CENACOLO  DEI COGITANTI

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Report "Globalizzazione"   4-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Se l'alleanza fra trono e altare ha più fascino dei sondaggi ( da "Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche la risposta di tipo economico alle insidie della globalizzazione (e ora della sua crisi) era (ed è), al di là delledichiarazioni, di un sia pur moderato protezionismo. In questa scelta di contrapposizione, anzi di scontro tra civiltà (che solo un paio di anni fa era al centro del dibattito) lo schieramento berlusconiano si metteva a fianco della Chiesa cattolica o,

Testimoni del presente ( da "Varesenews" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Recentemente abbiamo anche fatto una joint venture in Cina, quando abbiamo avuto problemi di mercato. Noi produciamo in italia per tutto il mondo e in Cina per il mercato cinese». Spiega Luigi Ora però «E' un momento difficile, per tutti. C'è tanto lavoro, ma benefici pochi”» E a dirlo –

Punti di vista sulla povertà ( da "Blogosfere" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 22 in globalizzazione Se l'articolo di un giornale descrive la storia di povertà di una singola persona, il lettore tende a incolpare il protagonista dell'articolo per le sue condizioni. Se invece, l'articolo descrive la situazione di più persone, i lettori sono più propensi a pensare che il contesto economico sia difficile.

Crisi e ricette? Saper gestire la globalità ( da "Arena, L'" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: impegno per un mercato di scambi globalizzato». Questa è l'estrema sintesi del consiglio che Michael Plummer, professore di economia internazionale alla John Hopkins University, ha dato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L'ha fatto in occasione di una conferenza tenuta all'ambasciata americana sul tema «Le sfide dell'economia internazionale che attendono l'

<Grazie al mio lavoroho girato il mondo> ( da "Secolo XIX, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il comandante moretta «L'equipaggio di una nave è la prova reale della globalizzazione. È possibile lavorare bene tutti insieme» 04/03/2009 QUANDO passa davanti a Celle, dopo che la nave è salpata dal porto di Savona, saluta il suo paese con un forte fischio. Così tutti sanno che al comando c'è Mario Moretta. Un pensiero davvero carino.

Hillary a Bibi: voglio due stati, tratto con la Siria ( da "Riformista, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina e la Russia. Tre: i negoziati devono essere presentati a Teheran come «un'ultima opportunità» e occorre stabilire un limite temporale onde evitare che il regime ayatollah guadagni tempo per completare il programma nucleare. Quattro: è opportuno valutare l'ipotesi di attendere il risultato delle elezioni iraniane,

Parlare con Tehran Dagli Usa altre sanzioni ( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia e Cina) al termine della riunione dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, tenutasi a Vienna. «Esorto ancora una volta l'Iran a mettere in atto tutte le misure richieste per chiarire la natura esclusivamente pacifica del suo programma atomico il prima possibile e sbloccare questa situazione di stallo» ha dichiarato il direttore dell'

Parole da suonare ( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2009-03-04 num: - pag: 15 categoria: BREVI Parole da suonare Andrea Rodini da solo e con il gruppo Teka P. «I dialetti», dice il musicista, «torneranno in gran voga come risposta inconscia al processo di globalizzazione. A me piace trovarmi con i Teka P e giocare con le parole milanesi»

Lavoro precario e flessibile Dipendenti, stressato il 36% ( da "Corriere Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «Flessibilizzazione, razionalizzazione e globalizzazione incidono sull'organizzazione del lavoro— spiega Teuffenbach —. Le richieste di prestazioni sempre maggiori da svolgersi nel minor tempo possibile, possono incidere negativamente sullo stato psicologico e causare problemi di salute.

Chiesa e sindacati: no al lavoro domenicale ( da "Corriere Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: da trend dannosi quali la globalizzazione e la liberalizzazione e dalle conseguenze dell'ingordigia». Una pausa forzata, insomma, che costringa alla riflessione sul nostro modo di vivere, lavorare e consumare, come spiega Martin Pezzei, responsabile dell'ufficio stampa della Diocesi: «Il giorno libero protegge dalla svendita del tempo e dalla totale economicizzazione della vita»

niente scambio scudo-iran ( da "Tirreno, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: formato da Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti, più la Germania), ha confermato, in una nota «l'impegno ad arrivare a una soluzione diplomatica comprensiva» nel braccio di ferro con Teheran sul suo controverso programma nucleare. La nota congiunta del "5+1", rara in passato, è stata letta durante una riunione a porte chiuse del Consiglio dei governatori dell'

Contraddizioni globali e soluzioni locali: l'integrazione possibile ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le città sono diventate delle discariche per i problemi causati dalla globalizzazione », osserva Baumann, non immaginando quanto corposa possa essere per gli abitanti di molte città italiane la sua metafora. E, tuttavia, il riferimento a Baumann consente di individuare un ragionevole modello, al tempo stesso teorico e pratico, di politica e di nuovo diritto della cittadinanza.

Obama supplica il mondo: riconoscete che siamo ancora forti. ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?

Casa Bianca. Crisi, soluzione globale. Obama incontra il premier inglese Gordon Brown ( da "AmericaOggi Online" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: inquilino della Casa Bianca ha cercato di riassicurare anche chi teme che la crisi economica possa far ripiegare gli Stati Uniti in nuove forme di protezionismo. "La globalizzazione può essere una forza positiva enorme - ha detto Obama - Una delle cose che abbiamo detto più volte è che i paesi, in questa crisi, non possono volgersi all'interno e cercare di erigere barriere protezioniste.

TERRORE A LAHORE - OBAMA-BROWN: UN NEW DEAL GLOBALE - IRAN, SIRIA, ISRAELE: L'OFFENSIVA DIPLOMATICA DI BARAK - UN PROIETTILE PER SARKÒ E RACHIDA BASCHI MINORANZA IN CASA (PRIMI C ( da "Dagospia.com" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I due si sono detti d'accordo sul fatto che "la globalizzazione è stata positiva", ma - hanno aggiunto - "sono stati commessi degli errori". 2 - FRANCIA LIBERATION - Prima pagina dedicata alle lettere di minaccia ricevute negli ultimi giorni da numerosi politici della destra francese, tra cui il presidente Nicolas Sarkozy.

Il rock in Cina: i concerti degli Oasis a Pechino e Shangai cancellati dal governo ( da "Musicalnews.com" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2009 alle 11:39:25 Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo Il rock in Cina: i concerti degli Oasis a Pechino e Shangai cancellati dal governo di Lucia Salinas Gli Oasis si sono detti sconcertati per la decisione del governo cinese di annullare due loro concerti previsti a Pechino ed a Shanghai il 3 e il 5 Aprile.

La Russia non rinuncia al suo ruolo <Proteggere> il regime degli ayatollah ( da "Avvenire" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), la Russia ha dichiarato che non avrebbe appoggiato all'Onu un inasprimento delle sanzioni contro la Repubblica islamica. In una dichiarazione del ministero degli Esteri di Mosca emanata in quell'occasione, si leggeva che «noi ci siamo espressi contro l'elaborazione di misure supplementari a livello di Consiglio di sicurezza dell'

Quando Obama supplica il mondo. ( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies?

I tre imperi ( da "KataWeb News" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Eu, Cina) si consuma nel Secondo Mondo dove la paura di sprofondare nuovamente in una realtà da Terzo Mondo spinge a forzare situazioni e ad alimentare tensioni. Chiave di volta, il controllo delle risorse energetiche e naturali: la rilevanza politica del territorio rischia di trasformarsi in dittatura della geografia (

Dall'economia della crescita all'economia dell'equilibrio ( da "Blogosfere" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 41 in Economia e Globalizzazione Impazza il dibattito sulla crisi economica e si moltiplicano proposte, presunte ricette e soluzioni che partono quasi tutte da un'analisi parziale delle cause della crisi. Le colpe sono attribuite a banchieri e speculatori, ed al piu' ad un sistema finanziario troppo sregolato, mentre si omette un'analisi piu'

CINA: ARRIVA IL PIANO DI SOSTEGNO PER L'ECONOMIA ( da "Wall Street Italia" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA: ARRIVA IL PIANO DI SOSTEGNO PER L'ECONOMIA di WSI Investitori alla finestra: per il momento rimane stabile lo Yuan vs Dollaro a 6,84 in attesa dell?importante annuncio di domani. Sarà proprio il premier Wen Jiabao a fornire i dettagli. -->*Questo documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori

Niente scudo spaziale se Mosca ferma l'Iran ( da "Gazzettino, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito, più la Germania. Sull'ipotesi di negoziati diretti Usa-Iran - a cui Israele avrebbe dato il via libera, a patto che non venga meno la pressione delle sanzioni e che essi non servano a Teheran solo a guadagnare tempo per i suoi progetti nucleari - la filosofia americana è: «più bastone e più carota»

Milano NOSTRO SERVIZIO Quasi un bollettino di guerra il rapporto Anci (L'Associazione N... ( da "Gazzettino, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 6 milioni di paia di scarpe delle quali il 25% in meno dalla Romania e il 28,4% in meno dalla Cina. In complesso il saldo del settore per la bilancia commerciale italiana, pur restando ancorato a livelli considerevoli con un totale di 3,4 miliardi nei primi undici mesi del 2008, ha subito un calo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

BORSA: A NEW YORK FUTURES IN RIALZO ( da "Wall Street Italia" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia della Cina -->(ANSA) - ROMA, 4 MAR - Futures sugli indici della borsa Usa in rialzo a New York, trainati dalle aspettative su misure di stimolo dell'economia cinese.Il contratto future sul Dow Jones avanza dell'1,3% a 6.754, quello sull'S&P 500 e' cresciuto dell'1,5% a 699,7 punti mentre quello sul Nasdaq e' salito dell'1,

PAPA: ALEMANNO A FAMIGLIA CRISTIANA, E' STRAORDINARIO ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mettendo questa forza dentro il problema della globalizzazione. Identita', fede e forza non per chiudersi''. Cosi' il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in un'intervista rilasciata a Guglielmo Nardocci di Famiglia Cristiana, in edicola questa settimana, ''fotografa'' il Pontificato di Joseph Ratzinger alla vigilia della visita del Pontefice in Campidoglio,

Iran/ Usa: Cina freni la vendita di armi a Teheran ( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha detto alla Cina che deve frenare la sua vendita di armi all'Iran. Il vice assistente della Difesa per l'Estremo Oriente, David Sedney, ha detto a un gruppo di consiglieri del Congresso che gli Stati Uniti stanno tenendo d'occhio molto attentamente la vendita di armi da parte di Pechino a un paese accusato di sostenere i terroristi e che sta cercando di costruire armi nucleari.

Borsa Usa chiude in rialzo su ottimismo Cina, materie prime ( da "Reuters Italia" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract:


Articoli

Se l'alleanza fra trono e altare ha più fascino dei sondaggi (sezione: Globalizzazione)

