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Report "Globalizzazione"   6-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

La sociologa delle città globali ( da "Manifesto, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Una sociologia della globalizzazione (Einaudi, Torino 2008); Globalizzati e scontenti (Il Saggiatore, Milano 2002); Migranti, coloni, rifugiati: dall'emigrazione di massa alla fortezza Europa (Feltrinelli, Milano 1999); Città globali: New York, Londra, Tokyo (Utet, Torino, 1997);

Annullata marcia degli operai ( da "Manifesto, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA Annullata marcia degli operai È stata annullata la marcia di un migliaio di operai licenziati che erano partiti l'altroieri sera da Shijiazhuang, nella provincia dell'Hebei, per raggiungere Pechino, dove intendevano protestare presso le autorità centrali.

Prove di disgelo. Una delegazione Usa giunta all'Avana ( da "Manifesto, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dal 2001 le vendite Usa (specie agricole) a Cuba sono andate via via aumendo e oggi l'intercambio è sui 700 milioni di dollari l'anno. Ormai gli Stati uniti sono il quinto partner commerciale di Cuba dopo Venezuela, Cina, Canada e Spagna. La liberalizzazione dei viaggi per i cittadini Usa avrebbe un doppio impatto: porterebbe un enorme aumento nell'

"Ma la crisi non è solo economica È anche politica e culturale" ( da "Stampa, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina scelga una via, come lei dice, kantiana. «Kant pensava che la pace nel mondo dovesse presupporre l'affermarsi, ovunque, di regimi repubblicani, non di autocrazie. Mi pare che la Cina di oggi sia governata da una oligarchia; un'oligarchia illuminata per gli aspetti attinenti all'economia, fondata sulla cooptazione dentro un partito comunista che ha 60 milioni di iscritti e recluta

Scossa di terremoto tra le Marche e la Romagna e nell'Aquilano ( da "Rai News 24" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lo rende noto il Dipartimento della Protezione civile. Il dato tecnico e' dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La scossa e' avvenuta alle ore 22.20. Dalle verifiche della Protezione civile, non risultano al momento danni a persone o cose. Scossa avvertita fino a Trieste E' stata avvertita anche a Trieste la scossa di terremoto che intorno alle 22:

Forte scossa tra Marche ed Emilia ( da "Corriere.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le verifiche della protezione Civile, insieme con Vigili del Fuoco e Prefetture, non segnalano danni a persone o cose. Proprio per la profondità del sisma, ha spiegato l'ing. Demetrio Egidi, responsabile della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, l'area di risentimento, dove cioè è stata avvertita, è stata vasta: ci sono state segnalazioni dalla Toscana,

Lanciato il missile coreano ( da "Corriere.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina è alleata della Corea del Nord e non ha finora chiarito quale posizione intenda prendere nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. Pechino ha promosso e ospitato i colloqui a sei con le due Coree, gli Usa, il Giappone e la Russia iniziati nel 2003.

Pyongyang lancia il missile, ma non in orbita ( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.

Gli Usa: violate le risoluzioni Onu, sanzioni ( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in primo piano Gli Usa: violate le risoluzioni Onu, sanzioni Riunito d'urgenza il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma Cina e Russia frenano NEW YORK Sedici ore dopo il lancio di un missile balistico nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang.

Dura condanna dell'Occidente: A rischio stabilità della regione ( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Russia, Usa e Giappone). Pechino, alleata della Corea del Nord, ha invece «preso atto» del lancio, auspicando che «tutte le parti interessate rimangano calme ed esercitino la moderazione, gestiscano la situazione in modo appropriato e lavorino insieme per salvaguardare la pace e la stabilità nella regione».

Corea, lanciato il missile ( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo».

Gli Usa chiedono una risoluzione Onu ( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sarà difficile ottenerla rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite»

la corea del nord lancia il missile nel mondo torna la paura nucleare - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: D´altra Russia e Cina hanno invitato alla moderazione. Il governo di Pechino, vero protettore della Corea del Nord, ha esortato «tutte le parti a mantenere la calma». Il vincitore nella prova di forza per ora è Kim Jong Il, il "monarca rosso" che di recente veniva dato per spacciato.

obama tra afghanistan e pakistan - ahmed rashid ( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dal canto loro, gli Usa dovranno riprendere a dialogare con l´Iran, e rifondare su nuove basi i rapporti con l´Asia centrale e la Russia, ignorate da Bush in relazione al contesto afgano. Lo stesso vale per la Cina, che potrebbe diventare un investitore di rilievo in Afghanistan.

una rivoluzione - washington ( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Come risponde alle critiche di paesi come Cina e India sui temi ambientali? «Da un punto di vista morale hanno perfettamente ragione. Noi abbiamo mangiato l´antipasto, il primo, il secondo e il dessert, India e Cina sono arrivati al momento del caffè e noi gli chiediamo di dividere l´intero conto?

Berlusconi: andrò a Washington ( da "Libertà" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.

di IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare ci ( da "Libertà" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare ci travolgano soltanto e noi non si possa fare altro che cercare di districarsi al meglio in una quotidianità ormai stravolta e capovolta di IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione,

cinto, la protezione civile si presenta ( da "Nuova Venezia, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Protezione Civile si presenta CINTO CAOMAGGIORE. Non c'è stato il volo della Colombina dal campanile della Chiesa di San Biagio, ma una scalata ed una discesa libera con corde di due audaci vigili del fuoco, i capisquadra Gianfranco Maranzan e Raffaele Ongaretto che con il saggio dimostrativo hanno dato la conferma dell'

La Corea del Nord sfida il mondo ( da "Tempo, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. L'obiettivo è votare all'unanimità un documento che preveda contromisure forti. Ma sarà difficile convincere Cina e Russia a votarlo.

( da "Tempo, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: soprattutto la Cinquecento e le Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «È stata enfatizzata una divisione che non c'era.>

TOKYO - La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vant ( da "Adige, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina). E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.

il premier: barack mi ha invitato a washington e su ankara si deve cercare un compromesso ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.

e' stata una fatalità a uccidere carmine ( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel complesso edilizio della Protezione civile, in via San Michele. «Abbiamo fatto quello che potevamo - racconta addolorato il coordinatore della Protezione civile comunale goriziana, Giacomo Preite -. Abbiamo portato il nostro cordoglio, la nostra vicinanza in particolare alla moglie di Carmine, che è comprensibilmente distrutta dal dolore.

G8 e G20, ruoli diversiper le sfide del mondo ( da "Secolo XIX, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una sorta di G2 con Usa e Cina solamente: ma se consideriamo che nemmeno all'apice della guerra fredda il mondo era diviso perfettamente a metà vista l'affermazione dei cosiddetti Paesi non allineati, ci rendiamo perfettamente conto di come, con il procedere innanzi della storia e con la complessità crescente dei nostri modelli sociali,

La partitadelicatadi usa e cina ( da "Secolo XIX, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La partitadelicatadi usa e cina l'analisi nALL'EPOCA della guerra fredda Raymond Aron riteneva improbabile, anche se non impossibile, lo scoppio di un conflitto nucleare globale. Anche se uno dei due principali contendenti non poteva essere considerato una democrazia secondo nessun parametro, una delle ragioni di quel relativo ottimismo stava nel carattere quanto meno razionale,

COREA NORD: LANCIATO MISSILE, OCCIDENTE S'INFURIA / ANSA ( da "Secolo XIX, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Russia. Washington sostiene che la Corea del Nord ha violato la risoluzione 1718 adottata nel 2006 dopo l'esplosione della prima bomba atomica e che vieta a Pyongyang nuovi test nucleari e balistici. Per Usa, Giappone e Corea del Sud si è trattato del test di lancio di un missile balistico a lunga gittata (6.

Partite da Roma 2 colonne di mezzi della Protezione civile ( da "Rai News 24" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Aquila | 6 aprile 2009 Partite da Roma 2 colonne di mezzi della Protezione civile Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso Due colonne mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione civile della Regione Lazio sono gia' in viaggio verso le zone colpite dal sisma in Abruzzo in raccordo con il Dipartimento nazionale.

La rivoluzione copernicana di Barack Obama dopo otto anni di Bush parte innanzitutto da ... ( da "Messaggero, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Con la Cina e la Russia l'operazione mano tesa è decisamente avviata: con Pechino la Clinton ha deciso di accantonare il nodo dei diritti civili per puntare sulla indispensabbile partnership in campo economico. Con Mosca invece netta l'inversione di tendenza sullo scudo missilistico in Europa dell'Est e apertura piena sul piano del disarmo nucleare.

SEMBRA trascorso un secolo. Ma solo tre anni fa i giornali anglosassoni dipingevano l'Itali... ( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 06-04-2009) + 6 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della globalizzazione e con una presenza inconsistente nei servizi avanzati e nella finanza innovativa. Sicché nel 2005 sulla copertina del britannico Economist la nostra penisola fu raffigurata sorretta da due piccole stampelle, mentre quella dell'americano Time immortalò il David di Michelangelo impegnato in un braccio di ferro con un minaccioso guerriero cinese di terracotta.

Il lancio è fallito. Ma il pericolo e la provocazione restano. Il vettore nordcorea... ( da "Messaggero, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma avendo chiaro che il Trattato entrerà effettivamente in vigore solo se sarà ratificato anche da Cina, Israele, India, Pakistan, Corea del Nord (paesi che posseggono armi nucleari), Iran (che ha in corso un progetto nucleare civile che potrebbe avere anche sbocchi militari), Egitto e Indonesia. Tutti Paesi che finora non hanno aderito al Ctbt.

dal nostro corrispondente NEW YORK - Nonostante numerosi governi avessero... ( da "Messaggero, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: indiscrezioni giunte in serata si capisce che sia la Cina che la Russia, che hanno diritto di veto, non vedono di buon occhio iniziative "forti", e anzi raccomandano cautela. Nella mattinata, un documento unitario Usa-Ue aveva messo in chiaro che né gli Stati Uniti né l'Europa credono che il lancio avesse scopi pacifici: «Il suo scopo - si legge nel documento - è di perfezionare l'

La nuova ribalta del Fondo monetario ( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: né gli Usa, né la Cina, né l'Arabia saudita,i tre principali indiziati, né altri. Per di più, la Cina intenderebbe finanziare l'Fmi non con un prestito di riserve, ma con l'acquisto di un'emissione di bond. Nonostante questa figuri negli statuti dell'Fmi, è un'operazione senza precedenti e resta da vedere quanto tempo richiederà per essere messa in piedi.

Sfida della Corea del Nord ( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Kim conta su Cina e Russia: Pechino, che invita «tutte le parti interessate» a esercitare «calma e moderazione», e Mosca hanno fatto subito capire di essere contrarie a nuove sanzioni. Intanto Pyongyang può celebrare la sua «rinnovata, grande ondata rivoluzionaria».

L'ostentazione di forza di un regime alla fame ( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Adesso il canale diplomatico che tiene Pyongyang legata al mondo è un tavolo negoziale con troppe gambe, le due Coree, Giappone, Cina, Russia, Usa. Solo la Cina ha un certo accesso alle segrete stanze. Pungola e difende il vicino: «Washington ha parlato subito di missile, mentre la Corea del Sud all'inizio diceva 'satellite' e il Giappone 'oggetto non identificato'. Indicativo.

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ratificarlo degli Usa e di altri 8 Paesi: Cina, Egitto, India, Indonesia, Iran, Israele, Nord Corea e Pakistan. La proposta più innovativa formulata dal capo della Casa Bianca è forse la creazione di una «banca del combustibile nucleare»: alimentata in parte dalle testate eliminate in virtù degli accordi, potrà accedervi qualunque nazione voglia sviluppare programmi atomici civili,

Bonino: ( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Saranno quattro o cinque attori a decidere le sorti del mondo: Usa, Cina, Russia, Brasile o altri e l'Europa, se c'è. Se torniamo tutti agli Stati nazionali, siamo destinati all'irrilevanza politica». Secondo Berlusconi per rassicurare Parigi e Berlino la Turchia potrebbe entrare rinviando a dopo la libera circolazione dei turchi nell'Ue.

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della Cina, o anche solo della Germania. Da un punto di vista americano, ci ha dato appoggi preziosi, ma non ha sempre accolto le nostre istanze. Presumo che al G8, nelle vesti di ospite, Berlusconi sarà più contenuto e più impegnato. Dovrà dirigerne i lavori, e dovrà dimostrare di esserne all'altezza».

LA PRAGMATICA SFIDA ALL'EUROPA ( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: assoluta priorità per la ripresa economica del confronto con la Cina, diventa importante per gli Usa ricostruire un rapporto con la Russia del duo Putin-Medvedev. Va letto soprattutto in questa chiave il passo del discorso in cui Obama ha ribadito il collegamento tra lo scudo stellare in Polonia e Repubblica Ceca e le ambizioni atomiche dell'Iran.

L'annuncio ( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India e Cina) nella quale non figurava fino ad ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.

Da Praga Obama promette un mondo senza atomiche ( da "Unita, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina all'India, sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla costruzione di ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su questo delicate scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale.

Il dottor Stranamore non abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga per lanci... ( da "Unita, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Cina all'India, sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla costruzione di ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su questo delicate scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale.

Nordcorea lancia un missile Una provocazione al mondo ( da "Unita, L'" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e ripristinare il dialogo». Mosca e Pechino da parte loro hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.

Scossa di terremoto tra Forlì e Ravenna ( da "Gazzetta di Mantova, La" del 06-04-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il Dipartimento della Protezione Civile - sono Forlì, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Faenza. Dalle verifiche effettuate dalla 'Sala situazione Italia' del Dipartimento della protezione Civile non risultavano ieri notte danni a persone e/o cose. La scossa è stata avvertita nel ferrarese e nell'imolese e distintamente dalla popolazione anche al confine fra le Marche e la Romagna.

terremoto nell'italia centrale, paura ma niente danni ( da "Tirreno, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le verifiche della protezione Civile, insieme con Vigili del Fuoco e Prefetture, non segnalano danni a persone o cose. Proprio per la profondità del sisma, ha spiegato l'ing. Demetrio Egidi, responsabile della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, l'area di risentimento, dove cioè è stata avvertita, è stata vasta: ci sono state segnalazioni dalla Toscana,

e l'onu studia una risposta ( da "Tirreno, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: visto che la Cina, e in una minor misura la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show della Abc l'ambasciatore americano presso l'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «

corea, lanciato il missile ( da "Mattino di Padova, Il" del 06-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo».

gli usa chiedono una risoluzione onu ( da "Mattino di Padova, Il" del 06-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sarà difficile ottenerla rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite»

Onu non trova accordo su reazione a lancio satellite Nord Corea ( da "Reuters Italia" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I diplomatici del Consiglio hanno riferito che la Cina, maggior alleato della Corea del Nord, e la Russia non sono invece sicure che il lancio sia stato una violazione alle disposizioni dell'Onu. Altri tre stati condividono questo punto di vista. "Siamo 10 contro cinque", ha detto un diplomatico a Reuters.

Alle 10 a Roma si apre la prima conferenza dei prefetti ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Globalizzazione Quarto seminario del Master in educazione civica su «Globalizzazione: quo vadis Europa?» promosso dall'Associazione Economia Reale Giovani. Università Luiss. Viale Romania 32, Roma (ore 17,30). Fondi Assogestioni comunica i dati sulla raccolta e patrimonio dei fondi comuni a marzo.

Per chi vuole aiutare, avviso della Protezione civile ( da "Rai News 24" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avviso della Protezione civile Una strada de L'Aquila Per chi volesse prestare opera di volontariato la Protezione civile invita a rivolgersi agli enti locali sul territorio o ai posti di Croce Rossa. Il servizio di volontariato del Dipartimento di Protezione civile, infatti, è regimentato e ha un alto grado di specializzazione,

Nuovi scenari per la produzione europea ( da "Elettronicanews.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: almeno secondo la visione di Rutronik, che a breve assisteremo a un arretramento della globalizzazione nella produzione. Laura Reggiani - Selezione di Elettronica La Cina è decisamente più economica. Questo è stato fino a ieri l?argomento principale delle aziende europee per giustificare lo spostamento delle proprie produzioni verso l?

*OBAMA TURCO IL SOGNO ANTINUCLEARE DI BARACK - LA PROVOCAZIONE NORDCOREANA DIVIDE L'ONU - STRAUSS-KAHN: RIPRESA NEL 2010 - 200 MOSCHEE DELLA MECCA SONO ORIENTATE IN MODO IMPRECIS ( da "Dagospia.com" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Russia contrarie a una risposta eccessivamente severa. Due bambini di 10 e 11 anni arrestati dopo un aggressione ad altri due minori,uno dei quali gravemente ferito. Crisi, "abbiamo sottovalutato la recessione": il Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling prepara un aumento della pressione fiscale nella prossima finanziaria.

E LA TERRA D'ABRUZZO TREMò - DECINE DI MORTI E FERITI - Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva provato a mettere in guardia sull'imminenza di una tragedia ma era stato ( da "Dagospia.com" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Protezione civile consiglia di evitare gli spostamenti verso l'Aquila dopo il terremoto di stamani, «per non intralciare i soccorsi che si stanno concentrando nella zona». L'invito della Protezione civile a stare calmi e a non cercare di raggiungere i familiari viene rivolto anche ai parenti delle persone interessate da situazioni di difficoltà.

Chi ha preso l'oro di Fort Knox? ( da "Stampaweb, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina compresa, vi tengono depositate proprie riserve in oro. Fort Knox è sempre stata invece la cassaforte dell?oro americano. Prima del 1932, quando fu eletto Franklin D. Roosevelt, le monete d?oro circolavano come moneta legale, e i lingotti erano posseduti da banche e privati: come parte del New Deal,

Terremoto: già in moto la macchina della solidarietà ( da "Panorama.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile del Lazio Maurizio Pucci che è, dai momenti successivi alle scosse avvertite molto forti anche a Roma, nella sede del Dipartimento nazionale del Dipartimento la Protezione civile e Roma in via Ulpiano. Dall'Umbria Dall'Umbria in soccorso delle popolazioni dell'Abruzzo colpite dal terremoto è già partita una squadra di tecnici della Regione e si sta organizzando

Terremoto in Abruzzo: in 100 dalla nostra regione ( da "Sanremo news" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come richiesto alla Liguria dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per dare sostegno a 250 persone colpite dal terremoto; da questa notte, appena saputa la notizia, la Protezione Civile della nostra Regione si è allertata per coordinare gli aiuti, diretti dal Responsabile regionale Mino De Luigi con il coordinamento dell?

Protezione Civile e VVF di Imperia contribuiranno in Abruzzo ( da "Sanremo news" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dalla Protezione Civile ai Vigili del Fuoco. "La protezione civile comunale di Imperia è pronta a partire per l'Abruzzo", comunicava questa mattina l'Assessore Adolfo, che ha dato ufficialmente la disponibilità del gruppo volontari della protezione civile a far parte della colonna mobile che la Regione liguria sta organizzando.

L'Onu studia la risposta Ma la Cina frena gli Usa ( da "Nuova Ferrara, La" del 06-04-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Onu studia la risposta Ma la Cina frena gli Usa NEW YORK. Sedici ore dopo il lancio di un missile balistico nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa l'approvazione di un documento non vincolante,

BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20 ... ( da "Nuova Ferrara, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il Dipartimento della Protezione Civile - sono Forlì, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Faenza. Dalle verifiche effettuate dalla 'Sala situazione Italia' del Dipartimento della protezione Civile non risultavano ieri notte danni a persone e/o cose. La scossa è stata avvertita nel ferrarese e nell'imolese e distintamente dalla popolazione anche al confine fra le Marche e la Romagna.

In Abruzzo si scava, 40 morti ( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier.

Non si vive di solo export ( da "Corriere Economia" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Li isolerebbe maggiormente dai rischi della globalizzazione. Invece si continua a sentire la demonizzazione della finanza e degli altri servizi. Ci dovremmo interrogare sul perché in Italia non siamo capaci di far nascere e crescere grandi imprese dei servizi come Wal-Mart o come Starbucks piuttosto che progettare solo schemi di protezione della manifattura.

Una schedina etica ( da "Corriere Economia" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche Usa e Cina. L'attestato di eticità, sia chiaro, va a pochissimi Stati. Solo a quelli che dimostrano di avere una buona governance, ovvero un forte impegno nel contenimento del debito pubblico, una costante attenzione al sociale, all'occupazione, ai diritti umani, alle pari opportunità, all'ambiente.

In Abruzzo si scava, più di 50 morti ( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier.

Paesi crollati: oltre 50 morti,... ( da "Giornale.it, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: hanno raggiunto la sala operativa della protezione civile e in questo momento Rocca è in elicottero con il capo della protezione civile per il sopralluogo. L?organizzazione sta anche inviando attrezzature sanitarie in Abruzzo, tra cui un posto medico avanzato e le unità cinofile. è stata anche organizzata una raccolta a livello nazionale per far confluire tutto il necessario nell?

Con le commodity torna la speranza ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E potrebbero essere un modo per la Cina e altri paesi di diversificare le loro riserve valutarie. Il campo delle commodity è ampio. Vi figurano comparti che rispondono a logiche diverse: com?è il caso del petrolio, dominato dall?Opec, da interessi politici e dalle decisioni, a volte bizzarre, di qualche dittatore;

"Fermate i predatori dei future che muovono il 97% degli scambi" ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: È vero che la Cina sta comprando a mani basse sul mercato? «La Cina, oggi come in passato, è una bugia, uno spauracchio buono per muovere i mercati. E riempire le casse della speculazione. Certo Pechino è tornata sul mercato. Ma solo in ottica industriale.

L'Ilva dimezzata ora teme la Cina ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ilva dimezzata ora teme la Cina SIDERURGIA / Fino allo scorso anno il gruppo Riva ha portato conti in costante miglioramento ma ora l?epoca delle vacche grasse sembra finita GIORGIO LONARDI E? come un motore che marcia a tre cilindri, l?Ilva di Taranto. Non fatevi ingannare dalle descrizioni agiografiche: la «cittadella» dell?

PROTEZIONE CIVILE LAZIO: OLTRE 200 VOLONTARI SUL POSTO ( da "Sabina Oggi Online" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile nazionale per le operazioni di soccorso. Altrettante sono state allertate e sono pronte a operare. La Protezione civile regionale ha messo a disposizione dei soccorsi tre elicotteri regionali normalmente utilizzati per la lotta agli incendi, mentre i volontari della Protezione civile del Lazio hanno già portato in Abruzzo centinaia di tende per ospitare persone,

BOX OFFICE: IL CARTOON "MOSTRI CONTRO ALIENI" BATTE IL CANE MARLEY. AVATI TERZO IN USA VINCE "FAST & FURIOUS" CRUISE-TRAVOLTA PER BUTCH CASSIDY - FARRAH FAWCETT GRAVISSIMA SI ( da "Dagospia.com" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Marco Umberti, finanziato da un gruppo di imprenditori di Prato, ha fatto Cenci in Cina, il primo film sulla conquista del mercato tessile e la difficile convivenza tra cinesi e pratesi. Interpreti Francesco Ciampi, Alessandro Paci, Man Lo Zhang. [06-04-2009] farrah fawcett

La Corea sfida il mondo. Gli Usa: stop alle atomiche ( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina invita alla calma, gli Usa si dicono pronti a sostenere nuove sanzioni contro Pyongyang. LA MINACCIA del regime comunista nord coreano tuttavia non ferma lo slancio pacifista di Barack che nel suo discorso più ricco di significati simbolici dell'intera missione annuncia di chiedere al senato americano l'immediata ratifica del bando sui test nucleari che potrà entrare in vigore

PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio del vettore nordcoreano è precipitato nell ... ( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il Giappone e gli Stati Uniti hanno chiesto e ottenuto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Cina e la Russia sollecitano moderazione. La presidenza ceca dell'Unione Europea ha condannato «con fermezza» l'iniziativa della Corea del Nord. Israele chiede alla comunità internazionale «iniziative più aggressive».

Dal Corpo Forestale alla Protezione civile, grande esercitazione all'aeroporto ( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dal Corpo Forestale alla Protezione civile, grande esercitazione all'aeroporto Lunedì 6 Aprile 2009, Belluno Si terrà questa mattina con inizio alle 10 alla base elicotteri del Corpo forestale dello Stato (all'interno dell'aeroporto di Belluno) un'esercitazione congiunta tra le diverse specialità del Corpo nel sistema Veneto.

ORATORE SUPERPAGATO Blair intasca 200mila euro per mezz'ora di chiacchiere Tony Bl... ( da "Gazzettino, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il leader costruttore di nazioni nella globalizzazione» e «Il leader integro negoziatore». Discorsi che la stampa britannica giudica come un "collage" di noiose banalità. Ma forse la pacchia finirà: stando all'Independent, il premier Gordon Brown avrebbe dato l'ok, a denti stretti, alla nomina dell'amico-rivale a futuro presidente dell'Ue (avrà un lauto stipendio,

Il lancio del missile coreano mette in allarme l'Oriente ( da "Gazzettino, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.

Berlusconi invitato alla Casa Bianca prima del summit del G8 di luglio ( da "Gazzettino, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India, Cina. Nella conferenza stampa, Berlusconi rispondendo a una domanda ha confermato: «Il presidente Obama mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei cronisti: «Ci siamo parlati un mare di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data, che sarà prossimamente».

In Abruzzo si scava, oltre 90 morti ( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier.

ANTONIO FATIGUSO TOKYO. LA COREA DEL NORD, IN APERTA SFIDA ALLA COMUNITà INTERNAZIONALE, AGL... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza.

IL LAVORO PERSO, COME IN ALTRI CASI LO SCACCO SCOLASTICO, O LA DELUSIONE SENTIMENTALE, SONO SOLO L&#... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-04-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che non tiene conto di cosa significhi essere soli nel mondo globalizzato di oggi. Un mondo in cui gran parte delle appartenenze che hanno sempre rappresentato la rete di salvataggio dell'essere umano in difficoltà (la famiglia, l'etnia di origine, la cultura e solidarietà della classe di provenienza, la religione), sono state violentemente attaccate dai modelli dominanti,

Sisma in Abruzzo: in allerta anche il gruppo della Protezione Civile sambenedettese ( da "Quotidiano.it, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Volontari della Protezione Civile di San Benedetto in azione (Foto d'archivio) Anche il gruppo comunale di San Benedetto della Protezione Civile è in allerta in vista di un possibile intervento nelle zone colpite dal terremoto in Abruzzo. La sede di Viale dello Sport (sul lato sud del Palaspeca) è aperta dalle ore 9 alle 12,

La Protezione civile invia aiuti - Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Protezione civile invia aiuti - Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli Cinque centro operativi misti sono stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto della scorsa: all?Aquila, a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica.

Scajola: segni di ripresa entro l'anno ( da "Tempo, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: soprattutto la Cinquecento e le Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «è stata enfatizzata una divisione che non c'era.

Corea del Nord, niente accordo all'Onu ( da "Stampaweb, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Russia condividono i timori, ma «appaiono caute», ha aggiunto Nakasone, alle prese con una giornata di colloqui con i suoi omologhi dei Paesi che occupano i seggi permanenti (e con diritto di veto) del Consiglio di sicurezza: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito.

La macchina dei soccorsi in moto: nelle zone colpite aiuti da tutta Italia ( da "Stampaweb, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: grande scossa sismica anche Anpas ha attivato la sala operativa nazionale di protezione civile che ha il ruolo di coordinamento generale di tutti gli interventi. Lavora a stretto contatto con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e con i responsabili di protezione civile Anpas regionali. Per prestare i primi soccorsi sanitari sono già partiti 40 mezzi di soccorso da Toscana,

In Abruzzo si scava, 100 morti ( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier.

La Protezione civile invia aiuti - A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna ( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Protezione civile invia aiuti - A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna Cinque centro operativi misti sono stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto della scorsa: all?Aquila, a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica.

Terremoto, soccorsi in Abruzzo da tutta la regione ( da "Dire" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: agenzia regionale di Protezione civile Demetrio Egidi, in costante raccordo con Guido Bertolaso e col presidente dell'Abrusso Gianni Chiodi. La Protezione civile regionale sta inviando in Abruzzo una sezione della Colonna mobile regionale destinata all'assistenza alla popolazione, due Posti medici avanzati per il soccorso sanitario in collaborazione con il 118,

Svetlana Medvedeva, la zarina dal volto umano ( da "Panorama.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Non teme che il processo di globalizzazione in atto nel mondo possa influire in qualche modo sulla cultura russa e su quelle delle più di centocinquanta etnie che popolano il territorio della Federazione? Non credo che ci siano particolari motivi per preoccuparsi. La cultura russa ha alle spalle una storia secolare e oltre a costituire parte integrante,

Terremoto: Romagna in colonna ( da "Fò Romagna, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: si informa che è in partenza la Colonna Mobile della Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna con un presidio medico avanzato e un modulo di assistenza alla popolazione. A questa prima fase di intervento è interessata anche la Protezione Civile di Forlì-Cesena, che infatti è stata allertata ed è perciò pronta a recarsi sui luoghi del disastroso terremoto.

Terremoto in Abruzzo: la Protezione civile si mobilita ( da "Quotidiano.it, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile si mobilita Porto San Giorgio | Da domani tre volontari per ogni gruppo comunale di Protezione civile: a disposizione oltre 500 posti letto degli alberghi di Porto San Giorgio. di Chiara Marzan i soccorsi Il terremoto che ha fortemente colpito la Regione Abruzzo nella scorsa notte si è sentito anche nelle Marche e il Sindaco di Porto San Giorgio è intervenuto

Paesi distrutti, edifici crollati 1.500 feriti, 250 dispersi. In 100 mila sono senza casa Piove: difficoltà nei soccorsi ( da "Corriere.it" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: scorso 16 gennaio con centinaia di scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in guardia della scorsa settimana su un'imminente scossa del ricercatore Giuliani,

In Abruzzo si scava, 150 morti ( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier.


Articoli

La sociologa delle città globali (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

SASKIA SASSEN La sociologa delle città globali» Saskia Sassen (nella foto in alto, a destra) è nota in Italia soprattutto come teorica delle «città globali», ma l'oggetto della sua analisi è più in generale la sociologia della globalizzazione (ha fatto anche parte del «gruppo di Lisbona»). Sassen ha insegnato alla London School of Economics e all'Università di Chicago. Attualmente è ordinaria di sociologia e membro del Committee on Global Thought alla Columbia University di New York. Tra i suoi libri tradotti in italiano: Territorio, autorità, diritti (Bruno Mondatori, Milano 2008); Una sociologia della globalizzazione (Einaudi, Torino 2008); Globalizzati e scontenti (Il Saggiatore, Milano 2002); Migranti, coloni, rifugiati: dall'emigrazione di massa alla fortezza Europa (Feltrinelli, Milano 1999); Città globali: New York, Londra, Tokyo (Utet, Torino, 1997); Le città nell'economia globale (Il Mulino, Bologna 1997).

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Annullata marcia degli operai (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA Annullata marcia degli operai È stata annullata la marcia di un migliaio di operai licenziati che erano partiti l'altroieri sera da Shijiazhuang, nella provincia dell'Hebei, per raggiungere Pechino, dove intendevano protestare presso le autorità centrali. Gli operai sono stati convinti a rientrare a Shijiazhuang da funzionari del governo dell'Hebei. La contrazione della domanda in Europa e negli Usa ha provocato nei mesi scorsi un crollo delle esportazioni. Centinaia di fabbriche sono state chiuse e si calcola che almeno 20 milioni di operai abbiano perso il posto di lavoro.

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Prove di disgelo. Una delegazione Usa giunta all'Avana (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CUBA Prove di disgelo. Una delegazione Usa giunta all'Avana (m.m.) Anche se - finora - sembra improbabile che Obama faccia il gran passo di revocare una volta per tutte il blocco da 47 anni in vigore contro Cuba (fra l'altro con risultati opposti a quelli che l'embargo si propone), la ventata d'aria portata dall uovo presidente Usa sta smuovendo un po' di polvere nei rapporti fra i due paesi dopo il grande freddo degli 8 anni di Bush (ma gli 8 di Clinton non furono meglio). Ieri è arrivata all'Avana una delegazione di 7 deputati democratici, neri del Black Caucus del Congresso, per una visita di 6 giorni a Cuba. L'obiettivo è sondare le possibilità di aprire un dialogo bilaterale perché, come ha detto Marcia Fudge, deputata democratica dell'Ohio, «riteniamo che questo è il miglior momento per iniziare un dialogo con Cuba». Come per smorzare speranze eccessive, la capo-delegazione Barbara Lee, democratica della California, ha voluto chiarire che il gruppo non va a Cuba con alcun mandato del presidente: «Non portiamo alcun messaggio di Obama. Siamo venuti per nostra iniziativa». Anche se le delegazioni del Congresso, di governatori statali e di businessmen Usa ormai non sono più una novità per Cuba, è inevitabile che il dinamismo di Obama faccia correre la fantasia o, per converso, accenda i timori dei settori più ultrà dell'anti-castrismo militante sia negli Usa sia a Cuba. E' di pochi giorni la decisione di Obama di revocare alcune delle disposizioni più suicide decretate da Bush, come la limitazione dei viaggi e delle rimesse per i cubano-americani. E di soli tre giorni fa l'iniziativa autonoma ma convergente di due progetti di legge per la liberalizzazione completa dei viaggi a Cuba - oggi proibiti - per tutti i cittadini Usa, presentati in senato da un gruppo di senatori bipartisan e alla camera da 120 deputati anch'essi bipartisan. La delegazione all'Avana, salutata all'esterno dell'hotel Nacional da Johnatan Farrel, capo della Sezioni d'interessi Usa, e all'interno da Dagoberto Bolaños, capo della Sezioni d'interessi cubana a Washington, ha in programma vari incontri, fra gli altri con Ricardo Alarcon, presidente del parlamento, e Bruno Rodriguez, il nuovo ministro degli esteri. Si parla anche della possibilità che sia ricevuta da Raul Castro. Nonostante il blocco, dal 2001 le vendite Usa (specie agricole) a Cuba sono andate via via aumendo e oggi l'intercambio è sui 700 milioni di dollari l'anno. Ormai gli Stati uniti sono il quinto partner commerciale di Cuba dopo Venezuela, Cina, Canada e Spagna. La liberalizzazione dei viaggi per i cittadini Usa avrebbe un doppio impatto: porterebbe un enorme aumento nell'afflusso di dollari e costituirebbe una grande sfida ideologica per la rivoluzione.

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"Ma la crisi non è solo economica È anche politica e culturale" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

"Ma la crisi non è solo economica È anche politica e culturale" Nella crisi gli equilibri del mondo cambiano; l'arte di chi dirige deve essere di indirizzarli verso un assetto dove la forza della legge prevalga sulla legge della forza. Attingendo alla sua esperienza di banchiere centrale e di ministro, dietro le quinte dei vertici internazionali, Tommaso Padoa-Schioppa nel suo libro appena uscito La veduta corta (conversazione con Beda Romano sul grande crollo della finanza, ed. Mulino, pp. 188, e14) denuncia gli errori che ha visto commettere. Sostiene che oggi una grande occasione può essere colta dai governanti, perché la globalizzazione diventi più equa e meno fragile; vede motivo di sperare soprattutto in Obama, e paradossalmente nella Cina, paese che pur non essendo democratico «ha lo sguardo lungo della sua storia e della sua filosofia». Nel suo libro lei dice che stiamo vivendo una crisi non soltanto economica, ma politica e culturale; che siamo guidati da classi dirigenti responsabili di gravi errori di miopia. «Nei passati 15 anni i motori della forte crescita erano due, gli Usa e l'Asia orientale: l'uno fondato sul superfluo e sul debito, l'altro sul risparmio e sull'accumulazione. Penso che il motore americano non potrà e non dovrà più esercitare la stessa spinta. Quel motore sovralimentato ha fuso. Uscire dalla crisi non potrà significare ritornare sul sentiero che vi ci ha portato. Bisogna che questo lo capisca la società, che lo capiscano e lo spieghino soprattutto coloro che in essa hanno un ruolo di guida, come governanti, intellettuali, imprenditori, sindacalisti. Capisco che al momento tutto lo sforzo sia volto a non cadere nel baratro di una recessione pesante; ma occorre rendersi conto che nessuna politica economica potrà evitare un rallentamento, per molti anni, della crescita del paese più ricco». Un banchiere francese che è anche uomo di cultura, Michel David-Weill, vede negli ultimi anni, come in quelli che portarono alla grande crisi degli Anni 30, un identico segno di hybris: «la parte più ricca delle nostre società ha esagerato». I dimostranti di Londra hanno creduto di vendicarsene sfasciando le vetrine delle banche. Quali sono le colpe, secondo lei? «Negli Stati Uniti una politica volta a favorire con il credito l'acquisto della casa per tutti permetteva di affermare che si premiava anche il ceto medio-basso, proprio mentre si allargava la forbice tra i redditi, si riduceva l'imposta ai più abbienti e i dirigenti di azienda assegnavano a se stessi retribuzioni elevatissime. La parte più ricca ha speciali responsabilità, ma la hybris è più generale. Questa è la crisi di un modello di crescita senza formazione di risparmio, di consumo a credito, di accumulo di debito. Credo che le sue determinanti siano state tre: l'ideologia fondamentalista del mercato, la veduta corta (dei mercati, della politica, delle imprese, dei consumatori, delle classi dirigenti), il nazionalismo delle politiche economiche». Lei esorta a seguire Immanuel Kant, non Thomas Hobbes, nel costruire il governo del mondo. Ovvero: in una fase che vedrà ridimensionarsi gli Stati Uniti e crescere altre potenze, un assetto alla Hobbes, fondato su aggiustamenti successivi dei rapporti di forza, ci regalerebbe anni e anni di instabilità; mentre occorre progettare un passaggio di poteri dagli Stati - dagli Usa in primo luogo, ma anche da altri - alle organizzazioni internazionali: kantianamente, la forza della legge, per una globalizzazione che sia governata. Il vertice G-20 della settimana scorsa in che direzione si è mosso? «Il risultato di Londra andrà valutato con calma. Mi pare migliore delle polemiche che avevano preceduto il vertice. Non mi erano piaciute le esortazioni americane agli europei. Neppure ho mai condiviso la concezione, molto popolare in Germania, secondo cui per l'equilibrio internazionale basta che ognuno tenga ordine in casa propria. No, occorre assumersi responsabilità globali». Obama ha riconosciuto, proprio a Londra, che gli Usa non potranno più svolgere il ruolo di prima. Le crisi sono il momento propizio per allungare lo sguardo. Quanto ci riescono, le classi dirigenti del mondo? «Che alla Casa Bianca ci sia una personalità eccezionale come Barack Obama continua a dare grande speranza. Poi è una novità importantissima la proposta della Cina sul nuovo assetto monetario internazionale. Non va assolutamente lasciata cadere». Molti governanti dell'Occidente si sono riempiti la bocca dell'auspicio di «una nuova Bretton Woods». Poi l'unica proposta è venuta dal governatore della Banca di Cina, Zhou Xiaochuan, per una moneta collettiva, diversa dal dollaro, gestita dal Fmi. Pare simile alle idee del suo libro. «Conosco da anni il governatore Zhou e sono certo che il passo di estrema importanza da lui compiuto abbia il consenso del governo del suo paese. Le idee di Zhou sono forse poco popolari tra i banchieri centrali e gli economisti dell'ultima generazione, ma partono dall'esigenza profonda e reale di dare all'economia globale un suo standard monetario diverso da una moneta nazionale governata per fini nazionali. A mio giudizio sarebbe un delitto se la proposta fosse lasciata cadere e faccio quanto posso perché ciò non avvenga. Abbiamo un'opportunità da cogliere al volo, in questa fase in cui la Cina emerge come grande soggetto politico mondiale, ma ha ancora bisogno del riconoscimento delle altre potenze. Se il tema posto dai cinesi non sarà affrontato con un atteggiamento aperto, il rischio è che l'effetto combinato di mercati nervosi e miopi, e di politiche monetarie nazionalistiche, aggravi la crisi. Non si può pensare che il sommarsi del crollo della finanza americana, di una crescita mondiale più lenta e della decelerazione del commercio lascino inalterato il ruolo del dollaro». Strano che un paese autoritario come la Cina scelga una via, come lei dice, kantiana. «Kant pensava che la pace nel mondo dovesse presupporre l'affermarsi, ovunque, di regimi repubblicani, non di autocrazie. Mi pare che la Cina di oggi sia governata da una oligarchia; un'oligarchia illuminata per gli aspetti attinenti all'economia, fondata sulla cooptazione dentro un partito comunista che ha 60 milioni di iscritti e recluta i talenti migliori. Nella fase attuale, poi, la Cina ha bisogno di essere ammessa ai club internazionali, e forse per questo si dimostra pronta ad accettarne le regole, o a stabilirne insieme di nuove».

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Scossa di terremoto tra le Marche e la Romagna e nell'Aquilano (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma | 5 aprile 2009 Scossa di terremoto tra le Marche e la Romagna e nell'Aquilano sismografo Attorno alle 22.20 e' stata avvertita una forte scossa di terremoto in alcune zone dell'Emilia-Romagna. In particolare la scossa e' stata avvertita nel ferrarese e nell'imolese. Non si hanno ancora notizie di eventuali danni a cose o persone. La scossa, particolarmente intensa, e' stata avvertita anche nel Forlivese, nella zona dell'appennino, nel Cesenate e a Rimini e nel Bolognese. A Forli' e Cesena alcune persone sono anche scese in strada. Per la protezione civile dell'Emilia-Romagna, il sisma ha avuto epicentro nella zona dell'appennino forlivese, e sono in corso verifiche sui danni. L'epicentro Ha avuto magnitudo 4.6, con epicentro tra i comuni di Forli', Forlinpopoli e Castrocaro Terme, in provincia di Forli', e di Faenza in provincia di Ravenna, la scossa che e' stata avvertita questa sera in varie regioni dell'Italia centrale. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione civile. Il dato tecnico e' dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. La scossa e' avvenuta alle ore 22.20. Dalle verifiche della Protezione civile, non risultano al momento danni a persone o cose. Scossa avvertita fino a Trieste E' stata avvertita anche a Trieste la scossa di terremoto che intorno alle 22:20 ha interessante alcune zone dell'Emilia Romagna. La scossa - si e' saputo dalla Sala Operativa di Palmanova (Udine) della Protezione Civile - e' stata sentita in varie zone di Trieste, a Muggia (Trieste), Grado (Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che ai piani alti di varie localita' lungo la costa friulana. L'epicento - secondo i rilevamenti della rete sismica della stessa Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia - e' stato localizzato nella zona di Ravenna, con intensita' fra il quarto e il quinto grado della scala Richter. Alla Protezione Civile sono giunte varie telefonate da localita' costiere friulane e giuliane, ma non sono segnalati ne' danni, ne' feriti. Scossa anche nell'Aquilano Una scossa sismica e'stata avvertita alle 22.48 dalla popolazione nella provincia de L'Aquila. Le localita' prossime all'epicentro sono state L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppio. Dalle verifiche effettuate dalla sala situazione del Dipartimento della Protezione Civile, non risultano al momento danni a persone o cose. La scossa sarebbe stata di magnitudo 3.9, secondo quanto appreso dai Vigili del Fuoco dell'Aquila, che hanno ricevuto molte telefonate da gente allarmata. Molti cittadini hanno abbandonato le abitazioni. Per il momento non si segnalano danni a persone o cose.

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Forte scossa tra Marche ed Emilia (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'epicento è stato localizzato nella zona di Ravenna. Avvertita fino a Trieste Forte scossa di terremoto (4,6° Richter) al confine tra Marche ed Emilia Romagna Il sisma ha interessato in particolare il Pesarese, Urbino e Ancona. Non si registrano danni a persone o cose BOLOGNA - Una scossa di terremoto di magnitudo 4.6 è stata avvertita distintamente alle 22:20 dalla popolazione al confine fra le Marche e la Romagna. Lo ha confermato la Protezione civile regionale delle Marche. L'EPICENTRO - L'epicentro si è concentrato nella zona tra Forlì, Castrocaro Terme, Faenza e Forlimpopoli. L'ipocentro ad una profondità di 28,2 km, quindi particolarmente profondo. Le verifiche della protezione Civile, insieme con Vigili del Fuoco e Prefetture, non segnalano danni a persone o cose. Proprio per la profondità del sisma, ha spiegato l'ing. Demetrio Egidi, responsabile della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, l'area di risentimento, dove cioè è stata avvertita, è stata vasta: ci sono state segnalazioni dalla Toscana, dal Veneto e dal Friuli. Nelle prossime ore saranno compiuti ulteriori accertamenti alla ricerca di eventuali danni. Del sisma sono stati subito informati il presidente della Regione Vasco Errani e l'assessore alla Protezione Civile, Marioluigi Bruschini. TRIESTE - La scossa - si è saputo dalla Sala Operativa di Palmanova (Udine) della Protezione Civile - è stata sentita in varie zone di Trieste, a Muggia (Trieste), Grado (Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che ai piani alti di varie località lungo la costa friulana. stampa |

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Lanciato il missile coreano (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Convocato il consiglio di sicurezza. gli stati uniti: «nuove sanzioni» La Corea lancia il missile, l'Onu si mobilita L'esercito americano: «Test fallito» Il razzo è finito nel Pacifico, al largo del Giappone. Gli Usa: «Ci saranno conseguenze». Critica la Farnesina MILANO - La Corea del Nord ha lanciato il controverso missile a lunga gittata che da giorni teneva sul chi vive le autorità del Giappone, il Paese che più direttamente si sente minacciato dalla potenza militare del regime di Pyongyang. Proprio dal Giappone sono arrivate le prime informazioni sul test effettuato. VOLO NEL PACIFICO - Il missile-satellite nordcoreano è finito nell'oceano Pacifico dopo 13 minuti di volo, in base a calcoli ancora approssimativi e secondo quanto riferisce il portavoce del governo nipponico, Takeo Kawamura. Il lancio è avvenuto intorno ore 11.30 ora locale, le 4,30 in Italia. Il primo modulo del vettore sarebbe finito nel mar del Giappone (il tratto di mare fra la penisola coreana e l'arcipelago nipponico), come previsto, mentre il secondo sarebbe caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.200 chilometri di distanza dalla costa nipponica, invece degli oltre 2.000 stimati da Pyongyang. Il razzo avrebbe superato il Giappone 7 minuti dopo l'accensione e sarebbe finito nell'oceano dopo 13 minuti. «È un episodio disdicevole», commenta Kawamura, per il quale, a prescindere dall'effettivo lancio di un satellite o di un missile, la Corea del Nord «ha comunque violato le risoluzioni dell'Onu. Faremo di tutto per riportare la questione in seno al Consiglio di sicurezza». Le forze armate giapponesi, in ogni caso, pur essendo state messa in allerta, non hanno effettuato tentativi per intercettare il razzo. LA CONDANNA DELLA NATO CONDANNA - Anche la Nato condanna il lancio: «Questo lancio è altamente provocatorio e in violazione della risoluzione delle Nazioni Unite 1718 che proibisce alla Corea di sviluppare o lanciare missili balistici», ha affermato il segretario generale dell'Alleanza Jaap de Hoop Scheffer in una nota.. «Questo lancio», ha aggiunto Scheffer, «non farà che peggiorare la preoccupazione sulla Corea del Nord nella regione e oltre, e complicare i negoziati a sei: chiedo alla Corea del Nord di sospendere queste azioni provocatorie e rispettare immediatamente una moratoria su tutti i lanci di missili a lungo raggio». GLI USA: «NUOVE SANZIONI» - Le reazioni, a livello internazionale, sono state immediate. Non c'è infatti solo il Giappone a criticare la decisione della Corea del Nord di procedere con l'esperimento nonostante la comunità internazionale avesse formalmente chiesto di soprassedere. Un portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Fred Lash ha affermato che gli Stati Uniti lo considerano «un atto di provocazione», che spingerà gli Stati Uniti a compiere i «passi appropriati» affinché Pyongyang «sappia che non può minacciare la sicurezza altrui impunemente». Lo stesso presidente americano Barack Obama, da Praga dove partecipa al vertice Ue-Usa, ha detto che il lancio è «una chiara violazione delle norme dell'Onu» e che Pyongyang «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». «Oggi, il lancio di un missile Taepodong-2 è stata una chiara violazione della risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite - ha precisato un comunicato diffuso dalla delegazione statunitense a Praga - , che vieta espressamente alla Corea del Nord di condurre attività legate al lancio di missili balistici di qualsiasi tipo». Per gli Stati Uniti una risposta appropriata al missile lanciato dalla Corea del Nord «consisterebbe in nuove sanzioni» delle Nazioni Unite contro Pyongyang ha spiegato l'ambasciatore Usa all'Onu Susan Rice. ESERCITO DEGLI STATI UNITI «TEST FALLITO» - Dall'esercito degli Stati Uniti arriva la notizia invece che la Corea del Nord non è riuscita a mettere in orbita il suo satellite. Pyongyang sostiene invece di essere riuscita a «mettere in orbita un satellite». CONDANNA DELLA FARNESINA - Anche il ministero degli Esteri italiano condanna il lancio. L'azione di Pyongyang - si legge in una nota del ministero degli Esteri - complica ulteriormente la soluzione della questione nucleare nordcoreana ed ostacola il raggiungimento di un clima di fiducia e distensione che possa favorire la stabilità nella regione. L'Italia, anche in qualità di presidente del G8 e alla luce del suo impegno a favore della non proliferazione e del disarmo, chiede alla Corea del Nord di rispettare le pertinenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di sospendere tutte le attività collegate al suo programma missilistico, nonchè di rinunciare alle armi ed ai programmi nucleari. Condanne sono arrivate anche dalla Ue e dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon. CINA E RUSSIA: «PRUDENZA» - La Cina, ha invece fatto sapere la portavoce del ministero degli esteri di Pechino Jiang Yu, ha «preso atto» della «attività di lancio» intrapresa oggi dalla Corea del Nord e «spera che tutte le parti interessate rimangano calme ed esercitino la moderazione, gestiscano la situazione in modo appropriato e lavorino insieme per salvaguardare la pace e la stabilità nella regione». La Cina è alleata della Corea del Nord e non ha finora chiarito quale posizione intenda prendere nel Consiglio di sicurezza dell'Onu. Pechino ha promosso e ospitato i colloqui a sei con le due Coree, gli Usa, il Giappone e la Russia iniziati nel 2003. I colloqui, che hanno prodotto un accordo di massima sul disarmo nucleare di Pyongyang, sono bloccati dall' anno scorso. Anche la Russia, stando a quanto afferma un responsabile del ministero degli Affari esteri citato dall'agenzia Ria Novosti, fa appello alla prudenza nella regione e dice di esaminare la questione della violazione delle violazioni da parte di Pyongyang delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu: «Noi cerchiamo di sapere se si tratti di una violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e chiamiamo tutte le parti interessate a guardarsi da ogni azione che possa innescare un aumento delle tensioni nella penisola coreana». IL CONSIGLIO DI SICUREZZA - Domenica mattina Barack Obama ha pronunciato un atteso discorso sulla proliferazione nucleare: «L'esistenza di migliaia di armi nucleari è l'eredità più pericolosa della guerra fredda. Intere generazioni hanno vissuto con la consapevolezza che il mondo potesse essere distrutto in pochi istanti. Dobbiamo agire per vivere liberi dalla paura nel 21esimo secolo». stampa |

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Pyongyang lancia il missile, ma non in orbita (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano La crisi coreana Minaccia per la pace Pyongyang lancia il missile, ma non in orbita Il vettore ha sorvolato il Giappone ed è precipitato Obama: la Corea del Nord ulteriormente isolata Missili nord e sud coreani esposti al Museo della guerra di Seul TOKYOLa Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza subito smentita da Seul e Washington, secondo i quali il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo Oriente e nel mondo, che ha portato ad una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. «Con questo gesto provocatorio - ha detto Barack Obama -, la Corea del Nord ha ignorato i suoi obblighi internazionali, respinto gli appelli inequivocabili alla moderazione e si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». Il presidente Obama, ha replicato da Praga dicendo che il lancio è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Vendicato il flop del 2006 Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il Ministero della difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perché il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Gli analisti concordando nel considerare il lancio un test per verificare la capacità di colpire l'Alaska con un missile Taepodong-2. Per Obama è la prima grande sfida sullo scenario internazionale e, consapevole della gravità della questione, si è fatto svegliare alle quattro del mattino per farsi dare la notizia del lancio. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto alla vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone a 270 chilometri da Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano in appena 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Secondo Seul, il razzo è sembrato trasportare un satellite, mentre Tokyo propende per una maggiore prudenza, rimandando a un esame più approfondito. Il sistema d'allerta giapponese Il sistema d'allerta giapponese questa volta si è messo in azione ad appena una manciata di minuti dall'arrivo del vettore. Il premier Aso nel tardo pomeriggio ha potuto dire, tirando un respiro di sollievo, che «le misure adottate sono andate piuttosto bene». A distanza di poche ore Pyongyang ha rivendicato ufficialmente il successo: «I nostri scienziati e tecnici sono riusciti a mandare in orbita il satellite per le tlc Kwangmyongsong-2 attraverso il vettore Unha-2 (che Usa, Corea del Sud e Giappone ritengono essere un missile a lunga gittata, il Taepodong-2, capace di montare una testata nucleare e trasportarla fino ad Alaska e Hawaii, ndr), in base al nostro piano di sviluppo spaziale», scrive la Kcna. Il lancio «è avvenuto alle 11.20 del mattino, mentre il satellite è entrato in orbita due secondi dopo le 11.29 del mattino» e «trasmette sulla terra le melodie immortali delle rivoluzionarie trionfali "Canzone del Generale Kim Il-sung" e "Canzone del Generale Kim Jong-il"». Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu (riunitosi alle 15 di ieri a New York, le 21 in Italia), per consultazioni in relazione alla questione «non proliferazione / Corea del Nord». La diplomazia al lavoro I responsabili delle diplomazie di Tokyo e Washington, Hirofumi Nakasone e Hillary Clinton, hanno concordato sull'invio di «un messaggio forte» al Consiglio. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.

