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Report "Globalizzazione"   26-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Fitch taglia il rating Fiat ma il titolo sale ancora ( da "Stampa, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: così come negli Usa (-20% nel 2009). È attesa inoltre una flessione nei Paesi emergenti come Russia e Cina. Sul versante produttivo continua il ricorso alla cassa integrazione: la Fiat Powertrain ha comunicato ai sindacati che fermerà la produzione nello stabilimento di Torino Stura, nel periodo compreso tra il 20 aprile e il 3 maggio.

"Le piccole aziende alla sfida globale" ( da "Stampa, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Viviamo in una società globalizzata e nel mondo di lavoro ce n'è tanto. Spesso è solo altrove. Nell'andarselo a prendere, però, le nostre piccole e medie imprese sono messe in crisi dal fatto che il mercato globalizzato offre lavoro a prezzi più bassi rispetto ai costi industriali delle PMI italiane».

La Cina blocca un'altra volta YouTube ( da "EUROPA ON-LINE" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. Limiti alla libertà Sollecitato sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli esteri ha ribadito che la Costituzione afferma «chiaramente la libertà d?espressione», ma stabilisce alcuni limiti «attingendo alle esperienze di paesi come gli Usa e il Regno Unito»

Obama al G20 sotto il fuoco di Pechino e Ue ( da "Stampa, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: biglietto verde evitando lo scontro con la Cina è perché sul fronte europeo i disaccordi con gli alleati abbondano. Il premier di turno dell'Unione Europea, il ceco Mirek Topolanek reduce da un voto di sfiducia a Praga, ha definito «una via per l'inferno» la ricetta economica americana contro la recessione facendo trapelare quelli che sono gli umori che serpeggiano a Berlino e Parigi.

Link: Nollywood e il risveglio dell'Africa ( da "Blogosfere" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Africa Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 03:27 in globalizzazione Secondo Screen digest l'industria cinematografica nigeriana è diventata la prima al mondo per numero di pellicole prodotte: ha superato anche l'indiana Bollywood. Terza in classifica Hollywood. Per Time, l'Africa è ormai una destinazione d'investimenti.

ra senza limiti". Tra queste "operazioni" primeggiano le svalutazioni monetarie a tutela ... ( da "Corriere delle Alpi" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Qui emerge un nodo politico: ed è che la Cina, come grande creditore degli Usa, vuol dire la sua sul cambio del dollaro contestando in materia la piena sovranità di Washington che, finora, era universalmente riconosciuta. Il messaggio che viene dalla Città Proibita è che la Superpotenza, sebbene abbia ancora, ma con crepe, la supremazia militare,

Non è scontato il nuovo mondo di Obama ( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Bashir e usa però toni assai morbidi con la Cina che reprime il Tibet, ma intanto detiene una quota cospicua del debito pubblico americano. Parla di distensione con l'Iran, con una mossa a sorpresa che rappresenta quanto meno un colpo di genio della comunicazione politica, ma conferma il «piano Bush» per il controllo del confine con il Messico e del flusso di migranti clandestini,

la sfida cinese al dollaro - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: viene avanzata da una superpotenza che ha il peso della Cina: sia per le dimensioni della sua economia sia per il suo ruolo di creditore di ultima istanza degli Stati Uniti. Un passo alla volta, con cautela e gradualismo, la Cina comincia a tratteggiare la sua visione di un nuovo ordine monetario internazionale, quella Bretton Woods 2 che nelle ambizioni iniziali doveva essere nell´

Mondadori, utile netto a -13,8% ( da "Italia Oggi" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e Cina). Pubblicità, radio a +23,9%. Spostandosi sul fronte della pubblicità, i ricavi da 331 milioni di euro si contraggono del 5,3%. I periodici calano del 4,8%, i quotidiani del 20,3%, mentre la radio si assicura il segno positivo: +23,9%. La divisione direct marketing registra infine un fatturato di 22,

Fast o slow food con entusiasmo ( da "Arena, L'" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione conferma agli italiani la stima per la cucina nazionale ma con qualche "incursione estera", specie nelle serate del fine settimana. Caratterizzare i ritrovi non soloper amosfera ma per cucina particolare. Cresce il numero dei locali notturni che danno la possibilità alla propria clientela di trascorrere le serate in compagnia gustando prelibatezze culinarie particolari

In stile Usa la moda del take away ( da "Arena, L'" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Giovedì 26 Marzo 2009 INSERTI Pagina 71 CINA E GIAPPONE GIÀ PRONTI DA GUSTARE In stile Usa la moda del take away Moda americana che piace agli italiani.Da qualche tempo sono diffusi i take away cinesi e giapponesi che danno la possibilità di ordinare da casa una cena che viene poi consegnata a domicilio.

Vola l'export con + 13% ( da "Arena, L'" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: positive per il 2009 aperto col superamento dei superdazi applicati dagli USA come misura di ritorsione per il no europeo alla carne agli ormoni. Nel 2008 riscossa della frutta Made in Italy con + 14% mentre il 2009 si è aperto con un fatto storico: via libera all' export di kiwi in Cina. Quanto al vino il 2008 si è chiuso con le esportazion, secondo dati Istat, di cc 3,5 mlr.

Pole position ai rossi veronesi ( da "Arena, L'" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: NEL 2008 L'EXPORT ITALIANO DI VINO SULLO SCACCHIERE GLOBALIZZATO Pole position ai rossi veronesi L'ECCELLENZA DEI GRANDI CLASSICI DI TERRITORIO HA CONQUISTATO NUOVI MERCATI Durante il corso del 2008 l'Italia si è distinta per l'elevato numero di esportazioni di vino che ha avuto un incremento del 5% rispetto all'anno precedente.

La crisi lavora contro. Di noi ( da "Manifesto, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nella stessa Cina - il più grande inquinatore al mondo di carbone -, il controesodo dalle città alle campagne (30 milioni di migranti tornati a casa) declassa molto la priorità del problema carbone. Vi sono altri risvolti inattesi in cui la crisi assolve un ruolo perverso.

prodi: l'europa? un gigante che non decide in italia si lavora, ma bisogna farlo meglio ( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non solo nel rapporto con gli Stati Uniti ma con la crescente presenza di Cina e India. I colossi asiatici da tempo sono uno dei punti fermi dell'analisi di Romano Prodi, sia da presidente della Commissione europea che da leader italiano. «La Cina - ha detto - è l'unico paese che insieme esporta tecnologia, capitali e uomini e non ci sono molti esempi nella storia».

Tifone Giappone Usa: la speranza viene dalle case ( da "Manifesto, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina di certo non se la passa meglio: se le esportazioni giapponesi lì dirette sono calate del 40%, il numero dei disoccupati fra i «migranti» interni è salito a 25 milioni, secondo l'istituto di statistica. Continuano intanto ad addensarsi nubi sulla «vecchia Europa».

Americani i più ottimisti sulla fine della recessione ( da "Manifesto, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: attraverso 16 mila interviste in una ventina di Paesi di tutto il mondo (ma non l'Italia) ha accertato che i più pessimisti al mondo sugli effetti della crisi e sui conseguenti tempi di uscita sono gli irlandesi. I più ottimisti in assoluto sono invece i cinesi. In base allo studio, il tasso di fiducia dei consumatori sarebbe sceso del 20% in Cina, del 51% in Usa, dell'83% in Irlanda.

Se va bene a Pechino, va bene a tutti ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: accordo cooperativo che includa la Cina. E vanno in questo senso i primi segnali di cauta disponibilità mostrati ieri dal segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner. In un nostro recente saggio ("Resurrecting Keynes to stabilize the international monetary system", Open Economies Review) abbiamo proposto un accordo trilaterale tra Fed, Bce e Banca centrale cinese per realizzare una moneta-

massimo fini ospite del caffè d'inverno ( da "Tirreno, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e dice no a chiare lettere al capitalismo come al marxismo, all'industrialismo, alle oligarchie economiche e politiche, alle democrazie rappresentative e alla globalizzazione. Le puntate del Caffè sono trasmesse sull'emittente 50 Canale la domenica sera alle 21 sull'emittente sul canale satellitare 897.

La gaffe di Geithner sul ruolo del dollaro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: apertura alla Cina?Forse, ma forse soprattutto una gaffe.L'ennesima di Tim Geithner: il Segretario al Tesoro, parlando al Council on Foreign Relations di New York, si è lasciato sfuggire un'ambigua affermazione sul dollaro. Gli Stati Uniti «sono aperti», ha detto, alla proposta della Cina di ricorrere a una valuta di riserva internazionale che non sia quella statunitense.

ADESSO che la spinta interventista, per contrastare la crisi, si è fatta più fo... ( da "Messaggero, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione, che pure sembrava in grado di distribuire solo opportunità, mostra il suo volto peggiore: una leva che ha allungato le distanze tra Nord e Sud del mondo e perfino all'interno dei paesi più sviluppati. Secondo l'Ocse negli ultimi vent'anni l'ineguaglianza dei redditi è cresciuta in media del 12 per cento (

Se va bene a Pechino ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa dovrebbero impegnarsi a contenere il deficit esterno ma anche la Cina dovrebbe assumersi la responsabilità trainare il rilancio della domanda mondiale in questo periodo di recessione, accettando di contenere il proprio surplus esterno. Pietro Alessandrini p.

fiat, renault e peugeot fitch taglia il rating - salvatore tropea ( da "Repubblica, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Europa agli Usa dove la previsione per l´anno in corso è di una caduta del 20 per cento. E senza che ci sia una compensazione sul fronte della Russia e della Cina dove, al contrario, sono attese riduzioni percentuali a doppia cifra. Questo nuovo «avviso» arriva alla vigilia dell´assemblea degli azionisti, anche se la Borsa ieri è rimasta indifferente alla notizia.

Geithner apre alla valuta globale, il dollaro cala ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: segretario al Tesoro Timothy Geithner alla proposta della Cina di sostituire al dol-laro, come valuta di riserva internazionale, gli special drawing rights del Fondo monetario, i diritti speciali di prelievo. Le dichiarazioni di un alto funzionario del Tesoro, secondo cui la moneta Usa manterrà il suo status di valuta internazionale a lungo, hanno poi spinto mercati a una correzione,

si blinda sberbank la banca cassaforte dei russi ( da "Repubblica, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Giappone, Brasile, Russia, grandi compratori di titoli pubblici americani, si trovano, infatti, ad affrontare un drammatico crollo delle loro esportazioni. Il Brasile è ufficialmente uscito dal mercato dei Treasuries, la Cina è scontenta perché ne ha troppi, la Russia ha davvero finito i soldi.

GIOCHI DEL MEDITERRANEO, DANIELA STATI: STABILIAMO RUOLI E COMPETENZE OGGI INCONTRO ORGANIZZATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE ( da "marketpress.info" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: STABILIAMO RUOLI E COMPETENZE OGGI INCONTRO ORGANIZZATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE L´aquila, 25 mar. "Dobbiamo essere pronti a gestire l´evento. Ho chiesto la collaborazione del Dipartimento nazionale di Protezione civile per mettere a punto questa complessa macchina organizzativa. C´è massima disponibilità da parte di tutti.

Segnali positivi da case e spese. E l'America spera ( da "Corriere della Sera" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma ha anche mandato un messaggio di apertura alla Cina sulle sue proposte monetarie che ha provocato, per un po', un indebolimento del dollaro. La valuta Usa ha recuperato solo quando, qualche minuto dopo, incalzato da un sorpreso Roger Altman (banchiere d'affari con un passato di viceministro del Tesoro che era il suo intervistatore alla riunione del Council),

Il populismo anti-bonus ( da "Corriere della Sera" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Molti Paesi saranno in grado di tirare fuori le unghie se tireremo fuori le nostre e l'effetto complessivo di questi confronti sarà il primo vero passo indietro nella globalizzazione degli ultimi 25 anni (un periodo in cui il Pil mondiale è raddoppiato e gli scambi commerciali sono aumentati di 7,5 volte). traduzione di Maria Sepa

PAOLO Pelù, presidente della sezione di Massa e Carrara della sezione apuana della &... ( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: illustre saga dei Cybo Malaspina nella globalizzazione, la dimora genovese" di Mariangela Gropallo. Le relazioni saranno supportate da proiezioni affidate a Gianni Borrini. Interverranno: Martina Nardi, vice sindaco di Massa, e il presidente della sezione ligure dell'associazione Dimore Storiche Italiane, Battista Gramatica.

I bambini delle scuole elementari hanno la Protezione civile ( da "Giorno, Il (Brianza)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 13 I bambini delle scuole elementari hanno «studiato» la Protezione civile LIMBIATE PROGETTO CHE HA COINVOLTO 500 ALUNNI LIMBIATE LEZIONI di Protezione civile per oltre 500 bambini delle scuole di Limbiate che nelle ultime settimane hanno partecipato al progetto portato avanti dai volontari locali delle emergenze sul territorio.

Per i Giochi del Mediterraneo si mobilita la Protezione civile ( da "Tempo, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: collaborazione del Dipartimento nazionale di Protezione civile per mettere a punto questa complessa macchina organizzativa. C'è massima disponibilità da parte di tutti: la Protezione civile giocherà indubbiamente un ruolo di primo piano». L'assessorato regionale alla Protezione civile avrà il coordinamento di tutte le attività organizzative mentre a breve verranno convocati tavoli tecnici.

Mondadori, utile netto a -13,8% ( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e Cina). Pubblicità, radio a +23,9%. Spostandosi sul fronte della pubblicità, i ricavi da 331 milioni di euro si contraggono del 5,3%. I periodici calano del 4,8%, i quotidiani del 20,3%, mentre la radio si assicura il segno positivo: +23,9%. La divisione direct marketing registra infine un fatturato di 22,

"I veri architetti stanno per strada" ( da "Giornale.it, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «La globalizzazione, a tutti li livelli, produce effetti altamente specifici quando agisce localmente sul campo. Fenomeni come migrazione, global branding e turismo hanno un impatto assai diverso in diverse situazioni. L?Urbanistica quotidiana si interessa alla specificità di questi contesti.

ATTESA PER LE NUOVE REGOLE DI OBAMA SULLA FINANZA - IL PREMIER CECO (PRESIDENTE DI TURNO UE) CONTRO OBAMA - SARKÒ L'AFRICANO QUANDO RACHIDA ERA SOCIALISTA SORPRESA! GEITHNER AP ( da "Dagospia.com" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa riflettono sull'ipotesi di rimpiazzare il dollaro" come valuta di riserva. Cina e Russia lo chiedono senza giri di parole e il ministro delle Finanze Usa Timothy Gaithner sorprende per la sua reazione difensiva. Il sottosegretario al Tesoro si dichiara "per lo più disponibile" a considerare la proposta di Pechino.

Contesti 6 dopo il corto Ora insegue una medaglia ( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Lysacek (Usa) 82.70; 3. Chan (Can) 82.55; 4. Verner (R.Ceca) 80.36; 5. Kozuka (Giap) 79.35; 6. Contesti 78.50; 7. Oda (Giap) 76.49; 8. Mroz (Usa) 76.10. Coppie. Finale: 1. (1.1.) Savchenko-Szolkowy (Ger) 203.48; 2. (3.2.) Dan Zhang-Hao Zhang (Cina) 186.

USA-CINA/ PECHINO CRITICA RAPPORTO DEL PENTAGONO: INTERFERENZA ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa-Cina/ Pechino critica rapporto del Pentagono: interferenza di Apcom "potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi" -->Pechino, 26 mar. (AP) - La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «La Guerra Fredda non c'è più Basta verità distorte dagli Usa» -->Accuse dalla Cina: interferenze sui nostri affari interni, a rischio le relazioni militari tra i nostri Paesi

Usa-Cina/ Pechino critica rapporto del Pentagono: ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente"

IN EUROPA SCATTA LA CACCIA AI MANAGER G20, USA SOTTO IL FUOCO DI CINA E UE ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Europa scatta la caccia ai manager G20, Usa sotto il fuoco di Cina e Ue -->In Francia i dipendenti sequestrano un dirigente di un'azienda chimica. Vandali in casa dell'ex direttore della Royal Bank of Scotland Goodwin. SERVIZIO Borse in diretta / INFOGRAFICA Il budget Usa per il 2010

Sap premia chi ha assimilato lo spirito 2.0 ( da "01net" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: principali contributi si sono sviluppati in riferimento a temi come finanza e mercati, Pa, innovazione, sviluppo tecnologico, globalizzazione e cambio generazionale. La giuria del Sap Dream Team Award, composta da un rappresentante di Sap Italia e da un docente del Politecnico di Milano, ha selezionato i manager che si sono distinti nelle categorie ?direzione?, ?sistemi informativi?

MACCHIA (FIBA CISL): "MICROCREDITO LEVA PER LO SVILUPPO" ( da "Basilicanet.it" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: paesi poveri lo dimostra il fatto che il microcredito sta prendendo piede anche nei paesi industrializzati come Francia, Norvegia, Usa, Canada, Cina. Lo stesso Yunus ha annunciato a Milano la nascita della filiale italiana della Grameen in collaborazione con Unicredit e Università di Bologna. â??Prestare i soldi ai poveri o a chi non ha garanzie è¨ la grande sfida dello sviluppo â?

Protezione civile Lezioni a scuola sulle calamità ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 2009 rss e-mail print A Mussolente la Protezione civile sale in cattedra nelle scuole Lezione di sicurezza e di pronto intervento oggi e domani all'istituto comprensivo di Mussolente. Il gruppo della protezione civile misquilese, in collaborazione con la dirigenza scolastica, organizza anche per quest'anno "Obiettivo scuola".

E negli Usa riparte l'immobiliare ( da "Avvenire" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ipotesi avanzata recentemente dalla Cina di una «moneta globale» che vada a sostituire il dollaro come principale riserva mondiale. Una bocciatura ribadita poi ancora ieri dal ministro al Tesoro Usa, Timothy Geithner che nel promettere che l'America, durante il summit del G20 previsto per inizio aprile a Londra, dimostrerà un «impegno in misura della gravità della crisi»

Verso Sud, per il nostro futuro ( da "Denaro, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: islamico ed occidente per evitare che una globalizzazione anarchica possa compromettere i valori della democrazia e, appunto, i progetti di coesistenza. Di seguito riportiamo uno stralcio dell'intervento del presidente Capasso. "La crisi economica mondiale, l'elezione di Barach Obama alla presidenza degli Usa, il recente incontro in Vaticano tra Benedetto XVI ed i rappresentanti dell'

Strauss Kahn apre alla Cina: Sì alla moneta globale ( da "Denaro, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Mercati mondo Strauss Kahn apre alla Cina: Sì alla moneta globale La proposta cinese di sostituire il dollaro come valuta di riserva (Sdr) trova l'appoggio del direttore generale dell'Fmi. Per Dominique Strauss-Kahn la proposta di Pechino di far ricorso ai "diritti speciali di prelievo" (una moneta sovranazionale varata nel 1969 dal Fmi) è "interessante".

CINA: PECHINO ACCUSA USA, RAGIONATE ANCORA CON MENTALITA' GUERRA FREDDA ( da "Adnkronos" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA: PECHINO ACCUSA USA, RAGIONATE ANCORA CON MENTALITA' GUERRA FREDDA PROTESTA FORMALE PER UN RAPPORTO DEL PENTAGONO SU MINACCE MILITARI CINESI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 26 marzo, ore 12:24

La Cina agli Usa: dovete smettere di intromettervi ( da "Affari Italiani (Online)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Politica La Cina agli Usa: dovete smettere di intromettervi Giovedí 26.03.2009 11:32 La politica estera americana affronta la prova dell'Estremo Oriente. Dopo le tensioni con la Corea del Nord legate al prossimo lancio di un missile che il governo di Pyongyang assicura essere un test a scopi civili, è ora la Cina a prendere posizione contro gli Usa,

( da "KataWeb News" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «La Guerra Fredda non c'è più Basta verità distorte dagli Usa» 26 marzo 2009 alle 10:43 — Fonte: corriere.it — 0 commenti Accuse dalla Cina: interferenze sui nostri affari interni, a rischio le relazioni militari tra i nostri Paesi>

CINA: PECHINO ACCUSA USA, RAGIONATE ANCORA CON MENTALITA' GUERRA FREDDA ( da "ITnews.it" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "Il rapporto diffuso dagli Stati Uniti continua a basarsi sulla teoria della minaccia militare cinese, distorce i fatti ed interferisce con gli affari interni della Cina" ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, riferendosi al documento che esprime preoccupazione per il riarmo cinese.

G8/ Frattini e Bondi aprono vertice mondiale degli ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia più Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa oltre all'Egitto in veste di osservatore), che si tiene oggi e domani all'Accademia dei Lincei. Alla cerimonia di apertura stamattina erano presenti, oltre al capo della diplomazia, il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e i '

G8/ FRATTINI E BONDI APRONO VERTICE MONDIALE DEGLI SCIENZIATI ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia più Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa oltre all'Egitto in veste di osservatore), che si tiene oggi e domani all'Accademia dei Lincei. Alla cerimonia di apertura stamattina erano presenti, oltre al capo della diplomazia, il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e i '

Export, tonfo record a febbraio (-49,4%)Torna il surplus dopo 4 mesi di deficit ( da "Sicilia, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: L'attivo con la Cina ritorna dopo sei mesi attestandosi a 13,5 miliardi di yen. Quanto all'Unione europea, l'interscambio commerciale vede un attivo di 96,9 miliardi di yen, ma in calo dell'81,6% (-54,7% le esportazioni e -29,5% le importazioni). Antonio Fatiguso

MARCO ESPOSITO LE BORSE CONTINUANO A TROTTARE E A RECUPERARE TERRENO. CON MILANO, UNA VOLTA DI PI... ( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E sembrano crescere le incomprensioni tra Usa e Cina, tra Usa e Europa e all'interno dei paesi dell'Europa dell'Est, con Lettonia, Romania, Ungheria e Repubblica Ceca che hanno governi quanto mai traballanti se non già caduti. Proprio la crisi in corso a Praga appare delicata, visto che il paese ha la presidenza di turno dell'Unione europea.

Protezione civile: sabato in mattinata le esercitazioni ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Protezione civile: sabato in mattinata le esercitazioni Giovedì 26 Marzo 2009, Giornata tutta dedicata al mondo della Protezione Civile, ma anche a quello della Pro loco, quella pensata per sabato dall'assessorato comunale all'associazionismo gestito da Sara Zorzan.

Kabul Caduto in disgrazia con gli americani, il presidente afghano Hamid Karzai pare bussare all... ( da "Gazzettino, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Kazakhstan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan), vuole giocare d'anticipo sul futuro di Kabul: cade quasi in coincidenza con l'annuncio della nuova strategia degli Usa in Afghanistan e quattro giorni prima di una conferenza simile all'Aja promossa dall'Onu, con tutti i Paesi che finanziano il Paese centro asiatico e vi mantengono contingenti militari,

Cina contro Usa: "Verità distorte" ( da "Giornale.it, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 73 del 2009-03-26 pagina 0 Cina contro Usa: "Verità distorte" di Redazione Il Pentagono accusa la Cina di alterare gli equilibri militari in Asia. La replica: "Il rapporto è una grave distorsione dei fatti e un'interferenza negli affari interni". E conclude: "La Guerra Fredda non c'è" Pechino - Il rapporto annuale del Pentagono,

L'economia verde che non teme la crisi /2 La bibicletta ( da "Blogosfere" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I maggiori produttori sono naturalmente la Cina e Taiwan. Gli USA erano usciti stupidamente dal business alla fine degli anni '90, ma ora ci stanno ritornando alla grande. Anche l'Unione Europea non si è molto data da fare in questi ultimi decenni, ma la crisi farà sicuramente cambiare le cose.

G8/MIGRAZIONI E ENERGIA,A ROMA VERTICE INTERNAZIONALE AI LINCEI-2 ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Investimenti che hanno incoraggiato le industrie tecnologiche a globalizzare le loro attività, aumentando in modo considerevole le opportunità di mobilità. Grandi preoccupazioni ci sono invece per quei paesi poveri come l'Africa, dove la migrazione verso l'estero, ha un impatto negativo specialmente nel settore della salute.

G8/ MIGRAZIONI E ENERGIA, A ROMA VERTICE INTERNAZIONALE AI LINCEI ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed Egitto in veste di osservatore), lo scopo, come è stato anche sottolineato dal Ministro degli esteri Franco Frattini è quello di informare, alla vigilia delle importanti decisioni che verranno prese,

G8/ Migrazioni e energia,a Roma vertice internazionale ai. ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Investimenti che hanno incoraggiato le industrie tecnologiche a globalizzare le loro attività, aumentando in modo considerevole le opportunità di mobilità. Grandi preoccupazioni ci sono invece per quei paesi poveri come l'Africa, dove la migrazione verso l'estero, ha un impatto negativo specialmente nel settore della salute.

G8/ Migrazioni e energia, a Roma vertice internazionale ai ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed Egitto in veste di osservatore), lo scopo, come è stato anche sottolineato dal Ministro degli esteri Franco Frattini è quello di informare, alla vigilia delle importanti decisioni che verranno prese,

Usa-Cina/ Pechino infuriata su rapporto Pentagono - punto ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente"

DOMANI A POTENZA VII CONGRESSO DELLA FISASCAT CISL ( da "Basilicanet.it" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per queste motivazioni il lavoro deve rimanere centrale nelle scelte politiche e nelle scelte legislative. Ne hanno bisogno i lavoratori, i pensionati, ma sopratutto i giovani. Dopo aver globalizzato l'economia è¨ arrivato il tempo di globalizzare i dirittiâ?. BAS 05

USA-CINA/ PECHINO INFURIATA SU RAPPORTO PENTAGONO - PUNTO ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa-Cina/ Pechino infuriata su rapporto Pentagono - punto di Apcom Cina: bloccare sul nascere "la guerra fredda del pensiero" -->Pechino, 26 mar. (AP) - La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra

Afghanistan. Karzai bussa al Cremlino ( da "AmericaOggi Online" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Kazakhstan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan), sembra voler giocare d'anticipo sul futuro di Kabul: cade quasi in coincidenza con l'annuncio della nuova strategia degli Usa in Afghanistan e quattro giorni prima di una conferenza simile all'Aja promossa dall'Onu, alla quale parteciperanno tutti i Paesi che finanziano il Paese centro asiatico e vi mantengono contingenti

Scienziati per la Terra ( da "Nuova Ecologia.it, La" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in particolare Cina e india - sono venuti a Roma chiedendo gli interventi più incisivi e con un paniere più ricco di suggerimenti. Caso a parte gli Usa, fino a ieri i 'grandi frenatori' di qualsiasi iniziativa tesa a contrastare il riscaldamento globale, oggi, con la nuova presidenza Obama, dicono di voler cambiare significativamente rotta e accendono le speranze dei tanti che,

Crisi, la Cina continuerà a finanziare il debito Usa? ( da "Velino.it, Il" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Se quindi gli Stati Uniti dipendono dalla Cina per i loro debiti, la Cina dipende dai mercati americani, e mondiali, per le sue esportazioni e la sua crescita. Con la paura di vedere i propri investimenti perdere valore a causa delle scelte dell'amministrazione Usa si spiega anche la proposta "shock" lanciata due giorni fa dal presidente della Banca centrale cinese:

Fiat, la Borsa scommette sulla triplice alleanza ( da "Affari Italiani (Online)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: inversione di marcia arriverà proprio dagli Usa. "Certo le conseguenze restano pesanti" concede Marchionne in un'intervista a La Stampa, e fino a quando la domanda non si stabilizzerà (cosa che a livello mondiale difficilmente succederà prima dell'estate) anche per la Cina, altro tasto dolente dopo il congelamento dei colloqui con Chery "non si può dir nulla" anche se Fiat parla "

Fiat, la Borsa scommette sulla triplice alleanza pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di alleanze negli Usa, in Europa e in Cina, in grado di ridare concretezza alle prospettive del Lingotto, rese incerte dalla crisi, come ricorda preoccupato Giorio Airaudo (Fiom), denunciando lo stop alla progettazione e l'assenza di piani per il futuro. La borsa sembra invece di diverso avviso e pare scommettere su qualche sorpresa positiva a breve,

MIBTEL SU (+1.14%) BENE FIAT E BANCHE - IFIL-EXOR: GABETTI, NON HO MAI MENTITO - Procura chiede processo PER EX VERTICI IMPREGILO (ROMITI JR.) IL "SOLE 24 ORE" CHIUDE IL FREE P ( da "Dagospia.com" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Giappone, Brasile, Russia, grandi compratori di titoli pubblici americani, si trovano, infatti, ad affrontare un drammatico crollo delle loro esportazioni. Il Brasile è ufficialmente uscito dal mercato dei Treasuries, la Cina è scontenta perché ne ha troppi, la Russia ha davvero finito i soldi.

##Conferenza Mosca su Afghanistan, primo contatto Usa-Iran ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il raggruppamento di sicurezza regionale promosso nel 2001 dalla Cina. "Non abbiamo ancora contezza di dichiarazioni da parte Usa o iraniana su contatti bilaterali, ma se tale intenzione dovesse essere espressa, forniremo tutta la necessaria assistenza", ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri russo Andrei Nesterenko.

##Conferenza Mosca su Afghanistan, primo contatto Usa-Iran. ( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "La Cina attribuisce grande importanza alla questione del mantenimento della stabilità in Afghanistan e intende avere un ruolo in ciò", ha chiarito, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax, un portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica popolare.

NORDCOREA/ DOMANI INCONTRI USA-GIAPPONE E USA-COREA DEL SUD ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il capo dei negoziatori sudcoreani nei colloqui a sei (Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e le due Coree), Wi Sung-lak, e il direttore generale del ministero degli Esteri nipponico, Akitaka Saiki, "saranno a Washington venerdì 27 marzo per delle consultazioni su questioni legate alla Corea del Nord", ha spiegato Duguid alla stampa.

CRISI/ TREMONTI:IN USA RISCHIO ARMAGEDON FINANZIARIO PARE EVITATO ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Usa rischio Armagedon finanziario pare evitato di Apcom E' globale perchè ha basi nella globalizzazione -->Taormina(Messina), 26 mar. (Apcom) - "Negli Stati Uniti il rischio dell''Armagedon' finanziario sembra sia stato evitato". Lo ha sostenuto il ministro dell'economia Giulio Tremonti nel corso del suo intervento al Forum di Confagricoltura a Taormina.

##CONFERENZA MOSCA SU AFGHANISTAN, PRIMO CONTATTO USA-IRAN -2- ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: "La Cina attribuisce grande importanza alla questione del mantenimento della stabilità in Afghanistan e intende avere un ruolo in ciò", ha chiarito, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax, un portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica popolare.

##CONFERENZA MOSCA SU AFGHANISTAN, PRIMO CONTATTO USA-IRAN ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il raggruppamento di sicurezza regionale promosso nel 2001 dalla Cina. "Non abbiamo ancora contezza di dichiarazioni da parte Usa o iraniana su contatti bilaterali, ma se tale intenzione dovesse essere espressa, forniremo tutta la necessaria assistenza", ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri russo Andrei Nesterenko.

G8 LAVORO/ SACCONI: PROPORREMO ATTO GLOBALE PROTEZIONE SOCIALE ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: politiche di welfare e della dimensione umana nel nuovo assetto della globalizzazione. Il G8 Lavoro diventerà G14 a partire dalla giornata di lunedì. La ministeriale G8 Lavoro rappresenta il primo incontro dedicato alla dimensione sociale e umana dall'inizio della crisi. "E' una summit sociale che non ha precedenti da quando è in atto la crisi - ha spiegato Sacconi - che investe,

CRISI/ FINI CITA TREMONTI: IL MERCATO NON SIA UN TOTEM ( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale sono descritti i rischi di una globalizzazione non più governata da Stati e organizzazioni internazionali". Di fronte alla crisi, "non solo economica ma crisi di un modello di capitalismo e di globalizzazione", Fini ha sottolineato la validità dei "principi dell'economia sociale di mercato", del "principio di sussidiarietà".

G-20, non ci sarà l'Europa? ( da "KataWeb News" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina e gli Usa hanno lanciato massicce manovre di rilancio della crescita. Al confronto l' Europa porta al tavolo del G-20 delle noccioline" . Aggiungo io: non migliora la credibilità dell' Unione il fatto che il paese con la presidenza di turno (la Repubblica cèca) è in piena crisi di governo proprio durante il suo semestre e a pochi giorni dal G-

L'economia verde che non teme la crisi /2 La bicicletta ( da "Blogosfere" del 26-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I maggiori produttori sono naturalmente la Cina e Taiwan. Gli USA erano usciti stupidamente dal business alla fine degli anni '90, ma ora ci stanno ritornando alla grande. Anche l'Unione Europea non si è molto data da fare in questi ultimi decenni, ma la crisi farà sicuramente cambiare le cose.