( da "Alto Adige" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'OPINIONE Se l'alleanza fra trono e altare ha più fascino dei sondaggi Il tema dell'identità veniva svolto, a più ampio raggio, già nel famoso (arcicelebrato) libello di Tremonti, "La paura e la speranza", laddove si auspicava e si proponeva che l'Occidente si ritrovasse attorno alle radici cristiane per resistere e contrapporsi, alle minacciose infiltrazioni islamiche che, attraverso una immigrazione sempre più forte e massiccia, rischiavano di rompere e stravolgere il tessuto e la forza della nostra civiltà. La risposta al melting pot determinato dall'immigrazione era (ed è), al centro-destra, del tipo "serrate le fila". Come, d'altronde, anche la risposta di tipo economico alle insidie della globalizzazione (e ora della sua crisi) era (ed è), al di là delledichiarazioni, di un sia pur moderato protezionismo. In questa scelta di contrapposizione, anzi di scontro tra civiltà (che solo un paio di anni fa era al centro del dibattito) lo schieramento berlusconiano si metteva a fianco della Chiesa cattolica o, meglio, si serviva del suo prestigio morale per ricevere una sorta di legittimazione ulteriore, per ampliare il consenso degli elettori. E' ancora in questa prospettiva (già sperimentata, del resto, con la legge 40, sulla procreazione assistita) che, anche oggi, si può spiegare la posizione intransigente che il Pdl ha adottato sul testamento biologico, sposando la posizione integralista della Chiesa, nonostante i sondaggi che dimostravano come l'opinione pubblica fosse, in maggioranza, favorevole alle tesi più libertarie e costituzionali e umane, alla Englaro, per intenderci. Sappiamo quanto Berlusconi sia sensibile ai dati statistici e navighi sempre in vista del consenso, eppure, in questo caso, ha giudicato più importante aggregarsi alla gerarchia ecclesiastica e mobilitare le sue cospicue risorse mediatiche per cercare di mutare il pensiero dominante in materia (e purtroppo potrebbe riuscirci). Continua a ritenere fondamentale, dunque, l'alleanza tra il trono e l'altare in versione moderna, secondo l'input tremontiano. Evidentemente gli serve per l'identità. Vero è che si registra una contraddizione, perché ora il confronto e il contrasto sono slittati verso il terreno della sicurezza e i nemici principali non sono solo gli islamici ma i rumeni e gli zingari. E qui la Chiesa sembra non essergli più alleata. Tuttavia, le precisazioni riduttive alle dichiarazioni di monsignor Marchetto contro le "ronde", fanno pensare che almeno una parte del Vaticano è molto sensibile a quella offerta di alleanza, anche a costo di "sacrificare" la "Caritas". Ma per tornare all'identità, come si vede, è sempre bene suscitare di volta in volta qualche nemico, così chiunque può sentirsi "qualcuno", meglio se nell'ambito di un tribù o di una lobby o di un branco. E' anche, con qualche differenza, la logica mutuata e veicolata dal tifo ultras, che ha fatto scuola: romanisti contro laziali, interisti contro milanisti, e così via, non importa per che cosa o perché (non c'è un perché o, almeno non un perché che si possa confessare). Un meccanismo primitivo e perverso che ha sostenuto e sostiene qualsiasi forma di razzismo (e di sessismo), di emarginazione sociale: il nero (o la donna o l'omosessuale o l'impuro o il paria) deve essere inferiore e soggetto perché deve esserci qualcuno nella società che mi faccia sentire superiore a lui. Inutile dire che tale meccanismo micidiale ha più presa proprio presso gli individui che soffrono di un qualche complesso d'inferiorità, d'inadeguatezza culturale, di frustrazioni sociali e politiche. Esattamente questo genera le guerre fra poveri, dirottando la rabbia e la violenza dei deboli verso i più deboli. Di queste dinamiche sociali si sono giovati, nei secoli dei secoli, i potenti delle nostre comunità di umani per perseguire i loro scopi ed è proprio contro queste che si dovrebbe sviluppare ogni democrazia che si rispetti e che si voglia considerare moderna. E' contro queste che è concepita e formulata la nostra Costituzione e ha ragione il presidente Napolitano:"dobbiamo tenercela stretta". Ora essere antiberlusconiani in questi termini non è affatto poco, quanto ad identità, per il PD, perché, di contro, vuol dire avere proprio la Costituzione come punto di riferimento (e che vogliamo di più!). Invece l'amalgama ideale di un partito, il PDL, peraltro ancora tutto da costruire, non può (non dovrebbe) esaurirsi nel berlusconismo, per la semplice ragione che lo stesso Berlusconi, al di là del suo strapotere mediatico, della sua opulenza che si traduce in megalomania populista, delle spregiudicate capacità imprenditoriale, politicamente, in termini ideologici, progettuali e valoriali, non esprime una linea coerente e adotta quella che di volta in volta, a fiuto (lo faceva anche Mussolini), gli pare opportuna, facendo marcia indietro quando non lo è più, sconfessando se stesso in modo plateale e talvolta grottesco, mettendo in imbarazzo quei suoi collaboratori o alleati che hanno strumentazione culturale e sensibilità politica più solide (come Fini, per esempio). Eppure il capo carismatico è sempre lui. Lui, l'uomo della provvidenza che ha offerto un nuovo presidio alle truppe del centro-destra disperse e sconvolte dopo la stagione di mani pulite. Davvero ci si può contentare di questa identità?

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Testimoni del presente (sezione: Globalizzazione)

( da "Varesenews" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le interviste - Alla presentazione di Museoweb, molti dei protagonisti delle storie raccontate on line. Eccone alcune Testimoni del presente All'incontro che ha presentato il museoweb c'erano molti dei protagonisti delle storie raccontate on line. Eccone alcune. Fratelli Alberti «Noi siamo nel settore macchine per calzaturifici, ma abbiamo anche fatto parti di moto per la Ganna, per altre moto da corsa: mio zio ha vinto due Milano-Taranto negli anni 50» spiega Luigi Alberti, uno dei 5 figli di Adelio, sempre pronto a raccontare la storia della sua azienda malgrado compia 86 anni in aprile «Non solo: lavora ancora tutto il giorno. E' lui l'amministratore». La storia degli Alberti è una storia di emigrazione dal Veneto: il papà di Adelio, nel 1917 a Tradate a fare il militare, conosce in quel freangente la fabbrica di motociclette Frera: che non dimentica, quando nel 145 il lavoro in Veneto scarseggia. Così torna qui con la famiglia, mette in piedi un negozio di riparazioni di biciclette, poi un'officina anche per moto e infine una azienda di macchinari. «Recentemente abbiamo anche fatto una joint venture in Cina, quando abbiamo avuto problemi di mercato. Noi produciamo in italia per tutto il mondo e in Cina per il mercato cinese». Spiega Luigi Ora però «E' un momento difficile, per tutti. C'è tanto lavoro, ma benefici pochi”» E a dirlo – e c'è da crederci - è il padre Adelio. Felli Innanzitutto, all'incontro si sono presentate nuora e suocera. E questo è già segno di una storia speciale. Poi, loro producono arredi sacri, di cui sono tra i leader mondiali: e questa caratteristica le rende ancora più speciali. «L'azienda esisteva già nel 1880, ma è nel 1914 che è stata acquistata, dal nonno di mia suocera. Suo figlio, nonché mio marito, è morto nel 2006. l'Intervista conservata nel museoweb è a lui, prima della sua morte. Io solo ho voluto continuare l'azienda con il suo nome: il nome Felli è conosciuto in tutto il mondo, è da portare avanti e difendere, perchè è per il nostro settore come Cartier».» A parlare, con piglio d'imprenditore per nulla improvvisato, è la moglie del figlio della signora Felli. La suocera invece,era tra le più eleganti del gruppo, con la sua bellissima acconciatura bianca. la Felli è una delle aziende più importanti al mondo, nel settore. Come va? «Si galleggia, malgrado la situazione. Noi vendiamo in Italia ovviamente, ma esportiamo in tutto il mondo, dall'Australia alle Filippine, dalla Corea all'Africa. Non è florida, ma forse stiamo meglio di tanti altri» Calzaturificio Martegani I Martegani, la loro pagina del museo web, l'hanno fatta «Trovando un po' di documenti in giro. Non c'era abitudine di fare un archivio: ma una scatola, un armadio, un po' di vecchie cose hanno tirato fuori la storia» La ditta era tra le più famose della provincia, e dava lustro al territorio in tutta Italia: il Calzaturificio di Tradate. «A suo tempo la nostra azienda era molto importante: 30 negozi in tutta Italia, 500 dipendenti. Prima contava tra le forniture anche quelle militari, dopo le guerre questo è venuto a mancare. Quando sono entrato in azienda io – spiega Romano Martegani - mi sono buttato sull'esportazione, anche perchè ho avuto un padre moderno, che mi ha spedito in usa per un anno nelle aziende americane. Erano gli anni 50: poi mi sono dedicato alle esportazioni, le scarpe interessavano molto fuori Italia». A un certo punto i fatti della vita hanno cambiato i destini: «Ho avuto problemi di salute, le due figlie che lavorvano nell'azienda sono diventate mamme. Insomma, abbiamo dovto cederue l'azienda. Ora siamo ancora soci, ma la sede è Giussano, e la reggono due giovani bravi. Per me è stato un dispiacere. Perchè io avevo due sogni: lavorare fino a 99 anni e morire a 100. Al primo non ci sono arrivato, speriamo nel secondo» Mercoledi 4 Marzo 2009 Stefania Radman

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Punti di vista sulla povertà (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 09 3 Punti di vista sulla povertà Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 23:22 in globalizzazione Se l'articolo di un giornale descrive la storia di povertà di una singola persona, il lettore tende a incolpare il protagonista dell'articolo per le sue condizioni. Se invece, l'articolo descrive la situazione di più persone, i lettori sono più propensi a pensare che il contesto economico sia difficile. Ne parla Jay Hamilton (in inglese). Foto di psd by flickr

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Crisi e ricette? Saper gestire la globalità (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 04 Marzo 2009 ECONOMIA Pagina 37 INTERVISTA. Interviene l'economista statunitense della John Hopkins «Crisi e ricette? Saper gestire la globalità» Plummer: «Servono istituzioni internazionali autorevoli che regolino i mercati in modo veloce» «La ricetta per uscire dalla crisi? Confermare l'impegno per un mercato di scambi globalizzato». Questa è l'estrema sintesi del consiglio che Michael Plummer, professore di economia internazionale alla John Hopkins University, ha dato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L'ha fatto in occasione di una conferenza tenuta all'ambasciata americana sul tema «Le sfide dell'economia internazionale che attendono l'amministrazione Obama» (International economic policy challenges facing the Obama administration). «Soprattutto in questo momento», spiega Plummer, «rinunciare alla tentazione di avallare il protezionismo è molto difficile. Provvedimenti come il "buy Usa" per indurre i cittadini a comprare merce americana non possono funzionare. Sono passi facili perché soddisfano le richieste immediate degli elettori, ma una scelta controproducente a medio-lungo termine». Ma una crisi così dolorosa era prevedibile? «Nei prossimi sei mesi», afferma Plummer, «verranno pubblicati saggi e libri che spiegheranno come la crisi fosse prevedibile, ciò sarebbe servito prima». La situazione è invece precipitata ed ora Obama, così come tutti i governi del mondo, si trova di fronte al crollo dell'economia finanziaria che sta dilagando anche nell'economia reale. «Il dollaro forte è un altro segnale di debolezza», commenta il professore di Economia, «perché quando le cose vanno male si compra l'oro ed in questo modo il dollaro si rafforza». Non un bel momento, insomma, per diventare presidente degli Stati Uniti. «Di solito il presidente Usa ha sei mesi di "luna di miele" elettorale», spiega Plummer, «nei quali può acclimatarsi alla Casa Bianca, per Obama è durata solo quattro giorni». È quindi giunto in fretta il tempo dei fatti. E la soluzione non sembra a portata di mano. «Stiamo attraversando il momento più brutto della crisi», afferma Plummer, «e secondo l'Economist cenni di ripresa saranno visibili solo nel terzo trimestre del 2009». Ma qual è la ricetta giusta? «Non dobbiamo rinunciare agli scambi», consiglia Plummer, «bisogna difendere la globalizzazione e gli scambi internazionali. Per fare ciò ci vogliono regole chiare e istituzioni in grado di prendere decisioni tempestivamente e per tutti gli utenti del mercato globale». Insomma, una seconda Bretton Woods. «Non tanto per la conferenza», spiega Plummer, «ma per il processo che essa ha lanciato. Nel '40 c'è voluta una guerra per arrivare agli accordi. Ora abbiamo imparato e possiamo sfruttare questo momento per importanti riforme a livello di cooperazione internazionale. Bisogna ripensare alcune istituzioni come il fondo monetario internazionale. Porre rimedio alla volatilità del cambio delle valute e far fronte a problemi che potrebbero sembrare minori a livello economico, ma che in realtà sono fondamentali come fonti di energia e ambiente».  

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<Grazie al mio lavoroho girato il mondo> (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Grazie al mio lavoroho girato il mondo» il comandante moretta «L'equipaggio di una nave è la prova reale della globalizzazione. È possibile lavorare bene tutti insieme» 04/03/2009 QUANDO passa davanti a Celle, dopo che la nave è salpata dal porto di Savona, saluta il suo paese con un forte fischio. Così tutti sanno che al comando c'è Mario Moretta. Un pensiero davvero carino. Quarantotto anni, comandante da cinque, Moretta vanta un'esperienza più che ventennale sia su navi da crociera sia da carico della flotta Costa. In questi giorni si sta godendo un meritato riposo a casa, dopo un imbarco di oltre quattro mesi prima sulla Costa Vittoria nel Golfo Persico (Dubai, Oman, Emirati Arabi e Bahrein) e poi con crociere nel Mediterraneo con partenza da Savona. D'estate, invece, molto spesso segue le rotte del Nord Europa. Come sono gli Emirati Arabi? «Interessanti, diversi. Si sta bene come temperatura in questo periodo. Fa un po' più caldo di qua. È una rotta che esiste già da un paio di anni. Era diventata di moda. Bisogna vedere che cosa succederà con la crisi. Prima a Dubai i grattacieli venivano su in pochi mesi. Ora ci sono i cantieri fermi. E c'era da aspettarselo. In quella zona gravitano i soldi dei ricchi di mezzo mondo. Ma adesso molti sono spariti». Savona è un porto facile? «È molto tranquillo. Siamo sempre così poco. Giusto il tempo di sbarcare i passeggeri e fare il nuovo imbarco». Se per i passeggeri il divertimento in crociera è assicurato, come vive l'equipaggio in un clima di baldoria no stop? «Ci si adegua molto all'atmosfera festosa. Io amo molto il mio lavoro, che mi ha permesso di viaggiare in due terzi del mondo. Anche se, durante i lunghi mesi di navigazione, mi mancano la famiglia e la vita normale. La prima che non rinuncerebbe mai a un papà che naviga è mia figlia, che, quando viene a bordo, si diverte tantissimo grazie alle infinite attività dedicate ai bambini in crociera». La sua giornata tipo? «Dipende dall'itinerario ma, in generale, mi alzo molto presto per condurre la nave in porto insieme al pilota locale. Dopo l'ormeggio ci sono diverse attività: dalle esercitazioni dell'equipaggio ai controlli, molto rigorosi sotto ogni profilo, dalla sicurezza alla sanità. Spesso arrivano anche le ispezioni della compagnia. Un'altra parte della mia attivitàè di rappresentanza. È infatti il comandante ad accogliere gli ospiti nel cocktail di benvenuto, a stringere mille mani, ad essere fotografato mille volte. E poi ci sono altri incontri, come la cerimonia di rinnovo dei voti matrimoniali delle coppie che festeggiano l'anniversario sulla nave». Ci racconta qualche imprevisto? «Anche quelli non mancano. Mi ricordo, anni fa a Vancouver, che una passeggera di una nostra nave era salita per sbaglio su un'altra che si trovava accanto alla nostra. Ce l'hanno rimandata a bordo il giorno dopo». Un altro elemento che caratterizza le navi da crociera è la convivenza di gente di ogni razza. E non solo fra i viaggiatori. «L'equipaggio delle navi è composto da persone provenienti da decine di Paesi. È la prima prova reale della globalizzazione e di come è possibile lavorare bene tutti insieme». St. Mor. 04/03/2009

