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Report "Globalizzazione"   26-2-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Calano i contributi, una commissione distribuirà fondi alla Protezione civile ( da "Corriere delle Alpi" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una commissione distribuirà fondi alla Protezione civile CSV BELLUNO. Dal 1997 al 2008 il Csv di Belluno ha stanziato a favore delle associazioni di Protezione civile 625.669 euro. Una cifra importante, che rappresenta il 16,98% dei complessivi 3 milioni 683.682 euro che il Csv di Belluno ha deliberato in dieci anni alle associazioni della provincia.

Obama riceve Taro Aso: <Tokyo è fondamentale> ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e con il viaggio a Washington Aso vuole ribadire il ruolo di punta giapponese nelle relazioni tra Usa ed Asia, nonostante il peso crescente della Cina. La vicinanza tra le due coste del Pacifico è sottolineata anche dalla presenza di circa 50.000 soldati americani sul suolo giapponese, ma soprattutto dallo stretto legame economico tra i due paesi.

La crisi: il dibattito - 4 ( da "Cittadino, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dei campi Prima è stata la globalizzazione selvaggia. Adesso è la crisi, selvaggia e globale anch'essa. Comunque la si veda, anche l'agricoltura non sta passando un bel momento. Nonostante a livello nazionale sia uno dei pochi settori, se non l'unico, che non abbia registrato una contrazione del prodotto interno lordo, nel nord e nel Lodigiano ci sono problemi pesanti su molti *

La crisi economica spegne anche i sigari cubani ( da "Giornale di Brescia" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche se non mancano i nuovi mercati, in primo luogo l'onnipresente Cina. A preoccupare i principali marchi di sigari dell'Avana (che prima facevano capo a diversi proprietari, mentre da qualche tempo fanno parte di una società al 51% dallo Stato) sono gli ultimi dati delle vendite, pubblicati proprio in occasione del «Festival».

niente protezionismo la crisi è un'opportunità - dal corrispondente ( da "Nuova Venezia, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ha detto Obama ricordando che è la Cina, non gli Stati Uniti, il paese che si sta impegnando in questa direzione. «Siamo stati noi a inventare l'energia solare eppure adesso siamo indietro rispetto alla Germania e al Giappone. E le auto ibride che escono dalle nostre catene di montaggio usano batterie fatte in Corea».

L'inaugurazione della centrale nucleare iraniana (made in Russia) di Bushehr, ritardata di tre anni grazie a un'infinita querelle tra Mosca e Teheran, è un altro piccolo passo vers ( da "Riformista, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: una lista di aziende e persone compilata dalla troika europea che - assieme a Usa, Russia e Cina - gestisce il dossier nucleare iraniano (Germania, Francia, Gran Bretagna) vorrebbe colpire con un nuovo giro di sanzioni. Tale è la confusione sotto il cielo che, secondo le nostre fonti, gli Usa sarebbero riluttanti di fronte alla linea dura europea.

Vengo a raccontarvi la mafia globalizzata ( da "Nuova Ferrara, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: raccontarvi la mafia globalizzata» A Migliarino arriva Rita Borsellino: non lasciamo soli magistratura e inquirenti «Mio fratello Paolo diceva che serve il movimento culturale» SERGIO ARMANINO MIGLIARINO. «Vengo a raccontare come la mafia non sia più "Totò e lupara", ma manager dai colletti bianci e il pc sotto braccio, come le mafie si siano globalizzate e abbiano stretto alleanze»

Protezionismo, ricetta per abbattere i diritti ( da "Manifesto, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Qualcuno crede che i consumatori possano decidere di acquistarlo nell'ambito dell'Ue e non in Cina, con quel che costa da noi produrre l'acciaio? Giusto, al massimo i nostri padroni tenteranno di imitare i cinesi abbattendo salari e diritti. Proprio come capita dalle parti di Obama.

Atomi in salsa francese ( da "Manifesto, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: proposto dal presidente Obama sono proprio fonti rinnovabili e efficienza che possono essere oggetto di uno scambio tecnologico con la Cina, uno dei maggiori finanziatori del debito Usa. Cosa che lascia ben sperare nella trattativa per il clima globale, che vedrà in dicembre una importante tappa nella conferenza di Copenhagen in cui è in gioco il futuro del Protocollo di Kyoto.

La percentuale degli alunni stranieri nelle scuole del Circeo cresce in maniera esponenziale... ( da "Messaggero, Il (Latina)" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione, migrazioni, processi e sistemi formativi, emergenze educative, bisogni formativi e culturali. Quattro gli incontri previsti oggi, il 12 e 26 marzo ed il 21 maggio, dalle 16 alle 19. Si discuterà di "Educazione, didattica e mediazione interculturale" con il professor Massimiliano Fiorucci;

domani ( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le ventisette Europe di fronte alla crisi della globalizzazione». La professoressa Grazia Borgna, direttore del Centro studi internazionali Einstein del Movimento federalista europeo, parlerà di «Verso un nuovo sviluppo reale: l'integrazione sociale e l'Unione europea». Introdurranno il dibattito il presidente della sezione di Bergamo, l'avvocato Ennio Bucci,

A Tokyo mai così alto il deficit commerciale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La domanda estera è crollata nelle tre principali aree: -52,9% verso gli Usa, - 47,4% verso l'Europa e -46,7% verso l'Asia, con uno spiccato deficit nei confronti della Cina che rappresenta il 60% del disavanzo totale. Verso l'Italia l'export si è esattamente dimezzato (-50,6%) a fronte di un calo del 34,7% dell'import.

Gli Usa non saranno protezionisti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa non saranno protezionisti» Washington difenderà il libero scambio nonostante il Buy American Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro inviato è emergenza protezionismo, dentro e fuori dall'Europa. Catherine Ashton, 52 anni, la baronessa inglese che nell'ottobre scorso ha sostituito Peter Mandelson come commissario Ue al Commercio,

il dipartimento di stato usa ci ripensa "il regime cinese vìola i diritti umani" ( da "Repubblica, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Esteri Washington Il Dipartimento di Stato Usa ci ripensa "Il regime cinese vìola i diritti umani" WASHINGTON - Cina e Russia hanno ancora molto cammino da fare sulla strada della tutela dei diritti umani: nel suo rapporto annuale sulla situazione in 190 Paesi del mondo, Washington è tornato a puntare l´indice su alcuni dei tradizionali obiettivi.

<Non è colpa della Cina ma della crisi di idee> ( da "Corriere del Veneto" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: negli Stati Uniti «Non è colpa della Cina ma della crisi di idee» VENEZIA – Il suo nome compare accanto a quello del regista Pedro Almodovar e al direttore d'orchestra Riccardo Muti nella lista dei premiati della Boston Academy of Arts and Science. E' stato insignito del titolo di Colonel of Kentucky insieme al pugile Mohammed Alì,

Una pioggia di fondi per andare all'estero ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa , Canada, Messico, Brasile, Marocco, Tunisia, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi, India, Cina, Giappone. Saranno, inoltre, privilegiate le imprese femminili, le imprese che abbiano ottenuto, entro il 31 dicembre 2009, la certificazione SA 8000 (responsabilità sociale d'impresa) da parte di un organismo accreditato ed i progetti presentati in forma aggregata da almeno tre imprese.

Da Henry a Hillary ( da "Corriere della Sera" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il disgelo tra gli Usa e la Cina maoista fu preceduto dalla prima visita di atleti americani a Pechino (giocatori di ping pong, sulla copertina di Time), che aprì la strada alla storica visita di Nixon, preparata da Kissinger (1972) Diplomazia del cappotto Così un commentatore ha definito il viaggio di Hillary, notando il cappotto con stampa «

<Emergenza diritti umani> Il Dipartimento di Stato corregge la <linea Clinton> ( da "Corriere della Sera" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il rapporto: «Usa in prima linea contro i soprusi» La Cina accusata di violazioni, mentre nella sua visita Hillary aveva anteposto gli interessi economici. Il «New York Times»: «Questa Realpolitik non è nuova» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — «I diritti umani in Cina restano precari e in alcuni casi sono peggiorati».

Obama è pronto a riscriverei princìpi di Wall Street ( da "Secolo XIX, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il gruppo del G20 - di cui fanno parte gli Usa e importanti economie europee, ma anche economia in ascesa come la Cina - sta pensando a come ridisegnare il sistema di regole finanziarie pensato in gran parte dopo la fine della Seconda guerra mondiale durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944.

Pechino. Cina accusa Usa di interferenze politiche ( da "AudioNews.it" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina accusa Usa di interferenze politiche 09.17: 'Da Washington troppe interferenze negli affari interni cinesi'. Così, in una nota ufficiale, Pechino replica agli Stati Uniti dopo la diffusione del rapporto del dipartimento di Stato americano che denunciava violazioni dei diritti umani da parte del governo di Pechino.

Polemica Pechino-Washington su rapporto diritti umani in Cina ( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: - La Cina ha protestato oggi contro le critiche statunitensi sul rispetto dei diritti umani nel Paese asiatico, affermando che gli Usa dovrebbero prima di tutto guardare in casa loro. Ieri il dipartimento di Stato americano ha pesantemente criticato Pechino, affermando che l'arresto e le vessazioni contro i dissidenti,

Cybersicurezza, nuovi compiti per Nsa da Obama ( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cui Russia e Cina, possono danneggiare elementi dell'infrastruttura informativa Usa", ha detto Blair. "La cyberdifesa non è un soluzione definitiva: richiede un investimento continuo". In ballo ci sono miliardi di dollari. Le società appaltanti della Difesa Northrop Grumman, Lockheed Martin e Boeing, stanno lavorando a progetti segreti di cybersicurezza per conto del governo Usa.

Obama convincentema l'economia è un rebus ( da "Secolo XIX, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: durante la sua visita in Cina è un aspetto molto significativo. La missione è stata incentrata, invece, sull'ottenimento della garanzia che il governo cinese continui ad acquistare titoli del Tesoro Usa, e sulla verifica delle notizie riguardanti la tenuta del mercato interno cinese, ben più robusta del previsto: la testimonianza di un reale mutamento dei rapporti di forza planetari,

Pechino a muso duro con Washington: sui diritti umani non potete darci lezioni ( da "Rai News 24" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina agli USA, all'indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato americano critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani. "Il bilancio del governo cinese in tema di diritti dell'uomo resta negativo e si è anche agravato in certe regioni", si legge nel rapporto, che citala "repressione delle minoranze etniche nella regione autonoma dello Xinjiang,

Al via iscrizioni al nucleo di Protezione Civile ( da "Caserta News" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: via iscrizioni al nucleo di Protezione Civile ASSOCIAZIONI | Castel M. Al via le nuove adesioni al nucleo comunale di Volontari di Protezione Civile, infatti, il responsabile dell'Area Vigilanza, il segretario comunale dott.ssa Giulia Faraone nei giorni scorsi, sia tramite l'affissione di manifesti murali, e sia tramite la pubblicazione dell'avviso sul sito internet del comune all'

"Sui diritti umani non potete darci lezioni" ( da "Affari Italiani (Online)" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Politica La Cina agli Usa: "Sui diritti umani non potete darci lezioni" Giovedí 26.02.2009 10:12 Dura risposta della Cina agli Usa, all'indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato americano critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani.

Cina/ Pechino a Washington: basta con lezioni su diritti ( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sale la tensione tra Cina e Usa. All'indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato Usa critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani, il governo cinese risponde seccamente chiedendo agli Usa di smetterla di atteggiarsi a garanti dei diritti dell'uomo nel mondo e di dare lezioni agli altri paesi (segue)

CINA: PECHINO REPLICA AD USA, IGNORATI NOSTRI RISULTATI SU DIRITTI UMANI ( da "ITnews.it" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina replica al rapporto del dipartimento di Stato che denuncia violazioni dei diritti umani ed accusa gli Stati Uniti di interferenze nei propri affari interni. "Il rapporto ignora gli sforzi ed i risultati storici ottenuti dalla Cina che sono stati ampiamente riconosciuti dalla comunita' internazionale" si legge in un editoriale dell'

LA CINA BACCHETTA GLI USA CUI DIRITTI UMANI ( da "Wall Street Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina bacchetta gli Usa cui diritti umani -->Pechino replica al rapporto del Dipartimento di Stato: «Ignora gli sforzi e risultati storici che abbiamo ottenuto»

CINA-USA, SCONTRO SUI DIRITTI UMANI ( da "Wall Street Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina-Usa, scontro sui diritti umani -->Il dipartimento di Stato bacchetta Pechino: «Stop alla repressione delle minoranze etniche in Tibet». La replica: «Basta con le lezioni».

Cina-Usa, tensione sui diritti umani ( da "Stampaweb, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: PECHINO Sale la tensione tra Cina e Usa. All?indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato Usa critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani, il governo cinese risponde seccamente chiedendo agli Usa di smetterla di atteggiarsi a garanti dei diritti dell?

Lyceum Oggi alle 17 al Lyceum, via Alfani 48 omaggio alla poesia di Alberta Bigagli. Partecipano:... ( da "Nazione, La (Firenze)" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ceccoli parlerà di storia e miti della globalizzazione. Il 6 marzo Roberto Bartoli parlerà della crisi della globalizzazione e il 28 marzo, questa volta alle 15,30, le porposte per uscire dalla crisi. Consumatori e giustizia Oggi alle 17 al circolo Vie Nuove, viale Giannotti13, il movimento consumatori ha organizzato un incontro d'approfondimento dedicato alle procedure di mediazione,

Iran, troika Ue propone sanzioni più dure, scrive F. Times ( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La troika Ue insieme agli Usa, la Cina e la Russia rappresenta un gruppo di potenze mondiali che stanno cercando di superare lo stallo con l'Iran sul programma nucleare. Le potenze occidentali sospettano infatti che esso serva a produrre armi atomiche. Teheran invece afferma che l'unico scopo è quello di produrre energia elettrica.

DIRITTI UMANI: CINA REPLICA A USA,"SMETTANO DI FARE GUARDIANI" ( da "Agi" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA REPLICA A USA,"SMETTANO DI FARE GUARDIANI" (AGI) - Pechino, 26 feb. - Gli Stati Uniti smettano di fare il "guardiano" dei diritti umani e riflettano sui loro problemi. Non si e' fatta attendere la replica della Cina al rapporto annuale del Dipartimento di Stato Usa che ha puntato nuovamente il dito contro Pechino: la tutela dei diritti umani in Cina "

Rinnovabili/ Cina entro 2030 può avere la sua "green ( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ogni anno negli ultimi 15 anni, rispetto alla riduzione degli Usa dell'1,7% e della Germania del 2,7%. Lo studio è basato sulle 200 tecnologie verdi che la Cina potrebbe impiegare per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell'inquinamento. Più di 100 esperti di diversi settori sono stati intervistati per redigere il rapporto.

Cina/ Rapito l'avvocato dei diritti umani Gao Zhishen ( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina, territorio del Partito Comunista Cinese, prenderti al vita è altrettanto semplice che calpestare una formica". Proprio ieri il Dipartimento di Stato Usa, nel suo rapporto annuale, ha criticato Pechino sul tema dei diritti. Il documento arriva a pochi giorni dalla visita ufficiale di Clinton in Cina in cui però il segretario di Stato ha ricevuto forti critiche per aver "

Immigrazione, dialogo sulla globalizzazione nella parrocchia di S. Giovanni Evangelista ( da "Sestopotere.com" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Immigrazione, dialogo sulla globalizzazione nella parrocchia di S. Giovanni Evangelista (26/2/2009 12:07) | (Sesto Potere) - Modena - 26 febbraio 2009 - Ribadire e ridefinire le regole che presiedono la convivenza sociale e, al contempo, assicurare che esse vengano rispettate.

Diritti Umani: Cina contro Usa ( da "KataWeb News" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Diritti Umani: Cina contro Usa 26 febbraio 2009 alle 12:48 — Fonte: ansa.it — 0 commenti Rapporto Dipartimento Stato Washington definito 'irresponsabile'

Economia, forum del Lions Giffoni ( da "Denaro, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione. Vivere in un sistema globalizzato". Questo il tema del convegno del Lions Club "Giffoni Valle dei Picentini" che si svolgerà sabato prossimo alle 10 al Plesso Monumentale "San Francesco" di Giffoni Valle Piana. La discussione sarà presenziata dall'Onorevole Generoso Andria, l'analisi dettagliata della situazione economica della Regione Campania sarà affidata al coordinatore

Fine settimana con la Protezione civile naccio ( da "Sicilia, La" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fine settimana con la Protezione civile naccio @@Sarà montata una tendopoli autosufficiente per il primo soccorso. Volontari da Siracusa, Avola, Floridia, Augusta e Catania Tutto pronto per l'esercitazione regionale di Protezione civile. Per l'ottavo anno consecutivo, l'area di Ecologia attiva e Protezione civile di Nuova Acropoli organizzerà,

Mario Boselli è ottimista: <Si inizia a vedere la risalita> ( da "Corriere Di Como, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della seta da abbigliamento degli Usa arriva da Como. Siamo ancora grandi produttori. Certo continua Taborelli come numeri non possiamo competere con la Cina, ma un cliente va in Oriente se vuole solamente spuntare il prezzo. Se cerca invece il prodotto, viene da noi». I dati raccolti dalla Sezione serica dell'Unione Industriali di Como e dal centro studi di Sistema Moda Italia (

E gli italiani aiutano l'export di Fidel ( da "Gazzettino, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: onnipresente Cina. A preoccupare i principali marchi di sigari dell'Avana (che prima facevano capo a diversi proprietari, mentre da qualche tempo fanno parte di una società al 51% dallo Stato) sono gli ultimi dati delle vendite. Nel 2008, le esportazioni degli 'habanos' sono state pari a 390 milioni di dollari, il 3% in meno rispetto al 2007.

Iran, i tre membri europei del 5+1 chiedono nuove sanzioni ( da "Velino.it, Il" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Russia e Cina) hanno proposto una nuova ondata di sanzioni Onu contro Teheran. Lo rivela un documento confidenziale di cui sono entrati in possesso il Financial Times e il Riformista, secondo i quali 34 entità e 10 individui apparentemente legati alla produzione di armi atomiche o biologiche sarebbero i bersagli del provvedimento.

