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Report "Globalizzazione"    30-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

L'urlo di Chen colpisce l'Est ( da "Manifesto, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dopo la morte del famoso inquilino che vi ha abitato negli ultimi anni di vita insieme alla moglie Linda Lee -Cadwell, aveva trasformato la casa in un albergo a ore. Dopo il sisma devastante del maggio scorso in Cina, Yu aveva annunciato la messa in vendita della casa il cui ricavato, stimato intorno agli 8 milioni di euro, sarebbe andato ai terremotati.

( da "Corriere.it" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma la Cina è in grado di trasformare in realtà sceneggiature adatte forse a film della serie Mission Impossible. Un'idea gli americani l'avevano già avuta nella primavera del 2001, dopo la collisione sopra l'isola di Hainan tra un aereo spia Usa e un caccia cinese.

TENNIS/ KEY BISCAYNE, FLAVIA PENNETTA ELIMINATA DA MAURESMO ( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Zheng Jie (17), Cina, b. Alize Cornet (14), Francia, 6-4, 6-0. Caroline Wozniacki (13), Danimarca, b. Patty Schnyder (18), Svizzera, 6-4, 6-4. Agnieszka Radwanska (10), Polonia, b. Kaia Kanepi (21), Estonia, 6-4, 6-3. Venus Williams (5), Usa, b. Anna-Lena Groenefeld, Germania, 7-5, 6-3.

TENNIS/ KEY BISCAYNE, BOLELLI-SEPPI FUORI DAL DOPPIO ( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Zheng Jie (17), Cina, b. Alize Cornet (14), Francia, 6-4, 6-0. Caroline Wozniacki (13), Danimarca, b. Patty Schnyder (18), Svizzera, 6-4, 6-4. Agnieszka Radwanska (10), Polonia, b. Kaia Kanepi (21), Estonia, 6-4, 6-3. Venus Williams (5), Usa, b. Anna-Lena Groenefeld, Germania, 7-5, 6-3.

Sbarca in Europa la nuova America ( da "Giornale di Brescia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa-Ue a Praga -, con incontri con oltre 40 leader mondiali, con una raffica di bilaterali (compresi i primi faccia a faccia con i presidenti di Russia e Cina), con due discorsi importanti sui rapporti transatlantici (in Francia) e sulla proliferazione nucleare (nella Repubblica Ceca), con una sosta finale in Turchia l'agenda del primo viaggio Oltreoceano di Barack Obama appare straordinariamente

Proposta una riunione preliminare in aprile a Washington ed un vertice sul clima in luglio in Italia in margine al G8 ( da "Cittadino, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa non hanno mai ratificato): garantire la presenza di Cina e India, due dei maggiori paesi inquinatori, ai colloqui sulle riduzioni di emissioni di gas inquinanti.Ma la iniziativa di Bush, che non aveva mai manifestato molto interesse per la questione climatica, sembrava mirata più a mettere i bastoni tra le ruote ai tentativi avviati a suo tempo dalle Nazioni Unite per affrontare

Creatività e innovazione, politici e intellettuali a confronto ( da "Tribuna di Treviso, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la letteratura conteamporanea ed uno stimolante dibattito tra cultura locale e globalizzazione. Di rilievo l'appuntamento di sabato, quando il ministro Luca Zaia e il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, affronteranno il tema del legame tra cultura dell'alimentazione e i comportamwenti sociali in corso di trasformazione, dai mercati a chilometri zero alla globalizzazione.

Maxi-esercitazione della Protezione Civile ( da "Tribuna di Treviso, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Maxi-esercitazione della Protezione Civile Dal 4 aprile c'è «Cansiglio 2009» con base a Cappella Maggiore CAPPELLA MAGGIORE. E' stato presentato nel centro sociale il piano di protezione civile, nonché «Cansiglio 2009» esercitazione di protezione civile con simulazione di sisma, in programma il 4 e 5 aprile.

pontedera.dedicata ai migranti di oggi, ai curiosi, ai guerrieri, ai naufraghi come ulisse, ... ( da "Tirreno, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: prende spunto dalle vicende personali dei suoi compagni di lavoro del Teatro de los Andes, ma anche dalla situazione della Bolivia di oggi, dalla realtà di migliaia di persone che si vedono costrette a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore, profughi in viaggio, attori veri di un'odissea contemporanea nel segno della globalizzazione e nella perdita di radici.

La recessione nel mondo e la partita tra Cina e Usa ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: IL COMMENTO La recessione nel mondo e la partita tra Cina e Usa Carlo Pelanda Il G20 - cioè il gruppo di Stati che forma la stragrande maggioranza del Pil mondiale - si riunirà a Londra il prossimo 2 aprile. La scelta della città è un po' sfortunata perché evoca un analogo summit a 66 nazioni lì tenutosi nel 1933 con lo stesso scopo di trovare una soluzione internazionale,

Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2 Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa Nel settembre 2008 l'America "si è rotta" ed ha smesso di importare. In cinque mesi la Cina ha perso quasi 1/3 del suo export - e circa 40 milioni di posti di lavoro - il Giappone perfino la metà. A sua volta la Cina e gli altri esportatori hanno importato di meno.

Obama all'Europa: Più interventi concreti per i piani di stimolo ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ruolo degli Usa nel mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con Cina e la Russia. A Londra, mercoledì, Obama incontrerà il presidente russo Medvedev e quello cinese Jintao. Il programma dimostra l'urgenza attribuita dalla Casa Bianca alla realizzazione dell'agenda diplomatica, considerata parte integrante della strategia per risolvere il problema principale:

Monsignore? No, don Antonio ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione Monsignore? No, don Antonio di Elisabetta Bentivoglio Ingresso tra gli applausi per monsignor Antonio Riboldi nel cineteatro del villaggio Sereno. Invitato a parlare sul tema della globalizzazione e della solidarietà, il vescovo emerito di Acerra - la cittadina napoletana diventata famosa per il coinvolgimento in fatti camorristici e per il termovalorizzatore recentemente

Recessione nel mondo, la partita tra Cina e Usa ( da "Arena, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la partita tra Cina e Usa Carlo Pelanda Il G20 - cioè il gruppo di Stati che forma la stragrande maggioranza del Pil mondiale - si riunirà a Londra il prossimo 2 aprile. La scelta della città è un po' sfortunata perché evoca un analogo summit a 66 nazioni lì tenutosi nel 1933 con lo stesso scopo di trovare una soluzione internazionale,

Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa ( da "Arena, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lunedì 30 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 2 Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa Nel settembre 2008 l'America "si è rotta" ed ha smesso di importare. In cinque mesi la Cina ha perso quasi 1/3 del suo export - e circa 40 milioni di posti di lavoro - il Giappone perfino la metà. A sua volta la Cina e gli altri esportatori hanno importato di meno.

Obama all'Europa: Più interventi concreti per i piani di stimolo ( da "Arena, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ruolo degli Usa nel mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con Cina e la Russia. A Londra, mercoledì, Obama incontrerà il presidente russo Medvedev e quello cinese Jintao. Il programma dimostra l'urgenza attribuita dalla Casa Bianca alla realizzazione dell'agenda diplomatica, considerata parte integrante della strategia per risolvere il problema principale:

Una storia di successo lunga 43 anni ( da "Arena, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di andare in Cina, a Shanghai, con China Wine, un'esperienza positiva che si ripeterà gli anni seguenti. 2002: a giugno Veronafiere porta Vino&Olio a Singapore. 2003: dopo una prima esperienza nel 2002, la rassegna "conquista" anche l'America con Vinitaly US Tour a Chicago e San Francisco, e partecipa ad IFOWS, l'Italian Food and Wine Show di Mumbay,

obama alla conquista dell'europa ( da "Nuova Sardegna, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina), con due discorsi importanti sui rapporti transatlantici (in Francia) e sulla proliferazione nucleare (nella Repubblica Ceca), l'agenda del primo viaggio oltreoceano di Obama appare molto ambiziosa. Ma alla Casa Bianca non si nasconde il timore che la stessa Europa che aveva riservato un anno fa accoglienze da rockstar al carismatico candidato alla presidenza Usa possa dare

Berlusconi-Confindustria? Un modello vecchia Italia ( da "Unita, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non è nella sua cultura capire che cosa sta accadendo con la globalizzazione». L'aveva capito, almeno, il governo precedente? «Se lei crede che l'Irap sia la testimonianza di questa comprensione... Visco ha deciso di punire chiunque abbia dei dipendenti in Italia. Bella mossa. Una mano a tutti quelli che hanno svuotato le produzioni in casa e le hanno appaltate all'estero,

E cco, c'è Marcegaglia, e cioè la Confindustria italiana, che provoca Berlusconi e di... ( da "Unita, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non è nella sua cultura capire che cosa sta accadendo con la globalizzazione». L'aveva capito, almeno, il governo precedente? «Se lei crede che l'Irap sia la testimonianza di questa comprensione... Visco ha deciso di punire chiunque abbia dei dipendenti in Italia. Bella mossa. Una mano a tutti quelli che hanno svuotato le produzioni in casa e le hanno appaltate all'estero,

Si produce di meno Ma si beve di più ( da "Arena, L'" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre al di fuori di quest'area si osserva una progresso sostenuto negli USA (il cui mercato interno continua ad avvicinarsi a quello dell'Italia per dimensione) e in Oceania. Trainanti anche nuovi Paesi consumatori come Cina, Tailandia e Russia, ma tra i mercati emergenti grandi potenzialità sono riconosciute anche a Brasile, India e Cina.

Obama l'europeo si gioca tutto in una settimana ( da "Giornale.it, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i primi faccia a faccia con Russia e Cina. Ma le premesse non sembrano incoraggianti: su crisi economica e Afghanistan rischia di tornare a mani vuote Quando arrivò in Europa nel luglio scorso, Barack Obama venne accolto da una folla oceanica a Berlino, mentre i leader dei grandi Paesi sgomitavano per farsi ritrarre al suo fianco.

allarme degli scienziati usa "il 2008 anno da caldo-record" ( da "Repubblica, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma ovviamente con la presenza di Cina e India, due dei grandi attori emettitori di Co2». A sottolineare la necessità di contrastare i cambiamenti climatici è intervenuta anche la Coldiretti, che ricorda come - secondo i dati preliminari della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense - il 2008 si sia classificato a livello globale all´

g20: senza protezionismo ripresa nel 2010 ( da "Repubblica, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una globalizzazione sostenibile con crescente prosperità per tutti». Il comunicato promette inoltre sanzioni contro i paradisi fiscali e una diversa politica di bonus e retribuzioni per i top manager, che premi «le prestazioni effettive». Il compito è affidato al Financial Stability Forum, guidato dal governatore della Banca d´

Borse, primi segnali di ripresa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: negli anni passati possono contare su stime di crescita rilevanti (per il 2009 Cina a +7,6%, India a +5,5%). Negli Stati Uniti la chiusura di venerdì scorso ( terza settimana positiva consecutiva) ha visto l'S&P 500 con un saldo negativo da inizio anno dell'9,66%nonostante il recupero del 20% dai minimi della prima settimana di marzo, mentre il Nasdaq Composite è tornato in parità.

Obama lancia un summit sul clima ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: round negoziale tra 16 Paesi inizierà a fine aprile negli Usa: coinvolti Cina, Russia e India Obama lancia un summit sul clima Lettera a Berlusconi: in luglio alla Maddalena l'incontro finale Marco Valsania NEW YORK L'Amministrazione di Barack Obama ha convocato un vertice su energia e clima tra le sedici maggiori potenze mondiali, con la partecipazione anche delle Nazioni Unite,

Le economie in surplus si scoprono vulnerabili ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: soprattutto verso la Cina. Anche se questi dati sono distorti dagli effetti nel Capodanno lunare ». Questa settimana sono previste le statistiche di marzo per la Corea,che offriranno l'occasione per una verifica importante: l'ottimismo non è condiviso da tutti. Il rischio vero per questi Paesi si chiama però protezionismo.

Il Nord-Ovest: imprese leader e città-regione ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con il destino della globalizzazione. Marchionne e la Fiat ci stanno provando in un ciclo dell'auto globale sempre più turbolento. Sfida molto alta anche per le rappresentanze sindacali. Molto dipenderà non solo da Fiat. Ma da come reagirà Cuneo, la provincia granda nel capitalismo diffuso, la langa della Ferrero, del barolo,

Obama si prepara al G8 di Londra: ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mettere le basi per una collaborazione indispensabile con paesi come la Cina e la Russia: proprio a Londra, già mercoledì, Obama incontrerà per la prima volta il presidente russo Dmitri Medvedev e quello cinese Hu Jintao. In 7 giorni Obama parteciperà al G20, alle celebrazioni per il 60° anniversario della Nato a Kehl, al vertice Ue-Usa a Praga e farà una visita di stato in Turchia.

Giavelli (grillini) ( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Aprì le porte a Dal Cin e Foglia» PARLIAMO di Reggiana, Reggio, centro storico ed Antonella Spaggiari. Ricostruiamo un po' di storia andando indietro con la memoria, operazione sempre importante. Chi stese i tappeti rossi a Franco Dal Cin facendogli costruire un inutile stadio che ad oggi - anche se la Reggiana giocasse in serie B - si dimostra troppo grande?

NANOTECNOLOGIE, L'ITALIA S'E' DESTA? AL CNR UN CONVEGNO INTERNAZIONALE INTERAMENTE DEDICATO AL TEMA METTERÀ A CONFRONTO RAPPRESENTANTI DEL MONDO SCIENTIFICO, INDUSTRIALE E ISTITUZI ( da "marketpress.info" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la giornata del 3 aprile sarà dedicata al networking, con presentazioni e incontri one-to-one per promuovere collaborazioni industriali e di ricerca, a cui parteciperanno anche Venture Capitalists, provenienti da Italia, Usa, Giappone e Cina. Il programma completo di Nanotec2009 è disponibile sul sito Internet www. Nanotec2009. It . <<BACK

Il Bashir va a Doha E il capo dell'Onu non lo evita ( da "Corriere della Sera" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: uscita alla crisi diplomatica internazionale che vede schierati tutti o quasi i Paesi arabi e africani (più Cina e Russia) a difesa di Bashir, contrapposti all'Occidente guidato da Francia, Gran Bretagna e Usa (questi ultimi peraltro non riconoscono la Cpi), che si oppongono a un'eventuale risoluzione del Consiglio di Sicurezza che congeli la decisione dell'Aja.

La crisi e il principio del Gattopardo ( da "Corriere della Sera" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: essere accusati dello scompiglio sociale che la globalizzazione si porta dietro, in particolare la perdita dei posti di lavoro causata dalla delocalizzazione, la fuga dei capitali all'estero e l'immigrazione. Solo la sinistra sembra avere una risposta credibile: la globalizzazione, più la stabilità sociale, più un governo forte e interventista.

Obama l'europeo si gioca tutto in una settimana/di Marcello Foa ( da "Giornale.it, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i primi faccia a faccia con Russia e Cina. Ma le premesse non sembrano incoraggianti: su crisi economica e Afghanistan rischia di tornare a mani vuote Quando arrivò in Europa nel luglio scorso, Barack Obama venne accolto da una folla oceanica a Berlino, mentre i leader dei grandi Paesi sgomitavano per farsi ritrarre al suo fianco.

Vino, è l'anno del bianco ( da "Corriere Economia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ci sono mercati giovani come Cina e Sudamerica che hanno potenzialità immense. E gli Usa sono tutt'altro che persi». Tra coloro che meglio hanno interpretato le potenzialità dei mercati stranieri c'è sicuramente il comparto del Trento doc, le bollicine del metodo classico che hanno eroso quote di mercato a «sua maestà» lo champagne.

Marketing aggressivo per crescere ( da "Corriere Economia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Organizza poi un vero e proprio World Tour in vari Paesi, con iniziative in Cina, Giappone, Usa, India, Russia, i Paesi più promettenti per la crescita dei consumi, come risulta dalle analisi molto raffinate di Vinitaly e di Veronafiere. Abbiamo voluto sentire un produttore di qualità, Badia a Coltibuono (Gaiole in Chianti).

UsaCina, un G2 contro la crisi ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina e gli Usa hanno lanciato massicce manovre di rilancio della crescita. Al confronto l'Europa porta al tavolo del G20 delle noccioline". Se prima del piano Geithner e dell'infortunio cèco gli europei potevano mascherare le proprie carenze facendo la predica agli americani sui mali della finanza tossica,

Se nasce una nuova valuta mondiale di riserva ( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina che possiede oltre 1900 miliardi di dollari di riserve valutarie, in buona misura investite in titoli di stato Usa. Un deprezzamento marcato del biglietto verde implicherebbe pertanto anche una svalutazione delle riserve cinesi. Il governatore della banca centrale cinese propone allora una soluzione molto semplice: utilizzare una sorta di supervaluta che faccia da sintesi di

Gli Usa: L'incontro a margine del G8 ( da "Nuova Ecologia.it, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa non hanno mai ratificato): garantire la presenza di Cina e India, due dei maggiori paesi inquinatori, ai colloqui sulle riduzioni di emissioni di gas inquinanti. Ma la iniziativa di Bush, che non aveva mai manifestato molto interesse per la questione climatica, sembrava mirata più a mettere i bastoni tra le ruote ai tentativi avviati a suo tempo dalle Nazioni Unite per affrontare

America Latina, il Bid verso l'ampliamento di capitale ( da "Velino.it, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: A loro va il 50,02 per cento del potere di voto nell?Assemblea. Tra i soci che non possono ottenere finanziamenti ci sono gli Stati Uniti (con il 30 per cento del capitale), il Canada, il Giappone, Israele, la Cina e 16 paesi europei tra cui l?Italia. (Pilar Soriani) 30 mar 2009 08:29

OBAMA COSTRINGE WAGONER (GM) ALLE DIMISSIONI - PEUGEOT CACCIA STREIFF ZAPATERO SALVA LA SUA PRIMA BANCA - L'ESERCITO GB COMINCIA IL RITIRO DALL'IRAQ LA MINISTRA DI BROWN E I FI ( da "Dagospia.com" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il potere crescente dio molti paesi come la Cina minaccia il ruolo degli Stati UNiti nel Fondo monetario internazionale. THE WASHINGTON POST - Apertura dedicata ai terremoti nel settore auto in vista del piano di aiuti che sarà annunciato oggi. Iraq, tensioni tra forze irachene e combattenti sunnit rischiano di far saltare la strategia Usa.

Blog e giornalismo investigativo ( da "Blogosfere" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in globalizzazione La crisi economica e il cambiamento dei media mettono in pericolo il giornalismo investigativo? Il sito d'informazione Huffington post, pubblicato come blog, si è alleato con Atlantic philantropies e altre associazioni di beneficienza per finanziare un fondo da 1,75 milioni di dollari con l'obiettivo di sostenere uno staff di reporter investigativi e freelance.

WTA Miami: Pennetta eliminata, fuori la Safina ( da "Datasport" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: USA) b [32] S Peng (CIN) 75 62 S Stosur (AUS) b [2] D Safina (RUS) 61 64 [4] E Dementieva (RUS) b [31] C Suarez Navarro (SPA) 62 62 [5] V Williams (USA) b A Groenefeld (GER) 75 63 N Li (CIN) b [6] V Zvonareva (RUS) 64 36 62 [25] A Szavay (UNG) b [7] A Ivanovic (SRB) 64 46 61 [8] S Kuznetsova (RUS) b N Vaidisova (CZE) 61 64 E Makarova (

E Variati alza il calice alla caserma Ederle con il generale Garrett ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa "The Outlook" "Cin cin Dal Molin", hanno subito sibilato gli esegeti più maliziosi sfogliando "The Outlook", periodico di informazione distribuito all'interno della caserma Ederle. A pagina 4 dell'ultimo numero si narra del meeting ospitato il 20 marzo in viale della Pace con i sindaci, assessori o consiglieri dei Comuni tra Vicenza e Padova in cui vivono molti soldati statunitensi

MARIO DEL PERO SI FA UN GRAN PARLARE OGGI DI NUOVA GUERRA FREDDA. LO SI FA LADDOVE PAIONO RIECHEG... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 30-03-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa-Cina è tutt'altro che compiuta, se mai si compirà, e la chiara superiorità di potenza statunitense rende questo bipolarismo ancora assai futuribile. La guerra fredda rappresentò peraltro una fase storica unica proprio per la natura ideologica della competizione Usa-Urss: per la contrapposizione tra due modelli e due visioni della modernità dalle ambizioni dichiaratamente universalistiche.

Obama all'Europa: ( da "Arena.it, L'" del 30-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con Cina e la Russia. A Londra, mercoledì, Obama incontrerà il presidente russo Medvedev e quello cinese Jintao. Il programma dimostra l'urgenza attribuita dalla Casa Bianca alla realizzazione dell'agenda diplomatica, considerata parte integrante della strategia per risolvere il problema principale: la recessione globale.

Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? ( da "Giornale.it, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore?

Tutela del patrimonio artistico, l'Istituto Jemolo apre un corso ( da "Italia Sera" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: per questo la Direzione Protezione civile della Regione Lazio ha promosso un Corso sulla normativa giuridica e le tecniche per gli interventi di protezione civile, realizzato dall?Istituto regionale di studi giuridici Arturo Carlo Jemolo, inaugurato ieri mattina da Maurizio Pucci Direttore regionale Direzione Protezione Civile,

Protezione civile e Ferrovie dello Stato insieme per un'esercitazione mirata ( da "Italia Sera" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 8 novembre scorso tra Ferrovie dello Stato e Protezione Civile della Regione Lazio. L?accordo fa seguito all?intesa, raggiunta il 15 luglio 2008 tra FS e il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, che definisce le iniziative necessarie per la gestione ottimale delle criticità. La Regione Lazio è stata la prima in Italia a dare attuazione all?

Oltre ai tavoli dei saggi apriamo gli occhi su ciò che non vediamo ( da "Libertà" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stati a costi bassi e soprattutto in Cina. Tanto che in tutti i settori produttivi ci troviamo manufatti "Made in Cina". Devo però anche ammettere che neanche noi consumatori partecipiamo alle possibili soluzioni verificando gli acquisti e preferendo il "Made in Italy". La corsa è all'acquisto di poca spesa, ma occorre ricordare che non è sempre il più conveniente perché spesso,

"GRAN TORINO" DI EASTWOOD È UN CAPOLAVORO DIESEL (IL PASSAPAROLA, LA MEJO CRITICA): DOPO 3 SETTIMANE SUPERA LE SCEMENZE DI FICARRA & PICONE ("I MOSTRI OGGI" FLOPPEGGIA) SPIDERMAN ( da "Dagospia.com" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo il sisma devastante del maggio scorso in Cina, Yu aveva annunciato la messa in vendita della casa il cui ricavato, stimato intorno agli 8 milioni di euro, sarebbe andato ai terremotati. Sean Penn 5 - CHE FANNO?... Da "La Stampa" Carlo Verdone comincia a girare il suo nuovo film Io, loro, Lara, nel quale è un sacerdote missionario.

Crisi, dopo 30 anni cala produzione carne USA ( da "KataWebFinanza" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: specialmente in Cina per la produzione di grano invernale. Le precipitazioni sono state scarse anche in India. In Sud America, la produzione di grano del 2008 e' stata dimezzata a causa della grave siccita' in Argentina. Nonostante il crollo delle quotazioni delle materie prime agricole, nei paesi ricchi e in quelli poveri,

Nvidia potrebbe acquistare azioni di VIA ( da "PC World online" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di musica gratuito in Cina Skype per iPhone arriverà domani, per BlackBerry tra un mese T707: il cellulare che si accende Windows 7 Release Candidate a maggio, arriva la conferma Google riduce il personale: a casa 200 dipendenti Appuntamento a giugno con Apple: Snow Leopard e nuovi iPhone in arrivo Eurodap: gli italiani passano troppe ore davanti PC Pirati in festa a Roma Mozilla,

Crisi, dopo 30 anni cala produzione carne USA ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: specialmente in Cina per la produzione di grano invernale. Le precipitazioni sono state scarse anche in India. In Sud America, la produzione di grano del 2008 e' stata dimezzata a causa della grave siccita' in Argentina. Nonostante il crollo delle quotazioni delle materie prime agricole, nei paesi ricchi e in quelli poveri,

G20/ THE TIMES: PER STIMOLI COORDINATI SI VA A SECONDO VERTICE ( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Germania hanno ribadito che non apprezzano l'idea di nuovi finanziamenti pubblici; e si addensa il timore, afferma il Times, che il vertice di Londra finisca per concentrarsi su scopi più facilmente raggiungibili: i paradisi fiscali e il segreto bancario ad esempio, invece che un impegno preciso ad evitare le tentazioni protezioniste o appunto ad aumentare la spesa pubblica.

ROMA. PEOPLE FIRST , LE PERSONE PRIMA DI TUTTO. SABATO ERANO I GIOVANI E I DISOCCUPATI A ... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-03-2009) + 3 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Italia, Germania, Gran Bretagna, Russia e Giappone), affiancati da quelli di altri sei Paesi (Sudafrica, Brasile, Cina, India, Egitto e Messico), faranno i conti con uno scenario da brividi. La recessione sta colpendo duro e secondo l'Ilo (l'organizzazione internazionale del lavoro) il numero dei disoccupati potrebbe aumentare di 50 milioni di persone nel 2009,

CRESCIUTA ALL'INTERNO DELL'ATTUALE SISTEMA INTERNAZIONALE, CON LE SUE NORME DISCIPLINATRIC... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-03-2009) + 2 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con le sue norme disciplinatrici e la sua estrema flessibilità, la stessa Cina ha progressivamente maturato un interesse alla preservazione di tale sistema. La guerra fredda ci ha lasciato però molte eredità e, anche, non pochi detriti. Tra questi va incluso uno dei simboli quintessenziali del peculiare bipolarismo postbellico: le armi nucleari.

Obama in Europa operazione sorriso ( da "Gazzettino, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la Cina e con Paesi che il precedente inquilino alla Casa Bianca a suo tempo aveva definito "canaglie", come l'Iran. L'atmosfera della vigilia - malgrado le previste contestazioni pacifiste a Londra contro l'invio di altre truppe Usa in Afghanistan - appare ben diversa da quella del giugno 2001, quando l'allora neopresidente George W.

primavera senza rondini ( da "Sicilia, La" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa non hanno mai ratificato): garantire la presenza di Cina e India, due dei maggiori Paesi inquinatori, ai colloqui sulle riduzioni di emissioni di gas inquinanti. Ma l'iniziativa di Bush, che non aveva mai manifestato molto interesse per la questione climatica, sembrava mirata più a mettere i bastoni tra le ruote ai tentativi avviati a suo tempo dalle Nazioni Unite per affrontare

Nord Corea: nuovo test nucleare dietro al prossimo lancio? ( da "Velino.it, Il" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: oltre alla rottura del dialogo con Corea del Sud, Giappone, Russia, Cina e Stati Uniti sullo smantellamento del proprio programma nucleare, le minacce di Pyongyang potrebbero alludere all?intenzione di condurre un nuovo test nucleare dopo quello dell?ottobre del 2006 definito allora “un test difensivo”

Globe09: i buyer internazionali promuovono Art Cities Exchange ( da "TTG Italia Online" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Particolarmente soddisfatti i buyer provenienti dai Paesi rappresentati al workshop per la prima volta, come Cina, Oman, Siria, Malesia, Singapore, Tunisia; elevato il riscontro dall'India, da Nord Europa, Australia e Usa. "Differenziarsi dalla concorrenza è il segreto di qualsiasi operazione commerciale - ha dichiarato l'amministratore delegato di Expoglobe, Paolo Audino -.

Globe09: i buyer internazionali promuovono Art Cities Exchange ( da "Travel Trade Italia.com" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Particolarmente soddisfatti i buyer provenienti dai Paesi rappresentati al workshop per la prima volta, come Cina, Oman, Siria, Malesia, Singapore, Tunisia; elevato il riscontro dall'India, da Nord Europa, Australia e Usa. "Differenziarsi dalla concorrenza è il segreto di qualsiasi operazione commerciale - ha dichiarato l'amministratore delegato di Expoglobe, Paolo Audino -.

