CENACOLO DEI COGITANTI |
Se l'alleanza fra trono e
altare ha più fascino dei sondaggi
( da "Alto Adige" del
04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: anche la risposta di tipo economico
alle insidie della globalizzazione (e ora della sua crisi) era (ed è), al di là
delledichiarazioni, di un sia pur moderato protezionismo. In questa scelta di
contrapposizione, anzi di scontro tra civiltà (che solo un paio di anni fa era
al centro del dibattito) lo schieramento berlusconiano si metteva a fianco
della Chiesa cattolica o,
Testimoni del presente
( da "Varesenews" del
04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: «Recentemente abbiamo anche fatto
una joint venture in Cina, quando abbiamo avuto problemi di mercato. Noi
produciamo in italia per tutto il mondo e in Cina per il mercato cinese».
Spiega Luigi Ora però «E' un momento difficile, per tutti. C'è tanto lavoro, ma
benefici pochi”» E a dirlo –
Punti di vista sulla
povertà ( da "Blogosfere"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
Crisi e ricette? Saper
gestire la globalità ( da "Arena,
L'" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: impegno per un mercato di scambi
globalizzato». Questa è l'estrema sintesi del consiglio che Michael Plummer,
professore di economia internazionale alla John Hopkins University, ha dato al
presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L'ha fatto in occasione di una
conferenza tenuta all'ambasciata americana sul tema «Le sfide dell'economia
internazionale che attendono l'
<Grazie al mio lavoroho
girato il mondo> ( da "Secolo
XIX, Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il comandante moretta «L'equipaggio
di una nave è la prova reale della globalizzazione. È possibile lavorare bene
tutti insieme» 04/03/2009 QUANDO passa davanti a Celle, dopo che la nave è
salpata dal porto di Savona, saluta il suo paese con un forte fischio. Così
tutti sanno che al comando c'è Mario Moretta. Un pensiero davvero carino.
Hillary a Bibi: voglio due
stati, tratto con la Siria ( da "Riformista,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la Cina e la Russia. Tre: i
negoziati devono essere presentati a Teheran come «un'ultima opportunità» e
occorre stabilire un limite temporale onde evitare che il regime ayatollah
guadagni tempo per completare il programma nucleare. Quattro: è opportuno
valutare l'ipotesi di attendere il risultato delle elezioni iraniane,
Parlare con Tehran Dagli
Usa altre sanzioni ( da "Manifesto,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Russia e Cina) al termine della
riunione dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, tenutasi a
Vienna. «Esorto ancora una volta l'Iran a mettere in atto tutte le misure
richieste per chiarire la natura esclusivamente pacifica del suo programma
atomico il prima possibile e sbloccare questa situazione di stallo» ha
dichiarato il direttore dell'
Parole da suonare
( da "Corriere della Sera"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: MILANO - sezione: Tempo Libero -
data: 2009-03-04 num: - pag: 15 categoria: BREVI Parole da suonare Andrea
Rodini da solo e con il gruppo Teka P. «I dialetti», dice il musicista,
«torneranno in gran voga come risposta inconscia al processo di
globalizzazione. A me piace trovarmi con i Teka P e giocare con le parole
milanesi»
Lavoro precario e
flessibile Dipendenti, stressato il 36%
( da "Corriere Alto Adige"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: «Flessibilizzazione,
razionalizzazione e globalizzazione incidono sull'organizzazione del lavoro—
spiega Teuffenbach —. Le richieste di prestazioni sempre maggiori da svolgersi
nel minor tempo possibile, possono incidere negativamente sullo stato
psicologico e causare problemi di salute.
Chiesa e sindacati: no al
lavoro domenicale ( da "Corriere
Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: da trend dannosi quali la
globalizzazione e la liberalizzazione e dalle conseguenze dell'ingordigia». Una
pausa forzata, insomma, che costringa alla riflessione sul nostro modo di
vivere, lavorare e consumare, come spiega Martin Pezzei, responsabile
dell'ufficio stampa della Diocesi: «Il giorno libero protegge dalla svendita
del tempo e dalla totale economicizzazione della vita»
niente scambio scudo-iran
( da "Tirreno, Il" del
04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: formato da Cina, Francia, Gran
Bretagna, Russia e Stati Uniti, più la Germania), ha confermato, in una nota
«l'impegno ad arrivare a una soluzione diplomatica comprensiva» nel braccio di
ferro con Teheran sul suo controverso programma nucleare. La nota congiunta del
"5+1", rara in passato, è stata letta durante una riunione a porte
chiuse del Consiglio dei governatori dell'
Contraddizioni globali e
soluzioni locali: l'integrazione possibile
( da "Corriere del Mezzogiorno"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le città sono diventate delle
discariche per i problemi causati dalla globalizzazione », osserva Baumann, non
immaginando quanto corposa possa essere per gli abitanti di molte città
italiane la sua metafora. E, tuttavia, il riferimento a Baumann consente di
individuare un ragionevole modello, al tempo stesso teorico e pratico, di
politica e di nuovo diritto della cittadinanza.
Obama supplica il mondo:
riconoscete che siamo ancora forti.
( da "Giornale.it, Il"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E il mondo ha davvero voglia di
farsi guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama,
democrazia, cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Non
commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS
Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama
combatte davvero le lobbies?
Casa Bianca. Crisi,
soluzione globale. Obama incontra il premier inglese Gordon Brown
( da "AmericaOggi Online"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: inquilino della Casa Bianca ha
cercato di riassicurare anche chi teme che la crisi economica possa far
ripiegare gli Stati Uniti in nuove forme di protezionismo. "La
globalizzazione può essere una forza positiva enorme - ha detto Obama - Una
delle cose che abbiamo detto più volte è che i paesi, in questa crisi, non
possono volgersi all'interno e cercare di erigere barriere protezioniste.
TERRORE A LAHORE -
OBAMA-BROWN: UN NEW DEAL GLOBALE - IRAN, SIRIA, ISRAELE: L'OFFENSIVA
DIPLOMATICA DI BARAK - UN PROIETTILE PER SARKÒ E RACHIDA BASCHI MINORANZA IN
CASA (PRIMI C ( da "Dagospia.com"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: I due si sono detti d'accordo sul
fatto che "la globalizzazione è stata positiva", ma - hanno aggiunto
- "sono stati commessi degli errori". 2 - FRANCIA LIBERATION - Prima
pagina dedicata alle lettere di minaccia ricevute negli ultimi giorni da
numerosi politici della destra francese, tra cui il presidente Nicolas Sarkozy.
Il rock in Cina: i
concerti degli Oasis a Pechino e Shangai cancellati dal governo
( da "Musicalnews.com"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 2009 alle 11:39:25 Commenti alla
notizia: Leggi - Inserisci nuovo Il rock in Cina: i concerti degli Oasis a
Pechino e Shangai cancellati dal governo di Lucia Salinas Gli Oasis si sono
detti sconcertati per la decisione del governo cinese di annullare due loro
concerti previsti a Pechino ed a Shanghai il 3 e il 5 Aprile.
La Russia non rinuncia al
suo ruolo <Proteggere> il regime degli ayatollah
( da "Avvenire" del
04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Cina, Francia, Gran Bretagna e
Germania), la Russia ha dichiarato che non avrebbe appoggiato all'Onu un
inasprimento delle sanzioni contro la Repubblica islamica. In una dichiarazione
del ministero degli Esteri di Mosca emanata in quell'occasione, si leggeva che
«noi ci siamo espressi contro l'elaborazione di misure supplementari a livello
di Consiglio di sicurezza dell'
Quando Obama supplica il
mondo. ( da "Giornale.it,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: mondo ha davvero voglia di farsi
guidare dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia,
cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam 1 Commento » (1 voti, il
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Ma Obama combatte davvero le lobbies?
I tre imperi
( da "KataWeb News" del
04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Eu, Cina) si consuma nel
Secondo Mondo dove la paura di sprofondare nuovamente in una realtà da Terzo
Mondo spinge a forzare situazioni e ad alimentare tensioni. Chiave di volta, il
controllo delle risorse energetiche e naturali: la rilevanza politica del
territorio rischia di trasformarsi in dittatura della geografia (
Dall'economia della
crescita all'economia dell'equilibrio
( da "Blogosfere" del
04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
CINA: ARRIVA IL PIANO DI
SOSTEGNO PER L'ECONOMIA ( da "Wall
Street Italia" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: CINA: ARRIVA IL PIANO DI SOSTEGNO PER
L'ECONOMIA di WSI Investitori alla finestra: per il momento rimane stabile lo
Yuan vs Dollaro a
Niente scudo spaziale se
Mosca ferma l'Iran ( da "Gazzettino,
Il" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia e Regno
Unito, più la Germania. Sull'ipotesi di negoziati diretti Usa-Iran - a cui
Israele avrebbe dato il via libera, a patto che non venga meno la pressione
delle sanzioni e che essi non servano a Teheran solo a guadagnare tempo per i
suoi progetti nucleari - la filosofia americana è: «più bastone e più carota»
Milano NOSTRO SERVIZIO
Quasi un bollettino di guerra il rapporto Anci (L'Associazione N...
