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Report "Globalizzazione"   24-3-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

I solisti conoscono bene la partitura, ma l'orchestra ha un problema di amnesie. A otto giorni ... ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: si scorda che i gruppi più importanti sono in Cina, non più a Londra o New York. Ordine e regole servono a dare la fiducia per ripartire. Senza, avverte Strauss-Kahn, «i piani di rilancio si scioglieranno come neve al sole». Sull'economia reale sarà dura. L'Europa, condominio litigioso unito dalla moneta, tiene alla linea teutonica della sacralità dei conti pubblici e risponde «

"Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu" ( da "Stampa, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dato che la velocità deve andare assieme a organismi snelli o già collaudati, Campiglio propone di concentrarsi su due dei «cantieri» intermedi di cui parla Rossi: un G2 tra il grande debitore Usa e il grande creditore Cina e l'iniziativa dell'Ue che vorrebbe arrivare un'Agenzia europea di controllo dei rischi.

Via al nuovo salvataggio delle banche americane. La scommesa di Geithner ( da "AmericaOggi Online" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: solenne di Pechino che la Cina continuerà in ogni caso a investire massicciamente in titoli del Tesoro Usa. A quel punto, la giornata deve essere apparsa particolarmente luminosa dalle parti della Casa Bianca. Tanto da spingere Obama a mettere da parte ogni cautela e a dare il via libera al suo "golden boy", confortato a stretto giro di posta da una nuova benedizione presidenziale.

Il mio mondo senza un leader ( da "Giornale di Brescia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina, la Russia? Non vedo candidati. Francesco Mannoni L'AMERICANO CON L'EUROPA NEL CUORE Paul Auster (nella foto di Basso Cannarsa) è nato nel New Jersey nel 1947, è sposato con la scrittrice Siri Hustvedt e ha due figli. Giovanissimo viaggia tra Italia, Francia, Spagna e Irlanda facendo ogni genere di lavoro.

"ritiro" degli argini marini: i dati della protezione civile ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: degli argini marini: i dati della Protezione civile UDINE. Gli esiti di un'indagine condotta dalla Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia sull'ingressione marina (vale a dire il ritiro progressivo degli argini) , nel tratto compreso tra la foce del Tagliamento (foto), in Comune di Lignano Sabbiadoro, alla foce del Timavo,

Il boia lavora soprattutto in Cina, Iran e Stati Uniti ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: delle esecuzioni è avvenuto in cinque Paesi: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan ed Usa. È una fotografia più luminosa del passato quella scattata da Amnesty International nel rapporto sulla stato della pena di morte del 2008. Ogni giorno sono state però giustiziate una media di sette persone, per un totale di 2390 messe a morte in 25 paesi.

Il boia lavora soprattutto in Cina, Iran e Stati Uniti ( da "Arena, L'" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: delle esecuzioni è avvenuto in cinque Paesi: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan ed Usa. È una fotografia più luminosa del passato quella scattata da Amnesty International nel rapporto sulla stato della pena di morte del 2008. Ogni giorno sono state però giustiziate una media di sette persone, per un totale di 2390 messe a morte in 25 paesi.

Licenziamenti alla Ericsson: si decide ( da "Tempo, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E questo ridimensionamento che passa per la chiusura del sito di Latina fa temere fortemente che, come si vocifera nel mondo economico, la filosofia del colosso svedese (che è terzo nel mercato mondiale dopo Usa e Cina) sia davvero quella di decentrare gradualmente tutta l'attività nel lontano Oriente.

mercatisti senza identità - parigi ( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La destra ha anche aderito più apertamente alla globalizzazione e alla logica del profitto che la sottende». La globalizzazione però rimette in discussione un principio fondatore della destra, vale a dire l´attaccamento al territorio e alla nazione... «In effetti, nasce da qui la sua schizofrenia.

cala l'export dei paesi ue ( da "Mattino di Padova, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

cala l'export dei paesi ue ( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

cala l'export dei paesi ue ( da "Nuova Sardegna, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

cala l'export dei paesi ue ( da "Centro, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

artematica, i creativi del computer videogiochi d'autore per sfidare gli usa - bettina bush ( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e India? «Arriveranno anche loro, ma ci vuole ancora tempo. In questo mestiere il know-how è complesso e ci vogliono anni. Ci hanno provato in tanti, io lo reputo un po´ come fare l´alchimista, devi riuscire ad avere un insieme di competenze, e individuare gli spazi giusti, nei tempi previsti.

cala l'export dei paesi ue ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

l'italia è più ricca di germania e usa ( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009) + 4 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Messico, Argentina, India, Brasile, Italia e Germania. Se poi si azzarda un paragone con i paesi del "vecchio" G8 è proprio il Bel Paese a uscirne vincitore: con un punteggio di 48,3, infatti, l'Italia si piazza davanti a Germania (43,8), Giappone 41,7), Regno Unito (40,3), Canada (39,8), Francia (36,

Disordine proletario ( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dentro una globalizzazione che scarica su di loro le conseguenze della caduta mondiale della domanda. Tanto più che spesso è lo stesso prodotto marchiato «made in Italy» a vedere la luce in paesi più convenienti, dove lavoro e diritti sono low cost. Anche se è innegabile che una vittoria degli operai italiani si trasformerebbe automaticamente nella sconfitta di altri lavoratori,

Idea: una moneta mondiale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 1 autore: PROPOSTA DALLA CINA Idea: una moneta mondiale di Luca Vinciguerra L a Cina propone di creare una nuova moneta di riserva sovranazionale che assuma il ruolo che ha oggi il dollaro. L'idea, già avanzata dalla Russia la settimana scorsa, è stata ripresa ieri dal Governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan.

Minniti dal vescovo Golser ( da "Corriere Alto Adige" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione ed eccessiva multimedialità hanno di fatto posto in secondo piano — ha detto Minniti —. è vero che le due istituzioni sono separate, ma, pur mantenendo la propria laicità, è altrettanto vero che la politica deve saper trovare una sintesi comune con la Chiesa per dare quelle risposte ai grandi temi sociali ed economici che riguardano anche la provincia

Serve un nuovo modello di sviluppo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come mi è capitato di vedere - che invoca "una risposta mondiale contro la globalizzazione". Un paradosso? Appunto. Il G20 saprà trovare le parole giuste per replicare a quanto sta accadendo. «A Londra troveremo un'intesa su credito, rilancio del commercio e misure per la crescita» Gordon Brown DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR

Cina: una nuova moneta globale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina ha continuato ad acquistare i buoni del Tesoro Usa, consolidando così la propria posizione di principale finanziatore planetario del debito americano. Secondo gli ultimi dati disponibili, a fine gennaio, Pechino deteneva in portafoglio 740 miliardi di dollari di T-Bonds, circa 40 miliardi in più rispetto a novembre 2008.

L' attenzione ( da "Corriere del Mezzogiorno" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Più che a una contrapposizione tra «Occidente» e «Oriente», che non ha più senso nell'era di globalizzazione, dobbiamo puntare su ciò che di questi mondi l'Orientale deve offrire agli studenti. * Preside della facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo Università L'Orientale A PAGINA 12

In un mondo globalizzato, l'arte culinaria aiuta a preservare l'identità ( da "Messaggero, Il" del 24-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Martedì 24 Marzo 2009 Chiudi «In un mondo globalizzato, l'arte culinaria aiuta a preservare l'identità»

Cinque mosse per battere il protezionismo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione porta indubbiamente con sé sfide e problemi, ma l'alternativa, la de-globalizzazione, ci lascerebbe tutti in condizioni peggiori. *Commissario al Commercio della Ue OSTACOLI AL COMMERCIO La Ue agirà su barriere interne ed estere Il G-20 deve spingere verso la cooperazione e l'apertura dei mercati CREDIT CRUNCH In questo settore un deficit di almeno 25 miliardi di

Nel 2009 scambi giù del 9% ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tra i nuovi investimenti strategici ricorda la creazione di un hub aereo a Shenzhen, in Cina, dedicato ai traffici intra-asiatici, la cui apertura è prevista a inizio 2010. FedEx, invece, ha avviato la realizzazione di un nuovo snodo logistico presso l'aeroporto tedesco di Colonia, che sarà pronto l'anno prossimo e che si concentrerà sugli scambi fra Europa Occidentale e Orientale.

L'impresa globale come Araba fenice ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione che a molti non è mai piaciuta e a troppi ha fatto paura, oggi non segue più i ritmi dello sviluppo del solo Nord industrializzato. Nelle sue vene pulsa il sangue più giovane dei nuovi industrializzati del Sud del mondo. E delle loro multinazionali.

Come cambia il diritto in Asia ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la globalizzazione sta provocando una graduale estinzione della tradizione giuridica dell'Estremo Oriente.Il volume curato da Renzo Cavalieri, professore di Diritto dell'Asia orientale all'Università Ca' Foscari di Venezia, fornisce un'introduzione generale ai sistemi giuridici dei principali Paesi del Sud-Est asiatico,

Praga meglio di New Delhi nella ricerca farmaceutica ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Qui molto meglio che in Cina o in India. Anche se, quando si parla di delocalizzazione della ricerca e sviluppo, la mente va subito ai due giganti asiatici. Dalla loro hanno la dimensione, ma, a conti fatti, offrono una performance minore rispetto a gioielli più piccoli, ma più scintillanti, fra i Paesi emergenti.

