CENACOLO DEI COGITANTI |
Sudan, espulse le ong
Rischio crisi umanitaria ( da "City"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: espulse le ong Rischio crisi
umanitaria bashir attacca Cina, Russia, Egitto e altri Paesi africani sono
contrari al mandato di arresto spiccato dalla Corte penale dell'Aja (Cpi) nei
confronti del presidente del Sudan per crimini di guerra in Darfur. KHARTOUM -
Un complotto di Europa e Usa (che non riconoscono la giurisdizione della Cpi,
ma ne hanno approvato la decisione),
Basta equivoci Cristo non
è un'idea Lui è una persona ( da "Gazzetta
di Mantova, La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: le prospettive del mondo
globalizzato, della religione dell'elettronica? «è vero, in un contesto
fortemente globalizzato, è in atto un'autentica rivoluzione che ha modificato
la percezione che l'uomo ha di se stesso. Tuttavia l'esperienza del dolore e il
bisogno d'amore non possono non ricondurre alle grandi domande circa le quali
la fede cristiana mi sembra ancora attrezzata»
Sudan, si allunga la lista
dei difensori di Bashir ( da "Giornale
di Brescia" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di Bashir Dopo la Cina, anche
Russia, Iran e Siria si sono espressi contro il mandato di cattura
internazionale per il dittatore Bashir (al centro) tra i suoi sostenitori a
Khartoum IL CAIRODecisa levata di scudi ieri da parte di alcuni paesi non
occidentali, non solo Cina, anche Russia, Iran, Siria, contro il mandato di
cattura della Corte penale internazionale (
trascina l'europa
nell'incubo - maurizio ricci ( da "Repubblica,
La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Negli Usa la situazione è analoga,
in Giappone anche peggio (ieri il premier Taro Aso ha esplicitamente
riconosciuto che Tokio «non vede il fondo della recessione in atto»). Le
speranze di rilancio dell´economia globale, concentrate sulla Cina, sono forse
solo un´illusione ottica.
ultima rappresentazione
della 24a stagione del teatro dei filodrammatici di este, domani ...
( da "Mattino di Padova, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ascolto delle "voci
delbosco", che a noi, distratti uomini della globalizzazione, chiedono di
essere ascoltate. Per dare vita e voce alla foresta di "Alberi"
dell'attore Armando Carrara, sono in scena due musicisti che hanno scelto di
suonare strumenti in legno della tradizione australiana e africana. Ingresso
unico: euro 10.
la protezione civile di
morsano raddoppierà gli spazi operativi
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Pagina 14 - Pordenone La Protezione
civile di Morsano raddoppierà gli spazi operativi MORSANO. Il Comune chiede
alla Regione un contributo per dare una sede definitiva e più funzionale alla
Protezione civile, chiamata sempre più spesso ad affrontare situazioni
straordinarie.
la bce taglia i tassi ma
le borse affondano - gigi furini ( da "Nuova
Venezia, La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Fiat perde il 5,3% sotto la soglia
dei 4 euro e Telecom oltre il 5%. Non consola il quadro europeo con i titoli
bancari gettati al vento mentre Bmw, Daimler, Peugeot e Renault lasciano sul
campo fra il 6 e il 7%. Infine la Cina ha rinviato il nuovo pacchetto di
interventi per stimolare l'economia.
Sudan in piazza:
fermiamoil neocolonialismo Usa e Ue
( da "Secolo XIX, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: fermiamoil neocolonialismo Usa e Ue
il caso darfur Cina, Russia, Iran appoggiano il presidente Bashir: ingiusto
processarlo IL CAIRO. Decisa levata di scudi ieri da parte di alcuni Paesi non
occidentali, non solo Cina, ma anche Russia, Iran e Siria, contro il mandato di
cattura della Corte penale internazionale (Cpi), notificato al presidente
sudanese Omar al Bashir per crimini contro l'
La Cina scommette ancora
sul Pil in crescita dell'8% Ma è solo una pia illusione
( da "Stampa, La" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina potrà permettersi di
ritoccare le cifre in futuro, se sarà necessario. Finora, il pacchetto
consentirà di mantenere il deficit fiscale sotto il 3% del Pil - elevato per la
Cina, ma irrisorio di fronte alla media attuale degli altri paesi.
la cina: "no
all'arresto di bashir" - daniele mastrogiacomo
( da "Repubblica, La"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Esteri La Cina: "No
all´arresto di Bashir" Anche Russia e Iran contro la decisione dell´Aja
sul leader di Khartum "Ringrazio il procuratore del Tpi: mi ha fatto
capire quanto il popolo ancora mi ami" DANIELE MASTROGIACOMO Mezza Africa
in rivolta, la Lega araba e l´Unione africana che mostrano tutte le loro
preoccupazioni.
le banche affondano a
piazza affari - sara bennewitz ( da "Repubblica,
La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Chi poi negli Usa aveva confidato
in un nuovo pacchetto di aiuti da parte della Cina, è rimasto deluso. Il primo
ministro Wen Jiabao ha infatti confermato che il Pil cinese quest´anno crescerà
dell´8%, ma ha smentito che il Governo di Pechino sia disposto a «rafforzare»
il piano anticrisi annunciato.
VENERDI' 6 Tumore della
mammella CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/9...
( da "Stampa, La" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: finanza e globalizzazione", ne
parlerà Mario Deaglio, docente universitario ed economista. Info
www.centrocongressiunioneindustriale.it. Strane Visioni AMANTES, VIA PRINCIPE
AMEDEO 38/A, ORE 19 Incontro con Rossella Schillaci, antropologa visiva e
autrice, che sta iniziando una nuova esperienza nel campo della produzione
audiovisiva.
Borse europee a picco:
bruciati 144 miliardi ( da "Secolo
XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la delusione per il fatto che la
Cina non varerà un ulteriore pacchetto di stimolo per rilanciare l'economia e
le affermazioni di Goldman Sachs secondo cui la recessione sta peggiorando a
livello globale. Nel clima di generale sfiducia è affondata Milano
(-S&P/Mib -5,85%) zavorrata, come il resto d'Europa, da banche e
assicurazioni: pesanti,
Il patto di Varsavia delle
lavastoviglie Indesit ( da "Manifesto,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: GLOBALIZZAZIONE Merloni vuole
chiudere e licenziare a Torino per prendere i soldi dal governo polacco Il
patto di Varsavia delle lavastoviglie Indesit Loris Campetti Primo atto,
prendono i soldi per rilevare un prestigiosissimo marchio in crisi avvalendosi
dei contributi del governo italiano.
Quanto è verde il lavoro
( da "Manifesto, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina spenderà in investimenti
ambientali il 38% del suo «stimolo» di 586 miliardi di dollari, su cui però i
dettagli sono ancora provvisori. In Europa, Francia e Germania sono
all'avanguardia: il 20% dei 34 miliardi del pacchetto di salvataggio francese,
e il 13% di quello tedesco, sono destinati a settori ad alta efficienza
energetica.
Technogym incanta anche
Google ( da "Milano
Finanza (MF)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il fatturato negli Usa, del 50% in
Cina, del 50% in Medio-oriente e ha addirittura raddoppiato in Russia.E se oggi
il mercato del leasing è praticamente chiuso per colpa del credit crunch, Nerio
Alessandri non si preoccupa. Perché già alla fine dell'anno scorso si è
ingegnato su come finanziare i suoi clienti nell'acquisto delle sue macchine.
Ma per la giustizia è un
boomerang ( da "Eco
di Bergamo, L'" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Cina, Russia, Gran Bretagna e
Francia), tre dei quali (Usa, Russia e Cina) hanno rifiutato di aderire al
Trattato costitutivo del Tribunale penale internazionale. Bizzarra situazione
che oggi provoca quanto segue: la Cina e la Russia criticano le decisioni del
Tribunale a proposito di Bashir, mentre gli Usa lo elogiano pur avendone a suo
tempo osteggiato la costituzione,
Sudan ancora nel caos
Russia e Cina con Bashir ( da "Riformista,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: le notizie Sudan ancora nel caos
Russia e Cina con Bashir Situazione sempre più drammatica in Sudan. Il capo
della delegazione sudanese presso l'Unione africana (Ua) ha chiesto ieri agli
Stati africani di ritirare la propria adesione alla Corte penale internazionale
dell'Aia (Cpi). Sono 30 gli Stati africani che hanno sottoscritto lo Statuto di
Roma,
di LARA SANFILIPPO SIENA è
cambiata, lo dicono tutti e anche Fioretta Bac...
( da "Nazione, La (Siena)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La globalizzazione ha portato ad un
abbassamento del gusto. In città continuano ad arrivare i turisti, ma quello
attuale è un turismo veloce, «mordi e fuggi», consumistico, che non sa
assaporare più neanche la bellezza della città». FIORETTA racconta che le
persone che vede passare dal suo negozio, vicino il Duomo,
A livello nazionale le
Marche sono la prima Regione per numero di aziende e di addetti del settore,
... ( da "Messaggero,
Il (Marche)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa (14%), Paesi Bassi (6,2%),
Paesi asiatici (Cina, HK, Giappone, ecc.) con il 7% e mercato Russo e paesi ex
URSS con il 10% (l'80% delle calzature italiane che vanno in Russia e' marchigiano).
Le imprese calzaturiere marchigiane producono tutte le categorie merceologiche,
con prevalenza delle calzature in pelle,
MATTIA FRIZZERA LAVIS -
Nella zona industriale di Lavis, oltre al centro provinciale della Protezione
civile, verrà realizzata anche una struttura per la Federazione dei corpi dei
( da "Adige, L'" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: oltre al centro provinciale della
Protezione civile, verrà realizzata anche una struttura per la Federazione dei
corpi dei vigili del fuoco volontari MATTIA FRIZZERA LAVIS - Nella zona
industriale di Lavis, oltre al centro provinciale della Protezione civile,
verrà realizzata anche una struttura per la Federazione dei corpi dei vigili
del fuoco volontari.
Clinton: inviteremo anche
l'Iran alla conferenza sull'Afghanistan
( da "Sole 24 Ore, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: u pagina 11, commento u pagina 12
Cina e Russia: no all'arresto del presidente sudanese All'indomani del mandato
di cattura contro il presidente sudanese Bashir,Cina e Russia hanno chiesto
all'Onu di non procedere contro il leader,accusato di crimini di guerra e
contro l'umanità.
Pechino all'Onu: fermate
subito il processo a Bashir ( da "Sole
24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Nel caso in cui la persona
incriminata è il capo di uno Stato che non ha ratificato lo Statuto, come Cina,
Usa, Russia ma anche il Sudan, l'immunità permane. A meno che il Consiglio di
sicurezza decida che tutti gli Stati Onu debbano obbligatoriamente eliminare le
immunità per le persone incriminate dalla Cpi. Cosa, in questo caso, non ancora
avvenuta.
Export Usa di latifoglie
al rallentatore ( da "Sole
24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: tant'è che in Cina e Vietnam
numerosi esportatori americani si stanno scontrando con vendite in stallo,
prezzi bassi, crescenti difficoltà con i pagamenti e cancellazioni di ordini. I
produttori malesi di mobili stimano che la domanda mediorientale sosterrà la
produzione per altri sei mesi, ma ciò potrebbe non bastare,
nostro servizio ROMA -
L'emergenza umanitaria che dal 2003 investe il Da...
( da "Messaggero, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Intanto la Cina ha protestato
formalmente contro la decisione dalla Corte dell'Aja e ha chiesto la
sospensione del provvedimento in sede di Consiglio di sicurezza dell'Onu, di
cui è membro permanente. Oltre alla Cina, da sempre alleata del Sudan del cui
petrolio è la principale acquirente, sono immediatamente arrivate proteste da
grandi Paesi arabi come l'
Natuzzi chiude <Le
collezioni> <Prima i vantaggi poi l'addio>
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Cina quello asiatico, e Brasile
e Usa il mercato americano). Piano o non piano, ai sindacati non è piaciuto
essere stati messi al corrente della chiusura di Jesce 1 da un giorno
all'altro. «Mi hanno chiamato solo oggi - ha spiegato Silvano Penna segretario
della Fillea Cgil di Bari - e questo non ci è piaciuto.
dal nostro corrispondente
NEW YORK - Colpa della Cina e della General Motors. Se ieri...
( da "Messaggero, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: della Cina e della General Motors.
Se ieri i mercati hanno imboccato di nuovo la strada in discesa, dopo la rosea
parentesi di mercoledì, si deve a due macrosviluppi: la Cina ha dichiarato di
non giudicare necessario aggiungere altri investimenti al pacchetto di stimolo
di 585 miliardi di dollari, e la più grande società automobilistica del mondo
teme di dover dichiarare bancarotta.
Sull'Afghanistan la
Clinton apre: inviteremo l'Iran ( da "Corriere
della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Iran ma anche la Cina, l'India,
perfino l'Australia...». Non è escluso, dicono fonti ufficiose, che Obama pensi
di affidare proprio all'Italia il compito di «apripista » diplomatico in questa
cauta ripresa del dialogo. Ieri mattina, si dava per molto probabile una visita
di Frattini a Teheran: ma il nostro ministro degli Esteri vi ha per ora
rinunciato,
Il mondo diviso su Bashir
La Cina guida i difensori ( da "Corriere
della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: le compagnie Usa hanno ottenuto
misere concessioni petrolifere, assegnate invece alla Cina. Anche l'Unione
Africana (Ua), 53 Stati membri, che ieri ha tenuto una riunione d'emergenza ad
Addis Abeba, è schierata dietro a Khartoum. Il capo della commissione dell'Ua,
Jean Ping, si è detto profondamente amareggiato.
BOLOGNA I GIOVANI
imprenditori dell'Emilia R... ( da "Resto
del Carlino, Il (Bologna)" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Molte hanno aperto strutture fuori,
Cina compresa, ma per conquistare nuovi mercati non per produrre solo a basso
costo». Ha un futuro l'impresa familiare? «Certo, è uno dei temi forti della
nostra regione. Qualche anno fa c'è stata la grande corsa all'azienda quotata
in borsa.
Mondiali a Vienna,
l'Italia di Magarotto ci crede ( da "Giorno,
Il (Milano)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dalla Cina agli Usa, con ottimi
risultati. Gli azzurri arrivano a queste gare forti anche del titolo Europeo
conquistato a Torino da Arianna Fontana e Nicola Rodigari. Magarotto non si
sbilancia ma, visto i risultati dei test pre Mondiali, Arianna Fontana, Nicola
Rodigari e Juri Confortola puntano dritti a una medaglia.
Armi e soldi in cambio di
petrolio La Cina protegge Bashir il boia
( da "Giornale.it, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in cambio di petrolio La Cina
protegge Bashir il boia di Fausto Biloslavo Pechino, con Teheran e Mosca,
chiede di sospendere il processo per i massacri in Darfur L'accusato si scaglia
contro l'Occidente: «I veri criminali sono in Europa e America» Omar al Bashir,
il presidente sudanese accusato di crimini di guerra, è sceso in piazza a
Khartum scagliandosi contro gli Stati Uniti,
Gli emigrati che non
mandano soldi a casauna sciagura per le economie dei Paesi poveri
( da "Secolo XIX, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Joseph Chamie è primo direttore
della United Nations Population Division, è direttore di ricerca al Centro per
gli studi sulla migrazione. Diritti: 2009 Yale Center per lo Studio sulla
Globalizzazione Traduzione di Letizia D'Agostino 06/03/2009
Calabria. Allerta meteo
della Protezione Civile ( da "AudioNews.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Allerta meteo della Protezione
Civile 09.14: Forti nevicate stanno interessando le zone di Campotenese e
Frascineto, nel cosentino, in Calabria. Ieri la Protezione Civile aveva
lanciato un nuovo allerta meteo valido per le regioni meridionali. Oltre
temporali e venti forti, previste mareggiate lungo le coste, specie su quelle
della Sardegna.
la bce taglia, tassi ai
minimi: 1,5% ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Fiat perde il 5,3% sotto la soglia
dei 4 euro e Telecom cede oltre il 5%. Non consola il quadro europeo con i
titoli bancari gettati al vento mentre Bmw, Daimler, Peugeot e Renault lasciano
sul campo fra il 6 e il 7%. Infine la Cina ha rinviato il nuovo pacchetto di
interventi per stimolare l'economia.
nel mercato globalizzato
comunicazione essenziale ( da "Messaggero
Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Nel mercato globalizzato
comunicazione essenziale» «In un mercato in evoluzione come quello attuale le
imprese non devono più puntare solamente sulla loro capacità produttiva e
sull'innovazione tecnologica, ma anche sugli aspetti organizzativi, sociali e
sulla creazione di relazioni sempre più strette con i clienti e con il
territorio;
il governo degli stati
uniti sceglie i vini prodotti dall'azienda gelisi
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: spiega Gelisi riferendosi alla Cina
- punta più che altro alle bottiglie di lusso. Il vino italiano in quel caso è
uno status symbol, non se ne consumano grandi quantità, ma si scelgono
bottiglie dai nomi importanti. Un po' com'era per noi una volta lo champagne».
Il carico diretto in 17 Paesi della costa est degli Stati Uniti porterà «pinot
grigio,
Gm in crisi affonda anche
Tokyo: -3,5% Borse Ue in altalena: tentano di reagire
( da "Giornale.it, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina è vicina Anche il rapporto
del premier cinese Wen Jiabao all?apertura della sessione annuale
dell?Assemblea del Popolo ha deluso: Wen ha garantito che la Cina manterrà una
crescita al 8% per il 2009, ma non ha annunciato nessuna misura straordinaria
per il rilancio dell?
Dimas : '' Ambiente,
ciascuno può fare qualcosa '' ( da "Metronews"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: inquinatori come Cina e Usa? Sono
in corso promettenti colloqui col primo ministro cinese, e la visita della
segretario di Stato Hillary Clinton è un altro segno positivo. C?è speranza che
possano sposare appieno il Trattato di Copenhagen. Cosa pensa del commercio
delle quote di biossido di carbonio - non avete paura che qualche Paese possa vendere
la propria quota senza pensarci troppo,
La tempesta perfetta
( da "Elettronicanews.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: anche la Cina rivede al ribasso gli
incredibili indici di crescita degli ultimi anni. Secondo le previsione di Anie
e Confindustria, “diminuirà sensibilmente nel
USA L'IRAN VENGA ALLA
CONFERENZA SULL'AFGHANISTAN - CROLLANO LE BLUE CHIP, L'ORGOGLIO DEL DOW JONES -
LA BANK OF ENGLAND STAMPA PIÙ DENARO SVIZZERA: SUICIDIO ASSISTITO IN SVIZZER
( da "Dagospia.com" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina riconosce difficoltà
economiche senza precedenti": ieri il premier Wen Jiabao ha spiegato come
adesso la priorità sia la lotta alla disoccupazione. 2 - FRANCIA LE FIGARO - Il
quotidiano della destra francese apre con un'intervista esclusiva a Hillary
Clinton, segretario di stato americano che, parlando alla vigilia dell'
Alimentare, nel mondo
taroccati due piatti made in Italy su tre
( da "Sestopotere.com"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina dove il falso Made in Italy è
arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita. Se
in alcuni casi l'”inganno” è particolarmente evidente con l'offerta nei menu di
“specialità italiane” come gli spaghetti alla bolognese completamente
sconosciuti nella città emiliana o le fettuccine Alfredo che niente hanno a che
fare con quelle
CINA VEDE SEGNALI DI
RISPOSTA DELL'ECONOMIA AGLI AIUTI
( da "Wall Street Italia"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina ha imparato dagli altri paesi
la lezione secondo la quale una risposta lenta alla crisi ritarda la ripresa
della fiducia. Ieri il premier Wen ha detto che la Cina aumenterà quest'anno il
deficit di spesa per raggiungere l'obiettivo di una crescita del Pil dell'8%,
ampiamente considerata la soglia minima per tenere a bada la disoccupazione ed
evitare la minaccia di rivolte sociali.
Da Caserta il Nocillo per
Cina e Grecia ( da "Denaro,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Profilo aziendale Ragione sociale
Leanza sas Anno di costituzione 1890 Sede via Zarrillo 11/A Orta di Atella
Amministratore unico Luisa Galasso Addetti 5/10 Settore/i produzione bevande
alcoliche ed analcoliche Mercati di sbocco Italia, Svizzera, Usa, Grecia, Cina,
Germania, Gran Bretagna del 06-03-2009 num.
Macchine industriali
dall'Italia ( da "Denaro,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: quindi dalla Cina, in terza
posizione con il 15,6 per cento ($29,9 milioni), dagli USA con il 5,9 per cento
($ 11,1 milioni) e dalla Turchia con il 4,3 per cento ($ 8,2 milioni). Il mese
di dicembre ha visto un aumento significativo di macchinario importato, con un
+56,8 per cento rispetto al medesimo mese dell'anno passato.
Pechino cerca il mercato
interno ( da "Avvenire"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: MONDO 06-03-
Borse, il crollo Gm
affonda Tokyo: -3,5% Europa in altalena
( da "Giornale.it, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina è vicina Anche il rapporto
del premier cinese Wen Jiabao all?apertura della sessione annuale
dell?Assemblea del Popolo ha deluso: Wen ha garantito che la Cina manterrà una
crescita al 8% per il 2009, ma non ha annunciato nessuna misura straordinaria
per il rilancio dell?
Bashir spacca il mondo e
mette a rischio la pace ( da "Affari
Italiani (Online)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: sono almeno 300 mila le persone ad
aver perso la vita da quando è esploso il conflitto nella regione occidentale
sudanese nel 2003. Luis Moreno-Ocampo, procuratore capo del tribunale dell'Aja,
ha accusato Bashir di aver personalmente istruito le proprie forze affinché
distruggessero tre gruppi etnici, i Fur, i Masalit e gli Zaghawa. tags: Bashir
Sudan darfur Usa cina
Petrolio e crisi, un po'
di news. ( da "Blogosfere"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina. Il cashflow della Sinopec, la
principale compagnia petrolifera cinese, continua a scendere. Cala la domanda
di raffinati e calano i prezzi. Russia. Il governo russo ritira tutti i suoi
investimenti nei bond di Fannie Mae e Freddie Mac (perché, ne aveva?
Clima/ Clinton: Crisi è
opportunità per investimenti in ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Cina ci ha superato (nelle
emissioni, ndr), e senza la Cina, l'India, l'Indonesia e altri paesi non saremo
abbastanza per dare una risposta globale" al cambiamento climatico".
Il Segretario di Stato ha quindi sottolineato che "questo è un tempo
propizio: gli investimenti del pacchetto di stimolo economico (decisi negli
Usa,
El cine para chicas
también entra en recesión ( da "Pais,
El" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: REPORTAJE: CINE El cine para chicas
también entra en recesión GUILLERMO ALONSO 06/03/2009 Vota Resultado 13 votos
Confesiones de una compradora compulsiva ha escandalizado a parte de la crítica
por su supuesta glorificación del consumismo en plena crisis económica.
La prima volta di Hillary
a Bruxelles ( da "Stampaweb,
La" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: portando dalla propria parte i
nuovi grandi inquinatori: Cina, India, Indonesia, Brasile e convincendo gli
stessi americani della bontà della lotta contro il riscaldamento climatico e
per le energie sostenibili. C?è la crisi è vero, ma a Washington, dice la
Clinton, si è soliti dire di “non sprecare mai una buona crisi”
Protezione civile, nuovo
direttivo e un'attività senza più confini
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Protezione civile, nuovo direttivo
e un'attività senza più confini Venerdì 6 Marzo 2009, Tezze sul Brenta In
questi giorni è stato nominato il direttivo della Protezione civile che
coordinerà i 26 volontari, provenienti anche dai comuni limitrofi, che ne fanno
parte.
OCSE: SUPERINDICE RALLENTA
ANCORA A GENNAIO ( da "Borsa(La
Repubblica.it)" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 8 punti annuali negli Usa. In
Europa va particolarmente male la Germania che cala di 1,2 punti mensili e 12,7
punti annuali. Tra i paesi emergenti in forte calo Brasile, Cina, India e
Russia. Quest'ultima va peggio di tutti con una discesa di 3,3 punti mensili e
19,4 punti annuali, contro 2,1 mensili e 14,8 annuali della Cina,
ole', ROMEO TORNA IN
LIBERTà - BORSE MIGLIORANO CONSOB: VANNO RISARCITI GLI AZIONISTI ALITALIA
Trichet guadagna doppio di Bernanke ROSSO DA 200 MLN PER PIRELLI RE MADOFF I
( da "Dagospia.com" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: - COCA COLA: 2 MLD $ IN CINA? 1 -
Migliorano i listini dopo dati Usa, Mibtel-2%, Dax+0,7%... (Apcom) - Riducono
le perdite Milano e Parigi e girano al rialzo Londra e Francoforte dopo la
pubblicazione dei dati Usa relativi alla disoccupazione di febbraio, che hanno
visto una perdita di 651mila posti di lavoro.
Clima/ Clinton: Da Cina
segnali incoraggianti su accordo ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Dalla Cina ci sono segnali
incoraggianti circa la disponibilità a partecipare ad un accordo globale per
limitare i cambiamenti climatici. Ad assicurarlo è il segretario di Stato Usa
Hillary Clinton, sulla base della sua recente visita a Pechino. "Sono
stata rincuorata dalle discussioni che ho avuto con il ministro degli Esteri e
con altri rappresentanti cinesi:
Afghanistan/ Bishkek
sfratta anche Isaf, ma porte ... ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in primo luogo - ha fatto capire di
essere interessata ad avere un ruolo più importante nel teatro afgano, che
rappresenta un fattore d'instabilità in tutta la regione e per il 27 marzo è
convocata a Mosca una riunione molto attesa della Sco (che ha nella Cina
l'altra capofila) in cui si parlerà proprio del conflitto afgano.
Piemonte/ Intesa Regione e
Anpas per monitaggio territorio ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ambito di esercitazioni ed
emergenze di Protezione civile; il trasferimento aereo, nelle emergenze di
grande portata, di personale e materiale del settore Protezione civile della
Regione, infine, l'istituzione di percorsi formativi per istruttori e addetti
al sistema radio dedicato e procedure di sicurezza per il volo del personale
volontario.
Il "mago" cerca
nuovi bluff ( da "AprileOnline.info"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Gli Usa, per bonificare le banche
dai "titoli tossici" e stimolare la ripresa economica, hanno
stanziato 1.500 miliardi di dollari mentre la Cina segue a ruota con un
investimento di 1.200 miliardi di dollari in opere pubbliche. La recessione del
2009 comincia ad essere molto simile alla Grande Depressione del 1929.
Usa, la disoccupazione
cresce fino all'8,1% Obama: "Dati atroci"
( da "Giornale.it, Il"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina è vicina Anche il rapporto
del premier cinese Wen Jiabao all?apertura della sessione annuale
dell?Assemblea del Popolo ha deluso: Wen ha garantito che la Cina manterrà una
crescita al 8% per il 2009, ma non ha annunciato nessuna misura straordinaria
per il rilancio dell?
A piazza Affari un altro
giorno di passione ( da "Giornale.it,
Il" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: bancarotta di General Motors e la
delusione per il mancato annuncio di nuove misure per il rilancio della Cina
hanno smorzato l?ottimismo che aveva sollevato ieri le sorti della Borsa di
Tokyo (aveva chiuso con il Nikkei a 1,95%) facendola piombare di nuovo in
territorio negativo. Alla chiusura l?indice Nikkei dei 225 titoli guida ha
perso 260,39 punti, pari al 3,5%, scendendo a 7.
BORSE CONTRASTATE (MIBTEL
-3.87%) DISOCCUPAZIONE USA AI MASSIMI DALL'83 (8.1%) OBAMA: "persi 4,4 mln
posti lavoro finora, CIFRA SPAVENTOSA" TONFO GM (-22%) ROMITone: SERVON
( da "Dagospia.com" del
06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: CINA: ROMITI, SERVONO RIFORME PER
ATTRARRE INVESTIMENTI... (Adnkronos) - 'Il Governo italiano deve da un lato
mettere in atto riforme miranti a raggiungere un ambiente piu' ricettivo per
gli investimenti internazionali e, dall'altro occorre che intervenga da subito
per sollecitare l'attenzione del governo cinese verso le grandi opportunita'
Darfur, Bashir e gli Stati
Uniti le risposte di Cassese ai lettori
( da "Repubblica.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Mi pare che dinnanzi al
comportamento della Cina al Consiglio di Sicurezza ( NB trattasi della Cina nel
caso del Darfur, domani potrebbero essere gli USA o la Russia per un altra
fattispecie concreta!) si concretizzi il pericolo di delegittimare l'operato
dell'ICC... Attraverso quali strumenti correggere queste distorsioni
procedurali che stanno emergendo?
