CENACOLO DEI COGITANTI |
Perché tende
a fare dell'ordine pubblico mobilitato il terreno prevalente della politica:
... ( da "Trentino"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: possibile contrastare localmente gli effetti della
globalizzazione, trasformando il tema chiave
dell'insicurezza esistenziale in esclusiva sicurezza personale. Uno spostamento
di tiro che, anche grazie al non disinteressato sostegno di mezzi di
comunicazione di massa che trasformano i cittadini in telespettatori, indirizza
l'attenzione sull'esclusiva dimensione del rischio devianza.
Bini
Smaghi (Bce): Italia, più riforme contro la crisi
( da "Gazzettino,
Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La crisi mondiale non si risolve col protezionismo stile
"anni Trenta", né dando le colpe alla globalizzazione o persino
all'euro. Occorre ricreare la fiducia di famiglie e imprese, rilanciare i
consumi. Come? Con serie politiche di riforma, garantendo solidità al sistema
bancario e una bassa inflazione.
La
Corea del Nord punta allo spazio (
da "Giornale
di Brescia" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La Cina «ha preso atto» delle
novità comunicate: «i colloqui a Sei (sul disarmo nucleare nordcoreano tra
Cina, Usa, Giappone, Russia e due Coree, ndr) stanno facendo progressi e ci
auguriamo che le parti interessate proseguano su questa strada», ha detto un
portavoce del Ministero degli esteri cinese.
Tasca
d'Almerita lancia sfida:portare la Sicilia nel Far
East ( da "Secolo XIX, Il"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Usa, Russia e Svizzera, a nuovi scenari come Sud America,
Est Europa cui si aggiungono Vietnam, India, Cina e Corea. Intanto nei giorni
scorsi Tasca d'Almerita ha aggiunto un quinto polo di produzione vinicola: alla
Tenuta Regaleali (Palermo), Mozia (Trapani), Capofaro Malvasia & Resort
(Salina, Isole Eolie) e Tenute Etna (
Grandi
Laghi A STELLE E STRISCE ( da "Manifesto, Il"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: la Cina. Nel 2008, Pechino ha firmato con Kinshasa un
contratto per un prestito di 9,2 miliardi di dollari. In base a quest'accordo,
la Cina ha ottenuto i diritti sulle estese risorse di rame e cobalto in cambio
di 6 miliardi per la costruzione di strade, due dighe idro-elettriche,
ospedali, scuole e collegamenti ferroviari tra la provincia del Katanga,
Somari
in geografia ( da "Eco di Bergamo, L'"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: In Europa Zucconi scrive che soltanto i giovani svedesi
sanno che le due nazioni più popolose della Terra sono la Cina e l'India. In
Usa una notevole maggioranza di giovani sa indicare il nome di un'isola del
Pacifico dove è stato girato uno show tv di «finto primitivismo». Gira e rigira
invece della scuola in primo piano abbiamo la tv, di qua e di là dell'Oceano.
Il
vescovo Paglia: Usa e Cina sono interessati alle nostre callule trattate
( da "Messaggero,
Il (Umbria)" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Mercoledì 25 Febbraio 2009 Chiudi
Il vescovo Paglia: «Usa e Cina sono interessati alle nostre callule trattate»
Ecco a
voi il capitalismo 2010. Modello Hu ( da "Milano Finanza (MF)"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: economia Usa potrebbe divenire molto più simile a quella
mista cinese. Ma è un bene questa «cinesizzazione» diffusa? Se in Cina il
capitalismo misto ha indubbiamente ben funzionato, seppure in un contesto non
propriamente democratico, ed ha saputo garantire un
lungo ciclo di crescita economica, ben altra questione è applicare un modello
con un'
I
mercati chiedono una guida sicura ( da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: a cominciare dalla Cina. Come sappiamo,
questa crisi viene dalla finanza americana. Che però è stata gonfiata dalla
piega pericolosa presa dalla conciliazione di quelli che sono stati sempre, dal
dopoguerra, assi portanti della politica estera Usa: la liberalizzazione degli
scambi internazionali e la dimostrazione del dinamismo della propria economia.
OBAMA
BERLUSCONEGGIA UN PO' (TRANQUILLI, CE LA FAREMO) E VOLA NEI SONDAGGI - I
TALEBANI ACCETTANO IL CESSATE IL FUOCO DEL PAKISTAN I BRONZI DI YSL TRA FRANCIA
E CINA L'ITALIA T ( da "Dagospia.com"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: In evidenza anche la disputa tra Francia e Cina sulla
vendita di due bronzi che facevano parte dei preziosi tesori d'arte dello
stilista Yves Saint Laurent. "La Cina non riesce a fermare la vendita di
vestigia del passato". Laurent saint THE NEW YORK TIMES - "Obama
rassicura la nazione 'Ricostruiremo'" il Paese.
LA
GLOBALIZZAZIONE riguarda anche gli yachts d'alto bordo. Com...
( da "Nazione,
La (Livorno)" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: 3 LA GLOBALIZZAZIONE riguarda anche gli yachts d'alto
bordo. Com... LA GLOBALIZZAZIONE riguarda anche gli yachts d'alto bordo. Come
dimostrano i passaggi di scafi nudi o addirittura grezzi realizzati altrove per
primari cantieri del nostro distretto.
Grandi
Laghi A STELLE E STRISCE - MANOVRE AMERICANE TRA CONGO E RUANDA
( da "Manifesto,
Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: la Cina. Nel 2008, Pechino ha firmato con Kinshasa un
contratto per un prestito di 9,2 miliardi di dollari. In base a quest'accordo,
la Cina ha ottenuto i diritti sulle estese risorse di rame e cobalto in cambio
di 6 miliardi per la costruzione di strade, due dighe idro-elettriche,
ospedali, scuole e collegamenti ferroviari tra la provincia del Katanga,
Se non
si mette al centro l'ultimo dei contadini africani
( da "Avvenire"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: concluso che in un mondo globalizzato le regole sulla
finanza dovranno essere ancor più stringenti e conseguentemente essere eguali
per tutti i Paesi. Basteranno tali conclusioni per riportare una duratura
fiducia nei mercati? Al di là delle prime reazione a
caldo, c'è da dubitarne considerato che le questioni di fondo sono state
demandate ad un altro vertice,
Politica
estera italiana: alleanza con Francia ed Egitto
( da "Blogosfere"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina, India, Messico e Sud Africa, "ai quali sarebbe
utile aggiungere anche un paese arabo e africano, come l'Egitto". Il
presidente del Consiglio ieri ha rilasciato un'intervista al quotidiano
francese Le Figaro. Anche secondo Berlusconi occorre "ripensare il
G8", come a uno strumento più efficace.
Produrre
per il futurocon tecniche antiche
( da "Sicilia,
La" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: così come vorrebbe etichettarli la globalizzazione.
Essendo prodotti nel rispetto più assoluto della natura e dei
sui processi biologici, oltre ad essere testimonianza delle peculiarità
di un territorio possiedono tutta una serie di composti che fanno bene alla
salute. Parliamo degli "antiossidanti" che provengono da un latte
crudo prodotto da animali liberi e sani al pascolo,
(Segue dalla prima pagina) Lorenzo Bini Smaghi,
l'economista italian... ( da "Gazzettino, Il"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La globalizzazione ha prodotto, o aggravato, la crisi in
atto? «La crisi non nasce dalla globalizzazione, ma
dai comportamenti dei mercati finanziari e da politiche economiche troppo
orientati al breve periodo. Sicuramente la globalizzazione ha aumentato l'interdipendenza
e la sincronia degli andamenti economici.
Seul La
Corea del Nord tira dritto e, nonostante le lusinghe diplomatiche di
Washington, annunci... ( da "Gazzettino, Il"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: La Cina «ha preso atto» dell'annuncio nordcoreano,
indicando che «i colloqui a Sei (sul disarmo nucleare nordcoreano, tra Cina,
Usa, Giappone, Russia e le due Coree) stanno facendo progressi e ci auguriamo
che le parti interessate proseguano su questa strada».
Qzone,
il più grande social network del mondo?
( da "Blogosfere"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Pubblicato da Luca Dello Iacovo alle 14:23 in
globalizzazione Duecento milioni di persone fanno parte di Qzone, un social
network lanciato da Tencent (che ha al suo attivo anche QQ, il serivizio di
istant messaging più usato in CIna). Facebook è
arrivato a 175 milioni di utenti attivi (su Qzone sono, invece, 150 milioni).
SEMPRE
PIù GLOBALIZZATO, COMPUTERIZZATO, PROGRAMMATO, MECCANIZZATO. MA L'UOMO DI OGGI,
SOM... ( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Sempre più globalizzato, computerizzato, programmato,
meccanizzato. Ma l'uomo di oggi, sommerso dal cemento, cerca ancora l'Unicorno?
Crede ancora a Lucignolo? Quante volte abbiamo accarezzato il muso di un
cavallo o il pelo morbido di un asinello? Lévi-Strauss, filososofo e
antropologo francese, afferma che il genere umano,
Afghanistan/
Da Mosca e Asia centrale ok transito... -
( da "Virgilio
Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Questo raggruppamento multilaterale, voluto più dalla Cina
che dalla Russia stessa, potrebbe diventare un importante attore delle
politiche di sicurezza nella regione. Questo scenario pone insidie, ma anche
opportunità per Washington, dove ora non sono più in auge i neo-con portati
nelle stanze dei bottoni da George W.
