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Report "Globalizzazione"  9-12 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Giornaliste Usa ai lavori forzati ( da "Corriere delle Alpi" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: scorso 17 marzo mentre si trovavano lungo il confine fra la Cina e la Corea del Nord. Stavano viaggiando insieme a una guida cinese e a un cameraman che avrebbe fatto le riprese per un documentario sui profughi nord coreani in Cina. Solo che non si erano accontentate di girare all'interno del territorio cinese e si erano spinte al di là del confine ed è lì che erano state arrestate.

"Ci inchiniamo al volere popolare" ( da "Stampa, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Chi governa pensa di salvarsi dalla globalizzazione facendo promesse impossibili da mantenere - dice ancora Curetti -. Un risultato, quello raggiunto alle Provinciali, che ci lascia indifferenti. Continueremo la nostra battaglia con i pochi mezzi di cui disponiamo: non ci rimane che la passione e il vedere che questo sistema è ormai al tracollo».

Le reporter Usa ai lavori forzati ( da "Stampa, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina dove erano impegnate a realizzare un servizio tv sul traffico di persone - in particolare di donne - fra i due Paesi. Entrambe di origine asiatica, le giornaliste di Current tv - la stazione fondata da Al Gore - sono state processate a porte chiuse e riconosciute colpevoli di essere «entrate illegalmente» in Corea del Nord sebbene non si possa ancora escludere che a sconfinare

Nord Corea, condannate due giornaliste ( da "Tribuna di Treviso, La" del 09-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore,

Corea del Nord: giornaliste Usa condannate ai lavori forzati ( da "Giornale di Brescia" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: interno ed estero Corea del Nord: giornaliste Usa condannate ai lavori forzati PYONGYANGLa Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa,

COREA NORD: GIORNALISTE USA, 12 ANNI DI LAVORI FORZATI /ANSA ( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: GIORNALISTE USA, 12 ANNI DI LAVORI FORZATI /ANSA LA COREA DEL NORD ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa,

la scommessa di torino e quella del pd - paolo griseri ( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: potrebbe diventare una delle capitali mondiali della globalizzazione industriale ha bisogno di una guida politica che sappia governare le paure e i rischi che una trasformazione tanto importante porta con sé. Una guida che sappia dare risposte in positivo senza inseguire la Lega sul terreno dell´estremismo localista e una parte del Pdl sulla strada delle scelte di corto respiro.

dalle urne una lezione per la sinistra pugliese - teresa massari ( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: regionale alle paure suscitate da globalizzazione ed immigrazione. In Italia la forma di questa reazione è visibile sia nell´arroccamento di una Lega sempre più in ascesa, sia nell´iniziale sgretolamento del centrodestra meridionale. Certo nel Sud il PDL ha il primato, ma perde qualche punto sulle politiche (in Puglia il 2,5%), e soprattutto sembra isolato sul piano delle alleanze.

corea, lavori forzati per le due reporter usa - arturo zampaglione ( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era andata alla frontiera tra la Cina e la Corea del Nord per documentare il traffico delle donne e l´esodo dall´inferno post-stalinista. Il 17 marzo si sono avventurate sul fiume ghiacciato Tumen e lì i soldati di frontiera le hanno arrestate, mentre i loro producer e operatori sono riusciti a fuggire.

Lavori forzati dal Caro Leader per due reporter americane ( da "Riformista, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa, che all'indomani del test del 24 maggio hanno scelto di non cedere alle provocazioni e di mantenere la linea dura, hanno ribadito che l'unica sede di confronto con Pyongyang è il tavolo dei colloqui a sei con Corea del Sud, Giappone, Cina e Russia.

Silvestrini (Cna): l'Europa ora ha bisogno di un'ambizione ( da "Italia Oggi" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se vogliamo giocare nel medio periodo un ruolo significativo, e quindi giocare alla pari con gli Usa, la Cina e il sudest asiatico, è importante che le nuove classi dirigenti trovino condizioni non solo per il raggiungimento di un equilibrio finanzario, ma anche un asse politico che possa dare un obiettivo importantre a tutti i paesi europei».

Il lungo addio del socialismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma tutti impegnatia spingere insieme crescita e redistribuzione sui ritmi del tempo nuovo della globalizzazione. Un'epoca pervasa dallo spirito di un ottimismo che ai nostri occhi più cupi può apparire ingenuo, ma tuttavia un'epoca che vide buoni tassi di sviluppo andare di pari passo con la trasformazione dei sistemi di garanzia sociale.

Lavori forzati per le reporter Usa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: arrestate il 17 marzo al confine con la Cina Lavori forzati per le reporter Usa Condanna inappellabile a 12 anni per le due giornaliste della Current tv di Al Gore Stefano Carrer SEUL. Dal nostro inviato Un processo-lampo, a porte chiuse, condotto da un tribunale che fa al tempo stesso da corte d'appello e di cassazione escludendo la possibilità di impugnare le sue sentenze:

OSTAGGI DA SCAMBIARE? ( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sono state fermate tre mesi fa al confine tra Cina e Corea del Nord. Lavorano per Current tv. Il processo è cominciato il 4 giugno: sono state condannatea 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro Pyongyang. «Molto preoccupato» il presidente Usa Barack Obama Arte di frontiera.

Corea del Nord, condannate due giornaliste Usa ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: condannate due giornaliste Usa Dovranno scontare 12 anni di lavori forzati. Obama: «Sono preoccupato» --> SEUL La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese.

Giornaliste, 12 anni di lavori forzati ( da "Libertà" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: le due reporter di tv Usa condannate per ingresso illegale SEUL - La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta,

Dodici anni alle giornaliste Usa ( da "Manifesto, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: COREA DEL NORD Dodici anni alle giornaliste Usa La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il paese. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato».

Corea del Nord, le due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati ( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non ha parlato esplicitamente del coinvolgimento della Cina, ma alti funzionari dell'amministrazione Usa hanno indicato che è in atto un pressing su Pechino perché affianchi gli Stati Uniti nel blocco delle spedizioni. Ma se all'Onu dovesse passare questa linea gli Usa rischierebbero un conflitto aperto con Pyongyang e Pechino - che teme una escalation di tensione nella regione -

giornaliste usa ai lavori forzati - dal corrispondente andrea visconti ( da "Tirreno, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: scorso 17 marzo mentre si trovavano lungo il confine fra la Cina e la Corea del Nord. Stavano viaggiando insieme a una guida cinese e a un cameraman che avrebbe fatto le riprese per un documentario sui profughi nord coreani in Cina. Solo che non si erano accontentate di girare all'interno del territorio cinese e si erano spinte al di là del confine ed è lì che erano state arrestate.

La Corea del Nord sfida Obama ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche da Cina e Russia potrebbe essere già messa ai voti oggi stesso. La condanna delle due giornaliste accusate di spionaggio e di attività illecita potrebbe costiture una forte accelerazione o al negoziato o alla crisi anche se gli Stati Uniti ditinguono molto chiaramente il «caso umanitario» dalla «trattativa politico nucleare»

Nord Corea, due reporter Usa condannate ai lavori forzati ( da "Unita, L'" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: due reporter Usa condannate ai lavori forzati RACHELE GONNELLI Sono state condannate a 12 anni di lavori forzati nelle cave le due giornaliste americane di origine asiatica arrestate il 17 marzo scorso in Corea del Nord. Laura Ling, cino-statunitense e Euna Lee, di origini coreane, sono state condannate per ingresso illegale in territorio nordcoreano e per «

Il primogenito di Kim: mio fratello erede favorito ( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina e Macao, non a caso la sede degli istituti bancari dove il clan dei Kim protegge i propri conti, ora nel mirino degli Usa. Dall'Europa, invece, arrivano indiscrezioni su Jong-un. Un suo ex compagno di scuola negli anni trascorsi in un esclusivo istituto svizzero lo ricorda spiritoso, amico di un sudcoreano e fan di Schwarzenegger-

Nord Corea, lavori forzati per le reporter ( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: marzo erano state catturate da guardie nordcoreane lungo il confine fluviale con la Cina. Secondo l'accusa, le due donne avrebbero varcato la frontiera, mentre un'altra tesi è che una pattuglia di militari non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione di arrestare due «nemiche ». Con Laura, di origine cinese, ed Euna, famiglia coreana, è condannata anche la diplomazia statunitense.

Pallanuoto Femminile ( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ora Squadra1 HSquadra2 Risultato1X2 1X2Handicap 1 X2 1h Xh 2h 11.30 Spagna Canada 1,90 6,00 2,35 13.00 USA 3 Italia 1,12 9,00 9,00 2,10 7,00 2,00 14.30 Australia 2 Grecia 1,35 7,00 4,25 2,257,001,90 16.30 Russia 2 Cina 1,4 6,50 4,00 2,10 7,00 2,00 Quote aggiornate e altre scommesse su www.snai.it

Nord Corea, lavori forzati alle reporter Usa ( da "Gazzettino, Il" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current tv, il network dell'ex vicepresidente Usa Al Gore,

Giornaliste Usa, 12 anni di lavori forzatiCorea del Nord. ( da "Sicilia, La" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore,

Noie al motore ( da "Famiglia Cristiana" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Asia (in Cina c?è un?auto ogni 76 persone; in India, una ogni 123). In quest?ottica vanno tessute le alleanze». «Per quanto riguarda l?Italia», conclude Chiarle, «ritengo insufficiente difendere in maniera ideologica e aprioristica tutti gli impianti e tutti i posti.

Ecco perché l'Europa deve cominciare a temere gli Usa ( da "Trend-online" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Questo nonostante non ci sia alcuna ripresa reale in corso per quanto riguarda economie e soprattutto industrie: il fabbisogno energetico della Cina è calato del 10% e sul mercato, anzi nei magazzini, ci sono 100 milioni di barili di greggio pronti alla consegna ma che non verranno consegnati. Se non riparte la crescita, nessuno ha bisogno di petrolio in più. In segue pagina >>

Ecco perché l'Europa deve cominciare a temere gli Usa pag.1 ( da "Trend-online" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina -1,5; Svizzera -0,8; Stati Uniti -0,7; Singapore -0,7; Taiwan -0,5; Belgio -0,4; Giappone -0,1; Svezia -0,1: Germania 0. Insomma, ogniqualvolta i mercati reagiscono in maniera positiva agli indicatori macro, allora è giunto il momento di preoccuparsi davvero.

Banche: R&S,italiane prudenti, quelle cinesi piu' redditizie ( da "Trend-online" del 09-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: le piu' redditizie sono in Cina. Emerge dal rapporto R&S (Mediobanca). La prudenza degli istituti del Belpaese (UniCredit e Intesa SanPaolo sono nel campione della ricerca) e' dimostrata anche dal fatto che hanno chiuso il 2008 con utili netti pari al 14,6% del fatturato, contro il meno 6% delle maggiori banche europee.

Nordcorea: Quasi pronta all'Onu bozza per nuove sanzioni ( da "KataWeb News" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Giappone stanno spingendo per un irrigidimento delle misure dopo che Pyongyang ha lanciato i suoi test missilistici a maggio. Più morbida invece la posizione di Cina e Russia. Secondo le fonti l'intesa sarebbe quasi conclusa a parte uno dei paesi che tenderebbe ad ammorbidire le posizioni.

Macché flop Pdl, lasceremo libertà di voto ( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione, serve una cultura economica propulsiva e internazionalmente aperta per aumentare la qualità competitiva del nostro sistema d'impresa. Noi siamo più convincenti della Lega, in questa direzione. Magari, la Lega potrebbe essere utile a guidare lo svecchiamento d'una regione il cui modello savoiardo e fordista è in crisi come il Piemonte»

SCOTTA' Porto Treviso in Europa difenderò i nostri marchi ( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo difenderò dall'assalto della globalizzazione. Tutelerò i marchi, l'origine dei prodotti». Se serve con i dazi? «Con forme compatibili di protezionismo. Attenzione, però: non basta mettere in sicurezza le piccole e medie aziende, ma anche i loro collaboratori». Intende i manager?

Investimenti per 16 milioni in Italia ( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Undici unità operative tra Italia (sei stabilimenti), Brasile, Messico, Slovacchia Romania e Cina, con rappresentanze commerciali negli Usa e in Corea del Sud. Il fatturato è di oltre 400 milioni a cui contribuiscono oltre 2.800 collaboratori.

Globalizzazione e identità culturale Treviso si specchia tra libri e musica ( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: identità culturale ai tempi della globalizzazione. I posti, il luogo: lo spettro della differenza», che presenterà al pubblico alcune riflessioni sui concetti cardine di globalizzazione e identità culturale e locale. Al dibattito parteciperanno il presidente della casa editrice veneziana Marsilio, Cesare De Michelis, Ulderico Bernardi,

sussidi e barriere, ecco il nuovo protezionismo - maurizio ricci ( da "Repubblica, La" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli stessi che più hanno battuto la strada dei sussidi: Usa, Canada, Giappone, Svezia, Francia, Brasile e Gran Bretagna hanno adottato incentivi volti a favorire la produzione nazionale di auto. Più corretta la strada scelta da Germania, Italia, Cina, Brasile e Corea, dove gli incentivi non discriminano i produttori stranieri.

Una lettera di congratulazioni da Fabio Roversi Monaco per il progetto Versi in libertà&#... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzando i valori e gli ideali». Il presidente della Confartigianato, Gianluca Muratori ha posto l'accento sulla preparazione culturale nella scuola moderna. Hanno contribuito alla manifestazione Fondazione Carisbo, Confartigianato, la direttrice Giovanna Petazzoni della libera Università Agem.

di NUCCIO NATOLI ROMA CHE L'ITALIA piaccia ai cinesi non... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «La Cina ha ciò che manca all'Europa: una liquidità che supera i 100 miliardi di dollari. Sono risorse fresche che intendono investire in Europa per riequilibrare la loro bilancia commerciale troppo in attivo», spiega il viceministro allo sviluppo, Adolfo Urso, a conclusione della missione a Pechino.

L'Università del Montana chiama Brescia ( da "Giornale di Brescia" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una porta sul futuro e sulla globalizzazione. Un'operazione che è già molto più di un progetto, visto che i primi contatti sono stati sviluppati nel 2006 grazie al connubio diretto tra i Wtc del Montana e quello bresciano e che, nei tre anni successivi, ha visto decine di docenti e studenti statunitensi partecipare a Summer school (scuole estive) nella realtà universitaria,

politici col trucco e noemi tiene banco ( da "Tirreno, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e si scopre che con la globalizzazione una foto fatta in Sardegna, ma inviata via Internet (in un secondo) a un'agenzia in Colombia può in tempi altrettanto brevi finire in prima pagina del giornale spagnolo "El Pais" che qualche detrattore italiano o ceco (visto che il premier di quel paese è coinvolto nelle immagini) definisce "quotidiano socialista"

Il rapporto del Sipri diffuso a Stoccolma ( da "Manifesto, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: General Dynamics, Raytheon, Eads, L-3 Communications, Finmeccanica e Thales. In tutto, le prime 100 aziende hanno fatturato 347 miliardi nel 2007, e sono in gran parte americane ed europee. Qquanto a spesa, gli Usa restano al primo posto (607 miliardi di dollari nel 2008) seguiti dalla Cina (84,9 miliardi).

Meno rischi se l'istituto è vicino ( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non si tratta però di una sorta di rivincita sulla globalizzazione. Come spiega questi dati? All'inizio degli anni Novanta, quando è partita la liberalizzazione, c'erano 15mila sportelli, ora siamo a 34mila; il tasso di crescita è stato particolarmente elevato nei primi anni perchè si partiva da un notevole sottodimensionamento.

Appello delle famiglie a Pyongyang. Sanzioni più vicine ( da "Manifesto, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Abbiamo il necessario consenso per un accordo ma una delegazione deve ancora avere la risposta dalla sua capitale», ha detto la fonte alla stampa del Palazzo di Vetro. Il paese sarebbe la Russia, che esprime perplessità dopo che Cina e Usa avevano raggiunto un accordo di massima nelle ultime 24 ore.

Germania e Cina, salvate il soldato Usa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: SQUILIBRI GLOBALI Germania e Cina, salvate il soldato Usa di Martin Wolf I paesi creditori sono preoccupati per la sicurezza dei loro averi. è questo il legame tra le due notizie economiche più importanti della settimana scorsa:l'attacco della cancelliera Angela Merkel alla politica monetaria perseguita dalle banche centrali, compresa la sua,

Il sogno di una moneta mondiale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sono convinto che la Cina abbia sollevato un tema ormai maturo. Se poi lo ha fatto per interesse - come dice Paul Krugman - cioè perché ha accumulato troppi dollari, può essere. In ogni caso è una motivazione legittima, visto che non si può chiedere a Pechino di essere altruista quando tutti agiscono per interesse.

Cina, aiuta gli Usa (e te stessa) ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, aiuta gli Usa (e te stessa) Il credito in dollari obbliga Pechino a tendere una mano a Geithner di Martin Wolf u Continua da pagina 1 U n recente documento della Goldman Sachs – non di dominio pubblico, purtroppo – getta una luce affascinante sulle ripercussioni che l'ascesa della Cina avrà sull' economia mondiale,

Authority a convegno in cerca di regole globali ( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dal nostro inviato La crisi rende più urgente la necessità di una "globalizzazione" delle regole sui mercati finanziari e di un maggior coordinamento tra chi è chiamato a farle rispettare. Si apre oggi a Tel Aviv la conferenza annuale dello Iosco, l'associazione che riunisce 109 autorità di supervisione in tutto il mondo.

Non conosce crisi il mercato delle armi: più 4% nel 2008 ( da "Eco di Bergamo, L'" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Seguono la Cina e la Francia, con una spesa rispettivamente di 85 e di 65 miliardi di dollari. L'Italia si colloca all'ottavo posto, con poco meno di 40 miliardi di dollari, mentre la Russia ha ridotto la distanza che la separava dagli Usa, con una spesa di oltre 58 miliardi di dollari.

A Prato sinistra in crisi tra scrittori ( da "Corriere della Sera" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impoverimento del nostro distretto tessile ha a che fare con la globalizzazione mondiale, non certo con i cinesi che da noi fabbricano pronto moda a basso costo. Roba che gli italiani qui non hanno mai fatto. La verità è che il problema economico è stato sottovalutato dalla nostra classe po-- litica, locale e nazionale.

Lo Yo Yo valutario non accenna a fermarsi ( da "Soldionline" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: pagata invece da coloro che detengono enormi quantità di dollari (Cina in testa) ed oggi la protesta dei detentori di credito verso gli Usa non accetteranno più una svalutazione competitiva del biglietto verde, tale per cui il dollaro,secondo questa tesi, tenderà a rivalutarsi decisamente. In ogni caso anche la price action dimostra che c?

"troppi cinesi e una sinistra snob ora ho spezzato uno storico tabù" - simona poli ( da "Repubblica, La" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «I cinesi fanno quello che vogliono e non pagano le tasse, Bossi è stato il primo a capire i danni della globalizzazione. Io se vedo un venditore immigrato chiamo i vigili urbani». Anche se vende fazzolettini di carta e pedalini? «è commercio illegale, che ruba spazio a quello dei pratesi».

Lo Yo Yo valutario non accenna a fermarsi ( da "Trend-online" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: pagata invece da coloro che detengono enormi quantità di dollari (Cina in testa) ed oggi la protesta dei detentori di credito verso gli Usa non accetteranno più una svalutazione competitiva del biglietto verde, tale per cui il dollaro,secondo questa tesi, tenderà a rivalutarsi decisamente. In ogni caso anche la price action dimostra che c?

Califfato preventivo ( da "Tempi" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Russia ed Europa. Così una religione-civiltà viene messa sullo stesso piano di soggetti caratterizzati dalla forma Stato, dalla natura secolare delle istituzioni e che sono entità territoriali. Mettendo America e islam sullo stesso piano, come due grandi potenze politiche, Obama sposa la visione dell'islam propria di tutti i fondamentalisti islamici,

Occhiali e lenti a contatto: la passione di tutta una vita ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: molto importanti in una società sempre più globalizzata». Niente festa di addio. «Perché nel cuore non è una festa. Si chiude un ciclo importantissimo della mia vita. Capisco che magari sarò più libero ma è stato un ciclo fondamentale, ho trovato la mia strada e attività che mi ha consentito di realizzare le cose che volevo realizzare».

La Otis Elevator Company riconosciuta per la sua leadership nella sostenibilità ambientale ( da "ITnews.it" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: June 10 /PRNewswire/ -- - LEED(R) Gold assegnato all'impianto Otis in Cina Lo U.S. Green Building Council (USGBC - Consiglio per l'Ediliza verde degli USA) ha encomiato oggi Otis Elevator Company per il ruolo di leadership svolto nella sostenibilità ambientale. Otis è una unità della United Technologies Corp. (NYSE: UTX).

Usa, aziende di tech chiedono a Cina di rivedere filtro internet ( da "Reuters Italia" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un gruppo che ha sede a Washington e che rappresenta aziende di information technology ha invitato la Cina a riconsiderare l'idea di dotare i nuovi computer di un software che agisca da filtro Internet. Le regole cinesi prevedono che "Green Dam", un programma sviluppato dalla Jinhui Computer System Engineering, sia preinstallato su tutti i pc fabbricati o venduti dal primo luglio.

MM ( da "Foglio, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un miscuglio di razze diverse (sudamericani in testa) e ceti sociali diversi: globalizzazione, ti ho trovato! Bastava scendere sottoterra, senza andare a qualche pallosa conferenza economica. Avvocati ed operai, giacche e cravatte,j eans e zeppe, gente che lavora. Zaini e 24 ore, ipod e iphone e telefonini: telefonini?

Washington Per la prima volta dal 2002, quando nella base navale Usa di Guantanamo, fu aperta la... ( da "Gazzettino, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fu trasferito nel 2006 a Guantanamo, nel misterioso Camp 7 destinato ai capi di al Qaida, di cui è tenuta segreta la localizzazione nell'enorme base Usa a Cuba. Intanto, 17 musulmani uighuri (che in Cina rischiano la fucilazioni) una volta scarcerati da Guantanamo dovrebbero essere ospitati nell'isola Palau in Micronesia.

Treviso tra cultura e localismi ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Si può parlare oggi, ai tempi della globalizzazione, di identità culturale? E, posto che esista un'identità che fa capo alla tradizione di valori, costumi e di modalità di rapportarsi al proprio territorio, come reagisce la cultura locale? Sono le domande cui cercherà di rispondere "Treviso allo specchio.

La canadese Bombardier in corsa per i treni alta velocità delle Fs ( da "Gazzettino, Il" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se è vero che la Russia ha fatto slittare le consegne, Cina e India hanno invece confermato i propri piani, mentre all'orizzonte si staglia la maxipartita dell'Alta velocità Usa annunciata dal presidente Obama. La crisi invece si fa sentire per i business jet, gli aerei aziendali i cui ordini nel 2009 sono in calo del 10% per Bombardier.

Usa, cresce il deficit commerciale in aprile ( da "Soldionline" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le prime sono adesso al livello più basso dal mese di luglio del 2006, mentre le importazioni sono al livello più basso dal settembre del 2004. Il deficit con la Cina si è invece ridotto: 16,7 miliardi contro i 20,3 dello stesso mese del 2008. -->

Nordcorea: Accordo su nuove sanzioni, oggi bozza a cds Onu ( da "KataWeb News" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina) insieme alla Corea del Sud e Giappone hanno raggiunto un accordo su un testo. L'ultimo ostacolo sono le perplessità russe sulle nuove misure punitive previste dalla bozza. Le stesse fonti sottolineano che stavolta la Cina, il principale alleato di Pyongyang, avrebbe già dato un via liberà informale.

Il dialogo Usa-Cina sul futuro del pianeta ( da "KataWeb News" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il dialogo Usa-Cina sul futuro del pianeta 10 giugno 2009 alle 16:31 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti E' il dialogo da cui dipende la salvezza del pianeta: da ieri si è aperto un vertice Usa-Cina sul cambiamento climatico, un confronto tra due paesi che assieme generano il 40% delle emissioni di CO2.

Russia minaccia taglio investimenti in Treasuries USA (Bloomberg) ( da "KataWebFinanza" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia minaccia taglio investimenti in Treasuries USA (Bloomberg) (Teleborsa) - Roma, 10 giu - La Banca Centrale di Mosca ha annunciato che potrebbe ridurre i propri asset in Treasuries, del valore totale di di almeno 140 miliardi di dollari. La scorsa settimana la Cina ha detto che si prepara a fare la stessa mossa nei confronti del dollaro e i T-Bond americani.

Presentazione 30^ edizione del Meeting per l'amicizia dei popoli, Frattini parla del ruolo di pace dell'Italia in Medio Oriente ( da "Sestopotere.com" del 10-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: affrontare insieme le comuni sfide della globalizzazione??. In secondo luogo, nell?ambito della riforma delle Nazioni Unite, prevedere, nei termini prospettati dall?Italia, una ??particolare attenzione al concetto di rappresentativita? regionale?? . Infine adottare lo strumento del ?

Finanza, Draghi accelera sulla nuova vigilanza Ue ( da "Stampa, La" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: conservare i vantaggi della finanza globalizzata impedendo però una corsa al ribasso tra gli ordinamenti nazionali e proteggendo i piccoli risparmiatori; 5) non soffocare l'innovazione finanziaria con un eccesso di bardature. La novità principale, ha detto Draghi, sarà che le autorità di vigilanza non dovranno più soltanto guardare alla stabilità di ogni entità presa isolatamente,

L'Italia di De André al Festival Lavagnino con le Voci del Tempo ( da "Stampa, La" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il nostro spettacolo utilizza le canzoni di De Andrè per una carrellata dagli Anni 60 alla globalizzazione, attraverso gli occhi degli emarginati cantati dal cantautore genovese. In fondo canzoni come "Via del campo" e "Princesa" narrano un po' la stessa storia». Una serata di musica, quindi, ma anche di immagini e letture per ricordare un'epoca lunga quarant'anni.

Dal waterboarding all'isola felice ( da "Stampa, La" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: unico Paese che finora aveva detto di volere gli uiguri era la Cina, ma gli Usa l'hanno sempre escluso nel timore che, essendo dissidenti islamici, potessero essere processati e magari condannati a morte e uccisi. Non è ancora certo che tutti i 17 cinesi finiranno a Palau: le alternative, per gli eventuali esclusi da questa vincita alla lotteria, sono l'Australia e la Germania,

Cavit, è la lunga estate di Orsi ( da "Trentino" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Esperienza diretta dei mercati internazionali, Usa e Cina comprese, misurato con le parole, parco nelle previsioni: «Nessuno sa come si evolverà il mercato». Prima ostensione pubblica, ieri, di Enrico Zanoni, 49 anni, nuovo direttore generale di Cavit. Esame brillantemente superato: «Abbiamo scelto il migliore» ha detto Orsi.

Con il prudente Zanoni è iniziato il dopo Giacomini ( da "Trentino" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Conosce anche la Cina dove ha lavorato con Chang Yu, il primo gruppo vinicolo di quel Paese «che ha un gran mercato potenziale, anche se complesso». E si prepara a realizzare un'iniziativa in India, altro mercato nel mirino di Cavit, magari con un accordo import-export: l'Europa è piena di ristoranti indiani.

Il Futuro non È rosa per i Treasury Americani ( da "Finanza e Mercati" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina ha più volte espresso la sua preoccupazione e le recente assicurazioni fornite dal segretario al Tesoro, Tim Geithner, sono state accolte con una risata a Pechino. Noi di Cumberland siamo usciti dai Treasury qualche mese fa per riallocare i capitali nei bond municipali di elevata qualità e in alcuni corporate.

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche globalizzata, a qualcuno potesse tornate in mente di fare un discorso elettorale in piazza? Un «comizio», come si sarebbe detto una volta. Eppure sia Grillo che la Lega hanno fatto la loro brava comparsa in piazza del Popolo, «a contatto con la gente», e, almeno a vedere i dati elettorali, hanno avuto un bel successo di pubblico e anche di voti.

La Russia venderà titoli di stato americani ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i rendimenti sui titoli Usa decennali sono saliti ieri ai massimi livelli da novembre, al 3,89%, i trentennali hanno toccato i massimi dell'anno a 4,73%, ma nello stesso tempo il malumore del dollaro è durato poco. Se la Cina, con 767 miliardi, è il primo tra gli investitori stranieri in Treasuries, la Russia è al terzo posto dopo il Giappone,

Sanremo, bridge senza Gates ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Filippine, Giappone, Australia, India, Pakistan ed Egitto. Così come i campi da golf (dove fanno affari Bill Gates e Warren Buffet) e le sfide a tennis, il bridge è ormai diventato un momento di incontro tra manager globali (in virtù del successo mondiale del gioco) e può essere molto più efficace di una cena.

Frattini chiede trattative su tutti i fronti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e Afghanistan- hanno interesse a sedersi a un tavolo almeno quanto Usa, Ue, Cina e Russia. Il cosiddetto "5+1" (Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e Germania) sta stretto alle questioni da risolvere: per questo, sottolinea il ministro, al G-8 degli Esteri di Trieste (26 e 27 giugno) l'Italia ha invitato anche Teheran.

Gli stranieri sono attaccabili solo se non li si lascia votare ( da "Italia Oggi" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: le complessità che il mondo globalizzato ha introdotto irreversibilmente anche in tutte le comunità nazionali europee. Contro queste si può certo fare la politica dello struzzo che, per non vedere i problemi che pure esistono, mette la testa sotto terra. Ma, in questo caso, anziché governare responsabilmente, e nell'interesse dell'intero paese,

La società invisibile ( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non servirà difendersi alzando muri contro la globalizzazione dell'economia, del commercio, dell'informazione, della finanza e del capitale. È necessario promuovere l'altra, quella dei diritti, del lavoro, della cultura. Nessuno avrà diritti solo per sé, né risorse, né futuro. Come dice Zygmunt Bauman, siamo in un «interregno», tra il «vecchio che sta morendo» e un nuovo che non c'

Giro di vite sulla privacy ( da "Italia Oggi" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: propri punti di vista e dibattere sulle nuove sfide che attendono la protezione dei dati personali in Europa. Il dibattito si è acceso sulle domande di fondo in materia di privacy: come dovrebbero essere protetti i dati personali in un mondo sempre più globalizzato? Quali dati devono essere accessibili e potenzialmente scambiabili dalle autorità pubbliche e dalle imprese private?

Berger: la rivoluzione dell'industria va avanti Torino con la Opel? Non è ancora finita ( da "Corriere della Sera" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: È una pietra miliare sulla via di una maggiore globalizzazione, e proietta i marchi verso una dimensione 'storica', molto più competitiva. Anche in Europa. Dove diventa un concorrente più forte e temibile. È l'unico produttore non tedesco con una forte presenza nell'America del Nord e del Sud, oltre alle molteplici alleanze in Russia, Cina e India ed altri paesi».

Prezzi in discesa Usa deficit in crescita Bt licenzia in Italia ( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre la Fed Usa il parametro (più giusto) dell'inflazione core. Prezzi in discesa anche in Cina: in maggio quelli al consumo sono scesi dell'1,4% (e dello 0,9% nella media dei primi cinque mesi del 2009). Quelli alla produzione sono, invece, arretrati del 7,2%, con un calo, nei primi cinque mesi del 2009, del 5,5%.

Gli uiguri a Palau, grande balzo in avanti per la chiusura di Camp delta ( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fuori discussione rilasciarli negli Usa, impossibile rispedirli in Cina, dove potrebbero essere torturati o giustiziati e dove gli Usa hanno bisogno di mantenere la politica di «difesa dei diritti umani» delle minoranze uigure e tibetane, focolai di attività separatistiche. Sono in tutto una quarantina i prigionieri che Washington non può rimpatriare in stati come Azerbaijan,

Pescatori e rockeros all'Avana, perplessi ( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: l'istituto del cine, industria nata con la rivoluzione che quest'anno festeggia 50 anni, si lavora in 35mm e ha un impianto industriale, quasi tutti sono sempre stati uomini e tutti uomini sono i direttori della fotografia. La regista più conosciuta, morta giovane nel '74 è Sara Gómez autrice di De cierta manera.

Borse Asia Pacifico, positive al traino di balzo materie prime ( da "Reuters Italia" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: facendo salire i titoli del settore sulle attese di un incremento della domanda dalla Cina. Shanghai perde circa l'1% penalizzata da dati economici contrastati su maggio. A Sydney la Borsa segna un rialzo di oltre mezzo punto percentuale. A fare da volano i titoli minerari sulle voci di un'offerta cinese su Fortescue Metals. Piatta, infine, l'India penalizzata da prese di profitto.

Onu, dure sanzioni per la Corea del Nord ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Cina, Russia, Francia e Inghilterra, insieme a Corea del Sud e Giappone, membri del gruppo di contatto impegnato nei negoziati a 6 con Pyongyang hanno trovato un'intesa su una «risposta comune», su un testo di risoluzione che, se applicata, provocherà un nuovo e praticamente totale embargo economico al regine comunista,

Dal waterboarding all'isola felice ( da "Stampaweb, La" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: unico Paese che finora aveva detto di volere gli uiguri era la Cina, ma gli Usa l?hanno sempre escluso nel timore che, essendo dissidenti islamici, potessero essere processati e magari condannati a morte e uccisi. Non è ancora certo che tutti i 17 cinesi finiranno a Palau: le alternative, per gli eventuali esclusi da questa vincita alla lotteria, sono l?

Gli uiguri a Palau, per la chiusura di Camp delta ( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fuori discussione rilasciarli negli Usa, impossibile rispedirli in Cina, dove potrebbero essere torturati o giustiziati e dove gli Usa hanno bisogno di mantenere la politica di «difesa dei diritti umani» delle minoranze uigure e tibetane, focolai di attività separatistiche. Sono in tutto una quarantina i prigionieri che Washington non può rimpatriare in stati come Azerbaijan,

Domani il convegno internazionale "Green life: costruire città sostenibili": ( da "Legambiente" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Usa, ecc.) è già stato realizzato o in corso di realizzazione in tema di eco-sostenibilità e sarà un modo per discutere su ciò che, già oggi, è possibile realizzare su un tema che investe in pieno linguaggi, modalità e materiali del costruire: la progettazione sarà sempre più influenzata dalla necessità di una gestione integrata dei fabbisogni/

La Marca che esporta ha anche il sorriso di Myrna ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Spesso viene a Chipilo Filippa Giordano ma mi piacciono anche la Pausini, Vasco, Tiziano Ferro, Ramazzotti, Mango, Tozzi e Ligabue». Ora il suo sogno è vincere il concorso. E di sicuro trevigiani e messicani, in un mondo ormai globalizzato, il 27 giugno faranno tifo per lei e per il suo contagioso sorriso. Deborah Granziero

DOPO I MINACCIOSI TEST MISSILISTICI Pronte nuove sanzioni Onu per i nordcoreani ( da "Gazzettino, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, GranBretagna, Francia, Russia, Cina) e i due vicini più minacciati dallo sviluppo missilistico-nucleare nordcoreano: Giappone e Corea del Sud. Le nuove sanzioni potrebbero essere approvate oggi o domani. Il regime di Pyongyang, che nelle scorse settimane ha intensificato i test nucleari segreti e i lanci di missili sperimentali,

La speculazione fa ripartire il prezzo del petrolio ( da "Gazzettino, Il" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in particolare dalla Cina ed è un fatto positivo ma si somma anche una ripresa della speculazione internazionale». «La strategia -ha spiegato il ministro- è di arrivare a un prezzo non volatile ma giusto. Le azioni del governo sono di far sì che il prezzo finale non sia più alto della media degli altri Paesi europei.

Domani a Milano il convegno internazionale "Green life: costruire città sostenibili" ( da "Sestopotere.com" del 11-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Usa, ecc.) è già stato realizzato o in corso di realizzazione in tema di eco-sostenibilità e sarà un modo per discutere su ciò che, già oggi, è possibile realizzare su un tema che investe in pieno linguaggi, modalità e materiali del costruire: la progettazione sarà sempre più influenzata dalla necessità di una gestione integrata dei fabbisogni/

"A rischio lavoro, mutui e affitti" ( da "Stampa, La" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il tempo complesso che viviamo, sotto la cifra della globalizzazione», sta adesso mostrando in pieno i suoi effetti anche nella crisi delle economie occidentali. "Una crisi che tocca i singoli, le famiglie, le comunità - dice il segretario della Cei - e dalla quale viene il rischio di una involuzione antropologica ed etica".

Pubblicità in calo dell'11% La ripresa? Da metà 2010 ( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in particolare negli Usa e in Cina. I primi quattro mesi dell'anno si sono conclusi infatti in Italia con una diminuzione totale del 18% degli investimenti, con un calo soprattutto della stampa (-30% per la free press, -27% per i quotidiani e -30% per i periodici) e, seppur in misura minore, della tv (-16%), e una crescita solo della spesa sul web (

CATTOLICA Nuovo piano nel secondo semestre Probabilmente nella seconda parte dell'a... ( da "Giornale di Brescia" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sopra 60 dollari Il petrolio apre in leggero rialzo sui mercati Usa. Il Wti con consegna a luglio scambia a 71,7 dollari al barile in rialzo dello 0,56% mentre il Brent, sempre con consegna luglio, quota a 71,09 dollari in progresso dello 0,44%. CINA Crolla l'export cresce il surplus commerciale La Cina ha registrato a maggio un surplus commerciale di 13,39 miliardi di dollari (13,

"non una confluenza nel pse ma passo storico per l'unità" - andrea bonananni ( da "Repubblica, La" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la globalizzazione richiede una progressiva cessione di sovranità. Per ora il processo è a livello di collaborazione tra governi. Poi arriverà alle forze politiche. Già ora i socialisti tedeschi, i democratici americani, quelli italiani, Lula o il Partito del Congresso indiano sui grandi temi della globalizzazione condividono le stesse idee.

La ripresa fa il pesce in barile ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina in maggio ha importato una quantità di greggio quasi da record: 4 milioni di barili al giorno, un livello superato solo nel marzo 2008, quando Pechino faceva incetta di rifornimenti prima delle Olimpiadi. Anche negli Usa i consumi mostrano sussulti di vitalità.

Volano il petrolio e i metalli non ferrosi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stati soprattutto il rialzo dei consumi al dettaglio negli Usa in maggio e le forti importazioni di materie prime della Cina nello stesso mese. Il petrolio Wti – sostenuto anche dalla revisione al rialzo delle stime sulla domanda da parte dell'Aie –è volato oltre 73 $/barile, per poi chiudere a quota 72,68 (+1,9%), il massimo da ottobre (si veda il servizio a pagina 3)

Il barile vola a 73 dollari Più fiducia dai mercati ( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I segnali di incoraggiamento, per chi vuole puntare sul petrolio, non mancano: dalla previsione di tensioni inflazionistiche crescenti, ai segnali positivi in arrivo dai maggiori consumatori di greggio, gli Usa e la Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina in testa. Bce, Fondo Monetario e Banca Mondiale hanno cifre e prospettive diverse (la Banca Mondiale è più pessimista del Fmi), ma sono sostanzialmente d'accordo nel disegnare un 2009 ancora critico, soprattutto in Europa. La Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino mensile fa il punto sulla crisi nell'area dell'

I messaggi degli elettori all'Europa ( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione economica, di non inclinare verso politiche protezionistiche non ostanti i notevoli interventi statali per contrastare la crisi economica esplosa nell'estate del 2007. Quello che viene commentato come uno spostamento a destra dell'elettorato, va letto, a mio parere, come la scelta di non volere inciampi nella libertà degli scambi mondiali e di non volere processi

Milano LA TELENOVELA Ibrahimovic continua. Lo svedese ai microfoni di TV4, principale t... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dal rientro dalla Cina, ha rivelato a Inter Channel: «Continuo a pensare che Ibra sarà un giocatore dell'Inter, è una convinzione mia, nessuno mi ha detto nulla, ma è semplicemente una mia convinzione personale». Lo stesso portoghese non più tardi di qualche settimana fa disse che avrebbe ritrovato il suo attaccante l'11 luglio negli USA,

Arrivano i Grandi dell'economia, Lecce blindata per le proteste anti-G8 ( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: riflessione critica verso chi ha responsabilità della grave crisi economica mondiale e i limiti del mercato globalizzato. Il presidente della regione Puglia Nichi Vendola è andato oltre, dichiarandosi disponibile (pure finanziariamente) ad appoggiare i no-global che manifestano dissenso alle politiche economiche dei paesi più industrializzati rappresentati dai loro ministri a Lecce.

UIGURI DI GUANTANAMO Cina protesta con Usa e Palau: Sono terroristi, ridateceli ( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: UIGURI DI GUANTANAMO Cina protesta con Usa e Palau: «Sono terroristi, ridateceli» Non ci ha messo molto il governo cinese a protestare ufficialmente con l'Amministrazione Usa che mercoledì ha deciso di trasferire gli uiguri prigionieri a Guantanamo nell'arcipelago di Palau, favorevole ad ospitarli.

Una Stoccolma glaciale e gang riciclate per crimini globali ( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La città non è più una cartolina ma una capitale invasa dal crimine organizzato e globalizzato. Un serbo ex tigre di Arkan, un sudamericano e un giovane studente universitario locale sono i tre personaggi principali usati dall'autore per raccontarci che cocaina, racket, prostituzione e riciclaggio sono attività «normali e comuni» in tutta Europa.

Belgrado, città di fughe, spari, amori impossibili ( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E un orizzonte di ipermercati e globalizzazione dove la violenza cambia di segno, diventando più spietata. Da Belgrado dice Arsenijevic molti se ne sono andati, specie i più giovani. Come Anica, infatti il tempo del film è il suo ultimo giorno in città, gli addii, i soldi rubati all'amante col suo permesso, e l'imprevisto che è quel «ragazzino» col suo amore.

Borse Asia-Pacifico generalmente positive, ma slancio calante ( da "Reuters Italia" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: passaggio verso asset più rischiosi negli ultimi mesi è stato ancorato alle migliorate prospettive per l'economia globale, soprattutto in Usa e Cina. Lo slancio tuttavia è in rallentamento e gli investitori accorti avranno bisogno di altre prove di una effettiva ripresa dell'economia globale, dicono gli analisti. "Il mercato probabilmente è andato troppo forte nelle ultime due settimane.

Don Chisciotte contro i mulini a vento pag.1 ( da "Trend-online" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli analisti si sono concentrati allegramente sull'incremento degli investimenti in Cina dovuti al super-pompaggio di denaro pubblico e da questo dato hanno semplicemente dedotto che l'economia cinese sta migliorando...alla faccia dell'import/export. Vi risparmio il dato sulle scorte di magazzino in USA che non sposta di un millimetro il succo del discorso.

Made in Italy, freno tirato nel 1 trim per export scarpe italiane ( da "KataWebFinanza" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a volume le importazioni dalla Cina si sono per contratte di quasi il 27%), affiancato da un pi robusto 16,3% del Belgio. Gira in positivo anche il Vietnam (+1%), mentre perde vistosamente terreno la Romania (-16,8%). Tra gli emergenti, l'India archivia in questo primo trimestre una perdita, sempre in termini di fatturato, nell'ordine del 10,

Export calzature italiane nel primo trimestre 2009 ( da "Sestopotere.com" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a volume le importazioni dalla Cina si sono però contratte di quasi il 27%), affiancato da un più robusto 16,3% del Belgio. Gira in positivo anche il Vietnam (+1%), mentre perde vistosamente terreno la Romania (-16,8%). Tra gli emergenti, l?India archivia in questo primo trimestre una perdita, sempre in termini di fatturato, nell?

Clima, Prestigiacomo: "Accordo vicino, al G8 le basi per l'intesa" ( da "Dire" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia e Giappone più Cina, India, Brasile, Sudafrica ed Egitto). Prestigiacomo riconosce che sono stati compiuti "importanti passi avanti" a livello internazionale ma, aggiunge, occorre una "mediazione alta". Bisogna definire, spiega, "target di riduzione di CO2 non solo al 2050, ma anche di breve e medio periodo", e occorre giungere ad un accordo che "

Arrivano i dell'economia, Lecce blindata per le proteste anti-G8 ( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: riflessione critica verso chi ha responsabilità della grave crisi economica mondiale e i limiti del mercato globalizzato. Il presidente della regione Puglia Nichi Vendola è andato oltre, dichiarandosi disponibile (pure finanziariamente) ad appoggiare i no-global che manifestano dissenso alle politiche economiche dei paesi più industrializzati rappresentati dai loro ministri a Lecce.

Corea del Nord, Consiglio sicurezza Onu inasprisce sanzioni ( da "Reuters Italia" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Autorizza inoltre gli stati membri dell'Onu ad ispezionare i cargo nordcoreani marittimi, aerei e terrestri, chiedendo loro di sequestrare e distruggere qualunque bene trasportato in violazione delle sanzioni. Sia Cina che Russia, che sono state riluttanti a sostenere misure punitive contro la Corea del Nord in passato, hanno sottoscritto la risoluzione Usa.