Donne, vittime principali
anche della crisi economica ( da "CronacaQui.it"
del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: conseguenze della globalizzazione.
Ad esempio, l'accesso a lavori sostenibili e di qualità sia per gli uomini che
per le donne, l'estensione della protezione sociale fra cui i sussidi di
disoccupazione e schemi assicurativi che riconoscano la posizione vulnerabile
delle donne nel mercato del lavoro, un dialogo sociale con la partecipazione
attiva delle donne nei processi decisionali.
Usa/ Barbie festeggia 50
anni con tatuaggi e megastore a ( da "Virgilio
Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, con un grande megastore:
questo, pur se invecchiata, visto che questo mese spegnerà 50 candeline. A dare
il duplice annuncio è stata la stessa Mattel, che spera di risollevare le
vendite del suo giocattolo. Stando a quanto riporta il Los Angeles Times,
Mattel ha presentato oggi la sua nuova Barbie: la Totally Stilyn Tattos Barbie
verrà venduta insieme a più di 40 adesivi che
Ocse: Superindice rallenta
ancora a gennaio ( da "KataWeb
News" del 06-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 8 punti annuali negli Usa. In
Europa va particolarmente male la Germania che cala di 1,2 punti mensili e 12,7
punti annuali. Tra i paesi emergenti in forte calo Brasile, Cina, India e
Russia. Quest'ultima va peggio di tutti con una discesa di 3,3 punti mensili e
19,4 punti annuali, contro 2,1 mensili e 14,8 annuali della Cina,
( da "City" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sudan, espulse le ong Rischio crisi umanitaria bashir attacca Cina, Russia, Egitto e altri Paesi
africani sono contrari al mandato di arresto spiccato dalla Corte penale
dell'Aja (Cpi) nei confronti del presidente del Sudan per crimini di guerra in
Darfur. KHARTOUM - Un complotto di Europa e Usa (che non riconoscono la giurisdizione della Cpi, ma ne hanno
approvato la decisione), che vorrebbe impossessarsi del petrolio
sudanese. Così il presidente Omar Al Bashir ha arringato una folla osannante
dopo il mandato di cattura per crimini di guerra e contro l'umanità in Darfur
emesso dalla Corte penale internazionale dell'Aja. Il fronte del noContro la
giustizia internazionale il presidente del Sudan non è solo: al suo fianco c'è
la Cina, il principale acquirente del petrolio
sudanese, che chiede un intervento dell'Onu, l'Unione Africana e alcuni Paesi
della Lega Araba, tra cui Egitto e Iran, per cui "il problema del Darfur
dovrebbe essere risolto con misure sagge e pacifiche". La Russia ha
chiesto una sospensione di un anno dell'ordine di cattura che, comunque,
difficilmente potrà essere eseguito. "Due milioni senza
aiuti"L'effetto più immediato è sul fronte umanitario: secondo Amnesty,
oltre 2 milioni di persone sono a rischio fame e malattie per la decisione, presa
dal governo sudanese, di espellere dal Paese oltre dieci organizzazioni
umanitarie tra cui Oxfam, Care, Save the Children e Medici senza frontiere.
City 06 marzo 2009
( da "Gazzetta di Mantova, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
di Stefano Scansani
«Basta equivoci Cristo non è un'idea Lui è una persona» TANTE DOMANDE E UN
LIBRO Chiederci chi è Cristo è ricorrente. La questione si complica se è Cristo
a domandarci come lo definiamo. L'argomento è affrontato con chiarezza,
semplicità e alto profilo teologico da Ulisse Bresciani. Monsignore, arciprete
della basilica di Sant'Andrea. Lo hanno convinto a traslare in un libro le sue
conversazioni catechistiche. Titolo evangelico: "E per voi, chi sono io? -
Alla ricerca di Gesù, il Cristo" (edizioni Porziuncola). Del libro ha
scritto un giudizio lusinghiero Enzo Bianchi, priore di Bose. Bresciani racconta
Dio a portata degli uomini, un Gesù durissimo e mite, che non è un teorema,
un'idea, un'ideologia. Il monsignore - che è psicologo - aggiunge che la fede
cristiana è attrezzata anche per i tempi che corrono. Il suo libro rinnova con
forza l'interrogativo sul Cristo: chi è? è un tagliando che periodicamente la
Chiesa pratica per rilanciare la fede, o sono i cristiani che da duemila anni
sono in cerca di risposte sicure? «Fu Gesù stesso a porre l'interrogativo ai
suoi discepoli. Se il Vangelo riporta questo episodio, vuol dire che la domanda
non è stata archiviata, ma dev'essere posta in ogni tempo, nel mutare delle
culture e delle sensibilità. E comunque la domanda è posta prioritariamente al
discepolo più che all'indagatore». Porre la domanda sulla natura del Cristo
significa libertà. Ma non è anche un azzardo? La fede era raffigurata bendata o
con la testa avvolta dalle nubi... «Le raffigurazioni che lei cita non mi pare
vogliano significare mancanza di libertà o azzardo, quanto affidamento ad una
logica "altra", dalla quale siamo stati raggiunti dentro l'esperienza
di Gesù di Nazaret. Un'esperienza che, radicandosi nella carne umana, non solo
non la nega o svaluta, ma la conduce a quella totalità di senso che può
inglobare anche il dolore e la morte. La testa non è "tra" le nuvole,
ma "oltre"». Il Cristo che chiede agli apostoli di fornirgli
precisazioni su di lui è una messa alla prova degli uomini, o è l'umanità di
Cristo che cerca conferme? «Gesù non cerca conferme dai discepoli, ai quali -
in un momento nel quale le folle gli voltano le spalle - non esita a proporre:
"Volete andarvene anche voi?" (Gv 6,67). Né, d'altra parte, mi sembra
interessato ai sondaggi, quanto alla volontà del Padre suo. Ed è a quella
volontà che vuole ricondurre i discepoli, recalcitranti ad accettare un messia
"fragile" e deludente, destinato alla croce. Se di
"precisazioni" si vuol parlare, diciamo che è Gesù a precisare la sua
vera identità messianica di "Figlio dell'uomo" che, attraverso
l'umiliazione e la morte, arriva alla vita piena». Il suo libro ha origine
dagli incontri in parrocchia, dalle sue conversazioni. La gente ha sete di
questi argomenti? Cos'è il catechismo nel 2009? «Sì, c'è sete di riflessioni
che si distinguano dal cicaleccio monologante e autoreferente nel quale siamo
immersi. Si tratta, da parte nostra, di non essere banali, pur nell'intento di
raggiungere tutti e di porsi in dialogo con gli interrogativi che le persone si
pongono. è necessaria una duplice fedeltà: al messaggio evangelico e all'uomo
che oggi incontriamo. Esso non sta solo di fronte a noi, ma alimenta le nostre
stesse domande. La catechesi nel 2009, come sempre del resto, non può essere
pura ripetizione di temi consolidati, riproposti in se stessi come fuori del
tempo: essa ha bisogno di situarsi nel "qui ed ora" che viviamo e di
entrare in feconda contaminazione con l'esistenza concreta degli uomini e delle
donne del tempo in cui siamo. Se non erro è il metodo del documento conciliare
"Gaudium et spes"». Ogni capitolo è inaugurato da una riflessione di
santi e filosofi. Sono un "aiutino" per avvicinarsi il più possibile
all'identità del Cristo? «Non solo citazioni di santi e filosofi, anche di
poeti. Perché le loro folgorazioni intuitive entrino a lievitare e fermentare
la dimensione argomentativa del testo che segue». Insiste sull'equivoco
Cristio-idea o Cristo-ideologia. Che cosa teme? «Non temo, constato. L'equivoco
c'è. Gesù, ridotto a idea, a principio, diventa un teorema. E ciò, sul versante
della fede, lo rende "gestibile" con criteri che, mentre citano
Cristo, lo rendono evanescente in quanto non fanno i conti con Lui come
persona, come il Vivente». Incarnazione, morte, risurrezione. I misteri della
fede, oggi, come possono andare d'accordo con i miracoli del web, le prospettive del mondo globalizzato, della religione
dell'elettronica? «è vero, in un contesto fortemente globalizzato, è in atto
un'autentica rivoluzione che ha modificato la percezione che l'uomo ha di se
stesso. Tuttavia l'esperienza del dolore e il bisogno d'amore non possono non
ricondurre alle grandi domande circa le quali la fede cristiana mi sembra
ancora attrezzata».
( da "Giornale di Brescia" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione: 06/03/2009
testata: Giornale di Brescia sezione:estero Sudan, si allunga la lista dei
«difensori» di Bashir Dopo la Cina, anche Russia, Iran e Siria si sono espressi contro il mandato
di cattura internazionale per il dittatore Bashir (al centro) tra i suoi
sostenitori a Khartoum IL CAIRODecisa levata di scudi ieri da parte di alcuni
paesi non occidentali, non solo Cina, anche Russia, Iran, Siria, contro il mandato di cattura della
Corte penale internazionale (Cpi), notificato al presidente sudanese
Omar el Bashir per crimini contro l'umanità e crimini di guerra che avrebbe
commesso in Darfur nei sei anni di guerra civile. Mosca ha condiviso
l'iniziativa presa mercoledì dagli Stati aderenti all'Organizzazione per la
Conferenza Islamica (Oci), dei 22 della Lega Araba e di quelli dell'Unione
Africana (Ua) di inviare una missione a New York per bloccare per un anno
l'esecuzione del mandato. Mega manifestazione a Khartoum «Il neocolonialismo ha
usato come suoi strumenti le organizzazioni internazionali attive in Sudan per
preparare le sue accuse» - ha denunciato lo stesso Bashir in una mega
manifestazione realizzata ieri nella centrale piazza dei Martiri di Khartoum -
con l'obiettivo di impossessarsi delle risorse naturali di petrolio e gas del
più grande paese africano. «Per questo abbiamo espulso dieci organizzazioni»,
ha aggiunto, mentre ieri sera la «lista nera» è aumentata di altre tre ong. Il
mandato di arresto è «ingiusto», è «una violazione dell'autorità che ha negato
l'immunità dei capi di stato ed una ignobile innovazione inaccettabile per la
comunità internazionale», ha dichiarato il portavoce del ministero degli esteri
iraniano, Hassan Ghasghavi, mentre la Siria si dice «molto preoccupata e
contrariata». «È un precedente pericoloso - afferma il ministero degli esteri
di Damasco - che ignora l'immunità concessa ai capi di stato e garantita
dall'accordo di Vienna del 1961, con possibili conseguenze negative sulla
stabilità del Sudan e sul processo politico per il Darfur». «Tutto ciò non è
coraggioso nè mi pare rappresenti un vero impegno per far riguadagnare alla
giustizia la sua credibilità - valuta il presidente dell'Assemblea generale
dell'Onu, Miguel d'Escoto Brockmann - a questo scopo sarebbe importante
incriminare persone di nazioni molto potenti, e non i pesci più piccoli». A
Beirut il movimento sciita Hezbollah ha condannato il provvedimento della Cpi
(«è la prova di un atteggiamento ipocrita e dalla parzialità della comunità
internazionale») mentre al Cairo il portavoce del ministero degli esteri
egiziano, Hossam Zaki, non ha escluso che partiti interni o forze d'opposizione
possano approfittarne per destabilizzare il paese. Sull'invio della missione
franco-araba all'Onu per sospendere il mandato di arresto, arabi e africani,
rileva, sono determinati, ma niente garantisce il successo della missione. «La
crisi del Darfur si sarebbe risolta subito - ha sostenuto Bashir durante la
manifestazione nella capitale - ogni governo ha il diritto di intervenire per
disarmare ribelli che creano disordini, ma c'è stata l'interferenza dei
neocolonialisti e la crisi è ancora lì». «I veri criminali - ha gridato Bashir,
alla folla che scandiva Allah U Akhbar (Dio è grande) - sono quelli che hanno
commesso crimini nella Striscia di Gaza con armi proibite ed hanno ucciso donne
e bambini sotto gli occhi del mondo. I veri criminali non siamo noi, ma i
leader di Usa ed Europa». Analisti politici -
sottolinea il Middle East Times sul suo sito online - pensano non siano molte
le possibilità di un vero processo ad un presidente in carica: «molti governi
del mondo vogliono di certo evitare un precedente che potrebbe in seguito coinvolgere
anche loro». Tredici Ong espulse Come detto, sono tredici le Organizzazioni non
governative espulse dal Paese. Si tratta di Msf (Medecins sans frontieres)
Francia (anche con le derivazioni Olanda e Spagna) - Action contre la faim
(francese) - Solidarieteè (francese) - Care (americana) - Oxfam (britannica) -
Mercy corp (americana) - Padco (americana) - Irc (International Rescue
Committee, Usa) - Save the Children Uk - Save the
Children Usa - Cht (canadese) - Nrc (Norwegian Refugee
Council) - Drc (Danish Refugee Council). Il segretario dell'Onu, Moon ha
chiesto ieri sera che siano rapidamente riammesse nel Paese africano per
evitare «danni irreparabili alle operazioni umanitarie» in Sudan.
( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 - Economia
trascina l´Europa nell´incubo La giornata Il giovedì nero dei numeri Quest´anno
la crescita dei prezzi sarà dello 0,1% Ai limiti della deflazione Le stime da
brivido si estendono al 2010: per la Bce possibile un altro -0,7% di Pil
MAURIZIO RICCI Giovedì 5 marzo 2009 sarà, forse, ricordato come il giorno in
cui l´Europa ha ufficialmente realizzato di essere scivolata nella più grave
crisi del dopoguerra e ha capito che la luce in fondo al tunnel è molto
lontana. Una raffica di numeri - di statistiche e di proiezioni - ha fornito la
sensazione del gelo che sta scendendo sul continente. Nel giro di poche ore,
abbiamo avuto la conferma statistica che l´Europa è in recessione, anche
secondo la definizione dei manuali d´economia. Che la sua economia più
importante, quella tedesca, sta implodendo. Che la recessione, quest´anno,
rischia di aggravarsi in depressione, forse anche al di là del 2010. Che
l´economia oscilla sull´orlo della deflazione, ovvero una caduta prolungata dei
prezzi, dagli effetti devastanti: qualcosa che non abbiamo mai visto dagli anni
´30. E che salvagenti in giro non ce ne sono. Negli Usa la situazione è analoga, in Giappone
anche peggio (ieri il premier Taro Aso ha esplicitamente riconosciuto che Tokio
«non vede il fondo della recessione in atto»). Le speranze di rilancio
dell´economia globale, concentrate sulla Cina, sono forse solo un´illusione ottica. Ha cominciato in
mattinata Eurostat, l´ufficio statistico della Ue, certificando la recessione.
Il Pil, il prodotto interno lordo, ovvero la ricchezza generata dalle economie
dell´area euro, è crollato nel quarto trimestre del 2008, dell´1,5% rispetto al
trimestre precedente. Già questa estate, si era ridotto dello 0,2%, in
confronto alla primavera. Due trimestri successivi di contrazione del Pil sono
la definizione più comune di recessione. E´ una situazione generalizzata: negli
Usa, sempre negli ultimi mesi del 2008, il Pil si è
contratto dell´1,6%, in Giappone ancora di più, meno 3,3%. Ma è la velocità con
cui l´economia europea si è ripiegata su se stessa l´elemento che spaventa di
più. Nel corso del 2008, l´economia europea ha più o meno galleggiato, salvo
inabissarsi di colpo, in autunno, con una caduta brusca, secca e repentina.
Solo iniziata, peraltro: ieri si è saputo anche che gli ordinativi
all´industria tedesca, il grande motore dell´economia europea, sono
precipitati, in un anno, del 42%. Solo fra dicembre e gennaio, il calo è del
4-5%. E´ su questo sfondo che, nel pomeriggio, sono arrivate le previsioni da
brivido della Banca centrale europea. Ancora a dicembre, la Bce prevedeva che,
nel 2009, le economie dell´area euro sarebbero rimaste ferme o avrebbero, al
massimo, visto il Pil ridursi dell´1%. Non più. Ieri, la Bce ha annunciato una
ritirata senza precedenti: il prodotto europeo potrebbe crollare, quest´anno,
anche del 3,2%. E del 2,2% nella proiezione più ottimistica. Gli europei
stringeranno la cinghia, fuor di metafora: i consumi si ridurranno fra lo 0,2 e
l´1,2%. L´economia si fermerà: gli investimenti si ridurranno fra il 5,8 e
l´8,6%, le esportazioni crolleranno del 7, se va bene, del 10%, se va male. E´
il quadro di una crisi gravissima, quale l´Europa non conosce da decenni. E
potrebbe, soprattutto, non essere il fondo. Le previsioni, avanzate ancora
qualche settimana fa, di una recessione che conclude il suo ciclo nel 2009, con
un rimbalzo nel 2010 sono superate. Ieri, la Bce ha stimato che, nel 2010, la
depressione potrebbe invece anche aggravarsi, con un nuovo calo del Pil europeo
dello 0,7%. Nell´ipotesi migliore, la ripresa sarebbe assai pallida, con un
incremento solo dello 0,7%. E´ l´ipotesi di una crisi con un percorso a L: una
caduta verticale e una lunga depressione, dai confini incerti. L´elemento più
inquietante, tuttavia, è in un altro dato, dietro cui si intravede il rischio
di una vera e propria spirale recessiva. E´ il dato sull´inflazione. A dicembre,
la Bce prevedeva per il 2009, un´inflazione fra l´1,1 e l´1,7%. Un netto
rallentamento, rispetto al 3,3% del 2008 e un elemento, al fondo, positivo.
Perché la disinflazione, cioè il rallentamento dei prezzi, aumenta il potere
d´acquisto dei consumatori. Ma, adesso, la Bce prevede un´inflazione 2009 allo
0,7% come ipotesi massima. E l´inflazione, quest´anno, nell´ipotesi minima,
potrebbe anche fermarsi allo 0,1%. E´ un dato da interpretare con cautela,
perché fortemente influenzato dal crollo del petrolio rispetto ai record della
prima metà del 2008. Ma comunque pericoloso, perché significa che balliamo
sull´orlo della deflazione: perché l´aspettativa di un calo dei prezzi congela
la domanda, con effetti devastanti sui bilanci delle aziende, nuovi cali dei
prezzi, ulteriore paralisi della domanda. E´ la spirale della deflazione,
contro la quale gli strumenti della politica economica e monetaria sono spesso
impotenti. Questo giovedì annuncia un futuro buio. L´Europa non può aspettarsi
un aiuto dall´esterno. Dagli Usa, ieri, sono arrivate
le anticipazioni di un nuovo brusco aumento dei disoccupati: quasi 700 mila nel
mese di febbraio. Resta la Cina, dove il premier Wen
Jiabao pronostica, anche per il 2009, uno sviluppo all´8%, un numero
politicamente magico perché è il minimo per assicurare che la disoccupazione
non aumenti. E gli analisti faticano a trovare le prove di uno sforzo
aggiuntivo di stimolo dell´economia cinese che giustifichi la previsione.
( da "Mattino di Padova, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«ALBERI» DOMANI A
ESTE Ultima rappresentazione della 24ª stagione del Teatro dei Filodrammatici
di Este, domani ... Ultima rappresentazione della 24ª stagione del Teatro dei
Filodrammatici di Este, domani sera alle 21.15 con la proposta di
"Alberi" di Roberto Cuppone e Armando Carrara (nella foto a fianco):
uno spettacolo tratto da testi di Mauro Corona. Sul palco la storica compagnia
La Piccionaia-I Carrara di Vicenza per la regia di Roberto Cuppone. Per lo
scalatore e scrittore Mauro Corona, uomini e alberi hanno da sempre molte cose
in comune: la forza delle radici, la fierezza dei segni deltempo, la bellezza e
l' utilità. Lo spettacolo guida all'ascolto delle
"voci delbosco", che a noi, distratti uomini della globalizzazione,
chiedono di essere ascoltate. Per dare vita e voce alla foresta di
"Alberi" dell'attore Armando Carrara, sono in scena due musicisti che
hanno scelto di suonare strumenti in legno della tradizione australiana e
africana. Ingresso unico: euro 10. Prevendita alla Pro Loco in piazza
Maggiore, 9 (per contatti chiamare lo 04293635) oggi e domani dalle 10 alle 12
oppure direttamente al botteghino del Teatro: apertura un'ora prima dello
spettacolo. (Beatrice Andreose)
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina
14 - Pordenone La Protezione civile di Morsano raddoppierà gli spazi operativi
MORSANO. Il Comune chiede alla Regione un contributo per dare una sede
definitiva e più funzionale alla Protezione civile, chiamata sempre più spesso
ad affrontare situazioni straordinarie. In sostanza, il progetto prevede un raddoppio dell'edificio
già esistente in via Dietro chiesa, adibito ora a magazzino. Quest'ultimo (
( da "Nuova Venezia, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 5 - Attualità
La Bce taglia i tassi ma le Borse affondano Piazza Affari cede il 5,85%:
colpiti bancari e assicurativi. Unicredit a picco Il costo del denaro dal 2
all'1,5% Ma la buona notizia non basta: è sfiducia. E si teme la deflazione
GIGI FURINI MILANO. Tante brutte notizie e solo un piccolo spiraglio di luce.
Troppo poco per sollevare i mercati azionari, ormai in preda al panic selling,
cioè le vendite da panico. Le Borse hanno vissuto un'altra giornata da incubo
mentre a Francoforte la Bce (Banca centrale europea) decideva di tagliare il
tasso di sconto, dal 2 all'1,5%. Si tratta del tasso al quale la Bce finanzia
le altre banche, ma ormai il sistema sembra saltato, la sfiducia è totale. Per
questo le imprese chiedono pochi denari (non è certo questo il momento di espandersi),
le banche offrono crediti con il contagocce e l'economia soffre, con
conseguenze pesanti per l'occupazione. Un tempo, alla notizia di un taglio dei
tassi le Borse avevano un sussulto perchè le imprese potevano avere i soldi a
condizioni più vantaggiose. Ieri, per la verità, la notizia era ampiamente
scontata e gli operatori hanno ascoltato, da Francoforte, le altre parole di
Jean Claude Trichet. Hanno sentito il presidente della Bce dire che «l'attività
economica è in forte rallentamento» sia a livello globale che nell'area euro.
Quindi le previsioni per questo 2009, con il Pil nell'Eurozona che sarà
negativo fra il 2,2% e il 3,2%. Invece, per il 2010 si prevede un andamento fra
il -0,7% e il +0,7%. Ma il 2010 è lontano e, comunque, le previsioni vengono
ritoccate al ribasso ogni due settimane. Trichet ha anche annunciato «misure
non standard» per combattere la crisi e ha voluto aggiungere che i tassi
all'1,5% «non sono la soglia minima». Come dire che potrebbero essere tagliati,
anche se «i tassi allo 0% comportano degli inconvenienti» (sono a zero negli Usa ma non sembrano essere il toccasana per l'economia).
Un'altra brutta notizie arriva dall'inflazione, che è molto bassa «ma potrebbe
raggiungere livelli negativi a metà anno per poi risalire». Come dire che
l'Europa potrebbe scivolare verso la deflazione? «Per un periodo esiguo», dice
Trichet. E questo spaventa. Perchè la deflazione deriva da un calo della
domanda. Ma a furia di frenare si potrebbe creare un spirale negativa, con le
imprese costrette a vendere a prezzi sempre più bassi (con ripercussioni sui
ricavi) pur di piazzare la merce. La mossa della Bce è stata seguita, ieri,
dalla Banca d'Inghilterra che ha portato i tassi allo 0,50%, il livello più
basso degli ultimi 300 anni. Le notizie sulla crisi, insieme al fatto che il
titolo Citigroup è sceso sotto il valore di 1 dollaro per la prima volta nella
sua storia (la capitalizzazione della banca è passata in due anni da
( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sudan in piazza: fermiamoil neocolonialismo Usa e Ue il caso darfur Cina, Russia, Iran appoggiano il presidente Bashir: ingiusto
processarlo IL CAIRO. Decisa levata di scudi ieri da parte di alcuni Paesi non
occidentali, non solo Cina,
ma anche Russia, Iran e Siria, contro il mandato di cattura della Corte penale
internazionale (Cpi), notificato al presidente sudanese Omar al Bashir per
crimini contro l'umanità e crimini di guerra che avrebbe commesso in
Darfur nei sei anni di guerra civile. Mosca ha condiviso l'iniziativa presa
mercoledì dagli Stati aderenti all'Organizzazione per la Conferenza Islamica
(Oci), dai 22 della Lega Araba e da quelli dell'Unione Africana (Ua) di inviare
una missione a New York per bloccare per un anno l'esecuzione del mandato. «Il
neocolonialismo ha usato come suoi strumenti le organizzazioni internazionali
attive in Sudan per preparare le sue accuse» ha denunciato lo stesso Bashir in
una mega manifestazione tenutasi ieri nella centrale piazza dei Martiri di Khartoum
- con l'obiettivo di impossessarsi delle risorse naturali di petrolio e gas del
più grande Paese africano. «Per questo abbiamo espulso dieci organizzazioni»,
ha aggiunto, mentre ieri sera la lista nera è aumentata di altre tre ong. «A
Ocampo (procuratore del Tpi, ndr) e agli ebrei diciamo: siamo stati addestrati
ad affrontare gente come voi». Agitando il suo bastone, Bashir ha rinfacciato
agli Stati Uniti ciò che hanno fatto «ai nativi americani, a Hiroshima e in
Vietnam». «Per vent'anni abbiamo subito la pressione dei neo-colonialisti e i
loro strumenti come la Corte internazionale, il Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite e il Fondo monetario» ha aggiunto. Il mandato di arresto
è«ingiusto», è«una violazione dell'autorità che ha negato l'immunità dei Capi
di Stato e una ignobile innovazione inaccettabile per la comunità
internazionale», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri
iraniano, Hassan Ghasghavi, mentre la Siria si dice «molto preoccupata e
contrariata». «È un precedente pericoloso - afferma un comunicato del ministero
degli Esteri di Damasco - che ignora l'immunità concessa ai Capi di Stato e
garantita dall'accordo di Vienna del 1961, con possibili conseguenze negative
sulla stabilità del Sudan e sul processo politico per il Darfur». «Tutto ciò
non è né coraggioso ne mi pare rappresenti un vero impegno per far riguadagnare
alla giustizia la sua credibilità - valuta il presidente dell'Assemblea
generale dell'Onu, Miguel d'Escoto Brockmann - a questo scopo sarebbe
importante incriminare persone di nazioni molto potenti, e non i pesci più
piccoli». A Beirut il movimento sciita Hezbollah ha condannato il provvedimento
della Cpi («È la prova di un atteggiamento ipocrita e dalla parzialità della
comunità internazionale») mentre al Cairo il portavoce del ministero degli
Esteri egiziano, Hossam Zaki, non ha escluso che partiti interni o forze
d'opposizione possano approfittarne per destabilizzare il paese. Sull'invio
della missione franco-araba all'Onu per sospendere il mandato di arresto, arabi
e africani, rileva, sono determinati, ma niente garantisce il successo della
missione. «La crisi del Darfur si sarebbe risolta subito - ha sostenuto Bashir
durante la manifestazione nella capitale - ogni governo ha il diritto di
intervenire per disarmare ribelli che creano disordini, ma c'è stata
l'interferenza dei neocolonialisti e la crisi è ancora lì». «I veri criminali -
ha gridato Bashir, alla folla che scandiva "Allah U Akhbar" (Dio è
grande) - sono quelli che hanno commesso crimini nella Striscia di Gaza con
armi proibite e hanno ucciso donne e bambini sotto gli occhi del mondo intero.
I veri criminali non siamo noi, ma i leader degli Stati Uniti e dell'Europa».