Articoli

Fitch taglia il rating Fiat ma il titolo sale ancora (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

NUOVA CASSA PER FTP Fitch taglia il rating Fiat ma il titolo sale ancora TORINO Fiat in rialzo a Piazza Affari malgrado il taglio del rating sul debito a «junk» (spazzatura), al livello «BB+», da parte dell'agenzia di rating Fitch. Nel suo giudizio, l'agenzia sottolinea che, come per Renault e Peugeot, le prospettive sono considerate negative. Ma il giudizio non pesa sul titolo del Lingotto che - alla vigilia dell'assemblea degli azionisti prevista per domani - chiude in rialzo dell'1,48% a 4,8 euro e torna a puntare a quota 5 euro. Fitch, che oltre al taglio di Fiat, Renault e Peugeot ha anche confermato il giudizio di Daimler a «BBB+» ma con prospettive negative e messo sotto osservazione il rating di Volkswagen (BBB+), si dice inoltre «preoccupata del calo di redditività dei produttori» A livello di mercato, indica Fitch, le vendite di auto nel 2009 in Europa sono attese in calo di oltre il 15%. Una tendenza questa che dovrebbe continuare nel corso del 2010, così come negli Usa (-20% nel 2009). È attesa inoltre una flessione nei Paesi emergenti come Russia e Cina. Sul versante produttivo continua il ricorso alla cassa integrazione: la Fiat Powertrain ha comunicato ai sindacati che fermerà la produzione nello stabilimento di Torino Stura, nel periodo compreso tra il 20 aprile e il 3 maggio. \

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"Le piccole aziende alla sfida globale" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sguardo sulla crisi Intervista Roberto Roveta Forum con giornalisti ed imprenditori "Le piccole aziende alla sfida globale" ALICE PEDRAZZI ALESSANDRIA «Nordovest: analisi e prospettive» questo il titolo del forum che si tiene oggi, alle 17,30, nella sede Confapi di Alessandria (via Pisacane 33). Partecipano: Vittorio Sabadin, vicedirettore de La Stampa; Lanfranco Vaccari, direttore del Secolo XIX; Emanuele Galba, vicedirettore de La Cronaca di Piacenza. Poi i presidenti di Nord Ovest Imprese, Roberto Roveta, e quelli delle Confapi di Alessndria (Giuseppe Garlando), di Asti (Pierangelo Cantarella), di Piacenza (Pier Maria Mantelli) e della Liguria (Roberto Minerdo). Con la conduzione di Enzo Baldon, che presenterà anche una serie di interviste filmate a imprenditori locali, si parlerà del presente e delle prospettive del Nord Ovest. «Con i responsabili delle testate giornalistiche dei diversi territori - spiega Roveta - potremo affrontare gli argomenti da diversi punti di vista». Delineata la situazione, grazie anche ai dati raccolti durante la recente indagine congiunturale della Confapi fra i suoi iscritti, si passerà ad esaminare le ipotesi di sviluppo del territorio nel prossimo decennio, quali i suoi punti di forza e che debolezze si devono superare. In questo contesto, ovviamente, si parlerà del ruolo delle piccole e medie imprese, in un confronto aperto agli interventi degli imprenditori di un comparto produttivo che rappresenta la spina dorsale del Nord Ovest. Se ogni crisi è un tunnel, in fondo c'è sempre uno spiraglio di luce. Si riassume così il pensiero di Roberto Roveta, presidente di Nord Ovest Imprese. E' un atteggiamento positivo, quello dell'imprenditore titolare della Italvalv, azienda di Basaluzzo che produce valvole industriali, un non «piangersi addosso» per impegnare le risorse a circoscrivere i problemi e individuare soluzioni. Dalla sua posizione di osservatore privilegiato delle PMI del nordovest, quali sono le criticità più urgenti del momento? «Oggi, in Italia, il lavoro scarseggia. Questo è certo. Ma non significa che non ci sia. Viviamo in una società globalizzata e nel mondo di lavoro ce n'è tanto. Spesso è solo altrove. Nell'andarselo a prendere, però, le nostre piccole e medie imprese sono messe in crisi dal fatto che il mercato globalizzato offre lavoro a prezzi più bassi rispetto ai costi industriali delle PMI italiane». Che cosa non permette alle nostre aziende di adeguarsi a questi costi? «La mancanza di politiche che le aiutino a lavorare e creare reddito. Qualche esempio? Il rimborso Iva a pagamento avvenuto, una valutazione condivisa sulle modalità di pagamento delle tasse, la facilitazione nel ricorso al credito». Vede luce in fondo al tunnel? «La stessa che intravedevo 6 o 7 anni fa quando, a causa dell'invasione cinese, le piccole aziende del settore metalmeccanico furono messe in crisi dai prezzi decisamente inferiori dei prodotti asiatici. In quel periodo avevo la borsa piena non di ordini, ma di sconforto. Eppure non ho mai smesso di guardare avanti. E oggi che il prodotto cinese sta dando, in termini di qualità, risultati pessimi, la mia fiducia è ripagata. Anche in futuro le PMI saranno valorizzate, purché siano guardate con sensibilità dal sistema politico e da quello bancario che, spesso, elargisce con facilità soldi alle grandi imprese e passa al microscopio le piccole». Un futuro, dunque, solo a patto di uno sforzo comune? «Certo. L'impresa è fatta di uomini, il suo valore è dato dalle menti pensanti che la compongono. Dobbiamo ritrattare la forma mentis dell'approccio al lavoro: oggi si lavora in squadra. Bisogna crescere confrontandosi costantemente col sistema». Come si inserisce Nord Ovest Imprese in questo contesto? «Raggruppa diversi territori (Alessandria, Piacenza, Asti e Genova) per farsi interprete, nelle sedi opportune, della voce diretta degli imprenditori. E' un esempio di lavoro di squadra che apre speranze ad un domani più luminoso». E' questa la strada? «Ne sono convinto. Per abbassare i costi spesso le aziende delocalizzano, ma non è quella la via. Io credo nell'Italia, che è la nostra casa, un territorio dove possiamo produrre qualità e ricchezza. Ma l'intero sistema economico deve premiare le aziende che scelgono di restare. Non credo alle fantasie, ma al lavoro, a ciò che produco. E so che ripartiremo, come del resto hanno fatto i nostri padri e nonni negli anni davvero bui dell'immediato dopo-guerra».

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La Cina blocca un'altra volta YouTube (sezione: Globalizzazione)

( da "EUROPA ON-LINE" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

B L O G G E R I A La Cina blocca unaltra volta YouTube MARIO ADINOLFI La barzelletta La volete sentire una barzelletta, anche se non è propriamente divertente? La Cina non ha paura di internet, ha assicurato il suo ministero degli esteri. Ma a fronte di questa apodittica affermazione, da ieri YouTube, uno dei siti più amati della rete e il portale di videosharing in assoluto più diffuso, è di nuovo inaccessibile ai visitatori cinesi. Il blocco per la precisione è stato attivato dalla tarda serata di lunedì: la pagina iniziale del portale non si apre oppure invia un messaggio di errore, tanto a Pechino, che a Shanghai o in altre città del paese. Un incidente con una nave da guerra Esattamente come in altre occasioni, il governo cinese non ha spiegato le ragioni del blocco, che arriva però dopo che la marina statunitense ha postato sul portale di videosharing i filmati sullincidente, avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. Limiti alla libertà Sollecitato sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli esteri ha ribadito che la Costituzione afferma «chiaramente la libertà despressione», ma stabilisce alcuni limiti «attingendo alle esperienze di paesi come gli Usa e il Regno Unito». «Molte persone ha poi aggiunto hanno la falsa impressione che il governo cinese tema Internet», ma la cifra degli internauti cinesi (300 milioni, la comunità di utenti più grande del mondo) dimostra «che è esattamente lopposto». Come in Iran Attenzione a queste giustificazioni cinesi, che suonano sinistramente simili ad alcune che sono offerte dai dilettanti allo sbaraglio, che anche nella maggioranza italiana si propongono di mettere sotto controllo la rete. Resta il fatto che la libertà del web è il termometro della libertà di un paese: non a caso nazioni come Cina e Iran, che ieri abbiamo di nuovo ritrovato in testa alla triste classifica sulle esecuzioni capitali secondo il rapporto di Amnesty International, sono stati totalitari dove è in vigore lincarcerazione dei blogger che osano scrivere anche solo la parola democrazia. E in Iran un blogger è morto («suicida» secondo le autorità) in Iran la settimana scorsa, come sanno i lettori di questa rubrica. E pochi altri in Italia, dove il tema della libertà del web non sembra essere allordine del giorno. www.marioadinolfi.ilcannocchiale.it

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Obama al G20 sotto il fuoco di Pechino e Ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama al G20 sotto il fuoco di Pechino e Ue La Casa Bianca duella con Pechino e Mosca sul dollaro forte, il presidente di turno dell'Unione Europea ritiene «una via per l'inferno» la ricetta Usa contro la recessione e Barack Obama tradisce irritazione con il premier francese ospite a Washington. A meno di una settimana dall'apertura a Londra del summit del G20 americani, europei, cinesi e russi mettono in luce contrasti sulle ricette per rilanciare la crescita così forti da far temere il rischio del corto circuito per il premier britannico Gordon Brown. Nella conferenza stampa di martedì notte nella East Room della Casa Bianca Obama è stato perentorio nel definire il dollaro «straordinariamente forte» al fine di respingere al mittente l'idea del governatore della Banca Centrale di Pechino, Zhou Xiaochuan, di sostituirlo come moneta di riferimento con gli Sdr (Diritti speciali di deposito) del Fondo monetario internazionale. Ieri mattina, nel salotto finanziario su Park Avenue del «Council on Foreign Relations», il ministro del Tesoro Timothy Geithner ha tentato di ribadire lo stesso messaggio, ma tradendo incertezza: prima si è detto «un po' aperto» all'idea cinese, facendo crollare il biglietto verde sui mercati valutari, e dopo circa 30 minuti si è corretto, su esplicita richiesta del moderatore, affermando che «il dollaro rimarrà a lungo la valuta dominante nelle riserve di valuta». La gaffe del ministro, oltre a far pericolosamente oscillare la valuta nazionale, ha tradito l'incertezza politica con cui l'amministrazione Obama sta andando incontro al summit: da un lato cerca l'accordo di ferro con Pechino per promuovere lo «stimolo globale» che per il Fmi potrebbe far crescere quest'anno il pil del Pianeta fra l'1 e il 3 per cento ma dall'altro deve proteggersi dalle pressioni cinesi sul fronte monetario, collegate ai crescenti timori sul debito pubblico americano. Per Obama è un equilibrio tanto più delicato quanto Mosca si è detta concorde con Pechino sulla necessità di una «nuova valuta» trasformando l'assalto al potere internazionale del dollaro in uno dei temi più rischiosi del summit di Londra. Se Washington vuole difendere il biglietto verde evitando lo scontro con la Cina è perché sul fronte europeo i disaccordi con gli alleati abbondano. Il premier di turno dell'Unione Europea, il ceco Mirek Topolanek reduce da un voto di sfiducia a Praga, ha definito «una via per l'inferno» la ricetta economica americana contro la recessione facendo trapelare quelli che sono gli umori che serpeggiano a Berlino e Parigi. Solo pochi giorni fa, durante una cena a Bruxelles con alcuni giornalisti tedeschi, la cancelliera Angela Merkel ha criticato senza mezzi termini la scelta della Federal Reserve di immettere ulteriore liquidità - mille miliardi di dollari - sul mercato, mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy non nasconde l'opposizione alla richiesta di uno «stimolo globale» - che Brown invece condivide - a difesa dei conti pubblici nazionali. D'altra parte Sarkozy si batte per «creare nuove regole finanziarie» sin dal settembre e Parigi ha destinato allo stimolo la quota più bassa fra i Paesi del G20: appena lo 0,7 del pil. La tensione franco-americana è andata in diretta tv durante l'incontro fra Obama e il premier australiano Kevin Rudd, quando un reporter ha chiesto al presidente se era vero «quanto detto dal premier francese Francois Fillon qui a Washington sul sostegno americano a più rigide regole internazionali sui mercati» e l'inquilino della Casa Bianca ha replicato con uno stizzito «non voglio rispondere a tale citazione» al quale ha aggiunto la gaffe di riferirsi al «ministro degli Esteri francese». Nel tentativo di evitare il peggio ieri sera Obama ha telefonato a Sarkozy. Sapremo presto se un compromesso è possibile.

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Link: Nollywood e il risveglio dell'Africa (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0920 Link: Nollywood e il risveglio dell'Africa Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 03:27 in globalizzazione Secondo Screen digest l'industria cinematografica nigeriana è diventata la prima al mondo per numero di pellicole prodotte: ha superato anche l'indiana Bollywood. Terza in classifica Hollywood. Per Time, l'Africa è ormai una destinazione d'investimenti. L'immagine di un campo di conflitti perenne riguarda alcune nazioni. Altre (che hanno storie difficili come il Rwanda) vanno avanti. Foto: Paul Keller by Flickr

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ra senza limiti". Tra queste "operazioni" primeggiano le svalutazioni monetarie a tutela ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ra senza limiti". Tra queste "operazioni" primeggiano le svalutazioni monetarie a tutela ... ra senza limiti". Tra queste "operazioni" primeggiano le svalutazioni monetarie a tutela della propria base produttiva visto che equivalgono analogicamente al bombardare le industrie altrui; tant'è che poi si ha un micidiale cortocircuito se la replica è di equivalenti svalutazioni competitive. Tuttavia, oggi Pechino pensa alla svalutazione del dollaro come ad un atto ostile degli States perché la colpirebbe dal lato del risparmio-ricchezza abbattendo il valore dei titoli-debito Usa in portafoglio del Celeste Impero grazie al suo "eccesso di risparmio" (come ha rilevato il Governatore della Federal Reserve Bernanke). Nel caso, pure Eurolandia avrebbe guai visto che l'euro, di solito asimmetrico alla valuta Usa, rivalutandosi ne danneggerebbe l'export. Insomma, è tempo di "grandi manovre" monetarie; anche perché oltreoceano la tentazione, svalutando, di "scaricare le proprie miserie sul vicino" (il cosiddetto beggar my neighbor) è elevata. O, comunque probabile, visto che la Federal Reserve rastrella obbligazioni sul mercato finanziario creando moneta, seppure sotto forma di electronics credits, allo scopo di alleggerire i tassi a lungo (a breve siamo già a zero); e che lo stesso fa acquistando titoli pubblici a sostegno delle diverse strategie - come l'assorbimento dei cosiddetti "titoli tossici" appena varata dal Tesoro - attuate dall'Amministrazione Obama per salvare Wall Street: insomma, ci sono tutte le premesse, ai primi cenni di ripresa, per avere inflazione e svalutazione. Pure politiche, perché ciò consentirebbe agli States di abbattere, svalutandolo, il debito (d'altronde "solo quello pubblico emesso per il "pronto soccorso bancario" vale trilioni di dollari) contratto nel mercato finanziario globale: il che, in quota rilevante, vuol dire con Pechino. Cosa che la Città Proibita teme assai. Lo ha ribadito il premier cinese Wen Jibao facendo capire che considererebbe un atto "nemico" una maxisvalutazione degli oltre due trilioni di dollari investiti in bond statunitensi. Qui emerge un nodo politico: ed è che la Cina, come grande creditore degli Usa, vuol dire la sua sul cambio del dollaro contestando in materia la piena sovranità di Washington che, finora, era universalmente riconosciuta. Il messaggio che viene dalla Città Proibita è che la Superpotenza, sebbene abbia ancora, ma con crepe, la supremazia militare, tuttavia vede logorata dal debito quella economica; e che, conseguentemente, gli Usa debbano rinunciare a quell'unilateralismo monetario con cui nel passato hanno regolato sul proprio polmone il respiro economico d'Europa, Asia e Sud America. Insomma, la Cina vuole il posto che le spetta la tavolo del potere mondiale. Anzi, gioca d'anticipo proponendo un "mondo monetario" alternativo, col dollaro spodestato. Per farlo, si affida a Zhou Xiaochuan, Governatore della sua Banca centrale, che in un saggio (pubblicato sul sito della Banca medesima) disegna una riforma del sistema monetario internazionale che abbandona l'uso di una moneta nazionale come valuta di riserva globale. Sarebbe il tramonto dell'impero del dollaro e del potere degli Usa di essere il dominus (in cambio però garantiscono la sicurezza del capitalismo globale) delle relazioni monetarie internazionali. Scrive infatti Zhou Xiaochuan: "Un'auspicabile riforma del sistema monetario internazionale consiste nel creare una valuta di riserva internazionale separata dalla moneta delle singole economie nazionali e capace di rimanere stabile a lungo, così da rimuovere le deficienze strutturali insite nell'uso come valuta di riserva di unità monetarie nazionali". Zhou Xiaochuan naturalmente, che così recupera una vecchia idea di Keynes, sa che essa è debole perché una moneta, seppure di ottima fattura tecnica, senza basi politiche "resta sui libri". Tant'è che gli Usa, nel Secondo dopoguerra all'apice del potere, imposero il dollaro. Tuttavia, il Governatore della Banca centrale cinese, nel puntare alto, sottolinea un dato geostrategico preciso: ed è che gli Stati Uniti hanno perso il potere per usare il dollaro come "arma unilaterale"; serve, all'opposto, un regime di partnership tra Pechino e Washington. E qui pure Eurolandia potrebbe tessere un po' di tela con il Celeste Impero. Francesco Morosini

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Non è scontato il nuovo mondo di Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Non è scontato il nuovo mondo di Obama --> Giovedì 26 Marzo 2009 PRIMA, pagina 1 e-mail print Il Barack Obama che sta per arrivare in Europa (in Gran Bretagna per il G20, poi in Francia e Germania per chiudere il 5 aprile nella Repubblica Ceca, che ha appena perso il governo ma ha ancora la presidenza di turno della Ue) è un personaggio al quale, chiaramente, gli smaliziati leader del Vecchio Continente ancora non riescono a prendere le misure. Non è colpa loro ma semmai delle abitudini maturate negli anni di Bush, che mal si adattano alle novità introdotte dallo stile Obama. Quando la Casa Bianca era il regno dei neocon, tutto era diventato piuttosto prevedibile. Il nero di qua e il bianco di là, nessun colloquio tra i due campi, tutti sapevano dove mettersi rispetto alle posizioni degli Stati Uniti. Era il periodo del furore ideologico, della rigidità, della politica concepita come una locomotiva lanciata su binari che non ammettevano deviazioni di sorta. Obama, arrivato alla presidenza «da sinistra», ha invece portato sulla scena un pragmatismo che, secondo le nostre categorie politiche, appartiene piuttosto «alla destra» e che risulta spiazzante rispetto alle più limitate categorie del suo predecessore. Ecco qualche esempio. Obama chiude Guantanamo, ma non smantella il sistema giudiziario militare che ne era l'architrave. Approva ed esalta, per interposta Hillary Clinton, il mandato d'arresto contro il dittatore del Sudan e massacratore del Darfur Hasan al Bashir e usa però toni assai morbidi con la Cina che reprime il Tibet, ma intanto detiene una quota cospicua del debito pubblico americano. Parla di distensione con l'Iran, con una mossa a sorpresa che rappresenta quanto meno un colpo di genio della comunicazione politica, ma conferma il «piano Bush» per il controllo del confine con il Messico e del flusso di migranti clandestini, con il raddoppio delle guardie di frontiera e una spesa incrementata di 700 milioni di dollari. Il nuovo presidente, insomma, è chiamato a gestire una crisi epocale di cui non ha alcuna colpa, quindi sfrutta con astuzia la libertà di manovra che tale condizione gli permette. Senza scrupoli o complessi, tiene dell'epoca precedente ciò che gli può servire e butta il resto. Esempio classico è l'Iraq. In campagna elettorale Obama aveva promesso un ritiro rapido e totale. Appena i generali gli hanno spiegato la reale situazione del Paese, ha delineato un ritiro lento e molto parziale. Il pragmatismo movimentista della nuova Casa Bianca stimola, e in qualche caso provoca, anche i più tradizionali alleati, perché tende ad azzerare le rendite di posizione. L'abbiamo visto a proposito dell'Afghanistan: Obama è disposto a mandare altri soldati a combattere, ma vuole che gli altri Paesi Nato facciano la stessa cosa. Lo stiamo vedendo, e lo vedremo ancora proprio a partire dal G20 di Londra, che si propone di affrontare l'emergenza economica globale e rischia, al contrario, di sottolineare le differenze culturali e politiche tra le due sponde dell'Atlantico. Obama inietta grandi quantità di denaro nell'economia reale, senza troppo badare alla crescita del debito, perché deve dare risposte immediate agli elettori e perché scommette sugli effetti rigeneranti della ripresa. L'Europa, sia come Unione sia come singoli Paesi, procede con maggiore cautela nei confronti del deficit e chiede, invece, regole più rigorose per il mercato dei prodotti finanziari. A tutto ci si adatta, quindi anche Usa ed Europa, Merkel, Sarkozy e compagnia e Obama, troveranno alla fine un punto d'incontro. Resta da stabilire quali conti rimarranno aperti e quanto durerà l'allarme economico mondiale. Perché dopo, a ripresa avviata, qualcuno vorrà forse regolarli. Fulvio Scaglione 26/03/2009 nascosto-->

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la sfida cinese al dollaro - federico rampini (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 31 - Commenti LA SFIDA CINESE AL DOLLARO FEDERICO RAMPINI La proposta cinese di una "valuta globale" che sostituisca il dollaro come strumento di riserva incassa l´appoggio del Fondo monetario internazionale e mette in difficoltà l´Amministrazione Obama, le cui reazioni iniziali hanno disorientato i mercati e indebolito la moneta Usa. Prima è stato lo stesso Obama a respingere seccamente l´idea di Pechino: «Sono contrario a una valuta globale», ha tagliato corto nella conferenza stampa di martedì sera. Ieri il suo segretario al Tesoro Tim Geithner è tornato sull´argomento con toni più misurati ma ha anche seminato confusione. Una sua iniziale disponibilità - "sono aperto alla proposta cinese" - ha innescato il ribasso del biglietto verde. Che poi è stato recuperato quando Geithner ha aggiunto: "Il dollaro rimane la moneta di riserva dominante nel mondo e lo resterà a lungo". A pochi giorni dal G-20 di Londra l´iniziativa cinese apre un nuovo fronte e accentua le difficoltà di manovra degli Stati Uniti, proprio mentre è in corso il delicato dibattito tra esecutivo e Congresso sulla legge di bilancio e l´aumento del deficit. E´ la prima volta nella storia che un presidente americano nel definire la sua politica fiscale è costretto a tener conto di un «vincolo esterno» che sta a Pechino, fornendo promesse alla Cina sulla solvibilità di lungo periodo del Tesoro americano. L´idea cinese è stata espressa dal governatore della banca centrale Zhou Xiaochuan. Zhou sostiene che l´attuale recessione mondiale "riflette vulnerabilità e rischi sistemici nel sistema monetario internazionale". A suo avviso uno dei modi per evitare in futuro il ripetersi di turbolenze finanziarie gravi è la creazione di una moneta di riserva "slegata da nazioni individuali e capace di rimanere stabile nel lungo periodo, eliminando così i difetti inevitabili delle monete nazionali". Da tempo i leader cinesi manifestano i loro timori per l´instabilità del dollaro. L´episodio più clamoroso è avvenuto due settimane fa quando il primo ministro Wen Jiabao si è detto "preoccupato" per la solidità degli investimenti in dollari compiuti dalla Repubblica Popolare. Pechino teme che l´America stia creando le premesse per un rilancio dell´inflazione e una svalutazione della propria moneta, in modo da "smaltire" i debiti accumulati verso l´estero, Cina in testa. La sostituzione del dollaro come moneta di riserva è un progetto di lungo periodo, sul quale il governatore Zhou ha dato suggerimenti concreti. In primo luogo ha proposto che venga allargato il paniere di monete che compongono i diritti speciali di prelievo; in seguito gli Stati dovrebbero affidare in gestione una parte delle loro riserve valutarie al Fmi. Creati nel 1969 come un paniere di quattro valute (oggi dollaro euro sterlina e yen), i diritti speciali finora sono usati solo come unità di conto e nelle operazioni del Fmi. E´ un´operazione che "richiede straordinaria visione politica e coraggio", ha detto il governatore della banca centrale cinese, richiamandosi a un´analoga proposta fatta nel 1940 dall´economista inglese Keynes. E un´adesione importante alla proposta cinese è giunta proprio dal direttore del Fmi, Dominque Strauss-Kahn. Anche tra gli esperti la mossa cinese viene seguita con molta attenzione. Secondo l´economista della Deutsche Bank Ju Ma "l´idea può condurre verso una delle più profonde riforme del sistema monetario internazionale nei prossimi decenni, sarebbe un passo verso la soluzione degli immensi squilibri bilaterali tra la Cina e gli Stati Uniti". All´estremo opposto l´ex presidente della Federal Reserve Paul Volcker, consigliere di Obama, ha reagito con sdegno: "Credo che i cinesi siano poco sinceri quando si lamentano per i loro investimenti in dollari. Hanno deciso di acquistare dollari per anni perché non volevano che la loro moneta si rivalutasse. E´ un calcolo di interessi da parte loro, non dovrebbero prendersela con noi". L´idea cinese di istituire una nuova valuta globale non è nuova (ci pensò Keynes a Bretton Woods nel 1944, poi fu ripresa da De Gaulle e dall´Opec) ma è la prima volta che viene avanzata da una superpotenza che ha il peso della Cina: sia per le dimensioni della sua economia sia per il suo ruolo di creditore di ultima istanza degli Stati Uniti. Un passo alla volta, con cautela e gradualismo, la Cina comincia a tratteggiare la sua visione di un nuovo ordine monetario internazionale, quella Bretton Woods 2 che nelle ambizioni iniziali doveva essere nell´agenda del G-20 di Londra.

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Mondadori, utile netto a -13,8% (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Media data: 26/03/2009 - pag: 18 autore: di Marco A. Capisani I conti del gruppo. Nel primo trimestre di quest'anno la raccolta sui periodici in calo del 30% Mondadori, utile netto a -13,8% Fatturato giù del 7,1%. Costa: prospettive non confortanti Marzo non porta la primavera a Segrate. «Il rallentamento dell'economia a fine 2008 si protae anche nel primo trimestre di quest'anno», ha dichiarato ieri dal quartier generale Mondadori il suo amministratore delegato Maurizio Costa. «Le prospettive future non sono, peraltro, confortanti. Tra gli editori avverrà una selezione della specie. Si verificheranno grandi cambiamenti nei perimetri delle aziende. Noi siamo molto, molto attenti alle opportunità del mercato, anche se oggi non c'è nulla di particolare sotto i riflettori». Un segnale del «periodo difficile» che si prospetta? L'andamento del mercato pubblicitario dei periodici nel primo trimestre 2009, in calo di oltre il 30%, trend nazionale che rispecchia pure i risultati del gruppo editoriale di Segrate. Riflessione che Costa ha aggiunto, sempre ieri da Segrate, a margine della presentazione del bilancio 2008.Tutti i numeri 2008. Il fatturato consolidato cala del 7,1%, a quota 1,8 miliardi di euro. A perimetro omogeneo la flessione è del 6%. Pari a 249,2 milioni di euro, il margine operativo lordo (mol) si contrae del 7,3%, mentre l'utile netto si riduce del 13,8%, a quota 97,1 milioni di euro. Il risultato operativo consolidato nel 2008 è stato di 203,5 milioni di euro (al ribasso del 9,6%); l'incidenza sui ricavi è passata dall'11,5% del 2007 all'11,2% attuale. La posizione finanziaria netta è passata, infine, da -535,3 milioni a -490,3 milioni; l'effetto positivo della vendita dell'80% di Mondadori Printing è stato di circa 121,4 milioni.Salta il dividendo. Niente distribuzione del dividendo in vista, destinando l'utile netto della capogruppo Arnoldo Mondatori Editore (pari a 66,2 milioni) a riserva straordinaria, in modo da «consentire a Mondadori di preservare la propria solidità finanziaria, mantenere il necessario livello di investimento sul core business e finanziare la prosecuzione del processo riorganizzativo». Quattro pilastri. «La leadership nel settore libri ci darà un vantaggio», ha rilanciato l'a.d. del gruppo presieduto da Marina Berlusconi. «Buono il portafoglio periodici e i risultati del retail; la radio mantiene un forte potenziale di crescita». La divisione libri di Mondadori chiude il 2008 con ricavi per 434,3 milioni di euro (-2,4%) e un mol che incide sul fatturato per il 19,1%. Se tiene la linea scolastica (-1,1%) autori come Roberto Saviano e Khaled Hosseini sostengono i titoli generalisti (-1,2%). Grazia Francia? Prima o poi lo faremo. Cala la diffusione dei periodici (-17,2%) e la loro raccolta (-5,3%) in Italia. I ricavi scendono del 12,5%, pari a 575,7 mln, mentre in Francia il dato si attesta a quota 374,1 milioni (-4,1%). Sempre Oltralpe le inserzioni si sono ridotte del 14,5% (-12,3% al netto delle 8 testate cedute).Tra i periodici con le migliori performance, a giudizio del manager, Tu Style che ha quasi raddoppiato la diffusione e Donna Moderna, forte anche dei contatti su internet. E allargando la visuale, tutto il mondo digitale è un settore in cui Costa ritiene di dover investire con razionalità. Trattative sono in corso negli Usa anche con Amazon.«Grazia Francia? Prima o poi lo faremo», ha detto l'a.d. «Decideremo nella tarda primavera se lanciarlo o meno nel secondo semestre». Segrate punta sui paesi a più alto tasso di crescita come i Bric (Brasile, Russia, India e Cina). Pubblicità, radio a +23,9%. Spostandosi sul fronte della pubblicità, i ricavi da 331 milioni di euro si contraggono del 5,3%. I periodici calano del 4,8%, i quotidiani del 20,3%, mentre la radio si assicura il segno positivo: +23,9%. La divisione direct marketing registra infine un fatturato di 22,3 mln (giù di 6,7%), quella retail cresce invece del 6,2%, a quota 194,5 milioni, con i negozi diretti che passano da 29 a 30, le edicole da 136 a 177 e le librerie da 212 a 227.Panorama, cut price. Nell'am-bito di una iniziativa promozionale da domani Panorama sarà in edicola a 1,50 euro, metà dell'attuale prezzo di copertina.

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Fast o slow food con entusiasmo (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009 INSERTI Pagina 69 NUOVE ABITUDINI E DIVERSE SCELTE ALIMENTARI Fast o slow food con entusiasmo Curiosità per cibi diversi e voglia di nuovo anche a tavola. La globalizzazione conferma agli italiani la stima per la cucina nazionale ma con qualche "incursione estera", specie nelle serate del fine settimana. Caratterizzare i ritrovi non soloper amosfera ma per cucina particolare. Cresce il numero dei locali notturni che danno la possibilità alla propria clientela di trascorrere le serate in compagnia gustando prelibatezze culinarie particolari di altri paesi. Ne sono un esempio i locali a tema, come ad esempio quelli country, dove vengono serviti cibi messicani o argentini o tipicamente western, o greci. In questi esercizi spesso vengono organizzate anche serate nelle quali è possibile ascoltare musica dal vivo e addirittura ballare al ritmo di musica etnic "specifica". Numerose poi le birrerie e i pub che accanto a birre selezionate e "innovative" o un bel calice di vino servono piadine, bruschette, un tagliere di formaggi o di salumi assortiti. Quanto a fast food e slow food trovano già da qualche tempo un notevole consenso trasversale per età e ceto sociale. Come dire si mangia di meno ma si sceglie di più, spesso con più equilibrio.  

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In stile Usa la moda del take away (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009 INSERTI Pagina 71 CINA E GIAPPONE GIÀ PRONTI DA GUSTARE In stile Usa la moda del take away Moda americana che piace agli italiani.Da qualche tempo sono diffusi i take away cinesi e giapponesi che danno la possibilità di ordinare da casa una cena che viene poi consegnata a domicilio. I primi esercizi con le portate da asporto non consegnavano a domicilio, ma prendevano le ordinazioni al abanco o al massimo per telefono, era il cliente che passava a ritirare le porzioni calde e pronte solo per essere consumate. Oggi invece, con una semplice telefonata, si può avere in poco tempo il menù scelto consegnato direttamente presso la propria abitazione. Diversi ristoranti giapponesi invece ultimamente hanno messo in atto un sistema di ordinazione ancora più veloce e tecnologicamente avanzato: grazie al sito internet del ristorante è possibile scegliere tra le specialità del menù presente in rete quelli preferiti e richiedere la consegna a domicilio delle porzioni desiderate.  

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Vola l'export con + 13% (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009 INSERTI Pagina 58 I PRODOTTI BASE DELLA DIETA MEDITERRANEA SEGNANO LA MIGLIORE PERFORMANCE INTERNAZIONALE E SICONFERMANO IN TESTA AL MADE IN ITALY NEL COMMERCIO ESTERO Vola l'export con + 13% SECONDO DATI ISTAT IL VINO ITALIANO NEL MONDO HA RAGGIUNTO NEL 2008 I 3.5 MLRD DI EURO I prodotti della dieta mediterranea battono la crisi e confermano la grande fiducia conquistata dal made in Italy a tavola sui mercati internazionali in base ai dati Istat dei primi 10 mesi 2008. Pasta (+ 28 %), conserva di pomodoro (+20%), frutta (+14 %) vino (+ 5%) e olio d'oliva (+2 %), E' il valore aggiunto delle garanzie di qualità e di sicurezza alimentare del Made in Italy a tavola che - sostiene la Coldiretti - sta conquistando un apprezzamento crescente in tutto il mondo con previsioni di ulteriore crescita per il 2009. British Medical Journal la dieta mediterranea - precisa la Coldiretti - riduce del 13% l'incidenza del Parkinson e dell'Alzheimer, del 9% quella per problemi cardiovascolari e del 6% quella del cancro. Riconoscimento che ha spinto la discesa in campo di CE ed Europarlamento, per la tutela della dieta mediterranea come patrimonio dell' umanità tutelato dall'Unesco. Incremento del 27% per pasta (2/3 nei Paesi UE, e 9% in USA), conserve di pomodoro + 20% e prospettive ancora piu' positive per il 2009 aperto col superamento dei superdazi applicati dagli USA come misura di ritorsione per il no europeo alla carne agli ormoni. Nel 2008 riscossa della frutta Made in Italy con + 14% mentre il 2009 si è aperto con un fatto storico: via libera all' export di kiwi in Cina. Quanto al vino il 2008 si è chiuso con le esportazion, secondo dati Istat, di cc 3,5 mlr.  