Nord Corea, Consiglio sicurezza Onu inasprisce sanzioni ( da "Reuters Italia" del 12-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sia Cina che Russia, che sono state riluttanti a sostenere misure punitive contro la Corea del Nord in passato, hanno sottoscritto la risoluzione Usa. "Siamo molto soddisfatti che il Consiglio di sicurezza in solo un'ora e mezzo abbia approvato una risoluzione nuova di zecca", ha detto in un briefing alla Casa Bianca l'ambasciatrice Usa all'


Articoli

Giornaliste Usa ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giornaliste Usa ai lavori forzati La Corea del Nord le condanna a 12 anni. Obama «preoccupato» DAL CORRISPONDENTE ANDREA VISCONTI NEW YORK. Dodici anni di lavori forzati. Il processo di Laura Ling e Euna Lee è durato pochissimo. E' iniziato giovedì scorso e in soli tre giorni il giudice nord coreano le ha condannate a «Una rieducazione attraverso il lavoro per il loro comportamento contro la nazione coreana». Si legge nella breve nota scritta dal tribunale e diffusa dalla Kcna, l'agenzia nazionale di stampa nella Corea del Nord. Ora per le due giornaliste di Current Tv, il network dell'ex vicepresidente e premio Nobel per la Pace, Al Gore, si sta mobilitando tutta la doplomazia Usa, con il Segretario di Stato, Hillary Clinton, che sta cercando una soluzione rapida per ottenere il rilascio delle due ragazze americane di origine asiatica. Lo stesso Barack Obama si è detto «molto preoccupato». «Vogliamo separare le due questioni, la trattativa sulle armi nucleari e questa - dice il portavoce della Clinton, Ian Kelly - la vicenda delle ragazze va affrontata sul piano umanitario ed è completamente distinta dai contatti all'Onu e da quelli che il vicesegretario di Stato, James Steinberg, sta conducendo a Tokyo». L'accusa mossa alle due croniste americane è di aver violato il territorio della Corea del Nord entrando nel Paese senza regolare visto di lavoro. Le due giornaliste erano state arrestate lo scorso 17 marzo mentre si trovavano lungo il confine fra la Cina e la Corea del Nord. Stavano viaggiando insieme a una guida cinese e a un cameraman che avrebbe fatto le riprese per un documentario sui profughi nord coreani in Cina. Solo che non si erano accontentate di girare all'interno del territorio cinese e si erano spinte al di là del confine ed è lì che erano state arrestate. Il governo di Pyongyang è stato particolarmente severo con loro anche alla luce delle tensioni esistenti con il governo di Washington. Ora Casa Bianca e Dipartimento di Stato stanno cercando di attivare ogni contatto possibile per ottenere il loro rilascio. Si è messo di mezzo anche l'ex vicepresidente Al Gore che è il fondatore e presidente di Current Tv, la televisione per le quali le due donne stavano realizzando il documentario. Anche Barack Obama è al corrente di quanto sta avvenendo con le due connazionali e si è detto «preoccupato» per la decisione del tribunale nord coreano che, ha detto il presidente Usa, «ha emesso un verdetto eccessivo in considerazione del crimine di cui le due sonne sono accusate». Pyongyang tuttavia per il momento non dà cenno di voler fare marcia indietro in quanto vede nell'arresto delle giornaliste Usa un'importante merce di scambio per quanto riguarda la questione del nucleare. La situazione è simile a quella che si era venuta a creare con la giornalista americana arrestata in Iran.

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"Ci inchiniamo al volere popolare" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

"Ci inchiniamo al volere popolare" Al di sotto dell'uno per cento, «testa a testa» tra Partito socialista (0,50) e Partito comunista dei lavoratori (0,46). «Abbiamo perso - dice Marco Carpani, candidato Ps -. Lo 0,5 è un risultato pesante. Ci inchiniamo al volere popolare. Pensavo, però, che le valutazioni sulle capacità amministrative contassero di più. A Rossana sono stato riconfermato sindaco con l'80 per cento, in paese alle Provinciali ho ottenuto il 15. Forse la gente ha paura che, se vai in Provincia, non ti occupi più del Comune. Mi spiace. E' stato, comunque, importante rimettere in gioco il simbolo del partito socialista. Anche se in Europa i socialisti non sono andati bene, la rosa continua a rappresentare la sinistra. In politica non si perde mai e non si vince mai per sempre. Ci riproveremo ancora. Nessuno di noi si illudeva di potercela fare; la battaglia era sul simbolo, far vedere che c'eravamo anche noi. Auguro ai nuovi amministratori di governare nell'intessere della provincia». Luciano Curetti, candidato Pcl: «Un risultato che ci aspettavamo. Importante è aver partecipato ed esserci presentati come forza alternativa al sistema. I frutti li vedremo in autunno, quando la crisi esploderà. Continueremo ad essere presenti davanti alle fabbriche, sulle piazze. Mi aspettavo un trionfo della Lega, poiché in questi mesi è stato creato un clima di paura». «Chi governa pensa di salvarsi dalla globalizzazione facendo promesse impossibili da mantenere - dice ancora Curetti -. Un risultato, quello raggiunto alle Provinciali, che ci lascia indifferenti. Continueremo la nostra battaglia con i pochi mezzi di cui disponiamo: non ci rimane che la passione e il vedere che questo sistema è ormai al tracollo». \

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Le reporter Usa ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

LE DUE GIORNALISTE DOVRANNO SCONTARE 12 ANNI PER «SCONFINAMENTO ILLEGALE» La Corea del Nord ora rischia un blocco aero-navale degli Usa alleati con Pechino Le reporter Usa ai lavori forzati [FIRMA]MAURIZIO MOLINARI CORRISPONDENTE DA NEW YORK Pyongyang condanna a 12 anni di lavori forzati due giornaliste americane accusate di spionaggio e Washington reagisce facendo sapere di non voler cedere a ricatti: pianifica con Pechino ispezioni su navi e aerei nordcoreani e lavora a nuove sanzioni Onu. La sentenza della Corte Centrale di Pyonyang punisce con la massima pena Laura Ling e Euna Lee, 32 e 36 anni, catturate dalle guardie di confine nordcoreane il 17 marzo lungo la frontiera con la Cina dove erano impegnate a realizzare un servizio tv sul traffico di persone - in particolare di donne - fra i due Paesi. Entrambe di origine asiatica, le giornaliste di Current tv - la stazione fondata da Al Gore - sono state processate a porte chiuse e riconosciute colpevoli di essere «entrate illegalmente» in Corea del Nord sebbene non si possa ancora escludere che a sconfinare siano state invece le guardie di Pyongyang, al fine di catturare due ostaggi preziosi da inserire nel braccio di ferro con gli Stati Uniti. L'ex ambasciatore all'Onu Bill Richardson, che il presidente Clinton usò per negoziare con Pyongyang, parla di «partita a poker ad alto rischio» riferendosi ai precedenti di un regime che ha riconosciuto di aver catturato negli ultimi venti anni decine di ostaggi - giapponesi e sudcoreani - per addestrare le proprie spie ad infiltrarsi in Paesi considerati nemici. Ma l'amministrazione Obama non sembra intenzionata a porgere l'altra guancia di fronte alla sentenza nordcoreana: se infatti da un lato il Dipartimento di Stato annuncia che esplorerà «ogni strada» per riportare in patria le due giornaliste, dall'altra il Segretario alla Difesa Robert Gates fa sapere che «non possiamo continuare a rinegoziare per la terza volta ciò che abbiamo già ottenuto». Il riferimento di Gates è al congelamento delle attività del reattore nucleare di Yongbyong che il regime di Pyongyang ha prima negoziato con Clinton, poi riconcordato con George W. Bush ed ora vuole ridiscutere minacciando di continuare a far detonare rudimentali ordigni nucleari. A confermare la scelta della Casa Bianca di «non remunerare le provocazioni nordcoreane», come detto dal presidente Obama in Francia, ci sono le indiscrezioni pubblicate dal New York Times sull'ipotesi di un piano d'azione per «intercettare e ispezionare» navi e aerei nordcoreani sui quali si sospetta la presenza di armi non convenzionali. Il vice Segretario di Stato, Jim Steinberg, durante una visita a Pechino ha discusso la possibilità di condurre tali ispezioni in territorio cinese nell'ambito di nuove sanzioni Onu. Se ciò avvenisse per la Corea del Nord si tratterebbe di un blocco aero-navale perché sono porti e aeroporti cinesi che consentono alle sue navi e aerei di operare. Hillary Clinton intanto ha definito «senza fondamento» le accuse contro le due giornaliste e Obama si è detto «preoccupato» per la loro sorte. A chiederne il rilascio è l'ambasciatore svedese, che rappresenta gli interessi Usa in Corea del Nord, facendo leva su ragioni umanitarie: l'americano-coreana Lee ha una figlia di 4 in California mentre la sinoamericana Ling ha più volte realizzato servizi sul dramma dei profughi. Non si esclude che Al Gore, o Richardson, possano volare a Pyongyang per tentare di sbloccare la situazione. A Seul l'opinione prevalente è che Kim Jong-Il abbia voluto ottenere la sentenza per minacciare l'America con l'incubo di due donne costrette ai lavori forzati, ed ora voglia negoziare direttamente con Obama.

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Nord Corea, condannate due giornaliste (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 09-06-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzetta di Reggio)

Argomenti: Cina Usa

Nord Corea, condannate due giornaliste Sono americane. Dodici anni di lavori forzati. Obama preoccupato SEUL. La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta cinque giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e dopo la messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata lo scorso maggio, come segnale di distensione. Il precedente più diretto è invece quello del cittadino Usa Evan Hunziker: arrestato e trattenuto per tre mesi nel 1996 con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, finì al centro di articolati negoziati prima di essere liberato. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato», ha fatto sapere la Casa Bianca, in merito alla sorte delle due giornaliste, impegnate nella realizzazione di un reportage sui rifugiati nordcoreani in territorio cinese. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste, alle quali è stato concesso di telefonare alle rispettive famiglie, sono state nei giorni scorsi visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord.

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Corea del Nord: giornaliste Usa condannate ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 09/06/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:interno ed estero Corea del Nord: giornaliste Usa condannate ai lavori forzati PYONGYANGLa Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e dopo la messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata lo scorso maggio, come segnale di distensione. Il precedente più diretto è invece quello del cittadino Usa Evan Hunziker: arrestato e trattenuto per tre mesi nel 1996 con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, fu liberato solo dopo articolati negoziati. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in inglese l'agenzia di stampa di regime, la Kcna. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste, a cui quali è stato concesso di telefonare alle famiglie, sono state visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord. Il regime del «caro leader» Kim Jong-il, intanto, ha proibito la navigazione al largo del porto di Wonsan, rilanciando l'ipotesi sull'imminenza di nuovi lanci di missili. Pyongyang, secondo Usa e Corea del Sud, starebbe lavorano a ben due test (uno di medio e uno di lungo raggio, di tipo intercontinentale multistadio), rilanciando la sfida all'Onu e alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere questa settimana. L'allerta è per il 16 giugno, quando il presidente sudcoreano Lee Myung-bak sarà a Washington.

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COREA NORD: GIORNALISTE USA, 12 ANNI DI LAVORI FORZATI /ANSA (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

COREA NORD: GIORNALISTE USA, 12 ANNI DI LAVORI FORZATI /ANSA LA COREA DEL NORD ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e all'indomani della messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Nel 1996 il cittadino Usa Evan Hunziker, arrestato e trattenuto per tre mesi con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, finì al centro di articolati negoziati prima di essere liberato. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato», ha fatto sapere la Casa Bianca, in merito alla sorte delle due giornaliste, impegnate nella realizzazione di un reportage sui rifugiati nordcoreani in territorio cinese. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste, alle quali è stato concesso di telefonare alle rispettive famiglie, sono state nei giorni scorsi visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord. Il regime del «caro leader» Kim Jong-il, intanto, ha proibito la navigazione al largo del porto di Wonsan, nell'Est, rilanciando le ipotesi sull'imminenza di nuovi lanci di missili. Come reso noto dai guardacoste giapponesi, dal 10 al 30 giugno le navi devono evitare una zona lunga 260 chilometri e larga un centinaio, fra le ore 8 e le ore 20. Pyongyang, secondo i servizi l'intelligence di Usa e Corea del Sud, starebbe lavorando a due test (uno di medio e uno di lungo raggio), rilanciando la sfida all'Onu e alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere entro questa settimana. Appena ieri il ministro degli Esteri giapponese, Hirofumi Nakasone, ha chiesto provvedimenti «duri» perché il test nucleare del 25 maggio non resti impunito. Ma il suo omologo cinese, Yang Jiechi ha replicato che la risposta contro Pyongyang deve essere «bilanciata». Antonio Fatiguso (Ansa) 09/06/2009

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la scommessa di torino e quella del pd - paolo griseri (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina III - Torino LA SCOMMESSA DI TORINO E QUELLA DEL PD PAOLO GRISERI Un partito, il Pd, assediato dai suoi alleati ai quali cede dieci punti di consenso. Una città, la Torino del centrosinistra, assediata da una Provincia che sembra affascinata più dalla Lega che da Berlusconi. Una provincia, quella torinese, assediata dal resto del Piemonte dove tutto il territorio, con l´eccezione dell´Alessandrino di antica tradizione socialista, è ormai nelle mani del Cavaliere e dei suoi pards. è in questo gioco di cerchi concentrici che si può riassumere il voto piemontese del primo fine settimana di giugno. Un risultato che impone al Pd e a tutto il centrosinistra di trovare rapidamente la ricetta giusta per rompere l´assedio. Nel breve periodo, per vincere i ballottaggi che si terranno tra quindici giorni. Nel medio periodo, per rifondare su basi nuove quell´egemonia culturale e sociale che sta vacillando dopo vent´anni di governo del territorio. Nel cuore dei centri concentrici c´è dunque il Pd. La mezza rivolta dell´elettorato del centrosinistra torinese nei confronti del maggiore partito della coalizione dimostra che oggi paga di più la chiarezza della mediazione: Di Pietro e Bonino avanzano di più di Casini. Una città che tra qualche settimana potrebbe diventare una delle capitali mondiali della globalizzazione industriale ha bisogno di una guida politica che sappia governare le paure e i rischi che una trasformazione tanto importante porta con sé. Una guida che sappia dare risposte in positivo senza inseguire la Lega sul terreno dell´estremismo localista e una parte del Pdl sulla strada delle scelte di corto respiro. Si spiega così il successo di Saitta che a Torino sopravanza l´ex presidente dei piccoli industriali, Claudia Porchietto, di 40 mila voti. Da questo dato ripartiranno i due schieramenti. Il centrosinistra per ricostruire linea e alleanze dopo il terremoto di domenica. Il centrodestra per riflettere sulle ragioni che, al momento, rendono ancora arduo entrare nel fortino torinese.

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dalle urne una lezione per la sinistra pugliese - teresa massari (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina I - Bari L´analisi DALLE URNE UNA LEZIONE PER LA SINISTRA PUGLIESE TERESA MASSARI La battuta di arresto del Pdl in queste elezioni europee e amministrative nasce da una molteplicità di fattori. Fra questi la difficoltà di governare gli effetti sociali della crisi economica, il diradarsi del fumo mediatico che ha fin qui coperto l´assenza di vere riforme, la caduta di credibilità della figura politica del Cavaliere, sempre più impigliata nell´eterna inestricabile matassa di affari pubblici e privati. Ciò che però sembra rappresentare un trend di difficoltà molto più sostanziale emerge dalla visibile sofferenza che caratterizza la tenuta del Pdl come partito nazionale: finora la vera profonda ragione del successo berlusconiano. Spesso si sopravvalutano le capacità comunicative e gli aspetti mediatici del premier; e si dimentica che la costituency del suo partito ripete in gran parte il blocco sociale della vecchia Democrazia Cristiana, reinterpretato con le lenti culturali del populismo agitatorio. Ora questo sedimento strutturale tende a sgretolarsi, sottoposto alla forte concorrenza della Lega al Nord, e al rosicchiamento di una serie di soggetti politici (Mpa, Udc, Poli Bortone) a Sud. Peraltro la tensione a cui è esposto il dualismo italiano è parte di un fenomeno europeo più generale, che stiamo constatando proprio in questa tornata elettorale. Ed è la prevalenza delle risposte difensive e di chiusura statale o regionale alle paure suscitate da globalizzazione ed immigrazione. In Italia la forma di questa reazione è visibile sia nell´arroccamento di una Lega sempre più in ascesa, sia nell´iniziale sgretolamento del centrodestra meridionale. Certo nel Sud il PDL ha il primato, ma perde qualche punto sulle politiche (in Puglia il 2,5%), e soprattutto sembra isolato sul piano delle alleanze. SEGUE A PAGINA V

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corea, lavori forzati per le due reporter usa - arturo zampaglione (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 25 - Esteri Corea, lavori forzati per le due reporter Usa Laura e Euna condannate a 12 anni. La rabbia di Obama: "Liberatele" La prossima settimana il presidente americano vedrà il leader sud-coreano ARTURO ZAMPAGLIONE NEW YORK - Colte nel mezzo dello scontro tra la Corea del Nord e il resto del mondo sulle provocazioni nucleari di Kim Jong-il, Laura Ling e Euna Lee, due giovani giornaliste americane, sono state condannate dalla corte centrale di Pyongyang a 12 anni di prigione e lavori forzati. La ragione? «Hanno commesso gravi crimini contro la nazione coreana», ha spiegato l´agenzia ufficiale Kcna riferendosi al loro ingresso illegale nel paese. La reazione di Washington non si è fatta attendere. Barack Obama, che il 16 giugno riceverà il presidente sud-coreano, si è detto «molto preoccupato» della condanna e la Casa Bianca ha chiesto l´immediato rilascio delle due cittadine americane per ragioni umanitarie. Anche prima della sentenza gli Stati Uniti stavano cercando inasprire le sanzioni contro la Corea del Nord come risposta al recente test nucleare, ai lanci di missili e all´aggressività di Kim Jong-il. Tra le ipotesi che circolavano, oltre alla risoluzione del Consiglio di sicurezza (che dovrebbe essere approvata in settimana), figurano anche quelle del reinserimento della Corea del nord nella lista di Washington dei paesi sponsor del terrorismo e di una eventuale intercettazione delle sue navi da parte della Us Navy per verificare che non trasportino armi atomiche o tecnologia nucleare. Per il momento Kim Jong-il, che sta cercando di lasciare la sua poltrona al figlio più piccolo Kim-Jong-un, continua a sfidare il mondo. Se non riceverà le scuse dell´Onu - dice - lancerà un missile balistico. Uno scenario pericolosissimo, che potrebbe scatenare una corsa agli armamenti nucleari nei paesi della regione, a cominciare dal Giappone. E in questo clima di crescenti tensioni si inserisce la vicenda delle due giornaliste. Hillary Clinton, che considera la condanna «una montatura», sta esplorando «ogni possibile canale» per la loro liberazione. Alcuni diplomatici ipotizzano che il segretario di stato potrebbe chiedere al governatore del New Mexico, Bill Richardson, o all´ex-vicepresidente, Al Gore, di recarsi a Pyongyang per avviare trattative. Già nel passato Richardson aveva fatto qualcosa di simile e ora dice di essere pronto a riprendere «questa difficilissima partita di poker». Gore è indirettamente coinvolto nella vicenda perché le due giornaliste lavorano per Current Tv, una rete tv via Internet rivolta a un pubblico giovane e fondata dallo stesso vicepresidente. Ling, 32 anni, origini cinesi, si era già distinta come reporter d´assalto con servizi sul narcotraffico in Messico e sulle tribù in Amazzonia. Assieme a Lee, 36 anni, di origini coreane, era andata alla frontiera tra la Cina e la Corea del Nord per documentare il traffico delle donne e l´esodo dall´inferno post-stalinista. Il 17 marzo si sono avventurate sul fiume ghiacciato Tumen e lì i soldati di frontiera le hanno arrestate, mentre i loro producer e operatori sono riusciti a fuggire. Il processo si è svolto a porte chiuse. L´ambasciatore svedese, che a Pyongyang cura gli interessi degli Stati Uniti, le ha potuto visitare solo tre volte. Ling e Lee hanno evitato una condanna per spionaggio «che sarebbe stata molto più grave», ha detto Richardson, che però non si aspettava neanche una pena così dura. I lavori forzati nella Corea del Nord sono degni della Cayenna di Papillon. Secondo Amnesty international, che ha denunciato l´episodio con toni molto fermi, prevedono dieci ore al giorno, senza riposo settimanale, nelle cave di pietra o nel taglio dei boschi. Basta poco - dimenticare qualche parola di una canzone patriottica - per essere bastonati. Il cibo scarseggia e le condizioni sanitarie sono penose: come del resto in tutto il |paese.

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Lavori forzati dal Caro Leader per due reporter americane (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lavori forzati dal Caro Leader per due reporter americane Euna Lee e Laura Ling. Lavorano per l'emittente californiana Current Tv. Sono state arrestate il 17 marzo, «per essere entrate illegalmente in territorio nordcoreano». Il regime le vuole rinchiudere per dodici anni. Obama non ci sta. E le due donne diventano una pedina nella partita nucleare. di Junko Terao Se Washington alza la voce, Pyongyang risponde per le rime. Dopo settimane di alta tensione, la partita tra Corea del Nord e Stati Uniti si sposta su un terreno molto delicato. All'indomani della minaccia del Segretario di Stato Usa Hillary Clinton di reinserire il "Regno eremita" nella black list dei Paesi sponsor del terrorismo, la Corte centrale nordcoreana ha condannato a dodici anni di lavori forzati le due giornaliste statunitensi arrestate il 17 marzo scorso al confine tra Cina e Corea del Nord, con l'accusa di aver varcato la frontiera illegalmente. La sentenza, che parla anche di «atti ostili» e di spionaggio, è arrivata al termine di un processo blindato durato cinque giorni. Nessun osservatore esterno ammesso, come riferisce l'ambasciatore svedese a Pyongyang, che ha verificato la sentenza per conto degli Usa, privi di rappresentanti diplomatici in Corea del Nord. A Washington la notizia è stata accolta con «estrema preoccupazione» dal presidente Barack Obama, appena rientrato dal suo tour euro-mediorientale. Il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton, ha aggiunto che si sta lavorando attraverso «ogni canale» per ottenere la liberazione delle due giornaliste. È abbastanza chiaro che il canale privilegiato per andare incontro alla clemenza di Kim Jong Il è quello degli aiuti o almeno di una negoziazione diretta con Washington. Oltre alla crisi politica interna, legata al braccio di ferro più o meno nascosto con i militari, il Paese è sull'orlo del collasso economico e di una probabile emergenza umanitaria durante il prossimo inverno: per questo ha più che mai bisogno di quegli aiuti che, dopo il secondo test nucleare ed altre provocazioni a colpi di missili a corto raggio, rischiano di diminuire. Gli Usa, che all'indomani del test del 24 maggio hanno scelto di non cedere alle provocazioni e di mantenere la linea dura, hanno ribadito che l'unica sede di confronto con Pyongyang è il tavolo dei colloqui a sei con Corea del Sud, Giappone, Cina e Russia. In termini di concessioni di fronte al nuovo ricatto di Pyongyang, è da vedere se e quanto saranno disposti a cedere. Le due giornaliste finite nella rete delle guardie nordcoreane sono per il Caro leader una manna caduta dal cielo, pregiata merce di scambio in tempi di ferri corti, musi duri e nuove sanzioni Onu all'orizzonte. Euna Lee, trentaseienne americana di origini coreane, e Laura Ling, sino-americana di 32 anni, nel marzo scorso stavano lavorando a un servizio sui rifugiati nordcoreani in Cina, nella zona vicina al confine tra i due Paesi, per Current Tv, l'emittente fondata da Al Gore nel 2005. Le circostanze in cui le due sono state arrestate sono tutt'altro che chiare: non è nemmeno sicuro che avessero davvero oltrepassato il confine e addirittura secondo alcune fonti sarebbero state condotte in territorio nordocoreano con la forza dai militari. E non si esclude che proprio l'ex vice presidente Usa possa partire alla volta di Pyongyang per provare a negoziare il rilascio delle due giornaliste. A quanto pare Washington avrebbe già offerto ai nordcoreani di mandare Gore o il governatore del New Mexico, Bill Richardson, già ambasciatore Usa alle Nazioni Unite e ministro per l'Energia durante l'amministrazione Clinton, con alle spalle un'esperienza simile che contribuì a portare a buon fine. Per Richardson gli Usa devono tener separate la questione nucleare e la condanna e «dovrebbero cercare di ottenere un perdono politico» delle giornaliste: «Ora è finito il processo legale e possono cominciare i negoziati politici». Per ora sembra non sia arrivata nessuna replica da Pyongyang. E la settimana scorsa le loro famiglie hanno parlato per la prima volta, rivolgendo un appello pubblico alle autorità nordcoreane e a quelle americane perché il caso non diventi uno strumento di negoziazione in questa fase di tensioni. Adesso gli occhi sono puntati sul Consiglio di Sicurezza dell'Onu, che dovrebbe votare una risoluzione a favore di nuove sanzioni contro il "Regno eremita". Se le previsioni dovessero essere confermate, la Corea del Nord ha già fatto sapere che «considererà le nuove sanzioni come una dichiarazione di guerra» e pare abbia già pronto un missile a lungo raggio da testare e altri a medio raggio che potrebbe puntare contro Giappone o Corea del Sud. 09/06/2009

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Silvestrini (Cna): l'Europa ora ha bisogno di un'ambizione (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Primo Piano data: 09/06/2009 - pag: 7 autore: Roberto Miliacca L'analisi delle categorie/3 Silvestrini (Cna): l'Europa ora ha bisogno di un'ambizione Per le piccole e medie imprese dalle urne è uscita un quadro di sostanziale stabilità poltica, almeno per quanto riguarda l'Italia. L'importante, però, è che la nuova classe dirigente del Vecchio continente non si arrocchi a difendere i propri localismi e che sia sufficientemente responsabile per condurre l'Europa verso le sfide economiche del nuovo millennio. «Bisogna dare un'ambizione all'Europa. Credo sia necessario riprendere la strada di una grande governance politica che rilanci l'economia e ricandidi l'Europa in una dimensione strategica particolarmente significativa nei prossimi anni», dice a ItaliaOggi Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna, la confederazione delle piccole e medie imprese e dell'artigianato. «Se vogliamo giocare nel medio periodo un ruolo significativo, e quindi giocare alla pari con gli Usa, la Cina e il sudest asiatico, è importante che le nuove classi dirigenti trovino condizioni non solo per il raggiungimento di un equilibrio finanzario, ma anche un asse politico che possa dare un obiettivo importantre a tutti i paesi europei».Domanda. Pensa che alla luce del risultato delle elezioni, così frastagliato e con così tante forze anche xenofobe che hanno vinto, questo progetto sia persegibile dall'Europa?Risposta. Io penso che sia un obietttivo utile e in fondo anche perseguibile, perché bisogna dare alle imprese e ai cittadini europei un'ambizione. In mancanza di un'ambizione prevalgono le posizioni locali, la diffidenza e la paura, mentre io credo che sia fondamentale dare una speranza al nostro cotinente, che, per condizioni economiche, popolazione, strategiche e tecnologie, ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo di leadership nel mondo nei prossimi anni. Quindi io solleciterei tutta la classe dirigente ad assumersi una grande responsabilità.D. E per quanto riguarda l'Italia? Pensa che il risultato elettorale possa influenzare il futuro delle riforme e gli equilibri interni della maggioranza?R. No. Io credo che quello che è emerso è un quadro di sostanziale stabilità. Anche in Italia c'è bisogno di dare all'economia, alle imprese e ai cittadini, un'ambizione nuova. Mi auguro che si superino vecchie piccole beghe di cortile e che si dia al paese un'ambizione nuova.D. Passata la bagarre elettorale, quali dovrebbero essere le riforme da portare avanti?R. La prima è quelloadell'apertura dei mercati e delle liberalizzazioni possibili. Ci sono tutte le condizioni per andare in questa direzione. L'altra grande riforma è quella del mercato del lavoro che riesca a coniugare in sè elementi di flessbilità, garanzie, ma anche forti elementi di modernizzazione rispetto a ciò quello che siamo stati in questi ultimi 70 anni. E poi bisogna arrivare a una semplificazione dei livelli di governo del paese, superando il livello delle comunità montane e delle province, e tagliando tutta la spesa pubblica improduttiva. Insomma, bisogna andare verso una politica politica economica espansiva che vada a forzare il forzabile, per esempio per quanto riguarda le piccole opere, dando spazio a tutti gli enti locali territoriali che naturalmente abbiano una condizione di stabilità finanziaria. La possibilità di stimolare queste tipo di investimento avrebbe un effetto moltiplicatore molto interessante nei confronto del mondo dei piccole imprese. Questa, più la sfida dello sviluppo sostenibile, sarebbero due utili volani per l'economia.

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Il lungo addio del socialismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-09 - pag: 2 autore: Centrosinistra. Perché la recessione colpisce le opposizioni Il lungo addio del socialismo Andrea Romano Non è la prima volta che la sinistra europea viene data per defunta. Accadde già alla metà degli anni Ottanta, quando Ralf Dahrendorf annunciò la «fine del secolo socialdemocratico» guardando al tramonto del tradizionale modello welfarista. Oggi, come ha spiegato Giuliano Amato intervistato su queste pagine da Franco Locatelli, i progressisti europei verrebbero puniti perché troppo cauti nel rassicurare un elettorato spaventato dalla crisi e bisognoso di più garanzie dello Stato. Uno sguardo alla storia recente della sinistra europea può indurre una riflessione di segno diverso, tale da spiegare quest'ultimo tracollo con la fine della seconda giovinezza del progressismo continentale. Un esito dopo il quale sarà impossibile tornare alle vecchie sicurezze ideologiche. Non aveva infatti tutti i torti Dahrendorf con quel suo necrologio di un quarto di secolo fa. Alla fine degli anni Settanta la missione socialdemocratica poteva ormai dirsi felicemente conclusa. Un traguardo raggiunto, ma dopo il quale la sinistra si trovò priva di una vera ragion d'essere mentre i suoi tradizionali insediamenti collettivi cambiavano definitivamente profilo e lo stato nazionale perdeva il pieno controllo delle politiche economiche e sociali. Da quel declino da successo la socialdemocrazia uscì solo quando seppe reinventare negli anni Novanta la propria natura, provando a conciliarecoesione sociale e innovazione economica. Fu quella la stagione di nuovi e baldanzosi riformismi, variamente intesi di qua e di là dall'Atlantico tra clintonismo, blairismo, Neue Mitte tedesco e persino qualche brandello di ulivismo italiano, ma tutti impegnatia spingere insieme crescita e redistribuzione sui ritmi del tempo nuovo della globalizzazione. Un'epoca pervasa dallo spirito di un ottimismo che ai nostri occhi più cupi può apparire ingenuo, ma tuttavia un'epoca che vide buoni tassi di sviluppo andare di pari passo con la trasformazione dei sistemi di garanzia sociale. In un libro di grande acume («Eclisse della socialdemocrazia », appena pubblicato dal Mulino) Giuseppe Berta muove al socialismo di quella stagione l'accusa di aver aderito «quasi plasticamente ai caratteri del capitalismo contemporaneo, abbandonando la pretesa di trasformarli». Ma il punto è che proprio "aderendo plasticamente" al capitalismo, la socialdemocrazia europea ha vissuto la sua seconda giovinezza. Una rinascita che oggi può essere definitivamente archiviata con il risultato del voto europeo. Davvero la socialdemocrazia europea può risorgere tornando alla sua prima gioventù in nome dell'esigenza di rassicurare con più Stato e meno libertà economica gli elettori? Lo pensano in molti, soprattutto in una sinistra come quella italiana che non ha mai davvero completato la propria trasformazione in senso liberale. Eppure non è difficile accorgersi, come ha scritto John Lloyd sul Sole 24 Ore qualche settimana prima del voto europeo, che non è certo la sinistra ad avvantaggiarsi dell'atmosfera di crisi. Ci riesce molto meglio una destra che riscopre il proprio fondo protezionista, mentre le varie e piccole entità neo-massimaliste presidiano la retorica anticapitalista. Alla socialdemocrazia non rimane dunque che prepararsi ad un tragitto lungo e difficile: quello che dovrà condurla a reinventarsi ancora una volta, all'insegna di quello spirito di libertà e innovazione che ne ha segnato la sua migliore stagione. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA NUOVA SFIDA La socialdemocrazia dovrà reinventarsi ancora una volta come ha saputo fare negli anni 90, conciliando coesione sociale e innovazione

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Lavori forzati per le reporter Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-09 - pag: 17 autore: Corea del Nord. Processo lampo a porte chiuse per Euna Lee e Lura Ling, arrestate il 17 marzo al confine con la Cina Lavori forzati per le reporter Usa Condanna inappellabile a 12 anni per le due giornaliste della Current tv di Al Gore Stefano Carrer SEUL. Dal nostro inviato Un processo-lampo, a porte chiuse, condotto da un tribunale che fa al tempo stesso da corte d'appello e di cassazione escludendo la possibilità di impugnare le sue sentenze: due giovani donne americane una delle quali madre di una bambina di 4 anni - sono state condannate ieri a Pyongyang a dodici anni di prigione e lavori forzati per un imprecisato «grave crimine» contro la nazione nordcoreana, connesso al loro presunto ingresso illegale nel Paese. Laura Ling e Euna Lee, reporter del canale tv-internet californiano Current tv (cofondato dall'ex vicepresidente Al Gore), diventano ufficialmente ostaggi del regime dittatoriale, probabili pedine di scambio in un gioco pericoloso molto più grande di loro. Di origine cinese l'una, coreana l'altra, erano state catturate - in circostanze mai chiarite - il 17 marzo al confine con la Cina, dove stavano indagando sui traffici di frontiera e sulla vita dei nordcoreani usciti clandestinamente dal loro paese. L'eco degli appelli dei familiari, delle veglie di preghiera e della solidarietà scattata via internet in tutto il mondo, non è risuonato a Pyongyang, il cui tribunale centrale aveva iniziato il processo solo giovedì scorso, senza ammettere la presenza nemmeno di un diplomatico neutrale. Forse non è un caso che la sentenza, più severa delle aspettative, sia stata emessa dopo un weekend in cui sia il presidente Barack Obama sia il segretario di stato Hillary Clinton hanno preannunciato una linea più dura contro un regime che continua a sfidare la comunità internazionale con il suo programma nucleare e le provocazioni missilistiche. La Clinton non aveva escluso di tornare a inserirlo nella lista nera degli sponsor del terrorismo - ipotesi accolta ieri con entusiasmo dal Giappone - e aveva sottolineato l'impegno a varare un meccanismo internazionale effettivo per bloccare i flussi finanziari sospetti e per ispezionare navi nordcoreane anche in alto mare. Sullo sfondo, spicca l'attesa risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu, che dovrebbe dimostrare come anche Cina e Russia - pur sforzandosi di annacquare il linguaggio delle sanzioni- si rendano conto della necessità di frenare le ambizioni di Pyongyang. Il paradosso è che molti analisti ritengono positivo che il processo si sia tenuto in tempi brevi e che il crimine non sia stato specificato come spionaggio: il caso diventa esclusivamente politico e appare evidente che il regime lo voglia utilizzare per ottenere concessioni da parte di Washington. La Casa Bianca ha dichiarato di essere «impegnata attraverso ogni possibile canale » per assicurare il rilascio delle due donne. Un caso analogo era stato risolto negli anni 90 con una trasferta di Bill Richardson, che ieri ha dichiarato prematuro il viaggio di un inviato speciale perché prima va negoziato nell'ombra un'intesa per il potenziale rilascio a scopi umanitari. A Seul, dove tutto tende a essere osservato attraverso il prisma delle relazioni intercoreane, sembrano convinti che la sentenza-shock sia finalizzata a cercare un miglioramento dei rapporti con Washington. «Al Gore potrebbe venire, ma sarà un momento pericoloso. Lo scopo di Pyongyang - osserva Kim Sung- han, esperto di relazioni internazionali alla Korea University - è sempre quello di porre un cuneo tra gli alleati: un miglioramento delle relazioni con gli Usa motivato dal rilascio delle due giornaliste potrebbe essere accompagnato da gravi provocazioni verso la Corea del Sud». Seul è preoccupata anche per il suo cittadino detenuto da fine marzo a Kaesong, la zona industriale mista il cui futuro sarà in discussione dopodomani in un incontro bilaterale. Da domani al 30 giugno, inoltre, una vasta area del mar del Giappone è stata dichiarata offlimits dai nordocoreani: ulteriore segnale che il regime di Kim Jong-Il stia preparando il lancio di altri missili. Un certo clamore ha suscitato lo scoop di Nihon Tv, che ha contattato a Macao il primogenito del dittatore: Kim Jong-nam ha dichiarato di non sapere se suo fratello minore Jong-un sia stato davvero nominato come futuro successore alla guida del paese, confermando però la predilezione del padre per il terzogenito. Jong-nam ha negato di vivere ormai in esilio a Macao: alcuni media giapponesi hanno riferito che alcuni suoi amici rimasti a Pyongyang sarebbero stati incarcerati o giustiziati. © RIPRODUZIONE RISERVATA RITORSIONE Decisione più severa del previsto dopo il pressing americano sul nucleare Possibile un intervento dell'ex vicepresidente

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OSTAGGI DA SCAMBIARE? (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-09 - pag: 17 autore: OSTAGGI DA SCAMBIARE? In carcere da due mesi e mezzo Euna Lee ( a sinistra), coreano-americana, e Laura Ling (33 anni), sino-americana, sono state fermate tre mesi fa al confine tra Cina e Corea del Nord. Lavorano per Current tv. Il processo è cominciato il 4 giugno: sono state condannatea 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro Pyongyang. «Molto preoccupato» il presidente Usa Barack Obama Arte di frontiera. Due turiste sudcoreane accanto a un'installazione artistica realizzata in segno di pace a Paju, nei pressi dell'area demilitarizzata che separa le due Coree REUTERS AFP AFP

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Corea del Nord, condannate due giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Esteri Pagina 125 Dovranno scontare 12 anni di lavori forzati. Obama: «Sono preoccupato» Corea del Nord, condannate due giornaliste Usa Dovranno scontare 12 anni di lavori forzati. Obama: «Sono preoccupato» --> SEUL La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e all'indomani della messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata come segnale di distensione. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. La Casa Bianca ha fatto sapere di aver «attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste alle quali è stato consentito di telefonare ai familiari.

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Giornaliste, 12 anni di lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giornaliste, 12 anni di lavori forzati Nord Corea: le due reporter di tv Usa condannate per ingresso illegale SEUL - La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e all'indomani della messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata lo scorso maggio, come segnale di distensione. Il precedente più diretto è invece quello del cittadino Usa Evan Hunziker: arrestato e trattenuto per tre mesi nel 1996 con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, finì al centro di articolati negoziati prima di essere liberato. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato», ha fatto sapere la Casa Bianca, in merito alla sorte delle due giornaliste, impegnate nella realizzazione di un reportage sui rifugiati nordcoreani in territorio cinese. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste, alle quali è stato concesso di telefonare alle rispettive famiglie, sono state nei giorni scorsi visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord. Il regime del "caro leader" Kim Jong-il, intanto, ha proibito la navigazione al largo del porto di Wonsan, nell'est, rilanciando le ipotesi sull'imminenza di nuovi lanci di missili. Come reso noto dai guardacoste giapponesi, dal 10 al 30 giugno le navi devono evitare una zona lunga 260 chilometri e larga un centinaio, fra le ore 8 e le ore 20. Pyongyang, secondo i servizi l'intelligence di Usa e di Corea del Sud, starebbe lavorano addirittura a due test (uno di medio e uno di lungo raggio, di tipo intercontinentale multistadio), rilanciando la sfida all'Onu e alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere entro questa settimana. L'allerta è per il 16 giugno, quando il presidente sudcoreano Lee Myung-bak sarà a Washington alla Casa Bianca per un faccia a faccia con Obama. Antonio Fatiguso 09/06/2009

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Dodici anni alle giornaliste Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

COREA DEL NORD Dodici anni alle giornaliste Usa La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il paese. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo e all'indomani della messa in guardia del segretario di stato Hillary Clinton sull'ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo.

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Corea del Nord, le due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corea del Nord, le due giornaliste Usa condannate a 12 anni di lavori forzati --> Le reporter di Current, la tv di Al Gore, erano accusate di essere entrate illegalmente nel Paese Obama: molto preoccupati. L'America preme sulla Cina per un blocco aeronavale verso Pyongyang Martedì 09 Giugno 2009 SOCIETA, pagina 20 e-mail print SEULLa Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». una pesante sentenza La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e all'indomani della messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata lo scorso maggio, come segnale di distensione. Il precedente più diretto è invece quello del cittadino Usa Evan Hunziker: arrestato e trattenuto per tre mesi nel 1996 con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, finì al centro di articolati negoziati prima di essere liberato. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato», ha fatto sapere la Casa Bianca, in merito alla sorte delle due giornaliste, impegnate nella realizzazione di un reportage sui rifugiati nordcoreani in territorio cinese. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste, alle quali è stato concesso di telefonare alle rispettive famiglie, sono state nei giorni scorsi visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord. Il regime del «caro leader» Kim Jong-il, intanto, ha proibito la navigazione al largo del porto di Wonsan, nell'est, rilanciando le ipotesi sull'imminenza di nuovi lanci di missili. Pyongyang, secondo i servizi l'intelligence di Usa e di Corea del Sud, starebbe lavorano addirittura a due test (uno di medio e uno di lungo raggio, di tipo intercontinentale multistadio), rilanciando la sfida all'Onu e alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere entro questa settimana. Difficile capire l'entità della sanzioni possibili per il regime nordcoreano. Appena domenica, il ministro degli Esteri giapponese, Hirofumi Nakasone, ha chiesto provvedimenti «duri» perché il test nucleare del 25 maggio non resti impunito. Ma il suo omologo cinese, Yang Jiechi ha replicato che la risposta contro Pyongyang deve essere «bilanciata». il ruolo cruciale di pechino Intanto, secondo il New York Times, gli Stati Uniti starebbero negoziando con la Cina la possibilità di interdire le spedizioni aeree e navali di materiale nucleare della Corea del Nord. Il riferimento al blocco aereo e navale è stato fatto dal segretario di Stato Hillary Clinton in una intervista alla AbcNews. La Clinton non ha parlato esplicitamente del coinvolgimento della Cina, ma alti funzionari dell'amministrazione Usa hanno indicato che è in atto un pressing su Pechino perché affianchi gli Stati Uniti nel blocco delle spedizioni. Ma se all'Onu dovesse passare questa linea gli Usa rischierebbero un conflitto aperto con Pyongyang e Pechino - che teme una escalation di tensione nella regione - finora si è opposta. Antonio Fatiguso 09/06/2009 nascosto-->

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giornaliste usa ai lavori forzati - dal corrispondente andrea visconti (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 10 - Altre Giornaliste Usa ai lavori forzati La Corea del Nord le condanna a 12 anni. Obama «preoccupato» DAL CORRISPONDENTE ANDREA VISCONTI NEW YORK. Dodici anni di lavori forzati. Il processo di Laura Ling e Euna Lee è durato pochissimo. E' iniziato giovedì scorso e in soli tre giorni il giudice nord coreano le ha condannate a «Una rieducazione attraverso il lavoro per il loro comportamento contro la nazione coreana». Si legge nella breve nota scritta dal tribunale e diffusa dalla Kcna, l'agenzia nazionale di stampa nella Corea del Nord. Ora per le due giornaliste di Current Tv, il network dell'ex vicepresidente e premio Nobel per la Pace, Al Gore, si sta mobilitando tutta la doplomazia Usa, con il Segretario di Stato, Hillary Clinton, che sta cercando una soluzione rapida per ottenere il rilascio delle due ragazze americane di origine asiatica. Lo stesso Barack Obama si è detto «molto preoccupato». «Vogliamo separare le due questioni, la trattativa sulle armi nucleari e questa - dice il portavoce della Clinton, Ian Kelly - la vicenda delle ragazze va affrontata sul piano umanitario ed è completamente distinta dai contatti all'Onu e da quelli che il vicesegretario di Stato, James Steinberg, sta conducendo a Tokyo». L'accusa mossa alle due croniste americane è di aver violato il territorio della Corea del Nord entrando nel Paese senza regolare visto di lavoro. Le due giornaliste erano state arrestate lo scorso 17 marzo mentre si trovavano lungo il confine fra la Cina e la Corea del Nord. Stavano viaggiando insieme a una guida cinese e a un cameraman che avrebbe fatto le riprese per un documentario sui profughi nord coreani in Cina. Solo che non si erano accontentate di girare all'interno del territorio cinese e si erano spinte al di là del confine ed è lì che erano state arrestate. Il governo di Pyongyang è stato particolarmente severo con loro anche alla luce delle tensioni esistenti con il governo di Washington. Ora Casa Bianca e Dipartimento di Stato stanno cercando di attivare ogni contatto possibile per ottenere il loro rilascio. Si è messo di mezzo anche l'ex vicepresidente Al Gore che è il fondatore e presidente di Current Tv, la televisione per le quali le due donne stavano realizzando il documentario. Anche Barack Obama è al corrente di quanto sta avvenendo con le due connazionali e si è detto «preoccupato» per la decisione del tribunale nord coreano che, ha detto il presidente Usa, «ha emesso un verdetto eccessivo in considerazione del crimine di cui le due sonne sono accusate». Pyongyang tuttavia per il momento non dà cenno di voler fare marcia indietro in quanto vede nell'arresto delle giornaliste Usa un'importante merce di scambio per quanto riguarda la questione del nucleare. La situazione è simile a quella che si era venuta a creare con la giornalista americana arrestata in Iran.