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Gli Usa: violate le risoluzioni Onu, sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Gli Usa: violate le risoluzioni Onu, sanzioni Riunito d'urgenza il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma Cina e Russia frenano NEW YORK Sedici ore dopo il lancio di un missile balistico nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta «dichiarazione presidenziale» che richiede però l'unanimità. In accordo con il Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Stati Uniti premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà impossibile però ottenerlo, visto che la Cina, e in una minor misura la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. L'ambasciatore americano presso l'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere con chiarezza che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti «questa mattina con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa, «gli Usa sono convinti che la migliore delle risposte sia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. La Rice ha ricordato che in una risoluzione del 2006, dopo il lancio di un primo missile nordcoreano, il Consiglio di Sicurezza «aveva chiesto di porre un termine a tutte le attività missilistiche e di non lanciare più missili». Gli Usa, prospettando al Consiglio di Sicurezza «una risposta delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una violazione della risoluzione (esistente). Quindi torneremo al lavoro per rafforzare l'attuale regime (di sanzioni), aggiungendo nella risoluzione» che siamo sempre pronti all'indispensabile dialogo con il Governo di Pyongyang. Secondo i militari Usa, le cose non sono comunque andate come previsto perché la Corea del Nord non è stata in grado di mettere in orbita un satellite con il missile balistico.

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Dura condanna dell'Occidente: A rischio stabilità della regione (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Dura condanna dell'Occidente: «A rischio stabilità della regione» ROMAIl lancio del missile nordcoreano ha suscitato numerose reazioni nei Paesi occidentali, oltre a quella degli Stati Uniti. La reazione più immediata al provocatorio lancio di Pyongyang è stata quella del Giappone, uno dei possibili bersagli del regime nordcoreano. Il premier Taro Aso ha reagito subito, chiedendo la riunione immediata del Consiglio di sicurezza. Di «episodio disdicevole», contrario alle risoluzioni dell'Onu ha parlato il portavoce del Governo del Sol Levante. I cugini della Corea del Sud hanno espresso «delusione e rammarico per il lancio sconsiderato», «una grave minaccia per la sicurezza della penisola coreana e nel mondo». Seul ha affermato che la messa in orbita del satellite nordcoreano, ufficialmente destinato alle telecomunicazioni, è fallita. Il segretario generale delle Nazioni Unite ha giudicato il gesto «non favorevole a promuovere il dialogo, la pace e la stabilità regionale», auspicando tuttavia la ripresa del dialogo a sei (fra le Coree, Cina, Russia, Usa e Giappone). Pechino, alleata della Corea del Nord, ha invece «preso atto» del lancio, auspicando che «tutte le parti interessate rimangano calme ed esercitino la moderazione, gestiscano la situazione in modo appropriato e lavorino insieme per salvaguardare la pace e la stabilità nella regione». Il ministro degli Esteri Yang Jiechi in una dichiarazione riportata sul sito web del ministero ha affermato: «È necessario che tutti guardino al quadro generale», aggiungendo che Pechino «continua a sostenere che è necessario risolvere questa questione con i colloqui». Un appello alla «prudenza» è invece arrivato da Mosca: «Chiamiamo tutte le parti interessate a guardarsi da ogni azione che possa innescare un aumento delle tensioni nella penisola coreana», ha dichiarato il Ministero degli esteri. Per quanto riguarda l'Occidente, la presidenza dell'Unione europea in una nota di «ferma condanna» da Praga sottolinea che il lancio «rende ancora più fragile la stabilità regionale in un momento in cui la questione nucleare nella penisola coreana, che rimane senza soluzione, richiede un rafforzamento della fiducia reciproca». L'alto rappresentante della Politica estera della Ue ha definito il lancio «un atto provocatorio che minaccia la stabilità e la sicurezza nell'Asia nord-orientale in un momento in cui serve invece impegno costruttivo per mandare avanti il processo di denuclearizzazione della penisola coreana». Reazioni anche da parte dell'Italia. Condanna della Farnesina, che in una nota ricorda che il lancio «complica ulteriormente la soluzione della questione nucleare nordcoreana e ostacola il raggiungimento di un clima di fiducia e distensione che possa favorire la stabilità nella regione». Dura la reazione della Gran Bretagna. Il premier Gordon Brown ha definito il lancio nordcoreano come «totalmente inaccettabile» e «una violazione degli obblighi internazionali». Il ministro degli Esteri David Miliband ha parlato di «violazione della risoluzione 1718». Infine la Francia: per il Ministero degli esteri a Parigi, il missile «minaccia la pace e la stabilità regionali».

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Corea, lanciato il missile (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Secondo il governo, il vettore a tre stadi doveva mettere in orbita un satellite per comunicazioni Corea, lanciato il missile L'Occidente s'infuria con Pyongyang, chieste sanzioni Paura a Tokyo Il Giappone è stato sorvolato dopo soli sette minuti TOKYO. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si chiuderà stasera con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità. Da più parti, come il Comando militare Norad degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perchè il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone (il tratto di mare fra la penisola coreana e l'arcipelago nipponico) a 270 chilometri dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano in appena 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. I responsabili delle diplomazie di Tokyo e Washington, Hirofumi Nakasone e Hillary Clinton, hanno concordato sull'invio di «un messaggio forte» al Consiglio. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo».

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Gli Usa chiedono una risoluzione Onu (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gli Usa chiedono una risoluzione Onu Riunione del Consiglio di Sicurezza per rispondere al regime di Kim NEW YORK. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta «dichiarazione presidenziale» che richiede però l'unanimità. In accordo con il Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Usa premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà difficile ottenerla rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere con chiarezza che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti «con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa, «gli Stati Uniti sono convinti che la migliore delle risposte sia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. Gli Stati Uniti, prospettando ai Quindici del Consiglio di Sicurezza «una risposta delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una violazione della risoluzione esistente. Quindi torneremo al lavoro per rafforzare l'attuale regime di sanzioni, aggiungendo nella risoluzione che siamo pronti all'indispensabile dialogo con il governo di Pyongyang».

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la corea del nord lancia il missile nel mondo torna la paura nucleare - federico rampini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 2 - Esteri La Corea del Nord lancia il missile nel mondo torna la paura nucleare Avrebbe potuto portare una testata sulle coste Usa La minaccia Il regime annuncia: un nostro satellite è in orbita attorno alla terra La smentita di Usa e Giappone: il test nordcoreano è fallito, il razzo è finito in mare FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente PECHINO - «Il nostro satellite è in orbita, trasmette melodie dell´immortale inno rivoluzionario alla gloria di Kim Jong Il». è l´annuncio trionfale che la radio di Pyongyang ha dato ieri pomeriggio. Così la popolazione della Corea del Nord, bombardata di propaganda bellica, ha saputo del lancio del missile. Un test con cui il dittatore nordcoreano ha seminato paura nei Paesi vicini, ha tenuto sotto scacco il dispositivo militare americano in Estremo Oriente, e ha sfidato le condanne della comunità internazionale. Nessun satellite è finito in orbita, in realtà. Seguito minuto per minuto dallo spionaggio elettronico degli americani, il primo stadio del missile è stato visto inabissarsi nelle acque tra la penisola coreana e il Giappone. Il secondo e terzo stadio sono finiti nel Pacifico lungo una rotta che puntava dritta verso le Hawaii: primo avamposto degli Stati Uniti, bersaglio simbolico di un´offensiva "asiatica" dai tempi di Pearl Harbor. Fallito il test? In realtà il programma spaziale secondo tutti gli osservatori internazionali era una copertura. Il lancio di ieri doveva dimostrare il cammino compiuto dalla tecnologia balistica di Pyongyang. Un progresso innegabile: nel luglio 2006 un missile analogo era esploso un minuto dopo aver lasciato la \rampa di lancio. David Wright, un esperto indipendente della Union of Concerned Scientists, non ha dubbi sulla reale minaccia: «Un missile come quello sperimentato ieri, se usato per scopi militari potrebbe trasportare una testata di una tonnellata fino alla West Coast degli Stati Uniti». Da ieri è più vicino l´incubo di uno Stato-canaglia capace di colpire l´America con la bomba atomica. Negli ultimi anni la Corea del Nord ha fatto tali progressi nel suo programma nucleare da potersi dotare di otto armi al plutonio. Ieri, più della "fallita" messa in orbita di un satellite che forse non è mai esistito, colpivano altri spettacoli di impotenza. Come quello fornito dalle batterie americane di Patriot 3, dispiegate da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Tutte rimaste inattive: ufficialmente perché il missile non ha minacciato il territorio degli Stati vicini; forse per non rischiare una escalation della tensione, o un imbarazzante fiasco dopo numerosi insuccessi nei test del dispositivo antimissilistico made in Usa. Impotenza evidente anche nella comunità internazionale: il Consiglio di sicurezza dell´Onu è stato convocato in una seduta domenicale d´emergenza, ma al suo interno sono subito emerse le divisioni. Da una parte il blocco filo-Usa, con Giappone e Corea del Sud, favorevole a nuove sanzioni contro Pyongyang. D´altra Russia e Cina hanno invitato alla moderazione. Il governo di Pechino, vero protettore della Corea del Nord, ha esortato «tutte le parti a mantenere la calma». Il vincitore nella prova di forza per ora è Kim Jong Il, il "monarca rosso" che di recente veniva dato per spacciato. Colpito da un ictus, scomparso di scena per diverse settimane, il dittatore comunista sembrava condannato a subire una lotta per la successione pilotata da altri: forse i militari, soggetti a ingerenze cinesi. Con il test di ieri Kim è tornato alla ribalta di prepotenza. Giovedì si riunisce a Pyongyang il Parlamento-fantoccio che lo plebisciterà di nuovo come leader della nazione. Il consenso dei militari si compatta con questo test: è la conferma che resteranno riservate a loro le poche risorse di un Paese ridotto alla fame. Il clima di tensione internazionale legittima il terrore poliziesco e il pugno di ferro sulla popolazione. Anche all´esterno il bilancio è confortante. Kim si è imposto all´attenzione di Obama, "dirottando" un pezzo della sua missione europea. Il ricatto della paura è l´unica arma negoziale in mano alla Corea del Nord, un Paese in rovina che altrimenti verrebbe ignorato. Il passato dimostra che la tattica di Kim funziona. Nel 1998, quando lanciò un primo missile a sorvolare il Giappone, nel 1999 e nel 2002, quando la sua flotta militare aggredì quella della Corea del Sud, nel 2006, quando fece il primo esperimento nucleare: ogni volta il risultato fu di costringere Washington e Seul a nuovi negoziati, nuove concessioni di aiuti economici. Tutti regolarmente accaparrati dal clan di Kim. Da ieri il leader nordcoreano ha anche un argomento in più per il marketing dei suoi missili: la vendita di armi, soprattutto al Medio Oriente, è un´altra preziosa fonte di valuta per il regime.

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obama tra afghanistan e pakistan - ahmed rashid (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 21 - Commenti OBAMA TRA AFGHANISTAN E PAKISTAN AHMED RASHID In questo momento, per Barack Obama la sfida più imponente in politica estera è quella di evitare che il Pakistan e l´Afghanistan sprofondino ulteriormente verso il caos. I Taliban venuti dall´Afghanistan nel 2001 hanno ripreso ad espandersi, e le loro impronte sanguinose dilagano in tutto il Pakistan e nell´Asia centrale. Oggi sono diventati un modello, un esempio da seguire per l´estremismo islamico dell´intera regione, anche se nella tribal belt, l´area tribale dei Pashtun sui due versanti del confine tra Afghanistan e Pakistan, continuano a offrire riparo ad Al Qaeda e a Osama Bin Laden. L´estremismo islamico nella regione costituisce una minaccia diretta per l´Europa, e in misura minore anche per gli Usa. Se prima dell´11 settembre Al Qaeda era presente in un ristretto numero di Paesi, oggi quasi tutti gli Stati europei riconoscono la presenza di cellule di quest´organizzazione terroristica sul loro suolo. Da Madrid a Varsavia, sono stati arrestati centinaia di estremisti, musulmani immigrati ma anche europei bianchi convertiti all´islam, molti dei quali addestrati nella tribal belt. In Afghanistan il potere dei Taliban è in crescita e si estende, a sud e ad est, a un buon terzo del Paese. è la conseguenza della politica fallimentare dell´amministrazione Bush: truppe insufficienti a garantire la sicurezza, pochi mezzi per gli aiuti allo sviluppo, promesse di ricostruzione tradite. Nel 2003 l´Afghanistan è passato in secondo piano a fronte dell´invasione dell´Iraq e dell´impegno Usa in questo Paese. Altro problema: lo scarso coordinamento, in materia di decisioni politiche, di finanziamenti e di aiuti, tra Usa, Unione Europea e Nazioni Unite, con carenze anche più gravi sul piano nell´attuazione. Il Pakistan si trova anche più alle strette, in conseguenza della politica del doppio binario portata avanti dal precedente regime militare di Pervez Musharraf. Dopo l´11 settembre questo presidente si era schierato al fianco degli Usa come alleato, accettando di dare la caccia ad Al Qaeda; ma al tempo stesso i militari pakistani offrivano rifugio ai capi Taliban, che grazie a loro hanno potuto rilanciare, nel 2003, la loro azione di rivolta in Afghanistan. La leadership militare afgana si è sempre preoccupata soprattutto di combattere il nemico tradizionale, l´India, e di contrastare l´influenza indiana in Afghanistan. D´altra parte, dopo il ripristino della legislazione civile, avvenuta lo scorso anno, anche i politici hanno deluso le aspettative. Si sperava che un partito laico al governo, il Ppp (Partito del popolo pachistano), avrebbe affrontato le sfide del terrorismo e i problemi economici del Paese, ma così non è stato. Il Ppp ha perduto mesi preziosi in polemiche e lotte contro il partito rivale guidato dall´ex premier Nawaz Sharif. Oggi la popolarità di Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, è scesa ai minimi termini. Questo presidente non ha saputo dare una risposta alle maggiori sfide, quelle del terrorismo e della difficile situazione economica, né offrire alla popolazione una visione del futuro. In politica estera l´esercito continua a detenere un ruolo dominante, e poiché l´India è tuttora percepita come la principale minaccia, il rischio di un´espansione dell´estremismo passa in secondo piano. Ultimamente l´esercito e il governo hanno concluso un accordo con i Taliban per un cessate il fuoco in un´area strategica, la Valle di Swat, a tre ore d´automobile da Islamabad. Di fatto, i capi militari pachistani non sono nuovi ad accordi di questo tipo; ma quello attuale consente ai Taliban di prescindere dalla Costituzione imponendo nella valle di Swat la loro interpretazione della legge islamica, la sharia. E una volta ottenuta questa vittoria alzano sempre più il tiro, chiedendo ad esempio il controllo di tutte le forze di polizia, dell´amministrazione e del sistema scolastico dell´intera area di Swat. In Afghanistan le opzioni politiche che si presentano all´amministrazione di Obama sono assai più chiare. Gli Stati Uniti insistono ora presso la Nato e gli altri alleati chiedendo un maggiore impegno in questo Paese, al fine di correggere gli errori del passato. Non si tratta solo dell´invio di rinforzi militari per riconquistare i territori occupati dai Taliban e garantirne la sicurezza � condizione previa per il loro sviluppo � ma anche di fornire più aiuti e addestramento per ricostruire al più presto l´esercito, la polizia e le infrastrutture di base. Solo così l´economia afgana potrà prosperare e creare nuovi posti di lavoro. In Pakistan le opzioni politiche di Obama sono assai più limitate. Qui la situazione si deteriora a un ritmo tale che ogni formulazione politica rischia letteralmente di diventare obsoleta da un giorno all´altro. Ma nonostante la frammentazione interna alla leadership del Paese, è essenziale l´impegno da parte degli Usa per sostenere e rafforzare un governo civile, contribuire a dar vita alle istituzioni dello Stato e rispondere al disperato bisogno di aiuti economici e finanziari. Tra il 2001 e il 2008 l´amministrazione Bush ha devoluto al Pakistan 11,8 miliardi di dollari, che però sono andati per l´80% all´apparato militare. Oltre tutto, questi fondi sono stati assegnati in maniera assai poco trasparente, e praticamente senza che Washington o Islamabad dovessero rispondere del loro uso. Gli Usa devono fare di più per convincere i militari pachistani della necessità di una lotta efficiente contro le forze eversive. Fin dall´inizio dello scorso anno il Pentagono sta tentando di indurre i responsabili militari a sottoporre le forze armate regolari del Pakistan a nuovi corsi di addestramento nell´uso delle moderne tattiche anti-guerriglia; ma per ora ha ottenuto solo di addestrare il corpo paramilitare di guardia frontaliera, dato che il Pakistan continua a ritenere prioritaria la preparazione delle forze militari regolari a una guerra convenzionale contro l´India. Gli attacchi terroristici dello scorso anno a Mumbai hanno portato alla rottura del dialogo tra l´India e il Pakistan, con la conseguenza di rafforzare ulteriormente, negli ambienti militari pachistani, la scelta prioritaria della difesa convenzionale. La nuova strategia regionale di Obama dovrà prendere le mosse da un tentativo di convincere India e Pakistan a riprendere il dialogo, e a compiere passi avanti verso la soluzione del contenzioso sul Kashmir. Dal canto loro, gli Usa dovranno riprendere a dialogare con l´Iran, e rifondare su nuove basi i rapporti con l´Asia centrale e la Russia, ignorate da Bush in relazione al contesto afgano. Lo stesso vale per la Cina, che potrebbe diventare un investitore di rilievo in Afghanistan. è essenziale che il presidente Obama corregga gli errori commessi dall´amministrazione Bush, ma non meno importante è il ruolo dell´Europa, e il suo impegno per la pacificazione e ricostruzione dell´Afghanistan e per la stabilizzazione del Pakistan. L´autore, giornalista e scrittore pachistano, ha vinto il premio Terzani 2009 per il suo libro "Caos Asia. Il fallimento occidentale nella polveriera del mondo" Traduzione di Elisabetta Horvat

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una rivoluzione - washington (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 31 - Cultura Una RivoluzioNE Intervista a Thomas Friedman, autore di "Caldo, Piatto e affollato" nell´ambiente la nostra salvezza per il pianeta Abbiamo bisogno di un grande progetto che investa l´ecologia. Perché solo una "svolta verde" guidata dagli Usa può far rinascere l´economia Oggi all´era del global terrorism è subentrata quella del global warming segnata da Obama Se uno studia la scienza climatica resta impressionato Stiamo bruciando e intasando il mondo WASHINGTON «Diecimila garage da dove escano nuove idee, diecimila imprese innovative, diecimila imprenditori». Solo una rivoluzione "verde" guidata dall´America può salvare il futuro di questo paese e del mondo intero, far rinascere l´economia e ridare fiato e ricchezza alla classe media. Ne è convinto Thomas Friedman, tre volte vincitore del premio Pulitzer, columnist del New York Times e autore di libri best-seller della saggistica contemporanea (Da Beirut a Gerusalemme, Le Radici del Futuro, Il Mondo è Piatto) che a questo tema ha dedicato il suo ultimo lavoro: Hot, Flat and Crowded, uscito negli Stati Uniti a ottobre e da domani in libreria anche in Italia per i tipi della Mondadori con lo stesso titolo: Caldo, Piatto e Affollato. Lo abbiamo intervistato nel suo ufficio di Washington. Perché caldo, piatto e affollato? «Il titolo originale doveva essere "Il verde è il nuovo rosso, bianco e blu" (i colori della bandiera americana, ndr), ma più lavoravo, più mi documentavo e più mi rendevo conto che non era giusto: perché il Giappone è già più verde di noi, la Germania e la Danimarca anche. Oggi il mondo è "piatto" perché la rivoluzione tecnologica ha livellato l´economia e le conoscenze globali, è "affollato" dall´impennata demografica e da miliardi di persone che vogliono vivere come gli americani, è "caldo" per il riscaldamento globale. è un mondo con cinque problemi-chiave». Quali sono? «La crescente domanda di energia e risorse naturali, sempre più scarse; il massiccio trasferimento di ricchezza ai produttori di petrolio e ai loro "petrodittatori"; il mutamento climatico; la penuria energetica, che divide il mondo tra chi abbonda di elettricità e chi ne ha poca; la rapida perdita di biodiversità, con l´estinzione di piante e animali. Questi problemi e il modo in cui li affronteremo determineranno il nostro futuro». Il crollo di Wall Street e la crisi economica? «Questo libro l´ho finito nel luglio scorso e il primo capitolo in qualche modo anticipava quanto successo in seguito. La crisi economica attuale cambia alcune cose. Nella prossima edizione ci sarà un nuovo capitolo. Ma il concetto di fondo resta lo stesso anche adesso: è necessaria una nuova rivoluzione industriale, quella che chiamo ET, (Energy Technology) o se preferiamo Geo-Greenism, rivoluzione verde. E dovrà essere l´America a guidarla». In che modo? «Dobbiamo dotarci di nuovi strumenti, nuove infrastrutture, nuovi modi di pensare e di collaborare con gli altri, tutte cose che sono il presupposto per grandi imprese e per scoperte scientifiche e il propellente capace di spingere avanti una nazione». La sua ricetta? «Glielo dico con uno slogan: un ecosistema innovativo, diecimila imprese, diecimila imprenditori, diecimila garage da dove escano nuove idee». Come si concilia con l´America in recessione? «Sia il Mercato che Madre Natura sono andati a sbattere e ci dicono che la crescita è possibile solo attraverso strade sostenibili. Nel Dow Jones questo si vede con i numeri in rosso, ma Madre Natura non ha un suo Dow, non spiega attraverso numeri qual è il suo stato. Ma se uno studia la scienza climatica è impressionante vedere come i cambiamenti del clima stiano avvenendo più velocemente di quanto gli scienziati prevedessero. Non ha un Dow, ma dei criteri con cui possiamo valutare il suo stato di salute». Quali sono? «I cinque punti di cui parlavo prima. Stiamo bruciando, intasando, fumando e mangiando questo pianeta. Aggiungiamo un miliardo di persone in più ogni tredici anni: se hanno bisogno anche solo di una lampadina da 60 watt per quattro ore al giorno dovremmo costruire venti nuove centrali a carbone da 500 megawatt». Cosa cambia con la crisi attuale? «Il disastro dei mutui subprime è una metafora di quanto accaduto in America negli ultimi anni, cioè la rottura della catena che unisce impegno, risultati e responsabilità. Abbiamo pensato di ottenere il "sogno americano" - il primo dei quali è la casa di proprietà - a costo zero e i risultati si sono visti. Il paese ha fatto lo stesso, abbiamo acceso un mutuo sul nostro futuro invece di investire su di esso». Come può allora l´America guidare questa nuova rivoluzione? «Con un cambiamento radicale. Passando dai problemi del global terrorism dell´era Bush a quelli del global warming. Con la presidenza Obama avremo forti spese per le infrastrutture, per i trasporti, per l´energia solare e quella a vento». La minaccia terroristica non esiste più? «Non dico questo. Il global terrorism non era un´invenzione ed è ancora una minaccia reale. Ma la vera ragione per cui Obama è presidente è che l´America vuole un nation-building qui, a casa nostra. Per me questo nation-building è il verde come il rosso era il colore degli anni Cinquanta». Cioè? «L´anticomunismo spinse gli Stati Uniti a sviluppare la difesa, la struttura industriale, le autostrade, ma anche le istituzioni scolastiche e una ricerca scientifica di altissimo livello capace di lanciare l´uomo nello spazio e dare entusiasmo alle nuove generazioni. Oggi il "codice rosso" di Bush, la guerra al terrorismo, non basta. Abbiamo bisogno di un grande progetto, di un "codice verde". C´è un mercato che ha creato titoli tossici e una politica climatica che ha creato rifiuti tossici. Due facce dello stesso problema». Come risponde alle critiche di paesi come Cina e India sui temi ambientali? «Da un punto di vista morale hanno perfettamente ragione. Noi abbiamo mangiato l´antipasto, il primo, il secondo e il dessert, India e Cina sono arrivati al momento del caffè e noi gli chiediamo di dividere l´intero conto? Ovviamente non è giusto. Rispondo così: avete ragione, andate avanti con l´uso dell´energia sporca, è un vostro diritto. Perché sono certo che l´America ha bisogno di soli cinque anni per rilanciare l´energia pulita e fra cinque anni saremo in grado di venderla anche a voi». Il piano energetico di Obama? «Sono critico. Obama è all right eccetto per due cose: fa la politica sbagliata con i politici sbagliati. Io credo nella carbon tax, lui sa che al Senato non gliela passeranno mai. Se la Casa Bianca mi chiede consigli? No, Obama l´ho incontrato una volta, so che ha letto i miei libri e segue le mie column sul New York Times. Io sono per green the bailout, usiamo i soldi pubblici per l´innovazione e il rinnovamento». Gli aiuti al settore dell´auto vanno in questa direzione? «Non sono certo un fan dei manager che hanno guidato General Motors o Chrysler, penso che abbiano avuto grandi responsabilità e che debbano essere sostituiti. Sono d´accordo con Obama che questa deve essere la condizione perché ricevano aiuti dal governo. L´industria dell´auto deve trovare il modo di sopravvivere, non dimentichiamoci che stiamo parlando del lavoro e della vita di molta gente. Sopravvivere rinnovandosi completamente, questa è la chiave».

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Berlusconi: andrò a Washington (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Berlusconi: andrò a Washington «Con il presidente Usa c'è sintonia totale, umana e politica» PRAGA - Alla fine la bilaterale fra Silvio Berlusconi e Barack Obama ci sarà. A Washington, probabilmente prima del summit della Maddalena. Un invito, quello del presidente degli Stati Uniti, che arriva al termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. Ed anche qualcuno che non fa parte del circuito degli 8 grandi, come il greco Costas Karamanlis o lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Una lunga lista (che comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema. «Il presidente Obama - dice - mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei cronisti che gli chiedono la data, aggiunge: «Ma ci siamo parlati un mare di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data, che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8 in preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta, proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te la concedo...». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme. Berlusconi fa precedere l'annuncio dai consueti complimenti che, dall'inizio del tour europeo, riserva al presidente Usa: «Ha confermato tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a tutti noi per la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la sua umiltà». Insomma, «ci ha colpito tutti profondamente». Una «consonanza» che Berlusconi riscontra non solo sul piano umano, ma anche su quello politico. 06/04/2009

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di IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare ci (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

di IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare ci travolgano soltanto e noi non si possa fare altro che cercare di districarsi al meglio in una quotidianità ormai stravolta e capovolta di IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare ci travolgano soltanto e noi non si possa fare altro che cercare di districarsi al meglio in una quotidianità ormai stravolta e capovolta. Eppure, a mio modesto parere, non è propriamente così. Ci sono dei sintomi, prima della discesa inarrestabile, che noi tutti si tende a sottovalutare, salvo poi quando, una volta a terra e malconci, non ci resta che mestamente classificarli etichettandoli nei modi più svariati, e vigliaccamente scusabili, con il finto senno del poi. Tante barriere sono state abbattute ed era sacrosanto che andasse fatto, ma altrettante ne sono state sbriciolate senza tener conto che forse si stava esagerando. E dopo, quando ormai tutti i buoi sono scappati ed irrecuperabili, pare che tutti si sia vittime delle circostanze e che nessuno abbia contribuito ad aprire le porte delle stalle. Esempio: "Il mare è inquinato, ma non sarà certamente quel poco di rudo che io ci ho gettato con tutto quello che ci scaricano dentro...". Il concetto di "libertà" non è assoluto, ma ha dei limiti di azione, allo stesso modo in cui persino il pensiero non gode, ed è giusto che lo sia, di libertà totale, ma deve tener conto di come e quanto svilupparsi in azione, o restare semplicemente una pensata da tenere per sé, proprio in funzione del fatto che noi si pensa, e ci si muove, condividendo, e non abusando, di spazi comuni. In un'era, per così dire, avanzata, maggiormente ci dovrebbero essere regole da rispettare, a cui aggrapparsi, fare riferimento, e che non devono essere intese come limiti alla libertà individuale, o catalogate come obsolete e stantie. Al contrario, sono da intendersi come delle tutele per far sì che le libertà di ognuno non siano contaminate dagli eccessi altrui. In un'era, per così dire, progredita, l'abolizione di alcune regole comportamentali non deve significare che da quel momento in poi la non educazione sia più lecita e più al passo con i tempi. In un'era, per così dire all'avanguardia, l'educazione civica non può essere un optional accessorio sempre meno in dotazione degli umani troppo impegnati a globalizzarsi, e che, oramai, guardano distrattamente solo agli eventi catastrofici, dimenticandosi di quei sintomi volutamente sottovalutati, e smarriti, che sicuramente uno dopo l'altro li hanno generati. Ci sono troppe piccole cose che si vogliono tralasciare pensando che ci appesantiscano, ma che più prima che poi ci lasceranno le tasche dell'anima inesorabilmente vuote. Ci sono tanti piccoli sintomi che si tende a tollerare, ma che più prima che poi ci si ritorceranno drammaticamente contro, cosa che peraltro già sta accadendo. Parrà, forse, impopolare, antiquato ed oltremodo conservatore, ma pure l'eccesso del "tu" smodato, è un capo di cui al regolamento della buona educazione civica e morale che, oggigiorno, è considerata solo una consuetudine arcaica e poco affine con i nostri tempi evoluti. Anche questo è il sintomo che prelude a qualcosa di mostruosamente non edificante per le relazioni sociali. Chiedo a chi è illuminato: quando, come e chi ha iniziato ad introdurre il "Voi" ed il "Lei" ?. Mio nonno materno era un grand'uomo ma povero, ed ignorante, eppure mia madre gli si rivolgeva dandogli del Voi, idem per la madre, per tutte le persone anziane del paese, come pure a preti e dottori... Mio nonno materno non era né un titolato né un re. Diciamo che era un moto di rispetto e considerazione? Certo, mi sembra di vedere le espressioni inorridite dei lettori, persino di udirne i commenti: "Robe d'altri tempi... esagerate, esasperate...!" Sicuramente, che, oggi, è più all'avanguardia che i genitori vengano zittiti o mandati a fare in c...! Ciò è decisamente più al passo ed in linea con questi stramaledetti tempi globalizzati! E allora, chi ha introdotto le formalità del "Lei" era solo uno che non aveva altro a cui pensare se non a complicare le relazioni interpersonali? Oggi è altresì normale che gli sbarbatelli, e non solo, si rivolgano a degli emeriti sconosciuti con i capelli grigi, e non, apostrofandoli con il "tu" senza né chiedere il permesso od attendere gli venga concesso! D'altra parte gli adulti, quelli al passo con i tempi, sono i primi ad insegnar loro che non esistono i ruoli, anzi li agevolano con un lasciapassare diabolico: "Ti prego, dammi del "Tu" perché mi fai sentire vecchia/o...!" Bisogna emanciparsi, buon Dio! Al bando le convenzioni, le precedenze, il rispetto, la forma, l'educazione, tutta robaccia che non sveltisce i rapporti. Chiedo a chi è più illuminato e meno retrogrado: quante persone sono rimaste rispettose dei limiti, una volta che sono passate dal Lei al Tu? Chiedo: e perché quando parlate con un professionista non conosciuto, primario, dottore, avvocato, ecc., non lo si apostrofa da subito con il Tu? E perché, doveste mai incontrare un politico, piuttosto che il Papa, non fate altrettanto? Chiedo: ma è normale che un datore di lavoro, solo in quanto tale, possa rivolgersi ad un proprio dipendente più anziano dandogli del "Tu" e pretendendo del "Lei" dall'altra parte? Chiedo: ma io, la mia persona, non sono forse una proprietà privata di me stessa? Perché qualcuno dovrebbe decidere, senza il mio consenso o di comune accordo, di darmi del tu? E' tanto faticoso, e meno emancipato, dire "Mi dica" al posto di "Dimmi"? Il darsi del "Lei" non deve neanche essere considerato meramente classista, ma solo un bel modo raffinato di porsi, una doverosa considerazione e rispetto del proprio interlocutore, indipendentemente dal suo ruolo e/o posizione sociale. Sia per il "Tu" che altrettanto per il "Per favore e Grazie". Io ho 52 anni e non me ne sento di meno se mi danno del tu. Credo invece che i giovani mi vedano comunque come una babbiona che vuol credere di essere giovane ed al loro pari. Io ho 52 anni, si vede e non è che non m'importa, devo imparare ad accettarlo dentro di me! Ciò che conta è quanto io possa sentire vive le mie pulsazioni interne che mi consentano di parlare, ad un giovane, fiera dei miei trascorsi, e di tempi addietro ben migliori di questi, che pur vecchi non mi hanno mai impedito di non essere comunque contemporanea ed oltremodo attuale. Ciò che conta è che il "Tu" venga inteso come una concessione, un traguardo, un beneficio per approfondire una conoscenza, senza vicendevolmente dimenticarsi degli anni e delle esperienze esperite che ci separano. Io ritengo che pure il "Tu", smodato, sia uno dei sintomi alla causa di una sempre più dilagante non educazione e rispetto. Ricordo: avevo 12 anni. Ero in piedi sull'autobus pieno di gente, e a quel tempo c'erano i controllori. Ad una fermata salì una donna in stato interessante avanzato. Prontamente, due persone anziane, sedute, fecero per alzarsi e cederle il loro posto, ma lei gentilmente rifiutò invitandole a rimanere dov'erano. Accanto a loro, seduto, c'era un mio compagno di scuola che non mostrò nemmeno l'intenzione ad alzarsi. Il controllore si fece strada tra i passeggeri, prese per un orecchio il ragazzo e lo alzò invitando la signora a sedersi. Non solo, redarguì il mio compagno e lo obbligò a chiedere scusa per la mancata educazione. Finì che la signora si commosse, ringraziò il ragazzo con un bel sorriso ed il controllore diede un buffetto sulla guancia del mio compagno. Oggi, per via che siamo all'avanguardia, il controllore sarebbe passibile di denuncia per danni materiali e morali. Oggi non si chiede quasi più nemmeno "Scusi Signora/e", nel caso si bofonchia un frettoloso "scusa", ma non é la stessa cosa! Zucchero canta: ".... non c'é più rispetto...", ma la canzone non ha solo un bel ritmo, non è solo orecchiabile o allegramente cantabile sotto la doccia...! Ho 52 anni, me ne vanto, ne sono fiera, sono arrivata sino a qui e non è cosa da poco. Di certo antiquata per un giovane e per i miei contemporanei all'avanguardia ma, ancor più battagliera, mi dissocio da tutto questo "Tu" smodato che di fratellanza, solidarietà, rispetto, e raffinatezza, non ne porta nemmeno lo sbruffo di un ipotetico odore! 06/04/2009

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cinto, la protezione civile si presenta (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 18 - provi Cinto, la Protezione Civile si presenta CINTO CAOMAGGIORE. Non c'è stato il volo della Colombina dal campanile della Chiesa di San Biagio, ma una scalata ed una discesa libera con corde di due audaci vigili del fuoco, i capisquadra Gianfranco Maranzan e Raffaele Ongaretto che con il saggio dimostrativo hanno dato la conferma dell'alta professionalità del corpo portogruarese. La manifestazione era stata preceduta dall'incontro del sindaco Luigi Bagnariol con Amalia Lieta Smajato, assessore provinciale alla Protezione Civile, con Orietta Rubin della direzione Regionale, con Giorgio Bandiziol comandante il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Portogruaro, e con Luigi Drigo, comandante della Polizia Locale di Concordia Sagittaria, durante il quale è stato illustrato il piano comunale della Protezione Civile ai rappresentanti dei vari Gruppi di Volontari provenienti dai paesi limitrofi e dal vicino Friuli. «Questa giornata, ha sottolineato l'assessore provinciale Smajato, è la conferma dell'ottimo lavoro svolto da questa amministrazione che ha saputo interpretare le necessità della zona e valorizzare l'impegno profuso dai volontari». Dopo l'esibizione sulla nuova piazza, salutata da qualche botto che ha sorpreso i presenti, ma non i colombi cui era destinato, il trasferimento nella zona industriale dove è stato inaugurato il magazzino attrezzature della sezione comunale della Protezione Civile che vede in Andrea Corrà il coordinatore e responsabile del Gruppo. (Gian Piero del Gallo)

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La Corea del Nord sfida il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa La Corea del Nord sfida il mondo Missile nel Pacifico Il lancio ieri mattina in dispregio dell'Onu Convocato il Consiglio di Sicurezza per decidere le sanzioni NEW YORK La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si è chiusa nella notte con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perché il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone a 270 chilometri dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano Pacifico in appena 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Secondo Seul, il razzo è sembrato trasportare un satellite, mentre Tokyo propende per una maggiore prudenza, rimandando a un esame più approfondito. Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. L'obiettivo è votare all'unanimità un documento che preveda contromisure forti. Ma sarà difficile convincere Cina e Russia a votarlo.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa «Giovedì prossimo si riunisce il tavolo sull'auto nel quale esamineremo le prospettive del settore e il futuro di alcuni stabilimenti a cominciare da quello di Pomigliano . In Italia non vediamo cedimenti strutturali dell'occupazione. Ho fiducia che già prima della fine di quest'anno si evidenzieranno nel nostro Paese spiragli di ripresa economica incoraggianti». Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico non è pessimista sulla crisi economica. Anzi guarda al futuro che è quello di mandare in porto il progetto del nucleare e «restituire spazio al mercato, perchè quando ci sarà la ripresa, bisognerà che lo Stato si ritiri dall'intervento diretto in economia». Non è forse troppo ottimista? Le stime di numerosi istituti dicono che prima del 2010 la ripresa non si vedrà... «Con il pessimismo e con i corvi che girano da tutte le parti...guardo il telegiornale e non investo più e tolgo i soldi dalla banca e li metto sotto il materasso. Con l'incoscienza e il pessimismo si va al fallimento, con il ragionamento positivo si affronta la giornata e la vita che abbiamo di fronte». Eppure recentemente Berlusconi è parso meno ottimista sui dati dell'occupazione. Lei che ne pensa? «Berlusconi ha espresso queste valutazioni a conclusione del G8 sul welfare che si è tenuto a Roma: si tratta dunque di stime globali. In molti Paesi in effetti l'occupazione sembra ridursi velocemente. In Italia, per ora, non vediamo cedimenti strutturali. C'è un forte aumento della cassa integrazione che come tutti sanno non interrompe il rapporto di lavoro. Se i timidi segnali di ripresa che si notano in diversi settori oltre l'auto dovessero consolidarsi nei prossimi mesi, riusciremo ad evitare un forte aumento della disoccupazione». Lei è partito per Mosca con quasi mille imprenditori. Che cosa vi aspettate da questo viaggio? «Con la Russia abbiamo ormai una partnership globale a tutto campo. Nel 2008 l'interscambio ha raggiunto i 26 miliardi ed è cresciuto del 10% rispetto al 2007. Nonostante la crisi che sta colpendo anche Mosca c'è molto spazio per crescere ancora, esplorando anche le regioni interne dell'immenso Paese. Per questo la Missione, dopo il business forum che si terrà a Mosca martedì e sarà concluso da Berlusconi e Putin si dividerà in quattro: a seconda delle loro specializzazioni produttive delegazioni di imprenditori andranno a San Pietroburgo, Krasnodar, Novosibirsk o Ekaterinburg per incontrare sul campo i propri potenziali partner d'affari». Oggi ci sarà l'incontro per affrontare la crisi della Antonio Merloni. Che strumenti metterete in campo? «I tre commissari del gruppo industriale presenteranno al governo il loro programma di ristrutturazione. Noi abbiamo messo in campo 9 miliardi di euro a livello nazionale per gli ammortizzatori sociali e contiamo con questi di affrontare tutte le questioni occupazionali più difficili, compresa quella del distretto degli elettrodomestici». È appena tornato dalla Libia: quale è stato il significato della sua missione? «È stata la prima visita dopo la firma dell'Accordo di Amicizia e Cooperazione siglato da Berlusconi e da Gheddafi il 30 agosto scorso. Siamo già il primo partner commerciale della Libia e possiamo crescere ancora molto. Dobbiamo allargare le relazioni economiche dall'energia e dalle infrastrutture fino alle piccole e medie imprese che possono aiutare la Libia a sviluppare un'industria manifatturiera leggera, che potrebbe essere una preziosa testa di ponte verso l'Africa subsahariana. Parallelamente, i libici sono disponibili ad aumentare i propri investimenti in aziende italiane». Accordo Fiat-Chrysler, quali sono le prospettive per l'industria automobilistica italiana? «Credo che tutti gli italiani abbiano provato un sentimento di orgoglio quando hanno sentito il Presidente Obama citare la Fiat come "salvatore" della Chrysler. E sono anche molto soddisfatto che gli incentivi per l'acquisto di auto ecologiche stiano avendo successo: in marzo abbiamo immatricolato 214 mila vetture, contro le 166 mila di febbraio e le 158 di gennaio. Anche se questi non sono aiuti alla Fiat, ma ai consumatori che possono acquistare le vetture di tutte le marche, gli incentivi stanno aiutando anche Fiat a superare mesi molto duri, a ridurre la cassa integrazione e a concludere positivamente l'accordo con Chrysler, che può essere un passo fondamentale per far restare la nostra industria automobilistica ai vertici mondiali». Ci saranno ricadute positive sull'occupazione? «Fiat fornirà a Chrysler le piattaforme tecnologiche per consentirle di produrre modelli a basso consumo e in cambio avrà il 35% delle azioni della Casa americana e la possibilità di vendere i propri modelli, soprattutto la Cinquecento e le Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «È stata enfatizzata una divisione che non c'era.>Dal G20 è scaturita una buona soluzione alla crisi. I temi discussi a Londra saranno ripresi ancora al G8 della Maddalena in luglio. Nel G8 Energia che terremo a Roma il 24 e 25 maggio affronteremo il tema di interventi energetici mirati per l'Africa». Non c'è il rischio che la crisi porti ad un eccesso di intervento dello Stato nell'economia? «Questo rischio c'è, anche in Paesi antistatalisti per definizione, come gli Stati Uniti. Appena la crisi sarà superata bisognerà che lo Stato si ritiri dall'intervento diretto nell'economia e restituisca spazio al mercato». Che fine ha fatto il liberismo? «Il liberismo ha ragione quando afferma che il mercato è lo strumento migliore per utilizzare le risorse in modo efficiente. Ha torto quando tende a rifiutare regole e controlli. Il mercato non è la giungla senza regole dove vince il più forte, ma un ambiente regolato dove tutti i soggetti debbono avere parità di condizioni. Per questo, anziché di liberismo, preferiamo parlare di "economia sociale di mercato"». In tutta Europa a cominciare dalla Francia stanno emergendo tensioni sociali a causa del crescere della disoccupazione. Lei crede che queste tensioni possano verificarsi anche in Italia? E il governo è pronto ad affrontarle? «Non credo che da noi si manifesteranno tensioni di questo tipo. Sia perché le misure che il Governo ha adottato, nonostante le polemiche politiche, stanno funzionando. E, come ha detto Berlusconi, il loro primo obbiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno». A che punto è il piano del nucleare? «Entro aprile ci sarà l'approvazione definitiva del ddl Sviluppo che istituisce l'Agenzia di sicurezza e avvia il processo per la scelta dei siti. Abbiamo stipulato l'accordo di collaborazione con la Francia. Al G8 energia faremo il punto con gli altri Paesi industrializzati. Insomma, stiamo procedendo secondo il programma che ci eravamo dati». Concretamente quali aziende italiane stanno partecipando al progetto? «Sono numerose le imprese energetiche che si sono dichiarate disponibili a partecipare allo sviluppo del nucleare. Enel ha già stretto con la francese Edf un accordo per costruire quattro reattori in Italia e altri in Paesi terzi. Non credo che la crisi rallenterà il processo. Ho detto sin dall'inizio che il nostro obbiettivo è quello di posare la prima pietra di una centrale nucleare entro questa legislatura. E sono convinto che nel 2013 la crisi sarà un ricordo lontano».

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TOKYO - La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vant (sezione: Globalizzazione)

( da "Adige, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TOKYO - La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni TOKYO - La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si è chiusa con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perché il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone (il tratto di mare fra la penisola coreana e l'arcipelago nipponico) a 270 chilometri dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina). E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana. 06/04/2009

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il premier: barack mi ha invitato a washington e su ankara si deve cercare un compromesso (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 2 - Gorizia Il premier: Barack mi ha invitato a Washington E su Ankara si deve cercare un compromesso PRAGA. Alla fine la bilaterale fra Silvio Berlusconi e Barack Obama ci sarà. A Washington, probabilmente prima del summit della Maddalena. Un invito, quello del presidente degli Stati Uniti, che arriva al termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. E anche qualcuno che non fa parte del circuito degli 8 grandi, come il greco Costas Karamanlis o lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Una lunga lista (che comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema. «Il presidente Obama - dice - mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei cronisti che gli chiedono la data, aggiunge: «Ma ci siamo parlati un mare di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data, che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8 in preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta, proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te la concedo...». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme. Berlusconi fa precedere l'annuncio dai consueti complimenti che, dall'inizio del tour europeo, riserva al presidente Usa: «Ha confermato tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a tutti noi per la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la sua umiltà». Insomma, «ci ha colpito tutti profondamente». Una «consonanza» che Berlusconi riscontra non solo sul piano umano, ma anche su quello politico. In questo è aiutato dalla doppia presa di posizione che lo stesso Obama annuncia in materia di crisi e di allargamento dell'Ue: prima sottolineando la necessità che in questo momento di difficoltà sia data precedenza a chi perde il posto di lavoro; poi sostenendo l'ingresso della Turchia in Europa. Politiche che Berlusconi sostiene da tempo e che ora trovano un'autorevole sponda oltreoceano. Tanto più che sull'ingresso di Ankara Francia e Germania si trovano in rotta di collisione con Washington. L'Italia vede così uno spiraglio per recuperare quel ruolo di mediazione che, negli anni dell'amministrazione Bush, aveva fra le due sponde dell'Atlantico.