( da "Gazzettino, Il"
del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 6 milioni di paia di scarpe delle
quali il 25% in meno dalla Romania e il 28,4% in meno dalla Cina. In complesso
il saldo del settore per la bilancia commerciale italiana, pur restando
ancorato a livelli considerevoli con un totale di 3,4 miliardi nei primi undici
mesi del
BORSA: A NEW YORK FUTURES
IN RIALZO ( da "Wall
Street Italia" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economia della Cina -->(ANSA) -
ROMA, 4 MAR - Futures sugli indici della borsa Usa in rialzo a New York,
trainati dalle aspettative su misure di stimolo dell'economia cinese.Il
contratto future sul Dow Jones avanza dell'1,3% a 6.754, quello sull'S&P
500 e' cresciuto dell'1,5% a 699,7 punti mentre quello sul Nasdaq e' salito
dell'1,
PAPA: ALEMANNO A FAMIGLIA
CRISTIANA, E' STRAORDINARIO ( da "Virgilio
Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: mettendo questa forza dentro il
problema della globalizzazione. Identita', fede e forza non per chiudersi''.
Cosi' il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in un'intervista rilasciata a
Guglielmo Nardocci di Famiglia Cristiana, in edicola questa settimana, ''fotografa''
il Pontificato di Joseph Ratzinger alla vigilia della visita del Pontefice in
Campidoglio,
Iran/ Usa: Cina freni la
vendita di armi a Teheran ( da "Virgilio
Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ha detto alla Cina che deve frenare
la sua vendita di armi all'Iran. Il vice assistente della Difesa per l'Estremo
Oriente, David Sedney, ha detto a un gruppo di consiglieri del Congresso che
gli Stati Uniti stanno tenendo d'occhio molto attentamente la vendita di armi
da parte di Pechino a un paese accusato di sostenere i terroristi e che sta
cercando di costruire armi nucleari.
Borsa Usa chiude in rialzo
su ottimismo Cina, materie prime ( da "Reuters
Italia" del 04-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract:
( da "Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'OPINIONE Se
l'alleanza fra trono e altare ha più fascino dei sondaggi Il tema dell'identità
veniva svolto, a più ampio raggio, già nel famoso (arcicelebrato) libello di
Tremonti, "La paura e la speranza", laddove si auspicava e si
proponeva che l'Occidente si ritrovasse attorno alle radici cristiane per
resistere e contrapporsi, alle minacciose infiltrazioni islamiche che,
attraverso una immigrazione sempre più forte e massiccia, rischiavano di
rompere e stravolgere il tessuto e la forza della nostra civiltà. La risposta
al melting pot determinato dall'immigrazione era (ed è), al centro-destra, del
tipo "serrate le fila". Come, d'altronde, anche
la risposta di tipo economico alle insidie della globalizzazione (e ora della
sua crisi) era (ed è), al di là delledichiarazioni, di un sia pur moderato protezionismo. In questa scelta di contrapposizione, anzi di scontro tra
civiltà (che solo un paio di anni fa era al centro del dibattito) lo
schieramento berlusconiano si metteva a fianco della Chiesa cattolica o,
meglio, si serviva del suo prestigio morale per ricevere una sorta di
legittimazione ulteriore, per ampliare il consenso degli elettori. E' ancora in
questa prospettiva (già sperimentata, del resto, con la legge 40, sulla
procreazione assistita) che, anche oggi, si può spiegare la posizione
intransigente che il Pdl ha adottato sul testamento biologico, sposando la
posizione integralista della Chiesa, nonostante i sondaggi che dimostravano
come l'opinione pubblica fosse, in maggioranza, favorevole alle tesi più
libertarie e costituzionali e umane, alla Englaro, per intenderci. Sappiamo
quanto Berlusconi sia sensibile ai dati statistici e navighi sempre in vista
del consenso, eppure, in questo caso, ha giudicato più importante aggregarsi
alla gerarchia ecclesiastica e mobilitare le sue cospicue risorse mediatiche
per cercare di mutare il pensiero dominante in materia (e purtroppo potrebbe
riuscirci). Continua a ritenere fondamentale, dunque, l'alleanza tra il trono e
l'altare in versione moderna, secondo l'input tremontiano. Evidentemente gli
serve per l'identità. Vero è che si registra una contraddizione, perché ora il
confronto e il contrasto sono slittati verso il terreno della sicurezza e i
nemici principali non sono solo gli islamici ma i rumeni e gli zingari. E qui
la Chiesa sembra non essergli più alleata. Tuttavia, le precisazioni riduttive
alle dichiarazioni di monsignor Marchetto contro le "ronde", fanno
pensare che almeno una parte del Vaticano è molto sensibile a quella offerta di
alleanza, anche a costo di "sacrificare" la "Caritas". Ma
per tornare all'identità, come si vede, è sempre bene suscitare di volta in
volta qualche nemico, così chiunque può sentirsi "qualcuno", meglio
se nell'ambito di un tribù o di una lobby o di un branco. E' anche, con qualche
differenza, la logica mutuata e veicolata dal tifo ultras, che ha fatto scuola:
romanisti contro laziali, interisti contro milanisti, e così via, non importa
per che cosa o perché (non c'è un perché o, almeno non un perché che si possa
confessare). Un meccanismo primitivo e perverso che ha sostenuto e sostiene
qualsiasi forma di razzismo (e di sessismo), di emarginazione sociale: il nero
(o la donna o l'omosessuale o l'impuro o il paria) deve essere inferiore e
soggetto perché deve esserci qualcuno nella società che mi faccia sentire
superiore a lui. Inutile dire che tale meccanismo micidiale ha più presa
proprio presso gli individui che soffrono di un qualche complesso
d'inferiorità, d'inadeguatezza culturale, di frustrazioni sociali e politiche.
Esattamente questo genera le guerre fra poveri, dirottando la rabbia e la
violenza dei deboli verso i più deboli. Di queste dinamiche sociali si sono
giovati, nei secoli dei secoli, i potenti delle nostre comunità di umani per
perseguire i loro scopi ed è proprio contro queste che si dovrebbe sviluppare
ogni democrazia che si rispetti e che si voglia considerare moderna. E' contro
queste che è concepita e formulata la nostra Costituzione e ha ragione il
presidente Napolitano:"dobbiamo tenercela stretta". Ora essere
antiberlusconiani in questi termini non è affatto poco, quanto ad identità, per
il PD, perché, di contro, vuol dire avere proprio la Costituzione come punto di
riferimento (e che vogliamo di più!). Invece l'amalgama ideale di un partito,
il PDL, peraltro ancora tutto da costruire, non può (non dovrebbe) esaurirsi
nel berlusconismo, per la semplice ragione che lo stesso Berlusconi, al di là
del suo strapotere mediatico, della sua opulenza che si traduce in megalomania
populista, delle spregiudicate capacità imprenditoriale, politicamente, in
termini ideologici, progettuali e valoriali, non esprime una linea coerente e
adotta quella che di volta in volta, a fiuto (lo faceva anche Mussolini), gli
pare opportuna, facendo marcia indietro quando non lo è più, sconfessando se
stesso in modo plateale e talvolta grottesco, mettendo in imbarazzo quei suoi
collaboratori o alleati che hanno strumentazione culturale e sensibilità
politica più solide (come Fini, per esempio). Eppure il capo carismatico è
sempre lui. Lui, l'uomo della provvidenza che ha offerto un nuovo presidio alle
truppe del centro-destra disperse e sconvolte dopo la stagione di mani pulite.
Davvero ci si può contentare di questa identità?
( da "Varesenews" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Le interviste - Alla
presentazione di Museoweb, molti dei protagonisti delle storie raccontate on
line. Eccone alcune Testimoni del presente All'incontro che ha presentato il
museoweb c'erano molti dei protagonisti delle storie raccontate on line. Eccone
alcune. Fratelli Alberti «Noi siamo nel settore macchine per calzaturifici, ma
abbiamo anche fatto parti di moto per la Ganna, per altre moto da corsa: mio
zio ha vinto due Milano-Taranto negli anni 50» spiega Luigi Alberti, uno dei 5
figli di Adelio, sempre pronto a raccontare la storia della sua azienda
malgrado compia 86 anni in aprile «Non solo: lavora ancora tutto il giorno. E'
lui l'amministratore». La storia degli Alberti è una storia di emigrazione dal
Veneto: il papà di Adelio, nel
( da "Blogosfere" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 09 3 Punti di
vista sulla povertà Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 23:22 in globalizzazione Se l'articolo di un giornale descrive la
storia di povertà di una singola persona, il lettore tende a incolpare il
protagonista dell'articolo per le sue condizioni. Se invece, l'articolo
descrive la situazione di più persone, i lettori sono più propensi a pensare
che il contesto economico sia difficile. Ne parla Jay Hamilton (in
inglese). Foto di psd by flickr
( da "Arena, L'" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 04 Marzo
2009 ECONOMIA Pagina 37 INTERVISTA. Interviene l'economista statunitense della
John Hopkins «Crisi e ricette? Saper gestire la globalità» Plummer: «Servono
istituzioni internazionali autorevoli che regolino i mercati in modo veloce» «La
ricetta per uscire dalla crisi? Confermare l'impegno per un
mercato di scambi globalizzato». Questa è l'estrema sintesi del consiglio che
Michael Plummer, professore di economia internazionale alla John Hopkins
University, ha dato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. L'ha fatto in
occasione di una conferenza tenuta all'ambasciata americana sul tema «Le sfide
dell'economia internazionale che attendono l'amministrazione Obama»
(International economic policy challenges facing the Obama administration).
«Soprattutto in questo momento», spiega Plummer, «rinunciare alla tentazione di
avallare il protezionismo è molto difficile.