Analisti politici - sottolinea il Middle East Times sul suo sito online - pensano
non siano molte le possibilità di un vero processo ad un presidente in carica:
«Molti governi del mondo vogliono di certo evitare un precedente che potrebbe
in seguito coinvolgere anche loro». Tra i "difensori" di Bashir, la Cina è quella con il maggiore peso politico ed è probabile
che lo metta in campo per cercare di bloccare il processo. Pechino è la
principale acquirente del petrolio sudanese e la principale fornitrice di armi
al governo di Khartoum. Ieri il portavoce del ministero degli esteri Qin Gang
ha sostenuto che iniziative come quella del Tribunale «non aiutano» a risolvere
il problema di Darfur. Pechino, ha detto Qin Gang, ritiene che «...la volontà
del popolo sudanese e della comunità internazionale è quella di arrivare alla
pace e allo sviluppo di Darfut nel più breve tempo possibile...». «La Cina - ha proseguito - è un membro permanente e responsabile
del Consiglio di sicurezza dell' Onu...» e «...non vuole vedere gli sforzi che
ha fatto e i risultati positivi che ha ottenuto a Darfur finire nel nulla».
06/03/2009
( da "Stampa, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
La Cina scommette ancora sul Pil in crescita dell'8% Ma è solo
una pia illusione Ford chiede aiuto al sindacato per battere la crisi dell'auto
Ford ha messo alle strette le concorrenti di Detroit. Chrysler e General Motors
sono già debitrici nei confronti del governo americano per circa 18 miliardi di
dollari, e il mese scorso hanno chiesto nuove risorse. In cambio, sarebbero
tenute a firmare accordi per ridurre i loro impegni nei confronti dei
sindacati, dei concessionari e dei finanziatori. Ma Ford, che non ha chiesto
aiuti a Washington, potrebbe batterle sul tempo. La seconda casa
automobilistica di Motown ha già raggiunto un accordo con il sindacato Uaw
(United Auto Workers) che le consentirebbe di finanziare metà del gigantesco
fondo di assistenza sanitaria dei dipendenti in forma di azioni. Mercoledì
l'azienda ha presentato un'offerta di scambio che, se dovesse andare in porto,
le permetterebbe di ridurre il suo indebitamento di 10,4 miliardi - circa il
40% - e di scambiare 4,9 miliardi di obbligazioni convertibili con 530 milioni
di nuove azioni ordinarie più 390 milioni in contanti. Questo scambio è
indicativo di quanto terribile sia la situazione anche per la meno sgangherata
delle tre aziende di Motor City: i detentori dei titoli non garantiti
riceveranno appena 14,6 centesimi ogni dollaro, mentre i possessori del debito
bancario garantito non più di
( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 21 - Esteri La Cina: "No all´arresto di Bashir" Anche Russia e Iran contro
la decisione dell´Aja sul leader di Khartum "Ringrazio il procuratore del
Tpi: mi ha fatto capire quanto il popolo ancora mi ami" DANIELE
MASTROGIACOMO Mezza Africa in rivolta, la Lega araba e l´Unione africana che
mostrano tutte le loro preoccupazioni. E poi l´Iran, la Siria, il
Sudafrica, la Russia, la Cina. Fino all´inattesa
solidarietà del presidente dell´Assemblea delle Nazioni unite, il nicaraguense
Miguel D´Escoto Brockmann: «Il provvedimento è un´assurdità dettata da
motivazioni politiche». Mai come in queste ore il presidente del Sudan, Omar
al-Bashir, è riuscito a provocare tante reazioni dello stesso segno. Il mandato
di cattura spiccato dalla Corte del Tribunale penale internazionale nei suoi
confronti ha avuto l´effetto di una bomba. Pechino, che dal Sudan esporta quasi
il 70 per cento del suo fabbisogno petrolifero, ieri mattina ha reagito per
prima. Forte del suo seggio permanente al Consiglio di Sicurezza, e quindi con
diritto di veto, ha chiesto che il provvedimento restrittivo sia congelato per
un anno. Il Tpi non dispone di una polizia. Si limita a emettere una misura
che, naturalmente, ha una sua efficacia sul piano internazionale. Sollecita
tutti gli Stati che aderiscono al tribunale a renderla operativa. Il Sudan,
come la Cina e la Russia non hanno mai sottoscritto il
trattato che lo ha istituito. Ma fanno parte dell´Onu e alcuni siedono in
permanenza nel Consiglio di Sicurezza. Quel Consiglio che nel 2005, con la
risoluzione
( da "Repubblica, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 4 - Economia
Le banche affondano a Piazza Affari Unicredit -11%, Intesa -9%. Wall Street,
tonfo per i guai dell´auto:-4% I mercati Pesa il no del premier cinese al
rafforzamento del piano anti crisi di Pechino SARA BENNEWITZ MILANO - Ennesimo
crollo per Piazza Affari. La sensazione degli investitori è che non esista una
cura capace di arrestare l´emorragia di perdite causata da questa crisi
finanziaria, e che oramai fa vacillare i mercati da due anni. E così ieri tutti
i principali listini d´Europa, partendo da Londra (meno 3,1%) passando per
Parigi (meno 3,9%) e finendo a Francoforte (meno 5%), sono precipitati su
livelli che non vedevano più da oltre un decennio. Milano, tra tutte, ha
accusato il colpo peggiore, con il Mibtel (meno 5,39% a 11.172 punti) che è
tornato ai livelli del gennaio ´97 e l´S&p/Mib (meno 5,85% a 13.523 punti)
ai minimi storici. Il fatto è che circa la metà del valore di Piazza Affari è
rappresentata da titoli finanziari, per cui se banche e le assicurazioni sono
colpite dalle vendite, Milano perde più delle rivali europee. Il nuovo
abbassamento del costo del denaro annunciato ieri dalla Bce e dalla Banca
d´Inghilterra, è inoltre un fattore positivo per i consumi, ma che a breve non
faciliterà il lavoro delle banche. Più i tassi sono bassi, più è difficile per
gli istituti di credito ricavare un profitto dai prestiti alla clientela. E
anche, ieri nonostante le ripetute rassicurazioni fornite dagli amministratori
delegati dei due principali gruppi italiani, Alessandro Profumo e Corrado
Passera, Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno perso rispettivamente l´11,6 e il
9,7%. Poco prima dello scoppio della crisi legata ai mutui americani, Unicredit
e Intesa Sanpaolo insieme valevano 200 miliardi, ieri circa 32 e comunque oltre
un decimo rispetto all´intera capitalizzazione dell´S&p/Mib (che è scesa a
238 miliardi). Del resto da quando lo scorso settembre l´americana Lehman
Brothers è andata in bancarotta, i mercati azionari mondiali e soprattutto i
titoli finanziari, hanno bruciato 2.700 miliardi di valore. Il panico che da
giorni dilaga sui mercati, fa inoltre scattare le vendite sia su le aziende in
crisi, sia su quelle sane. Ieri ad esempio, i brutti risultati del colosso
delle assicurazioni inglesi Aviva - che ha chiuso il
( da "Stampa, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
VENERDI' 6 Tumore
della mammella CENTRO CONGRESSI MOLINETTE INCONTRA, CORSO BRAMANTE 88/90, ORE
9-18 Convegno dal titolo "Il tumore della mammella: le donne
protagoniste", responsabile dell'evento l'Oncologia Medica I dell'ospedale
Molinette di Torino. Il convegno coinvolgerà donne medico esperte nella cura e
nella riabilitazione fisica e psicologica delle pazienti con carcinoma della
mammella e cinque associazioni Andos, Gados, RaVi, Salute Donna, Vita, legate
alla lotta al cancro al seno. Info 335/1222559. Computer BIBLIOTECA CIVICA
PRIMO LEVI, VIA LEONCAVALLO 17, ORE 10-12,30 Primi passi per avvicinarsi al
computer. Richiesta prenotazione. Info 011/4431262. Donne VILLA PRIMULE, VIA
DELLE PRIMULE 7, ORE 15 "Donne... e nuova società", confronto sul
tema, con la partecipazione di Aurora Tesio, Paola Bragantini e Antonio
Ciavarra. Alle 16, concerto con una selezione di operette presentato dalla
Compagnia Amatoriale Operetta. Regio dietro le quinte TEATRO REGIO, PIAZZA
CASTELLO 215, ORE 15,30 "Il Regio dietro le quinte - itinerari segreti di
un grande teatro d'Opera", visita guidata al teatro. Ingresso 5 euro. Info
011/8815557. Soggiorni 2009 SALA POLIVALENTE MARIO OPERTI, CORSO SIRACUSA 213,
ORE 16-23 Presentazione ufficiale dei soggiorni 2009 della Circoscrizione2, con
stand regionali, degustazioni di prodotti tipici e intrattenimento musicale.
Divina Commedia PUNTO PRESTITO GABRIELE D'ANNUNZIO, VIA SACCARELLI 18, ORE 16
Leggere la Divina Commedia, a cura di Michele D'Amico: Purgatorio, canti XIV e
XV. Info 011/4439350. Diritti e rovesci COMITATO MIRAFIORI BORGATA, STRADA
CASTELLO DI MIRAFIORI 57, ORE 16 Incontro sui diritti umani "Diritti e
rovesci". Info 011/4429863. Dentro e fuori la scienza SALA LAUREE DELLA
FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA, VIA SANT'OTTAVIO 20, ORE 17,30 Evandro Agazzi
propone una riflessione filosofica su "Ciò che è dentro e ciò che è fuori
dalla scienza". Info www.pareyson.unito.it o 011/882401. Venerdì letterari
IL CIRCOLO DEI LETTORI, VIA BOGINO 9, ORE 18 Vito Mancuso, docente di Teologia
presso il San Raffaele di Milano, parlerà de "L'Anima, il destino,
l'amore". Info www.venerdiletterari.it. Il Capitale LIBRERIA TORRE DI
ABELE, VIA PIETRO MICCA 22, ORE 18 Lettura (quasi) integrale di "Il
Capitale" di Karl Marx, prima puntata a cura di Claudio Canal. Info
011/531264. Fantasmi a Torino PALAZZO BAROLO, VIA DELLE ORFANE 7, ORE 19,50 Un
itinerario alla scoperta di noti fantasmi. Il tour si conclude alle
( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Borse europee a
picco: bruciati 144 miliardi pesanti banche e auto Affonda Milano (-5,85%),
Unicredit giù dell'11,75%. Male gli indici Usa: il Dow
Jones perde oltre quattro punti, il Nasdaq 3,84% 06/03/2009 MILANO. Nuovo,
ennesimo scivolone delle Borse europee, che hanno mandato in fumo altri 144
miliardi di capitalizzazione e continuano a rendere vano ogni minima ripresa e
riportando gli indici mondiali a livelli che si pensava potessero romai
appartenere a un lontano passato. Le vendite hanno tempestato gli indici del
Vecchio Continente, nonostante la chiusura in positivo delle Piazze asiatiche,
in rialzo con le materie prime e il settore automobilistico. A pesare, più di
tutto, la delusione per il fatto che la Cina non varerà un ulteriore pacchetto
di stimolo per rilanciare l'economia e le affermazioni di Goldman Sachs secondo
cui la recessione sta peggiorando a livello globale. Nel clima di generale
sfiducia è affondata Milano (-S&P/Mib -5,85%) zavorrata, come il resto d'Europa,
da banche e assicurazioni: pesanti, in particolare, Unicredit (-11,75%),
Intesa (-9,36%) e Generali (-6,5%). Ma la tempesta non ha risparmiato neanche
Francoforte (-5,02%), Amsterdam (-5,2%) e Madrid (-4,5%). Flessioni sopra i 3
punti percentuali per Parigi (-3,9%) e Londra (-3,18%). Dopo aver tentato nel
primo pomeriggio un timido recupero, il mercato è affondato quindi anche sulla
spinta negativa di Wall Street. Dagli Stati Uniti sono poi arrivate indicazioni
deludenti sul fronte macro con nuove richieste di sussidi di disoccupazione,
calate poco meno delle attese. E non è valso a nulla il taglio di mezzo punto
percentuale dei tassi operato dalla Banca d'Inghilterra né, tanto meno, quello
effettuato dalla Bce. Entrambi attesi e già ampiamente assorbiti dai listini.
In serata a New York le facce erano scure: il Dow Jones ha perso oltre 4 punti
percentuali, mentre il Nasdaq chiude la giornata con un saldo negativo di
3,84%. Tra i titoli in maggior tensione si segnalano, appunto, gli assicurativi
(-11,46%), con Aviva (-33,37%), che ha mantenuto invariato il dividendo
nonostante la perdita netta di 915 milioni di sterline registrata a fine
esercizio 2008, Legal & General (-28,8%), Prudential (-20%) e Ing Group
(-18,28%). In acque agitate i bancari (-6,9%) con Bank of Ireland (-30,5%),
Barclays (-24,1%) e Dexia (-21%). Difficoltà anche per le materie prime
(-6,19%), con Salzgitter (-16,6%), che ha ammesso di poter raggiungere
difficilmente il pareggio di bilancio nel primo semestre, Xstrata (-11,98%) e
Arcelormittal (-8,52%). Il rischio fallimento per la General Motors e i 7.600
posti di lavoro in pericolo alla Opel hanno influenzato pesantemente il settore
automobilistico (-4,69%). Maglia nera è stato il colosso dei pneumatici
Michelin (-9,41%), seguito da Peugeot (-7,78%), Bmw (-7,6%) e Daimler (-7,5%).
Controcorrente, invece, Volkswagen (+0,09%). 06/03/2009
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
GLOBALIZZAZIONE
Merloni vuole chiudere e licenziare a Torino per prendere i soldi dal governo
polacco Il patto di Varsavia delle lavastoviglie Indesit Loris Campetti Primo
atto, prendono i soldi per rilevare un prestigiosissimo marchio in crisi
avvalendosi dei contributi del governo italiano. Secondo atto, una ventina d'anni
più tardi, vanno ad aprire stabilimenti in Polonia e prendono i soldi dal
governo di Varsavia ma a una condizione: devono assumere quasi mille lavoratori
in loco. Terzo atto, arriva la crisi e la preventivata crescita della domanda
di lavastoviglie - un elettrodomestico tutt'altro che decotto - viene a mancare
e allora i nostri capitani coraggiosi annunciano la chiusura di uno stabilimento
italiano «per ragioni di competitività e costi». Stiamo parlando del re degli
elettrodomestici, Vittorio Merloni, sette stabilimenti in Italia più quelli
delocalizzati nell'est Europa. Lo stabilimento che vorrebbe sacrificare per
rispettare quello che Giorgio Airaudo, segretario torinese della Fiom, chiama
«il patto di Varsavia», è quello di None alle porte di Torino. 600 dipendenti
da sacrificare per portare la produzione di lavastoviglie a Radomsko per non
perdere i soldi del governo polacco (si parla di oltre 20 milioni di euro). Se
così stessero davvero le cose, come sembra, sarebbe uno scandalo, addirittura
impensabile perché il responsabile sarebbe un imprenditore finora noto per la
sua «responsabilità sociale», magari un po' paternalista ma di una pasta ben
diversa di quella del fratello Antonio, contoterzista globalizzato anche lui
nel settore degli elettrodomestici. «Vorremmo sapere se le cose stanno davvero
così», ci dice Maurizio Landini, segretario nazionale Fiom, al termine della
manifestazione che si è tenuta ieri davanti alla prefettura di Torino, non
senza un ruvido intervento della polizia contro centinaia di lavoratori.
«Vittorio Merloni rifiuta persino di prendere in considerazione ipotesi
alternative alla chiusura di None, e per fare che cosa? Una pura
delocalizzazione sostenuta dai fondi polacchi». Un bell'esempio di Europa, alla
faccia dei lavoratori, su cui si tenta di scaricare le contraddizioni di una
crisi affrontata con misure protezionistiche stato per stato. «Uno scandalo se
le cose stessero davvero così», ripete Landini annunciando per il 20 marzo uno
sciopero unitario indetto da Fim, Fiom e Uilm che coinvolgerà tutti gli
stabilimenti (naturalmente quelli italiani) della Indesit, con una
manifestazione nazionale a Torino. La Indesit, uno dei due marchi italiano più
prestigiosi nel settore elettrodomestici insieme alla Zanussi, era passato
nelle mani di Merloni a metà degli anni Ottanta, mentre la Zanussi veniva
mangiata dalla multinazionale svedese Electrolux. L'arrivo dell'imprenditore
marchigiano nel Torinese era stato salutato come un passo essenziale per
costruire un'alterniva all'automobile (la Fiat stava attraversando una delle
sue crisi cicliche). Merloni fece suo il marchio, più forte della stessa
Ariston che già deteneva, e le cose non sono andate male, fino all'annuncio
improvviso della chiusura di None. Airaudo, come i 600 lavoratori Indesit, non
si arrende: «Non moriremo per il patto di Varsavia».
( da "Manifesto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
TerraTerra Quanto è
«verde» il lavoro Marina Forti La parola d'ordine è creare «green jobs», o
«posti di lavoro verdi». Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama lo va
dicendo fin da prima di entrare nella Casa Bianca: per portare l'America fuori
dalla crisi vuole investire in energie rinnovabili e creare milioni di posti di
lavoro «verdi», ad esempio in attività come migliorare l'efficienza energetica
di tutti gli edifici pubblici della nazione o modernizzare le linee di
trasmissione dell'elettricità. Giorni fa il vicepresidente Joe Biden ha
presieduto un meeting della «task force for middle class families» dicendo che
investire in green jobs servirà a offrire nuove opportunità alla classe media
(termine che negli Usa indica i lavoratori). Né Obama
è solo: il governo britannico ha promesso migliaia di green jobs e l'altro
giorno il governo tedesco ha parlato di triplicare i posti di lavoro nella
protezione ambientale, incluse le energie alternative, nel prossimo decennio:
«Investire in protezione dal cambiamento del clima ci aiuterà a uscire dalla
crisi», ha dichiarato un viceministro dell'ambiente. I governi di tutte le
grandi economie mondiali stanno mettendo centinaia di miliardi di denaro
pubblico in programmi di «stimolo»: sarà l'occasione per investire in energie
alternative, efficienza energetica, tecnologie pulite? Una prima indagine fatta
dal Financial Times (4 marzo) dice di no. Il quotidiano finanziario britannico
cita stime dell'Unep, il programma Onu per l'ambiente, secondo cui solo la
Corea del sud sta spendendo abbastanza del suo piano di salvataggio in
investimenti «verdi», cioè che serviranno a diminuire le emissioni di gas di
serra (e diminuire i costi futuri del cambiamento del clima). Il Giappone ha
messo solo il 2,6% della sua spesa in investimenti verdi (soprattutto
efficienza energetica) su un pacchetto di «stimolo» di 486 miliardi di dollari.
La Cina
spenderà in investimenti ambientali il 38% del suo «stimolo» di 586 miliardi di
dollari, su cui però i dettagli sono ancora provvisori. In Europa, Francia e
Germania sono all'avanguardia: il 20% dei 34 miliardi del pacchetto di
salvataggio francese, e il 13% di quello tedesco, sono destinati a settori ad
alta efficienza energetica. In Gran Bretagna solo il 7%, in Italia
appena l'1%. E negli Stati uniti? Su un pacchetto di 789 miliardi di dollari,
il presidente Obama ha promesso di spendere 27 miliardi in strade e altre
opere, 16 miliardi in misure per l'efficienza energetica (negli edifici pubbici
e nelle case private), 9 miliardi nel sistema di trasporti pubblici; le energie
rinnovabili riceveranno circa 6 miliardi (Obama vuole raddoppiare la quantità
di energia così creata in tre anni), le case automobilistiche riceveranno circa
2 miliardi per progetti di efficienza energetica. Certo, sono molti più soldi
di quanto siano mai stati investiti in efficienza energetica e fonti
alternative: ma alla fine rischiano di essere sopravanzati di gran lunga dalla
quantità di combustibili fossili bruciati (quindi di anidride carbonica emessa)
dai vecchi veicoli, fabbriche etc, conclude il quotidiano economico londinese.
Eppure, illustri economisti mettono in guardia: è importante che gli
investimenti fatti ora «non ci blocchino per altri decenni in una insostenibile
economia ad alta intensità di carbonio», sostiene lord Nicholas Stern, ex
economista capo della Banca Mondiale noto per uno studio sui costi del
cambiamento del clima: «Una crescita a bassa intensità di carbonio è la sola
crescita che avrà successo nel futuro», dice Stern al Financial Times.
( da "Milano Finanza (MF)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Mercati
Globali data: 06/03/2009 - pag: 11 autore: di Stefania Peveraro il centro
fitness all'interno della società di mountain view avrà macchine italiane Technogym
incanta anche Google Cresce il fatturato del gruppo in Russia e negli Usa. Il patron Alessandri: ci sarà crisi ma le palestre sono
piene. Decolla la business unit per il leasing. Due tapis-roulant a
Montecitorio Un 2008 superstar alla faccia dei primi venti di crisi. Lo ha
portato a casa Technogym, il leader mondiale delle macchine per la preparazione
atletica, che ha aumentato del 43% il fatturato negli Usa, del 50% in Cina, del 50% in Medio-oriente e ha
addirittura raddoppiato in Russia.E se oggi il mercato del leasing è
praticamente chiuso per colpa del credit crunch, Nerio Alessandri non si
preoccupa. Perché già alla fine dell'anno scorso si è ingegnato su come
finanziare i suoi clienti nell'acquisto delle sue macchine. «Non appena
ci siamo resi conto di che cosa stava accadendo sul mercato del credito,
abbiamo pensato a come venire incontro ai nostri clienti, palestre, hotel,
centri benessere, che da sempre acquistano le nostre attrezzature in leasing»,
spiega a MF Alessandri. «La soluzione è stata la creazione di una business unit
ad hoc, la Technogym Financial Services, e il perfezionamento di una serie di
accordi con primari istituti in modo da vendere ai nostri clienti non solo le
macchine, ma il pacchetto completo di finanziamento, che comprende anche il
servizio post vendita e il rinnovo periodico dell'intero parco macchine». I
partner di Technogym in questa iniziativa sono Locat e Mps per l'Italia, Hvb
Leasing per la Germania e l'olandese Delagelande per Olanda, Regno Unito,
Francia e Spagna.Alessandri è dunque fiducioso sul futuro, sebbene, vista la
recessione, non si voglia sbilanciare sul raggiungimento degli obiettivi di
bilancio per il 2009, che, come già anticipato da MF lo scorso 3 marzo, secondo
il piano economico finanziario 2008-2014 prevedono nella peggiore delle ipotesi
un fatturato a 420 milioni di euro dai circa 400 milioni del preconsuntivo del
2008 e un ebitda a 65 milioni dai 55 dell'anno scorso. Il tutto in presenza di
una posizione finanziaria netta che dai circa 150 milioni del 2008 dovrebbe
scendere, nello scenario più conservativo, a 129 milioni nel
( da "Eco di Bergamo, L'" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ma per la giustizia
è un boomerang --> Venerdì 06 Marzo 2009 SOCIETA, pagina 11 e-mail print Può
una giustizia politica esercitare la giustizia senza preoccuparsi della
politica? Stanno tutte in questa domanda le polemiche nate dopo che la Corte
penale internazionale dell'Aja ha emesso un mandato d'arresto nei confronti di
Omar Hasan Ahmad al Bashir, 64 anni, presidente del Sudan e massacratore (almeno
300 mila i morti e quasi tre milioni i profughi) dei sudanesi in Darfur. Per
fare chiarezza subito: Bashir merita questo e altro ed è uno scandalo, peraltro
più volte denunciato, che la comunità internazionale non abbia voluto o potuto
fare nulla per fermarlo. Tutto questo, però, non elimina il problema. Anzi, i
problemi, che proveremo qui ad elencare. I più evidenti sono di ordine pratico.
Per esempio: dopo l'annuncio del mandato di cattura, Bashir ha espulso dal
Sudan una serie di Ong che facevano un lavoro prezioso a favore dei profughi.
La decisione viene presa all'Aja ma l'onere ricade sulla gente del Darfur. È
giusto? È utile? Questo perché (secondo problema pratico) un conto è processare
Slobodan Milosevic, dittatore ormai finito nella polvere, e un altro è
prendersela con un tiranno che ancora gestisce il potere. Silvana Arbia, il
magistrato italiano che da nove anni siede nel Tribunale penale internazionale,
ha detto che «il presidente del Sudan può e deve essere arrestato dalle polizie
di tutti i Paesi che aderiscono al Tribunale». Ottimo proposito, se non fosse
che la Lega Araba (22 Stati membri), la Cina e la
Russia si sono già dette contrarie mentre le polizie di Barbados, San Marino e
Bolivia, per dire solo alcuni dei Paesi «aderenti», sembrano poco attrezzate
alla bisogna. E poi ci sono i problemi di ordine politico, ancor più
imbarazzanti. Sempre la Arbia: «I governi che si sottraggono all'esecuzione del
mandato d'arresto rischiano di finire nel mirino del Consiglio di sicurezza
dell'Onu». Sì, ma solo sulla carta. Nella realtà il Consiglio di sicurezza è
composto da cinque membri permanenti (Usa, Cina,
Russia, Gran Bretagna e Francia), tre dei quali (Usa, Russia e Cina) hanno rifiutato di aderire al Trattato costitutivo del
Tribunale penale internazionale. Bizzarra situazione che oggi provoca quanto
segue: la Cina e la Russia
criticano le decisioni del Tribunale a proposito di Bashir, mentre gli Usa lo elogiano pur avendone a suo tempo
osteggiato la costituzione, al punto da sospendere gli aiuti militari a
35 Paesi che non volevano firmare un patto che li impegnava a proteggere i
soldati Usa da qualunque eventuale decisione dello
stesso Tribunale. E sarebbero questi i Paesi che dovrebbero prendere
provvedimenti contro i Governi che non si danno da fare per arrestare Bashir?
Al fondo, gratta gratta, si trova sempre la solita questione: la mia strage è
giustificata, la tua no. E quando ci si addentra in simili considerazioni, si
fa subito più politica che giustizia. Il dramma del Darfur fa il paio per
crudeltà e ampiezza solo con le stragi del Ruanda. Ma delle bombe russe su
Grozny, di quelle georgiane sull'Ossetia, di quelle americane su Fallujah e di
quelle israeliane su Gaza non vogliamo dir nulla? E se discriminiamo come fanno
alcuni senza alcun pudore, se per esempio condanniamo Grozny e salviamo Gaza,
non facciamo una scelta concreta di politica che con la giustizia ideale ha
poco a che fare? Vedere Bashir in manette sarebbe un bellissimo spettacolo. Ma
il timore è che con questa decisione il Tribunale penale internazionale rischi
piuttosto di compromettere una credibilità faticosamente conquistata. Se Bashir
resterà al suo posto, se per il Darfur non si farà nulla, se le Ong non
potranno più lavorare, la conclusione sarà che del Tribunale non importa nulla
a nessuno. Fulvio Scaglione 06/03/2009 nascosto-->
( da "Riformista, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
le
notizie Sudan ancora nel caos Russia e Cina con Bashir
Situazione sempre più drammatica in Sudan. Il capo della delegazione sudanese
presso l'Unione africana (Ua) ha chiesto ieri agli Stati africani di ritirare
la propria adesione alla Corte penale internazionale dell'Aia (Cpi). Sono 30
gli Stati africani che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma, il trattato con cui è stata
istituita la Cpi. E Mosca ha chiesto di sospendere per un anno le indagini e il
procedimento legale avviato contro il Presidente Omar al Bashir per crimini di
guerra e contro l'umanità commessi in Darfur. Inoltre, altre organizzazioni
umanitarie rischiano di essere espulse dal Sudan al termine di un'inchiesta
condotta dalle autorità sudanesi, secondo le quali: «Le ong sono state espulse
perchè collaboravano con la Cpi e falsificavano informazioni sul genocidio e
alcune di loro avevano accordi con la Cpi e hanno permesso a dei testimoni di
lasciare il paese per riferire al tribunale». Il nipote di Mandela si candida.
