CENACOLO
DEI COGITANTI |
La sociologa delle città
globali ( da "Manifesto,
Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Una sociologia della
globalizzazione (Einaudi, Torino 2008); Globalizzati e scontenti (Il
Saggiatore, Milano 2002); Migranti, coloni, rifugiati: dall'emigrazione di
massa alla fortezza Europa (Feltrinelli, Milano 1999); Città globali: New York,
Londra, Tokyo (Utet, Torino, 1997);
Annullata marcia degli
operai ( da "Manifesto,
Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: CINA Annullata marcia degli operai
È stata annullata la marcia di un migliaio di operai licenziati che erano
partiti l'altroieri sera da Shijiazhuang, nella provincia dell'Hebei, per
raggiungere Pechino, dove intendevano protestare presso le autorità centrali.
Prove di disgelo. Una
delegazione Usa giunta all'Avana ( da "Manifesto,
Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dal 2001 le vendite Usa (specie
agricole) a Cuba sono andate via via aumendo e oggi l'intercambio è sui 700
milioni di dollari l'anno. Ormai gli Stati uniti sono il quinto partner
commerciale di Cuba dopo Venezuela, Cina, Canada e Spagna. La liberalizzazione
dei viaggi per i cittadini Usa avrebbe un doppio impatto: porterebbe un enorme
aumento nell'
"Ma la crisi non è
solo economica È anche politica e culturale"
( da "Stampa, La" del
06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina scelga una via, come lei dice,
kantiana. «Kant pensava che la pace nel mondo dovesse presupporre l'affermarsi,
ovunque, di regimi repubblicani, non di autocrazie. Mi pare che la Cina di oggi
sia governata da una oligarchia; un'oligarchia illuminata per gli aspetti
attinenti all'economia, fondata sulla cooptazione dentro un partito comunista
che ha 60 milioni di iscritti e recluta
Scossa di terremoto tra le
Marche e la Romagna e nell'Aquilano
( da "Rai News 24" del
06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Lo rende noto il Dipartimento della
Protezione civile. Il dato tecnico e' dell'Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia. La scossa e' avvenuta alle ore 22.20. Dalle verifiche della
Protezione civile, non risultano al momento danni a persone o cose. Scossa
avvertita fino a Trieste E' stata avvertita anche a Trieste la scossa di terremoto
che intorno alle 22:
Forte scossa tra Marche ed
Emilia ( da "Corriere.it"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le verifiche della protezione
Civile, insieme con Vigili del Fuoco e Prefetture, non segnalano danni a
persone o cose. Proprio per la profondità del sisma, ha spiegato l'ing.
Demetrio Egidi, responsabile della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna, l'area
di risentimento, dove cioè è stata avvertita, è stata vasta: ci sono state
segnalazioni dalla Toscana,
Lanciato il missile
coreano ( da "Corriere.it"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina è alleata della Corea del
Nord e non ha finora chiarito quale posizione intenda prendere nel Consiglio di
sicurezza dell'Onu. Pechino ha promosso e ospitato i colloqui a sei con le due
Coree, gli Usa, il Giappone e la Russia iniziati nel 2003.
Pyongyang lancia il
missile, ma non in orbita ( da "Giornale
di Brescia" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: i negoziati sul disarmo nucleare di
Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per
«ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha
condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le
parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation
di tensione nella penisola coreana.
Gli Usa: violate le
risoluzioni Onu, sanzioni ( da "Giornale
di Brescia" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in primo piano Gli Usa: violate le
risoluzioni Onu, sanzioni Riunito d'urgenza il Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite, ma Cina e Russia frenano NEW YORK Sedici ore dopo il lancio di
un missile balistico nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite si riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al
regime di Pyongyang.
Dura condanna
dell'Occidente: A rischio stabilità della regione
( da "Giornale di Brescia"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Russia, Usa e Giappone).
Pechino, alleata della Corea del Nord, ha invece «preso atto» del lancio,
auspicando che «tutte le parti interessate rimangano calme ed esercitino la
moderazione, gestiscano la situazione in modo appropriato e lavorino insieme
per salvaguardare la pace e la stabilità nella regione».
Corea, lanciato il missile
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ban Ki-Moon, si è rammaricato che
la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la
ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui
partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la
fiducia e il ripristino del dialogo».
Gli Usa chiedono una
risoluzione Onu ( da "Tribuna
di Treviso, La" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Sarà difficile ottenerla
rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a
nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc
l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del
presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere
vincolanti, le violazioni devono essere punite»
la corea del nord lancia
il missile nel mondo torna la paura nucleare - federico rampini
( da "Repubblica, La"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: D´altra Russia e Cina hanno
invitato alla moderazione. Il governo di Pechino, vero protettore della Corea
del Nord, ha esortato «tutte le parti a mantenere la calma». Il vincitore nella
prova di forza per ora è Kim Jong Il, il "monarca rosso" che di
recente veniva dato per spacciato.
obama tra afghanistan e
pakistan - ahmed rashid ( da "Repubblica,
La" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dal canto loro, gli Usa dovranno
riprendere a dialogare con l´Iran, e rifondare su nuove basi i rapporti con
l´Asia centrale e la Russia, ignorate da Bush in relazione al contesto afgano.
Lo stesso vale per la Cina, che potrebbe diventare un investitore di rilievo in
Afghanistan.
una rivoluzione -
washington ( da "Repubblica,
La" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Come risponde alle critiche di
paesi come Cina e India sui temi ambientali? «Da un punto di vista morale hanno
perfettamente ragione. Noi abbiamo mangiato l´antipasto, il primo, il secondo e
il dessert, India e Cina sono arrivati al momento del caffè e noi gli chiediamo
di dividere l´intero conto?
Berlusconi: andrò a
Washington ( da "Libertà"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che comprende i leader di Polonia,
Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora l'Italia. In
conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso
di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e
solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.
di IRMA ZANETTI Per
effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul
quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare
ci ( da "Libertà"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di IRMA ZANETTI Per effetto della
globalizzazione, che io vedo come un gigantesco ottovolante sul quale noi tutti
si viene centrifugati per l'eccessiva velocità, gli eventi pare ci travolgano
soltanto e noi non si possa fare altro che cercare di districarsi al meglio in
una quotidianità ormai stravolta e capovolta di IRMA ZANETTI Per effetto della
globalizzazione,
cinto, la protezione
civile si presenta ( da "Nuova
Venezia, La" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Protezione Civile si presenta
CINTO CAOMAGGIORE. Non c'è stato il volo della Colombina dal campanile della
Chiesa di San Biagio, ma una scalata ed una discesa libera con corde di due
audaci vigili del fuoco, i capisquadra Gianfranco Maranzan e Raffaele Ongaretto
che con il saggio dimostrativo hanno dato la conferma dell'
La Corea del Nord sfida il
mondo ( da "Tempo,
Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Giappone e Corea del Sud hanno
condannato duramente il regime comunista e, d'intesa con gli Usa, hanno chiesto
e ottenuto la convocazione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
L'obiettivo è votare all'unanimità un documento che preveda contromisure forti.
Ma sarà difficile convincere Cina e Russia a votarlo.
Abstract: soprattutto la Cinquecento e le Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «È stata enfatizzata una divisione che non c'era.>
TOKYO - La Corea del Nord,
in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro
alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi
vant ( da "Adige,
L'" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dialogo a Sei» (i negoziati sul
disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia,
Giappone e Cina). E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il lancio,
Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in
modo che non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.
il premier: barack mi ha
invitato a washington e su ankara si deve cercare un compromesso
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che comprende i leader di Polonia,
Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora l'Italia. In
conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto ansioso
di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo alla fine e
solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.
e' stata una fatalità a
uccidere carmine ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: nel complesso edilizio della
Protezione civile, in via San Michele. «Abbiamo fatto quello che potevamo -
racconta addolorato il coordinatore della Protezione civile comunale goriziana,
Giacomo Preite -. Abbiamo portato il nostro cordoglio, la nostra vicinanza in
particolare alla moglie di Carmine, che è comprensibilmente distrutta dal
dolore.
G8 e G20, ruoli diversiper
le sfide del mondo ( da "Secolo
XIX, Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: una sorta di G2 con Usa e Cina
solamente: ma se consideriamo che nemmeno all'apice della guerra fredda il
mondo era diviso perfettamente a metà vista l'affermazione dei cosiddetti Paesi
non allineati, ci rendiamo perfettamente conto di come, con il procedere
innanzi della storia e con la complessità crescente dei nostri modelli sociali,
La partitadelicatadi usa e
cina ( da "Secolo
XIX, Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La partitadelicatadi usa e cina
l'analisi nALL'EPOCA della guerra fredda Raymond Aron riteneva improbabile,
anche se non impossibile, lo scoppio di un conflitto nucleare globale. Anche se
uno dei due principali contendenti non poteva essere considerato una democrazia
secondo nessun parametro, una delle ragioni di quel relativo ottimismo stava
nel carattere quanto meno razionale,
COREA NORD: LANCIATO
MISSILE, OCCIDENTE S'INFURIA / ANSA
( da "Secolo XIX, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina e Russia. Washington sostiene
che la Corea del Nord ha violato la risoluzione 1718 adottata nel 2006 dopo
l'esplosione della prima bomba atomica e che vieta a Pyongyang nuovi test
nucleari e balistici. Per Usa, Giappone e Corea del Sud si è trattato del test
di lancio di un missile balistico a lunga gittata (6.
Partite da Roma 2 colonne
di mezzi della Protezione civile ( da "Rai
News 24" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Aquila | 6 aprile 2009 Partite da
Roma 2 colonne di mezzi della Protezione civile Il capo della Protezione Civile
Guido Bertolaso Due colonne mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione
civile della Regione Lazio sono gia' in viaggio verso le zone colpite dal sisma
in Abruzzo in raccordo con il Dipartimento nazionale.
La rivoluzione copernicana
di Barack Obama dopo otto anni di Bush parte innanzitutto da ...
( da "Messaggero, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Con la Cina e la Russia
l'operazione mano tesa è decisamente avviata: con Pechino la Clinton ha deciso
di accantonare il nodo dei diritti civili per puntare sulla indispensabbile
partnership in campo economico. Con Mosca invece netta l'inversione di tendenza
sullo scudo missilistico in Europa dell'Est e apertura piena sul piano del
disarmo nucleare.
SEMBRA trascorso un
secolo. Ma solo tre anni fa i giornali anglosassoni dipingevano l'Itali...
( da "Messaggero, Il (Pesaro)"
del 06-04-2009) + 6 altre fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della globalizzazione e con una
presenza inconsistente nei servizi avanzati e nella finanza innovativa. Sicché
nel 2005 sulla copertina del britannico Economist la nostra penisola fu
raffigurata sorretta da due piccole stampelle, mentre quella dell'americano
Time immortalò il David di Michelangelo impegnato in un braccio di ferro con un
minaccioso guerriero cinese di terracotta.
Il lancio è fallito. Ma il
pericolo e la provocazione restano. Il vettore nordcorea...
( da "Messaggero, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ma avendo chiaro che il Trattato
entrerà effettivamente in vigore solo se sarà ratificato anche da Cina,
Israele, India, Pakistan, Corea del Nord (paesi che posseggono armi nucleari),
Iran (che ha in corso un progetto nucleare civile che potrebbe avere anche
sbocchi militari), Egitto e Indonesia. Tutti Paesi che finora non hanno aderito
al Ctbt.
dal nostro corrispondente
NEW YORK - Nonostante numerosi governi avessero...
( da "Messaggero, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: indiscrezioni giunte in serata si
capisce che sia la Cina che la Russia, che hanno diritto di veto, non vedono di
buon occhio iniziative "forti", e anzi raccomandano cautela. Nella
mattinata, un documento unitario Usa-Ue aveva messo in chiaro che né gli Stati
Uniti né l'Europa credono che il lancio avesse scopi pacifici: «Il suo scopo -
si legge nel documento - è di perfezionare l'
La nuova ribalta del Fondo
monetario ( da "Sole
24 Ore, Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: né gli Usa, né la Cina, né l'Arabia
saudita,i tre principali indiziati, né altri. Per di più, la Cina intenderebbe
finanziare l'Fmi non con un prestito di riserve, ma con l'acquisto di
un'emissione di bond. Nonostante questa figuri negli statuti dell'Fmi, è
un'operazione senza precedenti e resta da vedere quanto tempo richiederà per
essere messa in piedi.
Sfida della Corea del Nord
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Kim conta su Cina e Russia:
Pechino, che invita «tutte le parti interessate» a esercitare «calma e
moderazione», e Mosca hanno fatto subito capire di essere contrarie a nuove
sanzioni. Intanto Pyongyang può celebrare la sua «rinnovata, grande ondata rivoluzionaria».
L'ostentazione di forza di
un regime alla fame ( da "Corriere
della Sera" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Adesso il canale diplomatico che
tiene Pyongyang legata al mondo è un tavolo negoziale con troppe gambe, le due
Coree, Giappone, Cina, Russia, Usa. Solo la Cina ha un certo accesso alle
segrete stanze. Pungola e difende il vicino: «Washington ha parlato subito di
missile, mentre la Corea del Sud all'inizio diceva 'satellite' e il Giappone 'oggetto
non identificato'. Indicativo.
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ratificarlo degli Usa e di altri 8
Paesi: Cina, Egitto, India, Indonesia, Iran, Israele, Nord Corea e Pakistan. La
proposta più innovativa formulata dal capo della Casa Bianca è forse la
creazione di una «banca del combustibile nucleare»: alimentata in parte dalle
testate eliminate in virtù degli accordi, potrà accedervi qualunque nazione
voglia sviluppare programmi atomici civili,
Bonino:
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Saranno quattro o cinque attori a
decidere le sorti del mondo: Usa, Cina, Russia, Brasile o altri e l'Europa, se
c'è. Se torniamo tutti agli Stati nazionali, siamo destinati all'irrilevanza
politica». Secondo Berlusconi per rassicurare Parigi e Berlino la Turchia potrebbe
entrare rinviando a dopo la libera circolazione dei turchi nell'Ue.
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della Cina, o anche solo della
Germania. Da un punto di vista americano, ci ha dato appoggi preziosi, ma non
ha sempre accolto le nostre istanze. Presumo che al G8, nelle vesti di ospite,
Berlusconi sarà più contenuto e più impegnato. Dovrà dirigerne i lavori, e
dovrà dimostrare di esserne all'altezza».
LA PRAGMATICA SFIDA
ALL'EUROPA ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: assoluta priorità per la ripresa
economica del confronto con la Cina, diventa importante per gli Usa ricostruire
un rapporto con la Russia del duo Putin-Medvedev. Va letto soprattutto in
questa chiave il passo del discorso in cui Obama ha ribadito il collegamento
tra lo scudo stellare in Polonia e Repubblica Ceca e le ambizioni atomiche
dell'Iran.
L'annuncio
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che comprende i leader di Polonia,
Repubblica Ceca, India e Cina) nella quale non figurava fino ad ora l'Italia.
In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere molto
ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla solo
alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.
Da Praga Obama promette un
mondo senza atomiche ( da "Unita,
L'" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina all'India, sino al
Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno
attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla costruzione di
ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su questo delicate
scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale.
Il dottor Stranamore non
abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga per lanci...
( da "Unita, L'"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina all'India, sino al
Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti che stanno
attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla costruzione di
ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su questo delicate
scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale.
Nordcorea lancia un
missile Una provocazione al mondo
( da "Unita, L'"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: i negoziati sul disarmo nucleare di
Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per
«ricostruire la fiducia e ripristinare il dialogo». Mosca e Pechino da parte
loro hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che
non si inneschi un'escalation di tensione nella penisola coreana.
Scossa di terremoto tra
Forlì e Ravenna ( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 06-04-2009) + 2 altre
fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il Dipartimento della Protezione
Civile - sono Forlì, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Faenza. Dalle verifiche
effettuate dalla 'Sala situazione Italia' del Dipartimento della protezione
Civile non risultavano ieri notte danni a persone e/o cose. La scossa è stata avvertita
nel ferrarese e nell'imolese e distintamente dalla popolazione anche al confine
fra le Marche e la Romagna.
terremoto nell'italia
centrale, paura ma niente danni ( da "Tirreno,
Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le verifiche della protezione
Civile, insieme con Vigili del Fuoco e Prefetture, non segnalano danni a
persone o cose. Proprio per la profondità del sisma, ha spiegato l'ing.
Demetrio Egidi, responsabile della Protezione Civile dell'Emilia-Romagna,
l'area di risentimento, dove cioè è stata avvertita, è stata vasta: ci sono
state segnalazioni dalla Toscana,
e l'onu studia una
risposta ( da "Tirreno,
Il" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: visto che la Cina, e in una minor
misura la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang.
Intervenendo al talk show della Abc l'ambasciatore americano presso l'Onu,
Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente Barack Obama, secondo cui
«le regole devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed
occorre «
corea, lanciato il missile
( da "Mattino di Padova, Il"
del 06-04-2009) + 1 altra fonte
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ban Ki-Moon, si è rammaricato che
la Corea del Nord abbia deciso di procedere al lancio del razzo, auspicando la
ripresa del «dialogo a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui
partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la
fiducia e il ripristino del dialogo».
gli usa chiedono una
risoluzione onu ( da "Mattino
di Padova, Il" del 06-04-2009) + 1 altra
fonte
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Sarà difficile ottenerla
rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a
nuove sanzioni contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc
l'ambasciatore americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del
presidente degli Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere
vincolanti, le violazioni devono essere punite»
Onu non trova accordo su
reazione a lancio satellite Nord Corea
( da "Reuters Italia"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: I diplomatici del Consiglio hanno
riferito che la Cina, maggior alleato della Corea del Nord, e la Russia non
sono invece sicure che il lancio sia stato una violazione alle disposizioni
dell'Onu. Altri tre stati condividono questo punto di vista. "Siamo 10
contro cinque", ha detto un diplomatico a Reuters.
Alle 10 a Roma si apre la
prima conferenza dei prefetti ( da "Sole
24 Ore, Il (Del Lunedi)" del
06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Globalizzazione Quarto seminario
del Master in educazione civica su «Globalizzazione: quo vadis Europa?»
promosso dall'Associazione Economia Reale Giovani. Università Luiss. Viale
Romania 32, Roma (ore 17,30). Fondi Assogestioni comunica i dati sulla raccolta
e patrimonio dei fondi comuni a marzo.
Per chi vuole aiutare,
avviso della Protezione civile ( da "Rai
News 24" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: avviso della Protezione civile Una
strada de L'Aquila Per chi volesse prestare opera di volontariato la Protezione
civile invita a rivolgersi agli enti locali sul territorio o ai posti di Croce
Rossa. Il servizio di volontariato del Dipartimento di Protezione civile,
infatti, è regimentato e ha un alto grado di specializzazione,
Nuovi scenari per la
produzione europea ( da "Elettronicanews.it"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: almeno secondo la visione di
Rutronik, che a breve assisteremo a un arretramento della globalizzazione nella
produzione. Laura Reggiani - Selezione di Elettronica La Cina è decisamente più
economica. Questo è stato fino a ieri l?argomento principale delle aziende
europee per giustificare lo spostamento delle proprie produzioni verso l?
*OBAMA TURCO IL SOGNO
ANTINUCLEARE DI BARACK - LA PROVOCAZIONE NORDCOREANA DIVIDE L'ONU -
STRAUSS-KAHN: RIPRESA NEL 2010 - 200 MOSCHEE DELLA MECCA SONO ORIENTATE IN MODO
IMPRECIS ( da "Dagospia.com"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina e Russia contrarie a una
risposta eccessivamente severa. Due bambini di 10 e 11 anni arrestati dopo un
aggressione ad altri due minori,uno dei quali gravemente ferito. Crisi,
"abbiamo sottovalutato la recessione": il Cancelliere dello Scacchiere
Alistair Darling prepara un aumento della pressione fiscale nella prossima
finanziaria.
E LA TERRA D'ABRUZZO TREMò
- DECINE DI MORTI E FERITI - Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva
provato a mettere in guardia sull'imminenza di una tragedia ma era stato
( da "Dagospia.com"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Protezione civile consiglia di
evitare gli spostamenti verso l'Aquila dopo il terremoto di stamani, «per non
intralciare i soccorsi che si stanno concentrando nella zona». L'invito della
Protezione civile a stare calmi e a non cercare di raggiungere i familiari
viene rivolto anche ai parenti delle persone interessate da situazioni di
difficoltà.
Chi ha preso l'oro di Fort
Knox? ( da "Stampaweb,
La" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina compresa, vi tengono
depositate proprie riserve in oro. Fort Knox è sempre stata invece la
cassaforte dell?oro americano. Prima del 1932, quando fu eletto Franklin D.
Roosevelt, le monete d?oro circolavano come moneta legale, e i lingotti erano
posseduti da banche e privati: come parte del New Deal,
Terremoto: già in moto la
macchina della solidarietà ( da "Panorama.it"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Protezione civile del Lazio
Maurizio Pucci che è, dai momenti successivi alle scosse avvertite molto forti
anche a Roma, nella sede del Dipartimento nazionale del Dipartimento la
Protezione civile e Roma in via Ulpiano. Dall'Umbria Dall'Umbria in soccorso delle
popolazioni dell'Abruzzo colpite dal terremoto è già partita una squadra di
tecnici della Regione e si sta organizzando
Terremoto in Abruzzo: in
100 dalla nostra regione ( da "Sanremo
news" del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: come richiesto alla Liguria dal
Dipartimento Nazionale della Protezione Civile per dare sostegno a 250 persone
colpite dal terremoto; da questa notte, appena saputa la notizia, la Protezione
Civile della nostra Regione si è allertata per coordinare gli aiuti, diretti
dal Responsabile regionale Mino De Luigi con il coordinamento dell?
Protezione Civile e VVF di
Imperia contribuiranno in Abruzzo
( da "Sanremo news"
del 06-04-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Protezione Civile ai Vigili
del Fuoco. "La protezione civile comunale di Imperia è pronta a partire
per l'Abruzzo", comunicava questa mattina l'Assessore Adolfo, che ha dato
ufficialmente la disponibilità del gruppo volontari della protezione civile a
far parte della colonna mobile che la Regione liguria sta organizzando.
L'Onu studia la risposta
Ma la Cina frena gli Usa ( da "Nuova
Ferrara, La" del 06-04-2009) + 5 altre fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Onu studia la risposta Ma la Cina
frena gli Usa NEW YORK. Sedici ore dopo il lancio di un missile balistico
nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si
riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di
Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa l'approvazione di
un documento non vincolante,
BOLOGNA. Una scossa di
terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20 ...
( da "Nuova Ferrara, La"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: il Dipartimento della Protezione
Civile - sono Forlì, Castrocaro Terme, Forlimpopoli e Faenza. Dalle verifiche
effettuate dalla 'Sala situazione Italia' del Dipartimento della protezione
Civile non risultavano ieri notte danni a persone e/o cose. La scossa è stata
avvertita nel ferrarese e nell'imolese e distintamente dalla popolazione anche
al confine fra le Marche e la Romagna.
In Abruzzo si scava, 40
morti ( da "Foglio,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: "Abbiamo la migliore
protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della
protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è
anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio
possibile", ha aggiunto il premier.
Non si vive di solo export
( da "Corriere Economia"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Li isolerebbe maggiormente dai rischi
della globalizzazione. Invece si continua a sentire la demonizzazione della
finanza e degli altri servizi. Ci dovremmo interrogare sul perché in Italia non
siamo capaci di far nascere e crescere grandi imprese dei servizi come Wal-Mart
o come Starbucks piuttosto che progettare solo schemi di protezione della
manifattura.
Una schedina etica
( da "Corriere Economia"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: anche Usa e Cina. L'attestato di
eticità, sia chiaro, va a pochissimi Stati. Solo a quelli che dimostrano di
avere una buona governance, ovvero un forte impegno nel contenimento del debito
pubblico, una costante attenzione al sociale, all'occupazione, ai diritti
umani, alle pari opportunità, all'ambiente.
In Abruzzo si scava, più
di 50 morti ( da "Foglio,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: "Abbiamo la migliore
protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della
protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è
anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio
possibile", ha aggiunto il premier.
Paesi crollati: oltre 50
morti,... ( da "Giornale.it,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: hanno raggiunto la sala operativa
della protezione civile e in questo momento Rocca è in elicottero con il capo
della protezione civile per il sopralluogo. L?organizzazione sta anche inviando
attrezzature sanitarie in Abruzzo, tra cui un posto medico avanzato e le unità
cinofile. è stata anche organizzata una raccolta a livello nazionale per far
confluire tutto il necessario nell?
Con le commodity torna la
speranza ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: E potrebbero essere un modo per la
Cina e altri paesi di diversificare le loro riserve valutarie. Il campo delle
commodity è ampio. Vi figurano comparti che rispondono a logiche diverse: com?è
il caso del petrolio, dominato dall?Opec, da interessi politici e dalle
decisioni, a volte bizzarre, di qualche dittatore;
"Fermate i predatori
dei future che muovono il 97% degli scambi"
( da "Affari e Finanza (La Repubblica)"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: È vero che la Cina sta comprando a
mani basse sul mercato? «La Cina, oggi come in passato, è una bugia, uno
spauracchio buono per muovere i mercati. E riempire le casse della
speculazione. Certo Pechino è tornata sul mercato. Ma solo in ottica industriale.
L'Ilva dimezzata ora teme
la Cina ( da "Affari
e Finanza (La Repubblica)" del
06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Ilva dimezzata ora teme la Cina
SIDERURGIA / Fino allo scorso anno il gruppo Riva ha portato conti in costante
miglioramento ma ora l?epoca delle vacche grasse sembra finita GIORGIO LONARDI
E? come un motore che marcia a tre cilindri, l?Ilva di Taranto. Non fatevi
ingannare dalle descrizioni agiografiche: la «cittadella» dell?
PROTEZIONE CIVILE LAZIO:
OLTRE 200 VOLONTARI SUL POSTO ( da "Sabina
Oggi Online" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Protezione civile nazionale per le
operazioni di soccorso. Altrettante sono state allertate e sono pronte a
operare. La Protezione civile regionale ha messo a disposizione dei soccorsi
tre elicotteri regionali normalmente utilizzati per la lotta agli incendi,
mentre i volontari della Protezione civile del Lazio hanno già portato in
Abruzzo centinaia di tende per ospitare persone,
BOX OFFICE: IL CARTOON
"MOSTRI CONTRO ALIENI" BATTE IL CANE MARLEY. AVATI TERZO IN USA VINCE
"FAST & FURIOUS" CRUISE-TRAVOLTA PER BUTCH CASSIDY - FARRAH
FAWCETT GRAVISSIMA SI ( da "Dagospia.com"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Marco Umberti, finanziato da un
gruppo di imprenditori di Prato, ha fatto Cenci in Cina, il primo film sulla
conquista del mercato tessile e la difficile convivenza tra cinesi e pratesi.
Interpreti Francesco Ciampi, Alessandro Paci, Man Lo Zhang. [06-04-2009] farrah
fawcett
La Corea sfida il mondo.
Gli Usa: stop alle atomiche ( da "Nazione,
La (Livorno)" del 06-04-2009) + 3 altre fonti
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Cina Usa
Abstract: Cina invita alla calma, gli Usa si
dicono pronti a sostenere nuove sanzioni contro Pyongyang. LA MINACCIA del
regime comunista nord coreano tuttavia non ferma lo slancio pacifista di Barack
che nel suo discorso più ricco di significati simbolici dell'intera missione
annuncia di chiedere al senato americano l'immediata ratifica del bando sui
test nucleari che potrà entrare in vigore
PIÙ DI TREMILA chilometri.
Il secondo stadio del vettore nordcoreano è precipitato nell ...
( da "Nazione, La (Livorno)"
del 06-04-2009) + 3 altre fonti
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Cina Usa
Abstract: Il Giappone e gli Stati Uniti hanno
chiesto e ottenuto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
La Cina e la Russia sollecitano moderazione. La presidenza ceca dell'Unione
Europea ha condannato «con fermezza» l'iniziativa della Corea del Nord. Israele
chiede alla comunità internazionale «iniziative più aggressive».
Dal Corpo Forestale alla
Protezione civile, grande esercitazione all'aeroporto
( da "Gazzettino, Il (Belluno)"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Dal Corpo Forestale alla Protezione
civile, grande esercitazione all'aeroporto Lunedì 6 Aprile 2009, Belluno Si
terrà questa mattina con inizio alle 10 alla base elicotteri del Corpo
forestale dello Stato (all'interno dell'aeroporto di Belluno) un'esercitazione
congiunta tra le diverse specialità del Corpo nel sistema Veneto.
ORATORE SUPERPAGATO Blair
intasca 200mila euro per mezz'ora di chiacchiere Tony Bl...
( da "Gazzettino, Il"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Il leader costruttore di nazioni
nella globalizzazione» e «Il leader integro negoziatore». Discorsi che la
stampa britannica giudica come un "collage" di noiose banalità. Ma
forse la pacchia finirà: stando all'Independent, il premier Gordon Brown
avrebbe dato l'ok, a denti stretti, alla nomina dell'amico-rivale a futuro
presidente dell'Ue (avrà un lauto stipendio,
Il lancio del missile
coreano mette in allarme l'Oriente
( da "Gazzettino, Il"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: i negoziati sul disarmo nucleare di
Pyongyang cui partecipano Usa, le due Coree, Russia, Giappone e Cina), per
«ricostruire la fiducia e il ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha
condannato «fermamente» il lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le
parti alla «calma» e alla prudenza, in modo che non si inneschi un'escalation
di tensione nella penisola coreana.
Berlusconi invitato alla
Casa Bianca prima del summit del G8 di luglio
( da "Gazzettino, Il"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: India, Cina. Nella conferenza
stampa, Berlusconi rispondendo a una domanda ha confermato: «Il presidente
Obama mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei cronisti: «Ci siamo
parlati un mare di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo
scegliere la data, che sarà prossimamente».
In Abruzzo si scava, oltre
90 morti ( da "Foglio,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: "Abbiamo la migliore
protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della
protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è
anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio
possibile", ha aggiunto il premier.
ANTONIO FATIGUSO TOKYO. LA
COREA DEL NORD, IN APERTA SFIDA ALLA COMUNITà INTERNAZIONALE, AGL...
( da "Mattino, Il (Nazionale)"
del 06-04-2009) + 3 altre fonti
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Cina Usa
Abstract: auspicando la ripresa del «dialogo
a Sei» (i negoziati sul disarmo nucleare di Pyongyang cui partecipano Usa, le
due Coree, Russia, Giappone e Cina), per «ricostruire la fiducia e il
ripristino del dialogo». E mentre anche l'Ue ha condannato «fermamente» il
lancio, Mosca e Pechino hanno invitato tutte le parti alla «calma» e alla
prudenza.
IL LAVORO PERSO, COME IN
ALTRI CASI LO SCACCO SCOLASTICO, O LA DELUSIONE SENTIMENTALE, SONO SOLO
L&#... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 06-04-2009) + 3 altre
fonti
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Cina Usa
Abstract: che non tiene conto di cosa
significhi essere soli nel mondo globalizzato di oggi. Un mondo in cui gran
parte delle appartenenze che hanno sempre rappresentato la rete di salvataggio
dell'essere umano in difficoltà (la famiglia, l'etnia di origine, la cultura e
solidarietà della classe di provenienza, la religione), sono state
violentemente attaccate dai modelli dominanti,
Sisma in Abruzzo: in
allerta anche il gruppo della Protezione Civile sambenedettese
( da "Quotidiano.it, Il"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Volontari della Protezione Civile
di San Benedetto in azione (Foto d'archivio) Anche il gruppo comunale di San
Benedetto della Protezione Civile è in allerta in vista di un possibile
intervento nelle zone colpite dal terremoto in Abruzzo. La sede di Viale dello
Sport (sul lato sud del Palaspeca) è aperta dalle ore 9 alle 12,
La Protezione civile invia
aiuti - Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: La Protezione civile invia aiuti -
Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli Cinque centro operativi misti sono
stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto della
scorsa: all?Aquila, a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica.
Scajola: segni di ripresa
entro l'anno ( da "Tempo,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: soprattutto la Cinquecento e le
Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci
saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni
osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione
dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «è stata enfatizzata una divisione che non
c'era.
Corea del Nord, niente
accordo all'Onu ( da "Stampaweb,
La" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Cina e Russia condividono i timori,
ma «appaiono caute», ha aggiunto Nakasone, alle prese con una giornata di
colloqui con i suoi omologhi dei Paesi che occupano i seggi permanenti (e con
diritto di veto) del Consiglio di sicurezza: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno
Unito.
La macchina dei soccorsi
in moto: nelle zone colpite aiuti da tutta Italia
( da "Stampaweb, La"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: grande scossa sismica anche Anpas
ha attivato la sala operativa nazionale di protezione civile che ha il ruolo di
coordinamento generale di tutti gli interventi. Lavora a stretto contatto con
il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e con i responsabili di
protezione civile Anpas regionali. Per prestare i primi soccorsi sanitari sono
già partiti 40 mezzi di soccorso da Toscana,
In Abruzzo si scava, 100
morti ( da "Foglio,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: "Abbiamo la migliore
protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della
protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è
anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio possibile",
ha aggiunto il premier.
La Protezione civile invia
aiuti - A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna
( da "Gazzetta di Parma Online, La"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: La Protezione civile invia aiuti -
A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna Cinque centro operativi misti sono stati
allestiti per i soccorsi alle popolazioni colpite dal terremoto della scorsa:
all?Aquila, a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica.
Terremoto, soccorsi in
Abruzzo da tutta la regione ( da "Dire"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: agenzia regionale di Protezione
civile Demetrio Egidi, in costante raccordo con Guido Bertolaso e col
presidente dell'Abrusso Gianni Chiodi. La Protezione civile regionale sta
inviando in Abruzzo una sezione della Colonna mobile regionale destinata all'assistenza
alla popolazione, due Posti medici avanzati per il soccorso sanitario in
collaborazione con il 118,
Svetlana Medvedeva, la
zarina dal volto umano ( da "Panorama.it"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Non teme che il processo di
globalizzazione in atto nel mondo possa influire in qualche modo sulla cultura
russa e su quelle delle più di centocinquanta etnie che popolano il territorio
della Federazione? Non credo che ci siano particolari motivi per preoccuparsi.
La cultura russa ha alle spalle una storia secolare e oltre a costituire parte
integrante,
Terremoto: Romagna in
colonna ( da "Fò
Romagna, Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: si informa che è in partenza la
Colonna Mobile della Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna con un
presidio medico avanzato e un modulo di assistenza alla popolazione. A questa
prima fase di intervento è interessata anche la Protezione Civile di
Forlì-Cesena, che infatti è stata allertata ed è perciò pronta a recarsi sui
luoghi del disastroso terremoto.
Terremoto in Abruzzo: la
Protezione civile si mobilita ( da "Quotidiano.it,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: Protezione civile si mobilita Porto
San Giorgio | Da domani tre volontari per ogni gruppo comunale di Protezione
civile: a disposizione oltre 500 posti letto degli alberghi di Porto San
Giorgio. di Chiara Marzan i soccorsi Il terremoto che ha fortemente colpito la
Regione Abruzzo nella scorsa notte si è sentito anche nelle Marche e il Sindaco
di Porto San Giorgio è intervenuto
Paesi distrutti, edifici
crollati 1.500 feriti, 250 dispersi. In 100 mila sono senza casa Piove:
difficoltà nei soccorsi ( da "Corriere.it"
del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: scorso 16 gennaio con centinaia di
scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione
sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido
Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già
infuriano le polemiche per la messa in guardia della scorsa settimana su
un'imminente scossa del ricercatore Giuliani,
In Abruzzo si scava, 150
morti ( da "Foglio,
Il" del 06-04-2009)
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Cina Usa
Abstract: "Abbiamo la migliore
protezione civile in Europa. Tutti ce la invidiano. Abbiamo un capo della
protezione civile, Bertolaso, che è straordinariamente bravo, così come lo è
anche Gianni Letta. Quindi sono certo che siano in grado di fare il meglio
possibile", ha aggiunto il premier.
( da "Manifesto, Il" del
06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
SASKIA SASSEN La
sociologa delle città globali» Saskia Sassen (nella foto in alto, a destra) è
nota in Italia soprattutto come teorica delle «città globali», ma l'oggetto
della sua analisi è più in generale la sociologia della globalizzazione (ha
fatto anche parte del «gruppo di Lisbona»). Sassen ha insegnato alla London
School of Economics e all'Università di Chicago. Attualmente è ordinaria di
sociologia e membro del Committee on Global Thought alla Columbia University di
New York. Tra i suoi libri tradotti in italiano: Territorio, autorità, diritti
(Bruno Mondatori, Milano 2008); Una sociologia della
globalizzazione (Einaudi, Torino 2008); Globalizzati e scontenti (Il
Saggiatore, Milano 2002); Migranti, coloni, rifugiati: dall'emigrazione di
massa alla fortezza Europa (Feltrinelli, Milano 1999); Città globali: New York,
Londra, Tokyo (Utet, Torino, 1997); Le città nell'economia globale (Il
Mulino, Bologna 1997).
( da "Manifesto, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
CINA
Annullata marcia degli operai È stata annullata la marcia di un migliaio di
operai licenziati che erano partiti l'altroieri sera da Shijiazhuang, nella
provincia dell'Hebei, per raggiungere Pechino, dove intendevano protestare
presso le autorità centrali. Gli operai sono stati convinti a rientrare a Shijiazhuang
da funzionari del governo dell'Hebei. La contrazione della domanda in Europa e
negli Usa ha provocato nei mesi scorsi un crollo delle
esportazioni. Centinaia di fabbriche sono state chiuse e si calcola che almeno
20 milioni di operai abbiano perso il posto di lavoro.
( da "Manifesto, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
CUBA Prove di
disgelo. Una delegazione Usa giunta all'Avana (m.m.)
Anche se - finora - sembra improbabile che Obama faccia il gran passo di
revocare una volta per tutte il blocco da 47 anni in vigore contro Cuba (fra
l'altro con risultati opposti a quelli che l'embargo si propone), la ventata
d'aria portata dall uovo presidente Usa sta smuovendo
un po' di polvere nei rapporti fra i due paesi dopo il grande freddo degli 8
anni di Bush (ma gli 8 di Clinton non furono meglio). Ieri è arrivata all'Avana
una delegazione di 7 deputati democratici, neri del Black Caucus del Congresso,
per una visita di 6 giorni a Cuba. L'obiettivo è sondare le possibilità di
aprire un dialogo bilaterale perché, come ha detto Marcia Fudge, deputata
democratica dell'Ohio, «riteniamo che questo è il miglior momento per iniziare
un dialogo con Cuba». Come per smorzare speranze eccessive, la capo-delegazione
Barbara Lee, democratica della California, ha voluto chiarire che il gruppo non
va a Cuba con alcun mandato del presidente: «Non portiamo alcun messaggio di
Obama. Siamo venuti per nostra iniziativa». Anche se le delegazioni del
Congresso, di governatori statali e di businessmen Usa
ormai non sono più una novità per Cuba, è inevitabile che il dinamismo di Obama
faccia correre la fantasia o, per converso, accenda i timori dei settori più
ultrà dell'anti-castrismo militante sia negli Usa sia
a Cuba. E' di pochi giorni la decisione di Obama di revocare alcune delle
disposizioni più suicide decretate da Bush, come la limitazione dei viaggi e
delle rimesse per i cubano-americani. E di soli tre giorni fa l'iniziativa
autonoma ma convergente di due progetti di legge per la liberalizzazione
completa dei viaggi a Cuba - oggi proibiti - per tutti i cittadini Usa, presentati in senato da un gruppo di senatori
bipartisan e alla camera da 120 deputati anch'essi bipartisan. La delegazione
all'Avana, salutata all'esterno dell'hotel Nacional da Johnatan Farrel, capo
della Sezioni d'interessi Usa, e all'interno da
Dagoberto Bolaños, capo della Sezioni d'interessi cubana a Washington, ha in
programma vari incontri, fra gli altri con Ricardo Alarcon, presidente del
parlamento, e Bruno Rodriguez, il nuovo ministro degli esteri. Si parla anche
della possibilità che sia ricevuta da Raul Castro. Nonostante il blocco, dal 2001 le vendite Usa (specie agricole) a Cuba sono andate via via aumendo e oggi
l'intercambio è sui 700 milioni di dollari l'anno. Ormai gli Stati uniti sono
il quinto partner commerciale di Cuba dopo Venezuela, Cina, Canada e Spagna. La liberalizzazione dei viaggi per i cittadini
Usa avrebbe un doppio
impatto: porterebbe un enorme aumento nell'afflusso di dollari e
costituirebbe una grande sfida ideologica per la rivoluzione.
