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Report "Globalizzazione"  6 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Obama nel campo di Buchenwald ( da "Corriere.it" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sugli Usa circa la lotta al riscaldamento del pianeta. «Gli Stati Uniti devono essere pronti a dare il buon esempio se vogliamo coinvolgere nella soluzione del problema paesi importanti come la Cina e l'India», ha detto Obama. CRISI - Obama ha poi aggiunto che sul fronte della crisi economica «sarà necessario un po' di tempo e misure durature da parte di tutti per fare progressi.

La crisi dal neoliberismo al populismo ( da "Alto Adige" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come "naturale") di ridurre le spese e le tasse per essere concorrenziali nella globalizzazione, si basasse su argomenti fasulli e abbia condotto, nei decenni della deregulation, ad uno sviluppo squilibrato, in cui le disuguaglianze tra stati e tra cittadini si sono ampliate fino a determinare il crollo del sistema stesso.

Azzurri, tanti esami di maturità ( da "Trentino" del 06-06-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione" della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. "Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio odierno - La formazione non la do, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte,

L'essere venuto qui oggi è un po' come essere andato alla tomba di mio padre. Ma mio ... ( da "Stampa, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il primo esperimento di globalizzazione fu condotto qui. E si fece tutto il possibile per ridurre l'umanità degli umani. Per noi era umano essere disumani. Ma spero che il mondo abbia imparato qualcosa. Questa speranza include molto di quello che dice lei, signor presidente: sicurezza per Israele e per i suoi vicini, pace in quella regione.

Italia, Lippi pensa al futuro ( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e alla crisi da globalizzazione della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto», ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (titolare dal primo minuto,

Stasera a Pisa l'amichevole tra Italia e Irlanda ( da "Cittadino, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di una generazione di talenti la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del mondo, e alla crisi da "globalizzazione" della Serie A. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio sulla fascia destra di difesa -.

l'importanza dell'islam per obama ( da "Centro, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto Al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato,

L'importanza dell'Islam ( da "Libertà" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato,

ringraziamenti e cin cin con cellino a tutto campo ( da "Nuova Sardegna, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Festa rossoblù nel centro sportivo di Asseminello Ringraziamenti e cin cin con Cellino a tutto campo ASSEMINI. «Grazie a tutti voi e soprattutto, a questo meraviglioso gruppo di ragazzi che ci ha regalato una stagione straordinaria». Massimo Cellino, lascia la giacca su una sedia, sale sul palco e plaude i suoi.

Dove incontrare Madonna e Paris Hilton ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come in ogni globalizzata città del pianeta, il "mondo", prima ancora dell'Europa, è ormai sotto casa. Sembra una vita fa che si entrava dal tabaccaio per un pacchetto di Alfa o, se proprio non si fumava, per mezzo chilo di sale grosso. Oggi dal tabaccaio la sigaretta è quasi un optional, perché uno ci può andare per trovare i biglietti del concerto di Madonna a Udine,

italia, lippi pensa al futuro ( da "Nuova Venezia, La" del 06-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e alla crisi da globalizzazione della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto», ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (titolare dal primo minuto,

Confapi in assemblea tra crisi e futuro ( da "Nazione, La (Umbria)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: danno senso di appartenenza e orgoglio di identità in un mondo globalizzato, ove i valori umani trovano sempre meno spazio e, per ultimo ma non per importanza, anche nei momenti difficili non delocalizzano le proprie attività. EPPURE il nostro Paese non sembra avere troppo interesse al futuro di questo grande bacino di imprese;

i tiepolo, genialità tra apologia e ironia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Arte della Fondazione Cini a Venezia. Ed è stato lo stesso curatore, l'altro ieri nell'Oratorio della Purità, a presentare - nell'ambito delle Giornate - il primo volume (557 pagine, 64 euro) della collana Scritti di storici dell'arte veneta, promossa dall'Istituto di Storia dell'arte della Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Regione Veneto,

( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: politica e istutuzionale forte per governare i grandi processi dell'umanità come la globalizzazione, la delocalizzazione, l'immigrazione» A proposito: anche a lei, come a Berlusconi, sembra che Milano sia Africa? «Sono per strada in questo momento e vedo tanti milanesi sereni. Comunque il Pdl governa da 15 anni a Milano e in Lombardia: non so a chi parli il premier, forse ai suoi.

L'IMPORTANZA DELL'ISLAM PER OBAMA ( da "Provincia Pavese, La" del 06-06-2009) + 4 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto Al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato,

Per l'Italia prove di mondiale ( da "Provincia Pavese, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del Mondo, e alla crisi da «globalizzazione» della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibra. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto», ha spiegato il ct. Giuseppe Rossi sarà titolare dal 1', con Pazzini e Mascara in attacco.

Sinistra e Libertà: serve un contratto di lavoro europeo ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: continua Squassina - perchè in un'Europa della globalizzazione anche i diritti devono essere globalizzati». Paolo Mori, consiglio nazionale Verdi, presenta i dati ufficiali del parlamento europeo che dimostrano che tra tutti i parlamentari italiani i più presenti e assidui sono solo 6, 4 fanno riferimento alla lista Sinistra e Libertà.

L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i progetti utopici ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi.

chay yew, storie comuni tra napoli e singapore ( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: amore fra un italiano e un´orientale e viceversa, un commerciante napoletano che va in Cina a vendere abiti e una donna del nord della Cina che vive chiusa nella sua casa di Napoli spaventata dalla violenza della città. Fra vicende legate alla contraffazione e incidenti sul lavoro, s´intrecciano a momenti di lavoro nelle fabbriche tessili.

Parole sacrosante (e ora mi ridia il visto per gli Usa) pro obama ( da "Riformista, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e dalla Cina, più che dal mondo islamico. Inoltre, rimane critico nel riconoscere gli aspetti positivi di un discorso che annuncia "un nuovo inizio": è imperativo per i musulmani prendere alla lettera le parole di Obama, invece di adottare un atteggiamento passivo o una mentalità vittimista, per contribuire a un mondo migliore essendo autocritici e critici,

SAN PIETROBURGO Crisi mondiale, il peggio è passato? Ancora presto per stappar... ( da "Messaggero, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina sta pensando di acquistare 50 miliardi di dollari di bond del Fondo monetario internazionale, parte del "paniere" di 500 miliardi di dollari che l'organizzazione sta raccogliendo per soccorrere con prestiti le economie più in difficoltà;

Se il Dragone perde la faccia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nonostante la globalizzazione (e, nel caso di Rio Tinto, anche le impellenti necessità di cassa),i settori strategici non si vendono agli stranieri.Soprattutto,se questi ultimi parlano cinese. Bieco protezionismo, insomma. D'altronde,in questa gara ad alzar barriere contro gli stranieri, i cinesi ci hanno messo molto del loro.

UNO SCATTO DI SINISTRA ( da "Manifesto, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: degli effetti della globalizzazione e di una crisi economica gravissima, che porta anche acqua al mulino del cavaliere. Quindi sul fondamento di questa diagnosi il manifesto deve avere l'ambizione di mettere in comunicazione e confronto i vari lembi della lacerata sinistra italiana per ritrovare idee e iniziativa.

( da "Corriere Alto Adige" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cosa che adesso India e Cina rifiutano mentre Europa e Usa invocano, andremo incontro solo ad altre crisi. Fede, speranza e amore sono le basi della speranza, che dà all'uomo la fiducia verso gli altri uomini. Saggezza, giustizia, forza e temperanza sono le virtù che devono guidare manager e imprenditori, responsabili della vita dei loro sottoposti.>

l'importanza dell'islam per obama ( da "Tirreno, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto Al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato,

Gm prepara per Magna il conto del copyright ( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: del gruppo Usa, Opel compresa. E pare che anche Magna, che sembrava l'assoluta vincitrice del duello con Fiat e sembrava aver accettato anche (a differenza di Torino) le limitazioni a espandersi in Usa, Canada e Cina, abbia raffreddato il suo entusiasmo nel momento stesso in cui ha scoperto quanto dovrà effettivamente pagare per le royalties sui brevetti:

Lippi lancia il Santon ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione » della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio di stasera La formazione non la do, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte,

L'ira dei moderati arabi: Barack tenero con gli estremisti ( da "Giornale.it, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina che per motivi diversi non desiderano aiutarla a tornare superpotenza. Se Washington non riuscirà ad imporre sanzioni capaci di arrestare la corsa di Teheran al nucleare, la strada per una azione autonoma di Israele resterà aperta. Essa spariglierà le carte della diplomazia Usa nel mondo islamico o obbligherà Washington a pagare un prezzo considerevole per impedire a Israele

L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i progetti utopici ( da "Arena, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi.

Puntare su listini Ue e bond inflation-linked ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre le seconde permettono di coprirsi contro il rischio inflazionistico che potrebbe riemergere nel medio-lungo termine, come conseguenza delle politiche monetarie ultra-aggressive adottate dalle Banche Centrali nel tentativo di arginare gli effetti della crisi. Riccardo Ardigò (Ubs Italia) dà spazio anche alle Borse di Cina e India

Aspesi (Threadneedle), in questo boom del greggio l'economia c'entra poco ( da "Milano Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La moneta Usa inoltre condizionerà anche l'andamento dell'oro. D. Tra le altre materie prime?R. I materiali per le costruzioni avranno benefici dalla domanda di infrastrutture, che sarà alta soprattutto in Cina e nei mercati emergenti. I metalli inoltre costituiranno una riserva di valore, in caso si concretizzassero i timori di inflazione.

Recupera il 60% dai minimi ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tutti i Paesi di operatività hanno avuto una forte contrazione della domanda a eccezione di Egitto e Cina, il cui peso resta però contenuto ». Considerazioni centrali pure per Centrosim, dove sono passati da neutral a sell il 23 aprile perché «abbiamo previsto un forte calo di ricavi e margini a causa della riduzione della domanda di cemento nei principali mercati di riferimento».

L'arte che gira il mondo ( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: considerare un artista competitivo su un mercato globalizzato (soprattutto in tempi difficili). Dando per scontato che artisti «storici» come Gino de Dominicis (l'unico non vivente scelto dal curatore, top price 151.122$ da Sotheby's Milano, l'8 aprile 2008 per l'acrilico «Senza titolo», cm 46 x 75,9) o Michelangelo Pistoletto (1933) siano tra i pilastri della nostra arte nel mondo (

Opzione riarmo per il Giappone in crisi ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E se la Cina rafforza pesantemente la flotta navale con la costruzione di portaerei e l'ulteriore sviluppo della flotta di sottomarini nucleari, il Giappone non vuole perdere l'occasione di mettersi in mostra per fronteggiare la minaccia della Corea del Nord.

I computer sono oggi essenziali per l'economia americana come nel secolo scorso lo erano ... ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: comincia a sentire la pressione dei competitors del Far East, a partire dalla Cina ad opera di Huawei. E diverse società Usa, come Brocade e Uniper Network, stanno cercando di contenere,assieme ad Hp, lo strapotere di Cisco. In realtà, le analogie con Gm («anche Cisco - nota O'Brien - produce il ferro per le tecnologie Internet.

Dopo riso e caffè il Vietnam scommette sulla bauxite E punta a 15 mld di dollari di investimenti esteri ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esattamente come gli Usa hanno fatto con l'America Latina sino agli anni Novanta. D'altronde la Cina resta il primo partner commerciale del Vietnam con 20 miliardi di dollari scambiati nel 2008 e oltre 25 attesi per il 2010. La ripresa vietnamita è già ripartita dai fondamentali, con il settore primario che impiega il 56% della forza lavoro e rappresenta il 20%

Per la prima volta si è levata la condanna unanime dei Paesi del Sud est asiatico contro la ... ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esattamente come gli Usa hanno fatto con l'America Latina sino agli anni Novanta. D'altronde la Cina resta il primo partner commerciale del Vietnam con 20 miliardi di dollari scambiati nel 2008 e oltre 25 attesi per il 2010. La ripresa vietnamita è già ripartita dai fondamentali, con il settore primario che impiega il 56% della forza lavoro e rappresenta il 20%

Riforme e crisi chiudono il rubinetto dei finanziamenti ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la sostanziale riforma della Sanità Usa e la costante globalizzazione del settore. «Diversamente da precedenti periodi di scarsità di finanziamenti, questa crisi è sistemica, profonda e prolungata», sottolinea Glen Giovanetti, global biotechnology leader di Ernst & Young, secondo cui «per prosperare in questo contesto le aziende dovranno introdurre modelli più resistenti per l'

Ma quanto conta il voto. A Teheran ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Usa (sarà un caso che proprio ora Goldman Sachs torni a prevedere un rialzo del greggio a 90 dollari?); verso i forzieri di greggio del Golfo, che tornano a riempirsi di dollari con il rimbalzo dell'oil; verso la stessa Cina che, approfittando del vuoto diplomatico e finanziario dell'Ovest, ha sostituito la Francia nello sfruttamento degli sterminati giacimenti di gas di Pars.

Cambium punta sul legno E corre del +12% dal lancio ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: molti dei quali non dispongono di sufficienti risorse interne per far fronte alla crescente domanda. La Cina, per esempio, ha triplicato le sue importazioni di legno tra il 1997 e il 2005. Alle quotazioni attuali Cambium offre un dividendo del 4% e tratta a sconto del 26% rispetto all'ultimo Nav, pubblicato a fine gennaio.

L'Oro a 1.000 Dà Fiato ai Ribassisti ( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Quando l'oro raggiunge la psicologica quota 1.000, quindi, circolano immediatamente voci di prossime consistenti vendite di metallo da parte del Fmi. Del resto la Cina continua in realtà ad incrementare le proprie posizioni e sarebbe ben lieta di rastrellare i lingotti ceduti dal Fmi.

The Offspring: approdano in Italia per una unica data ( da "Blogosfere" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: maniera molto diretta il malcostume della società globalizzata. DISCOGRAFIA: 1989 - The Offspring (Nemesis/Nitro) 1992 – Ignition (Epitaph) 1994 – Smash (Epitaph) 1997 - Ixnay on the Hombre (Columbia) 1998 - Americana (Columbia) 2000 - Conspiracy of One (Columbia) 2003 - Splinter (Columbia) 2008 - Rise and Fall, Rage and Grace (Columbia) Mercoledì 2 Settembre Milano -

Cina e Stati Uniti: finto amore e risate a Pechino ( da "Blogosfere" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Voglio dire al governo USA: non abbiate troppa fiducia in voi stessi pensando che non c'è alternativa per la Cina al comprare i vostri bonds e dollari; l'euro è un'alternativa. E ci sono un mucchio di materie prime su cui possiamo investire. Continua a leggere su Crisis.

L'Italia di Lippi riparte dai giovani ( da "Nuova Ferrara, La" del 06-06-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e alla crisi da 'globalizzazione' della serie A. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - ha spiegato il ct - La formazione non la dò, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte». E in questi giorni Santon è sempre stato provato da terzino destro.

DentrofuoriBiennale a Garage n.3 Gallery ( da "superEva notizie" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione e contaminazione dell'arte ha anticipato quella economica che non sempre si e' dimostrata positiva.(GIANCARLO DA LIO) Artisti presenti/ present artists a World Pavilion ITALIA/ITALY Tiziana Baracchi - Mariano Bellarosa - Piergiorgio Beraldo - Lamberto Caravita - Gianfranco Chinellato - Roberto Cogo - Pino Conestabile -

Una scheda per costruire un grande futuro comune ( da "Brescia Oggi" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i loro interessi in un mondo globalizzato. Durante il mio mandato quinquennale, la Commissione ha iniziato anche a svolgere un ruolo guida riguardo a due questioni di fondamentale importanza per il futuro: i cambiamenti climatici e l'energia. L'attenzione della Commissione, inoltre, è stata costantemente incentrata sulla necessità di attenuare i costi sociali della crisi attuale.

L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-06-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi.

Una scheda per costruire un grande futuro comune ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i loro interessi in un mondo globalizzato. Durante il mio mandato quinquennale, la Commissione ha iniziato anche a svolgere un ruolo guida riguardo a due questioni di fondamentale importanza per il futuro: i cambiamenti climatici e l'energia. L'attenzione della Commissione, inoltre, è stata costantemente incentrata sulla necessità di attenuare i costi sociali della crisi attuale.

<È il momento di agire per la pace>( da "Avvenire" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Obama ha sottolineato che i Paesi europei hanno avuto negli ultimi anni una posizione di avanguardia rispetto agli Usa circa la lotta al riscaldamento del pianeta. «Gli Stati Uniti devono essere pronti a dare il buon esempio se vogliamo coinvolgere nella soluzione del problema Paesi importanti come la Cina e l'India». ( V.S a .)

E Rovigo sottolinea il ruolo dei laici ( da "Avvenire" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dialogo col territorio e con le persone che il mondo globalizzato ci fa incontrare DA ROVIGO FRANCESCO DAL MAS I l Sinodo della diocesi di Adria Rovigo testimonia la imperterrita volontà di rinascita del Polesine, nonostante la crisi. È quanto hanno testimoniato i lavori sinodali nelle assemblee di fine maggio, presiedute dal vescovo monsignor Lucio Soravito de Franceschi.

Lippi vara il cantiere Italia: ( da "Avvenire" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di talenti nostrani la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del mondo, e alla crisi da globalizzazione della Serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon vi avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - spiega il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio - .

La nuova Bruxelles? Demolisca la burocrazia ( da "Denaro, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo la globalizzazione selvaggia dell'ultimo decennio vi è attualmente il serio rischio di ricomparsa di nazionalismi e protezionismi che potrebbero vanificare l'opera dei padri fondatori dell'Unione europea che sognavano una grande Europa unita capace di giocare un ruolo determinante negli equilibri politici ed economici mondiali.

L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i ( da "Arena.it, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi.

Una scheda per costruire un grande futuro comune ( da "Arena.it, L'" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i loro interessi in un mondo globalizzato. Durante il mio mandato quinquennale, la Commissione ha iniziato anche a svolgere un ruolo guida riguardo a due questioni di fondamentale importanza per il futuro: i cambiamenti climatici e l'energia. L'attenzione della Commissione, inoltre, è stata costantemente incentrata sulla necessità di attenuare i costi sociali della crisi attuale.

Russia: yuan potrebbe diventare valuta di riserva tra 10 anni ( da "Reuters Italia" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina dovrebbe pensarci", ha detto Kudrin al St Petersburg International Economic Forum. Cina e Russia, rispettivamente n.1 e n.3 tra i detentori di valuta straniera di riserva, hanno mostrato insoddisfazione per la volatilità del dollaro Usa e hanno auspicato discussioni per creare riserve di valute concorrenti.

RUSSIA: YUAN POTREBBE DIVENTARE VALUTA DI RISERVA TRA 10 ANNI ( da "Wall Street Italia" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina dovrebbe pensarci", ha detto Kudrin al St Petersburg International Economic Forum. Cina e Russia, rispettivamente n.1 e n.3 tra i detentori di valuta straniera di riserva, hanno mostrato insoddisfazione per la volatilità del dollaro Usa e hanno auspicato discussioni per creare riserve di valute concorrenti.

L'UTILITà DEGLI ECONOMISTI è DA SEMPRE, LARGAMENTE, CONTESTATA DALL'OPINIONE PUB... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli sciamani delle nostre società globalizzate sono scivolati giù dal piedistallo e sono stati travolti da un mare di critiche. Lo testimonia il bel libro di Roberto Petrini «Processo agli economisti» (edizioni Chiarelettere) che ricostruisce con brillante ironia e certosina precisione tutte le bufale prese dagli esperti di economia negli ultimi tempi turbolenti.

Prestigiosa lezione del Prof. Sacco, densa di info interessanti ( da "Blog Stefano Quintarelli" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: (vedi sotto) Il boom di crescita degli anni 60 e' stato fatto sul mercato interno Esportazioni e importazioni sempre piu' globali L'Europa, non gli USA, non la Cina, e' il principale esportatore del mondo e in Europa la Germania e' leader. Quando e' iniziato il nostro declino ? Permalink

La Turchia divide Obama e Sarkozy ( da "Velino.it, Il" del 06-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia e Cina – ha poi aggiunto - oggi riconoscono più di ieri quanto sia destabilizzate il comportamento nordcoreano e la mia preferenza va sempre al processo diplomatico ma occorre l?impegno serio della controparte. E questo tipo di reazione non l?


Articoli

Obama nel campo di Buchenwald (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

LA MERKEL. «mI INCHINO ALLE VITTIME DEL NAZISMO» Obama nel campo di Buchenwald «Da qui la risposta a chi nega la Shoah» Prima visita di un presidente Usa nel campo di sterminio dove morirono in 56mila: «Ahmadinejad venga qui» DRESDA (Germania) - La visita al campo di sterminio di Buchenwald, in Germania, la prima di un presidente americano. È questo uno dei momenti più simbolici e toccanti del viaggio di Barack Obama in Medio Oriente e in Europa. L'inquilino della Casa Bianca ha visitato il lager in cui furono uccise oltre 56 mila persone, accompagnato dalla cancelliera Angela Merkel, dal premio Nobel Eli Wiesel, un superstite di Buchenwald e da Bertrand Hertz, un altro superstite. I quattro hanno deposto una rosa bianca sul monumento che ricorda «tutte le vittime» del campo di sterminio. Obama ha chinato lievemente la testa, in raccoglimento, prima di allontanarsi dal memoriale. «Non dimenticherò mai cosa ho visto oggi qui a Buchenwald» ha detto il presidente americano nel discorso pronunciato dopo aver visitato il lager. «Questo posto è una risposta a chi nega l'Olocausto». «Il passare del tempo non ha diminuito l'orrore di questi luoghi» ha detto ancora Obama, aggiungendo che «l'indignazione per quanto è avvenuto non è diminuita». «Mi inchino davanti a tutte le vittime» del nazismo, ha detto la Merkel, al termine della sua visita a Buchenwald. In una intervista alla Nbc andata in onda prima della sua visita al campo di concentramento, Obama ha affermato che anche il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad dovrebbe visitare Buchenwald. «Non ho pazienza con chi nega la storia. E la storia dell'Olocausto non ha nulla di ipotetico», ha detto Obama del leader di Teheran, che di nuovo questa settimana ha definito il genocidio di sei milioni di ebrei sotto il nazismo «il grande inganno». «PRONTI AL DIALOGO» - Nel corso di una conferenza stampa a Dresda con la Merkel, tenutasi prima della visita a Buchenwald, il presidente americano aveva comunque spiegato che gli Stati Uniti sono pronti ad avviare «un dialogo serio» con l'Iran che dovrà essere portato avanti in collegamento con il «5+1», il gruppo di mediatori formato dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu più la Germania. «Dobbiamo evitare una corsa agli armamenti in Medio Oriente», ha sottolineato Obama. MEDIO ORIENTE - Dopo lo straordinario discorso de Il Cairo, Obama è tornato a parlare durante i colloqui con il cancelliere Angela Merkel, di Medio Oriente, spiegando che «è adesso il momento» di agire per arrivare a una soluzione definitiva «basata sui due Stati», quello israeliano e quello palestinese, e si è detto fiducioso che già «quest'anno» si potranno fare «seri progressi». Il presidente americano ha sottolineato che con il suo discorso al Cairo gli Usa hanno creato «l'atmosfera» e lo spazio per far ripartire i negoziati. In particolare, ha osservato,i palestinesi devono risolvere le loro questioni interne, altrimenti Israele potrebbe avere problemi a negoziare. Obama si è detto «molto favorevole» alle pressioni politiche sul governo Netanyahu perchè fermi l'espansione degli insediamenti ebraici in Cisgiordania, ma ha aggiunto che i Paesi arabi devono compiere «scelte difficili» per venire incontro a Israele e che le concessioni fatte dal presidente dell'Anp, Abu Mazen, sono importanti «ma non sono abbastanza». «Sono fiducioso che, se ci applichiamo, essendo partiti presto possiamo ottenere qualche serio progresso quest'anno», ha spiegato il presidente americano. CLIMA - Il presidente americano è poi passato ad affrontare altri argomenti in particolare temi legati all'economia e all'ambiente. Obama ha detto di essere «ottimista» sulla possibilità che gli Stati Uniti possano assumere una posizione di leader nella lotta al mutamento del clima. Il presidente degli Stati Uniti ha detto che i paesi europei hanno avuto negli ultimi anni una posizione di avanguardia sugli Usa circa la lotta al riscaldamento del pianeta. «Gli Stati Uniti devono essere pronti a dare il buon esempio se vogliamo coinvolgere nella soluzione del problema paesi importanti come la Cina e l'India», ha detto Obama. CRISI - Obama ha poi aggiunto che sul fronte della crisi economica «sarà necessario un po' di tempo e misure durature da parte di tutti per fare progressi. Da entrambe le parti dell'Atlantico abbiamo visto alcuni progressi di stabilizzazione dell'economia, ma siamo lontani dall'aver completato il lavoro necessario» per superare la crisi. La cancelliera Merkel ha aggiunto che è «importante» che le decisioni prese al vertice di Londra del G20 vengano attuate e ha sottolineato che a fronte della crisi vengano rafforzate soprattutto le istituzioni multilaterali. Il presidente Obama ha poi espresso «molta soddisfazione» per la soluzione trovata per la Opel, la controllata tedesca della General Motors, e ha aggiunto «di sperare che le imprese dell'auto non solo si stabilizzino, ma anche che emergano più forti e competitive sui mercati internazionali». stampa |

