Mark Tobey
(
da "superEva notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti: Cina UsaAbstract: studiare la calligrafia e la pittura a pennello praticata soprattutto in Cina. È qui che nasce il suo futuro stile: la scrittura bianca White Writing. Tobey e', agli inizi della sua carriera, un artista figurativo e le opere piu' significative appartenenti a questo periodo si riconoscono in Still life on a table, una delicata natura morta del 1930, e l'eccellente ritratto di Matisse,>
Pyongyang sfida Usa e Onu:
"Avanti col missile" ( da "Giornale.it,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: portare alla cancellazione degli
accordi di denuclearizzazione del 2005 basati sul negoziato a sei tra le due
Coree, gli Usa, la Russia, il Giappone e la Cina. Ma la nuova amministrazione
non può permettersi il lusso di restare inerte dilapidando credibilità e
capacità di deterrenza in un momento in cui la tensione nell?area è ai livelli
di guardia. Alla frontiera tra le due Coree l?
L'offensiva del sorriso
non salva Barack dalle critiche globali
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: mentre la Cina rinforza in modo
esponenziale il bilancio militare, e replica alle critiche americane accusando
la nuova amministrazione di preconcetta ostilità da guerra fredda, come peraltro
aveva replicato sul piano economico alle accuse di manovrare il cambio con la
richiesta di abbandonare il dollaro come unica divisa di riferimento negli
scambi internazionali.
Wef: L'Italia arranca,
medaglia d'oro alla Danimarca ( da "Vnunet.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Italia è poco sopra metà del guado,
in 45esima posizione, appena prima di Cina e Thailandia, ma dopo Lituania,
Barbados, Malesia, Tunisia, Giordania e Ungheria. Tra i paesi al Top della
classifica del Wef (World Economic Forum) sono Danimarca, Svezia, Usa,
Singapore, Svizzera, Finlandia, Islandia, Norvegia, Olanda e Canada.
Poco pesce nel mare, è
sorpasso Ora il re della tavola è allevato in vasca
( da "Repubblica.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: E che hanno il loro maggior centro
di produzione mondiale in Cina. "A questo scopo, anche i pesci carnivori
negli allevamenti sono stati costretti ad adottare uno stile più vegetariano. I
salmoni ad esempio sono nutriti con una dieta composta per un quarto da soia".
OAS_RICH('Middle'); Secondo i dati dell'Inran, Istituto nazionale di ricerca
per gli alimenti e la nutrizione,
Corso Primo Soccorso con
Protezione Civile ( da "Caserta
News" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Venerdì 27 Marzo 2009 Corso Primo
Soccorso con Protezione Civile SALUTE | S.Marco E. La nuova organizzazione
della Protezione Civile voluta dall'Amministrazione di Gabriele Zitiello sta
dando i suoi frutti in termini di spirito di iniziativa e di partecipazione.
Come si fa una telefonata al 118?
Modelli di business più
diffusi online: pubblicità e freemiun
( da "Blogosfere"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: pubblicità e freemiun Pubblicato da
Luca Dello Iacovo alle 11:09 in globalizzazione Un sondaggio sui modelli di
business più diffusi online. I primi tre sono: - Advertising: 34% (pubblicità
online) - Freemium: 12% (in genere, si offre un servizio gratuito, ma con
ulteriori opzioni a pagamento. Come Flickr) - Beni virtuali (come i doni di
Facebook o le emoticon acquistate su QQ),
NORDCOREA/ OGGI INCONTRI
USA-GIAPPONE E USA-COREA DEL SUD ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il capo dei negoziatori sudcoreani
nei colloqui a sei (Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e le due Coree), Wi
Sung-lak, e il direttore generale del ministero degli Esteri nipponico, Akitaka
Saiki, "saranno a Washington venerdì 27 marzo per delle consultazioni su
questioni legate alla Corea del Nord", ha spiegato Duguid alla stampa.
Forum 2013, via agli
incontri ( da "Denaro,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 30, dibattito sul tema
"Globalizzazione, flussi migratori e memoria del futuro", che
caratterizzerà l'edizione napoletana del Forum Universale delle Culture.
L'incontro sarà coordinato da Guido Trombetti, rettore dell'Università
"Federico II di Napoli, e Carlo Galli dell'Università di Bologna.
Pechino: (
da "Avvenire"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: affermando che il documento Usa
reso pubblico mercoledì «continua a basarsi sulla teoria della minaccia
militare cinese, distorce i fatti e interferisce con gli affari interni della
Cina». Il portavoce del ministero, Qin Gang, ha poi rafforzato il tiro,
chiedendo agli Stati Uniti di «rinunciare alla mentalità e ai pregiudizi da
Guerra Fredda» e alle accuse che potrebbero «
L'ABBRACCIO INSCINDIBILE
TRA CINA E DOLLARO ( da "Lavoce.info"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a causa della drammatica
vulnerabilità del bilancio Usa. Forse che la Cina sta tentando di tenere il
piede in due staffe? Vuole mostrarsi come la vittima del sistema basato sul
dollaro, quando per lungo tempo ne ha beneficiato e ha contribuito a favorirlo.
Il problema attuale è l?ovvia conseguenza della strategia mercantilistica,
deliberatamente perseguita dalla Cina.
Obiettivo: sganciare il
mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo:
sganciare il mondo dagli Usa ( da "Affari
Italiani (Online)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Crisi/ La Cina preme per la 'nuova
moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 11:00 Di
Alberto Fattori - da Shanghai La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un
sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine del futuro del
mondo moderno.
Obiettivo: sganciare il
mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta' Obiettivo:
sganciare il mondo dagli Usa pag.1
( da "Affari Italiani (Online)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina preme per la 'nuova
moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 11:00
Questo approccio cinese, espresso dal Governatore della Banca Centrale Zhou
Xiaochuan, è fortemente connesso anche al fatto che per aiutare le economie più
deboli, la "nuova moneta" potrebbe consentire di sostenere molti di
questi paesi,
II giornata di Exporienta
( da "Caserta News"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Metallo che si è soffermato anche
sul concetto di globalizzazione. «E' un fenomeno che non può essere arginato o
bloccato con il protezionismo, così come si poteva fare qualche anno fa. Oggi
tutti sappiamo cosa accade in ogni angolo del mondo e la sfida è quella di
confrontarsi con giovani e professionalità di tutto il globo.
Protezione Civile, partono
lavori stazione idrometric ( da "Caserta
News" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Venerdì 27 Marzo 2009 Protezione
Civile, partono lavori stazione idrometrica LAVORI PUBBLICI | Benevento
Partiranno oggi i lavori per l'installazione di una stazione di monitoraggio
idrometrico sul fiume Sabato, nei pressi del ponte di Santa Maria degli Angeli.
La stazione consentirà il monitoraggio del livello delle acque del fiume e,
Wef: Danimarca sul podio
tecnologico, ingloriosa Italia ( da "Stampaweb,
La" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: oltre agli Usa terzi, Canada
decimo, Regno Unito quindicesimo, Giappone (17), Francia (19) e Germania (20).
è inoltre scavalcata da paesi come la Tunisia (38/a) o la Giordania (44/a).
Precede appena la Cina, salita di 11 posizioni al 46/o posto. La classifica del
rapporto è stilata in base del Networked Readiness Index,
CRISI: BIDEN E BROWN A
SANTIAGO DEL CILE PER CONFERENZA IN
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione inclusiva''. A
margine del summit Brown e Biden prenderanno parte ad una visita ufficiale del
Paese cileno. Biden, che si rechera' successivamente in Costa Rica, cerchera'
di carpire le preoccupazioni e le aspirazioni dei leader locali in vista del
prossimo 'Summit of the Americas', che avra' luogo a meta'
G20/ ATTALI: SARÀ
FALLIMENTO MA DIRANNO CHE È SUCCESSO
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economista ha poi sostenuto che Usa
e Cina hanno una visione chiara della crisi. "La Cina con 2 miliardi di
riserve vuole tornare ad essere la Cina e ci sono grandi opportunità per le
imprese italiane, soprattutto in campo agricolo, perché la Cina sta per
stanziare per il 2009-2010 il 20% del Pil per la ristrutturazione
agricola".
PASQUALE ESPOSITO
NOMADISMO, GLOBALIZZAZIONE, CONFINI, INTEGRAZIONE: IN UNA PAROLA, TRANSITI. DI
... ( da "Mattino,
Il (Nazionale)" del 27-03-2009) + 2 altre
fonti
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione, confini,
integrazione: in una parola, transiti. Di persone, ma anche di idee, della loro
circolazione. E «Transits» è il titolo del progetto che inaugura la nuova
stagione espositiva della Project room del Madre, là dove si sperimentano nuove
espressioni, dove si dà più spazio ai giovani.
Nanotecnologie, l'Italia
s'e' desta? ( da "SaluteEuropa.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la giornata del 3 aprile sarà
dedicata al networking, con presentazioni e incontri one-to-one per promuovere
collaborazioni industriali e di ricerca, a cui parteciperanno anche Venture
Capitalists, provenienti da Italia, USA, Giappone e Cina. Il programma completo
di Nanotec2009 è disponibile sul sito Internet www.nanotec2009.it
La stampa estera mette
alla gogna il "finto made in Italy"
( da "fashionMagazine.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Francia, Germania, Gran
Bretagna, India, Emirati Arabi, Russia, Spagna, Svizzera, Usa sono i Paesi
analizzati dalla ricerca. ?Secondo un rapporto della World Luxury Association ?
si legge sull?Asia Times del 14 aprile 2007 ? entro la fine del 2009 ben il 60%
delle aziende del lusso sposterà all?
Protezione civile, domani
un convegno ( da "Gazzettino,
Il (Rovigo)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Tomaso Marangon su segnalazione del
vicepresidente nazionale Alta con delega alla Protezione Civile, Roberto
Zaffin, sarà il seguente: "L'Alta, nel sistema di Protezione Civile
provinciale, regionale, nazionale". Vi parteciperanno: Agostino Miozzo ed
Elvezio Galanti, del Dipartimento nazionale Protezione Civile: i generali
Saltini ed Assenza, il sindaco di Rosolina Luciano Mengoli,
Pyongyang minaccia il
riarmo nucleare ( da "Gazzettino,
Il" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa, Russia, Giappone e Cina. Oggi
a Washinton si terrà un vertice trilaterale tra Usa, Giappone e Corea del Sud.
I tre Paesi ritengono che il previsto lancio spaziale sia, in realtà, un test
di un missile militare intercontinentale che metterebbe l'intera area del
Pacifico alla mercè delle armi nucleari nordcoreane.
Dodici Nazionali al
Memorial Cornacchia ( da "Gazzettino,
Il (Pordenone)" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: BejJing School Pechino Cina,
Croazia, Tunisia. Palasport Villotta (B): Top Team Belluno, Zhuang City Cina,
Slovenia, Bayer Leverkusen Germania. Ex Fiera Pordenone (C): Varna Bulgaria,
Svizzera, Israele, Baden Wurttemberg Germania. Gruaro (D): Notherrn Lights Usa,
San Cugat Spagna, Lussemburgo, Novi Sad Serbia.
Obama svela la strategia
di al Qaeda: "Dal Pakistan attacco agli Stati Uniti"
( da "Giornale.it, Il"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: India e la Cina. Obama ha, infatti,
spiegato che l'America "non sarà sola nella lotta contro al Qaeda".
"Nessuno di questi Paesi - ha detto Obama - trae benefici da una base dei
terroristi di al Qaida e da una regione che precipita nel caos. Tutti questi Paesi
hanno interesse nella promessa di una pace duratura,
Obiettivo:sganciare il
mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta'
Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa
( da "Affari Italiani (Online)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Crisi/ La Cina preme per la 'nuova
moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 14:00 Di
Alberto Fattori - da Shanghai La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un
sempre crescente ruolo nella riscrittura delle regole cardine del futuro del
mondo moderno.
Obiettivo:sganciare il
mondo dagli Usa">La Cina preme per la 'nuova moneta'
Obiettivo:sganciare il mondo dagli Usa pag.1
( da "Affari Italiani (Online)"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina preme per la 'nuova
moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 14:00
Questo approccio cinese, espresso dal Governatore della Banca Centrale Zhou
Xiaochuan, è fortemente connesso anche al fatto che per aiutare le economie più
deboli, la "nuova moneta" potrebbe consentire di sostenere molti di
questi paesi,
(
da "Corriere.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: l'India e la Cina. «Il mondo non
può permettersi di pagare il prezzo se l'Afghanistan torna a sprofondare nel
caos - ripete Obama. - Abbiamo una responsabilità comune all'azione perché da
questo dipende la nostra pace e la nostra sicurezza». REAZIONI - Il Pakistan
saluta come «molto positivo» il programma.
Lazio/ Regione: a Fondi
centro polivalente Protezione civile
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Centro Polivalente Logistico di
Protezione Civile del Lazio, una struttura integrata che permetterà di fare da
base operativa per le sue molteplici attività sul territorio. La giunta
regionale ha infatti approvato oggi un finanziamento di 2.000.000 di euro a
favore del monumento naturale del "Lago di Fondi" per la
realizzazione, grazie all'acquisto di una struttura già esistente,
ASIA CENTRALE/ GRUPPO
SHANGHAI CERCA RUOLO... - FOCUS -2-
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: è considerata meno pericolosa per
gli interessi cinesi" degli Usa per diversi motivi: "la Cina deve
cooperare con la Russia per contenere l'influenza degli Usa nella regione,
Mosca accetta l'intensificazione dell'influenza cinese nella cornice Sco e la Russia
resta la padrona della regione senza la quale la Cina non può pienamente
gestire il commercio centro-asiatico".
G20/ VERTICE IN CILE TRA
LEADER PROGRESSISTI INTERNAZIONALI
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: il summit sulla globalizzazione
sostenibile organizzato dalla fondazione progressista Policy Network alla
vigilia del G20 di Londra. All'appuntamento sono attesi i leader mondiali
progressisti, dal premier britannico Gordon Brown - proprio oggi atteso a
Santiago per incontrare il presidente Michelle Bachelet dopo la tappa in
Brasile nell'
LAZIO/ REGIONE: A FONDI
CENTRO POLIVALENTE PROTEZIONE CIVILE
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a Fondi centro polivalente
Protezione civile di Apcom Stanziati 2 milioni di euro dalla giunta -->Roma,
27 mar. (Apcom) - Nascerà nel sud pontino il primo Centro Polivalente Logistico
di Protezione Civile del Lazio, una struttura integrata che permetterà di fare
da base operativa per le sue molteplici attività sul territorio.
"LUNITà" GUFA:
IL PROSSIMO ANNO SPARIRANNO GLI STATI UNITI! - LE RIDICOLE PREVISIONI
DELL'ACCADEMICO RUSSO PANARIN: NEL 2010 CALIFORNIA IN MANO AI CINESI, TEXAS AL
MESSICO, ALASKA ( da "Dagospia.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: malgrado i bicipiti di
Schwarzenegger, della Cina, o almeno sotto l'influenza della repubblica
comunista. Il Texas alla testa di un gruppo di stati in una repubblica
controllata dal Messico. Washington e New York unite in un'America Atlantica
consociata all'Unione Europea. Una Repubblica centrale del Nord America
risucchiata dal Canada.
AFGHANISTAN/ FASSINO: DA
OBAMA UN ALTRO SEGNALE DI DISCONTINUITÀ
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: è la proposta di un Gruppo di
contatto sulla vicenda afghana che, oltre ai paesi Nato, coinvolga Russia,
Cina, India e anche l'Iran". "Quella di Obama - conclude Fassino - è
una nuova America, che non pretende più di fare da sola, ma sceglie invece di condividere
anche le scelte più difficili con l'intera comunità internazionale".
G8/ SCIENZA, PRODURRE
ENERGIA CARBONFREE E FONTI RINNOVABILI
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: hanno preso parte i rappresentanti
delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5 (Italia, Usa, Francia,
Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più Brasile, Cina, India,
Messico, Sud Africa ed Egitto in veste di osservatore), che su richiesta dei
politici , hanno messo a punto un documento, non ancora definitivo, corredato
da documentazione scientifica e tecnologica.
G20, SI ALLONTANA
PROSPETTIVA GRANDE ACCORDO ( da "Wall
Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economia visto lo stallo tra le
posizioni di Usa-Gb, da una parte e quelle delle altre principali economie
dall'altra", osserva James Knightley, senior economist a ING. Con la Cina
su posizioni più favorevoli sembra probabile l'intesa sul raddoppio dei 250
miliardi di dollari di risorse del Fmi a disposizione dei paesi più colpiti
dalla crisi.
Via alberi e rami da ponte
Navetta ( da "Gazzetta
di Parma Online, La" del
27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che opereranno con mezzi già in
dotazione al Centro Unificato di Protezione Civile, mezzi idonei a svolgere i
lavori in sicurezza. L?Assessore con delega alla Protezione Civile Fabio Fecci
ha speso parole di ringraziamento per i volontari della Protezione Civile, per
il presidente locale Mirco Carretta e per i tecnici del Comune che seguiranno i
lavori nella giornata di sabato.
Obama: Al Qaeda è un
cancro e minaccia gli Usa dal Pakistan
( da "Rai News 24"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: quindi Iran, Cina, India e Russia e
Paesi dell'Asia centrale. "C'e' uno zoccolo duro di talebani che non sono
disposti a compromessi. Questi devono essere affrontati con la forza e devono
essere sconfitti. Ma ci sono anche quelli che combattono perche' costretti, o
semplicemente , perche' pagati per farlo.
Napoli invitata a Betlemme
per la visita del Papa ( da "Napoli.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che si lega per molti aspetti alla
modernizzazione ed alla globalizzazione?. A sottolineare gli effetti del
mutamento della città industriale, è stato anche l?Ordinario di Geografia
urbana e organizzazione territoriale dell?Università Federico II, il Prof.
Italo Talia, che si è soffermato sul ?formarsi di una città duale in cui i ceti
medi e la popolazione occupata in modo stabile,
Volontari e mezzi della
Protezione Civile all'opera per la rimozione alberi e rami alla base di Ponte
Navetta ( da "Sestopotere.com"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: che opereranno con mezzi già in
dotazione al Centro Unificato di Protezione Civile, mezzi idonei a svolgere i
lavori in sicurezza. L?Assessore con delega alla Protezione Civile Fabio Fecci
ha speso parole di ringraziamento per i volontari della Protezione Civile, per
il presidente locale Mirco Carretta e per i tecnici del Comune che seguiranno i
lavori nella giornata di sabato.
Usa/ New York, Freedom
Tower ribattezzata One World Trade
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Si tratta della società immobiliare
cinese Vantone Industrial Company, che ha raggiunto un accordo per prendere in
affitto i piani che vanno dal 64esimo al 69esimo per un periodo di tempo di 23
anni. Vantone vuole creare un centro culturale e di affari per le società
cinesi che hanno rapporti commerciali con gli Stati Uniti e per le società Usa
che lavorano in Cina.
G8/ Scienza, produrre
energia "carbonfree" e fonti
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: hanno preso parte i rappresentanti
delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5 (Italia, Usa, Francia,
Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più Brasile, Cina, India,
Messico, Sud Africa ed Egitto in veste di osservatore), che su richiesta dei
politici , hanno messo a punto un documento, non ancora definitivo, corredato
da documentazione scientifica e tecnologica.
USA/ SAN FRANCISCO,
IMPORTA PLETTRI GUSCIO TARTARUGA, INCRIMINATA
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dopo che la donna aveva importato
dalla Cina dei plettri per chitarra in guscio di tartaruga embricata, una
specie di tartaruga marina a rischio di estinzione. La legge statunitense non
permette di commerciare specie a rischio senza un'autorizzazione che ne attesti
la necessità per motivi di ricerca scientifica o altre ragioni comunque non
commerciali.
USA/ NEW YORK, FREEDOM
TOWER RIBATTEZZATA ONE WORLD TRADE CENTER
( da "Wall Street Italia"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Si tratta della società immobiliare
cinese Vantone Industrial Company, che ha raggiunto un accordo per prendere in
affitto i piani che vanno dal 64esimo al 69esimo per un periodo di tempo di 23
anni. Vantone vuole creare un centro culturale e di affari per le società
cinesi che hanno rapporti commerciali con gli Stati Uniti e per le società Usa
che lavorano in Cina.
La 77 de ani, mogul in
industria binelui ( da "Romania
Libera" del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Apoi scoate din poseta stampila
organizatiei, ca sa ne arate cine-i seful, cu toate ca are in jurul sau 23 de
voluntari, de prieteni mai bine zis, "familia mea", completeaza
Mariane, oameni care se ocupa de treburile asociatiei. Chiar daca are vederea din
ce in ce mai slaba, de trei ani incoace, e mereu prezenta la sediu, conform
programului.
Obama: (
da "Corriere.it"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: gli Usa daranno vita a un nuovo
Gruppo di contatto per l'Afghanistan e il Pakistan: gli alleati della Nato, gli
Stati dell'Asia centrale, le nazioni del Golfo e l'Iran, la Russia, l'India e
la Cina. ISLAMABAD E KABUL - Il Pakistan saluta come «molto positivo» il
programma, ha detto il ministro degli Esteri Shah Mahmud Qureshi.
Usa/ San Francisco,
importa plettri guscio tartaruga,
( da "Virgilio Notizie"
del 27-03-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: dopo che la donna aveva importato
dalla Cina dei plettri per chitarra in guscio di tartaruga embricata, una
specie di tartaruga marina a rischio di estinzione. La legge statunitense non
permette di commerciare specie a rischio senza un'autorizzazione che ne attesti
la necessità per motivi di ricerca scientifica o altre ragioni comunque non
commerciali.
( da "EUROPA
ON-LINE" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Un libro di Paolo Prodi va al cuore della crisi che investe la società
europea Settimo non rubare ELISABETTA AMBROSI «Non rubare». Enunciare ad alta
voce il settimo comandamento ne fa emergere la natura particolare rispetto agli
altri. Nellevocazione, infatti, si
avverte la sensazione che, a differenza del divieto di adulterio o di atti
impuri, questa solenne proibizione non solo continui ad avere unimportanza centrale allinterno della
nostra, pur drasticamente aggiornata, morale privata; ma rivesta ancora oggi
una cruciale valenza pubblica e civile. Ed è proprio sulla doppia risonanza del
settimo comandamento, sul suo essere a cavallo tra pubblico e privato e insieme tra dottrina sociale cristiana,
democrazia e capitalismo che Paolo Prodi, professore emerito
delluniversità di Bologna, ha costruito un
intenso volume, edito dal Mulino: Settimo non rubare. Furto e mercato nella
storia dellOccidente (pp. 396, euro 29). Lanimus furandi Come mai
il monito a non rubare abbia svolto un ruolo centrale nella storia
europea si capisce analizzando lo spostamento che il significato di questo
reato ha subito nel corso dei secoli: si è passati da un concetto di furto
statico, basato sulla tradizione biblica e sulla legge naturale, come
appropriazione di una cosa altrui e
violazione del principio fondamentale della giustizia; ad un concetto più ampio
e dinamico, in cui esso si configura come «violazione fraudolenta delle
concrete regole della comunità umana nel possesso e nelluso dei beni di questa terra». Ecco allora che
divieto diventa il punto in
comune tra due mondi autonomi: quello della politica e quello del mercato. La
sua infrazione lede insieme sia la ricerca del profitto intesa come ricerca
della ricchezza di una comunità, sia il perseguimento del bene comune.
In breve, distrugge il bene/benessere collettivo. Né liberismo né statalismo
Ragionare sul furto consente di aprire una riflessione di ampio respiro sul
rapporto tra mercato e politica. «Simul stabunt aut simul cadent»: capitalismo
e democrazia vanno insieme, e luno non
può vivere senza laltro. Il rapporto tra politica e mercato è «un fertile
dualismo», che è insieme una tensione continua, una vera «rivoluzione
permanente». Quando, storicamente, questo legame si è risolto in una perversa
simbiosi come nel colonialismo o nei
totalitarismi i risultati sono stati tragici. Come drammatici sono gli
esiti dellattuale «mutazione antropologica della società e del suo
rapporto con le merci», che ha condotto ad unegemonia del potere
economico sul politico, che potrebbe dar luogo a nuovi rovesci e
pericolose fusioni. Oggi non solo si moltiplicano politici imprenditori e
imprenditori politici, ma soprattutto si assiste «ad un ampliamento di una
fascia grigia tra pubblico e privato», fatta di «false privatizzazioni, nuovi
monopoli, società con capitale pubblico, nella quale si offende quotidianamente
il mercato ». In questo panorama, la crisi del rapporto dellimpresa con il contesto sociale in cui opera,
laumento delle rendite rispetto ai redditi da lavoro, la
sperequazione nelle retribuzioni hanno reso ancora più fragili i valori
tradizionali della proprietà. Uscire da questa crisi è possibile attraverso la
ricerca di una nuova «separazione tra potere sacro, politico ed economico,
nella dialettica tra interesse privato e bene pubblico». Un nuovo dualismo che
potrebbe trovare il suo principio di ordine in un antenato affascinante: quella
lex mercatoria nata per rivendicare, di fronte alle corti e allo
stato-Leviatano, la presenza di norme a protezione delle antiche tradizioni
mercantili. Una sorta di «repubblica internazionale del denaro», ma di segno
inverso a quella della finanza globalizzata, basata su bene comune e fiducia,
dotata di una sua ideologia e una sua etica che, prendendo il posto delluniversalismo cristiano, ne mantenga la
dottrina sociale imperniata sul settimo comandamento. Una lex mercatoria
globale? Su questa proposta, secondo lautore,
potrebbe nascere anche un rinnovato ruolo pubblico della Chiesa, che, dopo un
lungo e positivo processo che lha
vista aprirsi al mondo economico, accettando la ricchezza pur solo in funzione
dello sviluppo della società, ha finito per ripiegarsi, con il Concilio di
Trento, nel buio dei fori interiori. Un «gelido silenzio sui temi
economici e sulle ingiustizie sociali», a favore di quelli della vita, che
altro non è, ieri come oggi, se non il segnale di una perdita di influenza
pubblica. Influenza che la Chiesa potrebbe riconquistare, proprio rilanciando
la sua dottrina sociale. Difficile valutare se questo universalismo
etico-economico potrebbe avere successo in società plurali e frammentate come
quelle attuali. Di certo, un esempio già cè,
visto che, fin dal giorno del suo insediamento, il neopresidente Obama non ha
esitato a riutilizzare un nuovo e suggestivo lessico morale in
relazione alleconomia, di cui
anche il nostro paese avrebbe un disperato bisogno. E non è un caso, allora,
che lo stesso Obama abbia imposto la restituzione di ciò che era stato
acquisito in maniera illegittima: ricorda infatti Prodi che
nessuna assoluzione del reato di furto era in passato possibile senza ridare
indietro il maltolto, pena un danno permanente alla comunità. Cosa avverrebbe
oggi se qualcuno in Italia parlasse di avidità
dei manager pubblici e privati? O imponesse il risarcimento immediato dei
consumatori truffati da crack finanziari e truffe? Le nostre carceri sono piene
di poveri condannati per furto semplice, quando la stessa Chiesa ricordava di
attenuare le pene per gli indigenti. Mentre chi ha violato, e continua a
violare, le regole del mercato, resta impunito.
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( da "Datasport"
del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
WTA Miami: passa la Santangelo, Knapp ko (Mara Santangelo) (AGM-DS) -
26/03/2009 23.24.47 - (AGM-DS) - Milano, 26 marzo - Dopo la Garbin, passa il
primo turno del torneo WTA di Miami (cemento, $ 4.500.000) anche Mara
Santangelo. L'azzurra si è imposta, piuttosto agevolmente, in due set sulla
francese Parmentier ed ora affronterà nel 2 turno la cinese Peng. Nulla da
fare, invece, per Karin Knapp: l'altoatesina ha ceduto in due set alla ceca
Zahlavova Strycova ed è stata eliminata. I risultati del primo turno: A
Kudryavtseva (RUS) b [Q] M Duque Marino (COL) 64 76(6) E Makarova (RUS) b Y
Chan (TPE) 36 62 63 A
Groenefeld (GER) b [Q] J Craybas (USA) 64 61 N Li (CIN) b
[Q] U Radwanska (POL) 64 57 61 [WC] A Glatch (USA) b T Bacsinszky (SVI) 64 61 G Dulko (ARG) b L Dominguez
Lino (SPA) 62 64 M
Martinez Sanchez (SPA) b Y Wickmayer (BEL) 60 64 B Zahlavova Strycova (CEC) b K
Knapp (ITA) 76(2) 63 M
Santangelo (ITA) b P Parmentier (FRA) 61 75 T Tanasugarn (THA) b N Dechy (FRA)
63 76
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( da "Corriere.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Segnali positivi da case e spese. E l'America spera Geithner apre al
dialogo sulla proposta cinese di un paniere di valute di riferimento DAL NOSTRO
INVIATO NEW YORK Non siamo di certo alla svolta. Il fondo non è stato ancora
toccato. Forse, però, l'economia non è più in caduta libera. E, dopo un anno di
notizie catastrofiche, anche il passaggio da quella libera a una caduta
"controllata" diventa una buon notizia. Da tre giorni sul tavolo
degli economisti americani affluiscono dati che lasciano intravedere qualche
spiraglio: lunedì la ripresa della compravendita di case a febbraio, martedì un
sia pur flebile recupero dei prezzi delle abitazioni monofamiliari, ieri un
aumento del 3,4% degli ordini di beni durevoli (macchinari, elettrodomestici,
attrezzature militari) a febbraio. Tutti invitano alla cautela, anche perché i
segnali di ripresa di febbraio vengono dopo un gennaio che negli Usa
è stato catastrofico. Non basta di certo un mese per fare tendenza: pur con
l'imprevista ripresa degli ordini di febbraio, su base annua (cioè rispetto al
febbraio 2008) la domanda di beni durevoli cala del 28,4 per cento. Lo stesso
governo Usa, del resto, evita gli squilli di tromba. L'altra sera,
nella conferenza stampa teletrasmessa da tutte le reti, Obama aveva parlato di
primi segnali economici positivi, ma ieri il suo ministro del Tesoro, Tim
Geithner, è stato più cauto: «Il ritmo di deterioramento dell'economia ha
cominciato a rallentare, almeno in alcune aree». Ieri mattina, incontrando gli
operatori economici riuniti al Council on Foreign Relations di New York,
Geithner è apparso molto meno teso che nell'audizione di martedì davanti al
Congresso. Ha scherzato con alcune sue «vecchie conoscenze », ma ha anche mandato un messaggio di apertura alla Cina sulle sue proposte monetarie che ha provocato, per un po', un
indebolimento del dollaro. La valuta Usa ha recuperato solo quando, qualche minuto dopo, incalzato da un
sorpreso Roger Altman (banchiere d'affari con un passato di viceministro del
Tesoro che era il suo intervistatore alla riunione del Council),
Geithner ha precisato che «il dollaro è destinato a rimanere, ancora a lungo,
la valuta mondiale dominante». Poco prima, però, la sortita del governatore
della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, che martedì aveva proposto di
togliere spazio al dollaro, come valuta di riserva prevalente, puntando più sui
Diritti Speciali di Prelievo emessi dal Fondo Monetario (basati su un
"paniere" che comprende dollaro, euro, yen e sterlina), era stata commentata
da Geithner con toni più concilianti di quelli che egli stesso e Obama avevano
usato il giorno prima: premesso di non avere ancora esaminato a fondo la
proposta, il ministro del Tesoro ha detto che essa «merita considerazione»
perché i Diritti sono uno strumento importante il cui ruolo può essere
rilanciato e perché Zhou è un «un banchiere di valore, un uomo pragmatico, che
si muove in modo costruttivo ». Insomma, nessuno può pensare di mandare in
soffitta il dollaro, ma al G20 di Londra, la prossima settimana, si discuterà
senza veti anche di equilibri monetari. Quanto alla congiuntura, come detto, è
meglio non farsi troppe illusioni: l'analista più fiducioso, John Herrmann,
parla di dati che, se confermati nei prossimi mesi, potrebbero rendere il
trimestre aprile-giugno quello in cui, negli Usa, si
toccherà davvero il fondo; creando, così, le condizioni per una lenta risalita
a partire da fine anno. Il vicepresidente del fondo Oppenheimer, Brian Levitt,
sostiene invece che tutti questi dati congiunturali significano poco finché non
riprende l'attività delle banche (che stentano a riattivare il circuito del
credito) e finché i dati mensili del mercato del lavoro continuano a segnare un
aumento dei disoccupati (fenomeno che dovrebbe continuare ancora per qualche mese).
Ma è anche vero che questi sia pur piccoli spiragli sono arrivati con
un'economia priva di sostegni. Nei prossimi mesi, con l'attivazione dei fondi
dello stimolo fiscale e delle altre iniziative anticrisi del governo (sostegni
all'auto, al credito scolastico, alle carte di credito), potrebbe iniziare la
risalita dall'abisso. Massimo Gaggi stampa |
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(
da "Corriere.it"
del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nuovo scontro diplomatico dopo quello con la Corea del Nord «La Guerra Fredda non c'è più Basta verità distorte dagli >Usa» Accuse
dalla Cina: interferenze sui nostri affari interni, a rischio le
relazioni militari tra i nostri Paesi MILANO - La politica estera americana
affronta la prova dell'Estremo Oriente. Dopo le tensioni con la Corea del Nord
legate al prossimo lancio di un missile che il governo di , è ora la Cina a prendere posizione contro gli Usa, accusati di intromettersi nei suoi affari interni. Da Pechino
giunge un monito alla Casa Bianca: potrebbe crearsi una frattura nelle
relazioni militari tra le due nazioni. ACCUSE ALLA CINA - E' stato il portavoce
del ministro degli esteri, Oin Gang, a spiegare che la Cina condanna duramente le interferenze americane nella propria
politica militare. Dal canto suo Washington aveva criticato, attraverso
il dipartimento della Difesa, il fatto che i cinesi stiano continuano a
sviluppare armi a lunga distanza considerate una possibile minaccia per Taiwan,
nonostante le relazioni tra la repubblica popolare e quella democratica siano
meno tese rispetto al passato. Gli Usa hanno citato un report
secondo cui la Cina starebbe anche sviluppando armi a lunga gittata che
consentirebbero a Pechino di tenere sotto controllo tutta la regione dell'Asia
e del Pacifico. «BASTA GUERRA FREDDA» - I contenuti di questa relazione sono
però contestati da Pechino, che parla di una «grossa distorsione» dei fatti.
Sempre il portavoce Oin Gang ha sottolineato come, al contrario, la Cina
sia impegnata in uno sviluppo pacifico delle proprie tecnologie e che la sua
politica militare sia tutta di natura difensiva. «E' necessario gli che gli
Stati Uniti rispettino questa verità fondamentale e abbandonino la mentalità da
Guerra Fredda, smettendo di lanciare accuse senza fondamento contro la Cina.
In caso contrario questo finirà con il compromettere le relazioni tra i due
Paesi». Nelle settimane scorse alter tensioni tra Washington e Pechino erano
emerse dopo il faccia a faccia ravvicinato tra navi della marina cinese e della
Us Navy nel Mar Cinese Meridionale, che ha dato vita ad una dura disputa sulla
navigazione sul confine tra acque internazionali e territorio sotto la
giurisdizione cinese. stampa |
( da "Pais, El" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ANÁLISIS Las prescindibles
memorias de un actor imprescindible CARLOS BOYERO 27/03/2009
Vota Resultado 0 votos Una de las cosas más entrañables y prodigiosas que me
han ocurrido como espectador de cine español (simplifico: de cine a secas) es
la larga, prolífica y bendita presencia delante de la cámara de un señor con
físico peculiar, voz inconfundible, naturalidad milagrosa, gracia
intransferible y talento excepcional llamado José Isbert. Recordarle va
asociado a la sonrisa, a alguien que siempre te apetecía ver y oír, a
humanidad, a un carácter, a una forma de hablar y a una gestualidad que no
admiten traducción, a unas señas de identidad que pertenecen inequívocamente a
este país y a esa abstracción tan real conocida como la gente. Sus mejores
filmes La noticia en otros webs webs en espaÑol en otros idiomas José Isbert
fue un rostro excepcional. Su autobiografía es lamentable Isbert es un símbolo
nacional como Michel Simon y Jean Gabin sólo podían ser franceses, Totó, Ana
Magnani y Alberto Sordi huelen por todos los poros a Italia, Marlene Dietrich a
pesar de su temprano exilio es inequivocamente teutona, el inmenso en todos los
sentidos Charles Laugh-ton pertenece a Inglaterra y el siempre admirable John
Wayne lleva inscrito en su piel y en su alma lo de nacido y criado en USA.
Hablamos de iconos justificados y de esencias raciales. Toda esta gente, además
de su innegable arte, sirve para identificar las raíces y la personalidad de
los pueblos, para que el público nativo se reconozca en ellos. Con Isbert jamás
tengo la sensación de que está interpretando, de que está componiendo un
personaje. En primer plano o en plano general derrocha espontaneidad,
veracidad, olor a calle, comicidad, argot coloquial, sentimiento auténtico, ni
un solo rasgo de impostura. Dominaba el realismo y el esperpento, el ritmo de la
comedia y el intimismo, la verborrea y el silencio, el humor blanco y el humor
negro, el costumbrismo y el sainete. El magnetismo de este actor superdotado
permanecía en el protagonismo o en el papel secundario, en el cara a cara y en
el barullo verbal de un montón de personajes en un plano secuencia. Clavaba sus
frases y sus gestos, sabía transmitirte con desarmante naturalidad las
sensaciones que le dieran la gana, te arrancaba la carcajada sin aparente
esfuerzo, todo en él desprende aroma vital. Interpretó mucho cine cochambroso,
tan subdesarrollado como la época y el ambiente que lo engendraba, folclore
impresentable y ternurismo barato, pero él siempre se las ingenió para que
agradecieras su presencia, para estar permanentemente modélico, para que te lo
creyeras. Y tuvo la suerte de encontrar algunos personajes memorables en ese
cine en blanco y negro que se atrevía a transgredir con lenguaje poderoso. No
es posible imaginar sin Isbert esas dos obras maestras tituladas El cochecito y
El verdugo. En la primera hace un retrato tragicómico y genial del pavor al
aislamiento y a la soledad que puede imponer la vejez, capaz de ejecutar un
parricidio con tenaz inocencia porque pudiendo andar su familia le niega un
cochecito de inválido que le permitiría acompañar a sus tullidos y enfermos
amigos. El recital que ofrece en El verdugo intentando con todo tipo de
artimañas sentimentales y laborales que su yerno herede su atroz trabajo,
consistente en darle garrote vil a los condenados, es una de las más complejas
y grandiosas creaciones de la historia del cine. Ninguna retina mínimamente
agradecida podrá olvidar al pintoresco alcalde de Bienvenido, Mr. Marshall, sus
dadaístas discursos a los vecinos, encabezando ese desfile popular en el que
cantan aquello tan impagable de "¡Americanos, gordos y sanos, primos
hermanos, os recibimos con alegría!", o a Isbert disfrazado de esquimal
para concursar en el programa de la muy divertida Historias de la radio, o al
desconsolado abuelo que busca a su nieto en La gran familia. Siempre puede uno
inventarse un pretexto para recordar y hablar de lo que ama. Pero en el caso de
Isbert preferiría que la razón hubiera sido un ciclo dedicado a su
extraordinario trabajo, a lo que mejor sabía hacer, y no la reedición de sus
memorias, tituladas Mi vida artística. Se me caen varias veces de las manos,
pero con doloroso esfuerzo logro llegar al final. El problema tiene que ver más
con la estética que con la ideología. Isbert tiene todo su derecho a considerar
como la encarnación del mal a las hordas republicanas o proclamar su infinita
emoción cuando estrechó la mano de su caudillo. Tampoco siento ninguna empatía
con las posiciones filonazis y racistas de Céline y de Drieu la Rochelle, lo
cual no me impide hipnotizarme con su admirable escritura. El estilo literario
de estas memorias es lamentable, el contenido también. Cuenta Isbert que una
vez le definieron como "un actor feliz que sabe hacernos felices". En
mi caso, lo consigue. Todo lo contrario que su visión de las personas y de las
cosas. Sus mejores filmes - Lola, la Piconera (Luis Lucía, 1951). - Bienvenido
Mr. Marshall (Luis García Berlanga, 1952). - Historias de la radio (José Luis
Sáenz de Heredia, 1955). - Mi tío Jacinto (Ladislao Vajda, 1956). - Calabuch
(Luis García Berlanga, 1956). - Los ladrones somos gente honrada (Pedro L.