( da "Stampa, La" del
06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
"Ma la crisi
non è solo economica È anche politica e culturale" Nella crisi gli
equilibri del mondo cambiano; l'arte di chi dirige deve essere di indirizzarli
verso un assetto dove la forza della legge prevalga sulla legge della forza.
Attingendo alla sua esperienza di banchiere centrale e di ministro, dietro le
quinte dei vertici internazionali, Tommaso Padoa-Schioppa nel suo libro appena
uscito La veduta corta (conversazione con Beda Romano sul grande crollo della
finanza, ed. Mulino, pp. 188, e14) denuncia gli errori che ha visto commettere.
Sostiene che oggi una grande occasione può essere colta dai governanti, perché
la globalizzazione diventi più equa e meno fragile; vede motivo di sperare
soprattutto in Obama, e paradossalmente nella Cina,
paese che pur non essendo democratico «ha lo sguardo lungo della sua storia e
della sua filosofia». Nel suo libro lei dice che stiamo vivendo una crisi non
soltanto economica, ma politica e culturale; che siamo guidati da classi
dirigenti responsabili di gravi errori di miopia. «Nei passati 15 anni i motori
della forte crescita erano due, gli Usa e l'Asia
orientale: l'uno fondato sul superfluo e sul debito, l'altro sul risparmio e
sull'accumulazione. Penso che il motore americano non potrà e non dovrà più
esercitare la stessa spinta. Quel motore sovralimentato ha fuso. Uscire dalla
crisi non potrà significare ritornare sul sentiero che vi ci ha portato.
Bisogna che questo lo capisca la società, che lo capiscano e lo spieghino
soprattutto coloro che in essa hanno un ruolo di guida, come governanti,
intellettuali, imprenditori, sindacalisti. Capisco che al momento tutto lo
sforzo sia volto a non cadere nel baratro di una recessione pesante; ma occorre
rendersi conto che nessuna politica economica potrà evitare un rallentamento,
per molti anni, della crescita del paese più ricco». Un banchiere francese che
è anche uomo di cultura, Michel David-Weill, vede negli ultimi anni, come in
quelli che portarono alla grande crisi degli Anni 30, un identico segno di hybris:
«la parte più ricca delle nostre società ha esagerato». I dimostranti di Londra
hanno creduto di vendicarsene sfasciando le vetrine delle banche. Quali sono le
colpe, secondo lei? «Negli Stati Uniti una politica volta a favorire con il
credito l'acquisto della casa per tutti permetteva di affermare che si premiava
anche il ceto medio-basso, proprio mentre si allargava la forbice tra i
redditi, si riduceva l'imposta ai più abbienti e i dirigenti di azienda
assegnavano a se stessi retribuzioni elevatissime. La parte più ricca ha
speciali responsabilità, ma la hybris è più generale. Questa è la crisi di un
modello di crescita senza formazione di risparmio, di consumo a credito, di
accumulo di debito. Credo che le sue determinanti siano state tre: l'ideologia
fondamentalista del mercato, la veduta corta (dei mercati, della politica,
delle imprese, dei consumatori, delle classi dirigenti), il nazionalismo delle
politiche economiche». Lei esorta a seguire Immanuel Kant, non Thomas Hobbes,
nel costruire il governo del mondo. Ovvero: in una fase che vedrà
ridimensionarsi gli Stati Uniti e crescere altre potenze, un assetto alla
Hobbes, fondato su aggiustamenti successivi dei rapporti di forza, ci
regalerebbe anni e anni di instabilità; mentre occorre progettare un passaggio
di poteri dagli Stati - dagli Usa in primo luogo, ma
anche da altri - alle organizzazioni internazionali: kantianamente, la forza
della legge, per una globalizzazione che sia governata. Il vertice G-20 della
settimana scorsa in che direzione si è mosso? «Il risultato di Londra andrà
valutato con calma. Mi pare migliore delle polemiche che avevano preceduto il
vertice. Non mi erano piaciute le esortazioni americane agli europei. Neppure
ho mai condiviso la concezione, molto popolare in Germania, secondo cui per
l'equilibrio internazionale basta che ognuno tenga ordine in casa propria. No,
occorre assumersi responsabilità globali». Obama ha riconosciuto, proprio a
Londra, che gli Usa non potranno più svolgere il ruolo
di prima. Le crisi sono il momento propizio per allungare lo sguardo. Quanto ci
riescono, le classi dirigenti del mondo? «Che alla Casa Bianca ci sia una
personalità eccezionale come Barack Obama continua a dare grande speranza. Poi
è una novità importantissima la proposta della Cina
sul nuovo assetto monetario internazionale. Non va assolutamente lasciata
cadere». Molti governanti dell'Occidente si sono riempiti la bocca
dell'auspicio di «una nuova Bretton Woods». Poi l'unica proposta è venuta dal
governatore della Banca di Cina, Zhou Xiaochuan, per
una moneta collettiva, diversa dal dollaro, gestita dal Fmi. Pare simile alle
idee del suo libro. «Conosco da anni il governatore Zhou e sono certo che il
passo di estrema importanza da lui compiuto abbia il consenso del governo del
suo paese. Le idee di Zhou sono forse poco popolari tra i banchieri centrali e
gli economisti dell'ultima generazione, ma partono dall'esigenza profonda e
reale di dare all'economia globale un suo standard monetario diverso da una
moneta nazionale governata per fini nazionali. A mio giudizio sarebbe un
delitto se la proposta fosse lasciata cadere e faccio quanto posso perché ciò
non avvenga. Abbiamo un'opportunità da cogliere al volo, in questa fase in cui
la Cina emerge come grande soggetto politico mondiale,
ma ha ancora bisogno del riconoscimento delle altre potenze. Se il tema posto
dai cinesi non sarà affrontato con un atteggiamento aperto, il rischio è che
l'effetto combinato di mercati nervosi e miopi, e di politiche monetarie
nazionalistiche, aggravi la crisi. Non si può pensare che il sommarsi del
crollo della finanza americana, di una crescita mondiale più lenta e della
decelerazione del commercio lascino inalterato il ruolo del dollaro». Strano
che un paese autoritario come la Cina scelga una via, come lei dice, kantiana. «Kant pensava che la
pace nel mondo dovesse presupporre l'affermarsi, ovunque, di regimi
repubblicani, non di autocrazie. Mi pare che la Cina di oggi sia governata da una oligarchia; un'oligarchia
illuminata per gli aspetti attinenti all'economia, fondata sulla cooptazione
dentro un partito comunista che ha 60 milioni di iscritti e recluta i
talenti migliori. Nella fase attuale, poi, la Cina ha
bisogno di essere ammessa ai club internazionali, e forse per questo si
dimostra pronta ad accettarne le regole, o a stabilirne insieme di nuove».
( da "Rai News 24"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma | 5 aprile
2009 Scossa di terremoto tra le Marche e la Romagna e nell'Aquilano sismografo
Attorno alle 22.20 e' stata avvertita una forte scossa di terremoto in alcune
zone dell'Emilia-Romagna. In particolare la scossa e' stata avvertita nel
ferrarese e nell'imolese. Non si hanno ancora notizie di eventuali danni a cose
o persone. La scossa, particolarmente intensa, e' stata avvertita anche nel
Forlivese, nella zona dell'appennino, nel Cesenate e a Rimini e nel Bolognese.
A Forli' e Cesena alcune persone sono anche scese in strada. Per la protezione
civile dell'Emilia-Romagna, il sisma ha avuto epicentro nella zona
dell'appennino forlivese, e sono in corso verifiche sui danni. L'epicentro Ha
avuto magnitudo 4.6, con epicentro tra i comuni di Forli', Forlinpopoli e
Castrocaro Terme, in provincia di Forli', e di Faenza in provincia di Ravenna,
la scossa che e' stata avvertita questa sera in varie regioni dell'Italia
centrale. Lo rende noto il Dipartimento della Protezione
civile. Il dato tecnico e' dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
La scossa e' avvenuta alle ore 22.20. Dalle verifiche della Protezione civile,
non risultano al momento danni a persone o cose. Scossa avvertita fino a
Trieste E' stata avvertita anche a Trieste la scossa di terremoto che intorno
alle 22:20 ha interessante alcune zone dell'Emilia Romagna. La scossa -
si e' saputo dalla Sala Operativa di Palmanova (Udine) della Protezione Civile
- e' stata sentita in varie zone di Trieste, a Muggia (Trieste), Grado
(Gorizia) e Lignano (Udine), oltre che ai piani alti di varie localita' lungo
la costa friulana. L'epicento - secondo i rilevamenti della rete sismica della
stessa Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia - e' stato localizzato nella
zona di Ravenna, con intensita' fra il quarto e il quinto grado della scala
Richter. Alla Protezione Civile sono giunte varie telefonate da localita'
costiere friulane e giuliane, ma non sono segnalati ne' danni, ne' feriti.
Scossa anche nell'Aquilano Una scossa sismica e'stata avvertita alle 22.48
dalla popolazione nella provincia de L'Aquila. Le localita' prossime
all'epicentro sono state L'Aquila, Pizzoli, Barete e Scoppio. Dalle verifiche
effettuate dalla sala situazione del Dipartimento della Protezione Civile, non
risultano al momento danni a persone o cose. La scossa sarebbe stata di
magnitudo 3.9, secondo quanto appreso dai Vigili del Fuoco dell'Aquila, che
hanno ricevuto molte telefonate da gente allarmata. Molti cittadini hanno
abbandonato le abitazioni. Per il momento non si segnalano danni a persone o
cose.
( da "Corriere.it"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'epicento è stato
localizzato nella zona di Ravenna. Avvertita fino a Trieste Forte scossa di
terremoto (4,6° Richter) al confine tra Marche ed Emilia Romagna Il sisma ha
interessato in particolare il Pesarese, Urbino e Ancona. Non si registrano
danni a persone o cose BOLOGNA - Una scossa di terremoto di magnitudo 4.6 è
stata avvertita distintamente alle 22:20 dalla popolazione al confine fra le
Marche e la Romagna. Lo ha confermato la Protezione civile regionale delle
Marche. L'EPICENTRO - L'epicentro si è concentrato nella zona tra Forlì,
Castrocaro Terme, Faenza e Forlimpopoli. L'ipocentro ad una profondità di
( da "Corriere.it"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Convocato il
consiglio di sicurezza. gli stati uniti: «nuove sanzioni» La Corea lancia il
missile, l'Onu si mobilita L'esercito americano: «Test fallito» Il razzo è
finito nel Pacifico, al largo del Giappone. Gli Usa:
«Ci saranno conseguenze». Critica la Farnesina MILANO - La Corea del Nord ha
lanciato il controverso missile a lunga gittata che da giorni teneva sul chi
vive le autorità del Giappone, il Paese che più direttamente si sente
minacciato dalla potenza militare del regime di Pyongyang. Proprio dal Giappone
sono arrivate le prime informazioni sul test effettuato. VOLO NEL PACIFICO - Il
missile-satellite nordcoreano è finito nell'oceano Pacifico dopo 13 minuti di
volo, in base a calcoli ancora approssimativi e secondo quanto riferisce il
portavoce del governo nipponico, Takeo Kawamura. Il lancio è avvenuto intorno
ore 11.30 ora locale, le
( da "Giornale di Brescia"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano La crisi coreana
Minaccia per la pace Pyongyang lancia il missile, ma non in orbita Il vettore
ha sorvolato il Giappone ed è precipitato Obama: la Corea del Nord
ulteriormente isolata Missili nord e sud coreani esposti al Museo della guerra
di Seul TOKYOLa Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale,
agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un
missile a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le
comunicazioni. Circostanza subito smentita da Seul e Washington, secondo i
quali il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una giornata
ad alta tensione in Estremo Oriente e nel mondo, che ha portato ad una riunione
d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. «Con questo gesto provocatorio -
ha detto Barack Obama -, la Corea del Nord ha ignorato i suoi obblighi
internazionali, respinto gli appelli inequivocabili alla moderazione e si è
ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». Il presidente Obama, ha
replicato da Praga dicendo che il lancio è «una provocazione e una chiara
violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida ha messo
in evidenza l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita
una «forte risposta internazionale». Vendicato il flop del 2006 Alla seconda
giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio 2006,
quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il
decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento
tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il Ministero della difesa sudcoreano, è stato però
smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa
nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme
perché il vettore ha di sicuro percorso più di
( da "Giornale di Brescia"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo
piano Gli Usa: violate le
risoluzioni Onu, sanzioni Riunito d'urgenza il Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite, ma Cina e
Russia frenano NEW YORK Sedici ore dopo il lancio di un missile balistico
nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si
riunisce a New York per mettere a punto una prima risposta al regime di
Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è attesa
l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta «dichiarazione
presidenziale» che richiede però l'unanimità. In accordo con il Giappone, che
ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Stati Uniti
premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove
sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha rispettato le richieste
della comunità internazionale. Sarà impossibile però ottenerlo, visto che la Cina, e in una minor misura la Russia, sono contrarie a
nuove sanzioni contro Pyongyang. L'ambasciatore americano presso l'Onu, Susan
Rice, ha ampliato il discorso del presidente Obama, secondo cui «le regole
devono essere vincolanti, le violazioni devono essere punite» ed occorre «una
forte risposta internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma
lasciando intendere con chiarezza che gli Usa
punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in
Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da
dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti «questa mattina con i
russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa, «gli Usa sono convinti che la migliore delle risposte sia una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la
minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. La
Rice ha ricordato che in una risoluzione del 2006, dopo il lancio di un primo
missile nordcoreano, il Consiglio di Sicurezza «aveva chiesto di porre un
termine a tutte le attività missilistiche e di non lanciare più missili». Gli Usa, prospettando al Consiglio di Sicurezza «una risposta
delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama
al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una
violazione della risoluzione (esistente). Quindi torneremo al lavoro per
rafforzare l'attuale regime (di sanzioni), aggiungendo nella risoluzione» che
siamo sempre pronti all'indispensabile dialogo con il Governo di Pyongyang.
Secondo i militari Usa, le cose non sono comunque
andate come previsto perché la Corea del Nord non è stata in grado di mettere
in orbita un satellite con il missile balistico.
( da "Giornale di Brescia"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
06/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Dura condanna
dell'Occidente: «A rischio stabilità della regione» ROMAIl lancio del missile
nordcoreano ha suscitato numerose reazioni nei Paesi occidentali, oltre a
quella degli Stati Uniti. La reazione più immediata al provocatorio lancio di
Pyongyang è stata quella del Giappone, uno dei possibili bersagli del regime
nordcoreano. Il premier Taro Aso ha reagito subito, chiedendo la riunione
immediata del Consiglio di sicurezza. Di «episodio disdicevole», contrario alle
risoluzioni dell'Onu ha parlato il portavoce del Governo del Sol Levante. I
cugini della Corea del Sud hanno espresso «delusione e rammarico per il lancio
sconsiderato», «una grave minaccia per la sicurezza della penisola coreana e
nel mondo». Seul ha affermato che la messa in orbita del satellite nordcoreano,
ufficialmente destinato alle telecomunicazioni, è fallita. Il segretario
generale delle Nazioni Unite ha giudicato il gesto «non favorevole a promuovere
il dialogo, la pace e la stabilità regionale», auspicando tuttavia la ripresa
del dialogo a sei (fra le Coree, Cina, Russia, Usa
e Giappone). Pechino, alleata della Corea del Nord, ha invece «preso atto» del
lancio, auspicando che «tutte le parti interessate rimangano calme ed
esercitino la moderazione, gestiscano la situazione in modo appropriato e
lavorino insieme per salvaguardare la pace e la stabilità nella regione».
Il ministro degli Esteri Yang Jiechi in una dichiarazione riportata sul sito
web del ministero ha affermato: «È necessario che tutti guardino al quadro
generale», aggiungendo che Pechino «continua a sostenere che è necessario
risolvere questa questione con i colloqui». Un appello alla «prudenza» è invece
arrivato da Mosca: «Chiamiamo tutte le parti interessate a guardarsi da ogni
azione che possa innescare un aumento delle tensioni nella penisola coreana»,
ha dichiarato il Ministero degli esteri. Per quanto riguarda l'Occidente, la
presidenza dell'Unione europea in una nota di «ferma condanna» da Praga
sottolinea che il lancio «rende ancora più fragile la stabilità regionale in un
momento in cui la questione nucleare nella penisola coreana, che rimane senza
soluzione, richiede un rafforzamento della fiducia reciproca». L'alto
rappresentante della Politica estera della Ue ha definito il lancio «un atto
provocatorio che minaccia la stabilità e la sicurezza nell'Asia nord-orientale
in un momento in cui serve invece impegno costruttivo per mandare avanti il
processo di denuclearizzazione della penisola coreana». Reazioni anche da parte
dell'Italia. Condanna della Farnesina, che in una nota ricorda che il lancio
«complica ulteriormente la soluzione della questione nucleare nordcoreana e
ostacola il raggiungimento di un clima di fiducia e distensione che possa
favorire la stabilità nella regione». Dura la reazione della Gran Bretagna. Il
premier Gordon Brown ha definito il lancio nordcoreano come «totalmente
inaccettabile» e «una violazione degli obblighi internazionali». Il ministro
degli Esteri David Miliband ha parlato di «violazione della risoluzione 1718».
Infine la Francia: per il Ministero degli esteri a Parigi, il missile «minaccia
la pace e la stabilità regionali».
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Secondo il governo,
il vettore a tre stadi doveva mettere in orbita un satellite per comunicazioni
Corea, lanciato il missile L'Occidente s'infuria con Pyongyang, chieste
sanzioni Paura a Tokyo Il Giappone è stato sorvolato dopo soli sette minuti
TOKYO. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli
Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile
vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le
comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo
la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una
giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si chiuderà
stasera con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il
presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il
vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una
provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord
con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni».
L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla
proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla
seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio
2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo
il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità. Da più parti, come il
Comando militare Norad degli Usa e il ministero della
Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo
in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e
soprattutto tanto allarme perchè il vettore ha di sicuro percorso più di
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Gli Usa chiedono una risoluzione Onu Riunione del Consiglio di
Sicurezza per rispondere al regime di Kim NEW YORK. Il Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite si è riunito a New York per mettere a punto una prima
risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico è
attesa l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta
«dichiarazione presidenziale» che richiede però l'unanimità. In accordo con il
Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli Usa premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza,
con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha
rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà
difficile ottenerla rapidamente visto che la Cina, e in misura minore la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni
contro Pyongyang. Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore
americano all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli
Stati Uniti Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le
violazioni devono essere punite» ed occorre «una forte risposta
internazionale». Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando
intendere con chiarezza che gli Usa punterebbero
idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha detto che gli Usa
sono stati «in stretto contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare
Giappone e Corea del Sud sulla risposta appropriata» da dare al gesto di
Pyongyang, e ci sono stati contatti «con i russi ed i cinesi». Secondo
l'ambasciatore Usa, «gli Stati Uniti sono convinti che
la migliore delle risposte sia una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite», con alla fine la minaccia di nuove sanzioni se la Corea del
Nord non farà marcia indietro. Gli Stati Uniti, prospettando ai Quindici del
Consiglio di Sicurezza «una risposta delle Nazioni Unite, forte ed
appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama al Palazzo di Vetro, «hanno
forte l'impressione che quanto è successo sia una violazione della risoluzione
esistente. Quindi torneremo al lavoro per rafforzare l'attuale regime di
sanzioni, aggiungendo nella risoluzione che siamo pronti all'indispensabile
dialogo con il governo di Pyongyang».
( da "Repubblica, La"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 - Esteri
La Corea del Nord lancia il missile nel mondo torna la paura nucleare Avrebbe
potuto portare una testata sulle coste Usa La minaccia
Il regime annuncia: un nostro satellite è in orbita attorno alla terra La
smentita di Usa e Giappone: il test nordcoreano è
fallito, il razzo è finito in mare FEDERICO RAMPINI dal nostro corrispondente
PECHINO - «Il nostro satellite è in orbita, trasmette melodie dell´immortale
inno rivoluzionario alla gloria di Kim Jong Il». è l´annuncio trionfale che la
radio di Pyongyang ha dato ieri pomeriggio. Così la popolazione della Corea del
Nord, bombardata di propaganda bellica, ha saputo del lancio del missile. Un
test con cui il dittatore nordcoreano ha seminato paura nei Paesi vicini, ha
tenuto sotto scacco il dispositivo militare americano in Estremo Oriente, e ha
sfidato le condanne della comunità internazionale. Nessun satellite è finito in
orbita, in realtà. Seguito minuto per minuto dallo spionaggio elettronico degli
americani, il primo stadio del missile è stato visto inabissarsi nelle acque
tra la penisola coreana e il Giappone. Il secondo e terzo stadio sono finiti
nel Pacifico lungo una rotta che puntava dritta verso le Hawaii: primo
avamposto degli Stati Uniti, bersaglio simbolico di un´offensiva "asiatica"
dai tempi di Pearl Harbor. Fallito il test? In realtà il programma spaziale
secondo tutti gli osservatori internazionali era una copertura. Il lancio di
ieri doveva dimostrare il cammino compiuto dalla tecnologia balistica di
Pyongyang. Un progresso innegabile: nel luglio 2006 un missile analogo era
esploso un minuto dopo aver lasciato la \rampa di lancio. David Wright, un
esperto indipendente della Union of Concerned Scientists, non ha dubbi sulla
reale minaccia: «Un missile come quello sperimentato ieri, se usato per scopi
militari potrebbe trasportare una testata di una tonnellata fino alla West
Coast degli Stati Uniti». Da ieri è più vicino l´incubo di uno Stato-canaglia
capace di colpire l´America con la bomba atomica. Negli ultimi anni la Corea del
Nord ha fatto tali progressi nel suo programma nucleare da potersi dotare di
otto armi al plutonio. Ieri, più della "fallita" messa in orbita di
un satellite che forse non è mai esistito, colpivano altri spettacoli di
impotenza. Come quello fornito dalle batterie americane di Patriot 3,
dispiegate da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. Tutte rimaste inattive:
ufficialmente perché il missile non ha minacciato il territorio degli Stati
vicini; forse per non rischiare una escalation della tensione, o un imbarazzante
fiasco dopo numerosi insuccessi nei test del dispositivo antimissilistico made
in Usa. Impotenza evidente anche nella comunità
internazionale: il Consiglio di sicurezza dell´Onu è stato convocato in una
seduta domenicale d´emergenza, ma al suo interno sono subito emerse le
divisioni. Da una parte il blocco filo-Usa, con
Giappone e Corea del Sud, favorevole a nuove sanzioni contro Pyongyang. D´altra Russia e Cina hanno invitato alla moderazione. Il governo di Pechino, vero
protettore della Corea del Nord, ha esortato «tutte le parti a mantenere la
calma». Il vincitore nella prova di forza per ora è Kim Jong Il, il
"monarca rosso" che di recente veniva dato per spacciato.
Colpito da un ictus, scomparso di scena per diverse settimane, il dittatore comunista
sembrava condannato a subire una lotta per la successione pilotata da altri:
forse i militari, soggetti a ingerenze cinesi. Con il test di ieri Kim è
tornato alla ribalta di prepotenza. Giovedì si riunisce a Pyongyang il
Parlamento-fantoccio che lo plebisciterà di nuovo come leader della nazione. Il
consenso dei militari si compatta con questo test: è la conferma che resteranno
riservate a loro le poche risorse di un Paese ridotto alla fame. Il clima di
tensione internazionale legittima il terrore poliziesco e il pugno di ferro
sulla popolazione. Anche all´esterno il bilancio è confortante. Kim si è
imposto all´attenzione di Obama, "dirottando" un pezzo della sua
missione europea. Il ricatto della paura è l´unica arma negoziale in mano alla
Corea del Nord, un Paese in rovina che altrimenti verrebbe ignorato. Il passato
dimostra che la tattica di Kim funziona. Nel 1998, quando lanciò un primo
missile a sorvolare il Giappone, nel 1999 e nel 2002, quando la sua flotta
militare aggredì quella della Corea del Sud, nel 2006, quando fece il primo
esperimento nucleare: ogni volta il risultato fu di costringere Washington e
Seul a nuovi negoziati, nuove concessioni di aiuti economici. Tutti
regolarmente accaparrati dal clan di Kim. Da ieri il leader nordcoreano ha
anche un argomento in più per il marketing dei suoi missili: la vendita di
armi, soprattutto al Medio Oriente, è un´altra preziosa fonte di valuta per il
regime.
( da "Repubblica, La"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 21 -
Commenti OBAMA TRA AFGHANISTAN E PAKISTAN AHMED RASHID In questo momento, per
Barack Obama la sfida più imponente in politica estera è quella di evitare che
il Pakistan e l´Afghanistan sprofondino ulteriormente verso il caos. I Taliban
venuti dall´Afghanistan nel 2001 hanno ripreso ad espandersi, e le loro
impronte sanguinose dilagano in tutto il Pakistan e nell´Asia centrale. Oggi
sono diventati un modello, un esempio da seguire per l´estremismo islamico
dell´intera regione, anche se nella tribal belt, l´area tribale dei Pashtun sui
due versanti del confine tra Afghanistan e Pakistan, continuano a offrire
riparo ad Al Qaeda e a Osama Bin Laden. L´estremismo islamico nella regione
costituisce una minaccia diretta per l´Europa, e in misura minore anche per gli
Usa. Se prima dell´11 settembre Al Qaeda era presente
in un ristretto numero di Paesi, oggi quasi tutti gli Stati europei riconoscono
la presenza di cellule di quest´organizzazione terroristica sul loro suolo. Da
Madrid a Varsavia, sono stati arrestati centinaia di estremisti, musulmani
immigrati ma anche europei bianchi convertiti all´islam, molti dei quali
addestrati nella tribal belt. In Afghanistan il potere dei Taliban è in
crescita e si estende, a sud e ad est, a un buon terzo del Paese. è la
conseguenza della politica fallimentare dell´amministrazione Bush: truppe
insufficienti a garantire la sicurezza, pochi mezzi per gli aiuti allo
sviluppo, promesse di ricostruzione tradite. Nel 2003 l´Afghanistan è passato
in secondo piano a fronte dell´invasione dell´Iraq e dell´impegno Usa in questo Paese. Altro problema: lo scarso
coordinamento, in materia di decisioni politiche, di finanziamenti e di aiuti,
tra Usa, Unione Europea e Nazioni Unite, con carenze
anche più gravi sul piano nell´attuazione. Il Pakistan si trova anche più alle
strette, in conseguenza della politica del doppio binario portata avanti dal
precedente regime militare di Pervez Musharraf. Dopo l´11 settembre questo
presidente si era schierato al fianco degli Usa come
alleato, accettando di dare la caccia ad Al Qaeda; ma al tempo stesso i
militari pakistani offrivano rifugio ai capi Taliban, che grazie a loro hanno
potuto rilanciare, nel 2003, la loro azione di rivolta in Afghanistan. La
leadership militare afgana si è sempre preoccupata soprattutto di combattere il
nemico tradizionale, l´India, e di contrastare l´influenza indiana in
Afghanistan. D´altra parte, dopo il ripristino della legislazione civile,
avvenuta lo scorso anno, anche i politici hanno deluso le aspettative. Si sperava
che un partito laico al governo, il Ppp (Partito del popolo pachistano),
avrebbe affrontato le sfide del terrorismo e i problemi economici del Paese, ma
così non è stato. Il Ppp ha perduto mesi preziosi in polemiche e lotte contro
il partito rivale guidato dall´ex premier Nawaz Sharif. Oggi la popolarità di
Asif Ali Zardari, vedovo di Benazir Bhutto, è scesa ai minimi termini. Questo
presidente non ha saputo dare una risposta alle maggiori sfide, quelle del
terrorismo e della difficile situazione economica, né offrire alla popolazione
una visione del futuro. In politica estera l´esercito continua a detenere un
ruolo dominante, e poiché l´India è tuttora percepita come la principale
minaccia, il rischio di un´espansione dell´estremismo passa in secondo piano.
Ultimamente l´esercito e il governo hanno concluso un accordo con i Taliban per
un cessate il fuoco in un´area strategica, la Valle di Swat, a tre ore
d´automobile da Islamabad. Di fatto, i capi militari pachistani non sono nuovi
ad accordi di questo tipo; ma quello attuale consente ai Taliban di prescindere
dalla Costituzione imponendo nella valle di Swat la loro interpretazione della
legge islamica, la sharia. E una volta ottenuta questa vittoria alzano sempre
più il tiro, chiedendo ad esempio il controllo di tutte le forze di polizia,
dell´amministrazione e del sistema scolastico dell´intera area di Swat. In
Afghanistan le opzioni politiche che si presentano all´amministrazione di Obama
sono assai più chiare. Gli Stati Uniti insistono ora presso la Nato e gli altri
alleati chiedendo un maggiore impegno in questo Paese, al fine di correggere
gli errori del passato. Non si tratta solo dell´invio di rinforzi militari per
riconquistare i territori occupati dai Taliban e garantirne la sicurezza � condizione
previa per il loro sviluppo � ma anche di fornire più aiuti e addestramento
per ricostruire al più presto l´esercito, la polizia e le infrastrutture di
base. Solo così l´economia afgana potrà prosperare e creare nuovi posti di
lavoro. In Pakistan le opzioni politiche di Obama sono assai più limitate. Qui
la situazione si deteriora a un ritmo tale che ogni formulazione politica
rischia letteralmente di diventare obsoleta da un giorno all´altro. Ma
nonostante la frammentazione interna alla leadership del Paese, è essenziale
l´impegno da parte degli Usa per sostenere e
rafforzare un governo civile, contribuire a dar vita alle istituzioni dello
Stato e rispondere al disperato bisogno di aiuti economici e finanziari. Tra il
2001 e il 2008 l´amministrazione Bush ha devoluto al Pakistan 11,8 miliardi di
dollari, che però sono andati per l´80% all´apparato militare. Oltre tutto,
questi fondi sono stati assegnati in maniera assai poco trasparente, e
praticamente senza che Washington o Islamabad dovessero rispondere del loro
uso. Gli Usa devono fare di più per convincere i
militari pachistani della necessità di una lotta efficiente contro le forze
eversive. Fin dall´inizio dello scorso anno il Pentagono sta tentando di
indurre i responsabili militari a sottoporre le forze armate regolari del
Pakistan a nuovi corsi di addestramento nell´uso delle moderne tattiche
anti-guerriglia; ma per ora ha ottenuto solo di addestrare il corpo
paramilitare di guardia frontaliera, dato che il Pakistan continua a ritenere
prioritaria la preparazione delle forze militari regolari a una guerra
convenzionale contro l´India. Gli attacchi terroristici dello scorso anno a
Mumbai hanno portato alla rottura del dialogo tra l´India e il Pakistan, con la
conseguenza di rafforzare ulteriormente, negli ambienti militari pachistani, la
scelta prioritaria della difesa convenzionale. La nuova strategia regionale di
Obama dovrà prendere le mosse da un tentativo di convincere India e Pakistan a
riprendere il dialogo, e a compiere passi avanti verso la soluzione del
contenzioso sul Kashmir. Dal canto loro, gli Usa dovranno riprendere a dialogare con
l´Iran, e rifondare su nuove basi i rapporti con l´Asia centrale e la Russia,
ignorate da Bush in relazione al contesto afgano. Lo stesso vale per la Cina, che potrebbe diventare un
investitore di rilievo in Afghanistan. è essenziale che il presidente
Obama corregga gli errori commessi dall´amministrazione Bush, ma non meno
importante è il ruolo dell´Europa, e il suo impegno per la pacificazione e
ricostruzione dell´Afghanistan e per la stabilizzazione del Pakistan. L´autore,
giornalista e scrittore pachistano, ha vinto il premio Terzani 2009 per il suo
libro "Caos Asia. Il fallimento occidentale nella polveriera del
mondo" Traduzione di Elisabetta Horvat
( da "Repubblica, La"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 31 -
Cultura Una RivoluzioNE Intervista a Thomas Friedman, autore di "Caldo,
Piatto e affollato" nell´ambiente la nostra salvezza per il pianeta
Abbiamo bisogno di un grande progetto che investa l´ecologia. Perché solo una
"svolta verde" guidata dagli Usa può far
rinascere l´economia Oggi all´era del global terrorism è subentrata quella del
global warming segnata da Obama Se uno studia la scienza climatica resta
impressionato Stiamo bruciando e intasando il mondo WASHINGTON «Diecimila
garage da dove escano nuove idee, diecimila imprese innovative, diecimila
imprenditori». Solo una rivoluzione "verde" guidata dall´America può
salvare il futuro di questo paese e del mondo intero, far rinascere l´economia
e ridare fiato e ricchezza alla classe media. Ne è convinto Thomas Friedman,
tre volte vincitore del premio Pulitzer, columnist del New York Times e autore
di libri best-seller della saggistica contemporanea (Da Beirut a Gerusalemme,
Le Radici del Futuro, Il Mondo è Piatto) che a questo tema ha dedicato il suo
ultimo lavoro: Hot, Flat and Crowded, uscito negli Stati Uniti a ottobre e da
domani in libreria anche in Italia per i tipi della Mondadori con lo stesso
titolo: Caldo, Piatto e Affollato. Lo abbiamo intervistato nel suo ufficio di
Washington. Perché caldo, piatto e affollato? «Il titolo originale doveva
essere "Il verde è il nuovo rosso, bianco e blu" (i colori della
bandiera americana, ndr), ma più lavoravo, più mi documentavo e più mi rendevo
conto che non era giusto: perché il Giappone è già più verde di noi, la
Germania e la Danimarca anche. Oggi il mondo è "piatto" perché la
rivoluzione tecnologica ha livellato l´economia e le conoscenze globali, è
"affollato" dall´impennata demografica e da miliardi di persone che
vogliono vivere come gli americani, è "caldo" per il riscaldamento
globale. è un mondo con cinque problemi-chiave». Quali sono? «La crescente
domanda di energia e risorse naturali, sempre più scarse; il massiccio
trasferimento di ricchezza ai produttori di petrolio e ai loro "petrodittatori";
il mutamento climatico; la penuria energetica, che divide il mondo tra chi
abbonda di elettricità e chi ne ha poca; la rapida perdita di biodiversità, con
l´estinzione di piante e animali. Questi problemi e il modo in cui li
affronteremo determineranno il nostro futuro». Il crollo di Wall Street e la
crisi economica? «Questo libro l´ho finito nel luglio scorso e il primo
capitolo in qualche modo anticipava quanto successo in seguito. La crisi
economica attuale cambia alcune cose. Nella prossima edizione ci sarà un nuovo
capitolo. Ma il concetto di fondo resta lo stesso anche adesso: è necessaria
una nuova rivoluzione industriale, quella che chiamo ET, (Energy Technology) o
se preferiamo Geo-Greenism, rivoluzione verde. E dovrà essere l´America a guidarla».
In che modo? «Dobbiamo dotarci di nuovi strumenti, nuove infrastrutture, nuovi
modi di pensare e di collaborare con gli altri, tutte cose che sono il
presupposto per grandi imprese e per scoperte scientifiche e il propellente
capace di spingere avanti una nazione». La sua ricetta? «Glielo dico con uno
slogan: un ecosistema innovativo, diecimila imprese, diecimila imprenditori,
diecimila garage da dove escano nuove idee». Come si concilia con l´America in
recessione? «Sia il Mercato che Madre Natura sono andati a sbattere e ci dicono
che la crescita è possibile solo attraverso strade sostenibili. Nel Dow Jones
questo si vede con i numeri in rosso, ma Madre Natura non ha un suo Dow, non
spiega attraverso numeri qual è il suo stato. Ma se uno studia la scienza
climatica è impressionante vedere come i cambiamenti del clima stiano avvenendo
più velocemente di quanto gli scienziati prevedessero. Non ha un Dow, ma dei
criteri con cui possiamo valutare il suo stato di salute». Quali sono? «I
cinque punti di cui parlavo prima. Stiamo bruciando, intasando, fumando e
mangiando questo pianeta. Aggiungiamo un miliardo di persone in più ogni
tredici anni: se hanno bisogno anche solo di una lampadina da 60 watt per
quattro ore al giorno dovremmo costruire venti nuove centrali a carbone da 500
megawatt». Cosa cambia con la crisi attuale? «Il disastro dei mutui subprime è
una metafora di quanto accaduto in America negli ultimi anni, cioè la rottura
della catena che unisce impegno, risultati e responsabilità. Abbiamo pensato di
ottenere il "sogno americano" - il primo dei quali è la casa di
proprietà - a costo zero e i risultati si sono visti. Il paese ha fatto lo
stesso, abbiamo acceso un mutuo sul nostro futuro invece di investire su di
esso». Come può allora l´America guidare questa nuova rivoluzione? «Con un
cambiamento radicale. Passando dai problemi del global terrorism dell´era Bush
a quelli del global warming. Con la presidenza Obama avremo forti spese per le
infrastrutture, per i trasporti, per l´energia solare e quella a vento». La
minaccia terroristica non esiste più? «Non dico questo. Il global terrorism non
era un´invenzione ed è ancora una minaccia reale. Ma la vera ragione per cui
Obama è presidente è che l´America vuole un nation-building qui, a casa nostra.
Per me questo nation-building è il verde come il rosso era il colore degli anni
Cinquanta». Cioè? «L´anticomunismo spinse gli Stati Uniti a sviluppare la
difesa, la struttura industriale, le autostrade, ma anche le istituzioni
scolastiche e una ricerca scientifica di altissimo livello capace di lanciare
l´uomo nello spazio e dare entusiasmo alle nuove generazioni. Oggi il
"codice rosso" di Bush, la guerra al terrorismo, non basta. Abbiamo
bisogno di un grande progetto, di un "codice verde". C´è un mercato che
ha creato titoli tossici e una politica climatica che ha creato rifiuti
tossici. Due facce dello stesso problema». Come risponde
alle critiche di paesi come Cina e India sui temi ambientali? «Da un punto di vista morale hanno
perfettamente ragione. Noi abbiamo mangiato l´antipasto, il primo, il secondo e
il dessert, India e Cina
sono arrivati al momento del caffè e noi gli chiediamo di dividere l´intero
conto? Ovviamente non è giusto. Rispondo così: avete ragione, andate
avanti con l´uso dell´energia sporca, è un vostro diritto. Perché sono certo
che l´America ha bisogno di soli cinque anni per rilanciare l´energia pulita e
fra cinque anni saremo in grado di venderla anche a voi». Il piano energetico
di Obama? «Sono critico. Obama è all right eccetto per due cose: fa la politica
sbagliata con i politici sbagliati. Io credo nella carbon tax, lui sa che al
Senato non gliela passeranno mai. Se la Casa Bianca mi chiede consigli? No,
Obama l´ho incontrato una volta, so che ha letto i miei libri e segue le mie column
sul New York Times. Io sono per green the bailout, usiamo i soldi pubblici per
l´innovazione e il rinnovamento». Gli aiuti al settore dell´auto vanno in
questa direzione? «Non sono certo un fan dei manager che hanno guidato General
Motors o Chrysler, penso che abbiano avuto grandi responsabilità e che debbano
essere sostituiti. Sono d´accordo con Obama che questa deve essere la
condizione perché ricevano aiuti dal governo. L´industria dell´auto deve
trovare il modo di sopravvivere, non dimentichiamoci che stiamo parlando del
lavoro e della vita di molta gente. Sopravvivere rinnovandosi completamente,
questa è la chiave».