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Hillary a Bibi: voglio due stati, tratto con la Siria (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

debutto per la prima volta a gerusalemme da segretario di stato Hillary a Bibi: voglio due stati, tratto con la Siria Rompere il ghiaccio. Clinton presenta in Israele il Medio Oriente di Obama. Annuncia la riapertura dei rapporti con Damasco. Prende nota delle condizioni poste per un dialogo con Teheran. E ribadisce che non c'è alternativa alla nascita di uno Stato Palestinese. Le premesse erano pessime. Ma Netanyahu parla di «terreno comune». di Anna Momigliano «Abbiamo trovato un terreno comune». Il commento del premier in pectore Benyamin Netanyahu dopo l'incontro a Gerusalemme con il capo della diplomazia americana, è stato freddo ma positivo. Se si tiene conto dei precedenti, è già un segnale incoraggiante. Hillary Clinton e Netanyahu si conoscono da molto tempo, e i ricordi non sono dei migliori: quando Netanyahu era primo ministro (1996-1999) e Hillary first lady, le relazioni tra Stati Uniti e Israele attraversarono un periodo difficile, a causa dell'opposizione del premier israeliano agli accordi di Oslo tanto sostenuti dall'amministrazione Clinton. Ora, Netanyahu è stato rieletto con una piattaforma contraria allo smantellamento dei territori in Cisgiordania e favorevole alla linea dura con l'Iran. Invece l'amministrazione di Barack Obama è favorevole ai negoziati con Teheran, oltre che con la Siria, e sta facendo pressioni perché si acceleri il percorso verso la creazione di uno Stato palestinese (soluzione che richiede lo smantellamento delle colonie). Hillary Clinton, che oltre a Netanyahu ha incontrato anche Shimon Peres e Tzipi Livni, nel suo tour mediorientale di 36 ore ha confermato in pieno questa linea. Proprio ieri Clinton ha annunciato che gli Usa manderanno due inviati per intavolare «conversazioni preliminari» con Damasco: sono Jeffrey Feltman, del Dipartimento di Stato, e Dan Shapiro, della Consiglio di sicurezza Nazionale. Washington ha rotto i rapporti diplomatici con Damasco nel 2005, in protesta per l'assassinio di Rafik Hariri. Damasco sostiene inoltre Hamas e Hezbollah, i due principali nemici di Israele. Di conseguenza l'annuncio della Clinton è stato preparato con cautela, in una conferenza congiunta dopo un incontro a porte chiuse con il ministro degli Esteri israeliano Tzipi Livni. Da tempo una parte dell'establishment diplomatico e militare israeliano vede di buon occhio il tiepido riavvicinamento tra Washington e Damasco, che potrebbe portare risultati positivi anche per Gerusalemme. Poi c'è la questione del dialogo con l'Iran. Su questo punto gli israeliani si sono dimostrati molto cauti. E hanno consegnato al Segretario di Stato una lista di raccomandazioni. Uno: il dialogo deve essere accompagnato dal rafforzamento delle sanzioni economiche. Due: prima di intavolare i negoziati, Washington deve pensare bene a come agire nel caso fallissero e trovare su questo punto un accordo con l'Europa, la Cina e la Russia. Tre: i negoziati devono essere presentati a Teheran come «un'ultima opportunità» e occorre stabilire un limite temporale onde evitare che il regime ayatollah guadagni tempo per completare il programma nucleare. Quattro: è opportuno valutare l'ipotesi di attendere il risultato delle elezioni iraniane, che si svolgeranno a giugno. Sempre ieri infine Clinton ha ribadito la necessità di raggiungere la creazione di uno Stato palestinese: «Crediamo che andare verso una soluzione di due Stati sia nell'interesse di Israele». La cosa ha creato qualche malumore negli ambienti conservatori israeliani. Il Likud non si oppone ideologicamente al ritiro dai Territori occupati, ma ritiene che manchino le precondizioni di sicurezza. Eppure Netanyahu sostiene di avere «trovato un terreno comune». Le posizioni di Washington e Gerusalemme davvero sono così lontane? È presto per dirlo. Molto dipenderà da quale sarà la coalizione di governo. Netanyahu è un conservatore certo, ma è anche un pragmatico. Durante il suo primo mandato, guidava una coalizione squisitamente di destra (peraltro molto fragile) che condizionava le linee in politica estera. Adesso punta a formare un governo di larghe intese, e forse a dare un incarico di alto profilo a Tzipi Livni. Le condizioni sono molto diverse rispetto agli anni Novanta: questa volta le relazioni tra un governo Netanyahu e un'amministrazione democratica potrebbero funzionare. 04/03/2009

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Parlare con Tehran Dagli Usa altre sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'APPELLO DEL 5+1 «Parlare con Tehran» Dagli Usa altre sanzioni Hanno espresso «serie preoccupazioni» per i progressi del programma nucleare iraniano (che Tehran dichiara essere a fini unicamente civili) e lanciato un appello al dialogo. Così ieri il gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e Cina) al termine della riunione dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, tenutasi a Vienna. «Esorto ancora una volta l'Iran a mettere in atto tutte le misure richieste per chiarire la natura esclusivamente pacifica del suo programma atomico il prima possibile e sbloccare questa situazione di stallo» ha dichiarato il direttore dell'Agenzia dell'Onu ElBaradei. Il «5+1» non ha parlato di sanzioni e nel suo documento ha detto «di restare fermamente impegnato per una soluzione diplomatica complessiva, anche attraverso il dialogo». Ma gli Usa hanno annunciato di aver ampliato le sanzioni contro Bank Melli, il principale istituto di credito iraniano, mettendo nella lista nera 11 sue aziende, tra cui Bank Melli Investment, tra le principali società quotate al listino di Teheran, con interessi dal settore petrolchimico a quello alimentare. Così alle aziende Usa sarà vietato fare affari con questi istituti e saranno congelati gli asset dell'impero del credito iraniano in Usa.

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Parole da suonare (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2009-03-04 num: - pag: 15 categoria: BREVI Parole da suonare Andrea Rodini da solo e con il gruppo Teka P. «I dialetti», dice il musicista, «torneranno in gran voga come risposta inconscia al processo di globalizzazione. A me piace trovarmi con i Teka P e giocare con le parole milanesi»

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Lavoro precario e flessibile Dipendenti, stressato il 36% (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Alto Adige" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: 1AECONOMIA - data: 2009-03-04 num: - pag: 8 categoria: REDAZIONALE Studio Ipl Lavoro precario e flessibile Dipendenti, stressato il 36% BOLZANO — Il 36% dei lavoratori altoatesini dichiara di sentirsi psicologicamente a disagio a causa del lavoro. Lo sostiene Isabel Teuffenbach, ricercatrice dell'Istituto per la promozione lavoratori, che ha condotto uno studio ad hoc. «Flessibilizzazione, razionalizzazione e globalizzazione incidono sull'organizzazione del lavoro— spiega Teuffenbach —. Le richieste di prestazioni sempre maggiori da svolgersi nel minor tempo possibile, possono incidere negativamente sullo stato psicologico e causare problemi di salute. Il settore maggiormente colpito da questo fenomeno è quello dei servizi alla persona e quello della scuola. Tra i gruppi a rischio ci sono anche i dipendenti delle grandi aziende. In Alto Adige numerosi lavoratori dipendenti (44%) ritengono che la quantità di lavoro assegnato sia eccessiva e i ritmi di lavoro troppo elevati. Il 62% dichiara di svolgere più compiti simultaneamente e il 14% si porta il lavoro a casa, soprattutto dirigenti». Uno dei fattori di maggior rischio per l'insorgenza di condizioni di stress psicologico scaturisce dalle nuove forme di lavoro atipico che pongono il lavoratore in una situazione di precarietà nella quale predomina il timore di perdere il posto di lavoro.

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Chiesa e sindacati: no al lavoro domenicale (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Alto Adige" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-03-04 num: - pag: 4 categoria: REDAZIONALE La battaglia Il Kvw: «Si tenta di svuotare il significato del giorno festivo». La diocesi: «Diamoci uno spazio per riflettere» Chiesa e sindacati: no al lavoro domenicale Campagna di sensibilizzazione. Assoimprenditori: «La crisi impone certi sacrifici» Ebner (Cgil): «Attenti all'americanizzazione» Mair (Cisl): «Si rispetti il diritto di rifiutare» Serafini (Uil): «Freniamo» BOLZANO — Nasce l'alleanza della domenica libera, in un'insolita sinergia fra Chiesa e sindacati: la domenica va salvaguardata per resistere all'economicizzazione del tempo e della vita e il suo valore di «pausa collettiva» diventa importante, in una società sempre più fredda e individualistica. «L'uomo è molto più che lavoratore e consumatore, non dev'essere costretto a piegarsi alle richieste del mercato e sacrificarsi per il bene del consumo », rimprovera Josef Stricker del Kvw che, allacciandosi alla crisi globale, spiega perché c'è bisogno di avviare un'alleanza per la domenica libera dal lavoro: «Non crediamo sia in corso un atto brutale di eliminare la domenica, quanto piuttosto un tentativo di svuotarne i significati. Il collasso del sistema finanziario mostra come bisogna difendersi da trend dannosi quali la globalizzazione e la liberalizzazione e dalle conseguenze dell'ingordigia». Una pausa forzata, insomma, che costringa alla riflessione sul nostro modo di vivere, lavorare e consumare, come spiega Martin Pezzei, responsabile dell'ufficio stampa della Diocesi: «Il giorno libero protegge dalla svendita del tempo e dalla totale economicizzazione della vita». «Con quest'azione, l'uomo torna al centro dell'attenzione — sottolinea Josef Matzneller, amministratore della Diocesi — mentre le necessità pratiche costringono a ridurre sempre più le oasi della pace e calma e a lavorare ininterrottamente. La "cultura della domenica" ci rende critici verso concetti come la globalizzazione e la mobilità ad ogni costo». La Chiesa, troppo debole da sola, «ha trovato nei sindacati validi alleati — aggiunge Eugen Runggaldier, direttore dell'ufficio pastorale diocesano —. L'intesa è necessaria e non è un club esclusivo: più associazioni aderiranno, più sarà forte il nostro messaggio». Gli imprenditori, però, non ci vedono nulla di male nel lavorare la domenica. Christof Oberrauch, presidente di Assoimprenditori. chiarisce: «è nei nostri stessi interessi tutelare la domenica dei lavoratori. Ma ora è la crisi a comandare e bisogna reagire. Su piccola scala, inoltre, il lavorare la domenica può diventare perfino punto di forza. In un piccolo paese, ad esempio, si può vendere il pane fresco di domenica mattina». Dal punto di vista dei sindacati, si tratta di una condivisione d'obiettivi, come dice Alfred Ebner della Cgil: «Serve un giorno di riposo collettivo, la domenica deve rimanere un valore. Aprire i negozi la domenica non cambierebbe il potere d'acquisto, bisogna resistere a una società di tipo americano, dal consumismo 24 ore su 24». Condivide Tila Mair della Cisl: «è un'azione importante. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità per provocare cambiamenti nel modo di vedere le cose, sia da parte dei lavoratori che da parte dei consumatori. Non è una necessità lavorare la domenica, il lavoratore ha il diritto di rifiutarsi». Anche Toni Serafini della Uil la pensa come i suoi colleghi: «Di domenica lavorano già i trasporti e la sanità. Il commercio può anche fermarsi, un giorno la settimana. Non bisogna comprare per forza o rischiamo di diventare come l'America. Dobbiamo puntare sulla flessibilità e sui turni, ma che il lavoro resti dal lunedì al sabato ». Giorgio Chiodi Commercio I clienti all'interno di un grande centro commerciale. Nel tondo, il presidente di Assomprenditori Cristoph Oberrauch