Ue-Usa/ Domani Ferrero-Waldner incontra Clinton a Washington ( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa di questioni di politica estera, compreso il processo di pace in Medio Oriente, l'Afghanistan, la Cina, la Russia e le sfide globali come l'energia e il cambiamento climatico". "L'incontro - si legge - fornirà anche l'occasione ideale per preparare il terreno per la conferenza su Gaza e l'economia palestinese che si terrà la settimana prossima in Egitto e per la troika ministeriale

Un cinese segretario al Commercio Usa ( da "KataWeb News" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa (Washington). Inoltre ha ottimi rapporti con i dirigenti della Repubblica Popolare. In quanto governatore dello Stato di Washington dal 1997 al 2005 Locke ha fatto tre visite ufficiali in Cina per sviluppare il commercio bilaterale. A Pechino gode di un tale rispetto che fu l' unico straniero a poter incontrare il presidente Hu Jintao nel bel mezzo del congresso del partito comunista

Ombre cinesi ( da "AprileOnline.info" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: proprio alla Cina dove il Segretario di Stato Hillary Clinton è stata in visita nei giorni scorsi. Alla faccia del Medio Oriente vicino e lontano. La partita economica fra i due partner sarà lunga perché ognuno ha bisogno dell'altro. Gli Usa dei capitali cinesi, il colosso asiatico dei servigi della diplomazia americana,

##Cina-Usa/ Diritti umani, Pechino: basta ingerenze di ( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Stati Uniti durato ben poco, dopo la visita del Segretario di Stato americano Hillary Clinton la scorsa settimana e la speranza di Pechino per relazioni bilaterali più franche e pragmatiche. "Gli Stati Uniti dovrebbero guardare ai loro propri diritti e smetterla di atteggiarsi a guardiani dei diritti umani per intervenire negli affari interni di altri paesi con la pubblicazione

CRISI ECONOMICA: TREMONTI, SALVARE LAVORO, FAMIGLIE E BUONA FINANZA ( da "ITnews.it" del 26-02-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nella globalizzazione per come e' stata fatta e ha creato una catena di disastri che stiamo vedendo". La prognosi e' che "possiamo venirne fuori". La cura e' "semplice e gratuita. E' la verita', avere il coraggio di dirla. Non devi leggere i libri di economia ma la Bibbia, dove c'e' la separazione tra buono e cattivo".


Articoli

Calano i contributi, una commissione distribuirà fondi alla Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Calano i contributi, una commissione distribuirà fondi alla Protezione civile CSV BELLUNO. Dal 1997 al 2008 il Csv di Belluno ha stanziato a favore delle associazioni di Protezione civile 625.669 euro. Una cifra importante, che rappresenta il 16,98% dei complessivi 3 milioni 683.682 euro che il Csv di Belluno ha deliberato in dieci anni alle associazioni della provincia. Ma dal 2010 le risorse economiche a disposizione verranno drasticamente ridotte. Le Fondazioni bancarie, infatti, a causa della crisi economica, dovranno limare anche le risorse che annualmente, per legge, destinano ai Csv italiani. E anche quello di Belluno, il primo nato in Italia, non farà eccezione. «Ci sarà una diminuzione dei contributi che il Csv bellunese potrà assegnare alle associazioni», ha spiegato Giambattista Arrigoni, presidente del Comitato d'Intesa, «e questi tagli si vedranno già dal 2010, 2011. Ecco perché sarà necessario trovare un metodo di intervento che possa comunque aiutare le associazioni di Protezione civile». Il Csv ha partecipato martedì sera al tavolo della Consulta della Protezione civile della provincia di Belluno, riunitasi a Palazzo Piloni, proprio per sottoporre la questione alle associazioni presenti. «Occorre trovare un metodo concertativo», ha proposto il direttore del Csv Nevio Meneguz, «per individuare i bisogni in un'ottica di riduzione delle risorse». Quindi, in concreto, sarà necessaria una seria analisi delle priorità delle associazioni, privilegiando i progetti che magari possano godere di contributi di altri enti come Regione o Provincia, in modo da ottenere il massimo risultato economico. L'ideale è arrivare a una scrematura delle richieste che, alla fine, risponda a bisogni comuni di tutte le associazioni. E si è pensato proprio per questo di destinare uno specifico bando del Csv per la Protezione civile. Un metodo apprezzato sia dalle associazioni che dall'assessore provinciale Angelo Costola. Per valutare i progetti da finanziare è stato ipotizzato di formare una commissione che comprenderà, oltre ad un componente del Csv, anche dei rappresentanti della Consulta della Protezione civile e dell'ufficio di Protezione civile della Provincia. In questo modo la possibilità di confronto tra tutte le realtà interessate sarà reale e permetterà di lavorare in sinergia evitando, ad esempio, doppioni nei finanziamenti. Sarà però necessario mettersi subito al lavoro, poiché i primi bandi scadono ad aprile. Entro marzo, quindi, dovrà essere pronto sia il metodo operativo che la commissione tra Csv, Provincia e rappresentanti delle associazioni».

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Obama riceve Taro Aso: <Tokyo è fondamentale> (sezione: Globalizzazione)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama riceve Taro Aso: «Tokyo è fondamentale» L?alleanza tra Stati Uniti e Giappone è una «pietra angolare» nei rapporti tra Washington e l?estremo oriente. Lo ha ribadito ieri mattina il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante l?incontro con il primo ministro giapponese Taro Aso, in visita ufficiale alla Casa Bianca. Obama ha sottolineato come Tokyo resti uno dei principali partner economici americani. Secondo quanto riferito dall?agenzia Dow Jones, il presidente americano ha detto che la sua amministrazione ha intenzione di rafforzare i rapporti con il Giappone, alle prese anch?esso con una dura crisi economica. «Penso che abbiamo l?opportunità per lavorare insieme non solo sui temi legati alla costa del Pacifico ma che riguardano tutto il mondo», ha detto Obama. Il leader giapponese è il primo rappresentante straniero ad incontrare Obama nello Studio Ovale, da quando il neopresidente si è insediato alla Casa Bianca. L?incontro è tanto più importante anche alla luce del viaggio del segretario di stato americano, Hillary Clinton, che ha messo Tokyo in cima alle tappe del suo primo viaggio ufficiale all?estero. «Questa è una testimonianza del forte rapporto che lega Stati Uniti e Giappone», ha aggiunto Obama che nell?incontro con Aso ha toccato sia i temi economici che quelli di sicurezza, nel tentativo di rafforzare la rete di alleanze contro il programma di armamento nucleare nord coreano. Con la visita a Washington, Aso cerca inoltre di riacquistare parte della popolarità persa nelle ultime settimane quando ha dovuto chiedere le dimissioni del suo ministro delle finanze, Shoichi Nakagawa, apparso al G7 di Roma in stato quanto meno «confusionale» per colpa di alcuni farmaci (ma la stampa l?ha accusato apertamente di ubriachezza) e che ha lasciato l?incarico proprio nei giorni in cui il Giappone registrava un Pil in negativo di oltre il 12 per cento nell?ultimo trimestre del 2008. Tokyo resta comunque la seconda potenza economica del mondo, dietro gli Stati Uniti, e con il viaggio a Washington Aso vuole ribadire il ruolo di punta giapponese nelle relazioni tra Usa ed Asia, nonostante il peso crescente della Cina. La vicinanza tra le due coste del Pacifico è sottolineata anche dalla presenza di circa 50.000 soldati americani sul suolo giapponese, ma soprattutto dallo stretto legame economico tra i due paesi. Il Giappone è infatti il secondo possessore al mondo di buoni del tesoro americano, strumento indispensabile alla nuova amministrazione per rilanciare l?economia in crisi attraverso nuovi investimenti e prestiti da parte della Fed. In questo senso fino a pochi mesi fa il Giappone deteneva il primato nella lista degli acquirenti dei bond statunitensi, passato oggi alla Cina. (apcom)

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La crisi: il dibattito - 4 (sezione: Globalizzazione)

( da "Cittadino, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il brutto momento dei campi Prima è stata la globalizzazione selvaggia. Adesso è la crisi, selvaggia e globale anch'essa. Comunque la si veda, anche l'agricoltura non sta passando un bel momento. Nonostante a livello nazionale sia uno dei pochi settori, se non l'unico, che non abbia registrato una contrazione del prodotto interno lordo, nel nord e nel Lodigiano ci sono problemi pesanti su molti *presidente Coldiretti Milano e Lodisegue a pagina 25

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La crisi economica spegne anche i sigari cubani (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 26/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:economia La crisi economica spegne anche i sigari cubani L'AVANADue dei prodotti-simbolo di Cuba, i sigari e il rum, stanno reagendo in modo diverso alla crisi economica internazionale: l'export dei noti «habanos» dell'isola sta infatti calando, mentre vanno invece a gonfie vele le vendite in Europa, anche in Italia, del noto superalcolico dell'Avana. In questi giorni nella capitale cubana si parla parecchio di sigari, visto che è in corso l'11ª edizione del «Festival del Habano», al quale partecipano gli operatori di circa 70 Paesi. La scommessa che fanno per il futuro i produttori locali dei sigari, a Cuba noti come «puros», è quella di convincere la gente di continuare a fumare tanto, e bene, anche in tempi di crisi. Gli «habanos» sono non solo uno dei prodotti più pubblicizzati dell'isola ma anche una voce importante dell'export, soprattutto in Europa (Spagna, Francia, Germania), anche se non mancano i nuovi mercati, in primo luogo l'onnipresente Cina. A preoccupare i principali marchi di sigari dell'Avana (che prima facevano capo a diversi proprietari, mentre da qualche tempo fanno parte di una società al 51% dallo Stato) sono gli ultimi dati delle vendite, pubblicati proprio in occasione del «Festival». Nel 2008, le esportazioni degli «habanos» sono state pari a 390 milioni di dollari, il 3% in meno rispetto al 2007. Il dato di per sè non è particolarmente allarmante, soprattutto se si tiene conto di quanto sta accadendo in altri comparti chiave dell'economia cubana, per esempio il turismo oppure l'export del nichel. A conferma di quanto a Cuba la politica sia intrecciata all'economia, all'Avana non è d'altra parte un mistero che anche nelle alte sfere del potere si spera in un ammorbidimento, o addirittura nella fine, dell'embargo Usa, decisione che aprirebbe appunto le porte alle vendite degli «habanos» negli Stati Uniti: i dati del mercato americano sono di tutto rilievo, visto che ogni anno si consumano circa 250 milioni di sigari. Se si parla del «ron», come si chiama il rum a Cuba, la situazione è invece completamente diversa a quelle dei «puros»: nel 2008, le vendite dell'Havana Club sono cresciute del 13% rispetto al 2007, secondo i dati resi noti dall'omonima società, che è controllata dallo Stato cubano e da un gruppo francese.

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niente protezionismo la crisi è un'opportunità - dal corrispondente (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il presidente Barack Obama al Congresso americano «Niente protezionismo la crisi è un'opportunità» DAL CORRISPONDENTE Andrea Visconti NEW YORK. Pochi e definiti i dettagli, ma molto chiare le linee generali in cui intende muoversi l'amministrazione Obama (nella foto). è stato questo il senso del discorso di 52 minuti pronunciato martedì sera dal capo della Casa Bianca davanti ai due rami del Congresso in seduta congiunta. «Mentre ci troviamo in questo particolare punto della storia gli occhi di tutti i popoli in tutte le nazioni sono puntati ancora una volta su di noi, ansiosi di vedere che cosa intendiamo fare, in attesa che ancora una volta riprendiamo la leadership», ha detto Obama confermando di avere grande capacità oratoria alla pari di Ronald Reagon o Bill Clinton. «Tutti noi radunati qui stasera siamo stati chiamati a governare in un momento storico straordinario e sentiamo allo stesso tempo un peso tremendo ma anche un grande privilegio perchè ci rendiamo conto che il potere di portare il mondo verso una direzione buona o una cattiva è nelle nostre mani». Con queste parole Obama ha cercato di lanciare il messaggio anche fra l'opinione pubblica di essere un presidente che capisce i problemi dell'uomo qualunque - soprattutto i problemi legati alla crisi economica - e di avere gli strumenti per ispirare l'America a trovare la forza non soltanto di uscire dalla crisi ma di emergere in senso positivo. E a questo proposito ha insistito sulla questione dell'indipendenza energetica, della riforma della sanità e dell'importanza di alzare il livello medio di istruzione. «Sappiamo che a fare da guida nel XXI secolo sarà un paese in grado di abbracciare energia pulita e energia rinnovabile», ha detto Obama ricordando che è la Cina, non gli Stati Uniti, il paese che si sta impegnando in questa direzione. «Siamo stati noi a inventare l'energia solare eppure adesso siamo indietro rispetto alla Germania e al Giappone. E le auto ibride che escono dalle nostre catene di montaggio usano batterie fatte in Corea». La reazione dei democratici è stata prevedibilmente entusiasta. Più imbarazzo invece fra i repubblicani i quali, pur abbracciando in termini generali l'agenda di Obama, si riservano di vedere come il presidente intende muoversi in tema di energia, soprattutto per quanto riguarda gli specifici interessi statali e locali negli Usa. Applausi fragorosi anche quando il presidente ha parlato di come questa amministrazione intende riabbracciare il multilateralismo dopo otto anni di governo Bush. La Ue, preoccupata aveva minacciato tutte le «misure necessarie» per fronteggiare eventuali approcci in tal senso. Barack Obama ha voluto rassicurare l'Europa: «Lavoriamo con le nazioni del G20 per restaurare fiducia nel nostro sistema finanziario, evitare la possibilità di una escalation del protezionismo e stimolare la domanda per merci americane nei mercati del globo» ha detto. Wall Street ha chiuso in negativo, il Dow Jones è sceso dell'1,10% a 7.270,25 punti.

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L'inaugurazione della centrale nucleare iraniana (made in Russia) di Bushehr, ritardata di tre anni grazie a un'infinita querelle tra Mosca e Teheran, è un altro piccolo passo vers (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'inaugurazione della centrale nucleare iraniana (made in Russia) di Bushehr, ritardata di tre anni grazie a un'infinita querelle tra Mosca e Teheran, è un altro piccolo passo verso l'ingresso dell'Iran nel club nucleare L'inaugurazione della centrale nucleare iraniana (made in Russia) di Bushehr, ritardata di tre anni grazie a un'infinita querelle tra Mosca e Teheran, è un altro piccolo passo verso l'ingresso dell'Iran nel club nucleare. E complica ulteriormente una partita che negli ultimi tempi si è fatta via via più confusa. Nell'arco di poche settimane si è passati dal sollievo per il presunto esaurimento delle scorte di uranio (garantito da fonti certe dell'Onu) all'allarme per l'abbondanza di uranio in possesso del regime (garantito da fonti certe dell'Onu), sufficiente per costruire la bomba. Alla perdurante incertezza sulle finalità del programma nucleare iraniano si aggiunge la difficoltà di muoversi, ragionare e fare scelte diplomatiche (e forse militari) senza avere un terreno solido sotto i piedi. Una partita al buio su uno scacchiere internazionale in fase di transizione. Tra qualche settimana, quando Obama avrà completato la sua policy review sull'Iran, ruoli e schemi di gioco saranno un po' più chiari. Per ora ci muoviamo tra paradossi. Oggi Il Riformista pubblica (in tandem con il Financial Times) una lista di aziende e persone compilata dalla troika europea che - assieme a Usa, Russia e Cina - gestisce il dossier nucleare iraniano (Germania, Francia, Gran Bretagna) vorrebbe colpire con un nuovo giro di sanzioni. Tale è la confusione sotto il cielo che, secondo le nostre fonti, gli Usa sarebbero riluttanti di fronte alla linea dura europea. Gli europei brandiscono il bastone e gli americani offrono carote, questo ci aspetta? Un completo rovesciamento della tradizionale divisione dei compiti (gli americani di Obama vengono da Venere?) è poco credibile. Ma la revisione è in corso e potrebbe riservare sorprese. Tanto più che, completata la transizione strategica americana, toccherà capire come intenderà muoversi il premier in pectore israeliano Netanyahu, sulla carta favorevole a bloccare la corsa al nucleare iraniano con un blitz militare. E magari a giugno - dopo le elezioni presidenziali in Iran - di fronte non ci troveremo il truce Ahmadinejad ma il più ragionevole Khatami. E noi? Noi forse possiamo finalmente ritagliarci un ruolo vero nella partita in corso. Oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini arriva a Washington. La Farnesina fa sapere che l'Italia (finalmente) guarda alla «sostanza delle cose» e accantona l'ossessione per il superamento della formula 5+1. Per rivendicare una seggiolina al tavolo dei grandi non basta rivendere come un merito il nostro pingue volume d'affari con l'Iran. Dobbiamo prima impegnarci. In dote Frattini a Washington porta - oltre a una maggiore disponibilità militare - qualche buona idea. L'Italia presidente del G8 è pronta a coinvolgere l'Iran nella conferenza sulla stabilizzazione dell'Afghanistan che si svolgerà a fine giugno. Nulla di strano e nulla di nuovo perché proprio sull'Afghanistan, all'indomani della liberazione di Kabul, Usa e Iran sperimentarono una inedita collaborazione su scala regionale. Ripartiamo da lì, un lustro dopo, con un occhio a quella lista di sanzioni sulla quale l'Italia potrebbe trovarsi a svolgere compiti di mediazione tra falchi europei e colombe americane. 26/02/2009