( da "Libertà" del
06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Berlusconi: andrò
a Washington «Con il presidente Usa c'è sintonia
totale, umana e politica» PRAGA - Alla fine la bilaterale fra Silvio Berlusconi
e Barack Obama ci sarà. A Washington, probabilmente prima del summit della
Maddalena. Un invito, quello del presidente degli Stati Uniti, che arriva al
termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una
serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti
i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. Ed anche qualcuno
che non fa parte del circuito degli 8 grandi, come il greco Costas Karamanlis o
lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Una lunga lista (che
comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora
l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere
molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla
solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema. «Il
presidente Obama - dice - mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei
cronisti che gli chiedono la data, aggiunge: «Ma ci siamo parlati un mare di
volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data,
che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di
vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8 in
preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta,
proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo
ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al
fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te
la concedo...». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme.
Berlusconi fa precedere l'annuncio dai consueti complimenti che, dall'inizio
del tour europeo, riserva al presidente Usa: «Ha
confermato tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a
tutti noi per la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la
sua umiltà». Insomma, «ci ha colpito tutti profondamente». Una «consonanza» che
Berlusconi riscontra non solo sul piano umano, ma anche su quello politico.
06/04/2009
( da "Libertà" del
06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
di
IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco
ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità,
gli eventi pare ci travolgano soltanto e noi non si possa fare altro che cercare
di districarsi al meglio in una quotidianità ormai stravolta e capovolta di
IRMA ZANETTI Per effetto della globalizzazione, che io vedo come un gigantesco
ottovolante sul quale noi tutti si viene centrifugati per l'eccessiva velocità,
gli eventi pare ci travolgano soltanto e noi non si possa fare altro che
cercare di districarsi al meglio in una quotidianità ormai stravolta e capovolta.
Eppure, a mio modesto parere, non è propriamente così. Ci sono dei sintomi,
prima della discesa inarrestabile, che noi tutti si tende a sottovalutare,
salvo poi quando, una volta a terra e malconci, non ci resta che mestamente
classificarli etichettandoli nei modi più svariati, e vigliaccamente scusabili,
con il finto senno del poi. Tante barriere sono state abbattute ed era
sacrosanto che andasse fatto, ma altrettante ne sono state sbriciolate senza
tener conto che forse si stava esagerando. E dopo, quando ormai tutti i buoi
sono scappati ed irrecuperabili, pare che tutti si sia vittime delle
circostanze e che nessuno abbia contribuito ad aprire le porte delle stalle.
Esempio: "Il mare è inquinato, ma non sarà certamente quel poco di rudo che
io ci ho gettato con tutto quello che ci scaricano dentro...". Il concetto
di "libertà" non è assoluto, ma ha dei limiti di azione, allo stesso
modo in cui persino il pensiero non gode, ed è giusto che lo sia, di libertà
totale, ma deve tener conto di come e quanto svilupparsi in azione, o restare
semplicemente una pensata da tenere per sé, proprio in funzione del fatto che
noi si pensa, e ci si muove, condividendo, e non abusando, di spazi comuni. In
un'era, per così dire, avanzata, maggiormente ci dovrebbero essere regole da
rispettare, a cui aggrapparsi, fare riferimento, e che non devono essere intese
come limiti alla libertà individuale, o catalogate come obsolete e stantie. Al
contrario, sono da intendersi come delle tutele per far sì che le libertà di ognuno
non siano contaminate dagli eccessi altrui. In un'era, per così dire,
progredita, l'abolizione di alcune regole comportamentali non deve significare
che da quel momento in poi la non educazione sia più lecita e più al passo con
i tempi. In un'era, per così dire all'avanguardia, l'educazione civica non può
essere un optional accessorio sempre meno in dotazione degli umani troppo
impegnati a globalizzarsi, e che, oramai, guardano distrattamente solo agli
eventi catastrofici, dimenticandosi di quei sintomi volutamente sottovalutati,
e smarriti, che sicuramente uno dopo l'altro li hanno generati. Ci sono troppe
piccole cose che si vogliono tralasciare pensando che ci appesantiscano, ma che
più prima che poi ci lasceranno le tasche dell'anima inesorabilmente vuote. Ci
sono tanti piccoli sintomi che si tende a tollerare, ma che più prima che poi
ci si ritorceranno drammaticamente contro, cosa che peraltro già sta accadendo.
Parrà, forse, impopolare, antiquato ed oltremodo conservatore, ma pure
l'eccesso del "tu" smodato, è un capo di cui al regolamento della
buona educazione civica e morale che, oggigiorno, è considerata solo una
consuetudine arcaica e poco affine con i nostri tempi evoluti. Anche questo è
il sintomo che prelude a qualcosa di mostruosamente non edificante per le
relazioni sociali. Chiedo a chi è illuminato: quando, come e chi ha iniziato ad
introdurre il "Voi" ed il "Lei" ?. Mio nonno materno era un
grand'uomo ma povero, ed ignorante, eppure mia madre gli si rivolgeva dandogli
del Voi, idem per la madre, per tutte le persone anziane del paese, come pure a
preti e dottori... Mio nonno materno non era né un titolato né un re. Diciamo
che era un moto di rispetto e considerazione? Certo, mi sembra di vedere le
espressioni inorridite dei lettori, persino di udirne i commenti: "Robe
d'altri tempi... esagerate, esasperate...!" Sicuramente, che, oggi, è più
all'avanguardia che i genitori vengano zittiti o mandati a fare in c...! Ciò è
decisamente più al passo ed in linea con questi stramaledetti tempi globalizzati!
E allora, chi ha introdotto le formalità del "Lei" era solo uno che
non aveva altro a cui pensare se non a complicare le relazioni interpersonali?
Oggi è altresì normale che gli sbarbatelli, e non solo, si rivolgano a degli
emeriti sconosciuti con i capelli grigi, e non, apostrofandoli con il
"tu" senza né chiedere il permesso od attendere gli venga concesso!
D'altra parte gli adulti, quelli al passo con i tempi, sono i primi ad insegnar
loro che non esistono i ruoli, anzi li agevolano con un lasciapassare
diabolico: "Ti prego, dammi del "Tu" perché mi fai sentire
vecchia/o...!" Bisogna emanciparsi, buon Dio! Al bando le convenzioni, le
precedenze, il rispetto, la forma, l'educazione, tutta robaccia che non
sveltisce i rapporti. Chiedo a chi è più illuminato e meno retrogrado: quante
persone sono rimaste rispettose dei limiti, una volta che sono passate dal Lei
al Tu? Chiedo: e perché quando parlate con un professionista non conosciuto,
primario, dottore, avvocato, ecc., non lo si apostrofa da subito con il Tu? E
perché, doveste mai incontrare un politico, piuttosto che il Papa, non fate
altrettanto? Chiedo: ma è normale che un datore di lavoro, solo in quanto tale,
possa rivolgersi ad un proprio dipendente più anziano dandogli del
"Tu" e pretendendo del "Lei" dall'altra parte? Chiedo: ma
io, la mia persona, non sono forse una proprietà privata di me stessa? Perché
qualcuno dovrebbe decidere, senza il mio consenso o di comune accordo, di darmi
del tu? E' tanto faticoso, e meno emancipato, dire "Mi dica" al posto
di "Dimmi"? Il darsi del "Lei" non deve neanche essere
considerato meramente classista, ma solo un bel modo raffinato di porsi, una
doverosa considerazione e rispetto del proprio interlocutore, indipendentemente
dal suo ruolo e/o posizione sociale. Sia per il "Tu" che altrettanto
per il "Per favore e Grazie". Io ho 52 anni e non me ne sento di meno
se mi danno del tu. Credo invece che i giovani mi vedano comunque come una
babbiona che vuol credere di essere giovane ed al loro pari. Io ho 52 anni, si
vede e non è che non m'importa, devo imparare ad accettarlo dentro di me! Ciò
che conta è quanto io possa sentire vive le mie pulsazioni interne che mi
consentano di parlare, ad un giovane, fiera dei miei trascorsi, e di tempi
addietro ben migliori di questi, che pur vecchi non mi hanno mai impedito di
non essere comunque contemporanea ed oltremodo attuale. Ciò che conta è che il
"Tu" venga inteso come una concessione, un traguardo, un beneficio
per approfondire una conoscenza, senza vicendevolmente dimenticarsi degli anni
e delle esperienze esperite che ci separano. Io ritengo che pure il
"Tu", smodato, sia uno dei sintomi alla causa di una sempre più
dilagante non educazione e rispetto. Ricordo: avevo 12 anni. Ero in piedi
sull'autobus pieno di gente, e a quel tempo c'erano i controllori. Ad una
fermata salì una donna in stato interessante avanzato. Prontamente, due persone
anziane, sedute, fecero per alzarsi e cederle il loro posto, ma lei gentilmente
rifiutò invitandole a rimanere dov'erano. Accanto a loro, seduto, c'era un mio
compagno di scuola che non mostrò nemmeno l'intenzione ad alzarsi. Il
controllore si fece strada tra i passeggeri, prese per un orecchio il ragazzo e
lo alzò invitando la signora a sedersi. Non solo, redarguì il mio compagno e lo
obbligò a chiedere scusa per la mancata educazione. Finì che la signora si
commosse, ringraziò il ragazzo con un bel sorriso ed il controllore diede un
buffetto sulla guancia del mio compagno. Oggi, per via che siamo
all'avanguardia, il controllore sarebbe passibile di denuncia per danni
materiali e morali. Oggi non si chiede quasi più nemmeno "Scusi
Signora/e", nel caso si bofonchia un frettoloso "scusa", ma non
é la stessa cosa! Zucchero canta: ".... non c'é più rispetto...", ma
la canzone non ha solo un bel ritmo, non è solo orecchiabile o allegramente
cantabile sotto la doccia...! Ho 52 anni, me ne vanto, ne sono fiera, sono
arrivata sino a qui e non è cosa da poco. Di certo antiquata per un giovane e
per i miei contemporanei all'avanguardia ma, ancor più battagliera, mi dissocio
da tutto questo "Tu" smodato che di fratellanza, solidarietà,
rispetto, e raffinatezza, non ne porta nemmeno lo sbruffo di un ipotetico
odore! 06/04/2009
( da "Nuova Venezia, La"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 18 - provi
Cinto, la Protezione Civile si presenta CINTO CAOMAGGIORE.
Non c'è stato il volo della Colombina dal campanile della Chiesa di San Biagio,
ma una scalata ed una discesa libera con corde di due audaci vigili del fuoco,
i capisquadra Gianfranco Maranzan e Raffaele Ongaretto che con il saggio
dimostrativo hanno dato la conferma dell'alta professionalità del corpo
portogruarese. La manifestazione era stata preceduta dall'incontro del sindaco
Luigi Bagnariol con Amalia Lieta Smajato, assessore provinciale alla Protezione
Civile, con Orietta Rubin della direzione Regionale, con Giorgio Bandiziol
comandante il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Portogruaro, e con Luigi
Drigo, comandante della Polizia Locale di Concordia Sagittaria, durante il
quale è stato illustrato il piano comunale della Protezione Civile ai
rappresentanti dei vari Gruppi di Volontari provenienti dai paesi limitrofi e
dal vicino Friuli. «Questa giornata, ha sottolineato l'assessore provinciale
Smajato, è la conferma dell'ottimo lavoro svolto da questa amministrazione che
ha saputo interpretare le necessità della zona e valorizzare l'impegno profuso dai
volontari». Dopo l'esibizione sulla nuova piazza, salutata da qualche botto che
ha sorpreso i presenti, ma non i colombi cui era destinato, il trasferimento
nella zona industriale dove è stato inaugurato il magazzino attrezzature della
sezione comunale della Protezione Civile che vede in Andrea Corrà il
coordinatore e responsabile del Gruppo. (Gian Piero del Gallo)
( da "Tempo, Il" del
06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa La Corea
del Nord sfida il mondo Missile nel Pacifico Il lancio ieri mattina in
dispregio dell'Onu Convocato il Consiglio di Sicurezza per decidere le sanzioni
NEW YORK La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli
Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile
vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le
comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington, secondo
la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via ad una
giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si è chiusa nella
notte con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il
presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il
vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una
provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord
con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni».
L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla
proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla
seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio
2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo
il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento
tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però
smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa
nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme
perché il vettore ha di sicuro percorso più di
(
da "Tempo, Il"
del 06-04-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa «Giovedì prossimo si riunisce il tavolo sull'auto nel quale esamineremo le prospettive del settore e il futuro di alcuni stabilimenti a cominciare da quello di Pomigliano . In Italia non vediamo cedimenti strutturali dell'occupazione. Ho fiducia che già prima della fine di quest'anno si evidenzieranno nel nostro Paese spiragli di ripresa economica incoraggianti». Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo Economico non è pessimista sulla crisi economica. Anzi guarda al futuro che è quello di mandare in porto il progetto del nucleare e «restituire spazio al mercato, perchè quando ci sarà la ripresa, bisognerà che lo Stato si ritiri dall'intervento diretto in economia». Non è forse troppo ottimista? Le stime di numerosi istituti dicono che prima del 2010 la ripresa non si vedrà... «Con il pessimismo e con i corvi che girano da tutte le parti...guardo il telegiornale e non investo più e tolgo i soldi dalla banca e li metto sotto il materasso. Con l'incoscienza e il pessimismo si va al fallimento, con il ragionamento positivo si affronta la giornata e la vita che abbiamo di fronte». Eppure recentemente Berlusconi è parso meno ottimista sui dati dell'occupazione. Lei che ne pensa? «Berlusconi ha espresso queste valutazioni a conclusione del G8 sul welfare che si è tenuto a Roma: si tratta dunque di stime globali. In molti Paesi in effetti l'occupazione sembra ridursi velocemente. In Italia, per ora, non vediamo cedimenti strutturali. C'è un forte aumento della cassa integrazione che come tutti sanno non interrompe il rapporto di lavoro. Se i timidi segnali di ripresa che si notano in diversi settori oltre l'auto dovessero consolidarsi nei prossimi mesi, riusciremo ad evitare un forte aumento della disoccupazione». Lei è partito per Mosca con quasi mille imprenditori. Che cosa vi aspettate da questo viaggio? «Con la Russia abbiamo ormai una partnership globale a tutto campo. Nel 2008 l'interscambio ha raggiunto i 26 miliardi ed è cresciuto del 10% rispetto al 2007. Nonostante la crisi che sta colpendo anche Mosca c'è molto spazio per crescere ancora, esplorando anche le regioni interne dell'immenso Paese. Per questo la Missione, dopo il business forum che si terrà a Mosca martedì e sarà concluso da Berlusconi e Putin si dividerà in quattro: a seconda delle loro specializzazioni produttive delegazioni di imprenditori andranno a San Pietroburgo, Krasnodar, Novosibirsk o Ekaterinburg per incontrare sul campo i propri potenziali partner d'affari». Oggi ci sarà l'incontro per affrontare la crisi della Antonio Merloni. Che strumenti metterete in campo? «I tre commissari del gruppo industriale presenteranno al governo il loro programma di ristrutturazione. Noi abbiamo messo in campo 9 miliardi di euro a livello nazionale per gli ammortizzatori sociali e contiamo con questi di affrontare tutte le questioni occupazionali più difficili, compresa quella del distretto degli elettrodomestici». È appena tornato dalla Libia: quale è stato il significato della sua missione? «È stata la prima visita dopo la firma dell'Accordo di Amicizia e Cooperazione siglato da Berlusconi e da Gheddafi il 30 agosto scorso. Siamo già il primo partner commerciale della Libia e possiamo crescere ancora molto. Dobbiamo allargare le relazioni economiche dall'energia e dalle infrastrutture fino alle piccole e medie imprese che possono aiutare la Libia a sviluppare un'industria manifatturiera leggera, che potrebbe essere una preziosa testa di ponte verso l'Africa subsahariana. Parallelamente, i libici sono disponibili ad aumentare i propri investimenti in aziende italiane». Accordo Fiat-Chrysler, quali sono le prospettive per l'industria automobilistica italiana? «Credo che tutti gli italiani abbiano provato un sentimento di orgoglio quando hanno sentito il Presidente Obama citare la Fiat come "salvatore" della Chrysler. E sono anche molto soddisfatto che gli incentivi per l'acquisto di auto ecologiche stiano avendo successo: in marzo abbiamo immatricolato 214 mila vetture, contro le 166 mila di febbraio e le 158 di gennaio. Anche se questi non sono aiuti alla Fiat, ma ai consumatori che possono acquistare le vetture di tutte le marche, gli incentivi stanno aiutando anche Fiat a superare mesi molto duri, a ridurre la cassa integrazione e a concludere positivamente l'accordo con Chrysler, che può essere un passo fondamentale per far restare la nostra industria automobilistica ai vertici mondiali». Ci saranno ricadute positive sull'occupazione? «Fiat fornirà a Chrysler le piattaforme tecnologiche per consentirle di produrre modelli a basso consumo e in cambio avrà il 35% delle azioni della Casa americana e la possibilità di vendere i propri modelli, soprattutto la Cinquecento e le Alfa Romeo, negli Usa: se questi modelli avranno successo tra gli americani, ci saranno ricadute positive anche per l'occupazione in Italia». Alcuni osservatori hanno detto che il vertice del G20 ha segnato la definizione dell'asse Usa-Cina, che ne pensa? «È stata enfatizzata una divisione che non c'era.>Dal G20 è
scaturita una buona soluzione alla crisi. I temi discussi a Londra saranno
ripresi ancora al G8 della Maddalena in luglio. Nel G8 Energia che terremo a
Roma il 24 e 25 maggio affronteremo il tema di interventi energetici mirati per
l'Africa». Non c'è il rischio che la crisi porti ad un eccesso di intervento
dello Stato nell'economia? «Questo rischio c'è, anche in Paesi antistatalisti
per definizione, come gli Stati Uniti. Appena la crisi sarà superata bisognerà
che lo Stato si ritiri dall'intervento diretto nell'economia e restituisca
spazio al mercato». Che fine ha fatto il liberismo? «Il liberismo ha ragione
quando afferma che il mercato è lo strumento migliore per utilizzare le risorse
in modo efficiente. Ha torto quando tende a rifiutare regole e controlli. Il
mercato non è la giungla senza regole dove vince il più forte, ma un ambiente
regolato dove tutti i soggetti debbono avere parità di condizioni. Per questo,
anziché di liberismo, preferiamo parlare di "economia sociale di
mercato"». In tutta Europa a cominciare dalla Francia stanno emergendo
tensioni sociali a causa del crescere della disoccupazione. Lei crede che
queste tensioni possano verificarsi anche in Italia? E il governo è pronto ad affrontarle?
«Non credo che da noi si manifesteranno tensioni di questo tipo. Sia perché le
misure che il Governo ha adottato, nonostante le polemiche politiche, stanno
funzionando. E, come ha detto Berlusconi, il loro primo obbiettivo è quello di
non lasciare indietro nessuno». A che punto è il piano del nucleare? «Entro
aprile ci sarà l'approvazione definitiva del ddl Sviluppo che istituisce
l'Agenzia di sicurezza e avvia il processo per la scelta dei siti. Abbiamo
stipulato l'accordo di collaborazione con la Francia. Al G8 energia faremo il
punto con gli altri Paesi industrializzati. Insomma, stiamo procedendo secondo
il programma che ci eravamo dati». Concretamente quali aziende italiane stanno
partecipando al progetto? «Sono numerose le imprese energetiche che si sono
dichiarate disponibili a partecipare allo sviluppo del nucleare. Enel ha già
stretto con la francese Edf un accordo per costruire quattro reattori in Italia
e altri in Paesi terzi. Non credo che la crisi rallenterà il processo. Ho detto
sin dall'inizio che il nostro obbiettivo è quello di posare la prima pietra di
una centrale nucleare entro questa legislatura. E sono convinto che nel 2013 la
crisi sarà un ricordo lontano». (
da "Adige, L'"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Messaggero Veneto,
Il" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Messaggero Veneto,
Il" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Secolo XIX, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Secolo XIX, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Secolo XIX, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Rai News 24"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Messaggero, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Messaggero, Il
(Pesaro)" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Messaggero, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Messaggero, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Sole 24 Ore, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Corriere della Sera"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Corriere della Sera"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Corriere della Sera"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Corriere della Sera"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Corriere della Sera"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Eco di Bergamo, L'"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Eco di Bergamo, L'"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Unita, L'"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Unita, L'"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Unita, L'"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Gazzetta di
Mantova, La" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Tirreno, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Tirreno, Il"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Mattino di Padova,
Il" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Mattino di Padova,
Il" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Reuters Italia"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Sole 24 Ore, Il
(Del Lunedi)" del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Rai News 24"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Elettronicanews.it"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Dagospia.com"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Dagospia.com"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Stampaweb, La"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Panorama.it"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Sanremo news"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Sanremo news"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Nuova Ferrara, La"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Nuova Ferrara, La"
del 06-04-2009) Argomenti: Cina Usa (
da "Foglio, Il"
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TOKYO - La Corea del Nord, in aperta sfida alla
comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle
prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi vant (sezione: Globalizzazione)
TOKYO -
La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati
Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore
a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per le
comunicazioni TOKYO - La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità
internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore
di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un
satellite per le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e
Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a
dare il via ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo,
che si è chiusa con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il
vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una
provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord
con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni».
L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla
proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla
seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio
2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo
il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento
tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però
smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa
nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme
perché il vettore ha di sicuro percorso più di
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il premier: barack mi ha invitato a washington e su
ankara si deve cercare un compromesso (sezione: Globalizzazione)
Pagina 2
- Gorizia Il premier: Barack mi ha invitato a Washington E su Ankara si deve
cercare un compromesso PRAGA. Alla fine la bilaterale fra Silvio Berlusconi e
Barack Obama ci sarà. A Washington, probabilmente prima del summit della
Maddalena. Un invito, quello del presidente degli Stati Uniti, che arriva al
termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una
serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti
i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. E anche qualcuno
che non fa parte del circuito degli 8 grandi, come il greco Costas Karamanlis o
lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Una lunga lista (che
comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India, Cina) nella quale non figura fino ad ora
l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra essere
molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita parla
solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema. «Il
presidente Obama - dice - mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza dei
cronisti che gli chiedono la data, aggiunge: «Ma ci siamo parlati un mare di
volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data,
che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di
vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8 in
preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta,
proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo
ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al
fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te
la concedo...». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme.
Berlusconi fa precedere l'annuncio dai consueti complimenti che, dall'inizio
del tour europeo, riserva al presidente Usa: «Ha
confermato tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a
tutti noi per la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la
sua umiltà». Insomma, «ci ha colpito tutti profondamente». Una «consonanza» che
Berlusconi riscontra non solo sul piano umano, ma anche su quello politico. In
questo è aiutato dalla doppia presa di posizione che lo stesso Obama annuncia
in materia di crisi e di allargamento dell'Ue: prima sottolineando la necessità
che in questo momento di difficoltà sia data precedenza a chi perde il posto di
lavoro; poi sostenendo l'ingresso della Turchia in Europa. Politiche che
Berlusconi sostiene da tempo e che ora trovano un'autorevole sponda
oltreoceano. Tanto più che sull'ingresso di Ankara Francia e Germania si
trovano in rotta di collisione con Washington. L'Italia vede così uno spiraglio
per recuperare quel ruolo di mediazione che, negli anni dell'amministrazione
Bush, aveva fra le due sponde dell'Atlantico.
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e' stata una fatalità a uccidere carmine (sezione: Globalizzazione)
La
tragedia di Sant'Andrea. I colleghi del volontario morto precipitando dal tetto
della sede del gruppo stanno preparando iniziative per ricordarlo «E' stata una
fatalità a uccidere Carmine» Il coordinatore comunale Preite: aveva seguito una
miriade di corsi, comunque spetterà alla magistratura fare chiarezza Ieri una
delegazione della Protezione civile ha fatto visita ai familiari del 56enne
goriziano Una visita toccante, per portare ai familiari devastati dal dolore
tutto l'affetto e il conforto possibili, nel ricordo di Carmine Vitale. Ieri
mattina una delegazione composta dai vertici della Protezione civile comunale
si è recata a Sant'Anna, nella casa in cui il volontario goriziano, morto
tragicamente sabato mattina, risiedeva con la moglie e i due figli. I colleghi
di Carmine si sono messi a disposizione dei familiari dello scomparso per
qualunque necessità e nei giorni prossimi prepareranno iniziative per ricordare
lo sfortunato 56enne. Gli uomini della Protezione civile - c'erano anche
l'assessore comunale competente, Francesco Del Sordi, e i capisquadra e il
coordinatore - hanno portato la propria solidarietà in particolare alla moglie
di Carmine, Maria Grazia Gratton, nella casa di Sant'Anna, dove il 56enne
volontario viveva con Maria Grazia e i figli Sara e Demis, che proprio due
settimane fa si è sposato. Erano giorni di festa, questi, per la famiglia
Vitale, un clima che si è spento nel modo peggiore, con quella terribile e per
ora ancora inspiegabile caduta di Carmine, sabato mattina, dal tetto dell'ex
capannone della Soteco, nel complesso edilizio della
Protezione civile, in via San Michele. «Abbiamo fatto quello che potevamo -
racconta addolorato il coordinatore della Protezione civile comunale goriziana,
Giacomo Preite -. Abbiamo portato il nostro cordoglio, la nostra vicinanza in
particolare alla moglie di Carmine, che è comprensibilmente distrutta dal
dolore. In questa circostanza - continua Preite - abbiamo voluto far
sentire la nostra presenza, ribadire che siamo e saremo sempre presenti per
qualunque necessità dei familiari di Carmine. Intanto stiamo già pensando alle
iniziative per ricordarlo, per accompagnare i momenti dell'ultimo saluto al
nostro collega che ci ha lasciati in modo così traumatico e doloroso». A proposito
dei funerali, bisognerà attendere ancora qualche giorno, visto che la
magistratura disporrà prossimamente, probabilmente già oggi, l'effettuazione di
un esame autoptico sulla salma di Carmine Vitale e dunque soltanto una volta
eseguita l'indagine necroscopica verrà emesso dalla magistratura il nulla osta
per le esequie. Intanto, per tutti i volontari della Protezione civile del
capoluogo isontino questi sono giorni davvero tristi: «Noi della Protezione
civile ci sentiamo e ci siamo sempre sentiti come una vera e propria famiglia,
e perdere un amico e un collega come Carmine è come perdere un parente stretto
- ammette Preite -. Ci conoscevamo da anni e per me era come un fratello».
Restano l'incredulità per quell'incidente assurdo, il tormento nel chiedersi
come sia potuto accadere: «Saranno gli organi competenti ad accertarlo -
sottolinea ancora Preite -. Da quanto sembra, pare essersi trattato di una
fatalità, ma, ripeto, non sta a noi dirlo. Posso solamente ribadire che Carmine
era preparatissimo, aveva fatto una miriade di corsi, aveva un bagaglio di
esperienza notevole. Ed era sempre prudente. Davvero non riesco a capire che
cosa possa essere successo». Piero Tallandini
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G8 e G20, ruoli diversiper le sfide del mondo (sezione: Globalizzazione)
G8 e
G20, ruoli diversiper le sfide del mondo Alessandro Leto Spenti i riflettori
sul G20, indipendentemente dalle considerazioni di merito sulle decisioni
adottate, si fa strada in molti la curiosità sulle differenze esistenti con
l'altro vertice in corso d'opera che culminerà con l'incontro in luglio fra gli
Otto Grandi alla Maddalena, cioè il G8. Ci si domanda come operino, quale tipo
di competenze abbiano e se non esista il rischio di sovrapposizione, non fosse
altro perché si tende a considerare il primo come una versione allargata del
secondo e quindi lo si percepisce come più adatto a definire i tratti
distintivi del nuovo ordine globale che verrà. In effetti la tendenza è questa,
anche se non bisogna dimenticare che i due organismi riflettono storie diverse
così come incarnano prospettive differenti: di orientamento prettamente
politico il primo, più economico il secondo. Brevemente, mentre il G8 nacque
nel 1975 come G5 (Italia, Canada e Russia si aggiunsero in seguito) su
iniziativa del Presidente francese Giscard D'Estaing che tenne il primo vertice
a Rambouoillet proprio per ravvivare il coordinamento fra le potenze di un
occidente spaventato dai postumi della crisi petrolifera e che conosceva un
progressivo scollamento sulle questioni strategiche, il primo G20 si tenne nel
1999 essenzialmente per favorire la concertazione delle decisioni su temi
economici di natura globale, da parte delle venti economie più importanti. È
nella natura dell'allargamento che troviamo una prima macroscopica differenza:
con la loro presenza infatti Australia, Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Messico, Sud Africa e
Turchia conferiscono a questo gruppo lo status potenziale di governance
mondiale sulle questioni macroeconomiche. Il G8, invece, è tradizionalmente
riservato all'analisi e al confronto sui grandi temi della politica
internazionale e vi partecipano solo i capi di governo. Al G20 partecipano i
ministri economici e i governatori delle banche centrali, eccezion fatta per le
occasioni di rilevanza straordinaria come le ultime due dove il dramma della
crisi economica ha mostrato di avere influenze impreviste sugli stessi assetti
politici e sociali degli stati membri. In comune entrambi i summit hanno la
stessa struttura organizzativa che per definizione è molto flessibile, posto
che sono tutti e due sprovvisti di un segretariato permanente e di una propria
struttura burocratica: questo li rende reattivi e li preserva da quell'eccesso
di mediazione che giocoforza si riscontra invece nelle organizzazioni
internazionali tradizionali come l'Onu, o la stessa Ue. È comprensibile però
che l'opinione pubblica resti in qualche misura disorientata di fronte a questi
vertici che sembrano misurarsi su sfide molto simili, ma è bene ricordare che
la politica estera è materia particolarmente complessa e si presta poco alle
semplificazioni, anche di linguaggio, che ultimamente si sono affermate
purtroppo pure nel mondo della cultura. L'epoca che ci siamo lasciati alle
spalle si è caratterizzata per alcune vistose contraddizioni: ha visto ad
esempio il tentativo egemonico dell'economia sulle altre funzioni sociali e
questo ha prodotto riflessi condizionati anche nell'opinione pubblica che ha
cominciato a ragionare sempre più frequentemente in termini econometrici su
questioni tradizionalmente vocate al primato di altre funzioni. Ora, proprio
per dare risposte a una crisi che da economica rischia di diventare sociale, la
politica è chiamata a gran voce (paradossalmente anche dai potentati economici)
a risolverla e superarla. Ci troviamo quindi in un momento favorevole alla
riaffermazione di questa dimensione nella sua funzione primaria di
individuazione degli interessi principali delle proprie comunità di riferimento
e starà ai leader di oggi misurarsi con questa doppia crisi, epocale e di
sistema, per ridefinire una prospettiva che sia di sviluppo complessivo e non
di sola crescita economica. Per questo ritengo che il ruolo del G8 sia ben
lungi dall'essere esaurito, anche perché resta l'unico summit in cui il mondo
occidentale riesce a esprimere (pur se a volte con fatica) posizioni omogenee
su temi di grande portata. La stessa composizione del G20 evoca una
rappresentanza troppo allargata per poter essere definita omogenea, anche dal
punto di vista dei valori di fondo condivisi su cui si fionda la stessa storia
dei suoi stati membri. I governi occidentali hanno in comune principi e valori,
la democrazia in politica e il libero mercato in economia (anche se proprio
nell'applicazione di questi stessi valori la Russia ad esempio è piuttosto
deficitaria), che rendono possibile una visione del mondo simile, riducendo le
conflittualità reciproche, proprio perché ci si rende conto sempre più della
necessità di larghe intese sui temi globali. Il mondo è ormai indirizzato verso
il consolidamento di un ordine multipolare organizzato per aree regionali, ed è
difficile immaginare che Stati fra loro disomogenei per storia, struttura
sociale e sistemi di redistribuzione della ricchezza possano trovare stabili
elementi in comune sulle grandi questioni politiche. Perciò il G20, pur
conservando la sua importante funzione di confronto e di indirizzo, resta per
sua natura confinato all'interno delle questioni puramente macroeconomiche.
Mentre gli Stati membri del G8 appartengono a quell'occidente che, incluso il
Giappone con la sua straordinaria doppia personalità di gigante asiatico che
non rinuncia alla propria tradizione pur avendo abbracciato riti e dinamiche
targate Usa, bene o male hanno la stessa visione del
futuro e perseguono interessi conciliabili, pur se declinati secondo i tempi e
le finalità dei singoli interessi nazionali degli Stati membri. Con tono
provocatorio, alcuni sostengono che in fin dei conti sia sufficiente un'intesa
a due, una sorta di G2 con Usa e Cina solamente:
ma se consideriamo che nemmeno all'apice della guerra fredda il mondo era
diviso perfettamente a metà vista l'affermazione dei cosiddetti Paesi non
allineati, ci rendiamo perfettamente conto di come, con il procedere innanzi
della storia e con la complessità crescente dei nostri modelli sociali,
il confronto divenga sempre più necessario e allargato e debba quindi essere
organizzato per aree di interesse omogeneo. Alla politica estera dei Paesi
occidentali quindi il G8, con la sua enorme potenzialità nell'esprimere grandi
politiche di indirizzo, alle questioni dell'economia globale il G20 che
racchiude una quota largamente maggioritaria della ricchezza mondiale prodotta,
affinché contribuisca con regole adeguate all'affermazione di quell'indispensabile
processo di umanizzazione dell'economia, senza il quale le grandi sfide future
dell'umanità sarebbero probabilmente perse in partenza. 06/04/2009 sviluppo
globaleSta ai leader di oggi misurarsi con questa doppia crisi per ridefinire
una prospettiva di sviluppo globale non solo economico 06/04/2009 aree omogenee
La complessità dei modelli sociali richiede confronti allargati sempre più
organizzati per aree d'interesse omogenee 06/04/2009 Lorenzo Gianotti Oggi e
domani Silvio Berlusconi sarà a Mosca, accompagnato da una moltitudine di
industriali e uomini d'affari. L'obiettivo è rilanciare le relazioni economiche
e commerciali tra i due Paesi. Sarà anche l'occasione per esibire la duratura
amicizia che lega il premier italiano al capo del governo russo. Un anno fa sul
Financial Times (18 aprile 2008) Quentin Peel si interrogava sui motivi di
questo legame: «Silvio Berlusconi e Vladimir Putin sembrano davvero una strana
coppia. Il primo ministro italiano appena eletto è un destrorso miliardario
pro-Usa e un magnate grondante soldi, meglio noto per
lo humor di modesto conio e le gaffe politiche che per la serietà delle
formulazioni. Il presidente russo (e primo ministro in attesa) è un tipo
estremamente controllato, un burocrate prudente per istinto che ha ripristinato
il potere del Cremlino a spese del potente gruppo degli oligarchi e ha
rilanciato l'orgoglio nazionale contrastando l'influenza globale degli Usa». Che cosa dunque li unisce? «I grandi affari legano
Putin a Berlusconi». In un anno sono cambiate molte cose, ma il rapporto è
rimasto saldo. Si può osservare che quello indicato dal Financial Times non è
il solo motivo della reciproca simpatia. Ce ne sono almeno altri due che
avvicinano i personaggi: il primo è l'insofferenza per le mediazioni della politica
(il "capo" parla direttamente al popolo); il secondo ne è la
conseguenza, e cioè il dominio dei mass media (in Russia tutti i canali tv
nazionali e i maggiori giornali dipendono direttamente o indirettamente dal
governo): appaiono spesso in tv, con giornalisti accomodanti e senza
contraddittori. Com'è naturale, saranno gli affari a dominare l'incontro
bilaterale. Uno è già stato annunciato: Gazprom è pronta a ricomprare il 20 per
cento di Gazpromneft che l'Eni aveva acquisito nell'aprile 2007 (un lotto degli
attivi di Jukos che il Cremlino aveva deciso di liquidare), pagando 3,7
miliardi di dollari; a ciò si aggiunge l'acquisto del 51 per cento di
Severenergia, in mano a Eni e Enel. Secondo ambienti informati, Gazprom
èdisposta a sborsare oltre 4 miliardi di dollari in contanti, benché alla Borsa
di Mosca un quinto di azioni Gazpromneft valga ora poco più di 2 miliardi di
dollari; e a corrispondere 1,5 miliardi per Severenergia. L'Eni, insieme con
l'Enel (quest'ultima in misura inferiore), era stata tra le rare società
straniere che avevano partecipato alla distribuzione del bottino Jukos, il
gruppo creato dall'oligarca Michail Chodorkovskij che, dopo essersi scontrato
con Putin, è finito in un campo di detenzione siberiano. A Mosca si sta
svolgendo il secondo processo a Chodorkovskij, ma è lecito supporre che le già
flebili proteste per le violazioni legali del procedimento non avranno eco
negli incontri. La rete degli interessi italo-russi poggia su consistenti basi.