Ha deciso di seguire le orme del nonno e di entrare in politica. Mandla Mandela
si candiderà nelle file dell'African National Congress (Anc) alle elezioni in
programma il prossimo 22 aprile. Mandela è un imprenditore che vanta legami con
il candidato alla presidenza Jacob Zuma. Il portavoce dell'Anc, Brian Sokutu,
ha definito «storica» la sua decisione di entrare in politica. Usa: forum sanità alla Casa Bianca. La riforma del sistema
sanitario degli Stati Uniti deve arrivare ora, in quanto il Paese non può
aspettare la ripresa dell'economia per risolvere il problema rappresentato dal
balzo dei costi sanitari. È quanto ha detto ieri il presidente Barack Obama,
nel corso del dibattito sulla questione organizzato alla Casa Bianca. Londra
riapre a Hezbollah. Il governo britannico è in procinto di allacciare nuovi
contatti con il gruppo militante sciita libanese di Hezbollah. Lo ha annunciato
il ministro per il Medio Oriente, Bill Rammell, precisando che rappresentanti
britannici avranno dei colloqui con dei deputati di Hezbollah in Libano. Londra
aveva interrotto i rapporti con Hezbollah nel 2005 e l'anno scorso aveva
inserito l'ala militare del movimento nella lista delle organizzazioni
terroristiche. 06/03/2009
( da "Nazione, La (Siena)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
CRONACA SIENA pag. 8
di LARA SANFILIPPO SIENA è cambiata, lo dicono tutti e anche Fioretta Bac... di
LARA SANFILIPPO SIENA è cambiata, lo dicono tutti e anche Fioretta Bacci,
proprietaria di un originalissimo laboratorio di artigianato tessile, concorda
con questa... corrente di pensiero. «Non ci sono più è il parere di Fioretta
quei bellissimi negozi di artigianato che un tempo abbellivano la città,
probabilmente perché alla gente non interessano più i prodotti di qualità. La globalizzazione ha portato ad un abbassamento del gusto. In
città continuano ad arrivare i turisti, ma quello attuale è un turismo veloce,
«mordi e fuggi», consumistico, che non sa assaporare più neanche la bellezza
della città». FIORETTA racconta che le persone che vede passare dal suo
negozio, vicino il Duomo, sono sempre di corsa, disattente, non prestano
attenzione a quelle sfumature che spesso fanno la differenza. «Ci sono in città
aggiunge la nostra artigiana solo paninerie, pizzerie, alberghi, gli unici
negozi rimasti sono quelli che si possono trovare, ormai, in tutte le città.
Sono punti vendita ormai tutti omologati». Fioretta Bacci, come la maggior
parte delle persone con le quali abbiamo parlato, affronta anche il capitolo degli
«affitti». «Sono tutti molto esosi sottolinea l'artigiana quasi rassegnata . I
negozi più piccoli sono stati costretti a chiudere. Il problema è che c'è un
rapporto inversamente proporzionale tra i prezzi dei locali, che crescono, e le
vendite, che diminuiscono drasticamente». Cambierebbe la sua città con un'
altra? «Assolutamente no, io a parte quanto ho segnalato, mi trovo molto bene a
Siena, è una città dove si vive bene, fanno di tutto per tenerla pulita e trovo
che sia davvero molto accogliente».
( da "Messaggero, Il (Marche)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 06 Marzo
2009 Chiudi A livello nazionale le Marche sono la prima Regione per numero di
aziende e di addetti del settore, oltre il 75% della produzione locale viene
esportato, le principali direttici di vendita all'estero interessano Germania
(15%), Francia (11%), Regno Unito (10%), Usa (14%), Paesi Bassi (6,2%), Paesi asiatici (Cina, HK, Giappone, ecc.) con il 7% e
mercato Russo e paesi ex URSS con il 10% (l'80% delle calzature italiane che
vanno in Russia e' marchigiano). Le imprese calzaturiere marchigiane producono
tutte le categorie merceologiche, con prevalenza delle calzature in pelle,
in crescita sono gli articoli di livello, fine ed il pronto moda dove ancora
resiste il Made in ltaly. Un primato poco noto: nelle province di Macerata e
Ascoli, in particolare nel comprensorio di Civitanova Marche, esiste il più
importante e qualificato raggruppamento di aziende produttrici di componenti
(fondi in particolare) per calzature al mondo. La realtà calzaturiera
marchigiana è costituita da 40.000 addetti (oltre il 30% degli occupati a
livello nazionale nel settore) che lavorano in circa 3.000 aziende 500 delle
quali di tipo industriale con un numero di addetti superiore alle 20 unità.
( da "Adige, L'" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MATTIA FRIZZERA
LAVIS - Nella zona industriale di Lavis, oltre al centro
provinciale della Protezione civile, verrà realizzata anche una struttura per
la Federazione dei corpi dei vigili del fuoco volontari MATTIA FRIZZERA LAVIS -
Nella zona industriale di Lavis, oltre al centro provinciale della Protezione
civile, verrà realizzata anche una struttura per la Federazione dei corpi dei
vigili del fuoco volontari. «Si cerca un posto per sviluppare l'attività
dei vigili - spiega Claudio Bortolotti , presidente della Patrimonio Spa - ed
attuare una sinergia con l'esistente deposito della Protezione civile». La
necessità, resa pubblica dalla Patrimonio spa (www.patrimoniotn.it) sui
quotidiani, è quella di un immobile già realizzato nel raggio di
( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: PRIMA data: 2009-03-06 - pag: 1 autore: ... PANORAMA ... Clinton:
inviteremo anche l'Iran alla conferenza sull'Afghanistan Il segretario di Stato
americano Hillary Clinton, al vertice Nato di Bruxelles,ha invitato l'Iranalla
conferenza internazionale sull'Afghanistan prevista per il 31 marzo. Il
ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha annunciato il rinvio della missione
italiana a Teheran, prevista nei prossimi giorni. Il summit dei ministri degli
Esteri dell'Alleanza atlantica ha anche deciso la normalizzazione dei rapporti
con la Russia, dopo sei mesi dalla crisi innescata dal conflitto con la
Georgia. u pagina 11, commento u pagina 12 Cina e Russia: no all'arresto del
presidente sudanese All'indomani del mandato di cattura contro il presidente
sudanese Bashir,Cina e
Russia hanno chiesto all'Onu di non procedere contro il leader,accusato di
crimini di guerra e contro l'umanità.E Bashir ha sfidato Usa ed Europa: «Sono loro i veri criminali». u pagina 10
Casini al Pdl: niente ricatti sulle amministrative «Uno pseudoricatto che va
respinto al mittente». Così Pier Ferdinando Casini risponde a Ignazio La Russa,
che aveva intimato all'Udc di non sostenere il democratico Renzi a Firenze pena
la mancanza di accordi altrove. In salita anche le trattative del Pdl con la
Lega. u pagina 17 Inchiesta Global service: rito abbreviato per Romeo Per
l'imprenditore Alfredo Romeo e altri 11 imputati su 16 dell'inchiesta Global
service sulle presunte irregolarità nell'assegnazione degli appalti a Napoli il
procedimento si concluderà con il rito abbreviato. L'udienza è fissata per il
30 marzo prossimo. La Indesit chiuderà lo stabilimento torinese Indesit ha
confermato di voler chiudere la fabbrica di None (Torino): le lavastoviglie si
produrranno nello stabilimento polacco dell'azienda marchigiana. I sindacati
hanno indetto uno sciopero per il 20 marzo, sono a rischio 600 posti di lavoro.
u pagina 22 I cimeli di Gandhi venduti all'asta a New York Nonostante le
proteste del Governo indiano la casa d'aste Antiquorum di New York ha venduto
ieri per 1,8 milioni di dollari, un paio di occhiali, l'orologio e altri cimeli
appartenuti al Mahatma Gandhi. Il compratore è l'uomo d'affari indiano, Vijay
Mallya.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MONDO data: 2009-03-06 - pag: 10 autore: Darfur. Anche Mosca si
schiera dalla parte del leader sudanese Pechino all'Onu: fermate subito il
processo a Bashir Roberto Bongiorni Tutto secondo copione. La reazione cinese
al mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale ( Cpi) contro
il presidente del Sudan Omar al-Bashir, accusato mercoledì di crimini di guerra
e contro l'umanità nella regione del Darfur, non ha sorpreso nessuno.
Ricorrendo al portavoce del Governo su un sito web, Pechino ha ribadito la sua
linea, quella di una potenza che non vuole interferire negli affari interni di
un Paese con cui peraltro ha da tempo instaurato un sodalizio economico- e
politico- inossidabile. Dopo aver espresso «rammarico e preoccupazione» per il
mandato d'arresto, Pechino ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell'Onu di
«accogliere gli appelli dell'Unione africana, della Lega araba e del Movimento
dei non allineati e di non procedere, per il momento, contro Bashir». Infine
l'ultima dichiarazione, che suona come un severo monito: «La volontà del popolo
sudanese e della comunità internazionale è quella di arrivare alla pace e allo
sviluppo del Darfur nel più breve tempo possibile. La Cina
è un membro permanente e responsabile del Consiglio di sicurezza dell' Onu e
non vuole vedere gli sforzi che ha fatto e i risultati positivi che ha ottenuto
nel Darfur finire nel nulla», ha precisato il portavoce del ministero degli
Esteri. Già in diverse occasioni a Pechino è bastata la sola allusione al veto
per annacquare i contenuti di alcune risoluzioni Onu sul Darfur. Anche la
Russia è tornata sugli stessi argomenti,chiedendo la sospensione per un anno
dell'inchiesta contro Bashir. Il ministero degli Esteri ha poi fatto notare che
Bashir, in quanto presidente di un Paese che non fa parte della Corte penale
internazionale, nel rispetto del diritto internazionale, gode dell'immunità
riconosciuta al più alto organo dello Stato. Lo Statuto della Corte stabilisce
infatti che se il capo di Stato di un Paese che ha ratificato lo Statuto
commette un crimine contro l'umanità perde il diritto di invocare le sue
immunità e quindi può essere portato davanti al tribunale. Nel
caso in cui la persona incriminata è il capo di uno Stato che non ha ratificato
lo Statuto, come Cina, Usa, Russia ma anche il Sudan,
l'immunità permane. A meno che il Consiglio di sicurezza decida che tutti gli
Stati Onu debbano obbligatoriamente eliminare le immunità per le persone
incriminate dalla Cpi. Cosa, in questo caso, non ancora avvenuta. Anche
Siria, Iran e il movimento sciita libanese Hezbollah hanno condannato il
mandato d'arresto contro Bashir. Intanto nella capitale sudanese Khartoum sono
proseguite le imponenti manifestazioni in favore di Bashir, 65 anni, al potere
dall'89. «I veri criminali sono i leader americani ed europei», ha inveito
Bashir, davanti ad almeno 5mila dimostranti, accusando Usa
ed Europa di neocolonialismo e di essere i responsabili dei veri genocidi della
storia recente: in Vietnam, Iraq, e nei territori palestinesi. Il presidente si
sente forte, soprattutto dopo l'entrata in campo della Cina.
Il Sudan è il Paese con cui Pechino ha applicato alla lettera la sua politica
dei tre assi: crediti agevolati senza chiedere la destinazione degli
investimenti, non interferenza nelle decisioni attinenti la sovranità e offerta
di uno scudo al Consiglio di sicurezza, qualora si rivelasse necessario.
D'altronde, da quando, nel
( da "Sole 24 Ore, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore
sezione: MATERIE PRIME data: 2009-03-06 - pag: 44 autore: Legname. La
produzione è stata ridotta ma gli acquisti europei restano limitati Export Usa di latifoglie al rallentatore Andrea Brega MILANO Dati
in chiaroscuro per le esportazioni americane di latifoglie. Se da un lato la
fine di gennaio ha registrato un lieve miglioramento degli ordini da parte di
alcuni esportatori, dall'altro la volontà di mantenere ridotte le scorte di
magazzino ha contenuto la spedizioni verso quasi tutti i mercati. A complicare
la situazione vi è stata anche la ripresa del dollaro sulle principali valute, che
ha penalizzato gli acquisti in Inghilterra, Messico, Corea del Sud e Malaysia e
ha portato le linee di navigazione a tagliare le spedizioni di container. Il
mercato interno nordamericano ha visto le segherie di latifoglie fronteggiare
il calo della domanda di pavimenti e mobili con una considerevole riduzione
della produzione e il trasferimento di quest'ultima verso i prodotti
industriali. Da segnalare che, nonostante le scorte in segheria siano diminuite
in maniera sostanziosa (-46% negli ultimi due anni), la disponibilità di
legname rimane comunque elevata, dal momento che le vendite sono calate in
maniera evidente. Dal canto loro gli utilizzatori europei di latifoglie
americane –che si trovano un'offerta eccedentaria – hanno acquistato in gennaio
quantità limitate di tronchi, segati e componenti, causa il continuo
deterioramento del credito e del mercato edile. Se Belgio, Olanda e Francia
sono stati i mercati più tranquilli, Danimarca, Svezia e Svizzera hanno
pressoché azzerato gli acquisti per portare le scorte al livello della domanda,
attualmente molto bassa. Ancora ridotte le importazioni di Regno Unito e
Irlanda, causa la diminuzione dell'attività edilizia e della ridotta
disponibilità di credito. Ordini in giù anche per i produttori italiani, spagnoli
e portoghesi, che ne hanno piazzato un numero relativamente ridotto vista la
diminuzione delle vendite interne e internazionali. Non meno complicata la
situazione dei mercati asiatici. Causa i festeggiamenti per il Nuovo anno
cinese e la recessione globale, hanno quasi azzerato gli acquisti di legname
nel mese di gennaio, tant'è che in Cina e Vietnam numerosi esportatori
americani si stanno scontrando con vendite in stallo, prezzi bassi, crescenti
difficoltà con i pagamenti e cancellazioni di ordini. I produttori malesi di
mobili stimano che la domanda mediorientale sosterrà la produzione per altri
sei mesi, ma ciò potrebbe non bastare, visto che non si prevedono
miglioramenti a breve termine delle condizioni economiche nell'area. Lo stesso
mercato mediorientale ha visto la brusca caduta delle attività nel settore
delle costruzioni a Dubai, fattore che ha avuto un pesante impatto negativo
sulla domanda di latifoglie americane negli Emirati Arabi Uniti.
( da "Messaggero, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 06 Marzo
2009 Chiudi nostro servizio ROMA - L'emergenza umanitaria che dal 2003 investe
il Darfur rischia di aggravarsi uleriormente dopo l'espulsione dal Sudan delle
Ong. «Due milioni e duecentomila persone sono a rischio di fame e malattia a
seguito della decisione, presa dal governo sudanese, di espellere oltre 10
organizzazioni umanitarie tra cui Oxfam, Care, Save the Children e Medici senza
frontiere» denuncia Amnesty International. «Milioni di vite sono a rischio e
non c'è tempo, nel modo più assoluto, per i giochi politici», sostiene Tawanda
Hondora, vicedirettore del "programma Africa" di Amnesty. «Queste
organizzazioni forniscono la maggior parte degli aiuti umanitari a oltre due
milioni di persone che si trovano in stato di vulnerabilità. Con la loro
espulsione, il governo sudanese ha preso di fatto l'intera popolazione del
Darfur in ostaggio». Dello stesso tenore una nota dell'organizzazione i
"Medici Senza Frontiere" (Msf), costretta a lasciare «oltre 200 mila
pazienti privi di assistenza medica essenziale». «L'espulsione - si legge in
una nota della sezione olandese - giunge mentre è scoppiata un'epidemia di
meningite, una malattia mortale se non curata, nel campo sfollati di Kalma,
dove hanno trovato rifugio circa 90 mila persone. L'espulsione lascia inoltre
altre 70 mila persone senza nessuna assistenza medica a Muhajariya, dove è
stato chiuso l'unico ospedale, quello di Msf, nella zona, e costringe alla
chiusura delle cliniche mobili a Feina e dintorni, dove Msf cura una media di 3
mila persone ogni mese». La decisione di cacciare dal Sudan le organizzazioni
umanitarie era stata presa da presidente Bashir dopo l'annuncio del mandato di
cattura internazionale emesso dalla Corte dell'Aja nei suoi confronti con sette
capi di imputazione, cinque per crimini contro l'umanità e due per crimini di
guerra compiuti nel Darfur. E ieri il presidente, per il secondo giorno
consecutivo, ha infiammato la folla radunatasi nella piazza dei Martiri a
Khartum. «I veri criminali - ha urlato Bashir agitando il "bastone del
comando" - sono quelli che hanno commesso crimini nella Striscia di Gaza
con armi proibite e hanno ucciso donne e bambini sotto gli occhi del mondo
intero. I veri criminali non siamo noi, ma i leader degli Stati Uniti e
dell'Europa». «Sono 20 anni che siamo sotto la pressione del neocolonialismo e
di strumenti come la Corte penale internazionale, il Consiglio di Sicurezza
dell'Onu e il Fondo monetario». Bashir ha poi lanciato un appello ai «popoli
liberi dell'Asia, dell'Africa, del mondo arabo e dell'Europa di formare un
grande fronte contro il neocolonialismo e l'egemonia straniera». Intanto la Cina ha protestato formalmente contro la decisione dalla Corte
dell'Aja e ha chiesto la sospensione del provvedimento in sede di Consiglio di
sicurezza dell'Onu, di cui è membro permanente. Oltre alla Cina, da sempre alleata del Sudan del
cui petrolio è la principale acquirente, sono immediatamente arrivate proteste
da grandi Paesi arabi come l'Egitto e lo Yemen, dalla Conferenza
islamica e dalla Lega araba. Anche il Cairo, come Pechino, ha chiesto la
sospensione del mandato al Consiglio di sicurezza. La Lega araba, per bocca del
portavoce Amr Moussa, ha espresso «preoccupazione per la stabilità del Darfur».
La Russia ha parlato di «decisione intempestiva» mentre il Dipartimento di
Stato Usa ha spiegato che «Gli Stati Uniti sono
fortemente impegnati nel raggiungimento della pace in Sudan e sono convinti che
i responsabili delle atrocità dovranno renderne conto». «Esortiamo il governo
del Sudan, i gruppi ribelli armati e le altre parti in causa - ha detto il
portavoce Gordon Duguid- a esercitare moderazione in risposta a questi sviluppi
e a garantire la sicurezza delle vulnerabili popolazioni sudanesi, dei civili
stranieri e dei peacekeeper in campo». R.Es.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del
Mezzogiorno - BARI - sezione: INPRIMOPIANO - data: 2009-03-06 num: - pag: 3
categoria: REDAZIONALE Natuzzi chiude «Le collezioni» «Prima i vantaggi poi
l'addio» Le dure critiche dei sindcati. In stato di agitazione i lavoratori La
decisione è stata presa per ridurre i costi e per necessità gestionali La
decisione è stata comunicata ieri ai sindacati, a Matera, dai responsabili del
personale e delle risorse umane BARI — La Natuzzi spa chiuderà lo stabilimento
«Le collezioni» di Matera - quello di Jesce 1 con magazzini linee di cucitura e
montaggio - ultima azienda del gruppo nella provincia dei Sassi e trasferirà
180 dipendenti a Santeramo in Colle, in provincia di Bari. La decisione - che
rientra nel piano di riduzione dei costi - è stata comunicata ieri ai
sindacati, a Matera, dal responsabile del personale, Antonio Dal Basso, e delle
risorse umane Italia, Mario De Gennaro. I sindacati, al termine di un'assemblea
con i lavoratori, hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno convocato
un'altra assemblea per il 10 marzo: per le organizzazioni di categoria
l'operazione ha evidenziato «scarsa sensibilità della Natuzzi che, dopo aver
ottenuto vantaggi, ha abbandonato il territorio materano». Di diverso avviso,
ovviamente, l'azienda: «Stiamo trasferendo le attività produttive da Jesce
( da "Messaggero, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 06 Marzo
2009 Chiudi ANNA GUAITAdal nostro corrispondente NEW YORK - Colpa della Cina e
della General Motors. Se ieri i mercati hanno imboccato di nuovo la strada in
discesa, dopo la rosea parentesi di mercoledì, si deve a due macrosviluppi: la Cina ha dichiarato di non giudicare
necessario aggiungere altri investimenti al pacchetto di stimolo di 585
miliardi di dollari, e la più grande società automobilistica del mondo teme di
dover dichiarare bancarotta. La tenaglia di questi due sviluppi negativi
si si è poi riempita di altri fattori: l'agenzia di rating Moody ha passato da
stabili a negative le prospettive per JpMorgan Chase, la più grande banca
americana, e ha dichiarato di essere in fase di revisione dei ratings di Bank
of America e di Wells Fargo. Piccoli segnali rassicuranti, giunti nella tarda
mattinata, non hanno potuto contribuire a ridare coraggio agli investitori. Se gli
ordinativi nel settore industriale sono calati la metà del previsto (-1,9 per
cento, anziché -3,5), se le richieste del sussidio di disoccupazione
nell'ultima settimana di febbraio sono aumentate meno del previsto (639 mila
unità, invece delle 650 mila previste), non è stato certo sufficiente a
controbattere la tendenza all'arretramento. E in arretramento sono stati i
listini in tutto il mondo: in Europa la performance peggiore è stata a Milano,
dove il Mibtel ha perso il 5,39%, seguita da Francoforte con -5,02%, Parigi con
-3,96, Londra -2,85. L'onda è arrivata anche negli Usa,
dove il Dow Jones e il Nasdaq hanno perso circa il 4%. Penalizzati ovunque i
titoli bancari. Citigroup, da tempo sotto la tutela del governo federale, ha
visto il suo titolo scendere sotto un dollaro: dall'inizio dell'anno ha perso
l'85 per cento del suo valore. Ma ad attirare l'attenzione di tutti era il
settore automobilistico. Se la Ford ha ribadito di non aver bisogno di fondi
pubblici e ha avviato una ristrutturazione di parte del proprio debito, la
"bomba" General Motors ha scatenato grande ansia: la società
automobilistica ha marchi e stabilimenti in molti Paesi, e una sua chiusura
avrebbe un terribile effetto domino. Sono stati gli auditor Deloitte and Touche
a comunicare questa ipotesi circa il futuro della società di Detroit. In una
lettera inserita nel rapporto annuale presentato al Congresso, gli auditors
notano che «le perdite ricorrenti» e «l'incapacità di generare sufficiente cash
flow per affrontare gli obblighi e sostenere le operazioni» generano dubbi
«sulla abilità della società di continuare le operazioni». In altre parole: si
paventa l'ipotesi che General Motors faccia ricorso al Chapter 11, cioè la
condizione fallimentare protetta. Si tratta per ora solo di un'ipotesi. La
società, che ha ricevuto già aiuti per oltre 13 miliardi di dollari dal governo
federale deve presentare entro il 31 marzo un piano che contenga un nuovo
contratto con i sindacati e un nuovo accordo con gli azionisti, e la casa
Bianca ha fatto sapere di essere impegnata a cercare «una soluzione».
( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-06 num: - pag: 2 categoria:
REDAZIONALE Svolte Frattini rinvia la visita a Teheran Sull'Afghanistan la
Clinton apre: inviteremo l'Iran DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Alla
festa per i 50 anni della Nato arriva un ospite speciale, Hillary Rodham
Clinton, qui per la prima volta nelle sue vesti di segretario di Stato
americano. E come regalo, ai ministri degli Esteri dell'Alleanza che la
accolgono nel quartier generale di Bruxelles, porta l'annuncio di un colpo di
timone, di un'inversione netta nella strategia degli Usa:
quello che per George W. Bush era un perno dell'«asse del male», l'Iran, la
Repubblica islamica degli ayatollah, il pianeta dei «Guardiani della rivoluzione
» che da anni inseguono anch'essi l'arma atomica, può sedere oggi allo stesso
tavolo con le potenze occidentali, con la stessa Nato e con il resto del mondo,
per decidere il futuro dell'Afghanistan. Di più: «Inviteremo l'Iran», dice
Hillary Clinton, giacca blu e chioma vaporosa; e ovviamente, è come se al suo
fianco ci fosse anche Barack Obama (che infatti, in queste ore, ripete gli
stessi concetti dagli Usa). Anche se non ancora
ufficiale, è già stata pensata una cornice per l'evento: una conferenza
internazionale straordinaria sull'Afghanistan, organizzata dall'Onu e
dal-l'Isaf. E ci sarebbe anche una data, assai vicina: 31 marzo, alla vigilia
del vertice della Nato a Strasburgo e Kehl, 48 ore prima del «G20» di Londra, e
a 5 giorni dal primo vertice fra Obama e la Ue, a Praga. Sfondi che sembrano
disegnati apposta per marcare l'ampiezza e la profondità del cambiamento.
Ribadito anche, su un versante tutto diverso, dall'altro annuncio che giunge da
Bruxelles: riprendono i rapporti al più alto livello fra Russia e Nato,
interrotti dopo la crisi georgiana. Riprendono (con un vertice ministeriale
prima dell'estate) perché «non si può non parlare con la Russia», dice Hillary
Clinton, e tuttavia senza dimenticare la Georgia e l'Ucraina «che non dovrebbero
sottostare a intimidazioni o aggressioni russe». è l'Iran, però, la notizia che
fa premio su tutte le altre: «Lo inviteremo », ripete ancora una volta il
segretario di Stato americano, perché anche l'Iran è uno degli «stakeholders »,
dei portatori di interessi, nel grande calderone afghano. Come spiega anche il
ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, «è importante il
coinvolgimento regionale dell'Iran e degli altri Paesi: tutti coloro che
possono esercitare un ruolo devono essere coinvolti: l'Iran
ma anche la Cina, l'India,
perfino l'Australia...». Non è escluso, dicono fonti ufficiose, che Obama pensi
di affidare proprio all'Italia il compito di «apripista » diplomatico in questa
cauta ripresa del dialogo. Ieri mattina, si dava per molto probabile una visita
di Frattini a Teheran: ma il nostro ministro degli Esteri vi ha per ora
rinunciato, dopo le «dichiarazioni inaccettabili» giunte da Teheran
contro Israele, e contro la tragedia dell'Olocausto. Spiegando le ragioni che
hanno portato al rinvio della visita, Frattini ha poi aggiunto che «la prossima
settimana a Teheran ci sarà una controconferenza rivolta a contestare le
conclusioni della conferenza internazionale su Gaza, organizzata dall'Egitto e
sponsorizzata dall'Italia». A Bruxelles Il ministro degli Esteri Frattini e il
segretario di Stato Usa Clinton (Ap) Luigi Offeddu
( da "Corriere della Sera" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-06 num: - pag: 15 categoria:
REDAZIONALE Giustizia e politica Pechino punta alla sospensione del mandato
d'arresto Il mondo diviso su Bashir La Cina guida i
difensori Anche Africa e Lega Araba contro la Corte dell'Aja La conferenza
islamica schierata con Khartoum (ma anche i darfuriani sono musulmani). Sulla
stessa linea il Sudafrica DAL NOSTRO INVIATO NAIROBI — La Cina,
che in Sudan ha vari interessi (petrolio e armi), guida il plotone di Paesi
schierati con il presidente sudanese Omar Al Bashir, contro la decisione della
Corte Penale Internazionale dell'Aja di confermare il mandato d'arresto per
crimini di guerra e contro l'umanità. Pechino è membro del Consiglio di
Sicurezza e quindi sosterrà la risoluzione presentata dall'Egitto che chiede di
posporre di 12 mesi l'esecuzione del mandato. Più sfumata, ma sempre a sostegno
del leader sudanese, la posizione della Russia: rispetto per le decisioni della
Corte ma, per motivi politici, meglio rimandare. Interessante sarà conoscere il
pensiero degli Stati Uniti che non riconoscono la Cpi (a Roma nel 1998 si
schierarono contro la sua fondazione), ma che vorrebbero incastrare il
presidente sudanese. Non tanto perché anni fa diede ospitalità a Osama Bin
Laden e ai suoi campi d'addestramento, ma piuttosto perché dopo aver tessuto
pesanti reti diplomatiche per pacificare il Sud del Paese, le
compagnie Usa hanno
ottenuto misere concessioni petrolifere, assegnate invece alla Cina. Anche l'Unione Africana (Ua), 53
Stati membri, che ieri ha tenuto una riunione d'emergenza ad Addis Abeba, è
schierata dietro a Khartoum. Il capo della commissione dell'Ua, Jean Ping, si è
detto profondamente amareggiato. «La pace — ha detto Ping — va ricercata
in modo sereno, senza esacerbare gli animi». Alcuni funzionari dell'Unione
Africana hanno accusato i giudici di prendere di mira soprattutto l'Africa e di
non occuparsi di Paesi come l'Iraq o l'Afghanistan o della striscia di Gaza,
dove Israele ha combattuto la guerra contro Hamas. Ma l'Organizzazione africana
non è compatta. Infatti i Paesi che difendono Bashir sono retti da dittatori
che temono di poter finire un giorno anche loro alla sbarra degli imputati. Si
appellano al deragliamento di un processo di pace che in realtà non è mai
cominciato. Le democrazie africane, Liberia, Botswana, Zambia, ad esempio, sono
invece schierate con la decisione della Corte. Tutti gli arabi e gli islamici,
compresa la Lega Araba e la Conferenza Islamica, tifano Bashir e mirano a
sottrarlo alla giustizia internazionale. Per gli arabi è ancora comprensibile
(il presidente sudanese è uno di loro). Difficile capire invece perché i
musulmani accettino i massacri dei darfuriani, anch'essi fedeli di Maometto.
