bonanza: procurar escribir bien. Me gusta una frase de Ezra Pound que decía: "El esmero en el trabajo con el lenguaje es la única condición moral del escritor". Contra la 'prosa sonajero'. "Ahora parece que suena menos la prosa sonajero en la literatura española. Me gustan las novelas en las que no noto que estoy leyendo porque me absorben. No me interesan las florituras ni eso que antes se llamaba prosa galana". Su novela propia preferida. "Le tengo cariño a la primera (Encerrados con un solo juguete, 1960) por serlo y porque es muy autobiográfica, pero no es la mejor. Me gusta decir que la mejor es la que estoy escribiendo ahora". Su próxima novela: 'Aquel muchacho, esta sombra'. "Estoy tan ocupado en escribirla que no sabría explicarla. Sucede en dos tiempos: la Barcelona de 1948 y la actual. Ya hemos avanzado algo: pocas veces he escrito sobre la actualidad. Y hay mucho territorio por explorar ¿Que si escribo con más facilidad con los años? No. En cada libro empiezo de cero. Cada novela plantea problemas nuevos y requiere soluciones distintas. Eso sí, me he vuelto más quisquilloso, más desconfiado. Siento que no he avanzado gran cosa. Por eso me gusta corregir mis libros para las nuevas ediciones. Además, tengo la sensación de perder neuronas a chorro.". La Barcelona de sus novelas. "Esa Barcelona ya casi no existe, es una Barcelona mental. Allí la memoria individual y la colectiva estaban secuestradas, cuestionadas". Leyendo a Joseph Roth. "Me gusta releer a los escritores del siglo XIX. Dickens, Stevenson. He leído La isla del tesoro muchas veces. También he visto miles de veces Cantando bajo la lluvia y la veré otras mil. Ahora estoy leyendo mucho aun autor judío que había tratado poco: Joseph Roth". La memoria. "Un escritor sin memoria no es nada. Incluso los escritores de ciencia ficción y los que hacen novelas históricas trabajan con la memoria". Un escritor anómalo. "Cataluña es una sociedad bilingüe y lo seguirá siendo. La dualidad es natural. Tal vez sea una anomalía escribir en castellano en Cataluña, pero me gusta ser un escritor anómalo. De hecho, sin querer compararme, me gustan los autores anómalos: Conrad (un polaco que escribía en inglés), Nabokov (un ruso que escribía en francés, inglés y alemán) o Kafka. El castellano en Cataluña. "Afirmo que la lengua castellana no está amenazada en Cataluña. Puede que haya habido excesos desde los estamentos oficiales (hay quejas sobre la exigencia del catalán en la Sanidad y la Justicia), pero hablar de lenguas amenazadas no se corresponde con la realidad. Además, hay contaminación continua, no sólo ya de los llamados charnegos sino también, ahora, de los inmigrantes del Magreb. La lengua que habla la gente de la calle puede con todo. Yo siempre he vivido en un entorno bilingüe. Mi mujer es extremeña y yo hablo en castellano con mi hija y en catalán con mi hijo. Cuando se usa la lengua como bandera empiezan los problemas." Sinde, a favor de un debate sobre la calidad de los guiones La ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, se mostró hoy favorable a abrir un debate sobre si uno de los problemas del cine español actual puede ser la deficiencia de sus guiones. A la ministra y también guionista le preguntaron sobre este asunto durante una rueda de prensa junto al escritor Juan Marsé, con motivo de la entrega a éste el próximo jueves del Premio Cervantes. Marsé había declarado que el problema del cine español actual no es la piratería, sino el bajo nivel de sus guiones. González-Sinde señaló que los guionistas "están al principio de la cadena" de la industria cinematográfica, y es ahí "cuando se intenta escatimar". "Comparto con Juan Marsé que el momento de la creación es el más vulnerable y es el que hay que estimular y propiciar, también desde el Ministerio de Cultura. Habrá que analizar despacio por qué hay esa percepción (sobre la baja calidad de los guiones españoles)", informa Servimedia. El Rey alaba la "excelencia" de Marsé El Rey ha subrayado hoy que el último Premio Cervantes, Juan Marsé (1933), ha reflejado como nadie la memoria de la Barcelona de posguerra y que "su mirada se ha fijado siempre en los perdedores. Intensamente realista, su escritura alcanza el nivel de excelencia en el arte literario". Don Juan Carlos, en el almuerzo que ofrece junto a la Reina y los Príncipes de Asturias en el Palacio Real al mundo de la Cultura en honor de Marsé, ha reiterado que la palabra de los escritores nos "enriquece como personas y hace posible un mundo más justo y solidario" y ha brindado por ella y "por nuestras Letras que nos emocionan y nos enriquecen". El Monarca ha recordado a los escritores testigos del tiempo histórico de Marsé -autor de Si te dicen que caí o Últimas tardes con Teresa- que se han ido, como Carlos Barral, Jaime Gil de Biedma o Juan Hortelano, de quienes, ha añadido, nos queda su palabra, que es "en realidad a la que queremos festejar". Esa palabra "libre", ha manifestado el Rey, de cuño cervantino "que se desborda a sí misma para nombrar la realidad, para quitar los velos que ocultan la verdad profunda de las cosas o para crear espacios nuevos de vida", informa Efe.

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