Vediamo. L'Enel è stata la prima a gestire una centrale termica russa, la
Northwest, nella regione di San Pietroburgo; ha poi acquisito, prima compagnia
straniera a poterlo fare, il controllo della centrale elettrica OGK-5 e
collabora con Rossatom nel campo dell'energia nucleare. L'ex monopolista
elettrico ha guadagnato un prestigio tale che tempo fa Putin a Wiesbaden in
visita di Stato in Germania, dopo essersi lamentato per la scarsità di
investimenti tedeschi in Russia, ha citato l'Enel, indicandola come esempio di
«compagnia che ha investito di più». Per parte sua, Finmeccanica ha creato una
joint venture tra la controllata Alenia e il gruppo russo Suchoj per la
costruzione di due superjet di trasporto civile, rispettivamente, da 75 e 95
posti, ora in fase avanzata di realizzazione, che gli esperti giudicano avere
notevoli opportunità di mercato. La previsione è di venderne 1.800 esemplari
nei prossimi vent'anni, in massima parte fuori dalla Russia. Oltre che nella
produzione, Alenia è impegnata nel marketing e nella vendita in Europa e in
America. Il governo russo vi sta investendo 1,6 miliardi di dollari. Anche la
Fiat si è ritagliata un discreto spazio. Se è vero che, battuta da Renault, non
è riuscita a rientrare negli impianti Avtovaz di Togliattigrad, ha però: 1)
raggiunto un accordo con Samotlor-NN per assemblare 25 mila Daily (Iveco) a
Nizhnij Novgorod, 2) fatto avviare a Magneti Marelli la collaborazione con
Avtopribor per la produzione di strumentazione elettronica, 3) concordato con
il gruppo Mordashov la produzione e la vendita in Russia di auto progettate a
Mirafiori. L'elenco di aziende italiane attive in Russia è troppo lungo per
pretendere di completarlo. È però indispensabile citare la presenza di
Assicurazioni Generali in una delle maggiori compagnie assicurative russe, la
Ingosstrach; e quella di Unicredit che controlla il sesto istituto di credito
impiantato in Russia. Negli scorsi anni verso Mosca hanno corso le esportazioni
del made in Italy di lusso: gioielli, abbigliamento, tessuti, auto (Ferrari e
Maserati), yacht di prestigio. Nel centro della capitale le boutique, i negozi,
i centri commerciali che esibivano i prodotti del Bel Paese, allo stesso modo
dei ristoranti col marchio tricolore italico, erano costantemente affollati. Lo
tsunami dell'economia ha decimato i clienti, resta la speranza che i clienti
danarosi si rianimino, appena la crisi sarà superata. Sull'altro versante gli
interessi dei maggiori potentati russi in Italia e nel Mediterraneo sono
significativi. Basta ricordare la cooperazione tra Eni e Gazprom nel progetto
South Stream (grande pipeline di gas dalla Russia all'Europa occidentale
attraverso il mar Nero e i Balcani), nelle concessioni e nei giacimenti di gas
e di petrolio in Libia e in Algeria, nella stessa distribuzione del gas in
Italia. Nel carnet di Enel ci sono vari progetti in comune con gruppi
moscoviti. A Genova è d'uopo rammentare lo scambio azionario avvenuto tra i
Garrone (Erg) e il gigante privato Lukoil per l'impianto di raffinazione di
Priolo. Ancora un russo, Aleksej Mordashov (settimo per ricchezza in patria,
con un patrimonio personale stimato, prima della crisi, a 8,5 miliardi di
dollari) è uno dei maggiori industriali siderurgici della Penisola,
controllando la bresciana Lucchini. È probabile che le trattative aprano un
nuovo capitolo delle relazioni italo-russe. La Russia ha un bisogno assoluto di
estendere e modernizzare le grandi infrastrutture (autostrade, ferrovie, porti,
aeroporti, centri di interscambio); in materia i gruppi italiani dispongono di
un elevata conoscenza e di capacità d'iniziativa. Una convergenza che offre
sicure opportunità. Lorenzo Gianotti è stato segretario del Pci torinese e
senatore dello stesso partito (poi Pds) per tre legislature. 06/04/2009
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La partitadelicatadi usa e cina (sezione: Globalizzazione)
La partitadelicatadi usa e cina l'analisi nALL'EPOCA della
guerra fredda Raymond Aron riteneva improbabile, anche se non impossibile, lo
scoppio di un conflitto nucleare globale. Anche se uno dei due principali
contendenti non poteva essere considerato una democrazia secondo nessun
parametro, una delle ragioni di quel relativo ottimismo stava nel carattere
quanto meno razionale, strutturato e collegiale del processo decisionale
proprio anche della vecchia Unione Sovietica, come pure, poi, della Cina. Ciononostante, all'epoca della crisi di Cuba il mondo
giunse a un passo dal finire arrosto anche per una serie di errori di
valutazione e di mancanza di informazioni degli uni sulle intenzioni e sulla
catena di comando degli altri. Si cercò di rimediare per prevenire almeno la
possibilità di guerre non volute, ma forse non sapremo mai quante volte falsi
allarmi ci abbiano portato successivamente sull'orlo del precipizio,
soprattutto negli anni in cui l'installazione dei missili a medio raggio in
Europa aveva ridotto i tempi di reazione a meno di dieci minuti. Forse non
saremmo neppure qui a parlarne se l'orrenda sperimentazione di Hiroshima e
Nagasaki non avesse istituito un tabù contro l'uso dell'arma nucleare che da
allora nessuno si è assunto la responsabilità di rompere. E bisogna anche
riconoscere che, finché il numero dei potenziali utilizzatori è stato ridotto,
il precario equilibrio del terrore ha probabilmente risparmiato al mondo una
terza guerra mondiale che sarebbe stata molto più distruttiva delle precedenti
anche se fosse rimasta convenzionale. Oggi il rischio dovuto alle armi non
convenzionali non sembra riguardare più le vecchie grandi potenze, in un mondo
ormai economicamente interdipendente: è questo un effetto virtuoso della
globalizzazione che i suoi critici tendono a sottovalutare largamente. Il
problema è che cosa possa accadere quando armi non convenzionali entrano nella
disponibilità di attori politici minori, che non solo non devono rispondere ai
loro elettori, ma che magari sono giunti al potere e lo esercitano in base a
dottrine autoreferenziali, religiose o irrazionali ispirate all'etica della
convinzione (agisco come ritengo giusto fare secondo i miei principi e rimetto
a Dio o alla sorte le conseguenze), anziché in base all'etica della responsabilità
(agisco in base alle conseguenze prevedibili e possibili delle mie azioni). Il
vecchio studioso Bernard Lewis, per esempio, ritiene che il regime iraniano,
che potrebbe presto disporre di un'arma nucleare, appartenga alla prima
categoria. La Corea del Nord è più impenetrabile di quanto non lo sia mai stata
l'Urss. Qualche "dietrista" sostiene che, dopo il crollo dell'Urss,
sarebbero stati gli americani a enfatizzarne la minaccia, per mantenere la rete
di alleanze in Estremo Oriente con Giappone e Corea del Sud ed evitare la
riunificazione della Corea (apparsa meno lontana dopo gli incontri propiziati
da Jimmy Carter negli anni '90). L'attuale dittatore Kim Jong-il sarebbe giunto
al potere dopo aver assassinato il padre che puntava a un piano energetico
convenzionale, e gli americani avrebbero finito per sostenere il regime
fornendo cibo e petrolio e impegnandosi anche a costruire due centrali nucleari
in cambio di impegni, difficili da verificare, contro la proliferazione. Poi
avrebbero proposto un trattato di pace (quello che pose fine nel '53 alla
guerra di Corea è solo un armistizio) in cambio della rinuncia al nucleare, di
fronte a una crescente pressione della Cina, che vanta
discusse ragioni storiche per fare totalmente della Corea del Nord un proprio
satellite e sfruttarne le grandi ricchezze minerarie. A sua volta, la migliore
assicurazione per la sopravvivenza del regime nordcoreano sarebbe proprio
enfatizzare la minaccia esterna americana e sfruttare l'impantanamento della
superpotenza in altri teatri di crisi per alzare il prezzo. Quel che è certo è
che troppe crisi sono ormai impossibili da affrontare per gli Usa, e quella coreana è insolubile senza il coinvolgimento
della Cina. 06/04/2009
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COREA NORD: LANCIATO MISSILE, OCCIDENTE S'INFURIA /
ANSA (sezione: Globalizzazione)
COREA
NORD: LANCIATO MISSILE, OCCIDENTE S'INFURIA / ANSA TOKYO. La Corea del Nord, in
aperta sfida alla comunità internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati,
ha lanciato nelle prime ore di ieri un missile vettore a tre stadi, vantandosi
di avere messo in orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza questo
subito smentita da Seul e Washington, secondo la quale anzi il lancio è
fallito. Anche se è bastato a dare il via a una giornata ad alta tensione in
Estremo Oriente e nel mondo, conclusa ieri sera con la riunione d'urgenza del
Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il presidente americano, Barack Obama, ha
replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue.
Il lancio, ha detto, è«una provocazione e una chiara violazione delle norme
dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata
dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza
l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte
risposta internazionale». Obama ha detto che a minaccia del nucleare «riguarda
tutti, ovunque», e ha presentato il suo grande progetto: riduzione delle
scorte, interruzione completa delle sperimentazioni e lotta contro la
proliferazione. «Un mondo senza armi nucleari» non è obiettivo che si possa
raggiungere subito, ha detto Obama schioccando le dita, «e forse neanche in una
vita», ma gli Usa hanno la «responsabilità morale» di
fare passi avanti da subito. Con il lancio del missile, il regime comunista
coreano ha intanto "vendicato" il flop del luglio 2006, quando il
supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo il decollo.
Questa volta invece ha dato un esempio di affidabilità e di perfezionamento
tecnologico. Da più parti, come il Comando militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa sudcoreano, è stato però
smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in orbita». La mossa
nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e soprattutto tanto allarme
perché il vettore ha di sicuro percorso più di
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Partite da Roma 2 colonne di mezzi della Protezione
civile (sezione: Globalizzazione)
L'Aquila | 6 aprile 2009 Partite da Roma 2 colonne di mezzi della
Protezione civile Il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso Due colonne
mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione civile della Regione Lazio
sono gia' in viaggio verso le zone colpite dal sisma in Abruzzo in raccordo con
il Dipartimento nazionale. Nella Regione limitrofa stanno portando tende
per sfollati e quant'altro necessario per prestare soccorso alla popolazione.
Lo rende noto il direttore della Protezione civile del Lazio Maurizio Pucci che
e', dai momenti successivi alle scosse avvertite molto forti anche a Roma,
nella sede del Dipartimento nazionale del Dipartimento la Protezione civile e
Roma in via Ulpiano.
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La rivoluzione copernicana di Barack Obama dopo otto
anni di Bush parte innanzitutto da ... (sezione: Globalizzazione)
Lunedì
06 Aprile 2009 Chiudi di STEFANO TRINCIA La rivoluzione copernicana di Barack
Obama dopo otto anni di Bush parte innanzitutto da una diversa visione del
mondo e dei rapporti internazionali. Se il suo predecessore alla Casa Bianca
aveva basato la politica estera su un approccio unilaterale, elaborato dai
teorici "neocon", Obama ha impostato campagna elettorale e quindi il
suo esordio a Washington sul multilateralismo. La consapevolezza cioè che il
mondo globalizzato non può più essere governato dalla capitale Usa con una logica da unica superpotenza planetaria: ma
piuttosto con il metodo dell' "engagement", l'ingaggio. Riconoscere
cioè la natura pluripolare del ventunesimo secolo in politica estera e
ingaggiare alleati e nemici in un dialogo serrato. Di qui la chiusura anche
simbolica con il tragico capitolo iracheno - simbolo dell'unilateralismo
guerreggiante di Bush - e il tentativo di reingaggiare gli alleati, Nato in
testa, sul fronte afgano. Nessun muro geopolitico ha resistito all'offensiva
diplomatica di Obama: la Casa Bianca ed il Dipartimento di Stato guidato da
Hillary Clinton hanno aperto formalmente ed informalmente il confronto con
avversari storici come l'Iran e la Siria nel tentativo di ridare slancio al
processo di pace in Medio Oriente. Con la Cina e la Russia l'operazione mano tesa
è decisamente avviata: con Pechino la Clinton ha deciso di accantonare il nodo
dei diritti civili per puntare sulla indispensabbile partnership in campo
economico. Con Mosca invece netta l'inversione di tendenza sullo scudo
missilistico in Europa dell'Est e apertura piena sul piano del disarmo
nucleare. Il cambio di marcia in politica estera si è manifestato anche
alla Nazioni Unite, teatro durante gli anni di Bush di continui scontri con
l'Europa. L'amministrazione Obama, rappresentata dall'Ambasciatrice Susan Rice
ha annunciato la propria intenzione di entrare nella commissione diritti umani
dell'Onu: un organismo forotemente contestato in passato perché affidato alla
guida della Libia. La Rice ha dichiarato:« Riteniamo più utile rimanere
"engaged", all'interno delle organizzazioni, anche le più
controverse. Le cose si cambiano meglio da dentro che dall'esterno»
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SEMBRA trascorso un secolo. Ma solo tre anni fa i
giornali anglosassoni dipingevano l'Itali... (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Messaggero,
Il (Umbria)) (Messaggero, Il (Ancona)) (Messaggero, Il (Abruzzo)) (Messaggero,
Il (Latina)) (Messaggero, Il (Viterbo)) (Messaggero, Il (Rieti)) Lunedì
06 Aprile 2009 Chiudi di MARCO FORTIS SEMBRA trascorso un secolo. Ma solo tre
anni fa i giornali anglosassoni dipingevano l'Italia come la grande malata
d'Europa. Ciò perché il nostro Pil cresceva poco mentre quelli di Gran
Bretagna, Stati Uniti e Irlanda "volavano". In particolare, venivamo
indicati come tartarughe per produttività e competitività. Con un sistema
manifatturiero ormai obsoleto, in balia della concorrenza cinese, con imprese
troppo piccole per affrontare le sfide della
globalizzazione e con una presenza inconsistente nei servizi avanzati e nella
finanza innovativa. Sicché nel 2005 sulla copertina del britannico Economist la
nostra penisola fu raffigurata sorretta da due piccole stampelle, mentre quella
dell'americano Time immortalò il David di Michelangelo impegnato in un braccio
di ferro con un minaccioso guerriero cinese di terracotta. Inoltre, il
capo economista della Goldman Sachs in una conferenza stampa al Forum di Davos,
nel gennaio del 2006, disse che all'economia italiana ormai restavano
"solo calcio e spaghetti". Gli eventi della drammatica crisi mondiale
che stiamo vivendo hanno dimostrato che la super-crescita di alcuni Paesi non è
stata una crescita sana.
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Il lancio è fallito. Ma il pericolo e la provocazione
restano. Il vettore nordcorea... (sezione: Globalizzazione)
Lunedì
06 Aprile 2009 Chiudi Il lancio è fallito. Ma il pericolo e «la provocazione»
restano. Il vettore nordcoreano Taepodong-2, infatti, può trasportare una
testata nucleare e la Corea del Nord di armi atomiche ne possiede di certo,(alcune
stime riferiscono dei sei testate). Per questa ragione a Praga, Barak Obama ha
confermato il suo impegno a promuovere con «urgenza un programma contro la
proliferazione nucleare». Se vuole realizzare il suo sogno «di un mondo senza
armi nucleari», il presidente americano dovrà però operare un'inversione di
rotta rispetto a Bush. Il primo passo, l'ha già in programma: rendere effettivo
il Trattato sul bando ai test nucleari (Ctbt) siglato da numerosi Paesi nel
1996, ma bocciato dagli Stati Uniti nel 1999. Obama chiederà al Senato
americano di firmare il Ctbt. Ma avendo chiaro che il
Trattato entrerà effettivamente in vigore solo se sarà ratificato anche da Cina, Israele, India, Pakistan, Corea
del Nord (paesi che posseggono armi nucleari), Iran (che ha in corso un
progetto nucleare civile che potrebbe avere anche sbocchi militari), Egitto e
Indonesia. Tutti Paesi che finora non hanno aderito al Ctbt. Proprio
tenendo conto di questa realtà, il presidente americano ha programmato entro
l'anno prossimo un summit negli Stati Uniti per la riduzione delle armi
nucleari. Nei fatti si tratterebbe di rimettere al passo dei tempi il Trattato
di non proliferazione nucleare (Tnp), entrato in vigore il 5 marzo 1970. Il
trattato proibisce agli Stati nucleari -Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna,
Francia e Cina - di cedere a Stati non nucleari, armi
nucleari e tecnologie o materiali utili alla loro costruzione. Ai Paesi
firmatari non dotati di tali sistemi d'arma, il Tnp impedisce di fabbricarne.
Il problema è che gli Stati che si sono dotati di armi atomiche come Israele
(che nega, ma di fatto sembra disporre di circa 200 bombe nucleari), l'India
(più di cento testate) e il Pakistan (una cinquantina) non hanno firmato il Tnp
e la Corea del Nord si è ritirata nel 2003. Altri Paesi, come Sud Africa,
Brasile e Argentina hanno smantellato le armi (Sud Africa) o (gli ultimi due)
hanno abbandonato i loro progetti nucleari dopo aver siglato il Tnp negli anni
Novanta. La Libia nel
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dal nostro corrispondente NEW YORK - Nonostante
numerosi governi avessero... (sezione: Globalizzazione)
Lunedì
06 Aprile 2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK -
Nonostante numerosi governi avessero fatto pressioni, nonostante le risoluzioni
dell'Onu e gli accordi presi due anni fa, il regime nord-coreano ha lanciato
ieri un missile di lunga gittata, con a bordo un satellite. Non contento di
aver sfidato mezzo mondo, ha anche mentito sul risultato del lancio, sostenendo
che il satellite era stato messo in orbita con successo, e trasmetteva «l'inno
del nostro adorato leader supremo». In realtà, il missile e il suo carico si
sono disintegrati poco dopo il decollo: il primo modulo è caduto nel mare che
separa il Giappone dalla penisola coreana, il secondo è finito nell'Oceano
Pacifico dopo aver sorvolato l'arcipelago nipponico. Dalla Casa Bianca è venuto
un ammonimento: «Anche se è stato un insuccesso, il lancio ha violato gli
accordi». Il parere era condiviso da vari governi, che hanno condannato
Pyongyang, e chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza alle
Nazioni Unite, che però ieri sera si è conclusa con un nulla di fatto. La
discussione continuerà nei prossimi giorni, ma da indiscrezioni
giunte in serata si capisce che sia la Cina che la Russia, che hanno diritto di veto, non vedono di buon
occhio iniziative "forti", e anzi raccomandano cautela. Nella
mattinata, un documento unitario Usa-Ue aveva messo in chiaro che né gli Stati Uniti né l'Europa
credono che il lancio avesse scopi pacifici: «Il suo scopo - si legge nel
documento - è di perfezionare l'abilità di minacciare Paesi vicini e
lontani con armi di distruzione di massa». Gli scienziati confermano infatti
che la tecnologia necessaria a lanciare un razzo con satellite è quasi identica
a quella per un missile a lunga gittata con testata nucleare. Nell'estate del
2006, il regime lanciò sette missili, di cui due del tipo Taepodong-
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La nuova ribalta del Fondo monetario (sezione: Globalizzazione)
Il
Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-04-05 - pag: 3 autore: ANALISI
La nuova ribalta del Fondo monetario di Alessandro Merli «T he Imf is back». Il
Fondo monetario è tornato. Dopo il G-20 di Londra, l'Fmi si ricolloca al centro
della scena dell'economia e della finanza internazionale, come rivendicava
giovedì sera a fine vertice il suo direttore Dominique Strauss-Kahn. Dei 1.100
miliardi di dollari promessi dai leader dei venti per rimettere in moto
l'economia mondiale e assistere i Paesi investiti dalla crisi, 750 verranno
canalizzati attraverso il Fondo. Al quale vengono anche affidati i nuovi ruoli
di giudice dell'efficacia dei pacchetti di stimolo fiscale messi in atto dai
Paesi membri e di guardiano delle riforme dei mercati finanziari varate dal
nuovo Financial Stability Board. è un clamoroso ritorno alla ri-balta per
un'istituzione, che,perno della soluzione di tutte le crisi finanziarie
internazionali degli anni Ottanta e Novanta, era poi finita marginalizzata e
ridimensionata dai propri errori e da uno straordinario periodo di bonaccia
dell'economia mondiale. è difficile mantenere la propria credibilità di
pompiere, un mestiere al quale viene spesso paragonato il lavoro dell'Fmi, se
per anni non scoppia alcun incendio e dopo che, nello spegnere gli ultimi
fuochi ( Asia, Argentina), si è rischiato di attizzare ancor di più le fiamme.
Di fronte all'emergenza della crisi più grave da decenni, la comunità
internazionale si è resa conto però di non disporre di alcuno strumento
migliore dell'Fmi:vengono quindi triplicate le risorse dell'istituzione di
Washington per assistere i Paesi in difficoltà (da
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Sfida della Corea del Nord
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 2 Sfida della Corea del
Nord «Lanciato missile in orbita» Secondo gli Usa il
razzo è caduto nel Pacifico Convocata una riunione d'emergenza del Consiglio di
Sicurezza. Washington chiede di inasprire le sanzioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINO La Corea del Nord è stata di parola. Ieri mattina, ore 11.20 locali, ha
lanciato un missile che ha sorvolato il Giappone, come la propaganda andava
ripetendo da settimane. Con tempistica che non appare casuale, l'operazione è
stata condotta a ridosso del discorso con cui Barack Obama, a Praga, evocava un
«futuro senza armi nucleari ». Il presidente Usa è
stato tra i primi a reagire, parlando di «atto provocatorio». Alle Nazioni
Unite è stata convocata una seduta d'urgenza del Consiglio di Sicurezza, per
inasprire l'applicazione delle sanzioni esistenti, mentre da Giappone, dalla
Corea del Sud e dall'Occidente si condannava senza appello. Ma la riunione si è
conclusa senza un accordo sulla risposta da dare a Pyongyang e senza alcuna
dichiarazione di condanna. Le consultazioni continueranno nei prossimi giorni.
Nonostante gli avvertimenti a non sfidare il divieto, il regime aveva
presentato il lancio come passo necessario per mettere in orbita un satellite
per le telecomunicazioni, «un nostro diritto». L'agenzia Kcna ieri faceva
riferimento alla riuscita della missione, con il missile Unha-2 che aveva
«accuratamente collocato il satellite Kwangmyongsong-2 nella sua orbita». Più
tardi sudcoreani e americani hanno smentito Pyongyang: nessuna traccia del
satellite. Il trionfale comunicato nordcoreano, invece, si era diffuso in
dettagli sul viaggio del missile a tre stadi (le cui parti sono cadute fra
penisola coreana e arcipelago nipponico e poi nel Pacifico). Ecco il poligono
di Tonghae, l'arrivo in orbita «9 minuti e 2 secondi dal decollo», le
«informazioni trasmesse a 470 MHz». E la rivendicazione di un'orgogliosa
nordcoreanità: il satellite «invia alla Terra le melodie degli immortali inni
Canzone del generale Kim Il-sung e Canzone del generale Kim Jong-Il ». Il
fallito invio del satellite orbitante non attenua le preoccupazioni dei Paesi
vicini e dell'Occidente. I quali temono che il lancio non sia stato che un test
per il missile intercontinentale Taepodong-
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L'ostentazione di forza di un regime alla fame (sezione: Globalizzazione)
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 2 Retroscena Il regno
dove Stalin incontra Confucio L'ostentazione di forza di un regime alla fame
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PECHINO Sarà anche il «regno eremita», ma quando la
Corea del Nord si espone al mondo lo fa in modo spettacolare. Lancia un
missile, e costringe Obama ad aggiornare il suo discorso davanti al popolo di
Praga. Arresta due giornaliste che varcano il confine clandestinamente, e si
accorge che sono americane, addirittura di una tv che fa capo ad Al Gore. Tutto
è paradossale, intorno alla Repubblica Democratica Popolare di Corea, la Dprk.
C'è un Pil ridotto all'osso, stimato in 1.700 dollari l'anno per ciascuno dei
23 milioni di abitanti, ma anche un bilancio militare che assorbe un quarto
delle risorse del Paese. Merito di un conflitto che formalmente non si è mai
concluso, con la tregua del 1953 diventata quasi pace, e una mobilitazione
guerresca permanente. Così si spiegano i 700 mila soldati nei pressi della
linea demilitarizzata che divide le Coree. E i fratelli separati del Sud,
invocati dalla retorica di «una sola patria», subito finiscono marchiati con
l'infamia del «governo fantoccio di Seul». La zona industriale comune di
Kaesong, nel Nord (operai nordcoreani in fabbriche sudcoreane), è ostaggio dei
cambi d'umore: confine aperto, chiuso, aperto, chissà. Tutto normale. Nei
paradossi nordcoreani l'Occidente si perde. Invece Bill Clinton ci aveva
provato, si racconta che Madeleine Albright si fosse scambiata l'indirizzo email
con Kim Jong-il. Adesso il canale diplomatico che tiene
Pyongyang legata al mondo è un tavolo negoziale con troppe gambe, le due Coree,
Giappone, Cina, Russia, Usa. Solo la Cina ha un certo accesso alle segrete stanze. Pungola e difende il
vicino: «Washington ha parlato subito di missile, mentre la Corea del Sud
all'inizio diceva 'satellite' e il Giappone 'oggetto non identificato'.
Indicativo. L'ostilità Usa resta...», diceva
ieri al Corriere Shi Yinhong, americanista all'Università del Popolo, vicino ai
leader di Pechino. L'opacità del sistema, il suo mistero, sono un'arma per il
regime, che resiste pure alle definizioni, con un comunismo autarchico così
nazionalista da dimenticare Marx e consegnarsi al padre della patria, Kim
Il-sung. Anche la crisi alimentare che ha sconvolto il Paese a metà degli anni
Novanta ha assunto dimensioni paradossali. I calcoli sulle vittime mai
disinteressati hanno messo insieme dalle decine di migliaia ai milioni di
morti. L'impossibilità di controllare la gestione degli aiuti diretti rese
difficili i rapporti fra le agenzie Onu e le ong da una parte e le autorità
nordcoreane dall'altra. Molte mollarono. Era l'esercito a prendersi la fetta
maggiore, il resto le élite fedeli alla leadership (chi non assicura lealtà è
escluso da tutto, appena un passo sopra l'abisso di gulag da decine o centinaia
di migliaia di internati). Nel frattempo ha scritto il Wall Street Journal il
regime accumulava circa 600 milioni di dollari l'anno dalla vendita di
armamenti a Stati più o meno canaglia. Dopo il 2001 Libia e Pakistan si sono
fatti indietro, ma è venuto il turno dell'Iran: tecnici di Teheran, secondo un
giornale giapponese, ieri erano presenti al lancio del missi-- le, a valutare
la merce. Nei gulag coreani finiscono anche i familiari di chi tenta la fuga.
Il resto sono storie di avventurose traversate dei due fiumi frontalieri, la
perenne minaccia della polizia cinese, i traffici di donne immolate a scapoli
frustrati. Chi ce la fa finisce al Sud, dove l'inserimento in una società
democratica imbozzola i profughi in forme di isolamento e discriminazione. Chi
ha parlato con i transfughi riparati in Cina,
nonostante i racconti atroci, si imbatte comunque in forme di rispetto per Kim
Jong-il e, ancora di più, Kim Il-sung. Che, in una società formalmente atea,
gode del (paradossale) privilegio di restare leader anche da morto, Presidente
Eterno. Si tratta di un'eredità del confucianesimo, metabolizzato e ibridato
con un culto della personalità di matrice staliniana e maoista. Quanto a Kim
Jong-il, con i suoi capelli cotonati e l'erede che tarda a investire, è più
facile prenderlo in giro che provare a capirlo. Lo zig zag tra momenti di
ragionevole accondiscendenza e le intemperanze balistiche sconcertano
l'Occidente. Ma tutto ha un metodo. C'è una coerenza nell'incoerenza, in Corea
del Nord. Marco Del Corona
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Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 3 Il discorso Il
presidente Usa svegliato nella notte dal portavoce
alla notizia del lancio in Asia «Fermiamo subito Pyongyang E liberiamoci dalle
atomiche» Obama al Castello di Praga acclamato da 20 mila persone Doppio
registro: visionario quando punta a un pianeta senz'armi nucleari; concreto
quando invoca una risposta contro la Corea del Nord DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
PRAGA Il sogno e la realtà. La visione di un mondo senza armi nucleari e il
lancio di un missile nordcoreano, a ricordargli tribolazioni e trappole
terrene. Il più ambizioso discorso del viaggio europeo di Barack Obama ha
dovuto fare i conti con il brusco risveglio della notte praghese, quando David
Gibbs, il portavoce della Casa Bianca, ha bussato alla porta della sua camera
all'Hilton per dirgli che Pyongyang aveva sparato l'ordigno balistico. È stata
l'ennesima sfida del regime comunista asiatico alla comunità internazionale. Ma
il presidente americano ha saputo rovesciarne la lettura, bollandola come «una
provocazione, che sottolinea la necessità di agire, non solo immediatamente nel
Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma anche nella determinazione a prevenire la
diffusione di queste armi». Lo scarto rispetto al tono ispirato dell'intervento
non poteva essere più marcato: «Le regole devono essere vincolanti ha detto
Obama , le violazioni vanno punite, la parole devono avere un significato. È
tempo di una forte risposta internazionale: la Corea del Nord deve sapere che
sicurezza e rispetto non si ottengono con minacce e armi illegali». Ma il
missile del Pacifico non è riuscito a mettere in ombra il discorso di Praga,
che pone Obama nella tradizione di leader come Kennedy e Reagan, capaci di
indicare all'America e al mondo nuove frontiere e traguardi visionari. Sulla
piazza del Castello, davanti a 20 mila persone che non hanno smesso di
invocarlo, il presidente ha ricordato la Rivoluzione di Velluto dell'89, che fu
«più forte di ogni arma », per tracciare la via a un pianeta libero da ordigni
atomici, «l'eredità più pericolosa della Guerra Fredda». La differenza,
rispetto al passato, è che Obama sia il primo presidente a dare una motivazione
affatto originale a questo nuovo sogno americano: «Come unica potenza che abbia
usato l'atomica, abbiamo la responsabilità morale di agire. Non potremo aver
successo da soli, ma possiamo guidare l'impresa ». La sua è una strategia a più
livelli, dove il rilancio del negoziato con Mosca per un nuovo trattato
sull'ulteriore riduzione delle armi strategiche di Usa
e Russia si accompagna all'idea di un accordo globale, che ponga fine alla
produzione di materiale fissile utilizzabile negli ordigni. Obama si è anche
impegnato a rafforzare il Trattato di non proliferazione, in base al principio
che «chi ha le armi nucleari muova verso il disarmo e chi non le ha rifiuti di
dotarsene». E a promuovere «in modo immediato e aggressivo» la ratifica del
Comprehensive Test Ban Treaty, il trattato che proibisce i test atomici,
negoziato da Bill Clinton nel 1996, bocciato dal Congresso americano nel 1999 e
mai entrato in vigore per il rifiuto di ratificarlo degli Usa e di altri 8 Paesi: Cina, Egitto, India, Indonesia, Iran,
Israele, Nord Corea e Pakistan. La proposta più innovativa formulata dal capo
della Casa Bianca è forse la creazione di una «banca del combustibile
nucleare»: alimentata in parte dalle testate eliminate in virtù degli accordi,
potrà accedervi qualunque nazione voglia sviluppare programmi atomici civili,
sotto un regime di controlli e garanzie, evitando così di arricchire da sola
l'uranio. L'idea della banca ha come primo interlocutore l'Iran, di cui Obama
ha difeso «il diritto ad acquisire energia atomica a scopi pacifici, sotto
rigorose ispezioni ». Solo così, rinunciando alle sue attività nucleari e
balistiche, la Repubblica islamica potrà evitare l'isolamento e la pressione
internazionale. Ma «fin quando il pericolo iraniano persisterà», gli Usa porteranno avanti il piano per lo scudo missilistico
difensivo, che dovrebbe essere installato proprio in Repubblica Ceca e Polonia.
Da ultimo, l'intensificazione dello sforzo per evitare che armi atomiche cadano
in mano ai terroristi, «minaccia immediata ed estrema alla sicurezza globale».
Obama ha annunciato un'offensiva per migliorare la sicurezza degli arsenali
entro 4 anni, con l'introduzione di più severi standard di protezione, nuovi
aiuti alla Russia e la trasformazione delle varie iniziative per la sicurezza
nucleare in istituzioni stabili. Entro un anno, gli Usa
ospiteranno il primo vertice globale su questo tema. Paolo Valentino Folla
oceanica Obama con la moglie Michelle acclamato da 20 mila persone nella piazza
del Castello di Praga
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Bonino:
Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag:
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Corriere
della Sera sezione: Primo Piano data: 06/04/2009 - pag: 7 Visto dagli Usa /
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LA PRAGMATICA SFIDA ALL'EUROPA (sezione: Globalizzazione)
LA
PRAGMATICA SFIDA ALL'EUROPA --> Lunedì 06 Aprile 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail
print Forse per la prima volta dall'ingresso alla Casa Bianca, con il discorso
di Praga il presidente Obama è sembrato all'altezza delle speranze suscitate
dal candidato Obama. Ha elencato le questioni più spinose (gli esperimenti
missilistici della Corea del Nord, la corsa iraniana al nucleare, i rapporti
con il mondo islamico) senza lasciarsi andare alle inutili isterie del
predecessore Bush o indulgere all'ottimismo consolatorio che la figura del
presidente nero e democratico sembra produrre in ampie fasce dell'opinione
pubblica. Come nei suoi momenti migliori, Obama ha riassunto e superato le
diverse crisi in una visione programmatica per il futuro, centrata
sull'autorità globale degli Stati Uniti e su un obiettivo difficile ma
concreto: il disarmo nucleare. Obama non è un sognatore, anzi: il suo spirito
pragmatico e poco ideologico è già emerso in diverse occasioni. L'obiettivo di
eliminare la «pericolosa eredità della guerra fredda» (le armi nucleari,
appunto) in questa fase risponde perfettamente alle esigenze strategiche della
Casa Bianca, ancora impegnata a uscire dal vicolo cieco mediorientale in cui è
andata qualche anno fa a cacciarsi. A questo fine, ed essendo ormai acclarata
l'assoluta priorità per la ripresa economica del confronto
con la Cina, diventa
importante per gli Usa ricostruire
un rapporto con la Russia del duo Putin-Medvedev. Va letto soprattutto in
questa chiave il passo del discorso in cui Obama ha ribadito il collegamento
tra lo scudo stellare in Polonia e Repubblica Ceca e le ambizioni atomiche
dell'Iran. È un modo per ribadire il «patto» già proposto alla Russia
(se Mosca smetterà di aiutare l'Iran, Washington potrebbe rinunciare allo scudo
che infastidisce il Cremlino) e insieme agitare davanti all'Iran una minaccia
assai più efficace delle guerre impossibili paventate da Bush: l'isolamento
internazionale, la fine dei progetti di Teheran che con il nucleare vuol
liberare ulteriori quantità di petrolio per il mercato internazionale, e così
risollevare un'economia mai decollata. Èimportante che gli Usa
tornino a essere intelligentemente assertivi e consci del proprio ruolo (Obama
ha parlato di «responsabilità morale» americana). Meglio non nascondersi, però,
che in questo si celano sfide piuttosto impegnative per l'Europa. La Merkel e
Sarkozy hanno risposto con freddezza alle sollecitazioni di Obama sulla Turchia
(farla entrare nella Ue sarebbe «un segnale incoraggiante» verso il mondo
islamico), ma tuttavia hanno dovuto rispondere. Così come hanno dovuto in
qualche modo darsi da fare rispetto all'Afghanistan, dove la situazione è
critica e servono nuove truppe. Oggi gli Usa hanno sul
campo 38 mila soldati e si apprestano a dispiegarne almeno altri 21 mila. Gli
europei, tutti insieme, ne hanno circa 30 mila e vogliono mobilitarne poche
altre migliaia (cinque o seimila), per di più tenendole lontane dalla prima
linea e magari riportandole a casa dopo le elezioni presidenziali di agosto. La
guerra afghana della Nato, insomma, sta per diventare un'altra guerra
americana. Non è detto che convenga agli afghani, certo non gioverà all'Europa
e al suo «peso» politico. Il rischio è che il pragmatico Obama accetti l'idea
che dall'Europa bisogna prendere il buono inevitabile (i due sistemi economici
sono ormai interconnessi, e il caso Fiat-Chrysler è solo l'episodio più
recente) e per il resto sia meglio rivolgersi a Cina e
Russia. Una cosa è certa: vedremo altri colpi di scena. I leader europei
specialisti in movimentismo (Sarkozy, Zapatero, lo stesso Berlusconi) hanno
trovato in Obama un più che degno compagno di strada. Fulvio Scaglione
06/04/2009 nascosto-->
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L'annuncio (sezione: Globalizzazione)
L'annuncio
--> Lunedì 06 Aprile 2009 GENERALI, pagina 3 e-mail print Il premier porge
il suo cellulare alla Merkel LaPresse Alla fine l'incontro fra Silvio
Berlusconi e Barack Obama ci sarà. A Washington, probabilmente prima del summit
della Maddalena. Un invito, quello del presidente degli Stati Uniti, che arriva
al termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una
serie di incontri internazionali a margine dei quali Obama ha parlato con tutti
i leader del G8 che non aveva ancora avuto modo di conoscere. E anche qualcuno
che non fa parte del circuito degli otto Grandi, come il greco Costas Karamanlis
o lo spagnolo Josè Luis Zapatero. Una lunga lista (che
comprende i leader di Polonia, Repubblica Ceca, India e Cina) nella quale non figurava fino ad
ora l'Italia. In conferenza stampa, il presidente del Consiglio non sembra
essere molto ansioso di dare la notizia dell'imminente incontro. Della visita
parla solo alla fine e solo per rispondere all'ennesima domanda sul tema.
«Il presidente Obama - dice - mi ha invitato a Washington». Poi, su insistenza
dei cronisti che gli chiedono la data, aggiunge: «Ma ci siamo parlati un mare
di volte in questi giorni... Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la
data, che sarà prossimamente». D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di
vedute che sarà solo una visita di cortesia, come presidente del G8 in
preparazione del summit». È lo stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta,
proprio per ironizzare sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo
ho detto a Obama che i giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al
fatto che non c'è stata questa bilaterale; gli ho detto: se me lo chiedi, io te
la concedo...». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme.
Berlusconi fa precedere l'annuncio dai consueti complimenti che, dall'inizio
del tour europeo, riserva al presidente Usa: «Ha confermato
tutte le aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a tutti noi per
la sua visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la sua umiltà».
Insomma, «ci ha colpito tutti profondamente». 06/04/2009 nascosto--> ANNUNCI
DI GOOGLE
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Da Praga Obama promette un mondo senza atomiche (sezione: Globalizzazione)
Da Praga
Obama promette un mondo senza atomiche ROBERTO REZZO Il dottor Stranamore non
abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga per lanciare una
proposta destinata a cambiare il corso della storia. Un appello ai leader
europei per l'immediata riduzione degli arsenali nucleari. Con un obiettivo finale:
il totale azzeramento degli ordigni atomici su scala mondiale. Nella piazza
antistante il castello dove sorge il monumento a Jan Hus, il riformatore
religioso del XIV secolo, alcune decine di migliaia di persone si sono riunite
per ascoltare il presidente americano. L'atmosfera e l'entusiasmo sono quelli
di una nuova primavera. Questa volta senza la cupa e minacciosa presenza dei
carri armati sovietici pronti ad avanzare contro la folla. UN FUTURO MIGLIORE
«Stiamo parlando di un argomento che riguarda da vicino i popoli del mondo
intero - ha esordito Obama - Oggi è arrivato il momento di onorare il nostro
passato gettando le basi per un future migliore». È stato un discorso pieno di
passione ma senza concessioni a facili ottimismi: «Il traguardo di un mondo
denuclearizzato probabilmente non potrà essere raggiunto nell'arco di una
generazione. Ma è nostra precisa responsabilità morale fare il primo passo
nella direzione giusta». SVOLTA CON IL CREMLINO Il contenuto dell'intervento
era stato anticipato poche ore prima da fonti della Casa Bianca. Al primo punto
una bozza di trattato per la riduzione degli armamenti strategici con Mosca, da
perfezionarsi entro la fine dell'anno. Si tratta di una svolta epocale dopo
anni di progressivo deterioramento nelle relazioni bilaterali dovuto al
progetto di scudo spaziale. Proprio nella Repubblica Ceca l'amministrazione
Bush aveva intenzione di collocare il principale sistema operativo radar di
puntamento anti-missilistico scatenando così la collera e le annunciate ritorsioni
da parte dei russi. In realtà la mano tesa di Obama va ben oltre gli equilibri
bellici con l'ex blocco sovietico. Si tratta di un gesto di pace destinato a
coinvolgere tutte le principali nazioni che dispongono di tecnologia nucleare
per uso bellico, dalla Cina all'India, sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più
scottanti dei Paesi emergenti che stanno attivamente lavorando - o sono
sospettati di lavorare - alla costruzione di ordigni atomici. Iran e Corea del
Nord in testa. E proprio su questo delicate scacchiere Washington gioca la sua
partita del disarmo globale. Che ovviamente non è senza condizioni.
