Abstract: ormai il mondo e' globalizzato e non dovrebbero esserci queste difficolta'". Il ct brasiliano, intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport, ha parlato anche di tre pedine della sua nazionale, i milanisti Kakà, Pato e Ronaldinho, che ieri è andato a visionare nel match che i rossoneri hanno dominato contro il Torino.>
Calcio, Dunga: Razzismo?
Sport prenda seri provvedimenti ( da "KataWeb
News" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ormai il mondo è globalizzato e non
dovrebbero esserci queste difficoltà". Dunga è in Italia per vedere
all'opera i brasiliani che giocano nel nostro campionato. Ieri sera era a San
Siro, dove ha assistito alla bella vittoria del Milan sul Torino. Pagelle
positive per tutti i brasiliani del Milan: "Kakà sta riprenderndo la forma
-- dice Dunga -
Il travaglio del futuro
( da "Blogosfere"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: tornerà a salire il prezzo del
petrolio e la bilancia dei pagamenti USA tornerà ad un trend negativo. Il
rischio è che sia animino fortissime tensioni sui mercati delle materie prime
ed alimentari, giacchè mentre la Cina acquista metalli si trova nella debolezza
per cui il 40% del suo fabbisogno alimentare dipende dall'estero, da qui il
forte interesse verso certi paesi africani.
TASSI UE: TAGLIO DELLO
0,25% A MAGGIO SARA' ULTIMO DELL'ANNO
( da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il greggio Wti continua a
stazionare in prossimità dei 50$/b grazie a segnali di aumento della domanda
dalla Cina. In rialzo il gas naturale (+3,6%) in seguito al forte calo del
numero delle piattaforme che ricercano nuovi giacimenti negli Usa. Tornano a
salire i metalli industriali guidati da zinco (+4,3%) e piombo (+3,9%). Tra i
preziosi in calo l?
Città: Come uscire dalla
crisi ( da "Sannio
Online, Il" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Si discute molto di come adeguare
le diverse forme di protezione sociale alle trasformazioni del lavoro e del suo
mercato. Si riconosce in genere che la flessibilità sia un dato irreversibile
delle nuove forme assunte dall?economia nell?era della globalizzazione e che il
problema, oggi, è evitare l?
TERREMOTO: PROTEZIONE
CIVILE, TECNICI RUSSI PER VERIFICHE SU EDIFICI.
( da "Asca" del
20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi e dal capo della Protezione Civile Guido Bertolaso - spiega all'Asca
Giovanni de Siervo dell'Ufficio Relazioni Internazionali della Protezione
Civile - non c'e' una necessita' di aiuti dall'estero e la situazione e' stata
gestita sempre su base nazionale. Le risorse sono provenute da tutte le regioni
italiane e, pur avendo ricevuto offerte dall'
OBAMA CHIEDE A CUBA FATTI
PIÙ CHE PAROLE ETA, ALLARME ATTENTATI SEGOLENE SI SCUSA A NOME DELLA FRANCIA
CON IL 'POCO INTELLIGENTE' ZAPATERO (COPY BY SARKO) LONDRA: il conto de
( da "Dagospia.com"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la vittoria di Sebastian Vettel al
Gran premio di Cina, sotto il diluvio. Le Red Bull-Renault con il ventunenne
tedesco di Hoppenheim e l'australiano Mark Webber hanno dominato la gara di
Shanghai, chiudendo davanti al leader del mondiale, l'inglese Jenson Button e
all'altra Brawn del brasiliano Rubens Barrichello.
Uno scudo di gas contro
l'effetto serra ( da "Corriere.it"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Stati Uniti e Cina, i due maggiori
inquinatori mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E
degli altri 40 Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le
emissioni, piuttosto che ridurle. PROGETTO PINATUBO - E allora si torna a
prendere in considerazione il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro
pianeta.
Gli Usa guardano a Sud: da
Obama a Castro (Raùl) apertura ricambiata
( da "Panorama.it"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: un reportage-saggio, pubblicato
anche in Italia ormai molti anni fa, nel quale lo scrittore di Montevideo
ripercorre il passato della regione, mettendo in risalto i ripetuti episodi di
sfruttamento ai danni delle popolazioni locali. LEGGI ANCHE: [4] La sfida di
Obama in America Latina: arginare la Cina
LAZIO: MILANA, CON LEGGE
REGIONALE LABORATORI NELLE ACCADEMIE.
( da "Asca" del
20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era della globalizzazione, deve
essere giocata sui settori di nicchia che ci contraddistinguono nel mondo.
Favorire la comunicazione tra le Accademie e le istituzioni deve essere un
obbligo per la politica''. Sull'esigenza di promuovere e rafforzare quelle
attivita' di natura artigianale che nel campo tessile rappresentano la base di
formazione per la conoscenza del settore,
Zanon: Più controlli sui
nuovi centri vendita all'ingrosso cinesi
( da "Gazzettino, Il (Padova)"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Non possiamo certo chiuderci nel
protezionismo o negare i fenomeni di globalizzazione, ma la concorrenza deve
essere fatta con regole uguali per tutti. Noi - spiega - abbiamo l'Europa delle
burocrazie, delle migliaia di regolamenti, mentre gli operatori cinesi aggirano
tutte le regole e, con costi bassissimi dovuti allo sfruttamento dei minori,
Oggi l'ultimo flash sul
summit ( da "Gazzettino,
Il (Treviso)" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Germania, Giappone Regno Unito e
Usa, vanno unite la Commissione europea e la presidenza ceca dell'Ue), 5
delegazioni per il G5 (Brasile, India, Messico, Cina, Sudafrica) con Argentina,
Australia, Egitto e 7 organizzazioni internazionali. I lavori inizieranno con
l'approvazione del documento finale.
Ue: rischio protezionismo
nei paesi principali partner commerciali europei
( da "Panorama.it"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 3 le telecomunicazioni. Ad alzare i
paletti contro le merci europee è stata anzitutto l'Argentina, con 22 misure
monitorate, seguita da Cina e India (9), Indonesia (8), Russia (7), Corea del
Sud e Vietnam (5), Usa, Canada, Turchia e Ucraina con 3.
G8 agricolo, la
dichiarazione finale che andrà a La Maddalena
( da "Velino.it, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti
benefici della globalizzazione e dell?apertura dei mercati evidenziando
l?importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato – ed è questo il punto caro a Zaia - su regole certe. Ci impegnamo per
il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha
Round".
Di Lella: "Un
Servizio reale di Protezione Civile"
( da "Caserta News"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: parte del Dipartimento della
Protezione Civile; non si è organizzato un corso di formazione dei volontari
della Protezione Civile; non viene svolta attività di informazione e
prevenzione mediante diffusione della cultura di protezione civile fra la
popolazione. C H I E D E D I S A P E R E Quando e come l'Amministrazione
intende organizzare un Servizio reale di Protezione Civile.
G7, MEETING VENERDÌ A
WASHINGTON SEGUITO DA MINISTERIALE G20
( da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Per questo motivo il segretario al
Tesoro Usa Timothy Geithner e il presidente Barack Obama stanno guardando con
maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario al Tesoro ha
ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino non sta
manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia.
G8, MINISTRI STUDIANO
SCORTE COMUNI, VOLATILITÀ ( da "Wall
Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: "Dobbiamo sostenere gli
effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati,
evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei
prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento
di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round", si
legge.
G8 AGRICOLO: APPROVATO IL
DOCUMENTO FINALE ( da "Wall
Street Italia" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il dovere di sostenere i benefici
della globalizzazione e dei mercati aperti, elevando l'importanza cruciale di
rifiutare il protezionismo e incoraggiare lo sviluppo di mercati agricoli
integrati a livello locale, regionale e internazionale''. Ma si sottolinea
anche ''l'importanza di un sistema di scambio internazionale basato su regole
per il commercio agricolo'
G8AGRICOLO/ DOCUMENTO
FINALE: ECCO I 13 PUNTI PER G8 MADDALENA
( da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti
benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando
l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione
equilibrata globale e ambiziona del Doha Rond".
G8 AGRICOLO/DOCUMENTO
FINALE: MONITORAGGIO CONTRO SPECULAZIONE
( da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti
benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando
l'importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione
equilibrata globale e ambizioza del Doha Rond".
G7, meeting venerdì a
Washington seguito da ministeriale G20
( da "Reuters Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Per questo motivo il segretario al
Tesoro Usa Timothy Geithner e il presidente Barack Obama stanno guardando con
maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario al Tesoro ha
ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino non sta
manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia.
G8 Agricoltura: evitare
distorsioni prezzi e speculazione
( da "KataWebFinanza"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Occorre sostenere analoghi sforzi
per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli
effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati,
evidenziando l'importanza di un commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione
equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round".
G8 Agricoltura: evitare
distorsioni prezzi e speculazione
( da "Borsa(La Repubblica.it)"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Occorre sostenere analoghi sforzi
per ridurre gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli
effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei mercati,
evidenziando l'importanza di un commercio internazionale dei prodotti agricoli
basato su regole certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione
equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round".
Global Village
( da "Bollettino Università & Ricerca"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: amore ai tempi della
globalizzazione” e una fiera all?interno della quale comunità di diversa lingua
e provenienza e residenti a Bolzano avranno la possibilità di farsi conoscere
attraverso l?espressione artistica, l?artigianato, l?economia, la letteratura,
la gastronomia, la cultura maturata nella loro terra di origine.
Unoine Federale e destino
dell'Europa nell'ultimo libro di Giulio Ercolessi
( da "Bollettino Università & Ricerca"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: unico strumento con cui gli europei
potranno ancora contare qualcosa in un mondo globalizzato e non essere il mero
oggetto di decisioni altrui.>> In quest?ottica l?autore analizza i temi
dell?“identità” e dei confini dell?Europa, del suo ruolo geopolitico, del suo
modello sociale e della sua competitività economica».
America o Americhe?
( da "AprileOnline.info"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Italia si chiama così perché
abitata da italiani, la Cina da cinesi, il Cile da cileni, ecc. Quel grande
territorio fra il Canada e il Messico è chiamato Stati Uniti d'America, ma non
rappresentando- come abbiamo visto- l'intero continente americano non si può
loro attribuire la qualifica di "americani" per antonomasia.
Cultura e crisi economica
a San Benedetto del Tronto ( da "Quotidiano.it,
Il" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Globalizzazione! Globalizzazione!
Solo questo si è sentito e più volte e senza diritto di replica. Sui temi della
crisi gli accademici farebbero bene a strare zitti! Ovviamente si consiglia che
parlino solo nelle aule universitarie che non sono luoghi di conflitto.
BORSE ROSSE (-3.88%) -
OBBLIGAZIONISTI ALITALIA VALUTANO AZIONI LEGALI - GERMANIA CREA BAD BANKS -
BOFA TRIPLICA UTILI - UTILE TOD'S 70,3 MLN - L'OCSE SNOBBA LA SVIZZERA 2008:
( da "Dagospia.com"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: FONDO SOVRANO CINA POTREBBE
RILEVARE QUOTA... (ANSA) - Un fondo sovrano cinese sarebbe intenzionato ad
acquisire una quota in Daimler. Lo scrive l' Handesblatt - secondo quanto
riporta l'agenzia Bloomberg - precisando che i vertici del gruppo
automobilistico tedesco sono in contatto con il fondo cinese.
G8/ Frattini: Senza
un'Europa forte Usa e Cina ci ( da "Virgilio
Notizie" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il paventato G2 Usa/Cina potrebbe
effettivamente emarginare di fatto i Paesi europei nella scena
internazionale". Il capo della diplomazia italiana, che ha parlato nello
stesso dibattito del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha osservato che
per scongiurare questa "altra ipotesi di governance", gli europei
dovranno impegnarsi "a fondo"
G8/ FRATTINI: SENZA
UN'EUROPA FORTE USA E CINA CI EMARGINERANNO
( da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: G8/ Frattini: Senza un'Europa forte
Usa e Cina ci emargineranno di Apcom "Non esiste un formato unico,
esistono problemi comuni" -->Berlino, 20 apr. (Apcom) - "Una
nuova, efficace governance internazionale non può prescindere da un'Europa
forte e capace di esprimersi con una voce sola sui grandi temi globali".
Marsé y las perlas de un
escritor "anómalo" ( da "Pais,
El" del 20-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cuando se usa la lengua como
bandera empiezan los problemas." Sinde, a favor de un debate sobre la
calidad de los guiones La ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, se
mostró hoy favorable a abrir un debate sobre si uno de los problemas del cine
español actual puede ser la deficiencia de sus guiones.
( da "Stampa, La" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
"Più
investimenti contro la fame" [FIRMA]MAURIZIO TROPEANO TORINO «Se i governi
non attribuiranno priorità, nello sviluppo dei piani, agli investimenti
all'agricoltura dei piccoli agricoltori, il numero delle persone che soffrirà
la fame per effetto della povertà aumenterà ben oltre un miliardo nel corso del
prossimo anno, e occorrerà affrontare un'altra crisi dei prezzi alimentari». E'
questo l'allarme lanciato nella risoluzione finale del vertice G-14 degli
agricoltori che si è concluso a Pieve di Soligo su iniziativa della Federazione
internazionale dei produttori agricoli e della Cia-Confederazione italiana
agricoltori. Il documento del G-14 vuole essere un contributo ai ministri
dell'Agricoltura del G8 soprattutto perché è necessario far capire che «al cuore
della soluzione della sicurezza alimentare ci sono gli agricoltori; sono essi
che coltivano, seguono gli allevamenti, gestiscono i terreni e salvaguardano le
risorse naturali. Dunque, non ci può essere sicurezza alimentare senza
sicurezza degli agricoltori», spiega il presidente Cia, Giuseppe Politi. Che
fare, allora? Nella risoluzione del G-14 (al quale sono intervenute delegazioni
delle organizzazioni agricole di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Usa, Canada, Giappone, Russia, Cina, India, Brasile, Messico, Sud
Africa, Egitto e quella della Repubblica Ceca in qualità di presidente di turno
dell'Ue) sono indicate sette priorità. La prima: raddoppiare la produzione
agricola mondiale per soddisfare i bisogni di una popolazione che nel 2050 sarà
di 9 miliardi di persone. La seconda: aumentare gli investimenti per
incrementare la produttività agricola nei Paesi in via di sviluppo. La terza:
individuare una strategia comune per limitare il drammatico impatto delle crisi
alimentari. La quarta: regole certe per riequilibrare i mercati. La quinta:
priorità alla disponibilità e all'uso efficiente dell'acqua. La sesta: adattare
l'agricoltura ai mutamenti climatici. E la settima: tutelare i redditi degli
agricoltori. Secondo Politi «le politiche agricole non devono più trascurare il
ruolo degli agricoltori, specialmente dei piccoli agricoltori. Devono far sì
che la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile divengano realtà».
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( da "Stampa, La" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
NUTRIMENTO E
REDDITO Reportage Primo vertice agroalimentare tra i «Grandi» Zaia: "Sì ai
dazi se non si riscrivono le regole globali" «Va equilibrata la scelta tra
coltivazioni destinate alla tavola o all'energia» VANNI CORNERO CISON DI
VALMARINO(TREVISO) I dazi? «Non mi piacciono, sono liberista e credo nel
mercato, ma se l'alternativa è chiudere migliaia di aziende non ho dubbi: mi
batterò per mantenerli e salvare il lavoro dei nostri agricoltori». Il ministro
Luca Zaia, padrone di casa al primo «G8» della storia dedicato all'agricoltura,
fa chiaramente capire che le regole, in un mondo globalizzato, valgono per
tutti. E l'Italia regole globali le chiede da tempo, ma non sempre è ascoltata:
«Sappiamo, con tanto di dati ufficiali, che nove prodotti su dieci in giro per
il mondo sono dichiarati italiani, ma non lo sono - dice Zaia - . Questo accade
mentre per il nostro Paese il made in Italy rappresenta 24 miliardi di euro di
esportazioni, in crescita del 13% in Europa e dell'11% fuori dalla Ue. Con un
buon negoziato internazionale potremmo salire a 60 miliardi di euro, ma bisogna
eliminare l'agropirateria. Abbiamo l'obbligo di difendere le nostre produzioni
dai "falsari"- insiste il ministro - tutelando sia i nostri
agricoltori e le nostre industrie, sia la sicurezza alimentare sui mercati
internazionali». Linea, quella della sicurezza alimentare, su cui sta lavorando
anche il presidente Usa, Barack Obama. Un discorso che
non vale solo per quei prodotti un po'burocraticamente indicati come
«eccellenze alimentari», le regole rigide servono anche a bloccare la
speculazione sui generi di prima necessità «perchè - scandisce Zaia - non è
ammissibile che ci si possa arricchire giocando sui "future" delle
materie prime che compongono il cibo quotidiano». E poi gli Ogm, a cui, afferma
il titolare delle Politiche agricole, sottolineando di parlare a titolo
personale e non a nome del governo, «la maggioranza dei cittadini è contraria»
e che «non è vero garantiscano maggiori guadagni agli agricoltori». Gli
organismi geneticamente modificati, comunque, non erano nell'ordine del giorno
della seduta, anche se, venerdì, una trentina di no-global ha compiuto un blitz
in una tenuta agricola della zona, di proprietà della Fondazione Cassamarca, in
cui si sperimentano tecniche di coltivazione innovative. Ieri, invece,
militanti di Forza Nuova hanno manifestato, a Treviso, contro il G8 ed
esponenti dell'area anarchica si sono radunati a Vittorio Veneto. I ministri
dell'agricoltura di Canada, Russia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna,
Usa, Cekia (in rappresentanza
della presidenza Ue), il commissario europeo Mariann Fischer Boel, e i
rappresentanti di Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica, Argentina, Australia, Egitto, Banca
Mondiale ed altri organismi internazionali, dalla Fao all'Ocse, impegnati nel
summit che si chiuderà domani, concordano su un punto: l'agricoltura
deve ridiventare la grande protagonista sulla scena mondiale. Il perchè lo
sintetizza ancora Luca Zaia: «Il settore rappresenta il motore dell'economia,
producendo bioenergie, assicurando l'autosufficienza alle popolazioni ed
equilibrando i danni dei cambiamenti climatici». Concetti a cui plaude una nota
di Confagricoltura, chè però precisa: «Non esiste una ricetta unica valida per
tutti, così come non esistono modelli di agricoltura da preferire ad altri» ed
auspica un coordinamento agroalimentare globale, partendo dai lavori di questo
G8 agricolo e dal successivo vertice della Maddalena. «Per nutrire sei miliardi
di persone che rischiano la fame, occorre raddoppiare le produzioni - concorda
il direttore generale della Fao, Jacques Diouf - ma proprio per questo le
bioenergie devono trovare sviluppo senza toglierlo al cibo». E l'economista
Jeremy Rifkin aggiunge: «Il 40% delle terre coltivate serve a produrre mangimi
per animali e non alimenti per gli uomini». Mentre l'ambientalista indiana
Vandana Shiva esorta: «Questa nuova rivoluzione agricola deve partire dalla
presa di coscienza del fallimento di un sistema economico che ha dimenticato la
terra».
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( da "Stampa, La" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Intervista Moises
Naim "La mossa vincente? Aprire all'Avana diffidare di Caracas" DAL
CORRISPONDENTE DA NEW YORK Gli Stati Uniti avranno presto rapporti con Cuba
come li hanno con il Vietnam mentre rispetto a Chavez la situazione è più
incerta». È questa la previsione di Moises Naim, direttore del magazine
"Foreign Policy" e noto analista dell'America Latina. Dove può
portare il dialogo fra Barack Obama e Raul Castro? «Molto lontano perché non si
tratta di un processo che incomincia ora ma del frutto delle novità in corso da
tempo a Cuba, in Florida e nel mondo. Vi saranno presto degli incontri diretti
a livello di funzionari, poi di tipo più politico, forse vi sarà spazio per un
ruolo del brasiliano Lula o dello spagnolo Zapatero e tutto finirà con una foto
di Raul Castro alla Casa Bianca. La normalizzazione dei rapporti fra Washington
e l'Avana è già da tempo in corso, adesso sta accelerando e il risultato sarà
che gli Usa avranno con Cuba un legame simile a quello
con il Vietnam, che è una nazione ex nemica, retta da un partito comunista e
con la quale hanno ottimi rapporti economici». Peserà la questione del rispetto
dei diritti umani a Cuba? «Certo, c'è da sciogliere il nodo dei prigionieri
politici a Cuba, il cui numero peraltro è oggetto di costante discussione. Il
rispetto dei diritti umani resta una debolezza dell'Avana ma è anche vero che
gli Stati Uniti hanno solidi rapporti con la Cina, che è assai carente sotto questo profilo». Che impatto avrà il
dialogo fra Usa e Cuba su
Chavez? «Il presidente venezuelano è destinato ad essere molto più isolato. Due
anni fa al summit delle Americhe che si svolse in Argentina Chavez fu una vera
star, ebbe facile gioco a fare leva sull'ostilità alle politiche di Bush per
consolidare un proprio ruolo di leadership regionale, facendo leva su
Kirchner. Ma ora tutto è diverso. Alla Casa Bianca non c'è Bush ma Obama e Cuba
sta parlando con Washington. Per Chavez sarà difficile continuare a giocare la
carta dell'antiamericanismo». La stretta di mano fra Chavez e Obama cosa le
suggerisce? «È difficile dire, perché Chavez che stringe la mano a Obama è la
stessa persona che negli ultimi tempi lo ha spesso attaccato ed è anche lo
stesso che sta inasprendo la repressione contro gli oppositori. Le intenzioni
di Chavez nei confronti di Obama non sono chiare come quelle di Raul Castro».
Perché Chavez ha regalato a Obama il libro di Eduardo Galeano? «È un classico
della sinistra latinoamericana. La tesi di Galeano è che i problemi di sviluppo
del Sudamerica dipendono dall'essere stato sfruttato dagli Stati Uniti, che
sono diventati proprio in questa maniera un gigante mondiale». Insomma,
regalarlo a Obama è quasi una provocazione... «Questo è Chavez». Che
impressione si è fatto del summit di Trinidad e Tobago? «Il vero tema del vertice
non sono i rapporti fra Usa e Cuba e tantomeno la
stretta di mano fra Chavez e Obama bensì la dura contrapposizione fra due
gruppi di Paesi portatori di politiche economiche molto differenti. Brasile,
Cile, Messico, Perù, Colombia, Uruguay e Costa Rica fanno scelte simili a
quelle degli Usa mentre sul fronte opposto vi sono
Venezuela, Nicaragua, Ecuador e Bolivia. La divisione fra i due gruppi è netta
e le tensioni alte». \
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( da "Stampa, La" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Intervista Il
leader della Cisl POSTI DI LAVORO "Anche noi potremmo sostenere le
aziende" ALESSANDRO BARBERA «Non credo ci siano rischi di chiusura per le
fabbriche italiane» ROMA Segretario Bonanni, Fiat e Chrysler sembrano ormai
vicinissime all'accordo. Che ne pensa il leader della Cisl? «Sono anni che ci
diciamo favorevoli ad un grande progetto di fusione di respiro mondiale. Allora
ci fu detto che era bene aspettare di aver completato il risanamento. Ora il
momento è giusto: giusto soprattutto per tentare finalmente di attaccare
coreani e giapponesi sul mercato americano». Da anni la Cisl chiede però di partecipare
al governo delle imprese sul modello tedesco. La legge italiana invece
impedisce ai lavoratori di avere quote collettive come quella che i dipendenti
americani si apprestano ad acquisire nella nuova Chrysler. Né il fondo pensione
dei lavoratori metalmeccanici è sufficientemente ricco da potersi permettere
investimenti di quel tipo. Da sindacalista non prova un po' di invidia? «Non
posso negare che se quel criterio fosse applicato anche in Italia la
considererei una rivoluzione culturale, la fine di un tabù. Dico di più:
cambierebbero i connotati del capitalismo italiano». Che intende dire? «Molti
anni fa Enrico Mattei tentò per l'Eni quella strada, ma trovò sul suo percorso
due opposizioni: degli imprenditori e dell'allora Partito Comunista. Per molto
tempo a sinistra si è creduto che il salario del lavoratore avesse un odore e
un valore diverso da quello del capitalista. Non a caso il tentativo di
introdurre novità legislative sulla partecipazione dei lavoratori al capitale
delle imprese non è mai arrivato da esponenti della sinistra: lo hanno fatto
solo persone come Tiziano Treu, Gianfranco Fini o Pierferdinando Casini». Un
operaio le potrebbe obiettare che la cogestione significherebbe anche
condividere responsabilità, dunque lo sciopero diventerebbe un'arma contro sé
stessi. Lei pensa che i lavoratori italiani sarebbero pronti ad un passo del
genere? «Il conflitto di classe come lo abbiamo conosciuto nel ventesimo secolo
non esiste più. Oggi il datore di lavoro non è più l'unico soggetto che decide
delle sorti del lavoratore. E lo sciopero non può essere più l'unico strumento
a disposizione per difendere il posto di lavoro e il salario. Oggi il salario è anzitutto minacciato dalla globalizzazione, e
dal dumping sociale dei Paesi più poveri». Sembra però che la Cgil sia pronta a
fare un'apertura su questo tema. Che ne pensa? «Se lo facesse lo saluterei come
un evento epocale, viste le premesse culturali di cui parlavo prima». La
prossima settimana una delegazione dei sindacati Fiat vedrà i colleghi
americani. Qual è il motivo dell'incontro? «Vogliamo capire in che condizioni
versa la loro impresa. Un normale scambio di vedute nell'interesse nostro e
loro». Fra i lavoratori Fiat c'è chi teme che l'accordo non sarà un vantaggio.
Che anzi, l'accordo con Chrysler metta a rischio la produzione degli
stabilimenti italiani, soprattutto quelli del centro-sud. «Non credo che ciò
avverrà. Anzi, penso invece che se l'accordo funzionerà ci sarà più stabilità
occupazionale per tutti. Certo i rischi non mancano, ma di solito sono i
progetti fondati a dare certezze. Non a caso, la Fim ha chiesto ai vertici
dell'azienda impegni precisi a difesa dell'occupazione in tutti gli
stabilimenti italiani. E comunque, probabilmente si correrebbero molti più
rischi rimanendo inermi di fronte alla potenza di fuoco dei concorrenti in un
mercato sempre più difficile e globalizzato».
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( da "Trend-online"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi: su regole
globali piu' consenso, apertura Berlino ANSA NEWS, clicca qui per leggere la
rassegna di Ansa , 18.04.2009 22:59 Scopri le migliori azioni per fare trading
questa settimana!! (ANSA) - BERLINO, 18 APR - Berlino 'apre' alla realizzazione
delle regole globali su economia e finanza che l'Italia conta di varare al
vertice del G8 in Sardegna.Le nuove regole globali, per il membro del Consiglio
della Bce Lorenzo Bini Smaghi, sono necessarie per far ripartire appieno il
sistema economico. E su tali regole, al di la' delle contrapposizioni tra
Europa e Usa, cresce quindi il consenso e gia' nelle
riunioni del Fmi la prossima settimana sara' da verificare se tale processo va
avanti. Intanto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti registra con soddisfazione
la posizione tedesca nel convegno organizzato dall'Aspen Institute a Berlino.
'C'e' una buona apertura della Germania sul legal standard' spiega. Dentro,
secondo i partecipanti dell'incontro a porte chiuse, il rappresentante del
governo tedesco Bernd Pfaffenbach che ricopre anche il ruolo di 'sherpa' del
cancelliere Angela Merkel ai vertici internazionali, avrebbe speso parole
positive in tal senso. Dove invece la resistenza, almeno a livello governativo,
rimane forte per la creazione di Eurobond. Nell'incontro a
porte chiuse i partecipanti hanno poi discusso su come riportare in equilibrio
la situazione del commercio mondiale caratterizzato prima della crisi dagli Usa come grande paese consumatore e da Cina, Giappone e Germania come Paesi
esportatori.(ANSA).
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( da "Wall Street Italia"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi: su regole
globali piu' consenso, apertura Berlino di ANSA Bini Smaghi, passo necessario
per fiducia risparmiatori -->(ANSA) - BERLINO, 18 APR - Berlino 'apre' alla
realizzazione delle regole globali su economia e finanza che l'Italia conta di
varare al vertice del G8 in Sardegna.Le nuove regole globali, per il membro del
Consiglio della Bce Lorenzo Bini Smaghi, sono necessarie per far ripartire
appieno il sistema economico. E su tali regole, al di la' delle
contrapposizioni tra Europa e Usa, cresce quindi il
consenso e gia' nelle riunioni del Fmi la prossima settimana sara' da
verificare se tale processo va avanti. Intanto il ministro dell'Economia Giulio
Tremonti registra con soddisfazione la posizione tedesca nel convegno
organizzato dall'Aspen Institute a Berlino. 'C'e' una buona apertura della
Germania sul legal standard' spiega. Dentro, secondo i partecipanti
dell'incontro a porte chiuse, il rappresentante del governo tedesco Bernd
Pfaffenbach che ricopre anche il ruolo di 'sherpa' del cancelliere Angela
Merkel ai vertici internazionali, avrebbe speso parole positive in tal senso.
Dove invece la resistenza, almeno a livello governativo, rimane forte per la
creazione di Eurobond. Nell'incontro a porte chiuse i
partecipanti hanno poi discusso su come riportare in equilibrio la situazione
del commercio mondiale caratterizzato prima della crisi dagli Usa come grande paese consumatore e da Cina, Giappone e Germania come Paesi
esportatori.(ANSA).
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( da "Libertà" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Restauro di
imperi, ma l'Europa è indipendente dagli Stati Uniti di PAOLO G. PENSA Avoler
credere a Parag Khanna professore americano di origine indiana, esperto di
geopolitica, l'Europa, gli Stati Uniti e la Cina sarebbero i tre imperi destinati a
contare sempre di più in un mondo multipolare in cui altri imperi come Russia,
India, Giappone, Iran avrebbero sempre meno potere contrattuale nei confronti
dei tre grandi suddetti, dai quali per contro dovrebbero subire accerchiamento
economico, isolamento, e, in definitiva la loro riduzione a imperi a
responsabilità mondiale limitata. In particolare, l'Europa appare al
Professor Khanna specialmente adatta ad esercitare le sue capacità imperiali in
un mondo in cui la potenza militare, specie quella conferita da armamenti
sofisticati come aerei senza pilota sommergibili nucleari, ecc. può poco o
nulla contro bande di terroristi o guerriglieri nascosti, quando non operativi,
in giungle o montagne inaccessibili per periodi lunghi decenni. Si pensi ad Al
Qaeda in Afghanistan o a Sendero Luminoso in Perù. E l'Europa, infatti, intesa
come Unione Europea, non opera come impero poderosamente armato, ma come
mercato grandissimo per potenziale industriale e commerciale sia di
esportazione che di importazione. Ma, se proprio di difesa militare ce ne fosse
bisogno, gli stati membri dell'UE, salvo l'Irlanda, la Svezia e qualche altro,
sono tutti membri della NATO. Ebbene, si dirà, ma la NATO non è forse diretta e
comandata in pratica dagli Stati Uniti? Sì, in effetti, ma solo in quanto gli
USA sono il maggior contribuente di forza militare, e il maggior alleato nella
NATO, che è soprattutto, appunto, alleanza. E poi, ai massimi alleati europei,
Gran Bretagna, Germania, Turchia, Italia, Spagna, recentemente s'è aggiunta la
Francia per decisa volontà del suo presidente Sarkozy. Dal 1967, la Francia,
pur rimasta formalmente nell'alleanza, era uscita dal comando integrato NATO e
non partecipava pertanto alle operazioni militari dell'alleanza. Di qui, la
grande contraddizione: il Presidente Sarkozy, riporta la Francia nella NATO e,
nello stesso tempo, si dichiara contrario all'entrata della Turchia nell'Unione
Europea. Anzi alle esortazioni dal Presidente americano Obama rivolte
all'Europa affinché la Turchia venga accolta nell'Unione, il Presidente Sarkozy
ha dichiarato che l'adesione turca all'UE è decisione che non spetta agli Stati
Uniti. A ben considerarla, la contraddizione è forse una conferma della tesi
del Professor Khanna. L'Europa è un impero indipendente dagli Stati Uniti che
non prende ordini da Washington per quanto ragionevoli e lungimiranti essi
appaiano alla luce degli sforzi americani per riportare la regione
mediorientale ad un equilibrio sconvolto da otto anni di presidenza Bush e
dalla sua dissennata guerra all'asse del male lungo da Baghdad a Pyongyang
(Corea del Nord). Se poi il Presidente Sarkozy avesse fatto sforzi sovrumani
per non farsi scappar detto che sulla Turchia decideva lui, Nicolas, e nessun
altro, allora si confermerebbe la validità di una delle tante battute che
circolano in Francia sul suo conto, per esempio che lui non porta orologio
perché tanto decide lui che ora ha da essere. 19/04/2009
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( da "Corriere della Sera"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della
Sera sezione: Economia data: 19/04/2009 - pag: 27 Volkswagen Madrid, 100
milioni per Seat MADRID Seat, la controllata spagnola di del gruppo Volkswagen,
riceverà 100 milioni di euro in aiuti di Stato dalla Spagna. Lo scrive il
quotidiano «El Economista», citando fonti governative secondo cui Madrid
starebbe incoraggiando la casa tedesca guidata da Ferdinand Piech ( nella foto,
presidente del supervisory board) a produrre in Spagna la nuova Audi Q3. I
fondi sarebbero parte di un più ampio pacchetto reso disponibile dal governo di
Madrid pari a 800 milioni di euro per il settore automobilistico, approvato lo
scorso anno. Per il gruppo Volkswagen le vendite nel primo
trimestre dell'anno, emerse con i dati europei pubblicati venerdì scorso, sono
risultati sempre in calo ma con segnali di ripresa in Germania dove come in
altri stati europei sono stati lanciati incentivi alla rottamazione. Bene la Cina dove il gruppo vende tre volte più
che negli Usa.