Ramírez, 1956). - Los jueves, milagro (Luis García Berlanga, 1957). - La vida
por delante (Fernando Fernán-Gómez, 1958). - El cochecito (Marco Ferreri,
1960). - La gran familia (Fernando Palacios, 1962). - El verdugo (Luis García
Berlanga, 1964). - La familia y uno más (Fernando Palacios, 1965).
( da "Stampa, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
TENSIONI ALLA VIGILIA
DELL'INCONTRO TRA OBAMA E HU JINTAO "Usa, basta
con la guerra fredda" MAURIZIO MOLINARI FRANCESCO SISCI NEW YORK / PECHINO
Il Pentagono pubblica un dettagliato rapporto sul riarmo dell'esercito cinese e
Pechino reagisce infuriata, definendo il documento una «grossolana distorsione
dei fatti» che non giova ai rapporti bilaterali. Con le tensioni monetarie
ancora irrisolte ed a meno di una settimana dall'incontro di Londra fra Barack
Obama e Hu Jintao, a moltiplicare gli attriti fra Washington e Pechino è la
pubblicazione di «Military Power of the People's Republic of China», il
rapporto annuale con il quale il Pentagono aggiorna il Congresso sulla potenza
militare cinese. Le novità che contiene sono numerose a partire dal fatto che
Pechino sta sviluppando una generazione di missili a lungo raggio e vettori
anti-nave che «stanno modificando l'equilibrio di potere nella regione»
dell'Estremo Oriente perché potrebbero servire alla Cina per
assicurarsi il controllo di risorse naturali o aree territoriali oggetto di
dispute con le nazioni confinanti. Pechino ha posizionato più missili lungo gli
Stretti di Taiwan, ha più mezzi per operare lontano dalle proprie coste ed ha
costruito vicino all'isola di Hainan una base dalla quale i sottomarini possono
avere facile accesso alle rotte internazionali nel Mare della Cina
del Sud. Questa base è oggetto di preoccupazioni «perché sembra grande
abbastanza per accomodare sottomarini d'attacco, sottomarini con missili
balistici e navi di superficie da combattimento». L'ipotesi che affiora è che
Pechino si stia preparando ad esercitare un'egemonia strategica nel Mare della Cina
del Sud. In tale cornice l'invio di tre unità navali cinesi di fronte al Corno
d'Africa per proteggere le imbarcazioni mercantili dai pirati è stato visto
come la dimostrazione di una «crescente volontà di operare lontano dalle
proprie coste» e a ciò si deve aggiungere l'osservazione di
attacchi cyber contro obiettivi Usa «che sembrano giunti dalla Cina». Ad aumentare le preoccupazioni del Segretario alla Difesa,
Robert Gates, c'è la «poca trasparenza delle forze armate cinesi e degli
apparati di sicurezza» che sono «fonti di incertezza sulla loro dottrina
militare» ed «accrescono i potenziali errori di calcolo e le possibili
incomprensioni». Presentando il rapporto il portavoce del Pentagono,
Geoff Morrell, ha sottolineato che proprio la difficoltà di comunicazione con i
cinesi «ci spinge a indovinare quali siano le loro vere intenzioni» creando
situazioni di possibile crisi. Sebbene Morrell non lo dica apertamente il
riferimento è a quanto avvenuto poche settimane fa nel Mar della Cina
del Sud quando alcune navi cinesi hanno improvvisamente circondato un'unità
della Us Navy in un'area marittima oggetto di contenzioso con altri Paesi della
regione. «Le tensioni esistenti sono legate alla cessazione dal novembre 2008
dei colloqui diretti fra i comandi militari dei due Paesi» ha commentato
Timothy Keating, comandante delle forze Usa nel
Pacifico, suggerendo qui la necessità di rilanciare e intensificare il dialogo
con la Repubblica Popolare. La reazione di Pechino è arrivata con Qin Gang,
portavoce del ministero degli Esteri, che ha definito il rapporto una
«grossolana distorsione dei fatti» frutto di «una mentalità da Guerra Fredda»
che «dovrebbe essere fatta cadere». L'irritazione cinese si spiega con il fatto
che i due Paesi stanno discutendo dietro le quinte di possibili collaborazioni
nel settore del «peace-keeping» nelle aree di crisi, fino al punto che alcuni
generali cinesi accarezzano l'idea di mandare truppe in Afghanistan. Per
Pechino il rapporto del Pentagono taglia l'erba sotto i piedi a tali
trattative, mettendo in luce pressioni anti-cinesi sulla Casa Bianca. Proprio
in questi giorni un libro nazionalista sta spopolando nelle librerie cinesi.
«La Cina è scontenta» è scritto a più mani da veterani del
neonazionalismo degli anni Novanta, sostiene che Pechino non deve più
scodinzolare dietro l'America e deve affermare una politica estera che prenda
le distanze da quella occidentale. Questi sentimenti attecchiscono tra la gente
e soprattutto tra alcuni militari contrariati dall'embargo alla vendita delle
armi che venne deciso dall'Occidente dopo la repressione del movimento di
Tiananmen nel 1989, e che ancora continua.
( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
STASERA. Simbolo della lotta alla
camorra Monsignor Riboldi al Villaggio Sereno Uno dei simboli viventi della
lotta contro la camorra, il vescovo emerito di Acerra, monsignor Antonio
Riboldi, sarà oggi a Brescia per parlare di «Globalizzazione e solidarietà». Monsignor Riboldi, 86 anni, ha lavorato fra gli
anni '50 e i '60 nella Valle del Belice, fronteggiando lo stato di emergenza
causato dal terremoto che sconvolse il Trapanese. Contro cosa nostra si battè
al fianco di personaggi come Carlo Alberto Dalla Chiesa e Piersanti Mattarella.
Dal 1978 Paolo VI lo inviò in qualità di vescovo a dirigere la diocesi di
Acerra che resse per oltre 20 anni battendosi contro la camorra e la malavita
organizzata. L'appuntamento è alle 20.45 al cinema teatro del Villaggio Sereno.
F.M.
( da "Nuova Sardegna, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 6 - Sardegna Maxi
scambiatore di calore made in Porto Torres va in Usa GIANNI
BAZZONI PORTO TORRES. C'è il marchio sardo su uno scambiatore di calore che nei
prossimi giorni partirà alla volta degli Stati Uniti. La «grande opera», lunga
quaranta metri, larga poco più di cinque e alta sei, è stata costruita nello
stabilimento della «Sices Group» di Porto Torres ed è destinata a una
raffineria di New Orleans nella Louisiana. Costo 10 milioni di euro, il
prodotto chiavi in mano è stato realizzato in diciotto mesi con maestranze
tutte isolane. Una bella scommessa vincente in tempi di crisi. La «Sices» - che
opera nel settore della fabbricazione, montaggio e manutenzione di impianti
industriali dal 1958 - non è nuova a iniziative del genere. Ormai da parecchi anni
ha un «rapporto positivo» con l'estero e gran parte delle produzioni (circa il 70 per cento) è destinata agli Stati Uniti, paesi Arabi,
Cina, India, Africa, Repubblica Russa e
ex Unione Sovietica. Lo scambiatore di calore è stato ultimato in questi giorni
e ha superato in modi brillante tutte le prove. Domani si muoverà dallo
stabilimento per raggiungere il porto industriale che dista circa un
chilometro. Un percorso lento (il carrellamento è affidato ugualmente a
una azienda del territorio, la «Rubino Gru snc» di Sassari) sino alla banchina
dove sta per arrivare la nave (partita da Marghera) che dovrà coprire il
viaggio fino alla destinazione finale. Lo scambiatore partito da Porto Torres
dovrà «navigare» anche nel fiume Mississipi per arrivare alla raffineria di New
Orleans dove sarà installato e testato dai tecnici sardi. Di fronte alla crisi
dilagante che investe il territorio e che cala le radici profonde proprio nel
settore industriale, a cominciare dal petrolchimico turritano (sempre più
legato all'esito delle intese tra Ineos e la Safi di Fiorenzo Sartor) che
attende di conoscere le strategie del Governo al tavolo della chimica nazionale
che sarà convocato solo dopo Pasqua, l'esperienza della «Sices» è di quelle che
tengono viva la speranza, una storia tutta basata sulla professionalità e sul
confronto di qualità che aiuta a rendere meno drammatico uno dei periodi più
difficili nel campo delle lavorazioni industriali. «Noi viviamo di riflesso la
situazione che riguarda il polo chimico di Porto Torres - afferma Salvatore
Dessì, direttore della Sices, un professionista con la valigia che ha girato il
mondo e che è rientrato in Sardegna da appena un anno - sappiamo che il 2009
sarà critico ma per fortuna operamo molto sul mercato estero dove abbiamo
commesse importanti». Attorno alla «Sices» crescono anche altre piccole realtà
che - proprio grazie al filone dell'impiantistica di qualità - hanno trovato
spazi per lavorare e contrastare la crisi dilagante. E' il caso della
«Impresarda» e della «Geco» di Porto Torres, della «Mpt» di Portoscuso che
hanno collaborato al progetto per la costruzione dello scambiatore di calore,
un gioiellino che ormai sbuca dal garage che non riesce a contenerlo in tutta
la sua lunghezza. «Siamo soddisfatti della collaborazione delle aziende del
territorio - sottolinea Salvatore Dessì - e contiamo di rinnovare le intese. Il
valore delle nostre intraprese sta sicuramente nella filiera corta, nel senso
che le opere vengono realizzate con chiamata diretta al costruttore italiano,
senza passaggi in subappalto e con una ottima valorizzazione delle maestranze
presenti in azienda. Abbiamo già altri lavori programmati per gli Stati Uniti
con consegna nel 2010, l'anno
che dovrebbe segnare l'inizio della ripresa». Lo scambiatore di calore
costruito nello stabilimento di Porto Torres è sicuramente il pezzo più
importante nella storia della «Sices», una azienda che nell'officina turritana
conta 80 dipendenti più una serie di collaborazioni esterne. Ma il gruppo -
leader in Italia nel settore dell'impiantistica - ha un fronte occupazionale di
circa mille persone e un fatturato che si aggira attorno ai 300 milioni di
euro, la sede è a Lonate Ceppino (in provincia di Varese) e le officine
principali sono dislocate appunto in Sardegna e nel nord Italia. «Attualmente
siamo attivi in in molti paesi del mondo, anche in Kazakhstan e in Polonia -
racconta Salvatore Dessì - con certificazioni e regolamenti che ci consentono
di accedere a mercati importanti e che richiedono grande qualità. Il pezzo che
abbiamo appena costruito e che partirà dal porto industriale quasi certamente
lunedì è una specie di fiore all'occhiello, un'opera che fa onore ai lavoratori
sardi. E' grazie a loro che possiamo sbarcare negli Stati Uniti con ottimi
voti». Lo scambiatore è stato portato a termine in joint con la «Koch» di
Bagnolo Cremasco, uno dei gruppi privati più grandi in termini di fatturato. Un
segnale importante in tempo di crisi, basato su un passato solido che proietta
verso nuove sfide per il futuro.
( da "Provincia Pavese, La" del
27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere
delle Alpi)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang ha annunciato il lancio
in orbita di un satellite, ma il sospetto è che sia un esperimento balistico
Tensione per un test nordcoreano Usa, Corea del sud e Giappone minacciano
di intercettare il missile JUNKO TERAO ROMA. Alta tensione in Asia orientale,
dove la Corea del Nord sta tenendo tutti col fiato sospeso per l'annunciato
lancio in orbita di un satellite. Un'operazione programmata per l'inizio di
aprile, tra il 4 e l'8, che secondo Pyongyang avrebbe «scopi pacifici», ma
dietro la quale verosimilmente si nasconde un test missilistico a tutti gli
effetti. Ne sono convinti Usa, Giappone e Corea del Sud, le cui
reazioni non si sono fatte attendere e che adesso annunciano «misure» qualora
Pyongyang non rinunciasse al test balistico. Test che Hillary Clinton ha
bollato come un «gesto provocatorio» che avrà delle ricadute: «La Corea del
Nord pagherà un prezzo se proseguirà su questa via - ha dichiarato - e ci saranno delle conseguenze sui colloqui a sei (il tavolo a
cui Cina, Corea del Sud, Giappone e Usa siedono per negoziare con Pyongyang la sua rinuncia al nucleare)
che preferiremmo invece riattivare il più rapidamente possibile». La Clinton ha
anche annunciato che, se il missile verrà lanciato, gli Usa porteranno la questione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Infatti, dopo il test del luglio 2006, quando Pyongyang lanciò un missile
Taepodong-2 esploso in volo dopo soli 40 secondi dal lancio, il Consiglio di
Sicurezza adottò due risoluzioni che vietano alla Corea del Nord di sviluppare
missili balistici. Ma il razzo, si teme un Taepodong-2 in grado di trasportare
testate nucleari e di raggiunere l'Alaska, è già stato posizionato sulla rampa
di lancio e i nordcoreani hanno replicato alle minacce: «Qualsiasi azione da
parte del Consiglio di sicurezza farà invertire il processo di
denuclearizzazione», ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Ad alzare il
clima di tensione sono arrivate le dichiarazioni di Seoul, che ha definito il
test una «grave provocazione», ha annunciato «conseguenze» e, soprattutto,
l'intenzione di mandare nel Mare orientale - che Tokyo chiama Mar del Giappone -
un incrociatore da 7.600 tonnellate «per attività di controllo». Si tratta del
primo incrociatore della Marina sudcoreana dotato di tecnologia Aegis, in grado
di intercettare e distruggere missili, e andrà ad aggiungersi ai quattro
incrociatori americani e giapponesi già presenti nell'area. Il premier
giapponese Aso, da parte sua, ha disposto l'abbattimento del missile qualora
cadesse sul suolo nipponico o nelle sue vicinanze. Oggi, a Washington, sono
previsti colloqui informali tra i delegati di Usa, Corea
del Sud e Giappone, per discutere della situazione.
( da "Provincia Pavese, La" del
27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Corriere
delle Alpi)
Argomenti: Cina Usa
La Cina ricorda agli Usa: la
guerra fredda è finita PECHINO. Gli Usa devono «abbandonare la mentalità da guerra fredda» e smettere di
stilare rapporti sull'esercito cinese «interferendo» negli affari interni della
Cina. Lo ha sostenuto oggi il portavoce
del ministero degli esteri di Pechino, Qin Gang, rispondendo all' annuale
rapporto sulla situazione militare della Cina stilato dal Pentagono, il ministero della difesa degli Usa.
«Suggeriamo - ha detto Qin in una conferenza stampa a Pechino - che gli Stati
Uniti rispettino i fatti fondamentali, abbandonino i ragionamenti da Guerra
Fredda e tutti i pregiudizi, smettano di stilare rapporti sull' esercito cinese
e di lanciare accuse senza fondamento alla Cina, se non
vogliono provocare ulteriori danni alle relazioni tra i due Paesi e tra i due
eserciti». Il portavoce ha aggiunto che Pechino «ha comunicato» queste opinioni
a Washington. Il rapporto è il primo stilato da quando è entrato in carica il
presidente Barack Obama ed è venuto a pochi giorni di distanza dalla polemica
su una nave americana che è stata affrontata da motovedette cinese al largo
dell' isola di Hainan, nel sud della Cina. Pechino sostiene che la
nave, dotata di apparecchiature per le rilevazioni oceanografiche, era nelle
sue acque territoriali. Nel rapporto si afferma che la modernizzazione dell'
esercito cinese ha «ha alterato gli equilibri militari in Asia» e che minaccia
Taiwan, l' isola di fatto indipendente che Pechino rivendica, con un massiccio
dispositivo militare. «Ci auguriamo conclude il rapporto del Pentagono - che la
Cina
possa avere un approccio piu' trasparente e positivo verso la sicurezza».
( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
la CINa ALZA LA
VOCE con gli Usa IL NODO DEL RIARMO Si apre un nuovo fronte polemico fra Cina e Stati Uniti, in aggiunta agli
antichi contenziosi sui diritti umani violati e sulla concorrenza commerciale
sleale. Il Pentagono lancia l'allarme sul riarmo nella Repubblica popolare, che
avviene in maniera «non trasparente» e provoca «rischi alla stabilità». Pechino risponde a muso
duro, liquidando la posizione americana come «una grave distorsione dei fatti»
ed una «interferenza negli affari interni della Cina». Il
portavoce del ministero degli Esteri ricorda che il suo governo «ha sempre
seguito la strada dello sviluppo pacifico, della pace e di una politica
militare difensiva per natura». Ed esorta gli Usa ad
«abbandonare la mentalità da guerra fredda». Desideroso di raggiungere intese
con Mosca e Teheran, e rimediare all'eredità dei cattivi rapporti ereditati
dall'amministrazione precedente, Barack Obama si è forse dimenticato della più
popolosa nazione al mondo, terza potenza economica del pianeta? La risposta è
negativa, e se non ci fosse altro a dimostrarlo, basterebbe considerare il modo
in cui Hillary Clinton ha impostato la sua visita a Pechino in febbraio. La
segretaria di Stato ha insistito sulla necessità di una collaborazione
sinergica tra i due Paesi per far fronte alla crisi economica globale. E i suoi
interlocutori gli hanno assicurato che continueranno ad investire nei buoni del
Tesoro americani. Clinton ha apprezzato a tal punto da mettere tra parentesi il
tradizionale idealismo del suo partito in materia di diritti democratici e
civili. Il rispetto dei diritti umani è una questione che «non deve
interferire» nella cooperazione bilaterale, ha detto, suscitando la delusione
di Amnesty International. Gli Usa hanno troppo bisogno della Cina
per permettersi un'eccessiva intransigenza etica. Ma è indubbio che sia più
facile chiudere un occhio sulle libertà negate ai cinesi che non ignorare il
pericolo dei cannoni puntati verso l'esterno. E dunque la contesa sui crescenti
arsenali di Pechino è destinata a occupare un posto fisso negli sviluppi
diplomatici del prossimo futuro.
( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 74 del 2009-03-27 pagina 18 La
sfida di Pyongyang a Stati Uniti e Onu: «Avanti con il missile» di Gian
Micalessin La Corea del Nord prosegue i preparativi per il lancio di un razzo
balistico: «Pronti a riprendere i piani nucleari» Il missile è sulla rampa, il
conto alla rovescia è iniziato e alla Casa Bianca Barack Obama deve affrontare
la più difficile crisi dei suoi primi cento giorni. Una crisi resa più
complessa dall'imprevedibilità del dittatore Kim Jong-il e del suo regime. I gerarchi
comunisti nord coreani e l'invisibile «caro leader» l'hanno già fatto capire,
per lanciare quel missile sono pronti a tutto. Se qualcuno tenterà di fermarli,
riunendo il Consiglio di sicurezza dell'Onu o varando nuove sanzioni,
bloccheranno lo smantellamento degli impianti nucleari e riprenderanno la
produzione di testate al plutonio. «Oltre ad altre energiche misure,tutti i
processi di denuclearizzazione della penisola coreano saranno riportati alla
situazione iniziale», minaccia il ministero degli Esteri di Pyongyang
ricordando che tra gli atti ostili rientra anche la convocazione del Consiglio
di sicurezza dell'Onu. Barack Obama e il segretario di Stato Hillary Clinton
devono, però, far i conti con l'ineludibilità della crisi. Il Taepodong-2 è sulla
piattaforma di lancio e - stando alle immagini diffuse dai satelliti spia - le
operazioni di rifornimento sono questione di ore. Se i tecnici nordcoreani
rispetteranno i programmi e il missile non esploderà come nel 2006, il lancio
avverrà tra il 4 e l'8 aprile. Lasciar decollare quel vettore equivale, avverte
la Clinton, a trasformare in carta straccia la risoluzione 1718 dell'Onu che
vieta a Pyongyang la vendita e la sperimentazione di nuove armi. D'altra parte
un'azione troppo decisa rischia di portare alla cancellazione degli accordi di
denuclearizzazione del 2005 basati sul negoziato a sei tra le due Coree, gli Usa, la Russia, il Giappone e la Cina. Ma la nuova amministrazione non può permettersi il lusso di
restare inerte dilapidando credibilità e capacità di deterrenza in un momento
in cui la tensione nell'area è ai livelli di guardia. Alla frontiera tra le due
Coree l'allarme è senza precedenti e durante le ultime manovre congiunte tra
Washington e Seul Pyongyang non ha esitato a interrompere la linea
«rossa» con il sud introdotta per scongiurare crisi fatali. E i rapporti con la
Cina
dopo i recenti incidenti navali appaiono in fase di progressivo deterioramento.
Lo stesso Taepodong 2 non è per Washington questione da poco. Quel vettore, a
dar retta agli esperti militari, non serve soltanto a mettere in orbita un
satellite, ma può - se armato con una testata convenzionale o nucleare -
colpire l'Alaska. E il mascheramento dell'ultimo stadio che impedisce di
vederne il «carico» aumenta i dubbi. L'aggressività nordcoreana agita, del
resto, anche gli alleati di Washington nell'area. Il governo sudcoreano
definisce l'imminente lancio «una sfida e una grave provocazione» ed è pronto a
far salpare alla volta del mar del Giappone l'incrociatore speciale Sejong il
Grande, dotato dei sistemi antimissili con tecnologia Aegis. La nave, varata a
dicembre, affiancherebbe i quattro incrociatori di Usa e
Giappone già presenti. Seul non è l'unica a scalpitare. Il Giappone, poco
rassegnato a sopportare la pioggia di detriti dei primi due stadi del Taepodong
destinati a precipitare sul suo territorio, è pronto a ricorrere ai sistemi
antimissile per colpire i resti del vettore. Washington dunque ha poco spazio
di manovra, per non perdere la faccia deve muoversi in fretta e bloccare quel
lancio. Il problema è come. Ricorrere all'aiuto della Cina, unica
grande potenza in grado di influenzare il regime nordcoreano, rischia di
rivelarsi estremamente costoso in termini politici e anche economici. Ignorando
la Cina
e correndo al Palazzo di vetro la Casa Bianca rischia, però, d'inciampare in un
doloroso veto sulle sanzioni firmato Pechino. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA
- Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Esteri Pagina 111 Corea del Nord,
sale la tensione --> Tokyo La Corea del Nord va avanti con il suo programma
di lancio di un missile balistico per la messa in orbita di un presunto
satellite e, facendo salire la tensione nella regione, minaccia anche la
ripresa dei programmi nucleari in caso di ulteriori sanzioni da parte del
Consiglio di sicurezza dell'Onu in risposta all'operazione attesa tra il 4 e
l'8 aprile prossimi. Iniziative punitive adottate in seno al Palazzo di Vetro
saranno considerate «come azione ostile che farà invertire il processo di denuclearizzazione»,
ha scritto la Kcna, l'agenzia del regime comunista, riportando le parole di un
portavoce del governo. L'abbandono dei programmi atomici da
parte di Pyongyang si basa sull'accordo, raggiunto a settembre del 2005, che
prevede una progressiva denuclearizzazione all'interno di un negoziato a Sei
che coinvolge le due Coree, gli Usa, la Russia, il Giappone e la Cina.
( da "Unita, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
SE LA CALIFORNIA DIVENTA COLONIA
CINESE Giuliano Capecelatro Il ciclopico Arnold Schwarzenegger, muscolosissimo
governatore della California, abituato sullo schermo a risolvere ogni grana con
cazzotti devastanti, sarà costretto a chinare docile il capo di fronte ai
ruvidi comandi di Hu Jintao, presidente cinese. Perché lo stato nordamericano,
nel giro di un anno, non sarà che una provincia della potente Repubblica
popolare. Già in questo autunno gli Stati Uniti dovrebbero cominciare a
liquefarsi, per ritrovarsi spezzettati in sei tronconi molto poco indipendenti.
Una certezza quasi matematica per Igor Panarin, cinquantenne accademico russo.
Che da oltre un decennio predica: «Nel 2010 l'America si disintegrerà». Tre gli untori
per l'apocalisse prossima ventura. La crisi economica, le immigrazioni di massa
e il collasso morale, oltre che del dollaro. Quanto basta per scatenare una
nuova guerra civile su base etnica, e conseguenti secessioni. Il risultato
finale viene illustrato in una cartina, che gira per conferenze, tavole rotonde
e dibattiti televisivi. La California non ha scampo. Appendice, malgrado i bicipiti di Schwarzenegger, della Cina, o almeno sotto l'influenza della repubblica comunista. Il Texas
alla testa di un gruppo di stati in una repubblica controllata dal Messico.
Washington e New York unite in un'America Atlantica consociata all'Unione
Europea. Una Repubblica centrale del Nord America risucchiata dal Canada.
Le Hawaii ridotte a protettorato cinese, o giapponese. Infine l'Alaska.
Destinata a ricongiungersi alla grande madre Russia. «Be', ha fatto a lungo
parte dell'impero russo», commenta Panarin. L'accademico non è un pinco pallino
qualsiasi. Laurea in scienze politiche, dopo essersi fatto le ossa da analista
del Kgb, ha studiato l'economia degli Stati Uniti, ha lavorato per i servizi
segreti russi e assicura di aver elaborato previsioni strategiche per l'ex
presidente Boris Eltsin. Lungo l'elenco di titoli e incarichi prestigiosi, ma
pochi disposti a dargli retta in patria. Qualche commentatore taccia quelle
previsioni di «follie»; i più benevoli classificano Panarin come esempio di un
«forte antiamericanismo che serpeggia in Russia». Lui, peraltro, ci tiene ad
allontanare da sé ogni sospetto di cieco sciovinismo. E avverte: «Il crollo
dell'America sarebbe un disastro per la Russia, che dipende massicciamente dal
dollaro e dal commercio con gli Usa». Nel settembre 1998 espose
la sua teoria in una conferenza a Linz, in Austria, davanti a quattrocento
delegati attoniti. Alla fine però, racconta, in molti gli chiesero una copia
autografata della cartina. E di recente assapora piccole rivincite. Un Cremlino
che cova nuove aspirazioni egemoniche, dopo il crollo degli anni Novanta, si è
mostrato più sensibile ai suoi vaticini. La nera profezia, mentre appunto
imperversa una spaventosa crisi economica, è rimbalzata in America. Ripresa dal
serissimo Wall Street Journal, e tema di un dibattito tra i lettori sul blog;
qualcuno ci crede, molti vanno sul faceto. Panarin resta impermeabile a
critiche e spiritosaggini. «Lo storico francese Emmanuel Todd - ammonisce-
previde quindici anni prima il crollo dell'Unione Sovietica. Ma nel 1976 tutti
lo sbeffeggiavano».
( da "Cittadino, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Avanti con i missili», la Corea
sfida gli Usa OKYO La Corea del Nord va avanti con il suo programma
di lancio d un controverso missile balistico per la messa in orbita di un
presunto satellite e, facendo salire la tensione nella regione, minaccia anche
la ripresa dei programmi nucleari in caso di ulteriori sanzioni da parte del
Consiglio di sicurezza dell'Onu in risposta all'operazione attesa tra il 4 e
l'8 aprile prossimi. Iniziative punitive adottate in seno al Palazzo di Vetro
saranno considerate «come azione ostile che farà invertire il processo di
denuclearizzazione», ha scritto la Kcna, l'agenzia del regime comunista,
riportando le parole di un portavoce del mistero degli Esteri. L'abbandono dei
programmi atomici da parte di Pyongyang si basa sull'accordo, raggiunto a
settembre del 2005, che prevede una progressiva denuclearizzazione all'ìnterno
di un negoziato a Sei, (in fase di stallo dallo scorso dicembre per disaccordo
sulle procedure di verifica), che coinvolge le due Coree,
gli Usa, la Russia, il Giappone e la Cina. «Vorremmo ricordare - ha aggiunto il portavoce, in una
dichiarazione rilasciata in serata - che non sono pochi i Paesi al mondo che
lanciano satelliti, ma il Consiglio di sicurezza non ha mai negoziato per
evitare iniziative del genere». La dura presa di posizione, malgrado i
moniti di Usa, Giappone e Corea del Sud, è giunta alla conclusione di
una giornata di tensione in indubbio crescendo, che ha visto Pyongyang ribadire
in mattinata gli scopi «pacifici» dei suoi programmi spaziali («la
realizzazione e il lancio del satellite é il risultato della combinazione di
scienza moderna e tecnologia») e scagliarsi contro «la Corea del Sud (bollando
i leader come 'traditorì) e i suoi alleati», autori di pressioni indebite per
impedire la messa in orbita del satellite.A Seul, dove il lancio è giudicato
«una sfida e una grave provocazione» per la sicurezza e la stabilità della
regione, ha preso consistenza l'ipotesi di inviare nel mar del Giappone
l'incrociatore speciale "Sejong il Grande" che, varato lo scorso
dicembre, è la prima l'unità navale della Marina sudcoreana con tecnologia
antimissile Aegis. La nave si aggiungerebbe ai quattro incrociatori di Usa
e Giappone già presenti nell'area. Appena mercoledì, alla conferma del
posizionamento del missile sulla rampa, il segretario di Stato americano
Hillary Clinton aveva definito una «provocazione» i proposito del regime
comunista, rimarcando la violazione della risoluzione 1718 del Consiglio di
sicurezza.
( da "Stampa, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Gli iraniani interessati a una
possibile cooperazione in Afghanistan» [FIRMA]EMANUELE NOVAZIO ROMA Dopo
trent'anni di gelo e di sfide avviate con la caduta dello Scià, Nato e Iran
tornano a parlarsi. E' presto per parlare di svolta: ma l'incontro «informale»
fra «un diplomatico della Repubblica islamica e un rappresentante del
Segretario generale» Jaap de Hoop Scheffer - avvenuto la scorsa settimana ma
rivelato ieri da un portavoce dell'Alleanza - si inserisce in quella revisione
delle dinamiche internazionali che l'avvento della presidenza Obama ha
accelerato. Il portavoce ha spiegato che «gli iraniani sono interessati a una
possibile cooperazione in Afghanistan», per affrontare i problemi che pone a
Teheran l'afflusso di profughi e le attività delle reti di trafficanti di
droga. Ma alla vigilia dell'incontro, de Hoop Scheffer aveva sottolineato la necessità
di «tener conto dell'Iran nella soluzione della questione afghana». Come prassi
impone, il Segretario generale aveva informato il Consiglio atlantico
dell'intenzione di inviare il messaggio a Teheran: nessuno dei 26 ambasciatori
aveva obiettato, come conferma alla «Stampa» uno di loro. Soltanto pochi mesi
fa il rappresentante americano avrebbe posto il veto, su istruzioni di Bush. I
contatti Nato-Iran si inquadrano dunque nella strategia - sostenuta con forza
anche dall'Italia - di coinvolgere la Repubblica islamica nella stabilizzazione
di «Afpak», come ormai si definisce l'area afghano-pakistana per indicare la
stretta interdipendenza dei due Paesi. La partita è aperta, ma molti segnali
convergono sulla possibilità - a tempi brevi - di coinvolgere Teheran, che si
oppone ai talebani, nella gestione del conflitto afghano: oggi a Mosca un
rappresentante iraniano e uno americano siederanno allo stesso tavolo, alla
Conferenza su Afghanistan e terrorismo promossa dall'Organizzazione per la
cooperazione di Shanghai, il gruppo di sicurezza regionale
promosso nel 2001 dalla Cina e presieduto
quest'anno dalla Russia, che intende «favorire in ogni modo un contatto
diretto» Usa-Iran. Più rilevante l'appuntamento
di martedì prossimo all'Aja per la «Conferenza internazionale sulla
stabilizzazione dell'Afghanistan», alla quale parteciperà il segretario di
Stato Hillary Clinton (per l'Italia ci sarà il ministro Frattini). Dopo
giorni di incertezza, ieri la Repubblica islamica - invitata formalmente dagli
Stati Uniti - ha confermato la propria presenza. Senza precisare, però, chi la
rappresenterà: molto cambierà, dal punto di vista politico, se al tavolo
siederà il capo della diplomazia iraniana Mottaki o un funzionario di rango
inferiore. «La differenza per noi sarà molto rilevante», anticipava ieri un
diplomatico italiano. L'Italia - che ha invitato la Repubblica islamica alla
Conferenza G8 sull'Afghanistan di Trieste, a fine giugno - è molto attenta ai
segnali in arrivo da Teheran. Frattini non ha cancellato la visita in Iran:
l'ha però congelata, come ha confermato nella sua recente intervista alla
«Stampa», in attesa di comprendere le intenzioni iraniane nei confronti
dell'Occidente dopo le aperture di Obama. La presenza o no di Mottaki all'Aja
contribuirà a chiarirle.
( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 5 - Prato Nuove regole tra
committenti e terzisti Logli: «E ora al lavoro per vincere la concorrenza
interna» «A aprile con il tavolo di distretto contiamo di avere un patto con
cui cambiare i rapporti di filiera» PRATO. Un patto sociale. Un accordo tra
tutti i protagonisti del distretto per vincere la concorrenza interna e, per
dirla come l'imprenditore Renato Cecchi, evitare che «ci siano imprenditori che
si approffittano della crisi». E' questo, dopo la battaglia portata avanti per
ottenere aiuti a Prato, il prossimo obiettivo del tavolo di distretto
coordinato dal presidente della Provincia Massimo Logli. Entro aprile c'è la
volontà di stilare una sorta di vademecum per allentare le frizioni che ci sono
nei rapporti sindacali e tra committenti e terzisti. Presidente Logli, Prato
vive una forte crisi per la concorrenza che arriva dall'esterno e per il calo
dei consumi ma una parte delle difficoltà delle aziende sono determinate anche
da una concorrenza troppo aspra tra imprenditori. «Prato, per quel che riguarda
la concorrenza internazionale, non chiede protezionismo,
chiede come ormai tutto il mondo e gran parte dell'Europa, regole certe con cui
competere. L'Unione europea si deve quindi preoccupare di garantire alle proprie
aziende di stare in un quadro di competitività internazionale senza subire
l'aggressione di politiche di altri Stati. C'è anche, in questa fase, l'urgenza
di ristabilire un nuovo patto sociale interno. Nell'ottica dell'interesse
comune devono cambiare le relazioni tra i vari pezzi della filiera. E' evidente
che le relazioni sindacali e tra committenti e contoterzisti dovranno essere
affrontate in una logica nuova. Svincolandoci il più possibile dal volontarismo
e dall'idea che ci si possa fare concorrenza solo sul prezzo». Quali sono i
punti su cui è necessario lavorare per salvare la filiera? «Ritornare in
qualche maniera a stabilire all'interno della contrattazione con le
associazioni di categoria i livelli dei costi delle lavorazioni. Costi accettati
da tutti sul campo. Dovremmo aggiornare i costi elaborati a suo tempo dalla
Camera di Commercio e far sì che siano il punto di partenza». Ci sarà chi avrà
da eccepire che si rende meno libera la concorrenza. «Mi sembra strano che
nello stesso distretto e nello stesso tipo di lavorazione possano esserci le
oscillazioni che ci sono oggi. Non sono per i listini di regime ma a parità di
costi ci dovrebbero essere, fatta salva l'efficienza aziendale, oscillazioni
contenute». Un passo avanti sarebbe riconoscere un rapporto corretto e
trasparente tra committenti e terzisti. «Bisogna creare qualche strumento di
responsabilità tra committenti e terzisti. Inoltre è necessario raccogliere la
disponibilità data dai sindacati per contratti di lavoro d'area». Non è facile
attuare queste misure. «Penso invece che le condizioni ci siano. Il Tavolo di
distretto ha dimostrato capacità progettuale e una tenuta nuova rispetto al
passato. E quello può essere il luogo dove si mettono a punto le strategie e si
costruisce questo patto sociale». Rimangono fuori i forti disagi creati
dall'uso del concordato preventivo con la creazione di good company. E la
produzione all'estero. «Credo che sia immorale ma garantito dalla legge
accettare i concordati sotto il 40%. C'è un ricorso troppo facile al concordato
ma su questo la politica può fare molto poco. Sulle delocalizzazioni serve
invece un atteggiamento molto pragmatico: non sono né il toccasanta né la
morte. Se si pensa di attrarre investitori sul nostro territorio bisogna
pensare che anche noi si possa andare a investire altrove. La sfida è tenere
qui quello che è concorrenziale con una rinegoziazione delle regole del
commercio internazionale. La globalizzazione è
malgovernata. Bisogna tornare a un mercato delle merci dove le regole facciano
sviluppare i popoli, non le multinazionali». Ma tutto questo non poteva essere
fatto prima. «Sì. Le persone sono le stesse. Probabilmente non c'era nè il
clima politico nè la percezione esatta della situazione economica. Noi,
come Provincia, ci crediamo da molto tempo». Ilenia Reali
( da "Tempo, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa Proposte Obama: standard
più elevati per la finanza. Lula e Brown: 100 miliardi per il commercio A
Londra i Grandi del mondo cercano un nuovo sistema per l'economia Potrebbe
essere lo spartiacque della crisi che sta strozzando le economie di tutto il
pianeta . Al G20 che si tiene a Londra giovedì prossimo si incontreranno oltre
ai paesi che tradizionalmente hanno la leadership del mondo, come gli Stati
Uniti, anche i nuovi attori della scena internazionale, e
in particolare la Cina. L'obiettivo
è uno: trovare una soluzione in grado di contemperare le esigenze, spesso
opposte, dei paesi con un nuovo sistema di regole in grado di garantire una
maggiore trasparenza sui mercati e di ricostruire quella fiducia che la
mancanza di precisi paletti ha fatto sparire tra gli operatori economici.
Ma sarà anche una assise che sancirà la fine dell'unilateralismo Usa.
Almeno secondo il ministro degli esteri inglese, David Miliband: «Obama non
verrà a Londra per imporre le idee e i programmi di una superpotenza», ma «per
parlare, per capire e per concordare con l'Europa e con i Paesi in via di
sviluppo quali sono le strategie più efficaci» per affrontare la crisi e la
questione ambientale. Obama, che si presenta per la prima volta ufficialmente
al consesso dei grandi della terra, chiederà innanzitutto standard normativi
globali più elevati per il sistema finanziario. Così ha ricordato ieri il
segretario al Tesoro, Timothy Geithner, in un'audizione alla Comissione Servizi
Finanziari della Camera dei Rappresentanti. «Abbiamo iniziato a lavorare con i
nostri partner internazionali per riformare e rafforzare il Financial Stability
Forum in modo che possa giocare un ruolo efficace insieme alle istituzioni
originarie di Bretton Woods nel rafforzare il sistema finanziario» ha detto
Geithner. L'obiettivo di Obama, ha affermato il segretario al Tesoro, «è
assicurarsi che gli standard normativi globali per il sistema finanziario siano
all'altezza degli standard elevati che stiamo applicando negli Stati Uniti».
Non sarà facile ottenere il via libera senza contropartite soprattutto per i
paesi cosiddetti emergenti. Ieri ad esempio il primo ministro britannico Gordon
Brown e il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva hanno deciso di
proporre la creazione di un fondo mondiale da 100 miliardi di dollari per
rilanciare il commercio internazionale. Un appello che avrà sicuramente
l'appoggio della Commissione Ue. Ieri il presidente Josè Manuel Barroso ha
tuonato: «La recessione non deve e non può essere una scusa per tornare
indietro sul fronte degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo. Le nazioni più
avanzate dovrebbero essere in grado di spendere 35 miliardi di euro entro il
2015». Un tema sul quale ieri si è espresso anche il ministro Tremonti che ha
proposto un prelievo sull'Iva che attraverso le organizzazioni no profit aiuti
i Paesi in difficoltà come quelli africani. È la cosiddetta «de-tax» che sarà
presentata ufficialmente al G8 in Sardegna.