Così i progressisti cercano in Cile una nuova terza via koba ( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La minaccia viene direttamente dalla risorgenza del nazionalismo, sulle ceneri della fiducia nella globalizzazione che aveva animato gli anni migliori del progressismo. Ricorre in più di un contributo l'espressione «de-globalizzazione», a indicare la miscela di populismo e protezionismo che sta ispirando alcune delle risposte nazionali alla crisi economica.

La terza via in crisi Progressisti tristi a convegno in Cile ( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lunghe stagioni di successo e consenso sospinti dalla fiducia nelle capacità espansive della globalizzazione. Ed è un clima malinconico quello nel quale si riunirà in Cile il mondo politico-intellettuale progressista nella conferenza annuale promossa da Policy Network, il think tank britannico di Peter Mandelson che da tempo anima e coordina il circuito della Progressive Governance.

Condanne a morte, la Cina guida la classifica Gli Usa rallentano il ritmo ( da "Messaggero, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Martedì 24 Marzo 2009 Chiudi Condanne a morte, la Cina guida la classifica Gli Usa rallentano il ritmo

nostro servizio ROMA C'è ancora un paese in Europa in cui il boia ... ( da "Messaggero, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: capintesta nella classifica delle esecuzioni capitali è la Cina con almeno 1700 condanne a morte eseguite. Seguono, distanziati, l'Iran, l'Arabia Saudita, gli Stati Uniti, il Pakistan, l'Iraq, il Vietnam, l'Afghanistan, il Vietnam e così via. Sono ben 59 i paesi che mantegono ancora in vita questa pratica, anche se 25 di questi, pur prevedendo nei loro codici la pena capitale,

Dario Fo: <Indignato, ribelliamoci> ( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è diventato un Paese sotto ricatto della Cina, succube dei poteri economici: i soldi prima di tutto, qualsiasi battaglia civile viene dopo». Ora i Nobel invitati alla conferenza sul calcio minacciano il boicottaggio. «Lo farei anch'io. Sono indignato. Ma non dispero: è una partita dura, però i giochi sembrano ancora aperti».

JESI SPUNTA un altro comitato in città, stav... ( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: seppellito sotto i riflessi devastanti della globalizzazione delle delocalizzazioni, visto che interi pezzi di aziende vanno in Polonia, come accaduto alla Bora, alla Sipe o alla Indesit». L'idea da cui è nato il comitato è di «poter dare un contributo di idee e proposte per limitare il più possibile l'assuefazione a questo stato di cose poichè da parte nostra è grande l'

Il salone dell'imballaggio sulla stessa lunghezza d'onda ( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Fortissima la domanda dalla Cina (+58,6%) che scavalca Francia e Spagna e si colloca al terzo posto dei Paesi importatori di macchinari italiani. Incrementi sensazionali da Taiwan (+427,6%), Filippine (+399,5%) e Brasile (+169,6%), forti da Belgio (+81,4%), Messico (+48,6%), Russia (+43,5%) e Polonia (+35,9%).

Baratelli dialoga con Sateriale ( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: interno dei confini della città di oggi tra contraddizioni e globalizzazione. La conversazione pubblica di questa sera vedrà come protagonisti il sindaco Gaetano Sateriale e Fiorenzo Baratelli. Gli incontri, promossi dal comune di Ferrara e dall' istituto di storia contemporanea, hanno gravitato attorno alla narrazione della città di oggi come luogo di confronto,

Afghanistan, Obama prepara la <exit strategy> ( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009) + 1 altra fonte
Argomenti: Cina Usa

Abstract: coinvolgere Iran e Cina. Inoltre, gli Usa vogliono rafforzare e migliorare la formazione della polizia, per rendere più incisiva anche alla lotta contro il traffico di droga. E lo scopo resta lo stesso, condiviso anche dal resto dell'Alleanza: «Aiutare l'Afghanistan a diventare autosufficiente e a prosperare senza essere una minaccia per se stesso e per la comunità internazionale»

IN CRESCITA IL FATTURATO 2008 LA CRISI NON FERMA LA STORICA CASA VINICOLA SARTORI ( da "marketpress.info" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nostra filiale a Singapore che ci ha consentito anche di incrementare la nostra attività con la Cina?. ?E? indubbio ? ha sottolineato Sartori ? che oggi per poter conseguire risultati importanti sul fronte dell?export è fondamentale poter presidiare il più possibile i mercati internazionali. Tenere un monitoraggio continuo soprattutto dei mercati più importanti e di quelli emergenti.

il parco del tramit messo a nuovo dai "corsisti" ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: destinato ai volontari della Protezione civile di tutta la regione. Il corso è rivolto ai componenti la protezione civile del Friuli Venezia Giulia ed è obbligatorio per quanti debbano utilizzare la motosega per le emergenze. Il corso, che ha la supervisione di un responsabile della direzione regionale, assume un doppio vantaggio per il territorio di Cordenons:

Bauman, la grandezza di pensare un sistema filosofico <globale> ( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: degli ultimi grandi pensatori del XX secolo e di questo inizio di XXI che hanno avuto l'ambizione di tentare un sistema filosofico «universale» e complesso per spiegare la postmodernità e i concetti cardine di consumismo e globalizzazione (nel caso specifico usando le metafore di modernità «liquida» e «solida» ... ) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

Task force contro incendi e disastri Nasce l'ufficio di Protezione civile ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Prov Ogliastra Pagina 6020 Gairo Task force contro incendi e disastri Nasce l'ufficio di Protezione civile Gairo --> Il Comune di Gairo potenzia i suoi servizi. E in base a una delibera di Giunta, adottata a fine febbraio, ha istituito l'ufficio di Protezione civile, dotato di uomini e mezzi per fronteggiare le emergenze ambientali causate da calamità naturali e catastrofi.

Ma si muore anche in Europa...">Pena di morte, maglia nera alla Cina Ma si muore anche in Europa... pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pena di morte/ Maglia nera alla Cina. Ma si muore anche in Europa... Martedí 24.03.2009 08:24 Ad esempio, in Giappone l'ordine d'impiccagione viene notificato ai prigionieri la mattina stessa dell'esecuzione, mentre i familiari sono informati solo dopo che questa ha avuto luogo.

San Lorenzo al Mare: una mostra su 'Biodiversità è vita' ( da "Sanremo news" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: effetto della globalizzazione. La mostra, resa possibile grazie ai contributi della Provincia e dell?Amministrazione Comunale di San Lorenzo al Mare, ai materiali forniti dall?Alliance Francais Riviera dei fiori, da sempre sensibile ai problemi più pressanti relativi al nostro pianeta, sarà aperta al pubblico da domani all'8 aprile dalle 9 alle 12,

Taggia: alunni della Levà ad un corso con la Prot. Civile ( da "Sanremo news" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: durata di 4 ore per ciascuna classe gestito dalla Protezione Civile del Comune di Taggia. Questi incontri sono stati programmati dagli insegnanti nell?ambito del progetto Ambiente che prevede di favorire negli alunni il rispetto, la protezione e la salvaguardia del territorio. Gli incontri teorici si sono svolti nella sede della Protezione Civile presso le ex Caserme Revelli di Levà.

Stati Uniti. Energie alternative contro il caro petrolio ( da "AmericaOggi Online" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e poi da Francia, Giappone, Russia e Cina. L'Italia, soprattutto con Enea e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), ha conquistato una discreta credibilità a livello internazionale. Per chi, come Violante, percorre questa strada nelle regole della comunità scientifica, il lavoro da fare è ancora lunghissimo.

Tibet/ Cina: "bene" rifiuto visto Sudafrica a Dalai Lama ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano,

Afghanistan/ Cina: riunione Cooperazione Shanghai utile ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche alla luce del cambiamento di strategia voluto dal nuovo presidente Usa Barack Obama. Oltre ai paesi membri - Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan - e agli osservatori - Mongolia, Iran, India e Pakistan - sono stati invitati alla conferenza anche la Nato e gli Stati uniti.

Pena morte/ Fatti e cifre della pena di morte nel 2008 - ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa) - i metodi di esecuzione utilizzati: decapitazione, lapidazione, impiccagione, iniezione letale, fucilazione ed elettrocuzione - 59 i paesi che ancora mantengono la pena di morte - due terzi dei paesi al mondo hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica - 1 paese in Europa continua a mettere a morte,

Crisi: Cina lancia l'idea di una nuova valuta internazionale ( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il governatore della banca centrale cinese Xiaochuan sostiene che la nuova valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'. E dovrebbe 'essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo'. E' un chiaro segno che la Cina, maggior detentrice di titoli di debito Usa, e' preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici' che minacciano il dollaro.

TIBET/ CINA: BENE RIFIUTO VISTO SUDAFRICA A DALAI LAMA ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tibet/ Cina: "bene" rifiuto visto Sudafrica a Dalai Lama di Apcom Capiscono che leader tibetano usa la religione come pretesto -->Pechino, 24 mar. (Ap) - La Cina torna ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non aver concesso il visto al leader buddista tibetano, che a fine mese era atteso,

PENA MORTE/ FATTI E CIFRE DELLA PENA DI MORTE NEL 2008 - SCHEDA ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa) - i metodi di esecuzione utilizzati: decapitazione, lapidazione, impiccagione, iniezione letale, fucilazione ed elettrocuzione - 59 i paesi che ancora mantengono la pena di morte - due terzi dei paesi al mondo hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica - 1 paese in Europa continua a mettere a morte,

AFGHANISTAN/ CINA: RIUNIONE COOPERAZIONE SHANGHAI UTILE ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche alla luce del cambiamento di strategia voluto dal nuovo presidente Usa Barack Obama. Oltre ai paesi membri - Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan - e agli osservatori - Mongolia, Iran, India e Pakistan - sono stati invitati alla conferenza anche la Nato e gli Stati uniti.