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( da "Nazione, La (Firenze)"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA &
FINANZA pag. 22 «La ripresa? Dipende da Usa e Cina» INTERVISTA IL PREMIO NOBEL JOSEPH STIGLITZ di MARTINO
MARTELLINI ROMA ANCHE il premio Nobel Joseph Stiglitz (nella foto) crede che
prima o poi usciremo dalla crisi ma di certo i nostri mali non guariranno del
tutto se non si interverrà sullo squilibrio che il perverso rapporto tra Usa e Cina provoca a tutta
l'economia mondiale. Professor Stiglitz, in anni non sospetti lei sosteneva che
il "Washington consensus" condizionando il Fmi metteva a rischio il
rapporto tra le economie dei vari paesi, ora che tutto è accaduto.... «Crisi
finanziaria e crisi del clima. Purtroppo i segnali erano sotto i nostri occhi:
la crisi finanziaria è scoppiata nel 2007 quando il rapporto tra debito e
capitale dell'impresa è aumentato a livelli spaventosi. Un tipo di anomalia riscontrabile
in tutte le altre recessioni che ci sono state nel dopoguerra. Stesso discorso
vale per il clima vista la nefasta influenza che i criteri di valutazione del
Pil. Faccio un esempio: prendiamo i sistemi economici di due nazioni che
crescono a Pil uguale ed utilizzano entrambi una foresta di cui dispongono, uno
la distrugge completamente senza ripiantare alberi e l'altro li ripianta. Dal
punto di vista del Pil sono uguali ma dal punto di vista della ricchezza sono
diversi». Lei parla spesso di una nuova politica delle risorse energetiche e
negli Usa la California ha iniziato a trasformare in
politiche concrete questa necessità di cambiare approccio. E' la strada giusta?
«In futuro dobbiamo aumentare le tassazioni sull'energia prodotta da
indrocarburi o da fonti esauribili, i capitali si sposteranno così su altri
investimenti diretti verso lo sviluppo delle fonti alternative. Adesso, con una
crisi economica così forte, questo intervento fiscale è impossibile, allora la
proposta è quella è cambiare le abitudini della gente, razionalizzare i
consumi, riciclo dei rifiuti sempre più efficiente fino a raggiungere la
strategia californiana dei rifiuti zero». Torniamo alla crisi e al ruolo delle
banche.... «Le banche debbono essere nazionalizzate perché gli aiuti alle
banche che oggi vengono dati a piene mani non sono altro che una viziata
ridistribuzione del reddito. Invece di dare aiuti alle banche per sopravvivere,
sarebbe meglio che questi soldi venissero utilizzati diversamente. Lo stato
acquista quote (a prezzi bassi) poi quando le banche staranno meglio, venderà
quelle quote a prezzi più alti ridistribuendo il guadagno tra i cittadini,
magari facendo pagare meno tasse». Lei è molto preoccupato
per lo squilibrio che c'è tra Cina ed Usa...
«Anche se la struttura finanziaria si dovesse rimettere in ordine, e questo
prima o poi accadrà, a livello mondiale c'è uno squilibrio enorme tra Stati
Uniti e Cina: gli Usa importano moltissimo e la Cina è ormai un ricettacolo di dollari e
bond Usa. Lo
squilibrio che resta comunque è quello, ma se non si interviene la crisi si
ripresenterà ancora. Vedo dei correttivi: sistemi di pagamenti diversi, riforma
del Fmi e coinvolgimento dell'Europa e Giappone e delle loro valute. Il mondo
intero non può essere sotto ricatto di questa anomalia». Crede che sarà
possibile un altro new deal negli Usa? «Sarebbe un
errore, è inutile avere in mente grandi opere pubbliche. All'epoca del new deal
il debito pubblico era al 10%, oggi le cose non stanno così. Poi c'è un
problema di tempi: prima che una grande opera pubblica abbia effetti economici
importanti passano 5 o 10 anni, noi abbiamo bisogno di effetti più vicini. Ci
può essere solo un new deal verde, Obama ha ragione quando pretende che si
ristrutturi il modo di produrre». Lei crede molto nella possibilità che i
cittadini, appunto dal basso, possano cambiare le cose... «Negli Usa con la crisi e la paura per i cambiamenti climatici,
sono state messe in discussione delle certezze che riguardano la vita di tutti
i giorni. C'è una nuova voglia di impegnarsi anche da voi in Italia, il mio
amico economista Mauro Gallegati ad Ancona si candida alle elezioni per portare
nel dibattito elettorale i temi rifiuti zero, sostenibilità, Pil della
felicità, nuova mobilità».
Torna all'inizio
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
VETRINA ECONOMIA
pag. 22 «La ripresa? Dipende da Usa e Cina» INTERVISTA IL PREMIO NOBEL JOSEPH STIGLITZ di MARTINO
MARTELLINI ROMA ANCHE il premio Nobel Joseph Stiglitz (nella foto) crede che
prima o poi usciremo dalla crisi ma di certo i nostri mali non guariranno del
tutto se non si interverrà sullo squilibrio che il perverso rapporto tra Usa e Cina provoca a tutta
l'economia mondiale. Professor Stiglitz, in anni non sospetti lei sosteneva che
il "Washington consensus" condizionando il Fmi metteva a rischio il
rapporto tra le economie dei vari paesi, ora che tutto è accaduto.... «Crisi
finanziaria e crisi del clima. Purtroppo i segnali erano sotto i nostri occhi:
la crisi finanziaria è scoppiata nel 2007 quando il rapporto tra debito e
capitale dell'impresa è aumentato a livelli spaventosi. Un tipo di anomalia riscontrabile
in tutte le altre recessioni che ci sono state nel dopoguerra. Stesso discorso
vale per il clima vista la nefasta influenza che i criteri di valutazione del
Pil. Faccio un esempio: prendiamo i sistemi economici di due nazioni che
crescono a Pil uguale ed utilizzano entrambi una foresta di cui dispongono, uno
la distrugge completamente senza ripiantare alberi e l'altro li ripianta. Dal
punto di vista del Pil sono uguali ma dal punto di vista della ricchezza sono
diversi». Lei parla spesso di una nuova politica delle risorse energetiche e
negli Usa la California ha iniziato a trasformare in
politiche concrete questa necessità di cambiare approccio. E' la strada giusta?
«In futuro dobbiamo aumentare le tassazioni sull'energia prodotta da
indrocarburi o da fonti esauribili, i capitali si sposteranno così su altri
investimenti diretti verso lo sviluppo delle fonti alternative. Adesso, con una
crisi economica così forte, questo intervento fiscale è impossibile, allora la
proposta è quella è cambiare le abitudini della gente, razionalizzare i
consumi, riciclo dei rifiuti sempre più efficiente fino a raggiungere la
strategia californiana dei rifiuti zero». Torniamo alla crisi e al ruolo delle
banche.... «Le banche debbono essere nazionalizzate perché gli aiuti alle
banche che oggi vengono dati a piene mani non sono altro che una viziata
ridistribuzione del reddito. Invece di dare aiuti alle banche per sopravvivere,
sarebbe meglio che questi soldi venissero utilizzati diversamente. Lo stato
acquista quote (a prezzi bassi) poi quando le banche staranno meglio, venderà
quelle quote a prezzi più alti ridistribuendo il guadagno tra i cittadini,
magari facendo pagare meno tasse». Lei è molto preoccupato
per lo squilibrio che c'è tra Cina ed Usa...
«Anche se la struttura finanziaria si dovesse rimettere in ordine, e questo
prima o poi accadrà, a livello mondiale c'è uno squilibrio enorme tra Stati
Uniti e Cina: gli Usa importano moltissimo e la Cina è ormai un ricettacolo di dollari e
bond Usa. Lo
squilibrio che resta comunque è quello, ma se non si interviene la crisi si
ripresenterà ancora. Vedo dei correttivi: sistemi di pagamenti diversi, riforma
del Fmi e coinvolgimento dell'Europa e Giappone e delle loro valute. Il mondo
intero non può essere sotto ricatto di questa anomalia». Crede che sarà
possibile un altro new deal negli Usa? «Sarebbe un
errore, è inutile avere in mente grandi opere pubbliche. All'epoca del new deal
il debito pubblico era al 10%, oggi le cose non stanno così. Poi c'è un
problema di tempi: prima che una grande opera pubblica abbia effetti economici
importanti passano 5 o 10 anni, noi abbiamo bisogno di effetti più vicini. Ci
può essere solo un new deal verde, Obama ha ragione quando pretende che si
ristrutturi il modo di produrre». Lei crede molto nella possibilità che i
cittadini, appunto dal basso, possano cambiare le cose... «Negli Usa con la crisi e la paura per i cambiamenti climatici,
sono state messe in discussione delle certezze che riguardano la vita di tutti
i giorni. C'è una nuova voglia di impegnarsi anche da voi in Italia, il mio
amico economista Mauro Gallegati ad Ancona si candida alle elezioni per portare
nel dibattito elettorale i temi rifiuti zero, sostenibilità, Pil della
felicità, nuova mobilità».
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( da "Giorno, Il (Milano)"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
LETTERE E
COMMENTI pag. 18 Giovedì sera ero all'Auditorium di Milano per un concerto
dell'Orchestra Verdi, e ho ... Giovedì sera ero all'Auditorium di Milano per un
concerto dell'Orchestra Verdi, e ho assistito a uno spettacolo davvero
incredibile! Sul podio un maestro anglo-caraibico nero come il carbone, che
interpretava magistralmente (e senza spartito!) musiche dei compositori russi
Borodin e Tchaikovsky. Il maestro Marshall questo il suo nome dirigeva una
orchestra italiana di cui fanno parte stabilmente anche musicisti stranieri,
fra i quali almeno due giapponesi. Nella prima parte del concerto si è esibita
una violinista solista originaria della Moldavia, che si è guadagnata applausi
a scena aperta! Effetti della globalizzazione?
"Meticciato" culturale, come dice il Patriarca di Venezia cardinale
Scola? Mi veniva da sorridere pensando ai ricorrenti discorsi sui timori di
"erosione" della identità italiana o addirittura padana... Giorgio
Acquaviva
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( da "Giornale.it, Il"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mio amico e
collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente
e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza
una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo:
Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il
numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il
titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a
pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi
200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400
milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di
Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop
corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato
ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da
14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige
l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei
supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità,
arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i
danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è
inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno
queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene,
ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso,
ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto
in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste,
democrazia, giornalismo Commenti ( 3 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono
(ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le
elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a
pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di
euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e
ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma
perchè la Lega non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene
anticostituzionale; in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e
dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del
quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo
incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il
collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe
più attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più
voti. 2) attribuire il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie
di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature
multiple che consentono a un candidato di correre in più seggi elettorali. Se
passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente
alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta
in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho
l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non gradisca affatto
lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà
giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le
urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre
l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere
il cabotaggio elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di
irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi
chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum,
pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 38 ) »
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi
di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse
festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è
possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici
improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O
è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa
ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole
mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il
valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli
istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche
possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole
sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G 20 ha
proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse
risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di
ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia,
di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la
profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà,
ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra
una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo
accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo
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articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione
clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta
all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il
decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non
verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme
ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran
Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente
francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così:
"Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per
allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli
extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno
essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via
gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle
italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro,
disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: "
L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di
smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità
da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia
giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria
l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti
necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un
illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni
preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma,
evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un
peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi,
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia,
immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (3 voti, il voto
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla
crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella
crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche
l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non
poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande
tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i
newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come
segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E
se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di
sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti
ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo
dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di
spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e
dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per
piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro,
contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo:
dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore?
Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il
mondo Commenti ( 40 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene
(con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla
tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è
unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune
commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato
molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha
offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha
accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di
continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata
l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati
per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero
bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura
della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici
non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state
solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio,
qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo
mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il
terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di
averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione
fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo
che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero
state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i
paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito
il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una
trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi
francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato
che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno
iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo
è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato,
un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente
manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso
all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni
partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi
l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per
l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino,
peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio
rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico,
spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 73 ) » (4 voti, il
voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009
Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09
Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia
sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e
non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in
delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in
Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano
che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe
agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere
forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante
popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni
giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo
non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush.
Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con
Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto
drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si
concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano
difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo
primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé,
improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era
abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli.
Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto
l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della
Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per
l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di
5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse
settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli
europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no,
senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata
improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala.
Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà
intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi
finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha
bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere
un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore,
dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici
- G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore.
La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio:
Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere
il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di
un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama,
crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti
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di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La
Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i
leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia
così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di
sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i
contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità.
L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500
miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono
regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono
essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown
"non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le
società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni
Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno
dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle
banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione
d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un
codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti (
vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno
a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la
crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in
cui i Paesi come Cina,
India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto
nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare
una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato
insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a
rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma
strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri
gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava
le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e
siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a
iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo,
nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma ,
cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che
il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel
tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo
ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il
tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale?
Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli
usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (6
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02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine
di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle
banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e
un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi
frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un
altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama
dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena
del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con
Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un
paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono
due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente
minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego
perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta
contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che
le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli
spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli
animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime.
Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi
siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi
d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste,
giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e,
purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che
negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato
inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un
decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta
finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi
non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti
difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da
imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona
notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama,
spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie
nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti,
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar
09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo.
Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi
industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si
concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è
difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli
hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme
strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia
reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc.
Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa.
Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non
seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le
modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi
i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno
l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E
per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della
stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da
Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno
annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più
importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata
manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco,
esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia
da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei
conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la
cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo
l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà
inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a
poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe
al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da
indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così
debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a
Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio
di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo
non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi
si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a
un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della
crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli
usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 )
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( da "Stampaweb, La"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Louis Schweitzer,
lei è presidente di Renault, del Festival di Avignone, del consiglio di
amministrazione di «Le Monde», ma oggi queste non sono le sue attività
principali. «Sì, perché sono presidente della Halde, acronimo di Alta
autorità per la lotta contro la discriminazione e per luguaglianza.
Mi occupa molte ore alla settimana, è unautorità indipendente, ma
finanziata dallo stato francese. E unautorità che in Italia non
esiste anche se una direttiva europea stabilisce che ci dovrebbe essere in tutti i paesi dEuropa».
In che cosa consiste la discriminazione? «Nel lavoro, per esempio è normale
essere trattati meno bene se uno è meno bravo o meno intelligente, ma non va
bene se il motivo è il colore della pelle o un handicap, una donna di
unaltra religione
o lomosessualità. Il problema è che i discriminati non hanno modo
di difendersi». Sono molti? «Circa il 10-20% delle persone, ma nella maggior
parte dei paesi è un argomento però poco trattato. Chi si sente vittima può
scriverci e reclamare. Noi operiamo da quattro anni e riceviamo 10.000 reclami allanno».
Avete buoni risultati? «Sì, otteniamo che il governo cambi leggi o che vengano
fatte riparazioni alle persone danneggiate. Noi lavoriamo anche per la
promozione delluguaglianza, che è la parte più preventiva». Cè
molto razzismo e discriminazione in Francia? «Né più né meno che negli altri
paesi europei». E rispetto agli Stati Uniti? «Negli Stati Uniti cè stato
un razzismo legale fino alcuni anni fa, cosa che in Europa non è mai esistita.
Ma in Europa
qualche africano non è trattato come gli europei e una donna è meno pagata o ha
meno possibilità di carriera i un uomo. Ci sono sempre più uomini che donne nei
posti di responsabilità». E la sua presidenza di Renault? «Sono stato
presidente e amministratore delegato dal 1992 al 2005 e dal 2005 sono diventato
presidente non esecutivo. Lavoravo 80 ore alla settimana. Quando nel 2005 ho
lasciato, il presidente della repubblica Chirac mi ha chiesto di assumere la
presidenza dellalta autorità per la lotta contro la discriminazione e per
luguaglianza». Che cosa succede secondo lei nel mondo
dellauto? «Credo stia attraversando una crisi congiunturale, magari lunga
e profonda, ma legata al fatto che la gente ha paura dellavvenire e ha
meno soldi. Altri pensano
che sia strutturale, che il secolo dellauto sia finito e
che la voglia di auto sia sparita. Io non penso che sia così. Il primo mercato
per 103 anni è stato quello degli Stati Uniti, ma dal gennaio 2009 per la prima
volta il mercato cinese è più grosso di quello americano». Lei ha partecipato al convegno
che si è svolto a Roma, promosso dal ministro per i beni culturali Sandro Bondi
e dal direttore di Villa Medici Frederic Mitterand alla Villa Medici sul tema
«Pensare la crisi». Qual è stato il suo argomento? «Ho parlato di cultura, come
presidente del Festival di Avignone. Ho spiegato che bisogna tornare alla
ragione e allequilibrio che erano stati un po
dimenticati. Per quanto riguarda la cultura vorrei sviluppare tre idee. La
prima: per molte ragioni
è importante che lo Stato finanzi la cultura, che non è soltanto un bene
mercantile, ma è una condizione della libertà. E una cultura puramente
commerciale è una cultura le cui capacità creative sono limitate. La seconda
idea: globalizzazione vuol dire andare verso un modello unico culturale, e
questo è un enorme impoverimento. Nel cibo, ad esempio, ununica
cucina sarebbe terribile e anche un unico modo di fare un film. Invece
internazionalizzazione vuol dire apertura a tutte le culture e a qualcosa di straordinariamente positivo.
Trentanni fa il Festival di Avignone era un festival soltanto di
teatro francese con attori francesi, testi francesi, tutto in francese. Oggi
nel 2009 il teatro è in tedesco, in italiano, in giapponese e nellultima
edizione era
visibile tutto il teatro possibile nelle sue diversità. Questa crisi ci deve
fare riconsiderare i limiti del modello unico che ci propone la
globalizzazione. Linternazionalizzazione deve essere
sviluppata. E tragico quello che è già successo in tempi di crisi, per esempio nel 29:
il ripiegamento su se stessi. La mia terza idea: che la cultura per molto tempo
è stato un privilegio, un segno di riconoscimento, di élite, ma in un mondo
dove ci sono problemi di integrazione e di immigrazione, la cultura può essere il modo di creare un
sentire comune di appartenenza e di scoperta». In tempo di crisi la
discriminazione aumenta o diminuisce? «Il rischio è che aumenti, perché in
tempo di crisi le prime vittime naturali sono i più deboli; il secondo punto è
che per abolire la discriminazione ci vuole unazione
sporca dei governi e delle imprese, ma in tempo di crisi il rischio è che
lemergenza faccia dimenticare le ragioni di fondo che ci spingono invece
a lottare contro la discriminazione». Lei è anche presidente del consiglio di
amministrazione di Le Monde. Che cosa pensa di quanto avviene nei giornali in
questi tempi di difficoltà economica? «Le Monde è il giornale di riferimento in
Francia. Durante la crisi ci vuole analisi e informazione. Penso che il giornale
stampato, quotidiano, sia il solo che possa mettere insieme informazione e
analisi. Altrimenti cè molta più informazione di quanto
noi possiamo capire e vi è unanalisi staccata dallinformazione.
Invece, il quotidiano mette insieme linformazione verificata e lanalisi.
Il web, la radio, la televisione non hanno spazio da dedicare alla verifica o
allanalisi».
Torna all'inizio
( da "Avvenire" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
AGORÀ 19-04-2009
LA MAPPA Autocefali & nestoriani La divisione tra Oriente e Occidente
cristiano si è consumata nel 1054, anche se le «crepe» erano già evidenti da
decenni. Oggi si calcola che nel mondo gli ortodossi siano più o meno 230
milioni, con l'incognita numerica rappresentata dagli ex sovietici. La Chiesa
ortodossa è un insieme di Chiese autonome, in comunione reciproca. Due i gruppi
principali. Per prime le Chiese ortodosse calcedoniane (che hanno accettato la
dottrina cristologica del Concilio di Calcedonia, 451), di cui fanno parte gli
antichi patriarcati di Gerusalemme, Antiochia, Alessandria e Costantinopoli ma
anche alcuni più recenti come la Chiesa ortodossa russa, patriarcato dal 1558.
Accanto al principio che ogni nazione può sviluppare una Chiesa locale, si
applicano i concetti di «autocefalia», cioè le Chiese possono eleggere il loro
capo, e di «autonomia» (diritto all'autogoverno). La seconda categoria
comprende le Chiese ortodosse non calcedoniane o antico-orientali e comprende
un insieme frastagliato di culti e tradizioni distribuito in un territorio
molto esteso, dall'Armenia all'Africa. Tra le Chiese cristiane d'Oriente rientra anche la Chiesa Assira dell'Est, conosciuta come
«nestoriana»: un tempo molto diffusa, oggi conta meno di 300mila fedeli
soprattutto in Iran, Iraq e India ma con propaggini negli Usa e Cina. Deve il nome al patriarca di Costantinopoli Nestorio, vissuto
tra IV e V secolo, e rifiuta anche il Concilio di Efeso (431). (R.Macc.)
Torna all'inizio
( da "Giornale.it, Il"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il mio amico e
collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai
presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta
evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di
questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri
Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro:
"Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7",
e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso
quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400
milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di
Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop
corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato
ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da
14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige
l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei
supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità,
arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i
danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è
inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno
queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene,
ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso,
ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge.
Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie
nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 5 ) » (1 voti, il voto medio è: 5
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Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega
ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole
all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una
questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena
crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione.
Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega
ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento?
Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che
il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta
al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre
quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1)
abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il
premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla
singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza
anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato.
3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in
più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di
diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco
perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni
comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non
gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum.
Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli
elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega
esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il
Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del
partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue
ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica,
lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia
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articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi
di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse
festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è
possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici
improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O
è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa
ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole
mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il
valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli
istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche
possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole
sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi
titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma
può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra
uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo
esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a
uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York
Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è
migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono
inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in
negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto
migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una
truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma
l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli
istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di
credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero,
ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti,
come sempre. Il G 20 ha
proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse
risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di
ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia,
di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la
profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà,
ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra
una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo
accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin,
manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo
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articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione
clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta
all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il
decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non
verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme
ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran
Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente
francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così:
"Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per
allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli
extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno
essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via
gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle
italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro,
disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: "
L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di
smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità
da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia
giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria
l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti
necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un
illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni
preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma,
evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un
peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi,
comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia,
immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (3 voti, il voto
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RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla
crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi
intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in
Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande
successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più
influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella
crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un
mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva
degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare
ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi
le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la
coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano
conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti
come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano:
cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava
davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei
problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche
l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non
poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto
esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo
americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete
proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani
dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno
nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la
possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata
dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della
natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui
valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande
tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i
newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come
segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E
se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova
conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità
degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di
sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti
ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo
dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di
spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e
dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per
piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro,
contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo:
dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore?
Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il
mondo Commenti ( 40 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.5 su un massimo di 5)
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Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene
(con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla
tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è
unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune
commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato
molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha
offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha
accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di
continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata
l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati
per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero
bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura
della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici
non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state
solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio,
qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo
mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il
terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di
averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione
fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo
che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero
state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i
paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito
il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una
trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi
francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato
che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno
iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo
è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato,
un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente
manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso
all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni
partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi
l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per
l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino,
peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio
rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico,
spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 73 ) » (4 voti, il
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Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09
Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia
sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e
non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in
delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in
Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano
che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe
agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere
forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante
popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni
giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo
non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush.
Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con
Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto
drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si
concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano
difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo
primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé,
improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era
abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli.
Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto
l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della
Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per
l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di
5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse
settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli
europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no,
senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata
improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala.
Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà
intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi
finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha
bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere
un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore,
dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici
- G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore.
La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio:
Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere
il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di
un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama,
crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti
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di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo
articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La
Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i
leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia
così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di
sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i
contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità.
L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500
miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono
regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono
essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown
"non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le
società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni
Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno
dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle
banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione
d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un
codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti (
vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno
a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la
crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in
cui i Paesi come Cina,
India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto
nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare
una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato
insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a
rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma
strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri
gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava
le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e
siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a
iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo,
nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma ,
cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che
il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel
tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo
ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il
tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale?
Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli
usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (6
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02Apr 09 Che tristezza, la Cnn (e un certo giornalismo). Ieri pomeriggio decine
di migliaia di persone hanno preso d'assalto la City, spaccando vetrine delle
banche, accerchiando la Banca d'Inghilterra; ci sono stati tafferugli, feriti e
un morto. Ieri pomeriggio mi sono sintonizzato sulla Cnn: da sempre in questi
frangenti è la più rapida e la più completa; ma ieri sembrava stesse su un
altro pianeta. Mentre la protesta esplodeva, la Cnn ci ha parlato di Obama
dalla regina, del menu preparato dallo chef dei vip, dei preparativi della cena
del G20, ha mostrato fino alla nausea le immagini di Obama sorridente con
Medvedev e il presidente cinese Hu Jintao. E i disordini? Un collegamento di un
paio di minuti, come si trattasse di un fatto marginale. Le possibilità sono
due: o la Cnn ha commesso un grave errore giornalistico oppure ha volutamente
minimizzato i disordini di Londra. Propoendo per la seconda ipotesi e vi spiego
perchè: da quando negli Usa è esplosa la protesta
contro i bonus dei manager Aig, l'establishment finanziario e politico teme che
le proteste, per ora isolate, possano estendersi; dunque il messaggio che gli
spin doctor trasmettono ai media è di essere cauti, di non infiammare gli
animi, di minimizzare. E la Cnn si è adeguata, come se fosse una tv di regime.
Da notare che nessun media europeo ha fatto altrettanto, sebbene molti governi
siano assai preoccupati e abbiano inviato messaggi analoghi: tutti i mezzi
d'informazione, di destra e di sinistra, hanno dato spazio alle proteste,
giudicandole, giustamente, una notizia importante. Che tristezza, la Cnn e,
purtroppo, non è l'unico episodio negativo che riguarda la stampa americana che
negli ultimi anni ha assecondato senza critiche la guerra in Irak, ha censurato
inchieste su Madoff (è successo al Wall Street Journal), e per oltre un
decennio non ha analizzato, nè denunciato gli abusi e le storture della casta
finanziaria di Wall Street, di cui, anzi, era diventata il megafono. E questi
non sono che alcuni esempi. La stampa europea (e quella italiana) ha molti
difetti, ma per anni abbiamo considerato quella americana come un modello da
imitare. Ora non più. Il livellamento, è verso il basso e non è una buona
notizia per il giornalismo occidentale. Scritto in manipolazione, era obama,
spin, crisi, comunicazione, società, europa, gli usa e il mondo, notizie
nascoste, democrazia, globalizzazione, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti,
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2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 31Mar
09 G20, tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Dunque, ci siamo.
Obama arriva oggi a Londra e domani vedrà i leader dei venti principali Paesi
industrializzati; ma questo vertice, ritenuto da tutti fondamentale, si
concluderà con ogni probabilità con pochi risultati concreti, che non è
difficile prevedere: un impegno generico a una nuova regolamentazione degli
hedge funds, misure contro i paradisi fiscali, nuovi fondi al Fmi. Le riforme
strutturali resteranno nel cassetto e lo strapotere della finanza sull'economia
reale non verrà rimesso in discussione: questo espone il mondo a nuovi choc.
Una delle novità più importanti riguarda il rapporto tra l'America e l'Europa.
Come ho scritto in un pezzo sul Giornale, l"'Europa ha deciso di non
seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le
modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi
i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno
l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E
per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della
stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da
Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto". I consiglieri della Casa Bianca hanno
annunciato che "Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più
importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata
manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco,
esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia
da sé". L'Europa ritiene più importante salvaguardare la solidità dei
conti pubblici e limitare i rischi di un'iperinflazione, l'America, invece, la
cui economia è basta al 75% sui consumi, deve far ripartire ad ogni costo
l'economia. Il viaggio confermerà la straordinaria popolarità di Obama, ma sarà
inconcludente anche su altri dossier, soprattutto sull'Afghanistan: fino a
poche settimane fa Washington pretendeva dagli europei l'invio di nuove truppe
al fianco dei marines, ma nella Ue questa eventualità è talmente impopolare da
indurre i governi a respingere le pressioni americance. E l'America è così
debole da abbozzare: al vertice della Nato la questione delle nuove truppe a
Kabul passerà sotto traccia. La mia impressione è che politicamente il viaggio
di Obama rischia di essere ricordato come il primo di un'America a cui il mondo
non riconosce più lo status di superpotenza. Perchè dire no aall'America oggi
si può, e non basta un presidente mediatico a ridare prestigio e credibiltà a
un Paese a cui il mondo, all'unanimità, rinfaccia la responsabilità della
crisi. Scritto in era obama, banche, capitalismo, crisi, economia, europa, gli
usa e il mondo, germania, democrazia, globalizzazione, francia Commenti ( 53 )
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Lorenza, > Fino ad ora gli esperti costituzionalisti e giuristi hanno
smentito che l'accorpamento... Dekebalos: Gentile Foa, Purtroppo è vero: pochi
manager di società che hanno registrato ingenti perdite si sono... roberto:
Salve a tutti: mi sa che qualcuno dovrebbe spiegare questa storia della meritrocazia
perche'... Marina: Gli artigiani se non fanno il lavoro come si deve non
vengono pagati dal proprietario,è così difficile... caputo giuseppe: A commento
di un altro articolo domandavo se erano i consigli di amministrazione a
controllare i... Ultime news Il Papa: fermezza contro l'intolleranzaIl premier:
"I fondi ci sono, nessuna tassa per il terremoto"Obama: ora serve
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tanto rumore per poco. E l'America non fa più paura. Pagine Biografia Pannello
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( da "Wall Street Italia"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8 Agricoltura,
ministri cercano modi per frenare protezionismo -->di Jeremy Smith CISON DI
VALMARINO, Treviso (Reuters) - I ministri dell'Agricoltura dei Paesi più
industrializzati del mondo hanno sollecitato oggi l'eliminazione di forme di
protezionismo nell'agricoltura. Al primo vertice dei ministri dell'Agricoltura
dei Paesi del G8 e del G5, la discussione si è concentrata sui provvedimenti
per migliorare la sicurezza alimentare e per aumentare la produzione. Ma si è
parlato anche di protezionismo alimentare, una pratica messa in atto sia dai
Paesi ricchi che da quelli poveri sotto forma di dazi e di divieti alle
esportazioni. Le organizzazioni internazionali come il World Food Programme
hanno sollecitato auto-regolamentazioni nel ridurre le esportazioni, criticando
i divieti all'export imposti da Paesi colpiti dall'aumento dei prezzi e dicendo
che questo fenomeno impedisce che il cibo giunga ai più bisognosi nel mondo.
Mentre i Paesi ricchi sono impegnati a proteggere i propri mercati -- per
esempio la Russia, il maggior importatore di pollame proveniente dagli Usa, punta a diventare autosufficiente nel giro di due anni
per il pollame e la carne di maiale -- molti Paesi poveri hanno reagito alle
impennate dei prezzi degli alimentari nel 2008 con divieti nelle esportazioni
su alcuni cibi come riso e grano. Al vertice di Cison di
Valmarino hanno preso parte i ministri degli otto Paesi più industrializzati
del mondo ma anche i ministri di Brasile, Cina, India, Sud Africa, Messico, Argentina, Australia ed Egitto. Una
voce controcorrente giunge dal ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha
detto che non esiterà a imporre dei dazi se il settore agricolo italiano
dovesse essere minacciato. "Se si decidesse in questo momento che
il mondo non ha più dazi, gran parte dell'agricoltura europea, soprattutto
quella della vecchia Europa sparirebbe, perché non riusciamo ad essere
competitivi con la carne, il latte, i cereali, i fiori", ha spiegato Zaia
nel corso di una conferenza stampa. "Si parla e si parlerà di Doha Round.