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La crisi dal neoliberismo al populismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Alto Adige" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La crisi dal neoliberismo al populismo In un saggio di Laura Pennacchi tutti i rischi della nuova economia IL LIBRO "La moralità del Welfare" PINA CUSANO Da quando il nostro mondo occidentale è piombato nella crisi, si sente spesso parlare di fallimento del neoliberismo (iniziato dalla Thatcher) e del modello americano (Reagan-Bush), ma ci si interroga anche sulla pretesa scomparsa (sarebbe meglio dire "debolezza") della sinistra in un momento storico in cui viene riscoperto il ruolo dello Stato in economia e dunque dovrebbe essere sancito il suo trionfo. Le polemiche si accendono e si spengono sui media con una velocità che non permette quasi mai di cogliere se non frammenti spesso contraddittori o superficiali della realtà contemporanea. Il saggio di Laura Pennacchi "La moralità del Welfare" (Ed. Donzelli, Roma 2008) ci fornisce gli strumenti teorici rigorosi e validi per capire e interpretare le dinamiche economiche, politiche, sociali, culturali che hanno dominato, dalla fine degli anni '70 ad oggi, il mondo statunitense e l'Europa. Appaiono, così, fuorvianti certi luoghi comuni, spacciati dai mantra mediatici, secondo i quali le ideologie sarebbero morte (con la caduta del Muro di Berlino) e, di conseguenza, i confini tra le politiche di destra e di sinistra, si sarebbero mescolati. L'autrice dimostra come l'attacco al modello del Welfare europeo, sferrato dal neoliberismo, in nome della necessità (definita, a torto, come "naturale") di ridurre le spese e le tasse per essere concorrenziali nella globalizzazione, si basasse su argomenti fasulli e abbia condotto, nei decenni della deregulation, ad uno sviluppo squilibrato, in cui le disuguaglianze tra stati e tra cittadini si sono ampliate fino a determinare il crollo del sistema stesso. Oltre alle macerie di carattere economico e sociale, il neoliberismo ha prodotto e produce (di qui il titolo del libro) una decadenza morale e politica che scaturisce dalla stessa sua ideologia fondante: "Lo standard morale è dato dalla fede nella proprietà privata e nella concorrenza di mercato, dispositivi individualizzati attraverso i quali è possibile utilizzare positivamente anche i più bassi istinti umani, come l'avidità, l'ingordigia, il desiderio di ricchezza e di potere a danno degli altri. (pag.46)". Così, quelle stesse forze che esaltano un tale genere di libertà, sono costrette al "saccheggio di altri patrimoni valoriali" (vedi quelli religiosi tradizionali e/o conservatori), per tenere unita la società. Artificio che non può bastare ad evitare i fallimenti. E tuttavia, la crisi del neoliberismo non lo mette definitivamente fuori gioco. Anzi, esso tende a trasformarsi nel populismo e a degenerare ulteriormente mettendo in pericolo le istituzioni democratiche. E' esattamente quello che sta avvenendo nella nostra Italia in preda al berlusconismo. Stiamo percorrendo la strada indicata da Giulio Tremonti, laddove, nel suo pamphlet "La paura e la speranza" auspicava come risposta ai pericoli della globalizzazione, una riscossa identitaria e patriottica, essenzialmente conservatrice, se non addirittura reazionaria. Invece, le basi etiche intrinseche alla democrazia del welfare, se solo trovassimo la forza di rimetterle al centro della politica, potrebbero portarci fuori dal pantano e generare un nuovo umanesimo basato su "...un'idea di libertà non solo come attributo individuale ma come impegno sociale, un'idea di uguaglianza come eguaglianza delle capacità fondamentali, un'idea di solidarietà non come carità ma come responsabilità di tutti gli uomini e le donne gli uni per gli altri e verso la società".

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Azzurri, tanti esami di maturità (sezione: Globalizzazione)

( da "Trentino" del 06-06-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere delle Alpi) (Alto Adige)

Argomenti: Cina Usa

OGGI AMICHEVOLE CON L'IRLANDA DEL NORD Azzurri, tanti esami di maturità Col "predestinato" Santon sotto osservazione Rossi e Montolivo FIRENZE. L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli. La prima, oggi contro l'Irlanda del Nord, è un avvio soft di un ciclo di partite da un minimo di 5 a un massimo di 7, come non capitava al commissario tecnico dai tempi di Germania 2006. Così anche se gli irlandesi più attesi sono quelli dell'Eire di Trapattoni, impegnati in contemporanea a Sofia contro la Bulgaria per il girone di qualificazione guidato dall'Italia, il ct campione del mondo assicura che già da oggi a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra tutta insieme. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. "Nonostante tutto, ci sono tantissimi italiani bravi", il messaggio lanciato da Lippi: perchè il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti nostrani la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del mondo, e alla crisi da "globalizzazione" della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. "Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio odierno - La formazione non la do, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte, sarebbe strano se le rinnegassi per la partita". E in questi giorni Santon è sempre stato provato da terzino destro. "Ha personalità, grande facilità di gioco, capacità di inserirsi in una squadra", il giudizio del ct sul ragazzo, più a suo agio nello scendere e risalire la sua fascia palla al piede che nel combattere l'acne giovanile del suo viso. Faccia d'angelo e piede da campione, Santon sarà dunque contro l'Irlanda del Nord il portabandiera di una generazione di ragazzi italiani alla ribalta, dai quali come nella tourneè 2005 in Canada e Usa Lippi conta di pescare forze nuove. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (oggi finalmente titolare dal primo minuto, con Pazzini e Mascara in attacco) e Riccardo Montolivo.

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L'essere venuto qui oggi è un po' come essere andato alla tomba di mio padre. Ma mio ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'essere venuto qui oggi è un po' come essere andato alla tomba di mio padre. Ma mio padre non ha una tomba. E' da qualche parte nel cielo, divenuto in quegli anni il più grande cimitero di ebrei. Il giorno che è morto è stato uno dei più terribili della mia vita. Era sempre più malato e debole e io assistevo alle sue sofferenze. Ero lì quando chiese aiuto, chiese acqua. Ero lì quando pronunciò le sue ultime parole. Ma non ero più accanto a lui quando mi chiamò, per quanto eravamo nella stessa baracca: lui nel letto di sopra, io sotto. Mi chiamò per nome, ma io avevo troppa paura di muovermi. Tutti avevamo paura. Poi morì. Ero lì, ma non ero lì. Allora pensai che un giorno sarei tornato e avrei parlato a lui, raccontandogli il mondo nel quale avrei vissuto. Gli sto parlando di tempi in cui la memoria è diventata un sacro dovere di tutte le persone di buona volontà. Posso dirgli qualcosa sulla lezione che il mondo ha imparato? Non ne sono certo. Signor presidente Obama, abbiamo riposto tante speranze in lei perché, grazie alla sua visione morale della storia, lei può rendere questo mondo un posto migliore, dove la gente smetterà di fare la guerra - sempre assurda e insensata - e odiarsi. Ma il mondo non ha imparato. Quando venni liberato dall'esercito americano, l'11 aprile 1945, molti di noi pensarono che almeno una lezione era stata imparata, che non ci sarebbe mai più stata una guerra, che l'odio non è una soluzione, che il razzismo è stupido e il desiderio di conquistare le menti, il territorio e le aspirazioni degli altri non aveva senso. Ero pieno di speranze, paradossalmente, come molti di noi,per quanto proprio noi avevamo il diritto di lasciar perdere l'umanità, la cultura, l'educazione, di abbandonare la possibilità di vivere la nostra vita con dignità, in un mondo dove essa non aveva più posto. Avevamo respinto questa possibilità, e ci eravamo detti: no, dobbiamo continuare a credere nel futuro perché il mondo ha imparato. Ma non imparò nulla, altrimenti non ci sarebbero stati la Cambogia e il Ruanda, il Darfur e la Bosnia. Il mondo imparerà mai? Penso che proprio per questo Buchenwald sia così importante, come Auschwitz, ma in modo diverso. Questo campo fu una sorta di comunità internazionale, che raccoglieva gente di provenienza politica, economica e culturale più diversa. Il primo esperimento di globalizzazione fu condotto qui. E si fece tutto il possibile per ridurre l'umanità degli umani. Per noi era umano essere disumani. Ma spero che il mondo abbia imparato qualcosa. Questa speranza include molto di quello che dice lei, signor presidente: sicurezza per Israele e per i suoi vicini, pace in quella regione. Basta andare ai cimiteri. Deve arrivare un momento per mettere la gente insieme e superare le divisioni. Chiunque sia oggi qui deve tornare indietro con la risolutezza di farlo. La memoria deve unire e non dividere. Non deve sollevare nei nostri cuori la rabbia, ma un sentimento di solidarietà con quelli che hanno bisogno di noi. Cos'altro possiamo fare se non invocare la memoria ? Un grande uomo, Camus, scrisse nella conclusione del suo meraviglioso romanzo "La Peste": «Dopo tutto, dopo la tragedia, nell'essere umano restano più cose da celebrare che da denigrare». E questa è una verità che, con tutto il dolore che ciò comporta, troviamo qui a Buchenwald. Grazie, signor presidente, per avermi permesso di tornare alla tomba di mio padre, che è sempre nel mio cuore. Dal discorso di ieri a Buchenwald

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Italia, Lippi pensa al futuro (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'AMICHEVOLE. Questa sera (Raiuno, 20.30) gli azzurri giocano contro l'Irlanda del Nord Italia, Lippi pensa al futuro E' l'esordio di Santon. Il ct: «Un predestinato» FIRENZE. L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli. La prima stasera contro l'Irlanda del Nord (diretta su Raiuno a partire dalle 20.30), è un avvio soft di un ciclo di partite (da cinque a sette). Così anche se gli irlandesi più attesi sono quelli dell'Eire di Trapattoni, impegnati in contemporanea a Sofia contro la Bulgaria per il girone di qualificazione guidato dall'Italia, il ct campione del mondo assicura che a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra tutta insieme. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. «Ci sono tantissimi italiani bravi», il messaggio lanciato da Lippi: il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei Campioni del Mondo, e alla crisi da globalizzazione della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto», ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (titolare dal primo minuto, con Pazzini e Mascara in attacco) e Riccardo Montolivo. «Mi dispiace dover rinunciare a Pazzini, D'Agostino e Brighi», ha ammesso il ct parlando degli esclusi dalla lista dei 23 per il Sudafrica: al primo e soprattutto al centrocampista Udinese, in procinto di passare alla Juve, sarà data oggi l'occasione per riempire gli occhi della panchina azzurra. Probabili formazioni. ITALIA (4-3-3): 1 De Sanctis, 2 Santon, 5 Legrottaglie, 6 Gamberini, 3 Grosso, 8 Gattuso, 10 D'Agostino, 4 Montolivo, 11 Rossi, 9 Pazzini, 7 Mascara (12 Marchetti, 13 Dossena, 14 Cassani, 15 Esposito, 16 Galloppa, 17 Biagianti, 18 Brighi, 19 Palombo, 20 Foggia, 21 Pellissier). All. Lippi IRLANDA DEL NORD (4-3-3): 1 Tuffey, 2 Johnson, 4 Casement, 5 Coates, 3 Mc Givern, 6 O'Connor, 10 C. Evans, 8 Mc Cann, 7 Little, 9 Healy, 11 Carson (13 Mannus, 12 Duffy, 14 Ferguson, 15 Mc Ginn, 17 Garrett, 18 Lawrie). All.: Worthington. ARBITRO: Blom (Ola)

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Stasera a Pisa l'amichevole tra Italia e Irlanda (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lippi incorona Santon: «Sì, è un predestinato» coverciano L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo Mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di Nazionale tutto di fila, comprese due amichevoli. La prima questa sera a Pisa (ore 20.50) contro l'Irlanda del Nord: un avvio decisamente soft, almeno sulla carta, anche se il ct assicura che già all'"Arena Garibaldi" si dovrà rivedere lo spirito di Berlino 2006. Tante le novità annunciate in formazione, a cominciare dall'atteso debutto di Davide Santon. «Nonostante tutto ci sono tantissimi italiani bravi», il messaggio lanciato da Lippi. Perché il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del mondo, e alla crisi da "globalizzazione" della Serie A. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio sulla fascia destra di difesa -. La formazione non la dò, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte, sarebbe strano se le rinnegassi domani». Faccia d'angelo e piede da campione, Santon sarà dunque contro l'Irlanda del Nord il portabandiera di una generazione di ragazzi italiani alla ribalta, dai quali come nella tournée 2005 in Canada e Usa Lippi conta di pescare forze nuove. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (stasera titolare dal primo minuto, con Pazzini e Mascara in attacco) e Riccardo Montolivo. «Quando si parla di impoverimento del calcio italiano - ha precisato Lippi, di fronte alle perplessità nate dalle razzie di Real Madrid e Barcellona - si deve fare sempre attenzione a distinguere club e nazionale. Chi va all'estero lo fa quasi sempre per motivi economici. Ma io, a differenza di altri ct, posso pescare tra il 60 per cento dei giocatori di Serie A. E se guardiamo alle nostre Under 17 e 20 il futuro è pieno di speranze: l'Under 21, poi, è tra le più forti al mondo». Intanto questa sera si giocherà anche Bulgaria-Eire, gara valida per le qualificazioni ai prossimi Mondiali che tocca gli azzurri molto da vicino. «Se vince Trapattoni gli irlandesi sono primi nel girone ma con una partita in più - il commento di Lippi -. Se perde invece la Bulgaria rientra in corsa ma deve venire a casa nostra... Aspettiamo e vediamo».

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l'importanza dell'islam per obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 13 - Attualità L'IMPORTANZA DELL'ISLAM PER OBAMA Dresda, Normandia e Parigi seguono Riad e il Cairo nella missione di Barack Obama nel Medioriente e in Europa. Nelle sue diverse tappe, il viaggio del presidente americano è stato denso di alti significati simbolici: all'università cairota al-Azhar, la commossa mano tesa all'islam; al campo di concentramento di Buchenwald, il solenne inchino di fronte alle vittime dell'Olocausto; in Normandia, l'omaggio ai soldati che hanno liberato l'Europa dal nazi-fascismo. Quindi, una missione esclusivamente dedicata ai valori emblematici? Eppure in questa missione non c'è stata e non c'è soltanto retorica, priva di potenzialità politico-strategica. Al Cairo, Obama ha offerto la pace ai musulmani e ha sconfessato la politica di Bush nei confronti dell'islam, e ha cercato di mettere in rilievo il peso politico ed economico che il mondo islamico sta progressivamente conquistando nell'era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto Al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato, manodopera, finanza e economia. Basta vedere ciò che è diventato Abu Dhabi (un volume d'affari pari a 95 miliardi di dollari nel 2006), oppure la Malesia (leader mondiale nella produzione di componenti eletronici), ma anche l'Indonesia (408 miliardi di dollari di pil, con una crescità del 5 per cento all'anno). L'elenco potrebbe allungarsi poi alla Turchia, allo stesso Iran, o al futuro del Medioriente che si affaccia sul Mediterraneo, senza trascurare milioni di musulmani che vivono negli Stati Uniti e rappresentano già ora una lobby che condiziona le scelte della politica: ovunque una potenzialità a cui l'America, che è costretta a fare i conti con la crisi economica, non vuole e non deve rinunciare. Ecco il perchè dei timori d'Israele per una inversione di tendenza nelle alleanze americane nel Medioriente e nel mondo islamico. Nel momento in cui la pace di Obama con l'islam si trasformerà in un progetto politico-strategico, gli assetti e gli equilibri mondiali saranno sensibilmente modificati. A Dresda e a Parigi, Obama ha cominciato a discutere di tutto ciò con Angela Merkel e con Nicolas Sarkozy. Altro dibattito ci sarà al G8 dell'Aquila, ma siamo alle prime battute del nuovo processo, che forse non sarà né facile né indolore. Bijan Zarmandili

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L'importanza dell'Islam (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'importanza dell'Islam di BIJAN ZARMANDILI Dresda, Normandia e Parigi seguono Riad e Il Cairo nella missione di Barack Obama nel Medioriente e in Europa. Nelle sue diverse tappe, il viaggio del presidente americano è stato denso di alti significati simbolici: all'università cairota al-Azhar, la commossa mano tesa all'Islam; al campo di concentramento di Buchenwald, il solenne inchino di fronte alle vittime dell'Olocausto; in Normandia, l'omaggio ai soldati che hanno liberato l'Europa dal nazi-fascismo. Quindi, una missione esclusivamente dedicata ai valori emblematici? Eppure in questa missione non c'è stata e non c'è soltanto retorica, priva di potenzialità politico-strategica. A Il Cairo Obama ha offerto la pace ai musulmani e ha sconfessato la politica di Bush nei confronti dell'Islam, e ha cercato di mettere in rilievo il peso politico ed economico che il mondo islamico sta progressivamente conquistando nell'era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato, manodopera, finanza e economia. Basta vedere ciò che è diventato Abu Dhabi (un volume d'affari pari a 95 miliardi di dollari nel 2006), oppure la Malesia (leader mondiale nella produzione di componenti elettronici), ma anche l'Indonesia (408 miliardi di dollari di Pil, con una crescità del 5% all'anno). L'elenco potrebbe allungarsi poi alla Turchia, allo stesso Iran, o al futuro del Medioriente che si affaccia sul Mediterraneo, senza trascurare milioni di musulmani che vivono negli Stati Uniti e rappresentano già ora una lobby che condiziona le scelte della politica: ovunque una potenzialità a cui l'America, che è costretta a fare i conti con la crisi economica, non vuole e non deve rinunciare. Ecco il perchè dei timori d'Israele per una inversione di tendenza nelle alleanze americane nel Medioriente e nel mondo islamico. Nel momento in cui la pace di Obama con l'Islam si trasformerà in un progetto politico-strategico, gli assetti e gli equilibri mondiali saranno sensibilmente modificati. A Dresda e a Parigi, Obama ha cominciato a discutere di tutto ciò con Angela Merkel e con Nicolas Sarkozy. Altro dibattito ci sarà al G8 dell'Aquila, ma siamo alle prime battute del nuovo processo, che forse non sarà né facile né indolore. 06/06/2009

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ringraziamenti e cin cin con cellino a tutto campo (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Festa rossoblù nel centro sportivo di Asseminello Ringraziamenti e cin cin con Cellino a tutto campo ASSEMINI. «Grazie a tutti voi e soprattutto, a questo meraviglioso gruppo di ragazzi che ci ha regalato una stagione straordinaria». Massimo Cellino, lascia la giacca su una sedia, sale sul palco e plaude i suoi. Giovedì notte, cin cin e abbracci ad Asseminello. Tutti in pista per la consueta cena di fine stagione. Squadra, tecnici, medici, sponsor, amici e conoscenti hanno brindato alla stagione dei 53 punti e del nono posto. Menù rigorosamente sardo. Idem i vini. Dal tonno, alle verdure fritte passando per ravioli, arrosto di vitello, cous cous e lasagne. In chiusura, molto apprezzata dai giocatori, frutta esotica e mousse di cioccolato. E il Cagliari? "Punto a confermare i pezzi pregiati. Acquafresca? Cerco di tenerlo un altro anno". Il Cagliari del futuro. Conti ha avuto richieste ma non dovrebbe muoversi. "Qui sto bene" ripete da sempre la mezzala romana che intanto ha comprato casa a Nettuno. A Sky il presidente del Cagliari ha accennato a "un rinforzo importante per il centrocampo. Terremo Marchetti e gli altri pezzi pregiati: il gruppo sarà confermato quasi al completo" ha detto Cellino. Il "quasi" è l'aspetto più interessante. In risposta a una frase di Adriano Galliani ("Avranno futuro solo i club con uno stadio proprio"), Cellino ha tagliato corto: "Abbiamo un'amministrazione miope, potevamo essere i primi in Italia e invece siamo gli ultimi". Il numero uno, al bar della club house, ha avuto un simpatico siparietto con Michele Fini. Battute e risate da una parte e dall'altra. Assente per problemi familiari Diego Lopez, altro titolare con il contratto in scadenza. Ma per l'uruguaiano la conferma dovrebbe essere scontata. Intanto, la società ha ufficializzato le date del ritiro. I giocatori si trovano al centro sportivo "Ercole Cellino" di Assemini il 10 luglio per i test e le visite mediche. Dal 13 si aprono le danze. Il 15 agosto, prima gara di Coppa Italia Tim Cup, si chiude la preparazione estiva dei rossoblu. Brut, risate e musica pop. La serata a bordo piscina, un mosaico di nasi all'insu, jeans griffati, giacche blu e abitini scollati, ha avuto per apripista i Lapola. Il leader della compagnia teatrale, Massimiliano Medda, ha duettato con Marco Piccu, Gabriele Cossu, Alessia Simoncelli e Alessandro Pili: esilarante - risate incontenibili anche per i calciatori che non masticano la lingua sarda, Jeda, Lupatelli e Matri in testa - lo schetch da sindaco di Scraffingiu e l'imitazione di Renato Soru. A seguire, le barzellette raccontate dal patron. Poi, musica dal vivo con la band di Cellino, the Maurilios. La formazione? Il presidente rossoblu alla chitarra, Stefano Arrica al basso, Raimondo Rubiu batteria, Simone Bachis tastiere, Silvio Dal Maso sax, Luca Accalai voce e Simone Pilloni chitarra. In repertorio, Pink Floyd, Rolling Stones e Gun's and Roses. Applaudita Samba pa ti di Santana. "Un obiettivo? Partecipare a Daytona negli Usa, al festival - ha detto Arrica - che coniuga le moto Harley e le performance musicali live". Mario Frongia