CINA: E SE VENISSE CREATA UNA NUOVA VALUTA INTERNAZIONALE? ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA: E SE VENISSE CREATA UNA NUOVA VALUTA INTERNAZIONALE? di WSI Il paese lancia l'idea di una moneta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro Usa. Il governatore della banca centrale sostiene che la valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'.

CRISI: CINA LANCIA L'IDEA DI UNA NUOVA VALUTA INTERNAZIONALE ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il governatore della banca centrale cinese Xiaochuan sostiene che la nuova valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'. E dovrebbe 'essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo'. E' un chiaro segno che la Cina, maggior detentrice di titoli di debito Usa, e' preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici' che minacciano il dollaro.

AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI MARTEDI 24 MARZO ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: protagonisti del settore nucleare e alcune tra le maggiori aziende di produzione energetica tradizionale Cina - Risultati annuali di Bank of China Germania - Deutsche Bank, risultati finanziari del quarto trimestre Usa - Washington, Tesoro Usa illustra dettagli della seconda fase piano Talf, mirato a rivitalizzare i mercati delle cartolarizzazioni che forniscono crediti alle famiglie;

NORDCOREA/ LE DUE GIORNALISTE USA A PYONGYANG: SONO SPIE ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le due giornaliste Usa a Pyongyang: "sono spie" di Apcom Avrebbero attraversato illegalmente la frontiera dalla Cina -->Seoul, 24 mar. (Ap) - Le due giornaliste statunitensi arrestate la scorsa settimana dai militari nordcoreani sono oggetto di una inchiesta dei servizi di informazione di Pyongyang che le sospetta di essere spie.

La Cina tenderà ancora una mano agli americani: sostegno al debito pubblico Usa ( da "Finanza.com" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina tenderà ancora una mano agli americani: sostegno al debito pubblico Usa (24 Marzo 2009 - 08:49) MILANO (Finanza.com) - La Cina tenderà ancora una mano agli americani: continuerà a sostenere il debito pubblico a stelle e strisce. ?I titoli di Stato statunitense sono un elemento importante nella strategia d?

Cala l'export dei Paesi Ue ( da "Provincia Pavese, La" del 24-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

Greggio scambia sui 53 dlr/barile su presa profitti, piano Usa ( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Intanto dalla Cina è arrivata la notizia di un aumento dell'11% a febbraio delle scorte di carburante nonostante il ribalzo delle vendite interne nel periodo post-festivo. Segno di una debolezza della domanda che persiste nonostante l'entusiasmo di questi giorni.

L'Italia è più ricca di Germania e Usa ( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009) + 5 altre fonti
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Messico, Argentina, India, Brasile, Italia e Germania. Se poi si azzarda un paragone con i paesi del "vecchio" G8 è proprio il Bel Paese a uscirne vincitore: con un punteggio di 48,3, infatti, l'Italia si piazza davanti a Germania (43,8), Giappone 41,7), Regno Unito (40,3), Canada (39,8), Francia (36,

La Cina blocca Youtube ( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. Sollecitato sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito che la Costituzione afferma «chiaramente la libertà d?espressione», ma stabilisce alcuni limiti «attingendo alle esperienze di Paesi come gli Usa e il Regno Unito».

Pena di morte, 2.390 uccisi nel 2008: 2 su 3 in Cina ( da "Dire" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa), il 72% e' stato eseguito solo in Cina. Nel 2008 in Cina ci sono state almeno 1.718 esecuzioni ma secondo Amnesty il numero potrebbe essere molto piu' alto a causa del segreto di Stato. "Scioccante" la situazione dell'Iran che ha messo a morte 8 persone che avevano meno di 18 anni all'

Il piano Geithner? Un'altra beffa. ( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore?

Pechino alza il tiro: basta dollaro, serve una nuova valuta di riserva ( da "Rai News 24" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: si tratta di un chiaro segno che la Cina, in quanto maggior detentrice del mondo di titoli di debito degli Usa, è preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici" che minacciano la valuta statunitense, che oggi è quella usata negli scambi internazionali. Presto ci saranno troppi dollari in circolazione, insomma, e Pechino non vuole importare inflazione.

Afghanistan, ora Obama pensa alla<via d'uscita> ( da "Avvenire" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa aveva sottolineato la necessità di coinvolgere Iran e Cina per risolvere la crisi afgana, e soprattutto di mettere il Pakistan al centro della strategia internazionale per vincere i taleban. E lo scopo è condiviso dal resto dell'Alleanza: «Aiutare l'Afghanistan a diventare autosufficiente e a prosperare senza essere una minaccia per se stesso e per la comunità internazionale»

BORSE IN NEGATIVO (-0.22%) CINA PROPONE NUOVA VALUTA MONDIALE FUGA IN MASSA DA "PATTI CHIARI" TRONCHETTI, l'unico a non incassare bonus o buonuscite al momento dell'ADDIO - P ( da "Dagospia.com" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA PROPONE NUOVA VALUTA MONDIALE ? FUGA IN MASSA DA ?PATTI CHIARI? ? TRONCHETTI, l´unico a non incassare bonus o buonuscite al momento dell?ADDIO - Preservativi Usa troppo cari - Si apre la partita Eur: DECIDE Tremonti? piazza affari 1 - Piazza Affari vira in negativo banche miste,Mibtel -0,22%.

Scene da una recessione. ( da "Blogosfere" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il messaggio dell'amministrazione USA, in questo momento, è: i soldoni vanno ai titoli tossici, ma voialtri fatevi l'orticello che non si sa mai. Ecco un giro intorno al mondo reale. USA. Michelle Obama zappa il nuovo orticello alla Casa Bianca. Cina. In fila per un posto di lavoro.

Tibet/ Rinviata Conferenza Sudafrica dopo no a visto Dalai. ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano,

TIBET/ RINVIATA CONFERENZA SUDAFRICA DOPO NO A VISTO DALAI... -2- ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano,

GREGGIO SCAMBIA SUI 53 DLR/BARILE SU PRESA PROFITTI, PIANO USA ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Intanto dalla Cina è arrivata la notizia di un aumento dell'11% a febbraio delle scorte di carburante nonostante il ribalzo delle vendite interne nel periodo post-festivo. Segno di una debolezza della domanda che persiste nonostante l'entusiasmo di questi giorni.

LA CINA OSCURA YOUTUBE "MA NON TEMIAMO INTERNET" ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina oscura YouTube "Ma non temiamo internet" -->Da lunedì sera, il sito è irraggiungibile sia a Pechino che a Shangai La decisione, forse, dopo la comparsa di foto su un incidente tra navi cinesi e Usa La Cina oscura YouTube "Ma non temiamo internet" Il ministro degli Esteri: "Poniamo alcuni limiti, ma la nostra è la comunità più grande del mondo sul web"

Protezione civile cerca aiuti e finanziamenti ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mail print Foto di gruppo della protezione civile di Thiene Le casse della protezione civile di Thiene piangono. Una penuria che rende impossibile lo sviluppo del gruppo, nonostante il desiderio di diventare punto di riferimento per la città. A portare alla luce la situazione è il nuovo coordinatore Gianni Munaretto, che lancia un appello generale,

La Protezione civilevetrina alle Ciminiere ( da "Sicilia, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: sabato La Protezione civile vetrina alle Ciminiere Da giovedì a sabato prossimi, il centro fieristico delle Ciminiere ospiterà la seconda edizione del «Pronto intervento expò», il Salone specializzato per la Protezione civile. La manifestazione, presentata ieri al centro Direzionale Nuovaluce, sarà una vetrina sul mondo della Protezione civile con le associazioni di volontariato,

Non chiedete a Obama di essere spontaneo ( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 7 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore?

Tibet/ Dalai Lama bandito da Sudafrica fino a Mondiali 2010 ( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano,

L'altolà del Sudafrica al Dalai Lama: "Niente visto fino ai Mondiali 2010" ( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l?indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano,

DALLA CINA L'IDEA DI UNA MONETA UNICA ( da "Trend-online" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Senza dubbio, alcuni osservatori, notano che l'idea lanciata dalla Cina sia dettata dalle preoccupazioni dei potenziali rischi inflazionistici che minacciano il dollaro. Ricordiamo che la Cina è la maggior detentrice di titoli di debito Usa.