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Vengo a raccontarvi la mafia globalizzata (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Vengo a raccontarvi la mafia globalizzata» A Migliarino arriva Rita Borsellino: non lasciamo soli magistratura e inquirenti «Mio fratello Paolo diceva che serve il movimento culturale» SERGIO ARMANINO MIGLIARINO. «Vengo a raccontare come la mafia non sia più "Totò e lupara", ma manager dai colletti bianci e il pc sotto braccio, come le mafie si siano globalizzate e abbiano stretto alleanze». Rita Borselli, sorella del giudice Paolo, assassinato dalla mafia, stasera sarà a Migliarino. L'occasione è data dalla tavola rotonda aperta al pubblico "Mafia e legalità", in programma stasera alle 21 nella sala civica intitolata a Falcone e Borsellino. Nell'invito è riportata una frase di Paolo Borsellino: «Parlate della mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Ma parlatene». «Sono 16 anni che vado in giro per l'Italia a parlarne - riprende la sorella del magistrato, Rita Borsellino - perchè, dopo la morte di mio fratello, ho ritenuto indispensabile non far cadere la "tensione" che quell'assassinio aveva creato. Partendo da quella emozione, voglio far conoscere la mafia, che con superficialità qualcuno ha creduto fosse un fenomeno siciliano. Vengo anche a Migliarino per far crescere la consapevolezza attorno al fenomeno mafia». E' cambiato qualcosa? «Assolutamente sì. Se prima era un fenomeno creduto del Sud controllato dalla criminalità organizzata, oggi c'è grande attenzione, mi arrivani richieste da tutta Italia e anche da fuori, il fenomeno è studiato e si è capito che si ramifica ben al di fuori dal meridione. Oggi è considerasto un problema internazionale, le mafie hanno stretto alleanze, si sono globalizzate, hanno cambiato pelle. E la mafia è entrata nella politica e nell'economia». Sono affermazioni "pesanti"... «Che bisogna avere il coraggio di dire. E' una certezza che questo è accaduto e se non impariamo a guardare in faccia la realtà e non opponiamo mezzzi sufficienti, fingeremmo di interessarcene». Si fa abbastanza contro la mafia? «No. Certo, di più rispetto a prima, un risultato guadagnato con sacrificio e fatica: c'è stata un'accelerazione con le stragi del '92 e del '93, spesso però dimenticate. Ma non è amcora abbastanza. Tanti mezzi dui cui si erano avvalse magistratura e forze dell'ordine, oggi mancano. Si ha l'impressione che non ci sia più la stessa volontà di combattere la mafia». Magistratura e forze dell'ordine possono bastare? «No, non devono essere sole, ma devono essere accompagnate da un movimento culturale, come diceva mio fratello...». Dunque, appuntamento a stasera alla sala civica di via Matteotti. Apriranno l'incontro i saluti del sindaco Rita Reali e dell'assessore provinciale Diego Carrara, quindi l'introduzione di Stefano Calderoni, assessore al Volontariato del Comune di Migliarino. Seguiranno gli interventi di Rita Borsellino, vicepresidente dell'associazione Libera, padre Tonio Dell'Olio, presidente Libera International, Francesco Riggitano, del centro don Milani di Gioiosa Jonica, e Aldo Ferraro, consigliere di Ibo Italia. Moderatrice sarà Daria Bighinati.

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Protezionismo, ricetta per abbattere i diritti (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

OBAMA Tutti i guasti del «buy american» Protezionismo, ricetta per abbattere i diritti Loris Campetti «Buy american», compra americano. E siccome questo manufatto costerebbe più di quello della concorrenza internazionale («il nemico») che produce e opera negli Usa, non resta che una soluzione: abbattere i costi dell'american. Non ci sono molti modi per farlo, è sufficiente prendere come riferimento l'esempio migliore, cioè più «risparmioso». Per salvare la Ford, tanto per fare un esempio, basta trattare i suoi operai come fa la Toyota negli Usa con i suoi. Per risparmiare, i giapponesi hanno insediato i loro stabilimenti nel sud degli States, e comunque nelle zone non sindacalizzate. Spesso gli stessi stati che hanno votato repubblicano. Gli stabilimenti delle tre big (Gm, Ford e Chrysler), invece, sono a nord, negli stati sindacalizzati che in diversi casi coincidono con quelli schierati con Obama. Si aspettavano molto dal loro amico Barack, queste tute blu di Detroit, addirittura più di quanto si aspettassero i loro padroni. I secondi hanno ricevuto soldi e vincoli, i primi solo vincoli. Così, fioccano gli accordi sindacali al ribasso. Alla Ford il fondo sanità passa in gestione al sindacato, con finanziamenti ben più bassi dell'azienda che può anche pagare con azioni (bell'affare). Contemporaneamente - sempre avendo come riferimento realtà industriali non sindacalizzate - salari, orari, straordinari e flessibilità vengono rivisti in chiave peggiorativa per chi lavora. Per fare un altro esempio, se il tuo contratto prevede 40 ore settimanali, può succedere che un giorno fai 4 ore, un altro 12 ma se resti all'interno del tetto orario contrattuale non ti sarà retribuita una sola ora come straordinario. La General Motors, che finora doveva garantire la pensione a 500 mila ex dipendenti con rispettive famiglie, sarà sgravata della spesa pensionistica. In questo modo, taglio su taglio, le aziende americane dell'auto tentano di rispettare i vincoli posti dal governo in cambio del sostegno pubblico finalizzato a evitare la chiusura. Buy american si inserisce in un processo avviato giò da qualche anno negli Usa. Approfittando del cambio favorevole del dollaro, molte aziende interessate al mercato nordamericano hanno deciso di aprire stabilimenti nel sud degli States, per le ragioni sopraesposte, legate al basso costo del lavoro. C'è di più. Aziende Usa e multinazionali estere hanno iniziato a trasferire la produzione dal nord al sud degli Usa per essere competive con quei produttori che si erano rifugiati nel nord del Messico- negli stati della Sonora, Chihuahua, Coahuila, Nuevo Leon, Tamaulipas - nelle cosiddette maquilladoras. Addirittura, grazie al processo di messicanizzazione degli Usa, parte della produzione sta riscavalcando il muro che divide le due Americhe in direzione nord, con conseguente chiusura di molte maquilladoras. Questa situazione è stata ereditata da Obama, ma le contraddizioni nate con Bush vengono confermate, e dentro la crisi addirittura amplificate, dalla politica protezionistica del nuovo corso. Ciò provoca non pochi problemi interni: riduzione dei diritti del lavoro, desindacalizzazione, ritorno sui bilanci della collettività del welfare prima scaricato sulle imprese e sui lavoratori - salvo provocare un'emergenza sociale ancor più devastante. E soprattutto scatena una pericolosa guerra tra stati di tutti contro tutti, dove a soccombere saranno naturalmente i più deboli. Proseguiamo con gli esempi. I sindacati della siderurgia degli Usa, del Canada e della Gran Bretagna hanno stretto un patto che non si può che definire d'acciaio per difendere la propria produzione dalla concorrenza del perfido cinese (il 30% dell'acciaio utilizzato negli Usa è made in China) e di altri concorrenti minori, sudamericani e asiatici. Le conseguenze sono facilmente intuibili e non aiutano certo l'antico motto di Marx: «Proletari di tutti i paesi unitevi». La Gm, per onorare gli impegni presi con Obama annuncia 47 mila licenziamenti entro un anno e nell'arco di 24 mesi la chiusura di 17 stabilimenti nel mondo. Così come ha cominciato a mettere in vendita le sue azioni nella svedese Saab e nella tedesca Opel. I tedeschi non hanno dubbi: fusioni tedesche (Opel-Bmw, per fare un'ipotesi) e ingressi dello stato nel capitale attraverso i Länder, sul già vituperato modello Volkswagen. La Francia di Sarkozy sta facendo la stessa cosa. Ognuno in Europa si muove per conto suo e, nel suo piccolo, con un approccio altrettanto protezionistico rispetto a quello americano. L'Unione europea ieri ha lanciato un grido (meglio dire un raglio): «Reagiremo al protezionismo Usa». Gli imprenditori dell'acciaio, ventilando tagli della produzione del 50%, hanno detto a qualche sindacalista: in Europa ci sono paesi produttori (Italia e Germania in primis) e paesi consumatori di acciaio. Qualcuno crede che i consumatori possano decidere di acquistarlo nell'ambito dell'Ue e non in Cina, con quel che costa da noi produrre l'acciaio? Giusto, al massimo i nostri padroni tenteranno di imitare i cinesi abbattendo salari e diritti. Proprio come capita dalle parti di Obama.

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Atomi in salsa francese (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Quanto costeranno questi reattori? Dove saranno collocati? Togliendo l'acqua a chi saranno resi operativi? Chi garantirà contro i terremoti, forse la protezione civile? E se tutto andasse per il verso giusto, quanto costerà effettivamente l'energia elettrica? Domande, domande.... Atomi in salsa francese Giuseppe Onufrio* L'accordo italo-francese riguarda una tecnologia, l'Epr, di cui, vale la pena ricordarlo, ancora nel mondo non funziona alcun esemplare. Due cantieri aperti ad oggi, uno in Francia (a Flamanville, partecipato da Enel al 12.5 per cento) e uno in Finlandia a Olkiluoto: in quest'ultimo, il primo a iniziare, sono evidenti enormi problemi di rispetto dei tempi, che viaggiano al raddoppio, dei costi (già accertati 1,5 miliardi di perdita, si va verso il raddoppio dei costi) e della sicurezza, con oltre 2.100 «non conformità» registrate dall'autorità di sicurezza finlandese. Alcune di queste difformità hanno riguardato strutture importanti come il circuito primario (saldature fuori standard), le fondamenta del reattore (cemento con tenore troppo elevato di acqua), il circuito secondario che alimenta il generatore di vapore con tubature non conformi, la struttura interna in acciaio affidata a una ditta specializzata in chiglie di pescherecci e fuori standard, e altro ancora. In Finlandia, secondo un sondaggio pubblicato il 23 febbraio della rete televisiva Yle (condotto dall'agenzia Taloustutkimus su un campione di 1.000 interviste), esiste una maggioranza contraria a una ulteriore espansione del nucleare del 48 % contro il 37 % di favorevoli. Un altro tema riguarda la maggiore produzione di prodotti di fissione dell'Epr, che come combustibile utilizza il Mox, una miscela di uranio e plutonio: rispetto a quelle convenzionali, si producono scorie da 4 a 11 volte più pericolose. Il costruttore francese, Areva, è all'87 per cento di proprietà pubblica ed è forse per questa ragione che l'ordine di un terzo Epr a Pelny, il secondo in Francia, sia stato annunciato dal Presidente Sarkozy e non da una azienda elettrica, come dovrebbe accadere normalmente in un mercato liberalizzato. Ma, del resto, senza ordinativi nessuna azienda vive, e Sarkozy aveva già proposto l'Epr anche a diversi paesi nordafricani, le cui capacità tecnologiche non sono adeguate a gestirlo, tanto da essere definito da Greenpeace Francia un "piazzista" nucleare. Il sostegno pubblico all'industria nucleare in Francia è paradossale se si pensa che il suo piano di sviluppo delle rinnovabili è molto spinto, con un obiettivo del 23 % al 2020 e conferma la vocazione (storica) a esportare elettricità (di base), importando quella di picco anche dall'Italia (in attesa dell'eolico francese). Eppure coi francesi qualche esperienza nucleare del passato non proprio positiva l'abbiamo sperimentata. Il reattore italo-franco-tedesco Superphenix, un reattore da 1.200 MW al plutonio, che doveva produrre più plutonio di quello che bruciava trasmutando l'uranio impoverito (abbastanza per 60 bombe l'anno, secondo i resoconti parlamentari francesi dell'epoca), è stato forse il più grande fallimento industriale della storia con un valore bruciato di 10 miliardi di euro ai valori attuali, smantellamento compreso, un terzo a carico dei cittadini italiani, che hanno pagato con la bolletta della luce. Una quota tra il 60 e il 70 % del costo dell'elettricità da nucleare dipende dal costo dell'impianto. Ma quanto costeranno questi reattori? L'Ad di Enel dichiarava 3-3,5 miliardi l'uno lo scorso giugno, 4 a settembre (esiste anche un'inflazione nucleare), altre fonti dicono «fino a 6» (E.On impresa tedesca arrivata ormai anche in Italia). Lo stesso balletto delle cifre si è registrato negli Usa dove Bush nel 2007 aveva fatto approvare un fondo per prestiti a tasso agevolato da 18,5 miliardi di dollari. Se in quell'anno Moody's valutava i costi totali non inferiori a 7 miliardi di dollari per 1.000 Mw, l'impresa elettrica Florida Light&Power presentava un progetto per rifare due unità nucleari da chiudere valutando i costi a 8 i miliardi di dollari per 1.000 MW. Quanto costeranno i reattori in Italia dipenderà anche dal tempo che metteranno (semmai) a costruirle: in Finlandia dovevano farlo in 4 anni e lo faranno, con una qualità tutta da verificare, in 8. Siccome il costo dell'elettricità da nucleare è legato al costo di investimento, sapere quale sia il costo finale è decisivo per dare un giudizio sugli aspetti economici. Ma dove potranno esser messi i quattro reattori Epr in Italia? Le necessità legate alla disponibilità di acqua e quelle della rete limitano abbastanza la scelta. Tra i siti tecnicamente pensabili, Caorso potrebbe ospitarne una (ma con torri di raffreddamento, il Po da solo non ce la farebbe specie in estate) e due a Montalto di Castro, chiudendo la centrale a gas; ma non pare che le regioni e gli enti locali siano particolarmente favorevoli. Trino, Garigliano e Latina non sembrano siti adeguati a ospitare 1.600 MW e passa di un Epr, la più grande unità nucleare mai costruita. Il rischio sismico è un altro tema sottovalutato. In Giappone, paese leader nelle costruzioni antisismiche, il terremoto che nel luglio del 2007 colpì l'«sola nucleare» di Kashiwazaki-Kariwa, 7 impianti per 8.000 MW, fece scattare l'allarme e le centrali furono chiuse. Anche se non ci sono state perdite di radioattività significative, la verifica dei possibili danni all'interno di un reattore nucleare non è una cosa banale. I 7 reattori sono ancora chiusi (con una produzione mancata, solo nel 2008, di 50 miliardi di kWh) e, dopo 300 milioni di dollari di interventi alle due unità più danneggiate, si comincia a discutere di riavviare uno dei reattori. Le quattro centrali dell'accordo italo-francese, quando andranno (semmai) a regime produrranno circa 45 miliardi di kilowattora all'anno e non costeranno meno di 20-24 miliardi di euro. L'obiettivo europeo per le rinnovabili, nel solo settore elettrico, prevede una produzione aggiuntiva di 50 miliardi di kWh all'anno al 2020. Se si assume l'obiettivo del 20 % di aumento dell'efficienza, 100 miliardi di kWh all'anno, (fattibili, come dimostra un rapporto del Politecnico di Milano elaborato per Greenpeace), il valore energetico totale è più che triplo rispetto al nucleare. L'occupazione legata alla sola parte elettrica degli obiettivi europei è superiore ai 200.000 occupati (e ben più alta se si considerano gli usi termici), un valore dell'ordine delle 10 volte superiore al nucleare del governo. Su rinnovabili ed efficienza potremmo recuperare e in poco tempo: un memorandum è stato presentato al governo da uno schieramento di associazioni ambientaliste insieme ad associazioni industriali delle fonti rinnovabili, e si attende risposta. Negli Usa, finita l'era Bush, l'inversione di marcia sul nucleare è stata sancita dalla bocciatura di un emendamento repubblicano pro nucleare al pacchetto di stimolo dell'economia (per 50 miliardi di prestiti a tasso agevolato) mentre efficienza e fonti rinnovabili valgono 60 miliardi, tra fondi e detassazioni. Cosa importante: dell'intero «pacchetto» proposto dal presidente Obama sono proprio fonti rinnovabili e efficienza che possono essere oggetto di uno scambio tecnologico con la Cina, uno dei maggiori finanziatori del debito Usa. Cosa che lascia ben sperare nella trattativa per il clima globale, che vedrà in dicembre una importante tappa nella conferenza di Copenhagen in cui è in gioco il futuro del Protocollo di Kyoto. Il governo italiano, invece di guardare avanti, guarda al passato, e si adopera a dare una mano a qualche lobby del nucleare e a soccorrere la Francia, ancora a corto di ordinativi. *Direttore di Greenpeace Italia

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La percentuale degli alunni stranieri nelle scuole del Circeo cresce in maniera esponenziale... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Latina)" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Febbraio 2009 Chiudi di EBE PIERINI La percentuale degli alunni stranieri nelle scuole del Circeo cresce in maniera esponenziale e gli insegnanti si trovano a dover fronteggiare problematiche inedite a partire dall'integrazione sociale e culturale. Proprio per questo motivo l'istituto comprensivo "Leonardo Da Vinci" promuove corsi di aggiornamento di educazione interculturale. Il "Progetto di formazione di Educazione Interculturale" prevede la collaborazione e l'intervento di un gruppo di docenti universitari della facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi di Roma "Roma Tre". La finalità: affrontare e approfondire alcuni nodi concettuali propri della pedagogia interculturale e della pedagogia sociale: multiculturalismo, interculturalità, globalizzazione, migrazioni, processi e sistemi formativi, emergenze educative, bisogni formativi e culturali. Quattro gli incontri previsti oggi, il 12 e 26 marzo ed il 21 maggio, dalle 16 alle 19. Si discuterà di "Educazione, didattica e mediazione interculturale" con il professor Massimiliano Fiorucci; si imparerà a "Costruire un curricolo interculturale" e se ne apprenderanno gli aspetti metodologici e contenutistici con i professori Marco Catarci e Donatello Santarone e si parlerà di "Verifica dei percorsi interculturali costruiti nelle classi" con i professori Santarone, Fiorucci, Catarci.