Afghanistan/ Conferenza Aia, domani Usa e Iran allo stesso ( da "Virgilio Notizie" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come Cina e India, e per l'Italia parteciperà il capo della diplomazia Franco Frattini. Stando agli americani la conferenza si può già considerare "un successo" alla vigilia, visti il numero e la qualità dei partecipanti "con un periodo tanto breve per organizzarsi" come ha sottolineato oggi l'inviato speciale del presidente statunitense per Afghanistan e Pakistan,

AFGHANISTAN/ CONFERENZA AIA, DOMANI USA E IRAN ALLO STESSO TAVOLO ( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come Cina e India, e per l'Italia parteciperà il capo della diplomazia Franco Frattini. Stando agli americani la conferenza si può già considerare "un successo" alla vigilia, visti il numero e la qualità dei partecipanti "con un periodo tanto breve per organizzarsi" come ha sottolineato oggi l'inviato speciale del presidente statunitense per Afghanistan e Pakistan,

NORDCOREA/ PYONGYANG INCRIMINERÀ LE DUE GIORNALISTE USA... -2- ( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Corea del Nord e i loro atti ostili sono stati confermati da prove e dalle loro dichiarazioni", ha affermato l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna. L'americano-coreana Euna Lee e la cino-americana Laura Ling lavorano entrambe per la catena californiana Current TV. Sono state arrestate il 17 marzo, secondo Pyongyang, per essere entrate illegalmente sul territorio nazionale. (fonte Afp)


Articoli

L'urlo di Chen colpisce l'Est (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

UN MUSEO BRUCE LEE A HONG KONG L'urlo di Chen colpisce l'Est Hong Kong rende omaggio a un suo grande cittadino (che però nacque a San Francisco) e trasformerà presto in museo l'ultima residenza di Bruce Lee. Tardivo riconoscimento alla grandezza della star, attore, regista, filosofo e creatore del jet kune do, un'arte marziale di alta qualità ascetica, che perfezionò e rese il kung fu una scienza di combattimento ancor più fluida e imprevedibile. Bruce Lee, morto misteriosamente nel 1973, a 32 anni, all'apice di una carriera fulminea, fu la prima star asiatica di film d'azione a conquistare il grande pubblico del nord e del sud. La sua casa di Kowloon verrà trasformata in un museo ed è stata già lanciata una gara internazionale di design, secondo quanto riferisce il quotidiano in lingua inglese South China Morning Post. Il bando arriva dopo l'accordo raggiunto tra il governo locale e il proprietario della villa a due piani, il milionario Yu Panglin, che ha acconsentito a donare la proprietà, valutata oltre 12 milioni di dollari Usa. Yu aveva acquistato l'immobile negli anni Sessanta e, dopo la morte del famoso inquilino che vi ha abitato negli ultimi anni di vita insieme alla moglie Linda Lee -Cadwell, aveva trasformato la casa in un albergo a ore. Dopo il sisma devastante del maggio scorso in Cina, Yu aveva annunciato la messa in vendita della casa il cui ricavato, stimato intorno agli 8 milioni di euro, sarebbe andato ai terremotati.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il piano era in corso da due anni: smascherato da un gruppo di ricercatori canadesi «La Cina sguinzaglia hacker in 103 Paesi» Operazione Rete Fantasma, infiltrati 1.300 «computer eccellenti». Spiato anche il Dalai Lama. Ma Pechino nega GhostNet è al lavoro da due anni. In silenzio, senza destare il minimo sospetto, la «rete fantasma » si è infiltrata in 1.300 computer di 103 differenti Paesi, rovistando tra documenti top secret e password di uffici governativi, ambasciate, archivi. Nel mirino anche le sedi dell'organizzazione in esilio del Dalai Lama a Dharamsala (India), Bruxelles, Londra e New York. Un lavoro da hacker, i «pirati» di Internet. Un vero e proprio assalto che secondo alcuni ricercatori dell'Università di Toronto - che sono riusciti a smascherare la rete - avrebbe origine nella Repubblica popolare. Ronald J. Deibert, Greg Walton, Nart Villeneuve e Rafal A. Rohozinski del Munk Center for International Studies, secondo il New York Times, non hanno potuto confermare il coinvolgimento diretto del governo di Pechino. Ma altri esperti, Shishir Nagaraja e Ross Anderson dell'Università di Cambridge, sono stati meno diplomatici: «La responsabilità» di questa azione «è della Cina». Secca la reazione: «Sono vecchie storie e vecchie sciocchezze - ha detto il portavoce del console cinese a New York, Gao Wenqi -. Il nostro governo è contrario e proibisce severamente i crimini informatici». Fbi e Cia, informati dell'esistenza di GhostNet, non hanno commentato. Certo appare molto inquietante il fatto che la rete sarebbe ancora attiva. I computer attaccati erano soprattutto in Paesi asiatici, ma è stato monitorato anche, per mezza giornata, un pc della Nato e uno dell'ambasciata indiana a Washington. Secondo i ricercatori l'operazione GhostNet è l'attacco hacker più vasto mai realizzato: le spie elettroniche continuerebbero a infiltrare una decina di nuovi computer a settimana. Particolare ancor più raggelante: gli hacker non solo hanno curiosato negli anfratti di desktop e cartelle segrete. Abilissimi, sono stati in grado di accendere a distanza le telecamerine inserite nei pc per «osservare» ambienti riservati (e magari agenti del controspionaggio) al di là dell'oceano. Scenario da fantascienza? Forse. Ma la Cina è in grado di trasformare in realtà sceneggiature adatte forse a film della serie Mission Impossible. Un'idea gli americani l'avevano già avuta nella primavera del 2001, dopo la collisione sopra l'isola di Hainan tra un aereo spia Usa e un caccia cinese. Nei giorni seguenti, centinaia di hacker della Repubblica popolare misero a dura prova le difese informatiche di banche e istituzioni americane. Un attacco che il governo di Pechino «non aveva né voluto né provocato». Forse. Ma in Cina, dove Internet è monitorata 24 su 24, pochi dubitano sulla spontaneità dell'azione di pirati informatici. Tanto più che l'esercito dispone di una divisione per la «guerra elettronica» tanto segreta quanto abile. Nel 2007, un altro attacco agli Usa aveva evidenziato un piano minaccioso: gli hacker avevano l'intenzione di impadronirsi dei sistemi di un bombardiere americano. Uno scenario da Dottor Stranamore. Paolo Salom stampa |

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TENNIS/ KEY BISCAYNE, FLAVIA PENNETTA ELIMINATA DA MAURESMO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tennis/ Key Biscayne, Flavia Pennetta eliminata da Mauresmo di Apcom I risultati del torneo Atp e Wta. Bolelli-Seppi fuori dal doppio -->Key Biscayne (Florida, Usa), 30 mar. (Ap) - La coppia italiana Bolelli-Seppi è fuori dal doppio e Flavia Pennetta è eliminata dalla Mauresmo al torneo di tennis Atp e Wta di Key Biscayne, in Florida. Questi i risultati degli incontri (tra parentesi le teste di serie): Singolare Uomini Terzo turno Andy Roddick (5), Usa, b. Dmitry Tursunov (25), Russia, 7-6 (9), 6-2. Taylor Dent, Usa, b. Tommy Robredo (15), Spagna, 7-5, 6-3. Roger Federer (2), Svizzera, b. Nicolas Kiefer (28), Germania, 6-4, 6-1. Gilles Simon (7), Francia, b. Rainer Schuettler (29), Germania, 3-6, 6-1, 6-1. Gael Monfils (9), Francia, b. Marat Safin, Russia, 5-7, 7-5, 7-6 (3). Jo-Wilfried Tsonga, Francia, b. Robert Kendrick, Usa, 7-5, 6-4. Donne Terzo turno Elena Dementieva (4), Russia, b. Carla Suarez Navarro (31), Spagna, 6-2, 6-2. Victoria Azarenka (11), Bielorussia, b. Anna Chakvetadze (22), Russia, 6-1, 6-4. Svetlana Kuznetsova (8), Russia, b. Nicole Vaidisova, Repubblica Ceca, 6-1, 6-4. Samantha Stosur, Australia, b. Dinara Safina (2), Russia, 6-1, 6-4. Agnes Szavay (25), Ungheria, b. Ana Ivanovic (7), Serbia, 6-4, 4-6, 6-1. Alisa Kleybanova (24), Russia, b. Anastasia Yakimova, Bielorussia, 6-3, 3-6, 6-4. Zheng Jie (17), Cina, b. Alize Cornet (14), Francia, 6-4, 6-0. Caroline Wozniacki (13), Danimarca, b. Patty Schnyder (18), Svizzera, 6-4, 6-4. Agnieszka Radwanska (10), Polonia, b. Kaia Kanepi (21), Estonia, 6-4, 6-3. Venus Williams (5), Usa, b. Anna-Lena Groenefeld, Germania, 7-5, 6-3. Li Na, Cina, b. Vera Zvonareva (6), Russia, 6-4, 3-6, 6-2. Iveta Benesova (26), Repubblica Ceca, b. Gisela Dulko, Argentina, 6-3, 6-2. Amelie Mauresmo (20), Francia, b. Flavia Pennetta (15), Italia, 6-7 (5), 6-2, 6-2. Ekaterina Makarova, Russia, b. Nadia Petrova (9), Russia, 7-5, 6-1. Doppio Uomini Primo turno Martin Damm, Repubblica Ceca, e Robert Lindstedt, Svezia, b. Christopher Kas e Philipp Kohlschreiber, Germania, 7-5, 6-3. Rik de Voest, Sud Africa, e Bobby Reynolds, Usa, b. Simon Aspelin, Svezia, e Jamie Murray, Gb, 6-1, 7-6 (4). Bruno Soares, Brasile, e Kevin Ullyett (6), Zimbabwe, b. Gaston Gaudio, Argentina, e Nicolas Lapentti, Ecuador, 6-2, 6-2. Nicolas Almagro e David Ferrer, Spagna, b. Daniel Nestor, Canada, e Nenad Zimonjic (2), Serbia, 6-4, 6-3. Ross Hutchins, Gb, e Jordan Kerr, Australia, b. Marcelo Melo e Andre Sa (8), Brasile, 7-6 (5), 6-1. Travis Parrott, Usa, e Filip Polasek, Slovacchia, b. Mariusz Fyrstenberg e Marcin Matkowski (5), Polonia, 6-4, 6-1. Max Mirnyi, Bielorussia, e Andy Ram, Israele, b. Simone Bolelli e Andreas Seppi, Italia, 6-1, 6-2. Donne Primo turno Anastasia Pavlyuchenkova e Elena Vesnina, Russia, b. Lucie Hradecka e Vladimira Uhlirova, Repubblica Ceca, 7-6 (5), 6-4. Raquel Kops-Jones e Abigail Spears, Usa, b. Klaudia Jans e Alicja Rosolska, Polonia, 6-4, 6-4. Kveta Peschke, Repubblica Ceca, e Lisa Raymond (3), Usa, b. Alla Kudryavtseva e Anastasia Rodionova, Russia, 6-2, 6-4. Nuria Llagostera Vives e Maria Jose Martinez Sanchez (6), Spagna, b. Mariya Koryttseva, Ucraina, e Galina Voskoboeva, Kazakhstan, 6-3, 5-7, 10-8 tiebreak. Samantha Stosur e Rennae Stubbs, Australia, b. Yan Zi e Zheng Jie, Cina, 3-6, 6-3, 10-5 tiebreak.

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TENNIS/ KEY BISCAYNE, BOLELLI-SEPPI FUORI DAL DOPPIO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tennis/ Key Biscayne, Bolelli-Seppi fuori dal doppio di Apcom I risultati del torneo Atp e Wta in Florida -->Key Biscayne (Florida, Usa), 30 mar. (Ap) - La coppia italiana Bolelli-Seppi è fuori dal doppio al torneo di tennis Atp e Wta di Key Biscayne, in Florida. Questi i risultati degli incontri (tra parentesi le teste di serie): Singolare Uomini Terzo turno Andy Roddick (5), Usa, b. Dmitry Tursunov (25), Russia, 7-6 (9), 6-2. Taylor Dent, Usa, b. Tommy Robredo (15), Spagna, 7-5, 6-3. Roger Federer (2), Svizzera, b. Nicolas Kiefer (28), Germania, 6-4, 6-1. Gilles Simon (7), Francia, b. Rainer Schuettler (29), Germania, 3-6, 6-1, 6-1. Donne Terzo turno Elena Dementieva (4), Russia, b. Carla Suarez Navarro (31), Spagna, 6-2, 6-2. Victoria Azarenka (11), Bielorussia, b. Anna Chakvetadze (22), Russia, 6-1, 6-4. Svetlana Kuznetsova (8), Russia, b. Nicole Vaidisova, Repubblica Ceca, 6-1, 6-4. Samantha Stosur, Australia, b. Dinara Safina (2), Russia, 6-1, 6-4. Agnes Szavay (25), Ungheria, b. Ana Ivanovic (7), Serbia, 6-4, 4-6, 6-1. Alisa Kleybanova (24), Russia, b. Anastasia Yakimova, Bielorussia, 6-3, 3-6, 6-4. Zheng Jie (17), Cina, b. Alize Cornet (14), Francia, 6-4, 6-0. Caroline Wozniacki (13), Danimarca, b. Patty Schnyder (18), Svizzera, 6-4, 6-4. Agnieszka Radwanska (10), Polonia, b. Kaia Kanepi (21), Estonia, 6-4, 6-3. Venus Williams (5), Usa, b. Anna-Lena Groenefeld, Germania, 7-5, 6-3. Gisela Dulko, Argentina, b. Iveta Benesova (26), Repubblica Ceca, 6-3, 6-2. Doppio Uomini Primo turno Martin Damm, Repubblica Ceca, e Robert Lindstedt, Svezoa, b. Christopher Kas e Philipp Kohlschreiber, Germania, 7-5, 6-3. Rik de Voest, Sud Africa, e Bobby Reynolds, Usa, b. Simon Aspelin, Svezia, e Jamie Murray, Gb, 6-1, 7-6 (4). Bruno Soares, Brasile, e Kevin Ullyett (6), Zimbabwe, b. Gaston Gaudio, Argentina, e Nicolas Lapentti, Ecuador, 6-2, 6-2. Nicolas Almagro e David Ferrer, Spagna, b. Daniel Nestor, Canada, e Nenad Zimonjic (2), Serbia, 6-4, 6-3. Ross Hutchins, Gb, e Jordan Kerr, Australia, b. Marcelo Melo e Andre Sa (8), Brasile, 7-6 (5), 6-1. Travis Parrott, Usa, e Filip Polasek, Slovacchia, b. Mariusz Fyrstenberg e Marcin Matkowski (5), Polonia, 6-4, 6-1. Max Mirnyi, Bielorussia, e Andy Ram, Israele, b. Simone Bolelli e Andreas Seppi, Italia, 6-1, 6-2. Donne Primo turno Anastasia Pavlyuchenkova e Elena Vesnina, Russia, b. Lucie Hradecka e Vladimira Uhlirova, Repubblica Ceca, 7-6 (5), 6-4. Raquel Kops-Jones e Abigail Spears, Usa, b. Klaudia Jans e Alicja Rosolska, Polonia, 6-4, 6-4. Kveta Peschke, Repubblica Ceca, e Lisa Raymond (3), Usa, b. Alla Kudryavtseva e Anastasia Rodionova, Russia, 6-2, 6-4. Nuria Llagostera Vives e Maria Jose Martinez Sanchez (6), Spagna, b. Mariya Koryttseva, Ucraina, e Galina Voskoboeva, Kazakhstan, 6-3, 5-7, 10-8 tiebreak.

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Sbarca in Europa la nuova America (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 30/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:in primo piano Sbarca in Europa la «nuova America» Da domani Obama parteciperà a 3 vertici in 5 giorni: G20 a Londra, Nato a Strasburgo e Usa-Ue a Praga Barack Obama sale su uno degli elicotteri presidenziali WASHINGTON La «Nuova America» di Barack Obama sbarca domani in Europa per affrontare il primo test internazionale del nuovo inquilino della Casa Bianca. Con tre vertici in cinque giorni - conferenza G20 a Londra, riunione Nato a Strasburgo e vertice Usa-Ue a Praga -, con incontri con oltre 40 leader mondiali, con una raffica di bilaterali (compresi i primi faccia a faccia con i presidenti di Russia e Cina), con due discorsi importanti sui rapporti transatlantici (in Francia) e sulla proliferazione nucleare (nella Repubblica Ceca), con una sosta finale in Turchia l'agenda del primo viaggio Oltreoceano di Barack Obama appare straordinariamente ambiziosa. Ma alla Casa Bianca non si nasconde il timore che la stessa Europa che aveva riservato un anno fa accoglienze da rockstar al candidato alla presidenza Usa possa dare questa volta un benvenuto meno entusiasta al nuovo inquilino dello Studio Ovale. Alle proteste già previste a Londra e Strasburgo contro l'inasprimento Usa della guerra in Afghanistan, si accompagneranno le perplessità dei leader europei sollecitati da Obama ad accogliere i detenuti di Guantanamo, a imitare la ricetta Usa di poderosi pacchetti di stimolo, ad aumentare il contributo (militare e civile) alle operazioni in Afghanistan. Ripristinare il prestigio Usa Scopo dichiarato della visita di Obama, che in otto giorni toccherà cinque Paesi, è quello di cominciare «a ripristinare il prestigio dell'America nel mondo» gravemente scosso durante gli otto anni di amministrazione Bush, fanno sapere i funzionari della Casa Bianca. Tanto per cominciare, Obama avrà un atteggiamento diverso: è pronto a considerare le opinioni e le idee dei suoi interlocutori e intende «guidare con l'esempio», soprattutto per le iniziative per fronteggiare la crisi economica. Inoltre Obama ha già corretto, in dieci settimane, molte delle politiche di Bush bersaglio delle critiche degli altri Paesi: ha ordinato la chiusura di Guantanamo, ha annunciato il calendario del ritiro delle truppe americane in Iraq, ha sposato la causa della lotta al cambiamento del clima, ha teso la mano all'Iran, ha annunciato una nuova strategia per l'Afghanistan ed il Pakistan. Ma la Nuova America, nell'atteggiamento e nella linea politica, che Obama presenta all'Europa è anche un'America gravemente indebolita dalla crisi finanziaria. È una crisi che ha provocato un ripensamento del «modello americano» finora presentato come il migliore con la sua enfasi sulla libertà dei mercati e sulla deregulation (il fattore all'origine della crisi). È una situazione che indebolisce la posizione di Obama in vista del G20 di Londra. L'enfasi degli Usa sulla necessità di varare massicci pacchetti di stimolo nazionali per far ripartire l'economia non è condivisa da molti Paesi europei e la Casa Bianca ha già cominciato a mettere le mani avanti: non ci saranno richieste specifiche a Londra da parte americana su questo fronte. Così come al vertice Nato, Obama non chiederà direttamente un aumento di militari in Afghanistan ai Paesi alleati (puntando piuttosto sull'addestramento e sulla ricostruzione civile). Un atteggiamento che rivela come Obama abbia già imparato una importante lezione di politica internazionale: mai chiedere ciò che non ha alcuna probabilità di essere concesso. L'Italia: sì al clima nel G8 Intanto l'Italia, presidente di turno del G8, accoglie la proposta di Obama di organizzare un forum sull'energia e sui cambiamenti climatici a margine del vertice che si terrà a luglio in Sardegna. «Abbiamo dato il nostro via libera affinché si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena», ha detto il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al congresso del Pdl in un passaggio sull'ambiente. Ieri era trapelato che l'inquilino della Casa Bianca aveva inviato una lettera a Berlusconi in cui si chiede l'aiuto dell'Italia per riattivare il Major economies Forum sull'energia ed i cambiamenti climatici. Ed ieri è arrivata la risposta del Governo.

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Proposta una riunione preliminare in aprile a Washington ed un vertice sul clima in luglio in Italia in margine al G8 (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama, svolta "verde" per l'America Il presidente Usa vuole subito riattivare un Forum sull'energia Washington La proposta del presidente americano Barack Obama di riattivare il Major Economies Forum sull'energia ed i cambiamenti climatici, con una riunione preliminare ad aprile a Washington ed un vertice sul clima in luglio in Italia in margine al G8, sviluppa una precedente iniziativa di George W. Bush ma è basata, viene osservato ieri a Washington, su un approccio ben diverso da quello dell'ex inquilino della Casa Bianca.La proposta iniziale di Bush mirava a superare un evidente difetto del Protocollo di Kyoto (che gli Usa non hanno mai ratificato): garantire la presenza di Cina e India, due dei maggiori paesi inquinatori, ai colloqui sulle riduzioni di emissioni di gas inquinanti.Ma la iniziativa di Bush, che non aveva mai manifestato molto interesse per la questione climatica, sembrava mirata più a mettere i bastoni tra le ruote ai tentativi avviati a suo tempo dalle Nazioni Unite per affrontare il problema che a portare avanti la battaglia per ridurre le emissioni di gas inquinanti.«É una questione di intenti - ha affermato Larry Schweiger, presidente della National Wildlife Federation - Penso che la amministrazione Bush non avesse mai desiderato giungere ad una vera soluzione. Penso invece che l'amministrazione Obama sia veramente impegnata a trovare una soluzione attuabile».È un impegno confermato dall'inviato speciale di Obama per il clima Todd Stern. «Siamo impegnati con tutte le nostre forze e con tutte le energie per risolvere questo problema - ha dichiarato - Non abbiamo dubbi sulla urgenza del problema dei mutamenti del clima e sulla gravità della sfida che ci attende».La proposta del presidente Obama prevede una riunione preliminare a Washington il 27 e 28 aprile, a livello di sherpa, con la partecipazione di sedici grandi economie mondiali, comprese quindi India e Cina. La conferenza mira a «progredire nella esplorazione di iniziative congiunte sull'energia pulita e la riduzione delle emissioni inquinanti», ha spiegato la Casa Bianca.Il passo successivo sarà una conferenza in Italia in margine al G8 di luglio in Sardegna. Il traguardo finale è quello della Conferenza sul Clima in programma a Copenaghen nel dicembre prossimo. Ieri appena trapelato che l'inquilino della Casa Bianca aveva inviato una lettera al premier Silvio Berlusconi nella quale si chiede l'aiuto dell'Italia per riattivare il "Major economies Forum" sull'energia ed i cambiamenti climatici, molto tempestivamente è arrivata la risposta del governo.Il G8 a guida italiana, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, «aveva già, tra le sue grandi priorità, i cambiamenti climatici», quindi al vertice di luglio alla Maddalena «ci sarà una sessione all'interno del summit e, a latere, un evento speciale» per rilanciare il "Major Economies Forum" come proposto dal presidente americano.(Ansa)

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Creatività e innovazione, politici e intellettuali a confronto (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Creatività e innovazione, politici e intellettuali a confronto Il Festival delle città impresa da giovedì farà tappa anche a Montebelluna e Asolo MONTEBELLUNA. Innovare per vocazione. Questo sarà il tema che sarà sviluppato nella sezione montebellunese-asolana del «Festival delle città impresa», con una serie di appuntamenti a tema economico intervallati a manifestazioni culturali. La biblioteca di Montebelluna ospita quattro appuntamenti che intrecciano il teatro, la letteratura conteamporanea ed uno stimolante dibattito tra cultura locale e globalizzazione. Di rilievo l'appuntamento di sabato, quando il ministro Luca Zaia e il presidente di Slow Food, Carlo Petrini, affronteranno il tema del legame tra cultura dell'alimentazione e i comportamwenti sociali in corso di trasformazione, dai mercati a chilometri zero alla globalizzazione. Invece il giorno prima Bugaro, Covacich, De Michelis, Fedrigotti, Montanari e Trevisan leggeranno il Nordest da dentro i libri. Al teatro è affidato il compito di un racconto poetico sulla metropoli di oggi e l'identità del paesaggio di ieri. Alla Fornace di Asolo gli altri quattro incontri della sezione trevigiana del Festival delle città impresa, centrati su creatività e innovazione. Il Festival delle città impresa prenderà il via giovedì 2 aprile, col primo appuntamento. Si tratta di uno spettacolo teatrale tratto dal libro del sindacalista vicentino Gigi Copiello e porta in scena il racconto dlela trasformazione fisica e culturale che ha toccato in questi ultimi anni il Veneto e l'intero Nordest. (e.f.)

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Maxi-esercitazione della Protezione Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Maxi-esercitazione della Protezione Civile Dal 4 aprile c'è «Cansiglio 2009» con base a Cappella Maggiore CAPPELLA MAGGIORE. E' stato presentato nel centro sociale il piano di protezione civile, nonché «Cansiglio 2009» esercitazione di protezione civile con simulazione di sisma, in programma il 4 e 5 aprile. «Cansiglio 2009» è la prima manifesazione interregionale di protezione civile realizzata in paese, che si dispiegherà anche nei territori di Sarmede, Fregona, Colle Umberto ed Orsago. Le protezioni civili di queste realtà comunali insieme al Corpo Forestale di Stato risultano infatti le organizzatrici dell'evento che vedrà impegnati più di 300 volontari e mezzi di ogni tipo, fra cui elicotteri, ambulanze e mezzi anticendio. Saranno impiegate anche unità cinofile da catastrofe del Veneto e del Friuli, nonchè della Carinzia e della Slovenia. L'evento si fregia della collaborazione di molte istituzioni come il comune di Pozzuolo, la Regione Veneto, la Provincia di Treviso, le amministrazioni comunali interessate e la Regione Friuli e della partecipazione della Prefettura, della Polizia, dei Carabinieri, del Corpo Forestale, dei Vigili del Fuoco e Suem. (s.r.)

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pontedera.dedicata ai migranti di oggi, ai curiosi, ai guerrieri, ai naufraghi come ulisse, ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 5 - Pontedera PONTEDERA.Dedicata ai migranti di oggi, ai curiosi, ai guerrieri, ai naufraghi come Ulisse, ... PONTEDERA.Dedicata ai migranti di oggi, ai curiosi, ai guerrieri, ai naufraghi come Ulisse, "Odissea", il nuovo spettacolo di Cesar Brie e del suo Teatro de los Andes, andrà in scena domani e mercoledì 1º aprile, con inizio alle 20.30, al Teatro Era di Pontedera. Dopo aver riscosso un raro e clamoroso successo di pubblico e critica con "Iliade" nel 2000, l'attore e regista argentino si accosta ora all'altro grande capolavoro omerico proseguendo la sua personale rilettura dei classici in chiave contemporanea. Il lavoro drammaturgico di Brie, infatti, prende spunto dalle vicende personali dei suoi compagni di lavoro del Teatro de los Andes, ma anche dalla situazione della Bolivia di oggi, dalla realtà di migliaia di persone che si vedono costrette a lasciare la propria terra in cerca di un futuro migliore, profughi in viaggio, attori veri di un'odissea contemporanea nel segno della globalizzazione e nella perdita di radici.

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La recessione nel mondo e la partita tra Cina e Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL COMMENTO La recessione nel mondo e la partita tra Cina e Usa Carlo Pelanda Il G20 - cioè il gruppo di Stati che forma la stragrande maggioranza del Pil mondiale - si riunirà a Londra il prossimo 2 aprile. La scelta della città è un po' sfortunata perché evoca un analogo summit a 66 nazioni lì tenutosi nel 1933 con lo stesso scopo di trovare una soluzione internazionale, e non tante di tipo nazionalista, alla depressione globale di allora. Il summit fallì per l'eccesso di interessi nazionali divergenti. Probabilmente quello del 2009 non fallirà perché tutti i governi hanno interesse a lanciare messaggi di ottimismo e di collaborazione. Ma certamente, fuori dalla retorica dei comunicati, non produrrà risultati significativi in termini di coordinamento globale. Tuttavia, potrà limitare le reazioni protezionistiche alla crisi attuate dalle singoli nazioni. Va ricordato, infatti, che la Grande depressione degli Anni '30 non fu causata dal crollo borsistico del 1929, ma dal tipo di reazione: restrizione della liquidità invece che sua espansione, aumento delle tasse (in America) invece che riduzione e, soprattutto, barriere protezionistiche al commercio internazionale che lo ridussero ai minimi facendo collassare le esportazioni di tutti. Il massimo fattibile dal G20 sarà il ridurre questo pericolo. Ma dove dobbiamo guardare, allora, per capire chi sta producendo soluzioni attive? Dobbiamo osservare il G2 sino - americano. Il mercato globale non è rotondo, ma piramidale. Al vertice c'è l'America che regge con la sua capacità di importazione le esportazioni da tutte le economie nazionali, in particolare di quella cinese. Il modello di sviluppo cinese dipende dall'alto volume di esportazioni. Per questo Pechino reimpiega i dollari guadagnati vendendo beni commerciali per finanziare il debito americano in modo che l'economia statunitense possa restare in continua e forte crescita. Tale sistema economico binario, che costituisce il centro economico del pianeta, è stato in vigore dalla metà degli anni '90 fino a pochi mesi fa. È la vera causa sistemica (indiretta) della crisi finanziaria in quanto la pompa di capitale cinese ha spinto le operazioni a debito in America e globalmente oltre qualsiasi limite di sostenibilità.2

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Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

nazionale pag. 2 Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa Nel settembre 2008 l'America "si è rotta" ed ha smesso di importare. In cinque mesi la Cina ha perso quasi 1/3 del suo export - e circa 40 milioni di posti di lavoro - il Giappone perfino la metà. A sua volta la Cina e gli altri esportatori hanno importato di meno. E così, per effetto catena, l'implosione americana ha causato il crollo della domanda globale, sincronico perché ha ceduto il pilastro del sistema mondiale. La recessione in atto, in sintesi, ha questa natura. L'unica via di uscita è la ripresa dell'America e del suo effetto traino sul resto del mondo perché i modelli economici non possono essere cambiati in poco tempo. Per riuscirci, oltre alla politica monetaria propulsiva attuata dalla Riserva federale, l'Amministrazione Obama ha acceso un enorme debito pubblico stimolativo. Ma la Cina ha segnalato che ha dubbi sul fatto di comprarglielo. Primo, perché Pechino non ha tutti i soldi sufficienti. Secondo, perché teme il crollo del dollaro e l'inflazione. La scorsa settimana, infatti, ha comunicato a sorpresa che vorrebbe nel futuro l'abbandono del dollaro come moneta di riferimento e la sua sostituzione con una moneta bilanciata, cioè un paniere di valute come fu l'Ecu in Europa. Potrebbe essere solo una scaramuccia negoziale. Ma comunque è una frattura del G2 che regge l'economia mondiale. Questo è il punto da tenere sotto osservazione per capire cosa realmente ci succederà nei prossimi mesi.

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Obama all'Europa: Più interventi concreti per i piani di stimolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

nazionale pag. 2 Obama all'Europa: «Più interventi concreti per i piani di stimolo» Domani sera, Barack Obama arriverà a Londra per la prima missione internazionale, centrata sul G20 dedicato alla crisi economica, ma non limitata solo a questo tema. Una missione che dovrà ridisegnare il ruolo degli Usa nel mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con Cina e la Russia. A Londra, mercoledì, Obama incontrerà il presidente russo Medvedev e quello cinese Jintao. Il programma dimostra l'urgenza attribuita dalla Casa Bianca alla realizzazione dell'agenda diplomatica, considerata parte integrante della strategia per risolvere il problema principale: la recessione globale. Nonostante il lavoro dei negoziatori, Obama trova sul tavolo di Londra posizioni contrastanti con i partner Ue sui piani di stimolo. L'Europa vede come priorità per uscire dalla crisi soprattutto le nuove regole di trasparenza e controllo per la finanza internazionale, e la lotta contro i «paradisi fiscali». Obama non è contrario, ma chiede ai partner di partecipare di più allo sforzo economico. Secondo indiscrezioni, smentite ma considerate attendibili, Obama vorrebbe far varare dai Paesi del G20 un pacchetto di stimoli economici per 2mila miliardi di dollari. BERLUSCONI: «SÌ AL VERTICE SUL CLIMA PROPOSTO DAGLI USA». Obama ha proposto un vertice sul clima il 27-28 aprile, per arrivare a conclusioni per il vertice G8 alla Maddalena (8-10 luglio), e dettato le condizioni all'industria dell'auto Usa. Energie rinnovabili, protezione ambientale e lotta ai cambiamenti climatici devono essere i motori della ripresa. I giganti dell'auto devono offrire piani di rilancio coraggiosi e centrati su questi principi. Oltre che sul contenimento dei costi. E l'Italia, presidente di turno del G8, ha accolto la proposta. «Abbiamo dato il nostro via libera affinché si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena», ha dichiaratoil premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al congresso del Pdl in un passaggio sull'ambiente.

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Monsignore? No, don Antonio (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'INCONTRO. Il vescovo emerito di Acerra al villaggio Sereno, ospite del cineteatro per parlare di globalizzazione Monsignore? No, don Antonio di Elisabetta Bentivoglio Ingresso tra gli applausi per monsignor Antonio Riboldi nel cineteatro del villaggio Sereno. Invitato a parlare sul tema della globalizzazione e della solidarietà, il vescovo emerito di Acerra - la cittadina napoletana diventata famosa per il coinvolgimento in fatti camorristici e per il termovalorizzatore recentemente inaugurato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - ha incantato i presenti (un centinaio di persone) raccontando la sua vita di frontiera. Non si preoccupa di uscire fuori dal tema della serata, «tanto gira e rigira, ovunque io vada, qualunque argomento sia chiamato a trattare, io posso solo e sempre parlare di Dio e di quello che grazie a Lui ho fatto nella mia vita», dice. Don Antonio, come lo chiamano i più, porta gli abiti semplici del parroco e non smette di stringere il Cristo che porta al collo: «Ho fatto voto di povertà, non mi serve l'esteriorità di un abito per parlare di Dio», e le sue parole - a dispetto degli 86 anni compiuti il 16 gennaio - sono ancora chiare e forti. Parla di Africa, «il continente che porto sempre nel cuore e ricordo nelle preghiere», delle sue continue guerre civili, della povertà che colpisce il 70 per cento della popolazione africana, dell'Hiv e dei suoi continui nuovi morti. CON LE PAROLE di papa Benedetto XVI in merito all'uso - anzi, non uso - dei preservativi, don Antonio non è d'accordo: «Papa Ratzinger ha molte difficoltà nel rapportarsi con questo tipo di problemi sociali. Lasciarsi andare a certi giudizi quando un intero continente sta ancora combattendo contro il fortissimo contagio dell'Aids vuol dire fermarsi alla morale dei testi teologici senza confrontarsi con la realtà degli umani». Poi monsignor Riboldi torna su un argomento a lui molto caro: alzare la voce, uscire dal coro, parlare quando sarebbe più comodo tacere. E così cominciano i suoi racconti di mafia, di quel prete brianzolo spedito nella Sicilia di Mazara del Vallo, che durante la messa di insediamento si trovò a celebrare l'eucarestia «di fronte a dodici vecchiette: la mafia aveva impedito a tutti di partecipare. In quel momento ho capito che bisognava aver pazienza e aspettare. Dopo dieci anni la Chiesa di Mazara del Vallo era d'esempio per tutta la diocesi trapanese». Come ha fatto? «Usando l'unica arma che conosco: ho guardato negli occhi la gente e aspettato che ricambiassero il mio sguardo; quando hanno cominciato a rialzare, la testa la paura della mafia era ancora nei loro occhi, ma a quel punto di me potevano fidarsi». Il terremoto che il 15 gennaio del 1968 colpì la Valle del Belice rase al suolo anche la chiesa di Mazara. Ma dopo un momento di sconforto nel quale il parroco si rivolse a Dio chiedendo «perché dopo dieci anni di lotte per riportarti in mezzo a questa comunità hai permesso che venisse tutto distrutto?», don Antonio organizzò una spedizione a Roma insieme ai bambini e alle famiglie dei terremotati per chiedere aiuto alle istituzioni. Aiuto concesso, ma monsignor Riboldi doveva partire di nuovo. Questa volta lo aspettava la provincia napoletana di Acerra, insieme alle stesse problematiche che aveva imparato a conoscere in Sicilia. L'unica differenza era nel nome: non più mafia, ma camorra. ANCHE LÌ C'ERA bisogno di urlare, così nel giorno della pastorale, con la chiesa gremita per la celebrazione dei santi patroni San Cuono e Figli, cominciò così la sua omelia: «La Chiesa di Acerra dice no alla camorra». Oggi ad Acerra la camorra c'è ancora, ma la gente, anche grazie alla testimonianza di don Antonio, ha meno paura di parlare. Nelle ultime parole del suo intervento sembra ricordarsi del tema della serata: «La globalizzazione vorrebbe dire portare il progresso in ogni parte del pianeta, in modo che ogni uomo abbia la propria dignità. Per due terzi del mondo le cose non stanno così. Si muore ancora di fame: questa è dignità? La globalizzazione è finita sotto le ceneri della crisi di banche e mercato. Con la crisi economica si stanno riscoprendo valori che si erano dimenticati, ma non lasciate che la fine della crisi dia inizio a una fase di egoismo e cura dell'individualità».