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La Corea del Nord sfida Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

VETRINA ESTERI pag. 25 «Giornaliste Usa ai lavori forzati» La Corea del Nord sfida Obama Condannate perché clandestine. Washington: «Pronto il blocco aeronavale» NEW YORK SEMBRA la continuazione di una escalation senza fine. Il presidente Obama si è detto «molto preoccupato». Non è più solo un braccio di ferro: siamo all'alta tensione. La Corea del Nord ha rialzato la posta condannando ieri a 12 anni di lavori forzati le due giornaliste americane, ma di origini asiatiche, Euna Lee e Laura Ling, accusate di essere entrate illegalmente nel paese, in aprile, sul confine cinese, mentre effettuavano un servizio per la famosa Current Tv, la televisione lanciata dall'ex vice presidente Al Gore premio Nobel per la pace. Pochi minuti dopo la sentenza il governo comunista di Pyongyang ha annunciato anche di aver interdetto dal 10 al 30 giugno dalle 8 di mattina alle 8 di sera il braccio di mare al largo del porto di Wonsan rafforzando i sospetti che si stia preparando a un nuovo lancio sperimentale di missili a corto raggio, dopo il test nucleare sotterraneo e quello dei vettori a lunga gittata che hanno già provocato l'allarme mondiale e la mobilitazione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Una nuova dura risoluzione dell'Onu contro Pyongyang, sostenuta questa volta (o semplicemente non ostacolata) anche da Cina e Russia potrebbe essere già messa ai voti oggi stesso. La condanna delle due giornaliste accusate di spionaggio e di attività illecita potrebbe costiture una forte accelerazione o al negoziato o alla crisi anche se gli Stati Uniti ditinguono molto chiaramente il «caso umanitario» dalla «trattativa politico nucleare». Se Teheran ha ceduto alle pressioni americane e internazionali riducendo la pena in appello e liberando immediatamente la bella reporter televisiva Roxana Saberi responsabile di aver sottratto un documento secretato del regime, Pyongyang con la condanna ai lavori forzati della Lee e della Ling sembra invece voler spingere la provocazione a un vero punto di scontro magari per pretendere di più. L'AMMINISTRAZIONE Obama che con Hillary Clinton ha già fatto sapere di voler rimettere la Nord Corea nell'elenco dei «paesi sponsor del terrorismo», sta lavorando intensamente al Palazzo di Vetro per un vero e proprio blocco aereo e navale contro Pyongyang. Questo però potrebbe risultare efficace solo con la collaborazione della Cina, coinvolta direttamente nell'intercettazione di navi e aerei sospetti. Ispezionare in entrata e in uscita i carichi destinati al regime ma soprattutto bloccare il ricchissimo commercio di armi e materiale tecnologico e nucleare in uscita da Pyongyang, significherebbe strozzare ancora di più l'economia nordcoreana. Rispetto alle timidezze del passato questa volta Cina e Russia sembrerebbero molto più propense alle sanzioni Onu anche se Pechino continua ad insistere nella ripresa del negoziato a 6 che gli stessi nord coreani hanno abbandonato da quasi un anno.

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Nord Corea, due reporter Usa condannate ai lavori forzati (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nord Corea, due reporter Usa condannate ai lavori forzati RACHELE GONNELLI Sono state condannate a 12 anni di lavori forzati nelle cave le due giornaliste americane di origine asiatica arrestate il 17 marzo scorso in Corea del Nord. Laura Ling, cino-statunitense e Euna Lee, di origini coreane, sono state condannate per ingresso illegale in territorio nordcoreano e per «attività criminali contro la nazione». Sono state fermate alla frontiera cinese lungo i fiumi Tumen e Yalu mentre cercavano di realizzare un documentario sulle giovani donne nordcoreane che attraversano a piedi la frontiera per cercare lavori o cibo in Cina. Le due reporter lavoravano per Current tv, la televisione partecipativa via web che fa capo ad Al Gore, l'ex vicepresidente Usa vincitore del Nobel per la Pace per il suo impegno ecologista. Laura è la sorella di Lisa Ling, una giornalista famosa negli Stati Uniti, corrispondente dell'Oprah Winfrey Show, il programma della grande sostenitrice di Obama. Del caso, che ha suscitato appelli e proteste da parte di Amnesty e di Reporter sans Frontières, si sta occupando ora la Casa Bianca. L'ambasciatore svedese Mats Foyer ha potuto vederle tre volte e ha detto di averle trovate «molto spaventate». Il governatore del New Mexico Bill Richardson che intrattiene rapporti diplomatici informali con Pyongyang si è detto comunque «moderatamente ottimista» di ottenere il loro rilascio. A far sperare in un possibile negoziato c'è che tra le accuse non figura quella di spionaggio.

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Il primogenito di Kim: mio fratello erede favorito (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 09/06/2009 - pag: 29 La successione al potere a Pyongyang Il primogenito di Kim: mio fratello erede favorito DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO «E' una decisione tutta sua, la nomina del successore. Mio padre fa le sue scelte e non ha bisogno di parlarne con me o con chissà chi altro, credo». Così parlò Kim Jong-nam, il maggiore dei tre figli maschi di Kim Jong-il. Se il padre ha fatto dell'elusione e del mistero una corazza che diventa anche un micidiale strumento di diplomazia, il primogenito non si nasconde poi troppo. Jong-nam, 38 anni, ha risposto alle domande di una tv giapponese e non era la prima volta. E ha commentato la nomina, data ormai praticamente per certa, del fratello minore Jong-un a erede designato del Caro Leader: «A mio padre piace moltissimo», ha spiegato, riferendosi al ventiseienne che lo ha scalzato dalla posizione di delfino nella dinastia comunista (e nazionalista, e implicitamente confuciana) iniziata dal nonno, il Grande Leader, Kim Il-sung. Jong-nam aveva già dato prova di scarsa affidabilità anni fa quando venne fermato a Tokio con un passaporto falso, sulla via della Disneyland giapponese. Sovrappeso, il primogenito del Caro Leader fa la spola fra Pyongyang, la Cina e Macao, non a caso la sede degli istituti bancari dove il clan dei Kim protegge i propri conti, ora nel mirino degli Usa. Dall'Europa, invece, arrivano indiscrezioni su Jong-un. Un suo ex compagno di scuola negli anni trascorsi in un esclusivo istituto svizzero lo ricorda spiritoso, amico di un sudcoreano e fan di Schwarzenegger-Terminator. Proprio lui, che ora di mestiere deve odiare l'America. Primogenito Kim Jong-nam, 38 anni M.D.C.

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Nord Corea, lavori forzati per le reporter (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 09/06/2009 - pag: 29 Crisi diplomatica Le due giornaliste Usa, arrestate il 17 marzo, accusate di attraversamento illegale del confine Nord Corea, lavori forzati per le reporter Condanna a dodici anni. Obama: «Sono profondamente preoccupato» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO Laura Ling, 32 anni, ed Euna Lee, cittadine Usa, giornaliste tv, accusate di «crimine grave» e di attraversamento illegale dei confini di Stato: condannate ciascuna a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro. La Corea del Nord si è presa la soddisfazione covata a lungo di emettere un doppio verdetto che fa rabbrividire l'America. La Corte suprema della Repubblica Democratica Popolare ha abbattuto le speranze delle due reporter di Current Tv, la creatura on line dell'ex vicepresidente (e premio Nobel) Al Gore. Il 17 marzo erano state catturate da guardie nordcoreane lungo il confine fluviale con la Cina. Secondo l'accusa, le due donne avrebbero varcato la frontiera, mentre un'altra tesi è che una pattuglia di militari non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione di arrestare due «nemiche ». Con Laura, di origine cinese, ed Euna, famiglia coreana, è condannata anche la diplomazia statunitense. Che si ritrova immersa nella crisi acutissima di un'emergenza cronica. Hillary Clinton aveva appena minacciato di riportare la Corea del Nord nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo, mentre il Pentagono valutava se dare corso ai controlli, e agli eventuali blocchi, di navi nordcoreane sospettate di trasportare tecnologia militare o nucleare. Con l'Onu che non ha ancora formulato una risposta al test atomico di due settimane fa, il regime di Kim Jong-il fa sapere che eventuali sanzioni verranno intese come una «dichiarazione di guerra». Il panorama è completato da intensi movimenti intorno alle basi missilistiche del Nord e a voci di nuovi lanci balistici. Laura ed Euna sono sposate, la seconda ha anche una bambina di 4 anni. Finora trattenute separatamente a Pyongyang, sono state trattate bene, come constatato dai diplomatici svedesi che rappresentano gli interessi Usa. Il processo, però, si è svolto in 5 giorni senza testimoni esterni e non può avere appell o. In un primo tempo Washington e le famiglie hanno tenuto un profilo bassissimo per non scompaginare le possibilità di trattative discrete: ora il caso appare un remake, se possibile più complicato, di quello di Roxana Saberi, la giornalista di origine iraniana che Teheran ha scarcerato il mese scorso. Ieri il presidente americano Barack Obama, tramite il suo portavoce Bill Burton, si è detto «profondamente preoccupato per la condanna delle due giornaliste. Abbiamo attivato tutti i canali possibili ha aggiunto Burton per permettere la loro liberazione». Tra l'altro i campi di lavoro nordcoreani sono indicati, da Ong come Amnesty e Human Rights Watch, come abissi di privazioni e abusi. Gli analisti considerano l'arresto e la condanna delle due come tasselli chiave nella strategia di provocazioni e ricatti di Kim Jong-il. Una delle ipotesi è che Pyongyang, magari non subito, possa proporre la liberazione delle donne sulla base di considerazioni «umanitarie » barattandole con aiuti «umanitari». Un rebus. Con un'appendice. Anche un sudcoreano è detenuto al Nord dopo che nel presidio industriale nordcoreano di Kaesong (costruito e gestito da ditte del Sud) sarebbe stato sorpreso a incitare personale locale alla rivolta. Come Laura ed Euna, pure lui è ora un'arma di Kim. Marco Del Corona Apprensione La tv sudcoreana dà notizia della condanna di Euna Lee e Laura Ling (Ap/Ahn Young-joon) Processo lampo Il processo si è svolto in soli 5 giorni senza testimoni e non può avere appello. Laura è di origine cinese, Euna di famiglia coreana. Entrambe sono sposate, la seconda ha una bimba di 4 anni

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Pallanuoto Femminile (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Sport data: 09/06/2009 - pag: 57 LE SCOMMESSE VICINO A TE Pallanuoto Femminile World League: S uperfinali! Ora Squadra1 HSquadra2 Risultato1X2 1X2Handicap 1 X2 1h Xh 2h 11.30 Spagna Canada 1,90 6,00 2,35 13.00 USA 3 Italia 1,12 9,00 9,00 2,10 7,00 2,00 14.30 Australia 2 Grecia 1,35 7,00 4,25 2,257,001,90 16.30 Russia 2 Cina 1,4 6,50 4,00 2,10 7,00 2,00 Quote aggiornate e altre scommesse su www.snai.it

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Nord Corea, lavori forzati alle reporter Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nord Corea, lavori forzati alle reporter Usa Immediata e dura la risposta di Washington. Ma il "caro leader" è pronto a nuovi test missilistici Martedì 9 Giugno 2009, Tokyo Nuova provocazione della Corea del Nord che ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current tv, il network dell'ex vicepresidente Usa Al Gore, è giunta quattro giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e all'indomani della messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo, i celebri "rogue country" (stati canaglia) di George W. Bush. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata lo scorso maggio, come segnale di distensione. Il precedente più diretto è invece quello del cittadino Usa Evan Hunziker: arrestato e trattenuto per tre mesi nel 1996 con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, finì al centro di articolati negoziati prima di essere liberato. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. Le due giornaliste, impegnate nella realizzazione di un reportage sui rifugiati nordcoreani in territorio cinese. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste, alle quali è stato concesso di telefonare alle rispettive famiglie, sono state nei giorni scorsi visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord. Il regime del "caro leader" Kim Jong-il, intanto, ha proibito la navigazione al largo del porto di Wonsan, nell'est, rilanciando le ipotesi sull'imminenza di nuovi lanci di missili. Come reso noto dai guardacoste giapponesi, dal 10 al 30 giugno le navi devono evitare una zona lunga 260 chilometri e larga un centinaio, fra le ore 8 e le ore 20. Pyongyang, secondo i servizi l'intelligence di Usa e della Corea del Sud, starebbe lavorano addirittura a due test (uno di medio e uno di lungo raggio, di tipo intercontinentale multistadio), rilanciando la sfida all'Onu e alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere entro questa settimana. L'allerta è per il 16 giugno, quando il presidente sudcoreano Lee Myung-bak sarà a Washington alla Casa Bianca per un faccia a faccia con Obama. «Una data dal forte valore simbolico», secondo fonti di Seul. Lee, come indicato dai media sudcoreani ha detto, al termine di un incontro con i vertici dei militari Usa in Corea del Sud, di essere «assolutamente fiducioso che le forze congiunte siano in grado di contenere le provocazioni del Nord». Difficile capire l'entità della sanzioni possibili per il regime nordcoreano. Domenica, il ministro degli esteri giapponese, Hirofumi Nakasone, ha chiesto provvedimenti «duri» perché il test nucleare del 25 maggio non resti impunito. Ma il suo omologo cinese, Yang Jiechi ha replicato che la risposta contro Pyongyang deve essere «bilanciata».

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Giornaliste Usa, 12 anni di lavori forzatiCorea del Nord. (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giornaliste Usa, 12 anni di lavori forzatiCorea del Nord. Le due reporter, arrestate lo scorso 17 marzo, condannate per ingresso illegale. Obama molto preoccupato Seul. La Corea del Nord ha condannato le due giornaliste americane arrestate il 17 marzo scorso al confine con la Cina a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale e attività ostili contro il Paese. Il presidente americano Barack Omaba, di fronte alla svolta, sia pure attesa, si è detto «molto preoccupato». La pesante sentenza per Euna Lee e Laura Ling, di origini asiatiche e reporter di Current Tv, il network dell'ex vice presidente Usa Al Gore, è giunta 4 giorni dopo l'avvio del processo presso l'Alta corte di Pyongyang e all'indomani della messa in guardia del segretario di Stato Hillary Clinton sulla ipotesi di reinserire la Corea del Nord nella lista degli sponsor del terrorismo. Il caso rimanda in automatico alle relazioni tra Usa e Iran e alla diplomazia messa in campo nella vicenda di Roxana Saberi, la giornalista irano-americana condannata da Teheran prima a otto anni di reclusione per spionaggio e poi scarcerata lo scorso maggio, come segnale di distensione. Il precedente più diretto è invece quello del cittadino Usa Evan Hunziker: arrestato e trattenuto per tre mesi nel 1996 con l'accusa di spionaggio dopo aver superato il confine nordcoreano, finì al centro di articolati negoziati prima di essere liberato. «Il processo ha confermato i gravi crimini commessi contro la nazione coreana e il loro ingresso illegale», con la conseguente condanna delle due donne «a 12 anni di rieducazione attraverso il lavoro», ha comunicato in una breve nota in inglese l'agenzia di stampa ufficiale del regime, la Kcna. Il presidente americano Barack Obama si è detto «molto preoccupato», ha fatto sapere la Casa Bianca, in merito alla sorte delle due giornaliste, impegnate nella realizzazione di un reportage sui rifugiati nordcoreani in territorio cinese. «Abbiamo attivato tutti i canali possibili» per assicurare la liberazione delle giornaliste, ha detto il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton. Le due giornaliste sono state nei giorni scorsi visitate dall'ambasciatore di Svezia a Pyongyang per conto di Washington, che non ha rapporti diplomatici con la Corea del Nord. Il regime del «caro leader» Kim Jong-il, intanto, ha proibito la navigazione al largo del porto di Wonsan, nell'est, rilanciando le ipotesi sull'imminenza di nuovi lanci di missili. Come reso noto dai guardacoste giapponesi, dal 10 al 30 giugno le navi devono evitare una zona lunga 260 chilometri e larga un centinaio, fra le ore 8 e le ore 20. Pyongyang, secondo i servizi l'intelligence di Usa e di Corea del Sud, starebbe lavorano addirittura a due test (uno di medio e uno di lungo raggio, di tipo intercontinentale multistadio), rilanciando la sfida all'Onu e alle nuove sanzioni che il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere entro questa settimana. L'allerta è per il 16 giugno, quando il presidente sudcoreano Lee Myung-bak sarà a Washington alla Casa Bianca per un faccia a faccia con Obama. «Una data dal forte valore simbolico», secondo fonti di Seul. Antonio Fatiguso

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Noie al motore (sezione: Globalizzazione)

( da "Famiglia Cristiana" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Alberto Chiara INDUSTRIA DOPO LE RECENTI MOSSE DELLA FIAT ALL’ESTERO, CHE NE SARÀ DEI SUOI STABILIMENTI IN ITALIA? NOIE AL MOTORE «Marchionne parla di un calo del mercato del 20 per cento», dice Claudio Chiarle, della Fim-Cisl. «Il sindacato può discutere di maggior flessibilità se l’azienda ha una strategia chiara e investe. Il Governo, però, deve fare la sua parte». I segni dei tempi sono quelle cifre che raccontano le bizze di un mercato nervoso: dopo sei mesi nei quali la cassa integrazione s’è portata via anche due settimane ogni quattro, adesso c’è chi a Mirafiori fa lo straordinario. «Lo so, è una cosa difficile da capire e ancor più difficile da accettare, specialmente per chi è costretto suo malgrado a starsene a casa con 800-1.000 euro al mese», sospira Claudio Chiarle, segretario della Fim-Cisl di Torino. «L’azienda ha chiesto di poter lavorare nelle Meccaniche di Mirafiori, dove si producono motori e cambi, il 2 e il 24 giugno, due giorni festivi (il secondo è san Giovanni, patrono del capoluogo piemontese, ndr)», prosegue Chiarle. «Noi, abbiamo firmato l’accordo, insieme con la Uilm-Uil e la Fismic, ottenendo come contropartita la conferma di 132 lavoratori interinali già utilizzati lì, 70 dei quali saranno assunti con un contratto a tempo determinato. La Fiom-Cgil ha ritenuto insufficiente questa condizione. Tutti insieme, invece, abbiamo fin qui bocciato la richiesta di sei sabati straordinari per 800 operai delle Carrozzerie, impegnati lungo le linee della Punto, della Musa e dell’Idea perché l’azienda non ha accettato la nostra proposta (ispirata ai princìpi di equità e buonsenso) di impiegare altri dipendenti, sempre delle Carrozzerie, colpiti dalla cassa integrazione». Un meccanico ripara un auto in panne davanti agli uffici della Fiat Mirafiori, a Torino (foto Siccardi). Chiarle parla nel momento in cui le agenzie rilanciano le parole dell’amministratore delegato Sergio Marchionne: «L’interesse per Opel rimane, ma non dipende da noi. La partita non è chiusa». «I lavoratori delle fabbriche italiane seguono le ultime mosse del Lingotto con preoccupato disincanto», sottolinea Chiarle. «Rispetto a quel che potrà capitare domani, a loro importa molto di più il salario eroso, oggi, dalla cassa integrazione. Il "matrimonio" con Chrysler non farà produrre un’auto in più negli stabilimenti italiani. Le Cinquecento verranno fabbricate in Messico e le Alfa Mito negli Usa. Fiat dovrà, però, adeguare gli stabilimenti nordamericani; entra così in gioco il know-how italiano. Altro il discorso per Opel: in caso di accordo sarebbe possibile produrre nel nostro Paese le Opel con stessa "piattaforma" Fiat destinate al mercato interno, saturando così gli stabilimenti italiani». «Marchionne parla di un calo del mercato del 20 per cento: si riferisce a tutti, Fiat inclusa», avverte Chiarle. «Con una metafora possiamo dire che la principale industria italiana ha noie al motore. In Occidente i garage sono pieni. Da noi, ad esempio, c’è un’auto ogni due persone. I mercati più appetibili sono quelli del Sudamerica (in Argentina c’è una macchina ogni 7,3 abitanti; in Brasile, una ogni 9,6) e dell’Asia (in Cina c’è un’auto ogni 76 persone; in India, una ogni 123). In quest’ottica vanno tessute le alleanze». «Per quanto riguarda l’Italia», conclude Chiarle, «ritengo insufficiente difendere in maniera ideologica e aprioristica tutti gli impianti e tutti i posti. Non voglio lasciare indietro nessuno, sia chiaro, ma credo che dobbiamo sfidare l’azienda dimostrandoci disponibili a discutere, a partire dagli orari e dai costi dell’attuale organizzazione del lavoro, in cambio di una vera strategia, di investimenti mirati, di un corretto uso degli ammortizzatori sociali. Una sfida, certo. Sono convinto che tutte le componenti sindacali siano capaci di elaborare una linea condivisa, che eviti la guerra tra poveri. Speriamo che l’azienda e il Governo abbiano a loro volta idee chiare e buona volontà».

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Ecco perché l'Europa deve cominciare a temere gli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ecco perché l’Europa deve cominciare a temere gli Usa PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di ilsussidiario.net , 09.06.2009 17:36 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! La fuga di massa è iniziata. Dopo la clamorosa decisione del fondo governativo di Singapore, Temasek, di lasciare sul tappeto 4,6 dei 7,6 miliardi di dollari investiti pur di uscire dal colosso creditizio Bank of America, a sua volta “cavaliere bianco” di Merrill Lynch e la decisione del fondo sovrano di Abu Dhabi di convertire le obbligazioni di Barclays che possedeva e di liquidare in tempo reale le azioni ordinarie appena ottenute (costringendo Barclays a vendere a Blackrock il suo gioiello del fund management Bgi per 13 miliardi di dollari), ecco un’altra notizia che ci segnala come la terza ondata di crisi sia ben oltre la soglia di casa. Due hedge fund che gestivano complessivamente 1,3 miliardi di dollari dei loro sottoscrittori hanno chiuso, dalla sera alla mattina: accadde così anche nel giugno di due anni fa, quando due fondi speculativi legati a Bear Stearns andarono a gambe all’aria dando il via alla crisi globale. Niente paura, era tutto previsto. Non è un caso, infatti, che mentre i segnali che arrivano dal mercato segnano tempesta, qualcuno ricominci con le previsioni al rialzo e l’ottimismo a prezzo di saldo: Goldman Sachs, infatti, ha fissato a 85 dollari il prezzo che raggiungerà a breve il barile di petrolio. Lo scorso anno parlavano di quota 200 dollari e fallirono ma in parecchi fecero molti, molti soldi grazie alle montagne russe del greggio che schizzò a luglio a 147 dollari il barile dando vita a una danza dei futures mai vista. Questo nonostante non ci sia alcuna ripresa reale in corso per quanto riguarda economie e soprattutto industrie: il fabbisogno energetico della Cina è calato del 10% e sul mercato, anzi nei magazzini, ci sono 100 milioni di barili di greggio pronti alla consegna ma che non verranno consegnati. Se non riparte la crescita, nessuno ha bisogno di petrolio in più. In segue pagina >>

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Ecco perché l'Europa deve cominciare a temere gli Usa pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ecco perché l’Europa deve cominciare a temere gli Usa PRIMO PIANO, clicca qui per leggere la rassegna di ilsussidiario.net , 09.06.2009 17:36 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Gran Bretagna, poi, la grave crisi in cui versa il governo dopo le elezioni locali ed europee sta affondando sia la Borsa che la sterlina, scaricata sia da investitori che da detentori di riserve: proprio ciò che la Bank of England temeva. Difficile dire come si potrà uscire da questa situazione, soprattutto perché la lista dei paesi in deflazione si allunga di giorno in giorno, impietosamente: Irlanda -3,5; Thailandia -3,3; Cina -1,5; Svizzera -0,8; Stati Uniti -0,7; Singapore -0,7; Taiwan -0,5; Belgio -0,4; Giappone -0,1; Svezia -0,1: Germania 0. Insomma, ogniqualvolta i mercati reagiscono in maniera positiva agli indicatori macro, allora è giunto il momento di preoccuparsi davvero. Il fronte bancario, poi, continua a macinare perdite: ieri è stato il turno di Fortis, Ubs e Barclays, quest’ultima colpita da vendite a pioggia poiché la cessione di Bgi significa disperata necessità di capitalizzare dopo la fuga degli emiri. Una rights issue è esclusa dopo il colpaccio sull’azionario compiuto dai “salvatori” di Abu Dhabi, quindi si vende: certamente il Core Tier 1 della banca britannica, se la vendita andrà in porto, non dovrà più temere la prova del nove degli stress tests ma la sua operatività - e quindi redditività sui mercati - appare pressoché annullata. Non va meglio negli Usa dove Citigroup e Bank of America perdevano il 3% già negli scambi pre-mercato: sarebbe interessante sapere se Barack Obama, dopo aver scorrazzato in giro per Europa e Medio Oriente, intende fare qualcosa visto che la ricetta Geithner appare del tutto incapace di risolvere la crisi strutturale delle banche Usa, potenzialmente insolventi dalla prima all’ultima. E anche la strategia industriale, ovvero la vendita di Chrysler a Fiat ieri ha subito una brusca frenata dopo che i fondi pensione dell’Indiana, investitori nel gigante segue pagina >>

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Banche: R&S,italiane prudenti, quelle cinesi piu' redditizie (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 09-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Banche: R&S,italiane prudenti, quelle cinesi piu' redditizie ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 09.06.2009 17:15 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - MILANO, 9 GIU - le banche italiane sono tra le piu' prudenti a livello globale, le piu' redditizie sono in Cina. Emerge dal rapporto R&S (Mediobanca). La prudenza degli istituti del Belpaese (UniCredit e Intesa SanPaolo sono nel campione della ricerca) e' dimostrata anche dal fatto che hanno chiuso il 2008 con utili netti pari al 14,6% del fatturato, contro il meno 6% delle maggiori banche europee. Quanto alle perdite su crediti in Italia si attestano al 13,4% contro il 23,6% del settore europeo. Gli istituti cinesi hanno evidenziato un utile per azione (Roe) nel 2007 al 17,8% attestandosi su livelli piu' elevati sia dell'Europa (15,7%) che degli Stati Uniti (9,8%). L'ingresso dei Governi nell'azionariato delle banche e' costato all'amministrazione statunitense circa 34 miliardi in piu' rispetto ai Paesi dell'Unione europea: i fondi pubblici affluiti nelle casse delle principali banche europee sono ammontati a 52 miliardi di euro, a fronte dei 119,6 miliardi di dollari (circa 86,2 miliardi di euro) versati dal Governo Usa. I piani di salvataggio delle banche negli Usa sono 702 rispetto ai 45 in Europa ma il saldo finale si preannuncia piu' salato nel Vecchio Continente. Secondo il rapporto gli indicatori adottati da Basilea II per il livello di solvibilita' delle banche 'sono fuorvianti in un'ottica diagnostica'.(ANSA).

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Nordcorea: Quasi pronta all'Onu bozza per nuove sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea: Quasi pronta all'Onu bozza per nuove sanzioni 10 giugno 2009 alle 00:08 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti I cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu sono vicini a un accordo sulla risoluzione per imporre nuove sanzioni alla Corea del Nord. Lo rendono noto fonti diplomatiche. Usa e Giappone stanno spingendo per un irrigidimento delle misure dopo che Pyongyang ha lanciato i suoi test missilistici a maggio. Più morbida invece la posizione di Cina e Russia. Secondo le fonti l'intesa sarebbe quasi conclusa a parte uno dei paesi che tenderebbe ad ammorbidire le posizioni. Oggi Pyongyang ha minacciato "un'offensiva spietata" nel caso in cui verranno adottate sanzioni. AGI

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Macché flop Pdl, lasceremo libertà di voto (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Macché flop Pdl, lasceremo libertà di voto» Maurizio Castro rivendica la bontà della scelta di Giorgio De Bastiani VITTORIO VENETO. Il senatore Maurizio Castro, fondatore del Pdl, con Toni Da Re o con Giuseppe Costa? «Io, da bipartitista convinto, il 21 giugno andrò a votare sì al referendum. E fra qualche giorno deciderò se ritirare anche la scheda delle elezioni comunali: ma non vi dirò quale nome vergherò; sarebbe discorsivo». Ma l'alleanza De Bastiani quali decisioni prenderà sul ballottaggio? «Si troverà nei prossimi giorni per decidere. La mia opinione è di lasciare piena libertà di voto ai nostri elettori: di scegliere il candidato meno peggiore, o di non scegliere nessuno. Non esistono le condizioni per convergere sulla Lega, la cui idea di città, ruvida e banale, non ci piace; e nemmeno per sostenere il PD, tanto più se, allargandosi all'area antagonista, arretrasse a semplice cartello delle vecchie sinistre». Perché questo flop del Pdl e dell'Udc? «Ma quale flop? Abbiamo perso per un pugno di voti e questo acuisce il rammarico, ma anche la consapevolezza che avevamo visto giusto. Il voto non ha affossato la nostra idea, ma solo rivelato ch'era profetica, e dunque prematura in termini di coagulo del consenso intorno ad essa. Abbiamo fatto un investimento per la prossima volta, quando ci riproveremo, e molto più attrezzati». Giorgio De Bastiani era il candidato giusto? «Si è rivelato un ottimo leader, affidabile, leale, perseverante. Punterò ancora su di lui. Faccio i complimenti a Da Re e a Costa per il loro successo. Ma, con tutto il rispetto, continuo a non considerarli adatti al rilancio di Vittorio: Da Re è il capo militare di un partito a vocazione egemonica, e reca con sé una prospettiva di estraneità alla tradizione culturale della città; Costa è l'erede di una visione ulivista, un pò burocratica e ripetitiva, che ha già bloccato lo sviluppo di Vittorio negli Anni Novanta. Chiunque vinca, spero che non renda irreversibile la decadenza vittoriese». Nessun rimpianto, dunque, per la mancata alleanza con la Lega? «Sono stati loro a non volerci, in ogni caso è stato importante aver contribuito con il risultato vittoriese del Popolo delle Libertà a mantenere il primato elettorale in Regione, evitando il sorpasso leghista e una meccanica cessione della presidenza veneta». A proposito, a chi la presidenza della Regione Veneto? «Auspico che la presidenza veneta resti al PdL: in questa drammatica fase della post-globalizzazione, serve una cultura economica propulsiva e internazionalmente aperta per aumentare la qualità competitiva del nostro sistema d'impresa. Noi siamo più convincenti della Lega, in questa direzione. Magari, la Lega potrebbe essere utile a guidare lo svecchiamento d'una regione il cui modello savoiardo e fordista è in crisi come il Piemonte». (f.d.m.)

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SCOTTA' Porto Treviso in Europa difenderò i nostri marchi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Francesco Dal Mas SCOTTA' «Porto Treviso in Europa difenderò i nostri marchi» Equiparare i salari dei nostri lavoratori alle zone più ricche VITTORIO VENETO. «Porterò in Europa la Marca che produce. E che lo fa salvaguardando l'ambiente e la qualità della vita, attraverso la sicurezza e la protezione sociale». è il programma di Giancarlo Scottà, neoeletto europarlamentare della Lega Nord, assicurando che con questi presupposti si batterà a Bruxelles perché «i salari dei nostri lavoratori siano pari a quelli delle aree più produttive d'Europa». Davvero ambizioso l'impegno dell'ex sindaco di Vittorio Veneto, catapultato in Europa dalla messe di ben 45 mila preferenze, terzo più votato del Carroccio nel Nordest. Cinquantasei anni, sposato, due figli, la casa sul balcone panoramico di Carpesica, insegnante di educazione artistica, per dieci anni sindaco di Vittorio Veneto, Giancarlo Scottà è consigliere provinciale e da pochi giorni anche consigliere comunale. Bossi, arrivando in città, l'ha messa sull'avviso: chi va a Strasburgo deve lavorare, non può limitarsi a scaldare la sedia. «Se è per questo Gentilini ha aggiunto che quelle poltrone non sono per sederi dolci, ma quadrati. Ho già messo a disposizione del partito i miei incarichi, a Vittorio e a Treviso, perché voglio dedicarmi completamente alla nuova missione». Ammetterà che la sua esperienza in campo europeo è tutta da costruire. «Sono un neofita. Lo ero anche quando venni eletto sindaco la prima volta. Eppure ho garantito 10 anni di buon governo ai vittoriesi. Da amministratore di una città come Vittorio ho ben compreso, comunque, quali sono i problemi su cui giocarsi». Proviamo ad immaginare: le quote latte. «C'è Luca Zaia, per quelle. Io farò da sentinella. Ma in questi dieci anni ho visto crescere tra Vittorio Veneto e Conegliano le più accattivanti industrie del Nord Italia. Un nome per tutti, la Permastelisa. Ma tante delle nostre e piccole aziende si sono pure loro internazionalizzate. Ecco, io voglio portare in Europa questo patrimonio produttivo, tipico della Marca (in quanto a professionalità, sia dei dirigenti che dei lavoratori). Lo difenderò dall'assalto della globalizzazione. Tutelerò i marchi, l'origine dei prodotti». Se serve con i dazi? «Con forme compatibili di protezionismo. Attenzione, però: non basta mettere in sicurezza le piccole e medie aziende, ma anche i loro collaboratori». Intende i manager? «No, tutti i lavoratori: Se la Permastelisa e tante altre aziende vittoriesi (perché non ricordare la storica Bottoli?) sanno competere a tutte le latitudini - e altrettanto dicasi per la maggior parte delle imprese di Marca -, perché non rivendicare per i loro addetti un trattamento anche salariale pari a quello praticato nelle aree produttive allo stesso livello della Marca?». Se permette è un interrogativo retorico. Il carico fiscale nel nostro Paese è di gran lunga superiore. «Arriva il federalismo fiscale e questo dovrebbe trascinarsi appresso una riforma del fisco per le persone e le imprese. In quest'area più europea di ogni altra, in Italia, sono inaccettabili i livelli di salario dei nostri lavoratori». Ma l'ambiente, con tutto questo, che cosa c'entra? «In Europa deve finire non solo la nostra economia, anche il contesto ambientale, sociale e culturale in cui matura. E che la fa diversa da ogni altri. Quando parliamo di Prosecco, ad esempio, parliamo di un humus culturale specifico, di un dna con elementi perfino di religiosità. Una cura religiosa sovrintende la coltivazione di colline e campagne. Con le loro diversità produttive. Altro che l'omologazione». Lei, dunque, si batterà contro gli Ogm? «Se lo fa il ministro perché non lo dovrebbe fare l'ultimo leghista? Da questo punto di vista rassicuro i trevigiani: a aStrasburgo mi curerò della loro sicurezza alimentare. Nessun prodotto in tavola che non sia garantito dalla tracciabilità». E per quanto riguarda la sicurezza più in generale dei cittadini? Lei da sindaco si è distinto per non aver assunto misure draconiane contro gli immigrati. Non ha istituito neppure le ronde. «Non ce n'era bisogno, a Vittorio Veneto. L'Europa dovrà imparare dalla Marca, dove l'integrazione è più alta che in ogni parte d'Italia, proprio perché gli amministratori della Lega fanno rispettare le regole. E sarà proprio questo il modello che porterò a Strasburgo».

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Investimenti per 16 milioni in Italia (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Cina Usa

LA ASKOLL DI VICENZA Investimenti per 16 milioni in Italia VICENZA. La Askoll, acquisito il gruppo Usa Emerson, a cui facevano capo anche gli stabilimenti di Moncalieri-Torino (ex Plaset) e Castell'Alfero-Asti (ex Ceset), ha annunciato investimenti per 16 milioni di euro. L'azienda, fondata nel 1978 con sede a Vicenza, produttore di motori elettrici sincroni che trovano applicazione in molti elettrodomestici come lavabiancheria e lavastoviglie, ha scelto di fermare la delocalizzazione delle produzioni di Plaset e Ceset e di investire in Italia. Il piano industriale del gruppo, infatti, prevede investimenti per 16 milioni di euro nel biennio 2009-2010, di cui 9 milioni per Moncalieri dove rimarranno 158 persone e 7 milioni per Castell'Alfero dove resteranno in 204, rispetto agli attuali 658 occupati. L'accordo, raggiunto con i sindacati e firmato presso la Regione Piemonte, prevede la richiesta di cassa integrazione guadagni straordinaria per 24 mesi, l'attivazione di processi formativi per riqualificare il personale, la ricollocazione lavorativa per il 25% dell'esubero complessivo (70 persone). Undici unità operative tra Italia (sei stabilimenti), Brasile, Messico, Slovacchia Romania e Cina, con rappresentanze commerciali negli Usa e in Corea del Sud. Il fatturato è di oltre 400 milioni a cui contribuiscono oltre 2.800 collaboratori.

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Globalizzazione e identità culturale Treviso si specchia tra libri e musica (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Globalizzazione e identità culturale Treviso si specchia tra libri e musica «Treviso allo specchio» il prossimo fine settimana nella Loggia dei Cavalieri. A partire da venerdì e fino a domenica la redazione di «Nero Plasma», la rivista del Centro Giovani di Treviso, proporrà ai trevigiani un percorso fra i temi della globalizzazione, dell'identità culturale e del localismo, attraverso una chiave di lettura tutta speciale: quella dei libri e del mercato editoriale locale, settore dalla sopravvivenza gracile, ma, nonostante questo, specchio privilegiato della cultura trevigiana contemporanea. Il taglio del nastro sarà venerdì alle 18, nella cornice speciale della Loggia dei Cavalieri. Alle 18.30 si terrà il convegno introduttivo «L'identità culturale ai tempi della globalizzazione. I posti, il luogo: lo spettro della differenza», che presenterà al pubblico alcune riflessioni sui concetti cardine di globalizzazione e identità culturale e locale. Al dibattito parteciperanno il presidente della casa editrice veneziana Marsilio, Cesare De Michelis, Ulderico Bernardi, sociologo dell'università di Venezia, Eduardo Zarelli, presidente di Arianna Editrice di Bologna, Daniele Ungaro, docente di sociologia politica a Teramo e Trieste, e Amerigo Manesso, dell'istituto di ricerca storico Istresco. Sabato e domenica invece si svolgerà una piccola fiera dell'editoria locale, uno spettacolo musicale e teatrale con gli artisti trevigiani Ricky Bizzarro e Mirko Artuso dal titolo «Cavalieri erranti» (sabato alle 21.30) e una serie di presentazioni di libri con l'autore. Fra questi Anna Momigliano, scrittrice del libro edito da Marsilio «Karma Kosher. I giovani israeliani tra guerra e pace, politica e rock'n' roll», alle 11.15 di sabato e Francesca Meneghetti, autrice della raccolta di testimonianze «Non chiedermi da dove vengo, ma come vivo. Treviso: le seconde generazioni di immigrati si raccontano» (edizioni Istresco). Domenica sarà la volta di Luigi Urretini e della sua opera «Giovanni Comisso. Un provinciale in fuga» (edito da Istresco, Cierre Edizioni, Gabinetto di Lettura Este), alle 12.15, e di Giulio Casale (nella foto) con il libro «E intanto corro» della Garzanti, alle 17. Chiuderà l'incontro il convegno «Nemo profeta in patria» che, attraverso l'intervento di editori, librai, bibliotecari, autori e giornalisti (fra questi Sara Beltrame e Silvano Zanetti, presidente dell'associazione editori del Veneto), cercherà di fare il punto su quali strategie siano oggi possibili per farsi testimoni di un territorio. «E' possibile che l'esperienza si ripeta nei prossimi anni - spiega Alberto Trentin, responsabile del progetto - magari con altre chiavi di lettura locali come l'artigianato e lo sport. Il nostro obiettivo è provare a dare un'immagine poliedrica della nostra città». Il progetto è stato finanziato dalla Regione del Veneto. (Laura Canzian)

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sussidi e barriere, ecco il nuovo protezionismo - maurizio ricci (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 23 - Economia Sussidi e barriere, ecco il nuovo protezionismo Inutili gli inviti del G20, dall´inizio della crisi boom di strette ai commerci I provvedimenti sono cresciuti del 55% da quando è partita la recessione, soprattutto ad opera dei paesi ricchi Rispetto al passato i singoli Stati si affidano sempre meno a dazi e svalutazioni, al primo posto le misure anti dumping MAURIZIO RICCI La recessione mondiale sta avendo un impatto devastante sul commercio mondiale. Il volume degli scambi si sta riducendo in misura anche più severa di quanto avvenga per la produzione industriale e più rapidamente di quanto avvenne nella Grande Depressione degli anni ´30. Già a marzo, il Wto prevedeva una contrazione dell´import-export globale del 9 per cento, nel corso del 2009 - la prima riduzione dal 1982 - ma ora la Deutsche Bank stima che la riduzione possa arrivare al 15 per cento, con effetti moltiplicati in un´economia mondiale largamente globalizzata. All´origine di questa paralisi assume un peso crescente il ritorno delle tentazioni protezionistiche. L´allarme è stato lanciato sia dal Wto che dalla World Bank: dall´ottobre 2008 si sono registrate 89 misure di restrizione del commercio in vari paesi e 23 solo da quando, ad inizio aprile, i paesi del G20 hanno ribadito il loro impegno al libero commercio, proprio per evitare la spirale delle guerre commerciali della Grande Depressione. La rinascita del protezionismo, in realtà, argomenta una ricerca della Deutsche Bank, sta assumendo forme diverse da quelle di settanta anni fa. Di svalutazioni competitive delle monete, per ora, non c´è traccia e anche lo strumento principe delle guerre commerciali di allora - i dazi doganali - viene usato relativamente poco. La Russia ha imposto nuovi dazi del 15-20 per cento sull´import di ferro e acciaio, del 30 per cento sulle auto, del 20 per cento sui mezzi pesanti. L´India del 20 per cento sulla soia. Argentina e Brasile hanno alzato le tariffe per vino, mobili e tessili. Le regole del Wto, in questi casi, sono impotenti perché, in realtà, questi paesi, negli anni scorsi, avevano abbassato i loro dazi al di sotto delle soglie massime imposte dallo stesso Wto (il dazio medio, in India, era dell´11,5 per cento contro un massimo teorico del 36 per cento). Solo un terzo delle misure protezionistiche messe in atto, tuttavia, secondo la Deutsche Bank, riguarda i dazi. Il motivo è semplice: i tre quarti del commercio mondiale avvengono all´interno di aree di libero scambio, come la Ue, il Nafta o fra i paesi dell´Ocse, dove la tariffa è obbligatoriamente quella del Wto. Il protezionismo attuale segue invece la via delle barriere non tariffarie: giri di vite alla burocrazia doganale, abuso di misure antidumping, sussidi alle aziende nazionali o introduzione di nuovi standard tecnici o sanitari più restrittivi. Il grosso delle nuove misure protezionistiche (19 delle 23 denunciate ad aprile dal Wto) riguarda provvedimenti anti-dumping. Queste misure - teoricamente di autodifesa contro ribassi artificiali dei prezzi da parte di aziende estere - sono cresciute del 55 per cento dall´inizio della recessione, soprattutto ad opera dei paesi ricchi. Gli stessi che più hanno battuto la strada dei sussidi: Usa, Canada, Giappone, Svezia, Francia, Brasile e Gran Bretagna hanno adottato incentivi volti a favorire la produzione nazionale di auto. Più corretta la strada scelta da Germania, Italia, Cina, Brasile e Corea, dove gli incentivi non discriminano i produttori stranieri. Ancora più massiccio il ricorso ai sussidi in campo agricolo: la Ue, ad esempio, da gennaio ha reintrodotto il rimborso per i minori prezzi dell´export ai produttori di burro, formaggio e latte. Anche più insidioso il ricorso a restrizioni anti-estere nei vari programmi di stimolo economico. Il caso più famoso è la clausola "buy american" nel programma Usa di rilancio delle infrastrutture. E´ qui che il boomerang del protezionismo è più evidente: l´Institute for International Economics ha calcolato che mille posti di lavoro in più creati dal trattamento preferenziale per le aziende Usa della clausola "buy american" comporterebbe la perdita di 65 mila posti di lavoro nell´industria esportatrice nel caso di ritorsioni commerciali dei paesi discriminati dalla clausola.