Iran, Siria, Hamas e gli Hezbollah libanesi tutti a difendere Bashir. M.A.A.
malberizzi@corriere.it
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del
06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA E FINANZA
pag. 25 BOLOGNA I GIOVANI imprenditori dell'Emilia R... BOLOGNA I GIOVANI
imprenditori dell'Emilia Romagna vogliono contare di più in questi anni in cui
si gioca il futuro delle aziende che già dirigono o contribuiscono a dirigere.
Saranno presenti in un centinaio al meeting di Confindustria di Cortina domani:
tra gli altri, Federica Guidi, presidente nazionale giovani imprenditori di
Confindustria, Guido Barilla (Barilla), Nerio Alessandri (Tecnogym). Giovanni
Mistè è il presidente dei 400 industriali baby' emiliani. Presidente, quanta
capacità di resistenza ha l'Emilia Romagna in questi tempi di crisi nera?
«Soffriamo come tutti, certo, ma siamo sopra la media. Scontiamo anche le
difficoltà degli altri più che le nostre. La battuta di arresto di mercati come
Usa, Germania e Spagna frenano il nostro export».
Perché ce la caviamo meglio di altri? «Per la capacità organizzativa delle
imprese, il tessuto sociale e la qualità dei nostri prodotti. In seguito alla
crisi del 2004 qui ci siamo riorganizzati meglio che in altre aree del Paese.
Niente avventurismo e molta concretezza. E oggi si raccolgono i frutti». Di che
riorganizzazione parliamo? «Le nostre imprese hanno delocalizzato con
parsimonia senza lasciarsi attrarre dalle sirene dell'Est europeo. Molte hanno aperto strutture fuori, Cina compresa, ma per conquistare nuovi mercati non per produrre solo
a basso costo». Ha un futuro l'impresa familiare? «Certo, è uno dei temi forti
della nostra regione. Qualche anno fa c'è stata la grande corsa all'azienda
quotata in borsa. Oggi viene rivalutato il ruolo dell'azionista di
riferimento». b.b.
( da "Giorno, Il (Milano)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
VARIE pag. 11
Mondiali a Vienna, l'Italia di Magarotto ci crede SHORT TRACK Da oggi a
domenica in Austria i campioni d'Europa cercano la grande impresa «PRONOSTICI
non ne vogliamo fare, ma chi vorrà i titoli mondiali dovrà fare i conti con
noi». Fabio Magarotto e Michele Antonioli, i due ct della nazionale azzurra di
short track, hanno lasciato la loro Valtellina, destinazione Austria, per i
Mondiali che iniziano oggi. Sarà questa una delle ultime tappe di una stagione
che li ha portari in giro per il mondo, dalla Cina agli Usa, con ottimi risultati. Gli azzurri arrivano a queste gare forti
anche del titolo Europeo conquistato a Torino da Arianna Fontana e Nicola
Rodigari. Magarotto non si sbilancia ma, visto i risultati dei test pre
Mondiali, Arianna Fontana, Nicola Rodigari e Juri Confortola puntano dritti a
una medaglia. «Quest'anno abbiamo lavorato tanto - aggiunge Magarotto -
la squadra è cresciuta e i giovani si sono inseriti bene». Giochi fatti per i
dieci azzurri che da oggi a domenica scendono sul ghiaccio: Nicola Rodigari,
Yuri Confortola, Claudio Rinaldi, Roberto Serra e Luciano Nover nel maschile e
Arianna Fontana, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Katia Zini e Cecilia Maffei.
Nonostante una stagione positiva dovrà restare in tribuna l'italocanadese
Nicolas Bean che, dopo aver corso in Coppa del Mondo, salta i Mondiali per
banali ragioni burocratiche. Paolo Croce
( da "Giornale.it, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 56 del 2009-03-06
pagina 14 Armi e soldi in cambio di petrolio La Cina protegge Bashir il boia di Fausto
Biloslavo Pechino, con Teheran e Mosca, chiede di sospendere il processo per i
massacri in Darfur L'accusato si scaglia contro l'Occidente: «I veri criminali
sono in Europa e America» Omar al Bashir, il presidente sudanese accusato di
crimini di guerra, è sceso in piazza a Khartum scagliandosi contro gli Stati
Uniti, Israele e l'Occidente colonialista. A dargli man forte ci hanno
pensato gli amici cinesi che hanno chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu
di congelare l'ordine d'arresto della Corte penale internazionale per la
tragedia del Darfur. Non avrebbe potuto essere diversamente: il Sudan è la
porta d'ingresso dell'espansionismo cinese in Africa. Pechino, in cambio di
petrolio ha fornito armi e soldi al regime di Bashir ed è il suo alleato più
prezioso. Ieri migliaia di persone si sono radunate davanti al palazzo
presidenziale di Khartum. Il generale-capo dello Stato ha arringato la folla
agitando in aria il bastone del comando che porta sempre con sé: «Diciamo ai colonialisti
che non soccomberemo - ha tuonato Bashir - non ci sottometteremo, non cadremo
in ginocchio. Siamo leoni e abbiamo le nostre tigri». La folla in visibilio ha
risposto inneggiando ad Allah e gridando «abbasso gli Usa».
Il presidente incriminato ha proseguito «sono stato accusato di genocidio da
chi ha provocato la guerra in Vietnam e ha lanciato la bomba atomica in
Giappone». Poi ha affondato il colpo: «Chi mi accusa è amico di Israele. I veri
criminali sono in Europa e negli Stati Uniti». Non a caso ieri è arrivata a
Bashir la solidarietà della Siria e di Khaled Meshal, il capo dell'ala dura di
Hamas in esilio a Damasco mentre il governo sudanese ha espulso 13
organizzazioni umanitarie accusandole di aver fornito testimoni dei massacri in
Darfur alla Corte penale internazionali. Fra queste le più note Medici senza
frontiere, Oxfam, Care, Save the children. Secondo il segretario dell'Onu Ban
Ki Moon si trattava di «presenze vitali per sostenere 4,7 milioni di persone in
Darfur». Russia e Iran hanno detto di noi la mandato d'arresto, mentre la Cina è corsa in aiuto di Bashir esprimendo «rammarico e
preoccupazione di un peggioramento della situazione». Un comunicato del
ministero degli Esteri di Pechino auspica «che il Consiglio di Sicurezza
dell'Onu chieda alla Corte penale internazionale di sospendere le udienze per
questo caso». La Cina importa circa i due terzi del
petrolio sudanese e ha costruito l'oleodotto che porta il greggio dal sud a
Port Sudan. Pechino entra nel business petrolifero sudanese nella seconda metà
degli anni '90. Il connubio è anche politico e abbraccia in prima persona al
Bashir. Nel 2007, il presidente cinese Hu Jintao, durante la sua visita in
Sudan, cancellò milioni di dollari di debiti del Paese africano. E firmò un
mega prestito ad interessi zero per il nuovo palazzo presidenziale di Khartum.
Da allora la manodopera cinese ha invaso il Sudan e costruito aeroporti,
strade, alberghi, città ed infrastrutture. Pechino ha inviato anche 350 Caschi
blu per l'asfittica missione dell'Onu in Darfur. E con l'altra mano fornito
armi in cambio di petrolio come aveva fatto durante la lunga guerra fra nord e
sud Sudan. Lo scorso anno un'inchiesta della Bbc scovò uno dei camion militari
cinesi, Dongfeng, catturati dai ribelli nel Darfur. Facevano parte di una
partita di 212 mezzi, che le Nazioni Unite cercavano disperatamente per
denunciare la violazione dell'embargo di Pechino. Sui camion, una volti giunti
in Sudan venivano montate le mitragliatrici antiaeree destinate a seminare
morte nei villaggi del Darfur. La Bbc, grazie a foto satellitari, ha anche
individuato i caccia cinesi A5 Fantan nell'aeroporto di Nyala. Pechino ha
venduto gli aerei ed ha addestrato i piloti sudanesi nelle tattiche di
bombardamento. Lorenzo Bodega, vicepresidente della Commissione diritti umani
del Senato, non ha dubbi: «La richiesta di Pechino di sospendere l'arresto del
presidente Bashir è solo ed esclusivamente di interesse economico per la
perdita del business in Sudan, che la Cina ha da 10
anni saldamente nelle sue mani». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano
( da "Secolo XIX, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Gli emigrati che non
mandano soldi a casauna sciagura per le economie dei Paesi poveri Joseph Chamie
Quando la popolazione di un Paese aumenta più di quanto la sua economia possa
assorbirne, i governi non possono fare altro veder crescere la povertà e il
fenomeno dell'emigrazione. Quest'ultimo processo ha una sua funzionalità: nel
2008, gli emigrati hanno spedito 300 miliardi di dollari nei Paesi in via di
sviluppo. La crisi economica mondiale che sta colpendo duramente le aree più
ricche del pianeta potrebbe però generare un'onda di emigranti che ritornano a
casa, facendo crollare il flusso di denaro e, quindi, andando a colpire ancor
più duramente le zone più povere. Non è un caso che molti Paesi abbiano trovato
allettante e proficuo facilitare la partenza dei lavoratori e le loro famiglie,
perché grazie ad essi hanno ottenuto un prezioso ingresso di valuta, riducendo
la disoccupazione nazionale, i livelli di povertà e i rischi di fermenti
civili. Eppure, con il sempre più ampio rallentamento economico mondiale, la
strategia potrebbe fallire: le condizioni di vita nei Paesi che esportano
manodopera con tutta probabilità peggioreranno proprio per il ridursi del fenomeno
opposto, l'importazione di manodopera da parte dei Paesi più sviluppati. Per
arginare la situazione, alcuni Paesi stanno mettendo in atto una vera e propria
strategia demografica al servizio dell'economia, un esempio della quale è
rappresentato dall'esperienza del Messico, del Marocco e delle Filippine.
All'inizio del XX secolo, il numero degli abitanti del Messico, del Marocco e
delle Filippine era relativamente ridotto, approssimativamente 14, 4 e 7
milioni rispettivamente. Nel 2000, la popolazione messicana e marocchina è
aumentata di circa sette volte, arrivando rispettivamente a 100 e 29 milioni,
mentre quella delle Filippine è aumentata di dieci volte toccando i 76 milioni.
Verso la metà del secolo, si suppone che il Messico raggiungerà i 132 milioni,
il Marocco i 46 e le Filippine i 151 milioni. Inoltre, senza un'ulteriore
emigrazione, nel 2050 le cifre saranno ancora superiori. Tassi di crescita
demografica così rapidi, coniugati ai difetti del mercato del lavoro interno,
hanno spinto circa il 10% della popolazione messicana, marocchina e filippina
ad abbandonare quei Paesi. Il più avanzato programma di governo per la
promozione dell'occupazione oltremare si trova probabilmente nelle Filippine,
dove la "Philippine overseas employment administration", fondata più
di un quarto di secolo fa, è diventata una parte integrante del Ministero del
Lavoro e dell'Occupazione. Il Messico ha istituito anche degli enti che aiutano
i cittadini emigrati a cercare un posto di lavoro, come il Programma per le
Comunità Messicane che vivono all'estero. Inoltre, il governo ha iniziato un
programma chiamato "3x1": per ogni dollaro inviato da un club o
un'associazione di emigranti a favore di un progetto di sviluppo nel Paese
d'origine, il governo contribuisce con 3 dollari. Seguendo un filone simile, il
Marocco nel
( da "AudioNews.it" del 06-03-2009)
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venerdì 6 marzo 2009
09.54 Cronaca Calabria. Allerta meteo della Protezione
Civile 09.14: Forti nevicate stanno interessando le zone di Campotenese e Frascineto,
nel cosentino, in Calabria. Ieri la Protezione Civile aveva lanciato un nuovo
allerta meteo valido per le regioni meridionali. Oltre temporali e venti forti,
previste mareggiate lungo le coste, specie su quelle della Sardegna.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-03-2009)
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«Non siamo ancora al
livello minimo» La Bce taglia, tassi ai minimi: 1,5% Il Pil nel 2009 fra - 3,2%
e -2,2%. Graduale ripresa nel 2010 TRICHET LA CRISI Varata la quinta riduzione
consecutiva dall'ottobre scorso La Banca d'Inghilterra abbassa il costo del
denaro a 0,50% MILANO. Tante brutte notizie e solo un piccolo spiraglio di
luce. Troppo poco per sollevare i mercati azionari, ormai in preda al panic
selling, cioè le vendite da panico. Le Borse hanno vissuto un'altra giornata da
incubo mentre a Francoforte la Bce (Banca centrale europea) decideva di
tagliare il tasso di sconto, dal 2 all'1,5%. Si tratta del tasso al quale la
Bce finanzia le altre banche, ma ormai il sistema sembra saltato, la sfiducia è
totale e la diffidenza è massima. Per questo le imprese chiedono pochi denari
(non è certo questo il momento di espandersi), le banche offrono crediti con il
contagocce e l'economia soffre, con conseguenze pesanti per l'occupazione. Un
tempo, alla notizia di un taglio dei tassi le Borse avevano un sussulto perchè
le imprese potevano avere i soldi a condizioni più vantaggiose. Ieri, per la
verità, la notizia era ampiamente scontata e gli operatori hanno ascoltato, da
Francoforte, le altre parole di Jean Claude Trichet. Hanno sentito il
presidente della Bce dire che "l'attività economica è in forte
rallentamento" sia a livello globale che nell'area euro. Quindi le
previsioni per questo 2009, con il Pil nell'Eurozona che sarà negativo fra il
2,2% e il 3,2%. Invece, per il 2010 si prevede un andamento fra il -0,7% e il
+0,7%. Ma il 2010 è lontano e, comunque, le previsioni vengono ritoccare al
ribasso ogni due settimane. Trichet ha anche annunciato "misure non
standard" per combattere la crisi e ha voluto aggiungere che i tassi
all'1,5% «non sono la soglia minima». Come dire che potrebbero essere tagliati,
anche se «i tassi allo 0% comportano degli inconvenienti» (sono a zero negli Usa ma non sembrano essere il toccasana per l'economia).
Un'altra brutta notizie arriva dall'inflazione, che è molto bassa «ma potrebbe
raggiungere livelli negativi a metà anno per poi risalire». Come dire che
l'Europa potrebbe scivolare verso la deflazione? «Per un periodo esiguo», dice
Trichet. E questo spaventa. Perchè la deflazione deriva da un calo della
domanda, da un freno alle spese. Ma a furia di frenare si potrebbe creare un
spirale negativa, con le imprese costrette a vendere a prezzi sempre più bassi
(con ripercussioni sui ricavi) pur di riuscire a piazzare la merce. La mossa
della Bce è stata seguita, ieri, dalla Banca d'Inghilterra che ha portato i
tassi allo 0,50%, il livello più basso degli ultimi 300 anni. Le notizie sulla
crisi, insieme al fatto che il titolo Citigroup è sceso sotto il valore di 1
dollaro per la prima volta nella sua storia (la capitalizzazione della banca è
passata in due anni da
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 4 - Udine «Nel mercato globalizzato comunicazione essenziale» «In un mercato
in evoluzione come quello attuale le imprese non devono più puntare solamente
sulla loro capacità produttiva e sull'innovazione tecnologica, ma anche sugli
aspetti organizzativi, sociali e sulla creazione di relazioni sempre più
strette con i clienti e con il territorio; l'eccellenza infatti è sempre
più determinata da questi aspetti e dalla capacità di trasmetterli come valori
ai propri interlocutori». Lo ha sottolineato Davide Diurisi, marketing manager
e autore del libro "Nuove forme e nuovi ruoli della comunicazione"
intervenendo al seminario organizzato da Friuli Innovazione. «Non si può non
comunicare - ha spiegato dal canto suo, introducendo i lavori, il direttore di
Friuli Innovazione Fabio Feruglio - Siamo immersi nella comunicazione, una
comunicazione in cui sono radicalmente cambiati i modi e i mezzi. È
indispensabile per le imprese conoscerli e applicarli correttamente». Il
seminario intendeva proporre alcune riflessioni sul tema della comunicazione e
del suo ruolo in un mercato che richiede specializzazione ma anche
flessibilità. Promuovere innovazione ed eccellenza nell'era del digitale significa
infatti portare l'impresa e il territorio a un livello di comunicazione molto
raffinato.
( da "Messaggero Veneto, Il" del 06-03-2009)
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Chiuso un contratto
per la fornitura di 25 mila 200 bottiglie. Da oltre 20 anni l'impresa esporta
negli Usa «È un segnale positivo per noi e per
l'Italia» Il governo degli Stati Uniti sceglie i vini prodotti dall'azienda
Gelisi IL TITOLARE L'azienda Gelisi ha trovato "l'America". La
piccola impresa di famiglia che produce vini a San Quirino ha da poco chiuso un
importante contratto con il governo degli Stati Uniti: 25.200 bottiglie di
pregiato vino friulano usciranno dai cancelli del podere Gelisi Antonio per
raggiungere 17 Stati a stelle e strisce. «La crisi non cancella tutto -
racconta il titolare Sergio Gelisi -. C'è spazio per lavorare bene e migliorare
il proprio business». L'azienda Antonio Gelisi, fondata nel 1961, da oltre
vent'anni ha tra i suoi clienti il governo statunitense. Il contratto stipulato
di recente, però, rappresenterà il più grande carico spedito negli Stati Uniti.
«E' un segnale molto positivo per noi - spiega il titolare - e crediamo lo sia
in generale per il prodotto italiano. Questo dimostra che laddove si produce un
articolo di qualità il mercato risponde, anche se la situazione generale non è
semplice. Bisogna crederci, però». Questa è anche la ragione per cui l'azienda,
a dimensione familiare, continua a investire in macchinari e appezzamenti.
Quest'anno pianterà un grosso appezzamento di terra a viti di prosecco per un
investimento di oltre mezzo milione di euro. Le bottiglie destinate al mercato
americano rappresentano circa il 7 per cento della produzione aziendale.
L'azienda, infatti, produce circa 350 mila bottiglie l'anno e vende in Italia
(65 per cento del mercato), Europa, Stati Uniti ed Estremo Oriente, «anche se
quel genere di mercato - spiega Gelisi riferendosi alla Cina - punta più che altro alle
bottiglie di lusso. Il vino italiano in quel caso è uno status symbol, non se
ne consumano grandi quantità, ma si scelgono bottiglie dai nomi importanti. Un
po' com'era per noi una volta lo champagne». Il carico diretto in 17 Paesi
della costa est degli Stati Uniti porterà «pinot grigio, ma anche merlot
e moscato. Sono vini che hanno trovato una buona risposta pure in Europa e che
piacciono agli americani anche se magari, specialmente per i rossi, sono
abituati a vini prodotti in Argentina e nell'America Latina». Per il pubblico
americano, comunque, il vino è soprattutto italiano. «Il vino prodotto in
Italia è quello, di importazione, più consumato negli Stati Uniti. Seguono
quelli che arrivano da Australia e Francia - spiega Gelisi -, segno che la
qualità e il made in Italy sono ancora un valore nel nostro settore». Le
bottiglie acquistate dal governo americano saranno vendute in store
specializzati nella vendita di alcol e tabacchi, «dove si trovano prodotti che
vanno dai 2 ai 50 dollari. Noi siamo posizionati su una fascia media - prosegue
il produttore - e non ci possiamo proprio lamentare di come viene recepito il
nostro vino». Il successo di oggi è stato costruito nel tempo e naturalmente non
soltanto basandosi su un buon prodotto. «Il sistema dei controlli e la
burocrazia americana non sono affatto semplici. Ogni Paese ha un suo sistema di
dazi - precisa Gelisi - e l'azienda che importa non in tutti i Paesi può essere
quella che rivende, per cui serve sempre un intermediario. Tutte le aziende
della filiera, inoltre, devono registrarsi alla Fda (Food and drugs
administration) per cui le procedure sono piuttosto complesse. Noi abbiamo
impiegato quattro anni per partire a pieno ritmo, ma una volta superati questi
ostacoli i risultati arrivano e premiano chi lavora bene». Martina Milia
( da "Giornale.it, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 56 del 2009-03-06
pagina
( da "Metronews" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dimas : '' Ambiente,
ciascuno può fare qualcosa '' uscito su Metro il 06/03/2009 Lascia il tuo
commento! “Cambiamento climatico - la sfida del 21° secolo” è stato il titolo
della conferenza di Budapest. Stavros Dimas, il commissario Ue per l?Ambiente,
ha detto a Metro che le piccole azioni possono portare grandi cambiamenti ed è
importante non dimenticarsi dell?ambiente anche durante la crisi. Quali effetti
ha la crisi economica sulle tematiche ambientali? Durante una crisi ci
focalizziamo sui posti di lavoro e la crescita, ma questo non significa che il
nostro ambiente, la sua protezione e la battaglia contro i cambiamenti
climatici debbano essere accantonati. Affrontare i cambiamenti climatici e
combattere la crisi sono cose che possono andare insieme. La strategia su
energia e clima che abbiamo avviato a dicembre 2008 può aiutare a combattere la
crisi. è un New Deal verde: aiuta a combattere la crisi e anche le emissioni.
Possiamo confrontarci sia con la crisi che con l?ambiente se investiamo in modo
saggio. Individualmente cosa possiamo fare per il nostro ambiente? L?opinione
pubblica è importante. Le piccole azioni di ciascuno possono aiutarci nel
raggiungere gli obiettivi. Per esempio spegnere la luce quando non è
necessaria. Cosa può fare lei come commissario europeo verso i grandi
inquinatori come Cina e Usa?
Sono in corso promettenti colloqui col primo ministro cinese, e la visita della
segretario di Stato Hillary Clinton è un altro segno positivo. C?è speranza che
possano sposare appieno il Trattato di Copenhagen. Cosa pensa del commercio
delle quote di biossido di carbonio - non avete paura che qualche Paese possa
vendere la propria quota senza pensarci troppo, attratto dal guadagno? Più
tardi potrebbe pentirsene. Le emissioni sono diminuite nell?ultimo paio d?anni
e questo dipende anche dal sistema di scambi. Sappiamo naturalmente che non è
perfetto e per questo abbiamo fatto modifiche lo scorso anno, introducendo ad
esempio il sistema d?asta per le quote. Dal 2020 speriamo che potrà funzionare
al meglio. (SZONJA KREZINGER METRO UNGHERIA, foto Ap)
( da "Elettronicanews.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MERCATI La tempesta
perfetta L?Osservatorio congiunturale Anie sull?andamento dell?elettronica e
dell?elettrotecnica segna profondo rosso. La congiuntura contemporanea
sfavorevole di economia e finanza sta provocando una crisi che dopo la
recessione tende alla depressione. Occorre fiducia, ma soprattutto occorre
?mercato?. Sergio Bissi - Selezione di Elettronica Dopo le premesse le
certezze. La crisi è arrivata con tutta la sua durezza e sta assumendo toni
sempre più critici. Non solo le istituzioni finanziarie sono state investite
dallo tsunami della crisi sia sostanziale che di fiducia, ormai anche
l?economia reale è preda dei venti della recessione. I consumi crollano, le
famiglie e le imprese “vedono nero”, il mercato immobiliare è una bolla che
scoppia: anche la Cina rivede al ribasso gli
incredibili indici di crescita degli ultimi anni. Secondo le previsione di Anie
e Confindustria, “diminuirà sensibilmente nel
( da "Dagospia.com" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> USA L?IRAN VENGA ALLA CONFERENZA SULL?AFGHANISTAN - CROLLANO LE
BLUE CHIP, L?ORGOGLIO DEL DOW JONES - LA BANK OF ENGLAND STAMPA PIù DENARO ?
SVIZZERA: SUICIDIO ASSISTITO IN SVIZZERA - ALI SISTANI DECLINA UN INVITO DI
RAFSANJANI A VISITARE L?IRAN? Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1
- SPAGNA EL MUNDO - "Per Garzon gli abiti di Camps e Costa sono frutto
della corruzione": il giudice sostiene che i leader del Pp valenciano
hanno favorito la trama di Correa con contratti dal valore di 4 milioni di euro
in cambio di indumenti da 12mila euro. Interruzione volontaria della
gravidanza: "(il ministro per le pari opportunità) Aida propone completa
libertà di aborto nelle prime 22 settimane": la nuova legge sull'ivg
dovrebbe essere varata dal governo entro l'estate. L'editoriale del Mundo
afferma: "Una legge non equilibrata che spacca il consenso". barack
obama EL PAIS - "Garzon svela una rete di corruzione diffusa a Madrid"
e Valencia: il giudice rinvia il caso del Partito popolare ai tribunali della
capitale e di Valencia. "Vestiti su misura per Camps e Costa",
rispettivamente presidente e numero due del Pp a Valencia. "La Bce abbassa
i tassi all'1,5% e prevede ulteriori tagli": l'autorità monetaria europea
prevede un aggravamento della recessione. "La Cina riconosce difficoltà economiche
senza precedenti": ieri il premier Wen Jiabao ha spiegato come adesso la
priorità sia la lotta alla disoccupazione. 2 - FRANCIA LE FIGARO - Il
quotidiano della destra francese apre con un'intervista esclusiva a Hillary
Clinton, segretario di stato americano che, parlando alla vigilia dell'8
marzo, dice: "Voglio difendere la causa delle donne in tutti gli angoli
del mondo". "Torna la zizzania all'interno del partito
socialista": la costituzione delle liste per le elezioni europee provoca
una fronda. "Come Obama intende riavviare il dialogo con la Russia":
il rilancio dei negoziati sul riarmo sembra essere un buon punto d'inizio.
LIBERATION - "Lo Stato istiga al gioco": con la possibilità di
scommettere via internet su calcio, ippica e altri sport e di giocare a poker,
lo Stato spera di racimolare qualche soldo in più per le sue casse. Sudan:
"Una decina di ong espulse dal paese" dopo la conferma del mandato
d'arresto internazionale contro il presidente al Bashir. Investimenti:
"Pechino tenta la fortuna ovunque, tranne che in Francia".
Ahmadinejad 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "La Bank of England inizia a
stampare denaro per combattere la recessione": il ministro del Tesoro
Alistair Darling ha dato l'autorizzazione per la 'stampa', dopo il sesto taglio
di interessi consecutivo, adesso allo 0,5%. "Jackson annuncia il suo
'final tour'" quest'estate in Gran Bretagna con dieci appuntamenti.
"Suicidio assistito per una coppia britannica in Svizzera": Peter e
Penelope Duff sono i primi malati terminali a viaggiare verso Zurigo per morire
assieme. THE INDEPENDENT - "Le scommesse peggio del doping": gli
sportivi professionisti saranno presto vincolati a un registro con regole
severissime per evitare la corruzione sempre più diffusa delle scommesse di
gioco. "La crisi cinese": la leadership del paese teme disordini
sociali nelle zone rurali e punta alla creazione di nuovi posti di lavoro.
"Un terzo degli adolescenti britannici ha portato con sé un'arma",
coltello o pistola, almeno una volta, secondo un sondaggio. Wall Street THE
TIMES - "Milioni di persone rischiano di morire di fame in Sudan"
adesso che le autorità hanno deciso di chiudere le porte alle organizzazioni
umanitarie. In Pakistan i terroristi hanno legami con Al Qaida: almeno una
ventina delle persone arrestate in relazione all'attacco contro la squadra di
cricket appartengono a gruppi islamisti legati ad Al Qaida. "La Nato
riapre a Mosca": alla sua prima riunione nell'Alleanza atlantica, Hillary
Clinton spinge per un summit sull'Afghanistan al quale invita anche l'Iran. THE
FINANCIAL TIMES - "I tassi europei toccano nuovi minimi": taglio di
un altro mezzo punto in Europa e nel Regno unito. Il volto preoccupato del
presidente della Bce Jean-Claude Trichet campeggia sulla prima pagina dell'Ft.