Ma se Doha Round, e questa è la mia posizione personale, significa togliere i
dazi e affamare i nostri agricoltori
.Beh, non siamo qui a
celebrare i funerali della agricoltura italiana", ha aggiunto. Secondo
quanto riferito da funzionari e delegati, il documento finale sarà vago e si
concentrerà sulla necessità di aumentare lo sviluppo degli aiuti, individuare vie per
aumentare la produzione di cibo, soprattutto nel Terzo mondo, e distribuirlo a
un prezzo equo per i consumatori locali. -- ha collaborato Svetlana Kovalyova
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( da "Sicilia, La"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
case popolari
Occupazione abusiva denunciato immigrato v.r.) Appuntamento questa sera alle
20.00, nel salone della Casa don Puglisi di Modica, per la presentazione del
libro «Teorie e modelli della globalizzazione» di Luca
Licitra, Franco Angeli editore. L'iniziativa, organizzata dal Cenacolo di studi
Dietrich Bonhoeffer di Modica, sarà caratterizzata da una serie di interventi
tra cui quello del politologo Francesco Raniolo, docente universitario, e di
padre Giovanni Salonia, ministro provinciale dei Cappuccini e direttore dell'Istituto
di Gestalt. L'incontro costituirà lo spunto per riflettere su un tema di grande
attualità come quello della globalizzazione.
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( da "Sicilia, La"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
presentazione
libro «Teorie e modelli della globalizzazione» Capita anche
a sindaco ed opposizione di sentirsi in sintonia. Motivo dell'accordo è il
comune rimprovero che Nicosia e il gruppo consiliare del Pdl, Greco, Moscato e
Nicosia, hanno rivolto all'on. Minardo, tacciandolo di "maleducazione
istituzionale" per l'omesso invito istituzionale in occasione della visita
dell'assessore Sorbello. "Sono convinto- dice Nicosia - che
l'assessore non sapesse nulla. Gli organizzatori della riunione lo hanno fatto
venire a Scoglitti come un clandestino. Gli scriverò subito sia per spiegare
che la città è ospitale, sia per rammentare le promesse fatte dall'Interlandi,
come l'accelerazione delle pratiche per la chiusura dei lavori di messa in
sicurezza, gli aiuti regionali per il comparto peschiero, l'assoluta preminenza
della piccola pesca e della marineria, ed in subordine, un utilizzo, serio e
programmato, turistico del porto". Ci vanno giù duro anche gli esponenti
del Pdl. "L'incontro - dicono - si è rivelata l'ennesima passerella per
Minardo che sa solo presenziare a inaugurazioni, manifestazioni, cerimonie e
incontri". Da parte sua, l'on. Minardo butta acqua sul fuoco, dichiarando
che l'idea dell'invito non è opera sua, bensì dell'associazione "Il
Faro" che ha richiesto il suo intervento ma non la presenza del sindaco.
"Sorbello è stato trattato più che bene - dice l'onorevole Minardo - da
parte nostra abbiamo solo risposto alle istanze dei cittadini, preoccupati per
la problematica del porto a cui l'assessore si augura di dare al più presto una
soluzione". D. C.
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( da "Reuters Italia"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Jeremy Smith
CISON DI VALMARINO, Treviso (Reuters) - I ministri dell'Agricoltura dei Paesi
più industrializzati del mondo hanno sollecitato oggi l'eliminazione di forme
di protezionismo nell'agricoltura. Al primo vertice dei ministri
dell'Agricoltura dei Paesi del G8 e del G5, la discussione si è concentrata sui
provvedimenti per migliorare la sicurezza alimentare e per aumentare la
produzione. Ma si è parlato anche di protezionismo alimentare, una pratica
messa in atto sia dai Paesi ricchi che da quelli poveri sotto forma di dazi e
di divieti alle esportazioni. Le organizzazioni internazionali come il World
Food Programme hanno sollecitato auto-regolamentazioni nel ridurre le esportazioni,
criticando i divieti all'export imposti da Paesi colpiti dall'aumento dei
prezzi e dicendo che questo fenomeno impedisce che il cibo giunga ai più
bisognosi nel mondo. Mentre i Paesi ricchi sono impegnati a proteggere i propri
mercati -- per esempio la Russia, il maggior importatore di pollame proveniente
dagli Usa, punta a diventare autosufficiente nel giro
di due anni per il pollame e la carne di maiale -- molti Paesi poveri hanno
reagito alle impennate dei prezzi degli alimentari nel 2008 con divieti nelle
esportazioni su alcuni cibi come riso e grano. Al vertice
di Cison di Valmarino hanno preso parte i ministri degli otto Paesi più
industrializzati del mondo ma anche i ministri di Brasile, Cina, India, Sud Africa, Messico,
Argentina, Australia ed Egitto. Una voce controcorrente giunge dal ministro
dell'Agricoltura Luca Zaia, che ha detto che non esiterà a imporre dei dazi se
il settore agricolo italiano dovesse essere minacciato. "Se si
decidesse in questo momento che il mondo non ha più dazi, gran parte
dell'agricoltura europea, soprattutto quella della vecchia Europa sparirebbe,
perché non riusciamo ad essere competitivi con la carne, il latte, i cereali, i
fiori", ha spiegato Zaia nel corso di una conferenza stampa. "Si
parla e si parlerà di Doha Round. Ma se Doha Round, e questa è la mia posizione
personale, significa togliere i dazi e affamare i nostri agricoltori….Beh, non
siamo qui a celebrare i funerali della agricoltura italiana", ha aggiunto.
Continua...
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( da "Adnkronos" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
AMBIENTE:
NAPOLITANO, SU CLIMA DOPO UE E USA SERVE CONTRIBUTO DI CINA E INDIA CELEBRATA
NELLA TENUTA DI CASTELPORZIANO LA 'GIORNATA DELLE OASI' commenta 0 vota 0 tutte
le notizie di ECONOMIA ultimo aggiornamento: 19 aprile, ore 18:16
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( da "ITnews.it" del
19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Castelporziano
(Roma), 19 apr. - (Adnkronos) - La lotta ai cambiamenti climatici, che passa
per la tutela ambientale, gioca in questo anno una partita fondamentale. Se l'Europa pare essersi mossa in anticipo rispetto al resto del mondo
e gli Usa si apprestano a
seguirla con nuovo impulso dato dalla presidenza Obama, e' ora la volta che
tutti gli altri Paesi si mobilitino, a cominciare da Cina e India che rappresentano due dei motori principali nella nuova
fase economica, pur in questo momento di crisi finanziaria globale. Il
presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo sottolinea, celebrando nella
tenuta presidenziale di Castelporziano sul litorale romano la 'Giornata delle
oasi' a fianco del Wwf.
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( da "Corriere.it"
del 19-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
É stato il padre
della fantascienza catastrofica È morto lo scrittore J.G. Ballard Aveva 78
anni. I suoi romanzi hanno ispirato film come «Crash» e «L'impero del Sole»
Un'immaginde dal film «Crash» LONDRA - È morto all'età di 78 anni lo scrittore
James Graham Ballard., famoso per alcune pietre miliari dalla letteratura
fantascientifica. Ne ha dato notizia il suo agente. NATO IN
CINA - Nato a Shanghai da genitori britannici, durante la Seconda Guerra
Mondiale Ballard venne internato con la famiglia nel campo di prigionia
giapponese di Lunghua. Questa esperienza verrà ripresa nel romanzo «L'impero
del sole» (Empire of the Sun), da cui il regista Steven Spielberg ha tratto nel
1987 un film omonimo (la cui sceneggiatura è stata scritta dal
drammaturgo inglese Tom Stoppard). Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale,
nel 1946, Ballard si trasferì in Gran Bretagna, dove iniziò gli studi di
medicina, che non portò mai a termine. Dopo una serie di lavori occasionali
(come venditore di enciclopedie porta a porta) si spostò in Canada con la Royal
Air Force e qui scoprì la fantascienza. FANTASCIENZA CATASTROFICA - Congedatosi
dalla RAF e tornato in patria, Ballard inizierà a scrivere racconti. Il primo
romanzo che gli darà la notorietà ma che in seguito rinnegherà è nel 1962 '«The
Wind From NowherE» (Vento dal nulla) che apre una tetralogia di genere catastrofico.
Gli altri tre libri sono «The Drowned World»(Il mondo sommerso), «The Burning
World» (Terra bruciata) e «The Crystal World» (Foresta di cristallo) che di
fatto sono basate sui quattro elementi aristotelici aria, acqua, terra e fuoco,
più il quinto elemento, il tempo, che domina Foresta di cristallo. Nel 1970
viene pubblicato «The Atrocity Exhibition» (La mostra delle atrocità),
considerato il suo capolavoro che si articola in quindici racconti, legati da
un'ossessione maniacale per la guerra del Vietnam, la psicopatologia, la
pornografia, il potere dei media, le vittime di incidenti stradali e le icone
del sogno americano. Queste ultime tutte rigorosamente morte. Da notare che in
questo libro si profetizza l'elezione a presidente degli USA di Ronald Reagan.
Di tre anni dopo è «Crash», in cui viene ripreso il tema della perversione per
le vittime di incidenti stradali e la fusione di carne e macchine. Nel 1996, è
stato tratto un film omonimo per la regia di David Cronenberg. LA FAMA - Dalla
prima metà degli anni ottanta Ballard si allontonò sempre più dalla
fantascienza per quel che riguarda la sua produzione romanzesca, anche se
continuò a scrivere racconti fantascientifici o fantastici fino alla metà degli
anni Novanta. Nel marzo del 2008 è stata pubblicata l'autobiografia di Ballard,
intitolata «Miracles of Life» (I miracoli della vita), nella quale l'autore
rivela va di essere affetto da una malattia terminale. stampa |
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( da "Stampa, La" del
20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il primo viaggio
intercontinentale di un nuovo presidente americano assume sempre un significato
che va al di là dell'itinerario. Per il presidente è l'occasione per saggiare
l'impatto della propria politica, per i suoi interlocutori l'opportunità di
conoscere il leader col quale dovranno trattare nei prossimi quattro anni.
Obama ha approfittato della circostanza per tracciare il suo approccio
personale alla politica estera: multilateralismo, una reiterata presa di
distanza pubblica dal suo predecessore, negoziati ad ampio spettro su più
fronti, enfasi sulla costruzione di relazioni personali con i suoi
interlocutori. Mai dalla visita di John Kennedy in Europa nel 1961 un
presidente americano ha conquistato tali manifestazioni di sostegno. La sfida
di Obama consiste ora nell'articolare le sue iniziative ad ampio respiro in una
strategia di politica estera coerente. Per lanciare negoziati su una tale
varietà di dossier ci vuole coraggio. Alcune iniziative, come il dialogo
strategico con la Cina, sono dibattiti già in corso ma
elevati a un livello più alto. Altre, come il negoziato sul controllo delle
armi con la Russia, sono rimaste in letargo per più di un decennio. L'apertura
all'Iran non ha precedenti. I negoziati mediorientali hanno una lunga storia di
iniziative fresche sconfitte da difficoltà sempre nuove. Ciascuno di questi
negoziati ha una componente politica, ma anche strategica. Ciascuno rischia di
incontrare ostacoli che oscureranno gli obiettivi finali, o di lasciar
seppellire la sostanza dalla tattica. Tutti sono strettamente legati. Il dialogo
sul controllo delle armi con la Russia influirà sul ruolo di Mosca nella
non-proliferazione iraniana. Il dialogo strategico con la Cina
aiuterà a dare forma al negoziato sulla Corea del Nord. Il negoziato con l'Iran
verrà influenzato pesantemente dal progresso dell'Iraq verso la stabilità,
altrimenti il vuoto che si verrebbe a creare potrebbe indurre in tentazione lo
spirito d'avventura di Teheran. L'ampia agenda dell'amministrazione Obama dovrà
diventare un test della sua capacità di armonizzare gli interessi nazionali con
problemi globali e multilaterali. Obama è entrato in carica in un momento di
opportunità unica. La crisi economica assorbe le energie delle maggiori
potenze, che nonostante i contrasti hanno tutte bisogno di una pausa nel
confronto internazionale. Sfide soverchianti come il clima, l'ambiente e la
proliferazione riguardano tutti, aprendo un'opportunità senza precedenti per
soluzioni globali. Ma questa realtà deve venire trasferita in un concetto
operativo di ordine mondiale. E questo dipende in larga misura dalle
prospettive dell'amministrazione. Per ora il suo approccio sembra puntare verso
una diplomazia concertata sul modello del dopo-1815, in cui gruppi di
grandi potenze lavorano insieme per consolidare le norme internazionali. In questa
visione la leadership americana deriva dalla disponibilità ad ascoltare e dalla
capacità di ispirare. L'azione comune deriva da convinzioni condivise. Il
potere emerge da un senso di comunione e non da azioni unilaterali, e viene
esercitato attraverso una distribuzione di responsabilità in base alle risorse
del Paese. È una sorta di ordine mondiale senza una potenza dominante, o dove
essa si autovincola nella leadership. La crisi economica favorisce questo
approccio, anche se la storia conosce pochi esempi di una simile concertazione.
Di solito i membri di un gruppo hanno una disponibilità diversa a correre
rischi, e quindi a compiere sforzi in nome dell'ordine internazionale. Nel
frattempo, l'amministrazione dovrà navigare tra due tipi di pressione dell'opinione
pubblica caratteristici dell'America, e che cercano entrambi di bypassare il
paziente dare e prendere della diplomazia tradizionale. Il primo riflette
l'avversione a negoziare con società che non condividono i nostri valori e
rifiuta il tentativo di alterare il comportamento dell'interlocutore attraverso
un dialogo. In questa visione il compromesso è considerato appeasement e si
cerca la conversione dell'avversario, o il suo rovesciamento. I critici di
questo approccio - ora prevalenti - privilegiano invece la psicologia.
Considerano l'apertura di un negoziato come atto di trasformazione, per loro i
simboli e i gesti rappresentano la sostanza. La diplomazia deve cercare di
trasformare un vicolo cieco in oggetto di negoziato. Ma i cambiamenti di posizione
devono essere dettati da obiettivi chiari piuttosto che da tecniche negoziali.
Storicamente, gli Usa hanno la tendenza a iniziare un
negoziato con gesti che rendono più fragili le circostanze stesse che l'hanno
reso possibile. Nel 1951 in
Corea hanno fermato l'offensiva all'inizio dei negoziati sull'armistizio. Nel 1968 in Vietnam hanno
cessato di bombardare il Nord come prezzo per iniziare i colloqui. In entrambi
i casi, il negoziato che ne è seguito è durato anni e il numero delle vittime è
stato paragonabile a quello di una guerra su larga scala. Nel negoziato a sei
sul programma nucleare nordcoreano, dopo che Pyongyang ha accettato in linea di
principio di rinunciare al suo arsenale nucleare, abbiamo concesso la
restituzione unilaterale di 25 milioni di dollari bloccati dal Tesoro americano
a Macao. Questo passo ha dato ai coreani spazio di manovra per rinviare la
discussione del problema a monte per un altro anno. Forse l'illustrazione più
lampante del rapporto tra ordine mondiale e diplomazia è la proliferazione. Se
Corea del Nord e Iran riusciranno a dotarsi di arsenali nucleari nonostante il
no di tutte le maggiori potenze dell'Onu e non solo, l'idea di un ordine
omogeneo verrebbe seriamente colpita. Se Usa, Cina, Giappone, Corea del Sud e Russia non riescono a ottenere
risultati, tutti insieme, con un Paese come la Corea del Nord, dall'influenza
pressoché nulla sul commercio internazionale e privo di risorse che interessino
a qualcuno, la frase «comunità mondiale» diventa un suono vuoto. Ho sempre
considerato il miglior modo di trattare quello di esporre una lista completa e
onesta dei propri obiettivi finali. Il mercanteggiare tattico, attraverso una
serie di concessioni minime, rischia di produrre incomprensioni sullo scopo
finale. Prima o poi, gli argomenti fondamentali vanno comunque affrontati,
soprattutto quando si tratta con un Paese come l'Iran, col quale non ci sono
stati contatti per tre decenni. Per contrasto, la questione della
non-proliferazione è intrinsecamente multilaterale, e il prezzo del consenso
trovato da Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e ora pure dagli Usa è stato quello di lasciare irrisolti - o nemmeno
affrontati - i problemi chiave, anche fattuali. Quanto è vicino l'Iran a
produrre materiale arricchito a sufficienza per una testata nucleare? Quanto è
vicino alla costruzione della testata per un missile? Fino a che punto gli
ispettori internazionali riescono a controllare il limitato programma di
arricchimento dichiarato pacifico? Mentre l'amministrazione cerca di convincere
l'Iran a dialogare, deve anche energicamente cercare di risolvere questo
dibattito sui fatti in corso tra i nostri partner. Se non ci sarà accordo su
questi dossier, l'agognato negoziato finirà in uno stallo. Quando riprenderanno
i colloqui sulle armi con la Russia, il bisogno di definire una posizione
negoziale con la strategia sottostante diventerà altrettanto acuto. Obama e
Medvedev hanno deciso di estendere il trattato Start-1, che scade quest'anno, e
di ridurre le testate dalle 2200 concordate da Bush e Putin nel 2001 nel
trattato Sort. Il problema è che le regole del conteggio tra i due trattati
sono diverse. Lo Start conta i missili in base alla loro capacità di potenziali
testate, mentre il Sort calcola solo quelle effettivamente installate. In base
allo Start, l'arsenale Usa supera le 5 mila testate, e
per raggiungere anche solo il numero di 2200 bisognerebbe smantellare quasi
tutte le testate multiple. A quel punto si porrebbe la domanda: è lecito
immagazzinarle o devono venire distrutte? Prima che ricominci l'inevitabile
gioco dei numeri che ricorda gli Anni 70, bisogna accelerare la verifica dei
siti strategici per dare una base per la diplomazia. L'amministrazione Obama ha
lanciato il Paese in una importante impresa diplomatica. Ma ora deve aggiungere
alla sua visione anche un piano diplomatico. © 2009 Tribune Media Services,
Inc.
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( da "Stampa, La" del
20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Che fanno Gli
Zombie di Elton John e l'ereditiera di McCartney Jacques Tati, nel personaggio
di Monsieur Hulot fumava la pipa, ma attivisti antitabagisti hanno ottenuto che
la pipa venisse cancellata dal manifesto d'una retrospettiva parigina.
«Assurdità», ha commentato Serge Toubiana, direttore della Cinémathèque. Elton
John è produttore del film Orgoglio, pregiudizio e Zombi, manipolazione del
romanzo di Jane Austen, in cui la protagonista Elizabeth Bennet è un'esperta di
kung-fu. Woody Allen, che non fa pubblicità negli Usa
(ma in Italia sì) ha denunciato un'azienda di confezioni per aver usato una sua
immagine. Ha respinto la giustificazione della ditta, secondo cui si trattava
di un omaggio. È stato pubblicato a Parigi in dvd, per la prima volta in
edizione originale, il film televisivo Chung Kuo Cina di Michelangelo Antonioni (1972).
Ha scritto Le Monde: «Il regista italiano non s'è accorto degli orrori del
regime di Mao, il che non ha sottratto il film ai fulmini di Pechino». Paul
McCartney sarebbe di nuovo fidanzato: da 18 mesi non lascia l'ereditiera Nancy
Shevell. Sandro Bondi, ministro dei Beni culturali, ha chiesto alla
Biennale che Katyn di Wajda sia proiettato alla prossima Mostra di Venezia.
Bondi lo ha fatto dopo aver appreso «con stupore» che il film «è distribuito in
Italia solo in sette sale».
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( da "Corriere.it"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL CASO Hillary,
i mea culpa e Fonzie-Barack La lezione di «Happy Days» Se fossero vivi i vecchi
maschi bianchi che hanno fatto la politica del contenimento e la guerra fredda,
correrebbero a farsi un triplo scotch. Quando li ascoltano quelli
soprannominati Ugly Americans (dal titolo di un bestseller del 1958), i «brutti
americani» isolazionisti-imperialisti, fanno battute politicamente scorrette.
Ma quando li vedono i loro elettori, in genere più giovani, magari inclini a
collegare la linea del «soft power» (influenza culturale globale e morbida
degli Usa) e dello «smart power» (astute e amichevoli
trattative) in politica estera ai referenti televisivi condivisi, forse gli
viene in mente Happy Days. Non perché questi siano giorni felici, anzi. Perché
quando Barack Obama (ganzissimo, certo non Wasp) e Hillary Clinton (donna del
Midwest, matura) girano il mondo per visite ufficiali e/o vertici, a volte
paiono una versione istituzionale di Fonzie e Marion Cunningham. The Fonz dice
frasi significative e seduce con la sola presenza; Marion (la mamma di Rickie)
cerca di rimediare ai guai combinati dalla sua famiglia; e si scusa. Si è
scusata l'altro ieri con i cubani, perché «la politica americana nei confronti
di Cuba è fallita». Si era scusata in Cina, dichiarando che gli Stati Uniti
devono riconoscere le loro responsabilità come principale produttore di gas
serra. Si era scusata in Indonesia, dicendo che le sanzioni contro la Birmania
appoggiate dagli americani non hanno funzionato. Si era scusata in Messico,
ammettendo che la richiesta di droghe dagli Usa ha prodotto un boom del narcotraffico nell'America
centromeridionale. Si era scusata in Medio Oriente, sostenendo che ostracizzare
l'Iran non è servito a bloccare i suoi piani nucleari. L'Hillary apologetica
sembra funzionare. «In molti Paesi si leggeva ieri sul New York Times le sue
dichiarazioni hanno suscitato un palpabile senso di sollievo. (Clinton) ha
segnalato che la spinta dell'amministrazione Obama verso relazioni più cordiali
con i vecchi nemici è solo all'inizio». In realtà, in parte, era prevedibile,
con una Casa Bianca democratica. Casomai, è il ruolo di Hillary come
presentatrice ufficiale di scuse che stupisce, se non diverte, qualcuno. L'ex
candidata-Robocop si è trasformata in uno dei ministri degli Esteri più
disponibili del pianeta. Addirittura, quando è andata in Corea e in Cina, l'hanno accusata di comportarsi da femminuccia, di
fare troppo la simpaticona, di sfruttare il suo status di celebrità
incoraggiando domande su marito, figlia, e frivolezze. Poi si è cominciato a
pensare che fosse una strategia concordata. Di un coppia all-american ma
anomala. Il nero Obama che apre ma non rivanga il passato (The Fonz, è noto,
non si scusa mai); e Hillary che si occupa del revisionismo post-imperialista
con piglio neo-femminile. Al venezuelano Hugo Chávez, per dire, ha suggerito:
«Accantoniamo l'ideologia; that's so yesterday». E' così fuori moda; l'avrebbe
detto anche Marion per sdrammatizzare un pasticcio politico-petrolifero, fosse
diventata segretario di Stato, chissà. stampa |
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( da "Arena, L'" del
20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lunedì 20 Aprile
2009 PRIMAPAGINA Pagina 1 L'EDITORIALE
Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat rafforza tutto il Belpaese Carlo Pelanda
Settimana decisiva per l'acquisizione dell'azienda automobilistica americana
Chrysler da parte della Fiat. Ma la questione va ben oltre le cronache
economiche di settore perché riguarda la sopravvivenza o meno della stessa
industria automobilistica in Italia e del suo enorme indotto, piccole imprese,
concentrato nel Nord. Chrysler non riesce ad andare avanti. Fiat le ha offerto
la tecnologia delle piccole automobili efficienti in cambio di azioni, fino
alla maggioranza. A patto, però, che il governo statunitense immetta liquidità,
che le banche creditrici accettino una ristrutturazione del debito Chrysler e
che i sindacati- statunitensi e canadesi- accettino di trasformare in azioni il
loro credito previdenziale nei confronti dell'azienda oltre alla riduzione del
costo del lavoro. I sindacati sembrano d'accordo. Resta lo scoglio delle banche
creditrici che guadagnerebbero, in apparenza, di più se Chrysler fallisse e i
suoi beni andassero all'asta. L'Amministrazione Obama sta sostenendo l'azione
della Fiat e sarà l'attore principale nella trattativa con le banche. Le
sensazioni sono buone, aspettiamo gli eventi. Qui concentriamoci, invece, sulla
rilevanza geoeconomica del caso. Il settore mondiale dell'auto è colpito
strutturalmente dalla sovracapacità produttiva, peggiorata dalla crisi. Proprio
il leader operativo della Fiat, Marchionne, sintetizzò
tempo fa lo scenario del settore: resteranno pochi gruppi al mondo perché per
sopravvivere un'azienda deve avere una capacità di produzione e vendita di
almeno 5,5 milioni di auto. I grandi numeri, infatti, bilanciano il poco
profitto per unità venduta e gli alti costi di produzione. In tale scenario si
salverà solo chi acquisisce e si globalizza. 2
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( da "Bresciaoggi(Abbonati)"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lunedì 20 Aprile
2009 PRIMAPAGINA Pagina 1 IL COMMENTO Acquisendo Chrysler in Usa la Fiat
rafforza tutto il Belpaese Carlo Pelanda Settimana decisiva per l'acquisizione
dell'azienda automobilistica americana Chrysler da parte della Fiat. Ma la
questione va ben oltre le cronache economiche di settore perché riguarda la
sopravvivenza o meno della stessa industria automobilistica in Italia e del suo
enorme indotto, piccole imprese, concentrato nel Nord. Chrysler non riesce ad
andare avanti. Fiat le ha offerto la tecnologia delle piccole automobili
efficienti in cambio di azioni, fino alla maggioranza. A patto, però, che il
governo statunitense immetta liquidità, che le banche creditrici accettino una
ristrutturazione del debito Chrysler e che i sindacati- statunitensi e
canadesi- accettino di trasformare in azioni il loro credito previdenziale nei
confronti dell'azienda oltre alla riduzione del costo del lavoro. I sindacati
sembrano d'accordo. Resta lo scoglio delle banche creditrici che
guadagnerebbero, in apparenza, di più se Chrysler fallisse e i suoi beni
andassero all'asta. L'Amministrazione Obama sta sostenendo l'azione della Fiat
e sarà l'attore principale nella trattativa con le banche. Le sensazioni sono
buone, aspettiamo gli eventi. Qui concentriamoci, invece, sulla rilevanza
geoeconomica del caso. Il settore mondiale dell'auto è colpito strutturalmente
dalla sovracapacità produttiva, peggiorata dalla crisi. Proprio il leader
operativo della Fiat, Marchionne, sintetizzò tempo fa lo
scenario del settore: resteranno pochi gruppi al mondo perché per sopravvivere
un'azienda deve avere una capacità di produzione e vendita di almeno 5,5
milioni di auto. I grandi numeri, infatti, bilanciano il poco profitto per
unità venduta e gli alti costi di produzione. In tale scenario si salverà solo
chi acquisisce e si globalizza. 2
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( da "Repubblica, La"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina I -
Bologna Nel cuore di Soho crescentina e squacquerone LONDRA - Uno dei piaceri
di tornare per qualche giorno a casa, in Romagna, da molti anni mia patria
adottiva, è gustare cibi e sapori che non si possono trovare facilmente nel
resto d´Italia, tantomeno in giro per il mondo. Una volta si diceva che la
piadina, sebbene così adatta a un rapido spuntino, non è diventata un fast-food
internazionale perché per impastarla come si deve è necessaria l´aria
romagnola: una leggenda parzialmente smentita, perché oggi una decente piadina
si può mangiare anche qui a Londra. Ma nell´ultimo week-end pasquale,
assaporando la delizia di una piadina con lo squacquerone sul porto di
Cesenatico, mi son detto: un formaggio così, sotto il Big Ben, se lo sognano.
Invece no. Al mio ritorno ho scoperto che a Londra ha aperto di recente un
ristorante, Bocca di Lupo, nel cuore di Soho, il cui menù dedica un piatto a
ciascuna regione italiana, e in un tripudio di polenta, risotti e puntarelle,
tra cotechini, pesto e cime di rapa, alla voce Emilia-Romagna compare lo
squacquerone, sposato non alla piadina ma alla sua variante emiliana, anch´essa
non facile da trovare all´estero, la crescentina bolognese. Per il critico del
quotidiano Indipendent è il miglior piatto del menù, da accompagnare con un
bicchiere di buon Cannonau sardo. Volete sapere chi c´è,
dietro l´esportazione dell´impronunciabile formaggio romagnolo in Inghilterra?
Un giovanotto di nome Jacob Kennedy, innamorato della cucina italiana, che ha
praticato come apprendista a San Francisco prima di stabilirsi lungo le rive
del Tamigi. E´ la globalizzazione, bellezza!
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( da "Unita, L'" del
20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Colle: «Bene
Obama e Ue sull'ambiente Abruzzo, vigileremo sulla ricostruzione» MARCELLA
CIARNELLI ROMA Non ha mancato ancora una volta il presidente della Repubblica
di far sentire la sua vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto chiamate
«ad una dura prova». Ed a cui ha voluto ribadire il suo impegno «a sorvegliare
la ricostruzione affinché il nostro territorio non subisca un ulteriore
saccheggio». Giorgio Napolitano ha parlato durante la cerimonia in occasione
della diciannovesima edizione della Giornata delle Oasi promossa dal Wwf, che
si è svolta a Castelporziano. La tenuta presidenziale «oasi per un giorno» è stata
aperta ad una folla di visitatori, quasi duemila persone che hanno sfidato la
pioggia mentre altre migliaia di persone si sono recate nelle cento oasi sparse
in tutta Italia. Tutelare l'ambiente La tutela dell'ambiente è uno degli
impegni che il presidente della Repubblica ha da sempre ribadito. Non può
riguardare una sola nazione e non un'altra. Deve essere un lavoro collettivo
cui nessuno può far mancare il proprio sostegno. Fin qui non è andata così.
Napolitano non ha mancato di sottolineare il diverso atteggiamento degli Stati
Uniti dopo l'arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama. Ed anche la posizione
d'avanguardia assunta dall'Europa. «Questo è una anno importante per la lotta
contro le conseguenze dei cambiamenti climatici e dobbiamo tutti comprendere
che proteggere la natura significa anche dare contributi per avere successo».
Quindi grande soddisfazione davanti «alla grande novità del forte impegno del
presidente Obama per fare degli Usa un Paese protagonista nell'impegno della tutela del clima. Senza
il contributo degli Stati Uniti d'America e, domani ci auguriamo, di Cina e India è difficile vincere questa
battaglia». Per quanto riguarda l'Europa Napolitano ha dato atto alla Ue di
aver preso «una posizione di avanguardia, senza aspettare che anche tutti gli
altri maggiori protagonisti dell'economia mondiale fossero pronti a dare
un loro contributo, aprendo una strada che ci auguriamo possa essere seguita
con successo». Comunque le «nuove condizioni, più favorevoli» stanno già
influendo sull'atteggiamento dei Paesi che fanno parte del G20 «che
rappresentano la grande maggioranza delle potenze mondiali». Le scadenze
internazionali I prossimi appuntamenti internazionali potranno essere sfruttati
appieno per lavorare a favore dell'ambiente, per un futuro migliore. Ci sarà il
G8 a La Maddalena. Nei prossimi giorni, prima tappa in preparazione, è prevista
«una riunione a Washington che non ho dubbi saprà dare i suoi frutti». E poi,
dopo il G8, ci sarà la Conferenza di Copenaghen che «dovrebbe essere il momento
e il luogo delle decisioni concertate in materia di tutela ambientale su scala
mondiale». Il presidente ha consegnato tre premi, uno al volontariato, uno
all'educazione ambientale e un altro alla ricerca scientifica e si è
congratulato con il neo presidente Stefano Leoni e con Fulco Pratesi,
presidente onorario del Wwf cui Napolitano ha espresso il suo «elogio
incondizionato» per l'azione svolta con impegno nella difesa dell'ambiente
affermando che «chi ama l'Italia non può che apprezzare l'eccezionale
contributo che l'associazionismo dà alla tutela del nostro patrimonio
paesaggistico e naturale». Rapaci e tartarughe A Castelporziano sono stati
liberati dei rapaci, nell'oasi di Burano cinque tartarughe Caretta caretta
hanno ritrovato il mare, ovunque passeggiate, gite a cavallo, laboratori di
archeologia e visite guidate. E l'impegno a difendere la natura. Che deve
essere di tutti. E non solo di chi già lo fa. La tutela dell'ambiente è un impegno
ribadito dal presidente della Repubblica. Che significa vigilare sulla
ricostruzione in Abruzzo ma anche, guardando oltre i confini, lavorare al
fiancodi chi ha lo stesso interesse.
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( da "Nuova Sardegna, La"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lo scrittore
inglese, autore di romanzi tra realtà e fantascienza, era malato da tempo Addio
a James Graham Ballard Dai suoi libri «L'impero del sole» e «Crash» di
Cronenberg LONDRA. Lo scrittore inglese James Graham Ballard, autore di romanzi
come «L'impero del sole» e «Crash», libri poi diventati film di successo per la
regia rispettivamente di Steven Spielberg e David Cronenberg, è morto ieri dopo
una lunga malattia a 78 anni. Nato a Shanghai da genitori britannici
che si trovavano in Cina
per motivi di lavoro, durante la Seconda Guerra Mondiale Ballard viene
internato con la famiglia nel campo di prigionia giapponese di Lunghua. Questa
esperienza verrà ripresa nel romanzo «L'impero del sole», da cui il regista
Steven Spielberg ha tratto nel 1987 un film omonimo (la cui sceneggiatura è
stata scritta dal drammaturgo inglese Tom Stoppard). Dopo la fine della
Seconda Guerra Mondiale, nel 1946, Ballard si trasferisce in Gran Bretagna. Qui
inizia gli studi di medicina, che non porterà mai a termine. Dopo una serie di
lavori occasionali (come venditore di enciclopedie porta a porta) si sposta in
Canada con la Royal Air Force e qui scopre la fantascienza. Congedatosi dalla
Raf e tornato in patria, Ballard inizierà a scrivere racconti: il primo ad
essere pubblicato è «Prima Belladonna», del 1956, che esce nella rivista
Science Fantasy. La sua prosa e le sue tematiche gettarono le basi per la fantascienza
degli anni'60 e'70, e hanno avuto un influsso anche sul movimento cyberpunk
degli anni Ottanta. Il suo articolo «Come si arriva allo spazio interiore?»,
apparve sulla rivista New Worlds nel 1962 e segnò la nascita di un nuovo
movimento letterario fantascientifico, quello della New Wave britannica.