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domani (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

domani --> Giovedì 26 Febbraio 2009 CRONACA, pagina 14 e-mail print Crisi, integrazione sociale, sviluppo. Questi i temi al centro dell'incontro promosso dal Movimento federalista europeo domani alle 17,30 al Centro congressi Giovanni XXIII. Relatori saranno Patrizia Toia, parlamentare europeo per la Lombardia e il Nordo Ovest, che affronterà il tema «Le ventisette Europe di fronte alla crisi della globalizzazione». La professoressa Grazia Borgna, direttore del Centro studi internazionali Einstein del Movimento federalista europeo, parlerà di «Verso un nuovo sviluppo reale: l'integrazione sociale e l'Unione europea». Introdurranno il dibattito il presidente della sezione di Bergamo, l'avvocato Ennio Bucci, ed il segretario, avvocato Lorenzo Longhi Zanardi. «Sono vicine le elezioni europee del 7 giugno - scrive nell'invito Longhi Zanardi - ed è vicino il nostro congresso nazionale di marzo, che rinnoverà l'impegno del movimento , per una Europa veramente unita in un'autentica federazione, che sola sarà in grado di mantenere la pace e un ordine internazionale fondato sul diritto». 26/02/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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A Tokyo mai così alto il deficit commerciale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-26 - pag: 7 autore: Giappone. A gennaio le esportazioni si sono dimezzate A Tokyo mai così alto il deficit commerciale Stefano Carrer TOKYO. Dal nostro inviato Il Giappone piomba in deficit commerciale persino con l'Europa occidentale.Le esportazioni totali giapponesi si sono praticamente dimezzate a gennaio (-45,7%) rispetto all'inizio del 2008,provocando un deficit commerciale di 952,6 miliardi di yen (circa 10 miliardi di dollari), il peggiore mai registrato; tanto che il Sol levante ha accusato un disavanzo (da 7,7 miliardi di yen) anche con l'Europa Occidentale, dato che a un calo del 46,2% dell'export ha corrisposto una diminuzione limitata al 22,3% dell'import. Il declino del 31,7% delle importazioni complessive, non attribuibile solo al calo dei prezzi del petrolio, segnala altresì la debolezza della domanda interna e conferma più in generale la forte contrazione del trading su scala globale in un momento in cui si riaffacciano tentazioni protezionistiche. Pascal Lamy, il direttore generale della Wto, ha lanciato ieri da Tokyo un nuovo appello perché il prossimo G-20 di Londra riaffermi con forza gli impegni a non introdurre nuove barriere al commercio e la volontà di concludere i negoziati del Doha Round. Ma Lamy si è visto consegnare da Toshihiro Nikai, ministro del Commercio e industria (Meti), un dossier con un puntiglioso elenco dei provvedimenti tendenzialmente protezionistici adottati nelle ultime settimane da vari Paesi (dagli Usa alla Russia, che pure non è nella Wto). «Lamy ha ringraziato il ministro per il documento, che gli era stato promesso a Davos», ha detto il direttore del dipartimento per il commercio multilaterale, Naoko Munakata, che ha fatto capire come il rigore giapponese nel monitorare le tendenze protezioniste sia apprezzato dalla Wto, che per carenza di risorse umane non sempre riesce tempestivamente a farlo in proprio. La Munakata ha convocato la conferenza stampa nella sede di Kasumigaseki alle 21: al ministero di questi tempi si fanno le ore tarde,in quanto c'è un vero senso di crisi («è una situazione senza precedenti, come evidenziano i dati di oggi sull'export»). La domanda estera è crollata nelle tre principali aree: -52,9% verso gli Usa, - 47,4% verso l'Europa e -46,7% verso l'Asia, con uno spiccato deficit nei confronti della Cina che rappresenta il 60% del disavanzo totale. Verso l'Italia l'export si è esattamente dimezzato (-50,6%) a fronte di un calo del 34,7% dell'import. «è vero che a inizio 2008 l'export veleggiava al livello massimo del 16,5% del Pil, ma ora la produzione è dovuta calare ai minimi da 25 anni», afferma Susumu Kato del Clsa. «La situazione tenderà a peggiorare fin dentro il secondo trimestre e occorrerà aspettare il 2010 per una ripresa spinta dal risollevarsi della domanda sia estera sia interna». La congiuntura più pesante riguarda l'industria automobi-listica: a gennaio l'export di auto “made in Japan” è letteralmente crollato, con picchi di -77,4% per Mitsubishi Motors, -62,1% per Nissan e -59,8% per Toyota. Un primo spiraglio di luce viene dallo yen, che ieri si è indebolito ai minimi da tre mesi sul dollaro superando quota 97: lo status di valuta-rifugio comincia a essere intaccato dall'aggravarsi della recessione. Così la Borsa ieri ha ignorato il dato sul deficit recuperando il 2,65%, anche per la possibilità che il Governo vari un piano di sostegno al mercato azionario con acquisti pubblici. Mentre Taro Aso era a Washington da Obama, la crescente fronda verso il premier ha registrato un nuovo capitolo: un ministro in carica - quello delle riforme amministrative Akira Amari - ha chiesto un rimpasto di governo. IN CADUTA LIBERA Sul dato pesa il crollo del settore auto; il Paese nipponico ha accusato un disavanzo anche con l'Europa occidentale

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Gli Usa non saranno protezionisti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-02-26 - pag: 7 autore: INTERVISTA Catherine Ashton Commissario Ue al Commercio «Gli Usa non saranno protezionisti» Washington difenderà il libero scambio nonostante il Buy American Adriana Cerretelli BRUXELLES. Dal nostro inviato è emergenza protezionismo, dentro e fuori dall'Europa. Catherine Ashton, 52 anni, la baronessa inglese che nell'ottobre scorso ha sostituito Peter Mandelson come commissario Ue al Commercio, è letteralmente seduta su un vulcano. Ma non per questo pare disposta a perdere la sua flemma britannica. Comunque la si guarda, avverte in questa intervista, la tentazione protezionista ci farebbe del ma-le, aggraverebbe la recessione. Insomma non converrebbe a nessuno. Per uscire dalla crisi attuale ci vuole invece la massima cooperazione. Per questo la Ashton non teme l'esplosione di una guerra commerciale transatlantica, magari sull'auto. Anzi, si dichiara «più ottimista» sul Doha Round perché l'Amministrazione Obama sta rivedendo la sua politica e perché la sua conclusione positiva rappresenterebbe un'enorme iniezione di fiducia per tutti. La crisi picchia, il protezionismo cresce dentro l'Europa mettendo sotto pressione il mercato unico. Rischio letale? Il protezionismo non farebbe che aggravare la recessione economica. Abbiamo bisogno del mercato aperto e di liberi scambi per uscirne al più presto. Però bisogna distinguere tra protezione e protezionismo. Che cosa significa in concreto? Che è giusto che i Governi aiutino le rispettive industrie a investire nell'innovazione tecnologica, soprattutto se verde, perché questo serve alla competitività di domani. Non è giusto, invece, quando aiutano le industrie senza futuro: questo è protezionismo, è pericoloso e non serve i suoi scopi. L'Europa ha bisogno del suo mercato aperto, perché soltanto così può restare una grande superpotenza economica, in grado di agire unita sulla scena globale. Altrimenti si auto-infligge danni enormi. Il vertice europeo di domenica discuterà di protezionismo ma si sa già che la dichiarazione finale sarà molto generica. Dunque inutile? Non contano i dettagli. Conta riasserire la dichiarazione del G-20 di Washington in novembre. E cioè che il protezionismo ci danneggia e aggrava la crisi. Farlo a 27 oggi ha un forte valore simbolico, importante come le azioni concrete. L'Europa rischia di diventare vittima anche del protezionismo altrui, americano in primis. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha lanciato l'allarme, il cancelliere tedesco Angela Merkel è preoccupato per gli aiuti Usa all'auto. Il suo collega all'Industria Guenther Verheugen minaccia contromisure. Lei come la vede? Il Buy American non è nuovo e nasce da un sentimento comprensibile, quello di proteggere la propria popolazione dalla crisi, sostenere i posti di lavoro esattamente come accade in Europa. L'importante, come dicevo, è che questo non metta a repentaglio mercati aperti e liberi scambi. A questo proposito, è sufficiente secondo lei la clausola inserita nel piano Usa di stimolo economico? Probabilmente è in linea con le regole della Wto ma lo stiamo ancora esaminando. Perché non è sicuro che abbiamo la stessa interpretazione della clausola. Aspettiamo chiarimenti dall'Amministrazione Usa. Lei ostenta una calma quasi perfetta ma non teme che il pro-liferare di maxi-pacchetti di aiuti pubblici all'economia, all'auto, all'industria, alle banche finirà per sfociare in una guerra commerciale transatlantica? Capisco gli Stati Uniti che difendono la loro industria e i posti di lavoro. Però nell'auto molta occupazione americana è assicurata dalle case giapponesi come Toyota. Voglio dire con questo che l'industria straniera che opera nel tuo Paese distribuisce anche benefici. Naturalmente anche la Merkel ha ragione quando teme la distorsione del mercato a danno dell'industria tedesca impegnata a ristrutturarsi per garantirsi una solida competitività futura. Se tutti hanno ragione ma la minaccia protezionista resta, come se ne esce? Con la collaborazione a livello globale, insieme per uscire dalla recessione. Barack Obama difende il ruolo degli Stati Uniti come potenza globale. Non è un caso che la prima missione del suo segretario di Stato sia stata in Estremo Oriente. Il messaggio è chiaro: il commercio è fondamentale per salvaguardare la potenza americana. E il simbolismo di un trade deal è enorme in questo momento, serve a iniettare fiducia nei mercati. Dopo l'elezione trionfale, l'Amministrazione Obama sembra già in perdita di carisma e mordente. Riuscirà a controllare il protezionismo del Congresso? Non sono d'accordo.è stupefacente quello che Obama ha ottenuto finora. Perché legiferare di questi tempi non è come farlo in tempi normali. Che fine farà in questo clima il Doha Round? La felice conclusione del Round resta più essenziale che mai. La situazione oggi promette di più che in luglio,quando eravamo a un passo dall'intesa. Perché oggi le premesse sono migliori? Gli Stati Uniti stanno rivedendo la loro politica commerciale. Tra l'altro in marzo andrò a Washington. L'India, l'altro Paese che pone le maggiori difficoltà, avrà presto le elezioni. Sarei sorpresa che dal G-20 di aprile a Londra non uscisse un chiaro invito a chiudere il negoziato. Insomma oggi sono decisamente più ottimista. E se invece si sbagliasse? Per noi europei il multilateralismo negli scambi è meglio. Ma se fosse impraticabile opteremo per le intese bilaterali. Spero di chiudere a breve quella con la Corea. adriana.cerretelli@ilsole24ore.com OTTIMISMO SULLA WTO «La felice conclusione del Doha Round è più vicina: dal G-20 di aprile mi aspetto un segnale»

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il dipartimento di stato usa ci ripensa "il regime cinese vìola i diritti umani" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 8 - Esteri Washington Il Dipartimento di Stato Usa ci ripensa "Il regime cinese vìola i diritti umani" WASHINGTON - Cina e Russia hanno ancora molto cammino da fare sulla strada della tutela dei diritti umani: nel suo rapporto annuale sulla situazione in 190 Paesi del mondo, Washington è tornato a puntare l´indice su alcuni dei tradizionali obiettivi. Nel mirino la Cina, a una settimana dal viaggio del segretario di Stato, Hillary Clinton, che - di fronte alle preoccupazioni per la crisi economica-sembrava aver scavalcato la questione che rende più profondo il divario tra i due paesi; e poi la Russia, dove le libertà civili sono «assediate» e che, la scorsa estate, ha innescato una guerra contro la Georgia. Pesanti critiche anche nei confronti di Corea del Nord, Pakistan, Afghanistan, Cuba, Venezuela, Iran, Iraq, Sudan, Somalia, Birmania e Zimbabwe.

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<Non è colpa della Cina ma della crisi di idee> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Veneto" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Veneto - VENEZIA - sezione: VENEZIAMESTRE - data: 2009-02-26 num: - pag: 10 categoria: REDAZIONALE L'intervista Lino Tagliapietra il maestro «emigrato» negli Stati Uniti «Non è colpa della Cina ma della crisi di idee» VENEZIA – Il suo nome compare accanto a quello del regista Pedro Almodovar e al direttore d'orchestra Riccardo Muti nella lista dei premiati della Boston Academy of Arts and Science. E' stato insignito del titolo di Colonel of Kentucky insieme al pugile Mohammed Alì, all'astronauta John Glenn e al golfista Tiger Woods. Le sue opere sono esposte nei musei di New York, San Francisco, Londra, Copenhagen, Parigi e Tokyo. I suoi pezzi vanno a ruba sul mercato a trentamila dollari l'uno. E' famoso in tutto il mondo, ma a Venezia sono in pochi a sapere chi è. Per trovare qualcuno che lo conosca bisogna andare a Murano, dove Lino Tagliapietra è nato ed è diventato uno dei più grandi artisti vetrai viventi. Oggi Tagliapietra ha 74 anni e vive praticamente negli Stati Uniti. In isola ci torna per vedere familiari e amici e per rifinire alcune opere. Perché ha scelto di lasciare Murano e vivere negli Stati Uniti? «Perché da anni ormai i miei concittadini hanno deciso di vivere di turismo e non di arte del vetro. I maestri come me non servono più: per fare due cagnolini e i soliti vasi basta un assistente veloce o solo gli stampi. Il vetro è diventato un prodotto da vendere ai turisti e non un'espressione artistica. Quando sono andato negli Stati Uniti alla fine degli anni Settanta invece ho scoperto di essere molto apprezzato e rispettato per quello che so fare». Una questione di prestigio e denaro insomma? «Anche. Certamente negli Stati Uniti mi pagano molto di più di quello che può guadagnare un maestro a Murano, ma non è solo quello. I commercianti muranesi e le aziende hanno inziato a comprare il vetro dalla Cina già a metà degli anni Settanta e hanno contribuito a fare dell'industria del vetro una produzione di massa che non riconosce le individualità e le idee». Ma la concorrenza delle vetrerie cinesi non è un fenomeno recente? «Mi viene da ridere ogni volta che i muranesi dicono che il problema è la concorrenza cinese. Molti veneziani si sono arricchiti proprio così: è da anni che fuori dai negozi gli spazzini raccolgono scatole di cartone con scritto made in China e adesso si lamentano. La Cina non è il problema». E quali sono i motivi della crisi allora? «La crisi di Murano è la crisi di un'intera società: una volta sull'isola c'erano tre cinema, negozi e un centinaio di maestri. C'erano le fabbriche e prospettive. Adesso mancano le idee che sono la cosa più importante perché nell'industria del vetro non basta introdurre i computer o la tecnologia. Ci vogliono manualità e fantasia ». Cioè il problema è stata l'industrializzazione di massa delle vetrerie? «Non proprio. E' stato il tentativo di introdurre delle regole dei rapporti di lavoro moderni in una produzione che è nata come artigianale più di cinquecento anni fa. Bisognava permettere una maggiore flessibilità. Gli apprendisti devono iniziare più giovani e i maestri non devono essere mandati in pensione. In questo senso il mondo politico e sindacale ha sbagliato». Sta dicendo che è bisognerebbe andare a lavorare a dieci anni nei forni e soffiare il vetro fino a ottanta? «Certamente no! Io ho iniziato a dodici anni gratis, ma se oggi un ragazzino facesse lo stesso sarebbe ignobile. Ma il lavoro è cultura. Negli Usa vedo i figli degli artisti che lavorano nei fine settimana e sono nate delle scuole di apprendistato in cui si impara a lavorare il vetro e si studiano anche altre materie. Qui niente scuole e niente alternative». Ma i maestri che sono andati in pensione nelle fabbriche si sono aperti i loro studi privati. Quindi hanno continuato ad avere apprendisti. O no? «E' vero. Ma i laboratori personali non sono la stessa cosa: in fabbrica si lavora vicini e ci si influenza a vicenda. Senza il confronto costante tra maestri le idee scarseggiano. Anche gli apprendisti hanno imparato a usare bene una o due tecniche, ma non hanno più una visione completa del lavoro. Gli stranieri sono diventati più bravi di noi». Dunque i maestri muranesi nono sono più i migliori del mondo? «Da un bel pezzo. Da quando il vetro di Murano è diventato una monocultura commerciale e turistica. Oggi dobbiamo fare un bagno di umiltà perché la tradizione muranese non basta più. I maestri muranesi hanno ancora la migliore manualità e sarebbero in grado di realizzare opere d'arte, ma pochi sono capaci di immaginare il vetro. Ci vorrebbe una nuova scuola, magari di quelle finanziate dalla Regione e dalla Comunità Europea con insegnati di tutto il mondo e allora forse si potrebbe ripartire ». Alessio Antonini Super premiato Lino Tagliapietra premiato come Muti e Almodovar

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Una pioggia di fondi per andare all'estero (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL MONDO DELLE IMPRESE pag. 12 Una pioggia di fondi per andare all'estero Missioni, l'ente stanzia 170mila euro FINO A 5.000 EURO per partecipare a missioni e fiere internazionali, ricercare fornitori e partner commerciali, organizzare incontri di affari, realizzare analisi di posizionamento del prodotto, del mercato e della concorrenza. Privilegiate le imprese femminili, quelle socialmente responsabili ed i gruppi d'impresa C'è una pioggia di contributi in arrivo per le imprese ferraresi: 170.000 euro. Li mette a disposizione la Camera di Commercio di Ferrara attraverso tre bandi di concorso. L'obiettivo è di incentivare la partecipazione delle imprese della provincia: a progetti promozionali sui mercati esteri che prevedano, in particolare, analisi del mercato ed incontri d'affari con imprese e buyer locali; a manifestazioni fieristiche a carattere internazionale (in Italia e all'estero). SARANNO, in particolare, cofinanziate dall'Ente camerale le spese sostenute per le seguenti attività: informazioni sul Paese, ricerca partner esteri, ricerca agenti e distributori, ricerca fornitori, organizzazione degli incontri di affari, oneri per affiliazioni a Camere di Commercio italiane all'estero o ad altri organismi operanti all'estero, locazione e allestimento di spazi espositivi destinati alla promozione delle attività aziendali, ivi compresa la dotazione di aree d'incontro e spazi di servizio per le imprese, analisi del mercato e della concorrenza, posizionamento del prodotto, assistenza per la creazione o il consolidamento di una presenza diretta in un paese straniero. Anche quest'anno la Giunta dell'Ente di Largo Castello ha individuato un gruppo di Paesi ritenuti prioritari nelle strategie di internazionalizzazione del sistema economico ferrarese. Saranno quindi privilegiati, in particolare, i progetti mirati ad espandere il proprio giro di affari in Svezia, Finlandia, Norvegia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Svizzera, Montenegro, Turchia, Usa , Canada, Messico, Brasile, Marocco, Tunisia, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi, India, Cina, Giappone. Saranno, inoltre, privilegiate le imprese femminili, le imprese che abbiano ottenuto, entro il 31 dicembre 2009, la certificazione SA 8000 (responsabilità sociale d'impresa) da parte di un organismo accreditato ed i progetti presentati in forma aggregata da almeno tre imprese. Attenzione però: per poter ottenere il contributo della Camera di Commercio, l'impresa dovrà apporre sui propri prodotti e sul materiale di comunicazione il logo Ferrara Terra e Acqua' facendone apposita richiesta alla Provincia. «INTRAPRENDERE e investire all'estero in questo momento ha sottolineato Carlo Alberto Roncarati, Presidente della Camera di Commercio di Ferrara - richiede certamente uno sforzo straordinario. Le nostre imprese non debbono dimenticare che le crisi passano e che non bisogna smettere di pensare al futuro. L'impegno della Camera di Commercio è quello di sostenere la sfida quotidiana degli imprenditori per rafforzare la competitività salvaguardando i livelli occupazionali. Anche per questo interverremo con ancor maggiore determinazione sul versante dell'internazionalizzazione il cui programma, per il 2009, si presenta davvero fitto di attività».