«Sino a quando esisterà una minaccia nucleare da parte di Teheran - ha
sottolineato Obama - non potremo fare altrimenti che implementare un sistema di
difesa missilistica che sia efficace sotto il profilo dei costi e dei
benefici». PRESSIONI USA Negli ambienti diplomatici viene fatto notare che un
sistema di questo tipo alla luce dell'attuale tecnologia semplicemente non
esiste e non sarà fattibile in tempi brevi. Questo significa che il presidente
americano ha voluto essenzialmente fare pressione su Mosca perché esca
dall'ambiguità nella gestione dei rapporti con Teheran. Un nuovo capitolo nelle
relazioni transatlantiche è pronto per essere messo nero su bianco. Basta che i
russi smettano di utilizzare il supporto tecnico agli iraniani come arma di
ricatto nei confronti degli Stati Uniti. Un canale diplomatico diretto è stato
spalancato, basta la volontà di saperlo utilizzare. IL PARADOSSO PYONGYANG In
questo contesto, la crisi con la Corea del Nord rappresenta l'ultimo dei
paradossi. «Il pericolo di una crisi nucleare globale è drasticamente diminuito
- spiega Obama - Eppure il rischio di singoli attacchi è incredibilmente
aumentato». La nuova amministrazione è convinta che la soluzione corra sulla
strada di un doppio binario: assoluta fermezza nei confronti delle nazioni che
utilizzano la tecnologia nucleare come arma di ricatto e piena collaborazione
con la comunità internazionale. A cominciare dalla ratifica del Comprehensive
Nuclear Test-Ban Treaty votato da 140 Nazioni nell'Assemblea generale delle
Nazioni Unite, sottoscritto dall'amministrazione di Bill Clinton e quindi non
ratificato dalla maggioranza repubblicana al Senato Usa.
IL VENTO CAMBIA Non ci sono dubbi che il vento e la maggioranza in America
siano cambiati. E le parole di Obama a Praga non lasciano alibi a chi cerchi
facili pretesti per continuare a giocare con la strategia della tensione. Obama
ha presentato il suo piano per eliminare le atomiche dal mondo. «Gli Usa hanno una responsabilità morale» nel guidare la lotta
per eliminarle essendo «l'unica potenza nucleare ad avere usato le atomiche».
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Il dottor Stranamore non abita più qui. Barack Obama
ha scelto la città di Praga per lanci... (sezione: Globalizzazione)
Il
dottor Stranamore non abita più qui. Barack Obama ha scelto la città di Praga
per lanciare una proposta destinata a cambiare il corso della storia. Un
appello ai leader europei per l'immediata riduzione degli arsenali nucleari.
Con un obiettivo finale: il totale azzeramento degli ordigni atomici su scala
mondiale. Nella piazza antistante il castello dove sorge il monumento a Jan
Hus, il riformatore religioso del XIV secolo, alcune decine di migliaia di
persone si sono riunite per ascoltare il presidente americano. L'atmosfera e
l'entusiasmo sono quelli di una nuova primavera. Questa volta senza la cupa e
minacciosa presenza dei carri armati sovietici pronti ad avanzare contro la
folla. UN FUTURO MIGLIORE «Stiamo parlando di un argomento che riguarda da
vicino i popoli del mondo intero - ha esordito Obama - Oggi è arrivato il
momento di onorare il nostro passato gettando le basi per un future migliore».
È stato un discorso pieno di passione ma senza concessioni a facili ottimismi:
«Il traguardo di un mondo denuclearizzato probabilmente non potrà essere
raggiunto nell'arco di una generazione. Ma è nostra precisa responsabilità
morale fare il primo passo nella direzione giusta». SVOLTA CON IL CREMLINO Il
contenuto dell'intervento era stato anticipato poche ore prima da fonti della
Casa Bianca. Al primo punto una bozza di trattato per la riduzione degli
armamenti strategici con Mosca, da perfezionarsi entro la fine dell'anno. Si
tratta di una svolta epocale dopo anni di progressivo deterioramento nelle
relazioni bilaterali dovuto al progetto di scudo spaziale. Proprio nella
Repubblica Ceca l'amministrazione Bush aveva intenzione di collocare il
principale sistema operativo radar di puntamento anti-missilistico scatenando
così la collera e le annunciate ritorsioni da parte dei russi. In realtà la
mano tesa di Obama va ben oltre gli equilibri bellici con l'ex blocco sovietico.
Si tratta di un gesto di pace destinato a coinvolgere tutte le principali
nazioni che dispongono di tecnologia nucleare per uso bellico, dalla Cina all'India,
sino al Pakistan. Senza tralasciare i temi più scottanti dei Paesi emergenti
che stanno attivamente lavorando - o sono sospettati di lavorare - alla
costruzione di ordigni atomici. Iran e Corea del Nord in testa. E proprio su
questo delicate scacchiere Washington gioca la sua partita del disarmo globale.
Che ovviamente non è senza condizioni. «Sino a quando esisterà una minaccia
nucleare da parte di Teheran - ha sottolineato Obama - non potremo fare
altrimenti che implementare un sistema di difesa missilistica che sia efficace
sotto il profilo dei costi e dei benefici». PRESSIONI USA Negli ambienti
diplomatici viene fatto notare che un sistema di questo tipo alla luce
dell'attuale tecnologia semplicemente non esiste e non sarà fattibile in tempi
brevi. Questo significa che il presidente americano ha voluto essenzialmente
fare pressione su Mosca perché esca dall'ambiguità nella gestione dei rapporti
con Teheran. Un nuovo capitolo nelle relazioni transatlantiche è pronto per
essere messo nero su bianco. Basta che i russi smettano di utilizzare il
supporto tecnico agli iraniani come arma di ricatto nei confronti degli Stati
Uniti. Un canale diplomatico diretto è stato spalancato, basta la volontà di
saperlo utilizzare. IL PARADOSSO PYONGYANG In questo contesto, la crisi con la
Corea del Nord rappresenta l'ultimo dei paradossi. «Il pericolo di una crisi
nucleare globale è drasticamente diminuito - spiega Obama - Eppure il rischio
di singoli attacchi è incredibilmente aumentato». La nuova amministrazione è
convinta che la soluzione corra sulla strada di un doppio binario: assoluta
fermezza nei confronti delle nazioni che utilizzano la tecnologia nucleare come
arma di ricatto e piena collaborazione con la comunità internazionale. A
cominciare dalla ratifica del Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty votato da
140 Nazioni nell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sottoscritto
dall'amministrazione di Bill Clinton e quindi non ratificato dalla maggioranza
repubblicana al Senato Usa. IL VENTO CAMBIA Non ci sono
dubbi che il vento e la maggioranza in America siano cambiati. E le parole di
Obama a Praga non lasciano alibi a chi cerchi facili pretesti per continuare a
giocare con la strategia della tensione.
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Nordcorea lancia un missile Una provocazione al mondo (sezione: Globalizzazione)
Nordcorea
lancia un missile Una provocazione al mondo GABRIEL BERTINETTO Il satellite
gira intorno alla terra trasmettendo le lodi del caro leader Kim Jong-il e i
canti rivoluzionari della Repubblica democratica popolare di Corea. Così
assicura ai propri concittadini la propaganda del regime di Pyongyang. Le
autorità americane e i governi dei Paesi vicini sostengono invece che il
«Kwangmyongsong-2» non è mai entrato in orbita e il razzo che doveva
spingervelo è precipitato in mare. Se il test avesse avuto davvero per
obiettivo il lancio nello spazio di un satellite per telecomunicazioni, si
potrebbe parlare di un clamoroso fallimento. Poiché il vero scopo, secondo
Seul, Tokyo e Washington, era invece quello di provare l'effettiva gittata del
vettore, il «Taepodong-2», l'impressione è che sia stato dal punto di vista
nordcoreano un relativo successo. Prima di inabissarsi nelle acque del Pacifico
infatti il missile ha percorso una distanza forse superiore a tremila
chilometri. Il precedente tentativo, il 4 luglio del 2006 si era risolto invece
in un fiasco. Il volo era durato solo quaranta secondi. LA RISOLUZIONE
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Scossa di terremoto tra Forlì e Ravenna (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Gazzetta
di Modena,La) (Gazzetta di Reggio) Magnitudo
4,6 ore 22,20. Paura a Ferrara Scossa di terremoto tra Forlì e Ravenna BOLOGNA.
Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore
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terremoto nell'italia centrale, paura ma niente danni (sezione: Globalizzazione)
Pagina 4
- Attualità Terremoto nell'Italia centrale, paura ma niente danni L'epicentro
in Romagna. La terra ha tremato anche a Trieste e L'Aquila BOLOGNA. Paura a
tarda sera in molte zone dell'Italia centrale e in Abruzzo per una forte scossa
di terremoto, registrata alle 22.20, con magnitudo 4,6 della scala Richer.
L'epicentro si è concentrato nella zona tra Forlì, Castrocaro Terme, Faenza e
Forlimpopoli. L'ipocentro ad una profondità di
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e l'onu studia una risposta (sezione: Globalizzazione)
Riunito
in serata il Consiglio di sicurezza: c'è chi chiede nuove sanzioni E l'Onu
studia una risposta NEW YORK. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha
iniziato poco dopo le 15 locali (le
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corea, lanciato il missile (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Nuova
Venezia, La) Secondo
il governo, il vettore a tre stadi doveva mettere in orbita un satellite per
comunicazioni Corea, lanciato il missile L'Occidente s'infuria con Pyongyang,
chieste sanzioni Paura a Tokyo Il Giappone è stato sorvolato dopo soli sette
minuti TOKYO. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità internazionale,
agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore di ieri un
missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un satellite per
le comunicazioni. Circostanza questo subito smentita da Seul e Washington,
secondo la quale anzi il lancio è fallito. Ma il lancio è bastato a dare il via
ad una giornata ad alta tensione in Estremo oriente e nel mondo, che si
chiuderà stasera con la riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Il presidente americano, Barack Obama, ha replicato da Praga, dove si svolge il
vertice Usa-Ue. Il lancio, ha detto, è «una
provocazione e una chiara violazione delle norme dell'Onu» e la Corea del Nord
con questa sfida «si è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni».
L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza l'importanza della lotta alla
proliferazione nucleare e sollecita una «forte risposta internazionale». Alla
seconda giornata utile, il regime comunista ha «vendicato» il flop del luglio
2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose una quarantina di secondi dopo
il decollo. Stavolta ha dato un esempio di affidabilità. Da più parti, come il
Comando militare Norad degli Usa e il ministero della
Difesa sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo
in orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e
soprattutto tanto allarme perchè il vettore ha di sicuro percorso più di
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gli usa chiedono una risoluzione onu (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Nuova
Venezia, La) Pagina 6
- Attualità Gli Usa chiedono una risoluzione Onu
Riunione del Consiglio di Sicurezza per rispondere al regime di Kim NEW YORK.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito a New York per
mettere a punto una prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza
di turno del Messico è attesa l'approvazione di un documento non vincolante,
una cosiddetta «dichiarazione presidenziale» che richiede però l'unanimità. In
accordo con il Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa
nordcoreana, gli Usa premono per una risoluzione del
Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del
regime comunista che non ha rispettato le richieste della comunità
internazionale. Sarà difficile ottenerla rapidamente visto
che la Cina, e in misura
minore la Russia, sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang.
Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano
all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti
Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni
devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale».
Senza mai escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere con chiarezza
che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni,
la Rice ha detto che gli Usa sono stati «in stretto
contatto con i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud
sulla risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati
contatti «con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa,
«gli Stati Uniti sono convinti che la migliore delle risposte sia una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la
minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. Gli
Stati Uniti, prospettando ai Quindici del Consiglio di Sicurezza «una risposta
delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama
al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una
violazione della risoluzione esistente. Quindi torneremo al lavoro per
rafforzare l'attuale regime di sanzioni, aggiungendo nella risoluzione che
siamo pronti all'indispensabile dialogo con il governo di Pyongyang».
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Onu non trova accordo su reazione a lancio satellite
Nord Corea (sezione: Globalizzazione)
SEOUL/NAZIONI
UNITE (Reuters) - Le Nazioni Unite non hanno trovato un accordo per una
reazione in risposta al lancio missilistico della Corea del Nord, nonostante la
pressione da parte di Washington e dei suoi alleati per un'azione, mentre le
potenze regionali stanno valutando il peso della nuova minaccia alla sicurezza.
Gli esperti hanno detto che il missile lanciato ieri, che ha sorvolato il
Giappone prima di cadere nell'Oceano Pacifico, era effettivamente un test per
un missile balistico progettato per trasportare una testata potenzialmente fino
allo stato americano dell'Alaska. I mercati finanziari sud coreano e giapponese
oggi non hanno risentito della notizia. Il Giappone ha chiesto un vertice
d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ieri. Ma i 15 membri
hanno deciso soltanto di discutere la questione in modo più approfondito, hanno
riferito diplomatici. Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud sostengono che il
lancio abbia violato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza, che vieta a Pyongyang
il lancio di missili balistici dopo un test nucleare e altre esercitazioni
missilistiche nel 2006. I diplomatici del Consiglio hanno
riferito che la Cina,
maggior alleato della Corea del Nord, e la Russia non sono invece sicure che il
lancio sia stato una violazione alle disposizioni dell'Onu. Altri tre stati
condividono questo punto di vista. "Siamo 10 contro cinque", ha detto
un diplomatico a Reuters. L'esercito Usa e la
Corea del Sud hanno detto che nessun componente del missile è entrato in orbita.
Continua...
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Alle
Il
Sole-24 Ore del lunedì sezione: LE AGENDE DELLA SETTIMANA data: 2009-04-06 -
pag: 12 autore: IN ITALIA A CURADIBARBARANEPITELLICOLLABORAZIONE
ILSOLE24ORE/RADIOCOR Alle
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Per chi vuole aiutare, avviso della Protezione civile (sezione: Globalizzazione)
Roma | 6
aprile 2009 Per chi vuole aiutare, avviso della Protezione
civile Una strada de L'Aquila Per chi volesse prestare opera di volontariato la
Protezione civile invita a rivolgersi agli enti locali sul territorio o ai
posti di Croce Rossa. Il servizio di volontariato del Dipartimento di
Protezione civile, infatti, è regimentato e ha un alto grado di
specializzazione, quindi non accoglie volontari esterni non addestrati.
In ogni caso la Protezione civile ringrazia quanti sono disposti a portare il
loro aiuto alle popolazioni colpite dal sisma in Abruzzo. Per informazioni
potete telefonare allo 06-6801 e chiedere dell'Ufficio Volontariato.
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Nuovi scenari per la produzione europea (sezione: Globalizzazione)
TENDENZE
Nuovi scenari per la produzione europea Fino a ieri sede di produzione talmente
economica da non ammettere concorrenza, la Cina sembra attualmente in
controtendenza, ed è probabile, almeno secondo la visione di Rutronik, che a
breve assisteremo a un arretramento della globalizzazione nella produzione.
Laura Reggiani - Selezione di Elettronica La Cina è decisamente più economica.
Questo è stato fino a ieri largomento
principale delle aziende europee per giustificare lo spostamento delle proprie
produzioni
verso lAsia e in particolare verso la Cina.
Soprattutto le medie imprese europee hanno dovuto in passato affrontare
lenorme concorrenza dallEstremo Oriente. “LEuropa è stata
troppo modesta” ci ha spiegato Markus Krieg, responsabile del settore semiconduttori di
Rutronik. “Come distributore europeo riteniamo che tra i nostri compiti
prioritari ci sia quello di mantenere concorrenziale anche in futuro lEuropa, sia come sede di produzione che commerciale.
Per questo ai nostri clienti proponiamo soluzioni adeguate per mantenere o
ristabilire la loro produzione in Europa, in modo conveniente e ragionevole.”
Una situazione in controtendenza Ed è proprio con questo proposito che Rutronik
sta sfruttando la tendenza del momento. La Cina, infatti, fino a ieri
considerata una sede di produzione talmente economica da non ammettere
concorrenza, sembra essere al momento attuale decisamente meno richiesta.
“Sembra che ora sia terminato il boom di investimenti da parte di aziende
estere, in particolare europee. Il Paese non è più così interessante a causa
dei salari che sono aumentati in modo considerevole, dei costi di trasporto che
sono immensamente rincarati, della mancata protezione della proprietà
intellettuale, e dei problemi legati alla qualità e alla carenza di acqua ed
energia” conferma al proposito Krieg per spiegare lattuale situazione. Che gli europei in alcuni casi
siano veramente contrariati non può stupire: da un lato intere produzioni sono
state pedissequamente copiate, dallaltro i costi salariali sono aumentati
di circa il 25% a causa dellobbligo di
contributi per le assicurazioni sociali e dei benefit retributivi. Il governo
cinese ha intenzione di allontanare da sè limmagine di “paese a basso
prezzo” e la Cina sta diventando così meno attraente come sede di
produzione. “La globalizzazione della produzione che negli anni scorsi è
costantemente aumentata ora regredirà. La lista di chi è ritornato è lunga, dal
magnate dei peluche al produttore di pipeline. Anche noi nel 2006 non siamo
stati risparmiati da problemi di copyright dovuti al dislocamento delle sedi di
produzione in tutto il mondo” racconta ancora Krieg. “I pezzi di ricambio di
alcune forniture si sono rivelati falsi di basso valore. Solo grazie ad estesi
test in azienda questi componenti alla fine, almeno da noi, non sono stati
immessi sul mercato.” LEuropa è concorrenziale “I
nostri clienti europei ci chiedono soluzioni a largo spettro che li aiutino a
riportare la produzione sul continente. Possiamo già annoverare successi con
questi
rientri: per un cliente abbiamo ad
esempio rispostato in Europa la produzione di contatori elettronici offrendo
una soluzione a kit, completa e competitiva, comprendente la scelta di prodotti
con prezzi ottimizzati, la selezione di un assemblatore adatto in Europa e una
soluzione di trasporto e di logistica economicamente sostenibile. Con una
produzione dislocata in Estremo Oriente le vie di trasporto di andata e ritorno
rappresentano un forte controsenso sia dal punto di vista economico che da
quello ecologico.” Markus Krieg vuole però chiarire che non ha intenzione di
screditare i produttori asiatici. “I nostri partner asiatici in franchising
capiscono perfettamente i nostri dubbi relativi alla produzione. Come
distributore cerchiamo naturalmente componenti sul mercato globale e non
abbiamo niente da eccepire relativamente ai componenti di alta qualità
realizzati dai produttori in Asia. Il nostro compito consiste nel filtrare la
varietà di prodotti che rendono la realizzazione di unapplicazione conveniente senza implicare una perdita di
qualità.” Con una quota di mercato di circa il 25% la distribuzione europea può
effettivamente dire la sua. “Per quanto riguarda le innovazioni lEuropa è perfettamente in grado di tenere testa
allAsia o ad altre regioni del mondo, e come distributori vogliamo contribuire
in modo decisivo a mantenere questo stato di cose. Noi abbiamo intenzione di
supportare in modo completo i nostri clienti, reclutati principalmente tra la
media impresa europea, e far sì che si possano concentrare sulle loro
competenza di sviluppo e innovazione. Prepariamo loro per così dire un terreno
fertile sul quale possano germogliare le loro idee innovative.” Una nuova
stella nel cielo asiatico Il Vietnam sembra avere lambizioso progetto di sostituire la Cina come
“paese a basso costo”. Ma anche qui Krieg è piuttosto scettico: “Fra non più di
5 anni la faccenda sarà di nuovo superata” afferma. I motivi fondamentali
consistono, secondo Krieg, nelle profonde differenze culturali. In molti paesi
dellEstremo Oriente si considera onorevole
copiare unendo il know-how di altri al proprio; un modo di pensare
completamente estraneo agli europei. Anche lIndia
non rappresenta secondo Krieg una minaccia per la produzione europea: “La
produzione elettronica in India non ha un ruolo fondamentale. Linfrastruttura è peggiore che in Cina e una buona
produzione può avvenire solo con uninfrastruttura adeguata. A ciò si
aggiunge che il sistema di formazione indiano dà più valore al software e meno
allhardware. Inoltre a causa della continua crescita del prezzo del petrolio i
costi di trasporto non sono certo destinati a diminuire nel futuro, anzi ci si
aspetta piuttosto il contrario. Quindi da questo punto di vista che i prodotti
provengano da Cina, Vietnam o India, il trasporto rappresenta in ogni caso un
fattore di costo aggiuntivo e quindi problema.” Nuovi scenari per la produzione
in Europa Anche i bassi costi salariali non sono per Krieg un buon argomento:
soprattutto nel caso di montaggio automatico, non importa molto dove questo
avviene; i costi del personale sono in tal caso secondari. In caso di montaggio
che richiede molto personale sono per esempio convenienti i nuovi stati dellUE come la Romania e la Bulgaria, ma anche la Turchia,
dove Rutronik, dalla primavera di questanno è
rappresentata da un partner locale: “I salari in Turchia sono molto bassi
rispetto allEuropa e il paese convince grazie ai tragitti brevi e
allassociazione allUE dal punto di vista commerciale, grazie alla
quale i regolamenti frontalieri sono relativamente semplici.” Krieg descrive la
Turchia come un paese decisamente più affidabile rispetto ad esempio alla Cina,
a partire dalla mentalità, molto più europea che asiatica. “Stiamo cominciando
a prendere familiarità con il mercato turco e sono già in corso i primi
progetti. Lanno prossimo contiamo già di ottenere una
ragionevole crescita sia per noi che per i nostri partner. In Turchia è anche
interessante la media impresa, che presenta un potenziale di crescita molto
promettente. Al momento si sta assistendo alla nascita di nuovi spin-off e di
nuove fucine di idee provenienti da imprese più grandi, ad esempio nei settori
del metering e dellelettronica industriale.
In Turchia il mercato interno non ha ancora assunto una grande importanza e lesportazione riscuote pertanto un grande interesse, al
contrario della Russia che produce invece soprattutto per la propria
industria". Supporto completo per tornare in Europa Al momento molti
clienti richiedono supporto per riportare la propria produzione in Europa;
naturalmente questa operazione richiede una pianificazione a lungo termine
molto accurata. Oltre allanalisi economica occorre
chiarire preliminarmente numerosi dettagli. Grazie allampio portfolio di
prodotti e servizi, Rutronik fornisce ai propri clienti esperienze di ampio
raggio in quanto a supporto tecnico, trattative con assemblatori e un adeguato
“concetto” logistico. “Per quanto riguarda gli aspetti tecnici, forniamo
consulenza sia orizzontale che verticale: è possibile trattare la scheda nel
suo complesso e ottimizzarla, oppure sostituire singoli componenti della
stessa; la scelta di approccio dipende dalle esigenze del cliente e dalle
caratteristiche dellapplicazione”. La qualità
è in ogni caso il presupposto fondamentale. Che Rutronik sia leader in termini di
qualità è dimostrato anche solo dal fatto che il 40% circa del fatturato deriva
dallindustria automobilistica. “LAsia è per
me più conveniente dellEuropa? Se possiamo rispondere di no a questa
domanda abbiamo contribuito in modo decisivo a rendere i nostri clienti europei
competitivi mantenendo produzione e quindi posti di lavoro nel
continente", conclude Krieg.
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*OBAMA TURCO IL SOGNO ANTINUCLEARE DI BARACK - LA
PROVOCAZIONE NORDCOREANA DIVIDE L'ONU - STRAUSS-KAHN: RIPRESA NEL 2010 - 200
MOSCHEE DELLA MECCA SONO ORIENTATE IN MODO IMPRECIS (sezione: Globalizzazione)
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| Segnala articolo --> *OBAMA TURCO IL
SOGNO ANTINUCLEARE DI BARACK - LA PROVOCAZIONE NORDCOREANA DIVIDE LONU -
STRAUSS-KAHN: RIPRESA NEL 2010 - 200 MOSCHEE DELLA MECCA SONO ORIENTATE IN MODO
IMPRECISO GM NON ESCLUDE LINSOLVENZA DI OPEL
Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 -
SPAGNA EL MUNDO - In primo piano l'incontro bilaterale di ieri tra il primo
ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero e il presidente degli Stati
Uniti Barack Obama. Un colloquio, durato 45 minuti, che ha messo fine a
cinque anni di relazioni fredde. Zapatero "Zapatero recupera l'amicizia
degli Stati Uniti dopo 5 anni di freddezza". Spazio in prima pagina anche
per la decisione di Zapatero di procedere a un rimpasto di governo già questa
settimana. Il quotidiano spiega che il primo ministro intende sostituire il
ministro dell'Economia Pedro Solbes con l'attuale ministra della Pubblica
amministrazione, Elena Salgado. "Salgado probabile vice-presidente
economica al posto di Solbes". EL PAIS - In apertura l'intenzione del
primo ministro Zapatero di procedere a un rimpasto di governo, a un anno dalle
ultime elezioni, per far fronte alla crisi economica internazionale che non ha
risparmiato la Spagna. "Zapatero pensa di rafforzarsi contro la crisi con
pesi massimi". In prima pagina anche l'incontro bilaterale di ieri tra
Barack Obama e il premier spagnolo Zapatero. Un colloquio che ha messo fine a
circa 5 anni di relazioni 'congelate'. Il quotidiano cita le parole che il
presidente Usa ha rivolto al capo del governo di
Madrid: "Sono felice di chiamarti amico". 2 - FRANCIA LIBERATION -
Prima pagina dedicata all'ultimo lancio di un missile nordcoreano. L'iniziativa
di Pyongyang è stata condannata fermamente dalla comunità internazionale e da Barack
Obama, che ha immaginato "un mondo senza armi nucleari". "Corea
del Nord: La sfida a Obama". Tra le notizie in sommario, anche la scoperta
di 24 bambini afgani che vivevano a Roma, infilati nei tombini della capitale
italiana, tra i rifiuti e la sporcizia. "Bambini abbandonati nel
sottosuolo". LE FIGARO - In primo piano l'appello di Barack Obama per un
mondo senza nucleare, proprio mentre la Corea del nord sfida la comunità
internazionale e compie un nuovo test missilistico. "Obama chiede un mondo
senza armi nucleari". Il quotidiano ricorda, inoltre, le divisioni tra
Stati Uniti e Francia riguardo all'ingresso della Turchia nell'Unione europea e
"la timidezza" degli europei sull'Afghanistan. Tra le notizie in
prima pagina anche l'intervista esclusiva al direttore generale del Fondo
monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn: "Dsk, direttore generale
dell'Fmi, prevede la ripresa nel 2010". Barack Obama 3 - GERMANIA
SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - "Cattive prestazioni non debbono essere premiate":
parole piene di rabbia e rimorso pronunciate dal numero 1 di Deutsche Bank
Josef Ackermann che stigmatizza il comportamento dei manager avidi, ammette gli
errori commessi dalle banche, si dice preoccupato per le tensioni sociali che
la crisi potrebbe provocare e auspica una soluzione concordata a livello
internazionale. "Merkel visita l'Afghanistan": a sorpresa il
cancelliere federale insieme al suo ministro della Difesa, Franz-Josef Jung, ha
raggiunto i militari tedeschi di stanza a Kunduz nel nord del paese asiatico.
Per motivi di sicurezza il blitz del capo del governo di Berlino è stato tenuto
segreto fino all'ultimo momento. FAZ - "Paura della parola G" che sta
per genocidio degli Armeni. Oggi il presidente Usa
Barack Obama volerà in Turchia. Alcuni turchi sono fieri del fatto che la prima
vera visita di Stato del capo della Casa Bianca abbia come meta proprio il loro
paese. È un riconoscimento del ruolo strategico della Repubblica di Ankara. Ma
c'è anche chi scende in piazza a Istanbul gridando "Obama go home".
"Consiglio di sicurezza dell'Onu in disaccordo sull'atteggiamento verso
Pyongyang": Giappone e Usa chiedono una nuova
risoluzione in risposta al test missilistico effettuato dalla Corea del Nord.
Il presidente sudcoreano Lee Myung-Bak ha annunciato un'azione energica da
parte del suo paese. DIE WELT - "Mondo senza armi atomiche - comprensibile
sbaglio di Obama" "General Motors casa madre di Opel non esclude più
l'insolvenza" dalle opzioni possibili, anche se i vertici del gruppo
sperano ancora di elaborare un piano di salvataggio senza ricorrere al
tribunale fallimentare. Ciò nonostante Opel continua a cercare investitori
interessati alla costola europea del gigante americano in crisi. Dominque
Strauss Kahn TAGESSPIEGEL - "Pirati arrembano nave tedesca" di fronte
alle coste della Somalia. Il ministero della Difesa di Berlino conferma che un
cargo tedesco è stato sequestrato dai briganti del mare. "Protesta contro
lancio missile della Nord Corea": nonostante gli appelli internazionali,
la Corea del Nord ha tentato nuovamente di mandare in orbita un suo satellite.
L'esperimento, secondo fonti americane, sarebbe fallito. Ma la provocazione
resta. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - In apertura il test missilistico
nordcoreano, che "mette alla prova la risolutezza di Obama": la Casa
Bianca condanna la "provocazione". "Obama cambia le regole del
nucleare", per il Presidente degli Stati Uniti è finito il concetto
strategico legato alla guerra fredda. G20: la polizia interroga i testimoni
dell'"aggressione" delle forze antisommossa. La politica climatica
della Gran Bretagna "non è all'altezza". THE INDEPENDENT - Il
Consiglio di Sicurezza dell'Onu si è riunito per esaminare le eventuali misure
da prendere dopo il test missilistico nordcoreano. "Il cerchio si stringe
attorno all'insider trading": l'Authority per i servizi finanziari
britannica ha aperto un'indagine senza precedenti sulle pratiche nella City.
Oltre un migliaio di consiglieri comunali britannici guadagnano stipendi a sei
cifre, 16 di loro portano a casa più soldi del premier Gordon Brown. THE TIMES
- "la Corea del Nord mette Obama in allerta nucleare": primo
importante test sulla sicurezza degli Stati Uniti per la Casa Bianca; Cina e Russia contrarie a una risposta
eccessivamente severa. Due bambini di 10 e 11 anni arrestati dopo un
aggressione ad altri due minori,uno dei quali gravemente ferito. Crisi,
"abbiamo sottovalutato la recessione": il Cancelliere dello Scacchiere
Alistair Darling prepara un aumento della pressione fiscale nella prossima
finanziaria. THE FINANCIAL TIMES - "L'Fmi chiede ai Paesi
dell'Europa dell'Est di adottare l'euro", anche senza unirsi formalmente
all'Eurozona e senza rappresentanza all'interno alla Bce, che allenterebbe i
criteri di adesione. Crisi, i piani di spesa interna di Barack Obama non sono
possibili senza un aumento della pressione fiscale. Condanna unanime per il
test missilistico nordcoreano. Angela Merkel 5 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES
- Obama "approfitta" del lancio del missile, e chiede di guidare il
mondo in futuro senza armi nucleari: il presidente ha auspicato sanzioni Onu
contro la Corea del Nord. Il lancio del missile è stato un
"fallimento", secondo gli esperti. L'analisi politica: Il tempo è
poco, mentre gli Stati Uniti fanno pressione sul Pakistan, cercando un'alleanza
con Islambad contro i militanti, l'America sta 'facendo la corte' a un paese
musulmano il cui numero di militari è fissato dall'India. "Studiosi del
cervello aprono le porte alla cancellazione dei ricordi non graditi", una
molecola che potrebbe permettere agli scienziati di cancellare i ricordi è tra
una delle scoperte delle neuroscienze, un settore in rapida espansione, mentre
si pone la questione etica. THE WASHINGTON POST - "Dopo il lancio Obama
punta sul disarmo nucleare", il presidente statunitense è arrivato in
Turchia ieri sera, mentre la condanna globale del lancio missilistico
nordcoreano ha aperto la strada a un dibattito sulle sanzioni da destinare a
Pyongyang. "I sorveglianti dei campus universitari vanno a nozze con
Facebook e MySpace per scoprire i reati legati alla scuola": la polizia
dei campus setaccia le pagine dei più famosi siti di social networking per
cercare di impedire risse, monitorare gang e combattere il crimine, in quella
che viene definita una nuova cyber-ronda. 6 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT -
quotidiano panarabo edito a Londra, apre sulla visita del presidente dell'Anp
Abu Mazen in Iraq, "riceve rassicurazione da Baghdad", ma il leader
sciita al Saghir annuncia che "per essere stati coinvolti in attività
terroristiche e pro-baathiste occorre organizzare la presenza dei
palestinesi" nel Paese. Darfur, una fonte dell'Onu al giornale: "il
rapporto tra Ban-ki-Moon e Ocampo è pessimo... I due non si tollerano".
Milliband ad al Sharq al Awsat: "la determinazione degli americani per una
nuova strategia in Afghanistan è fondamentale". Libano, "gli
Hezbollah (sciiti): se vinciamo le elezioni, il mondo ci riconoscerà".
Leila, l'irachena soppravvisuta a tre autobombe a Baghdad trova la morte nella
strage di New York", di ieri avvenuta in un centro d'immigrazione dove un
uomo, di origine vietnamita, ha ucciso 13 persone prima di suicidarsi. Polizia
di Dubai: "il vice premier ceceno aprofittando dell'immunità ha fatto
filtrare le armi per l'omicidio di Yamadayev". AL QUDS AL ARABI - giornale
palestinese edito a Londra, apre sullo sciopero generale annunciato per oggi
dall'opposizione in Egitto: "Allerta delle forze di sicurezza e arresti
per far fallire lo sciopero: i fratelli musulmani confermano la loro adesione e
il governo minaccia di licenziare gli impiegati assenti", "Venti di
cambiamento in Egitto", titola l'editoriale. "Isarele accusa l'Iran
di riprendere il contrabbando di armi a Hamas attraverso il Sudan con l'aiuto
della Siria e degli Hezbollah". Egitto, "a seguito della morte di un
musulmano in scontri a sfondo confessionale, distrutti negozi di cristiani in
Alessandria". Iraq, "generale Usa: il ritiro
dalle città non fermerà le nostre azioni militari". Arabia saudita,
"200 moschee della Mecca sono orientate in modo impreciso"; ovvero si
scosterebbero dalla Ka'aba il cubo che ospita la pietra nere. AL HAYAT - foglio
panarabo edito a Londra, apre sul lancio del missile nord coreano:
"l'occidente minaccia 'una forte risposta' a Byong Yang", "Cina e Russia invitano al 'controllo dei nervi'".
Elezioni libanesi del 7 giugno prossimo: "delineate le liste elettorali
della maggioranza e dell'opposizione, i candidati partitici sbarrano la strada
a quelli indipendenti". ASSAFIR - quotidiano libanese vicino allo
schieramento anti-occidentale, titola: "Obama si affaccia sul mondo
islamico dalla Turchia: occorre trattare i musulmani come vicini e amici".
Israele, "la squadra di Natanyahu determina la visione politica: non c'è
bisogno della road-map". Editoriale sul voto legislativo del 7 giugno
prossimo, titola: "note sulle elezioni confessionali caldeggiate
internazionalmente e seguite con trepidazioni dagli arabi entusiasti della
democrazia". [06-04-2009]
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E LA TERRA D'ABRUZZO TREMò - DECINE DI MORTI E FERITI
- Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva provato a mettere in
guardia sull'imminenza di una tragedia ma era stato (sezione: Globalizzazione)
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TREMò - DECINE DI MORTI E FERITI - Negli ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno
aveva provato a mettere in guardia sullimminenza di una
tragedia ma era stato accusato di procurato allarme e di conseguenza
denunciato... Da Stampa.it 1 - E LA TERRA D'ABRUZZO TREMO' Una forte scossa di
terremoto ha investito questa notte l'Abruzzo con epicentro nella provincia
dell'Aquila. La magnitudo registrata alle 3.32 di questa notte dall'Istituto
nazionale di geofisica e vulcanologia è di 5,8 gradi della scala Richter, a cui
sono seguite diverse repliche, la prima di 4,7 gradi alle 4.37. Secondo le
fonti dei Carabinieri, nelle località intorno all'Aquila il sisma e le
successive scosse di assestamento hanno provocato decine di vittime, tra cui
bambini. Terremoto in Abruzzo Diversi edifici sono crollati all'Aquila e nei
paesi vicini. La popolazione è scesa nelle strade. L'Autostrada A24 è stata interrotta
al traffico, come pure l'autostrada di Pescara. La
Protezione civile consiglia di evitare gli spostamenti verso l'Aquila dopo il
terremoto di stamani, «per non intralciare i soccorsi che si stanno
concentrando nella zona». L'invito della Protezione civile a stare calmi e a
non cercare di raggiungere i familiari viene rivolto anche ai parenti delle
persone interessate da situazioni di difficoltà. Il capo della
Protezione civile Guido Bertolaso ha immediatamente riunito il comitato
operativo della Protezione civile per coordinare i soccorsi. Bertolaso ha
informato il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi che rimangono costantemente in contatto per seguire
l'evolversi della situazione. Anche il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio Gianni Letta rimane in continuo contatto con Bertolaso. 2 - Negli
ultimi mesi decine di scosse: Qualcuno aveva provato a mettere in guardia
sull'imminenza di una tragedia come quella di questa notte ma era stato
accusato di procurato allarme e di conseguenza denunciato Terremoto in Abruzzo
Quella di oggi è stata solo la scossa più forte di uno sciame sismico che si
perpetua da mesi. La magnitudo registrata alle 3.32 di questa notte
dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è di 5,8 gradi della scala
Richter, a cui sono seguite diverse repliche, la prima di 4,7 gradi alle 4.37.
Numerose le avvisaglie nelle ultime settimane. Una scossa violenta il 16
gennaio, poi quella di magnitudo 4.0 che aveva fatto tremare l'Abruzzo già il
30 marzo: molte persone si erano già riversate in strada allora. Dall'inizio
dello sciame sismico, qualche mese fa, sono decine gli eventi di magnitudo
superiore a 2.0 registrati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia
(Ingv) nel distretto aquilano e nel bacino di Sulmona. Terremoto in Abruzzo A
parte qualche malore dovuto allo spavento, non c'erano però mai stati feriti
gravi. Nè erano stati rilevati danni importanti. Su richiesta del capo della
Protezione civile, Guido Bertolaso, si era tenuta nella sede della Regione
Abruzzo all'Aquila, una riunione degli esperti della Commissione nazionale per
la previsione e la prevenzione dei grandi rischi. Obiettivo, dicono al
Dipartimento della Protezione civile, era quello di «fornire ai cittadini
abruzzesi tutte le informazioni disponibili alla comunità scientifica
sull'attività sismica delle ultime settimane». «È utile precisare che non è
possibile prevedere in alcun modo il verificarsi di un terremoto e che non c'è
nessun allarme in corso da parte del Dipartimento della Protezione Civile, ma
una continua attività di monitoraggio e di attenzione», si leggeva appena
quindici giorni fa in una nota dello stesso Dipartimento. Secondo l'Ingv, che è
l'ente preposto alla sorveglianza della sismicità sul territorio nazionale, «le
scosse avvertite nei mesi scorsi dalla popolazione facevano parte di una tipica
sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella
dell'aquilano che, negli ultimi mesi, ha registrato quasi 200 eventi, la
maggior parte dei quali non avvertiti dalla popolazione». Terremoto in Abruzzo
Qualcuno nei giorni scorsi aveva però messo in allarme sulla possibilità del
sopraggiungere di scosse più forti e pericolose per la popolazione abruzzese,
ma era stato accusato di "procurato allarme" e di conseguenza
denunciato. «Le scosse di terremoto che continuano a scuotere l'Abruzzo non
sono tali da preoccupare - aveva spiegato Bertolaso intervenendo a Roma ad un
convegno organizzato dal ministero dei beni culturali e protezione civile sulla
esperienza del terremoto che nel 1997 colpì Umbria e Marche - ma Purtroppo a
causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false siamo costretti
a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini». L'attacco
era rivolto a Giampaolo Giuliani , ricercatore dei laboratori del Gran Sasso,
che aveva previsto un terremoto di proporzioni disastrose. Oggi però ancora una
scossa, appena un po' più violenta di quelle degli ultimi giorni, ma quanto
basta per mettere in allarme la Regione Abruzzo. Questa volta non basta
rassicurare i cittadini: a centinaia si riversano nelle strutture sanitarie per
chiedere soccorso. La Protezione civile e i carabinieri parlano di decine di
morti, centinaia di feriti e migliaia di sfollati. Bertolaso la definisce la
«peggiore tragedia di questo millenio» e il presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi annuncia che firmerà lo stato d'emergenza. A questo punto in Abruzzo
e nel resto d'Italia sono in molti a chiedersi se veramente non si potesse fare
nulla per scongiurare questo dramma. E' vero, forse non è possibile prevedere
in alcun modo il verificarsi di un terremoto, ma qualcuno questa volta aveva
provato a farlo. [06-04-2009] Terremoto in AbruzzoTerremoto in Abruzzo
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Chi ha preso l'oro di Fort Knox? (sezione: Globalizzazione)
NEW YORK
E tutto oro quello che luccica a Fort Knox?