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Una lettera di congratulazioni da Fabio Roversi Monaco per il progetto Versi in libertà&#... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

BREVI DALLA PROVINCIA pag. 23 Una lettera di congratulazioni da Fabio Roversi Monaco per il progetto Versi in libertà&#... Una lettera di congratulazioni da Fabio Roversi Monaco per il progetto Versi in libertà' ed una quarantina di ragazzi premiati. E' l'esito dell'iniziativa sviluppata dal polo scolastico di Castiglione dei Pepoli grazie alla quale tanti giovani allievi-poeti hanno fatto testi in tutte le lingue del mondo. Gli autori sono stati oltre duecento. «L'obiettivo che ci siamo preposti afferma Gianni Serantini, insegnante è quello di affratellare le culture, i modi di pensare differenti, globalizzando i valori e gli ideali». Il presidente della Confartigianato, Gianluca Muratori ha posto l'accento sulla preparazione culturale nella scuola moderna. Hanno contribuito alla manifestazione Fondazione Carisbo, Confartigianato, la direttrice Giovanna Petazzoni della libera Università Agem. Veronica Balboni

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di NUCCIO NATOLI ROMA CHE L'ITALIA piaccia ai cinesi non... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA E FINANZA pag. 26 di NUCCIO NATOLI ROMA CHE L'ITALIA piaccia ai cinesi non... di NUCCIO NATOLI ROMA CHE L'ITALIA piaccia ai cinesi non è una novità. Che i cinesi abbiano grande disponibilità finanziarie è risaputo. Che i grandi capitali cinesi investano in Italia potrebbe diventare una realtà. «La Cina ha ciò che manca all'Europa: una liquidità che supera i 100 miliardi di dollari. Sono risorse fresche che intendono investire in Europa per riequilibrare la loro bilancia commerciale troppo in attivo», spiega il viceministro allo sviluppo, Adolfo Urso, a conclusione della missione a Pechino. Finora i capitali cinesi hanno snobbato l'Italia. «E' vero, ma il vento sta cambiando. A febbraio i cinesi hanno investito in Germania, Inghilterra e Svizzera oltre 13,5 miliardi di dollari. Ora potrebbe toccare a noi». Aprire le porte ai cinesi è l'obiettivo della sua missione a Pechino? «Sì, ne ho parlato con il viceministro del Commercio estero, Gao Hucheng e quello degli esteri del partito comunista cinese, Guo Yezhou. Ho avuto anche incontri finanziari con il governatore di Exim bank, Zhu Xinqiang, con il presidente del China Investment Coroporation, Gao Xiqing e con l'amministratore delegato di Hna, Wang Jian». Incontri per preparare che cosa? «Una visita dei cinesi in Italia nella prima settimana di luglio. I rappresentanti politici di Pechino, in compagnia di molte grandi aziende cinesi, verranno per studiare la situazione e decidere se e che cosa comprare». Da dove nasce questo improvviso interesse? «Non è improvviso. L'Italia è già il primo paese per il turismo cinese e i nostri prodotti sono molto apprezzati. A marzo il nostro export in Cina è cresciuto dell'8%». Verranno in Italia con qualche idea precisa? «Più di una. Mi risulta, ad esempio, che un loro fondo sia molto interessato all'acquisto di un cementificio». Solo un cementificio? «No, c'è grande interesse per alcune aziende del comparto manifatturiero avanzato, della logistica e del turismo». Insomma uno shopping in grande stile. «In questa fase di crisi economica, è importante che arrivino capitali freschi. Significheranno più sviluppo, più lavoro, più occupazione. Certo noi saremo molto attenti». A che cosa? «Che non si verifichino azioni predatorie, che siano salvaguardati le strutture industriali, l'occupazione e i marchi». Nel 2006, l'allora presidente del consiglio, Romano Prodi, tentò qualcosa di simile, ma si scatenarono molte polemiche. «E' vero, ma furono polemiche sbagliate che non condivisi. Ora, però, la situazione è molto diversa, non è più la Cina rapace di allora. Sto lavorando proprio per consolidare i fili con Pechino nel reciproco rispetto degli interessi italiani e cinesi». Venticinque anni fa con i giapponesi accadde qualcosa di simile. «E' vero. Il Giappone investi molto in Usa, un bel po' in Europa e quasi niente in Italia. Lavoriamo perché stavolta vada in modo diverso». Lei è considerato dai cinesi un vero amico'. «Hanno molto apprezzato che nel 2004, quando scoppiò l'epidemia di Sars, fui l'unico politico europeo a non annullare un viaggio di Stato a Pechino. I cinesi se lo ricordano e credo mi siano grati ancora oggi». Oltre il cementificio c'è qualche altro progetto in fase avanzata? «Ce ne sono parecchi, ma forse il più avanzato è quello della società Hna». Che cosa è questa Hna? «Una società che impiega 39mila dipendenti e che ha tra i suoi asset hotel, flotte aeree e turismo». Che cosa vorrebbe fare la Hna? «La loro intenzione è investire in Sicilia, in particolare nel porto di Augusta e pensano perfino di costruire un aeroporto nella piana di Enna».

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L'Università del Montana chiama Brescia (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 10/06/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:la città L'Università del Montana chiama Brescia Il prestigioso ateneo americano ha individuato (in collaborazione con il World Trade Center) la nostra città come partner ideale per la formazione culturale dei propri studenti. Il «progetto campus» nell'ex Distretto Il complesso dell'ex caserma Goito potrebbe diventare un campus Il Montana chiama, Brescia ha la grande opportunità di rispondere. L'Università del Montana (che ha acquisito grandissima fama internazionale, tanto da essere considerata l'«Harvard dell'Ovest») ha infatti individuato nella nostra città il «partner corretto» (questo è il termine usato dal prof. Arnold Sherman, che, oltre ad essere docente in quell'Ateneo è anche presidente del World Trade Center del Montana). Un partner nella formazione dei propri studenti e dirigenti, perfetto per dimensioni, tradizioni e cultura (in campo umanistico, economico ed imprenditoriale): un'opportunità di realizzare un ambizioso programma che farebbe del «made in Brescia» una porta sul futuro e sulla globalizzazione. Un'operazione che è già molto più di un progetto, visto che i primi contatti sono stati sviluppati nel 2006 grazie al connubio diretto tra i Wtc del Montana e quello bresciano e che, nei tre anni successivi, ha visto decine di docenti e studenti statunitensi partecipare a Summer school (scuole estive) nella realtà universitaria, imprenditoriale, turistica e culturale bresciana. Quest'anno la Summer school è già in corso (si concluderà il 17 giugno) ed i giovani del Montana visitano realtà imprenditoriali bresciane e partecipano a giornate di studio con l'Università di Brescia e l'Università Cattolica: ieri ne hanno parlato al Centro Paolo VI lo stesso prof. Sherman, l'ing. Giacinto Musicco (Wtc Brescia), il prof. Mario Taccolini (direttore del Dipartimento di Scienze storiche dell'Università Cattolica) ed il dott. Arnaldo Biena, presidente dei Giovani commercialisti e coordinatore del Gruppo «Giovani per un progetto» di Brescia). L'idea forte dell'Università del Montana sarebbe quella di poter realizzare un campus universitario permanente a Brescia, utilizzando le strutture della caserma Goito, già sede del Distretto militare: una realtà che, a regime, potrebbe ospitare, a rotazione, quattromila studenti americani ogni anno (con un «ritorno» economico che, a seconda della permanenza solo estiva o per l'intero anno, oscillerebbe tra i 16 ed i 64 milioni di dolari). Un percorso che sarebbe certo utile in prospettiva anche turistica, coinvolgendo quindi lo scalo aeroportuale di Montichiari. E le possibilità per i nostri operatori in tutti i settori si annunciano ancora più ampie se si considera che, contemporaneamente, viene lanciato (in collaborazione con Flat Earth Imports) il marchio «Autentico italiano», che mira ad esportare negli Usa produzioni nazionali di qualità, garantite al 100%, senza intermediazioni. Alle idee ed alle prospettive è dedicato il convegno che si terrà al Centro Paolo VI lunedì 15 giugno (dalle 17.30 alle 20, con partecipazione gratuita: basta confermare la presenza con un sms al numero 348/9323764). Diviso in quattro sessioni, vedrà la partecipazione di prestigiosi docenti del Montana, insieme a Marco Belfanti (direttore del Dipartimento studi sociali dell'Università di Brescia): dedicheranno la loro attenzione al tema dell'innovazione e della globalizzazione, letta in chiave di marketing del territorio e dell'educazione. Il Montana, dunque, chiama: Brescia e le sue istituzioni hanno ora un'imperdibile opportunità di rispondere. Purché lo facciano con tempi che possano, si spera, sembrare accettabili anche agli americani Massimo Cortesi

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politici col trucco e noemi tiene banco (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEGUE DALLA PRIMA POLITICI COL TRUCCO E NOEMI TIENE BANCO E poi passano volentieri al trucco per un velo di fondo tinta e tinture di capelli di varie sfumature, dal nocciola all'ebano, contraddistinte da una totale omogeneità cromatica dei singoli capelli, senza dissidenti peli grigi o, Dio non voglia, bianchi. Il voto europeo citato a mala pena, mai protagonista della campagna anche se tutti dicono che è importante, ma in realtà non si sa bene a cosa servano i parlamentari europei se non a se stessi e numerose famiglie: nessuno che dica cosa ha fatto di buono nella scorsa legislatura e programmi generici, del tipo: "Porterò la Toscana in Europa", o "L'Europa in Toscana", indifferentemente. Noemi tiene banco, e si scopre che con la globalizzazione una foto fatta in Sardegna, ma inviata via Internet (in un secondo) a un'agenzia in Colombia può in tempi altrettanto brevi finire in prima pagina del giornale spagnolo "El Pais" che qualche detrattore italiano o ceco (visto che il premier di quel paese è coinvolto nelle immagini) definisce "quotidiano socialista" come se fosse "L'Avanti" del 1919. E di qui sui siti di tutto il Mondo, Italia e isole comprese, e non escluso il sito del TgCom. Si parla tanto dello scandalo, che è indubbio, ma non rimane tanto tempo per parlare di programmi, cose da fare, scelte che riguardano i cittadini. I sondaggi, poi. I sondaggi sarebbero merce delicata, da trattare con la massima cautela. Secondo le prescrizioni dell'Autorità delle comunicazioni una emittente dovrebbe citare, nell'ordine: a. il soggetto che ha realizzato il sondaggio; b. committente e acquirente; c. i criteri di formazione del campione; d. il metodo di raccolta ed elaborazione dei dati; e. il numero di persone interpellate e l'universo di riferimento; f. la data di realizzazione del sondaggio. Ma che succede se un politico intervistato spara le sue previsioni travestite da sondaggi? E che accade se è il presidente del consiglio in persona a dirsi certo dei sondaggi a suo favore, snocciolando le cifre relative? C'è qualche giornalista disposto a chiedergli tutti i dati, da a e f, che corroborano quel risultato atteso? Adesso aspettiamo i ballottaggi, anche perché il duello a due è di per sé la forma più televisiva possibile, anche per un'emittente locale che voglia impegnarsi in questa forma di "infotainment" (informazione + intrattenimento, entertainment), e ce ne sono. La Toscana sarà una delle piazze di più combattute e controverse, visto lo sbarco della Lega Nord oltre gli Appenini, cari a Tremonti come habitat naturale del PD. Vedremo: intanto manca all'appello l'oggetto misterioso, quello di cui nessuno parla e pochi capiscono, assente più degli stessi radicali da tutta la campagna: il Referendum. Si vota tra pochi giorni, ma la nebbia è ancora fitta. E non solo in Val Padana. Enrico Menduni

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Il rapporto del Sipri diffuso a Stoccolma (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

LA SPESA MILITARE SEGNA UN NUOVO RECORD Il rapporto del Sipri diffuso a Stoccolma La spesa militare globale ha raggiunto un nuovo record, testimonia l'annuale rapporto diffuso dal Sipri, l'Istituto internazionale di ricerche per la pace di Stoccolma. Infatti la spesa militare globale è aumentata del 4% nell'anno 2008, raggiungendo i 1.464 miliardi di dollari: dal 1999 è salita del 45%. Quella della difesa sembra l'unica industria mondiale a godere di buona salute dunque. Anche le operazione di «peace-keeping» internazionali sono aumentate (dell'11%), con 187mila persone convolte, un altro record. Tra le prime dieci aziende del settore militar-industriale troviamo Boeing, Bae Systems, Lokheed Martin, General Dynamics, Raytheon, Eads, L-3 Communications, Finmeccanica e Thales. In tutto, le prime 100 aziende hanno fatturato 347 miliardi nel 2007, e sono in gran parte americane ed europee. Qquanto a spesa, gli Usa restano al primo posto (607 miliardi di dollari nel 2008) seguiti dalla Cina (84,9 miliardi).

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Meno rischi se l'istituto è vicino (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Sud)" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sud sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-10 - pag: 3 autore: INTERVISTA Gianfranco Torriero Direttore centrale Abi «Meno rischi se l'istituto è vicino» Nonostante la crisi, nel 2008 le banche hanno registrato in Italia una crescita di un migliaio di sportelli (+2,8%), percentualmente maggiore per le Popolari e le Bcc rispetto ai grandi gruppi. Per Gianfranco Torriero, 49 anni, direttore centrale dell'Abi e responsabile del Centro studi e ricerche, non si tratta però di una sorta di rivincita sulla globalizzazione. Come spiega questi dati? All'inizio degli anni Novanta, quando è partita la liberalizzazione, c'erano 15mila sportelli, ora siamo a 34mila; il tasso di crescita è stato particolarmente elevato nei primi anni perchè si partiva da un notevole sottodimensionamento. Un elemento molto importante per spiegare la tenuta del sistema bancario durante la crisi internazionale tra 2008 e inizio 2009 emerge da un recente studio dell'Abi: in tutte le province in cui c'è un maggior numero di punti di contatto, quindi una minore distanza fisica tra imprese e sportelli bancari, c'è anche una riduzione del grado di rischiosità. E questo vale per tutte le tipologie di banche, senza differenziazioni statisticamente significative. Ma le Popolari o le Bcc sono più dinamiche in questa fase? Se guardiamo i prestiti a residenti e amministrazioni pubbliche, la relazione della Banca d'Italia cita, per il 2008 sul 2007, un incremento del 4,6% per le banche Spa contro un +6,3% per le Popolari e un +11,3% per le Bcc. Se depuriamo i dati dai crediti passati in sofferenza, quel +4,6% delle Spa diventa un +5,3%; il 6,3% delle Popolari un +6,1%; per le Bcc resta il +11 per cento. In Italia sono serviti da almeno uno sportello bancario quasi seimila Comuni. Qualè il raffronto con gli altri Paesi europei? A fine 2000 operavano in ciascuna provincia italiana 25 banche, diventate 28, nonostante tutto, a fine 2008. Ci sono 5,7 sportelli ogni 10mila abitanti. Nella copertura si è recuperato tantissimo, fino ad allinearci ai livelli europei: per esempio, a livello di sportelli automatici, in Italia ogni punto serve 1.233 abitanti, nell'Unione Europea a 25 ne serve 1.240. Barbara Bisazza © RIPRODUZIONE RISERVATA Alla guida del Centro studi Abi. Gianfranco Torriero

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Appello delle famiglie a Pyongyang. Sanzioni più vicine (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

GIORNALISTE USA PRIGIONIERE Appello delle famiglie a Pyongyang. Sanzioni più vicine Le famiglie delle giornaliste americane Euna Lee e Laura Ling, condannate dalla Corea del nord a 12 anni di lavori forzati per ingresso illegale, hanno rivolto ieri un appello a Pyongyang perché dia «una prova di compassione». Il presidente Barack Obama starebbe valutando se inviare Al Gore per negoziare il rilascio delle due giornaliste. I nordcoreani, riferiscono fonti anonime di Mosca, starebbero intanti preparando nuovi test balistici, che infiammerebbero ulteriormente gli animi. Una fonte diplomatica Onu, anch'essa anonima, ha riferito che il Consiglio di sicurezza sarebbe vicino a un'intesa per imporre nuove sanzioni contro la Corea del nord. «Abbiamo il necessario consenso per un accordo ma una delegazione deve ancora avere la risposta dalla sua capitale», ha detto la fonte alla stampa del Palazzo di Vetro. Il paese sarebbe la Russia, che esprime perplessità dopo che Cina e Usa avevano raggiunto un accordo di massima nelle ultime 24 ore.

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Germania e Cina, salvate il soldato Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-06-10 - pag: 1 autore: SQUILIBRI GLOBALI Germania e Cina, salvate il soldato Usa di Martin Wolf I paesi creditori sono preoccupati per la sicurezza dei loro averi. è questo il legame tra le due notizie economiche più importanti della settimana scorsa:l'attacco della cancelliera Angela Merkel alla politica monetaria perseguita dalle banche centrali, compresa la sua, cioè la Banca centrale europea; e le pressioni sul segretario al Tesoro americano, Tim Geithner, perché convinca i cinesi che non devono temere per i loro crediti nei confronti del governo americano. Forse è un timore eccessivo, ma solo se i paesi creditori contribuiscono a riequilibrare la bilancia globale dei pagamenti, altrimenti i paesi debitori esporteranno i costi della propria uscita dalla crisi, oppure verranno spinti a una forma di default. I creditori devono scegliere. Germania e Cina hanno molto in comune: per esempio, la loro bilancia commerciale ha i due maggiori surplus al mondo, rispettivamente di 235 e 440 miliardi di dollari nel 2008, e sono entrambi esportatori agguerriti di prodotti industriali. Di conseguenza, hanno sofferto del crollo della domanda da parte di compratori sovraindebitati e si sentono bistrattati. Perché mai, si chiedono, i nostri popoli virtuosi devono patire perché i nostri clienti hanno scialato fino a rimanere al verde? Ma i due paesi sono anche molto diversi. La Germania è un produttore globale e altamente competitivo di merci e anche una potenza regionale che dal 1999 ha una moneta comune con i paesi vicini. Il problema è che la spesa spropositata di questi ultimi ha controbilanciato i suoi surplus. Ora che i debitori hanno fatto bancarotta, la domanda interna nei loro paesi sta crollando e questo porta a un'immensa espansione dei deficit fiscali e a pressioni sulla Bce perché allenti la politica monetaria. Perciò la Merkel è incline a insidiare l'indipendenza della Banca centrale pur di proteggere l'obiettivo, ancora più cruciale, della stabilità monetaria. Se la Germania è l'economiacardine dell'Europa, la Cina è una superpotenza nascente. Senza volerlo, ha già travolto l'economia mondiale e l'incorporazione di un colosso così dinamico richiede molti aggiustamenti, come si può notare dalle discussioni sugli sforzi necessari per uscire dalla crisi. Continua u pagina 17 l'articolo prosegue in altra pagina

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Il sogno di una moneta mondiale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-10 - pag: 2 autore: «Il sogno di una moneta mondiale» Padoa-Schioppa: tempi maturi per riflettere su uno standard globale e divise regionali di Alberto Orioli R egole e moneta. Da ex banchiere centrale Tommaso Padoa-Schioppa tiene uno sguardo "lungo" su entrambi questi capisaldi, i fondamenti dell'economia di mercato. "Lungo" giacché - come sostiene nel libro scritto con Beda Romano La veduta corta - è proprio la limitatezza dell'orizzonte - dei mercati, dei decisori po-litici, dei consumatori, degli azionisti - ad aver portato la situazione dov'è ora. Cominciamo dall'euro. Con lo sguardo lungo dove lo vede? Se la crisi portasse a un massiccio spostamento di composizione delle riserve e a un forte indebolimento del dollaro, l'euro si apprezzerebbe in misura eccessiva; per l'Europa sarebbe allora un problema, un grande problema. Quindi la "lezione per il futuro" è una nuova moneta unica come chiedono i cinesi? Non lo chiedono solo i cinesi. Ne parlano da tempo una delle menti economiche più acute della nostra epoca come Robert Mundell e un autorevolissimo ex banchiere centrale americano come Paul Volcker. Sono convinto che la Cina abbia sollevato un tema ormai maturo. Se poi lo ha fatto per interesse - come dice Paul Krugman - cioè perché ha accumulato troppi dollari, può essere. In ogni caso è una motivazione legittima, visto che non si può chiedere a Pechino di essere altruista quando tutti agiscono per interesse. Il punto, semmai, è comprendere quale sia la coincidenza tra ragion di stato cinese e interesse generale globale. In ogni caso, da ex banchiere centrale penso che quando si parla di standard globali, prima ancora che a quelli legali si debba guardare a quello monetario, che è un fatto economico funzionale, seppure vincolato a un substrato legale. Insomma, credo proprio che questa crisi ponga il problema di un nuovo standard monetario internazionale. La sua assenza e l'assenza della disciplina che esso imporrebbe sono una delle cause profonde della crisi attuale. Prima c'era l'aggancio della moneta all'oro... Se ci fosse stato ancora quell'aggancio, negli ultimi anni i paesi che accumulavano ingenti disavanzi esterni - come gli Stati Uniti - avrebbero dovuto convertirne una parte proprio in oro; la conseguente scarsità di riserve auree li avrebbe obbligati a correggere la rotta. O a denunciare l'accordo, come fecero gli Usa che sganciarono il dollaro dal metallo giallo. è vero,nel '71gli Usa sisottrassero all'impegno. Per anni l'"aereo" del dollaro ha continuato a volare spinto dalla forza politica ed economica degli Stati Uniti. Ma non penso che, se si guarda al mondo di domani, quando ci saranno 4-5 o 6 colossi mondiali, questi potranno accettare che la moneta di uno solo di essi sia la moneta di tutti. Anche se il tema non è ancora iscritto all'ordine del giorno, quando si parla di standard internazionali penso si debba riflettere sulla moneta mondiale. Ma come sarebbe il mondo con una sola moneta? Non lo so, è un progetto su cui è urgente lavorare e pensare a fondo, e dubito che la soluzione sia una sola moneta. è diverso immaginare un oggetto che vola e inventare l'aeroplano. Oggi ne sappiamo abbastanza per dire che abbiamo bisogno di un oggetto che vola, di una misura comune che imponga disciplina al sistema monetario mondiale. Su scala mondiale non mi pare praticabile una soluzione tipo euro, fondata sul modello della moneta unica - un "globus" ad esempio - e della banca centrale unica. Vedo piuttosto una costruzione a due livelli: uno standard globale governato in comune e monete regionali con cambi non più interamente lasciati al mercato. Chi ha ragione tra Krugman, che chiede più debito per uscire dalla crisi, e Ferguson, che mette in guardia dai pericoli dell'eccesso di debito che mina la stabilità dei governi? Entrambi e, quando si danno torto l'un l'altro, nessuno dei due. Il fatto è che i rimedi - monetari e di bilancio - per combattere l'emergenza e quelli per impedire il ripetersi della crisi hanno segno opposto: espansivi gli uni, restrittivi gli altri. Come quando si somministra metadone a un tossicodipendente in cura. Al G-8 l'Italia intende abbozzare i nuovi global legal standard per i mercati finanziari. Sarà nelle intenzioni del Governo un primo strumento per uscire dalla crisi e per evitarne altre. Le determinanti profonde della crisi sono tre: l'illusione che i mercati si possano autoregolare; la contraddizione tra mercati globali e politiche rimaste nazionali; la veduta corta come criterio per le scelte, pubbliche e private. I global legal standard abbracciano i primi due temi e nascono dall'idea che il mercato abbia bisogno di regole e che le regole debbano essere internazionali. Ma il problema non finisce qui, qui incomincia: chi decide le regole? E che strumenti ha per farle rispettare? Si pone l'ardua questione di un potere di politica economica superiore. Oggi quel potere non c'è. No e sì.L'intero universo della cooperazioneinternazionale si è spostato negli anni verso azioni volontarie e non vincolanti, soprattutto da quando si è abbandonato il sistema di Bretton Woods che è un - sia pur debole potere sovranazionale. Prima il G-5, poi il G-7 e il G-8 ora il G-20:sigle dietro cui non c'è alcuna realtà istituzionale, non trattati, non sistemi giuridici. Parlare in queste sedi di global legal standard significa fare menzione di qualcosa che per adesso manca di ogni infrastruttura giuridico- istituzionale. In attesa di avere un modello diverso di governance globale, qual è la sede migliore dove ridisegnare le regole? Una forte convergenza politica in seno al G-20 è un passaggio necessario ma non sufficiente per arrivare ai nuovi standard di cui parla il governo italiano. Quel passaggio deve portare a mutamenti sul piano del diritto e della distribuzione tra poteri nazionali e potere internazionale, mutamenti che sono impossibili al di fuori di una chiara architettura istituzionale e senza una base posta da trattati internazionali. A proposito di nuove regole vorrei però osservare che a mio parere non è stato un virus sconosciuto a provocare la crisi. Più spesso è stato un mancato rispetto di regole esistenti, sicché un'ordinaria profilassi sarebbe bastata a evitare le vicende più nefaste. Questo, i regolamentatori non lo ammettono volentieri. Intanto se ne parlerà al G-8 di Lecce. Sarà un primo esame. Sono stato nel G-20 fin dalla sua riunione costitutiva. Hai davvero la sensazione di vedere seduto al tavolo tutto il mondo, in una riunione sufficientemente ristretta per consentire un'efficace interazione tra i partecipanti. Le altre riunioni, con 200 paesi rappresentati, sono assemblee dove si fanno solo dichiarazioni e non c'è alcuna interazione tra partecipanti. E poi, grazie alla sua composizione, il G-20 tratta anche dei temi del commercio, che sono parte essenziale della cooperazione internazionale; il G-8 non lo poteva utilmente fare perché in questa materia gli interlocutoridevono essere soprattutto i paesi emergenti o quelli a basso reddito. Infine, è positivo il fatto che al G-20 siedano ora i capi di stato o di governo, perché solo a quel livello è possibile una sintesi politica; i ministri delle finanze non hanno delega sufficiente. Anche le decisioni del G-20 sono senza infrastruttura giuridica. Poi contano Fondo monetario, Banca mondiale e Wto. Il G-20 dovrebbe trovare una forma di confluenza nelle istituzioni che ancora oggi costituiscono i pilastri della cooperazione internazionale multilaterale: Fmi, Banca mondiale, Wto e le stesse Nazioni Unite. Sono quanto di meglio ci abbia lasciato - dagli anni 40 l'esperienza storica del XX secolo.Quando il cancelliere Angela Merkel propone un Consiglio di sicurezza dell'economia esprime proprio l'esigenza di far confluire le decisioni politiche del G-20 in istituzioni dotate di un'infrastruttura giuridica più solida dell'occasionale concorso di volontà che, in una sede di cooperazione volontaria, può sempre venire meno. Com'è noto, gli accordi del G-20 sono reversibili e vanno raggiunti con il benestare di tutti i partecipanti. Torniamo alle regole. Quanto hanno influito sulla crisi i conflitti d'interessi tra regolatori e regolati, tra controllori e controllati? Moltissimo. In questo caso le regole o non c'erano o erano troppo blande perché scritte da coloro ai quali si applicavano. Se i modelli interni su cui è basata la valutazione non sono rigorosi e l'autorità pubblica che li deve validare si fida troppo di come sono fatti o non li capisce, allora c'è un problema. Se a loro volta quei modelli sono appoggiati sulla valutazione (rating) di agenzie pagate da coloro stessi che emettono i titoli che esse devono giudicare, allora c'è un problema. Se le regole sui compensi dei manager sono fatte dagli stessi manager o approvate da comitati che non prendono le distanze dai soggetti di cui determinano i compensi, allora c'è un problema. Insomma, così tutto il sistema non ha timone. Ed è qui che entra il tema dello sguardo corto? Sì, tutte le anomalie descritte finora sono riconducibili alla tematica dell'accorciamento degli orizzonti temporali: le agenzie di rating invece di guardare avanti guardano al momentaneo umore del mercato; i compensi sono legati ai risultati ottenuti nel breve periodo; le politiche economiche sono agganciate alle scadenze elettorali che obbligano a tenere l'economia sempre in effervescenza. Se ci fosse qualcosa che semplicemente obbligasse, pur usando gli stessi parametri decisionali, a passare dalla lunghezza d'onda trimestrale a quella di uno o due lustri, tutto potrebbe rimanere uguale, ma tutto cambierebbe in meglio. Oggi appare impossibile. Me ne rendo ben conto. Eppure una presidenza come quella di Barack Obama è impegnata proprio in questa difficile arte di persuadere una nazione di quanto sia necessario allungare i tempi per uscire dalla crisi e per avere risultati durevoli. I sondaggi per ora lo confortano. Il voto di domenica sembra dimostrare che in Europa ritrovano forza i gruppi nazionalistici o addirittura anti-europei. C'è il rischio di arroccamenti o di nuovi nazionalismi. Purtroppo l'arroccamento è già in atto.Seè vero che l'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù, il fatto che ne vediamo molta in questi giorni nelle partite che riguardano banche e auto, i due settori finora più colpiti dalla crisi, ci dà la misura del vizio sottostante. Più si moltiplicano le dichiarazioni retoriche sulla cooperazione europea, meno c'è coesione europea. Dunque un'Europa piùpiccola? Credo che l'Europa sia su un crinale.è tirata da due forze opposte: quelle che vogliono aumentare la dose di unione e quelle che puntano alla rinazionalizzazione delle economie e delle politiche. La partita è aperta, anche se ora prevalgono le spinte disgregatrici. Sono convinto che la crisi porterà a un'Europa diversa da com'è ora,perché essa è troppo forte per lo stato attuale di semi-integrazione. E l'Europa politica? Quello che si poteva fare per l'unificazione che non fosse politico è stato fatto: ma fare un'Europa politica avrebbe un effetto economico formidabile e certo aiuterebbe anche ad uscire dalla crisi, perché consentirebbe di governare la politica economica in modo congiunto nuovo e unitario. Basterebbe riconoscere in un bilancio comune ciò che già è europeo ( alcune infrastrutture, parte dell'energia, parte della difesa).In fin dei conti,il bilancio federale Usa all'inizio del XX secolo, cento anni dopo la nascita della Federazione americana, era pari a circa il 5% del Pil Usa. Bisognerebbe che anche i poteri nazionali accettassero la logica espressa in questi giorni da John Elkann, azionista di maggioranza della Fiat: accettare di diventare più piccoli in una realtà più grande. L'Europa che immagino è esattamente questo. © RIPRODUZIONE RISERVATA I NUOVI STANDARD «Al G-8 il primo esame della nuova disciplina globale per regolare i mercati: il G-20 è la sede politica migliore per trovare un accordo» QUALE EUROPA DOPO IL VOTO « Purtroppo l'arroccamento è già in atto. Più si moltiplicano le dichiarazioni retoriche, meno c'è coesione europea» Tommaso Padoa-Schioppa 68 anni DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR

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Cina, aiuta gli Usa (e te stessa) (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-10 - pag: 17 autore: Cina, aiuta gli Usa (e te stessa) Il credito in dollari obbliga Pechino a tendere una mano a Geithner di Martin Wolf u Continua da pagina 1 U n recente documento della Goldman Sachs – non di dominio pubblico, purtroppo – getta una luce affascinante sulle ripercussioni che l'ascesa della Cina avrà sull' economia mondiale, e approfondisce l'analisi dell'effetto degli “squilibri globali” dei quali, come molti altri, mi ero occupato. Il documento elenca i quattro aspetti salienti dell'economia mondiale di questo decennio: il forte aumento degli squilibri della bilancia globale dei pagamenti (e soprattutto la comparsa di notevoli eccedenze nelle economie emergenti); un declino generale del rendimento nominale e reale di ogni tipo di debito; un aumento invece di quello sul capitale fisico; e un aumento dell'equity risk premium, la differenza tra il rendimento delle azioni e quello reale delle obbligazioni. All'elenco, aggiungerei la forte pressione al ribasso sui prezzi in dollari di molti prodotti manufatturieri. Il documento della Goldman Sachs afferma che i primi due fatti sono spiegati dall'ipotesi classica di un «eccesso di risparmio globale», mentre l'ipotesi alternativa e più popolare - una politica monetaria troppo allentata - non riesce a spiegare come mai i rendimenti a lungo termine rimangano ostinatamente bassi. Ma tutto ciò non spiega al terzo e il quarto punto (o il quinto che ho aggiunto). Entrambi sarebbero dovuti, si legge, a un aumento massiccio dell'offerta globale di manodopera effettiva, e all'avversione al rischio dei nuovi creditori del mondo emergente: «L'accumulo netto di titoli esteri è interamente dovuto ad acquisizioni del settore pubblico& ed è stata principalmente incanalata nelle riserve». Le economie asiatiche emergenti – cinese, soprattutto – hanno dominato questi flussi, e gli ingenti trasferimenti di capitali sono stati la conseguenza di provvedimenti che hanno interessato innanzitutto il regime dei tassi di cambio. La decisione di tenerli bassi ha posto un limite ai prezzi in dollari di molti prodotti manufatturieri. Aggiungerei che quando nel 2008 è scoppiata la bolla finanziaria, le azioni sono state percepite come più rischiose e più seducenti, di converso, gli strumenti di credito presunti sicuri che cominciavano a spuntare in quel periodo. Il contenimento degli stipendi può anche aver incoraggiato il ricorso all'indebitamento, e alimentato le bolle creditizie degli anni scorsi. Il basso rendimento delle obbligazioni dovuto al rinnovato eccesso di risparmio, concludono gli autori del documento, è stato il motore dei prestiti scriteriati di cui ora vediamo il risultato. Con una migliore regolamentazione, i guai sarebbero stati minori, sostiene giustamente il Fondo monetario internazionale nel suo recente World Economic Outlook. Ma tutto quel denaro doveva pur essere prestato a qualcuno e se non alle famiglie, a chi? Ai governi con deficit crescenti o alle società che facevano abbondanti profitti? Questa è una storia, macroeconomica, di follia, avidità e mala regolamentazione. E non appartiene al passato, ma influenzerà il modo in cui il mondo uscirà dalla crisi. L'aspetto dominante dell'economia odierna è che i debitori privati di ieri sono falliti, diciamolo pure. Per sostenere la spesa, le banche centrali sono spinte alle emissioni monetarie che insospettiscono la signora Merkel e i governi sono spinti a "derisparmiare" massicciamente per compensare il maggior risparmio privato desiderato. Oggi, la Germania vuole salvaguardare il valore della sua moneta, mentre la Cina è ansiosa di salvaguardare quello dei suoi titoli esteri. Sono obiettivi assolutamente comprensibili, ma per renderli raggiungibili i paesi debitori devono stabilizzare la propria economia evitanto un'altra tornata di indebitamento privato spensierato o un aumento indefinito del debito governativo. Entrambe le strade porterebbero in fin dei conti al default o all'inflazione o a entrambi, e quindi a perdite per i creditori. L'alternativa è che i debitori si guadagnino una via d'uscita. Al livello di un intero paese, significa una crescita consistente delle esportazioni nette. Ma è possibile, in un'economia mondiale vigorosa, soltanto se i paesi con eccedenze espandono fortemente la domanda rispetto all'offerta. La decisione dei cinesi di accumulare circa duemila miliardi di dollari di riserve in moneta estera è stata uno sbaglio, a mio avviso. Oggi possono scegliere: se vogliono un debito americano sicuro, devono facilitare un riequilibrio della bilancia globale dei pagamenti. Se la Cina e gli altri paesi con eccedenze preferiscono accumularne ancora, devono aspettarsi dei default e rinunciare alla sicurezza. Quindi devono scegliere. Forse sembra un 'ingiustizia, ma chi ha mai detto che la vita è giusta? (Traduzione di Sylvie Coyaud) IL RISCHIO Se i paesi con forti eccedenze preferiscono accumularne ancora, devono aspettarsi dei default e rinunciare alla sicurezza dei rimborsi

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Authority a convegno in cerca di regole globali (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-06-10 - pag: 40 autore: Supervisione. A Tel Aviv la conferenza annuale dello Iosco Authority a convegno in cerca di regole globali Riccardo Sabbatini TEL AVIV. Dal nostro inviato La crisi rende più urgente la necessità di una "globalizzazione" delle regole sui mercati finanziari e di un maggior coordinamento tra chi è chiamato a farle rispettare. Si apre oggi a Tel Aviv la conferenza annuale dello Iosco, l'associazione che riunisce 109 autorità di supervisione in tutto il mondo. Nei due giorni di dibattiti pubblici sono il programma gli interventi delle principali autorità di vigilanza al mondo e di alcuni dei maggiori esponenti sulle business community globale. Se il tema obbligato dell'incontro è la risposta da dare ai problemi posti dalla tempesta finanziaria, l'associazione dei regulator è spinta, proprio dalla profondità della crisi, anche a ridefireil suo ruolo.Nell'ultimo anno, mentre la crisi scatenava i suoi effetti più dirompenti, le authority di vigilanza sono spesso apparse prese alla sprovvista e scavalcate da altri protagonisti. Soprattutto dalle autorità monetarie e dagli stati, chiamati ad intervenire direttamente per evitare che il contagio nato con la bolla dei mutui subprime Usa assumesse la forma di un'epidemia incontrollabile. Le Consob di tutto il mondo sono le authority più direttamente a ridosso dei mercati. Ne dettano le regole di condotta ma, in qualche misura, sono anche garanti della loro libertà d'azione contro eccessive interferenze esterne (la politica, i protezionismi dei singoli paesi). Nel corso degli anni lo Iosco ha così rafforzato una funzione di standard setter internazionale, specializzato nel redigere best practice che gli intermediari erano chiamati spontaneamente a recepire. Indirizzi operativi sono stati impartiti, ad esempio, per le agenzie di rating, gli hedge fund, la corporate governance, i principi contabili internazionali e, più recentemente, sulle operazioni di cartolarizzazione ed i credit default swap (le assicurazioni sul rischio di insolvenza) le cui debolezze regolamentari sono apparse in tutta la loro acutezza proprio nell'ultimo anno. Ma talvolta questi indirizzi sono apparsi anche eccessivamente timorosi e sono stati sostituiti dalle regole imperative dall'alto dettate dai singoli governi o concordate in consessi internazionali (G8, G20). Per le agenzie di rating e gli hedge fund, ad esempio, è stata l'Unione Europea ad intervenire direttamente mentre sui principi contabili internazionali Ifrs l'input a rilassare il principio del valore di mercato ( fair value) è giunto ad aprile anche dal summit planetario del G20. I regulator riuniti a Tel Aviv - è la risposta attesa dalla conferenza – prenderanno atto di come è cambiato il nuovo ordine mondiale nella finanza, oppure rilanceranno, ed in che forma,i temi l'autoregolamentazione e di una vigilanza " amica del mercato"? Ieri, intanto, il presidente dell'authority olandese Amf, Hans Hoogervorst, ha anticipato in un'intervista che il prossimo mese il Cesr (il comitato delle Consob europee) farà conoscere le sue proposte per una soluzione europea sulle "vendite allo scoperto", un tema sul quale in questi mesi i paesi europei sono andati in ordine sparso. TEMA OBBLIGATO I regulator di 109 paesi sono chiamati a ridefinire il proprio ruolo e a rispondere ai problemi posti dalla crisi finanziaria

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Non conosce crisi il mercato delle armi: più 4% nel 2008 (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Non conosce crisi il mercato delle armi: più 4% nel 2008 --> Mercoledì 10 Giugno 2009 GENERALI, pagina 21 e-mail print In un mondo che registra una recessione economica pesante nei Paesi ricchi e drammatica in quelli più poveri, quello delle armi è un segmento di mercato che non conosce crisi e che anzi si conferma in costante espansione. Nel 2008 le spese militari nel mondo sono cresciute del 4%, raggiungendo la cifra record di 1.464 miliardi di dollari, oltre 900 miliardi di euro. Rispetto al dato di dieci anni fa l'aumento è del 45 per cento, secondo quanto emerge dal rapporto annuale dell'Istituto internazionale di ricerca per la pace (Sipri) di Stoccolma - di cui uno stralcio è stato pubblicato in prima pagina dall'Osservatore Romano -, un organismo indipendente nato nel 1966 per commemorare i 150 anni ininterrotti di pace in Svezia e il cui compito è di effettuare studi su conflitti e cooperazione. Significativo, secondo il rapporto, è il settore aeronautico: la crisi ha colpito pesantemente l'aviazione civile, mentre cresce la produzione degli aerei da guerra. Quasi tutte le industrie di armamenti sono americane (66 per cento) o europee (31 per cento), ma Russia, Giappone, Israele e India si stanno conquistando piccole fette di mercato. Il Sipri spiega che dal 2002 il valore delle armi è cresciuto del 37 per cento, toccando picchi che non si registravano dalla seconda guerra mondiale. Al primo posto nelle spese militari si trovano proprio gli Stati Uniti, con 607 miliardi di dollari nel 2008. Seguono la Cina e la Francia, con una spesa rispettivamente di 85 e di 65 miliardi di dollari. L'Italia si colloca all'ottavo posto, con poco meno di 40 miliardi di dollari, mentre la Russia ha ridotto la distanza che la separava dagli Usa, con una spesa di oltre 58 miliardi di dollari. La spesa militare nel Vicino e Medio Oriente è leggermente in calo nel 2008, ma secondo il Sipri si tratta di una situazione temporanea. Un'eccezione è costituita dall'Iraq, dove la spesa militare è cresciuta del 133% rispetto al 2007. L'aumento delle spese militari contribuisce poi in modo rilevante ai deficit di molti Paesi. 10/06/2009 nascosto-->

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A Prato sinistra in crisi tra scrittori (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 10/06/2009 - pag: 12 Nelle terre del Pd Veronesi: c'è una psicosi cinese. Nesi: no, la verità è che gli irregolari sono troppi A Prato sinistra in crisi «Duello» tra scrittori MILANO Sessantatré anni sono tanti. Sarà per questo, forse, che ha suscitato scalpore la notizia che a Prato 185 mila abitanti e 27 per cento della produzione tessile italiana , per la prima volta, dopo un così lungo periodo di tempo, la sinistra non abbia vinto al primo turno ma vada al ballottaggio. Il pd Massimo Carlesi (47,50%) contro il pdl Roberto Cenni (45,06%). Una novità che ieri ha spinto Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a parlare di «espugnazione » di una delle roccheforti rosse. Inevitabile quindi che adesso, a urne temporaneamente chiuse, il centrosinistra si prepari ad affrontare questi quindici giorni di attesa chiedendosi di chi è stata la colpa. E qualcuno complici quei 18 mila cinesi legali e quei 30 mila illegali arrivati in città nel corso degli anni azzarda un'ipotesi: la sindrome cinese. Concorda, con questa tesi, lo scrittore Sandro Veronesi. Per l'autore di Caos calmo, che a Prato abita da tempo con tutta la famiglia, «esiste eccome una psicosi cinese. E questo tema lo sta sfruttando il centrodestra per cercare di vincere. Stanno speculando sugli istinti più bassi per cercare di avvalorare la tesi che l'impoverimento di Prato sia tutta colpa dei cinesi arrivati in città». E invece? «Invece loro non c'entrano nulla con questo problema. L'impoverimento del nostro distretto tessile ha a che fare con la globalizzazione mondiale, non certo con i cinesi che da noi fabbricano pronto moda a basso costo. Roba che gli italiani qui non hanno mai fatto. La verità è che il problema economico è stato sottovalutato dalla nostra classe po-- litica, locale e nazionale. E adesso se ne vedono i danni. Ma qualcuno dovrebbe spiegare ai pratesi che non è colpa dei cinesi, questa situazione. Semmai, del fatto che quella fase lì, di ricchezza, è finita. Per sempre. E ci si deve impegnare per costruire qualcosa di nuovo. Maledetto dunque chi sfrutta gli istinti della gente, ma poi chiedo al centrosinistra di offrire davvero un'alternativa. Non si può più aspettare». Non la pensa così Edoardo Nesi. L'autore di Figli delle stelle è nato e vive a Prato, dove per quindici anni ha lavorato anche nell'azienda tessile di famiglia. E sul tema dell'impoverimento del distretto tessile sta scrivendo un libro che uscirà a settembre per Bompiani. «Si chiamerà La storia della mia gente. È tratto da una frase di Fitzgerald e in queste pagine provo a raccontare quello che è successo a Prato negli ultimi anni». Cioè anche della psicosi cinese? «Guardi, qui c'è una sofferenza reale e molto profonda. Ho 44 anni, e ho fatto in tempo a vedere la fine di quella che era una vera e propria età dell'oro. Prato rappresentava 'il miracolo economico': tutti, o quasi, ne traevano beneficio. C'era una distribuzione della ricchezza che non aveva paragoni. Un benessere che non è mai stato raccontato, e che è stato spazzato via da una globalizzazione selvaggia, e non dai cinesi arrivati qui». Allora lei non crede all'effetto «psicosi cinese». «Io dico che esistono due problemi ben distinti. Uno riguarda l'impoverimento della nostra economia, e la solitudine nella quale la politica ha lasciato Prato: ci hanno 'venduti' in sede europea. L'altro, però, riguarda l'invasione di cinesi qui da noi. Il pratese è tollerante da sempre, ed è stato per molti anni senza dire niente rispetto a tutto questo. Ma molti di loro, circa 35 mila, sono irregolari. E per i cittadini è diventato un problema, inutile nasconderlo». È per questo che Edoardo Nesi, pur non amando ragionare di politica, attribuisce anche alla presenza eccessiva di cinesi irregolari la flessione del centrosinistra alle ultime elezioni. «La città spiega , ha avuto molto poco dalla politica. E adesso sta vivendo un momento di grandissima difficoltà: si sente insicura, abbandonata. C'è dunque anche una grande incertezza su come debba essere amministrata. Va detto poi, senza tanti giri di parole, che il centrodestra ha trovato una candidatura di alto livello, che ha preso voti anche da chi non sceglie abitualmente Pdl. L'unico problema è che però, indipendentemente da chi la spunterà, a luci spente sui ballottaggi, purtroppo credo che i pratesi rimarranno con gli stessi problemi. E la stessa solitudine». Angela Frenda

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Lo Yo Yo valutario non accenna a fermarsi (sezione: Globalizzazione)

( da "Soldionline" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lo Yo Yo valutario non accenna a fermarsi Se il dato sui payrolls della scorsa settimana doveva chiarire la situazione e le price action delle principali coppie di valute, come si credeva, ebbene nella realtà dei fatti ha avuto invece... Le tags: salex , valute Commenta l'articolo Redazione Soldionline mercoledì, 10 giugno 2009 - 08:08 Se il dato sui payrolls della scorsa settimana doveva chiarire la situazione e le price action delle principali coppie di valute, come si credeva, ebbene nella realtà dei fatti ha avuto invece l’effetto opposto di creare ancora più confusione di quanta effettivamente già non ce ne sia. Non c’è alcuna tendenza, ma c’e’ grande volatilità in una fase caratterizzata da incertezza decisionale da parte dei principali attori che non sanno letteralmente che pesci prendere. Il dollaro sale o scende, e l’Euro cosa fa con tutti i problemi del Vecchio Continente? E lo Yen perché continua a rimanere sostenuto? A leggere i commenti in giro c’e’ da rimanere di stucco in quanto da più parti si legge che le manovre di quantitative easing Usa e il rischio di downgrade del debito non possono e non potranno che avere effetti negativi sul cambio del biglietto verde, ma qualcun altro scrive che invece la ripresa economica toccherà gli States prima degli altri con effetti distorsivi sui prezzi e sull’inflazione tali da costringere la Fed ad alzare repentinamente i tassi. In aggiunta alcuni analisti affermano che cambieranno gli scenari degli ultimi 25 anni in cui i paesi debitori (come gli Stati Uniti) hanno avuto enormi benefici dalla svalutazione della propria divisa, pagata invece da coloro che detengono enormi quantità di dollari (Cina in testa) ed oggi la protesta dei detentori di credito verso gli Usa non accetteranno più una svalutazione competitiva del biglietto verde, tale per cui il dollaro,secondo questa tesi, tenderà a rivalutarsi decisamente. In ogni caso anche la price action dimostra che c’e’ tensione e caos, basti vedere le dinamiche degli ultimi due giorni con l’Eurusd dapprima in calo in meno di 24 ore da 1.4260 a 1.3800 sulle notizie legate contemporaneamente ad aspettative di rialzo dei tassi in Usa e ad un declino dell’Euro voluto dalle autorità europee e dalla sfiducia verso le Istituzioni Europee in seguito al fallimento delle elezioni Europee (in termini di astensionismo generale), e successivamente un Eurusd che ieri pomeriggio e’ ritornato a salire repentinamente tornando in area 1.4100 senza che vi siano state particolari notizie negative per il biglietto verde. Eurusd 4 ore Il quadro tecnico evidenzia in modo chiaro questa incertezza nel mercato con movimenti violenti e volatili senza che vi sia un trend estremamente definito anche se si potrebbe dire che il trend di fondo per ora rimane rialzista. A questo punto possiamo aspettarci qualsiasi cosa nel senso che si possono rivedere anche i massimi visti qualche giorno solo dopo la pubblicazione dei payrolls, ma si potrebbe anche vedere una inversione con il mercato che tornerà sui supporti in area 1.2950 e quindi 1.3805 che rappresenta realmente il supporto cruciale per assistere eventualmente ad un declino più marcato della moneta unica. Sul fronte macro segnaliamo un’altra notizia che ieri confermava una certa ripresa negli States, ovvero quella secondo cui 10 Istituti di Credito Usa hanno deciso di restituire i fondi della Tarp per un totale di 68 miliardi di dollari. Il Fondo Monetario Internazionale, sostenuto dagli Usa chiederà che anche in Europa si adottino misure come quelle già utilizzate negli Stati Uniti e relative agli stress test bancari. Sempre nel vecchio continente i dati tedeschi sulla produzione industriale evidenziano un calo del 21.6% su base annua mentre il deficit commerciale è uscito leggermente migliore delle attese a 9.4 miliardi di euro. E mentre si intensificano le voci di possibili rialzi dei tassi da parte della Fed per fine anno, anche in Europa nonostante la crisi sia ancora evidente e i dati non lascino ancora presagire una ripresa, la Bce parla anch’essa di possibile rialzo del costo del denaro. Dove invece i dati mostrano un miglioramento ma non si parla ancora per nulla di rialzo dei tassi e’ la Gran Bretagna, impegnata ancora ad allargare i cordoni della borsa del credito senza preoccuparsi del pericolo inflazione, concentrata invece nel recupero della crescita. I dati sul mercato immobiliare hanno fatto registrare un miglioramento (rics price house a -42 contro attese di -52) e per ora gli investitori stanno ancora premiando la sterlina, tornata contro dollaro sopra 1.6300 in una price action estremamente volatile, quando non più tardi di ieri aveva toccato dei minimi a 1.5800. La sensazione è che il mercato continuerà a premiare i virtuosi, ovvero coloro che si concentreranno sulla crescita e la ripresa. In tal senso, dovendo scegliere, pensiamo che il prossimo futuro vedrà un declino di Euro e Yen a scapito di dollaro e valute finanziare, Sterlina, Aud, Nzd e Cad. Buona giornata! Questo materiale è di proprietà intellettuale di Salex S.p.A.. Non può essere utilizzato né riprodotto, nemmeno parzialmente, senza il consenso e l'autorizzazione di Salex S.p.A. -->

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"troppi cinesi e una sinistra snob ora ho spezzato uno storico tabù" - simona poli (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 11 - Interni Claudio Morganti, di famiglia ex Pci, primo europarlamentare leghista nell´Italia centrale "Troppi cinesi e una sinistra snob ora ho spezzato uno storico tabù" SIMONA POLI FIRENZE - Promotore finanziario per mestiere, segretario della Lega nord in Toscana per passione, figlio di comunisti. Claudio Morganti, 36 anni, potrebbe essere il primo europarlamentare bossiano eletto nell´Italia centrale. Nato a Vaiano di Prato, vicina a Vergaio, patria di Roberto Benigni, è stato battuto nella gara delle preferenze solo dal leader del suo partito e da Borghezio che, eletto anche in Piemonte, dovrebbe lasciargli il seggio. La Lega raddoppia i voti in Toscana in un anno: dal 2 al 4,3. «La gente ti vota quando capisce che fai quello che dici, che non prometti a vuoto, che stai davvero dalla sua parte». La Lega terzo partito a Prato. Voti che arrivano da sinistra? «Di sicuro. Nella mia famiglia erano tutti comunisti e ora invece votano Lega. Il Pd ha abbandonato i cittadini, nessuno difende i loro interessi, le tradizioni culturali. Dovremmo tornare al Granducato, lo dico sempre. A Vaiano la Lega ha l´11%, è il mio feudo». L´immigrazione cinese c´entra qualcosa? «I cinesi fanno quello che vogliono e non pagano le tasse, Bossi è stato il primo a capire i danni della globalizzazione. Io se vedo un venditore immigrato chiamo i vigili urbani». Anche se vende fazzolettini di carta e pedalini? «è commercio illegale, che ruba spazio a quello dei pratesi».