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Da Henry a Hillary (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-02-26 num: - pag: 3 categoria: BREVI Da Henry a Hillary La diplomazia del ping pong Nel '71, il disgelo tra gli Usa e la Cina maoista fu preceduto dalla prima visita di atleti americani a Pechino (giocatori di ping pong, sulla copertina di Time), che aprì la strada alla storica visita di Nixon, preparata da Kissinger (1972) Diplomazia del cappotto Così un commentatore ha definito il viaggio di Hillary, notando il cappotto con stampa «cinese», ma accostando anche la sua politica a quella realista di Henry Kissinger

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<Emergenza diritti umani> Il Dipartimento di Stato corregge la <linea Clinton> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-02-26 num: - pag: 3 categoria: REDAZIONALE Diplomazia La stampa critica Hillary: troppo indulgente con Pechino «Emergenza diritti umani» Il Dipartimento di Stato corregge la «linea Clinton» Il rapporto: «Usa in prima linea contro i soprusi» La Cina accusata di violazioni, mentre nella sua visita Hillary aveva anteposto gli interessi economici. Il «New York Times»: «Questa Realpolitik non è nuova» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — «I diritti umani in Cina restano precari e in alcuni casi sono peggiorati». Nel suo rapporto annuale sulla situazione in 190 Paesi del mondo, il dipartimento di Stato torna a puntare l'indice contro Pechino, ancora una volta in cima alla lista dei Paesi dove sono più frequentemente violati i diritti umani. Nell'annuale resoconto presentato dal segretario di Stato americano, Hillary Clinton, la Cina viene accusata di numerose violazioni, dalle repressioni in Tibet alla detenzione dei dissidenti, per non parlare poi di omicidi e torture, fuori e dentro il sistema giudiziario. Il documento arriva ad una settimana dalla visita ufficiale in Cina della Clinton, che ha scatenato un putiferio per aver minimizzato la questione dei diritti umani, subordinandoli agli interessi economici tra le due nazioni, in nome di una Realpolitik alla Kissinger (suo grande ammiratore) che all'idealismo antepone l'opportunismo. Washington, come hanno prontamente denunciato i media, sta corteggiando i leader cinesi per convincerli ad investire nei buoni del tesoro Usa, finanziando così il piano di rilancio del presidente Obama. «I primi passi dell'amministrazione in politica estera non sono promettenti », ha commentato il Washington Post, secondo cui oltre a «demoralizzare migliaia di attivisti in Cina», Hillary «ha gettato ombre sul carattere della nuova amministrazione». «La promozione dei diritti umani è un passaggio essenziale della nostra politica estera», recita adesso la prefazione al documento da lei firmata, che contraddice le tesi avanzate a Pechino: «Non soltanto cercheremo di mantenere alti i nostri ideali sul suolo americano, ma insisteremo per un rispetto maggiore dei diritti umani concentrandoci sulle altre nazioni del mondo». Improvvisa inversione di rotta, dopo la figuraccia? «No, quel rapporto è stato redatto prima dell'insediamento di Obama, negli ultimi mesi dell'amministrazione Bush», ribatte T. Kumar, direttore per l'Asia e il Pacifico di Amnesty International, «Hillary poteva cambiarlo e, se non l'ha fatto, vogliamo credere che sia intenzionata ad appoggiare la nuova linea della Casa Bianca di Obama. Che in materia di tutela dei diritti umani», puntualizza, «è stato chiaro fin dall'inizio». Ma gli interrogativi accesi dal «caso Cina» restano sul tappeto. «Il trend che lega indissolubilmente diritti umani e politica estera Usa risale agli anni '70», sottolinea l'International Herald Tribune, chiedendosi con preoccupazione se la gaffe della Clinton sia il primo passo per smantellare questo solido ed antico connubio. Dalle pagine del Wall Street Journal l'amministrazione è accusata di «incoerenza » per aver rifiutato il patto di cooperazione con la Colombia «proprio per le sue violazioni dei diritti civili». Ma a difendere la Clinton, sempre sul Washington Post, è la columnist Anne Applebaum, secondo cui «i discorsi vacui e magniloquenti sui diritti umani sono una costante della politica estera Usa dal 1956. Quando abbandonammo gli ungheresi nella ribellione che aiutammo ad incitare ». «La Realpolitik di Hillary non è nuova», le fa eco il New York Times, ricordando come sia stato il marito Bill Clinton, nel 1994, il primo a separare diritti umani e politica estera, riconoscendo alla Cina la status di «nazione più favorita » dell'America in uno dei momenti più repressivi della sua storia. Alessandra Farkas

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Obama è pronto a riscriverei princìpi di Wall Street (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama è pronto a riscriverei princìpi di Wall Street stati uniti WASHINGTON. Il presidente Usa, Barack Obama e il segretario al Tesoro, Timothy Geithner hanno intenzione di tracciare i principi delle riforme delle regole di Wall Street per evitare il ripetersi dell'attuale crisi finanziaria, secondo quanto riferito da un funzionario dell'amministrazione. Più avanti nella giornata, Obama dirà che, dopo un incontro ad alto livello alla Casa Bianca sulla regolamentazione del settore finanziario, la «dolorosa esperienza» mostra che serve una modernizzazione delle regole. Questo si legge in estratti del discorso presidenziale che sono stati anticipati. Al G20 di Londra di aprile ci sarà anche Obama per discutere con gli altri leader mondiali dei modi in cui risollevare il sistema finanziario globale. Il gruppo del G20 - di cui fanno parte gli Usa e importanti economie europee, ma anche economia in ascesa come la Cina - sta pensando a come ridisegnare il sistema di regole finanziarie pensato in gran parte dopo la fine della Seconda guerra mondiale durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944. Ieri i titoli della Borsa americana erano in calo mentre gli investitori non hanno letto spunti nuovi nel discorso di Obama dell'altra notte in cui il presidente Usa ha spiegato come intende porre rimedio al declino dell'economia Usa. Alla base della recessione estesasi a tutto il mondo, c'è la turbolenza del sistema finanziario e bancario provocata dalla crisi dei mutui subprime. Gli esperti dei mercati finanziari sono in gran parte d'accordo - sia negli Usa sia nel resto del mondo - nel dire che le regole che governano le istituzioni finanziarie hanno bisogno di essere riviste alla luce dei tempi attuali. 26/02/2009

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Pechino. Cina accusa Usa di interferenze politiche (sezione: Globalizzazione)

( da "AudioNews.it" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

giovedì 26 febbraio 2009 10.11 Esteri Pechino. Cina accusa Usa di interferenze politiche 09.17: 'Da Washington troppe interferenze negli affari interni cinesi'. Così, in una nota ufficiale, Pechino replica agli Stati Uniti dopo la diffusione del rapporto del dipartimento di Stato americano che denunciava violazioni dei diritti umani da parte del governo di Pechino. 'Il rapporto -si legge nella nota -ignora gli sforzi ed i risultati storici ottenuti dalla Cina e riconosciuti a livello internazionale'.

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Polemica Pechino-Washington su rapporto diritti umani in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO (Reuters) - La Cina ha protestato oggi contro le critiche statunitensi sul rispetto dei diritti umani nel Paese asiatico, affermando che gli Usa dovrebbero prima di tutto guardare in casa loro. Ieri il dipartimento di Stato americano ha pesantemente criticato Pechino, affermando che l'arresto e le vessazioni contro i dissidenti, i sostenitori dei diritti umani e gli avvocati difensori hanno raggiunto il picco massimo durante eventi di alto profilo internazionale come le Olimpiadi, tenutesi nell'agosto 2008. Il ministero degli Esteri cinese ha detto che la Cina ha mantenuto un alto livello di "protezione e rispetto" dei diritti umani. "In oltre 30 anni di sviluppo e riforma abbiamo visto un costante sviluppo dell'economia, la libertà religiosa è stata protetta, e tutti i gruppi etnici della Cina hanno avuto sempre più libertà e diritti", ha detto il portavoce Ma Zhaoxu durante una conferenza stampa. "Invitiamo gli Stati Uniti ad ammettere i propri problemi coi diritti umani e a non usare i diritti umani come scusa o pubblicare rapporti sui diritti umani al fine di immischiarsi negli affari interni di altri".

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Cybersicurezza, nuovi compiti per Nsa da Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Randall Mikkelsen WASHINGTON (Reuters) - L'agenzia di spionaggio che sotto l'amministrazione Bush ha gestito un programma di intercettazioni senza mandato giudiziario potrebbe vedersi ora assegnare compiti più vasti per garantire la sicurezza delle reti Usa. Lo ha detto ieri al Congresso il capo dell'intelligence della nuova amministrazione guidata dal presidente Barack Obama. L'ammiraglio Dennis Blair, direttore dell'Intelligence nazionale, ha detto che la National Security Agency (Nsa), responsabile dello spionaggio elettronico e della decrittazione, dovrebbe assumere un ruolo più vasto nella cybersicurezza in ragione della sua capacità tecnologica e del ruolo attuale nel prevenire attacchi. "Lì fuori ci sono alcuni stregoni... che possono fare cose. Penso che quella capacità debba essere imbrigliata e utilizzata", ha detto Blair in un'audizione presso la commissione servizi segreti della Camera. Blair ha riconosciuto che molti americani non si fidano dell'agenzia, che ha gestito un programma segreto di spionaggio elettronico senza autorizzazioni giudiziarie per intercettare le telefonate all'estero di alcuni cittadini. "L'Nsa è sia un servizio segreto che un corpo militare, due colpi al modo in cui alcuni americani pensano a un organismo che deve proteggere la loro privacy e le libertà civili", ha detto l'ammiraglio. I timori del governo sulla vulnerabilità delle reti informatiche è aumentata, dato che gli hacker usano mezzi sempre più sofisticati. "Molti paesi, tra cui Russia e Cina, possono danneggiare elementi dell'infrastruttura informativa Usa", ha detto Blair. "La cyberdifesa non è un soluzione definitiva: richiede un investimento continuo". In ballo ci sono miliardi di dollari. Le società appaltanti della Difesa Northrop Grumman, Lockheed Martin e Boeing, stanno lavorando a progetti segreti di cybersicurezza per conto del governo Usa. Continua...

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Obama convincentema l'economia è un rebus (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama convincentema l'economia è un rebus Giulio Ercolessi Secondo i sondaggi il presidente Barack Obama ha riscosso un nuovo grande successo con il suo primo discorso sullo stato dell'Unione, quello che i presidenti Usa tengono ogni anno in febbraio davanti al Congresso riunito assieme all'esecutivo, ai giudici della Corte suprema, ai vertici militari, e soprattutto di fronte al pubblico televisivo. Il problema di Obama era duplice: ridare fiducia a un'opinione pubblica prostrata dalla recessione, anche per stimolare la propensione agli investimenti e al consumo, e far fronte a una crisi che è in larga misura anche una crisi di fiducia; e al tempo stesso non nascondere la gravità della situazione ereditata dall'amministrazione precedente per non vedersene imputata fra qualche mese una parte della responsabilità, passata l'ondata del favore di cui beneficiano sempre i nuovi presidenti. Un favore e una popolarità ancora enormi: alcuni deputati avevano occupato con più di dodici ore di anticipo i seggi situati lungo il percorso di ingresso del Presidente, restandovi fisicamente seduti, per poter essere inquadrati la sera dalle televisioni nell'atto di stringergli la mano. Al tempo stesso, il presidente non poteva neppure infierire più di tanto sulle responsabilità dei repubblicani, avendo già largamente mancato l'obiettivo che si era proposto e cui non ha rinunciato: ottenere per i propri impegnativi piani di rilancio e di riforma l'appoggio almeno di un numero non insignificante di esponenti moderati dell'opposizione. La retorica politica è un'arte ancora molto in auge negli Stati Uniti, ben più che nella prosaica democrazia europea; e i Presidenti si devono confrontare con le frasi memorabili e celebratissime contenute nei discorsi dei predecessori, scolpite nella memoria di tutti gli americani fin dagli anni di scuola. Il severo scrutinio cui ogni singola asserzione è sottoposta da commentatori e avversari non lascia impunita la minima imprecisione sui dati di fatto; a differenza di quel che accade in Europa e soprattutto in Italia, nessuna promessa formulata in queste circostanze viene dimenticata o non rinfacciata in caso di mancato adempimento. Non a caso, nel suo discorso Obama ha lasciato quasi inavvertitamente cadere un inciso rivelatore: il piano di rilancio avanzato dall'amministrazione, e sostanzialmente approvato con qualche modifica dal Congresso, non "creerà", ma "salverà o creerà" (in quest'ordine) tre milioni e mezzo di posti di lavoro. Una promessa così formulata sottrae la verifica dei risultati a qualunque criterio di "falsificabilità". Qualunque sia l'andamento dell'economia e dell'occupazione nei prossimi mesi, sarà sempre possibile sostenere che, in caso di mancata approvazione del piano, le cose avrebbero potuto andare molto peggio. Più che di una furbizia si tratta, purtroppo, del fatto che la politica economica non è mai apparsa come in questi mesi così lontana da una scienza esatta, e non c'è nessun consenso generalizzato sulla diagnosi, le cause, la gravità, la prognosi, e quindi nemmeno sulle terapie con cui affrontare una crisi che sembra assumere anche agli occhi dei maggiori esperti la natura di un virus sconosciuto, da affrontare con tentativi ed errori più che con cure sperimentate. L'asse attorno a cui ruota in queste settimane il dibattito pubblico negli Stati Uniti è, però, profondamente mutato dopo che la recessione da Wall Street si è riversata sull'economia reale. L'opinione contraria o scettica nei confronti dei massicci interventi pubblici è motivata non più tanto dalla fiducia nelle capacità autoregolative del mercato, quanto dal timore che a intascare i soldi dei contribuenti finiscano per essere manager dimostratisi tanto incapaci quanto insaziabili, dopo le scandalose autoassegnazioni di premi di produzione e i generosi dividendi distribuiti da molte società con i fondi pubblici messi a disposizione dal piano di emergenza varato nelle ultime settimane dell'amministrazione guidata da George W. Bush. Il Nobel Joseph Stiglitz, chiamato dalla Cnn a commentare il discorso di Obama, ha apertamente richiesto che all'assegnazione dei fondi corrisponda una parallela assunzione di poteri di controllo da parte della mano pubblica, per evitare nuovi "imbrogli". Una posizione che non è più sembrata eretica come lo sarebbe certo stata fino a poco tempo fa. È apparsa scialba, ma soprattutto molto difensiva, la replica repubblicana, affidata al giovane astro nascente Bobby Jindal, il governatore indo-americano della Louisiana, di cui si era parlato come del probabile candidato alla vicepresidenza prima dell'infelice scelta della populista Sarah Palin. Obama ha rilanciato con forza altre linee di fondo della sua politica, difficili da realizzare anche in tempi migliori: riforma sanitaria, investimenti nell'istruzione e nella ricerca, nelle infrastrutture e nelle energie rinnovabili. Ha confermato il cauto disimpegno dall'Iraq, il rafforzamento dell'impegno in Afghanistan (e in Pakistan: citati sullo stesso piano), la rinuncia a nuovi sistemi strategici da Guerra fredda. Ma la politica estera è rimasta nettamente subordinata agli imperativi dell'economia. Quel che è improbabile è che davvero l'America possa uscire da questa crisi "più forte di prima", come ha promesso il presidente. L'impressionante rinuncia, proprio da parte del segretario di Stato Hillary Clinton, a qualunque accenno ai diritti umani durante la sua visita in Cina è un aspetto molto significativo. La missione è stata incentrata, invece, sull'ottenimento della garanzia che il governo cinese continui ad acquistare titoli del Tesoro Usa, e sulla verifica delle notizie riguardanti la tenuta del mercato interno cinese, ben più robusta del previsto: la testimonianza di un reale mutamento dei rapporti di forza planetari, almeno accelerato dalle dissennate dissipazioni della forza economica e ideale dell'America e dell'Occidente avvenute durante l'era Bush. 26/02/2009 luna di mieleIl presidente americano gode di un favore e di una popolarità ancora enormi. E non ha infierito sui repubblicani 26/02/2009 rigoreNon promesse "all'italiana", ma attento realismo. Perché negli Usa qualunque impegno inevaso si paga caro 26/02/2009 Dino Cofrancesco In Italia, destra e sinistra hanno una concezione "cattolica" dei valori nel senso che li considerano strumentali alla realizzazione di un bene inteso poi in maniera diversa dalle diverse famiglie ideologiche. Libertà, autonomia, partecipazione non valgono in sé, non sono gli attributi più alti della dignità umana, ma sono apprezzati in quanto fanno vivere meglio in questa o in un'altra vita. La libertà di voto, ad esempio, è una cosa buona ma se porta a eleggere un Parlamento conservatore come accadde nel 1848 in Francia e un secolo dopo da noi, diventa la classica perla gettata ai porci, uno strumento inservibile. Un giudizio non diverso ricade sulla partecipazione. «Libertàè partecipazione» cantava Giorgio Gaber, dando voce a un a sensibilità etico-politica «di sinistra». Partecipare si può e si deve - ai cortei, alle manifestazioni, ai movimenti, ai sindacati, ai partiti, ai comitati di quartiere, alle comunità di base etc - e nessun test potrebbe rivelare, con maggiore fedeltà, la maturità politica di un popolo. Peccato che la teoria sostanzialistica della democrazia conceda alla partecipazione solo una "libertà vigilata". Ovviamente non si parla delle manifestazioni in difesa della camorra o delle campagne di discriminazione razziale, reati punibili per legge, ma di ideali e di iniziative promossi da una parte della cittadinanza e non condivisi non condivisi dall'altra. Ed è qui che troviamo una spiacevole cartina di tornasole che ci ripresenta un paese, pieno di tante buone qualità ma estraneo alla "democrazia dei moderni". Si constata, infatti, che sono le cause per le quali ci si batte a gettare una luce positiva o negativa sulla partecipazione: se sono giuste la partecipazione fa tutt'uno con la democrazia, se sono indegne di un popolo civile, a parere di chierici, giornalisti e opinion-makers, la partecipazione diventa espressione di qualunquismo, di populismo, di attentato alla Costituzione. Eppure oggi che non c'è militante o leader di partito - tranne, forse, Paolo Ferrero, a sinistra, e Francesco Storace, a destra - che non si accrediti come discendente diretto di Alexis de Tocqueville, non sarebbe male leggersi la celebre pagina della "Democrazia in America" del 1835 sull'arte delle associazioni negli Stati Uniti: «L'abitante degli Stati Uniti impara fin dalla nascita che bisogna contare su sé stessi, per lottare contro i mali e gli ostacoli della vita; egli non getta sull'autorità sociale che uno sguardo diffidente e inquieto, e ricorre al suo poteri solo quando non può farne a meno. Si comincia a notare questo fin dalla scuola, dove i bambini si sottomettono, persino nei loro giochi, a regole che essi hanno stabilito e puniscono fra loro colpe da loro stessi giudicate. Lo stesso spirito si ritrova in tutti gli atti della vita sociale. Un ostacolo si forma sulla pubblica via, il passaggio è interrotto, la circolazione bloccata; i vicini si costituiscono subito in corpo deliberante; da questa assemblea improvvisata uscirà un potere esecutivo che rimedierà al male, prima che l'idea d'una autorità preesistente a quella degli. interessati si presenti alla immaginazione di alcuno. Se si tratta di divertimenti, ci si assocerà per dare più splendore e regolarità alla festa. Ci si unisce infine per resistere a nemici del tutto immateriali : si com¬batte in comune l'intemperanza. Negli Stati Uniti ci si associa per scopi di sicurezza pubblica, di commercio e d'industria, di morale e di religione. Non c'è nulla che la volontà umana disperi di raggiungere con la libera azione della potenza collettiva degli individui». «Ci si associa per scopi di pubblica sicurezza», appunto. In certe città del nord-est, ovvero delle regioni più evolute d'Italia, ciò avviene regolarmente anche con amministrazioni di centro-sinistra. Né meraviglia. Se ci sono ronde davanti alle scuole che ne tengono lontani gli spacciatori e se, in periodi di calamità naturale, si costituiscono gruppi di volontari che coadiuvano poliziotti e carabinieri, pompieri e infermieri nell'opera di soccorso e di rimozione delle macerie, non si vede cosa ci sia di scandaloso nell'associarsi di cittadini (per lo più militari in pensione) che si incaricano di vigilare sull'ordine pubblico e di proteggere le persone, per sesso o per età, più esposte alla violenza di malfattori o di maniaci. Invece di levare alte grida per il solito vulnus inferto alla democrazia, l'opposizione avrebbe dovuto prendere in seria considerazione le proposte governative volte a favorire e a regolare il fenomeno - presente ormai nelle aree più civili del pianeta - ed esigere, giustamente, severe garanzie di rispetto della legalità, rigorosi criteri di ammissione alle ronde, il diritto di tutti gli attori sociali operanti sul territorio a farne parte. Al solito, invece, ha scelto la via dipietrista coi suoi slogan sempre più logori: l'accusa al ministro Maroni di violare la legalità, l'umiliazione inflitta alle forze dell'ordine e, persino, la volontà di resuscitare le famigerate squadre d'azione che, tra il 1920 e il 1922, scavarono la fossa alla democrazia. Partendo dal teorema che a capo del governo ci sia un criminale e che il Consiglio dei ministri sia un'associazione a delinquere, frange sempre più consistenti della sinistra, come un branco di montoni impazziti, si stanno precipitando verso il baratro del 10% elettorale. Se questa insipienza fosse di danno solo ai politici e agli "intellettuali organici" dell'antiberlusconismo teologico, se segnasse soltanto la chiusura de L'Unità o di Micromega, non ce ne potrebbe fregare di meno. Il guaio è che a rimetterci è la nostra democrazia che, senza una forte e responsabile opposizione, rischia realmente di avere i giorni contati. Dino Cofrancesco è docente di Storia del pensiero politico all'Università di Genova. 26/02/2009