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niente scambio scudo-iran (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Difesa, Obama nega di aver fatto offerte alla Russia Niente scambio scudo-Iran WASHINGTON. Mai offerto alla Russia un «do ut des» su scudo anti-missile e Iran. Barack Obama ha smentito le indiscrezioni di stampa che riferivano di una lettera in cui proponeva a Dmitry Medvedev di fermare il progetto dello scudo in Europa in cambio di una maggiore collaborazione del Cremlino sul dossier del nucleare iraniano. «Il modo in cui è stato descritto (dai media, ndr.), penso, è di una sorta di "do ut des"», ha detto Obama. In realtà, ha precisato, si tratta «semplicemente di una dichiarazione di fatti che ho già detto precedentemente e cioè che il programma di difesa missilistico, per l'estensione che ha ora, non è mirato ad affrontare la minaccia russa, ma quella iraniana». Il presidente russo, Dmitry Medvedev, aveva comunque già respinto l'ipotesi, spiegando poco prima che Mosca è pronta a discutere con gli Stati Uniti del progetto dello scudo anti-missile, ma considera «non produttivo» legare la questione al dossier nucleare iraniano. «Se stiamo parlando di "scambi", non è il modo in cui la questione deve essere posta. Non sarebbe produttivo», aveva tagliato corto, in una conferenza stampa a Madrid, dove si trova in visita ufficiale. «Se la nuova amministrazione (Usa, ndr.)», aveva continuato, «mostra buon senso e offre una nuova struttura (di difesa missilistica, ndr.) che soddisfi gli europei... per noi è accettabile e siamo pronti a discuterla». «Conto che i segnali positivi che stiamo ricevendo da Washington si trasformino in accordi». Intanto, il gruppo del "5+1", incaricato dalla comunità internazionale di negoziare con l'Iran (formato da Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti, più la Germania), ha confermato, in una nota «l'impegno ad arrivare a una soluzione diplomatica comprensiva» nel braccio di ferro con Teheran sul suo controverso programma nucleare. La nota congiunta del "5+1", rara in passato, è stata letta durante una riunione a porte chiuse del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica a Vienna.

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Contraddizioni globali e soluzioni locali: l'integrazione possibile (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-04 num: - pag: 11 categoria: REDAZIONALE Il convegno Culture a confronto Contraddizioni globali e soluzioni locali: l'integrazione possibile di GIUSEPPE CACCIATORE C redo che sia oggi sempre più necessario acquisire una consapevolezza critica del concetto di cittadinanza, che deve passare dal pur importante livello della chiarificazione teorica, ad una pratica di educazione permanente ai valori civili riconosciuti e condivisi. Essa deve trasformarsi da passiva attribuzione di qualificazioni giuridiche in attiva costruzione di momenti partecipativi al governo del territorio. Così come non basta aver letto Montesquieu e Tocqueville per agire democraticamente, allo stesso modo non basta aver letto le analisi di Marshall o di Dahrendorf per ritenersi automaticamente capaci di esprimere una cittadinanza attiva. Con l'idea di cittadinanza attiva, si tratta, in concreto, di costruire nella determinatezza di situazioni storico-sociali e culturali di ogni dimensione urbana le occasioni di una pratica effettività dell'insieme dei diritti dei quali è titolare ogni appartenente alla comunità. La città postmoderna rappresenta il luogo di una contraddizione strategica di fondo: quella della concentrazione in essa delle funzioni più avanzate del capitalismo finanziario e telematico e della contemporanea presenza di una spaccatura tra la città della sicurezza e della ricchezza e la città invivibile dell'insicurezza economica, del disagio, della violenza, delle nuove e vecchie povertà. «Le città sono diventate delle discariche per i problemi causati dalla globalizzazione », osserva Baumann, non immaginando quanto corposa possa essere per gli abitanti di molte città italiane la sua metafora. E, tuttavia, il riferimento a Baumann consente di individuare un ragionevole modello, al tempo stesso teorico e pratico, di politica e di nuovo diritto della cittadinanza. La sua applicabilità non è certo facile, giacché si tratta dell'arduo compito di «trovare soluzioni locali alle contraddizioni globali». Eppure, anche se ormai la politica locale appare sempre più «sovraccarica» di quei problemi che su essa riversa l'inadeguata politica di fronteggiamento degli effetti della globalizzazione, non si può non ripartire dai «luoghi» della cittadinanza, dai luoghi dell'incontro con gli altri, con i diversi, con lo straniero immigrato, dai luoghi dove finalmente prevalga la mixofilia sulla mixofobia. Un'occasione per discutere di tali e di altre questioni connesse, è rappresentata dal convegno su «Culture a confronto. Integrazione e riconoscimento», apertosi ieri e che continua oggi nella sede napoletana dell'Istituto Italiano di Scienze umane (Sum), a Palazzo Cavalcanti in via Toledo 348. Alle giornate di studio - frutto della collaborazione fra il Sum, il Centro d'Ateneo e il Dipartimento di Filosofia della Federico II, l'Ispf del Cnr di Napoli, il Consorzio «Civiltà del Mediterraneo», l'Università della Basilicata, la Provincia che lo patrocina e la Regione Campania - partecipano studiosi italiani e stranieri ed esponenti del mondo politico, e ciò nel quadro di uno scambio virtuoso di competenze fra le istituzioni della ricerca e quelle della politica. Scambio virtuoso Dibattito tra studiosi e politici nella «due giorni» sulla cittadinanza in corso a Palazzo Cavalcanti

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Obama supplica il mondo: riconoscete che siamo ancora forti. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.71 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (2) capitalismo (2) cina (17) crisi (1) democrazia (57) economia (24) era obama (8) europa (9) francia (21) germania (3) giornalismo (47) giustizia (1) gli usa e il mondo (54) globalizzazione (35) immigrazione (38) islam (19) israele (2) Italia (146) manipolazione (2) medio oriente (13) notizie nascoste (41) partito democratico (1) presidenziali usa (22) progressisti (2) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (17) spin (2) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Dekebalos: x Davide K. non è che il male inizia con il fatto che i cds hanno perso il loro ruolo assicurativo,... Ultime news Pensioni, ecco la riforma per le donne: dal 2018 l'età aumenta fino a 65 anniCaffarella, negativi i test degli arrestati Si cerca un terzo uomoLe cure ai clandestini costano 250 milioniIran, Khamenei attacca: "Obama sostiene il terrorismo d'Israele"Franceschini fa sprofondare il Pd al 22%Colonia, crolla l'archivio "Un ferito e 9 dispersi""Biondo e full optional..." 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Casa Bianca. Crisi, soluzione globale. Obama incontra il premier inglese Gordon Brown (sezione: Globalizzazione)

( da "AmericaOggi Online" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Casa Bianca. Crisi, soluzione globale. Obama incontra il premier inglese Gordon Brown di Crisitiano Del Riccio 04-03-2009 WASHINGTON. Il presidente americano Barack Obama ha concesso ieri al premier britannico Gordon Brown l'onore di essere il primo leader europeo ad essere ricevuto alla Casa Bianca per un colloquio ad ampio raggio dominato dalla crisi economica mondiale. I due leader hanno espresso la loro determinazione nel voler cercare "una soluzione globale" alla crisi economica in corso. Durante un incontro con i media Obama ha ribadito la importanza e la profondità della "relazione speciale" tra Stati Uniti e Gran Bretagna "sostenuta da una lingua comune, una cultura comune e valori comuni". Una frase che ha cancellato il sospetto che il nuovo presidente Usa non considerasse il rapporto con Londra così importante come il suo predecessore George W. Bush e che ha consentito al premier britannico di incassare, anche in vista del vertice G20 in programma a Londra il 2 aprile, un attestato di fiducia particolarmente importante per un Brown in calo di popolarità nel suo paese: i sondaggi, in vista delle elezioni del maggio 2010, vedono per il momento in vantaggio i conservatori con un margine superiore al dieci per cento. La crisi economica ha dominato inevitabilmente l'incontro tra Obama e Brown - che aveva ricevuto l'allora candidato presidenziale durante il suo viaggio in Europa della scorsa estate - con un impegno comune dei due leader a collaborare nel rivedere le regole del sistema finanziario per aiutare la economia a crescere. Obama ha detto di essere "assolutamente fiducioso" dela capacità di ripresa della economia ed ha sottolineato la importanza di "una visione a lungo termine" dei problemi: "una politica basata sulle impennate e sulle cadute delle Borse rischia di diventare una cattiva politica". Da parte sua Brown ha detto di voler perseguire "un New Deal globale che vedrà il coinvolgimento di tutti i paesi del mondo nel riorganizzare e ripulire il sistema bancario". Il presidente Obama, in una critica implicita al suo predecessore Bush, ha affermato che l'America crede nella importanza "di agire in modo rispettoso sulla scena mondiale, nell'importanza di saper ascoltare e non cercare solo di imporre le cose: nel nuovo mondo in cui viviamo il modo per raggiungere risultati è creare partnership ed alleanze invece di agire in modo unilaterale". L'inquilino della Casa Bianca ha cercato di riassicurare anche chi teme che la crisi economica possa far ripiegare gli Stati Uniti in nuove forme di protezionismo. "La globalizzazione può essere una forza positiva enorme - ha detto Obama - Una delle cose che abbiamo detto più volte è che i paesi, in questa crisi, non possono volgersi all'interno e cercare di erigere barriere protezioniste. Noi dovremmo invece incoraggiare gli scambi commerciali". Il premier britannico Brown concluderà oggi la sua visita negli Stati Uniti con un discorso al Congresso, un raro onore per uno statista straniero.