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Dove incontrare Madonna e Paris Hilton (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dove incontrare Madonna e Paris Hilton Sabato 6 Giugno 2009, 6 giugno In questo week end si vota per le elezioni europee. Anche a Vicenza dove, come in ogni globalizzata città del pianeta, il "mondo", prima ancora dell'Europa, è ormai sotto casa. Sembra una vita fa che si entrava dal tabaccaio per un pacchetto di Alfa o, se proprio non si fumava, per mezzo chilo di sale grosso. Oggi dal tabaccaio la sigaretta è quasi un optional, perché uno ci può andare per trovare i biglietti del concerto di Madonna a Udine, per pagare l'abbonamento alla tv, per tentare la fortuna al videopoker, o per acquistare la mercanzia più stravagante, compresi dei minitappeti adesivi da piazzare sul cruscotto dell'auto, in modo da appicicarvi sopra telefonino, chiavi, spiccioli, e quant'altro di pronto uso durante un viaggio in macchina. Ma, anche non pagando nulla, potete tornare in strada arricchiti di orari delle corriere o di gossip internazionale. Sono due dei contenuti più frequenti all'interno di quei gratuiti periodici mignon, tipo agendina, dove si spazia dalle autocorse per Lusiana a ogni particolare sull'"Hair and make up artists staff" quotidianamente a disposizione dell'ereditiera americana Paris Hilton, come riferiscono puntuali i suoi freschi soci di uno studio di design veneziano. Poi si torna in strada, e anche lì il mondo continua a lanciare i suoi spot: nei chador maghrebini che spuntano fra le teste di una scolaresca femminile in giro per il centro; nell'annuncio dei danzatori kathakars che stasera al teatro Astra si esibiscono nei balli dei "gitani dell'India"; nelle migliaia di badanti dell'est e del sud, pronte a invadere allegramente Campo Marzo per la loro festa di domani pomeriggio; nelle esercitazioni dei marines fra gli innamorati di villa Guiccioli; nel concerto-filò che il chitarrista padovano Andrea Rigato propone stasera all'Equobar di strada Marosticana, raccontando in musica di pellegrinaggi dal Canada alla Terra del Fuoco, compiuti nello stile degli "hobo", i romantici vagabondi di un'America ottocentesca. E se, alla fine di un altro sabato, accendete la tv senza più trovare la Heather Parisi di qualche anno fa, provate a cercarla dalle parti delle scalette di Monte. È lì, più o meno sotto casa vostra, che la ballerina e soubrette americana sta finendo di girare "Blind Maze", il suo primo film da regista. Stefano Ferrio

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italia, lippi pensa al futuro (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 06-06-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il)

Argomenti: Cina Usa

L'AMICHEVOLE. Questa sera (Raiuno, 20.30) gli azzurri giocano contro l'Irlanda del Nord Italia, Lippi pensa al futuro E' l'esordio di Santon. Il ct: «Un predestinato» FIRENZE. L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli. La prima stasera contro l'Irlanda del Nord (diretta su Raiuno a partire dalle 20.30), è un avvio soft di un ciclo di partite (da cinque a sette). Così anche se gli irlandesi più attesi sono quelli dell'Eire di Trapattoni, impegnati in contemporanea a Sofia contro la Bulgaria per il girone di qualificazione guidato dall'Italia, il ct campione del mondo assicura che a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra tutta insieme. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. «Ci sono tantissimi italiani bravi», il messaggio lanciato da Lippi: il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei Campioni del Mondo, e alla crisi da globalizzazione della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto», ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (titolare dal primo minuto, con Pazzini e Mascara in attacco) e Riccardo Montolivo. «Mi dispiace dover rinunciare a Pazzini, D'Agostino e Brighi», ha ammesso il ct parlando degli esclusi dalla lista dei 23 per il Sudafrica: al primo e soprattutto al centrocampista Udinese, in procinto di passare alla Juve, sarà data oggi l'occasione per riempire gli occhi della panchina azzurra. Probabili formazioni. ITALIA (4-3-3): 1 De Sanctis, 2 Santon, 5 Legrottaglie, 6 Gamberini, 3 Grosso, 8 Gattuso, 10 D'Agostino, 4 Montolivo, 11 Rossi, 9 Pazzini, 7 Mascara (12 Marchetti, 13 Dossena, 14 Cassani, 15 Esposito, 16 Galloppa, 17 Biagianti, 18 Brighi, 19 Palombo, 20 Foggia, 21 Pellissier). All. Lippi IRLANDA DEL NORD (4-3-3): 1 Tuffey, 2 Johnson, 4 Casement, 5 Coates, 3 Mc Givern, 6 O'Connor, 10 C. Evans, 8 Mc Cann, 7 Little, 9 Healy, 11 Carson (13 Mannus, 12 Duffy, 14 Ferguson, 15 Mc Ginn, 17 Garrett, 18 Lawrie). All.: Worthington. ARBITRO: Blom (Ola)

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Confapi in assemblea tra crisi e futuro (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Umbria)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACA TERNI pag. 18 Confapi in assemblea tra crisi e futuro CONFAPI TERNI, la principale associazione di categoria che raggruppa le piccole e medie industrie ternane, sta lavorando a un importante appuntamento: il 13 è prevista l'assemblea pubblica, un momento di confronto per riflettere sul sistema delle Pmi in questa delicata fase economica a livello nazionale e territoriale. L'appuntamento è alle 10 nella sala conferenze del Michelangelo Palace Hotel. Il convegno, sul tema «Il ruolo delle Pmi appartenenti al sistema Confapi nel rilancio dell'economia ternana, sarà aperto dal presidente Carlo Salvati. «Per gli imprenditori di Confapi il lavoratore è il primo capitale, senza il quale non si fa impresa afferma il presidente Salvati . Il futuro dipende dalle piccole e medie imprese poiché sono radicate nei territori e vivono i problemi della comunità locale, danno senso di appartenenza e orgoglio di identità in un mondo globalizzato, ove i valori umani trovano sempre meno spazio e, per ultimo ma non per importanza, anche nei momenti difficili non delocalizzano le proprie attività. EPPURE il nostro Paese non sembra avere troppo interesse al futuro di questo grande bacino di imprese; le Pmi in Italia hanno un diritto di cittadinanza inferiore, sono penalizzate nell'accesso al credito, la politica le trascura, la burocrazia le soffoca. Noi imprenditori conclude sappiamo che lo sviluppo poggia sulla nostra capacità di rafforzare costantemente la competitività delle nostre aziende, chiediamo pertanto al sistema collaborazione, certezze, affidabilità, dando in cambio noi stessi, ciò in cui più crediamo. Solo così, uniti e compatti, potremmo uscire dalla crisi gettando le basi per un nuovo sviluppo». All'incontro parteciperà anche il presidente nazionale Confapi, Paolo Galassi.

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i tiepolo, genialità tra apologia e ironia (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La lettura dello studioso veneziano: Giambattista e Giandomenico, padre e figlio, uomini e talenti molto diversi I Tiepolo, genialità tra apologia e ironia Pavanello ha presentato alle "Giornate" il fondamentale lavoro di Mariuz Giambattista e Giandomenico Tiepolo: l'apologia e l'ironia accomunate dal genio pittorico. Questa la sagace lettura dei due pittori che emerge dal volume Tiepolo, una raccolta di saggi del compianto Adriano Mariuz curata da Giuseppe Pavanello, direttore del dipartimento di Storia dell'Arte della Fondazione Cini a Venezia. Ed è stato lo stesso curatore, l'altro ieri nell'Oratorio della Purità, a presentare - nell'ambito delle Giornate - il primo volume (557 pagine, 64 euro) della collana Scritti di storici dell'arte veneta, promossa dall'Istituto di Storia dell'arte della Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Regione Veneto, con l'intento di raccogliere in un unico tomo i testi più significativi di ciascuno degli studiosi che si sono interessati di arte veneta. E non a caso Tiepolo è stato presentato nell'ex teatro cittadino, divenuto puro anche grazie all'opera dei due artisti veneziani. Prendendo spunto proprio dalle pareti della Purità, balzano subito agli occhi le differenze fondamentali fra Giambattista e Giandomenico, il primo definito il «vero Tiepolo» da Mariuz, mentre il figlio era «sempre alla ricerca di una propria via d'emancipazione». L'Assunzione della Vergine di Giambattista, che campeggia sul soffitto della chiesa e le scene bibliche delle pareti, eseguite dal figlio, evidenziano da subito le caratteristiche tipiche delle mani dei due artisti settecenteschi: «In Giambattista il segno è talmente sfuggente che svuota di senso l'immagine - scrisse Mariuz, già docente per tre anni all'ateneo friulano -, l'esatto contrario accade invece in Giandomenico, che usa il tratto in un modo tanto marcato da far diventare il colore, la colonna portante dell'arte del padre, un semplice attributo». Ma i due artisti erano anche ideologicamente in contrapposizione: «Interprete dalla belle époque veneziana e apologista di una nobiltà di cui scorgeva la decadenza il padre - ebbe modo di scrivere in un altro saggio Mariuz -, di gusto neoclassico il figlio, caratterizzato anche da uno piglio satirico spiccato». Prova ne sono i 104 disegni delle peripezie di Pulcinella (per la prima volta raccolti in un unico volume), dove Giandomenico mise in scena la parodia di una delle tre parole d'ordine della Rivoluzione Francese, l'egalité, nel ritrarre Pulcinella, allegoria del popolo, ad un tempo vittima e carnefice. Michela Zanutto

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

MILANO ATTUALITA' pag. 4 «La crisi è problema psicologico? Andatelo a dire ai cassintegrati» EUROPEE 2 ANTONIO PANZERI MILANO Difficile parlare d'Europa in questa campagna elettorale. Lei lo ha fatto? E in che termini? «I miei avversari vogliono un'Europa minima. Io dico che ce ne vuole di più: un' Europa politica e istutuzionale forte per governare i grandi processi dell'umanità come la globalizzazione, la delocalizzazione, l'immigrazione» A proposito: anche a lei, come a Berlusconi, sembra che Milano sia Africa? «Sono per strada in questo momento e vedo tanti milanesi sereni. Comunque il Pdl governa da 15 anni a Milano e in Lombardia: non so a chi parli il premier, forse ai suoi. Poi gli ingressi di clandestini sono raddoppiati quest'anno, con loro al governo. I respingimenti sono solo scena, in realtà il problema si è aggravato» Parliamo di crisi economica. L'Europa è un aiuto o un freno? «L'Europa è fatta di 27 Paesi. Costruisce le regole; per esempio può armonizzare le norme sul lavoro per evitare dumping sociale e delocalizzazioni. Ma non può fare una politica anticrisi, che spetta ai singoli Stati. Se Prigi fa un piano di stimolo da 32 miliardi, Berlino da 40 e noi solo da 8, per metà fittizi, cosa c'entea l'Ue?» E cosa imputa, lei, al governo italiano? «Disinteresse, inerzia. Vada a dire ai cassintegrati che la crisi è un problema psicologico, vedrà cosa le tirano addosso» Allora cosa si potrebbe e dovrebbe fare? «Riformare, decidere. Ma è scomodo, perchè scegliendo si danneggia sempre qualcuno. Berlusconi preferisce narcotizzare l'elettorato e non far nulla. Lui governa per avere il consenso anzichè usare il consenso che ha per governare». Pare che il consenso non manchi ai suoi avversari... «Mah, noto che la gente comincia ad ascoltarmi con attenzione. Forse il tempo delle balle è finito». E quello del gossip? «Non mi interessa se Silvio divorzia da Veronica. Vorrei che l'Italia divorziasse da Silvio». Massimo Degli Esposti Image: 20090606/foto/415.jpg

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L'IMPORTANZA DELL'ISLAM PER OBAMA (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 06-06-2009)
Pubblicato anche in: (Trentino) (Gazzetta di Modena,La) (Alto Adige) (Corriere delle Alpi)

Argomenti: Cina Usa

L'IMPORTANZA DELL'ISLAM PER OBAMA Dresda, Normandia e Parigi seguono Riad e il Cairo nella missione di Barack Obama nel Medioriente e in Europa. Nelle sue diverse tappe, il viaggio del presidente americano è stato denso di alti significati simbolici: all'università cairota al-Azhar, la commossa mano tesa all'islam; al campo di concentramento di Buchenwald, il solenne inchino di fronte alle vittime dell'Olocausto; in Normandia, l'omaggio ai soldati che hanno liberato l'Europa dal nazi-fascismo. Quindi, una missione esclusivamente dedicata ai valori emblematici? Eppure in questa missione non c'è stata e non c'è soltanto retorica, priva di potenzialità politico-strategica. Al Cairo, Obama ha offerto la pace ai musulmani e ha sconfessato la politica di Bush nei confronti dell'islam, e ha cercato di mettere in rilievo il peso politico ed economico che il mondo islamico sta progressivamente conquistando nell'era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto Al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato, manodopera, finanza e economia. Basta vedere ciò che è diventato Abu Dhabi (un volume d'affari pari a 95 miliardi di dollari nel 2006), oppure la Malesia (leader mondiale nella produzione di componenti eletronici), ma anche l'Indonesia (408 miliardi di dollari di pil, con una crescità del 5 per cento all'anno). L'elenco potrebbe allungarsi poi alla Turchia, allo stesso Iran, o al futuro del Medioriente che si affaccia sul Mediterraneo, senza trascurare milioni di musulmani che vivono negli Stati Uniti e rappresentano già ora una lobby che condiziona le scelte della politica: ovunque una potenzialità a cui l'America, che è costretta a fare i conti con la crisi economica, non vuole e non deve rinunciare. Ecco il perchè dei timori d'Israele per una inversione di tendenza nelle alleanze americane nel Medioriente e nel mondo islamico. Nel momento in cui la pace di Obama con l'islam si trasformerà in un progetto politico-strategico, gli assetti e gli equilibri mondiali saranno sensibilmente modificati. A Dresda e a Parigi, Obama ha cominciato a discutere di tutto ciò con Angela Merkel e con Nicolas Sarkozy. Altro dibattito ci sarà al G8 dell'Aquila, ma siamo alle prime battute del nuovo processo, che forse non sarà né facile né indolore. Bijan Zarmandili

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Per l'Italia prove di mondiale (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Per l'Italia prove di mondiale Santon dal 1' nel test di Pisa contro l'Irlanda del Nord FIRENZE. L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli. La prima, stasera contro l'Irlanda del Nord, è un avvio soft di un ciclo di partite da un minimo di 5 a un massimo di 7, come non capitava al ct dai tempi di Germania 2006. Lippi assicura che già a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra tutta insieme. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. «Nonostante tutto, ci sono tantissimi italiani bravi», questo il messaggio del ct: perche' il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti nostrani la cui esplosione puo' essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del Mondo, e alla crisi da «globalizzazione» della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibra. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto», ha spiegato il ct. Giuseppe Rossi sarà titolare dal 1', con Pazzini e Mascara in attacco. Tra gli azzurrini di Casiraghi, ci sono Motta e Balotelli da inserire nei 35 preselezionati su cui lavorare. Anche se sul secondo pesa l'incognita caratteriale. Ed ecco spiegato perche' Cassano è fuori dall'orizzonte azzurro e il baby interista ancor lontano dall'entrarvi.

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Sinistra e Libertà: serve un contratto di lavoro europeo (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 06 Giugno 2009 CRONACA Pagina 11 APPELLO AL VOTO. Osvaldo Squassina Sinistra e Libertà: serve un contratto di lavoro europeo «Il nostro programma è basato su punti precisi: lavoro, ambiente, difesa dei diritti dei cittadini» «Il voto utile si chiama Sinistra e Libertà, guarda all'oggi ma anche al futuro». Le parole di Osvaldo Squassina, consigliere regionale, riassumono il senso dell'ultimo appello di Sinistra e Libertà per l'appuntamento di oggi e domani con le urne. La neonata formazione si dice nuova ma frutto di un percorso che viene da lontano, «un percorso che deve e vuole far fronte all'avanzata della destra, attraverso un programma basato punti precisi: lavoro, diritti e ambiente» ha commentato Giannarosa Baresi, candidata di Sinistra e Libertà alle Europee. Puntano su di un'Europa che non sia «solo dei mercati ma, soprattutto, una comunità coesa nella difesa dei diritti di tutti i cittadini, dal lavoro allo stato sociale» ha precisato Cristiana Manenti, della direzione nazionale Sinistra Democratica. Davanti ad una realtà che sta subendo pesanti trasformazioni c'è bisogno di una reazione, fanno sapere dalla sede via Casazza. Un'Europa formata da 21 stati e che presenta enormi divergenze tra uno stato e l'altro, per esempio, nel mondo dei diritti delle persone che lavorano. «È necessario arrivare in tempi rapidi ad un contratto di lavoro europeo - continua Squassina - perchè in un'Europa della globalizzazione anche i diritti devono essere globalizzati». Paolo Mori, consiglio nazionale Verdi, presenta i dati ufficiali del parlamento europeo che dimostrano che tra tutti i parlamentari italiani i più presenti e assidui sono solo 6, 4 fanno riferimento alla lista Sinistra e Libertà. «Ciò sta a significare che Sinistra e Libertà crede nell'Europa e il voto alla nostra lista è un voto a chi lavora bene al parlamento europeo, a chi si impegna». Sinistra e Libertà non nasconde il desiderio di tornare ad una politica del confronto, contrapposta a quella del video che prevale al giorno d'oggi. «Vogliamo un ritorno alla politica fatta con la gente, a politiche condivise - ha sottolineato Maria Cipriano, consiglio regionale Ps -, accentuare il contatto con le periferie senza imporre le decisioni dall'alto». Cristiana Manenti ricorda poi le tante battaglie portate avanti dalla pattuglia della sinistra italiana al parlamento europeo. «Sono riusciti a fermare in primis la direttiva sulle 65 ore settimanali che prevedeva la liberalizzazione del contratto di lavoro, cosa che avrebbe penalizzato certamente i lavoratori - ha continuato -. Poi la sollecitazione all'Europa perchè richiamasse Brescia al rispetto dei diritti civili delle persone, si veda la vicenda del bonus bebè, e hanno portato una grande sensibilità ambientale all'interno del parlamento». SI. GH.  

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L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i progetti utopici (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 06 Giugno 2009 CULTURA Pagina 45 L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i «progetti utopici» Come è sempre accaduto (e come sempre probabilmente accadrà) i Padiglioni nazionali non si attengono minimamente a quello che è il "tema della Biennale". In sé possono apparire addirittura anacronistici, perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi. Nell'edizione in corso si incontrano riproposte di figure storiche o di artisti che si rifanno alla tradizione, come nel Padiglione spagnolo che presenta Miguel Barcelò con le sue tele invase di pittura aspra, stratificata, quasi astratta o come in quello russo, dove i partecipanti problematizzano il tema della "Vittoria sul Futuro" (fino a rianimare il mito della Nike). Gli Stati Uniti presentano una loro vecchia gloria, com'è Bruce Nauman con le sue opere al neon, le sue fontane, le sue teste: un lavoro sempre attorno alla condizione umana, alla visione soggettiva del mondo. La Germania propone Liam Gillick: un allestimento, il suo, fatto di una mobilia tutta uguale, tutta chiusa, tutta inservibile: un quesito sulla storia delle propria nazione, sul senso del confine e del fallimento. Il Padiglione francese dà la sensazione di "essere una sorta di catafalco". Dentro ci si muove a stento, gli occhi devono guardare dalle sbarre per poter vedere una luce brillante che si raffredda sulle pareti madreperlacee. L'artista Claude Lévêque pratica un'arte totale, povera, reale, crudele. Il Padiglione Italiano approda all'Arsenale con uno spazio raddoppiato rispetto a quello del 2007. Il titolo è "Collaudi" ed è un omaggio a Marinetti. Ma non si tratta di una rassegna pseudofuturista. "Il nostro - spiegano i curatori - è solo l'omaggio alla rivoluzionaria idea del futurismo: la contaminazione dei linguaggi". E in effetti c'è pittura, ci sono video, sculture, installazioni. Troviamo i raffinati video di Sighicelli, gli arabeschi di Floreani, la sofisticata memoria di luce di Wolf, l'infinita composizione in ceramica di Bertozzi & Casoni. Solo che qui domina il troppo oltre che il molto (20 artisti), a fronte della mancanza di un criterio forte e, in alcuni casi, anche di una qualità alta.Lu.Men  

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chay yew, storie comuni tra napoli e singapore (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIII - Napoli Il regista Al Reale Albergo dei Poveri la prima di "Le città visibili" Chay Yew, storie comuni tra Napoli e Singapore L´allestimento vede insieme attori italiani e orientali diretti da Giorgio Barberio Corsetti: è un po´ come il viaggio di Marco Polo «Mi è stato chiesto di creare un progetto ponte, uno spettacolo che potesse unire due città lontane tra di loro e due culture differenti per storia e tradizioni, una specie di matrimonio combinato, in apparenza complicato da far riuscire» dice Chay Yew, scrittore nato nel 1965 a Singapore e trasferito a Los Angeles. Ed invece la scintilla è scoccata e il matrimonio sembra sia venuto bene a giudicare dalle notizie filtrate dopo l´anteprima di Singapore. "Le città visibili" va in scena in prima nazionale questa sera alle 22,30 al Reale Albergo dei Poveri. Uno spettacolo realizzato a partire da un progetto di collaborazione tra il Napoli Teatro Festival Italia e il Singapore Arts Festival. Regista dello spettacolo, il cui allestimento vede insieme in scena artisti italiani e orientali, è Giorgio Barberio Corsetti. Chay Yew ha scritto così un testo teatrale sugli stereotipi che Oriente e Occidente, nei secoli, hanno costruito l´uno sull´altro. «Cercando di trovare il filo conduttore della mia scrittura sono giunto alla scoperta di molte idee comuni alle due realtà che dovevo mettere in relazione, idee culturali, artistiche politiche che mi hanno fatto individuare un terreno comune nel "commercio" che unisce le storie delle due città, Napoli e Singapore», dice ancora Chay Yew, che è anche regista oltre che autore di numerosi testi per il teatro, fra cui "As if he hears", censurato nel 1989. Testi inediti in Italia che sono stati messi in scena in numerosi teatri degli Usa, dell´Europa, dell´Asia. «Per noi questo spettacolo è un po´ come il viaggio di Marco Polo prototipo dello sguardo colonizzatore occidentale» ed anche protagonista del testo di Calvino "Le città invisibili" a cui lo spettacolo di Chay Yew sembra essersi ispirato. Nel testo convivono diverse dimensioni che appartengono ad epoche e luoghi differenti, fra Est e Ovest del mondo. In scena due storie d´amore fra un italiano e un´orientale e viceversa, un commerciante napoletano che va in Cina a vendere abiti e una donna del nord della Cina che vive chiusa nella sua casa di Napoli spaventata dalla violenza della città. Fra vicende legate alla contraffazione e incidenti sul lavoro, s´intrecciano a momenti di lavoro nelle fabbriche tessili. "Le città visibili" è allestito nel cortile del Reale Albergo dei Poveri su una platea girevole per un pubblico di circa 200 spettatori. Repliche 7 giugno (alle 22.30), 9 giugno (alle 22); 10, 11, 12, 13, 14 giugno (alle 22.30). (g. ba.)