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Recessione nel mondo, la partita tra Cina e Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 30 Marzo 2009 PRIMAPAGINA Pagina 1 L'EDITORIALE Recessione nel mondo, la partita tra Cina e Usa Carlo Pelanda Il G20 - cioè il gruppo di Stati che forma la stragrande maggioranza del Pil mondiale - si riunirà a Londra il prossimo 2 aprile. La scelta della città è un po' sfortunata perché evoca un analogo summit a 66 nazioni lì tenutosi nel 1933 con lo stesso scopo di trovare una soluzione internazionale, e non tante di tipo nazionalista, alla depressione globale di allora. Il summit fallì per l'eccesso di interessi nazionali divergenti. Probabilmente quello del 2009 non fallirà perché tutti i governi hanno interesse a lanciare messaggi di ottimismo e di collaborazione. Ma certamente, fuori dalla retorica dei comunicati, non produrrà risultati significativi in termini di coordinamento globale. Tuttavia, potrà limitare le reazioni protezionistiche alla crisi attuate dalle singoli nazioni. Va ricordato, infatti, che la Grande depressione degli Anni '30 non fu causata dal crollo borsistico del 1929, ma dal tipo di reazione: restrizione della liquidità invece che sua espansione, aumento delle tasse (in America) invece che riduzione e, soprattutto, barriere protezionistiche al commercio internazionale che lo ridussero ai minimi facendo collassare le esportazioni di tutti. Il massimo fattibile dal G20 sarà il ridurre questo pericolo. Ma dove dobbiamo guardare, allora, per capire chi sta producendo soluzioni attive? Dobbiamo osservare il G2 sino - americano. Il mercato globale non è rotondo, ma piramidale. Al vertice c'è l'America che regge con la sua capacità di importazione le esportazioni da tutte le economie nazionali, in particolare di quella cinese. Il modello di sviluppo cinese dipende dall'alto volume di esportazioni. Per questo Pechino reimpiega i dollari guadagnati vendendo beni commerciali per finanziare il debito americano in modo che l'economia statunitense possa restare in continua e forte crescita. Tale sistema economico binario, che costituisce il centro economico del pianeta, è stato in vigore dalla metà degli anni '90 fino a pochi mesi fa. È la vera causa sistemica (indiretta) della crisi finanziaria in quanto la pompa di capitale cinese ha spinto le operazioni a debito in America e globalmente oltre qualsiasi limite di sostenibilità.2  

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Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 30 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 2 Recessione nel mondo, partita tra Cina e Usa Nel settembre 2008 l'America "si è rotta" ed ha smesso di importare. In cinque mesi la Cina ha perso quasi 1/3 del suo export - e circa 40 milioni di posti di lavoro - il Giappone perfino la metà. A sua volta la Cina e gli altri esportatori hanno importato di meno. E così, per effetto catena, l'implosione americana ha causato il crollo della domanda globale, sincronico perché ha ceduto il pilastro del sistema mondiale. La recessione in atto, in sintesi, ha questa natura. L'unica via di uscita è la ripresa dell'America e del suo effetto traino sul resto del mondo perché i modelli economici non possono essere cambiati in poco tempo. Per riuscirci, oltre alla politica monetaria propulsiva attuata dalla Riserva federale, l'Amministrazione Obama ha acceso un enorme debito pubblico stimolativo. Ma la Cina ha segnalato che ha dubbi sul fatto di comprarglielo. Primo, perché Pechino non ha tutti i soldi sufficienti. Secondo, perché teme il crollo del dollaro e l'inflazione. La scorsa settimana, infatti, ha comunicato a sorpresa che vorrebbe nel futuro l'abbandono del dollaro come moneta di riferimento e la sua sostituzione con una moneta bilanciata, cioè un paniere di valute come fu l'Ecu in Europa. Potrebbe essere solo una scaramuccia negoziale. Ma comunque è una frattura del G2 che regge l'economia mondiale. Questo è il punto da tenere sotto osservazione per capire cosa realmente ci succederà nei prossimi mesi.  

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Obama all'Europa: Più interventi concreti per i piani di stimolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 30 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 2 Obama all'Europa: «Più interventi concreti per i piani di stimolo» Domani sera, Barack Obama arriverà a Londra per la prima missione internazionale, centrata sul G20 dedicato alla crisi economica, ma non limitata solo a questo tema. Una missione che dovrà ridisegnare il ruolo degli Usa nel mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con Cina e la Russia. A Londra, mercoledì, Obama incontrerà il presidente russo Medvedev e quello cinese Jintao. Il programma dimostra l'urgenza attribuita dalla Casa Bianca alla realizzazione dell'agenda diplomatica, considerata parte integrante della strategia per risolvere il problema principale: la recessione globale. Nonostante il lavoro dei negoziatori, Obama trova sul tavolo di Londra posizioni contrastanti con i partner Ue sui piani di stimolo. L'Europa vede come priorità per uscire dalla crisi soprattutto le nuove regole di trasparenza e controllo per la finanza internazionale, e la lotta contro i «paradisi fiscali». Obama non è contrario, ma chiede ai partner di partecipare di più allo sforzo economico. Secondo indiscrezioni, smentite ma considerate attendibili, Obama vorrebbe far varare dai Paesi del G20 un pacchetto di stimoli economici per 2mila miliardi di dollari. BERLUSCONI: «SÌ AL VERTICE SUL CLIMA PROPOSTO DAGLI USA». Obama ha proposto un vertice sul clima il 27-28 aprile, per arrivare a conclusioni per il vertice G8 alla Maddalena (8-10 luglio), e dettato le condizioni all'industria dell'auto Usa. Energie rinnovabili, protezione ambientale e lotta ai cambiamenti climatici devono essere i motori della ripresa. I giganti dell'auto devono offrire piani di rilancio coraggiosi e centrati su questi principi. Oltre che sul contenimento dei costi. E l'Italia, presidente di turno del G8, ha accolto la proposta. «Abbiamo dato il nostro via libera affinché si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena», ha dichiaratoil premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al congresso del Pdl in un passaggio sull'ambiente.  

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Una storia di successo lunga 43 anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 30 Marzo 2009 INSERTI Pagina 71 DAL 1967 AD OGGI. La rassegna vinicola è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito l'evoluzione del sistema vinicolo nazionale ed internazionale Una storia di successo lunga 43 anni Settembre 1967: si svolgono nel palazzo della Gran Guardia le «Giornate del vino italiano» Vinitaly è la manifestazione che più d'ogni altra ha scandito l'evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale ed internazionale, contribuendo a fare del vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario. 1967: il 22 e il 23 settembre si svolgono nel palazzo della Gran Guardia le Giornate del Vino Italiano. È l'atto di nascita ufficiale di Vinitaly. 1969: nella terza edizione delle Giornate del Vino Italiano, accanto all'attività convegnistica, 130 case vinicole espongono i loro prodotti. 1971: la manifestazione diventa Vinitaly - Salone delle Attività Vitivinicole, una vera e propria rassegna mercantile. Organizzata da Agriturist e guidata da Mario Soldati, si svolge l'asta dei vini pregiati. 1978: Vinitaly ottiene la qualifica di "internazionale" ed apre le porte alla partecipazione di aziende estere. 1980: Vinitaly cambia data e d'ora in poi si svolge ad aprile. 1987: all'interno di Vinitaly nasce il primo Salone dell'Oliva. 1988: il Salone dell'Oliva diventa SOL. Nasce anche Distilla, il Salone della Grappa, del Brandy e dei Distillati. 1992: nasce il Concorso Enologico Internazionale che, giunto alla 16a edizione, è divenuto il più selettivo e partecipato al mondo con una media di 90 medaglie assegnate su oltre 3.500 vini da più di 30 Paesi. 1995: Vinitaly assorbe Distilla ed assume la denominazione Vinitaly - Salone Internazionale del Vino e dei Distillati. 1996: nasce l'International Packaging Competition, per premiare il miglior abbigliaggio del vino. 1998: l'internazionalità di Vinitaly è confermata e rilanciata dalla scelta di Veronafiere, nel centenario di attività, di andare in Cina, a Shanghai, con China Wine, un'esperienza positiva che si ripeterà gli anni seguenti. 2002: a giugno Veronafiere porta Vino&Olio a Singapore. 2003: dopo una prima esperienza nel 2002, la rassegna "conquista" anche l'America con Vinitaly US Tour a Chicago e San Francisco, e partecipa ad IFOWS, l'Italian Food and Wine Show di Mumbay, in India. 2004: il marchio Vinitaly viene speso direttamente, per la prima volta, dopo sei anni di presenza, in Cina e, novità assoluta, in Russia. Prosegue il Vinitaly US Tour con Miami e San Francisco. 2005: è potenziata la fase di internazionalizzazione del marchio a servizio del sistema vinicolo nazionale. Nuove "manovre" in India con Ifows per preparare il terreno alla prima edizione vera e propria di Vinitaly India. 2006: Vinitaly raggiunge la piena maturità, i quarant'anni. Presenta due nuovi padiglioni espositivi (10 e 11) e amplia la presenza sui mercati esteri grazie a Vinitaly Japan, in novembre a Tokyo, alla prima edizione con il marchio Vinitaly in India, a Mumbay e New Delhi, alla terza in Russia con la novità di San Pietroburgo insieme alla consolidata Mosca, a Vinitaly US Tour (a Chicago, Los Angeles e Las Vegas) e a Vinitaly China a Shanghai (Cina). 2007: dopo il matching on-line sul sito www.vinitaly.com sperimentato con successo negli anni precedenti, Vinitaly lancia "Taste Italy", una nuova iniziativa di incontro tra domanda e offerta. Qui le migliori aziende italiane presentano a 5.000 tra operatori esteri e stampa specializzata, attraverso un innovativo sistema di dispenser, il "top product" e il "new product" dell'anno. Vinitaly 2007 vede la nascita di Genius Vini, un sistema integrato a servizio delle aziende, frutto del consorzio tra Veronafiere, Federvini e Uiv. Tra gli obiettivi, individuare nuovi mercati di sbocco e la promozione del prodotto italiano. 2008: viene lanciato "Passionate Business", che rappresenta la sintesi della filosofia operativa di Veronafiere: passione per il vino e concretezza degli affari. Il salone del vino più grande del mondo consolida la sua leadership internazionale forte di un'area espositiva di oltre 89 mila metri quadrati netti completamente occupati da circa 4.300 espositori provenienti da oltre 30 Paesi e visitatori in arrivo da 110. Vinitaly World Tour festeggia i 10 anni ripartendo dall'India a gennaio. A febbraio è la volta di Vinitaly US Tour, che viene sdoppiata per una prima trasferta a Miami e a Palm Beach. In giugno nuova tappa in Russia, mentre a ottobre Vinitaly è di nuovo negli Usa a Chicago, a New York e per la prima volta nella capitale Washington. Il calendario all'estero si completa in novembre con il Giappone.  

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obama alla conquista dell'europa (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20 a Londra, incontri Nato e Ue. Italia, ok al forum sul clima Obama alla conquista dell'Europa Agenda ambiziosa ma molti dubbi sui risultati del presidente Usa WASHINGTON. La "Nuova America" di Barack Obama sbarca in Europa per affrontare il primo test internazionale. Con tre vertici nel giro di cinque giorni - conferenza G20 a Londra, riunione Nato a Strasburgo e vertice Usa-Ue a Praga -, con incontri con oltre 40 leader mondiali, con una raffica di bilaterali (compresi i primi faccia a faccia con i presidenti di Russia e Cina), con due discorsi importanti sui rapporti transatlantici (in Francia) e sulla proliferazione nucleare (nella Repubblica Ceca), l'agenda del primo viaggio oltreoceano di Obama appare molto ambiziosa. Ma alla Casa Bianca non si nasconde il timore che la stessa Europa che aveva riservato un anno fa accoglienze da rockstar al carismatico candidato alla presidenza Usa possa dare questa volta un benvenuto meno entusiasta al nuovo inquilino dello Studio Ovale. Alle proteste già previste a Londra e Strasburgo dei pacifisti contrari all'inasprimento Usa della guerra in Afghanistan, si accompagneranno le perplessità dei leader europei sollecitati da Obama ad accogliere i detenuti di Guantanamo, a imitare la ricetta Usa di poderosi pacchetti di stimolo, ad aumentare il contributo (militare e civile) alle operazioni in Afghanistan. Scopo dichiarato della visita di Obama, che in otto giorni toccherà cinque Paesi, è quello di cominciare «a ripristinare il prestigio dell'America nel mondo» gravemente scosso durante gli otto anni di amministrazione Bush, fanno sapere i funzionari della Casa Bianca. Tanto per cominciare, Obama avrà un atteggiamento diverso: è pronto ad ascoltare e a considerare le opinioni e le idee dei suoi interlocutori e intende «guidare con l'esempio», soprattutto per quanto riguarda le iniziative per fronteggiare la crisi economica. Inoltre Barack Obama ha già corretto, in poco più di due mesi di presidenza, molte delle politiche di George W. Bush che erano il bersaglio delle critiche degli altri Paesi: ha ordinato la chiusura di Guantanamo, ha annunciato il calendario del ritiro delle truppe americane in Iraq, ha sposato la causa della lotta al cambiamento del clima, ha teso la mano all'Iran, ha annunciato una nuova strategia per l'Afghanistan e il Pakistan. Ma la "Nuova America", nell'atteggiamento e nella linea politica, che il presidente Obama presenta all'Europa in questo suo primo viaggio oltreoceano è anche un'America gravemente indebolita dalla crisi finanziaria. «Sono tempi difficili: c'è rabbia nel mondo verso l'America ritenuta responsabile di essere l'origine di questa crisi», ammette il senatore democratico John Kerry. E' una crisi che ha provocato un ripensamento del modello americano finora presentato come il migliore esistente con la sua enfasi sulla libertà dei mercati e sulla deregulation (cioè il fattore all'origine della crisi). Intanto l'Italia, presidente di turno del G8, ha accolto la proposta del presidente americano di organizzare un forum sull'energia e sui cambiamenti climatici a margine del vertice che si terrà a luglio in Sardegna. «Abbiamo dato il nostro via libera affinchè si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena», ha detto il premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al congresso del Pdl in un passaggio sull'ambiente. Ieri era trapelato che l'inquilino della Casa Bianca aveva inviato una lettera al premier Silvio Berlusconi nella quale si chiede l'aiuto dell'Italia per riattivare il "Major economies Forum" sull'energia ed i cambiamenti climatici.

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Berlusconi-Confindustria? Un modello vecchia Italia (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Berlusconi-Confindustria? Un modello vecchia Italia» Da un imprenditore del Nord Est la critica alle politiche dell'imprenditore-premier: manca a lui (ma anche a Marcegaglia) una visione globale, all'altezza delle sfide di oggi TONI JOP E cco, c'è Marcegaglia, e cioè la Confindustria italiana, che provoca Berlusconi e dice: sgancia i soldi, ché qui si soffre. Il premier replica che, come no, è già stato fatto tanto e altro si farà. Nebbia attorno a questa bella coppia che pareva inossidabile per coincidenza di interessi, colpa della crisi che corrode anche gli affetti e ciascuno deve fare la sua parte. Il sistema Italia annaspa. Non si salva nemmeno il Nord-Est, fino a ieri tappeto volante del paradigma imprenditoriale a venire; oggi molto meno, se è vero che a sorpresa, secondo indagini accreditate, il primo problema nelle coscienze di quel triangolo socio-industriale è oggi l'occupazione, o la disoccupazione. La questione degli immigrati è slittata in coda alla classifica delle priorità. Però è strano: Berlusconi è un imprenditore, Marcegaglia anche, come può un imprenditore scontentare i suoi simili? Eppure è avvenuto, sta accadendo. Chiediamo lumi a un imprenditore del Nord-Est, Massimo Losio, Presidente Technogel Abbiamo capito male oppure ci sono motivi reali nel lamento della Confindustria? «Scusi, ma la domanda arriva un po' tardi. Rispondevo poco tempo fa all'onorevole Massimo D'Alema accomodato proprio sul divano dove ora sta seduto lei. Le ripeto quello che ho detto a loro: come faccio a non vergognarmi quando sono all'estero e i miei interlocutori mi ricordano (spesso) che il nostro Presidente del Consiglio è stato definito "unfit a governare" dal più autorevole giornale liberale (l'Economist)? C'è chi vorrebbe sapere da me com'è che ci siamo scelti un'altra volta questo leader. Io spiego, in parte mentendo credo, che c'è stato un problema di comunicazione. Uso una pista consigliata dall'amor di patria, pudore. Rispetto Berlusconi come imprenditore che ha fondato un'impresa di grande successo, ma non mi riconosco nel suo modello di impresa: troppo legato ad un mercato "amministrato", troppo nazionale. E poi io penso che fare l'imprenditore sia un vero lavoro, diverso dal lavoro del politico. E non è così facile passare da un campo all'altro, ci vuole comunque della scuola. E vuole sapere cosa penso fino in fondo?» Certo, si accomodi... «Non penso granché diversamente nemmeno della nostra Confindustria. Ciascuno dei due è interprete di un sistema Italia privo di una visione globale all'altezza delle sfide di oggi. Vede, si fa un gran dire delle capacità nascoste degli italiani, quelle che quando meno te lo aspetti vengono fuori e ti aiutano a trovare strade, vie di uscita dove e quando non se ne vedono. Non condivido questa illusione...». Vuol dire che questa volta non ce la facciamo, com'è invece successo nel dopoguerra? «Voglio dire che rispetto ad allora il paese non dispone di una cassaforte etica in grado di alimentare il coraggio imprenditoriale e la fondatezza delle sue intuizioni. Senza etica non si va da nessuna parte, a dispetto delle false mitologie popolari, men che meno nel campo dell'imprenditoria...». Fa piacere sentir parlar così, pare un'eco di Adriano Olivetti, roba fuori mercato oggi in Italia. Insomma significa che il governo Berlusconi non ha fatto abbastanza per l'impresa? «Non ha fatto perché non può farlo, non è nella sua cultura capire che cosa sta accadendo con la globalizzazione». L'aveva capito, almeno, il governo precedente? «Se lei crede che l'Irap sia la testimonianza di questa comprensione... Visco ha deciso di punire chiunque abbia dei dipendenti in Italia. Bella mossa. Una mano a tutti quelli che hanno svuotato le produzioni in casa e le hanno appaltate all'estero, importando disoccupazione». Scusi, ma lei come si comporta nel mercato del lavoro? «Oltre all'Italia, produciamo in Brasile, Gran Bretagna e in Germania e Stati Uniti. Il business più grande è sempre la sella per bicicletta ma operiamo anche, con crescente soddisfazione, in altri settori basati su un materiale hi-tech di cui deteniamo i diritti di sfruttamento. Non abbiamo mai de localizzato produzioni Italiane, semmai, come in Cina, abbiamo esportato know-how, lo stiamo facendo. Abbiamo un migliaio di dipendenti, sentiamo anche noi il morso della crisi. Ma so che dai miei lavoratori dipende tutto, dalla loro intelligenza, dalla loro serietà, dalla qualità della loro vita. L'altro giorno sono stato costretto a dir loro che per alcuni ci sarebbe stata la cassa integrazione, un colpo durissimo ma calcolato, sapevo che cosa fare, che sarebbe durata quei mesi e non di più. Qualcuno di loro mi ha detto: io non ce la faccio col mutuo, gli ho risposto che l'azienda avrebbe anticipato i soldi, che non dovevano disperare». E va bene: bravi imprenditori umani con i dipendenti si trovano ancora, ma poi non pagano le tasse. E mentre non le pagano sostengono che hanno scelto un'opzione militante... «Senta, non mi faccia fare la parte odiosa del primo della classe, ma io le tasse le pago, le paghiamo come impresa. È finita da un pezzo l'epoca della cosmesi di bilancio; noi abbiamo deciso che la nostra strada doveva essere un'altra e l'abbiamo abbracciata. Venga chi vuole a spulciare i nostri bilanci: paghiamo tutto fino all'ultimo euro, forse siamo noi che infrangiamo una legge non scritta, in Italia». Mi perdoni, ma pare che nessuno l'abbia scritta neanche nel Nord-Est... «Ancora con questo Nord-Est, lo vogliamo capire che non esiste il Nord-Est? Vogliamo capire che esiste un mercato globale ormai? Il cosiddetto modellino della "partita Iva" non tiene la crisi, non credo che la terrà. Cosa vuole che facciano micro aziende da 12 addetti, senza tecnologie, con una visione imprenditoriale debole e prive di accesso ai network globalizzati, con lo sguardo basso sui loro piedi, di fronte alla tempesta di oggi? Staremo a vedere che fine farà tanta retorica sui modelli, e non ci sarà assistenza in grado di dar loro una mano. Men che meno la cultura del Presidente del Consiglio e quella della Confindustria». Mi aiuta a capire a cosa si riferisce quando parla della insufficienza di quelle culture? «Provo a risponderle con un piccolo breviario di storia recente dell'imprenditoria italiana. Si è mai chiesto perché quando alcuni imprenditori Italiani cercano di fare acquisizioni all'estero vengono ricacciati indietro? Abbiamo un indice di tolleranza verso risorse umane di altri paesi bassissimo: culture diverse assieme creano contrasti che portano alla creatività se ben gestiti vedi gli Usa che è la nazione con l'indice di tolleranza più alto al mondo. Abbiamo uno stile di approccio alle altre realtà poco rispettoso, poco disposto a capire gli altri, ci portiamo appresso un bel po' di arroganza, se abbiamo i soldi in tasca chi può fermarci? Infatti, ci fermano. La globalizzazione, anche in questo caso, pretende un'etica che al momento sembra molto lontana da noi. E intanto, come accade in questi giorni, mentre precipitano le esportazioni torniamo a lagnarci ripiegandoci sul sistemino Italia, la mamma che non può deluderci...». Ci sarà bene qualche imprenditore che non segue questa pista... «Come no. Ma non ne conosco molti, e così la stragrande maggioranza degli italiani, però Leonardo Del Vecchio, il fondatore di Luxottica, mi sembra tra questi, infatti è global da un bel pezzo. Altri invece mi hanno deluso quando sono passati dalle loro formidabili intuizioni di marketing degli anni '60 e '70 alla gestione di posizioni di rendita nel settore delle utilities e degli ex(per modo di dire) monopoli. Le pare che abbiamo in Italia una classe imprenditoriale capace di tenere il passo con la globalizzazione e con il bisogno che impone di abbassare le arie e mettersi in discussione per imparare altri linguaggi? Come dicevo all'inizio, bisogna ripartire dalla scuola, dalla ricerca. E, soprattutto deve finire questo clima di slogan semplicistici e di contrapposizioni da bar sport o peggio da stadio; ci vuole più condivisione per affrontare il futuro e le sfide poste dalla globalizzazione». Intervista a Massimo Losio

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E cco, c'è Marcegaglia, e cioè la Confindustria italiana, che provoca Berlusconi e di... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

E cco, c'è Marcegaglia, e cioè la Confindustria italiana, che provoca Berlusconi e dice: sgancia i soldi, ché qui si soffre. Il premier replica che, come no, è già stato fatto tanto e altro si farà. Nebbia attorno a questa bella coppia che pareva inossidabile per coincidenza di interessi, colpa della crisi che corrode anche gli affetti e ciascuno deve fare la sua parte. Il sistema Italia annaspa. Non si salva nemmeno il Nord-Est, fino a ieri tappeto volante del paradigma imprenditoriale a venire; oggi molto meno, se è vero che a sorpresa, secondo indagini accreditate, il primo problema nelle coscienze di quel triangolo socio-industriale è oggi l'occupazione, o la disoccupazione. La questione degli immigrati è slittata in coda alla classifica delle priorità. Però è strano: Berlusconi è un imprenditore, Marcegaglia anche, come può un imprenditore scontentare i suoi simili? Eppure è avvenuto, sta accadendo. Chiediamo lumi a un imprenditore del Nord-Est, Massimo Losio, Presidente Technogel Abbiamo capito male oppure ci sono motivi reali nel lamento della Confindustria? «Scusi, ma la domanda arriva un po' tardi. Rispondevo poco tempo fa all'onorevole Massimo D'Alema accomodato proprio sul divano dove ora sta seduto lei. Le ripeto quello che ho detto a loro: come faccio a non vergognarmi quando sono all'estero e i miei interlocutori mi ricordano (spesso) che il nostro Presidente del Consiglio è stato definito "unfit a governare" dal più autorevole giornale liberale (l'Economist)? C'è chi vorrebbe sapere da me com'è che ci siamo scelti un'altra volta questo leader. Io spiego, in parte mentendo credo, che c'è stato un problema di comunicazione. Uso una pista consigliata dall'amor di patria, pudore. Rispetto Berlusconi come imprenditore che ha fondato un'impresa di grande successo, ma non mi riconosco nel suo modello di impresa: troppo legato ad un mercato "amministrato", troppo nazionale. E poi io penso che fare l'imprenditore sia un vero lavoro, diverso dal lavoro del politico. E non è così facile passare da un campo all'altro, ci vuole comunque della scuola. E vuole sapere cosa penso fino in fondo?» Certo, si accomodi... «Non penso granché diversamente nemmeno della nostra Confindustria. Ciascuno dei due è interprete di un sistema Italia privo di una visione globale all'altezza delle sfide di oggi. Vede, si fa un gran dire delle capacità nascoste degli italiani, quelle che quando meno te lo aspetti vengono fuori e ti aiutano a trovare strade, vie di uscita dove e quando non se ne vedono. Non condivido questa illusione...». Vuol dire che questa volta non ce la facciamo, com'è invece successo nel dopoguerra? «Voglio dire che rispetto ad allora il paese non dispone di una cassaforte etica in grado di alimentare il coraggio imprenditoriale e la fondatezza delle sue intuizioni. Senza etica non si va da nessuna parte, a dispetto delle false mitologie popolari, men che meno nel campo dell'imprenditoria...». Fa piacere sentir parlar così, pare un'eco di Adriano Olivetti, roba fuori mercato oggi in Italia. Insomma significa che il governo Berlusconi non ha fatto abbastanza per l'impresa? «Non ha fatto perché non può farlo, non è nella sua cultura capire che cosa sta accadendo con la globalizzazione». L'aveva capito, almeno, il governo precedente? «Se lei crede che l'Irap sia la testimonianza di questa comprensione... Visco ha deciso di punire chiunque abbia dei dipendenti in Italia. Bella mossa. Una mano a tutti quelli che hanno svuotato le produzioni in casa e le hanno appaltate all'estero, importando disoccupazione». Scusi, ma lei come si comporta nel mercato del lavoro? «Oltre all'Italia, produciamo in Brasile, Gran Bretagna e in Germania e Stati Uniti. Il business più grande è sempre la sella per bicicletta ma operiamo anche, con crescente soddisfazione, in altri settori basati su un materiale hi-tech di cui deteniamo i diritti di sfruttamento. Non abbiamo mai de localizzato produzioni Italiane, semmai, come in Cina, abbiamo esportato know-how, lo stiamo facendo. Abbiamo un migliaio di dipendenti, sentiamo anche noi il morso della crisi. Ma so che dai miei lavoratori dipende tutto, dalla loro intelligenza, dalla loro serietà, dalla qualità della loro vita. L'altro giorno sono stato costretto a dir loro che per alcuni ci sarebbe stata la cassa integrazione, un colpo durissimo ma calcolato, sapevo che cosa fare, che sarebbe durata quei mesi e non di più. Qualcuno di loro mi ha detto: io non ce la faccio col mutuo, gli ho risposto che l'azienda avrebbe anticipato i soldi, che non dovevano disperare». E va bene: bravi imprenditori umani con i dipendenti si trovano ancora, ma poi non pagano le tasse. E mentre non le pagano sostengono che hanno scelto un'opzione militante... «Senta, non mi faccia fare la parte odiosa del primo della classe, ma io le tasse le pago, le paghiamo come impresa. È finita da un pezzo l'epoca della cosmesi di bilancio; noi abbiamo deciso che la nostra strada doveva essere un'altra e l'abbiamo abbracciata. Venga chi vuole a spulciare i nostri bilanci: paghiamo tutto fino all'ultimo euro, forse siamo noi che infrangiamo una legge non scritta, in Italia». Mi perdoni, ma pare che nessuno l'abbia scritta neanche nel Nord-Est... «Ancora con questo Nord-Est, lo vogliamo capire che non esiste il Nord-Est? Vogliamo capire che esiste un mercato globale ormai? Il cosiddetto modellino della "partita Iva" non tiene la crisi, non credo che la terrà. Cosa vuole che facciano micro aziende da 12 addetti, senza tecnologie, con una visione imprenditoriale debole e prive di accesso ai network globalizzati, con lo sguardo basso sui loro piedi, di fronte alla tempesta di oggi? Staremo a vedere che fine farà tanta retorica sui modelli, e non ci sarà assistenza in grado di dar loro una mano. Men che meno la cultura del Presidente del Consiglio e quella della Confindustria». Mi aiuta a capire a cosa si riferisce quando parla della insufficienza di quelle culture? «Provo a risponderle con un piccolo breviario di storia recente dell'imprenditoria italiana. Si è mai chiesto perché quando alcuni imprenditori Italiani cercano di fare acquisizioni all'estero vengono ricacciati indietro? Abbiamo un indice di tolleranza verso risorse umane di altri paesi bassissimo: culture diverse assieme creano contrasti che portano alla creatività se ben gestiti vedi gli Usa che è la nazione con l'indice di tolleranza più alto al mondo. Abbiamo uno stile di approccio alle altre realtà poco rispettoso, poco disposto a capire gli altri, ci portiamo appresso un bel po' di arroganza, se abbiamo i soldi in tasca chi può fermarci? Infatti, ci fermano. La globalizzazione, anche in questo caso, pretende un'etica che al momento sembra molto lontana da noi. E intanto, come accade in questi giorni, mentre precipitano le esportazioni torniamo a lagnarci ripiegandoci sul sistemino Italia, la mamma che non può deluderci...». Ci sarà bene qualche imprenditore che non segue questa pista... «Come no. Ma non ne conosco molti, e così la stragrande maggioranza degli italiani, però Leonardo Del Vecchio, il fondatore di Luxottica, mi sembra tra questi, infatti è global da un bel pezzo. Altri invece mi hanno deluso quando sono passati dalle loro formidabili intuizioni di marketing degli anni '60 e '70 alla gestione di posizioni di rendita nel settore delle utilities e degli ex(per modo di dire) monopoli. Le pare che abbiamo in Italia una classe imprenditoriale capace di tenere il passo con la globalizzazione e con il bisogno che impone di abbassare le arie e mettersi in discussione per imparare altri linguaggi? Come dicevo all'inizio, bisogna ripartire dalla scuola, dalla ricerca. E, soprattutto deve finire questo clima di slogan semplicistici e di contrapposizioni da bar sport o peggio da stadio; ci vuole più condivisione per affrontare il futuro e le sfide poste dalla globalizzazione».

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Si produce di meno Ma si beve di più (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 30 Marzo 2009 INSERTI Pagina 61 Si produce di meno Ma si beve di più Le stime dell'Oiv collocano la produzione 2008 a un livello provvisorio di 266,9 milioni di hl, in linea con il 2007. Questo sarebbe il risultato dell'ennesima scarsa campagna produttiva nell'Ue, in riduzione dell'1% rispetto al 2007 per una previsione media di poco superiore a 160 milioni di hl. In crescita invece gli altri importanti Paesi produttori, con circa 71 milioni di hl, in aumento di 2 milioni di hl rispetto al 2007, ma sostanzialmente in linea con il 2006. Questo dato verrà probabilmente rivisto al ribasso, perché inizialmente era previsto in Australia un raccolto sui livelli del 2006, dopo la debacle del 2007 causata dalla siccità. A determinare il negativo risultato europeo soprattutto la Francia, la cui vendemmia ha portato a una produzione stimata al di sotto dei 43 milioni di hl, con un calo di 2,85 milioni di hl. Consumi mondiali. Malgrado il momento contingente, prosegue l'espansione globale dei consumi al ritmo di 1,9 milioni di hl l'anno. Nel 2008 questi si sarebbero attestati tra 240,1 e 246,9 milioni di hl, con un avanzo di circa 23,4 milioni di hl, destinato in parte a coprire i fabbisogni dell'industria per la produzione di acqueviti di vino, aceti, ecc., stimabili in circa 35 milioni di hl l'anno. In progressiva riduzione il consumo di vini nell'UE a 15, mentre al di fuori di quest'area si osserva una progresso sostenuto negli USA (il cui mercato interno continua ad avvicinarsi a quello dell'Italia per dimensione) e in Oceania. Trainanti anche nuovi Paesi consumatori come Cina, Tailandia e Russia, ma tra i mercati emergenti grandi potenzialità sono riconosciute anche a Brasile, India e Cina. Scambi mondiali. L'export mondiale di vini nel 2007 è stato pari a 91,3 milioni di hl, con un progresso dell' 8,4% sul 2006. In attesa dei dati globali del 2008 si possono già ricordare i problemi emersi nella prima parte dell'anno dovuti alla debolezza del dollaro rispetto all'euro, che ha penalizzato i principali esportatori comunitari. Gli scambi del 2007 hanno rappresentato quasi il 38% del consumo mondiale, contro il 18% dei primi anni '80 e il 35% del 2006. L'Italia, rappresenta il 21% dei volumi scambiati, seguita da Francia e Spagna con circa il 17% ciascuna, anche se nel 2008 la posizione spagnola è migliorata rispetto a quella francese. I Paesi dell'emisfero sud e gli Usa continuano a progredire, raggiungendo il 28% degli scambi nel 2007 (26,6% nel 2006 e 25,3% nel 2005) e dimostrando grande capacità competitiva, frutto di un insieme di fattori che rendono tutta la filiera particolarmente efficiente. L'export dell'Italia. Nel 2008 l'export italiano ha registrato la prima battuta d'arresto in termini quantitativi dopo anni di importante crescita, attestandosi a circa 18 milioni di hl (-7% sul 2007).  