CRISI,
OBAMA PRONTO AD AMPIE RIFORME FINANZIARIE
( da "Wall
Street Italia" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina -- sta pensando a come ridisegnare il sistema di
regole finanziarie pensato in gran parte dopo la fine della Seconda guerra
mondiale durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944. Oggi i titoli della
borsa americana erano in calo mentre gli investitori non hanno letto molti
spunti nuovi nel discorso di Obama di ieri notte in cui il presidente Usa ha
spiegato come intende porre
Usa/
Dipartimento di Stato "bacchetta" la Cina sui diritti
( da "Virgilio
Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina tra i Paesi in cima alla lista redatta dal
dipartimento di Stato americano dei Paesi dove sono più frequentemente violati
i diritti umani. Nel rapporto annuale sulla tutela dei diritti fondamentali nel
mondo, presentato oggi dal segretario di Stato americano, Hillary Clinton,
Pechino viene accusata di numerose violazioni a partire da quelle dovute alle
repressioni in Tibet
Crisi,
Obama pronto ad ampie riforme finanziarie
( da "Reuters
Italia" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: Cina -- sta pensando a come ridisegnare il sistema di
regole finanziarie pensato in gran parte dopo la fine della Seconda guerra
mondiale durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944. Oggi i titoli della
borsa americana erano in calo mentre gli investitori non hanno letto molti
spunti nuovi nel discorso di Obama di ieri notte in cui il presidente Usa ha
spiegato come intende porre
21:56
DIRITTI UMANI: USA PUNTANO L'INDICE SU CINA E RUSSIA
( da "Agi"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Abstract: DIRITTI UMANI: USA PUNTANO L'INDICE
SU CINA E RUSSIA (AGI) - Washington, 25 feb. - Cina e Russia hanno ancora molto
cammino da fare sulla strada della tutela dei diritti umani: nel suo rapporto
annuale sulla situazione in 190 Paesi del mondo, Washington e' tornato a
puntare l'indice su alcuni dei tradizionali obiettivi.
( da "Trentino" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Perché tende a fare dell'ordine pubblico mobilitato il
terreno prevalente della politica: ... Perché tende a fare dell'ordine pubblico
mobilitato il terreno prevalente della politica: mescolando, in una
preoccupante confusione di ruoli, dimensioni istituzionali e militanza, organi
di governo e nuove milizie, che snaturano i caratteri dello Stato democratico. Al di là della prevedibile
inefficacia delle ronde, il vero pericolo è dato dal diffondersi della falsa
idea del "popolo che si fa Stato" senza mediazioni istituzionali; di
una subcultura politica che vive la Costituzione, la magistratura, lo stesso operato
delle forze dell'ordine, come orpelli, come limiti da superare. Una novità,
quella del vigilantismo, che accanto alla progressiva trasformazione delle
polizie municipali in organo di ordine pubblico generale in concorrenza con i
corpi di polizia nazionale, rischia di alimentare non solo conflitti
istituzionali ma anche drammatiche torsioni dei diritti. Un percorso che, se
sottovalutato perchè confuso con il folclore, rischia di accentuare
progressivamente la corsa verso una sorta di "democrazia totalitaria"
che ha come fine l'adesione del cittadino a una supposta "volontà
generale". Una concezione di "Stato della paura" che fa paura.
Non è un caso che il Presidente della Repubblica, pur obbligato a dare via
libera al provvedimento, ne abbia immediatamente preso le distanze, precisando
come i contenuti del decreto siano di "esclusiva responsabilità del
governo". Timori che aleggiano in ampi strati della società italiana e
anche Oltretevere. Tanto che il Vaticano, preoccupato per le possibili conseguenze
dell'uso politico del vigilantismo, nelle intenzioni dei suoi promotori
destinato a mettere sotto controllo le nuove "classi pericolose", a
partire dagli immigrati, ha definito la scelta un' "abdicazione
dello Stato di diritto". Un ordine del discorso che le forze più
responsabili del Paese, quelle che storicamente lo hanno salvato nei suoi
momenti più difficili pur essendo spesso espressioni di "minoranze
attive", devono non solo respingere ma contrastare culturalmente. A
partire da una capacità di analisi che spesso latita. La destra xenofoba e
populista offre, infatti, l'illusione che sia possibile
contrastare localmente gli effetti della globalizzazione, trasformando il tema chiave dell'insicurezza esistenziale in esclusiva
sicurezza personale. Uno spostamento di tiro che, anche grazie al non
disinteressato sostegno di mezzi di comunicazione di massa che trasformano i
cittadini in telespettatori, indirizza l'attenzione sull'esclusiva dimensione
del rischio devianza. Come se al fondamentale diritto all'incolumità e
alla protezione fisica delle persone non dovesse accompagnarsi anche a quello
alla protezione sociale. Scompaiono così dal dibattito pubblico temi quali una
crisi economica che si annuncia durissima, la difesa e la redistribuzione dei
redditi, lo sgretolamento del welfare, la drammatica caduta del capitale
sociale, a partire dalla formazione e dall'istruzione, il degrado di quel bene
indisponibile che è l'ambiente. Su questi versanti il nuovo "Stato
populista" vagheggiato dalla destra non ha nulla da dire: il cittadino
deve essere mobilitato solo per sorreggerne il progetto carismatico e
securitario. Per il resto che si arrangi: un salto all'indietro di due secoli.
Renzo Guolo
( da "Gazzettino, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Bini
Smaghi (Bce): «Italia, più riforme contro la crisi» di Maurizio Cerruti
Mercoledì 25 Febbraio 2009, La
crisi mondiale non si risolve col protezionismo
stile "anni Trenta", né dando le colpe alla globalizzazione o persino
all'euro. Occorre ricreare la fiducia di famiglie e imprese, rilanciare i
consumi. Come? Con serie politiche di riforma, garantendo solidità al sistema
bancario e una bassa inflazione. All'Italia la crisi dà l'opportunità
per riforme strutturali e per rilanciare la produttività: l'economista Lorenzo
Bini Smaghi, membro italiano dell'esecutivo della Banca centrale europea, vede
molta incertezza, ma non vede nero nel futuro. ( Segue a pagina 2)
( da "Giornale di Brescia" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
25/02/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero
La Corea del Nord punta allo spazio Pyongyang annuncia il lancio di un
satellite per telecomunicazioni, ma Stati Uniti e Corea del Sud temono che si
tratti della sperimentazione di un missile a lunga gittata, che potrebbe
portare anche armi nucleari sfida spaziale punta su vettori di portata molto
superiore " title="Un missile NoDong dell'arsenale nordcoreano: la
nuova sfida spaziale punta su vettori di portata molto superiore "
onClick="showImage('http://www.giornaledibrescia.it/gdbonline/contenuti/20090225/foto/full_brescia_133.jpg',600,461)">
Un missile NoDong dell'arsenale nordcoreano: la nuova sfida spaziale punta su
vettori di portata molto superiore PYONGYANGLa Corea del Nord tira dritto e,
nonostante la «moral suasion» di Washington, annuncia che è sul punto di
lanciare un satellite nello spazio. In una nota del comitato di Tecnologia
spaziale affidata alla Kcna, l'agenzia di stampa del regime, Pyongyang spiega
che vanno avanti i preparativi dell'operazione che, in base alle ipotesi degli
esperti, dovrebbe essere la prova sperimentale del missile a lunga gittata di
cui si parla da alcune settimane. «Attualmente è in corso a pieno ritmo la
preparazione di un test di lancio per scopi di comunicazione satellitare»,
recita il dispaccio dell'agenzia, secondo cui Kwangmyongsong-2, il nome del
satellite, sarà trasportato nello spazio dal razzo Unha-2, allestito nella base
di Tonghae. «Lo spazio - si legge ancora - è un bene comune e il suo utilizzo
per scopi pacifici è una tendenza globale». I satelliti per le comunicazioni,
lo studio delle risorse naturali e dei fenomeni meteo, «sono essenziali allo
sviluppo economico»: quando «questo lancio si rivelerà un successo, la nostra
scienza e tecnologia spaziale farà un altro grande passo in avanti verso il
ruolo di potenza economica». Indeterminata la data dell'operazione che sarebbe
comunque una violazione della risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite che impedisce a Pyongyang ulteriori sviluppi atomici o lanci di
missili. Secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap, il test potrebbe essere fatto l'8
marzo, giorno di rinnovo del parlamento nordcoreano. Un eventuale lancio di
missile da parte della Corea del Nord «non aiuterà a far avanzare le nostre
relazioni», aveva ammonito il segretario di Stato Usa,
Hillary Clinton, quasi una settimana fa, durante la sua visita in Giappone,
nella quale ha illustrato la proposta americana di aiuti in cambio di abbandono
dei programmi nucleari. L'ipotesi più accreditata nei rapporti
dell'intelligence occidentale, infatti, è quella di un test in cui sarà
sperimentato un missile di lunga gittata, forse una versione migliorata del
Taepodong-2, capace di raggiungere Alaska e Hawaii. Naturale, la reazione dei
Paesi dell'area. Il Giappone ha invitato Pyongyang a mettere da parte
«qualunque iniziativa che possa mettere a repentaglio la pace e la sicurezza
nella regione», ha commentato il capo di gabinetto, Takeo Kawamura. La Cina «ha preso atto» delle novità comunicate: «i colloqui a Sei (sul
disarmo nucleare nordcoreano tra Cina, Usa, Giappone, Russia e due Coree, ndr) stanno facendo progressi e
ci auguriamo che le parti interessate proseguano su questa strada», ha detto un
portavoce del Ministero degli esteri cinese. La Corea del Sud, infine,
considererà in ogni caso una «minaccia militare» un eventuale lancio balistico
da parte del Nord. Per il titolare della Difesa, Lee Sang-hee, «missile o satellite, la tecnologia è simile. In ogni caso,
consideriamo l'evenienza una minaccia diretta alla nostra nazione, pertanto
sono in atto preparativi necessari per affrontare la situazione nel modo
adeguato».