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Parole sacrosante (e ora mi ridia il visto per gli Usa) pro obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Parole sacrosante (e ora mi ridia il visto per gli Usa) pro obama segue dalla prima pagina Parlando della sua stessa vita, è passato da una visione personale a una universale, mostrando come abbia appreso per esperienza che l'Islam è una religione che professa un messaggio di apertura e tolleranza. Sia le parole che il loro significato sono state importanti e nuove: è riuscito a mostrarsi allo stesso tempo umile, autocritico, aperto ed esigente, in un messaggio diretto a tutti "noi", intesi come "compagni". I sette aspetti che ha trattato hanno una rilevanza critica. Si potrebbe non essere d'accordo con la lettura e l'interpretazione su ciò che sta accadendo in Afghanistan, in Iraq e in Palestina (e il ruolo degli Usa in questi conflitti), ma Obama ha chiaramente evitato di tirarsi indietro nell'affrontare questi temi e ha chiamato tutti a prendere la propria parte di responsabilità, mettendo fine alla violenza e promuovendo rispetto e giustizia. Ha apertamente riconosciuto la sofferenza dei palestinesi e il loro diritto a ottenere uno Stato indipendente e realizzabile. È il primo passo necessario: il futuro ci dirà se il nuovo presidente ha i mezzi per essere forte e coerente nel trattare con il governo israeliano. Ha lasciato aperti alcuni canali per quanto riguarda il dialogo con le autorità palestinesi (indicate nel loro insieme, senza una menzione particolare a Hamas) e l'Iran. Le attese sono enormi e Obama deve ancora mostrare il suo impegno concreto verso la giustizia e la pace. Il presidente ha tracciato un'importante distinzione tra i principi democratici e i modelli politici. Lo Stato di diritto, la libertà di scelta delle persone, il dovere di trasparenza sono principi universali, mentre i modelli politici dipendono da fattori storici e culturali che devono essere tenuti in considerazione. Auspichiamo che l'Amministrazione di Obama traduca in pratica questa visione, sia promuovendo ovunque la democratizzazione, sia rispettando scrupolosamente la scelta della gente: sarebbe ottimo iniziare con l'Iraq e l'Afghanistan. Obama ha citato sette problematiche da risolvere. Ha iniziato con le questioni politiche e ha chiuso con gli aspetti critici che riguardano le "donne" e l'"educazione". Questo è il punto in cui, ha ricordato, dobbiamo fare tutti di più. In questi due settori ha proposto soluzioni pratiche e ha presentato futuri progetti di interesse. Questo discorso non è rivolto solamente ai musulmani di tutto il mondo. Anche l'Occidente e i non musulmani dovrebbero ascoltare. Obama ha parlato del riconoscimento del contributo storico dell'Islam alla scienza, allo sviluppo e al pensiero. Desidera che i suoi compatrioti cittadini americani conoscano di più dell'Islam, che siano più umili e si aspetta che tutti i "liberali" non impongano il loro modo di pensare a tutti i musulmani praticanti, uomini e donne. Nessuno può imporre un modo di vestire o di pensare e dovremmo imparare l'uno dall'altro: il riferimento implicito alla questione francese circa il velo si è rivelato piuttosto esplicito. Ha citato brani religiosi provenienti da fedi monoteiste, ognuna delle quali porta un messaggio universale. Come se il vero universalismo riguardasse l'educazione di ogni individuo, l'ascolto e il rispetto dell'altro. Due giorni prima del suo discorso al Cairo, Obama ha affermato a sorpresa che l'America è un grande "Paese islamico": si trattava di un modo per ricordare agli americani, così come a tutti gli occidentali, che i musulmani sono loro concittadini e che l'Islam è una religione parte della loro tradizione nazionale comune. Un discorso vigoroso, che non è stato solo "un discorso": portava con sé una visione positiva e impegnativa. Qualcosa di sicuro è cambiato. Così come Obama è passato da principi individuali a principi universali, siamo in attesa che egli passi dagli aspetti ideali alla pratica. È giovane, è nuovo, è scaltro e intelligente: ha i mezzi per poter essere coraggioso? Per ottenere ciò non ci vuole nient'altro che il coraggio presidenziale, poiché ci si chiede se sia possibile per gli Stati Uniti semplicemente mantenere la coerenza con i propri valori. È possibile che un uomo da solo affronti e cambi questa incredibile tensione presente nel modo di pensare contemporaneo degli americani? Da un lato, il sostenere valori universali e la diversità, mentre dall'altro coltiva uno spirito che presenta ancora qualche tratto dell'atteggiamento imperialistico (intellettualmente, politicamente ed economicamente). Non sarà in grado di raggiungere questo obiettivo da solo, e forse le maggiori sfide che ha affrontato finora vengono dall'India e dalla Cina, più che dal mondo islamico. Inoltre, rimane critico nel riconoscere gli aspetti positivi di un discorso che annuncia "un nuovo inizio": è imperativo per i musulmani prendere alla lettera le parole di Obama, invece di adottare un atteggiamento passivo o una mentalità vittimista, per contribuire a un mondo migliore essendo autocritici e critici, umili e ambiziosi, coerenti e aperti. Il miglior modo per portare Barack Obama ad affrontare le sue responsabilità in America, nel Medio Oriente o altrove è per i musulmani quello di iniziare a far fronte alle proprie senza demonizzare ciecamente l'America o l'Occidente, o idealizzare ingenuamente un carismatico presidente degli Stati Uniti afro-americano. P.S. Una nota personale: il presidente Barack Obama ci ha chiesto di "dire la verità". Una volta è accaduto che ho detto la verità per quanto riguarda l'illegale invasione americana dell'Iraq e il cieco supporto unilaterale dell'America nei confronti di Israele. Sono stato bandito dagli Stati Uniti e lo sono tuttora. Potrebbe essere una di queste inconsistenze che ci portano ancora a dubitare del vero significato delle affermazioni politiche. Di nuovo, si tratta di una questione di coerenza. di Tariq Ramadan 06/06/2009

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SAN PIETROBURGO Crisi mondiale, il peggio è passato? Ancora presto per stappar... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 06 Giugno 2009 Chiudi di LUCIA SGUEGLIA SAN PIETROBURGO - Crisi mondiale, il peggio è passato? «Ancora presto per stappare lo champagne". Lo ammette Dmitri Medvedev al Forum Economico Internazionale di Pietroburgo, e stavolta senza far sconti alla Russia: "Nelle ultime settimane si notano segnali di lieve ripresa. Probabilmente la crisi ha raggiunto il suo apice, ma è presto per festeggiare». Un anno fa sempre alla "Davos russa", lo zar del Cremlino elogiava la Russia "isola di stabilità". Ma oggi che anche a Mosca gli indicatori segnano rosso per un giorno vince il partito dei pessimisti. Previsioni nere condivise dal ministro delle finanze Kudrin: «Credo che non abbiamo ancora toccato il fondo», una seconda ondata di crisi è "inevitabile". Ma dal Forum, dove ha dominato il tema energia (esperti ed economisti hanno indicato fra 70 e 80 dollari il prezzo ideale del barile, e Mosca si è detta favorevole a creare una Agenzia petrolifera globale, idea lanciata dall'ad Eni Scaroni), arriva anche qualche "buona notizia". La Cina sta pensando di acquistare 50 miliardi di dollari di bond del Fondo monetario internazionale, parte del "paniere" di 500 miliardi di dollari che l'organizzazione sta raccogliendo per soccorrere con prestiti le economie più in difficoltà; cui già Usa, Ue e Giappone contribuiscono con 100 mld. ciascuno. Poi il Wto, sulla cui soglia la Russia aspetta da anni: giovedì dal commissario Ue al commercio Ashton è emersa la disponibilità di concludere entro quest'anno il processo negoziale per l'ingresso di Mosca. E la speranza di sciogliere tutti i nodi entro il vertice Usa-Russia di luglio. D'accordo il governo italiano che chiede di accelerare, col ministro Scajola presente a Pietroburgo: per fornire «maggiori tutele alle imprese italiane contro le derive protezionistiche e contro la contraffazione».

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Se il Dragone perde la faccia (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-06-06 - pag: 10 autore: ANALISI Se il Dragone perde la faccia di Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente S e gli allibratori australiani avessero raccolto scommesse sull'operazione Chinalco Rio Tinto, per la sconfitta di Pechino avrebbero pagato giusto un pugno di spiccioli. Da settimane, ormai, l'esito dellapartita che avrebbe dovuto portare in mani cinesi il 18% del colosso minerario angloaustraliano era già scritto. E così è andata. Dopo un lungo, tormentato esame dell'operazione, Rio Tinto ha chiuso la porta in faccia ai potenziali acquirenti cinesi. E ha preferito gettarsi nelle braccia del suo concorrente di sempre, Bhp Billiton. Ironia della sorte, a facilitare il disimpegno del gruppo minerario australiano dagli accordi presi con Chinalco è stato il recente aumento del prezzo dei minerali ferrosi, di cui oggi la Cina è il principale consumatore mondiale. Risultato: Chinalco ha perduto una preziosa opportunità per internazionalizzare il proprio business, aumentare la propria scala produttiva e accrescere il proprio prestigio tra i grandi produttori di metalli ferrosi. E la Cina, intesa come sistema e come governo, nel fallimento dell'operazione Rio Tinto ha perso un po' la faccia. «Abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili,e abbiamo adottato un approccio costruttivo per adattare la nostra offerta alle richieste degli azionisti - ha commentato ieri il presidente di Chinalco, Xiong Weiping - . è andata male, ma noi continuiamo a credere che la nostra proposta rappresentasse una straordinaria creazione di valore per i soci di Rio Tinto e la premessa di un'alleanza strategica di lungo termine tra le due società ». Le parole pronunciate a caldo del numero uno del gruppo cinese non sono di circostanza. Ma contengono una verità: sotto il profilo industriale e finanziario, l'operazione sarebbe stata vantaggiosa sia per Chinalco che per Rio Tinto. Ancora una volta però le ragioni della politica hanno prevalso su quelle del buon senso economico. Canberra ha detto di no a Pechino per la stessa ragione per cui, quattro anni fa, Unocal declinò un'offerta con i fiocchi da parte di Cnooc: nonostante la globalizzazione (e, nel caso di Rio Tinto, anche le impellenti necessità di cassa),i settori strategici non si vendono agli stranieri.Soprattutto,se questi ultimi parlano cinese. Bieco protezionismo, insomma. D'altronde,in questa gara ad alzar barriere contro gli stranieri, i cinesi ci hanno messo molto del loro. Solo due mesi fa, Pechino aveva respinto un'offerta da 2,4 miliardi di dollari di Coca Cola su Huiyuan Juice, il maggior produttore cinese di succhi di frutta. Probabilmente, il violento fuoco di sbarramento alzato nelle ultime settimane da larga parte del mondo politico australiano sull'operazione Rio Tinto si spiega anche con il gran rifiuto espresso da Pechino a Coca Cola con motivazioni fumose e inconsistenti dettate dalla nuova legge antimonopolio. Se i cinesi non sono disposti ad aprire ai capitali esteri neppure le porte del loro mercato dei soft drink, perché mai noi dovremmo lasciar loro campo libero in una delle nostre più grandi aziende mi-nerarie?, si sono chiesti gli australiani valutando l'offerta di Chinalco. Il ragionamento non fa una grinza. Ma non porta lontano. Néi cinesi, né gli australiani. ganawar@gmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA SMACCO A CHINALCO Per la Cina si tratta di una sconfitta cocente che rischia di frenare l'espansione del suo campione nazionale

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UNO SCATTO DI SINISTRA (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

UNO SCATTO DI SINISTRA Valentino Parlato Oggi e domani si vota e la situazione non è affatto buona: già da lunedì bisogna cominciare a lavorare per la rivincita. La situazione non è buona perché in Europa (segnali olandesi) c'è un ulteriore scivolamento a destra. In Italia è quasi peggio: Berlusconi (con o senza Noemi) conferma il suo potere e può addirittura diventare la forza maggioritaria del Partito Popolare, che è il primo partito nel Parlamento Europeo. L'imperatore di Arcore, dopo aver trasformato l'Italia nella sua azienda personale, oggi dichiara esplicitamente («Deve essere un voto per l'Italia») di volerla portare in Europa, dando un'impronta tutta nazionalista (cioè aziendalista) a queste elezioni. Dalla parte nostra la sinistra è divisa e malamente in conflitto fratricida. Il Pd affonda lentamente e con la sinistra non ha quasi nulla a spartire e non può ingannare con il voto utile: è solo antiberlusconi, come Di Pietro che con la sinistra c'entra ben poco. La presa della destra in Italia è amplificata dalla inconsistenza delle opposizioni. Oggi il cavaliere, con il suo partito unificato, punta a raggiungere la soglia del 40%. Un italiano su due è con lui, tuttavia un italiano su due non lo vota. La situazione è questa e pertanto bisogna andare a votare per le divise forze di sinistra, tutte quante. L'astensionismo, che oggi e domani sarà una forte tentazione per moltissimi compagni, è solo un regalo alla banda di Berlusconi. Quindi votare è meglio. Ci auguriamo che Rifondazione comunista e Sinistra e Libertà superino lo sbarramento del 4%; anche per questo siamo decisamente contro le amare tentazioni di astensione. Ma in ogni modo queste rappresentanze di sinistra rimarranno in campo e con loro bisogna lavorare. Il manifesto, che è in campo da quasi 40 anni e che continua a definirsi (non sempre meritatamente) quotidiano comunista, e che subisce anche lui la crisi della sinistra vuole impegnarsi con tutte le sue forze nella lotta per la riunificazione delle sparse sinistre e per guarire il popolo italiano dalla terribile e pericolosa malattia che è il berlusconismo (l'autobiografia di un popolo avrebbe detto Piero Gobetti). Di fronte a una malattia la prima cosa da fare, lo insegnano i medici, ma anche gli storici, è la diagnosi. Come e perché questa crisi delle forze di sinistra, che è dilagata a partire dal 1989? Quindi una seria analisi delle trasformazioni della società, degli effetti della globalizzazione e di una crisi economica gravissima, che porta anche acqua al mulino del cavaliere. Quindi sul fondamento di questa diagnosi il manifesto deve avere l'ambizione di mettere in comunicazione e confronto i vari lembi della lacerata sinistra italiana per ritrovare idee e iniziativa. E' una sfida anche per noi, per il nostro collettivo: se non riusciremo a essere utili forse avremo perduto anche la ragione di sopravvivenza, ma forte e impegnativa deve essere la speranza. Solo chi cade può risorgere recita un vecchio e strano detto. E' certo che siamo caduti: lavoriamo a risorgere. Votiamo a sinistra.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Alto Adige" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere dell'Alto Adige sezione: 1AECONOMIA data: 06/06/2009 - pag: 9 L'ospite Il vescovo: manca fiducia «Economia sana solo se c'è la virtù» L'intervento «Il liberismo degenera se l'egoismo individuale supera la solidarietà La Chiesa si farà sentire» BOLZANO Un'economia a misura d'uomo, fondata su valori e virtù. Bella teoria, ma di difficile applicazione. Lo ha ammesso il vescovo Karl Golser, teologo e relatore d'eccezione all'assemblea di ieri di Assoimprenditori per affrontare il tema etico nell'economia e nella finanza. «Che diritto ha un vescovo di parlare di economia? Lo ha spiegato il Papa ha precisato Golser ricordando che l'economia è un'azione umana fondata sulla fiducia reciproca. Credito ha la stessa matrice di credibilità. Se il sistema è corrotto sin dalle radici, non sta in piedi. A livello microeconomico, ha sottolineato il pontefice, la Chiesa deve educare gli uomini alla virtù della giustizia. A livello macroeconomico, la Chiesa deve far sentire la sua voce quando viene calpestata la gente umile». Golser è tornato alle radici del pensiero economico moderno, soffermandosi sulle teorie illuministiche del liberista Adam Smith: «Diceva che il mercato si regola da solo perché l'uomo libero agisce secondo la sua natura egoistica, che porta benessere e progresso collettivo. Oggi, invece, gli stessi operatori economici piccoli e medi si rendono conto di non essere liberi, ma vittime di regole imposte da pochi in un libero mercato che vede aumentare la forbice tra i ricchi e la gente comune. Manca il contrappeso politico e le norme dei governi adottate di recente sono inefficaci. Non basta nazionalizzare le aziende in crisi e porre paletti qua e là per curare un sistema che, se tutto va bene, si riprenderà fino alla prossima crisi». La ricetta della Chiesa è diversa: «Un'economia basata sulla solidarietà e sulla virtù. Se non aiutiamo i Paesi poveri a crescere, avremo sempre più immigrati. Se non troviamo soluzioni globali, cosa che adesso India e Cina rifiutano mentre Europa e Usa invocano, andremo incontro solo ad altre crisi. Fede, speranza e amore sono le basi della speranza, che dà all'uomo la fiducia verso gli altri uomini. Saggezza, giustizia, forza e temperanza sono le virtù che devono guidare manager e imprenditori, responsabili della vita dei loro sottoposti.>L'economia sia al servizio dell'uomo ha concluso il vescovo . Nell'Occidente non mancano i beni, manca il tempo per curare lo spirito». F. E.

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l'importanza dell'islam per obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 9 - Attualità L'IMPORTANZA DELL'ISLAM PER OBAMA Dresda, Normandia e Parigi seguono Riad e il Cairo nella missione di Barack Obama nel Medioriente e in Europa. Nelle sue diverse tappe, il viaggio del presidente americano è stato denso di alti significati simbolici: all'università cairota al-Azhar, la commossa mano tesa all'islam; al campo di concentramento di Buchenwald, il solenne inchino di fronte alle vittime dell'Olocausto; in Normandia, l'omaggio ai soldati che hanno liberato l'Europa dal nazi-fascismo. Quindi, una missione esclusivamente dedicata ai valori emblematici? Eppure in questa missione non c'è stata e non c'è soltanto retorica, priva di potenzialità politico-strategica. Al Cairo, Obama ha offerto la pace ai musulmani e ha sconfessato la politica di Bush nei confronti dell'islam, e ha cercato di mettere in rilievo il peso politico ed economico che il mondo islamico sta progressivamente conquistando nell'era globalizzata. Il presidente americano si è mostrato a Riad e al Cairo un uomo pratico e pragmatico, in grado di capire le tendenze in atto nel mondo e cercando di adeguarsi ad esse. L'Islam, dal suo punto di vista, non è soltanto Al Qaeda, l'integralismo o l'arretratezza, ma è anche un miliardo e mezzo di uomini e donne che fanno mercato, manodopera, finanza e economia. Basta vedere ciò che è diventato Abu Dhabi (un volume d'affari pari a 95 miliardi di dollari nel 2006), oppure la Malesia (leader mondiale nella produzione di componenti eletronici), ma anche l'Indonesia (408 miliardi di dollari di pil, con una crescità del 5 per cento all'anno). L'elenco potrebbe allungarsi poi alla Turchia, allo stesso Iran, o al futuro del Medioriente che si affaccia sul Mediterraneo, senza trascurare milioni di musulmani che vivono negli Stati Uniti e rappresentano già ora una lobby che condiziona le scelte della politica: ovunque una potenzialità a cui l'America, che è costretta a fare i conti con la crisi economica, non vuole e non deve rinunciare. Ecco il perchè dei timori d'Israele per una inversione di tendenza nelle alleanze americane nel Medioriente e nel mondo islamico. Nel momento in cui la pace di Obama con l'islam si trasformerà in un progetto politico-strategico, gli assetti e gli equilibri mondiali saranno sensibilmente modificati. A Dresda e a Parigi, Obama ha cominciato a discutere di tutto ciò con Angela Merkel e con Nicolas Sarkozy. Altro dibattito ci sarà al G8 dell'Aquila, ma siamo alle prime battute del nuovo processo, che forse non sarà né facile né indolore. Bijan Zarmandili

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Gm prepara per Magna il conto del copyright (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 06/06/2009 - pag: 30 Il caso Dopo il divorzio da Torino il gruppo Usa ha scorporato le «proprietà intellettuali»: chiede 6,5 miliardi Gm prepara per Magna il conto del copyright MILANO Non solo i 300 milioni chiesti all'ultimo momento, promessi da Sberbank- Magna (ma poi versati di fatto dal governo tedesco) e rifiutati da Fiat. C'è altro, tra le «richieste irragionevoli» che avrebbero fatto saltare il tavolo. Si sapeva che, tra i nodi della trattativa, c'era la questione dei brevetti Opel. Gm puntava a restarne in possesso, o quanto meno a farsi pagare (dalla stessa Opel) dei diritti. Gli italiani hanno detto no. Con i russo-canadesi, la questione-brevetti resta lì: per poter continuare a utilizzarli, secondo la stampa tedesca, la casa di Rüsselsheim dovrebbe pagare all'ex casa madre diversi miliardi. La cifra quantificata da Handelsblatt: 6,5. Siamo nel campo della «proprietà intellettuale». Per dirla con la definizione giuridica, in gioco c'è la tutela di «attività immateriali, con rilevanza economica, riconducibile alla creatività umana, ben conosciuta nel settore delle opere artistiche e letterarie ». Nel caso di una fusione, di una vendita o di una separazione, anche nel settore automobilistico, questo capitolo proprio perché riguarda beni non concretamente individuabili è tra i più delicati. Basti ricordare quanto avvenne nel febbraio 2005 proprio tra Gm e Fiat, che misero la parola fine alla loro alleanza con un protocollo di compromesso che chiudeva ogni contenzioso: la «proprietà intellettuale » riguardante la piattaforma su cui sono costruite Fiat Grande Punto e Opel Corsa, il motore 1.3 Multijet e il relativo stabilimento di produzione, in Polonia, rimanevano condivise da entrambe. In base all'accordo, ad esempio, la Fiat ha potuto utilizzare la stessa piattaforma per produrre con Psa tutte le varianti del veicolo Fiorino. La General Motors, dopo la «separazione» da Fiat, aveva costituito una società indipendente in cui sono confluite tutte le «proprietà intellettuali» del gruppo Usa, Opel compresa. E pare che anche Magna, che sembrava l'assoluta vincitrice del duello con Fiat e sembrava aver accettato anche (a differenza di Torino) le limitazioni a espandersi in Usa, Canada e Cina, abbia raffreddato il suo entusiasmo nel momento stesso in cui ha scoperto quanto dovrà effettivamente pagare per le royalties sui brevetti: i famosi 6,5 miliardi nei prossimi 10 anni. Opel paga, attualmente, il 5% del fatturato per lo sfruttamento della «proprietà intellettuale ». Questo importo scenderà al 3,25% fino al 2012, per poi risalire nuovamente al 5%. Un buco nero che Sergio Marchionne aveva ben individuato grazie all' esperienza delle trattative del passato. I russo-canadesi, invece, l'hanno forse sottovalutato. E per la nuova proprietà se Sberbank e Magna chiuderanno le trattative si profila anche l'ombra di un versamento da 4,5 miliardi per oneri pensionistici: lo Stato tedesco non intende accollarseli. Il piano Fiat ne teneva conto. Quello di Magna no. Bianca Carretto Diritti d'autore I diritti di cui il gruppo di Detroit chiede conto hanno la durata di 10 anni, con importi pari al 5% del fatturato europeo 4,5 miliardi E' l'ammontare degli oneri pensionistici che Gm potrebbe chiedere ai prossimi proprietari di Opel. E andrebbe dunque ad aggiungersi ai 6,5 miliardi di euro di royalties

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Lippi lancia il Santon (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SPORT 06-06-2009 Nazionale >Stasera amichevole con l'Irlanda del Nord ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Lippi lancia il «predestinato» Santon --------------------------------------- COVERCIANO --------------------------------------- In campo anche Giuseppe Rossi. Mondiali, l'Irlanda sfida la Bulgaria --------------------------------------- II L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli. La prima, stasera contro l'Irlanda del Nord, è un avvio soft di un ciclo di partite da un minimo di 5 a un massimo di 7, come non capitava al commissario tecnico dai tempi di Germania 2006. Così anche se gli irlandesi più attesi sono quelli dell'Eire di Trapattoni, impegnati in contemporanea a Sofia contro la Bulgaria per il girone di qualificazione guidato dall'Italia, il ct campione del mondo assicura che già da stasera a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra tutta insieme. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. «Nonostante tutto, ci sono tantissimi italiani bravi», il messaggio lanciato da Lippi: perchè il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti nostrani la cui esplosione può essere una risposta all'in - vecchiamento dei Campioni del Mondo, e alla crisi da «globalizzazione » della serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così ha spiegato il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio di stasera La formazione non la do, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte, sarebbe strano se le rinnegassi». E in questi giorni Santon è sempre stato provato da terzino destro. «Ha personalità, grande facilità di gioco, capacità di inserirsi in una squadra», il giudizio del ct sul ragazzo. Faccia d'angelo e piede da campione, Santon sarà dunque contro l'Irlanda del Nord il portabandiera di una generazione di ragazzi italiani alla ribalta, dai quali come nella tourneè 2005 in Canada e Usa Lippi conta di pescare forze nuove. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (finalmente titolare dal primo minuto, con Pazzini e Mascara in attacco) e Riccardo Montolivo. «Le convocazioni sono state fatte sulla base di un anno di lavoro - ha detto Lippi - Mi è dispiaciuto in particolar modo per Brighi, D'Agostino e Pazzini, (esclusi dalla rosa per la Confederations Cup): meritavano di venire in Sudafrica in 26-27, ma contano anche certe priorità. Titolare Il nerazzurro Santon.