Provvedimenti come il "buy Usa" per indurre i cittadini a comprare
merce americana non possono funzionare. Sono passi facili perché soddisfano le
richieste immediate degli elettori, ma una scelta controproducente a
medio-lungo termine». Ma una crisi così dolorosa era prevedibile? «Nei prossimi
sei mesi», afferma Plummer, «verranno pubblicati saggi e libri che spiegheranno
come la crisi fosse prevedibile, ciò sarebbe servito prima». La situazione è
invece precipitata ed ora Obama, così come tutti i governi del mondo, si trova
di fronte al crollo dell'economia finanziaria che sta dilagando anche
nell'economia reale. «Il dollaro forte è un altro segnale di debolezza»,
commenta il professore di Economia, «perché quando le cose vanno male si compra
l'oro ed in questo modo il dollaro si rafforza». Non un bel momento, insomma,
per diventare presidente degli Stati Uniti. «Di solito il presidente Usa ha sei
mesi di "luna di miele" elettorale», spiega Plummer, «nei quali può
acclimatarsi alla Casa Bianca, per Obama è durata solo quattro giorni». È
quindi giunto in fretta il tempo dei fatti. E la soluzione non sembra a portata
di mano. «Stiamo attraversando il momento più brutto della crisi», afferma
Plummer, «e secondo l'Economist cenni di ripresa saranno visibili solo nel
terzo trimestre del 2009». Ma qual è la ricetta giusta? «Non dobbiamo
rinunciare agli scambi», consiglia Plummer, «bisogna difendere la
globalizzazione e gli scambi internazionali. Per fare ciò ci vogliono regole
chiare e istituzioni in grado di prendere decisioni tempestivamente e per tutti
gli utenti del mercato globale». Insomma, una seconda Bretton Woods. «Non tanto
per la conferenza», spiega Plummer, «ma per il processo che essa ha lanciato.
Nel '40 c'è voluta una guerra per arrivare agli accordi. Ora abbiamo imparato e
possiamo sfruttare questo momento per importanti riforme a livello di
cooperazione internazionale. Bisogna ripensare alcune istituzioni come il fondo
monetario internazionale. Porre rimedio alla volatilità del cambio delle valute
e far fronte a problemi che potrebbero sembrare minori a livello economico, ma
che in realtà sono fondamentali come fonti di energia e ambiente».
( da "Secolo XIX, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Grazie al mio
lavoroho girato il mondo» il comandante moretta
«L'equipaggio di una nave è la prova reale della globalizzazione. È possibile
lavorare bene tutti insieme» 04/03/2009 QUANDO passa davanti a Celle, dopo che
la nave è salpata dal porto di Savona, saluta il suo paese con un forte fischio.
Così tutti sanno che al comando c'è Mario Moretta. Un pensiero davvero carino.
Quarantotto anni, comandante da cinque, Moretta vanta un'esperienza più che
ventennale sia su navi da crociera sia da carico della flotta Costa. In questi
giorni si sta godendo un meritato riposo a casa, dopo un imbarco di oltre
quattro mesi prima sulla Costa Vittoria nel Golfo Persico (Dubai, Oman, Emirati
Arabi e Bahrein) e poi con crociere nel Mediterraneo con partenza da Savona.
D'estate, invece, molto spesso segue le rotte del Nord Europa. Come sono gli
Emirati Arabi? «Interessanti, diversi. Si sta bene come temperatura in questo
periodo. Fa un po' più caldo di qua. È una rotta che esiste già da un paio di
anni. Era diventata di moda. Bisogna vedere che cosa succederà con la crisi.
Prima a Dubai i grattacieli venivano su in pochi mesi. Ora ci sono i cantieri
fermi. E c'era da aspettarselo. In quella zona gravitano i soldi dei ricchi di
mezzo mondo. Ma adesso molti sono spariti». Savona è un porto facile? «È molto
tranquillo. Siamo sempre così poco. Giusto il tempo di sbarcare i passeggeri e
fare il nuovo imbarco». Se per i passeggeri il divertimento in crociera è
assicurato, come vive l'equipaggio in un clima di baldoria no stop? «Ci si
adegua molto all'atmosfera festosa. Io amo molto il mio lavoro, che mi ha
permesso di viaggiare in due terzi del mondo. Anche se, durante i lunghi mesi
di navigazione, mi mancano la famiglia e la vita normale. La prima che non
rinuncerebbe mai a un papà che naviga è mia figlia, che, quando viene a bordo,
si diverte tantissimo grazie alle infinite attività dedicate ai bambini in
crociera». La sua giornata tipo? «Dipende dall'itinerario ma, in generale, mi
alzo molto presto per condurre la nave in porto insieme al pilota locale. Dopo
l'ormeggio ci sono diverse attività: dalle esercitazioni dell'equipaggio ai
controlli, molto rigorosi sotto ogni profilo, dalla sicurezza alla sanità.
Spesso arrivano anche le ispezioni della compagnia. Un'altra parte della mia
attivitàè di rappresentanza. È infatti il comandante ad accogliere gli ospiti
nel cocktail di benvenuto, a stringere mille mani, ad essere fotografato mille
volte. E poi ci sono altri incontri, come la cerimonia di rinnovo dei voti
matrimoniali delle coppie che festeggiano l'anniversario sulla nave». Ci
racconta qualche imprevisto? «Anche quelli non mancano. Mi ricordo, anni fa a
Vancouver, che una passeggera di una nostra nave era salita per sbaglio su
un'altra che si trovava accanto alla nostra. Ce l'hanno rimandata a bordo il
giorno dopo». Un altro elemento che caratterizza le navi da crociera è la
convivenza di gente di ogni razza. E non solo fra i viaggiatori. «L'equipaggio
delle navi è composto da persone provenienti da decine di Paesi. È la prima
prova reale della globalizzazione e di come è possibile lavorare bene tutti
insieme». St. Mor. 04/03/2009
( da "Riformista, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
debutto per la prima
volta a gerusalemme da segretario di stato Hillary a Bibi: voglio due stati,
tratto con la Siria Rompere il ghiaccio. Clinton presenta in Israele il Medio
Oriente di Obama. Annuncia la riapertura dei rapporti con Damasco. Prende nota
delle condizioni poste per un dialogo con Teheran. E ribadisce che non c'è
alternativa alla nascita di uno Stato Palestinese. Le premesse erano pessime.
Ma Netanyahu parla di «terreno comune». di Anna Momigliano «Abbiamo trovato un
terreno comune». Il commento del premier in pectore Benyamin Netanyahu dopo
l'incontro a Gerusalemme con il capo della diplomazia americana, è stato freddo
ma positivo. Se si tiene conto dei precedenti, è già un segnale incoraggiante.
Hillary Clinton e Netanyahu si conoscono da molto tempo, e i ricordi non sono
dei migliori: quando Netanyahu era primo ministro (1996-1999) e Hillary first
lady, le relazioni tra Stati Uniti e Israele attraversarono un periodo
difficile, a causa dell'opposizione del premier israeliano agli accordi di Oslo
tanto sostenuti dall'amministrazione Clinton. Ora, Netanyahu è stato rieletto
con una piattaforma contraria allo smantellamento dei territori in Cisgiordania
e favorevole alla linea dura con l'Iran. Invece l'amministrazione di Barack
Obama è favorevole ai negoziati con Teheran, oltre che con la Siria, e sta
facendo pressioni perché si acceleri il percorso verso la creazione di uno
Stato palestinese (soluzione che richiede lo smantellamento delle colonie).
Hillary Clinton, che oltre a Netanyahu ha incontrato anche Shimon Peres e Tzipi
Livni, nel suo tour mediorientale di 36 ore ha confermato in pieno questa
linea. Proprio ieri Clinton ha annunciato che gli Usa
manderanno due inviati per intavolare «conversazioni preliminari» con Damasco:
sono Jeffrey Feltman, del Dipartimento di Stato, e Dan Shapiro, della Consiglio
di sicurezza Nazionale. Washington ha rotto i rapporti diplomatici con Damasco
nel
( da "Manifesto, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'APPELLO DEL 5+1
«Parlare con Tehran» Dagli Usa altre sanzioni Hanno
espresso «serie preoccupazioni» per i progressi del programma nucleare iraniano
(che Tehran dichiara essere a fini unicamente civili) e lanciato un appello al
dialogo. Così ieri il gruppo dei 5+1 (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania,
Russia e Cina) al termine della riunione
dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, tenutasi a Vienna.
«Esorto ancora una volta l'Iran a mettere in atto tutte le misure richieste per
chiarire la natura esclusivamente pacifica del suo programma atomico il prima
possibile e sbloccare questa situazione di stallo» ha dichiarato il direttore
dell'Agenzia dell'Onu ElBaradei. Il «5+1» non ha parlato di sanzioni e
nel suo documento ha detto «di restare fermamente impegnato per una soluzione
diplomatica complessiva, anche attraverso il dialogo». Ma gli Usa hanno annunciato di aver ampliato le sanzioni contro
Bank Melli, il principale istituto di credito iraniano, mettendo nella lista
nera 11 sue aziende, tra cui Bank Melli Investment, tra le principali società
quotate al listino di Teheran, con interessi dal settore petrolchimico a quello
alimentare. Così alle aziende Usa sarà vietato fare
affari con questi istituti e saranno congelati gli asset dell'impero del
credito iraniano in Usa.
( da "Corriere della Sera" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera
- MILANO - sezione: Tempo Libero - data: 2009-03-04 num: -
pag: 15 categoria: BREVI Parole da suonare Andrea Rodini da solo e con il
gruppo Teka P. «I dialetti», dice il musicista, «torneranno in gran voga come
risposta inconscia al processo di globalizzazione. A me piace trovarmi con i
Teka P e giocare con le parole milanesi»
( da "Corriere Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: 1AECONOMIA - data: 2009-03-04 num: - pag: 8
categoria: REDAZIONALE Studio Ipl Lavoro precario e flessibile Dipendenti,
stressato il 36% BOLZANO — Il 36% dei lavoratori altoatesini dichiara di
sentirsi psicologicamente a disagio a causa del lavoro. Lo sostiene Isabel
Teuffenbach, ricercatrice dell'Istituto per la promozione lavoratori, che ha
condotto uno studio ad hoc. «Flessibilizzazione, razionalizzazione e
globalizzazione incidono sull'organizzazione del lavoro— spiega Teuffenbach —.