( da "Secolo XIX, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Tasca
d'Almerita lancia sfida:portare la Sicilia nel Far
East nuovi mercati palermo. Il 2008 è stato un anno ricco di successi per la
cantina siciliana Tasca d'Almerita: i dati di mercato registrano una crescita
del 3% a volume e dell'8%. Numeri che permettono a Tasca d'Almerita di superare
il fatturato record del
( da "Manifesto, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MANOVRE
AMERICANE TRA CONGO E RUANDA Grandi Laghi A STELLE E STRISCE Operazioni
militari congiunte tra ex nemici, accordi segreti e ricatti commerciali. Dietro
i sommovimenti in Congo c'è Washington, che vuole riacquisire peso, assicurarsi
il controllo delle materie prime e sconfiggere su un terreno cruciale il suo
rivale geo-strategico: Pechino Stefano Liberti Grandi movimenti stanno
scuotendo la parte orientale della Repubblica democratica del Congo (Rdc), la
regione-fulcro dell'instabilità dei Grandi Laghi, il cuore di quella prima
guerra mondiale africana (1998-2003) i cui pesanti strascichi non sono mai
veramente finiti. Alla fine del gennaio scorso, un battaglione di 7000 soldati
ruandesi ha superato il confine ed è penetrato nello stato del Nord Kivu.
Niente di nuovo sotto il sole: era già successo a più riprese, in modo aperto o
appena mascherato. La differenza con i precedenti ingressi delle truppe di
Kigali sul suolo congolese è che quest'ultimo è stato concordato con Kinshasa,
o meglio è stato regolato da un accordo firmato il 5 dicembre tra il presidente
congolese Joseph Kabila e il suo omologo ruandese Paul Kagame. Secondo
l'accordo, i cui termini non sono noti nemmeno al parlamento di Kinshasa, le
truppe ruandesi sono autorizzate a penetrare nel Kivu per dare la caccia ai
ribelli hutu delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), gli
eredi di quelle milizie interhawme che si sono macchiate del genocidio di
800mila tutsi e hutu moderati nel
( da "Eco di Bergamo, L'" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Somari
in geografia --> Mercoledì 25 Febbraio 2009 GENERALI, pagina 6 e-mail print
Sulla riforma scolastica si è discusso molto. Due correnti di pensiero: una
evidenzia l'utilità di promuovere maggiori opportunità nel settore tecnologico,
l'altra ritiene che non per questo si debba trascurare la geografia. Nell'era
di Internet e della globalizzazione il resto del mondo è molto più vicino
all'Italia rispetto al passato con quel che ne consegue: approfondimenti
culturali e sociali, costumi, storia, linguaggi. Non si può nascondere la testa
sotto la cappa dell'ignoranza. La scarsa valutazione di stati e capitali non è
solo una prerogativa italiana, anzi in campo europeo occupiamo una buona
posizione, terzi secondo una statistica del Duemila. È
una scala tutta da percorrere: quanto valgono effettivamente i primi posti, i
secondi e gli ultimi nei confronti di una soddisfacente conoscenza della
materia? Vittorio Zucconi nel suo libro «L'aquila e il pollo fritto»
(Mondadori) chiama in causa l'ex presidente Usa, Bush
che nell'ultima campagna elettorale «aveva confessato di ignorare dove fosse il
Pakistan, poi divenuto alleato-chiave della sua guerra, e aveva confuso la
Slovenia con la Slovacchia?». Laureati e diplomati italiani hanno dimostrato parecchi
impacci di fronte a domande su quali erano le capitali dell'Egitto, dell'Iran,
e quale la principale città canadese di lingua francese. Il grado di difficoltà
cresce se si parla delle ex repubbliche sovietiche, Tagikistan, Kazakistan,
Uzbekistan. In Europa Zucconi scrive che soltanto i giovani
svedesi sanno che le due nazioni più popolose della Terra sono la Cina e l'India. In Usa una notevole maggioranza di
giovani sa indicare il nome di un'isola del Pacifico dove è stato girato uno
show tv di «finto primitivismo». Gira e rigira invece della scuola in primo
piano abbiamo la tv, di qua e di là dell'Oceano.
I video di Stato dovrebbero dedicare qualche programma
specifico al crescere del mondo: una canzonetta di meno, e qualche nozione
geografica in più: è troppo pretenderlo? 25/02/2009 nascosto-->
( da "Messaggero, Il (Umbria)" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì 25 Febbraio 2009 Chiudi
Il vescovo Paglia: «Usa e Cina sono
interessati alle nostre callule trattate»
( da "Milano Finanza (MF)" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
MF
sezione: Commenti & Analisi data: 25/02/2009 - pag: 7
autore: di Edoardo Narduzzi Ecco a voi il capitalismo 2010. Modello Hu
Adesso che la tentazione di nazionalizzare le banche investe gli Usa, diventa lecito domandarsi in quale direzione stia
andando il capitalismo contemporaneo. Il governo britannico è già il principale
azionista nel credito, quello tedesco ha appena varato una legge per
nazionalizzare le banche a prescindere dalle intenzioni degli azionisti, la
Francia di Sarkozy appare posseduta da un demone neo interventista in ogni
settore, tutti fatti che provano quanto il mondo sia rapidamente cambiato in
appena un semestre. Ma se lo Stato assorbe parte del mercato e soprattutto se
il credito tende a trasformarsi in una sorta di servizio di pubblica utilità,
allora è corretto interrogarsi sui nuovi equilibri in divenire dell'economia di
mercato.Quello che sta emergendo, sotto la spinta
dell'emergenza, è un modello di capitalismo molto diverso da quelli conosciuti
dai mercati occidentali. Non si tratta di una riedizione del capitalismo
statocentrico alla francese o con le sfumature sociali del tipo renano. Quanto
sta prendendo forma è una sorta di capitalismo alla cinese, con una forzata
convivenza tra una determinante e consistente presenza del pubblico nel
capitale delle imprese più importanti e discreti margini di azione per
l'impresa privata. In questo quadro lo Stato e la mano pubblica elaborano le
strategie di indirizzo dell'economia controllandone settori importanti, tra cui
il credito, mentre i privati si occupano dei servizi e della gestione
soprattutto delle imprese minori. Un modello mirante a controllare gli eccessi
del mercatismo garantendo un accettabile livello di competizione dal basso. In
fin dei conti la lunga marcia di avvicinamento all'economia di mercato della Cina ancora comunista ha prodotto oggi nel più popoloso
paese del mondo una specie di capitalismo della cogestione imperfetta: la
spinta alla crescita è assicurata dall'iniziativa dei privati ma il potere di
alzare o ridurre le barriere nei settori chiave è
nelle mani del governo e della politica. Il ruolo del decisore pubblico nel
capitalismo cinese rimane estremamente significativo. Ma la presenza dei
governi nelle scelte economiche sta rapidamente crescendo anche in occidente.
Il governo americano, ad esempio, da ormai un anno non si limita più a vigilare
sui mercati attraverso autorità di settore. Ha fatto e si prepara a fare scelte
ben più interventiste. In qualche modo l'economia Usa potrebbe divenire molto più simile a quella mista cinese. Ma è
un bene questa «cinesizzazione» diffusa? Se in Cina il
capitalismo misto ha indubbiamente ben funzionato, seppure in un contesto non
propriamente democratico, ed ha saputo garantire un
lungo ciclo di crescita economica, ben altra questione è applicare un modello
con un'importante presenza pubblica in contesti economici avanzati. In Cina un solo partito al governo garantisce continuità alla
gestione delle imprese pubbliche. Il confronto all'interno del partito
esaurisce ogni bisogno di sintesi. Una situazione difficilmente riproponibile
altrove. Il confronto elettorale nei paesi occidentali nel prossimo futuro
verterà, quando la nazionalizzazione sarà diventata pratica diffusa,
soprattutto sulle strategie di gestione della parte pubblica dell'economia. La
politica economica potrebbe decidere quali settori meritano credito bancario e
quali no, ad esempio. In un mondo alla ricerca di nuovi equilibri il primato
sul campo del capitalismo cinese, stabile finora più degli altri perfino
durante la tempesta finanziaria, può svolgere un ruolo da catalizzatore per gli
altri modelli in crisi di identità. Del resto al risparmio cinese si chiede di
finanziare buona parte dei titoli di Stato americani, nella speranza che quegli
stessi risparmiatori imparino a consumare di più e all'occidentale per
sostenere la domanda globale. La capacità di credito e di consumo di Pechino fa
da prestatore di ultima istanza per il capitalismo internazionale in crisi. Ma,
se la Cina è chiamata a sanare gli squilibri ed i
fallimenti prodotti da altri, non deve sorprendere che, anche quasi spontaneamente,
il capitalismo internazionale tenda ad allinearsi alle caratteristiche di
quello cinese. In fondo da millenni la cultura cinese ritiene di essere quella
che fa da guida per il mondo intero. Perché dai pensieri si potesse passare ai
fatti è stato sufficiente scatenare l'ingordigia da facile guadagno dei
finanzieri di Wall Street (ma Weber non scriveva che la morale del capitalismo
di matrice calvinista era superiore?). Ora non possiamo sorprenderci se per
diversi decenni le nostre economie saranno molto più simili a quella a guida
statale che da sempre caratterizza la Cina. La
speranza è poter godere della stessa velocità di crescita.
( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-02-25 - pag: 1
autore: AMERICA ED EUROPA I mercati chiedono una guida sicura di Giangiacomo
Nardozzi a crisi si è complicata. Alle perdite sui titoli tossici ancora rimasti nei
bilanci delle banche si aggiungono, L per quelle
europee, i problemi derivanti dall'esposizione verso i Paesi dell'Est, travolti
dall'alto indebitamento in valuta estera. La recessione è pesantissima e
ovunque carica di rischi i crediti bancari. La parola
"nazionalizzazione" ha provocato crolli dei titoli bancari, dagli
Stati Uniti all'Italia, indipendentemente dal contesto e dalla sua fondatezza,
e non a caso quando ieri il presidente della Fed, nella sua audizione al
Congresso, ha detto che in America le nazionalizzazioni bancarie non sono
strettamente necessarie, Wall Street ha subito ripreso vigore. Le stesse banche
centrali non possono fare più di tanto, dopo tutto
quello che già hanno fatto di eccezionale per diffondere fiducia, se non in
buona sostanza rinviare all'azione dei governi, come ha indicato ieri Ben
Bernanke. Il fatto è che sta venendo meno la fiducia nella capacità della
politica di attuare interventi risolutivi di questa crisi, che mette pesantemente
in discussione due punti fermi dell'ultimo mezzo secolo: da un lato la
leadership economica degli Stati Uniti, dall'altro un'Europa unita da una
crescente integrazione delle sue economie. Se questi due riferimenti sono
divenuti incerti, non lo si deve al prepotente emergere dei nuovi attori
dell'economia mondiale, a cominciare dalla Cina. Come sappiamo, questa crisi viene
dalla finanza americana. Che però è stata gonfiata dalla piega pericolosa presa
dalla conciliazione di quelli che sono stati sempre, dal dopoguerra, assi
portanti della politica estera Usa: la liberalizzazione degli
scambi internazionali e la dimostrazione del dinamismo della propria economia.
La prima in funzione del confronto con il blocco comunista ma accelerata, con
benefici per la crescita economica mondiale, dopo la fine dell'Urss e la
conversione del Partito comunista cinese all'"economia socialista di
mercato". La seconda invece forzata dalle bolle, azionarie immobiliari e
creditizie, che hanno sì sorretto l'economia americana negli ultimi tre lustri
ma anche avuto come esito finale il disastro di oggi. Ora il mondo guarda con
apprensione alla capacità della nuova amministrazione Obama di far uscire
rapidamente gli Stati Uniti dalla recessione e di risolvere i problemi delle
loro banche. Continua u pagina
( da "Dagospia.com" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
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CE LA FAREMO) E VOLA NEI SONDAGGI - I TALEBANI ACCETTANO IL CESSATE IL FUOCO
DEL PAKISTAN ? I BRONZI DI YSL TRA FRANCIA E CINA ?
L?ITALIA TORNO AL NUCLEARE DOPO 21 ANNI - L?APARTHEID DELLA POLIZIA LONDINESE?
Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom barack obama 1 - SPAGNA EL MUNDO
- "Zapatero concede 800 milioni in più alla Catalogna nel pieno della
recessione": la crisi economica non impedisce al governo di stanziare
nuovi fondi per le infrastrutture della Catalogna, commenta il quotidiano,
costate finora oltre 4 milioni di euro. In prima pagina l'immagine di un
giovane che spacca la porta a vetri di un locale a Lazkao, nei Paesi Baschi,
per vendicarsi dei danni inflitti alla sua casa da una bomba piazzata dall'Eta:
"Ha visto gli uomini di Batasuna ridere delle vittime e ha preso la
mazza". EL PAIS - "Il potere giudiziario chiede di far cessare gli
attacchi a Garzon", titolare dell'inchiesta sulla rete di corruzione
creata da imprenditori e politici del Partito popolare. "Garzon, nel
mirino" dopo le dimissioni del ministro della Giustizia Mariano Fernandez
Bermejo, accusato di aver preso parte a una battuta di caccia con il magistrato
il giorno prima dell'avvio dell'inchiesta. Il giudice è stato preso di mira dal
Pp, che cerca così di sfuggire allo scandalo, scrive il quotidiano. In politica
estera, "L'Italia torna al nucleare dopo 21 anni": il governo di Roma
ha deciso di sfruttare l'energia nucleare, 21 anni dopo il referendum che aveva
visto la maggioranza degli italiani votare contro l'atomo. Talebani 2 - FRANCIA
LE FIGARO - "Malgrado la crisi i francesi
consumano", grazie al calo del prezzo della benzina e ai saldi d'inverno.
Stando ai dati diffusi dall'Istituto di statistica (Insee), il consumo delle
famiglie ha registrato lo scorso gennaio una ripresa dell'1,8% rispetto allo
scorso anno. Negli Stati Uniti, "Obama vola nei sondaggi" nonostante
la crisi. Diverse indagini, condotte dai principali mezzi di informazione alla
vigilia dell'intervento del Presidente al Congresso, confermano un consenso
sopra il 60%. Si passa al cinema, con l'intervista concessa da Clint Eastwood:
"Clint Eastwood, meraviglioso in 'Gran Torino'.
LIBERATION - In prima pagina la famiglia Raba, fuggita dal Kosovo nel 2001,
espulsa dalla Francia nel 2006, tornata nel 2007: "Il libro nero
dell'immigrazione". La pubblicazione del lavoro collettivo 'Questa
Francia-qua' punta l'attenzione sulla politica di Sarkozy in materia di flussi
migratori. Il quotidiano accusa quindi il Presidente di aver mentito sulla
nomina del consulente dell'Eliseo, Francois Perol, alla guida del futuro gruppo
nato dalla fusione della Banca Popolare e della Cassa di Risparmio: "Il
bluff di Sarkozy su Perol". Contrariamente a quanto dichiarato dal
Presidente alla stampa, scrive Libé, la Commissione di deontologia del settore
pubblico non si è pronunciata sulla nomina di Perol. 3 - GRAN BRETAGNA THE
WASHINGTON POST - "E' arrivato il giorno del giudizio" per l'economia.
In apertura la dichiarazione dai toni biblici pronunciata dal presidente
americano Barack Obama nel discorso al Congresso in seduta plenaria, in cui ha
ribadito che "l'America, unendo le forze e le idee, riuscirà a superare la
crisi e tornerà più forte di prima". In evidenza anche
la disputa tra Francia e Cina sulla vendita di due bronzi che facevano parte dei preziosi
tesori d'arte dello stilista Yves Saint Laurent. "La Cina non riesce a fermare la vendita di vestigia del passato".
Laurent saint THE NEW YORK TIMES - "Obama rassicura la nazione
'Ricostruiremo'" il Paese. E' una delle promesse fatte dal
presidente degli Stati Uniti sottolineando che ciò di cui il Paese ha bisogno
in questo momento "è che tutti uniscano le forze, per affrontare senza
indugio le sfide che abbiamo di fronte e assumere ancora una volta le nostre
responsabilità sul futuro". Spazio anche alla tregua annunciata dai
talebani per la Valle di Swat, nel nordovest del Pakistan. "I talebani
accettano il cessate il fuoco del Pakistan". 4 - STATI UNITI THE GUARDIAN
- "La lotta al terrorismo 'implica la fine della privacy'", ammonisce
l'ex coordinatore delle forze di sicurezza e di intelligence del Regno Unito,
David Omand. Responsabile, tra gli altri, della strategia di sicurezza nazionale,
Omand sostiene che il diritto alla riservatezza della gente innocente verrà
sacrificato in nome della sicurezza, con gli agenti che potranno avere accesso
a tutta una serie di dati confidenziali. Sul fronte della lotta alla
criminalità, "Il Labour pensa di rendere noti i nomi dei criminali",
distribuendo volantini nelle aree dove vengono condannati. L'iniziativa mira a
recuperare la fiducia della popolazione nel sistema giudiziario e a mettere in
imbarazzo i criminali che, secondo uno studio, odiano che il loro caso venga
pubblicizzato tanto quanto detestano il carcere. THE INDEPENDENT -
"L'esercito sta combattendo contro jihadisti britannici in
Afghanistan": alti ufficiali dell'esercito di sua Maestà hanno rivelato al
quotidiano di essere impegnati in una 'surreale mini guerra civile' contro un
crescente numero di jihadisti cresciuti in casa, che decidono di raggiungere
l'Afghanistan per sostenere i talebani. In politica interna, una ricerca mostra
che "Una persona su nove che vive nel Regno unito
è nata all'estero", con gli indiani che rappresentano il gruppo più
numeroso, seguiti dai polacchi. THE TIMES - "Le aziende ferroviarie hanno
ricevuto l'ordine di ridurre le tariffe ai pendolari" e perderanno milioni
di sterline a partire dal 2010. Anche se la decisione sarà accolta con favore
dai passeggeri, commenta il quotidiano, è probabile che la misura imposta dal governo comporti anche una riduzione di servizi
e di posti di lavoro. Si passa alle accuse di razzismo rivolte alle polizia di Londra: "Polizia accusata di usare
furgoni diversi per criminali bianchi e neri". La pesante accusa di usare
un sistema di apartheid è stata rivolta da un ufficiale di supporto della
comunità asiatica. FINANCIAL TIMES - "Bernanke smorza i timori sui 'stress
test' per le banche" decisi dal governo americano per decidere quali
misure adottare per aiutare il sistema finanziario. Il Presidente della Federal
Reserve ha quindi affermato che la recessione durerà almeno fino alla fine del
(
da
"Nazione, La (Livorno)" del
25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
PRIMO
PIANO LIVORNO pag. 3 LA GLOBALIZZAZIONE riguarda anche gli
yachts d'alto bordo. Com... LA GLOBALIZZAZIONE riguarda anche gli yachts d'alto
bordo. Come dimostrano i passaggi di scafi nudi o addirittura grezzi realizzati
altrove per primari cantieri del nostro distretto. Ieri alla calata
Sgarallino ha sostato per alcune ore- il tempo di fare le pratiche di dogana-
uno scafo nudo da ben
( da "Manifesto, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Grandi
Laghi A STELLE E STRISCE - MANOVRE AMERICANE TRA CONGO E RUANDA Operazioni
militari congiunte tra ex nemici, accordi segreti e ricatti commerciali. Dietro
i sommovimenti in Congo c'è Washington, che vuole riacquisire peso, assicurarsi
il controllo delle materie prime e sconfiggere su un terreno cruciale il suo
rivale geo-strategico: Pechino Stefano Liberti Grandi movimenti stanno
scuotendo la parte orientale della Repubblica democratica del Congo (Rdc), la
regione-fulcro dell'instabilità dei Grandi Laghi, il cuore di quella prima
guerra mondiale africana (1998-2003) i cui pesanti strascichi non sono mai
veramente finiti. Alla fine del gennaio scorso, un battaglione di 7000 soldati
ruandesi ha superato il confine ed è penetrato nello stato del Nord Kivu.