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e' stata una fatalità a uccidere carmine (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La tragedia di Sant'Andrea. I colleghi del volontario morto precipitando dal tetto della sede del gruppo stanno preparando iniziative per ricordarlo «E' stata una fatalità a uccidere Carmine» Il coordinatore comunale Preite: aveva seguito una miriade di corsi, comunque spetterà alla magistratura fare chiarezza Ieri una delegazione della Protezione civile ha fatto visita ai familiari del 56enne goriziano Una visita toccante, per portare ai familiari devastati dal dolore tutto l'affetto e il conforto possibili, nel ricordo di Carmine Vitale. Ieri mattina una delegazione composta dai vertici della Protezione civile comunale si è recata a Sant'Anna, nella casa in cui il volontario goriziano, morto tragicamente sabato mattina, risiedeva con la moglie e i due figli. I colleghi di Carmine si sono messi a disposizione dei familiari dello scomparso per qualunque necessità e nei giorni prossimi prepareranno iniziative per ricordare lo sfortunato 56enne. Gli uomini della Protezione civile - c'erano anche l'assessore comunale competente, Francesco Del Sordi, e i capisquadra e il coordinatore - hanno portato la propria solidarietà in particolare alla moglie di Carmine, Maria Grazia Gratton, nella casa di Sant'Anna, dove il 56enne volontario viveva con Maria Grazia e i figli Sara e Demis, che proprio due settimane fa si è sposato. Erano giorni di festa, questi, per la famiglia Vitale, un clima che si è spento nel modo peggiore, con quella terribile e per ora ancora inspiegabile caduta di Carmine, sabato mattina, dal tetto dell'ex capannone della Soteco, nel complesso edilizio della Protezione civile, in via San Michele. «Abbiamo fatto quello che potevamo - racconta addolorato il coordinatore della Protezione civile comunale goriziana, Giacomo Preite -. Abbiamo portato il nostro cordoglio, la nostra vicinanza in particolare alla moglie di Carmine, che è comprensibilmente distrutta dal dolore. In questa circostanza - continua Preite - abbiamo voluto far sentire la nostra presenza, ribadire che siamo e saremo sempre presenti per qualunque necessità dei familiari di Carmine. Intanto stiamo già pensando alle iniziative per ricordarlo, per accompagnare i momenti dell'ultimo saluto al nostro collega che ci ha lasciati in modo così traumatico e doloroso». A proposito dei funerali, bisognerà attendere ancora qualche giorno, visto che la magistratura disporrà prossimamente, probabilmente già oggi, l'effettuazione di un esame autoptico sulla salma di Carmine Vitale e dunque soltanto una volta eseguita l'indagine necroscopica verrà emesso dalla magistratura il nulla osta per le esequie. Intanto, per tutti i volontari della Protezione civile del capoluogo isontino questi sono giorni davvero tristi: «Noi della Protezione civile ci sentiamo e ci siamo sempre sentiti come una vera e propria famiglia, e perdere un amico e un collega come Carmine è come perdere un parente stretto - ammette Preite -. Ci conoscevamo da anni e per me era come un fratello». Restano l'incredulità per quell'incidente assurdo, il tormento nel chiedersi come sia potuto accadere: «Saranno gli organi competenti ad accertarlo - sottolinea ancora Preite -. Da quanto sembra, pare essersi trattato di una fatalità, ma, ripeto, non sta a noi dirlo. Posso solamente ribadire che Carmine era preparatissimo, aveva fatto una miriade di corsi, aveva un bagaglio di esperienza notevole. Ed era sempre prudente. Davvero non riesco a capire che cosa possa essere successo». Piero Tallandini

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G8 e G20, ruoli diversiper le sfide del mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 e G20, ruoli diversiper le sfide del mondo Alessandro Leto Spenti i riflettori sul G20, indipendentemente dalle considerazioni di merito sulle decisioni adottate, si fa strada in molti la curiosità sulle differenze esistenti con l'altro vertice in corso d'opera che culminerà con l'incontro in luglio fra gli Otto Grandi alla Maddalena, cioè il G8. Ci si domanda come operino, quale tipo di competenze abbiano e se non esista il rischio di sovrapposizione, non fosse altro perché si tende a considerare il primo come una versione allargata del secondo e quindi lo si percepisce come più adatto a definire i tratti distintivi del nuovo ordine globale che verrà. In effetti la tendenza è questa, anche se non bisogna dimenticare che i due organismi riflettono storie diverse così come incarnano prospettive differenti: di orientamento prettamente politico il primo, più economico il secondo. Brevemente, mentre il G8 nacque nel 1975 come G5 (Italia, Canada e Russia si aggiunsero in seguito) su iniziativa del Presidente francese Giscard D'Estaing che tenne il primo vertice a Rambouoillet proprio per ravvivare il coordinamento fra le potenze di un occidente spaventato dai postumi della crisi petrolifera e che conosceva un progressivo scollamento sulle questioni strategiche, il primo G20 si tenne nel 1999 essenzialmente per favorire la concertazione delle decisioni su temi economici di natura globale, da parte delle venti economie più importanti. È nella natura dell'allargamento che troviamo una prima macroscopica differenza: con la loro presenza infatti Australia, Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Sud Africa e Turchia conferiscono a questo gruppo lo status potenziale di governance mondiale sulle questioni macroeconomiche. Il G8, invece, è tradizionalmente riservato all'analisi e al confronto sui grandi temi della politica internazionale e vi partecipano solo i capi di governo. Al G20 partecipano i ministri economici e i governatori delle banche centrali, eccezion fatta per le occasioni di rilevanza straordinaria come le ultime due dove il dramma della crisi economica ha mostrato di avere influenze impreviste sugli stessi assetti politici e sociali degli stati membri. In comune entrambi i summit hanno la stessa struttura organizzativa che per definizione è molto flessibile, posto che sono tutti e due sprovvisti di un segretariato permanente e di una propria struttura burocratica: questo li rende reattivi e li preserva da quell'eccesso di mediazione che giocoforza si riscontra invece nelle organizzazioni internazionali tradizionali come l'Onu, o la stessa Ue. È comprensibile però che l'opinione pubblica resti in qualche misura disorientata di fronte a questi vertici che sembrano misurarsi su sfide molto simili, ma è bene ricordare che la politica estera è materia particolarmente complessa e si presta poco alle semplificazioni, anche di linguaggio, che ultimamente si sono affermate purtroppo pure nel mondo della cultura. L'epoca che ci siamo lasciati alle spalle si è caratterizzata per alcune vistose contraddizioni: ha visto ad esempio il tentativo egemonico dell'economia sulle altre funzioni sociali e questo ha prodotto riflessi condizionati anche nell'opinione pubblica che ha cominciato a ragionare sempre più frequentemente in termini econometrici su questioni tradizionalmente vocate al primato di altre funzioni. Ora, proprio per dare risposte a una crisi che da economica rischia di diventare sociale, la politica è chiamata a gran voce (paradossalmente anche dai potentati economici) a risolverla e superarla. Ci troviamo quindi in un momento favorevole alla riaffermazione di questa dimensione nella sua funzione primaria di individuazione degli interessi principali delle proprie comunità di riferimento e starà ai leader di oggi misurarsi con questa doppia crisi, epocale e di sistema, per ridefinire una prospettiva che sia di sviluppo complessivo e non di sola crescita economica. Per questo ritengo che il ruolo del G8 sia ben lungi dall'essere esaurito, anche perché resta l'unico summit in cui il mondo occidentale riesce a esprimere (pur se a volte con fatica) posizioni omogenee su temi di grande portata. La stessa composizione del G20 evoca una rappresentanza troppo allargata per poter essere definita omogenea, anche dal punto di vista dei valori di fondo condivisi su cui si fionda la stessa storia dei suoi stati membri. I governi occidentali hanno in comune principi e valori, la democrazia in politica e il libero mercato in economia (anche se proprio nell'applicazione di questi stessi valori la Russia ad esempio è piuttosto deficitaria), che rendono possibile una visione del mondo simile, riducendo le conflittualità reciproche, proprio perché ci si rende conto sempre più della necessità di larghe intese sui temi globali. Il mondo è ormai indirizzato verso il consolidamento di un ordine multipolare organizzato per aree regionali, ed è difficile immaginare che Stati fra loro disomogenei per storia, struttura sociale e sistemi di redistribuzione della ricchezza possano trovare stabili elementi in comune sulle grandi questioni politiche. Perciò il G20, pur conservando la sua importante funzione di confronto e di indirizzo, resta per sua natura confinato all'interno delle questioni puramente macroeconomiche. Mentre gli Stati membri del G8 appartengono a quell'occidente che, incluso il Giappone con la sua straordinaria doppia personalità di gigante asiatico che non rinuncia alla propria tradizione pur avendo abbracciato riti e dinamiche targate Usa, bene o male hanno la stessa visione del futuro e perseguono interessi conciliabili, pur se declinati secondo i tempi e le finalità dei singoli interessi nazionali degli Stati membri. Con tono provocatorio, alcuni sostengono che in fin dei conti sia sufficiente un'intesa a due, una sorta di G2 con Usa e Cina solamente: ma se consideriamo che nemmeno all'apice della guerra fredda il mondo era diviso perfettamente a metà vista l'affermazione dei cosiddetti Paesi non allineati, ci rendiamo perfettamente conto di come, con il procedere innanzi della storia e con la complessità crescente dei nostri modelli sociali, il confronto divenga sempre più necessario e allargato e debba quindi essere organizzato per aree di interesse omogeneo. Alla politica estera dei Paesi occidentali quindi il G8, con la sua enorme potenzialità nell'esprimere grandi politiche di indirizzo, alle questioni dell'economia globale il G20 che racchiude una quota largamente maggioritaria della ricchezza mondiale prodotta, affinché contribuisca con regole adeguate all'affermazione di quell'indispensabile processo di umanizzazione dell'economia, senza il quale le grandi sfide future dell'umanità sarebbero probabilmente perse in partenza. 06/04/2009 sviluppo globaleSta ai leader di oggi misurarsi con questa doppia crisi per ridefinire una prospettiva di sviluppo globale non solo economico 06/04/2009 aree omogenee La complessità dei modelli sociali richiede confronti allargati sempre più organizzati per aree d'interesse omogenee 06/04/2009 Lorenzo Gianotti Oggi e domani Silvio Berlusconi sarà a Mosca, accompagnato da una moltitudine di industriali e uomini d'affari. L'obiettivo è rilanciare le relazioni economiche e commerciali tra i due Paesi. Sarà anche l'occasione per esibire la duratura amicizia che lega il premier italiano al capo del governo russo. Un anno fa sul Financial Times (18 aprile 2008) Quentin Peel si interrogava sui motivi di questo legame: «Silvio Berlusconi e Vladimir Putin sembrano davvero una strana coppia. Il primo ministro italiano appena eletto è un destrorso miliardario pro-Usa e un magnate grondante soldi, meglio noto per lo humor di modesto conio e le gaffe politiche che per la serietà delle formulazioni. Il presidente russo (e primo ministro in attesa) è un tipo estremamente controllato, un burocrate prudente per istinto che ha ripristinato il potere del Cremlino a spese del potente gruppo degli oligarchi e ha rilanciato l'orgoglio nazionale contrastando l'influenza globale degli Usa». Che cosa dunque li unisce? «I grandi affari legano Putin a Berlusconi». In un anno sono cambiate molte cose, ma il rapporto è rimasto saldo. Si può osservare che quello indicato dal Financial Times non è il solo motivo della reciproca simpatia. Ce ne sono almeno altri due che avvicinano i personaggi: il primo è l'insofferenza per le mediazioni della politica (il "capo" parla direttamente al popolo); il secondo ne è la conseguenza, e cioè il dominio dei mass media (in Russia tutti i canali tv nazionali e i maggiori giornali dipendono direttamente o indirettamente dal governo): appaiono spesso in tv, con giornalisti accomodanti e senza contraddittori. Com'è naturale, saranno gli affari a dominare l'incontro bilaterale. Uno è già stato annunciato: Gazprom è pronta a ricomprare il 20 per cento di Gazpromneft che l'Eni aveva acquisito nell'aprile 2007 (un lotto degli attivi di Jukos che il Cremlino aveva deciso di liquidare), pagando 3,7 miliardi di dollari; a ciò si aggiunge l'acquisto del 51 per cento di Severenergia, in mano a Eni e Enel. Secondo ambienti informati, Gazprom èdisposta a sborsare oltre 4 miliardi di dollari in contanti, benché alla Borsa di Mosca un quinto di azioni Gazpromneft valga ora poco più di 2 miliardi di dollari; e a corrispondere 1,5 miliardi per Severenergia. L'Eni, insieme con l'Enel (quest'ultima in misura inferiore), era stata tra le rare società straniere che avevano partecipato alla distribuzione del bottino Jukos, il gruppo creato dall'oligarca Michail Chodorkovskij che, dopo essersi scontrato con Putin, è finito in un campo di detenzione siberiano. A Mosca si sta svolgendo il secondo processo a Chodorkovskij, ma è lecito supporre che le già flebili proteste per le violazioni legali del procedimento non avranno eco negli incontri. La rete degli interessi italo-russi poggia su consistenti basi. Vediamo. L'Enel è stata la prima a gestire una centrale termica russa, la Northwest, nella regione di San Pietroburgo; ha poi acquisito, prima compagnia straniera a poterlo fare, il controllo della centrale elettrica OGK-5 e collabora con Rossatom nel campo dell'energia nucleare. L'ex monopolista elettrico ha guadagnato un prestigio tale che tempo fa Putin a Wiesbaden in visita di Stato in Germania, dopo essersi lamentato per la scarsità di investimenti tedeschi in Russia, ha citato l'Enel, indicandola come esempio di «compagnia che ha investito di più». Per parte sua, Finmeccanica ha creato una joint venture tra la controllata Alenia e il gruppo russo Suchoj per la costruzione di due superjet di trasporto civile, rispettivamente, da 75 e 95 posti, ora in fase avanzata di realizzazione, che gli esperti giudicano avere notevoli opportunità di mercato. La previsione è di venderne 1.800 esemplari nei prossimi vent'anni, in massima parte fuori dalla Russia. Oltre che nella produzione, Alenia è impegnata nel marketing e nella vendita in Europa e in America. Il governo russo vi sta investendo 1,6 miliardi di dollari. Anche la Fiat si è ritagliata un discreto spazio. Se è vero che, battuta da Renault, non è riuscita a rientrare negli impianti Avtovaz di Togliattigrad, ha però: 1) raggiunto un accordo con Samotlor-NN per assemblare 25 mila Daily (Iveco) a Nizhnij Novgorod, 2) fatto avviare a Magneti Marelli la collaborazione con Avtopribor per la produzione di strumentazione elettronica, 3) concordato con il gruppo Mordashov la produzione e la vendita in Russia di auto progettate a Mirafiori. L'elenco di aziende italiane attive in Russia è troppo lungo per pretendere di completarlo. È però indispensabile citare la presenza di Assicurazioni Generali in una delle maggiori compagnie assicurative russe, la Ingosstrach; e quella di Unicredit che controlla il sesto istituto di credito impiantato in Russia. Negli scorsi anni verso Mosca hanno corso le esportazioni del made in Italy di lusso: gioielli, abbigliamento, tessuti, auto (Ferrari e Maserati), yacht di prestigio. Nel centro della capitale le boutique, i negozi, i centri commerciali che esibivano i prodotti del Bel Paese, allo stesso modo dei ristoranti col marchio tricolore italico, erano costantemente affollati. Lo tsunami dell'economia ha decimato i clienti, resta la speranza che i clienti danarosi si rianimino, appena la crisi sarà superata. Sull'altro versante gli interessi dei maggiori potentati russi in Italia e nel Mediterraneo sono significativi. Basta ricordare la cooperazione tra Eni e Gazprom nel progetto South Stream (grande pipeline di gas dalla Russia all'Europa occidentale attraverso il mar Nero e i Balcani), nelle concessioni e nei giacimenti di gas e di petrolio in Libia e in Algeria, nella stessa distribuzione del gas in Italia. Nel carnet di Enel ci sono vari progetti in comune con gruppi moscoviti. A Genova è d'uopo rammentare lo scambio azionario avvenuto tra i Garrone (Erg) e il gigante privato Lukoil per l'impianto di raffinazione di Priolo. Ancora un russo, Aleksej Mordashov (settimo per ricchezza in patria, con un patrimonio personale stimato, prima della crisi, a 8,5 miliardi di dollari) è uno dei maggiori industriali siderurgici della Penisola, controllando la bresciana Lucchini. È probabile che le trattative aprano un nuovo capitolo delle relazioni italo-russe. La Russia ha un bisogno assoluto di estendere e modernizzare le grandi infrastrutture (autostrade, ferrovie, porti, aeroporti, centri di interscambio); in materia i gruppi italiani dispongono di un elevata conoscenza e di capacità d'iniziativa. Una convergenza che offre sicure opportunità. Lorenzo Gianotti è stato segretario del Pci torinese e senatore dello stesso partito (poi Pds) per tre legislature. 06/04/2009

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La partitadelicatadi usa e cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La partitadelicatadi usa e cina l'analisi nALL'EPOCA della guerra fredda Raymond Aron riteneva improbabile, anche se non impossibile, lo scoppio di un conflitto nucleare globale. Anche se uno dei due principali contendenti non poteva essere considerato una democrazia secondo nessun parametro, una delle ragioni di quel relativo ottimismo stava nel carattere quanto meno razionale, strutturato e collegiale del processo decisionale proprio anche della vecchia Unione Sovietica, come pure, poi, della Cina. Ciononostante, all'epoca della crisi di Cuba il mondo giunse a un passo dal finire arrosto anche per una serie di errori di valutazione e di mancanza di informazioni degli uni sulle intenzioni e sulla catena di comando degli altri. Si cercò di rimediare per prevenire almeno la possibilità di guerre non volute, ma forse non sapremo mai quante volte falsi allarmi ci abbiano portato successivamente sull'orlo del precipizio, soprattutto negli anni in cui l'installazione dei missili a medio raggio in Europa aveva ridotto i tempi di reazione a meno di dieci minuti. Forse non saremmo neppure qui a parlarne se l'orrenda sperimentazione di Hiroshima e Nagasaki non avesse istituito un tabù contro l'uso dell'arma nucleare che da allora nessuno si è assunto la responsabilità di rompere. E bisogna anche riconoscere che, finché il numero dei potenziali utilizzatori è stato ridotto, il precario equilibrio del terrore ha probabilmente risparmiato al mondo una terza guerra mondiale che sarebbe stata molto più distruttiva delle precedenti anche se fosse rimasta convenzionale. Oggi il rischio dovuto alle armi non convenzionali non sembra riguardare più le vecchie grandi potenze, in un mondo ormai economicamente interdipendente: è questo un effetto virtuoso della globalizzazione che i suoi critici tendono a sottovalutare largamente. Il problema è che cosa possa accadere quando armi non convenzionali entrano nella disponibilità di attori politici minori, che non solo non devono rispondere ai loro elettori, ma che magari sono giunti al potere e lo esercitano in base a dottrine autoreferenziali, religiose o irrazionali ispirate all'etica della convinzione (agisco come ritengo giusto fare secondo i miei principi e rimetto a Dio o alla sorte le conseguenze), anziché in base all'etica della responsabilità (agisco in base alle conseguenze prevedibili e possibili delle mie azioni). Il vecchio studioso Bernard Lewis, per esempio, ritiene che il regime iraniano, che potrebbe presto disporre di un'arma nucleare, appartenga alla prima categoria. La Corea del Nord è più impenetrabile di quanto non lo sia mai stata l'Urss. Qualche "dietrista" sostiene che, dopo il crollo dell'Urss, sarebbero stati gli americani a enfatizzarne la minaccia, per mantenere la rete di alleanze in Estremo Oriente con Giappone e Corea del Sud ed evitare la riunificazione della Corea (apparsa meno lontana dopo gli incontri propiziati da Jimmy Carter negli anni '90). L'attuale dittatore Kim Jong-il sarebbe giunto al potere dopo aver assassinato il padre che puntava a un piano energetico convenzionale, e gli americani avrebbero finito per sostenere il regime fornendo cibo e petrolio e impegnandosi anche a costruire due centrali nucleari in cambio di impegni, difficili da verificare, contro la proliferazione. Poi avrebbero proposto un trattato di pace (quello che pose fine nel '53 alla guerra di Corea è solo un armistizio) in cambio della rinuncia al nucleare, di fronte a una crescente pressione della Cina, che vanta discusse ragioni storiche per fare totalmente della Corea del Nord un proprio satellite e sfruttarne le grandi ricchezze minerarie. A sua volta, la migliore assicurazione per la sopravvivenza del regime nordcoreano sarebbe proprio enfatizzare la minaccia esterna americana e sfruttare l'impantanamento della superpotenza in altri teatri di crisi per alzare il prezzo. Quel che è certo è che troppe crisi sono ormai impossibili da affrontare per gli Usa, e quella coreana è insolubile senza il coinvolgimento della Cina. 06/04/2009

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COREA NORD: LANCIATO MISSILE, OCCIDENTE S'INFURIA / ANSA (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

COREA NORD: LANCIATO MISSILE, OCCIDENTE S'INFURIA / ANSA TOKYO. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi, vantandosi di avere messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Anche se è bastato a dare il via a una giornata ad alta tensione in Estremo Oriente e nel mondo, conclusa ieri sera con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è«una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Obama ha detto che a minaccia del nucleare «riguarda tutti, ovunque», e ha presentato il suo grande progetto: riduzione delle scorte, interruzione completa delle sperimentazioni e lotta contro la proliferazione. «Un mondo senza armi nucleari» non è obiettivo che si possa raggiungere subito, ha detto Obama schioccando le dita, «e forse neanche in una vita», ma gli Usa hanno la «responsabilità morale» di fare passi avanti da subito. Con il lancio del missile, il regime comunista coreano ha intanto "vendicato" il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Questa volta invece ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perché il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma solo a 1.270 km di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone 7 minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano in soli 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Secondo Seul, il razzo è sembrato trasportare un satellite, mentre Tokyo propende per una maggiore prudenza, rimandando a un esame più approfondito. A distanza di poche ore Pyongyang ha rivendicato il successo: «I nostri scienziati e tecnicisono riusciti a mandare in orbita il satellite per le tlc Kwangmyongsong-2 attraverso il vettore Unha-2, in base al nostro piano di sviluppo spaziale», scrive la Kcna. Il lancio «è avvenuto alle 11.20 del mattino, mentre il satellite è entrato in orbita due secondi dopo le 11.29 del mattino» e «trasmette sulla terra melodie immortali rivoluzionarie». Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu che si è riunito ieri sera a New York. Gli Usa puntavano a una reazione «forte, energica e appropriata» alla sfida lanciata dalla Corea del Nord e dal suo programma missilistico, ha spiegato Susan Rice, ambasciatore di Washington all'Onu. Con l'America sono schierati i Paesi occidentali, contro nuove sanzioni restano i principali alleati di Pyongyang nel Consiglio, Cina e Russia. Washington sostiene che la Corea del Nord ha violato la risoluzione 1718 adottata nel 2006 dopo l'esplosione della prima bomba atomica e che vieta a Pyongyang nuovi test nucleari e balistici. Per Usa, Giappone e Corea del Sud si è trattato del test di lancio di un missile balistico a lunga gittata (6.700 km) in grado di colpire Alaska e Hawaii. Per Pyongyang, invece, era un vettore per mettere in orbita un satellite. La riunione si è conclusa con un nulla di fatto. I lavori sono stati aggiornati senza che sia stata adottata alcuna misura. Antonio Fatiguso (Ansa) 06/04/2009

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Partite da Roma 2 colonne di mezzi della Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'Aquila | 6 aprile 2009 Partite da Roma 2 colonne di mezzi della Protezione civile Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso Due colonne mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione civile della Regione Lazio sono gia' in viaggio verso le zone colpite dal sisma in Abruzzo in raccordo con il Dipartimento nazionale. Nella Regione limitrofa stanno portando tende per sfollati e quant'altro necessario per prestare soccorso alla popolazione. Lo rende noto il direttore della Protezione civile del Lazio Maurizio Pucci che e', dai momenti successivi alle scosse avvertite molto forti anche a Roma, nella sede del Dipartimento nazionale del Dipartimento la Protezione civile e Roma in via Ulpiano.

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La rivoluzione copernicana di Barack Obama dopo otto anni di Bush parte innanzitutto da ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 06 Aprile 2009 Chiudi di STEFANO TRINCIA La rivoluzione copernicana di Barack Obama dopo otto anni di Bush parte innanzitutto da una diversa visione del mondo e dei rapporti internazionali. Se il suo predecessore alla Casa Bianca aveva basato la politica estera su un approccio unilaterale, elaborato dai teorici "neocon", Obama ha impostato campagna elettorale e quindi il suo esordio a Washington sul multilateralismo. La consapevolezza cioè che il mondo globalizzato non può più essere governato dalla capitale Usa con una logica da unica superpotenza planetaria: ma piuttosto con il metodo dell' "engagement", l'ingaggio. Riconoscere cioè la natura pluripolare del ventunesimo secolo in politica estera e ingaggiare alleati e nemici in un dialogo serrato. Di qui la chiusura anche simbolica con il tragico capitolo iracheno - simbolo dell'unilateralismo guerreggiante di Bush - e il tentativo di reingaggiare gli alleati, Nato in testa, sul fronte afgano. Nessun muro geopolitico ha resistito all'offensiva diplomatica di Obama: la Casa Bianca ed il Dipartimento di Stato guidato da Hillary Clinton hanno aperto formalmente ed informalmente il confronto con avversari storici come l'Iran e la Siria nel tentativo di ridare slancio al processo di pace in Medio Oriente. Con la Cina e la Russia l'operazione mano tesa è decisamente avviata: con Pechino la Clinton ha deciso di accantonare il nodo dei diritti civili per puntare sulla indispensabbile partnership in campo economico. Con Mosca invece netta l'inversione di tendenza sullo scudo missilistico in Europa dell'Est e apertura piena sul piano del disarmo nucleare. Il cambio di marcia in politica estera si è manifestato anche alla Nazioni Unite, teatro durante gli anni di Bush di continui scontri con l'Europa. L'amministrazione Obama, rappresentata dall'Ambasciatrice Susan Rice ha annunciato la propria intenzione di entrare nella commissione diritti umani dell'Onu: un organismo forotemente contestato in passato perché affidato alla guida della Libia. La Rice ha dichiarato:« Riteniamo più utile rimanere "engaged", all'interno delle organizzazioni, anche le più controverse. Le cose si cambiano meglio da dentro che dall'esterno»

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SEMBRA trascorso un secolo. Ma solo tre anni fa i giornali anglosassoni dipingevano l'Itali... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Pesaro)" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Umbria)) (Messaggero, Il (Ancona)) (Messaggero, Il (Abruzzo)) (Messaggero, Il (Latina)) (Messaggero, Il (Viterbo)) (Messaggero, Il (Rieti))

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 06 Aprile 2009 Chiudi di MARCO FORTIS SEMBRA trascorso un secolo. Ma solo tre anni fa i giornali anglosassoni dipingevano l'Italia come la grande malata d'Europa. Ciò perché il nostro Pil cresceva poco mentre quelli di Gran Bretagna, Stati Uniti e Irlanda "volavano". In particolare, venivamo indicati come tartarughe per produttività e competitività. Con un sistema manifatturiero ormai obsoleto, in balia della concorrenza cinese, con imprese troppo piccole per affrontare le sfide della globalizzazione e con una presenza inconsistente nei servizi avanzati e nella finanza innovativa. Sicché nel 2005 sulla copertina del britannico Economist la nostra penisola fu raffigurata sorretta da due piccole stampelle, mentre quella dell'americano Time immortalò il David di Michelangelo impegnato in un braccio di ferro con un minaccioso guerriero cinese di terracotta. Inoltre, il capo economista della Goldman Sachs in una conferenza stampa al Forum di Davos, nel gennaio del 2006, disse che all'economia italiana ormai restavano "solo calcio e spaghetti". Gli eventi della drammatica crisi mondiale che stiamo vivendo hanno dimostrato che la super-crescita di alcuni Paesi non è stata una crescita sana.

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Il lancio è fallito. Ma il pericolo e la provocazione restano. Il vettore nordcorea... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 06 Aprile 2009 Chiudi Il lancio è fallito. Ma il pericolo e «la provocazione» restano. Il vettore nordcoreano Taepodong-2, infatti, può trasportare una testata nucleare e la Corea del Nord di armi atomiche ne possiede di certo,(alcune stime riferiscono dei sei testate). Per questa ragione a Praga, Barak Obama ha confermato il suo impegno a promuovere con «urgenza un programma contro la proliferazione nucleare». Se vuole realizzare il suo sogno «di un mondo senza armi nucleari», il presidente americano dovrà però operare un'inversione di rotta rispetto a Bush. Il primo passo, l'ha già in programma: rendere effettivo il Trattato sul bando ai test nucleari (Ctbt) siglato da numerosi Paesi nel 1996, ma bocciato dagli Stati Uniti nel 1999. Obama chiederà al Senato americano di firmare il Ctbt. Ma avendo chiaro che il Trattato entrerà effettivamente in vigore solo se sarà ratificato anche da Cina, Israele, India, Pakistan, Corea del Nord (paesi che posseggono armi nucleari), Iran (che ha in corso un progetto nucleare civile che potrebbe avere anche sbocchi militari), Egitto e Indonesia. Tutti Paesi che finora non hanno aderito al Ctbt. Proprio tenendo conto di questa realtà, il presidente americano ha programmato entro l'anno prossimo un summit negli Stati Uniti per la riduzione delle armi nucleari. Nei fatti si tratterebbe di rimettere al passo dei tempi il Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), entrato in vigore il 5 marzo 1970. Il trattato proibisce agli Stati nucleari -Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina - di cedere a Stati non nucleari, armi nucleari e tecnologie o materiali utili alla loro costruzione. Ai Paesi firmatari non dotati di tali sistemi d'arma, il Tnp impedisce di fabbricarne. Il problema è che gli Stati che si sono dotati di armi atomiche come Israele (che nega, ma di fatto sembra disporre di circa 200 bombe nucleari), l'India (più di cento testate) e il Pakistan (una cinquantina) non hanno firmato il Tnp e la Corea del Nord si è ritirata nel 2003. Altri Paesi, come Sud Africa, Brasile e Argentina hanno smantellato le armi (Sud Africa) o (gli ultimi due) hanno abbandonato i loro progetti nucleari dopo aver siglato il Tnp negli anni Novanta. La Libia nel 2007 ha unilateralmente messo fine al proprio programma atomico. Ex repubbliche sovietiche, Ucraina, Kazakistan, Ucraina hanno restituito alla Russia le testate e i vettori in loro possesso o si sono impegnate a farlo. Il tema del disarmo strategico è anche al centro dei rinnovati rapporti tra Washington e Mosca. Alla fine di quest'anno decadrà il trattato Start-1, l'unico superstite degli accordi che regolano il numero massimo di armi nucleari (6000 testate) strategiche che i due Paesi possono avere (il più avanzato Start-2 (prevede un massimo di 3500 testate) firmato con Mosca è stato disdetto dal presidente Bush nel 2002).Le testate strategiche oggi operative sono circa 3.000 per gli Usa e 3.500 per la Russia. R.L.

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dal nostro corrispondente NEW YORK - Nonostante numerosi governi avessero... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 06 Aprile 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Nonostante numerosi governi avessero fatto pressioni, nonostante le risoluzioni dell'Onu e gli accordi presi due anni fa, il regime nord-coreano ha lanciato ieri un missile di lunga gittata, con a bordo un satellite. Non contento di aver sfidato mezzo mondo, ha anche mentito sul risultato del lancio, sostenendo che il satellite era stato messo in orbita con successo, e trasmetteva «l'inno del nostro adorato leader supremo». In realtà, il missile e il suo carico si sono disintegrati poco dopo il decollo: il primo modulo è caduto nel mare che separa il Giappone dalla penisola coreana, il secondo è finito nell'Oceano Pacifico dopo aver sorvolato l'arcipelago nipponico. Dalla Casa Bianca è venuto un ammonimento: «Anche se è stato un insuccesso, il lancio ha violato gli accordi». Il parere era condiviso da vari governi, che hanno condannato Pyongyang, e chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza alle Nazioni Unite, che però ieri sera si è conclusa con un nulla di fatto. La discussione continuerà nei prossimi giorni, ma da indiscrezioni giunte in serata si capisce che sia la Cina che la Russia, che hanno diritto di veto, non vedono di buon occhio iniziative "forti", e anzi raccomandano cautela. Nella mattinata, un documento unitario Usa-Ue aveva messo in chiaro che né gli Stati Uniti né l'Europa credono che il lancio avesse scopi pacifici: «Il suo scopo - si legge nel documento - è di perfezionare l'abilità di minacciare Paesi vicini e lontani con armi di distruzione di massa». Gli scienziati confermano infatti che la tecnologia necessaria a lanciare un razzo con satellite è quasi identica a quella per un missile a lunga gittata con testata nucleare. Nell'estate del 2006, il regime lanciò sette missili, di cui due del tipo Taepodong-2, in grado di portare testate fino a 500 chili e di scaricarle a una distanza di oltre 5 mila chilometri. Tutti i lanci furono insuccessi e avvennero senza che il regime avesse informato le autorità aeree degli altri Paesi, e quindi con il rischio di causare qualche tragico incidente. Appena tre mesi dopo, Pyongyang effettuò anche un esperimento nucleare sotterraneo. L'ambiziosa marcia verso gli armamenti di distruzione di massa dovette tuttavia interrompersi per la carestia che aveva colpito il Paese. Fu così che nel 2007 si giunse a un accordo con i Paesi del "negoziato a 6" (Usa, Russia, Cina, Giappone, Corea del sud, Corea del nord). La Corea del nord si impegnava a interrompere gli esperimenti - anche il lancio di satelliti - e in cambio riceveva aiuti di ogni genere. Ma l'accordo si è arenato lo scorso novembre, quando Pyongyang ha bloccato il lavoro degli ispettori Onu. Ed è su questo sfondo di negoziati paralizzati che si arriva all'esperimento di ieri. A differenza che nel 2006, questa volta il regime ha avvertito gli Stati vicini. Cina, Corea del sud, Russia e Giappone sono entrati in stato di allerta e gli Stati Uniti hanno dislocato nell'area quattro navi da guerra fornite del sistema Aegis per la rilevazione di missili. Così, se il regime ha potuto mentire ai suoi cittadini, che vivono schiacciati dalla censura, il resto del mondo ha saputo subito che l'esperimento era fallito. Se è vero, come vari esperti pensano, che la Corea sperava di mostrare una tecnologia perfezionata da vendere al mercato nero, lo scopo non è stato ottenuto. In compenso, il presidente statunitense Barack Obama, che a Praga si apprestava a proporre al mondo di disfarsi delle armi nucleari, ha condannato Pyongyang per la «provocazione», e attraverso la sua ambasciatrice all'Onu, Susan Rice, non ha escluso l'ipotesi di adottare nuove sanzioni punitive. Ma gli esperti sono scettici che si possa ottenere granché dal più ottuso e repressivo regime del mondo. Per di più Pyongyang ha preso prigionieri due giovani giornalisti americani che lavorano per il canale tv dell'ex presidente Al Gore e che si erano avventurati fino ai confini coreani. Ieri il regime ha annunciato che intende processarli per «attività ostili».

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La nuova ribalta del Fondo monetario (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-05 - pag: 3 autore: ANALISI La nuova ribalta del Fondo monetario di Alessandro Merli «T he Imf is back». Il Fondo monetario è tornato. Dopo il G-20 di Londra, l'Fmi si ricolloca al centro della scena dell'economia e della finanza internazionale, come rivendicava giovedì sera a fine vertice il suo direttore Dominique Strauss-Kahn. Dei 1.100 miliardi di dollari promessi dai leader dei venti per rimettere in moto l'economia mondiale e assistere i Paesi investiti dalla crisi, 750 verranno canalizzati attraverso il Fondo. Al quale vengono anche affidati i nuovi ruoli di giudice dell'efficacia dei pacchetti di stimolo fiscale messi in atto dai Paesi membri e di guardiano delle riforme dei mercati finanziari varate dal nuovo Financial Stability Board. è un clamoroso ritorno alla ri-balta per un'istituzione, che,perno della soluzione di tutte le crisi finanziarie internazionali degli anni Ottanta e Novanta, era poi finita marginalizzata e ridimensionata dai propri errori e da uno straordinario periodo di bonaccia dell'economia mondiale. è difficile mantenere la propria credibilità di pompiere, un mestiere al quale viene spesso paragonato il lavoro dell'Fmi, se per anni non scoppia alcun incendio e dopo che, nello spegnere gli ultimi fuochi ( Asia, Argentina), si è rischiato di attizzare ancor di più le fiamme. Di fronte all'emergenza della crisi più grave da decenni, la comunità internazionale si è resa conto però di non disporre di alcuno strumento migliore dell'Fmi:vengono quindi triplicate le risorse dell'istituzione di Washington per assistere i Paesi in difficoltà (da 250 a 750 miliardi di dollari) e viene creata liquidità internazionale per altri 250 miliardi di dollari con l'emissione di diritti speciali di prelievo (dsp), il "paniere" dell'Fmi composto da dollaro, euro,yen e sterlina.«Il G-20 –dice Ousmene Mandeng, dell'hedge fund Ashmore – è stato anzi tutto un successo dell'Fmi». Su entrambe le decisioni, tuttavia, esistono alcune difficoltà, non solo tecniche, sul se e quando queste cifre saranno disponibili. Sotto i 500 miliardi di dollari di nuove risorse c'è per ora solo la firma del Giappone e l'impegno Ue (100 miliardi l'uno) e le promesse di alcuni Paesi più piccoli, come Canada e Norvegia. A Londra si è fissato un importo totale, ma non sono apparsi concretamente nuovi sottoscrittori, né gli Usa, né la Cina, né l'Arabia saudita,i tre principali indiziati, né altri. Per di più, la Cina intenderebbe finanziare l'Fmi non con un prestito di riserve, ma con l'acquisto di un'emissione di bond. Nonostante questa figuri negli statuti dell'Fmi, è un'operazione senza precedenti e resta da vedere quanto tempo richiederà per essere messa in piedi. Alcune fonti monetarie si chiedono se la Cina non voglia attendere qualche progresso sulla riforma delle quote nel capitale Fondo ( che il G-20 ha promesso verrà completata entro gennaio 2011) per vedere riconosciuto il suo accresciuto peso nell'economia mondiale. «La rilevanza dell'Fmi – dice Domenico Lombardi, presidente dell'Oxford Institute for Economic Policy – dipende da tre condizioni: la revisione delle condizioni collegate ai suoi prestiti,l'attivazione di linee precauzionali "pre-crisi" e la riforma della governance». Le prime due sono state appena realizzate, la terza, nonostante gli impegni del G-20, resta di non facile attuazione, anche per la riluttanza europea a cedere quote e seggi in consiglio a favore dei Paesi emergenti, ed è cruciale per un maggior coinvolgimento della Cina. L'emissione dei dsp non è una questione nuova:anzi l'Fmi l'aveva già approvata nel 1997, allo scoppio della crisi asiatica, ma l'operazione era sempre stata bloccata dal veto americano. è significativo che il via libera anche dagli Usa sia arrivato ora che si è insediato al Tesoro, come consulente del segretario Tim Geithner, Ted Truman, veterano della diplomazia economica americana, il quale in una recente audizione al Congresso aveva sostenuto proprio la necessità dell'allocazione di dsp. Uno degli ostacoli alla ratifica dell'operazione da parte degli Usa è stata in tutti questi anni la netta opposizione del Congresso, che deve approvarla. Nella situazione attuale, è improbabile che il Congresso sia disposto più benevolmente a concedere denari dei contribuenti americani al Fondo. A margine del G-20 circolava tuttavia l'indiscrezione, che, forse proprio grazie all'esperto Truman,l'amministrazione avrebbe trovato una scappatoia per far passare l'aumento dei dsp senza dover ricorrere al voto parlamentare. Diversamente, l'operazione rischia di impantanarsi e con essa una componente significativa del piano del G-20. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sfida della Corea del Nord (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 2 Sfida della Corea del Nord «Lanciato missile in orbita» Secondo gli Usa il razzo è caduto nel Pacifico Convocata una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza. Washington chiede di inasprire le sanzioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO La Corea del Nord è stata di parola. Ieri mattina, ore 11.20 locali, ha lanciato un missile che ha sorvolato il Giappone, come la propaganda andava ripetendo da settimane. Con tempistica che non appare casuale, l'operazione è stata condotta a ridosso del discorso con cui Barack Obama, a Praga, evocava un «futuro senza armi nucleari ». Il presidente Usa è stato tra i primi a reagire, parlando di «atto provocatorio». Alle Nazioni Unite è stata convocata una seduta d'urgenza del Consiglio di Sicurezza, per inasprire l'applicazione delle sanzioni esistenti, mentre da Giappone, dalla Corea del Sud e dall'Occidente si condannava senza appello. Ma la riunione si è conclusa senza un accordo sulla risposta da dare a Pyongyang e senza alcuna dichiarazione di condanna. Le consultazioni continueranno nei prossimi giorni. Nonostante gli avvertimenti a non sfidare il divieto, il regime aveva presentato il lancio come passo necessario per mettere in orbita un satellite per le telecomunicazioni, «un nostro diritto». L'agenzia Kcna ieri faceva riferimento alla riuscita della missione, con il missile Unha-2 che aveva «accuratamente collocato il satellite Kwangmyongsong-2 nella sua orbita». Più tardi sudcoreani e americani hanno smentito Pyongyang: nessuna traccia del satellite. Il trionfale comunicato nordcoreano, invece, si era diffuso in dettagli sul viaggio del missile a tre stadi (le cui parti sono cadute fra penisola coreana e arcipelago nipponico e poi nel Pacifico). Ecco il poligono di Tonghae, l'arrivo in orbita «9 minuti e 2 secondi dal decollo», le «informazioni trasmesse a 470 MHz». E la rivendicazione di un'orgogliosa nordcoreanità: il satellite «invia alla Terra le melodie degli immortali inni Canzone del generale Kim Il-sung e Canzone del generale Kim Jong-Il ». Il fallito invio del satellite orbitante non attenua le preoccupazioni dei Paesi vicini e dell'Occidente. I quali temono che il lancio non sia stato che un test per il missile intercontinentale Taepodong- 2, in grado si stima di raggiungere l'Alaska e oltre. Già 11 anni fa un missile aveva sorvolato il Giappone. Nell'estate 2006 il decollo di un Taepodong-2 era fallito in una quarantina di secondi, ma in ottobre il regime aveva comunicato il successo di un esperimento nucleare sotterraneo. I successivi tentativi di ricondurre Pyongyang nel negoziato multilaterale sulla sospensione del suo programma atomico si sono rivelati un dedalo di fallimenti, rare accelerazioni e frequenti stalli. Il lancio di ieri è un messaggio di Kim Jong-Il (che ha fatto sapere di avervi assistito personalmente). Ha voluto imporre la propria presenza a Obama. Ha di nuovo stretto a sé la casta militare, di cui è il vertice, dimostrando di essere al comando, otto mesi dopo l'ictus che lo ha colpito e a meno di una settimana dalla convocazione del Parlamento che dovrebbe presiedere. Kim conta su Cina e Russia: Pechino, che invita «tutte le parti interessate» a esercitare «calma e moderazione», e Mosca hanno fatto subito capire di essere contrarie a nuove sanzioni. Intanto Pyongyang può celebrare la sua «rinnovata, grande ondata rivoluzionaria». M. D. C.

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L'ostentazione di forza di un regime alla fame (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 2 Retroscena Il regno dove Stalin incontra Confucio L'ostentazione di forza di un regime alla fame DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO Sarà anche il «regno eremita», ma quando la Corea del Nord si espone al mondo lo fa in modo spettacolare. Lancia un missile, e costringe Obama ad aggiornare il suo discorso davanti al popolo di Praga. Arresta due giornaliste che varcano il confine clandestinamente, e si accorge che sono americane, addirittura di una tv che fa capo ad Al Gore. Tutto è paradossale, intorno alla Repubblica Democratica Popolare di Corea, la Dprk. C'è un Pil ridotto all'osso, stimato in 1.700 dollari l'anno per ciascuno dei 23 milioni di abitanti, ma anche un bilancio militare che assorbe un quarto delle risorse del Paese. Merito di un conflitto che formalmente non si è mai concluso, con la tregua del 1953 diventata quasi pace, e una mobilitazione guerresca permanente. Così si spiegano i 700 mila soldati nei pressi della linea demilitarizzata che divide le Coree. E i fratelli separati del Sud, invocati dalla retorica di «una sola patria», subito finiscono marchiati con l'infamia del «governo fantoccio di Seul». La zona industriale comune di Kaesong, nel Nord (operai nordcoreani in fabbriche sudcoreane), è ostaggio dei cambi d'umore: confine aperto, chiuso, aperto, chissà. Tutto normale. Nei paradossi nordcoreani l'Occidente si perde. Invece Bill Clinton ci aveva provato, si racconta che Madeleine Albright si fosse scambiata l'indirizzo email con Kim Jong-il. Adesso il canale diplomatico che tiene Pyongyang legata al mondo è un tavolo negoziale con troppe gambe, le due Coree, Giappone, Cina, Russia, Usa. Solo la Cina ha un certo accesso alle segrete stanze. Pungola e difende il vicino: «Washington ha parlato subito di missile, mentre la Corea del Sud all'inizio diceva 'satellite' e il Giappone 'oggetto non identificato'. Indicativo. L'ostilità Usa resta...», diceva ieri al Corriere Shi Yinhong, americanista all'Università del Popolo, vicino ai leader di Pechino. L'opacità del sistema, il suo mistero, sono un'arma per il regime, che resiste pure alle definizioni, con un comunismo autarchico così nazionalista da dimenticare Marx e consegnarsi al padre della patria, Kim Il-sung. Anche la crisi alimentare che ha sconvolto il Paese a metà degli anni Novanta ha assunto dimensioni paradossali. I calcoli sulle vittime mai disinteressati hanno messo insieme dalle decine di migliaia ai milioni di morti. L'impossibilità di controllare la gestione degli aiuti diretti rese difficili i rapporti fra le agenzie Onu e le ong da una parte e le autorità nordcoreane dall'altra. Molte mollarono. Era l'esercito a prendersi la fetta maggiore, il resto le élite fedeli alla leadership (chi non assicura lealtà è escluso da tutto, appena un passo sopra l'abisso di gulag da decine o centinaia di migliaia di internati). Nel frattempo ha scritto il Wall Street Journal il regime accumulava circa 600 milioni di dollari l'anno dalla vendita di armamenti a Stati più o meno canaglia. Dopo il 2001 Libia e Pakistan si sono fatti indietro, ma è venuto il turno dell'Iran: tecnici di Teheran, secondo un giornale giapponese, ieri erano presenti al lancio del missi-- le, a valutare la merce. Nei gulag coreani finiscono anche i familiari di chi tenta la fuga. Il resto sono storie di avventurose traversate dei due fiumi frontalieri, la perenne minaccia della polizia cinese, i traffici di donne immolate a scapoli frustrati. Chi ce la fa finisce al Sud, dove l'inserimento in una società democratica imbozzola i profughi in forme di isolamento e discriminazione. Chi ha parlato con i transfughi riparati in Cina, nonostante i racconti atroci, si imbatte comunque in forme di rispetto per Kim Jong-il e, ancora di più, Kim Il-sung. Che, in una società formalmente atea, gode del (paradossale) privilegio di restare leader anche da morto, Presidente Eterno. Si tratta di un'eredità del confucianesimo, metabolizzato e ibridato con un culto della personalità di matrice staliniana e maoista. Quanto a Kim Jong-il, con i suoi capelli cotonati e l'erede che tarda a investire, è più facile prenderlo in giro che provare a capirlo. Lo zig zag tra momenti di ragionevole accondiscendenza e le intemperanze balistiche sconcertano l'Occidente. Ma tutto ha un metodo. C'è una coerenza nell'incoerenza, in Corea del Nord. Marco Del Corona

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 3 Il discorso Il presidente Usa svegliato nella notte dal portavoce alla notizia del lancio in Asia «Fermiamo subito Pyongyang E liberiamoci dalle atomiche» Obama al Castello di Praga acclamato da 20 mila persone Doppio registro: visionario quando punta a un pianeta senz'armi nucleari; concreto quando invoca una risposta contro la Corea del Nord DA UNO DEI NOSTRI INVIATI PRAGA Il sogno e la realtà. La visione di un mondo senza armi nucleari e il lancio di un missile nordcoreano, a ricordargli tribolazioni e trappole terrene. Il più ambizioso discorso del viaggio europeo di Barack Obama ha dovuto fare i conti con il brusco risveglio della notte praghese, quando David Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, ha bussato alla porta della sua camera all'Hilton per dirgli che Pyongyang aveva sparato l'ordigno balistico. È stata l'ennesima sfida del regime comunista asiatico alla comunità internazionale. Ma il presidente americano ha saputo rovesciarne la lettura, bollandola come «una provocazione, che sottolinea la necessità di agire, non solo immediatamente nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma anche nella determinazione a prevenire la diffusione di queste armi». Lo scarto rispetto al tono ispirato dell'intervento non poteva essere più marcato: «Le regole devono essere vincolanti ha detto Obama , le violazioni vanno punite, la parole devono avere un significato. È tempo di una forte risposta internazionale: la Corea del Nord deve sapere che sicurezza e rispetto non si ottengono con minacce e armi illegali». Ma il missile del Pacifico non è riuscito a mettere in ombra il discorso di Praga, che pone Obama nella tradizione di leader come Kennedy e Reagan, capaci di indicare all'America e al mondo nuove frontiere e traguardi visionari. Sulla piazza del Castello, davanti a 20 mila persone che non hanno smesso di invocarlo, il presidente ha ricordato la Rivoluzione di Velluto dell'89, che fu «più forte di ogni arma », per tracciare la via a un pianeta libero da ordigni atomici, «l'eredità più pericolosa della Guerra Fredda». La differenza, rispetto al passato, è che Obama sia il primo presidente a dare una motivazione affatto originale a questo nuovo sogno americano: «Come unica potenza che abbia usato l'atomica, abbiamo la responsabilità morale di agire. Non potremo aver successo da soli, ma possiamo guidare l'impresa ». La sua è una strategia a più livelli, dove il rilancio del negoziato con Mosca per un nuovo trattato sull'ulteriore riduzione delle armi strategiche di Usa e Russia si accompagna all'idea di un accordo globale, che ponga fine alla produzione di materiale fissile utilizzabile negli ordigni. Obama si è anche impegnato a rafforzare il Trattato di non proliferazione, in base al principio che «chi ha le armi nucleari muova verso il disarmo e chi non le ha rifiuti di dotarsene». E a promuovere «in modo immediato e aggressivo» la ratifica del Comprehensive Test Ban Treaty, il trattato che proibisce i test atomici, negoziato da Bill Clinton nel 1996, bocciato dal Congresso americano nel 1999 e mai entrato in vigore per il rifiuto di ratificarlo degli Usa e di altri 8 Paesi: Cina, Egitto, India, Indonesia, Iran, Israele, Nord Corea e Pakistan. La proposta più innovativa formulata dal capo della Casa Bianca è forse la creazione di una «banca del combustibile nucleare»: alimentata in parte dalle testate eliminate in virtù degli accordi, potrà accedervi qualunque nazione voglia sviluppare programmi atomici civili, sotto un regime di controlli e garanzie, evitando così di arricchire da sola l'uranio. L'idea della banca ha come primo interlocutore l'Iran, di cui Obama ha difeso «il diritto ad acquisire energia atomica a scopi pacifici, sotto rigorose ispezioni ». Solo così, rinunciando alle sue attività nucleari e balistiche, la Repubblica islamica potrà evitare l'isolamento e la pressione internazionale. Ma «fin quando il pericolo iraniano persisterà», gli Usa porteranno avanti il piano per lo scudo missilistico difensivo, che dovrebbe essere installato proprio in Repubblica Ceca e Polonia. Da ultimo, l'intensificazione dello sforzo per evitare che armi atomiche cadano in mano ai terroristi, «minaccia immediata ed estrema alla sicurezza globale». Obama ha annunciato un'offensiva per migliorare la sicurezza degli arsenali entro 4 anni, con l'introduzione di più severi standard di protezione, nuovi aiuti alla Russia e la trasformazione delle varie iniziative per la sicurezza nucleare in istituzioni stabili. Entro un anno, gli Usa ospiteranno il primo vertice globale su questo tema. Paolo Valentino Folla oceanica Obama con la moglie Michelle acclamato da 20 mila persone nella piazza del Castello di Praga

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Bonino: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 5 L'intervista La leader radicale è per l'allargamento Bonino: «L'Europa rischia una chiusura nazionalista» ROMA «Invece di prendere la crisi come un'opportunità, l'Europa scivola verso una preoccupante visione nazionalista. La questione della Turchia dimostrerà se si aprirà al mondo o si chiuderà», dice Emma Bonino. Radicale eletta senatrice nelle liste del Partito democratico, la vicepresidente del Senato ieri si stava occupando di come evitare che tra poco, a Kabul, entri in vigore la legge sull'obbligo al sesso con i mariti per le sciite afghane non consenzienti. Ma Emma Bonino fa parte anche della commissione guidata dal finlandese Martti Ahtisaari che compie un monitoraggio sulle riforme varate dai turchi per entrare nell'Ue, e aveva presente la divergenza su Ankara tra il presidente degli Stati Uniti, quello dello Francia e la cancelliera tedesca. Barack Obama, a Praga, ha ribadito la richiesta americana di aprire l'Ue all'ingresso della Turchia. Il francese Nicolas Sarkozy ha confermato di essere contrario, la tedesca Angela Merkel preferirebbe una, meno impegnativa, «partnership privilegiata». Secondo lei chi ha ragione? «Seguendo una linea esistita da 40 anni, l'Europa in Consigli europei di 1999 e 2002 ha riconosciuto l'eleggibilità della Turchia all'ingresso nell'Unione. Tant'è che nel 2005 sono stati avviati i negoziati per l'adesione, non per una partnership. Obama ne prende atto, gli Usa sono da sempre a favore. Le reazioni rendono evidenti cose note nei corridoi». Le riserve francese e tedesca? «Già. L'idea della partnership fu battuta nel Consiglio europeo che diede via libera ai negoziati. Sarkozy poi li ha rallentati, non fermati. Sarebbe drammatico se, dopo un processo decennale, l'Europa dicesse: ci siamo sbagliati». Perché drammatico? Per chi? «Per l'affidabilità dell'Europa e i contraccolpi in Turchia. Chiedevamo la riforma del codice penale, e l'hanno fatta. Abbiamo chiesto diritti per i curdi, ed è nata una rete tv di Stato in curdo. Se si blocca tutto, altro che 'ponte con il mondo musulmano'». L'Ue non è già abbastanza in affanno dopo l'allargamento a 27 membri? Oltre che all'Irlanda, la ratifica del trattato di Lisbona sui nuovi meccanismi decisionali è appesa alla crisi di governo ceca. «L'allargamento doveva andare di pari passo con il rafforzamento delle istituzioni politiche. Comunque, oggi bisogna procedere nella direzione opposta alle misure protezionistiche sulle crisi bancaria e dell'auto, adottate dagli Stati senza coordinamento e con il rischio di cannibalizzarsi a vicenda. La Turchia conta per l'energia, è un Paese democratico e islamico. Saranno quattro o cinque attori a decidere le sorti del mondo: Usa, Cina, Russia, Brasile o altri e l'Europa, se c'è. Se torniamo tutti agli Stati nazionali, siamo destinati all'irrilevanza politica». Secondo Berlusconi per rassicurare Parigi e Berlino la Turchia potrebbe entrare rinviando a dopo la libera circolazione dei turchi nell'Ue. Che ne dice? «Dopo? La Turchia entrerebbe verso il 2015-2017. Lei ha idea di che cosa saremo nel 2015-2017? Chi ne ha idea?» Maurizio Caprara \\ L'Ue ha avviato i negoziati per l'adesione. Sarebbe drammatico se, dopo un processo decennale, l'Europa dicesse: ci siamo sbagliati \\ Abbiamo chiesto la riforma del codice penale e diritti per i curdi e l'hanno fatto. Ora dobbiamo mostrarci affidabili

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 7 Visto dagli Usa / 2 L'ex leader neocon Perle «Haildifettodelprotagonismo» WASHINGTON Per Richard Perle, l'immagine ormai famosa di Berlusconi tra Obama e Medvedev, tutti e tre sorridenti, «va bene per l'album fotografico dell'Università», ossia è quasi adolescenziale. L'ex sottosegretario alla Difesa ed ex leader neocon definisce il Cavaliere «un premier che fa le cose in maniera diversa dagli altri», ma che in sostanza non si discosta dalla politica tradizionale. «Si presta a critiche dichiara Perle, che frequenta i vertici mondiali da quando negoziò il disarmo nucleare con la ex Urss ma le critiche lasciano il tempo che trovano». Che cosa le è parso del «body language» e delle battute di Berlusconi al G20? «Secondo me, si è lasciato trascinare un po', forse perché era la prima volta che si trovava in quel consesso. Tutti sappiamo che può essere molto vivace e trasgredire qualche piccola regola. È già accaduto in circostanze più normali, come quando commise una gaffe su Obama dandogli per scherzo dell'' abbronzato'». Pensa che con la foto volesse proporsi come mediatore tra Obama e Medvedev? «Forse. Ma personalmente io non lo vedo in quel ruolo perché ha chiuso gli occhi davanti a comportamenti inaccettabili da parte della Russia, e ce ne sono stati parecchi. Ha buoni rapporti con Mosca come li ha con Washington, ma con Mosca potrebbe essere più fermo». Ha sorpreso anche la regina Elisabetta... «Non me ne stupisco, Berlusconi delle volte fa un po' il buffone, scientemente, credo. È un lato bizzarro della sua personalità, e non lo dico con cattiveria. Ma ciò non porta a conseguenze serie. Ha il difetto del protagonismo, come molti altri politici». Che sia anche un tentativo di tenere l'Italia in primo piano in vista del G8 alla Maddalena? «Non voglio essere cattivo, ma l'Italia non ha il peso dell'America, della Cina, o anche solo della Germania. Da un punto di vista americano, ci ha dato appoggi preziosi, ma non ha sempre accolto le nostre istanze. Presumo che al G8, nelle vesti di ospite, Berlusconi sarà più contenuto e più impegnato. Dovrà dirigerne i lavori, e dovrà dimostrare di esserne all'altezza». Ennio Caretto Richard Perle Ex leader neocon, già sottosegretario alla Difesa di Reagan, è stato tra gli «architetti» della politica irachena di George Bush