Le richieste di prestazioni sempre maggiori da svolgersi nel minor tempo
possibile, possono incidere negativamente sullo stato psicologico e causare
problemi di salute. Il settore maggiormente colpito da questo fenomeno è quello
dei servizi alla persona e quello della scuola. Tra i gruppi a rischio ci sono
anche i dipendenti delle grandi aziende. In Alto Adige numerosi lavoratori
dipendenti (44%) ritengono che la quantità di lavoro assegnato sia eccessiva e
i ritmi di lavoro troppo elevati. Il 62% dichiara di svolgere più compiti
simultaneamente e il 14% si porta il lavoro a casa, soprattutto dirigenti». Uno
dei fattori di maggior rischio per l'insorgenza di condizioni di stress
psicologico scaturisce dalle nuove forme di lavoro atipico che pongono il
lavoratore in una situazione di precarietà nella quale predomina il timore di
perdere il posto di lavoro.
( da "Corriere Alto Adige" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere dell'Alto
Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-03-04 num: - pag: 4
categoria: REDAZIONALE La battaglia Il Kvw: «Si tenta di svuotare il
significato del giorno festivo». La diocesi: «Diamoci uno spazio per
riflettere» Chiesa e sindacati: no al lavoro domenicale Campagna di
sensibilizzazione. Assoimprenditori: «La crisi impone certi sacrifici» Ebner
(Cgil): «Attenti all'americanizzazione» Mair (Cisl): «Si rispetti il diritto di
rifiutare» Serafini (Uil): «Freniamo» BOLZANO — Nasce l'alleanza della domenica
libera, in un'insolita sinergia fra Chiesa e sindacati: la domenica va
salvaguardata per resistere all'economicizzazione del tempo e della vita e il
suo valore di «pausa collettiva» diventa importante, in una società sempre più
fredda e individualistica. «L'uomo è molto più che lavoratore e consumatore,
non dev'essere costretto a piegarsi alle richieste del mercato e sacrificarsi
per il bene del consumo », rimprovera Josef Stricker del Kvw che, allacciandosi
alla crisi globale, spiega perché c'è bisogno di avviare un'alleanza per la
domenica libera dal lavoro: «Non crediamo sia in corso un atto brutale di
eliminare la domenica, quanto piuttosto un tentativo di svuotarne i
significati. Il collasso del sistema finanziario mostra come bisogna difendersi
da trend dannosi quali la globalizzazione e la
liberalizzazione e dalle conseguenze dell'ingordigia». Una pausa forzata, insomma,
che costringa alla riflessione sul nostro modo di vivere, lavorare e consumare,
come spiega Martin Pezzei, responsabile dell'ufficio stampa della Diocesi: «Il
giorno libero protegge dalla svendita del tempo e dalla totale
economicizzazione della vita». «Con quest'azione, l'uomo torna al centro
dell'attenzione — sottolinea Josef Matzneller, amministratore della Diocesi —
mentre le necessità pratiche costringono a ridurre sempre più le oasi della
pace e calma e a lavorare ininterrottamente. La "cultura della
domenica" ci rende critici verso concetti come la globalizzazione e la
mobilità ad ogni costo». La Chiesa, troppo debole da sola, «ha trovato nei
sindacati validi alleati — aggiunge Eugen Runggaldier, direttore dell'ufficio
pastorale diocesano —. L'intesa è necessaria e non è un club esclusivo: più
associazioni aderiranno, più sarà forte il nostro messaggio». Gli imprenditori,
però, non ci vedono nulla di male nel lavorare la domenica. Christof Oberrauch,
presidente di Assoimprenditori. chiarisce: «è nei nostri stessi interessi
tutelare la domenica dei lavoratori. Ma ora è la crisi a comandare e bisogna
reagire. Su piccola scala, inoltre, il lavorare la domenica può diventare
perfino punto di forza. In un piccolo paese, ad esempio, si può vendere il pane
fresco di domenica mattina». Dal punto di vista dei sindacati, si tratta di una
condivisione d'obiettivi, come dice Alfred Ebner della Cgil: «Serve un giorno
di riposo collettivo, la domenica deve rimanere un valore. Aprire i negozi la
domenica non cambierebbe il potere d'acquisto, bisogna resistere a una società
di tipo americano, dal consumismo 24 ore su 24». Condivide Tila Mair della
Cisl: «è un'azione importante. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità
per provocare cambiamenti nel modo di vedere le cose, sia da parte dei
lavoratori che da parte dei consumatori. Non è una necessità lavorare la
domenica, il lavoratore ha il diritto di rifiutarsi». Anche Toni Serafini della
Uil la pensa come i suoi colleghi: «Di domenica lavorano già i trasporti e la
sanità. Il commercio può anche fermarsi, un giorno la settimana. Non bisogna
comprare per forza o rischiamo di diventare come l'America. Dobbiamo puntare
sulla flessibilità e sui turni, ma che il lavoro resti dal lunedì al sabato ».
Giorgio Chiodi Commercio I clienti all'interno di un grande centro commerciale.
Nel tondo, il presidente di Assomprenditori Cristoph Oberrauch
( da "Tirreno, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Difesa, Obama nega
di aver fatto offerte alla Russia Niente scambio scudo-Iran WASHINGTON. Mai
offerto alla Russia un «do ut des» su scudo anti-missile e Iran. Barack Obama
ha smentito le indiscrezioni di stampa che riferivano di una lettera in cui
proponeva a Dmitry Medvedev di fermare il progetto dello scudo in Europa in
cambio di una maggiore collaborazione del Cremlino sul dossier del nucleare
iraniano. «Il modo in cui è stato descritto (dai media, ndr.), penso, è di una
sorta di "do ut des"», ha detto Obama. In realtà, ha precisato, si
tratta «semplicemente di una dichiarazione di fatti che ho già detto
precedentemente e cioè che il programma di difesa missilistico, per
l'estensione che ha ora, non è mirato ad affrontare la minaccia russa, ma
quella iraniana». Il presidente russo, Dmitry Medvedev, aveva comunque già
respinto l'ipotesi, spiegando poco prima che Mosca è pronta a discutere con gli
Stati Uniti del progetto dello scudo anti-missile, ma considera «non
produttivo» legare la questione al dossier nucleare iraniano. «Se stiamo
parlando di "scambi", non è il modo in cui la questione deve essere
posta. Non sarebbe produttivo», aveva tagliato corto, in una conferenza stampa
a Madrid, dove si trova in visita ufficiale. «Se la nuova amministrazione (Usa, ndr.)», aveva continuato, «mostra buon senso e offre
una nuova struttura (di difesa missilistica, ndr.) che soddisfi gli europei...
per noi è accettabile e siamo pronti a discuterla». «Conto che i segnali
positivi che stiamo ricevendo da Washington si trasformino in accordi».
Intanto, il gruppo del "5+1", incaricato dalla comunità
internazionale di negoziare con l'Iran (formato da Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Stati Uniti, più la Germania),
ha confermato, in una nota «l'impegno ad arrivare a una soluzione diplomatica
comprensiva» nel braccio di ferro con Teheran sul suo controverso programma
nucleare. La nota congiunta del "5+1", rara in passato, è stata letta
durante una riunione a porte chiuse del Consiglio dei governatori dell'Agenzia
internazionale per l'energia atomica a Vienna.
( da "Corriere del Mezzogiorno" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del
Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1CULTURA - data: 2009-03-04 num: - pag: 11
categoria: REDAZIONALE Il convegno Culture a confronto Contraddizioni globali e
soluzioni locali: l'integrazione possibile di GIUSEPPE CACCIATORE C redo che
sia oggi sempre più necessario acquisire una consapevolezza critica del
concetto di cittadinanza, che deve passare dal pur importante livello della
chiarificazione teorica, ad una pratica di educazione permanente ai valori
civili riconosciuti e condivisi. Essa deve trasformarsi da passiva attribuzione
di qualificazioni giuridiche in attiva costruzione di momenti partecipativi al
governo del territorio. Così come non basta aver letto Montesquieu e Tocqueville
per agire democraticamente, allo stesso modo non basta aver letto le analisi di
Marshall o di Dahrendorf per ritenersi automaticamente capaci di esprimere una
cittadinanza attiva. Con l'idea di cittadinanza attiva, si tratta, in concreto,
di costruire nella determinatezza di situazioni storico-sociali e culturali di
ogni dimensione urbana le occasioni di una pratica effettività dell'insieme dei
diritti dei quali è titolare ogni appartenente alla comunità. La città
postmoderna rappresenta il luogo di una contraddizione strategica di fondo:
quella della concentrazione in essa delle funzioni più avanzate del capitalismo
finanziario e telematico e della contemporanea presenza di una spaccatura tra
la città della sicurezza e della ricchezza e la città invivibile
dell'insicurezza economica, del disagio, della violenza, delle nuove e vecchie
povertà. «Le città sono diventate delle discariche per i
problemi causati dalla globalizzazione », osserva Baumann, non immaginando
quanto corposa possa essere per gli abitanti di molte città italiane la sua
metafora. E, tuttavia, il riferimento a Baumann consente di individuare un
ragionevole modello, al tempo stesso teorico e pratico, di politica e di nuovo
diritto della cittadinanza. La sua applicabilità non è certo facile,
giacché si tratta dell'arduo compito di «trovare soluzioni locali alle
contraddizioni globali». Eppure, anche se ormai la politica locale appare
sempre più «sovraccarica» di quei problemi che su essa riversa l'inadeguata
politica di fronteggiamento degli effetti della globalizzazione, non si può non
ripartire dai «luoghi» della cittadinanza, dai luoghi dell'incontro con gli
altri, con i diversi, con lo straniero immigrato, dai luoghi dove finalmente
prevalga la mixofilia sulla mixofobia. Un'occasione per discutere di tali e di
altre questioni connesse, è rappresentata dal convegno su «Culture a confronto.