Un valore specifico conta solo se è vero ( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina assume il monopolio planetario delle materie ferrose, acquisisce giganti dell'informatica e dell'industria petrolifera Usa, influenza gli equilibri di pressoché tutti gli altri Paesi industrializzati. Le recenti tempeste che hanno coinvolto i mercati finanziari, hanno evidenziato con grande ritardo i limiti di una concezione dei mercati che traduce il termine "

Il pomodoro, una coltura che sta conoscendo una fase di espansione ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In America predominano gli USA con il loro Stato votato all'ortofrutticoltura, quale la California, dove, assieme al Messico e al Canada l'anno scorso sono stati raccolti 130.000.000 qli di bacche. In Asia, invece, domina la Cina con 64.000.000 di qli. Un mare "rosso", al quale si affianca la produzione da orto per consumo fresco a pieno campo e in serra,

La piscina centro di addestramento per la Protezione civile ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La piscina centro di addestramento per la Protezione civile Martedì 24 Marzo 2009, Motta di Livenza (g.r.) La piscina di Motta come centro addestrativo della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia. La direzione della struttura ha infatti intrapreso con Protezione Civile un progetto a livello regionale.

AIDS/FAMIGLIA CRISTIANA:NEFANDEZZA PARACADUTARE CONDOM A PIOGGIA ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: dovrebbero leggerlo per primi tutti coloro che, nel nome di una globalizzazione tragica, operano autentiche nefandezze, depredando l'Africa delle sue ricchezze. Sono gli stessi che paracadutano milioni di preservativi, a pioggia, illusi d'aver trovato la scorciatoia per debellare l'Aids. E per mettersi a posto la coscienza".

TIBET/DALAI LAMA BANDITO DA SUDAFRICA FINO A MONDIALI 2010-PUNTO- ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano,

VITI: â IL SUD DEVE COORDINARE LE SCELTE IN AGRICOLTURAâ ( da "Basilicanet.it" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: federalismo ma anche della globalizzazione, lâ??esponente del Governo regionale ha affermato â??la necessità di sostenere con adeguate e organiche politiche di supporto le imprese agricole del Sud Italia sui mercati nazionali ed esteri. A tal fine la strategia meridionalista deve prevedere funzioni di centrali di coordinamento ossia di un raccordo unitario fra i vari sistemi locali così

Cina propone super-moneta, Tesoro Usa e Fed dicono no ( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina propone super-moneta, Tesoro Usa e Fed dicono no Roma, 24 mar (Velino) - Una moneta unica mondiale gestita dal Fondo monetario internazionale. è la proposta avanzata in una relazione dal governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, secondo il quale tra le ragioni principali della crisi economica globale è l?

Pena di morte, Cina maglia nera. E in Europa... pag.1 ( da "Affari Italiani (Online)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il maggior numero di esecuzioni nel 2008 è stato riscontrato in Asia, dove 11 Stati continuano a ricorrere alla pena di morte: Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam. < < pagina precedente pagina successiva >>

Cina, "internet è libera". Ma YouTube è censurato ( da "Affari Italiani (Online)" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. Sollecitao sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito che la Costituzione afferma "chiaramente la libertà d'espressione", ma stabilisce alcuni limiti "attingendo alle esperienze di Paesi come gli Usa e il Regno Unito".

YouTube oscurato in Cina. "Ma non temete, la nostra è la web-community più grande al mondo" ( da "Blogosfere" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: video che potrebbero avere a che fare con la decisione del governo: il primo è stato postato dalla marina degli Usa e riprende l'incidente, avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra americana. Il secondo, molto più eclatante e riportato dalla Bbc, mostra centinaia di soldati mentre picchiano e bastonano dei monaci e dei tibetani indifesi.

Bernanke,Geithner contrari a lasciare dollaro per moneta globale ( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: suggerito da Cina e Russia?". Sia Geithner sia Bernanke hanno risposto affermantivamente. Ieri il governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, aveva detto che l'Sdr creato dal Fondo monetario internazionale (Special drawing right) potrebbe diventare una valuta globale a seguito di una profonda riforma del sistema finanziario necessaria per uscire dalla crisi attuale.

Il fine è sempre l'abolizione ( da "AprileOnline.info" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: nella sola Cina, che insieme ad Afghanistan, Bangladesh, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam ricorrere alla pena di morte, hanno avuto luogo 1718 esecuzioni. Il secondo maggior numero, 508, è stato registrato nell'area Africa del Nord - Medio Oriente: tra le 346 persone messe a morte in Iran,

BERNANKE,GEITHNER CONTRARI A LASCIARE DOLLARO PER MONETA GLOBALE ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: suggerito da Cina e Russia?". Sia Geithner sia Bernanke hanno risposto affermantivamente. Ieri il governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, aveva detto che l'Sdr creato dal Fondo monetario internazionale (Special drawing right) potrebbe diventare una valuta globale a seguito di una profonda riforma del sistema finanziario necessaria per uscire dalla crisi attuale.

Speciale Che tempo che fa: mercoledì sera su Raitre oltre due ore con Roberto Saviano, David Grossman e Paul Auster ospiti di Fabio Fazio ( da "Blogosfere" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che racconta di una nuova mafia che non conosce confini e nazionalità e cresce parallelamente alla globalizzazione), e da New York Suketu Mehta, autore di Maximum City (un ritratto della moderna Bombay) che parlerà delle connessioni internazionali della malavita organizzata e della sua globalizzazione. In studio anche Antonio Albanese (8) nelle vesti di Cetto La Qualunque.

La realpolitik vince sul Dalai Lama ( da "AprileOnline.info" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina è soddisfatta della posizione assunta da Pretoria e fa sapere attraverso il portavoce del ministero degli esteri, Qin Gang, che sono sempre di più i paesi che abbracciano la tesi cinese che il Dalai Lama usa la religione per ottenere l'indipendenza del Tibet.

AUTO: MARCHIONNE, "IL PEGGIO E' PASSATO" ( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: spiega a Radiocor - si comincerà a vedere qualcosa negli Usa. Poi in Asia e infine in Europa, che è più lenta» dove si vedrà quindi «qualcosa non prima di fine 2009» ha indicato Marchionne. Tempi lunghi per i progetti in Cina «Fino a quando la domanda non si stabilizza, non si può parlare» dei progetti di Fiat in Cina.


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I solisti conoscono bene la partitura, ma l'orchestra ha un problema di amnesie. A otto giorni ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

I solisti conoscono bene la partitura, ma l'orchestra ha un problema di amnesie. A otto giorni dal concerto che i venti Grandi del pianeta hanno organizzato a Londra per riscrivere le regole della finanza globale e definire strategie antirecessione, il programma annuncia duelli singoli, ardue promesse d'intesa sulla governance, probabili litigi sul rilancio. America e Europa si sorridono, ma non parlano la stessa lingua. L'una spende senza limiti, l'altra ha un occhio fermo sui deficit. Approcci distanti che s'incontrano nella poca attenzione per due protagonisti: la finanza vera e ricca che si fa in Asia e la periferia del mondo, dove reddito e pace sono messi a rischio dalla crisi. Da fronti diversi personaggi in apparenza antitetici suonano la sveglia ai leader. Il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha ammesso ieri a Ginevra che la situazione è «gravissima», c'è pericolo di un'esplosione della disoccupazione, con milioni di nuovi poveri nelle aree più deboli che, disperate, potrebbero causare conflitti sociali e anche peggio. Pensava sopratutto al Sud del globo. «Quando ci sono tensioni la democrazia è in pericolo e la guerra diventa una minaccia reale». Anni fa Strauss-Kahn non avrebbe immaginato che nella battaglia per difendere i poveri avrebbe trovato un alleato in George Soros. I due si conoscono bene, se non altro perché quando nel 1992 lo speculatore ungherese abbatté l'Europa delle valute, il direttore del Fmi era nella trincea opposta come ministro francese dell'Industria. Il tempo ha cambiato le cose. Soros è divenuto filantropo, e scrive sul Financial Times che «se alle economie periferiche sarà permesso di crollare, anche i Paesi sviluppati saranno colpiti». Segue l'appello al Fondo: «Difendete gli emergenti». Strauss-Kahn appare consapevole della sfida. L'ammissione del rischio di collasso del debito «in alcuni Paesi» è un tema che gli sta a cuore anche perché «l'azione di politica monetaria ha raggiunto il limite». Ai leader ha chiesto nuovi impegni per le economie che vanno, e un raddoppio della dotazione del Fmi per le quelle emergenti. E' la stessa proposta di Soros. Il Fondo, del resto, stima che i Paesi più esposti - quelli che dipendono dalle materie prime - avrebbero bisogno sino a 140 miliardi di dollari in aiuti di emergenza. La strana coppia Strauss-Kahn e Soros vuole che di tutto questo si parli il 2 aprile sul Tamigi. Il timore è che la ripresa dei mercati, ieri euforici per il mega assegno di liquidità firmato dal Tesoro Usa, distragga i Venti dal pensare agli «Altri». L'Europa ha accolto il raddoppio del capitale Fmi. È una buona mossa ma scontata. Serve di più. Gli analisti prevedono che il G20 possa mettere insieme un pacchetto di decisioni per rendere la finanza e le banche più trasparenti, rafforzando la vigilanza e bandendo ogni attività tossica. Occorre però che la strategia sia globale, perché talvolta quasi ci si scorda che i gruppi più importanti sono in Cina, non più a Londra o New York. Ordine e regole servono a dare la fiducia per ripartire. Senza, avverte Strauss-Kahn, «i piani di rilancio si scioglieranno come neve al sole». Sull'economia reale sarà dura. L'Europa, condominio litigioso unito dalla moneta, tiene alla linea teutonica della sacralità dei conti pubblici e risponde «picche» all'America che le chiede di mettere altri soldi sul tavolo oltre ai 400 miliardi già impegnati. Il dialogo sarà opera rognosa, potrebbe oscurare il problema del coordinamento globale e del sostegno a chi ha la casse vuote. Soros e Strauss-Kahn, con due ruoli e da due pulpiti diversi hanno detto la stessa cosa: fate qualcosa, sennò non si salva nessuno. I leader non possono dire di non essere stati avvertiti.