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Lo Yo Yo valutario non accenna a fermarsi (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lo Yo Yo valutario non accenna a fermarsi FOREX, clicca qui per leggere la rassegna di Saverio Berlinzani , 10.06.2009 08:21 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Se il dato sui payrolls della scorsa settimana doveva chiarire la situazione e le price action delle principali coppie di valute, come si credeva, ebbene nella realtà dei fatti ha avuto invece l’effetto opposto di creare ancora più confusione di quanta effettivamente già non ce ne sia. Non c’è alcuna tendenza, ma c’e’ grande volatilità in una fase caratterizzata da incertezza decisionale da parte dei principali attori che non sanno letteralmente che pesci prendere. Il dollaro sale o scende, e l’Euro cosa fa con tutti i problemi del Vecchio Continente? E lo Yen perché continua a rimanere sostenuto? A leggere i commenti in giro c’e’ da rimanere di stucco in quanto da più parti si legge che le manovre di quantitative easing Usa e il rischio di downgrade del debito non possono e non potranno che avere effetti negativi sul cambio del biglietto verde, ma qualcun altro scrive che invece la ripresa economica toccherà gli States prima degli altri con effetti distorsivi sui prezzi e sull’inflazione tali da costringere la Fed ad alzare repentinamente i tassi. In aggiunta alcuni analisti affermano che cambieranno gli scenari degli ultimi 25 anni in cui i paesi debitori (come gli Stati Uniti) hanno avuto enormi benefici dalla svalutazione della propria divisa, pagata invece da coloro che detengono enormi quantità di dollari (Cina in testa) ed oggi la protesta dei detentori di credito verso gli Usa non accetteranno più una svalutazione competitiva del biglietto verde, tale per cui il dollaro,secondo questa tesi, tenderà a rivalutarsi decisamente. In ogni caso anche la price action dimostra che c’e’ tensione e caos, basti vedere le dinamiche degli ultimi due giorni con l’Eurusd dapprima in calo in meno di 24 ore da 1.4260 a 1.3800 sulle notizie legate contemporaneamente ad aspettative di rialzo dei tassi in Usa e ad un declino dell’Euro segue pagina >>

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Califfato preventivo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempi" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Califfato preventivo Obama tratta l'islam come un'unica grande potenza politica. Come solo al Qaeda farebbe di Tempi «Islam e America non si escludono a vicenda, e non hanno bisogno di essere in competizione». Secondo commentatori di varie latitudini in questo passaggio del discorso di Barack Obama al Cairo emergerebbe la prospettiva di "un nuovo inizio" nei rapporti fra Occidente e Oriente musulmano. È proprio così? O non c'è piuttosto il rischio, come lascia pensare la legittima soddisfazione di Hamas, che questo principio possa avere conseguenze politiche catastrofiche? Riflettiamo. Il presidente americano prosegue la sua opera di smantellamento dell'unipolarismo centrato sugli Stati Uniti e di accettazione di un mondo multipolare dove agli Usa toccherebbe meno potere insieme a meno responsabilità. Il che potrebbe essere una cosa buona, o perlomeno inevitabile e perciò realistica. Ma siamo sicuri che sia una cosa intelligente elevare l'islam tout court a uno dei poli del nuovo sistema internazionale? L'islam, affiancato a Stati Uniti, Cina, Russia ed Europa. Così una religione-civiltà viene messa sullo stesso piano di soggetti caratterizzati dalla forma Stato, dalla natura secolare delle istituzioni e che sono entità territoriali. Mettendo America e islam sullo stesso piano, come due grandi potenze politiche, Obama sposa la visione dell'islam propria di tutti i fondamentalisti islamici, dai Fratelli Musulmani ad al Qaeda: quella secondo cui l'adesione alla fede musulmana comporta l'appartenenza ad una comunità mondiale (la umma) che è comunità politica, giuridica e che deve tendere a costituirsi in Stato, l'agognato califfato mondiale. Questa identità di visione è attestata anche dal fatto che per tutte le 33 mila battute del discorso Obama ha evitato di definire "organizzazioni terroristiche" sia Hamas che al Qaeda, benché tali le definisca la legge americana.

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Occhiali e lenti a contatto: la passione di tutta una vita (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Occhiali e lenti a contatto: la passione di tutta una vita di Michela Spotti Ricorda con un sorriso quando da bambino metteva le bombette e i «sinalcoli» (tappi delle bottigliette) sulle rotaie dei tram che allora passavano in via Garibaldi, per far arrabbiare i tranvieri. Bruno Aldrovandi, 66 anni, ottico da 38 anni della via del quartiere Parma centro, chiuderà la propria attività a fine mese «per raggiunti limiti di età, non avendo seguito», afferma, e via Garibaldi non ha segreti per lui, che ci ha passato l’infanzia. «Ho ricordi bellissimi di quando ero bambino. Sono nato in via Cavallotti e ricordo i tram che passavano per via Garibaldi. Allora c'erano pietroni rossi, poi con l’avvento dei filobus hanno messo l’asfalto. C'erano le case bombardate dopo la guerra e io ci giocavo in mezzo alle macerie». Come non ricordare quando la nonna lo portava in stazione? «Avevo cinque anni, mi prendeva il gelato da dieci lire e la sera si andava in stazione soprattutto d’estate per prendere un po' di fresco. Non era come adesso che sembra il Bronx, all’epoca era luogo di ritrovo per le famiglie». Da piccolo ha anche imparato a nuotare «Al maretto, ovvero la Parma sotto il ponte della ferrovia, allora era balneabile e c'erano le rane, i pesci. Tanti parmigiani andavano lì, non c'erano i soldi per andare in piscina». La sua professione l’ha iniziata come si cominciava una volta, per poi mettersi in proprio, con molti sacrifici, capacità e buona volontà. «Prima andavo in un negozio di Modena mezza giornata per imparare. Poi all’Istituto di ottica di Firenze, con sede a Vinci, allora in Italia di sedi ce n'erano poche e di qualità, davano professionalità completa. Mi ha consentito di mettermi in proprio e sono qui con mia moglie Elda e mia figlia Barbara». Quando ha aperto, «l'ho fatto con buona volontà, mi piaceva, c'era soddisfazione e ultimamente i miei clienti hanno confermato le mie buone intenzioni». Cosa mancherà più di tutto? «Il contatto con la gente, specialmente con le belle ragazze - ride -. Cercherò di riposarmi, potrei anche rientrare indirettamente in attività, fare un altro lavoro o sempre lo stesso ma in secondo piano. Non so». E sentirà nostalgia anche dei clienti. «Ho sempre voluto bene a loro, ho cercato di trattarli al meglio, qualcuno è entrato anche nel cuore, dopo tanti anni si sviluppano dei rapporti umani... anche con la vecchietta non solo con la ragazza giovane», sorride di nuovo Aldrovandi. «Questa attività l’ho sempre fatta con grande passione, oltre che visita oculistica, o vendere occhiali, ho venduto anche professionalità e rapporti umani, molto importanti in una società sempre più globalizzata». Niente festa di addio. «Perché nel cuore non è una festa. Si chiude un ciclo importantissimo della mia vita. Capisco che magari sarò più libero ma è stato un ciclo fondamentale, ho trovato la mia strada e attività che mi ha consentito di realizzare le cose che volevo realizzare».

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La Otis Elevator Company riconosciuta per la sua leadership nella sostenibilità ambientale (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

FARMINGTON, Connecticut, June 10 /PRNewswire/ -- - LEED(R) Gold assegnato all'impianto Otis in Cina Lo U.S. Green Building Council (USGBC - Consiglio per l'Ediliza verde degli USA) ha encomiato oggi Otis Elevator Company per il ruolo di leadership svolto nella sostenibilità ambientale. Otis è una unità della United Technologies Corp. (NYSE: UTX). Situata nella Tianjin Economic-Technological Development Area (TEDA - Area per lo sviluppo tecnologico ed economico) della Cina, l'edificio della sede Otis presso il centro TEDA della Otis Elevator Company ha conseguito il livello Oro della certificazione Leadership Energy and Environmental Design (LEED - Leadership per la progettazione per l'energia e l'ambiente). LEED è il sistema di classificazione USGBC per la progettazione e la realizzazione degli edifici più verdi, più efficienti dal punto di vista energetico e con elevate prestazioni al mondo. Il LEED è stato creato per i leader di mercato affinché progettassero e realizzassero edifici che proteggono e risparmiano risorse preziose. "Il conseguimento della certificazione oro del LEED da parte del nostro impianto nella TEDA è un successo significativo Otis. Siamo orgogliosi di avere ricevuto il riconoscimento da parte di USGBC per il nostro impegno a favore dell'ambiente," ha dichiarato il Presidente di Otis, Didier Michaud-Daniel. "L'edificio della sede Otis presso il centro TEDA rafforza il nostro impegno nei confronti di attività a favore dell'ambiente offrendo al contempo ai nostri clienti un'ampia gamma di soluzioni efficienti dal punto di vista energetico ed innovative." Le tecnologie avanzate per il risparmio energetico integrate nell'edificio della sede Otis presso il centro TEDA riducono l'uso dell'energia del sito di almeno il 25 percento. L'edificio della sede dispone di sistemi per tetti altamente isolati, tetti che riflettono il freddo per ridurre gli effetti isola-calda, sistemi di illuminazione ad elevato rendimento, riscaldamento radiante, ed un impianto di ventilazione controllato in base alla richiesta con sensori di CO2 per assicurare un ambiente interno di qualità. Quale primo impianto della United Technologies a conseguire il riconoscimento LEED Gold, l'edificio è dotato di un sistema di ascensori Otis Gen2(R) ad elevata efficienza con unità di azionamento ReGen(TM), sistemi di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell'aria della unità di business Carrier della UTC, oltre a sistemi di protezione e di accesso della UTC Fire & Security. L'edificio della sede Otis presso il centro TEDA si è aggiudicato tutti e quattro i crediti LEED Innovation in Design (Innovazione nella progettazione) per le pionieristiche iniziative per la conservazione dell'acqua, per la sensibilizzazione verso l'edilizia verde e per la gestione domestica verde. L'edificio ha anche guadagnato tutti e cinque i crediti LEED Water Efficiency (Efficienza idrica) per la riduzione dei consumi di acqua potabile e per l'ottimizzazione dell'efficienza idrica. "La forza della USGBC è stata sempre rappresentata dalla forza collettiva dei nostri leader nel settore edile," ha dichiarato Rick Fedrizzi, Presidente, CEO e presidente fondatore, U.S. Green Building Council. "Tenuto conto della straordinaria importanza della protezione del clima e del ruolo centrale del settore edilizio in tale sforzo, Otis ha dato prova della propria leadership grazie alla certificazione LEED dell'edificio della sede Otis presso il centro TEDA." Otis è impegnata nella riduzione dei consumi energetici nell'intero ciclo di vita dei propri prodotti e processi nel mondo, in modo da aprire la strada ad un futuro più verde. Otis mette a disposizione opzioni che sono rispettose dell'ambiente per l'intera gamma di prodotti ed i clienti possono essere certi della sicurezza e della affidabilità che contraddistingue Otis, mentre al contempo ricevono i vantaggi aggiuntivi derivanti da una maggiore durata dei prodotti, da un maggiore risparmio energetico e da un minore impatto ambientale. Tra queste soluzioni verdi, Otis offre il sistema di ascensori Gen2 a risparmio energetico che ha un'efficienza fino al 50 percento in termini energetici, rispetto ai sistemi convenzionali e non necessita di lubrificazione aggiuntiva, rendendo così il sistema più pulito per l'ambiente. Otis offre anche unità di azionamento ReGen che riducono l'uso di energia fino al 75 percento rispetto alle unità di azionamento di tipo non rigenerativo ed il prodotto preferito dalle iniziative edilizie efficienti dal punto di vista energetico. "Siamo orgogliosi di poter offrire ai nostri clienti una gamma completa di soluzioni Verdi che promuovono lo sviluppo edilizio sostenibile in Cina e nel mondo," ha dichiarato Allen Ge, Presidente di Otis Cina. Otis Elevator Company è la più grande società al mondo per la produzione e la manutenzione di prodotti per lo spostamento di persone, tra cui ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili. Con sede principale a Farmington, Connecticut, Otis conta 64.000 dipendenti, distribuisce prodotti e servizi in più di 200 paesi e territori ed effettua la manutenzione di 1,6 milioni mezzo di ascensori e scale mobili nel mondo. United Technologies Corp., con sede ad Hartford, Connecticut, è una società diversificata che offre prodotti e servizi di alta tecnologia per il settore edile e aerospaziale. Per maggiori informazioni su Otis, visitare www.otis.com. Ulteriori informazioni su LEED e USGBC sono disponibili in linea all'indirizzo www.usgbc.org. Dilip Rangnekar, Direttore, Comunicazioni mondiali e Supporto marketing di Otis Elevator Company, +1-860-676-5992

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Usa, aziende di tech chiedono a Cina di rivedere filtro internet (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Lucy Hornby PECHINO (Reuters) - Un gruppo che ha sede a Washington e che rappresenta aziende di information technology ha invitato la Cina a riconsiderare l'idea di dotare i nuovi computer di un software che agisca da filtro Internet. Le regole cinesi prevedono che "Green Dam", un programma sviluppato dalla Jinhui Computer System Engineering, sia preinstallato su tutti i pc fabbricati o venduti dal primo luglio. La Cina ha fatto sapere che questo filtro è stato progettato per bloccare la pornografia. La decisione del governo cinese ha suscitato malcontento nell'industria del web e nei gruppi per i diritti umani, preoccupati che questo filtro possa non essere compatibile con le norme circa la cyber-sicurezza e la libertà sul web. "L' Information Technology Industry Council, la Software & Information Industry Association, la Telecommunications Industry Association e TechAmerica chiedono al governo cinese di riconsiderare l'idea di implementare nei pc il software che agisca da filtro e accoglierebbero di buon grado un dialogo a questo proposito", si legge in un comunicato congiunto. "Crediamo che ci dovrebbe essere un dialogo aperto sulle norme che regolano l'immissione sul mercato di software di parent control, in modo che vengano rispettate la libertà di espressione, la privacy, l'affidabilità del sistema, la libera circolazione delle informazioni, la sicurezza e la possibilità di scelta da parte dell'utente". Il gruppo che ha pubblicato questo comunicato comprende molte importanti aziende produttrici di computer e sviluppatori di software. Il documento è stato reso noto dal Ministero dell'Industria e dell'Information Technology, dopo essere circolato tra i produttori di pc nel mese di maggio. Le autorità cinesi hanno già assicurato che il software in questione verrà implementato solo nei computer utilizzati nelle scuole. Il progetto di sviluppo del software ha già ricevuto il "pieno appoggio" del capo della propaganda e membro del Comitato Permanente dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese Li Changchun, stando ai documenti visionati da Reuters.

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MM (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

10 giugno 2009 MM Non prendo la MM da qualche tempo: pigrizia, meglio l’auto, snoberia, fate voi, comunque ci prendete. Primo: sono cambiati i biglietti e c’è già chi alle mie spalle sbuffa perché non riesco ad obliterarlo (si dice ancora così?), poi giù dalla scala mobile che tanto mobile non è perché c’è chi ci corre ugualmente per scoprire che il treno che stava partendo era l’altro, ovviamente. Dopo i centro metri a ostacoli mobili, verifica del tempo di attesa del treno: un minuto! Come un minuto, ho fretta! Eccolo, arriva e chi è di Milano e prende la MM in certe stazioni lo sa, si scatena il tornado, altro che Texas; sì, non è uno spostamento d’aria, è un vero e proprio tornado. Il treno non fa neanche in tempo a fermarsi che ognuno è già piazzato davanti alla sua porta preferita e guai a chi gliela tocca. Pronti, via! Permesso, borse, borsette, trolley, calca umana? No, pensavo peggio. Toh un posto libero, aspetto lo scatto alla Bolt di una vecchietta, niente! Mi siedo, borsa in mezzo alle gambe, attendo ed osservo. Un miscuglio di razze diverse (sudamericani in testa) e ceti sociali diversi: globalizzazione, ti ho trovato! Bastava scendere sottoterra, senza andare a qualche pallosa conferenza economica. Avvocati ed operai, giacche e cravatte,j eans e zeppe, gente che lavora. Zaini e 24 ore, ipod e iphone e telefonini: telefonini?? Ma da quando riceve il cellulare in metro: che disgrazia. Il vagone sferraglia e col finestrino aperto sembra di essere nella galleria del vento che per parlarsi altro che megafono. Vedo la quotidianità, stesso percorso, stesse fermate, chi si appisola e chi legge un libro. Chi sale chi scende, come robot, senza guardarsi, il nulla nella marea umana, come fossimo soli con noi stessi, una brutta solitudine. Linea verde, gialla, rossa, multicolore. Ci si guarda, facendo finta di niente. Diffidenza, ecco la mia impressione. Sguardi, occhi che non sorridono, occhi che sembrano distanti, occhi che non parlano,si chiudono. Ecco la fermata, si scende, ma per dove? © 2009 - FOGLIO QUOTIDIANO

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Washington Per la prima volta dal 2002, quando nella base navale Usa di Guantanamo, fu aperta la... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 10 Giugno 2009, Washington Per la prima volta dal 2002, quando nella base navale Usa di Guantanamo, fu aperta la prigione per presunti terroristi, un detenuto ha lasciato le celle a Cuba per un carcere negli Stati Uniti. È un segnale della volontà dell'amministrazione Obama di smantellare la prigione più contestata al mondo, anche se i ritmi sono più lenti di quanto la Casa Bianca sperava. Dopo l'annuncio a gennaio, di Obama, di chiudere Guantanamo, solo 4 dei 240 detenuti sono usciti dal carcere. Due sono stati liberati in Europa. Uno ha lasciato Cuba per lo Yemen in una cassa da morto dopo essersi suicidato. Il quarto è il tanzanese Ahmed Khalfan Ghailani, 35 anni (foto) che due notti fa è stato trasferito in segreto da Guantanamo a Manhattan, per essere processato per le stragi di Al Qaida contro le ambasciate Usa di Dar es Salaam e Nairobi, in Africa, del 7 agosto 1998 (224 morti, quasi tutti africani). Deve rispondere di 286 capi d'imputazione e rischia la pena di morte. Nel 2007, di fronte ai giudici militari, ha ammesso di aver aiutato i terroristi di al Qaida che eseguirono gli attacchi dicendo però che era all'oscuro dei loro piani: «Non sapevo cosa volevano fare, ma li ho aiutati e per questo chiedo perdono al governo americano e alle famiglie che hanno perso i loro cari», disse. Ghailani, catturato in Afghanistan e tenuto nelle prigioni segrete della Cia, fu trasferito nel 2006 a Guantanamo, nel misterioso Camp 7 destinato ai capi di al Qaida, di cui è tenuta segreta la localizzazione nell'enorme base Usa a Cuba. Intanto, 17 musulmani uighuri (che in Cina rischiano la fucilazioni) una volta scarcerati da Guantanamo dovrebbero essere ospitati nell'isola Palau in Micronesia.

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Treviso tra cultura e localismi (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Treviso tra cultura e localismi Faccia a faccia anche tra operatori del mondo del libro e scrittori trevigiani Mercoledì 10 Giugno 2009, Si può parlare oggi, ai tempi della globalizzazione, di identità culturale? E, posto che esista un'identità che fa capo alla tradizione di valori, costumi e di modalità di rapportarsi al proprio territorio, come reagisce la cultura locale? Sono le domande cui cercherà di rispondere "Treviso allo specchio. Identità culturale, luogo e localismi", una tre giorni culturale che si svolgerà da venerdì a domenica alla Loggia dei Cavalieri in centro a Treviso. La manifestazione, promossa dal gruppo redazionale di Nero Plasma, rivista del Centro Giovani del Comune di Treviso, e finanziata dalla Regione Veneto (progetto Junior) è costellata di eventi: due convegni, nove incontri con l'autore, uno spettacolo teatrale, mostra del libro, aperitivi con prodotti locali. E' una Treviso che si confronta e si "specchia", mettendo in luce la complessità della sua realtà. Venerdì, alle 18.30, si terrà il convegno "L'identità culturale ai tempi della globalizzazione. I posti, il luogo: lo spettro della differenza". "Il convegno ha la pretesa di tracciare le linee teoriche della manifestazione, - spiega Alberto Trentin, responsabile del progetto, - di interrogarsi su nozioni quali localismo, luogo, identità culturale, globalizzazione". Ne parleranno noti studiosi: Ulderico Bernardi dell'Università di Venezia; Eduardo Zarelli, presidente Arianna editrice; Daniele Ungaro dell'Università di Gorizia; Cesare de Michelis dell'Università di Padova; Amerigo Manesso dell'Istresco. Sabato si passa alla cultura locale con tutte proposte dell'editoria trevigiana, ad eccezione di due volumi. Alle 11 aprirà la mostra del libro e inizieranno gli incontri con gli autori, a cominciare da Anna Momigliano con "Karma Kosher. I giovani israeliani tra guerra, pace, politica e rock'n'roll" (ed. Marsilio) e Francesca Meneghetti con "Non chiedermi da dove vengo ma come vivo. Treviso: le seconde generazioni di immigrati si raccontano" (ed. Istresco). Numerose le proposte nel pomeriggio, dalle 16.30. Ferruccio Mazzariol illustrerà alle 17.30 il libro di Vaclav Halev "Un uomo al castello" (ed. Santi Quaranta). Alle 19 aperitivo in loggia. Alle 21.30 Ricky Bizzarro e Mirko Artuso presentano "Cavalieri erranti", spettacolo musical-teatrale. Domenica continuano gli incontri con gli autori a partire dalle 11.15 con Federico De Nardi, autore di "Sulle tracce degli scrittori. Treviso e la marca trevigiana" (Aurelia Ed.). Alle 12.30 aperitivo in loggia. Alle 17, Giulio Casale, di origine trevigiana, presenterà il suo libro "E intanto corro" (ed. Garzanti). Gli autori saranno presenti. Alle 18.30 la manifestazione si chiude con il convegno, "Nemo profeta in patria: editoria e territorio", cui parteciperanno editori locali, operatori del mondo del libro, scrittori trevigiani, per capire come fa un autore locale a sopravvivere nel mondo dell'editoria italiana. Modera Maurizio Venturino. Sara De Vido

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La canadese Bombardier in corsa per i treni alta velocità delle Fs (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La canadese Bombardier in corsa per i treni alta velocità delle Fs Mercoledì 10 Giugno 2009, Roma Bombardier, il gruppo canadese dell'aerospazio e del trasporto su rotaia, affila le armi in vista della gara per i 50 treni alta velocità delle Fs, ormai in dirittura d'arrivo. Per le Ferrovie italiane, Bombardier e AnsaldoBreda presenteranno l'ultima generazione delle locomotive alta velocità, il V300Zefiro, ha detto in una conferenza stampa a Vienna il capo della Bombardier Transportation, André Navarri, durante il salone Uitp. «Stiamo aspettando la gara che dovrebbe essere a breve, alla quale parteciperemo con AnsaldoBreda, un accordo che sta andando molto bene», ha spiegato Navarri a proposito della società di Finmeccanica. Con la quale l'intesa «potrebbe essere ampliata ad altre opportunità in altri settori, come ad esempio i treni regionali», ha aggiunto il presidente e amministratore delegato di Bombardier Transport Italia, Roberto Tazzioli. La maxicommessa Fs da circa 2 miliardi di euro (il cui bando dovrebbe essere ufficializzato «entro l'estate», ha detto nei giorni scorsi l'Ad di Fs Mauro Moretti), e l'ulteriore gara per un corposo pacchetto di treni regionali di altrettanto valore, fanno naturalmente gola ai big del settore: oltre al gruppo canadese, la francese Alstom e la tedesca Siemens. «Il vantaggio è che noi siamo locali: se vinciamo la commessa, una parte della produzione verrà fatta in Italia», ha detto Tazzioli, riferendosi allo stabilimento di Vado Ligure dove è concentrata la produzione di locomotive elettriche E464. Lo stesso modello che in 538 esemplari è andato a Trenitalia, che ne dovrebbe ordinare, sempre a Bombardier, altre 150. Dal momento della firma del contratto, per la consegna dei treni Av ci vogliono 36 mesi, omologazione compresa. Il trasporto su rotaia, nonostante la crisi, non conosce flessioni: nei primi mesi del 2009, il gruppo canadese registra utili in calo (158 milioni di dollari nel trimestre febbraio-aprile, contro 229 del periodo 2008) ma a pesare è l'aerospazio, mentre la rotaia mette a segno conti in miglioramento: 2,3 miliardi, con un Ebit in crescita a 5,6%. Se è vero che la Russia ha fatto slittare le consegne, Cina e India hanno invece confermato i propri piani, mentre all'orizzonte si staglia la maxipartita dell'Alta velocità Usa annunciata dal presidente Obama. La crisi invece si fa sentire per i business jet, gli aerei aziendali i cui ordini nel 2009 sono in calo del 10% per Bombardier. Che comunque non abbandona il settore e anzi lancia la sfida ai big Boeing e Airbus sugli aerei di piccole dimensioni con il nuovo modello, il C Series.

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Usa, cresce il deficit commerciale in aprile (sezione: Globalizzazione)

( da "Soldionline" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Usa, cresce il deficit commerciale in aprile Le tags: macroeconomia usa Commenta l'articolo Marco Delugan mercoledì, 10 giugno 2009 - 14:52 Il deficit commerciale Usa è cresciuto del 2,2% in aprile, e ha raggiunto quota 29,2 miliardi di dollari. Lo ha comunicato oggi il dipartimento del commercio. Il risultato è in linea con le attese degli analisti. Esportazioni e importazioni sono entrambe calate, a testimonianza della dimensione globale della crisi economica in atto. Le prime sono adesso al livello più basso dal mese di luglio del 2006, mentre le importazioni sono al livello più basso dal settembre del 2004. Il deficit con la Cina si è invece ridotto: 16,7 miliardi contro i 20,3 dello stesso mese del 2008. -->

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Nordcorea: Accordo su nuove sanzioni, oggi bozza a cds Onu (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea: Accordo su nuove sanzioni, oggi bozza a cds Onu 10 giugno 2009 alle 16:01 — Fonte: repubblica.it — 0 commenti Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite esaminerà alle 17.00 ora italiana la bozza di risoluzione che adotta nuove sanzioni contro la Corea del Nord. Il voto, riferiscono fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro, è previsto per venerdì. I cinque membri permanenti dell'organo esecutivo Onu (Usa, Regno Unito, Francia, Russia e Cina) insieme alla Corea del Sud e Giappone hanno raggiunto un accordo su un testo. L'ultimo ostacolo sono le perplessità russe sulle nuove misure punitive previste dalla bozza. Le stesse fonti sottolineano che stavolta la Cina, il principale alleato di Pyongyang, avrebbe già dato un via liberà informale. AGI

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Il dialogo Usa-Cina sul futuro del pianeta (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il dialogo Usa-Cina sul futuro del pianeta 10 giugno 2009 alle 16:31 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti E' il dialogo da cui dipende la salvezza del pianeta: da ieri si è aperto un vertice Usa-Cina sul cambiamento climatico, un confronto tra due paesi che assieme generano il 40% delle emissioni di CO2. Se Washington e Pechino non riescono a raggiungere un compromesso sulle azioni da intraprendere, il nuovo trattato internazionale che dovrebbe essere siglato a Copenaghen tra sei mesi (il successore del trattato di Kyoto) rischia di nascere già morto.     Da parte americana la delegazione è guidata da  Todd D. Stern, l'inviato per l'ambiente di Hillary Clinton. Prima di partire per la Cina, Stern ha dichiarato che le misure fin qui decise dalla Repubblica Popolare per ridurre le emissioni carboniche sono "insufficienti".   Gli ha risposto un comunicato dell'agenzia ufficiale Nuova Cina: "La chiave per un esito positivo del negoziato, è che i paesi più sviluppati riducano le emissioni di CO2 per primi, anziché scaricare le responsabilità sugli altri". Il comunicato dell'agenzia governativa cinese ha espresso "pessimismo" sul nuovo trattato, a causa dell'atteggiamento americano.   Su Wei, che guida la delegazione cinese per I negoziati sul cambiamento climatico, ha dichiarato che "in quanto principale responsabile delle emissioni carboniche, gli Stati Uniti devono fare lo sforzo maggiore". In realtà secondo le stime degli organismi internazionali indipendenti dal 2008 il primato nella quantità di CO2 rilasciata nell'atmosfera è passato alla Cina.   La posizione ufficiale di partenza a Pechino è la richiesta che I paesi a più antica industrializzazione (Stati Uniti, Europa occidentale, Giappone) taglino entro il 2020 le loro emissioni del 40% rispetto ai livelli del 1990. La legislazione in esame al Congresso di Washington per il momento punta a riduzioni del 4%.   rampini

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Russia minaccia taglio investimenti in Treasuries USA (Bloomberg) (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Russia minaccia taglio investimenti in Treasuries USA (Bloomberg) (Teleborsa) - Roma, 10 giu - La Banca Centrale di Mosca ha annunciato che potrebbe ridurre i propri asset in Treasuries, del valore totale di di almeno 140 miliardi di dollari. La scorsa settimana la Cina ha detto che si prepara a fare la stessa mossa nei confronti del dollaro e i T-Bond americani. Lo riporta l'agenzia Bloomberg. I titoli di Stato sono scesi dopo che Alexei Ulyukayev, vice presidente della Banca Centrale di Mosca, ha detto che alcune riserve potrebbero venire spostata nel debito del Fondo Monetario Internazionale. Il ministro russo delle Finanze Kudrini, lo scorso 26 maggio, ha dichiarato che la Russia avrebbe acquistato 10 miliardi di titoli del FMI, mentre la Cina ha annunciato che potrebbe acquistarne fino a 50 miliardi, secondo quanto riferito ieri dal direttore del FMI, Dominique Strauss-Kahn. Alcuni investitori evitare i titoli del debito USA perch temono che il deficit di bilancio raggiunga 1750 miliardi nell'anno che si concluder il 30 settembre prossimo, dai 455 miliardi dello scorso anno. "Le persone sono preoccupate per la presenza di troppa Treasuries, sul mercato e per il fatto che nessuno stia facendo il minimo sforzo nel tentativo di tenere sotto controllo il deficit fiscale o almeno fingere di farlo", ha detto Francis Beddington, confondatore di Insparo Asset Management." 10/06/2009 - 19:35

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Presentazione 30^ edizione del Meeting per l'amicizia dei popoli, Frattini parla del ruolo di pace dell'Italia in Medio Oriente (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 10-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Presentazione 30^ edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli, Frattini parla del ruolo di pace dell’Italia in Medio Oriente (10/6/2009 20:30) | (Sesto Potere) - Rimini - 10 giugno 2009 -‘’Il processo di pace in Medio Oriente, lo sviluppo economico e politico dell’Africa, la stabilizzazione di Afghansiatn e Pakistan’’ sono i temi affrontati dal Ministro Franco Frattini nel suo intervento alla presentazione della 30° edizione del Meeting per l’amicizia dei popoli che quest’anno ha per tema ‘’La conoscenza e’ sempre un avvenimento’’. Secondo il Ministro in Medio Oriente ‘’tutte le parti in causa devono impegnarsi in modo chiaro per il raggiungimento della soluzione dei due Stati’’, riconoscere ‘’l’acquisizione del processo negoziale’’ e ‘’ricostruire un minimo di fiducia’’ mentre sulle prospettive del processo di pace l’Italia parte da due considerazioni: ‘’la forte sintonia che esiste ormai tra Stati Uniti ed Europa e la convinzione che la sicurezza di Israele sia un bene che non puo’ essere oggetto di alcun negoziato’’. Ma per giungere ad una ‘’pace complessiva stabile e duratura’’ – a giudizio di Frattini – ‘’oltre al binario israelo-palestinese, dovranno essere affrontati anche quello siriano’’ e successivamente ‘’quello libanese’’. Parallelamente al rilancio del processo di pace in Medio Oriente va affrontata – sottolinea il Ministro Frattini – la ‘’questione iraniana’’ : Teheran deve dare assicurazioni verificabili sulla natura pacifica del suo programma nucleare e al contempo ‘’senza interconnessioni con il dossier nucleare’’ deve ‘’essere spinto a svolgere un ruolo regionale positivo e costruttivo’’ nel senso di una sua ‘’partecipazione agli esercizi di stabilizzazione dell’Afghanistan, in particolare delle zone di confine con il Pakistan’’. Per quanto riguarda l’Africa il Ministro auspica che verso questo continente sia indirizzato un messaggio di maggiore attenzione: in questi ultimi anni il Continente ha ‘’sensibilmente rafforzato il suo peso economico e ha dato spessore alla sua dimensione politica’’. Tre le strade indicate da Frattini per ‘dare all’Africa un profilo piu’ marcato sul piano globale’’: dal vertice G8 dell’Aquila emergera’ una ‘’collaborazione rafforzata e paritaria tra Paesi G8 e G5’’ e leaders africani per ‘’affrontare insieme le comuni sfide della globalizzazione’’. In secondo luogo, nell’ambito della riforma delle Nazioni Unite, prevedere, nei termini prospettati dall’Italia, una ‘’particolare attenzione al concetto di rappresentativita’ regionale’’ . Infine adottare lo strumento del ‘’partenariato’’ tra Ue ed Africa ‘’utile per rafforzare il profilo africano e con esso quello della stessa Europa’’. L’altro tema affrontato dal Ministro Frattini e’ la ‘’stabilizzazione ‘’di Afghanistan e Pakistan, un ‘’test globale per l’intera comunita’ internazionale’’. Oltre alla soluzione militare ‘’occorre sciogliere il nodo politico nel quadro della cooperazione regionale: bisogna cioe’ coinvolgere nella soluzione dell’equazione afgana il Pakistan e gli altri Paesi vicini incluso l’Iran’’.

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Finanza, Draghi accelera sulla nuova vigilanza Ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DOMANI SERA A LECCE COMINCIA LA PREPARAZIONE DEL G8 Finanza, Draghi accelera sulla nuova vigilanza Ue ROMA Occorre annunciare subito come saranno le nuove regole per la finanza mondiale, «in modo da aiutare gli operatori a prendere decisioni strategiche con maggiore fiducia» chiede Mario Draghi, alla vigilia del G8 dei ministri dell'Economia. E' il momento giusto da cogliere, diceva nelle stesse ore il suo collega della Bundesbank Axel Weber, «perché la finestra di opportunità per definire la nuova architettura finanziaria mondiale non resterà aperta a lungo». Nella preparazione del G8, che comincerà domani sera a Lecce sotto presidenza italiana, si avverte già un calo di tensione da parte di alcuni governi; specie quello britannico, che sta opponendosi in sede europea alla vigilanza coordinata sulle banche. Draghi, che al vertice parteciperà come presidente del Fsb, l'organo che le nuove regole discute, ha proposto 5 punti in un discorso che a tenuto a Tel Aviv, alla conferenza annuale dello Iosco (organi di vigilanza sulle Borse). I 5 punti da discutere subito, secondo il governatore della Banca d'Italia, sono: 1) ricreare un sistema finanziario con più capitale in rapporto ai debiti, dove i rischi siano più facili da individuare, e dove le banche che sbagliano possano essere laciate fallire senza che crolli tutto; 2) stabilire un chiaro punto d'arrivo su come saranno le nuove regole; 3) mettere in agenda cambiamenti graduali, perché il rafforzamento del capitale non si potrà completare se non a crisi finita; 4) conservare i vantaggi della finanza globalizzata impedendo però una corsa al ribasso tra gli ordinamenti nazionali e proteggendo i piccoli risparmiatori; 5) non soffocare l'innovazione finanziaria con un eccesso di bardature. La novità principale, ha detto Draghi, sarà che le autorità di vigilanza non dovranno più soltanto guardare alla stabilità di ogni entità presa isolatamente, ma ai possibili rischi di fenomeni che coinvolgano tutto quanto il mercato. Serve una autocritica collettiva: alla vigilia dell'attuale crisi, insomma, «non siamo riusciti a riconoscere la misura in cui gli squilibri tra risparmi e investimenti, la crescita dell'intermediazione di complessi crediti cartolarizzati, i cambiamenti nei modelli di trasformazione delle scadenze, l'aumento del grado di indebitamento implicito, un settore bancario "ombra" e una rapida crescita sostenuta dal credito abbiano creato grosse vulnerabilità sistemiche». \

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L'Italia di De André al Festival Lavagnino con le Voci del Tempo (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Voltaggio. L'Italia di De André al Festival Lavagnino con le Voci del Tempo Nella terza serata omaggio a «Faber» in piazza della chiesa La musica e non solo per raccontare la storia italiana: Marco Peroni, Mao e Mario Congiu, ovvero le Voci del Tempo, sono protagonisti della terza serata del Festival Lavagnino, a Voltaggio. Nella bella cornice della piazza della chiesa, oggi alle 21,30 il trio mette il scena lo spettacolo-concerto «Attenti al gorilla-Un viaggio nell'Italia di Fabrizio De Andrè». E' un omaggio al grande cantautore genovese scomparso dieci anni fa. «Il nome del nostro trio deriva da una collana editoriale della Ricordi che ho realizzato insieme allo storico Giovanni De Luna - spiega Marco Peroni -. Poi fu interrotta nonostante il successo riscontrato. Il materiale raccolto per quei libri è diventato il tema di una serie di spettacoli che porto in giro per l'Italia insieme a Mao e Mario Congiu. Il nostro paese viene così raccontato attraverso le canzoni: Luigi Tenco per il boom economico, Lucio Battisti per gli anni di piombo e così via». Un trio poliedrico, quello delle Voci del Tempo: Peroni è scrittore, Mao cantante e conduttore televisivo nonché dj e autore, Mario Congiu è chitarrista e a sua volta cantante e autore. Racconta ancora Peroni: «Il nostro spettacolo utilizza le canzoni di De Andrè per una carrellata dagli Anni 60 alla globalizzazione, attraverso gli occhi degli emarginati cantati dal cantautore genovese. In fondo canzoni come "Via del campo" e "Princesa" narrano un po' la stessa storia». Una serata di musica, quindi, ma anche di immagini e letture per ricordare un'epoca lunga quarant'anni. Le Voci del Tempo hanno in repertorio anche uno spettacolo su Gigi Meroni, che sarà messo in scena a Ivrea il 25 luglio. Sempre per il Lavagnino, domani Peroni riceverà a Gavi il premio Fotogramma Granata 2009.