Integrazione e riconoscimento», apertosi ieri e che continua oggi nella sede
napoletana dell'Istituto Italiano di Scienze umane (Sum), a Palazzo Cavalcanti
in via Toledo 348. Alle giornate di studio - frutto della collaborazione fra il
Sum, il Centro d'Ateneo e il Dipartimento di Filosofia della Federico II,
l'Ispf del Cnr di Napoli, il Consorzio «Civiltà del Mediterraneo», l'Università
della Basilicata, la Provincia che lo patrocina e la Regione Campania -
partecipano studiosi italiani e stranieri ed esponenti del mondo politico, e
ciò nel quadro di uno scambio virtuoso di competenze fra le istituzioni della
ricerca e quelle della politica. Scambio virtuoso Dibattito tra studiosi e
politici nella «due giorni» sulla cittadinanza in corso a Palazzo Cavalcanti
( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama non vede l'ora
di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come
spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per
riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla
con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary
Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che
l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista
cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante,
anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di
preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno
al mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di
superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia,
cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam Non commentato » (Nessun
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Commenti Invia questo articolo a un amico 01Mar 09 Ma Obama combatte davvero le
lobbies? I media di tutto il mondo hanno rilanciato il discorso con cui
Obama annuncia "di voler lottare contro le lobbies che intendono
ostacolare il suo piano economico". La retorica è quella di sempre:
"Questo è il cambiamento promesso agli americani" e giù l'elenco
delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari intendono
bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare più
competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama.
«Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi
all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma
così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più
finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie
petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30 miliardi
di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle energie
rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà, però, è
molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le lobbies, le
ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio del sistema
finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che riforme: Obama
distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di miliardi di dollari
sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di miliardi. Ma hanno una
loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito del cambiamento e dunque
l'impressione che Obama stia davvero trasformando l'America, tagliando con il
passato. E' un'operazione di spin, basata sull'illusione o, se preferite, sul
raggiro. Con queste riforme l'America non solo non cambia, ma rischia di
accelerare il suo declino, perchè elude ancora una volta il vero problema
dell'economia Usa, che è sistemico. E non sarà certo
l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali ai ricchi a sanare le casse
dello Stato americano. Anche perchè di questo passo, alla fine del 2010, di
ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi ingannare dai bluff di Obama.
Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era obama, democrazia,
globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (3 voti, il
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( da "AmericaOggi Online" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Casa Bianca. Crisi,
soluzione globale. Obama incontra il premier inglese Gordon Brown di Crisitiano
Del Riccio 04-03-2009 WASHINGTON. Il presidente americano Barack Obama ha
concesso ieri al premier britannico Gordon Brown l'onore di essere il primo
leader europeo ad essere ricevuto alla Casa Bianca per un colloquio ad ampio
raggio dominato dalla crisi economica mondiale. I due leader hanno espresso la
loro determinazione nel voler cercare "una soluzione globale" alla
crisi economica in corso. Durante un incontro con i media Obama ha ribadito la
importanza e la profondità della "relazione speciale" tra Stati Uniti
e Gran Bretagna "sostenuta da una lingua comune, una cultura comune e
valori comuni". Una frase che ha cancellato il sospetto che il nuovo
presidente Usa non considerasse il rapporto con Londra così importante come il
suo predecessore George W. Bush e che ha consentito al premier britannico di
incassare, anche in vista del vertice G20 in programma a Londra il 2 aprile, un
attestato di fiducia particolarmente importante per un Brown in calo di
popolarità nel suo paese: i sondaggi, in vista delle elezioni del maggio 2010,
vedono per il momento in vantaggio i conservatori con un margine superiore al
dieci per cento. La crisi economica ha dominato inevitabilmente l'incontro tra
Obama e Brown - che aveva ricevuto l'allora candidato presidenziale durante il
suo viaggio in Europa della scorsa estate - con un impegno comune dei due
leader a collaborare nel rivedere le regole del sistema finanziario per aiutare
la economia a crescere. Obama ha detto di essere "assolutamente
fiducioso" dela capacità di ripresa della economia ed ha sottolineato la
importanza di "una visione a lungo termine" dei problemi: "una
politica basata sulle impennate e sulle cadute delle Borse rischia di diventare
una cattiva politica". Da parte sua Brown ha detto di voler perseguire
"un New Deal globale che vedrà il coinvolgimento di tutti i paesi del
mondo nel riorganizzare e ripulire il sistema bancario". Il presidente
Obama, in una critica implicita al suo predecessore Bush, ha affermato che
l'America crede nella importanza "di agire in modo rispettoso sulla scena
mondiale, nell'importanza di saper ascoltare e non cercare solo di imporre le
cose: nel nuovo mondo in cui viviamo il modo per raggiungere risultati è creare
partnership ed alleanze invece di agire in modo unilaterale". L'inquilino della Casa Bianca ha cercato di riassicurare anche chi
teme che la crisi economica possa far ripiegare gli Stati Uniti in nuove forme
di protezionismo. "La globalizzazione può essere una forza positiva enorme -
ha detto Obama - Una delle cose che abbiamo detto più volte è che i paesi, in
questa crisi, non possono volgersi all'interno e cercare di erigere barriere
protezioniste. Noi dovremmo invece incoraggiare gli scambi commerciali".
Il premier britannico Brown concluderà oggi la sua visita negli Stati Uniti con
un discorso al Congresso, un raro onore per uno statista straniero.
( da "Dagospia.com" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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articolo --> TERRORE A LAHORE - OBAMA-BROWN: UN NEW DEAL GLOBALE - IRAN,
SIRIA, ISRAELE: L?OFFENSIVA DIPLOMATICA DI BARAK - UN PROIETTILE PER SARKò E
RACHIDA ? BASCHI MINORANZA IN CASA (PRIMI CEDIMENTI PER ZAPATERO)? Rassegna
stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL MUNDO - "Patxi Lopez
dice al PNV: Il Paese non è suo": il leader socialista nei Paesi Baschi,
dopo il buon risultato nelle elezioni regionali di domenica, si sente
"legittimato a guidare il cambiamento", e ha invitato il Partito
Nazionalista Basco ad accettare le regole del gioco democratico. Per la prima
volta le formazioni nazionaliste basche, prese tutte insieme, non sommano la
maggioranza assoluta nel Parlamento regionale. Gordon Brown "Il Psoe nel
suo peggior momento parlamentare": i risultati delle elezioni regionali in
Galizia e nei Paesi Baschi hanno "disegnato il peggior scenario" per
i socialisti, e non sarà facile per il Psoe "continuare a sostenere le
politiche del governo nella Camera bassa", scrive El Mundo. EL PAIS -
"Zapatero chiede al Pnv che accetti la perdita del governo nei Paesi
Baschi": Il premier socialista Zapatero ha avvertito che "Il Pnv deve
dimostrare di avere fair play" e di saper accettare le sconfitte. "E'
accaduto a tutti i partiti", ha aggiunto. "Obama e Brown parlano di
un 'New Deal' globale": il presidente americano e il premier britannico si
sono incontrati ieri alla Casa Bianca e hanno discusso della crisi economica
globale. I due si sono detti d'accordo sul fatto che
"la globalizzazione è stata positiva", ma - hanno aggiunto -
"sono stati commessi degli errori". 2 - FRANCIA LIBERATION - Prima
pagina dedicata alle lettere di minaccia ricevute negli ultimi giorni da
numerosi politici della destra francese, tra cui il presidente Nicolas Sarkozy.
Le lettere sono state accompagnate da un proiettile calibro 38 e sono state
inviate, tra gli altri, anche ai ministri della Giustizia Rachida Dati e
dell'Interno Michelle Alliot-Marie. A indagare è la sezione antiterrorismo
della procura di Parigi, che al momento sembra privilegiare la pista di uno
squilibrato. "Un mistero da dieci proiettili". LE FIGARO - In primo
piano l'offensiva diplomatica di Barak Obama. Washington si è impegnata con
Mosca a rinunciare al suo scudo antimissile nell'Europa centrale se la Russia
riuscirà a dissuadere Teheran a dotarsi dell'arma atomica. "Iran, Siria,
Israele: l'offensiva diplomatica di Obama". Spazio in prima pagina anche
per il ritorno nelle sale cinematografiche di Dustin Hoffman, che ha appena ricevuto
un premio Cesar alla carriera. L'attore americano è protagonista con Emma
Thompson di "Last chance for love". "Lo charme intatto di Dustin
Hoffman". Nicolas Sarkozy 3 - GRAN BRETAGNA THE TIMES Usa-Gb: il
presidente americano intende creare "relazioni speciali" con la Gran
Bretagna, dopo l'incontro ieri con Gordon Brown. Pakistan: "Lo sport sulla
linea di fuoco, dopo che i terroristi cambiano bersaglio", in dubbio
l'organizzazione degli eventi sportivi dopo l'attacco a una squadra di cricket
dello Sri Lanka. Islamabad dovrebbe co-ospitare la World Cup di cricket nel
2011 assieme a India, Bangladesh e Sri Lanka. Un altro obiettivo
"sensibile" potrebbero essere i Giochi olimpici di Londra 2012. Gb:
un bimbo è stato ucciso dal compagno della madre tossica, nonostante fosse tra
i casi seguiti dai servizi sociali da oltre un anno, ma non era considerato in
pericolo. THE GUARDIAN Usa-Gb: "Il discorso della sua vita, ma Brown non
chiede scusa": il premier britannico parla con grande enfasi al Congresso
americano per invitare gli Usa a non scivolare nel protezionismo.