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Pechino a muso duro con Washington: sui diritti umani non potete darci lezioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino | 26 febbraio 2009 Pechino a muso duro con Washington: sui diritti umani non potete darci lezioni Tensione Pechino-Washington Dura risposta della Cina agli USA, all'indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato americano critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani. "Il bilancio del governo cinese in tema di diritti dell'uomo resta negativo e si è anche agravato in certe regioni", si legge nel rapporto, che citala "repressione delle minoranze etniche nella regione autonoma dello Xinjiang, di etnia uighura, e nel Tibet". "Invitiamo gli Stati Uniti - dice una nota del ministero degli esteri di Pechino - a concentrarsi sui loro problemi in materia di diritti dell'uomo e a smetterla di atteggiarsi a custodi di tali diritti in tutto il mondo". La settimana scorsa il segretario di Stato Hillary Clinton, in visita a Pechino, aveva detto che la questione dei diritti umani non deve interferire nella cooperazione tra USA e Cina.

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Al via iscrizioni al nucleo di Protezione Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Caserta News" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Febbraio 2009 Al via iscrizioni al nucleo di Protezione Civile ASSOCIAZIONI | Castel M. Al via le nuove adesioni al nucleo comunale di Volontari di Protezione Civile, infatti, il responsabile dell'Area Vigilanza, il segretario comunale dott.ssa Giulia Faraone nei giorni scorsi, sia tramite l'affissione di manifesti murali, e sia tramite la pubblicazione dell'avviso sul sito internet del comune all'indirizzo www.comunecastelmorrone.ce.it ha portato a conoscenza la popolazione ed in particolare i giovani morronesi, sia maschi che femmine, che è possibile iscriversi al suddetto nucleo comunale, la cui sede, ricordiamo, è ubicata presso l'ex edificio scolastico di Sant'Andrea. Nucleo Comunale di Volontari di Protezione Civile che nel paese governato dal Sindaco Pietro Riello sin dalla sua costituzione ufficiale, che ha visto il gruppo di volontari passare proprio sotto l'egida dell'Ente Municipale, sta svolgendo un lavoro quasi impeccabile, infatti, i volontari sono stati più volte impegnati a supporto del Comando dei Vigili Urbani, come sono stati impegnati negli avvistamenti e spegnimenti degli incendi boschivi, e che ha visto il nucleo comunale partecipare altresì a campagne di sensibilizzazione come quella promossa dall'Amministrazione Comunale in occasione delle giornate ecologiche. Dunque degli ottimi motivi questi per spingere i giovani morronesi ad entrare a far parte del nucleo comunale di Protezione Civile, alle cui domande di adesione, ricordiamo, dovranno essere allegati i seguenti documenti : copia autenticata del titolo di studio o specializzazione, certificato medico di sana e robusta costituzione rilasciato dalla competente ASL, certificato di residenza, certificato o autocertificazione dei carichi pendenti e n° 4 foto formato tessera. Istanze di adesione e informazioni che gli aspiranti potranno richiedere direttamente presso il Comando di Polizia Municipale ubicato proprio nell'ex plesso scolastico di Sant'Andrea.

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"Sui diritti umani non potete darci lezioni" (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Politica La Cina agli Usa: "Sui diritti umani non potete darci lezioni" Giovedí 26.02.2009 10:12 Dura risposta della Cina agli Usa, all'indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato americano critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani. "Il bilancio del governo cinese in tema di diritti dell'uomo resta negativo e si è anche agravato in certe regioni", si legge nel rapporto, che citala "repressione delle minoranze etniche nella regione autonoma dello Xinjiang, di etnia uighura, e nel Tibet". "Invitiamo gli Stati Uniti - dice una nota del ministero degli esteri di Pechino - a concentrarsi sui loro problemi in materia di diritti dell'uomo e a smetterla di atteggiarsi a custodi di tali diritti in tutto il mondo". La settimana scorsa il segretario di Stato Hillary Clinton, in visita a Pechino, aveva detto che la questione dei diritti umani non deve interferire nella cooperazione tra Usa e Cina. tags: Cina Usa diritti umani

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Cina/ Pechino a Washington: basta con lezioni su diritti (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 26 feb. (Ap) - Sale la tensione tra Cina e Usa. All'indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato Usa critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani, il governo cinese risponde seccamente chiedendo agli Usa di smetterla di atteggiarsi a garanti dei diritti dell'uomo nel mondo e di dare lezioni agli altri paesi (segue)

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CINA: PECHINO REPLICA AD USA, IGNORATI NOSTRI RISULTATI SU DIRITTI UMANI (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 26 feb. - (Adnkronos) - La Cina replica al rapporto del dipartimento di Stato che denuncia violazioni dei diritti umani ed accusa gli Stati Uniti di interferenze nei propri affari interni. "Il rapporto ignora gli sforzi ed i risultati storici ottenuti dalla Cina che sono stati ampiamente riconosciuti dalla comunita' internazionale" si legge in un editoriale dell'agenzia ufficiale cinese Xinhua.

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LA CINA BACCHETTA GLI USA CUI DIRITTI UMANI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina bacchetta gli Usa cui diritti umani -->Pechino replica al rapporto del Dipartimento di Stato: «Ignora gli sforzi e risultati storici che abbiamo ottenuto»

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CINA-USA, SCONTRO SUI DIRITTI UMANI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cina-Usa, scontro sui diritti umani -->Il dipartimento di Stato bacchetta Pechino: «Stop alla repressione delle minoranze etniche in Tibet». La replica: «Basta con le lezioni».

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Cina-Usa, tensione sui diritti umani (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO Sale la tensione tra Cina e Usa. All?indomani della pubblicazione di un rapporto del Dipartimento di Stato Usa critico nei confronti di Pechino sul tema dei diritti umani, il governo cinese risponde seccamente chiedendo agli Usa di smetterla di atteggiarsi a garanti dei diritti dell?uomo nel mondo e di dare lezioni agli altri paesi. «Invitiamo gli Stati Uniti - dice una nota del portavoce del ministero degli esteri di Pechino - a concentrarsi sui loro problemi in materia di diritti dell?uomo e a smetterla di atteggiarsi a custodi di tali diritti in tutto il mondo». Ieri, a tre giorni della visita in Cina del segretario di Stato Hillary Clinton, il rapporto annuale del dipartimento di Stato aveva criticato la Cina. «Il bilancio del governo cinese in tema di diritti dell?uomo resta negativo e si è anche agravato in certe regioni», scriveva il rapporto citando la «repressione delle minoranze etniche nella regione autonoma dello Xinjiang, di etnia uighura, e nel Tibet». Nel rapporto annuale sulla tutela dei diritti fondamentali nel mondo, presentato ieri dal segretario di Stato americano, Hillary Clinton, Pechino viene accusata di numerose violazioni a partire da quelle dovute alle repressioni in Tibet e per la detenzione dei dissidenti politici. Il documento arriva a pochi giorni dalla visita ufficiale di Clinton in Cina in cui però il segretario di Stato ha ricevuto forti critiche per aver «messo da parte» la questione dei diritti umani per non compromettere il dialogo sui temi economici e ambientali. Prima di arrivare a Pechino Clinton ha risposto ai giornalisti che ricordavano le violenze in Tibet che gli Stati Uniti «conoscono già la risposta del governo cinese» su certi temi. Il capo della diplomazia americana ha tuttavia ricordato le sue battaglie negli ultimi anni in favore dei diritti civili ed in particolare quelli delle donne. Le accuse alla Cina riguardano il diritto alla privacy, alla libertà di parola e di stampa, di riunione e di movimento nel Paese. «La documentazione relativa ai diritti umani da parte del governo cinese resta povera ed in alcuni casi peggiorata», si legge nel rapporto del dipartimento di Stato americano che rileva come il picco di violazioni dei diritti fondamentali sia stato registrato durante i giochi olimpici dell?estate scorsa. La diplomazia americana segnala inoltre come le autorità cinesi abbiano spesso commesso omicidi e torture al di fuori dal sistema giudiziario. Tra gli altri Paesi dove è più comune la violazione dei diritti umani c?è lo Zimbabwe del presidente Robert Mugabe, il Sudan, dove si assiste ancora ai genocidi in Darfur, e la Somalia. In Asia invece oltre alla Cina a sollevare preoccupazioni sono anche i governi della Nord Corea e dell?Iran.

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Lyceum Oggi alle 17 al Lyceum, via Alfani 48 omaggio alla poesia di Alberta Bigagli. Partecipano:... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

AGENDA FIRENZE pag. 26 Lyceum Oggi alle 17 al Lyceum, via Alfani 48 omaggio alla poesia di Alberta Bigagli. Partecipano:... Lyceum Oggi alle 17 al Lyceum, via Alfani 48 omaggio alla poesia di Alberta Bigagli. Partecipano: Maria Grazia Beverini Del Santo, Valerio Nardoni, Alma Borgini, Anna Balsamo, Paola Lucarini, Maria Grazia Maramotti e Fiorella Falteri. Rivoluzione francese Domani alle 18, al circolo Arci L'Unione, via Chiantigiana 177 a Ponte a Ema, conferenza di Francesco Dei della Scuola Normale superiore di Pisa sul tema: «La rivoluzione francese fu una rivoluzione laica?» Reinserimento nel lavoro L'As Consulting sas ha organizzato un corso gratuito per addetto alla segreteria amministrativa per agevolare l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro di disoccupati di età superiore ai 45 anni. Le iscrizioni sono aperte fino alle 13 del 2 marzo. Info: As Consulting sas via della Casella 61/63 Firenze055/7331634, www.asconsulting.fi.it. Le poesie di Claudio Moica Domani alle 18,30 al "46 Santo Spirito", in via Santo Spirito 46, vengono presentate da Claudio Moica (foto) le sue ultime poesie. La voce di Arnoldo Foa legge "L'uomo nella torre", premiata alla Biennale di Venezia. Fiorella Buono alla chitarra. Il sogno e la maschera Domani allo Stensen, viale don Minzoni 25, seminario di psicoanalisi «Il sogno e la maschera. Le tracce dell'Incoscio». Prenotazione obbligatoria a: www.centropsicoanalitico.it. Info: 055-476898- 0573-365774 Salvare il pianeta Prende il via domani alle 21,15 alla Badia Fiesolana, in via dei Roccettini 9, un ciclo di incontri sul tema: «Chiudere la forbice e salvare il pianeta». Domani il filosofo e ricercatore Roberto Ceccoli parlerà di storia e miti della globalizzazione. Il 6 marzo Roberto Bartoli parlerà della crisi della globalizzazione e il 28 marzo, questa volta alle 15,30, le porposte per uscire dalla crisi. Consumatori e giustizia Oggi alle 17 al circolo Vie Nuove, viale Giannotti13, il movimento consumatori ha organizzato un incontro d'approfondimento dedicato alle procedure di mediazione, conciliazione e accesso al sistema giustizia. Interverrà Leonardo Marconi. Chi è l'assaggiatore Domani alle 21 lezione su "cos'è l'O.N.A.V. e chi è l'Assaggiatore", presso la Wine Library dell'Hotel Cellai (via 27 aprile 52), cui seguono incontri ogni lunedì e venerdì dalle 21 alle 23 fino al 29 aprile. Il Corso d'Aspiranti Assaggiatori è aperto a tutti i wine lover, per il conseguimento dell'Attestato dell'Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino. Iinfo: 347 7629418; www.onav.it; delegazioneonavfirenze@gmail.com; firenze@onav.it. Corso di fotografia Al via da lunedì il corso di fotografia promosso a Sesto da Arzach e destinato sia a chi ha pochissima esperienza sia a chi ha già conoscenze ma vuole colmare alcune lacune. Nel corso si parlerà sia di foto digitali che analogiche, con lezioni teoriche e pratiche, sia in esterna che in interno. Info allo 0554490614. Il sistema bancario Un dibattito per parlare della difficile congiuntura economica ma anche delle soluzioni per affrontarla. E' quello organizzato dalla Fondazione Cesifin oggi alle 10,15 nell'Auditorium della Cassa di Risparmio in via Folco Portinari 5 e intitolato: «Sistema bancario e strumenti anticrisi. Gli interventi nel nuovo scenario».