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"Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

il caso Rossi appoggia la proposta della Merkel "Sorvegliare la finanza con un organismo sotto la bandiera Onu" FRANCESCO MANACORDA MILANO QUOTAZIONE REND. Utlima Prec 12 mesi Tra le tante ipotesi di regolamentazione internazionale dei mercati finanziari considero preferibile quella che attribuisce i poteri a un organismo nell'ambito delle Nazioni Unite». Anche Guido Rossi appoggia la proposta del Cancelliere tedesco Angela Merkel di affidare a un nuovo organismo sotto l'ombrello dell'Onu, il controllo di quei mercati finanziari che hanno messo con tanta facilità sotto scacco i sistemi di vigilanza nazionali. «Nel sistema delle Nazioni Unite ci sono due punti di forza - spiega il giurista parlando al seminario sul tema organizzato ieri alla Statale di Milano dall'Osservatorio Giordano Dell'Amore con il Centro di difesa e prevenzione sociale - ossia il multilateralismo molto incisivo e un evidente vantaggio sull'applicazione delle regole: abbiamo già la Corte internazionale di giustizia con varie camere specifiche e si potrebbe pensare a una nuova camera dedicata proprio ai temi finanziari». Nel fiorire di proposte di riforma, manuali di pronto impiego contro le crisi, «decaloghi» a cura di organismi internazionali e nazionali di ogni sorta - dal Financial Stability Forum alla britannica Fsa, passano per il G20 e l'Ue - il rischio è quello di fare confusione, ad esempio sovrapponendo le necessarie terapie d'urgenza con le regole che dovranno governare il settore in futuro. Insomma, il pericolo - tra gli altri - è di arrivare a celebrare delle «ronde finanziarie», destinate non tanto ad affrontare le cause dei problemi, quanto a rassicurare genericamente l'opinione pubblica. «L'idea di molti scienziati della politica - attacca così il direttore generale di Assonime Stefano Micossi - è quella che convenga scrivere le regole subito perché adesso le lobbies finanziarie sono indebolite. Ma si tratterebbe di regole stupide». Anche perché, sempre per Micossi, «se c'è un problema di mera instabilità dobbiamo occuparci di questo ma non possiamo sovraccaricare il sistema regolatorio anche con il compito di far fronte all'instabilità». «Bisogna vedere se è meglio avere delle regole stupide o non averle affatto», gli replica Guido Calabresi, magistrato Usa e professore emerito di Legge a Yale. Anche per lui, che a quel che si capisce le regole le vorrebbe e in tempi rapidi, il modello Onu sarebbe preferibile. Ma la sua è un'adesione con molti dubbi, compreso quello sull'efficacia di regole sovrannazionali «che emergerebbero dal necessario processo di mediazione tra Stati». Nei sei «cantieri» regolamentari aperti oggi sulla crisi che Guido Rossi identifica, partendo da quelle minimale di chi ritiene il mercato in grado di curarsi da solo senza ulteriori iniezioni normative e finendo appunto all'estremo opposto con l'impegno dell'Onu nella finanza, c'è anche chi ha meno entusiasmi sovrannazionali. È il caso del prorettore dell'Università Cattolica Luigi Campiglio, che sottolinea prima di tutto «il vincolo della rapidità perché la crisi morde. Una bella architettura implementata da qui a un anno rischia di essere un palazzo vuoto». E allora, dato che la velocità deve andare assieme a organismi snelli o già collaudati, Campiglio propone di concentrarsi su due dei «cantieri» intermedi di cui parla Rossi: un G2 tra il grande debitore Usa e il grande creditore Cina e l'iniziativa dell'Ue che vorrebbe arrivare un'Agenzia europea di controllo dei rischi.

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Via al nuovo salvataggio delle banche americane. La scommesa di Geithner (sezione: Globalizzazione)

( da "AmericaOggi Online" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Via al nuovo salvataggio delle banche americane. La scommesa di Geithner Di Pino Agnetti 24-03-2009 Nicono che lavori mediamente dalle 15 alle 20 ore al giorno. Ma, sicuramente, era parecchio tempo che non chiudeva occhio durante le altre. Cosa che ieri il "golden boy" della nuova amministrazione americana, per via di quella faccia da ragazzo abbastanza antipatico e musone che si porta perennemente appresso, ha potuto fare forse per la prima volta da quando Obama gli ha consegnato le chiavi del Tesoro Usa. Dunque, il nuovo piano salva-banche elaborato da Tim Geithner è partito bene. Rintuzzando le critiche feroci che ne avevano accompagnato la tormentata gestazione grazie all'euforia delle borse mondiali che, invece, ne hanno salutato unanimemente la presentazione ufficiale. È presto, anzi prestissimo, per poter parlare di resurrezione dell'uomo che il gossip d'oltre Oceano aveva dato a un passo dal gettare la spugna. E al quale lo stesso Obama aveva mandato a dire pubblicamente di scordarsi di abbandonare anzitempo il ring tempestato di ortaggi e di uova marce per via della storia dei bonus milionari ai rapaci manager di Wall Street. Sta di fatto che ieri il botto, una volta tanto positivo, c'è stato. Preceduto e facilitato da una notizia, per certi versi, ancora più incoraggiante di quelle provenienti dalla piazze finanziarie asiatiche ed europee. Cioè, l'annuncio solenne di Pechino che la Cina continuerà in ogni caso a investire massicciamente in titoli del Tesoro Usa. A quel punto, la giornata deve essere apparsa particolarmente luminosa dalle parti della Casa Bianca. Tanto da spingere Obama a mettere da parte ogni cautela e a dare il via libera al suo "golden boy", confortato a stretto giro di posta da una nuova benedizione presidenziale. Se l'impatto mediatico è stato notevole, ciò che più conta è stata la risposta di Wall Street felicemente allineatasi all'andamento al rialzo di Tokio e delle piazze europee. Il che rappresenta, appunto, una prima smentita delle numerose cassandre che avevano dato il piano morto e stecchito già sul nascere. Colpa, aveva tuonato il premio Nobel Paul Krugman, di una scelta troppo debole rispetto alla cosiddetta "soluzione svedese" (nazionalizzazione e "ripulitura" delle banche gonfie di titoli tossici prima della loro reimmissione sul mercato). Mentre altri avevano preconizzato che, terrorizzati all'idea di finire nel tritacarne della guerra dichiarata ai superbonus, i "boss" di Wall Street si sarebbero rivoltati come un sol uomo facendo mancare il proprio appoggio al piano. Così, almeno ieri, invece non è andata. Merito, in principal modo, di un Obama sempre più a suo agio nei panni del condottiero concentrato sull'obiettivo di far ripartire l'economia. Ma non per questo disponibile a cavalcare l'ira montante dei contribuenti e dei risparmiatori americani contro i banchieri e agli assicuratori responsabili del disastro. "Io non voglio governare con la rabbia", aveva detto Obama l'altra sera alla Cbs nella sua più lunga intervista da quando è presidente. Ed è questa la filosofia di fondo - in poche parole sommare le forze del governo con quelle degli investitori privati affinché pure questi ultimi si assumano dei rischi invece di scaricare ogni sforzo sul bilancio federale prossimo a superare il 45% del Pil americano - che permea il piano firmato da Geithner. Convinto che creare un mercato al momento inesistente per qualcosa come circa un trilione (mille miliardi) di dollari di titoli tossici (ma gli analisti ritengono che ce siano almeno il triplo in circolazione) possa essere il giro di boa decisivo per ricominciare a vedere terra. Cioè, per spingere le banche, una volta ridotta l'entità delle perdite astronomiche annidate nei rispettivi bilanci, a incrementare la propria capacità di prestito tornando a far "girare" l'intero sistema. Obama, o forse il destino, hanno giustamente deciso di ingaggiare come skipper proprio uno di coloro che, a suo tempo, "non potevano non sapere". Dovesse andar male, però, nessuno potrà più salvare Geithner e i suoi ex soci dalle schiere urlanti dei "Beppe Grillo" d'America. Tutta gente che non vede l'ora di impiccare un po' di banchieri e di manager ai lampioni di Wall Street.