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LA PRAGMATICA SFIDA ALL'EUROPA (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

LA PRAGMATICA SFIDA ALL'EUROPA --> Lunedì 06 Aprile 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Forse per la prima volta dall'ingresso alla Casa Bianca, con il discorso di Praga il presidente Obama è sembrato all'altezza delle speranze suscitate dal candidato Obama. Ha elencato le questioni più spinose (gli esperimenti missilistici della Corea del Nord, la corsa iraniana al nucleare, i rapporti con il mondo islamico) senza lasciarsi andare alle inutili isterie del predecessore Bush o indulgere all'ottimismo consolatorio che la figura del presidente nero e democratico sembra produrre in ampie fasce dell'opinione pubblica. Come nei suoi momenti migliori, Obama ha riassunto e superato le diverse crisi in una visione programmatica per il futuro, centrata sull'autorità globale degli Stati Uniti e su un obiettivo difficile ma concreto: il disarmo nucleare. Obama non è un sognatore, anzi: il suo spirito pragmatico e poco ideologico è già emerso in diverse occasioni. L'obiettivo di eliminare la «pericolosa eredità della guerra fredda» (le armi nucleari, appunto) in questa fase risponde perfettamente alle esigenze strategiche della Casa Bianca, ancora impegnata a uscire dal vicolo cieco mediorientale in cui è andata qualche anno fa a cacciarsi. A questo fine, ed essendo ormai acclarata l'assoluta priorità per la ripresa economica del confronto con la Cina, diventa importante per gli Usa ricostruire un rapporto con la Russia del duo Putin-Medvedev. Va letto soprattutto in questa chiave il passo del discorso in cui Obama ha ribadito il collegamento tra lo scudo stellare in Polonia e Repubblica Ceca e le ambizioni atomiche dell'Iran. È un modo per ribadire il «patto» già proposto alla Russia (se Mosca smetterà di aiutare l'Iran, Washington potrebbe rinunciare allo scudo che infastidisce il Cremlino) e insieme agitare davanti all'Iran una minaccia assai più efficace delle guerre impossibili paventate da Bush: l'isolamento internazionale, la fine dei progetti di Teheran che con il nucleare vuol liberare ulteriori quantità di petrolio per il mercato internazionale, e così risollevare un'economia mai decollata. Èimportante che gli Usa tornino a essere intelligentemente assertivi e consci del proprio ruolo (Obama ha parlato di «responsabilità morale» americana). Meglio non nascondersi, però, che in questo si celano sfide piuttosto impegnative per l'Europa. La Merkel e Sarkozy hanno risposto con freddezza alle sollecitazioni di Obama sulla Turchia (farla entrare nella Ue sarebbe «un segnale incoraggiante» verso il mondo islamico), ma tuttavia hanno dovuto rispondere. Così come hanno dovuto in qualche modo darsi da fare rispetto all'Afghanistan, dove la situazione è critica e servono nuove truppe. Oggi gli Usa hanno sul campo 38 mila soldati e si apprestano a dispiegarne almeno altri 21 mila. Gli europei, tutti insieme, ne hanno circa 30 mila e vogliono mobilitarne poche altre migliaia (cinque o seimila), per di più tenendole lontane dalla prima linea e magari riportandole a casa dopo le elezioni presidenziali di agosto. La guerra afghana della Nato, insomma, sta per diventare un'altra guerra americana. Non è detto che convenga agli afghani, certo non gioverà all'Europa e al suo «peso» politico. Il rischio è che il pragmatico Obama accetti l'idea che dall'Europa bisogna prendere il buono inevitabile (i due sistemi economici sono ormai interconnessi, e il caso Fiat-Chrysler è solo l'episodio più recente) e per il resto sia meglio rivolgersi a Cina e Russia. Una cosa è certa: vedremo altri colpi di scena. I leader europei specialisti in movimentismo (Sarkozy, Zapatero, lo stesso Berlusconi) hanno trovato in Obama un più che degno compagno di strada. Fulvio Scaglione 06/04/2009 nascosto-->

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L'annuncio (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'annuncio --> Lunedì 06 Aprile 2009 GENERALI, pagina 3 e-mail print Il premier porge il suo cellulare alla Merkel LaPresse Alla fine l'incontro fra Silvio Berlusconi e Barack Obama ci sarà. A Washington, probabilmente prima del summit della Maddalena. Un invito, quello del presidente degli Stati Uniti, che arriva al termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. E anche qualcuno che non fa parte del circuito degli otto Grandi, come il greco Costas Karamanlis o lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Una lunga lista (che comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India e Cina) nella quale non figurava fino ad ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema. «Il presidente Obama - dice - mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei cronisti che gli chiedono la data, aggiunge: «Ma ci siamo parlati un mare di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data, che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8 in preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta, proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te la concedo...». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme. Berlusconi fa precedere l'annuncio dai consueti complimenti che, dall'inizio del tour europeo, riserva al presidente Usa: «Ha confermato tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a tutti noi per la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la sua umiltà». Insomma, «ci ha colpito tutti profondamente». 06/04/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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Da Praga Obama promette un mondo senza atomiche (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Da Praga Obama promette un mondo senza atomiche ROBERTO REZZO Il dottor Stranamore non abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga per lanciare una proposta destinata a cambiare il corso della storia. Un appello ai leader europei per l'immediata riduzione degli arsenali nucleari. Con un obiettivo finale: il totale azzeramento degli ordigni atomici su scala mondiale. Nella piazza antistante il castello dove sorge il monumento a Jan Hus, il riformatore religioso del XIV secolo, alcune decine di migliaia di persone si sono riunite per ascoltare il presidente americano. L'atmosfera e l'entusiasmo sono quelli di una nuova primavera. Questa volta senza la cupa e minacciosa presenza dei carri armati sovietici pronti ad avanzare contro la folla. UN FUTURO MIGLIORE «Stiamo parlando di un argomento che riguarda da vicino i popoli del mondo intero - ha esordito Obama - Oggi è arrivato il momento di onorare il nostro passato gettando le basi per un future migliore». È stato un discorso pieno di passione ma senza concessioni a facili ottimismi: «Il traguardo di un mondo denuclearizzato probabilmente non potrà essere raggiunto nell'arco di una generazione. Ma è nostra precisa responsabilità morale fare il primo passo nella direzione giusta». SVOLTA CON IL CREMLINO Il contenuto dell'intervento era stato anticipato poche ore prima da fonti della Casa Bianca. Al primo punto una bozza di trattato per la riduzione degli armamenti strategici con Mosca, da perfezionarsi entro la fine dell'anno. Si tratta di una svolta epocale dopo anni di progressivo deterioramento nelle relazioni bilaterali dovuto al progetto di scudo spaziale. Proprio nella Repubblica Ceca l'amministrazione Bush aveva intenzione di collocare il principale sistema operativo radar di puntamento anti-missilistico scatenando così la collera e le annunciate ritorsioni da parte dei russi. In realtà la mano tesa di Obama va ben oltre gli equilibri bellici con l'ex blocco sovietico. Si tratta di un gesto di pace destinato a coinvolgere tutte le principali nazioni che dispongono di tecnologia nucleare per uso bellico, dalla Cina all'India, sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla costruzione di ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su questo delicate scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale. Che ovviamente non è senza condizioni. «Sino a quando esisterà una minaccia nucleare da parte di Teheran - ha sottolineato Obama - non potremo fare altrimenti che implementare un sistema di difesa missilistica che sia efficace sotto il profilo dei costi e dei benefici». PRESSIONI USA Negli ambienti diplomatici viene fatto notare che un sistema di questo tipo alla luce dell'attuale tecnologia semplicemente non esiste e non sarà fattibile in tempi brevi. Questo significa che il presidente americano ha voluto essenzialmente fare pressione su Mosca perché esca dall'ambiguità nella gestione dei rapporti con Teheran. Un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche è pronto per essere messo nero su bianco. Basta che i russi smettano di utilizzare il supporto tecnico agli iraniani come arma di ricatto nei confronti degli Stati Uniti. Un canale diplomatico diretto è stato spalancato, basta la volontà di saperlo utilizzare. IL PARADOSSO PYONGYANG In questo contesto, la crisi con la Corea del Nord rappresenta l'ultimo dei paradossi. «Il pericolo di una crisi nucleare globale è drasticamente diminuito - spiega Obama - Eppure il rischio di singoli attacchi è incredibilmente aumentato». La nuova amministrazione è convinta che la soluzione corra sulla strada di un doppio binario: assoluta fermezza nei confronti delle nazioni che utilizzano la tecnologia nucleare come arma di ricatto e piena collaborazione con la comunità internazionale. A cominciare dalla ratifica del Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty votato da 140 Nazioni nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sottoscritto dall'amministrazione di Bill Clinton e quindi non ratificato dalla maggioranza repubblicana al Senato Usa. IL VENTO CAMBIA Non ci sono dubbi che il vento e la maggioranza in America siano cambiati. E le parole di Obama a Praga non lasciano alibi a chi cerchi facili pretesti per continuare a giocare con la strategia della tensione. Obama ha presentato il suo piano per eliminare le atomiche dal mondo. «Gli Usa hanno una responsabilità morale» nel guidare la lotta per eliminarle essendo «l'unica potenza nucleare ad avere usato le atomiche».

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Il dottor Stranamore non abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga per lanci... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il dottor Stranamore non abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga per lanciare una proposta destinata a cambiare il corso della storia. Un appello ai leader europei per l'immediata riduzione degli arsenali nucleari. Con un obiettivo finale: il totale azzeramento degli ordigni atomici su scala mondiale. Nella piazza antistante il castello dove sorge il monumento a Jan Hus, il riformatore religioso del XIV secolo, alcune decine di migliaia di persone si sono riunite per ascoltare il presidente americano. L'atmosfera e l'entusiasmo sono quelli di una nuova primavera. Questa volta senza la cupa e minacciosa presenza dei carri armati sovietici pronti ad avanzare contro la folla. UN FUTURO MIGLIORE «Stiamo parlando di un argomento che riguarda da vicino i popoli del mondo intero - ha esordito Obama - Oggi è arrivato il momento di onorare il nostro passato gettando le basi per un future migliore». È stato un discorso pieno di passione ma senza concessioni a facili ottimismi: «Il traguardo di un mondo denuclearizzato probabilmente non potrà essere raggiunto nell'arco di una generazione. Ma è nostra precisa responsabilità morale fare il primo passo nella direzione giusta». SVOLTA CON IL CREMLINO Il contenuto dell'intervento era stato anticipato poche ore prima da fonti della Casa Bianca. Al primo punto una bozza di trattato per la riduzione degli armamenti strategici con Mosca, da perfezionarsi entro la fine dell'anno. Si tratta di una svolta epocale dopo anni di progressivo deterioramento nelle relazioni bilaterali dovuto al progetto di scudo spaziale. Proprio nella Repubblica Ceca l'amministrazione Bush aveva intenzione di collocare il principale sistema operativo radar di puntamento anti-missilistico scatenando così la collera e le annunciate ritorsioni da parte dei russi. In realtà la mano tesa di Obama va ben oltre gli equilibri bellici con l'ex blocco sovietico. Si tratta di un gesto di pace destinato a coinvolgere tutte le principali nazioni che dispongono di tecnologia nucleare per uso bellico, dalla Cina all'India, sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla costruzione di ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su questo delicate scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale. Che ovviamente non è senza condizioni. «Sino a quando esisterà una minaccia nucleare da parte di Teheran - ha sottolineato Obama - non potremo fare altrimenti che implementare un sistema di difesa missilistica che sia efficace sotto il profilo dei costi e dei benefici». PRESSIONI USA Negli ambienti diplomatici viene fatto notare che un sistema di questo tipo alla luce dell'attuale tecnologia semplicemente non esiste e non sarà fattibile in tempi brevi. Questo significa che il presidente americano ha voluto essenzialmente fare pressione su Mosca perché esca dall'ambiguità nella gestione dei rapporti con Teheran. Un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche è pronto per essere messo nero su bianco. Basta che i russi smettano di utilizzare il supporto tecnico agli iraniani come arma di ricatto nei confronti degli Stati Uniti. Un canale diplomatico diretto è stato spalancato, basta la volontà di saperlo utilizzare. IL PARADOSSO PYONGYANG In questo contesto, la crisi con la Corea del Nord rappresenta l'ultimo dei paradossi. «Il pericolo di una crisi nucleare globale è drasticamente diminuito - spiega Obama - Eppure il rischio di singoli attacchi è incredibilmente aumentato». La nuova amministrazione è convinta che la soluzione corra sulla strada di un doppio binario: assoluta fermezza nei confronti delle nazioni che utilizzano la tecnologia nucleare come arma di ricatto e piena collaborazione con la comunità internazionale. A cominciare dalla ratifica del Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty votato da 140 Nazioni nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sottoscritto dall'amministrazione di Bill Clinton e quindi non ratificato dalla maggioranza repubblicana al Senato Usa. IL VENTO CAMBIA Non ci sono dubbi che il vento e la maggioranza in America siano cambiati. E le parole di Obama a Praga non lasciano alibi a chi cerchi facili pretesti per continuare a giocare con la strategia della tensione.

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Nordcorea lancia un missile Una provocazione al mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea lancia un missile Una provocazione al mondo GABRIEL BERTINETTO Il satellite gira intorno alla terra trasmettendo le lodi del caro leader Kim Jong-il e i canti rivoluzionari della Repubblica democratica popolare di Corea. Così assicura ai propri concittadini la propaganda del regime di Pyongyang. Le autorità americane e i governi dei Paesi vicini sostengono invece che il «Kwangmyongsong-2» non è mai entrato in orbita e il razzo che doveva spingervelo è precipitato in mare. Se il test avesse avuto davvero per obiettivo il lancio nello spazio di un satellite per telecomunicazioni, si potrebbe parlare di un clamoroso fallimento. Poiché il vero scopo, secondo Seul, Tokyo e Washington, era invece quello di provare l'effettiva gittata del vettore, il «Taepodong-2», l'impressione è che sia stato dal punto di vista nordcoreano un relativo successo. Prima di inabissarsi nelle acque del Pacifico infatti il missile ha percorso una distanza forse superiore a tremila chilometri. Il precedente tentativo, il 4 luglio del 2006 si era risolto invece in un fiasco. Il volo era durato solo quaranta secondi. LA RISOLUZIONE 1718 In ogni caso, l'aspetto che inquieta la comunità internazionale è l'ostinazione della Corea del nord nel rifiutare di adeguarsi al divieto impostole dalla risoluzione 1718 dell'Onu dopo il test di tre anni fa. Palazzo di vetro aveva intimato allora a Pyongyang di «sospendere tutte le attività collegate al suo programma di missili balistici». Il Taepodong-2, che teoricamente ha una gittata tale da poter raggiungere l'Alaska e le Hawaii, e che è costruito in modo da poter trasportare anche testate atomiche, ha lasciato la rampa di lancio alle 11,30 del mattino. Il primo modulo del vettore è precipitato come previsto nel tratto di mare che separa la penisola coreana dall'arcipelago nipponico. Il secondo è caduto in pieno oceano dopo avere sorvolato il Giappone, 1270 chilometri oltre la costa orientale. Complessivamente il volo è durato tredici minuti. MELODIE IMMORTALI A distanza di poche ore Pyongyang ha rivendicato il buon esito dell'operazione: «I nostri scienziati e tecnici sono riusciti a mandare in orbita il satellite per telecomunicazioni Kwangmyongsong-2 attraverso il vettore Unha-2 (il Taepodong-2) in base al nostro piano di sviluppo spaziale», ha affermato l'agenzia di Stato, Kcna, assicurando che dallo spazio esso ora «trasmette sulla terra le melodie immortali delle rivoluzionarie trionfali canzoni intitolate al generale Kim Il-sung e generale Kim Jong-il». L'ultimo è l'attuale dittatore. L'altro è il predecessore, suo padre. Da Praga, dove era in corso il vertice Usa-Ue, il capo della Casa Bianca Barack Obama ha definito l'iniziativa di Pyongyang «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu». Secondo Obama la Corea del Nord «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Giappone e Corea del Sud d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per consultazioni sul tema «non proliferazione/Corea del Nord». Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, ed ha auspicato la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e ripristinare il dialogo». Mosca e Pechino da parte loro hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana. Violando i divieti internazionali, la Corea del Nord sperimenta un missile a lunga gittata, con il pretesto di lanciare un satellite in orbita. Secondo gli Usa e i Paesi vicini il test è fallito. Convocato il Consiglio di sicurezza dell'Onu.

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Scossa di terremoto tra Forlì e Ravenna (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Mantova, La" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzetta di Modena,La) (Gazzetta di Reggio)

Argomenti: Cina Usa

Magnitudo 4,6 ore 22,20. Paura a Ferrara Scossa di terremoto tra Forlì e Ravenna BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20 in Emilia Romagna. La scossa è stata avvertita dalla popolazione nelle province di Forlì e Ravenna. Le località prossime all'epicentro - riferisce il Dipartimento della Protezione Civile - sono Forlì, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Faenza. Dalle verifiche effettuate dalla 'Sala situazione Italia' del Dipartimento della protezione Civile non risultavano ieri notte danni a persone e/o cose. La scossa è stata avvertita nel ferrarese e nell'imolese e distintamente dalla popolazione anche al confine fra le Marche e la Romagna. Ma anche nel Pesarese, a Urbino e anche ad Ancona. Segnalazioni sono giunte anche da Trieste. La scossa - si è saputo dalla Sala Operativa di Palmanova (Udine) della Protezione Civile - è stata sentita in varie zone di Trieste, a Muggia (Trieste), Grado (Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che ai piani alti di varie località lungo la costa friulana. L'epicentro - secondo i rilevamenti della rete sismica della stessa Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia - è stato localizzato nella zona di Ravenna, con intensità fra il 4º e il 5º grado della scala Richter. Alla Protezione Civile sono giunte varie telefonate da località costiere friulane e giuliane. E circa venti minuti dopo un'altra forte scossa di terremoto è stata avvertita in Abruzzo dalla popolazione all'Aquila, in diverse zone della città.

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terremoto nell'italia centrale, paura ma niente danni (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Attualità Terremoto nell'Italia centrale, paura ma niente danni L'epicentro in Romagna. La terra ha tremato anche a Trieste e L'Aquila BOLOGNA. Paura a tarda sera in molte zone dell'Italia centrale e in Abruzzo per una forte scossa di terremoto, registrata alle 22.20, con magnitudo 4,6 della scala Richer. L'epicentro si è concentrato nella zona tra Forlì, Castrocaro Terme, Faenza e Forlimpopoli. L'ipocentro ad una profondità di 28,2 km, quindi particolarmente profondo. Le verifiche della protezione Civile, insieme con Vigili del Fuoco e Prefetture, non segnalano danni a persone o cose. Proprio per la profondità del sisma, ha spiegato l'ing. Demetrio Egidi, responsabile della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, l'area di risentimento, dove cioè è stata avvertita, è stata vasta: ci sono state segnalazioni dalla Toscana, dal Veneto e dal Friuli. Dalle prime verifiche della Protezione civile, non risultavano danni a persone o cose. Il terremoto è stato avvertito anche a Trieste. La scossa - si è saputo dalla Sala Operativa di Palmanova (Udine) della Protezione Civile - è stata sentita in varie zone di Trieste, a Muggia (Trieste), Grado (Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che ai piani alti di varie località lungo la costa friulana. Alla Protezione Civile sono giunte varie telefonate da località costiere friulane e giuliane, ma non sono segnalati né danni né feriti. Una forte scossa è stata avvertita anche dalla popolazione all'Aquila, in diverse zone della città. La scossa sarebbe stata di magnitudo 3.9, secondo quanto riferito dai Vigili del fuoco.

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e l'onu studia una risposta (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Riunito in serata il Consiglio di sicurezza: c'è chi chiede nuove sanzioni E l'Onu studia una risposta NEW YORK. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha iniziato poco dopo le 15 locali (le 21 in Italia) una riunione a porte chiuse per dare una prima risposta al lancio, da parte delle autorità della Corea del Nord, di un missile balistico sul Pacifico. Ricordando che la mossa di Pyongyang non rispetta le risoluzioni dell'Onu, Francia e Stati Uniti hanno insistito sulla necessità di una condanna forte del Consiglio, se possibile all'unanimità. L'ambasciatore francese Jean-Maurice Ripert, entrando in Consiglio, ha detto che l'obiettivo è di mettere a punto «una risposta forte» alla «provocazione» e alla «minaccia» nordcoreana, se possibile con «una condanna unanime». A Ripert ha fatto eco l'americana Susan Rice, che chiede «una intesa su una forte risposta collettiva». Si andrebbe verso l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta «dichiarazione presidenziale» che richiede però l'unanimità. In accordo con il Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Stati Uniti premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà impossibile ottenerlo, visto che la Cina, e in una minor misura la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show della Abc l'ambasciatore americano presso l'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti «questa mattina con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa, «gli Stati Uniti sono convinti che la migliore delle risposte sia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu», con alla fine la minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. La Rice ha ricordato che nel 2006, dopo il lancio di un primo missile nordcoreano, il Consiglio di Sicurezza «aveva chiesto di porre un termine a tutte le attività missilistiche e di non lanciare più missili».

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corea, lanciato il missile (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

Argomenti: Cina Usa

Secondo il governo, il vettore a tre stadi doveva mettere in orbita un satellite per comunicazioni Corea, lanciato il missile L'Occidente s'infuria con Pyongyang, chieste sanzioni Paura a Tokyo Il Giappone è stato sorvolato dopo soli sette minuti TOKYO. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si chiuderà stasera con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità. Da più parti, come il Comando militare Norad degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perchè il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri, in base alle valutazioni circolate. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone (il tratto di mare fra la penisola coreana e l'arcipelago nipponico) a 270 chilometri dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano in appena 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu. I responsabili delle diplomazie di Tokyo e Washington, Hirofumi Nakasone e Hillary Clinton, hanno concordato sull'invio di «un messaggio forte» al Consiglio. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo».

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gli usa chiedono una risoluzione onu (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Venezia, La)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Attualità Gli Usa chiedono una risoluzione Onu Riunione del Consiglio di Sicurezza per rispondere al regime di Kim NEW YORK. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta «dichiarazione presidenziale» che richiede però l'unanimità. In accordo con il Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Usa premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà difficile ottenerla rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere con chiarezza che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti «con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa, «gli Stati Uniti sono convinti che la migliore delle risposte sia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. Gli Stati Uniti, prospettando ai Quindici del Consiglio di Sicurezza «una risposta delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una violazione della risoluzione esistente. Quindi torneremo al lavoro per rafforzare l'attuale regime di sanzioni, aggiungendo nella risoluzione che siamo pronti all'indispensabile dialogo con il governo di Pyongyang».

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Onu non trova accordo su reazione a lancio satellite Nord Corea (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

SEOUL/NAZIONI UNITE (Reuters) - Le Nazioni Unite non hanno trovato un accordo per una reazione in risposta al lancio missilistico della Corea del Nord, nonostante la pressione da parte di Washington e dei suoi alleati per un'azione, mentre le potenze regionali stanno valutando il peso della nuova minaccia alla sicurezza. Gli esperti hanno detto che il missile lanciato ieri, che ha sorvolato il Giappone prima di cadere nell'Oceano Pacifico, era effettivamente un test per un missile balistico progettato per trasportare una testata potenzialmente fino allo stato americano dell'Alaska. I mercati finanziari sud coreano e giapponese oggi non hanno risentito della notizia. Il Giappone ha chiesto un vertice d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ieri. Ma i 15 membri hanno deciso soltanto di discutere la questione in modo più approfondito, hanno riferito diplomatici. Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud sostengono che il lancio abbia violato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza, che vieta a Pyongyang il lancio di missili balistici dopo un test nucleare e altre esercitazioni missilistiche nel 2006. I diplomatici del Consiglio hanno riferito che la Cina, maggior alleato della Corea del Nord, e la Russia non sono invece sicure che il lancio sia stato una violazione alle disposizioni dell'Onu. Altri tre stati condividono questo punto di vista. "Siamo 10 contro cinque", ha detto un diplomatico a Reuters. L'esercito Usa e la Corea del Sud hanno detto che nessun componente del missile è entrato in orbita. Continua...

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Alle 10 a Roma si apre la prima conferenza dei prefetti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: LE AGENDE DELLA SETTIMANA data: 2009-04-06 - pag: 12 autore: IN ITALIA A CURADIBARBARANEPITELLICOLLABORAZIONE ILSOLE24ORE/RADIOCOR Alle 10 a Roma si apre la prima conferenza dei prefetti Lunedì 6 aprile Dl incentivi In dirittura d'arrivo in Aula alla Camera l'esame del decreto legge con gli incentivi per l'auto e altri comparti.Il decreto è all'ordine del giorno dell'Aula del Senato mercoledì e deve essere approvato entro la settimana. Nel provvedimento è stato ripreso anche il decreto legge sulle quote latte. Interno Prima conferenza dei Prefetti. Previsto l'intervento del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ( nella foto), e IMAGOECONOMICA del ministro dell'Interno,Roberto Maroni. Scuola superiore dell'amministrazione dell'Interno,via Veientana 386, Roma (ore 10). Industria Assemblea generale di Confapi su «Il futuro si fabbrica. Innovazione e ricerca per l'industria milanese e lombarda». Palazzo delle Stelline, corso Magenta 61, Milano (ore 11). Chimica Federchimica presenta in anteprima il video: «Chimica oltre il luogo comune» prodotto con il contributo del ministero dell'Istruzione.Via Giovanni da Procida 11, Milano (ore 10). Società «Una risposta strutturale alla crisi finanziaria: riformare il diritto delle società per una governance responsabile nei confronti di tutti gli stakeholders». è il tema della tavola rotonda organizzata da EconomEtica. Corso di Porta Nuova, Milano (ore 17,30). Globalizzazione Quarto seminario del Master in educazione civica su «Globalizzazione: quo vadis Europa?» promosso dall'Associazione Economia Reale Giovani. Università Luiss. Viale Romania 32, Roma (ore 17,30). Fondi Assogestioni comunica i dati sulla raccolta e patrimonio dei fondi comuni a marzo. Titoli di Stato Seconda comunicazione sull'asta di titoli a medio-lungo termine di giovedì. Martedì 7 aprile Dl sicurezza L'Aula della Camera prosegue l'esame del decreto legge sulla sicurezza. Italia-Russia Inizia la missione economica in Russia organizzata da Abi, Icee Confindustria. Lavoro L'Istat comunica i dati sull'andamento di contratti, retribuzioni e conflitti nel periodo gennaio-febbraio 2009 (ore 10). Innovazione Forum «Innovazionee Tecnologia» organizzato da Microsoft in collaborazione con Il Sole 24 Ore. Via Monte Rosa 91, Milano (ore 10). Fondi «Investitori istituzionali e fondi immobiliari: verso una nuova frontiera?»è il tema dell'incontro organizzato da Assogestionie Ipd.Nel corso dell'evento vengono presentati i risultati delle performance del settore immobiliare istituzionale italiano nel secondo semestre 2008 elaborati dall'Ipd e i risultati del rapporto sui fondi immobiliari nel secondo semestre 2008. Palazzo Turati, via Meravigli 9/b, Milano (ore 9,30). Mercoledì 8 aprile Economia Incontro promosso dall'Aspen Institute Italia su «Ue e la crisi: IMAGOECONOMICA come uscire dal tunnel». Partecipano il presidente della Camera, Gianfranco Fini ( nella foto), e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Montecitorio, Roma (ore 11). «Uscire dalla crisi con gli strumenti del risk management». è il convegno organizzato da Ipsoa in collaborazione con Aiafe Andaf. Centro Congressi Banca Popolare di Milano, via Massaua 6, Milano (ore 9,30). Energia Presentazione del «Trova offerte»dell'Autorità per l'energia.Presso la sede,via dei Crociferi 19, Roma (ore 11). Lavoro Aiba organizza un convegno sulla «Sicurezza sul lavoro, prevenzione e assicurazione: il broker per una compatibilità possibile». Via Ciro il Grande 10, Roma (ore 9,30). Infrastrutture «Italia 2020: più mobilità, più sicurezza». è il tema del convegno organizzato da Dexia Crediop e Istituto Piepoli. Partecipa il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Via XX Settembre 30, Roma (ore 14,30). Titoli di Stato Asta Bot. Giovedì 9 aprile Produzione industriale L'Istat comunica i dati sull'andamento della produzione industriale a febbraio (ore 10). Titoli di Stato Asta di titoli a medio-lungo

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Per chi vuole aiutare, avviso della Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma | 6 aprile 2009 Per chi vuole aiutare, avviso della Protezione civile Una strada de L'Aquila Per chi volesse prestare opera di volontariato la Protezione civile invita a rivolgersi agli enti locali sul territorio o ai posti di Croce Rossa. Il servizio di volontariato del Dipartimento di Protezione civile, infatti, è regimentato e ha un alto grado di specializzazione, quindi non accoglie volontari esterni non addestrati. In ogni caso la Protezione civile ringrazia quanti sono disposti a portare il loro aiuto alle popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo. Per informazioni potete telefonare allo 06-6801 e chiedere dell'Ufficio Volontariato.

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Nuovi scenari per la produzione europea (sezione: Globalizzazione)

( da "Elettronicanews.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

TENDENZE Nuovi scenari per la produzione europea Fino a ieri sede di produzione talmente economica da non ammettere concorrenza, la Cina sembra attualmente in controtendenza, ed è probabile, almeno secondo la visione di Rutronik, che a breve assisteremo a un arretramento della globalizzazione nella produzione. Laura Reggiani - Selezione di Elettronica La Cina è decisamente più economica. Questo è stato fino a ieri l’argomento principale delle aziende europee per giustificare lo spostamento delle proprie produzioni verso l’Asia e in particolare verso la Cina. Soprattutto le medie imprese europee hanno dovuto in passato affrontare l’enorme concorrenza dall’Estremo Oriente. “L’Europa è stata troppo modesta” ci ha spiegato Markus Krieg, responsabile del settore semiconduttori di Rutronik. “Come distributore europeo riteniamo che tra i nostri compiti prioritari ci sia quello di mantenere concorrenziale anche in futuro l’Europa, sia come sede di produzione che commerciale. Per questo ai nostri clienti proponiamo soluzioni adeguate per mantenere o ristabilire la loro produzione in Europa, in modo conveniente e ragionevole.” Una situazione in controtendenza Ed è proprio con questo proposito che Rutronik sta sfruttando la tendenza del momento. La Cina, infatti, fino a ieri considerata una sede di produzione talmente economica da non ammettere concorrenza, sembra essere al momento attuale decisamente meno richiesta. “Sembra che ora sia terminato il boom di investimenti da parte di aziende estere, in particolare europee. Il Paese non è più così interessante a causa dei salari che sono aumentati in modo considerevole, dei costi di trasporto che sono immensamente rincarati, della mancata protezione della proprietà intellettuale, e dei problemi legati alla qualità e alla carenza di acqua ed energia” conferma al proposito Krieg per spiegare l’attuale situazione. Che gli europei in alcuni casi siano veramente contrariati non può stupire: da un lato intere produzioni sono state pedissequamente copiate, dall’altro i costi salariali sono aumentati di circa il 25% a causa dell’obbligo di contributi per le assicurazioni sociali e dei benefit retributivi. Il governo cinese ha intenzione di allontanare da sè l’immagine di “paese a basso prezzo” e la Cina sta diventando così meno attraente come sede di produzione. “La globalizzazione della produzione che negli anni scorsi è costantemente aumentata ora regredirà. La lista di chi è ritornato è lunga, dal magnate dei peluche al produttore di pipeline. Anche noi nel 2006 non siamo stati risparmiati da problemi di copyright dovuti al dislocamento delle sedi di produzione in tutto il mondo” racconta ancora Krieg. “I pezzi di ricambio di alcune forniture si sono rivelati falsi di basso valore. Solo grazie ad estesi test in azienda questi componenti alla fine, almeno da noi, non sono stati immessi sul mercato.” L’Europa è concorrenziale “I nostri clienti europei ci chiedono soluzioni a largo spettro che li aiutino a riportare la produzione sul continente. Possiamo già annoverare successi con questi ‘rientri’: per un cliente abbiamo ad esempio rispostato in Europa la produzione di contatori elettronici offrendo una soluzione a kit, completa e competitiva, comprendente la scelta di prodotti con prezzi ottimizzati, la selezione di un assemblatore adatto in Europa e una soluzione di trasporto e di logistica economicamente sostenibile. Con una produzione dislocata in Estremo Oriente le vie di trasporto di andata e ritorno rappresentano un forte controsenso sia dal punto di vista economico che da quello ecologico.” Markus Krieg vuole però chiarire che non ha intenzione di screditare i produttori asiatici. “I nostri partner asiatici in franchising capiscono perfettamente i nostri dubbi relativi alla produzione. Come distributore cerchiamo naturalmente componenti sul mercato globale e non abbiamo niente da eccepire relativamente ai componenti di alta qualità realizzati dai produttori in Asia. Il nostro compito consiste nel filtrare la varietà di prodotti che rendono la realizzazione di un’applicazione conveniente senza implicare una perdita di qualità.” Con una quota di mercato di circa il 25% la distribuzione europea può effettivamente dire la sua. “Per quanto riguarda le innovazioni l’Europa è perfettamente in grado di tenere testa all’Asia o ad altre regioni del mondo, e come distributori vogliamo contribuire in modo decisivo a mantenere questo stato di cose. Noi abbiamo intenzione di supportare in modo completo i nostri clienti, reclutati principalmente tra la media impresa europea, e far sì che si possano concentrare sulle loro competenza di sviluppo e innovazione. Prepariamo loro per così dire un terreno fertile sul quale possano germogliare le loro idee innovative.” Una nuova stella nel cielo asiatico Il Vietnam sembra avere l’ambizioso progetto di sostituire la Cina come “paese a basso costo”. Ma anche qui Krieg è piuttosto scettico: “Fra non più di 5 anni la faccenda sarà di nuovo superata” afferma. I motivi fondamentali consistono, secondo Krieg, nelle profonde differenze culturali. In molti paesi dell’Estremo Oriente si considera onorevole copiare unendo il know-how di altri al proprio; un modo di pensare completamente estraneo agli europei. Anche l’India non rappresenta secondo Krieg una minaccia per la produzione europea: “La produzione elettronica in India non ha un ruolo fondamentale. L’infrastruttura è peggiore che in Cina e una buona produzione può avvenire solo con un’infrastruttura adeguata. A ciò si aggiunge che il sistema di formazione indiano dà più valore al software e meno all’hardware. Inoltre a causa della continua crescita del prezzo del petrolio i costi di trasporto non sono certo destinati a diminuire nel futuro, anzi ci si aspetta piuttosto il contrario. Quindi da questo punto di vista che i prodotti provengano da Cina, Vietnam o India, il trasporto rappresenta in ogni caso un fattore di costo aggiuntivo e quindi problema.” Nuovi scenari per la produzione in Europa Anche i bassi costi salariali non sono per Krieg un buon argomento: soprattutto nel caso di montaggio automatico, non importa molto dove questo avviene; i costi del personale sono in tal caso secondari. In caso di montaggio che richiede molto personale sono per esempio convenienti i nuovi stati dell’UE come la Romania e la Bulgaria, ma anche la Turchia, dove Rutronik, dalla primavera di quest’anno è rappresentata da un partner locale: “I salari in Turchia sono molto bassi rispetto all’Europa e il paese convince grazie ai tragitti brevi e all’associazione all’UE dal punto di vista commerciale, grazie alla quale i regolamenti frontalieri sono relativamente semplici.” Krieg descrive la Turchia come un paese decisamente più affidabile rispetto ad esempio alla Cina, a partire dalla mentalità, molto più europea che asiatica. “Stiamo cominciando a prendere familiarità con il mercato turco e sono già in corso i primi progetti. L’anno prossimo contiamo già di ottenere una ragionevole crescita sia per noi che per i nostri partner. In Turchia è anche interessante la media impresa, che presenta un potenziale di crescita molto promettente. Al momento si sta assistendo alla nascita di nuovi spin-off e di nuove fucine di idee provenienti da imprese più grandi, ad esempio nei settori del metering e dell’elettronica industriale. In Turchia il mercato interno non ha ancora assunto una grande importanza e l’esportazione riscuote pertanto un grande interesse, al contrario della Russia che produce invece soprattutto per la propria industria". Supporto completo per tornare in Europa Al momento molti clienti richiedono supporto per riportare la propria produzione in Europa; naturalmente questa operazione richiede una pianificazione a lungo termine molto accurata. Oltre all’analisi economica occorre chiarire preliminarmente numerosi dettagli. Grazie all’ampio portfolio di prodotti e servizi, Rutronik fornisce ai propri clienti esperienze di ampio raggio in quanto a supporto tecnico, trattative con assemblatori e un adeguato “concetto” logistico. “Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, forniamo consulenza sia orizzontale che verticale: è possibile trattare la scheda nel suo complesso e ottimizzarla, oppure sostituire singoli componenti della stessa; la scelta di approccio dipende dalle esigenze del cliente e dalle caratteristiche dell’applicazione”. La qualità è in ogni caso il presupposto fondamentale. Che Rutronik sia leader in termini di qualità è dimostrato anche solo dal fatto che il 40% circa del fatturato deriva dall’industria automobilistica. “L’Asia è per me più conveniente dell’Europa? Se possiamo rispondere di no a questa domanda abbiamo contribuito in modo decisivo a rendere i nostri clienti europei competitivi mantenendo produzione e quindi posti di lavoro nel continente", conclude Krieg.

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*OBAMA TURCO IL SOGNO ANTINUCLEARE DI BARACK - LA PROVOCAZIONE NORDCOREANA DIVIDE L'ONU - STRAUSS-KAHN: RIPRESA NEL 2010 - 200 MOSCHEE DELLA MECCA SONO ORIENTATE IN MODO IMPRECIS (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> *OBAMA TURCO – IL SOGNO ANTINUCLEARE DI BARACK - LA PROVOCAZIONE NORDCOREANA DIVIDE L’ONU - STRAUSS-KAHN: RIPRESA NEL 2010 - 200 MOSCHEE DELLA MECCA SONO ORIENTATE IN MODO IMPRECISO – GM NON ESCLUDE L’INSOLVENZA DI OPEL… Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL MUNDO - In primo piano l'incontro bilaterale di ieri tra il primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Un colloquio, durato 45 minuti, che ha messo fine a cinque anni di relazioni fredde. Zapatero "Zapatero recupera l'amicizia degli Stati Uniti dopo 5 anni di freddezza". Spazio in prima pagina anche per la decisione di Zapatero di procedere a un rimpasto di governo già questa settimana. Il quotidiano spiega che il primo ministro intende sostituire il ministro dell'Economia Pedro Solbes con l'attuale ministra della Pubblica amministrazione, Elena Salgado. "Salgado probabile vice-presidente economica al posto di Solbes". EL PAIS - In apertura l'intenzione del primo ministro Zapatero di procedere a un rimpasto di governo, a un anno dalle ultime elezioni, per far fronte alla crisi economica internazionale che non ha risparmiato la Spagna. "Zapatero pensa di rafforzarsi contro la crisi con pesi massimi". In prima pagina anche l'incontro bilaterale di ieri tra Barack Obama e il premier spagnolo Zapatero. Un colloquio che ha messo fine a circa 5 anni di relazioni 'congelate'. Il quotidiano cita le parole che il presidente Usa ha rivolto al capo del governo di Madrid: "Sono felice di chiamarti amico". 2 - FRANCIA LIBERATION - Prima pagina dedicata all'ultimo lancio di un missile nordcoreano. L'iniziativa di Pyongyang è stata condannata fermamente dalla comunità internazionale e da Barack Obama, che ha immaginato "un mondo senza armi nucleari". "Corea del Nord: La sfida a Obama". Tra le notizie in sommario, anche la scoperta di 24 bambini afgani che vivevano a Roma, infilati nei tombini della capitale italiana, tra i rifiuti e la sporcizia. "Bambini abbandonati nel sottosuolo". LE FIGARO - In primo piano l'appello di Barack Obama per un mondo senza nucleare, proprio mentre la Corea del nord sfida la comunità internazionale e compie un nuovo test missilistico. "Obama chiede un mondo senza armi nucleari". Il quotidiano ricorda, inoltre, le divisioni tra Stati Uniti e Francia riguardo all'ingresso della Turchia nell'Unione europea e "la timidezza" degli europei sull'Afghanistan. Tra le notizie in prima pagina anche l'intervista esclusiva al direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn: "Dsk, direttore generale dell'Fmi, prevede la ripresa nel 2010". Barack Obama 3 - GERMANIA SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - "Cattive prestazioni non debbono essere premiate": parole piene di rabbia e rimorso pronunciate dal numero 1 di Deutsche Bank Josef Ackermann che stigmatizza il comportamento dei manager avidi, ammette gli errori commessi dalle banche, si dice preoccupato per le tensioni sociali che la crisi potrebbe provocare e auspica una soluzione concordata a livello internazionale. "Merkel visita l'Afghanistan": a sorpresa il cancelliere federale insieme al suo ministro della Difesa, Franz-Josef Jung, ha raggiunto i militari tedeschi di stanza a Kunduz nel nord del paese asiatico. Per motivi di sicurezza il blitz del capo del governo di Berlino è stato tenuto segreto fino all'ultimo momento. FAZ - "Paura della parola G" che sta per genocidio degli Armeni. Oggi il presidente Usa Barack Obama volerà in Turchia. Alcuni turchi sono fieri del fatto che la prima vera visita di Stato del capo della Casa Bianca abbia come meta proprio il loro paese. È un riconoscimento del ruolo strategico della Repubblica di Ankara. Ma c'è anche chi scende in piazza a Istanbul gridando "Obama go home". "Consiglio di sicurezza dell'Onu in disaccordo sull'atteggiamento verso Pyongyang": Giappone e Usa chiedono una nuova risoluzione in risposta al test missilistico effettuato dalla Corea del Nord. Il presidente sudcoreano Lee Myung-Bak ha annunciato un'azione energica da parte del suo paese. DIE WELT - "Mondo senza armi atomiche - comprensibile sbaglio di Obama" "General Motors casa madre di Opel non esclude più l'insolvenza" dalle opzioni possibili, anche se i vertici del gruppo sperano ancora di elaborare un piano di salvataggio senza ricorrere al tribunale fallimentare. Ciò nonostante Opel continua a cercare investitori interessati alla costola europea del gigante americano in crisi. Dominque Strauss Kahn TAGESSPIEGEL - "Pirati arrembano nave tedesca" di fronte alle coste della Somalia. Il ministero della Difesa di Berlino conferma che un cargo tedesco è stato sequestrato dai briganti del mare. "Protesta contro lancio missile della Nord Corea": nonostante gli appelli internazionali, la Corea del Nord ha tentato nuovamente di mandare in orbita un suo satellite. L'esperimento, secondo fonti americane, sarebbe fallito. Ma la provocazione resta. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - In apertura il test missilistico nordcoreano, che "mette alla prova la risolutezza di Obama": la Casa Bianca condanna la "provocazione". "Obama cambia le regole del nucleare", per il Presidente degli Stati Uniti è finito il concetto strategico legato alla guerra fredda. G20: la polizia interroga i testimoni dell'"aggressione" delle forze antisommossa. La politica climatica della Gran Bretagna "non è all'altezza". THE INDEPENDENT - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito per esaminare le eventuali misure da prendere dopo il test missilistico nordcoreano. "Il cerchio si stringe attorno all'insider trading": l'Authority per i servizi finanziari britannica ha aperto un'indagine senza precedenti sulle pratiche nella City. Oltre un migliaio di consiglieri comunali britannici guadagnano stipendi a sei cifre, 16 di loro portano a casa più soldi del premier Gordon Brown. THE TIMES - "la Corea del Nord mette Obama in allerta nucleare": primo importante test sulla sicurezza degli Stati Uniti per la Casa Bianca; Cina e Russia contrarie a una risposta eccessivamente severa. Due bambini di 10 e 11 anni arrestati dopo un aggressione ad altri due minori,uno dei quali gravemente ferito. Crisi, "abbiamo sottovalutato la recessione": il Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling prepara un aumento della pressione fiscale nella prossima finanziaria. THE FINANCIAL TIMES - "L'Fmi chiede ai Paesi dell'Europa dell'Est di adottare l'euro", anche senza unirsi formalmente all'Eurozona e senza rappresentanza all'interno alla Bce, che allenterebbe i criteri di adesione. Crisi, i piani di spesa interna di Barack Obama non sono possibili senza un aumento della pressione fiscale. Condanna unanime per il test missilistico nordcoreano. Angela Merkel 5 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - Obama "approfitta" del lancio del missile, e chiede di guidare il mondo in futuro senza armi nucleari: il presidente ha auspicato sanzioni Onu contro la Corea del Nord. Il lancio del missile è stato un "fallimento", secondo gli esperti. L'analisi politica: Il tempo è poco, mentre gli Stati Uniti fanno pressione sul Pakistan, cercando un'alleanza con Islambad contro i militanti, l'America sta 'facendo la corte' a un paese musulmano il cui numero di militari è fissato dall'India. "Studiosi del cervello aprono le porte alla cancellazione dei ricordi non graditi", una molecola che potrebbe permettere agli scienziati di cancellare i ricordi è tra una delle scoperte delle neuroscienze, un settore in rapida espansione, mentre si pone la questione etica. THE WASHINGTON POST - "Dopo il lancio Obama punta sul disarmo nucleare", il presidente statunitense è arrivato in Turchia ieri sera, mentre la condanna globale del lancio missilistico nordcoreano ha aperto la strada a un dibattito sulle sanzioni da destinare a Pyongyang. "I sorveglianti dei campus universitari vanno a nozze con Facebook e MySpace per scoprire i reati legati alla scuola": la polizia dei campus setaccia le pagine dei più famosi siti di social networking per cercare di impedire risse, monitorare gang e combattere il crimine, in quella che viene definita una nuova cyber-ronda. 6 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, apre sulla visita del presidente dell'Anp Abu Mazen in Iraq, "riceve rassicurazione da Baghdad", ma il leader sciita al Saghir annuncia che "per essere stati coinvolti in attività terroristiche e pro-baathiste occorre organizzare la presenza dei palestinesi" nel Paese. Darfur, una fonte dell'Onu al giornale: "il rapporto tra Ban-ki-Moon e Ocampo è pessimo... I due non si tollerano". Milliband ad al Sharq al Awsat: "la determinazione degli americani per una nuova strategia in Afghanistan è fondamentale". Libano, "gli Hezbollah (sciiti): se vinciamo le elezioni, il mondo ci riconoscerà". Leila, l'irachena soppravvisuta a tre autobombe a Baghdad trova la morte nella strage di New York", di ieri avvenuta in un centro d'immigrazione dove un uomo, di origine vietnamita, ha ucciso 13 persone prima di suicidarsi. Polizia di Dubai: "il vice premier ceceno aprofittando dell'immunità ha fatto filtrare le armi per l'omicidio di Yamadayev". AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, apre sullo sciopero generale annunciato per oggi dall'opposizione in Egitto: "Allerta delle forze di sicurezza e arresti per far fallire lo sciopero: i fratelli musulmani confermano la loro adesione e il governo minaccia di licenziare gli impiegati assenti", "Venti di cambiamento in Egitto", titola l'editoriale. "Isarele accusa l'Iran di riprendere il contrabbando di armi a Hamas attraverso il Sudan con l'aiuto della Siria e degli Hezbollah". Egitto, "a seguito della morte di un musulmano in scontri a sfondo confessionale, distrutti negozi di cristiani in Alessandria". Iraq, "generale Usa: il ritiro dalle città non fermerà le nostre azioni militari". Arabia saudita, "200 moschee della Mecca sono orientate in modo impreciso"; ovvero si scosterebbero dalla Ka'aba il cubo che ospita la pietra nere. AL HAYAT - foglio panarabo edito a Londra, apre sul lancio del missile nord coreano: "l'occidente minaccia 'una forte risposta' a Byong Yang", "Cina e Russia invitano al 'controllo dei nervi'". Elezioni libanesi del 7 giugno prossimo: "delineate le liste elettorali della maggioranza e dell'opposizione, i candidati partitici sbarrano la strada a quelli indipendenti". ASSAFIR - quotidiano libanese vicino allo schieramento anti-occidentale, titola: "Obama si affaccia sul mondo islamico dalla Turchia: occorre trattare i musulmani come vicini e amici". Israele, "la squadra di Natanyahu determina la visione politica: non c'è bisogno della road-map". Editoriale sul voto legislativo del 7 giugno prossimo, titola: "note sulle elezioni confessionali caldeggiate internazionalmente e seguite con trepidazioni dagli arabi entusiasti della democrazia". [06-04-2009]

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E LA TERRA D'ABRUZZO TREMò - DECINE DI MORTI E FERITI - Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva provato a mettere in guardia sull'imminenza di una tragedia ma era stato (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> E LA TERRA D’ABRUZZO TREMò - DECINE DI MORTI E FERITI - Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva provato a mettere in guardia sull’imminenza di una tragedia ma era stato accusato di procurato allarme e di conseguenza denunciato... Da Stampa.it 1 - E LA TERRA D'ABRUZZO TREMO' Una forte scossa di terremoto ha investito questa notte l'Abruzzo con epicentro nella provincia dell'Aquila. La magnitudo registrata alle 3.32 di questa notte dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è di 5,8 gradi della scala Richter, a cui sono seguite diverse repliche, la prima di 4,7 gradi alle 4.37. Secondo le fonti dei Carabinieri, nelle località intorno all'Aquila il sisma e le successive scosse di assestamento hanno provocato decine di vittime, tra cui bambini. Terremoto in Abruzzo Diversi edifici sono crollati all'Aquila e nei paesi vicini. La popolazione è scesa nelle strade. L'Autostrada A24 è stata interrotta al traffico, come pure l'autostrada di Pescara. La Protezione civile consiglia di evitare gli spostamenti verso l'Aquila dopo il terremoto di stamani, «per non intralciare i soccorsi che si stanno concentrando nella zona». L'invito della Protezione civile a stare calmi e a non cercare di raggiungere i familiari viene rivolto anche ai parenti delle persone interessate da situazioni di difficoltà. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso ha immediatamente riunito il comitato operativo della Protezione civile per coordinare i soccorsi. Bertolaso ha informato il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che rimangono costantemente in contatto per seguire l'evolversi della situazione. Anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta rimane in continuo contatto con Bertolaso. 2 - Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva provato a mettere in guardia sull'imminenza di una tragedia come quella di questa notte ma era stato accusato di procurato allarme e di conseguenza denunciato Terremoto in Abruzzo Quella di oggi è stata solo la scossa più forte di uno sciame sismico che si perpetua da mesi. La magnitudo registrata alle 3.32 di questa notte dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è di 5,8 gradi della scala Richter, a cui sono seguite diverse repliche, la prima di 4,7 gradi alle 4.37. Numerose le avvisaglie nelle ultime settimane. Una scossa violenta il 16 gennaio, poi quella di magnitudo 4.0 che aveva fatto tremare l'Abruzzo già il 30 marzo: molte persone si erano già riversate in strada allora. Dall'inizio dello sciame sismico, qualche mese fa, sono decine gli eventi di magnitudo superiore a 2.0 registrati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) nel distretto aquilano e nel bacino di Sulmona. Terremoto in Abruzzo A parte qualche malore dovuto allo spavento, non c'erano però mai stati feriti gravi. Nè erano stati rilevati danni importanti. Su richiesta del capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, si era tenuta nella sede della Regione Abruzzo all'Aquila, una riunione degli esperti della Commissione nazionale per la previsione e la prevenzione dei grandi rischi. Obiettivo, dicono al Dipartimento della Protezione civile, era quello di «fornire ai cittadini abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica sull'attività sismica delle ultime settimane». «È utile precisare che non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c'è nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma una continua attività di monitoraggio e di attenzione», si leggeva appena quindici giorni fa in una nota dello stesso Dipartimento. Secondo l'Ingv, che è l'ente preposto alla sorveglianza della sismicità sul territorio nazionale, «le scosse avvertite nei mesi scorsi dalla popolazione facevano parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell'aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione». Terremoto in Abruzzo Qualcuno nei giorni scorsi aveva però messo in allarme sulla possibilità del sopraggiungere di scosse più forti e pericolose per la popolazione abruzzese, ma era stato accusato di "procurato allarme" e di conseguenza denunciato. «Le scosse di terremoto che continuano a scuotere l'Abruzzo non sono tali da preoccupare - aveva spiegato Bertolaso intervenendo a Roma ad un convegno organizzato dal ministero dei beni culturali e protezione civile sulla esperienza del terremoto che nel 1997 colpì Umbria e Marche - ma Purtroppo a causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false siamo costretti a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini». L'attacco era rivolto a Giampaolo Giuliani , ricercatore dei laboratori del Gran Sasso, che aveva previsto un terremoto di proporzioni disastrose. Oggi però ancora una scossa, appena un po' più violenta di quelle degli ultimi giorni, ma quanto basta per mettere in allarme la Regione Abruzzo. Questa volta non basta rassicurare i cittadini: a centinaia si riversano nelle strutture sanitarie per chiedere soccorso. La Protezione civile e i carabinieri parlano di decine di morti, centinaia di feriti e migliaia di sfollati. Bertolaso la definisce la «peggiore tragedia di questo millenio» e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annuncia che firmerà lo stato d'emergenza. A questo punto in Abruzzo e nel resto d'Italia sono in molti a chiedersi se veramente non si potesse fare nulla per scongiurare questo dramma. E' vero, forse non è possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto, ma qualcuno questa volta aveva provato a farlo. [06-04-2009] Terremoto in AbruzzoTerremoto in Abruzzo

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Chi ha preso l'oro di Fort Knox? (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK E’ tutto oro quello che luccica a Fort Knox? Cioè: sono veramente lo zoccolo duro della ricchezza del governo americano i 137 miliardi di dollari in lingotti stipati nella cassaforte del Kentucky, la più famosa al mondo? In tempi di sfiducia galoppante sul valore reale dei titoli tossici che hanno avvelenato i bilanci delle banche di mezzo mondo, all’interno dello stesso Congresso di Washington e da un gruppo di attivisti pro-trasparenza è stato lanciato l’allarme sul fatto che l’oro conservato nei forzieri federali potrebbe non essere davvero tutto di proprietà piena degli Usa: senza ipoteche, senza essere diventato garanzia per operazioni con enti internazionali. Insomma, che sia nella totale disponibilità del governo. «Sono ormai vari decenni che l’oro conservato a Fort Knox non è stato sottoposto a una revisione condotta indipendentemente, o analizzato contabilmente in modo appropriato», ha dichiarato al Times di Londra Ron Paul, il deputato del Texas che ha depositato una proposta di legge a questo scopo. «Il popolo americano merita di conoscere la verità». Paul è un repubblicano, della corrente libertaria che è la più diffidente verso il governo di Washington, qualunque sia il partito dominante. Alle ultime presidenziali si è candidato alle primarie, unico nel suo partito, favorevole al ritiro immediato dall’Iraq essenzialmente per motivi di spesa, in linea con l’obiettivo di un rigore fiscale nei conti pubblici che il deficit gonfiatosi già sotto Bush, ed oggi in ulteriore esplosione per gli investimenti e le spese volute da Obama, appare una chimera. Almeno, è il succo dell’indagine richiesta da Paul e dagli altri 21 parlamentari che hanno confermato la sua mozione, cominciamo con l’assicurarci che in casa abbiamo oro vero, nostro. Che il governo non abbia venduto l’argenteria. Allo stesso obiettivo di una conoscenza rassicurante sullo stato delle casseforti federali punta anche un comitato di attivisti per la trasparenza degli atti di governo chiamato Gata (Gold Anti-Trust Action), che ha incaricato gli avvocati dello studio William J. Olson, della Virginia, di sfidare Obama ad essere fedele a quanto ha promesso in campagna elettorale, quando ha detto di voler portare il governo «ad un livello di apertura mai visto in precedenza». Tra qualche giorno i legali presenteranno una richiesta specifica in base alla legge sulla Libertà d’informazione che obbliga tutte le amministrazioni pubbliche a rivelare i documenti delle loro azioni. Nel caso di Fort Knox, «prendiamo sul serio le promesse del presidente», ha detto Chris Powell del Gata, che protesta per il fatto che nei siti del Tesoro «non esiste alcun dettaglio sulle riserve d’oro», sulla reale proprietà e sulle eventuali attività di trading. Molti investitori in oro sospettano che gli Stati Uniti abbiano utilizzato nel passato, o possano farlo in futuro, i lingotti segreti di Fort Knox per manipolare i prezzi del metallo, magari vendendolo per abbassarne il valore di mercato con il fine di sostenere il dollaro. Le quotazioni dell’oro sono fluttuanti come quelle del dollaro da quando Nixon decise di sganciare il biglietto verde dal rapporto fisso con il metallo giallo. Il Tesoro Usa ha sempre negato che le riserve d’oro siano mai state messe a rischio con transazioni speculative e il sito ufficiale del governo sostiene laconicamente che le riserve «sono di proprietà degli Stati Uniti». Sebbene sia in pratica un sinonimo di oro per il pubblico mondiale, Fort Knox non è il posto in America dove è ammassata la maggiore quantità di lingotti. Il monumentale palazzo, chiamato «The United States Bullion Depository», costruito nel 1936 in Kentucky nella preesistente base militare dedicata al generale della guerra rivoluzionaria Henry Knox, ne conserva per 4167 tonnellate, meno delle 5000 che sono custodite nel caveau sottoterra della Federal Reserve di New York, ricavato nella roccia dura di Manhattan. La differenza fondamentale è che la Fed di New York è in pratica la cassetta di sicurezza del globo, visto che tutti i Paesi, Cina compresa, vi tengono depositate proprie riserve in oro. Fort Knox è sempre stata invece la cassaforte dell’oro americano. Prima del 1932, quando fu eletto Franklin D. Roosevelt, le monete d’oro circolavano come moneta legale, e i lingotti erano posseduti da banche e privati: come parte del New Deal, nel 1933, il Congresso votò per rimuovere l’oro dalla circolazione come moneta, e dichiarò illegale il possesso di oro, con le eccezioni delle monete da collezione e dei gioielli. Tutto l’oro fu così sequestrato, al cambio fisso di 20,67 dollari per oncia, e si creò il problema di dove metterlo. Di qui, l’idea del Bullion Depository. Seconda differenza tra i due superforzieri è che Fort Knox non è aperto ai visitatori per nessuna ragione, mai, mentre la Fed di New York organizza visite guidate ai suoi caveau. Ogni governo-cliente vi ha una propria stanza, e quando decide di vendere qualche lingotto a un altro paese, è il personale della Fed a spostare fisicamente l’oro da una camera all’altra.