"Gli Usa invitano l'Iran alla conferenza
sull'Afghanistan", marcando una netta svolta con la precedente
amministrazione Bush. "Se le vendite non aumenteranno GM teme di esaurire
la sua liquidità": miliardi di dollari di aiuti di stato "potrebbero
non bastare". A pagina 3 il volto preoccupato di Giulio Tremonti:
"L'Italia assume un atteggiamento più fosco sull'economia" e
abbandona la retorica ottimistica che aveva adottato in passato. 4 - STATI
UNITI THE NEW YORK TIMES - Sempre più aziende annunciano che salveranno i posti
di lavoro ma poi licenziano in sordina, aumentano i rischi per i lavoratori.
Crollano le Blue Chip, un tempo orgoglio del Dow Jones. A Las Vegas la crisi fa
precipitare il mercato delle case-vacanza. I repubblicani cercano un
'salvatore' per il Kentucky. Ottengono una vittoria al Congresso i
repubblicani, che riescono a bloccare un misura da 410 miliardi di dollari che
comprende nove proposte di legge di finanziamento dei ministeri e delle
amministrazioni locali. Wall St THE WASHINGTON POST - Il governo cerca di
resuscitare il sistema finanziario ricorrendo a coloro che più avevano beneficiato
della situazione anti-crisi, hedge funds e private-equity. Allo sfascio le
compagnie più rappresentative degli Stati Uniti come General Motors e
Citigroup. Dietro le minacce nucleari della Corea del Nord, un popolo stremato
dalla fame. 5 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a
Londra, apre sulla risposta del presidente sudanese al mandato d'arresto del
Tribunale dell'Aia: "al Bashir rivolto a Ocampo (procuratore capo del
Tribunale) : ti ringrazio per avermi fatto riscoprire l'amore della gente per
me". Iraq: il grande ayatollah sciita, "Ali Sistani declina un invito
di Rafsanjani a visitare l'Iran: perché vuole stare lontano dalla politica;
perchè non crede nel potere al clero; e perchè il suo grado ecclesiastico è più
alto di quello di Khamenei, la guida suprema della rivoluzione iraniana".
Sull'invito saudita agli arabi ad adottare una strategia comune per fare fronte
alla 'sfida iraniana', il ministro degli Esteri di Teheran, "Al Muttaki
risponde: mi sorprende che provenga da un paese amico". "Colloqui
israelo-turchi, per appianare le recenti divergenze". Intervistata da 'al
Sharq al Awsat', la bimba yemenita di 10 anni, diventata nota in tutto il mondo
per avere chiesto e ottenuto il divorzio dal marito 30enne, "tornata alla
sua scuola elementare, afferma: la mia vita non era normale". Gordon Brown
AL QUDS AL ARABI - "Il presidente sudanese accusa i leader Usa e europei di essere loro i veri criminali".
"Le autorità egiziane mettono sotto assedio il valico di al Sallum (al
confine libico) per impedire all'opposizione di accogliere la carovana di aiuti
a Gaza guidata da George Galloway", parlamentare britannico filo-arabo. Un
editoriale titola: "In un mondo dominato dall'ipocrisia, continua
l'ebreizzazione di Gerusalemme". AL HAYAT - giornale panarabo edito a
Londra, apre sul mandato d'arresto contro il presidente del Sudan: "al
Bashir minaccia 'una risposta decisiva e responsabile'... difficoltà di una
soluzione della crisi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu... Khartoum promette di
accelerare una soluzione per il Darfur.... e la Cina
chiede la sospensione del mandato". Iraq, "Rafsanjani discute con
Sistani le sue 'preoccupazioni' per il dissidio tra le forze (irachene) 'pro
rivoluzione islamica iraniana'". "Washington intende invitare Teheran
a una conferenza internazionale sull'Afghanistan". Pakistan, "un
ordigno esplode nel mausoleo di un poeta sofista amato dalle donne". AL
AHARAM - giornale egiziano semi-ufficiale, "al Bashir sfida la decisione
del Tribunale penale internazionale", "il Sudan accusa l'Onu ed
espelle 10 Ong umanitarie", e "l'Egitto chiede il rinvio delle
procedure d'arresto e mette in guardia dalle conseguenze negative dell'ordine
del mandato". Intervenuto alla Conferenza del Consiglio Supremo degli
affari islamici, "Mubarak: riformare il pensiero e svilupparlo è il vero
inizio per un cambiamento verso il meglio... distrarre la nazione (islamica)
con questioni marginali ostacola il processo verso il progresso".
[06-03-2009]
( da "Sestopotere.com" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Alimentare, nel
mondo taroccati due piatti made in Italy su tre (6/3/2009 09:43) | (Sesto
Potere) - Roma - 6 marzo 2009 -Il fatturato dei prodotti alimentari Made in
Italy taroccati supera nel mondo i 50 miliardi di euro e si stima che oltre i
confini siano falsi almeno due piatti “italiani” su tre serviti. E? quanto
afferma la Coldiretti nel commentare la ricerca dell'Accademia italiana della
cucina che conferma il grave danno economico e di immagine provocato dalla
pirateria agroalimentare che utilizza infatti impropriamente parole, colori,
località, immagini, denominazioni e ricette che richiamano al nostro Paese per
alimenti che non hanno nulla a che fare con la realtà produttiva e culinaria
nazionale. I Paesi dove sono piu' diffuse le imitazioni sono Australia, Nuova
Zelanda e Stati Uniti dove - denuncia la Coldiretti - appena il 2 per cento dei
consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di
formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e
falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in
Wisconsin, New York o California. Ma a preoccupare sono anche le tendenze di
Paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in
Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la
crescita. Se in alcuni casi l'”inganno” è particolarmente evidente con l'offerta
nei menu di “specialità italiane” come gli spaghetti alla bolognese
completamente sconosciuti nella città emiliana o le fettuccine Alfredo che
niente hanno a che fare con quelle del noto ristorante romano, in altri è piu'
difficile da scovare perché riguarda gli ingredienti di piatti dal richiamo
familiare. Le imitazioni del parmigiano reggiano e del grano padano sono con il
Parmesan la punta dell'iceberg diffuso in tutto il mondo, ma c'è anche -
sottolinea la Coldiretti - il Romano prodotto nell'Illinois con latte di mucca
anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole
del disciplinare del Parmigiano Reggiano o la Fontina danese e svedese molto
diverse da quella della Val d'Aosta, l'Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il
Cambozola tedesco imitazione grossolana del formaggio con la goccia. La lista è
lunga - precisa la Coldiretti - anche per i salumi con la presenza sulle tavole
del mercato globale di pancetta, coppa, prosciutto Busseto Made in California,
ma anche di falsi salami Toscano, Milano e addirittura di soppressata Calabrese
tutelata dall'Unione Europea come prodotto a denominazione di origine. E non
mancano casi di imitazione tra i prodotti simbolo della dieta mediterranea come
il Pompeian olive oil che non ha nulla a che fare con i famosi scavi, ma è
prodotto nel Maryland, o quello Romulo dalla Spagna con la raffigurazione in
etichetta di una lupa che allatta Romolo e Remo. Spaghetti napoletana, pasta
milanesa, tagliatelle e capellini milaneza prodotti in Portogallo, linguine
Ronzoni, risotto tuscan e polenta dagli Usa e penne e
fusilli tricolore Di Peppino prodotti in Austria sono alcuni esempi di primi
piatti taroccati mentre tra i condimenti risaltano i San Marzano: pomodori
pelati “grown domestically in the Usa” o i pomodorini
di collina cinesi e la salsa Bolognese dall'Australia. Non sfugge al tarocco
anche il vino simbolo del Made in Italy come il Chianti “clonato” nella Napa
Valley in California mentre da ricordare anche l'Amaretto Venezia prodotto in
Germania in una bottiglia la cui forma imita quella dell'Amaretto di Saronno,
il caffè Trieste italian roast espresso prodotto in California con confezione
tricolore come i biscotti Stella d'oro prodotti nello Stato di New York (USA).
Per difendersi dai tarocchi il consiglio della Coldiretti è di verificare le
etichette nelle confezioni quando è possibile, di dare una occhiata ai menu'
per controllare evidenti anomalie che dimostrano la mancata conoscenza della
cucina Made in italy e soprattutto chiedere al ristoratore prima di ordinare
per sincerarsi che il piatto che arriverà non deluderà troppo le attese.
Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori che - conclude la
Coldiretti - causa danni economici e di immagine alla produzione italiana sul
piano internazionale cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto
per la tutela delle denominazioni dai falsi ma è anche necessario fare
chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i
prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.
( da "Wall Street Italia" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Cina vede segnali di risposta
dell'economia agli aiuti -->di Zhou Xin e Simon Rabinovitch PECHINO
(Reuters) - I leader economici cinesi hanno espresso oggi fiducia nel fatto che
l'economia si stia già riprendendo grazie alla rapida azione per contrastare lo
shock della crisi finanziaria globale. Ieri, il premier Wen Jiabao aveva deluso
i mercati finanziari per il mancato annuncio di un aumento nel piano di
investimento da 4.000 miliardi di yuan (585 miliardi di dollari) presentato il
9 novembre scorso, mentre la crisi delle esportazioni rallentava la terza economia
del mondo. Ma le dichiarazioni rilasciate oggi da tre importanti dirigenti
sembrano indicare che, mentre Pechino è pronta a mettere di nuovo mano alla
cassa, misure straordinarie potrebbero risultare inutili perché l'incentivo
fiscale e monetario sta già facendo effetto. "I dati economici si stanno
stabilizzando e riprendendo, indicando che le politiche cominciano a mostrare
un impatto", ha detto il governatore della banca centrale cinese, Zhou
Xiaochuan. Parlando a una conferenza stampa durante la sessione del Congresso
nazionale del popolo, cioè il parlamento cinese -- che ha una funzione
ampiamente cerimoniale -- Zhou ha detto che la Cina ha imparato dagli altri paesi la lezione secondo la quale una
risposta lenta alla crisi ritarda la ripresa della fiducia. Ieri il premier Wen
ha detto che la Cina
aumenterà quest'anno il deficit di spesa per raggiungere l'obiettivo di una
crescita del Pil dell'8%, ampiamente considerata la soglia minima per tenere a
bada la disoccupazione ed evitare la minaccia di rivolte sociali. NESSUN
AUTOCOMPIACIMENTO Dati recenti suggeriscono che l'economia potrebbe essere sul
punto di riprendersi. I nuovi prestiti interni di moneta sono cresciuti da
novembre e hanno toccato a gennaio la cifra record di mille miliardi di yuan a
gennaio, mentre le indagini dicono che il settore manifatturiero si sta
riprendendo da livelli di vera e propria depressione. D'altro canto, un
tentativo di ripresa nei prezzi dell'acciaio è andato male, e la recessione nei
mercati chiave di esportazione per la Cina sembra
peggiorare. Zhang Ping, capo della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la
Riforma, la principale agenzia di pianificazione, ha detto che Pechino
continuerà a controllare il flusso di dati economici prima di decidere se
incentivi extra sono necessari. "Naturalmente, non possiamo pensare con
autocompiacimento che abbiamo completamente evitato l'impatto della crisi o che
le nostre misure siano già sufficienti a contrastarla", ha detto Zhang.
"Ma credo che, con le misure che abbiamo preso o prenderemo, possiamo
avere piena fiducia usciremo dalle attualità difficoltà e risponderemo
completamente alla crisi, perché sul lungo termine le nostre condizioni
economiche non sono fondamentalmente cambiate". Le autorità hanno chiarito
che la Cina ha ancora un ampio "volume di
fuoco" da usare, se necessario. Il deficit di bilancio nazionale cinese
aumenterà quest'anno di oltre sette volte, raggiungendo una cifra superiore ai
mille miliardi di yuan. Ma in ogni caso è una cifra che rappresenta meno del 3%
delle entrate nazionali. Per fare un confronto, gli Usa
hanno messo in bilancio un deficit del 12,3% del Pil. "E qualcosa che il
nostro paese può gestire e restare a livelli di sicurezza", ha detto Xie
Xuren, ministro delle Finanze, parlando del deficit programmato. SVALUTARE LO
YUAN? Allo stesso modo, Zhou ha detto che la banca centrale ha ancora un ampio
margine per decisioni di politica monetaria, dopo cinque tagli dei tassi
d'interesse e quattro riduzioni delle riserve obbligatorie delle banche dal
settembre scorso. Sono circolate ipotesi sul fatto che la Cina,
oltre a aumentare il deficit e ridurre i costi del prestito di denaro, possa
anche svalutare lo yuan per aiutare le esportazioni. Il giornale "21st
Century Business Herald" ha citato un anonimo dirigente secondo cui le
esportazioni e le importazioni cinesi sarebbero calate di oltre il 20% in
febbraio rispetto a un anno prima, dopo il calo rispettivamente del 17,5% e del
43,1% a gennaio. Alla richiesta se una svalutazione dello yuan è esclusa, Zhou
ha tenuto le opzioni aperte, affermando che la Cina ha
elaborato vari piani di azione per la moneta e l'economia nel caso di un
eventuale deterioramento delle condizioni internazionali. Ma Zhou ha anche
detto che ieri Wen ha chiarito la posizione cinese, quando ha detto che lo yuan
rimarrà "fondamentalmente stabile a un livello ragionevole e
bilanciato".
( da "Denaro, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Caserta imprese
& mercati / Liquorificio Leanza Da Caserta il Nocillo per Cina e Grecia E' la quarta generazione della famiglia
Leanza, composta da Vincenzo, Andrea e Sergio Leanza, a portare avanti il sogno
e la sfida lanciata nel 1890 da Pasquale Leanza, distillatore di alcolici e
padre del nocillo, che oggi costituisce il fiore all'occhiello della Leanza sas
di Orta di Atella, in provincia di Caserta. L'azienda, infatti, specializzata
nella produzione di bevande alcoliche ed analcoliche, come gli sciroppi, ha
fatto del nocillo non solo il proprio prodotto più importante, ma soprattutto
una sorta di simbolo del territorio circostante, dove vengono appunto raccolte
le noci. A raccontare esordi e progetti dell'azienda casertana è Vincenzo
Leanza che spiega anche il rapporto con i mercati esteri: se è recente il
contatto con il mercato cinese, risale già a diversi anni fa quello con
l'Inghilterra, la Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera e la Grecia. Il canale
di distribuzione, come sul territorio nazionale, è quello della GDO ma anche
del settore HORECA. Intanto si punta al futuro con l'intenzione di avviare una
produzione di acquaviti e distillati a marchio Leanza. emilia filocamo C' è un
periodo specifico per ogni cosa, un momento ideale rispetto a tutti gli altri,
soprattutto nella natura. Nel caso della raccolta delle noci, momento rituale e
pieno di gesti significativi, il momento è quello che va dal 20 al 30 di
giugno, quando il frutto è carico dei suoi principi fondamentali, linfa ed oli
essenziali. Lo sa bene Vincenzo Leanza, titolare dell'omonima azienda di
famiglia, specializzata nella produzione di bevande alcoliche ed analcoliche e
con sede ad Orta di Atella, che del nocillo, ha fatto un marchio di famiglia in
tutti i sensi, legando la tradizione al presente. " Noi rappresentiamo la
quarta generazione racconta Vincenzo Leanza nel 1890 Pasquale Leanza,
distillatore di alcolici, decise di sfruttare le noci di questo territorio per
trarne un elisir particolare. Oggi continuiamo con lo stesso entusiasmo e la
stessa passione". Invecchiato in barriques, prodotto solo con nocciole
della zona, rigorosamente da coltivazione biologica, sottoposte ad un'analisi
attenta, il nocillo a marchio Leanza, pluripremiato nel corso degli anni, non è
l'unico prodotto di casa Leanza, ma sicuramente il più rappresentativo. "
Un anno fa si è aperto un importante canale commerciale con la Cina chiarisce Vincenzo Leanza ma la nostra presenza sui
mercati esteri è sempre stata piuttosto costante nel corso degli anni ed è
stata raggiunta, oltre che con le classiche fiere di settore, soprattutto con
personali ricerche di mercato, puntuali e mirate". Profilo
aziendale Ragione sociale Leanza sas Anno di costituzione 1890 Sede via
Zarrillo 11/A Orta di Atella Amministratore unico Luisa Galasso Addetti 5/10
Settore/i produzione bevande alcoliche ed analcoliche Mercati di sbocco Italia,
Svizzera, Usa, Grecia, Cina, Germania, Gran Bretagna del
06-03-2009 num.
( da "Denaro, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mediterraneo libano
Macchine industriali dall'Italia Secondo dati del Ministero dell'Industria del
Libano, le importazioni di macchinari industriali nel 2008 hanno raggiunto il
valore record di 187,9 milioni di dollari, con un +15,6 per cento rispetto al
( da "Avvenire" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONDO
06-03-
( da "Giornale.it, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 56 del 2009-03-06
pagina 0 Borse, il crollo Gm affonda Tokyo: -3,5% Europa in altalena di
Redazione La potenziale bancarotta del colosso dell'auto americano deprime i
mercati. E l'Europa apre in territorio negativo, poi migliora. Ma non troppo
Milano - Dopo un avvio incerto le principali Borse europee tentano un timido
rimbalzo dopo il tonfo ieri di Wall Street e questa mattina delle Borse
asiatiche. Il Dax e il Cac40 guadagnano lo 0,2%, il Ftse100 lo 0,3%. Nel
pomeriggio occhi puntati sul dato relativo al mercato del lavoro Usa di febbraio con attese che indicano altri 700 mila posti
di lavoro persi nel settore privato, con un tasso di disoccupazione all?8%. A
Parigi bene Saint Gobain (+4%), Michelin (+2,8%) e Bouygues (-1,6%). Lettera
sui bancari SocGen (-2,4%), Bnp (-1,4%), debole Air France (-0,9%). A Londra
acquisti sui finanziari Lloyds (+7,2%), Barclays (+4%), Legal & General
(+3,7%). Bene Wpp (+6,4%). In forte calo gli assicurativi Aviva (-9,9%) già
ieri affossata dalle vendite dopo la perdita netta emersa nei conti 2008,
Prudential (-4,7%), Friends Provident (-5,4%) e il bancario Rbos (-3,4%). A
Francoforte bene il comparto automotica con Volkswagen (+2,2%), Continental
(+1,6%). Lettera su Deutsche Boerse (-2,8%) e Sap (-1,8%). A Bruxelles bene Fortis
Bank (+5%) nonostante la maxi perdita da 6 miliardi di euro registrata nel
quarto trimestre 2008. Tokyo depressa L?allarme sulla potenziale bancarotta di
General Motors e la delusione per il mancato annuncio di nuove misure per il
rilancio della Cina hanno smorzato l?ottimismo che
aveva sollevato ieri le sorti della Borsa di Tokyo (aveva chiuso con il Nikkei
a 1,95%) facendola piombare di nuovo in territorio negativo. Alla chiusura
l?indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso 260,39 punti, pari al 3,5%,
scendendo a 7.173,10 punti. Si tratta del livello più basso raggiunto dal 27
ottobre e di un arretramento del 5,22% su base settimanale. A essere stati
penalizzati sono soprattutto i bancari: Mitsubishi UFJ Financial ha perso il
4,8%, Mizuho Financial Group il 4,9% e Sumitomo Mitsui Financial Group il 6,4%.
Lo yen è aumentato sia sul dollaro che sull?euro incidendo negativamente sugli
esportatori: Toyota ha ceduto il 2,8%, Honda il 4,9%, Canon il 2%, Panasonic il
2,4% e Sony il 3,8%. New York in picchiata Come a Wall Street, dove l?indice
Dow Jones è precipitato al 4,09%, il livello più basso dal 1997, anche gli
investitori giapponesi sono stati spaventati da una potenziale liquidazione di
Gm. Il titolo della casa automobilistica di Detroit è scivolato sotto la soglia
dei 2 dollari, lasciando sul terreno il 15% circa, dopo che il rapporto annuale
consegnato dai vertici dell?azienda alla Sec (la Consob americana) ha sollevato
forti dubbi sulla capacità di proseguimento nelle normali operazioni di
produzione. Il gruppo ha già ricevuto 13,4 miliardi di dollari dal governo
americano ed avrebbe bisogno di prestiti per almeno 30 miliardi per cercare di
superare la crisi. La Cina è vicina Anche il rapporto
del premier cinese Wen Jiabao all?apertura della sessione annuale
dell?Assemblea del Popolo ha deluso: Wen ha garantito che la Cina
manterrà una crescita al 8% per il 2009, ma non ha annunciato nessuna misura
straordinaria per il rilancio dell?economia come invece avevano previsto alcuni
analisti. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Affari Italiani (Online)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Politica Bashir
spacca il mondo e mette a rischio la pace Venerdí 06.03.2009 11:23 La decisione
della Corte Penale Internazionale dell'Aja di emettere un mandato d'arresto nei
confronti del presidente sudanese Omar al-Bashir sta dividendo nettamente la
comunità internazionale aumentando le preoccupazioni per la popolazione che
vive in Darfur ancora costretta a condizioni di vita miserabili. Gli Stati
Uniti 'guidano' il versante di chi vorrebbe il leader di Khartoum scontare le
leggi internazionali, mentre la Cina, forte alleata
del Sudan, è in prima fila tra quei Paesi (Africa e mondo arabo) che esprimono
''rammarico'' e preoccupazione per il mandato del tribunale dell'Aja contro
Bashir. Una situazione particolarmente delicata che rischia di trasformarsi in
un vortice di polemiche e contro-accuse che potrebbe rendere ancora più
instabile una regione già seriamente colpita dalla povertà. Bashir, accusato di
crimini di guerra e contro l'umanità, si è detto pronto a recarsi in Darfur
questa domenica; un viaggio più che altro volto a dimostrare il rifiuto del
leader sudanese ad accettare la sentenza del Cpi. ''La Corte Penale
Internazionale non cambierà i piani e i programmi del governo'', ha dichiarato
Bashir, secondo un comunicato diffuso dall'agenzia SUNA. ''Il governo andrà
avanti verso la pace e condurrà elezioni libere ed oneste'', ha spiegato. Il
Sudan, del resto, ha già inviato un chiaro messaggio al mondo promettendo di
spedire a casa 13 agenzie umanitarie accusate di aver collaborato con il tribunale
dell'Aja. Le Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l'Ue hanno risposto prontamente a
questa provocazione esortando Bashir a revocare la decisione per il bene del
popolo del Darfur. Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu, ha dichiarato che
la mozione, se attuata, ''causerebbe danni irrevocabili alle operazioni
umanitarie''. Ma la Cina, che in Sudan ha numerosi
interessi economici, sembra il Paese più determinato a cercare di fermare il
mandato d'arresto contro Bashir: membro del Consiglio di Sicurezza, sosterrà la
risoluzione presentata dall'Egitto che chiede di posporre di 12 mesi
l'esecuzione del mandato. Anche l'Unione Africana ha promesso che invierà una
delegazione all'Onu per tentare di bloccare la decisione della Cpi e offrire,
così, una ''chance di pace in Sudan''. Intanto, per il secondo giorno
consecutivo, oltre 5 mila persone si sono radunate nella piazza dei Martiri
della capitale sudanese per denunciare le accuse mosse dal procuratore capo del
tribunale dell'Aja Luis Moreno-Ocampo e per sostenere l'innocenza di Bashir.
Secondo le Nazioni Unite, sono almeno 300 mila le persone
ad aver perso la vita da quando è esploso il conflitto nella regione
occidentale sudanese nel 2003. Luis Moreno-Ocampo, procuratore capo del
tribunale dell'Aja, ha accusato Bashir di aver personalmente istruito le
proprie forze affinché distruggessero tre gruppi etnici, i Fur, i Masalit e gli
Zaghawa. tags: Bashir Sudan darfur Usa cina
( da "Blogosfere" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 09 6 Petrolio e
crisi, un po' di news. Pubblicato da Debora Billi alle 12:06 in Scenari Sembra
che petrolio ed energia siano qualcosa di estraneo alla crisi, che riguarda
banche, mutui, derivati e monete e per una volta non ha nulla a che vedere con
l'oro nero. In fin dei conti, il prezzo è basso, la domanda anche, per il
momento non resteremo senza e quindi tutto va bene. Ecco un po' di notizie per
riflettere. Cina. Il cashflow
della Sinopec, la principale compagnia petrolifera cinese, continua a scendere.
Cala la domanda di raffinati e calano i prezzi. Russia. Il governo russo ritira
tutti i suoi investimenti nei bond di Fannie Mae e Freddie Mac (perché, ne
aveva?). Per la prima volta da dieci anni la Russia è in deficit, e il
ministro delle Finanze ha dichiarato che i quattrini del petrolio servono per
le pensioni. Canada. Anche i ricchi piangono, ed una compagnia petrolifera
canadese chiede ufficialmente al governo un bel bailout per evitare la
bancarotta. Iran. Scoprono di consumare 2 volte e mezzo più energia rispetto
alla media mondiale, e si mettono le mani nei capelli. L'uso del gas naturale è
passato da rischioso a pericoloso, avverte il ministro. USA. Sempre più stati
pensano ad aumentare le tasse sulla benzina, cosa inaudita negli States.
Motivo? Usare i soldi per sistemare le strade che
cadono a pezzi. Canada. Il governo dell'Alberta pensa (addirittura) di
ricorrere ad incentivi per le compagnie petrolifere perché si convincano a
tornare a trivellare. Messico. La Pemex non sa dove andare a cercare 10
miliardi di dollari per pagarsi le spese di ricerca e produzione. Inghilterra.
La BP sta pensando di bloccare i dividendi, per la prima volta dal 1999.
Norvegia, USA e Italia. La Norvegia, Paese pieno di petrolio i cui guadagni ha
saggiamente accantonato per l'era post petrolifera, ha aumentato la sua quota
di partecipazione nella compagnia nazionale idroelettrica. Sempre pensando al
futuro, gli Stati Uniti hanno stanziato 84 milioni di dollari per i progetti
geotermici. In Italia si accelera la costruzione del Ponte sullo Stretto. Dov'è
l'intruso?
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bruxelles, 6 mar.
(Apcom) - Il Segretario di Stato Usa Hillary Rodham
Clinton ha affermato, oggi a Bruxelles, che l'attuale crisi economica è
un'opportunità da non sprecare per fare finalmente gli investimenti necessari
alla graduale riconversione 'verde' dell'energia e porre le basi di un accordo
globale sul cambiamento climatico alla conferenza Onu di Copenaghen, in
dicembre. Parlando all'Europarlamento in un dibattito con una platea di
rappresentanti dei giovani europei, Clinton ha sottolineato la necessità di
affrontare il cambiamento climatico, oggi finalmente riconosciuta anche dagli Usa. "Il presidente Obama ha già annunciato al Congresso
che andremo verso un sistema di 'cap and trade' (la 'borsa delle emissioni',
ndr), qualcosa - ha detto - che abbiamo imparato da voi europei". In
questo contesto, ha aggiunto, gli Stati Uniti potranno utilizzare l'esperienza
del quadro regolatorio e dei meccanismi messi in opera dall'Ue. Sotto la
precedente Amministrazione, ha ammesso il Segretario di Stato "siamo stati
negligenti rispetto alle nostre responsabilità"; ma ora, ha affermato,
"sosteniamo la necessità di raggiungere un accordo globale sul clima, e
stiamo facendo del nostro meglio per recuperare il tempo perduto". Clinton
ha ricordato di aver visitato recentemente diversi paesi asiatici ai quali ha
offerto partenariati in vista della Conferenza di Copenaghen. Finora, gli Stati
Uniti, che non avevano voluto impegnarsi sul Protocollo di Kyoto, erano il
primo paese al mondo per le emissioni di gas serra. "Ma ora - ha osservato
- la Cina ci ha superato (nelle emissioni, ndr), e senza la Cina, l'India, l'Indonesia e altri paesi
non saremo abbastanza per dare una risposta globale" al cambiamento
climatico". Il Segretario di Stato ha quindi sottolineato che "questo
è un tempo propizio: gli investimenti del pacchetto di stimolo economico
(decisi negli Usa,
ndr) possono contribuire a dimostrare la nostra volontà di raggiungere
l'accordo" a Copenaghen. Clinton ha esortato a "non sprecare mai una
buona crisi". Questa crisi, in particolare, ha aggiunto, "può avere
un impatto molto positivo sulla lotta al cambiamento climatico e sulla sicurezza
energetica". Più tardi, parlando della complessità dei sistemi decisionali
nella democrazia Usa come in quelle europee, il
Segretario di Stato ha osservato che "c'è voluta una grave crisi per
decidere di fare gli investimenti che già 20 anni fa sapevamo erano inevitabili"
in campo energetico, così come per la creazione, finalmente, di un sistema
universale di assistenza sanitaria negli Usa.