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Dal waterboarding all'isola felice (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

In Florida L'ARCIPELAGO DELLA MICRONESIA ACCOGLIERÀ GLI UIGURI SOSPETTATI DI TERRORISMO Diciassette detenuti di Guantanamo saranno trasferiti sulle spiagge di Palau Il killer dei gatti semina il panico «Ne ha uccisi 20» Dal waterboarding all'isola felice [FIRMA]GLAUCO MAGGI NEW YORK Dal rischio del simulato affogamento ai giochi acquatici sulle spiagge d'oro di Palau. Attenti a non viziarli troppo, i detenuti che entro gennaio 2010 devono lasciare, sfrattati da Obama, le stanzette di Guantanamo con aria condizionata. I primi a essere liberati, i 17 cinesi musulmani della etnia degli uiguri, finiranno infatti nel paradisiaco arcipelago della Micronesia, nove isole abitate su 250, 750 kilometri a Est delle Filippine. Gli Stati Uniti faranno un prestito di lungo termine da 200 milioni di dollari per aiutare lo sviluppo della minuscola nazione, che conta 20 mila abitanti: in pratica, 10 mila dollari a residente. «E' un grande giorno per Palau e un grande giorno per i diritti umani», ha detto Stuart Beck, avvocato di New York sposato a una palauana, Tulik, con cui ha quattro figli, e ambasciatore di Palau presso l'Onu dal 2004 (a un dollaro all'anno). Dagli Anni 70 Beck rappresenta gli interessi dell'arcipelago, diventato indipendente nel 1994 da protettorato Usa che era. «La trattativa per i cinesi si è svolta a livelli di capi di Stato - ha raccontato -. Obama ha chiamato il collega Toribiong, che si è detto onorato e orgoglioso di compiere un gesto umanitario. Ora alcuni incaricati di Palau andranno a Cuba per capire che qualità e capacità lavorative abbiano i 17, e per organizzare il loro inserimento. Vanno in un paradiso dell'accoglienza: dal primo vascello inglese che vi capitò nel 1783, quelle isolette hanno sempre accolto bene i rifugiati. Palau è amica di tutti». Amica soprattutto dell'America. E adesso sarà forse presa più sul serio, mentre quando fu inserita da Bush nella «coalizione dei volontari» per la guerra in Iraq veniva citata come Stato-barzelletta. Non ha forze armate, per l'accordo firmato all'atto dell'indipendenza quando c'era Clinton, ma i suoi cittadini possono arruolarsi nell'esercito americano, e lo hanno sempre fatto. «Più di cento sono ora nei battaglioni in missione di guerra, e uno è morto in Afghanistan la settimana scorsa», ha detto Beck. Anche sul piano diplomatico la fedeltà di Palau è a prova di bomba: all'assemblea generale delle Nazioni Unite, su tutte le questioni, il suo voto è in linea con quello degli Stati Uniti a un tasso quasi totalitario, che rivaleggia solo con quello di Israele. L'unico Paese che finora aveva detto di volere gli uiguri era la Cina, ma gli Usa l'hanno sempre escluso nel timore che, essendo dissidenti islamici, potessero essere processati e magari condannati a morte e uccisi. Non è ancora certo che tutti i 17 cinesi finiranno a Palau: le alternative, per gli eventuali esclusi da questa vincita alla lotteria, sono l'Australia e la Germania, dove già vivono piccole comunità di uiguri. Almeno una ventina di gatti sono stati trovati mutilati e uccisi nell'arco dell'ultimo mese nella contea Miami Dade della Florida. Ad alcuni è stato strappato completamente il pelo, mentre altri presentavano diverse ferite da taglio. «Sono terrorizzata, al punto che ovunque vada temo di trovare gatti morti sul ciglio della strada», ha detto Mary Lou Shad, residente dell'area e proprietaria di un gatto che fa parte della lista delle vittime. La paura è tale che molti proprietari di gatti hanno deciso di non far uscire di casa i propri animali.

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Cavit, è la lunga estate di Orsi (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cavit, è la lunga estate di Orsi Consorzio da riorganizzare. Fusioni e patti per l'assemblea d'autunno TRENTO. Esperienza diretta dei mercati internazionali, Usa e Cina comprese, misurato con le parole, parco nelle previsioni: «Nessuno sa come si evolverà il mercato». Prima ostensione pubblica, ieri, di Enrico Zanoni, 49 anni, nuovo direttore generale di Cavit. Esame brillantemente superato: «Abbiamo scelto il migliore» ha detto Orsi. Ma sopratutto s'è capito che il successore di Giacinto Giacomini si muoverà senza squilli di tromba e con grande prudenza. A Zanoni non mancherà il lavoro. Dopo lo sconquasso del contratto Gallo è arrivata la crisi globale che ha accelerato il calo dei consumi di vino, dirottato gli investimenti mondiali, cambiato lo scenario. Per il responsabile della politica commerciale della più grande cantina italiana, la sfida è impegnativa: difendere le quote di mercato, individuare nuove opportunità in Cina ed India, trovare clienti per far funzionare a pieno regime una "macchina" in grado di produrre 100 milioni di bottiglie. «Nello scorso esercizio da Cavit sono usciti 60 milioni di pezzi, l'80% destinati all'export» ricordava Orsi. Ma questa sarà sopratutto la preoccupazione di Zanoni. La priorità di Orsi oggi è la riorganizzazione del Consorzio che, con l'uscita del Gruppo La Vis prima e la crisi dei mercati dopo, impone un deciso intervento. Preoccupazione ben sintetizzata da una sua battuta, apparentemente casuale: «Posto che per il vino è difficile immaginare vendite in gran ripresa, non resta che intervenire sui costi». Una strada che per Cavit significa ridisegnare i rapporti con i suoi soci, le Cantine. Molte delle quali nel passato recente hanno costruito, con più o meno successo, canali di vendita propri, cedendo al consorzio il prodotto meno facilmente collocabile. Tant'è che alcune di loro di loro stanno annegando nei rossi invenduti. C'è da rimettere ordine in questo scenario ed Orsi pare deciso a portare qualche risultato all'assemblea di novembre che, scaduto il mandato, dovrà rinnovare presidente e consiglio. Un'ipotesi di lavoro è quella delle fusioni che potrebbero coinvolgere la cantina presieduta dallo stesso Orsi, la Vivallis da 80 mila quintali di uve, la Cantina di Nomi da 20 mila quintali con qualche difficoltà finanziaria e la Cantina di Aldeno da 40 mila quintali di uve. Sono realtà omogenee per territorio e che da una riorganizzazione - con il consenso dei soci, è naturale - trarrebbero solo vantaggi. Poi ci sono le cooperative che hanno investito in proprio nella commercializzazione, come la Cantina le Meridiane di Trento con la Concilio spa di Volano. In una provincia che già vede all'opera il Gruppo Mezzacorona ed il Gruppo La Vis, è una concorrenza che pesa, tanto più che la Cantina di Trento, a differenza delle altre due, è tuttora associata al Consorzio. Una situazione anormale, come lo era con La Vis, tanto che in quel caso la soluzione fu il divorzio. A questo si aggiunga la necessità, che forse sta facendosi volontà, di trovare un equilibrio ed una collaborazione tra i tre gruppi vinicoli trentini - Cavit, Mezzacorona e La Vis - dalle cui scelte imprenditoriali e dalla cui salute dipendono i redditi di migliaia di viticoltori ed indotto. Una responsabilità sociale forte. Sono questi i nodi che Orsi ed il consiglio d'amministrazione hanno sul tavolo. Nodi che dovranno sciogliere tenendo ben presenti le indicazioni che verranno loro fornite dal direttore Zanoni: è il mercato che decide le produzioni, non viceversa. Di vino invenduto ce n'è già abbastanza. Per Orsi e Zanoni si prospetta una lunga estate impegnativa. Auguri. (r.c.c)

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Con il prudente Zanoni è iniziato il dopo Giacomini (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Con il prudente Zanoni è iniziato il dopo Giacomini TRENTO. Il nuovo direttore generale ha una tranquilla aria navigata. Quello che serve alla Cavit. Il curriculum preparato per l'occasione dice che, con i suoi 49 anni, nato a Casalmaggiore (Cremona), tre figli, «vanta una lunga esperienza di direzione di business nel settore del food e del beverage, maturata prevalentemente all'interno del gruppo multinazionale Nestlè e, precedentemente, in importanti aziende alimentari italiane quali De Rica, Star e Italgel. Dopo aver assunto varie posizioni in Nestlè a livello dirigenziale, sia in Italia che all'estero, è stato chiamato in veste di direttore generale alla guida dell'Illva spa Wine & Spirits», quella dell'Amaretto di Saronno. «Oggi la presentazione ufficiale alla stampa» spiega Orsi «ma in realtà il direttore generale è operativo dal 1º giugno». La scorsa settimana è stato negli Stati Uniti per valutare di persona il mercato, «che già conosco un po'», essenziale per l'export di Cavit. Conosce anche la Cina dove ha lavorato con Chang Yu, il primo gruppo vinicolo di quel Paese «che ha un gran mercato potenziale, anche se complesso». E si prepara a realizzare un'iniziativa in India, altro mercato nel mirino di Cavit, magari con un accordo import-export: l'Europa è piena di ristoranti indiani. Ma di tutto questo Zanoni parla con prudenza. Negli Usa ha verificato che «il marchio Cavit ha un valore riconosciuto, così come un buon rapporto prezzo - qualità, due elementi che ci consentiranno, nonostante la crisi, di difendere le nostre posizioni». Anche se, in generale - aggiunge - vanno conciliate le indicazioni del mercato con gli investimenti. Che è il nodo di ogni produttore di massa e non di nicchia. Esattamente ciò che è Cavit, forte di una posizione «che è certamente anche merito di chi ha lavorato sino ad oggi». Un gentile omaggio ai trent'anni di direzione del predecessore Giacinto Giacomini. E sempre dal 1º giugno ad oggi Zanoni ha preso casa a Trento, ha fatto quattro passi in città, ha iscritto i figli a scuola. «Abbiamo scelto il migliore in una ricca e selezionata rosa di manager» insiste Orsi. Zanoni sorride, ringrazia, s'informa sulle bellezze del Trentino e sugli sport che potranno praticare i figli. Una tranquilla aria navigata, dicevamo. Qualità che gli torneranno utili nella lunga estate rovente per Cavit e per le prospettive della viticoltura trentina. Il dopo-Giacomini è iniziato (r.c.c.)

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Il Futuro non È rosa per i Treasury Americani (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza e Mercati" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Futuro non È rosa per i Treasury Americani di Redazione del 11-06-2009 da Finanza&Mercati del 11-06-2009 [Nr. 113 pagina 3] Tassi di interesse ancora su. A preoccupare è il deficit-Pil e la poca trasparenza della Fed I mercati stanno iniziando a preoccuparsi per la crescita esponenziale dell'indebitamento federale. E fanno bene. In una recente testimonianza al Congresso il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha confermato le previsioni dell'amministrazione Obama, che vedono un rapporto fra debito-Pil del 70% nel 2011. Oltre quella data, però, le stime divergono. L'esecutivo è più ottimista ed è convinto che la percentuale inizierà a scendere già nel 2012. Una previsione più preoccupata arriva dal Congressional Budget Office (Cbo), che ha il compito di non farsi influenzare troppo dalla politica. I timori per un debito in forte crescita non sono nuovi nella storia degli Stati Uniti. Questa volta, però, le dimensioni del deficit non hanno precedenti dalla Seconda Guerra mondiale e le stime verranno con ogni probabilità riviste al rialzo. Secondo l'istituto Bca Research nell'arco di pochi anni la spesa per pagare gli interessi del debito federale salirà al 4% del Pil se i tassi di interesse resteranno al livello attuale. Se invece saliranno si potrebbe arrivare fino al 5%. Stime analoghe valgono per la Gran Bretagna e un po' meno per l'Europa. La paura dei mercati è fondata. Gli interessi sul debito vanno pagati prima di ogni altra cosa, altrimenti c'è la bancarotta. Quindi se si fa affidamento sulle pessimistiche previsioni di Cbo, invece che su quelle ottimistiche dell'amministrazione, il problema emerge in tutta la sua gravità. Adottando questa lettura si capisce poi il balzo del rendimento del decennale Usa che, nel giro di pochi mesi, è passato dal 2% al 3,9%. Chi ha in portafoglio questo titolo di debito è nervoso. E non va dimenticato che molti sono governi stranieri che hanno parcheggiato la loro liquidità in valuta statunitense. Quando il rendimento del Treasury sale, vedono il valore di mercato delle loro riserve scendere. La Cina ha più volte espresso la sua preoccupazione e le recente assicurazioni fornite dal segretario al Tesoro, Tim Geithner, sono state accolte con una risata a Pechino. Noi di Cumberland siamo usciti dai Treasury qualche mese fa per riallocare i capitali nei bond municipali di elevata qualità e in alcuni corporate. La finestra di opportunità per passare dai Treasury ai cosiddetti Munis si sta però chiudendo perché la differenza di rendimento si è già dimezzata. Non è comunque ancora il momento di ridurre significativamente la durata e di adottare una strategia estremamente difensiva. Adesso tutto dipende dalla credibilità del governo americano. Purtroppo Geithner ha perso la fiducia di molti operatori; la stessa Fed ha preso le distanze. La stessa Banca centrale manca però di trasparenza nelle sue decisioni. I mercati sono dunque preoccupati della politica e dell'autorità monetaria ed è per questo motivo che i tassi di interesse dei Treasury continueranno a salire. *Cumberland Advisors

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Pesaro)" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

PESARO AGENDA pag. 9 «Cittadini, vi parlo su questa pubblica piazza...» ELEZIONI DOPO TANTI ANNI A PESARO SONO TORNATI DI MODA I COMIZI LE cose passano, ma poi ritornano, basta, come dice il saggio, sedersi sulla sponda del fiume e aspettare. Chi lo avrebbe mai detto, ad esempio, che in questa epoca dell'elettronica imperante e, almeno a parole, anche globalizzata, a qualcuno potesse tornate in mente di fare un discorso elettorale in piazza? Un «comizio», come si sarebbe detto una volta. Eppure sia Grillo che la Lega hanno fatto la loro brava comparsa in piazza del Popolo, «a contatto con la gente», e, almeno a vedere i dati elettorali, hanno avuto un bel successo di pubblico e anche di voti. Meno male che il dirsi le cose in faccia non passa mai di moda e questo è umanamente confortante. Lettera firmata GRAZIE A TUTTI 625 MI sento in dovere di ringraziare tutti gli elettori dei Comuni di Gabicce Mare, Gradara e Tavullia facenti parte del collegio provinciale di Gabicce Mare, che con i loro 625 voti espressi mi hanno consentito di essere il più votato per l'Italia dei valori nella provincia di Pesaro e Urbino. Purtroppo per il diverso meccanismo elettorale che non premia i più votati in assoluto, ma premia i migliori quozienti, favorendo così i collegi più piccoli e con minor numero di elettori, non sarò in Consiglio provinciale a rappresentarli, ma mi rimane la grande soddisfazione di aver ricevuto il loro ampio consenso. Grazie, 625 volte grazie. Daniele Pierleoni, referente idv del collegio di gabicce mare AUGURI PROFESSORE IL professor Enzo Marcolini compie oggi i suoi 103 anni. Attualmente vive a Roma, ma è nato a Pesaro e per anni è stato stimato docente dell'istituto agrario «Cecchi», prima di iniziare una lunga carriera che lo ha portato lontano dalla città natale, a dirigere l'Ispettorato Agrario, alla Regione Lazio e poi al Ministero dell'Agricoltura. Tanti auguri a lui. Lettera firmata SPERIAMO NEL NUOVO... VIVIAMO in un mondo sovraffollato, anche la nostra città è diventata caotica, le strade sono ingombre di macchine, gli spazi vitali sempre più stretti. Riusciamo a ritrovare una dimensione più umana quando siamo in un angolo verde, tranquillo, dove si gode la vera pace. Tutto ciò sembra un paradosso, fuggiamo la solitudine, ma viviamo in città compresse e ritroviamo noi stessi quando siamo soli. Probabilmente la solitudine ci appartiene e ci protegge. e indubbiamente la società in cui viviamo in questi tempi non ci aiuta a stare meglio. Speriamo che il nuovo governo locale che si va formando ci darà la forza di andare avanti migliorando. Peppino Introcaso

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La Russia venderà titoli di stato americani (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-11 - pag: 13 autore: Mosca. Per acquistare i bond del Fondo monetario La Russia venderà titoli di stato americani Antonella Scott MOSCA. Dal nostro inviato Il petrolio sale sopra i 71 dollari, le riserve russe e il fondo di stabilizzazione si rianimano. A Mosca il clima è cambiato: le compagnie tornano a sondare il mercato dei bond, lo stato (vedi Opel) scommette sugli investimenti all'estero. Ritrova sicurezza e torna a farsi sentire: due giorni fa con l'annuncio a sorpresa di Vladimir Putin, che stanco di aspettare i tempi della Wto le antepone un'unione doganale con Bielorussia e Kazakhstan; ieri attraverso la voce della Banca centrale, che ha scosso i mercati annunciando l'intenzione di ridurre i propri investimenti in titoli del Tesoro americano. Aleksej Uljukajev, vicepresidente di Bank Rossii, non ha dato indicazioni sull'entità del ridimensionamento. Ha però lasciato capire in che direzione sta guardando: «Pensiamo - ha detto- di tagliare la quota di Treasuries (nelle riserve in valuta, ndr) dal momento che si sta aprendo l'occasione per lavorare con altri strumenti ». Il vicegovernatore si riferiva a un'emissione allo studio del Fondo monetario internazionale, la prima della sua storia: bond che potrebbero essere emessi nell'unità di conto dell'Fmi, i diritti speciali di prelievo (Sdr, special drawing rights). Sulle prime, il dollaro ha accusato il colpo, perdendo terreno sull'euro (passato da 1,4100 a 1,4145 dollari) e sulla sterlina. Ma secondo gli analisti dietro le parole di Uljukajev si nascondono motivazioni politiche, più che l'intenzione di intervenire nel breve termine. Chris Weafer, chief strategist di Uralsib, mette subito la dichiarazione in collegamento con il vertice dei Bric, le nuove economie industrializzate attese la settimana prossima a Ekaterinburg. Brasile, Russia, India,Cina: Bric è l'acronimo inventato da Jim O'Neill di Goldman Sachs per raccogliere i paesi che stanno rafforzando il proprio peso nell'economia globale. Ekaterinburg sarà il loro primo vertice formale: l'obiettivo, anticipato ormai da mille dichiarazioni, il predominio del dollaro. Il desiderio dei russi di ridimensionare gli investimenti in dollari è dunque legato da una parte alla preoccupazione generale per un deficit americano avviato a quadruplicarsi, dai 455 miliardi dell'anno scorso ai 1.750 previsti al 30 settembre; dall'altra parte è da ricondurre alla campagna dei Bric per dare maggior peso alle proprie valute e alle proprie economie, ridimensionando la loro dipendenza dal dollaro. L'emissione del Fondo monetario, a cui la Cina dovrebbe aderire investendo 50 miliardi di dollari,e la Russia con 10,è l'occasione per prendere le distanze e creare nuovi equilibri all'interno dell'organizzazione internazionale. Anche il Brasile, ha detto ieri il ministro delle Finanze Guido Mantega, è interessato a dedicare al Fondo 10 miliardi delle proprie riserve. Sui mercati obbligazionari, i rendimenti sui titoli Usa decennali sono saliti ieri ai massimi livelli da novembre, al 3,89%, i trentennali hanno toccato i massimi dell'anno a 4,73%, ma nello stesso tempo il malumore del dollaro è durato poco. Se la Cina, con 767 miliardi, è il primo tra gli investitori stranieri in Treasuries, la Russia è al terzo posto dopo il Giappone, ma con soli 138,4 miliardi, circa il 30% delle proprie riserve in oro e valuta. Gli investimenti denominati in dollari - sono convinti gli operatori continueranno: «La Banca centrale russa non si è mai distinta per mosse affrettate sulle proprie riserve», ha spiegato all'agenzia Bloomberg Maksim Oreshkin, di Rosbank, ma va anche detto che alla fine dello scorso anno l'euro ha superato il dollaro nella quota delle riserve valutarie. Lo stesso Uljukajev, del resto, aveva chiarito che l'allontanamento dal dollaro sarà graduale, sostituendo i Treasuries man mano che arrivano alla scadenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA STRATEGIA DEI BRIC L'obiettivo politico, condiviso dalla Cina, è quello di ridimensionare il predominio del dollaro sui mercati internazionali

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Sanremo, bridge senza Gates (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-06-11 - pag: 43 autore: Quando la crisi si affronta sul tavolo da gioco Sanremo, bridge senza Gates A Sanremo,la città ligure famosa per i fiori, il mare e il festival della canzone italiana, arriverà presto Emma Castro. Ma la sorella del leader maximo Fidel non viene per i fiori. Né per il mare. Né per ascoltare le melodie italiane. A Sanremo arriverà, tra il 12 e il 27 giugno, per partecipare alla quarta edizione dei campionati europei di bridge. Insieme a lei si sfideranno 1.890 concorrenti, tra i quali – come ormai da tradizione – nomi noti della finanza e dell'industria.Ci sarà il francese Antoine Berhneim, presidente delle Generali.Ci sarà l'ingegnere minerario polacco, più famoso come finanziere, Roman Zaleski. Ci sarà il team dell'industriale farmaceutico Angelini e quello di Maria Teresa Lavazza. Crisi o non crisi, insomma, la voglia di giocare non è finita. I big dell'industria e della finanza questa volta non si sfideranno dunque a colpi di Opa o di acquisizioni. Non si difenderanno con " pillole avvelenate". Ma combatteranno seduti al tavolo, con le carte in mano. Solo un "big" della finanza, assiduo frequentatore del tavolo da bridge, quest'anno non ci sarà: Bill Gates. La presenza del genio dell'informatica era stata annunciata nei giorni scorsi, ma non sarà così. L'evento,presentato ieri mattina a Villa Zirio, arriva in Liguria dopo essere stato ospitato da Mentone (Francia), Tenerife (Canarie) e Antalya (Turchia). Le gare si svolgeranno al Palafiori di corso Garibaldi, dalle 10 alle 19.30. Il regolamento prevede l'assegnazione dei titoli a coppie e a squadre delle specialità misto (uomo-donna) e open. Le sfide verranno trasmesse in diretta televisiva e in diretta mondiale via internet. Sono state superate le adesioni registrate dalle edizioni precedenti, con giocatori provenienti da 65 Paesi: 45 nazioni europee, poi Stati Uniti, Cina, Filippine, Giappone, Australia, India, Pakistan ed Egitto. Così come i campi da golf (dove fanno affari Bill Gates e Warren Buffet) e le sfide a tennis, il bridge è ormai diventato un momento di incontro tra manager globali (in virtù del successo mondiale del gioco) e può essere molto più efficace di una cena. Non c'è nemmeno bisogno di imbastire una conversazione perché sarà il gioco stesso a catalizzare l'attenzione: «Le partite – spiegava l'anno scorso al Sole 24 Ore Angelini in occasione dello stesso evento – sono momenti di conoscenza e di pubbliche relazioni impagabili. Imprescindibili, soprattutto per chi opera in colossi multinazionali, dove anche una passione comune tra manager provenienti da mondi diversi può essere determinante ». Bridge e imprenditori, in effetti, sono sempre andati a braccetto. Dai club britannici alle società Usa, il gioco è sempre stato stato il catalizzatore di una fascia di persone agiate e la borghesia l'ha utilizzato per selezionare le nuove leve. Ora, forse, l'userà per superare con un sorriso e con il buonumore la crisi finanziaria. Ovviamente, vinca il migliore. My.L. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL QUARTO TORNEO All'evento parteciperanno molti nomi noti: da Zaleski a Berhneim, da Angelini alla sorella di Fidel Castro Totale: 1.890 concorrenti

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Frattini chiede trattative su tutti i fronti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-11 - pag: 14 autore: SULL'HERALD TRIBUNE Frattini chiede trattative su tutti i fronti «Dopo sei anni di diplomazia solo nucleare, è arrivato il momento di affrontare la questione iraniana in modo complessivo», allargando il tavolo delle trattative. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, con un intervento ieri sull'Herald Tribune, rilancia l'iniziativa internazionale proponendo di coinvolgere l'Iran su altri due fronti cruciali: Medio Oriente e Afghanistan. Sulla necessità di stabilizzare Kabul, Teheran potrebbe diventare alleata dell'Occidente ed essere in seguito più motivata a intervenire in maniera costruttiva sulla vicenda mediorientale, area dove già esercita, grazie agli sciiti, un'influenza sempre maggiore. «Un Iran isolato all'infinito - scrive il ministro - può diventare un irriducibile sabotatore in molte regioni». Inoltre, la Turchia e i paesi arabi moderati - come Pakistan, India e Afghanistan- hanno interesse a sedersi a un tavolo almeno quanto Usa, Ue, Cina e Russia. Il cosiddetto "5+1" (Usa, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e Germania) sta stretto alle questioni da risolvere: per questo, sottolinea il ministro, al G-8 degli Esteri di Trieste (26 e 27 giugno) l'Italia ha invitato anche Teheran. Per discutere di Afghanistan: lì si incontrano interessi iraniani e occidentali perché Teheran ha bisogno di fermare subito il narcotraffico ai suoi confini.

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Gli stranieri sono attaccabili solo se non li si lascia votare (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: I commenti data: 11/06/2009 - pag: 2 autore: di Pierluigi Magnaschi L'analisi Gli stranieri sono attaccabili solo se non li si lascia votare È facile prendersela con gli immigrati regolari quando questi non possono votare. Molto più difficile, da parte dei grandi partiti, prendersela con gli immigrati regolari, quando essi possono esercitare il diritto di voto. Il diritto di voto a loro favore è quindi, di fatto, uno stabilizzatore politico e sociale perché inserisce gli immigrati regolari nel circuito virtuoso della partecipazione. Con il diritto al voto, concesso senza arbitrii e senza speciosi contagocce ma anche senza scorciatoie irresponsabili, gli immigrati che ne hanno le caratteristiche vengono estratti dal ghetto nel quale sono stati confinati, per indurli a esercitare appieno il loro ruolo di cittadini e quindi per diventare sempre più parte integrante della nazione che li ha accolti. Una misura di questo genere, inoltre, tiene conto (e disciplina) le complessità che il mondo globalizzato ha introdotto irreversibilmente anche in tutte le comunità nazionali europee. Contro queste si può certo fare la politica dello struzzo che, per non vedere i problemi che pure esistono, mette la testa sotto terra. Ma, in questo caso, anziché governare responsabilmente, e nell'interesse dell'intero paese, il fenomeno dell'immigrazione, che esiste al di là delle nostre intenzioni, lo si fa incancrenire a danno di tutti: i cittadini autoctoni e quelli immigrati. Vediamo, per esempio, che cosa è successo in Germania su un tema dai tedeschi considerato cruciale. Quello dell'atteggiamento da prendere in ordine all'ammissione della Turchia all'Ue. In Germania, fino a pochi mesi fa, la posizione dei due più grandi partiti tedeschi era questa: i socialisti erano favorevoli e i cristiano-sociali invece erano contrari, con punte, specie nella Baviera, ferocemente contrarie. I cristiano-sociali (in pratica i dc tedeschi) sono organizzati in due partiti. La Cdu, presente in tutto il territorio tedesco, e la Csu, che opera in Baviera. La Cdu è più aperta mentre la Csu è più gelosa del benessere bavarese con le braghe di cuoio. Non sono razzisti, ci mancherebbe, ma un poco sì. Adesso però, dopo che il partito di Angela Merkel si è accorto che fra i votanti nelle elezioni politiche del 27 settembre prossimo ci sono ben 650 mila cittadini tedeschi di origine turca e che le elezioni si giocheranno sul filo di lana, i cristiano-sociali hanno deciso di accantonare il problema dell'adesione della Turchia all'Ue per paura di canalizzare tutto l'elettorato di origine turca verso i socialisti. La morale? Gli immigrati possono essere oggetto di campagne xenofobe (o simil tali) fino a che non sono diventati cittadini. Poi si è costretti a tenerne conto.

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La società invisibile (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

COMMENTO La società invisibile Mariuccia Ciotta La sinistra in tutte le sue forme non sa più leggere la società, perciò ha perso. L'assunto sembra rassicurante, basta che il ceto politico scenda dal palazzo e si confronti con le persone così vedrà il disagio, la crisi, i bisogni insoddisfatti. Ma questa idea della politica lontana dalla gente nasconde un'altra verità che traspare dai risultati delle elezioni amministrative, a conferma dei dati europei. La società sta con la Lega, che il territorio l'ha battuto palmo a palmo e che ora dilaga anche al centro Italia, sta con la xenofobia e la difesa del proprio recinto di interessi. CONTINUA|PAGINA 4 E se l'Europa premia il centro-destra con le sue politiche protezioniste, gli interventi statali a favore di banche e industrie, l'incremento degli ammortizzatori sociali, la regolamentazione dei mercati (Bernardo Valli parla di una «destra keynesiana che batte il socialismo»), l'Italia segue e promuove stati-regione e stati-province. Se è vero che gli operai del nord hanno svestito la sinistra e indossato il fazzoletto verde di Bossi, se ai confini delle città le pulsioni sono tutte o quasi per il governo, qual è la società invisibile che l'opposizione non ha conquistato? Perché non si riesce a pensare, al di là delle alchimie partitiche (Sinistra e Libertà va col Pd, o Rifondazione si riunisce con Vendola, o il Pd accoglie tutti o una parte dell'«estrema» sinistra...), quale sostanza dare a una rappresentanza contro le destre? Dov'è il soggetto del cambiamento? Il fatto è che la società risente della crisi della politica, non ne prescinde. La vita non è altrove. E, a guardare l'Europa vincente, è facile vedere le barriere erette intorno al continente, dal basso verso l'alto, dall'ultimo paese agli stati centrali. L'Europa contro il resto del mondo, localismo, autarchia, difesa dei privilegi. Il Pd si è accodato a chi definisce gli immigrati «forza lavoro» da centellinare a seconda le convenienze, non schiavi come vorrebbe la Lega, ma pur sempre masse da manovrare. E questo pensiero dell'immigrato ingombrante, con i suoi kebab che minacciano stile e sapori indigeni, la sua violenza pronta a esplodere (la campagna contro i rumeni di Veltroni), la propensione a servire mafie e criminalità è diventato un pensiero comune e pervasivo, nella borghesia, anche «illuminata», e nelle fasce basse. La sinistra-sinistra ha spesso risposto con il miserabilismo, povera gente, traghettata dalle zone più disgraziate del mondo, transfughi delle carestie e delle guerre. Mentre i migranti vengono dall'Africa ricca e colta, saccheggiata da sempre, corrotta dai governi occidentali e dalle corporation (il caso del poeta anti-Shell assassinato la dice lunga). E non servirà difendersi alzando muri contro la globalizzazione dell'economia, del commercio, dell'informazione, della finanza e del capitale. È necessario promuovere l'altra, quella dei diritti, del lavoro, della cultura. Nessuno avrà diritti solo per sé, né risorse, né futuro. Come dice Zygmunt Bauman, siamo in un «interregno», tra il «vecchio che sta morendo» e un nuovo che non c'è. In un'epoca di divorzio tra potere e politica, espropriata ormai da forze e dinamiche globali, inutile tenersi aggrappati ai tanti stati-nazione, il loro potere «è evaporato nello spazio dei flussi». L'incertezza dell'oggi è radicata in questo spazio globale e solo lì può avere una risposta. Quelle che vengono dai risultati elettorali macro e micro sono regressive, difensive e deboli. Sono morenti. Dunque, più che dare ascolto a questa società impaurita e conservatrice, sarebbe meglio trovare il coraggio di forzarne le barriere mentali, prefigurare un altro mondo che tenga conto delle trasformazioni materiali ed emozionali. L'innamoramento per l'America di Obama sta in questa visione oltre confine, nella sua lingua mista, nell'appello a una comunità internazionale. Così mentre la fase che si apre propone che gli Stati uniti non rinascano più come superpotenza, il rischio è che l'Europa non vedrà mai la luce fino a quando resterà chiusa in se stessa.

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Giro di vite sulla privacy (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: La Legge data: 11/06/2009 - pag: 14 autore: raccomandazione Giro di vite sulla privacy Nuovo giro di vite dell'Unione europea contro le violazioni del diritto di privacy. La Commissione ha infatti emesso una raccomandazione, puntando il dito questa volta sui sistemi di identificazione a radiofrequenza, già presenti sul mercato in varie forme in 6 miliardi di unità, e stimati dalla stessa Commissione in crescita del 500% nei prossimi 10 anni. La decisione di Bruxelles è arrivata a seguito della valutazione negativa dei sistemi «RFID» da parte dell'attuale Supervisore europeo della protezione dati. Il provvedimento è una sorta di ammonimento, che intende fornire da indicazione di condotta, e si propone di sensibilizzare i cittadini comunitari, i produttori, le aziende e le istituzioni che fanno uso dei sistemi cosiddetti «RFID». Secondo il Supervisore è importante garantire la completa trasparenza informativa, e per questo in futuro i cittadini dovranno essere informati della presenza di «TAG RFID», con un sistema di bollini europei ancora in fase di implementazione. Inoltre secondo il Supervisore dovrà essere assicurata la disattivazione degli stessi bollini prima dell'uscita dagli esercizi commerciali, a meno che il consumatore non si sia espresso diversamente. La Commissione europea ha anche raccomandato che vengano date spiegazioni ai cittadini e ai consumatori in merito al motivo per cui viene adottato un RFID e anche sulla tipologia dei dati prelevati e utilizzati. L'attività europea sulla privacy è in costante fermento: Bruxelles ha infatti anche organizzato recentemente una Conferenza sull'uso, lo scambio e la protezione dei dati personali nell'Unione europea, che ha inteso fare il punto sullo stato dell'arte della legislazione comunitaria in materia. L'occasione ha concesso agli stakeholder del settore di esprimere i propri punti di vista e dibattere sulle nuove sfide che attendono la protezione dei dati personali in Europa. Il dibattito si è acceso sulle domande di fondo in materia di privacy: come dovrebbero essere protetti i dati personali in un mondo sempre più globalizzato? Quali dati devono essere accessibili e potenzialmente scambiabili dalle autorità pubbliche e dalle imprese private? Quanto sono efficaci le attuali norme relative allo scambio internazionale di dati personali da parte delle autorità giudiziarie? Quali sono le aspettative dei cittadini, delle imprese e della società in materia? La Conferenza è stata un'occasione di confronto, e via ha partecipato il Commissario per la Giustizia, Libertà e Sicurezza, Jacques Barrot. L'evento fa parte della strategia della Commissione di consultazione pubblica avviata da Bruxelles sul diritto fondamentale alla protezione dei dati personali e al potenziale sviluppo nel campo della giustizia, libertà e sicurezza. Il sito della Conferenza: http://ec.europa.eu/justice_home/news/events/news_events_en.htm.

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Berger: la rivoluzione dell'industria va avanti Torino con la Opel? Non è ancora finita (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 11/06/2009 - pag: 8 Il superconsulente «La sovrapproduzione spingerà il settore dell' Berger: la rivoluzione dell'industria va avanti Torino con la Opel? Non è ancora finita FRANCOFORTE L'accordo Fiat-Chrysler? «È una pietra miliare sulla via di una maggiore globalizzazione, e proietta i marchi verso una dimensione 'storica', molto più competitiva. Anche in Europa. Dove diventa un concorrente più forte e temibile. È l'unico produttore non tedesco con una forte presenza nell'America del Nord e del Sud, oltre alle molteplici alleanze in Russia, Cina e India ed altri paesi». Il superconsulente Roland Berger, membro del consiglio di Fiat e capo controllore del gruppo che porta il suo nome, con un'esperienza quarantennale sul mercato italiano, non riesce a nascondere una punta di orgoglio per «il grande riconoscimento del know-how tecnologico e dei marchi, del management e dei tecnici Fiat». E in particolare? «Fiat si avvicina a una dimensione di massa critica con la produzione di un milione di auto per piattaforma, e oltrepassa di molto la produzione di 4 milioni di veicoli. Che le permetterà di diventare molto più competitiva, dal punto di vista dei costi e dei prezzi. Anche perché aprirà ai nostri marchi il nuovo mercato 4 milioni Livello di produzione annua a cui il gruppo Fiat può arrivare insieme alla Chrysler

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Prezzi in discesa Usa deficit in crescita Bt licenzia in Italia (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Prezzi in discesa Usa deficit in crescita Bt licenzia in Italia Galapagos Parliamo di prezzi: in tutto il mondo (o quasi) stanno rallentando o addirittura diminuendo - rispetto allo scorso anno - come conseguenza della caduta delle quotazioni del petrolio che a luglio dello scorso anno toccarono i 147 dollari al barile. Ieri sono stati tre i paesi a far sapere che in maggio l'inflazione non è cresciuta: in Germania sono diminuiti dello 01,% su base mensile e dello zero spaccato su base annuale; in Spagna, invece, l'inflazione è rimasta ferma nel mese, mentre segna una flessione dello 0,9% su base tendenziale. Nonostante questo non sembra - almeno per ora - che ci siano rischi di deflazione. Gli indici core (che misurano l'andamento dell'inflazione al netto dei prodotti alimentari e dell'energia) non sono in discesa, ma si assestano nei due paesi tra l'1,4% e lo 0,9%. Da ricordare che la Bce regola i suoi interventi di politica dei tassi riferendosi (sbagliando) all'indice complessivo dell'inflazione, mentre la Fed Usa il parametro (più giusto) dell'inflazione core. Prezzi in discesa anche in Cina: in maggio quelli al consumo sono scesi dell'1,4% (e dello 0,9% nella media dei primi cinque mesi del 2009). Quelli alla produzione sono, invece, arretrati del 7,2%, con un calo, nei primi cinque mesi del 2009, del 5,5%. Chi invece sembra realmente alle prese con la deflazione (nonostante l'influenza dei prezzi petroliferi) è il Giappone: la banca centrale ha fatto sapere che in maggio i prezzi all'ingrosso sono diminuiti del 5,4%. Si tratta del quinto calo consecutivo. Da notare che i prezzi all'import sono crollati del 23,9% annuo in valuta e del 28,5% in yen, mentre quelli export sono scesi rispettivamente del 5% e dell'11,6%. Da Tokyo è arrivata anche un'altra pessima notizia che conferma la recessione nipponica: gli ordini di macchinari in aprile - in un solo mese - sono diminuiti (peggio del previsto) del 5,4%. Gli ordini, che sono al netto delle componenti più volatili (cantieri navali e centrali elettriche) erano calati anche in marzo dell'1,3% mentre a febbraio erano aumentati dello 0,6%. Pessime notizie anche dalla Francia: la produzione industriale seguita a diminuire. In aprile la caduta è stata dell'1,4% su marzo. Dagli Usa alcune notizie interessanti: la prima è che il deficit commerciale ha ricominciato a crescere (29,2 miliardi in aprile); la seconda che nell'ultima settimana le richieste di mutui sono diminuite del 7,2%. La terza è quasi da ridere: alcune grandi banche (responsabili della crisi) hanno deciso di cambiare nome per cercare di rifarsi la faccia. A Berlino, invece, c'è tempesta: il fallimento della Arcador (colosso della distribuzione) rischia di mettere sul lastrico 43 mila lavoratori. La Spd accusa la Merkel di aver trattato l'Arcador in modo diverso dalla Opel alla quale non sono stati lesinati aiuti. Infine l'Italia: la British Telecom ha annunciato 320 licenziamenti, il 25% della forza lavoro.

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Gli uiguri a Palau, grande balzo in avanti per la chiusura di Camp delta (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

GUANTANAMO La scelta di Obama: i 17 prigionieri musulmani cinesi saranno accolti nell'arcipelago della Micronesia. Pechino, per ora, tace Gli uiguri a Palau, «grande balzo in avanti» per la chiusura di Camp delta Michelangelo Cocco Dal Xinjiang - la regione nord-occidentale della Cina che è l'area del mondo più lontana dal mare - al paradiso turistico delle spiagge tropicali di Palau, dopo sette anni trascorsi nell'inferno di Guantanamo. L'approdo di 17 prigionieri musulmani di etnia uigura nell'arcipelago del Pacifico permetterà al presidente Obama di fare un «grande balzo in avanti» verso la chiusura della prigione che Amnesty international ha definito «il gulag dei tempi moderni» e dove restano recluse 241 persone, quasi tutte senza alcun capo d'imputazione formale. La conferma che il gruppo di detenuti - catturati nel 2001 in Pakistan e Afghanistan - sbarcherà presto a Palau è arrivata ieri da Johnson Toribiong, il capo dello staterello della Micronesia che non riconosce la Cina e mantiene relazioni diplomatiche con Taiwan. Toribiong ha definito il suo un «gesto umanitario», per aiutare gli uiguri a rifarsi una vita, nonché un atto di ringraziamento nei confronti «del nostro migliore amico e alleato (gli Usa, ndr) per tutto ciò che ha fatto per Palau». Ma a mostrare concretamente tutta la propria gratitudine saranno gli Usa che, secondo quanto riferito all'Associated press da funzionari dell'Amministrazione democratica, ricompenseranno con 200milioni di dollari in aiuti più altre forme d'assistenza ancora da concordare la repubblica presidenziale (otto isole e oltre 250 isolotti) dove vivono 20mila persone e che ha acquistato l'indipendenza da Washington nel 1994. La reazione cinese non è ancora arrivata. Nel febbraio scorso il ministero degli esteri aveva preteso che i prigionieri uiguri fossero «consegnati alla Cina e condotti davanti alla giustizia». Pechino considera i 17 (alcuni dei quali si sarebbero addestrati assieme ai talebani) colpevoli di «separatismo», di appartenere cioè a quella sparuta minoranza di uiguri che con azioni di guerriglia dai confini dell'Asia centrale sogna l'indipendenza del Xinjiang e la nascita di una repubblica islamica del Turkestan orientale. Soprattutto la Cina non vuole che si ripeta il precedente del 2006, quando altri cinque uiguri detenuti a Camp delta furono accolti in Albania. Pechino mise allora in atto una serie di ritorsioni economiche contro Tirana alle quali, nelle ultime settimane, sono seguite pressioni nei confronti dei governi che avevano manifestato disponibilità ad accogliere i 17. Di qui la scelta di Obama di Puntare su Palau, formalmente stato sovrano ma dipendente economicamente da Washington, e i cui cittadini usano il dollaro e non hanno bisogno di passaporto per andare negli Stati Uniti. Per Obama quello degli uiguri rappresentava uno degli ostacoli principali per la chiusura della galera «anti-terrorismo» voluta dal suo predecessore Bush. L'anno scorso - dopo che il Pentagono li aveva giudicati «non più nemici combattenti» - una corte federale aveva ordinato la liberazione dei 17 negli Stati Uniti. Una corte d'appello ne aveva subito dopo bloccato il trasferimento, lasciandoli in un limbo giuridico. Fuori discussione rilasciarli negli Usa, impossibile rispedirli in Cina, dove potrebbero essere torturati o giustiziati e dove gli Usa hanno bisogno di mantenere la politica di «difesa dei diritti umani» delle minoranze uigure e tibetane, focolai di attività separatistiche. Sono in tutto una quarantina i prigionieri che Washington non può rimpatriare in stati come Azerbaijan, Afghanistan, Algeria, Chad, Yemen e Arabia saudita, dove rischiano di essere uccisi dalle autorità. Quando atterreranno all'aeroporto «Babelthuap», gli uiguri vedranno sventolare una bandiera azzurra, come quella del Turkestan orientale. Unica differenza, su quella di Palau, invece della mezzaluna, brilla un sole splendente.