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Terremoto: già in moto la macchina della solidarietà (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Terremoto: già in moto la macchina della solidarietà Posted By redazione On 6/4/2009 @ 10:55 In Headlines, NotiziaHome | 1 Comment [1] Emergenza sanitaria L'ospedale dell'Aquila non è in grado di fronteggiare l'enorme mole di lavoro di queste ore e i dirigenti medici hanno chiesto alla protezione civile l'installazione di un ospedale da campo nella zona di piazza d'Armi. Al momento l'organizzazione dei soccorsi viene fatta per strada nello spazio antistante il pronto soccorso. Anche i grandi ospedali romani sono stati allertati per l'emergenza terremoto in Abruzzo. Unità di crisi sono state già organizzate all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e al Policlinico Gemelli. Roma infatti potrebbe accogliere, come già è avvenuto in passato, i feriti più gravi per gli interventi operatori o per i ricoveri. A causa dell'emergenza terremoto che ha causato molti feriti, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, lancia un appello urgente a tutti i cittadini affinchè compiano "un grande gesto di solidarietà" recandosi nei presidi ospedalieri della regione per donare sangue presso i centri trasfusionali. L'intervento dell'Esercito Anche l'[2] Esercito partecipa alle operazioni di soccorso. Sul posto si è già recato un plotone del 33esimo Reggimento Artiglieria, mentre un nucleo per la Ricognizione dello stesso reparto sta operando a Poggio di Roio. "Alcuni militari stanno scavando tra le macerie", ha riferito una fonte della Forza Armata ad Apcom. Il Sesto reparto Genio di Roma, inoltre, ha inviato propri uomini, mentre da Viterbo sono decollati per "attività di ricognizione" un elicottero AB 412 e un aereo Dornier. Sempre dal centro Aves di Viterbo, infine, sono pronti a decollare 2 elicotteri CH47, due NH90 e un elicottero AB 412. Tutti i velivoli sono stati allestiti per attività di soccorso sanitario. Dalle Marche La colonna mobile regionale della [3] Protezione civile delle Marche è partita per L'Aquila con una sessantina di volontari delle province di Ancona e Macerata e un'unità cinofila cercapersone proveniente da Jesi. I soccorritori portano anche mezzi e attrezzature per la gestione dell'emergenza sismica. Anche una colonna dei vigili del fuoco è stata inviata all'Aquila, in aiuto ai terremotati, dal Comando regionale dei Vvf. La Protezione civile ha confermato che il sisma che ha sconvolto l'Abruzzo non ha provocato danni nelle Marche, anche se in via precauzionale è stata aperta la Sala operativa integrata di Ascoli Piceno, il capoluogo più vicino alla zona colpita. Oltre alla scossa di magnitudo 5,8 delle 3.32, la popolazione ha avvertito anche le scosse di assestamento più intense Dal Molise Una colonna mobile della Protezione civile regionale del Molise è in partenza per raggiungere le zone della provincia dell'Aquila colpite dal terremoto di questa notte. Un'altra colonna mobile composta anche da unità cinofile dei Vigili del fuoco di Campobasso è partita per l'Abruzzo Dal Lazio Due colonne mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione civile della Regione Lazio sono già in viaggio verso le zone colpite dal sisma in Abruzzo in raccordo con il Dipartimento nazionale. Nella Regione limitrofa stanno portando tende per sfollati e quant'altro necessario per prestare soccorso alla popolazione. Lo rende noto il direttore della Protezione civile del Lazio Maurizio Pucci che è, dai momenti successivi alle scosse avvertite molto forti anche a Roma, nella sede del Dipartimento nazionale del Dipartimento la Protezione civile e Roma in via Ulpiano. Dall'Umbria Dall'Umbria in soccorso delle popolazioni dell'Abruzzo colpite dal terremoto è già partita una squadra di tecnici della Regione e si sta organizzando una colonna mobile che partirà alle 13 da Terni alla volta dell'Aquila e che, fra i suoi compiti, avrà l'allestimento di un campo per 250 persone. Il Servizio di protezione civile della Regione Umbria, attivatosi fin da subito - informano dagli uffici regionali - sta operando secondo le disposizioni del Dipartimento nazionale della Protezione civile, in modo da indirizzare gli aiuti e effettuare interventi laddove è maggiormente necessario. A questo scopo, sono stati invitati i volontari e quanti intendano andare in aiuto dei terremotati a coordinarsi con la struttura regionale. Una squadra composta da sei tecnici della Regione Umbria, che hanno già operato in situazioni analoghe e tra i quali c'è il responsabile della Sezione Emergenze, in accordo con il Dipartimento nazionale della Protezione civile si è già recata in Abruzzo per coadiuvare l'attività di verifica sull'agibilità degli edifici e per l'organizzazione della presenza degli aiuti umbri nei prossimi giorni. Alla struttura regionale di Protezione civile della Regione Umbria, in particolare, è stato intanto assegnato l'incarico di realizzare un campo per ospitare 250 sfollati, in una località abruzzese che verrà definita. In queste ore si stanno raccogliendo materiale Dal Trentino Partira' alle ore 10 da Trento il primo contingente della Protezione Civile della Provincia autonoma di Trento per prestare soccorso alla popolazione abruzzese vittima la notte scorsa del terremoto. Del primo contingente faranno parte le unità cinofile e i responsabili della logistica. La colonna mobile al completo partira' da Trento alla volta de L'Aquila attorno alle 12. Sono un centinaio le persone mobilitate fra vigili del fuoco permanenti e volontari, più alcuno forestali e i Nu.vo.la. La colonna mobile diretta in Abruzzo e' dotata di materiali e attrezzature per scavo, demolizione e puntellaggio degli edifici, nonche' di tutto quanto necessita per allestire un campo per un centinaio di persone (tende, letti, cucina). Saranno una ventina di mezzi con relativi container. Partiranno anche alcuni psicologi per aiutare la popolazione mentre un elicottero e' a disposizione con un medico rianimatore a bordo. Dal Friuli Una colonna con 120 volontari della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia sono partiti in mattinata per l'Abruzzo, colpito dal terremoto. Lo si e' appreso dall'assessore regionale alla Protezione civile Vanni Lenna. Oltre ai volontari, il Friuli Venezia Giulia ha inviato una task force per la sala operativa dell'Aquila e un elicottero per la ricognizione dei danni.Non si esclude che nel corso della giornata altri volontari del Friuli Venezia Giulia partano alla volta dell'Abruzzo. Dal Veneto "Di fronte alle immagini dell'immane tragedia causata dal terremoto qualsiasi commento mi appare fuori luogo". Così in una nota del presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan. "Il Veneto ha allertato, fin dalle prime ore del mattino, tutta la sua rete di Protezione civile e di volontariato e si è messo, come sempre, a disposizione di chi ha il compito e la responsabilità di organizzare e dirigere i soccorsi", conclude Galan. Il sindacato "Esprimo il dolore mio personale e della [4] Cgil nei confronti delle popolazioni colpite da questa tragedia. Ci attiveremo come abbiamo fatto in altre occasioni passate immediatamente con quello che possiamo offrire di integrazione ai soccorsi nella prima fase. Poi come pure abbiamo fatto in occasione di altri terremoti andrà raccolta una solidarietà dei lavoratori, delle imprese italiane da dedicare a coloro che hanno perso la casa, hanno perso dei beni". Lo ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, intervistato a Panorama del Giorno sul terremoto in Abruzzo. "Questo è un modo molto forte, molto giusto per far vivere un momento di grande senso di solidarietà civile nel Paese - ha aggiunto Epifani - Con Cisl e Uil come abbiamo fatto altre volte con Confindustria e con le altre associazioni d'impresa lanceremo una sottoscrizione che riguarderà il mondo del lavoro e le imprese". "Credo che il primo maggio di quest'anno debba essere dedicato agli aiuti e alla solidarietà per le popolazioni dell'Abruzzo colpite stanotte dal terremoto". È la proposta del segretario generale della [5] Cisl, Raffaele Bonanni. "Come abruzzese sono profondamente scosso e addolorato da questa tragedia che ha colpito la mia terra - dice - la Cisl è più che mai vicina a quella povera gente che ha perso tutto stanotte. Per questo voglio proporre a Cgil e Uil di destinare alle popolazioni colpite dal terremoto il ricavato della raccolta dei fondi che si farà in occasione del primo maggio. Stiamo avviando i contatti con la protezione civile per sapere come il sindacato possa rendersi utile in questi momenti terribili. I lavoratori sono pronti a fare tutto il possibile per alleviare il dolore e le sofferenze degli abruzzesi colpiti da questa sciagura terribile".

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Terremoto in Abruzzo: in 100 dalla nostra regione (sezione: Globalizzazione)

( da "Sanremo news" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Terremoto in Abruzzo: in 100 dalla nostra regione 80 Volontari, 4 funzionari del Dipartimento Protezione Civile Ligure, 8 tra medici e personale paramedico del 118, a cui si aggiungono 4 elementi del Corpo Forestale dello Stato, e tutto il materiale necessario per questo tipo di calamità: tende da campo, servizi igienici, cucine, generatori ed altre attrezzature da campo per prestare assistenza ai terremotati. Questa la Colonna Regionale Mobile, che parte questo pomeriggio alle 18 dalla Spezia per l’Aquila, come richiesto alla Liguria dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per dare sostegno a 250 persone colpite dal terremoto; da questa notte, appena saputa la notizia, la Protezione Civile della nostra Regione si è allertata per coordinare gli aiuti, diretti dal Responsabile regionale Mino De Luigi con il coordinamento dell’assessore Regionale alla Protezione Civile Giancarlo Cassini.

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Protezione Civile e VVF di Imperia contribuiranno in Abruzzo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sanremo news" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Protezione Civile e VVF di Imperia contribuiranno in Abruzzo Anche la provincia di Imperia, si sta organizzando per offrire tutto il supporto possibile alle forze già presenti in Abruzzo. Questa mattina era stata resa nota la preparazione di un contingente di soccorsi, dalla Protezione Civile ai Vigili del Fuoco. "La protezione civile comunale di Imperia è pronta a partire per l'Abruzzo", comunicava questa mattina l'Assessore Adolfo, che ha dato ufficialmente la disponibilità del gruppo volontari della protezione civile a far parte della colonna mobile che la Regione liguria sta organizzando. Oltre a loro si stanno recando in abbruzzo già 5 mezzi dei Vigili del Fuoco. Per aiutare le popolazioni colpite dal gravissimo sisma avvenuto nella notte con epicentro a L'Aquila, è partita nella mattinata una squadra con una decina di uomini, a bordo di campagnole e mezzi contro i crolli. Inoltre, è attualmente in fase organizzativa un'ulteriore squadra dei pompieri, che a breve dovrebbe partire. Questa mattina, l'assessore benedetto Adolfo aveva così commentato: “Si tratta di mettere a disposizione le professionalità necessarie per aiutare le popolazioni colpite dal grave sisma. Non appena la Regione ci informerà, noi saremo pronti a far parte della spedizione ligure, con tutte le professionalità che ci saranno richieste, in quanto i nostri volontari sono tutti disponibili.

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L'Onu studia la risposta Ma la Cina frena gli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Gazzetta di Mantova, La) (Trentino) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Reggio)

Argomenti: Cina Usa

Riunito nella notte il Consiglio di Sicurezza L'Onu studia la risposta Ma la Cina frena gli Usa NEW YORK. Sedici ore dopo il lancio di un missile balistico nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta dichiarazione presidenziale che richiede però l'unanimità. In accordo con il Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Stati Uniti premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà impossibile ottenerlo, almeno adesso, visto che la Cina e in una minor misura la Russia sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere con chiarezza che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti «con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa, «gli Stati Uniti sono convinti che la migliore delle risposte sia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. La Rice ha ricordato che in una risoluzione del 2006, dopo il lancio di un primo missile nordcoreano, il Consiglio di Sicurezza «aveva chiesto di porre un termine a tutte le attività missilistiche e di non lanciare più missili». Gli Stati Uniti, prospettando ai Quindici del Consiglio di Sicurezza «una risposta delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una violazione della risoluzione esistente».

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BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20 ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20 ... BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20 in Emilia Romagna. La scossa è stata avvertita dalla popolazione nelle province di Forlì e Ravenna. Le località prossime all'epicentro - riferisce il Dipartimento della Protezione Civile - sono Forlì, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Faenza. Dalle verifiche effettuate dalla 'Sala situazione Italia' del Dipartimento della protezione Civile non risultavano ieri notte danni a persone e/o cose. La scossa è stata avvertita nel ferrarese e nell'imolese e distintamente dalla popolazione anche al confine fra le Marche e la Romagna. Ma anche nel Pesarese, a Urbino e anche ad Ancona. Segnalazioni sono giunte anche da Trieste. La scossa - si è saputo dalla Sala Operativa di Palmanova (Udine) della Protezione Civile - è stata sentita in varie zone di Trieste, a Muggia (Trieste), Grado (Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che ai piani alti di varie località lungo la costa friulana. L'epicentro - secondo i rilevamenti della rete sismica della stessa Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia - è stato localizzato nella zona di Ravenna, con intensità fra il 4º e il 5º grado della scala Richter. Alla Protezione Civile sono giunte varie telefonate da località costiere friulane e giuliane. E circa venti minuti dopo un'altra forte scossa di terremoto è stata avvertita in Abruzzo dalla popolazione all'Aquila, in diverse zone della città.

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In Abruzzo si scava, 40 morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

6 aprile 2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, 40 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di Napolitano e del Papa Sono al momento 40 le vittime ufficiali del sisma che stamane ha devastato la città de L'Aquila e del suo hinterland. Numero che, purtroppo, sarebbe ancora destinato a crescere. Tutte le forze dell'ordine, esercito compreso, sono mobilitate a scavare fra le macerie delle numerose abitazioni completamente rase al suolo. Molti gli edifici pubblici danneggiati in città. All'ospedale de L'Aquila, intanto, l'andirivieni di ambulanze di tutte le sigle prosegue incessante. Ha reso parzialmente inagibile il nosocomio del capoluogo di regione che ospita all'esterno dei suoi piazzali moltissimi degenti soprattutto anziani e politraumatizzati. A ritmi ininterrotti il lavoro che sta portando avanti il pronto soccorso. La scena che appare a chi ha la possibilità di entrare al San Salvatore è quella di un ospedale da campo post bellum. (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a 8,8 chilometri di profondita', quindi relativamente vicina alla superficie terrestre. Il sisma di questa mattina segue una serie di scosse di minore entita' che si sono registrate nell'area nei giorni scorsi. Impossibile, sostengono i vulcanologi, prevedere la drammatica scossa di questa mattina. Il sisma e' stato avvertito anche a Roma, dove numerose chiamate sono giunte ai centralini del 112 del Comando Provinciale dei Carabinieri, e in Molise, dove il pensiero dei cittadini impauriti e' immediatamente andato ai ricordi del sisma del 2002, e alle giovani vittime di San Giuliano di Puglia. Grossi i disagi alla viabilita', soprattutto sulle arterie che collegano la capitale a lAquila: le due autostrade, la A24 e la A25 sono state chiuse in alcuni tratti per verifiche tecniche e chiuse al transito dei mezzi pesanti. Le arterie, ha pero' assicurato il ministro Altero Matteoli, saranno riaperte all piu' presto, entro domani Drammatiche le immagini che si sono trovati davanti i primi soccorritori giunti sul posto. Molti gli edifici crollati, soprattutto nel centro cittadino. Tra quelli piu' gravemente danneggiati la Casa dello studente, in via XX Settembre, e l'Hotel Duca degli Abruzzi, uno degli alberghi piu' importanti della citta'. Molti i danni a monimenti e chiese, ancora difficili da quantificare. L'ospedale cittadino e' stato chiuso. Volontari della protezione civile, vigili del fuoco e cittadini scavano senza sosta tra i detriti. Un giovane e' stato estratto vivo dalle macerie dalla Casa dello Studente, in Via XX Settembre, altre 3 sono state salvata dal crollo della proprie abitazione. E una donna, sempre in un'edificio di via XX Settembre, e' ora in contatto con i soccorritori che lavorano per rintracciarla e soccorrerla. TERREMOTO: ISTITUTO GEOFISICA, IMPOSSIBILE PREVEDERLO (AGI) - Roma, 6 apr. - "Nessuno al mondo poteva prevedere il terremoto di questa notte". Così Alberto Basili, dirigente del Centro Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, replica a chi sostiene che il sisma che ha colpito l'Abruzzo poteva essere previsto. "Non è possibile una previsione deterministica per prendere decisioni operative - ribadisce l'esperto - Non era possibile prevedere che dopo la sequenza delle scosse aquilane seguisse un evento come quello di questa notte. La storia sismica italiana ha segnato molti avvenimenti sismici senza che poi vi fosse una scossa forte". In merito all'allarme lanciato dal ricercatore dell'INFN dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, allarme basato sull'analisi del gas radon sprigionato dalla crosta terrestre, Basili risponde: "Anche noi abbiamo delle sezioni che si occupano delle emissioni di gas ma non è in alcun modo a nostra disposizione uno strumento di previsione operativa; l'emissione più forte di gas non può significativamente giustificare l'allarme sismico. Non abbiamo la capacità di compiere previsioni operative in base a questo tipo di studi". Attualmente i ricercatori dell'Istituto stanno controllando le sequenze sismiche e comunicando i dati alla Protezione Civile: "Abbiamo inviato alcune squadre sul posto per localizzare gli eventi e analizzare più in dettaglio l'andamento della sequenza sismica, in particolare l'emigrazione degli epicentri". (AGI) In Abruzzo ci saranno scosse di assestamento "per molto tempo", ma inferiori per magnitudo a quella principale di stanotte. Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Skytg24. "Registreremo - ha spiegato - scosse di assestamento per molto tempo ma saranno piccole, in ogni caso più piccole di quella principale. In ogni caso - ha aggiunto - in questa zona la gente è fuori dagli edifici. Bertolaso sta operando perché chi non ha una casa sicura sia sistemato in modo adeguato. In questo senso - ha sottolineato - la situazione è sicura". In Italia, ha evidenziato, la vera questione non è quella dei terremoti: "Sono solo gli edifici malfatti che creano il problema. Ma questo è un fatto nazionale. Ci si emoziona dopo il terremoto ma poi non si interviene. Non fa parte della nostra cultura - ha detto costruire in maniera seria e adeguata". (Apcom) - La Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 aprile 2009 alle 3.32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica). La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4.37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale. La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso. Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili: la zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l'attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata 'Ovindoli-Piani di Pezza'. L'Ingv ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori. (Apcom) - E' iniziato il 10 marzo il calvario per L'Aquila, oggi colpita da una scossa sismica di magnitudo 5.8 e da successive repliche di forte intensità: ed è polemica sul fatto che si siano 'trascurati' questi segnali, forse prodomici del sisma più grave. Il primo bilancio della Protezione civile parla di 31 vittime, 10mila case lesionate, centinaia di edifici crollati. Il 10 marzo si registrò una piccola scossa in provincia dell'Aquila tra i Comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila. Il terremoto fu registrato alle 12.25 con magnitudo 2.2 e non ci fu alcun danno. Poi, a distanza di tre giorni, il 13 marzo, altri due distinti eventi sismici, di carattere strumentale: il primo di magnitudo 1.3 con epicentro nei comuni di Pizzoli, Scoppito e L'Aquila. Il secondo di magnitudo 1.9 con epicentro tra i comuni di Lucoli, Tornimparte e L'Aquila, gli stessi colpiti oggi. Le scosse, lievi ma continue, avevano provocato allarme tra la popolazione: di fatto la zona dai primi mesi dell'anno, ha spiegato all'epoca l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata interessata da un'attività frequente e di bassa magnitudo: nei primi mesi del 2009 sono stati localizzati oltre 160 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 2.9, la maggior parte dei quali localizzata in un`area molto piccola (4-5 km in pianta). E a marzo, sempre secondo l`Ingv, allo stato attuale delle conoscenze si poteva affermare che la sequenza dei mesi scorsi non aveva alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Il 17 marzo una nuova scossa, questa volta di intensità maggiore: 3.6 di magnitudo. L'epicentro sempre nell'aquilano, tra Sulmona, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Canzano. Ogni giorno si registrano repliche: il 18 marzo una lieve scossa di magnitudo 2.2 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila e poi a breve un'altra di magnitudo 1.4. Poi qualche giorno di tregua e si ricomincia il 24 marzo con una scossa lieve: magnitudo 1.8. Ancora, il 27 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila un sisma di magnitudo 2. Il 30 marzo si registra un aumento nell'intensità del sisma: alle 15.38 un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro a circa 10 chilometri di profondita tra i comuni di Pizzoli, Collimento e L'Aquila. Ci sono state anche alcune repliche di magnitudo inferiore (3.5 e 2.4) e la popolazione inizia ad avere paura: centinaia furono le chiamate ai centralini dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. E la Regione Abruzzo è intervenuta per smorzare le polemiche e placare l'ansia: "Si sta procedendo alla valutazione dei danni agli edifici che al momento risultano di piccola entità. Non ci sono i presupposti per prevedere da parte delle strutture preposte altre scosse sismiche di alcuna intensità - avevano detto - Tutte le informazioni diffuse di altro contenuto sono da ritenersi false e prive di ogni fondamento". Tutto il giorno la zona è stata interessata da un'intenso sciame sismico: il sindaco decise la chiusura delle scuole e su richiesta del capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si riunirono gli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi. L'uno e il due aprile nuovi sciami sismici di moderata intensità. Poi, ieri sera alle 22.48 una nuova scossa di 3.9 gradi della scala Richter con epicentro a L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppito e un'altra alle 0.39 di 3.5 gradi. Infine, stamattina alle 3.32 una fortissima scossa, magnitudo 5.8 equivalente all'ottavo-nono grado della Mercalli, avvertita in tutto il centro Italia, dall'Adriatico al Tirreno e con epicentro all'Aquila. La replica di magnitudo 4.6 e uno sciame sismico che ancora non accenna a diminuire: al momento il primo bilancio parla di decine di morti, centinaia di edifici crollati, oltre 10mila abitazioni lesionate. Una tragedia "senza precedenti dall'inizio del millennio", come hanno detto Guido Bertolaso e il premier Silvio Berlusconi. "Faremo il meglio possibile". Lo ha garantito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando a Radio Uno. "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier. "Speriamo che il numero delle vittime non sia destinato a salire troppo", ha concluso Berlusconi che ha deciso di saltare la visita a Mosca per recarsi a L'Aquila. (Mon/Col/Adnkronos) (Adnkronos) - L'Esercito, fin dall'inizio dell'emergenza, ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dall'evento sismico. Lo rende noto un comunicato dello Stato Maggiore dell'Esercito specificando che un plotone del 33° reggimento ''Artiglieria'' è già operativo sulla città dell'Aquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso l'abitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento ''Genio'' di Roma è già in ricognizione sulla città dell'Aquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo DO228 Dornier dell'Aviazione dell'Esercito stanno effettuando attività ricognitive sulle zone dell'epicentro sismico mentre sono pronti su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria. Sentimenti di vicinanza e solidarietà al presidente della Regione, al sindaco de L'Aquila e alle altre autorità locali sono stati espressi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "profondamente colpito dalle tragiche notizie relative al terremoto" in Abruzzo e "le cui conseguenze sono ancora in via di doloroso accertamento". Lo riferisce una nota del Quirinale. Napolitano si mantiene in stretto contatto con il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, che coordina tutte le azioni di soccorso e di assistenza volte a fronteggiare l'emergenza. (AGI) (Adnkronos) - Benedetto XVI esprime la propria partecipazione per il dolore delle care popolazioni colpite dal terremoto. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Pontefice attraverso il suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, all'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari. "La drammatica notizia del violento terremoto - si legge nel testo - che ha scosso il territorio di codesta arcidiocesi ha riempito di costernazione l'animo del Sommo Pontefice". "Nell'assicurare fervide preghiere - prosegue il testo - per le vittime e in particolare per i bambini, sua Santità invoca dal Signore il conforto per i loro famigliari e mentre rivolge un'affettuosa parola di incoraggiamento ai superstiti e a quanti in vario modo si prodigano nelle operazioni di soccorso, invia a tutti una speciale benedizione apostolica". (Apcom) - Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha raggiunto telefonicamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso e il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, per informarsi personalmente sulle operazioni di soccorso e sugli sviluppi della tragedia sismica che ha colpito l'Abruzzo. Un evento devastante - si legge in una nota di palazzo Madama - che ha provocato purtroppo morte, disperazione ed enormi danni. Il Presidente Schifani, sottolineando la sua profonda vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma, continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione a seguito del terremoto in Abruzzo e si mantiene in contatto con lo Stato Maggiore della Difesa, che lo aggiorna costantemente. Per tale emergenza La Russa ha annullato tutti gli impegni previsti per la mattinata. Lo rierisce l'Ufficio Stampa del ministero della Difesa. (Foto Ansa) Una potenza maggiore della bomba atomica - Leggi

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Non si vive di solo export (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia sezione: Economia data: 06/04/2009 - pag: 11 Dopo il G-20 L'economia italiana è troppo legata al manifatturiero Non si vive di solo export D opo anni di crescita sostenuta, il commercio mondiale sta subendo un vero tracollo. Per il 2009 si prevede una caduta prossima al 12 per cento in termini di volume. Le previsioni dell'Ocse, di pochi giorni fa, tengono conto dei dati recenti e dipingono pertanto uno scenario di recessione davvero preoccupante; si allunga la durata della crisi almeno a includere il 2010. Le crisi spingono molti a rifugiarsi nel passato e così qualcuno mette in discussione le teorie evoluzioniste per riesumare il creazionismo e qualcun altro dichiara che «gli economisti sono inutili e che le previsioni econometriche non servono a nulla». Vale la pena ricordare che le previsioni econometriche consistono nell'applicazione di metodi statistici e matematici ai dati del passato per stimare l'andamento futuro di alcune variabili economiche. Si tratta di un metodo probabilistico, quindi è chiaro che i valori stimati potranno in taluni casi essere distanti dai dati effettivi futuri ma è l'unico metodo scientifico che abbiamo a disposizione per interpretare l'andamento degli indicatori economici e per calcolarne i trend futuri. L'alternativa è quella di tornare a scrutare le viscere degli animali o i fondi continuare a crescere a tassi elevati, registrerà, secondo l'Ocse, un dimezzamento del suo tasso di crescita dal 13 per cento nel 2007 al 6,3 nel 2009. Un brutto colpo. L'Italia in realtà è l'unico Paese che sperimenterà un triennio di recessione: -1 per cento nel 2008, -4,3 nel 2009 e -0,4 nel 2010. Un tracollo di oltre il 4 percento del Pil può significare almeno un milione di posti di lavoro in meno, con un aumento della quota di famiglie povere. Sono quindi i paesi che più dipendono dalle esportazioni quelli che subiscono i danni maggiori dalla crisi in atto. Questo è il dato inconfutabile. Ma è sensato che un paese avanzato e grande come la Germania possa oggi pensare di basare la propria crescita sulle esportazioni? Un conto è che un paese piccolo e aperto, come Singapore o l'Irlanda, pensi di farsi trascinare dalla domanda mondiale ma altro è immaginare che un colosso come la Cina possa fare altrettanto. E stesso ragionamento si applica al Giappone e all'Italia. La crescita export-led era sensata negli anni Cinquanta quando ambedue i paesi erano in via di industrializzazione, folle è pensare di continuare su quella strada anche oggi. La crisi deve servire per ragionare sui fattori che trascinano la crescita in questi Paesi. È venuto il momento, ad esempio, per capire che Italia, Germania e Giappone sono troppo sbilanciate verso la manifattura. Lo sviluppo di una vera economia post-industriale fondata sul terziario consentirebbe a questi Paesi di essere meno condizionati dal ciclo mondiale. Li isolerebbe maggiormente dai rischi della globalizzazione. Invece si continua a sentire la demonizzazione della finanza e degli altri servizi. Ci dovremmo interrogare sul perché in Italia non siamo capaci di far nascere e crescere grandi imprese dei servizi come Wal-Mart o come Starbucks piuttosto che progettare solo schemi di protezione della manifattura. L'invecchiamento della popolazione in Italia, come in Giappone e in Germania, dovrebbe essere un altro potente stimolo a far sviluppare il terziario. Paesi con una popolazione via via più anziana comprano sempre meno prodotti industriali e necessitano sempre più di servizi (sanitari, di cura, di svago etc.). E così in Cina sarebbe il momento di costruire un vero sistema di welfare capace di proteggere i cittadini cinesi dai rischi e quindi di ridurre il loro tasso di risparmio precauzionale; ciò a sua volta farebbe crescere i consumi cinesi e finalmente la Cina potrebbe svolgere la funzione che le compete: quella di locomotiva mondiale. Anche Germania e Giappone sono legate a schemi di sviluppo che funzionavano negli anni Cinquanta. Oggi, meglio i servizi di SANDRO TRENTO Docente di Economia Università di Trento

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Una schedina etica (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia sezione: Economia data: 06/04/2009 - pag: 20 Investimenti Trend Cresce l'interesse per gli investimenti in titoli che rispettano precisi valori Una schedina etica Sono solo tredici gli Stati con il bollino di «responsabilità sociale». Ecco quanto rendono DI PATRIZIA PULIAFITO D opo la sconfitta della finanza rampante e le scottature provocate dai titoli tossici, prende piede l'investimento etico. Non solo in azioni, ma anche in titoli di Stato. Magari si guadagna meno, ma si fa un investimento più consapevole e sicuro. Perché gli Stati etici sono, in genere, anche quelli con il rating massimo. Più elevato è il merito di credito dell'emittente, meno ricca è la cedola. E' un'equazione che vale per imprese e stati e spiega il perché oggi, i titoli governativi italiani, in particolare i Btp, pur essendo sicuri, siano più generosi dei gemelli europei, emessi da Paesi con economie più solide, come quelle di Germania, Francia e Olanda, a cui le agenzie internazionali attribuiscono una tripla A (Moody's all'Italia, assegna AA2). L'Italia, tra l'altro, non rientra nell'universo degli Stati etici e, presumibilmente, non vi entrerà mai, per colpa del forte debito pubblico, dell'elevato indice di percezione della corruzione, della poca attenzione alle pari opportunità e allo scarso impegno nello smaltimento dei rifiuti. Sono fuori dalla lista dei buoni, anche i Paesi, dove è in vigore la pena di morte, dove sono in corso conflitti armati e non sono rispettati i diritti umani. Esclusi, ad esempio, anche Usa e Cina. L'attestato di eticità, sia chiaro, va a pochissimi Stati. Solo a quelli che dimostrano di avere una buona governance, ovvero un forte impegno nel contenimento del debito pubblico, una costante attenzione al sociale, all'occupazione, ai diritti umani, alle pari opportunità, all'ambiente. Hanno passato, ad esempio, il severo esame del comitato etico di Etica Sgr solo in tredici: Francia, Germania, Austria, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Olanda, Portogallo, Australia, Slovenia e Nuova Zelanda. Chi vuole diversificare il portafoglio obbligazionario, può dunque attingere dal paniere degli Stati virtuosi, nella consapevolezza che rinuncerà ad una fetta di guadagno e con qualche precauzione. Intanto, conviene orientarsi su titoli a scadenze breve e media (sotto i tre anni). Poi, è meglio mantenersi in area euro per evitare il rischio cambio ed orientarsi di preferenza su Paesi con elevato rating, sono più sicuri. Conviene escludere, anche se etici, gli Stati con rating più bassi come il Portogallo, a cui Moody assegna solo una doppia A, Tra i poliennali, i titoli più liquidi sono il francese Oat, il tedesco Bund e l'olandese Dsl . Chi, invece, vuole assumersi un piccolo rischio in più, può esporsi sul titolo della repubblica d'Austria. E' un Paese etico e solido (tripla A) che in questo momento, però, è sotto pressione, per una sovraesposizione sui Paesi dell'Est ed offre, quindi, rendimenti leggermente più elevati. Meno attraenti, invece, sono i titoli a breve, gli zero coupon (equivalenti del Bot), come il francese Btf e il tedesco Bubill che sono, comunque, titoli liquidi, ma meno remunerativi e con una tassazione più pesante. Chi, invece, preferisce affidarsi alle mani esperte di un gestore, può orientarsi sul fondo Monetario di Etica Sgr che inserisce in portafoglio solo obbligazioni di Stati certificati. Nel 2008, con una corretta strategia sulle durate dei titoli ha portato a casa il 5,30%, battendo l'indice Fideuram di liquidità (+2,17%) e quello degli obbligazionari euro governativi (+3,68%). «Ci siamo focalizzati sulle due economie più forti dell'area euro, Germania e Francia spiega Gianluca Ferretti, direttore investimenti obbligazionari di Bi - piemme Sgr che gestisce anche i fondi etici , abbiamo puntato sulla loro buona tenuta, in un contesto difficile, ed abbiamo scommesso sull'aumento del prezzo dei titoli, che si è puntualmente realizzato, con la riduzione dei tassi in area euro».

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In Abruzzo si scava, più di 50 morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

6 aprile 2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, più di 50 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di Napolitano e del Papa Sono al momento 40 le vittime ufficiali del sisma che stamane ha devastato la città de L'Aquila e del suo hinterland. Numero che, purtroppo, sarebbe ancora destinato a crescere. Tutte le forze dell'ordine, esercito compreso, sono mobilitate a scavare fra le macerie delle numerose abitazioni completamente rase al suolo. Molti gli edifici pubblici danneggiati in città. All'ospedale de L'Aquila, intanto, l'andirivieni di ambulanze di tutte le sigle prosegue incessante. Ha reso parzialmente inagibile il nosocomio del capoluogo di regione che ospita all'esterno dei suoi piazzali moltissimi degenti soprattutto anziani e politraumatizzati. A ritmi ininterrotti il lavoro che sta portando avanti il pronto soccorso. La scena che appare a chi ha la possibilità di entrare al San Salvatore è quella di un ospedale da campo post bellum. (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a 8,8 chilometri di profondita', quindi relativamente vicina alla superficie terrestre. Il sisma di questa mattina segue una serie di scosse di minore entita' che si sono registrate nell'area nei giorni scorsi. Impossibile, sostengono i vulcanologi, prevedere la drammatica scossa di questa mattina. Il sisma e' stato avvertito anche a Roma, dove numerose chiamate sono giunte ai centralini del 112 del Comando Provinciale dei Carabinieri, e in Molise, dove il pensiero dei cittadini impauriti e' immediatamente andato ai ricordi del sisma del 2002, e alle giovani vittime di San Giuliano di Puglia. Grossi i disagi alla viabilita', soprattutto sulle arterie che collegano la capitale a lAquila: le due autostrade, la A24 e la A25 sono state chiuse in alcuni tratti per verifiche tecniche e chiuse al transito dei mezzi pesanti. Le arterie, ha pero' assicurato il ministro Altero Matteoli, saranno riaperte all piu' presto, entro domani Drammatiche le immagini che si sono trovati davanti i primi soccorritori giunti sul posto. Molti gli edifici crollati, soprattutto nel centro cittadino. Tra quelli piu' gravemente danneggiati la Casa dello studente, in via XX Settembre, e l'Hotel Duca degli Abruzzi, uno degli alberghi piu' importanti della citta'. Molti i danni a monimenti e chiese, ancora difficili da quantificare. L'ospedale cittadino e' stato chiuso. Volontari della protezione civile, vigili del fuoco e cittadini scavano senza sosta tra i detriti. Un giovane e' stato estratto vivo dalle macerie dalla Casa dello Studente, in Via XX Settembre, altre 3 sono state salvata dal crollo della proprie abitazione. E una donna, sempre in un'edificio di via XX Settembre, e' ora in contatto con i soccorritori che lavorano per rintracciarla e soccorrerla. TERREMOTO: ISTITUTO GEOFISICA, IMPOSSIBILE PREVEDERLO (AGI) - Roma, 6 apr. - "Nessuno al mondo poteva prevedere il terremoto di questa notte". Così Alberto Basili, dirigente del Centro Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, replica a chi sostiene che il sisma che ha colpito l'Abruzzo poteva essere previsto. "Non è possibile una previsione deterministica per prendere decisioni operative - ribadisce l'esperto - Non era possibile prevedere che dopo la sequenza delle scosse aquilane seguisse un evento come quello di questa notte. La storia sismica italiana ha segnato molti avvenimenti sismici senza che poi vi fosse una scossa forte". In merito all'allarme lanciato dal ricercatore dell'INFN dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, allarme basato sull'analisi del gas radon sprigionato dalla crosta terrestre, Basili risponde: "Anche noi abbiamo delle sezioni che si occupano delle emissioni di gas ma non è in alcun modo a nostra disposizione uno strumento di previsione operativa; l'emissione più forte di gas non può significativamente giustificare l'allarme sismico. Non abbiamo la capacità di compiere previsioni operative in base a questo tipo di studi". Attualmente i ricercatori dell'Istituto stanno controllando le sequenze sismiche e comunicando i dati alla Protezione Civile: "Abbiamo inviato alcune squadre sul posto per localizzare gli eventi e analizzare più in dettaglio l'andamento della sequenza sismica, in particolare l'emigrazione degli epicentri". (AGI) In Abruzzo ci saranno scosse di assestamento "per molto tempo", ma inferiori per magnitudo a quella principale di stanotte. Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Skytg24. "Registreremo - ha spiegato - scosse di assestamento per molto tempo ma saranno piccole, in ogni caso più piccole di quella principale. In ogni caso - ha aggiunto - in questa zona la gente è fuori dagli edifici. Bertolaso sta operando perché chi non ha una casa sicura sia sistemato in modo adeguato. In questo senso - ha sottolineato - la situazione è sicura". In Italia, ha evidenziato, la vera questione non è quella dei terremoti: "Sono solo gli edifici malfatti che creano il problema. Ma questo è un fatto nazionale. Ci si emoziona dopo il terremoto ma poi non si interviene. Non fa parte della nostra cultura - ha detto costruire in maniera seria e adeguata". (Apcom) - La Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 aprile 2009 alle 3.32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica). La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4.37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale. La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso. Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili: la zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l'attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata 'Ovindoli-Piani di Pezza'. L'Ingv ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori. (Apcom) - E' iniziato il 10 marzo il calvario per L'Aquila, oggi colpita da una scossa sismica di magnitudo 5.8 e da successive repliche di forte intensità: ed è polemica sul fatto che si siano 'trascurati' questi segnali, forse prodomici del sisma più grave. Il primo bilancio della Protezione civile parla di 31 vittime, 10mila case lesionate, centinaia di edifici crollati. Il 10 marzo si registrò una piccola scossa in provincia dell'Aquila tra i Comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila. Il terremoto fu registrato alle 12.25 con magnitudo 2.2 e non ci fu alcun danno. Poi, a distanza di tre giorni, il 13 marzo, altri due distinti eventi sismici, di carattere strumentale: il primo di magnitudo 1.3 con epicentro nei comuni di Pizzoli, Scoppito e L'Aquila. Il secondo di magnitudo 1.9 con epicentro tra i comuni di Lucoli, Tornimparte e L'Aquila, gli stessi colpiti oggi. Le scosse, lievi ma continue, avevano provocato allarme tra la popolazione: di fatto la zona dai primi mesi dell'anno, ha spiegato all'epoca l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata interessata da un'attività frequente e di bassa magnitudo: nei primi mesi del 2009 sono stati localizzati oltre 160 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 2.9, la maggior parte dei quali localizzata in un`area molto piccola (4-5 km in pianta). E a marzo, sempre secondo l`Ingv, allo stato attuale delle conoscenze si poteva affermare che la sequenza dei mesi scorsi non aveva alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Il 17 marzo una nuova scossa, questa volta di intensità maggiore: 3.6 di magnitudo. L'epicentro sempre nell'aquilano, tra Sulmona, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Canzano. Ogni giorno si registrano repliche: il 18 marzo una lieve scossa di magnitudo 2.2 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila e poi a breve un'altra di magnitudo 1.4. Poi qualche giorno di tregua e si ricomincia il 24 marzo con una scossa lieve: magnitudo 1.8. Ancora, il 27 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila un sisma di magnitudo 2. Il 30 marzo si registra un aumento nell'intensità del sisma: alle 15.38 un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro a circa 10 chilometri di profondita tra i comuni di Pizzoli, Collimento e L'Aquila. Ci sono state anche alcune repliche di magnitudo inferiore (3.5 e 2.4) e la popolazione inizia ad avere paura: centinaia furono le chiamate ai centralini dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. E la Regione Abruzzo è intervenuta per smorzare le polemiche e placare l'ansia: "Si sta procedendo alla valutazione dei danni agli edifici che al momento risultano di piccola entità. Non ci sono i presupposti per prevedere da parte delle strutture preposte altre scosse sismiche di alcuna intensità - avevano detto - Tutte le informazioni diffuse di altro contenuto sono da ritenersi false e prive di ogni fondamento". Tutto il giorno la zona è stata interessata da un'intenso sciame sismico: il sindaco decise la chiusura delle scuole e su richiesta del capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si riunirono gli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi. L'uno e il due aprile nuovi sciami sismici di moderata intensità. Poi, ieri sera alle 22.48 una nuova scossa di 3.9 gradi della scala Richter con epicentro a L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppito e un'altra alle 0.39 di 3.5 gradi. Infine, stamattina alle 3.32 una fortissima scossa, magnitudo 5.8 equivalente all'ottavo-nono grado della Mercalli, avvertita in tutto il centro Italia, dall'Adriatico al Tirreno e con epicentro all'Aquila. La replica di magnitudo 4.6 e uno sciame sismico che ancora non accenna a diminuire: al momento il primo bilancio parla di decine di morti, centinaia di edifici crollati, oltre 10mila abitazioni lesionate. Una tragedia "senza precedenti dall'inizio del millennio", come hanno detto Guido Bertolaso e il premier Silvio Berlusconi. "Faremo il meglio possibile". Lo ha garantito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando a Radio Uno. "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier. "Speriamo che il numero delle vittime non sia destinato a salire troppo", ha concluso Berlusconi che ha deciso di saltare la visita a Mosca per recarsi a L'Aquila. (Mon/Col/Adnkronos) (Adnkronos) - L'Esercito, fin dall'inizio dell'emergenza, ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dall'evento sismico. Lo rende noto un comunicato dello Stato Maggiore dell'Esercito specificando che un plotone del 33° reggimento ''Artiglieria'' è già operativo sulla città dell'Aquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso l'abitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento ''Genio'' di Roma è già in ricognizione sulla città dell'Aquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo DO228 Dornier dell'Aviazione dell'Esercito stanno effettuando attività ricognitive sulle zone dell'epicentro sismico mentre sono pronti su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria. Sentimenti di vicinanza e solidarietà al presidente della Regione, al sindaco de L'Aquila e alle altre autorità locali sono stati espressi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "profondamente colpito dalle tragiche notizie relative al terremoto" in Abruzzo e "le cui conseguenze sono ancora in via di doloroso accertamento". Lo riferisce una nota del Quirinale. Napolitano si mantiene in stretto contatto con il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, che coordina tutte le azioni di soccorso e di assistenza volte a fronteggiare l'emergenza. (AGI) (Adnkronos) - Benedetto XVI esprime la propria partecipazione per il dolore delle care popolazioni colpite dal terremoto. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Pontefice attraverso il suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, all'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari. "La drammatica notizia del violento terremoto - si legge nel testo - che ha scosso il territorio di codesta arcidiocesi ha riempito di costernazione l'animo del Sommo Pontefice". "Nell'assicurare fervide preghiere - prosegue il testo - per le vittime e in particolare per i bambini, sua Santità invoca dal Signore il conforto per i loro famigliari e mentre rivolge un'affettuosa parola di incoraggiamento ai superstiti e a quanti in vario modo si prodigano nelle operazioni di soccorso, invia a tutti una speciale benedizione apostolica". (Apcom) - Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha raggiunto telefonicamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso e il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, per informarsi personalmente sulle operazioni di soccorso e sugli sviluppi della tragedia sismica che ha colpito l'Abruzzo. Un evento devastante - si legge in una nota di palazzo Madama - che ha provocato purtroppo morte, disperazione ed enormi danni. Il Presidente Schifani, sottolineando la sua profonda vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma, continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione a seguito del terremoto in Abruzzo e si mantiene in contatto con lo Stato Maggiore della Difesa, che lo aggiorna costantemente. Per tale emergenza La Russa ha annullato tutti gli impegni previsti per la mattinata. Lo rierisce l'Ufficio Stampa del ministero della Difesa. (Foto Ansa) Una potenza maggiore della bomba atomica - Leggi - Leggi L'Aquila, ritratto di una città a pezzi