Cioè: sono veramente lo zoccolo duro della ricchezza del governo americano i 137
miliardi di dollari in lingotti stipati nella cassaforte del Kentucky, la più
famosa al mondo? In tempi di sfiducia galoppante sul valore reale dei titoli
tossici che hanno avvelenato i bilanci delle banche di mezzo mondo, allinterno dello stesso Congresso di Washington e da un
gruppo di attivisti pro-trasparenza è stato lanciato lallarme sul fatto
che loro conservato nei forzieri federali potrebbe non essere davvero
tutto di proprietà piena degli Usa: senza ipoteche, senza
essere diventato garanzia per operazioni con enti internazionali. Insomma, che
sia nella totale disponibilità del governo. «Sono ormai vari decenni che loro conservato a Fort Knox non è stato sottoposto a una
revisione condotta indipendentemente, o analizzato contabilmente in modo
appropriato», ha dichiarato al Times di Londra Ron Paul, il deputato del Texas
che ha depositato una proposta di legge a questo scopo. «Il popolo americano
merita di conoscere la verità». Paul è un repubblicano, della corrente
libertaria che è la più diffidente verso il governo di Washington, qualunque
sia il partito dominante. Alle ultime presidenziali si è candidato alle
primarie, unico nel suo partito, favorevole al ritiro immediato dallIraq essenzialmente per motivi di spesa, in linea con lobiettivo di un rigore fiscale nei conti pubblici che
il deficit gonfiatosi già sotto Bush, ed oggi in ulteriore esplosione per gli
investimenti e le spese volute da Obama, appare una chimera. Almeno, è il succo
dellindagine richiesta da Paul e dagli altri 21
parlamentari che hanno confermato la sua mozione, cominciamo con
lassicurarci che in casa abbiamo oro vero, nostro. Che il governo non
abbia venduto largenteria. Allo stesso obiettivo di una conoscenza rassicurante sullo stato
delle casseforti federali punta anche un comitato di attivisti per la
trasparenza degli atti di governo chiamato Gata (Gold Anti-Trust Action), che
ha incaricato gli avvocati dello studio William J. Olson, della Virginia, di
sfidare Obama ad essere fedele a quanto ha promesso in campagna elettorale,
quando ha detto di voler portare il governo «ad un livello di apertura mai
visto in precedenza». Tra qualche giorno i legali presenteranno una richiesta
specifica in base alla legge sulla Libertà dinformazione
che obbliga tutte le amministrazioni pubbliche a rivelare i documenti delle
loro azioni. Nel caso di Fort Knox, «prendiamo sul serio le promesse del
presidente», ha detto Chris Powell del Gata, che protesta per il fatto che nei
siti del Tesoro
«non esiste alcun dettaglio sulle riserve doro»,
sulla reale proprietà e sulle eventuali attività di trading. Molti investitori
in oro sospettano che gli Stati Uniti abbiano utilizzato nel passato, o possano
farlo in futuro, i lingotti segreti di Fort Knox per manipolare i prezzi del
metallo, magari vendendolo per abbassarne il valore di mercato con il fine di
sostenere il dollaro. Le quotazioni delloro
sono fluttuanti come quelle del dollaro da quando Nixon decise di sganciare il
biglietto verde dal rapporto fisso con il metallo giallo. Il Tesoro Usa ha sempre negato che le riserve doro siano mai state messe a rischio con transazioni
speculative e il sito ufficiale del governo sostiene laconicamente che le
riserve «sono di proprietà degli Stati Uniti». Sebbene sia in pratica un sinonimo
di oro per il pubblico mondiale, Fort Knox non è il posto in America dove è
ammassata la maggiore quantità di lingotti. Il monumentale palazzo, chiamato
«The United States Bullion Depository», costruito nel
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Terremoto: già in moto la macchina della solidarietà (sezione: Globalizzazione)
- Italia
- http://blog.panorama.it/italia - Terremoto: già in moto la macchina della
solidarietà Posted By redazione On 6/4/2009 @ 10:55 In Headlines, NotiziaHome |
1 Comment [1] Emergenza sanitaria L'ospedale dell'Aquila non è in grado di
fronteggiare l'enorme mole di lavoro di queste ore e i dirigenti medici hanno
chiesto alla protezione civile l'installazione di un ospedale da campo nella
zona di piazza d'Armi. Al momento l'organizzazione dei soccorsi viene fatta per
strada nello spazio antistante il pronto soccorso. Anche i grandi ospedali
romani sono stati allertati per l'emergenza terremoto in Abruzzo. Unità di
crisi sono state già organizzate all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e al
Policlinico Gemelli. Roma infatti potrebbe accogliere, come già è avvenuto in
passato, i feriti più gravi per gli interventi operatori o per i ricoveri. A
causa dell'emergenza terremoto che ha causato molti feriti, il presidente della
Regione, Gianni Chiodi, lancia un appello urgente a tutti i cittadini affinchè
compiano "un grande gesto di solidarietà" recandosi nei presidi
ospedalieri della regione per donare sangue presso i centri trasfusionali.
L'intervento dell'Esercito Anche l'[2] Esercito partecipa alle operazioni di
soccorso. Sul posto si è già recato un plotone del 33esimo Reggimento
Artiglieria, mentre un nucleo per la Ricognizione dello stesso reparto sta
operando a Poggio di Roio. "Alcuni militari stanno scavando tra le macerie",
ha riferito una fonte della Forza Armata ad Apcom. Il Sesto reparto Genio di
Roma, inoltre, ha inviato propri uomini, mentre da Viterbo sono decollati per
"attività di ricognizione" un elicottero AB 412 e un aereo Dornier.
Sempre dal centro Aves di Viterbo, infine, sono pronti a decollare 2 elicotteri
CH47, due NH90 e un elicottero AB 412. Tutti i velivoli sono stati allestiti
per attività di soccorso sanitario. Dalle Marche La colonna mobile regionale
della [3] Protezione civile delle Marche è partita per L'Aquila con una
sessantina di volontari delle province di Ancona e Macerata e un'unità cinofila
cercapersone proveniente da Jesi. I soccorritori portano anche mezzi e
attrezzature per la gestione dell'emergenza sismica. Anche una colonna dei
vigili del fuoco è stata inviata all'Aquila, in aiuto ai terremotati, dal
Comando regionale dei Vvf. La Protezione civile ha confermato che il sisma che
ha sconvolto l'Abruzzo non ha provocato danni nelle Marche, anche se in via
precauzionale è stata aperta la Sala operativa integrata di Ascoli Piceno, il
capoluogo più vicino alla zona colpita. Oltre alla scossa di magnitudo 5,8
delle 3.32, la popolazione ha avvertito anche le scosse di assestamento più
intense Dal Molise Una colonna mobile della Protezione civile regionale del
Molise è in partenza per raggiungere le zone della provincia dell'Aquila
colpite dal terremoto di questa notte. Un'altra colonna mobile composta anche
da unità cinofile dei Vigili del fuoco di Campobasso è partita per l'Abruzzo
Dal Lazio Due colonne mobili di aiuti del Dipartimento della Protezione civile
della Regione Lazio sono già in viaggio verso le zone colpite dal sisma in
Abruzzo in raccordo con il Dipartimento nazionale. Nella Regione limitrofa
stanno portando tende per sfollati e quant'altro necessario per prestare
soccorso alla popolazione. Lo rende noto il direttore della Protezione civile del Lazio Maurizio Pucci che è, dai momenti
successivi alle scosse avvertite molto forti anche a Roma, nella sede del
Dipartimento nazionale del Dipartimento la Protezione civile e Roma in via
Ulpiano. Dall'Umbria Dall'Umbria in soccorso delle popolazioni dell'Abruzzo
colpite dal terremoto è già partita una squadra di tecnici della Regione e si
sta organizzando una colonna mobile che partirà alle 13 da Terni alla
volta dell'Aquila e che, fra i suoi compiti, avrà l'allestimento di un campo
per 250 persone. Il Servizio di protezione civile della Regione Umbria,
attivatosi fin da subito - informano dagli uffici regionali - sta operando
secondo le disposizioni del Dipartimento nazionale della Protezione civile, in
modo da indirizzare gli aiuti e effettuare interventi laddove è maggiormente
necessario. A questo scopo, sono stati invitati i volontari e quanti intendano andare
in aiuto dei terremotati a coordinarsi con la struttura regionale. Una squadra
composta da sei tecnici della Regione Umbria, che hanno già operato in
situazioni analoghe e tra i quali c'è il responsabile della Sezione Emergenze,
in accordo con il Dipartimento nazionale della Protezione civile si è già
recata in Abruzzo per coadiuvare l'attività di verifica sull'agibilità degli
edifici e per l'organizzazione della presenza degli aiuti umbri nei prossimi
giorni. Alla struttura regionale di Protezione civile della Regione Umbria, in
particolare, è stato intanto assegnato l'incarico di realizzare un campo per
ospitare 250 sfollati, in una località abruzzese che verrà definita. In queste
ore si stanno raccogliendo materiale Dal Trentino Partira' alle ore 10 da
Trento il primo contingente della Protezione Civile della Provincia autonoma di
Trento per prestare soccorso alla popolazione abruzzese vittima la notte scorsa
del terremoto. Del primo contingente faranno parte le unità cinofile e i
responsabili della logistica. La colonna mobile al completo partira' da Trento
alla volta de L'Aquila attorno alle 12. Sono un centinaio le persone mobilitate
fra vigili del fuoco permanenti e volontari, più alcuno forestali e i Nu.vo.la.
La colonna mobile diretta in Abruzzo e' dotata di materiali e attrezzature per
scavo, demolizione e puntellaggio degli edifici, nonche' di tutto quanto
necessita per allestire un campo per un centinaio di persone (tende, letti,
cucina). Saranno una ventina di mezzi con relativi container. Partiranno anche
alcuni psicologi per aiutare la popolazione mentre un elicottero e' a
disposizione con un medico rianimatore a bordo. Dal Friuli Una colonna con 120
volontari della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia sono partiti in
mattinata per l'Abruzzo, colpito dal terremoto. Lo si e' appreso dall'assessore
regionale alla Protezione civile Vanni Lenna. Oltre ai volontari, il Friuli
Venezia Giulia ha inviato una task force per la sala operativa dell'Aquila e un
elicottero per la ricognizione dei danni.Non si esclude che nel corso della
giornata altri volontari del Friuli Venezia Giulia partano alla volta
dell'Abruzzo. Dal Veneto "Di fronte alle immagini dell'immane tragedia
causata dal terremoto qualsiasi commento mi appare fuori luogo". Così in una
nota del presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan. "Il Veneto ha
allertato, fin dalle prime ore del mattino, tutta la sua rete di Protezione
civile e di volontariato e si è messo, come sempre, a disposizione di chi ha il
compito e la responsabilità di organizzare e dirigere i soccorsi",
conclude Galan. Il sindacato "Esprimo il dolore mio personale e della [4]
Cgil nei confronti delle popolazioni colpite da questa tragedia. Ci attiveremo
come abbiamo fatto in altre occasioni passate immediatamente con quello che
possiamo offrire di integrazione ai soccorsi nella prima fase. Poi come pure
abbiamo fatto in occasione di altri terremoti andrà raccolta una solidarietà
dei lavoratori, delle imprese italiane da dedicare a coloro che hanno perso la
casa, hanno perso dei beni". Lo ha dichiarato il segretario generale della
Cgil, Guglielmo Epifani, intervistato a Panorama del Giorno sul terremoto in
Abruzzo. "Questo è un modo molto forte, molto giusto per far vivere un
momento di grande senso di solidarietà civile nel Paese - ha aggiunto Epifani -
Con Cisl e Uil come abbiamo fatto altre volte con Confindustria e con le altre
associazioni d'impresa lanceremo una sottoscrizione che riguarderà il mondo del
lavoro e le imprese". "Credo che il primo maggio di quest'anno debba
essere dedicato agli aiuti e alla solidarietà per le popolazioni dell'Abruzzo
colpite stanotte dal terremoto". È la proposta del segretario generale
della [5] Cisl, Raffaele Bonanni. "Come abruzzese sono profondamente
scosso e addolorato da questa tragedia che ha colpito la mia terra - dice - la
Cisl è più che mai vicina a quella povera gente che ha perso tutto stanotte.
Per questo voglio proporre a Cgil e Uil di destinare alle popolazioni colpite
dal terremoto il ricavato della raccolta dei fondi che si farà in occasione del
primo maggio. Stiamo avviando i contatti con la protezione civile per sapere
come il sindacato possa rendersi utile in questi momenti terribili. I
lavoratori sono pronti a fare tutto il possibile per alleviare il dolore e le sofferenze
degli abruzzesi colpiti da questa sciagura terribile".
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Terremoto in Abruzzo: in 100 dalla nostra regione (sezione: Globalizzazione)
Terremoto
in Abruzzo: in 100 dalla nostra regione 80 Volontari, 4 funzionari del
Dipartimento Protezione Civile Ligure, 8 tra medici e personale paramedico del
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Protezione Civile e VVF di Imperia contribuiranno in
Abruzzo (sezione: Globalizzazione)
Protezione
Civile e VVF di Imperia contribuiranno in Abruzzo Anche la provincia di
Imperia, si sta organizzando per offrire tutto il supporto possibile alle forze
già presenti in Abruzzo. Questa mattina era stata resa nota la preparazione di
un contingente di soccorsi, dalla Protezione Civile ai
Vigili del Fuoco. "La protezione civile comunale di Imperia è pronta a
partire per l'Abruzzo", comunicava questa mattina l'Assessore Adolfo, che
ha dato ufficialmente la disponibilità del gruppo volontari della protezione
civile a far parte della colonna mobile che la Regione liguria sta
organizzando. Oltre a loro si stanno recando in abbruzzo già 5 mezzi dei
Vigili del Fuoco. Per aiutare le popolazioni colpite dal gravissimo sisma
avvenuto nella notte con epicentro a L'Aquila, è partita nella mattinata una
squadra con una decina di uomini, a bordo di campagnole e mezzi contro i
crolli. Inoltre, è attualmente in fase organizzativa un'ulteriore squadra dei
pompieri, che a breve dovrebbe partire. Questa mattina, l'assessore benedetto
Adolfo aveva così commentato: Si tratta di
mettere a disposizione le professionalità necessarie per aiutare le popolazioni colpite dal
grave sisma. Non appena la Regione ci informerà, noi saremo pronti a far parte
della spedizione ligure, con tutte le professionalità che ci saranno richieste,
in quanto i nostri volontari sono tutti disponibili.
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L'Onu studia la risposta Ma la Cina frena gli Usa (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Gazzetta
di Mantova, La) (Trentino) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi)
(Gazzetta di Reggio) Riunito
nella notte il Consiglio di Sicurezza L'Onu studia la
risposta Ma la Cina frena
gli Usa NEW YORK. Sedici
ore dopo il lancio di un missile balistico nordcoreano sul Pacifico, il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce a New York per mettere a punto una
prima risposta al regime di Pyongyang. Sotto la presidenza di turno del Messico
è attesa l'approvazione di un documento non vincolante, una cosiddetta
dichiarazione presidenziale che richiede però l'unanimità. In accordo con il
Giappone, che ha reagito con grande preoccupazione alla mossa nordcoreana, gli
Stati Uniti premono per una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, con
l'ipotesi di nuove sanzioni nei confronti del regime comunista che non ha
rispettato le richieste della comunità internazionale. Sarà impossibile
ottenerlo, almeno adesso, visto che la Cina e in una
minor misura la Russia sono contrarie a nuove sanzioni contro Pyongyang.
Intervenendo al talk show domenicale della Abc l'ambasciatore americano
all'Onu, Susan Rice, ha ampliato il discorso del presidente degli Stati Uniti
Barack Obama, secondo cui «le regole devono essere vincolanti, le violazioni
devono essere punite» ed occorre «una forte risposta internazionale». Senza mai
escludere l'opzione diplomatica, ma lasciando intendere con chiarezza che gli Usa punterebbero idealmente a nuove sanzioni, la Rice ha
detto che gli Usa sono stati «in stretto contatto con
i nostri alleati in Asia, in particolare Giappone e Corea del Sud sulla
risposta appropriata» da dare al gesto di Pyongyang, e ci sono stati contatti
«con i russi ed i cinesi». Secondo l'ambasciatore Usa,
«gli Stati Uniti sono convinti che la migliore delle risposte sia una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite», con alla fine la
minaccia di nuove sanzioni se la Corea del Nord non farà marcia indietro. La
Rice ha ricordato che in una risoluzione del 2006, dopo il lancio di un primo
missile nordcoreano, il Consiglio di Sicurezza «aveva chiesto di porre un
termine a tutte le attività missilistiche e di non lanciare più missili». Gli
Stati Uniti, prospettando ai Quindici del Consiglio di Sicurezza «una risposta
delle Nazioni Unite, forte ed appropriata», ha spiegato l'ambasciatore di Obama
al Palazzo di Vetro, «hanno forte l'impressione che quanto è successo sia una
violazione della risoluzione esistente».
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BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si
è verificata ieri alle ore 22,20 ... (sezione: Globalizzazione)
BOLOGNA.
Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle ore 22,20
... BOLOGNA. Una scossa di terremoto di magnitudo 4,6 si è verificata ieri alle
ore
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In Abruzzo si scava, 40 morti (sezione: Globalizzazione)
6 aprile
2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, 40
morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di
Napolitano e del Papa Sono al momento 40 le vittime ufficiali del sisma che
stamane ha devastato la città de L'Aquila e del suo hinterland. Numero che,
purtroppo, sarebbe ancora destinato a crescere. Tutte le forze dell'ordine,
esercito compreso, sono mobilitate a scavare fra le macerie delle numerose
abitazioni completamente rase al suolo. Molti gli edifici pubblici danneggiati
in città. All'ospedale de L'Aquila, intanto, l'andirivieni di ambulanze di
tutte le sigle prosegue incessante. Ha reso parzialmente inagibile il nosocomio
del capoluogo di regione che ospita all'esterno dei suoi piazzali moltissimi
degenti soprattutto anziani e politraumatizzati. A ritmi ininterrotti il lavoro
che sta portando avanti il pronto soccorso. La scena che appare a chi ha la
possibilità di entrare al San Salvatore è quella di un ospedale da campo post
bellum. (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina,
con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata
calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala
Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame
sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti
dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe
verificata a
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Non si vive di solo export (sezione: Globalizzazione)
Corriere
Economia sezione: Economia data: 06/04/2009 - pag: 11 Dopo il G-
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Una schedina etica (sezione: Globalizzazione)
Corriere
Economia sezione: Economia data: 06/04/2009 - pag: 20 Investimenti Trend Cresce
l'interesse per gli investimenti in titoli che rispettano precisi valori Una
schedina etica Sono solo tredici gli Stati con il bollino di «responsabilità
sociale». Ecco quanto rendono DI PATRIZIA PULIAFITO D opo la sconfitta della
finanza rampante e le scottature provocate dai titoli tossici, prende piede
l'investimento etico. Non solo in azioni, ma anche in titoli di Stato. Magari
si guadagna meno, ma si fa un investimento più consapevole e sicuro. Perché gli
Stati etici sono, in genere, anche quelli con il rating massimo. Più elevato è
il merito di credito dell'emittente, meno ricca è la cedola. E' un'equazione
che vale per imprese e stati e spiega il perché oggi, i titoli governativi
italiani, in particolare i Btp, pur essendo sicuri, siano più generosi dei
gemelli europei, emessi da Paesi con economie più solide, come quelle di
Germania, Francia e Olanda, a cui le agenzie internazionali attribuiscono una
tripla A (Moody's all'Italia, assegna AA2). L'Italia, tra l'altro, non rientra
nell'universo degli Stati etici e, presumibilmente, non vi entrerà mai, per
colpa del forte debito pubblico, dell'elevato indice di percezione della
corruzione, della poca attenzione alle pari opportunità e allo scarso impegno
nello smaltimento dei rifiuti. Sono fuori dalla lista dei buoni, anche i Paesi,
dove è in vigore la pena di morte, dove sono in corso conflitti armati e non
sono rispettati i diritti umani. Esclusi, ad esempio, anche
Usa e Cina. L'attestato di eticità, sia
chiaro, va a pochissimi Stati. Solo a quelli che dimostrano di avere una buona
governance, ovvero un forte impegno nel contenimento del debito pubblico, una
costante attenzione al sociale, all'occupazione, ai diritti umani, alle pari
opportunità, all'ambiente. Hanno passato, ad esempio, il severo esame
del comitato etico di Etica Sgr solo in tredici: Francia, Germania, Austria,
Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Olanda, Portogallo, Australia,
Slovenia e Nuova Zelanda. Chi vuole diversificare il portafoglio
obbligazionario, può dunque attingere dal paniere degli Stati virtuosi, nella
consapevolezza che rinuncerà ad una fetta di guadagno e con qualche
precauzione. Intanto, conviene orientarsi su titoli a scadenze breve e media
(sotto i tre anni). Poi, è meglio mantenersi in area euro per evitare il
rischio cambio ed orientarsi di preferenza su Paesi con elevato rating, sono
più sicuri. Conviene escludere, anche se etici, gli Stati con rating più bassi
come il Portogallo, a cui Moody assegna solo una doppia A, Tra i poliennali, i
titoli più liquidi sono il francese Oat, il tedesco Bund e l'olandese Dsl .
Chi, invece, vuole assumersi un piccolo rischio in più, può esporsi sul titolo
della repubblica d'Austria. E' un Paese etico e solido (tripla A) che in questo
momento, però, è sotto pressione, per una sovraesposizione sui Paesi dell'Est
ed offre, quindi, rendimenti leggermente più elevati. Meno attraenti, invece,
sono i titoli a breve, gli zero coupon (equivalenti del Bot), come il francese
Btf e il tedesco Bubill che sono, comunque, titoli liquidi, ma meno
remunerativi e con una tassazione più pesante. Chi, invece, preferisce
affidarsi alle mani esperte di un gestore, può orientarsi sul fondo Monetario
di Etica Sgr che inserisce in portafoglio solo obbligazioni di Stati
certificati. Nel 2008, con una corretta strategia sulle durate dei titoli ha
portato a casa il 5,30%, battendo l'indice Fideuram di liquidità (+2,17%) e
quello degli obbligazionari euro governativi (+3,68%). «Ci siamo focalizzati
sulle due economie più forti dell'area euro, Germania e Francia spiega Gianluca
Ferretti, direttore investimenti obbligazionari di Bi - piemme Sgr che gestisce
anche i fondi etici , abbiamo puntato sulla loro buona tenuta, in un contesto
difficile, ed abbiamo scommesso sull'aumento del prezzo dei titoli, che si è
puntualmente realizzato, con la riduzione dei tassi in area euro».
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In Abruzzo si scava, più di 50 morti (sezione: Globalizzazione)
6 aprile
2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, più di
50 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di
Napolitano e del Papa Sono al momento 40 le vittime ufficiali del sisma che
stamane ha devastato la città de L'Aquila e del suo hinterland. Numero che,
purtroppo, sarebbe ancora destinato a crescere. Tutte le forze dell'ordine,
esercito compreso, sono mobilitate a scavare fra le macerie delle numerose
abitazioni completamente rase al suolo. Molti gli edifici pubblici danneggiati
in città. All'ospedale de L'Aquila, intanto, l'andirivieni di ambulanze di
tutte le sigle prosegue incessante. Ha reso parzialmente inagibile il nosocomio
del capoluogo di regione che ospita all'esterno dei suoi piazzali moltissimi
degenti soprattutto anziani e politraumatizzati. A ritmi ininterrotti il lavoro
che sta portando avanti il pronto soccorso. La scena che appare a chi ha la possibilità
di entrare al San Salvatore è quella di un ospedale da campo post bellum. (AGI)
(Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a
pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno
a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla
scossa principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse
avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale
di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a
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Paesi crollati: oltre 50 morti,... (sezione: Globalizzazione)
n. 14
del 2009-04-06 pagina 0 Paesi crollati: oltre 50 morti, 50mila sfollati di
Redazione Terremoto di magnitudo 6,3 della scala Richter. Epicentro a sette
chilometri dall'Aquila. Chiuse le autostrade A24 e A25. Almeno 10mila edifici
lesionati. Paesi distrutti. Centinaia di dispersi. Caos all'ospedale
dell'Aquila: inagibile al 90%, senza acqua potabile, feriti sul piazzale.
Appelli a donare il sangue. Maroni: "Tutti avranno un tetto".
Bertolaso: "E' la peggiore tragedia dall'inizio del millennio".
GUARDA il video - le immagini. I soccorsi a L'Aquila L'Aquila - La scossa che
distrugge. Quella che spezza vite, sogni, storie e futuro. Un sisma che si
abbatte sulla normalità contorcendola e riempiendola di dolore. Un forte
terremoto ha colpito poco dopo le 3,30 di questa notte l'Abruzzo e il centro
Italia con magnitudo 6,3 della scala Richter. Il bilancio provvisorio, che è in
continuo aumento, di oltre 50 morti, tra cui cinque bambini. In particolare, di
questi: sei sono i morti a Paganica e cinque a Poggio Picenze. Ma il tragico
conto è destinato salire viste le drammatiche condizioni dei centri storici
colpiti dal sisma. Numerosi i dispersi: al momento si parla di almeno 30-40
persone. E' stato "un terremoto molto importante: ci sono migliaia di
sfollati e migliaia di edifici crollati e lesionati". Lo ha detto il
dirigente della protezione civile, Agostino Miotto, presente al comitato
operativo riunito nella sede del dipartimento. Interi paesi abruzzesi sono
stati distrutti dalla violenza delle scosse. Un'altra scossa Intorno alle 10 unaltra scossa ha fatto tremare per alcuni secondi la
terra. Molte delle case già lesionate sono venute giù. Tra i calcinacci anche
il simbolo della città, allingresso dellAquila, a Porta Napoli, è venuto
giù. Sono state date indicazioni agli sfollati dellAquila di raggiungere la zona dello stadio, considerata
sicura, dove sarà allestito un campo di accoglienza. Caos all'ospedale La
struttura non ha retto: è inagibile al 90%. Non tutta almeno. Un'ala
dell'ospedale è crollata. E il nosocomio è senza acqua potabile. Non cè stato approvvigionamento attraverso la protezione
civile, il bar dellospedale è inutilizzabile perchè crollato così come il
deposito del nosocomio. Nonostante i problemi e i disagi centinaia di persone sono
accampate in attesa di soccorsi davanti allospedale
dellAquila, che non è stato evacuato. Al nosocomio sta arrivando un
flusso continuo di persone, alcuni addirittura svestiti, con ferite di vario
genere, sotto choc e piangenti. La cappella del San Salvatore è diventata la corsia
più affollata dove i medici stanno curando i numerosi feriti. Il caos non
accenna a rientrare e tutti gli spazi che non sono stati considerati a rischio
da parte dei tecnici della protezione civile vengono utilizzati come ricovero
per malati. Naturalmente gli spazi maggiormente occupati sono quelli allaperto dove continuano ad arrivare feriti lievi, ma
anche con gravi traumi. Questi ultimi vengono indirizzati con gli elicotteri
negli altri ospedali regionali. è un via vai di mezzi aerei senza soluzione di
continuità. Molti reparti sono stati trasferiti nei tunnel considerati più
sicuri dai tecnici. è crollato anche lobitorio,
quindi le salme, e non solo quelle delle vittime del terremoto, sono state trasferite
sempre passando davanti ai feriti in un altro spazio. La situazione è surreale
anche perché le scosse, alcune di forte entità, non destano più preoccupazione
nelle decine di persone impegnate nei soccorsi. Gli sfollati "La
situazione drammatica, ci sono danni gravissimi con dei morti anche nel centro
storico, ma soprattutto nelle frazioni della città e nei comuni dellhinterland: se ci riferiamo alla città potrebbero
esserci 45-50mila sfollati, ma considerando lhinterland arriviamo a
70mila".
Così il sindaco dellAquila, Massimo Cialente.
Maroni: "Sistemeremo tutti" "La macchina dei soccorsi era già
partita un quarto dora dopo il sisma. Più rapido di così non si poteva
fare" spiega il ministro dellInterno Roberto Maroni. "Gli
sfollati saranno tutti sistemati in alberghi o nelle strutture che sono in
corso di costruzione. Il tutto sarà fatto in tempi rapidi. E tutti i feriti
sono stati tutti trasportati nelle strutture delle regioni. I posti sono
sufficienti; il presidente dellAbruzzo Chiodi si è mosso
immediatamente e quindi dal punto di vista della sistemazione dei feriti non ci
sono problemi". I soccorsi Colonne di soccorso sono in viaggio
praticamente da tutta Italia. Sono in arrivo allAquila
1.500 vigili del fuoco, 100 poliziotti e 100 carabinieri da varie parti dItalia per aiutare i soccorsi in provincia
dellAquila. Dal Lazio sono partite intorno due colonne di uomini e mezzi
della Protezione civile della Regione. Circa 40 le squadre con più di 200
volontari che hanno raggiunto lAbruzzo, altrettante sono pronte a operare.
Partita anche una task force vicentina, con una decina di uomini e quattro
automezzi, mentre tra qualche ora si muoveranno anche 100 volontari alpini.
Dalla Toscana partirà la prima colonna mobile di soccorso che dispone di
strutture di soccorso, cucina da campo, servizi igienici, coperte e tende per
160 posti letto. Partiranno da Legnano per LAquila
50 persone della protezione civile della Lombardia, con un centro
polifunzionale e una tendopoli per 250 sfollati. Chiodi: "Donate
il sangue" A causa dellemergenza
terremoto che ha causato molti feriti, il presidente della Regione, Gianni
Chiodi, lancia un appello urgente a tutti i cittadini affinché compiano
"un grande gesto di solidarietà" recandosi nei presidi ospedalieri della
regione per donare sangue presso i centri trasfusionali. Stesso appello rivolto
dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Unità di crisi Un vertice operativo
per il coordinamento dei soccorsi e dellassistenza
alla popolazione, presieduto dal capo del dipartimento della protezione
civile Guido Bertolaso, è in corso nella scuola della guardia di finanza alla
periferia dellAquila. Allincontro
sono presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Gianni Chiodi, il
sindaco dellAquila, rappresentanti di guardia di finanza, vigili del fuoco,
carabinieri, polizia e volontari. Allinterno
della scuola della guardia di finanza è stata istituita la centrale di
coordinamento dei soccorsi e, probabilmente, sarà predisposto uno dei campi per
consentire
agli sfollati di passare la notte. Al centro della riunione ovviamente i
soccorsi da portare alle persone ancora sepolte sotto le macerie nelle aree più
colpite: oltre al centro dellAquila, Villa
SantAngelo, Paganica, San Demetrio, Onna Fossa. I paesi colpiti Sono
almeno 26 i comuni interessati in modo "serio" dal terremoto, e i
danni riscontrati, i crolli di case vecchie ma abitate e addirittura di almeno
quattro palazzi, letteralmente implosi allAquila,
fanno temere che il numero delle vittime sia destinato a salire e che sia
possibile determinarlo solo tra molto tempo. In molti paesi come Santo Stefano
di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa SantAngelo, Fossa, Ocre, San Demetrio nè Vestini e i centri
dellAltopiano delle Rocche, sono distrutte moltissime abitazioni del centro
storico, mentre presentano danni costruzioni più recenti e anche in cemento
armato. La situazione più drammatica è nel capoluogo e in alcune delle sue
frazioni come Onna, quasi rasa completamente al suolo, e Paganica dove sono già
state registrate numerose vittime. Nel centro storico dellAquila vi sono numerosi crolli, moltissimi edifici
lesionati e alcuni palazzi non antichi crollati completamente. La peggiore
tragedia d'inizio millennio Il terremoto che ha colpito l'Abruzzo "é
la peggiore tragedia di questo inizio di millennio". Lo ha detto il capo
della protezione, civile, Guido Bertolaso. L'evento, ha spiegato Bertolaso,
"è paragonabile, se non superiore, al terremoto che ha colpito in passato
l'Umbria e le Marche. Si tratta di una vicenda che mobiliterà il paese per
diverse settimane". Appena giunto a L'Aquila il sottosegretario sta
sorvolando in elicottero la zona colpita dal sisma per verificare danni e
problemi. Crolli ovunque Nel capoluogo abruzzese è crollata parte della Casa
dello studente e il campanile di una chiesa nel centro cittadino, mentre crolli
ed edifici lesionati si sono registrati in diverse paesi della provincia.
"Siamo solamente ai primi numeri - aggiunge Bertolaso - un numero che sta
crescendo nel corso delle ore. Si tratta di piccoli centri, di piccoli comuni
che sono stati molto interessati da questa drammatica vicenda". Gli
scenari della protezione civile prevedono fino a 10-15mila edifici lesionati
per il sisma e quindi gli sfollati potrebbero essere nellordine delle decine di migliaia. Epicentro La violenta
scossa di terremoto che è stata avvertita in nottata nel centro Italia ha avuto
come epicentro una zona a sette chilometri dallAquila, nella zona nord,
in un triangolo compreso tra la stessa città dellAquila e le frazioni di Collimento e Villa Grande.
Autostrade chiuse Lautostrada A24 Roma-LAquila, nel tratto compreso
tra Tornimparte e Assergi, è stata chiusa per verifiche in entrambe le
direzioni, così come lA25 Roma-Pescara, tra Pratola e
Bussi-Popoli. Lo rende noto Autostrade per lItalia,
aggiungendo che per agevolare i soccorsi è stato istituito il divieto di
transito per i mezzi con massa complessiva superiore alle 7,5 tonnellate
sullA24 tra il bivio A1/A24 e lAquila ovest, in direzione di
Teramo e sullA25, nel tratto compreso
tra Pratola e Bussi-Popoli, in entrambe le direzioni. Per agevolare i soccorsi,
Autostrade per lItalia invita a non mettersi in viaggio sullA24 in
direzione dellAquila e di lasciare le aree di servizio Colle Tasso sud,
Civita sud e Valle Aterno est e larea
di Parcheggio Roviano sud a disposizione della Protezione civile per
laccumulo dei mezzi di soccorso. La macchina dei soccorsi "Pensavo a
una cosa pesante ma non di queste proporzioni. Sono passato per la città e ci
sono davvero molti pezzi di città distrutti. Ci sono tanti feriti e numerosi
morti". Lo ha detto il direttore generale della Asl dellAquila, Roberto Marzetti, che si trova davanti al
pronto soccorso per coordinare le operazioni di emergenza. "La
macchina dei soccorsi - ha aggiunto - è partita subito, ci sono medici e
paramedici a lavoro, chi di turno e chi no è tornato a lavoro. Abbiamo attivato
due sale operatorie e quindi la reazione della città cè stata". La Croce Rossa Aperta la sala operativa
nazionale della Croce rossa italiana. Allertate tutte le regioni. Fin dai primi
minuti dopo la scossa sismica il commissario straordinario della Cri, Francesco
Rocca, e il capodipartimento attività socio-sanitarie, Leonardo Carmenati,
hanno raggiunto la sala operativa della protezione civile e in questo momento
Rocca è in elicottero con il capo della protezione civile per il sopralluogo. Lorganizzazione sta anche inviando attrezzature
sanitarie in Abruzzo, tra cui un posto medico avanzato e le unità cinofile. è
stata anche organizzata una raccolta a livello nazionale per far confluire
tutto il necessario nellarea colpita dal
terremoto. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
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Con le commodity torna la speranza (sezione: Globalizzazione)
COPERTINA
pag. 1 Con le commodity torna la speranza ARTURO ZAMPAGLIONE Mentre il presidente
cinese Hu Jintao partecipava a Londra ai lavori del G20 e mentre, proprio alla
vigilia del vertice di Londra, incontrava per la prima volta Obama, Pechino
continuava a fare incetta di metalli non preziosi, a cominciare dal rame, di
cui è già il maggiore acquirente mondiale. Sempre la settimana scorsa la China
Minmetals ha raggiunto un accordo per rilevare, sborsando 1,2 miliardi di
dollari, le operazioni della società mineraria australiana Oz Minerals, seconda
produttrice mondiale di zinco. E altre acquisizioni del genere dovrebbero
essere annunciate tra breve.Lattivismo cinese
ha contribuito a una sorprendente ripresa delle commodities, a cominciare dai
metalli industriali. I prezzi del rame, sono saliti del 31% dallinizio
dellanno, quelli dello zinco del 9,3 e del piombo del 27. La
fiammata si è riflessa nelle quotazioni azionarie. Nel primo trimestre del
2009, mentre il Dow Jones faceva le bizze e toccava i minimi degli ultimi 12
anni, le società che operano nei metalli non ferrosi hanno registrato sulla
piazza americana una crescita del 16,1%, e il comparto minerario è aumentato
del 9,8. Qualche analista ha interpretato questi movimenti come segnali di una
svolta nella crisi. Non cè dubbio che gli
investitori aspettino con ansia, dopo una tempesta economica così
lunga che i mercati raggiungano il bottom da cui ripartire. E se Obama ha
accennato i "primi dati incoraggianti", il presidente della
Confindustria Emma Marcegaglia ha dichiarato la settimana scorsa che un
miglioramento della situazione globale è possibile sin dalla fine di questanno. In questo contesto i movimenti in atto nelle
commodity offrono uno scorcio interessante. E un mercato che funge da
barometro non solo delle aspettative del mondo delle imprese, ma di giochi
strategici a livello di grandi investitori e di governi, come quello cinese, per
meglio posizionarsi nei nuovi equilibri che verranno a determinarsi con la
ripresa. I metalli potrebbero diventare uno strumento privilegiato per chi
vuole difendersi comprando futures, etf, etc dai pericoli di
una inflazione provocata dalle maximanovre di stimolo economico e dallalto indebitamento pubblico. E potrebbero essere un
modo per la
Cina e altri paesi di diversificare le loro riserve
valutarie. Il campo delle commodity è ampio. Vi figurano comparti che rispondono
a logiche diverse: comè il caso del petrolio,
dominato dallOpec, da interessi politici e dalle decisioni, a volte
bizzarre, di qualche dittatore; o dei metalli preziosi, a cominciare
dalloro, che è il bene rifugio per eccellenza; o anche delle derrate
agricole. Per il settore dei metalli di base, cioè quelli industriali, il boom
è cominciato relativamente tardi. Allinizio
del millennio, in coincidenza con lesplosione industriale asiatica, e in
particolare della Cina, si è vista una domanda
crescente di queste materie prime che si è poi intrecciata con la progressiva
"finanziarizzazione" delle commodity. Pechino, che fino alla fine
degli anni 90 era un esportatore di metalli, ne ha fatto
incetta in Africa e in Australia. Ha superato gli Usa
come importatore di rame cileno. Intanto, facendo leva sui futures scambiati a
Chicago, gli hedge fund e le banche di Wall Street come la Goldman Sachs, hanno
avviato operazioni speculative in grande stile. Investitori minori, spaventati
dalla volatilità dei futures, si sono invece serviti negli Usa
degli Etf (Exchange traded funds) e in Europa dei Etc (Exchange traded
commodities) per diversificare il loro portafoglio con fondi specializzati in
singole commodity. Tutto questo ha portato a una crescita impetuosa delle
quotazioni. «Alla fine del 2007 cè
stata una tragica inversione di tendenza», ricorda Mario Quarti, excountry
manager per lItalia della Bank of America e conoscitore del mercato delle
materie prime. «La consapevolezza che i prezzi dei metalli industriali erano
legati a proiezioni irrealistiche di crescita economica ha portato a un crollo
delle quotazioni». Mentre le industrie riducevano le scorte, la bolla si è
sgonfiata: alcuni metalli hanno perso tre quarti del prezzo, altri addirittura
due terzi. Il fondo, è stato toccato tra novembre e dicembre
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"Fermate i predatori dei future che muovono il
97% degli scambi" (sezione: Globalizzazione)
COPERTINA
pag. 2 "Fermate i predatori dei future che muovono il 97% degli
scambi" LINTERVISTA ETTORE LIVINI
«La Cina non sta speculando sulle materie prime. Né riallocando
le proprie riserve strategiche per diversificare da dollaro e TBond. Fa una
cosa molto più semplice: ragiona come sistema paese. In unottica ventennale e non di profitto a breve termine. E
oggi Pechino è tornata a comprare sui mercati delle commodities solo perché i
prezzi sono scesi a livelli realistici». Vincenzo Manes, numero uno
di Kme, gode di un osservatorio privilegiato sul tumultuoso mondo delle materie
prime. La sua azienda (nono gruppo industriale italiano) è leader mondiale dei
semilavorati in rame. E per lui, più che la Cina, il
vero problema della volatilità delle quotazioni
anche ora che siamo in recessione è quello della speculazione che da
tempo muove a suo piacere i listini. Giusto un anno fa il rame aveva toccato il
suo record di 8.730 dollari a tonnellata. Poi è crollato a 3mila fino a metà
febbraio.