"Stessi abiti e incontro di menti", Obama scaccia le ansie del campo
di Brown, appoggiando un piano per l'azione globale che combatta la crisi
economica. Rachida Dati Il Cremlino aiuta a far scomparire il libro sulla vita
sotto Stalin: l'editore russo Atticus ha cancellato ieri la pubblicazione
dell'acclamato libro dell'allievo russo Orlando Figes. Pakistan: un giorno di
cricket che si trasforma in tragedia. Il senatore americano 77enne Ted Kennedy
sarà fatto cavaliere dalla regina per il suo impegno nelle relazioni tra i due
paesi e l'Irlanda del Nord. INDEPENDENT "Il Pakistan non deve capitolare
davanti all'estremismo distruttivo", le forze moderate nel paese hanno
bisogno di un sostegno internazionale. Usa-Gb: Obama sostiene il patto con la
Gran Bretagna. Brown e il presidente americano concordano sulla necessità di
un'azione per regolare le banche e far riprendere l'economia globale.
"Come il sogno polacco è diventato amaro": la recessione ha distrutto
la vita di migliaia di lavoratori immigrati. FINANCIAL TIMES In apertura nella
versione cartacea "Terrore a Lahore", l'attacco a una squadra di
cricket solleva tensioni tra India e Pakistan. La General Motors mette in
guardia dalla crisi in Europa: tre impianti e 300mila posti a rischio. Nuovo
appello di Francia e Germania contro i paradisi fiscali. Zapatero 4 - STATI
UNITI THE NEW YORK TIMES - "I colloqui con la Siria indicano che gli Usa
stanno prendendo una nuova direzione" in Medio Oriente: in apertura il New
York Times si occupa dell'apertura della Casa Bianca nei confronti della Siria.
Il prossimo fine settimana gli Usa invieranno due inviati a Damasco per avviare
i colloqui, ha detto ieri il segretario di Stato Hillary Clinton. La Siria,
secondo gli esperti, potrà essere la chiave per risolvere le principali
questioni che affliggono il Medio Oriente, dalla minaccia nucleare iraniana al
conflitto israelo-palestinese. In primo piano poi il piano di stimolo del
presidente Obama: Nei vari Stati i governi locali hanno iniziato a spendere
quasi 50 miliardi di dollari in progetti nel settore dei trasporti, che
potrebbero dare lavoro a 400mila persone. Infine l'attentato di ieri in
Pakistan contro la nazionale di cricket dello Sri Lanka, in cui hanno perso la
vita otto persone (sei poliziotti e due civili). L'attacco dimostra le gravi
lacune della sicurezza nel paese asiatico. THE WASHINGTON POST - In apertura la
crisi economica: "Gli Usa cercano di fermare il ciclo della paura, mentre
i mercati crollano": l'amministrazione Obama vuole ridare fiducia agli
americani assicurando che saranno prese tutte le misure necessarie per
fronteggiare la crisi e rimettere a posto i conti pubblici nel lungo periodo.
Il Washington Post riferisce poi l'amministrazione Obama sta cercando di
risolvere uno dei problemi più spinosi al cuore della crisi finanziaria, ossia
come valutare i titoli tossici che gravano sui conti delle banche. A tal fine
vengono istituiti dei nuovi fondi che entreranno in competizione per acquistare
questi asset. Così verrà determinato un prezzo di mercato che consentirà alle
banche di vendere questi asset. [04-03-2009]
( da "Musicalnews.com" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Notizie Pubblicato
il 04/03/2009 alle 11:39:25 Commenti alla notizia: Leggi -
Inserisci nuovo Il rock in Cina: i concerti degli Oasis a
Pechino e Shangai cancellati dal governo di Lucia Salinas Gli Oasis si sono
detti sconcertati per la decisione del governo cinese di annullare due loro
concerti previsti a Pechino ed a Shanghai il 3 e il 5 Aprile. Noel
Gallagher partecipò a un concerto pro-Tibet nel '97. Gli Oasis si sono detti
sconcertati per la decisione del governo cinese di annullare due loro concerti
previsti a Pechino ed a Shanghai il 3 e il 5 Aprile. Noel Gallagher partecipò a
un concerto pro-Tibet nel '
( da "Avvenire" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONDO 04-03-2009 La
Russia non rinuncia al suo ruolo «Proteggere» il regime degli ayatollah Al
Consiglio di sicurezza dell'Onu la delegazione moscovita è riuscita a far
fallire ogni tentativo di inasprire le misure punitive DI GIOVANNI BENSI I l
presidente russo Dmitrij Medvedev è stato chiaro: non vi può essere nessuno «scambio»
fra il problema nucleare iraniano e la questione dello Scudo spaziale americano
in Europa Orientale. In questo modo la Russia continua la sua politica
tradizionale di "protettrice" dell'Iran. Mosca fa finta di credere
che il programma nucleare iraniano non abbia come fine di costruire l'arma
atomica e contrasta, spesso in accordo con la Cina,
ogni tentativo di inasprire le sanzioni contro Teheran. Già alla fine di
febbraio 2008 il capo dell'agenzia nucleare russa Sergej Kirienko ha
partecipato con il vicepresidente iraniano Gholamreza Aghazade al collaudo
della centrale elettronucleare iraniana a Bushehr e ha parlato di un contratto
decennale per le forniture a Teheran di combustibile nucleare. Nello stesso
tempo la Russia continua a contrastare i tentativi dell'Occidente per imporre
nuove sanzioni all'Iran. Partecipando il 19 settembre, nell'ambito
dell'Assemblea generale dell'Onu, a una riunione dei Paesi del gruppo dei «5+1»
sull'Iran (Russia, Usa, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), la Russia ha dichiarato che
non avrebbe appoggiato all'Onu un inasprimento delle sanzioni contro la
Repubblica islamica. In una dichiarazione del ministero degli Esteri di Mosca
emanata in quell'occasione, si leggeva che «noi ci siamo espressi contro
l'elaborazione di misure supplementari a livello di Consiglio di sicurezza
dell'Onu». Il ministro Sergej Lavrov aggiunse che «lo stato della
questione sul programma nucleare iraniano ora non richiede alcuna misura
straordinaria». E infatti il 27 settembre 2008 il Consiglio di sicurezza ha
approvato all'unanimità una nuova risoluzione sull'Iran che conferma i
precedenti analoghi documenti, invita questo paese a rivedere il suo programma
nucleare, ma, dietro insistenza della Russia, non contiene nuove sanzioni. E
contro nuove sanzioni a carico dell'Iran Lavrov si espresse anche commentando
il progetto di risoluzione presentato in dicembre dalla trojka europea, Gran
Bretagna, Francia e Germania.
( da "Giornale.it, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama non vede l'ora
di avviare una nuova distensione con la Russia, ampiamente ricambiata, come
spiego in questo articolo . Intanto invia due rappresentanti a Damasco per
riallacciare il dialogo con la Siria, interrotto dal 2005. Sotto banco parla
con l'Iran e, secondo indiscrezioni, anche con Hamas. Nei giorni scorsi Hillary
Clinton, a Pechino, ha dichiarato che i diritti umani sono importanti, ma che
l'economia lo è di più, avvallando così le repressioni del regime comunista
cinese. Con i Paesi arabi del Golfo la Casa Bianca è sempre più conciliante,
anzi accomodante e il presidente americano ha lanciato i primi segnali di
preudente disponibilità anche al regime cubano dei fratelli Castro. La svolta è
innegabile rispetto a Bush, ma proietta l'immagine di un Paese ansioso,
improvvisamente insicuro, che dopo aver perso la supremazia economia teme di
smarrire anche quella politica. E' come se Obama stesse supplicando il mondo: è
vero siamo in recessione ma se ci riconoscerete ancora lo status di numero uno al
mondo (e militarmente lo sono ancora), faremo i bravi con tutti. Insomma,
un'America con il cappello in mano che cerca di far dimenticare le proprie
debolezze. Ma basta la supremazia militare per giustificare lo status di
superpotenza? E il mondo ha davvero voglia di farsi guidare
dagli Usa? Scritto in globalizzazione, israele, era obama, democrazia,
cina, gli usa e il mondo, russia, medio oriente, islam 1 Commento » (1 voti, il
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Ma Obama combatte davvero le lobbies? I media di tutto il mondo hanno
rilanciato il discorso con cui Obama annuncia "di voler lottare contro le
lobbies che intendono ostacolare il suo piano economico". La retorica è
quella di sempre: "Questo è il cambiamento promesso agli americani" e
giù l'elenco delle riforme che i rappresentanti degli interessi particolari
intendono bloccare: "Alle assicurazioni non piacerà l'idea di dover diventare
più competitive per continuare a offrire la copertura medica», ha detto Obama.