( da "Pais, El" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
REPORTAJE:
CINE El cine para chicas también entra en recesión GUILLERMO ALONSO 06/03/2009
Vota Resultado 13 votos Confesiones de una compradora compulsiva ha
escandalizado a parte de la crítica por su supuesta glorificación del
consumismo en plena crisis económica. Pero ¿desde cuándo le exigimos lecciones morales al
género chick flick? Apareció hace tres semanas en la sección de economía de la
página web de US News: ?Cinco razones para ver Confesiones de una compradora
compulsiva?, un compendio sobre los beneficios que tendría esta película para
calmar a las consumidoras desenfrenadas. ?¿Qué conclusiones sacaste tú de la
película??, preguntaba al final el autor, dejando el debate abierto en la
sección de comentarios. Primera respuesta, proveniente de una tal Emily,
consciente de que en Internet las mayúsculas equivalen a chillar: ?¡¡¡VI LA
PELÍCULA!!! Y sólo por las botas de Gucci merece la pena, ¡¡¡CREEDME!!!?. La
noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas ýSu mensaje es todo lo
contrario: no puedes ir derrochando por la vidaý (Mayka Sánchez, ýCuoreý)
Confesiones de una compradora compulsiva, producida por el multimillonario
Jerry Bruckheimer después de que éste viera el filón en éxitos chick flick (en
argot inglés, cine para chicas) como El diablo viste de Prada, se ha convertido
en un saco de boxeo para que no sólo los columnistas de cine, sino los de
economía y sociedad, descarguen su ira. Las críticas a la cinta dirigida por P.
J. Hogan han hecho más hincapié en la glorificación de la Visa Oro en plena
época del credit crunch (o restricción crediticia) que en problemas de
estructura o guión. ?No sólo es aburrida y estridente, sino probablemente la
película que ha elegido peor fecha de estreno y la más terriblemente insultante
de la historia reciente?, escribió Claudia Puig en USA Today. James
Berardinelli, de ReelViews, dijo: ?Su esclavismo subyacente a la cultura del
consumismo es moralmente repugnante?. La protagonista, Isla Fisher, tuvo que
salir al paso ante los periodistas en el estreno londinense: ?Obviamente, la
película está situada en un marco económico diferente al actual?, declaró a los
medios. ?Pero es una historia de redención y mi personaje aprende su lección?.
Cuando la estrella de la película está dispuesta a desvelar el final de la
historia con actitud de ternero degollado sólo para salvar su imagen, algo
ocurre. Hollywood tampoco tiene mucho de qué quejarse: el pasado enero ha sido
el mejor de su historia en términos de taquilla gracias a títulos tan
inspirados como Superpoli en el centro comercial. Y uno de sus productos
estrella de febrero ha sido He?s not just that into you, otro ejemplo de
película para chicas, con Drew Barrymore, basado en un libro de autoayuda (!)
que estaba basado a su vez en una línea de diálogo de Sexo en Nueva York (!!).
En esta película, bastante más exitosa, no hay problema ético alguno con la
economía actual, pues las mujeres no van de compras, simplemente se pasan la
mitad del metraje mirando a un teléfono sin parpadear hasta que un hombre las
llama. Durante la Gran Depresión, una de las películas más populares en
taquilla fue Sombrero de copa, complemento que representaba a las clases más
altas y capitalistas y que, reflejado en celuloide, conquistó a todas las
restantes. No comprender el placer de ver a alguien comprando sin parar cuando
el espectador no puede hacerlo es no comprender uno de los principios básicos
de la ficción cinematográfica: el escapismo. ?A las chicas les encanta ir de
compras, y esto es una simple adaptación de una novela chick lit [literatura
para mujeres]?, opina Mayka Sánchez, redactora jefe de Cuore, recién llegada de
un pase de prensa de la película. ?Las críticas son desproporcionadas, éste no
es el tipo de película del que esperas sacar una moraleja. Pero si quieren
sacarle un punto moralista, sería todo lo contrario: el mensaje es que no
puedes ir por la vida despilfarrando. Los que dicen que incita al consumismo no
se han fijado en eso?. Para Lorena Berdún, protagonista en su día de Con dos
tacones, lo más cerca que estuvo nuestra televisión de heredar el espíritu de
la ficción para chicas anglosajona, ?es hipócrita pretender que se está
faltando al respeto porque una película proyecte una imagen de consumismo en
este momento de crisis. El cine te muestra algo que tú asimilas como creas
conveniente. Si nos ciñéramos a reglas de este tipo, no se deberían proyectar
películas en las que se hable de drogas, haya tramas relacionadas con abusos
sexuales o contengan violencia gratuita?. Precisamente un remake de Viernes 13
arrasó en febrero en la taquilla, pero el problema actual no es una oleada de
muertes en los campamentos norteamericanos, sino una crisis económica. Tal vez
el problema sea entonces de la realidad y no de la ficción. n Confesiones de
una adicta a las compras se estrena el 27 de marzo.
( da "Stampaweb, La" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
L?ultima volta che
al Parlamento europeo hanno ospitato un osite “di alto rango” proveniente dagli
Stati Uniti era il
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Protezione
civile, nuovo direttivo e un'attività senza più confini Venerdì 6 Marzo 2009,
Tezze sul Brenta In questi giorni è stato nominato il direttivo della
Protezione civile che coordinerà i 26 volontari, provenienti anche dai comuni
limitrofi, che ne fanno parte. Per il comune è responsabile l'assessore Francesco Guzzi,
mentre del direttivo fanno parte Damiano Cocco (capogruppo), Ivano Andreatta,
Maurizio Miotti, Enzo Pierobon, Diego Sabbadin, Pietro Tenore. "Saremo a
Lonigo per una giornata di addestramento il 15 marzo - spiega Maurizio Miotti -
poi in Brenta il 22 marzo e nei giorni di Pasqua e Pasquetta, inoltre siamo
presenti durante le varie manifestazioni civili e religiose disseminate per
tutto l'anno. Siamo abituati a lavorare quando c'è bisogno e proprio per questo
motivo la Protezione civile di Tezze ha avuto una trasferta del tutto
particolare e i questi giorni ne è arrivato un prezioso attestato". E'
molto attiva la Protezione civile tedarota. Per le nevicate dei primi di
gennaio che hanno messo in ginocchio Milano, sono stati allertati i gruppi del
Nord Italia e in molti hanno risposto all'appello del capoluogo lombardo. Anche
da Tezze sono partiti in cinque, l'autista del mezzo speciale Pietro Tenore,
Nico Cocco, Mario Baggio, Enzo Pierobon e Luigi Andreatta. Non è la prima volta
che la Protezione Civile tedarota, coordinata dall'assessore Francesco Guzzi,
si muove oltre i propri confini; sono abituati a ritrovarsi con i colleghi del
Bassanese per simulazioni e in quanto a neve avevano già spalato quella che era
caduta in paese. "Dalla nostra provincia - spiega Nico Cocco, alpino, già
un paio di volte con l'amico Antonio Cerantola in terra russa per costruire una
scuola - eravamo una quarantina, ogni gruppo con il suo mezzo e con i propri
attrezzi, pale e picconi e una volta a Milano, ci siamo messi a completa
disposizione della Protezione civile locale. La situazione era veramente
critica, lungo le strade si era formata una lastra di ghiaccio, gli unici
attrezzi necessari erano proprio i picconi e le pale in quanto tra i palazzoni
c'erano auto parcheggiate nei due lati e sarebbe stato impossibile lavorare con
mezzi meccanici, anche piccoli. A ogni gruppo è stato assegnato un turno
giornaliero. Prima di noi c'erano già stati gli alpini della sezione
Montegrappa di Bassano". Una bella esperienza? "Certamente - continua
Tenore - fa sempre bene lavorare con altri gruppi, c'è sempre qualcosa da
imparare". "Questo è il vero compito delle Protezioni civili -
conclude Cocco - essere pronti e disponibili ad intervenire in queste calamità".
La protezione civile ha bisogno di forze nuove. Per informazioni si può
telefonare a Damiano 335 222573, Maurizio 338 5888507, Enzo 338 8934150. Pio
Brotto
( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
OCSE: SUPERINDICE
RALLENTA ANCORA A GENNAIO (AGI) - Parigi, 6 mar. - Il superindice dell'Ocse
registra un nuovo calo per i paesi piu' avanzati e per le economie emergenti,
che devono far fronte a un "forte rallentamento", mentre ci sono solo
piccoli segnali di stabilizzazione. L'indice dei 30 paesi Ocse a gennaio cala
di 0,9 punti rispetto a dicembre e scende di 9,1 punti su base annuale.
Nell'Eurozona l'indice mensile scende di 0,6 punti e quello annuale di 8,4
punti, contro un calo di 1,4 punti mensili e 10,8 punti
annuali negli Usa. In
Europa va particolarmente male la Germania che cala di 1,2 punti mensili e 12,7
punti annuali. Tra i paesi emergenti in forte calo Brasile, Cina, India e Russia. Quest'ultima va
peggio di tutti con una discesa di 3,3 punti mensili e 19,4 punti annuali,
contro 2,1 mensili e 14,8 annuali della Cina, un punto mensile e 9,6 annuali dell'India e i 2,7
mensili e 10,1 annuali del Brasile, il quale fino a dicembre era l'unico paese
emergente a essere considerato solo "rallentato", mentre ora, come Cina, India e Russia, diventa anch'esso "molto
rallentato". 06/03/2009 - 14:51
( da "Dagospia.com" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> ole?, ROMEO TORNA IN LIBERTà - BORSE MIGLIORANO ? CONSOB: VANNO
RISARCITI GLI AZIONISTI ALITALIA ? Trichet guadagna doppio di Bernanke ? ROSSO
DA 200 MLN? PER PIRELLI RE ? MADOFF ITALIANO: 3 ARRESTI - DI CHI è LA WIND? -
COCA COLA: 2 MLD $ IN CINA? 1 - Migliorano i listini dopo dati Usa, Mibtel-2%, Dax+0,7%... (Apcom) - Riducono le perdite
Milano e Parigi e girano al rialzo Londra e Francoforte dopo la pubblicazione
dei dati Usa relativi alla disoccupazione di febbraio,
che hanno visto una perdita di 651mila posti di lavoro. Il Mibtel segna -2% e
l'S&P Mib -2,8%, il Dax è passato al rialzo (+0,7%) così come l'Ftse100
(+0,7%), mentre Parigi riduce le perdite (Cac40-0,3). Trichet 2 - ROMEO: GIP
RIMETTE IN LIBERTA' IMPRENDITORE (Ansa) - Torna in liberta' l'imprenditore
Alfredo Romeo. Lo ha deciso oggi il gip Enrico Campoli che ha accolto la
richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dai legali di Romeo, Bruno
Von Arx e Francesco Carotenuto. Romeo era in carcere dal 17 dicembre scorso,
nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti a Napoli. 3 - La Consob: devono essere
risarciti i risparmiatori che hanno investito in Alitalia... Da "la
Repubblica" - La Consob propone di risarcire azionisti e obbligazionisti
della ex Alitalia danneggiati dopo la sospensione e la revoca dei titoli dalla
Borsa. «Va data una qualche forma di risarcimento», dice Lamberto Cardia a
Panorama. E Ferrovie replica all´ad di Alitalia (dopo l´accusa di "ruolo
ambiguo") e annuncia che si riserva azioni a tutela dell´immagine. 4 - Usa: a febbraio per 651 mila posti... (ANSA) - L'economia Usa a febbraio ha perso 651.0000 posti di lavoro, in linea
con la stima degli analisti che aspettavano una perdita di 650.000 posti. Il
tasso di disoccupazione e' cosi' salito all'8,1% contro il 7,9% previsto dagli
analisti. Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, salito a febbraio
all'8,1%, si colloca ai massimi da oltre 25 anni. Carlo Puri 5 - Trichet
guadagna doppio di Bernanke... (ANSA) - Il presidente della Bce, Jean-Claude
Trichet, guadagna piu' del doppio del presidente della Federal Reserve Ben
Bernanke. Lo stipendio di Trichet e' salito a 351.816 euro nel 2008, (pari a
446.806 dollari) dai 345.252 del 2007, secondo i dati pubblicati sul sito della
Bce. Il numero uno della Fed Bernanke, invece, quest'anno guadagnera' 196.700
dollari. Trichet e i suoi colleghi del comitato esecutivo della Bce hanno avuto
un aumento di stipendio dell'1,9% lo scorso anno. 6 - Mercati a rischio Moody´s
declassa la Tata... Da "la Repubblica" - Moody´s ha declassato il
rating del costruttore indiano Tata Motors da B1 a B3. L´outlook è negativo. In
una nota l´agenzia motiva la decisione con «la limitata flessibilità
finanziaria di Tata Motors e l´imminente rischio di rifinanziamento nell´ambito
di un mercato debole in India e oltremare». E aggiunge: «Il sensibile calo dei
volumi di vendita pone una sfida alla capacità della società di realizzare cash
flow e redditività e la spinge a indebitarsi». Bernanke Nei giorni scorsi la
casa automobilistica indiana, a corto di liquidità a causa del crollo delle
vendite, ha avviato dei colloqui per vendere la sua quota in un fondo di
investimenti e raccogliere liquidità per 100 milioni di dollari. 7 - Casa:
Lazio, crolla capacita'acquisto... (ANSA) - Aumenta il bisogno di case a costi
sostenibili e crolla la capacita' di acquisto. Per 47mila famiglie nel Lazio e'
un bene inaccessibile. Risulta da uno studio del Cresme Ricerche sulla
questione abitativa nel Lazio. Piu' del 30% di queste famiglie e' costituito da
giovani coppie. Il disagio che ne deriva travalica l'aspetto economico e si
ripercuote sulla coesione dell'intero sistema sociale: l'emergenza abitativa
investe le persone, il sistema sociale e quello produttivo. 8 - Pirelli Re in
rosso per 200 milioni... Dal "Corriere della Sera" - Pirelli Real
Estate ha chiuso il 2008 con un rosso di 195 milioni che si confronta con un
utile 2007 da 162,8 milioni. Il cda del gruppo immobiliare ha poi confermato
che sottoporrà all´assemblea straordinaria di aprile la proposta di aumento di
capitale a pagamento da 400 milioni. Pirelli & c, azionista di maggioranza
di Pirelli Re, parteciperà alla ricapitalizzazione convertendo i crediti in
capitale. 9 - MA DI CHI È LA WIND?... Giovanni Pons per "la
Repubblica" - Di chi è il controllo della Wind, terza società di tlc in
Italia? Dall´agosto 2005 sembrava essere di Naguib Sawiris, l´imprenditore
egiziano la acquistò dall´Enel attraverso la Weather investments II: società
«controllata da una persona fisica, il signor Naguib Sawiris» è stato
dichiarato all´Antitrust. Ma già nel dicembre
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bruxelles, 6 mar.
(Apcom) - Dalla Cina ci sono segnali incoraggianti circa la disponibilità a
partecipare ad un accordo globale per limitare i cambiamenti climatici. Ad
assicurarlo è il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, sulla base della sua recente visita a Pechino.
"Sono stata rincuorata dalle discussioni che ho avuto con il ministro degli
Esteri e con altri rappresentanti cinesi: erano piuttosto ansiosi di
partecipare al summit di Copenhagen", ha spiegato il capo della diplomazia
Usa, riferendosi alla conferenza Onu prevista a
dicembre 2009. "La Cina ha espresso la volontà di
partecipare e riconosce che deve essere parte della soluzione" ha spiegato
Clinton, parlando al termine di un incontro a Bruxelles con i rappresentanti
dell'Ue. Il segretario di Stato Usa ha sottolineato
che "la posizione di maggior inquinatore del mondo" è passata da
Washington a Pechino. Sull'argomento è intervenuta anche il commissario Ue alle
Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, lodando "l'atteggiamento molto
diverso, l'atteggiamento di apertura" dimostrato dalla nuova
amministrazione del presidente Usa Barack Obama.
"A Copenaghen vogliamo un accordo vincolante", ha indicato il
commissario. "E ora - ha aggiunto - abbiamo gli Usa
dalla nostra parte, e gli Usa hanno l'Europa dalla
loro".
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 6 mar.
(Ap-Apcom-Nuova Europa) - Bishkek, dal canto suo, continua a mantenere un
atteggiamento ambivalente sulla questione. Pur ribadendo più volte che lo
sfratto degli Usa è un fatto definitivo, ieri Bakiev
ha detto che per una trattativa "la porta non è chiusa". Concetto
ribadito anche da un suo portavoce, Almaz Turdumamatov. "La decisione
sulla base è finale ed entro quest'anno tutti i soldati americani dovranno
lasciare il territorio del Kirghizistan", ha premesso il portavoce. "Ciononostante
- ha continuato - le porte del negoziato con gli Stati uniti sono aperte e
siamo pronti a considerare un nuovo accordo". Ci sono ancora margini,
insomma. Washington, intanto, ha fatto capire di star valutando anche ipotesi
alternative. Il contingente impegnato in Afghanistan, specialmente in questa
fase di "upgrading" della forza in campo, ha bisogno d'un solido
punto d'appoggio logistico. Diverse fonti, nelle scorse settimane, hanno
registrato degli approcci da parte Usa all'Uzbekistan,
dove gli Usa avevano una base fino al
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano, 6 mar.
(Apcom) - Regione Piemonte e Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze
- Comitato regionale Piemonte) hanno siglato un'intesa che integra e potenzia i
servizi di monitoraggio del territorio per la Protezione civile regionale.
L'accordo impegna l'Anpas a garantire un pronto intervento entro 24 ore
dall'allertamento, con l'impiego di aerei Cessna C172 e Cessna 320 e piloti
professionisti dell'associazione volontaria I Falchi di Daffi (Difesa Ambiente
foreste e fiumi). La collaborazione vuole assicurare e potenziare il
monitoraggio territoriale ed è volta alla sorveglianza programmata, alla
previsione e prevenzione dei rischi sulla base di programmi definiti dal
settore Protezione civile con la ricognizione diretta all'acquisizione di
informazioni, dati e immagini necessari per le attività emergenziali. Se
necessario viene assicurato il sostegno operativo per il funzionamento dei
sistemi di comunicazione radio, informativi, di monitoraggio strumentale, nell'ambito di esercitazioni ed emergenze di Protezione civile; il
trasferimento aereo, nelle emergenze di grande portata, di personale e
materiale del settore Protezione civile della Regione, infine, l'istituzione di
percorsi formativi per istruttori e addetti al sistema radio dedicato e
procedure di sicurezza per il volo del personale volontario. Tutti gli
interventi previsti dalla convenzione saranno prestati in caso di eventi
naturali o no che richiedono l'attivazione del sistema regionale di Protezione
civile e potranno interessare sia la comunità regionale sia le comunità
nazionale e internazionale, nell'ambito di interventi di carattere umanitario.
Il servizio aereo sarà attivato anche per azioni dimostrative di informazione e
di formazione con il coinvolgimento della popolazione, tese alla crescita della
cultura di protezione civile. La "base di armamento" del servizio
aereo è stabilita presso l'aeroporto di Torino Aeritalia di Collegno, già base
di elisoccorso del sistema di emergenza sanitaria 118.
( da "AprileOnline.info" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il "mago"
cerca nuovi bluff Leo Sansone, 06 marzo 2009, 11:21 Le antiche certezze
d'imbattibilità cominciano a vacillare anche per Berlusconi. La crisi, finora sottovalutata,
rischia di avere devastanti effetti sociali ed economici anche nel
settentrione, il cuore produttivo dell'Italia. Così, il presidente del
consiglio sta meditando su una nuova sorpresa con cui affascinare l'elettorato
anche senza risolvere i problemi della recessione. Al congresso fondativo del
PdL del 27 marzo tirerebbe fuori dal cilindro un piano per dare lavoro ai
giovani, un grande bacino elettorale, stremato dal precariato e dalla
disoccupazione Prima una pioggerellina, poi un temporale, ora la grandine. In
prospettiva una pericolosa tempesta o un devastante uragano. Il 2009 si
presenta come l'annus horribilis dell'economia italiana. A febbraio la cassa
integrazione ordinaria dell'industria è cresciuta di ben il 553% rispetto ad un
anno fa, un vero record negativo. Si restringe il credito, crollano i consumi e
le esportazioni, le imprese riducono la produzione e tagliano l'occupazione.
Fino a due mesi fa Silvio Berlusconi sollecitava alla "fiducia" e
"all'ottimismo". Invitava e ad evitare "l'informazione
ansiogena" delle tv (e della Rai) perché le banche e le imprese italiane
stavano "meglio" di quelle estere e al massimo, osservava,
"torneremo al reddito" del 2006. Poi il presidente del Consiglio ha
cambiato atteggiamento: due settimane fa si è detto "preoccupato"
perché "non si vedono" le dimensioni reali della crisi finanziaria
internazionale. Analogo è il comportamento di Giulio Tremonti. Il ministro
dell'Economia all'inizio dell'anno sollecitava alla fiducia mentre ora
annuncia: "Il 2009 sarà un anno ancora più difficile del 2008". Usa perfino toni millenaristici: "siamo in terra
incognita". I dati sono da brivido: la Borsa italiana ha perso il 50%
della sua capitalizzazione nel 2008 e ora, in poco più di due mesi del 2009, un
altro 25%. E potrà andare molto peggio: il Pil (Prodotto interno lordo)
potrebbe scendere del 2,5% quest'anno, dopo aver perso già l'1% nel 2008. Nel
2009, secondo alcune stime, arriverebbero altri 2.500.000 disoccupati. Gli Usa, per
bonificare le banche dai "titoli tossici" e stimolare la ripresa
economica, hanno stanziato 1.500 miliardi di dollari mentre la Cina segue a ruota con un investimento
di 1.200 miliardi di dollari in opere pubbliche. La recessione del 2009
comincia ad essere molto simile alla Grande Depressione del 1929. La Bce
ha tagliato i tassi d'interesse primari europei all'1,5% e gli Stati Uniti da
tempo li ha ridotti da 0 allo 0,25%, ma nonostante l'irrisorio costo del denaro
le Borse mondiali continuano a scendere tumultuosamente. Manca la fiducia nelle
banche e nei mercati finanziari internazionali. Le antiche certezze
d'imbattibilità cominciano a vacillare anche per Berlusconi. Lunedì 2 marzo
centinaia di trattori di allevatori del nord sono andati a protestare ad
Arcore, davanti alla villa del Cavaliere, e a Gemonio, sotto la casa di Umberto
Bossi. Gli agricoltori settentrionali, grandi elettori del centrodestra,
protestavano contro il decreto del governo sulle quote latte perché, hanno
obiettato, favorisce gli allevatori leghisti che non hanno rispettato le quote
europee di produzione del latte non pagando le relative multe. Un brutto
campanello d'allarme per il presidente del Consiglio che suona proprio al nord.
La crisi, finora sottovalutata, rischia di avere devastanti effetti sociali ed
economici anche nel settentrione, il cuore produttivo dell'Italia. Tutto ciò
avviene ad appena tre mesi dalle elezioni europee di giugno. Non solo. Dario
Franceschini, da lui definito il suo nono competitore dopo l'uscita di scena di
Walter Veltroni, lo preoccupa. Il nuovo segretario del Pd, è l'analisi, regge
bene il video tv, si fa ascoltare con la sua faccia di bravo ragazzo. Non solo.
Il successore di Veltroni sta puntando proprio sulla crisi economica, oltre che
sulla sicurezza. La sua proposta di varare un assegno di disoccupazione per chi
perde il lavoro, da posizioni di sinistra, ha colpito nel segno, conquistando
la centralità del ring della politica e sta mettendo in difficoltà il governo.
L'esecutivo sta rifacendo i conti. I 17,8 miliardi di euro stanziati per far
partire entro sei mesi un piano di opere pubbliche (in testa il ponte sullo
Stretto di Messina) e gli incentivi agli acquisti di auto, elettrodomestici e
mobili non bastano. Così Tremonti, dopo gli 8 miliardi di euro già stanziati
per la cassa integrazione con l'obiettivo di tutelare anche i precari con un
contratto di lavoro a termine, sta pensando ad altre iniziative. Ha parlato di
un "tesoretto" da destinare agli ammortizzatori sociali e ad altre
indefinite iniziative da mandare in porto la settimana prossima. Poi si sta
preparando il "mago". Berlusconi, dopo aver indossato in passato i
panni del "presidente imprenditore" e del "presidente
operaio", sta meditando una nuova mossa con un forte impatto mediatico.
Potrebbe giocare la carta del "presidente per i giovani", la grande
risorsa del futuro, impantanati in un destino di disoccupazione e di
precariato. Il colpo di scena potrebbe avvenire il 27 marzo, al congresso
fondativo del Popolo della libertà (Pdl), il nuovo partito del centrodestra che
nascerà dalla fusione di Forza Italia con An. Un piano per l'occupazione dei
giovani sarebbe la mossa ideale per mettere in difficoltà il Pd e per
combattere una battaglia contro le Caste, tornando a cavalcare un nuovo cavallo
populista. Già, serve un nuovo cavallo da affiancare a quello della sicurezza,
sostituendolo a quello del taglio delle tasse e dell'anticomunismo (è difficile
agitare questa bandiera contro l'ex Dc Franceschini). Viene in mente Woody
Allen. "Sono un mago e voglio restare un mago", dice un protagonista
di Scoop, un film del regista americano del 2006. Il Cavaliere in 15 anni di
vita politica ha fatto "il mago". Ha realizzato tante magie: ha
inventato un centrodestra, ha sbaragliato il centrosinistra e nel frattempo
sono fioriti i profitti e gli affari della Fininvest, il suo gruppo
imprenditoriale. Al "mago" però non sono riusciti i tanti miracoli
annunciati, in testa il "nuovo miracolo economico" basato su meno
tasse, meno leggi, meno Stato e più sviluppo. Il "mago" incanta, ma
non risolve i problemi.
( da "Giornale.it, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 56 del 2009-03-06
pagina 0 Usa, la disoccupazione cresce fino all'8,1%
Obama: "Dati atroci" di Redazione Il tasso di disoccupazione degli
Stati Uniti balza all?8,1%: livelli più alti dal 1983. Il mercato del lavoro ha
perso 651 mila posti. A piazza Affari un altro giorno di passione: il Mibtel
chiude a -3,78% Milano -I listini europei rimbalzano dopo il dato sulla
disoccupazione Usa. I 651mila posti di lavoro persi,
che hanno spinto il tasso di disoccupazione all?8,1%, sono in linea con le
attese degli analisti e la notizia è stata accolta positivamente dai mercati.
Anche se il tasso di disoccupazione sale ai massimi dal dicembre 1983.
Dall?inizio della recessione nel dicembre 2007 gli Usa
hanno perso complessivamente 4,4 milioni di occupati, di cui più della metà
negli ultimi 4 mesi. "Sono dati atroci", ha commentato il presidente Usa, Barack Obama. Ai livelli del 1983 Il tasso di
disoccupazione degli Stati Uniti è balzato all?8,1% nel mese di febbraio, sui
livelli più alti dal 1983, con il mercato del lavoro che ha perso 651 mila
posti. Entrambe le cifre sono peggiori delle attese degli analisti e il
rapporto del Dipartimento del Lavoro mostra che gli americani continuano ad
essere travolti da un?ondata di licenziamenti. La perdita netta registrata in febbraio,
infatti, giunge dopo una dato che è stato persino peggiore nei due mesi
precedenti, con una perdita di 681 mila posti a dicembre e 655 mila a gennaio.