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Il mio mondo senza un leader (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 24/03/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:cultura «Il mio mondo senza un leader» PAUL AUSTER Lo scrittore americano a Pordenone: «Gli Usa senza credibilità, ma i soli a governare la crisi» Il ritratto di una società confusa dal disastro contemporaneo americano, arriva in Italia con Paul Auster. Lo scrittore e cineasta newyorkese, classe 1947, autore di culto tradotto in 34 lingue, è il protagonista della 15ª edizione di «Dedica», la rassegna in corso a Pordenone fino al 4 aprile, che ogni anno ospita nella cittadina friulana una figura eminente della letteratura mondiale. Auster mette al centro del suo universo letterario un mondo disorientato alla ricerca di un'identità che qualifichi gli sforzi dell'uomo, limitati da una paura universale. La sua natura polemica, che si orienta anche verso le battaglie civili e s'interroga sul futuro di un Paese che sembra sommare il carico dei maggiori trionfi e dei peggiori insuccessi della sperimentazione umana, declina spesso nella problematica della solitudine. Anche nel suo ultimo libro, «Uomo nel buio» (Einaudi, 152 pp., 17 ?) il caos esistenziale è protagonista, e nella mente di un uomo sospeso tra sogno e realtà s'insinua il tormento patriottico che ha nell'America del dopo 11 settembre un'incoerenza estrema. «Ho firmato il Manifesto della libertà per Roberto Saviano (con cui sarà ospite domani alle 21.10 su Raitre dello speciale di «Che tempo che fa», assieme allo scrittore israeliano David Grossman, ndr), perché amo tantissimo l'Italia e la letteratura italiana - dice -: Petrarca, Dante, Cavalcanti, Giordano Bruno, Montale, Calvino, Eco, Landolfi e Tabucchi, anche se metto sopra tutti Leopardi. Ho un particolare ricordo di Ungaretti che ho conosciuto personalmente e che ha avuto su di me una grandissima influenza. In che occasione incontrò Ungaretti? Avevo 22 anni e Ungaretti era venuto in America per una serie di conferenze. Mio zio, che era il suo traduttore, me lo fece conoscere. Aveva già ottant'anni e mi chiese cosa doveva fare per ingraziarsi le ragazze americane: una personalità incredibile. Da poco aveva sposato una donna molto giovane e Montale era stato nominato senatore a vita. Mi disse sornione: sono invidioso di Montale ma lui fa il senatore, io faccio l'amore. Qual è il suo rapporto con il cinema? A vent'anni ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto diventare regista. Ma ero così timido che non avrei saputo assolutamente dare ordini agli altri, e ho preferito la scrittura. Dopo che cominciai a pubblicare i miei libri sono stati i cineasti a cercarmi. Con alcuni registi ho imparato tantissime cose su come nasce, cresce e vive un film. È stato un corso accelerato di cinematografia. Da solo ho scritto e diretto «Lulu on the bridge» e «La vita interiore di Martin Frost». Nel suo ultimo libro, «Uomo nel buio», la descrizione del video della morte in Iraq del giovane Titus è scioccante. Voleva ricordare l'orrore della guerra in Iraq che rischia di trasformarsi per l'America in un secondo Vietnam? Come romanziere non potevo fare a meno di descrivere in tutti i suoi dettagli brutali l'esecuzione di Titus, perché questa scena, che ha ossessionato tutti i componenti della famiglia protagonista del libro, spiega il loro comportamento. La guerra in Iraq è la cosa più stupida che gli Stati Uniti hanno fatto in tutta la loro storia. Speriamo di uscirne presto, perché l'attacco all'Iraq era un'ossessione personale di Bush. Ma l'effetto sugli americani non è lo stesso che ha avuto il Vietnam, con 50.000 soldati statunitensi morti e centinaia di migliaia se non milioni di vietnamiti: una generazione distrutta. Una disfatta che non abbiamo ancora superato. Pensa che gli Stati Uniti abbiano perso la leadership morale del mondo occidentale? L'America ha perso credibilità negli anni dell'amministrazione Bush, ma non c'è altro Paese che si possa assumere la responsabilità e la leadership del mondo come hanno fatto finora gli Stati Uniti. L'Unione Europea? Un disastro dal punto di vista decisionale. Gli Stati europei individualmente? Non se ne parla neppure. Perché è così critico con l'Unione Europea? Negli anni Novanta pensavo che l'Europa avrebbe unificato le forze per essere il nuovo condottiero del mondo occidentale. Invece non è stato così e specialmente dopo la frantumazione dell'ex Jugoslavia si è vista l'inefficienza dell'Europa. I Paesi europei sono stati a guardare la gente che si ammazzava a due passi da loro, e solo dopo l'intervento degli Stati Uniti si è riusciti a mettere un po' d'ordine e qualcosa ha cominciato a riformarsi. Non può esserci un'unione economica senza un'unione politica: questo fa sì che i Paesi europei agiscano in maniera sparpagliata e non si riesca a farli parlare in modo univoco. Resta solo l'America a poter fare da Paese leader di una situazione mondiale che la crisi economica ha reso ancora più drammatica. Il fatto che Obama tenda la mano all'Iran, è una strategia di pace o una debolezza? Obama mi sembra ben intenzionato ad avere una politica molto razionale. Il fatto che voglia dialogare con l'Iran non è debolezza anche perché non ci sono alternative all'irrigidimento fra i due Paesi che dura da svariati decenni. Ma la risposta dell'Iran da parte di Khamenei non le sembra un tantino diffidente? Bisogna dialogare. Dovremmo continuare con scaramucce e pericoli da entrambi i lati? Non dimentichiamo che l'Iran è un grande paese che ha una cultura millenaria. Nessun americano sogna di essere governato dagli attuali politici iraniani, ma se non si parla non si ottiene niente. Parlare diminuisce la tensione. Chi prende l'iniziativa con un paese come l'Iran, chi se non Obama? L'Italia, la Francia, il Regno Unito, La Cina, la Russia? Non vedo candidati. Francesco Mannoni L'AMERICANO CON L'EUROPA NEL CUORE Paul Auster (nella foto di Basso Cannarsa) è nato nel New Jersey nel 1947, è sposato con la scrittrice Siri Hustvedt e ha due figli. Giovanissimo viaggia tra Italia, Francia, Spagna e Irlanda facendo ogni genere di lavoro. Dopo la laurea negli Usa, torna a Parigi dove vive per quattro anni lavorando come ghost writer e critico letterario. La sua produzione letteraria, dalla forte componente autobiografica mescolata a un surrealismo metafisico, risente della doppia anima americana ed europea. Negli anni '80 raggiunge la notorietà con «L'invenzione della solitudine» e «Trilogia di New York». Firmerà in seguito altri romanzi come «Nel paese delle ultime cose», «Moon Palace», «La musica del caso», «Il taccuino rosso», «L'arte della fame», «Leviatano», «Mr. Vertigo», «Sbarcare il lunario», «Il libro delle illusioni», «La notte dell'oracolo», «Follie di Brooklyn», «Viaggi nello scriptorium» e «Uomo nel buio». Nel 2007 ha ricevuto il prestigioso premio Principe Delle Asturie.

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"ritiro" degli argini marini: i dati della protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

PALMANOVA "Ritiro" degli argini marini: i dati della Protezione civile UDINE. Gli esiti di un'indagine condotta dalla Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia sull'ingressione marina (vale a dire il ritiro progressivo degli argini) , nel tratto compreso tra la foce del Tagliamento (foto), in Comune di Lignano Sabbiadoro, alla foce del Timavo, in Comune di Duino Aurisina, saranno presentati dall'assessore regionale Vanni Lenna in una conferenza stampa in programma nel Centro operativo di Palmanova della Protezione civile, oggi, alle 10.30. All'incontro saranno presenti i sindaci e i coordinatori dei gruppi comunali di protezione civile dei diciannove Comuni più coinvolti, e i presidenti dei Consorzi di bonifica della Bassa Friulana e della Pianura Isontina.

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Il boia lavora soprattutto in Cina, Iran e Stati Uniti (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

PENA DI MORTE. I dati Il boia lavora soprattutto in Cina, Iran e Stati Uniti ROMA Ci sono sempre meno «omicidi di stato» nella maggior parte del mondo, ma ce ne sono ancora troppi concentrati in pochi Paesi. Due-terzi degli Stati hanno abolito la pena di morte e solo 25 di 59 di quelli che ancora la mantengono hanno eseguito condanne capitali nel 2008, ma il 93% delle esecuzioni è avvenuto in cinque Paesi: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan ed Usa. È una fotografia più luminosa del passato quella scattata da Amnesty International nel rapporto sulla stato della pena di morte del 2008. Ogni giorno sono state però giustiziate una media di sette persone, per un totale di 2390 messe a morte in 25 paesi. Per contrasto al continente asiatico - che concentra il record di esecuzioni con la Cina (1718) - spicca l'Europa dove solo la Bielorussia a ricorre alla pena di morte. Dopo l'Asia, dove 11 paesi continuano a ricorrere alla pena di morte (Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam) il secondo maggior numero di esecuzioni, 508, è stato registrato in Africa del Nord e Medio Oriente. Negli Usa 37 le esecuzioni portate a termine lo scorso anno, la maggior parte delle quali in Texas. Il rilascio di quattro uomini dai bracci della morte ha fatto salire a oltre 120 il numero dei condannati alla pena capitale tornati in libertà dal 1975 perchè innocenti.