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L'ira dei moderati arabi: Barack tenero con gli estremisti (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 136 del 2009-06-06 pagina 16 L'ira dei moderati arabi: Barack tenero con gli estremisti di Redazione Ci vorrà tempo per sapere se le 5804 parole che Obama ha pronunciato alla Università del Cairo cambieranno i rapporti dell'America con il mondo musulmano. Ma poiché il fulcro della crisi internazionale oggi non si trova nè al Cairo nè a Gerusalemme ma a Pyongyang, occorre ricordare ciò che dice Kissinger: «La Corea del nord ha lasciato agli Usa due opzioni: accettare le sue bombe o agire davvero duramente». Perché è su come Obama si misurerà con Pyongyang che l'Iran trarrà le conseguenze del discorso del presidente Usa sulle sue ambizioni nucleari. Si vedrà allora se «lo tsunami oratorio» di Obama oltre a mettere fine alla teoria di Huntington sullo scontro di civiltà cambierà qualcosa sul terreno. Nel frattempo guardando con occhi medio-orientali alle parole di Obama, si possono fare alcune osservazioni. 1. Il discorso appare il prodotto dalla migliore competenza accademica islamica americana. In esso si percepisce la mano degli arabisti di Princeton e degli ebrei liberali di sinistra vicini al presidente, poco simpatizzanti del governo di Netanyahu oltre al desiderio di Obama di staccarsi nettamente dalle idee di Bush. 2. Il conflitto palestinese. Il fatto di essere elencato al secondo posto dei principali problemi che l'America deve affrontare la dice lunga su cosa pensano Obama e l'onnipotente capo di stato maggiore israelo-americano Rahm Emanuel. La denuncia dell'antisemitismo, della negazione dell'Olocausto, la difesa dell'alleanza con lo Stato degli ebrei, la menzione del piano di pace saudita come inizio non fine del negoziato sono pietre miliari a favore di Israele. Gerusalemme non può sottovalutarle soprattutto perché sono state lanciate al Cairo. Ci sono però silenzi - il ritorno dei rifugiati - e paragoni che Israele non può accettare. Per esempio l'equivalenza implicita fra Shoah e iniquità dell'occupazione; il paragone fra la lotta per l'uguaglianza dei diritti dei negri americani che non volevano distruggere l'America e quella dei palestinesi che vogliono diritti per distruggere Israele. 3. L'America di Obama è troppo debole per affrontare l'Iran, oggi nemico dei paesi arabi alleati dell'America non meno di Israele. Ha bisogno della Russia e della Cina che per motivi diversi non desiderano aiutarla a tornare superpotenza. Se Washington non riuscirà ad imporre sanzioni capaci di arrestare la corsa di Teheran al nucleare, la strada per una azione autonoma di Israele resterà aperta. Essa spariglierà le carte della diplomazia Usa nel mondo islamico o obbligherà Washington a pagare un prezzo considerevole per impedire a Israele di agire da solo. 4. Davanti a chi ha parlato Obama? Davanti a 3000 giovani entusiasti ma senza potere. Non ha parlato davanti alle folle che il potere non hanno e che l'inglese non lo capiscono. Ha parlato ai circoli che il potere detengono, che non sono disposti a lasciare ad una opposizione che potrebbe cadere nelle mani degli estremisti. I leader hanno dimostrato il loro imbarazzo attraverso l'astenersi di Mubarak (che del testo del discorso aveva avuto comunicazione) dal ricevere e accompagnare Obama all'aeroporto, seccato per aver dovuto acconsentire alla domanda dell'ambasciatrice americana di ammettere i rappresentanti del Fratelli Musulmani all'università. Non è piaciuto a molti arabi la ripetuta espressione usata da Osama: «dovete», tradotta in arabo col verbo jagib. È questa «l'umiltà» con cui tu vieni a parlarci? Si chiedevano molti nelle redazioni dei giornali. E i militari, la cui preoccupazione non è Israele ma l'espansionismo politico e religioso dell'Iran shiita, si chiedono di quale forza reale e di quale volontà di affrontare il nemico dispone ancora l'alleato americano. Quanto ai radicali islamici la risposta, netta, sprezzante, senza ombra di compromesso, l'ha data nel suo video il capo di al Qaida. 5. Infine è improbabile che il discorso del Cairo faccia effetto su Netanyahu. Su una cosa è certo d'accordo: per risolvere i conflitti ci vuole pazienza. Una pazienza che verrà messa alla prova per l'America dai risultati delle elezioni in Libano di domenica, da quelle dell'Iran ma soprattutto dalla Corea del nord. Non certo dagli insediamenti in Cisgiordania di Israele. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i progetti utopici (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 06 Giugno 2009 CULTURA Pagina 49 L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i «progetti utopici» Come è sempre accaduto (e come sempre probabilmente accadrà) i Padiglioni nazionali non si attengono minimamente a quello che è il "tema della Biennale". In sé possono apparire addirittura anacronistici, perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi. Nell'edizione in corso si incontrano riproposte di figure storiche o di artisti che si rifanno alla tradizione, come nel Padiglione spagnolo che presenta Miguel Barcelò con le sue tele invase di pittura aspra, stratificata, quasi astratta o come in quello russo, dove i partecipanti problematizzano il tema della "Vittoria sul Futuro" (fino a rianimare il mito della Nike). Gli Stati Uniti presentano una loro vecchia gloria, com'è Bruce Nauman con le sue opere al neon, le sue fontane, le sue teste: un lavoro sempre attorno alla condizione umana, alla visione soggettiva del mondo. La Germania propone Liam Gillick: un allestimento, il suo, fatto di una mobilia tutta uguale, tutta chiusa, tutta inservibile: un quesito sulla storia delle propria nazione, sul senso del confine e del fallimento. Il Padiglione francese dà la sensazione di "essere una sorta di catafalco". Dentro ci si muove a stento, gli occhi devono guardare dalle sbarre per poter vedere una luce brillante che si raffredda sulle pareti madreperlacee. L'artista Claude Lévêque pratica un'arte totale, povera, reale, crudele. Il Padiglione Italiano approda all'Arsenale con uno spazio raddoppiato rispetto a quello del 2007. Il titolo è "Collaudi" ed è un omaggio a Marinetti. Ma non si tratta di una rassegna pseudofuturista. "Il nostro - spiegano i curatori - è solo l'omaggio alla rivoluzionaria idea del futurismo: la contaminazione dei linguaggi". E in effetti c'è pittura, ci sono video, sculture, installazioni. Troviamo i raffinati video di Sighicelli, gli arabeschi di Floreani, la sofisticata memoria di luce di Wolf, l'infinita composizione in ceramica di Bertozzi & Casoni. Solo che qui domina il troppo oltre che il molto (20 artisti), a fronte della mancanza di un criterio forte e, in alcuni casi, anche di una qualità alta.Lu.Men  

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Puntare su listini Ue e bond inflation-linked (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ANALISI data: 2009-06-06 - pag: 28 autore: ASSET ALLOCATION di Virginio Schiavetti Puntare su listini Ue e bond inflation-linked C ogliere le buone occasioni di investimento ove si presentano, mantenendo tuttavia la ripartizione dei pesi fra le tre principali classi di attività finanziarie in linea con la distribuzione neutrale. Questa, in estrema sintesi, la prima indicazione di asset allocation fornita da Riccardo Ardigò, responsabile della consulenza di Ubs Italia. Il quale così spiega: «In una situazione dei mercati che rimane alquanto variegata, nonostante i passi verso la normalizzazione compiuti negli ultimi mesi, sono molteplici le opportunità di investimento sia nel comparto obbligazionario che in quello azionario, rendendo così preferibile un assetto di portafoglio perfettamente neutrale». Nell'ambito della quota azionaria, la preferenze di Ardigò vanno soprattutto alle Borse dell'area dell'euro e inglese, nonché a quelle dei Paesi emergenti dell'area asiatica. «Le prime – dice Ardigò – paiono particolarmente interessanti in termini di valutazione, soprattutto a confronto con la Borsa statunitense. Nonostante il rally degli ultimi tre mesi, le loro quotazioni risultano più convenienti rispetto a quelle sul mercato Usa, anche nell'ipotesi in cui l'economia americana sia la prima a ripartire». «Le Borse dell'Asia continentale – continua Ardigò – in specie cinese e indiana, paiono molto interessanti per la rapidità con cui il clima macroeconomico sta migliorando in quelle aree: il che le rende attraenti, nonostante valutazioni pressocché in linea con quelle dei mercati più sviluppati». Il consiglio di sottopesare lievemente il mercato Usa dipende invece, oltre che da uno sfavorevole confronto delle valutazioni relative con altri mercati, anche da attese piuttosto negative sulla tenuta del dollaro sul mercato dei cambi. «Riteniamo – dice Ardigò – che la divisa statunitense rimarrà sotto pressione rispetto all'euro nel corso dei prossimi 12 mesi». In termini di ripartizione settoriale, le preferenze di Ardigò si orientano verso i titoli petroliferi, «in virtù soprattutto delle attese di ulteriori rialzi delle quotazioni del greggio», nonché verso le azioni cicliche, «in specie dei beni di consumo ». In ragione della loro valutazione estremamente interessante, consiglia inoltre di sovrappesare i titoli delle telecomunicazioni. Per converso, Aridgò suggerisce di sottopesare «i comparti non-ciclici, come utilities e farmaceutici, che hanno per altro ottenuto le migliori performance relative negli ultimi 12 mesi, risultando pertanto potenzialmente sopravvalutati». Con riguardo alla componente obbligazionaria, il suggerimento di Ardigò è di «sottopesare decisamente i titoli governativi, i cui rendimenti sono ancora alquanto contenuti nonostante il rialzo messo a segno negli ultimi mesi, e di sovrappesare le obbligazioni societarie, anche convertibili, nonché i bond inflationlinked » . Le prime offrono ottime opportunità di investimento, risultando caratterizzate da differenziali ancora molto ampi rispetto ai titoli governativi, mentre le seconde permettono di coprirsi contro il rischio inflazionistico che potrebbe riemergere nel medio-lungo termine, come conseguenza delle politiche monetarie ultra-aggressive adottate dalle Banche Centrali nel tentativo di arginare gli effetti della crisi. Riccardo Ardigò (Ubs Italia) dà spazio anche alle Borse di Cina e India

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Aspesi (Threadneedle), in questo boom del greggio l'economia c'entra poco (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Milano Finanza sezione: congiuntura data: 06/06/2009 - pag: 8 autore: Francesco Ninfole Aspesi (Threadneedle), in questo boom del greggio l'economia c'entra poco Non sono i germogli della ripresa a spingere verso l'alto i prezzi delle commodity. Ne è convinto Alessandro Aspesi, numero uno in Italia di Threadneedle, società che gestisce asset per 51 miliardi euro. «Sulle materie prime hanno pesato altri fattori, ben poco legati all'andamento del ciclo economico», osserva Aspesi.Domanda. Perché allora le commodity hanno registrato negli ultimi mesi un rialzo così rilevante?Risposta. Il motivo principale è stato la volontà degli investitori istituzionali di proteggersi dal rischio inflazione. I dati sui prezzi sono oggi rassicuranti, ma a partire dal secondo semestre 2010 potrebbe farsi sentire il peso dell'enorme liquidità iniettata nei mercati dalle banche centrali.D. Quale influenza ha avuto l'indebolimento del dollaro sull'andamento delle materie prime?R. Il ruolo della moneta americana è stato inferiore rispetto al recente passato. Oggi le commodity sono condizionate dal contesto di mercato, che cresce nonostante i dati economici ancora negativi.D. Come si è tradotta questa tendenza generale nel settore delle commodity?R. Guardi il petrolio. La domanda è diminuita del 4% rispetto a un anno fa e le scorte continuano ad aumentare. Tutto farebbe pensare a un calo del prezzo. Che invece è salito in un mese da 45 a 69 dollari al barile.D. Come si spiega questa apparente incongruenza?R. Le quotazioni oggi sono slegate dai fondamentali dell'economia reale. Gli investitori istituzionali, impegnati nel deleveraging, hanno reinvestito nelle materie prime parte della liquidità ottenuta dalla vendita di asset rischiosi. E lo stesso hanno fatto le banche, che hanno potuto disporre anche delle risorse messe a disposizione dalle banche centrali. Gli istituti finanziari hanno realizzato rilevanti profitti dall'attività di trading.D. L'Opec prevede il greggio a 75 dollari a fine anno. Goldman Sachs arriva a 85. Quali sono le vostre aspettative?R. Abbiamo una visione diversa. Proprio perché il rialzo è stato guidato da scelte di portafoglio, e non da maggiori consumi, è possibile una nuova discesa verso i 50 dollari, prima di una ulteriore risalita nel 2010.D. Molti analisti sono sicuri, sarà crisi energetica appena si riprenderà l'economia. E i prezzi del petrolio schizzeranno.R. Non ne sono così certo, perché è difficile immaginare lo scenario tra qualche anno, quando il petrolio potrebbe essere stato sostituito, almeno in parte, con altre fonti d'energia. La scommessa sul greggio non è per forza vincente.D. Nell'ultimo anno le commodity sono state molto volatili. Sarà ancora così?R. Non c'è dubbio. L'economia finora è stata in secondo piano, ma qualunque segnale in ambito macro offrirà il pretesto per comprare o vendere.D. Come si dovrebbero comportare gli investitori?R. La principale strategia da seguire è la diversificazione. Mai puntare su singole merci. Inoltre occorre avere le idee chiare sull'orizzonte temporale d'investimento: più breve è, più alta è la volatilità.D. E il dollaro? Dove andràR. A 1,42-1,45 sull'euro è un'opportunità di acquisto. La moneta Usa inoltre condizionerà anche l'andamento dell'oro. D. Tra le altre materie prime?R. I materiali per le costruzioni avranno benefici dalla domanda di infrastrutture, che sarà alta soprattutto in Cina e nei mercati emergenti. I metalli inoltre costituiranno una riserva di valore, in caso si concretizzassero i timori di inflazione.

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Recupera il 60% dai minimi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ANALISI data: 2009-06-06 - pag: 31 autore: Recupera il 60% dai minimi C ementir si riposiziona a 2,7 euro e consolida un recupero del 60% rispetto al minimo di 1,66 euro del 9 marzo, anche se le quotazioni restano al di sotto dei 3,05 euro del 6 maggio e il gap balza al 77% se il confronto viene effettuato sul massimo di 11,64 euro del 9 luglio 2007 quando è scattata quel trend discendente che ha portato i prezzi sono al minimo citato. Penalizzazione considerata eccessiva dalla maggioranza degli analisti che segue il titolo, anche se non mancano voci diverse come quella di Banca Leonardo, dove rilanciano il sell dopo aver rivisto il target price da 1,5 a 1,4 euro perché «i risultati del primo trimestre sono stati inferiori alle attese e pressochè tutti i Paesi di operatività hanno avuto una forte contrazione della domanda a eccezione di Egitto e Cina, il cui peso resta però contenuto ». Considerazioni centrali pure per Centrosim, dove sono passati da neutral a sell il 23 aprile perché «abbiamo previsto un forte calo di ricavi e margini a causa della riduzione della domanda di cemento nei principali mercati di riferimento». Oggi restiamo negativi anche perché, concludono, «lo scenario congiunturale resta difficile e non ravvisiamo ancora i segnali dell'attesa inversione del trend congiunturale». Analisi rigettata da Equita, che ripropone il buy perché «i multipli sono molto interessanti pur incorporando uno scenario 2010 non particolarmente aggressivo, mentre a partire dal secondo semestre del 2009 emergeranno gli effetti della riduzione dei costi, in particolare quelli energetici, e quelli attinenti alla ristrutturazione in corso per tagliare i costi e migliorare l'efficienza». L'indicazione di acquisto con rating outperform è riproposto pure da Mediobanca perché «è sottovalutata rispetto ai competitor e rappresenta uno dei titoli che più beneficerà dell'eventuale avvio del piano casa e presenta una diversificazione geografica più favorevole poiché è esposta solo marginalmente nelle aree che più hanno sofferto per il crollo dei volumi come Usa ed Est Europa, Russia inclusa». Sul fronte dei cauti si colloca invece Intermonte, dove ripropongono il neutral perché «il 2009 sarà ancora un esercizio di transizione in quanto è esposta a due mercati difficili quali Italia e Turchia, ma tratta con uno sconto eccessivo rispetto al valore patrimoniale anche senza considerare le potenzialità di un gruppo guidato da un management eccellente». L'hold è riproposto pure da Cassa Lombarda perché «presenta fondamentali deboli ed è esposta in alcune aree difficili quali l'Italia e la Turchia, anche se crediamo che il management stia lavorando bene sul fronte dell'efficienza e del controllo dei costi, oltreché nello sviluppo dei Paesi emergenti». Consigliamo di mantenere il titolo in portafoglio anche perché «a partire dal 2010 potrà beneficiare dei grandi lavori infrastrutturali». La distanza dal massimo resta al 75%

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L'arte che gira il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Plus)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Plus sezione: ARTECONOMY data: 2009-06-06 - pag: 25 autore: Le scelte di Birnbaum. Chi sono i nostri talenti internazionali L'arte che gira il mondo S ono nove gli artisti italiani che Daniel Birnbaum ha scelto tra i 90 che esporranno nella grande mostra ufficiale che si snoderà tra gli spazi dell'Arsenale e quelli del Padiglione Italia ai Giardini (ora rinominato Palazzo delle Esposizioni ai Giardini). Diversi per generazione, stile e storia, i nove – Rosa Barba, Massimo Bartolini, Simone Berti, Gino De Dominicis, Lara Favaretto, Alessandro Pessoli, Michelangleo Pistoletto, Pietro Roccasalva, Grazia Toderi – sono accomunati da un duplice aspetto: spessore concettuale e curriculum dalla vocazione internazionale. Condizione necessaria quest'ultima, anche se non sufficiente, per poter considerare un artista competitivo su un mercato globalizzato (soprattutto in tempi difficili). Dando per scontato che artisti «storici» come Gino de Dominicis (l'unico non vivente scelto dal curatore, top price 151.122$ da Sotheby's Milano, l'8 aprile 2008 per l'acrilico «Senza titolo», cm 46 x 75,9) o Michelangelo Pistoletto (1933) siano tra i pilastri della nostra arte nel mondo (Pistoletto ha opere al Moma, al Pompidou, ha partecipato a ben quattro edizioni di Documenta e registra il record in asta di 715.221$ da Sotheby's Londra, il 20 ottobre 2008 con il collage «Lui e lei che parlano» (1967), cm 230 x 120), va notato che anche gli artisti nati nella prima metà degli anni '60 come Alessandro Pessoli, Massimo Bartolini o Grazia Toderi hanno un profilo internazionale di tutto rispetto pur non avendo avuto la possibilità di formarsi all'estero: Pessoli infatti ha esposto con importanti gallerie come Anton Kern a New York, Marc Foxx a Los Angeles o presso istituzioni come la Chinsenhale di Londra, le sue opere quotano da 6mila a 30mila , mentre in asta è passato solo quattro volte con un top price di 10.800$ per l'acquarello «Untitled» (1998), cm 25,4 x 35,6, aggiudicato da Rago Auctions, New Jersey, il 18 novembre 2006. La Toderi è nei più importanti musei del mondo, tra cui il Guggenheim di Soho, il Luwig di Colonia, la Kunsthalle di Vienna, la De Appel di Amsterdam, senza dimenticare il MAMbo; il suo record d'asta è 24.955$ per «Random » (2001), cm 119,9 x 150,1, stampa fotografica a colori su alluminio con «Diasec», aggiudicata da Phillips de Pury & C. Londra, il 30 giugno 2008. Massimo Bartolini (1962), presente al Museu Serralves di Porto, alla Fundaciòn La Caixa, Barcellona, alla galleria D'Amelio Terras di New York e alla Frith Street Gallery di Londra, appartiene a quella generazione di artisti, nati negli anni '60 e '70, che inizia la carriera con residenze all'estero, condizione irrinunciabile per poter avviare un percorso professionale. Così Rosa Barba, nata siciliana ma cresciuta professionalmente tra Colonia ed Amsterdam, ha esposto, tra gli altri, allo Stedelick di Amsterdam, al Federicianum di Kassel e in decine di altri musei, fiere e istituzioni o Lara Favaretto (1973) che dopo aver vinto la prestigiosa borsa del PS1 di New York nel 2002 ha esposto in musei e gallerie come Klosterflede a Berlino o il Palais de Tokyo a Parigi, oltre che a Frieze con un progetto speciale (2008). Giovanna Amadasi © RIPRODUZIONE RISERVATA Competitivi per 20mila euro in un mercato globalizzato COURTESY GIò MARCONI Grazia Toderi, «Orbite Rosse (Red Orbits)», 2009. Dittico in cibachrome tra plexiglass cm 125 x 317 in vendita ad ArtBasel

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Opzione riarmo per il Giappone in crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ Opzione riarmo per il Giappone in crisi di Redazione - 06-06-2009 Il Giappone resta in bilico tra recessione e depressione dopo il calo record del Pil reale annuo nel primo trimestre al -15,2%. E ciò nonostante un timido segnale di rimbalzo della produzione industriale in aprile del 5,2%. Fonti di governo hanno cercato inutilmente di mitigare le proiezioni del Fmi che vede una correzione del Pil 2009 al -6,2%, ma il Tankan ha fotografato a fine marzo una situazione drammatica del comparto manifatturiero, col dato più negativo dal 1991. Anche sul lato occupazionale, dopo una correzione a ridosso del 5%, è difficile sperare in un rimbalzo a breve dei consumi. Inoltre il quarto piano di stimolo all'economia annunciato il 10 aprile (3% del Pil, circa 150 mld di dollari Usa), non ha sortito effetti tangibili. Anche se resta la voglia dei giapponesi di confermare la leadership asiatica, l'avanzata cinese sembra irrefrenabile. No a caso, a meno di un mese dal 62esimo anniversario della Costituzione, il Giappone torna a parlare di possibile riarmo, ad ora escluso proprio dalla Costituzione che vede nell'articolo 9 un pilastro inossidabile. L'articolo recita: «Aspirando sinceramente a una pace internazionale fondata sulla giustizia e sull'ordine, il popolo giapponese rinunzia per sempre alla guerra, quale diritto sovrano della Nazione, e alla minaccia o all'uso della forza quale mezzo per risolvere le controversie internazionali... non saranno mantenute forze di terra, del mare e dell'aria, e nemmeno altri mezzi bellici». Ma le Sdf («forze di autodifesa») giapponesi possono contare su ben 250mila soldati equipaggiati con la più avanzata attrezzatura tecnologica, supportata da un punto di vista finanziario da un capitolo di spesa del bilancio pubblico pari all'1% del Pil. Dunque, parlando della quinta forza militare al mondo, il paradosso è evidente. Certamente i giapponesi non possiedono armamenti nucleari ma si fanno già alte le voci all'interno del partito Ldp per ridiscutere su come fronteggiare la minaccia nordcoreana. Il sondaggio lanciato a fine aprile dalla rivista Asahi Shinbun la dice lunga sulla volontà pacifista dei giapponesi che, pur confermando che il 53% della popolazione vorrebbe rivedere la Costituzione, mostra un convinto 64% che non vuole emendare l'articolo 9. A questi ultimi si aggiunge un 56% che accetta che le Sdf siano coinvolte in operazioni fuori dal territorio purché non come forza militare. E se la Cina rafforza pesantemente la flotta navale con la costruzione di portaerei e l'ulteriore sviluppo della flotta di sottomarini nucleari, il Giappone non vuole perdere l'occasione di mettersi in mostra per fronteggiare la minaccia della Corea del Nord. Ciò in seguito gli insuccessi delle manovre di contrasto al riarmo nucleare, che ha visto il quartetto muoversi compatto contro una nuova e più concreta minaccia. Questo ha condotto al rafforzarsi dell'asse dei Paesi a favore di una nuova risoluzione dell'Onu, con il Giappone in testa dopo l'intensificarsi dei colloqui diretti con la Russia. Ma le armi giapponesi in campo sono solo politiche e diplomatiche perché lo stato dell'economia richiama l'attenzione sui conti dello Stato e su un debito record che ha raggiunto il 196% del Pil. In questo momento è il Trattato di mutua cooperazione e sicurezza con gli Stati Uniti, più della Costituzione, che costringe la politica del Paese a venire a patti con un ruolo di leadership asiatica che vorrebbe essere rilanciato. Il patto, che garantisce agli Usa un avamposto strategico in Asia, nel 2010 sarà rinnovato. E per il Giappone sarà cruciale dimostrare di essere in grado di affrontare con i propri mezzi l'emergenza nordcoreana, diminuendo la dipendenza dagli Usa e proseguendo nel rafforzamento delle esportazioni di armamenti che hanno ridato fiato all'industria della difesa. Un modo non irrilevante per un Paese pacifista, di smuovere l'economia. Un percorso che finora non ha convinto gli investitori internazionali a tornare a scommettere sullo yen. Una valuta che, sebbene abbia superato il peggio, ha perso l'attrazione fatale delle strategie di «carry trade».