Niente di nuovo sotto il sole: era già successo a più riprese, in modo aperto o
appena mascherato. La differenza con i precedenti ingressi delle truppe di
Kigali sul suolo congolese è che quest'ultimo è stato concordato con Kinshasa,
o meglio è stato regolato da un accordo firmato il 5 dicembre tra il presidente
congolese Joseph Kabila e il suo omologo ruandese Paul Kagame. Secondo
l'accordo, i cui termini non sono noti nemmeno al parlamento di Kinshasa, le
truppe ruandesi sono autorizzate a penetrare nel Kivu per dare la caccia ai
ribelli hutu delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), gli
eredi di quelle milizie interhawme che si sono macchiate del genocidio di
800mila tutsi e hutu moderati nel
( da "Avvenire" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
POLITICA
25-02-2009 VERTICI E SUMMIT INTERNAZIONALI, IL RISCHIO DI GIRARE A VUOTO Se non
si mette al centro l'ultimo dei contadini africani GIANNI
MANGHETTI A l vertice di domenica a Berlino i capi di governo si sono
accordati nel definire nuove regole per il sistema finanziario internazionale.
Hanno, giustamente, concluso che in un mondo globalizzato
le regole sulla finanza dovranno essere ancor più stringenti e conseguentemente
essere eguali per tutti i Paesi. Basteranno tali conclusioni per riportare una
duratura fiducia nei mercati? Al di là delle prime reazione
a caldo, c'è da dubitarne considerato che le questioni di fondo sono state
demandate ad un altro vertice, quello del G20 a Londra. Vale invece la
pena mettere a fuoco la principale di queste questioni. Da quale angolo
affrontare la recessione e l'incombente depressione? Noi consumatori e la crisi
o, piuttosto, noi uomini e la crisi? Il primo assunto è tutto interno ad una
logica commerciale far acquistare di più i propri prodotti per far produrre di
più le proprie imprese e, finora, esso, da solo, non ci ha portato fuori dalle
sabbie mobili. In effetti, le prime risposte che stanno venendo dai troppi
meeting internazionali rischiano solo di aprire la strada verso un preoccupante
nazionalismo e verso un conseguente protezionismo
economico e finanziario (nazionalizzazione diretta o indiretta delle banche,
sostegno dei propri prodotti, aiuti fiscali alle proprie imprese). Spiace
rilevarlo, ma intorno e dentro a questi incontri e il protezionismo
adottato dagli stessi uomini di governo ne è una prova aleggia una mancanza di
idee e di coraggio tale da alimentare nuove paure nei governati. Che accadrà
ancora dopo la recessione? Precipiteremo nella depressione? Abyssus abyssum
vocat! Che significa, allora, la domanda: noi uomini e la crisi? Essa ha una
portata che va ben al di là del nostro essere soggetti economici con maggiore o
minore propensione al consumo. La straordinaria drammaticità di questo momento
storico non sta tanto nelle aride cifre di un Pil che, ovunque, si sta
restringendo quanto nel buio che sta davanti alle persone, soprattutto a quelle
più bisognose. È un buio causato, nei Paesi più industrializzati, prima dagli
errori e cupidigie della classe dirigente finanziaria, poi dalla constatazione
che i responsabili politici sembrano non essere all'altezza delle loro
responsabilità collettive. È mancata finora una riflessione sugli errori
commessi e su quelli da evitare. Si badi bene, mentre sulle ingordigie dei
finanzieri si continua ad avere una assordante
silenzio, almeno sugli errori finanziari a Berlino si è stati coerenti
nell'affermare la necessità di nuove regole. È, invece, sugli errori propri dei
governanti che finora non si è avuto il coraggio di trarre le dovute
conclusioni. Il mondo non può essere considerato globale solo nelle aree della
finanza e degli scambi finanziari. Le regole in tali aree hanno, fino a pochi
mesi fa, avvantaggiato solo i Paesi più forti e più ricchi. Ma il mondo va
considerato globale anche nei bisogni di giustizia e solidarietà verso l'ultimo
contadino africano, paradigma di chi non è in grado con tali regole né di
entrare nel mercato globale né, ancor più, di sfamare se stesso. Ciò che è
accaduto negli ultimi anni nelle sessioni del Doha
Round è un atto di accusa per quel che non si fu capaci di riconoscere e di
accettare nei suoi confronti. È invece questo contadino africano e con lui,
dunque, tutti i poveri del mondo che i vari G7, G8 e G20 devono mettere al
centro delle proprie analisi e soluzioni per far uscire noi e lui dalla crisi.
Il mondo globale può e deve divenire soprattutto un mondo coresponsabile,
sull'esempio di ciò che gli Stati Uniti nel dopoguerra ebbero il coraggio di
fare nei confronti dell'Europa. Oggi servirebbe un analogo coraggio politico per
ridisegnare l'architettura del commercio internazionale e della finanza
collettiva (vedi Fmi e Banca Mondiale), un coraggio per guardare non solo agli
interessi economici immediati delle nazioni in crisi, bensì anche a quelli di
tutti i grandi esclusi dai vantaggi del mondo globalizzato.
( da "Blogosfere" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb
0925 Politica estera italiana: alleanza con Francia ed Egitto Pubblicato da
Paolo di Lautrèamont alle 12:14 in Esteri Normal 0 14 false
false false MicrosoftInternetExplorer4 Il vertice italo-francese di ieri
dimostra che la politica estera italiana si basa su un'interazione tra
idealismo e realismo. Si tratta cioè di conciliare le aspirazioni universali di
pace con vantaggi concreti. Non a caso al vertice sono intervenuti ben sette
ministri francesi, oltre al premier e al presidente Sarkozy. L'accordo ottenuto
riguarda lo sviluppo dei nuovi reattori nucleari EPR, che potrà restituire
all'Italia la leadership in questo settore (eravamo il terzo paese produttore
di energia nucleare, dopo Usa e Regno Unito). Areva,
Edf e Gdf-Suez condivideranno con Enel il nostro mercato del settore, che vale
40 miliardi di euro. In cambio Enel avrà un ruolo primario nella realizzazione
dei prossimi reattori francesi. Speriamo che l'Ansaldo possa entrare presto in
questa partita economica e ambientale mondiale (ieri molti ambientalisti
inglesi si sono dichiarati pro-nucleari). Al di là delle loro relazioni
bilaterali, Roma e Parigi sono partner di un triangolo strategico che include
l'Egitto. Questa alleanza è ormai attiva da tempo, con buoni risultati
geopolitici. Il triangolo è completato dai rapporti con gli USA: l'idea di
un'uscita dall'Iraq in cambio di un maggiore impegno nel così detto Afpak
(Afganistan e Pakistan) coincide con la strategia di Europa e Unione Africana.