«Anche le banche e chi ha concesso prestiti agli studenti per iscriversi
all'università non ameranno lo stop agli enormi sussidi a loro accordati, ma
così abbiamo salvato circa 50 miliardi di dollari per rendere i college più
finanziariamente accessibili». Allo stesso modo, ha detto Obama, «le compagnie
petrolifere non ameranno l'interruzione delle facilitazioni fiscali per 30
miliardi di dollari, ma è così che possiamo permettere all'economia delle
energie rinnovabili di creare nuovi progetti e posti di lavoro». La realtà,
però, è molto diversa. Il presidente americano non ha affatto combattuto le
lobbies, le ha assorbite al governo. E l'esame sia bel pacchetto di salvataggio
del sistema finanziario sia del piano di rilancio lo dimostra. Altro che
riforme: Obama distribuisce soldi a pioggia. E tagli di poche decine di
miliardi di dollari sono irrisori rispetto a sussidi che valgono migliaia di
miliardi. Ma hanno una loro funzione mediatica: servono ad alimentare il mito
del cambiamento e dunque l'impressione che Obama stia davvero trasformando
l'America, tagliando con il passato. E' un'operazione di spin, basata
sull'illusione o, se preferite, sul raggiro. Con queste riforme l'America non
solo non cambia, ma rischia di accelerare il suo declino, perchè elude ancora
una volta il vero problema dell'economia Usa, che è
sistemico. E non sarà certo l'aumento dell'aliquota di un paio di percentuali
ai ricchi a sanare le casse dello Stato americano. Anche perchè di questo
passo, alla fine del 2010, di ricchi ne rimarranno davvero pochi. Non fatevi
ingannare dai bluff di Obama. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, era
obama, democrazia, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 47
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Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
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( da "KataWeb News" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
I tre imperi 4 marzo
2009 alle 11:49 — Fonte: coen.blogautore.repubblica.it — 0 commenti La teoria
del professor Parag Khanna per spiegare le complesse dinamiche che stanno
regolando l' architetura del sistema politico internazionale in questo primo
decennio del XXI secolo è apparentemente semplice. La si può riassumere così:
ormai si è conclusa la fase di massima espansione dell' impero americano. Cina, Stati Uniti e Unione Europea -- il Primo Mondo, cioè
" i principali azionisti e beneficiari dell' attuale ordine
internazionale" , come scrive Vittorio Emanuele Parsi -- sono da tempo
impegnati in una lotta senza quartiere per imporre il proprio modello di
sviluppo (chiamata eufemisticamente concorrenza. ) e il proprio stile di vita
nel Secondo Mondo: ossia Russia, Europa orientale, regioni strategiche dell'
Asia centrale, dell' America Latina, del Medio ed Estremo Oriente. Nel Terzo
Mondo, invece, si collocano le nazioni povere e instabili. Chiave di volta di
questo scontro globale a tre livelli è il Secondo Mondo, al cui interno passa
la divisione tra vincitori e vinti: le nazioni di questo ondivago
raggruppamento tentano ovviamente di entrare a far parte del Primo Mondo. Penso
alla Russia, alle sue pulsioni, alla schizofrenia dei suoi atteggiamenti diplomatici,
alla muscolarizzazione della politica di Putin che rivendica la fine dell'
unipolarità per una multipolarità in cui il suo Paese deve avere un ruolo
chiave. Putin, infatti, ha capito che la grande sfida tra i tre Imperi (Usa, Eu, Cina) si consuma nel Secondo Mondo dove la paura di sprofondare
nuovamente in una realtà da Terzo Mondo spinge a forzare situazioni e ad
alimentare tensioni. Chiave di volta, il controllo delle risorse energetiche e
naturali: la rilevanza politica del territorio rischia di trasformarsi in
dittatura della geografia (splendida espressine di Eric Hobsbawm).
Secondo Khanna (giovane esperto di geopolitica che la rivista Esquire ha
inserito tra le 75 persone più influenti della Terra, consulente del World
Economic Forum, attualmente direttore della Global Governance Foundation nonchè
collaboratore del New York Times e del Financial Times), bisogna partire da un
dato di fatto: che ampie porzioni di quel sistema integrato di economie di
mercato creato dall' America dominante della Guerra Fredda, oggi non dipendono
per la loro sicurezza dalla protezione americana. L' irruzione di Brasile,
Russia, Cina e India sulla scena economica mondiale lo
sta ampiamente dimostrando. Cina e Russia sono
indipendenti e spesso rivali degli Stati Uniti per quel che riguarda le proprie
concezioni di sviluppo e di interrelazioni, nonchè le rispettive politiche di
sicurezza; India e Brasile pensano che la leadership globale degli Usa non sia più la principale garanzia per la loro sicurezza
politico-militare. Ci fosse la guida Michelin dei saggi, allora il libro "
" di Parag Khanna (pag. 609, Fazi editore, 22,50 Euro, finito di stampare
nel mese di febbraio del 2009) meriterebbe almeno due stelle. Non fosse altro
che per la sua scrittura avvincente e per l' incredibile varietà delle pietanze
servite: Khanna è un autentico globetrotter della geopolitica perchè ha
visitato le aree più critiche del pianeta prima di cimentarsi nella cucina di
confine dei problemi del mondo. I nostri problemi. coen
( da "Blogosfere" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 09 4
Dall'economia della crescita all'economia dell'equilibrio Pubblicato da Rosario
Mastrosimone alle 11:41 in Economia e Globalizzazione Impazza il dibattito sulla crisi economica e si moltiplicano
proposte, presunte ricette e soluzioni che partono quasi tutte da un'analisi
parziale delle cause della crisi. Le colpe sono attribuite a banchieri e
speculatori, ed al piu' ad un sistema finanziario troppo sregolato, mentre si
omette un'analisi piu' approfondita della sostenibilità di un modello
economico fondato sui precetti della crescita infinita e della produzione a
debito. Cosi', anche le proposte degli Stati per affrontare la crisi si
riducono a correttivi marginali senza neppure sfiorare la questione
fondamentale di un sistema economico che, per sopravvivere, ha bisogno di
continuamente crescere ed espandersi, anche quando questa crescita e questa
espansione risultino impossibili per l'evidente limitatezza non solo delle
risorse naturali, ma anche del ventaglio dei possibili consumatori delle merci prodotte.
Da un lato, c'è un invalicabile limite naturale all'uso delle materie prime,
dato dalla loro disponibilità attuale e dalle capacità di rigenerazione delle
risorse da parte della natura. Dall'altro, c'è una produzione di merci a cui
non puo' corrispondere, nel lungo termine, un'equivalente domanda: non è
possibile cambiare automobile ogni anno per tenere il passo della
sovraproduzione dell'industria automobilistica. Ci sono poi le diseguaglianze
sociali, che oltre a generale i drammi dell'estrema povertà, incidono
direttamente sulla capacità di consumare di una quota consistente della
popolazione del pianeta, con la conseguenza di ulteriormente allargare il
divario tra le odierne domanda ed offerta di merci. In questo contesto, gli
strumenti offerti dal sistema finanziario, spesso non nel silenzio degli Stati,
ma con il loro espresso supporto, hanno determinato una produzione fondata
essenzialmente su un perenne indebitamento, ed un indebitamento finanziato
attraverso il ricorso ad ulteriori forme di debito. Le società sono diventate
sempre piu' impersonali, il loro capitale diffuso tra migliaia di piccoli
investitori e la loro direzione in mano a pochi soggetti titolari di una quota
azionaria minimale, condizionati nelle loro scelte dai profitti di breve
periodo e portatori di un interesse marginale per il benessere di lungo periodo
dell'azienda. La separazione del capitale sociale dal capitale personale dei
soci ha creato un sistema in cui società piene di debiti falliscono lasciando
insoddisfatti i creditori, mentre i soci piu' importanti si intascano, spesso
attraverso sistemi assolutamente legali (ad esempio con superstipendi e buoni
uscita che si sono auto-attribuiti), buona parte della liquidità dell'azienda.
Tra quei creditori insoddisfatti ci sono fornitori di merci e materiali, e ci
sono anche tanti piccoli azionisti che, attratti dalla speranza di facili e
veloci guadagni, hanno deciso di investire i loro risparmi nei piu' grandi dei
casino': le borse. Ma questi fallimenti, queste posizioni creditorie
insoddisfatte, non sono la causa della crisi, ma solo uno degli effetti di un
sistema che finanzia i consumi di oggi con le risorse, eventuali, di domani.
( da "Wall Street Italia" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
CINA: ARRIVA IL
PIANO DI SOSTEGNO PER L'ECONOMIA di WSI Investitori alla finestra: per il
momento rimane stabile lo Yuan vs Dollaro a
( da "Gazzettino, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Niente scudo
spaziale se Mosca ferma l'Iran «Nessuno scambio», precisano russi e americani.
Ma se cala la minaccia, la difesa antimissile diventa inutile Mercoledì 4 Marzo
2009, Washington Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è pronto a
rinunciare allo scudo antimissile progettato dal suo predecessore George W.