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Il boia lavora soprattutto in Cina, Iran e Stati Uniti (sezione: Globalizzazione)

( da "Arena, L'" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 24 Marzo 2009 NAZIONALE Pagina 6 PENA DI MORTE. I dati Il boia lavora soprattutto in Cina, Iran e Stati Uniti ROMA Ci sono sempre meno «omicidi di stato» nella maggior parte del mondo, ma ce ne sono ancora troppi concentrati in pochi Paesi. Due-terzi degli Stati hanno abolito la pena di morte e solo 25 di 59 di quelli che ancora la mantengono hanno eseguito condanne capitali nel 2008, ma il 93% delle esecuzioni è avvenuto in cinque Paesi: Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan ed Usa. È una fotografia più luminosa del passato quella scattata da Amnesty International nel rapporto sulla stato della pena di morte del 2008. Ogni giorno sono state però giustiziate una media di sette persone, per un totale di 2390 messe a morte in 25 paesi. Per contrasto al continente asiatico - che concentra il record di esecuzioni con la Cina (1718) - spicca l'Europa dove solo la Bielorussia a ricorre alla pena di morte. Dopo l'Asia, dove 11 paesi continuano a ricorrere alla pena di morte (Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam) il secondo maggior numero di esecuzioni, 508, è stato registrato in Africa del Nord e Medio Oriente. Negli Usa 37 le esecuzioni portate a termine lo scorso anno, la maggior parte delle quali in Texas. Il rilascio di quattro uomini dai bracci della morte ha fatto salire a oltre 120 il numero dei condannati alla pena capitale tornati in libertà dal 1975 perchè innocenti.  

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Licenziamenti alla Ericsson: si decide (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Oggi vertice campale sul futuro dei lavoratori della multinazionale. Previsti una decina di esuberi nel capoluogo Licenziamenti alla Ericsson: si decide Dal 1 maggio settanta dipendenti del sito di Latina saranno trasferiti nello stabilimento dell'Anagnina Rita Calicchia Settimana decisiva per i lavoratori Ericsson di Latina: due riunioni in programma a Roma decideranno il futuro dei lavoratori e tempi e modalità della chiusura, ormai a quanto sembra ineluttabile, del sito di Via dei Monti Lepini. Il primo vertice è in programma per questa mattina fra la dirigenza del gruppo svedese ed i sindacati nazionali: si parlerà nell'occasione della strategia occupazionale globale del marchio che prevede, come si sa, 300 esuberi in Italia, dieci dei quali concentrati proprio a Latina. Lunedì 30 marzo, invece, si discuterà specificatamente del trasferimento all'Anagnina dei lavoratori oggi occupati nel sito del capoluogo: i rimanenti 70, dunque, rispetto ai quali i piano aziendali restano inflessibili. Il primo maggio dunque, ironia della sorte proprio nel giorno della festa dei lavoratori, un altro marchio illustre abbandonerà per sempre il territorio pontino. Per Ericsson si tratta semplicemente di ottimizzare la propria presenza sul territorio italiano: la chiusura di Latina, fa sapere il gigante della telefonia, rientra nell'ambito del processo di consolidamento del gruppo sul territorio italiano senza troppi scossoni all'occupazione locale. La verità è che, come avevano previsto le organizzazioni sindacali, il piano non sarà indolore. «Abbiamo proposto strategie alternative alla Ericsson – fa sapere Pino Sperandio della Slc-Cgil. Domani si discuterà proprio di queste, ma va detto che da parte aziendale non ci sono state, ad oggi, grandi aperture al dialogo». Nel progetto sindacale che sarà discusso a Roma nel corso dei due vertici annunciati, il telelavoro ed un piano di turnazione che potrebbe favorire, secondo il sindacato, considerevoli risparmi ad Ericsson rispetto ai costi. Ipotesi sulle quali la direzione aziendale ha fatto cadere il gelo più totale. Che del resto quella della società di telefonia sia una strategia che parte da lontano è nei fatti. Giusto un anno fa l'azienda ha operato il primo trasferimento di maestranze pontine a Roma: 23 dipendenti, solo 4 dei quali oggi ancora in servizio. La scelta ora di trasferire tutti all'Anagnina è provvedimento che di per se stesso preoccupa. I lavoratori prevedono ìdanni incalcolabili" derivanti dal pendolarismo e preannunciano licenziamenti ulteriori sicuramente 'costretti' dalle difficoltà di spostamento. Contro la chiusura del sito il sindacato fa fronte compatto: Ericsson ha ottenuto incentivi ed agevolazioni, tuona la Uil, ed oggi non può permettersi di chiudere baracca e burattini ed andarsene. La multinazionale svedese ha acquisito il controllo delle attività manifatturiere nelle reti di telecomunicazioni e dei servizi internazionali del gruppo Marconi due anni fa. L'arrivo a Latina fu salutato positivamente oltre che per la salvaguardia occupazionale delle maestranze Marconi, anche per la prospettiva che si riteneva in crescita potenziale. La crisi globale, però, non ha risparmiato i giganti. E questo ridimensionamento che passa per la chiusura del sito di Latina fa temere fortemente che, come si vocifera nel mondo economico, la filosofia del colosso svedese (che è terzo nel mercato mondiale dopo Usa e Cina) sia davvero quella di decentrare gradualmente tutta l'attività nel lontano Oriente.

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mercatisti senza identità - parigi (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 39 - Cultura Logica del profitto Esistono molte destre, ma tutte accomunate dall´adesione al liberismo mercantile. Quella attuale è senz´anima e senza idee, ma dominata dal denaro. Vedo solo elementi negativi Intervista al filosofo Alain de Benoist MERCATISTI SENZA IDENTITà PARIGI «Quella attuale è una destra senz´anima e senza idee, ma dominata dal denaro». Alain de Benoist, filosofo francese considerato uno dei teorici della nuova destra, non usa mezzi termini. «Esistono molte destre, ma tutte accomunate dall´adesione al liberalismo mercantile», spiega lo studioso. «Quelle correnti della destra che in passato guardavano con sospetto il denaro, l´individualismo e il dominio dell´economia sulla politica oggi hanno pienamente accettato questa prospettiva, aderendo in toto al capitalismo e al mercato». In passato l´antimodernismo era un dato caratteristico della destra. è ancora vero? «No. Paradossalmente, oggi l´idea del progresso appartiene più alla destra che alla sinistra. La critica delle forme del progresso è esercitata soprattutto dai verdi, che di solito sono collocati a sinistra. La destra ha anche aderito più apertamente alla globalizzazione e alla logica del profitto che la sottende». La globalizzazione però rimette in discussione un principio fondatore della destra, vale a dire l´attaccamento al territorio e alla nazione... «In effetti, nasce da qui la sua schizofrenia. Sul piano della retorica, la destra non abbandonato il legame con il territorio e la nazione, ma nella pratica essa aderisce a un sistema economico che rimette in discussione radicalmente queste nozioni, mirando a sopprimere le frontiere e le identità nazionali. Insomma, la destra difende un sistema che progressivamente distrugge tutto ciò che essa vorrebbe conservare». Ciò spiega la sopravvivenza al suo interno di una componente estremista, spesso xenofoba e razzista? «Solo in parte. In realtà, la destra più dura vuole salvare l´identità nazionale, pensando che la minaccia venga innanzitutto dagli immigrati. In realtà, la vera minaccia viene dal capitalismo stesso, il cui enorme mercato globale minaccia i modi di vita locali e popolari molto di più dell´immigrazione». L´antiegualitarismo fa ancora parte dell´apparato concettuale della destra? «Ormai non è più una discriminante forte nei confronti della sinistra. La destra ammette senza difficoltà l´eguaglianza dei diritti politici e delle opportunità. Ha anche pienamente adottato i diritti dell´uomo. Sul piano delle libertà però, tende difendere soprattutto la libertà del mercato, da qui la difficoltà di fronte all´attuale crisi economica. In realtà, oggi non esistono più un pensiero, una filosofia o una visione del mondo di destra. Le trasformazioni degli ultimi vent´anni hanno travolto le identità ideologiche e uno dei grandi problemi della destra è proprio quello di sapere cosa significhi oggi essere di destra». Come fare allora per tentare una definizione? «Io vedo solo elementi negativi. La destra è diventata una coalizione di interessi, che sul piano internazionale fa parte del grande club occidentale contrapposto al resto del mondo. Ciò spiega ad esempio l´enorme successo tra le sue fila del tema dello scontro di civiltà tanto caro a Huntington». La differenza tra destra radicale e destra di governo è ancora importante? «Tende a stemperarsi. Lo ha mostrato ad esempio la campagna elettorale di Sarkozy. Tuttavia l´esistenza dei movimenti di estrema destra fa parecchio comodo alla destra di governo, perché ne mostra per contrasto la rispettabilità. Per la destra, quindi, questi movimenti sono politicamente ininfluenti, ma molto utili».