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Pole position ai rossi veronesi (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009 INSERTI Pagina 61 CRESCIUTO DEL 5% NEL 2008 L'EXPORT ITALIANO DI VINO SULLO SCACCHIERE GLOBALIZZATO Pole position ai rossi veronesi L'ECCELLENZA DEI GRANDI CLASSICI DI TERRITORIO HA CONQUISTATO NUOVI MERCATI Durante il corso del 2008 l'Italia si è distinta per l'elevato numero di esportazioni di vino che ha avuto un incremento del 5% rispetto all'anno precedente. I paesi dove il prodotto italiano è stato maggiormente commercializzato sono stati gli Stati Uniti, la Germania e i paesi emergenti. Per quanto riguarda i vini veronesi i più apprezzati all'estero sono stati l'Amarone e il Valpolicella che hanno ottenuto numerosi consensi soprattutto in Canada e in Germania. Oltre a questi due pregiati nettari, la zona della Valpolicella viene ricordata anche per la produzione del particolare vino Recioto dal gusto dolce. Un altro vino rosso prodotto nella provincia di Verona che riscuote sempre un grande successo, sia in territorio nazionale che sul mercato internazionale, è il Bardolino che si può trovare in commercio nelle versioni normale, Chiaretto, Chiaretto spumante, Classico, Classico Chiaretto spumante, Novello e Superiore. Non si possono inoltre dimenticare l'Arcole, che viene prodotto nell'omonima zona, nelle diverse tipologie rosso, Novello, Merlot, Cabernet, Cabernet sauvignon e Riserva. Merita di essere menzionato anche il Valdadige che si può degustare nelle versioni rosso, rosato e Schiava: quest'ultimo prende il nome dall'omonimo vitigno e viene considerato un vino amabile. Altro vino pregiato che viene prodotto nella provincia di Verona è il Garda che in commercio si può trovare nelle versioni Barbera, Cabernet, Cabernet sauvignon, corvina, Merlot, Pinot nero e spumante rosè. Infine, nella zona di produzione del Custoza e precisamente nelle campagne di Castelnuovo del Garda, Salionze e Sona, viene imbottigliato il Tamburino rosso, un vino che si ispira al tamburino sardo, l'eroico soldatino colpito nella zona più alta di Custoza che oggi porta il suo nome.  

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La crisi lavora contro. Di noi (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

STATI UNITI La crisi lavora contro. Di noi Marco d'Eramo Un'illusione serpeggia nella sinistra mondiale. L'illusione è che la crisi stia vincendo per noi: per quasi trent'anni siamo stati incapaci di conquistare (o mantenere) l'egemonia, abbiamo lasciato che il mondo s'imbevesse d'ideologia liberista e conservatrice, che le uniche appartenenze riconosciute fossero quelle identitarie, e le uniche ideologie legittimate quelle religiose, ma l'uragano finanziario che si abbatte sull'economia ci vendica, noi e le nostre idee, riporta all'ordine del giorno le priorità progressiste, ripropone lo stato sociale, rinverdisce le tesi (almeno) socialdemocratiche. Le prime formulazioni di questa illusione le ho ascoltate l'autunno scorso negli Usa, durante la campagna presidenziale e subito dopo la vittoria di Barack Obama. CONTINUA | PAGINA 11 Quando obiettavo alla squadra di economisti di cui si stava attorniando il presidente eletto - tutti apostoli inveterati del liberismo friedmaniano, della deregulation finanziaria e della supply side economics -, mi sentivo obiettare da sindacati e centri studi (think thanks) di sinistra: «Anche loro hanno dovuto cambiare idea a causa della crisi, ora la pensano diversamente, ora saranno loro a mettere in opera il nostro programma». Ma i due wonder boys, gli enfants prodige - di ieri (Larry Summers, consigliere speciale di Obama) e di oggi (Timothy Geithner, nuovo ministro del Tesoro Usa) - sono stati allevati a pane e liberismo, allattati dall'idea reaganiana che «lo stato non è la soluzione, lo stato è il problema»: come possano costoro contribuire lealmente a una soluzione statale del problema, rimane un mistero. E l'ultimo piano di salvataggio delle banche varato da Geithner infittisce la nebbia. Tra i no-global quest'illusione si traduce in gioia malcelata per il supposto rinascere del protezionismo, per le nuove barriere che (forse) si ergeranno nel commercio mondiale. Ma il capitalismo non aveva atteso questa crisi per mettere paletti ben alti alla libertà di commercio: libero scambio di merci okay, ma libero movimento ed espatrio degli umani, manco col cannocchiale. Da 16 anni gli Stati uniti hanno firmato un accordo di libero mercato (Nafta) col Messico, ma non per questo i messicani sono liberi di attraversare la frontiera e il deserto di Sonora: anzi, quando ci provano sono vittime delle più furibonde cacce all'uomo degli ultimi secoli. In ambito economico, l'idea che la crisi vinca per noi sembra confermata dall'attacco ai paradisi fiscali: da sempre bersagli della sinistra, questi paradisi stanno subendo un'offensiva concentrica da parte degli Stati uniti e di alcuni grandi paesi europei (non tutti: il nostro per esempio non è tra loro). Ma è facile profezia affermare che - magari in numero ridotto, magari in modo non più così spudorato - comunque in qualche forma e in qualche isoletta l'istituzione del «paradiso fiscale» sopravviverà, come indispensabile luogo neutro e scatola nera dei passaggi di capitale. In Europa, in Italia, e anche tra le nostre file, quest'illusione ha preso un'altra forma: si è trasformata nell'idea che la recessione sia la crisi del capitalismo. Che si tratti della stessa illusione lo si desume dalle sue premesse implicite: noi siamo stati incapaci di mettere in crisi il capitalismo, ma il capitalismo ci ha pensato da solo e questa è un'altra versione della celebre - sinora inattesa - predizione marxiana sull'ineluttabilità del crollo del capitalismo per il calo tendenziale dei tassi di profitto. Ora, sono abbastanza sicuro del fatto che l'umanità non morirà capitalista e che il capitalismo non costituisce la fine della storia (Giorgio Ruffolo ha da poco pubblicato un libro dal bel titolo Il capitalismo ha i secoli contati): ma ci passa un abisso tra questo e invece credere che il suo crollo sia già cominciato e che possiamo persino attribuirgli una precisa data d'inizio (il 16 settembre 2008 quando fu dichiarato il fallimento della banca Lehman Brothers). Ma se questa fosse una e non la crisi del capitalismo? Se quel che prendiamo oggi per un rivitalizzarsi dell'intervento pubblico nell'economia non fosse che l'ennesima socializzazione delle perdite (dopo una robusta e semisecolare privatizzazione dei profitti)? Se per i decisori (secondo l'orribile termine in uso tra gli eurotecnocrati) prevalesse solo l'idea che «ha da passare la nottata»? Se anzi la crisi fosse addotta ad alibi per smantellare altre tessere del mosaico della sinistra? Un esempio raccapricciante di questa possibilità ci viene dal decreto sulla casa che sta varando il governo Berlusconi: l'idea sottintesa è che per rilanciare l'economia tutto fa brodo e che non ci possiamo permettere il lusso di fare gli schizzinosi: se legalizzare l'abusivismo, cementificare l'Italia, saccheggiare il paesaggio, lasciare mano libera ai palazzinari costituisce un metodo efficace per far ripartire l'economia, che ben venga. George Bush aveva formulato la dottrina della «guerra preventiva» (contro gli stati canaglia). Steven Spielberg aveva girato un film (Minority Report) sull'«arresto e ibernazione preventivi» (dei criminali potenziali). Più pacifista, Silvio Berlusconi lancia la «sanatoria preventiva» per gli abusivi in pectore. Più in generale, a livello mondiale, l'idea che la gravità della crisi permetta di «non guardare in faccia nessuno» contribuisce a smantellare qualunque prospettiva ecologica. Barack Obama era salito al potere con l'intenzione di risolvere la crisi attraverso «milioni di posti di lavoro verdi» (green jobs). Il calo del prezzo del petrolio e l'urgenza dei licenziamenti ha annacquato molto il vino ambientalista del neo presidente: sono svaniti gli incentivi economici a investire in risparmio energetico e fonti alternative; la necessità di salvare i grandi di Detroit ha allentato parecchio i vincoli ecologici che la nuova amministrazione voleva porre per il loro soccorso. Nella stessa Cina - il più grande inquinatore al mondo di carbone -, il controesodo dalle città alle campagne (30 milioni di migranti tornati a casa) declassa molto la priorità del problema carbone. Vi sono altri risvolti inattesi in cui la crisi assolve un ruolo perverso. Per esempio, El Pais dell'8 marzo titolava: «La crisis amenaza la revolución de la mujer». E l'occhiello diceva: «L'ombra della recessione mette in pericolo il balzo storico compiuto dalle spagnole nell'ultimo decenni». A livello mondiale la recessione potrebbe contribuire a riportare le donne a casa, a rinchiuderle di nuovo nel focolare domestico, costringendole ancora una volta a esserne - volenti o nolenti - le «fate». Proprio quando si sono affacciati all'orizzonte dell'industrializzazione di massa paesi di millenario e radicato maschilismo come India e Cina, proprio quando le ideologie etniche recidevano la figura del padre-padrone-patriota, ci si mette pure la crisi a ridiffondere le virtù domestiche degli angeli del focolare. La crisi starà dunque vincendo, ma per qualcun altro. L'illusione contraria è agevolata dalla stanchezza concettuale dominante nel campo dei crisi-scettici. Abituati a leggere tutto attraverso le lenti del passato, i pessimisti evocano lo spettro di un esito reazionario della crisi, come in Germania nel 1933. Dimentichi che negli Usa di Franklin Delano Roosevelt, nell'Italia di Benito Mussolini e nella Germania hitleriana, le risposte strettamente economiche alla Grande depressione furono abbastanza simili - e cioè un mix di partecipazioni statali, investimenti pubblici (grandi opere) e incentivi alla domanda -, i global-pessimisti vedono all'orizzonte solo spinte fasciste. Se le ricette furono simili, gli esiti politici furono divergenti: a differenza di quel che avvenne in Germania e Italia, il New Deal statunitense non fu affatto una «rivoluzione conservatrice». Ma come si è visto, per misurare gli effetti perversi della crisi non abbiamo bisogno di apocalittici scenari, di «Svastiche sul sole» alla Philip Dick (romanzo di fantascienza in cui l'asse Berlino-Tokio ha vinto la seconda guerra mondiale e la costa est degli Stati uniti è occupata da birrerie bavaresi e quella ovest è in mano ai giapponesi). Di solito di un'illusione si dice che è o pia o perniciosa. In questo caso è ambedue: è pia, perché non si realizzerà; è perniciosa perché favorisce il realizzarsi di esiti opposti, perché ci culla nell'accidia. Come per tutte le idee di fatalità e ineluttabilità, se la crisi vince per noi, non abbiamo nessun bisogno di darci una smossa, di agire, rischiare, metterci in gioco. Possiamo stare alla finestra e guardare il passeggio sottostante. Con due esiti possibili. Al peggio che si muovano gli altri e ci spazzino via per un bel po'. Al meglio, che quando una rivoluzione avverrà, ci accorgeremo che quel giorno non potevamo parteciparvi perché eravamo impegnati per cena, venivano parenti in città o l'appuntamento col dentista era improcrastinabile. Foto: NEW YORK, SALDI PER RECESSIONE /FOTO REUTERS

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prodi: l'europa? un gigante che non decide in italia si lavora, ma bisogna farlo meglio (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 2 - Attualità Prodi: «L'Europa? Un gigante che non decide In Italia si lavora, ma bisogna farlo meglio» L'ex premier PARMA. «Alla globalizzazione dell'economia non corrisponde il controllo globale sull'economia. Dunque le crisi finanziarie non potranno che ripetersi». Romano Prodi parla della crisi mondiale e del ruolo dell'Europa alla conferenza d'ateneo dell'Università di Parma, ma evita accuratamente di parlare delle vicende politiche italiane, abbandonando seccato anche una conferenza stampa. Spiega invece come l'Europa sia ancora uno strano organismo dove «è difficile prendere le decisioni». Che, però, ha tutte le carte in regole per presentarsi come un gigante politico, oltre che economico, non solo nel rapporto con gli Stati Uniti ma con la crescente presenza di Cina e India. I colossi asiatici da tempo sono uno dei punti fermi dell'analisi di Romano Prodi, sia da presidente della Commissione europea che da leader italiano. «La Cina - ha detto - è l'unico paese che insieme esporta tecnologia, capitali e uomini e non ci sono molti esempi nella storia». L'analisi di Prodi è che dopo l'11 settembre gli Usa hanno tentato di chiudere a loro vantaggio la battaglia per l'egemonia mondiale con la guerra in Iraq: «Invece quella guerra è stata il sigillo della crisi della situazione unipolare» voluta da Bush. Ora il mondo è cambiato: «Gli Usa non possono pensare di governare il mondo da soli e hanno finito la posizione dominante». L'Europa ha regole, come quella dell'unanimità, che «la rendono impotente di fronte al futuro» e questo pone un problema anche di rapporti interni. «Se non ci vuoi stare - ha detto Prodi, riferendosi al referendum irlandese che ha bocciato il trattato europeo - te ne vai. Non è una tragedia». Dunque serve un profondo cambiamento della struttura politica europea, a partire dalle elezioni dove si vota su liste nazionali e «non si parla d'Europa». Prodi ha spezzato una lancia in favore del vecchio continente: sulla crisi il «brutto esempio non l'ha dato l'Europa dei banchieri ma gli americani». La crisi fornisce più di un insegnamento. Garantirà certamente una maggiore trasparenza sui mercati internazionali, «ma il salto per arrivare ai traguardi da protagonista è ancora lungo». Tuttavia, non ci sono alternative o scorciatoie: «E' l'unica via d'uscita per non venire cancellati dalla carta geografica del mondo». La giornata parmigiana di Prodi era cominciata nel primo pomeriggio ad un seminario della facoltà d'economia con le eccellenze del sistema emiliano-romagnolo. Prodi ha ribadito che, senza un forte tessuto industriale, non potrà esserci vero sviluppo perché quando il terziario sorpassa l'industria arrivano i guai. L'unica battuta all'attualità italiana è stata la risposta indiretta all'invito di Berlusconi di lavorare di più rivolto agli italiani: «Noi lavoriamo già abbastanza, dobbiamo invece lavorare molto meglio. L'innovazione tecnologica ci permette di lavorare anche meno, ma meglio». (v.l.)

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Tifone Giappone Usa: la speranza viene dalle case (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Tifone Giappone Usa: la speranza viene dalle case Carlo Leone Del Bello La drammatica caduta del commercio internazionale continua a mietere vittime fra le economie asiatiche, quelle cioé più orientate all'export. Ieri è toccato al Giappone, le cui esportazioni sono crollate del 49% in febbraio rispetto allo stesso mese del 2007, a causa del declino della domanda mondiale di beni di consumo. Il calo dell'export ha ovviamente avuto effetti sulla domanda aggregata giapponese, infatti le importazioni sono anche esse calate del 43%, lasciando al paese un minuscolo surplus commerciale di poco meno di un miliardo di dollari. La situazione è davvero pesante per le multinazionali dell'auto e dell'elettronica che, vendendo di meno, tagliano sull'occupazione e sugli ordini di beni intermedi, facendo precipitare il paese in una spirale al ribasso. Il Pil nipponico nel quarto trimestre 2008 crollò del 12% a un tasso annualizzato. Se le cose stanno così, è lecito attendersi un dato uguale o peggiore, per i primi mesi del nuovo anno. La Cina di certo non se la passa meglio: se le esportazioni giapponesi lì dirette sono calate del 40%, il numero dei disoccupati fra i «migranti» interni è salito a 25 milioni, secondo l'istituto di statistica. Continuano intanto ad addensarsi nubi sulla «vecchia Europa». L'indice Ifo, che misura la fiducia delle imprese tedesche, è caduto nuovamente in marzo a 82,1 punti rispetto agli 82,6 di febbraio. L'indice è al suo livello più basso dal 1991, cioè da quando è nata questo tipo di rilevazione. Male la fiducia anche in Italia, anche se questa volta si parla di consumatori. Secondo l'Isae, l'indice è tornato a calare in marzo, attestandosi ai livelli di fine 2008, da 104 a 99,8 punti. Degno di nota il fatto che la caduta dell'indice è stata più forte al Nord rispetto al Centro e al Sud. Ieri è stata una giornata chiave per l'Est europeo, area in cui si verificano forti turbolenze economiche e valutarie. La Romania ha raggiunto l'accordo per un prestito di 20 miliardi di euro, da restituire in due anni, con il Fondo monetario internazionale, l'Unione europea e la Banca mondiale. Il prestito verrà utilizzato per sostenere la moneta, il leu, e finanziare lo squilibrio di bilancia dei pagamenti. La Romania infatti riusciva a finaziare il suo deficit di conto corrente solo grazie agli investimenti esteri, un canale che si è drammaticamente prosciugato nell'ultimo anno. La notizia ha dato un leggero sollievo al tasso di cambio e ai Credit default swaps (il premio per assicurarsi dall'insolvenza) del debito pubblico romeno. Nel frattempo dagli Usa cominciano arrivare segnali di speranza dall'economia reale, o almeno questo è il modo in cui sono stati interpretati da Wall Street fino alle sette di sera, ora italiana. In febbraio sono tornati a crescere del 3,4% - dopo sei mesi consecutivi di declino - gli ordini di beni durevoli. Il totale degli ordinativi è comunque del 22% inferiore rispetto a un anno fa, e il dato di gennaio è stato rivisto al ribasso, dal -5,2% al -7,3%. Escludendo gli ordinativi militari, l'aumento è inoltre di un modesto 1,7%. Si sarebbe inoltre arrestato il crollo delle vendite di nuove abitazioni, che ora sono passate a un tasso annualizzato di 337 mila unità dlle 322 mila di gennaio. In ogni caso, con appena 27 mila case vendute in tutti gli Usa, il mese scorso è stato il peggior febbraio dal 1963, ovvero da quanto il Census bureau produce questa rilevazione. Si è inoltre ridotto leggermente il tempo medio di vendita degli immobili, da 12,9 mesi a 12,1. In piena bolla immobiliare, passavano in media appena 4 mesi fra la costruzione e la vendita.

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Americani i più ottimisti sulla fine della recessione (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

SONDAGGIO Americani i più ottimisti sulla fine della recessione Pur dicendosi comunque «molto preoccupati» per la crisi che ha colpito i mercati mondiali in seguito allo scoppio della bolla finanziaria, gli americani sono tra i vari cittadini occidentali i più ottimisti al mondo circa le rpevisioni dei tempi di uscita dall'attuale fase di recessione. Lo ha rilevato uno studio canadese, reso noto ieri, della Environics Research di Ottawa, una società di ricerca che opera indagini a livello mondiale. Lo studio, condotto attraverso 16 mila interviste in una ventina di Paesi di tutto il mondo (ma non l'Italia) ha accertato che i più pessimisti al mondo sugli effetti della crisi e sui conseguenti tempi di uscita sono gli irlandesi. I più ottimisti in assoluto sono invece i cinesi. In base allo studio, il tasso di fiducia dei consumatori sarebbe sceso del 20% in Cina, del 51% in Usa, dell'83% in Irlanda.

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Se va bene a Pechino, va bene a tutti (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-03-26 - pag: 1 autore: UNA MONETA MONDIALE Se va bene a Pechino, va bene a tutti di Pietro Alessandrini di Michele Fratianni L a Cina vuole una moneta sovranazionale che si sostituisca al dollaro come valuta di riferimento. La proposta è contenuta in un breve appunto dal titolo " Riformare il sistema monetario internazionale", scritta dal governatore della People's Bank of China, la Banca nazionale cinese, Zhou Xiaochuan. La mossa cinese appare nello stesso tempo sorprendente e scontata. La sorpresa va accolta con soddisfazione da chi ritiene che la gravità della crisi renda necessaria l'istituzione di una moneta sovranazionale e che la sua realizzazione non possa prescindere da un accordo cooperativo che includa la Cina. E vanno in questo senso i primi segnali di cauta disponibilità mostrati ieri dal segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner. In un nostro recente saggio ("Resurrecting Keynes to stabilize the international monetary system", Open Economies Review) abbiamo proposto un accordo trilaterale tra Fed, Bce e Banca centrale cinese per realizzare una moneta- paniere sovranazionale, non sostitutiva ma complementare alle monete nazionali: l'iniziativa di istituire presso l'Fmi una stanza di compensazione multilaterale dei rapporti di creditodebito tra Banche centrali dovrebbe partire da Fed e Bce, con l'obiettivo prioritario di incentivare la Cina, l'attuale maggiore Paese creditore, a entrare nel sistema compensativo multilaterale. Sorprende che sia stata proprio la Banca centrale cinese a rompere gli indugi a favore della sovranazionalità monetaria. Ma a pensarci bene questa mossa è scontata nella sua razionalità. Innanzitutto denota la volontà della Cina, oggi sottorappresentata negli organismi internazionali, di assumere un peso pari al suo crescente potere economico. A tale maggior peso deve però corrispondere anche un'assunzione di responsabilità per la stabilità dell'economia mondiale. Letta con le lenti del potere monetario, in quanto principale creditore del resto del mondo, Pechino potrebbe arrivare a imporre la propria valuta come moneta internazionale. Ma lo yuan non ha ancora le caratteristiche di moneta dominante, che tra i suoi requisiti richiede un sistema finanziario interno sviluppato e integrato nell'economia mondiale. Può semmai essere considerato un immaturo principe ereditario alla corte del re dollaro, salito al trono a Bretton Woods nel 1944. Continua u pagina 18 l'articolo prosegue in altra pagina

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massimo fini ospite del caffè d'inverno (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Viareggio Massimo Fini ospite del Caffè d'Inverno Il giornalista-ribelle protagonista sabato nel salotto di Romano Battaglia PIETRASANTA. "Il ribelle" Massimo Fini ospite, sabato 28, del Caffè della Versiliana. L'inizio è alle ore 17,15. L'ingresso è libero. Il direttore politico del mensile "La Voce del Ribelle" e fondatore del movimento culturale e politico "Movimento Zero", presenta nel Chiostro di S. Agostino, a Pietrasanta, «Ragazzo. Storia di una vecchiaia», analisi spietata, senza infingimenti, senza autoillusioni, senza autoinganni sulla vecchiaia. Ad intervistarlo Romano Battaglia e il direttore della Nazione, Giuseppe Mascambruno. Giornalista "indipendente" autore di "Il vizio oscuro dell'Occidente", "Sudditi" e de "Il Ribelle dalla A alla Z", libro-testamento che racchiude tutta la sua lucida analisi e visione "anti-moderna" dei nostri tempi, lotta da trent'anni contro gli stereotipi e le drammatiche mistificazioni della Modernità. Fini è un anti-moderno, oltre che anti-conformista, e dice no a chiare lettere al capitalismo come al marxismo, all'industrialismo, alle oligarchie economiche e politiche, alle democrazie rappresentative e alla globalizzazione. Le puntate del Caffè sono trasmesse sull'emittente 50 Canale la domenica sera alle 21 sull'emittente sul canale satellitare 897.

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La gaffe di Geithner sul ruolo del dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-26 - pag: 5 autore: La gaffe di Geithner sul ruolo del dollaro Marco Valsania NEW YORK Un'apertura alla Cina?Forse, ma forse soprattutto una gaffe.L'ennesima di Tim Geithner: il Segretario al Tesoro, parlando al Council on Foreign Relations di New York, si è lasciato sfuggire un'ambigua affermazione sul dollaro. Gli Stati Uniti «sono aperti», ha detto, alla proposta della Cina di ricorrere a una valuta di riserva internazionale che non sia quella statunitense. Ovvero, più precisamente, al maggior uso dei Diritti speciali di prelievo del Fondo Monetario, un paniere formato da dollaro, euro, sterlina e yen. Pochi minuti dopo la correzione di rotta: Geithner non intendeva prescrivere un declino del dollaro, che rimarrà a lungo, ha assicurato, «la dominante divisa globale di riserva». Anzi, gli Stati Uniti «faranno il necessario per sostenere la fiducia» nei loro mercati. Ancora: un dollaro forte è «nell'interesse nazionale». Le dichiarazioni del ministro, già sotto assedio per la gestione della crisi, hanno però fatto poco per incoraggiare gli investitori. Sulla piazza valutaria il dollaro è scivolato a 1,3653 contro l'euro,prima di risalire a 1,3595. Martedì era stato scambiato a 1,3443. è inoltre sceso a 96,90 yen per poi recuperare a 97,43 yen, rispetto agli 97,88 della giornata precedente. Il rincorrersi delle prese di posizione ha suscitato scalpore perchè nelle ore precedenti l'amministrazione di Barack Obama aveva escluso una nuova valuta sovra-nazionale. Geithner e il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke avevano respinto l'idea durante audizioni al Congresso. E il presidente, in una conferenza stampa in prima serata, si era detto convinto che gli investitori internazionali considerino economia americana e dollaro i più sicuri e stabili al mondo. Geithner, con le iniziali dichiarazioni, potrebbe aver cercato di rafforzare la cooperazione con Pechino. La Cina, grande investitore in Treasurys, aveva espresso timori sulla solidità del debito statunitense. Adesso la sua Banca centrale ha rilanciato l'ipotesi di far minor riferimento al dollaro grazie ai Dsp. Creati nel 1969 per rimpiazzare l'oro nelle transazioni internazionali, dal tramonto del sistema di cambi fissi di Bretton Woods hanno avuto un utilizzo limitato quali asset di riserva. Ieri Geithner ha anche complimentato Pechino per «l'importante ruolo» contro la crisi. Ma ad accorgersi del pericolo di passi falsi sul dollaro è stato il moderatore dell'evento Roger Altman, ex Tesoro: ha invitato Geithner a chiarire la politica valutaria. Più calibrato, nelle stesse ore, è stato il commento dell'esponente della Fed Janet Yellen: le idee cinesi sono «interessanti» ma non «pratiche». La credibilità nazionale e internazionale, per Obama e Geithner, è valuta essenziale per il successo dell'intera strategia di lotta alla recessione. Geithner presenterà oggi al Parlamento la riforma delle regole per la finanza: la bozza di proposta prevede di affidare al governo nuovi poteri d'intervento sulle grandi finanziarie non bancarie, da assicurazioni a hedge fund. Le autorità potranno limitare i rischi corsi da questi gruppi e decisioni di rilevarli saranno prese da Tesoro e Fdic, l'organismo che assicura i depositi. Il ministro ha inoltre difeso il piano per rilevare asset tossici dalle banche grazie a partnership pubblico- privato, dicendo che richiederà tempo. Obama, intanto, è all'offensiva sul budget:ha detto che non rinuncerà a spese per istruzione, energia e sanità. Nonostante i dubbi crescano tra gli stessi democratici: vogliono tagliare 608 miliardi in cinque anni dalle richieste della Casa Bianca. LA PRECISAZIONE Dopo una prima apertura alla proposta cinese sulla valuta di riserva internazionale il segretario Usa ha definito il biglietto verde «divisa globale»

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ADESSO che la spinta interventista, per contrastare la crisi, si è fatta più fo... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009 Chiudi ADESSO che la spinta interventista, per contrastare la crisi, si è fatta più forte sia da parte dei governi (innanzitutto gli Stati Uniti) sia dal versante degli organismi sovranazionali (G8 e G20) risulta chiaro il grave deficit culturale della politica schiacciata, per troppi anni, dalla finanza e dalla religione del mercato. La globalizzazione, che pure sembrava in grado di distribuire solo opportunità, mostra il suo volto peggiore: una leva che ha allungato le distanze tra Nord e Sud del mondo e perfino all'interno dei paesi più sviluppati. Secondo l'Ocse negli ultimi vent'anni l'ineguaglianza dei redditi è cresciuta in media del 12 per cento (il 33 per cento il Italia) e attualmente 95 paesi sono considerati «ad alto rischio». La povertà alimenta proteste, caos, conflitti sociali, e mette sotto pressione la democrazia laddove esiste. Ma non basta. La forbice tra ricchi e poveri si è allargata, in modo spaventoso, anche nelle nazioni più sviluppate. Negli Stati Uniti la distanza degli stipendi tra un ceo (il capo azienda) e un impiegato medio è schizzata da 40 a 1 a 400 a 1. Un abisso. Perfino l'immigrazione, un altro fenomeno celebrato dalle vestali della globalizzazione e del mercato, sta invertendo la sua curva. Ci sono paesi come gli Stati Uniti e la Spagna dove le statistiche segnalano come gli immigrati che lasciano siano superiori rispetto a quelli che arrivano. In Italia, nella sola provincia di Vicenza 4mila stranieri si sono iscritti nelle liste di collocamento e hanno fatto rientrare in patria le loro famiglie. Esiste una risposta culturale, prima che politica, alla deriva del mondo globalizzato? Di questo si discute nelle cancellerie dei paesi più avanzati. Molto meno in Italia, purtroppo. E se Barack Obama invoca «l'obbligo morale ed economico- oltre che di sicurezza nazionale - per tendere la mano alle nazioni in difficoltà», due capi di governo europei, di destra (Sarkozy) e di sinistra (Brown) parlano apertamente della necessità di «un nuovo modello di sviluppo». Un modello con il quale, per esempio, la distanza Nord-Sud si accorci, e importanti investimenti si concentrino per promuovere sviluppo nei paesi più poveri. Per il momento la strada è soltanto tracciata, ma potete giurare sul fatto che l'impianto culturale del capitalismo, così come lo abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni, sarà rivoltato come un calzino. E senza scomodare, inutilmente, il fantasma di Karl Marx. www.nonsprecate.it

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Se va bene a Pechino (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-03-26 - pag: 18 autore: DALLA PRIMA Se va bene a Pechino Fosse dipeso da John Maynard Keynes, avremmo avuto già da allora una moneta sovranazionale. Ma l'idea geniale di Keynes venne sopraffatta dalla forza economica e politica degli Stati Uniti a favore di un sistema imperniato sul dollaro. In cambio dei privilegi della sovranità monetaria, gli Usa si impegnarono a fornire il "bene pubblico" di stabilizzare il valore del dollaro, rafforzato dalla garanzia della convertibilità in oro. L'impegno non fu mantenuto perché obiettivi nazionali prevalsero su quelli internazionali. Bretton Woods è sparito ma il sistema rimane in gran parte ancorato al dollaro. L'attuale crisi mondiale sta evidenziando debolezze e contraddizioni del dollar standard. Gli Usa fortemente indebitati sono i meno indicati a rilanciare la domanda; eppure il nazionalismo delle politiche economiche, viziato da un sistema monetario imperniato sul dollaro, non permette un'azione coordinata. Gli Usa non si preoccupano delle ripercussioni mondiali di rilanciare la domanda interna con forti iniezioni fiscali e monetarie. La Fed, in meno di sei mesi, ha raddoppiato la base monetaria. La nuova politica di acquistare ingenti quantitativi di mortgage- backed securities e titoli dello Stato federale a lunga scadenza implica, grosso modo, un secondo raddoppio della base monetaria a fine 2009. Per evitare un'impennata dell'inflazione, la Fed dovrà vendere in un prossimo futuro più di duemila miliardi di dollari di titoli. Lo può fare da un punto di vista tecnico, ma è legittimo chiedersi se lo potrà fare politicamente. L'indipendenza della Fed è a rischio e, conseguentemente, è a rischio il dollar standard. Ne segue che la crisi attuale va interpretata anche come una crisi di monete. Il dollaro è un re ancora potente, ma in declino e senza eredi pronti a sostituirlo. Non abbiamo una moneta leader alternativa: non può essere l'euro dell'Europa senza unità politica, né lo yen giapponese né, tanto meno, lo yuan cinese. Per questi motivi la richiesta di Pechino di un accordo monetario sovranazionale è una disponibilità che va colta da Fed e Bce ed è una assunzione di corresponsabilità che va sollecitata dai governi europei e americani. Il governatore cinese propone di rivitalizzare il sistema degli Dsp (Diritti speciali di prelievo). Ma alla prova dei fatti questo si è rivelato uno strumento macchinoso di creazione esogena e di distribuzione predeterminata di moneta sovranazionale. Per questo riteniamo più sensato un sistema di compensazione multilaterale che riprenda gli stessi principi di moneta endogena e flessibile del piano Keynes; un progetto che, con gli opportuni adattamenti, è ancora attuale. Nella nostra proposta Fed e Bce, le due principali Banche centrali ad alta reputazione anti-inflazionistica, cedono alla stanza di compensazione valori equivalenti di propri titoli di Stato a breve in cambio di depositi in nuova valuta sovranazionale, che offre il vantaggio di una moneta-paniere. Il rischio di cambio viene così ridotto dall'effetto compensativo degli attivi denominati in dollari ed euro acquisiti dalla stanza di compensazione. La nuova moneta sovranazionale offre uno strumento meno rischioso per le riserve delle Banche centrali. Per questo la Banca centrale cinese potrebbe usufruirne a scopo di diversificazione e potrebbe essere incentivata a entrare nel sistema compensativo multilaterale. Una volta garantita la partecipazione dei tre leader mondiali, il meccanismo potrebbe gradualmente estendersi ad altri Paesi. L'Fmi assumerebbe un nuovo strumento di sorveglianza multilaterale dei rapporti di credito e di debito tra Banche centrali, senza avere la sovranità monetaria di Banca centrale mondiale. Gli Usa dovrebbero impegnarsi a contenere il deficit esterno ma anche la Cina dovrebbe assumersi la responsabilità trainare il rilancio della domanda mondiale in questo periodo di recessione, accettando di contenere il proprio surplus esterno. Pietro Alessandrini p.alessandrini@univpm.it Michele Fratianni m.fratianni@univpm.it

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fiat, renault e peugeot fitch taglia il rating - salvatore tropea (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 21 - Economia Ma il titolo del Lingotto guadagna l´1,4% in Borsa Fiat, Renault e Peugeot Fitch taglia il rating Ancora cassa integrazione alla Powertrain di Torino per quasi 2.800 lavoratori SALVATORE TROPEA TORINO - Quando sembrava che si aprisse un qualche spiraglio nella crisi per effetto degli ecoincentivi e sull´onda delle scelte di Barack Obama è arrivata la mazzata di Ficth che in un solo colpo, ieri, ha declassato a livello junk (spazzatura), ovvero doppia B, il rating di Fiat, Peugeot e Renault, ha mantenuto l´outlook (BBB+) di Daimler ma con prospettive negative e ha messo sotto osservazione Volkswagen. Questa situazione sarebbe determinata da una flessione del mercato europeo valutata da Fitch sul 15 per cento per il 2009 con tendenza a mantenersi tale anche nel 2010; fenomeno, questo, che accomunerebbe l´Europa agli Usa dove la previsione per l´anno in corso è di una caduta del 20 per cento. E senza che ci sia una compensazione sul fronte della Russia e della Cina dove, al contrario, sono attese riduzioni percentuali a doppia cifra. Questo nuovo «avviso» arriva alla vigilia dell´assemblea degli azionisti, anche se la Borsa ieri è rimasta indifferente alla notizia. Anzi il titolo Fiat, in una giornata complessivamente positiva, ha guadagnato un 1,48 per cento chiudendo a 4,8 euro.