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Obama l'europeo si gioca tutto in una settimana (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 13 del 2009-03-30 pagina 16 Obama l'europeo si gioca tutto in una settimana di Marcello Foa Il presidente americano sbarca domani nel Vecchio Continente. Affronterà G20, vertici con la Nato e la Ue, i primi faccia a faccia con Russia e Cina. Ma le premesse non sembrano incoraggianti: su crisi economica e Afghanistan rischia di tornare a mani vuote Quando arrivò in Europa nel luglio scorso, Barack Obama venne accolto da una folla oceanica a Berlino, mentre i leader dei grandi Paesi sgomitavano per farsi ritrarre al suo fianco. Era l'uomo della speranza, della fiducia, di un'America che, nonostante la presidenza Bush, era ancora considerata la potenza di riferimento. Ma Wall Street non era ancora crollata. Domani Obama tornerà in Europa con un programma molto intenso: sbarcherà a Londra per il G20 e per l'incontro con il presidente russo Medvedev, giovedì sarà a Strasburgo al vertice della Nato e al summit con la Merkel e Sarkozy, venerdì andrà a Praga dove è in programma la riunione euro-americana, sabato effettuerà la prima visita in un grande Paese musulmano, ovvero la Turchia. La sua popolarità è ancora altissima e tutti i leader, non solo europei, lo accoglieranno festosi. Il successo di immagine è assicurato e sarà amplificato da un incontro a Praga con i giovani della Repubblica ceca e in collegamento video con i giovani di tutto il mondo. Eppure politicamente il viaggio di Obama rischia di passare alla storia come uno dei più grandi insuccessi della diplomazia o, più probabilmente, come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Un'America che, svanita l'arroganza dei neoconservatori, «viene ad ascoltare», come ha riconosciuto il portavoce presidenziale Robert Gibbs e che non potendo più di dar lezioni conta «di continuare a guidare attraverso l'esempio». Un'America contrita, umile, quasi supplicante, che dà l'impressione di essere disposta a far la pace con chiunque in cambio del riconoscimento della sua importanza. Il nodo è rappresentato dalla crisi finanziaria. Europa, Cina e Russia non hanno ormai dubbi: la responsabilità della crisi mondiale è degli Stati Uniti e di un modello economico che, attraverso la globalizzazione, ha contagiato il mondo, liberando da ogni controllo banche e gruppi finanziari, che hanno assunto un potere enorme, spropositato. E ora devono essere gli Usa a uscire dai guai. Da soli. Il messaggio più forte che verosimilmente emergerà da questo intenso viaggio di Obama è proprio questo. L'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l'amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto. Sabato i consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé. Anche sull'altro dossier importante, l'Afghanistan, Obama tornerà a Washington, quasi certamente, a mani vuote. Il copione è identico. Un paio di mesi fa il presidente Usa ha deciso una nuova offensiva contro i talebani, che comporta l'invio di altri 30mila marines, e per settimane ha sollecitato gli alleati europei a fare altrettanto. Un mese fa ha inviato a Bruxelles il suo vice Joe Biden che, in un summit della Nato, ha usato toni assai bruschi per convincere i Paesi «riottosi». Invano: l'opinione pubblica europea non accetta di mandare altre truppe e, in tempi di crisi, sono pochi i governi disposti a sfidare le piazze. La tendenza, semmai, è al ritiro da Kabul. Ovunque Obama si volti, c'è un problema. Vedrà Medvedev, ma il disgelo con la Russia rischia di essere lento, finché non verrà risolto il problema dello scudo spaziale. Neanche il presidente russo gli darà conforto, perché dire «niet» o «no» o «nein» agli Usa non è più un tabù. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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allarme degli scienziati usa "il 2008 anno da caldo-record" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 11 - Esteri E Berlusconi conferma: "Al G8 discuteremo di global warming" Allarme degli scienziati Usa "Il 2008 anno da caldo-record" ROMA - L´Italia accoglie la proposta di Barack Obama, che vuole organizzare un forum sull´energia e sui cambiamenti climatici. «Abbiamo dato il nostro via libera perché la riunione si tenga durante il G8 alla Maddalena», ha confermato ieri Silvio Berlusconi. Il premier ha parlato di ambiente anche al congresso del Pdl: «Dobbiamo riportare le nostre città al decoro». Sul clima è intervenuto anche Franco Frattini: il G8 a guida italiana «aveva già, tra le grandi priorità, i cambiamenti climatici», ha detto il ministro degli Esteri. Al vertice di luglio alla Maddalena «ci sarà una sessione all´interno del summit e a latere un evento speciale» per rilanciare il "Major Economies Forum". Secondo il titolare della Farnesina l´obiettivo «è arrivare al negoziato di Copenaghen, che si apre a dicembre, con un accordo globale che sia concordato con i Paesi del G8, ma ovviamente con la presenza di Cina e India, due dei grandi attori emettitori di Co2». A sottolineare la necessità di contrastare i cambiamenti climatici è intervenuta anche la Coldiretti, che ricorda come - secondo i dati preliminari della National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense - il 2008 si sia classificato a livello globale all´ottavo posto tra gli anni più caldi degli ultimi due secoli. Anche in Italia l´anno trascorso si è classificato al settimo posto nella classifica dei più caldi dal 1800 ad oggi con il record degli due secoli che rimane assegnato al 2003.

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g20: senza protezionismo ripresa nel 2010 (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 4 - Economia G20: senza protezionismo ripresa nel 2010 Pronto il documento finale. Più poteri a Draghi: frenerà i bonus. Duello Londra-Berlino Il vertice DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - La recessione mondiale finirà entro la fine del 2010, il protezionismo sarà respinto, i paradisi fiscali saranno messi sotto controllo e un´età delle regole e della crescita sostenibile rimpiazzerà quella del rischio e dell´avidità. Sono queste le indicazioni che verranno dal summit del G20, in programma giovedì a Londra, secondo la bozza dell´accordo finale, del cui testo si è procurato una copia il Financial Times, anticipandola immediatamente sul suo sito Internet in un articolo datato Roma (forse la «talpa» era lì). L´espansione delle politiche fiscali già in atto, afferma il comunicato, aumenteranno la produzione mondiale di 2 punti percentuali, creando oltre venti milioni di nuovi posti di lavoro. «Siamo determinati a far ripartire la crescita ora, a resistere al protezionismo e a riformare i nostri mercati e le nostre istituzioni per il futuro, siamo determinati a garantire che questa crisi non si ripeta», dichiarano i leader del Gruppo dei 20 nella bozza d´accordo, esprimendo il loro appoggio a «un´economia mondiale aperta, fondata su principi di mercato, su controlli efficaci e su istituzioni globali forti», per conseguire «una globalizzazione sostenibile con crescente prosperità per tutti». Il comunicato promette inoltre sanzioni contro i paradisi fiscali e una diversa politica di bonus e retribuzioni per i top manager, che premi «le prestazioni effettive». Il compito è affidato al Financial Stability Forum, guidato dal governatore della Banca d´Italia Mario Draghi, che sarà allargato a tutti i membri del G20, rinominandolo Financial Stability Board e affidandogli la supervisione degli hedge fund. I portavoce del primo ministro Gordon Brown, padrone di casa del summit che inizia di fatto mercoledì sera non commentano lo scoop del quotidiano della City. E non è detto che tutti i giochi siano già fatti. Altre voci che circolano a Londra parlano infatti di tensioni persistenti tra la Gran Bretagna e la Germania, accusando il governo di Angela Merkel di fare resistenza a certi aspetti del piano proposto da Brown. Fonti britanniche accusano i tedeschi di avere passato informazioni confidenziali al settimanale Der Spiegel, secondo le quali il G20 si prepara ad approvare un nuovo pacchetto di aiuti all´economia per un trilione di dollari, soltanto per imbarazzare Downing street, che smentisce seccamente la notizia. Sul summit permangono poi incertezze d´altro tipo, legate alle intenzioni del movimenti dei no global di attaccare mercoledì o giovedì qualche obiettivo spettacolare: come la banca d´Inghilterra, la Borsa, le banche della City, considerate il simbolo di un capitalismo avido e sfruttatore. (e. f.)

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Borse, primi segnali di ripresa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-03-29 - pag: 4 autore: Borse, primi segnali di ripresa Dimezzate le perdite del trimestre grazie al rally di metà marzo dei bancari Monica D'Ascenzo MILANO «Le percentuali dei rialzi o dei ribassi in Borsa non danno la direzione». Avvisano gli operatori di mercato di fronte al recupero dei listini delle ultime due settimane. Ma certo i rialzi contribuiscono a migliorare l'umore dei mercati. Gli indici a livello mondiale, nonostante la corsa delle ultime due ottave, restano infatti sotto i livelli di inizio anno ad eccezione dei mercati emergenti (+ 4,17%), supportati da economie che seppur non in corsa come negli anni passati possono contare su stime di crescita rilevanti (per il 2009 Cina a +7,6%, India a +5,5%). Negli Stati Uniti la chiusura di venerdì scorso ( terza settimana positiva consecutiva) ha visto l'S&P 500 con un saldo negativo da inizio anno dell'9,66%nonostante il recupero del 20% dai minimi della prima settimana di marzo, mentre il Nasdaq Composite è tornato in parità. In Asia in leggera perdita da fine 2008 Tokyo (-2,63%), mentre spiccano per i rialzi a due cifre Shanghai (+29,5%), Shenzen (38,9%) e Taipei (+17,5%). L'Europa resta dominata dai segni meno: dove la peggiore è Milano (-16%) nonostante sia la piazza che dai minimi del 9 marzo ha recuperato di più (+29,5%). Francoforte (-12,6%), Londra (-11,2%) e Parigi (-11,7%) segnano comunque flessioni a due cifre. In un contesto in cui i tassi sul mercato interbancario continuano a scendere (Libor a tre mesi all'1,22%, Euribor a tre mesi ha aggiornato il minimo storico all'1,53% dal 2,89% di inizio anno). L'attenzione è concentrata più che sui fondamentali delle società, che sono attesi inevitabilmente in peggioramento nel primo trimestre del 2009, piuttosto sui segnali che vengono dalla macroeconomia. E qualcosa nell'ultima settimana ha fatto sperare di poter presto avere visibilità sulla fine della crisi. I segnali macroeconomici Nell'ultima settimana il recupero dei listini è stato supportato dai segnali provenienti dall'economia statunitense. Se è vero infatti che i sussidi di disoccupazione restano ai massimi storici (d'altra parte la disoccupazione è un indicatore ritardato dell'andamento economico), altri dati hanno alimentato le speranze se non di una svolta almeno di una frenata della contrazione economica. Un primo segnale non più negativo è venuto dalle vendite di case esistenti a febbraio aumentate più di quanto atteso dopo i minimi di gennaio (4,72 milioni, +5,1% mese su mese). Ma c'è di più: per la prima volta in 10 mesi è tornato a crescere l'indice Fhfa che misura i prezzi delle case (+1,7%). Allo stesso tempo i tassi d'interesse bassi hanno dato una spinta alle richieste di mutui salite del 32,2% nella settimana al 20 marzo. Poca cosa dicono gli scettici, ma a questo va sommato il dato degli ordini di beni durevoli positivo dopo sei mesi di contrazione (in febbraio +3,4% m/m e -28,9% a/a) e la spesa per consumi (+0,2% in febbraio dopo il +1% di gennaio). La settimana prossima si avrà maggiore visibilità sulla reale attendibilità di questi primi segnali. è atteso per martedì l'indice Pmi Chicago (che misura la fiducia dei direttori d'acquisto di Chicago): il consensus degli analisti è per un lieve miglioramento a 34,7 da 34,2. Un segno di stabilizzazione è atteso anche dall'indice Ism manifatturiero (a 35,8) mercoledì, mentre la fiducia dei consumatori è prevista in recupero a 28 punti da 25. L'Europa è un capitolo a parte, perchè i riflessi dell'andamento dell'economia statunitense arrivano con sei mesi di ritardo. Anche in questo caso, però, il consensus degli analisti sui dati attesi in settimana vede una complessiva stabilizzazione: l'indice di fiducia dei consumatori è stimato in ripresa a 65,8 da 65,4, mentre l'indice Pmi è previsto invariato a 37,6 punti. Sul fronte occupazione sia negli Stati Uniti sia in Europa i tassi sono previsti in rialzo: a 8,5 da 8,1 nel primo caso e a 8,3 da 8,2 nel secondo. Le banche guidano i listini Le banche hanno tolto e le banche stanno restituendo, commenta qualche operatore di mercato. E d'altra parte i numeri parlano chiaro: l'indice dei finanziari Usa ha guadagnato dai minimi dal 5 marzo il 67,5% (-41,5% da inizio anno), il corrispondente indice europeo dai minimi del 9 marzo ha messo a segno un +42,6% (-13,8% da inizio anno), mentre le banche italiane hanno registrato un +53,5 per cento. Questo non vuol dire che i titoli abbiano recuperato quanto perso: Citigroup al 5 marzo cedeva l'84% da inizio anno, Bank of America il 77%, mentre in Italia Unicredit ha raggiunto un minimo a inizio mese con un -58,5% e Banca Intesa con un -44,8 per cento. Di strada da fare quindi ne rimane, ma il comparto sta guadagnando fiducia dopo la presentazione da parte del Tesoro Usa dei dettagli del piano di acquisto dei titoli tossici e dopo le dichiarazioni positive dei gruppi americani sull'andamento del primo trimestre del 2009. Questo nonostante negli Stati Uniti si continui ad aggiornare la lista delle banche fallite: l'ultima in ordine di tempo è Omni National Bank, la 21esima bancarotta da inizio anno e la 46esima da inizio 2008. Rally in tempo di Orso? La domanda se si tratti di un rally in tempi di mercato dell'Orso o se si tratti di una stabilizzazione rimbalza da un desk all'altro nelle piazze finanziarie. Sono pochi, però, quelli che si sbilanciano. Gli indici, come si accennava, hanno messo a segno recuperi a due cifre dai minimi di inizio marzo: +20,7% S&P 500, +12,15% Stoxx, +12,75% Francoforte, +14,6% Parigi e ben +29,5% Milano. A livello settoriale negli Usa domina il segno meno ad eccezione dei semiconduttori e del comparto costruzioni case. In Europa non si trova invece un settore in positivo. La maglia nera va alle assicurazioni (-24,7%), seguite dalle utilities (-19,4%), dai trasporti (-18,5%)e dall'industria di base (-17,4%). Hanno invece limitato i danni il retail (-1,17%), i petroliferi (-4,33%) e l'automotive (-7,8%). Sul fronte dei risultati del primo trimestre gli analisti hanno rivisto settimana su settimana le previsioni al ribasso: attualmente il consensus indica un calo del 35% circa degli utili per la corporate Usa anno su anno, mentre per l'Europa leattese indicano una flessione dei risultati del 26,3 per cento, secondo le elaborazioni di Thomson Financial Reuters. Quanto queste stime sono già scontate dai valori di mercato? «Il mercato ha già scontato molte brutte notizie. I coraggiosi possono trovare delle opportunità agli attuali livelli » commenta Don Hanna di Goldman Sachs, aggiungendo però: «noi rimarremmo fuori dalla corsa al rally ad oggi. Il momento per essere più aggressivi sarà quando le attese degli economisti indicheranno una svolta ». LA RISCOSSA L'S&P 500 migliora del 20% dai minimi della prima settimana del mese, mentre il Nasdaq torna sui valori di inizio anno

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Obama lancia un summit sul clima (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-03-29 - pag: 6 autore: Ambiente. Il round negoziale tra 16 Paesi inizierà a fine aprile negli Usa: coinvolti Cina, Russia e India Obama lancia un summit sul clima Lettera a Berlusconi: in luglio alla Maddalena l'incontro finale Marco Valsania NEW YORK L'Amministrazione di Barack Obama ha convocato un vertice su energia e clima tra le sedici maggiori potenze mondiali, con la partecipazione anche delle Nazioni Unite, per facilitare un futuro accordo internazionale sulla lotta all'effetto serra.E l'Italia avrà un ruolo cruciale nel facilitare il nuovo round negoziale. Il «Major economies forum on energy and climate » è stato convocato per il 27 e 28 aprile al Dipartimento di Stato a Washington, a livello di rappresentanti dei Governi. Il vertice, ha aggiunto la Casa Bianca, servirà però a mettere a fuoco un appuntamento sul clima ai massimi livelli organizzato in Italia alla Maddalena, al margine del G-8 dell'8-10 luglio. Obama ha scritto al primo ministro Silvio Berlusconi una lettera nella quale si chiede l'aiuto dell'Italia per far decollare il Forum. Berlusconi, fanno sapere fonti governative italiane, ha dato il suo via libera all'appuntamento. Il vertice, che vuole sottolineare la rottura di Obama con il predecessore George W. Bush sull'ambiente, è stato esplicitamente definito ieri sera dalla Casa Bianca, in un comunicato, come un appuntamento preparatorio che culminerà fra poco più di tre mesi in un «Forum a livello di leader delle maggiori economie» ospitato dal primo ministro italiano. L'obiettivo,ha aggiunto l'Amministrazione, è quello di facilitare un dialogo «sincero» tra Paesi sviluppati e nazioni in via di sviluppo, «per generare la leadership politica necessaria a raggiungere un risultato di successo ai negoziati di Copenaghen di dicembre, nell'ambito delle Nazioni Unite, sul cambiamento climatico». Non solo: le trattative serviranno anche, ha continuato la Casa Bianca, «a far avanzare l'esplorazione di iniziative concrete e di jointventure che sappiano aumentare le forniture di energia pulita e tagliare le emissioni di gas che provocano l'effetto serra». Gli invitati da Obama al summit, accanto agli Stati Uniti, sono, nell'ordine dato dall'Amministrazione: Australia, Brasile, Canada, Cina, Unione Europea, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Messico, Russia, Sudafrica, Regno Unito e Danimarca, quest'ultimo Paese presidente della Conferenza Onu di Copenaghen di dicembre. L'iniziativa americana arriva dopo un'aggressiva offensiva sull'energia e sull'ambiente lanciata da Obama nei suoi primi mesi alla Casa Bianca. Il presidente ha trasformato in priorità un'agenda riformatrice anche durante la crisi economica. Nel suo stesso piano di stimolo economico da 787 miliardi di dollari per superare la recessione sono contenuti numerosi provvedimenti a favore di fonti rinnovabili di energia e di riduzioni delle emissioni. Nella sua proposta di budget al Congresso, inoltre, è previsto un sistema di "cap and trade", di compravendita di permessi di inquinamento, che abbia il traguardo di ridurre gli scarichi di anidride carbonica nell'atmosfera. Anche nel dare aiuti all'auto in crisi Obama ha insistito sulle vetture pulite. E alla guida del Dipartimento dell'Energia ha nominato un noto scienziato e ambientalista, Steven Chu. ROTTURA CON L'ERA BUSH La Casa Bianca intende aprire un dialogo «sincero» tra Occidente ed economie in via di sviluppo. L'obiettivo un'intesa Onu a dicembre

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Le economie in surplus si scoprono vulnerabili (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-03-29 - pag: 7 autore: LENTE D'INGRANDIMENTO Il crollo degli scambi globali Le economie in surplus si scoprono vulnerabili di Riccardo Sorrentino U n tempo c'erano regole semplici, o almeno così sembrava. Un deficit con l'estero,l'eccesso di importazioni sulle esportazioni, segnalava un Paese che viveva al di sopra dei propri mezzi, e creava una situazione di vulnerabilità. Soprattutto se era accompagnato da un forte flusso in arrivo di capitali finanziari, che al minimo scricchiolio avrebbero potuto volare via, travolgendo il cambio e, attraverso la valuta, tutta l'economia. La presenza di un surplus, invece, era segno di una crescita solida. Al punto che molti Paesi hanno fondato il loro modello di sviluppo sulle esportazioni: una versione aggiornata, e meno aggressiva, dell'antico mercantilismo imperante tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo che puntava ad attirare in patria oro (oggi riserve valutarie). Magari per finanziare le guerre. La crisi ha ora travolto anche queste vecchie regole. Tutti i Paesi con deficit con l'estero sono in difficoltà, in genere per le turbolenze sul mercato dei cambi: Ungheria, Lettonia, Islanda sono esempi evidenti. Quelli in surplus soffrono persino di più perché l'impatto della crisi cade direttamente sulla crescita. I numeri sono sorprendenti: dal caso orientale di Singapore (che ha un avanzo pari al 28% del Pil e una decrescita annualizzata del 16,4%) a quello occidentale di Eurolandia (che ha un surplus dell'1,8% e vede l'attività economica contrarsi del 5,9 per cento), il fenomeno è evidente. «La ragione di questa situazione spiega Dean Maki di Barclays che a questo tema ha dedicato una ricerca non è nel fatto che i surplus sono negativi per la crescita; ma nell'attuale recessione sincronizzata, il commercio internazionale di beni è crollato a un ritmo molto più rapido dell'economia mondiale nel suo complesso: molte economie con i maggiori avanzi commerciali erano poi specializzate nel produrre ed esportare prodotti ciclici, proprio i prodotti che sono stati i più colpiti dalla recessione». Quella vecchia regola forse richiede solo una modifica: queste economie potrebbero essere le prime a rimbalzare, ora che le scorte di prodotti sono esaurite e le imprese potrebbero riprendere a lavorare. «A febbraio- aggiunge Maki- ci sono stati alcuni progressi nelle esportazioni dei Paesi asiatici, in particolare Corea, Taiwan e Singapore, soprattutto verso la Cina. Anche se questi dati sono distorti dagli effetti nel Capodanno lunare ». Questa settimana sono previste le statistiche di marzo per la Corea,che offriranno l'occasione per una verifica importante: l'ottimismo non è condiviso da tutti. Il rischio vero per questi Paesi si chiama però protezionismo. Quando l'incertezza domina, la tentazione di alzare le barriere alle importazioni diventa grande. Anche se i risultati sono pessimi: tra il 29 e il '33, ricorda Carl J. Riccadonna di Deutsche Bank,dopo l'innalzamento delle tariffe Usa, le esportazioni americane calarono del 61%, a causa delle ritorsioni dei partner commerciali. Non tutti sembrano aver imparato questa lezione: se il ministro britannico alle attività produttive Peter Mandelson ex commissario Ue al Commercio estero - considera le barriere commerciali «un infallibile modo per trasformare la recessione in depressione», il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, ritiene che «un po' di protezionismo » non sia un male, ma un prezzo necessario da pagare per la crisi. Il sospetto è che nei fatti e malgrado le dichiarazioni di principio che saranno ripetute dal G-20 della settimana prossima - possa prevalere l'approccio francese. Per guidare la globalizzazione sui binari giusti occorre poco, ma serve un Governo responsabile che sappia resistere alle pressioni; mentre alzare le barriere è molto semplice. I Paesi esportatori sono avvertiti. riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com DIFFICOLTà IMPREVISTE Diversi Paesi in recessione continuano a registrare avanzi commerciali e ora temono un'ondata di protezionismo

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Il Nord-Ovest: imprese leader e città-regione (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: SYSTEM data: 2009-03-29 - pag: 13 autore: ... MICROCOSMI LE TRACCE E I SOGGETTI Il Nord-Ovest: imprese leader e città-regione di Aldo Bonomi I l peggio è passato, ma la traversata sarà lunga, dichiara Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat. Come d'abitudine a NordOvest si presta molta attenzione alla punta della piramide. Al soggetto ordinatore, la grande impresa, che per tradizione novecentesca dava il "la" al sistema. Affidandosi, speranzosi, a questo spiraglio di uscita dalla crisi.Pareva fosse finita un'epoca quando, sempre Marchionne, nei giorni del lancio della nuova 500 rovesciò l'antico adagio fordista «ciò che va bene alla Fiat va bene al Paese» nel suo contrario: «Se va bene il Paese va bene la Fiat». Finiva un'epoca che faceva della company town Torino il luogo storico ed emblematico ove osservare e capire il paradigma e i conflitti tra capitale e lavoro, con lo Stato in mezzo a regolare relazioni industriali e welfare.Seguirono fuochi d'artificio, spettacoli sulle rive del Po, che mettevano assieme i successi postindustriali delle Olimpiadi della neve, appena celebrate, con l'uscita della Fiat dalla lunga crisi industriale. Fu il breve inizio del "rinascimento torinese". Non più company town, ma città regione del NordOvest. Nodo strategico tra Lione, Genova e Milano. Non più solo conflitti e mediazione tra capitale e lavoro, ma grandi opere per collegarsi ai corridoi europei. Con nuovi conflitti e mediazioni territoriali come quello per la Tav in Val Susa. Con un'attenzione forte non solo alla Fiat e al distretto industriale dell'automotive,ma anche al capitalismo delle reti e alla modernizzazione del territorio del Nord Ovest, per agganciarlo ai flussi della modernizzazione. L'alleanza tra multiutility delle energie e dei trasporti con Genova e con Milano. L'ansioso seguire il risiko bancario tra Torino e Milano. Tanto da appassionarsi sia al ruolo della Fondazione Crt in Unicredito, che alla costruzione della torre-grattacielo di Intesa San Paolo, eretta a simbolo locale della fusione, quanto e più del riuso delle aree dismesse di Mirafiori acquisite per 60 milioni di euro alla Fiat dalla Regione e dal Comune. Orgogliosi di una città regione globale in grado con il suo Politecnico di attrarre Motorola. Di aprire assieme al Politecnico di Milano una sede universitaria a Shanghai e di candidarsi per un anno, il 2008, a capitale del Design. Rilanciando un Mi-To postfordista sull'asse Milano Torino, dove il rinascimento torinese giocava un ruolo metropolitano non sul ferro di un tempo, Fiat-Alfa Romeo, ma su quello della terziarizzazione delle funzioni produttive e della nuova composizione sociale. Che cambiava. Molto più lentamente di coloro che, con retoriche postindustriali, sostituivano il motto pesante «proletari di tutto il mondo unitevi» con quello leggero «creativi di tutto il mondo unitevi». Ma cambiava. Producendo nuove forme di lavori nell'economia dei servizi, della conoscenza, della cultura, dove i figli degli operai Fiat facevano, precari e flessibili, i creativi. Nella crisi si torna al conflitto tra capitale e lavoro. E magari, soffiando sul fuoco del protezionismo che cova sotto la cenere del vulcano della crisi, si torna ancora più indietro. Quando, al primo arrivo degli immigrati dal Sud alla Fiat, non si affittava ai meridionali, e gli operai specializzati, l'aristocrazia operaia torinese, guardava con diffidenza all'operaio massa. Oggi incombe l'operaio polacco. Non solo per la Indesit, ma anche per la Fiat, essendo che la 500 è prodotta in Polonia. O quello sloveno per la Renault. Visto il ritorno in Francia della produzione della Clio. è tempo di passioni tristi. Che irrompono dentro i numeri della crisi: cassa integrazione solo a Torino per 713 imprese per oltre 65mila addetti (dati Fiom), 64% di piccole imprese torinesi, più della metà nel ciclo dell'auto, che prevede una contrazione rispetto al 2008, con un 38% che prevede un calo dell'occupazione e solo il 24% prevede di investire. I centri Caritas segnalano 50mila passaggi, + 25% rispetto al 2008. Numeri che inducono una gran voglia di protezione. Ognuno si occupi dei poveri, degli operai e delle imprese sue. Da qui il riapparire di un triste dibattito, un déjà-vu che mette i piccoli contro i grandi, territori in lotta tra loro per i trasferimenti, il Nord Est contro il Nord Ovest e si ragiona sui diritti dei garantiti e sui non diritti dei precari, scatenando una lotta tra gli ultimi. Rischio di dissolvenza che è evitato da un ritorno ai fondamentali. Altro dai fondamentalismi della paura. Nel microcosmo di domenica 1Ú marzo ho raccontato il Nord Est della famiglia e dell'impresa ancorato alle piattaforme produttive. Qui nel Nord-Ovest tornano protagonisti le imprese leader, gli enti locali e le forze sociali. Tutti e tre questi attori tengono e fanno da pedana da cui ripartire. A tutti è chiaro che c'è molto da fare per attraversare il deserto che inaridisce il fare società. Per trovare le oasi di mercato, per consolidare l'essere città-regione, per difendere il lavoro dei padri e i nuovi lavori dei figli occorre coniugare l'universalismo, che non vede il nemico nell'operaio polacco, con il destino della globalizzazione. Marchionne e la Fiat ci stanno provando in un ciclo dell'auto globale sempre più turbolento. Sfida molto alta anche per le rappresentanze sindacali. Molto dipenderà non solo da Fiat. Ma da come reagirà Cuneo, la provincia granda nel capitalismo diffuso, la langa della Ferrero, del barolo, di slow food e di Carlin Petrini, il biellese del tessile con Zegna come leader, Novara della logistica e della De Agostini e il Verbano con il suo distretto maturo dei casalinghi... Molto dipenderà anche dalla maturità di quella composizione sociale giovane e acerba, per esperienze e sistemi di protezione, in formazione nel terziario della città regione. Solo così si potrà dire, una volta usciti dalla crisi, se va bene il Nord-Ovest, il sistema paese, va bene la Fiat.

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Obama si prepara al G8 di Londra: (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRONACHE 30-03-2009 USA IL PRESIDENTE ARRIVA DOMANI Obama si prepara al G8 di Londra: «Servono più soldi» WASHINGTON Contrasti con gli europei sui piani di stimolo: si cerca un compromesso II Domani sera, Barack Obama scenderà dalla scaletta dell'Air Force One a Londra per iniziare la sua prima missione internazionale, centrata sul G20 dedicato alla crisi economica, ma non limitata solo a questo tema. Una missione che dovrà ridisegnare, in prospettiva, il ruolo dell'America nel mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con paesi come la Cina e la Russia: proprio a Londra, già mercoledì, Obama incontrerà per la prima volta il presidente russo Dmitri Medvedev e quello cinese Hu Jintao. In 7 giorni Obama parteciperà al G20, alle celebrazioni per il 60° anniversario della Nato a Kehl, al vertice Ue-Usa a Praga e farà una visita di stato in Turchia. L'evento clou resta naturalmente il G20, perché è da quel vertice che i mercati mondiali si aspettano decisioni concrete e convincenti che possano avviare alla ripresa, sia pure in prospettiva, l'economia mondiale. Il presidente americano chiarisce già prima di lasciare Washington quale sia la sua ricetta. Lo fa presentando la proposta di un vertice sul clima già il 27 e il 28 aprile, per arrivare a conclusioni concrete per il vertice G8 alla Maddalena dall'8 al 10 luglio, e dettando le sue condizioni all'industria dell'auto. Energie rinnovabili, protezione ambientale e lotta ai cambiamenti climatici devono essere i motori della ripresa economica. Su questo punto, con l'Europa non ci sono contrasti. Anzi. Ma nonostante il lavoro dei negoziatori, non c'è accordo con i partner europei proprio sulla sua politica dei piani di stimolo. L'Europa vede come priorità soprattutto le nuove regole di trasparenza e controllo per la finanza, e la lotta contro i «paradisi fiscali». Non è impossibile che si arrivi a un compromesso, con l'approvazione sia di nuove regole, sia di maggiori investimenti di denaro pubblico.