Ora in nemmeno due mesi ha guadagnato quasi il 30%. Cosa succede dottor Manes? È vero che la Cina sta comprando a mani basse sul mercato? «La Cina, oggi come in passato, è una bugia,
uno spauracchio buono per muovere i mercati. E riempire le casse della
speculazione. Certo Pechino è tornata sul mercato. Ma solo in ottica
industriale. Il carburante della sua crescita, malgrado le frenate
cicliche, sono le materie prime. Aveva iniziato a comprare un po danni fa e le sue mosse sono state amplificate
solo
per gonfiare artificialmente listini che ormai non hanno più alcuna attinenza
con la realtà economica e il bilanciamento di domanda e offerta. Un obiettivo,
va detto, che è stato raggiunto. Vale per tutte le commodity. Il rame, quella
che conosco meglio, è partito a 2mila dollari per quadruplicare in poco tempo
il suo valore. Balzi del genere si giustificano solo davanti a una reale
carenza fisica del minerale». Non è così? «Nessuno al mondo è mai rimasto senza
rame. Certo in quel periodo le scorte del minerale "reale" custodito
nei magazzini dellLme, la borsa merci
londinese, sono scese da 1,2 milioni a 200mila tonnellate. La gente temeva (o
era portata a temere) che quello disponibile fosse destinato a esaurirsi.
Naturalmente non è successo ma nel frattempo i predatori dei future si sono messi
in tasca i loro bei guadagni». Diciamo, per consolarci, che uno degli effetti
benefici della recessione potrebbe essere quello di limitare questi eccessi...
«Non mi pare che stia succedendo. Il 97% degli scambi sui mercati della nostra
materia prima è mosso solo dalla speculazione. Lunico
obiettivo di questi operatori è quello di spostare le quotazioni. E la
volatilità, anche quella di questi giorni, non è una fotografia reale del
rapporto tra domanda e offerta. Lei può capire come sia difficile mettere
nero su bianco i piani industriali di unazienda
come la nostra quando non cè modo di fare stime realistiche sui costi
delle commodities che dobbiamo comprare. È brutto lavorare sodo sapendo che
alla fine i profitti veri sui tuoi mercati se li mette in tasca un operatore di
hedge fund». Cè un modo per tagliare le
unghie ai "predatori" dei future? «Lunica maniera seria
come hanno fatto sul mercato del grano è quella di costringerli ad
aumentare di molto i depositi di garanzia che sono obbligati a depositare per
operare sui derivati». Come possiamo definire, secondo lei, i livelli attuali
dei prezzi delle materie prime. Abbiamo toccato il fondo? Sono quotazioni vere
o cè ancora lo zampino degli hedge fund? «Credo che adesso si sia
arrivati a una sorta di equilibrio in cui ritengo che i valori espressi dai
listini siano abbastanza corrispondenti alla realtà industriale dello stato di
salute delleconomia. Che non è certo buono». Come va la
domanda? Il "rimbalzino" di marzo dei mercati sembra anticipare
qualche schiarita? «Lunica nota positiva in
effetti è la
Cina. Listituto per le
riserve strategiche diventato ormai il primo compratore al mondo assieme
allEuropa è tornato in pista, come abbiamo già detto. Ha rimesso in piedi
gli accordi per cui stava negoziando un po
danni fa, congelati quando i prezzi sono andati fuori controllo. Ma per
il resto la situazione è piatta». Non funzionano i piani di stimolo avviati in
tutto il pianeta? «Non si vedono per ora effetti concreti. Lunico aspetto positivo, se così possiamo dire, è che si
intuisce dai dati a nostra disposizione unattenuazione del calo della
domanda. In
Usa però per i
segnali che abbiamo la situazione è ancora stagnante. Come in Europa
dove lItalia, da almeno un anno e mezzo a questa parte, sta performando
molto peggio di altri paesi come la Germania. È difficile comunque interpretare
mercati in cui in un giorno le quotazioni si muovono in una direzione o nellaltra del 10%». Cè il rischio che inflazione e
ripresa economica possano spingere di nuovo alle stelle i prezzi delle
commodities? «A mio parere non dovrebbe esserci. Se e quando la congiuntura si riprenderà, cè tutto lo spazio per aumentare lofferta di
materie prime calmierando le quotazioni. I magazzini dellLme del resto
sono già pieni di 600mila tonnellate di rame». È innegabile però che il boom
degli ultimi anni non ha riempito solo le tasche degli speculatori... «È vero.
Anche lungo la catena del valore industriale cè
stato chi ha fatto fortune. Parlo in particolare delle miniere. Fino a pochi
mesi fa lavoravano con un margine operativo in qualche caso superiore al 75%.
Soldi entrati in cassa che consentono di affrontare ora con meno patemi il calo
della domanda. Le cito un esempio: la Kme otto anni fa faceva gli stessi utili
di un grande gruppo minerario cileno. Nel 2007
senza che le due aziende si siano modificate come perimetro noi abbiamo realizzato 40
milioni di profitti e loro 1,5 miliardi...». Scopri come ricevere sul tuo
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L'Ilva dimezzata ora teme la Cina (sezione: Globalizzazione)
ECONOMIA
/ITALIANA pag. 12 LIlva dimezzata ora teme la Cina SIDERURGIA / Fino allo scorso anno il gruppo Riva ha
portato conti in costante miglioramento ma ora lepoca
delle
vacche grasse sembra finita GIORGIO LONARDI E
come un motore che marcia a tre cilindri, lIlva di Taranto. Non fatevi
ingannare dalle descrizioni agiografiche: la «cittadella» dellacciaio
italiano con le sue due acciaierie, i due treni di laminazione a caldo, gli
impianti minori, i 12 mila dipendenti che lavoravano giorno e notte è ormai una
foto ingiallita, vecchia di qualche mese. Da parecchie settimane, infatti,
duemila di quegli operai sono in cassa integrazione e una delle due acciaierie
si ferma a turno. Secondo fonti sindacali (ma il Gruppo Riva proprietario dellazienda non conferma la notizia) sui piazzali del
centro siderurgico si sarebbero accumulate un milione di tonnellate di acciaio
in attesa di essere venduto. Leconomia mondiale è in frenata e anche gli
acquisti di acciaio ne risentono. Sarebbe riduttivo paragonare il centro
siderurgico di Taranto ad una fabbrica come tante altre. Qui, infatti, si
produceva un terzo dellacciaio italiano, come
dire oltre 9 milioni di tonnellate di coils (dati 2007) utilizzati per lindustria dellauto, per gli elettrodomestici, per
fabbricare le grandi condotte idriche, per la cantieristica, per le grandi
infrastrutture. E un po come dire che lazienda Italia si
rifornisce qui. E che senza Taranto il Bel Paese rischierebbe di fermarsi. Insomma,
lipotesi che Taranto possa chiudere come ha
ventilato alcune settimane fa Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm
(«esiste la fondata preoccupazione che lazienda guidata da Riva decida di
andare a produrre allestero») aprirebbe la
strada a un vero e proprio disastro. Certo, Ghini si riferiva allentrata
in vigore di una nuova legge della Regione Puglia che impone allIlva
tempi e parametri più restrittivi per labbattimento di diossina e polveri
sottili. E allora?
Indubbiamente il fatto stesso che sia stata adombrata la chiusura dellimpianto fa riflettere sul futuro dello stabilimento.
Anche se va sottolineato da una parte come fonti interne al Gruppo Riva
precisino con forza come il centro siderurgico oltre ad essere un
asset «strategico» sia anche «moderno e competitivo». Mentre dallaltra, alla vigilia di un incontro con i vertici del
Gruppo Riva che si svolgerà martedì a Milano, Vittorio Bardi, responsabile
siderurgia della FiomCgil si dice convinto che oggi «nessuno dei grandi produttori
che operano nel nostro Paese stia ragionando sullipotesi
di un taglio strategico delle produzioni in Italia». Eppure, se esaminiamo con
calma i numeri ci accorgiamo che la partita è molto più grossa di quanto non si
immagini.
E che, forse, non sarebbe corretto circoscriverla al solo ambito nazionale. Nel
2007, ad esempio, il Gruppo Riva ha chiuso il bilancio con 10,1 miliardi di
euro di fatturato, un cashflow operativo di 1,7 miliardi e un utile netto di
877 milioni. Rispetto ai due anni precedenti si registra un netto
miglioramento. Nel 2006, infatti, i ricavi erano stati di 9,4 miliardi e gli
utili di 696 milioni mentre nel
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PROTEZIONE CIVILE LAZIO: OLTRE 200 VOLONTARI SUL
POSTO (sezione: Globalizzazione)
Scritto
da redazione lunedì 06 aprile 2009 Inviati anche tre elicotteri e due colonne
di soccorsi per l'Abruzzo Da tutto il Lazio circa 40 squadre con più 200
volontari hanno raggiunto le zone di ammassamento in Abruzzo e sono a
disposizione della Protezione civile nazionale per le
operazioni di soccorso. Altrettante sono state allertate e sono pronte a
operare. La Protezione civile regionale ha messo a disposizione dei soccorsi
tre elicotteri regionali normalmente utilizzati per la lotta agli incendi, mentre
i volontari della Protezione civile del Lazio hanno già portato in Abruzzo
centinaia di tende per ospitare persone, 3 cucine da campo, mezzi per il
movimento terra come ruspe, bobcat ed escavatori, oltre a torri faro per
garantire con le fotoelettriche i soccorsi anche dopo il tramonto. Intervenute
anche squadre di volontari con unità cinofile.
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BOX OFFICE: IL CARTOON "MOSTRI CONTRO
ALIENI" BATTE IL CANE MARLEY. AVATI TERZO IN USA VINCE "FAST &
FURIOUS" CRUISE-TRAVOLTA PER BUTCH CASSIDY - FARRAH FAWCETT GRAVISSIMA SI (sezione: Globalizzazione)
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| Segnala articolo --> BOX OFFICE: IL CARTOON MOSTRI
CONTRO ALIENI BATTE IL CANE MARLEY. AVATI TERZO IN USA VINCE
FAST
& FURIOUS CRUISE-TRAVOLTA
PER BUTCH CASSIDY - FARRAH FAWCETT GRAVISSIMA SIMPSON FRANCOBOLLATI
LOCKLEAR RINUNCIA A MELROSE PLACE
1 - INCASSI; PODIO TUTTO NUOVO,
MOSTRI PRIMI AVATI TERZO... (Ansa) - Podio tutto nuovo dopo la sfida del fine
settimana nel box office cinematografico italiano. Secondo i dati Cinetel (che
coprono l'85% del mercato potenziale), al primo posto c'e' l'animazione di
Mostri contro Alieni, che ha incassato oltre due milioni di euro in circa 500
sale. Al secondo posto un altro film americano, la commedia canina Io &
Marley e al terzo Gli amici del bar Margherita di Pupi Avati. Clint Eastwood Al
quarto posto scende Clint Eastwood col suo Gran Torino mentre quinta e'
un'altra nuova uscita, Ballare per un sogno. Da segnalare, nonostante sia solo
13/o, l'ottima media per sala di Louise-Michel, commedia nera sulle operaie di
una azienda che assolvono un sicario per uccidere il capo che ha chiuso la
baracca lasciandole disoccupate e sul lastrico, distribuito su 41 schermi con
2.953 euro per sala. Leggero calo nell'incasso complessivo rispetto alla scorsa
settimana (-2%) ma i crescita del 12% rispetto all'analogo week end dello
scorso anno. 2 - USA, FAST & FURIOUS IN TESTA A BOX OFFICE... (Ansa) - Il
quarto episodio della serie Fast & Furious, con Vin Diesel e Michelle
Rodriguez, e' giunto in testa al box office americano nel fine settimana, con
incassi record stimati in 72,5 milioni di dollari. Si tratta del maggiore
incasso dell'anno per un film esordiente: molto meglio del precedente record
della scorsa settimana, Monsters vs Aliens con 59,3 milioni, che giunge oggi
secondo con 33,5 milioni (
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La Corea sfida il mondo. Gli Usa: stop alle atomiche (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Resto
del Carlino, Il (Bologna)) (Giorno, Il (Milano)) (Nazione, La (Firenze)) PRIMO
PIANO pag. 6 La Corea sfida il mondo. Gli Usa: stop
alle atomiche L'APPELLO IL PRESIDENTE AMERICANO AUSPICA LA DISTRUZIONE DELLE
ARMI NUCLEARI. MA PYONGYANG LANCIA IL MISSILE dall'inviato GIAMPAOLO PIOLI
PRAGA E' UN APPASSIONATO «yes we can» quello che Barack Obama grida all'Europa
sulla piazza gremita del Castello di Praga. «Dobbiamo fare passi concreti dice
per avere un mondo senza atomiche.Gli Stati Uniti come unica potenza ad avere
usato la bomba nucleare hanno la responsabilità morale di agire e liberare il
mondo dagli arsenali .La guerra fredda è finita ma ci ha lasciato in eredità
migliaia di ordigni. Mentre adesso il pericolo di una guerra nucleare è
sparito, è paradossalmente aumentato quello di un attacco nucleare da parte di
terroristi e nazioni canaglia e dobbiamo impedirlo.». Tra le rose bianche del
podio, Obama, richiamando il suo slogan sull'audacia della speranza, cita la
«primavera» di Praga e il muro di Berlino sostenendo che senza sparare un solo
colpo «la leadership morale è stata più potente di qualsiasi arma realizzando
quello che sembrava un sogno impossibile: la libertà». GIOVANI e anziani in
attesa dall'alba per il primo discorso pubblico del suo tour europeo lo
applaudono entusiasti, ma l'appello al disarmo atomico arriva solo poche ore
dopo l'annuncio che la Corea del Nord ha concluso il lancio di un missile
balistico di lunga gittata. «E' una chiara violazione delle risoluzioni delle
Nazioni Unite dice il presidente americano Con quest'azione provocatoria la
Corea del Nord ha ignorato i suoi obblighi internazionali e pone un'immediata
minaccia alla sicurezza e alla pace». Obama appoggia l'immediata riunione
d'emergenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, dove, mentre la Cina invita alla calma, gli Usa si dicono pronti a sostenere nuove
sanzioni contro Pyongyang. LA MINACCIA del regime comunista nord coreano
tuttavia non ferma lo slancio pacifista di Barack che nel suo discorso più
ricco di significati simbolici dell'intera missione annuncia di chiedere al
senato americano l'immediata ratifica del bando sui test nucleari che potrà
entrare in vigore solo quando anche Cina,
India, Pakistan, Israele, Iran, Egitto, Indonesia e Corea del Nord lo
sottoscriveranno. Il presidente Usa rivolge anche un
appello diretto all'Iran invitandolo a fare una «chiara scelta sulle sue
ambizioni atomiche» promettendo pieno e libero accesso a una produzione di
nucleare civile a condizione che vi siano ispezioni verificabili mentre sul
piano internazionale lancia l'idea di una «banca internazionale del
combustibile atomico» alla quale tutti i paesi non nucleari potranno accedere.
«La speranza deve vincere sulla paura dice Obama . Chi accetta l'idea delle
atomiche accetta anche l'idea che si debbano usare».
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PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio del
vettore nordcoreano è precipitato nell ... (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Resto
del Carlino, Il (Bologna)) (Giorno, Il (Milano)) (Nazione, La (Firenze)) PRIMO
PIANO pag. 6 PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio del vettore
nordcoreano è precipitato nell ... PIÙ DI TREMILA chilometri. Il secondo stadio
del vettore nordcoreano è precipitato nell'Oceano Pacifico dopo aver ampiamente
scavalcato il Giappone. Per Usa, Giappone e Corea del
Sud nessun satellite è stato messo in orbita e l'ordigno sarebbe in realtà la
versione perfezionata di un missile Taepodong-
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Dal Corpo Forestale alla Protezione civile, grande
esercitazione all'aeroporto (sezione: Globalizzazione)
Dal Corpo Forestale alla Protezione civile, grande
esercitazione all'aeroporto Lunedì 6 Aprile 2009, Belluno Si terrà questa
mattina con inizio alle 10 alla base elicotteri del Corpo forestale dello Stato
(all'interno dell'aeroporto di Belluno) un'esercitazione congiunta tra le
diverse specialità del Corpo nel sistema Veneto. Unitamente al
Reparto volo di Belluno prenderanno parte all'esercitazione il gruppo cinofilo,
il Saf (Soccorso alpino forestale), il servizio Meteomont-Soccorso Poste, il
gruppi Aib (antincendi boschivi) e il personale del Cta (Coordinamento
territoriale dell'ambiente) in servizio nel Parco nazionale delle Dolomiti
bellunesi. All'esercitazione parteciperanno gli enti territoriali interessati,
in particolare la Protezione civile della Provincia del volontariato. Saranno
presenti diverse scolaresche locali.
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ORATORE SUPERPAGATO Blair intasca 200mila euro per
mezz'ora di chiacchiere Tony Bl... (sezione: Globalizzazione)
Lunedì 6
Aprile 2009, ORATORE SUPERPAGATO Blair intasca 200mila euro per mezz'ora di
chiacchiere Tony Blair oratore più pagato del mondo: seimila sterline al
minuto. L'ex premier, che ha guadagnato 15 milioni di sterline da quando ha
lasciato Downing Street, ha ricevuto 200mila euro per due conferenze di
mezz'ora nelle Filippine: «Il leader costruttore di nazioni
nella globalizzazione» e «Il leader integro negoziatore». Discorsi che la
stampa britannica giudica come un "collage" di noiose banalità. Ma
forse la pacchia finirà: stando all'Independent, il premier Gordon Brown
avrebbe dato l'ok, a denti stretti, alla nomina dell'amico-rivale a futuro
presidente dell'Ue (avrà un lauto stipendio, ma dovrà rinunciare ai
discorsi a pagamento) previsto dal trattato di Lisbona che riforma l'Unione
europea.
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Il lancio del missile coreano mette in allarme
l'Oriente (sezione: Globalizzazione)
Il
lancio del missile coreano mette in allarme l'Oriente Riunione urgente del
Consiglio di sicurezza dell'Onu Obama parla di provocazione e chiede «una forte
risposta» Lunedì 6 Aprile 2009, Seul La Corea del Nord, in aperta sfida alla
comunità internazionale, agli Usa e ai loro alleati,
ha lanciato ieri un missile vettore a tre stadi, vantandosi di aver messo in
orbita un satellite per le comunicazioni. Circostanza subito smentita da Seul e
Washington, secondo cui il lancio è fallito. Ma esso è bastato a dare il via ad
una giornata ad alta tensione in Oriente e nel mondo, che si è chiusa con la
riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza. Il presidente americano, Barack
Obama, ha replicato da Praga: il lancio, ha detto, è «una provocazione e una
chiara violazione delle norme dell'Onu»; la Corea del Nord con questa sfida «si
è ulteriormente isolata dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto,
evidenzia l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e richiede una
«forte risposta internazionale». Alla seconda giornata utile il regime
comunista ha "riscattato" il flop del luglio 2006, il supermissile
Taepodong-2 esplose 40 secondi dopo il decollo. Da più parti - il Comando
militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa
sudcoreano - è stato smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in
orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato più allarme che sorpresa,
perché il vettore ha di sicuro percorso più di tremila km. Per valutare
l'allarme è stato sufficiente vedere la faccia tesa del premier nipponico, Taro
Aso, nei dieci secondi in cui è apparso ai giornalisti dopo l'allarme generale:
«Abbiamo dato tutte le disposizioni per garantire la sicurezza», ha detto con
una voce sottile. Il lancio è avvenuto 15 secondi dopo le 11.30 locali (le
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Berlusconi invitato alla Casa Bianca prima del summit
del G8 di luglio (sezione: Globalizzazione)
Berlusconi
invitato alla Casa Bianca prima del summit del G8 di luglio Lunedì 6 Aprile
2009, Roma L'incontro bilaterale fra Silvio Berlusconi e Barack Obama, che non
si è potuto realizzare per la fitta agenda di impegni del primo tour europeo
del presidente americano, si svolgerà probabilmente a Washington, prima del
summit del G8 a luglio, alla Maddalena in Sardegna. L'invito del presidente
degli Stati Uniti è arrivato al Cavaliere termine del vertice Ue-Usa di Praga, ultimo di una serie di incontri internazionali
a margine dei quali Obama ha parlato con tutti i leader del G8 che non aveva
ancora avuto modo di conoscere. Berlusconi, tra l'altro, aveva fraternizzato
nei giorni scorsi a Londra col capo della Casa Bianca: si era fatto fotografare
con lui e col russo Medvedev, sfoderando ampi sorrisi davanti al flash, e poi
chiamandolo a voce alta "mister Obama, mister Obama" e creando un
attimo di stupore e sconcerto nell'anziana regina Elisabetta. Obama ha
colloquiato in questi giorni con il leader greco Costas Karamanlis e lo
spagnolo José Luis Zapatero, oltre che con i leader di Polonia, Repubblica
Ceca, India, Cina. Nella conferenza stampa, Berlusconi rispondendo a una domanda
ha confermato: «Il presidente Obama mi ha invitato a Washington». Poi, su
insistenza dei cronisti: «Ci siamo parlati un mare di volte in questi giorni...
Credo comunque, anche se dobbiamo scegliere la data, che sarà prossimamente».
D'altronde, precisa, «c'è una consonanza tale di vedute che sarà solo una
visita di cortesia, come presidente del G8, in preparazione del summit». È lo
stesso Cavaliere ad aggiungere una battuta, proprio per ironizzare
sull'attenzione che la stampa dedica al tema: «Ridendo ho detto a Obama che i
giornalisti italiani attribuiscono molta importanza al fatto che non c'è stato
questo incontro bilaterale; gli ho detto: "Se me lo chiedi, io te la
concedo"». Una battuta, sottolinea, su cui «abbiamo riso» insieme.
Berlusconi ha ripetuto i complimenti già espressi all'inizio del tour europeo
del presidente Usa: «Ha confermato tutte le
aspettative; ha fatto veramente un'ottima impressione a tutti noi per la sua
visione, la sua saggezza, la sua chiarezza e anche per la sua umiltà». Una
«consonanza» che Berlusconi riscontra non solo sul piano umano, ma anche su quello
politico. In questo è aiutato dalla doppia presa di posizione che lo stesso
Obama annuncia in materia di crisi e di allargamento dell'Ue: prima
sottolineando la necessità che in questo momento di difficoltà sia data
precedenza a chi perde il posto di lavoro; poi sostenendo l'ingresso della
Turchia in Europa. Politiche che Berlusconi sostiene da tempo e che ora trovano
un'autorevole sponda oltreoceano. Tanto più che sull'ingresso di Ankara Francia
e Germania si trovano in rotta di collisione con Washington. L'Italia vede così
uno spiraglio per recuperare quel ruolo di mediazione che, negli anni
dell'amministrazione Bush, aveva fra le due sponde dell'Atlantico.
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In Abruzzo si scava, oltre 90 morti (sezione: Globalizzazione)
6 aprile
2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, oltre
90 morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di
Napolitano e del Papa Sono ormai una settantina le vittime del terremoto di
stamane che ha devastato in particolare la citta' de l'Aquila e le frazioni
limitrofe. Centinaia i feriti. Il ministro dell'Interno, Maroni, all'uscita
dalla scuola della Guardia di Finanza di Coppito (L'Aquila), ha detto di temere
che il numero dei morti alla fine sara' tra le 100-150 persone. Ma l'importante
- continua - e' continuare a scavare, scavare, scavare". (AGI) (Adnkronos)
- La terra ha tremato alle 3.32 di questa mattina, con epicentro a pochi
chilometri dal capoluogo abruzzese. La scossa e' stata calcolata intorno a 5,8
gradi della scala Richter, pari a 8-9 gradi della scala Mercalli. Alla scossa
principale e piu' drammatica, e' seguito uno sciame sismico, con scosse
avvertite ancora in questi minuti. Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale
di Geofisica e Vulcanologia la scossa si sarebbe verificata a
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ANTONIO FATIGUSO TOKYO. LA COREA DEL NORD, IN APERTA
SFIDA ALLA COMUNITà INTERNAZIONALE, AGL... (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario
Sud2)) ANTONIO
FATIGUSO Tokyo. La Corea del Nord, in aperta sfida alla comunità
internazionale, agli Stati Uniti e ai loro alleati, ha lanciato nelle prime ore
di ieri un missile vettore a tre stadi vantandosi di aver messo in orbita un
satellite per le comunicazioni. Circostanza subito smentita da Seul e
Washington, secondo la quale anzi il lancio è fallito. Barack Obama, ha
replicato da Praga, dove si svolge il vertice Usa-Ue.
Il lancio, ha detto, è «una provocazione e una chiara violazione delle norme
dell'Onu» e la Corea del Nord con questa sfida «si è ulteriormente isolata
dalla comunità delle nazioni». L'episodio, ha aggiunto, ha messo in evidenza
l'importanza della lotta alla proliferazione nucleare e sollecita una «forte
risposta internazionale». Alla seconda giornata utile, il regime comunista ha
«vendicato» il flop del luglio 2006, quando il supermissile Taepodong-2 esplose
una quarantina di secondi dopo il decollo. Stavolta ha dato un esempio di
affidabilità e di perfezionamento tecnologico. Da più parti, come il Comando
militare Nord degli Usa e il ministero della Difesa
sudcoreano, è stato però smentito che «qualsiasi oggetto sia stato messo in
orbita». La mossa nordcoreana ha comunque suscitato notevole sorpresa e
soprattutto tanto allarme perchè il vettore ha di sicuro percorso più di
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IL LAVORO PERSO, COME IN ALTRI CASI LO SCACCO
SCOLASTICO, O LA DELUSIONE SENTIMENTALE, SONO SOLO L&#... (sezione: Globalizzazione)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud1)) (Mattino, Il (Circondario
Sud2)) Il
lavoro perso, come in altri casi lo scacco scolastico, o la delusione
sentimentale, sono solo l'ultima goccia che scatena la disperazione finale.
Sotto, c'è il fallimento dell'incontro con gli altri, la solitudine vissuta
come condanna ad una vita impossibile, perché priva di quel calore affettivo
che è indispensabile nutrimento di ogni esistenza umana. Quando la psicoanalisi
dice che l'Eros, la spinta verso l'altro, è la più potente delle passioni non
sta parlando solo della sessualità. Anche Freud lo intuiva quando diceva che lo
stesso Eros ispira anche la guerra e la morte, forma rovesciata di incontro con
l'altro, quando quello amoroso non è possibile. Abbiamo bisogno di abbracciare
l'altro, di venirne abbracciati. Quando questo incontro affettivo, umano,
personale e sociale non si realizza, la personalità si ammala, il rapporto con
la vita diventa difficile, e la fantasia della morte, data a sé e/o agli altri,
viene vista a volte come unica prospettiva di uscita, oltre che come
regolamento di conti con un'esistenza vissuta come troppo crudele. La durezza e
la violenza di queste ribellioni alla solitudine personale ci spiegano, anche,
perché giovani e giovanissimi oggi sentano invece così importante il contatto
con altri, l'amicizia, e qualsiasi forma di socializzazione, da Facebook, a
YouTube, alle mille tribù della rete, a tutte le mode, che sono
contemporaneamente fonti di aggregazioni giovanili. Si dice spesso che questi
ragazzi non sanno stare soli, non reggono la solitudine: è vero, e queste
stesse stragi, spesso compiute da giovani, precipitati appunto nella
solitudine, lo dimostrano. Forse però, liquidando la questione in questo modo,
noi ci riferiamo ad un'idea romantica e non attuale della solitudine, che non tiene conto di cosa significhi essere soli nel mondo
globalizzato di oggi. Un mondo in cui gran parte delle appartenenze che hanno
sempre rappresentato la rete di salvataggio dell'essere umano in difficoltà (la
famiglia, l'etnia di origine, la cultura e solidarietà della classe di
provenienza, la religione), sono state violentemente attaccate dai modelli
dominanti, ed hanno finito per entrare in profonde crisi e
trasformazioni. Il solitario novecentesco poteva sempre rifugiarsi in una di
queste reti, oggi chi si ritrova solo ha di fronte a sé un mondo che percepisce
come impersonale e privo di reale interesse affettivo. Per questo i giovani
sono così attenti a stabilire e rafforzare i loro luoghi e modi d'incontro,
reali e virtuali. Per questo chi scivola invece fuori da ogni rete di
comunicazione, entra in zone di angoscia intollerabili, come dimostrano le
storie di gran parte di questi stragisti suicidi. L'individuo del mondo globalizzato,
anche sotto l'effetto degli idoli collettivi (il successo, la ricchezza facile,
l'immagine) tende a vivere «al di sopra» delle proprie capacità e mezzi
affettivi. In particolare non considera la forza del proprio bisogno d'amore,
dell'altro. Quando si accorge di non poterne fare a meno, a volte pensa che sia
troppo tardi, e non accetta più la vita. Claudio Risé
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Sisma in Abruzzo: in allerta anche il gruppo della
Protezione Civile sambenedettese (sezione: Globalizzazione)
Sisma in
Abruzzo: in allerta anche il gruppo della Protezione Civile sambenedettese San
Benedetto del Tronto | La sede di Viale dello Sport (sul lato sud del
Palaspeca) è aperta dalle ore 9 alle 12,30 e dalle 14 alle 19,30, compresi
sabato e domenica, per la raccolta di beni di prima necessità che i cittadini
volessero far pervenire alle popolazioni colpite. Volontari
della Protezione Civile di San Benedetto in azione (Foto d'archivio) Anche il
gruppo comunale di San Benedetto della Protezione Civile è in allerta in vista
di un possibile intervento nelle zone colpite dal terremoto in Abruzzo. La sede
di Viale dello Sport (sul lato sud del Palaspeca) è aperta dalle ore 9 alle 12,30
e dalle 14 alle 19,30, compresi sabato e domenica, per la raccolta di beni di
prima necessità che i cittadini sambenedettesi volessero far pervenire alle
popolazioni colpite. Info: 0735.781486, e-mail protezionecivilesbt@libero.it
L'eventuale richiesta di un intervento dei volontari del gruppo comunale
arriverebbe dalla Protezione civile regionale, che già ha disposto l'allerta di
queste ore. E a proposito di movimenti tellurici, già prima di questo
drammatico episodio, su richiesta del dipartimento nazionale della Protezione
civile, è in corso l'iter per l'installazione anche a San Benedetto di un
rilevatore delle onde sismiche, che dovrebbe essere posizionato nella zona di
Santa Lucia. 06/04/2009
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La Protezione civile invia aiuti - Parma e
l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli (sezione: Globalizzazione)
La
Protezione civile invia aiuti - Parma e l'Emilia-Romagna sono a Pizzoli Cinque
centro operativi misti sono stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni
colpite dal terremoto della scorsa: allAquila,
a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica. Lo ha comunicato il
portavoce della Protezione Civile, Luca Spoletini. Ai centri operativi
riguardano gli altri Comuni e frazioni «più colpiti»: Fossa, Villa Sant'Angelo,
San Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di
Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. A ogni centro operativo
misto, che è composto da rappresentanti del dipartimento di Protezione civile,
da sindaci, dai Carabinieri, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco,
sono state associate delle colonne mobili delle Regioni, che, in collaborazione
con il ministero dellInterno, stanno allestendo
delle tendopoli e altri punti di assistenza. Al centro operativo
dellAquila sono state assegnate le colonne mobili di Friuli e Marche, a
quello di San Demetrio le colonne di Lazio e Liguria, a quello di Pizzoli gli
aiuti dellEmilia-Romagna, a Rocca di Mezzo il Veneto e
Paganica l'Umbria. Tre colonne mobili di Campania, Calabria e Basilicata si
stanno organizzando per partire e, quindi, assegnate ai centri operativi misti.
Alle colonne mobili si aggiunge laiuto delle associazioni
di volontariato, come ad esempio quella degli ex appartenenti a carabinieri,
alpini, Vigili del Fuoco. Il portavoce della Protezione civile ha affermato che
non c'è una classifica dei paesi più colpiti, ma tutti stati raggiunti dagli aiuti.
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Scajola: segni di ripresa entro l'anno (sezione: Globalizzazione)
stampa
Il ministro a Mosca per la promozione del Made in Italy Scajola: segni di
ripresa entro l'anno Altro che crisi, parte la campagna russa Il ministro
Scajola a Mosca con la missione imprenditoriale per la promozione del Made in
Italy. "Non ci sono cedimenti strutturali dell'occupazione". «Giovedì
prossimo si riunisce il tavolo sull'auto nel quale esamineremo le prospettive
del settore e il futuro di alcuni stabilimenti a cominciare da quello di
Pomigliano. In Italia non vediamo cedimenti strutturali dell'occupazione. Ho
fiducia che già prima della fine di quest'anno si evidenzieranno nel nostro
Paese spiragli di ripresa economica incoraggianti». Claudio Scajola, ministro
dello Sviluppo Economico non è pessimista sulla crisi economica. Anzi guarda al
futuro che è quello di mandare in porto il progetto del nucleare e «restituire
spazio al mercato, perchè quando ci sarà la ripresa, bisognerà che lo Stato si
ritiri dall'intervento diretto in economia». Non è forse troppo ottimista? Le
stime di numerosi istituti dicono che prima del 2010 la ripresa non si vedrà...
«Con il pessimismo e con i corvi che girano da tutte le parti...guardo il
telegiornale e non investo più e tolgo i soldi dalla banca e li metto sotto il
materasso. Con l'incoscienza e il pessimismo si va al fallimento, con il
ragionamento positivo si affronta la giornata e la vita che abbiamo di fronte».
Eppure recentemente Berlusconi è parso meno ottimista sui dati
dell'occupazione. Lei che ne pensa? «Berlusconi ha espresso queste valutazioni
a conclusione del G8 sul welfare che si è tenuto a Roma: si tratta dunque di
stime globali. In molti Paesi in effetti l'occupazione sembra ridursi
velocemente. In Italia, per ora, non vediamo cedimenti strutturali. C'è un
forte aumento della cassa integrazione che come tutti sanno non interrompe il
rapporto di lavoro. Se i timidi segnali di ripresa che si notano in diversi
settori oltre l'auto dovessero consolidarsi nei prossimi mesi, riusciremo ad
evitare un forte aumento della disoccupazione». Lei è partito per Mosca con
quasi mille imprenditori. Che cosa vi aspettate da questo viaggio? «Con la
Russia abbiamo ormai una partnership globale a tutto campo. Nel
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Corea del Nord, niente accordo all'Onu (sezione: Globalizzazione)
NEW YORK
Il Consiglio di Sicurezza dellOnu non trova
lintesa sulle misure contro la Corea del Nord, nonostante la durissima
protesta di
Usa, Giappone e Corea del Sud (più i loro alleati) e
Kim Jong-il strappa un altro punto a suo favore, dopo il lancio del razzo di
domenica. Anche se la messa in orbita del satellite sperimentale sembra a tutti
gli effetti non essere riuscito, il "caro leader" ha dimostrato
enormi progressi rispetto al flop di luglio 2006 (il razzo esplose dopo 40
secondi), sotto laspetto tecnologico con il
vettore sparato a oltre tremila chilometri di distanza. «I vari Paesi
condividono la visione secondo cui lazione nordcoreana ha gravi
effetti su stabilità e sicurezza della regione. Tuttavia, vi è una certa
differenza su come affrontare la situazione», ha rilevato il ministro degli
Esteri, Hirofumi Nakasone. Cina e
Russia condividono i timori, ma «appaiono caute», ha aggiunto Nakasone, alle
prese con una giornata di colloqui con i suoi omologhi dei Paesi che occupano i
seggi permanenti (e con diritto di veto) del Consiglio di sicurezza: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito. Pechino e Mosca hanno da subito
inviato alla «moderazione» e alla «risposta appropriata» visto che si è
trattato - così almeno sembrerebbe - del lancio di un satellite. Insomma,
Pyongyang ha bloccato la prima onda durto,
con il Giappone, dintesa con Washington e Seul, che invece puntava a
nuove e pesanti
sanzioni. In attesa che si sblocchi lo stallo, con la ricerca di un
compromesso, Tokyo ha preannunciato che venerdì deciderà ladozione di altre linee guidà contro la Corea del
Nord, come detto dal capo di gabinetto, Takeo Kawamura. Le sanzioni, in scadenza il 13
aprile, saranno rinnovate per un anno, rispetto ai mesi attuali, prevedendo ad
esempio - in base alle indiscrezioni - labbassamento
del limite per le rimesse dei coreani filo-Nord che risiedono in Giappone. Poca
roba, comunque, rispetto alle ai futuri tavoli negoziali di Kim Jong-il. Anche
oggi intanto nei confronti della Corea del Nord è arrivata lennesima posizione dura di Washington.
Lambasciatrice alOnu, Susan Rice, ha evocato la possibilità di una
«risoluzione incisiva» che punisca il Paese per il suo test missilistico.
Tokyo ha fatto sapere che continua a lavorare per limare le differenza con Cina e Russia. Ma se Usa, Corea del
Sud e Giappone esigono unazione energica, Pechino,
principale alleato del regime di Pyongyang, ha chiesto una risposta
«proporzionata», e la Russia ha invocato «moderazione». E tre ore di
discussione non sono bastate per arrivare ad un testo condiviso. Oggi la Corea
del Nord ha ripetuto che il lancio è stato un successo. E in effetti - sia che
si sia trattato di un missile, sia che fosse solo il razzo vettore di un
satellite per le comunicazioni come sostiene Pyongyang - i tecnici nordcoreani
hanno migliorato i tentativi precedenti riuscendo nellobiettivo storico di lanciare un vettore a
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La macchina dei soccorsi in moto: nelle zone colpite
aiuti da tutta Italia (sezione: Globalizzazione)
L'AQUILA
Immediatamente in moto la macchina dei soccorsi in aiuto della popolazione
abruzzese colpita dal violento sisma di questa notte. Da nord a sud,
istituzioni, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Misericordie, Pubbliche
Assistenze e volontari si sono immediatamente mobilitate per far giungere sul
posto cucine da campo, generi di prima necessità e per allestire strutture per
ospitare gli sfollati e le squadre in arrivo da tutta Italia. Mentre la
Protezione Civile, invita la popolazione a non mettersi in viaggio in auto
verso lAbruzzo per non intralciare i soccorsi,
«chiediamo a quanti sono fuori di non mettersi in viaggio verso lAbruzzo
con auto private -è lappello lanciato da Luca Spoletini, portavoce della
Protezione Civile- Il tempo è una componente fondamentale per i soccorsi», squadre
stanno partendo o sono già partite, dal Veneto, dal Lazio, dalla Calabria,
dalla Sicilia, dallEmilia Romagna. La Croce
Rossa Italiana ha aperto la sala operativa nazionale, allertando tutte le
regioni, per far fronte allemergenza del
terremoto in Abruzzo. Fin dai primi minuti dopo la scossa sismica il
Commissario straordinario di Cri, Francesco Rocca, e il capodipartimento
attività socio-sanitarie, Leonardo Carmenati, hanno raggiunto la sala operativa
della
Protezione Civile. Rocca ha raggiunto i lughi colpiti dal sisma in elicottero,
con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso. La Cri sta già inviando
attrezzature sanitarie in Abruzzo, tra cui un Posto medico avanzato e le unità
cinofile. È stata anche organizzata una raccolta a livello nazionale per far
confluire tutto il necessario nellarea
colpita dal terremoto. Sin dallinizio dellemergenza lEsercito
ha affiancato la Protezione Civile nelle zone colpite dallevento sismico.