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I computer sono oggi essenziali per l'economia americana come nel secolo scorso lo erano ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ «I computer sono oggi essenziali per l'economia americana come nel secolo scorso lo erano ... di Redazione - 06-06-2009 «I computer sono oggi essenziali per l'economia americana come nel secolo scorso lo erano le automobili». Così un'e-mail della Dow Jones & Co. ha informato Wall Street che Cisco Systems avrebbe sostituito dall'8 giugno Gm nel Dow Jones Industrial cancellando il settore auto dall'indice più nobile delle Borse Usa. General Motors scompare anche dallo S&P 500, sostituita in questo caso dalla DeVry, una catena di scuole private. A cadere dal piedestallo è stata anche Citigroup, rimpiazzata da Travelers, a suo tempo sacrificata da Sanford Sandy Weill, il creatore dell'impero Citi. Grazie a questa staffetta si rafforza nel Dow il settore tecnologico, che già conta Microsoft, Ibm, Intel e Hewlett-Packard, ovvero il 17% della capitalizzazione, poco sotto il settore industriale (il 18,5%). Facile prevedere che l'innesto dei nuovi Vip darà slancio al paniere del Dow. Nonostante il rally che dura da marzo, infatti, 17 titoli sono ancora sotto le quotazioni di inizio 2009. Inoltre, l'indice perde due «anitre zoppe»: nel 2009 Gm ha perduto il 77%, da dicembre Citigroup è sotto del 47 per cento. Al contrario, la promozione ha messo le ali sia a Cisco (+6% nel giorno dell'annuncio) sia a Travelers (+3,1%), sia alla piccola DeVry (+4,4%). Reazione logica, perché i fondi-indice che replicano il Dow Jones devono fare il pieno di Cisco e Travelers. L'effetto indice, però, è destinato a rapido esauriment: come nota Bill Choi, l'analista che segue Cisco per conto di Jefferies, bastano 9 milioni di titoli per riallineare la quota nella società hi tech ai requisiti dell'Industrial Average: poca roba, se si pensa che i volumi medi quotidiani di scambi sui titoli della società sono pari a 57 milioni di pezzi. Inoltre, come ha subito notato il blogger Bob O'Brien di Barron's, l'ingresso nel listino non è stato a conti fatti un buon affare per le stelle della tecnologia: dal '99, data della loro ammissione, hanno perso quota sia Microsoft (-77%) che Intel (-71%). Toccherà la stessa sorte a Cisco Systems? In fin dei conti, l'azienda di John Chambers, un tempo leader incontrastata dei routers, comincia a sentire la pressione dei competitors del Far East, a partire dalla Cina ad opera di Huawei. E diverse società Usa, come Brocade e Uniper Network, stanno cercando di contenere,assieme ad Hp, lo strapotere di Cisco. In realtà, le analogie con Gm («anche Cisco - nota O'Brien - produce il ferro per le tecnologie Internet...») sono assai meno numerose delle differenze. Non ultimo il fatto che, a differenza di quanto è successo nel mondo a quattro ruote (dove non si sono realizzate novità tecnologiche di rilievo dal motore a combustione), Cisco sta già progettando un nuovo approccio alla costruzione dei data center aziendali. L'iniziativa più promettente, infatti, riguarda lo Unified Computing System, che sfiderà sui data center (un mercato tra i 5 e i 20 miliardi di dollari) Hewlett-Packard, forte dei server di Intel. L'arma segreta della società di San José? L'alleanza nel virtual networking con la WMWare, con cui sono sono stati concepiti server virtuali con forti risparmi di energia nelle attività di raffreddamento e per aumentare l'efficienza del data center in termini di spazio e di risorse. Un driver formidabile per restare in testa alla competizione.

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Dopo riso e caffè il Vietnam scommette sulla bauxite E punta a 15 mld di dollari di investimenti esteri (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ Dopo riso e caffè il Vietnam scommette sulla bauxite E punta a 15 mld di dollari di investimenti esteri di Redazione - 06-06-2009 TIGRI ASIATICHE Per la prima volta si è levata la condanna unanime dei Paesi del Sud est asiatico contro la Corea del Nord. Il fatto, di spessore storico, è accaduto al 9° Meeting dell'Asem che si è tenuto di recente in Vietnam. L'incontro è servito anche a rafforzare i legami commerciali con il piccolo Paese socialista, considerato a ragione la nuova frontiera avanzata delle «tigri asiatiche». Attualmente l'America resta il principale investitore estero nel Paese, staccando di gran lunga i Paesi europei che, nonostante le numerose missioni imprenditoriali, non hanno saputo cogliere i segnali di una svolta economica importante. Per questa patria della delocalizzazione asiatica lo sviluppo infrastrutturale è avvenuto all'ombra del colosso cinese, che da sempre considera il Vietnam «il cortile di casa», esattamente come gli Usa hanno fatto con l'America Latina sino agli anni Novanta. D'altronde la Cina resta il primo partner commerciale del Vietnam con 20 miliardi di dollari scambiati nel 2008 e oltre 25 attesi per il 2010. La ripresa vietnamita è già ripartita dai fondamentali, con il settore primario che impiega il 56% della forza lavoro e rappresenta il 20% del Pil. Quest'ultimo ha visto nel primo trimestre un boom delle esportazioni agricole, pari al totale espresso nel 2008, guidate dalle vendite di riso. Sul piano politico-economico il Vietnam segue l'esempio della Cina: partito unico e piani quinquennali. Tuttavia la crescita nel 2009, attesa al 2,5%, non basta per ora a mitigare il rischio di una crisi valutaria che potrebbe portare il Paese a trovarsi rapidamente sull'orlo della fascia più bassa del merito di credito dei Paesi asiatici, a fianco delle Filippine e della Cambogia. Inoltre il Vietnam resta vulnerabile a causa del forte dipendenza dalle esportazioni, che contano per oltre due terzi del Pil, e non gode di sufficienti riserve valutarie per coprire la bilancia dei pagamenti. L'inflazione, infine, è la più alta del continente asiatico e, dopo aver toccato un picco al 28% lo scorso agosto, in aprile si è drasticamente ridimensionata al 9,2%. La Banca Mondiale è comunque possibilista e giudica di buon auspicio il recente rimbalzo del settore delle costruzioni e delle commodity, ma sollecita il governo ad attivare fattivamente i piani di sostegno all'economia annunciati, ma finora non avviati in concreto. La strategia governativa però è ben distante dalle formule classiche e dopo aver cercato di fare concorrenza sia al Brasile, moltiplicando a dismisura le coltivazioni di caffè arabico, sia alla Cina con il riso, ora punta sull'estrazione in larga scala della bauxite, della quale detiene le maggiori riserve dopo la Guinea e l'Australia. Il Primo Ministro, rientrato dalla Cina, ha recentemente dichiarato che, non considerando le eventuali implicazioni ambientali, prevede di poter attirare oltre 15 miliardi di dollari di investimenti per lo sfruttamento delle miniere e la raffinazione dell'alluminio entro cinque anni ed ha già firmato un accordo con la cinese Chinalco e l'americana Alcoa. Il tessuto imprenditoriale vietnamita, formato da una miriade di piccole e medie imprese, ha sofferto come in Cina di una carenza di finanziamenti diretti da parte delle banche. Ad ogni modo, le promesse del governo e le decisioni prese in seno all'incontro annuale della Banca asiatica per lo sviluppo dovrebbero riequilibrare il differenziale creditizio a disposizione delle Pmi nel medio termine. È chiaro comunque che la Cina sarà sempre al fianco della sua «colonia» confermandosi il partner commerciale di riferimento, anche per la Corea del Sud e Taiwan, e non potrà fare altro che rafforzare, nei fatti, il suo ruolo di superpotenza asiatica. Questo porta ad accantonare definitivamente la questione della ricerca giapponese di un ruolo di primo piano nello scacchiere asiatico, mettendo in ombra anche l'effettiva gravità della crisi della Corea del Nord.

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Per la prima volta si è levata la condanna unanime dei Paesi del Sud est asiatico contro la ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ Per la prima volta si è levata la condanna unanime dei Paesi del Sud est asiatico contro la ... di Redazione - 06-06-2009 Per la prima volta si è levata la condanna unanime dei Paesi del Sud est asiatico contro la Corea del Nord. Il fatto, di spessore storico, è accaduto al 9° Meeting dell'Asem che si è tenuto di recente in Vietnam. L'incontro è servito anche a rafforzare i legami commerciali con il piccolo Paese socialista, considerato a ragione la nuova frontiera avanzata delle «tigri asiatiche». Attualmente l'America resta il principale investitore estero nel Paese, staccando di gran lunga i Paesi europei che, nonostante le numerose missioni imprenditoriali, non hanno saputo cogliere i segnali di una svolta economica importante. Per questa patria della delocalizzazione asiatica lo sviluppo infrastrutturale è avvenuto all'ombra del colosso cinese, che da sempre considera il Vietnam «il cortile di casa», esattamente come gli Usa hanno fatto con l'America Latina sino agli anni Novanta. D'altronde la Cina resta il primo partner commerciale del Vietnam con 20 miliardi di dollari scambiati nel 2008 e oltre 25 attesi per il 2010. La ripresa vietnamita è già ripartita dai fondamentali, con il settore primario che impiega il 56% della forza lavoro e rappresenta il 20% del Pil. Quest'ultimo ha visto nel primo trimestre un boom delle esportazioni agricole, pari al totale espresso nel 2008, guidate dalle vendite di riso. Sul piano politico-economico il Vietnam segue l'esempio della Cina: partito unico e piani quinquennali. Tuttavia la crescita nel 2009, attesa al 2,5%, non basta per ora a mitigare il rischio di una crisi valutaria che potrebbe portare il Paese a trovarsi rapidamente sull'orlo della fascia più bassa del merito di credito dei Paesi asiatici, a fianco delle Filippine e della Cambogia. Inoltre il Vietnam resta vulnerabile a causa del forte dipendenza dalle esportazioni, che contano per oltre due terzi del Pil, e non gode di sufficienti riserve valutarie per coprire la bilancia dei pagamenti. L'inflazione, infine, è la più alta del continente asiatico e, dopo aver toccato un picco al 28% lo scorso agosto, in aprile si è drasticamente ridimensionata al 9,2%. La Banca Mondiale è comunque possibilista e giudica di buon auspicio il recente rimbalzo del settore delle costruzioni e delle commodity, ma sollecita il governo ad attivare fattivamente i piani di sostegno all'economia annunciati, ma finora non avviati in concreto. La strategia governativa però è ben distante dalle formule classiche e dopo aver cercato di fare concorrenza sia al Brasile, moltiplicando a dismisura le coltivazioni di caffè arabico, sia alla Cina con il riso, ora punta sull'estrazione in larga scala della bauxite, della quale detiene le maggiori riserve dopo la Guinea e l'Australia. Il Primo Ministro, rientrato dalla Cina, ha recentemente dichiarato che, non considerando le eventuali implicazioni ambientali, prevede di poter attirare oltre 15 miliardi di dollari di investimenti per lo sfruttamento delle miniere e la raffinazione dell'alluminio entro cinque anni ed ha già firmato un accordo con la cinese Chinalco e l'americana Alcoa. Il tessuto imprenditoriale vietnamita, formato da una miriade di piccole e medie imprese, ha sofferto come in Cina di una carenza di finanziamenti diretti da parte delle banche. Ad ogni modo, le promesse del governo e le decisioni prese in seno all'incontro annuale della Banca asiatica per lo sviluppo dovrebbero riequilibrare il differenziale creditizio a disposizione delle Pmi nel medio termine. È chiaro comunque che la Cina sarà sempre al fianco della sua «colonia» confermandosi il partner commerciale di riferimento, anche per la Corea del Sud e Taiwan, e non potrà fare altro che rafforzare, nei fatti, il suo ruolo di superpotenza asiatica. Questo porta ad accantonare definitivamente la questione della ricerca giapponese di un ruolo di primo piano nello scacchiere asiatico, mettendo in ombra anche l'effettiva gravità della crisi della Corea del Nord.

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Riforme e crisi chiudono il rubinetto dei finanziamenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ Riforme e crisi chiudono il rubinetto dei finanziamenti Secondo Ernst & Young il settore deve inventarsi modi «più creativi» per non restare a secco Ma per ora ricavi e performance non deludono di Gaia Scacciavillani - 06-06-2009 BIOTECNOLOGIE E MEDICINA L'industria biotech ha chiuso il 2008 con solidi risultati di fatturato, ma con finanziamenti in forte calo. E la crisi globale ha reso «insostenibile» l'attuale modello di business, che dovrà essere sostituito con modalità più nuove e creative nella ricerca dei fondi. Questa l'esortazione che si legge nella 23esima edizione del Global biotechnology report compilato da Ernst & Young, in cui si riassumono quattro trend fondamentali che potrebbero portare a nuove e più sostenibili modalità di finanziamento. In sintesi: l'arrivo di un'ondata di farmaci generici basati su quelli oggi più venduti, l'espansione della medicina personalizzata, la sostanziale riforma della Sanità Usa e la costante globalizzazione del settore. «Diversamente da precedenti periodi di scarsità di finanziamenti, questa crisi è sistemica, profonda e prolungata», sottolinea Glen Giovanetti, global biotechnology leader di Ernst & Young, secondo cui «per prosperare in questo contesto le aziende dovranno introdurre modelli più resistenti per l'innovazione nel reperimento dei fondi». Nel 2008, in effetti, la raccolta di capitali delle aziende biotech si è ridotta: società statunitensi ed europee hanno raggiunto «solo» 16 miliardi di dollari, il 46% in meno rispetto all'anno precedente. I finanziamenti tramite Ipo si sono quasi azzerati (-95% a 116 milioni), il venture financing ha limitato al 19% la discesa dal record storico del 2007, arrivando a 6 miliardi circa. Implosione della big finance a parte, comunque, il consuntivo dell'attività è in rosa: i ricavi delle aziende di settore quotate sono cresciuti nel 2008 del 12% a 89,7 miliardi di dollari, mentre la perdita netta dell'industria mondiale è diminuita del 53% a 1,4 miliardi. Per la prima volta l'universo delle aziende americane è risultato redditizio. Anche l'attività di M&A del settore, poi, è rimasta vivace. Il valore complessivo per le sole operazioni di biotech Usa ha superato il livello record di 28,5 miliardi di dollari, mentre in Europa le operazioni di merger hanno toccato quota 5 miliardi di dollari (3,57 miliardi di euro). Quanto all'andamento borsistico del settore, basta un confronto tra il Nasdaq Biotech Index e l'S&P500: il primo negli ultimi due anni ha perso il 18%, contro il -40% del secondo. Quanto al futuro, dei trend definiti fondamentali per la transazione verso modelli di business sostenibili, quello dei farmaci generici conta sull'allentamento «dei vincoli di bilancio di governi e assicurazioni per una attenuazione della pressione sui prezzi dei farmaci innovativi, permettendo margini più alti». Nel caso della riforma sanitaria americana, si conta sul fatto che «il potenziale passaggio verso l'universalità della copertura sanitaria nel mercato (Usa) incorporerà probabilmente il pay-for-performance nelle decisioni di rimborso». Infine, la «medicina personalizzata» farà crescere il valore relativo di ricerca e sviluppo, punto forte del biotech, mentre dalla globalizzazione ci si attendono effetti positivi in termini di maggior numero di brevetti ex-Usa di valore, nuove alleanze, nuove fonti di capitale e nuove idee. Inoltre, come ricorda l'analista del settore di Wm Consulting, Alessandro Faccioli, dalla riforma sanitaria promessa dall'amministrazione Obama (attesa tra luglio e fine anno) ci si aspetta una forte detassazione degli investimenti nel biotech «che dovrebbe andare ad attenuare l'inflazione». Non solo. Sono anche previsti un accorciamento della vita dei brevetti, con il conseguente aumento dell'immissione di nuovi farmaci sul mercato, nonché una regolamentazione dei generici biotecnologici, attualmente classificati come «farmaci biosimilari» e, quindi, non interscambiabili. In ogni caso non bisogna dimenticarsi che, come ricorda Giovanetti, «questi trend porteranno anche pressioni nei nuovi mercati, da una maggiore attenzione sui rimborsi a nuove fonti di competizione. Per cogliere le opportunità presenti in questi quattro modelli, le società hanno bisogno di essere proattive».

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Ma quanto conta il voto. A Teheran (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

UP & DOWN Ma quanto conta il voto. A Teheran di Redazione - 06-06-2009 Da quale elezione vogliamo iniziare? C'è solo l'imbarazzo della scelta, questa settimana, in giro per il pianeta. L'appuntamento più importante, visto con le lenti degli Usa, è quello delle presidenziali dell'Iran, in programma (primo turno) venerdì 12. Non a caso, Barack Obama ha deciso di porgere la mano all'Islam con il discorso de Il Cairo, a pochi giorni dal confronto tra il presidente Ahmadinejiad e lo sfidante Moussawi, già primo ministro ai tempi del presidente riformista Khatami. È assai dubbio che la politica della mano tesa di Obama serva a ribaltare gli equilibri nella terra degli ayatollah, dove comunque il potere vero resta nelle mani di Ali Khamenei, l'erede spirituale di Khomeini. Ma il messaggio, cioè la volontà americana di riprendere l'iniziativa politica proprio alla vigilia della ritirata delle truppe dall'Irak, è partito: verso Israele e la lobby ebraica in Usa (sarà un caso che proprio ora Goldman Sachs torni a prevedere un rialzo del greggio a 90 dollari?); verso i forzieri di greggio del Golfo, che tornano a riempirsi di dollari con il rimbalzo dell'oil; verso la stessa Cina che, approfittando del vuoto diplomatico e finanziario dell'Ovest, ha sostituito la Francia nello sfruttamento degli sterminati giacimenti di gas di Pars. O vogliamo parlare delle europee? Lasciamo da parte l'Italia, una volta tanto: anche perché dell'efficienza sessuale del premier poco c'importa. Ma dalle urne del Vecchio Continente usciranno verdetti di protesta, come conferma l'avanzata del partito xenofobo nella già tollerante Olanda, che la dicono lunga sullo stress della «vecchia Europa». È scontata la catastrofe elettorale dei laburisti in Gran Bretagna, travolti dagli scandali oltre che dalla crisi. Probabile quella dei socialisti spagnoli, su cui pesa l'esplosione della disoccupazione. Più che possibile una frana anche per Nicolas Sarkozy, che comunque tira dritto in pieno stile grandeur: per la prima volta da quasi un secolo Parigi apre una nuova base fuori d'Europa, ad Abu Dhabi, sulla linea delle petroliere che ad Ormuz tornano a caricare greggio destinazione Cina (non a caso ripartono le quotazioni del Baltic Dry). Ma in almeno quattro Paesi della «Nuova Europa» la crisi riapre le porte all'influenza russa, complice il ricatto politico del gas. Ai tempi della grande crisi, il mercato cede ovunque il primato alla politica. In Europa, come dimostra il caso Opel, tende a primeggiare una politica stracciona che si traduce, parola di Giulio Tremonti, «in un duello tra Usa e Russia» dagli effetti un po' ridicoli: una casa di Detroit, la Gm in liquidazione fa un accordo con una banca russa che cerca una soluzione per un cliente, Oleg Deripaska, virtualmente fallito. E la grande Germania, per evitare di affrontare una ristrutturazione industriale vera, sta al gioco. Non stupisce che la partita si possa riaprire: dopo le elezioni di settembre, però. L'Europa, sembra il classico vaso di coccio in un mondo alla ricerca di nuovi equilibri. L'America, sotto shock per il crollo di Gm, è consapevole di esser meno forte di prima, obbligata com'è scendere a patti con i creditori cinesi (cui cede tecnologia nucleare) e, magari sotto banco, con i produttori del greggio, sia nel Golfo che in America Latina. È quello delle materie prime, infatti, il terreno cruciale di scontro: sia per ragioni di approvvigionamento, ma anche di timori per una crisi del dollaro di ampie proporzioni. Non a caso, la sfida finanziaria dell'anno, conclusa con una sconfitta di Pechino, si è giocata sul colosso minerario Rio Tinto. E non a caso Jim Rogers, il guru delle commodity, fa sapere che per la prima volta dall'87 è «investito al 100%» in azioni, per lo più legate alle materie prime, e in oro: il 2010, secondo lui, sarà l'anno della batosta del dollaro, possibile via d'uscita del deficit Usa. In un mondo così complicato, un Paese che deve per forza importare materie prime ed energia, ha una sola via per non restar travolto dal protezionismo mascherato dall'attivismo dei governi: aumentare la produttività. Cosa che di sicuro richiede efficienza nei servizi, a partire da un salto di qualità nella banda larga. Al proposito, finalmente è in arrivo, dopo lo studio di Francesco Caio, una parola ufficiale del governo sul futuro della rete tlc. Inutile ricordare che la questione s'incrocia con il futuro dell'ex incumbent guidato da Franco Bernabé, sotto il tiro incrociato dei report degli analisti, in assoluta assonanza (ma sarà un caso?) con le critiche dei grandi soci finanziari di Telco. Telefonica fa sapere, in via ufficiale, di essere serena e soddisfatta dell'investimento. Ma la minusvalenza è di quelle dolorose. Ed è fin troppo facile intuire che Cesar Alierta, al momento dello sbarco in Italia, contasse sulla base di una qualche rassicurazione, di poter garantirsi nel tempo il controllo del gruppo. Una volta scattata, al contrario, la sindrome del Gaucho (vedi lo stop politico ad Autostrade-Abertis) la partita è al bivio: o si lavora per un divorzio morbido, vedi uscita da Telco (dove il gruppo Fossati prenderà il posto dei Benetton), anticamera di quella da Telecom, magari in cambio di una partecipazione in Sud America. Oppure, un merger vero, che oggi non sembra possibile, per motivi politici innanzitutto. Bernabé è deciso ad opporsi a soluzioni suicide: vuoi la vendita del Brasile, vuoi la scissione della rete. Per i soci bancari, e le Generali, la priorità è di non farsi coinvolgere ancor di più in un dossier che rischia di assorbire non pochi miliardi. Nell'attesa, per non fermare un investimento vitale, sarà saggio affidare ad una newco mista la creazione della rete Ngn (next generation network), aperta ai servizi di tutti i competitor. Ci vorranno aiuti di Stato? Probabile ma i privati, magari capitanati da F2i dell'iperattivo pigliatutto Vito Gamberale, scalpitano. Così come non manca l'interesse dei fondi sovrani, a caccia di alternative sostanziose dopo esser stati scottati dalle banche anglosassoni. Ma qui la scelta si fa politica. Dopo il voto, of course.