( da "Adige, L'" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'Accademia Roveretana degli Agiati
prende posizione, dopo le critiche espresse da Mario Cossali in questi giorni
L'Accademia Roveretana degli Agiati prende posizione, dopo le critiche espresse
da Mario Cossali in questi giorni. «L'Accademia - scrive in una nota il
segretario, Carlo Andrea Postinger (nella foto) - esprime assoluta sorpresa per
le inattese e immotivate osservazioni recentemente sollevate dal prof. Cossali
circa la presunta condizione di stallo e disorientamento in cui l'Accademia
verserebbe, e manifesta tutto il proprio amareggiato sconcerto per le gratuite
illazioni successivamente formulate da un altro giornale locale a proposito di
immaginarie manovre che sarebbero in corso, profilandosi addirittura uno
scontro tra candidati e linee politiche, per la successione alla presidenza del
sodalizio. Tali pettegolezzi - dice Postinger - evidentemente originati da una
ben scarsa e superficiale informazione di chi li ha formulati, possono essere
dissipati con facilità semplicemente ricordando alcuni indiscutibili dati di
fatto: 1) l'Accademia degli Agiati non è affatto priva di una direzione
strategica, in quanto il Consiglio accademico in carica, fin dal suo
insediamento, ha inteso imprimere un carattere di organicità e coerenza alle
iniziative culturali dell'istituzione definendo allo scopo dei rigorosi criteri
di selezione e programmazione delle attività. In questa direzione vanno anche
le procedure da seguire per la proposta, l'esame e l'approvazione delle varie
iniziative, che sono state da qualche tempo introdotte nella prassi accademica.
2) La linea strategica proposta dal professor Cossali è del resto
effettivamente proprio quella già seguita dall'Accademia, la quale ha
sviluppato esattamente le tematiche suggerite (con molte altre), e proprio con
lo scopo di conferire alle attività accademiche un carattere di attualità e
propositività. Sarebbe stato sufficiente esaminare i programmi dell'ultimo
triennio e dell'anno in corso per sincerarsene. A titolo di esempio si
ricordano brevemente la conferenza del dott. Tomasi "La salvaguardia della
natura. Storia, problemi, sofferenze", la conferenza dell'avv. Galgano su "Globalizzazione dell'economia e universalità del diritto", la conferenza
del prof. Fabbrini su "L'elezione di Barack Obama", il convegno
"Protestantesimo e illuminismo", il ciclo di conferenze della
Fondazione Comel su "Emergenza climatica: conseguenze su ambiente e
salute"; la conferenza del prof. Franzoni su "Il testamento
biologico, il medico ed il paziente"; la conferenza del prof. Pazzaglia su
"Scuola e laicità: linee di un'educazione alla convivenza"; o i
convegni previsti per il prossimo autunno. 3) La questione della successione
alla presidenza non è assolutamente attuale, in quanto a termini di Statuto il
presidente in carica cesserà solo nel maggio 2010. Tale cessazione è dunque
istituzionale e non legata alla volontà personale del prof. Caffieri, così come
la necessità di una sua sostituzione, che è determinata semplicemente dalla
condizione di ineleggibilità del prof. Caffieri per raggiunto numero di
mandati, come previsto dallo Statuto vigente. 4) Tra il Presidente
dell'Accademia prof. Caffieri ed il Sindaco di Rovereto prof. Valduga non
sussistono attriti di sorta, ed anzi intercorrono ottimi rapporti istituzionali
e personali. 5) Il Presidente dell'Accademia prof. Caffieri non ha mai espresso
contrarietà alla costituzione della Fondazione "Antonio Rosmini",
verso la quale ha anzi manifestato apprezzamento e sostegno». 27/03/2009
( da "Repubblica, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 25 - Cronaca Poco pesce
nel mare ora il re della tavola è quello allevato in vasca La Fao: itticoltura
boom, arriva lo storico sorpasso Secondo Nature non resta che affidarsi ai
"polli d´acqua" ovvero quelle specie facili da allevare che si
accontentano di mangimi di bassa qualità (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) ELENA DUSI
Gli ultimi dati della Fao pubblicati nel rapporto "The state of world
fisheries and aquaculture 2008" non lasciano dubbi: «Nel 2006 il mondo ha
consumato 110 milioni di tonnellate di pesce, 51 dei quali provenienti
dall´acquacoltura. Se la produzione deve tenere il passo con l´aumento della
popolazione, vista la stagnazione della pesca, la crescita futura non potrà che
arrivare dall´allevamento». Medici e nutrizionisti non fanno che invitarci a
mangiare specie ittiche e ridurre il consumo di carne. Ma la stessa
Organizzazione per il cibo e l´alimentazione conferma che una specie marina su
tre è soggetta a «sfruttamento eccessivo da parte della pesca». Per uscire
dalla strettoia, in un settore che concentra oltre tre quarti della sua
produzione nei paesi in via di sviluppo, non c´è altra soluzione che ricorrere
a quelli che Nature in una sua inchiesta di ieri ha definito "polli
d´acqua". Ovvero pesci facili da allevare, che si accontentano di mangimi
di bassa qualità ma ripagano lo scarso impegno con una carne povera di proteine
e di grassi utili alla salute umana. «Tra le 7 specie maggiormente allevate -
scrive la rivista - cinque appartengono al genere delle carpe, che hanno
bisogno di un´alimentazione meno ricca rispetto ad altri pesci». E che hanno il
loro maggior centro di produzione mondiale in Cina. «A questo scopo, anche i pesci carnivori negli allevamenti sono
stati costretti ad adottare uno stile più vegetariano. I salmoni ad esempio
sono nutriti con una dieta composta per un quarto da soia». Secondo i dati
dell´Inran, Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, non
è vero che questo tipo di mangimi riducano il livello di omega 3 nelle carni
dei pesci. In un´orata d´allevamento per esempio questi acidi grassi
continuano a pesare per il 20-24% del totale. Ad aumentare però, rispetto agli
esemplari catturati in mare, sono i livelli di omega 6, in particolare dell´acido
linoleico: dal 6-7 per cento al 14-22 per cento. Il rapporto fra i due acidi
grassi (che è un indicatore importante per la qualità nutrizionale del pesce)
cala dunque da 3-4 a
1,6-0,8. A pagare questo prezzo dovremmo però rassegnarci, se è vero come
indica la Fao che nel 2030 la popolazione mondiale avrà raggiunto gli 8
miliardi e per nutrire tutti serviranno 29 milioni di tonnellate di pesce in
più, oltre ai 110 attuali. Le leggi su etichette e standard di produzione
cercano di venire incontro ai consumatori, come spiega Stefano Cataudella, che
insegna Biologia della pesca e acquacoltura all´università di Tor Vergata: «Dal
2009 è entrato in vigore un regolamento dell´Unione europea sull´acquacoltura
biologica, che si caratterizza per la qualità dei mangimi e la spaziosità delle
vasche». Negli Usa invece, informa Nature, la Food and drug administration
ha pronto il decreto di approvazione di un tipo di salmone modificato
geneticamente per produrre dosi maggiori di ormone della crescita e ridurre di
un terzo il tempo necessario a raggiungere la taglia adatta a pescheria o
ristorante.
( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIARIO DELA CRISI Usa:
la recessione è più pesante Irlanda: Pil -7,5% Maurizio Galvani Alla fine la
Cnnmoney on line ha deciso che la crisi statunitense ricorda più una Grande
Recessione - quella che è iniziata circa 17 mesi fa con la bolla dei subprime -
piuttosto che la Grande Depressione. Ma segnali positivi della ripresa negli Usa
sono durati appena una giornata e, ieri, il Dipartimento al commercio ha
rivelato che il Pil è diminuito del 6,3% nel quarto trimestre del 2009; invece
del calo del 6,2% annunciato precedentemente. Una revisione che non è molto
consistente ma, in ogni caso, la flessione è la più elevata dopo il 1982. Un
altro dato negativo è quello relativo alla richiesta dei sussidi di
disoccupazione che - nella settimana chiusa il 21 marzo - sono balzate a quota
652,000. Complessivamente, ormai negli Stati uniti, percepiscono un sussidio
circa 5.560.000 lavoratori: il numero più alto da quando è stata avviata questo
tipo di statistica nel 1967. Gli economisti prevedono - tra le altre cose - che
il tasso di disoccupazione toccherà al più presto quota 8,1%, per assestarsi a
fine anno al 10%. Il presidente Obama avrà il suo da fare per rispondere alle
100 mila e-mail che gli sono state già state inviate al suo indirizzo di posta
elettronica della Casa Bianca. Soprattutto, in merito all'andamento della crisi
e ai problemi del mondo del lavoro. Dovrà giustificare che - mentre ha
dichiarato che «nessun bambino o famiglia deve stare senza un tetto» - giunga
la notizia che nelle città statunitensi stanno sorgendo tendopoli e nascono
baraccopoli. Non a Nairobi o Fortaleza in Brasile, ma nello stato di Washington
e in Florida. I segni di ripresa si allontanano (ieri un manager dell'Aig,
sotto accusa per i bonus che ha ricevuto, si è dimesso accusando il governo).
Un segnale di crisi, intanto è arrivato dagli utili societari: nel quarto
trimestre 2008 sono crollati del 16,5%, la contrazione più elevata dall'anno
1953. Un declino ed un record l'ho «strappato» la repubblica irlandese. In
Irlanda - uno dei paesi più a rischio in Europa, insieme a Grecia e Italia - il
Pil ha registrato un crollo del 7,5% negli ultimi tre mesi del 2008. Il settore
delle costruzioni ha segnato un calo del 24% (il record) e la Tigre Celtica
potrebbe subire un calo dell'economia pari al 6,5% a fine 2009. Presenta un
deficit pubblico intorno al 9,5% rispetto al Pil. In Europa, va segnalata la
flessione - a febbraio - delle vendite a dettaglio in Inghilterra (meno 1,9%) e
si registra una caduta della fiducia dei consumatori tedeschi pari ad aprile a
2,4 punti che si somma ad un calo di 2,5 punti registrati a marzo. L'Italia
accusa, viceversa, un crollo delle esportazioni verso i paesi extra-Ue. Dopo il
crollo registrato in gennaio, quando comunque si era registrato una caduta
record, a febbraio gli scambi sono risultati a ribasso e negativi: -21,9 per
l'export e un marcato -24% per l'import. Il dato peggiore per l'export riguarda
il rapporto con la Turchia (-47,5%), la Russia (-36,4%) e gli Stati uniti
(-34,2%). Mentre importiamo di più dal Messico (+17,6%). Per l'ottimista
sottosegretario Urso: «l'Italia possiede gli anticorpi per resistere alla
tempesta in atto». Il pensiero di Berlusconi docet. Tra pochi giorni (il 2
aprile) prenderà via a Londra il vertice straordinario del G20. Alla vigila di
questo vertice - che non si presenta semplice per il neopresidente Obama - il
premier inglese Gordon Brown (ospite di casa) sta facendo un giro in America
Latina (Brasile e Cile) per ottenere consenso. Però il ministro degli esteri
del suo paese, David Miliband, lancia un pesante monito
all'indirizzo degli Usa sulle pagine
del Corriere della Sera, dichiarando che «il mondo targato Usa finirà con questo vertice». Contemporaneamente, il segretario al
Tesoro Tim Geithner apre all'ipotesi di una moneta diversa dal dollaro proposta
dalla Cina e, subito dopo, si pente delle sue
affermazioni. Ultima ora: dagli Stati uniti giunge la notizia che il
colosso informatico Ibm è pronto a tagliare 5 mila posti negli Usa,
pari al 4% della forza lavoro statunitense. Nel frattempo l'Ibm sta trattando
l'acquisto della Sun Microsystems.
( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
UNA SFIDA PER IL DOMINIO SUL
«LAGO AMERICANO» BATTAGLIA nel Pacifico Per il Pentagono, il
riarmo della Cina minaccia gli
equilibri strategici asiatici. Pechino ribatte infuriata accusando gli Usa di «ingerenza». Lo scontro tra una nave di sorveglianza Usa e la flotta cinese, all'inizio di marzo, rivela la competizione
tra le due potenze del Pacifico per il controllo militare, oltre che economico
e politico John Feffer * John Feffer * Mettiamo che la Cina
mandi una nave a 75 miglia
da San Diego per un'azione di sorveglianza. Quelle sono acque internazionali
dopo tutto, e Pechino è interessata ai recenti sviluppi della nostra guerra
sottomarina alla Base Navale di Point Loma. E vuole fare qualche ricognizione
in vista di un'espansione della propria flotta di sottomarini. Volete
scommettere che gli Stati Uniti mandano una nave per dire ai cinesi di
tornarsene al largo? All'inizio di questo mese quando la situazione era
rovesciata, però, l'America si è molto stizzita quando la Cina si è
opposta alla USNS Impeccabile, una nave di sorveglianza a 75 miglia dalla base
navale cinese dell'isola di Hainan. Il Pentagono ha obiettato che gli Stati
Uniti possono fare ciò che vogliono in acque internazionali. La Cina
ha replicato che l'Impeccable si trovava nella Zona economica esclusiva della Cina
(di 200 miglia),
che a quanto si dice dovrebbe essere limitata ad attività pacifiche. Gli Stati
Uniti hanno rifiutato di ritirarsi. «Continueremo ad operare in quelle acque
internazionali e ci aspettiamo che i Cinesi rispettino il diritto
internazionale in merito alla faccenda», ha detto Robert Gibbs, addetto stampa
della Casa Bianca. Aspettate un secondo: ha detto diritto internazionale? A
quale diritto internazionale si riferiva Gibbs? La legge di riferimento sarebbe
la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che la Cina
ha ratificato mentre gli Stati Uniti no. E, comunque sia, la convenzione è
molto chiara: l'uso della zona economica esclusiva «sarà limitato a scopi
pacifici». Nonostante il diritto internazionale, gli Stati Uniti hanno per
lungo tempo hanno trattato il Pacifico come un lago americano e la Cina
come una spiaggia di loro proprietà su cui tenere gli occhi puntati. «Oggi gli
Stati Uniti e i suoi alleati Giappone e Corea del Sud stanno mettendo in campo
i distruttivi Aegis (Arleigh Burke Class) per accerchiare le coste della Cina
e mettere a rischio la sua scarsa capacità di deterrenza nucleare», scrive
Bruce Gagnon collaboratore del Foreign Policy In Focus (FPIF) su Corsa agli
armamenti nello spazio come parte della nostra copertura nel Congelamento del
Pacifico. «La Cina sa anche che il Comando Spaziale USA ha combattuto una
guerra simulata l'anno contro un primo attacco alla sua nazione. In un gioco di
guerra al computer fissato nel 2016 gli Stati Uniti lanciano l'attacco usando
un sistema ora in fase di sviluppo chiamato il piano militare spaziale». La Cina
non prende la cosa sotto gamba. Pechino modernizza a gran velocità la propria
forza militare. Ha annunciato circa il 15 per cento di incremento delle spese
per il 2009, la diciannovesima volta in vent'anni che aumenta di una doppia
cifra il proprio budget di spesa bellica. Parliamo solo di un ottavo della
spesa militare degli Stati Uniti, ma il Pentagono controlla nervosamente il suo
specchietto retrovisore. In particolare i funzionari della Marina temono che la
flotta cinese sia sulla buona strada per superare quella statunitense nelle
dimensioni, anche se non nelle potenzialità, nel prossimo decennio. L'economia
cinese presumibilmente sarà anche l'unica a crescere significativamente nel
mondo quest'anno, mentre le altre maggiori economie scivolano nella stagnazione
o peggio. Ci sarà certamente una riduzione nella domanda globale, un calo delle
esportazioni cinesi, un ridimensionamento delle fabbriche, oltre a disordini in
tutto il Paese. «L'economia cinese può soffrire più di molte altre ma rispetto
a loro ha anche più strumenti e risorse di riserva», conclude James Fallows in
un articolo relativamente ottimistico su The Atlantic. «Ma c'è un'altra cosa nel
grande disegno: le opportunità che la tempesta di oggi possa aprire un varco
nella crescita futura della Cina». La versatilità economica della Cina
e la sua crescita militare hanno creato ansia e anche una certa rassegnazione
fra gli alti vertici della politica estera statunitense. Nell'ultimo numero di
Foreign affairs, Robert Kaplan riconosce che l'America non sarà più il re della
collina per molto tempo. Ah, metafora errata: la forza degli USA deriva tanto
dalla sua capacità di dominio sul mare quanto dalla sua abilità di proiettare
tale forza sulla terra ferma. Kaplan consiglia Washington di usare le sue
attuali capacità navali per inaugurare una nuova epoca di equilibri di potere
concentrati sull'Oceano Indiano e volti al controllo di Cina e
India. «Piuttosto che garantire il proprio dominio - scrive - la Marina
americana ha semplicemente bisogno di rendersi continuamente utile». Si tratta
di una dichiarazione piuttosto sorprendente. Questo sostenitore della prima ora
della guerra in Iraq e ragazzo pon pon dell'impero americano americano sta ora
sollecitando il suo governo a realizzare un gioco di squadra. Come i soldati
USA che ha intervistato ampiamente, Kaplan forse ora soffre per i troppi viaggi
e lo stress imperiale. Egli è ancora troppo affezionato alla politica realista
per diventare un socio fondatore del Ban-Ki Moon fan club. Ma la sua
accettazione del multipolarismo suggerisce che il vento stia cambiando. Il
nuovo approccio abbracciato dall'amministrazione Obama ha tre facce: sviluppo,
diplomazia e difesa. In tale scenario i militari si rendono utili, nel senso
delle parole di Kaplan, a favorire lo sviluppo economico e la stabilizzazione.
Non è certo un approccio nuovo, sottolinea Niubi Nesbitt, collaboratore del
FPIF in Hearths and Minds and Empire (Cuori e Menti e Impero). Ci siamo già
passati - penso al Vietnam - ed è stato brutto. «Lo sviluppo militarizzante non
è la risposta giusta», scrive Nesbitt nel nostro nuovo Empire Strategic Focus.
«La direzione più prudente sarebbe quella di separare lo sviluppo dalla difesa
e investire le risorse nella costruzione di relazioni con organizzazioni civili
non governative invece che militari. Gli Stati Uniti avrebbero un impatto più
positivo focalizzandosi sul sostegno all'istituzionalizzazione dei processi di
risoluzione del conflitto in organizzazioni multilaterali come le Nazioni
Unite». Se la storia è un giudice, gli imperi più pericolosi sono quelli in
declino. Come i Turchi, gli Austro-Ungarici e i Russi caddero in molti errori
per preservare il loro impero all'inizio del ventesimo secolo, gli Stati Uniti
potranno trovarsi sulla stessa tragica lunghezza d'onda all'inizio del
ventunesimo, per aver voluto mantenere la propria posizione. Il fallimento
della guerra in Iraq che umiliò Kaplan può essere stato l'inizio della fine. La
disavventura ancora in essere dell'Afghanistan è un altro segno della follia
che gli dei hanno inflitto su coloro che intendono distruggere. Ma il confronto
navale nel Mare Cinese potrebbe rappresentare la strada più pericolosa per
tutti. Grazie alla loro insensata violenza i conflitti in Iraq e in Afghanistan
restano guerre territoriali. Tuttavia un confronto tra la Cina e gli
Stati Uniti, per quanto improbabile potesse sembrare vista la interdipendenza
economica fra i due paesi, sarebbe necessariamente globale. Speriamo che questi
due imperi galleggianti passino la notte a dare il là per negoziare una
distribuzione equa del potere con un aplomb maggiore di quello dimostrato
all'inizio del mese. Prima dello spettacolo cinese sulle coste della California
dovuto a una qualche incomprensione imperiale, gli Stati Uniti dovrebbero
svegliarsi, siglare il Diritto del Mare e attenersi alle sue norme. Questo sì
che sarebbe un cambiamento oceanico. * direttore di Foreign Policy in Focus Foto:
UN'ESERCITAZIONE DI FORZE PARAMILITARI CINESI /REUTERS Foto: IN BASSO, MARINES
CINESI SALUTANO UNA NAVE MILITARE USA IN VISITA /AP
( da "Manifesto, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
SCAMBIO DI
ACCUSE Il riarmo cinese allarma il Pentagono Simone Pieranni In Cina si è già raffreddato il consenso
alla nuova amministrazione Usa. Ieri Pechino ha usato parole di fuoco contro gli
Stati Uniti, accusati di ragionare ancora «con una mentalità da guerra fredda».
A scatenare la reazione cinese è stato il rapporto annuale al Congresso
presentato due giorni fa dal Pentagono, dove si riferisce che la Cina sta aumentando rapidamente
la sua capacità bellica, anche a livello nucleare e spaziale. Una corsa al
riarmo che preoccupa gli Usa, vista la poca trasparenza del
governo cinese riguardo le proprie intenzioni e il budget riservato alla spesa
militare. A preoccupare Washington sarebbero sopra ogni cosa i missili a lunga
gittata che permetterebbero alla Cina di tenere sotto scacco
l'intera regione asiatica, con un chiaro interessamento a Taiwan. Il rapporto
del Pentagono segue la pubblicazione del Libro Bianco dell'esercito cinese, a
Pechino in gennaio. Accuse e controaccuse si ripetono ogni anno, un copione
consolidato: il contesto globale però è nuovo, soprattutto per le ripercussioni
della crisi economica che camnbia rapporti di forza strategici. Il portavoce
del ministero degli esteri cinese, Qin Gang, ha parlato in modo diretto
puntando il dito contro gli Usa, rei di interferire negli affari
interni della Repubblica Popolare: «Il rapporto diffuso dagli Stati Uniti
continua a basarsi sulla teoria della minaccia militare cinese, distorce i
fatti e interferisce con gli affari interni della Cina».
Infine: «Chiediamo agli Stati Uniti di rispettare la realtà dei fatti e
rinunciare alla mentalità da guerra fredda e alle sue accuse, per non danneggiare
ulteriormente le relazioni sino-americane. La Cina ha
sempre seguito il cammino di uno sviluppo pacifico e una politica militare
nazionale orientata alla difesa». Dopo la visita di Hillary Clinton e i segnali
distensivi si torna dunque alle parole forti, in un crescendo di tensione
causato anche da un incidente diplomatico avvenuto qualche giorno fa, il 7
marzo. Cinque navi cinesi avrebbero avvistato e seguito una nave americana in
acque considerate cinesi, vicino all'isola tropicale di Hainan. Per gli Usa
il proprio equipaggio era in acque internazionali, impegnato a rilevare
campioni oceanici. Per Pechino si trattava di un'azione di spionaggio. Nel
gennaio di quest'anno il Consiglio di Stato cinese ha diffuso un documento
sullo stato dell'arte dell'esercito cinese, riassunto dai media cinesi con lo
slogan «la Cina non vuole essere egemonica». Nel documento, in cui si
dettaglia la necessità di modernizzare l'esercito della Repubblica Popolare,
non mancavano riferimenti agli Stati Uniti proprio in relazione alla situazione
di Taiwan: «Gli Usa - è scritto - continuano a vendere armi a Taiwan, in
violazione dei tre accordi sino- statunitensi». Nello stesso documento,
inoltre, l'Esercito aveva evidenziato le patate bollenti per la Cina,
tutte riconducibili a questioni interne, Tibet, Xinjiang e Taiwan, aree ancora
più a rischio in un periodo di crisi economica. E ieri, proprio su questo tema,
sono arrivate le parole confortanti di Zhou Xiaochuan, governatore della banca
centrale cinese. In un intervento sono state ricordate le politiche economiche
recentemente approvate, le misure per favorire le esportazioni e sollecitare il
mercato interno, sostenendo che l'economia cinese, oltre a essere «sotto
controllo», sarà una «forza stabilizzante» nella crisi internazionale.
( da "Milano Finanza (MF)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Commenti & Analisi
data: 27/03/2009 - pag: 9 autore: di Angelo De Mattia Fmi più forte con la
supervaluta cinese... Sulla proposta-shock del governatore della Banca centrale
cinese di dare vita a una moneta-paniere, per ora in Europa e in Italia non si
registrano interventi di politici o di esperti, tranne qualche eccezione.
Eppure il nostro Paese, in particolare, avrebbe i titoli e l'interesse per
partecipare a una tale, sia pure, iniziale discussione. È stata, infatti,
italiana la più antica idea di fondare (nel 500) una moneta universale,
l'Alitinonfo (dal greco, «la vera luce») di Gasparo Scaruffi, un progetto
lodato poi da Von Hayek, ben prima del keynesiano Bancor, proposto e non
accolto nel quadro delle discussioni di Bretton Woods. Naturalmente, se dovesse
accadere come nel caso del segretario al Tesoro Usa, Timothy
Geithner, che nell'arco di poche ore è passato dall'apertura all'idea cinese a
una sostanziale chiusura con la sottolineatura della forza del dollaro, allora
è preferibile rimanere estranei a questa riflessione (che però potrebbe
approdare pure al prossimo G20), anche perché una posizione dell'Italia sul
tema, considerata la partecipazione alla moneta unica, appare meglio
rappresentabile in sede europea. In ogni caso sarebbe bene che l'Unione si formasse
una precisa idea al riguardo. Intanto non sfugge che il solo aderire a una
riflessione del genere può apparire alle autorità americane come cedere al
rischio di scalfire la funzione di signoraggio globale del dollaro, peraltro
già attaccata dalle vicende della crisi finanziaria. In effetti, la proposta
cinese mira a modificare, attraverso la creazione della nuova moneta,
l'impianto dei diritti speciali di prelievo istituiti e consolidati negli anni
60 presso il Fondo monetario internazionale; presuppone, dunque, una riforma
del Fondo anche attraverso la revisione delle quote di partecipazione; tende,
in sostanza, alla progressiva adozione di una moneta di riferimento e, forse,
alla trasformazione dell'Fmi in una banca centrale globale in nuce. Operazione
necessaria, forse, essendo venuta meno l'áncora del sistema monetario
internazionale, con la cessazione, nel 1971, della convertibilità del dollaro
nel metallo prezioso, ma con un solo, immenso problema: la moneta è
espressione, in questo caso, della leadership mondiale. Soltanto un nuovo
equilibrio nei rapporti di potere a livello internazionale potrebbe
condurre a una scelta come quella auspicata dalla Cina. Essa non è paragonabile alla costituzione dell'euro. E,
tuttavia, non è pensabile che si ripetano, sia pure in diversa scala, gli
errori compiuti in occasione del passaggio alla moneta unica europea, dando per
scontati i rapporti politici ed economici alla base della costruzione del
Sistema europeo di banche centrali. Insomma, un Fmi-Banca centrale mondiale
in nuce presuppone una Onu diversa e nuovi rapporti degli Usa nel
versante transatlantico e dei Paesi emergenti, ora che sembra finito
l'unilateralismo americano. Un'operazione gigantesca. Partendo dalla proposta
cinese, qualche esperto ha immaginato delle varianti, come quella di
considerare la moneta-paniere la contropartita di depositi che le banche
centrali europea, americana e cinese costituirebbero presso l'Fmi, riducendo
così i rischi di cambio tra le principali aree monetarie. Il Fondo diventerebbe
organo di sorveglianza multilaterale dei rapporti di debito e di credito tra le
stesse banche centrali. Il progetto potrebbe poi progressivamente estendersi ad
altre banche della specie. Si tratta di un'idea molto più affinata di quella
generica lanciata dai cinesi, ma anch'essa non fa i conti con i necessari
presupposti politici di una scelta del genere. Non è, insomma, un'opzione
meramente tecnica. I suoi effetti non possono essere valutati solo perché si
traducono in una migliore regolazione della liquidità e in una attenuazione del
rischio di cambio. Né è facilmente ipotizzabile che le banche centrali diverse
da quelle partecipanti alla ipotizzata moneta-paniere (dunque i rispettivi
Stati) accettino l'egemonia di queste ultime, perché di ciò si tratterebbe.
Mentre comunque si approfondiscono, doverosamente, i temi del progetto cinese,
molto meglio sarebbe dare priorità alla riforma del Fondo a prescindere
dall'istituzione (avveniristica) della nuova moneta. L'Fmi dovrebbe diventare
l'organo globale di monitoraggio della liquidità internazionale, nonché della
prevenzione delle crisi e della vigilanza finanziaria internazionale. Gli
esperti nominati dal Duca d'Este per valutare il progetto di moneta universale
di Gasparo Scaruffi facevano presente, già allora, che un'unione monetaria si
può attuare solo se ciascuno Stato partecipante adotta le nuove regole ed è
capace di promuoverne l'applicazione «ma non già far prima degli altri regole
che son per apportar gravi danni nel commercio con le altre città maggiori e di
maggior dominio che non hanno o non vogliono accettare questo insegnamento...».
Tuttavia, la carica utopica della proposta cinese non appare negativa.
Dovrebbe, indirettamente, sospingere a far sì che il prossimo G20 produca
risultati concreti almeno sul piano delle nuove regole e della governance della
globalizzazione.
( da "Milano Finanza (MF)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Commenti &
Analisi data: 27/03/2009 - pag: 9 autore: ...ma nessuna moneta può sostituire
il dollaro Come se il dollaro non avesse già abbastanza problemi, Timothy
Geithner ha dichiarato di essere «piuttosto aperto» alla
proposta avanzata dalla Cina questa
settimana di sostituire la banconota verde con «una valuta di riserva
internazionale». Il dollaro ha subito registrato un ribasso e le borse lo hanno
seguito, prima che il segretario al Tesoro americano aggiungesse che «il
dollaro rimane la moneta di riserva dominante nel mondo e ritengo che lo sarà
ancora per molto tempo». Geithner sta imparando sul campo e la lezione
di due giorni fa è che non è intelligente scherzare con i mercati valutari
quando si sta già sfidando la sorte con la colossale reflazione degli Stati
Uniti. Il Tesoro e la Federal Reserve stanno invadendo il mondo con i dollari
per cercare di bloccare la recessione, e il mondo, giustamente, si sta
innervosendo. La soluzione proposta dal governatore della banca centrale cinese
Zhou Xiaochuan (un ruolo maggiore per il Fondo Monetario Internazionale) non è
piacevole. Ma i suoi moniti riguardo ai pericoli del dollaro debole e
all'instabilità dei tassi di cambio meritano la nostra attenzione. In questo
periodo di crisi economica globale, alcune banche centrali, come quella
vietnamita, ricorrono alla svalutazione della propria moneta per favorire gli
scambi commerciali. Zhou vorrebbe evitare questo potenziale deragliamento e
così ha proposto una valuta di riserva internazionale «ancorata a un parametro
di riferimento stabile ed emessa in base ad alcune regole chiare». Secondo
Zhou, l'offerta di denaro dovrebbe essere «opportunamente adeguata» in base
alle «variazioni della domanda» e tali adeguamenti dovrebbero essere
«scollegati dalle condizioni economiche e dagli interessi sovrani dei singoli
paesi». Il banchiere cinese ritiene inoltre che il Fmi possa creare una valuta
internazionale ampliando l'utilizzo dei già esistenti Diritti speciali di
prelievo (Dsp), una valuta sintetica collegata alle valute sottostanti degli
Stati del Fmi. Ma chi dovrebbe determinare il giusto prezzo dei Dsp? Il Fmi? Hu
Xiaolian, vice governatore della Banca centrale cinese, ha dichiarato che
«l'investimento nei titoli di stato americani è una componente importante delle
riserve in valuta estera della Cina». E ha aggiunto: «Ovviamente
siamo piuttosto preoccupati per la sicurezza e la redditività dei titoli di
Stato americani». Hu Xiaolian non è la sola a essere preoccupata, e speriamo
solo che anche il Tesoro, la Casa Bianca e la Fed lo siano. Lo status del
dollaro come moneta di riserva offre agli Stati Uniti un enorme vantaggio.
Significa che non dobbiamo ripagare i nostri debiti in valuta estera e che i
nostri costi di finanziamento sono bassi. Finché il resto del mondo avrà il
dollaro come standard, gli Stati Uniti avranno un potere molto forte a livello
internazionale. È questo potere che talvolta infastidisce la Russia, la Cina
e altri paesi, che per questo vorrebbero vederlo sparire. Il problema è che in
realtà non esiste alcuna moneta che possa prendere il posto del dollaro.
Nessun'altra economia è sufficientemente ampia e ha mercati di capitali
sufficientemente profondi. L'euro potrebbe diventare un'alternativa, ma è ancora
troppo nuovo ed è privo del necessario sostegno della coesione politica. La
mossa diplomatica di Zhou, tuttavia, avverte anche che lo status di valuta di
riserva implica obblighi speciali. Significa che gli Usa non
stanno dirigendo la politica monetaria solo per se stessi ma per gran parte del
mondo. E significa che quando gli Stati Uniti cedono alla tentazione di
svalutare la propria moneta, tutto il sistema del commercio mondiale ne rimane
sconvolto. I bruschi ma inutili movimenti del dollaro durante questo decennio
sono, secondo noi, una delle principali cause della bolla immobiliare e dei
beni di consumo che hanno portato al panico finanziario e alla recessione
globale. Se Geithner intendeva dire che è «aperto» a una più ampia cooperazione
monetaria e sui tassi di cambio, potrebbe essere un passo in avanti. Invece di
abdicare a favore dei burocrati del Fmi, questo significherebbe lavorare con i
più importanti governi e banche centrali del globo. Il mondo potrebbe adottare
una riforma monetaria, il cui obiettivo dovrebbe essere ridurre le fluttuazioni
delle monete, aumentare la stabilità dei prezzi e potenziare il commercio
mondiale. Nel frattempo, vale la pena preservare lo status speciale del
dollaro.
( da "Milano Finanza (MF)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF sezione: Mercati Globali data:
27/03/2009 - pag: 21 autore: di Andrea Montanari aumento da 20 milioni per il
gruppo cosmetico Intercos verso la borsa con Banca Leonardo Intercos si
ristruttura. E Banca Leonardo, che attraverso Euraleo (la joint-venture con
Eurazeo in via di scissione) detiene il 40% del gruppo Intercos il cui 60% fa
capo a Dario Ferrari, garantirà i capitali destinati alla crescita del gruppo
attivo nell'outsourcing di prodotti cosmetici. Gli azionisti hanno infatti deciso di rafforzare significativamente la società che vanta 11
stabilimenti produttivi sparsi in tutto il mondo (Italia, Usa, Cina, Malaysia e
Svizzera).Poche settimane fa, secondo quanto appreso da documenti ufficiali da
MF-Milano Finanza, è stato deliberato un aumento di capitale da 20 milioni
(sarà completato entro fine 2009) destinati alla crescita e all'internazionalizzazione.
Al contempo è stata decisa la fusione per incorporazione di Intercos spa in
Intercos group srl. L'operazione rappresenta la tappa conclusiva del processo
avviato a metà 2007, quando Euraleo rilevò la partecipazione attuale dal fondo
Equinox. Completato il processo di integrazione azionaria e definiti tutti i
rapporti con le banche finanziatrici (l'operazione era costata 286 milioni, di
cui 63 milioni ottenuti dagli istituti di credito), si è deciso per
l'accorciamento della catena di controllo. Mossa che consentirà a soci e
management «una maggiore flessibilità nella gestione dei flussi finanziari,
attraverso una semplificazione della struttura partecipativa» e una «riduzione
dei costi di amministrazione e un'ottimizzazione del funzionamento della
complessiva organizzazione aziendale», si legge nei documenti relativi alla
ricapitalizzazione e alla fusione. Ma lo scopo ultimo del riassetto è dare a
Intercos «un più appropriato assetto societario al fine della possibile
quotazione in borsa a breve-medio termine». Il dossier-ipo, stoppato nel luglio
2006 quando il gruppo era pronto per il debutto allo Star (global sponsor e
advisor erano Caboto e JP Morgan mentre i partner legali erano gli studi
Clifford Chance, Bonelli, Erede, Pappalardo e Latham&Watkins), potrebbe
quindi essere ripreso in considerazione. Ferrari e Banca Leonardo, se i mercati
invertiranno la rotta, potrebbero considerare il 2010 come primo possibile
traguardo per lo sbarco a Piazza Affari. Nel frattempo Intercos, forte della
ricapitalizzazione, può puntare allo sviluppo che prevede ricavi per 282
milioni quest'anno, 307 milioni nel 2010 e 367 milioni nel 2013 con un utile
che salirà dagli 8,4 milioni del 2009 ai 12 milioni del 2010 fino a 25,9
milioni del 2013. Il rapporto debito-ebitda elaborato nel piano scenderà nel
frattempo da 4,69 a
2,15.
( da "Riformista, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Hillary corteggia mezzo mondo e
conquista l'America Smart power. Clinton disinnesca la crisi con il Messico e
conferma il suo talento diplomatico. Parla con tutti e di tutto. Perfino troppo
secondo i critici. Ma agli americani - anche ai repubblicani - piace. Più di
Obama secondo gli ultimi sondaggi. Rivincita fuori tempo massimo? di Luigi
Spinola Ogni viaggio ha il suo mea culpa. E fin qui funziona. La crisi più
urgente della politica estera statunitense stava esplodendo nel cortile di
casa, in Messico. Sono bastate poche ore di visita a Hillary Rodham Clinton per
riconoscere «le responsabilità degli Stati Uniti» nelle guerre del
narcotraffico che fanno morti e feriti sui due lati della frontiera. Una
piccola svolta perché paesi produttori e paesi consumatori di droghe da sempre
si rimpallano le colpe. Clinton ammette che «la nostra insaziabile domanda di
droghe illecite alimenta il traffico». Ed è - almeno in parte - responsabile
per le migliaia di vittime della guerra tra cartelli. Non basta per sanare i
dissidi con il vicino meridionale, resi ancora più aspri dalla nascente
guerriglia commerciale condotta a colpi di misure protezionistiche. Però è un
buon inizio, un colpo ad effetto che prepara il campo per una gara meno dura. E
magari il nome Clinton, caro ai free trader di ogni luogo, convincerà i
messicani che gli Stati Uniti non minacciano il Nafta, l'area di libero scambio
nordamericana creata dalla precedente amministrazione democrat. Il viaggio in
Messico conferma il notevole talento del Segretario di Stato nell'indurre a
collaborare gli interlocutori più diffidenti. Certo, gli scogli ogni tanto
affiorano. Ieri la Cina si è scagliata contro un rapporto
del Pentagono che lanciava l'allarme sul potere militare di Pechino. «La guerra
fredda è finita» ricorda la Cina al Pentagono. Ci penserà il
Dipartimento di Stato a far tornare il sereno. Le trasferte di Hillary,
dall'Estremo e Vicino Oriente all'Europa fino al Messico, sembrano
un'unica tournée volta a far perdonare la passata arroganza degli Usa e annunciare la lieta novella del ravvedimento della
superpotenza. Al Parlamento di Strasburgo Clinton ha parlato in tono commosso
della costruzione europea, in Cina si è
dimenticata dei diritti umani, ai russi ha offerto di "reset" i
rapporti. Ed è giunta fino al punto di addebitare pubblicamente il
raffreddamento sulla rotta Mosca-Washington all'aggressività della Casa Bianca
di Bush. Non proprio un esempio di patriottismo e continuità bipartisan.