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Paesi crollati: oltre 50 morti,... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 14 del 2009-04-06 pagina 0 Paesi crollati: oltre 50 morti, 50mila sfollati di Redazione Terremoto di magnitudo 6,3 della scala Richter. Epicentro a sette chilometri dall'Aquila. Chiuse le autostrade A24 e A25. Almeno 10mila edifici lesionati. Paesi distrutti. Centinaia di dispersi. Caos all'ospedale dell'Aquila: inagibile al 90%, senza acqua potabile, feriti sul piazzale. Appelli a donare il sangue. Maroni: "Tutti avranno un tetto". Bertolaso: "E' la peggiore tragedia dall'inizio del millennio". GUARDA il video - le immagini. I soccorsi a L'Aquila L'Aquila - La scossa che distrugge. Quella che spezza vite, sogni, storie e futuro. Un sisma che si abbatte sulla normalità contorcendola e riempiendola di dolore. Un forte terremoto ha colpito poco dopo le 3,30 di questa notte l'Abruzzo e il centro Italia con magnitudo 6,3 della scala Richter. Il bilancio provvisorio, che è in continuo aumento, di oltre 50 morti, tra cui cinque bambini. In particolare, di questi: sei sono i morti a Paganica e cinque a Poggio Picenze. Ma il tragico conto è destinato salire viste le drammatiche condizioni dei centri storici colpiti dal sisma. Numerosi i dispersi: al momento si parla di almeno 30-40 persone. E' stato "un terremoto molto importante: ci sono migliaia di sfollati e migliaia di edifici crollati e lesionati". Lo ha detto il dirigente della protezione civile, Agostino Miotto, presente al comitato operativo riunito nella sede del dipartimento. Interi paesi abruzzesi sono stati distrutti dalla violenza delle scosse. Un'altra scossa Intorno alle 10 un’altra scossa ha fatto tremare per alcuni secondi la terra. Molte delle case già lesionate sono venute giù. Tra i calcinacci anche il simbolo della città, all’ingresso dell’Aquila, a Porta Napoli, è venuto giù. Sono state date indicazioni agli sfollati dell’Aquila di raggiungere la zona dello stadio, considerata sicura, dove sarà allestito un campo di accoglienza. Caos all'ospedale La struttura non ha retto: è inagibile al 90%. Non tutta almeno. Un'ala dell'ospedale è crollata. E il nosocomio è senza acqua potabile. Non c’è stato approvvigionamento attraverso la protezione civile, il bar dell’ospedale è inutilizzabile perchè crollato così come il deposito del nosocomio. Nonostante i problemi e i disagi centinaia di persone sono accampate in attesa di soccorsi davanti all’ospedale dell’Aquila, che non è stato evacuato. Al nosocomio sta arrivando un flusso continuo di persone, alcuni addirittura svestiti, con ferite di vario genere, sotto choc e piangenti. La cappella del San Salvatore è diventata la corsia più affollata dove i medici stanno curando i numerosi feriti. Il caos non accenna a rientrare e tutti gli spazi che non sono stati considerati a rischio da parte dei tecnici della protezione civile vengono utilizzati come ricovero per malati. Naturalmente gli spazi maggiormente occupati sono quelli all’aperto dove continuano ad arrivare feriti lievi, ma anche con gravi traumi. Questi ultimi vengono indirizzati con gli elicotteri negli altri ospedali regionali. è un via vai di mezzi aerei senza soluzione di continuità. Molti reparti sono stati trasferiti nei tunnel considerati più sicuri dai tecnici. è crollato anche l’obitorio, quindi le salme, e non solo quelle delle vittime del terremoto, sono state trasferite sempre passando davanti ai feriti in un altro spazio. La situazione è surreale anche perché le scosse, alcune di forte entità, non destano più preoccupazione nelle decine di persone impegnate nei soccorsi. Gli sfollati "La situazione drammatica, ci sono danni gravissimi con dei morti anche nel centro storico, ma soprattutto nelle frazioni della città e nei comuni dell’hinterland: se ci riferiamo alla città potrebbero esserci 45-50mila sfollati, ma considerando l’hinterland arriviamo a 70mila". Così il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente. Maroni: "Sistemeremo tutti" "La macchina dei soccorsi era già partita un quarto d’ora dopo il sisma. Più rapido di così non si poteva fare" spiega il ministro dell’Interno Roberto Maroni. "Gli sfollati saranno tutti sistemati in alberghi o nelle strutture che sono in corso di costruzione. Il tutto sarà fatto in tempi rapidi. E tutti i feriti sono stati tutti trasportati nelle strutture delle regioni. I posti sono sufficienti; il presidente dell’Abruzzo Chiodi si è mosso immediatamente e quindi dal punto di vista della sistemazione dei feriti non ci sono problemi". I soccorsi Colonne di soccorso sono in viaggio praticamente da tutta Italia. Sono in arrivo all’Aquila 1.500 vigili del fuoco, 100 poliziotti e 100 carabinieri da varie parti d’Italia per aiutare i soccorsi in provincia dell’Aquila. Dal Lazio sono partite intorno due colonne di uomini e mezzi della Protezione civile della Regione. Circa 40 le squadre con più di 200 volontari che hanno raggiunto l’Abruzzo, altrettante sono pronte a operare. Partita anche una task force vicentina, con una decina di uomini e quattro automezzi, mentre tra qualche ora si muoveranno anche 100 volontari alpini. Dalla Toscana partirà la prima colonna mobile di soccorso che dispone di strutture di soccorso, cucina da campo, servizi igienici, coperte e tende per 160 posti letto. Partiranno da Legnano per L’Aquila 50 persone della protezione civile della Lombardia, con un centro polifunzionale e una tendopoli per 250 sfollati. Chiodi: "Donate il sangue" A causa dell’emergenza terremoto che ha causato molti feriti, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, lancia un appello urgente a tutti i cittadini affinché compiano "un grande gesto di solidarietà" recandosi nei presidi ospedalieri della regione per donare sangue presso i centri trasfusionali. Stesso appello rivolto dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Unità di crisi Un vertice operativo per il coordinamento dei soccorsi e dell’assistenza alla popolazione, presieduto dal capo del dipartimento della protezione civile Guido Bertolaso, è in corso nella scuola della guardia di finanza alla periferia dell’Aquila. All’incontro sono presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Gianni Chiodi, il sindaco dell’Aquila, rappresentanti di guardia di finanza, vigili del fuoco, carabinieri, polizia e volontari. All’interno della scuola della guardia di finanza è stata istituita la centrale di coordinamento dei soccorsi e, probabilmente, sarà predisposto uno dei campi per consentire agli sfollati di passare la notte. Al centro della riunione ovviamente i soccorsi da portare alle persone ancora sepolte sotto le macerie nelle aree più colpite: oltre al centro dell’Aquila, Villa Sant’Angelo, Paganica, San Demetrio, Onna Fossa. I paesi colpiti Sono almeno 26 i comuni interessati in modo "serio" dal terremoto, e i danni riscontrati, i crolli di case vecchie ma abitate e addirittura di almeno quattro palazzi, letteralmente implosi all’Aquila, fanno temere che il numero delle vittime sia destinato a salire e che sia possibile determinarlo solo tra molto tempo. In molti paesi come Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa Sant’Angelo, Fossa, Ocre, San Demetrio nè Vestini e i centri dell’Altopiano delle Rocche, sono distrutte moltissime abitazioni del centro storico, mentre presentano danni costruzioni più recenti e anche in cemento armato. La situazione più drammatica è nel capoluogo e in alcune delle sue frazioni come Onna, quasi rasa completamente al suolo, e Paganica dove sono già state registrate numerose vittime. Nel centro storico dell’Aquila vi sono numerosi crolli, moltissimi edifici lesionati e alcuni palazzi non antichi crollati completamente. La peggiore tragedia d'inizio millennio Il terremoto che ha colpito l'Abruzzo "é la peggiore tragedia di questo inizio di millennio". Lo ha detto il capo della protezione, civile, Guido Bertolaso. L'evento, ha spiegato Bertolaso, "è paragonabile, se non superiore, al terremoto che ha colpito in passato l'Umbria e le Marche. Si tratta di una vicenda che mobiliterà il paese per diverse settimane". Appena giunto a L'Aquila il sottosegretario sta sorvolando in elicottero la zona colpita dal sisma per verificare danni e problemi. Crolli ovunque Nel capoluogo abruzzese è crollata parte della Casa dello studente e il campanile di una chiesa nel centro cittadino, mentre crolli ed edifici lesionati si sono registrati in diverse paesi della provincia. "Siamo solamente ai primi numeri - aggiunge Bertolaso - un numero che sta crescendo nel corso delle ore. Si tratta di piccoli centri, di piccoli comuni che sono stati molto interessati da questa drammatica vicenda". Gli scenari della protezione civile prevedono fino a 10-15mila edifici lesionati per il sisma e quindi gli sfollati potrebbero essere nell’ordine delle decine di migliaia. Epicentro La violenta scossa di terremoto che è stata avvertita in nottata nel centro Italia ha avuto come epicentro una zona a sette chilometri dall’Aquila, nella zona nord, in un triangolo compreso tra la stessa città dell’Aquila e le frazioni di Collimento e Villa Grande. Autostrade chiuse L’autostrada A24 Roma-L’Aquila, nel tratto compreso tra Tornimparte e Assergi, è stata chiusa per verifiche in entrambe le direzioni, così come l’A25 Roma-Pescara, tra Pratola e Bussi-Popoli. Lo rende noto Autostrade per l’Italia, aggiungendo che per agevolare i soccorsi è stato istituito il divieto di transito per i mezzi con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate sull’A24 tra il bivio A1/A24 e l’Aquila ovest, in direzione di Teramo e sull’A25, nel tratto compreso tra Pratola e Bussi-Popoli, in entrambe le direzioni. Per agevolare i soccorsi, Autostrade per l’Italia invita a non mettersi in viaggio sull’A24 in direzione dell’Aquila e di lasciare le aree di servizio Colle Tasso sud, Civita sud e Valle Aterno est e l’area di Parcheggio Roviano sud a disposizione della Protezione civile per l’accumulo dei mezzi di soccorso. La macchina dei soccorsi "Pensavo a una cosa pesante ma non di queste proporzioni. Sono passato per la città e ci sono davvero molti pezzi di città distrutti. Ci sono tanti feriti e numerosi morti". Lo ha detto il direttore generale della Asl dell’Aquila, Roberto Marzetti, che si trova davanti al pronto soccorso per coordinare le operazioni di emergenza. "La macchina dei soccorsi - ha aggiunto - è partita subito, ci sono medici e paramedici a lavoro, chi di turno e chi no è tornato a lavoro. Abbiamo attivato due sale operatorie e quindi la reazione della città c’è stata". La Croce Rossa Aperta la sala operativa nazionale della Croce rossa italiana. Allertate tutte le regioni. Fin dai primi minuti dopo la scossa sismica il commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, e il capodipartimento attività socio-sanitarie, Leonardo Carmenati, hanno raggiunto la sala operativa della protezione civile e in questo momento Rocca è in elicottero con il capo della protezione civile per il sopralluogo. L’organizzazione sta anche inviando attrezzature sanitarie in Abruzzo, tra cui un posto medico avanzato e le unità cinofile. è stata anche organizzata una raccolta a livello nazionale per far confluire tutto il necessario nell’area colpita dal terremoto. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Con le commodity torna la speranza (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

COPERTINA pag. 1 Con le commodity torna la speranza ARTURO ZAMPAGLIONE Mentre il presidente cinese Hu Jintao partecipava a Londra ai lavori del G20 e mentre, proprio alla vigilia del vertice di Londra, incontrava per la prima volta Obama, Pechino continuava a fare incetta di metalli non preziosi, a cominciare dal rame, di cui è già il maggiore acquirente mondiale. Sempre la settimana scorsa la China Minmetals ha raggiunto un accordo per rilevare, sborsando 1,2 miliardi di dollari, le operazioni della società mineraria australiana Oz Minerals, seconda produttrice mondiale di zinco. E altre acquisizioni del genere dovrebbero essere annunciate tra breve.L’attivismo cinese ha contribuito a una sorprendente ripresa delle commodities, a cominciare dai metalli industriali. I prezzi del rame, sono saliti del 31% dall’inizio dell’anno, quelli dello zinco del 9,3 e del piombo del 27. La fiammata si è riflessa nelle quotazioni azionarie. Nel primo trimestre del 2009, mentre il Dow Jones faceva le bizze e toccava i minimi degli ultimi 12 anni, le società che operano nei metalli non ferrosi hanno registrato sulla piazza americana una crescita del 16,1%, e il comparto minerario è aumentato del 9,8. Qualche analista ha interpretato questi movimenti come segnali di una svolta nella crisi. Non c’è dubbio che gli investitori aspettino con ansia, dopo una tempesta economica così lunga che i mercati raggiungano il bottom da cui ripartire. E se Obama ha accennato i "primi dati incoraggianti", il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha dichiarato la settimana scorsa che un miglioramento della situazione globale è possibile sin dalla fine di quest’anno. In questo contesto i movimenti in atto nelle commodity offrono uno scorcio interessante. E’ un mercato che funge da barometro non solo delle aspettative del mondo delle imprese, ma di giochi strategici a livello di grandi investitori e di governi, come quello cinese, per meglio posizionarsi nei nuovi equilibri che verranno a determinarsi con la ripresa. I metalli potrebbero diventare uno strumento privilegiato per chi vuole difendersi – comprando futures, etf, etc dai pericoli di una inflazione provocata dalle maximanovre di stimolo economico e dall’alto indebitamento pubblico. E potrebbero essere un modo per la Cina e altri paesi di diversificare le loro riserve valutarie. Il campo delle commodity è ampio. Vi figurano comparti che rispondono a logiche diverse: com’è il caso del petrolio, dominato dall’Opec, da interessi politici e dalle decisioni, a volte bizzarre, di qualche dittatore; o dei metalli preziosi, a cominciare dall’oro, che è il bene rifugio per eccellenza; o anche delle derrate agricole. Per il settore dei metalli di base, cioè quelli industriali, il boom è cominciato relativamente tardi. All’inizio del millennio, in coincidenza con l’esplosione industriale asiatica, e in particolare della Cina, si è vista una domanda crescente di queste materie prime che si è poi intrecciata con la progressiva "finanziarizzazione" delle commodity. Pechino, che fino alla fine degli anni ‘90 era un esportatore di metalli, ne ha fatto incetta in Africa e in Australia. Ha superato gli Usa come importatore di rame cileno. Intanto, facendo leva sui futures scambiati a Chicago, gli hedge fund e le banche di Wall Street come la Goldman Sachs, hanno avviato operazioni speculative in grande stile. Investitori minori, spaventati dalla volatilità dei futures, si sono invece serviti negli Usa degli Etf (Exchange traded funds) e in Europa dei Etc (Exchange traded commodities) per diversificare il loro portafoglio con fondi specializzati in singole commodity. Tutto questo ha portato a una crescita impetuosa delle quotazioni. «Alla fine del 2007 c’è stata una tragica inversione di tendenza», ricorda Mario Quarti, excountry manager per l’Italia della Bank of America e conoscitore del mercato delle materie prime. «La consapevolezza che i prezzi dei metalli industriali erano legati a proiezioni irrealistiche di crescita economica ha portato a un crollo delle quotazioni». Mentre le industrie riducevano le scorte, la bolla si è sgonfiata: alcuni metalli hanno perso tre quarti del prezzo, altri addirittura due terzi. Il fondo, è stato toccato tra novembre e dicembre 2008. A differenza però di tutte le altre categorie di asset, che ancora languono, i metalli di base stanno registrando nel 2009, dopo due trimestri di flessioni sensibili (25 e 35%), un inaspettato risveglio. Come interpretarlo? La prima spiegazione può essere che, a dispetto degli allarmi sulla disoccupazione, della stasi dei consumi e delle difficoltà nel credito, gli operatori vedono le prime speranze di una ripresa e vogliono approfittare dei bassi prezzi. Una seconda ragione coinvolge il mondo della finanza che vede i metalli come una delle poche opportunità di investimento. Il paladino di questo indirizzo è Jim Rogers, 56 anni, cofondatore insieme a George Soros del celebre Quantum Fund: Rogers ha sempre avuto il pallino delle commodity, guadagnando miliardi e creando un suo indice (Rogers international commodities index). In questa fase è uno strenuo difensore degli investimenti nei metalli e continua a fare proseliti, anche per il timore di un risveglio dell’inflazione. Per il momento i prezzi non accennano a salire. Ma a dispetto delle analisi tranquillizzanti di molti economisti, tra cui Luca Paolazzi della Confindustria, che vedono il permanere di un clima deflazionistico, c’è inquietudine tra gli investitori sui rischi delle misure per stimolare la ripresa economica. Gli Usa, oltre a varare la legge da 787 miliardi per difendere l’occupazione, proseguono nel quantitative easing, lo stampare soldi aumentando la circolazione della moneta. Ciò aumenta il debito pubblico americano, che è già di 11mila miliardi di dollari. Il rischio? Che inneschi la spirale inflazionistica. Di qui la maggiore attenzione con cui gli investitori, anche piccoli, guardano ai metalli come difesa, garanzia e opportunità di profitto. Il terzo elemento per qualcuno il più importante che spinge in alto i prezzi dei metalli è la strategia della Cina. Pechino, che potenzia a ritmi sostenuti gli stock strategici di rame e altri minerali, ha due obiettivi: garantirsi canali di approvvigionamento stabili (e a lungo termine) per le sue industrie e per il fabbisogno interno (il rame è molto importante nelle nuove costruzioni). Il secondo obiettivo cinese riguarda il futuro del dollaro. La Cina ha accumulato, grazie ai surplus commerciali, certificati del tesoro americano per mille miliardi di dollari e guarda con preoccupazione alle prospettive delle valute e dell’inflazione. Prima del G20 aveva lanciato l’ipotesi di usare i diritti speciali di prelievo dell’Fmi come base di una nuova valuta per le riserve mondiali. Molti osservatori ritengono che Pechino stia ora perseguendo una diversificazione rispetto ai titoli del Tesoro americani rame e altri metalli alle sue riserve valutarie. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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"Fermate i predatori dei future che muovono il 97% degli scambi" (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

COPERTINA pag. 2 "Fermate i predatori dei future che muovono il 97% degli scambi" L’INTERVISTA ETTORE LIVINI «La Cina non sta speculando sulle materie prime. Né riallocando le proprie riserve strategiche per diversificare da dollaro e TBond. Fa una cosa molto più semplice: ragiona come sistema paese. In un’ottica ventennale e non di profitto a breve termine. E oggi Pechino è tornata a comprare sui mercati delle commodities solo perché i prezzi sono scesi a livelli realistici». Vincenzo Manes, numero uno di Kme, gode di un osservatorio privilegiato sul tumultuoso mondo delle materie prime. La sua azienda (nono gruppo industriale italiano) è leader mondiale dei semilavorati in rame. E per lui, più che la Cina, il vero problema della volatilità delle quotazioni – anche ora che siamo in recessione – è quello della speculazione che da tempo muove a suo piacere i listini. Giusto un anno fa il rame aveva toccato il suo record di 8.730 dollari a tonnellata. Poi è crollato a 3mila fino a metà febbraio. Ora in nemmeno due mesi ha guadagnato quasi il 30%. Cosa succede dottor Manes? È vero che la Cina sta comprando a mani basse sul mercato? «La Cina, oggi come in passato, è una bugia, uno spauracchio buono per muovere i mercati. E riempire le casse della speculazione. Certo Pechino è tornata sul mercato. Ma solo in ottica industriale. Il carburante della sua crescita, malgrado le frenate cicliche, sono le materie prime. Aveva iniziato a comprare un po’ d’anni fa e le sue mosse sono state amplificate solo per gonfiare artificialmente listini che ormai non hanno più alcuna attinenza con la realtà economica e il bilanciamento di domanda e offerta. Un obiettivo, va detto, che è stato raggiunto. Vale per tutte le commodity. Il rame, quella che conosco meglio, è partito a 2mila dollari per quadruplicare in poco tempo il suo valore. Balzi del genere si giustificano solo davanti a una reale carenza fisica del minerale». Non è così? «Nessuno al mondo è mai rimasto senza rame. Certo in quel periodo le scorte del minerale "reale" custodito nei magazzini dell’Lme, la borsa merci londinese, sono scese da 1,2 milioni a 200mila tonnellate. La gente temeva (o era portata a temere) che quello disponibile fosse destinato a esaurirsi. Naturalmente non è successo ma nel frattempo i predatori dei future si sono messi in tasca i loro bei guadagni». Diciamo, per consolarci, che uno degli effetti benefici della recessione potrebbe essere quello di limitare questi eccessi... «Non mi pare che stia succedendo. Il 97% degli scambi sui mercati della nostra materia prima è mosso solo dalla speculazione. L’unico obiettivo di questi operatori è quello di spostare le quotazioni. E la volatilità, anche quella di questi giorni, non è una fotografia reale del rapporto tra domanda e offerta. Lei può capire come sia difficile mettere nero su bianco i piani industriali di un’azienda come la nostra quando non c’è modo di fare stime realistiche sui costi delle commodities che dobbiamo comprare. È brutto lavorare sodo sapendo che alla fine i profitti veri sui tuoi mercati se li mette in tasca un operatore di hedge fund». C’è un modo per tagliare le unghie ai "predatori" dei future? «L’unica maniera seria – come hanno fatto sul mercato del grano – è quella di costringerli ad aumentare di molto i depositi di garanzia che sono obbligati a depositare per operare sui derivati». Come possiamo definire, secondo lei, i livelli attuali dei prezzi delle materie prime. Abbiamo toccato il fondo? Sono quotazioni vere o c’è ancora lo zampino degli hedge fund? «Credo che adesso si sia arrivati a una sorta di equilibrio in cui ritengo che i valori espressi dai listini siano abbastanza corrispondenti alla realtà industriale dello stato di salute dell’economia. Che non è certo buono». Come va la domanda? Il "rimbalzino" di marzo dei mercati sembra anticipare qualche schiarita? «L’unica nota positiva in effetti è la Cina. L’istituto per le riserve strategiche – diventato ormai il primo compratore al mondo assieme all’Europa – è tornato in pista, come abbiamo già detto. Ha rimesso in piedi gli accordi per cui stava negoziando un po’ d’anni fa, congelati quando i prezzi sono andati fuori controllo. Ma per il resto la situazione è piatta». Non funzionano i piani di stimolo avviati in tutto il pianeta? «Non si vedono per ora effetti concreti. L’unico aspetto positivo, se così possiamo dire, è che si intuisce dai dati a nostra disposizione un’attenuazione del calo della domanda. In Usa però – per i segnali che abbiamo – la situazione è ancora stagnante. Come in Europa dove l’Italia, da almeno un anno e mezzo a questa parte, sta performando molto peggio di altri paesi come la Germania. È difficile comunque interpretare mercati in cui in un giorno le quotazioni si muovono in una direzione o nell’altra del 10%». C’è il rischio che inflazione e ripresa economica possano spingere di nuovo alle stelle i prezzi delle commodities? «A mio parere non dovrebbe esserci. Se e quando la congiuntura si riprenderà, c’è tutto lo spazio per aumentare l’offerta di materie prime calmierando le quotazioni. I magazzini dell’Lme del resto sono già pieni di 600mila tonnellate di rame». È innegabile però che il boom degli ultimi anni non ha riempito solo le tasche degli speculatori... «È vero. Anche lungo la catena del valore industriale c’è stato chi ha fatto fortune. Parlo in particolare delle miniere. Fino a pochi mesi fa lavoravano con un margine operativo in qualche caso superiore al 75%. Soldi entrati in cassa che consentono di affrontare ora con meno patemi il calo della domanda. Le cito un esempio: la Kme otto anni fa faceva gli stessi utili di un grande gruppo minerario cileno. Nel 2007 – senza che le due aziende si siano modificate come perimetro – noi abbiamo realizzato 40 milioni di profitti e loro 1,5 miliardi...». Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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L'Ilva dimezzata ora teme la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA /ITALIANA pag. 12 L’Ilva dimezzata ora teme la Cina SIDERURGIA / Fino allo scorso anno il gruppo Riva ha portato conti in costante miglioramento ma ora l’epoca delle vacche grasse sembra finita GIORGIO LONARDI E’ come un motore che marcia a tre cilindri, l’Ilva di Taranto. Non fatevi ingannare dalle descrizioni agiografiche: la «cittadella» dell’acciaio italiano con le sue due acciaierie, i due treni di laminazione a caldo, gli impianti minori, i 12 mila dipendenti che lavoravano giorno e notte è ormai una foto ingiallita, vecchia di qualche mese. Da parecchie settimane, infatti, duemila di quegli operai sono in cassa integrazione e una delle due acciaierie si ferma a turno. Secondo fonti sindacali (ma il Gruppo Riva proprietario dell’azienda non conferma la notizia) sui piazzali del centro siderurgico si sarebbero accumulate un milione di tonnellate di acciaio in attesa di essere venduto. L’economia mondiale è in frenata e anche gli acquisti di acciaio ne risentono. Sarebbe riduttivo paragonare il centro siderurgico di Taranto ad una fabbrica come tante altre. Qui, infatti, si produceva un terzo dell’acciaio italiano, come dire oltre 9 milioni di tonnellate di coils (dati 2007) utilizzati per l’industria dell’auto, per gli elettrodomestici, per fabbricare le grandi condotte idriche, per la cantieristica, per le grandi infrastrutture. E’ un po’ come dire che l’azienda Italia si rifornisce qui. E che senza Taranto il Bel Paese rischierebbe di fermarsi. Insomma, l’ipotesi che Taranto possa chiudere come ha ventilato alcune settimane fa Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm («esiste la fondata preoccupazione che l’azienda guidata da Riva decida di andare a produrre all’estero») aprirebbe la strada a un vero e proprio disastro. Certo, Ghini si riferiva all’entrata in vigore di una nuova legge della Regione Puglia che impone all’Ilva tempi e parametri più restrittivi per l’abbattimento di diossina e polveri sottili. E allora? Indubbiamente il fatto stesso che sia stata adombrata la chiusura dell’impianto fa riflettere sul futuro dello stabilimento. Anche se va sottolineato da una parte come fonti interne al Gruppo Riva precisino con forza come il centro siderurgico oltre ad essere un asset «strategico» sia anche «moderno e competitivo». Mentre dall’altra, alla vigilia di un incontro con i vertici del Gruppo Riva che si svolgerà martedì a Milano, Vittorio Bardi, responsabile siderurgia della FiomCgil si dice convinto che oggi «nessuno dei grandi produttori che operano nel nostro Paese stia ragionando sull’ipotesi di un taglio strategico delle produzioni in Italia». Eppure, se esaminiamo con calma i numeri ci accorgiamo che la partita è molto più grossa di quanto non si immagini. E che, forse, non sarebbe corretto circoscriverla al solo ambito nazionale. Nel 2007, ad esempio, il Gruppo Riva ha chiuso il bilancio con 10,1 miliardi di euro di fatturato, un cashflow operativo di 1,7 miliardi e un utile netto di 877 milioni. Rispetto ai due anni precedenti si registra un netto miglioramento. Nel 2006, infatti, i ricavi erano stati di 9,4 miliardi e gli utili di 696 milioni mentre nel 2005 a 8,5 miliardi di fatturato aveva fatto riscontro un utile netto di 484 milioni. In ogni caso è chiaro che in questi tre anni alla famiglia Riva le cose sono andate bene e più spesso benone. Quanto all’Ilva di Taranto, ha contribuito in maniera sensibile al risultato finale. A cominciare dal fatto che lo stabilimento «pesa» per circa il 55% sui ricavi complessivi del Gruppo Riva. E senza dimenticare che circa un quarto di quegli stessi ricavi sono conseguiti all’estero. O anche, che per ammissione della stessa azienda stiamo parlando di impianti «competitivi» e di manodopera giovane e ben addestrata. Adesso però il periodo della vacche grasse sembra terminato. Il bilancio 2008 del Gruppo Riva non è ancora disponibile tuttavia appare molto improbabile che possa essere migliore di quello precedente. Se non altro perché nell’ultimo trimestre dell’anno anche la siderurgia ha risentito della recessione mondiale. Quanto al primo bimestre del 2009 non ha precedenti nella storia della siderurgia italiana dal dopoguerra in poi. Fra gennaio e febbraio, infatti, la produzione dell’acciaio made in Italy è crollata del 40%. E non c’è ragione di pensare che a Taranto le cose siano andate meglio che altrove. In ogni caso basta allargare lo sguardo oltre i nostri confini per capire come la crisi stia rivoluzionando un settore vitale e sensibile dell’economia mondiale quale la siderurgia. Come spiegano i dati della World Steel Association, sempre nel primo bimestre del 2009, infatti, la produzione globale è calata del 23%. Una flessione ben superiore a quella registrata nelle due crisi precedenti cioè nel 1996 (3%) e nel 1999 (9%). Se però scomponiamo queste cifre ci rendiamo conto che il cambiamento è ben maggiore. L’Europa a 27, ad esempio, ha ridotto la produzione del 43%, in linea con quanto è avvenuto in Italia. Mentre in Nordamerica la situazione è ancora più grave: 53%. Al contrario in Cina l’acciaio prodotto è passato da 79,7 milioni di tonnellate del primo bimestre del 2008 a 82 milioni di tonnellate dei primi due mesi del 2009 con un aumento del 2,4%. In attesa della ripresa, dunque, i rapporti di forza fra le siderurgie asiatiche e quelle occidentali si sono ribaltati. Nel primo bimestre del 2008 l’acciaio europeo «pesava» il 16% a livello mondiale e quella nordamericano il 10,4% mentre l’Asia copriva il 55% della produzione complessiva. A un anno di distanza l’Europa a 27 è scesa al 10,4% e il Nordamerica al 6,3% mentre l’Asia copre il 65% della domanda. Il rischio, dunque, è che le produzioni europee a cominciare da Taranto vengano spazzate via dalla più gagliarda produzione cinese che gode fra l’altro di aiuti statali. Un problema che gli Usa di Obama legati all’idea del «buy american» sentono meno. Ma che in Europa potrebbe affacciarsi ai primi segnali di ripresa quando la tentazione di vendere nel Vecchio Continente potrebbe rivelarsi irresistibile per gli industriali cinesi dell’acciaio. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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PROTEZIONE CIVILE LAZIO: OLTRE 200 VOLONTARI SUL POSTO (sezione: Globalizzazione)

( da "Sabina Oggi Online" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Scritto da redazione lunedì 06 aprile 2009 Inviati anche tre elicotteri e due colonne di soccorsi per l'Abruzzo Da tutto il Lazio circa 40 squadre con più 200 volontari hanno raggiunto le zone di ammassamento in Abruzzo e sono a disposizione della Protezione civile nazionale per le operazioni di soccorso. Altrettante sono state allertate e sono pronte a operare. La Protezione civile regionale ha messo a disposizione dei soccorsi tre elicotteri regionali normalmente utilizzati per la lotta agli incendi, mentre i volontari della Protezione civile del Lazio hanno già portato in Abruzzo centinaia di tende per ospitare persone, 3 cucine da campo, mezzi per il movimento terra come ruspe, bobcat ed escavatori, oltre a torri faro per garantire con le fotoelettriche i soccorsi anche dopo il tramonto. Intervenute anche squadre di volontari con unità cinofile.

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BOX OFFICE: IL CARTOON "MOSTRI CONTRO ALIENI" BATTE IL CANE MARLEY. AVATI TERZO IN USA VINCE "FAST & FURIOUS" CRUISE-TRAVOLTA PER BUTCH CASSIDY - FARRAH FAWCETT GRAVISSIMA SI (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> BOX OFFICE: IL CARTOON “MOSTRI CONTRO ALIENI” BATTE IL CANE MARLEY. AVATI TERZO – IN USA VINCE “FAST & FURIOUS” – CRUISE-TRAVOLTA PER BUTCH CASSIDY - FARRAH FAWCETT GRAVISSIMA – SIMPSON FRANCOBOLLATI – LOCKLEAR RINUNCIA A MELROSE PLACE… 1 - INCASSI; PODIO TUTTO NUOVO, MOSTRI PRIMI AVATI TERZO... (Ansa) - Podio tutto nuovo dopo la sfida del fine settimana nel box office cinematografico italiano. Secondo i dati Cinetel (che coprono l'85% del mercato potenziale), al primo posto c'e' l'animazione di Mostri contro Alieni, che ha incassato oltre due milioni di euro in circa 500 sale. Al secondo posto un altro film americano, la commedia canina Io & Marley e al terzo Gli amici del bar Margherita di Pupi Avati. Clint Eastwood Al quarto posto scende Clint Eastwood col suo Gran Torino mentre quinta e' un'altra nuova uscita, Ballare per un sogno. Da segnalare, nonostante sia solo 13/o, l'ottima media per sala di Louise-Michel, commedia nera sulle operaie di una azienda che assolvono un sicario per uccidere il capo che ha chiuso la baracca lasciandole disoccupate e sul lastrico, distribuito su 41 schermi con 2.953 euro per sala. Leggero calo nell'incasso complessivo rispetto alla scorsa settimana (-2%) ma i crescita del 12% rispetto all'analogo week end dello scorso anno. 2 - USA, FAST & FURIOUS IN TESTA A BOX OFFICE... (Ansa) - Il quarto episodio della serie Fast & Furious, con Vin Diesel e Michelle Rodriguez, e' giunto in testa al box office americano nel fine settimana, con incassi record stimati in 72,5 milioni di dollari. Si tratta del maggiore incasso dell'anno per un film esordiente: molto meglio del precedente record della scorsa settimana, Monsters vs Aliens con 59,3 milioni, che giunge oggi secondo con 33,5 milioni (105,7 in tutto). Fast & Furious batte un altro record: quello del miglior esordio ad aprile da sei anni a questa parte. Al terzo posto di questo fine settimana troviamo The Haunting in Connecticut (9,6 milioni; 37,2 in tutto), davanti a Knowing (8,1 milioni; 58,2 in tutto), e I Love you, Man (7,9 milioni; 49,3 in tutto). vin diesel 3 - È GRAVISSIMO L'ANGELO FAWCETT... Francesco Semprini per "La Stampa" - Pericolo di vita per l'angelo di Hollywood. Farrah Fawcett, conosciuta in Italia per il suo ruolo nella serie Charlie's Angels, è ricoverata in ospedale in condizioni molto critiche. L'attrice americana combatte da oltre tre anni contro un cancro al colon ed è appena tornata dalla Germania dove si è sottoposta a una cura sperimentale effettuata con cellule staminali. Le sue condizioni sono molto critiche e il peggiorare della situazione l'ha costretta al ricovero in un ospedale di Los Angeles. «E' priva di coscienza», ha rivelato una persona vicina a Farrah al sito specializzato Radaronline. A vegliare sull'attrice è il suo compagno storico con cui ha vissuto sino al 1997, Ryan O'Neill assieme al figlio Redmond uscito di recente da una terapia di riabilitazione. Secondo i medici non è chiaro se l'angelo di Hollywood riuscirà a superare questa nuova crisi. (...) 4 - HEATHER LOCKLEAR RINUNCIA AL REMAKE DI MELROSE PLACE. Viviana Musumeci per Dagospia - Il motivo passa sempre per il portafoglio. L'attrice Heather Locklear, che era stata contattata per prendere parte al remake del telefilm Melrose Place dove negli anni 90 interpretava il ruolo della cattivissima Amanda Woodward, ha rinunciato alla reunion. Il motivo? Secondo Extra Locklear, che di recente ha anche avuto problemi di depressione, voleva per la sua partecipazione 100.000 dollari a episodio. La richiesta è stata valutata come troppo esosa di questi tempi, anche perché l'attrice da molti anni non prende parte a film o telefilm di rilevanza e sarebbe uscita un po' dal mercato. Per questo non è stata presa in considerazione. Peccato perché il personaggio Amanda Woodward era quello intorno al quale ruotavano intorno le vite di tutti gli altri protagonisti del telefilm. Tom Cruise 5 - CHE FANNNO... Da "La Stampa" Tom Cruise e John Travolta come Robert Redford e Paul Newman per una «mission davvero impossibile»: far rivivere il mito di Butch Cassidy, 40 anni dopo il primo ciak del celebre film western che vinse ben quattro Oscar . Kevin Costner, Ben Affleck, Tommy Lee Jones sono i primi tre licenziati nel primo film americano sulla crisi economico-finanziaria mondiale, The Company Men di John Wells. Nella zona di Los Angeles, la sola Warner Bros. ha fatto la scorsa settimana 800 licenziamenti. Julia Roberts ha regalato per il compleanno a suo marito Danny Moder, cameraman, un bastone di Malacca con impugnatura d'oro. Ingmar Bergman, morto il 30 luglio 2007, aveva una casa sull'isola svedese di Fari dove girò molte scene di suoi film. La Fondazione a lui intitolata ha lanciato una colletta per comprarla tra i suoi ammiratori: costa oltre 3 milioni di euro. John Travolta I Simpson ricevono l'omaggio del Servizio Postale Americano con una serie di cinque francobolli sulla peggiore famiglia a fumetti del mondo, ideata da Matt Groening. Orelsan (Aurelien Cotentin), il cantante francese, s'è visto escludere dal festival di Bourges la canzone Sale Pute (Sporca puttana) per «incitamento alla violenza contro le donne». Il dibattito continua accanito su Internet. Marco Umberti, finanziato da un gruppo di imprenditori di Prato, ha fatto Cenci in Cina, il primo film sulla conquista del mercato tessile e la difficile convivenza tra cinesi e pratesi. Interpreti Francesco Ciampi, Alessandro Paci, Man Lo Zhang. [06-04-2009] farrah fawcett

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La Corea sfida il mondo. Gli Usa: stop alle atomiche (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna)) (Giorno, Il (Milano)) (Nazione, La (Firenze))

Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 6 La Corea sfida il mondo. Gli Usa: stop alle atomiche L'APPELLO IL PRESIDENTE AMERICANO AUSPICA LA DISTRUZIONE DELLE ARMI NUCLEARI. MA PYONGYANG LANCIA IL MISSILE dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI PRAGA E' UN APPASSIONATO «yes we can» quello che Barack Obama grida all'Europa sulla piazza gremita del Castello di Praga. «Dobbiamo fare passi concreti dice per avere un mondo senza atomiche.Gli Stati Uniti come unica potenza ad avere usato la bomba nucleare hanno la responsabilità morale di agire e liberare il mondo dagli arsenali .La guerra fredda è finita ma ci ha lasciato in eredità migliaia di ordigni. Mentre adesso il pericolo di una guerra nucleare è sparito, è paradossalmente aumentato quello di un attacco nucleare da parte di terroristi e nazioni canaglia e dobbiamo impedirlo.». Tra le rose bianche del podio, Obama, richiamando il suo slogan sull'audacia della speranza, cita la «primavera» di Praga e il muro di Berlino sostenendo che senza sparare un solo colpo «la leadership morale è stata più potente di qualsiasi arma realizzando quello che sembrava un sogno impossibile: la libertà». GIOVANI e anziani in attesa dall'alba per il primo discorso pubblico del suo tour europeo lo applaudono entusiasti, ma l'appello al disarmo atomico arriva solo poche ore dopo l'annuncio che la Corea del Nord ha concluso il lancio di un missile balistico di lunga gittata. «E' una chiara violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite dice il presidente americano Con quest'azione provocatoria la Corea del Nord ha ignorato i suoi obblighi internazionali e pone un'immediata minaccia alla sicurezza e alla pace». Obama appoggia l'immediata riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove, mentre la Cina invita alla calma, gli Usa si dicono pronti a sostenere nuove sanzioni contro Pyongyang. LA MINACCIA del regime comunista nord coreano tuttavia non ferma lo slancio pacifista di Barack che nel suo discorso più ricco di significati simbolici dell'intera missione annuncia di chiedere al senato americano l'immediata ratifica del bando sui test nucleari che potrà entrare in vigore solo quando anche Cina, India, Pakistan, Israele, Iran, Egitto, Indonesia e Corea del Nord lo sottoscriveranno. Il presidente Usa rivolge anche un appello diretto all'Iran invitandolo a fare una «chiara scelta sulle sue ambizioni atomiche» promettendo pieno e libero accesso a una produzione di nucleare civile a condizione che vi siano ispezioni verificabili mentre sul piano internazionale lancia l'idea di una «banca internazionale del combustibile atomico» alla quale tutti i paesi non nucleari potranno accedere. «La speranza deve vincere sulla paura dice Obama . Chi accetta l'idea delle atomiche accetta anche l'idea che si debbano usare».

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PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio del vettore nordcoreano è precipitato nell ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Livorno)" del 06-04-2009)
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Argomenti: Cina Usa

PRIMO PIANO pag. 6 PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio del vettore nordcoreano è precipitato nell ... PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio del vettore nordcoreano è precipitato nell'Oceano Pacifico dopo aver ampiamente scavalcato il Giappone. Per Usa, Giappone e Corea del Sud nessun satellite è stato messo in orbita e l'ordigno sarebbe in realtà la versione perfezionata di un missile Taepodong-2 in grado, in teoria, di colpire l'Alaska. La versione della Corea del Nord è diametralmente opposta. L'agenzia ufficiale di stampa, la Kcna, scrive che il vettore a tre stadi Unha2 ha messo in orbita con successo un satellite. L'apparato sta riversando sulla terra le «melodie rivoluzionarie» dedicate al Generale Kim Il Sung e al figlio Kim Jong Il. Il primo modulo è caduto nel mar del Giappone a 270 chilometri dalla prefettura di Akita. Il secondo si è inabissato nel Pacifico a 1270 chilometri dalla costa giapponese, 730 di meno delle previsioni dei nordcoreani. Il Giappone e gli Stati Uniti hanno chiesto e ottenuto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La Cina e la Russia sollecitano moderazione. La presidenza ceca dell'Unione Europea ha condannato «con fermezza» l'iniziativa della Corea del Nord. Israele chiede alla comunità internazionale «iniziative più aggressive».

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Dal Corpo Forestale alla Protezione civile, grande esercitazione all'aeroporto (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Belluno)" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dal Corpo Forestale alla Protezione civile, grande esercitazione all'aeroporto Lunedì 6 Aprile 2009, Belluno Si terrà questa mattina con inizio alle 10 alla base elicotteri del Corpo forestale dello Stato (all'interno dell'aeroporto di Belluno) un'esercitazione congiunta tra le diverse specialità del Corpo nel sistema Veneto. Unitamente al Reparto volo di Belluno prenderanno parte all'esercitazione il gruppo cinofilo, il Saf (Soccorso alpino forestale), il servizio Meteomont-Soccorso Poste, il gruppi Aib (antincendi boschivi) e il personale del Cta (Coordinamento territoriale dell'ambiente) in servizio nel Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. All'esercitazione parteciperanno gli enti territoriali interessati, in particolare la Protezione civile della Provincia del volontariato. Saranno presenti diverse scolaresche locali.

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ORATORE SUPERPAGATO Blair intasca 200mila euro per mezz'ora di chiacchiere Tony Bl... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 6 Aprile 2009, ORATORE SUPERPAGATO Blair intasca 200mila euro per mezz'ora di chiacchiere Tony Blair oratore più pagato del mondo: seimila sterline al minuto. L'ex premier, che ha guadagnato 15 milioni di sterline da quando ha lasciato Downing Street, ha ricevuto 200mila euro per due conferenze di mezz'ora nelle Filippine: «Il leader costruttore di nazioni nella globalizzazione» e «Il leader integro negoziatore». Discorsi che la stampa britannica giudica come un "collage" di noiose banalità. Ma forse la pacchia finirà: stando all'Independent, il premier Gordon Brown avrebbe dato l'ok, a denti stretti, alla nomina dell'amico-rivale a futuro presidente dell'Ue (avrà un lauto stipendio, ma dovrà rinunciare ai discorsi a pagamento) previsto dal trattato di Lisbona che riforma l'Unione europea.

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Il lancio del missile coreano mette in allarme l'Oriente (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il lancio del missile coreano mette in allarme l'Oriente Riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu Obama parla di provocazione e chiede «una forte risposta» Lunedì 6 Aprile 2009, Seul La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Usa e ai loro alleati, ha lanciato ieri un missile vettore a tre stadi, vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza subito smentita da Seul e Washington, secondo cui il lancio è fallito. Ma esso è bastato a dare il via ad una giornata ad alta tensione in Oriente e nel mondo, che si è chiusa con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza. Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga: il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu»; la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, evidenzia l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e richiede una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile il regime comunista ha "riscattato" il flop del luglio 2006, il supermissile Taepodong-2 esplose 40 secondi dopo il decollo. Da più parti - il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano - è stato smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato più allarme che sorpresa, perché il vettore ha di sicuro percorso più di tremila km. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, nei dieci secondi in cui è apparso ai giornalisti dopo l'allarme generale: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia), per Pyongyang è stato però alle 11.20. Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone (il tratto di mare fra la penisola coreana e l'arcipelago nipponico) a 270 km dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, a soli 1.270 km. dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più, previsti dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione ed è finito nell'oceano in appena 13 minuti. Secondo Seul, il razzo è sembrato trasportare un satellite, mentre Tokyo propende per una maggiore prudenza, rimandando a un esame più approfondito. Il sistema d'allerta giapponese stavolta si è messo in azione ad appena una manciata di minuti dall'arrivo del vettore. Il premier Aso nel tardo pomeriggio ha potuto dire, tirando un respiro di sollievo, che «le misure adottate sono andate piuttosto bene». A distanza di poche ore, Pyongyang ha rivendicato ufficialmente il successo: «I nostri scienziati e tecnici sono riusciti a mandare in orbita il satellite per le telecomunicazioni Kwangmyongsong-2 attraverso il vettore Unha-2 (che Usa, Corea del Sud e Giappone ritengono essere un missile a lunga gittata, il Taepodong-2, capace di montare una testata nucleare e trasportarla fino ad Alaska e Hawaii, ndr) in base al nostro piano di sviluppo spaziale», scrive la Kcna. Il lancio «è avvenuto alle 11.20 del mattino, mentre il satellite è entrato in orbita due secondi dopo le 11.29 del mattino» e «trasmette sulla terra le melodie immortali delle rivoluzionarie trionfali 'Canzone del Generale Kim Il-sung' e 'Canzone del Generale Kim Jong-il'». Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per consultazioni in relazione alla questione «non proliferazione/Corea del Nord». I responsabili delle diplomazie di Tokyo e Washington, Hirofumi Nakasone e Hillary Clinton, hanno concordato sull'invio di «un messaggio forte». Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.

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Berlusconi invitato alla Casa Bianca prima del summit del G8 di luglio (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Berlusconi invitato alla Casa Bianca prima del summit del G8 di luglio Lunedì 6 Aprile 2009, Roma L'incontro bilaterale fra Silvio Berlusconi e Barack Obama, che non si è potuto realizzare per la fitta agenda di impegni del primo tour europeo del presidente americano, si svolgerà probabilmente a Washington, prima del summit del G8 a luglio, alla Maddalena in Sardegna. L'invito del presidente degli Stati Uniti è arrivato al Cavaliere termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. Berlusconi, tra l'altro, aveva fraternizzato nei giorni scorsi a Londra col capo della Casa Bianca: si era fatto fotografare con lui e col russo Medvedev, sfoderando ampi sorrisi davanti al flash, e poi chiamandolo a voce alta "mister Obama, mister Obama" e creando un attimo di stupore e sconcerto nell'anziana regina Elisabetta. Obama ha colloquiato in questi giorni con il leader greco Costas Karamanlis e lo spagnolo José Luis Zapatero, oltre che con i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina. Nella conferenza stampa, Berlusconi rispondendo a una domanda ha confermato: «Il presidente Obama mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei cronisti: «Ci siamo parlati un mare di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data, che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8, in preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta, proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stato questo incontro bilaterale; gli ho detto: "Se me lo chiedi, io te la concedo"». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme. Berlusconi ha ripetuto i complimenti già espressi all'inizio del tour europeo del presidente Usa: «Ha confermato tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a tutti noi per la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la sua umiltà». Una «consonanza» che Berlusconi riscontra non solo sul piano umano, ma anche su quello politico. In questo è aiutato dalla doppia presa di posizione che lo stesso Obama annuncia in materia di crisi e di allargamento dell'Ue: prima sottolineando la necessità che in questo momento di difficoltà sia data precedenza a chi perde il posto di lavoro; poi sostenendo l'ingresso della Turchia in Europa. Politiche che Berlusconi sostiene da tempo e che ora trovano un'autorevole sponda oltreoceano. Tanto più che sull'ingresso di Ankara Francia e Germania si trovano in rotta di collisione con Washington. L'Italia vede così uno spiraglio per recuperare quel ruolo di mediazione che, negli anni dell'amministrazione Bush, aveva fra le due sponde dell'Atlantico.