Un plotone del 33° reggimento «Artiglieria» è già operativo sulla città dellAquila, un nucleo ricognizione dello stesso reggimento
sta effettuando attitività ricognitive e di primo intervento presso
labitato di Poggio di Roio. Il 6° reggimento «Genio» di Roma è già in ricognizione sulla
città dellAquila. Un elicottero AB 412 e un velivolo
DO228 Dornier dellAviazione dellEsercito stanno effettuando
attività ricognitive sulle zone dellepicentro sismico mentre sono pronti
su Viterbo due elicotteri CH47 un AB412 e due NH 90 tutti in versione sanitaria.
Anche lAeronautica Militare è stata immediatamente
impegnata ore nelle operazioni di soccorso alla popolazione colpita dal
terremoto in Abruzzo. Un elicottero HH-
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In Abruzzo si scava, 100 morti (sezione: Globalizzazione)
6 aprile
2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, 100
morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di
Napolitano e del Papa Sarebbero gia' ben oltre cento, secondo fonti sanitarie,
le vittime dello spaventoso terremoto che questa notte ha devastato la
provincia dell'Aquila. Un bilancio, peraltro, che sarebbe destinato ad
aggravarsi e che al momento non rende possibile dare cifre certe. Centinaia i
feriti. Guido Bertolaso ha detto che i morti "sono superiori alle 70, ma i
numeri esatti li daremo solo quando avremo tutta una serie di indicazioni e
saremo certi che le famiglie sono state contattate". Il bilancio comprende
anche "oltre 1500 feriti". "Attualmente, abbiamo oltre 1.000
soccorritori impegnati nelle varie attivita' nel centro storico dell'Aquila e
nei vari centri storici di alcune delle frazioni limitrofe", ha ricordato
Bertolaso, sottolineando come "la nostra missione sia quella di
intervenire su tutti i punti dove ci sono le macerie ma con estrema cautela e
grande attenzione, in modo da evitare di peggiorare una situazione gia'
critica". Quello che ha messo in ginocchio la regione, ha ammesso il capo
del dipartimento, e' stato un sisma "non molto esteso" ma "molto
grave e violento". (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di
questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La
scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9
gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e'
seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti.
Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la
scossa si sarebbe verificata a
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La Protezione civile invia aiuti - A Pizzoli la base
dell'Emilia-Romagna (sezione: Globalizzazione)
La
Protezione civile invia aiuti - A Pizzoli la base dell'Emilia-Romagna Cinque
centro operativi misti sono stati allestiti per i soccorsi alle popolazioni
colpite dal terremoto della scorsa: allAquila,
a San Demetrio, Pizzoli, Rocca di Mezzo e Paganica. Lo ha comunicato il
portavoce della Protezione Civile, Luca Spoletini. Ai centri operativi riguardano
gli altri Comuni e frazioni «più colpiti»: Fossa, Villa Sant'Angelo, San
Gregorio, Poggio Picenza, Onna, San Pio, Barrile, Ocre, Rovere, Rocca di
Cambio, Pianola, Poggio di Roio, Tempera, Camarda. A ogni centro operativo
misto, che è composto da rappresentanti del dipartimento di Protezione civile,
da sindaci, dai Carabinieri, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco,
sono state associate delle colonne mobili delle Regioni, che, in collaborazione
con il ministero dellInterno, stanno allestendo
delle tendopoli e altri punti di assistenza. Al centro operativo
dellAquila sono state assegnate le colonne mobili di Friuli e Marche, a
quello di San Demetrio le colonne di Lazio e Liguria, a quello di Pizzoli gli aiuti
dellEmilia-Romagna, a Rocca di Mezzo il Veneto e
Paganica l'Umbria. Tre colonne mobili di Campania, Calabria e Basilicata si
stanno organizzando per partire e, quindi, assegnate ai centri operativi misti.
Alle colonne mobili si aggiunge laiuto delle
associazioni di volontariato, come ad esempio quella degli ex appartenenti a
carabinieri, alpini, Vigili del Fuoco. Il portavoce della Protezione civile ha
affermato che non c'è una classifica dei paesi più colpiti, ma tutti stati
raggiunti dagli
aiuti.
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Terremoto, soccorsi in Abruzzo da tutta la regione (sezione: Globalizzazione)
Terremoto,
soccorsi in Abruzzo da tutta la regione BOLOGNA - "La Regione
Emilia-Romagna sta rispondendo alla richiesta di aiuto delle popolazioni
colpite dal terremoto inviando volontari e tecnici di Protezione civile,
strutture sanitarie e mezzi per l'assistenza alla popolazione". Lo ha
annunciato il presidente della Regione Vasco Errani. Fin dalle prime ore di
questa mattina Errani sta seguendo l'evolversi dell'emergenza terremoto in
Abruzzo, insieme all'assessore regionale Marioluigi Bruschini e al direttore
dell'agenzia regionale di Protezione civile Demetrio Egidi,
in costante raccordo con Guido Bertolaso e col presidente dell'Abrusso Gianni
Chiodi. La Protezione civile regionale sta inviando in Abruzzo una sezione
della Colonna mobile regionale destinata all'assistenza alla popolazione, due
Posti medici avanzati per il soccorso sanitario in collaborazione con il 118,
una task force logistica di pronto intervento, due moduli cucine che
garantiscono 400 pasti turno, una squadra di geometri e ingegneri volontari
specializzati nella rilevazione dell'agibilità degli edifici. E' stata altresì
allertata una struttura mobile protetta per anziani non autosufficienti; per un
totale di 120 tra volontari, funzionari e tecnici di Protezione civile che nel
giro della giornata arriveranno all'Aquila, nel quadro degli interventi di
soccorso coordinati dal Dipartimento nazionale. Bruschini ed Egidi sono da
questa mattina in riunione permanente con i tecnici e i funzionari nel Centro
multirischio dell'Agenzia regionale, che funzionerà da presidio permanente e
centro di raccordo logistico dei volontari e dei tecnici inviati nelle zone
terremotate. Prosegue, nel frattempo, il monitoraggio dell'evento sul
territorio dell'Emilia-Romagna, che al momento non ha evidenziato danni significativi
secondo le verifiche effettuate congiuntamente dalle strutture tecniche della
Regione, delle Province e dei Vigili del fuoco. AVIS EMILIA-ROMAGNA: NON E'
URGENTE DONARE SANGUE Non c'è un'esigenza immediata di donazioni di sangue per
i soccorsi ai feriti nel terremoto in Abruzzo. E' quanto sottolinea l'Avis
dell'Emilia-Romagna, che tuttavia si rivolge ai donatori periodici chiedendo
"di rispettare la propria scadenza abituale e non ritardare la donazione
per contribuire a ripristinare le scorte abituali e mantenere costante le
nostre disponibilità nei prossimi giorni e settimane". Se ci fossero
esigenze di unità di sangue di gruppi particolari, sarà cura delle Associazioni
convocare direttamente gli interessati per la relativa donazione. L'Avis regionale
lancia inoltre un appello ai cittadini che non sono ancora donatori, cui chiede
di "manifestare la loro solidarietà rivolgendosi nei prossimi giorni ad
uno dei centri di raccolta sangue della zona di residenza per sottoporsi agli
esami di idoneità". In ogni caso, ricorda l'associazione di volontariato,
"il sistema delle emergenze per il servizio trasfusionale è governato dal
Centro Nazionale Sangue di Roma che è già perfettamente operativo e allertato e
in raccordo con il Centro Nazionale della Protezione Civile. I Centri Regionali
Sangue sono in contatto continuo e costante con il Centro nazionale per la
disponibilità di scorte di sangue eventualmente necessarie per l'Abruzzo".
Anche il Centro Regionale Sangue dell'Emilia-Romagna "è in stretto contatto
con le Associazioni dei donatori" e "al momento le unità di sangue
richieste dalle zone sismiche sono state già inviate; il sistema nazionale-
conclude l'Avis- è in grado di sopperire alla domanda ed è l'unico organismo
che deve coordinarne l'invio". DA BOLOGNA PARTITI SOCCORSI SANITARI E
TECNICI E' già partito da Bologna un primo spezzone della colonna di soccorso
sanitario per i territori abruzzesi colpiti dal terremoto. Sotto il
coordinamento della Protezione civile regionale, il contributo bolognese è
composto, in particolare, da una postazione medica avanzata, due mezzi sanitari
per le maxi-emergenze (quindi adatti ad intervenire anche in territori
inaccessibili ai mezzi ordinari) e un'ambulanza con a bordo due medici e cinque
infermieri di Dipartimenti di emergenza, quindi specializzati e 'pronti a dare
sollievo alle strutture sanitarie gravemente colpite dal sisma', come ha
sottolineato il direttore generale dell'Azienda Usl di Bologna, Francesco Ripa
di Meana, che ha reso noti i dati a margine di una conferenza stampa a Palazzo
D'Accursio. E' inoltre già pronta a partire ('in allerta') una struttura
protetta per alloggiare anziani sfollati. Anche il Comune di Bologna, in
coordinamento con la Regione, ha attivato fin da questa mattina i servizi gestiti
dalla Protezione Civile per 'garantire nel più breve tempo possibile turni di
presenza nelle zone abruzzesi colpite dal terremoto- informa l'amministrazione
comunale in una nota- per attivare campi di accoglienza gestendo all'interno
degli stessi tutte le attività di servizio necessarie, dalla protezione delle
persone dagli eventi atmosferici fino all'alimentazione di chi è rimasto senza
un riferimento abitativo'. Il lavoro dei volontari della Consulta Provinciale
di Bologna sarà seguito dall'assessore comunale alla Protezione civile, Anna
Patullo: si tratta di squadre di 20 volontari per ogni turno, che dura 15
giorni. Il Comune di Bologna invierà anche, sotto il coordinamento degli
amministratori abruzzesi, un gruppo di quattro tecnici per le visure statiche
degli immobili danneggiati dal sisma. L'amministrazione comunale intanto mette
subito a disposizione 20.000 euro, cifra stanziata in bilancio per le emergenze
ambientali, e promuoverà inoltre una raccolta di fondi destinata ad un
intervento specifico da concordare con il sindaco dell'Aquila, al quale il
sindaco di Bologna Sergio Cofferati ha fatto giungere la solidarietà per i
cittadini colpiti dal terremoto e il cordoglio per le famiglie delle vittime.
Gli estremi del conto corrente, e il progetto per il quale i fondi saranno
devoluti, verranno resi noti -precisa Palazzo D'Accursio- appena gli
amministratori abruzzesi avranno indicato le loro esigenze prioritarie.
Cofferati ha fatto sapere che 'forse già in serata il sindaco dell'Aquila
comunicherà su quale progetto verrano messi i fondi raccolti dal Comune di
Bologna'. L'orientamento del Comune abruzzese, secondo quanto riferito dallo
stesso Cofferati, sarebbe di utilizzare i fondi bolognesi per finanziare delle
scuole. 'Al momento- ha sottolineato il sindaco parlando con i giornalisti- la
situazione è particolarmente drammatica. Siamo ancora in una fase di acuta
emergenza: il problema è scavare, salvare altre persone, appurare quante
persone sono scomparse e dare un alloggio a chi non ha più la casa o ha subito
danni. In ogni caso, da questa mattina, dall'alba, la macchina della Protezione
civile è già partita per trovare alloggi e dare cibo e medicine agli sfollati.
Da questa mattina abbiamo attivato i volontari della Protezione civile'.
Intanto, l'assessore provinciale all'Ambiente, Emanuele Burgin, fa sapere che
con la colonna mobile dall'Emilia-Romagna, oltre a 40 volontari della
Protezione civile (ne erano stati chiesti cinque per ogni provincia) che si
occuperanno di logistica, sono partiti anche 40 alpini che occuperanno del
montaggio delle tende e un gruppo di volontari dell'Anpas per prestare i primi
soccorsi con le ambulanze. La prima cucina da campo è stata mandata da Rimini,
ma a Bologna ce n'è una che può servire 900 persone, che partirà nei prossimi
giorni assieme ai bagni e al tendone-refettorio. PIACENZA INVIA UNITA' CINOFILE
E RADIOAMATORI Anche i volontari di Protezione civile piacentini sono diretti
in Abruzzo in soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto. La richiesta di
aiuto- fa sapere la Provincia di Piacenza- è pervenuta dal Dipartimento
nazionale di protezione civile, che ha sollecitato dall'Emilia-Romagna l'invio
in loco della colonna mobile regionale di Protezione civile. La Regione ha
chiesto al Coordinamento piacentino di mettere a disposizione unità cinofile,
per il reperimento delle persone che si trovano sotto le macerie (le unità
piacentine che andranno in Abruzzo saranno 15), ed esperti di
teleradiocomunicazioni del Corpo Emergenza Radioamatori (ancora da decidere il
numero di operatori piacentini che si recheranno nelle zone sinistrate). In
Abruzzo andranno anche membri della sezione piacentina degli Alpini, su
iniziativa del Coordinamento regionale degli Alpini. In loco gli alpini
opereranno in stretta collaborazione con la colonna mobile regionale. RIMINI,
ATTIVATA LA PROTEZIONE CIVILE La Protezione Civile della Provincia di Rimini è
impegnata attivamente nella Colonna Mobile Regionale dell'Emilia-Romagna nel
portare soccorso alla popolazione abruzzese pesantemente colpita dal terremoto
di queste ore. I Volontari della Protezione Civile- fa sapere la Provincia- si
stanno prodigando nell'allestire i mezzi di soccorso, attrezzature e gruppi
cinofili, che probabilmente già dal pomeriggio di oggi partiranno per le zone
della Provincia dell'Aquila. Nel frattempo continua l'allerta anche in
provincia di Rimini e resta operativa 24 ore su 24 la Centrale della Protezione
Civile dove nella notte sono pervenute al numero verde 800422233 decine di
telefonate con richieste di informazioni da parte di persone spaventate
dall'evento, ma senza segnalazioni di danni a cose o persone. L'Assessore alla
Protezione Civile Riziero Santi sta seguendo personalmente le diverse attività
e lui stesso affiancherà i volontari nell'intervento di soccorso agli sfollati
abruzzesi. CROLLATA CASA STUDENTE, RAVENNA OFFRE POSTI LETTO L'Università di
Ravenna è pronta a ospitare gli studenti de L'Aquila rimasti senza alloggio.
'Il terremoto di questa notte ha distrutto anche la casa dello studente provocando
vittime tra gli stessi studenti', dice il vicesindaco di Ravenna Giannantonio
Mingozzi, che siede anche nel cda dell'Ateneo di Bologna, da cui Ravenna
dipende. 'Siamo pronti a coinvolgere gli studenti ravennati, qualora siano
necessarie soluzioni logistiche e la fondazione Flaminia per eventuali
soluzioni d'emergenza', aggiunge Mingozzi. Oltre ai posti letto, il polo
universitario ravennate si metterà anche a disposizione per la valutazione dei
danni alle strutture e la loro ricostruzione. 'L'università de L'Aquila ha già
collaborato con Ravenna e avuto rapporti con la nostra città- dice Mingozzi- ci
è sembrato doveroso manifestare subito, attraverso prefettura e Protezione
civile, la nostra disponibilità'. L'iniziativa è stata concordata con Prefettura,
fondazione Flaminia (che si occupa di diritto allo studio) e il Cusb di
Ravenna; le misure concrete che l'università bizantina metterà in campo
verranno illustrate oggi dal vicesindaco nell'assemblea della Flaminia (di cui
è vicepresidente). SCOSSA IERI SERA A FORLI': PAURA, MA NIENTE DANNI Gente in
strada e tanta paura, ma al conto finale nessun danno e nessun ferito per la
scossa di terremoto che ha colpito Forlì ieri sera alle 22,20, appena cinque
ore prima del disastroso sisma dell'Aquila. Nel Forlivese la terra ha tremato
per almeno cinque secondi, la magnitudo è stata pari a 4.6 della scala Richter.
La scossa, profonda e di carattere sussultorio, è stata avvertita distintamente
da tutta la popolazione. In pochi minuti il centralino dei vigili del fuoco è
stato tempestato di chiamate. L'ufficio della Protezione Civile provinciale e
delle 34 associazioni della rete del volontariato si sono immediatamente
attivati per effettuare una ricognizione dei danni: al momento non risultano
conseguenze sul territorio. La ricognizione è ancora in corso, comunica la
Provincia di Forlì-Cesena, e avviene in stretta collaborazione con i Comuni ed
il comando dei vigili del fuoco. Per la protezione civile forlivese, per altro,
si è trattato di un anticipo di alcune ore di una mobilitazione che sarebbe
scattata per il terremoto dell'Aquila. Quattro volontari del territorio si sono
già aggregati alla colonna mobile regionale in partenza per l'Abruzzo. DA
FERRARA PARTITI UOMINI, TENDE E 'MANITU'' Nove uomini, con tende e un carrello
elevatore "Manitù" al seguito. E' questo il contributo immediato che
l'amministrazione comunale di Ferrara, analogamente agli altri capoluoghi di
regione, ha già assicurato alle popolazioni dell'Italia centrale colpite dal
terremoto attraverso il proprio coordinamento di protezione civile. Su un
totale di 150 volontari, l'assessore Mariella Michelini ha fatto sapere oggi in
Consiglio comunale che i primi nove muniti delle attrezzature in questione
"sono partiti nel pomeriggio". Altri 50 uomini sono "già
disponibili per partire appena ci sarà bisogno", ha aggiunto Michelini non
escludendo ulteriori rinforzi. 6 aprile 2009
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Svetlana Medvedeva, la zarina dal volto umano (sezione: Globalizzazione)
- Mondo
- http://blog.panorama.it/mondo - Svetlana Medvedeva, la zarina dal volto umano
Posted By redazione On 3/4/2009 @ 15:30 In Headlines | 1 Comment Di Francesco
Bigazzi fotografie di Mauro Calligani Svetlana Linnik non solo ama la cultura,
ma fa di tutto per promuoverla. Contemporaneamente, con il crescere del Suo
ruolo nella società, è aumentato il Suo impegno in favore dei bambini
abbandonati. Prima che il compagno di scuola Dimitri diventasse Presidente,
Svetlana Medvedeva era già conosciuta nella "Capitale del Nord" per
avere organizzato eventi culturali di grande spessore. L'Italia era sempre
stata presente. Una First Lady dotata di rara capacità comunicativa. Una donna
guidata da una fede profonda. Il distacco con l'era sovietica è eclatante.
Svetlana Linnik-Medvedeva riscopre i valori dell'antica Russia ritenendoli
idonei a modernizzare il Paese. Il fatto che lei sia vissuta a San Pietroburgo
- la città più italiana della Russia e dell'Europa del Nord ha favorito il suo
amore per la cultura? San Pietroburgo viene spesso chiamata la capitale
settentrionale e anche capitale culturale della Russia. Sì, la chiamano anche
Venezia del Nord, e non solo per i numerosi canali, ma anche per lo stile
architettonico davvero unico. Pietro il Grande l'aveva concepita come nuova
capitale, bella e volutamente europea, della Russia. E aveva chiamato a
costruirla i migliori specialisti europei. Per questo, pur essendo
profondamente russa come spirito e atmosfera, San Pietroburgo è al tempo stesso
una città autenticamente europea. Anche se a suo tempo contribuirono a
erigerla, tra altri, ingegneri portuali olandesi e tedeschi, scultori francesi,
e altri occidentali, la città è uscita dalle mani di maestranze russe, i suoi
musei e palazzi sono pieni di capolavori della pittura russa, di icone e
sculture di nostri artisti. Come ebbe a dire all'inizio del XX secolo un nostro
connazionale: "Pietroburgo è il Nord della Russia conquistato alla cultura
russa". Con tutto ciò non si può non ricordare che sono stati proprio gli
architetti italiani a determinare sotto molti riguardi il volto europeo della
nostra capitale settentrionale. In che cosa, a suo parere, si manifesta più
chiaramente la vicinanza delle culture italiana e russa? Le culture dei nostri
paesi sono accomunate da molte cose. Se lei intende riferirsi alle molteplici
forme in cui si manifesta l'arte, abbiamo già preso in considerazione
l'architettura, la musica e la letteratura. Naturalmente, aggiungerei la
pittura, a completamento della serie. Ma penso che il discorso possa estendersi
a fonti comuni assai più profonde, di natura spirituale. Porto solo un paio di
esempi. Le antiche cronache russe hanno tramandato la vita di un santo
taumaturgo di Novgorod, Antonio il Romano che è forse il primo italiano che sia
mai giunto nel nostro paese, già nell'XI secolo. Secondo la leggenda, una
burrasca lo trasportò miracolosamente dalle coste dell'Italia alle rive del
fiume Volchov, che bagna Novgorod la Grande, dove egli fondò il monastero che
porta il suo nome. E poi, certo, non si può dimenticare san Nicola di Mira,
venerato allo stesso modo dai russi e dagli italiani. Nel nostro paese è stata
accolta con riconoscenza la decisione delle autorità italiane di far tornare
nella disponibilità della parte russa il complesso ecclesiastico della Chiesa
ortodossa russa costruito a Bari all'inizio del XX secolo per ospitare i
pellegrini provenienti dal nostro paese. È un segno di profondo e reciproco
rispetto e consapevolezza della comunanza dei nostri valori spirituali. Voglio
anche ricordare un antico ma ancora vivo esempio di reciproco aiuto dei nostri
due popoli amici. L'operazione umanitaria della flotta russa per soccorrere gli
abitanti di Messina, colpiti dal devastante terremoto del 1908, un evento di
cui abbiamo recentemente commemorato il centenario. La cultura italiana, la
civiltà europea sono sempre state una componente della nostra coscienza
storica. E questa circostanza ha indubbiamente favorito il mantenimento e lo
sviluppo dei nostri secolari rapporti nell'ambito politico, economico e in
altri campi. Ci ha anche aiutati a elaborare un linguaggio comune e ad aspirare
a una sempre maggiore reciproca comprensione. Inoltre, questi nostri rapporti
sono sempre stati caratterizzati da reciproco rispetto e sincera amicizia,
moltiplicati dall'affinità dei caratteri nazionali: affabilità e schiettezza,
comunicativa e emotività. Evidentemente è per questo che i nostri e i vostri
cittadini fanno così facilmente amicizia e apprendono, gli uni dagli altri, con
invariabile interesse e piacere, tante cose sulla vita quotidiana , la storia e
le tradizioni dei rispettivi paesi. Sono persuasa che proprio un tale reciproco
interesse, in costante crescita un anno dopo l'altro, sia la manifestazione più
viva della vicinanza delle nostre culture. Come è nato il suo amore per
l'Italia? Sono originaria di Kronshtadt, una città le cui rive sono bagnate
dalle acque del Golfo di Finlandia. E il mio primo incontro con l'Italia è iniziato
da Venezia. Ed è iniziato con un giro in gondola e da lì ho visto per la prima
volta le facciate dei palazzi, le chiese e i ponti, ho percorso i numerosi
canali di questa città veramente unica. E, sa una cosa?, quel tragitto in barca
mi ha fatto ricordare certe scene della mia infanzia, mi sono rivista in
motoscafo al largo di Kronshtadt. E altri episodi della mia giovinezza, a San
Pietroburgo, anch'essa una città con molti canali e ponti. Da allora sono già
passati quasi vent'anni, ma le associazioni di idee e le sensazioni di allora
sono state così vivide da imprimersi per sempre nella mia memoria. Forse per
questo sarei stata in seguito così desiderosa di tornare a rivedere Venezia e
conoscere anche meglio il vostro paese. E sarebbe stato sempre questo, forse, a
indurmi, di lì a molti anni, a organizzare a San Pietroburgo il Carnevale
veneziano. Voglio aggiungere che quello era stato il mio primo viaggio
all'estero, in Europa. E mi aveva già dato modo di vedere coi miei occhi quanto
siano vicini i nostri popoli per spirito, schiettezza, tradizioni culturali. La
Russia è una nazione europea e i valori della cultura europea ci sono
tradizionalmente e storicamente vicini. Il suo contributo al rafforzamento dei
rapporti culturali tra la Russia e l'Italia, a cominciare dall'ambizioso
progetto dell'organizzazione del Carnevale di Venezia a San Pietroburgo, è
stato enorme. Ha in questo campo qualche altro sogno che vorrebbe realizzare?
In effetti seguo con grande attenzione i progetti di collaborazione russo-italiana
nella sfera della cultura. Ritengo ci siano eccellenti opportunità di
rafforzare ed estendere le nostre relazioni in questo campo. Devo dire che
grazie all'abnegazione di tanti appassionati, ai contatti diretti tra città e
regioni dei nostri due paesi e al sostegno delle autorità, già si sta facendo
parecchio in questo senso. Ed è un fatto importante. C'è qualche autore russo
contemporaneo che si sentirebbe di consigliare ai giovani lettori italiani?
Vorrei anzitutto osservare che l'amore per i libri, per la lettura è sempre
stata connaturata al nostro popolo. E le librerie sono anche oggi tra i luoghi
più frequentati, dove si incontrano sia le vecchie generazioni che la gioventù.
E ognuno di loro trova qualcosa di adatto e vicino al suo cuore. Possiamo
addirittura dire di star vivendo un autentico "boom letterario". La
generazione che sta crescendo sceglie da questo "mare" di libri ciò
di cui sente il bisogno. Detto questo, anche ai giovani lettori italiani
consiglierei di accostarsi quanto più ampiamente possibile all'arte degli
scrittori e poeti russi contemporanei. E, a proposito, qui c'è un ampio e
propizio campo d'azione e di lavoro anche per i traduttori. Coloro poi che tra
gli italiani conoscono la lingua russa possono senza mediazioni avvicinarsi
alla nostra nuova letteratura. Per lei l'amore per la cultura non è mai stato
fine a se stesso. Lo testimonia l'energia con la quale ha contribuito
all'organizzazione di importanti eventi culturali. Ritiene che il suo nuovo
ruolo le aprirà ulteriori opportunità in questa direzione o agirà in senso
contrario? A determinare la mia attiva partecipazione alla vita culturale ha
certo contribuito, e in non piccola misura, il mio amore per l'arte. Tuttavia
la cosa più importante per lo sviluppo di quest'ambito è senz'altro
l'iniziativa sociale e i contatti professionali e artistici, il sostegno e la
fattiva collaborazione di molti esponenti della cultura, delle organizzazioni
sociali e un reale interesse dei cittadini. La mia predilezione va proprio a
queste iniziative ricche di contenuto e capaci di interessare il maggior numero
possibile di persone. E il fatto che esse vadano moltiplicandosi è
significativo della crescente importanza che i valori della cultura assumono
per la Russia contemporanea. E, conseguentemente, delle maggiori possibilità
per i nostri due paesi di sviluppare un ampio e multiforme dialogo in ambito
umanistico. I profondi cambiamenti politici ed economici verificatisi in Russia
negli ultimi 15 anni hanno contribuito a cambiare il ruolo della donna nella
società? Prima di rispondere a questa domanda vorrei soffermarmi su una pagina
della storia del movimento femminile in Russia di cui abbiamo recentemente
celebrato una data memorabile: il centenario dell'apertura del Primo congresso
femminile di tutta la Russia. È l'avvenimento che ha segnato l'inizio di
un'effettiva partecipazione delle donne alla vita della società, e di un
aumento della loro azione sociale. E le delegate del congresso affluite a San
Pietroburgo da ogni parte della Russia, hanno proclamato i propri diritti
politici e civili. Devo dire che nel nostro paese, durante tutto il secolo
passato, il ruolo delle donne è diventato sempre più importante. E sono state
numerose le donne russe che hanno dato lustro al nostro paese davanti a tutto
il mondo: scienziate, esponenti della cultura, collaudatrici di aerei e perfino
cosmonaute. Negli ultimi decenni le donne della Russia diventano sempre più
attive nella società e questo, indiscutibilmente, anche grazie alle profonde
trasformazioni democratiche che abbiamo conosciuto. Sì, le donne continuano a
giocare un ruolo fondamentale nel consolidamento dei tradizionali valori
familiari, sono come prima particolarmente numerose nei sistemi dell'istruzione
e della sanità pubbliche e sempre più presenti anche nel campo della cultura.
Tuttavia i rapidi cambiamenti in atto nel mondo moderno le rendono anche più
sicure delle loro forze, ed esse con sempre maggiore determinazione entrano nel
mondo della politica, degli affari, e in tutte quelle sfere che fino a poco
tempo fa erano considerate appannaggio maschile. E va detto che anche qui
ottengono impressionanti successi. Mostrano d'essere professionalmente
attrezzate - non difettano loro competenza, resistenza alla fatica e bravura -
e si adattano facilmente a ogni novità. E il segreto del successo è uno solo:
lavoro e perseveranza. Di qualità del genere, voglio notare, le donne ne hanno
da vendere. Non teme che il processo di globalizzazione in
atto nel mondo possa influire in qualche modo sulla cultura russa e su quelle
delle più di centocinquanta etnie che popolano il territorio della Federazione?
Non credo che ci siano particolari motivi per preoccuparsi. La cultura russa ha
alle spalle una storia secolare e oltre a costituire parte integrante, e
di grande rilievo, del patrimonio culturale mondiale, occupa saldamente il
posto che le compete in questo ambito sopranazionale. Non solo, ma in essa si
sono organicamente intrecciati oltre ai valori dell'umanesimo, della libertà
della persona e del servizio alla società anche una molteplicità senza uguali
di tradizioni culturali dei popoli della Russia che costituiscono l'unica
nazione. La cultura della Russia, come pure del suo popolo è sempre stata
ricettiva e aperta al reciproco arricchimento fra etnie diverse. In Russia, da
tempi immemorabili convivono diversi popoli e nazionalità, con uno scambio
costante dei propri valori spirituali. Tutto questo ha arricchito la nostra
cultura nazionale e consolidato e rafforzato la nostra stessa società. Faccio
notare che proprio in condizioni di globalizzazione una simile esperienza,
davvero senza pari, di dialogo interculturale ha un valore inestimabile. Esso
favorisce un atteggiamento di reciproco rispetto nei rapporti tra popoli, lega
genti dalle più disparate tradizioni culturali e al tempo stesso le aiuta a
conservare la propria identità culturale. Ripeto, sotto questo riguardo la
cultura russa riveste una particolare importanza per il mondo intero. Qual è
stato il suo primo pensiero quando ha saputo di essere diventata la First Lady
della Russia? È una domanda personale e rispondo, se permette, molto
brevemente. Ho accolto la notizia tranquillamente. Certo, ho subito avvertito
un'enorme responsabilità. Ecco cosa ho pensato in quel momento. I suoi
interessi culturali spaziano in molti ambiti. Può individuarne uno al quale
lei, come First Lady, darebbe la preferenza? Ho in parte già risposto alla sua
domanda. Però vorrei, a mia volta, chiederlo a lei: è in grado di enucleare,
nella ricchezza della cultura, qualcosa che sia interessante e importante in
modo esclusivo? Penso che sia quasi impossibile. Infatti, per tutta la vita,
siamo portati a cercare, a provare e apprendere, ed è in questo il senso della
vita. Sì, nelle varie sue tappe le nostre passioni e acquisizioni possono
subire dei cambiamenti, e questo a causa di molti fattori. Penso che le mie
preferenze in futuro dipenderanno molto da quanto esse saranno richieste e
torneranno utili alla nostra gente e alla nostra società. Una cosa la posso
dire: di lavoro, incontri, iniziative ce ne sono già molti. Più in là, vedremo.
A suo parere, chi degli stilisti di moda russi ha più probabilità di
"sfondare" sui mercati italiani e europei? Penso che la domanda
arrivi un po' in ritardo. Gli stilisti russi contemporanei si sono già fatti
valere e operano attivamente sul mercato internazionale dell'alta moda. Maestri
come Valentin Judashkin, Vjaceslav Zajtsev, Denis Simachev e molti altri sono
conosciuti in tutto il mondo. Partecipano alle sfilate di moda e presentano
regolarmente le proprie collezioni sia in patria che all'estero, in particolare
in vari paesi d'Europa. E Mosca è riuscita a diventare uno dei centri
riconosciuti dello stile e dell'eleganza mondiali. Per concludere la nostra
conversazione vorrei aggiungere una cosa: abbiamo iniziato parlando della
cultura e della cooperazione culturale tra i nostri paesi. Anche la moda fa
parte della nostra cultura. E la Russia - che ha sempre avuto apprezzati
maestri in particolare nelle arti applicate e decorative, nell'oreficeria e nel
design - è perfettamente in grado di diventare un modello in tutti i questi
campi. Lasciate ancora un po' di tempo ai nostri designer e, ne sono convinta,
presto stupiranno gradevolmente il mondo intero. E mi permetta di trasmettere a
tutti i lettori della sua rivista i miei migliori auguri.
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Terremoto: Romagna in colonna (sezione: Globalizzazione)
Versione
stampabile Terremoto: Romagna in colonna Terremoto - Mentre è in corso una
ricognizione per verificare se ci sono danni sul nostro territorio LA
PROTEZIONE CIVILE DI FORLI'-CESENA E' IN PARTENZA PER L'ABRUZZO SCONVOLTO DAL
SISMA Nella colonna mobile dell'Emilia-Romagna anche 4 volontari (2 di
Forlimpopoli e 2 di Modigliana) A seguito dell'evento sismico che ha scosso
Forlì e la Romagna alle 22,26 di domenica 5 aprile, l'Assessorato alla
Protezione Civile della Provincia di Forlì-Cesena comunica che la scossa
registrata, pari 4.6 della scala Richter, ha interessato principalmente i
comuni della pianura forlivese, ma è stata avvertita distintamente su tutto il
territorio provinciale. Si è trattato di un sisma profondo a carattere
sussultorio. L'Ufficio Protezione Civile e le 34 associazioni della rete del
Volontariato si sono immediatamente attivati per effettuare una ricognizione
dei danni. Al momento non risultano conseguenze sul territorio. La ricognizione
è ancora in corso, avviene in stretta collaborazione con i Comuni ed il Comando
dei Vigili del Fuoco e riguarda soprattutto gli edifici di interesse pubblico.
Per quanto riguarda il gravissimo sisma che ha colpito l'Abruzzo, si informa che è in partenza la Colonna Mobile della Protezione
Civile della Regione Emilia-Romagna con un presidio medico avanzato e un modulo
di assistenza alla popolazione. A questa prima fase di intervento è interessata
anche la Protezione Civile di Forlì-Cesena, che infatti è stata allertata ed è
perciò pronta a recarsi sui luoghi del disastroso terremoto. In
particolare alle 17 di oggi parte per l'Abruzzo una prima squadra formata da 4
volontari (2 di Forlimpopoli e altrettanti di Modigliana) del Coordinamento
Provinciale di P.C., mentre hanno già dato la disponibilità altre Associazioni
presenti nel territorio di Forlì-Cesena. (06 aprile 2009)
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Terremoto in Abruzzo: la Protezione civile si
mobilita (sezione: Globalizzazione)
Terremoto
in Abruzzo: la Protezione civile si mobilita Porto San
Giorgio | Da domani tre volontari per ogni gruppo comunale di Protezione
civile: a disposizione oltre 500 posti letto degli alberghi di Porto San
Giorgio. di Chiara Marzan i soccorsi Il terremoto che ha fortemente colpito la
Regione Abruzzo nella scorsa notte si è sentito anche nelle Marche e il Sindaco
di Porto San Giorgio è intervenuto a riguardo garantendo solidarietà,
ospitalità per gli oltre 100.000 sfollati oltre agli uomini del gruppo comunale
della Protezione Civile da mandare sul luogo del disastro "A seguito del
terremoto registrato nella primissima mattinata in Abruzzo - sono le parole di
Agostini - ci siamo subito allertati per tutti i provvedimenti del caso.
Innanzi tutto, l'assessore ai lavori pubblici Lauro Salvatelli e l'ing. Sisi si
sono recati presso le scuole a verificare che non si fossero registrati danni,
specie laddove ancora oggi i bambini delle elementari hanno avuto lezione.
Contemporaneamente abbiamo preso contatti con la Protezione civile regionale
Marche cui abbiamo dato disponibilità di uomini, mezzi e attrezzature per
intervenire in soccorso se e come richiesto. Già da domani, tre nostri uomini
verranno inviati sul posto. Inoltre, abbiamo dato disponibilità di strutture
alberghiere per circa 500 posti a recepire le istanze delle decine di migliaia
di coloro dovranno abbandonare già oggi l'abitazione devastata dal
terremoto." Il terremoto, di 5,8 gradi della scala Richter, si è registrato
alle 3.32 di notte con epicentro nel cuore dell'Abruzzo a circa
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Paesi distrutti, edifici crollati 1.500 feriti, 250
dispersi. In 100 mila sono senza casa Piove: difficoltà nei soccorsi (sezione: Globalizzazione)
Colpita
in particolare L'Aquila. Onna, un paese cancellato dalle mappe Terremoto in
Abruzzo: oltre 100 morti I feriti sono 1.500, 100 mila gli sfollati Il sisma di
5,8 gradi Richter avvertito alle
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In Abruzzo si scava, 150 morti (sezione: Globalizzazione)
6 aprile
2009 La terra trema ancora, previsioni impossibili In Abruzzo si scava, 150
morti Mobilitazioni da tutta Italia, arriva anche l'esercito. Il dolore di
Napolitano e del Papa Sarebbero gia' ben oltre cento, secondo fonti sanitarie,
le vittime dello spaventoso terremoto che questa notte ha devastato la
provincia dell'Aquila. Un bilancio, peraltro, che sarebbe destinato ad
aggravarsi e che al momento non rende possibile dare cifre certe. Centinaia i
feriti. Guido Bertolaso ha detto che i morti "sono superiori alle 70, ma i
numeri esatti li daremo solo quando avremo tutta una serie di indicazioni e
saremo certi che le famiglie sono state contattate". Il bilancio comprende
anche "oltre 1500 feriti". "Attualmente, abbiamo oltre 1.000 soccorritori
impegnati nelle varie attivita' nel centro storico dell'Aquila e nei vari
centri storici di alcune delle frazioni limitrofe", ha ricordato
Bertolaso, sottolineando come "la nostra missione sia quella di
intervenire su tutti i punti dove ci sono le macerie ma con estrema cautela e
grande attenzione, in modo da evitare di peggiorare una situazione gia'
critica". Quello che ha messo in ginocchio la regione, ha ammesso il capo
del dipartimento, e' stato un sisma "non molto esteso" ma "molto
grave e violento". (AGI) (Adnkronos) - La terra ha tremato alle 3.32 di
questa mattina, con epicentro a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese. La
scossa e' stata calcolata intorno a 5,8 gradi della scala Richter, pari a 8-9
gradi della scala Mercalli. Alla scossa principale e piu' drammatica, e'
seguito uno sciame sismico, con scosse avvertite ancora in questi minuti.
Secondo gli esperti dell'Itituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia la
scossa si sarebbe verificata a
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