L'apparente - e sorprendente visto il personaggio - profilo basso per i critici
è sinonimo di arrendevolezza. Nei piani della Clinton è l'applicazione del
nuovo "smart power" americano annunciato sin dall'audizione di
conferma della sua nomina al Senato. Lo "smart power", neologismo
caro al politologo Joseph Nye a suo tempo profeta del "soft power" è
un'estensione di quest'ultimo. L'America deve imparare a cooperare e ascoltare
per diventare - suggerisce Nye - «un leader benvoluto». Da qui la volontà di
parlare di tutto con tutti. Una diplomazia che per i suo sostenitori è una
forma di saggia realpolitik, per i detrattori si confonde con le pubbliche
relazioni. Gli scontenti però - almeno in patria - sono una minoranza. Perché
agli americani Hillary Segretario piace. Più di Barack Presidente. E piace
perfino ai repubblicani. Secondo un sondaggio della Cnn il 71% degli americani
approva il suo operato. E se il consenso quasi plebiscitario tra i democrat -
nove su dieci - era prevedibile, la sua popolarità tra i repubblicani è un
piccolo scoop. Quando Hillary lanciò la sua candidatura alle presidenziali la
destra americana in difficoltà si ritrovò intorno allo slogan "Anything
but Hillary". La moglie ambiziosa dell'ex presidente evocava ai
conservatori la faccia peggiore del clintonismo. E l'ascesa di Obama fu
favorita anche dalla sua capacità - a differenza appunto della rivale - di
attrarre i voti nel campo avverso, tra i cosiddetti "Obamacon". Oggi
Obama è considerato dalla "Right Nation" poco meno di un socialista.
Hillary Clinton invece piace a un repubblicano su due. Obama insegue la Clinton
a sette punti di distanza, 64% di favorevoli, un buon risultato. Anche se Bush,
dopo due mesi andava meglio. E la Clinton è dieci punti sopra al suo
predecessore Condy Rice dopo lo stesso lasso di tempo. È forte la tentazione di
dedurne un sorpasso fuori tempo massimo o meglio, un ripensamento popolare. Ma
tocca resisterle. La rivincita c'è ma è più sottile. Obama paga il prezzo della
crisi, e nello specifico quello alto dei bonus Aig. Il clintoniano «It's the Economy
stupid» è un onere presidenziale. A Hillary rimangono i viaggi, gli applausi
del mondo, una diplomazia che non irrita né inquieta gli americani. Obama per
recuperare terreno dopo l'applaudita performance al Tonight Show di Jay Leno,
ieri ha presidiato una "riunione virtuale" con gli americani on-line.
Ma la campagna è finita da tempo, le magie della comunicazione non bastano più.
27/03/2009
( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang ha annunciato il lancio
in orbita di un satellite, ma il sospetto è che sia un esperimento balistico
Tensione per il test nordcoreano Usa, Corea del sud e Giappone
minacciano di intercettare il missile JUNKO TERAO ROMA. Alta tensione in Asia
orientale, dove la Corea del Nord sta tenendo tutti col fiato sospeso per
l'annunciato lancio in orbita di un satellite. Un'operazione programmata per l'inizio
di aprile, tra il 4 e l'8, che secondo Pyongyang avrebbe «scopi pacifici», ma
dietro la quale verosimilmente si nasconde un test missilistico a tutti gli
effetti. Ne sono convinti Usa, Giappone e Corea del Sud, le cui
reazioni non si sono fatte attendere e che adesso annunciano «misure» qualora
Pyongyang non rinunciasse al test balistico. Test che Hillary Clinton ha
bollato come un «gesto provocatorio» che avrà delle ricadute: «La Corea del
Nord pagherà un prezzo se proseguirà su questa via - ha dichiarato - e ci saranno delle conseguenze sui colloqui a sei (il tavolo a
cui Cina, Corea del Sud, Giappone e Usa siedono per negoziare con Pyongyang la sua rinuncia al nucleare)
che preferiremmo invece riattivare il più rapidamente possibile». La Clinton ha
anche annunciato che, se il missile verrà lanciato, gli Usa porteranno la questione al Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
Infatti, dopo il test del luglio 2006, quando Pyongyang lanciò un missile
Taepodong-2 esploso in volo dopo soli 40 secondi dal lancio, il Consiglio di
Sicurezza adottò due risoluzioni che vietano alla Corea del Nord di sviluppare
missili balistici. Ma il razzo, si teme un Taepodong-2 in grado di trasportare
testate nucleari e di raggiunere l'Alaska, è già stato posizionato sulla rampa
di lancio e i nordcoreani hanno replicato alle minacce: «Qualsiasi azione da
parte del Consiglio di sicurezza farà invertire il processo di
denuclearizzazione», ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Ad alzare il
clima di tensione sono arrivate le dichiarazioni di Seoul, che ha definito il
test una «grave provocazione», ha annunciato «conseguenze» e, soprattutto,
l'intenzione di mandare nel Mare orientale - che Tokyo chiama Mar del Giappone
- un incrociatore da 7.600 tonnellate «per attività di controllo». Si tratta
del primo incrociatore della Marina sudcoreana dotato di tecnologia Aegis, in
grado di intercettare e distruggere missili, e andrà ad aggiungersi ai quattro
incrociatori americani e giapponesi già presenti nell'area. Il premier
giapponese Aso, da parte sua, ha disposto l'abbattimento del missile qualora
cadesse sul suolo nipponico o nelle sue vicinanze. Oggi, a Washington, sono
previsti colloqui informali tra i delegati di Usa, Corea
del Sud e Giappone, per discutere della situazione.
( da "Tirreno, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pagina 2 - Attualità La Cina ricorda agli Usa: la
guerra fredda è finita PECHINO. Gli Usa devono «abbandonare la mentalità da guerra fredda» e smettere di
stilare rapporti sull'esercito cinese «interferendo» negli affari interni della
Cina. Lo ha sostenuto oggi il portavoce
del ministero degli esteri di Pechino, Qin Gang, rispondendo all' annuale
rapporto sulla situazione militare della Cina stilato dal Pentagono, il ministero della difesa degli Usa.
«Suggeriamo - ha detto Qin in una conferenza stampa a Pechino - che gli Stati
Uniti rispettino i fatti fondamentali, abbandonino i ragionamenti da Guerra
Fredda e tutti i pregiudizi, smettano di stilare rapporti sull' esercito cinese
e di lanciare accuse senza fondamento alla Cina, se non
vogliono provocare ulteriori danni alle relazioni tra i due Paesi e tra i due
eserciti». Il portavoce ha aggiunto che Pechino «ha comunicato» queste opinioni
a Washington. Il rapporto è il primo stilato da quando è entrato in carica il
presidente Barack Obama ed è venuto a pochi giorni di distanza dalla polemica
su una nave americana che è stata affrontata da motovedette cinese al largo
dell' isola di Hainan, nel sud della Cina. Pechino sostiene che la
nave, dotata di apparecchiature per le rilevazioni oceanografiche, era nelle
sue acque territoriali. Nel rapporto si afferma che la modernizzazione dell'
esercito cinese ha «ha alterato gli equilibri militari in Asia» e che minaccia
Taiwan, l' isola di fatto indipendente che Pechino rivendica, con un massiccio
dispositivo militare. «Ci auguriamo conclude il rapporto del Pentagono - che la
Cina
possa avere un approccio piu' trasparente e positivo verso la sicurezza».
( da "Corriere del Mezzogiorno" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere del Mezzogiorno -
SALERNO - sezione: SALERNO - data: 2009-03-27 num: - pag: 7 categoria:
REDAZIONALE Il convegno Giustizia, Vaccarella a Salerno Su iniziativa
dell'Associazione nazionale avvocati d'impresa, ci sarà oggi alla Camera di
Commercio un convegno sul tema «Crisi della Giustizia, riflessi sul sistema
economico. Tra riforme possibili e innovazione tecnologica». All'incontro
parteciperanno il professore Romano Vaccarella, già giudice della corte Costituzionale
e ispiratore della riforma del processo civile, Luigi Capaldo, responsabile del
settore Giustizia dell'Abi, il consigliere di Corte di Cassazione Giacomo
Travaglino e Dino Crivellari, amministratore delegato di Unicredit management
bank e Stefano Aprile, direttore generale sistemi infomativi automatizzati del
ministero di Giustizia. Si parlerà di giustizia intesa come
infrastruttura intorno alla quale si muovono gli operatori economici e che,
nell'era della globalizzazione dei mercati, diventa fondamentale indicatore
della competitività del sistema. Nonchè del rapporto giustizia-economia e del
confronto con gli altri paesi europei. Il convegno affronterà anche il tema del
processo civile telematico; una innovazione alla cui realizzazione il
ministero della Giustizia sta lavorando da tempo e di prossima attuazione (in
14 tribunali italiani partirà dal prossimo giugno).
( da "Corriere Alto Adige" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere dell'Alto Adige -
BOLZANO - sezione: PUBBLICITA - data: 2009-03-27 num: - pag: 7 categoria:
PUBBLICITA BOLZANO, esposizione di mezzi e tecnologie dal 27 al 29 marzo
Emergenze: vetrina internazionale Dopo la prima edizione tenutasi nel 2007 che
ha visto la partecipazione di oltre 130 espositori, numerose organizzazioni e
istituzioni di volontariato, nonchè più di 4.000 visitatori, nei padiglioni di
Fiera Bolzano dal 27 al 29 marzo si rinnova l'appuntamento con «Civil Protect».
Si tratta di un'ampia panoramica a 360° nei settori delle calamità e della
protezione civile, uno spaccato completo ed approfondito della più moderna
tecnologia, per mostrare veicoli collaudati speciali e per presentare
attrezzature professionali ed accessori specifici impiegati ed utilizzati tutti
i giorni da coloro che operano nella protezione civile. Da venerdì 27 marzo
«Civil Protect» sarà la vetrina di automezzi antincendio e sanitari,
attrezzatura di pronto soccorso e dispositivi e mezzi antincendio; non
mancheranno l'abbigliamento tecnico, gli allestimenti speciali e l'attrezzatura
da campo. Veicoli speciali, dispositivi di protezione
individuale e sistemi di radiocomunicazione saranno esposti in fiera e saranno
fornite nuove soluzioni logistiche per la protezione civile. Non sorprende la
location bolzanina, se si considera che in Alto Adige la protezione civile
dispone di strutture di alto livello, il know-how, l'organizzazione e le
attrezzature utilizzati, soprattutto da volontari, sono all'avanguardia
sul territorio nazionale e vengono costantemente sviluppati e rinnovati.
Partner della manifestazione fieristica la stessa Provincia Autonoma di Bolzano
e il Dipartimento Nazionale della protezione Civile che aveva già assicurato il
suo patrocinio per voce di Guido Bertolaso, Capo del Dipartimento Nazionale
della Protezione Civile, nell'edizione del 2007. La fiera specializzata «Civil
Protect» è soprattutto indirizzata a responsabili e funzionari di enti pubblici
e di organizzazioni che operano nel settore dei soccorsi, a vigili del fuoco,
operatori sanitari, volontari della protezione civile, staffette canine di
soccorso, forze militari e civili. La fiera bolzanina rappresenta, per gli
operatori del settore, un'occasione unica e imperdibile per presentare a tutte
queste categorie, la propria azienda e i propri prodotti e per allacciare
contatti molto qualificati con operatori professionali e volontari del mondo
della protezione civile. A contorno della manifestazione Fiera Bolzano
organizza, come aveva già fatto nella precedente edizione alla quale avevano
partecipato 285 operatori nazionali ed esteri, un importante convegno
internazionale. Il congresso di quest'anno è possibile grazie alla
collaborazione della Ripartizione 26 «Protezione antincendi e civile» della
Provincia Autonoma di Bolzano ed è suddiviso in cinque moduli, ognuno dedicato
ad una tematica sulla quale interverranno numerosi relatori. Il primo modulo si
concentra sulla responsabilità dei comuni nella protezione civile, il secondo
modulo è dedicato alle organizzazioni di soccorso quali Croce Bianca e Croce
Rossa, il terzo e il quarto modulo pongono al centro dell'attenzione
rispettivamente tematiche che riguardano i Vigili del Fuoco professionali e volontari,
mentre il quinto modulo tratterrà di qualità e sicurezza nel soccorso. Il
congresso di «Civil Protect» si svolgerà a partire da venerdì 27 marzo 2009
direttamente nei padiglioni di Fiera Bolzano. «Civil Protect» è aperta il 27 e
il 28 marzo dalle ore 9 alle ore 18 e il 29 marzo dalle ore 9 alle ore 17.
Tutte le informazioni e l'elenco dettagliato degli oltre 100 espositori alla
pagina www.civilprotect.it
( da "Corriere Alto Adige" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere dell'Alto Adige -
BOLZANO - sezione: PUBBLICITA - data: 2009-03-27 num: - pag: 9 categoria:
PUBBLICITA CONVEGNO, cinque le tematiche affrontate da professionisti del
settore Protezione civile e il ruolo dei comuni I lavori del convegno di «Civil
Protect» hanno inizio venerdì 27 marzo 2009 con il primo dei cinque moduli
previsti dedicato interamente alla responsabilità dei comuni nella protezione
civile. Il dottor Hanspeter Staffler, direttore della ripartizione
protezione antincendi e civile di Bolzano e Matteo Vischi, dell'Ufficio
Protezione Civile di Bolzano, offriranno una panoramica sugli aspetti pratici
del piano di protezione civile del comune. Il dottor Anton NiederstÄtter,
segretario generale del comune di Merano, si concentrerà sugli aspetti legali e
le responsabilità nella pianificazione di protezione civile del comune.
A completare questa intensa mattinata, il dottor Rudi Pollinger, direttore
della Ripartizione opere idrauliche della Provincia Autonoma di Bolzano,
esporrà l'utilità della carta delle zone di pericolo per la protezione civile
nei comuni e Andreas Tappeiner farà una relazione dell'introduzione del piano
di protezione civile nel comune di Lasa. Molti esempi concreti apriranno le
porte al dibattito per offrire ai partecipanti al convegno un'ottima
possibilità di incontro formativo e di confronto. La mattinata sarà, dunque,
spesa sui comuni e sulla loro responsabilità nella protezione civile, mentre
nel pomeriggio, per il secondo modulo, il dibattito verterà sulla gestione
delle maxiemergenze in cui sarà protagonista il Corpo dei Vigili del Fuoco.
Assistenza psicologica e assistenza spirituale in casi d'emergenza, saranno
trattati nel modulo 3 di sabato 28, mentre nel pomeriggio, il modulo 4, sarà
dedicato alla formazione all'interno dei corpi dei vigili del fuoco. Domenica
29 marzo, la Croce Rossa Italiana parlerà nell'ambito del modulo 5, della
qualità e della sicurezza nel soccorso sanitario, focalizzando l'attenzione
sugli interventi sanitari ordinari e straordinari e mettendo a confronto
esperienze in ambito locale ed estero. Il ricco programma del convegno non
mancherà certo di attirare l'attenzione dei numerosi visitatori. L'ingresso al
convegno è libero ma, dati i posti limitati, è necessaria la registrazione alla
pagina: www.civilprotect.it.
( da "marketpress.info" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo 2009
INTERCULTURA ALLA SCOPERTA DEL PARCO Quindici giovani stranieri hanno trascorso
lultima
settimana del loro periodo di studio in Italia nella provincia della Spezia:
tra i luoghi scoperti le Cinque Terre. Accompagnati da alcuni alunni
dellI. T. C. S. Arzelà di Sarzana e da Federica, volontaria dei Intercultura associazione che permette
agli studenti delle scuole medie superiori di poter trascorrere da tre mesi ad
un anno allestero un gruppo di ragazzi provenienti da Cina, Thailandia, Usa,
Venezuela, Brasile ed Europa è approdato, mercoledì 18 marzo, nei borghi di
Riomaggiore e Manarola. «Finalmente ho rivisto il mare! dice
Ksenia, studentessa russa Certo qui è molto diverso dalla costa
caucasica, ma non meno affascinante. La cosa che mi ha colpito di più è
sicuramente la coltivazione a
terrazzamenti: attira lo sguardo per la bellezza, ma chissà che fatica!. » «La
visita allinterno
del Parco Cinque Terre è stata per loro un modo di scoprire una realtà
completamente diversa sia da quella dove sono nati che da quella vissuta durante la permanenza in Italia spiga
Federica, volontaria dellassociazione - un piccolo paradiso che li ha
lasciati a bocca aperta. » .
<<BACK
( da "Messaggero, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo
2009 Chiudi PECHINO Gli Usa devono «abbandonare la mentalità da Guerra fredda» e smettere di stilare
rapporti sull'esercito cinese «interferendo» negli affari interni della Cina. Lo ha sostenuto il portavoce
del ministero degli Esteri di Pechino, Qin Gang, rispondendo all'annuale
rapporto sulla situazione militare della Cina stilato dal Pentagono, il ministero della Difesa degli Usa.
«Suggeriamo - ha detto Qin in una conferenza stampa a Pechino - che gli Stati
Uniti rispettino i fatti fondamentali, abbandonino i ragionamenti da Guerra
fredda e tutti i pregiudizi, smettano di stilare rapporti sull'esercito cinese
e di lanciare accuse senza fondamento alla Cina, se non
vogliono provocare ulteriori danni alle relazioni tra i due Paesi e tra i due
eserciti». Il portavoce ha aggiunto che Pechino «ha comunicato» queste opinioni
a Washington. Il rapporto è il primo stilato da quando è entrato in carica il
presidente Barack Obama ed è venuto a pochi giorni di distanza dalla polemica
su una nave americana che è stata affrontata da motovedette cinese al largo
dell'isola di Hainan, nel sud della Cina. Pechino sostiene che la
nave, dotata di apparecchiature per le rilevazioni oceanografiche, era nelle
sue acque territoriali, mentre gli Usa affermano che navigava in
acque internazionali. Nel rapporto si afferma che la modernizzazione
dell'esercito cinese ha «alterato gli equilibri militari in Asia» e che
minaccia Taiwan, l'isola di fatto indipendente che Pechino rivendica, con un
massiccio dispositivo militare. «Le forze armate (cinesi) continuano a
concepire e a mettere in opera tecnologie "perturbatrici" - si legge
nel rapporto - in particolare in campo nucleare, spaziale e cibernetico, che
cambiano gli equilibri militari regionali e hanno implicazioni al di là della
zona Asia-Pacifico». «Ci auguriamo conclude il rapporto del Pentagono - che la Cina
possa avere un approccio più trasparente e positivo verso la sicurezza». E si
rileva che sarebbe necessario «più dialogo» tra Washington e Pechino, e più
«trasparenza». L'altro ieri è stato annunciato dalla Casa Bianca che il
presidente statunitense Barack Obama incontrerà il primo aprile a Londra, in
due diversi colloqui, il collega russo Dmitri Medvedev e il collega cinese Hu
Jintao.
( da "marketpress.info" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo 2009 BOLZANO:
CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE NELL´AMBITO DI "CIVIL
PROTECT 09" Dal 27 al 29 marzo in concomitanza con la Fiera della
Protezione civile Civil Protect 09 nel Padiglione C della Fiera di Bolzano si
svolgerà un convegno internazionale organizzato dalla Provincia Autonoma di Bolzano, Ripartizione
Protezione antincendi e civile e dal Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco,
dallAssociazione
Provinciale di Soccorso Croce Bianca, dallUnione Provinciale dei Corpi
dei Vigili del fuoco volontari dellAlto Adige, dalla Croce Rossa Italiana - Comitato della
Provincia Autonoma di Bolzano. Il primo modulo si svolgerà venerdì 27 marzo
dalle ore 10,00 alle 12,00 e sarà incentrato sul tema La
responsabilità dei comuni nella protezione civile, il secondo sabato 28
marzo, dalle ore 15,00 alle 17,00,
tratterà La
gestione delle maxiemergenze, il terzo modulo, sabato 28 marzo, dalle ore
10 alle 12, Assistenza psicologica, assistenza spirituale in casi
demergenza, il quarto, sabato 28 marzo dalle ore 15,00 alle 17,00,
La formazione allinterno
dei corpi dei vigili del fuoco (ieri, oggi, domani) ed infine il quinto
modulo, domenica 29 marzo, dalle ore 10,00 alle 12,00, Qualità e
sicurezza nel soccorso sanitario. . <<BACK
( da "Messaggero, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo
2009 Chiudi «Affittatemi»: a sinistra, un americano rimasto senza lavoro
passeggia con un cartello che esalta le sue capacità, nella speranza di trovare
un impiego. A destra, manifestazione a Londra contro i banchieri indetta da
gruppi anti globalizzazione
( da "Corriere della Sera" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Sport - data: 2009-03-27 num: - pag: 55 categoria: BREVI Kostner in
pista Risultati Uomini (dopo il «corto») 1. Joubert (Fra) 84.40; 2. Lysacek (Usa) 82.70; 3.
Chan (Can) 82.55 Danza (dopo gli obbligatori) 1. Savchenko-Szolkowy (Ger)
203.48; 2. Dan Zhang-Hao Zhang (Cina) 186.52; 3. Kavaguti-Smirnov (Rus) 186.39 Oggi Inizia questa
notte il Mondiale di Carolina Kostner. Dalle 4.45 di sabato mattina (le 20.45
di Los Angeles) comincia infatti il «corto» femminile. La Kostner insegue una
medaglia. Un anno fa, a GÖteborg, l'azzurra conquistò l'argento Così in tv
Diretta RaiSport Più ed Eurosport
( da "marketpress.info" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo 2009 FRIULI
VENEZIA GIULIA: INDAGINI PROTEZIONE CIVILE SU FASCIA
COSTIERA Dopo aver condotto a partire dal 2004 un´approfondita analisi sui
processi di subsidenza, ovvero di lento e progressivo abbassamento dei fondali
lungo la linea di costa e della fascia perilagunare, la Protezione Civile della
Regione ha recentemente concluso un´indagine sull´ingressione marina, nel
tratto compreso tra la foce del Tagliamento, in Comune di Lignano Sabbiadoro,
alla foce del Timavo, in Comune di Duino Aurisina. L´ingressione, fenomeno
complesso per cui il mare sommerge tratti più o meno ampi di costa, è
considerato un fattore di rischio idrogeologico particolarmente evidente
nell´alto Adriatico. Diverse sono le cause. Se alcune sono legate a eventi
geologici del tutto naturali, altre sono correlate ai cambiamenti climatici
così come alle attività dell´uomo. Allo scopo di studiare i potenziali rischi
correlati a eventi meteo-marini estremi, la Protezione civile della Regione ha
così compiuto un nutrito programma di indagini per valutare in particolare lo
stato di consistenza delle opere di difesa (argini costieri e di
conterminazione lagunare). Questa ricerca si è resa necessaria soprattutto dopo
che trombe d´aria, alluvioni e acqua alta registrati lo scorso anno hanno
confermato il pericolo che le difese spondali possano essere danneggiate e
superate, mandando sott´acqua diverse aree della bassa pianura friulana. I
dettagli del lavoro svolto saranno presentati dall´assessore regionale Vanni
Lenna in una conferenza stampa in programma presso il Centro operativo di
Palmanova della Protezione civile, martedì 24 marzo 2009, alle ore 10. 30.
All´incontro saranno presenti i sindaci e i coordinatori dei gruppi comunali di
protezione civile dei diciannove Comuni più coinvolti, e i presidenti dei
Consorzi di bonifica della Bassa Friulana e della Pianura Isontina. .
<<BACK
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO
data: 2009-03-27 - pag: 8 autore: Moneta e politica. Il mercato non crede alla
sostituzione del dollaro con i diritti di prelievo dell'Fmi Valuta globale, una
sfida in salita La Russia chiede che il tema sia al centro di una conferenza
internazionale Alessandro Merli La Russia rilancia sulla creazione di una nuova
moneta globale. Il viceministro degli Esteri, Andrei Denisov, ha proposto ieri
la convocazione di una conferenza internazionale per discutere questo tema, che
Mosca stessa è stata la prima a sollevare nelle scorse settimane. A tenere
banco nel dibattito internazionale,però, non è l'iniziativa russa, ma la
proposta cinese, avanzata dal governatore della Banca centrale, Zhou Xiaochuan,
per espandere il ruolo dei diritti speciali di prelievo (Dsp), l'unità di conto
del Fondo monetario basata su un paniere di dollaro, euro, yen e sterlina, come
moneta di riserva internazionale. L'uscita di Zhou è apparsa ben calcolata dopo
che il leader cinese, Wen Jiabao, aveva espresso preoccupazione sulla solidità
degli investimenti di Pechino in dollari. E il peso della Cina
nell'economia internazionale e il suo ruolo di principale acquirente dei buoni
del Tesoro americani danno un rilievo importante alle sue proposte, anche se
pochi, per il momento, ritengono che possano trovare applicazione a breve
termine. I Dsp, creati nel 1969 nel contesto del sistema di Bretton Woods di
cambi fissi per offrire ai Paesi riserve che facessero da complemento all'oro e
al dollaro, hanno avuto una vita piuttosto stentata dopo il collasso di quel
sistema pochi anni dopo, sia per il passaggio delle maggiori valute ai cambi
fluttuanti sia per lo sviluppo dei mercati dei capitali privati. Oggi i Dsp, di
cui l'Fmi calcola ogni giorno il cambio (attualmente a 1,5 dollari), hanno un
ruolo marginale. L'ultima allocazione generale risale al 1981 e ha portato il
totalea 21,4 miliardi di Dsp. Il raddoppio di questa cifra, approvato dal Fondo
nel 1997, anche per consentire ai molti Paesi diventati membri dopo l' 81 di
possedere Dsp, è bloccata da allora per la mancata ratifica Usa. I
grandi sostenitori di nuove allocazioni sono stati tradizionalmente i Paesi in
via di sviluppo, appoggiati dal direttore dell'Fmi negli anni 90, Michel
Camdessus, e le loro proposte sono state invariabilmente bocciate. Gli Stati
Uniti hanno sempre visto i diritti speciali di prelievo come un potenziale
rivale del dollaro come moneta di riserva, una minaccia che potrebbe
concretizzarsi se l'iniziativa cinese andasse avanti. «In realtà - dice
Domenico Lombardi, presidente dell'Oxford Institute for Economic Policy - il
signifcato principale dell'intervento della Cinaè di
tipo politico: è la prima volta che Pechino fa una proposta per rafforzare il
sistema monetario internazionale, il che indica un'assunzione di responsabilità
a livello globale, e lo fa attraverso un canale multilaterale, come l'Fmi e i
Dsp. Un elemento sicuramente positivo». La questione è già in discussione,
informalmente, al Fondo monetario e lo stesso Dominique StraussKahn ha mostrato
attenzione. La chiave sarà nella risposta americana. «Gli Usa - sostiene Lombardi- hanno molto insistito per un impegno della Cina nella definizione delle regole. Ora che l'ha fatto, è possibile
che questo inneschi qualche tensione ». La maggior parte degli osservatori di
mercato ritiene che una sostituzione del dollaro con i Dsp come moneta di
riserva sia al momento improponibile. «Utopistica», l'ha definita
l'economista Nouriel Roubini. Del resto, persino il processo di
diversificazione delle riserve ufficiali dal dollaro all'euro e si parla in
questo caso di una moneta "vera", esistente ormai da dieci anni - è
molto lento. La questione della moneta di riserva è comunque uno degli aspetti
della riforma dell'architettura finanziaria internazionale (che dovrà
comprendere l'assegnazione di maggior peso alla Cina e altri
Paesi emergenti) ormai avviata. La resurrezione dei Dsp è più probabile che
passi inizialmente da una nuova emissione più limitata, come quella, da
250miliardi di dollari, suggerita dal direttore del Peterson Institute, Fred
Bergsten, secondo cui andrebbe incontro alla scarsità di riserve accusata, di
fronte alla crisi, da molti Paesi in via di sviluppo. «Questo - dice Bergsten -
allevierebbe le loro difficoltà finanziarie ed eliminerebbe anche la necessità
di politiche neomercantiliste basate sull'accumulo di riserve attraverso grandi
surplus commerciali. Se questa allocazione non basterà, se ne potrebbe fare una
seconda, più grande». LE POSIZIONI Gli Usa si sono
sempre opposti al rafforzamento dei certificati del Fondo Per l'economista
Roubini è un'ipotesi «utopistica»
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO
data: 2009-03-27 - pag: 11 autore: Inghilterra. Domani i primi cortei - Il 2
aprile il vertice No global e rivolta anti-banche A Londra G-20 ad alta
tensione Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente L'uomo nel mirino
ha 30 anni, è cresciuto nei sobborghi a sud di Londra, è figlio di un
importatore di vini e si chiama Alessio Lunghi. Un italiano al G-20, non
proprio benvenuto. Sarebbe lui, secondo il tam tam della stampa britannica, una
delle menti della protesta antiglobalizzazione e "antimoltoaltro" che
sta montando insieme con la frustrazione di governanti indecisi sulla risposta
più appropriata da dare a un mondo in crisi. Sarebbe lui, infatti, uno dei
leader del gruppo anarchico Wombles e, sempre secondo quanto riportano i media
inglesi, è «un veterano delle proteste di Praga del 2003 e di Londra del 2005»
anche se «non risulta - precisano essere stato coinvolto in atti di violenza».
Per ora di Alessio Lunghi si sa solo che avrebbe scritto una mail ad altri
attivisti "chiamandoli alle armi" e neppure troppo
metaforicamente.«Noi saremo la loro crisi. Torniamo al-la lotta, riprendiamoci
i soldi e assaltiamo le banche». Parole che non suonano così irrealistiche,
dopo gli attacchi all'abitazione a Edimburgo di sir Fred Goodwin, ex Ceo di Royal
Bank of Scotland, accompagnati da un messaggio che la dice lunga: «Questo è
solo l'inizio». I cortei di domani, ma soprattuttoquellidel1 Úaprilepromettono
di mettere a ferro e a fuoco Londra in un'esplosione di
protesta contro la società "capitalista e globalizzata". Che i
manipoli delle avanguardie più scalmanate siano davvero guidati dall'italo-
inglese Lunghi o da uno sconosciuto signor Smith è, tutto sommato, irrilevante.
Quel che conta è la sostanza e la sostanza promette di essere difficile da digerire
anche per i palati britannici. Sono stati mobilitati tremila agenti di
polizia per i due giorni di summit (in realtà è un giorno solo, il 2 aprile, ma
il primo le delegazioni saranno già a Londra) per misurarsi con «proteste senza
precedenti» come le ha definite Bob Broadhurst, responsabile delle operazioni
di polizia della Metropolitan police. Secondo il responsabile della sicurezza
gruppi divenuti famosi negli anni Novanta, dal Black Bloc in poi, si stanno
riorganizzando e stanno formando nuove alleanze. La holding della
contestazione, per usare un termine finanziario, si chiama "G-20
Meltodown", ovvero "Dissoluzione del G-20" e sotto l'ombrello di
questa formazione si articoleranno i cortei di Wombles, Black Bloc e degli altri
raggruppamenti estremisti che promettono di «riprendersi la City», raggiungendo
«il cuore della Bestia», ovvero la Banca d'Inghilterra che sarà assaltata da
quattro Cavalieri dell'Apocalisse chiamati a rappresentare la
"Guerra", il "Caos Climatico", il "Crimine
finanziario", i "Senzacasa". Un programma che dovrebbe andarein
scena il 1Úaprile, poche ore dopo l'arrivo di Barack Obama a Londra. Più
tranquillo, sulla carta, il programma di domani. Il corteo di protesta si
muoverà da Embankment a Hyde Park allineando migliaia di persone dietro gli
striscioni, ufficiali, del Trade Unions Congress e di Oxfam. Non è affatto
escluso, però, che formazioni radicali tentino già domani di scatenare forme di
protesta violenta. L'attenzione massima è comunque diretta su mercoledì 1Ú
aprile. Anche Lord Malloch Brown, sottosegretario agli Esteri che ha avuto
parole di comprensione per i dimostranti ( non per le temute violenze) contro
la crisi, guarda a quel giorno. «Credo - ha detto - che anche i fautori della
linea dura troveranno molti sostenitori. Molti più di quelli che hanno avuto
finora». Il fulcro della protesta sarà, ovviamente, la City. Gran parte dei
sette milioni di sterline che il Governo ha stanziato per la sicurezza in città
finiranno a proteggere Lombard street, Cheapside, Threadneedle street e
dintorni per "blindare" la Banca d'Inghilterra, ma anche le grisaglie
dei banchieri. La polizia ha invitato a indossare, il primo aprile, abiti più
sportivi per evitare di essere individuato come un banker, razza disprezzata.
Alcuni siti non usano mezze parole e invitano a «bruciare il banchiere» a
preparare, cioè, un macabro «pesce d'aprile per chi si occupa di finanza».
Qualcosa del genere a Londra è già capitato nel 1999, ma il 2009 rischia
davvero di essere un anniversario di fuoco. Con un più alto tasso di
creatività, se è vero quanto si racconta in questi giorni. Fra le dimostrazioni
antiglobalizzazione ci sarà anche il Climate Camp, un complesso di iniziative,
da dibattiti a sit in, sui temi ambientali, con tanto di installazione di impianti
eolici e una tendopoli nei vicoli della City. Iniziativa pacifica che potrebbe
però degenerare. Preoccupa l'idea, soprattutto, delle enormi isole di sabbia
che manifestanti vogliono creare per ospitare decine di bambini. Un gioco
pericoloso a due passi dalla Borsa di Londra e dai quartier generali delle
maggiori banche, gli oggetti prediletti della protesta, simboli dell'odiata
globalizzazione madre della Grande Crisi, agli occhi dei dimostranti. E forse
non solo dei dimostranti. «RIPRENDIAMOCI LA CITY» Per il responsabile della
polizia londinese, ci saranno manifestazioni «senza precedenti» Banca centrale
blindata Rabbia. «Perché dovremmo pagare per la loro crisi?», si legge sui
cartelli di manifestanti davanti alla sede della Banca d'Inghilterra, a Londra
REA
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA
E IMPRESE data: 2009-03-27 - pag: 21 autore: Le strategie puntano sulla
tecnologia eolica e fotovoltaica Bonfiglioli cresce con l'energia Andrea
Lanzarini MILANO Punta sui componenti per le energie rinnovabili il gruppo Bonfiglioli
per sostenere le vendite 2009, che si annunciano in forte rallentamento;
l'azienda bolognese – prima in Italia con una quota del 22,6% nel mercato dei
motoriduttori e ingranaggi e terza in Europa – stima a fine anno una flessione
compresa tra il 20 e il 25 per cento. «Tutta la meccanica – dice l'ad Sonia
Bonfiglioli – è in forte sofferenza; nei primi mesi dell'anno abbiamo
registrato cali del 27%, conseguenti alle difficoltà di alcuni nostri settori
di riferimento, come tessile, legno-mobile e edilizia. Voglio essere ottimista
e pensare che il fondo sia già stato toccato e che vi sarà un recupero nella
seconda parte dell'anno. Qualche segnale positivo già lo intravediamo; certo
non ci attendiamo di recuperare quanto perso in questi mesi». Intanto, l'azienda
bolognese ha presentato i dati di un 2008 ancora positivo, nonostante le
difficoltà dell'autunno non le abbiano consentito di replicare le crescite a
doppia cifra degli ultimi anni. Il fatturato è arrivato a quota 664,5 milioni
(+8,8%) –le vendite sono decollate fuori dai confini europei (+21,7%),
soprattutto in India, Cina e Brasile – mentre l'Ebitda è
scivolato da 72,2 a
70,5 milioni. Un antidoto alle difficoltà odierne è rappresentato dalla
componentistica per impianti eolici e fotovoltaici, che "vale" il 16%
del fatturato di gruppo.Dal 1978 Bonfiglioli opera nell'eolico producendo
riduttori per la rotazione e l'orientamento delle pale e da due anni realizza
gli inverter (una tecnologia che trasforma l'energia continua in alternata) per
il fotovoltaico. Il gruppo felsineo stima di incrementare il proprio giro
d'affari nel settore nel 2009: il fatturato della componentistica per l'eolico
dovrebbe passare da 86 a
cento milioni e quello del fotovoltaico da 20 a 30 milioni. «Continuano – dice Sonia Bonfiglioli
– gli investimenti in Spagna e Germania, ma ci sono forti piani di sostegno
alle rinnovabili anche in Asia e in Usa. E anche in Italia ci sono
imprese straniere che hanno in campo progetti importanti». è il caso di
Renovalia, a cui Bonfiglioli ha venduto gli inverter per l'impianto
fotovoltaico più grande del mondo, a Puertollano nelle colline della Mancia. Un
sito da 46 Mw che si estende sull'equivalente di 185 campi da calcio. I CONTI
Stimati incrementi a due cifre per i fatturati dei componenti per le fonti
rinnovabili. Giro d'affari a quota 664 milioni nel 2008
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO
data: 2009-03-27 - pag: 13 autore: Cina. Dura reazione alle accuse
di escalation militare in Asia Pechino replica al Pentagono: mentalità da
Guerra fredda Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente Interferenza
indebita. Distorsione dei fatti. Mentalità da Guerra fredda. La Cina usa parole
grosse per muovere al contrattacco degli Stati Uniti sul fronte degli
armamenti. «La capacità cinese di affrontare impegni militari a distanza rimane
limitata. Tuttavia, le forze armate cinesi continuano a sviluppare armi evolute
che stanno mutando gli equilibri regionali e che hanno ripercussioni che vanno
oltre la regione Asia-Pacifico», avverte con una certa preoccupazione un
rapporto fresco di stampa del Pentagono. Washington parla senza conoscere i
fatti, ha replicato ieri Pechino, definendo il rapporto statunitense «una grave
interferenza negli affari interni che potrebbe danneggiare le relazioni
militari tra i due Paesi». Non è la prima volta che le due superpotenze alzano
i toni sulla questione. Accade tutti gli anni, in primavera, dopo l'approvazione
del budget per la difesa da parte dell'Assemblea nazionale del popolo. Anche
nel 2009 il Parlamento cinese ha varato un aumento a due cifre (+15%) delle
spese militari. E il Pentagono, adeguandosi al solito copione, ha messo subito
in guardia il mondo intero, puntando il dito sulla «mancanza di trasparenza »
delle spese militari e della politica di sicurezza cinese. «La Cina
si oppone risolutamente al rapporto americano, che rappresenta una colossale
distorsione dei fatti», ha tuonato un portavoce del ministero degli Esteri. «La
Cina
ha sempre perseguito fini pacifici e il potenziamento delle sue forze armate ha
uno scopo puramente difensivo », ha aggiunto Pechino invitando Washington a
liquidare le vecchie logiche da Guerra fredda. La veemenza dei toni usati
quest'anno è legata probabilmente a due fattori. Il primo è Taiwan. Da un anno
a questa parte, le relazioni tra le due sponde dello Stretto sono entrate in
una fase di progressiva distensione. La Cina,
quindi, ha ritenuto inopportuna l'accusa americana di «continuare a sviluppare
armamenti in grado di minacciare Formosa». Il secondo è la recente scaramuccia
nel Mare Cinese meridionale, dove una flottiglia di navi battenti bandiera
rossa ha prima seguito da vicino un vascello della Marina statunitense, e poi
ha effettuato una serie di manovre pericolose con l'intento di ostacolarne la
navigazione. Secondo Washington era una nave disarmata con equipaggio civile a
bordo, impegnata nella raccolta di campioni oceanici in acque internazionali.