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Iran, troika Ue propone sanzioni più dure, scrive F. Times (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

LONDRA (Reuters) - Francia, Germania e Gran Bretagna propongono una lista di dure sanzioni aggiuntive da imporre all'Iran sul suo programma nucleare: lo scrive oggi il quotidiano "Financial Times". Un documento confidenziale visto sia dall'Ft che dal quotidiano "Il Riformista" elenca 34 entità e 10 individui iraniani che sarebbero legati a programmi coperti per armi nucleari o biologiche, scrive il giornale. Diplomatici europei hanno dato interpretazioni divergenti delle ragioni della lista, scrive il Financial Times. Per alcuni serve a dare all'amministrazione del presidente Usa Barack Obama l'opzione del "bastone più grosso" per continuare la strategia attuale della carota e del bastone verso l'Iran. Altri dicono che le tre nazioni Ue vogliono influenzare la revisione della politica americana sull'Iran, che dovrebbe terminare il mese prossimo, facendole assumere una posizione più dura. Obama ha detto che gli Usa sono pronti a parlare con Teheran, in quella che rappresenta una svolta rispetto all'approccio del suo predecessore George W. Bush, ma al tempo stesso la Casa Bianca ha anche avvertito che potrebbe ricorrere a sanzioni più dure se l'Iran rifiutasse di bloccare le proprie attività nucleari. La troika Ue insieme agli Usa, la Cina e la Russia rappresenta un gruppo di potenze mondiali che stanno cercando di superare lo stallo con l'Iran sul programma nucleare. Le potenze occidentali sospettano infatti che esso serva a produrre armi atomiche. Teheran invece afferma che l'unico scopo è quello di produrre energia elettrica. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto tre diverse ondate di sanzioni contro l'Iran, per il suo rifiuto di sospendere l'arricchimento dell'uranio. Tutti gli individui i cui nomi compaiono nella proposta di nuova sanzioni Ue rischiano per la prima volta conseguenze penali, scrive il quotidiano britannico, secondo cui nell'elenco ci sono il capo e il vice della forza paramilitare Basij . Nella lista delle organizzazioni citate per la prima volta ci sono l'Università di Tecnologia Sharif, la Compagnia Assicurativa dell'Iran, Iran Air Cargo, l'Agenzia spaziale iraniana e l'Istituto Razi per la Produzione di sieri e vaccini. Tra i nomi, anche quelli di sei banche e tra cui Bank Tejarat, una delle più importanti del Paese.

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DIRITTI UMANI: CINA REPLICA A USA,"SMETTANO DI FARE GUARDIANI" (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIRITTI UMANI: CINA REPLICA A USA,"SMETTANO DI FARE GUARDIANI" (AGI) - Pechino, 26 feb. - Gli Stati Uniti smettano di fare il "guardiano" dei diritti umani e riflettano sui loro problemi. Non si e' fatta attendere la replica della Cina al rapporto annuale del Dipartimento di Stato Usa che ha puntato nuovamente il dito contro Pechino: la tutela dei diritti umani in Cina "resta insufficiente", si legge nel rapporto, "e la situazione si e' aggravata in alcune aree". "Invitiamo gli Stati Uniti a riflettere sui propri problemi e a smettere di agire da guardiani dei diritti umani", ha affermato il ministro degli Esteri cinese, Ma Zhaoxu, secondo cui Washington dovrebbe astenersi dall'intervenire sugli affari interni degli altri Paesi. "Negli ultimi 30 anni", ha ricordato Ma, "la Cina ha sostenuto la crescita economica, fatto progressi costanti nel campo della democrazia e ha pienamente protetto la liberta' religiosa". Il ministro degli Esteri ha quindi ricordato come "vari gruppi etnici godano di ampi diritti e liberta'" e come cio' sia "ampiamente testimoniato nel mondo". Nel rapporto americano si metteva l'accento invece sulle "repressioni" delle minoranze etniche musulmane dello Xinjiang e dei buddisti tibetani, sulle minacce e gli arresti nei confronti dei dissidenti e sul rimpatrio forzato dei rifugiati nord-coreani.

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Rinnovabili/ Cina entro 2030 può avere la sua "green (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 feb. (Apcom-Nuova energia) - La Cina ha il potenziale di creare una "green economy" nei prossimi due decenni, secondo il report sull'energia e l'ambiente della società di consulenza McKinsey & Company. Entro il 2030 la Cina dovrebbe ridurre le importazioni di petrolio dal 30 al 40% e tagliare le emissioni di CO2 del 50% attraverso investimenti nelle nuove tecnologie verdi, secondo il rapporto. Per trasformare l'economia cinese in una "green economy", McKinsey stima che dal 2009 al 2030 dovrebbero essere investiti una media di 170-230 miliardi di euro all'anno, l'equivalente dell'1,5-2,5% del Pil cinese. Per esempio, scrive McKinsey, con l'aumento delle auto elettriche le importazioni di greggio potrebbero essere ridotte di un terzo. Aumentando significativamente gli investimenti nelle energie rinnovabili e nel nucleare la Cina potrà ridurre anche la dipendenza dal carbone che è la fonte di approvviggionamento energetico per l'81% delle centrali di generazione elettrica. L'obiettivo è scendere al 34% al 2030. L'efficienza energetica degli edifici è un altro settore che secondo il report potrebbe produrre ottimi risultati finali attraverso la raccolta e il riutilizzo dei rifiuti sia familiari che industriali. Questi scarti, trasformati in biomasse, potrebbero ridurre del 10% il fabbisogno di carbone nei prossimi due decenni. Comunque, rivela il rapporto, la Cina ha già migliorato "l'efficienza del carbone" nella sua economia negli ultimi 15 anni. La combinazione di politiche di governo e iniziative su larga scala a livello industriale ha permesso, infatti, a Pechino di tagliare il volume di CO2 e di altri gas serra prodotti per ogni unità del Pil del 4,9% ogni anno negli ultimi 15 anni, rispetto alla riduzione degli Usa dell'1,7% e della Germania del 2,7%. Lo studio è basato sulle 200 tecnologie verdi che la Cina potrebbe impiegare per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell'inquinamento. Più di 100 esperti di diversi settori sono stati intervistati per redigere il rapporto.

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Cina/ Rapito l'avvocato dei diritti umani Gao Zhishen (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 feb. (Apcom) - Picchiato, torturato e umiliato. Proprio mentre Washington e Pechino si lanciano accuse reciproche sul rispetto dei diritti umani, il movimento religioso Falun Dafa, messo al bando in Cina, diffonde un comunicato in cui avverte che Gao Zhishen, avvocato cinese dei diritti umani, che risultava tra i papabili del Premio Nobel per la Pace 2008, è stato nuovamente rapito e trasferito in una località sconosciuta. Allegata al comunicato c'è anche una lettera in cui il difensore dei diritti umani nel novembre del 2007, mentre si trovava ai domiciliari nella sua casa di Pechino, descrive le torture a cui era stato sottoposto tre mesi prima, durante un precedente rapimento da parte della polizia cinese. La famiglia ha autorizzato la diffusione del testo solo dopo il 9 febbraio di quest'anno a causa delle minacce che l'avvocato aveva ricevuto. "Queste mie parole un bel giorno potranno finalmente circolare - scriveva Gao - Riveleranno la vera faccia della Cina odierna. Riveleranno l'incredibile spietatezza e le incredibili caratteristiche del partito che domina la Cina. Queste parole inevitabilmente procureranno disagio e disturberanno gli attuali 'buoni amici globali' e i 'buoni amici in affari' del Pcc (Partito comunista cinese), se questi buoni amici globali e buoni amici in affari hanno ancora qualche timore nei loro cuori nei confronti della coscienza umana". La lettera continua poi con la descrizione del rapimento di Gao e i lunghi giorni di torture tremende a cui fu sottoposto. Picchiato con bastoni elettrici, denudato e percosso a lungo, lasciato senza cibo e costretto a firmare una confessione in cui ha dovuto narrare nel dettaglio relazioni sessuali con più donne. Dopo averlo costretto a sottoscrivere cose non vere, i suoi aguzzini gli dissero: "Se facciamo uscire di qui queste cose, diventerai un cane rognoso in sei mesi". E ancora: "Tu sei un oggetto che deve essere picchiato, tu lo sai meglio di noi in cuor tuo". Gao viene poi deriso per aver osato scrivere della repressione cinese al Congresso americano: "Il Congresso americano non conta nulla. Questa è la Cina, territorio del Partito Comunista Cinese, prenderti al vita è altrettanto semplice che calpestare una formica". Proprio ieri il Dipartimento di Stato Usa, nel suo rapporto annuale, ha criticato Pechino sul tema dei diritti. Il documento arriva a pochi giorni dalla visita ufficiale di Clinton in Cina in cui però il segretario di Stato ha ricevuto forti critiche per aver "messo da parte" la questione dei diritti umani per non compromettere il dialogo sui temi economici e ambientali. Il governo cinese ha risposto seccamente al rapporto chiedendo agli Stati Uniti di smetterla di atteggiarsi a garanti dei diritti dell'uomo nel mondo e di dare lezioni agli altri paesi. Eppure l'insoddisfazione verso il regime comunista in Cina sembra crescere: ieri due uomini e una donna hanno raggiunto dalla provincia Pechino e si sono dati alle fiamme nei pressi di piazza Tiananmen per protestare contro le ingiustizie subite dalle autorità locali.

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Immigrazione, dialogo sulla globalizzazione nella parrocchia di S. Giovanni Evangelista (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Immigrazione, dialogo sulla globalizzazione nella parrocchia di S. Giovanni Evangelista (26/2/2009 12:07) | (Sesto Potere) - Modena - 26 febbraio 2009 - Ribadire e ridefinire le regole che presiedono la convivenza sociale e, al contempo, assicurare che esse vengano rispettate. Passa anche attraverso questo doppio binario la sfida lanciata dalla globalizzazione che disegna una nuova società dove coesistono matrici e origine diverse. Una situazione che determina l'insorgenza di problemi, ma può anche rivelarsi fonte di grandi opportunità, di crescita umana, civile e religiosa. "Dalla paura all'incontro: accoglienza e rispetto di regole comuni" è il titolo dell'iniziativa che si terrà sabato 28 febbraio, alle ore, 18 presso la parrocchia di S. Giovanni Evangelista, in via Diena (parco XXII Aprile). L'incontro, organizzato dal vicariato Crocetta - S. Lazzaro in collaborazione con la Circoscrizione 2, vuole affrontare il tema del rapporto con le persone portatrici di culture, religioni, etnie, idee, stili di vita diversi ed inediti rispetto a quelli più "tradizionali". All'incontro saranno presenti esponenti del SerMiG di Torino che hanno maturato una notevole esperienza al riguardo. La proposta, rivolta a tutti gli adulti e i giovani del territorio, nasce dalla collaborazione tra il vicariato Crocetta - S. Lazzaro e la Circoscrizione 2, segno e luogo di dialogo e confronto tra la comunità ecclesiale e quella civile sui grandi temi della vita che accomunano tutti.

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Diritti Umani: Cina contro Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Diritti Umani: Cina contro Usa 26 febbraio 2009 alle 12:48 — Fonte: ansa.it — 0 commenti Rapporto Dipartimento Stato Washington definito 'irresponsabile'

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Economia, forum del Lions Giffoni (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Salerno dibattiti Economia, forum del Lions Giffoni "Economia e globalizzazione. Vivere in un sistema globalizzato". Questo il tema del convegno del Lions Club "Giffoni Valle dei Picentini" che si svolgerà sabato prossimo alle 10 al Plesso Monumentale "San Francesco" di Giffoni Valle Piana. La discussione sarà presenziata dall'Onorevole Generoso Andria, l'analisi dettagliata della situazione economica della Regione Campania sarà affidata al coordinatore dell'area Bilancio, Ragioneria e Tributi della Regione, Fernando De Angelis. A parlare, invece, del ruolo del sistema bancario durante i periodi di crisi economica sarà Adriano Giannola, docente di Economia Bancaria alla Federico II di Napoli, nonché presidente della fondazione Banco di Napoli. Tra i relatori ci sarà anche il direttore internazionale de "Lions Club International", l'avvocato Ermanno Bocchini, docente ordinario di Diritto Commerciale all'Università Federico II di Napoli, a cui saranno affidate le conclusioni. "L'appuntamento di sabato mattina", sottolinea il presidente del Lions Giffoni Valle dei Picentini Mario Pale, "ha un preciso obiettivo: far capire al singolo come ci si deve comportare in questo periodo di recessione economica. Dando indicazioni e cercando di fornire soluzioni pratiche per orientarsi". del 26-02-2009 num.

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Fine settimana con la Protezione civile naccio (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Fine settimana con la Protezione civile naccio @@Sarà montata una tendopoli autosufficiente per il primo soccorso. Volontari da Siracusa, Avola, Floridia, Augusta e Catania Tutto pronto per l'esercitazione regionale di Protezione civile. Per l'ottavo anno consecutivo, l'area di Ecologia attiva e Protezione civile di Nuova Acropoli organizzerà, sabato e domenica, un'esercitazione regionale durante la quale numerosi volontari allestiranno una tendopoli e un campo di prima accoglienza nel piazzale poco prima dell'ingresso di Floridia. Nel corso degli anni è stato sperimentato con successo l'allestimento delle tendopoli e campi di prima accoglienza capaci di assicurare alloggio, nutrimento, assistenza medica, comunicazioni, gestione dei soccorsi, organizzazione logistica a supporto delle istituzioni. I volontari di Avola, Floridia, Augusta, Siracusa e Catania metteranno a frutto la reciproca esperienza. I nuclei logistici, operativi e assistenziali provvederanno al montaggio delle tende per gli alloggi e i servizi (magazzino, cucina e mensa), all'installazione dell'impianto elettrico, all'allestimento della sala operativa, della mensa e della cucina da campo. A seguire saranno organizzate le simulazioni di primo soccorso in incidenti stradali e soccorso tecnico per recupero infortunati, anche di notte. Un'esercitazione a 360 gradi, con i volontari che allestiranno un campo di accoglienza autosufficiente. Luca Signorelli

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Mario Boselli è ottimista: <Si inizia a vedere la risalita> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Di Como, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mario Boselli è ottimista: «Si inizia a vedere la risalita» Taborelli: «Siamo ancora grandi produttori, dobbiamo resistere» Per gli stilisti e i manager delle grandi firme la qualità della seta comasca non si discute. E questo, indubbiamente, farà piacere ai "setaioli" lariani. Ma apprezzamenti a parte la realtà del tessile lariano oggi è preoccupante. Crollano gli ordini, molti telai restano fermi e, in un mercato dove l'offerta supera la domanda, il prezzo viene fatto da chi compra. Ossia, l'industria della confezione. Gli imprenditori lariani lamentano una sorta di sudditanza nei confronti del mondo della moda. Dal canto loro, stilisti e manager di grandi firme invocano equilibrio nel rapporti tra produzione (aziende tessili) e confezionamento (case di moda), spiegando che il connubio vincente tra industria e creatività si ottiene solo con la collaborazione dei due elementi. Mario Boselli, comasco, presidente della Camera Nazionale della Moda (associazione diretta in passato anche da Santo Versace), all'apertura di Milano Moda ha fatto intendere come gli imprenditori lariani abbiano ben fotografato la realtà. Le "redini", oggi, sono nelle mani delle case di moda. «Non è certo un problema solo del tessile comasco spiega Boselli la produzione non è proprio in balìa del settore a valle (la confezione, ndr) ma ne rimane condizionata. L'industria tessile, purtroppo, non ha un forte potere contrattuale: vanta un'eccellenza riconosciuta a livello mondiale, ma che poi non viene "monetizzata" o tradotta in concreto. Ma oggi, volenti o nolenti, dobbiamo ammettere che in questo preciso momento il mercato è nelle mani più del compratore, che del venditore». Ossia, non sono le aziende tessili a fare il prezzo, ma chi acquista le pezze. Boselli però pare intravedere qualche timido segnale di ripresa. «Il tessile comasco ha un posizionamento alto, al di là delle difficoltà contingenti. Bisogna solo attendere che il consumo riparta: siamo in una crisi a forma di "u", ora iniziamo a vedere qualche segnale di risalita». Ambrogio Taborelli, imprenditore tessile e presidente dell'Unione Industriali di Como, sottoscrive praticamente in toto l'analisi di Boselli. «Oggi l'offerta è superiore alla domanda. Vendiamo meno di quanto potremmo potenzialmente produrre. E, di conseguenza, il prezzo lo fa chi compra, non chi vende. Accade in tutti i mercati, il tessile non sfugge certo a questa regola. Anche confezionisti e firme di alta gamma, che una volta di fronte al prodotto d'eccellenza non guardavano troppo il prezzo, oggi stanno più attenti». I margini si riducono, e investire in ricerca e sviluppo in tempi in cui mancano pure le liquidità per le spese correnti è un'impresa. «Continuiamo a fare ricerca aggiunge Taborelli ma i margini sono davvero esigui. Anzi, ormai non si discute più sui margini, ma sulle perdite». In questo scenario tutt'altro che incoraggiante, l'apprezzamento della passerella per la seta comasca è l'unico segnale positivo. «Anche le grandi firme si sono accorte che se vogliono un prodotto innovativo e di qualità non possono che trovarlo a Como commenta il presidente degli industriali tutti son capaci di copiare, ma le idee nascono qui. E siamo riusciti a risolvere anche l'unica nostra debolezza, una carenza in termini di servizio». Taborelli spiega che le aziende tessili comasche «devono resistere», aspettando una ripresa che non pare però «troppo vicina». La seta, nonostante le crisi attraversate negli anni passati, è ancora una parte massiccia della produzione. «L'80% della seta da abbigliamento degli Usa arriva da Como. Siamo ancora grandi produttori. Certo continua Taborelli come numeri non possiamo competere con la Cina, ma un cliente va in Oriente se vuole solamente spuntare il prezzo. Se cerca invece il prodotto, viene da noi». I dati raccolti dalla Sezione serica dell'Unione Industriali di Como e dal centro studi di Sistema Moda Italia (Smi) tracciano comunque una situazione di crisi evidente per la seta lariana. Un «forte cedimento», per usare le stesse parole degli esperti che hanno elaborato i numeri. Le previsioni per il 2009 parlano di flessioni sul fronte sia del fatturato (-10,2%) sia degli ordini (-7,8%). Le tessiture seriche hanno chiuso il 2008, rispetto al 2007, con un notevole calo del fatturato e del venduto, nell'ordine del 5%. Nel quarto trimestre 2008 il fatturato è diminuito dell'11,5%, gli ordini del 19.1%. Andrea Bambace Home Una nuova collezione ogni dieci minuti tra flash e Vip Alessia, il talento che crede nel Lario

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E gli italiani aiutano l'export di Fidel (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

E gli italiani aiutano l'export di Fidel Giovedì 26 Febbraio 2009, L'Avana Due dei prodotti-simbolo di Cuba, i sigari e il rum, stanno reagendo in modo diverso alla crisi economica internazionale: l'export dei noti "habanos" dell'isola sta infatti calando, mentre vanno invece a gonfie vele le vendite in Europa, anche in Italia, dell'apprezzato superalcolico della capitale cubana. La scommessa che fanno per il futuro i produttori locali dei sigari, a Cuba noti come 'puros', è quella di convincere la gente di continuare a fumare tanto, e bene, anche in tempi di crisi. Gli 'habanos' sono non solo uno dei prodotti più pubblicizzati dell'isola ma anche una voce importante dell' export, soprattutto in Europa (Spagna, Francia, Germania), anche se non mancano i nuovi mercati, in primo luogo l'onnipresente Cina. A preoccupare i principali marchi di sigari dell'Avana (che prima facevano capo a diversi proprietari, mentre da qualche tempo fanno parte di una società al 51% dallo Stato) sono gli ultimi dati delle vendite. Nel 2008, le esportazioni degli 'habanos' sono state pari a 390 milioni di dollari, il 3% in meno rispetto al 2007. A conferma di quanto a Cuba la politica sia intrecciata all'economia, all'Avana non è d'altra parte un mistero che anche nelle alte sfere del potere si spera in un ammorbidimento, o addirittura nella fine, dell'embargo Usa, decisione che aprirebbe appunto le porte alle vendite degli 'habanos' negli Stati Uniti: i dati del mercato americano sono di tutto rilievo, visto che ogni anno si consumano circa 250 milioni di sigari. Se si parla del "ron", come si chiama il rum a Cuba, le vendite sono in espansione: +13% nel 2008. Havana Club, controllata dallo Stato, i cui stabilimenti si trovano a 25 km dall'Avana, vende soprattutto a Cuba, anche se sono molto importanti alcuni mercati Ue, in primo luogo l'Italia: evidentemente, gli europei che comprano il noto 'ron cubano' non hanno intenzione di rinunciarci, nonostante la crisi e il calo dei consumi.