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In Abruzzo si scava, oltre 90 morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

6 aprile 2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, oltre 90 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di Napolitano e del Papa Sono ormai una settantina le vittime del terremoto di stamane che ha devastato in particolare la citta' de l'Aquila e le frazioni limitrofe. Centinaia i feriti. Il ministro dell'Interno, Maroni, all'uscita dalla scuola della Guardia di Finanza di Coppito (L'Aquila), ha detto di temere che il numero dei morti alla fine sara' tra le 100-150 persone. Ma l'importante - continua - e' continuare a scavare, scavare, scavare". (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a 8,8 chilometri di profondita', quindi relativamente vicina alla superficie terrestre. Il sisma di questa mattina segue una serie di scosse di minore entita' che si sono registrate nell'area nei giorni scorsi. Impossibile, sostengono i vulcanologi, prevedere la drammatica scossa di questa mattina. Il sisma e' stato avvertito anche a Roma, dove numerose chiamate sono giunte ai centralini del 112 del Comando Provinciale dei Carabinieri, e in Molise, dove il pensiero dei cittadini impauriti e' immediatamente andato ai ricordi del sisma del 2002, e alle giovani vittime di San Giuliano di Puglia. Grossi i disagi alla viabilita', soprattutto sulle arterie che collegano la capitale a lAquila: le due autostrade, la A24 e la A25 sono state chiuse in alcuni tratti per verifiche tecniche e chiuse al transito dei mezzi pesanti. Le arterie, ha pero' assicurato il ministro Altero Matteoli, saranno riaperte all piu' presto, entro domani Drammatiche le immagini che si sono trovati davanti i primi soccorritori giunti sul posto. Molti gli edifici crollati, soprattutto nel centro cittadino. Tra quelli piu' gravemente danneggiati la Casa dello studente, in via XX Settembre, e l'Hotel Duca degli Abruzzi, uno degli alberghi piu' importanti della citta'. Molti i danni a monimenti e chiese, ancora difficili da quantificare. L'ospedale cittadino e' stato chiuso. Volontari della protezione civile, vigili del fuoco e cittadini scavano senza sosta tra i detriti. Un giovane e' stato estratto vivo dalle macerie dalla Casa dello Studente, in Via XX Settembre, altre 3 sono state salvata dal crollo della proprie abitazione. E una donna, sempre in un'edificio di via XX Settembre, e' ora in contatto con i soccorritori che lavorano per rintracciarla e soccorrerla. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a bordo di un elicottero, sta sorvolando le zone colpite dal sisma di questa notte nell'Aquilano. La notizia e' stata comunicata presso la scuola della Guardia di finanza di Coppito, dove il premier, al termine del sorvolo delle aree colpite dal terremoto, incontrera' i mezzi di informazione per una conferenza stampa in cui verra' resa nota la dimensione della calamita'. TERREMOTO: ISTITUTO GEOFISICA, IMPOSSIBILE PREVEDERLO (AGI) - Roma, 6 apr. - "Nessuno al mondo poteva prevedere il terremoto di questa notte". Così Alberto Basili, dirigente del Centro Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, replica a chi sostiene che il sisma che ha colpito l'Abruzzo poteva essere previsto. "Non è possibile una previsione deterministica per prendere decisioni operative - ribadisce l'esperto - Non era possibile prevedere che dopo la sequenza delle scosse aquilane seguisse un evento come quello di questa notte. La storia sismica italiana ha segnato molti avvenimenti sismici senza che poi vi fosse una scossa forte". In merito all'allarme lanciato dal ricercatore dell'INFN dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, allarme basato sull'analisi del gas radon sprigionato dalla crosta terrestre, Basili risponde: "Anche noi abbiamo delle sezioni che si occupano delle emissioni di gas ma non è in alcun modo a nostra disposizione uno strumento di previsione operativa; l'emissione più forte di gas non può significativamente giustificare l'allarme sismico. Non abbiamo la capacità di compiere previsioni operative in base a questo tipo di studi". Attualmente i ricercatori dell'Istituto stanno controllando le sequenze sismiche e comunicando i dati alla Protezione Civile: "Abbiamo inviato alcune squadre sul posto per localizzare gli eventi e analizzare più in dettaglio l'andamento della sequenza sismica, in particolare l'emigrazione degli epicentri". (AGI) In Abruzzo ci saranno scosse di assestamento "per molto tempo", ma inferiori per magnitudo a quella principale di stanotte. Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Skytg24. "Registreremo - ha spiegato - scosse di assestamento per molto tempo ma saranno piccole, in ogni caso più piccole di quella principale. In ogni caso - ha aggiunto - in questa zona la gente è fuori dagli edifici. Bertolaso sta operando perché chi non ha una casa sicura sia sistemato in modo adeguato. In questo senso - ha sottolineato - la situazione è sicura". In Italia, ha evidenziato, la vera questione non è quella dei terremoti: "Sono solo gli edifici malfatti che creano il problema. Ma questo è un fatto nazionale. Ci si emoziona dopo il terremoto ma poi non si interviene. Non fa parte della nostra cultura - ha detto costruire in maniera seria e adeguata". (Apcom) - La Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 aprile 2009 alle 3.32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica). La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4.37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale. La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso. Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili: la zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l'attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata 'Ovindoli-Piani di Pezza'. L'Ingv ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori. (Apcom) - E' iniziato il 10 marzo il calvario per L'Aquila, oggi colpita da una scossa sismica di magnitudo 5.8 e da successive repliche di forte intensità: ed è polemica sul fatto che si siano 'trascurati' questi segnali, forse prodomici del sisma più grave. Il primo bilancio della Protezione civile parla di 31 vittime, 10mila case lesionate, centinaia di edifici crollati. Il 10 marzo si registrò una piccola scossa in provincia dell'Aquila tra i Comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila. Il terremoto fu registrato alle 12.25 con magnitudo 2.2 e non ci fu alcun danno. Poi, a distanza di tre giorni, il 13 marzo, altri due distinti eventi sismici, di carattere strumentale: il primo di magnitudo 1.3 con epicentro nei comuni di Pizzoli, Scoppito e L'Aquila. Il secondo di magnitudo 1.9 con epicentro tra i comuni di Lucoli, Tornimparte e L'Aquila, gli stessi colpiti oggi. Le scosse, lievi ma continue, avevano provocato allarme tra la popolazione: di fatto la zona dai primi mesi dell'anno, ha spiegato all'epoca l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata interessata da un'attività frequente e di bassa magnitudo: nei primi mesi del 2009 sono stati localizzati oltre 160 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 2.9, la maggior parte dei quali localizzata in un`area molto piccola (4-5 km in pianta). E a marzo, sempre secondo l`Ingv, allo stato attuale delle conoscenze si poteva affermare che la sequenza dei mesi scorsi non aveva alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Il 17 marzo una nuova scossa, questa volta di intensità maggiore: 3.6 di magnitudo. L'epicentro sempre nell'aquilano, tra Sulmona, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Canzano. Ogni giorno si registrano repliche: il 18 marzo una lieve scossa di magnitudo 2.2 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila e poi a breve un'altra di magnitudo 1.4. Poi qualche giorno di tregua e si ricomincia il 24 marzo con una scossa lieve: magnitudo 1.8. Ancora, il 27 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila un sisma di magnitudo 2. Il 30 marzo si registra un aumento nell'intensità del sisma: alle 15.38 un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro a circa 10 chilometri di profondita tra i comuni di Pizzoli, Collimento e L'Aquila. Ci sono state anche alcune repliche di magnitudo inferiore (3.5 e 2.4) e la popolazione inizia ad avere paura: centinaia furono le chiamate ai centralini dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. E la Regione Abruzzo è intervenuta per smorzare le polemiche e placare l'ansia: "Si sta procedendo alla valutazione dei danni agli edifici che al momento risultano di piccola entità. Non ci sono i presupposti per prevedere da parte delle strutture preposte altre scosse sismiche di alcuna intensità - avevano detto - Tutte le informazioni diffuse di altro contenuto sono da ritenersi false e prive di ogni fondamento". Tutto il giorno la zona è stata interessata da un'intenso sciame sismico: il sindaco decise la chiusura delle scuole e su richiesta del capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si riunirono gli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi. L'uno e il due aprile nuovi sciami sismici di moderata intensità. Poi, ieri sera alle 22.48 una nuova scossa di 3.9 gradi della scala Richter con epicentro a L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppito e un'altra alle 0.39 di 3.5 gradi. Infine, stamattina alle 3.32 una fortissima scossa, magnitudo 5.8 equivalente all'ottavo-nono grado della Mercalli, avvertita in tutto il centro Italia, dall'Adriatico al Tirreno e con epicentro all'Aquila. La replica di magnitudo 4.6 e uno sciame sismico che ancora non accenna a diminuire: al momento il primo bilancio parla di decine di morti, centinaia di edifici crollati, oltre 10mila abitazioni lesionate. Una tragedia "senza precedenti dall'inizio del millennio", come hanno detto Guido Bertolaso e il premier Silvio Berlusconi. "Faremo il meglio possibile". Lo ha garantito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando a Radio Uno. "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier. "Speriamo che il numero delle vittime non sia destinato a salire troppo", ha concluso Berlusconi che ha deciso di saltare la visita a Mosca per recarsi a L'Aquila. (Mon/Col/Adnkronos) (Adnkronos) - L'Esercito, fin dall'inizio dell'emergenza, ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dall'evento sismico. Lo rende noto un comunicato dello Stato Maggiore dell'Esercito specificando che un plotone del 33° reggimento ''Artiglieria'' è già operativo sulla città dell'Aquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso l'abitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento ''Genio'' di Roma è già in ricognizione sulla città dell'Aquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo DO228 Dornier dell'Aviazione dell'Esercito stanno effettuando attività ricognitive sulle zone dell'epicentro sismico mentre sono pronti su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria. Sentimenti di vicinanza e solidarietà al presidente della Regione, al sindaco de L'Aquila e alle altre autorità locali sono stati espressi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "profondamente colpito dalle tragiche notizie relative al terremoto" in Abruzzo e "le cui conseguenze sono ancora in via di doloroso accertamento". Lo riferisce una nota del Quirinale. Napolitano si mantiene in stretto contatto con il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, che coordina tutte le azioni di soccorso e di assistenza volte a fronteggiare l'emergenza. (AGI) (Adnkronos) - Benedetto XVI esprime la propria partecipazione per il dolore delle care popolazioni colpite dal terremoto. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Pontefice attraverso il suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, all'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari. "La drammatica notizia del violento terremoto - si legge nel testo - che ha scosso il territorio di codesta arcidiocesi ha riempito di costernazione l'animo del Sommo Pontefice". "Nell'assicurare fervide preghiere - prosegue il testo - per le vittime e in particolare per i bambini, sua Santità invoca dal Signore il conforto per i loro famigliari e mentre rivolge un'affettuosa parola di incoraggiamento ai superstiti e a quanti in vario modo si prodigano nelle operazioni di soccorso, invia a tutti una speciale benedizione apostolica". (Apcom) - Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha raggiunto telefonicamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso e il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, per informarsi personalmente sulle operazioni di soccorso e sugli sviluppi della tragedia sismica che ha colpito l'Abruzzo. Un evento devastante - si legge in una nota di palazzo Madama - che ha provocato purtroppo morte, disperazione ed enormi danni. Il Presidente Schifani, sottolineando la sua profonda vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma, continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione a seguito del terremoto in Abruzzo e si mantiene in contatto con lo Stato Maggiore della Difesa, che lo aggiorna costantemente. Per tale emergenza La Russa ha annullato tutti gli impegni previsti per la mattinata. Lo rierisce l'Ufficio Stampa del ministero della Difesa. (Foto Ansa) Una potenza maggiore della bomba atomica - Leggi - Leggi L'Aquila, ritratto di una città a pezzi- Leggi Quella in Abruzzo l'ultima di una lunga serie di tragedie

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ANTONIO FATIGUSO TOKYO. LA COREA DEL NORD, IN APERTA SFIDA ALLA COMUNITà INTERNAZIONALE, AGL... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))

Argomenti: Cina Usa

ANTONIO FATIGUSO Tokyo. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme perchè il vettore ha di sicuro percorso più di 3.000 chilometri. Per valutare l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro Aso, durante i 10 secondi in cui è apparso ai giornalisti subito dopo l'allarme generale che ha funzionato meglio rispetto al flop della vigilia: «Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le 4.30 in Italia). Il primo modulo del vettore è finito come previsto nel mar del Giappone (il tratto di mare fra la penisola coreana e l'arcipelago nipponico) a 270 chilometri dalla prefettura di Akita, mentre il secondo è caduto nel Pacifico, ma soltanto a 1.270 chilometri di distanza dalla costa nipponica invece dei 2.000 e più attesi dai nordcoreani. Il razzo ha superato il Giappone sette minuti dopo l'accensione, è finito nell'oceano in appena 13 minuti, sulla base delle ricostruzioni. Il sistema d'allerta giapponese questa volta si è messo in azione ad appena una manciata di minuti dall'arrivo del vettore. Il premier Aso nel tardo pomeriggio ha potuto dire, tirando un respiro di sollievo, che «le misure adottate sono andate piuttosto bene». A distanza di poche ore Pyongyang ha rivendicato ufficialmente il successo: «I nostri scienziati e tecnici sono riusciti a mandare in orbita il satellite per le tlc Kwangmyongsong-2 attraverso il vettore Unha-2 (che Usa, Corea del Sud e Giappone ritengono essere un missile a lunga gittata, il Taepodong-2, capace di montare una testata nucleare e trasportarla fino ad Alaska e Hawaii), in base al nostro piano di sviluppo spaziale», scrive la Kcna. Giappone e Corea del Sud hanno condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu, per consultazioni in relazione alla questione «non proliferazione/Corea del Nord». I responsabili delle diplomazie di Tokyo e Washington, Hirofumi Nakasone e Hillary Clinton, hanno concordato sull'invio di «un messaggio forte» al Consiglio. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, si è rammaricato che la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza.

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IL LAVORO PERSO, COME IN ALTRI CASI LO SCACCO SCOLASTICO, O LA DELUSIONE SENTIMENTALE, SONO SOLO L&#... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 06-04-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))

Argomenti: Cina Usa

Il lavoro perso, come in altri casi lo scacco scolastico, o la delusione sentimentale, sono solo l'ultima goccia che scatena la disperazione finale. Sotto, c'è il fallimento dell'incontro con gli altri, la solitudine vissuta come condanna ad una vita impossibile, perché priva di quel calore affettivo che è indispensabile nutrimento di ogni esistenza umana. Quando la psicoanalisi dice che l'Eros, la spinta verso l'altro, è la più potente delle passioni non sta parlando solo della sessualità. Anche Freud lo intuiva quando diceva che lo stesso Eros ispira anche la guerra e la morte, forma rovesciata di incontro con l'altro, quando quello amoroso non è possibile. Abbiamo bisogno di abbracciare l'altro, di venirne abbracciati. Quando questo incontro affettivo, umano, personale e sociale non si realizza, la personalità si ammala, il rapporto con la vita diventa difficile, e la fantasia della morte, data a sé e/o agli altri, viene vista a volte come unica prospettiva di uscita, oltre che come regolamento di conti con un'esistenza vissuta come troppo crudele. La durezza e la violenza di queste ribellioni alla solitudine personale ci spiegano, anche, perché giovani e giovanissimi oggi sentano invece così importante il contatto con altri, l'amicizia, e qualsiasi forma di socializzazione, da Facebook, a YouTube, alle mille tribù della rete, a tutte le mode, che sono contemporaneamente fonti di aggregazioni giovanili. Si dice spesso che questi ragazzi non sanno stare soli, non reggono la solitudine: è vero, e queste stesse stragi, spesso compiute da giovani, precipitati appunto nella solitudine, lo dimostrano. Forse però, liquidando la questione in questo modo, noi ci riferiamo ad un'idea romantica e non attuale della solitudine, che non tiene conto di cosa significhi essere soli nel mondo globalizzato di oggi. Un mondo in cui gran parte delle appartenenze che hanno sempre rappresentato la rete di salvataggio dell'essere umano in difficoltà (la famiglia, l'etnia di origine, la cultura e solidarietà della classe di provenienza, la religione), sono state violentemente attaccate dai modelli dominanti, ed hanno finito per entrare in profonde crisi e trasformazioni. Il solitario novecentesco poteva sempre rifugiarsi in una di queste reti, oggi chi si ritrova solo ha di fronte a sé un mondo che percepisce come impersonale e privo di reale interesse affettivo. Per questo i giovani sono così attenti a stabilire e rafforzare i loro luoghi e modi d'incontro, reali e virtuali. Per questo chi scivola invece fuori da ogni rete di comunicazione, entra in zone di angoscia intollerabili, come dimostrano le storie di gran parte di questi stragisti suicidi. L'individuo del mondo globalizzato, anche sotto l'effetto degli idoli collettivi (il successo, la ricchezza facile, l'immagine) tende a vivere «al di sopra» delle proprie capacità e mezzi affettivi. In particolare non considera la forza del proprio bisogno d'amore, dell'altro. Quando si accorge di non poterne fare a meno, a volte pensa che sia troppo tardi, e non accetta più la vita. Claudio Risé

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Sisma in Abruzzo: in allerta anche il gruppo della Protezione Civile sambenedettese (sezione: Globalizzazione)

( da "Quotidiano.it, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sisma in Abruzzo: in allerta anche il gruppo della Protezione Civile sambenedettese San Benedetto del Tronto | La sede di Viale dello Sport (sul lato sud del Palaspeca) è aperta dalle ore 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 19,30, compresi sabato e domenica, per la raccolta di beni di prima necessità che i cittadini volessero far pervenire alle popolazioni colpite. Volontari della Protezione Civile di San Benedetto in azione (Foto d'archivio) Anche il gruppo comunale di San Benedetto della Protezione Civile è in allerta in vista di un possibile intervento nelle zone colpite dal terremoto in Abruzzo. La sede di Viale dello Sport (sul lato sud del Palaspeca) è aperta dalle ore 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 19,30, compresi sabato e domenica, per la raccolta di beni di prima necessità che i cittadini sambenedettesi volessero far pervenire alle popolazioni colpite. Info: 0735.781486, e-mail protezionecivilesbt@libero.it L'eventuale richiesta di un intervento dei volontari del gruppo comunale arriverebbe dalla Protezione civile regionale, che già ha disposto l'allerta di queste ore. E a proposito di movimenti tellurici, già prima di questo drammatico episodio, su richiesta del dipartimento nazionale della Protezione civile, è in corso l'iter per l'installazione anche a San Benedetto di un rilevatore delle onde sismiche, che dovrebbe essere posizionato nella zona di Santa Lucia. 06/04/2009

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La Protezione civile invia aiuti - Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Protezione civile invia aiuti - Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli Cinque centro operativi misti sono stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto della scorsa: all’Aquila, a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica. Lo ha comunicato il portavoce della Protezione Civile, Luca Spoletini. Ai centri operativi riguardano gli altri Comuni e frazioni «più colpiti»: Fossa, Villa Sant'Angelo, San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. A ogni centro operativo misto, che è composto da rappresentanti del dipartimento di Protezione civile, da sindaci, dai Carabinieri, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco, sono state associate delle colonne mobili delle Regioni, che, in collaborazione con il ministero dell’Interno, stanno allestendo delle tendopoli e altri punti di assistenza. Al centro operativo dell’Aquila sono state assegnate le colonne mobili di Friuli e Marche, a quello di San Demetrio le colonne di Lazio e Liguria, a quello di Pizzoli gli aiuti dell’Emilia-Romagna, a Rocca di Mezzo il Veneto e Paganica l'Umbria. Tre colonne mobili di Campania, Calabria e Basilicata si stanno organizzando per partire e, quindi, assegnate ai centri operativi misti. Alle colonne mobili si aggiunge l’aiuto delle associazioni di volontariato, come ad esempio quella degli ex appartenenti a carabinieri, alpini, Vigili del Fuoco. Il portavoce della Protezione civile ha affermato che non c'è una classifica dei paesi più colpiti, ma tutti stati raggiunti dagli aiuti.

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Scajola: segni di ripresa entro l'anno (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Il ministro a Mosca per la promozione del Made in Italy Scajola: segni di ripresa entro l'anno Altro che crisi, parte la campagna russa Il ministro Scajola a Mosca con la missione imprenditoriale per la promozione del Made in Italy. "Non ci sono cedimenti strutturali dell'occupazione". «Giovedì prossimo si riunisce il tavolo sull'auto nel quale esamineremo le prospettive del settore e il futuro di alcuni stabilimenti a cominciare da quello di Pomigliano. In Italia non vediamo cedimenti strutturali dell'occupazione. Ho fiducia che già prima della fine di quest'anno si evidenzieranno nel nostro Paese spiragli di ripresa economica incoraggianti». Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico non è pessimista sulla crisi economica. Anzi guarda al futuro che è quello di mandare in porto il progetto del nucleare e «restituire spazio al mercato, perchè quando ci sarà la ripresa, bisognerà che lo Stato si ritiri dall'intervento diretto in economia». Non è forse troppo ottimista? Le stime di numerosi istituti dicono che prima del 2010 la ripresa non si vedrà... «Con il pessimismo e con i corvi che girano da tutte le parti...guardo il telegiornale e non investo più e tolgo i soldi dalla banca e li metto sotto il materasso. Con l'incoscienza e il pessimismo si va al fallimento, con il ragionamento positivo si affronta la giornata e la vita che abbiamo di fronte». Eppure recentemente Berlusconi è parso meno ottimista sui dati dell'occupazione. Lei che ne pensa? «Berlusconi ha espresso queste valutazioni a conclusione del G8 sul welfare che si è tenuto a Roma: si tratta dunque di stime globali. In molti Paesi in effetti l'occupazione sembra ridursi velocemente. In Italia, per ora, non vediamo cedimenti strutturali. C'è un forte aumento della cassa integrazione che come tutti sanno non interrompe il rapporto di lavoro. Se i timidi segnali di ripresa che si notano in diversi settori oltre l'auto dovessero consolidarsi nei prossimi mesi, riusciremo ad evitare un forte aumento della disoccupazione». Lei è partito per Mosca con quasi mille imprenditori. Che cosa vi aspettate da questo viaggio? «Con la Russia abbiamo ormai una partnership globale a tutto campo. Nel 2008 l'interscambio ha raggiunto i 26 miliardi ed è cresciuto del 10% rispetto al 2007. Nonostante la crisi che sta colpendo anche Mosca c'è molto spazio per crescere ancora, esplorando anche le regioni interne dell'immenso Paese. Per questo la Missione, dopo il business forum che si terrà a Mosca martedì e sarà concluso da Berlusconi e Putin si dividerà in quattro: a seconda delle loro specializzazioni produttive delegazioni di imprenditori andranno a San Pietroburgo, Krasnodar, Novosibirsk o Ekaterinburg per incontrare sul campo i propri potenziali partner d'affari». Oggi ci sarà l'incontro per affrontare la crisi della Antonio Merloni. Che strumenti metterete in campo? «I tre commissari del gruppo industriale presenteranno al governo il loro programma di ristrutturazione. Noi abbiamo messo in campo 9 miliardi di euro a livello nazionale per gli ammortizzatori sociali e contiamo con questi di affrontare tutte le questioni occupazionali più difficili, compresa quella del distretto degli elettrodomestici». è appena tornato dalla Libia: quale è stato il significato della sua missione? «è stata la prima visita dopo la firma dell'Accordo di Amicizia e Cooperazione siglato da Berlusconi e da Gheddafi il 30 agosto scorso. Siamo già il primo partner commerciale della Libia e possiamo crescere ancora molto. Dobbiamo allargare le relazioni economiche dall'energia e dalle infrastrutture fino alle piccole e medie imprese che possono aiutare la Libia a sviluppare un'industria manifatturiera leggera, che potrebbe essere una preziosa testa di ponte verso l'Africa subsahariana. Parallelamente, i libici sono disponibili ad aumentare i propri investimenti in aziende italiane». Accordo Fiat-Chrysler, quali sono le prospettive per l'industria automobilistica italiana? «Credo che tutti gli italiani abbiano provato un sentimento di orgoglio quando hanno sentito il Presidente Obama citare la Fiat come "salvatore" della Chrysler. E sono anche molto soddisfatto che gli incentivi per l'acquisto di auto ecologiche stiano avendo successo: in marzo abbiamo immatricolato 214 mila vetture, contro le 166 mila di febbraio e le 158 di gennaio. Anche se questi non sono aiuti alla Fiat, ma ai consumatori che possono acquistare le vetture di tutte le marche, gli incentivi stanno aiutando anche Fiat a superare mesi molto duri, a ridurre la cassa integrazione e a concludere positivamente l'accordo con Chrysler, che può essere un passo fondamentale per far restare la nostra industria automobilistica ai vertici mondiali». Ci saranno ricadute positive sull'occupazione? «Fiat fornirà a Chrysler le piattaforme tecnologiche per consentirle di produrre modelli a basso consumo e in cambio avrà il 35% delle azioni della Casa americana e la possibilità di vendere i propri modelli, soprattutto la Cinquecento e le Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «è stata enfatizzata una divisione che non c'era. Dal G20 è scaturita una buona soluzione alla crisi. I temi discussi a Londra saranno ripresi ancora al G8 della Maddalena in luglio. Nel G8 Energia che terremo a Roma il 24 e 25 maggio affronteremo il tema di interventi energetici mirati per l'Africa». Non c'è il rischio che la crisi porti ad un eccesso di intervento dello Stato nell'economia? «Questo rischio c'è, anche in Paesi antistatalisti per definizione, come gli Stati Uniti. Appena la crisi sarà superata bisognerà che lo Stato si ritiri dall'intervento diretto nell'economia e restituisca spazio al mercato». Che fine ha fatto il liberismo? «Il liberismo ha ragione quando afferma che il mercato è lo strumento migliore per utilizzare le risorse in modo efficiente. Ha torto quando tende a rifiutare regole e controlli. Il mercato non è la giungla senza regole dove vince il più forte, ma un ambiente regolato dove tutti i soggetti debbono avere parità di condizioni. Per questo, anziché di liberismo, preferiamo parlare di "economia sociale di mercato"». In tutta Europa a cominciare dalla Francia stanno emergendo tensioni sociali a causa del crescere della disoccupazione. Lei crede che queste tensioni possano verificarsi anche in Italia? E il governo è pronto ad affrontarle? «Non credo che da noi si manifesteranno tensioni di questo tipo. Sia perché le misure che il Governo ha adottato, nonostante le polemiche politiche, stanno funzionando. E, come ha detto Berlusconi, il loro primo obbiettivo è quello di non lasciare indietro nessuno». A che punto è il piano del nucleare? «Entro aprile ci sarà l'approvazione definitiva del ddl Sviluppo che istituisce l'Agenzia di sicurezza e avvia il processo per la scelta dei siti. Abbiamo stipulato l'accordo di collaborazione con la Francia. Al G8 energia faremo il punto con gli altri Paesi industrializzati. Insomma, stiamo procedendo secondo il programma che ci eravamo dati». Concretamente quali aziende italiane stanno partecipando al progetto? «Sono numerose le imprese energetiche che si sono dichiarate disponibili a partecipare allo sviluppo del nucleare. Enel ha già stretto con la francese Edf un accordo per costruire quattro reattori in Italia e altri in Paesi terzi. Non credo che la crisi rallenterà il processo. Ho detto sin dall'inizio che il nostro obbiettivo è quello di posare la prima pietra di una centrale nucleare entro questa legislatura. E sono convinto che nel 2013 la crisi sarà un ricordo lontano».

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Corea del Nord, niente accordo all'Onu (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non trova l’intesa sulle misure contro la Corea del Nord, nonostante la durissima protesta di Usa, Giappone e Corea del Sud (più i loro alleati) e Kim Jong-il strappa un altro punto a suo favore, dopo il lancio del razzo di domenica. Anche se la messa in orbita del satellite sperimentale sembra a tutti gli effetti non essere riuscito, il "caro leader" ha dimostrato enormi progressi rispetto al flop di luglio 2006 (il razzo esplose dopo 40 secondi), sotto l’aspetto tecnologico con il vettore sparato a oltre tremila chilometri di distanza. «I vari Paesi condividono la visione secondo cui l’azione nordcoreana ha gravi effetti su stabilità e sicurezza della regione. Tuttavia, vi è una certa differenza su come affrontare la situazione», ha rilevato il ministro degli Esteri, Hirofumi Nakasone. Cina e Russia condividono i timori, ma «appaiono caute», ha aggiunto Nakasone, alle prese con una giornata di colloqui con i suoi omologhi dei Paesi che occupano i seggi permanenti (e con diritto di veto) del Consiglio di sicurezza: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito. Pechino e Mosca hanno da subito inviato alla «moderazione» e alla «risposta appropriata» visto che si è trattato - così almeno sembrerebbe - del lancio di un satellite. Insomma, Pyongyang ha bloccato la prima onda d’urto, con il Giappone, d’intesa con Washington e Seul, che invece puntava a nuove e pesanti sanzioni. In attesa che si sblocchi lo stallo, con la ricerca di un compromesso, Tokyo ha preannunciato che venerdì deciderà l’adozione di altre ’linee guidà contro la Corea del Nord, come detto dal capo di gabinetto, Takeo Kawamura. Le sanzioni, in scadenza il 13 aprile, saranno rinnovate per un anno, rispetto ai mesi attuali, prevedendo ad esempio - in base alle indiscrezioni - l’abbassamento del limite per le rimesse dei coreani filo-Nord che risiedono in Giappone. Poca roba, comunque, rispetto alle ai futuri tavoli negoziali di Kim Jong-il. Anche oggi intanto nei confronti della Corea del Nord è arrivata l’ennesima posizione dura di Washington. L’ambasciatrice al’Onu, Susan Rice, ha evocato la possibilità di una «risoluzione incisiva» che punisca il Paese per il suo test missilistico. Tokyo ha fatto sapere che continua a lavorare per limare le differenza con Cina e Russia. Ma se Usa, Corea del Sud e Giappone esigono un’azione energica, Pechino, principale alleato del regime di Pyongyang, ha chiesto una risposta «proporzionata», e la Russia ha invocato «moderazione». E tre ore di discussione non sono bastate per arrivare ad un testo condiviso. Oggi la Corea del Nord ha ripetuto che il lancio è stato un successo. E in effetti - sia che si sia trattato di un missile, sia che fosse solo il razzo vettore di un satellite per le comunicazioni come sostiene Pyongyang - i tecnici nordcoreani hanno migliorato i tentativi precedenti riuscendo nell’obiettivo storico di lanciare un vettore a 3.000 chilometri di distanza. L’Iran ha difeso il lancio del missile-satellite: «Abbiamo sempre sostenuto che lo spazio può essere usato per scopi pacifici nel rispetto del diritto internazionale», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Hassan Ghashghavi. «Rivendicando questo diritto per noi e quindi lo sosteniamo anche per gli altri». Il portavoce di Teheran ha invece negato che il programma missilistico della Corea del nord sia legato a quello iraniano («il loro è iniziato da anni, questo non è il primo test»), come invece teme la comunità internazionale. A febbraio l’Iran aveva lanciato il suo primo satellite autarchico, l’Omid (speranza), sollevando anche in quel caso il timore che si sia trattato solo del test di un missile. Intanto si è saputo che domenica al lancio era presente anche Kim Jong-il, il «caro leader» che, agli scienziati e ai tecnici presenti al centro di controllo, ha sottolineato la necessità che il «successo» faccia da trampolino di lancio per la «pacifica» conquista dello spazio da parte della Corea del Nord.

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La macchina dei soccorsi in moto: nelle zone colpite aiuti da tutta Italia (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'AQUILA Immediatamente in moto la macchina dei soccorsi in aiuto della popolazione abruzzese colpita dal violento sisma di questa notte. Da nord a sud, istituzioni, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Misericordie, Pubbliche Assistenze e volontari si sono immediatamente mobilitate per far giungere sul posto cucine da campo, generi di prima necessità e per allestire strutture per ospitare gli sfollati e le squadre in arrivo da tutta Italia. Mentre la Protezione Civile, invita la popolazione a non mettersi in viaggio in auto verso l’Abruzzo per non intralciare i soccorsi, «chiediamo a quanti sono fuori di non mettersi in viaggio verso l’Abruzzo con auto private -è l’appello lanciato da Luca Spoletini, portavoce della Protezione Civile- Il tempo è una componente fondamentale per i soccorsi», squadre stanno partendo o sono già partite, dal Veneto, dal Lazio, dalla Calabria, dalla Sicilia, dall’Emilia Romagna. La Croce Rossa Italiana ha aperto la sala operativa nazionale, allertando tutte le regioni, per far fronte all’emergenza del terremoto in Abruzzo. Fin dai primi minuti dopo la scossa sismica il Commissario straordinario di Cri, Francesco Rocca, e il capodipartimento attività socio-sanitarie, Leonardo Carmenati, hanno raggiunto la sala operativa della Protezione Civile. Rocca ha raggiunto i lughi colpiti dal sisma in elicottero, con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. La Cri sta già inviando attrezzature sanitarie in Abruzzo, tra cui un Posto medico avanzato e le unità cinofile. È stata anche organizzata una raccolta a livello nazionale per far confluire tutto il necessario nell’area colpita dal terremoto. Sin dall’inizio dell’emergenza l’Esercito ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dall’evento sismico. Un plotone del 33° reggimento «Artiglieria» è già operativo sulla città dell’Aquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso l’abitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento «Genio» di Roma è già in ricognizione sulla città dell’Aquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo DO228 Dornier dell’Aviazione dell’Esercito stanno effettuando attività ricognitive sulle zone dell’epicentro sismico mentre sono pronti su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria. Anche l’Aeronautica Militare è stata immediatamente impegnata ore nelle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dal terremoto in Abruzzo. Un elicottero HH-3F del 15° Stormo di Pratica di Mare in configurazione per «evacuazioni sanitarie d’urgenza», con a bordo un team medico di primo intervento e cinque barelle, è giunto alle prime ore dell’alba a L’Aquila dove è a disposizione della Protezione Civile per operazioni di ricognizione dell’area ed eventuale recupero delle persone coinvolte nel sisma. Un secondo elicottero HH-3F è decollato da Pratica di Mare per trasportare sul luogo dell’accaduto altro personale e aiuti di primo intervento. Un velivolo da trasporto C-27J della 46^ Brigata Aerea in configurazione per trasporti sanitari d’urgenza, in grado di imbarcare ambulanze e fino a 20 barelle, è inoltre pronto a decollare da Pisa. Sono nel frattempo in corso operazioni per ripristinare la piena funzionalità dell’aeroporto «Preturo» de L’Aquila, le cui infrastrutture sono state seriamente danneggiate dal sisma. Un team dell’Aeronautica Militare composto da controllori del traffico aereo, meteorologi, addetti all’anticendio e alla logistica stanno raggiungendo L’Aquila con elicotteri AB-212 del 15° Stormo di Pratica di Mare e del 9° Stormo di Grazzanise per ripristinare prima possibile i servizi aeroportuali essenziali e permettere, quindi, gli atterraggi ed i decolli dei mezzi aerei di soccorso. La Croce Rossa Italiana, che ha lanciato «un appello di emergenza a livello nazionale chiedendo a tutta la popolazione di partecipare ad un grande sforzo di solidarietà per alleviare la sofferenza di tutte le vittime del terremoto che ha colpito la regione Abruzzo», ha aperto la sala operativa nazionale di Legnano e i Centri interventi d’emergenza (Cie) di Verona, Roma, Potenza e Palermo ed ha già inviato nelle zona del disastro 10.000 coperte per fare fronte alle primissime esigenze delle persone rimaste senza abitazione. Alle ore 13 è poi partita da Roma una colonna di Croce Rossa Italiana per portare una cucina da campo in grado di fornire 10mila pasti al giorno e 2 cucine da 200 pasti al giorno ciascuna, destinate all’ospedale dell’Aquila. Verranno anche inviati due posti medici avanzati (Pma) di secondo livello destinati all’Aquila e a Paganico e cinque unità cinofile provenienti da Napoli. Sono già in viaggio i team logistici della Cri e decine di volontari di Croce Rossa per distribuire subito i pasti sul terreno. Sono pronte a partire anche altre 12 unità cinofile, 3 squadre di sostegno psicologico, 3 squadre dei soccorsi speciali dal Lazio e 3 squadre veterinarie. Sono operative da subito 16 ambulanze con 150 volontari, altre 20 sono disponibili. Sono pronte a partire anche altre 17 unità cinofile, 3 squadre dei soccorsi speciali e 3 squadre veterinarie. Il Comitato Regionale ed il Commissario della Cri abruzzese Maria Teresa Letta stanno curando l’evacuazione dell’Orfanotrofio di San Gregorio prendendosi in carico i minori soccorsi. «Dopo la terribile scossa di terremoto con magnitudo di 5.8 che ha colpito nella notte la provincia de L’Aquila l’intervento del Corpo dei Vigili del Fuoco è stato tempestivo. Le operazioni di soccorso sono in atto e anche le ’colonne mobilì delle regioni limitrofe stanno arrivando sul posto. Si tratta di una tragedia di grandi dimensioni che va affrontata con la dovuta professionalità per prestare soccorso a chi si trova in pericolo e per evitare ulteriori danni a chi si è messo in salvo». Lo afferma Franco Giancarlo, Segretario Nazionale della Federazione Nazionale Confsal Vigili del Fuoco. «Già dalle 4 di questa mattina sono state inviate una cinquantina di sezioni operative delle colonne mobili regionali dei Vigili del Fuoco, composta ciascuna di 10 uomini e 2-3 mezzi. Le prime sette -prosegue Giancarlo- sono partite dal Lazio alle 4,05 e sono tutte già operative nelle aree più colpite dal sisma; alle 4,13 ne sono partite sei dalla Campania, alle 4,20 dieci dalla Toscana, alle 4,30 cinque dalle Marche e altre stanno arrivando da tutta Italia. Immediato anche il coinvolgimento dei Nuclei cinofili da impegnare nella ricerca dei dispersi: i primi a mettersi in viaggio sono stati quelli di Perugia, Pisa e Campobasso». «Nella mattinata -aggiunge Giancarlo- sono entrati in azione anche quattro elicotteri dei Vigili con personale specializzato Saf (speleo-alpino-fluviale). Un cospicuo numero di ingegneri del Corpo è impegnato inoltre nelle verifiche di stabilità degli edifici lesionati mentre la Difesa Civile, componente del Corpo, ha messo a disposizione 1000 posti letto per chi ha visto distrutta la propria abitazione». «L’impegno degli oltre 1.000 pompieri è notevole ma grazie alla preparazione, alla disponibilità e all’esperienza dei Vigili del Fuoco il nostro intervento si rivela determinante per cercare di salvare il più grande numero di vite umane. Per quanto riguarda le vittime attualmente censite, fra le quali si contano purtroppo anche dei bambini in tenera età, la Federazione Nazionale Confsal Vigili del Fuoco esprime tutto il proprio cordoglio ai familiari, alla popolazione, al Presidente della Giunta Regionale abruzzese Chiodi e ai sindaci dei Comuni colpiti», conclude Giancarlo. Pochi minuti dopo la grande scossa sismica anche Anpas ha attivato la sala operativa nazionale di protezione civile che ha il ruolo di coordinamento generale di tutti gli interventi. Lavora a stretto contatto con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e con i responsabili di protezione civile Anpas regionali. Per prestare i primi soccorsi sanitari sono già partiti 40 mezzi di soccorso da Toscana, Puglia, Lazio, Calabria e anche i gruppi cinofili da Toscana e Calabria per la ricerca sotto le macerie. In questo momento si stanno valutando insieme ai responsabili del Dipartimento Nazionale gli interventi successivi, quelli più impegnativi perchè, passata l’immediatezza dell’emergenza, si dovrà operare per fare in modo che a tutti i cittadini colpiti, specie agli sfollati, vengano ripristinate le condizioni di vita minime per superare questa tragedia. Nell’immediatezza dell’evento sismico di questa notte la Polizia Stradale ha impiegato oltre 30 pattuglie per gli interventi di soccorso e la gestione della viabilità. Sono state inviate ulteriori 26 pattuglie di rinforzo dai Compartimenti Polizia Stradale limitrofi.

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In Abruzzo si scava, 100 morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

6 aprile 2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, 100 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di Napolitano e del Papa Sarebbero gia' ben oltre cento, secondo fonti sanitarie, le vittime dello spaventoso terremoto che questa notte ha devastato la provincia dell'Aquila. Un bilancio, peraltro, che sarebbe destinato ad aggravarsi e che al momento non rende possibile dare cifre certe. Centinaia i feriti. Guido Bertolaso ha detto che i morti "sono superiori alle 70, ma i numeri esatti li daremo solo quando avremo tutta una serie di indicazioni e saremo certi che le famiglie sono state contattate". Il bilancio comprende anche "oltre 1500 feriti". "Attualmente, abbiamo oltre 1.000 soccorritori impegnati nelle varie attivita' nel centro storico dell'Aquila e nei vari centri storici di alcune delle frazioni limitrofe", ha ricordato Bertolaso, sottolineando come "la nostra missione sia quella di intervenire su tutti i punti dove ci sono le macerie ma con estrema cautela e grande attenzione, in modo da evitare di peggiorare una situazione gia' critica". Quello che ha messo in ginocchio la regione, ha ammesso il capo del dipartimento, e' stato un sisma "non molto esteso" ma "molto grave e violento". (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a 8,8 chilometri di profondita', quindi relativamente vicina alla superficie terrestre. Il sisma di questa mattina segue una serie di scosse di minore entita' che si sono registrate nell'area nei giorni scorsi. Impossibile, sostengono i vulcanologi, prevedere la drammatica scossa di questa mattina. Il sisma e' stato avvertito anche a Roma, dove numerose chiamate sono giunte ai centralini del 112 del Comando Provinciale dei Carabinieri, e in Molise, dove il pensiero dei cittadini impauriti e' immediatamente andato ai ricordi del sisma del 2002, e alle giovani vittime di San Giuliano di Puglia. Grossi i disagi alla viabilita', soprattutto sulle arterie che collegano la capitale a lAquila: le due autostrade, la A24 e la A25 sono state chiuse in alcuni tratti per verifiche tecniche e chiuse al transito dei mezzi pesanti. Le arterie, ha pero' assicurato il ministro Altero Matteoli, saranno riaperte all piu' presto, entro domani Drammatiche le immagini che si sono trovati davanti i primi soccorritori giunti sul posto. Molti gli edifici crollati, soprattutto nel centro cittadino. Tra quelli piu' gravemente danneggiati la Casa dello studente, in via XX Settembre, e l'Hotel Duca degli Abruzzi, uno degli alberghi piu' importanti della citta'. Molti i danni a monimenti e chiese, ancora difficili da quantificare. L'ospedale cittadino e' stato chiuso. Volontari della protezione civile, vigili del fuoco e cittadini scavano senza sosta tra i detriti. Un giovane e' stato estratto vivo dalle macerie dalla Casa dello Studente, in Via XX Settembre, altre 3 sono state salvata dal crollo della proprie abitazione. E una donna, sempre in un'edificio di via XX Settembre, e' ora in contatto con i soccorritori che lavorano per rintracciarla e soccorrerla. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a bordo di un elicottero, sta sorvolando le zone colpite dal sisma di questa notte nell'Aquilano. La notizia e' stata comunicata presso la scuola della Guardia di finanza di Coppito, dove il premier, al termine del sorvolo delle aree colpite dal terremoto, incontrera' i mezzi di informazione per una conferenza stampa in cui verra' resa nota la dimensione della calamita'. TERREMOTO: ISTITUTO GEOFISICA, IMPOSSIBILE PREVEDERLO (AGI) - Roma, 6 apr. - "Nessuno al mondo poteva prevedere il terremoto di questa notte". Così Alberto Basili, dirigente del Centro Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, replica a chi sostiene che il sisma che ha colpito l'Abruzzo poteva essere previsto. "Non è possibile una previsione deterministica per prendere decisioni operative - ribadisce l'esperto - Non era possibile prevedere che dopo la sequenza delle scosse aquilane seguisse un evento come quello di questa notte. La storia sismica italiana ha segnato molti avvenimenti sismici senza che poi vi fosse una scossa forte". In merito all'allarme lanciato dal ricercatore dell'INFN dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, allarme basato sull'analisi del gas radon sprigionato dalla crosta terrestre, Basili risponde: "Anche noi abbiamo delle sezioni che si occupano delle emissioni di gas ma non è in alcun modo a nostra disposizione uno strumento di previsione operativa; l'emissione più forte di gas non può significativamente giustificare l'allarme sismico. Non abbiamo la capacità di compiere previsioni operative in base a questo tipo di studi". Attualmente i ricercatori dell'Istituto stanno controllando le sequenze sismiche e comunicando i dati alla Protezione Civile: "Abbiamo inviato alcune squadre sul posto per localizzare gli eventi e analizzare più in dettaglio l'andamento della sequenza sismica, in particolare l'emigrazione degli epicentri". (AGI) In Abruzzo ci saranno scosse di assestamento "per molto tempo", ma inferiori per magnitudo a quella principale di stanotte. Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Skytg24. "Registreremo - ha spiegato - scosse di assestamento per molto tempo ma saranno piccole, in ogni caso più piccole di quella principale. In ogni caso - ha aggiunto - in questa zona la gente è fuori dagli edifici. Bertolaso sta operando perché chi non ha una casa sicura sia sistemato in modo adeguato. In questo senso - ha sottolineato - la situazione è sicura". In Italia, ha evidenziato, la vera questione non è quella dei terremoti: "Sono solo gli edifici malfatti che creano il problema. Ma questo è un fatto nazionale. Ci si emoziona dopo il terremoto ma poi non si interviene. Non fa parte della nostra cultura - ha detto costruire in maniera seria e adeguata". (Apcom) - La Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 aprile 2009 alle 3.32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica). La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4.37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale. La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso. Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili: la zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l'attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata 'Ovindoli-Piani di Pezza'. L'Ingv ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori. (Apcom) - E' iniziato il 10 marzo il calvario per L'Aquila, oggi colpita da una scossa sismica di magnitudo 5.8 e da successive repliche di forte intensità: ed è polemica sul fatto che si siano 'trascurati' questi segnali, forse prodomici del sisma più grave. Il primo bilancio della Protezione civile parla di 31 vittime, 10mila case lesionate, centinaia di edifici crollati. Il 10 marzo si registrò una piccola scossa in provincia dell'Aquila tra i Comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila. Il terremoto fu registrato alle 12.25 con magnitudo 2.2 e non ci fu alcun danno. Poi, a distanza di tre giorni, il 13 marzo, altri due distinti eventi sismici, di carattere strumentale: il primo di magnitudo 1.3 con epicentro nei comuni di Pizzoli, Scoppito e L'Aquila. Il secondo di magnitudo 1.9 con epicentro tra i comuni di Lucoli, Tornimparte e L'Aquila, gli stessi colpiti oggi. Le scosse, lievi ma continue, avevano provocato allarme tra la popolazione: di fatto la zona dai primi mesi dell'anno, ha spiegato all'epoca l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata interessata da un'attività frequente e di bassa magnitudo: nei primi mesi del 2009 sono stati localizzati oltre 160 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 2.9, la maggior parte dei quali localizzata in un`area molto piccola (4-5 km in pianta). E a marzo, sempre secondo l`Ingv, allo stato attuale delle conoscenze si poteva affermare che la sequenza dei mesi scorsi non aveva alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Il 17 marzo una nuova scossa, questa volta di intensità maggiore: 3.6 di magnitudo. L'epicentro sempre nell'aquilano, tra Sulmona, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Canzano. Ogni giorno si registrano repliche: il 18 marzo una lieve scossa di magnitudo 2.2 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila e poi a breve un'altra di magnitudo 1.4. Poi qualche giorno di tregua e si ricomincia il 24 marzo con una scossa lieve: magnitudo 1.8. Ancora, il 27 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila un sisma di magnitudo 2. Il 30 marzo si registra un aumento nell'intensità del sisma: alle 15.38 un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro a circa 10 chilometri di profondita tra i comuni di Pizzoli, Collimento e L'Aquila. Ci sono state anche alcune repliche di magnitudo inferiore (3.5 e 2.4) e la popolazione inizia ad avere paura: centinaia furono le chiamate ai centralini dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. E la Regione Abruzzo è intervenuta per smorzare le polemiche e placare l'ansia: "Si sta procedendo alla valutazione dei danni agli edifici che al momento risultano di piccola entità. Non ci sono i presupposti per prevedere da parte delle strutture preposte altre scosse sismiche di alcuna intensità - avevano detto - Tutte le informazioni diffuse di altro contenuto sono da ritenersi false e prive di ogni fondamento". Tutto il giorno la zona è stata interessata da un'intenso sciame sismico: il sindaco decise la chiusura delle scuole e su richiesta del capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si riunirono gli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi. L'uno e il due aprile nuovi sciami sismici di moderata intensità. Poi, ieri sera alle 22.48 una nuova scossa di 3.9 gradi della scala Richter con epicentro a L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppito e un'altra alle 0.39 di 3.5 gradi. Infine, stamattina alle 3.32 una fortissima scossa, magnitudo 5.8 equivalente all'ottavo-nono grado della Mercalli, avvertita in tutto il centro Italia, dall'Adriatico al Tirreno e con epicentro all'Aquila. La replica di magnitudo 4.6 e uno sciame sismico che ancora non accenna a diminuire: al momento il primo bilancio parla di decine di morti, centinaia di edifici crollati, oltre 10mila abitazioni lesionate. Una tragedia "senza precedenti dall'inizio del millennio", come hanno detto Guido Bertolaso e il premier Silvio Berlusconi. "Faremo il meglio possibile". Lo ha garantito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando a Radio Uno. "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier. "Speriamo che il numero delle vittime non sia destinato a salire troppo", ha concluso Berlusconi che ha deciso di saltare la visita a Mosca per recarsi a L'Aquila. (Mon/Col/Adnkronos) (Adnkronos) - L'Esercito, fin dall'inizio dell'emergenza, ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dall'evento sismico. Lo rende noto un comunicato dello Stato Maggiore dell'Esercito specificando che un plotone del 33° reggimento ''Artiglieria'' è già operativo sulla città dell'Aquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso l'abitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento ''Genio'' di Roma è già in ricognizione sulla città dell'Aquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo DO228 Dornier dell'Aviazione dell'Esercito stanno effettuando attività ricognitive sulle zone dell'epicentro sismico mentre sono pronti su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria. Sentimenti di vicinanza e solidarietà al presidente della Regione, al sindaco de L'Aquila e alle altre autorità locali sono stati espressi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "profondamente colpito dalle tragiche notizie relative al terremoto" in Abruzzo e "le cui conseguenze sono ancora in via di doloroso accertamento". Lo riferisce una nota del Quirinale. Napolitano si mantiene in stretto contatto con il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, che coordina tutte le azioni di soccorso e di assistenza volte a fronteggiare l'emergenza. (AGI) (Adnkronos) - Benedetto XVI esprime la propria partecipazione per il dolore delle care popolazioni colpite dal terremoto. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Pontefice attraverso il suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, all'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari. "La drammatica notizia del violento terremoto - si legge nel testo - che ha scosso il territorio di codesta arcidiocesi ha riempito di costernazione l'animo del Sommo Pontefice". "Nell'assicurare fervide preghiere - prosegue il testo - per le vittime e in particolare per i bambini, sua Santità invoca dal Signore il conforto per i loro famigliari e mentre rivolge un'affettuosa parola di incoraggiamento ai superstiti e a quanti in vario modo si prodigano nelle operazioni di soccorso, invia a tutti una speciale benedizione apostolica". (Apcom) - Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha raggiunto telefonicamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso e il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, per informarsi personalmente sulle operazioni di soccorso e sugli sviluppi della tragedia sismica che ha colpito l'Abruzzo. Un evento devastante - si legge in una nota di palazzo Madama - che ha provocato purtroppo morte, disperazione ed enormi danni. Il Presidente Schifani, sottolineando la sua profonda vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma, continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione a seguito del terremoto in Abruzzo e si mantiene in contatto con lo Stato Maggiore della Difesa, che lo aggiorna costantemente. Per tale emergenza La Russa ha annullato tutti gli impegni previsti per la mattinata. Lo rierisce l'Ufficio Stampa del ministero della Difesa. (Foto Ansa) Una potenza maggiore della bomba atomica - Leggi - Leggi L'Aquila, ritratto di una città a pezzi- Leggi Quella in Abruzzo l'ultima di una lunga serie di tragedie- Leggi I terremoti non sono fenomeni straordinari

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La Protezione civile invia aiuti - A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma Online, La" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Protezione civile invia aiuti - A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna Cinque centro operativi misti sono stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto della scorsa: all’Aquila, a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica. Lo ha comunicato il portavoce della Protezione Civile, Luca Spoletini. Ai centri operativi riguardano gli altri Comuni e frazioni «più colpiti»: Fossa, Villa Sant'Angelo, San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. A ogni centro operativo misto, che è composto da rappresentanti del dipartimento di Protezione civile, da sindaci, dai Carabinieri, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco, sono state associate delle colonne mobili delle Regioni, che, in collaborazione con il ministero dell’Interno, stanno allestendo delle tendopoli e altri punti di assistenza. Al centro operativo dell’Aquila sono state assegnate le colonne mobili di Friuli e Marche, a quello di San Demetrio le colonne di Lazio e Liguria, a quello di Pizzoli gli aiuti dell’Emilia-Romagna, a Rocca di Mezzo il Veneto e Paganica l'Umbria. Tre colonne mobili di Campania, Calabria e Basilicata si stanno organizzando per partire e, quindi, assegnate ai centri operativi misti. Alle colonne mobili si aggiunge l’aiuto delle associazioni di volontariato, come ad esempio quella degli ex appartenenti a carabinieri, alpini, Vigili del Fuoco. Il portavoce della Protezione civile ha affermato che non c'è una classifica dei paesi più colpiti, ma tutti stati raggiunti dagli aiuti.