Sostanzialmente, Ballard, spostò l'attenzione generalizzata degli scrittori a
lui contemporanei, dallo spazio extraterrestre allo spazio interiore, luogo di
incontro tra le pulsioni della psiche umana e le immagini e i simboli veicolati
dai mass media. Il primo romanzo pubblicato è del 1962, «Vento dal nulla», che
apre una tetralogia di genere catastrofico. Gli altri romanzi sono «Il mondo
sommerso», «Terra bruciata» e «Foresta di cristallo». Nel 1970 viene pubblicato
«La mostra delle atrocità», forse il capolavoro dello scrittore inglese. Si
tratta di un libro composto da quindici racconti, in cui il filo comune (oltre
al protagonista) è costituito da un'ossessione maniacale per la guerra del
Vietnam, la psicopatologia, la pornografia, il potere dei media, le vittime di
incidenti stradali e le icone del sogno americano. Queste ultime tutte
rigorosamente morte. Da notare che in questo libro si profetizza l'elezione a
presidente degli Usa di Ronald Reagan. Di tre anni
dopo è «Crash», romanzo piuttosto disturbante in cui viene ripreso (in dosi
molto più massicce rispetto al precedente romanzo) il tema della perversione
per le vittime di incidenti stradali e la fusione di carne e macchine. Nel
1996, è stato tratto un film omonimo per la regia di David Cronenberg (mentre
il film premio Oscar «Crash» di Paul Haggis, del 2004, non ha nulla a che
vedere col romanzo di Ballard). La fama al di fuori del ristretto ambito della
fantascienza arriva col romanzo «L'impero del sole», a forte componente
autobiografica. Da allora Ballard si allontanerà sempre più dalla fantascienza
per quel che riguarda la sua produzione romanzesca, anche se continuerà a
scrivere racconti fantascientifici o fantastici fino alla metà degli anni
Novanta, concentrandosi sui mutamenti sociali. «Ho sempre scritto sul
cambiamento, questo a partire dagli anni Cinquanta, quando vennero introdotti
tutti questi elementi della modernizzazione: la televisione, i media di massa,
i supermercati, le tangenziali. Sentivo un irresistibile bisogno di scriverci
sopra. Cambiamento: ecco la cosa che fonda la fantascienza», affermava Ballard.
Nel 2008 ha
pubblicato un'autobiografia intitolata «I miracoli della vita», in cui ha
rivelato di essere affetto da una malattia terminale.
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( da "Corriere delle Alpi"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
IL WORLD MIXED
DOUBLES CURLING CHIAMPIONSHIP 2009 Cortina, all'Olimpico è subito festa Sabato
sera la cerimonia inaugurale, da ieri mattina i round robin Svizzera subito ok
mentre la sorpresa è stata l'Estonia che ha battuto gli Usa
CORTINA. Il World Mixed Doubles Curling Championship 2009 di Cortina è entrato
nel vivo: alle 8 in
punto la prima "stone" è entrata in gioco. Sabato sera, in uno stadio
gremito di appassionati, curiosi e tecnici, c'è stato l'alzabandiera della
Marina Militare (fatto un po' curioso, questo, sulle Dolomiti) che ha issato il
tricolore e la bandiera ufficiale dei campionati. La bandiera è stata portata
dalle cortinesi seconde nell'Europeo 2006 (Violetta Caldart, Giulia Lacedelli,
Diana Gaspari, Giorgia Apollonio ed Elettra DeCol), poi le 27 squadre di
altrettante nazioni hanno sfilato dentro lo stadio. Per ultima è entrata
l'Italia con i due atleti più giovani in gara in assoluto, Chiara Zanotelli,
appena sedicenne, e Andrea Pilzer, 17 anni. Tante le autorità sulla tribuna
d'onore: il presidente della Federazione Ghiaccio Giancarlo Bolognini, la vice
presidente della Federazione Internazionale curling Kate Caithness; gli onori
di casa li hanno fatti il sindaco Franceschi, l'assessore allo sport Huber e il
presidente del comitato Massimo Antonelli. Ieri mattina è scattata la gara vera
e propria, che si è protratta fin oltre le ore 22. Siamo nella fase di
"round robin", in pratica i gironi dove ogni squadra incontra le
rivali del gruppo per approdare alle qualifiche di venerdì. Nel primo turno, la
Svizzera non ha tradito le attese. Irene Schori e Toni Mueller hanno subìto
l'attacco della coppia ceca nel secondo e terzo "end", poi hanno
ristabilito la gerarchia ed hanno capovolto la situazione con un netto 7-4.
Successo netto anche per la Lettonia (9-3) sulla Francia, con Slovacchia e
Polonia che hanno superato Galles e Giappone. Sorpresa invece per l'Estonia,
che ha battuto 11-9 gli USA, tra le nazioni favorite. Nel secondo turno il
Canada ha chiuso anzitempo la partita al settimo degli otto "ends" a
disposizione con un netto 9-4 con cui ha "freddato" la Finlandia. La
Scozia ha battuto senza grandi problemi l'Australia, in recupero negli ultimi
tre "ends". Bene anche Russia (10-9 con l'Inghilterra) e Danimarca,
che ha battuto in un equilibrato round la Spagna. Nel gruppo rosso gareggiavano
anche i due giovanissimi Andrea Pilzer e Chiara Zanotelli. I due trentini si
sono battuti da leoni, hanno vinto i primi due "ends" poi hanno
subìto il recupero della Nuova Zelanda. All'ottavo "end" hanno pareggiato
la situazione e la "bella" ha tenuto tutti col fiato sospeso. Il
nervosismo (ma anche un pizzico d'inesperienza dovuto alla giovane età)
all'ultimo tiro ha tradito Chiara Zanotelli che ha bocciato male le stones a
punti. L'ultimo tiro dei "Kiwi" è andato a segno con un punto che ha
assegnato loro la vittoria. Nel terzo turno il "derby" scandinavo è
andato alla Svezia sulla Norvegia (6-3), mentre la Cina si è messa dietro (7-6) l'attesa
Ungheria, netta la supremazia dell'Austria (8-4) sulla Slovacchia così come
della Repubblica Ceca sulla Francia (10-6). La Polonia ha chiuso con due
"ends" di anticipo sul Galles (8-1). Adesso c'è attesa per Canada-Italia,
anche se gli azzurri non possono certo aspirare a superare la nazione più forte
al mondo nel curling. Oggi e fino a giovedì continuano i round robin,
venerdì qualifiche e semifinali e sabato la finalissima. Per maggiori
informazioni consultare il sito www.curlingcortina.dolomiti.org aggiornato in
tempo reale.
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( da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-04-19 - pag: 1 autore: Cina e India in recupero, Usa alla prova del credito, mentre
l'Europa si stabilizza Primi segnali di fiducia globale Dalle commodities ai
trasporti le indicazioni verso il rilancio La Cina prova ad accelerare la produzione. L'India vede in forte
recupero acciaio e cemento. La Russia ipotizza una ripresa nel quarto
trimestre. In Europa l'attività industriale accenna a stabilizzarsi, sia pure a
un livello basso. Negli Stati Uniti, tra uno spiraglio nella fiducia dei
consumatori e l'acutizzarsi della disoccupazione, si conta sulla ripresa del
credito. Il Sole 24 Ore tasta il polso all'economia mondiale. Inchiesta u
pagine 2 e 3 l'articolo
prosegue alle pagine 2 3
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(
da "Corriere della Sera"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 20/04/2009 - pag: 3 L'intervista Lo storico Paul Kennedy «Anche Stalin firmò per i diritti dell'uomo» «Un vertice simbolo dell'ipocrisia dell'Onu» WASHINGTON Per lo storico Paul Kennedy, autore di Ascesa e declino delle grandi potenze e de Il Parlamento dell'uomo (l'Onu), la Conferenza sul razzismo non segnerà una svolta storica: «Dopo accuse e contraccuse, propaganda e scontri, sfocerà in una di quelle dichiarazioni solenni che rappresentano in realtà dei modesti compromessi». Il docente dell'Università di Yale, che sta scrivendo un libro sulla Seconda guerra mondiale, è scettico sull'efficacia di simili iniziative: «Il rispetto dei diritti umani si impone solo con risoluzioni vincolanti. C'è da chiedersi chi e quanti le vorrebbero veramente perché la sede adatta non è certo questa conferenza. Inoltre c'è il pericolo che essa assuma un tono antisemita». Lei è pro o contro il boicottaggio di Durban II, a Ginevra? «È una questione di grigio, non di bianco e di nero. Io penso che i nostri governi si siano posti un interrogativo etico e uno politico. È giusto o ingiusto il boicottaggio, visto che una gran parte dei Paesi firmerà la dichiarazione senza alcuna intenzione di rispettarla? E in previsione di una denuncia di Israele che ha fornito l'occasione all'Islam con la sua sproporzionata reazione a Gaza è politicamente vantaggioso o svantaggioso parteciparvi?». Di qui le opposte decisioni degli alleati? «Esattamente. L'America e l'Italia si sono dette che il boicottaggio è giusto e partecipare alla Conferenza sarebbe dannoso. La Gran Bretagna e la Francia hanno invece concluso che, nonostante i dubbi e i rischi, conviene dimostrare di essere alla ricerca di un dialogo onesto. Su Obama, secondo me, ha pesato altresì il timore che una presenza americana a Ginevra gli alienasse l'opinione pubblica interna oltre che Israele, che diffida di lui». Una divisione inattesa tra Londra e Washington? «Diciamo una divisione in contrasto con la Storia. Circa 25 anni fa, il presidente >Usa Ronald Reagan e la premier britannica Margaret
Thatcher lasciarono all'unisono l'Unesco perché aveva equiparato il sionismo al
razzismo». Perché è scettico su Durban II? «Lo sono stato anche su Durban I,
nel 2001, manipolata e strumentalizzata da troppi Paesi. Io sono scettico sulla
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, che proponeva anche il
pieno impiego, l'assistenza sanitaria di Stato. Il presidente americano Truman
la firmò perché sapeva che, a differenza delle risoluzioni del Consiglio di
sicurezza, non aveva valore legale. La firmò persino Stalin, un violatore dei
diritti umani». Dovrebbe farsene carico il Consiglio di sicurezza? «Il
Consiglio è bloccato da cinque potenze conservatrici che hanno macchie
razziste, presenti o passate, da nascondere, l'America i neri, la Russia la Cecenia, la Cina il Tibet, la Francia gli arabi, l'Inghilterra il Kenya. E si
trincera dietro il principio che deve decidere delle questioni di guerra e pace
non delle libertà civili. Insomma, rifiuta di interessarsene se non in casi
circoscritti ». Non c'è il Consiglio dei diritti umani dell'Onu? «Il
Consiglio, come la precedente Commissione, a volte è ostaggio di Paesi che
promuovono delle decisioni inique o che vanificano quelle eque. Invece di
penalizzare sempre, come dovrebbe, quanti fanno del razzismo o peggio fanno del
genocidio, in certi momenti li ignora o li nasconde ». Qual è il rimedio?
«Bisogna martellare il messaggio antirazzista. Quando l'Onu fece la
Dichiarazione universale sui diritti umani, l'impatto fu forte, creò grandi
aspettative. Idem quando fu varato il protocollo di Kyoto contro l'emissione di
gas serra. Le grandi potenze devono alimentare le aspettative e premere molto
più fortemente sulle nazioni interessate alle buone relazioni con loro, ma che
ancora violano i diritti umani. Se lo faranno, in futuro anche conferenze come
quella di Ginevra produrranno frutti». Ennio Caretto Storico Paul Kennedy,
docente a Yale: è scettico su Durban II
(
da "Corriere della Sera"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere
della Sera sezione: Cronache data: 20/04/2009 - pag: 23 Ambiente «Newsweek»
lancia l'uso di biossido di zolfo per raffreddare il pianeta: costa meno Uno
scudo di gas contro l'effetto serra Due Nobel Usa:
sfruttiamo il meccanismo del vulcano Pinatubo Nel giro di un anno, dopo la
grande eruzione filippina del 1991, la Terra si raffreddò di mezzo grado ROMA
Immaginatevi una nebbia fatta da goccioline di biossido di zolfo, un composto
chimico prodotto naturalmente durante le eruzioni vulcaniche. Però, una nebbia
artificiale, sparsa apposta nell'alta atmosfera col proposito di ridurre il
riscaldamento globale. Ebbene, questa specie di antidoto dei gas serra potrebbe
far scendere rapidamente la febbre climatica della Terra. In altri termini,
l'uomo, da una parte, continuerebbe a pompare nell'aria anidride carbonica a
tutto spiano, attraverso centrali elettriche, fabbriche e automobili,
riscaldando il pianeta; dall'altra pomperebbe biossido di zolfo spray per
raffreddarlo. L'idea è di alcuni fisici dell'atmosfera, fra cui i noti premi
Nobel Paul Crutzen e Thomas Schelling. In questi giorni, torna con prepotenza
alla ribalta e diventa addirittura la cover story del settimanale Newsweek.
Perché? Semplice, perché l'impegno a tagliare le emissioni di anidride carbonica
e degli altri gas serra appare sempre più oneroso e i Paesi che dovrebbero
attuarlo sempre più riluttanti. Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori
mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40
Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto
che ridurle. E allora si torna a prendere in considerazione il «Progetto
Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta. Alcuni lo chiamano così un
po' per scherzo, un po' perché è stato proprio durante l'eruzione di quel
vulcano filippino, nel giugno 1991, che ci si rese conto dell'efficacia del
biossido di zolfo come febbrifugo planetario. In quell'occasione, infatti, il
Pinatubo, assieme a lave e lapilli, scaraventò in aria 20 milioni di tonnellate
di biossido di zolfo, una frazione delle quali arrivò fino alla stratosfera,
fece il giro del mondo e rimase lì per mesi. Ogni minuta goccia di quel
composto chimico, spiegano i fisici dell'atmosfera, si comporta come uno
specchietto riflettente che rimanda indietro nello spazio una parte della
radiazione solare. Risultato: nel giro di un anno dopo la grande eruzione
filippina, la Terra si raffreddò di mezzo grado. Pensate che l'effetto serra
umano, per aumentare le temperature di un grado, ci ha messo un secolo. «Con
l'attuazione degli accordi di Kyoto per la riduzione dei gas serra, l'idea di
progettare un intervento di geo-ingegneria per raffreddare il pianeta era stata
abbandonata spiega Michael Oppenheimer, climatologo di Princeton, che sta
preparando un nuovo rapporto su questa opzione per conto dell'Accademia
nazionale delle scienze degli Stati Uniti . Ma ora ricominciamo a prenderla in
considerazione, per lo meno sotto il profilo speculativo». Lui non lo dice ma,
in pratica, c'è chi sta pensando anche ai modi di spargere la sostanza
raffreddante per mezzo di aeroplani, missili o altissime ciminiere e con
investimenti centinaia di volte inferiori, almeno così si assicura, rispetto ai
costi di Kyoto. Come ogni medicina, però, anche la geo-ingegneria a base di
biossido di zolfo avrebbe le sue controindicazioni: distruzione assicurata
dello strato di ozono con aumento dei raggi X sulla Terra; pericolo di
scatenare una piccola era glaciale; e, sul fronte politico, fuga catastrofica
dagli impegni di riduzione dei combustibili fossili. Gli effetti collaterali
della cura sarebbero peggiori della malattia. Franco Foresta Martin
(
da "Sole 24 Ore, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: VERSO LA RIPRESA data: 2009-04-19 - pag: 2 autore: I
termometri della fiducia iniziano a muoversi di Fabrizio Galimberti P iù che
una "bella addormentata" l'economia mondiale è un paziente in sala
rianimazione. E il risveglio non attende tanto un principe azzurro quanto una
messe corposa di stimoli interni ed esterni. In questi mesi i riflettori sono
stati puntati sugli stimoli esterni: quelli messi in opera dalla politica
economica. E non vi è dubbio che questi sono non solo utili ma indispensabili.
Nella Santabarbara delle politiche di supporto le polveri non sono bagnate: le
misure adottate sono grosse e appropriate, sia per le politiche monetarie che
per le politiche di bilancio (anche se alcuni Paesi, fra cui l'Italia, sono stati
costretti dalla "palla al piede" del debito pubblico a rimanere fermi
sulla strada del rilancio). Ma non vi è neanche dubbio che esistono anche
stimoli interni, meccanismi di ripresa che vengono generati all'interno del
sistema economico. Una analogia appropriata è quella del corpo umano. La
malattia abbisogna di medicine. Ma oltre a questo "pronto soccorso"
esterno vi sono anche le difese naturali dell'organismo, dagli anticorpi alle
endorfine e ad altre secrezioni benefiche. Per esempio, nel corpaccio dell'economia
i prezzi delle attività,dalle azioni alle case, oscillano più ampiamente dei
redditi o della ricchezza, e nella fase di discesa creano opportunità di
acquisto. I "buoni affari" rinsaldano la fiducia e confortano una
voglia di spesa che apre la strada alla ripresa. Anche i prezzi dei beni e
servizi (incluso il prezzo del lavoro) scendono e ricreano le convenienze
perdute. E l'inversione del ciclo delle scorte produce un sia pur temporaneo
stimolo all'attività. Abbiamo presentato in queste due pagine
alcuni segnali di risveglio, colti nelle varie aree del mondo dagli Usa alla Cina, dall'Italia alla Russia. A questi segnali positivi se ne
potrebbero contrapporre (e sono anche più numerosi e più diffusi) tanti altri
negativi. Ma l'importante è notare che nella notte dell'economia cominciano ad
apparire alcuni chiarori. Con la speranza che si tratti dell'alba e non
di luminescenti miraggi. fabrizio@bigpond.net.au © RIPRODUZIONE RISERVATA
(
da "Secolo XIX, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama-America
latinascommessa con handicap giulio ercolessi Nel 1996, appena iniziato il
secondo mandato di Bill Clinton, il leader sandinista Daniel Ortega fu
sconfitto alle elezioni presidenziali del Nicaragua. Il solo Stato
latinoamericano rimasto ancora apertamente ostile agli Stati Uniti era allora
una Cuba anch'essa fortemente indebolita dal venir meno della protezione e dei
sussidi sovietici. Le dittature militari sostenute dagli Usa
in chiave anticomunista che avevano caratterizzato la storia del continente per
decenni erano state spazzate via. Quella latinoamericana era stata la più
potente e promettente "ondata" di democratizzazioni che aveva
investito il mondo dopo la fine della guerra fredda. Un decennio più tardi,
l'America latina è oggi una delle aree dove i danni provocati dal passaggio di
George W. Bush al comando della superpotenza americana sono più evidenti. Il
vertice panamericano di Trinidad e Tobago si è concluso senza una dichiarazione
finale comune, anche se il clima fra gli Usa e i loro
più stretti alleati e il fronte opposto "bolivarista" venutosi a
creare negli ultimi anni ha cominciato ad apparire più disteso. Grande volontà
americana di riallacciare i contatti su nuove basi, grandi manifestazioni di
critica preliminari da parte del segretario di Stato Hillary Clinton per le
politiche dell'Amministrazione precedente soprattutto verso il Messico e Cuba (come verso Cina, Iran, Russia, Birmania, ecc...) che sono sembrate a molti quasi
equivalenti a gesti di pentimento. Se il consenso per le scelte interne
dell'Amministrazione Obama è ancora forte, per quel che riguarda la politica
estera qualcuno, e non solo negli ambienti repubblicani, comincia a storcere il
naso o almeno manifesta diffidenza, e si sentono voci che paragonano il
multilateralismo della nuova Amministrazione a quello di Jimmy Carter,
probabilmente il migliore fra gli ex presidenti degli Stati Uniti (e insignito
del Nobel soprattutto per la sua attività umanitaria successiva al
"pensionamento"), ma la cui leadership è da molti ritenuta una delle
meno capaci di far valere gli interessi Usa su scala
globale. Il paragone coglie nel segno, probabilmente, solo in un punto: allora
come oggi gli Usa erano fortemente indeboliti, sia sul
piano strategico che su quello simbolico e immateriale. Allora si trattava
della prima sconfitta militare della loro storia, in Vietnam, e della
catastrofe morale dello scandalo Watergate. Oggi si tratta del disastroso
unilateralismo autistico dell'Amministrazione Bush, che ha prodotto un'analoga
miscela di debolezza soggettiva e di ostilità diffusa. Ma si tratta, ancor più,
dell'emergere di nuovi colossi come protagonisti della storia del XXI secolo
dopo il tracollo economico dell'intero Occidente in conseguenza di politiche
economiche irresponsabili: oggi come allora crisi di potere e crisi di egemonia
culturale e morale. Non è un caso che alle autocritiche, e proprio in
riferimento al passato dell'America latina, il governo americano avesse dovuto
adattarsi già prima dell'elezione di Obama: era stato il segretario di Stato di
Bush, Colin Powell, a doversi già scusare pubblicamente con il Cile per il
ruolo americano nel golpe di Pinochet del 1973, per cercare di ottenerne un
voto prezioso nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. Oggi in America latina Cuba
non rappresenta più una minaccia per gli Usa: senza
più l'Urss alle spalle non è una minaccia militare e, come ha scritto il New
York Times, non esporta più rivoluzione, ma solo giovani medici in cerca di un
futuro migliore. In attesa di capire chi vi detiene il potere effettivo - se
Raúl Castro o ancora, almeno a tratti, il suo carismatico fratello - per Obama
Cuba è più una questione elettorale e di immagine che un dilemma geopolitico di
prim'ordine. Piuttosto il problema è il nuovo fronte "bolivarista"
promosso dal caudillo venezuelano Hugo Chávez. Un leader eletto in elezioni
formalmente regolari ma non proprio libere e trasparenti, che ha ottenuto il
potere, dopo un fallito golpe, con una miscela di populismo, nazionalismo,
militarismo e socialismo clientelare. E con il controllo assoluto sui media di
Stato e non solo su quelli, con il sostegno delle forze armate e infine con
l'approvazione in un plebiscito (riproposto dopo un primo voto negativo) di una
nuova Costituzione, che gli ha consentito di spazzar via quasi tutti i
contropoteri: emarginando il Parlamento e permettendogli di nominare un numero
di giudici della Corte Suprema sufficiente a fargli assumere il controllo del
potere giudiziario; e introducendo anche norme penali limitatrici della libertà
di espressione di chi mostri mancanza di rispetto per il Presidente: aiutato in
tutto questo non poco da un'opposizione insipiente (e speriamo che fra un po'
tutto questo non debba ricordare a noi qualcosa di troppo vicino). Chávez è
stato rafforzato piuttosto che destabilizzato dal fallimento di un maldestro
tentativo di golpe, forse sostenuto dagli Usa nel
2002. Chávez, che grazie al petrolio venezuelano è subentrato all'Urss nel
sostegno al regime cubano, ha fatto scuola. Se nei Paesi più sviluppati del
continente - Brasile, Argentina, Cile - sono saliti al potere governi di
centrosinistra che hanno rimpiazzato quelli che in precedenza si riconoscevano
semmai in politiche economiche legate al "Washington consensus", in
quelli più deboli e instabili hanno spesso prevalso populismi che si richiamano
alle tradizioni della sinistra rivoluzionaria latinoamericana e alla memoria
mitizzata del Libertador Simón Bolívar. Emblematica la rivincita in Nicaragua
di Daniel Ortega, che ha trionfato anche grazie al sostegno della Chiesa
cattolica locale, con cui si è sdebitato facendo approvare la più spietata
legislazione antiabortista esistente al mondo dai tempi di Ceausescu.
Tralasciati i più ambiziosi fra i progetti liberoscambisti del decennio
precedente, si è costituita l'Alba (Alternativa bolivariana per l'America
latina e i Caraibi), costituita da Venezuela, Cuba, Nicaragua, Bolivia,
Honduras e Repubblica Dominicana, in alternativa all'Alca (Area di libero
commercio delle Americhe), promossa dagli Stati Uniti. L'Alba ha recentemente
lanciato anche il progetto di una valuta internazionale, il Sucre, per regolare
gli scambi fra i suoi membri. La grande carta economica che Chávez può
giocarsi, anche sul piano politico globale, è quella del petrolio. Il grande
investimento sull'etanolo da parte del Brasile, molto criticato dagli
ambientalisti e che ora tenta anche l'Argentina, come il Cile equilibrista fra
i due schieramenti, è stato molto favorito dagli Usa
(anche tenendo conto dell'aspirazione del Brasile a un seggio permanente del
Consiglio di sicurezza) anche per contrastare l'uso politico del petrolio da
parte del Venezuela e quello del gas da parte del Presidente boliviano Evo
Morales. Insomma la partita è aperta, ma nel valutare successi e insuccessi del
virtuoso multilateralismo di Obama si deve tener ben presente l'obiettivo
indebolimento della superpotenza che ha ereditato. 20/04/2009 eredità scomodaIl
disastroso unilateralismo di Bush ha creato una miscela di debolezza soggettiva
e di ostilità diffusa 20/04/2009 autocriticaLe critiche del segretario di Stato
per la politica precedente sono sembrate a molti quasi equivalenti a gesti di
pentimento 20/04/2009 Stefano Solarino E così il peggio è passato. La magnitudo
dei terremoti lentamente scende, buona parte della popolazione ha almeno un
ricovero e pasti caldi, qualche attività commerciale lentamente riapre le
saracinesche, l'attività scolastica è ripresa. È il momento di pensare alla
ricostruzione: dovrà essere, se vogliamo di nuovo evitare errori, una buona
ricostruzione, fatta senza sciacalli che lucrano sulla pelle degli innocenti,
asseverata da controllori non compiacenti, condotta con materiali e tecniche di
qualità, e possibilmente veloce. Insomma, una ricostruzione basata sul buon
senso, quello che pare essere mancato negli ultimi venti anni, da quando cioè
la nostra penisola ha perso un po' del suo mistero grazie alle prime
classificazioni sismiche. Ma non sarà solo il buon senso ad animare la
ricostruzione. Saranno anche delle formule scientifiche. I sismologi sanno che
il rischio sismico, quello che disegna l'aspetto del territorio dopo una forte
scossa, è il prodotto di almeno quattro fattori: la pericolosità, l'esposto
vulnerabile, la vulnerabilità e l'effetto di sito. La pericolositàè la
probabilità che una data zona sia colpita da un terremoto in un dato intervallo
temporale. In Italia esistono zone caratterizzate dal grado massimo (categoria
1) come la Sicilia (colpita nel 1908 da un terremoto di magnitudo 7.2, il più
alto mai registrato nelle penisola) e zone di grado minimo, come la Sardegna
(interamente inserita in categoria 4 e mai interessata negli ultimi 2000 anni
da un terremoto importante). La zona del recente terremoto è inserita nella
categoria 2 ed è situata al bordo di aree a categoria 1. L'esposto è il numero di
persone che popolano una data area. È molto variabile da regione a regione. È
ovviamente molto elevato nelle città, soprattutto dove esistono importanti
impianti industriali, ed è soggetto ad importanti fluttuazioni nelle aree
turistiche, dove a seconda della stagione può incrementare di due o tre volte.
La Liguria sicuramente rientra tra queste regioni. La vulnerabilitàè l'insieme
degli elementi che contraddistinguono la tendenza da parte di un costruito ad
essere danneggiato. Dipende naturalmente dall'età della costruzione, dai
materiali che sono stati utilizzati, dalla percentuale di parti fragili (vetri,
finestre etc...), dalla applicazione o meno di criteri antisismici. Inoltre può
fare una grande differenza la distanza del singolo edificio da quelli
adiacenti, perché in caso di crollo si può originare un fenomeno tipo castello
di carte. E ha una implicazione diversa a seconda che riguardi edifici di
civile abitazione o opere strategiche (ospedali, caserme, porti, aeroporti,
autostrade). Infine l'effetto di sito. È stato già osservato molte volte (anche
nel caso dell'Abruzzo) che a seconda del tipo di terreno su cui appoggia la
fondazione l'effetto delle onde sismiche sul costruito può essere molto
diverso. Per esempio, due case costruite con criteri simili ma fondate su
roccia o materiale sedimentario si comportano in maniera totalmente diversa,
mostrando danni talvolta molto superiori quando l'appoggio è su materiale
incoerente. Ed un effetto simile è spesso introdotto dalla topografia: i paesi
costruiti in cima alle colline (spesso lì situati per motivi strategici e di
difesa) possono sperimentare effetti di amplificazione del segnale sismico. E
qui è d'obbligo citare nuovamente la Liguria. In base a questa semplice
moltiplicazione e soprattutto al valore dei fattori che vi compaiono si
presentano scenari anche molto diversi. Ad esempio, in una zona soggetta a
forti terremoti ma poca abitata (e di conseguenza con poche persone) il rischio
è basso nonostante il verificarsi di molte scosse. Viceversa in zone dove la
pericolositàè contenuta ma le case sono costruite male, oppure vi abitano molte
persone o le case sono soprattutto fondate su materiale sedimentario il rischio
è molto elevato a fronte di un numero di scosse limitato e di energia
contenuta. Questa è la ragione per cui anche zone in categoria 2 o 3 sono di
interesse per la Protezione civile. Questa è la ragione per cui i centri
storici sono la spina nel fianco di molti comuni. Lo scienziato, l'uomo della
strada e anche chi ipotizza di poter prevedere i terremoti non possono in alcun
modo influire sul primo fattore di questa moltiplicazione, cioè la
pericolosità. Ma i politici, gli ingegneri, gli educatori , i geologi possono
contribuire a migliorare lo stato di ognuno degli altri elementi: case più
sicure, città a misura d'uomo dove sia prevista una adeguata via di fuga,
fondazioni più profonde e appoggiate su roccia se possibile. I giapponesi hanno
pericolosità elevatissime (si annoverano infatti un paio di terremoti superiori
a magnitudo 6 ogni cinque anni), ma hanno saputo fare un uso responsabile del
territorio e dell'ingegneria antisismica ma soprattutto hanno cominciato molti
anni fa: e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Stefano Solarino è primo
ricercatore del Centro nazionale terremoti, Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia. 20/04/2009 Case più sicure, città a misura d'uomo, vie di fuga,
fondazioni profonde e appoggiate su roccia 20/04/2009
(
da "Corriere Economia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere Economia sezione: Economia data: 20/04/2009 - pag: 9 Automotive e impianti/Danieli «Per l'acciaio svolta a U grazie al mercato cinese» A lla Danieli degli acciai speciali e, soprattutto, degli impianti per produrre acciaio esportati in tutto il mondo (in buona parte collegati al settore automotive, la quarta «A» del made in Italy), la ripresa «non si vede ancora ma si può auspicare dice il presidente Gianpietro Benedetti . Avrà la forma a U». Per coincidenza, è l'iniziale del capoluogo di regione dove ha sede l'azienda, Udine. Significa, come ha detto la scorsa settimana anche Mike Duke, amministratore delegato di Wal Mart, ripresa sul medio periodo, un paio d'anni, dunque già dal 2010. Differisce, per gli economisti, da quella a L, sul lungo periodo, e a V, sul breve. «Siamo propensi a credere che una ripresa accettabile si avrà dal prossimo anno dice Benedetti, socio in usufrutto al 50% della Sind International, che controlla la capogruppo Danieli Officine meccaniche al 65% . Non credo che si tornerà ai livelli del 2007-2008, ma mi accontenterei di replicare il 2005». Per il settore, vuol dire accettare come positivo un calo dei consumi d'acciaio del 15% rispetto al 2008. È un recupero formidabile, in effetti, se confrontato con il calo intorno al 50% del gennaio-aprile di quest'anno (rispetto allo stesso periodo del 2008). «Nel mondo si sono consumate 1,35 miliardi di tonnellate d'acciaio l'anno scorso dice Benedetti . Ci stabiliremo, credo, su 1,1 miliardi, assorbiti al 40% dalla grande Cina». La Danieli è un caso di «rondine » trasversale: non solo perché l'acciaio, a differenza delle macchine utensili, non anticipa la ripresa, ma la segue, dipendendo dalla ripartenza di auto, petrolio, edilizia, ma anche perché l'azienda genera in Italia solo il 2% circa dei 3,15 miliardi di fatturato (bilancio al giugno 2008, +26% sul 2007; l'utile netto è raddoppiato a 145,6 milioni e i debiti netti sono saliti del 74% a 706 milioni). È la multinazionale italiana premiata dalla scelta di internazionalizzare, che investe, rileva il bilancio, «l'85% dei profitti nell'innovazione». Il gruppo di Buttrio, che vide il New York Times dedicare un ritratto a Cecilia Danieli nel '99, quando la regina dell'acciaio morì, ha ormai la metà degli 8 mila addetti fuori dall'Europa, nel Sudest asiatico, e due mercati. Copre il 98% del giro d'affari con gli impianti per produrre acciai: «Da nove che eravamo in Europa siamo rimati in tre», dice Benedetti. Il resto viene dagli acciai speciali. È nel primo mercato che la ripresa si intravede. Gli ordini di acciai speciali alla Danieli sono, infatti, precipitati: 200 milioni di euro nel gennaio scorso, dice Benedetti, contro i 350 milioni del gennaio 2008, -43%. Quelli di impianti, invece, nello stesso mese, sono scesi «solo» da 5,2 a 4,5 miliardi: è un decremento del 15%, «però resta una relativa visibilità. Lavoreremo bene per un anno». È il segnale di un crollo frenato. Ancora in marzo, Federacciai stimava una produzione 2009 in Italia a picco, -40,4%. «C'è già una ventata di primavera, si annusa che il sistema ripartirà a breve dice Benedetti . Ma la ripresa dovrà venire dall'America. Solo se il Tesoro >Usa sarà affidabile ci sarà il bilanciamento fra
creditor e debitori». A. PU. Friuli Gianpietro Benedetti, presidente della
Danieli di Buttrio
(
da "Stampa, La"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
I
mercati ricominciano a recuperare terreno Ma i gestori sono cauti Analisi Borse
mondiali tra rimbalzo e vera ripresa GLAUCO MAGGI NEW YORK In aprile il Dow
Jones delle blue chips americane sta confermandosi sopra quota 8000 punti - ha
chiuso a 8131 venerdì scorso - dopo che era sprofondato a 6500 nella prima
settimana di marzo. E' vera ripresa? O è un "rally dell'Orso", come
sono chiamati i rimbalzi che non durano? La Stampa lo ha chiesto a due money
manager internazionali. Ecco le loro risposte. «I mercati hanno ripreso la via
del consolidamento», sostiene Christoph Riniker, Senior Strategist di Bank
Julius Baer. «A fronte di dati di crescita deboli del Pil nei prossimi
trimestri, ci aspettiamo mesi di volatilità azionaria. Ma restiamo cautamente
positivi, visto che vari indicatori di tendenza come l'indice Ism o l'Ifo (spie
del business americano e tedesco, Ndr) hanno continuato il percorso di discesa
avvicinandosi ai livelli minimi. Di conseguenza, ci si potrebbe aspettare un
successivo rialzo dei mercati azionari, in particolare nei settori ciclici». Il
Nasdaq dei tecnologici ha retto meglio nel primo trimestre di S&P e Dow, e
da un sondaggio della rivista The Banker è emerso che il 71,3% del centinaio di
Ceo di corporation globali si aspetta di investire in information technology
nel corso di quest'anno. Sarà il settore tecnologico a guidare il prossimo
Toro? Per Riniker, «in passato il comparto ha sempre registrato una buona
performance quando gli indicatori di tendenza tornavano ad essere positivi. Inoltre,
in considerazione dei consistenti incentivi fiscali in atto negli Stati Uniti,
i nostri studi indicano che alcuni settori sono più sensibili ai rimbalzi
dell'economia che dovrebbero risultare dal pacchetto di aiuti. Tecnologia,
energia e materiali sono tra questi settori. Attualmente manteniamo comunque
una distribuzione degli asset piuttosto difensiva, sovrappesati su beni di
prima necessità, salute, telecomunicazioni ed energia, e sottopesati su beni di
consumo discrezionali, industriali e finanziari». La crisi ha colpito molto
severamente le banche. Con i prezzi attuali è tempo di rientrare nel comparto?