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TERRORE A LAHORE - OBAMA-BROWN: UN NEW DEAL GLOBALE - IRAN, SIRIA, ISRAELE: L'OFFENSIVA DIPLOMATICA DI BARAK - UN PROIETTILE PER SARKÒ E RACHIDA BASCHI MINORANZA IN CASA (PRIMI C (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> TERRORE A LAHORE - OBAMA-BROWN: UN NEW DEAL GLOBALE - IRAN, SIRIA, ISRAELE: L?OFFENSIVA DIPLOMATICA DI BARAK - UN PROIETTILE PER SARKò E RACHIDA ? BASCHI MINORANZA IN CASA (PRIMI CEDIMENTI PER ZAPATERO)? Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL MUNDO - "Patxi Lopez dice al PNV: Il Paese non è suo": il leader socialista nei Paesi Baschi, dopo il buon risultato nelle elezioni regionali di domenica, si sente "legittimato a guidare il cambiamento", e ha invitato il Partito Nazionalista Basco ad accettare le regole del gioco democratico. Per la prima volta le formazioni nazionaliste basche, prese tutte insieme, non sommano la maggioranza assoluta nel Parlamento regionale. Gordon Brown "Il Psoe nel suo peggior momento parlamentare": i risultati delle elezioni regionali in Galizia e nei Paesi Baschi hanno "disegnato il peggior scenario" per i socialisti, e non sarà facile per il Psoe "continuare a sostenere le politiche del governo nella Camera bassa", scrive El Mundo. EL PAIS - "Zapatero chiede al Pnv che accetti la perdita del governo nei Paesi Baschi": Il premier socialista Zapatero ha avvertito che "Il Pnv deve dimostrare di avere fair play" e di saper accettare le sconfitte. "E' accaduto a tutti i partiti", ha aggiunto. "Obama e Brown parlano di un 'New Deal' globale": il presidente americano e il premier britannico si sono incontrati ieri alla Casa Bianca e hanno discusso della crisi economica globale. I due si sono detti d'accordo sul fatto che "la globalizzazione è stata positiva", ma - hanno aggiunto - "sono stati commessi degli errori". 2 - FRANCIA LIBERATION - Prima pagina dedicata alle lettere di minaccia ricevute negli ultimi giorni da numerosi politici della destra francese, tra cui il presidente Nicolas Sarkozy. Le lettere sono state accompagnate da un proiettile calibro 38 e sono state inviate, tra gli altri, anche ai ministri della Giustizia Rachida Dati e dell'Interno Michelle Alliot-Marie. A indagare è la sezione antiterrorismo della procura di Parigi, che al momento sembra privilegiare la pista di uno squilibrato. "Un mistero da dieci proiettili". LE FIGARO - In primo piano l'offensiva diplomatica di Barak Obama. Washington si è impegnata con Mosca a rinunciare al suo scudo antimissile nell'Europa centrale se la Russia riuscirà a dissuadere Teheran a dotarsi dell'arma atomica. "Iran, Siria, Israele: l'offensiva diplomatica di Obama". Spazio in prima pagina anche per il ritorno nelle sale cinematografiche di Dustin Hoffman, che ha appena ricevuto un premio Cesar alla carriera. L'attore americano è protagonista con Emma Thompson di "Last chance for love". "Lo charme intatto di Dustin Hoffman". Nicolas Sarkozy 3 - GRAN BRETAGNA THE TIMES Usa-Gb: il presidente americano intende creare "relazioni speciali" con la Gran Bretagna, dopo l'incontro ieri con Gordon Brown. Pakistan: "Lo sport sulla linea di fuoco, dopo che i terroristi cambiano bersaglio", in dubbio l'organizzazione degli eventi sportivi dopo l'attacco a una squadra di cricket dello Sri Lanka. Islamabad dovrebbe co-ospitare la World Cup di cricket nel 2011 assieme a India, Bangladesh e Sri Lanka. Un altro obiettivo "sensibile" potrebbero essere i Giochi olimpici di Londra 2012. Gb: un bimbo è stato ucciso dal compagno della madre tossica, nonostante fosse tra i casi seguiti dai servizi sociali da oltre un anno, ma non era considerato in pericolo. THE GUARDIAN Usa-Gb: "Il discorso della sua vita, ma Brown non chiede scusa": il premier britannico parla con grande enfasi al Congresso americano per invitare gli Usa a non scivolare nel protezionismo. "Stessi abiti e incontro di menti", Obama scaccia le ansie del campo di Brown, appoggiando un piano per l'azione globale che combatta la crisi economica. Rachida Dati Il Cremlino aiuta a far scomparire il libro sulla vita sotto Stalin: l'editore russo Atticus ha cancellato ieri la pubblicazione dell'acclamato libro dell'allievo russo Orlando Figes. Pakistan: un giorno di cricket che si trasforma in tragedia. Il senatore americano 77enne Ted Kennedy sarà fatto cavaliere dalla regina per il suo impegno nelle relazioni tra i due paesi e l'Irlanda del Nord. INDEPENDENT "Il Pakistan non deve capitolare davanti all'estremismo distruttivo", le forze moderate nel paese hanno bisogno di un sostegno internazionale. Usa-Gb: Obama sostiene il patto con la Gran Bretagna. Brown e il presidente americano concordano sulla necessità di un'azione per regolare le banche e far riprendere l'economia globale. "Come il sogno polacco è diventato amaro": la recessione ha distrutto la vita di migliaia di lavoratori immigrati. FINANCIAL TIMES In apertura nella versione cartacea "Terrore a Lahore", l'attacco a una squadra di cricket solleva tensioni tra India e Pakistan. La General Motors mette in guardia dalla crisi in Europa: tre impianti e 300mila posti a rischio. Nuovo appello di Francia e Germania contro i paradisi fiscali. Zapatero 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - "I colloqui con la Siria indicano che gli Usa stanno prendendo una nuova direzione" in Medio Oriente: in apertura il New York Times si occupa dell'apertura della Casa Bianca nei confronti della Siria. Il prossimo fine settimana gli Usa invieranno due inviati a Damasco per avviare i colloqui, ha detto ieri il segretario di Stato Hillary Clinton. La Siria, secondo gli esperti, potrà essere la chiave per risolvere le principali questioni che affliggono il Medio Oriente, dalla minaccia nucleare iraniana al conflitto israelo-palestinese. In primo piano poi il piano di stimolo del presidente Obama: Nei vari Stati i governi locali hanno iniziato a spendere quasi 50 miliardi di dollari in progetti nel settore dei trasporti, che potrebbero dare lavoro a 400mila persone. Infine l'attentato di ieri in Pakistan contro la nazionale di cricket dello Sri Lanka, in cui hanno perso la vita otto persone (sei poliziotti e due civili). L'attacco dimostra le gravi lacune della sicurezza nel paese asiatico. THE WASHINGTON POST - In apertura la crisi economica: "Gli Usa cercano di fermare il ciclo della paura, mentre i mercati crollano": l'amministrazione Obama vuole ridare fiducia agli americani assicurando che saranno prese tutte le misure necessarie per fronteggiare la crisi e rimettere a posto i conti pubblici nel lungo periodo. Il Washington Post riferisce poi l'amministrazione Obama sta cercando di risolvere uno dei problemi più spinosi al cuore della crisi finanziaria, ossia come valutare i titoli tossici che gravano sui conti delle banche. A tal fine vengono istituiti dei nuovi fondi che entreranno in competizione per acquistare questi asset. Così verrà determinato un prezzo di mercato che consentirà alle banche di vendere questi asset. [04-03-2009]

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Il rock in Cina: i concerti degli Oasis a Pechino e Shangai cancellati dal governo (sezione: Globalizzazione)

( da "Musicalnews.com" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Notizie Pubblicato il 04/03/2009 alle 11:39:25 Commenti alla notizia: Leggi - Inserisci nuovo Il rock in Cina: i concerti degli Oasis a Pechino e Shangai cancellati dal governo di Lucia Salinas Gli Oasis si sono detti sconcertati per la decisione del governo cinese di annullare due loro concerti previsti a Pechino ed a Shanghai il 3 e il 5 Aprile. Noel Gallagher partecipò a un concerto pro-Tibet nel '97. Gli Oasis si sono detti sconcertati per la decisione del governo cinese di annullare due loro concerti previsti a Pechino ed a Shanghai il 3 e il 5 Aprile. Noel Gallagher partecipò a un concerto pro-Tibet nel '97. In una dichiarazione ufficiale la band di Manchester ha affermato che "esponenti del governo cinese hanno revocato i permessi per i concerti, che erano stati gia' rilasciati, e ordinato la loro immediata cancellazione' dopo che le autorita' cinesi hanno scoperto che Noel Gallagher, ha partecipato a un concerto in Usa a favore della liberazione del Tibet nel 1997. "Alcuni rappresentanti del governo cinese hanno revocato i permessi per i concerti che erano già stati emessi, e ha ordinato l'immediata cancellazione delle due date di Pechino e Shanghai", hanno dichiarato gli Oasis in una nota. ...L'azione delle autorità cinesi sottolinea un cambiamento nella loro considerazione del gruppo che ha stupito sia gli Oasis che gli organizzatori dei concerti". Il governo ne ha dedotto che il gruppo non è adatto per suonare davanti ai suoi fan della Repubblica Cinese. "Gli Oasis sono estremamente dispiaciuti di non poter portare avanti la loro tournée in Cina e sperano che le autorità possano riconsiderare la loro decisione e permettere al gruppo di esibirsi in concerto". Andrà comunque avanti il tour degli Oasis nel resto del Sud Est asiatico. Sta per uscire anche il terzo singolo estratto da "Dig Out Your Soul", ovvero "Falling Down".

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La Russia non rinuncia al suo ruolo <Proteggere> il regime degli ayatollah (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 04-03-2009 La Russia non rinuncia al suo ruolo «Proteggere» il regime degli ayatollah Al Consiglio di sicurezza dell'Onu la delegazione moscovita è riuscita a far fallire ogni tentativo di inasprire le misure punitive DI GIOVANNI BENSI I l presidente russo Dmitrij Medvedev è stato chiaro: non vi può essere nessuno «scambio» fra il problema nucleare iraniano e la questione dello Scudo spaziale americano in Europa Orientale. In questo modo la Russia continua la sua politica tradizionale di "protettrice" dell'Iran. Mosca fa finta di credere che il programma nucleare iraniano non abbia come fine di costruire l'arma atomica e contrasta, spesso in accordo con la Cina, ogni tentativo di inasprire le sanzioni contro Teheran. Già alla fine di febbraio 2008 il capo dell'agenzia nucleare russa Sergej Kirienko ha partecipato con il vicepresidente iraniano Gholamreza Aghazade al collaudo della centrale elettronucleare iraniana a Bushehr e ha parlato di un contratto decennale per le forniture a Teheran di combustibile nucleare. Nello stesso tempo la Russia continua a contrastare i tentativi dell'Occidente per imporre nuove sanzioni all'Iran. Partecipando il 19 settembre, nell'ambito dell'Assemblea generale dell'Onu, a una riunione dei Paesi del gruppo dei «5+1» sull'Iran (Russia, Usa, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), la Russia ha dichiarato che non avrebbe appoggiato all'Onu un inasprimento delle sanzioni contro la Repubblica islamica. In una dichiarazione del ministero degli Esteri di Mosca emanata in quell'occasione, si leggeva che «noi ci siamo espressi contro l'elaborazione di misure supplementari a livello di Consiglio di sicurezza dell'Onu». Il ministro Sergej Lavrov aggiunse che «lo stato della questione sul programma nucleare iraniano ora non richiede alcuna misura straordinaria». E infatti il 27 settembre 2008 il Consiglio di sicurezza ha approvato all'unanimità una nuova risoluzione sull'Iran che conferma i precedenti analoghi documenti, invita questo paese a rivedere il suo programma nucleare, ma, dietro insistenza della Russia, non contiene nuove sanzioni. E contro nuove sanzioni a carico dell'Iran Lavrov si espresse anche commentando il progetto di risoluzione presentato in dicembre dalla trojka europea, Gran Bretagna, Francia e Germania.