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Terremoto, soccorsi in Abruzzo da tutta la regione (sezione: Globalizzazione)

( da "Dire" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Terremoto, soccorsi in Abruzzo da tutta la regione BOLOGNA - "La Regione Emilia-Romagna sta rispondendo alla richiesta di aiuto delle popolazioni colpite dal terremoto inviando volontari e tecnici di Protezione civile, strutture sanitarie e mezzi per l'assistenza alla popolazione". Lo ha annunciato il presidente della Regione Vasco Errani. Fin dalle prime ore di questa mattina Errani sta seguendo l'evolversi dell'emergenza terremoto in Abruzzo, insieme all'assessore regionale Marioluigi Bruschini e al direttore dell'agenzia regionale di Protezione civile Demetrio Egidi, in costante raccordo con Guido Bertolaso e col presidente dell'Abrusso Gianni Chiodi. La Protezione civile regionale sta inviando in Abruzzo una sezione della Colonna mobile regionale destinata all'assistenza alla popolazione, due Posti medici avanzati per il soccorso sanitario in collaborazione con il 118, una task force logistica di pronto intervento, due moduli cucine che garantiscono 400 pasti turno, una squadra di geometri e ingegneri volontari specializzati nella rilevazione dell'agibilità degli edifici. E' stata altresì allertata una struttura mobile protetta per anziani non autosufficienti; per un totale di 120 tra volontari, funzionari e tecnici di Protezione civile che nel giro della giornata arriveranno all'Aquila, nel quadro degli interventi di soccorso coordinati dal Dipartimento nazionale. Bruschini ed Egidi sono da questa mattina in riunione permanente con i tecnici e i funzionari nel Centro multirischio dell'Agenzia regionale, che funzionerà da presidio permanente e centro di raccordo logistico dei volontari e dei tecnici inviati nelle zone terremotate. Prosegue, nel frattempo, il monitoraggio dell'evento sul territorio dell'Emilia-Romagna, che al momento non ha evidenziato danni significativi secondo le verifiche effettuate congiuntamente dalle strutture tecniche della Regione, delle Province e dei Vigili del fuoco. AVIS EMILIA-ROMAGNA: NON E' URGENTE DONARE SANGUE Non c'è un'esigenza immediata di donazioni di sangue per i soccorsi ai feriti nel terremoto in Abruzzo. E' quanto sottolinea l'Avis dell'Emilia-Romagna, che tuttavia si rivolge ai donatori periodici chiedendo "di rispettare la propria scadenza abituale e non ritardare la donazione per contribuire a ripristinare le scorte abituali e mantenere costante le nostre disponibilità nei prossimi giorni e settimane". Se ci fossero esigenze di unità di sangue di gruppi particolari, sarà cura delle Associazioni convocare direttamente gli interessati per la relativa donazione. L'Avis regionale lancia inoltre un appello ai cittadini che non sono ancora donatori, cui chiede di "manifestare la loro solidarietà rivolgendosi nei prossimi giorni ad uno dei centri di raccolta sangue della zona di residenza per sottoporsi agli esami di idoneità". In ogni caso, ricorda l'associazione di volontariato, "il sistema delle emergenze per il servizio trasfusionale è governato dal Centro Nazionale Sangue di Roma che è già perfettamente operativo e allertato e in raccordo con il Centro Nazionale della Protezione Civile. I Centri Regionali Sangue sono in contatto continuo e costante con il Centro nazionale per la disponibilità di scorte di sangue eventualmente necessarie per l'Abruzzo". Anche il Centro Regionale Sangue dell'Emilia-Romagna "è in stretto contatto con le Associazioni dei donatori" e "al momento le unità di sangue richieste dalle zone sismiche sono state già inviate; il sistema nazionale- conclude l'Avis- è in grado di sopperire alla domanda ed è l'unico organismo che deve coordinarne l'invio". DA BOLOGNA PARTITI SOCCORSI SANITARI E TECNICI E' già partito da Bologna un primo spezzone della colonna di soccorso sanitario per i territori abruzzesi colpiti dal terremoto. Sotto il coordinamento della Protezione civile regionale, il contributo bolognese è composto, in particolare, da una postazione medica avanzata, due mezzi sanitari per le maxi-emergenze (quindi adatti ad intervenire anche in territori inaccessibili ai mezzi ordinari) e un'ambulanza con a bordo due medici e cinque infermieri di Dipartimenti di emergenza, quindi specializzati e 'pronti a dare sollievo alle strutture sanitarie gravemente colpite dal sisma', come ha sottolineato il direttore generale dell'Azienda Usl di Bologna, Francesco Ripa di Meana, che ha reso noti i dati a margine di una conferenza stampa a Palazzo D'Accursio. E' inoltre già pronta a partire ('in allerta') una struttura protetta per alloggiare anziani sfollati. Anche il Comune di Bologna, in coordinamento con la Regione, ha attivato fin da questa mattina i servizi gestiti dalla Protezione Civile per 'garantire nel più breve tempo possibile turni di presenza nelle zone abruzzesi colpite dal terremoto- informa l'amministrazione comunale in una nota- per attivare campi di accoglienza gestendo all'interno degli stessi tutte le attività di servizio necessarie, dalla protezione delle persone dagli eventi atmosferici fino all'alimentazione di chi è rimasto senza un riferimento abitativo'. Il lavoro dei volontari della Consulta Provinciale di Bologna sarà seguito dall'assessore comunale alla Protezione civile, Anna Patullo: si tratta di squadre di 20 volontari per ogni turno, che dura 15 giorni. Il Comune di Bologna invierà anche, sotto il coordinamento degli amministratori abruzzesi, un gruppo di quattro tecnici per le visure statiche degli immobili danneggiati dal sisma. L'amministrazione comunale intanto mette subito a disposizione 20.000 euro, cifra stanziata in bilancio per le emergenze ambientali, e promuoverà inoltre una raccolta di fondi destinata ad un intervento specifico da concordare con il sindaco dell'Aquila, al quale il sindaco di Bologna Sergio Cofferati ha fatto giungere la solidarietà per i cittadini colpiti dal terremoto e il cordoglio per le famiglie delle vittime. Gli estremi del conto corrente, e il progetto per il quale i fondi saranno devoluti, verranno resi noti -precisa Palazzo D'Accursio- appena gli amministratori abruzzesi avranno indicato le loro esigenze prioritarie. Cofferati ha fatto sapere che 'forse già in serata il sindaco dell'Aquila comunicherà su quale progetto verrano messi i fondi raccolti dal Comune di Bologna'. L'orientamento del Comune abruzzese, secondo quanto riferito dallo stesso Cofferati, sarebbe di utilizzare i fondi bolognesi per finanziare delle scuole. 'Al momento- ha sottolineato il sindaco parlando con i giornalisti- la situazione è particolarmente drammatica. Siamo ancora in una fase di acuta emergenza: il problema è scavare, salvare altre persone, appurare quante persone sono scomparse e dare un alloggio a chi non ha più la casa o ha subito danni. In ogni caso, da questa mattina, dall'alba, la macchina della Protezione civile è già partita per trovare alloggi e dare cibo e medicine agli sfollati. Da questa mattina abbiamo attivato i volontari della Protezione civile'. Intanto, l'assessore provinciale all'Ambiente, Emanuele Burgin, fa sapere che con la colonna mobile dall'Emilia-Romagna, oltre a 40 volontari della Protezione civile (ne erano stati chiesti cinque per ogni provincia) che si occuperanno di logistica, sono partiti anche 40 alpini che occuperanno del montaggio delle tende e un gruppo di volontari dell'Anpas per prestare i primi soccorsi con le ambulanze. La prima cucina da campo è stata mandata da Rimini, ma a Bologna ce n'è una che può servire 900 persone, che partirà nei prossimi giorni assieme ai bagni e al tendone-refettorio. PIACENZA INVIA UNITA' CINOFILE E RADIOAMATORI Anche i volontari di Protezione civile piacentini sono diretti in Abruzzo in soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto. La richiesta di aiuto- fa sapere la Provincia di Piacenza- è pervenuta dal Dipartimento nazionale di protezione civile, che ha sollecitato dall'Emilia-Romagna l'invio in loco della colonna mobile regionale di Protezione civile. La Regione ha chiesto al Coordinamento piacentino di mettere a disposizione unità cinofile, per il reperimento delle persone che si trovano sotto le macerie (le unità piacentine che andranno in Abruzzo saranno 15), ed esperti di teleradiocomunicazioni del Corpo Emergenza Radioamatori (ancora da decidere il numero di operatori piacentini che si recheranno nelle zone sinistrate). In Abruzzo andranno anche membri della sezione piacentina degli Alpini, su iniziativa del Coordinamento regionale degli Alpini. In loco gli alpini opereranno in stretta collaborazione con la colonna mobile regionale. RIMINI, ATTIVATA LA PROTEZIONE CIVILE La Protezione Civile della Provincia di Rimini è impegnata attivamente nella Colonna Mobile Regionale dell'Emilia-Romagna nel portare soccorso alla popolazione abruzzese pesantemente colpita dal terremoto di queste ore. I Volontari della Protezione Civile- fa sapere la Provincia- si stanno prodigando nell'allestire i mezzi di soccorso, attrezzature e gruppi cinofili, che probabilmente già dal pomeriggio di oggi partiranno per le zone della Provincia dell'Aquila. Nel frattempo continua l'allerta anche in provincia di Rimini e resta operativa 24 ore su 24 la Centrale della Protezione Civile dove nella notte sono pervenute al numero verde 800422233 decine di telefonate con richieste di informazioni da parte di persone spaventate dall'evento, ma senza segnalazioni di danni a cose o persone. L'Assessore alla Protezione Civile Riziero Santi sta seguendo personalmente le diverse attività e lui stesso affiancherà i volontari nell'intervento di soccorso agli sfollati abruzzesi. CROLLATA CASA STUDENTE, RAVENNA OFFRE POSTI LETTO L'Università di Ravenna è pronta a ospitare gli studenti de L'Aquila rimasti senza alloggio. 'Il terremoto di questa notte ha distrutto anche la casa dello studente provocando vittime tra gli stessi studenti', dice il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi, che siede anche nel cda dell'Ateneo di Bologna, da cui Ravenna dipende. 'Siamo pronti a coinvolgere gli studenti ravennati, qualora siano necessarie soluzioni logistiche e la fondazione Flaminia per eventuali soluzioni d'emergenza', aggiunge Mingozzi. Oltre ai posti letto, il polo universitario ravennate si metterà anche a disposizione per la valutazione dei danni alle strutture e la loro ricostruzione. 'L'università de L'Aquila ha già collaborato con Ravenna e avuto rapporti con la nostra città- dice Mingozzi- ci è sembrato doveroso manifestare subito, attraverso prefettura e Protezione civile, la nostra disponibilità'. L'iniziativa è stata concordata con Prefettura, fondazione Flaminia (che si occupa di diritto allo studio) e il Cusb di Ravenna; le misure concrete che l'università bizantina metterà in campo verranno illustrate oggi dal vicesindaco nell'assemblea della Flaminia (di cui è vicepresidente). SCOSSA IERI SERA A FORLI': PAURA, MA NIENTE DANNI Gente in strada e tanta paura, ma al conto finale nessun danno e nessun ferito per la scossa di terremoto che ha colpito Forlì ieri sera alle 22,20, appena cinque ore prima del disastroso sisma dell'Aquila. Nel Forlivese la terra ha tremato per almeno cinque secondi, la magnitudo è stata pari a 4.6 della scala Richter. La scossa, profonda e di carattere sussultorio, è stata avvertita distintamente da tutta la popolazione. In pochi minuti il centralino dei vigili del fuoco è stato tempestato di chiamate. L'ufficio della Protezione Civile provinciale e delle 34 associazioni della rete del volontariato si sono immediatamente attivati per effettuare una ricognizione dei danni: al momento non risultano conseguenze sul territorio. La ricognizione è ancora in corso, comunica la Provincia di Forlì-Cesena, e avviene in stretta collaborazione con i Comuni ed il comando dei vigili del fuoco. Per la protezione civile forlivese, per altro, si è trattato di un anticipo di alcune ore di una mobilitazione che sarebbe scattata per il terremoto dell'Aquila. Quattro volontari del territorio si sono già aggregati alla colonna mobile regionale in partenza per l'Abruzzo. DA FERRARA PARTITI UOMINI, TENDE E 'MANITU'' Nove uomini, con tende e un carrello elevatore "Manitù" al seguito. E' questo il contributo immediato che l'amministrazione comunale di Ferrara, analogamente agli altri capoluoghi di regione, ha già assicurato alle popolazioni dell'Italia centrale colpite dal terremoto attraverso il proprio coordinamento di protezione civile. Su un totale di 150 volontari, l'assessore Mariella Michelini ha fatto sapere oggi in Consiglio comunale che i primi nove muniti delle attrezzature in questione "sono partiti nel pomeriggio". Altri 50 uomini sono "già disponibili per partire appena ci sarà bisogno", ha aggiunto Michelini non escludendo ulteriori rinforzi. 6 aprile 2009

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Svetlana Medvedeva, la zarina dal volto umano (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Mondo - http://blog.panorama.it/mondo - Svetlana Medvedeva, la zarina dal volto umano Posted By redazione On 3/4/2009 @ 15:30 In Headlines | 1 Comment Di Francesco Bigazzi fotografie di Mauro Calligani Svetlana Linnik non solo ama la cultura, ma fa di tutto per promuoverla. Contemporaneamente, con il crescere del Suo ruolo nella società, è aumentato il Suo impegno in favore dei bambini abbandonati. Prima che il compagno di scuola Dimitri diventasse Presidente, Svetlana Medvedeva era già conosciuta nella "Capitale del Nord" per avere organizzato eventi culturali di grande spessore. L'Italia era sempre stata presente. Una First Lady dotata di rara capacità comunicativa. Una donna guidata da una fede profonda. Il distacco con l'era sovietica è eclatante. Svetlana Linnik-Medvedeva riscopre i valori dell'antica Russia ritenendoli idonei a modernizzare il Paese. Il fatto che lei sia vissuta a San Pietroburgo - la città più italiana della Russia e dell'Europa del Nord ha favorito il suo amore per la cultura? San Pietroburgo viene spesso chiamata la capitale settentrionale e anche capitale culturale della Russia. Sì, la chiamano anche Venezia del Nord, e non solo per i numerosi canali, ma anche per lo stile architettonico davvero unico. Pietro il Grande l'aveva concepita come nuova capitale, bella e volutamente europea, della Russia. E aveva chiamato a costruirla i migliori specialisti europei. Per questo, pur essendo profondamente russa come spirito e atmosfera, San Pietroburgo è al tempo stesso una città autenticamente europea. Anche se a suo tempo contribuirono a erigerla, tra altri, ingegneri portuali olandesi e tedeschi, scultori francesi, e altri occidentali, la città è uscita dalle mani di maestranze russe, i suoi musei e palazzi sono pieni di capolavori della pittura russa, di icone e sculture di nostri artisti. Come ebbe a dire all'inizio del XX secolo un nostro connazionale: "Pietroburgo è il Nord della Russia conquistato alla cultura russa". Con tutto ciò non si può non ricordare che sono stati proprio gli architetti italiani a determinare sotto molti riguardi il volto europeo della nostra capitale settentrionale. In che cosa, a suo parere, si manifesta più chiaramente la vicinanza delle culture italiana e russa? Le culture dei nostri paesi sono accomunate da molte cose. Se lei intende riferirsi alle molteplici forme in cui si manifesta l'arte, abbiamo già preso in considerazione l'architettura, la musica e la letteratura. Naturalmente, aggiungerei la pittura, a completamento della serie. Ma penso che il discorso possa estendersi a fonti comuni assai più profonde, di natura spirituale. Porto solo un paio di esempi. Le antiche cronache russe hanno tramandato la vita di un santo taumaturgo di Novgorod, Antonio il Romano che è forse il primo italiano che sia mai giunto nel nostro paese, già nell'XI secolo. Secondo la leggenda, una burrasca lo trasportò miracolosamente dalle coste dell'Italia alle rive del fiume Volchov, che bagna Novgorod la Grande, dove egli fondò il monastero che porta il suo nome. E poi, certo, non si può dimenticare san Nicola di Mira, venerato allo stesso modo dai russi e dagli italiani. Nel nostro paese è stata accolta con riconoscenza la decisione delle autorità italiane di far tornare nella disponibilità della parte russa il complesso ecclesiastico della Chiesa ortodossa russa costruito a Bari all'inizio del XX secolo per ospitare i pellegrini provenienti dal nostro paese. È un segno di profondo e reciproco rispetto e consapevolezza della comunanza dei nostri valori spirituali. Voglio anche ricordare un antico ma ancora vivo esempio di reciproco aiuto dei nostri due popoli amici. L'operazione umanitaria della flotta russa per soccorrere gli abitanti di Messina, colpiti dal devastante terremoto del 1908, un evento di cui abbiamo recentemente commemorato il centenario. La cultura italiana, la civiltà europea sono sempre state una componente della nostra coscienza storica. E questa circostanza ha indubbiamente favorito il mantenimento e lo sviluppo dei nostri secolari rapporti nell'ambito politico, economico e in altri campi. Ci ha anche aiutati a elaborare un linguaggio comune e ad aspirare a una sempre maggiore reciproca comprensione. Inoltre, questi nostri rapporti sono sempre stati caratterizzati da reciproco rispetto e sincera amicizia, moltiplicati dall'affinità dei caratteri nazionali: affabilità e schiettezza, comunicativa e emotività. Evidentemente è per questo che i nostri e i vostri cittadini fanno così facilmente amicizia e apprendono, gli uni dagli altri, con invariabile interesse e piacere, tante cose sulla vita quotidiana , la storia e le tradizioni dei rispettivi paesi. Sono persuasa che proprio un tale reciproco interesse, in costante crescita un anno dopo l'altro, sia la manifestazione più viva della vicinanza delle nostre culture. Come è nato il suo amore per l'Italia? Sono originaria di Kronshtadt, una città le cui rive sono bagnate dalle acque del Golfo di Finlandia. E il mio primo incontro con l'Italia è iniziato da Venezia. Ed è iniziato con un giro in gondola e da lì ho visto per la prima volta le facciate dei palazzi, le chiese e i ponti, ho percorso i numerosi canali di questa città veramente unica. E, sa una cosa?, quel tragitto in barca mi ha fatto ricordare certe scene della mia infanzia, mi sono rivista in motoscafo al largo di Kronshtadt. E altri episodi della mia giovinezza, a San Pietroburgo, anch'essa una città con molti canali e ponti. Da allora sono già passati quasi vent'anni, ma le associazioni di idee e le sensazioni di allora sono state così vivide da imprimersi per sempre nella mia memoria. Forse per questo sarei stata in seguito così desiderosa di tornare a rivedere Venezia e conoscere anche meglio il vostro paese. E sarebbe stato sempre questo, forse, a indurmi, di lì a molti anni, a organizzare a San Pietroburgo il Carnevale veneziano. Voglio aggiungere che quello era stato il mio primo viaggio all'estero, in Europa. E mi aveva già dato modo di vedere coi miei occhi quanto siano vicini i nostri popoli per spirito, schiettezza, tradizioni culturali. La Russia è una nazione europea e i valori della cultura europea ci sono tradizionalmente e storicamente vicini. Il suo contributo al rafforzamento dei rapporti culturali tra la Russia e l'Italia, a cominciare dall'ambizioso progetto dell'organizzazione del Carnevale di Venezia a San Pietroburgo, è stato enorme. Ha in questo campo qualche altro sogno che vorrebbe realizzare? In effetti seguo con grande attenzione i progetti di collaborazione russo-italiana nella sfera della cultura. Ritengo ci siano eccellenti opportunità di rafforzare ed estendere le nostre relazioni in questo campo. Devo dire che grazie all'abnegazione di tanti appassionati, ai contatti diretti tra città e regioni dei nostri due paesi e al sostegno delle autorità, già si sta facendo parecchio in questo senso. Ed è un fatto importante. C'è qualche autore russo contemporaneo che si sentirebbe di consigliare ai giovani lettori italiani? Vorrei anzitutto osservare che l'amore per i libri, per la lettura è sempre stata connaturata al nostro popolo. E le librerie sono anche oggi tra i luoghi più frequentati, dove si incontrano sia le vecchie generazioni che la gioventù. E ognuno di loro trova qualcosa di adatto e vicino al suo cuore. Possiamo addirittura dire di star vivendo un autentico "boom letterario". La generazione che sta crescendo sceglie da questo "mare" di libri ciò di cui sente il bisogno. Detto questo, anche ai giovani lettori italiani consiglierei di accostarsi quanto più ampiamente possibile all'arte degli scrittori e poeti russi contemporanei. E, a proposito, qui c'è un ampio e propizio campo d'azione e di lavoro anche per i traduttori. Coloro poi che tra gli italiani conoscono la lingua russa possono senza mediazioni avvicinarsi alla nostra nuova letteratura. Per lei l'amore per la cultura non è mai stato fine a se stesso. Lo testimonia l'energia con la quale ha contribuito all'organizzazione di importanti eventi culturali. Ritiene che il suo nuovo ruolo le aprirà ulteriori opportunità in questa direzione o agirà in senso contrario? A determinare la mia attiva partecipazione alla vita culturale ha certo contribuito, e in non piccola misura, il mio amore per l'arte. Tuttavia la cosa più importante per lo sviluppo di quest'ambito è senz'altro l'iniziativa sociale e i contatti professionali e artistici, il sostegno e la fattiva collaborazione di molti esponenti della cultura, delle organizzazioni sociali e un reale interesse dei cittadini. La mia predilezione va proprio a queste iniziative ricche di contenuto e capaci di interessare il maggior numero possibile di persone. E il fatto che esse vadano moltiplicandosi è significativo della crescente importanza che i valori della cultura assumono per la Russia contemporanea. E, conseguentemente, delle maggiori possibilità per i nostri due paesi di sviluppare un ampio e multiforme dialogo in ambito umanistico. I profondi cambiamenti politici ed economici verificatisi in Russia negli ultimi 15 anni hanno contribuito a cambiare il ruolo della donna nella società? Prima di rispondere a questa domanda vorrei soffermarmi su una pagina della storia del movimento femminile in Russia di cui abbiamo recentemente celebrato una data memorabile: il centenario dell'apertura del Primo congresso femminile di tutta la Russia. È l'avvenimento che ha segnato l'inizio di un'effettiva partecipazione delle donne alla vita della società, e di un aumento della loro azione sociale. E le delegate del congresso affluite a San Pietroburgo da ogni parte della Russia, hanno proclamato i propri diritti politici e civili. Devo dire che nel nostro paese, durante tutto il secolo passato, il ruolo delle donne è diventato sempre più importante. E sono state numerose le donne russe che hanno dato lustro al nostro paese davanti a tutto il mondo: scienziate, esponenti della cultura, collaudatrici di aerei e perfino cosmonaute. Negli ultimi decenni le donne della Russia diventano sempre più attive nella società e questo, indiscutibilmente, anche grazie alle profonde trasformazioni democratiche che abbiamo conosciuto. Sì, le donne continuano a giocare un ruolo fondamentale nel consolidamento dei tradizionali valori familiari, sono come prima particolarmente numerose nei sistemi dell'istruzione e della sanità pubbliche e sempre più presenti anche nel campo della cultura. Tuttavia i rapidi cambiamenti in atto nel mondo moderno le rendono anche più sicure delle loro forze, ed esse con sempre maggiore determinazione entrano nel mondo della politica, degli affari, e in tutte quelle sfere che fino a poco tempo fa erano considerate appannaggio maschile. E va detto che anche qui ottengono impressionanti successi. Mostrano d'essere professionalmente attrezzate - non difettano loro competenza, resistenza alla fatica e bravura - e si adattano facilmente a ogni novità. E il segreto del successo è uno solo: lavoro e perseveranza. Di qualità del genere, voglio notare, le donne ne hanno da vendere. Non teme che il processo di globalizzazione in atto nel mondo possa influire in qualche modo sulla cultura russa e su quelle delle più di centocinquanta etnie che popolano il territorio della Federazione? Non credo che ci siano particolari motivi per preoccuparsi. La cultura russa ha alle spalle una storia secolare e oltre a costituire parte integrante, e di grande rilievo, del patrimonio culturale mondiale, occupa saldamente il posto che le compete in questo ambito sopranazionale. Non solo, ma in essa si sono organicamente intrecciati oltre ai valori dell'umanesimo, della libertà della persona e del servizio alla società anche una molteplicità senza uguali di tradizioni culturali dei popoli della Russia che costituiscono l'unica nazione. La cultura della Russia, come pure del suo popolo è sempre stata ricettiva e aperta al reciproco arricchimento fra etnie diverse. In Russia, da tempi immemorabili convivono diversi popoli e nazionalità, con uno scambio costante dei propri valori spirituali. Tutto questo ha arricchito la nostra cultura nazionale e consolidato e rafforzato la nostra stessa società. Faccio notare che proprio in condizioni di globalizzazione una simile esperienza, davvero senza pari, di dialogo interculturale ha un valore inestimabile. Esso favorisce un atteggiamento di reciproco rispetto nei rapporti tra popoli, lega genti dalle più disparate tradizioni culturali e al tempo stesso le aiuta a conservare la propria identità culturale. Ripeto, sotto questo riguardo la cultura russa riveste una particolare importanza per il mondo intero. Qual è stato il suo primo pensiero quando ha saputo di essere diventata la First Lady della Russia? È una domanda personale e rispondo, se permette, molto brevemente. Ho accolto la notizia tranquillamente. Certo, ho subito avvertito un'enorme responsabilità. Ecco cosa ho pensato in quel momento. I suoi interessi culturali spaziano in molti ambiti. Può individuarne uno al quale lei, come First Lady, darebbe la preferenza? Ho in parte già risposto alla sua domanda. Però vorrei, a mia volta, chiederlo a lei: è in grado di enucleare, nella ricchezza della cultura, qualcosa che sia interessante e importante in modo esclusivo? Penso che sia quasi impossibile. Infatti, per tutta la vita, siamo portati a cercare, a provare e apprendere, ed è in questo il senso della vita. Sì, nelle varie sue tappe le nostre passioni e acquisizioni possono subire dei cambiamenti, e questo a causa di molti fattori. Penso che le mie preferenze in futuro dipenderanno molto da quanto esse saranno richieste e torneranno utili alla nostra gente e alla nostra società. Una cosa la posso dire: di lavoro, incontri, iniziative ce ne sono già molti. Più in là, vedremo. A suo parere, chi degli stilisti di moda russi ha più probabilità di "sfondare" sui mercati italiani e europei? Penso che la domanda arrivi un po' in ritardo. Gli stilisti russi contemporanei si sono già fatti valere e operano attivamente sul mercato internazionale dell'alta moda. Maestri come Valentin Judashkin, Vjaceslav Zajtsev, Denis Simachev e molti altri sono conosciuti in tutto il mondo. Partecipano alle sfilate di moda e presentano regolarmente le proprie collezioni sia in patria che all'estero, in particolare in vari paesi d'Europa. E Mosca è riuscita a diventare uno dei centri riconosciuti dello stile e dell'eleganza mondiali. Per concludere la nostra conversazione vorrei aggiungere una cosa: abbiamo iniziato parlando della cultura e della cooperazione culturale tra i nostri paesi. Anche la moda fa parte della nostra cultura. E la Russia - che ha sempre avuto apprezzati maestri in particolare nelle arti applicate e decorative, nell'oreficeria e nel design - è perfettamente in grado di diventare un modello in tutti i questi campi. Lasciate ancora un po' di tempo ai nostri designer e, ne sono convinta, presto stupiranno gradevolmente il mondo intero. E mi permetta di trasmettere a tutti i lettori della sua rivista i miei migliori auguri.

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Terremoto: Romagna in colonna (sezione: Globalizzazione)

( da "Fò Romagna, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Versione stampabile Terremoto: Romagna in colonna Terremoto - Mentre è in corso una ricognizione per verificare se ci sono danni sul nostro territorio LA PROTEZIONE CIVILE DI FORLI'-CESENA E' IN PARTENZA PER L'ABRUZZO SCONVOLTO DAL SISMA Nella colonna mobile dell'Emilia-Romagna anche 4 volontari (2 di Forlimpopoli e 2 di Modigliana) A seguito dell'evento sismico che ha scosso Forlì e la Romagna alle 22,26 di domenica 5 aprile, l'Assessorato alla Protezione Civile della Provincia di Forlì-Cesena comunica che la scossa registrata, pari 4.6 della scala Richter, ha interessato principalmente i comuni della pianura forlivese, ma è stata avvertita distintamente su tutto il territorio provinciale. Si è trattato di un sisma profondo a carattere sussultorio. L'Ufficio Protezione Civile e le 34 associazioni della rete del Volontariato si sono immediatamente attivati per effettuare una ricognizione dei danni. Al momento non risultano conseguenze sul territorio. La ricognizione è ancora in corso, avviene in stretta collaborazione con i Comuni ed il Comando dei Vigili del Fuoco e riguarda soprattutto gli edifici di interesse pubblico. Per quanto riguarda il gravissimo sisma che ha colpito l'Abruzzo, si informa che è in partenza la Colonna Mobile della Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna con un presidio medico avanzato e un modulo di assistenza alla popolazione. A questa prima fase di intervento è interessata anche la Protezione Civile di Forlì-Cesena, che infatti è stata allertata ed è perciò pronta a recarsi sui luoghi del disastroso terremoto. In particolare alle 17 di oggi parte per l'Abruzzo una prima squadra formata da 4 volontari (2 di Forlimpopoli e altrettanti di Modigliana) del Coordinamento Provinciale di P.C., mentre hanno già dato la disponibilità altre Associazioni presenti nel territorio di Forlì-Cesena. (06 aprile 2009)

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Terremoto in Abruzzo: la Protezione civile si mobilita (sezione: Globalizzazione)

( da "Quotidiano.it, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Terremoto in Abruzzo: la Protezione civile si mobilita Porto San Giorgio | Da domani tre volontari per ogni gruppo comunale di Protezione civile: a disposizione oltre 500 posti letto degli alberghi di Porto San Giorgio. di Chiara Marzan i soccorsi Il terremoto che ha fortemente colpito la Regione Abruzzo nella scorsa notte si è sentito anche nelle Marche e il Sindaco di Porto San Giorgio è intervenuto a riguardo garantendo solidarietà, ospitalità per gli oltre 100.000 sfollati oltre agli uomini del gruppo comunale della Protezione Civile da mandare sul luogo del disastro "A seguito del terremoto registrato nella primissima mattinata in Abruzzo - sono le parole di Agostini - ci siamo subito allertati per tutti i provvedimenti del caso. Innanzi tutto, l'assessore ai lavori pubblici Lauro Salvatelli e l'ing. Sisi si sono recati presso le scuole a verificare che non si fossero registrati danni, specie laddove ancora oggi i bambini delle elementari hanno avuto lezione. Contemporaneamente abbiamo preso contatti con la Protezione civile regionale Marche cui abbiamo dato disponibilità di uomini, mezzi e attrezzature per intervenire in soccorso se e come richiesto. Già da domani, tre nostri uomini verranno inviati sul posto. Inoltre, abbiamo dato disponibilità di strutture alberghiere per circa 500 posti a recepire le istanze delle decine di migliaia di coloro dovranno abbandonare già oggi l'abitazione devastata dal terremoto." Il terremoto, di 5,8 gradi della scala Richter, si è registrato alle 3.32 di notte con epicentro nel cuore dell'Abruzzo a circa 10 km dall'Aquila. La scossa è stata perfettamente sentita in tutto il centro Italia, dalla Romagna a Napoli. Un primo bilancio parla di circa 100 morti, oltre 100.000 sfollati e edifici danneggiati per un totale di circa 10/15.000 unità con danni anche al patrimonio storico e artistico della Regione. 06/04/2009

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Paesi distrutti, edifici crollati 1.500 feriti, 250 dispersi. In 100 mila sono senza casa Piove: difficoltà nei soccorsi (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Colpita in particolare L'Aquila. Onna, un paese cancellato dalle mappe Terremoto in Abruzzo: oltre 100 morti I feriti sono 1.500, 100 mila gli sfollati Il sisma di 5,8 gradi Richter avvertito alle 3,32 in tutto il Centro Italia. 10-15 mila edifici crollati o danneggiati Onna, uno dei centri più colpiti dal sisma (Arcieri) L'AQUILA - Sono più di cento i morti e un centinaio i dispersi causati dal terremoto che nella notte ha colpito l'Abruzzo. È l'ultimo aggiornamento del bilancio diffuso dalla Protezione civile, che in un crescendo durato tutta la giornata ha dovuto via via ritoccare quello che assomiglia sempre di più a un bollettino di guerra. Le prime notizie, all'alba, parlavano di una quindicina di vittime. Ma è stato subito chiaro che il numero sarebbe stato destinato a crescere con il passare delle ore e con la rimozione delle macerie sotto cui sono rimaste sepolte centinaia di persone sorprese nel sonno. SCOSSA NELLA NOTTE - La scossa principale si è registrata attorno alle 3,30 e ha fatto registrare 5,8 gradi della scala Richter. L'epicentro è stato individuato a una decina di chilometri dall'Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro-sud d'Italia, dalla Romagna a Napoli. Oltre ai morti e ai dispersi, i feriti sono circa 1.500 e si calcola che siano almeno 100 mila gli sfollati, intere famiglie costrette ad allontanarsi dalle proprie abitazioni. Una prima stima parla di 10-15 mila edifici danneggiati con pesanti danni al patrimonio storico e artistico della regione. STATO DI EMERGENZA - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha firmato lo stato d'emergenza (mobilitando esercito, aeronautica e carabinieri) e ha affidato la gestione a Guido Bertolaso, ha annullato la prevista visita ufficiale a Mosca e si è subito recato all'Aquila insieme ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Il capo della Protezione civile, che è giunto in Abruzzo nelle prime ore dopo il sisma, ha parlato di una «situazione drammatica, la peggiore tragedia di questo inizio millenio». Dopo l'arrivo all'Aquila, Berlusconi ha tenuto una prima conferenza stampa per fare il punto sulla situazione. «In volo ho visto che dovunque c'è un crollo, c'è qualcuno che aiuta. Nessuno sarà lasciato solo», ha detto il presidente del Consiglio, annunciando tra l'altro l'immediato stanziamento di fondi per fare fronte all'emergenza. IL PAPA E IL PRESIDENTE - Sia Benedetto XVI sia il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, hanno inviato messaggi di solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto. E lo stesso hanno fatto i capi di Stato e di governo delle altre nazioni. La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo ed è stata riportata in apertura da tutti i principali siti di informazione internazionali. Velocissimi anche i messaggi e le testimonianze giunti via web. «IMPOSSIBILE PREVENIRE» - Il terremoto è avvenuto alle 3,32 di lunedì notte alla profondità di 8,8 km. Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, ha dichiarato che un sisma di 5,8 gradi Richter è considerato «moderato, con un'intensità 30 volte inferiore a quella che nel 1980 devastò l'Irpinia». L'Abruzzo, che è situato in una delle zone a maggiore rischio sismico della penisola, è interessato da uno sciame di terremoti iniziato lo scorso 16 gennaio con centinaia di scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in guardia della scorsa settimana su un'imminente scossa del ricercatore Giuliani, poi indagato per procurato allarme. CENTRI URBANI DEVASTATI- Centinaia gli edifici crollati completamente o in parte, migliaia quelli lesionati e inagibili. «Il centro storico di L'Aquila è devastato, e anche le case nuove ci vorrà tempo per controllare tutti gli edifici. Quasi tutta la città è inagibile», ha detto il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente. Gli sfollati potrebbero essere 45-50 mila solo all'Aquila, e altrettanti in provincia. I soccorsi sono resi difficili dalle continue scosse di assestamento che rischiano di far crollare gli edifici danneggiati e dal fatto che la prefettura, dalla quale si dovevano coordinare i soccorsi, è interamente distrutta. Anche la sede della provincia e altri uffici regionali sono pesantemente compromessi. Il sindaco dell'Aquila ha invitato i cittadini «a lasciare immediatamente il centro storico, perché anche le case non crollate possono essere gravemente lesionate». Uno degli edifici maggiormente danneggiati del capoluogo era stato la Casa dello studente: si temeva che vi fossero molte vittime, invece nel pomeriggio è arrivata la notizia che sei ragazzi sono stati estratti vivi dalle macerie della palazzina. GLI ALTRI COMUNI - Anche dai paesi vicini al capoluogo arrivano notizie di vittime e danni ingenti. Una delle situazioni più drammatiche è a Onna, dove il 50% delle case è crollato e l'altro 50% è danneggiato. Il presidente della provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane, ha dichiarato che a Onna ci sono venti morti accertati e almeno 40 persone sotto le macerie. «Onna è un paese di anziani - ha detto Pezzopane -. Se non arrivano i figli a dire chi è scomparso, magari nemmeno lo si viene a sapere». A Fossa ci sono 4 morti: un bambino russo di 3 anni e tre anziani. A Paganica è deceduta la badessa del convento di Santa Chiara ed è in allestimento un campo per 2 mila persone. A Villa S.Angelo si registrano otto vittime e nove dispersi. Diversi edifici lesionati anche a Sulmona e a Castel di Sangro, dove però non risultano feriti. Inagibile il tribunale di Avezzano. Secondo la Protezione civile, oltre a L'Aquila, i Comuni più colpiti dal sisma sono: San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo, Paganica, Fossa, Villa Sant'Angelo (90% degli edifici crollati), San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. Particolarmente colpito il patrimonio artistico e storico dell'Abruzzo. LA MACCHINA DEI SOCCORSI - Già alle prime luci dell'alba la situazione nel capoluogo si è presentata drammatica. A metà mattinata c'erano ancora cadaveri estratti dalle macerie e adagiati in terra coperti da un lenzuolo. Per le strade vagavano centinaia di persone in stato di choc, molte con coperte sulle spalle, altre ancora in pigiama. La Protezione civile ha diramato nel primo pomeriggio la lista dei luoghi dove i senzatetto possono recarsi: caserma Rossi, gli stadi Fattori e Acquasanta, al campo sportivo di Centicolella e in piazza d'Armi, dove si stanno allestendo le tendopoli. Ma le persone uscite in strada in quanto temevano crolli per le scosse di assestamento se fossero restate nei loro edifici lesionati, hanno nelle prime ore ostacolato la gestione organizzata dei soccorsi. All'ospedale (rimasto senza acqua potabile e dichiarato inagibile al 90%) si sono effettuati i primi interventi in piena emergenza. Un ospedale da campo è in arrivo dalle Marche. I feriti più gravi sono stati trasferiti in elicottero in altri ospedali abruzzesi, a Rieti e a Roma. Maroni ha annunciato che sono in arrivo all'Aquila 1.500 vigili del fuoco, cento poliziotti e cento carabinieri da varie parti d'Italia. SFOLLATI E FERITI - Oltre a quelli del capoluogo, per gli sfollati sono in corso di allestimento altri attendamenti nelle frazioni vicine per un totale di circa 7 mila posti. Altri saranno realizzati non appena arriveranno all'Aquila le colonne mobili partite da varie regioni, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e dell'Esercito. Inoltre saranno attrezzati come ricoveri gli impianti sportivi al coperto. Sono 4 mila i posti letto in alberghi e campeggi messi a disposizione a Pescasseroli, nel Parco nazionale d'Abruzzo, più altri 4 mila sulla costa. Maroni ha assicurato che «gli sfollati saranno tutti sistemati in tempi rapidi». Il ministro dell'Interno ha poi spiegato che non ci sono problemi per i feriti: «I posti sono sufficienti, quelli gravi sono stati già evacuati». Matteoli ha reso noto che le Ferrovie hanno messo a disposizione carrozze con cuccette. Per le persone che saranno ospitate in strutture alberghiere sulla costa, saranno messi a disposizione autobus dei trasporti pubblici che partiranno dal terminal di Collemaggio. Dopo alcune ore, il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha detto che è rientrata l'esigenza per la donazione di sangue. DANNI IN ALTRE ZONE - Crolli di cornicioni e lesioni vengono segnalati anche in provincia di Pescara, ma non si evidenziano feriti. Una palazzina con gravi lesioni è stata evacuata a Sora, in provincia di Frosinone. Danni anche in alcuni centri della provincia di Rieti. Un ferito a Palena, in provincia di Chieti, dove un uomo si è lanciato per la paura dal terzo piano. EDIFICI PUBBLICI E COLLEGAMENTI - La rete della telefonia mobile e fissa nelle zone colpite dal terremoto è stata rimessa in funzione. L'80% delle 15 mila utenze di energia elettrica saltate è stata ripristinata già entro le 9. Le linee ferroviarie principali sono tutte operative, mentre sono in atto gli accertamenti sulle linee regionali. In corso verifiche sui tratti autostradali, alcuni dei quali sono stati chiusi. In corso lavori di riparazione sugli acquedotti nel Teramano e a Pescara. Chiuse le scuole: «Prima di riaprirle faremo molti accertamenti», ha detto il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. Le carceri hanno invece «complessivamente tenuto», ha dichiarato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. OFFERTE DI AIUTO - Oltre che da tutte le regioni italiane, offerte di aiuto sono arrivate da molti Paesi e dalla Commissione europea. «In questo momento possiamo dire che la macchina italiana è perfettamente in grado di far fronte alle esigenze», ha detto Agostino Miozzo, dirigente della Protezione civile. «Se nel corso delle operazioni dovessimo avere problemi, i nostri amici sarebbero pronti a intervenire». Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante italiano presso l'Ue, ha dichiarato che Roma ha chiesto l'intervento del fondo europeo di solidarietà per le catastrofi naturali. ARRESTI PER SCIACALLAGGIO - Infine si registrano anche i primi arresti per sciacallaggio all'Aquila, annunciati dal capo della polizia, Antonio Manganelli: «Ho appena visto arrivare nella tendopoli adibita a questura degli arrestati che sono stati sorpresi mentre rubavano nelle case che erano state lasciate vuote». stampa |

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In Abruzzo si scava, 150 morti (sezione: Globalizzazione)

( da "Foglio, Il" del 06-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

6 aprile 2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, 150 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di Napolitano e del Papa Sarebbero gia' ben oltre cento, secondo fonti sanitarie, le vittime dello spaventoso terremoto che questa notte ha devastato la provincia dell'Aquila. Un bilancio, peraltro, che sarebbe destinato ad aggravarsi e che al momento non rende possibile dare cifre certe. Centinaia i feriti. Guido Bertolaso ha detto che i morti "sono superiori alle 70, ma i numeri esatti li daremo solo quando avremo tutta una serie di indicazioni e saremo certi che le famiglie sono state contattate". Il bilancio comprende anche "oltre 1500 feriti". "Attualmente, abbiamo oltre 1.000 soccorritori impegnati nelle varie attivita' nel centro storico dell'Aquila e nei vari centri storici di alcune delle frazioni limitrofe", ha ricordato Bertolaso, sottolineando come "la nostra missione sia quella di intervenire su tutti i punti dove ci sono le macerie ma con estrema cautela e grande attenzione, in modo da evitare di peggiorare una situazione gia' critica". Quello che ha messo in ginocchio la regione, ha ammesso il capo del dipartimento, e' stato un sisma "non molto esteso" ma "molto grave e violento". (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a 8,8 chilometri di profondita', quindi relativamente vicina alla superficie terrestre. Il sisma di questa mattina segue una serie di scosse di minore entita' che si sono registrate nell'area nei giorni scorsi. Impossibile, sostengono i vulcanologi, prevedere la drammatica scossa di questa mattina. Il sisma e' stato avvertito anche a Roma, dove numerose chiamate sono giunte ai centralini del 112 del Comando Provinciale dei Carabinieri, e in Molise, dove il pensiero dei cittadini impauriti e' immediatamente andato ai ricordi del sisma del 2002, e alle giovani vittime di San Giuliano di Puglia. Grossi i disagi alla viabilita', soprattutto sulle arterie che collegano la capitale a lAquila: le due autostrade, la A24 e la A25 sono state chiuse in alcuni tratti per verifiche tecniche e chiuse al transito dei mezzi pesanti. Le arterie, ha pero' assicurato il ministro Altero Matteoli, saranno riaperte all piu' presto, entro domani Drammatiche le immagini che si sono trovati davanti i primi soccorritori giunti sul posto. Molti gli edifici crollati, soprattutto nel centro cittadino. Tra quelli piu' gravemente danneggiati la Casa dello studente, in via XX Settembre, e l'Hotel Duca degli Abruzzi, uno degli alberghi piu' importanti della citta'. Molti i danni a monimenti e chiese, ancora difficili da quantificare. L'ospedale cittadino e' stato chiuso. Volontari della protezione civile, vigili del fuoco e cittadini scavano senza sosta tra i detriti. Un giovane e' stato estratto vivo dalle macerie dalla Casa dello Studente, in Via XX Settembre, altre 3 sono state salvata dal crollo della proprie abitazione. E una donna, sempre in un'edificio di via XX Settembre, e' ora in contatto con i soccorritori che lavorano per rintracciarla e soccorrerla. (Adnkronos) - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a bordo di un elicottero, sta sorvolando le zone colpite dal sisma di questa notte nell'Aquilano. La notizia e' stata comunicata presso la scuola della Guardia di finanza di Coppito, dove il premier, al termine del sorvolo delle aree colpite dal terremoto, incontrera' i mezzi di informazione per una conferenza stampa in cui verra' resa nota la dimensione della calamita'. TERREMOTO: ISTITUTO GEOFISICA, IMPOSSIBILE PREVEDERLO (AGI) - Roma, 6 apr. - "Nessuno al mondo poteva prevedere il terremoto di questa notte". Così Alberto Basili, dirigente del Centro Nazionale Terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, replica a chi sostiene che il sisma che ha colpito l'Abruzzo poteva essere previsto. "Non è possibile una previsione deterministica per prendere decisioni operative - ribadisce l'esperto - Non era possibile prevedere che dopo la sequenza delle scosse aquilane seguisse un evento come quello di questa notte. La storia sismica italiana ha segnato molti avvenimenti sismici senza che poi vi fosse una scossa forte". In merito all'allarme lanciato dal ricercatore dell'INFN dei Laboratori nazionali del Gran Sasso, Giampaolo Giuliani, allarme basato sull'analisi del gas radon sprigionato dalla crosta terrestre, Basili risponde: "Anche noi abbiamo delle sezioni che si occupano delle emissioni di gas ma non è in alcun modo a nostra disposizione uno strumento di previsione operativa; l'emissione più forte di gas non può significativamente giustificare l'allarme sismico. Non abbiamo la capacità di compiere previsioni operative in base a questo tipo di studi". Attualmente i ricercatori dell'Istituto stanno controllando le sequenze sismiche e comunicando i dati alla Protezione Civile: "Abbiamo inviato alcune squadre sul posto per localizzare gli eventi e analizzare più in dettaglio l'andamento della sequenza sismica, in particolare l'emigrazione degli epicentri". (AGI) In Abruzzo ci saranno scosse di assestamento "per molto tempo", ma inferiori per magnitudo a quella principale di stanotte. Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, intervistato da Skytg24. "Registreremo - ha spiegato - scosse di assestamento per molto tempo ma saranno piccole, in ogni caso più piccole di quella principale. In ogni caso - ha aggiunto - in questa zona la gente è fuori dagli edifici. Bertolaso sta operando perché chi non ha una casa sicura sia sistemato in modo adeguato. In questo senso - ha sottolineato - la situazione è sicura". In Italia, ha evidenziato, la vera questione non è quella dei terremoti: "Sono solo gli edifici malfatti che creano il problema. Ma questo è un fatto nazionale. Ci si emoziona dopo il terremoto ma poi non si interviene. Non fa parte della nostra cultura - ha detto costruire in maniera seria e adeguata". (Apcom) - La Rete Sismica Nazionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato un terremoto di Magnitudo 5.8 (Magnitudo Richter) (6.2 Mw=magnitudo momento) nella zona dell'Aquilano, il 6 aprile 2009 alle 3.32 (ora italiana). Le coordinate epicentrali risultano: Lat. 42.33N e Long. 13.33E. La profondità dell'ipocentro è pari a 8.8 km. Il terremoto è caratterizzato da un meccanismo di tipo estensionale, con piani di faglia orientati NW-SE e direzione di estensione NE-SW (anti-appenninica). La scossa è stata seguita da decine di repliche, la più forte delle quali è avvenuta alle 4.37 italiane con magnitudo pari a 4.6. Tutte queste scosse sono avvenute a profondità crostali (entro i 10-12 km), tipiche dei terremoti dell'Appennino. Questa circostanza determina un forte risentimento dello scuotimento in area epicentrale. Tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell'INGV hanno rilevato chiaramente le onde sismiche generate dalla scossa principale. La zona è stata oggetto di una sismicità frequente con caratteristiche di sciame sismico a partire dal mese di gennaio 2009, con centinaia di scosse tutte di modesta entità, fino all'evento di magnitudo 4.0 avvenuto il 30 marzo scorso. Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili: la zona in oggetto è stata sede in passato di forti terremoti. In particolare, l'attività di questi giorni si colloca tra la terminazione meridionale della faglia che si è attivata nel terremoto del 1703 (Int. MCS del X grado MCS, pari a Magnitudo circa 6.7) e i limiti settentrionali della faglia associata nei cataloghi al terremoto del 1349 e di quella denominata 'Ovindoli-Piani di Pezza'. L'Ingv ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale. Negli ultimi anni la zona non è stata interessata da forti terremoti. Subito dopo il manifestarsi dell'evento l'Istituto si è mobilitato inviando nell'area colpita le sue strutture di emergenza quali la rete mobile e altre squadre di rilevatori. (Apcom) - E' iniziato il 10 marzo il calvario per L'Aquila, oggi colpita da una scossa sismica di magnitudo 5.8 e da successive repliche di forte intensità: ed è polemica sul fatto che si siano 'trascurati' questi segnali, forse prodomici del sisma più grave. Il primo bilancio della Protezione civile parla di 31 vittime, 10mila case lesionate, centinaia di edifici crollati. Il 10 marzo si registrò una piccola scossa in provincia dell'Aquila tra i Comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila. Il terremoto fu registrato alle 12.25 con magnitudo 2.2 e non ci fu alcun danno. Poi, a distanza di tre giorni, il 13 marzo, altri due distinti eventi sismici, di carattere strumentale: il primo di magnitudo 1.3 con epicentro nei comuni di Pizzoli, Scoppito e L'Aquila. Il secondo di magnitudo 1.9 con epicentro tra i comuni di Lucoli, Tornimparte e L'Aquila, gli stessi colpiti oggi. Le scosse, lievi ma continue, avevano provocato allarme tra la popolazione: di fatto la zona dai primi mesi dell'anno, ha spiegato all'epoca l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è stata interessata da un'attività frequente e di bassa magnitudo: nei primi mesi del 2009 sono stati localizzati oltre 160 terremoti, tutti di magnitudo inferiore a 2.9, la maggior parte dei quali localizzata in un`area molto piccola (4-5 km in pianta). E a marzo, sempre secondo l`Ingv, allo stato attuale delle conoscenze si poteva affermare che la sequenza dei mesi scorsi non aveva alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Il 17 marzo una nuova scossa, questa volta di intensità maggiore: 3.6 di magnitudo. L'epicentro sempre nell'aquilano, tra Sulmona, Campo di Giove, Pettorano sul Gizio e Canzano. Ogni giorno si registrano repliche: il 18 marzo una lieve scossa di magnitudo 2.2 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila e poi a breve un'altra di magnitudo 1.4. Poi qualche giorno di tregua e si ricomincia il 24 marzo con una scossa lieve: magnitudo 1.8. Ancora, il 27 tra i comuni di Collimento, Villagrande e L'Aquila un sisma di magnitudo 2. Il 30 marzo si registra un aumento nell'intensità del sisma: alle 15.38 un terremoto di magnitudo 4.0 con epicentro a circa 10 chilometri di profondita tra i comuni di Pizzoli, Collimento e L'Aquila. Ci sono state anche alcune repliche di magnitudo inferiore (3.5 e 2.4) e la popolazione inizia ad avere paura: centinaia furono le chiamate ai centralini dei vigili del fuoco, di polizia e carabinieri. E la Regione Abruzzo è intervenuta per smorzare le polemiche e placare l'ansia: "Si sta procedendo alla valutazione dei danni agli edifici che al momento risultano di piccola entità. Non ci sono i presupposti per prevedere da parte delle strutture preposte altre scosse sismiche di alcuna intensità - avevano detto - Tutte le informazioni diffuse di altro contenuto sono da ritenersi false e prive di ogni fondamento". Tutto il giorno la zona è stata interessata da un'intenso sciame sismico: il sindaco decise la chiusura delle scuole e su richiesta del capo del dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, si riunirono gli esperti della Commissione Nazionale per la Previsione e la Prevenzione dei Grandi Rischi. L'uno e il due aprile nuovi sciami sismici di moderata intensità. Poi, ieri sera alle 22.48 una nuova scossa di 3.9 gradi della scala Richter con epicentro a L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppito e un'altra alle 0.39 di 3.5 gradi. Infine, stamattina alle 3.32 una fortissima scossa, magnitudo 5.8 equivalente all'ottavo-nono grado della Mercalli, avvertita in tutto il centro Italia, dall'Adriatico al Tirreno e con epicentro all'Aquila. La replica di magnitudo 4.6 e uno sciame sismico che ancora non accenna a diminuire: al momento il primo bilancio parla di decine di morti, centinaia di edifici crollati, oltre 10mila abitazioni lesionate. Una tragedia "senza precedenti dall'inizio del millennio", come hanno detto Guido Bertolaso e il premier Silvio Berlusconi. "Faremo il meglio possibile". Lo ha garantito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando a Radio Uno. "Abbiamo la migliore protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile", ha aggiunto il premier. "Speriamo che il numero delle vittime non sia destinato a salire troppo", ha concluso Berlusconi che ha deciso di saltare la visita a Mosca per recarsi a L'Aquila. (Mon/Col/Adnkronos) (Adnkronos) - L'Esercito, fin dall'inizio dell'emergenza, ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dall'evento sismico. Lo rende noto un comunicato dello Stato Maggiore dell'Esercito specificando che un plotone del 33° reggimento ''Artiglieria'' è già operativo sulla città dell'Aquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso l'abitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento ''Genio'' di Roma è già in ricognizione sulla città dell'Aquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo DO228 Dornier dell'Aviazione dell'Esercito stanno effettuando attività ricognitive sulle zone dell'epicentro sismico mentre sono pronti su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria. Sentimenti di vicinanza e solidarietà al presidente della Regione, al sindaco de L'Aquila e alle altre autorità locali sono stati espressi dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "profondamente colpito dalle tragiche notizie relative al terremoto" in Abruzzo e "le cui conseguenze sono ancora in via di doloroso accertamento". Lo riferisce una nota del Quirinale. Napolitano si mantiene in stretto contatto con il sottosegretario Guido Bertolaso, capo della Protezione civile, che coordina tutte le azioni di soccorso e di assistenza volte a fronteggiare l'emergenza. (AGI) (Adnkronos) - Benedetto XVI esprime la propria partecipazione per il dolore delle care popolazioni colpite dal terremoto. E' quanto si legge in un telegramma inviato dal Pontefice attraverso il suo segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, all'arcivescovo dell'Aquila, mons. Giuseppe Molinari. "La drammatica notizia del violento terremoto - si legge nel testo - che ha scosso il territorio di codesta arcidiocesi ha riempito di costernazione l'animo del Sommo Pontefice". "Nell'assicurare fervide preghiere - prosegue il testo - per le vittime e in particolare per i bambini, sua Santità invoca dal Signore il conforto per i loro famigliari e mentre rivolge un'affettuosa parola di incoraggiamento ai superstiti e a quanti in vario modo si prodigano nelle operazioni di soccorso, invia a tutti una speciale benedizione apostolica". (Apcom) - Il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha raggiunto telefonicamente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Bertolaso e il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, per informarsi personalmente sulle operazioni di soccorso e sugli sviluppi della tragedia sismica che ha colpito l'Abruzzo. Un evento devastante - si legge in una nota di palazzo Madama - che ha provocato purtroppo morte, disperazione ed enormi danni. Il Presidente Schifani, sottolineando la sua profonda vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma, continuerà a seguire da vicino l'evolversi della situazione. (Adnkronos) - Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, sta seguendo personalmente l'evolversi della situazione a seguito del terremoto in Abruzzo e si mantiene in contatto con lo Stato Maggiore della Difesa, che lo aggiorna costantemente. Per tale emergenza La Russa ha annullato tutti gli impegni previsti per la mattinata. Lo rierisce l'Ufficio Stampa del ministero della Difesa. (Foto Ansa) Una potenza maggiore della bomba atomica - Leggi - Leggi L'Aquila, ritratto di una città a pezzi- Leggi Quella in Abruzzo l'ultima di una lunga serie di tragedie- Leggi I terremoti non sono fenomeni straordinari

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