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Geithner apre alla valuta globale, il dollaro cala (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-03-26 - pag: 43 autore: CAMBI E TASSI www.ilsole24ore.com COMMENTI E DATI IN TEMPO REALE Geithner «apre» alla valuta globale, il dollaro cala I l dollaro ha perso terreno ieri, soprattutto nei confronti dell'euro. Hanno pesato le aperture- peraltro molto caute - del segretario al Tesoro Timothy Geithner alla proposta della Cina di sostituire al dol-laro, come valuta di riserva internazionale, gli special drawing rights del Fondo monetario, i diritti speciali di prelievo. Le dichiarazioni di un alto funzionario del Tesoro, secondo cui la moneta Usa manterrà il suo status di valuta internazionale a lungo, hanno poi spinto mercati a una correzione, consolidata poi dalle parole del presidente Barack Obama che non ritiene necessaria la creazione di una moneta globale. In serata, l'euro era trattato a 1,3571 dollari, dopo aver toccato quota 1,3649, da 1,3458 della chiusura di mercoledì. la valuta Usa era intanto a 97,18 da 97,75.

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si blinda sberbank la banca cassaforte dei russi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 24 - Economia Si blinda Sberbank la banca cassaforte dei russi Il settore dell´orologeria è stato duramente colpito dalla crisi tanto da rischiare la disoccupazione. A febbraio le esportazioni di orologi svizzeri hanno accusato un ribasso del 22,4% Il 50% dei risparmiatori russi è molto conservatore ed affida i propri soldi ad un solo istituto, la Sberbank, banca dello Stato, ciò che limita i rischi di fallimento. In cambio, non offre grandi interessi rispetto alle banche private né fa clamorose campagne pubblicitarie per attirare nuovi clienti. Nella mente dei russi, inoltre, il brand Sberbank è stato inculcato fin dai tempi sovietici, anche se in forma lievemente diversa, col nome Sberkassa. A febbraio l´utile netto è stato di 1,6 miliardi di rubli (3,5 a gennaio). Per consolidare l´immagine di banca affidabile ha dirottato l´utile in una riserva speciale destinata a coprire i rischi causati dai crediti «problematici». Secondo Andrei Markov, analista di Renaissance-kapital, negli ultimi due mesi la Sberbank ha versato nel fondo 59 miliardi di rubli. Per prevenire la nuova ondata di crisi, ormai prossima, a sentire Alexei Kudrin, ministro delle Finanze. Leonardo Coen [corsa ai bond] Campanelli d´allarme dal fronte delle aste dei titoli pubblici, dove i governi occidentali si preparano a rovesciare, nei prossimi due anni, tonnellate di titoli in offerta. Le preoccupazioni maggiori, tuttavia, riguardano gli Usa dove, finora, c´è stata una corsa all´acquisto che, però, secondo un rapporto di CreditSights, potrebbe fermarsi presto: troppo massicce le emissioni programmate da Washington, perché gli investitori esteri continuino a comprare. Secondo il rapporto, insomma, a frenare gli investitori non sarebbe un ipotetico rischio di default, ma il semplice fatto di trovarsi a corto di soldi. Cina, Giappone, Brasile, Russia, grandi compratori di titoli pubblici americani, si trovano, infatti, ad affrontare un drammatico crollo delle loro esportazioni. Il Brasile è ufficialmente uscito dal mercato dei Treasuries, la Cina è scontenta perché ne ha troppi, la Russia ha davvero finito i soldi. Maurizio Ricci

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GIOCHI DEL MEDITERRANEO, DANIELA STATI: STABILIAMO RUOLI E COMPETENZE OGGI INCONTRO ORGANIZZATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009 GIOCHI DEL MEDITERRANEO, DANIELA STATI: STABILIAMO RUOLI E COMPETENZE OGGI INCONTRO ORGANIZZATIVO DELLA PROTEZIONE CIVILE L´aquila, 25 mar. "Dobbiamo essere pronti a gestire l´evento. Ho chiesto la collaborazione del Dipartimento nazionale di Protezione civile per mettere a punto questa complessa macchina organizzativa. C´è massima disponibilità da parte di tutti. Si tratta ora di stabilire ruoli e competenze. La Protezione civile giocherà indubbiamente un ruolo di primo piano". Lo ha detto l´assessore alla Protezione civile, Daniela Stati, a margine dell´incontro che si è svolto ieri mattina, a L´aquila, nella Sala Troilo di Palazzo Centi sull´organizzazione dei Giochi del Mediterraneo. Per il dipartimento era presente Flavio Siniscalchi Dirigente del "Servizio ispettivo", delegato da Guido Bertolaso. Hanno partecipato, inoltre, rappresentanti del Comitato e della Direzione generale dei Giochi, delle prefetture, delle Province, della Direzione regionale Abruzzo dei Vigili del fuoco, del Comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato, della Capitaneria di Porto e della Croce Rossa abruzzese. C´erano, infine sindaci delle città capoluogo e delle città dove si svolgeranno le manifestazioni. Dall´incontro è emerso che l´assessorato regionale alla Protezione civile avrà il coordinamento di tutte le attività organizzative mentre a breve verranno convocati tavoli tecnici, divisi per aree tematiche, per separare le varie competenze nella gestione della manifestazione sportiva ormai alle porte. . <<BACK

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Segnali positivi da case e spese. E l'America spera (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Primo Piano - data: 2009-03-26 num: - pag: 2 categoria: REDAZIONALE Segnali positivi da case e spese. E l'America spera Geithner apre al dialogo sulla proposta cinese di un paniere di valute di riferimento Gli ordini di beni durevoli sono cresciuti del 3,4%. Il ministro del Tesoro Usa: il dollaro resterà dominante DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Non siamo di certo alla svolta. Il fondo non è stato ancora toccato. Forse, però, l'economia non è più in caduta libera. E, dopo un anno di notizie catastrofiche, anche il passaggio da quella libera a una caduta "controllata" diventa una buon notizia. Da tre giorni sul tavolo degli economisti americani affluiscono dati che lasciano intravedere qualche spiraglio: lunedì la ripresa della compravendita di case a febbraio, martedì un sia pur flebile recupero dei prezzi delle abitazioni monofamiliari, ieri un aumento del 3,4% degli ordini di beni durevoli (macchinari, elettrodomestici, attrezzature militari) a febbraio. Tutti invitano alla cautela, anche perché i segnali di ripresa di febbraio vengono dopo un gennaio che negli Usa è stato catastrofico. Non basta di certo un mese per fare tendenza: pur con l'imprevista ripresa degli ordini di febbraio, su base annua (cioè rispetto al febbraio 2008) la domanda di beni durevoli cala del 28,4 per cento. Lo stesso governo Usa, del resto, evita gli squilli di tromba. L'altra sera, nella conferenza stampa teletrasmessa da tutte le reti, Obama aveva parlato di primi segnali economici positivi, ma ieri il suo ministro del Tesoro, Tim Geithner, è stato più cauto: «Il ritmo di deterioramento dell'economia ha cominciato a rallentare, almeno in alcune aree». Ieri mattina, incontrando gli operatori economici riuniti al Council on Foreign Relations di New York, Geithner è apparso molto meno teso che nell'audizione di martedì davanti al Congresso. Ha scherzato con alcune sue «vecchie conoscenze », ma ha anche mandato un messaggio di apertura alla Cina sulle sue proposte monetarie che ha provocato, per un po', un indebolimento del dollaro. La valuta Usa ha recuperato solo quando, qualche minuto dopo, incalzato da un sorpreso Roger Altman (banchiere d'affari con un passato di viceministro del Tesoro che era il suo intervistatore alla riunione del Council), Geithner ha precisato che «il dollaro è destinato a rimanere, ancora a lungo, la valuta mondiale dominante». Poco prima, però, la sortita del governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, che martedì aveva proposto di togliere spazio al dollaro, come valuta di riserva prevalente, puntando più sui Diritti Speciali di Prelievo emessi dal Fondo Monetario (basati su un "paniere" che comprende dollaro, euro, yen e sterlina), era stata commentata da Geithner con toni più concilianti di quelli che egli stesso e Obama avevano usato il giorno prima: premesso di non avere ancora esaminato a fondo la proposta, il ministro del Tesoro ha detto che essa «merita considerazione» perché i Diritti sono uno strumento importante il cui ruolo può essere rilanciato e perché Zhou è un «un banchiere di valore, un uomo pragmatico, che si muove in modo costruttivo ». Insomma, nessuno può pensare di mandare in soffitta il dollaro, ma al G20 di Londra, la prossima settimana, si discuterà senza veti anche di equilibri monetari. Quanto alla congiuntura, come detto, è meglio non farsi troppe illusioni: l'analista più fiducioso, John Herrmann, parla di dati che, se confermati nei prossimi mesi, potrebbero rendere il trimestre aprile-giugno quello in cui, negli Usa, si toccherà davvero il fondo; creando, così, le condizioni per una lenta risalita a partire da fine anno. Il vicepresidente del fondo Oppenheimer, Brian Levitt, sostiene invece che tutti questi dati congiunturali significano poco finché non riprende l'attività delle banche (che stentano a riattivare il circuito del credito) e finché i dati mensili del mercato del lavoro continuano a segnare un aumento dei disoccupati (fenomeno che dovrebbe continuare ancora per qualche mese). Ma è anche vero che questi sia pur piccoli spiragli sono arrivati con un'economia priva di sostegni. Nei prossimi mesi, con l'attivazione dei fondi dello stimolo fiscale e delle altre iniziative anticrisi del governo (sostegni all'auto, al credito scolastico, alle carte di credito), potrebbe iniziare la risalita dall'abisso. Massimo Gaggi LARRY DOWNING REUTERS/

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Il populismo anti-bonus (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Opinioni - data: 2009-03-26 num: - pag: 42 autore: di FAREED ZAKARIA categoria: REDAZIONALE L'AMERICA E LO SCANDALO AIG Il populismo anti-bonus N on ho alcuna intenzione di difendere i bonus dell'Aig. Il guaio dell'indignazione populista è però che si espande velocemente, debordando da un argomento che la giustifica ad altri di natura differente. Il governo americano è ora investito da ondate di populismo su vari fronti. L'area che mi preoccupa di più è quella degli scambi commerciali, in cui il populismo porta inevitabilmente al protezionismo. Lo scandalo del momento, i bonus corrisposti dalle imprese salvate, passerà: tra un anno o due (si spera) il governo degli Stati Uniti non sarà più proprietario di banche e assicurazioni. Le guerre protezioniste e commerciali invece, una volta intraprese, sono difficili da fermare. Potrebbe sembrare un'affermazione allarmista. I fautori del libero mercato come me sono spesso accusati di esagerare i pericoli che minacciano la libertà di scambio, ma in un rapporto diffuso la settimana scorsa dalla Banca Mondiale si leggono alcuni fatti inquietanti. Da quando è iniziata la crisi finanziaria, i Paesi del mondo hanno proposto o messo in atto 78 provvedimenti riguardanti il commercio. Di questi, 66 comportano limitazioni agli scambi. La Russia, ad esempio, ha aumentato i dazi sulle automobili usate; la Cina ha vietato l'importazione di alcuni prodotti europei (se siete curiosi di sapere quali: il maiale irlandese, il brandy italiano, le salse britanniche e alcuni tipi di cioccolato belga). I Paesi ricchi di solito non aumentano i dazi, ma attuano un altro tipo di protezionismo: sovvenzionano le loro imprese. Stiamo assistendo alla più grande orgia di aiuti a società inefficienti degli ultimi decenni. Guardiamo l'industria automobilistica. Dall'inizio della crisi, gli aiuti diretti del governo statunitense alle industrie di Detroit ammontano a 17,4 miliardi di dollari. Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Svezia hanno annunciato di voler adottare misure simili. I governi del mondo stanno erogando, in totale, 48 miliardi di dollari per aiutare i costruttori di automobili. Ci sono poi i sussidi all'agricoltura, regolati in modo da salire quando il prezzo dei generi alimentari cala. In America questo significa che altri 1,8 miliardi di dollari andranno quest'anno all'industria agricola. La parte del leone l'hanno ricevuta, naturalmente, le banche e le società finanziarie. Potrebbe apparire una misura d'emergenza necessaria, ma la realtà è che i governi occidentali stanno sovvenzionando le banche in quel che doveva essere un mercato globale competitivo. Ogni azione di un governo provoca la reazione di un altro, in una spirale inevitabile e tristemente prevedibile. Gli Stati Uniti sospendono un programma pilota che permetteva l'ingresso di un certo numero di camion messicani per la consegna dei loro prodotti e di conseguenza il Messico, con buone ragioni, impone dei dazi su alcuni beni americani. Il Congresso inserisce la clausola del «comprare americano» nel pacchetto di stimolo e l'Associazione delle nazioni del Sud-Est siatico dice che il suo sostegno al «comprare localmente» è una giusta risposta alle misure di Washington. «Comprare americano» sembra una buona cosa, finché la Germania non decide di «comprare tedesco» e la Francia di «comprare francese». Chi comprerà allora i prodotti americani esportati, l'unico settore dell'economia degli Stati Uniti che l'anno scorso fosse in crescita? Si prenda la siderurgia. Il Peterson Institute for International Economics prevede che la clausola «comprare americano» produrrà una crescita della produzione interna di circa 0,5 milioni di tonnellate di acciaio all'anno. Peccato però che quella dell'acciaio sia un'industria altamente automatizzata, come la maggior parte delle industrie manifatturiere degli Stati Uniti. La maggior produzione si tradurrà in 1.000 posti di lavoro in più, una quantità insignificante rispetto a una massa di 140 milioni di lavoratori. Le acciaierie americane esportano 9 milioni di tonnellate di acciaio all'anno. Se le esportazioni, a seguito di ritorsioni protezioniste da parte di altri Paesi, calassero anche solo dell'uno percento (una stima molto ottimista), ne risulterebbe la perdita di 6.500 posti di lavoro. «Nel caso estremo in cui le esportazioni calassero del 10% — scrivono gli autori dello studio — svanirebbero 65 mila posti di lavoro». Salviamo quindi 1.000 posti e ne perdiamo 65 mila. Sembra ci si stia dimenticando che il mondo è cambiato. Molti Paesi saranno in grado di tirare fuori le unghie se tireremo fuori le nostre e l'effetto complessivo di questi confronti sarà il primo vero passo indietro nella globalizzazione degli ultimi 25 anni (un periodo in cui il Pil mondiale è raddoppiato e gli scambi commerciali sono aumentati di 7,5 volte). traduzione di Maria Sepa

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PAOLO Pelù, presidente della sezione di Massa e Carrara della sezione apuana della &... (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Massa - Carrara)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

AGENDA MASSA / CARRARA pag. 14 PAOLO Pelù, presidente della sezione di Massa e Carrara della sezione apuana della &... PAOLO Pelù, presidente della sezione di Massa e Carrara della sezione apuana della "Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi" comunica che domenica 29 marzo, alle ore 10.30, nella sala Sforza del Palazzo di Santa Elisabetta, alla presenza del presidente generale della Deputazione di Storia Patria, Angelo Spaggiari, si terrà una pubblica seduta di studio con le relazioni su "Carlo Giosuè e Giuseppe Marchelli, architetti ducali a massa" di Giordano Bertuzzi e su «L'illustre saga dei Cybo Malaspina nella globalizzazione, la dimora genovese" di Mariangela Gropallo. Le relazioni saranno supportate da proiezioni affidate a Gianni Borrini. Interverranno: Martina Nardi, vice sindaco di Massa, e il presidente della sezione ligure dell'associazione Dimore Storiche Italiane, Battista Gramatica.

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I bambini delle scuole elementari hanno la Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Brianza)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

LIMBIATE LAZZATE pag. 13 I bambini delle scuole elementari hanno «studiato» la Protezione civile LIMBIATE PROGETTO CHE HA COINVOLTO 500 ALUNNI LIMBIATE LEZIONI di Protezione civile per oltre 500 bambini delle scuole di Limbiate che nelle ultime settimane hanno partecipato al progetto portato avanti dai volontari locali delle emergenze sul territorio. Otto appuntamenti in tutto per i bambini delle classi terze, quarte e quinte della scuola primaria, durante i quali non solo sono stati illustrati i compiti e le attività dei volontari con la tuta gialla ma i ragazzi sono stati coinvolti direttamente assumendo diversi ruoli: qualche ragazzo ha rivestito il ruolo di sindaco con tanto di fascia tricolore, un altro di soccorritore e ancora un agente della Polizia Locale, un pompiere, il parente di un ferito. L'obiettivo di queste lezioni era quello di capire il comportamento giusto da adottare in caso di emergenza: dal bambino ferito da fuoco d'artificio, all'incendio fino all'allestimento di un campo di primo soccorso completo. «E' stato un lavoro duro ha affermato Ruggero Battaggia, responsabile della Protezione civile di Limbiate, che ha ricevuto i complimenti e il ringraziamento del sindaco Antonio Romeo, ma le nostre fatiche sono state ricompensate dalla gioia dei bambini e dalla mega lettera di ringraziamento che ci hanno inviato con tutte le loro 500 firme». Ga.Bass.

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Per i Giochi del Mediterraneo si mobilita la Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Tavoli tecnici Per i Giochi del Mediterraneo si mobilita la Protezione civile PESCARA «Bisogna stabilire ruoli e competenze nell'organizzazione dei Giochi del Mediterraneo 2009». L'invito è stato lanciato dall'assessore regionale alla Protezione civile, Daniela Stati, in un incontro svoltosi ieri all'Aquila. «Dobbiamo essere pronti - ha detto - a gestire l'evento: ho chiesto la collaborazione del Dipartimento nazionale di Protezione civile per mettere a punto questa complessa macchina organizzativa. C'è massima disponibilità da parte di tutti: la Protezione civile giocherà indubbiamente un ruolo di primo piano». L'assessorato regionale alla Protezione civile avrà il coordinamento di tutte le attività organizzative mentre a breve verranno convocati tavoli tecnici.

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Mondadori, utile netto a -13,8% (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi (MarketingOggi)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi Numero 072  pag. 18 del 26/3/2009 | Indietro Mondadori, utile netto a -13,8% MEDIA Di Marco A. Capisani I conti del gruppo. Nel primo trimestre di quest'anno la raccolta sui periodici in calo del 30% Fatturato giù del 7,1%. Costa: prospettive non confortanti Marzo non porta la primavera a Segrate. «Il rallentamento dell'economia a fine 2008 si protae anche nel primo trimestre di quest'anno», ha dichiarato ieri dal quartier generale Mondadori il suo amministratore delegato Maurizio Costa. «Le prospettive future non sono, peraltro, confortanti. Tra gli editori avverrà una selezione della specie. Si verificheranno grandi cambiamenti nei perimetri delle aziende. Noi siamo molto, molto attenti alle opportunità del mercato, anche se oggi non c'è nulla di particolare sotto i riflettori». Un segnale del «periodo difficile» che si prospetta? L'andamento del mercato pubblicitario dei periodici nel primo trimestre 2009, in calo di oltre il 30%, trend nazionale che rispecchia pure i risultati del gruppo editoriale di Segrate. Riflessione che Costa ha aggiunto, sempre ieri da Segrate, a margine della presentazione del bilancio 2008. Tutti i numeri 2008. Il fatturato consolidato cala del 7,1%, a quota 1,8 miliardi di euro. A perimetro omogeneo la flessione è del 6%. Pari a 249,2 milioni di euro, il margine operativo lordo (mol) si contrae del 7,3%, mentre l'utile netto si riduce del 13,8%, a quota 97,1 milioni di euro. Il risultato operativo consolidato nel 2008 è stato di 203,5 milioni di euro (al ribasso del 9,6%); l'incidenza sui ricavi è passata dall'11,5% del 2007 all'11,2% attuale. La posizione finanziaria netta è passata, infine, da -535,3 milioni a -490,3 milioni; l'effetto positivo della vendita dell'80% di Mondadori Printing è stato di circa 121,4 milioni. Salta il dividendo. Niente distribuzione del dividendo in vista, destinando l'utile netto della capogruppo Arnoldo Mondatori Editore (pari a 66,2 milioni) a riserva straordinaria, in modo da «consentire a Mondadori di preservare la propria solidità finanziaria, mantenere il necessario livello di investimento sul core business e finanziare la prosecuzione del processo riorganizzativo». Quattro pilastri. «La leadership nel settore libri ci darà un vantaggio», ha rilanciato l'a.d. del gruppo presieduto da Marina Berlusconi. «Buono il portafoglio periodici e i risultati del retail; la radio mantiene un forte potenziale di crescita». La divisione libri di Mondadori chiude il 2008 con ricavi per 434,3 milioni di euro (-2,4%) e un mol che incide sul fatturato per il 19,1%. Se tiene la linea scolastica (-1,1%) autori come Roberto Saviano e Khaled Hosseini sostengono i titoli generalisti (-1,2%). Grazia Francia? Prima o poi lo faremo. Cala la diffusione dei periodici (-17,2%) e la loro raccolta (-5,3%) in Italia. I ricavi scendono del 12,5%, pari a 575,7 mln, mentre in Francia il dato si attesta a quota 374,1 milioni (-4,1%). Sempre Oltralpe le inserzioni si sono ridotte del 14,5% (-12,3% al netto delle 8 testate cedute). Tra i periodici con le migliori performance, a giudizio del manager, Tu Style che ha quasi raddoppiato la diffusione e Donna Moderna, forte anche dei contatti su internet. E allargando la visuale, tutto il mondo digitale è un settore in cui Costa ritiene di dover investire con razionalità. Trattative sono in corso negli Usa anche con Amazon. «Grazia Francia? Prima o poi lo faremo», ha detto l'a.d. «Decideremo nella tarda primavera se lanciarlo o meno nel secondo semestre». Segrate punta sui paesi a più alto tasso di crescita come i Bric (Brasile, Russia, India e Cina). Pubblicità, radio a +23,9%. Spostandosi sul fronte della pubblicità, i ricavi da 331 milioni di euro si contraggono del 5,3%. I periodici calano del 4,8%, i quotidiani del 20,3%, mentre la radio si assicura il segno positivo: +23,9%. La divisione direct marketing registra infine un fatturato di 22,3 mln (giù di 6,7%), quella retail cresce invece del 6,2%, a quota 194,5 milioni, con i negozi diretti che passano da 29 a 30, le edicole da 136 a 177 e le librerie da 212 a 227. Panorama, cut price. Nell'am-bito di una iniziativa promozionale da domani Panorama sarà in edicola a 1,50 euro, metà dell'attuale prezzo di copertina.

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"I veri architetti stanno per strada" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 73 del 2009-03-26 pagina 0 "I veri architetti stanno per strada" di Alessandra Iadicicco Margaret Crawford, una delle più brillanti designer di Harvard, spiega perché lurbanistica miliardaria non funziona: "Non basta disegnare un bel quartiere a tavolino, contano i gusti della gente, le esigenze quotidiane" Firenze - Edilizia selvaggia o creatività spontanea? Piani regolatori o progetti fai-da-te? Disegni ambiziosi di demiurghi e archistar o città realizzate a misura duomo? Prima e oltre ogni pianificazione strategica, lo spazio abitato e edificabile si organizza per così dire da sé. Grazie allazione anonima, spontanea, silenziosa, provocata «dal basso» di una «Urbanistica quotidiana». è unidea della sociologa californiana Margaret Crawford, docente di Pianificazione urbana e Teoria del design alla Graduate school of design della Harvard University, autrice di un volume che ha fatto epoca nella comunità degli architetti, Everyday Urbanism (Monacelli Press, 1999) e direttore responsabile dellomonima rivista di architettura. Labbiamo incontrata a Firenze, dovera ospite del simposio sullo «Spazio pubblico nella città diffusa» organizzato dallOsservatorio sullarchitettura della Fondazione Targetti. Professoressa Crawford, che cosè lurbanistica quotidiana? «Scritto con la minuscola, lurbanistica quotidiana si riferisce al numero infinito delle azioni che la gente comune compie e degli spazi che impiega per dare una forma alla propria vita e al quartiere dove abita. è limpronta di carattere lasciata sugli spazi residenziali, commerciali, ricreativi di un città da coloro che la abitano. è lespressione di desideri, gusti, preferenze, esigenze che chi vive, o lavora, o viaggia in unarea urbana trasmette rinnovando la propria abitazione. Dal colore delle serrande, alle insegne dei negozi, ai parcheggi delle biciclette, l“uso” che abitanti o avventori fanno di una città lascia sempre un segno. Scritto a lettere maiuscole, lo Everyday Urbanism è la teoria che descrive lapproccio urbanistico di chi vuole capire come funzionano quelle pratiche e lavorarci su». Questa azione spontanea dei cittadini deve essere controllata? Governata da un politico? Progettata da un architetto? «Architetti e politici devono mettere da parte le loro idee normative e guardare più da vicino la vita delle persone. Nella loro molteplicità e specificità le pratiche quotidiane di intervento sugli spazi urbani da parte di chi ci vive e lavora rappresentano una sfida alle categorie di studio di cui disponiamo e ai nostri presupposti su ciò che è o dovrebbe essere una “buona” urbanistica. Lurbanistica quotidiana costringe gli esperti professionali e ufficiali della pianificazione a ripensare gli strumenti con cui agire sugli spazi pubblici. Li incoraggia a lavorare con altri strumenti, basati sulla realtà esistente. Cè moltissimo da imparare dal modo in cui differenti gruppi di persone stanno organizzando la propria esistenza quotidiana». Chi vive, lavora, si muove nella città, sa di essere responsabile della sua trasformazione? «Perseguendo i loro obiettivi quotidiani - privati, sociali, economici, culturali... - i cittadini lasciano la loro impronta. Espressa attraverso i loro bisogni, la loro esperienza diventa il fulcro dellappartenenza a una comunità, un principio di identità economica e sociale, un diritto di cittadinanza che spesso conduce a una nuova e sorprendente configurazione degli spazi urbani e suburbani. è una nuova presa di possesso del territorio che si sta realizzando in tutte le città del mondo». La tecnologia e il traffico diffusi, non daranno una fisionomia uniforme a tutto il pianeta? «La globalizzazione, a tutti li livelli, produce effetti altamente specifici quando agisce localmente sul campo. Fenomeni come migrazione, global branding e turismo hanno un impatto assai diverso in diverse situazioni. LUrbanistica quotidiana si interessa alla specificità di questi contesti. Si occupa del modo in cui diversi gruppi umani rispondono agli impulsi delleconomia e della comunicazione globali. Credo che le generalizzazioni teoriche del cosiddetto spazio globalizzato - i “non luoghi” di Marc Augé, il Junkspace, lo “spazio spazzatura” di Rem Koolhaas - non abbiano mai prestato da vicino la debita attenzione a ciò che in quelle porzioni di spazio realmente succede». E quel che succede non è una trasformazione caotica? Non rischia di offendere il gusto, infrangere i piani regolatori? «Può sembrare un processo disordinato, ma di fatto è sempre dettato da urgenze reali, esigenze funzionali e abitudini consolidate. Prendiamo ad esempio il commercio ambulante. Ho lavorato sodo per farlo legalizzare e legittimare a Los Angeles. Molti credevano che la vendita di prodotti per le strade fosse una forma di disperazione economica. Di fatto molti di questi piccoli commercianti sono i protagonisti di una microeconomia assai complessa e redditizia. Vitale per il tessuto urbano. Si deve cercare di capire come questo microcommercio funziona. Quali sono i suoi punti deboli e quali i vantaggi che apporta. Non semplicemente opporsi al suo effetto apparentemente dirompente». Mercatini di strada, venditori ambulanti a Los Angeles. Lei fa questi esempi. Spesso sono visti come elementi di disturbo... «Più che come elementi di disturbo, vedrei questi conflitti come un momento fondamentale di ogni democrazia. La democrazia non è un concetto astratto, né una struttura vuota: è la pratica attiva di una sempre rinnovata definizione di se stessa. Più che una falla nello spazio pubblico, la presenza di pratiche che sembrano infrangerlo costituisce uno dei momenti più fertili della sua natura. La conseguenza è che in base a esse vengono ridisegnati i confini tra pubblico e privato. E ridiscussi i concetti di cittadinanza e di democrazia». Agli occhi di «archistar» e «city planner» tutto questo non parrà una forma di degrado? «Ma lurbanistica quotidiana non intende affatto rimpiazzare il ruolo dei designer e dei pianificatori delle aree urbane! Piuttosto è un lavorio che si svolge accanto e successivamente alla loro opera. Unaggiunta o un complemento ai progetti disegnati sulla carta a tavolino, realizzati sul terreno cittadino e consegnati a chi di fatto lo abiterà. Leveryday urbanism, scritto con la lettera minuscola, agisce tutti i giorni nelle nicchie nei cantucci e negli angoli dellurbanistica ufficiale. Linteressante però è che molti architetti e progettisti ufficiali si stanno sempre più rendendo conto dei benefici di questo approccio, e sempre più ne tengono conto per mettere a punto i propri piani. Uno dei benefici più evidenti della crescita spontanea e della trasformazione quotidiana delle città è che è molto meno costosa, molto più economica di qualsiasi altro programma di sviluppo!». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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ATTESA PER LE NUOVE REGOLE DI OBAMA SULLA FINANZA - IL PREMIER CECO (PRESIDENTE DI TURNO UE) CONTRO OBAMA - SARKÒ L'AFRICANO QUANDO RACHIDA ERA SOCIALISTA SORPRESA! GEITHNER AP (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> ATTESA PER LE NUOVE REGOLE DI OBAMA SULLA FINANZA - IL PREMIER CECO (PRESIDENTE DI TURNO UE) CONTRO OBAMA - SARKò LAFRICANO QUANDO RACHIDA ERA SOCIALISTA SORPRESA! GEITHNER APRE ALLIDEA CINESE SULLA VALUTA DI RISERVA Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL MUNDO - Il futuro dei Paesi Baschi: "Due storici" membri dell'Eta "aiutano il ministero dell'Interno a isolare" gli elementi più duri del gruppo terrorista basco. El Mundo si occupa in apertura del piano del ministero dell'Interno spagnolo contro l'Eta, un piano che prevede anche il coinvolgimento di "membri storici" dell'organizzazione. In un editoriale il quotidiano afferma che si tratta "di una strategia di lotta rischiosa". Obama "Il governatore più odiato dell'Afghanistan dirigerà la provincia 'spagnola'": Delbar Jan Arman è stato nominato nuovo governatore della provincia di Badghis, l'area sotto la responsabilità spagnola. EL PAIS - In primo piano le critiche rivolte al Congresso al premier spagnolo Zapatero per il "fiasco in Kosovo": Le forze di opposizione di destra e sinistra hanno attaccato duramente il primo ministro socialista per la vicenda del ritiro del contingente spagnolo dal Kosovo, la regione balcanica che ha proclamato lo scorso anno la sua indipendenza dalla Serbia, indipendenza non riconosciuta dal governo di Madrid. "La presidenza ceca dell'Unione Europea attacca Obama alla vigilia del suo primo viaggio in Europa": il premier ceco Topolanek, nonostante sia stato sfiduciato in patria, ha criticato i piani di stimolo dell'economia applicati dal presidente americano. El Pais riporta in prima pagina anche la notizia dell'arresto in Messico di Josè Perez Diaz, "Pepe el del Popular", fuggito dalla Spagna nel 1991 dopo aver messo a segno una truffa da 36 milioni di euro. 2 - FRANCIA LIBERATION - Scoop di Liberation che pubblica una lista delle Europee 1994 in cui Rachida Dati, ministro di Giustizia francese dimissionario, compariva tra le fila dei socialisti. Liberato il manager della 3M tenuto 'prigioniero' dai dipendenti. Nicolas Sarkozy in tour in Africa. LE FIGARO - In apertura la "prova di forza" tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e il mondo imprenditoriale. Per il secondo mese consecutivo aumenta il numero dei disoccupati. Rachida Dati 3 - GERMANIA SUEDDEUTSCHE ZEITUNG - "Così non va, Frau Merkel": i toni tra Spd e Cdu-Csu si fanno più aspro. Il presidente dei socialdemocratici Franz Muentefering accusa il Cancelliere di aver violato gli accordi e rimpiange il polso dell'ex capo del governo Gerhard Schroeder. Ma aggiunge di voler portare a termine la legislatura senza rompere tutti i ponti. Il segretario generale dei cristiano-democratici, Ronald Pofalla reagisce rimproverando alla Spd di svolgere una campagna elettorale senza rispetto per le preoccupazioni della gente. "Qimonda potrebbe diventare russa": secondo informazioni raccolta dal quotidiano monachese, Martin Jaffé, il curatore fallimentare della società produttrice di chip con sede a Dresda che alla fine di gennaio ha dichiarato lo stato di insolvenza, sarebbe in trattative non solo con la cinese Inspur, ma anche con la russa Angstream e con un potenziale investitore di Taiwan. Si tratta di aziende pubbliche o con massiccia presenza dello Stato. Tra tutte le opzioni di salvataggio, però, Jaffé preferirebbe una via d'uscita europea. Sassonia e Portogallo sono ancora in ballo. FAZ - "Un tipico programma-fuoco di paglia": 570mila nuove auto, secondo il quotidiano di Francoforte, sono già state vendute a chi ha rottamato la propria. Ma contro la scelta del governo federale di rimpolpare il fondo erogato per il rinnovo del parco auto tedesco non riceve critiche solo dalle file dell'opposizione. Anche gli economisti esprimono riserve. Nicolas Sarkozy "Azionisti di Ikb criticano il grande azionista Lone Star", il fondo di private equity texano proprietario di oltre il 90% della banca tedesca, travolta dalla crisi dei subprime a metà del 2007, per aver convocato ieri a Duesseldorf un'assemblea generale allo scopo di sospendere l'inchiesta interna avviata per individuare i responsabili delle gravi perdite della Deutsche Industriebank AG, istituto operante nel settore delle piccole e medie imprese. DIE WELT - "Gli Usa riflettono sull'ipotesi di rimpiazzare il dollaro" come valuta di riserva. Cina e Russia lo chiedono senza giri di parole e il ministro delle Finanze Usa Timothy Gaithner sorprende per la sua reazione difensiva. Il sottosegretario al Tesoro si dichiara "per lo più disponibile" a considerare la proposta di Pechino. "La caduta di Topolanek fa vacillare la nuova Ue": non è solo la presidenza di turno dell'Ue in ballo, ma il progetto Europa a traballare. Il rischio che Vaclav Klaus, l'euroscettico presidente ceco, ostacoli il processo di riforma strutturale dell'Ue a 27 e alimenti il malcontento dei detrattori del trattato di Lisbona è concreto. 4 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "Brown in ritirata sulla spesa dopo il monito lanciato dal mercato", che per la prima volta dal 2002 ha evitato i bond emessi dal governo per ripagare il debito. Da New York, il premier è stato quindi costretto ad annunciare che non intende presentare il nuovo piano di stimolo da 20 miliardi di sterline, anticipato lo scorso autunno dal ministro delle Finanze, Alistair Darling, sostenendo che ci sono altri 'modi più efficaci e rapidi' per sostenere la domanda. Negli Stati Uniti, "Obama potrebbe rinviare la firma dell'accordo sui cambiamenti climatici" al vertice di Copenhagen in programma alla fine dell'anno. A giudizio di alcuni suoi consiglieri, il Presidente avrebbe bisogno di più tempo per conquistare il pieno sostegno dell'opinione pubblica. GEITHNER THE INDEPENDENT - "Le cliniche dove si pratica l'aborto potranno lanciare annunci pubblicitari in televisione": l'autorità di controllo ha rivisto le norme dopo 50 anni, nel tentativo di arginare il crescente numero di gravidanze tra teenager. Il Regno Unito è il Paese europeo in cui si contano più gravidanze tra ragazzi con meno di 18 anni, pari a 42 su ogni 1.000 teenager. Sul fronte della crisi economica, i mercati costringono il premier britannico sulla difensiva riguardo il suo nuovo piano di stimolo: "L'insuccesso delle obbligazioni si ripercuote sui piani di Brown per contrastare la recessione". THE TIMES - "Il Regno Unito spinge sul gas per lo stallo della scelta dell'eolico": i piani per la costruzione di centinaia di impianti eolici sono infatti fermi dopo che il principale investitore, Iberdrola Renewables, ha deciso di ridurre di oltre il 40% i fondi a disposizione. In prima pagina la moglie del cittadino britannico ucciso dai pirati al largo della Thailandia: "Sono arrivati con le mazze e mi hanno legato". FINANCIAL TIMES - "Il leader Ue condanna la "strada Usa per l'inferno": il premier ceco Mirek Topolanek, presidente di turno dell'Unione, ha criticato le politiche adottate da Washington per rilanciare l'economia. Critiche pronunciate a meno di una settimana dall'arrivo di Barack Obama in Europa. A Washington, "Il dollaro perde valore mentre il 'parlare sciolto' di Geithner colpisce la riserva monetaria mondiale": il ministro del Tesoro si è detto pronto a valutare la proposta cinese di rivedere il sistema, fondato oggi sul dollaro per i pagamenti internazionali. In vista del vertice del G20, il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon chiede di aumentare gli aiuti per i paesi emergenti e per contrastare i cambiamenti climatici: "L'appello del capo Onu al G20". 5 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - In apertura l'Afghanistan: il New York Times, citando fonti dell'amministrazione Usa, riferisce che i talebani hanno potuto intensificare gli attacchi nel sud dell'Afghanistan grazie all'aiuto di agenti dei servizi di intelligence pachistani, nonostante le promesse del governo di Islamabad di combattere i gruppi fondamentalisti che combattono in territorio afgano. L'assistenza ai talebani e agli altri gruppi estremisti è fornita dagli agenti della direzione dell'Inter-Services Intelligence (Isi). L'amministrazione Obama "svelerà oggi i dettagli del piano" con le nuove regole della finanza, per aumentare la sorveglianza sugli hedge fund e altri "strumenti esotici", come i credit default swap. THE WASHINGTON POST - "Geithner propone un'ampia espansione del controllo federale sul sistema finanziario": il segretario al Tesoro Tim Geithner ha messo a punto un piano per regolamentare il sistema finanziario. Anche il Washington post si occupa di Afghanistan, e riferisce che il peso degli Stati Uniti nel conflitto si accresce con l'invio di rinforzi militari e altro personale civile. La decisione del presidente Obama di inviare altre 17mila truppe in Afghanistan nel 2009 porterà a 90mila il numero dei soldati stranieri nel Paese asiatico, due terzi dei quali americani. L'amministrazione Usa aumenterà del 50 per cento anche il numero dei funzionari civili in Afghanistan. [26-03-2009]