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Pescatori e rockeros all'Avana, perplessi (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Un incontro con Sandra Gómez, giovane regista e direttore della fotografia cubana laureata alla scuola di San Antonio de los Baños, che si è fatta conoscere per «Las Camas solas» e presenta in diretta dal Malecón «El futuro es hoy», il futuro è oggi Pescatori e rockeros all'Avana, perplessi Silvana Silvestri BELLARIA BELLARIA Sta sopraggiungendo l'uragano Ivan, è annunciato sulla città dell'Avana. Gli abitanti dell'hotel decaduto che ne hanno occupato le stanze, tra calcinacci e pericolo di crolli, di fronte a questa nuova catastrofe si preparano una volta per tutte ad abbandonare il luogo, portando con sé le poche cose: ventilatori, contenitori di plastica. Le stanze restano deserte: è Las Camas solas di Sandra Gómez, cineasta cubana che vive in Svizzera dopo aver sposato Rolando Colla (il regista italo svizzero di Una vita al rovescio, Oltre il confine). Invitata al festival di Bellaria nella sezione dedicata al cinema cubano, è l'esempio del giovane cinema indipendente, anche se non agli esordi, già diplomata nel 2004 come operatore di camera. Il fatto di vivere lontana dal suo paese le ha regalato uno sguardo speciale. Las Camas solas, già presentato in vari festival, coglie l'immagine di un paese che può subire una spaventosa improvvisa tempesta, un uragano della storia. Tra le righe resta anche il ricordo dei famosi abitanti che scendevano in quell'Hotel Regina (come Caruso), oltre che della gente comune che vediamo ripresa. Lo stesso sguardo è puntato su El futuro es hoy (Il futuro è oggi) dove a una serie di personaggi incontrati al parapetto del Malecon, il lungomare dell'Avana più fotografato al mondo, chiede semplicemente: come vedi il tuo futuro? E le risposte sono di una semplicità agghiacciante, non c'è futuro, il futuro è questo minuto. «Viviamo nell'assenza di Fidel, è una voce off come al cinema» dice qualcuno. Ma questa assenza è vissuta con orgoglio, inventiva, creatività, puntiglio, ritmo, tutte caratteristiche che fanno dei cubani un popolo speciale. Li vediamo da veri rivoluzionari superare i divieti, restare fedeli al leader a dispetto dell'evidenza, ed è per lo più una questione generazionale. Respirare, correre, ricordare, scrivere: tutte azioni che non costano nulla, l'essenza della vita dei cubani oggi. Incontriamo Sandra Gómez al festival di Bellaria (i suoi lavori insieme agli altri film cubani si potranno vedere in Italia nei 300 circoli Arci Ucca che ha coprodotto il programma con il festival). Direttore della fotografia oltre che regista, è un ruolo che ancora stupisce in latinoamerica e perfino a Cuba: «A Cuba non ci sono molte donne, tra i tanti giovani che fanno cinema. Nell'Icaic, l'istituto del cine, industria nata con la rivoluzione che quest'anno festeggia 50 anni, si lavora in 35mm e ha un impianto industriale, quasi tutti sono sempre stati uomini e tutti uomini sono i direttori della fotografia. La regista più conosciuta, morta giovane nel '74 è Sara Gómez autrice di De cierta manera. Lei è l'unica donna regista riconosciuta dall'Icaic. Nella mia generazione ce ne sono di più, alla scuola del cinema di San Antonio de los Baños c'è uno sguardo più aperto, nella mia classe c'era Heidi Hassan, anche lei faceva la fotografia, abita a Ginevra e lavora molto, ha fatto anche un corto di finzione Tierra roja, che ha vinto il primo premio alla mostra cubana. Ci sono donne che fanno il suono e se si dedicano alla regia è dei documentari. Famca è la scuola scuola per i giovani cubani, San Antonio invece è fatta per gli stranieri, di cubani ce ne sono un dieci per cento, è molto difficile entrare, quando finivano la scuola non c'erano prospettive, poi hanno cominciato a raggrupparli per farli vedere alla Mostra dei giovani e anno dopo anno il festival è diventato sempre più importante. L'Icaic li ha accolti un po', li appoggia per i documenti, i permessi, con qualche finanziamento o con i materiali. Io sono entrata nella scuola di San Antonio perché ero preparata molto bene, lavoravo come traduttrice e per tre anni ho fatto l'interprete di tutti i corsi e ho imparato moltissimo, il cinema mi piaceva e sono riuscita a entrare con tanta fortuna, anche perché le classi sono molto piccole, di sei studenti. La scuola è buona, molto professionale, insegnano registi di tutto il mondo invitati dalla scuola, ogni una o due settimane c'è un workshop diverso. Mi sono laureata nel 2004 e subito ho girato il materiale per Las camas solas, già da un po' avevo quest'idea, ma quando stava arrivando l'uragano ho dovuto farlo. Un mio amico che abitava lì mi diceva sempre di filmare quel condominio perché prima o poi sarebbe crollato . Con l'uragano era arrivato il momento. Ho girato nei tre giorni prima e il giorno stesso dell'uragano. A un certo punto ho dovuto interrompere e tornare a casa in fretta perché già cominciava a piovere. Ho fatto riprese veloci e complicate, tutti erano agitatissimi e anch'io perché volevo riprendere tutto ed ero sola, anche per il sonoro». Però nel film non si coglie l'affanno. È significativa la scena in cui una ragazza che sembra una sopravvissuta dice la frase del titolo, i letti sono rimasti soli: «Quando ho visto che l'uragano era passato e la gente è rientrata, sono tornata e ho fatto amicizia con quella famiglia. Ho cominciato a chiedere alla gente: cosa è successo durante l'uragano? quando l'ho chiesto a quella ragazza mi ha risposto così. Ora l'Hotel Regina è completamente svuotato, hanno fatto andar via la gente, è una struttura inabitabile». El futuro es hoy è un'anteprima, girato al Malecón, il famoso lungomare dell'Avana dove si moltiplicano i personaggi che guardano quel mare come in un film di fantascienza in un pianeta destinato alla distruzione, con lo strazio nel cuore: «Questo film è nato dalla mia nostalgia del Malecon, è il posto che più mi mancava dell'Avana. A Zurigo c'è il lago, ma il Malecón è una cosa magica per quelli dell'Avana. La mia idea iniziale era un film semplice, poetico con personaggi legati a quel posto, parlare di cosa significa per gli abitanti dell'Avana. Poi parlando con mio marito che è un cineasta e montatore del cinema svizzero ed è insegnante alla scuola (lì ci siamo conosciuti), mi ha detto: «Cuba sta vivendo un momento molto particolare, bisognerebbe cercare di far vedere cosa sta succedendo. Poi forse cambierà». Così ho fatto domande più profonde su come si sentivano, cosa si aspettavano per il futuro. Spesso mi chiedono: cosa succederà dopo cinquant'anni con Fidel? Ho pensato di chiederlo direttamente ai cubani, cosa si aspettano, i loro sogni. Alla fine il Malecón è diventato un secondo ruolo, uno sfondo, un punto di partenza per le idee e le parole dei personaggi». Come il pescatore che si inoltra in mare con il galleggiante per raggiungere chissà quali sponde, e invece vuole solo pescare per la giornata (ed è vietato da sempre), la sarta dei tempi andati che non può abbandonare la macchina per cucire assegnatale da Fidel e pensa che funzioni ancora ma non è vero, il guardiano della Tribuna delle sfilate che dice: «saremo sempre rivoluzionari», lo scrittore appassionato di musica dark. Cuba è un luogo fatto per la musica, ma anche per i rockeros? «Purtroppo sono una minoranza non sono ben visti, sono sempre considerati la parte più ribelle della gioventù, pensano che siano dei drogati casinari. È un modo di esprimersi molto personale in un mondo dove domina la salsa, la musica tradizionale del paese e non è detto che tutti i giovani la amino per forza. Questo fenomeno della musica rock è dovuto al fatto che siamo così vicini agli Usa, era proibita la musica cantata in inglese come i Beatles, il rock e la gente per tanto tempo l'ha ascoltata di nascosto. Ora è permesso, si studia anche l'inglese, prima studiavamo il russo». BELLARIA Sta sopraggiungendo l'uragano Ivan, è annunciato sulla città dell'Avana. Gli abitanti dell'hotel decaduto che ne hanno occupato le stanze, tra calcinacci e pericolo di crolli, di fronte a questa nuova catastrofe si preparano una volta per tutte ad abbandonare il luogo, portando con sé le poche cose: ventilatori, contenitori di plastica. Le stanze restano deserte: è Las Camas solas di Sandra Gómez, cineasta cubana che vive in Svizzera dopo aver sposato Rolando Colla (il regista italo svizzero di Una vita al rovescio, Oltre il confine). Invitata al festival di Bellaria nella sezione dedicata al cinema cubano, è l'esempio del giovane cinema indipendente, anche se non agli esordi, già diplomata nel 2004 come operatore di camera. Il fatto di vivere lontana dal suo paese le ha regalato uno sguardo speciale. Las Camas solas, già presentato in vari festival, coglie l'immagine di un paese che può subire una spaventosa improvvisa tempesta, un uragano della storia. Tra le righe resta anche il ricordo dei famosi abitanti che scendevano in quell'Hotel Regina (come Caruso), oltre che della gente comune che vediamo ripresa. Lo stesso sguardo è puntato su El futuro es hoy (Il futuro è oggi) dove a una serie di personaggi incontrati al parapetto del Malecon, il lungomare dell'Avana più fotografato al mondo, chiede semplicemente: come vedi il tuo futuro? E le risposte sono di una semplicità agghiacciante, non c'è futuro, il futuro è questo minuto. «Viviamo nell'assenza di Fidel, è una voce off come al cinema» dice qualcuno. Ma questa assenza è vissuta con orgoglio, inventiva, creatività, puntiglio, ritmo, tutte caratteristiche che fanno dei cubani un popolo speciale. Li vediamo da veri rivoluzionari superare i divieti, restare fedeli al leader a dispetto dell'evidenza, ed è per lo più una questione generazionale. Respirare, correre, ricordare, scrivere: tutte azioni che non costano nulla, l'essenza della vita dei cubani oggi. Incontriamo Sandra Gómez al festival di Bellaria (i suoi lavori insieme agli altri film cubani si potranno vedere in Italia nei 300 circoli Arci Ucca che ha coprodotto il programma con il festival). Direttore della fotografia oltre che regista, è un ruolo che ancora stupisce in latinoamerica e perfino a Cuba: «A Cuba non ci sono molte donne, tra i tanti giovani che fanno cinema. Nell'Icaic, l'istituto del cine, industria nata con la rivoluzione che quest'anno festeggia 50 anni, si lavora in 35mm e ha un impianto industriale, quasi tutti sono sempre stati uomini e tutti uomini sono i direttori della fotografia. La regista più conosciuta, morta giovane nel '74 è Sara Gómez autrice di De cierta manera. Lei è l'unica donna regista riconosciuta dall'Icaic. Nella mia generazione ce ne sono di più, alla scuola del cinema di San Antonio de los Baños c'è uno sguardo più aperto, nella mia classe c'era Heidi Hassan, anche lei faceva la fotografia, abita a Ginevra e lavora molto, ha fatto anche un corto di finzione Tierra roja, che ha vinto il primo premio alla mostra cubana. Ci sono donne che fanno il suono e se si dedicano alla regia è dei documentari. Famca è la scuola scuola per i giovani cubani, San Antonio invece è fatta per gli stranieri, di cubani ce ne sono un dieci per cento, è molto difficile entrare, quando finivano la scuola non c'erano prospettive, poi hanno cominciato a raggrupparli per farli vedere alla Mostra dei giovani e anno dopo anno il festival è diventato sempre più importante. L'Icaic li ha accolti un po', li appoggia per i documenti, i permessi, con qualche finanziamento o con i materiali. Io sono entrata nella scuola di San Antonio perché ero preparata molto bene, lavoravo come traduttrice e per tre anni ho fatto l'interprete di tutti i corsi e ho imparato moltissimo, il cinema mi piaceva e sono riuscita a entrare con tanta fortuna, anche perché le classi sono molto piccole, di sei studenti. La scuola è buona, molto professionale, insegnano registi di tutto il mondo invitati dalla scuola, ogni una o due settimane c'è un workshop diverso. Mi sono laureata nel 2004 e subito ho girato il materiale per Las camas solas, già da un po' avevo quest'idea, ma quando stava arrivando l'uragano ho dovuto farlo. Un mio amico che abitava lì mi diceva sempre di filmare quel condominio perché prima o poi sarebbe crollato . Con l'uragano era arrivato il momento. Ho girato nei tre giorni prima e il giorno stesso dell'uragano. A un certo punto ho dovuto interrompere e tornare a casa in fretta perché già cominciava a piovere. Ho fatto riprese veloci e complicate, tutti erano agitatissimi e anch'io perché volevo riprendere tutto ed ero sola, anche per il sonoro». Però nel film non si coglie l'affanno. È significativa la scena in cui una ragazza che sembra una sopravvissuta dice la frase del titolo, i letti sono rimasti soli: «Quando ho visto che l'uragano era passato e la gente è rientrata, sono tornata e ho fatto amicizia con quella famiglia. Ho cominciato a chiedere alla gente: cosa è successo durante l'uragano? quando l'ho chiesto a quella ragazza mi ha risposto così. Ora l'Hotel Regina è completamente svuotato, hanno fatto andar via la gente, è una struttura inabitabile». El futuro es hoy è un'anteprima, girato al Malecón, il famoso lungomare dell'Avana dove si moltiplicano i personaggi che guardano quel mare come in un film di fantascienza in un pianeta destinato alla distruzione, con lo strazio nel cuore: «Questo film è nato dalla mia nostalgia del Malecon, è il posto che più mi mancava dell'Avana. A Zurigo c'è il lago, ma il Malecón è una cosa magica per quelli dell'Avana. La mia idea iniziale era un film semplice, poetico con personaggi legati a quel posto, parlare di cosa significa per gli abitanti dell'Avana. Poi parlando con mio marito che è un cineasta e montatore del cinema svizzero ed è insegnante alla scuola (lì ci siamo conosciuti), mi ha detto: «Cuba sta vivendo un momento molto particolare, bisognerebbe cercare di far vedere cosa sta succedendo. Poi forse cambierà». Così ho fatto domande più profonde su come si sentivano, cosa si aspettavano per il futuro. Spesso mi chiedono: cosa succederà dopo cinquant'anni con Fidel? Ho pensato di chiederlo direttamente ai cubani, cosa si aspettano, i loro sogni. Alla fine il Malecón è diventato un secondo ruolo, uno sfondo, un punto di partenza per le idee e le parole dei personaggi». Come il pescatore che si inoltra in mare con il galleggiante per raggiungere chissà quali sponde, e invece vuole solo pescare per la giornata (ed è vietato da sempre), la sarta dei tempi andati che non può abbandonare la macchina per cucire assegnatale da Fidel e pensa che funzioni ancora ma non è vero, il guardiano della Tribuna delle sfilate che dice: «saremo sempre rivoluzionari», lo scrittore appassionato di musica dark. Cuba è un luogo fatto per la musica, ma anche per i rockeros? «Purtroppo sono una minoranza non sono ben visti, sono sempre considerati la parte più ribelle della gioventù, pensano che siano dei drogati casinari. È un modo di esprimersi molto personale in un mondo dove domina la salsa, la musica tradizionale del paese e non è detto che tutti i giovani la amino per forza. Questo fenomeno della musica rock è dovuto al fatto che siamo così vicini agli Usa, era proibita la musica cantata in inglese come i Beatles, il rock e la gente per tanto tempo l'ha ascoltata di nascosto. Ora è permesso, si studia anche l'inglese, prima studiavamo il russo». Foto: EL MALECÓN DELL'AVANA, CUBA /FOTO GIUSEPPE LO BARTOLO SOTTO, LE «GRAND MACABRE» (FURA DELS BAUS)

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Borse Asia Pacifico, positive al traino di balzo materie prime (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

MILANO (Reuters) - I titoli legati alle materie prime in Asia e la forza del dollaro australiano per il terzo giorno consecutivo stanno dando carburante ai mercati dell'area. "I prezzi del petrolio continuano la loro marcia verso quota 75 dollari al barile. La nostra stima di una media di 85 dollari al barile per il 2010 sembra possibile e riteniamo che ci sia il rischio di una ulteriore salita nei trimestre a venire", osserva un analista. Il futures sul brent a Londra ha toccato i massimi da sette mesi a 72,25 dollari a seguito dei dati Usa su una contrazione delle riserve. Intorno alle 8,20 ora italiana, l'indice regionale Msci che esclude la borsa di Tokyo, sale dello 0,53%. Piatta Tokyo che non riesce a superare la soglia psicologica di 10.000 punti. Sul listino pesano i timori che un incremento dei tassi di interesse nel mercato dei bond Usa possa mettere a rischio la ripresa dell'economia. In lieve crescita Hong Kong. In calo i titoli immobiliari sui timori di un rialzo dei tassi di intesse dgeli Stati Uniti. In forte rialzo Taiwan aiutata dal balzo dei titoli dell'acciaio dopo che China Steel ha annunciato che aumenterò i prezzi dei prodotti, facendo salire i titoli del settore sulle attese di un incremento della domanda dalla Cina. Shanghai perde circa l'1% penalizzata da dati economici contrastati su maggio. A Sydney la Borsa segna un rialzo di oltre mezzo punto percentuale. A fare da volano i titoli minerari sulle voci di un'offerta cinese su Fortescue Metals. Piatta, infine, l'India penalizzata da prese di profitto.

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Onu, dure sanzioni per la Corea del Nord (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

VETRINA ESTERI pag. 20 Onu, dure sanzioni per la Corea del Nord NEW YORK L'ONU si prepara a «punire» la Corea del Nord per avere violato le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza con i suoi test atomici e missilistici di qualche settimana fa.I cinque paesi permanenti e con diritto di veto, Usa, Cina, Russia, Francia e Inghilterra, insieme a Corea del Sud e Giappone, membri del gruppo di contatto impegnato nei negoziati a 6 con Pyongyang hanno trovato un'intesa su una «risposta comune», su un testo di risoluzione che, se applicata, provocherà un nuovo e praticamente totale embargo economico al regine comunista, ma soprattutto farà scattare sul piano militare l'intercettazione anche in acque non territoriali di tutti i cargo sospetti da e per la Corea del Nord che potranno venir ispezionati alla ricerca di armi e altro materiale tecnologico.

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Dal waterboarding all'isola felice (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK Dal rischio del simulato affogamento ai giochi acquatici sulle spiagge d’oro di Palau. Attenti a non viziarli troppo, i detenuti che entro gennaio 2010 devono lasciare, sfrattati da Obama, le stanzette di Guantanamo con aria condizionata. I primi a essere liberati, i 17 cinesi musulmani della etnia degli uiguri, finiranno infatti nel paradisiaco arcipelago della Micronesia, nove isole abitate su 250, 750 kilometri a Est delle Filippine. Gli Stati Uniti faranno un prestito di lungo termine da 200 milioni di dollari per aiutare lo sviluppo della minuscola nazione, che conta 20 mila abitanti: in pratica, 10 mila dollari a residente. «E’ un grande giorno per Palau e un grande giorno per i diritti umani», ha detto Stuart Beck, avvocato di New York sposato a una palauana, Tulik, con cui ha quattro figli, e ambasciatore di Palau presso l’Onu dal 2004 (a un dollaro all’anno). Dagli Anni 70 Beck rappresenta gli interessi dell’arcipelago, diventato indipendente nel 1994 da protettorato Usa che era. «La trattativa per i cinesi si è svolta a livelli di capi di Stato - ha raccontato -. Obama ha chiamato il collega Toribiong, che si è detto onorato e orgoglioso di compiere un gesto umanitario. Ora alcuni incaricati di Palau andranno a Cuba per capire che qualità e capacità lavorative abbiano i 17, e per organizzare il loro inserimento. Vanno in un paradiso dell’accoglienza: dal primo vascello inglese che vi capitò nel 1783, quelle isolette hanno sempre accolto bene i rifugiati. Palau è amica di tutti». Amica soprattutto dell’America. E adesso sarà forse presa più sul serio, mentre quando fu inserita da Bush nella «coalizione dei volontari» per la guerra in Iraq veniva citata come Stato-barzelletta. Non ha forze armate, per l’accordo firmato all’atto dell’indipendenza quando c’era Clinton, ma i suoi cittadini possono arruolarsi nell’esercito americano, e lo hanno sempre fatto. «Più di cento sono ora nei battaglioni in missione di guerra, e uno è morto in Afghanistan la settimana scorsa», ha detto Beck. Anche sul piano diplomatico la fedeltà di Palau è a prova di bomba: all’assemblea generale delle Nazioni Unite, su tutte le questioni, il suo voto è in linea con quello degli Stati Uniti a un tasso quasi totalitario, che rivaleggia solo con quello di Israele. L’unico Paese che finora aveva detto di volere gli uiguri era la Cina, ma gli Usa l’hanno sempre escluso nel timore che, essendo dissidenti islamici, potessero essere processati e magari condannati a morte e uccisi. Non è ancora certo che tutti i 17 cinesi finiranno a Palau: le alternative, per gli eventuali esclusi da questa vincita alla lotteria, sono l’Australia e la Germania, dove già vivono piccole comunità di uiguri. Almeno una ventina di gatti sono stati trovati mutilati e uccisi nell’arco dell’ultimo mese nella contea Miami Dade della Florida. Ad alcuni è stato strappato completamente il pelo, mentre altri presentavano diverse ferite da taglio. «Sono terrorizzata, al punto che ovunque vada temo di trovare gatti morti sul ciglio della strada», ha detto Mary Lou Shad, residente dell’area e proprietaria di un gatto che fa parte della lista delle vittime. La paura è tale che molti proprietari di gatti hanno deciso di non far uscire di casa i propri animali.

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Gli uiguri a Palau, per la chiusura di Camp delta (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

GUANTANAMO Gli uiguri a Palau, «grande balzo in avanti» per la chiusura di Camp delta La scelta di Obama: i 17 prigionieri musulmani cinesi saranno accolti nell'arcipelago della Micronesia. Pechino, per ora, tace Michelangelo Cocco Dal Xinjiang - la regione nord-occidentale della Cina che è l'area del mondo più lontana dal mare - al paradiso turistico delle spiagge tropicali di Palau, dopo sette anni trascorsi nell'inferno di Guantanamo. L'approdo di 17 prigionieri musulmani di etnia uigura nell'arcipelago del Pacifico permetterà al presidente Obama di fare un «grande balzo in avanti» verso la chiusura della prigione che Amnesty international ha definito «il gulag dei tempi moderni» e dove restano recluse 241 persone, quasi tutte senza alcun capo d'imputazione formale. La conferma che il gruppo di detenuti - catturati nel 2001 in Pakistan e Afghanistan - sbarcherà presto a Palau è arrivata ieri da Johnson Toribiong, il capo dello staterello della Micronesia che non riconosce la Cina e mantiene relazioni diplomatiche con Taiwan. Toribiong ha definito il suo un «gesto umanitario», per aiutare gli uiguri a rifarsi una vita, nonché un atto di ringraziamento nei confronti «del nostro migliore amico e alleato (gli Usa, ndr) per tutto ciò che ha fatto per Palau». Ma a mostrare concretamente tutta la propria gratitudine saranno gli Usa che, secondo quanto riferito all'Associated press da funzionari dell'Amministrazione democratica, ricompenseranno con 200milioni di dollari in aiuti più altre forme d'assistenza ancora da concordare la repubblica presidenziale (otto isole e oltre 250 isolotti) dove vivono 20mila persone e che ha acquistato l'indipendenza da Washington nel 1994. La reazione cinese non è ancora arrivata. Nel febbraio scorso il ministero degli esteri aveva preteso che i prigionieri uiguri fossero «consegnati alla Cina e condotti davanti alla giustizia». Pechino considera i 17 (alcuni dei quali si sarebbero addestrati assieme ai talebani) colpevoli di «separatismo», di appartenere cioè a quella sparuta minoranza di uiguri che con azioni di guerriglia dai confini dell'Asia centrale sogna l'indipendenza del Xinjiang e la nascita di una repubblica islamica del Turkestan orientale. Soprattutto la Cina non vuole che si ripeta il precedente del 2006, quando altri cinque uiguri detenuti a Camp delta furono accolti in Albania. Pechino mise allora in atto una serie di ritorsioni economiche contro Tirana alle quali, nelle ultime settimane, sono seguite pressioni nei confronti dei governi che avevano manifestato disponibilità ad accogliere i 17. Di qui la scelta di Obama di Puntare su Palau, formalmente stato sovrano ma dipendente economicamente da Washington, e i cui cittadini usano il dollaro e non hanno bisogno di passaporto per andare negli Stati Uniti. Per Obama quello degli uiguri rappresentava uno degli ostacoli principali per la chiusura della galera «anti-terrorismo» voluta dal suo predecessore Bush. L'anno scorso - dopo che il Pentagono li aveva giudicati «non più nemici combattenti» - una corte federale aveva ordinato la liberazione dei 17 negli Stati Uniti. Una corte d'appello ne aveva subito dopo bloccato il trasferimento, lasciandoli in un limbo giuridico. Fuori discussione rilasciarli negli Usa, impossibile rispedirli in Cina, dove potrebbero essere torturati o giustiziati e dove gli Usa hanno bisogno di mantenere la politica di «difesa dei diritti umani» delle minoranze uigure e tibetane, focolai di attività separatistiche. Sono in tutto una quarantina i prigionieri che Washington non può rimpatriare in stati come Azerbaijan, Afghanistan, Algeria, Chad, Yemen e Arabia saudita, dove rischiano di essere uccisi dalle autorità. Quando atterreranno all'aeroporto «Babelthuap», gli uiguri vedranno sventolare una bandiera azzurra, come quella del Turkestan orientale. Unica differenza, su quella di Palau, invece della mezzaluna, brilla un sole splendente.

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Domani il convegno internazionale "Green life: costruire città sostenibili": (sezione: Globalizzazione)

( da "Legambiente" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Comunicati stampa 11/06/2009 12:32 Domani il convegno internazionale “Green life: costruire città sostenibili”: Legambiente chiama a raccolta esperienze di nuovi modi di realizzare e vivere la città del futuro Milano, 11 giugno 2009 – Milano a confronto con l’Europa per costruire un Expo eco-compatibile: questo è il tema centrale di “Green life: costruire città sostenibili” il convegno che si terrà il 12 giugno 2009 all’Auditorium Assimpredil Ance, via San Maurilio 21 a Milano, dalle 9.00 alle 17.00. Il convegno, promosso da Legambiente, Triennale di Milano, Istituto di Ricerche Ambiente Italia, Assimpredil Ance e Camera di Commercio di Milano, vedrà la partecipazione di ospiti europei ed italiani che si confronteranno su esempi di città come Stoccolma, Barcellona, Linz e Amburgo che hanno già messo in atto politiche e progetti di eco-sostenibilità. Il tema della sostenibilità ambientale assume una rilevanza particolare per Milano e per le sue istituzioni: ecco perché Green Life può essere considerato come uno dei passi delle istituzioni milanesi e lombarde verso l’EXPO 2015 “Nutrire in pianeta, energia per la vita”. “Green life: costruire città sostenibili” è, inoltre, un evento preparatorio della Mostra Internazionale Green Life che si aprirà invece nel febbraio 2010 alla Triennale di Milano. La mostra durerà 45 giorni, e metterà in mostra i quartieri e le architetture più innovative realizzate nelle città del mondo e in Italia nell’ambito della progettazione architettonica per creare eco-sistemi urbani sostenibili per il pianeta. Il convegno e la mostra mostreranno ciò che in Italia e nel mondo (Europa, Cina, Usa, ecc.) è già stato realizzato o in corso di realizzazione in tema di eco-sostenibilità e sarà un modo per discutere su ciò che, già oggi, è possibile realizzare su un tema che investe in pieno linguaggi, modalità e materiali del costruire: la progettazione sarà sempre più influenzata dalla necessità di una gestione integrata dei fabbisogni/risparmi di energia, acqua, rifiuti, trasporti e logistica fin dalle prime fasi di ripianificazione delle aree urbane. Per maggiori informazioni sul convegno e la mostra: www.mostragreenlife.org. Torna all'elenco delle notizie

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La Marca che esporta ha anche il sorriso di Myrna (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Marca che esporta ha anche il sorriso di Myrna I suoi avi da Segusino in Centro America per sfuggire alla miseria: ora lei è la più bella messicana Giovedì 11 Giugno 2009, Myrna Ajuria Zechinelli, un nome messicano, ma anche italiano. Miss Italia nel Mondo Messico 2009, Myrna, Italiana di quinta generazione è figlia di quei veneti, molti dei quali segusinesi, che a fine Ottocento lasciarono il paese, dove la miseria e la pellagra la facevano da padroni, per cercar fortuna in Messico con l'intera famiglia. Li aspettava il duro lavoro di bonifica dei terreni concessi dallo Stato Messicano. Molto tempo è passato da allora e diverse sono fortunatamente oggi le condizioni di vita ma a Chipilo, Puebla, nessuno dimentica le proprie radici e Myrna Ajuria Zechinelli, la cui madre è di origine segusinese ne è una testimonianza. Appena letto l'annuncio del concorso Miss Italia nel Mondo su una locandina dei un bar di Puebla ha subito pensato di parteciparvi per mostrare la bellezza delle ragazze messicane di origine veneta certo, ma anche per il grande desiderio di rivedere il paese in cui i suoi avi sono nati. E così dopo aver superato diverse selezioni la bella Miss Italia nel Mondo Messico 2009, mora, occhi scuri, ventunenne studentessa di scienze delle comunicazioni che sogna di diventare giornalista, da giorni sta visitando il Veneto ospitata a Segusino da dei lontani parenti. A farle da guida è Agostino Coppe, dell' Associazione "Marca Pedemontana nel Mondo", già sindaco di Segusino. Myrna, parlando un po' in italiano e un po' in dialetto locale, come fanno moltissimi figli di emigranti nella sua città, racconta: "Agostino è assolutamente il personaggio italiano più conosciuto a Chipilo per l'impegno che nel tempo ha dedicato a mantenere i rapporti tra i trevigiani all'estero e l'Italia. Il "Cristoforo Colombo" di Chipilo." Ieri la ragazza è stata ospite dell'associazione Trevisani nel Mondo e della Fondazione Cassamarca, venerdì partirà per Jesolo da dove il 27 giugno andrà in onda Miss Italia nel Mondo in programmazione su RaiUno. Perché Myrna ha deciso di intraprendere quest' avventura al di là del desiderio di vedere il suo paese d'origine? «Volevo rappresentare la bellezza di tante ragazze di Chipilo fortemente venete - racconta - Sono molto felice e questa è anche la prima volta che vengo in Italia. Gioco a calcio e mi piace Del Piero. Ma mi piace anche ballare, leggere e cucinare gli spaghetti, ascoltare musica». Anche italiana maturalmente: «Certo. Spesso viene a Chipilo Filippa Giordano ma mi piacciono anche la Pausini, Vasco, Tiziano Ferro, Ramazzotti, Mango, Tozzi e Ligabue». Ora il suo sogno è vincere il concorso. E di sicuro trevigiani e messicani, in un mondo ormai globalizzato, il 27 giugno faranno tifo per lei e per il suo contagioso sorriso. Deborah Granziero

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DOPO I MINACCIOSI TEST MISSILISTICI Pronte nuove sanzioni Onu per i nordcoreani (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DOPO I MINACCIOSI TEST MISSILISTICI Pronte nuove sanzioni Onu per i nordcoreani Giovedì 11 Giugno 2009, New York Stop immediato ai test missilistici della Corea del Nord, estensione «significativa» delle restrizioni alle esportazioni e alle operazioni finanziarie, e ampliamento discrezionale delle ispezioni dei mercantili diretti in Corea del Nord che potranno essere intercettati e ispezionati dalle flotte dei Paesi membri dell'Onu per verificare che i carichi portati non violino l'embargo. Questi i punti della bozza di risoluzione su cui al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stata trovata un'intesa di massima. La bozza di risoluzione, è stata preparata dagli Stati Uniti a nome dei sette Paesi si occupano del dossier Pyongyang: i cinque con potere di veto in Consiglio di sicurezza (Usa, GranBretagna, Francia, Russia, Cina) e i due vicini più minacciati dallo sviluppo missilistico-nucleare nordcoreano: Giappone e Corea del Sud. Le nuove sanzioni potrebbero essere approvate oggi o domani. Il regime di Pyongyang, che nelle scorse settimane ha intensificato i test nucleari segreti e i lanci di missili sperimentali, mette in guardia gli Stati Uniti: se estenderanno il loro "ombrello nucleare" sulla Corea del Sud e sul Giappone, per i nordcoreani ciò equivarrà ad una «dichiarazione di guerra nucleare».

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La speculazione fa ripartire il prezzo del petrolio (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La speculazione fa ripartire il prezzo del petrolio Il barile sul mercato di New York ha sfondato i 70 dollari. Un livello non giustificato dalla crescita della domanda Giovedì 11 Giugno 2009, Roma Continua la corsa al rialzo del petrolio al mercato di New York dopo che le scorte di greggio statunitensi hanno segnato un ribasso, contro tutte le previsioni. Il greggio è salito infatti a 71,35 dollari al barile. Il Dipartimento dell'Energia Usa ha comunicato che la scorsa settimana le scorte di greggio sono calate di 4,38 milioni di barili e quelle di benzina sono scese di 1,55 milioni di barili. La ripresa dei prezzi del petrolio nelle ultime settimane, con un barile tornato stabilmente a quota 70 dollari (l'89% in più dei valori di inizio anno, a fronte di una media 2008 di 95 dollari), «data la persistente debolezza della domanda, sembra più che altro spinto dal rinnovato interesse degli operatori finanziari che ritengono ineluttabile una ripresa dei prezzi, favorita anche dall'ulteriore indebolimento del dollaro». Lo ha rilevato il presidente dell'Unio petrolifera, Pasquale De Vita. «E già si sente parlare di una nuova bolla speculativa - ha aggiunto De Vita - La prospettiva di un recupero della domanda già nel 2010, al momento, viene pertanto considerata molto più importante dello stato reale dei fondamentali». I consumi di petrolio, rileva l'Unione petrolifera, hanno mostrato nel 2008 un calo di oltre il 4%, tornando per la prima volta negli ultimi 30 anni intorno agli 80 milioni di tonnellate. «In questi primi mesi del 2009 - ha proseguito De Vita - la flessione si è ulteriormente accentuata non solo per l'ormai fisiologico calo dell'olio combustibile, ma anche per quello dei carburanti, compreso il gasolio che non riesce più a compensare le perdite della benzina». Nel 2008 le vendite dei due prodotti sono infatti diminuite del 2,7% rispetto al 2007, mentre nel primo quadrimestre 2009 già del 6,5 per cento. Per il petroliere Gianmarco Moratti, presidente della Saras, «è un momento difficile per il settore petrolifero. Non credo che il Tesoro voglia inasprire la Robin tax». Il problema, rileva ancora Moratti, «non è la Robin tax, è il mercato che è molto calato e la situazione economica in generale. Tant'è che l'impatto della Robin tax finora è stato contenuto proprio a causa della debolezza del mercato». Per il ministro dello Sviluppo, Claudio Scajola, «le quotazioni in rialzo di queste settimane del barile del petrolio sono determinate da una richiesta da parte dell'Asia, in particolare dalla Cina ed è un fatto positivo ma si somma anche una ripresa della speculazione internazionale». «La strategia -ha spiegato il ministro- è di arrivare a un prezzo non volatile ma giusto. Le azioni del governo sono di far sì che il prezzo finale non sia più alto della media degli altri Paesi europei. Argomento su cui vogliamo insistere chiedendo conto alle industrie del settore». Per Scajola «non si può tollerare che il prezzo cresca troppo velocemente quando il petrolio sale e diminuisca altrettanto velocemente quando scende».

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Domani a Milano il convegno internazionale "Green life: costruire città sostenibili" (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 11-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domani a Milano il convegno internazionale “Green life: costruire città sostenibili” (11/6/2009 14:57) | (Sesto Potere) - Milano - 11 giugno 2009 - Milano a confronto con l’Europa per costruire un Expo eco-compatibile: questo è il tema centrale di “Green life: costruire città sostenibili” il convegno che si terrà il 12 giugno 2009 all’Auditorium Assimpredil Ance, via San Maurilio 21 a Milano, dalle 9.00 alle 17.00. Il convegno, promosso da Legambiente, Triennale di Milano, Istituto di Ricerche Ambiente Italia, Assimpredil Ance e Camera di Commercio di Milano, vedrà la partecipazione di ospiti europei ed italiani che si confronteranno su esempi di città come Stoccolma, Barcellona, Linz e Amburgo che hanno già messo in atto politiche e progetti di eco-sostenibilità. Il tema della sostenibilità ambientale assume una rilevanza particolare per Milano e per le sue istituzioni: ecco perché Green Life può essere considerato come uno dei passi delle istituzioni milanesi e lombarde verso l’EXPO 2015 “Nutrire in pianeta, energia per la vita”. “Green life: costruire città sostenibili” è, inoltre, un evento preparatorio della Mostra Internazionale Green Life che si aprirà invece nel febbraio 2010 alla Triennale di Milano. La mostra durerà 45 giorni, e metterà in mostra i quartieri e le architetture più innovative realizzate nelle città del mondo e in Italia nell’ambito della progettazione architettonica per creare eco-sistemi urbani sostenibili per il pianeta. Il convegno e la mostra mostreranno ciò che in Italia e nel mondo (Europa, Cina, Usa, ecc.) è già stato realizzato o in corso di realizzazione in tema di eco-sostenibilità e sarà un modo per discutere su ciò che, già oggi, è possibile realizzare su un tema che investe in pieno linguaggi, modalità e materiali del costruire: la progettazione sarà sempre più influenzata dalla necessità di una gestione integrata dei fabbisogni/risparmi di energia, acqua, rifiuti, trasporti e logistica fin dalle prime fasi di ripianificazione delle aree urbane.

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"A rischio lavoro, mutui e affitti" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

APPELLO DEI VESCOVI A BANCHE E FONDAZIONI PER SOSTENERE IL FONDO DI GARANZIA IN AIUTO ALLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ "A rischio lavoro, mutui e affitti" [FIRMA]FRANCESCO MANACORDA INVIATO A SIENA C'è il lavoro, «che già prima era precario, ora lo è diventato ancor più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza». C'è «la rata dei mutui e degli affitti, o dei debiti comunque contratti, che costituisce un problema crescente per molte famiglie». E c'è per l'appunto il grido di allarme di monsignor Mariano Crociata - segretario generale della Conferenza episcopale italiana - di fronte agli uomini delle banche e delle Fondazioni che hanno in mano il controllo di quelle banche, riuniti ieri a congresso a Siena. Quello che Crociata chiama «il tempo complesso che viviamo, sotto la cifra della globalizzazione», sta adesso mostrando in pieno i suoi effetti anche nella crisi delle economie occidentali. "Una crisi che tocca i singoli, le famiglie, le comunità - dice il segretario della Cei - e dalla quale viene il rischio di una involuzione antropologica ed etica". «Sul territorio, nelle parrocchie e tra i vescovi - spiega ancora - si raccoglie preoccupazione per un andamento di cui è difficile prevedere l'esito». Se lo sviluppo della crisi non si conosce, quello che già si sa è che ci sono «difficoltà specifiche per la disoccupazione e il depauperamento complessivo della capacità di acquisto». Serve allora «l'impegno e lo sforzo di tutti, da parte delle istituzioni, primo fra tutti il governo. La Chiesa si inserisce con tantissime iniziative in questo sforzo complessivo». Importante, comunque, «che ci sia questo impegno e non solo lagnarsi, piangersi addosso, ma evidenziare le difficoltà e impegnarsi per una soluzione». Nella geografia della globalizzazione rientrano ovviamente anche i flussi migratori. Per Crociata «il problema si affronta in tanti modi, equilibrando sempre accoglienza e sicurezza. Il modo privilegiato resta quello di intervenire nei paesi in cui il problema sorge e che costringe la popolazione a partire in cerca di fortuna». Non ha scelto a caso la sua platea, monsignor Crociata: le Fondazioni bancarie erogano sui loro territori risorse cospicue - solo dalle sedici più grandi l'anno scorso sono arrivati oltre 1,2 miliardi di euro - facendo spesso da ponte tra quello che i privati e lo Stato non vogliono o non possono fare. E così è anche a loro che il segretario della Cei si rivolge per cercare contributi al «fondo di garanzia per le famiglie numerose in difficoltà» che la Cei ha appena varato in collaborazione con l'Associazione delle banche italiane. «Il fondo - spiega - intende essere un segno e insieme uno strumento di speranza per attraversare la crisi e non soccombere di fronte a essa, garantendo a ciascuna famiglia in sofferenza un contributo di cinquecento euro mensili per un anno. Un contributo che potrà essere prorogato per un secondo anno e per lo stesso importo», se le difficoltà continuano, per poi essere restituito quando le condizioni miglioreranno. Ma perché lo strumento sia efficace serviranno almeno 30 milioni di euro. Ecco dunque la richiesta di contribuire rivolta «ai singoli, alle diocesi, alle stese Fondazioni, aziende e società». Da Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri che raduna le Fondazioni, viene subito l'impegno a chiedere a tutti gli associati, che spesso già collaborano con le singole diocesi, di sostenere l'iniziativa Cei.

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Pubblicità in calo dell'11% La ripresa? Da metà 2010 (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi Numero 138  pag. 21 del 12/6/2009 | Indietro Pubblicità in calo dell'11% La ripresa? Da metà 2010 MARKETING Di Irene Greguoli Venini Le proiezioni a fine anno secondo Nielsen Media Research Il 2009 in Italia potrebbe chiudersi, secondo le proiezioni di Nielsen Media Research, con un calo totale degli investimenti pubblicitari dell'11%: a soffrire saranno soprattutto i periodici (-25%), mentre il rallentamento sarà più contenuto per la radio e la tv (-10%). La ripresa? Da metà 2010. Ma anche altrove la situazione non si presenta rosea: la crisi del mercato della comunicazione sta investendo infatti tutti i paesi, con l'eccezione dell'Asia. E, nonostante la spesa destinata al web stia crescendo, le aziende tendono a concentrare comunque il 90% dei propri budget sui mezzi classici, puntando sulla tv, che rimane il media principe, in particolare negli Usa e in Cina. I primi quattro mesi dell'anno si sono conclusi infatti in Italia con una diminuzione totale del 18% degli investimenti, con un calo soprattutto della stampa (-30% per la free press, -27% per i quotidiani e -30% per i periodici) e, seppur in misura minore, della tv (-16%), e una crescita solo della spesa sul web (+7%). «Anche se c'è stato un aumento del 2% del numero di inserzionisti, accompagnato però una diminuzione del denaro investito da parte di quasi tutti i settori, soprattutto quello degli oggetti personali e dell'abbigliamento, con l'unica eccezione degli enti e delle istituzioni. La Penisola comunque è un mercato molto concentrato e i se big spender smettono di investire c'è un calo di tutto il mercato pubblicitario», spiega Paolo Duranti, managing director di Nielsen Media Research per l'area del Sud Europa, in occasione dell'incontro sugli scenari internazionali della pubblicità organizzato da Iaa Italia (presieduto da Edoardo Teodoro Brioschi) ieri a Milano. «Quello che è perso è perso», continua Duranti, «ma a fine anno ci sarà una situazione meno negativa, se non in pareggio, anche se non parliamo ancora di ripresa, che sarà a metà 2010. Oggi le aziende tendono ad ancorarsi ai mezzi storici con i quali hanno più familiarità, ma al contempo l'on-line e le nuove forme di media più legati alla tecnologia proseguono il loro inarrestabile sviluppo. I media classici rappresentano ancora circa il 90% degli investimenti e questo rende particolarmente impegnativo per le aziende bilanciare i propri investimenti tra nuovo e tradizione». Non per nulla, globalmente alla tv va il 56% delle risorse destinate alla pubblicità, ai periodici il 16%, ai quotidiani il 15%, alla radio e al web il 6% e all'outdoor il 2%. «Se la pubblicità su carta stampata soffre maggiormente, la televisione presenta un calo minore e vive un periodo di fermento e innovazione guidato dalla moltiplicazione delle forme con le quali può essere fruita dall'utente: in casa, fuori, sul pc, sul cellulare», sottolinea il managing director di Nielsen Media Research. Tra le tendenze più interessanti poi c'è sicuramente «il marketing del passaparola», dice Duranti, «favorito dall'utilizzo sempre maggiore di internet come strumento di social networking», come dimostrerebbe anche il fatto che le community sul web contano oggi 262 milioni di utenti nel mondo. E se in Europa e negli Usa gli investimenti continuano nella loro discesa, nel continente asiatico i mercati emergenti stanno crescendo, anche se in misura minore rispetto al 2008. Al primo posto c'è l'India, che ha registrato un +25%, seguita dalla Cina (+17%) e dalla Malesia (+12%). Il Celeste Impero in particolare sta vivendo un boom degli investimenti soprattutto nella tv (+85%), e un aumento del 13% per i quotidiani e del 2% per i periodici, con una forte crescita delle risorse destinate alla comunicazione da parte del settore beverage (+30%) e degli alimentari (+20%).

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CATTOLICA Nuovo piano nel secondo semestre Probabilmente nella seconda parte dell'a... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 12/06/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia CATTOLICA Nuovo piano nel secondo semestre «Probabilmente nella seconda parte dell'anno presenteremo un nuovo piano o un correttivo di quello attuale alla luce di quanto è successo». Lo ha detto l'amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni, Giovan Battista Mazzucchelli a margine della relazione annuale dell'Isvap. L'attuale piano industriale di Cattolica considera il triennio al 2010. PETROLIO Quotazioni stabili sopra 60 dollari Il petrolio apre in leggero rialzo sui mercati Usa. Il Wti con consegna a luglio scambia a 71,7 dollari al barile in rialzo dello 0,56% mentre il Brent, sempre con consegna luglio, quota a 71,09 dollari in progresso dello 0,44%. CINA Crolla l'export cresce il surplus commerciale La Cina ha registrato a maggio un surplus commerciale di 13,39 miliardi di dollari (13,14 mld in aprile), contro attese per un'eccedenza di 14,9 mld. Da segnalare il continuo forte calo delle esportazioni: -26,4% su base annua a 88,76 miliardi di dollari (-22,6% ad aprile) contro stime per un calo del 23,1%. Le importazioni sono scivolate del 25,2% (-23% ad aprile) a 75,37 mld e contro attese per un -22%. Da inizio anno la bilancia commerciale è positiva per 88,79 miliardi. BTP Rendimenti a 5 anni in rialzo Rendimenti in rialzo per i Btp assegnati in asta dal Tesoro. Il nuovo Btp quinquennale scadenza 1/6/2014, offerto per 5 miliardi e piazzato per 4,7 miliardi, è uscito con un rendimento lordo in aumento di 56 centesimi, al 3,61%. In aumento anche il rendimento del Btp a 15 anni scadenza 1/8/2023, riaperto dal tesoro in dodicesima tranche, e assegnato per 2,25 miliardi di euro con un rendimento del 5,10% (+0,21 centesimi). Assegnati anche 1,33 miliardi del Btp a 15 anni off-the-run scadenza 1/8/2021: la sedicesima tranche, offerta per 1,5 miliardi, è stata collocata al 4,86%.