"La tentazione di comprare banche e' molto forte, ma mi limiterei ai nomi
migliori, come JP Morgan e Goldman Sachs", dice Edward Tarallo, investment
manager di Wachovia-WellsFargo a New York. "E quanto al piano del ministro
Geithner per vendere i bond tossici delle banche potrebbero esserci buone
occasioni per gli investitori, ma credo che le banche saranno riluttanti a
vendere". Proprio giovedì scorso la Fasb (Financial Accounting Standards
Board), l'ente che stabilisce per conto della Sec (Consob Usa),
le regole per scrivere i bilanci, ha aumentato la discrezionalità concessa alle
banche di dare una propria valutazione ai titoli non quotati legati ai mutui:
cala quindi l'incentivo per le banche che hanno i bond tossici in portafoglio
di metterli all'asta, perché rischierebbero di realizzare prezzi troppo bassi
rispetto ai valori di libro. Infine, qual è il futuro del rapporto
dollaro-euro, che tanto incide sugli investimenti diversificati degli europei? La Cina e la
Russia vogliono sostituire il dollaro con una moneta internazionale come valuta
per gli scambi e per le riserve dei paesi esportatori, e Obama ha detto di no.
Che cosa succederà? "Il dollaro e' e rimarra' la valuta di scelta per
riserve e scambi per il prevedibile futuro", dice Tarallo. "Lo
vedo scendere però dagli attuali livelli entro fine anno per l'enorme debito
pubblico Usa dovuto allo stimolo di Obama". Per
Riniker, "alcune monete, come l'euro, potrebbero assumere una maggiore
importanza come valute di riserva nell'ambito del processo di diversificazione
delle banche centrali. In generale, il dollaro conserverà la sua posizione
dominante per la liquidità e la lunga tradizione di investimento in titoli del
Tesoro Usa delle banche centrali. Entro fine anno
prevediamo un cambio euro/dollaro di 1,40".
(
da "Stampa, La"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
In
aprile il Dow Jones delle blue chips americane sta confermandosi sopra quota
8000 punti - ha chiuso a 8131 venerdì scorso - dopo che era sprofondato a 6500
nella prima settimana di marzo. E' vera ripresa? O è un "rally
dell'Orso", come sono chiamati i rimbalzi che non durano? La Stampa lo ha
chiesto a due money manager internazionali. Ecco le loro risposte. «I mercati
hanno ripreso la via del consolidamento», sostiene Christoph Riniker, Senior
Strategist di Bank Julius Baer. «A fronte di dati di crescita deboli del Pil
nei prossimi trimestri, ci aspettiamo mesi di volatilità azionaria. Ma restiamo
cautamente positivi, visto che vari indicatori di tendenza come l'indice Ism o
l'Ifo (spie del business americano e tedesco, Ndr) hanno continuato il percorso
di discesa avvicinandosi ai livelli minimi. Di conseguenza, ci si potrebbe
aspettare un successivo rialzo dei mercati azionari, in particolare nei settori
ciclici». Il Nasdaq dei tecnologici ha retto meglio nel primo trimestre di
S&P e Dow, e da un sondaggio della rivista The Banker è emerso che il 71,3%
del centinaio di Ceo di corporation globali si aspetta di investire in
information technology nel corso di quest'anno. Sarà il settore tecnologico a
guidare il prossimo Toro? Per Riniker, «in passato il comparto ha sempre
registrato una buona performance quando gli indicatori di tendenza tornavano ad
essere positivi. Inoltre, in considerazione dei consistenti incentivi fiscali
in atto negli Stati Uniti, i nostri studi indicano che alcuni settori sono più
sensibili ai rimbalzi dell'economia che dovrebbero risultare dal pacchetto di
aiuti. Tecnologia, energia e materiali sono tra questi settori. Attualmente
manteniamo comunque una distribuzione degli asset piuttosto difensiva,
sovrappesati su beni di prima necessità, salute, telecomunicazioni ed energia,
e sottopesati su beni di consumo discrezionali, industriali e finanziari». La
crisi ha colpito molto severamente le banche. Con i prezzi attuali è tempo di
rientrare nel comparto? "La tentazione di comprare banche e' molto forte,
ma mi limiterei ai nomi migliori, come JP Morgan e Goldman Sachs", dice
Edward Tarallo, investment manager di Wachovia-WellsFargo a New York. "E
quanto al piano del ministro Geithner per vendere i bond tossici delle banche
potrebbero esserci buone occasioni per gli investitori, ma credo che le banche
saranno riluttanti a vendere". Proprio giovedì scorso la Fasb (Financial
Accounting Standards Board), l'ente che stabilisce per conto della Sec (Consob Usa), le regole per scrivere i bilanci, ha aumentato la
discrezionalità concessa alle banche di dare una propria valutazione ai titoli
non quotati legati ai mutui: cala quindi l'incentivo per le banche che hanno i
bond tossici in portafoglio di metterli all'asta, perché rischierebbero di
realizzare prezzi troppo bassi rispetto ai valori di libro. Infine, qual è il
futuro del rapporto dollaro-euro, che tanto incide sugli investimenti
diversificati degli europei? La Cina e la Russia vogliono sostituire il dollaro con una moneta
internazionale come valuta per gli scambi e per le riserve dei paesi
esportatori, e Obama ha detto di no. Che cosa succederà? "Il dollaro e' e
rimarra' la valuta di scelta per riserve e scambi per il prevedibile
futuro", dice Tarallo. "Lo vedo scendere però dagli attuali
livelli entro fine anno per l'enorme debito pubblico Usa
dovuto allo stimolo di Obama". Per Riniker, "alcune monete, come
l'euro, potrebbero assumere una maggiore importanza come valute di riserva
nell'ambito del processo di diversificazione delle banche centrali. In
generale, il dollaro conserverà la sua posizione dominante per la liquidità e
la lunga tradizione di investimento in titoli del Tesoro Usa
delle banche centrali. Entro fine anno prevediamo un cambio euro/dollaro di
1,40".
(
da "Datasport"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dunga:
"Il razzismo è una questione culturale" (Carlos Dunga) (AGM-DS) -
20/04/2009 10.36.55 - (AGM-DS) - Milano, 20 aprile - I cori razzisti che hanno
preso di mira Mario Balotelli durante Juventus-Inter hanno fatto il giro del
mondo. Un'usanza odiosa che regolarmente si verifica nei nostri stadi e che,
certamente, non fa altro che abbassare ulteriormente l'immagine del nostro tifo
all'estero. Questo fenomeno si deve combattere e con decisione. Questo è il
pensiero di Carlos Dunga, ospite d'eccezione durante l'anticipo di sabato, che
proprio non ha gradito gli ululati verso l'attaccante di colore dell'Inter.
"Il razzismo nel calcio e' una brutta cosa e nel calcio lo sentiamo di
piu' perche' ci sono giocatori di tutto il mondo. Ma credo che sia soprattutto
una questione di cultura generale. La gente si sfoga in modo sbagliato, e' una
brutta cosa. Il calcio deve prendere delle misure adatte per combattere questo
fenomeno, ormai il mondo e' globalizzato e non dovrebbero
esserci queste difficolta'". Il ct brasiliano, intervenuto ai microfoni di
Radio Anch'io Lo Sport, ha parlato anche di tre pedine della sua nazionale, i
milanisti Kakà, Pato e Ronaldinho, che ieri è andato a visionare nel match che
i rossoneri hanno dominato contro il Torino. "Kaka' sta riprenderndo
la forma. Pato? E' in crescita costante, ha giocato solo 45' ma ha fatto bei
numeri. Ronaldinho sta tornando ad esprimesi come in passato, sono molto
contento".
(
da "KataWeb News"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Calcio,
Dunga: Razzismo? Sport prenda seri provvedimenti 20 aprile 2009 alle 10:51 —
Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il Ct brasiliano, Carlos Dunga, critica i
cori razzisti contro Mario Balotelli nella sfida Juventus-Inter di sabato
scorso, gara in cui era presente in tribuna. "Il razzismo nel calcio è una
brutta cosa e nel calcio lo sentiamo di più perchè ci sono giocatori di tutto il
mondo. Ma credo che sia soprattutto una questione di cultura generale -- dice
Dunga ai microfoni di 'Radio Anch'io Lo Sport' -- La gente si sfoga in modo
sbagliato, è una brutta cosa. Il calcio deve prendere delle misure adatte per
combattere questo fenomeno, ormai il mondo è globalizzato e
non dovrebbero esserci queste difficoltà". Dunga è in Italia per vedere
all'opera i brasiliani che giocano nel nostro campionato. Ieri sera era a San
Siro, dove ha assistito alla bella vittoria del Milan sul Torino. Pagelle
positive per tutti i brasiliani del Milan: "Kakà sta riprenderndo la forma
-- dice Dunga -- Pato è in crescita costante, ha giocato solo 45' ma ha
fatto bei numeri. Ronaldinho sta tornando ad esprimesi come in passato, sono
molto contento". (20/04/2009) (Spr) AGI
(
da "Blogosfere"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Apr 0920
Il travaglio del futuro Pubblicato da Demetrio Vacca alle 10:18 in Arena Siamo
al livello delle formiche e quindi vediamo il mondo da un punto di vista così
banale e così ristretto che è determinato dallo stare chiusi nel formicaio.
Così per molti è vitale la liberà di stampa purchè la trasmissione da difendere
rispetti le proprie idee, mentre chi non è della stessa parrocchia va radiato
dal giornalismo, per altri è fondamentale per la democrazia la vittoria del
referendum che di fatto regalerebbe al paese un sistema assimilabile di fatto
ad un regime, ma che importa...la libertà di fatto ha un valore molto relativo.
Comunque in questo paese come negli altri si perde di vista lo scorrere degli
eventi e le conseguenze del tutto. Per molti ha poco significato che la la
produzione di un chilo di carne di maiale richieda tre chili di mais, mentre
addirittura otto chili di mais siano necessari per produrre un chilo di carne
di manzo o di vitello. Così ha poco significato sapere che negli Usa, ad esempio, le scorte di frumento sono ai livelli più
bassi dal 1947, quando la popolazione americana era la metà di quella attuale.
A livello mondiale, le scorte di riso – alimento base per tre miliardi di
asiatici e di africani - sono le più basse dal 1976. No molto meglio distrarsi
con Travaglio e Santoro e le loro sparate nel nulla, già perchè i veri problemi
sono e rimangono altrove. Quanto significato ha per la redazione di Santoro che
i 2 trilioni di dollari di riserve cinesi finiranno nellacquisto di metalli ? Quanto significato ha sapere che
la Cina sta alluminio, zinco, nickel e materiale rari
come il titanio, lindio , il rodio e il
praseodimio? Poco importa che la Green revolution e l'innovazione dei prossimi
anni passino per le forche caudine di quei materiali rari che la Cina
sta acquistando ad un ritmo impressionante : 329mila tonnellate di rame in
febbraio, 375mila in marzo. Quanto interessa che il prezzo del rame è salito
del 49 per cento fissandosi a 4.925 dollari la tonnellata il tutto mentre gli
analisti pronosticavano un crollo del 20 per cento? Poco perchè non fa
audience, poco perchè ragionarci sopra sarebbe giornalismo vero e non
propaganda, poco perchè se quei dati fossero realmente compresi si capirebbe
quanto il nostro futuro sia incerto e duro. Già perchè la crisi finanziaria sta
trovando un punto di equilibrio, come dimostrano sia i numeri positivi di
CitiGroup e Goldman Sachs sia l'andamento dei titoli del settore bancario.
Pertanto, si avvicina un momento di ripresa in cui rimprenderà fiato l'inflazione
determinata dalla ripresa produttiva e quindi tornerà a
salire il prezzo del petrolio e la bilancia dei pagamenti USA tornerà ad un
trend negativo. Il rischio è che sia animino fortissime tensioni sui mercati
delle materie prime ed alimentari, giacchè mentre la Cina acquista metalli si trova nella debolezza per cui il 40% del suo
fabbisogno alimentare dipende dall'estero, da qui il forte interesse verso
certi paesi africani... Il rischio è che l'energia cominci a costare
cara e di fatto già sono sul mercato, e vanno alla grande, titoli derivati
basati sull'elettricità. E' in atto un riequilibrio globale per il quale i
governi europei devono prepararsi ad agire fortissimamente sulla leva fiscale
per garantire un futuro ai propri cittadini. Per questo nella fase di crisi
attuale nessun governo deve far leva sulla spesa pubblica ma altresì deve porre
in atto tagli importanti a quei capitoli di spesa che rischiano di devastare il
bilancio pubblico (scuola, dipendenti pubblici etc). Magari come dimostrava
Report nella trasmissione di ieri bisogna tagliare meglio con più accuratezza e
stabilire al più presto meccanismi meritocratici, però si deve tagliare perchè
l'obiettivo oramai comune a PD e PDL è tagliare la spesa pubblica, ridurre la
pressione fiscale e poi liberalizzare. Fortunatamente su tutto questo c'è
accordo in Europa ed in Italia, poi lasciamo a Fede e Santoro il compito di
mantenere le apparenze... anche questa è propaganda! Nel frattempo riflettiamo
sul fatto che dal 2003, la Cina è stata responsabile
del 64% della maggiore domanda di rame, del 70% della maggiore domanda di
alluminio, dell82% della maggiore domanda
di zinco e del 31% delladdizionale domanda di greggio e che le banche
d'investimento stanno trovando linfa e liquidità proprio dalle speculazioni
sulle commodoties. In primis quel mercato non rischia di implodere come quello
dei derivati finanziari puri (subprime & Co), per cui almeno fino al 2015
rappresenterà un veicolo di speculazione per i capitali ora così restii a
tornare nelle borse azionarie mondiali. L'enorme liquidità determinata dalla
politica monetaria globale può innescare un ciclo inflazionistico non appena la
produzione riprenderà ai livelli pre-crisi. Ma la produzione in Europa
riprenderà ai ritmi precedenti? L'Europa come uscità dalla crisi? Quali saranno
gli scenari? Quale sarà il mercato delle materie prime alimentari? Il dubbio di
fondo è non tanto se si uscità dalla crisi nel 2010 o dopo ma se riusciremo a
sostenere la ripresa, se l'occupazione trovarà comparti produttivi solidi e
stabili. Sicuramente il comparto bancario si sta ristrutturando, il caso UBI è
emblematico perchè si sta di fatto cancellando un canale di distribuzione
classico ma non più redditizzio come lo sportello bancario. Il problema è nel
settore produttivo e quando vedo le cassandre dei media mostrare sdegno per
l'assenza dell'azione dello stato nel sostenere determinati settori produttivi
mi inquieto e mi domando con quale miopia il giornalista di turno sostiene che
vada salvata un azienda che produce profilati d'alluminio in Sardegna dove ai
costi della materia prima si somma un insostibile spesa per la distribuzione e
la logistica? Con quale coraggio si anima la rabbia per uno stato che per norme
comunitarie non può intervenire e per senso dell'economia non deve? Le banche
alzano il credit crunch ....le imprese che hanno i fondamentali possono
reagire, acquisire nuovi clienti , ottimizzare le proprie organizzazione e investire
in innovazione.....le imprese legate al vecchio modello del capannone e dei
macchinari non hanno più tempo e modo di sopravvivere. E' un pezzo di
produzione che ha finito e dopo la crisi veramente sarà tutto diverso,
soprattutto in certe zone come il nord-est dove finore è bastato avere gli
"sghei", il capannone e le macchine per sentirsi imprenditore
ignorando ogni conoscenza e competenza economico-aziendale. E' finito il
capitalismo delle cooperative, mostruosa fonte di costi per la sanità quanto
per la logistica italiana. E' finito il tempo delle aziende amiche del politico
pronto a dargli gli appalti giusti magari per pulire tutte le scuole della
regione Lazio. Datevi una svegliata lasciate in soffitta le polemiche faziose
ed affrontiamo da subito i problemi del futuro che ci appartiene nella misura
in cui siamo consapevoli del presente e certamente se il nostro scopo è
dimostrare l'imbecillità del politico di turno allora abbiamo ben poca speranza
di fare qualcosa di utili sia come cittadini sia come giornalisti...
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
TASSI
UE: TAGLIO DELLO 0,25% A MAGGIO SARA' ULTIMO DELL'ANNO di WSI L'ipotesi si fa
sempre più credibile dopo le ultime dichiarazioni di Bini Smaghi e di Trichet.
La politica di tassi zero non è appropriata per la Bce... -->*Questo
documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e' rivolto
esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela
professionale ai sensi dell'allegato n.3 al reg. n.16190 della Consob. Le
analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia,
che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali
indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito,
il disclaimer ufficiale di WSI. In area Euro oggi non sono attesi dati di
rilievo, ma in settimana avremo la pubblicazione dellindice Zew ed Ifo tedesco per il mese di aprile ed i
Pmi preliminari per lo stesso mese. Negli Usa la
settimana sarà meno ricca di dati macro rispetto alla precedente. Tra i più
importanti segnaliamo gli ordini di beni durevoli, il leading indicator ed
alcuni dati relativi alle vendite immobiliari. Prosegue inoltre la stagione
delle trimestrali. (WSI) Tassi di
interesse: in area Euro la settimana si è conclusa con un rialzo dei tassi su
tutta la curva e dei listini azionari. Rimane pressoché stabile il
differenziale sul 2-10 anni, mentre scende sotto i 110 pb il differenziale sul
decennale italia-Germania. In forte calo lo spread tra lEuribor 1 mese e lEonia swap di pari scadenza a
seguito di un aumento di questultimo, a conferma dellattesa di
mercato di un taglio da 25 del tasso di riferimento. Bini Smaghi, membro della
Bce, in un convegno a Berlino ha dichiarato che non ci sono rischi di deflazione
nellarea Euro e che le aspettative dì inflazione
stanno muovendosi verso lalto. Relativamente alla politica monetaria ha
affermato che il tasso di riferimento è prossimo al livello minimo, aggiungendo
che è
importante mantenerlo ad un livello tale per cui non ci sono rischi per la
liquidità e per le aspettative di inflazione. Le dichiarazioni sembrano
confermare il taglio da 25pb nella riunione di maggio ed il mantenimento del
tasso all1% per il resto dellanno.
Per Bini Smaghi la ripresa seppur graduale si vedrà solo nel 2010 e non è
escluso che in seguito alla crisi il potenziale di crescita possa essere più
basso. Analogamente Trichet nel fine settimana ha ribadito che lIstituto
potrebbe ridurre il tasso di riferimento di 25 pb e che la politica di tassi zero
non è appropriata per la Bce. Sopravvivere non e' sufficiente, ci sono sempre
grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa
meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Il capo dellistituto ha inoltre aggiunto che il tasso sui depositi
non verrà modificato e che sarà fornita liquidità illimitata per tutto il tempo
necessario. Sul decennale la resistenza si colloca a 3,3%. Negli Usa in rialzo i tassi di mercato grazie ai dati migliori
delle attese annunciati da Citigroup che ha battuto le stime degli analisti
grazie agli utili da trading e regole contabili favorevoli. Lo spread 2-10 anni
è salito da 193 a
198pb. In lieve rialzo le borse Usa guidate dal
settore dei beni di consumo discrezionali, finanziari ed industriali. Notizie
positive sono giunte anche dal fronte macro con la fiducia dei consumatori
calcolata dallUniversità del Michigan
che ad aprile è salita ai massimi da sei mesi, attestandosi ben oltre le attese. Due
membri della Fed (Kohn e Dudley) hanno dichiarato che i piani di emergenza
della banca centrale non provocheranno un marcato aumento dellinflazione, e non creeranno un significativo rischio
per i contribuenti. La Fed in futuro cercherà di essere più
trasparente, pubblicando un ulteriore ammontare di informazioni circa la
qualità dei finanziamenti concessi e le controparti coinvolte. Oggi gli
operatori rimarranno in attesa soprattutto dei dati trimestrali di Bank of
America che saranno annunciati prima dellapertura
dei mercati. Sul fronte macro atteso in lieve miglioramento il leading
indicator di marzo. Sul decennale la resistenza si colloca a 2,95%, il supporto
a 2,85%. Valute: prosegue lapprezzamento del Dollaro vs Euro sulla scia
dei positivi
risultati annunciati dalle banche Usa. Il cross ha
raggiunto larea di supporto collocata a 1,2950-1,30. La
rottura di tale livello potrebbe dar luogo ad un movimento fino area
1,28-1,2750. Per oggi la resistenza più vicina si colloca a 1,3090. Secondo il Cftc gli
speculatori la scorsa settimana hanno aumentato le posizioni combinate nette
lunghe sul cross. Verso Dollaro lo Yen si mantiene stabile allinterno del range 98,15 99,75 che contiene i
movimenti del cross da 4 sessioni. Lo Yen si è invece apprezzato verso
Euro sulla scia del movimento dellEuro/Dollaro
giungendo in prossimità dellarea di supporto collocata a 126,40-127,70.
Materie prime: il greggio Wti continua a stazionare in prossimità dei 50$/b
grazie a segnali di aumento della domanda dalla Cina. In
rialzo il gas naturale (+3,6%) in seguito al forte calo del numero delle
piattaforme che ricercano nuovi giacimenti negli Usa.
Tornano a salire i metalli industriali guidati da zinco (+4,3%) e piombo
(+3,9%). Tra i preziosi in calo largento
(-3,8%)
e loro (-1,4%). Negative le principali materie
prime agricole guidate dal calo del mais (-2,5%).. Copyright © MPS Capital
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(
da "Sannio Online, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Città:
Come uscire dalla crisi Pubblicato il 20-04-2009 di Samuele Ciambriello Di
ricette per affrontare la crisi in questi giorni se ne leggono a decine e
parecchie di esse risultano anche molto interessanti, ma la crisi che sta
coinvolgendo il mondo intero può essere letta in diversi modi... di Samuele
Ciambriello Di ricette per affrontare la crisi in questi giorni se ne leggono a
decine e parecchie di esse risultano anche molto interessanti, ma la crisi che
sta coinvolgendo il mondo intero può essere letta in diversi modi. Chi, come
me, è da sempre attento alle questioni sociali non può non partire da esse. Per
uscire dalla crisi non bastano politiche di tamponamento della crescente
sofferenza sociale né lelaborazione di regole più
stringenti per la finanza. Serve anche che risorse e regole siano orientate a
rigenerare una coesione sociale disarticolata in misura crescente da molteplici
tendenze: venir meno di unetica pubblica e civile
condivisa; società liquida segnata dallincertezza e dalla paura; crisi di
legittimazione, di rappresentatività e di capacità di governo della democrazia
nella sue diverse dimensioni (economica, sociale e politica). Un fattore
rilevante di sfaldamento della coesione è dato da una accentuazione delle
disuguaglianze divenuta ormai vera ingiustizia sociale che, in Italia, presenta
una aggravante in quanto il nostro sistema di welfare anziché essere fattore di
redistribuzione e di rassicurazione sociale, si rivela oggi esso stesso fattore
di riproduzione e cristallizzazione delle disuguaglianze. Dietro al questione
delle regole e della sostenibilità sociale e ambientale sta insomma il vero
compito di questa fase storica: ricondurre tutte le forme delleconomia a partire dalleconomia
capitalistica di mercato oggi dominante la necessaria responsabilità sociale.
Si discute molto di come adeguare le diverse forme di protezione sociale alle
trasformazioni del lavoro e del suo mercato. Si riconosce in genere che la
flessibilità sia un dato irreversibile delle nuove forme assunte dalleconomia nellera della globalizzazione e che il
problema, oggi, è evitare lequazione tra flessibilità, precarietà del
lavoro e insicurezza sociale. Il dibattito si concentra oggi sulla necessità di
una riforma degli ammortizzatori sociali che estenda a tutte le forme
di lavoro e di impresa la protezione contro le diverse situazioni in cui viene
meno o è messo a serio rischio il reddito da lavoro. I nodi da sciogliere sono
però ancora notevoli: la sostenibilità economica di una tale riforma nel concreto
caso italiano; i soggetti e le forme di prelievo che debbono finanziare la
riforma; lentità e la durata della prestazioni; la
combinazione tra prestazioni monetarie e percorsi di riqualificazione e di
empowerment e lelenco potrebbe continuare. Al contrario sembra,
invece, ancora poco presente una seria ricerca sullinnovazione oggi necessaria per dare ai sistemi di
welfare, dentro ed oltre la crisi, efficacia redistributiva e rassicurativa,
nuova legittimazione sociale e sostenibilità economica. Un primo punto focale
riguarda la stessa cultura del welfare: non è ancora chiara e consolidata la
percezione che le politiche sociali non sono semplici strategie redistributive
ma vere e decisive politiche di sviluppo. Non solo contribuiscono a rigenerare
capitale sociale e coesione sociale, ma producono e sempre più possono e debbono produrre lavoro
e ricchezza. E lo fanno con quella qualità che è oggi la vera carenza che è la
radice più profonda della crisi: una economia ad alta qualità e responsabilità
sociale.
È giunto il momento di ripensare le politiche di welfare come vera dimensione
sociale delleconomia. Come fattore in grado anche di
regolare e di promuovere la responsabilità e la vocazione sociale
delleconomia di mercato. Al welfare delle tutele e della libertà dal
bisogno si è via via affiancato il welfare dei diritti di cittadinanza e delle
opportunità. È forse venuto il tempo di affiancare (non di sostituire, sia
chiaro) a queste strategie il welfare delle capacità e, quindi, di affiancare
alla politica dellemancipazione e della redistribuzione la politica
della promozione dello sviluppo umano: la politica della vita. Ci
si deve forse spingere ad immaginare che le diverse forme e i diversi soggetti
che oggi operano nel vasto e articolato campo del sociale e del civile
(sindacato, associazionismo, cooperazione, volontariato, Terzo settore,
economia solidale) possano dare luogo ad una vera coalizione per la giustizia
sociale e la sostenibilità. Possano cioè ripensarsi come rete di reti in grado
di agire con strategie e offerte comuni nelle comunità locali e nelle diverse
dimensioni e interlocuzioni istituzionali, al fine di dare luogo ad un
continuum di società solidale e di cittadinanza attiva e responsabile che può
tradurre concretamente le politiche pubbliche e le loro prestazioni monetarie e
di servizi alla persona e alle famiglie in una reale capacitazione. Intesa,
questultima, non solo come formazione ma anzitutto
come riconoscimento delle competenze ad agire che può tradursi in fruizione concreta delle
diverse forme di protezione e di opportunità. La sola che può contribuire a
liberare dalla precarietà e dalla paura del futuro, diventando risorsa e spinta
allo sviluppo umano e civile delle comunità. Se poi questo percorso sia
possibile farlo con una maggioranza di governo come quella attuale spostata a
destra, con una presenza leghista che non ha certo nel sociale la sua bandiera
e con un leader populista interessato più ai bisogni dei potenti che non della
gente comune, risulta essere una domanda retorica la cui risposta è purtroppo
nota a tutti. Ma anche la Regione deve dare risposte concrete in termini non
più solo di programmazione ma di decreti,
cioè di scelte operative. Le risorse disponibili ci sono, basta solo saperle
mettere in campo con un approccio serio e costruttivo.
(
da "Asca"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
TERREMOTO:
PROTEZIONE CIVILE, TECNICI RUSSI PER VERIFICHE SU EDIFICI (ASCA) - Roma, 17 apr
- Una condivisione di metodologie e tecnologie per la verifica degli effetti
del sisma sugli edifici. Cosi' i Paesi stranieri, in particolare la Russia, stanno
contribuendo alla ricostruzione in Abruzzo. ''Come e' stato detto piu' volte
dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal capo
della Protezione Civile Guido Bertolaso - spiega all'Asca Giovanni de Siervo
dell'Ufficio Relazioni Internazionali della Protezione Civile - non c'e' una
necessita' di aiuti dall'estero e la situazione e' stata gestita sempre su base
nazionale. Le risorse sono provenute da tutte le regioni italiane e, pur avendo
ricevuto offerte dall'estero, abbiamo ringraziato i nostri partner
internazionali, ma non abbiamo avuto necessita' di chiedere alcun tipo di
supporto''. ''Quello che si sta verificando ora - aggiunge il responsabile
della Protezione Civile - e' piu' che altro una condivisione di metodologie e
tecnologie con alcuni colleghi internazonali nella seconda fase, quella di
verifica degli effetti del sisma sugli edifici''. De Siervo precisa che,
''attraverso il meccanismo europeo di Protezione Civile, che e' il
coordinamento delle Protezioni Civili dei 27 Paesi dell'Unione piu' quelli
dell'area economica europea, riceveremo domani un team di esperti
tecnico-scientifici per la valutazione della stabilita' degli edifici''. E'
invece arrivato ieri a L'Aquila un team di tecnici provenienti dalla
Federazione Russa ''che hanno una tecnologia per la valutazione della
stabilita' dei palazzi di grandi dimensioni''. Tale squadra di esperti, precisa
De Siervo, ''sta effettuando oggi le prime verifiche con i nostri Vigili del
Fuoco''. Sul fronte della ricostruzione dei monumenti, il neo vice commissario
della Protezione Civile per i beni culturali, Luciano Marchetti, fa sapere di
essersi impegnato con il premier a fornire le prime 25 schede della cosiddetta
''lista di nozze'' delle opere da sottopporre ai partner esteri entro la fine della
prossima settimana e le altre 13 la settimana successiva. mlp/uda/bra (Asca)
(
da "Dagospia.com"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
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| Segnala articolo --> OBAMA CHIEDE A CUBA FATTI PIù CHE PAROLE ETA, ALLARME ATTENTATI SEGOLENE SI SCUSA
A NOME DELLA FRANCIA CON IL 'POCO INTELLIGENTE' ZAPATERO (COPY BY SARKO) LONDRA: il conto dei salvataggi finanziari è stato di
60 miliardi di sterline Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom Obama e
Hugo Chavez 1 - SPAGNA EL PAIS -" L'Eta aveva pronti attentati per ricevere il
nuovo governo basco": Jurdan Martitegi, capo della struttura militare
dell'Eta, stava preparando un commando per realizzare le minacce fatte al
governo regionale del socialista Patxi Lopez, il primo esecutivo regionale
basco non nazionalista da 30 anni: all'interno, un editoriale definisce
l'arresto in meno di un anno di quattro massimi dirigenti come "la
migliore risposta, la più politica", al gruppo terrorista. "Obama
offre all'America Latina rispetto per tutte le ideologie": il presidente
degli Stati Uniti difende la riconciliazione con Cuba e Venezuela alla fine del
vertice delle Americhe e dichiara finito il tempo dell'uso delle sole armi. Il
principale quotidiano della sinistra spagnola pubblica anche un'intervista alla
nuova ministra della Sanità, Trinidad Jimenez, che afferma che il dibattito sul
diritto o meno ad abortire "è superato", nonostante la grande
mobilitazione intrapresa dalla Chiesa cattolica contro la riforma del governo
Zapatero. EL MUNDO - Anche El Mundo, principale giornale di destra del paese,
apre sull'Eta: il ministro dell'Interno Alfredo Perez Rubalcaba dice che
all'interno del gruppo terrorista si discute "se si deve continuare o
no". All'interno, nella sezione internazionale, "Obama chiede a Cuba
'fatti' più che 'parole'". SARKOzy zapatero LA VANGUARDIA - Il principale
quotidiano catalano, di linea moderata e centrista, titola su una nuova misura
anti-crisi annunciata dal premier José Luis Zapatero: "una nuova linea da
3 miliardi per garantire la fatturazione alle Pmi". Anche il giornale di
Barcellona si occupa dell'arresto dell'etarra Martitegi: "Preparava un
nuovo commando per attentare". 2 - FRANCIA LIBERATION - In primo piano le
polemiche sulle parole di Nicolas Sarkozy a proposito del capo del governo
spagnolo, Josè Luis Rodriguez Zapatero, definito "poco intelligente".