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Quando Obama supplica il mondo. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama non vede l'ora di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante, anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso, improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma, un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam 1 Commento » (1 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama. «Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Feb 09 In Terra Santa con i lettori de "Il Giornale" Da ieri sera sono infatti in Israele assieme ad Andrea Tornielli, Livio Caputo, Vittorio Dan Segre, nonchè Stefano Passaquindici e Maurizio Acerbi per accompagnare i lettori (numerosissimi) nel viaggio in Terra Santa organizzato al Giornale. E' una bella esperienza e molto intensa, ma anche a causa di connessioni internet assai lente (perlomeno qui a Nazareth) è possibile che nei prossimi giorni sia costretto a rallentare il ritmo dei post su "il cuore del mondo". Confido nella vostra comprensione. Scritto in Varie Commenti ( 9 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Feb 09 Ma è questo l'Obama italiano? Il settimanale americano "Time" non ha dubbi: Matteo Renzi è l'Obama italiano, l'uomo su cui il Partito democratico deve puntare per rinascere dopo il fallimento di Veltroni. Renzi è il presidente della Provincia di Firenze ora candidato sindaco. "Time" lo descrive così: ha fatto largo uso di Internet e Facebook per riuscire a trionfare alle primarie. E, come Obama, Renzi ostenta un atteggiamento pragmatico nei confronti della politica. «Sono un politico, non faccio miracoli - ha detto spesso - Ho solo cercato di lavorare ogni giorno un pò meglio». Figlio di un piccolo imprenditore toscano, Renzi è un cattolico praticante ma ha già dichiarato che non permetterà al Vaticano di «guidare la sua politica». Secondo "Time" rispetto al presidente americano Renzi è qualche volta «turbolento» ed ha ancora «una faccia da bambino». Incuriosito, sono andato a cercare qualche video su You Tube. Ne ho trovati subito due, prodotti dallo stesso Renzi. L'astro nascente del Pd ritiene che Firenze "debba puntare in alto, ma anche in basso", che le "elezioni sono una sfida vinci o perdi e non ammettono pareggi"; seduce gli elettori affermando" che la città è gelosa del proprio passato e innamorata del proprio futuro", ma "deve fare un salto di qualità". Renzi stringe le spalle quando gli dicono che hanno costruito una nuova moschea "perchè tanto a Firenze ce ne sono tante" e ci illumina affermando che il più grande politico di tutti i tempi è Bob Kennedy (ma probabilmente voleva dire John Fitzgerald Kennedy). Il suo attore preferito è Jack Nicholson, e il film più gradito Blade Runner. La canzone prediletta? Naturalmente made in Usa. Insomma, un vero "Americano a Firenze", degno, più che di Obama, del miglior Veltroni. Ma giudicate voi stessi. Ecco i video: YouTube Direkt Che fiuto "Time" e che futuro, il Pd. Non c'è davvero nulla di meglio nel vivaio dell'Italia progressista? Scritto in progressisti, partito democratico, società, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 49 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Feb 09 Banche e crisi, il peggio deve ancora venire? Il debito delle banche irlandesi è pari al 250% del Prodotto interno lordo della stessa Irlanda, che potrebbe rischiare il default addirittura sui titoli di Stato. Molti Paesi dell'Europa dell'est stanno sprofondando in una crisi di tipo asiatico a causa delle banche che li hanno esposti a rischi insostenibili e sperano che l'Unione europea e il Fondo monetario internazionaler li salvi. In Svizzera il governo federale ha dovuto stanziare oltre 70 miliardi di franchi svizzeri per salvare Ubs e oggi ha addirittura violato lo stato di diritto e il segreto bancario, cedendo al ricatto di Obama, che aveva dato tempo fino a ieri ancora una volta a Ubs per svelare i nomi di 250 contribuenti americani che hanno frodato il fisco con l'aiuto decisivo della banca elvetica. Il governo americano non ha rispettato gli accordi tra gli Usa e la Confederazione elvetica e anzichè aspettare la fine del normale iter giudiziario, come accade tra tutti i Paesi civili, ha messo la Svizzera con le spalle al muro, minacciando di revocare la licenza bancaria all'Ubs, il che avrebbe provocato il fallimento dell'istituto bancario. E siccome Berna non può permettere di far fallire l'Ubs, perchè un evento del genere destabilizzerebbe la Confederazione, ha ceduto. Ci sono tanti altri esempi, ma la morale è sempre la stessa. Negli ultimi 15 anni le banche sono diventate più potenti degli stessi governi; ma ora che sono in difficoltà sperano che lo Stato, da loro stesse a lungo depotenziato, le salvi, mantenendo intatto il sistema ovvero preservando la prerogativa di condizionare il mondo. Questa non è democrazia e neppure capitalismo, è un'aberrazione. E fino a quando non verrà estirpata, non c'è possibilità di salvezza. Ma non vedo segnali di svolta. Anzi, la crisi economica, generata dalla finanza, sembra entrata in una spirale. Da qui il mio timore: il peggio deve ancora venire? Scritto in manipolazione, banche, capitalismo, era obama, economia, svizzera, democrazia, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 151 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.43 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Feb 09 Eppure Veltroni si sbaglia, il problema è il Pd. In un Paese come l'Italia, un leader che si dimette è una rarità. E non fosse per questo Veltroni merita l'onore delle armi, tanto più che si è preso la responsabilità per le cinque sconfitte elettorali consecutive. Walter è convinto di essere lui il problema e ritiene che andandosene il Partito democratico possa ritrovare l'unità. Ma credo si sbagli, la crisi del Partito è più grave e profonda per queste ragioni: 1) Il Pd non ha saputo proporre una visione coerente della società, né proporsi con credibilità in tempi di crisi. 2) Non suscita emozione e men che meno appartenenza. I diessini avevano un'anima e una forte identità, i democristiani di sinistra anche. La loro unione ha generato un Partito che in teoria piace a tutti, ma in cui nessuno davvero si riconosce. 3) Non ha capito che l'antiberlusconismo non è più premiante e da solo non basta a dare un'anima al partito. Al contempo non ha risolto il rapporto con l'estrema sinistra, che alcune correnti del Pd continuano a rimpiangere. 4) Non ha avuto il tempo di crescere. Veltroni sperava di poter crescere all'ombra di Prodi, ma la crisi politica lo ha costretto a lanciarsi subito nella contesa elettorale. Non era pronto lui, non era pronto il partito e le buone intenzioni non sono bastate: un vero partito non si improvvisa. 5) Non ha saputo sviluppare una nuova dirigenza. Che senso ha proporre il cambiamento se poi i leader sono quelli di sempre, a cominciare dal freschissimo Veltroni? Ecco perchè è molto probabile che le dimissioni di Veltroni non risolvano nulla. La scissione tra l'anima diessina e quella cristiano sociale resta l'epilogo più probabile. Si va verso la fine della "visione" e del "sogno" di un partito diverso, progressista e moderno. E la sinistra tornerà ad essere quella degli ultimi anni: un'ammucchiata di partiti e partitini vocianti, incoerenti, pasticcioni e dunque tendenzialmente perdenti. Il centrodestra ringrazia, elettoralmente questo è un regalo della provvidenza, ma per la democrazia italiana lo sfascio del Pd non è certo un passo avanti. Paghiamo ancora le anomalie del passato ovvero di un Partito comunista troppo forte, che nel Dopoguerra impedì lo sviluppo di un vero partito socialdemocratico, contrariamente a quanto avvenne negli altri grandi Paesi europei. Per quanto tempo ancora? L'Italia riuscirà mai ad avere una sinistra davvero normale? Scritto in progressisti, società, democrazia, Italia Commenti ( 65 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Feb 09 Stupri e giustizia, la sinistra ascolterà Cofferati? Sentite il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, riferendosi allo stupro di una minorenne nella sua città da parte di un tunisino clandestino e arrestato per violenza. "Come mai questo signore era in giro? Se persone di questa natura possono commettere gravi reati, ne commettono altri ancora, e poi non vengono tenuti in prigione e neppure espulsi, è evidente che c'è un problema. Anzi più di uno". Finalmente anche a sinistra si alzano voci di buon senso. Uno dei problemi principali è la giustizia. E le notizie degli ultimi giorni dimostrano che la situazione rischia di degenerare: aumentano gli stupri e la rabbia della gente. Il raid punitivo compiuto ieri a Roma in un bar frequentato da immigrati potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Non è questa la soluzione in un Paese civile. Il governo intende anticipare alcune misure contenute nel disegno di legge sicurezza approvato dal Senato, tra cui quella che esclude la possibilità della concessione degli arresti domiciliari a chi è accusato di stupro. E' un passo nella giusta direzione, ma non basta. Occorre che in Italia venga assicurata la certezza della pena, ma senza la collaborazione dei tanti, troppi giudici ipergarantisti l'Italia resterà un Bengodi per i clandestini e, soprattutto, per i criminali. Se Cofferati vuole essere davvero costruttivo: faccia proseliti a sinistra, soprattutto tra certi magistrati. E il governo metta le forze dell'ordine nella condizione di controllare davvero il territorio. Altrimenti sarà il far-west. Scritto in sicurezza, giustizia, società, democrazia, Italia, immigrazione Commenti ( 79 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Feb 09 Carlà-Sarkò, un amore montato a prima vista Lo sospettavo da tempo, ma ora c'è la certezza: quella tra Carla Bruni e Nicolas Sarkozy non era una storia d'amore, ma un'operazione di spin ovvero di manipolazione mediatica. Lo rivela, nel libro Autobiographie non autorisée e usando un artificio letterario, lo spin doctor che ha ideato il montaggio, Jacques Séguéla, un tempo comunicatore di Mitterrand e ora consulente di Sarkozy. La sorpresa è che non è stata Carla a prendere l'iniziativa bensì lo stesso Sarko, che ha bruciato i tempi e l'ha chiesta in sposa già la sera del primo incontro, avvenuto, non a caso, a casa di Séguéla. Il presidente ha usato argomenti formidabili come questi: "Sarai la mia Marilyn e io il tuo Jfk". E ancora: "Io ho la reputazione di donnaiolo, ma la tua non è migliore della mia. Ti conosco bene senza averi mai incontrata. Fai l'amore con tutti, perché nessuno ti ha dato vero amore. So tutto di te, perchè sono uguale a te". O: "Scommetto che non hai il coraggio di baciarmi sulla bocca davanti a tutti". Dal che deduco: - come aveva analizzato lo psicologo della Nato (vedi questo articolo che ho scritto prima delle elezioni) , Sarko ha il profilo di una persona ambiziosa-dominante, caratterizzata, negativamente, da un narcisismo compensatorio determinato da un sentimento di insicurezza e di inferiorità maturato nell'infanzia. Ha molte qualità - tenacia, dinamismo, capacità di leadership - ma è fondamentalmente instabile e non sa cosa sia la saggezza. Il che ridimensiona la sua statura politica. - La vicenda dimostra, una volta di più, come sia facile per uno spregiudicato spin doctor orientare l'insieme dei media, che per mesi hanno raccontato con toni lirici, commossi, appassionati l'incredibile favola tra il presidente di destra e l'ex modella di sinistra. Pochissimi ebbero il coraggio di andare controcorrente e di sollevare qualche dubbio. Men che meno i giornali italiani che, anzi, diedero fiato alla retorica più zuccherosa. Insomma: poveri francesi, in che mani sono.. E poveri anche noi, giornalisti, che cadiamo in queste trappole, amabilmente assecondati da un pubblico sempre più assetato di informazione frivola. Quando fu svelata la storia tra Sarkò e Carla, nell'autunno 2007, il mondo finanziario stava già crollando, ma pochi giornali tirarono il campanello d'allarme. Insomma, la stampa non svolse adeguatamente il proprio ruolo di cane da guardia. Era meglio distrarre e spettegolare, con quali conseguenze lo vediamo ogni giorno. - Scritto in società, manipolazione, spin, democrazia, notizie nascoste, francia, Italia, giornalismo Commenti ( 69 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Feb 09 Ma il caso di Eluana ci sta davvero a cuore? Lo confesso: non ne posso più della straripante retorica che accompagna la morte di Eluana Englaro. "Ci auguriamo che la sua vicenda, dopo tante discussioni, sia motivo per tutti di riflessione pacata e di ricerca responsabile", ha dichiarato subito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. "Questo è un momento di dolore e turbamento nazionale che può diventare occasione di una sensibile e consapevole riflessione comune", ha rilanciato stamattina il presidente Napolitano. Dopo giorni di polemiche, il messaggio è univoco e improntato al buon senso. Invece la caciara continua. Anzi, aumenta di volume. La direttrice dell'Unità, Concita de Gregorio, con il consueto lirismo scrive: "Tu vai, per fortuna. Noi restiamo, ci tocca farlo". Ma come: si rammarica di essere in vita? Secondo il senatore Giovanni Collino (Pdl) la morte di Eluana è «per il Friuli Venezia Giulia una morte collettiva, come nel terremoto del 1976». Addirittura Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (Rns) ammonisce che è "a rischio la democrazia", un'opinione condivisa a sinistra da Margherita Hack, mentre sul sito del Manifesto Iaia Vantaggiato titola "il miracolo di Eluana che ha beffato Berlusconi", con ilare, soave delicatezza. Sembra una gara a chi la spara più grossa, e chi pensa che l'Italia sia sconvolta e commossa, dia un'occhiata all'audience televisiva di ieri. Gli speciali dedicati alla vicenda della Englaro sono stati seguiti da 5,6 milioni di persone, mentre il Grande Fratello è stato visto da quasi 9 milioni di telespettatori e altri tre milioni hanno preferito X factor. Il rapporto è di uno a due a favore dei reality. Giorgio Gaber nella canzone Il tutto è falso, scriveva: Ma noi siamo talmente toccati da chi sta soffrendo ci fa orrore la fame, la guerra le ingiustizie del mondo. Com'è bello occuparsi dei dolori di tanta, tanta gente dal momento che in fondo non ce ne frega niente. Che avesse ragione Gaber? Agli italiani importa davvero la vicenda di Eluana? Scritto in società, democrazia, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 55 ) » (7 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Feb 09 L'ultima truffa della casta dei banchieri Domani il segretario al Tesoro Usa Geithner presenterà il nuovo piano per salvare il sistema finanziario americano. Intanto, però, dalla casta dei banchieri continuano a giungere pessimi segnali. La spartizione dei bonus milionari continua, soprattutto negli istituti salvati dal contribuente (come ho spiegato in questo articolo e in quest'altro). E Il Congressional Oversight Panel for the bailout funds, un comitato incaricato di verificare come vengono spesi i fondi già stanziati per salvare il sistema finanziario, ha scoperto un'altra beffa; pardon un'altra truffa. Lo scorso ottobre il Tesoro americani ha comprato titoli tossici dalle banche americane per 254 miliardi di dollari, ma il valore reale è risultato essere di 176 miliardi di dollari. Insomma, le banche americane hanno ingannato lo Stato per 78 miliardi di dollari. E lo Stato, ovvero il Tesoro Usa all'epoca guidato da Paulson, si è verosimilmente lasciato amabilmente gabbare. Non a caso per molte settimane si è rifiutato di spiegare pubblicamente quali criteri abbia adottato per comprare i titoli tossici. Per non turbare il mercato, diceva.E qui veniamo al punto: le attuali degenerazioni nascono dallo strapotere di quelle che Tito Tettamanti, noto imprenditore e finanziere svizzero, ha definito in un articolo sul Corriere del Ticino, le "gigantobanche", che hanno finito per falsare le regole del capitalismo. Tettamanti, da sempre su posizioni liberiste, le definisce "degenerazioni concettuali", come l'aver abolito la distinzione tra banca di credi to e banca d'affari, l'aver permesso agli istituti attività speculative al alto rischi che dovrebbero essere limitate agli Hedge Funds. Secondo Tettamanti è "gravissimo anche il fatto che le «gi gantobanche » abbiano creato tra di loro dei mercati, i famosi «over the counter», per loro prodotti (certi de rivati), mercati dei quali erano ge stori, attori, regolatori, escludendo altri partecipanti e sottraendosi ad ogni esigenza di trasparenza e con trollo". Ma vi sono altre responsabilità: "Quelle di chi ha accettato, quando non volu to, la creazione di banche «too big to fail», vale a dire tanto gigantesche, tanto importanti per il sistema che non ci si sarebbe mai potuti permet tere di farle fallire. E chi ha accettato sono tra l'altro i controllori (vale a dire i rappresen tanti dello Stato) chiamati ad appli care le numerose regolamentazioni esistenti. Non solo ciò era in paten te contraddizione con il sistema di mercato che deve sanzionare l'insuc cesso con il fallimento (anche perché le perdite non si annullano trasci nando i debiti all'infinito), ma ha creato una categoria di privilegiati tra le banche. Tettamanti si chiede: "I controllori che hanno assistito alla degenerazione (magari facili tandola) perché non sono intervenu ti applicando le regole?" e osserva che: - le regole ci sono, ma bisogna vole re ed essere capaci di applicarle o correggerle quando sono errate. In fatti, delle banche sono pratica mente fallite senza infrangere le re gole esistenti. Attenzione: più rego le di dettaglio esistono, più si de responsabilizza il soggetto delle re gole e si rende macchinoso l'inter vento; - lo Stato, di cui i controllori sono un'emanazione, non può troppo facilmente declinare ogni respon sabilità per i disastri originati dal le «gigantobanche», ma neppure avere troppo il complesso del com plice per i salvataggi". L'ultima truffa, quella dei 78 miliardi evdenzia un punto fondamentale: il salvataggio delle banche rischia di essere inutile se non si scardinano il sistema delle "gigantobanche" e, parallelamente, i privilegi inaccettabili dei manager. Obama ne sarà capace? Sono scettico, la mia impressione è che l'establishment americano miri a superare la tempesta, per poi permettere alla casta dei banchieri e alle "gigantobanche" di continuare come prima. Sarebbe l'ultima beffa. Sbaglio? Scritto in società, era obama, economia, globalizzazione, notizie nascoste, gli usa e il mondo Commenti ( 34 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.71 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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Guido Gavelli: L'inizio della fine di Obama e dei sogni che ha abilmente incultato nelle masse, anche al di... bo.mario: Foa grazie per la precisazione. Era stato presentato male. Era come se il papa avesse portato i tifosi al... Ultime news Riforma pensioni: 65 anni per le donne Ma Cisl e Cigl mettono già il veto: "No"Caffarella, è giallo: già caduta la pista del terzo uomoOrte, incidente d'auto Il segretario Ps Nencini ricoverato all'ospedaleIran, Khamenei attacca: "Obama sostiene il terrorismo d'Israele"Biotestamento, il Pdl apre: verso ddl condivisoAfghanistan, attentato alla base Usa: tre morti"Biondo e full optional..." 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I tre imperi (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