Secondo Pechino, invece, l'imbarcazione statunitense sarebbe sconfinata in
acque territoriali cinesi per compiere azioni di spionaggio. UN FILM GIà VISTO
Lo scontro non è nuovo I toni sono diventati più aspri per i contrasti recenti,
ultima la scaramuccia navale nel Mare cinese meridionale
( da "Sole 24 Ore, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: MONDO
data: 2009-03-27 - pag: 13 autore: Corea del Nord. Il Giappone schiera gli
intercettatori Missile in rampa di lancio Pyongyang sfida Usa e Onu
Stefano Carrer TOKYO. Dal nostro inviato Quello che potrebbe essere un missile
balistico a lunga gittata Taepodong-2 è già sulla rampa di lancio a Musudan-ri,
presso la costa nordorientale della Corea del Nord: lo hanno rivelato ieri
fonti diplomatiche e militari, sostenendo che il lancio potrebbe tecnicamente
essere effettuato entro 3-4 giorni, ossia anche prima dell'intervallo tra il 4
e l' 8 aprile indicato da Pyongyang come il periodo in cui sarà effettuato ciò
che si ostina a definire un test satellitare. Il Governo nordcoreano ha fatto
sapere che non solo considererà come un atto di ostilità ogni eventuale mossa
di condanna o punizione che dovesse arrivare dall'Onu, ma che reagirà con la
piena riattivazione del suo programma nucleare. Se pure è
dubbio che la Cina (e la Russia)
possano acconsentire a nuove sanzioni Onu, i toni utilizzati da Pyongyang
lasciano intravedere come inevitabile, dopo il lancio,l'azzeramento della
cornice negoziale tra sei nazioni che aveva portato nel 2005 all'accordo per lo
smantellamento delle attività atomiche del regime. L'Asia orientale
rischia quindi di entrare in una lunga fase di acute tensioni, rivelandosi come
un test difficilissimo per la politica estera dell'Amministrazione Obama. Del
resto, un successo del lancio di un Taepodong-2- dopo il fallimento dell'unico
precedente test nel 2006- rappresenterebbe un pericolo diretto anche su parte
del territorio Usa. Già in nottata il Governo giapponese ha preso una
decisione senza precedenti: al termine del Comitato per la sicurezza nazionale
il ministro della Difesa Yasukazu Hamada ha ordinato alleForze di autodifesa di
prepararsi a intercettare e abbattere ogni oggetto che possa cadere sul
territorio giapponese. A questo scopo Tokyo ha a disposizione due navi
equipaggiate con la tecnologia Aegis e alcune batterie antimissilistiche
Patriot. Per alcuni osservatori è difficile che Tokyo spari. Comunque anche due
incrociatori "Aegis" americani - Uss Mccain e Uss Chafee - hanno già
lasciato il porto meridionale giapponese di Sasebo per dirigersi verso nord e
«tenersi pronti a ogni evenienza», secondo quanto dichiarato da un portavoce
della Us Navy. E anche Seul sta inviando nel Mar del Giappone un incrociatore
"Aegis": il ministro della Difesa Won Tae-jae ha parlato di «grave
sfida e provocazione » per un lancio che «costituirebbe una evidente violazione
della risoluzione 1718 del Consiglio di Sicurezza Onu ». Per Pyongyang, una
intercettazione o abbattimento sarebbe un vero e proprio «atto di guerra».
NEGOZIATI A RISCHIO Il Governo di Kim Jong-Il ha minacciato di riattivare il
suo programma nucleare in caso di condanna da parte delle Nazioni Unite
(
da "Gazzetta di Parma (abbonati)"
del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ECONOMIA 27-03-2009 SCENARI I GIOVEDI' DELL'ECONOMIA ALLA BANCA DEL MONTE Ciocca: «Crisi grave ma non è un altro '29» Per l'ex di Bankitalia ripresa nel 2010 e una certezza: «Non si poteva prevenire» Antonella Del Gesso II La crisi internazionale è grave e l'Italia non viene risparmiata. Ma il male profondo del nostro paese è precedente, strutturale e radicato. A dirlo è Pierluigi Ciocca, illustre economista e storico, quarant'anni di esperienza maturata in Banca d'Italia, nel secondo «incontro economico del giovedì», promosso da Banca Monte Parma. Introdotto dal presidente di Banca Monte Alberto Guareschi, l'ospite è stato intervistato dalla giornalista de La Stampa Antonella Rampino che, prendendo spunto dall'ultima pubblicazione di Ciocca, «Ricchi per sempre? Una storia economica d'Italia (1796-2005)», domanda allora se esistono linee guida che possano permettere al Bel Paese di uscire dalla crisi. La risposta è abbastanza ottimista, ma solo se si verificano determinate condizioni: «Risanamento dei conti pubblici, ammodernamento di infrastrutture materiali e immateriali, rafforzamento della struttura produttiva, innovazione nelle imprese e promozione di una concorrenza sana in senso dinamico». Anche perché la sofferenza che la «mezza mela avanzata» sta patendo (la situazione nella restante parte - Cina, paesi emergenti - non è altrettanto drammatica), non è paragonabile alla crisi del 1929, checché se ne dica. «Allora il Pil cadde del 30% negli Usa, del 15 in America latina, del 9 in Europa, del 5 in Italia. La produzione industriale cedette ancor più: del 40% in Germania e negli Stati Uniti, del 23 in Europa Occidentale », senza parlare della ripresa: fu in lenta e accidentata. La produzione non tornò sui valori del 1929 prima del 1937. «Quello odierno, invece, è un gravissimo momento che però neanche la più pessimistica previsione giunge a spingere oltre il 2010», sottolinea Ciocca. A differenza del '29, infatti, i movimenti dei capitali e i flussi migratori non si sono azzerati, non vi è traccia di svalutazioni competitive, i tassi reali di interesse restano su livelli normali. A proposito di previsioni, alla Rampino la domanda sorge spontanea: la crisi era pronosticabile? Non lo era. Quanto meno non nei tempi, nei modi, nell'entità, nelle sequenze. Soprattutto, non era prevenibile. «Norme e supervisione sono capaci di fronteggiare i rischi noti, ma possono poco contro i rischi assunti nei mercati finanziari e contro i rischi di tipo nuovo di banche e mercati». E poi banche e mercati non erano mai stati tanto regolati. Palazzo Sanvitale L'economista Pierluigi Ciocca intervistato dalla giornalista Antonella Rampino.>
( da "superEva notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mark Tobey Poeticamente astratto
A cura di Philippe Daverio e Dominique Stella Prosegue il successo e l'attività
della Galleria Agnellini Arte Moderna, una nuova e interessante realtà
recentemente inaugurata a Brescia e subito divenuta punto di riferimento e di
fiducia per gli appassionati dell'arte. Dopo gli ottimi risultati ottenuti con
Jacques Villegle', l'interessante programma porta ora in scena un altro grande
protagonista della storia dell'arte: Mark Tobey poeticamente astratto e' il
titolo dell'antologica, curata da Philippe Daverio e Dominique Stella, che
propone circa novanta opere dal 1925 al 1974, in gran parte
inedite e tutte autenticate dall'-Archivio Tobey- di Muenster (Germania). I
lavori esposti, realizzati nelle diverse tecniche, dall'inchiostro alla
tempera, dalla penna a sfera alla matita, dal gesso al pastello, riflettono
astrazioni dettagliate, che sono il segno distintivo dell'opera di Tobey. Le
sue tele, spazi densi di colore uniforme e di linee ripetitive, sono allo
stesso tempo semplici e complesse, intellettuali e intuitive. I colori scuri, i
grigi e il tocco sottile caratterizzano la maggior parte di questi dipinti ed
evocano spesso il mondo naturale, in particolare mostrano la natura in primo
piano. Ricordano una rete di cellule, viste attraverso un microscopio, una
superficie rocciosa segnata dalle intemperie o le venature della corteccia di
un albero. Decisivo per la sua opera e' il momento in cui Tobey si accosta alla
fede Bahá'í, dedicandosi ad uno studio approfondito di questa religione che lo
accompagnerà per tutta la vita: attraverso tali credenze Tobey inizia a
dedicarsi alla rappresentazione dello -spirituale- nell'arte. La fede Bahá'í
esercita un forte impatto e, infatti, -fu una vera biforcazione spirituale
cruciale nella vita e nell'opera di Mark Tobey-, come scrive William Seitz nel
testo in catalogo della mostra al Museo d'Arte Moderna di New York. -La fede di
Tobey traspare nella qualità della densità, intensità e luminosità delle sue
tele-, ha dichiarato M. Ottenbrite -i suoi dipinti sono molto umani-. La fede
Bahá'í e le credenze sull'unità e la diversità, sull'unicità di tutti i popoli
e le religioni, ha certamente indotto Tobey a sperimentare forme e stili
diversi; l'arte e gli oggetti artigianali del mondo orientale lo catturano e
proprio durante diversi viaggi in Oriente comincia a studiare
la calligrafia e la pittura a pennello praticata soprattutto in Cina. È qui che nasce il suo futuro stile: la scrittura bianca White
Writing. Tobey e', agli inizi della sua carriera, un artista figurativo e le
opere piu' significative appartenenti a questo periodo si riconoscono in Still
life on a table, una delicata natura morta del 1930, e l'eccellente ritratto di
Matisse, Portrait d'homme, un pastello su carta. Vi e' poi la serie
intitolata Hornblower, risalente agli primi anni Cinquanta, raffigurante
suonatori di corno che sono un omaggio ai musicisti di jazz, grande passione
dell'artista. Dalla metà degli anni Cinquanta inizia il vero lavoro di Tobey,
che esprime il segno tipico che lo consacrerà come uno degli artisti piu'
importanti del -900: i suoi dipinti diventano interamente astratti, si fondano
su piccoli gesti ben controllati della mano. Emblematiche in questo senso sono
le opere del '56-'58, mentre a partire dal 1958, durante un periodo trascorso
in Giappone, sperimenta la serie di Sumi. Questi lavori, realizzati in serie,
sono creati con inchiostro giapponese su carta povera. In mostra si possono
inoltre ammirare tre originali vetrate dipinte a mano del 1970 e alcuni bozzetti,
non datati, sull'arte antica greca e romana. L'attenzione portata ai dettagli e
la concentrazione dello spirito appaiono in tutte le sue opere, come lo stesso
Tobey nel 1962 dichiara: -devo ammettere che la fede mi ha donato una forza
straordinaria e ho potuto utilizzarla senza fare propaganda. È vero che oggi si
parla di stili internazionali, ma penso che in futuro si parlerà di stili
universali- il futuro del mondo deve essere la materializzazione della sua
unicità, che e' l'insegnamento di base della fede Bahá'í, cosi' come la intendo
io, e a partire da questa unicità emergerà un nuovo stile dell'arte-.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Shin Factory con testi critici di
Philippe Daverio e Dominique Stella. Mark Tobey e' nato nel 1890 nel Midwest
(USA), dove ha trascorso gran parte dell'infanzia. Scopre sin da giovane la
passione e l'attitudine al disegno, in cui si cimenta partendo dalla copia
delle copertine delle riviste e dai disegni di ritratti per le illustrazioni di
cataloghi. Nel 1911 abbandona Chicago per trasferirsi nel Greenwich Village di
New York, deciso ad essere disegnatore di moda. Durante il decennio seguente il
suo talento viene progressivamente riconosciuto e diventa un pittore ricercato:
comincia, infatti, a ritrarre numerose e importanti personalità dell'epoca. Tra
il 1920 e il 1940 compie diversi viaggi in Oriente: prima in Cina, poi in
Giappone dove trascorre un mese presso un monastero Zen, e in Medio-Oriente
dove ha la possibilità di visitare i santuari Bahá'í. Ritorna in Inghilterra,
poi di nuovo negli Stati Uniti dove hanno luogo alcune importanti esposizioni.
Nel 1958 Mark Tobey riceve il primo premio alla Biennale di Venezia. Nel 1961
il Louvre gli dedica un'esposizione personale di 300 opere: e' Tobey il primo artista
non francese ad essere ospitato in una sede tanto prestigiosa. Nel 1974 a Washington presso la
-National Collection of Fine Arts-, che fa parte del -Smithsonian Institution-,
viene organizzata una mostra intitolata -Hommage à Mark Tobey- con circa 70 opere.
Mark Tobey muore a Basilea nel 1976 portando con se' grandi successi
internazionali e un forte apprezzamento europeo. Immagine: Untitled, 1961.
Tempera su carta, cm. 49×39 Ufficio Stampa Irma Bianchi Comunicazione Tel.
+39.02.89404694 +39.02.89400732 Fax 02.835646 info@irmabianchi.it
http://www.irmabianchi.it Anteprima stampa: venerdi' 27 marzo 2009
Inaugurazione: sabato 28 marzo 2009 Agnellini Arte Moderna Via Soldini 6/A -
25124 Brescia Nel web http://www.agnelliniartemoderna.it/ PUBBLICITà PUBBLICITà
Invia tramite EMAIL | Versione per la STAMPA |-->Le vostre opinioni Questo
Speciale sulle Galassie è stato ospitato sul sito di ScienzaOnLine del Comune
di Roma--> Pubblicato il 27 marzo 2009 in: Artisti Creativi: Pittura » Invia
tramite EMAIL » Versione per la STAMPA--> » Le vostre opinioni
( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 74 del 2009-03-27 pagina 18
Pyongyang sfida Usa e Onu: "Avanti col missile" di Gian
Micalessin La Corea del Nord prosegue i preparativi per il lancio di un razzo
balistico: "Pronti a riprendere i piani nucleari". Il missile è sulla
rampa, il conto alla rovescia è iniziato e alla Casa Bianca Barack Obama deve
affrontare la più difficile crisi dei suoi primi cento giorni Il missile è
sulla rampa, il conto alla rovescia è iniziato e alla Casa Bianca Barack Obama
deve affrontare la più difficile crisi dei suoi primi cento giorni. Una crisi
resa più complessa dallimprevedibilità del dittatore Kim Jong-il e del suo regime. I
gerarchi comunisti nord coreani e linvisibile «caro leader» lhanno
già fatto capire, per lanciare quel missile sono pronti a tutto. Se qualcuno tenterà di fermarli, riunendo il Consiglio
di sicurezza dellOnu o varando nuove sanzioni, bloccheranno lo smantellamento degli
impianti nucleari e riprenderanno la produzione di testate al plutonio. «Oltre
ad altre energiche misure,tutti i processi di denuclearizzazione della penisola coreano saranno riportati alla
situazione iniziale», minaccia il ministero degli Esteri di Pyongyang
ricordando che tra gli atti ostili rientra anche la convocazione del Consiglio
di sicurezza dellOnu. Barack Obama e il
segretario di Stato Hillary Clinton devono, però, far i conti con lineludibilità
della crisi. Il Taepodong-2 è sulla piattaforma di lancio e - stando alle
immagini diffuse dai satelliti spia - le operazioni di rifornimento sono
questione di ore. Se i tecnici
nordcoreani rispetteranno i programmi e il missile non esploderà come nel 2006,
il lancio avverrà tra il 4 e l8 aprile. Lasciar decollare quel vettore
equivale, avverte la Clinton, a trasformare in carta straccia la risoluzione
1718 dellOnu che vieta a
Pyongyang la vendita e la sperimentazione di nuove armi. Daltra
parte unazione troppo decisa rischia di portare alla cancellazione degli
accordi di denuclearizzazione del 2005 basati sul negoziato a sei tra le due
Coree, gli Usa, la
Russia, il Giappone e la Cina. Ma la nuova amministrazione non
può permettersi il lusso di restare inerte dilapidando credibilità e capacità
di deterrenza in un momento in cui la tensione nellarea è ai
livelli di guardia. Alla frontiera tra le due Coree lallarme è senza precedenti e durante le ultime manovre congiunte
tra Washington e Seul Pyongyang non ha esitato a interrompere la linea «rossa»
con il sud introdotta per scongiurare crisi fatali. E i rapporti con la Cina
dopo i recenti incidenti navali appaiono in fase di progressivo deterioramento.
Lo stesso Taepodong 2 non è per Washington questione da poco. Quel vettore, a
dar retta agli esperti militari, non serve soltanto a mettere in orbita un
satellite, ma può - se armato con una testata convenzionale o nucleare -
colpire lAlaska.
E il mascheramento dellultimo stadio che impedisce di vederne il «carico»
aumenta i dubbi. Laggressività nordcoreana agita, del resto, anche gli
alleati di Washington nellarea. Il governo sudcoreano definisce
limminente lancio «una sfida e
una grave provocazione» ed è pronto a far salpare alla volta del mar del
Giappone lincrociatore
speciale Sejong il Grande, dotato dei sistemi antimissili con tecnologia Aegis.
La nave, varata a dicembre, affiancherebbe i quattro incrociatori di Usa e Giappone già presenti. Seul non
è lunica
a scalpitare. Il Giappone, poco rassegnato a sopportare la pioggia di detriti
dei primi due stadi del Taepodong destinati a precipitare sul suo territorio, è
pronto a ricorrere ai sistemi antimissile per colpire i resti del vettore. Washington dunque ha poco
spazio di manovra, per non perdere la faccia deve muoversi in fretta e bloccare
quel lancio. Il problema è come. Ricorrere allaiuto della Cina, unica grande potenza in grado di
influenzare il regime nordcoreano, rischia di rivelarsi estremamente costoso in
termini politici e anche economici. Ignorando la Cina e
correndo al Palazzo di vetro la Casa Bianca rischia, però, dinciampare
in un doloroso veto sulle sanzioni firmato Pechino. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Commenti Pagina 344 L'offensiva del sorriso
non salva Barack dalle critiche globali --> Quando si verifica un
cambiamento al vertice dell'amministrazione americana, il sistema geopolitico
ne risente e i vari soggetti cercano di guadagnare qualche posizione nel
riassetto atteso. È capitato così con il passaggio dalla seconda
amministrazione di George W. Bush a quella di Barack Obama, anche per effetto
di una campagna elettorale che proclamava una netta discontinuità in politica
estera, il che per gli Usa è abbastanza insolito. L'altra
circostanza rilevante, ovviamente, è la crisi finanziaria che dall'America si è
rapidamente diffusa in tutto il mondo, che fa dubitare della capacità del
capitalismo statunitense di guidare ancora l'economia globale, riflettendo
questo dubbio anche sul ruolo americano nell'assetto geopolitico e militare. La
speranza di Obama che gli interlocutori, soprattutto quelli che si erano
mostrati più avversi alla politica del suo predecessore, gli avrebbero dato il tempo
e lo spazio per impostare un nuovo sistema di relazioni, si è dimostrata per
molti aspetti fallace o almeno eccessivamente ottimistica. Tra gli alleati
della Nato, mentre la Francia di Nicolas Sarkozy rientra nel dispositivo
militare dell'alleanza, ma spiega questa scelta con la possibilità oggi
esistente di dare all'alleanza una configurazione meno dipendente da
Washington, la Spagna esce unilateralmente dalla missione in Kosovo, senza
neppure scomodarsi a informare gli alleati sul campo. In estremo Oriente si
riapre la tensione, che sembrava risolta, con la Corea del Nord, che lancia un
satellite che ha tutte le caratteristiche di un missile a lunga gittata, mentre la Cina rinforza in
modo esponenziale il bilancio militare, e replica alle critiche americane
accusando la nuova amministrazione di preconcetta ostilità da guerra fredda,
come peraltro aveva replicato sul piano economico alle accuse di manovrare il
cambio con la richiesta di abbandonare il dollaro come unica divisa di
riferimento negli scambi internazionali. Nella grande fascia di
instabilità che va dall'Afghanistan al Sudan, abbracciando la maggior parte dei
Paesi islamici, si accrescono i protagonismi di medie potenze che puntano ad
assumere un ruolo regionale, a cominciare dalla teocrazia iraniana che ha
risposto sostanzialmente picche alla profferta di Obama di ricominciare da capo
nella tessitura dei rapporti tra i due Paesi. Le aperture dell'America al
regime di Teheran, seppure puramente verbali, hanno creato comprensibile
preoccupazione in Israele, con l'effetto inatteso dell'adesione del partito
laburista israeliano, tradizionalmente quello più strettamente legato a quello
democratico americano, alla coalizione guidata dal leader del Likud, allo scopo
di mostrare all'America uno Stato ebraico unito nella ricerca di garanzia di
sicurezza e nella richiesta di azioni tempestive che impediscano al nemico
iraniano di dotarsi dell'armamento atomico. Neppure nel "cortile di
casa", l'America latina, il nuovo presidente è stato accolto troppo bene,
come dimostra l'epiteto di "povero ignorante" che gli ha lanciato il
caudillo venezuelano Hugo Chávez. Tutto ciò non significa che la strategia del
multilateralismo enunciata dalla Casa Bianca sia destinata a fallire
inevitabilmente. Il fatto che in una situazione di incertezza tutti cerchino di
far valere la propria autonomia, anche a rischio di nuove ostilità, è
abbastanza comprensibile. Quel che però è ormai certo è che l'offensiva del
sorriso, che ha affascinato la maggioranza degli americani, non basta per
creare condizioni più favorevoli di dialogo sullo scacchiere internazionale. In
particolare, i regimi dittatoriali o autoritari considerano la popolarità
personale del presidente americano, che è assai estesa anche in Paesi come
l'Iran o la Cina, come un pericolo e hanno l'esigenza di mobilitare lo
spirito nazionalistico per contrastare questa influenza sull'opinione pubblica
interna, che minerebbe l'autorità delle oligarchie al potere. È diversa la
situazione nelle democrazie, come dimostra per esempio la critica rivolta nel
Parlamento di Madrid da tutti i gruppi, escluso naturalmente quello socialista,
alla goffaggine del governo nella sua mossa unilaterale di uscita dal Kosovo.
Ma l'unità delle democrazie come nucleo centrale di un nuovo assetto del potere
mondiale somiglia, paradossalmente, più alle strategie neoconservatrici di Bush
che alla nuova era di multilateralismo promessa da Obama. SERGIO SOAVE
( da "Vnunet.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Wef: L'Italia arranca, medaglia
d'oro alla Danimarca 26-03-2009 VNUnet.it Bruxelles ha appena promosso l'Italia
come capitale dei cellulari per penetrazione. Ma nello sviluppo dell'Ict,
l'Italia si piazza 45esima su 134 paesi, dopo Malesia, Tunisia, Giordania e
Ungheria, ma prima di Cina e Thailandia L'Italia ha appena
ricevuto una medaglia d'oro da Bruxelles per penetrazione dei cellulari (siamo
primi con il 152,9%), ma non sbarca il lunario nel Rapporto Wef delle networked
economy. Nel 2007 il nostro paese era passato dalla 42esima posizione alla
38esima, adesso fa un passo indietro e scivola di nuovo alla 45esima. Tra le
economie in Rete la Danimarca è medaglia d'oro, invece l'Italia
è poco sopra metà del guado, in 45esima posizione, appena prima di Cina e Thailandia, ma dopo Lituania, Barbados, Malesia, Tunisia,
Giordania e Ungheria. Tra i paesi al Top della classifica del Wef (World
Economic Forum) sono Danimarca, Svezia, Usa, Singapore, Svizzera, Finlandia, Islandia, Norvegia, Olanda e
Canada. La classifica annuale del World Economic Forum (Wef) misura le
capacità di sviluppo dell'Ict di un paese. Tra le caratteristiche prese in
esame, sono: le infrastrutture per la banda larga (l'Italia è in pauroso
ritardo, in questo settore); connettività mobile. Del resto, secondo l'ultimo
Rapporto Ue sul mercato delle Tlc, tutt'ora l'Italia è ben al di sotto sotto la
media Ue: l'Italia è al 19%, molto lontano dal 22,9% di media Ue. In fondo alla
classifica Wef, si piazano paesi poveri come Nicaragua, Cambogia, Nepal,
Bolivia, Etiopia, Bangladesh, Burundi, Zimbabwe, Timor-est e Chad. Per essere
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( da "Repubblica.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA - L'allevamento ittico
sorpassa la pesca. Nel mondo oggi un pesce su due cresce fra le pareti di una
vasca prima di finire nel piatto. E mentre i branchi in natura si
impoveriscono, l'itticoltura si rivela l'industria alimentare a più rapido
tasso di crescita del pianeta. Gli ultimi dati della Fao pubblicati nel
rapporto "The state of world fisheries and aquaculture 2008" non
lasciano dubbi: "Nel 2006 il mondo ha consumato 110 milioni di tonnellate
di pesce, 51 dei quali provenienti dall'acquacoltura. Se la produzione deve
tenere il passo con l'aumento della popolazione, vista la stagnazione della
pesca, la crescita futura non potrà che arrivare dall'allevamento". Medici
e nutrizionisti non fanno che invitarci a mangiare specie ittiche e ridurre il
consumo di carne. Ma la stessa Organizzazione per il cibo e l'alimentazione
conferma che una specie marina su tre è soggetta a "sfruttamento eccessivo
da parte della pesca". Per uscire dalla strettoia, in un settore che
concentra oltre tre quarti della sua produzione nei paesi in via di sviluppo,
non c'è altra soluzione che ricorrere a quelli che Nature in una sua inchiesta
di ieri ha definito "polli d'acqua". Ovvero pesci facili da allevare,
che si accontentano di mangimi di bassa qualità ma ripagano lo scarso impegno
con una carne povera di proteine e di grassi utili alla salute umana. "Tra
le 7 specie maggiormente allevate - scrive la rivista - cinque appartengono al
genere delle carpe, che hanno bisogno di un'alimentazione meno ricca rispetto
ad altri pesci". E che hanno il loro maggior centro di
produzione mondiale in Cina. "A
questo scopo, anche i pesci carnivori negli allevamenti sono stati costretti ad
adottare uno stile più vegetariano. I salmoni ad esempio sono nutriti con una
dieta composta per un quarto da soia". OAS_RICH('Middle'); Secondo i dati
dell'Inran, Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione,
non è vero che questo tipo di mangimi riducano il livello di omega 3 nelle
carni dei pesci. In un'orata d'allevamento per esempio questi acidi grassi
continuano a pesare per il 20-24% del totale. Ad aumentare però, rispetto agli
esemplari catturati in mare, sono i livelli di omega 6, in particolare dell'acido
linoleico: dal 6-7 per cento al 14-22 per cento. Il rapporto fra i due acidi grassi
(che è un indicatore importante per la qualità nutrizionale del pesce) cala
dunque da 3-4 a
1,6-0,8. A pagare questo prezzo dovremmo però rassegnarci, se è vero come
indica la Fao che nel 2030 la popolazione mondiale avrà raggiunto gli 8
miliardi e per nutrire tutti serviranno 29 milioni di tonnellate di pesce in
più, oltre ai 110 attuali. Le leggi su etichette e standard di produzione
cercano di venire incontro ai consumatori, come spiega Stefano Cataudella, che
insegna Biologia della pesca e acquacoltura all'università di Tor Vergata:
"Dal 2009 è entrato in vigore un regolamento dell'Unione europea
sull'acquacoltura biologica, che si caratterizza per la qualità dei mangimi e
la spaziosità delle vasche". Negli Usa invece,
informa Nature, la Food and drug administration ha pronto il decreto di
approvazione di un tipo di salmone modificato geneticamente per produrre dosi
maggiori di ormone della crescita e ridurre di un terzo il tempo necessario a
raggiungere la taglia adatta a pescheria o ristorante. (27 marzo 2009
( da "Caserta News" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo
2009 Corso Primo Soccorso con Protezione Civile SALUTE | S.Marco E. La nuova
organizzazione della Protezione Civile voluta dall'Amministrazione di Gabriele
Zitiello sta dando i suoi frutti in termini di spirito di iniziativa e di
partecipazione. Come si fa una telefonata al 118? Cosa significa "Codice Rosso"? Qual è la
prima cosa da fare in caso di incidente? A queste e ad altre domande si è data
risposta durante l'ultima iniziativa promossa dal Nucleo comunale di Protezione
Civile, coordinato da Nicola Paccone. Organizzato con la fattiva collaborazione
del vicecoordinatore della protezione civile Pietro Palermo, il corso di primo
soccorso è stato diretto da un medico anestesista, il dottor Luigi Mazzariello,
istruttore di primo soccorso della Croce Rossa, e ha visto la partecipazione
attenta di tutti gli iscritti del Nucleo di volontari e la presenza del
Comandante del Corpo di Polizia Municipale Giuseppe Castiello. A portare il
saluto dell'Amministrazione, il consigliere comunale Giuseppe De Filippo.
"E' stato solo un primo incontro preliminare hanno
spiegato Nicola Paccone e Pietro Palermo che serviva a muovere i primi
passi nel campo del primo soccorso sanitario. Vista la partecipazione e
l'interesse dimostrato, certamente organizzeremo presto altri incontri per entrare più nello specifico".
( da "Blogosfere" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mar 0927 Modelli di business più
diffusi online: pubblicità e freemiun Pubblicato da Luca
Dello Iacovo alle 11:09 in globalizzazione Un sondaggio sui modelli di business
più diffusi online. I primi tre sono: - Advertising: 34% (pubblicità online) -
Freemium: 12% (in genere, si offre un servizio gratuito, ma con ulteriori
opzioni a pagamento. Come Flickr) - Beni virtuali (come i doni di Facebook o le
emoticon acquistate su QQ), referrer (instradatore verso altri siti),
pay per use (come i micropagamenti): 8% via Chris Anderson
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Nordcorea/ Oggi incontri Usa-Giappone
e Usa-Corea
del Sud di Apcom Presente nuovo emissario Usa per la
Corea del Nord Bosworth -->Washington, 26 mar.(Apcom) - La Corea del Nord
sarà oggi al centro di due incontri bilaterali degli Stati Uniti con la Corea
del Sud e il Giappone. Lo ha annunciato un portavoce del Dipartimento di Stato
americano, Gordon Duguid, aggiungendo che non è escludibile anche una riunione
trilaterale. Il capo dei negoziatori sudcoreani nei
colloqui a sei (Stati Uniti, Cina, Giappone,
Russia e le due Coree), Wi Sung-lak, e il direttore generale del ministero
degli Esteri nipponico, Akitaka Saiki, "saranno a Washington venerdì 27
marzo per delle consultazioni su questioni legate alla Corea del Nord", ha
spiegato Duguid alla stampa. "Non è stato finalizzato nessun
programma preciso ma prevediamo degli incontri bilaterali Stati Uniti-Corea del
Sud e Stati Uniti-Giappone", ha aggiunto il portavoce. "Non
escludiamo la possibilità anche di consultazioni informali trilaterali",
ha aggiunto. Da parte americana, le discussioni saranno animate dal nuovo
emissario Usa per la Corea del Nord, Stephen Bosworth, e dal
rappresentante degli Stati Uniti nei negoziati a sei, Sung Kim, ha precisato.
E' altamente probabile che i tre Paesi discuteranno dell'annuncio da parte di
Pyongyang di un suo prossimo tentativo di mettere in orbita fra il 4 e l'8
aprile un "satellite di telecomunicazioni", iniziativa che
Washington, Tokyo e Seoul considerano alla stregua di un test missilistico a
lunga gittata. (con fonte Afp)
( da "Denaro, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Napoli cultura Forum 2013, via
agli incontri A Città della Scienza sindaci da tutto il mondo. Arriva la guida
di Napoli in cinese Oggi e domani a Napoli sindaci e rappresentanti dei governi
locali da tutto il mondo per discutere di riflessioni e proposte sui processi
d'inclusione ed esclusione sociale nelle città. L'incontro, in programma a
Città della Scienza, è il primo Workshop organizzato dal Forum Universale delle
Culture di Napoli 2013. Antonio La Palma Il workshop "La città inclusiva
" rappresenta una tappa di avvicinamento al Forum Universale delle
Culture, che si svolgerà nel capoluogo campano nel 2013. L'apertura dei lavori
è fissata alle ore 9,30: dopo il saluto di Alberto di Donato, presidente di
Città della Scienza, sono in programma gli interventi del sindaco di Napoli
Rosa Russo Iervolino, dell'assessore regionale per le Politiche sociali
Alfonsina De Felice e dell'assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nicola
Oddati, quest'ultimo anche in qualità di presidente della Consulta generale del
Forum delle Culture 2013. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, è in
programma un dibattito coordinato da Francesco De Sanctis, rettore
dell'Università "Suor Orsola Benincasa", nel quale sono previsti
interventi di Giulio Riccio, assessore alle Politiche sociali di Napoli,
Mouloud Med-Meziani (segretario generale Forum algerino per la Cittadinanza e
la Modernità), Victor Batarseh (Sindaco di Betlemme), James Michael Rotundo
(sindaco di Pallsades Park - New Jersey Uwq), Mohammed Ibrahim El Fayoumi (presidente
del Consiglio popolare locale di Qalyubiya, Egitto), del presidente della Lega
delle Autonomie Lorenzo Del Cimmuto e del suo omologo dell'Olanda Jan Mans
sulla questione del welfare locale e sulle strategie di inclusione delle città
. Domani, a partire dalle ore 9.30, dibattito sul tema
"Globalizzazione, flussi migratori e
memoria del futuro", che caratterizzerà l'edizione napoletana del Forum
Universale delle Culture. L'incontro sarà coordinato da Guido Trombetti,
rettore dell'Università "Federico II di Napoli, e Carlo Galli
dell'Università di Bologna. Interverranno, tra gli altri, Hassan Saleh
(sindaco di Jericho), Jia Changxian (presidente dell'associazione Zhengzhou
International Public Relations), Tihi Victor Kpao (sindaco di Duejouè, Costa
D'Avorio) e Katy Carreras, assessore ai rapporti istituzionali di Barcellona.
La sessione sarà conclusa alle 12.30 da Massimo D'Alema, presidente della
Fondazione Italianieuropei e Marcello Veneziani. Alle ore 11 nella sala
"Averroè" il sindaco Iervolino e il presidente del Consiglio comunale
di Napoli, Leonardo Impegno, alla presenza dell'ambasciatore della Cina in
Italia, Sun Yuxi, consegneranno la prima Guida turistica di Napoli in lingua
cinese alla delegazione proveniente dalla Repubblica popolare presente a Napoli.
La delegazione è composta dal vicepresidente dell'Office Federation of returned
overseas chinese, Dong Zhong Yang, dal sindaco di Wenzhou, Zhao Yde e dal
sindaco di Ruian, Chen Jianming. Con una tiratura di 15 mila copie, la Guida,
una edizione speciale del periodico "Charme", sarà uno straordinario
strumento di veicolazione dell'immagine e del patrimonio artistico e culturale
di Napoli a beneficio di tutti coloro che, per turismo o per altri motivi,
verranno nella nostra città. La Guida sarà distribuita attraverso le Agenzie
statali cinesi per il Turismo e sarà a disposizione degli ospiti cinesi
all'aeroporto e negli alberghi napoletani. del 27-03-2009 num.
( da "Avvenire" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
MONDO 27-03-2009 lo scontro
Durissima replica della Cina al Pentagono: il rapporto sulla
nostra Difesa «distorce i fatti e interferisce. A rischio le relazioni»
Pechino: «Toni da Guerra fredda» DA NEW YORK LORETTA BRICCHI LEE L a Cina
non ha accettato di buon grado il rapporto americano sul suo presunto riarmo. Ieri,
il ministero degli esteri di Pechino ha infatti presentato una protesta formale
nei confronti di Washington, affermando che il documento Usa reso pubblico mercoledì «continua a basarsi sulla teoria della
minaccia militare cinese, distorce i fatti e interferisce con gli affari
interni della Cina». Il
portavoce del ministero, Qin Gang, ha poi rafforzato il tiro, chiedendo agli
Stati Uniti di «rinunciare alla mentalità e ai pregiudizi da Guerra Fredda» e
alle accuse che potrebbero «danneggiare ulteriormente le relazioni tra i
due Paesi e i due eserciti». Il rapporto annuale che il Pentagono ha presentato
al Congresso esprimeva preoccupazione sull'incremento della capacità bellica
cinese, sia dal punto di vista dell'esercito in crescita dell'8% annuo che da
quello nucleare e spaziale, sottolineando che «la continua ricerca di Pechino
di armamenti sofisticati sta alterando gli equilibri militari in Asia» e che,
in futuro, tale riarmo potrebbe essere utilizzato per «rafforzare le
rivendicazioni» sui territori ora al centro di dispute internazionali. Secondo
il documento il primo pubblicato sotto l'amministrazione Obama la Cina
starebbe, ad esempio, accumulando un arsenale di missili a breve raggio in
grado di colpire Taiwan sebbene tra le relazioni tra i due Paesi stiano
migliorando. In questo caso, quindi, sussiste il rischio che Pechino decida di
riprendersi l'isola con la forza, o quanto meno che utilizzi la proprie
capacità militari per spingere Taiwan ad accettare di risolvere le dispute a
favore della Cina. Il problema sarebbe poi reso più complesso dalla
segretezza delle operazioni cinesi, ha messo in guardia il ministero americano
alla Difesa, suggerendo che per dissipare i timori Pechino aumenti la
trasparenza attraverso la pubblicazione di documenti più specifici ad esempio
sul budget per la difesa. Un'idea completamente respinta dalla Cina
che ha fatto sapere che le accuse americane sono «senza fondamento» in quanto
il Paese «ha costantemente seguito la via dello sviluppo pacifico e adottato
una politica militare nazionale difensiva, mirata a mantenere la pace e la
stabilità mondiale». Il ministero degli esteri di Pechino ha pertanto concluso
che la minaccia cinese sarebbe quindi esagerata per fini essenzialmente
politici. Soldati cinesi sfilano per le vie di Pechino La Cina ha
respinto le accuse sul riarmo provenienti da Washington (Reuters)
( da "Lavoce.info" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
>L'ABBRACCIO INSCINDIBILE TRA
CINA E DOLLARO di Arvind Subramanian 27.03.2009 La Cina
denuncia i pericoli di un sistema basato sul dollaro quale moneta di riserva
internazionale. Più che altro, a preoccupare il gigante asiatico è una
svalutazione del dollaro che comporterebbe la perdita di valore delle notevoli
riserve accumulate negli anni. Ma il suo problema di oggi è l'ovvia conseguenza
della strategia mercantilistica deliberatamente perseguita dai governanti cinesi.
E che ha garantito una costante crescita del paese. Oggi non può sottrarsi al
pagamento di un costo relativamente basso per gli enormi benefici che ne ha
ricavato. È tutta la settimana che la Cina fa
notizia sui giornali del mondo intero, in virtù della sua proposta di
rimpiazzare il dollaro con unaltra valuta come moneta di riserva
internazionale. La perfetta tempistica della proposta, proprio alla vigilia del
G20 londinese, ha permesso alla Cina
di articolarla come una preoccupazione di sistema. STRATEGIE CINESI Certo,
possono esserci problemi col dollaro quale valuta di riferimento del sistema
finanziario mondiale. E la moneta americana può anche aver svolto un ruolo
importante nellattuale crisi. Ma i reali motivi della Cina sono ben altri e sono nazionali:
teme che una brusca caduta del dollaro determini una perdita di valore delle
sue riserve, che ammontano a 2 mila miliardi di dollari. E una simile minaccia
è improvvisamente divenuta più concreta, a causa della drammatica vulnerabilità
del bilancio Usa. Forse che la Cina sta tentando di tenere il
piede in due staffe? Vuole mostrarsi come la vittima del sistema basato sul
dollaro, quando per lungo tempo ne ha beneficiato e ha contribuito a favorirlo.
Il problema attuale è lovvia conseguenza della strategia mercantilistica, deliberatamente perseguita dalla Cina.
Per giudicare se i timori della Cina siano o meno giustificati
è necessario procedere a unanalisi costi-benefici del mercantilismo
realizzato dai governanti cinesi. La strategia di sviluppo della Cina è stata semplice e
focalizzata: esportare ovunque e a ogni costo. Per realizzare il suo scopo ha
mantenuto un tasso di cambio sottovalutato. La strategia mercantilistica si
appoggia su basi empiriche. Recenti ricerche accademiche (per esempio, quella
di Dani Rodrik di Harvard) confermano che un tasso di cambio sottovalutato
contribuisce a evitare il sottosviluppo e a favorire la crescita a lungo
termine. Insomma, la strategia di sviluppo, messa in atto dai governanti
cinesi, è stata ragionevole e sensata. Ma i tassi di cambio sottovalutati e il
conseguente rapido aumento delle esportazioni hanno anche portato a un aumento
delle eccedenze delle partite correnti. Le autorità cinesi sono intervenute nel
mercato dei cambi per evitare un apprezzamento della loro moneta, il che ha
provocato un forte accumulo di riserve in valute estere. È importante capire
che tutto ciò è la conseguenza della strategia mercantilistica di sviluppo
cinese. Se avesse permesso alla moneta di rivalutarsi, la Cina avrebbe
ora meno eccedenze delle partite correnti e non avrebbe tutte quelle riserve di
cui preoccuparsi.