Violentemente attaccato dall'Ump, dopo avere riportato le parole del capo dello
Stato, Liberation difende la sua posizione. "Si può criticare Sarkozy?".
Nel sommario, la vittoria di Sebastian Vettel al Gran
premio di Cina, sotto il
diluvio. Le Red Bull-Renault con il ventunenne tedesco di Hoppenheim e
l'australiano Mark Webber hanno dominato la gara di Shanghai, chiudendo davanti
al leader del mondiale, l'inglese Jenson Button e all'altra Brawn del
brasiliano Rubens Barrichello. "Vettel, re della pioggia". LE
FIGARO - In apertura la presa di posizione di Segolene Royal, che ha presentato
le scuse della Francia a Josè Luis Rodriguez Zapatero, dopo le parole di
Nicolas Sarkozy smentite dall'Eliseo. L'esponente del Ps ha ricevuto scarso
sostegno anche dal suo stesso partito. "Segolene Royal imbarazza il
Partito Socialista". Spazio in prima pagina anche per l'apertura del
mercato cinese alle imprese francesi. Dopo la "riconciliazione"
politica tra Sarkozy e Hu Jintao al G20 di Londra, il segretario di stato al
Commercio, Anne-Marie Idrac, partecipa al forum di Boao, il "Davos
cinese". "La Cina ha nuovamente aperto alle
imprese cinesi". 3 - GERMANIA SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - "Steinmeier
punta sul centro": il candidato della Spd evita di mettere in programma
l'introduzione della tassa patrimoniale. Elogio a Gerhard Schroeder, ex capo
del governo federale, e alle sue riforme. "Tre contro la Germania":
volevano sconvolgere il paese con bombe dall'enorme potenziale esplosivo in
nome di Allah. Inizia mercoledì a Duesseldorf il processo ai tre presunti
terroristi del Sauerland Gruppe dopo un anno e mezzo dall'arresto. FAZ -
"Steinmeier vuole diventare cancelliere federale": contro gli
estremisti del mercato e i nero-gialli/ Roland Pofalla (Cdu): il programma
della Spd dimostra una sterzata a sinistra. "La Germania non prenderà
parte alla conferenza di "Durban II", la conferenza delle Nazioni
Unite contro il razzismo, la discriminazione e lintolleranza che inizia oggi a
Ginevra : no anche da Washington, L'Aja e Roma. Londra ci sarà. La bozza finale
è ritenuta inaccettabile. Pregiudizi anti-israeliani e anti-occidentali.
Segolene Royal "Industria contro partecipazione diretta dello Stato":
i vertici del mondo industriale tedesco all'apertura della Fiera di Hannover si
sono espressi apertamente contro mano pubblica sulle imprese. Il presidente
della Repubblica federale Horst Koehler ha esortato ad una ristrutturazione
dell'economia mondiale in senso ambientalista. DIE WELT - "La Spd scopre il
suo candidato cancelliere sociale": una messinscena alla maniera delle
campagne elettorali Usa al motto "ja, ich kann
es". TAGESSPIEGEL - "Acrobatica da cancelliere di Steinmeier": è
stato un difficile esercizio di equilibrio quello del candidato dei socialdemocratici
alla Cancelleria, ieri al Tempodrom di Berlino. Doveva allo stesso tempo
trasmettere ai suoi compagni di partito voglia di combattere e consapevolezza
della vittoria. E dimostrare di saper essere un buon uomo di punta per la
campagna elettorale. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "Intelligence
riservata di polizia fu girata a un'azienda privata". Alcuni messaggi di
posta elettronica provano che impiegati pubblici passarono dati sui
manifestanti a responsabili della sicurezza di E.On (colosso energetico
tedesco). "Denuncia dei parlamentari, lo stato non riesce a tutelare i
bambini in cura": secondo i parlamentari, gli standard nelle cure in
affido e residenziali sono regolati dalla fortuna e le riforme non hanno
portato a miglioramenti. THE INDEPENDENT - "La rivoluzione industriale del
Partito laburista". Le forze di mercato devono far posto
all'interventismo, spiega Lord Mandelson (ministro del Commercio) in
un'intervista esclusiva, mentre le società hi-tech e a bassa emissione di
carbone devono ottenere finanziamenti extra e sgravi fiscali. THE TIMES -
"La finanziaria taglierà quindici miliardi di sterline dalla spesa
pubblica": Alistair Darling, cancelliere dello Scacchiere, chiederà
risparmi della massima efficienza dopo aver cercato di risollevare la fiducia
nell'economia con un messaggio su YouTube. Politica estera. "La visita a
sorpresa di Mandela incanta la folla": il partito è quasi certo di vincere
le elezioni in Sudafrica e la sortita dell'ex presidente accresce l'atmosfera
di festa. FINANCIAL TIMES - "Darling riconoscerà che il conto dei
salvataggi finanziari è stato di 60 miliardi di sterline": il Cancelliere
dello Scacchiere ha deciso di ammettere per la prima volta che il governo non
recupererà integralmente i costi dei suoi interventi per il sistema bancario,
il cui costo potrebbe raggiungere i 60 miliardi di sterline. "Gli uomini
subiscono l'urto del calo occupazionale negli Stati Uniti": la recessione
statunitense ha aperto un notevole divario tra i tassi di disoccupazione maschili
e femminili da quando, nel 1948, è iniziata la registrazione di questi dati. Su
5,1 milioni di posti di lavoro persi dall'inizio della recessione, quasi l'80
per cento riguarda uomini (tasso di disoccupazione dell'8,8 per cento); il
tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto il 7 per cento. [20-04-2009]
(
da "Corriere.it"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Newsweek»
lancia l'uso di biossido di zolfo per raffreddare il pianeta: costa meno Uno
scudo di gas contro l'effetto serra Due Nobel Usa:
sfruttiamo il meccanismo del vulcano Pinatubo Il vulcano Pinatubo ROMA
Immaginatevi una nebbia fatta da goccioline di biossido di zolfo, un composto
chimico prodotto naturalmente durante le eruzioni vulcaniche. Però, una nebbia
artificiale, sparsa apposta nell'alta atmosfera col proposito di ridurre il
riscaldamento globale. Ebbene, questa specie di antidoto dei gas serra potrebbe
far scendere rapidamente la febbre climatica della Terra. In altri termini,
l'uomo, da una parte, continuerebbe a pompare nell'aria anidride carbonica a
tutto spiano, attraverso centrali elettriche, fabbriche e automobili,
riscaldando il pianeta; dall'altra pomperebbe biossido di zolfo spray per
raffreddarlo. L'idea è di alcuni fisici dell'atmosfera, fra cui i noti premi
Nobel Paul Crutzen e Thomas Schelling. In questi giorni, torna con prepotenza
alla ribalta e diventa addirittura la cover story del settimanale Newsweek.
Perché? Semplice, perché l'impegno a tagliare le emissioni di anidride
carbonica e degli altri gas serra appare sempre più oneroso e i Paesi che
dovrebbero attuarlo sempre più riluttanti. Stati Uniti e Cina, i due maggiori inquinatori
mondiali, continuano a restare fuori dagli obblighi di Kyoto. E degli altri 40
Paesi aderenti, più della metà continua ad aumentare le emissioni, piuttosto
che ridurle. PROGETTO PINATUBO - E allora si torna a prendere in considerazione
il «Progetto Pinatubo», per raffreddare il nostro pianeta. Alcuni lo
chiamano così un po' per scherzo, un po' perché è stato proprio durante
l'eruzione di quel vulcano filippino, nel giugno 1991, che ci si rese conto
dell'efficacia del biossido di zolfo come febbrifugo planetario. In
quell'occasione, infatti, il Pinatubo, assieme a lave e lapilli, scaraventò in
aria 20 milioni di tonnellate di biossido di zolfo, una frazione delle quali
arrivò fino alla stratosfera, fece il giro del mondo e rimase lì per mesi. Ogni
minuta goccia di quel composto chimico, spiegano i fisici dell'atmosfera, si
comporta come uno specchietto riflettente che rimanda indietro nello spazio una
parte della radiazione solare. Risultato: nel giro di un anno dopo la grande
eruzione filippina, la Terra si raffreddò di mezzo grado. Pensate che l'effetto
serra umano, per aumentare le temperature di un grado, ci ha messo un secolo.
«Con l'attuazione degli accordi di Kyoto per la riduzione dei gas serra, l'idea
di progettare un intervento di geo-ingegneria per raffreddare il pianeta era
stata abbandonata spiega Michael Oppenheimer, climatologo di Princeton, che sta
preparando un nuovo rapporto su questa opzione per conto dell'Accademia
nazionale delle scienze degli Stati Uniti . Ma ora ricominciamo a prenderla in
considerazione, per lo meno sotto il profilo speculativo». Lui non lo dice ma,
in pratica, c'è chi sta pensando anche ai modi di spargere la sostanza
raffreddante per mezzo di aeroplani, missili o altissime ciminiere e con
investimenti centinaia di volte inferiori, almeno così si assicura, rispetto ai
costi di Kyoto. Come ogni medicina, però, anche la geo-ingegneria a base di
biossido di zolfo avrebbe le sue controindicazioni: distruzione assicurata
dello strato di ozono con aumento dei raggi X sulla Terra; pericolo di
scatenare una piccola era glaciale; e, sul fronte politico, fuga catastrofica
dagli impegni di riduzione dei combustibili fossili. Gli effetti collaterali
della cura sarebbero peggiori della malattia. Franco Foresta Martin stampa |
(
da "Panorama.it"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
- Mondo
- http://blog.panorama.it/mondo - Gli Usa guardano a
Sud: da Obama a Castro (Raùl) apertura ricambiata Posted By emanuele rossi On
18/4/2009 @ 12:08 In Headlines | 1 Comment Niente più "[1] puzza di
zolfo". Hugo Chavez stringe la mano a Barack Obama. Il presidente
venezuelano, che ha fatto dell'antiamericanismo uno dei suoi cavalli di
battaglia e aveva definito George Bush "il diavolo" sembra adeguarsi
al nuovo corso della politica estera Usa. Ma a Port of
Spain, Trinidad e Tobago, dove [2] si svolge il "Summit delle
americhe", l'attenzione non è rivolta al primo incontro di Barack Obama
con i 33 leader centro e sudamericani, ma al "convitato di pietra",
ovvero Cuba. Esclusa da questo tipo di incontri dal 1962, l'isola è al centro
dei discorsi delle delegazioni diplomatiche. Effetto dell'apertura di Obama e
delle dichiarazioni di ieri di Raùl Castro, che [3] a differenza di quanto
aveva detto suo fratello Fidel, si è espresso positivamente sull'allentamento
di alcuni vincoli dell'embargo statunitense su Cuba (maggiore possibilità di
viaggiare verso l'Avana e di inviare denaro dagli Stati Uniti). Non solo,
l'attuale presidente dell'isola si è detto disposto a parlare con gli uomini di
Obama "di tutto, diritti umani e prigionieri politici compresi". Una dichiarazione
subito ripresa dal segretario di Stato americano Hillary Clinton: "Abbiamo
visto i commenti del presidente Raul Castro" ha detto l'ex first lady,
"e salutiamo le sue dichiarazioni e l'apertura che rappresentano. Stiamo
studiando molto seriamente quella che sarà la nostra risposta". La Clinton
ha poi ribadito che considera "fallimentare" l'embargo citando il
senatore repubblicano Richard Lugar. Nel suo discorso al summit, Obama ha
chiesto ai leader latinoamericani presenti - dal brasiliano Lula, al messicano
Felipe Calderon e il venezuelano Hugo Chavez - di non incolpare gli Usa ''per ogni problema sorto nell'emisfero''. Non sono solo
gli Stati Uniti ''a dover cambiare, tutti noi abbiamo delle responsabilità
rispetto al futuro'' - ha osservato il presidente Usa,
offrendo nel contempo alla regione latino-americana ''un dialogo fondato sul
rispetto reciproco di valori condivisi'' in cui non ci siano ''partner di prima
o di seconda categoria''. Alla fine del vertice Hugo Chavez ha regalato
personalmente a Obama un libro: "Le vene aperte dell'America Latina",
dello scrittore uruguaiano Eduardo Galeano, un
reportage-saggio, pubblicato anche in Italia ormai molti anni fa, nel quale lo
scrittore di Montevideo ripercorre il passato della regione, mettendo in
risalto i ripetuti episodi di sfruttamento ai danni delle popolazioni locali.
LEGGI ANCHE: [4] La sfida di Obama in America Latina: arginare la Cina
(
da "Asca"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
LAZIO:
MILANA, CON LEGGE REGIONALE LABORATORI NELLE ACCADEMIE (ASCA) - Roma, 20 apr -
Al vernissage di ''sottopuntidarte - sculture in tela'' mostra presentata
questa mattina in Consiglio regionale dall'Accademia Koefia, il presidente del
Consiglio regionale del Lazio, Guido Milana, ha proposto un'iniziativa
legislativa regionale che porti all'interno delle Accademie e delle scuole di
formazione una fase di produzione, dei veri proprio laboratorio parallelo. La
mostra dell'Accademia Internazionale d'Alta Moda e d'Arte del Costume Koefia,
si protrarra' fino al 24 aprile nei corridoi del Consiglio. ''Il grande
successo dell'italian style - ha detto il presidente Milana in un'aula Mechelli
gremita di gente - e' stato possibile grazie all'intuito straordinario di chi
50 anni fa ha iniziato a creare capi che nascono dalle idee e non fatti su
misura per un singolo, installazione che si differenzia dalla scultura. Questi
abiti-sculture della Accademia Koefia sono esempi di scultura e arte vera e
propria. Promuovere e salvaguardare le peculiarita' come l'artigianato
artistico del nostro territorio deve essere un imperativo per la nostra
Regione. Suggerisco a questo proposito - ha aggiunto il presidente - di
intervenire con una legge regionale che introduca una fase di produzione vera e
proprio con dei laboratori all'interno delle Accademie, un modo per aprire ai
ragazzi il futuro al mondo del lavoro''. A fargli eco il consigliere del Pd,
Simone Gargano: ''La nostra competizione, nell'era della
globalizzazione, deve essere giocata sui settori di nicchia che ci
contraddistinguono nel mondo. Favorire la comunicazione tra le Accademie e le
istituzioni deve essere un obbligo per la politica''. Sull'esigenza di
promuovere e rafforzare quelle attivita' di natura artigianale che nel campo
tessile rappresentano la base di formazione per la conoscenza del settore,
e sulla peculiarita' di una formazione che punta ''sull'arte del saper fare'' e
sulla risonanza internazionale dell'Accademia si sono soffermate Bianca
Cimiotta Lami, responsabile della Comunicazione ed Eventi della Koefia, e Lidia
Predominato, responsabile delle relazioni internazionali. res-dnp/sam/rob
(Asca)
(
da "Gazzettino, Il
(Padova)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Zanon:
«Più controlli sui nuovi centri vendita all'ingrosso cinesi» Lunedì 20 Aprile 2009, In riferimento alla
prevista apertura nella zona industriale di Padova di un ulteriore centro di
vendita all'ingrosso di merce prodotta in Cina al posto delle Officine
Meccaniche Stanga, il consigliere regionale del PdL Raffaele Zanon lancia un
appello alla Giunta veneta e al Comune di Padova, affinché «si attivino per
monitorare l'attività e per mettere in campo azioni efficaci per preservare il
sistema commerciale Veneto da un'invasione incontrollata di prodotti cinesi a
basso costo». «E' impensabile che in una situazione di crisi della nostra economia
non vi sia l'impegno dell'amministrazione comunale nell'eseguire i dovuti
controlli presso il Centro Ingrosso Cina-afferma Zanon - perché è chiara a
tutti la concorrenza sleale posta in essere dagli operatori cinesi. Non basta
la Guardia di Finanza per chiarire il tipo di merce che viene immessa di colpo
nel nostro mercato, come il luogo di produzione, i materiali con cui è
composta, quali tessuti sono stati usati, ecc. Non possiamo
certo chiuderci nel protezionismo o negare i fenomeni di globalizzazione, ma la concorrenza deve
essere fatta con regole uguali per tutti. Noi - spiega - abbiamo l'Europa delle
burocrazie, delle migliaia di regolamenti, mentre gli operatori cinesi aggirano
tutte le regole e, con costi bassissimi dovuti allo sfruttamento dei minori,
all'assenza di sistemi di tutela sociale, al mancato rispetto dell'ambiente,
riescono a portare sui nostri mercati prodotti di dubbia qualità ad un prezzo
decisamente inferiore. Le regole devono essere rispettate».
(
da "Gazzettino, Il
(Treviso)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Oggi
l'ultimo flash sul summit Lunedì 20 Aprile 2009, CISON - Mentre le delegazioni
ufficiali dei partecpanti al G8 visitavano Serravalle e poi venivano accolte
per il pranzo a "Vigne Matte" a Rolle, i giornalisti accreditati sono
stati accompagnati in visita alla provincia di Treviso, con l'opportunità di
scegliere tra diversi itinerari paesaggisti ed enogastronomici. Itinerari che
proponevano la visita a un'azienda agricola o a una cantina con degustazione
dei prodotti tipici. Oppure la visita di un'azienda produttrice di una delle
tante eccellenze del settore industriale o artigianale del territorio; quindi
una tappa culturale e una cena al ristorante con menu della tradizione
agroalimentare locale. Gli ospiti della stampa sono stati per gran parte
alloggiati al Basso hotel and resort, alla periferia di Treviso. Oggi, lunedì,
giornata conclusiva del vertice a Castelbrando di Cison di Valmarino. Con
l'arrivo delle delegazioni degli organismi internazionali si è completata la
formazione di vertice e stamane, all'inizio dei lavori, tutti i partecipanti si
riuniranno per la foto ricordo con la quale si darà alla storia l'immagine di
un evento memorabile per la Marca. Dieci delegazioni per il G8 (a Italia,
Canada, Russia, Francia, Germania, Giappone Regno Unito e Usa, vanno unite la Commissione europea
e la presidenza ceca dell'Ue), 5 delegazioni per il G5 (Brasile, India,
Messico, Cina, Sudafrica)
con Argentina, Australia, Egitto e 7 organizzazioni internazionali. I lavori
inizieranno con l'approvazione del documento finale. A mezzogiorno
l'incontro finale con i giornalisti.
(
da "Panorama.it"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
-
Economia - http://blog.panorama.it/economia - Ue: rischio protezionismo nei
paesi principali partner commerciali europei Posted By annamaria.angelone On
17/4/2009 @ 16:11 In Headlines | No Comments Allarme protezionismo nel
commercio mondiale. Solo nel mese di gennaio la [1] Commissione europea ha
rilevato nei paesi principali partner commerciali della Ue almeno 87 misure
potenzialmente restrittive o tali da creare distorsioni negli scambi. Di
queste, stando ai dati di Bruxelles, 13 riguardano il settore tessile e
altrettanti l'agroalimentare e i macchinari; 12 ferro, acciaio e metalli vari;
7 i giocattoli; 3 le telecomunicazioni. Ad alzare i paletti
contro le merci europee è stata anzitutto l'Argentina, con 22 misure
monitorate, seguita da Cina
e India (9), Indonesia (8), Russia (7), Corea del Sud e Vietnam (5), Usa, Canada, Turchia e Ucraina con 3.
(
da "Velino.it, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono
inserite. ECO - G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a La Maddalena
dal nostro inviato Treviso, 20 apr (Velino) - Il summit di Cison di Valmarino
tra gli otto Grandi dellAgricoltura, - Italia,
Francia, Germania, Canada, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Russia – ha
trovato la quadra su 13 punti riportati nella dichiarazione finale che finirà
ora sul tavolo del G8 della Maddalena. "Approvati i due punti su cui
lItalia
premeva di più", precisa il ministro dellAgricoltura
Luca Zaia, anche presidente del summit. "Quello relativo a una
liberalizzazione dei mercati che faccia attenzione a non generare una
concorrenza sleale" e "quello relativo alle speculazioni negative". Il
summit dei ministri del G8 ha messo a fuoco che "la dichiarazione del
Millennio del 2000 fissa lobiettivo di ridurre della
metà, entro il 2015, la percentuale di persone in condizioni di povertà e
denutrizione; il mondo è ancora molto lontano dal raggiungimento di
questo traguardo, come dimostrano gli allarmanti dati forniti dai competenti
organismi internazionali. La Conferenza di alto livello sulla sicurezza
alimentare Fao svoltasi a Roma dal 3 al 5 giugno riconferma limpegno volto al conseguimento degli
obiettivi di sviluppo del Millennio attraverso lincremento
della produzione agricola e risposte alle esigenze immediate delle popolazioni
più vulnerabili con particolare attenzione alle misure per mladattamento
e la mitigazione dei cambiamenti climatici”. La conferenza ha richiamato limportanza delle linee guida volontarie per la
progressiva realizzazione del diritto a una quantità di cibo adeguata
nellambito della sicurezza alimentare nazionale. Le istituzioni
internazionali competenti hanno sottolineato inoltre lurgente
bisogno di aiutare i paesi in via di sviluppo a espandere la propria produzione
agricola e alimentare. Nonché aumentare gli investimenti sia pubblici che
privati. Sebbene la flessione delleconomia mondiale abbia causato un drastico calo dei
prezzi di gran parte delle commodity agricole sul mercato internazionale dallestate del 2008, questi prezzi sono ancora al di sopra
dei valori minimi precedenti La gravità dellattuale recessione economica
implica un aumento rispetto allo scorso anno, del numero di persone povere che
soffrono la fame. In vista quindi del vertice dei capi di Stato e di governo
del G8 che si terrà a La Maddalena dall8 al
10 luglio e dei prossimi eventi internazionali in cui verrà affrontato il tema
della sicurezza
alimentare i ministri dellagricoltura del G8 inviano
ai leader mondiali i seguenti messaggi: “Lagricoltura e la sicurezza
alimentare sono al centro dellagenda internazionale; garantire
laccesso a una quantità adeguata di acqua e cibo è essenziale per lo sviluppo
sostenibile e quindi per il nostro futuro. è necessario concentrare lattenzione su tutte le strategie da attuare e
condividere per ridurre la povertà e aumentare la produzione mondiale e per
conseguire la sicurezza alimentare, in particolare nei paesi in via di sviluppo.
Dovremmo creare un ambiente capace di incrementare – dichiarano i ministri – la
coerenza delle politiche che riconoscono i legami tra lagricoltura e le altre politiche come quella per lo
sviluppo, la salute, quella economica, finanziaria, monetaria, per il commercio, per
lambiente, le foreste, la pesca,
listruzione, il lavoro e le politiche sociali. Al terzo punto i ministri
sottolineano "limportanza di aumentare gli investimenti pubblici e
privati nellagricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione
ambientale, in cooperazione con le organizzazioni internazionali". Risulta
inoltre essenziale "affrontare limpatto
dei cambiamenti climatici e assicurare la gestione sostenibile dellacqua,
delle foreste e delle altre risorse naturali tenendo conto della crescita
demografica". Al quarto punto i grandi dellagricoltura
riportano lattenzione sulla necessità "di solide politiche agricole
e strategie concrete per sostenere gli investimenti a livello nazionale, regionale e
globale. Le politiche e le strategie devono essere sviluppate in maniera
inclusiva coinvolgendo tutti i principali attori del settore comprese le
organizzazioni degli agricoltori e basarsi su statistiche affidabili. In Africa
il Caadp abbraccia questi principi e merita il nostro appoggio". Maggiore
sostegno "che comprenda gli investimenti nellambito della scienza e ricerca, tecnologi, istruzione,
divulgazione innovazione in agricoltura", è loggetto del 5 punto
della dichiarazione finale del G8 agricolo. "Ci impegnamo anche – sottolineano
i ministri – per una sempre maggiore condivisione con gli altri paesi di
tecnologie, processi e idee per aumentare la capacità delle istituzioni
nazionali e regionali e dei governi e per promuovere la sicurezza alimentare.
Questi sforzi sono fondamentali per aumentare la produttività agricola
sostenibile e lo sviluppo rurale in ciascun paese secondo le differenti realtà
agricole, nel rispetto della biodiversità e migliorando laccesso al cibo, lo sviluppo socio-economico e la
prosperità. Noi continueremo a sostenere la capacity building nei paesi in via
di sviluppo rivolta agli standard sanitari e fitosanitari al fine di facilitare
laccesso al mercato e soddisfare le richieste
dei consumatori”. Il sesto punto che finirà sul tavolo del G8 della Maddalena
riguarda il ruolo degli agricoltori. “Gli agricoltori – precisano i ministri
agricoli – devono essere i protagonisti del settore agricolo. Lagricoltura deve rispondere ai bisogni dei cittadini in
materia di sicurezza alimentare producendo cibi salubri e nutrienti che
soddisfino la domanda del consumatore e non deve essere soggetta agli effetti
negativi delle distorsioni commerciali. Occorre inoltre monitorare ed
effettuare ulteriori analisi sui fattori che potenzialmente possono determinare
la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione.
Va incoraggiata una strategia coordinata a livello internazionale finalizzata a
migliorare lefficienza delle filiere agroalimentari".
"Dobbiamo intraprendere – proseguono i ministri – azioni svolte a
ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo in particolare
quelle che avvengono dopo la raccolta al fine di diminuire le quantità di
materie prime che sono richieste dalla catene alimentari e per migliorarne ligiene, la salubrità e il potere nutrizionale. Occorre
sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati.
Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e
dellapertura dei mercati evidenziando limportanza di un sistema di commercio internazionale
dei prodotti agricoli basato – ed è questo il punto caro a Zaia - su regole
certe. Ci impegnamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata,
globale e ambiziosa del Doha Round". Al punto numero sette i ministri
dichiarano di voler "sostenere il ruolo dei mercati come mezzo per
migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in
merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock". Inoltre i
ministri dichiarano di rimandare "alle maggiori istituzioni internazionali
il compito di esaminare se questo sistema di gestione degli stock può essere
efficace nellaffrontare le emergenze
umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei prezzi. Questi organismi
dovrebbero in particolare esaminare la fattibilità e le modalità amministrative
di questo sistema. Alla luce dei risultati verranno esaminate le nuove
iniziative da prendere e valutata la necessità di stabilire un processo di
consultazione". Ma anche porre lagricoltura
e lo sviluppo rurale – come i ministri dichiarano al punto numero otto – al
centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche
rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori
facilitando
il loro accesso alla terra e rafforzando il ruolo delle donne, luguaglianza in genere e il ricambio generazionale”. La
sicurezza alimentare – secondo gli otto grandi dellagricoltura – richiede
“anche politiche mirate per garantire leffettiva gestione e luso sostenibile delle risorse naturali coinvolgendo le
comunità locali nel rispetto delle loro identità. Questo modello di crescita
risponde anche ai requisiti delle aree rurali meno sviluppate dove bisogna
aumentare la produzione locale sostenibile. Bisogna prestare attenzione alle
operazioni di leasing e vendita di terreni agricoli per assicurare che siano
rispettate le condizioni locali e tradizionali di uso della terra". Al
nono punto la produzione di energia rinnovabile da biomasse. "Deve essere
aumentata in modo sostenibile – spiegano i ministri – attraverso una
combinazione bilanciata delle necessità delle politiche energetiche con la
produzione agricola in modo da fornire una risposta ai nostri fabbisogni
energetici, economici, ambientali, agricoli e, allo stesso tempo, non
compromettere la sicurezza alimentare. Le politiche dovrebbero – insistono i
ministri . incoraggiare una produzione e un consumo di biocarburante
sostenibile per lambiente promuovendone i
benefici e riducendo qualunque potenziale rischio con una forte attenzione per
lo sviluppo e la commercializzazione di biocarburanti di seconda generazione
secondo gli orientamenti della dichiarazione della conferenza di alto livello
sulla sicurezza alimentare mondiale di giugno 2008". Nel decimo punto i
ministri sottolineano come sia necessario che gli agricoltori possano disporre
di “meccanismi adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di mercato. I
sistemi nazionali e internazionali di previsione e gestione delle statistiche
agricole e i meccanismi di pre-allerta devono essere potenziati e meglio
coordinati per anticipare ed evitare crisi future. Dobbiamo garantire che le
istituzioni e le organizzazioni internazionali competenti siano in grado di
affrontare le nuove sfide". Poi limpegno dei ministri
per la "piena realizzazione della riforma in atto del sistema
internazionale per la sicurezza alimentare, inclusa la Fao e gli altri
organismi internazionali competenti come il Cgiar. Sollecitiamo – proseguono –
gli altri stati membri e tutte le componenti del sistema Onu a sostenere questo
sforzo. Aumentare la centralità della Fao e lefficacia
della sua attività è molto importante nel rafforzare la sicurezza alimentare.
Confermiamo – concludono – il nostro appoggio alla riforma e al rilancio del comitato
sulla sicurezza alimentare in ambito Onu nel 2009". Analogamente i
ministri – al dodicesimo punto – si impegnano a appoggiare "il processo
consultivo e di rapida costituzione della Global partnership secondo gli
orientamenti forniti dalla dichiarazione finale del vertice G8 di Toyako.
Questa partnership avrà un approccio coerente impegnando tutte le parti e
rafforzando le strutture e le istituzioni esistenti. Inoltre esso dovrebbe
essere dotato di una dimensione politica mondiale volta a un migliore
coordinamento a una maggiore coesione per le strategie e le politiche
internazionali che hanno un impatto sulla sicurezza alimentare mondiale. Una
rete globale di esperti di alto livello sullagricoltura
e lalimentazione dovranno provvedere allinterno della
partnership ad effettuare analisi scientifiche e a evidenziare il fabbisogno e
i rischi futuri. Guardiamo al vertice de La Maddalena come un ulteriore
importante passo avanti per affrontare i problemi dellagricoltura e della sicurezza alimentare mondiale e per
avanzare della global partnership". Infine il punto numero tredici, lultimo del documento approvato dagli otto ministri che
ha trovato anche il favore del G5. “Riconfermiamo – dichiarano – il nostro
sostegno al coordinamento svolto dalla task force di alto livello sulla
sicurezza alimentare delle nazioni unite presieduta dal segretario generale
dellOnu e dal Comprenhensive framework for action
Cfa che comprende le misure demergenza e le iniziative per assicurare
capacità di ripresa e sostenibilità". Inoltre i ministri degli otto paesi più
industrializzati hanno anche dichiarato limpegno
di utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione “per ridurre gli effetti
negativi dellattuale crisi finanziaria sulla povertà e la fame, a rafforzare e
incoraggiare una produzione alimentare sostenibile, aumentare gli investimenti
in agricoltura e nella ricerca, a evitare la concorrenza sleale, evitare le
distorsioni del mercato agricolo –incluse le misure restrittive allexport, come concordato in ambito G20- e rimuovere gli
ostacoli all'utilizzo sostenibile dei fattori della produzione agricoli”. La
rinnovata centralità dellagricoltura può avere
impatti significativi su altre politiche, specialmente quelle relative alla
salute, attraverso la lotta alla fame e alla malnutrizione e le politiche ambientali.