I tre imperi 4 marzo 2009 alle 11:49 — Fonte: coen.blogautore.repubblica.it — 0 commenti La teoria del professor Parag Khanna per spiegare le complesse dinamiche che stanno regolando l' architetura del sistema politico internazionale in questo primo decennio del XXI secolo è apparentemente semplice. La si può riassumere così: ormai si è conclusa la fase di massima espansione dell' impero americano. Cina, Stati Uniti e Unione Europea -- il Primo Mondo, cioè " i principali azionisti e beneficiari dell' attuale ordine internazionale" , come scrive Vittorio Emanuele Parsi -- sono da tempo impegnati in una lotta senza quartiere per imporre il proprio modello di sviluppo (chiamata eufemisticamente concorrenza. ) e il proprio stile di vita nel Secondo Mondo: ossia Russia, Europa orientale, regioni strategiche dell' Asia centrale, dell' America Latina, del Medio ed Estremo Oriente. Nel Terzo Mondo, invece, si collocano le nazioni povere e instabili. Chiave di volta di questo scontro globale a tre livelli è il Secondo Mondo, al cui interno passa la divisione tra vincitori e vinti: le nazioni di questo ondivago raggruppamento tentano ovviamente di entrare a far parte del Primo Mondo. Penso alla Russia, alle sue pulsioni, alla schizofrenia dei suoi atteggiamenti diplomatici, alla muscolarizzazione della politica di Putin che rivendica la fine dell' unipolarità per una multipolarità in cui il suo Paese deve avere un ruolo chiave. Putin, infatti, ha capito che la grande sfida tra i tre Imperi (Usa, Eu, Cina) si consuma nel Secondo Mondo dove la paura di sprofondare nuovamente in una realtà da Terzo Mondo spinge a forzare situazioni e ad alimentare tensioni. Chiave di volta, il controllo delle risorse energetiche e naturali: la rilevanza politica del territorio rischia di trasformarsi in dittatura della geografia (splendida espressine di Eric Hobsbawm). Secondo Khanna (giovane esperto di geopolitica che la rivista Esquire ha inserito tra le 75 persone più influenti della Terra, consulente del World Economic Forum, attualmente direttore della Global Governance Foundation nonchè collaboratore del New York Times e del Financial Times), bisogna partire da un dato di fatto: che ampie porzioni di quel sistema integrato di economie di mercato creato dall' America dominante della Guerra Fredda, oggi non dipendono per la loro sicurezza dalla protezione americana. L' irruzione di Brasile, Russia, Cina e India sulla scena economica mondiale lo sta ampiamente dimostrando. Cina e Russia sono indipendenti e spesso rivali degli Stati Uniti per quel che riguarda le proprie concezioni di sviluppo e di interrelazioni, nonchè le rispettive politiche di sicurezza; India e Brasile pensano che la leadership globale degli Usa non sia più la principale garanzia per la loro sicurezza politico-militare. Ci fosse la guida Michelin dei saggi, allora il libro " " di Parag Khanna (pag. 609, Fazi editore, 22,50 Euro, finito di stampare nel mese di febbraio del 2009) meriterebbe almeno due stelle. Non fosse altro che per la sua scrittura avvincente e per l' incredibile varietà delle pietanze servite: Khanna è un autentico globetrotter della geopolitica perchè ha visitato le aree più critiche del pianeta prima di cimentarsi nella cucina di confine dei problemi del mondo. I nostri problemi. coen

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Dall'economia della crescita all'economia dell'equilibrio (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 09 4 Dall'economia della crescita all'economia dell'equilibrio Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 11:41 in Economia e Globalizzazione Impazza il dibattito sulla crisi economica e si moltiplicano proposte, presunte ricette e soluzioni che partono quasi tutte da un'analisi parziale delle cause della crisi. Le colpe sono attribuite a banchieri e speculatori, ed al piu' ad un sistema finanziario troppo sregolato, mentre si omette un'analisi piu' approfondita della sostenibilità di un modello economico fondato sui precetti della crescita infinita e della produzione a debito. Cosi', anche le proposte degli Stati per affrontare la crisi si riducono a correttivi marginali senza neppure sfiorare la questione fondamentale di un sistema economico che, per sopravvivere, ha bisogno di continuamente crescere ed espandersi, anche quando questa crescita e questa espansione risultino impossibili per l'evidente limitatezza non solo delle risorse naturali, ma anche del ventaglio dei possibili consumatori delle merci prodotte. Da un lato, c'è un invalicabile limite naturale all'uso delle materie prime, dato dalla loro disponibilità attuale e dalle capacità di rigenerazione delle risorse da parte della natura. Dall'altro, c'è una produzione di merci a cui non puo' corrispondere, nel lungo termine, un'equivalente domanda: non è possibile cambiare automobile ogni anno per tenere il passo della sovraproduzione dell'industria automobilistica. Ci sono poi le diseguaglianze sociali, che oltre a generale i drammi dell'estrema povertà, incidono direttamente sulla capacità di consumare di una quota consistente della popolazione del pianeta, con la conseguenza di ulteriormente allargare il divario tra le odierne domanda ed offerta di merci. In questo contesto, gli strumenti offerti dal sistema finanziario, spesso non nel silenzio degli Stati, ma con il loro espresso supporto, hanno determinato una produzione fondata essenzialmente su un perenne indebitamento, ed un indebitamento finanziato attraverso il ricorso ad ulteriori forme di debito. Le società sono diventate sempre piu' impersonali, il loro capitale diffuso tra migliaia di piccoli investitori e la loro direzione in mano a pochi soggetti titolari di una quota azionaria minimale, condizionati nelle loro scelte dai profitti di breve periodo e portatori di un interesse marginale per il benessere di lungo periodo dell'azienda. La separazione del capitale sociale dal capitale personale dei soci ha creato un sistema in cui società piene di debiti falliscono lasciando insoddisfatti i creditori, mentre i soci piu' importanti si intascano, spesso attraverso sistemi assolutamente legali (ad esempio con superstipendi e buoni uscita che si sono auto-attribuiti), buona parte della liquidità dell'azienda. Tra quei creditori insoddisfatti ci sono fornitori di merci e materiali, e ci sono anche tanti piccoli azionisti che, attratti dalla speranza di facili e veloci guadagni, hanno deciso di investire i loro risparmi nei piu' grandi dei casino': le borse. Ma questi fallimenti, queste posizioni creditorie insoddisfatte, non sono la causa della crisi, ma solo uno degli effetti di un sistema che finanzia i consumi di oggi con le risorse, eventuali, di domani.

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CINA: ARRIVA IL PIANO DI SOSTEGNO PER L'ECONOMIA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA: ARRIVA IL PIANO DI SOSTEGNO PER L'ECONOMIA di WSI Investitori alla finestra: per il momento rimane stabile lo Yuan vs Dollaro a 6,84 in attesa dell?importante annuncio di domani. Sarà proprio il premier Wen Jiabao a fornire i dettagli. -->*Questo documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell'allegato n.3 al reg. n.16190 della Consob. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI. (WSI)- Tassi di interesse: in area Euro i tassi hanno registrato un calo sul tratto a breve termine della curva, mentre sono rimasti pressoché stabili sul tratto decennale, con il differenziale 2-10 anni che si è portato a 186 pb da 183. In una bozza che sarà presentata a breve dal presidente Barroso, la Commissione europea ieri ha annunciato che entro la fine di maggio proporrà una serie di nuove misure per far fronte alla crisi e tra queste la creazione di due entità di supervisione per il sistema finanziario e la revisione delle remunerazioni dei banchieri. A giugno invece sono attese nuove norme per aumentare la qualità e la quantità del patrimonio prudenziale delle banche, mentre, in autunno, sarà presentato una riforma delle regole sull'indebitamento bancario in eccesso. Ieri i membri della Bce Noyer e Weber, hanno dichiarato che l?Istituto sta prendendo in esame tutte le opzioni possibili per rafforzare i propri strumenti di politica monetaria e tra queste vi sarebbe anche l?eventuale acquisto di commercial paper. Sopravvivere non e' sufficiente, ci sono sempre grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Sembra tuttavia poco probabile che già nella riunione di domani il presidente Trichet faccia riferimento a questi strumenti. Relativamente alla richiesta di alcuni paesi dell?Est Europa, come per esempio l?Ungheria, di accelerare il processo di adozione dell?Euro la Bce, secondo quanto riportato da WJS, si è opposta ad ogni cambiamento dei criteri di ingresso. Sul fronte corporate il governo tedesco rimane piuttosto scettico sulla possibilità di concedere aiuti alla Opel, in quanto non è ancora chiaro come la Opel possa distaccarsi dalla GM che per evitare forti riduzioni del personale ha chiesto aiuti governativi per 3,3 Mld?. Il governo tedesco, secondo quanto riportato dal quotidiano Der Spiegel, sta valutando la possibilità di concedere aiuti sotto forma di garanzie, ma al momento sono esclusi interventi diretti di iniezione di capitale. Gli aiuti comunque dipendono dalle azioni della GM e del governo Usa. Sul decennale rimane confermato il supporto del 3%. Negli Usa tassi di mercato decennali sempre vicini alla soglia del 3%, in attesa domani dell?annuncio del programma di emissioni per la prossima settimana, che potrebbe ammontare a circa 60Mld$. Nell?audizione di ieri di Bernanke e Geithner è emersa la possibilità che i 700Mld$ del Tarp possano non essere sufficienti per far fronte a future iniezioni di liquidità. Bernanke ha ammesso che il comportamento di AIG in passato è paragonabile a quello di un vero e proprio hedge fund. Geithner ha ribadito di aver fiducia nel fatto che il piano di supporto all?economia supporterà la crescita per oltre il 3% il prossimo anno. Nel frattempo la Fed ha annunciato che il TALF, programma di finanziamenti per l?acquisto di titoli aventi come sottostante credito al consumo, inizierà il prossimo 25 marzo. Il programma è stato recentemente portato fino a 1000Mld$ e la partenza prevede una prima tranche da 200Mld$. Sul mercato azionario sono continuate le pressioni al ribasso che hanno interessato soprattutto comparti come quello telefonico e quello delle utility. Sul fronte macro il mese di febbraio ha confermato come il mercato automobilistico sia ancora profondamente in calo, con una variazione delle vendite pari a -41%. Nei prossimi giorni rimane particolarmente importante la resistenza sul decennale in prossimità del 3,05%. Valute: Dollaro ancora in prossimità di 1,2550 vs. Euro confermando come l?area 1,25 rappresenti un supporto rilevante nel breve termine prima di ipotizzare un apprezzamento più marcato del biglietto verde fino ai livelli di ottobre in prossimità di 1,23. Sulla valuta unica continua a pesare l?ipotesi di difficoltà di uno dei paesi membri o di uno degli appartenenti all?unione europea. Lo stesso Almunia ieri ha esplicitamente dichiarato che è stata presa in considerazione una soluzione nel caso di difficoltà di uno dei paesi membri, senza però fornire dettagli in merito. Dollaro in apprezzamento nei confronti dello Yen con il cross in prossimità della resistenza 98,70. Qualora tale livello venisse superato, il cross potrebbe spingersi fino alla prossima area di resistenza collocata a 100-100,70. Nel frattempo rimane stabile lo Yuan vs Dollaro a 6,84 in attesa dell?annuncio di domani di un nuovo piano a sostegno dell?economia cinese. Sarà il premier Wen Jiabao a fornire i dettagli. Materie prime: rimbalza il greggio Wti dopo il forte calo della giornata precedente su timori che nella riunione Opec del prossimo 15 marzo, il cartello possa implementare il maggiore taglio alla produzione della propria storia nel tentativo di supportare i prezzi. In rialzo i metalli industriali guidati da piombo (+4,8%) e rame (+4,7%). Lieve calo per l?alluminio (-0,2%). Negativi i metalli preziosi con l?oro e l?argento che hanno perso poco meno del 3%. Andamento contrastato per gli agricoli. Infine segnaliamo che il vicepresidente del fondo sovranazionale cinese (CIC) da 200 Mld$ ha dichiarato di cominciare a valutare acquisti in commodity ritenute sottovalutate. Copyright © MPS Capital Services. All rights reserved