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Giavelli (grillini) (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (R. Emilia)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

REGGIO pag. 5 Giavelli (grillini) «Aprì le porte a Dal Cin e Foglia» PARLIAMO di Reggiana, Reggio, centro storico ed Antonella Spaggiari. Ricostruiamo un po' di storia andando indietro con la memoria, operazione sempre importante. Chi stese i tappeti rossi a Franco Dal Cin facendogli costruire un inutile stadio che ad oggi - anche se la Reggiana giocasse in serie B - si dimostra troppo grande? Il fallimento della Reggiana iniziò lì, con la folle idea' dei "Petali", vuoti tutta la settimana a parte i week-end, ma che intanto hanno ucciso il centro storico con la chiusura praticamente di tutti i cinema. Così di sera sempre meno gente vive la città, e sempre più questa zona è in mano ai clandestini. Già, i clandestini: iniziarono ad arrivare a frotte con l'era del cemento targata Spaggiari-Malagoli... Ricordo anche chi, nel settembre 2002, accolse a braccia aperte in Piazza Prampolini, davanti alla sede del Comune, tal Ernesto Foglia, imprenditore edile ed ex a.d. della Reggiana, fallita nel luglio 2006, con tanto di benedizione in piazza. Era Antonella Spaggiari, sempre in compagnia del suo assessore prediletto, Angelo Malagoli. Non gioisca comunque l'attuale sindaco di Reggio, perchè ritengo anche lui non esente da colpe...che non sono comunque quelle addossategli dalla cementificatrice di Massenzatico, da sempre riluttante al dialogo con i cittadini - chiedere a commercianti, comitati ambientalisti dotati di memoria, cittadini che non condividevano le sue scelte. Però pare francamente troppo cadere dalla padella Delrio alla brace Spaggiari, che vuole ritornare sindaco dopo averlo fatto per tredici anni quando negli Usa sono concessi al massimo due mandati di quattro anni per carica. Hanno proprio ragione gli amici che ieri l'hanno salutata' parlando di malattia del potere. Stupisce infine vedere Paolo Ferraboschi di Confcommercio ad ascoltarla e, presumo, applaudirla. Non è forse lo stesso che la contestava per l'operazione "Petali" che ha ucciso centro e commercio? Adesso tutti fratelli? Già, la vecchia politica non cambia mai. Giovanni Giavelli, candidato Lista Civica Reggio a 5 Stelle

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NANOTECNOLOGIE, L'ITALIA S'E' DESTA? AL CNR UN CONVEGNO INTERNAZIONALE INTERAMENTE DEDICATO AL TEMA METTERÀ A CONFRONTO RAPPRESENTANTI DEL MONDO SCIENTIFICO, INDUSTRIALE E ISTITUZI (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 30 Marzo 2009 NANOTECNOLOGIE, L’ITALIA S’E’ DESTA? AL CNR UN CONVEGNO INTERNAZIONALE INTERAMENTE DEDICATO AL TEMA METTERÀ A CONFRONTO RAPPRESENTANTI DEL MONDO SCIENTIFICO, INDUSTRIALE E ISTITUZIONALE. UN’OCCASIONE PER CONOSCERE GLI ULTIMI SVILUPPI NEL SETTORE A LIVELLO MONDIALE Roma 31 marzo 2009 - Le nanotecnologie provenienti da tutto il mondo si danno appuntamento a Roma, dal 31 marzo al 3 aprile, in occasione di Nanotec2009. It: il convegno internazionale organizzato da Airi / Nanotec It (Associazione Italiana per la Ricerca Industriale - Centro Italiano per le Nanotecnologie), Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e Veneto Nanotech, alla cui realizzazione collabora l’Istituto nazionale per il Commercio Estero (Ice). La manifestazione ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e i patrocini dei ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, Salute e Politiche sociali, oltre che del Comune di Roma. L’iniziativa rappresenta l’occasione annuale per fare il punto sulla ricerca in questo promettente settore, con la partecipazione dei rappresentanti delle più importanti realtà italiane e di esperti di fama internazionale. I lavori saranno ospitati dal Cnr, nella Sala Convegni della sua sede di piazzale Aldo Moro 7, a Roma. L’obiettivo di Nanotec2009. It, con il contributo di rappresentanti del mondo scientifico, industriale e di quello economico e istituzionale, è fornire un quadro completo su attività, prospettive ed esigenze delle nanotecnologie in Italia; presentare gli sviluppi più recenti e le tendenze, a livello mondiale, per ciò che riguarda ricerca, applicazioni e governance; stimolare l’avvio di iniziative di collaborazione, coordinamento e sostegno che facilitino e rendano più efficace l’attività nel settore. Molti i temi di confronto. A partire dalla governance, passando per nanomedicina (salute e dispositivi medicali), sviluppo sostenibile (energia, trasporti, ambiente), Ict, elettronica, security fino al Made in Italy (materiali avanzati, agroalimentare, conservazione beni culturali. ). Nella prima giornata, oltre alla presenza dei presidenti del comitato organizzatore, sono previsti interventi di rappresentanti dei ministeri dello Sviluppo economico e della Salute, della Commissione europea e la partecipazione di scienziati italiani e stranieri. Tra il 31 marzo e il 2 aprile interverranno le principali organizzazioni dedicate alla ricerca e alle applicazioni delle nanotecnologie. Molte sono pubbliche come Cnr, Instm (Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali), Civen (Coordinamento interuniversitario veneto per le nanotecnologie), Nanofab ( Nanofabrication Facility del Veneto), gli atenei di Milano Bicocca, Padova, Tor Vergata (Roma), Venezia, Modena e Reggio Emilia, Pisa, Firenze, Perugia, Catania, Gutenberg University, l’Istituto superiore di sanità, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Ma anche l’imprenditoria privata vanta numerose partecipazioni, con aziende quali Mapei, Ferrari, Colorobbia, Italcementi, Stm, Bracco, Elsag, Fidia, Centro ricerche Fiat, Eni, A. P. E. Research, Selex S. I. ,cts, Lux Research. Infine, la giornata del 3 aprile sarà dedicata al networking, con presentazioni e incontri one-to-one per promuovere collaborazioni industriali e di ricerca, a cui parteciperanno anche Venture Capitalists, provenienti da Italia, Usa, Giappone e Cina. Il programma completo di Nanotec2009 è disponibile sul sito Internet www. Nanotec2009. It . <<BACK

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Il Bashir va a Doha E il capo dell'Onu non lo evita (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-30 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Il caso Nuova sfida del presidente sudanese ricercato dalla Corte dell'Aja Il «criminale» Bashir va a Doha E il capo dell'Onu non lo evita La scelta di Ban e l'imbarazzo del Palazzo di Vetro Al vertice arabo il leader africano accusato delle stragi in Darfur è stato accolto con tutti gli onori, diretta tv compresa Omar Al Bashir sfida (di nuovo) il mandato di cattura della Corte penale internazionale dell'Aja e mette in una situazione imbarazzante governi e organismi multinazionali, a partire dall'Onu. Il presidente sudanese che il 4 marzo è stato accusato per crimini di guerra e contro l'umanità in Darfur — e che nelle scorse settimane aveva ostentatamente visitato Eritrea, Egitto e Libia — è atterrato ieri a Doha in pompa magna. Accoglienza forse non proprio entusiastica ma ineccepibile dell'emiro Sheikh Hamad bin Khalifa, due grandi bandiere sudanesi sventolanti dall'aereo presidenziale, trasmissione in diretta tv: una risonanza per un evento che fino all'ultimo era incerto (Bashir oserà ancora? si chiedevano molti) che anticipa quella prevista per oggi e domani al vertice arabo a cui il «presidente ricercato» parteciperà. Anche il segretario generale dell'Onu, «nonostante la presenza di Bashir, sarà presente al summit. E poi il Sudan è membro delle Nazioni Unite mentre la Corte penale internazionale, o Cpi, è un organismo giudiziario indipendente che non vieta all'Onu di trattare con il Sudan». Dalla «fonte anonima » del Palazzo di Vetro non è trapelato altro, ieri, ma l'imbarazzo dell'Onu per la presenza a Doha del suo capo è evidente in questo silenzio ufficiale. Ban in persona aveva tentato nei giorni scorsi di trovare una via d'uscita alla crisi diplomatica internazionale che vede schierati tutti o quasi i Paesi arabi e africani (più Cina e Russia) a difesa di Bashir, contrapposti all'Occidente guidato da Francia, Gran Bretagna e Usa (questi ultimi peraltro non riconoscono la Cpi), che si oppongono a un'eventuale risoluzione del Consiglio di Sicurezza che congeli la decisione dell'Aja. «è ancora possibile rimandare di un anno il verdetto definitivo, intanto il Sudan collabori attivamente com misure umanitarie in Darfur», aveva detto Ban. Ma così non sembra proprio che stia accadendo, anzi. La partecipazione al vertice di Bashir, responsabile per la Cpi di almeno 300 mila morti, crea non pochi problemi anche ai leader arabi, che oggi e domani (grande assente l'Egitto) discutono della mai risolta questione palestinese, dei rapporti con l'Iran, delle divisioni interne e, appunto, del loro collega di Khartum. L'ultima cosa voluta da tutti è l'arresto di un altro leader arabo, dopo gli effetti disastrosi sulle opinioni pubbliche avuti dalla cattura ed esecuzione di Saddam Hussein (che peraltro nessun governo arabo difendeva). Ma mettersi contro il diritto internazionale in un momento in cui lo si invoca per condannare Israele per l'attacco a Gaza è, ancora una volta, imbarazzante. Nel comunicato finale del vertice il «sostegno» a Bashir è scontato, ma sarà necessario un esercizio di grande diplomazia nel manifestarlo. Timore, rivelano fonti vicine al summit, esiste poi per un'eventuale intercettazione aerea di Bashir da parte degli Usa (che in Qatar hanno la loro più grande base dell'area). Evitata ieri — il viaggio è stato tranquillo — non si può escludere nei prossimi giorni, con tutte le conseguenze politiche che questo avrebbe per l'intera regione. Timore condiviso dai molti sostenitori del leader sudanese in patria. Perfino il Gran consiglio degli Ulema del Sudan ha tentato di trattenere Bashir, con una fatwa che gli vietava di andare in Qatar. «Ci sono troppi nemici in giro, il nostro presidente non deve correre rischi», gli han detto. Non sono stati ascoltati. Cecilia Zecchinelli Ospite Il presidente sudanese Omar Al Bashir con l'emiro del Qatar (a destra). Sotto: il capo dell'Onu Ban Ki-moon

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La crisi e il principio del Gattopardo (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-30 num: - pag: 28 categoria: REDAZIONALE COME SALVARE IL LIBERO MERCATO La crisi e il principio del Gattopardo di NIALL FERGUSON I dilemmi della vita sono più semplici dei trilemmi. Scegliere tra due opzioni può essere difficile, ma scegliere fra tre è pressoché impossibile. Il «trilemma» di cui parlo è economico. Sancisce che un Paese può disporre di due dei seguenti fattori, ma non di tre: apertura al flusso del capitale internazionale; tasso di cambio fisso; e una politica monetaria nazionale indipendente. I Tory se ne resero conto a loro spese nel 1992, quando il governo Major tentò di combinare assieme tutti e tre questi elementi, ma senza esito. Agganciare il tasso di cambio della sterlina con il marco tedesco in un momento in cui l'economia britannica era in recessione e i prezzi immobiliari in caduta libera, mentre i manager degli hedge fund, come George Soros, avevano le mani completamente libere per ricorrere al leverage contro la Banca d'Inghilterra, non rappresentò una mossa politica saggia, né tanto meno sostenibile. Per molti Tory, l'uscita del Regno Unito dal sistema monetario di cambio dello SME fu una rivincita dei loro principi a sostegno del libero mercato. Nelle celebri parole di Margaret Thatcher, non si può «piegare il mercato». Ma all'epoca non si era compresa appieno la magnitudine della sfida che la globalizzazione finanziaria lanciava ai conservatori. Già nel 1992, la Banca dei Regolamenti Internazionali stimava il giro d'affari giornaliero, nei mercati di cambio mondiali, a più di un trilione di dollari. All'epoca, le riserve internazionali combinate delle banche centrali di Gran Bretagna, Francia e Italia erano inferiori a 150 miliardi di dollari. Soros, da solo, fu in grado di scommettere 10 miliardi di dollari sulla svalutazione della sterlina. Man mano che altri speculatori seguivano le sue orme, la semplice aritmetica faceva capire che la Banca d'Inghilterra sarebbe stata travolta, per quanto alti mantenesse i suoi tassi d'interesse. Nei 15 anni intercorsi tra la disfatta del sistema monetario di cambio e l'inizio della crisi finanziaria globale nell'estate del 2007, lo squilibrio tra i mercati finanziari e i governi è cresciuto a ritmo esponenziale. Nel 2006 la stima della produzione economica dell'intero pianeta si aggirava sui 48,6 trilioni di dollari. La capitalizzazione di mercato totale delle borse mondiali era di 50,6 trilioni di dollari, superiore di un 4 per cento. Il valore complessivo dei titoli interni e internazionali era di 67,9 trilioni di dollari, superiore del 40 per cento. Ogni giorno, 3,1 trilioni di dollari cambiavano di mano nei mercati di cambio mondiali, il triplo del volume raggiunto nel 1992. Ad alimentare questa tremenda crescita dei mercati finanziari c'era la quadruplice liberalizzazione dei mercati internazionali: per i beni, i servizi, il capitale e il lavoro. Non era un quadro esclusivo al mondo anglosassone: la globalizzazione, come suggerisce il nome, è dappertutto. Ma per la destra anglofona è stata foriera di conseguenze particolari. Passati inosservati dai conservatori britannici, americani e perfino australiani, questi grandi sconvolgimenti hanno creato un nuovo e ben più grave trilemma. Supponiamo che un governo possa disporre di due di questi fattori, ma non di tutti e tre insieme: la globalizzazione, vale a dire l'apertura al flusso internazionale di beni, servizi, capitale e lavoro; la stabilità sociale; e uno stato piccolo. Ovvero, per dirla in altre parole, i conservatori possono scegliere due voci tra: economia aperta, società stabile e potere politico — ma non tutte e tre. Come mai? La globalizzazione, si viene a scoprire, determina un sistema economico altamente efficiente in gran parte dei casi, perché le risorse sono distribuite nel modo migliore grazie agli effetti della divisione del lavoro e dei vantaggi comparati. Ma è anche soggetta a crisi: crisi minori ogni decennio all'incirca, crisi maggiori ogni cinquant'anni. L'effetto della globalizzazione appare pertanto a doppio taglio. La volatilità economica viene a lungo contenuta dall'integrazione internazionale. Tuttavia, i recenti avvenimenti mostrano che la volatilità su vasta scala non è sparita del tutto — e non è mai scomparsa su scala ridotta, per il singolo cittadino o azienda — anzi, la globalizzazione sembra averla accentuata. Nel breve raggio, dobbiamo rassegnarci a vivere con mutamenti sempre più grandi e frequenti nell'impiego e nel reddito; nel lungo raggio, con la probabilità che ci toccherà subire come minimo una crisi globale davvero imponente. Non è affatto una coincidenza, né un'assurdità, che la presente crisi sia percepita da molti della sinistra — non da ultimo dal capo dell'ufficio della Casa Bianca del democratico più a sinistra mai eletto alla presidenza degli Stati Uniti — come un'ottima occasione, da non lasciarsi scappare. Costoro si propongono di rispolverare la Teoria Generale di John Maynard Keynes, che suggerisce come il calo nei consumi privati e negli investimenti possa e debba essere compensato da un aumento della spesa pubblica, finanziata dal prestito. Il fatto che tali famosi rimedi adottati per l'ultima Grande Depressione abbiano, alla lunga, fatto precipitare l'Occidente nel caos, che alcuni di noi ancora ricordano dagli anni Settanta, non sembra aver alcun peso. Come stanno scoprendo i conservatori nel mondo anglofono, gli argomenti che si sono rivelati così efficaci negli anni Ottanta, oggi sembrano vani. Occorre denunciare l'irresponsabilità di deficit così mastodontici? O continuare a proporre tagli fiscali? E' difficile fare l'una e l'altra cosa contemporaneamente. Il recente passo falso di Ken Clarke sull'abolizione della tassa di successione per i patrimoni dal valore inferiore al milione di sterline illustra il problema: è questo l'«obiettivo » dei conservatori? O un «impegno»? Oppure la domanda è irrilevante? Nel tentativo di accalappiare i tre fattori, i conservatori finiscono con l'essere accusati dello scompiglio sociale che la globalizzazione si porta dietro, in particolare la perdita dei posti di lavoro causata dalla delocalizzazione, la fuga dei capitali all'estero e l'immigrazione. Solo la sinistra sembra avere una risposta credibile: la globalizzazione, più la stabilità sociale, più un governo forte e interventista. Esiste qualche possibilità che i conservatori risolvano il trilemma senza abbandonare né l'adesione al libero mercato, né l'impegno per l'ordine sociale, né l'obiettivo di uno stato piccolo? Io credo di sì, ma occorrerà ridefinire ciascuno di questi elementi. I conservatori devono riconoscere non solo l'intrinseca vulnerabilità dell'economia globale liberalizzata, ma anche le continue distorsioni imposte dai governi ai mercati mondiali, che ne hanno aggravato la vulnerabilità. Inoltre, non si capisce perché la stabilità sociale debba essere considerata sacrosanta: è bene, anzi, che i conservatori siano pronti ad abbracciare i cambiamenti sociali in virtù di quello che potremmo definire il «principio del gattopardo», dall'aforisma del celebre romanzo di Tomasi di Lampedusa: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi! » Infine, ai conservatori spetta sostenere l'idea che uno «Stato intelligente» può regolare più efficacemente l'interazione tra globalizzazione e mutamenti sociali senza dover ripiegare sul modello socialista keynesiano della pianificazione economica. Pertanto, la prima parte della soluzione conservatrice all'attuale crisi consiste nel riaffermare la nostra fede nella visione di Adam Smith, e cioè che la ricchezza delle nazioni si accresce grazie al libero scambio, e puntando il dito contro le innumerevoli distorsioni governative che ostacolano ancora oggi l'avanzare della globalizzazione. La seconda parte mette al bando le preoccupazioni e ci invita a goderci i cambiamenti della società. Nessuno vuole l'instabilità, certo, ma neppure la stasi. Il segreto sta nel distinguere tra una società ordinata, in cui criminalità e altre forme di disordine sono mantenute al minimo, e una società rigida, nella quale l'ordine si ottiene a spese della mobilità sociale. La differenza fondamentale tra i conservatori e i loro oppositori non dev'essere (come vorrebbe la sinistra) che i conservatori sono a favore della diseguaglianza, mentre la sinistra appoggia l'eguaglianza. La differenza sta nel fatto che i conservatori spingono verso la mobilità sociale e sono convinti che alcune misure adottate per promuovere l'eguaglianza — in particolare la redistribuzione della ricchezza su vasta scala — rischiano, involontariamente, di ridurre la mobilità. La terza parte della mia soluzione incita a riflettere più intensamente sul funzionamento dello Stato. Uno degli aspetti più inquietanti dei conservatori britannici negli ultimi anni è stata l'arrendevolezza dei leader del partito, che hanno consentito al governo laburista di appropriarsi dell'autorità morale sulla questione della spesa pubblica e, fino a un certo punto, sulla fiscalità. Emancipati dalla crisi finanziaria, i governi della sinistra su entrambi i lati dell'Atlantico oggi assistono a un balzo vertiginoso della spesa pubblica, del debito pubblico e del pubblico impiego, i cui benefici a breve termine sono senz'altro esagerati, e i cui costi a medio termine sono quasi certamente sottostimati. Eppure fino ad oggi i conservatori non hanno saputo articolare una risposta coerente. E' ora che ci provino, lasciandosi alle spalle i corni del trilemma. Traduzione di Rita Baldassarre

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Obama l'europeo si gioca tutto in una settimana/di Marcello Foa (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 13 del 2009-03-30 pagina 16 Obama l’europeo si gioca tutto in una settimana di Marcello Foa Il presidente americano sbarca domani nel Vecchio Continente. Affronterà G20, vertici con la Nato e la Ue, i primi faccia a faccia con Russia e Cina. Ma le premesse non sembrano incoraggianti: su crisi economica e Afghanistan rischia di tornare a mani vuote Quando arrivò in Europa nel luglio scorso, Barack Obama venne accolto da una folla oceanica a Berlino, mentre i leader dei grandi Paesi sgomitavano per farsi ritrarre al suo fianco. Era l'uomo della speranza, della fiducia, di un'America che, nonostante la presidenza Bush, era ancora considerata la potenza di riferimento. Ma Wall Street non era ancora crollata. Domani Obama tornerà in Europa con un programma molto intenso: sbarcherà a Londra per il G20 e per l'incontro con il presidente russo Medvedev, giovedì sarà a Strasburgo al vertice della Nato e al summit con la Merkel e Sarkozy, venerdì andrà a Praga dove è in programma la riunione euro-americana, sabato effettuerà la prima visita in un grande Paese musulmano, ovvero la Turchia. La sua popolarità è ancora altissima e tutti i leader, non solo europei, lo accoglieranno festosi. Il successo di immagine è assicurato e sarà amplificato da un incontro a Praga con i giovani della Repubblica ceca e in collegamento video con i giovani di tutto il mondo. Eppure politicamente il viaggio di Obama rischia di passare alla storia come uno dei più grandi insuccessi della diplomazia o, più probabilmente, come il primo di un'America a cui il mondo non riconosce più lo status di superpotenza. Un'America che, svanita l'arroganza dei neoconservatori, «viene ad ascoltare», come ha riconosciuto il portavoce presidenziale Robert Gibbs e che non potendo più di dar lezioni conta «di continuare a guidare attraverso l'esempio». Un'America contrita, umile, quasi supplicante, che dà l'impressione di essere disposta a far la pace con chiunque in cambio del riconoscimento della sua importanza. Il nodo è rappresentato dalla crisi finanziaria. Europa, Cina e Russia non hanno ormai dubbi: la responsabilità della crisi mondiale è degli Stati Uniti e di un modello economico che, attraverso la globalizzazione, ha contagiato il mondo, liberando da ogni controllo banche e gruppi finanziari, che hanno assunto un potere enorme, spropositato. E ora devono essere gli Usa a uscire dai guai. Da soli. Il messaggio più forte che verosimilmente emergerà da questo intenso viaggio di Obama è proprio questo. L'Europa ha deciso di non seguire l'America sulla via del rilancio economico, perlomeno non secondo le modalità statunitensi. Obama, in circa due mesi, ha approvato misure, che, inclusi i salvataggi delle banche e delle industria in difficoltà, toccheranno l'astronomica cifra di 4500 miliardi di dollari, pari quasi al 30% del Pil. E per settimane l’amministrazione Obama, con il martellante sostegno della stampa, ha tentato di convincere l'Unione europea ad uniformarsi agli Usa. Ma la cancelliera tedesca Merkel, spalleggiata da Sarkozy, ha tenuto duro e ha vinto. Sabato i consiglieri della Casa Bianca hanno annunciato che Obama non insisterà con i leader dei venti Paesi più importanti del pianeta sulla necessità di varare la prima, grande, coordinata manovra mondiale. La bozza della risoluzione, trapelata su un giornale tedesco, esprimerà un auspicio generico, senza alcun vincolo. Come dire: ognuno faccia da sé. Anche sull'altro dossier importante, l'Afghanistan, Obama tornerà a Washington, quasi certamente, a mani vuote. Il copione è identico. Un paio di mesi fa il presidente Usa ha deciso una nuova offensiva contro i talebani, che comporta l'invio di altri 30mila marines, e per settimane ha sollecitato gli alleati europei a fare altrettanto. Un mese fa ha inviato a Bruxelles il suo vice Joe Biden che, in un summit della Nato, ha usato toni assai bruschi per convincere i Paesi «riottosi». Invano: l'opinione pubblica europea non accetta di mandare altre truppe e, in tempi di crisi, sono pochi i governi disposti a sfidare le piazze. La tendenza, semmai, è al ritiro da Kabul. Ovunque Obama si volti, c'è un problema. Vedrà Medvedev, ma il disgelo con la Russia rischia di essere lento, finché non verrà risolto il problema dello scudo spaziale. Neanche il presidente russo gli darà conforto, perché dire «niet» o «no» o «nein» agli Usa non è più un tabù. http://blog.ilgiornale.it/foa © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Vino, è l'anno del bianco (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-30 num: - pag: 16 categoria: REDAZIONALE Affari in bottiglia I produttori pensano ai consorzi per presidiare i mercati esteri Vino, è l'anno del bianco Cresce l'export di spumante negli Stati Uniti. Zonin: «Ora la Cina» DI ISIDORO TROVATO L a vendemmia del 2008 con i suoi 45 milioni di ettolitri ha fatto segnare un +5%, l'export dello stesso anno ha registrato un +2% grazie ai 3,5 miliardi di ricavi. In un'annata, come quello passato, che ha avuto come simbolo della nostra economia il segno meno, il comparto del vino si è distinto per la tenuta complessiva. La crisi che ha colpito tutti i settori produttivi sembra aver inciso meno su alimentare e vino. «Probabilmente perché si può fare a meno di auto e abbigliamento ma non di mangiare e bere». Sorride Francesco Zonin, vice presidente della «Casa Vinicola Zonin », un colosso da 81 milioni di euro di fatturato e nove tenute di eccellenza nelle sette regioni italiane a più alta vocazione vitivinicola (Veneto, Friuli, Toscana, Sicilia, Lombardia, Puglia e Piemonte). «La verità è che un po' di flessione l'ha sentita anche il mercato enologico — precisa Zonin — solo che le quote perse da qualche azienda sono state conquistate dai compe-titor, quindi senza apparenti flessioni. C'è uno stallo nei consumi che sta provocando qualche spostamento nelle quote di mercato interne». Il preludio a una sorta di «selezione della specie »? «Per certi versi. In Italia ci sono più di 35 mila aziende imbottigliatrici, è naturale che in periodi di contrazione dei consumi un po' di selezione ci sia. Ma proprio in questa fase c'è chi sta facendo il salto di qualità. Per esempio chi ha scelto di puntare sul bianco sta avendo ottimi risultati. Dopo una lunga fase di dominio assoluto dei grandi rossi, i bianchi di valore rappresentano il 50% dei consumi». Forse perché i grandi rossi costano cifre che adesso in pochi possono permettersi. «Sicuramente. Però c'è da fare un plauso anche ai tanti viticoltori italiani che riescono a produrre vini eccellenti a costi molto più abbordabili ». E le strategie per l'estero? «C'è ancora tanto mercato da conquistare — assicura Zonin —. Noi in quattro anni siamo passati da 51 a 92 Paesi di esportazione. Ci sono mercati giovani come Cina e Sudamerica che hanno potenzialità immense. E gli Usa sono tutt'altro che persi». Tra coloro che meglio hanno interpretato le potenzialità dei mercati stranieri c'è sicuramente il comparto del Trento doc, le bollicine del metodo classico che hanno eroso quote di mercato a «sua maestà» lo champagne. «è il frutto della maturazione di un intero settore — spiega Fausto Peratoner, presidente Istituto Trento doc —. Negli ultimi anni c'è stato un grosso lavoro di ricerca e affinamento del prodotto. A ciò si aggiunga un perfetto gioco di squadra che ha permesso anche alla realtà più piccole di raggiungere alti livelli di qualità e accedere quindi a mercati complessi come quello europeo e degli Usa».

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Marketing aggressivo per crescere (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Economia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere Economia - NAZIONALE - sezione: Economia - data: 2009-03-30 num: - pag: 17 categoria: REDAZIONALE Il Brambilla Marketing aggressivo per crescere Vinitaly resta la migliore vetrina europea ma serve sinergia con turismo enologico e ristorazione A lla vigilia di Vinitaly 2009 a Verona, vale la pena di fare il punto sulla produzione e sull'export italiano di vini. Da anni ormai l'Italia è al vertice sia della produzione che dell'export, con Francia e Spagna che seguono a qualche lunghezza. La produzione mondiale 2008 è stata in linea col 2007, con una crescita solo dei paesi non-europei, a causa delle restrizioni introdotte dalla Ue con incentivi all'estirpazione, che hanno toccato soprattutto Francia e Spagna. Il consumo invece continua a espandersi, con riduzione degli stock, ciò che creerà qualche tensione sui prezzi e qualche investimento in vitigni, soprattutto in Usa. Anche l'export è aumentato, ma solo fino al 2007, con l'Italia al 21% dell'export mondiale, seguita da Francia e Spagna col 17% ciascuna. Mentre i volumi dell'export italiano sono scesi nel 2008 del 7% sul 2007, in conseguenza della crisi mondiale, il fatturato è cresciuto del 2%, per un totale di 3,6 miliardi di euro. Questo significa che i consumi vanno verso vini di maggior pregio, come è dimostrato dal fatto che i vini a denominazione, di prezzo unitario alla bottiglia superiore a 5 euro, sono cresciuti del 16,4%. Altro segnale positivo è dato dalle prenotazioni a Vinitaly, sia in termini di metri quadri espositivi, sia di preadesioni di operatori professionali dall'estero, addirittura in crescita del 50%. Tutto questo non è casuale. L'Italia mantiene la leadership grazie a un'attenzione al marketing che ha pochi rivali negli altri settori del made in Italy. Vinitaly ha infatti la leadership mondiale, nonostante la concorrenza, a poche settimane di distanza, del ProWein di DÜsseldorf e del VinExpo di Bordeaux. Organizza poi un vero e proprio World Tour in vari Paesi, con iniziative in Cina, Giappone, Usa, India, Russia, i Paesi più promettenti per la crescita dei consumi, come risulta dalle analisi molto raffinate di Vinitaly e di Veronafiere. Abbiamo voluto sentire un produttore di qualità, Badia a Coltibuono (Gaiole in Chianti). Emanuela Stucchi Prinetti, che dirige l'azienda coi fratelli, appartiene a una famiglia che da molti anni possiede una storica badia, dalla quale gestisce, oltre alla produzione di vino, un agriturismo, un ristorante, un bed & breakfast, una scuola di cucina. Quest'ultima, fondata a suo tempo dalla madre, Lorenza de' Medici (tanto nomine), che iniziò a proporre ricette, ebbe un tale successo (un suo volume «The beautiful cookbook» vendette due milioni di copie negli Usa) da spingere gli Stucchi Prinetti a valorizzare la badia come luogo di soggiorno per allievi cuochi. Il successo del vino italiano viene dunque da lontano e da una meticolosa attenzione ai particolari. Badia a Coltibuono esporta il 45% negli Usa, dove ha grande notorietà e ha superato quasi indenne la svalutazione del dollaro, almeno fino al settembre 2008. Quanto alle restrizioni dovute alle misure anti-alcol, il mondo del vino reagisce con intelligenza: ci sono winebar che offrono taxi-navetta, altri che permettono di testare il livello di alcol prim a di uscire, altri ancora che mettono a disposizione spazi di decantazione per rientrare nei limiti. franco_morganti@libero.it di Franco Morganti esperto in economia della comunicazione

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UsaCina, un G2 contro la crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