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Cambium punta sul legno E corre del +12% dal lancio (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ANALISI TECNICA Cambium punta sul legno E corre del +12% dal lancio di Redazione - 06-06-2009 Per molti anni l'investimento nelle piantagioni di legname è stato alla portata solo dei grandi patrimoni. La via maestra per avvicinarsi al comparto era quella degli investimenti diretti attraverso strutture di private equity. Le limited partnership, però, prevedono soglie elevate d'ingresso (circa 5 milioni di dollari) e comportano l'immobilizzo del capitale per molti anni (in genere 10). Da qualche tempo, però, anche i risparmiatori al dettaglio hanno la possibilità di puntare sul legname: un investimento che nel lungo periodo ha sempre fornito rendimenti interessanti abbinati a una bassa correlazione con le classi d'attività tradizionali. Tra i fondi dedicati c'è Cambium Global Timberland, una società che ha debuttato sulla sezione Aim della Borsa di Londra attraverso un'Ipo a marzo 2007, raccogliendo oltre 104 milioni di sterline. Domiciliato fiscalmente nel Jersey, Cambium investe su un ampio patrimonio forestale diversificato per età, specie e localizzazione geografica, con l'obiettivo di fornire un tasso di rendimento annuo del 12 per cento. Il fondo è gestito da CP Cogent Asset Management, un gruppo Usa fondato nel 2001 il cui business primario consiste nella consulenza sul mercato secondario del private equity. Cambium utilizza come investment advisor anche la società New Forest, molto forte nell'area del Pacifico. A quasi due anni dalla quotazione Cambium ha terminato il processo di allocazione delle risorse raccolte e al momento i principali investimenti si trovano negli Usa (69%), seguiti da Asia-Pacifico (13%), Sudamerica (12%) e Australia-Nuova Zelanda (6%). Le piantagioni più rappresentative in portafoglio sono quelle di Corrigan (East Texas) e South Atlantic (tra Florida e Georgia), che insieme assorbono oltre la metà dell'attivo. A partire dal lancio il fondo ha prodotto un ritorno in termini di Nav di circa il 12% in un periodo in cui il listino londinese è scivolato del 30 per cento. Il settore del legname risulta sorretto da una crescita biologica sostenuta e continua, indipendente dall'andamento delle variabili macroeconomiche. Rappresenta uno strumento di copertura efficace contro l'inflazione, nonché una fonte preziosa di diversificazione. Nel medio periodo, poi, la validità dell'investimento sarà ulteriormente rafforzata da considerazioni ambientali. Il 20% degli attuali gas con effetto serra è causato dalla deforestazione. La maggiore consapevolezza da parte dei governi su questo punto tenderà ad accrescere il valore delle piantagioni nel tempo. Infine, il settore beneficia dell'aumento demografico e del dinamismo dei Paesi emergenti, molti dei quali non dispongono di sufficienti risorse interne per far fronte alla crescente domanda. La Cina, per esempio, ha triplicato le sue importazioni di legno tra il 1997 e il 2005. Alle quotazioni attuali Cambium offre un dividendo del 4% e tratta a sconto del 26% rispetto all'ultimo Nav, pubblicato a fine gennaio.

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L'Oro a 1.000 Dà Fiato ai Ribassisti (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ANALISI TECNICA L'Oro a 1.000 Dà Fiato ai Ribassisti di Redazione - 06-06-2009 A maggio il prezzo (in dollari) dell'argento è balzato del 26,6% e quello dell'oro del 9,85%. Percentuali impressionanti, se si considera che il metallo giallo da nove anni vede le quotazioni in ascesa con un progresso annuale medio di circa il 15%. L'argento ha ripreso la corsa che aveva interrotto bruscamente nel 2008 dopo avere superato quota 20 dollari. Un crac di consistenti proporzioni, che ha provocato il dimezzamento delle quotazioni, ma grandi profitti per le due grandi banche Usa (spalleggiate, secondo il Gata - Gold Anti-Trust Action committee - dal governo statunitense) che hanno puntato al ribasso giungendo a detenere il 90% degli short sul Comex. Una situazione silenziosamente accettata dalle autorità. Ancor più impressionante è stato il rialzo del metallo giallo, giunto nuovamente a scontrarsi contro quota 1.000 dollari per oncia. Su tale livello sono però da tempo piazzate le armi dei ribassisti. Saranno utilizzate, secondo il Gata, per puntare nuovamente al ribasso e cercare di interrompere la corsa al metallo giallo. Questa tattica è già stata sperimentata con successo due volte negli ultimi 15 mesi. La ragione di queste offensive ribassiste è ben spiegata dall'analista Richard Russell, editore della The Dow Theory Letter: l'oro rappresenta il nemico numero uno per le banche centrali e se gli investitori lo preferiscono significa che non hanno fiducia nella moneta cartacea». Quando l'oro raggiunge la psicologica quota 1.000, quindi, circolano immediatamente voci di prossime consistenti vendite di metallo da parte del Fmi. Del resto la Cina continua in realtà ad incrementare le proprie posizioni e sarebbe ben lieta di rastrellare i lingotti ceduti dal Fmi.

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The Offspring: approdano in Italia per una unica data (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giu 09 6 The Offspring: approdano in Italia per una unica data Pubblicato da Fabio De Santi alle 07:00 in Concerti/eventi 25 anni di carriera e 34 milioni di copie vendute: questo il biglietto da visita che la band americana esibisce. Una bella occasione dunque per chi volesse vederli dal vivo, la data del 2 settembre all'Alcatraz di Milano. Dopo il successo planetario di Conspiracy Of One, la band ha pubblicato un disco in sordina come Splinter ma a distanza di cinque anni (intramezzati da un Greatest Hits del 2005) nel 2008 è tornata a farsi sentire con l’aggressività che ne aveva decretato l’esplosione ad inizio carriera. Con Rise And Fall, Rage And Grace, The Offspring hanno nuovamente tirato fuori le unghie, testimone di tutto questo è il singolo Hammerhead che denuncia nuovamente ed in maniera molto diretta il malcostume della società globalizzata. DISCOGRAFIA: 1989 - The Offspring (Nemesis/Nitro) 1992 – Ignition (Epitaph) 1994 – Smash (Epitaph) 1997 - Ixnay on the Hombre (Columbia) 1998 - Americana (Columbia) 2000 - Conspiracy of One (Columbia) 2003 - Splinter (Columbia) 2008 - Rise and Fall, Rage and Grace (Columbia) Mercoledì 2 Settembre Milano - Alcatraz Via Valtellina 21/27 Aperture porte Ore: 19.00 Inizio Concerto Ore: 21.00 Prezzo del biglietto: € 30,00 + diritti di prevendita BIGLIETTI IN VENDITA da venerdì 5 giugno alle 12.00 su Ticketone.it Informazioni su come acquistare i biglietti: Ticketone 892 101 www.ticketone.it In tutte le prevendite abituali On line: http://www.offspring.com http://www.myspace.com/offspring

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Cina e Stati Uniti: finto amore e risate a Pechino (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giu 09 6 Cina e Stati Uniti: finto amore e risate a Pechino Pubblicato da Eleonora Bianchini, Blogosfere Staff alle 07:00 in Tendenze & Scenari Nel mainstream, almeno quello italiano, circolano notizie ottimiste sui rapporti Cina-dollaro, scrive Debora Billi su Crisis. L'annuncio sulla ripresa del dialogo dalla fine del prossimo mese è arrivato nel momento in cui il segretario al Tesoro chiudeva una due giorni nella capitale cinese in cui Timothy Geithner ha cercato di rassicurare Pechino sulla solidità delle ampie riserve di dollari della Repubblica Popolare. Però le cose non stanno esattamente così. Le due potenze, che hanno avuto un contatto ravvicinato nei giorni scorsi a Pechino grazie alla visita di Geithner, tra i cerimoniosi saluti se la mandano a dire chiara. Voglio dire al governo USA: non abbiate troppa fiducia in voi stessi pensando che non c'è alternativa per la Cina al comprare i vostri bonds e dollari; l'euro è un'alternativa. E ci sono un mucchio di materie prime su cui possiamo investire. Continua a leggere su Crisis.

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L'Italia di Lippi riparte dai giovani (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 06-06-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzetta di Modena,La) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Cina Usa

Il ct manda subito in campo Santon e Rossi L'Italia di Lippi riparte dai giovani Questa sera a Pisa test azzurro con l'Irlanda del Nord FIRENZE. L'Italia di Marcello Lippi comincia il suo mondiale in miniatura. In attesa che si materializzi quello vero c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli. La prima, oggi con l'Irlanda del Nord, è un avvio soft di un ciclo di partite da un minimo di 5 a un massimo di 7, come non capitava al ct da tempi di Germania 2006. Così anche se gli irlandesi più attesi sono quelli dell'Eire di Trapattoni, impegnati in contemporanea a Sofia contro la Bulgaria, il ct campione del mondo assicura che a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. «Nonostante tutto, ci sono tantissimi italiani bravi», il messaggio lanciato da Lippi: perché il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti nostrani la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del mondo, e alla crisi da 'globalizzazione' della serie A. «Di Santon avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - ha spiegato il ct - La formazione non la dò, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte». E in questi giorni Santon è sempre stato provato da terzino destro. «Ha personalità, grande facilità di gioco, capacità di inserirsi in una squadra», il giudizio del ct. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (con Pazzini e Mascara in attacco) e Riccardo Montolivo. «Mi dispiace dover rinunciare a Pazzini, D'Agostino e Brighi», ha ammesso il ct parlando degli esclusi dalla lista dei 23 per il Sudafrica. «Quando si parla di impoverimento del calcio italiano - sottolineava Lippi - si deve fare sempre attenzione a distinguere club e nazionale. Chi va all'estero lo fa quasi sempre per motivi economici, prima ancora che per voglia di cambiare. Ma io, a differenza di altri ct, posso pescare tra il 60% dei giocatori di serie A». Formazioni. Italia (4-3-3): 1 De Sanctis, 2 Santon, 5 Legrottaglie, 6 Gamberini, 3 Grosso, 8 Gattuso, 10 D'Agostino, 4 Montolivo, 11 Rossi, 9 Pazzini, 7 Mascara (12 Marchetti, 13 Dossena, 14 Cassani, 15 Esposito, 16 Galloppa, 17 Biagianti, 18 Brighi, 19 Palombo, 20 Foggia, 21 Pellissier). All. Lippi Irlanda del Nord (4-3-3): 1 Tuffey, 2 Johnson, 4 Casement, 5 Coates, 3 Mc Givern, 6 O'Connor, 10 C. Evans, 8 Mc Cann, 7 Little, 9 Healy, 11 Carson (13 Mannus, 12 Duffy, 14 Ferguson, 15 Mc Ginn, 17 Garrett, 18 Lawrie, 19 Donnelly). All.: Worthington. Arbitro: Blom (Ola). Tv: 20.45, RaiUno.

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DentrofuoriBiennale a Garage n.3 Gallery (sezione: Globalizzazione)

( da "superEva notizie" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DentrofuoriBiennale a Garage n.3 Gallery Mestre Da sempre siamo abituati ad operare con artisti di ogni parte del mondo. In piena libertà abbiamo spesso anticipato i tempi sperando che qualche illuminato delle istituzioni percorresse la stessa[...] Da sempre siamo abituati ad operare con artisti di ogni parte del mondo. In piena libertà abbiamo spesso anticipato i tempi sperando che qualche illuminato delle istituzioni percorresse la stessa strada. Un sogno brutalmente infranto. Non si puo' sperare in sistemi dell'arte codificati dove gli interessi del mercato prevalgono. Come se le opere costruite a tavolino per bisogni pseudoculturali possano essere considerate come una zuppa liofilizzata. Noi siamo contrari ad un intendere un mercato dell'arte figlio del marketing e quindi di falsi bisogni e valori. Anche la divisione per nazione degli artisti puo' costituire solo un riferimento logistico ma non piu' un valore culturale. La divisione ha piu' senso per generi. Per cui un eventuale World Pavilion non e' piu' ipotesi ma realtà. La globalizzazione e contaminazione dell'arte ha anticipato quella economica che non sempre si e' dimostrata positiva.(GIANCARLO DA LIO) Artisti presenti/ present artists a World Pavilion ITALIA/ITALY Tiziana Baracchi - Mariano Bellarosa - Piergiorgio Beraldo - Lamberto Caravita - Gianfranco Chinellato - Roberto Cogo - Pino Conestabile - Carmela Corsitto - Francesco Cucci - Maurizio Follin - Mauro Gentile - Claudio Guasti - Oronzo Liuzzi - Giosue' Marongiu - Valentino Montanari - Vincenzo Montella - Dino Patroni -Paola Rivabene - Sabina Romanin - Claudio Romeo - Concetta Russo - Roberto Scala -Renato Sclaunich - Renata e Giovanni Strada - Tito Truglia FINLANDIA/FINLAND Paul Tiilila FRANCIA/FRANCE Re'my Pe'nard GERMANIA/GERMANY Karl F. Hacker - Peter Kustermann INDONESIA Setyo Mardiyantoro Vernissage: 06 giugno 2009 ore 10:00 Garage n.3 Gallery via Cavallotti, 83/B - Mestre (VE) Ingresso libero PUBBLICITà PUBBLICITà Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune di Roma--> Pubblicato il 6 giugno 2009 in: Proposte, Eventi o Messaggi » Invia tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni

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Una scheda per costruire un grande futuro comune (sezione: Globalizzazione)

( da "Brescia Oggi" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Una scheda per costruire un grande futuro comune 06/06/2009 rss e-mail print José Manuel Durão Barroso Sfide internazionali quali la crisi finanziaria, i cambiamenti climatici, l'insicurezza energetica, il terrorismo internazionale e le pandemie, per citarne solo alcune. Anche se al giorno d'oggi la pace sembra a molte persone un fatto scontato, in realtà le nazioni europee non hanno altra scelta che continuare a lavorare insieme tra loro e con le istituzioni dell'Unione. La Commissione europea continuerà a svolgere il proprio ruolo prendendo l'iniziativa politica e formulando le proposte necessarie per offrire ai cittadini risultati concreti. Essa si è sempre adoperata con il massimo impegno per mantenere un'Europa forte, aperta e giusta riducendo le barriere tra i cittadini europei attraverso il mercato interno e promuovendo i loro interessi in un mondo globalizzato. Durante il mio mandato quinquennale, la Commissione ha iniziato anche a svolgere un ruolo guida riguardo a due questioni di fondamentale importanza per il futuro: i cambiamenti climatici e l'energia. L'attenzione della Commissione, inoltre, è stata costantemente incentrata sulla necessità di attenuare i costi sociali della crisi attuale. Ad esempio, abbiamo accelerato l'erogazione di 16,7 miliardi di euro del Fondo sociale europeo per il solo biennio 2009-10. In questo modo aiuteremo veramente le persone a conservare il posto di lavoro o a trovarne un altro il prima possibile. Questo spiega anche perché abbiamo riveduto il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, affinché diventasse uno strumento più efficace di risposta alla crisi. Le stesse considerazioni ci hanno indotto a guidare l'azione globale di risposta alla crisi, ad esempio attraverso il G20, e a lottare contro una tendenza al protezionismo che distruggerebbe l'occupazione in Europa. In definitiva, però, è il Parlamento europeo a fare le leggi insieme ai governi nazionali, compreso quello italiano, ed è al Parlamento europeo che la Commissione europea è chiamata a rispondere. Negli ultimi cinque anni ho lavorato con il Parlamento europeo quasi quotidianamente. Posso testimoniare dell'impegno e della competenza dei suoi membri e della qualità del loro operato. In effetti, il ruolo del Parlamento europeo sta acquistando sempre più importanza e continuerà a farlo in futuro. Scegliete i membri del Parlamento che rispecchino il vostro punto di vista su come affrontare le sfide che si pongono a tutti noi, perché l'operato dell'Europa inciderà molto sul vostro futuro e sulla vostra vita quotidiana.

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L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-06-2009)
Pubblicato anche in: (Brescia Oggi)

Argomenti: Cina Usa

L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i «progetti utopici» 06/06/2009 rss e-mail print «The Dealer Art» di Sandro Chia esposta al padiglione italiano Come è sempre accaduto (e come sempre probabilmente accadrà) i Padiglioni nazionali non si attengono minimamente a quello che è il "tema della Biennale". In sé possono apparire addirittura anacronistici, perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi. Nell'edizione in corso si incontrano riproposte di figure storiche o di artisti che si rifanno alla tradizione, come nel Padiglione spagnolo che presenta Miguel Barcelò con le sue tele invase di pittura aspra, stratificata, quasi astratta o come in quello russo, dove i partecipanti problematizzano il tema della "Vittoria sul Futuro" (fino a rianimare il mito della Nike). Gli Stati Uniti presentano una loro vecchia gloria, com'è Bruce Nauman con le sue opere al neon, le sue fontane, le sue teste: un lavoro sempre attorno alla condizione umana, alla visione soggettiva del mondo. La Germania propone Liam Gillick: un allestimento, il suo, fatto di una mobilia tutta uguale, tutta chiusa, tutta inservibile: un quesito sulla storia delle propria nazione, sul senso del confine e del fallimento. Il Padiglione francese dà la sensazione di "essere una sorta di catafalco". Dentro ci si muove a stento, gli occhi devono guardare dalle sbarre per poter vedere una luce brillante che si raffredda sulle pareti madreperlacee. L'artista Claude Lévêque pratica un'arte totale, povera, reale, crudele. Il Padiglione Italiano approda all'Arsenale con uno spazio raddoppiato rispetto a quello del 2007. Il titolo è "Collaudi" ed è un omaggio a Marinetti. Ma non si tratta di una rassegna pseudofuturista. "Il nostro - spiegano i curatori - è solo l'omaggio alla rivoluzionaria idea del futurismo: la contaminazione dei linguaggi". E in effetti c'è pittura, ci sono video, sculture, installazioni. Troviamo i raffinati video di Sighicelli, gli arabeschi di Floreani, la sofisticata memoria di luce di Wolf, l'infinita composizione in ceramica di Bertozzi & Casoni. Solo che qui domina il troppo oltre che il molto (20 artisti), a fronte della mancanza di un criterio forte e, in alcuni casi, anche di una qualità alta.Lu.Men

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Una scheda per costruire un grande futuro comune (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

AMAZZONIA. 25 morti 06/06/2009 rss e-mail print José Manuel Durão Barroso Sfide internazionali quali la crisi finanziaria, i cambiamenti climatici, l'insicurezza energetica, il terrorismo internazionale e le pandemie, per citarne solo alcune. Anche se al giorno d'oggi la pace sembra a molte persone un fatto scontato, in realtà le nazioni europee non hanno altra scelta che continuare a lavorare insieme tra loro e con le istituzioni dell'Unione. La Commissione europea continuerà a svolgere il proprio ruolo prendendo l'iniziativa politica e formulando le proposte necessarie per offrire ai cittadini risultati concreti. Essa si è sempre adoperata con il massimo impegno per mantenere un'Europa forte, aperta e giusta riducendo le barriere tra i cittadini europei attraverso il mercato interno e promuovendo i loro interessi in un mondo globalizzato. Durante il mio mandato quinquennale, la Commissione ha iniziato anche a svolgere un ruolo guida riguardo a due questioni di fondamentale importanza per il futuro: i cambiamenti climatici e l'energia. L'attenzione della Commissione, inoltre, è stata costantemente incentrata sulla necessità di attenuare i costi sociali della crisi attuale. Ad esempio, abbiamo accelerato l'erogazione di 16,7 miliardi di euro del Fondo sociale europeo per il solo biennio 2009-10. In questo modo aiuteremo veramente le persone a conservare il posto di lavoro o a trovarne un altro il prima possibile. Questo spiega anche perché abbiamo riveduto il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, affinché diventasse uno strumento più efficace di risposta alla crisi. Le stesse considerazioni ci hanno indotto a guidare l'azione globale di risposta alla crisi, ad esempio attraverso il G20, e a lottare contro una tendenza al protezionismo che distruggerebbe l'occupazione in Europa. In definitiva, però, è il Parlamento europeo a fare le leggi insieme ai governi nazionali, compreso quello italiano, ed è al Parlamento europeo che la Commissione europea è chiamata a rispondere. Negli ultimi cinque anni ho lavorato con il Parlamento europeo quasi quotidianamente. Posso testimoniare dell'impegno e della competenza dei suoi membri e della qualità del loro operato. In effetti, il ruolo del Parlamento europeo sta acquistando sempre più importanza e continuerà a farlo in futuro. Scegliete i membri del Parlamento che rispecchino il vostro punto di vista su come affrontare le sfide che si pongono a tutti noi, perché l'operato dell'Europa inciderà molto sul vostro futuro e sulla vostra vita quotidiana. LIMA È di 25 morti e almeno 50 feriti, molti dei quali in gravi condizioni, il bilancio ancora provvisorio dei violentissimi incidenti scoppiati ieri lungo una strada dell'Amazzonia, a 900 chilometri a nordest della capitale peruviana Lima, tra centinaia di indigeni che la bloccavano da una decina di giorni per protestare contro lo sfruttamento delle risorse naturali, e i poliziotti che, ricorrendo anche agli elicotteri, hanno tentato di sloggiarli con i gas lacrimogeni. Lo hanno reso noto fonti giornalistiche locali, mentre il ministro degli Interni del Perù, Mercedes Cabanillas, ha precisato che tra le vittime ci sono nove agenti. La situazione nell'area è tuttora caotica e il ministro degli Esteri ha anticipato che il governo del presidente Alan Garcia, si appresta a dichiarare il coprifuoco in diverse località della zona, poiché i manifestanti «sono ricorsi alle armi da fuoco per attaccare la polizia e hanno saccheggiato molti negozi». Per contro, Alberto Pizango, il massimo dirigente della comunità indigena locale di almeno diecimila membri, accusato il governo di aver perpetrato «un genocidio».

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<È il momento di agire per la pace>(sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 06-06-2009 «È il momento di agire per la pace» La Casa Bianca rilancia il suo piano per il Medio Oriente e chiama anche i palestinesi a «fare scelte dure» DA DRESDA « L a Germania è un partner cruciale e stretta amica degli Stati Uniti». Barack Obama ha scelto Dresda, la città un tempo simbolo della distruzione della Seconda Guerra Mondiale e oggi della ricostruzione e della riconciliazione, per dare inizio al nuovo asse della pace Washington-Berlino. Obama punta sulla Merkel e sulla Germania, il Paese più ricco e potente d'Europa, per dare una svolta alla risoluzione dei conflitti internazionali. Tra le questioni al centro dei colloqui di Dresda tra Obama e la Merkel c'è stata soprattutto la ripresa negoziati di pace in Medio Oriente. Entrambi nella conferenza stampa congiunta hanno sottolineato «di credere al processo di pace e ad una soluzione a due Stati». Obama ha annunciato che invierà la prossima settimana nella regione l'inviato speciale Usa per il Medio Oriente, George Mitchell. E ha sottolineato che non spetterà solo ad Israele «fare scelte dure». Secondo Obama «anche i palestinesi dovranno svolgere la loro parte non solo rinunciando alla violenza, ma anche creando strutture efficienti, combattendo la corruzione e l'inefficienza». E un ruolo fondamentale lo svolgeranno i Paesi arabi, che dovranno a loro volta «fare scelte difficili». Con il cancelliere tedesco, Obama ha discusso anche del dossier nucleare iraniano, sottolineando come gli Stati Uniti siano pronti ad avviare «un dialogo serio» con Teheran, che dovrà essere condotto in collegamento con il cosiddetto "5+1", il gruppo di mediatori costituito dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu, più la Germania. «Il dialogo con l'Iran non può avvenire nell'isolamento, ma in un contesto più ampio per evitare la corsa al riarmo», ha sottolineato Obama che poi ha aggiunto: «In estate sarò in Russia per discutere la diminuzione degli arsenali nucleari di Stati Uniti e Russia: per questo dico che il discorso è più ampio». Per la Merkel, «l'Iran è una priorità dell'agenda politica e la Germania spera di poter contribuire in modo concreto allo sviluppo positivo dei negoziati». Obama si è quindi soffermato sui problemi economici che affliggono il suo Paese e tutto il mondo riaffermando la necessità di «non accettare il protezionismo, bisogna mantenere aperte le frontiere». Il presidente americano si è detto poi «ottimista» sulla possibilità che gli Stati Uniti possano assumere una posizione di leader nella lotta al mutamento del clima. Obama ha sottolineato che i Paesi europei hanno avuto negli ultimi anni una posizione di avanguardia rispetto agli Usa circa la lotta al riscaldamento del pianeta. «Gli Stati Uniti devono essere pronti a dare il buon esempio se vogliamo coinvolgere nella soluzione del problema Paesi importanti come la Cina e l'India». ( V.S a .)