All'interno di questo quadro, il rilancio diplomatico italiano si gioca sul
prossimo G8 che si svolgerà a luglio alla Maddalena. La presidenza italiana
-secondo il ministro Frattini- ritiene necessario applicare un nuovo modello
per la governance globale, quello delle "geometrie variabili": il
summit vedrà un coinvolgimento più strutturato di Brasile, Cina, India,
Messico e Sud Africa, "ai quali sarebbe utile aggiungere anche un paese
arabo e africano, come l'Egitto". Il presidente del Consiglio ieri ha
rilasciato un'intervista al quotidiano francese Le Figaro. Anche secondo
Berlusconi occorre "ripensare il G8", come a uno strumento più
efficace. In sostanza trova nuova forza l'idea di un'Onu dei paesi
democratici, finora soltanto un'ipotesi dei radicali italiani. L'inedita intesa
italo-franco-egiziana si concentra su alcune aree: a)
Gaza. L'Italia potrebbe partecipare al pattugliamento delle coste di Gaza. Il 2
marzo a Sharm el-Sheikh si svolgerà la conferenza internazionale sulla
ricostruzione. A luglio il ministro Frattini presenterà un piano di aiuti
all'economia della Cisgiordania. Finita l'epoca dei finanziamenti a fondo
perduto, il piano prevede la creazione di un aeroporto internazionale (nella
zona di Betlemme), dedicato al pellegrinaggio e circondato da infrastrutture
come hotel e industrie. Secondo Berlusconi non si deve discutere con Hamas: "Organizzazione
considerata terrorista dalla UE fin dal 2003". b)
AfPak. La strategia consiste nel coinvolgimento di tutti i paesi dell'area,
incluso l'Iran, motivandoli con l'offerta di vantaggi economici in cambio della
pacificazione. c) Europa dell'est e Caucaso. L'Italia partecipa alle iniziative
del Consiglio d'Europa per il Partenariato orientale. Ieri il sottosegretario
Mantica ha incontrato il suo omologo polacco Grudzinski. Ad aprile è previsto
un vertice bilaterale a Varsavia (interscambio: 15 mld annui). d) "Piano Africa". L'Italia vuole applicare nel continente
un nuovo concetto di sviluppo e investimento "condivisi", per
migliorare lo sviluppo reciproco. Il Piano è organizzato in collaborazione col
ministero dello Sviluppo. Sarà presentato il
( da "Sicilia, La"
del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Produrre
per il futuro con tecniche antiche La scommessa del CoRFiLaC è di sviluppare la
ricerca, utilizzando la tecnologia più avanzata al servizio della tradizione
per dimostrare scientificamente che i sistemi storici di produzione non sono
semplicemente un pezzo di memoria da non cancellare, bensì espressione massima
della natura. Produzioni in sintonia con l'ambiente dove l'uomo è l'elemento di
armonia, essenziale per garantire il rispetto e l'integrità dei cicli
biologici, al fine di ottenere prodotti buoni, sani, di qualità che esaltino il
gusto ed il piacere di stare a tavola. I formaggi
storici siciliani sono prodotti con latte intero crudo e con processi antichi
tramandati da generazioni, a testimonianza di una biodiversità che li rende
unici ed altamente ricercati dai gourmet. La ricerca scientifica ha dimostrato
che se i processi tradizionali sono rispettati nella loro interezza, la
salubrità del prodotto è garantita da procedure sviluppate dal produttore e
tramandate da padre in figlio per generazioni. I sistemi tradizionali non sono
quindi solo memoria storica, o ricordi di odori,
sapori di un tempo, così come vorrebbe etichettarli la
globalizzazione. Essendo prodotti nel rispetto più assoluto della natura e dei sui processi biologici, oltre ad essere testimonianza
delle peculiarità di un territorio possiedono tutta una serie di composti che
fanno bene alla salute. Parliamo degli "antiossidanti" che provengono
da un latte crudo prodotto da animali liberi e sani al pascolo, di
essere foraggere spontanee. Le innovazioni tecnologiche e la globalizzazione
stessa possono tuttavia paradossalmente rappresentare la vera speranza per le
produzioni di nicchia e per il mondo rurale tradizionale. Le più avanzate
tecnologie di comunicazione (internet, telefonia mobile, web) possono, anzi
devono contribuire a far conoscere meglio le produzioni tradizionali ottenute
in piccole quantità, per le quali non sarebbero sostenibili i costi
pubblicitari che possono permettersi solo le grandi industrie. E'
improcrastinabile informare i consumatori, cercare di capire i loro bisogni, le
loro esigenze, per intervenire sugli aspetti di presentazione, del packaging,
della certificazione e tracciabilità anche on line del prodotto, senza
snaturare le peculiarità intrinseche dello stesso. Interventi, quindi, a valle
della produzione per una effettiva valorizzazione di
queste opere d'arte: le produzioni casearie storiche. In sintesi, i prodotti
tradizionali visti non più solo come cibo ma vettori di proprietà salutistiche
naturali, di piacere, convivialità, stile di vita, ed ancora traghettatori di
elementi culturali che ridanno dignità ad un mondo, quello rurale, spesso
ignorato e svalutato di cui si rischia l'estinzione. E' un dovere
internazionale ridare dignità economica, sociale e culturale al mondo rurale,
per ridurre l'esodo dalle campagne, evitare eccessi di urbanizzazione che,
incapace di assorbire forza lavoro in massa, spesso poco qualificata, si
traduce di fatto in povertà assoluta.
( da "Gazzettino, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì
25 Febbraio 2009, (Segue dalla prima pagina) Lorenzo
Bini Smaghi, l'economista italiano che siede nell'esecutivo della Banca
centrale europea, vede insomma dei rischi ma anche delle opportunità di
rinnovamento, per il nostro paese, come conseguenza della crisi che ha colpito
in misura senza precedenti il sistema economico internazionale, a causa
dell'interdipendenza dei mercati. L'euro è stato molto criticato, nei suoi
primi dieci anni di vita mentre ora, con la grave crisi economica mondiale, gli
attacchi sono quasi scomparsi. Come si spiega? «Era
comodo a tutti avere un capro espiatorio. In realtà il responsabile
dell'impoverimento relativo delle classi medie non è stato l'euro, ma la bassa
crescita della produttività, sopratutto in Italia, e l'aumento dei prezzi di
prodotti internazionali come il petrolio o i prodotti agricoli. Con la crisi
attuale, ci si è resi finalmente conto che è un vantaggio avere l'euro e che
senza di esso l'Italia avrebbe oggi problemi ben più ampi». Resta il fatto che
si sente dire comunemente che "quello che costava mille lire è salito a un
euro". «Non c'è dubbio che alcuni prezzi sono
aumentati molto, dopo l'entrata dell'euro, e che ci sono stati degli abusi. Ma
non tutto può essere spiegato con l'euro. Nel libro "Il paradosso dell'euro"
(Rizzoli) mostro vari esempi. In realtà in molti altri paesi, inclusi quelli
dove non c'è l'euro come l'Inghilterra e gli Stati Uniti, c'è stato un fenomeno
di inflazione percepita, o nascosta, molto simile a quella in Italia.
L'erosione dei redditi del ceto medio è stato uno dei temi della campagna
elettorale americana». La globalizzazione ha prodotto, o
aggravato, la crisi in atto? «La crisi non nasce dalla
globalizzazione, ma dai comportamenti dei mercati finanziari e da politiche
economiche troppo orientati al breve periodo. Sicuramente la globalizzazione ha
aumentato l'interdipendenza e la sincronia degli andamenti economici. La
gravità della crisi è che tutte le aree del pianeta, avanzate o emergenti, sono
colpite allo stesso momento, in contemporanea». E' possibile "fare un
passo indietro" limitando le importazioni di certi prodotti dai paesi
emergenti, come Cina o India? «Se si limitano le loro
importazioni, quei Paesi limiteranno l'accesso per le nostre; e dato che
crescono di più del nostro, il danno rischia di essere ben maggiore per noi.
Senza l'apertura al commercio internazionale un paese come il nostro è
destinato a ristagnare. Questa è l'esperienza della crisi del 1929». La crisi
può aggravarsi fino alle conseguenze peggiori? «La
crisi è globale ed ha connotati nuovi, imprevisti. C'è molta incertezza sugli
sviluppi. È difficile fare previsioni. Il problema attuale è la mancanza di
fiducia delle famiglie e delle imprese, che ostacola i consumi e gli
investimenti». Cosa si deve fare per evitarlo? «Le
politiche economiche hanno reagito con prontezza. Bisogna ora dare il tempo che
producano i loro effetti. Inoltre, i prezzi delle materie prime si stanno
riducendo e così i tassi sui mutui. Il calo dell'inflazione contribuisce a
sostenere i redditi e in prospettiva i consumi. Quando ritornerà la fiducia si
dovrebbe innescare la ripresa». La crisi ha incrinato la fiducia della gente
nel sistema bancario, una volta saldissima. Addirittura si arriva a temere
crolli a catena. Possiamo confidare nella Banca centrale europea? «Per recuperare la fiducia bisogna intervenire sul sistema
bancario per garantirne la solidità. Dopo il fallimento di Lehman Brothers, a
metà settembre 2008, tutti i paesi del mondo si sono impegnati a evitare un
altro fallimento bancario. Gli Stati si sono dichiarati pronti a tutto, fino ad
entrare nel capitale delle banche. E questo è un aspetto positivo, che dovrebbe
rassicurare i mercati perché la fiducia negli Stati regge. Quanto alla Bce,
abbiamo fatto la nostra parte, garantendo finanziamenti illimitati, contro
garanzie, a tasso fisso. E continueremo a farlo fin quando sarà necessario». Si
può immaginare come sarà il sistema economico-finanziario mondiale dopo la
crisi? Ci saranno cambiamenti strutturali? «Sicuramente
sarà diverso da quello che precedeva la crisi. Meno debito, più capitale, un
atteggiamento tendenzialmente più prudente. La domanda è: per quanto tempo?