COPERTINA pag. 1 UsaCina, un G2 contro la crisi Al prossimo vertice dei venti Grandi a Londra conterà solo il confronto a due fra Hu Jintao e Barack Obama Pesa la mossa di Pechino su una moneta che sostituisca il dollaro. Europa irrilevante dopo il caso Topolanek FEDERICO RAMPINI L'espressione "Bretton Woods 2", che evocava una completa riforma delle regole dell'economia globale, è stata prudentemente accantonata da tutti. Ciononostante, le aspettative sul vertice del G20 di Londra restano elevate. La ragione principale è che si tratta del primo summit internazionale antirecessione a cui partecipa la nuova Amministrazione Obama dopo aver messo a punto gli elementichiave della sua strategia .Al precedente vertice di quel livello, a Washington, Obama aveva vinto le elezioni ma alla Casa Bianca c'era ancora George Bush e il segretario al Tesoro era Henry Paulson. A Londra la nazione più ricca del mondo sarà rappresentata da un esecutivo nella pienezza dei poteri e già al lavoro da settimane per rimettere in moto la crescita. Ma basterà questo a fare del G20 un vertice proficuo? Le previsioni sull'esito del summit sono complicate dal susseguirsi di colpi di scena negli ultimi giorni. Fino a poco tempo fa gli schieramenti in campo erano chiari e stabili. Da una parte l'America dava la priorità alle manovre di spesa pubblica per rilanciare la crescita, accusava l'Europa di non fare abbastanza, e puntava all'incontro di Londra per ottenere di più su questo fronte. L'Unione europea era abbastanza allineata sulla Germania: priorità a una riforma dei mercati finanziari per stabilire regole più efficaci ed evitare futuri disastri tipo subprime. I paesi emergenti erano concentrati soprattutto sulla necessità di arginare il protezionismo. Con queste premesse la sceneggiatura di Londra sembrava già scritta, e le parti in commedia erano assegnate. Ma la settimana scorsa si sono accavallate tre novità rilevanti. L'ultima in data ha migliorato la forza contrattuale degli Stati Uniti verso l'Europa. Giovedì a Washington il segretario al Tesoro Tim Geithner ha presentato il suo progetto di riforma della regolazione dei mercati finanziari. Le novità sono consistenti e vengono incontro a molte richieste europee. Tutta la finanza "creativa" dagli hedge fund ai titoli derivati dovrà essere sottoposta a poteri di vigilanza analoghi a quelli che si applicano al sistema bancario tradizionale. I compiti di controllo sui mercati saranno concentrati dentro un'unica authority. E questo Superpoliziotto potrà intervenire con poteri estesi (fino alla nazionalizzazione) anche su soggetti molto diversi dalle banche: compagnie assicurative (vedi Aig), filiali finanziarie di holding industriali (come la General Electric). I dettagli del piano Geithner verranno definiti successivamente, e il Congresso potrà apportarvi modifiche anche sostanziali. Ma le grandi linee indicano una volontà di riforma delle regole genuina e coraggiosa. Agli europei è stato sottratto un argomento: non possono più accusare l'Amministrazione Obama di affrontare la recessione solo a colpi di deficit e di disinteressarsi delle riforme sistemiche. A sua volta Obama potrà dire: ecco quel che stiamo facendo per fare pulizia in casa nostra, e voi? Nel frattempo la credibilità europea ha ricevuto un colpo micidiale dal tragicomico comportamento della Repubblica cèca. Proprio nel semestre in cui Praga ricopre la presidenza di turno dell'Unione, il governo cèco è caduto vittima di una crisi politica interna. Non contento di gestire la presidenza europea da premier dimissionario, l'ineffabile Mirek Topolanek è andato all'Europarlamento a pronunciare un discorso infarcito dai toni insultanti verso l'Amministrazione Obama. Ha definito la manovra di rilancio della crescita varata dal Congresso di Washington "la strada verso l'inferno, che distruggerà la stabilità dei mercati finanziari globali". Il presidente degli europarlamentari socialisti, il tedesco Martin Schulz, si è prodigato per limitare i danni. Ha accusato Topolanek di "non aver capito il ruolo della presidenza europea" e di avere pronunciato commenti "indegni del rapporto tra Europa e Stati Uniti". Ma ormai il danno era fatto. Per quanto lo si possa trattare come un politico da operetta, il premier cèco sarà a Londra a rappresentare l'Unione europea. La percezione che si ha nel resto del mondo è ben riassunta da un editoriale di Timothy Garton Ash sul Los Angeles Times: "Quando il presidente Obama andrà a Londra, una grande potenza sarà assente da quel summit: l'Europa. Cinque leader a quel vertice saranno europei, i rappresentanti di Inghilterra Francia Germania Italia e della Commissione, ma il totale sarà inferiore alla somma delle parti. Ci saranno molti europei ma non l'Europa. La risposta europea alla più grave crisi degli ultimi 50 anni è stata debole e divisa. La Cina e gli Usa hanno lanciato massicce manovre di rilancio della crescita. Al confronto l'Europa porta al tavolo del G20 delle noccioline". Se prima del piano Geithner e dell'infortunio cèco gli europei potevano mascherare le proprie carenze facendo la predica agli americani sui mali della finanza tossica, ora tutto quel che resta sono le noccioline. Aumenta così il rischio di ritorsioni protezioniste. Obama lo ha detto chiaramente la settimana scorsa: non è ammissibile che alcuni paesi "stiano a guardare, aspettando di essere trainati fuori dalla recessione grazie alle manovre di rilancio varate da altri". Se l'Europa non fa la sua parte, si moltiplicheranno le clausole protezioniste stile Buy American, per garantire al contribuente americano che i suoi soldi servano a rilanciare la crescita in casa propria. L'altra grande novità emersa questa settimana viene da Pechino. È la proposta cinese di una "valuta globale" che gradualmente sostituisca il dollaro come strumento di riserva delle banche centrali e per i regolamenti dei pagamenti nell'interscambio mondiale. L'iniziativa cinese apre un nuovo fronte, proprio mentre è in corso il delicato dibattito tra Obama e il Congresso sulla legge di bilancio e l'aumento del deficit. È la prima volta nella storia che un presidente americano nel definire la sua politica fiscale è costretto a tener conto di un "vincolo esterno" che sta a Pechino, fornendo promesse alla Cina sulla solvibilità di lungo periodo del Tesoro americano. L'idea cinese è stata espressa dal governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan. Zhou sostiene che l'attuale recessione mondiale "riflette vulnerabilità e rischi sistemici nel sistema monetario internazionale". A suo avviso, uno dei modi per evitare in futuro il ripetersi di turbolenze finanziarie gravi è la creazione di una moneta di riserva "slegata da nazioni individuali e capace di rimanere stabile nel lungo periodo, eliminando così i difetti inevitabili delle monete nazionali". Pechino teme che l'America stia creando le premesse per un rilancio dell'inflazione e una svalutazione della propria moneta, in modo da "smaltire" i debiti accumulati verso l'estero, Cina in testa. La sostituzione del dollaro come moneta di riserva è un progetto di lungo periodo, ma Pechino lo usa come un ballon d'essai anche per aumentare il suo potere contrattuale su dossier più immediati. I leader della Repubblica Popolare vogliono un maggiore accesso a investimenti azionari negli Stati Uniti (comprese le tecnologie sensibili, finora vietate per ragioni strategicomilitari), e garanzie contro misure protezioniste anticinesi. Sono disposti a partecipare all'urgente rifinanziamento del Fondo monetario internazionale, solo se gli si riconosce un potere decisionale adeguato. Di certo il dialogo a due fra Hu Jintao e Barack Obama sarà il più importante, prefigurando il futuro G2 che governerà le sorti del pianeta. In quanto agli europei, per essere irrilevanti non hanno davvero lesinato gli sforzi. Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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Se nasce una nuova valuta mondiale di riserva (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari e Finanza (La Repubblica)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

FINANZA pag. 21 Se nasce una nuova valuta mondiale di riserva DI ANTONIO CESARANO* Negli ultimi giorni si è aperto un dibattito in merito alla valuta da utilizzare come forma di detenzione delle riserve valutarie. Si tratta di un tema non da poco conto dal momento che dietro di esso si cela in realtà il tema rilevante della continuazione o meno dell’utilizzo di un sistema di pagamenti e di scambi internazionali basato sul dollaro Usa. Ad animare il dibattito è stato il governatore della banca centrale cinese che ha pubblicato un articolo in cui analizza gli svantaggi dell’utilizzo di una valuta di un singolo paese come riferimento su scala mondiale. Il punto di maggiore debolezza fa riferimento al fatto che in questo modo gli attori economici mondiali sono troppo dipendenti dalle condizioni economiche e dalle decisioni del paese di riferimento della valuta utilizzata. Se ad esempio le condizioni di bilancio e/o le decisioni di politica monetaria e/o fiscale del paese di origine della valuta di riferimento tendono a farla deprezzare più o meno volutamente, vi potrebbero essere conseguenze non positive per gli altri paesi utilizzatori della medesima valuta. È questo ad esempio il caso della Cina che possiede oltre 1900 miliardi di dollari di riserve valutarie, in buona misura investite in titoli di stato Usa. Un deprezzamento marcato del biglietto verde implicherebbe pertanto anche una svalutazione delle riserve cinesi. Il governatore della banca centrale cinese propone allora una soluzione molto semplice: utilizzare una sorta di supervaluta che faccia da sintesi di più valute domestiche per denominare le riserve dei vari paesi, che sarebbero poi affidate in gestione all’Fmi. Il dibattito segnala come la crisi in atto possa arrivare a creare le basi per il ripensamento del sistema finanziario globale, anche dal punto di vista valutario. * Responsabile ufficio Market Strategy MPS Capital Services Scopri come ricevere sul tuo cellulare Repubblica Gold condividi

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Gli Usa: L'incontro a margine del G8 (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ecologia.it, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gli Usa: «Un forum sul clima» L'incontro a margine del G8 La proposta di Barack Obama per riattivare il Major Economies Forum su energia e cambiamenti climatici, con una prima riunione ad aprile a Washington e un vertice in luglio alla Maddalena La proposta del presidente americano Barack Obama di riattivare il Major Economies Forum sull'energia e i cambiamenti climatici, con una riunione preliminare ad aprile a Washington e un vertice sul clima in luglio in Italia in margine al G8, sviluppa una precedente iniziativa di George W. Bush ma è basata, viene osservato a Washington, su un approccio ben diverso da quello dell'ex inquilino della Casa Bianca. La proposta iniziale di Bush mirava a superare un evidente difetto del Protocollo di Kyoto (che gli Usa non hanno mai ratificato): garantire la presenza di Cina e India, due dei maggiori paesi inquinatori, ai colloqui sulle riduzioni di emissioni di gas inquinanti. Ma la iniziativa di Bush, che non aveva mai manifestato molto interesse per la questione climatica, sembrava mirata più a mettere i bastoni tra le ruote ai tentativi avviati a suo tempo dalle Nazioni Unite per affrontare il problema che a portare avanti la battaglia per ridurre le emissioni di gas inquinanti. "è una questione di intenti - ha affermato Larry Schweiger, presidente della National Wildlife Federation - Penso che la amministrazione Bush non avesse mai desiderato giungere ad una vera soluzione. Penso invece che l'amministrazione Obama sia veramente impegnata a trovare una soluzione attuabile". è un impegno confermato dall'inviato speciale di Obama per il clima Todd Stern. "Siamo impegnati con tutte le nostre forze e con tutte le energie per risolvere questo problema - ha dichiarato - Non abbiamo dubbi sulla urgenza del problema dei mutamenti del clima e sulla gravità della sfida che ci attende". La proposta del presidente Obama prevede una riunione preliminare a Washington il 27 e 28 aprile, a livello di sherpa, con la partecipazione di sedici grandi economie mondiali, comprese quindi India e Cina. La conferenza mira a "progredire nella esplorazione di iniziative congiunte sull'energia pulita e la riduzione delle emissioni inquinanti", ha spiegato la Casa Bianca. Il passo successivo sarà una conferenza in Italia in margine al G8 di luglio in Sardegna. Il traguardo finale è quello della Conferenza sul Clima in programma a Copenaghen nel dicembre prossimo. L'Italia, presidente di turno del G8, accoglie la proposta di Obama per un forum a margine del vertice che si terrà a luglio in Sardegna. "Abbiamo dato il nostro via libera affinché si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena", ha detto Silvio Berlusconi nel suo intervento al congresso del Pdl in un passaggio sull'ambiente. Sabato era trapelato che l'inquilino della Casa Bianca aveva inviato una lettera al presidente del consiglio nella quale si chiede l'aiuto dell'Italia per riattivare il 'Major economies Forum' sull'energia ed i cambiamenti climatici. E ieri è arrivata la risposta del governo. Il G8 a guida italiana, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, "aveva già, tra le sue grandi priorità, i cambiamenti climatici", quindi al vertice di luglio alla Maddalena "ci sarà una sessione all'interno del summit e, a latere, un evento speciale" per rilanciare il Major Economies Forum come proposto dal presidente americano. L'obiettivo, ha aggiunto il titolare della Farnesina, "è arrivare al negoziato di Copenaghen, che si apre a dicembre, con un accordo globale che sia concordato con i Paesi del G8, ma ovviamente con la presenza di Cina e India che sono due dei grandi attori emettitori di CO2. Se avremo un grande accordo sul clima potremo veramente fare la differenza". 30 marzo 2009 - TAG: G8 | Clima | Energia |

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America Latina, il Bid verso l'ampliamento di capitale (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - America Latina, il Bid verso l’ampliamento di capitale Roma, 30 mar (Velino/Velino Latam) - Un aumento del capitale pari a 180 miliardi di dollari. è questo il piano che i governatori della Banca interamericana dello sviluppo (Bid), riuniti nella città colombiana di MedellÍn, lanciano per affrontare gli effetti della crisi finanziaria internazionale. Un piano ambizioso che raccoglie un sì con riserva del principale azionista dell’istituzione, gli Stati Uniti: “Pensiamo che ci sia spazio per ampliare il bilancio”, ha detto il segretario di Stato Usa per il Tesoro, Tim Geithner, sottolineando che un intervento in tal senso deve essere accompagnato da condizioni come l’oculato uso delle risorse dei contribuenti e la gestione equilibrata dell’organismo. Dovranno esserci “sforzi per combattere frodi e corruzione” e occorrerà rafforzare la capacità di controllare il rischio così come i processi necessari per garantire gli investimenti corretti”, ha detto Geithner. Una posizione che sembra riflettere il dibattito nato in seno al Congresso degli Usa, dove alcuni esponenti bipartisan hanno criticato la direzione di Luis Alberto Moreno. La Bid, al pari di altre entità finanziarie pubbliche e private, ha certificato alcune recenti perdite legate a investimenti su fondi a rischio. Lo stesso Moreno si era incaricato di portare all’attenzione della 50esima Assemblea dei governatori il piano elaborato negli ultimi mesi dalla commissione esterna guidata dall’ex primo ministro peruviano Pedro Pablo Kuczynski: la ricapitalizzazione, ha spiegato, deve essere fatta “nel più breve tempo possibile” perché le circostanze sono “straordinarie”. Il gruppo di lavoro ha stimato che l’aumento di capitale, attualmente fermo a 100 miliardi, dovrebbe essere compreso tra i 150 e i 180 miliardi di dollari. La possibile capitalizzazione è salutata come un buon segnale dal presidente del paese ospite, Alvaro Uribe: “Ora occorre spianare il cammino per il 2010”, ha detto il capo di Stato colombiano sottolineando che nessuna agenda poteva essere migliore” di quella “che prevede un finanziamento durante la crisi”. Il Bid è la principale fonte di finanziamento multilaterale per lo sviluppo economico dell’America Latina e il Caribe. L’organismo è integrato da 48 paesi di cui 26, in America Latina e Caribe, sono destinatari di finanziamenti. A loro va il 50,02 per cento del potere di voto nell’Assemblea. Tra i soci che non possono ottenere finanziamenti ci sono gli Stati Uniti (con il 30 per cento del capitale), il Canada, il Giappone, Israele, la Cina e 16 paesi europei tra cui l’Italia. (Pilar Soriani) 30 mar 2009 08:29

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OBAMA COSTRINGE WAGONER (GM) ALLE DIMISSIONI - PEUGEOT CACCIA STREIFF ZAPATERO SALVA LA SUA PRIMA BANCA - L'ESERCITO GB COMINCIA IL RITIRO DALL'IRAQ LA MINISTRA DI BROWN E I FI (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> OBAMA COSTRINGE WAGONER (GM) ALLE DIMISSIONI - PEUGEOT CACCIA STREIFF – ZAPATERO SALVA LA SUA PRIMA BANCA - L’ESERCITO GB COMINCIA IL RITIRO DALL’IRAQ – LA MINISTRA DI BROWN E I FILMINI HOT - HACKERS CINESI CONTROLLANO I COMPUTER DELLE AMBASCIATE… Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom jacqui smith 1 - SPAGNA EL MUNDO - Titolo di apertura per il primo intervento di salvataggio di una banca spagnola dall'inizio della crisi economica globale. La Banca Centrale spagnola, infatti, prenderà il controllo della cassa di risparmio Caja Castilla-La Mancha per evitarne il fallimento. Secondo le fonti, la Banca Centrale dovrebbe iniettare della liquidità nelle casse dell'istituto e sostituirne l'attuale cda. "Il governo interviene in extremis sulla Caja Castilla-La Mancha per evitarne il fallimento". In prima pagina anche la grande manifestazioni di ieri a Madrid contro la riforma della legislazione spagnola sull'interruzione della gravidanza avviata dal governo socialista di Josè Luis Zapatero. I numerosi casi di aborto compiuti in condizioni sospette sulla base del principio di "grave pericolo per la vita o la salute psichica della madre", seguite da indagini della polizia in certi casi ritenute abusive, hanno fatto sorgere forti polemiche nel 2007 e sono fra i motivi che hanno spinto il governo a procedere a una riforma. "Decine di migliaia di manifestanti contro l'ampliamento delle condizioni che rendono possibile l'aborto". Christian Streiff EL PAIS - In apertura il piano del governo per salvare dal fallimento la cassa di risparmio Caja Castilla-La Mancha, che accusa problemi di liquidità ed ha un capitale gravemente colpito dalle morosità del settore immobiliare. "Il governo riscatta con 9 miliardi la Caja Castilla-La Mancha". Spazio in prima pagina anche per la decisione del ministero del Tesoro di accelerare la riscossione dell'Irpef come misura per far fronte alla crisi. L'obiettivo è ricevere i versamenti dell'85% dei contribuenti entro il mese di luglio. "Il Tesoro accelera la riscossione dell'Irpef al mese di luglio". 2 - FRANCIA LIBERATION - A tre giorni dal vertice del G20 a Londra, il quotidiano mette a confronto i provvedimenti contro la crisi decisi da Stati Uniti e paesi europei. "Crisi: perché Obama è meglio". Spazio in prima pagina per il primo Gran Premio di Formula Uno del mondiale 2009. A Melbourne è doppietta, al suo esordio, per la Brawn Gp, che vince con Jenson Button e conquista il secondo posto con Rubens Barrichello. "F1, primo Gran premio, prime sorprese". barack obama LE FIGARO - In primo piano l'attesa per l'arrivo di Barack Obama in Europa. Il presidente americano è atteso mercoledì a Londra, dove si svolgerà la riunione del G20, e poi a Strasburgo per il 60esimo anniversario della Nato. "Rilancio e regolamenti, il grande rendez-vous europeo di Obama". Ampio spazio in prima pagina anche per l'intenzione del governo francese di mettere fine alle polemiche sulle contribuzioni e i bonus dei grandi dirigenti in un periodo di grave crisi economica internazionale. L'esecutivo intende preparare un decreto che vieterà ai dirigenti delle società che ricevono aiuti di stato di avere stock options. "Contribuzioni dei dirigenti: un decreto questa settimana e una legge se necessaria". Auto, il presidente e amministratore delegato di General Motors, Rick Wagoner, ha rassegnato le dimissioni su richiesta del presidente Barack Obama. "La Casa Bianca fa dimettere l'amministratore delegato di GM". 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN- "Alla vigilia del summit G-20 nuovo colpo per Gordon Brown": al vertice di Londra non verrà presa alcuna decisione su eventuali pacchetti anticrisi globale, tutto rimandato al 2010. "Un ministro degli Interni, due pornofilm ed espressioni imbarazzate tutto intorno": Jacque Smith ha dovuto giustificare l'acquisto di due video per adulti effettuato dal marito. "L'esercito gb comincia il ritiro dall'Iraq": il generale britannico Andy Salmon accetta in dono un enorme salmone d'oro. Afghanistan: il comandante dei britannici parla di ottimismo ingiustificato. Rick Wagoner THE INDEPENDENT - "I veterani vincono la loro battaglia sulle ID cards": quattro milioni di ex soldati riescono ad ottenere la precedenza su sanità, abitazioni e benefici. "Smith intende risarcire i contribuenti per i pornofilm": il marito si scusa con la moglie, Jacquie Smith, per l'imbarazzo suscitato, ma non con l'opinione pubblica. "Il Premier perde la battaglia per il pacchetto di stimolo globale": i ministri abbassano le aspettative sulla possibilità che venga varato a Londra un pacchetto di stimolo globale. THE TIMES - "Wagoner costretto alle dimissioni da GM": L'amministrazione Obama avrebbe chiesto la sua testa come condizione per avviare un'altra iniezione di denaro nel settore automobilistico. "Duro colpo per Brown", i leader del mondo tirano i remi in barca e con tutta probabilità qualsiasi decisione su nuove spese verrà adottata ad un vertice successivo. "Hackers cinesi controllano i computer dell'ambasciata": il sistema Ghostnet avrebbe attaccato i computer di 103 paesi. THE FINANCIAL TIMES - "Obama chiede unità per il G20": il presidente ridimensiona il rischio di una divisione con l'Europa, ma parla di una "comprensibile tensione" sulla spesa. "Peugeot caccia Streiff": con una mossa a sorpresa il consiglio di amministrazione licenzia il chief Executive della seconda casa automobilistica europea. Richiamo in prima per la nascita del nuovo partito di SIlvio Berlusconi. Gordon Brown 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - Auto, la Casa Bianca forza alle dimissioni il numero uno della General Motors, Rick Wagoner, e dà alla Chrysler trenta giorni per completare l'alleanza con la Fiat come condizioni per ricevere ulteriori aiuti governativi. In primo piano anche la guerra lanciata dal Messico ai narcotrafficanti. Intervista al Cancelliere tedesco Angela Merkel in vista del suo incontro con Barack Obama al G20. Il potere crescente dio molti paesi come la Cina minaccia il ruolo degli Stati UNiti nel Fondo monetario internazionale. THE WASHINGTON POST - Apertura dedicata ai terremoti nel settore auto in vista del piano di aiuti che sarà annunciato oggi. Iraq, tensioni tra forze irachene e combattenti sunnit rischiano di far saltare la strategia Usa. Cresce ma non è ancora unanime il supporto di chi chiede a Washington che vengano allentate le restrizioni su Cuba. Venti di cambiamento nella politica ambientale dell'amministrazione americana. 5 - STAMPA ARABA AL SHARQ AL AWSAT - quotidiano panarabo edito a Londra, Dedica l'apertura al 21esimo vertice dei capi di stato arabi che inizia oggi a Doha; e titola: "Le divergenze tra Egitto e Qatar avvolgono il clima di Doha". "Il presidente sudanese al Bashir a Doha e non cercherà di evitare Ban ki-moon". al Sharq al Awsat, svela i retroscena del raid sul Sudan: "Gli Usa avevano avvertito Khartoum prima dell'attacco". Libano, il premier Fuad Siniora: "La Siria non si è ancora abituata ad un Libano indipendente". Iraq, "Baghdad, dopo violenti scontri 'al Shawa' del quartier al Fadl consegnano le armi alle forze di sicurezza". AL QUDS AL ARABI - giornale palestinese edito a Londra, "il summit di Doha discuterà 'una carta saudita' per la riconciliazione araba: interrogativi sulla sua utilità in assenza del presidente Mubarak", e "sfidando il mandato d'arresto, al Bashir, partecipa", "previsto l'arrivo di 15 leader arabi". "Ironia e tristezza dei vertici arabi", titola l'editoriale che aggiunge: "in due mesi, 4 summmit fallimentari". Iraq, "Il Consiglio degli Ulema al vertice di Doha: il governo di Baghdad è parte del problema e non la soluzione", "Obama promette di non accelerare il ritiro e ammette l'esistenza di grandi problemi". "Damasco non esclude un incontro tra Obama e Assad". Dialogo palestinese, "la fazioni respingono una proposta di Hamas-Damasco per una 'guida colleggiale' alternativa all'organizzazione per la Liberazione della Palestina". "la politica irrompe negli spalti nella partita di calcio Iran-Arabia saudita Teheran esonera l'allenatore della nazionale per la cocente sconfitta in casa e ggiocatore segna il gol saudita all'ingresso di Ahmadinejad nello stadio". AL HAYAT - foglio panrabo edito a Londra, apre sul summit di Doha: "l'assenza di Mubarak esalta la necessità di una riconciliazione araba", intanto, "al Bashir ruba la scena a tutti e gli arabi, per una posizione comune che repinge il mandato d'arresto" emesso dalla Corte penale internazionale "determinazione per fare riuscire il dialogo palestinese" e "l'iniziativa araba di pace in attesa di un 'partner' è ottimista per i segnali positivi mandati da Obama". "Al suo primo viaggio all'estero, Obama, promuove la sua politica economica e afgana: incontrerà il sovrano saudita e si fermerà in Turchia". Israele, "inedita sentenza di un tribunale condanna un esponente palestinese a risarcire dei coloni con 15 milioni di dollari". AL AHARAM - quotidiano egiziano semi-ufficiale, titola: "Con un discorso rivolto ai capi di stato arabi riuniti al vertice di Doha, Mubarak parlerà oggi", e il ministro "Shehab: una riconciliazione vera non si esaurisce con una stretta di mano", "sfidando la decisione della Corte dell'Aia, il presidente sudanese, al Bashir, si presenta a sorpresa". AL SABAHA - giornale di stato iracheno, "24 ore arabe a Doha" e il premier al Maliki, "anticipa il summit con colloqui proficui con i leader arabi" e "in attesa di risultati positivi, i politici iracheni, definiscono 'importante' la partecipazione" dell'Iraq. [30-03-2009]

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Blog e giornalismo investigativo (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0930 Blog e giornalismo investigativo Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 10:42 in globalizzazione La crisi economica e il cambiamento dei media mettono in pericolo il giornalismo investigativo? Il sito d'informazione Huffington post, pubblicato come blog, si è alleato con Atlantic philantropies e altre associazioni di beneficienza per finanziare un fondo da 1,75 milioni di dollari con l'obiettivo di sostenere uno staff di reporter investigativi e freelance. via AP

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WTA Miami: Pennetta eliminata, fuori la Safina (sezione: Globalizzazione)

( da "Datasport" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

WTA Miami: Pennetta eliminata, fuori la Safina (Flavia Pennetta/Foto LaPresse) (AGM-DS) - 30/03/2009 10.11.03 - (AGM-DS) - Milano, 30 marzo - Si ferma al terzo turno la corsa di Flavia Pennetta al torneo WTA di Miami (cemento, $ 4.500.000). L'azzurra ha dovuto cedere alla francese Amelie Mauresmo in tre set, così l'Italia resta senza giocatori nel prestigioso torneo americano dopo l'eliminazione di tutti gli altri rappresentanti. La brindisina ha vinto il primo set per 7-5 al tie-break, ma ha poi ceduto piuttosto nettamente i successivi due parziali. Passano le due sorelle Williams, mentre sorprende l'eliminazione di Dinara Safina, testa di serie n 2 del tabellone. I risultati del terzo turno: [1] S Williams (USA) b [32] S Peng (CIN) 75 62 S Stosur (AUS) b [2] D Safina (RUS) 61 64 [4] E Dementieva (RUS) b [31] C Suarez Navarro (SPA) 62 62 [5] V Williams (USA) b A Groenefeld (GER) 75 63 N Li (CIN) b [6] V Zvonareva (RUS) 64 36 62 [25] A Szavay (UNG) b [7] A Ivanovic (SRB) 64 46 61 [8] S Kuznetsova (RUS) b N Vaidisova (CZE) 61 64 E Makarova (RUS) b [9] N Petrova (RUS) 75 61 [10] A Radwanska (POL) b [21] K Kanepi (EST) 64 63 [11] V Azarenka (BLR) b [22] A Chakvetadze (RUS) 61 64 [13] C Wozniacki (DAN) b [18] P Schnyder (SVI) 64 64 [19] A Medina Garrigues (SPA) b [16] D Cibulkova (SVK) 76(4) 16 55 ritiro [20] A Mauresmo (FRA) b [15] F Pennetta (ITA) 67(5) 62 62 [17] J Zheng (CIN) b [14] A Cornet (FRA) 64 60 [24] A Kleybanova (RUS) b [Q] A Yakimova (BLR) 63 36 64 [26] I Benesova (CZE) b G Dulko (ARG) 63 62

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E Variati alza il calice alla caserma Ederle con il generale Garrett (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

E Variati alza il calice alla caserma Ederle con il generale Garrett 30/03/2009 rss e-mail print La foto del brindisi pubblicata sulla rivista Usa "The Outlook" "Cin cin Dal Molin", hanno subito sibilato gli esegeti più maliziosi sfogliando "The Outlook", periodico di informazione distribuito all'interno della caserma Ederle. A pagina 4 dell'ultimo numero si narra del meeting ospitato il 20 marzo in viale della Pace con i sindaci, assessori o consiglieri dei Comuni tra Vicenza e Padova in cui vivono molti soldati statunitensi con le loro famiglie. Uno dei momenti clou - riferisce il foglio - è stata la proiezione di un Dvd per illustrare agli ospiti come sarà la base al Dal Molin una volta completata. A conclusione dell'incontro, il generale William Garrett ha proposto un brindisi «ai 50 anni di amicizia, collaborazione, storia e mutuo aiuto che uniscono le nostre comunità». E tra i calici levati c'era anche quello del sindaco di Vicenza Achille Variati, che non ha mai nascosto il suo sentimento di amicizia per il popolo americano, al punto da appuntarsi al bavero con ostentazione la spilletta con le bandierine italiana e americana incrociate l'una con l'altra. E forse anche per questo, lo strillo nella prima pagina di "The Outlook" esibisce una foto con Variati e Garrett in primo piano, sotto il titolo "In good company", "in buona compagnia". Questa mattina alle 12 a palazzo Trissino, nel frattempo, il Presidio permanente organizza una conferenza stampa per presentare il convegno "Le illegalità della nuova base" in programma il 1 aprile alle 20.30 al teatro Astra. Interverranno Guglielmo Vernau (Presidio Permanente), Fulvio Rebesani (Più Democrazia) e Virginio Bettini (docente presso la facoltà di Pianificazione del Territorio, Iuav Venezia), che illustreranno e commenteranno il progetto definitivo della base Usa. «La serata - spiegano i promotori - sarà anche l'occasione per dare il via, dal basso, a uno studio tecnico sull'impatto ambientale della nuova installazione militare realizzato da autorevoli personalità del mondo universitario e professionale. Il Presidio Permanente, infatti, ha diffuso un appello nel quale, tra l'altro, propone di dar vita «a un tavolo per la realizzazione collettiva e popolare di uno studio tecnico sui danni che produrrebbe la realizzazione del progetto statunitense, sottolineando «la totale mancanza di informazioni sul progetto statunitense». G.M.M.

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MARIO DEL PERO SI FA UN GRAN PARLARE OGGI DI NUOVA GUERRA FREDDA. LO SI FA LADDOVE PAIONO RIECHEG... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 30-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Caserta)) (Mattino, Il (City)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Cina Usa

Mario Del Pero Si fa un gran parlare oggi di nuova guerra fredda. Lo si fa laddove paiono riecheggiare gli echi dell'epocale conflitto tra Stati Uniti e Unione Sovietica, come è accaduto in Georgia lo scorso agosto. E lo si fa in riferimento a una presunta evoluzione della struttura internazionale verso una rinnovata architettura bipolare, nella quale la Cina starebbe diventando il contraltare di potenza degli Stati Uniti. Si tratta però di un parallelo improprio e storicamente scorretto. I riferimenti alla guerra fredda - come metafora e come riferimento analogico - sono mistificatori e non aiutano a comprendere il contesto attuale. L'evoluzione verso un bipolarismo Usa-Cina è tutt'altro che compiuta, se mai si compirà, e la chiara superiorità di potenza statunitense rende questo bipolarismo ancora assai futuribile. La guerra fredda rappresentò peraltro una fase storica unica proprio per la natura ideologica della competizione Usa-Urss: per la contrapposizione tra due modelli e due visioni della modernità dalle ambizioni dichiaratamente universalistiche. La crescente interdipendenza tra i diversi soggetti del sistema internazionale renda inoltre l'idea che la ridefinizione degli equilibri relativi di forza conseguente all'ascesa di nuove potenze debba necessariamente produrre situazioni più conflittuali e polarizzate. Il quadro attuale si caratterizza per il reticolo di dipendenze plurime che legano gli Stati gli uni agli altri, limitandone sovranità e libertà d'azione. SEGUE A PAGINA 16

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Obama all'Europa: (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena.it, L'" del 30-03-2009)
Pubblicato anche in: (Giornale di Vicenza.it, Il)

Argomenti: Cina Usa

Obama all'Europa: «Più interventi concreti per i piani di stimolo» 30/03/2009 rss e-mail print Barack Obama, presidente Usa Domani sera, Barack Obama arriverà a Londra per la prima missione internazionale, centrata sul G20 dedicato alla crisi economica, ma non limitata solo a questo tema. Una missione che dovrà ridisegnare il ruolo degli Usa nel mondo e mettere le basi per una collaborazione indispensabile con Cina e la Russia. A Londra, mercoledì, Obama incontrerà il presidente russo Medvedev e quello cinese Jintao. Il programma dimostra l'urgenza attribuita dalla Casa Bianca alla realizzazione dell'agenda diplomatica, considerata parte integrante della strategia per risolvere il problema principale: la recessione globale. Nonostante il lavoro dei negoziatori, Obama trova sul tavolo di Londra posizioni contrastanti con i partner Ue sui piani di stimolo. L'Europa vede come priorità per uscire dalla crisi soprattutto le nuove regole di trasparenza e controllo per la finanza internazionale, e la lotta contro i «paradisi fiscali». Obama non è contrario, ma chiede ai partner di partecipare di più allo sforzo economico. Secondo indiscrezioni, smentite ma considerate attendibili, Obama vorrebbe far varare dai Paesi del G20 un pacchetto di stimoli economici per 2mila miliardi di dollari. BERLUSCONI: «SÌ AL VERTICE SUL CLIMA PROPOSTO DAGLI USA». Obama ha proposto un vertice sul clima il 27-28 aprile, per arrivare a conclusioni per il vertice G8 alla Maddalena (8-10 luglio), e dettato le condizioni all'industria dell'auto Usa. Energie rinnovabili, protezione ambientale e lotta ai cambiamenti climatici devono essere i motori della ripresa. I giganti dell'auto devono offrire piani di rilancio coraggiosi e centrati su questi principi. Oltre che sul contenimento dei costi. E l'Italia, presidente di turno del G8, ha accolto la proposta. «Abbiamo dato il nostro via libera affinché si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena», ha dichiaratoil premier Silvio Berlusconi nel suo intervento al congresso del Pdl in un passaggio sull'ambiente.