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Niente scudo spaziale se Mosca ferma l'Iran (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Niente scudo spaziale se Mosca ferma l'Iran «Nessuno scambio», precisano russi e americani. Ma se cala la minaccia, la difesa antimissile diventa inutile Mercoledì 4 Marzo 2009, Washington Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è pronto a rinunciare allo scudo antimissile progettato dal suo predecessore George W. Bush in Europa orientale, ma solo se la minaccia iraniana contro la quale è programmato diminuirà, grazie anche all'aiuto della Russia. Se non è propriamente uno scambio ci assomiglia, sebbene il presidente Usa lo abbia negato, incontrando i giornalisti insieme al premier britannico Gordon Brown (con Obama nella foto) nello Studio Ovale della Casa Bianca. A rivelare la proposta è il New York Times: in una lettera consegnata il mese scorso al Cremlino, Obama, stando al quotidiano, si dice pronto a fermare la costruzione di un sistema di difesa antimissile in Europa Orientale se Mosca fornirà aiuto per impedire all'Iran di sviluppare i missili a lungo raggio. La prima puntualizzazione è arrivata dal presidente russo, Dmitri Medvedev - in visita a Madrid per firmare accordi commerciali ed energetici russo-spagnoli - che ha respinto l'idea, definendola «non costruttiva», di poter collegare il problema dello scudo antimissile americano in Europa, con la questione del programma nucleare iraniano. Da parte del Cremlino non è dunque arrivata una smentita vera e propria, ma la precisazione che uno scambio esplicito tra "scudo" e "nucleare iraniano" non è stato chiesto e non potrebbe essere accettato. Il presidente russo, salutando l'apertura di Obama ha però ricordato che Mosca ha sempre collaborato con la comunità internazionale sull'Iran, avendo in particolare votato tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, anche quelle che hanno previsto sanzioni per la mancata cooperazione di Teheran con gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. L'inquilino della Casa Bianca ha a sua volta definito «imprecisa» la notizia del Nyt: non è la proposta di «una sorta di scambio», ma la «conferma di cose che ho già detto: il programma di difesa missilistica è concepito per arginare una minaccia iraniana e non una minaccia russa». Se cala l'interesse iraniano per le armi nucleari, verrà meno «la necessità di un sistema di difesa missilistico». Il presidente ha tenuto a rassicurare gli europei, e in particolare la Repubblica Ceca (dove è atteso il 5 aprile e dove dovrebbe sorgere una parte del nuovo sistema radar) e la Polonia (dove sono previsti 10 missili antimissili). Obama ha spiegato che «in nessun modo ciò diminuisce il mio impegno a garantire che la Polonia, la Repubblica Ceca e gli altri membri della Nato godano della piena partecipazione all'Alleanza oltre all' appoggio statunitense per la loro sicurezza». Obama ha spiegato che ha sua lettera a Medvedev è «molto lunga» e che «affronta una serie di argomenti, dalla proliferazione nucleare a preoccupazioni comuni sulla sicurezza, lungo la frontiera aghana, e sul terrorismo». Rispondendo ad una domanda a Gerusalemme, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha anticipato le parole di Obama, ricordando che lo scudo antimissile «è stato concepito per rispondere ad eventuali attacchi iraniani. Questa è la nostra posizione, come abbiamo già spiegato ai russi in passato». La Clinton ne riparlerà col ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che incontrerà per la prima volta venerdì a Ginevra. La stampa israeliana scrive che Obama ha inviato un messaggio al premier designato Benjamin Netanyahu nel timore che possa reagire alle provocazioni iraniane rendendo più difficile il tentativo statunitense ed internazionale di isolare l'Iran per portarlo al tavolo negoziale. Washington teme che un attacco israeliano mandi in frantumi la strategia finora compatta, di pressioni sull'Iran, dei "cinque più uno": i "grandi" del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito, più la Germania. Sull'ipotesi di negoziati diretti Usa-Iran - a cui Israele avrebbe dato il via libera, a patto che non venga meno la pressione delle sanzioni e che essi non servano a Teheran solo a guadagnare tempo per i suoi progetti nucleari - la filosofia americana è: «più bastone e più carota». Dopo che il comandante delle Forze Armate, amm. Mike Mullen ha detto di ritenere che Teheran abbia già l'atomica e il segretario alla Difesa Bob Gates ha sostenuto il contrario, ieri Hillary ha espresso scetticismo sull'accettazione da parte dell'Iran della mano tesa offerta da Obama.

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Milano NOSTRO SERVIZIO Quasi un bollettino di guerra il rapporto Anci (L'Associazione N... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mercoledì 4 Marzo 2009, Milano NOSTRO SERVIZIO Quasi un bollettino di guerra il rapporto Anci (L'Associazione Nazionale dei Calzaturieri Italiani) alla vigilia dell'apertura di Micam, la più importante manifestazione di settore a livello internazionale. «Con una grande chiarezza e la volontà manifesta di non tergiversare, di non tentare edulcorazioni buone solo a creare illusioni, ma nemmeno - ha precisato il presidente Vito Artioli - terrorismi che non aiutano certo a risolvere, è stata raccontata in cifre quella che si può ben dire costituisce la più grande crisi dopo quella che trentacinque anni fa aveva colpito l'universo calzaturiero italiano. Ma allora si trattava di ben altre motivazioni». Oggi - dice il rapporto dell'Anci - ci troviamo travolti da una crisi macroeconomica di portata mondiale che ci ha colpito proprio nel momento in cui il settore , dopo un periodo difficile, cominciava a registrare segnali di ripresa Un'occhiata ai dati Istat riferiti ai primi undici mesi del 2008 permette di rilevare il netto peggioramento registrato soprattutto negli ultimi tre mesi. Con una riduzione dell'export del 9,1%. Da gennaio a settembre - dice il rapporto - si sono esportate 210 milioni di paia di scarpe, cioè a dire 21 milioni in meno rispetto all'anno precedente, per un valore di circa 6,5 miliardi di Euro. Limitandoci ad analizzare l'ultimo bimestre (ottobre-novembre) del 2008, si può rilevare un calo delle vendite estere del 18,1% (in volume) e del 12,9% in valore. «Basterebbe questo - commenta il presidente - a dirla chiara sull'entità della crisi. Il calo dei mercati riguarda quasi tutti i paesi con una incidenza maggiore per il Regno Unito (-26,2%), Usa (-22,5%), Germania (-16,3%), Francia (-11,9%) con una eccezione rispetto agli altri di aumento in valore (+2,6%)». Qualche buona nuova comunque arriva dalla Spagna che acquista scarpe italiane per un 9,7% in più rispetto all'anno scorso, la Svizzera (+9%), Grecia (+15%), i paesi dell'Est con la Russia in testa per un 3,6% in più in volume e il 14,6% in più di valore. Quanto all'import si registra un calo del 10,5% dovuto alla flessione di domanda interna: nel 2008 sono entrate in Italia 329,6 milioni di paia di scarpe delle quali il 25% in meno dalla Romania e il 28,4% in meno dalla Cina. In complesso il saldo del settore per la bilancia commerciale italiana, pur restando ancorato a livelli considerevoli con un totale di 3,4 miliardi nei primi undici mesi del 2008, ha subito un calo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta di una situazione di grave preoccupazione - ha dichiarato Vito Artioli - alla quale si può imputare la riduzione del 2,9 % di calzaturifici attivi sul territorio, scesi oggi a 6.263, con una diminuzione di addetti del 3,1% , ovvero di 2750 unità sulle 85.918 tuttora in servizio attivo. Paradossalmente in questo momento i più favoriti sono quelli che più che all'export si rivolgono al mercato interno. Il capitolo più grave in questa difficile vigilia di Micam che fino al 7 marzo, darà i segnali aggiornati della situazione, è la denuncia dell'Anci circa gli annullamenti di molti ordini per i quali i compratori preferiscono rinunciare anche all'anticipo versato: un fatto che non trova alcun precedente nella nostra storia commerciale. «Terremo ogni anno una riunione a livelli governativi perchè il settore venga accompagnato da provvedimenti a sostegno dell'intera categoria, tra le più significative in fatto di apporto economico per il Paese. Stiamo sperando nei Tremonti Bond ma pretendiamo attenzione da parte del Governo e un grande senso di responsabilità da parte delle banche». Luciana Boccardi

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BORSA: A NEW YORK FUTURES IN RIALZO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Borsa: A New York futures in rialzo di ANSA In attesa delle misure di stimolo all'economia della Cina -->(ANSA) - ROMA, 4 MAR - Futures sugli indici della borsa Usa in rialzo a New York, trainati dalle aspettative su misure di stimolo dell'economia cinese.Il contratto future sul Dow Jones avanza dell'1,3% a 6.754, quello sull'S&P 500 e' cresciuto dell'1,5% a 699,7 punti mentre quello sul Nasdaq e' salito dell'1,3% a 1.085,75 punti. Buona la performance di Alcoa, maggior produttore Usa di alluminio e di Freeport-McMoran Copper & Gold, produttore mondiale di rame, in rialzo entrambi di almeno il 2,9%.

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PAPA: ALEMANNO A FAMIGLIA CRISTIANA, E' STRAORDINARIO (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

(ASCA) - Roma, 4 mar - ''Questo e' un pontificato straordinario, perche' Benedetto XVI si confronta con la crisi globale. Lo fa con un forte senso dell'identita' e con la capacita' di evocare le radici teologiche e dottrinarie della nostra fede, mettendo questa forza dentro il problema della globalizzazione. Identita', fede e forza non per chiudersi''. Cosi' il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in un'intervista rilasciata a Guglielmo Nardocci di Famiglia Cristiana, in edicola questa settimana, ''fotografa'' il Pontificato di Joseph Ratzinger alla vigilia della visita del Pontefice in Campidoglio, il 9 marzo. Per Alemanno ''il grande pericolo che ci minaccia e' l'omologazione dopo la fine delle ideologie. La perdita delle identita' non e' positiva, come anche la perdita del sentimento di se' che hanno uomini, persone e popoli. Da questo punto di vista, una forte capacita' teologale e la trasmissione dei princi'pi della fede sono fondamentali''.

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Iran/ Usa: Cina freni la vendita di armi a Teheran (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Washington, 4 mar. (Ap) - L'amministrazione di Barack Obama ha detto alla Cina che deve frenare la sua vendita di armi all'Iran. Il vice assistente della Difesa per l'Estremo Oriente, David Sedney, ha detto a un gruppo di consiglieri del Congresso che gli Stati Uniti stanno tenendo d'occhio molto attentamente la vendita di armi da parte di Pechino a un paese accusato di sostenere i terroristi e che sta cercando di costruire armi nucleari. Sedney afferma che la Cina ha firmato con l'Iran accordi per la vendita di armi per un valore di 400 milioni di dollari negli ultimi 4 anni e che gli Stati Uniti regolarmente riprende Pechino per questo commercio. I commenti di Sedney giungono proprio quando la Cina ha annunciato di aver aumentato del 15% le sue spese militari: sebbene non sia un grande incremento, gli Stati Uniti vogliono sapere con maggior certezza quali sono le intenzioni cinesi.

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Borsa Usa chiude in rialzo su ottimismo Cina, materie prime (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 04-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK (Reuters) - Wall Street ha chiuso oggi la seduta in netto recupero, dopo la serie di cali dei giorni scorsi, grazie ad un cauto ottimismo circa il nuovo piano di stimoli dell'economia cinese che ha riportato su gli energetici, i titoli legati alle materie prime e ad esportatori particolarmente attivi in Asia. Secondo gli ultimi dati disponibili, l'indice Dow Jones ha guadagnato il 2,23%, lo Standard & Poor's 500 il 2,38%, e il Nasdaq il 2,48%.

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