Con la recessione che sta compromettendo vendite e profitti, le aziende stanno
apportando tagli al personale a un ritmo preoccupante, cercando altri sistemi
per abbassare i costi, come ad esempio riducendo le ore lavorative, congelando
gli stipendi o abbassando l?ammontare dei soldi in busta paga. Anche gli altri
paesi hanno i loro problemi economici e questo si riflette sulle spese dei
clienti, sia statunitensi che all?estero, sempre meno spinti a mettere mano al
portafogli. La recessione americana Dall?inizio della recessione, a dicembre
( da "Giornale.it, Il" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 56 del 2009-03-06
pagina 0 Piazza Affari chiude in netto calo: -3,78% di Redazione Ennesima
seduta nera per Piazza Affari. Il Mibtel ha chiuso in calo del 3,87% a 10.740
punti, lo S&P/Mib del 4,64% a 12.895 punti mentre l?All Stars del 2,56% a
7.184 punti Milano - Le principali piazze finanziarie europee hanno chiuso
l?ultima seduta settimanale in modo contrastato. A Francoforte il Dax ha chiuso
a -0,79%, a Parigi il Cac40 a -1,37%, a Londra l?Ftse100 è rimasto invariato
(+0,02%). Ennesima seduta nera, invece, per piazza Affari: il Mibtel ha chiuso
in calo del 3,87%, l'S&P/Mib del 4,64% mentre l?All Stars del 2,56%. Piazza
Affari crolla Piazza Affari ha chiuso malissimo una brutta settimana,
confermandosi nuovamente come la peggiore Borsa del vecchio continente. è stata
una seduta molto altalenante, partita male e andata peggiorando a fine
mattinata, quando Intesa è arrivata a perdere il 17%. Poi, nel primo
pomeriggio, i listini hanno un pò recuperato anche grazie alla partenza
positiva di Wall Street, per poi peggiorare di nuovo sul finire di seduta. A
pesare sui listini sono stati anche i dati Usa sulla
disoccupazione, che hanno evidenziato una perdita totale pari a 4,4 milioni di
posti di lavoro dall?inizio della crisi, a conferma dello stato di profonda
recessione in cui versa l?economia americana. Il Mibtel ha chiuso a -3,86% e
l?S&P Mib a -4,64% I peggiori della giornata sono stati nuovamente i titoli
bancari, che soffrono ancora per la forte esposizione di alcuni big del credito
nell?est Europa. Peggiore blue chip della giornata è stata Unicredit (-10,4%),
seguita da Banco Popolare (-8,6%), Ubi (-8%) e Intesa (-7,3%), Mediobanca
(-4,6%) e Mps (-4,6%). A picco anche gli assicurativi con Generali (-5,8%),
Alleanza (-5,1%), Unipol (-4,9%) e Mediolanum (-4,6%), gli energetici, che
soffrono per i ribassi del prezzo del greggio, con Saipem (-6,7%), Eni (-5,7%)
ed Enel (-4,4%) e gli editoriali con Seat (-4,1%) e Mediaset (-4,1%). Sul fronte
acquisti, invece, in evidenza Lottomatica (+6,7%) dopo i buoni conti 2008, Bpm
(+3%) unico bancario in controtendenza, Italcementi (+2,5%) e Prysmian (+2,5%).
Sul completo a picco Milano Assicurazioni (-12,3%), Risanamento (-11,7%) e gli
editoriali con il Sole 24 Ore (-10,2%) e Rcs Mediagroup (-9,7%), chiudono in
rialzo Benetton (+5,7%) e Vianini (+3,6%). Tokyo depressa L?allarme sulla
potenziale bancarotta di General Motors e la delusione per il mancato annuncio
di nuove misure per il rilancio della Cina hanno
smorzato l?ottimismo che aveva sollevato ieri le sorti della Borsa di Tokyo
(aveva chiuso con il Nikkei a 1,95%) facendola piombare di nuovo in territorio
negativo. Alla chiusura l?indice Nikkei dei 225 titoli guida ha perso 260,39
punti, pari al 3,5%, scendendo a 7.173,10 punti. Si tratta del livello più
basso raggiunto dal 27 ottobre e di un arretramento del 5,22% su base
settimanale. A essere stati penalizzati sono soprattutto i bancari: Mitsubishi
UFJ Financial ha perso il 4,8%, Mizuho Financial Group il 4,9% e Sumitomo
Mitsui Financial Group il 6,4%. Lo yen è aumentato sia sul dollaro che
sull?euro incidendo negativamente sugli esportatori: Toyota ha ceduto il 2,8%,
Honda il 4,9%, Canon il 2%, Panasonic il 2,4% e Sony il 3,8%. © SOCIETà EUROPEA
DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Dagospia.com" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> BORSE CONTRASTATE (MIBTEL -3.87%) ? DISOCCUPAZIONE USA AI
MASSIMI DALL?83 (8.1%) ? OBAMA: ?persi 4,4 mln posti lavoro finora, CIFRA
SPAVENTOSA? ? TONFO GM (-22%) ? ROMITone: SERVONO RIFORME PER ATTRARRE
INVESTIMENTI - Parmalat: a Bondi 510 mila ?? 1 - BORSA CHIUDE IN NETTO CALO CON
WS, MIBTEL-3,87%, BANCHE A PICCO... (AGI) - Chiusura di seduta in netto calo per
la Borsa valori, trascinata all'ingiu' dalla debolezza dei valori bancari e
condizionata anche dall'andamento negativo di Wall Street. L'indice Mibtel
termina con una perdita del 3,87% a 10.740 punti, mentre l'S&P/Mib cede il
4,64% e l'All Stars segna un -2,55%. Scambi attivi, a 2,2 miliardi di euro. Per
Piazza Affari, oggi ancora la peggiore in Europa, e' stata una riunione tutta
improntata al ribasso, con perdite via via crescenti. barack obama Qualche
speranza e' nata nel pomeriggio, dopo il buon avvio di Wall Street in seguito
ai dati sull'occupazione Usa, negativi ma in linea con
le previsioni; il Mibtel, che a meta' giornata aveva toccato un -3%, e'
risalito fino al -1,2%, franando nuovamente nel finale quando New York ha
invertito la rotta. Ancora cedenti i bancari, male gli assicurativi, scendono
nel finale gli energetici. Bene Fiat, Lottomatica e i titoli del
cemento-costruzioni. 2 - Europa chiude contrastata, Dax -0,7%, Ftse100
invariato... (Apcom) - Le principali piazze finanziarie europee hanno chiuso
l'ultima seduta settimanale in modo contrastato. A Francoforte il Dax ha chiuso
a -0,79%, a Parigi il Cac40 a -1,37%, a Londra l'Ftse100 è rimasto invariato
(+0,02%). 3 - Obama: persi 4,4 mln posti lavoro finora, cifra
"spaventosa"... (Apcom) - In questa recessione, negli Stati Uniti
sono andati persi 4,4 milioni di posti di lavoro: una "cifra
spaventosa". E' quanto ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack
Obama, riferendosi all'ultimo rapporto di febbraio sull'occupazione Usa, che ha messo in evidenza una perdita di 651.000 posti
di lavoro solo nel mese di febbraio. 4 - Usa,
disoccupazione vola ai massimi dall'83, tasso sale all'8,1%... (Apcom) - Il
tasso di disoccupazione degli Stati Uniti e' balzato all'8,1% nel mese di
febbraio, sui livelli piu' alti dal 1983, con il mercato del lavoro che ha
perso 651 mila posti. Entrambe le cifre sono peggiori delle attese degli
analisti e il rapporto del Dipartimento del Lavoro mostra che gli americani
continuano ad essere travolti da un'ondata di licenziamenti. La perdita netta
registrata in febbraio, infatti, giunge dopo una dato che e' stato persino
peggiore nei due mesi precedenti, con una perdita di 681 mila posti a dicembre
e 655 mila a gennaio. 5 - General Motors: Nuovo tonfo, -22% ai minimi di 75 anni...
(Apcom) - Il titolo della casa automobilistica General Motors e' in forte
ribasso, in calo di oltre il 22% a 1,44 dollari, nuovo minimo di 75 anni. Nella
giornata di ieri la stessa societa' aveva lanciato un allarme sul rischio di
bancarotta, dopo aver presentato il rapporto annuale alla Sec. 6 - ITALIA-CINA: ROMITI, SERVONO RIFORME PER ATTRARRE INVESTIMENTI...
(Adnkronos) - 'Il Governo italiano deve da un lato mettere in atto riforme
miranti a raggiungere un ambiente piu' ricettivo per gli investimenti
internazionali e, dall'altro occorre che intervenga da subito per sollecitare
l'attenzione del governo cinese verso le grandi opportunita' che si
possono senza dubbio trovare nel nostro Paese'. Lo ha affermato all
( da "Repubblica.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abbiamo girato ad
Antonio Cassese ex presidente del Tribunale dell'Aja e presidente della
Commissione di inchiesta dell'Onu sul Darfur le domande inviate dai nostri
lettori. Ecco il "carteggio" con il giurista. Caro Signor Antonio
Cassese, sono 29 anni che sono missionario in Africa e precisamente in Costa
d'Avorio. I proclamati "diritti dell'uomo" per molti dei capi di
questo magnifico continente, sono solo "delle belle parole". La brava
gente di questi Paesi, soffre, muore e tace. Diamo voce a questa gente che non
ha voce. Tenete duro sui diritti dell'uomo! Non abbiate pietà per questi
dittatori che umiliano la loro gente, e non fatevi impressionare dalle
cosiddette "grande potenze" come la Cina. La
storia, vi e ci giudicherà. I martiri, i santi, i profeti non hanno avuto la
gloria dalla gente della loro generazione. Che il Signore vi dia il coraggio di
osare per il bene dei poveri e degli umili! Saluti. Père Pascal Poggiali
"Grazie delle belle e coraggiose parole. Sì, teniamo duro." Vorrei
chiederLe se lo Stato italiano sta appoggiando con convinzione l' azione della
Corte Internazionale dell' Aja o se sta già calando le braghe di fronte alle
inevitabili proteste dei Governi sostenitori dell' ormai superato principio di
non ingerenza. Giuliano "Lo Stato italiano crede ai diritti umani ed
appoggia con grande convinzione la corte penale. Ma noi comuni cittadini
possiamo spingerlo ad agire con sempre maggiore incisività. Anche le nostre
voci, per quanto modeste, possono essere ascoltate a Roma." OAS_RICH('Middle');
Prima di farle la Domanda vorrei dire che ho apprezzato il suo scritto su
Republica. La mia domanda se mi e consentito è: Perché un magistrato mette a
repentaglio la vita di molti europei che da anni lavorano per il Darfour e
hanno radici nel Sudan dal 1887 come i padri e suore Comboniani, e associazioni
umanitarie, che si vedono ora espulsi da Nyala (Darfur)? (2) Se il generale
Bashir è considerato colpevole come comandante dell'esecutivo perché niente è
stato fatto contro Rumsfield. Sharon e Menghistu? (3) Perché con tanti
magistrati con profonda conoscenza della realtà africana si è dato un caso in
mano ad un magistrato che prima avrebbe fatto meglio a ripulire lo sporco in
casa sua. Mi riferico ai tempi dei desparacidos in Argentina , forse il signor
giudice poteva fare un buon Lavoro per il suo popolo. Con questo non voglio
dire che el Bashir non sia responsabile ma penso troppa Hollywood, Cia, e
politica petrolifera hanno fatto di questo grave problema un "Teatrino dei
Burattini" cosa di cui la Corte penale internazionale non aveva bisogno.
Grazie Maha African Refugees News "1) Quel Procuratore ritiene che la
lotta contro l'impunità giustifichi interventi giudiziari che possono creare
rischi per le persone che lavorano sul campo 2) Mengistu è stato condannato a
morte in contumacia da un tribunale etiopico. Sharon è stato censurato da una
Commissione di inchiesta isrealiana per i fatti di Sabra e Shatila, e dovette
dimettersi dalla carica di ministro della difesa. Rumsfeld è statunitense, e
gli USA non consentiranno mai di processare un proprio ex ministro. Purtroppo
la giustizia internazionale è condizionata dalla Realpolitik. 3) In effetti
molti hanno spesso espresso critiche per il fatto che il Procuratore Moreno
Ocampo si sia concentrato sui cittadini di 4 paesi africani, trascurando di
indagare crimini commessi in altri Paesi." Signori, innanzi tutto
ringrazio la redazione di Repubblica per l'opportunità. Professor Cassese, alla
luce dei nuovi fatti: il mandato di arresto per il presidente del Sudan,
l'espulsione di circa 13 organizzazioni umanitarie dal Sudan, unitamente alla
confisca dei beni, altre sembra siano sotto inchiesta. Secondo Lei, la missione
United Nations African Mission in Darfur (UNAMID) rimarrà operativa oppure sarà
espulsa anche essa? Se secondo lei sarà espulsa o bloccata, quali saranno i
tempi, Immediatamente, tra qualche mese? La ringrazio per il tempo e
l'eventuale risposta. Cordiali saluti Antonio Pagliaricci "Non credo che
la missione ONU verrà espulsa. Ne verranno limitati le azioni e i movimenti, ma
non di più". Gentile Prof. Cassese, nei sistemi nazionali un
pronunciamento giudiziale deve afferire ad un sistema di norme che prevedano
possibile la sua esecuzione. La "forza" del provvedimento assunto
contro il presidente sudanese in cosa può essere individuata? E se questa forza
non c'è il valore dell'atto giuridico in cosa consiste? In ultimo: cosa leggere
per capirne di più? Vorrei, se possibile, una sua indicazione, grazie. Lora
Pipicella "La "forza" giuridica del provvedimento può derivare o
dalle norme dello Statuto della Corte penale, e ciò vale per gli Stati parti di
tale Statuto, che cioé lo hanno ratificato, o da una decisione del Consiglio di
sicurezza, che sia vincolante (assunta cioé in virtù del Capitolo VII della Carta
dell'ONU). In questo caso la decisione del Consiglio ha imposto un obbligo di
cooperare solo al Sudan, mentre gli altri Stati sono stati semplicemente
invitati a cooperare, il che significa che non sono tenuti giuridicamente a
togliere a Bashir le immunità di cui gode come Capo di stato in
esercizio." Domanda: perché non emettete un mandato di cattura per crimini
di guerra per Bush ed un altro per Shimon Peres e compagnia cantante? Dopo
cominceremmo a ragionare! grazie. Fabrizio Stella, Parigi. "Purtroppo gli
Stati Uniti non consentirebbero mai di incriminare e tanto meno processare un
loro alto esponente politico. Essendo la superpotnza, se lo possono permettre.
Perciò, è triste dirlo, ma la giustizia penale internazionale si ispira ancora
alla massima dei due pesi e due misure. Però i giudici nazionali di Francia,
Germania, Italia, Spagna, ecc. potrebbero compiere indagini giudiziarie sugli
asseriti crimini di Bush, Rumsfeld, ed altri, emettendo poi un ordine di
comparizione o addirittura un ordine di cattura. Quesi signori potrebbero poi
essere processati in contumacia ma solo nei paesi che ancora la ammettono, come
l'Italia e il Belgio (e non invece in Spagna e in Germania). Ma quale giudice
nazionale ha il coraggio di farlo?" Gentile professor Cassese, Bashir
viene condannato giustamente dal Tribunale Internazionale ma Paesi come Cina e Iran si oppongono. Ma com'è possibile? Cosa dicono i
media cinesi ed iraniani a riguardo del genocidio in Sudan? Noi italiani
dobbiamo sapere cosa pensano di questo orrendo massacro i cittadini iraniani e
cinesi. Non i governi.... i cittadini! Sono demoralizzato. Come si fa a
sostenere l'Hitler d'Africa. La ringrazio e le auguro sempre buon lavoro e
pace. Enrico "In Cina e Iran non esiste libertà
di pensiero e di manifestazione delle proprie idee. Tutti perciò tacciono. Ma
non bisogna disperare. Almeno noi dobbiamo levare alta la nostra voce per
protestare contro le violazioni dei diritti umani, ovunque avvengano."
Perché Bashir e tanti altri no? Putin in Cecenia ha raso al suolo Grozny non
risparmiando i civili e si è poi ripetuto in Georgia; un qualunque statunitense
che si è macchiato di crimini contro l'umanità, e ce ne sono tanti dopo la
guerra in Iraq, non può essere incriminato dall'Alta Corte perché gli USA non la
riconoscono; i leader cinesi che reprimono nel sangue le proteste pacifiche dei
monaci tibetani non vanno incriminati? Gli Israeliani che hanno usato il
fosforo bianco e ucciso 400 bambini nella città-ghetto di Gaza non hanno
commesso nessun crimine? La politica internazionale ha sempre due pesi e due
misure: la bilancia pende sempre dalla parte dei vincitori, il resto è
retorica. "Purtroppo Lei ha ragione, ma dobbiamo sforzarci di protestare
perché anche la giustizia internazionale diventi eguale per tutti, anche per i
rappresentanti di Grandi Potenze." Mi piacerebbe sapere se il mandato di
arresto potrebbe essere realmente eseguito o con esso si vuole solo dare un
segnale forte al Sudan, e magari ad altri Paesi responsabii di gravi violazioni
dei diritti umani. E quali potrebbero essere le conseguenze dell'atto, sia
nella regione che nell'ambito più ampio della comunità internazionale.
Cordialissimi saluti, Michele Sanna "Potrebbe essere eseguito in Sudan, ad
opera dei poliziotti di Bashir, che dovrebbero arrestare il loro leader. Le
conseguenze dell'atto giudiziario di cui stiamo parlando saranno solo
politiche, psicologiche e mediatiche, e non tutte positive e favorevoli al
processo di pace." Caro Presidente, sono contento per la condanna di Bashir.
Dalla poca documentazione che avevo letto (fonte Amnesty) credo non ci siano
dubbi sugli efferati atti criminali condotti da questo soggetto. Sono però
molto preoccupato per la ricaduta che potrebbe avere la condanna sulla vicenda
della liberazione di Pier Albino Previdi, il padre di un mio carissimo amico,
che è stato ingiustamente arrestato in Sudan come ritorsione per una questione
commerciale alla quale è completamente estraneo (la vicenda è su tutti i
giornali in questi giorni). Le pensa che la condanna possa stimolare Bashir ad
agire più correttamente o potrebbe inasprire il comportamento nei confronti dei
cittadini occidentali presenti in Sudan? Cordiali saluti e buon lavoro. Walter
Naldoni "Purtroppo l'effetto perverso del mandato di cattura è che ha rafforzato
Bashir sia in Sudan sia presso i Paesi africani ed arabi, mentre ha messo a
grave repentaglio le organizzazioni umanitarie che lavorano nel Darfur."
Presidente di quanti capi di accusa e colpevole Omar Hassan, che tipo di
processo avrà, speriamo che gli darete una pena esemplare, la ringrazio, buon
lavoro. "I capi di accusa sono numerosi, e lo accusano sia di crimini
contro l'umanità sia di crimini di guerra. Se si riuscisse ad arrestarlo e
trascinarlo davanti alla Corte penale (cosa assai poco probabile!), avrebbe un
processo equo. Potrebbe toccargli il carcere a vita, perché per fortuna la
Corte penale esclude la pena di morte, pena assai barbara. Perché più pesi e
più misure? Perché non si contestano i crimini contro l'umanità anche per
Guantanamo, per gli indiscriminati attacchi in Afghanistan, Iraq, Palestina che
portano allo sterminio di civili inermi? Forse perché quando si è provato a
farlo sono magicamente usciti scandali e corruzione dell'ONU? Chissà...
"Perché putroppo la comunità internazionale è ancora dominata da alcune
Grandi Potenze, che possono fare il bello e il cattivo tempo. Ma forse tra una
cinquantina di anni si arriverà ad una società internazionale più giusta.
Perciò, rimbocchiamoci e maniche, e chiediamo con forza più giustizia e una
giustizia equa ed eguale per tutti. Buongiorno, ho letto con attenzione
l'articolo "Giustizia impossibile" da Lei pubblicato su Repubblica.
Ho frequentato lo scorso anno un LLM organizzato dall'Università di Torino e
dall'UNICRI in "International criminal law, international organizations
and crime prevention" una parte del programma prevedeva proprio una moot
court avanti all'ICC sul Darfur... ( peraltro io simulavo la difesa di un
coimputato di al- Bashir... ed il mio cliente venne assolto!). Gia'in tale sede
avevo manifestato le mie perplessità riguardo al Rome Statute e rule of
procedure dell'ICC... oggi, avanti alla richiesta della Cina
al Consiglio di sicurezza di sospendere l'ordine di arresto per il leader
sudanese, pur condividendo appieno la Sua premessa secondo la quale
"l'ordine di cattura della Corte penale internazionale contro il
presidente sudanese Bashir è moralmente giustificato in quanto egli ha il pieno
controllo politico e militare del paese e quindi non può ignorare le atrocità
che si commettono nel Darfur. Non può non esserne responsabile, quanto meno
perché ha omesso di prevenire quei crimini o di punirne gli autori." mi
chiedo e Le chiedo: attraverso quali strumenti si può affermare pienamente
l'operato dell'ICC? Mi pare che dinnanzi al comportamento
della Cina al Consiglio di
Sicurezza ( NB trattasi della Cina nel caso del Darfur, domani potrebbero essere gli USA o la
Russia per un altra fattispecie concreta!) si concretizzi il pericolo di
delegittimare l'operato dell'ICC... Attraverso quali strumenti correggere
queste distorsioni procedurali che stanno emergendo? (sempre che sia
possibile...) Ed ancora, condivide la decisione dell'ICC di escludere dal capo
di imputazione a carico di al - Bashir l'accusa di genocidio ex art. 6 ICC Rome
Statute? Ringrazio anticipatamente per l'attenzione. Cordialità Diego
Grassedonio "1 e 2) La Corte penale può svolgere un'azione effettiva solo
con la cooperazione degli stati, perché manda di una sua polizia giudiziaria
capace di raccogliere prove, fare perquisizioni, interrogare testimoni,
compiere arresti nel territorio di Stati sovrani. Perciò la giustizia
internazionale deve essere prudente e saggia, altrimenti rischia di essere
considerata poco credibile. 3) La decisione dei giudici di respingere la
richiesta di Moreno Ocampo di incriminare Bashir anche per genocidio è stata
corretta e saggia. Infatti i reati che il Procuratore ha qualificato come atti
di genocidio sono crimini contro l'umanità: espulsione forzata di civili dai
loro territori, stupro di massa, altre violenze contro le persone." Salve,
sono Lorena. Ho appreso con gioia la notizia emessa dal Tribunale Penale
Internazionale dell'Aja riguardo il mandato di cattura per il Presidente
sudanese Al-Bashir. Purtroppo non ho potuto fare a meno di notare che l'accusa
di genocidio sia caduta. Ad ogni modo, credo che una simile decisione
costituisca un precedente importantissimo per il diritto internazionale.
Infatti non era mai stato emesso un mandato di cattura contro un presidente
ancora in carica e di questo nuovo cammino intrapreso dalla corte mi
compiaccio. Tuttavia ho notato che la Cina per prima,
seguita anche da Russia, Siria, Iran ed altri Paesi non hanno gradito molto la
decisione del tribunale chiedendo se non altro che venga congelata per almeno
un anno. Se l'Onu non dovesse decidere in questo senso e se il mandato di
cattura resterà valido, cosa succede se nessuno riuscirà a consegnare Al-Bashir
alla giustizia? Non verrà minata l'autorità dello stesso tribunale, scatenando
una sorta di effetto domino, nel senso che le successive sentenze del tribunale
potranno anch'esse venire ignorate? In sostanza, rischia il TPI di perdere
credibilità e autorità dato che certe nazioni, (alcune delle quali, tra
l'altro, hanno votato nel 2005 la risoluzione 1593 investendo lo stesso
Tribunale con l'incarico di cercare quelle prove che poi hanno portato
all'emissione del verdetto di colpevolezza) credono di trovarsi al di sopra
della legge ignorando spudoratamente il provvedimento della corte? "1) Se,
come è molto probabile, Bashir non verrà mai arrestato, la credibilità dellla
giustizia penale internazionale ne risulterà seriamente messa in discussione.
2) Sarebbe stato più saggio procedre con grande cautela, e magari emettere solo
un mandato di comparizione (non di arresto)." Sono uno studente di Scienze
internazionali e diplomatiche all'Università di Genova. Il presidente
dell'Assemblea delle Nazioni unite ha dichiarato che il provvedimento è
un'assurdità dettata da motivazioni politiche. Quali sarebbero queste
motivazioni politiche a cui fanno riferimento il presidente e gli altri
oppositori al mandato di cattura? Porgo i miei cordiali saluti. Marco Facciolo.
"Secondo i Paesi africani, si tratterebbe di neo-colonialismo: la Corte si
farebbe strumento di Paesi occidentali che tenderebbero a infrangere le
prerogative sovrane dei Paesi africani. Sono argomenti discutibili, però
putroppo è vero che viene di fatto seguito il criterio dei 'due pesi e due
misure', perché vari leader occidentali che hanno avallato o addirittura
ordinato crimini di guerra non sono stati e non saranno mai processati".
(6 marzo 2009
( da "CronacaQui.it" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Saranno in 22
milioni a perdere il lavoro nel 2009 Donne, vittime principali anche della
crisi economica ROMA - Il numero delle donne disoccupate potrebbe aumentare di
22 milioni nel
( da "Virgilio Notizie" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 6 mar. (Apcom)
- E' arrivato per la Barbie il momento di stare al passo con i tempi, e di
farsi anche qualche tatuaggio. Sbarcando allo stesso tempo in Cina, con un grande megastore: questo,
pur se invecchiata, visto che questo mese spegnerà 50 candeline. A dare il
duplice annuncio è stata la stessa Mattel, che spera di risollevare le vendite
del suo giocattolo. Stando a quanto riporta il Los Angeles Times, Mattel ha
presentato oggi la sua nuova Barbie: la Totally Stilyn Tattos Barbie verrà
venduta insieme a più di 40 adesivi che potranno essere tatuati sulla
bambola più famosa del mondo, consentendo così alle bambine di dar sfogo a
tutto il loro spirito creativo. L'idea non è stata però accolta con grande
entusiasmo da tutte le mamme, e alcune di loro si sono chieste ironicamente
quando sul mercato arriverà anche la Barbie con il piercing, che magari sarà
ribattezzata "Totally Pierced Barbie". Intanto dall'altra parte del
globo, a Shangai, è grande trepidazione per il primo megastore cinese tutto
dedicato alla Barbie. "Non c'è alcuna ragione per cui, nell'arco dei
prossimi cinque-dieci anni, la Cina non possa
diventare il più grande mercato per noi", ha commentato Richard Dickson,
general manager del marchio. Il megastore disporrà di un ristorante e di un
bar, e anche di un salone di bellezza dove mamme e figlie potranno sottoporsi
alla pulizia del viso e alla manicure. Nell'emporio verranno venduti anche abiti
da sposa per adulti disegnati dalla stilista Vera Wang, al prezzo di 10.000
dollari. Al momento, le vendite in Asia incidono su quelle globali della
bambola per meno del 5 per cento. In generale, per il marchio le cose non vanno
proprio bene, visto che le vendite di Barbie di tutto il mondo sono scese nel
2008 del 9%, a causa sia della recessione che della competizione dei produttori
rivali della Mattel.
( da "KataWeb News" del 06-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ocse: Superindice
rallenta ancora a gennaio 6 marzo 2009 alle 14:51 — Fonte: repubblica.it — 0
commenti Il superindice dell'Ocse registra un nuovo calo per i paesi più
avanzati e per le economie emergenti, che devono far fronte a un "forte
rallentamento", mentre ci sono solo piccoli segnali di stabilizzazione.
L'indice dei 30 paesi Ocse a gennaio cala di 0,9 punti rispetto a dicembre e
scende di 9,1 punti su base annuale. Nell'Eurozona l'indice mensile scende di
0,6 punti e quello annuale di 8,4 punti, contro un calo di 1,4 punti mensili e
10,8 punti annuali negli Usa. In Europa va particolarmente male la Germania che cala di 1,2
punti mensili e 12,7 punti annuali. Tra i paesi emergenti in forte calo
Brasile, Cina, India e
Russia. Quest'ultima va peggio di tutti con una discesa di 3,3 punti mensili e
19,4 punti annuali, contro 2,1 mensili e 14,8 annuali della Cina, un punto mensile e 9,6
annuali dell'India e i 2,7 mensili e 10,1 annuali del Brasile, il quale fino a
dicembre era l'unico paese emergente a essere considerato solo
"rallentato", mentre ora, come Cina, India e
Russia, diventa anch'esso "molto rallentato". AGI