I COSTI E I BENEFICI Sono proprio i costi del mercantilismo che preoccupano
oggi il governo cinese: vale a dire una considerevole diminuzione di valore
delle sue riserve di valuta estera, che
ammontano a 2 mila miliardi di dollari. Il rischio, sempre ritenuto
inevitabile, è ora divenuto imminente, per il forte deterioramento del bilancio
statunitense, che ha anticipato la data del declino del dollaro. Supponiamo che
il declino del dollaro e il riequilibrio dello yuan significhino un 20 per
cento di perdita di capitale. Ciò significherebbe una perdita di 400 miliardi
di dollari, vale a dire circa il 10 per cento del Pil cinese. Queste perdite
finanziare sono, tuttavia, compensate dai vantaggi della crescita
mercantilistica? Supponiamo che la Cina badi più alla crescita che
al consumo (i nostri calcoli si rifanno alle preferenze rivelate del governo
cinese). Supponiamo anche che la sottovalutazione abbia funzionato, generando in un
determinato periodo una crescita che altrimenti non sarebbe avvenuta. E
diamo pure per scontato che negli ultimi dieci anni il mercantilismo cinese
abbia portato a un tasso annuale di crescita della produttività dell1 per
cento (compatibile con le
ricerche di Rodrik e di altri). Questo consistente aumento della produttività
ha generato, nel giro di dieci anni, un 10 per cento in più di Pil . Con il
deprezzamento delle riserve si perde un anno di crescita del Pil. Però, questo
Pil più alto rappresenta un vantaggio permanente, che si ripete anno dopo anno
e che si estende ben oltre il periodo dei dieci anni. Una quantificazione
precisa dei benefici dipende da numerose variabili, ma lordine di
grandezza è comunque evidente: lincremento totale del Pil dovuto alla strategia mercantilistica è
considerevolmente più elevato dei costi finanziari. La Cina
dovrebbe pertanto riconoscere di aver deliberatamente scelto una strategia
mercantilistica. Tale strategia ha portato tutti gli enormi benefici voluti
dalle autorità cinesi, ma ha anche comportato costi inevitabili, il rovescio
della medaglia dei benefici della crescita. Pertanto, se vanno accolti con
favore gli appelli della Cina a una rivalutazione del dollaro,
questi non dovrebbero però trasformarsi in un tentativo di evitare i costi
finanziari. Sono costi da cui non si può prescindere e, per giunta, sono
piccola cosa rispetto ai vantaggi in termini di crescita che ne sono derivati.
Il mondo intero, in questo periodo, fa molta fatica ad accettare il salvataggio
dei debitori. Ben diverso sarebbe dover salvare anche il più grande creditore:
questo sembra infatti essere il reale obiettivo dei governanti cinesi,
camuffato da richiesta di cambiare il sistema basato sul dollaro. Cina
e Stati Uniti, attraverso il commercio e il movimento di capitali, sono ora
uniti come due gemelli siamesi persi uno dentro laltro, per usare
le parole di Salman Rushdie. La Cina
ha scelto questo abbraccio a occhi aperti, come parte del contratto. Ha goduto
dei suoi benefici. Ora vuol dividersi per evitarne i costi. Ciò non è
auspicabile, né tanto meno si dovrebbe permetterlo. Il testo originale in
inglese su Real Time Economics (traduzione di Daniela Crocco) Foto: da
internet
( da "Affari Italiani (Online)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi/ La Cina preme per la 'nuova moneta'.
Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 11:00 Di Alberto Fattori - da
Shanghai La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella
riscrittura delle regole cardine del futuro del mondo moderno. Fino ad ora, con la forza delle proprie
esportazioni, si era imposta solo come la "fabbrica del mondo",
contribuendo non poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti
paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Ora però, sotto l'incalzare della
crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento
per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi
di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e
continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che la Cina sia seriamente
propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo venturo,
dall'influenza del dollaro, proprio per evitare che i destini del mondo
continuino ad essere legati, in maniera indissolubile, ai destini di una sola
nazione. Da qui la proposta cinese: creare una "nuova moneta"
chiamata "di riserva". Ma questa proposta cinese, non vuole essere il
preludio per l'ingresso dello stesso Yuan in detto paniere o la sostituzione
del dollaro con altra valuta, ma la creazione di una NUOVA MONETA, non coniata
da alcun singolo paese e patrimonio dalla Comunità Internazionale tutta, quale
bene comune in grado di fornire stabilità agli scambi tra le nazioni. Un'idea
utopica? Tutt'altro. Dall'idea alla pratica, i dirigenti della Banca Centrale
Cinese hanno pertanto proposto che questa "nuova moneta" sia gestita
dal Fondo Monetario Internazionale, sfruttando i già esistenti "diritti
speciali di prelievo" della Fmi che basati su un paniere allargato di
Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina Inglese, permettono già ora, di essere
usati come unità di conto dal Fmi e da alcune organizzazioni multilaterali.
pagina successiva >>
( da "Affari Italiani (Online)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi/ La Cina preme per la 'nuova moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli
Usa Venerdí 27.03.2009 11:00 Questo
approccio cinese, espresso dal Governatore della Banca Centrale Zhou Xiaochuan,
è fortemente connesso anche al fatto che per aiutare le economie più deboli, la
"nuova moneta" potrebbe consentire di sostenere molti di questi paesi,
spesso ricchi di materie prime, ora "vittime" inconsapevoli delle
bizze delle economie già sviluppate, che rende impossibile qualsiasi
pianificazione sui lunghi periodi di cui necessitano. Le ragioni dei timori
cinesi rispetto al dollaro alla base di questa proposta, sono stati espressi di
recente dallo stesso Premier Wen Jiabao, quando nella conferenza stampa a
conclusione della sessione annuale del Parlamento Cinese, si era detto
"preoccupato" per gli investimenti cinesi in dollari in buoni del tesoro
americano. Ma mentre tutti i commentatori internazionali hanno pensato si
riferisse solo alla paura cinese per un Default USA, in realtà il messaggio
cinese agli Americani era ben diverso: che non creassero le premesse per il
rilancio dell'inflazione e una svalutazione delle propria moneta, per così
diluire nel tempo i propri debiti con l'estero, tra cui anche quelli con la Cina.
Ma come i Cinesi vorrebbero attivare questa nuova moneta? Lo dice lo stesso
governatore della Banca Cinese: attraverso un allargamento del paniere che già
compongono i "diritti speciali" di prelievo e l'atto da parte degli
Stati membri di affidare la gestione di una parte delle proprie riserve
valutarie al Fmi. Questa azione, ha aggiunto il governatore Zhou, "necessita
di straordinaria visione politica e coraggio" richiamando la sua posizione
a quella di una proposta simile fatta dall'economista Keynes nel 1940. In vista
dell'imminente G20 di Londra, appare quindi chiaro che la Cina non
intenda essere semplice spettatrice, ma soprattutto non ritiene più sia il
tempo per "effetti placebo" sull'economia e finanza mondiale, ma che
invece occorra agire prendendo decisioni strutturali che "cambino gli
scenari" futuri, dalle fondamenta. < < pagina precedente
( da "Caserta News" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo 2009 II giornata
di Exporienta EVENTI | Atripalda Il Cnr, i laboratori speciali, le università e
le tavole rotonde: la quarta edizione di Exporienta, salone regionale della
formazione e della scuola, entra nel vivo. Secondo giorno di attività nel
Centro Servizi P.M.I di contrada San Lorenzo ad Atripalda con Giuseppe Iacomino
e Piero De Prisco del Cnr di Avellino e il convegno dal tema: "La ricerca:
occasione di sviluppo determinante per la crescita del Mezzogiorno". «I
ragazzi non devono smarrire curiosità e fantasia e la scuola dovrebbe essere in
grado di far emergere le peculiarità dei ragazzi e le loro vocazioni. I giovani
devono avere il coraggio di seguire la propria strada, di fare ciò che gli
piace e non badare soltanto all'aspetto remunerativo. Abbiamo bisogno di figure
professionali esperte che sappiano collegare competenze al proprio territorio»,
così Piero De Prisco. Nel corso del convegno, il Cnr ha presentato gruppi di
lavoro che si occupano di ricerca e di sviluppo nei vari ambiti della vita
quotidiana. Lo studio Idefix, ad esempio, ha esaminato le abitudini alimentari
degli Italiani, mentre altri gruppi di lavoro hanno studiato fenomeni di
intolleranza alimentare come la celiachia, oppure l'importanza del packaging
per la conservazione dei prodotti e le prospettive di sviluppo connesse. In
generale, è emerso che la ricerca è un fattore propulsivo e determinante
dell'economia ed è fondamentale per la scoperta delle potenzialità e delle
tipicità locali. «Le piccole e medie imprese non hanno gli strumenti e le
finanze necessarie per investire nell'innovazione», così invece Giuseppe
Iacomino. Compito del Cnr è, dunque, quello «di investire nell'innovazione e,
in questo senso, siamo sempre disponibili ad accogliere studenti e giovani nel
nostro centro, affinché possano collegare i propri studi con il mondo della
ricerca». «Dalla Ricerca alla Formazione ma anche dalla Formazione alla
Ricerca» così il Prof.De Prisco ha rilanciato l'importanza della formazione in
termini di sviluppo. Le Università In questo quadro si arricchisce di
significato l'interesse mostrato dagli studenti in visita al Salone per l'
offerta didattico-formativa illustrata dalle Università, anche attraverso
attività laboratoriali. Presenti, tra le altre, l'Università Commerciale
"L.Bocconi" di Milano , che non ha riscontrato in altre fiere,
un'affluenza e una partecipazione come quella di Exporienta. Si sono registrate
pre-iscrizioni; così pure per l'Università Carlo Cattaneo LIUC.
Entrambe hanno puntato sui dati incoraggianti del loro placement. Registrato l'interesse dei ragazzi a
conoscere dal vivo le infrastrutture e i corsi di laurea, i programmi di studio
all'estero dell'Università degli Studi di Cassino. Il 98% della richiesta di
informazione dell'Università degli Studi del Sannio ha riguardato l'offerta
formativa in generale e in particolare la facoltà di Ingegneria. Questa,
insieme alle Facoltà di Medicina e Farmacia e ai percorsi di studio relativi a
professioni nell'ambito della sanità si sono rivelate in generale, quelle che
maggiormente incuriosiscono gli studenti. Disegnare orizzonti è la mission
rivelata dall'Università degli Studi di Bari attraverso la propria offerta
d'Orientamento in entrata, in itinere e in uscita. La solidarietà Ad
Exporienta, però, c'è posto anche per la solidarietà grazie al racconto del
Presidente della Bimed Tommaso Maria Ferri, reduce da una missione umanitaria
nelle Filippine. La sua testimonianza è stata toccante ed emozionante e ha
rappresentato un momento di riflessione importante per studenti e docenti.
«Pensavo che nelle Filippine stessero un po' meglio, ma, una volta che sono
arrivato lì, mi sono dovuto ricredere perchè non c'è assolutamente nulla in
grado di trattenere giovani e meno giovani», ha raccontato con foga ed entusiasmo
Ferri, mostrando una serie di immagini che hanno documentato il suo viaggio.
«Spero che il mio racconto, fatto di tante piccole ma significative storie, vi
possa servire come stimolo per chiedervi cosa possa fare per ritrovare il vero
senso della vita e il valore delle cose semplici», ha detto il Presidente della
Bimed ai giovani presenti in sala. «Credo che questa ora di solidarietà sia
davvero importante per voi giovani, perchè rappresenta un momento di crescita
collettiva e un'occasione per focalizzare l'attenzione sulla tutela dei diritti
dei bambini e dei ragazzi in ogni parte del mondo», ha concluso Andrea Iovino.
A lezione di economia con il prof. Gerardo Metallo, ordinario di management e
sviluppo di impresa e finanza aziendale, dipartimento studi e ricerche
aziendali, Università degli studi di Salerno. Una interessantissima lezione di
economia ha visto coinvolto il professor Gerardo Metallo e gli studenti di
Aversa e di Calitri: globalizzazione, crisi economica e professionalità i temi
toccati nel corso dell'incontro. «La crisi che stiamo attraversando non deve
essere vissuta con passività ma deve essere un'occasione per intervenire e
imparare. Le precedenti depressioni vissute nel '29 e negli anni settanta ci
hanno insegnato interventi e investimenti che ne hanno ridotto tempi e portata
e che, pertanto, ci fanno ben sperare per la risoluzione della crisi attuale»,
ha detto il prof. Metallo che si è soffermato anche sul
concetto di globalizzazione. «E' un fenomeno che non può essere arginato o bloccato
con il protezionismo, così come si poteva fare
qualche anno fa. Oggi tutti sappiamo cosa accade in ogni angolo del mondo e la
sfida è quella di confrontarsi con giovani e professionalità di tutto il globo.
E' necessario governare la globalizzazione e sfruttare i vantaggi che offre,
attraverso la professionalità e le competenze che voi giovani dovete acquisire
per essere competitivi nel mondo del lavoro», ha spiegato il docente
universitario che ha chiuso l'incontro, rispondendo alle numerose domande che
gli studenti hanno posto. "Gestire la crisi", le tavole rotonde Ma
Exporienta è anche confronto incontro tra le parti sociali, quelle
istituzionali e il mondo del lavoro all'interno delle tavole rotonde
organizzate nella struttura atripaldese. Prima il tema "Gestire la crisi. Quale 2009 per famiglie e imprese"
che ha visto confrontarsi sigle sindacali, mondo del lavoro e della scuola.«Il
racconto di questa crisi che sta attraversando il nostro Paese ha generato
allarme e panico nei nostri ragazzi e, parallelamente, è aumentata
esponenzialmente la percentuale di ragazzi, anche al di sotto dei quindici
anni, che abusa di alcool e droghe leggere per affrontare la paura del domani.
In questa situazione complessa e articolata si deve inserire la scuola che,
ovviamente, non può e non deve agire da sola», è stata questa la lucida e
puntuale analisi introduttiva di Andrea Iovino, direttore della Bimed, alla
tavola rotonda sul tema "Gestire la crisi. Quale 2009 per famiglie e
imprese". Sindacati, imprenditori, lavoratori e istituzioni si sono
confrontati nel corso del quarto Salone regionale della formazione Exporienta
nel centro servizi di San Lorenzo ad Atripalda. Nel pomeriggio, oltre alla
presenza dell'onorevole Nunzia De Girolamo, deputata Pdl, si è svolta la tavola
rotonda "Salute e sicurezza sui luoghi di lavoro" con la presenza di
Ugo Santomauro dell'Aias e Giangiorgio Carta, Associazione Ventunoserosei
Milano. Il programma dell'ultima giornata L'ultima giornata di Exporienta
inizierà alle 10.00 nel Buleèpoint con "Presentazioni Buone Prassi" a
cura dell'Istituto Tecnico per Geometri "O. D'Agostino"
Avellino/Agenzia del Territorio Avellino e dell'Istituto Statale d'Arte
"F. Menna" di Salerno. Proseguirà con l'incontrointervista
con il Prof. Roberto Parente del
Dip. di Studi e Ricerche Aziendali Università degli Studi di Salerno, sul
tema "La ricerca: opportunità determinante per la crescita economica del
Mezzogiorno". Alle 12.30 "Le Fondazioni per lo sviluppo del Paese e
la prospettiva delle nuove generazioni",incontro con la Fondazione per il Sud e la Fondazione Giovanni
Agnelli. A seguire la presentazione del Progetto Qualità: "Comunicazione
efficace e programmazione neurolinguistica" a cura dell'Ufficio Scolastico
Regionale per la Campania, Direzione Generale, Polo di Qualità di Napoli,
Responsabile Angela Orabona. Il Programma del Bluepoint terminerà alle 15.45
con la Terza sessione di Expoforma: "Diploma di Scuola secondaria
Superiore e Diploma di Laurea: titoli spendibili in ambito ai Paesi della Comunità
Europea. Il quadro normativo nella mobilità nazionale e internazionale per la
formazione". Nell'Orangepoint alle 10.00 l'incontro - dibattito: "Un sistema
in crescita: servizi sociali e formazione nei Piani di zona". Apriranno
l'incontro i saluti del dott. Antonio Orecchio Sub Commissario Prefettizio, del
dott. Arturo Risceglie, Dirigente del Settore Lavoro, Formazione, Politiche
Sociali e Giovanili della Provincia di Avellino e introdurrà il dibattito la
dott.ssa Tiziana Di Giovanni, Funzionario Ufficio Politiche Comunitarie della
Provincia di Avellino. Seguirà la tavola rotonda sul tema: "Istruzione e
Cultura: le opportunità di lavoro del settore nel Mezzogiorno. Presentazione di
una buona prassi Il Parco Scolastico del Mezzogiorno".
( da "Caserta News" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì 27 Marzo
2009 Protezione Civile, partono lavori stazione idrometrica LAVORI PUBBLICI |
Benevento Partiranno oggi i lavori per l'installazione di una stazione di
monitoraggio idrometrico sul fiume Sabato, nei pressi del ponte di Santa Maria
degli Angeli. La stazione consentirà il monitoraggio del livello delle acque
del fiume e, di conseguenze,
aumenterà la sicurezza di tutte le zone a rischio innondazione. L'intervento,
annunciato dall'assessore alla Protezione Civile del Comune di Benevento,
Enrico Castiello, è stato finanziato nell'ambito del POR Campania 2000/2006,
finalizzato alla "Espansione ed alla integrazione funzionale della rete di
monitoraggio meteopluvioidrometrico in tempo reale". "La
strumentazione ha specificato l'assessore Castiello si aggiunge a quella
già in funzione presso Ponte Valentino, sul fiume Calore e potenzia difatti i mezzi a disposizione della
Protezione Civile locale. In occasione di eventi naturali come le inondazioni,
infatti, avere la possibilità e la capacità di allertare per tempo tutti i
residenti delle zone a rischio è di importanza primaria. Grazie a questa nuova
stazione avremo la possibilità di garantire maggiore sicurezza a molti nostri
concittadini".
( da "Stampaweb, La" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
GINEVRA Nella graduatoria annuale
del World Economic Forum, la Danimarca si è rivelata il Paese con l'economia
più collegata in Rete del mondo davanti alla Svezia e agli Usa,
piazzandosi al primo posto, mentre l'Italia scivola fino alla 45ma posizione su
un totale di 134 Paesi, dal 42mo posto dell'anno scorso (su 127). Seguono nella
classifica del Global Information Technology Report 2008-2009, giunta allottava
edizione, Singapore e Svizzera al quarot e quinto posto, chiudono Zimbabwe,
Timor est e Ciad. Come lanno scorso, lItalia - con un punteggio di
4,16 contro il 5,85 del primo della classe - è preceduta da tutti i grandi
Paesi membri del G7: oltre agli Usa terzi,
Canada decimo, Regno Unito quindicesimo, Giappone (17), Francia (19) e Germania
(20). è inoltre scavalcata da paesi come la Tunisia (38/a) o la Giordania
(44/a). Precede appena la Cina,
salita di 11 posizioni al 46/o posto. La classifica del rapporto è stilata in
base del Networked Readiness Index, che misura la propensione dei Paesi
a sfruttare efficacemente le Ict da tre punti di vista: contesto (commerciale,
regolatorio e infrastrutture), capacità di individui, aziende e governi a
trarre vantaggi delle Ict ed infine lutilizzo effettivo delle tecnologie.
Alla voce "contesto", lItalia resta penalizzata dai bassi voti
ottenuti in materie quali gli effetti e lestensione della tassazione
(129/a), il peso delle regolamentazioni governative (130) o i tempi per attuare un contratto (121). Sul
fronte "capacità", il Paese risulta penalizzato dalla bassa
importanza attribuita dal governo alle Ict (125), ma globalmente i voti sono
discreti, in particolare per il costo della banda larga (3). Nel capitolo
"utilizzo", lItalia è settima per utenti di telefonia mobile. Per Irene Mia,
Senior Economist del Wef e co-autrice del rapporto, il successo delle economie
prime in classifica mostra la strada da percorre, con laccento posto su
educazione, innovazione e accesso. Per
lesperta
«settore pubblico e privato non devono perdere di vista limportanza
dellinformazione quale fattore importante della crescita e della
competitività in tempo di crisi». + Il rapporto del World Economic Forum
( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
(ASCA-AFP) - Santiago del Cile,
27 mar - Il vice presidente Usa Joe Biden e il Premier britannico Gordon Brown
apriranno oggi nella capitale cilena la ''Progressive Governance 2009'',
conferenza di due giorni che tentera' di affrontare le strategie comuni contro
la crisi finanziaria che anticipa il G20 di Londra. Alla conferenza
parteciperanno i primi ministri di Norvegia, Jens Stoltenberg, e Spagna, Jose'
Luis Rodriguez Zapatero. Previsti anche i presidenti di Argentina, Cristina
Fernandez Kirchner, Brasile, Inacio Luis Lula da Silva, Cile, Michelle Bachelet
e Uruguay, Tabare' Vazquez. Il tema della due giorni, che terminera' con una
conferenza stampa sabato, sara' incentrato sulla ''globalizzazione
inclusiva''. A margine del summit Brown e Biden prenderanno parte ad una visita
ufficiale del Paese cileno. Biden, che si rechera' successivamente in Costa
Rica, cerchera' di carpire le preoccupazioni e le aspirazioni dei leader locali
in vista del prossimo 'Summit of the Americas', che avra' luogo a meta'
aprile a Trinidad e Tobago, e che rappresentera' per il presidente Barack Obama
il primo grande vertice regionale per la nuova amministrazione statunitense.
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
G20/ Attali: Sarà fallimento ma
diranno che è successo di Apcom Usa e Cina hanno
visione chiara della crisi -->Taormina(Messina), 27 mar. (Apcom) -
"Credo che il G20 della prossima settimana sarà un fallimento, anche se
verrà presentato come una storia di successo". Lo ha sostenuto oggi a
Taormina l'economista francesce, Jaques Attali, al Forum Futuro Fertile di Confagricoltura,.
Secondo Attali "sarà un fallimento perché si prenderanno decisioni per le
agenzie di rating, per gli hedge fund ma nulla verrà fatto per intervenire
sulla City di Londra che è il posto più pericoloso, invece niente verrà fatto
per riorganizzare il sistema e niente per stabilizzare le valute e i prezzi che
è un elemento vitale, soprattutto per l'agricoltura, per avere una visione a
lungo termine". L'economista ha poi sostenuto che Usa e Cina hanno una
visione chiara della crisi. "La Cina con 2 miliardi di riserve vuole tornare ad essere la Cina e ci sono grandi opportunità per le imprese italiane,
soprattutto in campo agricolo, perché la Cina sta per stanziare per il 2009-2010 il 20% del Pil per la
ristrutturazione agricola". Secondo Attali anche gli Usa
hanno una visione chiara della crisi e "ci sono molti soldi che si stanno
investendo e non solo per le banche ma anche, per esempio, per le
biotecnologie, mentre in Europa manca una visione chiara e non c'è una
leadership politica".
( da "Mattino, Il (Nazionale)" del
27-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino,
Il (Benevento)) (Mattino, Il (City))
Argomenti: Cina Usa
Pasquale Esposito Nomadismo, globalizzazione, confini, integrazione: in una parola, transiti.
Di persone, ma anche di idee, della loro circolazione. E «Transits» è il titolo
del progetto che inaugura la nuova stagione espositiva della Project room del
Madre, là dove si sperimentano nuove espressioni, dove si dà più spazio ai
giovani. E giovani sono i due curatori per la stagione 2009-2010,
Adriana Rispoli ed Eugenio Viola (che succedono a Gigiotto Del Vecchio e
Stefania Palumbo, ora a Berlino) già con molte mostre all'attivo - in gallerie
(la Changing Role) o in spazi pubblici («Sistema Binario» alla Stazione di
Mergellina). Prima esposizione «Transit 1», tappa iniziale di un percorso che
prevede anche altri due segmenti, «Spots» (mostre brevi di giovani artisti) e
«Tangenze», a sottolineare lo sconfinamento fra le arti: a giugno - ha
informato il direttore del Madre, Eduardo Cicelyn - un programma di
performances e proiezioni di materiali d'archivio darà conto di questo concetto
che evidenzia la multidisciplinarietà dei linguaggi dell'arte, e la loro
interconnessione. Il Madre presenta lavori di due artisti egiziani Sherif
El-Azma e Nermine El Ansari e del napoletano Domenico Antonio Mancini, che è
stato al Cairo per un programma scambio, di residenza e di esposizione, così
come El-Azma e la El Ansari sono a Napoli da circa venti giorni. Queste
permanenze determinano opere site-specific che - sottolineano i curatori - «traggono
spunto da considerazioni sulle realtà socioculturali geograficamente
circoscritte che si universalizzano attivando una serie di cortocircuiti sulla
storia, sul presente e il passato con la sua pesante eredità». Questa mostra
sarà esposta al Cairo dal 24 maggio, nel quadro di un progetto di interscambi
con artisti di Istanbul, Tel Aviv, Beirut e Atene. Fa parte del progetto anche
il wall-paper di Mariangela Levita, «Empathy», che molti avranno notato in giro
per la città, e che qui è in mostra sul muro esterno della palazzina che ospita
la Project room: dentro ci sono i lavori dei due giovani artisti egiziani, un
raffronto tra un anfiteatro della antichità classica, quello di Pompei, un
plastico accompagnato da un sonoro da stadio di oggi, un video a 3D sullo
stadio San Paolo: infine una terza opera, di Mancini, che dialoga con quelle
dei due colleghi cairoti, e che rappresenta lo stemma della Repubblica
Egiziana, un'aquila con al centro uno scudetto con i tre colori italiani. Per
«Transit 1» Mancini propone anche un intervento metaforico, definito di
vaporizzazione, con l'ausilio delle audioguide del Madre, al cospetto della
grande carta geografica di Alighiero Boetti in mostra al terzo piano di Palazzo
Donnaregina.
( da "SaluteEuropa.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
27/03/2009 Nanotecnologie,
l'Italia s'e' desta? Le nanotecnologie provenienti da tutto il mondo si danno
appuntamento a Roma, dal 31 marzo al 3 aprile, in occasione di Nanotec2009.it:
il convegno internazionale organizzato da AIRI / Nanotec IT (Associazione
Italiana per la Ricerca Industriale - Centro Italiano per le Nanotecnologie),
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Veneto Nanotech, alla cui
realizzazione collabora l'Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE). La
manifestazione ha ricevuto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e i
patrocini dei ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, Salute e
Politiche sociali, oltre che del Comune di Roma. L'iniziativa rappresenta
l'occasione annuale per fare il punto sulla ricerca in questo promettente
settore, con la partecipazione dei rappresentanti delle più importanti realtà italiane
e di esperti di fama internazionale. I lavori saranno ospitati dal CNR, nella
Sala Convegni della sua sede di piazzale Aldo Moro 7, a Roma. L'obiettivo di
Nanotec2009.it, con il contributo di rappresentanti del mondo scientifico,
industriale e di quello economico e istituzionale, è fornire un quadro completo
su attività, prospettive ed esigenze delle nanotecnologie in Italia; presentare
gli sviluppi più recenti e le tendenze, a livello mondiale, per ciò che
riguarda ricerca, applicazioni e governance; stimolare l'avvio di iniziative di
collaborazione, coordinamento e sostegno che facilitino e rendano più efficace
l'attività nel settore. Molti i temi di confronto. A partire dalla governance,
passando per nanomedicina (salute e dispositivi medicali), sviluppo sostenibile
(energia, trasporti, ambiente), ICT, elettronica, security fino al Made in
Italy (materiali avanzati, agroalimentare, conservazione beni culturali...).
Nella prima giornata, oltre alla presenza dei presidenti del comitato
organizzatore, sono previsti interventi di rappresentanti dei ministeri dello
Sviluppo economico e della Salute, della Commissione europea e la
partecipazione di scienziati italiani e stranieri. Tra il 31 marzo e il 2
aprile interverranno le principali organizzazioni dedicate alla ricerca e alle
applicazioni delle nanotecnologie. Molte sono pubbliche come CNR, INSTM
(Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei
materiali), CIVEN (Coordinamento interuniversitario veneto per le
nanotecnologie), NANOFAB (Nanofabrication Facility del Veneto), gli atenei di
Milano Bicocca, Padova, Tor Vergata (Roma), Venezia, Modena e Reggio Emilia,
Pisa, Firenze, Perugia, Catania, Gutenberg University, l'Istituto superiore di
sanità, l'Istituto superiore per la conservazione e il restauro. Ma anche
l'imprenditoria privata vanta numerose partecipazioni, con aziende quali Mapei,
Ferrari, Colorobbia, Italcementi, STM, Bracco, Elsag, Fidia, Centro ricerche
FIAT, ENI, A.P.E. Research, Selex S.I.,CTS, Lux Research. Infine, la giornata del 3 aprile sarà dedicata al networking, con
presentazioni e incontri one-to-one per promuovere collaborazioni industriali e
di ricerca, a cui parteciperanno anche Venture Capitalists, provenienti da
Italia, USA, Giappone e Cina. Il programma
completo di Nanotec2009 è disponibile sul sito Internet www.nanotec2009.it
( da "fashionMagazine.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
27 Marzo 2009 La stampa estera
mette alla gogna il "finto made in Italy" I media internazionali
accusano il settore moda italiano: sono sempre di più i prodotti che vengono
realizzati allestero e spacciati per "made in Italy". È quanto emerge da una ricerca condotta dallOsservatorio
Internazionale della Moda per conto del Comitato Lombardia per la Moda che,
dall1 gennaio 2007 al 15 marzo 2009, ha monitorato circa 1.000 articoli sulle
principali testate in 12 nazioni.
Australia, Austria, Cina, Francia, Germania, Gran
Bretagna, India, Emirati Arabi, Russia, Spagna, Svizzera, Usa sono i
Paesi analizzati dalla ricerca. Secondo un rapporto della World Luxury
Association si legge sullAsia Times del 14 aprile 2007 entro la fine del 2009 ben il 60% delle aziende del
lusso sposterà allestero la produzione dei propri articoli. Fra i settori più
colpiti, come riporta Le Figaro dello scorso 24 febbraio, ci sarebbero il
tessile e labbigliamento. Per il quotidiano francese Les Echos (6 maggio 2008), alcuni brand
delocalizzano una parte consistente della produzione per poi concludere la
lavorazione in Italia, al fine di apporre letichetta made in Italy. E
non è una scoperta, quella del Newsweek, quando afferma che Prato ha cominciato a delocalizzare il lavoro in Cina
e in Bangladesh (2 luglio 2007). Oggi la regione è piena di manodopera cinese,
per la maggior parte illegale: delle 4.275 imprese tessili locali, 2.500 sono
di cinesi. E a queste sembra si affidino alcune delle griffe più note. A simili
strategie non corrispondono però politiche di prezzi più eque, si legge sul
libro Deluxe:
how luxury lost its lustre di Dana Thomas. Secondo alcuni starebbe
emergendo una nuova tendenza: molti porrebbero sul retro dei capi la dicitura Designed in Italy/England/France
mentre quella Made in China sarebbe applicata in posti ben
nascosti. La delocalizzazione è un fenomeno che va letto non come
unopportunità che i nostri stilisti hanno colto, bensì come una necessità
che gli stessi hanno dovuto fronteggiare,
per vincere la sfida competitiva sui mercati esteri, afferma
Giovanni Bozzetti, presidente del Comitato Lombardia per la Moda. E prosegue:
È necessario introdurre normative comunitarie che ostacolino la
produzione allestero e limportazione
di merci da quei Paesi che attualmente godono di misure protezionistiche che
non tutelano la libera concorrenza. Lappello è rivolto anche al Governo,
che dovrebbe provvedere a sostenere, attraverso aiuti mirati, la promozione del
made in nel
mondo. Nazionalisti a oltranza, i francesi (le Monde) sottolineano
limpegno da parte di alcune maison (Chanel, Vuitton, Hermès) volto a
rafforzare la produzione interna delle proprie creazioni. Forse non hanno
considerato che, anche in Italia, cè
chi difende senza se e senza ma il valore del vero made in Italy,
come punto di forza imprescindibile. c.me.
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Protezione civile, domani un
convegno Venerdì 27 Marzo 2009, (E.M.) All'interno dell'esercitazione di
Protezione civile sul "rischio idraulico", che, su input dell'Alta,
Associazione Lagunari truppe anfibie, interesserà la penisola di Rosolina Mare
ed il suo hinterland, marino e fluviale, domani e domenica, si terrà anche un
interessante incontro/convegno. Il meeting si svolgerà in piazzale Europa a
Rosolina Mare, domani con inizio alle 18, ed il tema, come riferisce il
presidente Alta di Rosolina, Tomaso Marangon su
segnalazione del vicepresidente nazionale Alta con delega alla Protezione
Civile, Roberto Zaffin, sarà il seguente: "L'Alta, nel sistema di
Protezione Civile provinciale, regionale, nazionale". Vi parteciperanno:
Agostino Miozzo ed Elvezio Galanti, del Dipartimento nazionale Protezione
Civile: i generali Saltini ed Assenza, il sindaco di Rosolina Luciano Mengoli,
l'assessore provinciale alla Protezione civile, Chinaglia, ed il responsabile
della Protezione Civile del Veneto.
( da "Gazzettino, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Pyongyang minaccia il riarmo
nucleare Venerdì 27 Marzo 2009, TOKYO La Corea del Nord va avanti con il suo
programma di lancio, tra il 4 e l'8 aprile, di un missile balistico per la
messa in orbita di un satellite e minaccia anche la ripresa dei programmi nucleari.
Iniziative punitive del Palazzo di Vetro dell'Onu saranno considerate «atti
ostili» e faranno «invertire il processo di denuclearizzazione», ha scritto
l'agenzia del regime comunista riportando una nota del ministero degli Esteri
nordcoreano. L'abbandono dei piani atomici di Pyongyang si basa sull'accordo
del settembre 2005 che prevede la progressiva denuclearizzazione nell'ambito di
un negoziato a Sei (in stallo dallo scorso dicembre per contrasti sulle
procedure di verifica) che coinvolge le due Coree, Usa, Russia, Giappone e Cina. Oggi a Washinton si terrà un vertice trilaterale tra Usa, Giappone e Corea del Sud. I tre Paesi ritengono che il previsto
lancio spaziale sia, in realtà, un test di un missile militare
intercontinentale che metterebbe l'intera area del Pacifico alla mercè delle
armi nucleari nordcoreane. «Vorremmo ricordare - ha aggiunto la nota -
che non sono pochi i Paesi al mondo che lanciano satelliti; ma il Consiglio di
sicurezza non è mai intervenuto per evitare eventi del genere». La dura presa
di posizione è giunta dopo una giornata di tensione crescente: Pyongyang in mattinata
ha ribadito i fini «pacifici» dei suoi lanci spaziali e si scaglia contro «la
Corea del Sud (bollandone i leader come "traditori") e i suoi
alleati» - Usa e Giappone - accusati di pressioni indebite per
impedire un esperimento spaziale scientifico. Nel clima di tensione si
inserisce la stizzita reazione di Pechino all'annuale rapporto sulla situazione
militare cinese curato dal Pentagono. Il ministero degli Esteri della Rpc
ammonisce gli Usa ad «abbandonare la mentalità da guerra fredda» e
smettere di stilare rapporti sull'esercito cinese «interferendo» negli affari
interni della Cina. Il rapporto, il primo sulla Cina stilato
durante la presidenza Obama segue di pochi giorni la polemica su una presunta
nave spia americana circondata e minacciata da motovedette cinese al largo
dell'isola di Hainan.
( da "Gazzettino, Il (Pordenone)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Dodici Nazionali al Memorial
Cornacchia Attenzione agli indiani. Sisley, Anderlini Modena e Club Italia tra
i favoriti. C'è anche Israele Venerdì 27 Marzo 2009, Pordenone (na.lo.)
Parecchie novità in vista per la 27. edizione del torneo internazionale
maschile e femminile dedicato alla memoria di Ferruccio Cornacchia, con la
categoria Under 19. La Polisportiva San Giorgio non ha avuto vita facile a
mettere assieme Nazionali come Tunisia e Algeria con Israele. C'è stato anche
chi, come l'Egitto, prima si è iscritto, poi si è ritirato per protesta e
infine ha chiesto ufficialmente scusa. Sta di fatto che il Cornacchia, anno
dopo anno, si va ritagliando uno spazio europeo d'altissimo livello sia per
numero d'iscritti che per qualità media di gioco. Anche quest'anno saranno 12
le Nazionali di categoria che parteciperanno, con l'obiettivo di preparare le
rassegne continentali di giugno. In occasione della vernice della
manifestazione dedicata al volley pasquale (10-13 aprile), nel salotto buono
della Provincia, il presidente del Coni Lorenzo Cella ha chiesto ufficialmente
ai dirigenti del Cornacchia di gemellarsi con i Mondiali di volley che si
svolgeranno in Italia (una delle sedi sarà Trieste) per promuovere l'evento.
Ben sapendo che organizzare un appuntamento come quello della San Giorgio
richiede lo stesso impegno d'allestimento profuso per gli Iridati. «Con delle
differenze - spiega il promoter Tiziano Cornacchia -. Il mondiale ha 4 anni di
tempo per l'allestimento e milioni di euro nel proprio budget, mentre noi siamo
lontani da entrambe le situazioni: tempi stretti e fondi limitati». Come ogni
anno i Comuni interessati, la Provincia e la Regione saranno vicini alla
manifestazione. Una sostanziale spinta economica è arrivata dall'assessorato
allo Sport del Friuli Venezia Giulia, rappresentato da Elio De Anna, che punta
a favorire eventi che abbiano come finalità l'educazione dei giovani e la
promozione del territorio. Dal punto di vista tecnico sarà il raggruppamento
maschile quello più blasonato. Non solo per la presenza di formazioni del
livello di Sisley Treviso, Anderlini Modena e Antonveneta Padova, ma
soprattutto per la possibilità di vedere all'opera compagini come India
(vincitrice nel 2006 e 2007), Israele, Tunisia, Svizzera, Algeria e i detentori
del Club Italia. Tra le novità il coinvolgimento del Veneto, con Gruaro che
vedrà lo svolgersi del girone D femminile e Bibione che accoglierà la
finalissima rosa. Come di consueto, venerdì 10 aprile la cerimonia d'apertura
vedrà sfilare tutti gli atleti lungo le vie del centro cittadino, fino a piazza
XX Settembre. Nella stessa giornata ci sarà anche un importante aggiornamento
tecnico per i direttori di gara triveneti. Potranno confrontarsi con Benito
Montesi, già fischietto internazionale e attuale direttore del Centro di
qualifcazione nazionale per arbitri. Le partite prenderanno il via nella
mattinata di sabato e si concluderanno con la finalissima maschile, al Forum di
via Rosselli, alle 16.30 di lunedì 13. Anche quest'anno il quartier generale verrà
ospitato nella Fiera di Pordenone, che metterà a disposizione due padiglioni
con oltre mille coperti per consumare i pasti e organizzare altri momenti
aggregativi. Importante sarà la presenza della sala medica curata da Massimo
Neri. Da quest'anno verrà aperto un Internet Point gratuito per tutti i
partecipanti. Da non dimenticare il peso fondamentale di centinaia di volontari
e degli studenti degli stage formativi "School & Sport Workshop"
provenienti dai licei Leopardi-Majorana, Grigoletti di Pordenone e Pujati di
Sacile. Accompagneranno le comitive come interpreti durante il loro soggiorno
pordenonese e gestiranno segreteria e ufficio stampa. Non mancherà la serata
musicale, con Goldmine e Virus Concerti. Si terrà nella nottata di Pasqua al
Deposito Giordani. Sul palco diversi gruppi rock. I gironi. Femminile:
PalaCornacchia Porcia (A): Domovip Porcia, BejJing School
Pechino Cina, Croazia, Tunisia. Palasport
Villotta (B): Top Team Belluno, Zhuang City Cina, Slovenia, Bayer Leverkusen Germania. Ex Fiera Pordenone (C):
Varna Bulgaria, Svizzera, Israele, Baden Wurttemberg Germania. Gruaro (D):
Notherrn Lights Usa, San Cugat
Spagna, Lussemburgo, Novi Sad Serbia. Maschile. Forum Pordenone (D):
Varna, Israele, Zuzemberk Slovenia, Sisley Treviso. Pasiano (E): Gyor Ungheria,
Algeria, Baden, Antonveneta Padova. Sacile (G): Futura Cordenons, Klagenfurt
Austria, India, Sdp Anderlini Modena. PalaGallini Pordenone (H): San Donà,
Tunisia, Svizzera, Club Italia.