“Ribadiamo la nostra determinazione a sconfiggere la fame e garantire alle
generazioni presenti e future laccesso ad
alimenti salubri, sufficienti e nutrienti”. (Edoardo Spera) 20 apr 2009 14:59
(
da "Caserta News"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lunedì
20 Aprile 2009 Di Lella: "Un Servizio reale di Protezione Civile"
POLITICA | Caserta "Il sottoscritto Antonio Di Lella, nella qualità di
Consigliere comunale della città P R E M E S S O C H E Con la legge 225 del 24
febbraio 1992 veniva istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile al
fine di tutelare la integrità della vita da catastrofi, calamità naturali e da
altri eventi. Con l'articolo 2 della suddetta Legge venivano considerate
attività di protezione civile quelle mirate alla previsione e prevenzione delle
varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate e ogni altra
attività necessaria diretta a superare le emergenze. Con decreto legge n°112/98
venivano attribuite ai comuni le funzioni relative: - all'attuazione in ambito
comunale dell' attività di previsione e degli interventi di prevenzione dei
rischi, stabiliti da programmi e piani regionali; - adozione dei provvedimenti
necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi; -
predisposizione di Piani Comunali di emergenza , strumento indispensabile per
fronteggiare gli eventi calamitosi; - Utilizzo dei volontari di protezione
civile a livello comunale quale componente essenziale dell'organizzazione
locale dei servizi di Protezione Civile. C O N S I D E R A T O C H E A
tutt'oggi non è stato istituito nell'ambito dell'Amministrazione un adeguato
Servizio di protezione civile e manca un regolamento che ne disciplini compiti
e funzioni; non è stato predisposto un piano comunale di protezione civile che
stabilisca un serio monitoraggio del territorio e un piano di emergenza per i
possibili rischi; attualmente il gruppo comunale di Protezione Civile è
impegnato solo in interventi di assistenza e vigilanza in occasione di
manifestazioni religiose o di altra natura tralasciando lo svolgimento delle
funzioni spettanti; il gruppo comunale non risulta censito da parte del Dipartimento della Protezione Civile; non si è
organizzato un corso di formazione dei volontari della Protezione Civile; non
viene svolta attività di informazione e prevenzione mediante diffusione della
cultura di protezione civile fra la popolazione. C H I E D E D I S A P E R E
Quando e come l'Amministrazione intende organizzare un Servizio reale di
Protezione Civile. Quando e come l'amministrazione intende sopperire a
tutte le mancanze e/o inadempienze sopra indicate. Quali iniziative sono state
intraprese in occasione della tragedia del terremoto in Abruzzo sotto forma di
aiuti economici e di invio di volontari e mezzi di protezione civile."
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G7,
meeting venerdì a Washington seguito da ministeriale G20 -->WASHINGTON
(Reuters) - Venerdì prossimo la riunione dei ministri delle Finanze del Gruppo
Sette, in agenda a Washington, verrà seguita da un meeting ministeriale del
G20, come segno di riconoscimento del ruolo crescente giocato dai paesi
emergenti. Le riunioni si svolgeranno in un contesto di turbolenze economiche
minori rispetto al meeting G7 di due mesi fa, ma i paesi industrializzati
sottolineeranno nuovamente agli emergenti l'importanza dei consumi per
innescare la ripresa economica. Gli argomenti del meeting G20 di venerdì
saranno quelli dettati in occasione del summit dei capi di Stato e di governo
del G20 svoltosi il 2 aprile a Londra. In quell'occasione di leader hanno
deciso di triplicare le risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale,
unire gli sforzi contro i paradisi fiscali e rafforzare la sorveglianza sugli
hedge fund. Uno degli esiti dell'incontro di Londra è stato il riconoscimento
da parte dei leader della necessità di accrescere il ruolo dei paesi emergenti
orientati all'export. Per questo motivo il segretario al
Tesoro Usa Timothy Geithner
e il presidente Barack Obama stanno guardando con maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario
al Tesoro ha ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino
non sta manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare
l'economia. "Visto il rapido e consistente aumento dell'avanzo
delle partite correnti, queste misure dovrebbero essere soltanto l'inizio di un
ribilanciamento dell'economia cinese in modo che la crescita economica dipenda
maggiormente dalla domanda domestica, consumi privati in particolare" ha
detto inoltre Geithner. Fonti G7 dicono che gli incontri di venerdì puntano a
mantenere vivo lo spirito del summit del 2 aprile, in parte per mettere nero su
bianco gli impegni dei singoli paesi per triplicare le risorse del Fondo
portandole a 750 miliardi di dollari e mantenere la pressione sui paradisi
fiscali. Al termine del G7 è atteso il consueto comunicato sulla congiuntura
economica, mentre, secondo le fonti, nessuna nota verrà emessa dopo il G20,
anche se il gruppo sta acquisendo un'importanza crescente.
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8,
ministri studiano scorte comuni, volatilità -->CISON DI VALMARINO, Treviso
(Reuters) - I ministri dell'Agricoltura dei Paesi più sviluppati hanno
sollecitato oggi la realizzazione di studi sulla volatilità dei prezzi nei
mercati delle materie prime e chiederanno uno studio per la gestione delle
scorte comuni. I ministri dell'Agricoltura del G8 hanno riconosciuto il valore
delle scorte di cereali come strumento per far fronte all'emergenza alimentare,
che potrebbe aiutare a calmierare i prezzi e a ridurre la speculazione. Nel
documento finale diffuso alla fine del primo vertice degli otto Paesi più
industrializzati, i ministri hanno bocciato le misure protezionistiche e
sottolineato l'importanza di un sistema internazionale per il commercio
agricolo. "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori
che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie
prime agricole, incluso la speculazione", secondo quanto riferisce il
comunicato finale messo a punto dai ministri dell'Agricoltura del G8. "Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della
globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un
sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole
certe. Ci impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata,
globale e ambiziosa del Doha Round", si legge. "Desideriamo
sostenere il ruolo di mercati ben funzionanti come mezzo per migliorare la
sicurezza alimentare". Per quanto riguarda le scorte, i ministri hanno
detto che chiederanno alle organizzazioni internazionali di valutare la
"fattibilità e le modalità amministrative" di un sistema di gestione
delle scorte pur tuttavia senza specificare quale tipo di materie prime potrà
riguardare il provvedimento. "Continueremo a esplorare varie opzioni in
merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock", si legge.
"Rimandiamo alle maggiori istituzioni internazionali il compito di
esaminare se questo sistema di gestione degli stock può essere efficace
nell'affrontare le emergenze umanitarie o come strumento per limitare la
volatilità dei prezzi", si legge nella nota. "Alla luce dei
risultati, verranno esaminate le nuove iniziative da prendere e valutata la
necessità di stabilire un ampio processo di consultazione", si legge
ancora.
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8
agricolo: approvato il documento finale di ANSA Impegno per centralita'
agricoltura e per chiusura Doha Round -->(ANSA) - TREVISO, 20 APR - E' stato
approvato il documento finale del G8 agricoltura. Lo annuncia il ministro per
le Politiche agricole, Luca Zaia. Il primo punto invita a mettere l'agricoltura
e la sicurezza alimentare al centro dell'agenda internazionale e sottolinea
come il mondo sia molto lontano dall'obiettivo di dimezzare la fame entro il
2015. ''Assicurare l'accesso a una quantita' adeguata di cibo e acqua e'
essenziale -continua il documento- per uno sviluppo sostenibile e il nostro
futuro''. ''L'impegno a raggiungere una bilanciata, comprensiva e ambiziosa
conclusione del Doha Round'' viene dichiarato in uno dei punti del documento
finale del G8 agricolo. Viene anche affermato ''il dovere
di sostenere i benefici della globalizzazione e dei mercati aperti, elevando
l'importanza cruciale di rifiutare il protezionismo e incoraggiare lo sviluppo di mercati agricoli integrati a
livello locale, regionale e internazionale''. Ma si sottolinea anche
''l'importanza di un sistema di scambio internazionale basato su regole per il
commercio agricolo''. ''L'importanza di incrementare gli investimenti
pubblici e privati nell'agricoltura sostenibile'' e' un altro dei punti
qualificanti del documento finale. (ANSA).
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8Agricolo/
Documento finale: Ecco i 13 punti per G8 Maddalena di Apcom Acqua e cibo,
sicurezza alimentare, lotta alla speculazione -->Treviso, 20 apr. (Apcom) -
Sono 13 i punti che il G8 Agricolo di Cison di Valmarino presieduto dal
Ministro delle politiche agricole Luca Zaia, invia ai Capi di Stato e di
Governo che si incontreranno dall'8 al 10 luglio al G8 de La Maddalena. 1)
L'agricoltura e la sicurezza alimentare "sono al centro dell'agenda
internazionale". 2) Garantire l'accesso a una quantità adeguata di acqua e
cibo "è essenziale per lo sviluppo sostenibile e quindi per il nostro
futuro. E' necessario concentrare l'attenzione su tutte le strategie da attuare
e condividere per ridurre la povertà e aumentare la produzione mondiale e per
conseguire la sicurezza alimentare in particolare nei paesi in via di
sviluppo". 3) Aumentare gli investimenti pubblici e privati
nell'agricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione
ambientale in cooperazione con le organizzazioni internazionali. 4) Solide
politiche agricole e strategie concrete per sostenere gli investimenti a
livello nazionale, regionale e globale. 5) Un maggiore sostegno che comprenda
gli investimenti, nell'ambito della scienza, ricerca, tecnologia, istruzione ,
divulgazione e innovazione in agricoltura. "Ci impegniamo anche per una
sempre maggiore condivisione con gli altri Paesi di tecnologie , processi e
idee per aumentare le capacità delle istituzioni nazionali, regionali e dei
governi e per promuovere la sicurezza alimentare". 6) "Gli
agricoltori devono essere protagonisti del settore agricolo. L'agricoltura deve
rispondere ai bisogni dei cittadini in materia di sicurezza e salubrità
alimentare, producendo cibi salubri e nutrienti che soddisfino la domande del
consumatore e non deve essere soggetta agli effetti negativi delle distorsioni
commerciali. Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi - si legge al
punto 6 della Dichiarazione Finale del G8 Agricoli - sui fattori che,
potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie
agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata una strategia coordinata a
livello internazionale finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere
agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo
le filiere nei paesi in via di sviluppo. Occorre sostenere analoghi sforzi per
ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati. Dobbiamo
sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell'apertura dei
mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio internazionale
dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per il
raggiungimento di una conclusione equilibrata globale e ambiziona del Doha
Rond". 7) Sostenere il ruolo di mercati ben funzionanti come mezzo
per migliorare la sicurezza alimentare. "Continueremo a esplorare varie
opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione di stock.
Rimandiamo alle maggiori istituzioni internazionali il compito di esaminare se
questo sistema di gestione degli stock può essere efficace nell'affrontare
emergenze umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei
prezzi". 8) Porre l'agricoltura e lo sviluppo rurale al centro della
crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche, rafforzando il
ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori facilitando il loro
accesso alla terra, rafforzando il ruolo delle donne, l'uguaglianza di genere e
il ricambio generazionale. Bisogna prestare attenzione alle operazioni di
leasing e vendita di terreni agricoli per assicurare che siano rispettate le
condizioni locali e tradizionali di uso della terra. 10) Gli agricoltori
necessitano di meccanismi adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di
mercato. I sistemi nazionali e internazionali di previsione e gestione delle
statistiche agricole e i meccanismi di preallerta, devono essere potenziati e
meglio coordinati per anticipare e evitare crisi future". 11) "Ci
impegniamo per la piena realizzazione della riforma in atto del sistema
internazionale per la sicurezza alimentare inclusa la Fao e gli altri organismi
internazionali competenti come il CGIAR. Sollecitiamo gli altri Stati membri e
tutte le componenti del sistema Onu, a sostenere questo sforzo. Aumentare la
centralità della Fao e l'efficiacia della sua attività è molto importante alla
luce delle sfide che ci troviamo ad affrontare nel rafforzare la sicurezza
alimentare.confermiamo nuovamente il nostro appoggio alla riforma e al rilancio
del Comitato sulla Sicurezza Alimentare in ambito Onu nel 2009". 12)
"Sottolineaiamo il nostro appoggio al processo consultivo e di rapida
costituzione della "Global Partnership" secondo gli orientamenti
forniti dalla Dichiarazione finale del Vertice G8 di Toyako. Questa Partnership
avrà un approccio coerente impegnando tutte le parti e rafforzando le strutture
e le istituzioni esistenti. Esso dovrebbe essere dotato di una dimensione
politica mondiale volta a un migliore coordinamento e a una maggiore coesione
per le strategie e le politiche internazionali che hanno un impatto sulla
Sicurezza alimentare mondiale. Una rete globale di esperti di alto livello
sull'agricoltura e l'alimentazione, dovranno provvedere all'interno della
partnership , ad effettuare analisi scientifiche e a evidenziare il fabbisogno
e i rischi futuri. Guardiamo al Vertice de La Maddalena come un ulteriore passo
avanti per affrontare i problemi dell'agricoltura e della sicurezza alimentare
mondiale per avanzare nella Global Partnership". 13) "Riconfermiamo
il nostro sostegno al coordinamento svolto dalla Task Force di Alto Livello
sulla Sicurezza Alimentare della Nazioni Unite presieduta dal Segretario
Generale dell'Onu e dal Comprehensive Framework for Action (CFA), che comprende
le misure d'emergenza e le iniziative per assicurare capacità di ripresa e sostenibilità".
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8
Agricolo/Documento finale: Monitoraggio contro speculazione di Apcom Strategia
internazionale per efficienza filiere agroalimentari -->Treviso, 20 apr.
(Apcom) - Monitoraggio dei fattori che possono determinare la volatilità dei
prezzi delle materie agricole, inclusa la speculazione. E' il sesto punto del
documento finale del G8 Agricolo di Cison di Valamarino, che rappresenta uno
dei temi sul quale il vertice ha concentrato molti sforzi unitamente alla
sicurezza alimentare. "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi
- si legge al punto 6 della Dichiarazione Finale del G8 Agricoli - sui fattori
che, potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie
agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata una strategia coordinata a
livello internazionale finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere
agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo
le filiere nei paesi in via di sviluppo. Dobbiamo intraprendere azioni volte a
ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo. Occorre
sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati. Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e
dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di un sistema di commercio
internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci impegniamo per
il raggiungimento di una conclusione equilibrata globale e ambizioza del Doha
Rond".
(
da "Reuters Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON
(Reuters) - Venerdì prossimo la riunione dei ministri delle Finanze del Gruppo
Sette, in agenda a Washington, verrà seguita da un meeting ministeriale del
G20, come segno di riconoscimento del ruolo crescente giocato dai paesi
emergenti. Le riunioni si svolgeranno in un contesto di turbolenze economiche
minori rispetto al meeting G7 di due mesi fa, ma i paesi industrializzati
sottolineeranno nuovamente agli emergenti l'importanza dei consumi per
innescare la ripresa economica. Gli argomenti del meeting G20 di venerdì
saranno quelli dettati in occasione del summit dei capi di Stato e di governo
del G20 svoltosi il 2 aprile a Londra. In quell'occasione di leader hanno
deciso di triplicare le risorse finanziarie del Fondo monetario internazionale,
unire gli sforzi contro i paradisi fiscali e rafforzare la sorveglianza sugli
hedge fund. Uno degli esiti dell'incontro di Londra è stato il riconoscimento
da parte dei leader della necessità di accrescere il ruolo dei paesi emergenti
orientati all'export. Per questo motivo il segretario al
Tesoro Usa Timothy Geithner
e il presidente Barack Obama stanno guardando con maggiore attenzione alla Cina e la scorsa settimana il segretario
al Tesoro ha ribaltato la propria posizione ufficiale, dichiarando che Pechino
non sta manipolando la divisa e sta attuando misure utili per stimolare l'economia.
"Visto il rapido e consistente aumento dell'avanzo delle partite correnti,
queste misure dovrebbero essere soltanto l'inizio di un ribilanciamento
dell'economia cinese in modo che la crescita economica dipenda maggiormente
dalla domanda domestica, consumi privati in particolare" ha detto inoltre
Geithner. Fonti G7 dicono che gli incontri di venerdì puntano a mantenere vivo
lo spirito del summit del 2 aprile, in parte per mettere nero su bianco gli
impegni dei singoli paesi per triplicare le risorse del Fondo portandole a 750
miliardi di dollari e mantenere la pressione sui paradisi fiscali. Al termine
del G7 è atteso il consueto comunicato sulla congiuntura economica, mentre,
secondo le fonti, nessuna nota verrà emessa dopo il G20, anche se il gruppo sta
acquisendo un'importanza crescente.
(
da "KataWebFinanza"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8
Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione (Teleborsa) - Roma, 20
apr - "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che,
potenzialmente, possono determinare la volatilit dei prezzi delle materie prime
agricole, incluso la speculazione". Cos si esprime la dichiarazione finale
dei Ministri dell'Argicoltura convenuti oggi al G8 Agricoltura. "Va
incoraggiata - scrivono ancora i Ministri - una strategia coordinata a livello
internazionale e finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere
agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo
le filiere nei Paesi in via di sviluppo, in particolare quelle che avvengono
dopo la raccolta, al fine di diminuire la quantit di materie prime richieste
dalle catene alimentari e per migliorarne la salubrit, l'igiene e il potere
nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre
gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli effetti benefici
della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di
un commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci
impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e
ambiziosa del Doha Round". A questo proposito il Ministro Zaia ha
ribadito "continueremo ad impegnarci, ciascuno per la sua parte, perch si
ridefiniscano regole comuni ed eque per il commercio internazionale, che possa
svolgersi sempre in un mercato libero ma senza affamare nessun agricoltore e
consentendo ai Paesi in via di sviluppo una crescita sana e duratura". Del
resto, come si sottolinea nella Dichiarazione, i Ministri desiderano
"sostenere il ruolo di mercati bene funzionanti come mezzo per migliorare
la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un
approccio coordinato per la gestione degli stock". 20/04/2009 - 17:17
(
da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8
Agricoltura: evitare distorsioni prezzi e speculazione (Teleborsa) - Roma, 20
apr - "Occorre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che,
potenzialmente, possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie
prime agricole, incluso la speculazione". Così si esprime la dichiarazione
finale dei Ministri dell'Argicoltura convenuti oggi al G8 Agricoltura. "Va
incoraggiata - scrivono ancora i Ministri - una strategia coordinata a livello
internazionale e finalizzata a migliorare l'efficienza delle filiere
agroalimentari. Dobbiamo intraprendere azioni volte a ridurre le perdite lungo
le filiere nei Paesi in via di sviluppo, in particolare quelle che avvengono
dopo la raccolta, al fine di diminuire la quantità di materie prime richieste
dalle catene alimentari e per migliorarne la salubrità, l'igiene e il potere
nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre
gli sprechi nei Paesi industrializzati Dobbiamo sostenere gli effetti benefici
della globalizzazione e dell'apertura dei mercati, evidenziando l'importanza di
un commercio internazionale dei prodotti agricoli basato su regole certe. Ci
impegniamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa
del Doha Round". A questo proposito il Ministro Zaia ha ribadito
"continueremo ad impegnarci, ciascuno per la sua parte, perché si
ridefiniscano regole comuni ed eque per il commercio internazionale, che possa
svolgersi sempre in un mercato libero ma senza affamare nessun agricoltore e
consentendo ai Paesi in via di sviluppo una crescita sana e duratura". Del
resto, come si sottolinea nella Dichiarazione, i Ministri desiderano
"sostenere il ruolo di mercati bene funzionanti come mezzo per migliorare
la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un
approccio coordinato per la gestione degli stock". 20/04/2009 - 17:17
(
da "Bollettino
Università & Ricerca" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Università
di Bolzano Global Village La Libera Università di Bolzano è lieta di invitare
la redazione alla conferenza stampa di presentazione di Global Village, prima
iniziativa della neo-fondata associazione studentesca AIESEC. Lincontro con la stampa avrà luogo domani, alle ore
11.30,presso il Social Club della Libera Università di Bolzano (entrata da via
Sernesi, palazzo F, VI piano). Saranno presenti Michael Bayr, presidente
di AIESEC, Corrado Roccazzella, organizzatore della manifestazione Global
Village, e Thomas Giuliani, rappresentante del Centro per la Pace del Comune di
Bolzano, coinvolto nelliniziativa. AIESEC è
unassociazione studentesca internazionale, attiva a Bolzano dallo scorso
dicembre e presente in 107 paesi del mondo. Il suo principale intento è la
promozione di esperienze di lavoro e di mobilità internazionale degli studenti.
Il progetto Global Village, che si svolgerà il 28 aprile, comprende una
conferenza delleconomista cileno Rodrigo
Rivas sul tema “Lamore ai tempi della globalizzazione” e una fiera
allinterno della quale comunità di diversa lingua e provenienza e
residenti a Bolzano avranno la possibilità di farsi conoscere attraverso lespressione
artistica, lartigianato, leconomia, la letteratura, la gastronomia,
la cultura maturata nella loro terra di origine. >> Con questa iniziativa i
giovani di AIESEC intendono dare lopportunità
a se stessi, agli studenti e alla gente di Bolzano di aprirsi alle
diversità culturali utilizzando gli strumenti della conoscenza e del confronto
e limpostazione internazionale della Libera
Università di Bolzano, in modo che questo progetto diventi fermento di dialogo
e di cultura dentro e fuori luniversità. BUR.IT 21.04.09
(
da "Bollettino
Università & Ricerca" del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Università
di Udine Unoine Federale e destino dell'Europa nell'ultimo libro di Giulio
Ercolessi Si intitola “LEuropa verso il suicidio?
Senza Unione federale il destino degli europei è segnato” (Edizioni Dedalo,
2009) il volume di Giulio Ercolessi che sarà presentato domani alle 16 nella
biblioteca di palazzo Alvarez in via Diaz 5, sede goriziana delluniversità di Udine. Allincontro interverranno
Claudio Cressati e Ugo Ferruta, rispettivamente docente della cattedra Jean
Monnet in “Governo e politiche dellUnione
europea” dellAteneo di Udine e segretario regionale del Movimento
Federalista Europeo. Sarà presente lautore. «Il volume di Ercolessi -
spiega Cressati - affronta con grande lucidità e coraggio la questione
fondamentale per lEuropa di oggi e di domani: quella del necessario salto di
qualità che lUnione europea deve
compiere se vuole continuare a garantire ai suoi cittadini pace e benessere,
che rappresentano il frutto prezioso di oltre cinquantanni di
integrazione. Questo salto di qualità è per lui rappresentato dalla trasformazione
dellattuale Unione in una vera e propria
Federazione, unico strumento con cui gli europei potranno ancora contare
qualcosa in un mondo globalizzato e non essere il mero oggetto di decisioni
altrui.>>
In questottica lautore analizza i temi
dell“identità” e dei confini dellEuropa, del suo ruolo geopolitico,
del suo modello sociale e della sua competitività economica». BUR.IT 21.04.09
(
da "AprileOnline.info"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
America
o Americhe? Agostino Spataro, 20 aprile 2009, 18:55 La riflessione E'
inaccettabile, o se si vuole, poco professionale che qualificati giornalisti,
anche del TG1, ministri e capi di governo usino il termine totalizzante di
"America" per indicare gli Usa i quali, per
quanto importante sia il loro ruolo nel mondo, sono soltanto uno dei 33 Paesi
sovrani in cui si suddivide il continente americano. Ovviamente, l'errore non è
commesso per ignoranza ma per piaggeria verso il paese più potente del mondo e i
suoi governanti che, fino ad oggi, hanno interpretato questo ruolo in chiave
imperiale, considerando il resto delle Americhe come dipendenze esotiche da
sfruttare e dominare anche col tallone di ferro di sanguinose dittature C'è da
sperare che il recente "Vertice delle Americhe" di Trinidad e Tobago,
dove si è posta l'esigenza di un approccio nuovo, paritario delle relazioni fra
Usa e i diversi Paesi latino-americani, a cominciare
da Cuba, serva a far entrare nella testa di alcuni giornalisti, uomini politici
e ministri italiani che di Americhe ve ne sono più d'una. Un'ovvietà, si
potrebbe osservare. Purtroppo, così non è, visto che inviati e commentatori
blasonati continuano ad identificare l'America con gli Stati Uniti d'America (Usa). Acronimo che si consiglia di declinare per esteso per
non far confusione con i confinanti Stati Uniti del Messico. Insomma, errori
grossolani che alle elementari sarebbero segnati in rosso. Ma si tratta di un
errore di geografia o c'è dell'altro? Cercheremo di scoprirlo nel seguito.
Intanto, rileviamo che è inaccettabile, o se si vuole, poco professionale che
qualificati giornalisti, anche del TG1, ministri e capi di governo usino il
termine totalizzante di "America" per indicare gli Usa
i quali, per quanto importante sia il loro ruolo nel mondo, sono soltanto uno
dei 33 Paesi sovrani in cui si suddivide il continente americano. Nemmeno i
presidenti Usa, solitamente, sono incorsi in tale
scorrettezza, per altro offensiva della dignità politica ed etnica degli altri
32 Stati che, con gli Usa, fanno parte di diverse
organizzazioni panamericane, fra cui l'Osa. Così come è notorio che, per una
consolidata convenzione geo-politica, il continente viene suddiviso in tre
grandi ripartizioni, in tre Americhe: del Nord, del Centro e del Sud. Quindi,
più che di un errore geografico, si tratta di un errore politico davvero
pacchiano che nemmeno i nostri vecchi contadini, emigrati ed analfabeti,
commettevano, poiché distinguevano fra "America buona", alias ricca,
riferita ad Usa e Canada, e le altre nazioni
(soprattutto del sud) che indicavano con America- Argentina, Americazuela,
(Venezuela), Brasile, ecc. Insomma, comunque la si giri, nessuna ripartizione
del continente americano giustifica l'assurda identificazione. Ovviamente,
l'errore non è commesso per ignoranza (che sarebbe un'attenuante) ma per
piaggeria (che è un'aggravante) verso il paese più potente del mondo e i suoi
governanti che, fino ad oggi, hanno interpretato questo ruolo in chiave
imperiale, considerando il resto delle Americhe come dipendenze esotiche da
sfruttare e dominare anche col tallone di ferro di sanguinose dittature. A chi,
come la piccola Cuba, ha avuto l'ardire di ricercare una via autonoma e sovrana
si è risposto con un blocco economico totale che dura, inutilmente, da oltre
mezzo secolo. Forse, Obama si sarà reso conto che il blocco non paga o che,
comunque, non è servito ad abbattere il regime castrista il quale, nonostante i
diversi errori commessi, è ancora in sella, legittimato a trattare con gli Usa sulla base dei principi di pari dignità e sovranità.
Dopo questo deludente vertice, la nuova amministrazione Usa
sa che senza sciogliere positivamente il nodo cubano non potrà giocare un ruolo
di riferimento nei rapporti con l'America latina che oggi è la realtà politicamente
e socialmente più interessante del pianeta. Ma torniamo al tema iniziale:
America o Americhe? Per evitare confusioni e tante brutte figure, meglio
sarebbe chiamare gli Stati, come si fa con le persone, col loro nome ufficiale,
di battesimo. Non si darebbe - come in questo caso- l'impressione d'inchinarsi
troppo di fronte al trono, più di quanto richiede il cerimoniale di corte. In
ogni caso, chi in vario modo rappresenta l'Italia e i suoi organismi dovrà
sempre mantenere, di fronte a chicchessia, un comportamento sobrio, degno delle
nostre tradizioni storiche e culturali, della nostra democrazia che, se ben
applicata, certo non sfigura nel confronto con altre. Tutto ciò non per
orgoglio, ma per rispetto dovuto agli altri popoli e paesi. Ricchi e poveri. In
particolare, verso gli altri 32 Stati americani che percepiscono questo
"errore" come una grave offesa alla loro dignità di stato e di
nazione, giacché gli Usa non sono l'America, ma solo
una sua parte. L'altro giorno, sul volo Buenos Aires- Roma, me lo ha fatto
notare il mio amico Eduardo Fernandez, presidente del Foro argentino degli
inventori, il quale aggiunse che gli Usa sono l'unico
paese al mondo a non avere un nome proprio che li caratterizzi in base al dato
etnico e territoriale. Esempio: l'Italia si chiama così
perché abitata da italiani, la Cina da cinesi, il Cile da cileni, ecc. Quel grande territorio fra il
Canada e il Messico è chiamato Stati Uniti d'America, ma non rappresentando-
come abbiamo visto- l'intero continente americano non si può loro attribuire la
qualifica di "americani" per antonomasia. Dettagli, si potrà
dire. Tuttavia, la questione merita una riflessione non solo di natura
semantica, ma culturale e politica, specie in questo momento in cui tante cose
date per eterne si stanno dimostrando molto caduche.
(
da "Quotidiano.it, Il"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cultura
e crisi economica a San Benedetto del Tronto San Benedetto del Tronto |
Osservazioni su un convegno del circolo culturale "Riviera delle
palme". di Felice Di Maro Felice Di Maro Sabato 18 aprile presso la sala
del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto il circolo "Riviera
delle palme" ha organizzato un convegno sul tema "La cultura e la
crisi economico-finanziaria: problematiche e prospettive". Amministratori
locali e docenti universitari hanno presentato relazioni veramente degne di
rilievo. Le osservazioni che seguono penso che possono in qualche modo
contribuire e su alcuni punti s'intende al dibattito che in omaggio alla
peggiore tradizione della città non c'è stato per niente. Chi ha partecipato è
stato spettatore passivo e su un tema di grande attualità. In primis alla
professoressa Olimpia Gobbi, Assessore alla cultura della provincia di Ascoli
Piceno, che ha messo in evidenza la "trasversalità" da parte dei vari
gruppi di consiglieri provinciali nel bocciare fondi in bilancio riservati alla
cultura. Professoressa Gobbi se ciò è avvenuto è perché forse non è stato
presentato un articolato programma di iniziative culturali accettabile? Non mi
pare che la provincia di Ascoli Piceno abbia realizzato in questi anni eventi
culturali di rilievo! Quindi non mi scandalizzo della bocciatura che viene
presentata in perfetta autonomia da ciò che si è fatto ed anche da ciò che si
voleva fare e poteva interessare. Interessare! Ma a chi? Quanti cittadini del
Piceno hanno partecipato alle iniziative culturali della Provincia? Purtroppo
nel Piceno si oscilla tra propaganda di interpretazioni ideologiche
sapientemente gestite e pressapochismo di maniera ritmata da quella
superficialità tipica dei circoli accademici della peggiore specie. Su vari
temi che a volte vengono presentati con campagne mediatiche e che hanno
rassomiglianza con un profilo medio di evento culturale si fa in modo che non
bisogna partecipare in quanto o non si fanno mai in giorni normali intesi di
lavoro o semifestivi e in orari normali intesi in mattinata o in primo
pomeriggio ma di sera (ore 21,30) o sono solo per addetti ai lavori: i relatori
sono presenti solo quando parlano loro. In pratica non bisogna mai disturbare
il manovratore! Chi non ha auto personale non può mai partecipare a niente. A
fronte di tutto si dichiara con pratiche mediatiche collaudate che si fa tutto
per tutti. Peraltro, alle iniziative della Provincia non c'è quasi mai
dibattito al quale possono partecipare i cittadini e in pratica si è quasi
sempre spettatori passivi. Il convegno del circolo "Riviera delle
palme" non ha fatto eccezione! Per quanto mi riguarda ben vengano le
bocciature in consiglio provinciale. Un grazie di cuore a questi consiglieri.
Per quanto riguarda la relazione del prof Carlo Carboni, ordinario di
sociologia economica presso l'Università Politecnica delle Marche, credo che
siamo veramente messi male. Mettere insieme ciò che di buono ci sarebbe o c'è
(Sinceramente non ho ben compreso!) dell'economia keynesiana e di quella
liberista per superare la crisi significa che non si hanno non solo idee ma che
non si vuole neanche tentare di fare ricerca per avvicinarsi a qualcosa che
possa quanto meno condurci verso un equilibrio economico per ridurre le
differenze economiche di certe famiglie e di aziende in difficoltà. Le
divisioni a tutti livelli e in particolar modo di reddito debbono restare tali.
Ma come è possibile riferirsi alla crisi attuale in funzione
dell'interpretazione teoretica dei cicli economici e non pronunciare neanche
una volta la parola "trend" e cioè "tendenza di crescita e
decrescita. Per il prof. Carlo Carboni "economia pubblica" e
"economia locale" non sono campi di studio che non esistono. Siamo
messi male! Globalizzazione! Globalizzazione! Solo questo si è
sentito e più volte e senza diritto di replica. Sui temi della crisi gli
accademici farebbero bene a strare zitti! Ovviamente si consiglia che parlino
solo nelle aule universitarie che non sono luoghi di conflitto. L'Italia
è l'unico paese tra i più industrializzati che oltre alla social card e cose
simili non sta facendo nulla per uscire dalla crisi. Ovviamente i Tremonti Bond
sono un ottimo regalo alle banche. La crisi la pagheranno i cittadini più
deboli. Ma questo non interessa ai docenti dell'Università Politecnica delle Marche.