Bush in Europa orientale, ma solo se la minaccia iraniana contro la quale è
programmato diminuirà, grazie anche all'aiuto della Russia. Se non è
propriamente uno scambio ci assomiglia, sebbene il presidente Usa lo abbia negato, incontrando i giornalisti insieme al
premier britannico Gordon Brown (con Obama nella foto) nello Studio Ovale della
Casa Bianca. A rivelare la proposta è il New York Times: in una lettera
consegnata il mese scorso al Cremlino, Obama, stando al quotidiano, si dice
pronto a fermare la costruzione di un sistema di difesa antimissile in Europa
Orientale se Mosca fornirà aiuto per impedire all'Iran di sviluppare i missili
a lungo raggio. La prima puntualizzazione è arrivata dal presidente russo,
Dmitri Medvedev - in visita a Madrid per firmare accordi commerciali ed
energetici russo-spagnoli - che ha respinto l'idea, definendola «non
costruttiva», di poter collegare il problema dello scudo antimissile americano
in Europa, con la questione del programma nucleare iraniano. Da parte del
Cremlino non è dunque arrivata una smentita vera e propria, ma la precisazione
che uno scambio esplicito tra "scudo" e "nucleare iraniano"
non è stato chiesto e non potrebbe essere accettato. Il presidente russo,
salutando l'apertura di Obama ha però ricordato che Mosca ha sempre collaborato
con la comunità internazionale sull'Iran, avendo in particolare votato tutte le
risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, anche quelle che hanno
previsto sanzioni per la mancata cooperazione di Teheran con gli ispettori
dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. L'inquilino della Casa
Bianca ha a sua volta definito «imprecisa» la notizia del Nyt: non è la
proposta di «una sorta di scambio», ma la «conferma di cose che ho già detto:
il programma di difesa missilistica è concepito per arginare una minaccia
iraniana e non una minaccia russa». Se cala l'interesse iraniano per le armi
nucleari, verrà meno «la necessità di un sistema di difesa missilistico». Il
presidente ha tenuto a rassicurare gli europei, e in particolare la Repubblica
Ceca (dove è atteso il 5 aprile e dove dovrebbe sorgere una parte del nuovo
sistema radar) e la Polonia (dove sono previsti 10 missili antimissili). Obama
ha spiegato che «in nessun modo ciò diminuisce il mio impegno a garantire che
la Polonia, la Repubblica Ceca e gli altri membri della Nato godano della piena
partecipazione all'Alleanza oltre all' appoggio statunitense per la loro
sicurezza». Obama ha spiegato che ha sua lettera a Medvedev è «molto lunga» e
che «affronta una serie di argomenti, dalla proliferazione nucleare a
preoccupazioni comuni sulla sicurezza, lungo la frontiera aghana, e sul
terrorismo». Rispondendo ad una domanda a Gerusalemme, il segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha anticipato le parole di Obama,
ricordando che lo scudo antimissile «è stato concepito per rispondere ad
eventuali attacchi iraniani. Questa è la nostra posizione, come abbiamo già
spiegato ai russi in passato». La Clinton ne riparlerà col ministro degli
Esteri russo Serghei Lavrov che incontrerà per la prima volta venerdì a
Ginevra. La stampa israeliana scrive che Obama ha inviato un messaggio al
premier designato Benjamin Netanyahu nel timore che possa reagire alle
provocazioni iraniane rendendo più difficile il tentativo statunitense ed
internazionale di isolare l'Iran per portarlo al tavolo negoziale. Washington
teme che un attacco israeliano mandi in frantumi la strategia finora compatta,
di pressioni sull'Iran, dei "cinque più uno": i "grandi"
del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, Usa, Russia, Cina, Francia e Regno Unito, più la Germania. Sull'ipotesi di
negoziati diretti Usa-Iran - a cui Israele avrebbe dato il via libera, a patto che non
venga meno la pressione delle sanzioni e che essi non servano a Teheran solo a
guadagnare tempo per i suoi progetti nucleari - la filosofia americana è: «più
bastone e più carota». Dopo che il comandante delle Forze Armate, amm.
Mike Mullen ha detto di ritenere che Teheran abbia già l'atomica e il
segretario alla Difesa Bob Gates ha sostenuto il contrario, ieri Hillary ha
espresso scetticismo sull'accettazione da parte dell'Iran della mano tesa
offerta da Obama.
( da "Gazzettino, Il" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 4 Marzo
2009, Milano NOSTRO SERVIZIO Quasi un bollettino di guerra il rapporto Anci
(L'Associazione Nazionale dei Calzaturieri Italiani) alla vigilia dell'apertura
di Micam, la più importante manifestazione di settore a livello internazionale.
«Con una grande chiarezza e la volontà manifesta di non tergiversare, di non
tentare edulcorazioni buone solo a creare illusioni, ma nemmeno - ha precisato
il presidente Vito Artioli - terrorismi che non aiutano certo a risolvere, è
stata raccontata in cifre quella che si può ben dire costituisce la più grande
crisi dopo quella che trentacinque anni fa aveva colpito l'universo
calzaturiero italiano. Ma allora si trattava di ben altre motivazioni». Oggi -
dice il rapporto dell'Anci - ci troviamo travolti da una crisi macroeconomica
di portata mondiale che ci ha colpito proprio nel momento in cui il settore ,
dopo un periodo difficile, cominciava a registrare segnali di ripresa
Un'occhiata ai dati Istat riferiti ai primi undici mesi del 2008 permette di
rilevare il netto peggioramento registrato soprattutto negli ultimi tre mesi.
Con una riduzione dell'export del 9,1%. Da gennaio a settembre - dice il
rapporto - si sono esportate 210 milioni di paia di scarpe, cioè a dire 21
milioni in meno rispetto all'anno precedente, per un valore di circa 6,5
miliardi di Euro. Limitandoci ad analizzare l'ultimo bimestre
(ottobre-novembre) del 2008, si può rilevare un calo delle vendite estere del
18,1% (in volume) e del 12,9% in valore. «Basterebbe questo - commenta il
presidente - a dirla chiara sull'entità della crisi. Il calo dei mercati
riguarda quasi tutti i paesi con una incidenza maggiore per il Regno Unito
(-26,2%), Usa (-22,5%), Germania (-16,3%), Francia
(-11,9%) con una eccezione rispetto agli altri di aumento in valore (+2,6%)».
Qualche buona nuova comunque arriva dalla Spagna che acquista scarpe italiane
per un 9,7% in più rispetto all'anno scorso, la Svizzera (+9%), Grecia (+15%),
i paesi dell'Est con la Russia in testa per un 3,6% in più in volume e il 14,6%
in più di valore. Quanto all'import si registra un calo del 10,5% dovuto alla
flessione di domanda interna: nel 2008 sono entrate in Italia 329,6 milioni di paia di scarpe delle quali il 25% in meno dalla
Romania e il 28,4% in meno dalla Cina. In complesso
il saldo del settore per la bilancia commerciale italiana, pur restando
ancorato a livelli considerevoli con un totale di 3,4 miliardi nei primi undici
mesi del
( da "Wall Street Italia" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Borsa: A New York
futures in rialzo di ANSA In attesa delle misure di stimolo all'economia della Cina -->(ANSA) - ROMA, 4 MAR - Futures sugli indici della
borsa Usa in rialzo a New York, trainati dalle
aspettative su misure di stimolo dell'economia cinese.Il contratto future sul
Dow Jones avanza dell'1,3% a 6.754, quello sull'S&P 500 e' cresciuto
dell'1,5% a 699,7 punti mentre quello sul Nasdaq e' salito dell'1,3% a 1.085,75
punti. Buona la performance di Alcoa, maggior produttore Usa
di alluminio e di Freeport-McMoran Copper & Gold, produttore mondiale di
rame, in rialzo entrambi di almeno il 2,9%.
( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
(ASCA) - Roma, 4 mar
- ''Questo e' un pontificato straordinario, perche' Benedetto XVI si confronta
con la crisi globale. Lo fa con un forte senso dell'identita' e con la
capacita' di evocare le radici teologiche e dottrinarie della nostra fede, mettendo questa forza dentro il problema della globalizzazione.
Identita', fede e forza non per chiudersi''. Cosi' il Sindaco di Roma, Gianni
Alemanno, in un'intervista rilasciata a Guglielmo Nardocci di Famiglia
Cristiana, in edicola questa settimana, ''fotografa'' il Pontificato di Joseph
Ratzinger alla vigilia della visita del Pontefice in Campidoglio, il 9
marzo. Per Alemanno ''il grande pericolo che ci minaccia e' l'omologazione dopo
la fine delle ideologie. La perdita delle identita' non e' positiva, come anche
la perdita del sentimento di se' che hanno uomini, persone e popoli. Da questo
punto di vista, una forte capacita' teologale e la trasmissione dei princi'pi
della fede sono fondamentali''.
( da "Virgilio Notizie" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Washington, 4 mar.
(Ap) - L'amministrazione di Barack Obama ha detto alla Cina che deve frenare la sua vendita di armi all'Iran. Il vice
assistente della Difesa per l'Estremo Oriente, David Sedney, ha detto a un
gruppo di consiglieri del Congresso che gli Stati Uniti stanno tenendo d'occhio
molto attentamente la vendita di armi da parte di Pechino a un paese accusato
di sostenere i terroristi e che sta cercando di costruire armi nucleari.
Sedney afferma che la Cina ha firmato con l'Iran
accordi per la vendita di armi per un valore di 400 milioni di dollari negli
ultimi 4 anni e che gli Stati Uniti regolarmente riprende Pechino per questo
commercio. I commenti di Sedney giungono proprio quando la Cina
ha annunciato di aver aumentato del 15% le sue spese militari: sebbene non sia
un grande incremento, gli Stati Uniti vogliono sapere con maggior certezza
quali sono le intenzioni cinesi.
( da "Reuters Italia" del 04-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
NEW YORK (Reuters) -
Wall Street ha chiuso oggi la seduta in netto recupero, dopo la serie di cali
dei giorni scorsi, grazie ad un cauto ottimismo circa il nuovo piano di stimoli
dell'economia cinese che ha riportato su gli energetici, i titoli legati alle
materie prime e ad esportatori particolarmente attivi in Asia. Secondo gli ultimi
dati disponibili, l'indice Dow Jones ha guadagnato il 2,23%, lo Standard &
Poor's 500 il 2,38%, e il Nasdaq il 2,48%.