( da "Giornale.it, Il" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
n. 74 del 2009-03-27 pagina 0
Obama svela la strategia di al Qaeda: "Dal Pakistan attacco agli Stati
Uniti" di Redazione Il presidente Usa lancia
la nuova strategia contro il terrorismo: "Sconfiggere e smantellare al
Qaeda è il maggioro obiettivo degli Stati Uniti". Il piano prevede linvio di
4.200 soldati in Afghanistan per addestrare le forze di sicurezza locali e di
centinaia di consiglieri civili. Entro
giugno lItalia
invierà 200-250 militari in più in Afghanistan Washington - Dopo essersi
occupato per settimane di banche, industria dell'auto e mutui per la casa, per
cercare di ridare fiato a un'economia in profonda crisi, Obama focalizza ora la propria attenzione su un'altra emergenza:
la lotta al terrorismo internazionale. "Al Qaeda sta preparando un attacco
contro gli Stati Uniti dal Pakistan", ha detto il numero uno della Casa
Bianca durante la conferenza stampa in cui ha annunciato la nuova strategia in
Afghanistan e Pakistan, sottolineando che il confine tra i due paesi "la
zona più pericolosa del mondo per gli americani". Al Qaeda in Afghanistan
e Pakistan Per il popolo americano la regione di confine tra Afghanistan e Pakistan
è diventata "la più pericolosa del mondo" perchè al Qaida è i suoi
alleati sono in quella regione. Il presidente Barack Obama ha annunciato la
nuova strategia "complessiva" per lAfghanistan e il Pakistan:
"Sconfiggere e smantellare al Qaeda è il maggioro obiettivo degli Stati Uniti perché al Qaeda ed i suoi
alleati sono un cancro che rischia di uccidere il Pakistan dallinterno".
Da qui l'appello diretto in prima persona al Pakistan affinché "dimostri
il suo impegno per sradicare al Qaeda dal suo territorio". Il Pakistan ha salutato come "molto
positivo" il nuovo approccio del presidente Usa. Il
ministro degli esteri pachistano, Shah Mahmud Qureshi, ha, infatti, spiegato
che il Pakistan "intende giocare un ruolo attivo, costruttivo in questo
frangente perché riteniamo che la nostra pace e la nostra sicurezza siano
legate allAfghanistan".
La nuova strategia Il presidente ha presentato la nuova strategia "per
smantellare e vincere" la rete del terrorismo. "Nessuno dei passi
della nuova strategia in Afghanistan e Pakistan sono facili e nessuno deve essere intrapreso dallAmerica da
sola - ha spiegato il presidente Obama - il mondo non può permettersi di pagare
il prezzo se lAfghanistan torna a sprofondare nel caos. Abbiamo una
responsabilità comune allazione perché da questo dipende la nostra pace e la nostra sicurezza". Proprio
per questo Obama ha già ordinato linvio di altri 17mila soldati in
Afghanistan, richiesti da molti mesi dal generale McKiernan. "Questi
soldati e marines aggiuntivi porteranno la lotta contro i talebani nel sud e nellest e ci
daranno una più ampia possibilità di agire in partnership con le forze di
sicurezza dellAfghanistan e dare la caccia agli insorti lungo il confine
- ha detto il presidente americano - questo incremento di truppe servirà anche a dare più sicurezza in vista delle
importanti elezioni presidenziali del prossimo agosto". I contatti con
Nato e Onu Con le Nazioni Unite gli Stati Uniti daranno vita a un nuovo Gruppo
di Contato per lAfghanistan e il Pakistan che metta assieme tutte le nazioni che hanno una parte nella
sicurezza della regione: gli alleati della Nato e altri alleati ma anche gli
Stati dellAsia
Centrale, le nazioni del Golfo e lIran, la Russia, lIndia e la Cina. Obama ha, infatti, spiegato che
l'America "non sarà sola nella lotta contro al Qaeda". "Nessuno
di questi Paesi - ha detto Obama - trae benefici da una base dei terroristi di
al Qaida e da una regione che precipita nel caos. Tutti questi Paesi hanno
interesse nella promessa di una pace duratura, di sicurezza e di sviluppo nella regione". LAmerica
ha, infatti, chiesto agli alleati Nato "non semplicemente truppe ma altre
risorse: appoggio alle elezioni afghane, addestramento delle forze di sicurezza
e un maggiore impegno civile verso il popolo afghano". Un maggiore impegno è chiesto anche allOnu sul
fronte del coordinamento degli aiuti internazionali e il rafforzamento delle
istituzioni afghane.
L'impegno italiano LItalia invierà 200-250 militari in più in Afghanistan "entro
fine giugno" per tre mesi per garantire la sicurezza durante il periodo delle elezioni presidenziali
che si terranno ad agosto.I l ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha
spiegato, quindi, che anche lItalia è pronta a dare il suo contributo dopo
la nuova strategia delineata dal presidente Usa Barack Obama. © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via
G. Negri 4 - 20123 Milano
( da "Affari Italiani (Online)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi/ La Cina preme per la 'nuova moneta'.
Obiettivo: sganciare il mondo dagli Usa Venerdí 27.03.2009 14:00 Di Alberto Fattori - da
Shanghai La Cina sta assumendo, giorno dopo giorno, un sempre crescente ruolo nella
riscrittura delle regole cardine del futuro del mondo moderno. Fino ad ora, con la forza delle proprie
esportazioni, si era imposta solo come la "fabbrica del mondo",
contribuendo non poco alla crescita economica degli ultimi decenni di molti
paesi occidentali, Stati Uniti in testa. Ora però, sotto l'incalzare della
crisi finanziaria, la Cina ritiene che sia giunto il momento
per riscrivere le regole della Finanza mondiale, quella che regolano i flussi
di capitale ed investimenti, la base per sostenere la propria Economia reale e
continuare a crescere. Non è pertanto un mistero che la Cina sia
seriamente propensa a sganciare il proprio sviluppo e quello del mondo prossimo
venturo, dall'influenza del dollaro, proprio per evitare che i destini del
mondo continuino ad essere legati, in maniera indissolubile, ai destini di una
sola nazione. Da qui la proposta cinese: creare una "nuova moneta"
chiamata "di riserva". Ma questa proposta cinese, non vuole essere il
preludio per l'ingresso dello stesso Yuan in detto paniere o la sostituzione
del dollaro con altra valuta, ma la creazione di una NUOVA MONETA, non coniata
da alcun singolo paese e patrimonio dalla Comunità Internazionale tutta, quale
bene comune in grado di fornire stabilità agli scambi tra le nazioni. Un'idea
utopica? Tutt'altro. Dall'idea alla pratica, i dirigenti della Banca Centrale
Cinese hanno pertanto proposto che questa "nuova moneta" sia gestita
dal Fondo Monetario Internazionale, sfruttando i già esistenti "diritti
speciali di prelievo" della Fmi che basati su un paniere allargato di
Dollaro, Euro, Yen Giapponese e Sterlina Inglese, permettono già ora, di essere
usati come unità di conto dal Fmi e da alcune organizzazioni multilaterali.
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( da "Affari Italiani (Online)" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi/ La Cina preme per la 'nuova moneta'. Obiettivo: sganciare il mondo dagli
Usa Venerdí 27.03.2009 14:00 Questo
approccio cinese, espresso dal Governatore della Banca Centrale Zhou Xiaochuan,
è fortemente connesso anche al fatto che per aiutare le economie più deboli, la
"nuova moneta" potrebbe consentire di sostenere molti di questi paesi,
spesso ricchi di materie prime, ora "vittime" inconsapevoli delle
bizze delle economie già sviluppate, che rende impossibile qualsiasi
pianificazione sui lunghi periodi di cui necessitano. Le ragioni dei timori
cinesi rispetto al dollaro alla base di questa proposta, sono stati espressi di
recente dallo stesso Premier Wen Jiabao, quando nella conferenza stampa a
conclusione della sessione annuale del Parlamento Cinese, si era detto
"preoccupato" per gli investimenti cinesi in dollari in buoni del tesoro
americano. Ma mentre tutti i commentatori internazionali hanno pensato si
riferisse solo alla paura cinese per un Default USA, in realtà il messaggio
cinese agli Americani era ben diverso: che non creassero le premesse per il
rilancio dell'inflazione e una svalutazione delle propria moneta, per così
diluire nel tempo i propri debiti con l'estero, tra cui anche quelli con la Cina.
Ma come i Cinesi vorrebbero attivare questa nuova moneta? Lo dice lo stesso
governatore della Banca Cinese: attraverso un allargamento del paniere che già
compongono i "diritti speciali" di prelievo e l'atto da parte degli
Stati membri di affidare la gestione di una parte delle proprie riserve
valutarie al Fmi. Questa azione, ha aggiunto il governatore Zhou, "necessita
di straordinaria visione politica e coraggio" richiamando la sua posizione
a quella di una proposta simile fatta dall'economista Keynes nel 1940. In vista
dell'imminente G20 di Londra, appare quindi chiaro che la Cina non
intenda essere semplice spettatrice, ma soprattutto non ritiene più sia il
tempo per "effetti placebo" sull'economia e finanza mondiale, ma che
invece occorra agire prendendo decisioni strutturali che "cambino gli
scenari" futuri, dalle fondamenta. < < pagina precedente
( da "Corriere.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Il nostro obiettivo è
sconfiggere la rete terroristica» Obama: «Al Qaeda prepara un attacco» «La zona
tra Afghanistan e Pakistan è la più pericolosa per gli americani». Islamabad:
«Approccio positivo» Barack Obama (Ap) WASHINGTON - Al Qaeda è ancora attiva e
dai santuari in Pakistan «sta preparando un attacco» contro il territorio
americano. Barack Obama, annunciando la nuova strategia anti-terrorismo degli Usa,
lancia l'allarme. «L'obiettivo primario - ribadisce il presidente - è quello di
smantellare» la rete terroristica di Osama bin Laden. Ma per raggiungere questo
scopo sarà cruciale il ruolo di Islamabad. «Il confine tra Afghanistan e
Pakistan - spiega - è la zona più pericolosa del mondo per gli americani».
AFGHANISTAN - «Secondo numerose analisi dell'intelligence Al Qaeda sta
progettando attivamente degli attacchi contro gli Stati Uniti dal suo rifugio
in Pakistan» spiega Obama. E anche in Afghanistan la situazione sta diventando
sempre più pericolosa: «Il 2008 è stato l'anno con più caduti americani nella
guerra». Per questo serve maggiore impegno: saranno inviati 4mila soldati come
addestratori delle forze di sicurezza locali e ci sarà un maggiore impegno
civile. Accelereremo il nostro sforzo per creare un esercito afghano con
134mila unità e una forza di polizia con almeno 82mila unità in modo da
affidare sempre più la responsabilità della sicurezza alle forze locali». Obama
ha ordinato l'invio di altri 17mila soldati in Afghanistan, chiesti mesi fa dal
generale McKiernan: «Questi soldati e marines aggiuntivi porteranno la lotta
contro i talebani nel sud e nell'est e ci daranno una più ampia possibilità di
agire in partnership con le forze di sicurezza dell'Afghanistan e dare la
caccia agli insorti lungo il confine. Questo incremento di truppe servirà anche
a dare più sicurezza in vista delle importanti elezioni presidenziali del
prossimo agosto». Gli Stati Uniti non chiuderanno gli occhi sulla corruzione in
seno al governo di Kabul soprattutto ora che l'Afghanistan potrà beneficiare di
un maggiore aiuto. PAKISTAN - Ma il destino dell'Afghanistan, ripete Obama, è
legato a quello del Pakistan. Da una parte Islamabad deve dimostrate il suo
impegno contro i terroristi, dall'altra gli Usa si
impegnano a fornire al Pakistan un miliardo e mezzo di dollari all'anno per
cinque anni. «Serviranno a costruire scuole, strade e ospedali e a rafforzare
la democrazia pakistana». IL PIANO - Nel presentare il suo «piano complessivo»
per l'Afghanistan e il Pakistan, Obama riconosce che in questa situazione di
incertezza molti americani si domandano «perché siamo ancora lì, perché i
nostri uomini e le nostre donne vengono uccisi». Il presidente afferma che in
quei due Paesi è in gioco la sicurezza degli Stati Uniti e del resto della
comunità internazionale: «È una sfida alla sicurezza internazionale al più alto
livello - spiega - la sicurezza delle persone di tutto il mondo è in gioco».
Per questo, gli Stati Uniti devono «scardinare, sconfiggere e smantellare» la
rete terroristica in questi paesi. E per farlo è importante che gli americani
capiscano che non solo l'Afghanistan, ma anche il Pakistan «ha bisogno del
nostro aiuto». Mentre a Kabul bisogna fare di tutto perché il governo non cada
sotto i talebani e riesca a bloccare al Qaeda, altrimenti il paese «sarà la
base di terroristi che ci vogliono uccidere». GRUPPO DI CONTATTO - Obama
annuncia poi che, assieme alle Nazioni Unite, gli Usa daranno
vita a un nuovo Gruppo di Contatto per l'Afghanistan e il Pakistan che metta
assieme tutte le nazioni che hanno una parte nella sicurezza della regione: gli
alleati della Nato e altri alleati, ma anche gli Stati dell'Asia Centrale, le
nazioni del Golfo e l'Iran, la Russia, l'India e la Cina. «Il mondo non può permettersi di pagare il prezzo se
l'Afghanistan torna a sprofondare nel caos - ripete Obama. - Abbiamo una
responsabilità comune all'azione perché da questo dipende la nostra pace e la
nostra sicurezza». REAZIONI - Il Pakistan saluta come «molto positivo» il
programma. «Credo che l'impostazione della nuova amministrazione Obama sia
molto positivo. Guarda a un approccio regionale per risolvere la situazione -
ha detto il ministro degli Esteri Shah Mahmud Qureshi -. Il Pakistan intende
giocare un ruolo attivo, costruttivo in questo frangente perché riteniamo che
la nostra pace e la nostra sicurezza siano legate all'Afghanistan». Per
l'Italia il ministro degli Esteri Frattini dice che «la Ue è davvero unita nel
considerare la svolta degli Stati Uniti in Afghanistan importante e
condivisibile» e il governo francese ha espresso soddisfazione per la nuova
strategia Usa, nel quadro di un ruolo rafforzato delle Nazioni Unite.
Il portavoce del ministero degli Esteri Eric Chevalier ha ricordato come la
nuova strategia si basi su quattro assi: «Una dinamica politica rivolta alla
riconciliazione nazionale; un aiuto civile rafforzato e meglio coordinato; una
presenza internazionale di sicurezza rivolta verso uno sviluppo notevole della
capacità militari e di polizia afgane; una dinamica regionale di
stabilizzazione». Chevalier si è anche espresso favorevolmente riguardo a un
possibile coinvolgimento dell'Iran negli sforzi di stabilizzazione della
regione. stampa |
( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 27 mar. (Apcom) - Nascerà
nel sud pontino il primo Centro Polivalente Logistico di
Protezione Civile del Lazio, una struttura integrata che permetterà di fare da
base operativa per le sue molteplici attività sul territorio. La giunta
regionale ha infatti approvato oggi un finanziamento di 2.000.000 di euro a
favore del monumento naturale del "Lago di Fondi" per la
realizzazione, grazie all'acquisto di una struttura già esistente, del
Centro Polivalente. Il Centro sarà una sorta di antenna operativa della
Protezione civile sul territorio e servirà a svolgere molteplici attività: sarà
base logistica per gli aeromobili regionali dislocati nella Provincia di Latina
impegnati durante tutto l'anno nell'attività antincendio boschivo; sarà base
anche per i mezzi di terra e le attrezzature utilizzati nella lotta attiva agli
incendi boschivi. Ancora, costituirà una base attiva, con competenza per il
territorio della provincia di Latina, per il progetto di Protezione Civile
"Al mare sereni", progetto di prevenzione degli incidenti acquatici
lungo il litorale marittimo laziale e le coste lacustri; Il Centro Polivalente
sarà poi sede per l'effettuazione di corsi di formazione, addestramento e
aggiornamento specialistico per tutti gli operatori della Protezione Civile e
infine, la nuova struttura sarà il centro in cui saranno concentrate, in caso
di calamità o emergenza, le azioni di coordinamento e intervento per tutte le
necessità operative, di soccorso e di accoglienza della popolazione del
territorio. "La nascita di questa struttura - ha dichiarato il presidente
della Regione Lazio Piero Marrazzo - è estremamente importante per l'attività
della Protezione Civile sul territorio, avvicinandola ai cittadini, facendone
un punto di riferimento per le tante associazioni di volontariato e dotandola
di strutture in grado di garantire una sempre maggiore rapidità d'intervento in
caso di necessità".
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Asia centrale/ Gruppo Shanghai
cerca ruolo... - focus -2- di Apcom La Sco, un matrimonio di convenienza tra
Russia e Cina -->Roma, 27 mar. (Apcom-Nuova Europa) - "La
vostra conferenza convenuta nella capitale russa sotto l'egida della Sco è un
importante e necessario evento. Voi dovete discutere un'intera gamma di seri
problemi che influiscono direttamente negli interessi dell'Afghanistan, come in
quelli degli altri paesi nella regione e nell'intera comunità internazionale",
è scritto, secondo l'agenzia di stampa Interfax, nel messaggio d'introduzione
del presidente russo Dmitri Medvedev, letto dal ministro degli Esteri Sergei
Lavrov. "Nella nostra idea - continua il messaggio - l'Afghanistan ha
bisogno di aiuto e sostegno come non mai. Io sono convinto che i risultati
della conferenza daranno un consistente contributo agli sforzi dei membri Sco,
degli osservatori, delle altre nazioni e delle organizzazioni internazionali
per aiutare l'Afghanistan. La Russia è pronta ad attivi passi congiunti con lo
scopo di stabilizzare la situazione in questo paese e garantire la sua pace e
il suo progresso". Lavrov, dal canto suo, ha chiarito questo sforzo di
cooperazione va inteso anche con la Nato, l'Alleanza atlantica, che è alla
guida della missione di stabilizzazione Isaf. Nei giorni scorsi, Mosca aveva
chiarito di non avere intenzione di inviare propri soldati in Afghanistan,
riportando indietro le lancette della storia alla disastrosa esperienza
dell'invasione sovietica. Ma di certo non vuole lasciare il pallino della
situazione ai soli Usa. I paesi Sco - tra membri a pieno
titolo e osservatori - "circondano" l'Afghanistan. Sono nello stesso
tempo necessari agli Usa e alla Nato per la logistica -
come dimostra la vicenda dello sfratto Usa dalla
base aerea kirghisa di Manas, sulla quale Washington spera di poter riaprire
una trattativa - e vittime delle conseguenze più dirette dell'instabilità
afgana. Estremismo, traffici di eroina (di cui l'Afghanistan è il massimo
produttore mondiale), contrabbando sono problemi che la Sco da tempo ha posto
al centro della sua azione. Oggi, in concomitanza con la conferenza di Mosca, a
Tashkent si sono riuniti anche i capi dei servizi di sicurezza dei paesi
membri, che hanno vantato grandi successi: nel 2008 circa 500 militanti
arrestati e 100 attacchi "terroristici" evitati. Tuttavia, oltre alla
necessità di "sigillare" i porosi confini afgani, c'è un fatto
geopolitico che emerge dalla riunione di Mosca. Russia e Cina hanno
forti interessi nella stabilità dell'Asia centrale, regione ricchissima di
risorse energetiche e snodo obbligato per i traffici eurasiatici. C'è un
elemento storico - la regione è il "cortile di casa" della Russia - e
ci sono fatti contingenti, tra i quali la necessità cinese di evitare una
destabilizzazione del Xinjiang, il suo "Far West". Mosca e Pechino
nel 2001, prima degli attentati alle Torri gemelle, hanno dovuto prendere atto
di essere condannati a contrarre un matrimonio di convenienza, non d'amore. E
tra i due, il marito è la Russia. Nella conferenza di oggi i cinesi hanno
volato basso, annunciando attraverso il viceministro degli Esteri un mero aiuto
economico da 75 milioni di dollari in due anni. Evidentemente toccava alla
Russia parlare. Ablat Khodzhaev, uno studioso dell'Accademia delle scienze
uzbeka, ha spiegato recentemente in un articolo per "China and Eurasia
Forum Quaterly" le complesse dinamiche che sono dietro la politica di
Pechino in Asia centrale. La Cina negli ultimi anni ha visto nella
"crescente influenza dell'Occidente, specialmente degli Stati uniti"
la sua principale minaccia nella regione. La Russia, quindi, "è considerata meno pericolosa per gli interessi cinesi"
degli Usa per diversi motivi: "la Cina deve cooperare con la Russia per contenere l'influenza degli Usa nella regione, Mosca accetta l'intensificazione dell'influenza
cinese nella cornice Sco e la Russia resta la padrona della regione senza la
quale la Cina non può pienamente gestire il
commercio centro-asiatico". Una concomitanza d'interessi che trova
nella Sco la sua composizione, a scapito degli Stati uniti.
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
G20/ Vertice in Cile tra leader
progressisti internazionali di Apcom Attesi Brown, Zapatero, Lula, Kirchner e
Biden -->Santiago del Cile, 27 mar. (Apcom) - Si svolgerà domani nella città
cilena che sorge sulla costa del Pacifico, Vina del Mar, il
summit sulla globalizzazione sostenibile organizzato dalla fondazione
progressista Policy Network alla vigilia del G20 di Londra. All'appuntamento
sono attesi i leader mondiali progressisti, dal premier britannico Gordon Brown
- proprio oggi atteso a Santiago per incontrare il presidente Michelle Bachelet
dopo la tappa in Brasile nell'ambito del suo tour diplomatico
preparatorio al G20 - il presidente spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero, il
presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner, il presidente brasiliano
Luiz Inacio Lula da Siliva e il vicepresidente degli Stati Uniti Joseph Biden,
volato oggi in Cile.
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Lazio/ Regione: a Fondi centro
polivalente Protezione civile di Apcom Stanziati 2 milioni di euro dalla giunta
-->Roma, 27 mar. (Apcom) - Nascerà nel sud pontino il primo Centro
Polivalente Logistico di Protezione Civile del Lazio, una struttura integrata
che permetterà di fare da base operativa per le sue molteplici attività sul
territorio. La giunta regionale ha infatti approvato oggi un finanziamento di
2.000.000 di euro a favore del monumento naturale del "Lago di Fondi"
per la realizzazione, grazie all'acquisto di una struttura già esistente, del
Centro Polivalente. Il Centro sarà una sorta di antenna operativa della
Protezione civile sul territorio e servirà a svolgere molteplici attività: sarà
base logistica per gli aeromobili regionali dislocati nella Provincia di Latina
impegnati durante tutto l'anno nell'attività antincendio boschivo; sarà base
anche per i mezzi di terra e le attrezzature utilizzati nella lotta attiva agli
incendi boschivi. Ancora, costituirà una base attiva, con competenza per il
territorio della provincia di Latina, per il progetto di Protezione Civile
"Al mare sereni", progetto di prevenzione degli incidenti acquatici
lungo il litorale marittimo laziale e le coste lacustri; Il Centro Polivalente
sarà poi sede per l'effettuazione di corsi di formazione, addestramento e
aggiornamento specialistico per tutti gli operatori della Protezione Civile e
infine, la nuova struttura sarà il centro in cui saranno concentrate, in caso
di calamità o emergenza, le azioni di coordinamento e intervento per tutte le
necessità operative, di soccorso e di accoglienza della popolazione del
territorio. "La nascita di questa struttura - ha dichiarato il presidente
della Regione Lazio Piero Marrazzo - è estremamente importante per l'attività
della Protezione Civile sul territorio, avvicinandola ai cittadini, facendone
un punto di riferimento per le tante associazioni di volontariato e dotandola
di strutture in grado di garantire una sempre maggiore rapidità d'intervento in
caso di necessità".
( da "Dagospia.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
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"LUNITà" GUFA: IL PROSSIMO ANNO SPARIRANNO GLI STATI UNITI! - LE
RIDICOLE PREVISIONI DELLACCADEMICO RUSSO PANARIN: NEL 2010 CALIFORNIA IN MANO AI CINESI,
TEXAS AL MESSICO, ALASKA ALLA RUSSIA. WASHINGTON CONSOCIATA ALLA UE (E LAS
VEGAS A PUPO?)
Giuliano
Capecelatro per "l'Unità" Schwarzy cinese Carola Ghilardi per l'Unita
Il ciclopico Arnold Schwarzenegger, muscolosissimo governatore della
California, abituato sullo schermo a risolvere ogni grana con cazzotti
devastanti, sarà costretto a chinare docile il capo di fronte ai ruvidi comandi
di Hu Jintao, presidente cinese. Perché lo stato nordamericano, nel giro di un
anno, non sarà che una provincia della potente Repubblica popolare. Già in
questo autunno gli Stati Uniti dovrebbero cominciare a liquefarsi, per
ritrovarsi spezzettati in sei tronconi molto poco indipendenti. Una certezza
quasi matematica per Igor Panarin, cinquantenne accademico russo. Che da oltre
un decennio predica: «Nel 2010
l'America si disintegrerà». Tre gli untori per
l'apocalisse prossima ventura. La crisi economica, le immigrazioni di massa e
il collasso morale, oltre che del dollaro. Quanto basta per scatenare una nuova
guerra civile su base etnica, e conseguenti secessioni. Il risultato finale
viene illustrato in una cartina, che gira per conferenze, tavole rotonde e
dibattiti televisivi. La California non ha scampo. Appendice, malgrado i bicipiti di Schwarzenegger, della Cina, o almeno sotto l'influenza della repubblica comunista. Il Texas
alla testa di un gruppo di stati in una repubblica controllata dal Messico.
Washington e New York unite in un'America Atlantica consociata all'Unione
Europea. Una Repubblica centrale del Nord America risucchiata dal Canada.
Le Hawaii ridotte a protettorato cinese, o giapponese. Infine l'Alaska. Destinata
a ricongiungersi alla grande madre Russia. «Be', ha fatto a lungo parte
dell'impero russo», commenta Panarin. Concita De Gregorio L'accademico non è un
pinco pallino qualsiasi. Laurea in scienze politiche, dopo essersi fatto le
ossa da analista del Kgb, ha studiato l'economia degli Stati Uniti, ha lavorato
per i servizi segreti russi e assicura di aver elaborato previsioni strategiche
per l'ex presidente Boris Eltsin. Lungo l'elenco di titoli e incarichi
prestigiosi, ma pochi disposti a dargli retta in patria. Qualche commentatore
taccia quelle previsioni di «follie»; i più benevoli classificano Panarin come
esempio di un«forte antiamericanismo che serpeggia in Russia». Lui, peraltro,
ci tiene ad allontanare da sé ogni sospetto di cieco sciovinismo. E avverte:
«Il crollo dell'America sarebbe un disastro per la Russia, che dipende
massicciamente dal dollaro e dal commercio con gli Usa». Nel
settembre 1998 espose la sua teoria in una conferenza a Linz, in Austria,
davanti a quattrocento delegati attoniti. Alla fine però, racconta, in molti
gli chiesero una copia autografata della cartina. E di recente assapora piccole
rivincite. Un Cremlino che cova nuove aspirazioni egemoniche, dopo il crollo
degli anni Novanta, si è mostrato più sensibile ai suoi vaticini. La nera
profezia, mentre appunto imperversa una spaventosa crisi economica, è
rimbalzata in America. Ripresa dal serissimo Wall Street Journal, e tema di un
dibattito tra i lettori sul blog; qualcuno ci crede, molti vanno sul faceto.
Panarin resta impermeabile a critiche e spiritosaggini. «Lo storico francese
Emmanuel Todd - ammonisce- previde quindici anni prima il crollo dell'Unione
Sovietica. Ma nel 1976 tutti lo sbeffeggiavano» [27-03-2009]
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Afghanistan/ Fassino: Da Obama un
altro segnale di discontinuità di Apcom "Questa è una nuova America che
condivide le scelte difficili" -->Roma, 27 mar. (Apcom) - Il presidente
Usa
Barak Obama ha dato oggi un "alyro segnale importante di discontinuità nella
politica estera americana". Lo dice Piero Fassino, responsabile per la
politica estera del Pd, commentando le dichiarazioni del presidente americano.
"Dalla amministrazione americana - sottolinea Fassino - viene un mutamento
strategico rilevante, che non esaurisce l'impegno della comunità internazionale
in Afghanistan nella sola dimensione militare, ma ne rafforza la dimensione
civile ed economica". "Così come un'altra significativa novità -
aggiunge Fassino - è la proposta di un Gruppo di contatto
sulla vicenda afghana che, oltre ai paesi Nato, coinvolga Russia, Cina, India e anche l'Iran". "Quella di Obama - conclude
Fassino - è una nuova America, che non pretende più di fare da sola, ma sceglie
invece di condividere anche le scelte più difficili con l'intera comunità
internazionale".
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
G8/ Scienza, produrre energia
"carbonfree" e fonti rinnovabili di Apcom Indicate soluzioni
energetiche secondo evoluzione clima -->Roma, 27 mar. (Apcom) - Energia e
migrazione, sono stati questi i due temi sui quali accademici ed esperti internazionali
che hanno partecipato ieri e questa mattina al vertice mondiale sulle emergenze
planetarie, che si è appena concluso all'Accademia dei Lincei, hanno discusso
per preparare un documento nel quale indicare le possibili linee di azione da
consegnare questo pomeriggio al Presidente della Repubblica Napoletano e, più
tardi a luglio, ai capi di stato e di governo del G8 politico che si terrà alla
Maddalena. All'incontro sulle principali emergenze del nostro pianeta e le
possibili strategie hanno preso parte i rappresentanti
delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5 (Italia, Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più
Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed
Egitto in veste di osservatore), che su richiesta dei politici , hanno messo a
punto un documento, non ancora definitivo, corredato da documentazione
scientifica e tecnologica. Soluzioni energetiche in funzione
dell'evoluzione climatica. E' questa la tendenza seguita dagli esperti per
arrivare, con faticose correzioni di rotta durante le discussioni, a delle
proposte. "Attualmente - ha spiegato in conferenza stampa Sergiò Carrà,
Politecnico di Milano - il 90% circa dell'energia è prodotta da combustibili
fossili, come carbone, metano e petrolio, che però producono attraverso la combustione
anidride carbonica che lentamente si accumula nell'atmosfera . Se questo
accumulo procede in modo irreversibile potrebbe portare a situazioni
difficilmente controllabili". L'imperativo ribadito nell'ambito di questo
summit è stato, dunque, oltre all'efficienza e al risparmio energetici, quello
di produrre energia "carbonfree" (senza emissione di CO2) e, al
contempo, sequestrare e seppellire l'anidride carbonica ancora prodotta dai
processi di combustione. Per quanto riguarda questo primo capitolo, il modo più
semplice per procedere alla cattura e al seppellimento di CO2 è necessario, ha
detto Carrà, che i processi di combustione convergano verso un impianto
centralizzato , solo in questo modo le emissioni inquinanti possono essere
catturate e trattate con lavaggi fatti con delle sostanze assorbenti. In questo
modo la CO2 viene seppellita attraverso sistemi di pompaggio nella profondità
di cavità geologiche o grotte sotterranee o, addirittura, in vecchi serbatoi di
petrolio. "Questi processi - ha spiegato Carrà - sono ancora in fase di
studio da parte delle industrie petrolifere potrebbero costituire una
prospettiva interessante, tenendo conto però che l'energia potrà costare di
più". L'altra strada è quella delle energie rinnovabili: il vento, il solare
e le biomasse. Relativamente al vento, ha detto Carrà, negli ultimi anni si è
capito che è una fonte a buon mercato, ma non è una prospettiva illimitata ed è
molto legata alla zona geografica. La soluzione più promettente è il solare,
una fonte che manda sulla Terra una quantità di energia che è quattro ordini
superiore a quella che corrisponde il fabbisogno energetico umano. L'utilizzo
di questa fonte offre prospettive innovative, oltre l'utilizzo più banale che è
quello di scaldare l'acqua, che è l'utilizzo del fotovoltaico sul quale si
stanno facendo ricerche per avere rese elevate di cattura di energia solare a
costi bassi. Si prevede che entro 10-20 anni si potrà arrivare a produrre con
efficienza elettricità da fonte solare a costi contenuti . La prospettiva più
ambiziosa potrebbe essere quella di simulare, suggerisce Carrà, la fotosintesi,
un processo di sintesi naturale che la natura ha raffinato in almeno due
miliardi di anni . Queste sono le prospettive che si stanno aprendo e l'energia
solare riveste un interesse enorme anche per la sua tecnologia dall'alto
contenuto scientifico. "In tutto questo c'è un aspetto che vorrei
sottolineare - ha concluso Carrà - tutte queste fonti di energia alternative ,
compreso il nucleare, producono energia elettrica, e lo sviluppo delle
tecnologie, richiede necessariamente lo sviluppo delle infrastrutture per il
trasporto, la conservazione e la distribuzione. Ritengo che se non si entra in
questo ordine di idee sarà impossibile modificare il modo di produrre energia e
il suo utilizzo ed evoluzione delle tecnologie".
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
G20, si allontana prospettiva
Grande accordo -->di Sumeet Desai LONDRA (Reuters) - Il premier britannico
Gordon Brown ha promesso un Grande accordo ma a cinque giorni dal suo inizio le
prospettive che dal vertice G20 di Londra vengano soluzioni in grado di
superare la recessione sembrano lontane. La posta in gioco non potrebbe essere
più alta. La peggiore crisi economica dalla Grande Depressione ha già mandato
in fumo milioni di posti di lavoro e altri milioni potrebbero scomparire. I
risultati più probabili riguardano l'attribuzione di risorse aggiuntive al
Fondo monetario internazionale e per il credito commerciale. Scontati anche
nuovi impegni verbali contro il protezionismo. Ma i lavori preparatori del
vertice hanno portato alla luce profonde divisioni tra i principali paesi su
cosa sia essenziale per bloccare la frana e rimettere in moto un sistema
finanziario in panne dall'agosto 2007 sotto il peso degli attivi tossici
bancari. Svanita l'ambizione di una seconda Bretton Woods si parla adesso di
passi in avanti nel nuovo sistema di vigilanza che dovrebbe impedire in futuro
il ripetersi di simili cortocircuiti. I paesi dell'Europa continentale hanno
respinto le richieste di ulteriori investimenti pubblici venute dallo stesso
Brown e dal presidente Usa Barack Obama. Oggi il ministro
delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck ha detto che una politica di bilancio
irresponsabile potrebbe danneggiare l'euro. Gli americani, da parte loro, sono
sembrati meno entusiasti degli europei in tema di nuovi aggressivi regimi
regolatori. "Le riunioni del G20 sembrano sempre meno adatte a sostenere
un clima di fiducia sulle prospettive a medio termine dell'economia
visto lo stallo tra le posizioni di Usa-Gb, da una parte e quelle delle altre principali economie
dall'altra", osserva James Knightley, senior economist a ING. Con la Cina su posizioni più favorevoli sembra probabile l'intesa sul
raddoppio dei 250 miliardi di dollari di risorse del Fmi a disposizione dei
paesi più colpiti dalla crisi. I capi di Stato e di governo sembrano
anche vicini all'approvazione di un pacchetto da svariati miliardi a sostegno
degli scambi finanziari. Prometteranno anche di astenersi da tentazioni
protezionistiche e di combattere i paradisi fiscali. Ma tutto questo potrebbe
rivelarsi poca cosa rispetto all'obiettivo di risollevare la fiducia di
consumatori e imprese. La domanda chiave, che resta ancora senza risposta, è
quanto tempo serve ancora alle banche per ripulire i bilanci da poste ormai
quasi senza valore. Perfino ministri del governo Brown, pur insistendo sul
fatto che il vertice della prossima settimana rappresenta solo una tappa della
lunga strada verso la ripresa, mettono in guardia contro il rischio che la
retorica abbia il sopravvento sulla sostanza. Il ministro degli Esteri Mark Malloch-Brown
ha detto oggi che l'obiettivo principale di giovedì è ridare fiducia a
consumatori e investitori. "L'economia del mondo non farà una svolta il 3
aprile", ha detto Malloch-Brown. "[Il G20] Forse sarà visto come
l'inizio della fine della crisi e il momento in cui i leader saranno in grado
di dare una nuova direzione". GLI SFORZI DI BROWN Nononostante l'indubbia
energia spesa da Brown per fare del G20 di Londra un successo gli esperti
dicono che le distanze tra i vari paesi sono troppo ampie per poter essere
colmate e che non esiste un rapido rimedio contro la crisi. Lo stesso spazio di
manovra del premier britannico è limitato dal momento che il governatore della
Banca d'Inghilterra ha detto che il deficit britannico è già troppo alto. Le
danze si aprono martedì con l'arrivo di Obama a Londra, prima visita all'estero
da presidente. I capi di Stato incontreranno la Regina mercoledì e giovedì
prometteranno senz'altro di fare tutto ciò che serve. Lo scorso ottobre la
popolarità di Brown ha registrato un salto di 20 punti quando il suo piano di
ricapitalizzazione delle banche inglesi è stato emulato in tutto il mondo. Ma
adesso che la recessione si intensifica, le quotazioni dei conservatori hanno
ripreso a lievitare e gli uomini di Brown sono alla ricerca disperata di un
risultato simile in vista delle elezioni che dovranno tenersi entro il giugno
2010. Se in dicembre sembrava che Brown avesse salvato il mondo adesso è il
mondo che deve salvare Brown. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in
italiano
( da "Gazzetta di Parma Online, La" del
27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Via alberi e rami da ponte
Navetta Domani i volontari della Protezione Civie saranno al lavoro a Ponte
Navetta per rimuovere alberi e rami che ostruiscono il regolare flusso
dell'acqua del torrente Baganza. Lattività avrà inizio verso le ore 9 e
terminerà nel tardo pomeriggio. Saranno
impegnati tredici volontari più due capi squadra per il coordinamento delle
operazioni, che opereranno con mezzi già in dotazione al Centro Unificato di
Protezione Civile, mezzi idonei a svolgere i lavori in sicurezza. LAssessore con delega alla Protezione Civile Fabio Fecci
ha speso parole di ringraziamento per i volontari della Protezione Civile, per
il presidente locale Mirco Carretta e per i tecnici del Comune che seguiranno i
lavori nella giornata di sabato. “La Protezione Civile si dimostra sempre
solerte e disponibile con lAmministrazione comunale – ha detto
lassessore Fecci - e anche in questo caso ha risposto tempestivamente
alla nostra chiamata. Quello di domani è un intervento di prevenzione in caso
di nuove precipitazioni
piovose, ma riteniamo che queste sinergie tra Amministrazione e Protezione
Civile siano il modo giusto e corretto per servire al meglio la città e i suoi
abitanti”.