20/04/2009
(
da "Dagospia.com"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
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| Segnala articolo --> BORSE ROSSE (-3.88%) - OBBLIGAZIONISTI ALITALIA
VALUTANO AZIONI LEGALI - GERMANIA CREA BAD BANKS - BOFA TRIPLICA UTILI - UTILE
TODS 70,3 MLN - LOCSE SNOBBA LA
SVIZZERA 2008: 5,3 mld di evasione estero - GM CEDE OPEL E SAAB
GRATIS A CHI INVESTE 500 MLN
- 1 - BORSA: NETTA
FLESSIONE SU TRIMESTRALI USA, MIBTEL -3,88%... (AGI) - Tornano le vendite in
Borsa, dopo un lungo periodo di recuperi dal minimo toccato lo scorso 9 marzo:
oggi l'andamento delle piazze internazionali, penalizzate dai dati trimestrali di alcune
importanti societa' Usa, ha influenzato anche il
listino milanese e soprattutto i titoli bancari, quelli che avevano
maggiormante beneficiato dei rialzi precedenti. Il Mibtel chiude la seduta
perdendo il 3,88% mentre l'S&P/Mib cede il 4,21%con oltre 1,2 milioni di
azioni scambiate per un controvalore di poco inferiore ai 3 miliardi di euro. I
bancari, sofferenti in tutti i listini, hanno risentito soprattutto dei dati di
Bank of America che evidenziano il calo della qualita' del credito: in piazza
Affari il loro peso sulla media e' particolarmente consistente e questo spiega
la marcata flessione degli indici, peraltro in linea con quelle degli altri
mercati azionari. Diego Della Valle 2 - BORSE EUROPEE: CHIUDONO IN FORTE ROSSO,
PERDITE TRA 2 E 4% = (AGI) - Le borse europee chiudono in forte rosso sulla
scia dell'andamento di Wall Street che accusa pesanti perdite nonostante i
conti positivi di Bank of America. In particolare, a intimorire gli investitori
e' il forte deterioramento degli asset garantiti dai mutui del colosso bancario
Usa. Pioggia di vendite sui listini europei, dove,
dopo i guadagni delle ultime settimane, prevalgono le prese di beneficio. Tra i
bancari i piu' colpiti sono Bnp Paribas, Deutsche Bank e Hsbc che perdono tra
il 6,4 e il 7,7%. L'indice Ftse 100 a Londra cede il 2,49% a 3.990,86 punti, il
Dax 30 di Francoforte lascia sul terreno il 4,07% a quota 4.486,30 e il Cac 40
di Parigi arretra del 3,96% a 2.969,40 punti. In forte calo anche il Mibtel che
registra una perdita del 3,88% a 14.052 punti. 3 - INTESA SANPAOLO: CARIVE,
SAMMARTINI CONFERMATO PRESIDENTE... (Adnkronos) - L'assemblea della Cassa di
Risparmio di Venezia (gruppo Intesa SanPaolo) ha nominato il nuovo consiglio di
amministrazione per il periodo 2009 - 2011, confermando il presidente in
carica, Giovanni Sammartini. Ne da' notizia la banca stessa. Il vicepresidente
e' Italo Giorgio Alfieri, i consiglieri sono Paolo Baessato, Giuseppe Baiardo,
Fabrizio Bettiol, Plinio Danieli, Massimo Miani, Marco Michielli, Luciano
Nebbia, Mauro Vignandel e Mauro Voltan. L'assemblea ha anche approvato la
relazione di bilancio al 31 dicembre 2008.' 4 - Fisco: 5, 3 mld di evasione
estero... (ANSA) - La Guardia di Finanza ha scovato nel 2008 5,3 miliardi di
euro di imponibili non dichiarati relativamente ad attivita' all'estero. Una
somma quasi tripla rispetto agli 1,9 miliardi dell'anno precedente. Sono alcuni
dei dati pubblicati oggi dal 'Sole 24 Ore'. Finte residenze in Paesi a
fiscalita' agevolata e esterovestizioni di societa' sono gli strumenti piu'
diffusi per evadere le tasse in Italia. Nell'ultimo triennio il bottino
scoperto dell'evasione internazionale supera i 10 mld. Maria Paola Merloni 5 -
Vodafone: procedimento Antitrust... (ANSA) - L'Antitrust ha deciso di avviare
un procedimento nei confronti di Vodafone Italia per alcuni impegni
sottoscritti e poi non rispettati.Gli impegni del 2007 nel settore degli
operatori mobili virtuali, per l'Autorita', non sono stati rispettati.Lo dice
il Bollettino dell'Antitrust. Vodafone avrebbe adottato nei confronti di Bt
Italia comportamenti che 'hanno ritardato l'avvio'' dell'adeguamento delle
condizioni economiche. Vodafone Italia ''respinge l'accusa''. Lo afferma la
stessa societa'. 6 - ALITALIA: OBBLIGAZIONISTI VALUTANO AZIONI, TESORO NON
C'E'... (ANSA) - Con l'assenza del Tesoro, che ha in mano il 62% dei bond della
vecchia Alitalia in amministrazione straordinaria, l'assemblea degli
obbligazionisti, oggi a Roma, non dovrebbe raggiungere in quorum del 20%
necessario per l'efficacia delle delibere. La riunione si avvia cosi' a
trasformarsi in un incontro informale tra possessori di bond, in rappresentanza
di una quota intorno all'8-9 per cento, per valutare eventuali azioni legali.
Il Tesoro 'al momento non si e' visto', ha indicato ai presenti il
rappresentante comune degli obbligazionisti, Gianfranco Graziadei: 'sono ancora
in corso le verifiche sulle quote rappresentate in assemblea, ma al 99% non
verra' raggiunto il quorum'. Anima Sgr, che e' tra i promotori dell'assemblea,
ha raccolto circa 700 deleghe per una quota intorno al 4%. 7 - CRISI: GERMANIA,
VERSO CREAZIONE VARIE BAD BANKS... (ANSA) - Il governo tedesco si e' accordato
in linea di principio a creare varie bad banks invece di una grande istituzione
per l'intero settore. Lo ha detto un portavoce del governo secondo quanto
scrive il Wall Street journal Online. Il cancelliere Angela Merkel domani
guidera' le trattative per rimuovere gli asset tossici dai bilanci delle banche
tedesche. 'Non mi aspetto una decisione definitiva' domani, ha detto Thomas
Steg precisando che il governo ha gia' concordato su una decisione
decentralizzata'. Steg ha sottolineato inoltre che il piano per la costituzione
della bad bank in Germania verra' finalizzato entro la fine di luglio. PEPSI 8
- BANK OF AMERICA: UTILI QUASI TRIPLICATI A 4,2 MLD DLR... (AGI/AFP) - Bank of
America annuncia utili di 4,2 miliardi di dollari nel primo trimestre, quasi
triplicati rispetto a un anno fa. Inoltre la banca fa sapere di aver raggiunti
un fatturato record di 36 miliardi di dollari, anche grazie alla fusione con
Merrill Lunch. Bofa fa sapere che Merrill Lynch ha contribuito agli utili nella
misura di 3 miliardi di dollari. 9 - DAIMLER: STAMPA, FONDO
SOVRANO CINA POTREBBE RILEVARE QUOTA... (ANSA) - Un fondo sovrano cinese
sarebbe intenzionato ad acquisire una quota in Daimler. Lo scrive l'
Handesblatt - secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg - precisando che i
vertici del gruppo automobilistico tedesco sono in contatto con il fondo
cinese. 10 - PETROLIO: EMIRATI ARABI INVESTONO NONOSTANTE LA CRISI...
(AGI) - Gli Emirati Arabi continuano ad investire per far aumentare la loro
produzione di greggio, nonostante l'incertezza che grava sulle prospettive
della domanda di "oro nero". Lo ha reso noto il giornale di Dubai in
lingua inglese "The National", secondo il quale il ministro
dell'Energia, Mohammed bin Dha'en al Hamili, ha detto chiaro e tondo che
"non si pone il problema del rinvio di nessun progetto" (di
investimenti nel settore petrolifero, ndr). In un intervento nel corso di un
Convegno sul petrolio e il gas - svoltosi a Dubai - il ministro ha sostenuto la
necessita' di "un nuovo round di forti investimenti" nello sviluppo
del settore petrolifero, al fine di evitare un ritorno agli alti prezzi del
greggio. "Percio' - ha aggiunto - e' vitale il mantenimento dei prezzi a
livelli ragionevoli". Secondo al Hamili, inoltre, un prezzo del greggio a
50 dollari al barile e' in grado di "fornire un sostegno all'economia
globale, dando nel contempo ossigeno agli investimenti" (nel settore
petrolifero, ndr). 11 - INDESIT: DELLA VALLE, DISPIACIUTO PER ATTACCHI AI
MERLONI... (ANSA) - Diego Della Valle e' 'molto dispiaciuto' per gli attacchi
alla famiglia Merloni, e in particolare a Maria Paola, deputato del Pd, per la
vicenda dello stabilimento piemontese dalla Indesit di None. 'Come se a uno
facesse piacere chiudere le fabbriche' ha detto Della Valle ai giornalisti a
margine dell'assemblea dei soci della Tod's. Della Valle si e' detto tanto piu'
dispiaciuto perche' la famiglia Merloni 'e' gente seria, ha sempre fatto una
bandiera del rapporto con i dipendenti e con il territorio. E poi ci hanno
sempre messo la faccia, sono sempre rimasti a Fabriano. In tanti anni - ha
aggiunto - siamo andati nei posti piu' lontani del mondo e alla fine tornavamo
sempre, Vittorio Merloni a Fabriano e io a Casette d'Ete' Logo "GM"
12 - TOD'S: ASSEMBLEA, UTILE 70,3 MLN, DIVIDENDO 1,25 EURO... (ANSA) -
L'assemblea degli azionisti della Tod's ha approvato oggi all'unanimita' il
bilancio 2008, che si e' chiuso con un utile di 70,3 milioni di euro, in
crescita di 9,9 milioni (+16,4%) rispetto al 2007, quando l'utile era stato di
60,4 milioni. Approvata anche la proposta di dividendo di 1,25 euro, lo stesso
importo del 2007. I ricavi del periodo ammontano a 558 milioni, mentre l'Ebit
si e' attestato a 102,7 milioni di euro. 13 - GM PRONTA A CEDERE OPEL GRATIS A
CHI INVESTE 500 MLN - ALLO STUDIO DISMISSIONE SAAB A COSTO QUASI ZERO... (ANSA)
- General Motors sarebbe pronta a dismettere gratuitamente la quota di controllo
del gruppo tedesco Opel/Vauxhall, a patto che l'acquirente si impegni ad
investire in una nuova societa' composta dalle sue attivita' europee. Lo scrive
il Financial Times che cita fonti vicine al dossier, secondo cui la casa
automobilistica americana sarebbe anche intenzionata a liberarsi della svedese
Saab a un costo prossimo allo zero e sarebbe in contatto con alcuni potenziali
investitori. Riguardo alla cessione di Opel, Gm avrebbe chiesto a un
investitore 500 milioni di euro che pero' non finirebbero nelle casse del
colosso Usa, ma verrebbero iniettati direttamente in
Opel. La casa automobilistica di Detroit, che rischia la bancarotta ed e' a
corto di liquidita' in Europa, sta cercando di stringere i tempi e la scorsa
settimana l'amministratore delegato Fritz Henderson ha detto che sono in corso
contatti con oltre sei gruppi industriali e finanziari per la possibile
cessione della sua controllata e che si aspetta la presentazione di
manifestazioni d'interesse entro le prossime due-tre settimane. RyanAir 14 -
SVIZZERA: DA FFS COMMESSA DA 2,1 MLD FRANCHI SVIZZERI PER 59 TRENI...
(Adnkronos/Ats) - La piu' grande commessa della storia delle Ferrovie federali:
2,1 miliardi di franchi svizzeri (circa 1,38 mld di euro) per 59 treni a due
piani a lunga percorrenza, InterCity e InterRegio. Proprio oggi e' stato
lanciato il bando di concorso, con la pubblicazione sul Foglio ufficiale
svizzero di commercio. Entro il 2030, le Ffs investiranno circa 20 miliardi in
nuovi treni e nell'ammodernamento della flotta esistente. Le Ffs 'onorano la
loro promessa e investono nuovamente a favore della clientela', si afferma in
un comunicato. Considerato il costante sviluppo della domanda, la spesa per i
nuovi convogli a due piani 'e' assolutamente necessaria'. Essi serviranno, dal
2013, a sostituire il materiale rotabile vecchio e a potenziare l'attuale
offerta. Dall'entrata in vigore dell'orario di Ferrovia 2000, nel dicembre
2004, il numero dei viaggiatori e' cresciuto del 30%, l'offerta di treni del
26%, rilevano ancora le FFS. 15 - FISCO: SEGRETO BANCARIO, SVIZZERA NON
INVITATA A INCONTRO OCSE A BERLINO... (Adnkronos/ats) - La Svizzera non
ricevera' un invito ufficiale per la riunione dell'Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) di Berlino sui paradisi fiscali. Il
segretario generale Angel Gurria ha comunque invitato Berna a non avviare
rappresaglie per la sua iscrizione sulla lista grigia. L'incontro di Berlino in
programma iil 23 giugno e' un seguito alla conferenza di Parigi tenutasi lo scorso
ottobre. Secondo il Ministero tedesco della Finanze, la mancata convocazione
della Svizzera non e' dovuta solamente alle tensioni fra i due paesi, ma anche
al fatto che solo i partecipanti alla conferenza nella capitale francese sono
invitati. Berna non figura sulla lista dei paesi da invitare perche' si era
rifiutata di partecipare al vertice parigino, ha detto all'agenzia di stampa
elvetica Ats Jeannette Schwamberger, portavoce del ministero tedesco. 'Non si
tratta di marginalizzare la Svizzera', altri paesi non saranno invitati per le
stesse ragioni. Se la Confederazione richiederesse attivamente di partecipare
si decidera' sul da farsi, ha aggiunto la portavoce tedesca. Michael O'Leary 16
- Russia: contratto da 4 mld Airbus... (ANSA) - Accordo da quattro miliardi di
dollari tra la societa' russa Vsmpo-Avisma, principale produttore al mondo di
titanio, e Airbus.Il contratto e' stato firmato a Mosca alla presenza del
premier russo Putin, riferisce l'Interfax. Vsmpo-Avisma fornira' titanio a
Airbus e altre divisioni della societa' aerospaziale europea Eads fino al 2020.
Per Putin si tratta di ''un accordo di importanza strategica'' e di un ''un
grande passo in avanti'' nella cooperazione tra la Russia ed Eads. 17 -
HITACHI: VERSO AUMENTO CAPITALE, ADDIO A ELETTRONICA TOTALE... (ANSA) -Hitachi
ha preannunciato un aumento di capitale, eventualmente ricorrendo al programma
del governo di sostegno finanziario alle imprese (in fase di approvazione da
parte del parlamento), e spiegato che non sara' piu' un produttore
d'elettronica a tutto tondo. Lo ha annunciato il nuovo numero uno della
conglomerata nipponica, Takashi Kawamura, spiegando che la societa' sta
'valutando se ricorrere alle risorse pubbliche per un numero di diverse delle
nostre divisioni, ma in quale forma e' ancora in fase di considerazione'.
Hitachi si avvia ad annunciare la peggiore perdita netta mai registrata di 700
miliardi di yen per l'anno fiscale 2008, chiusosi lo scorso 31 marzo, scontando
gli effetti della crisi economica mondiale. Kawamura, nella sua prima
conferenza stampa, ha spiegato che la societa' cessera' di essere produttore di
elettronica totale, trasformandosi in un soggetto orientato su settori con
profitti stabili, come informatica e attivita' di generazione d'energia. Il
gruppo, che ha a lungo seguito la strategia di presenza in quasi ogni comparto
di business elettronico, 'ha margini di miglioramento in termini di salute
finanziaria', ha osservato. 18 - PEPSI OFFRE 6 MLD DLR PER CONTROLLO
SOCIETA'IMBOTTIGLIAMENTO... (ANSA) - PepsiCo ha offerto 6 miliardi di dollari
in contanti e azioni per acquisire le quote che ancora non possiede delle
proprie due piu' grandi societa' di imbottigliamento, per ottenere un maggior
controllo sulle vendite in Nord America. Lo riferisce l'agenzia Bloomberg
citando una nota del colosso delle bibite. PepsiCo offre l'equivalente di 29,50
dollari per ogni azione di Pepsi Bottling Group e 23,27 dollari per
PepsiAmericas. Si tratta di offerte con un premio del 17% rispetto alla
chiusura di Borsa dello scorso 17 aprile. L'acquisizione farebbe salire gli
utili di 15 cent per azione, grazie a risparmi pre-tasse pari a oltre 200
milioni di dollari l'anno. 19 - ORACLE: COMPRA SUNMICROSYSTEMS PER 7,4 MLD
DOLLARI... (ANSA) - Oracle ha siglato l'accordo per rilevare Sun Microsystems
per 7,4 miliardi di dollari, pari a 9,50 dollari per azione, in contanti. I
vertici dei due gruppi hanno approvato l'accordo all'unanimita'. 20 - "LA
CRISI È UN'OPPORTUNITÀ" LA SFIDA DI RYANAIR E EASYJET... Da "La
Stampa" - Come dovrebbero comportarsi le compagnie aeree a basso costo
durante la recessione? Easyjet e Ryanair si trovano di fronte a una scelta
difficile, espandersi rapidamente e, forse, inciampare oppure lasciarsi
sfuggire una grande opportunità. L'opportunità esiste certamente. Le recessioni
possono essere positive per questo settore, poiché i passeggeri lasciano le
tariffe più care e le compagnie aree tradizionali. Easyjet ha affermato che le
vendite sono aumentate di un terzo negli ultimi tre mesi del 2008. E il mercato
low cost in Europa non è così maturo come negli Stati Uniti. Là, la principale
compagnia area a basso costo, Southwest, ha annunciato la sua prima perdita
trimestrale e un taglio delle capacità. Ryanair sta scegliendo la via della
crescita rischiosa. Gli analisti prevedono che la compagnia aerea con sede in
Irlanda aumenterà la capacità di quasi il 20% quest'anno, ben oltre il 5% di
Easyjet. Eppure, la recessione potrebbe offrire più opportunità per la piccola
compagnia aerea con sede nel Regno Unito che compete più direttamente con le
grandi compagnie aeree nei principali aeroporti, in grande difficoltà. Easyjet
non avrà molte opportunità migliori da sfruttare. Ryanair rischia di essere
troppo coraggiosa. Per realizzare tutti i suoi nuovi programmi dovrà tagliare
di molto i prezzi dei biglietti. Ryanair prevede che i prezzi dei biglietti
scenderanno del 20% nel trimestre che finisce a marzo. La maggior parte degli
analisti prevedono un calo dei prezzi del 10% nell'anno. Ma questo sembra
ottimistico, soprattutto con un mercato principale, l'Irlanda in una grave
recessione. Probabilmente Ryanair può permettersi di correre qualche rischio
extra. Entrambe le compagnie aree hanno robusti bilanci, ma Ryanair ha i più
bassi costi del settore. Quest'anno, prevede di risparmiare 500 milioni di
costi di carburante, mentre Easyjet ha coperto il suo carburante a prezzi
elevati. Gli analisti prevedono che Ryanair realizzerà un Ebitda di 688 milioni
nell'esercizio che termina a marzo 2010, mentre Easyjet potrebbe ottenere 136 milioni
nel bilancio che si chiuderà a settembre 2009. 21 - LE PERDITE SONO TROPPO ALTE
LE BANCHE LLOYDS E RBS NON CORRERANNO PIÙ IN BORSA... Da "La Stampa"
- Le azioni delle banche del Regno Unito sono più che raddoppiate da gennaio.
In quel periodo, la preoccupazione per la nazionalizzazione aveva trasformato i
principali attori nazionali in penny stock, azioni che valgono pochissimo. Tre
mesi fa, l'incertezza sulla dimensione delle perdite ha reso le azioni delle
banche del Regno Unito impossibili da valutare. Da quel momento, un programma
del governo per garantire gli asset tossici ha fatto maggiore chiarezza per Rbs
e Lloyds. Hsbc l'ha fatta franca con una gigantesca emissione di nuove azioni
con diritto d'opzione e Barclays ha rafforzato la sua base di capitale,
accettando una grossa cessione. Le azioni sono ancora vendute con uno sconto
rispetto al valore contabile. Rbs, con un valore dell'azione di 29 penny, è
scambiata con uno sconto del 22% rispetto alle stime di Breakingviews sul suo
effettivo valore contabile a fine 2009. Lloyds, con un valore di 95 penny, è
scambiata con uno sconto del 3%. Ciò potrebbe voler dire che il rialzo può
continuare. Ma entrambe devono ingoiare perdite di 45 miliardi di sterline
prima che l'assicurazione del governo inizi a fare effetto. Le stime di
consenso sulle perdite previste di Rbs implicano che il valore contabile per
azione scenderà a 31 penny entro il 2011. Quello di Lloyds aumenterà ma solo a
99 penny. Difficilmente, questa previsione le renderà investimenti convincenti.
Inoltre se l'attività migliorasse, i miliardi di azioni speciali distribuite al
governo come copertura dell'assicurazione limiteranno il rialzo. Le azioni B
del governo possono essere convertite in titoli ordinari se le azioni di Rbs e
di Lloyds supereranno 50 e 115 penny. Barclays è scambiata con uno sconto del
30% rispetto all'atteso reale valore contabile nel 2011, per compensare alcune
obbligazioni convertibili. Ma la decisione di approvare il piano di
assicurazione degli asset del governo la rende una scommessa più rischiosa.
Rimane Hsbc. Si prevede che realizzerà profitti netti nei prossimi anni. Ma
viene già scambiata con un premio rispetto al previsto valore contabile del
2011. Cosa farà sembrare a buon mercato queste valutazioni? [20-04-2009]
(
da "Virgilio Notizie"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Berlino,
20 apr. (Apcom) - "Una nuova, efficace governance internazionale non può
prescindere da un'Europa forte e capace di esprimersi con una voce sola sui
grandi temi globali". Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco
Frattini, intervenendo al VII Foro di Dialogo italo-tedesco organizzato oggi a
Berlino dall'Istituto tedesco per gli studi europei (Iep) e dall'Istituto
italiano per gli Studi di Politica internazionale (Ispi). Senza un'Ue compatta,
ha avvertito Frattini, "il paventato G2 Usa/Cina potrebbe effettivamente emarginare di fatto i Paesi europei
nella scena internazionale". Il capo della diplomazia italiana, che ha
parlato nello stesso dibattito del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha
osservato che per scongiurare questa "altra ipotesi di governance",
gli europei dovranno impegnarsi "a fondo". "Per questo
motivo - ha aggiunto Frattini - sono convinto che la ratifica del Trattato di
Lisbona costituisca per noi europei un obiettivo irrinunciabile".
"Senza istituzioni più forti e una rinnovata capacità di agire per la
difesa degli interessi comuni - ha detto ancora Frattini - l'Europa rischia di
essere condannata a un ruolo marginale". La necessità di una riforma della
governance mondiale, espressa da un'attività di costante "coordinamento
tra G8 (di cui l'Italia è presidente, ndr) e G20", ha messo in luce come
"non esista un formato unico, in grado di affrontare in maniera efficace
tutte le sfide del nostro tempo ". Piuttosto, ha evidenziato Frattini,
"esistono i problemi, di fronte ai quali siamo chiamati a dare risposte
concrete e tempestive, risposte che devono provenire da consessi diversi a
seconda delle necessità in grado di dimostrare la loro credibilità attraverso
l'efficacia delle decisioni assunte". E proprio su questa visione ampia di
governance mondiale tra Frattini e Steinmeier c'è coincidenza di vedute. Il
titolare della Farnesina ha parlato dell'importanza di un "group of global
consensus", un gruppo di consenso globale. Allo stesso concetto si è
riferito il ministro tedesco con l'espressione "group of global
responsability", l'inclusione cioè di più paesi in un processo decisionale
che implica la condivisione delle responsabilità.
(
da "Wall Street Italia"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8/
Frattini: Senza un'Europa forte Usa e Cina ci emargineranno di Apcom "Non esiste un formato
unico, esistono problemi comuni" -->Berlino, 20 apr. (Apcom) -
"Una nuova, efficace governance internazionale non può prescindere da
un'Europa forte e capace di esprimersi con una voce sola sui grandi temi globali".
Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervenendo al
VII Foro di Dialogo italo-tedesco organizzato oggi a Berlino dall'Istituto
tedesco per gli studi europei (Iep) e dall'Istituto italiano per gli Studi di
Politica internazionale (Ispi). Senza un'Ue compatta, ha avvertito Frattini,
"il paventato G2 Usa/Cina
potrebbe effettivamente emarginare di fatto i Paesi europei nella scena
internazionale". Il capo della diplomazia italiana, che ha parlato nello
stesso dibattito del collega tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha osservato che
per scongiurare questa "altra ipotesi di governance", gli europei
dovranno impegnarsi "a fondo". "Per questo motivo - ha aggiunto
Frattini - sono convinto che la ratifica del Trattato di Lisbona costituisca
per noi europei un obiettivo irrinunciabile". "Senza istituzioni più
forti e una rinnovata capacità di agire per la difesa degli interessi comuni -
ha detto ancora Frattini - l'Europa rischia di essere condannata a un ruolo
marginale". La necessità di una riforma della governance mondiale,
espressa da un'attività di costante "coordinamento tra G8 (di cui l'Italia
è presidente, ndr) e G20", ha messo in luce come "non esista un
formato unico, in grado di affrontare in maniera efficace tutte le sfide del nostro
tempo ". Piuttosto, ha evidenziato Frattini, "esistono i problemi, di
fronte ai quali siamo chiamati a dare risposte concrete e tempestive, risposte
che devono provenire da consessi diversi a seconda delle necessità in grado di
dimostrare la loro credibilità attraverso l'efficacia delle decisioni
assunte". E proprio su questa visione ampia di governance mondiale tra
Frattini e Steinmeier c'è coincidenza di vedute. Il titolare della Farnesina ha
parlato dell'importanza di un "group of global consensus", un gruppo
di consenso globale. Allo stesso concetto si è riferito il ministro tedesco con
l'espressione "group of global responsability", l'inclusione cioè di
più paesi in un processo decisionale che implica la condivisione delle responsabilità.
(
da "Pais, El"
del 20-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Marsé y
las perlas de un escritor "anómalo" El último premio Cervantes
celebra un encuentro con la ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, ante
decenas de periodistas JAVIER RODRÍGUEZ MARCOS - Madrid - 20/04/2009 Vota
Resultado 93 votos "Maestro" ha sido la palabra que ha empleado la
ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, para definir a Juan Marsé en un
multitudinario encuentro esta mañana en el propio ministerio. El autor de Si te
dicen que caí, que recibe el próximo jueves el premio Cervantes, se ha
presentado en Madrid, contra su costumbre, con traje y corbata. Después de un
perplejo "¿Tengo que hablar yo?" el novelista catalán (Barcelona,
1933) conversó sobre su nueva novela, sobre el cine español y, por supuesto,
sobre el Quijote. Después, el novelista ha sido recibido por sus majestades don
Juan Carlos y doña Sofía. Sinde, a favor de un debate sobre la calidad de los
guiones El Rey alaba la "excelencia" de Marsé "Compré el
'Quijote' a plazos" Juan Marsé A FONDO Nacimiento: 08-01-1933 Lugar: Barcelona
La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas El cine español.
"Sigo pensando, con matices, que el problema del cine español no es la
piratería, sino la falta de talento. El talento siempre es necesario y siempre
lo echo de menos. Faltan estímulos para los guionistas y los guiones se cuidan
poco. Es el trabajo peor valorado y pagado. He leído que Hitchcock podía
dedicar años a un guión. Y que luego rodó Psicosis en 28 días. Cuando he estado
cerca del negocio por la adaptación de alguna novela mía me he dado cuenta de
que aquí se le dedica poco tiempo. El resultado son películas frustrantes. Tal
vez la señora ministra, que conoce el sector, sea la persona ideal en ese
apartado". El momento actual de la literatura. "La literatura no
necesita una estructura industrial, como el cine. Cuando empecé sólo necesitaba
un papel y un lápiz. Desgraciadamente, la parte industrial de cine español
siempre ha sido débil". El Premio Cervantes. "Este premio no entraba
en mis cálculos. No suelo pensar en premios cuando trabajo. ¿Qué por qué me
hace ilusión? Por qué es el más importante, porque lleva el nombre de
Cervantes. Creo que mi ilusión está justificada". El discurso.
"Hablaré de la memoria histórica, de la personal, de la transversal y de toda
clase de memoria. Pero también hablaré de 'la faena', vamos, de mi
trabajo". Ensayando el nudo de la corbata. "¿Que qué preparativos voy
a hacer esta semana? Me voy a dedicar al nudo de la corbata, que siempre me
sale mal. ¿El chaqué? Me gusta mucho mirarme al espejo". El Quijote en el
Parque Güell. "Lo leí entero en 1949, a los 16 años, después de tres
intentos fallidos. Lo leí en el Parque Güell. No lo olvidaré nunca".
Escribir en tiempos de crisis. "En tiempos de crisis un escritor debe hacer
lo mismo que en tiempos de bonanza: procurar escribir bien. Me gusta una frase
de Ezra Pound que decía: "El esmero en el trabajo con el lenguaje es la
única condición moral del escritor". Contra la 'prosa sonajero'.
"Ahora parece que suena menos la prosa sonajero en la literatura española.
Me gustan las novelas en las que no noto que estoy leyendo porque me absorben.
No me interesan las florituras ni eso que antes se llamaba prosa galana".
Su novela propia preferida. "Le tengo cariño a la primera (Encerrados con un
solo juguete, 1960) por serlo y porque es muy autobiográfica, pero no es la
mejor. Me gusta decir que la mejor es la que estoy escribiendo ahora". Su
próxima novela: 'Aquel muchacho, esta sombra'. "Estoy tan ocupado en
escribirla que no sabría explicarla. Sucede en dos tiempos: la Barcelona de
1948 y la actual. Ya hemos avanzado algo: pocas veces he escrito sobre la
actualidad. Y hay mucho territorio por explorar ¿Que si escribo con más
facilidad con los años? No. En cada libro empiezo de cero. Cada novela plantea
problemas nuevos y requiere soluciones distintas. Eso sí, me he vuelto más
quisquilloso, más desconfiado. Siento que no he avanzado gran cosa. Por eso me
gusta corregir mis libros para las nuevas ediciones. Además, tengo la sensación
de perder neuronas a chorro.". La Barcelona de sus novelas. "Esa
Barcelona ya casi no existe, es una Barcelona mental. Allí la memoria
individual y la colectiva estaban secuestradas, cuestionadas". Leyendo a
Joseph Roth. "Me gusta releer a los escritores del siglo XIX. Dickens, Stevenson.
He leído La isla del tesoro muchas veces. También he visto miles de veces
Cantando bajo la lluvia y la veré otras mil. Ahora estoy leyendo mucho aun
autor judío que había tratado poco: Joseph Roth". La memoria. "Un
escritor sin memoria no es nada. Incluso los escritores de ciencia ficción y
los que hacen novelas históricas trabajan con la memoria". Un escritor
anómalo. "Cataluña es una sociedad bilingüe y lo seguirá siendo. La
dualidad es natural. Tal vez sea una anomalía escribir en castellano en
Cataluña, pero me gusta ser un escritor anómalo. De hecho, sin querer
compararme, me gustan los autores anómalos: Conrad (un polaco que escribía en
inglés), Nabokov (un ruso que escribía en francés, inglés y alemán) o Kafka. El
castellano en Cataluña. "Afirmo que la lengua castellana no está amenazada
en Cataluña. Puede que haya habido excesos desde los estamentos oficiales (hay
quejas sobre la exigencia del catalán en la Sanidad y la Justicia), pero hablar
de lenguas amenazadas no se corresponde con la realidad. Además, hay
contaminación continua, no sólo ya de los llamados charnegos sino también,
ahora, de los inmigrantes del Magreb. La lengua que habla la gente de la calle
puede con todo. Yo siempre he vivido en un entorno bilingüe. Mi mujer es extremeña
y yo hablo en castellano con mi hija y en catalán con mi hijo. Cuando se usa la lengua como bandera empiezan los
problemas." Sinde, a favor de un debate sobre la calidad de los guiones La
ministra de Cultura, Ángeles González-Sinde, se mostró hoy favorable a abrir un
debate sobre si uno de los problemas del cine español actual puede ser la
deficiencia de sus guiones. A la ministra y también guionista le
preguntaron sobre este asunto durante una rueda de prensa junto al escritor
Juan Marsé, con motivo de la entrega a éste el próximo jueves del Premio
Cervantes. Marsé había declarado que el problema del cine español actual no es
la piratería, sino el bajo nivel de sus guiones. González-Sinde señaló que los
guionistas "están al principio de la cadena" de la industria
cinematográfica, y es ahí "cuando se intenta escatimar".
"Comparto con Juan Marsé que el momento de la creación es el más
vulnerable y es el que hay que estimular y propiciar, también desde el
Ministerio de Cultura. Habrá que analizar despacio por qué hay esa percepción
(sobre la baja calidad de los guiones españoles)", informa Servimedia. El
Rey alaba la "excelencia" de Marsé El Rey ha subrayado hoy que el
último Premio Cervantes, Juan Marsé (1933), ha reflejado como nadie la memoria
de la Barcelona de posguerra y que "su mirada se ha fijado siempre en los
perdedores. Intensamente realista, su escritura alcanza el nivel de excelencia
en el arte literario". Don Juan Carlos, en el almuerzo que ofrece junto a
la Reina y los Príncipes de Asturias en el Palacio Real al mundo de la Cultura
en honor de Marsé, ha reiterado que la palabra de los escritores nos
"enriquece como personas y hace posible un mundo más justo y
solidario" y ha brindado por ella y "por nuestras Letras que nos
emocionan y nos enriquecen". El Monarca ha recordado a los escritores
testigos del tiempo histórico de Marsé -autor de Si te dicen que caí o Últimas
tardes con Teresa- que se han ido, como Carlos Barral, Jaime Gil de Biedma o
Juan Hortelano, de quienes, ha añadido, nos queda su palabra, que es "en
realidad a la que queremos festejar". Esa palabra "libre", ha
manifestado el Rey, de cuño cervantino "que se desborda a sí misma para
nombrar la realidad, para quitar los velos que ocultan la verdad profunda de
las cosas o para crear espacios nuevos de vida", informa Efe.