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Iran, i tre membri europei del 5+1 chiedono nuove sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Iran, i tre membri europei del 5+1 chiedono nuove sanzioni Roma, 26 feb (Velino) - Gran Bretagna, Francia e Germania, i tre paesi europei che compongono il gruppo negoziale 5+1 sul nucleare iraniano (gli altri sono Stati Uniti, Russia e Cina) hanno proposto una nuova ondata di sanzioni Onu contro Teheran. Lo rivela un documento confidenziale di cui sono entrati in possesso il Financial Times e il Riformista, secondo i quali 34 entità e 10 individui apparentemente legati alla produzione di armi atomiche o biologiche sarebbero i bersagli del provvedimento. Tra le entità vi sono l?Università di tecnologia di Sharif, la compagnia assicurativa di Stato, l?Iran Air Cargo, l?Agenzia spaziale iraniana, l?Istituto per la produzione di sieri e vaccini oltre a sei banche tra le quali anche la Bank Terajat, una delle più importanti del paese. Tra le persone ci sono anche il comandante della forza paramilitare Basij e il suo vice. Alcuni diplomatici intervistati dai due giornali interpretano in modo diverso questa mossa da parte delle tre potenze europee. Alcuni sostengono che si tratta di un modo di imporre all?amministrazione Obama, che ha manifestato la volontà di aprire un dialogo diretto con l?Iran, una linea più dura. Altri ritengono invece che l?intento di questo “bastone” sia bilanciare la “carota” con cui il presidente Usa, Barack H. Obama, sta tentando il primo approccio con Teheran. La discussione sull?Iran, spiega il Financial Times, avrebbe fatto riaffiorare le divisioni all?interno dell?Unione europea, con cinque paesi – Grecia, Cipro, Spagna, Austria e Svezia – contrari a un inasprimento delle sanzioni. L?articolo ricorda anche che oggi a Washington il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini incontrerà l?inviato Usa in Afghanistan e Pakistan Richard Holbrooke per confrontarsi sull?opportunità di invitare l?Iran alla conferenza regionale di Trieste prevista per fine giugno nell?ambito del G8. Un non meglio qualificato “insider” del regime iraniano ritiene tuttavia improbabile che nuove sanzioni possano far recedere Teheran dal programma di arricchimento dell?uranio. (gda) 26 feb 2009 15:06

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Ue-Usa/ Domani Ferrero-Waldner incontra Clinton a Washington (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bruxelles, 26 feb. (Apcom) - Il commissario europeo per le Relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner, incontrerà domani a Washington il segretario di Stato americano Hillary Clinton, alle 11. L'incontro - spiega una nota - è un'opportunità per il commissario per "discutere con la nuova amministrazione Usa di questioni di politica estera, compreso il processo di pace in Medio Oriente, l'Afghanistan, la Cina, la Russia e le sfide globali come l'energia e il cambiamento climatico". "L'incontro - si legge - fornirà anche l'occasione ideale per preparare il terreno per la conferenza su Gaza e l'economia palestinese che si terrà la settimana prossima in Egitto e per la troika ministeriale Ue-Usa che si terrà il 6 marzo a Bruxelles".

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Un cinese segretario al Commercio Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Un cinese segretario al Commercio Usa 26 febbraio 2009 alle 17:19 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti E' due volte cinese il candidato prescelto da Barack Obama per l' incarico di segretario al Commercio. Gary Locke porta un nome " anglo" ma è figlio di immigrati cinesi ed è stato il primo ed unico sino-americano governatore di uno Stato Usa (Washington). Inoltre ha ottimi rapporti con i dirigenti della Repubblica Popolare. In quanto governatore dello Stato di Washington dal 1997 al 2005 Locke ha fatto tre visite ufficiali in Cina per sviluppare il commercio bilaterale. A Pechino gode di un tale rispetto che fu l' unico straniero a poter incontrare il presidente Hu Jintao nel bel mezzo del congresso del partito comunista nel 2004. Si dice che fu grazie a lui se lo stesso Hu Jintao aggiunse una tappa a Seattle nel suo viaggio ufficiale in America del 2006. Dopo l' incarico di governatore, nella sua attività privata ha curato i rapporti con la Cina per un importante studio legale di Seattle.  L' estate scorsa Locke ha fatto un gesto particolarmente apprezzato dai dirigenti cinesi (non altrettanto dai militanti per i diritti umani): ha portato la fiaccola olimpica sul territorio cinese, in una delle ultime tappe prima dell' arrivo a Pechino. Si vedrà ora se " l' asso cinese" porta fortuna a Obama. La nomina del segretario al Commercio fin qui sembra iellata. Il primo candidato prescelto, il governatore del New Mexico Bill Richardson, ha dovuto ritirarsi per uno scandalo. Il secondo, il repubblicano Judd Gregg, si è defilato per divergenze di politica economica con il presidente. Prima di assumere l' incarico Locke dovrà passare la consuete audizioni al Senato. I repubblicani potrebbero criticarlo per il suo ruolo di intermediario negli affari tra la Cina e alcuni gruppi industriali americani (a cominciare dalla Microsoft che ha sede nello Stato di Washington). rampini

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Ombre cinesi (sezione: Globalizzazione)

( da "AprileOnline.info" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ombre cinesi Enrico Campofreda, 26 febbraio 2009, 19:26 La riflessione Gesto disperato o prodromo di nuove clamorose proteste il tentativo di ieri a Pechino, con cui due uomini e una donna hanno tentato di darsi fuoco dentro un'auto nei pressi di un'apparente accessibilissima piazza Tienanmen, è il segnale di quanto la Cina tema il dissenso A circa un anno dalle manifestazioni dei suoi monaci, che in occasione dei Giochi Olimpici cercarono d'attrarre l'attenzione del mondo sulle vessazioni subìte a opera della nomenklatura del colosso asiatico, il Tibet si ritrova blindato sotto la possente prova di forza della polizia cinese che presidia le strade. In questi giorni i fedeli del Dalai Lama hanno dovuto osservare una sorta di stato d'assedio della capitale Lhasa con tanto di stranieri, turisti compresi, messi con fermezza alla porta. Eppure c'è chi giura che nella scadenza del cinquantesimo anniversario dell'esilio del capo spirituale - che appunto nel 1959 per la repressione seguente alla rivolta anticinese fu costretto a riparare in India - le proteste si riaffacceranno. Quanto pacifiche non è dato sapere, perché se il Dalai prosegue a testimoniare con fermezza la prassi della non violenza, proprio un anno fa molti monaci non ci stettero a farsi massacrare a colpi di manganello. La repressione fece una ventina di morti secondo le fonti pechinesi; duecento a detta dei rivoltosi. Anche la Cina sta facendo i conti con la recessione mondiale e ha dovuto iniziare a pagare il duro scotto del rovescio della medaglia di quel partenariato con gli Stati Uniti che tanto sfrenatissimo sviluppo aveva finora prodotto. Da mesi il colosso orientale subisce il riflesso dello sconquasso degli azzardi affaristici che hanno fatto naufragare l'economia americana. Azzardi e insopportabile tenore di vita che l'infinita quantità di prodotti cinesi immessi sul mercato statunitense hanno contribuito a tenere alti. Un circolo diventato vizioso per i continui crediti che il gigante della produzione faceva al suo maggiore cliente trasformatosi in ciclopico debitore. Così mentre le ammirate banche di Wall Street, maestre di liberismo, bruciavano i loro fondi alcuni maggiori istituti di credito cinesi sono dovuti venire in soccorso sobbarcandosi prima limature di guadagni poi addirittura perdite. Il Pil cinese, che nel 2007 era a due cifre attestato al 13%, l'anno scorso si è quasi dimezzato. Ma quel 6,8% che farebbe sognare qualsiasi europeo, e non solo, per il boom asiatico è un gravissimo stop. Il governo ne è preoccupato perché può trascinarsi dietro mancanza di lavoro e rivolte sociali, non solo da parte dei 400 milioni di contadini poveri che in tante province rischiano condizioni d'indigenza che da decenni il Paese non conosceva, ma per il neo ceto medio, appagato da scalata sociale e consumismo, che vedrebbe rapidamente decadere il suo rango. Non è un caso che la politica estera di Obama si sia in prima battuta rivolta - pro domo sua - proprio alla Cina dove il Segretario di Stato Hillary Clinton è stata in visita nei giorni scorsi. Alla faccia del Medio Oriente vicino e lontano. La partita economica fra i due partner sarà lunga perché ognuno ha bisogno dell'altro. Gli Usa dei capitali cinesi, il colosso asiatico dei servigi della diplomazia americana, visto che su libertà e diritti civili la comunità internazionale fa in alcuni casi verso la Cina la voce grossa. Proprio la vicenda del Tibet aveva messo in seria difficoltà i politici di Pechino ancor più delle clamorose contestazioni che, da quella studentesca di vent'anni or sono coi carri armati sotto la Porta della Pace Celeste, periodicamente si susseguono seppure nascoste ai media di tutto il mondo. E' ammessa soltanto, come forma di protesta individuale peraltro antichissima, la petizione all'autorità che singoli cittadini possono portare nei Palazzi della burocrazia e del potere chiedendo istanze di giustizia. L'episodio di ieri, precisano fonti governative, starebbe a metà fra l'idea di giustizia e il dissenso ma assolutamente privati. Eppure nella capitale la sorveglianza di polizia ed esercito è in crescita e il timore di disordini collettivi non è affatto sopito. La tensione politico-economica da cui scaturisce l'amore-odio fra Usa e Cina s'è rinfocolata in queste ore con una nota del Dipartimento di Stato americano che torna sulla carenza dei diritti umani nel Paese asiatico e irrita la leadership pechinese. La quale risponde per le rime: "Invitiamo gli Stati Uniti a concentrarsi sui propri problemi in materia di diritti dell'uomo e smetterla di atteggiarsi a custodi di tali diritti in tutto il mondo". Un ping pong mica distensivo come quello fra Nixon e Mao che acuisce anziché allentare un reciproco nervosismo. Giunge comunque a visita conclusa, infatti durante il suo soggiorno asiatico la Clinton non ha assolutamente fatto cenno alla questione dei diritti per non compromettere l'aspetto affaristico della missione. Ora a rinfocolare il problema, oltre all'autodafé dei tre di piazza Tienanmen, giunge il caso dell'avvocato Gao Zhishen, già l'anno scorso in odore di Nobel per la pace, che è stato ancora una volta sequestrato e tradotto in un luogo sconosciuto. In una lettera di denuncia lasciata ai familiari, e ora diffusa dal movimento religioso Falun Dafa che in Cina è fuorilegge, l'uomo descrive le torture cui per mesi in un precedente arresto è stato sottoposto dai poliziotti cinesi.

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##Cina-Usa/ Diritti umani, Pechino: basta ingerenze di (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 26 feb. (Apcom) - L'idillio fra Cina e Stati Uniti durato ben poco, dopo la visita del Segretario di Stato americano Hillary Clinton la scorsa settimana e la speranza di Pechino per relazioni bilaterali più franche e pragmatiche. "Gli Stati Uniti dovrebbero guardare ai loro propri diritti e smetterla di atteggiarsi a guardiani dei diritti umani per intervenire negli affari interni di altri paesi con la pubblicazione di questi rapporti" ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri Ma Zhaoxu in conferenza stampa. La dichiarazione risponde alla pubblicazione, ieri, di un Rapporto del Dipartimento di Stato americano sulla situazione dei diritti umani in Cina, che giudica l'avanzamento del paese "ancora scarso e peggiorato in alcuni campi". Secondo gli osservatori americani, che producono lo studio ogni anno, "nell'ultimo anno il governo ha aumentato la repressione di minoranze etniche in Tibet e Xinjiang, sono aumentate le persecuzioni di dissidenti e dimostranti, e il controllo della libertà di espressione e di internet è rimasto forte". A sostegno di ciò gli analisti adducono l'aumento delle repressioni a ridosso delle Olimpiadi dello scorso agosto e quelle in occasione degli incidenti in Tibet ormai un anno fa. Le organizzazioni non governative "continuano a dover far fronte a controlli intensi e restrizioni", mentre i lavoratori " non hanno la possibilità di scegliere sindacati indipendenti e la legge non garantisce il diritto allo sciopero". La reazione cinese è secca: gli Usa devono smettere di ingerire negli affari interni del paese. Le leggi cinesi già assicurano e rispettano i diritti umani, a riprova dell'importanza che il governo accorda all'argomento e dei progressi fatti negli ultimi trent'anni di riforma e apertura, ha detto il portavoce. Appena una settimana fa Pechino aveva apprezzato il silenzio di Hillary Clinton sui diritti umani durante il primo viaggio del neo segretario americano. "I diritti umani non possono impedire l'avanzamento su temi maggiori quali la crisi economica, il cambiamento climatico e la sicurezza" aveva detto Clinton in quella occasione, deludendo le aspettative di numerosi dissidenti dell'Impero di Mezzo fiduciosi in un ripetersi delle pressioni del 1995. Ding Zilin, la fondatrice del gruppo delle Madri di Tiananmen aveva chiesto un gesto di Hillary per il rilascio di Liu Xiaobo, ed altrettanto sperava Zeng Jinyan, la moglie dell'attivista per i diritti dei sieropositivi Hu Jia. Ma nulla è trapelato dai discorsi del Segretario di Stato, che ha incontrato una decina di donne a rappresentanza delle associazioni civili in uno stretto riserbo ed in tutta fretta, fra un colloquio e l'altro con le più alte istanze del paese. Da Hu Jintao e Wen Jiabao ha ottenuto la promessa di un sostegno alla ripresa dell'economia americana, senza minimamente ferire l'orgoglio nazionale con temute accuse di autoritarismo e limitazione delle libertà. Quando Hillary Cliton ha, però, letto il discorso di presentazione del rapporto ieri a Washington, dall'altro lato del pianeta, a Pechino, tre persone le hanno dato ragione immolandosi a pochi passi da piazza Tiananmen in gesto contestatario eloquente nei confronti del potere. Sebbene le motivazioni e l'identità dei due uomini e una donna siano sconosciuti, e suscettibili di venire a galla soltanto a discrezione delle autorità locali, è evidente che la protesta si stringe attorno a Pechino alla vigilia di ricorrenze sensibili. Ieri il calendario tibetano segnava la data del Losar, il capodanno tradizionale, due settimane prima del cinquantennio della dipartita in esilio del Dalai Lama nel 1959 e dell'anniversario degli incidenti di Lhasa dello scorso 14 marzo. La prossima settimana, quando si apriranno i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo, il Parlamento locale, ancora più dimostranti arriveranno nella capitale a chiedere giustizia contro i torti subiti a causa degli ufficiali regionali. L'ultimo abuso è quello subito dall'avvocato dissidente Gao Zhishen, arrestato e condotto in una località segreta dove subisce le torture delle polizia, secondo l'organizzazione Falun Dafa, anch'essa al bando nel paese.

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CRISI ECONOMICA: TREMONTI, SALVARE LAVORO, FAMIGLIE E BUONA FINANZA (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 26-02-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 feb. (Adnkronos) - "Possiamo e dobbiamo salvare il lavoro, le famiglie e la parte buona della finanza e non le banche che sono tenute in vita solo dai governi". E' quanto sostiene il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, intervenendo ad 'Annozero'. "Come nelle malattie -spiega il ministro - anche nella crisi ci sono tre passaggi: diagnosi, prognosi e cura. Se fai la cura a casaccio sbagli". Tremonti entra quindi nel dettaglio. La malattia "e' nella globalizzazione per come e' stata fatta e ha creato una catena di disastri che stiamo vedendo". La prognosi e' che "possiamo venirne fuori". La cura e' "semplice e gratuita. E' la verita', avere il coraggio di dirla. Non devi leggere i libri di economia ma la Bibbia, dove c'e' la separazione tra buono e cattivo".

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