Dipenderà da come i governi sapranno modificare le regole del sistema
finanziario per creare incentivi ai comportamenti virtuosi duraturi. Ci
vogliono anche politiche economiche più prudenti, più orientate al medio
periodo, ed evitare squilibri internazionali come quelli avuti prima della
crisi». I beni rifugio tradizionali degli italiani,
come l'oro o il mattone, hanno un futuro? «L'importante
è diversificare bene i propri risparmi ed evitare di concentrare tutto in un
solo tipo di bene. Così ci si protegge dal calo di alcuni titoli. In questi
mesi le azioni sono calate, mentre l'oro e i titoli di stato sono saliti. In
futuro potrebbe verificarsi l'opposto, ma se il portafoglio è ben diversificato
si evitano contraccolpi negativi». Cosa deve fare il sistema-Italia per
mantenersi tra le grandi economie mondiali? «Questa
crisi deve essere l'occasione per riformare quello che non funzionava
nell'economia italiana negli anni passati, a cominciare dalla bassa crescita
della produttività. Con una moneta tendenzialmente forte, come l'euro, l'unico
modo di crescere è di aumentare la capacità di produrre, attraverso innovazione,
ricerca, miglioramento dell'organizzazione. La modifica dei contratti, che crea
la possibilità di legare le remunerazioni alla produttività, crea l'incentivo
per i lavoratori e gli imprenditori di migliorare continuamente la capacità
produttiva. Bisogna continuare su questa strada, premiando chi innova e
distribuisce ricchezza, piuttosto che le rendite monopolistiche. Il Veneto è un
modello, da questo punto di vista, che molte altre regioni dovrebbero seguire».
Maurizio Cerruti
( da "Gazzettino, Il" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Mercoledì
25 Febbraio 2009, Seul La Corea del Nord tira dritto
e, nonostante le lusinghe diplomatiche di Washington, annuncia di essere sul
punto di lanciare un proprio satellite nello spazio. In una nota del comitato
di Tecnologia spaziale affidata alla Kcna, l'agenzia di stampa del regime
comunista, Pyongyang spiega che vanno avanti i preparativi dell'operazione che,
in base alle ipotesi degli esperti, dovrebbe essere la prova sperimentale del
missile a lunga gittata di cui si parla da alcune settimane. «È in corso, a
pieno ritmo, la preparazione di un test di lancio per scopi di comunicazione
satellitare», recita il dispaccio dell'agenzia. Il satellite
"Kwangmyongsong-2" sarà trasportato nello spazio dal razzo vettore
"Unha-2" sparato dalla base di Tonghae. «Lo spazio - si legge ancora
- è un bene comune e il suo utilizzo per scopi pacifici è una tendenza
globale». I satelliti per telecomunicazioni, per lo studio delle risorse
naturali e dei fenomeni meteorologici, «sono essenziali allo sviluppo
economico», e «questo lancio farà fare alla nostra scienza e tecnologia
spaziale un altro grande passo in avanti verso il ruolo potenza economica». Il
lancio - in violazione della risoluzione 1718 del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite che vieta a Pyongyang ulteriori sviluppi atomici o lanci di
missili - secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap potrebbe avvenire l'8 marzo,
giorno di rinnovo del Parlamento a partito unico nordcoreano. Il lancio di
missili nordcoreani «non aiuterà a far progredire le nostre relazioni», aveva
ammonito il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton,
quasi una settimana fa durante la sua visita in Giappone, nella
quale ha sottolineato che resta valida la offerta americana di dare
aiuti economici e tecnologici a Pyongyang in cambio del suo abbandono dei
programmi nucleari e missilistici. Il vettore, secondo fonti di intelligence,
sarebbe una versione potenziata del missile balistico a lunga gittata
"Taepodong-2" capace di colpire l'Alaska e le Hawaii. Tokyo ha subito
invitato Pyongyang a mettere da parte «iniziative che possano minare la pace e
la sicurezza nella regione». La Cina «ha preso
atto» dell'annuncio nordcoreano, indicando che «i colloqui a Sei (sul disarmo
nucleare nordcoreano, tra Cina, Usa, Giappone,
Russia e le due Coree) stanno facendo progressi e ci auguriamo che le parti
interessate proseguano su questa strada». La Corea del Sud, infine,
considererà una «minaccia militare» l'eventuale lancio. Per il ministro della
Difesa Lee Sang-hee, «si tratti di una testata
militare o di un satellite, la tecnologia è simile. Consideriamo tale evenienza
una minaccia diretta alla nostra nazione e sono in atto misure adeguate».
( da "Blogosfere" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Feb
0925 Qzone, il più grande social network del mondo? Pubblicato
da Luca Dello Iacovo alle 14:23 in globalizzazione Duecento milioni di persone
fanno parte di Qzone, un social network lanciato da Tencent (che ha al suo
attivo anche QQ, il serivizio di istant messaging più usato in CIna). Facebook è arrivato a 175 milioni di utenti attivi
(su Qzone sono, invece, 150 milioni). In entrambi i casi si tratta di
statistiche rilasciate dalle aziende.
( da "Mattino, Il (Benevento)" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sempre più globalizzato, computerizzato, programmato,
meccanizzato. Ma l'uomo di oggi, sommerso dal cemento, cerca ancora l'Unicorno?
Crede ancora a Lucignolo? Quante volte abbiamo accarezzato il muso di un
cavallo o il pelo morbido di un asinello? Lévi-Strauss, filososofo e
antropologo francese, afferma che il genere umano, nell'ultimo secolo, ha modificato
il modo di considerare gli animali da «buoni da mangiare» a «buoni da pensare».
Cioè: guardarli, toccarli, comunicare con loro fa bene alla nostra salute. Ecco
spiegato il boom delle attività e terapie con questi due splendidi animali, ai
quali sempre più si rivolgono gli specialisti per essere aiutati nella
riabilitazione di ragazzi autistici, soggetti audiolesi, non vedenti,
tossicodipendenti, pazienti psichiatrici o con patologie acute e croniche. Sul
web le voci «ippoterapia» sono 52mila e 100, con oltre 5mila cavalli, 3mila
operatori e 30mila pazienti coinvolti nei progetti. E l'«onoterapia» con
l'asinello, un po' più nuova, conta già 6mila e 500 voci. Navigando in internet
c'è l'associazione Aicote che ha avviato in questi giorni, in collaborazione
con la Facoltà di Medicina della II Università di Napoli, due corsi per formare
operatori specializzati. Il primo, sulle «attività e terapie con asini e
cavalli», partirà il 13 marzo al Centro di attività equestri integrate
«L'Auriga» di Roma. Il secondo, sulle «attività e terapie con cani e piccoli
animali» inizierà invece il 28 marzo presso la Stazione Climatica Bianchi a
Portici in via Libertà 342, dove entrambi i percorsi formativi saranno
presentati al pubblico il primo marzo, dalle 10 alle 13, durante i lavori di un
seminario gratuito sulla pet terapy. Sarà un'occasione anche per trasformare la
passione per gli animali, cavalli e asini compresi, in una professione. Chi
avrà frequentato gli stage - sei weekend teorici e pratici - potrà infatti partecipare ai progetti attualmente in corso in
diverse strutture sanitarie, istituti scolastici e nelle «fattorie didattiche»
dell'Aicote che si trovano in tutt'Italia. «Ad aspettare
i futuri operatori ci saranno una ventina di cavalli e altrettanti asinelli -
spiega Alessandra Maltese, responsabile dei progetti Aicote - I cavalli
esprimono emozioni e suscitano sensazioni uniche quando entriamo in relazione
con loro. Non a caso i ragazzi autistici hanno una spiccata predisposizione
verso questi animali». E l'asinello? «Ha una
comunicativa eccezionale, è impossibile rimanere indifferenti quando un
esemplare si avvicina a noi per farsi conoscere e accarezzare. Di fronte alla
sua morbidezza, calma e calore - conclude l'esperta - impariamo a vivere il
presente, il qui e ora, limitando la nostra tendenza negativa a rivolgere il
pensiero troppo spesso al passato o al futuro».
( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Roma,
25 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Dopo Mosca e Dushanbe, oggi è toccato a Tashkent
e Ashgabat. "L'Uzbekistan ha accettato di autorizzare il trasporto di
materiale non militare, e sottolineo non militare, attraverso il territorio
uzbeko verso l'Afghanistan, in base alla legge uzbeka in vigore", ha
affermato il presidente di Tashkent. La disponibilità uzbeka era attesa.
C'erano stati contatti tra Washington e Tashkent e il 17 febbraio nella
capitale uzbeka era volato il generale David Petraeus, comandante del Comando
centrale (Centcom) degli Stati uniti. Tema degli incontri, proprio il
martoriato Afghanistan. Oggi la gran parte dei materiali destinati al
contingente passa per l'instabile Pakistan. La chiusura di Manas crea un grande
problema strategico alle forze statunitensi. Diversi osservatori internazionali
hanno ipotizzato che proprio l'Uzbekistan potrebbe fornire una base logistica
agli Usa. Non sarebbe una novità: fino al 2005 le
forze americane utilizzavano anche una base uzbeka. Poi, tra le ricadute del
massacro di Andijan, ci fu anche l'interruzione di quel rapporto.