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Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nasce il Pdl, bene. E non è difficile prevedere che sarà vincente, perchè Berlusconi è la figura di riferimento da oltre 15 anni e alla maggioranza degli italiani è assai gradira e perchè i partiti conservatori, in Italia, ma non solo, affrontano la crisi meglio di una sinistra moderata che, avendo fatto proprio il dogma liberista (ricordate il libro di Giavazzi e Alesina?), ora appare meno credibile di un centrodestra, dove nel corso degli anni non sono mancate le critiche allo stapotere della finanza e alla deriva morale della società ( vedi Tremonti, Bossi, certi esponenti di An). Tuttavia il Pdl corre lo stesso rischio del Pd, che è fallito perchè non è riuscito a darsi una nuova identità ovvero non ha saputo creare una sintesi innovativa tra i cattolici sociali e i post comunisti. Al Pd, come già osservato su questo blog, manca il senso di appartenenza. La domanda che mi pongo è la seguente: il popolo di Forza Italia e, soprattutto, il popolo di An, che è più piccolo ma più coeso, saprà riconoscersi nel Pdl? Ovvero: il nuovo partito sarà sentito come proprio dai militanti? Avrà una coerenza ideologica, programmatica, sociale? Se la risposta sarà negativa, non è difficile prevedere un aumento dei consensi a Lega e Udc, che hanno già un profilo consolidato e sono facilmente riconoscibili dagli elettori. Il successo del nuovo partito nel medio e lungo periodo si gioca sull'identità. Che dovrà essere forte, autentica, condivisa. O sbaglio? Scritto in politica, pdl, partito democratico, democrazia, Italia Commenti ( 47 ) » (2 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 25Mar 09 Ma il mercato distorce la realtà? Soros dice di sì. Di questi tempi abbiamo parlato molto di economia e mi spiace dover restare in tema, ma sono rimasto colpito da questa affermazione di George Soros, l'ex speculatore che affossò la lira e la sterlina negli anni Novanta e che ora è diventato un guru economico-filosofico-filantropico. Con i mercati ha guadagnato miliardi e i fondi Hedge da lui creati continuano a guadagnarne molti (pare). Eppure ieri durante un incontro con il minostro del Tesoro Usa Geithner ha pronunciato questa frase che ha scioccato l'America: "L'idea che i mercati (finanziari) siano in grado di correggersi da soli si è dimostrata falsa. I mercati, anzichè rispecchiare la realtà sottostante, la distorgono sempre". La mia prima reazione è stata di stizza: ma come, proprio lui fa queste considerazioni? Il personaggio non è certo coerente.. ma, pensandoci bene, forse non ha tutti i torti. Mi spiego: io sono da sempre un liberale e penso che l'economia di mercato abbia consentito di portare sulla via del benessere intere nazioni. Ma ho l'impressione - anzi, la certezza - che i mercati finanziari oggi non siano il risultato del normale incrocio tra domanda e offerta. E questo a causa dei derivati e dei prodotti di ingegneria finanziaria. Qualcuno sa dirmi l'utilità di questi strumenti? Nati a fin di bene ovvero per permettere agli operatori e agli industriali di cautelarsi contro rischi di cambio o sbalzi nelle quotazioni, sono diventati dei mostri che con l'effetto leva consentono profitti o perdite inimmaginabili. Ma servono all'economia reale? Consentono una miglior valutazione delle società quotate? La risposta a queste domande è no: non servono a nulla se non a una certa finanza. E l'effetto leva è così vertiginoso da distorgere molte valutazioni, accentuando spasmodicamente i movimenti al rialzo o al ribasso di borse, valute, materie prime, obbligazioni. Ricordate il petrolio? Su su fino a 150 dollari, poi già sotto i 40, il dollaro che passa da 1,25 a 1,45 in dieci giorni e poi torna a 1,25. Tutto questo è innaturale e superfluo. E allora perchè non limitarli o addirittura abolirli, progressivamente? I trader, certi banchieri, gli speculatori hanno già fatto abbastanza danni. Che la festa finisca e che il mercato torni ad essere il mercato, in un'ottica autenticamente liberale. Domanda: Che Soros abbia ragione? Scritto in capitalismo, crisi, banche, manipolazione, globalizzazione, economia, notizie nascoste Commenti ( 91 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.2 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Mar 09 Il piano Geithner? Un'altra beffa. I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 71 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 179 ) » (6 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 88 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 47 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (8) blog (1) capitalismo (8) cina (19) comunicazione (1) crisi (9) democrazia (60) economia (30) era obama (14) europa (10) francia (22) germania (3) giornalismo (50) giustizia (2) gli usa e il mondo (61) globalizzazione (43) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (151) manipolazione (5) medio oriente (13) notizie nascoste (46) partito democratico (2) pdl (1) politica (1) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (22) spin (5) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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I no global ed i... 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Tutela del patrimonio artistico, l'Istituto Jemolo apre un corso (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Sera" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cronaca Roma Tutela del patrimonio artistico, l’Istituto Jemolo apre un corso I beni culturali entrano a pieno titolo nel sistema di Protezione civile. I volontari del Lazio vengono formati per intervenire a tutela del patrimonio artistico-culturale nei casi di calamità naturali. In Italia è presente circa il 40% del patrimonio artistico mondiale e l’area più ricca di beni archeologici e monumentali è senza dubbio il centro della Penisola e in particolare il Lazio. Molteplici fattori, dal tempo alle calamità naturali, dagli atti di vandalismo ai furti e alle speculazioni, mettono a repentaglio la conservazione di tali beni, per questo la Direzione Protezione civile della Regione Lazio ha promosso un Corso sulla normativa giuridica e le tecniche per gli interventi di protezione civile, realizzato dall’Istituto regionale di studi giuridici Arturo Carlo Jemolo, inaugurato ieri mattina da Maurizio Pucci Direttore regionale Direzione Protezione Civile, Aldo Rivela, Commissario Straordinario dell’Istituto, Emilio Gonzales del Dipartimento nazionale Protezione civile e Stefania Cancellieri, docente del Corso, specializzata in ‘Restauro dei monumenti’. È quanto si legge in una nota dell’istituto Temolo. “Le problematiche emerse fin dal 1966 con l’alluvione di Firenze - ha detto Gonzales - hanno richiesto anni di elaborazione e la sinterizzazione di ulteriori esperienze calamitose per impostare una risposta istituzionale del Dipartimento nazionale di Protezione civile, che passa attraverso una particolare attenzione della formazione. Per questo, a nome del Capo Dipartimento, Guido Bertolaso, esprimo grande apprezzamento per questo Corso realizzato dalla Regione Lazio e dall’Istituto Jemolo”. Edizione n. 2149 del 30/03/2009

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Protezione civile e Ferrovie dello Stato insieme per un'esercitazione mirata (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Sera" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cronaca Roma Protezione civile e Ferrovie dello Stato insieme per un’esercitazione mirata Si è svolta ieri sulla linea Fr1 (Fiumicino - Orte) tra Monterotondo e Settebagni una simulazione di pronto intervento che ha coinvolto un treno regionale. È stato ipotizzato il malore del macchinista durante la guida per verificare la buona riuscita di tutte le misure di sicurezza per i viaggiatori e di assistenza sanitaria per il dipendente. È stata avanzata la richiesta di soccorso sanitario all’Ares 118 e le strutture del Gruppo FS hanno bloccato la circolazione. Per evitare eccessivi disagi sulla linea, l’esercitazione è stata effettuata fra le 11 e le 13 in una fascia oraria con una ridotta frequenza di convogli. È quanto si legge in una nota della Regione Lazio. “Tutto si è svolto come previsto in termini di tempi e modalità - prosegue la nota - dimostrando che i piani di collaborazione fra gli Enti interessati risultano efficaci ed esaustivi. Sono intervenuti in perfetta sinergia: la Protezione Civile Regionale in contatto continuo con la sua sala operativa, con circa 60 figuranti a bordo del treno e squadre di volontari in azione, la Centrale Operativa dell’Ares 118 e un’ambulanza con operatori a bordo, i Vigili del Fuoco, la Polizia Ferroviaria e le Ferrovie dello Stato. La simulazione rientra tra le procedure previste dal Protocollo d’Intesa per la gestione delle emergenze, siglato l’ 8 novembre scorso tra Ferrovie dello Stato e Protezione Civile della Regione Lazio. L’accordo fa seguito all’intesa, raggiunta il 15 luglio 2008 tra FS e il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, che definisce le iniziative necessarie per la gestione ottimale delle criticità. La Regione Lazio è stata la prima in Italia a dare attuazione all’accordo nazionale, con l’obiettivo di ottenere una sempre più efficace capacità di intervento nella gestione degli scenari di crisi nel trasporto ferroviario dei passeggeri. L’esercitazione punta a rafforzare la collaborazione e il coordinamento tra le Ferrovie e la Protezione civile regionale, che è in grado di operare in tempo reale sul territorio per la previsione e la prevenzione del rischio. Edizione n. 2149 del 30/03/2009

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Oltre ai tavoli dei saggi apriamo gli occhi su ciò che non vediamo (sezione: Globalizzazione)

( da "Libertà" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Oltre ai tavoli dei saggi apriamo gli occhi su ciò che non vediamo di ADRIANA ROSSI Noi gente comune abbiamo, molto spesso, il bisogno che le nostre riflessioni sulla situazione attuale, che in molte cose è figlia di decisioni o opportunità non colte nel passato, siano condivise per non sembrare sognatori o irreali. Questa rubrica mi da, o meglio ci da, la possibilità di confronto e condivisione e, spesso, serve anche a rivedere le nostre posizioni ed i nostri commenti. Da qualche tempo ormai tutti sappiamo, e realizziamo personalmente, di essere in grande periodo di crisi e non solo economica ma anche di valori e di gestione dei principi basilari della nostra convivenza. Ciò che mi ha spinto, dopo alcuni ripensamenti, a consolidare in frasi le mie riflessioni è stato il frequente messaggio che sia il governo che la nostra città si affideranno ora a dei "saggi" per trovare le soluzioni più mirate per sopravvivere alla crisi e (speriamo) ripartire. Questa trovata, così come esposta, ossia la possibile strada della soluzione organizzando un tavolo dei saggi, ci mancava! Sembra che ci rendiamo conto solo ora in Italia, ma un po' in tutto il mondo occidentale, che le cose non possono andare così. Mi domando allora dove fossero i politici, i sindacati e gli industriali quando le aziende italiane, che ora chiedono aiuto e provvedimenti di sostegno veloci ed efficaci, venivano smembrate per portare le produzioni all'estero dove la mano d'opera è vantaggiosa ed aumenta così il margine di guadagno. Ci rendiamo conto solo ora che abbiamo diminuito la quantità della forza lavoro in Italia per occuparla negli stati a costi bassi e soprattutto in Cina. Tanto che in tutti i settori produttivi ci troviamo manufatti "Made in Cina". Devo però anche ammettere che neanche noi consumatori partecipiamo alle possibili soluzioni verificando gli acquisti e preferendo il "Made in Italy". La corsa è all'acquisto di poca spesa, ma occorre ricordare che non è sempre il più conveniente perché spesso, come dicevano i nonni, "la roba da speind poc la va ca prima dal padron". E che dire delle banche! Ci hanno massacrato, e continuano a farlo, con spese e balzelli vari per ogni sospiro con loro intermediazione e oltre tutto, pur sapendo che il loro business è composto di raccolta e vendita di denaro, concedono pochi prestiti, pochissimi mutui ed espongono il cartello "siamo sprovvisti di denaro contante". Dovrebbero considerare però, le Banche, che nel periodo di vacche grasse hanno fatto investimenti miliardari soprattutto in immobili e mi auguro proprio che qui si pensi ad interventi decisivi da parte dei governanti. Ritornerei ora sui sindacati che hanno alcuni meriti ma ne hanno combinate delle grosse. Una grave responsabilità, a mio avviso influente nel causare crisi economiche, è quella di aver sempre ostacolato le politiche di merito. Vedi alcune norme dello statuto dei lavoratori per le quali non si può licenziare nessuno anche se è dimostrato che è ladro, ed allora si giustifica in questo modo l'imprenditore nella limitazione delle assunzioni per non correre rischi su possibili lavativi e disonesti. Vedi la scuola che ha sfornato masse di ignoranza e maleducazione dove è impossibile riprendere e punire gli alunni (oltre che essere praticamente obbligati a promuovere tutti). Vedi l'Università , che dovrebbe preparare la futura "intellighentia", piena di professori clientelari e di studenti che danno bella prova di sé solo in cortei con slogan a volte demenziali e che approfittano poi del traffico di lauree in alcuni atenei. Le parole come responsabilità, merito, punizione, sono scomparse e, per la scuola, si assiste sempre più spesso a genitori che denunciano professori, che ricorrono al Tar per una bocciatura o che , come in qualche caso, aggrediscono gli insegnanti per un torto subito dal figlio. Ma allora c'è forse un po' di verità nel fatto che abbiamo molti giovani che non crescono mai e che sono sotto tutela dei genitori fino a 40 anni? Riflettiamo anche, parlando di giovani, che oggi si ritiene solo di dover dare loro un futuro attraverso una laurea come se esistessero solo grandi cervelli e ricercatori (a parte il "grande fratello"…) nel mondo del lavoro. Mi ha veramente depresso l'apprendere che una scuola per falegnami sostenuta da grandi artigiani del legno non si sia attuata (notizia del nostro quotidiano) per mancanza di iscritti. Allora è proprio vero. Lavorare è fatica! Non pensiamo che la soluzione della crisi potrebbe anche essere in un sano ritorno al rigore, all'abbandono del buonismo a tutti i costi, all'abolizione della bambagia nell'educazione (si dice sempre "eh ma poverino…!"), nella valorizzazione della professionalità, nella scuola selettiva per meriti e applicazione? Pensiamo a quale qualità migliore potrebbe avere anche la televisione se presentasse solo dei veri professionisti. Sia per lo spettacolo che per altre discipline si eviterebbe di alimentare false promesse per la marea di veline e di partecipanti dei vari reality. Con tutto questo, con la professionalità sempre in primo piano, non avremmo forse potuto affrontare la crisi già conditi della speranza per il lavoro di "saggi" sempre presenti in tutti i campi? Forse l'Italia soffrirebbe meno no? Ma si diceva che questo vale un po' per il tutto il mondo occidentale e forse ancor più per gli USA. Non si sono accorti, in questo pur grande paese, che per 20 anni l'intera economia era basata sul virtuale, su castelli di carta. Era l'esaltazione del Broker, dei pubblicitari, degli investitori ad alto rischio e guadagno. Non si sono accorti, i grandi economisti purtroppo, nella voglia di far denaro a breve, che la solida economia deve essere basata sul primario (agricoltura), secondario (industria) e terziario (servizi) insieme. E' stato certo più facile e remunerativo anche per gli americani acquistare manufatti a poco prezzo dai paesi asiatici che nel frattempo invadevano le loro università per poi invadere il mercato occidentale con tutto e di tutto compresa l'alta tecnologia imparata nell'occidente stesso. Mi rendo anche conto, riflettendo su tutto ciò, che sarà molto difficile, e comunque molto duro se si proverà, tornare indietro. Un politico diceva che la Democrazia è miope in quanto avendo bisogno di gradimento nel breve periodo (quello di governo) non si preoccupa e non prende decisioni valide per il lungo periodo. Una speranza per tutti è che, oltre ai tavoli dei saggi, ci mettiamo buoni occhiali per migliorare ciò che non vediamo e tanta forza e voglia di lavorare con professionalità. 30/03/2009

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"GRAN TORINO" DI EASTWOOD È UN CAPOLAVORO DIESEL (IL PASSAPAROLA, LA MEJO CRITICA): DOPO 3 SETTIMANE SUPERA LE SCEMENZE DI FICARRA & PICONE ("I MOSTRI OGGI" FLOPPEGGIA) SPIDERMAN (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> “GRAN TORINO” DI EASTWOOD è UN CAPOLAVORO DIESEL (IL PASSAPAROLA, LA MEJO CRITICA): DOPO 3 SETTIMANE SUPERA LE SCEMENZE DI FICARRA & PICONE ("I MOSTRI OGGI" FLOPPEGGIA) – SPIDERMAN IN FERRARI – HONG KONG BRUCE – VERDONE MISSIONARIO CON LA CHIATTI… 1 - EASTWOOD IN TESTA, BATTE MATASSA E MOSTRI... (Ansa) - Dopo tre settimane di presenza nelle sale, Gran Torino, il film di e con Clint Eastwood, sale al primo posto, scalzando La matassa di Ficarra e Picone (terzo) e respingendo l'attacco di una nuova entrata, I mostri oggi (secondo). Clint Eastwood Quello di Gran Torino, in un week end che ha visto crescere leggermente gli incassi complessivi (+2%), e' un caso tipico di effetto passaparola. Dopo essere stato secondo per due settimane consecutive, quando in genere ci si aspetterebbe un calo fisiologico e nonostante le molte nuove uscite, il film di Eastwood ha conquistato la vetta. Il film era subito piaciuto ai critici ma ha sedotto progressivamente anche il pubblico raggiungendo un incasso totale di 5 milioni 646 mila euro nelle 323 sale monitorate da Cinetel (che copre l'85% del mercato potenziale). A parte 'I mostri oggi' (secondo con oltre un milione di euro), piuttosto debole l'esito delle altre uscite: Push e' quinto (anche se ha una media per sala da secondo posto, 3.660 euro), Il caso dell'infedele Klara e' settimo (molto bassa la media per sala, 1.785) e Two Lovers e' decimo. Da segnalare il caso del film Disney Racconti incantati, ottavo ma con una media per sala da primo posto (4.348). Infine Fortapsc, il film di Marco Risi sull'omicidio del giornalista Giancarlo Siani, con l'uscita nazionale (la settimana scorsa era solo nelle sale campane) ha guadagnato soltanto due posti, dal 14/o al 12/o. Ecco i dieci film piu' visti nel fine settimana, secondo la classifica Cinetel: TITOLO POS. INCASSO INCASSO SETT. PREC. TOT. PROG. ficarra picone 1) GRAN TORINO (2) 1.258.659 5.646.155 3 . 2) I MOSTRI OGGI (0) 1.066.272 1.066.272 3GG. 3) LA MATASSA (1) 853.347 6.662.988 3 . 4) DIVERSO DA CHI? (3) 822.592 2.282.903 2 . 5) PUSH (0) 721.071 721.071 3GG. 6) LA VERITA' E CHE.....(4) 669.561 2.071.456 2 . 7) IL CASO DELL'INFEDELE(0) 467.589 467.589 3GG. 8) RACCONTI INCANTATI (0) 378.294 378.294 3GG. 9) THE INTERNATIONAL (5) 288.745 883.242 2 . 10)TWO LOVERS (0) 267.885 267.885 3GG. 2 - MORTO COMPOSITORE MAURICE JARRE... (Ansa-Afp) - Maurice Jarre, compositore di numerose colonne sonore di film, tra i quali 'Il dottor Zivago' e 'Parigi brucia?', e' morto all'eta' di 84 anni nella notte tra sabato e domenica a Los Angeles (Usa). Lo ha annunciato il manager di Maurice Jarre, suo figlio. Laura Chiatti 3 - MAGUIRE, DA SPIDER MAN A PILOTA DELLA FERRARI.. (ITALPRESS) - La star di "Spider Man", Tobey Maguire produrra' e interpretera' The Limit, nel quale vestira' i panni del pilota di Formula 1 della Ferrari Phil Hill, come riporta l'Hollywood Reporter. La pellicola, del cui script si sta occupando Anthony Peckham, si basera' sul romanzo, per il momento ancora in uscita, Limit di Michael Cannell. La storia racconta l'amicizia tra Wolfgang von Trips e Phil Hill, due piloti del team Ferrari, che corsero l'uno contro l'altro durante il Gran Premio del 1961. L'attore e Jenno Topping produrranno il film per la Maguire Entertainment insieme a Cathy Schulman della Mandalay Pictures e a Scarlett Lacey. 4 - BRUCE LEE RIABILITATO AD HONG KONG, SUA CASA DIVENTERA' MUSEO... (Adnkronos/Dpa) - Bruce Lee, l'eroe cinematografico del kung fu morto misteriosamente ad appena 32 anni nel 1973, all'apice di una carriera fulminea, viene finalmente riabilitato nella sua Hong Kong. La casa dell'attore a Kowloon verra' trasformata in un museo ed e' stata gia' lanciata una gara internazionale di design, secondo quanto riferisce il 'South China Morning Post'. Il bando arriva dopo l'accordo raggiunto tra il governo locale e il proprietario della villa a due piani, il milionario Yu Panglin, che ha acconsentito a donare la proprieta' valutata oltre 12 milioni di dollari Usa. Yu aveva acquistato l'immobile negli anni Sessanta e, dopo la morte del famoso inquilino che vi ha abitato negli ultimi anni di vita insieme alla moglie Linda Lee -Cadwell, aveva trasformato la casa in un albergo a ore. Dopo il sisma devastante del maggio scorso in Cina, Yu aveva annunciato la messa in vendita della casa il cui ricavato, stimato intorno agli 8 milioni di euro, sarebbe andato ai terremotati. Sean Penn 5 - CHE FANNO?... Da "La Stampa" Carlo Verdone comincia a girare il suo nuovo film Io, loro, Lara, nel quale è un sacerdote missionario. Al suo fianco, Laura Chiatti. Sean Penn, vincitore del suo secondo Oscar con Milk, è nel film Mgm The Three Stooges insieme con Carrey e Del Toro. Woody Harrelson interpreta in The Messenger di Oren Moverman la parte di un ufficiale Usa che avverte le famiglie della morte dei loro cari in guerra. Joel e Ethan Coen realizzano una nuova versione del western 100 dollari per uno sceriffo (1970) di Hathaway che fece prendere un Oscar a John Wayne. Marco Bellocchio ha pronto per Cannes Vincere, film sulla amante e madre di un figlio di Mussolini, Ida Dalser. Zac Efron, 21 anni, ha abbandonato il suo ruolo in Footlose di Kenny Ortega. Nessuno sa perché. [30-03-2009] bruce lee

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Crisi, dopo 30 anni cala produzione carne USA (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi, dopo 30 anni cala produzione carne USA (Teleborsa) - Roma, 30 mar - Per la prima volta dopo oltre 30 anni la produzione di carne e pollame negli allevamenti statunitensi prevista in calo come pure le semine primaverili di granoturco e grano. Lo rende noto la Coldiretti sulla base dei dati del dipertimento dell'agricoltura statunitense (USDA) nel sottolineare che si tratta di una tendenza destinata ad influenzare i consumi alimentari mondiali considerato che negli Stati Uniti, che sono il principale esportatore di alimenti, si ottiene il 10 per cento della produzione agricola mondiale. Se per la produzione di proteine animali si prevede il livello piu' basso dal 1973, secondo il rapporto del dipartimento dell'agricoltura americano si stima - riferisce la Coldiretti - che saranno seminati in primavera 248 milioni di ettari con un calo del 2 per cento, il primo dal 2005, dovuto ai bassi prezzi dei prodotti agricoli e all'elevato costo dei fertilizzanti. Le riduzioni maggiori si prevedono per il granoturco, il cotone e il grano che hanno fatto registrare un crollo dei prezzi alla produzione. Le previsioni degli Stati Uniti sono aggravate dalle tendenze in atto su scala mondiale dove le stime per i paesi a basso reddito con deficit alimentare sono al ribasso per la produzione cerealicola. Le prime previsioni indicano un raccolto di mais piu' ridotto in Africa australe. Condizioni di siccita' prolungata stanno avendo effetti negativi sulla produzione di grano in Asia, specialmente in Cina per la produzione di grano invernale. Le precipitazioni sono state scarse anche in India. In Sud America, la produzione di grano del 2008 e' stata dimezzata a causa della grave siccita' in Argentina. Nonostante il crollo delle quotazioni delle materie prime agricole, nei paesi ricchi e in quelli poveri, i prezzi dei prodotti alimentari derivati sono aumentati con preoccupanti effetti - continua la Coldiretti - sui redditi dei cittadini in un momento di crisi soprattutto nei paesi piu' poveri dove allarme fame. E' dunque necessario trovare soluzioni alla necessit di combattere le speculazioni dal campo alla tavola che nel 2008 secondo una elaborazioni della Coldiretti hanno bruciato 200 miliardi di dollari solo per il grano. L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli - sostiene la Coldiretti - stato fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilit dai mercati finanziari in difficolt a quelli delle materie prime come grano, mais e soia. Manovre finanziarie sul cibo che hanno aperto le porte alle grandi speculazioni internazionali che stanno "giocando" senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilit impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi. Per combattere la guerra alle speculazioni sui prodotti essenziali per l'alimentazione, in difesa delle imprese e consumatori, serve - conclude la Coldiretti - un accordo tra i Paesi del G8 per una gestione piu' attenta delle scorte alimentari che possa fronteggiare le situazioni di carenza di prodotto negli scambi internazionali: depositi da riempire quando il prodotto abbondante ed i prezzi sono bassi per tenerli pronti invece in caso di carestie. 30/03/2009 - 12:32

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Nvidia potrebbe acquistare azioni di VIA (sezione: Globalizzazione)

( da "PC World online" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

30-03-2009 Nvidia potrebbe acquistare azioni di VIA L'azienda americana pare interessata all'acquisto di 300 milioni di nuove azioni di VIA Danilo Loda Nvidia potrebbe acquistare azioni di VIA Eurodap: gli italiani passano troppe ore davanti PC World Tech Update - 27 marzo 2009 Microsoft Surface è in Italia Dal 30 marzo Fujitsu Siemens sarà solo Fujitsu Nintendo, vendute 50 milioni di Wii Presto i pc parleranno con noi Disponibili i nuovi driver per schede video Nvidia Anche ATI avrà la sua tecnologia per la fisica nei videogiochi Console PlayStation: in Italia sono oltre 10 milioni A rischio malware i sistemi Intel Layoff, il gioco per imparare a licenziare World Tech Update - 20 marzo 2009 Intel si appresta a ribassare i prezzi delle CPU desktop Macbook violato in 10 secondi Secondo quanto riportato dal sito taiwanese Digitimes, VIA sarebbe in procinto di mettere in vendita 300 milioni di azioni a un prezzo compreso tra 0.27 e 0.35 dollari USA, che equivalgono a un capitale compreso tra 81 e 105 milioni di dollari. L'indiscrezione però è che tra le aziende interessate all'acquisto di tali azioni spicca il nome di Nvidia, anche se VIA specifica che la lista dei candidati all'acquisto sarà divulgata il prossimo 19 giugno, giorno in cui è previsto un incontro tra tutti gli azionisti VIA. Nvidia non ha commentato la notizia, specificando che non vuole rilasciare dichiarazioni su quella che potrebbe essere una speculazionie di mercato. Di certo, se l'acquisto verrà confermata, non farà altro che confermare un interesse, neanche troppo velato, da parte di Nvidia di entrare nel mercato dei processori x86 fonte: Digitimes Nvidia potrebbe acquistare azioni di VIA Google lancia un download di musica gratuito in Cina Skype per iPhone arriverà domani, per BlackBerry tra un mese T707: il cellulare che si accende Windows 7 Release Candidate a maggio, arriva la conferma Google riduce il personale: a casa 200 dipendenti Appuntamento a giugno con Apple: Snow Leopard e nuovi iPhone in arrivo Eurodap: gli italiani passano troppe ore davanti PC Pirati in festa a Roma Mozilla, pronte le patch per Firefox 3.0.8 Photoshow 2009 (Milano, 27-30 marzo 2009) Nuovi blog su PC World Annunciata la versione 9.7 di Opera Mobile Segue le indicazioni del GPS e finisce in un burrone Barack Obama dialoga online con gli americani Director's Cut - Facebook, la strega e l'armadio SmileTech - La vera innovazione Attenti al portatile - La crisi economica migliora la qualità Diritto & Rovescio - Il Grande Fratello inglese su Facebook Non in linea - Un vino contro la legge sul p2p francese (1 commenti) OnOff - Cebit, la crisi c'è ma non si vede Pane al pane - Al fotografo quando e cosa... fotografare Il Rompiscatole - Sei nomi per Windows 7, per confondere le idee

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Crisi, dopo 30 anni cala produzione carne USA (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi, dopo 30 anni cala produzione carne USA (Teleborsa) - Roma, 30 mar - Per la prima volta dopo oltre 30 anni la produzione di carne e pollame negli allevamenti statunitensi è prevista in calo come pure le semine primaverili di granoturco e grano. Lo rende noto la Coldiretti sulla base dei dati del dipertimento dell'agricoltura statunitense (USDA) nel sottolineare che si tratta di una tendenza destinata ad influenzare i consumi alimentari mondiali considerato che negli Stati Uniti, che sono il principale esportatore di alimenti, si ottiene il 10 per cento della produzione agricola mondiale. Se per la produzione di proteine animali si prevede il livello piu' basso dal 1973, secondo il rapporto del dipartimento dell'agricoltura americano si stima - riferisce la Coldiretti - che saranno seminati in primavera 248 milioni di ettari con un calo del 2 per cento, il primo dal 2005, dovuto ai bassi prezzi dei prodotti agricoli e all'elevato costo dei fertilizzanti. Le riduzioni maggiori si prevedono per il granoturco, il cotone e il grano che hanno fatto registrare un crollo dei prezzi alla produzione. Le previsioni degli Stati Uniti sono aggravate dalle tendenze in atto su scala mondiale dove le stime per i paesi a basso reddito con deficit alimentare sono al ribasso per la produzione cerealicola. Le prime previsioni indicano un raccolto di mais piu' ridotto in Africa australe. Condizioni di siccita' prolungata stanno avendo effetti negativi sulla produzione di grano in Asia, specialmente in Cina per la produzione di grano invernale. Le precipitazioni sono state scarse anche in India. In Sud America, la produzione di grano del 2008 e' stata dimezzata a causa della grave siccita' in Argentina. Nonostante il crollo delle quotazioni delle materie prime agricole, nei paesi ricchi e in quelli poveri, i prezzi dei prodotti alimentari derivati sono aumentati con preoccupanti effetti - continua la Coldiretti - sui redditi dei cittadini in un momento di crisi soprattutto nei paesi piu' poveri dove è allarme fame. E' dunque necessario trovare soluzioni alla necessità di combattere le speculazioni dal campo alla tavola che nel 2008 secondo una elaborazioni della Coldiretti hanno bruciato 200 miliardi di dollari solo per il grano. L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli - sostiene la Coldiretti - è stato fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime come grano, mais e soia. Manovre finanziarie sul cibo che hanno aperto le porte alle grandi speculazioni internazionali che stanno "giocando" senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e la sicurezza degli approvvigionamenti in molti Paesi. Per combattere la guerra alle speculazioni sui prodotti essenziali per l'alimentazione, in difesa delle imprese e consumatori, serve - conclude la Coldiretti - un accordo tra i Paesi del G8 per una gestione piu' attenta delle scorte alimentari che possa fronteggiare le situazioni di carenza di prodotto negli scambi internazionali: depositi da riempire quando il prodotto è abbondante ed i prezzi sono bassi per tenerli pronti invece in caso di carestie. 30/03/2009 - 12:32

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G20/ THE TIMES: PER STIMOLI COORDINATI SI VA A SECONDO VERTICE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G20/ The Times: per stimoli coordinati si va a secondo vertice di Apcom Pressioni Usa e Gb non convincono alleati a nuovo piano stimoli -->Roma, 30 mar. (Apcom) - Le ambizioni del premier britannico Gordon Brown hanno ricevuto un altro colpo ieri, secondo il quotidiano britannico "The Times", quando "è divenuto chiaro che un accordo su un'azione coordinata per varare un piano di stimoli economici a livello mondiale non ci sarà fino a un altro vertice". Giovedì 2 aprile si svolge a Londra il G20 a cui parteciperà anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il quale chiede agli alleati europei e agli altri grandi del mondo di seguire l'esempio americano, investendo più denaro pubblico per rivitalizzare il sistema. Gordon Brown ha sposato l'idea, ma numerosi paesi europei, la Germania in prima fila, non sono affatto convinti della bontà dell'iniziativa. Il G20 di Londra dunque già si preannuncia sotto un cielo tempestoso. Il Times sottolinea che è stato il primo ministro australiano Kevin Rudd a segnalare che non sarà questo vertice a decidere in merito a un pacchetto fiscale concordato per stimolare l'economia. Negli ultimi due giorni anche i leader di Cina e Germania hanno ribadito che non apprezzano l'idea di nuovi finanziamenti pubblici; e si addensa il timore, afferma il Times, che il vertice di Londra finisca per concentrarsi su scopi più facilmente raggiungibili: i paradisi fiscali e il segreto bancario ad esempio, invece che un impegno preciso ad evitare le tentazioni protezioniste o appunto ad aumentare la spesa pubblica.