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Contesti 6 dopo il corto Ora insegue una medaglia (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta Dello Sport Online, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

">stampa | chiudi 26 marzo 2009 Contesti 6° dopo il corto Ora insegue una medaglia Ai Mondiali di Los Angeles il francese naturalizzato italiano è perfetto nel suo valzer: con 78.50 stabilisce il record nazionale e nella notte italiana, nel libero, andrà a caccia del podio. L'oro delle coppie d'artistico al tandem Aliona Savchenko-Robin Szolkowy LOS ANGELES (Usa), 26 marzo 2009 - Samuel Contesti è più che una realtà. Dopo l'inatteso argento degli Europei di Helsinki di gennaio, quando si ripropose sulla scena internazionale dopo quasi quattro anno di assenza, il francese naturalizzato italiano si conferma ai vertici anche in sede iridata. Samuel, nel corto, pur pattinando ben prima dei protagonisti più attesi (colpa di un ranking mondiale che per ora non può rendergli giustizia) centra uno scintillante sesto posto (con tanto di terzo punteggio negli elementi tecnici) che, nel libero in programma stasera, nella notte italiana, gli permetterà di scendere in pista nell'ultimo gruppo di merito. Il suo valzer, delicato e ben coreografato, pieno di atmosfera e suggestioni, è pulito, praticamente perfetto: triplo lutz-triplo toeloop, triplo axel, triplo loop, due trottole di livello quattro, due belle sequenze di passi. Il suo 78.50, con un progresso di 2.55 sulla prestazione continentale, record italiano nuovamente migliorato in gare Isu, vale tanto. Anche qualche colpo di tosse che, dopo la gara, lo manda k.o. per qualche minuto. In attesa, naturalmente, della seconda parte di gara che assegnerà le medaglie, nella quale interpreterà uno scatenato cowboy. In testa, intanto, c'è meritatamente il francese Brian Joubert, capace di un quadruplo come solo il ceco Verner, il russo Voronov e il connazionale Ponsero. ORO TEDESCO - L'oro delle coppie d'artistico, intanto, va ai tedeschi Aliona Savchenko-Robin Szolkowy, capaci di confermare il successo di Göteborg 2008. Sulle note della colonna sonora di Schindler's list, gli allievi di Ingo Steuer, anche campioni europei da tre anni consecutivi, si consacrano con un'interpretazione intensissima, diventando i logici favoriti anche per l'Olimpiade di Vancouver della prossima stagione. Alle loro spalle i cinesi Dan Zhang-Hao Zhang e i russi Yuko Kavaguti-Alexander Smirnov. Poca fortuna per gli azzurri Nicole Della Monica-Yannick Kocon che, al debutto in un Mondiale seniores, confermano la diciottesima piazza del programma corto. Da loro, dopo il bel sesto posto continentale e uno stage dal guru russo Tamara Moskvina, era forse lecito attendersi qualcosa di più. RISULTATI - Uomini. Corto: 1. Joubert (Fra) 84.40; 2. Lysacek (Usa) 82.70; 3. Chan (Can) 82.55; 4. Verner (R.Ceca) 80.36; 5. Kozuka (Giap) 79.35; 6. Contesti 78.50; 7. Oda (Giap) 76.49; 8. Mroz (Usa) 76.10. Coppie. Finale: 1. (1.1.) Savchenko-Szolkowy (Ger) 203.48; 2. (3.2.) Dan Zhang-Hao Zhang (Cina) 186.52; 3. (2.3.) Kavaguti-Smirnov (Rus) 186. 39; 4. (5.4.) Qing Pang-Jian Tong (Cina) 181.08; 5. (4.7.) Mukhortova-Trankov (Rus) 177.89; 6. (6.5.) Volosozhar-Morozov (Ucr) 175.61; 18. (18.18.) Della Monica-Kocon 108. 49. Oggi (orario italiano, locale -8 ore) - Ore 20.30-0.50: originale danza (Cappellini-Lanotte, ore 22.20; Faiella-Scali, ore 0.42). Ore 1.35-5.50: libero uomini (Contesti, ore 5.05). In tv: diretta RaiSport Più ed Eurosport. dal nostro inviatoAndrea Buongiovanni

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USA-CINA/ PECHINO CRITICA RAPPORTO DEL PENTAGONO: INTERFERENZA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Usa-Cina/ Pechino critica rapporto del Pentagono: interferenza di Apcom "potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi" -->Pechino, 26 mar. (AP) - La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente" al rapporto. Il documento sottolinea come la Cina stia continuando a sviluppare sistemi d'arma in grado di minacciare Taiwan, sebbene le tensioni fra Pechino e Taipei si siano significativamente ridotte negli ultimi mesi. Al momento, secondo il documento, esiste una profonda incertezza su come Pechino abbia intenzione di utilizzare le proprie forze armate, che stanno attraversando un periodo di profonda trasformazione: da esercito di massa progettato per lunghe guerre di attrito sul proprio territorio a forza in grado di combattere conflitti brevi e ad alta intensità contro avversari tecnologicamente evoluti. La capacità cinese di affrontare impegni militari a distanza rimane limitata, ma le forze armate continuano a sviluppare e a mettere in linea armi evolute che stanno mutando gli equilibri regionali e che hanno ripercussioni che vanno al di là dell'area Asia-Pacifico", conclude il rapporto.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«La Guerra Fredda non c'è più Basta verità distorte dagli >Usa» -->Accuse dalla Cina: interferenze sui nostri affari interni, a rischio le relazioni militari tra i nostri Paesi

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Usa-Cina/ Pechino critica rapporto del Pentagono: (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 26 mar. (AP) - La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente" al rapporto. Il documento sottolinea come la Cina stia continuando a sviluppare sistemi d'arma in grado di minacciare Taiwan, sebbene le tensioni fra Pechino e Taipei si siano significativamente ridotte negli ultimi mesi. Al momento, secondo il documento, esiste una profonda incertezza su come Pechino abbia intenzione di utilizzare le proprie forze armate, che stanno attraversando un periodo di profonda trasformazione: da esercito di massa progettato per lunghe guerre di attrito sul proprio territorio a forza in grado di combattere conflitti brevi e ad alta intensità contro avversari tecnologicamente evoluti. La capacità cinese di affrontare impegni militari a distanza rimane limitata, ma le forze armate continuano a sviluppare e a mettere in linea armi evolute che stanno mutando gli equilibri regionali e che hanno ripercussioni che vanno al di là dell'area Asia-Pacifico", conclude il rapporto.

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IN EUROPA SCATTA LA CACCIA AI MANAGER G20, USA SOTTO IL FUOCO DI CINA E UE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

In Europa scatta la caccia ai manager G20, Usa sotto il fuoco di Cina e Ue -->In Francia i dipendenti sequestrano un dirigente di un'azienda chimica. Vandali in casa dell'ex direttore della Royal Bank of Scotland Goodwin. SERVIZIO Borse in diretta / INFOGRAFICA Il budget Usa per il 2010

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Sap premia chi ha assimilato lo spirito 2.0 (sezione: Globalizzazione)

( da "01net" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sap premia chi ha assimilato lo spirito 2.0 Le reti sociali si fanno largo in azienda Si è concluso il Sap Dream Team Award, il premio presentato lo scorso luglio in occasione del lancio di WikiSap, la piattaforma di business social networking per le imprese, della casa tedesca. L'iniziativa intendeva individuare le eccellenze del management italiano partendo dal presupposto che il successo di un'azienda passa dalle singole risorse e dalle relazioni che instaurano con l'ambiente. Il premio ha coinvolto vari imprenditori che, con spirito 2.0, hanno condiviso il loro pensiero con la community, contribuendo ad arricchire la piattaforma con messaggi e contenuti (podcast, video, foto e articoli). Vi hanno partecipato circa 2.000 persone. I principali contributi si sono sviluppati in riferimento a temi come finanza e mercati, Pa, innovazione, sviluppo tecnologico, globalizzazione e cambio generazionale. La giuria del Sap Dream Team Award, composta da un rappresentante di Sap Italia e da un docente del Politecnico di Milano, ha selezionato i manager che si sono distinti nelle categorie direzione, sistemi informativi e marketing. Roberto Lorusso, Ad di Fincons Sud, ha primeggiato nella categoria Ceo, imprenditore; Roberto Mircoli di Cisco ha ottenuto il punteggio più alto nella categoria direttore marketing; Antonio Savarese di Enel è il vincitore nella categoria Cio, responsabile dell'informatica aziendale. Il riconoscimento, coerentemente con l'iniziativa, è formativo: il premio per i vincitori consiste in una giornata di formazione avanzata sulla Business intelligence, organizzata in collaborazione con L'Osservatorio sulla Business Intelligence del Politecnico di Milano.

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MACCHIA (FIBA CISL): "MICROCREDITO LEVA PER LO SVILUPPO" (sezione: Globalizzazione)

( da "Basilicanet.it" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MACCHIA (FIBA CISL): "MICROCREDITO LEVA PER LO SVILUPPO" 26/03/2009 11.55.25 [Basilicata] Un miliardo di potenziali clienti e un volume finanziario che entro il 2015 toccherà  quota 25 miliardi di dollari. Sono i grandi numeri del microcredito, una formula innovativa di prestito bancario che non guarda alle garanzie ma al merito e alla bontà  dei progetti finanziati. Ȉ con il microcredito, tanto per fare qualche altro numero, che 12 milioni di poveri nel Bangladesh sono usciti dalla misera grazie ai micro-prestiti della banca Grameen, fondata dal premio Nobel Muhammad Yunus. Ma è¨ una realtà  esportabile anche in Basilicata? Sì¬ secondo il riconfermato segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, che ieri mattina a Rifreddo ha lanciato l'idea del microcredito nel corso del settimo congresso regionale del sindacato bancari della Cisl. “Dobbiamo sfatare un mito che rischia di generare equivoci: il microcredito non è¨ un'opera filantropica limitata ai paesi del terzo mondo, bensì¬ un modo virtuoso di essere e fare banca, una diversa visione del mondo che può² aiutarci a superare la crisi economicaâ. E che non sia solo questione di paesi poveri lo dimostra il fatto che il microcredito sta prendendo piede anche nei paesi industrializzati come Francia, Norvegia, Usa, Canada, Cina. Lo stesso Yunus ha annunciato a Milano la nascita della filiale italiana della Grameen in collaborazione con Unicredit e Università  di Bologna. “Prestare i soldi ai poveri o a chi non ha garanzie è¨ la grande sfida dello sviluppo – sostiene Macchia – Non è¨ possibile che ai giovani ai quali diciamo di non aspettare il posto fisso e di darsi da fare, poi neghiamo l'accesso al credito perché© non portano in dote alcuna garanzia. Rivendicare un sistema creditizio più¹ capace di fare micro-finanza non significa chiedere assistenzialismo o minore rigore, ma rendere le banche più¹ moderne e consentire alle persone di mettere a frutto il proprio talentoâ. Del resto basta guardare i numeri del prestito d'onore, una formula ante litteram di microcredito. In numeri li fornisce lo stesso Macchia. “In Basilicata, regione di circa 600 mila abitanti, il prestito d’onore ha finanziato approssimativamente 4 mila nuove iniziative micro-imprenditoriali. Al netto della fisiologica mortalità  aziendale possiamo affermare che i posti di lavoro durevoli creati sono circa 3 mila, in maggioranza giovani e donne, cioè¨ le fasce più¹ deboli del nostro tessuto sociale. E tutto questo con un impiego di risorse pubbliche nettamente inferiore ai tanti mega investimenti industriali realizzati nel Mezzogiorno i cui risultati occupazionali sono noti a tuttiâ. Insomma, “le banche devono tornare a fare le banche per aiutare la crescita e lo sviluppo della nostra regioneâ. Ne è¨ convinto anche il leader della Cisl lucana, Nino Falotico. “Nel pacchetto di misure anticrisi che stiamo predisponendo un ruolo fondamentale lo giocano le banche sia per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito delle persone che hanno perso il posto di lavoro e che semmai si ritrovano le rate del mutuo da pagare, sia per quanto concerne il sostegno alle imprese, specie quelle che lavorano nel campo delle opere pubbliche e che spesso vanno in sofferenza per via dei tempi non proprio celeri della pubblica amministrazioneâ. E di credito e Mezzogiorno si parlerà  in una prossima iniziativa pubblica promossa dalla Fiba e dalla Cisl. “Sarà  un momento di confronto – anticipa Gennarino Macchia – per illustrare le nostre proposte sul sistema creditizio, sul suo contributo allo sviluppo economico e sociale del Sud, sul ruolo che tutti gli attori del sistema dovrebbero svolgere affinché© si sviluppi un percorso di crescita più¹ attento al territorio, alla responsabilità  sociale e alla sostenibilità  ambientaleâ. bas 02

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Protezione civile Lezioni a scuola sulle calamità (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MUSSOLENTE. Da oggi alle elementari e medie 26/03/2009 rss e-mail print A Mussolente la Protezione civile sale in cattedra nelle scuole Lezione di sicurezza e di pronto intervento oggi e domani all'istituto comprensivo di Mussolente. Il gruppo della protezione civile misquilese, in collaborazione con la dirigenza scolastica, organizza anche per quest'anno "Obiettivo scuola". Un progetto giunto alla sua quinta edizione e studiato proprio per diffondere anche fra le giovani generazioni la cultura di protezione civile. «Si tratta di un programma nato per introdurre nel mondo della scuola una riflessione sui comportamenti da adottare in situazioni di emergenza - spiega Mauro Tessari, presidente dell'associazione misquilese - e per far capire anche ai più piccoli che la protezione civile è un sistema di più soggetti e che i rischi a cui è soggetto l'uomo nel suo ambiente dipendono dall'uso che l'uomo fa del territorio». Supportata dal patrocinio del Comune, la sezione locale dell'organizzazione si avvarrà della collaborazione dei vigili del fuoco, del nucleo di Pc e cinofilo dei carabinieri e dei soccorritori per presentare le attività formative agli scolari. Lezioni in cui si parlerà dell'analisi del territorio, dell'individuazione e della prevenzione dei rischi, dei comportamenti da tenere in caso di pericolo e della modalità d'azione della macchina della protezione civile. Stamattina i volontari incontreranno, in due momenti diversi, le quarte elementari del capoluogo e della frazione: dapprima illustreranno agli alunni le attività e le finalità del gruppo paesano e poi daranno il via alle prove pratiche con i soccorritori, presenti con un'ambulanza, e con i cani da ricerca delle unità cinofile. Domattina invece alle scuole medie il corso comincerà con una vera e propria prova di evacuazione, cui seguiranno una serie di spiegazioni teoriche tenute dagli uomini della protezione civile e dai vigili del fuoco, i quali, dopo le spiegazioni, offriranno una dimostrazione pratica di come si spegne un incendio.C.Z.

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E negli Usa riparte l'immobiliare (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA 26-03-2009 economia I nuovi dati americani sull'edilizia indicano una significativa ripresa del settore. Ma nel Vecchio continente crescono gli episodi di protesta da parte dei lavoratori in difficoltà. Nuove tensioni tra Europa e Stati Uniti in vista del vertice del G20 di Londra E negli Usa riparte l'immobiliare Vendite di case, balzo a sorpresa del 4,7% e boom dei mutui (+32%) Obama: segni di ripresa, ma serve pazienza. No alla moneta globale DA NEW YORK LORETTA BRICCHI LEE G li americani sono tornati ad acquistare case. Un rapporto del Censo Usa ha infatti rivelato ieri che le vendite di nuove abitazioni hanno registrato un boom inaspettato, riprendendosi del 4,7% a febbraio, dopo aver toccato livelli minimi nel mese precedente. Il dato è stato accolto con euforia da Wall Street che ha registrato in apertura un rialzo del 2% in quanto, non solo la crescita (di 337.000 unità) è la prima dal luglio scorso e in netta controtendenza rispetto al calo del 2,9% previsto dagli analisti, ma confermerebbe la lettura positiva del settore edilizio, per il mese appena terminato, data dalla costruzione di nuovi edifici in aumento del 22% a un tasso annuo di 583.000 unità e dalla rivendita di abitazioni esistenti, in crescita del 5,1% a 4,72 milioni su base annua. A spingere gli americani a investire in edilizia sarebbe stata la riduzione dei tassi sui mutui (la scorsa settimana la richiesta di prestiti è aumentata del 32%, quella di rifinanziamenti del 42%), ma anche il prezzo delle proprietà stesse che, in media a 200.000 dollari, avrebbe mostrato un calo del 18% rispetto all'anno scorso. Gli esperti fanno però notare che servirebbero almeno tre mesi positivi prima di poter dichiarare la fine delle difficoltà per il mercato immobiliare. Secondo gli ottimisti, però, si può quanto meno pensare che si sia toccato il fondo e che la ripresa non sia lontana. Difficile, infatti, spegnere gli entusiasmi in una giornata che ha visto anche l'inaspettato balzo in avanti degli ordini di beni durevoli che, dopo la contrazione del 7,3% registrato a inizio anno, sono cresciuti a febbraio del 3,4% a 165,5 miliardi di dollari, l'incremento più sostenuto dal dicembre 2007 e in netto contrasto con il calo del 2% previsto. Come del resto ha sottolineato il presidente americano Barack Obama ci sarebbero «già i primi segnali di progresso» nella risoluzione della crisi, anche se prima di riprendersi «ci vorrà tempo e pazienza». «Questa crisi non è giunta di sorpresa e non è conseguenza di una singola azione o decisione», quindi, per uscirne, sarà necessaria «l'ampia strategia messa a punto per affrontare il problema da tutti i fronti» ha spiegato il capo della Casa Bianca, ribadendo che è «inaccettabile che banchieri e manager di Wall Street si arricchiscano con il denaro dei contribuenti», ma mettendo in guardia dal «demonizzare ogni investitore che cerca di ottenere profitti». Sarebbe infatti sempre stata questa spinta al profitto a nutrire la prosperità americana e ha previsto Obama sarà ancora questa a «portare alla ripresa del mercato del credito e a rimettere in moto l'economia ». Secondo il rapporto economico trimestrale dell'Università della California si dovrà attendere fino al 2010 prima di poter vedere tale crescita economica prevista in media del 2,7% e assistere prima a un declino del prodotto interno lordo pari al 6,8% per i primi trimestri di quest'anno, seguito da una contrazione del 4,5% nel secondo trimestre e dell'1,7% nel terzo trimestre. La fiducia dell'amministrazione ha però spiegato il presidente americano sarebbe dimostrata anche dagli investitori mondiali che, considerando «gli Stati Uniti la più forte economia al mondo », ne stanno sostenendo la divisa. Da scartare, quindi, secondo Obama, l'ipotesi avanzata recentemente dalla Cina di una «moneta globale» che vada a sostituire il dollaro come principale riserva mondiale. Una bocciatura ribadita poi ancora ieri dal ministro al Tesoro Usa, Timothy Geithner che nel promettere che l'America, durante il summit del G20 previsto per inizio aprile a Londra, dimostrerà un «impegno in misura della gravità della crisi», ha lanciato un chiaro messaggio alla comunità internazionale. Il ministro ha infatti preannunciato per le prossime settimane «nuove norme contro le frodi finanziarie » che aiuteranno a evitare «future minacce». C'è un nuovo fermento negli Stati Uniti, dove cominciano ad avvertirsi importanti segnali di ripresa. Gli americani sono tornati innanzitutto a comprare case (AP Photo) La protesta dei lavoratori della 3M in Francia: hanno bloccato il direttore in ufficio (Ap Photo)

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Verso Sud, per il nostro futuro (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mediterraneo fondazione mediterraneo Verso Sud, per il nostro futuro L'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo a Roma per incontrare il Papa In occasione della recente riunione a Roma dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (Apm) dall'11 al 14 marzo a Montecitorio sono stati discussi temi importanti concernenti il dialogo tra le culture e religioni, le migrazioni ed il rapporto politica/società civile. Il presidente dell'Apm Rudy Salles ha sottolineato l'importanza del dialogo interreligioso per giungere ad un futuro di convivenza tra uomini e donne appartenenti a culture diverse ma accomunati dalle stesse ambizioni, dalle medesime sfide e da valori condivisi e condivisibili. La delegazione dell'Apm ha partecipato ad un'udienza con il Papa Benedetto XVI ed è stata ricevuta in visita di Stato dal Segretario di Stato del Vaticano, il Cardinale Tarciso Bertone, e dal Sottosegretario per i rapporti con gli Stati Monsignor Pietro Parolin. Michele Capasso, presidente della Fondazione Mediterraneo - membro osservatore dell'Apm - con il presidente di Europa Mediterranea Claudio Azzolini ha fatto parte della delegazione e, nel suo intervento, ha sottolineato la necessità di promuovere una grande alleanza tra mondo arabo-islamico ed occidente per evitare che una globalizzazione anarchica possa compromettere i valori della democrazia e, appunto, i progetti di coesistenza. Di seguito riportiamo uno stralcio dell'intervento del presidente Capasso. "La crisi economica mondiale, l'elezione di Barach Obama alla presidenza degli Usa, il recente incontro in Vaticano tra Benedetto XVI ed i rappresentanti dell'Islàm e le conclusioni dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo alimentano nuove idee per arginare una globalizzazione anarchica e, spesso, suicida. Una delle strade percorribili è, senza dubbio, un'alleanza tra Islàm ed Occidente al fine di creare una coalizione di valori e di interessi condivisi. Questa ipotesi trova fondamento nella considerazione che i popoli del Nord europeo e del Sud arabo sono uniti dallo stesso destino. Uno dei punti fondamentali è proprio la relazione tra Islàm e Occidente. Le società musulmane del Vicino Oriente e dell'Estremo Oriente rispondono alla dinamica occidentale, che prende il nome di mondializzazione, attraverso una reazione estremamente ostile e spesso violenta. La riflessione occidentale pone a riguardo una domanda erronea, espressa nel titolo di un breve e importante testo di Bernard Lewis: What Went Wrong ? Western Impact and Middle Eastern Response. Ciò che «è andato storto», non bisogna ricercarlo nella storia, ma nei termini del problema Islam e modernità, di cui bisogna pertanto riesaminare il senso. L'Islam è un comun denominatore attraverso il quale s'intende rappresentare tutto il mondo musulmano malgrado la sua diversità: un concetto generico, nel quale l'immaginario storico occidentale che si è sviluppato nel corso dei secoli fa convergere vari sottesi, talvolta anche inconsapevolmente. Questo termine indica una società nella quale lo Stato è l'autorità e la vita civile è regolata da norme religiose dettate dal Corano. Ma anche la modernità è un comun denominatore, indicante una società fondata sul diritto umano e non sul diritto divino, sull'uguaglianza giuridica e sull'uguaglianza d'accesso alle posizioni di rappresentanza politica. Così come l'Islam è la rappresentazione statica di una realtà differenziata e dinamica, allo stesso modo la modernità è l'astrazione statica di realtà diversificate e in divenire. Ecco perché la modernità non s'identifica con l'Occidente e con l'Europa di oggi. E' un progetto di società nato in Europa all'epoca dei Lumi e sviluppatosi durante il periodo del Positivismo, ed i suoi principi basilari sono indispensabili per la complessità della vita moderna, che ha bisogno di rinnovare le strutture che erano all'epoca compatibili con i relativi comportamenti. Tuttavia, se il mondo dell'Islàm deve far fronte ai problemi derivanti dall'assenza di modernità intesa come affermazione del diritto individuale e della democrazia l'Occidente soffre di un eccesso di modernità. Velocità, razionalità, delocalizzazione della produzione, assenza di solidarietà, anomia dei contesti collettivi, mancanza di un "senso di vita" da parte dei giovani: ecco i nuovi problemi di una società che si definisce post-moderna. Il problema di Islam e modernità non è dunque l'opposizione di due antagonisti ma un problema a tre termini: l'Islam, l'Occidente e la modernità. Due realtà storiche e un'area critica comune; una situazione problematica dove ciascuno vede l'espressione della propria imperfezione nello sguardo dell'altro; un universo condiviso in cui le logiche del grande capitale mondiale rendono l'Occidente europeo e il Mediterraneo sempre più periferici rispetto ai luoghi di governo. Sulla scena mondiale, New York e Pechino non sono Il Cairo e Casablanca, ma hanno in effetti rimpiazzato Londra e Parigi come destinazione comune. Se siffatta questione viene posta in due termini porta a una politica di opposizione, ma se i termini sono tre, non mette Islam e Occidente in contrasto, ma richiede una politica di solidarietà per avanzare insieme in un'evoluzione parallela e di un comune accordo verso uno scopo condiviso, anche se il punto di partenza è diverso, come sono diversi le distanze dello scopo e gli obiettivi. Una collaborazione necessaria non solo nell'interesse dell'Islàm, ma anche dell'Occidente perché, in questo processo, quest'ultimo non avanza in linea retta, ma ha i suoi arresti e i suoi recessi. Il Mediterraneo, l'Europa e i Paesi di cultura arabo-musulmana hanno un interesse vitale a seguire una via diversa da quella generata sino ad oggi: la via della collaborazione e dell'intesa è la sola percorribile. Una politica di collaborazione e solidarietà è urgente. Non bisogna dimenticare che la civiltà europea ha un grande debito verso l'Islàm: perché l'Europa occidentale deve, in larga parte, il suo risveglio alla civiltà islamica. E' arrivato il momento di pagare questo debito, ma purtroppo non abbiamo imboccato questa strada. Molto spesso la modernità non è offerta all'Islam in forme che promuovano la sua uguaglianza, ma piuttosto attraverso strutture che mirano a esprimere la sua subordinazione. Ciò dà luogo alla sua erosione anche in Europa. I destini dell'Islàm e dell'Occidente sono più legati di quanto si possa credere. La speranza è che l'Occidente sappia cogliere questa ultima occasione: in tale contesto il ruolo dell'Assemblea Parlamentare del Mediterraneo è fondamentale per alimentare un nuovo corso della politica fondato sulla creazione di una coalizione di valori e di interessi condivisi indispensabile per un futuro di pace e sviluppo. La nostra nuova rotta deve, necessariamente, essere "Verso Sud". del 26-03-2009 num.