All'Uzbekistan s'è unita, inoltre, anche la disponibilità del
Turkmenistan. Il presidente Gurbanguly Berdymukhamedov ha chiarito, secondo
quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax, che Ashgabat è disponibile a
mettere a disposizione degli americani il corridoio aereo del paese. Una presa
di posizione che non mette in discussione la collocazione internazionale
"neutralista" dei turkmeni, pur inquadrandola in un movimento
coordinato dei paesi della regione con la Russia. Mosca da oltre un anno
scalpita per avere un maggiore coinvolgimento nella questione afgana. Doppio lo
scopo: ristabilire un equilibrio di potenza con gli Usa
in una regione su cui ha perso molto grip dalla caduta dell'Unione sovietica e
mettere ordine in un'area dalla quale arrivano concreteminacce alla sicurezza,
dall'estremismo islamico ai traffici di droga ed esseri umani. In questo quadro
s'inserisce anche la riunione allargata dell'Organizzazione per la cooperazione
di Shanghai (Sco), di cui la Russia è presidente di turno, prevista per il 27
marzo. Questo raggruppamento multilaterale, voluto più
dalla Cina che dalla Russia stessa, potrebbe diventare un importante attore
delle politiche di sicurezza nella regione. Questo scenario pone insidie, ma
anche opportunità per Washington, dove ora non sono più in auge i neo-con
portati nelle stanze dei bottoni da George W. Bush, ma gli esecutori
della strategia Obama che dovrebbe puntare molto più sui una visione
multilaterale dei rapporti internazionali. Un segnale è venuto anche dalla
scelta che il presidente Usa ha fatto per il
principale funzionario del Pentagono per l'Asia centrale. Si tratta del vice
assistente segretario alla Difesa Craig Mullaney, un veterano il quale, in un
recente libro sulla sua esperienza, ha scritto che "in Afghanistan avremmo
dovuto concentrarci meno nel cercare il nemico e di più nel trovare gli
amici". Se sarà questa l'impostazione, può darsi che nella politica di
quella regione gli Usa vadano a cercare più le
convergenze che le divergenze con la Russia. E che possa avverarsi un'ipotesi,
espressa dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, secondo la quale la
disponibilità al transito merci non belliche possa essere allargata anche ad
armi e materiali più strettamente militari.
( da "Wall Street Italia" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi,
Obama pronto ad ampie riforme finanziarie -->WASHINGTON (Reuters) - Il
presidente Usa Barack Obama e il segretario al Tesoro
Timothy Geithner hanno intenzione di tracciare i principi delle riforme delle
regole di Wall Street per evitare il ripetersi dell'attuale crisi finanziaria,
secondo quanto riferito da un funzionario dell'amministrazione. Più avanti
nella giornata, Obama dirà che, dopo un incontro ad alto livello alla Casa
Bianca sulla regolamentazione del settore finanziario, la "dolorosa
esperienza" mostra che serve una modernizzazione delle regole. Questo si
legge in estratti del discorso presidenziale che sono stati anticipati. Al G20
di Londra di aprile ci sarà anche Obama per discutere assieme agli altri leader
mondiali dei modi in cui risollevare il sistema finanziario globale. Il gruppo
del G20 -- di cui fanno parte gli Stati Uniti e importanti economie europee ma
anche economia in ascesa come la Cina -- sta pensando a come
ridisegnare il sistema di regole finanziarie pensato in gran parte dopo la fine
della Seconda guerra mondiale durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944.
Oggi i titoli della borsa americana erano in calo mentre gli investitori non
hanno letto molti spunti nuovi nel discorso di Obama di ieri notte in cui il
presidente Usa ha spiegato come intende porre rimedio al declino
dell'economia Usa. Alla base della recessione estesasi
a tutto il mondo, c'è la turbolenza del sistema finanziario e bancario
provocata dalla crisi dei mutui subprime. Gli esperti dei mercati finanziari
sono in gran parte d'accordo -- sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo
-- nel dire che le regole che governano le istituzioni finanziarie hanno
bisogno di essere riviste alla luce dei tempi attuali.
( da "Virgilio Notizie" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
New
York, 25 feb. (Apcom) - C'è anche la Cina tra i Paesi in cima alla lista
redatta dal dipartimento di Stato americano dei Paesi dove sono più frequentemente
violati i diritti umani. Nel rapporto annuale sulla tutela dei diritti
fondamentali nel mondo, presentato oggi dal segretario di Stato americano,
Hillary Clinton, Pechino viene accusata di numerose violazioni a partire da
quelle dovute alle repressioni in Tibet e per la detenzione dei
dissidenti politici. Il documento arriva a pochi giorni dalla visita ufficiale
di Clinton in Cina in cui però il segretario di Stato
ha ricevuto forti critiche per aver "messo da parte" la questione dei
diritti umani per non compromettere il dialogo sui temi economici e ambientali.
Prima di arrivare a Pechino Clinton ha risposto ai giornalisti che ricordavano
le violenze in Tibet che gli Stati Uniti "conoscono già la risposta del
governo cinese" su certi temi. Il capo della diplomazia americana ha
tuttavia ricordato le sue battaglie negli ultimi anni in favore dei diritti
civili ed in particolare quelli delle donne. Le accuse alla Cina
riguardano il diritto alla privacy, alla libertà di parola e di stampa, di riunione
e di movimento nel Paese. "La documentazione relativa ai diritti umani da
parte del governo cinese resta povera ed in alcuni casi peggiorata", si
legge nel rapporto del dipartimento di Stato americano che rileva come il picco
di violazioni dei diritti fondamentali sia stato registrato durante i giochi
olimpici dell'estate scorsa. La diplomazia americana segnala inoltre come le
autorità cinesi abbiano spesso commesso omicidi e torture al di fuori dal
sistema giudiziario. Tra gli altri Paesi dove è più comune la violazione dei
diritti umani c'è lo Zimbabwe del presidente Robert Mugabe, il Sudan, dove si
assiste ancora ai genocidi in Darfur, e la Somalia. In Asia invece oltre alla Cina a sollevare preoccupazioni sono anche i governi della
Nord Corea e dell'Iran.
( da "Reuters Italia" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
WASHINGTON
(Reuters) - Il presidente Usa Barack Obama e il
segretario al Tesoro Timothy Geithner hanno intenzione di tracciare i principi
delle riforme delle regole di Wall Street per evitare il ripetersi dell'attuale
crisi finanziaria, secondo quanto riferito da un funzionario dell'amministrazione.
Più avanti nella giornata, Obama dirà che, dopo un incontro ad alto livello
alla Casa Bianca sulla regolamentazione del settore finanziario, la
"dolorosa esperienza" mostra che serve una modernizzazione delle
regole. Questo si legge in estratti del discorso presidenziale che sono stati
anticipati. Al G20 di Londra di aprile ci sarà anche Obama per discutere
assieme agli altri leader mondiali dei modi in cui risollevare il sistema
finanziario globale. Il gruppo del G20 -- di cui fanno parte gli Stati Uniti e
importanti economie europee ma anche economia in ascesa come la Cina -- sta pensando a come ridisegnare il sistema di regole
finanziarie pensato in gran parte dopo la fine della Seconda guerra mondiale
durante la conferenza di Bretton Woods nel 1944. Oggi i titoli della borsa
americana erano in calo mentre gli investitori non hanno letto molti spunti
nuovi nel discorso di Obama di ieri notte in cui il presidente Usa ha spiegato come intende porre rimedio al declino
dell'economia Usa. Alla base della recessione estesasi
a tutto il mondo, c'è la turbolenza del sistema finanziario e bancario
provocata dalla crisi dei mutui subprime. Gli esperti dei mercati finanziari
sono in gran parte d'accordo -- sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo
-- nel dire che le regole che governano le istituzioni finanziarie hanno
bisogno di essere riviste alla luce dei tempi attuali.
( da "Agi" del 25-02-2009)
Argomenti: Cina Usa
DIRITTI UMANI: USA PUNTANO L'INDICE
SU CINA E RUSSIA (AGI) - Washington, 25 feb. - Cina e Russia hanno
ancora molto cammino da fare sulla strada della tutela dei diritti umani: nel
suo rapporto annuale sulla situazione in 190 Paesi del mondo, Washington e'
tornato a puntare l'indice su alcuni dei tradizionali obiettivi. Nel mirino la Cina,
a una settimana dal viaggio del segretario di Stato, Hillary Clinton, che -di
fronte alle preoccupazioni per la crisi economica- sembrava aver 'scavalcato' la questione che rende piu' profondo il
divario tra i due Paesi; e poi la Russia, dove le liberta' civili sono
"assediate" e che, la scorsa estate, ha innescato una guerra contro
la Georgia che causo' un enorme numero di vittime civili. Pesanti critiche
anche nei confronti di Corea del Nord, Pakistan, Afghanistan, Cuba, Venezuela,
Iran, Iraq, Sudan, Somalia, Birmania e Zimbabwe. "I piu' gravi abusi di
diritti umani sono avvenuti in Paesi con regimi privi di controllo o dove
c'erano governi venuti meno o collassati, (abusi) spesso esacerbati o innescati
da conflitti interni o esterni". Il rapporto, che negli anni passati ha
sempre scatenato l'irritazione dei governi presi di mira, copre il periodo finale
dell'amministrazione Bush, anch'essa criticata, per esempio, per i metodi di
interrogatorio dei detenuti e nella prigione di Guantanamo. Barack Obama ha
gia' ordinato la chiusura di Camp X-Ray e la Clinton dimostra di appoggiare in
pieno la nuova linea della Casa Bianca, assicurando che ci sara' maggiore
attenzione alla tutela dei diritti umani anche negli Stati Uniti. "La
promozione dei diritti umani e' un passaggio essenziale della nostra politica
estera", si legge nella prefazione al documento, "Non soltanto
cercheremo di mantenere alti i nostri ideali sul suolo americano, ma
insisteremo per un rispetto maggiore dei diritti umani concentrandoci sulle
altre nazioni del mondo".