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ROMA. PEOPLE FIRST , LE PERSONE PRIMA DI TUTTO. SABATO ERANO I GIOVANI E I DISOCCUPATI A ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud2)) (Mattino, Il (Circondario Sud1))

Argomenti: Cina Usa

Roma. «People first», le persone prima di tutto. Sabato erano i giovani e i disoccupati a gridare lo slogan nelle piazza di mezza Europa, durante le manifestazioni contro il G20. Ieri, con lo stesso slogan si è aperto a Roma il G8 del lavoro, fortemente voluto dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi e che rappresenta una prima assoluta nelle tappe di avvicinamento al vertice fra gli otto grandi del pianeta in programma nel mese di luglio alla Maddalena. E il summit, cominciato ieri alla Farnesina, ha proprio l'obiettivo di mettere le persone al centro dei riflettori. «Dopo i mercati finanziari e le banche è ora la volta del mondo del lavoro e della sostenibilità sociale, componente fondamentale - spiega Sacconi - della sostenibilità economica». L'Italia porrà sul tavolo la proposta di un «patto sociale globale» contro la crisi, con l'indicazione di misure «tempestive e mirate che mirino non solo a proteggere il reddito ma a salvaguardare la base produttiva, evitando ai lavoratori di perdere il rapporto con il proprio posto». In questo senso, aggiunge ancora il ministro del Welfare, l'Italia si trova un passo avanti avendo già a disposizione strumenti come la cassa integrazione, i contratti di solidarietà e la settimana corta. Ma i responsabili del lavoro del G8 (Canada, Francia, Usa, Italia, Germania, Gran Bretagna, Russia e Giappone), affiancati da quelli di altri sei Paesi (Sudafrica, Brasile, Cina, India, Egitto e Messico), faranno i conti con uno scenario da brividi. La recessione sta colpendo duro e secondo l'Ilo (l'organizzazione internazionale del lavoro) il numero dei disoccupati potrebbe aumentare di 50 milioni di persone nel 2009, con 200 milioni di lavoratori a rischio di povertà. A lanciare l'allarme, ieri, è stata anche l'Ocse, che prevede un tasso di disoccupazione a due cifra, cioè superiore al 10%, anche in Europa. Previsioni che non convincono del tutto Sacconi: «Andrei cauto con queste stime perchè spesso le organizzazioni che le fanno sono poi costrette a correggerle. In Italia, come del resto in Europa, la perdita di posti è più lenta rispetto ali Usa». In questo momento, aggiunge il ministro italiano, «è necessario invece ricostruire quel circuito di fiducia sui mercati che può rendere più veloce l'uscita dalla crisi». I sindacati restano comunque sul piede di guerra. In un documento che presenteranno al tavolo del G8 sul lavoro e, fra una settimana, al G20, hanno messo a punto la proposta di un vero e proprio «patto globale» per fare fronte alla recessione. Non a caso, chiedono di partecipare con un proprio rappresentante al vertice del G20 in programma la prossima settimana a Londra e al G8 in calendario a luglio. Una richiesta accolta positivamente dal governo italiano: «Incontreremo i sindacati alla vigilia del summit alla Maddalena, così come già avvenne a Londra». Ieri, nel corso della conferenza stampa con Sacconi, il segretario generale della Tuac (l'associazione internazionale dei sindacati) ha lanciato un vero e proprio monito ai governi: «Se si spendono mille miliardi di dollari per salvare le banche e non si fa niente per il lavoro si ha l'impressione che si aiutino i ricchi e non i poveri esasperando la rabbia dei lavoratori». Anche il vice-presidente di Confindustria, Alberto Bombassei, chiama in causa le banche sottolineando la necessità che continuino ad erogare credito alle imprese. Uno studio di Bankitalia ha invece denunciato come l'alto debito stia spingendo gli istituti di credito a stringere le linee di finanziamento. Va giù duro contro i banchieri anche il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: «Servono norme per regolare i super-stipendi dei manager degli istituti di credito, che in alcuni casi sono 400 volte superiori a quelli dei propri dipendenti». Anche per il leader della Uil, Luigi Angeletti, «è arrivato il momento di occuparci delle persone che lavorano. L'idea che si facciano soldi con i soldi non va più bene». Assente alla conferenza stampa, infine, il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che ha partecipato però alle consultazioni con i ministri del G8. an.tr.

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CRESCIUTA ALL'INTERNO DELL'ATTUALE SISTEMA INTERNAZIONALE, CON LE SUE NORME DISCIPLINATRIC... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 30-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento)) (Mattino, Il (Circondario Sud2))

Argomenti: Cina Usa

Cresciuta all'interno dell'attuale sistema internazionale, con le sue norme disciplinatrici e la sua estrema flessibilità, la stessa Cina ha progressivamente maturato un interesse alla preservazione di tale sistema. La guerra fredda ci ha lasciato però molte eredità e, anche, non pochi detriti. Tra questi va incluso uno dei simboli quintessenziali del peculiare bipolarismo postbellico: le armi nucleari. Misuratore di potenza, catalizzatore di fobie estreme e garanzia, per quanto forzosa, di pace tra le due superpotenze, le armi nucleari sono sopravvissute alla guerra fredda e continuano a rappresentare un'ombra che incombe minacciosa sulle sorti del pianeta. Costituiscono uno strumento assoluto di distruzione, al cui possesso molti continuano ad anelare. Si tratta di armi paradossali. Tale è la loro capacità di distruzione che esse si sottraggono in ultima istanza al controllo di quella politica cui dovrebbero invece soggiacere. Esistono per non essere utilizzate, pena il rischio di un'escalation incontrollabile che metterebbe in discussione la sopravvivenza dell'umanità. Considerazioni di prestigio, la consapevolezza che esse offrono un deterrente estremo contro qualsiasi minaccia e l'auspicio di poterle usare come strumento di pressione, se non di ricatto, nei rapporti con altri Stati inducono alcuni Paesi a cercare di dotarsi di un proprio arsenale nucleare, come abbiamo visto bene nei casi recenti di Iran e Corea del Nord. Tutto ciò crea situazioni di altissimo rischio e acuisce il rischio di una proliferazione nucleare incontrollata. È pertanto una buona notizia che Russia e Stati Uniti abbiano espresso la loro intenzione di riaprire i negoziati in materia di armamenti all'approssimarsi della scadenza dello Start 1, l'accordo siglato da Gorbaciov e Bush senior nel 1991 che portò alla più significativa riduzione di testate nucleari attive nella storia (quelle in possesso degli Usa sono oggi poco più di 5mila contro le 24mila del 1987 e le 32mila del 1966). Durante la sua presidenza Bush jr. ha accelerato il programma di riduzione dell'arsenale nucleare statunitense, raggiungendo in tempi più rapidi del previsto il risultato odierno. Lo ha fatto però in un contesto nel quale gli Usa rigettavano meccanismi multilaterali di gestione e prevenzione del riarmo, esternavano irresponsabilmente su possibili utilizzi di armi nucleari, rivendicavano la legittimità della guerra preventiva e, soprattutto, rilanciavano programmi di difesa anti-missilistica che mettevano in discussione la credibilità del ridotto deterrente nucleare russo. Scelte, queste, che hanno alimentato la propensione di altri soggetti a cercare di dotarsi di armi nucleari o, come nel caso della Russia, ad assumere posizioni più intransigenti. Ora sembra aprirsi finalmente una fase nuova. I primi passi sono stati compiuti da Washington e spetta adesso a Mosca rispondere. Se ciò avverrà sarà finalmente possibile parlare di guerra fredda: quella seconda guerra fredda che dagli anni Sessanta in poi è stata caratterizzata più di tutto dallo sforzo delle due superpotenze di ridurre per via negoziata gli armamenti, e di cui l'accordo Start 1 rappresentò per molti aspetti il risultato più rilevante. Mario Del Pero

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Obama in Europa operazione sorriso (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama in Europa operazione sorriso Ai timori di un'escalation afghana risponde: «Non manderò truppe americane in Pakistan» Lunedì 30 Marzo 2009, di Maurizio Cerruti Barack Obama arriva domani sera a Londra, tappa inaugurale del suo primo viaggio in Europa da presidente. Durerà un'intera settimana - per partecipare al G20 a Londra, alle celebrazioni del 60mo anniversario della Nato a Strasburgo, al vertice euroamericano a Praga - e toccherà cinque Paesi, con una missione precisa: ottenere la riconferma della leadership americana in Occidente e di conseguenza nel mondo. A suo favore gioca il carisma intatto di una presidenza che, a nove settimane e mezza dal suo insediamento ha già annunciato scelte condivise dai suoi alleati: smantellamento del carcere speciale per terroristi a Guantanamo; ritiro dall'Iraq a tappe accelerate; nuova strategia in Afghanistan che impegna militarmente solo l'America e che chiede agli altri un supporto non armato; dialogo con la Russia, con la Cina e con Paesi che il precedente inquilino alla Casa Bianca a suo tempo aveva definito "canaglie", come l'Iran. L'atmosfera della vigilia - malgrado le previste contestazioni pacifiste a Londra contro l'invio di altre truppe Usa in Afghanistan - appare ben diversa da quella del giugno 2001, quando l'allora neopresidente George W. Bush - pochi mesi prima degli attacchi di al-Qaida alle Torri Gemelle - arrivò in Europa sulla scia della bocciatura Usa degli accordi di Kyoto sul clima. Obama, in sintonia con gli europei, ha invece fatto della difesa dell'ambiente uno dei cardini del suo programma di governo. A sfavore di Obama gioca la crisi economica mondiale che ha avuto origine negli e dagli Stati Uniti e che secondo molti osservatori - anche in America - rende necessario ripensare il sistema delle relazioni internazionali e il modello economico globale fin qui troppo "americano-centrici". Non convince gli europei, in particolare il programma di aiuti da centinaia di miliardi di dollari alle economie nazionali voluto da Obama: si teme che pompi inflazione e che nasconda misure protezioniste. La combinazione dei vari elementi induce a prevedere un successo internazionale d'immagine di Obama, come quello che l'allora candidato democratico ottenne l'estate scorsa nel tour a Berlino e Parigi. Non altrettanto scontato è il successo di sostanza. Il rischio è che la strategia della mano tesa - agli arabi, ai russi, ai cinesi, agli iraniani - venga presa per un sintomo di debolezza e spinga le controparti a irrigidirsi. Il primo test sarà mercoledì. Della quarantina di colloqui con statisti che Obama ha in programma fino al 7 aprile, spiccano quelli di dopodomani a Londra con il russo Dmitri Medvedev e il cinese Hu Jintao. Se è vero che nelle relazioni ai massimi livelli la "chimica" dei rapporti interpersonali è fattore non trascurabile, Obama dovrà dare il meglio del proprio charme per impostare bene, fin dall'inizio, il dialogo con due attori protagonisti della scena internazionale divisi dall'America su importanti questioni come le rispettive aree di influenza, il controllo delle armi, il ruolo extraeuropeo della Nato e il suo allargamento all'Ucraina e alla Georgia. Obama in una delle pressoché quotidiane esternazioni - strategia mediatica che ha lo scopo di rassicurare gli americani in tempi di crisi e di incertezza come quelli attuali - ha ieri promesso che, dall'Afghanistan, non sposterà truppe Usa anche in Pakistan in funzione antiterrorismo. È un annuncio sicuramente gradito a Pechino non meno che a Mosca.

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primavera senza rondini (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

primavera senza rondini Paolo Bellucci Roma. L'Italia, presidente di turno del G8, accoglie la proposta del presidente americano Barack Obama di organizzare un forum sull'energia e sui cambiamenti climatici a margine del vertice che si terrà a luglio in Sardegna. «Abbiamo dato il nostro via libera affinché si tenga la riunione durante il G8 alla Maddalena», ha detto il premier Silvio Berlusconi. Sabato era trapelato che l'inquilino della Casa Bianca aveva inviato una lettera al premier Silvio Berlusconi nella quale si chiede l'aiuto dell'Italia per riattivare il “Major economies Forum” sull'energia ed i cambiamenti climatici. E ieri è arrivata la risposta del governo. Il G8 a guida italiana, ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, «aveva già, tra le sue grandi priorità, i cambiamenti climatici», quindi al vertice di luglio alla Maddalena «ci sarà una sessione all'interno del summit e, a latere, un evento speciale» per rilanciare il “Major Economies Forum” come proposto dal presidente americano. L'obiettivo, ha aggiunto il titolare della Farnesina, «è arrivare al negoziato di Copenaghen, che si apre a dicembre, con un accordo globale che sia concordato con i Paesi del G8, ma ovviamente con la presenza di Cina e India che sono due dei grandi attori emettitori di Co2. Se avremo un grande accordo sul clima potremo veramente fare la differenza». La proposta del presidente americano Barack Obama di riattivare il “Major Economies Forum” sull'energia ed i cambiamenti climatici, con una riunione preliminare ad aprile a Washington ed un vertice sul clima in luglio in Italia in margine al G8, sviluppa una precedente iniziativa di George W. Bush ma è basata, viene osservato a Washington, su un approccio ben diverso da quello dell'ex inquilino della Casa Bianca. La proposta iniziale di Bush mirava a superare un evidente difetto del Protocollo di Kyoto (che gli Usa non hanno mai ratificato): garantire la presenza di Cina e India, due dei maggiori Paesi inquinatori, ai colloqui sulle riduzioni di emissioni di gas inquinanti. Ma l'iniziativa di Bush, che non aveva mai manifestato molto interesse per la questione climatica, sembrava mirata più a mettere i bastoni tra le ruote ai tentativi avviati a suo tempo dalle Nazioni Unite per affrontare il problema che a portare avanti la battaglia per ridurre le emissioni di gas inquinanti. «È una questione di intenti - ha affermato Larry Schweiger, presidente della National Wildlife Federation - Penso che la amministrazione Bush non avesse mai desiderato giungere ad una vera soluzione. Penso invece che l'amministrazione Obama sia veramente impegnata a trovare una soluzione attuabile». È un impegno confermato dall'inviato speciale di Obama per il clima Todd Stern. «Siamo impegnati con tutte le nostre forze e con tutte le energie per risolvere questo problema - ha dichiarato - Non abbiamo dubbi sulla urgenza del problema dei mutamenti del clima e sulla gravità della sfida che ci attende». La proposta del presidente Obama prevede una riunione preliminare a Washington il 27 e 28 aprile, a livello di sherpa, con la partecipazione di sedici grandi economie mondiali, comprese quindi India e Cina. La conferenza mira a «progredire nella esplorazione di iniziative congiunte sull'energia pulita e la riduzione delle emissioni inquinanti», ha spiegato la Casa Bianca. Il passo successivo sarà una conferenza in Italia in margine al G8 di luglio in Sardegna. Il traguardo finale è quello della Conferenza sul Clima in programma a Copenaghen nel dicembre prossimo. In vista di quel traguardo Obama porterà domani le sue sfide globali in Europa: energie rinnovabili, protezione ambientale e lotta ai cambiamenti climatici devono essere i motori della ripresa economica. Barack Obama arriva in Europa deciso a giocare la sua partita a tutto campo: «In questo momento fare il presidente non è un incarico di ordinaria amministrazione, bisogna prendere ogni giorno decisione critiche», ammette in un'intervista alla Cbs. E confessa: mi piacerebbe «affrontare uno alla volta i grandi problemi in attesa: Afghanistan, crisi economica, riforma sanitaria, istruzione. Ma è un lusso che non mi posso permettere».

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Nord Corea: nuovo test nucleare dietro al prossimo lancio? (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Nord Corea: nuovo test nucleare dietro al prossimo lancio? Roma, 30 mar (Velino) - Se la questione del lancio sarà portata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, “la discussione a sei sul nucleare arriverà alla rottura definitiva” e la Corea del Nord “adotterà misure forti”. Parole scritte sul Rodong Shinmun, organo ufficiale del regime nordcoreano, nelle ore in cui si sta alzando la tensione sul caso del previsto lancio di un oggetto spaziale da parte delle autorità militari di Pyongyang. Secondo il governo comunista, che ha annunciato il lancio tra il 4 e l’8 aprile, si tratta della messa in orbita di un satellite per telecomunicazioni del tipo Kwangmyongsong-2. Per Giappone e Corea del Sud si tratta invece del test di un missile balistico intercontinentale Taepodong-2. Secondo gli osservatori, oltre alla rottura del dialogo con Corea del Sud, Giappone, Russia, Cina e Stati Uniti sullo smantellamento del proprio programma nucleare, le minacce di Pyongyang potrebbero alludere all’intenzione di condurre un nuovo test nucleare dopo quello dell’ottobre del 2006 definito allora “un test difensivo” contro la risoluzione 1695 del Consiglio di Sicurezza che aveva condannato il test di un missile di media gittata tre mesi prima. Test che i nordcoreani avevano definito “un’esercitazione militare di routine”. L’articolo apparso sul Rodong Shinmunandrebbe quindi letto come un messaggio di Pyongyang a Mosca e Pechino affinché non permettano il dibattito al Palazzo di vetro. Smentendo le notizie che erano circolate alcuni giorni fa, il segretario di Stato Usa alla Difesa Robert M. Gates ha affermato che gli Stati Uniti non intendono abbattere il modulo che Pyongyang si appresta a lanciare. Tuttavia, dalle sue basi in Corea del Sud, la Marina americana ha fatto muovere due navi con missili intercettori antirazzo. Giorni fa anche Mosca aveva chiesto alla Corea del Nord di desistere dall’annunciata azione in programma ai primi di aprile. “Sarebbe meglio se i nostri partner nordcoreani si astenessero dall’effettuare il lancio”, aveva affermato il vice ministro degli Esteri russo Alexei Borodavkin. L’abbattimento dell’oggetto spaziale è stato promesso invece dal Giappone nelle cui acque territoriali dovrebbero cadere dei moduli che accompagneranno il missile o il satellite verso l’alto. (dam) 30 mar 2009 16:36

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Globe09: i buyer internazionali promuovono Art Cities Exchange (sezione: Globalizzazione)

( da "TTG Italia Online" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

30/03/2009 15.53 Globe09: i buyer internazionali promuovono Art Cities Exchange Riscontro più che positivo, a Globe09, per Art Cities Exchange, la Borsa delle città d'arte italiane organizzata da Globe in collaborazione con Enit, Alitalia e Federalberghi, a cui hanno preso parte 541 buyer da 57 Paesi del mondo. Particolarmente soddisfatti i buyer provenienti dai Paesi rappresentati al workshop per la prima volta, come Cina, Oman, Siria, Malesia, Singapore, Tunisia; elevato il riscontro dall'India, da Nord Europa, Australia e Usa. "Differenziarsi dalla concorrenza è il segreto di qualsiasi operazione commerciale - ha dichiarato l'amministratore delegato di Expoglobe, Paolo Audino -. Roma è in posizione strategica per diventare il centro del turismo culturale e delle città d'arte, oltre che hub naturale per i mercati del Sud Europa e di tutto il bacino mediterraneo"

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Globe09: i buyer internazionali promuovono Art Cities Exchange (sezione: Globalizzazione)

( da "Travel Trade Italia.com" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

30/03/2009 15.53 Globe09: i buyer internazionali promuovono Art Cities Exchange Riscontro più che positivo, a Globe09, per Art Cities Exchange, la Borsa delle città d'arte italiane organizzata da Globe in collaborazione con Enit, Alitalia e Federalberghi, a cui hanno preso parte 541 buyer da 57 Paesi del mondo. Particolarmente soddisfatti i buyer provenienti dai Paesi rappresentati al workshop per la prima volta, come Cina, Oman, Siria, Malesia, Singapore, Tunisia; elevato il riscontro dall'India, da Nord Europa, Australia e Usa. "Differenziarsi dalla concorrenza è il segreto di qualsiasi operazione commerciale - ha dichiarato l'amministratore delegato di Expoglobe, Paolo Audino -. Roma è in posizione strategica per diventare il centro del turismo culturale e delle città d'arte, oltre che hub naturale per i mercati del Sud Europa e di tutto il bacino mediterraneo" Siti sponsorizzati

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Afghanistan/ Conferenza Aia, domani Usa e Iran allo stesso (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 30 mar. (Apcom) - Ci saranno un centinaio di delegazioni, fra governi e organismi mondiali, ma due protagonisti assoluti: Stati Uniti e Iran. La comunità internazionale si riunisce domani all'Aia per dare nuova linfa agli sforzi sulla sicurezza e la stabilizzazione in Afghanistan, pochi giorni dopo la presentazione ufficiale della nuova strategia americana per la regione afgano-pachistana da parte di Barack Obama. Alla riunione di un giorno, presieduta dall'Onu e fortemente sostenuta dalla nuova Casa Bianca (che l'ha proposta lo scorso 5 marzo in occasione di una ministeriale Nato), saranno presenti Washington, con il segretario di Stato Hillary Clinton, e Teheran, rappresentata con ogni probabilità dal viceministro degli Esteri, Mohammed Mehdi Akhundzadeh. I lavori saranno aperti dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e dal presidente afgano Hamid Karzai, non mancheranno le potenze emergenti regionali, come Cina e India, e per l'Italia parteciperà il capo della diplomazia Franco Frattini. Stando agli americani la conferenza si può già considerare "un successo" alla vigilia, visti il numero e la qualità dei partecipanti "con un periodo tanto breve per organizzarsi" come ha sottolineato oggi l'inviato speciale del presidente statunitense per Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke, dopo un incontro all'Aia con il ministro degli Esteri olandese Maxime Verhagen. Secondo Holbrooke, la riunione in Olanda è "il segnale che il mondo non ha dimenticato l'Afghanistan e riconosce che il Pakistan fa parte del problema". Il diplomatico statunitense si è rifiutato di rispondere alla domanda sulla possibilità di un incontro bilaterale Usa-Iran (le cui relazioni diplomatiche sono interrotte dal 1979) a margine dei colloqui: "Vedremo. Non posso prevedere niente. Siamo in un cantiere, con i lavori in corso" ha osservato. La partecipazione, senza precedenti, della Repubblica islamica segue la significativa apertura nei confronti di Teheran da parte di Obama, espressa in particolare in un lungo video-messaggio indirizzato agli iraniani una decina di giorni fa, centrato sulla necessità di "stabilire rapporti costruttivi tra Usa, Iran e comunità internazionale" e avviare una "nuova stagione" del dialogo. L'Iran sarà presente senza dubbio anche perché travolto dall'afflusso nel suo territorio di rifugiati ed eroina provenienti dal paese confinante. Per affrontare la situazione d'insicurezza alimentata da talebani e qaedisti, Washington ha fatto pressioni su Onu, Nato e Unione Europea perché seguano l'esempio americano fornendo mezzi militari e civili supplementari, oltre a impegnarsi per un migliore coordinamento. In un'intervista al Financial Times il segretario generale dell'Onu, Jaap de Hoop Scheffer ha stimato a due miliardi di dollari l'anno il costo della sola formazione per la polizia e l'esercito afgani. Quanto a Frattini, proprio pochi giorni fa in Repubblica ceca, sottolineava la necessità di "coordinare" al meglio, o addirittura "integrare nella stessa strategia" i vari interventi di addestramento. "Crediamo che tutte le iniziative di formazione della polizia debbano essere, ancor più che coordinate, integrate in un'unica strategia" ha precisato Frattini, confermando che 200-250 soldati supplementari saranno dispiegati dall'Italia nel paese asiatico per il periodo delle presidenziali, che si terranno il prossimo 20 agosto. Secondo un funzionario dell'Alleanza Atlantica, che si è espresso sotto anonimato (nella settimana del vertice di Strasburgo-Kehl), gli Usa vorrebbero che il fondo fiduciario dell'Alleanza destinato a coprire i costi dell'esercito e della polizia afgana arrivi a raccogliere 500 milioni di dollari, mentre al momento ne ha messi insieme appena 25. De Hoop Scheffer ha spiegato che si punta molto sull'intervento di paesi ricchi come Giappone, Arabia saudita e paesi del Golfo che saranno presenti all'Aia per annunciare i loro primi contributi a questo fondo, piuttosto che sui paesi Nato che sborsano già "cifre enormi" per i loro militari. E' in programma anche una discussione, almeno sul piano bilaterale con gli Stati Uniti, della proposta di Parigi di una nuova missione Ue. Ora sul campo ci sono già "una missione Eupol (finora sono stati reclutati 320-330 uomini sui 400 necessari, ndr), che purtroppo stenta a partire" e "una missione training di Isaf, di cui noi italiani siamo i primi contributori, che funziona" ha fatto notare nei giorni scorsi Frattini. A queste iniziative si aggiunge il piano francese di una nuova missione europea (formata dalla Gendarmeria d'Oltralpe, insieme a Carabinieri e Guardia civile spagnola) che dovrebbe occuparsi di addestramento e supporto, su cui il ministro italiano ha espresso forti "dubbi, se non venisse coordinata" con le altre missioni. Il 'padrone di casa' Verhagen ha indicato che la conferenza dovrà innanzi tutto esprimere il suo "sostegno politico" all'Afghanistan. "Più di sette anni dopo l'inizio dell'intervento della comunità internazionale, i talebani non sono ancora sconfitti definitivamente, il traffico di droga prospera, il potere a Kabul resta debole e diviso, il leader di Al Qaida Osama bin Laden è ancora a piede libero" ha valutato il ministro olandese. Per Frattini sull'Afghanistan, Obama ha fatto "un primo passo importante" e una svolta "condivisibile". L'Italia tiene, in particolare, alla "dimensione regionale" del "problema, che comprende Pakistan e Afghanistan e non solo l'Afghanistan" ha più volte ribadito il titolare della Farnesina. Proprio la presidenza italiana del G8 ha invitato per prima la comunità internazionale a distinguere fra il dossier nucleare e la questione delle crisi regionali, in cui l'Iran è un attore chiave e dev'essere coinvolta. Per fine giugno a Trieste è in programma una grande conferenza internazionale proprio su questo tema, dove dovrebbe ripresentarsi anche Teheran, a margine della riunione dei ministri degli Esteri del G8.

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AFGHANISTAN/ CONFERENZA AIA, DOMANI USA E IRAN ALLO STESSO TAVOLO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Afghanistan/ Conferenza Aia, domani Usa e Iran allo stesso tavolo di Apcom Rilancio degli sforzi internazionali, per l'Italia va Frattini -->Roma, 30 mar. (Apcom) - Ci saranno un centinaio di delegazioni, fra governi e organismi mondiali, ma due protagonisti assoluti: Stati Uniti e Iran. La comunità internazionale si riunisce domani all'Aia per dare nuova linfa agli sforzi sulla sicurezza e la stabilizzazione in Afghanistan, pochi giorni dopo la presentazione ufficiale della nuova strategia americana per la regione afgano-pachistana da parte di Barack Obama. Alla riunione di un giorno, presieduta dall'Onu e fortemente sostenuta dalla nuova Casa Bianca (che l'ha proposta lo scorso 5 marzo in occasione di una ministeriale Nato), saranno presenti Washington, con il segretario di Stato Hillary Clinton, e Teheran, rappresentata con ogni probabilità dal viceministro degli Esteri, Mohammed Mehdi Akhundzadeh. I lavori saranno aperti dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon e dal presidente afgano Hamid Karzai, non mancheranno le potenze emergenti regionali, come Cina e India, e per l'Italia parteciperà il capo della diplomazia Franco Frattini. Stando agli americani la conferenza si può già considerare "un successo" alla vigilia, visti il numero e la qualità dei partecipanti "con un periodo tanto breve per organizzarsi" come ha sottolineato oggi l'inviato speciale del presidente statunitense per Afghanistan e Pakistan, Richard Holbrooke, dopo un incontro all'Aia con il ministro degli Esteri olandese Maxime Verhagen. Secondo Holbrooke, la riunione in Olanda è "il segnale che il mondo non ha dimenticato l'Afghanistan e riconosce che il Pakistan fa parte del problema". Il diplomatico statunitense si è rifiutato di rispondere alla domanda sulla possibilità di un incontro bilaterale Usa-Iran (le cui relazioni diplomatiche sono interrotte dal 1979) a margine dei colloqui: "Vedremo. Non posso prevedere niente. Siamo in un cantiere, con i lavori in corso" ha osservato. La partecipazione, senza precedenti, della Repubblica islamica segue la significativa apertura nei confronti di Teheran da parte di Obama, espressa in particolare in un lungo video-messaggio indirizzato agli iraniani una decina di giorni fa, centrato sulla necessità di "stabilire rapporti costruttivi tra Usa, Iran e comunità internazionale" e avviare una "nuova stagione" del dialogo. L'Iran sarà presente senza dubbio anche perché travolto dall'afflusso nel suo territorio di rifugiati ed eroina provenienti dal paese confinante. Per affrontare la situazione d'insicurezza alimentata da talebani e qaedisti, Washington ha fatto pressioni su Onu, Nato e Unione Europea perché seguano l'esempio americano fornendo mezzi militari e civili supplementari, oltre a impegnarsi per un migliore coordinamento. In un'intervista al Financial Times il segretario generale dell'Onu, Jaap de Hoop Scheffer ha stimato a due miliardi di dollari l'anno il costo della sola formazione per la polizia e l'esercito afgani. Quanto a Frattini, proprio pochi giorni fa in Repubblica ceca, sottolineava la necessità di "coordinare" al meglio, o addirittura "integrare nella stessa strategia" i vari interventi di addestramento. "Crediamo che tutte le iniziative di formazione della polizia debbano essere, ancor più che coordinate, integrate in un'unica strategia" ha precisato Frattini, confermando che 200-250 soldati supplementari saranno dispiegati dall'Italia nel paese asiatico per il periodo delle presidenziali, che si terranno il prossimo 20 agosto. Secondo un funzionario dell'Alleanza Atlantica, che si è espresso sotto anonimato (nella settimana del vertice di Strasburgo-Kehl), gli Usa vorrebbero che il fondo fiduciario dell'Alleanza destinato a coprire i costi dell'esercito e della polizia afgana arrivi a raccogliere 500 milioni di dollari, mentre al momento ne ha messi insieme appena 25. De Hoop Scheffer ha spiegato che si punta molto sull'intervento di paesi ricchi come Giappone, Arabia saudita e paesi del Golfo che saranno presenti all'Aia per annunciare i loro primi contributi a questo fondo, piuttosto che sui paesi Nato che sborsano già "cifre enormi" per i loro militari. E' in programma anche una discussione, almeno sul piano bilaterale con gli Stati Uniti, della proposta di Parigi di una nuova missione Ue. Ora sul campo ci sono già "una missione Eupol (finora sono stati reclutati 320-330 uomini sui 400 necessari, ndr), che purtroppo stenta a partire" e "una missione training di Isaf, di cui noi italiani siamo i primi contributori, che funziona" ha fatto notare nei giorni scorsi Frattini. A queste iniziative si aggiunge il piano francese di una nuova missione europea (formata dalla Gendarmeria d'Oltralpe, insieme a Carabinieri e Guardia civile spagnola) che dovrebbe occuparsi di addestramento e supporto, su cui il ministro italiano ha espresso forti "dubbi, se non venisse coordinata" con le altre missioni. Il 'padrone di casa' Verhagen ha indicato che la conferenza dovrà innanzi tutto esprimere il suo "sostegno politico" all'Afghanistan. "Più di sette anni dopo l'inizio dell'intervento della comunità internazionale, i talebani non sono ancora sconfitti definitivamente, il traffico di droga prospera, il potere a Kabul resta debole e diviso, il leader di Al Qaida Osama bin Laden è ancora a piede libero" ha valutato il ministro olandese. Per Frattini sull'Afghanistan, Obama ha fatto "un primo passo importante" e una svolta "condivisibile". L'Italia tiene, in particolare, alla "dimensione regionale" del "problema, che comprende Pakistan e Afghanistan e non solo l'Afghanistan" ha più volte ribadito il titolare della Farnesina. Proprio la presidenza italiana del G8 ha invitato per prima la comunità internazionale a distinguere fra il dossier nucleare e la questione delle crisi regionali, in cui l'Iran è un attore chiave e dev'essere coinvolta. Per fine giugno a Trieste è in programma una grande conferenza internazionale proprio su questo tema, dove dovrebbe ripresentarsi anche Teheran, a margine della riunione dei ministri degli Esteri del G8.

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NORDCOREA/ PYONGYANG INCRIMINERÀ LE DUE GIORNALISTE USA... -2- (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 30-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea/ Pyongyang incriminerà le due giornaliste Usa... -2- di Apcom Lavorano entrambe per Current Tv -->Pyongyang, 30 mar. (Apcom) - "L'ingresso illegale delle giornaliste americane in Corea del Nord e i loro atti ostili sono stati confermati da prove e dalle loro dichiarazioni", ha affermato l'agenzia ufficiale nordcoreana Kcna. L'americano-coreana Euna Lee e la cino-americana Laura Ling lavorano entrambe per la catena californiana Current TV. Sono state arrestate il 17 marzo, secondo Pyongyang, per essere entrate illegalmente sul territorio nazionale. (fonte Afp)

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