( da "Rai News 24" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Washington | 27 marzo 2009 Obama:
Al Qaeda è un cancro e minaccia gli Usa dal Pakistan Il presidente
Barack Obama A poco piu' di due mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca,
Barack Obama ha presentato la "nuova strategia complessiva" americana
per l'Afghanistan e il Pakistan, una regione, l'AfPak, che viene ora
considerata come un tutt'uno a Washington, e in cui gli Stati Uniti sono pronti
ad avviare "un processo di riconciliazione" provincia per provincia,
condotto con la cooperazione dei capi tribu', del governo afghano e dei partner
internazionali, per cooptare quei talebani scesi in guerra "perche' costretti
o perche' pagati per farlo". Si tratta del risultato di "una
revisione attenta delle politiche" articolato su diversi pilastri per
risolvere una crisi di cui Obama non ha nascosto la gravita', sottolineando che
"la situazione e' sempre piu' pericolosa" e che al Qaeda da quelle
regioni sta preparando altri attacchi contro gli Stati Uniti e i loro alleati.
Non solo quindi aumento del numero dei militari americani, oltre ai 17mila in
piu' in arrivo entro l'estate, che saranno dispiegati nel sud e nell'est del
Paese, ne saranno inviati altri 4mila "piu' avanti questa primavera"
per addestrare le nuove forze afghane. Ma anche riconciliazione con i talebani
moderati e coinvolgimento, in un Gruppo di contatto, di Paesi diversi da quelli
impegnati sul terreno, quindi Iran, Cina, India e Russia e Paesi dell'Asia centrale. "C'e' uno
zoccolo duro di talebani che non sono disposti a compromessi. Questi devono
essere affrontati con la forza e devono essere sconfitti. Ma ci sono anche
quelli che combattono perche' costretti, o semplicemente , perche' pagati per
farlo. Questi afghani devono avere la possibilita' di scegliere una
strada diversa. Questa e' la ragione per cui lavoreremo con i leader locali,
con il governo afghano e i partner internazionali per avviare un processo di
riconciliazione in ogni provincia", ha aggiunto Obama. Il rinnovato
impegno degli Stati Uniti nella regione sara' tenuto sotto controllo da una
serie di "benchmark" richiesti ai governi di Afghanistan e Pakistan.
Dal passo con cui vengono addestrate le nuove forze, alla crescita della
ricchezza del Paese e la lotta alla produzione di papavero da oppio. Al fine, e
questo e' l"'obiettivo chiaro e concentrato", di "scardinare,
smantellare e sconfiggere" al Qaeda sia in Afghanistan che in Pakistan e
"di prevenire il suo ritorno nel futuro", grazie a una strategia
"piu' forte e intelligente" che passa attraverso un maggiore sforzo
nell'addestramento delle forze afghane, per arrivare, ha precisato, a un
esercito di 134mila unita' e una forza di polizia di 82mila entro il 2011, e di
un "aumento dratico del nostro impegno civile", con un "aumento
sostanziale del numero dei nostri civili sul terreno". Al Pakistan e'
destinato un programma "di sostegno diretto" da 7,5 miliardi di
dollari complessivamente che non viene offerto "come assegno in
bianco", ma appunto, solo in cambio di un efficace impegno delle
istituzioni nel combattere al Qaeda. Le forze americane non si trovano nella
regione "per controllare il Paese o dettarne il futuro", si e'
sentito in dovere di precisare il presidente americano, che ieri ha parlato al
telefono sia con Hamid Karzai che con Asif Ali Zardari, "ma per affrontare
il nostro nemico comune".
( da "Napoli.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
27/3/2009 Napoli invitata a
Betlemme per la visita del Papa Amman si candida per il Forum del 2016 È
iniziata a Città della Scienza la due giorni dedicata al workshop La Città
inclusiva, primo incontro tra Sindaci di tutto il mondo e tappa di
avvicinamento al Forum Universale delle Culture di Napoli 2013. Due le notizie
più significative emerse dallincontro di oggi. La capitale giordana,
Amman, ha chiesto lappoggio della
città di Napoli per la candidatura delledizione del Forum Universale delle
Culture 2016: lo ha reso noto il Presidente della Consulta del Forum di Napoli,
Nicola Oddati, che ha assicurato al Sindaco di Amman, Omar Maani, che inoltrerà
alla Fondazione di Barcellona la
richiesta avanzata stamani. Il Sindaco di Betlemme, Victor Batarseh, in un
incontro con il Sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, e con Nicola Oddati,
ha ufficializzato linvito alla città di Napoli ad essere presente alla visita pastorale di Benedetto XVI in programma il
prossimo maggio. Il workshop iniziato stamani è solo il primo Forum dei
rappresentanti degli enti locali ha sottolineato Nicola Oddati -. Il
percorso del Forum 2013 prevede incontri annuali con rappresentati degli enti locali dedicati ai temi delle aree
urbane.
Oddati ha rimarcato la similitudine
tra le problematiche esistenti nelle diverse città e le differenze delle
criticità che vivono gli Stati centrali. Quindi, limportanza
del confronto tra realtà urbane per
trarne esperienze e giungere a soluzioni efficaci. Il Forum, infatti, offre unoccasione
importante, prima mancante, per il dialogo. Ogni amministrazione ha il
compito di affrontare piani di sostenibilità sociale ha dichiarato
Alfonsina De Felice, Assessore per
le Politiche sociali della Regione Campania per permettere ai cittadini di
conciliare i tempi di lavoro con quelli di formazione, di vita sociale e
familiare. Nel suo intervento, il Presidente del Consiglio comunale di
Napoli, Leonardo Impegno, ha
ricordato che la città è il luogo dove si manifesta maggiormente
lesclusione sociale, ma è anche il luogo dove si è riusciti a dare
risposte decisive su varie problematiche negli ultimi anni. La sfida delle
grandi metropoli deve essere quella di passare da assistenza sociale a costruzione di opportunità: unico modo
per creare la vera inclusione. Il Sindaco, Rosa Iervolino Russo, ha
ricordato che il Forum Universale delle Culture non è solo un evento legato al
2013, ma un percorso collettivo, che porterà la città di Napoli a crescere insieme ad altre realtà
urbane. La
città inclusiva ha commentato il Sindaco - è il luogo per eccellenza
dove garantire la parità sostanziale e concreta dei diritti, superando una
concezione di identità nazionale e
cittadina chiusa e andando sempre più verso un modello di identità aperta. Il
cambiamento deve partire dai giovani: significativo che il primo grande
appuntamento del Forum sia stato lAccampamento della Pace. Il Sindaco ha
poi ricevuto alcuni doni da parte
del Sindaco di Betlemme, con il quale si è intrattenuto in un cordiale
colloquio a margine dei lavori. La prima giornata dedicata al Forum dei Sindaci
è proseguita con la prima delle tre sessioni che costituiscono il workshop
incentrata sul tema Città, nuove e
vecchie povertà. La prima considerazione sul concetto di povertà è quella del
Rettore dellUniversità LOrientale di Napoli, Lida
Viganoni, che ha sottolineato come il concetto si riferisca non solo ed
esclusivamente a condizioni di ritardo economico e di sottosviluppo, ma è sempre più un concetto che si lega
per molti aspetti alla modernizzazione ed alla globalizzazione. A
sottolineare gli effetti del mutamento della città industriale, è stato anche
lOrdinario di Geografia urbana e organizzazione territoriale dellUniversità Federico II, il Prof. Italo
Talia, che si è soffermato sul formarsi di una città duale in cui i ceti
medi e la popolazione occupata in modo stabile, tendono ad uscire dalle aree
centrali che vengono interessate da forme di modernizzazione, che attirano, invece, i nuovi immigrati.
Il dibattito ha poi dato spazio allintervento del Coordinatore delle
relazioni internazionali dellAssociazione delle Municipalità Turche,
Muzaffer Baca, che ha posto in evidenza come il problema dellesclusione sociale che interessa i
grandi Comuni non può essere risolto soltanto col supporto delle risorse
municipali, ma anche con un efficace coordinamento con le autorità
statali. Le città- ha dichiarato in un suo intervento il Responsabile Ufficio Internazionale Organizzazione Città
Arabe, Ghassan Samman - rappresentano un motore fondamentale per lo sviluppo, un
obiettivo che può essere raggiunto solo attuando partenariati, accordi,
protocolli di cooperazione con associazioni, organizzazioni, Enti Regionali e internazionali. La crisi
finanziaria- ha continuato Samman- sta determinando un indebolimento dello
sviluppo economico, che potrà avere come causa laumento del numero delle
persone che vivono sotto la soglia della povertà. Promuovere il dialogo interculturale e lo sviluppo
delle realtà locali è lobiettivo del COPPEM, composto da rappresentanti di città, di
regioni, di province del Mediterraneo. La Responsabile Relazioni Esterne del
COPPEM, Alessandra Prudente, ha ricordato come il
diritto alla residenza, alla fruizione di spazi pubblici, alla partecipazione e
alla istruzione e alla formazione sono i principi generali da applicare a tutte
le città. A illustrare i progetti per uno sviluppo sostenibile delle
realtà urbane, è stato il Referente
della IV Commissione del COPPEM, Natale Giordano, secondo cui i flussi
migratori contribuiscono a modificare gli aspetti culturali di una città
attraverso un principio di integrazione e di dialogo. In chiusura della
prima sessione, lAssessore
Nicola Oddati ha dichiarato che il tema della povertà si incrocia con altri
aspetti fondamentali. Riconoscimento dei diritti fondamentali, della
libertà fondamentale, la possibilità di vivere i propri spazi, le attività
commerciali, culturali, religiose
liberamente, senza steccati e senza muri, sono considerati dallAssessore
Nicola Oddati i presupposti fondamentali per il costituirsi di città più
inclusive. Al centro della seconda sessione del workshop La Città
inclusiva, le strategie perseguite dalle diverse realtà per garantire le pratiche di inclusione sociale. La società
globalizzata e lindebolimento della sovranità nazionale ha
spiegato il rettore dellUniversità degli Studi Suor Orsola Benincasa,
Francesco De Sanctis - sta determinando una crescente centralità delle realtà locali, che hanno una carica critica
nei confronti delle norme omologanti della società globalizzata. In questottica, il
Forum si pone come unoccasione di dialogo per risolvere problemi comuni
quali la povertà ed emarginazione. Le
scelte di fondo perseguite dalla città di Napoli negli ultimi anni sono state
illustrate dallAssessore Nicola Oddati. Napoli ha commentato
Oddati - è una città allavanguardia in diversi settori, quali cultura e
formazione, ricerca medica e
aerospaziale, artigianato di qualità. A queste eccellenze si contrappongono
alcune criticità, a cominciare dal livello di disoccupazione, non in linea con
lo standard europeo. La costruzione di condizioni di sviluppo legate a processi
di inclusione, la centralità della cultura come fattore identitario e volano di
crescita economica, il sostegno attivo alle fasce più deboli della popolazione
e la cooperazione con il terzo settore hanno caratterizzato lazione
amministrativa di questi ultimi anni. Loreto Del Cimmuto, Direttore Generale della Lega delle
Autonomie, ha sottolineato che il tramonto del tradizionale modello di Welfare
impone una maggiore centralità delle realtà locali nelle politiche di
inclusione. Diverse testimonianze sono state presentate in sala. Tra queste,
quella dellegiziano
Mohammed Ibrahim El Fayoumi, Presidente del Consiglio Popolare Locale di
Qalyubiya, che ha illustrato le strategie governative di inclusione tese a
rallentare il declino dei quartieri più poveri. E quella dellolandese Ian Mans, Presidente della Sezione Olandese del
Consiglio dei Comuni e delle Regioni dEuropa (CCRE), che ha sottolineato
limportanza del contrasto al digital divide. La sessione è terminata con
gli interventi di Mouloud Med-Meziani, Segretario Generale del Forum Algerino per la Cittadinanza e la
Modernità, Victor Batarseh, Sindaco di Betlemme e James Michael Rotundo,
Sindaco di Pallsades Park, New Jersey.
( da "Sestopotere.com" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Volontari e mezzi della
Protezione Civile allopera per la rimozione alberi e rami alla base di Ponte Navetta
(27/3/2009 19:03) | (Sesto Potere) - Parma - 27 marzo 2009-Sabato 28 volontari
e mezzi della Protezione
Civile allopera
per la rimozione alberi e rami alla base
di Ponte Navetta. Lassessore Fecci ringrazia Protezione Civile e tecnici comunali. Da
un sopralluogo dei tecnici comunali del settore Verde Pubblico è stato
riscontrato che, in seguito alle piene dei giorni scorsi, alla base delle
arcate di ponte Navetta sono presenti
alberi e rami che ostruiscono il regolare flusso dacqua del
torrente Baganza. Pertanto, nella giornata di sabato 28 marzo, verranno
eseguiti i lavori messa in sicurezza dell'area, la rimozione di tutto il
materiale residuo ora a ridosso
delle pile del ponte, la troncatura e laccatastamento di tutto il legname.
L'intervento verrà eseguito interamente da volontari e mezzi dedicati della
Protezione Civile. Lattività avrà inizio verso le ore 9 e terminerà nel
tardo pomeriggio. Saranno impegnati
tredici volontari più due capi squadra per il coordinamento delle operazioni,
che opereranno con mezzi già in dotazione al Centro Unificato di Protezione
Civile, mezzi idonei a svolgere i lavori in sicurezza. LAssessore
con delega alla Protezione Civile
Fabio Fecci ha speso parole di ringraziamento per i volontari della Protezione
Civile, per il presidente locale Mirco Carretta e per i tecnici del Comune che
seguiranno i lavori nella giornata di sabato. “La Protezione Civile si dimostra
sempre solerte e disponibile con lAmministrazione comunale – ha detto
lassessore Fecci - e anche in questo caso ha risposto tempestivamente
alla nostra chiamata. Quello di domani è un intervento di prevenzione in caso
di nuove precipitazioni piovose, ma riteniamo che queste sinergie tra Amministrazione e Protezione Civile siano
il modo giusto e corretto per servire al meglio la città e i suoi abitanti”.
( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 27 mar. (Apcom) - Niente
Freedom Tower. Il grattacielo che sorgerà a Ground Zero al posto delle Torri
Gemelle rase al suolo dagli attentati dell'11 settembre del 2001, si chiamerà
semplicemente One World Trade Center. A deciderlo, secondo il sito Newsday, è
stata l'agenzia che controlla i lavori di ricostruzione di Ground Zero, ovvero
la Port Authority. Il motivo della decisione? Steve Sigmund, portavoce
dell'agenzia, si è limitato a dire che lo scambio dei nomi è stato deciso per
ragioni di marketing. Il grattacielo, che ha un valore di 3,1 miliardi di
dollari, dovrebbe essere completato nel 2013. Intanto arriva anche la notizi
del primo leasing prenotato. Si tratta della società
immobiliare cinese Vantone Industrial Company, che ha raggiunto un accordo per
prendere in affitto i piani che vanno dal 64esimo al 69esimo per un periodo di
tempo di 23 anni. Vantone vuole creare un centro culturale e di affari per le
società cinesi che hanno rapporti commerciali con gli Stati Uniti e per le
società Usa che lavorano in Cina.
( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma, 27 mar. (Apcom) - Energia e
migrazione, sono stati questi i due temi sui quali accademici ed esperti
internazionali che hanno partecipato ieri e questa mattina al vertice mondiale
sulle emergenze planetarie, che si è appena concluso all'Accademia dei Lincei,
hanno discusso per preparare un documento nel quale indicare le possibili linee
di azione da consegnare questo pomeriggio al Presidente della Repubblica
Napoletano e, più tardi a luglio, ai capi di stato e di governo del G8 politico
che si terrà alla Maddalena. All'incontro sulle principali emergenze del nostro
pianeta e le possibili strategie hanno preso parte i
rappresentanti delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5 (Italia, Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più
Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed
Egitto in veste di osservatore), che su richiesta dei politici , hanno messo a
punto un documento, non ancora definitivo, corredato da documentazione
scientifica e tecnologica. Soluzioni energetiche in funzione
dell'evoluzione climatica. E' questa la tendenza seguita dagli esperti per
arrivare, con faticose correzioni di rotta durante le discussioni, a delle
proposte. "Attualmente - ha spiegato in conferenza stampa Sergiò Carrà,
Politecnico di Milano - il 90% circa dell'energia è prodotta da combustibili
fossili, come carbone, metano e petrolio, che però producono attraverso la
combustione anidride carbonica che lentamente si accumula nell'atmosfera . Se
questo accumulo procede in modo irreversibile potrebbe portare a situazioni
difficilmente controllabili". L'imperativo ribadito nell'ambito di questo
summit è stato, dunque, oltre all'efficienza e al risparmio energetici, quello
di produrre energia "carbonfree" (senza emissione di CO2) e, al
contempo, sequestrare e seppellire l'anidride carbonica ancora prodotta dai
processi di combustione. Per quanto riguarda questo primo capitolo, il modo più
semplice per procedere alla cattura e al seppellimento di CO2 è necessario, ha
detto Carrà, che i processi di combustione convergano verso un impianto
centralizzato , solo in questo modo le emissioni inquinanti possono essere
catturate e trattate con lavaggi fatti con delle sostanze assorbenti. In questo
modo la CO2 viene seppellita attraverso sistemi di pompaggio nella profondità
di cavità geologiche o grotte sotterranee o, addirittura, in vecchi serbatoi di
petrolio. "Questi processi - ha spiegato Carrà - sono ancora in fase di
studio da parte delle industrie petrolifere potrebbero costituire una
prospettiva interessante, tenendo conto però che l'energia potrà costare di
più". L'altra strada è quella delle energie rinnovabili: il vento, il
solare e le biomasse. Relativamente al vento, ha detto Carrà, negli ultimi anni
si è capito che è una fonte a buon mercato, ma non è una prospettiva illimitata
ed è molto legata alla zona geografica. La soluzione più promettente è il
solare, una fonte che manda sulla Terra una quantità di energia che è quattro
ordini superiore a quella che corrisponde il fabbisogno energetico umano.
L'utilizzo di questa fonte offre prospettive innovative, oltre l'utilizzo più
banale che è quello di scaldare l'acqua, che è l'utilizzo del fotovoltaico sul
quale si stanno facendo ricerche per avere rese elevate di cattura di energia
solare a costi bassi. Si prevede che entro 10-20 anni si potrà arrivare a
produrre con efficienza elettricità da fonte solare a costi contenuti . La
prospettiva più ambiziosa potrebbe essere quella di simulare, suggerisce Carrà,
la fotosintesi, un processo di sintesi naturale che la natura ha raffinato in
almeno due miliardi di anni . Queste sono le prospettive che si stanno aprendo
e l'energia solare riveste un interesse enorme anche per la sua tecnologia
dall'alto contenuto scientifico. "In tutto questo c'è un aspetto che
vorrei sottolineare - ha concluso Carrà - tutte queste fonti di energia
alternative , compreso il nucleare, producono energia elettrica, e lo sviluppo delle
tecnologie, richiede necessariamente lo sviluppo delle infrastrutture per il
trasporto, la conservazione e la distribuzione. Ritengo che se non si entra in
questo ordine di idee sarà impossibile modificare il modo di produrre energia e
il suo utilizzo ed evoluzione delle tecnologie".
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa/ San Francisco, importa plettri guscio tartaruga,
incriminata di Apcom Per commercio illegale con specie protette -->San
Francisco, 27 mar. (Ap) - Un gran giurì federale di San Francisco ha
incriminato la 54ennne Qing Song per commercio illegale di specie protette, dopo che la donna aveva importato dalla Cina dei plettri per chitarra in guscio di tartaruga embricata, una
specie di tartaruga marina a rischio di estinzione. La legge statunitense non
permette di commerciare specie a rischio senza un'autorizzazione che ne attesti
la necessità per motivi di ricerca scientifica o altre ragioni comunque non
commerciali. Alcuni chitarristi ricercano i plettri in guscio di
tartaruga perché produrrebbero un suono superiore a quelli di plastica
utilizzati normalmente.
( da "Wall Street Italia" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa/ New York, Freedom Tower ribattezzata One World
Trade Center di Apcom E la cinese Vantone è la prima a prenotarsi -->Roma,
27 mar. (Apcom) - Niente Freedom Tower. Il grattacielo che sorgerà a Ground
Zero al posto delle Torri Gemelle rase al suolo dagli attentati dell'11
settembre del 2001, si chiamerà semplicemente One World Trade Center. A
deciderlo, secondo il sito Newsday, è stata l'agenzia che controlla i lavori di
ricostruzione di Ground Zero, ovvero la Port Authority. Il motivo della
decisione? Steve Sigmund, portavoce dell'agenzia, si è limitato a dire che lo
scambio dei nomi è stato deciso per ragioni di marketing. Il grattacielo, che
ha un valore di 3,1 miliardi di dollari, dovrebbe essere completato nel 2013.
Intanto arriva anche la notizi del primo leasing prenotato. Si tratta della società immobiliare cinese Vantone Industrial
Company, che ha raggiunto un accordo per prendere in affitto i piani che vanno
dal 64esimo al 69esimo per un periodo di tempo di 23 anni. Vantone vuole creare
un centro culturale e di affari per le società cinesi che hanno rapporti
commerciali con gli Stati Uniti e per le società Usa che lavorano in Cina.
( da "Romania Libera" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
> Cititi online anunturile din
ziarul Romania
libera: Mii de bolnavi in stare grava si-au gasit alinarea datorita
eforturilor unei femei cu inima mare: Mariane Caspari La 77 de ani, mogul in industria binelui Pentru a strange
fonduri, Maia scrie rapoarte de activitate, aplica pentru proiecte europene si
participa la conferinte internationale Dan Gheorghe Miercuri, 25 Martie 2009
Una dintre cele mai active organizatii neguvernamentale care ajuta oamenii cu
boli grave este condusa de o femeie de etnie germana din Medias, in varsta de
77 de ani, bolnava de diabet si aproape nevazatoare. Asociatia de Autoajutorare
a Diabeticilor si Bolnavilor Oncologici a luat nastere in 1990, atunci cand
Mariane Caspari, care lucra pe vremea aceea in contabilitate, s-a hotarat sa-si
schimbe viata si sa se dedice salvarii bolnavilor de cancer si diabet.
"Cand a cazut comunismul, am simtit o eliberare. Simteam ca pot face multe
lucruri", explica acum "Maia", asa cum este cunoscuta in Medias,
de ce a ajuns sa se implice in aceasta activitate. Pana astazi Mariane Caspari
a ajutat mii de oameni: a strans bani pentru copiii care sufereau de leucemie,
a facut rost de proteze pentru bolnavi cu membrele amputate sau a asigurat
medicamente celor care nu-si permiteau nici un tratament. In ciuda varstei
inaintate, Mariane are programul foarte incarcat. Scrie rapoarte de activitate,
face proiecte de finantare europeana, iar in fiecare an pleaca in strainatate,
la diverse conferinte, pentru a convinge oamenii de afaceri sa doneze bani
asociatiei sale. Mariane nu se considera insa o eroina. "Ce-am facut doar
asa important? Am ajutat oamenii. Atat.", spune simplu "Maia"
din Medias. Din 1990 incoace, mii de oameni au fost ajutati de Mariane Caspari.
In Medias i se spune "Maia" sau "Mama". Datorita ei au
venit in Romania sute de tone de ajutoare din strainatate. Ca o raza de
speranta pentru cei bolnavi de cancer, de diabet, pentru cei cu maini sau picioare
amputate. Copiii loviti de boli incurabile au fost trimisi la tratament in
strainatate pe banii adunati de aceeasi "Maia". Tot la insistenta ei
au venit de peste hotare TIR-uri cu ajutoare pentru sinistratii din Moldova sau
din Transilvania, dupa inundatiile care au lovit acele zone. Cu sase ani in
urma, Guvernul Romaniei a declarat organizatia infiintata de Mariane Caspari
drept o institutie de utilitate publica. Aceasta este Asociatia de
Autoajutorare a Diabeticilor si Bolnavilor Oncologici. Familie atestata din
1691 La vechea primarie. Acolo trebuie sa ajungem in Medias. Pe stradutele
inguste si curate, printre casele viu colorate, care iti dau, asa, un aer
tineresc, desi zidurile sunt batrane. Un gang intunecos ne conduce din strada
spre o curte interioara, iar intr-un colt o usa din lemn, micuta, cu o placa
alaturi, pe care scrie numele organizatiei, ne anunta ca am ajuns in locul
dorit. Batem la usa, intram intr-o incapere mica, iar dintr-o camera alaturata
rasare imediat o femeie cu parul scurt, blond, cu ochi albastri, care se
indreapta agale spre noi. Trebuie sa se apropie mult ca sa ne distinga fetele.
"Pentru mine ati facut atata drum?", e un fel de a incepe discutia ca
si cum ne-ar da de inteles ca nu se considera o vedeta demna de paginile unui
ziar. Ne invita sa stam pe cate un scaun. Ea ramane in picioare. "Mie asa
imi place sa stau, in picioare. Nu pot sa stau jos", ne anunta gazda, care
avea pregatite si cafelele. Doar stia exact cand vom ajunge la Medias, la ora
15.00 fix, cum stabiliseram initial. Precizie germana, pe care am respectat-o,
evident, ca doar avem in fata noastra o nemtoaica. "Sunt un ultim vlastar
al unui trib foarte obosit", ne explica plastic faptul ca familia ei de
sasi, unul dintre cele mai vechi neamuri din Medias, e atestata inca din 1691.
"Ajut oamenii pentru ca sunt crestina" Mariane Caspari ne explica cum
a infiintat asociatia. "Simt nevoia sa ajut oamenii, pentru ca sunt
crestina. E o munca atat de frumoasa!", ne explica pe scurt viata ei.
"Nu conteaza cati oameni ajuti, ci sa ai satisfactia ca ai ajutat. Ma culc
in fiecare seara cu inima implinita", conchide. si daca tot e sasoaica, ne
spune un proverb german: "Cand te crezi foarte necajit, du-te in casa
altuia". si uite asa au tot batut la usa "Maiei" mii de oameni
cu probleme. Din toata tara. Ani la rand. Ca sa-i ajute. Majoritatea romani. Ei
nu stiau proverbul german… O noua viata de la 58 de ani "Maia" a
vazut multi oameni necajiti in jurul ei. Mai ales cei bolnavi de cancer si de
diabet. Ea insasi e bolnava de diabet de 30 de ani incoace. A ajuns sa-si faca
trei injectii cu insulina in ziua de azi. Ne povesteste ca multi din familia ei
au fost bagati in pamant de aceste boli. "Mama a murit de cancer, tata a
fost diabetic, fratele meu a fost diabetic." Toti s-au dus in lumea
dreptilor. "Maia" are o fata, plecata in Germania inca din 1990. E
profesoara acolo. "Mama" sa fie batrana? Are 77 de ani. Dar nu-i dai
varsta asta dupa vorba insufletita. Zice ca a muncit o viata intreaga. De la 15
ani s-a angajat. Mai intai ca dactilografa, apoi a evoluat spre contabilitate.
A venit anul 1990. Avea pe atunci 58 de ani. "Am simtit atunci, cand a
cazut comunismul, asa, o eliberare. Simteam ca pot face atat de multe
lucruri", a fost sentimentul unui om care dorea sa ia viata de la capat,
chiar daca ajunsese la aproape 60 de ani. si exact asta a facut. A pus mana pe
telefon si a sunat la neamurile si cunostintele ei din Germania. Pentru
ajutoare. Sa fie trimise romanilor medicamente, imbracaminte, de toate. Iar la
data de 19 ianuarie 1990 a
fost infiintata asociatia pe care "Maia" o conduce si azi. "O
conduc prin telecomanda acum", glumeste din nou. Apoi
scoate din poseta stampila organizatiei, ca sa ne arate cine-i seful, cu toate
ca are in jurul sau 23 de voluntari, de prieteni mai bine zis, "familia
mea", completeaza Mariane, oameni care se ocupa de treburile asociatiei.
Chiar daca are vederea din ce in ce mai slaba, de trei ani incoace, e mereu
prezenta la sediu, conform programului. E tot timpul cineva langa ea
care o conduce, fie la birou, fie la cumparaturi. "Maia" nu asteapta
sa faca altii treburile pe care ea insasi considera ca inca le mai poate face
singura. "Nu ma opresc decat la moarte. si in sicriu voi avea stampila
organizatiei", rade din nou. Sacul de dormit Erau primele zile ale lui 1990.
Au inceput sa vina ajutoarele solicitate. Acasa la "Maia" a fost
pentru inceput sediul organizatiei sale, timp de un an si jumatate. Munti de
imbracaminte, conserve, medicamente, toate depozitate in locuinta sa. si-a dat
seama atunci, la primul transport, ca mancarea fusese pusa chiar langa soba din
casa. Femeia n-a mai facut focul zile in sir. S-ar fi stricat alimentele pana
sa fie impartite la oameni. Ce-a facut "Maia"? si-a petrecut noptile
infofolita intr-un sac de dormit. Asa s-a si imbolnavit de gripa. "Tin
minte ca eram tare bolnava cand am facut platforma-program a asociatiei",
zice. Apoi o intreb care sunt cele mai importante puncte din statutul
organizatiei sale. "Ajutor umanitar si scoaterea pacientilor din
singuratate." Mariane se considera si ea, inainte de toate, o pacienta,
fiind diabetica. Povesti cutremuratoare Aproape ca ti se face pielea de gaina
cand auzi cine sunt cei care au fost ajutati de "Maia" de-a lungul
timpului. Iata un exemplu – sot si sotie. Ea, cu ambii sani amputati din cauza
cancerului. El, cu ambele picioare taiate. Copiii lor, someri. Aveau nevoie de
hrana si medicamente. Femeia a primit o proteza mamara. Pe urma vine amintirea
Georgianei. O fata de 18 ani care aproape orbise. "Ma strangea in brate
si-mi spunea ca ea nu mai vrea sa traiasca asa", povesteste gazda noastra.
Fata a fost dusa la un spital din Ungaria. Dupa ce a fost operata,
"Maia" s-a dus la ea la spital. "Mi-a spus ca a inceput sa vada
din nou. A fost un lucru minunat", iar pe fata femeii rasare o raza de soare.
Ramane cu ochii departe, de parca ar fi din nou acolo, langa patul acela de
spital. Alta poveste – un copil din Pitesti, bolnav de leucemie. Avea nevoie de
un transplant de maduva, in strainatate. Mariane a sunat pe la diverse
organizatii umanitare din Germania, Austria si Italia. A reusit sa adune banii
necesari operatiei si tratamentului – 135.000 euro –, apoi copilul a fost
salvat. Cand s-a intamplat asta? "Acum vreo doi ani. Nu mai tin minte
exact. Nu pot sa-i tin minte pe toti cei pe care i-am ajutat", ne explica
femeia ca pana si faptele bune se topesc la un moment dat in uitare, in lumea
asta mare. Apoi isi aminteste de prietenii ei, tiganii. "Ei mi-au spus
prima oara «Mama», dupa cate am facut pentru ei. Numele asta – «Mama» – e ca o
medalie pentru mine", adauga ea. Rapoarte de activitate Ziua era alaturi
de bolnavi, noaptea scria rapoarte. Ani la rand. Trebuie sa dai cu subsemnatul
catre sponsorii tai din strainatate, sa le arati ce-ai facut cu fiecare lucru
pe care ti l-au donat. Se primeau vreo sase transporturi pe an. Plus ca din
2003, de cand organizatia e de utilitate publica, trebuie publicat in fiecare
an un raport de activitate in Monitorul Oficial. Multa hartogaraie. Daca ar fi
numai asta, sa zici ca te descurci cumva. "Maia" trebuia sa plece si
in strainatate, an de an, sa tina conferinte in fata oamenilor de afaceri, sa-i
convinga sa doneze bani. "Esti nemtoaica. De ce ajuti romanii?"
Altadata, cand era in Germania, "Maia" isi aminteste ca a fost
intrebata cam asa: "Tu esti nemtoaica, de ce ii ajuti atat de mult pe
romani?" La care sasoaica din Medias a raspuns imediat: "Eu sunt
cetatean al Romaniei". Un singur lucru a suparat-o in relatia ei cu unii
dintre donatorii de bani – oamenii aceia ar fi vrut ca, in schimbul ajutoarelor,
sa fie promovata peste hotare o imagine cat mai urata despre Romania, cu
mizerie, cu oameni necajiti, cu tot felul de nenorociri. "M-a deranjat
mult ca se dorea sa aratam ce e rau in tara mea, ca sa atragem in felul asta
sponsori. N-am fost de acord sa promovez o asemenea imagine negativa", e
categorica romanca. Mariane zice ca se trage dintr-o familie de negustori.
Poate tocmai de aceea a avut darul acesta al discursului, "talentul de a-i
convinge pe oameni sa ajute", cum spune ea. A vorbit chiar si atunci cand
boala ar fi tintuit-o la pat, in mod normal. Asa cum s-a intamplat in 2002, pe
scena Operei din Cluj, la un congres international de diabetologie. Trebuia sa
fie prezenta acolo, cu atat mai mult cu cat este presedinta sectiunii romane a
Organizatiei Internationale pentru Drepturile Omului, la care s-a adaugat
implicarea sa in activitatea Federatiei Romane de Diabet, Nutritie si Boli
Metabolice. "Aveam febra 40 de grade. Gura e buna la mine, indiferent cat
sunt de bolnava", mai spune "Maia". Fara memorii E mare familia
"Maiei". A reusit sa stranga in jurul ei 700 de membri, 80% din ei
fiind diabetici, iar restul bolnavi de cancer. Au organizat ani la rand
sarbatori de Craciun si pentru copiii diabetici, seropozitivi sau bolnavi de
cancer. Despre unii, din pacate, se vorbeste azi la timpul trecut. Sa-si scrie
memoriile. Asa o indeamna prietenii pe "Maia". Dar ea nu vrea. Zice
ca nu are ce sa scrie. "Ce-am facut? Am ajutat oamenii. Atat", spune
simplu Mariane Caspari. » Proiecte europene Cel mai bun lucru in vremurile
astea de criza este autoajutorarea. Nu se mai strang bani in Occident. Nici de
la autoritatile romane nu vin bani, desi organizatia "Maiei", care e
de utilitate publica, are dreptul la fonduri de la bugetul statului. Daca a
vazut cum e situatia, Mariane Caspari s-a apucat sa scrie proiecte europene.
Doar nu degeaba a urmat, dupa 1990, cursuri postuniversitare de management. A
reusit in acest fel, de cativa ani incoace, sa intocmeasca documentatia pentru
43 de programe, din care cinci au devenit deja operationale. Cabinetul medical
al asociatiei are aparatura pentru investigatii amanuntite la ochi si rinichi,
dar si pentru glicemie. Farmacia din acelasi loc a primit girul Ministerului
Sanatatii pentru medicamentele venite din ajutoare. S-a deschis o scoala pentru
femeile care vor sa se califice in meseria de asistent la domiciliu, in cazul
bolnavilor cazuti la pat. Se tin cursuri si pentru suferinzii de diabet, astfel
incat acestia sa invete cum, cat si ce sa manance. si ce a mai realizat
Mariane? A oferit mobilier nou pentru toate scolile din Medias. Din aceeasi
categorie: Aurora Banatului, in agonieCarute vandute pe InternetO tara adunata
intr-o casa Voteaza
( da "Corriere.it" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Il nostro obiettivo è
sconfiggere la rete terroristica» Obama: «Al Qaeda prepara un attacco» «La zona
tra Afghanistan e Pakistan è la più pericolosa per gli americani». Islamabad:
«Approccio positivo» Barack Obama (Ap) WASHINGTON - Al Qaeda è ancora attiva e
dai santuari in Pakistan «sta preparando un attacco» contro il territorio
americano. Barack Obama, annunciando la nuova strategia anti-terrorismo degli Usa,
lancia l'allarme. «L'obiettivo primario - ribadisce il presidente - è quello di
smantellare» la rete terroristica di Osama bin Laden. Ma per raggiungere questo
scopo sarà cruciale il ruolo di Islamabad. «Il confine tra Afghanistan e
Pakistan - spiega - è la zona più pericolosa del mondo per gli americani».
AFGHANISTAN - «Secondo numerose analisi dell'intelligence Al Qaeda sta
progettando attacchi contro gli Stati Uniti dal suo rifugio in Pakistan» spiega
Obama. E anche in Afghanistan la situazione sta diventando sempre più
pericolosa: «Il 2008 è stato l'anno con più caduti americani nella guerra». Saranno
inviati 4 mila soldati come addestratori delle forze di sicurezza locali e ci
sarà un maggiore impegno civile. «Accelereremo il nostro sforzo per creare un
esercito afghano con 134 mila unità e una forza di polizia con almeno 82 mila
unità in modo da affidare sempre più la responsabilità della sicurezza alle
forze locali». Obama ha ordinato l'invio di altri 17 mila soldati in
Afghanistan. «Questo incremento servirà anche a dare più sicurezza in vista
delle elezioni presidenziali del prossimo agosto». Gli Stati Uniti non
chiuderanno gli occhi sulla corruzione in seno al governo di Kabul soprattutto
ora che l'Afghanistan potrà beneficiare di un maggiore aiuto. PAKISTAN - Ma il
destino dell'Afghanistan, ripete Obama, è legato a quello del Pakistan. Da una
parte Islamabad deve dimostrate il suo impegno contro i terroristi, dall'altra
gli Usa si impegnano a fornire al Pakistan un miliardo e mezzo
di dollari all'anno per cinque anni. «Serviranno a costruire scuole, strade e
ospedali e a rafforzare la democrazia». IL PIANO - Nel presentare il suo «piano
complessivo» per l'Afghanistan e il Pakistan, Obama afferma che in quei due
Paesi è in gioco la sicurezza degli Stati Uniti e del resto della comunità
internazionale. «A Kabul bisogna fare di tutto perché il governo non cada sotto
i talebani e riesca a bloccare Al Qaeda, altrimenti il Paese sarà la base di
terroristi che ci vogliono uccidere». GRUPPO DI CONTATTO - Obama annuncia poi
che, assieme alle Nazioni Unite, gli Usa daranno vita a un nuovo Gruppo di contatto per l'Afghanistan e
il Pakistan: gli alleati della Nato, gli Stati dell'Asia centrale, le nazioni
del Golfo e l'Iran, la Russia, l'India e la Cina. ISLAMABAD E KABUL - Il Pakistan saluta come «molto positivo» il
programma, ha detto il ministro degli Esteri Shah Mahmud Qureshi. Plauso
anche dall'Afghanistan: secondo il presidente Karzai la nuova strategia aumenta
le possibilità di successo contro la minaccia del terrorismo e della
guerriglia. ITALIA E FRANCIA - Per l'Italia il ministro degli Esteri Franco
Frattini dice che «la Ue è davvero unita nel considerare la svolta degli Stati
Uniti in Afghanistan importante e condivisibile» e il governo francese ha
espresso soddisfazione per la nuova strategia Usa, nel
quadro di un ruolo rafforzato delle Nazioni Unite. SERVIZI PAKISTANI APPOGGIANO
AL QAEDA - Ci sono «segnali» che elementi dei servizi segreti pakistani
sostengano Al Qaeda e i talebani. Lo ha dichiarato l'ammiraglio Mike Mullen,
capo degli stati maggiori riuniti americani. Secondo il New York Times ci sono
prove di incontri di agenti pakistani con i comandanti talebani per discutere
se intensificare gli attacchi in vista delle elezioni presidenziali afghane.
stampa |
( da "Virgilio Notizie" del 27-03-2009)
Argomenti: Cina Usa
San Francisco, 27 mar. (Ap) - Un
gran giurì federale di San Francisco ha incriminato la 54ennne Qing Song per
commercio illegale di specie protette, dopo che la donna
aveva importato dalla Cina dei plettri
per chitarra in guscio di tartaruga embricata, una specie di tartaruga marina a
rischio di estinzione. La legge statunitense non permette di commerciare specie
a rischio senza un'autorizzazione che ne attesti la necessità per motivi di
ricerca scientifica o altre ragioni comunque non commerciali. Alcuni chitarristi
ricercano i plettri in guscio di tartaruga perché produrrebbero un suono
superiore a quelli di plastica utilizzati normalmente.