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E Rovigo sottolinea il ruolo dei laici (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CHIESA 06-06-2009 E Rovigo sottolinea il ruolo dei laici I lavori sinodali di fine maggio sulla necessità di formare un laicato sempre più maturo Soravito: dialogo col territorio e con le persone che il mondo globalizzato ci fa incontrare DA ROVIGO FRANCESCO DAL MAS I l Sinodo della diocesi di Adria Rovigo testimonia la imperterrita volontà di rinascita del Polesine, nonostante la crisi. È quanto hanno testimoniato i lavori sinodali nelle assemblee di fine maggio, presiedute dal vescovo monsignor Lucio Soravito de Franceschi. Un cantiere enorme, basti dire della relazione di Paolo Bordin sulla situazione sociale, economica, culturale e religiosa del Polesine, che nasce dai contributi congiunti dei gruppi di base dove hanno riflettuto insieme 7.700 persone. Ma c ´ è da aggiungere una corposa inchiesta socioreligiosa con l'apporto di alcuni esperti, nonché il filmato prodotto dall'Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro presentato da don Carlo Marcello. Ecco il passato di povertà del territorio. Ma ecco anche le prospettive di cambiamento radicale che si avvertono soprattutto a partire dallo sviluppo delle infrastrutture delle quali il Polesine si sta dotando. I sinodali hanno potuto riflettere anche sulla realtà ecclesiale in Polesine, grazie alla relazione illustrata da don Giampietro Ziviani. Le prime conclusioni, presentate in Duomo, hanno rilevato la necessità di un laicato nella Chiesa «più qualificato nei confronti delle sfide della cultura attuale attraversata da mille proposte e da mille idee» . Di fronte ad un mondo sempre più secolarizzato anche in questa parte del Veneto, «occorre che vi sia soprattutto un laicato maturo, adulto e responsabile e per questo occorre una formazione adeguata al momento attuale» , è stato rilevato. Il laicato poi con tutta la Chiesa si deve muovere in atteggiamento di dialogo come ha sottolineato monsignor Soravito «con tutte le realtà presenti sul territorio e con tutte le persone che un mondo globalizzato ci fa incontrare » . La stessa necessità la si avverte è stato detto sul fronte della comunione, ossia di quella caratteristica di unità e di fraternità che dovrebbe caratterizzare lo stile cristiano costituendo in questo una continua testimonianza soprattutto di quella coerenza e trasparenza che i mille giovani delle classi quarte e quinte delle superiori della provincia che hanno lavorato per il Sinodo hanno fortemente chiesto al mondo degli adulti » . Proprio sulla formazione dei giovani è emersa l'importanza della famiglia e di questa realtà tutti i gruppi hanno sottolineato fortemente la centralità.

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Lippi vara il cantiere Italia: (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SPORT 06-06-2009 Lippi vara il cantiere Italia: «Ho voglia di stupire» La Nazionale in formazione sperimentale affronta a Pisa in amichevole l'Irlanda del Nord (Rai1, ore 20.50), primo test verso la Confederations Cup che disputerà in Sudafrica Legrottaglie: «Dispiaciuto di non votare? Perché, si vota?» DA PISA EUGENIO RAIMONDI L' Italia di Marcello Lippi comincia il suo Mondiale in miniatura. In attesa che tra un anno si materializzi quello vero, c'è la prova generale della Confederations Cup: quasi un mese di nazionale tutto di fila, comprese le due amichevoli preparatorie. La prima, questa sera contro l'Irlanda del Nord, è un avvio soft di un ciclo di partite da un minimo di 5 a un massimo di sette come non capitava dai tempi di Germania 2006. Così anche se gli irlandesi da tenere d'occhio sono quelli dell'Eire di Trapattoni, impegnati in contemporanea a Sofia contro la Bulgaria per il girone di qualificazione guidato dall'Italia, il ct campione del mondo assicura che già da oggi a Pisa proverà a mettere a frutto tanta grazia azzurra tutta insieme. Lo farà aggiungendo altri pezzi alla sua casa, con la filosofia del gruppo a far da cemento e baby talenti come Santon da mattoni. «Nonostante tutto, ci sono tantissimi italiani bravi: vorrei che stupissero tutti», il messaggio lanciato da Lippi: perché il 18enne terzino dell'Inter è solo il capofila di una generazione di talenti nostrani la cui esplosione può essere una risposta all'invecchiamento dei campioni del mondo, e alla crisi da globalizzazione della Serie A, depredata di Kakà e forse di Ibrahimovic. «Di Santon vi avevo detto che è un predestinato, ora che l'ho visto ne sono anche più convinto: è esattamente così - spiega il ct confermando che il neoconvocato è pronto per l'esordio - . La formazione non la do, ma per tutta la settimana ho fatto certe scelte, sarebbe strano se le rinnegassi ». Faccia d'angelo e piede da campione, Santon sarà il portabandiera di una squadra sperimentale e di una generazione alla ribalta, dai quali Lippi conta di pescare forze nuove. Oltre al terzino, ci sono Giuseppe Rossi (finalmente titolare dal primo minuto, con Pazzini e Mascara in attacco) e Montolivo. Tra tanti esperimenti, qualche certezza azzurra come Gattuso, capitano per l'occasione («non è al cento per cento, ma a me basta così»), e dal risultato di Bulgaria- Eire. «Se vince Trapattoni, sono primi nel girone ma con una partita in più. Se perde, la Bulgaria rientra in corsa ma deve venire a casa nostra... Aspettiamo e vediamo», la considerazione di Lippi, concentrato più che mai. Come Legrottaglie, caduto dalle nuvole ieri quando gli è stato chiesto se fosse dispiaciuto di non poter andare alle urne. «Perché, si vota?... », la risposta del difensore azzurro. Scandalizzarsi non serve: nel bene e nel male, l'Italia è questa.

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La nuova Bruxelles? Demolisca la burocrazia (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Commenti Politica internazionale La nuova Bruxelles? Demolisca la burocrazia carlo zappatori Il rinnovo del Parlamento europeo dovrebbe costituire una formidabile occasione per gli elettori dei Paesi europei per dare un decisivo impulso all'avvio di radicali riforme politiche ed istituzionali, per trasformare una comunità essenzialmente di natura economica in un grande Stato federale europeo capace di incidere, in modo determinante, anche nel campo della politica internazionale. Quando dalle macerie del secondo dopoguerra mondiale i Governanti dei Paesi europei dell'epoca posero le prime pietre per edificare l'attuale Unione europea avevano, nel loro animo, un sogno che dall'unione economica dei Paesi europei si sarebbe poi potuto passare, come logica conseguenza, ad una difesa e politica estera europea unitaria, premessa indispensabile per la costituzione degli Stati uniti di Europa, che era l'obiettivo finale del loro progetto. Nel 2002 con l'avvio dell'Euro e l'istituzione della Banca Centrale Europea si è cercato di dare una svolta radicale e significativa per la completa integrazione economica dei Paesi Europei. La difesa ad oltranza dell'Inghilterra della propria moneta ( Sterlina) e della propria area di influenza monetaria ha determinato un ulteriore ritardo anche in campo economico e finanziario. L'esplosione della crisi finanziaria mondiale ha scosso, nelle sue fondamenta, il modello capitalistico americano ed anglossassone ed ha provocato in tutti i Paesi europei la riscoperta del ruolo decisivo degli Stati nazionali anche per sostenere i sistemi bancari e produttivi nazionali, e negli Stati Uniti, patria del liberismo e del capitalismo, si è arrivati alla nazionalizzazione di Banche ed Imprese, così come in molti Paesi Europei. Dopo la globalizzazione selvaggia dell'ultimo decennio vi è attualmente il serio rischio di ricomparsa di nazionalismi e protezionismi che potrebbero vanificare l'opera dei padri fondatori dell'Unione europea che sognavano una grande Europa unita capace di giocare un ruolo determinante negli equilibri politici ed economici mondiali. Il compito che attende, perciò, gli eletti al parlamento europeo sarà molto arduo, perché occorre demolire le burocrazie e le pastoie burocratiche oggi imperanti in Europa e cominciare a volare alto, predisponendo un progetto politico verso gli Stati Uniti di Europa che dovranno essere protagonisti nell'area del Mediterraneo. L'Europa deve mettere in campo un programma di azioni di crescita graduale economica per il Continente Africano, dove un miliardo di persone spingono sulle frontiere del nostro Continente, mentre, con uno sviluppo sui propri territori, diventerebbero una formidabile occasione di reciproco sviluppo per i contigui continenti europeo ed africano. del 06-06-2009 num.

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L'anacronismo è solo apparente. Reali sono i (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena.it, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Come è sempre accaduto (e come sempre probabilmente accadrà) i Padiglioni nazionali non si attengono minimamente a quello che è il "tema della Biennale". In sé possono apparire addirittura anacronistici, perché rimandano a una vecchia concezione di identità nazionale ormai minata dalla globalizzazione. Eppure i padiglioni mantengono sempre un fascino per la loro capacità di trasformarsi in "progetti utopici", in spazi dove la libertà da ogni condizionamento teorico permette agli artisti di sfruttare le dinamiche, le architetture, le storie dei Padiglioni stessi. Nell'edizione in corso si incontrano riproposte di figure storiche o di artisti che si rifanno alla tradizione, come nel Padiglione spagnolo che presenta Miguel Barcelò con le sue tele invase di pittura aspra, stratificata, quasi astratta o come in quello russo, dove i partecipanti problematizzano il tema della "Vittoria sul Futuro" (fino a rianimare il mito della Nike). Gli Stati Uniti presentano una loro vecchia gloria, com'è Bruce Nauman con le sue opere al neon, le sue fontane, le sue teste: un lavoro sempre attorno alla condizione umana, alla visione soggettiva del mondo. La Germania propone Liam Gillick: un allestimento, il suo, fatto di una mobilia tutta uguale, tutta chiusa, tutta inservibile: un quesito sulla storia delle propria nazione, sul senso del confine e del fallimento. Il Padiglione francese dà la sensazione di "essere una sorta di catafalco". Dentro ci si muove a stento, gli occhi devono guardare dalle sbarre per poter vedere una luce brillante che si raffredda sulle pareti madreperlacee. L'artista Claude Lévêque pratica un'arte totale, povera, reale, crudele. Il Padiglione Italiano approda all'Arsenale con uno spazio raddoppiato rispetto a quello del 2007. Il titolo è "Collaudi" ed è un omaggio a Marinetti. Ma non si tratta di una rassegna pseudofuturista. "Il nostro - spiegano i curatori - è solo l'omaggio alla rivoluzionaria idea del futurismo: la contaminazione dei linguaggi". E in effetti c'è pittura, ci sono video, sculture, installazioni. Troviamo i raffinati video di Sighicelli, gli arabeschi di Floreani, la sofisticata memoria di luce di Wolf, l'infinita composizione in ceramica di Bertozzi & Casoni. Solo che qui domina il troppo oltre che il molto (20 artisti), a fronte della mancanza di un criterio forte e, in alcuni casi, anche di una qualità alta.Lu.Men

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Una scheda per costruire un grande futuro comune (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena.it, L'" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sfide internazionali quali la crisi finanziaria, i cambiamenti climatici, l'insicurezza energetica, il terrorismo internazionale e le pandemie, per citarne solo alcune. Anche se al giorno d'oggi la pace sembra a molte persone un fatto scontato, in realtà le nazioni europee non hanno altra scelta che continuare a lavorare insieme tra loro e con le istituzioni dell'Unione. La Commissione europea continuerà a svolgere il proprio ruolo prendendo l'iniziativa politica e formulando le proposte necessarie per offrire ai cittadini risultati concreti. Essa si è sempre adoperata con il massimo impegno per mantenere un'Europa forte, aperta e giusta riducendo le barriere tra i cittadini europei attraverso il mercato interno e promuovendo i loro interessi in un mondo globalizzato. Durante il mio mandato quinquennale, la Commissione ha iniziato anche a svolgere un ruolo guida riguardo a due questioni di fondamentale importanza per il futuro: i cambiamenti climatici e l'energia. L'attenzione della Commissione, inoltre, è stata costantemente incentrata sulla necessità di attenuare i costi sociali della crisi attuale. Ad esempio, abbiamo accelerato l'erogazione di 16,7 miliardi di euro del Fondo sociale europeo per il solo biennio 2009-10. In questo modo aiuteremo veramente le persone a conservare il posto di lavoro o a trovarne un altro il prima possibile. Questo spiega anche perché abbiamo riveduto il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, affinché diventasse uno strumento più efficace di risposta alla crisi. Le stesse considerazioni ci hanno indotto a guidare l'azione globale di risposta alla crisi, ad esempio attraverso il G20, e a lottare contro una tendenza al protezionismo che distruggerebbe l'occupazione in Europa. In definitiva, però, è il Parlamento europeo a fare le leggi insieme ai governi nazionali, compreso quello italiano, ed è al Parlamento europeo che la Commissione europea è chiamata a rispondere. Negli ultimi cinque anni ho lavorato con il Parlamento europeo quasi quotidianamente. Posso testimoniare dell'impegno e della competenza dei suoi membri e della qualità del loro operato. In effetti, il ruolo del Parlamento europeo sta acquistando sempre più importanza e continuerà a farlo in futuro. Scegliete i membri del Parlamento che rispecchino il vostro punto di vista su come affrontare le sfide che si pongono a tutti noi, perché l'operato dell'Europa inciderà molto sul vostro futuro e sulla vostra vita quotidiana.

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Russia: yuan potrebbe diventare valuta di riserva tra 10 anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

SAN PIETROBURGO, Russia (Reuters) - Lo yuan cinese potrebbe diventare valuta di riserva mondiale, se diventasse pienamente convertibile, ma per questo ci potrebbero volere 10 anni. Lo ha detto oggi il ministro delle Finanze russo, Alexei Kudrin. La Cina ha iniziato lentamente a usare la sua potenza economica per ritagliare un ruolo maggiore per lo yuan, che non è ancora pienamente convertibile. "Penso che la strada più breve sia che la Cina liberalizzi la sua economia e permetta la convertibilità dello yuan", ha detto Kudrin , uno stretto alleato del primo ministro Vladimir Putin. "Ci potrebbero volere 10 anni, ma dopo ci sarebbe una grande domanda per lo yuan e questa sarebbe la strada più breve per creare una nuova valuta di riserva mondiale. La Cina dovrebbe pensarci", ha detto Kudrin al St Petersburg International Economic Forum. Cina e Russia, rispettivamente n.1 e n.3 tra i detentori di valuta straniera di riserva, hanno mostrato insoddisfazione per la volatilità del dollaro Usa e hanno auspicato discussioni per creare riserve di valute concorrenti.

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RUSSIA: YUAN POTREBBE DIVENTARE VALUTA DI RISERVA TRA 10 ANNI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Russia: yuan potrebbe diventare valuta di riserva tra 10 anni -->SAN PIETROBURGO, Russia (Reuters) - Lo yuan cinese potrebbe diventare valuta di riserva mondiale, se diventasse pienamente convertibile, ma per questo ci potrebbero volere 10 anni. Lo ha detto oggi il ministro delle Finanze russo, Alexei Kudrin. La Cina ha iniziato lentamente a usare la sua potenza economica per ritagliare un ruolo maggiore per lo yuan, che non è ancora pienamente convertibile. "Penso che la strada più breve sia che la Cina liberalizzi la sua economia e permetta la convertibilità dello yuan", ha detto Kudrin , uno stretto alleato del primo ministro Vladimir Putin. "Ci potrebbero volere 10 anni, ma dopo ci sarebbe una grande domanda per lo yuan e questa sarebbe la strada più breve per creare una nuova valuta di riserva mondiale. La Cina dovrebbe pensarci", ha detto Kudrin al St Petersburg International Economic Forum. Cina e Russia, rispettivamente n.1 e n.3 tra i detentori di valuta straniera di riserva, hanno mostrato insoddisfazione per la volatilità del dollaro Usa e hanno auspicato discussioni per creare riserve di valute concorrenti.

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L'UTILITà DEGLI ECONOMISTI è DA SEMPRE, LARGAMENTE, CONTESTATA DALL'OPINIONE PUB... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'utilità degli economisti è da sempre, largamente, contestata dall'opinione pubblica. Circola la storiella di due viaggiatori che si perdono in un pallone, tra le nuvole: uscendo dal banco di nebbia scorgono in basso un tizio. «Dove siamo buon uomo?» gli gridano. «In un pallone» risponde quello. «Deve essere un economista» dice un viaggiatore all'altro: «La risposta è esatta ma non ci serve!». Poco utili alla società, astratti, un po' supponenti, ecco com'erano visti gli economisti fino allo scoppio di questa crisi. Ma ora l'accusa è divenuta molto più grave: gli economisti hanno sbagliato. L'analisi ma soprattutto le previsioni. La crisi economica globale li ha ricacciati sul banco degli imputati. La prima ad affermare che «il re era nudo» è stata, ironia della sorte, la Regina d'Inghilterra Elisabetta II che già nel novembre del 2008 rivolta agli autorevoli esponenti della London School ebbe a dire: «Come è possibile che nessuno di voi si sia accorto che stava arrivandoci addosso questa crisi spaventosa?». Da allora i maghi dell'era moderna, gli sciamani delle nostre società globalizzate sono scivolati giù dal piedistallo e sono stati travolti da un mare di critiche. Lo testimonia il bel libro di Roberto Petrini «Processo agli economisti» (edizioni Chiarelettere) che ricostruisce con brillante ironia e certosina precisione tutte le bufale prese dagli esperti di economia negli ultimi tempi turbolenti. A partire dalla più incredibile e clamorosa: il 21 agosto a meno di un mese dal colossale fallimento della banca d'affari americana Lehman Brothers, il grande guru dell'economia Allen Sinai afferma sereno in un'intervista: «La banca è solida». Le ultime parole famose. Ma le bugie degli economisti sono tante, Petrini ne elenca dieci una più grave dell'altra, tante da meritare un vero e proprio processo. Anche perché nei risultati di un sondaggio realizzato dall'Istituto Piepoli nel gennaio scorso si legge: «Imprenditori, banchieri e uomini di chiesa superano di gran lunga (fino a dieci punti) gli economisti, che riscuotono la fiducia del 32% degli intervistati. Coloro che dichiarano di fidarsi molto degli economisti sono veramente delle mosche bianche, il 2%». E nei giorni scorsi al festival di Trento è andato in scena il processo agli economisti. Il verdetto? Colpevoli di non aver previsto la crisi pur essendo la stessa prevedibile. E ora? Che fine farà la scienza triste? Diventerà un orpello inutile? Troppo presto per dirlo. Meglio affidarsi alle parole di Barak Obama: «La nostra economia dovrà essere una casa costruita sulla roccia e non sulla sabbia».

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Prestigiosa lezione del Prof. Sacco, densa di info interessanti (sezione: Globalizzazione)

( da "Blog Stefano Quintarelli" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

01 giugno 2009 Prestigiosa lezione del Prof. Sacco, densa di info interessanti qualche giorno fa... Chi e' il piu' grande esportatore del mondo ? Quando e' iniziato il nostro declino ? (vedi sotto) Il boom di crescita degli anni 60 e' stato fatto sul mercato interno Esportazioni e importazioni sempre piu' globali L'Europa, non gli USA, non la Cina, e' il principale esportatore del mondo e in Europa la Germania e' leader. Quando e' iniziato il nostro declino ? Permalink

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La Turchia divide Obama e Sarkozy (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 06-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - La Turchia divide Obama e Sarkozy Roma, 6 giu (Velino) - LA TURCHIA - Visioni separate di Francia e Stati Uniti sul futuro europeo della Turchia. Parlando da Caen, in Normandia, in conferenza stampa congiunta, i presidenti Nicolas Sarkozy e Barack Obama hanno illustrato le loro posizioni. Il capo della Casa Bianca, che ha premesso di parlare “senza titolo” in quanto gli Usa non fanno parte dell’Unione europea, ha riconosciuto ad Ankara il ruolo di partner affidabile che fornisce “un enorme contribuito “ alla Nato così in Afghanistan. Per cui Obama vedrebbe con favore l’integrazione di Ankara tra le capitali europee. “Questa è la posizione tradizionale degli Stati Uniti – ha replicato Sarkozy –, di Clinton e di Bush. La mia posizione non è quella dell’integrazione” ha sottolineato il capo dell’Eliseo rivendicando il diritto a una “divergenza” con l’omologo americano. Secondo Sarkozy il ruolo della Turchia è invece quello di fare da “ponte tra l’Occidente e l’Oriente”. IL NUCLEARE - “è importante operare un distinguo tra Iran e Nord Corea. Pyongyang – ha detto Obama - nel corso degli ultimi mesi si è dimostrata estremamente provocatrice, collaudando armi atomiche e potenziali missili balistici intercontinentali. Non intendiamo continuare con una politica che gratifichi la provocazione. Abbiamo contatto le parti del Gruppo dei Sei e stiamo lavorando per una risoluzione molto chiara che condanni i comportamenti della Corea del Nord. Russia e Cina – ha poi aggiunto - oggi riconoscono più di ieri quanto sia destabilizzate il comportamento nordcoreano e la mia preferenza va sempre al processo diplomatico ma occorre l’impegno serio della controparte. E questo tipo di reazione non l’abbiamo visto da parte nordcoreana. Non si deve dare per scontato che noi continueremo a gratificarli”. “Per quanto riguarda l’Iran – ha poi aggiunto Obama - : abbiamo detto che avremo un colloquio diretto con l’Iran senza condizioni. La mia posizione, come quella di Sarkozy, è che il possesso di un’arma nucleare da parte dell’Iran sarebbe pericoloso per il mondo intero. E tutti i membri del club nucleari devono responsabilizzarsi in questo senso. Presto sarò a Mosca per diminuire gli armamenti nucleari e sul lungo periodo dobbiamo rendere obsolete le armi nucleari. Quindi l’Iran deve capire che la cosa è pericolosa per tutti. Anche per loro. La bomba non serve i loro interessi”. IL MEDIO ORIENTE – “Tutti noi capiamo cos’è il progresso quando si tratta del conflitto israelo-palestinese”. Lo ha affermato Barack Obama: “Progresso significa che le parti coinvolte si impegnino in modo serio per raggiungere una soluzione a due Stati e mi aspetto che entrambi le parti capiscano che il loro destino è indissolubile affinché tutto si risolva in modo pacifico. I palestinesi devono rinunciare alla violenza e all’incitamento. L’inviato speciale Mitchell tornerà nella regione in settimana. E gli stati arabi dovranno far parte di questo processo di pace – ha concluso il presidente della Casa Bianca -. Non basta indicare il problema e poi dire ‘noi non ci assumiamo responsabilità’. Anche loro - ha osservato Obama - dovranno subentrare perché gli Stati arabi sono importanti politicamente ed economicamente”. IL VELO - “Non dobbiamo avere due pesi e due misure sulla libertà religiosa. Una per i musulmani e una per gli altri. Per gli Stati Uniti io posso dire - ha dichiarato Obama - che il nostro atteggiamento di base è che non diciamo loro cosa indossare”. “Il discorso di Obama dal Cairo è stato straordinario e aspettavamo da tempo parole del genere – ha replicato Sarkozy -. Ma devo sottolineare che da noi le ragazze musulmane possono liberamente indossare il velo. Dentro l’amministrazione pubblica invece evitiamo di portare simboli religiosi. Di qualunque fede si tratti”. IL TEMPO LIBERO - “Mi piacerebbe molto portare mia moglie a passeggiare per Parigi ma questi giorni sono finiti”. Lo ha Obama riferendosi alle recenti polemiche sulla mancata cena con l'omologo francese Sarkozy, al suo fianco oggi a Caen. “è importante capire che i buoni amici non si preoccupano dei simboli e delle convenzioni e dei protocolli. Gli Usa sono un grande alleato e amico della Francia. E viceversa. Personalmente – ha detto Obama - considero Nicolas Sarkozy un amico e penso che lui creda lo stesso di me. So che posso sempre prendere il telefono e parlargli. Anche in Germania mi hanno chiesto: ‘Perché non ti sei fermato di più?’. Sono speculazioni sull’uso del mio tempo - ha detto Obama - quando invece c’è molto da lavorare per rilanciare l’economia”. “Credete che non abbiamo altro da fare che fare foto e passeggiate?”- ha ribattuto Sarkozy -. Tra la crisi, l’Iran e l’Europa non abbiamo tempo di andare a cena al ristorante. L’amicizia non è cenare fuori ma accogliere i detenuti di Guantanamo. Si lavora per i risultati non per passare il tempo”. (Daniel Mosseri) 6 giu 2009 14:11

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