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"non una confluenza nel pse ma passo storico per l'unità" - andrea bonananni (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 13 - Interni Nostro obiettivo Le elezioni "Non una confluenza nel Pse ma passo storico per l´unità" Franceschini: serve una forza progressista europea Questo obiettivo era nei documenti di scioglimento di Ds e Margherita L´arretramento dei socialisti in Europa e la nostra tenuta hanno favorito l´intesa ANDREA BONANANNI BRUXELLES - Il segretario del Pd non ha neppure il tempo di brindare all´intesa appena siglata col capogruppo del Pse Martin Schultz: deve ripartire subito per Roma. Ma non nasconde la soddisfazione: «E pensare che da anni commentatori e politologi sostengono che il progetto del Pd sarebbe andato a sbattere sul tema della collocazione europea e che Berlusconi ha impostato tutta la campagna elettorale dicendo non avremmo saputo dove sederci al Parlamento europeo e che non avremmo contato nulla. Invece ce l´abbiamo fatta. E´ il primo passo in una direzione per cui stiamo lavorando da anni: la creazione in Europa di un´area di centrosinistra che unisca forze di ispirazione socialista con altre di diverse culture riformiste». Perché ci avete messo tanto? Chi è stato duro di comprendonio: i socialisti europei o i democratici italiani? «Dal loro punto di vista, è comprensibile che partiti socialisti con secoli di gloriosa storia alle spalle avessero qualche reticenza a rimettere in discussione la propria appartenenza identitaria per risolvere quello che sembrava un problema italiano. Diciamo che il risultato delle elezioni, con l´arretramento di tutte le forze socialiste in Europa e la nostra sostanziale tenuta, proprio grazie alla scelta di unire riformismi diversi del Pd, ci ha aiutato a far cadere le ultime resistenze». E non sarebbe stato meglio annunciarlo prima delle elezioni? Perché avete aspettato dopo il voto? «Ma io ho fatto tutta la campagna elettorale dicendo che questa era la nostra scelta. Ovviamente, per correttezza verso le delegazioni socialiste degli altri Paesi, non potevo dare per concluso un accordo che non era ancora stato formalizzato». E ora, che succede? «Adesso nasce questo nuovo gruppo al Parlamento europeo. La creazione di una nuova famiglia politica, invece, richiederà tempo: è ovvio. Il Partito socialista europeo resta come forza politica di riferimento della componente socialista del gruppo. Ma io sono certo che la Storia ci spinge verso la creazione di una grande forza riformista e progressista. Ed è una spinta planetaria, non solo europea. Obama ha dato il segnale: la globalizzazione richiede una progressiva cessione di sovranità. Per ora il processo è a livello di collaborazione tra governi. Poi arriverà alle forze politiche. Già ora i socialisti tedeschi, i democratici americani, quelli italiani, Lula o il Partito del Congresso indiano sui grandi temi della globalizzazione condividono le stesse idee. Il campo dei progressisti è uno. Questa è l´idea di fondo che stava già alla base della nascita dell´Ulivo, ancora prima del Pd». E non teme di avere difficoltà a far digerire a Roma la creazione del nuovo gruppo parlamentare europeo con i socialisti? Rutelli e molti ex Margherita non faranno difficoltà? «Penso di no. Il 26 ratificheremo questa intesa in direzione e lì discuteremo liberamente. E´ vero che una parte del partito temeva una nostra confluenza nel gruppo socialista. Ma questo non è avvenuto. E la creazione di un nuovo gruppo che riunisce in un´alleanza socialisti e democratici è proprio il risultato che cercavamo da anni. Sta addirittura scritto nei documenti di scioglimento della Margherita e dei Ds. Io sono molto prudente nell´utilizzare l´aggettivo «storico». Ma mi sembra proprio che l´accordo che abbiamo raggiunto oggi sia un passo importante, non solo per i democratici italiani, ma per tutti i riformisti europei».

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La ripresa fa il pesce in barile (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-12 - pag: 14 autore: ... PETROLIO OLTRE I 73 DOLLARI La ripresa fa il pesce in barile B envenuto il caro-greggio, se davvero segnala un'imminente ripresa dell'economia. Ma lacorsa sempre più sfrenata dei prezzi – ieri oltre 73 dollari al barile, più del doppio rispetto ai minimi pluriennali di dicembre – solleva timori, oltre che speranze. Gli indizi di un miglioramento della domanda, a onor del vero, non mancano. La Cina in maggio ha importato una quantità di greggio quasi da record: 4 milioni di barili al giorno, un livello superato solo nel marzo 2008, quando Pechino faceva incetta di rifornimenti prima delle Olimpiadi. Anche negli Usa i consumi mostrano sussulti di vitalità. E dopo mesi di accumulo, le scorte petrolifere mondiali hanno iniziato a ridursi, non solo per effetto dei tagli di produzione dell'Opec.I mercati finanziari,compreso quello dei futures sul greggio, cercano sempre di anticipare le tendenze. Inoltre gli investitori, che nei mesi più bui della crisi erano rimasti il più possibile "liquidi", stanno ritrovando fiducia e appetito per il rischio: anche questo, se si vuole, è un germoglio di rinascita economica. Ma se la speculazione dovesse spingersi troppo in là, il rally del petrolio potrebbe trasformarsi nel killer della ripresa.

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Volano il petrolio e i metalli non ferrosi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-06-12 - pag: 42 autore: COMMODITIES Volano il petrolio e i metalli non ferrosi N uovi segnali positivi sullo stato di salute dell'economia globale hanno alimentato il rally del petrolio e dei metalli non ferrosi. A incoraggiare gli acquisti sono stati soprattutto il rialzo dei consumi al dettaglio negli Usa in maggio e le forti importazioni di materie prime della Cina nello stesso mese. Il petrolio Wti – sostenuto anche dalla revisione al rialzo delle stime sulla domanda da parte dell'Aie –è volato oltre 73 $/barile, per poi chiudere a quota 72,68 (+1,9%), il massimo da ottobre (si veda il servizio a pagina 3). All'Lme, dove sono saliti tutti i metalli non ferrosi, spiccano in particolare i rialzi di rame (+ 3,2%), piombo (+4,4%), zinco e nickel (+3,8% per entrambi). Il rally ha coinvolto solo una parte delle commodities agricole. Lo zucchero, ad esempio, è arretrato. Caffè robusta e cacao a Londra sono rimasti poco variati, così come il grano a Chicago. Acquisti speculativi al contrario hanno spinto a New York il caffè arabica (+1%), il cacao (+1,8%) e più ancora il cotone sodo (+3,1%). Al Cbot i semi di soia sono ai massimi da 9 mesi,mais e riso grezzo hanno guadagnato oltrel'1 per cento.

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Il barile vola a 73 dollari Più fiducia dai mercati (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-12 - pag: 3 autore: Stime Aie migliori Il barile vola a 73 dollari Più fiducia dai mercati Sissi Bellomo Per niente turbati dall'incertezza sui tempi della ripresa, che si riflette nelle previsioni in parte contrastanti di Banca mondiale e Fondo monetario internazionale, i mercati petroliferi si schierano con decisione dalla parte degli ottimisti: il greggio Wti è volato ieri oltre 73 dollari al barile, per poi chiudere a quota 72,68 (+1,9%), il massimo da ottobre. A incoraggiare gli acquisti, nuovi segnali positivi comparsi sulla scena economica globale –dalla ripresa dei consumi al dettaglio negli Usa a maggio, alle forti importazioni cinesi di greggio e altre materie prime nello stesso mese –ma anche il ritorno di un pizzico di speranza nelle previsioni dei maggiori istituti di ricerca pubblici specializzati nel settore energetico. Dopo l'Energy information administration statunitense, anche l'Agenzia internazionaleper l'energia per la prima volta dallo scorso agosto ha alzato le stime sulla domanda petrolifera 2009. La contrazione prevista resta tuttora ampia (quasi il 3%), ma è stata ridotta da 2,56 a 2,47 milioni di barili al giorno, in seguito alla constatazione che negli ultimi mesi i consumi sono stati meno depressi di quanto si temesse. La stessa Aie mette le mani avanti di fronte a un possibile eccesso di entusiasmo: la revisione, legata in gran parte a una modesta accelerazione dell'industria petrolchimica asiatica, «non implica necessariamente che sia iniziata la ripresa economica globale, anche se potrebbe segnalare che abbiamo toccato il fondo della recessione». «Non dimentichiamo il contesto – esorta David Fyfe, economista dell'Agenzia –Questo è ancora un mercato in cui la domandaè nettamente in declino». Gli investitori sembrano non preoccuparsi degli inviti alla cautela. Dopo i mesi più bui della crisi, in cui cercavano di mantenere i portafogli il più possibile liquidi, tornanoa dirigersi in modo sempre più convinto verso asset più rischiosi. I segnali di incoraggiamento, per chi vuole puntare sul petrolio, non mancano: dalla previsione di tensioni inflazionistiche crescenti, ai segnali positivi in arrivo dai maggiori consumatori di greggio, gli Usa e la Cina. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA E FINANZA pag. 23 «Ripresa globale a metà del 2010» Nuove stime di Bce, Fmi e Banca Mondiale. Ma in Europa il lavoro crolla MILANO IL PERCORSO della crisi continua ad oscillare fra aspettative più rosa e cifre sempre difficili: 2009 ancora negativo con una ripresa in vista a metà del 2010, più debole in Europa, più tonica negli Stati Uniti e nei paesi asiatici, Cina in testa. Bce, Fondo Monetario e Banca Mondiale hanno cifre e prospettive diverse (la Banca Mondiale è più pessimista del Fmi), ma sono sostanzialmente d'accordo nel disegnare un 2009 ancora critico, soprattutto in Europa. La Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino mensile fa il punto sulla crisi nell'area dell'Euro dove a fine anno il Pil dovrebbe subire un calo compreso fra il 4,1 e il 5,1% nella peggiore delle ipotesi. I primi due trimestri di quest'anno, ricordano i tecnici di Francoforte, sono stati «fortemente negativi», ma ora la recessione dovrebbe attenuare la sua morsa: potremo vedere «tassi di crescita positivi entro la metà del 2010». Sarà però «una fase di stabilizzazione» a crescita modesta, compresa in una forbice fra -1% e +0,4%. Lo stesso percorso dovrebbe seguire la curva dei prezzi : inflazione ancora in calo nei prossimi mesi e poi in crescita a fine anno. Senza dimenticare la pesante incognita del petrolio che ieri ha superato i 72 dollari a barile, record dallo scorso ottobre. MA QUELLO che preoccupa la Banca centrale sono gli effetti della recessione sul mercato del lavoro che continua a deteriorarsi. La disoccupazione in Eurolandia in aprile è salita ancora raggiungendo il 9,2% (era al 7,3% un anno fa). I settori più colpiti sono l'industria manifatturiera e l'edilizia. Proprio l'alto tasso di disoccupazione potrebbe giocare un ruolo ritardante sui tempi della ripresa l'anno prossimo: «I consumi resteranno deboli nella seconda parte dell'anno» prevede la Bce. LA STRADA della ripresa in Europa sarà dunque lenta e non priva di difficoltà. Fra l'altro la Bce lancia l'allarme sui conti pubblici della maggior parte degli Stati membri. Quasi tutti sfonderanno il parametro del 3% nel rapporto deficit-Pil che nel 2010 potrebbe arrivare fino al 6,5%. Indispensabile quindi «uno sforzo ambizioso» di risanamento fiscale, dopo gli enormi incrementi di spesa pubblica di quest'anno. Se l'Europa continuerà a soffrire, il 2010 si preannuncia invece più dinamico nel resto del mondo, tanto che il Fondo monetario addirittura rialza dall'1,9% al 2,4% le sue stime sulla crescita mondiale l'anno prossimo. Nella nota di aggiornamento preparata dal Fmi per il G8 di luglio viene indicata una migliore performance dell'economia Usa già nel 2009. E qualche segnale positivo arriva dall'America: per la quarta settimana calano le domande di nuovi sussidi di disoccupazione e a maggio sono salite dello 0,5% le vendite al dettaglio. PIU' PESSIMISTI invece gli economisti della Banca Mondiale che vedono un 2009 nerissimo con l'economia globale in caduta del 3%, il doppo delle previsioni precedenti. «I paesi più sviluppati subiranno una brusca battuta d'arresto e le prospettive per i paesi in via di sviluppo restano preoccupanti, mentre «disoccupazione e sottoccupazione continuano ad esercitare pressioni al ribasso sull'economia mondiale».

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I messaggi degli elettori all'Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

I messaggi degli elettori all'Europa --> Venerdì 12 Giugno 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Terminate le elezioni amministrative - restano solo i ballottaggi del 21 giugno -, chiuse le elezioni europee, conviene sollevare lo sguardo e tornare a scrutare l'orizzonte. Che cosa hanno indicato gli elettori in Europa? Hanno confermato l'opinione di non fermare il processo di globalizzazione economica, di non inclinare verso politiche protezionistiche non ostanti i notevoli interventi statali per contrastare la crisi economica esplosa nell'estate del 2007. Quello che viene commentato come uno spostamento a destra dell'elettorato, va letto, a mio parere, come la scelta di non volere inciampi nella libertà degli scambi mondiali e di non volere processi di nazionalizzazione di imprese, ancorché in difficoltà e ampiamente finanziate con denaro pubblico. Dato che gli elettori sono i contribuenti che alla fine pagheranno il conto, essi hanno riaffermato che pagheranno preferibilmente quel conto in un contesto di attività economica privata. E che vogliono la politica fuori dalla gestione delle imprese e delle banche. Auguriamoci che gli eletti, ma anche i non eletti, non leggano il voto in modo diverso! Il secondo messaggio degli elettori riguarda la convinzione che la globalizzazione vada disciplinata e non sia un processo selvaggio; non vada interrotta ma proseguita. Il che significa che gli elettori sono consapevoli che la ristrutturazione delle organizzazioni produttive e delle reti distributive va continuata, con mutamenti anche strutturali nelle economie dei vari Stati. Non è di agevole lettura un terzo messaggio, ossia se il conto della crisi in atto, in termini di indesiderati ma robusti disavanzi pubblici, debba essere pagato con una lungimirante politica fiscale di lungo termine o lasciando correre l'inflazione. Il buon senso vorrebbe fare pendere la bilancia verso la prima alternativa, e di ciò dovrebbero darsi carico i rappresentanti delle classi più deboli, quelle, cioè, che subirebbero l'insulto di un'imposta iniqua come l'inflazione. Ma non dimentichiamo che lo svilimento della moneta è una via apparentemente più comoda da percorrere e, in via immediata, più popolare. Il quarto messaggio è di difficilissima lettura. I punti precedenti indicherebbero, tutti, la necessità di un'Unione europea più coesa, che si traduca in una vera e propria Unione politica, ma molti eletti sono euroscettici. In più il numero degli elettori che non ha votato è molto alto. È statisticamente probabile che non avrebbero mutato, votando, l'esito delle elezioni, ma avrebbero rafforzato gli esponenti politici nel convincimento di proseguire nella costruzione politica dell'Europa. Aleggia poi, sullo sfondo, l'incertezza in ordine alla prossima politica estera e alla collegata politica economica degli Stati Uniti. Credo che il predominio del dollaro, come moneta dominante e di riferimento, nel contesto di una economia globalizzata, sia messo in forse. Soprattutto se l'uscita dalla crisi economica indurrà gli Usa ad accettare un certo grado di inflazione, con ripercussioni anche sulla politica economica europea. La domanda è, allora, se l'amministrazione democratica statunitense saprà esprimere una politica fiscale lungimirante ed equa, ovvero sarà Continua a pagina 7 Tancredi Bianchi 12/06/2009 nascosto-->

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Milano LA TELENOVELA Ibrahimovic continua. Lo svedese ai microfoni di TV4, principale t... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CALCIO pag. 5 Milano LA TELENOVELA Ibrahimovic continua. Lo svedese ai microfoni di TV4, principale t... Milano LA TELENOVELA Ibrahimovic continua. Lo svedese ai microfoni di TV4, principale televisione scandinava, dice di sentirsi felice: «So dove giocherò l'anno prossimo. Parlo ogni giorno con il mio agente, Mino Raiola, e conosco già il mio futuro. Non ho intenzione di rivelarlo, preferisco tenermelo per me. Sono molto felice». Parole che avrebbero dato il titolo a tutti i giornali del mondo, ovvero: Ibrahimovic lascia l'Inter. Non è così, almeno per quanto riguarda il Presidente dei blaugrana, Joan Laporta e per l'allenatore nerazzurro dell'Inter Josè Mourinho. «L'incontro con il presidente Massimo Moratti c'è stato spiega il patron dei catalani perchè al suo allenatore piace molto Samuel Eto'o. Non c'è nessun accordo per Zlatan Ibrahimovic, anzi, cercheremo di far rinnovare il camerunense che consideriamo un grande giocatore». Parole vere o semplicemente strategiche? Nulla è chiaro, anche perché l'attuale allenatore del fuoriclasse svedese, Mourinho, dal rientro dalla Cina, ha rivelato a Inter Channel: «Continuo a pensare che Ibra sarà un giocatore dell'Inter, è una convinzione mia, nessuno mi ha detto nulla, ma è semplicemente una mia convinzione personale». Lo stesso portoghese non più tardi di qualche settimana fa disse che avrebbe ritrovato il suo attaccante l'11 luglio negli USA, non per "convinzione" ma perché gli era stato sussurrato dal giocatore. La telenovela continua e attenzione ai soldi del Manchester Un., che in un solo mese ha perso Cristiano Ronaldo e Carlitos Tevez. Christian Recalcati

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Arrivano i Grandi dell'economia, Lecce blindata per le proteste anti-G8 (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

LECCE Partito ieri il controvertice sui temi della crisi. Oggi si riuniscono i ministri delle finanze. Domani la manifestazione nazionale Arrivano i «Grandi» dell'economia, Lecce blindata per le proteste anti-G8 Federico Cartelli LECCE LECCE Da oggi prende avvio a Lecce la due giorni del vertice dei ministri finanziari degli otto paesi più industrializzati, insieme coi governatori delle banche centrali, per mettere a punto strategie in grado di contrastare (così si sostiene) la crisi economica mondiale. Con il ministro Giulio Tremonti a fare gli onori di casa, è un vertice superblindato che si tiene fra le spessissime mura del castello cinquecentesco ubicato nel cuore della città. Il centro urbano è stato chiuso anche al passaggio dei pedoni: vi possono accedere solo i cittadini residenti (esibendo un documento d'identità) e i lavoratori (portandosi dietro la busta-paga che certifica il luogo in cui si esplica la mansione di lavoro). Un centro bunker, protetto da centinaia di uomini in divisa e non, che fa da contraltare al vertice dell'altra-economia - organizzato dal coordinamento regionale No-G8 - che dal 9 giugno e fino a domani si sta svolgendo con una serie di contro-manifestazioni pacifiche e pubbliche in piazze e spazi aperti nella parte non proibita della città. Un contro-vertice per garantire il diritto a manifestare con una critica civile contro i privilegi economici e le ingiustizie sociali. Lo stesso presidente uscente della provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, ha sottolineato e condiviso l'esigenza di una riflessione critica verso chi ha responsabilità della grave crisi economica mondiale e i limiti del mercato globalizzato. Il presidente della regione Puglia Nichi Vendola è andato oltre, dichiarandosi disponibile (pure finanziariamente) ad appoggiare i no-global che manifestano dissenso alle politiche economiche dei paesi più industrializzati rappresentati dai loro ministri a Lecce. Regione e provincia tuttavia hanno stanziato fondi per quasi due milioni di euro, in totale, utilizzati dal comune di Lecce per imbellettare la città sede del G8, riparando essenzialmente strade gruviera e marciapiedi dissestati. I ministri finanziari verranno recintati, per il passeggio serale, nel centro storico straripante di barocco tirato a lucido per l'occasione. In città intanto continuano ad arrivare migliaia di dimostranti. Il coordinamento del No-G8 è costituito da una vasta rete associativa (oltre cento entità), fra movimenti, sindacati, partiti, ordini religiosi, missionari, militanti del volontariato, che hanno promosso manifestazioni alternative e di dissenso riunendosi in piazze tematiche per dibattere sulle questioni economiche, lontano dalle possenti mura del castello. Il controvertice verte su tre punti: le conseguenze disastrose della globalizzazione neoliberista; le cause e la natura della crisi globale; le alternative progettuali possibili per venirne fuori. Nelle piazze tematiche si è discusso, nel giorno di apertura, di beni comuni quali acqua, ambiente ed energia, toccando il problema del nucleare nel piano energetico ambientale pugliese e delle ricadute su territorio e salute dei cittadini. Nel giorno successivo si è parlato di economia e guerra, con tematiche relative alla spesa militare, al commercio prolifico delle armi, alle missioni di guerra camuffate sotto l'etichetta di missioni di pace, alle basi militari pianificate in Puglia e in Salento. La piazza tematica di ieri era incentrata sulle migrazioni, con le problematiche connesse della tratta e della prostituzione, delle leggi in Italia sull'immigrazione, della resistenza degli indigeni in Amazzonia. Domani, a conclusione del vertice, è prevista la manifestazione nazionale contro le politiche economiche e finanziarie del G8 culminante nel corteo dei no global che si snoderà lungo i viali a ridosso del centro storico.

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UIGURI DI GUANTANAMO Cina protesta con Usa e Palau: Sono terroristi, ridateceli (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

UIGURI DI GUANTANAMO Cina protesta con Usa e Palau: «Sono terroristi, ridateceli» Non ci ha messo molto il governo cinese a protestare ufficialmente con l'Amministrazione Usa che mercoledì ha deciso di trasferire gli uiguri prigionieri a Guantanamo nell'arcipelago di Palau, favorevole ad ospitarli. In una conferenza stampa tenuta ieri a Pechino il portavoce del ministro degli esteri, Qin Gang, ha definito i 17 detenuti «sospetti terroristi» e chiede siano consegnati alla Cina quanto prima. Se non lo faranno, ha detto, gli Usa violeranno le leggi internazionali. I 17 - appartenenti al gruppo etnico uiguro che abita la regione nord ovest cinese del Xinjiang - erano stati catturati nel 2001 durante l'invasione dell'Afghanistan e si sono sempre difesi affermando di essere sfuggiti alla persecuzione cinese. Durante l'era Bush le autorità Usa avevano stabilito che gli uiguri non si trovavano in Afghanistan con intenti ostili verso gli americani, e li avevano assolti. Da allora è iniziata la caccia al paese che li accogliesse: ben 100 stati interpellati hanno rifiutato, per non cadere in disgrazia con la Cina.

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Una Stoccolma glaciale e gang riciclate per crimini globali (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Una Stoccolma glaciale e gang riciclate per crimini globali Massimo Carlotto LIBRI JEAN LAPIDUS, LA TRAIETTORIA DELLA NEVE, MONDADORI, PP. 535, EURO 20 Jens Lapidus è il più mediterraneo degli autori nordici. E certamente il meno consolatorio, aspetto che ha fatto in parte la fortuna del giallo che viene dal freddo. Quei paesi così lontani, geograficamente e culturalmente, dove tutto è ordinato, pulito e i governi, almeno all'apparenza, democrazia e diritti, sono in grado di risolvere delitti anche complessi con certezza del diritto e la giusta suspense che il genere impone. Ma ora è arrivato questo avvocato penalista svedese classe '74 che ha sparigliato i giochi con un bel romanzo: La traiettoria della neve, primo libro di una trilogia ambientata a Stoccolma. La città non è più una cartolina ma una capitale invasa dal crimine organizzato e globalizzato. Un serbo ex tigre di Arkan, un sudamericano e un giovane studente universitario locale sono i tre personaggi principali usati dall'autore per raccontarci che cocaina, racket, prostituzione e riciclaggio sono attività «normali e comuni» in tutta Europa. Culture malavitose straniere hanno trovato in Svezia un terreno fertile ma non vergine data la decennale presenza di bande di motociclisti che hanno capito da un pezzo come le risse e il piccolo spaccio non li avrebbero resi ricchi e competitivi. E poi la società svedese così opulenta ma così pronta a farsi infiltrare, corrompere e partecipare attivamente ai business. Anche quelli che contano. È una storia che conosciamo bene ma ambientata a Stoccolma fa un certo effetto anche perché ci si rende conto che quello che Lapidus racconta è realtà e frutto di notizie raccolte attraverso la sua attività professionale. Anche polizia e magistratura agiscono come si trovassero a Londra o Milano. La logica repressiva e il modus operandi è altrettanto globalizzato. Non stupisce affatto il successo che ha avuto in Scandinavia La traiettoria della neve (che non è quella che cade dal cielo) e che lo ha tenuto saldamente in testa alle classifiche per diverse settimane. Realtà criminale a parte, il romanzo è scritto bene e regge per tutte le oltre 500 pagine. Tre vicende personali che si intrecciano in un susseguirsi ben congegnato di colpi di scena. Lapidus usa i personaggi per sviluppare una trama sapientemente costruita e ambientata in una Stoccolma credibilissima. Nulla di consolatorio alla fine, i conti non tornano per la società svedese e la consapevolezza di produrre crimine e strutture anticrimine in una spirale senza fine danno l'idea esatta che oggi il «male» è strutturale ovunque e le bande e le cosche assomigliano sempre di più alle multinazionali. Un altro mondo è sempre possibile, comunque. Questo Lapidus non lo dice ma vale la pena tenerlo presente.

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Belgrado, città di fughe, spari, amori impossibili (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

COMMEDIA Belgrado, città di fughe, spari, amori impossibili C.Pi. AMORE E ALTRI CRIMINI DI STEFAN ARSENIJEVIC, CON ANICA DOBRA E FEDJA STOJANOVIC, JUG 2008 BR>Il titolo sembra quasi un gioco e anche una divertita provocazione. Infatti non è una storia d'amore il film del trentaduenne regista serbo Stefan Arsenivivjc, che nelle sale italiane arriva in coda di stagione, a due anni dalla presentazione alla Berlinale. E neppure un gangster movie, non soltanto almeno anche se i due aspetti si mescolano, nella vita dei protagonisti. In realtà ci sono più storie d'amore, c'è Anica (Anica Dobra), quarantenne delusa da uomini sbagliati (e sposati), con ansie di cambiamento, che sta insieme a Milutin, un boss di quartiere decaduto. I due però non si amano: lui infatti continua a essere innamorato di un'altra donna con cui è finita tanti anni prima (e che non lo perdona nemmeno quando sa che gli resta poco da vivere). Ha una figlia, la giovane Ivana, adolescente solitaria che ha smesso di parlare, divora arance davanti alle soap opera sudamericane e ogni tanto prova a buttarsi dalla terrazza del grigio palazzo d'architettura socialista-reale. Stanislav ( Vuk Kostic) è un ragazzo, un ragazzino gli dice sempre Anica, che vive con la mamma, cantante decaduta o forse mai decollata, distrutta dall'abbandono del marito tanti anni prima. Stanislas lavora per Milutin, ama Anica da quando era piccolo, e l'ha vista litigare con un amante nuda nel letto. Continuando a amarla ogni giorno nel quartiere dove sono cresciuti, vedendola piangere, pensare alla fuga, correre dalla nonna che ha dimenticato tutto ... Uomini e donne che si inseguono in un piccolo, qualunque, pezzo di Belgrado, tra silenzi e emozioni avvilite. E la città con la sua violenza e il cinismo di una ferita mai guarita sembra essere la vera protagonista del film. Belgrado e la guerra, che forse non è finita davvero. Ha lasciato segni nei giovani e nei vecchi, mischiandosi a corruzione e criminalità degli anni prima, e ha rubato sogni e sorrisi. Grigia, no future, senza nemmeno la rabbia punk, con la pesantezza della ferocia: qualche ricatto, le pistole sempre pronte come l'economia di guerra nel cuore prima che nei soldi vuole. E un orizzonte di ipermercati e globalizzazione dove la violenza cambia di segno, diventando più spietata. Da Belgrado dice Arsenijevic molti se ne sono andati, specie i più giovani. Come Anica, infatti il tempo del film è il suo ultimo giorno in città, gli addii, i soldi rubati all'amante col suo permesso, e l'imprevisto che è quel «ragazzino» col suo amore. Un film strano, forse imperfetto ma che sa entrare nel tempo del contemporaneo. Raccontandone il sentimento come gesto, silenzi, amori impossibili.

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Borse Asia-Pacifico generalmente positive, ma slancio calante (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

MILANO (Reuters) - L'azionario asiatico ha marciato verso nuovi massimi dell'anno, stimolato da dati macro cinesi migliori delle attese che hanno alimentato l'idea che il peggio sia passato. Il passaggio verso asset più rischiosi negli ultimi mesi è stato ancorato alle migliorate prospettive per l'economia globale, soprattutto in Usa e Cina. Lo slancio tuttavia è in rallentamento e gli investitori accorti avranno bisogno di altre prove di una effettiva ripresa dell'economia globale, dicono gli analisti. "Il mercato probabilmente è andato troppo forte nelle ultime due settimane. La fiducia dei consumatori è migliorata ma alcune difficoltà economiche permangono" dice Lucinda Chan, di Macquaire Equities in AUstralia. In particolare sofferenza rispetto a ieri la piazza di Shanghai, che tuttavia segna un rialzo sulla settimana precedente. Male anche Taiwan, che ha registrato il meggior calo settimanale in 7 mesi, con il chipmaker Tsmc che ha guidato il ribasso dopo l'annuncio che il suo presidente tornerà novamente amministratore delegato. Bene fa invece l'azionario indiano il cui rialzo in seduta ha anche superato l'1% sull'ottimismo generale relativo all'economia, secondo gli analisti. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano

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Don Chisciotte contro i mulini a vento pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Don Chisciotte contro i mulini a vento BLOG, clicca qui per leggere la rassegna di Stefano Bassi //lagrandecrisi2009.blogspot.com/, 12.06.2009 09:48 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! scese del 10,8%: questo dato dimostra quanto siano tenui questi verdi germogli sui quali Toro Drogato corre all'impazzata e con adamantina sicurezza. Si attendevano anche con impazienza i dati ufficiali sul Commercio Cinese di maggio. Ebbene hanno deluso e di brutto, pertanto giustamente non se n'è quasi parlato...mentre un rumors non confermato di ieri sulla produzione industriale cinese meglio del previsto ha fatto schizzare al rialzo le borse. In questo modo non c'è partita: mi sembra di lottare contro i Mulini a vento come Don Chisciotte...mi viene quasi da arrendermi all'ottimismo dissimulatorio e strumentale che sta dominando... Comunque solo per la cronaca le esportazioni sono crollate, rispetto all'anno precedente, del 26,4% e le importazioni del 25,2%, entrambi i dati peggio del previsto...e non di poco... Ignorati questi dati scomodi, gli analisti si sono concentrati allegramente sull'incremento degli investimenti in Cina dovuti al super-pompaggio di denaro pubblico e da questo dato hanno semplicemente dedotto che l'economia cinese sta migliorando...alla faccia dell'import/export. Vi risparmio il dato sulle scorte di magazzino in USA che non sposta di un millimetro il succo del discorso. Vi lascio alle interpretazioni ufficiali..."embedded" come si suole dire con un inglesismo. Che vi posso dire...alzo bandiera bianca. Toro Drogato e l'ottimismo strumentale stanno vincendo la partita. P.S. il mio Blog non è di trading ma di filosofia-macro-economica di lungo termine. Pertanto il mio Blog VA IGNORATO nel caso si voglia speculare in Borsa assecondando il Trend, perchè occasioni redditizie ce ne sono a go-go per chi accetta il rischio...Non confondiamo i discorsi, mi raccommando. Per i grafici vedi http://lagrandecrisi2009.blogspot.com/2009/06/don-chisciotte-contro-i-mulini-vento.html Stefano segue pagina >>

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Made in Italy, freno tirato nel 1 trim per export scarpe italiane (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Made in Italy, freno tirato nel 1 trim per export scarpe italiane (Teleborsa) - Roma, 12 giu - E' l'export il nervo scoperto di questa crisi. E al pari di altri settori del made in Italy anche il calzaturiero ripiega oltre confine, riuscendo comunque a contenere le perdite in termini di fatturato. Nel primo trimestre 2009 - rivela www.trendcalzaturiero.it sulla base dei dati Istat - le esportazioni di scarpe tricolore si sono ridotte in un anno di 9,7 milioni di paia, portandosi a quota 64 milioni. Un calo del 13% che in termini monetari si tradotto in una flessione comunque pi contenuta, nell'ordine dei 9 punti percentuali. Con il fatturato oltre confine sceso a ridosso di 1,8 miliardi di euro, contro i 2 miliardi abbondanti rubricati nel primo trimestre 2008. La sensazione - osserva l'analisi del sito web specializzato nell'informazione economica sul settore - che le imprese calzaturiere italiane abbiano adesso davanti un periodo di sostanziale assestamento, dopo la fase pi acuta della crisi, che avrebbe coinciso proprio con il primo trimestre 2009. In relazione alle diverse destinazioni, la fotografia scattata a marzo dall'Istat rivela, nel cumulato dei primi tre mesi, un ridimensionamento dell'export nettamente pi accentuato nei mercati extre-Ue, dove il giro d'affari legato alle vendite di calzature made in Italy ha subito una limatura del 17% su base annua (-3,8% nel mercato comune). Una performance ipotecata quest'anno dal brusco ritracciamento delle esportazioni in Usa (- 27,1%) e dal meno 14,4% in Russia. Pi contenute la perdite sul mercato svizzero (-5,8%) e in Giappone (-7,2%), a fronte di riduzioni a doppia cifra in Canada, Ucraina e Turchia. Per quanto attiene alla Ue, al balzo in avanti dell'export in Francia (+5%), primo sbocco per fatturato, ha corrisposto una flessione del 4,3% in Germania. Freno tirato anche in Spagna (-1,5%) e sul mercato britannico (-9,8%), con riduzioni pi o meno della stessa portata del Regno Unito in Belgio e Paesi Bassi. Usa l'inchiostro rosso, l'Istat, anche per aggiornare i prospetti dell'import. La dinamica negativa ha riguardato per solo i flussi quantitativi, scesi da 127 a 106 milioni di paia (-16,5%). Al contrario, la spesa per le importazioni, che ha sfondato il muro di un miliardo di euro, cresciuta in questo primo quarto dell'anno dell'8,1% rispetto al gennaio-marzo 2008. Tra i "Top supplier" Pechino ha dilatato ulteriormente il suo giro d'affari sul mercato italiano, seppure di un magro +3,3% (a volume le importazioni dalla Cina si sono per contratte di quasi il 27%), affiancato da un pi robusto 16,3% del Belgio. Gira in positivo anche il Vietnam (+1%), mentre perde vistosamente terreno la Romania (-16,8%). Tra gli emergenti, l'India archivia in questo primo trimestre una perdita, sempre in termini di fatturato, nell'ordine del 10,7%. Continuano invece a macinare progressi Indonesia e Brasile, con l'import italiano cresciuto in questo caso rispettivamente del 49,6 e di oltre 18 per cento. La bilancia commerciale - conclude la nota - ha chiuso la prima trimestrale del 2009 con un forte ridimensionamento del saldo attivo. Da oltre un miliardo di euro, l'avanzo valutario del settore calzaturiero si ridotto a 808 milioni, facendo segnare, anno su anno, una flessione del 24,4%. 12/06/2009 - 10:19

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Export calzature italiane nel primo trimestre 2009 (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Export calzature italiane nel primo trimestre 2009 (12/6/2009 12:10) | (Sesto Potere) - Roma - 12 giugno 2009 - E’ l’export il nervo scoperto di questa crisi. E al pari di altri settori del made in Italy anche il calzaturiero ripiega oltre confine, riuscendo comunque a contenere le perdite in termini di fatturato. Nel primo trimestre 2009 - rivela www.trendcalzaturiero.it sulla base dei dati Istat - le esportazioni di scarpe tricolore si sono ridotte in un anno di 9,7 milioni di paia, portandosi a quota 64 milioni. Un calo del 13% che in termini monetari si è tradotto in una flessione comunque più contenuta, nell’ordine dei 9 punti percentuali. Con il fatturato oltre confine sceso a ridosso di 1,8 miliardi di euro, contro i 2 miliardi abbondanti rubricati nel primo trimestre 2008. La sensazione - osserva l’analisi del sito web specializzato nell’informazione economica sul settore - è che le imprese calzaturiere italiane abbiano adesso davanti un periodo di sostanziale assestamento, dopo la fase più acuta della crisi, che avrebbe coinciso proprio con il primo trimestre 2009. In relazione alle diverse destinazioni, la fotografia scattata a marzo dall’Istat rivela, nel cumulato dei primi tre mesi, un ridimensionamento dell’export nettamente più accentuato nei mercati extre-Ue, dove il giro d’affari legato alle vendite di calzature made in Italy ha subito una limatura del 17% su base annua (-3,8% nel mercato comune). Una performance ipotecata quest’anno dal brusco ritracciamento delle esportazioni in Usa (-27,1%) e dal meno 14,4% in Russia. Più contenute la perdite sul mercato svizzero (-5,8%) e in Giappone (-7,2%), a fronte di riduzioni a doppia cifra in Canada, Ucraina e Turchia. Per quanto attiene alla Ue, al balzo in avanti dell’export in Francia (+5%), primo sbocco per fatturato, ha corrisposto una flessione del 4,3% in Germania. Freno tirato anche in Spagna (- 1,5%) e sul mercato britannico (-9,8%), con riduzioni più o meno della stessa portata del Regno Unito in Belgio e Paesi Bassi. Usa l’inchiostro rosso, l’Istat, anche per aggiornare i prospetti dell’import. La dinamica negativa ha riguardato però solo i flussi quantitativi, scesi da 127 a 106 milioni di paia (- 16,5%). Al contrario, la spesa per le importazioni, che ha sfondato il muro di un miliardo di euro, è cresciuta in questo primo quarto dell’anno dell’8,1% rispetto al gennaio-marzo 2008. Tra i “Top supplier” Pechino ha dilatato ulteriormente il suo giro d’affari sul mercato italiano, seppure di un magro +3,3% (a volume le importazioni dalla Cina si sono però contratte di quasi il 27%), affiancato da un più robusto 16,3% del Belgio. Gira in positivo anche il Vietnam (+1%), mentre perde vistosamente terreno la Romania (-16,8%). Tra gli emergenti, l’India archivia in questo primo trimestre una perdita, sempre in termini di fatturato, nell’ordine del 10,7%. Continuano invece a macinare progressi Indonesia e Brasile, con l’import italiano cresciuto in questo caso rispettivamente del 49,6 e di oltre 18 per cento. La bilancia commerciale - conclude la nota - ha chiuso la prima trimestrale del 2009 con un forte ridimensionamento del saldo attivo. Da oltre un miliardo di euro, l’avanzo valutario del settore calzaturiero si è ridotto a 808 milioni, facendo segnare, anno su anno, una flessione del 24,4%.

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Clima, Prestigiacomo: "Accordo vicino, al G8 le basi per l'intesa" (sezione: Globalizzazione)

( da "Dire" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Clima, Prestigiacomo: "Accordo vicino, al G8 le basi per l'intesa" ROMA - L'accordo sul clima "è all'orizzonte". Lo assicura il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in occasione del forum dei legislatori dei paesi del 'G8+5' (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Germania, Francia, Italia, Russia e Giappone più Cina, India, Brasile, Sudafrica ed Egitto). Prestigiacomo riconosce che sono stati compiuti "importanti passi avanti" a livello internazionale ma, aggiunge, occorre una "mediazione alta". Bisogna definire, spiega, "target di riduzione di CO2 non solo al 2050, ma anche di breve e medio periodo", e occorre giungere ad un accordo che "tenga conto delle diverse realtà in campo, sia dal punto di vista economico che dell'impegno sulla riduzione delle emissioni di gas serra". Su questo, garantisce Prestigiacomo, "stiamo lavorando e il vertice dell'Aquila sarà il luogo dove si potranno porre le basi di un prossimo accordo a Copenhagen". "USA INDIETRO, NON POSSIAMO COMPENSARE IL LORO RITARDO" - L'impegno preso dagli Stati Uniti per la riduzione delle emissioni di CO2 è "significativamente al di sotto dei target già adottati dall'Europa", ricorda poi Prestigiacomo. Certamente quello degli Usa è un passo "importante", ma gli obiettivi che si stanno dando oltre oceano "sono al di sotto rispetto alle dichiarazioni fatte dal presidente Barack Obama". Per il ministro dell'Ambiente "bisogna considerare che gli Stati Uniti partono da zero" in quanto a politiche sostenibili, ma "questo non può portare l'Europa a compensare quello che non riescono a fare altri". Perchè, spiega, "sarebbe troppo oneroso". Insomma, gli Stati Uniti potrebbero fare di più, chiude il ministro, che lancia all'amministrazione Obama un messaggio chiaro: "Non possiamo farci carico da soli" delle questioni ambientali e climatiche. 12 giugno 2009

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Arrivano i dell'economia, Lecce blindata per le proteste anti-G8 (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

LECCE Partito ieri il controvertice sui temi della crisi. Oggi si riuniscono i ministri delle finanze. Domani la manifestazione nazionale Arrivano i «Grandi» dell'economia, Lecce blindata per le proteste anti-G8 Federico Cartelli LECCE Da oggi prende avvio a Lecce la due giorni del vertice dei ministri finanziari degli otto paesi più industrializzati, insieme coi governatori delle banche centrali, per mettere a punto strategie in grado di contrastare (così si sostiene) la crisi economica mondiale. Con il ministro Giulio Tremonti a fare gli onori di casa, è un vertice superblindato che si tiene fra le spessissime mura del castello cinquecentesco ubicato nel cuore della città. Il centro urbano è stato chiuso anche al passaggio dei pedoni: vi possono accedere solo i cittadini residenti (esibendo un documento d'identità) e i lavoratori (portandosi dietro la busta-paga che certifica il luogo in cui si esplica la mansione di lavoro). Un centro bunker, protetto da centinaia di uomini in divisa e non, che fa da contraltare al vertice dell'altra-economia - organizzato dal coordinamento regionale No-G8 - che dal 9 giugno e fino a domani si sta svolgendo con una serie di contro-manifestazioni pacifiche e pubbliche in piazze e spazi aperti nella parte non proibita della città. Un contro-vertice per garantire il diritto a manifestare con una critica civile contro i privilegi economici e le ingiustizie sociali. Lo stesso presidente uscente della provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, ha sottolineato e condiviso l'esigenza di una riflessione critica verso chi ha responsabilità della grave crisi economica mondiale e i limiti del mercato globalizzato. Il presidente della regione Puglia Nichi Vendola è andato oltre, dichiarandosi disponibile (pure finanziariamente) ad appoggiare i no-global che manifestano dissenso alle politiche economiche dei paesi più industrializzati rappresentati dai loro ministri a Lecce. Regione e provincia tuttavia hanno stanziato fondi per quasi due milioni di euro, in totale, utilizzati dal comune di Lecce per imbellettare la città sede del G8, riparando essenzialmente strade gruviera e marciapiedi dissestati. I ministri finanziari verranno recintati, per il passeggio serale, nel centro storico straripante di barocco tirato a lucido per l'occasione. In città intanto continuano ad arrivare migliaia di dimostranti. Il coordinamento del No-G8 è costituito da una vasta rete associativa (oltre cento entità), fra movimenti, sindacati, partiti, ordini religiosi, missionari, militanti del volontariato, che hanno promosso manifestazioni alternative e di dissenso riunendosi in piazze tematiche per dibattere sulle questioni economiche, lontano dalle possenti mura del castello. Il controvertice verte su tre punti: le conseguenze disastrose della globalizzazione neoliberista; le cause e la natura della crisi globale; le alternative progettuali possibili per venirne fuori. Nelle piazze tematiche si è discusso, nel giorno di apertura, di beni comuni quali acqua, ambiente ed energia, toccando il problema del nucleare nel piano energetico ambientale pugliese e delle ricadute su territorio e salute dei cittadini. Nel giorno successivo si è parlato di economia e guerra, con tematiche relative alla spesa militare, al commercio prolifico delle armi, alle missioni di guerra camuffate sotto l'etichetta di missioni di pace, alle basi militari pianificate in Puglia e in Salento. La piazza tematica di ieri era incentrata sulle migrazioni, con le problematiche connesse della tratta e della prostituzione, delle leggi in Italia sull'immigrazione, della resistenza degli indigeni in Amazzonia. Domani, a conclusione del vertice, è prevista la manifestazione nazionale contro le politiche economiche e finanziarie del G8 culminante nel corteo dei no global che si snoderà lungo i viali a ridosso del centro storico.

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Corea del Nord, Consiglio sicurezza Onu inasprisce sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

NAZIONI UNITE (Reuters) - Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha deciso oggi all'unanimità di ampliare le sanzioni e l'embargo su armi e commercio contro la Corea del Nord in seguito al test nucleare condotto il 25 maggio scorso. La risoluzione approvata bandisce completamente l'export di armi dalla Corea del Nord e la maggior parte dell'import di armamenti nel Paese comunista. Autorizza inoltre gli stati membri dell'Onu ad ispezionare i cargo nordcoreani marittimi, aerei e terrestri, chiedendo loro di sequestrare e distruggere qualunque bene trasportato in violazione delle sanzioni. Sia Cina che Russia, che sono state riluttanti a sostenere misure punitive contro la Corea del Nord in passato, hanno sottoscritto la risoluzione Usa.

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Nord Corea, Consiglio sicurezza Onu inasprisce sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 12-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

NAZIONI UNITE (Reuters) - Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha deciso oggi all'unanimità di ampliare le sanzioni e l'embargo su armi e commercio contro la Corea del Nord in seguito al test nucleare condotto il 25 maggio scorso. La risoluzione approvata bandisce completamente l'export di armi dalla Corea del Nord e la maggior parte dell'import di armamenti nel Paese comunista. Autorizza inoltre gli stati membri dell'Onu ad ispezionare i cargo nordcoreani marittimi, aerei e terrestri, chiedendo loro di sequestrare e distruggere qualunque bene trasportato in violazione delle sanzioni. Sia Cina che Russia, che sono state riluttanti a sostenere misure punitive contro la Corea del Nord in passato, hanno sottoscritto la risoluzione Usa. "Siamo molto soddisfatti che il Consiglio di sicurezza in solo un'ora e mezzo abbia approvato una risoluzione nuova di zecca", ha detto in un briefing alla Casa Bianca l'ambasciatrice Usa all'Onu Susan Rice, che ha definito la risoluzione "senza precedenti" e "innovativa".

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