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Strauss Kahn apre alla Cina: Sì alla moneta globale (sezione: Globalizzazione)

( da "Denaro, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Borsa & Mercati mondo Strauss Kahn apre alla Cina: Sì alla moneta globale La proposta cinese di sostituire il dollaro come valuta di riserva (Sdr) trova l'appoggio del direttore generale dell'Fmi. Per Dominique Strauss-Kahn la proposta di Pechino di far ricorso ai "diritti speciali di prelievo" (una moneta sovranazionale varata nel 1969 dal Fmi) è "interessante". Anche se, per discuterne "servirebbero diversi mesi". Gli Special Drawing Rights del Fondo monetario internazionale (diritti speciali di prelievo) sono una moneta sovranazionale varata nel 1969 dal Fmi. Attualmente utilizzati solo come strumento contabile all'interno del Fondo e il suo valore è determinato da un paniere delle principali valute (dollaro euro yen e sterlina). Le esternazioni del numero uno del Fondo monetario Internazionale arrivano nel giorno in cui lo stesso segretatrio al Tesoro Usa Geithner ha ribadito che il dollaro "resterà la valuta di riserva dominante nel mondo". Chi invece si è detto nettamente contrario alla proposta è il premier britannico Gordon Brown. "Non penso - ha detto - che al prossimo G20 avremo una lunga discussione sulla proposta di una nuova valuta globale". Un "problema più attuale" secondo Brown è quello di persuadere paesi come la Cina, l'India, il Giapone, la Corea del Sud ad utilizzare le loro consistenti riserve in valuta estera per stimolare l'economia. del 26-03-2009 num.

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CINA: PECHINO ACCUSA USA, RAGIONATE ANCORA CON MENTALITA' GUERRA FREDDA (sezione: Globalizzazione)

( da "Adnkronos" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA: PECHINO ACCUSA USA, RAGIONATE ANCORA CON MENTALITA' GUERRA FREDDA PROTESTA FORMALE PER UN RAPPORTO DEL PENTAGONO SU MINACCE MILITARI CINESI commenta 0 vota 0 tutte le notizie di ESTERI ultimo aggiornamento: 26 marzo, ore 12:24

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La Cina agli Usa: dovete smettere di intromettervi (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Politica La Cina agli Usa: dovete smettere di intromettervi Giovedí 26.03.2009 11:32 La politica estera americana affronta la prova dell'Estremo Oriente. Dopo le tensioni con la Corea del Nord legate al prossimo lancio di un missile che il governo di Pyongyang assicura essere un test a scopi civili, è ora la Cina a prendere posizione contro gli Usa, accusati di intromettersi nei suoi affari interni. Da Pechino giunge un monito alla Casa Bianca: potrebbe crearsi una frattura nelle relazioni militari tra le due nazioni. E' stato il portavoce del ministro degli esteri, Oin Gang, a spiegare che la Cina condanna duramente le interferenze americane nella propria politica militare. Dal canto suo Washington aveva criticato, attraverso il dipartimento della Difesa, il fatto che i cinesi stiano continuano a sviluppare armi a lunga distanza considerate una possibile minaccia per Taiwan, nonostante le relazioni tra la repubblica popolare e quella democratica siano meno tese rispetto al passato. Gli Usa hanno citato un report secondo cui la Cina starebbe anche sviluppando armi a lunga gittata che consentirebbero a Pechino di tenere sotto controllo tutta la regione dell'Asia e del Pacifico. I contenuti di questa relazione sono però contestati da Pechino, che parla di una "grossa distorsione" dei fatti. Sempre il portavoce Oin Gang ha sottolineato come, al contrario, la Cina sia impegnata in uno sviluppo pacifico delle proprie tecnologie e che la sua politica militare sia tutta di natura difensiva. "E' necessario gli che gli Stati Uniti rispettino questa verità fondamentale e abbandonino la mentalità da Guerra Fredda, smettendo di lanciare accuse senza fondamento contro la Cina. In caso contrario questo finirà con il compromettere le relazioni tra i due Paesi". Nelle settimane scorse altre tensioni tra Washington e Pechino erano emerse dopo il faccia a faccia ravvicinato tra navi della marina cinese e della Us Navy nel Mar Cinese Meridionale, che ha dato vita ad una dura disputa sulla navigazione sul confine tra acque internazionali e territorio sotto la giurisdizione cinese. tags: Cina Usa

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(sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«La Guerra Fredda non c'è più Basta verità distorte dagli >Usa» 26 marzo 2009 alle 10:43 — Fonte: corriere.it — 0 commenti Accuse dalla Cina: interferenze sui nostri affari interni, a rischio le relazioni militari tra i nostri Paesi

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CINA: PECHINO ACCUSA USA, RAGIONATE ANCORA CON MENTALITA' GUERRA FREDDA (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 26 mar. (Adnkronos/Dpa) - Pechino accusa gli Stati Uniti di ragionare ancora "con una mentalita' da Guerra Fredda" e presenta una protesta formale per il rapporto del Pentagono che parla di un riarmo cinese. "Il rapporto diffuso dagli Stati Uniti continua a basarsi sulla teoria della minaccia militare cinese, distorce i fatti ed interferisce con gli affari interni della Cina" ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, riferendosi al documento che esprime preoccupazione per il riarmo cinese.

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G8/ Frattini e Bondi aprono vertice mondiale degli (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 mar. (Apcom) - "Analizzare in profondità le principali questioni globali", in particolare nuove tecnologie per l'energia e migrazioni, per "mettere a punto un documento con le possibili linee di azione da sottoporre al summit politico dei capi di Stato e di governo" dell'inizio di luglio alla Maddalena. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha presentato così il vertice delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8 + 5 (Italia, Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia più Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa oltre all'Egitto in veste di osservatore), che si tiene oggi e domani all'Accademia dei Lincei. Alla cerimonia di apertura stamattina erano presenti, oltre al capo della diplomazia, il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e i 'padroni di casa', il presidente dell'Accademia Giovanni Conso e il vicepresidente Lamberto Maffei. "Da presidente di turno del G8, siamo convinti che il vertice delle Accademie sia uno degli eventi più significativi del nostro calendario" ha dichiarato Frattini, sottolineando che "la cultura può avere un ruolo decisivo per aiutarci a capire il mondo in cui viviamo" in quanto "veicolo naturale di 'dialogo' e 'inclusività', che sono due fra la parole d'ordine del G8 sotto presidenza italiana". L'Italia, ha ribadito il titolare della Farnesina, intende sfruttare quest'anno per affrontare al meglio "le sfide comuni che il mondo si trova attualmente ad affrontare, in particolare quella economico-finanziaria". "La nostra principale responsabilità da rappresentanti dei paesi più industrializzati - ha proseguito il capo della diplomazia - è quella di lavorare insieme e coordinare i nostri sforzi per alimentare la speranza e la fiducia delle persone, cogliendo l'opportunità che la crisi ci offre per stabilire regole e principi di base di una nuova governance". Frattini ha commentato con soddisfazione il formato di quest'anno della conferenza di accademici, che riflette - con la partecipazione di delegazioni dei G5 e di osservatori dell'Egitto - l'approccio della presidenza italiana "basato su un'associazione stabile e strutturata (del G8, ndr) con le cinque principali potenze emergenti" e con l'Egitto, alla luce della sua rappresentatività per i paesi africani, arabi e prevalentemente musulmani. Per quanto riguarda il dossier energia, Frattini ha citato la scadenza della conferenza sul post-Kyoto di dicembre a Copenaghen per raggiungere un accordo globale sulla lotta contro i cambiamenti climatici. "L'Italia - ha confermato il ministro - intende proporre il pacchetto Ue sul clima e sull'energia come modello" da mettere sul tavolo della riunione delle Nazioni Unite. Quanto alle 'migrazioni', "l'Italia sostiene con forza quello che è noto come 'approccio globale', lanciato dall'Unione Europea nel 2005 e riaffermato di recente dal Patto europeo sull'Immigrazione e l'Asilo nel 2008" ha ricordato il capo della diplomazia, assicurando che "sul medio-lungo termine, il successo dipenderà dalla nostra capacità di mettere in atto politiche consistenti che offrano opportunità agli stranieri che risiedono legalmente in Italia, pur combattendo l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani". Su questo punto, Bondi ha osservato come i "flussi migratori mettono a confronto, qualche volta in maniera esacerbata, civiltà, religioni, culture, società e, alla fine, individui diversi l'uno dall'altro per sensibilità, educazione, modo di vivere". "Nel mondo della globalizzazione - ha aggiunto il ministro della Cultura - non ci sono più conflitti ideologici così forti da essere ostacolo alla libera circolazione delle persone, semmai difficoltà di tipo culturale". In questo contesto, "la politica potrà riaprire partite nuove soltanto con una nuova cultura" perché, ha concluso, Bondi, "il problema dell'immigrazione può essere rovesciato e ritradotto in un'opportunità".

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G8/ FRATTINI E BONDI APRONO VERTICE MONDIALE DEGLI SCIENZIATI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8/ Frattini e Bondi aprono vertice mondiale degli scienziati di Apcom Focus del 'G14' su nuove tecnologie per energia e migrazioni -->Roma, 26 mar. (Apcom) - "Analizzare in profondità le principali questioni globali", in particolare nuove tecnologie per l'energia e migrazioni, per "mettere a punto un documento con le possibili linee di azione da sottoporre al summit politico dei capi di Stato e di governo" dell'inizio di luglio alla Maddalena. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha presentato così il vertice delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8 + 5 (Italia, Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia più Brasile, Cina, India, Messico e Sud Africa oltre all'Egitto in veste di osservatore), che si tiene oggi e domani all'Accademia dei Lincei. Alla cerimonia di apertura stamattina erano presenti, oltre al capo della diplomazia, il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi e i 'padroni di casa', il presidente dell'Accademia Giovanni Conso e il vicepresidente Lamberto Maffei. "Da presidente di turno del G8, siamo convinti che il vertice delle Accademie sia uno degli eventi più significativi del nostro calendario" ha dichiarato Frattini, sottolineando che "la cultura può avere un ruolo decisivo per aiutarci a capire il mondo in cui viviamo" in quanto "veicolo naturale di 'dialogo' e 'inclusività', che sono due fra la parole d'ordine del G8 sotto presidenza italiana". L'Italia, ha ribadito il titolare della Farnesina, intende sfruttare quest'anno per affrontare al meglio "le sfide comuni che il mondo si trova attualmente ad affrontare, in particolare quella economico-finanziaria". "La nostra principale responsabilità da rappresentanti dei paesi più industrializzati - ha proseguito il capo della diplomazia - è quella di lavorare insieme e coordinare i nostri sforzi per alimentare la speranza e la fiducia delle persone, cogliendo l'opportunità che la crisi ci offre per stabilire regole e principi di base di una nuova governance". Frattini ha commentato con soddisfazione il formato di quest'anno della conferenza di accademici, che riflette - con la partecipazione di delegazioni dei G5 e di osservatori dell'Egitto - l'approccio della presidenza italiana "basato su un'associazione stabile e strutturata (del G8, ndr) con le cinque principali potenze emergenti" e con l'Egitto, alla luce della sua rappresentatività per i paesi africani, arabi e prevalentemente musulmani. Per quanto riguarda il dossier energia, Frattini ha citato la scadenza della conferenza sul post-Kyoto di dicembre a Copenaghen per raggiungere un accordo globale sulla lotta contro i cambiamenti climatici. "L'Italia - ha confermato il ministro - intende proporre il pacchetto Ue sul clima e sull'energia come modello" da mettere sul tavolo della riunione delle Nazioni Unite. Quanto alle 'migrazioni', "l'Italia sostiene con forza quello che è noto come 'approccio globale', lanciato dall'Unione Europea nel 2005 e riaffermato di recente dal Patto europeo sull'Immigrazione e l'Asilo nel 2008" ha ricordato il capo della diplomazia, assicurando che "sul medio-lungo termine, il successo dipenderà dalla nostra capacità di mettere in atto politiche consistenti che offrano opportunità agli stranieri che risiedono legalmente in Italia, pur combattendo l'immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani". Su questo punto, Bondi ha osservato come i "flussi migratori mettono a confronto, qualche volta in maniera esacerbata, civiltà, religioni, culture, società e, alla fine, individui diversi l'uno dall'altro per sensibilità, educazione, modo di vivere". "Nel mondo della globalizzazione - ha aggiunto il ministro della Cultura - non ci sono più conflitti ideologici così forti da essere ostacolo alla libera circolazione delle persone, semmai difficoltà di tipo culturale". In questo contesto, "la politica potrà riaprire partite nuove soltanto con una nuova cultura" perché, ha concluso, Bondi, "il problema dell'immigrazione può essere rovesciato e ritradotto in un'opportunità".

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Export, tonfo record a febbraio (-49,4%)Torna il surplus dopo 4 mesi di deficit (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Export, tonfo record a febbraio (-49,4%) Torna il surplus dopo 4 mesi di deficit Tokyo. L'export nipponico si dimezza a febbraio, al passo record mai registrato del 49,4%, scontando la recessione che colpisce pesantemente Usa ed Europa, mercati tradizionali di riferimento di auto ed elettronica Made in Japan. La bilancia commerciale, sulla base delle statistiche del ministero delle Finanze, ritrova il surplus dopo quattro mesi consecutivi di deficit, attestandosi a 82,35 miliardi di yen (635 milioni di euro circa), in calo annuo del 91,2%. Il saldo risulta positivo con l'export di 3.525,5 miliardi di yen che, pur in forte frenata (la più ampia dal 1980, anno di avvio dei dati su base comparativa), bilanciato dal calo delle importazioni (-43%, a 3.443,1 miliardi di yen), in scia al tonfo dei prezzi del petrolio. Il collasso delle esportazioni, che nel periodo di espansione economica del 2002-2007 (il più grande dal dopoguerra) sono passate dal 10,4 al 15,6% del Pil, lascia intravedere un altro trimestre pesantissimo per l'economia giapponese, che negli ultimi tre mesi del 2008 si è già contratta annualmente del 12,1%, al livello più rapido dal 1974. Il premier Taro Aso lavora al suo terzo pacchetto di sostegno all'economia, con i colossi della Corporate Japan come Toyota e Panasonic che annunciano robusti tagli di personale, mentre il ministro delle Finanze, Kaoru Yosano, solo pochi giorni fa ha ipotizzato almeno 10.000 miliardi di yen di spese aggiuntive in bilancio, mostrandosi più pessimista delle stime 2009 riviste al ribasso (-5,8%) dall'Fmi sul Sol Levante, dicendo che «la contrazione economica potrebbe essere più ampia del 6%». Se le esportazioni di veicoli crollano del 70,9%, lo spaccato regionale mostra che il surplus con gli Usa è calato al ritmo record del 79% (a 146,2 miliardi di yen), per il diciottesimo mese consecutivo. I flussi con il resto dell'Asia evidenziano un attivo di 375,7 miliardi di yen (-58,9%), con l'export in calo del 46,3% e l'import del 41,5%. L'attivo con la Cina ritorna dopo sei mesi attestandosi a 13,5 miliardi di yen. Quanto all'Unione europea, l'interscambio commerciale vede un attivo di 96,9 miliardi di yen, ma in calo dell'81,6% (-54,7% le esportazioni e -29,5% le importazioni). Antonio Fatiguso

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MARCO ESPOSITO LE BORSE CONTINUANO A TROTTARE E A RECUPERARE TERRENO. CON MILANO, UNA VOLTA DI PI... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Nazionale)" del 26-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino, Il (Benevento))

Argomenti: Cina Usa

MARCO ESPOSITO Le Borse continuano a trottare e a recuperare terreno. Con Milano, una volta di più, a guidare la fila. Ma la politica sembra non saper tenere il passo con la ritrovata (finalmente) fiducia dei mercati. E sembrano crescere le incomprensioni tra Usa e Cina, tra Usa e Europa e all'interno dei paesi dell'Europa dell'Est, con Lettonia, Romania, Ungheria e Repubblica Ceca che hanno governi quanto mai traballanti se non già caduti. Proprio la crisi in corso a Praga appare delicata, visto che il paese ha la presidenza di turno dell'Unione europea. E il primo ministro Mirek Topolanek, che si dimetterà oggi, ieri è riuscito a creare un caso internazionale sostenendo, in una audizione all'Europarlamento, che gli Usa con il loro piano anticrisi hanno «imboccato la via per l'inferno». Il New York Times online, sotto la foto di Topolanek in aula, ha immediatamente titolato: «Il presidente Ue manda al diavolo lo stimolo statunitense». Topolanek, secondo il quotidiano newyorkese, ha rivelato le tensioni transatlantiche sulla crisi economica. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ma anche molti esperti e commentatori economici americani, temono infatti che i paesi europei non facciano abbastanza per rilanciare l'economia in crisi, lasciando il peso dei sacrifici soprattutto sulle spalle degli Stati Uniti. Altra grana per gli Stati Uniti: il ruolo del dollaro. Moneta principe dal 1945 è stato messo in difficoltà prima dall'arrivo dell'euro e adesso dalla proposta della Cina di sostituire il biglietto verde nelle transazioni internazionali con i Dsp (o Sdr nella sigla inglese), i Diritti speciali di prelievo del Fondo monetario internazionale. La proposta di Pechino viene pochi giorni dopo la manifestazione di timori per la tenuta del sistema finanziario americano. Gli Stati Uniti ieri hanno reagito con diplomazia, affermando di essere aperti a esaminare un ruolo più forte per i Diritti speciali di prelievo. Il segretario al Tesoro Timothy Geithner non chiude del tutto la porta alla proposta cinese di creare una moneta globale partendo dai Dsp. Utilizzati prevalentemente come valuta di riferimento all'interno delle istituzioni internazionali, i Dsp erano inizialmente agganciati al dollaro mentre ora il loro valore è stabilito da un paniere di quattro monete: dollaro, euro, yen e sterlina. L'idea di Pechino è di ampliare il paniere includendo anche il renminbi. Il direttore generale dell'Fmi, Dominque Strauss-Kahn, reputa il dibattito «legittimo»: «È un buon tema. Penso che sia una discussione assolutamente legittima e che avrà probabilmente luogo nei prossimi mesi». Nell'illustrare la posizione americana, il segretario al Tesoro definisce il governatore della Banca centrale cinese Zhou Xiaochuan un «uomo sensibile: ogni cosa che dice merita di essere presa in considerazione», precisa, osservando come la Cina stia giocando «un ruolo di stabilizzatore importante nella crisi che ci troviamo ad affrontare. Quello che fanno per rendere la loro economia più forte, per incoraggiare una crescita interna, per consentire una nuova evoluzione della loro struttura finanziaria è importante». Tornando alle Borse, il bollettino come detto registra un quadro positivo. New York ha chiuso con il Dow Jones in rialzo dell'1,17%. Megio di Wall Street hanno fatto Milano (Mibtel +2,82%), Amsterdam (+1,84%), Stoccolma (+1,78%). Più caute Madrid (1,04%) Francoforte (+0,86%) e Parigi (+0,66%). Debole, invece, Londra (-0,29%) appesantita dagli assicurativi Aviva (-11,61%) e Legal & General (-7,24%).

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Protezione civile: sabato in mattinata le esercitazioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Protezione civile: sabato in mattinata le esercitazioni Giovedì 26 Marzo 2009, Giornata tutta dedicata al mondo della Protezione Civile, ma anche a quello della Pro loco, quella pensata per sabato dall'assessorato comunale all'associazionismo gestito da Sara Zorzan. Sono infatti previste numerose esercitazioni, che vedranno impegnato non solo il locale Gruppo comunale volontario di Protezione Civile. Si tratta questa di un'opportunità per fare conoscere da vicino alla cittadinanza, quelle che sono le attività volte a migliorare la preparazione tecnica. Questo l'intenso programma ideato per sabato: al Centro Poliservizi (riservato ai gruppi di Protezione civile) alle 8 si apriranno le iscrizioni, alle 8.15 briefing di tutti i gruppi, alle 8.30 allestimento del campo base. Nei pressi scolastici: alle 10 evacuazione scuola a cura dei gruppi di Protezione civile comunale di Costa, Lendinara e Fratta; alle 10.15 dimostrazione del gruppo cinofilo Vab di Ferrara, alle 10.45 dimostrazione dei gruppi del soccorso con Blu Soccorso di Lusia, Croce Verde di Adria e Avs di Badia Polesine; quindi esposizione di mezzi e materiali con spiegazioni ai ragazzi a cura dei Gcvpc di Costa e Lendinara, con il Gcvpc di Pontelongo impegnato nel «ponte tibetano». Alle 12.15 si svolgerà il momento più solenne dell'intera giornata, con l'inaugurazione delle nuove sedi della Pro loco e del Gruppo comunale di Protezione civile, alla presenza di autorità locali e provinciali. Alle 14 ci si sposterà dal centro costense alla periferia, per la precisione nei pressi della macroarea e in località Colomban, con inizio prove di protezione civile, esercitazione di saccata e dimostrazione di manovre con motopompa. Marco Scarazzatti

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Kabul Caduto in disgrazia con gli americani, il presidente afghano Hamid Karzai pare bussare all... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 26 Marzo 2009, Kabul Caduto in disgrazia con gli americani, il presidente afghano Hamid Karzai pare bussare alle porte del Cremlino per tentare di restare in sella alle prossime elezioni di agosto, riciclandosi come candidato anti-Usa. A suggellare il riavvicinamento russo-afghano, 20 anni dopo il ritiro delle truppe sovietiche da Kabul, potrebbe essere domani la conferenza sull'Afghanistan di Mosca, probabile teatro anche del primo contatto informale Usa-Iran dopo la svolta della Casa Bianca verso Teheran. L'iniziativa moscovita, sotto l'egida del gruppo di Shanghai (Russia, Cina, Kazakhstan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan), vuole giocare d'anticipo sul futuro di Kabul: cade quasi in coincidenza con l'annuncio della nuova strategia degli Usa in Afghanistan e quattro giorni prima di una conferenza simile all'Aja promossa dall'Onu, con tutti i Paesi che finanziano il Paese centro asiatico e vi mantengono contingenti militari, ossia i Paesi Nato. Il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jaap de Hoop Scheffer non sarà presente al summit russo per prepararsi a quello olandese: forse un boicottaggio, sospettano alcuni media russi. Ma Mosca -che all'Aja non vuole mancare- è riuscita ugualmente a riempire la platea del blindatissimo hotel President con ospiti di vaglia: il segretario generale dell'Onu Ban ki-moon, il vice sottosegretario di Stato Usa Patrick Moon -incaricato per l'Afghanistan- i Paesi osservatori del gruppo di Shanghai (Iran, India, Pakistan e Mongolia), rappresentanti dell'Afghanistan (il ministro degli esteri Rangeen Dadfar Spanta), del Turkmenistan, della Turchia e di Paesi del G8, tra cui l'Italia. La conferenza russa mira a una dichiarazione finale per rafforzare la cooperazione nella lotta al terrorismo, al traffico di droga e al crimine transfrontaliero, obiettivi guarda caso condivisi dall'Alleanza Atlantica. Ma gli occhi degli osservatori sono tutti puntati a cogliere eventuali segni di un dialogo americano-iraniano e quelli di un riavvicinamento di Kabul verso Mosca. Al riguardo, ci sono già parecchi indizi di un riorientamento di Karzai verso il Cremlino: ripetuti attacchi agli Usa e alla Nato, ostentate richieste di aiuto militare a Mosca, con annuncio di una promessa russa in tal senso in coincidenza con l'investitura di Obama. Del resto il sostegno di Mosca non appare meno evidente, come sottolinea anche la stampa russa: la non meglio precisata offerta del Cremlino di contribuire a finanziare le forze armate di un «Paese amico», o la visita della scorsa settimana a Kabul del capo della diplomazia Serghiei Lavrov, che si è detto contrario ad ogni ingerenza straniera nelle elezioni presidenziali afghane. Su Kabul, comunque, Mosca lancia segnali non sempre univoci: se da un lato è sospettata della regia della chiusura della strategica base aerea Usa in Kirghizistan, dall'altro ha garantito con tutti i Paesi dell'ex Urss il prezioso transito dei cargo non militari americani verso l'Afghanistan. E proprio oggi il ministero degli esteri russo ha fatto sapere di non essere contrario a contatti di Kabul con l'ala moderata dei talebani, condividendo quindi la recente apertura di Obama.

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Cina contro Usa: "Verità distorte" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 73 del 2009-03-26 pagina 0 Cina contro Usa: "Verità distorte" di Redazione Il Pentagono accusa la Cina di alterare gli equilibri militari in Asia. La replica: "Il rapporto è una grave distorsione dei fatti e un'interferenza negli affari interni". E conclude: "La Guerra Fredda non c'è" Pechino - Il rapporto annuale del Pentagono, il ministero della Difesa americano, sullesercito cinese rappresenta "una grave distorsione dei fatti" e "un'interferenza negli affari interni della Cina". Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Qin Gang, punta il dito contro il rapporto americano che accusa Pechino di "alterare gli equilibri militari in Asia". "La Cina - ha scandito il portavoce - ha sempre seguito la strada dello sviluppo pacifico, della pace e di una politica militare difensiva per natura". Le critiche di Pechino Il governo di Pechino ha criticato lultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "uninterferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente" al rapporto. Le accuse dell'America Il documento sottolinea come la Cina stia continuando a sviluppare sistemi darma in grado di minacciare Taiwan, sebbene le tensioni fra Pechino e Taipei si siano significativamente ridotte negli ultimi mesi. Al momento, secondo il documento, esiste una profonda incertezza su come Pechino abbia intenzione di utilizzare le proprie forze armate, che stanno attraversando un periodo di profonda trasformazione: da esercito di massa progettato per lunghe guerre di attrito sul proprio territorio a forza in grado di combattere conflitti brevi e ad alta intensità contro avversari tecnologicamente evoluti. "La capacità cinese di affrontare impegni militari a distanza rimane limitata - si legge nel rapporto - ma le forze armate continuano a sviluppare e a mettere in linea armi evolute che stanno mutando gli equilibri regionali e che hanno ripercussioni che vanno al di là dellarea Asia-Pacifico". © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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L'economia verde che non teme la crisi /2 La bibicletta (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0926 L'economia verde che non teme la crisi /2 La bibicletta Pubblicato da Marco Pagani alle 09:47 in Buone notizie dal mondo, Economia e ambiente, Sostenibilità - decrescita, Trasporti Se Henry Ford avesse visto un grafico come questo, avrebbe immediatamente aperto una linea di produzione di biciclette, con campagne pubblicitarie espressamente dedicate ai velocipedi. Invece, i tecnosauri dell'industria automobilistica continuano a confidare orgogliosamente nei loro motori a combustione interna. Forse non lo avreste mai detto, ma la produzione di biciclette non è mai stata superata dalle auto; ci si è andati molto vicini nel 1970, ma poi il distacco è via via aumentato. Insomma, la bici si manifesta per quello che è: il più geniale e diffuso mezzo di trasporto che l'uomo abbia mai inventato su questo pianeta. I costruttori di biciclette nel mondo sono migliaia (nessun pericolo di trust o di monopolio) e in questo periodo stanno facendo affari d'oro. I maggiori produttori sono naturalmente la Cina e Taiwan. Gli USA erano usciti stupidamente dal business alla fine degli anni '90, ma ora ci stanno ritornando alla grande. Anche l'Unione Europea non si è molto data da fare in questi ultimi decenni, ma la crisi farà sicuramente cambiare le cose... Ah, a proposito; l'immagine che fa da sfondo al grafico è la famosa scultura di Marcel Duchamp .

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G8/MIGRAZIONI E ENERGIA,A ROMA VERTICE INTERNAZIONALE AI LINCEI-2 (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8/Migrazioni e energia,a Roma vertice internazionale ai Lincei-2 di Apcom Positivi ritorni migrazione della conoscenza,più finanziamenti -->Roma, 26 mar. (Apcom) - Sul fronte delle migrazioni Howard Alper, della Royal Society of Canada, in un quadro futuro di maggiore complessità, si è soffermato sul fenomeno della "migrazione" dei lavoratori della scienza, quella che lui ha definito la "brain circulation", che se ben gestita non può non portare benefici non solo in termini di scambio culturale, ma anche economici sia per le nazioni che accolgono i "cervelli", sia per quelle che li esportano. Oggi, molti dei giovani scienziati provengono dai paesi emergenti, che nel recente passato hanno investito molto nell'istruzione, soprattutto, scientifica. Investimenti che hanno incoraggiato le industrie tecnologiche a globalizzare le loro attività, aumentando in modo considerevole le opportunità di mobilità. Grandi preoccupazioni ci sono invece per quei paesi poveri come l'Africa, dove la migrazione verso l'estero, ha un impatto negativo specialmente nel settore della salute. Considerando che la mobilità non è una partita dove il risultato è pari a zero, nel quale chi esporta cervelli perde e chi li riceve guadagna, Alper elenca una serie di raccomandazioni da inviare al prossimo G8+5, tra queste: creare nuove politiche per incoraggiare il flusso migratorio internazionale; promuovere finanziamenti che facilitino la collaborazione, che aiutano ricercatori e studenti ad avviare le loro ricerche e partecipare agli incontri internazionali e lo scambio collaborativo tra paesi tramite partners diversi del settore accademico e imprenditoriale . Significativo anche l'intervento di Mohamed H.A. Hassan membro del Network of African Science Academies, secondo il quale il futuro economico del suo paese dipende molto dalla volontà di ottimizzare le capacità scientifiche e tecnologiche del continente. Un obiettivo che potrà essere raggiunto se l'Africa riuscirà a formare e trattenere una massa critica di giovani scienziati e tecnologi in grado di indirizzare le scelte scientifiche e di gestire i problemi economici e tecnologici. Un obiettivo per ora lontano considerando che un terzo degli scienziati africani vive nei paesi sviluppati. "Un flusso migratorio - ha detto - che per il continente africano rappresenta una perdita economica, soprattutto in tempi di globalizzazione in cui il sapere scientifico e tecnologico è il motore dello sviluppo". Tra le raccomandazioni al G8+5: investire e ricostruire il sistema universitario africano e trattenere in patria i giovani scienziati; assicurare agli scienziati africani la partecipazione ai grandi progetti internazionali sui cambiamenti climatici, la desertificazione, la sicurezza alimentare, le malattie infettive e le energie rinnovabili; ed ancora assicurare alle università e ai centri di ricerca africani una valida rete di connessione a Internet banda larga alla rete, accessibile, attualmente solo cinque paesi africani. Ma quello di cui c'è maggiormente bisogno sono gli aiuti economici con i quali i paesi sviluppati dovrebbero sostenere l'Africa ad affrontare le sue sfide scientifiche e tecnologiche. Sempre lungimirante, invece, la politica cinese per regolare i flussi migratori della conoscenza. "Da più di cento anni la Cina - ha detto Lu Yongxiang, Accademia delle Scienze cinese - ha mandato fuori i suoi giovani a studiare all'estero. Negli anni 50 il governo li indirizzava verso l'Unione Sovietica e alcuni paesi dell'Europa orientale e a cominciare dal 1960, il flusso migratorio dei giovani si è rivolto ai paesi occidentali". Quella perseguita dai governi cinesi è stata, nel passato, una politica che ha sempre sostenuto i giovani per farli andare a studiare all'estero, incoraggiandoli, però, a ritornare dopo il completamento degli studi. Nel 1992, infatti, il governo cinese mise a punto linee guida per sostenere i giovani che volevano andare all'estero e nello stesso tempo, già nel 1990 ha attuato politiche e programmi per incoraggiare il rientro dei cervelli con ad esempio con un "Hundred Talents Program" lanciato nel 1994 per attrarre in patria quegli studenti che erano all'estero da più di quattro anni per lavorare nel loro paesi in istituti previsti appositamente. Oggi, sono tanti gli studenti cinesi che ritornano e altrettanti quelli che decidono di rimanere a studiare nel loro paese o in uno dei paesi emergenti di punta come l'India. Del particolare fenomeno migratorio che ha determinato l'economia della conoscenza, ha parlato Mamannamana Vijayan, presidente dell'Accademia delle Scienze indiana, distinguendo nel fenomeno migratorio in generale, quello della conoscenza e cioè dei ricercatori, scienziati e tecnologi e considerando, tra gli altri, quello particolarmente significativo cinese, indiano e degli altri paesi in via di sviluppo che costituiscono attualmente una solida base dello sviluppo scientifico negli Stati Uniti. Gli indiani, in particolare, ha voluto ricordare, hanno svolto un ruolo decisivo nella rivoluzione della Silicon Valley e scienziati di origine indiana ed asiatica ricoprono negli Stati Uniti ruoli importanti. Negli ultimi decenni i paesi sviluppati hanno immensamente beneficiato della migrazione scientifica e tecnologica proveniente dai cosiddetti paesi emergenti, che a loro volta si sono avvantaggiati dalla migrazione di scienziati provenienti dagli altri paesi. Anche se questo scambio reciproco è stato fruttuoso, non sono mancati i problemi, la sfida che il G8+5 è invitato a raccogliere è, dunque, quella di operare per attuare flussi migratori della conoscenza che siano facilitati e sostenuti e dove la reciprocità sia rispettata. (segue)

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G8/ MIGRAZIONI E ENERGIA, A ROMA VERTICE INTERNAZIONALE AI LINCEI (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8/ Migrazioni e energia, a Roma vertice internazionale ai Lincei di Apcom Scopo, mettere a punto linee guida per G8+5 di luglio -->Roma, 26 mar. (Apcom) - Energia e migrazione, sono questi i due temi sui quali accademici ed esperti internazionali che partecipano al vertice mondiale sulle emergenze planetarie, in svolgimento fino a domani all'Accademia dei Lincei, si confronteranno per mettere a punto un documento nel quale dovranno indicare le possibili linee di azione da consegnare ai capi di stato e di governo del G8 politico che si terrà a luglio alla Maddalena. Nel corso dell'incontro, le principali emergenze del nostro pianeta e le possibili strategie di intervento saranno al centro del vertice delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5 (Italia, Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed Egitto in veste di osservatore), lo scopo, come è stato anche sottolineato dal Ministro degli esteri Franco Frattini è quello di informare, alla vigilia delle importanti decisioni che verranno prese, quale è lo stato del nostro pianeta, così come viene descritto dagli scienziati di tutto il mondo, non sottovalutando, come ha detto Frattini, quanto il ruolo della cultura sia importante come veicolo di dialogo tra i paesi. I lavori dopo la fase inaugurale si svolgeranno in contemporanea in due sessioni dedicate rispettivamente alle nuove tecnologie per l'energia e alle migrazioni. (segue)

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G8/ Migrazioni e energia,a Roma vertice internazionale ai. (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 mar. (Apcom) - Sul fronte delle migrazioni Howard Alper, della Royal Society of Canada, in un quadro futuro di maggiore complessità, si è soffermato sul fenomeno della "migrazione" dei lavoratori della scienza, quella che lui ha definito la "brain circulation", che se ben gestita non può non portare benefici non solo in termini di scambio culturale, ma anche economici sia per le nazioni che accolgono i "cervelli", sia per quelle che li esportano. Oggi, molti dei giovani scienziati provengono dai paesi emergenti, che nel recente passato hanno investito molto nell'istruzione, soprattutto, scientifica. Investimenti che hanno incoraggiato le industrie tecnologiche a globalizzare le loro attività, aumentando in modo considerevole le opportunità di mobilità. Grandi preoccupazioni ci sono invece per quei paesi poveri come l'Africa, dove la migrazione verso l'estero, ha un impatto negativo specialmente nel settore della salute. Considerando che la mobilità non è una partita dove il risultato è pari a zero, nel quale chi esporta cervelli perde e chi li riceve guadagna, Alper elenca una serie di raccomandazioni da inviare al prossimo G8+5, tra queste: creare nuove politiche per incoraggiare il flusso migratorio internazionale; promuovere finanziamenti che facilitino la collaborazione, che aiutano ricercatori e studenti ad avviare le loro ricerche e partecipare agli incontri internazionali e lo scambio collaborativo tra paesi tramite partners diversi del settore accademico e imprenditoriale . Significativo anche l'intervento di Mohamed H.A. Hassan membro del Network of African Science Academies, secondo il quale il futuro economico del suo paese dipende molto dalla volontà di ottimizzare le capacità scientifiche e tecnologiche del continente. Un obiettivo che potrà essere raggiunto se l'Africa riuscirà a formare e trattenere una massa critica di giovani scienziati e tecnologi in grado di indirizzare le scelte scientifiche e di gestire i problemi economici e tecnologici. Un obiettivo per ora lontano considerando che un terzo degli scienziati africani vive nei paesi sviluppati. "Un flusso migratorio - ha detto - che per il continente africano rappresenta una perdita economica, soprattutto in tempi di globalizzazione in cui il sapere scientifico e tecnologico è il motore dello sviluppo". Tra le raccomandazioni al G8+5: investire e ricostruire il sistema universitario africano e trattenere in patria i giovani scienziati; assicurare agli scienziati africani la partecipazione ai grandi progetti internazionali sui cambiamenti climatici, la desertificazione, la sicurezza alimentare, le malattie infettive e le energie rinnovabili; ed ancora assicurare alle università e ai centri di ricerca africani una valida rete di connessione a Internet banda larga alla rete, accessibile, attualmente solo cinque paesi africani. Ma quello di cui c'è maggiormente bisogno sono gli aiuti economici con i quali i paesi sviluppati dovrebbero sostenere l'Africa ad affrontare le sue sfide scientifiche e tecnologiche. Sempre lungimirante, invece, la politica cinese per regolare i flussi migratori della conoscenza. "Da più di cento anni la Cina - ha detto Lu Yongxiang, Accademia delle Scienze cinese - ha mandato fuori i suoi giovani a studiare all'estero. Negli anni 50 il governo li indirizzava verso l'Unione Sovietica e alcuni paesi dell'Europa orientale e a cominciare dal 1960, il flusso migratorio dei giovani si è rivolto ai paesi occidentali". Quella perseguita dai governi cinesi è stata, nel passato, una politica che ha sempre sostenuto i giovani per farli andare a studiare all'estero, incoraggiandoli, però, a ritornare dopo il completamento degli studi. Nel 1992, infatti, il governo cinese mise a punto linee guida per sostenere i giovani che volevano andare all'estero e nello stesso tempo, già nel 1990 ha attuato politiche e programmi per incoraggiare il rientro dei cervelli con ad esempio con un "Hundred Talents Program" lanciato nel 1994 per attrarre in patria quegli studenti che erano all'estero da più di quattro anni per lavorare nel loro paesi in istituti previsti appositamente. Oggi, sono tanti gli studenti cinesi che ritornano e altrettanti quelli che decidono di rimanere a studiare nel loro paese o in uno dei paesi emergenti di punta come l'India. Del particolare fenomeno migratorio che ha determinato l'economia della conoscenza, ha parlato Mamannamana Vijayan, presidente dell'Accademia delle Scienze indiana, distinguendo nel fenomeno migratorio in generale, quello della conoscenza e cioè dei ricercatori, scienziati e tecnologi e considerando, tra gli altri, quello particolarmente significativo cinese, indiano e degli altri paesi in via di sviluppo che costituiscono attualmente una solida base dello sviluppo scientifico negli Stati Uniti. Gli indiani, in particolare, ha voluto ricordare, hanno svolto un ruolo decisivo nella rivoluzione della Silicon Valley e scienziati di origine indiana ed asiatica ricoprono negli Stati Uniti ruoli importanti. Negli ultimi decenni i paesi sviluppati hanno immensamente beneficiato della migrazione scientifica e tecnologica proveniente dai cosiddetti paesi emergenti, che a loro volta si sono avvantaggiati dalla migrazione di scienziati provenienti dagli altri paesi. Anche se questo scambio reciproco è stato fruttuoso, non sono mancati i problemi, la sfida che il G8+5 è invitato a raccogliere è, dunque, quella di operare per attuare flussi migratori della conoscenza che siano facilitati e sostenuti e dove la reciprocità sia rispettata. (segue)

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G8/ Migrazioni e energia, a Roma vertice internazionale ai (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 mar. (Apcom) - Energia e migrazione, sono questi i due temi sui quali accademici ed esperti internazionali che partecipano al vertice mondiale sulle emergenze planetarie, in svolgimento fino a domani all'Accademia dei Lincei, si confronteranno per mettere a punto un documento nel quale dovranno indicare le possibili linee di azione da consegnare ai capi di stato e di governo del G8 politico che si terrà a luglio alla Maddalena. Nel corso dell'incontro, le principali emergenze del nostro pianeta e le possibili strategie di intervento saranno al centro del vertice delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5 (Italia, Usa, Francia, Germania, Giappone, Canada, Inghilterra, Russia, più Brasile, Cina, India, Messico, Sud Africa ed Egitto in veste di osservatore), lo scopo, come è stato anche sottolineato dal Ministro degli esteri Franco Frattini è quello di informare, alla vigilia delle importanti decisioni che verranno prese, quale è lo stato del nostro pianeta, così come viene descritto dagli scienziati di tutto il mondo, non sottovalutando, come ha detto Frattini, quanto il ruolo della cultura sia importante come veicolo di dialogo tra i paesi. I lavori dopo la fase inaugurale si svolgeranno in contemporanea in due sessioni dedicate rispettivamente alle nuove tecnologie per l'energia e alle migrazioni. (segue)

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Usa-Cina/ Pechino infuriata su rapporto Pentagono - punto (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 26 mar. (AP) - La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente" al rapporto che è una "grossa distorsione dei fatti" e invita a bloccare sul nascere "la guerra fredda del pensiero". Il documento redatto dal Dipartimento della Difesa americano sottolinea come la Cina stia continuando a sviluppare sistemi d'arma in grado di minacciare Taiwan, sebbene le tensioni fra Pechino e Taipei si siano significativamente ridotte negli ultimi mesi. Al momento, secondo il documento, esiste una profonda incertezza su come Pechino abbia intenzione di utilizzare le proprie forze armate, che stanno attraversando un periodo di profonda trasformazione: da esercito di massa progettato per lunghe guerre di attrito sul proprio territorio a forza in grado di combattere conflitti brevi e ad alta intensità contro avversari tecnologicamente evoluti. "La capacità cinese di affrontare impegni militari a distanza rimane limitata, ma le forze armate continuano a sviluppare e a mettere in linea armi evolute che stanno mutando gli equilibri regionali e che hanno ripercussioni che vanno al di là dell'area Asia-Pacifico", conclude il rapporto che pone l'accento anche sulla mancanza di trasparenza nelle spese militari di Pechino e nella sua politica di sicurezza. Le tensioni militari tra i due paesi si sono molto alzate da quando il 7 marzo nel Mar meridionale cinese cinque navi cinesi hanno seguito da vicino una nave della Marina statunitense e hanno effettuato manovre pericolose in sua prossimità, in quello che è sembrato un tentativo di ostacolare l'equipaggio statunitense. SecondoPechino la 'Usns Impeccable', una nave disarmata con equipaggio civile che stava raccogliendo campioni oceanici in acque internazionali, stava effettuando azioni di spionaggio.

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DOMANI A POTENZA VII CONGRESSO DELLA FISASCAT CISL (sezione: Globalizzazione)

( da "Basilicanet.it" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

DOMANI A POTENZA VII CONGRESSO DELLA FISASCAT CISL 26/03/2009 13.18.18 [Basilicata] Il calendario dei congressi di categoria della Cisl si avvia a conclusione in vista del congresso confederale che si terrà  a Rifreddo il 16-17 aprile. Domani a Potenza è¨ in programma a partire dalle 9,30 il settimo congresso regionale della Fisascat, la federazione della Cisl che associa i lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi. All'Hotel Vittoria sono attesi circa sessanta delegati che rinnoveranno gli organi dirigenti di categoria per il prossimo quadriennio. I lavori saranno aperti come di consueto dalla relazione introduttiva del segretario generale regionale Giuseppe Arcieri. Interverranno inoltre il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, e il segretario generale della Fisascat nazionale, Pierangelo Ranieri. “Il tema che accompagna il nostro congresso – anticipa Arcieri – richiama il bisogno di protagonismo che anima il mondo del lavoro in questa difficile fase congiunturale. Una fase caratterizzata dal mutamento della struttura sociale, un mutamento anche etico, con una precarietà  diffusa sempre più¹ devastante, quasi strutturale. Per queste motivazioni il lavoro deve rimanere centrale nelle scelte politiche e nelle scelte legislative. Ne hanno bisogno i lavoratori, i pensionati, ma sopratutto i giovani. Dopo aver globalizzato l'economia è¨ arrivato il tempo di globalizzare i dirittiâ. BAS 05

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USA-CINA/ PECHINO INFURIATA SU RAPPORTO PENTAGONO - PUNTO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Usa-Cina/ Pechino infuriata su rapporto Pentagono - punto di Apcom Cina: bloccare sul nascere "la guerra fredda del pensiero" -->Pechino, 26 mar. (AP) - La Cina ha criticato l'ultimo rapporto sul potenziale bellico cinese diffuso dal Pentagono definendolo "un'interferenza" nei suoi affari interni e ha fatto sapere che il documento potrebbe danneggiare le relazioni militari tra i due paesi. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha detto che Pechino "si oppone risolutamente" al rapporto che è una "grossa distorsione dei fatti" e invita a bloccare sul nascere "la guerra fredda del pensiero". Il documento redatto dal Dipartimento della Difesa americano sottolinea come la Cina stia continuando a sviluppare sistemi d'arma in grado di minacciare Taiwan, sebbene le tensioni fra Pechino e Taipei si siano significativamente ridotte negli ultimi mesi. Al momento, secondo il documento, esiste una profonda incertezza su come Pechino abbia intenzione di utilizzare le proprie forze armate, che stanno attraversando un periodo di profonda trasformazione: da esercito di massa progettato per lunghe guerre di attrito sul proprio territorio a forza in grado di combattere conflitti brevi e ad alta intensità contro avversari tecnologicamente evoluti. "La capacità cinese di affrontare impegni militari a distanza rimane limitata, ma le forze armate continuano a sviluppare e a mettere in linea armi evolute che stanno mutando gli equilibri regionali e che hanno ripercussioni che vanno al di là dell'area Asia-Pacifico", conclude il rapporto che pone l'accento anche sulla mancanza di trasparenza nelle spese militari di Pechino e nella sua politica di sicurezza. Le tensioni militari tra i due paesi si sono molto alzate da quando il 7 marzo nel Mar meridionale cinese cinque navi cinesi hanno seguito da vicino una nave della Marina statunitense e hanno effettuato manovre pericolose in sua prossimità, in quello che è sembrato un tentativo di ostacolare l'equipaggio statunitense. Secondo Pechino la 'Usns Impeccable', una nave disarmata con equipaggio civile che stava raccogliendo campioni oceanici in acque internazionali, stava effettuando azioni di spionaggio.

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Afghanistan. Karzai bussa al Cremlino (sezione: Globalizzazione)

( da "AmericaOggi Online" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Afghanistan. Karzai bussa al Cremlino 26-03-2009 MOSCA. Caduto in disgrazia agli occhi degli americani, il presidente afghano Hamid Karzai (nella foto) pare bussare alle porte del Cremlino per tentare di restare in sella alle prossime elezioni di agosto, riconvertendosi in candidato anti Usa. A suggellare il riavvicinamento russo-afghano, a 20 anni dal ritiro delle truppe sovietiche da Kabul, potrebbe essere la conferenza sull'Afghanistan in programma venerdì a Mosca, probabile teatro anche del primo contatto informale Usa-Iran dopo la svolta della Casa Bianca verso Teheran. L'iniziativa moscovita, organizzata sotto l'egida del gruppo di Shanghai (Russia, Cina, Kazakhstan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan), sembra voler giocare d'anticipo sul futuro di Kabul: cade quasi in coincidenza con l'annuncio della nuova strategia degli Usa in Afghanistan e quattro giorni prima di una conferenza simile all'Aja promossa dall'Onu, alla quale parteciperanno tutti i Paesi che finanziano il Paese centro asiatico e vi mantengono contingenti militari, ossia i Paesi membri della Nato. Il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jaap de Hoop Scheffer ha già dichiarato che non sarà presente al summit russo per prepararsi a quello olandese: un'assenza che ha il sapore del boicottaggio, secondo alcuni media russi. Ma Mosca - che all'Aja non vuole mancare - è riuscita ugualmente a riempire la platea del blindatissimo hotel President con ospiti di peso: il segretario generale dell'Onu Ban ki-moon, il vice sottosegretario di Stato Usa Patrick Moon - incaricato per l'Afghanistan - i Paesi osservatori del gruppo di Shanghai (Iran, India, Pakistan e Mongolia), rappresentanti dell'Afghanistan, del Turkmenistan, della Turchia e di Paesi del G8, tra cui l'Italia, come ha annunciato ieri il viceministro degli esteri russo Alexiei Borodavkin. La conferenza russa mira ad una dichiarazione finale per rafforzare la cooperazione nella lotta al terrorismo, al traffico di droga e al crimine transfrontaliero, obiettivi condivisi dalla Nato. Ma gli occhi degli osservatori sono tutti puntati a cogliere eventuali segni di un dialogo americano-iraniano e di un riavvicinamento di Kabul verso Mosca. Ci sono già parecchi indizi di un riorientamento di Karzai verso il Cremlino: ripetuti attacchi agli Usa e alla Nato, ostentate richieste di aiuto militare a Mosca, con annuncio di una promessa russa in tal senso in coincidenza con l'investitura di Obama. Del resto il sostegno di Mosca non appare meno evidente, come sottolinea anche la stampa russa: la non meglio precisata offerta del Cremlino di contribuire a finanziare le forze armate di un "Paese amico", o la visita della scorsa settimana a Kabul del capo della diplomazia Serghiei Lavrov, che si è detto contrario ad ogni ingerenza straniera nelle elezioni presidenziali afghane. Su Kabul, comunque, Mosca lancia segnali non sempre univoci: se da un lato è sospettata della regia della chiusura della strategica base aerea Usa in Kirghizistan, dall'altro ha garantito con tutti i Paesi dell'ex Urss il prezioso transito dei cargo non militari americani verso l'Afghanistan. E proprio oggi il ministero degli esteri russo ha fatto sapere di non essere contrario a contatti di Kabul con l'ala moderata dei talebani, condividendo quindi la recente apertura di Obama.

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Scienziati per la Terra (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ecologia.it, La" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Scienziati per la Terra di BARBARA LOMONACO Le principali emergenze del nostro pianeta e le possibili strategie di intervento sono al centro del vertice delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5, promosso dall'Accademia dei Lincei di Roma Le principali emergenze del nostro pianeta e le possibili strategie di intervento sono al centro del vertice delle Accademie delle Scienze dei paesi del G8+5, promosso dall'Accademia dei Lincei di Roma. Il vertice, chiamato 'il G8 delle scienze', si pone come scopo quello di individuare le principali emergenze del pianeta Terra (in particolare quelle legate ai flussi migratori e all'energia) e mettere a punto un documento con le possibili linee d'azione da consegnare ai capi di stato e di governo del G8 politico del prossimo luglio alla Maddalena. è una risposta del mondo accademico alla necessità di un'informazione sullo stato del nostro pianeta da un'ottica esclusivamente scientifica, il più possibile al disopra delle parti e slegata da convenienze politiche o nazionalistiche. E' in questa chiave che vanno considerati i vari interventi di questo convegno, e non bisogna stupirsi se proprio gli scienziati di quei paesi che oggi hanno più fame di energia e sono responsabili delle maggiori emissioni di gas serra - in particolare Cina e india - sono venuti a Roma chiedendo gli interventi più incisivi e con un paniere più ricco di suggerimenti. Caso a parte gli Usa, fino a ieri i 'grandi frenatori' di qualsiasi iniziativa tesa a contrastare il riscaldamento globale, oggi, con la nuova presidenza Obama, dicono di voler cambiare significativamente rotta e accendono le speranze dei tanti che, anche tra gli scienziati, ritengono ora più praticabile il coordinamento delle strategie energetiche e di sviluppo tra nazioni. Così, mentre il nostro ministro degli esteri Franco Frattini, venuto ai Lincei per salutare scienziati, sottolinea che "Obama ha fatto un importante passo avanti, dando una prima disponibilità, quantomeno a un dialogo aperto", sulle tematiche riguardanti l'effetto serra e le emissioni di CO2, Valangiman Ramamurthy, dell'Accademia delle scienze indiana, si unisce a quanti denunciano "la galoppante crescita di consumo energetico", causata in parte dalla crescita demografica e in parte dalle aspirazioni (pur legittime) delle popolazioni dei paesi in via di sviluppo per "una qualità di vita comparabile a quella della parte sviluppata del mondo". Una fame di energia che si scontra contro la non illimitata disponibilità delle risorse e la catastrofe annunciata del riscaldamento globale. E ancora, il professor Lu Yongxiang, eminente rappresentante dell'Accademia cinese delle scienze, dopo un'analisi puntuale della situazione ambientale (allineata agli studi indipendenti occidentali) chiede "cooperazione internazionale", che veda accademie, governi e industrie insieme per un nuovo modello di sviluppo tecnologico e commerciale. La domanda che ora viene da farsi è: quanto il mondo della scienza, quello più indipendente, può realmente influire sulle grandi scelte politico-economiche dei governi. Dalla risposta forse dipende il futuro non troppo lontano di tutti. 26 marzo 2009 - TAG: Ambiente | Clima | Scienza |

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Crisi, la Cina continuerà a finanziare il debito Usa? (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Crisi, la Cina continuerà a finanziare il debito Usa? Roma, 26 mar (Velino) - Il tema che da qualche mese più appassiona gli analisti è se, e in che misura, il mondo uscirà dalla crisi con un nuovo ordine economico internazionale; e se, e quanto, il potere si sposterà da occidente verso oriente, dagli Stati Uniti alla Cina. Il Tesoro e la Federal Reserve, spiega il Wall Street Journal, stanno "inondando" il mondo di dollari per interrompere la recessione, e "il mondo si sta giustamente innervosendo", per il rischio che il dollaro perda troppo valore, impoverendo le riserve soprattutto di chi, come la Cina, ha investito in asset e titoli di Stato americani. Il timore è che gli Usa finanzino l'uscita dalla crisi con i soldi altrui. La Banca centrale cinese è il primo detentore di T-Bills, i Bot americani, per 750 miliardi di dollari. A settembre, la Cina ha scalzato il Giappone come primo creditore di Washington. Inevitabile quindi che la questione del rifinanziamento del debito pubblico Usa sia stata al centro della missione di Hillary Clinton, che ha portato a Pechino un messaggio chiaro: "Apprezziamo molto la costante fiducia del governo cinese verso i titoli del Tesoro americano. Sono certa che sia una fiducia ben riposta. America e Cina si riprenderanno dalla crisi economica e insieme guideremo la crescita mondiale". Ma i cinesi temono che l'esplosione del debito pubblico Usa possa provocare una caduta del dollaro, il che decurterebbe il valore delle loro riserve. Tuttavia, se non comprano i Buoni del Tesoro Usa emessi per pagare il piano anti-crisi e i salvataggi bancari, il mercato americano, sbocco principale delle esportazioni cinesi, non sarà più in grado di sostenere l'economia del gigante asiatico. La crisi infatti spaventa anche Pechino. Di recente la Banca mondiale ha ancora una volta ritoccato al ribasso le sue previsioni sulla crescita cinese nel 2009, fissandole a +6,5 per cento, molto meno dell'obiettivo (+8 per cento) che la leadership di Pechino si è prefissata per prevenire tensioni sociali e disoccupazione. Se quindi gli Stati Uniti dipendono dalla Cina per i loro debiti, la Cina dipende dai mercati americani, e mondiali, per le sue esportazioni e la sua crescita. Con la paura di vedere i propri investimenti perdere valore a causa delle scelte dell'amministrazione Usa si spiega anche la proposta "shock" lanciata due giorni fa dal presidente della Banca centrale cinese: sostituire in futuro il dollaro, come valuta di riserva internazionale, con una moneta unica mondiale gestita dal Fondo monetario internazionale. La relazione del governatore Zhou Xiaochuan, insolitamente pubblicata anche in inglese, dà il segno delle ambizioni di Pechino alla vigilia del G20 che si aprirà a Londra il prossimo 2 aprile. Una proposta irrealistica, ma che indica la volontà della Cina di vedersi risconosciuto un peso maggiore all'interno delle istituzioni economiche internazionali come il Fondo monetario, la Banca mondiale e il Wto, oggi ancora troppo americano-centriche rispetto alla accresciuta influenza della Cina sull'economia globale. "Come se il dollaro non avesse già abbastanza problemi", ha commentato il Wall Street Journal, Geithner ieri "ha abboccato" e ha risposto che è "abbastanza aperto" a considerare la cosa. Immediatamente il dollaro è andato giù portandosi dietro i mercati azionari, prima che il segretario al Tesoro si riprendesse dicendo che "il dollaro rimane la valuta di riserva dominante nel mondo. E penso che continuerà ad esserlo a lungo". "Lo status del dollaro come valuta di riserva dà agli Stati Uniti enormi vantaggi - osserva il WSJ - e dovrebbe essere difeso strenuamente. Significa che non dobbiamo ripagare i nostri debiti in valuta straniera e che il nostro costo del denaro è più a buon mercato". Tuttavia, avverte il quotidiano Usa, "significa anche che gli Stati Uniti non conducono la politica monetaria solo per se stessi, ma anche per molta parte del mondo" e che "quando gli Stati Uniti cadono nella tentazione di svalutare la loro moneta, procurano degli shock all'intero sistema economico globale". La Cina continuerà a finanziare il debito Usa? E se sì, quale sarà il prezzo politico che chiederà all'America? Innanzitutto, è lecito aspettarsi che non voglia subire passivamente la politica economica del suo principale debitore, e che voglia contare di più nella governance globale. Per questo molti analisti e commentatori negli Stati Uniti chiedono al governo di affrontare con urgenza il problema del debito pubblico, riducendo la dipendenza dai creditori (e rivali) esteri e recuperando così spazi di manovra nella politica estera e di sicurezza. Un'analisi dell'istituto di geopolitica e intelligence Stratfor spiega che in realtà la Cina non ha altre possibilità che investire il proprio surplus commerciale "in asset americani in generale, e nel debito Usa in particolare". La tanto temuta "opzione nucleare", in realtà "non è un'opzione". Primo, vendere tutti i Bot americani in massa non è possibile. Il volume è tale che non possono essere scambiati velocemente e - secondo - solo iniziare a farlo comporterebbe il crollo dei titoli in questione, e di conseguenza la distruzione di tutti i risparmi accumulati dai cinesi in questi anni. (segue) Harold James, su Foreign Policy, azzarda invece un suggestivo parallelo tra la Grande Depressione degli anni '30 e la crisi attuale. La Gran Bretagna era la potenza finanziaria dominante nel XIX secolo, ma uscì finanziariamente stremata dalla Prima guerra mondiale e piena di debiti proprio nei confronti degli Stati Uniti. Oggi, gli Stati Uniti sembrano giocare il ruolo della Gran Bretagna degli anni '30 - un'economia altamente indebitata - e la Cina il ruolo di principale creditore come gli Stati Uniti di allora. Nel mezzo dell'attuale crisi finanziaria, la Cina ha di fronte lo stesso "dilemma" che negli anni '30 si trovarono di fronte gli Stati Uniti con l'Europa: "Ingoiare il rospo e aiutare a salvare gli stessi paesi che ci hanno condotti in questa situazione, o guardare ai suoi interessi di breve termine?". Per l'autore, la Cina ha fondati motivi per prendere sia l'una che l'altra strada. Chiederà certamente di contare di più nelle istituzioni economiche internazionali, ma potrebbe chiedere al "vecchio mondo" qualcosa di difficile da accettare: "La transizione da un modello americano a un modello cinese di capitalismo, che - come negli anni '30 - non sarebbe un cambiamento facile per noi". (Federico Punzi) 26 mar 2009 17:13

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Fiat, la Borsa scommette sulla triplice alleanza (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Fiat/ La borsa sogna il tridente Chrysler-Peugeot- Guangzhoud, ma Marchionne per ora non scopre le carte Giovedí 26.03.2009 17:16 Fiat in grande spolvero a Piazza Affari, dove il titolo in chiusura guadagna il 6,25% risalendo sopra la soglia psicologica dei 5 euro per azione, alla vigilia dell'assemblea del Lingotto, appuntamento cui il produttore piemontese arriva con numeri e problemi ben noti: fatturato 2008 a 59,4 miliardi (+1,5% sul 2007), utile netto calato a 1,7 miliardi (dai 2,05 del 2007), un indebitamento netto industriale di 5,9 miliardi a fronte di una liquidità calata dai 6,9 miliardi di fine 2007 a 3,9 miliardi a fine 2008 e la decisione di non distribuire alcun dividendo se non per le azioni di risparmio. Se questo è il passato prossimo, il presente alterna numeri ancora da brividi a qualche segnale di speranza, legato ai primi effetti positivi degli incentivi introdotti nel vecchio Continente e alle speranze di una conclusione positiva della conclusione della vicenda Chrysler, che comunque vada non vorrà dire per Torino, giura l'amministratore delegato Sergio Marchionne, il rischio di accollare parte dei debiti del gigante malato di Detroit. Non solo: secondo Marchionne per la crisi dell'auto "il peggio è passato" e l'inversione di marcia arriverà proprio dagli Usa. "Certo le conseguenze restano pesanti" concede Marchionne in un'intervista a La Stampa, e fino a quando la domanda non si stabilizzerà (cosa che a livello mondiale difficilmente succederà prima dell'estate) anche per la Cina, altro tasto dolente dopo il congelamento dei colloqui con Chery "non si può dir nulla" anche se Fiat parla "con tutti, veramente con tutti" e dunque anche con Guangzhoud Automobile, nome circolato nelle ultime settimane. Spostandoci in Europa, tra i "tutti" non è più compresa Bmw, con la quale si sarebbe dovuta varare, attraverso l'Alfa Romeo, una collaborazione per la nuova Mini che invece non ci sarà perché secondo i tedeschi il progetto "a livello tecnico" non avrebbe funzionato bene. Dovrebbe invece essere solo questione di tempo per arrivare al tanto sospirato matrimonio con Peugeot, anche se alcuni esperti del settore, come il vice presidente per l'Europa di Bmw, Marco Saltalamacchia, mostrano ancora dubbi sull'opportunità di una fusione quanto meno sotto il profilo delle sovrapposizioni di prodotto e delle eventuali economie di scala realizzabili. pagina successiva >>

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Fiat, la Borsa scommette sulla triplice alleanza pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Fiat/ La borsa sogna il tridente Chrysler-Peugeot- Guangzhoud, ma Marchionne per ora non scopre le carte Giovedí 26.03.2009 17:16 Sia come sia, la sensazione è che Marchionne si stia preparando a giocare nuovamente d'attacco sfoderando un "tridente" di alleanze negli Usa, in Europa e in Cina, in grado di ridare concretezza alle prospettive del Lingotto, rese incerte dalla crisi, come ricorda preoccupato Giorio Airaudo (Fiom), denunciando lo stop alla progettazione e l'assenza di piani per il futuro. La borsa sembra invece di diverso avviso e pare scommettere su qualche sorpresa positiva a breve, una sorpresa che difficilmente, ragionano gli operatori, potrà venire dal lato dei conti. Marchionne del resto ha ribadito i target 2009: utile netto oltre i 300 milioni, cash flow industriale netto ad oltre un miliardo, indebitamento netto industriale sotto i 5 miliardi. Ma ha anche ricordato che il primo trimestre, nonostante i primi positivi effetti degli incentivi (che in Italia hanno consentito una prima riduzione della cassa integrazione a Melfi e a Mirafiori), è "strutturalmente debole". Semmai qualche notizia positiva potrebbe venire, oltre che dal capitolo alleanze, da Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, da Acerra ha ribadito che il governo ha garantito il proprio supporto per una soluzione di Pomigliano d'arco. "Si parla di prolungare la cassa integrazione ordinaria", ha spiegato il premier, che ha aggiunto che si potrebbe portare il problema "direttamente all'attenzione del presidente del consiglio e convocare un incontro tra l'azienda e le parti sociali". Marchionne, dopo aver centrato l'obiettivo minimo di una nuova linea di credito per un miliardo di euro, per ora aspetta e si prepara a rispondere alle domande dei suoi azionisti, sapendo che bisognerà stringere i denti ancora per qualche mese, sperando che i timidi segnali di questi giorni si irrobustiscano e che i molti tavoli di trattativa aperti producano qualche esito positivo in tempi rapidi. Luca Spoldi < < pagina precedente

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MIBTEL SU (+1.14%) BENE FIAT E BANCHE - IFIL-EXOR: GABETTI, NON HO MAI MENTITO - Procura chiede processo PER EX VERTICI IMPREGILO (ROMITI JR.) IL "SOLE 24 ORE" CHIUDE IL FREE P (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> MIBTEL SU (+1.14%) BENE FIAT E BANCHE - IFIL-EXOR: GABETTI, NON HO MAI MENTITO - Procura chiede processo PER EX VERTICI IMPREGILO (ROMITI JR.) IL SOLE 24 ORE CHIUDE IL FREE PRESS 24 MINUTI LA RUSSIA NON SI PUò PIù PERMETTERE I BOND USA 1 - BORSA: CHIUDE IN RIALZO CON WALL STREET, +1,14%, SU FIAT, BANCHE... (AGI) - Chiusura di seduta in buon rialzo per la Borsa valori, grazie a un'accelerazione finale ispirata dall'andamento positivo di Wall Street. L'indice Mibtel registra cosi' un progresso dell'1,14%, a 13.217 punti, mentre l'S&P/Mib sale dell'1,35% e l'All Stars guadagna l'1,16%. Gli scambi sono nella media, con un controvalore giornaliero di 2,1 miliardi di euro. Gianluigi Gabetti Piazza Affari ha trascorso l'intera giornata senza scossoni, con il listino sempre vicino alla parita', consolidando i recenti rialzi consecutivi. L'apertura positiva di New York, di riflesso ai dati del Pil Usa e della disoccupazione che sono andati secondo le previsioni, non ha dapprima suscitato reazioni. Solo nelle ultime battute anche Milano e' stata contagiata, con la domanda che ha fatto volare i bancari. Bene Saipem, St e Fiat che vede riprendere il mercato dell'auto a marzo. 2 - BORSE EUROPEE: CHIUDONO MISTE... (AGI) - Chiusura mista per le principali borse europee. A Londra l'indice Ftse 100 guadagna lo 0,64% a 3.925,20 punti. Il Dax di Francoforte segna un +0,85% a 4.259,37 punti. Negativo il Cac 40 che perde lo 0,05% a 2.892,07 punti. A piazza Affari il Mibtel chiude in rialzo dell'1,14% a 16.483 punti. 3 - IFIL-EXOR: GABETTI, NON HO MAI MENTITO... (Adnkronos) - Essere in un'aula di tribunale con l'accusa di aver mentito, 'e' una cosa ingiusta, un'insolenza. Non si arriva alla mia eta' diventando un mentitore, ma questo e' il paese di Macchiavelli, per cui si pensa che se tu raggiungi un fine buono con tutta probabilita' hai adoperato i mezzi sbagliati . C'e' gente che mi assolve pensando che se anche avessi mentito non importerebbe perche' l'avrei fatto per il bene supremo, ma io per il bene supremo non mento perche' allora non e' piu' un bene supremo'. E' lo sfogo del presidente d'onore di Exor, Gianluigi Gabetti, che, parlando alle telecamere di 'Annozero' in una pausa della prima udienza del processo Ifil-Exor confida: 'non mi aspettavo di trovarmi in un'aula di tribunale ed e' una cosa che mi addolora comunque vada a finire il processo'. Geithner Timoty 4 - INTESA SANPAOLO: NEL 2008 INTONSO IL 'GIARDINETTO' DEI CONSIGLIERI... (Adnkronos) - Un anno da 'cassettisti' il 2008 per i consiglieri di sorveglianza e di gestione di Intesa SanPaolo. Il 'giardinetto' degli amministratori, limitatamente alle azioni della Ca' de' Sass, e' rimasto intonso, del tutto immutato rispetto a fine 2007, complice fosse anche l'andamento dei mercati. L'amministratore delegato Corrado Passera, riporta la bozza di bilancio 2008, deteneva a fine anno 6.426.499 azioni ordinarie Intesa SanPaolo, le stesse di fine 2007. Anche il presidente del cdg ha tenuto i titoli nel cassetto: Enrico Salza possedeva a fine 2007, e deteneva ancora a fine 2008, 7.787 ordinarie (direttamente), 23.850 indirettamente, mentre altre 10.123 appartengono alla moglie. Il direttore generale Francesco Micheli, che non siede nei consigli ma e' un dirigente con responsabilita' strategica, conserva un pacchetto di 2.100.124 ordinarie, invariato rispetto a fine 2007. Il consigliere di sorveglianza Gian Guido Sacchi Morsiani, indipendente, possiede 700.164 ordinarie (invariato), ben piu' del gia' rispettabile pacchetto del vicepresidente Antoine Bernheim, presidente delle Generali, che si ferma a 398.533 ordinarie. 5 - Banco Napoli: utile 2008 +33, 7%... (ANSA) - In aumento i finanziamenti a imprese e famiglie e utile netto in crescita. Emerge dal bilancio 2008 approvato dal Cda del Banco di Napoli. I crediti alla clientela ammontano a 17,4 mld (+2,8%), 23,1 mld gli impieghi complessivi del gruppo. L'utile netto normalizzato sale a 434,8 mln (+33,7%).Cresce la clientela (+64.000 nuovi clienti) per un totale di 1 mln e 800 mila. Sono 863 le filiali totali dopo l'acquisizione dei 168 sportelli di Intesa Sanpaolo in Campania,Calabria,Puglia e Basilicata. 6 - Impregilo: Procura chiede processo... (ANSA) - La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per gli ex vertici di Impregilo Piergiorgio Romiti e Paola Savona. Oltre che per l'allora revisore dei conti Maurizio Serafini. Contestati falso in bilancio e aggiotaggio.Le accuse contestate sono in relazione ai bilanci 2002-2003. La richiesta di processo arriva dopo che il gip ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura. Savona all'epoca dei fatti era presidente di Impregilo e Romiti ad. 7 - Pirelli: conferma obiettivi '09- 11... (ANSA) - Pirelli conferma gli obiettivi del piano 2009-2011. Ad affermarlo e' stato lo stesso presidente del gruppo, Marco Tronchetti Provera.E ha sottolineato che nonostante la crisi,ci sono indicatori di una ripresa: 'Qualche segnale c'e' sia nel primo equipaggiamento che nel ricambio.I nostri obiettivi verranno raggiunti'.Poiche' 'il 2008 e' stato un anno difficile e anche il 2009 si annuncia difficile',Pirelli ha 'deciso di azzerare i bonus del 2008 e per il 2009 ci sara' un bonus dimezzato'. 8 - Indesit: Cig in stabilimento Torino... (ANSA) - La Indesit utilizzera' la cassa integrazione a None, nel Torinese, la fabbrica che ha annunciato di voler chiudere. Il provvedimento scattera' dal 27 al 31 marzo, dal primo al 3 aprile, dal 6 al 10 e nelle giornate del 17 e 24 aprile, per tutti i 650 dipendenti. Lo ha comunicato oggi l'azienda ai sindacati. Piergiorgio Romiti - Copyright Pizzi 9 - IL SOLE 24 ORE: DAL 1° APRILE CHIUDE '24 MINUTI' QUOTIDIANO FREE PRESS... (Adnkronos) - Il gruppo 24 Ore chiude a partire dal 1° aprile "24 Minuti", il quotidiano gratuito diffuso nel pomeriggio a Roma e Milano. Lo si legge in una nota del gruppo. La decisione e' stata presa, si legge nel comunicato, "nonostante l'apprezzamento riscontrato dalla formula editoriale, in relazione all'andamento negativo del mercato pubblicitario italiano manifestatosi nel 2008 e acuitosi notevolmente nei primi mesi del 2009. 'La chiusura di un prodotto fatto con qualita' e passione - scrive il presidente del gruppo 24 Ore Giancarlo Cerutti - e' sempre un avvenimento doloroso, ma le condizioni attuali del mercato della free press non ci consentono alternative'. 10 - Geithner, servono nuove regole gioco... (ANSA) - 'La crisi ha mostrato la necessita' di nuove regole del gioco'. Lo ha detto il segretario al Tesoro Timothy Geithner. Sono necessarie -ha detto- norme di capitali piu' conservatrici per le societa' importanti a livello di sistema. 'Serve un'unica agenzia per supervisionare i rischi sistemici'.'Lavoreremo con il Congresso per definire le societa' sistematicamente importanti'.E ha annunciato che gli Usa lanceranno iniziative per affrontare la questione dei paradisi fiscali. 11 - Crisi: tasso negativo titoli Usa... (ANSA) - Il rendimento dei titoli di Stato Usa a un mese, i 'treasury bill', e' sceso in territorio negativo per la prima volta dallo scorso dicembre. Gli investitori sono in fuga dal rischio nonostante la ripresa delle borse. Secondo la Bloomberg, i rendimenti sono scesi a -0,0152% da +0,03% di ieri, tornando sotto zero per la prima volta dallo scorso dicembre. A provocare il ribasso sarebbe il livello prossimo allo zero dei tassi sui Fed Funds, oltre alla corsa delle banche ad accaparrarsi titoli. 12 - CORSA AI BOND, LA RUSSIA HA DAVVERO FINITO I SOLDI... Maurizio Ricci per "la Repubblica" - Campanelli d´allarme dal fronte delle aste dei titoli pubblici, dove i governi occidentali si preparano a rovesciare, nei prossimi due anni, tonnellate di titoli in offerta. Le preoccupazioni maggiori, tuttavia, riguardano gli Usa dove, finora, c´è stata una corsa all´acquisto che, però, secondo un rapporto di CreditSights, potrebbe fermarsi presto: troppo massicce le emissioni programmate da Washington, perché gli investitori esteri continuino a comprare. Secondo il rapporto, insomma, a frenare gli investitori non sarebbe un ipotetico rischio di default, ma il semplice fatto di trovarsi a corto di soldi. Cina, Giappone, Brasile, Russia, grandi compratori di titoli pubblici americani, si trovano, infatti, ad affrontare un drammatico crollo delle loro esportazioni. Il Brasile è ufficialmente uscito dal mercato dei Treasuries, la Cina è scontenta perché ne ha troppi, la Russia ha davvero finito i soldi. [26-03-2009]

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##Conferenza Mosca su Afghanistan, primo contatto Usa-Iran (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Non è detto che ci si sederanno, ma Stati uniti e Iran domani avranno un tavolo pronto a loro disposizione. Ad allestirlo sarà la Russia, nell'ambito di una conferenza internazionale sull'Afghanistan organizzata sotto l'egida dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), il raggruppamento di sicurezza regionale promosso nel 2001 dalla Cina. "Non abbiamo ancora contezza di dichiarazioni da parte Usa o iraniana su contatti bilaterali, ma se tale intenzione dovesse essere espressa, forniremo tutta la necessaria assistenza", ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri russo Andrei Nesterenko. Già posta a questa maniera, nella notizia ci sono tutte le caratteristiche delle dinamiche internazionali che stanno caratterizzando l'ultimo scorcio del primo decennio del XXI secolo. Due dei paesi che spesso vengono denominati Bric (assieme a India e Brasile) si fanno promotori di un'iniziativa che punta a porre nuovi elementi per una cooperazione con gli Usa nella stabilizzazione d'una regione di primaria importanza per gli equilibri globali. E, in questo ambito, non disdegnano di lanciare messaggi di mediazione, da "responsible stakeholder" della politica internazionale, rispetto a uno dei temi caldi dell'agenda globale: quello del nucleare iraniano. Questo accade in un momento in cui Halford Mackinder sta eclissando Nicholas John Spykman. O meglio, l'idea geopolitica del geografo britannico, che considerava l'"heartland" centroasiatica la chiave per il controllo dell'Eurasia (e quindi del mondo), sta mettendo in secondo piano quella dell'americano, il quale invece vedeva nel "rimland" (la fascia costiera del continente eurasiatico) il cuore del conflitto per il potere mondiale. In questa ottica, chi da tempo ha puntato le sue carte nella riorganizzazione dell'Asia centrale - la Cina, che ha voluto laSco proprio per questo - spera di cominciare a raccogliere i primi frutti. Chi, come gli Usa, basava sul "rimland" la sua politica di contenimento rispetto alla vecchia Unione sovietica, in questo nuovo contesto appare in ritardo. La riunione di domani non ha avuto un grande risalto mediatico se paragonato alle conferenze e i meeting internazionali in programma - a partire dal G20 di Londra - e con partecipanti di livello politico più alto. Eppure, Mosca - presidente di turno della Sco - sembra assegnarvi una certa importanza. Oltre ai membri "di ruolo" dell'organizzazione - Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan - e ai membri osservatori - Iran, Pakistan, India e Mongolia - ha invitato l'Afghanistan (oggetto della riunione), la Turchia e i paesi del G8 (l'Italia sarà rappresentata dal neo-inviato del governo per Pakistan e Afghanistan, il direttore generale del minisetro per Asia, Oceania, Pacifico e Antartide Attilio Massimo Morucci). Ci saranno poi una serie di organizzazioni multilaterali, tra cui le Nazioni unite, rappresentate dal segretario generale Ban Ki-moon. L'obiettivo principale dell'incontro l'ha chiarito oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: raggiungere un accordo per una cooperazione più stringente nella lotta al terrorismo e al traffico di droga. "Verranno prese molte misure e queste misure saranno prese in diversi formati. Noi vogliamo raggiungere un accordo domani su un più ampio coordinamento per rednere queste misure più efficaci", ha detto il capo della diplomazia russa dopo un incontro col ministro degli Esteri kirghiso Kadyrbek Serbaev a Mosca. (segue)

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##Conferenza Mosca su Afghanistan, primo contatto Usa-Iran. (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 26 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Di certo, la porosità dei confini alle penetrazione di gruppi terroristici e al fiume di eroina proveniente dall'Afghanistan (che produce oltre il 90 per cento dell'output mondiale) sono problemi seri per Mosca e per gli altri paesi Sco. Tuttavia, non è solo questo lo scopo dell'azione russo-cinese. Lo si evince più chiaramente da quanto detto oggi dall'"azionista di maggioranza" della Sco. "La Cina attribuisce grande importanza alla questione del mantenimento della stabilità in Afghanistan e intende avere un ruolo in ciò", ha chiarito, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax, un portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica popolare. La stabilizzazione dell'Asia centrale, l'alleggerimento delle tensioni che ancora pesano sullo sviluppo del patrimonio energetico della regione, sono necessari per il pieno dispiegamento dei nuovi equilibri di potere che pendono sempre più verso Est. Gli Stati uniti del nuovo presidente Barack Obama, consapevoli della partita che si sta giocando in quelle terre (il "nuovo" Grande Gioco), hanno deciso di aumentare il loro impegno per cercare di non perdere il controllo dell'Afghanistan, il principale buco nero dell'area. Obama ha promesso un raddoppio del contingente Usa e ha chiesto un maggiore impegno agli alleati. Mosca e Pechino, insomma, vogliono dire la loro. Lo si è capito bene osservando quanto è accaduto nei primi mesi dell'anno attorno al tema della logistica del contingente a guida Nato. La Russia tenta di "canalizzare" i rifornimenti diretti ai soldati. Il Kirghizistan ha annunciato lo sfratto dalla cruciale base di Manas, utilizzata dagli americani dal 2001, in concomitanza con l'assegnazione di un importante aiuto economico da parte di Mosca. Una mossa, quella di Bishkek, che crea un bel grattacapo agli Usa, i cui approvvigionamenti passano per la gran parte dall'instabile Pakistan. Sempre negli stessi giorni, Mosca - assieme agli altri paesi Sco - ha aperto al transito di materiali non bellici Usa diretti ai soldati in teatro. Ventilando anche l'ipotesi di potersi aprire a materiali più specificamente militari. Di certo, la Russia non intende tornare coi suoi soldati in Afghanistan, riportando indietro le lancette dell'orologio della storia a prima del 1989. L'ha assicurato ieri il viceministro degli Esteri Alexei Borodavkin, che ha ribadito l'interesse di Mosca a un successo della missione di stabilizzazione Isaf a guida Nato. Ma non intende neanche essere spettatrice. Altrettanto forte è l'interesse cinese. L'Asia centrale è lo scrigno d'un enorme tesoro. Ricchissime risorse energetiche, ancora poco sfruttate, possono diventare il motore d'un coerente, nuovo sviluppo eurasiatico, alimentato da oleodotti e gasdotti che vanno o andranno verso Est e verso Ovest. Pechino spera quante più risorse possibili verso Oriente. Asia Times Online (Atol), ieri, in un articolo definiva la regione "Pipelinestan" e sottolineava il fatto che Pechino dal 2001 accarezza l'idea di una "sicura, dal flusso veloce, versione per l'energia della vecchia Via della Seta, che si estenda dal bacino del Caspio (gli '-stan' ricchi d'energia più Iran e Russia) alla provincia del Xinjiang, il suo Far West". La Sco può diventare la Nato di questo progetto. L'America e l'Europa, dal canto loro, messo in soffitta l'unilateralismo di Bush, al momento contano sul vantaggio fornito dal fatto di avere già attiva un'arteria, il sistema Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc). Tuttavia, si tratta di un'arteria che può essere facilmente tagliata, come è stato dimostrato nel conflitto in Georgia la scorsa estate. C'è bisogno di alternative e una potrebbe essere il tracciato Baku-Teheran-Kars. L'Iran, insomma, potrebbe dare un'alternativa, assumendo unruolo centrale. Lo sanno a Mosca, a Pechino e forse se ne stanno accorgendo anche a Washington.

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NORDCOREA/ DOMANI INCONTRI USA-GIAPPONE E USA-COREA DEL SUD (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Nordcorea/ Domani incontri Usa-Giappone e Usa-Corea del Sud di Apcom Presente nuovo emissario Usa per la Corea del Nord Bosworth -->Washington, 26 mar.(Apcom) - La Corea del Nord sarà domani al centro di due incontri bilaterali degli Stati Uniti con la Corea del Sud e il Giappone. Lo ha annunciato un portavoce del Dipartimento di Stato americano, Gordon Duguid, aggiungendo che non è escludibile anche una riunione trilaterale. Il capo dei negoziatori sudcoreani nei colloqui a sei (Stati Uniti, Cina, Giappone, Russia e le due Coree), Wi Sung-lak, e il direttore generale del ministero degli Esteri nipponico, Akitaka Saiki, "saranno a Washington venerdì 27 marzo per delle consultazioni su questioni legate alla Corea del Nord", ha spiegato Duguid alla stampa. "Non è stato finalizzato nessun programma preciso ma prevediamo degli incontri bilaterali Stati Uniti-Corea del Sud e Stati Uniti-Giappone", ha aggiunto il portavoce. "Non escludiamo la possibilità anche di consultazioni informali trilaterali", ha aggiunto. Da parte americana, le discussioni saranno animate dal nuovo emissario Usa per la Corea del Nord, Stephen Bosworth, e dal rappresentante degli Stati Uniti nei negoziati a sei, Sung Kim, ha precisato. E' altamente probabile che i tre Paesi discuteranno dell'annuncio da parte di Pyongyang di un suo prossimo tentativo di mettere in orbita fra il 4 e l'8 aprile un "satellite di telecomunicazioni", iniziativa che Washington, Tokyo e Seoul considerano alla stregua di un test missilistico a lunga gittata. (con fonte Afp)

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CRISI/ TREMONTI:IN USA RISCHIO ARMAGEDON FINANZIARIO PARE EVITATO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi/ Tremonti:In Usa rischio Armagedon finanziario pare evitato di Apcom E' globale perchè ha basi nella globalizzazione -->Taormina(Messina), 26 mar. (Apcom) - "Negli Stati Uniti il rischio dell''Armagedon' finanziario sembra sia stato evitato". Lo ha sostenuto il ministro dell'economia Giulio Tremonti nel corso del suo intervento al Forum di Confagricoltura a Taormina. "L'impressione che il rischio di una caduta di sistema della finanza Usa - ha aggiunto - sia in qualche modo escluso". Tremonti ha quindi sottolineato come "stiamo attraversando una terra incognita, e in effetti stiamo passando in un luogo, in un via, complessa nella quale non ci sono precedenti storici. E' la prima volta che la crisi è globale perché trova le sue basi nella globalizzazione stessa".

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##CONFERENZA MOSCA SU AFGHANISTAN, PRIMO CONTATTO USA-IRAN -2- (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

##Conferenza Mosca su Afghanistan, primo contatto Usa-Iran -2- di Apcom L'Asia centrale torna la chiave del potere in Eurasia -->Roma, 26 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Di certo, la porosità dei confini alle penetrazione di gruppi terroristici e al fiume di eroina proveniente dall'Afghanistan (che produce oltre il 90 per cento dell'output mondiale) sono problemi seri per Mosca e per gli altri paesi Sco. Tuttavia, non è solo questo lo scopo dell'azione russo-cinese. Lo si evince più chiaramente da quanto detto oggi dall'"azionista di maggioranza" della Sco. "La Cina attribuisce grande importanza alla questione del mantenimento della stabilità in Afghanistan e intende avere un ruolo in ciò", ha chiarito, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax, un portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica popolare. La stabilizzazione dell'Asia centrale, l'alleggerimento delle tensioni che ancora pesano sullo sviluppo del patrimonio energetico della regione, sono necessari per il pieno dispiegamento dei nuovi equilibri di potere che pendono sempre più verso Est. Gli Stati uniti del nuovo presidente Barack Obama, consapevoli della partita che si sta giocando in quelle terre (il "nuovo" Grande Gioco), hanno deciso di aumentare il loro impegno per cercare di non perdere il controllo dell'Afghanistan, il principale buco nero dell'area. Obama ha promesso un raddoppio del contingente Usa e ha chiesto un maggiore impegno agli alleati. Mosca e Pechino, insomma, vogliono dire la loro. Lo si è capito bene osservando quanto è accaduto nei primi mesi dell'anno attorno al tema della logistica del contingente a guida Nato. La Russia tenta di "canalizzare" i rifornimenti diretti ai soldati. Il Kirghizistan ha annunciato lo sfratto dalla cruciale base di Manas, utilizzata dagli americani dal 2001, in concomitanza con l'assegnazione di un importante aiuto economico da parte di Mosca. Una mossa, quella di Bishkek, che crea un bel grattacapo agli Usa, i cui approvvigionamenti passano per la gran parte dall'instabile Pakistan. Sempre negli stessi giorni, Mosca - assieme agli altri paesi Sco - ha aperto al transito di materiali non bellici Usa diretti ai soldati in teatro. Ventilando anche l'ipotesi di potersi aprire a materiali più specificamente militari. Di certo, la Russia non intende tornare coi suoi soldati in Afghanistan, riportando indietro le lancette dell'orologio della storia a prima del 1989. L'ha assicurato ieri il viceministro degli Esteri Alexei Borodavkin, che ha ribadito l'interesse di Mosca a un successo della missione di stabilizzazione Isaf a guida Nato. Ma non intende neanche essere spettatrice. Altrettanto forte è l'interesse cinese. L'Asia centrale è lo scrigno d'un enorme tesoro. Ricchissime risorse energetiche, ancora poco sfruttate, possono diventare il motore d'un coerente, nuovo sviluppo eurasiatico, alimentato da oleodotti e gasdotti che vanno o andranno verso Est e verso Ovest. Pechino spera quante più risorse possibili verso Oriente. Asia Times Online (Atol), ieri, in un articolo definiva la regione "Pipelinestan" e sottolineava il fatto che Pechino dal 2001 accarezza l'idea di una "sicura, dal flusso veloce, versione per l'energia della vecchia Via della Seta, che si estenda dal bacino del Caspio (gli '-stan' ricchi d'energia più Iran e Russia) alla provincia del Xinjiang, il suo Far West". La Sco può diventare la Nato di questo progetto. L'America e l'Europa, dal canto loro, messo in soffitta l'unilateralismo di Bush, al momento contano sul vantaggio fornito dal fatto di avere già attiva un'arteria, il sistema Baku-Tbilisi-Ceyhan (Btc). Tuttavia, si tratta di un'arteria che può essere facilmente tagliata, come è stato dimostrato nel conflitto in Georgia la scorsa estate. C'è bisogno di alternative e una potrebbe essere il tracciato Baku-Teheran-Kars. L'Iran, insomma, potrebbe dare un'alternativa, assumendo un ruolo centrale. Lo sanno a Mosca, a Pechino e forse se ne stanno accorgendo anche a Washington.

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##CONFERENZA MOSCA SU AFGHANISTAN, PRIMO CONTATTO USA-IRAN (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

##Conferenza Mosca su Afghanistan, primo contatto Usa-Iran di Apcom La Russia, padrona di casa: Se vorranno, forniremo assistenza -->Roma, 26 mar. (Apcom-Nuova Europa) - Non è detto che ci si sederanno, ma Stati uniti e Iran domani avranno un tavolo pronto a loro disposizione. Ad allestirlo sarà la Russia, nell'ambito di una conferenza internazionale sull'Afghanistan organizzata sotto l'egida dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), il raggruppamento di sicurezza regionale promosso nel 2001 dalla Cina. "Non abbiamo ancora contezza di dichiarazioni da parte Usa o iraniana su contatti bilaterali, ma se tale intenzione dovesse essere espressa, forniremo tutta la necessaria assistenza", ha detto oggi il portavoce del Ministero degli Esteri russo Andrei Nesterenko. Già posta a questa maniera, nella notizia ci sono tutte le caratteristiche delle dinamiche internazionali che stanno caratterizzando l'ultimo scorcio del primo decennio del XXI secolo. Due dei paesi che spesso vengono denominati Bric (assieme a India e Brasile) si fanno promotori di un'iniziativa che punta a porre nuovi elementi per una cooperazione con gli Usa nella stabilizzazione d'una regione di primaria importanza per gli equilibri globali. E, in questo ambito, non disdegnano di lanciare messaggi di mediazione, da "responsible stakeholder" della politica internazionale, rispetto a uno dei temi caldi dell'agenda globale: quello del nucleare iraniano. Questo accade in un momento in cui Halford Mackinder sta eclissando Nicholas John Spykman. O meglio, l'idea geopolitica del geografo britannico, che considerava l'"heartland" centroasiatica la chiave per il controllo dell'Eurasia (e quindi del mondo), sta mettendo in secondo piano quella dell'americano, il quale invece vedeva nel "rimland" (la fascia costiera del continente eurasiatico) il cuore del conflitto per il potere mondiale. In questa ottica, chi da tempo ha puntato le sue carte nella riorganizzazione dell'Asia centrale - la Cina, che ha voluto la Sco proprio per questo - spera di cominciare a raccogliere i primi frutti. Chi, come gli Usa, basava sul "rimland" la sua politica di contenimento rispetto alla vecchia Unione sovietica, in questo nuovo contesto appare in ritardo. La riunione di domani non ha avuto un grande risalto mediatico se paragonato alle conferenze e i meeting internazionali in programma - a partire dal G20 di Londra - e con partecipanti di livello politico più alto. Eppure, Mosca - presidente di turno della Sco - sembra assegnarvi una certa importanza. Oltre ai membri "di ruolo" dell'organizzazione - Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan - e ai membri osservatori - Iran, Pakistan, India e Mongolia - ha invitato l'Afghanistan (oggetto della riunione), la Turchia e i paesi del G8 (l'Italia sarà rappresentata dal neo-inviato del governo per Pakistan e Afghanistan, il direttore generale del minisetro per Asia, Oceania, Pacifico e Antartide Attilio Massimo Morucci). Ci saranno poi una serie di organizzazioni multilaterali, tra cui le Nazioni unite, rappresentate dal segretario generale Ban Ki-moon. L'obiettivo principale dell'incontro l'ha chiarito oggi il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov: raggiungere un accordo per una cooperazione più stringente nella lotta al terrorismo e al traffico di droga. "Verranno prese molte misure e queste misure saranno prese in diversi formati. Noi vogliamo raggiungere un accordo domani su un più ampio coordinamento per rednere queste misure più efficaci", ha detto il capo della diplomazia russa dopo un incontro col ministro degli Esteri kirghiso Kadyrbek Serbaev a Mosca. (segue)

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G8 LAVORO/ SACCONI: PROPORREMO ATTO GLOBALE PROTEZIONE SOCIALE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8 Lavoro/ Sacconi: Proporremo atto globale protezione sociale di Apcom I lavori del summit dal 29 al 31 marzo alla Farnesina -->Roma, 26 mar. (Apcom) - Un patto globale per la protezione sociale: è la proposta che il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, farà ai suoi colleghi del G8 al summit che si svolgerà alla Farnesina dal 29 al 31 marzo. Lo ha annunciato lo stesso Sacconi incontrando i giornalisti nella sede della stampa estera per anticipare alcuni dei contenuti della riunione organizzata dalla presidenza italiana. Un incontro che cade nel bel mezzo del tifone economico che sta attraversando i mercati finanziari di mezzo mondo e che anche in Italia sta ingrossando le fila dei disoccupati. Sacconi ha spiegato che il G8 Lavoro dedicherà una particolare attenzione agli aspetti sociali, mercato del lavoro e sistemi di welfare in primo luogo, della crisi economica in atto. L'obiettivo del summit, dunque, sarà quello di discutere e approfondire i possibili interventi svolti a livello dei singoli Stati e quelli che potrebbero essere coordinati a livello internazionale per far fronte al problema della disoccupazione. In particolare per il sostegno del reddito delle famiglie colpite e della capacità di rientro nel mercato del lavoro dei soggetti vittime della crisi. In linea con l'orientamento generale della presidenza italiana del G8, ma anche in considerazione del carattere assolutamente globale della crisi in atto, Sacconi ha invitato alla riunione anche i ministri del Lavoro delle economie mondiali emergenti (Cina, India, Brasile, Messico, Sud Africa ed Egitto) e le organizzazioni internazionali maggiormente interessate (Ilo, Ocse e Fmi). I lavori si apriranno nel pomeriggio di domenica con un incontro con i rappresentanti delle parti sociali e si articolerà nei giorni seguenti in tre sessioni plenarie. La prima, introdotta da una relazione del segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, verterà sugli effetti più immediati della crisi nei paesi del G8. La seconda, introdotta dal direttore generale dell'Ilo (organizzazione internazionale del lavoro), Juan Somavia, estenderà le riflessioni sulle conseguenze più durature della crisi a tutti i 14 paesi partecipanti. I lavori della terza sessione, che si svolgerà nella mattina di martedì, saranno aperti dal direttore del Fondo monetario internazionale, Domenique Strass-Kahn, e faranno il punto sul ruolo delle politiche di welfare e della dimensione umana nel nuovo assetto della globalizzazione. Il G8 Lavoro diventerà G14 a partire dalla giornata di lunedì. La ministeriale G8 Lavoro rappresenta il primo incontro dedicato alla dimensione sociale e umana dall'inizio della crisi. "E' una summit sociale che non ha precedenti da quando è in atto la crisi - ha spiegato Sacconi - che investe, in alcuni paesi più e in altri meno, tutta la società. Il G8 Lavoro si trasforma quindi in un vero summit sociale". Il responsabile del Welfare ha riferito che alla conferenza stampa d'apertura sarà presente anche il premier Silvio Berlusconi. "Faremo una proposta di metodo e di merito - ha proseguito - proporremo un patto globale per la protezione sociale. La riforma della governance del Fondo monetario (in cui aumenterebbe il peso di paesi come India e Cina, ndr) deve includere il concetto che la stabilità economico e finanziaria non può che incorporare il valore della stabilità sociale. La coesione sociale è un modo per superare la crisi finanziaria". Secondo il ministro del Welfare una società dove esplodono tensioni sociali può diventare può aumentare l'instabilità economica. Pertanto "superare la crisi - ha aggiunto - significa garantire e dare fiducia alla nostra società. Significa considerare prioritaria la spesa per le persone perchè il contenuto primario del welfare è il capitale umano, che va protetto mantenendo le persone legate alla produzione. In Italia con la cassa integrazione, strumento meravigliosamente utile, manteniamo in stand by le persone legandole però alla produzione. Il messaggio che daremo agli altri paesi è il seguente: sostenere e investire nelle persone perchè, e questa è una certezza, dopo la crisi conterà il capitale umano". L'obiettivo che si propone la presidenza italiana del G8 è di lanciare questo messaggio chiaro, possibilmente "condiviso", è indicare una strada al G20 di Londra: legare la stabilità economica a quella sociale. Martedì, ci sarà una dichiarazione conclusiva sugli impegni comuni dei paesi partecipanti al summit allo scopo di assumerli come "punti di riferimemto". Ci sarà inoltre spazio per incontri bilaterali, che "non posso ancora dire - ha concluso Sacconi - sono comunque ipotizzati diversi incontri bilaterali".

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CRISI/ FINI CITA TREMONTI: IL MERCATO NON SIA UN TOTEM (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi/ Fini cita Tremonti: Il mercato non sia un totem di Apcom Ora serve politica capace di dare regole -->Roma, 26 mar. (Apcom) - "E' paradossale che la fine della Guerra Fredda, che pure segnò la fine delle vecchie ideologie del Novecento, abbia visto progressivamente affermarsi una nuova ideologia, quella del mercato trasformato in totem". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini parlando durante un convegno, organizzato dall'Intergruppo parlamentare per la solidarietà, sul tema 'Crisi, sussidiarietà ed economia sociale di mercato'. "Questa nuova ideologia - ha aggiunto - è stata efficacemente descritta da Giulio Tremonti nel libro 'La paura e la speranza', nel quale sono descritti i rischi di una globalizzazione non più governata da Stati e organizzazioni internazionali". Di fronte alla crisi, "non solo economica ma crisi di un modello di capitalismo e di globalizzazione", Fini ha sottolineato la validità dei "principi dell'economia sociale di mercato", del "principio di sussidiarietà". Ora è il momento della "politica", che deve essere capace di produrre "regole che garantiscano un equilibrio tra le forze della finanza, dell'economia reale, della politica e degli Stati".

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G-20, non ci sarà l'Europa? (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

G-20, non ci sarà l'Europa? 26 marzo 2009 alle 19:10 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti Da un editoriale di Timothy Garton Ash sul Los Angeles Times: " Quando il presidente Obama andrà a Londra la settimana prossima, una grande potenza sarà assente da quel summit: l' Europa. Cinque leader a quel vertice saranno europei, i rappresentanti di Inghilterra Francia Germania Italia e della Commissione, ma il totale sarà inferiore alla somma delle parti. Ci saranno molti europei ma non l' Europa. La risposta europea alla più grave crisi degli ultimi 50 anni è stata debole e divisa. La Cina e gli Usa hanno lanciato massicce manovre di rilancio della crescita. Al confronto l' Europa porta al tavolo del G-20 delle noccioline" . Aggiungo io: non migliora la credibilità dell' Unione il fatto che il paese con la presidenza di turno (la Repubblica cèca) è in piena crisi di governo proprio durante il suo semestre e a pochi giorni dal G-20; e che il suo leader uscente si è lanciato in una diatriba di accuse tanto virulente quanto confuse contro l' Amministrazione Obama. rampini

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L'economia verde che non teme la crisi /2 La bicicletta (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 26-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0926 L'economia verde che non teme la crisi /2 La bicicletta Pubblicato da Marco Pagani alle 09:47 in Buone notizie dal mondo, Economia e ambiente, Sostenibilità - decrescita, Trasporti Se Henry Ford avesse visto un grafico come questo, avrebbe immediatamente aperto una linea di produzione di biciclette, con campagne pubblicitarie espressamente dedicate ai velocipedi. Invece, i tecnosauri dell'industria automobilistica continuano a confidare orgogliosamente nei loro motori a combustione interna. Forse non lo avreste mai detto, ma la produzione di biciclette non è mai stata superata dalle auto; ci si è andati molto vicini nel 1970, ma poi il distacco è via via aumentato. Insomma, la bici si manifesta per quello che è: il più geniale e diffuso mezzo di trasporto che l'uomo abbia mai inventato su questo pianeta. I costruttori di biciclette nel mondo sono migliaia (nessun pericolo di trust o di monopolio) e in questo periodo stanno facendo affari d'oro. I maggiori produttori sono naturalmente la Cina e Taiwan. Gli USA erano usciti stupidamente dal business alla fine degli anni '90, ma ora ci stanno ritornando alla grande. Anche l'Unione Europea non si è molto data da fare in questi ultimi decenni, ma la crisi farà sicuramente cambiare le cose... Ah, a proposito; l'immagine che fa da sfondo al grafico è la famosa scultura di Marcel Duchamp .

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