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cala l'export dei paesi ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino di Padova, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 12 - Economia Cala l'export dei Paesi Ue Il commercio estero nella zona euro ha fatto registrare a gennaio 2009 un deficit di 10,5 miliardi di euro, rispetto al deficit di 11,1 miliardi di gennaio 2008. Lo rende noto Eurostat, che nell'Unuione europea a 27 indica un deficit molto più accentuato, pari a 26,3 miliardi (sempre a gennaio 2009) contro quello di 30,3 miliardi di gennaio 2008. A pesare - spiega l'istituto di statistica europeo - soprattutto il settore dell'energia, nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

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cala l'export dei paesi ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Venezia, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 10 - Economia Cala l'export dei Paesi Ue Il commercio estero nella zona euro ha fatto registrare a gennaio 2009 un deficit di 10,5 miliardi di euro, rispetto al deficit di 11,1 miliardi di gennaio 2008. Lo rende noto Eurostat, che nell'Unuione europea a 27 indica un deficit molto più accentuato, pari a 26,3 miliardi (sempre a gennaio 2009) contro quello di 30,3 miliardi di gennaio 2008. A pesare - spiega l'istituto di statistica europeo - soprattutto il settore dell'energia, nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

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cala l'export dei paesi ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Sardegna, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 15 - Economia Cala l'export dei Paesi Ue Il commercio estero nella zona euro ha fatto registrare a gennaio 2009 un deficit di 10,5 miliardi di euro, rispetto al deficit di 11,1 miliardi di gennaio 2008. Lo rende noto Eurostat, che nell'Unuione europea a 27 indica un deficit molto più accentuato, pari a 26,3 miliardi (sempre a gennaio 2009) contro quello di 30,3 miliardi di gennaio 2008. A pesare - spiega l'istituto di statistica europeo - soprattutto il settore dell'energia, nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

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cala l'export dei paesi ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 8 - Economia Cala l'export dei Paesi Ue Il commercio estero nella zona euro ha fatto registrare a gennaio 2009 un deficit di 10,5 miliardi di euro, rispetto al deficit di 11,1 miliardi di gennaio 2008. Lo rende noto Eurostat, che nell'Unuione europea a 27 indica un deficit molto più accentuato, pari a 26,3 miliardi (sempre a gennaio 2009) contro quello di 30,3 miliardi di gennaio 2008. A pesare - spiega l'istituto di statistica europeo - soprattutto il settore dell'energia, nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

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artematica, i creativi del computer videogiochi d'autore per sfidare gli usa - bettina bush (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIII - Genova L´azienda di Chiavari si sta affermando a livello internazionale con i suoi prodotti fortemente innovativi Artematica, i creativi del computer videogiochi d´autore per sfidare gli Usa BETTINA BUSH (segue dalla prima di economia) «L´Italia in questo settore non è riuscita a decollare per incapacità organizzative - continua Cangini - Nessuna grande azienda ci ha creduto e ha investito. Quando nel 96, a 26 anni, dopo un po´ di anni passati a lavorare in un´azienda di Bologna, ho deciso di fondare Artematica, e ho ipotecato la mia mansarda a Moconesi, nella speranza di continuare a fare questo lavoro, qualcuno mi ha anche dato del pazzo. Allora più che mai era un´industria difficile da gestire. Bisognava affrontare grandi investimenti in un mercato molto instabile. Mi è capitato di lavorare 72 ore di seguito e di guadagnare anche meno dei miei dipendenti, per rispettare delle scadenze. Per fortuna in famiglia, mi hanno sempre detto ?se sei sereno e hai delle idee in cui credere, allora provaci´». Il vostro primo successo? «Druuna nel 2001, ci sono voluti 3 anni e il lavoro di una ventina di persone, ma è stato un successo internazionale». Come nasce un videogioco? «Si fa la regia, si cercano i contenuti grafici, si programma il motore che come dice Pasquale De Lucia, uno dei nostri, è il linguaggio che serve agli altri per esprimersi; poi si montano i contenuti, si associa l´audio e si fa il testing, ossia si correggono e rifiniscono i bug (difetti). Durata dell´avventura: circa un paio d´anni, costo di partenza, almeno 400mila euro, persone coinvolte, non meno di una ventina». I paesi più forti in questo settore? «L´America è il paese più attivo, quello con più mercato. I grandi prodotti vengono da lì». Cina e India? «Arriveranno anche loro, ma ci vuole ancora tempo. In questo mestiere il know-how è complesso e ci vogliono anni. Ci hanno provato in tanti, io lo reputo un po´ come fare l´alchimista, devi riuscire ad avere un insieme di competenze, e individuare gli spazi giusti, nei tempi previsti. Un misto di innovazione e sensibilità verso il mercato». Princìpi o emozioni? «Tutt´e due. Come quando leggi un bel libro. Oltre a raccontare una storia, ti trasmette qualcosa». Il maggior successo di Artematica? «E´ sempre l´ultimo, quello che deve ancora uscire e nel nostro caso Diabolik per console, che sarà presentato tra poco a ?Cartoons on the Bay´. Io preferisco quelli di contenuto, come il nostro Julia, la criminologa, protagonista dei fumetti di Giancarlo Berardi. In questo caso il nostro designer e sceneggiatore Sergio Rocco si è letto il saggio del noto criminologo Mastronardi: più di 1000 pagine e ha imparato cose di quel mondo che non avrebbe mai immaginato. Per noi anche in questo caso è importante mantenere un linguaggio soft ed elegante, non fare scene troppo violente». Progetti per il futuro? «Siamo una trentina tra fissi e collaboratori e nel 2008 abbiamo fatturato un milione e mezzo di euro. Lavoriamo tutti spinti da una forte passione. La nostra è una sfida, devi esser convinto e motivato. Vogliamo crescere nella misura in cui continuamo a far bene il nostro lavoro, portando il made in Italy all´estero, e divertendoci, come in un gioco».

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cala l'export dei paesi ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 9 - Economia Cala l'export dei Paesi Ue Il commercio estero nella zona euro ha fatto registrare a gennaio 2009 un deficit di 10,5 miliardi di euro, rispetto al deficit di 11,1 miliardi di gennaio 2008. Lo rende noto Eurostat, che nell'Unuione europea a 27 indica un deficit molto più accentuato, pari a 26,3 miliardi (sempre a gennaio 2009) contro quello di 30,3 miliardi di gennaio 2008. A pesare - spiega l'istituto di statistica europeo - soprattutto il settore dell'energia, nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

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l'italia è più ricca di germania e usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Mattino di Padova, Il) (Nuova Venezia, La) (Nuova Sardegna, La) (Centro, Il)

Argomenti: Cina Usa

In Inghilterra si fa strada una teoria: felicità e qualità della vita contano più del Pil L'Italia è più ricca di Germania e Usa LONDRA. L'Italia più ricca di Germania, Francia e Stati Uniti ma ben più povera di Indonesia, Messico e Argentina. Un mondo di fantasia? Non proprio. La ridistribuzione del potere si basa infatti su numeri realissimi: basta includere nel "paniere" che calcola la "ricchezza" delle nazioni valori come la qualità della vita e il rispetto per l'ambiente. Il Pil, insomma, non può essere l'unico metro per decifrare lo stato di salute di un Paese: la grande crisi insegna. A sostenerlo, nel Parlamento britannico, èun gruppo multi-partitico sulla "Wellbeing Economics", l'economia del benessere. L'obiettivo è ambizioso: seppellire per sempre il concetto di crescita senza limiti e stabilire l'inalienabile diritto della ricerca della felicità. «Questa attenzione ossessiva sulla crescita - ha detto al Guardian l'economista Richard Layard - non prende in considerazione quello che studi sociali e psicologici continuano a dirci: la ricchezza non ci rende più felici». Anzi. Secondo Layard, infatti, «la politica dell'incremento del reddito mette a rischio proprio quelle cose su cui si basa il nostro benessere». Ovvero: le relazioni familiari, la soddisfazione sul posto di lavoro e sane comunità locali. Ecco allora che, se si prendono in considerazione questi fattori, la mappa dei potenti del mondo cambia parecchio. Stando alla nuova classifica - elaborata dalla New Economics Foundation e pubblicata dal Guardian - i paesi che figurano nel G8 della felicità sono Indonesia, Cina, Messico, Argentina, India, Brasile, Italia e Germania. Se poi si azzarda un paragone con i paesi del "vecchio" G8 è proprio il Bel Paese a uscirne vincitore: con un punteggio di 48,3, infatti, l'Italia si piazza davanti a Germania (43,8), Giappone 41,7), Regno Unito (40,3), Canada (39,8), Francia (36,4), Stati Uniti (28,8) e Russia (22,8). L'appello degli economisti del "benessere" e di quelli attenti alle tematiche ambientali cade, non a caso, alla vigilia del G20 di Londra, che il 2 aprile dovrà cercare risposte alla grande crisi internazionale.

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Disordine proletario (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Disordine proletario La destra usa la crisi per ridisegnare assetti di potere e relazioni sociali. La sinistra, come l'Ue, non esiste Loris Campetti Il lavoro italiano ai lavoratori italiani. E' difficile contestare ai nostri operai il diritto a difendersi dalla crisi, dentro una globalizzazione che scarica su di loro le conseguenze della caduta mondiale della domanda. Tanto più che spesso è lo stesso prodotto marchiato «made in Italy» a vedere la luce in paesi più convenienti, dove lavoro e diritti sono low cost. Anche se è innegabile che una vittoria degli operai italiani si trasformerebbe automaticamente nella sconfitta di altri lavoratori, cinesi d'Italia o di Cina, o magari polacchi di Polonia. Anche i francesi che rilocalizzano in patria il lavoro che per convenienza era stato trasferito all'estero hanno le loro ragioni, peccato che contrastino con quelle dei lavoratori sloveni a cui vengono sottratti modelli di automobili e dunque lavoro. E che dire dei polacchi, pronti a offrire copiosi incentivi alle nostre aziende purché trasferiscano in Slesia la produzione italiana? Il primo leader europeo a lanciare la campagna di protezione degli operai «indigeni» contro lo «straniero» è stato Gordon Brown, con una parola d'ordine subito assunta dai lavoratori di un porto del Lincolnshire che protestavano contro la concorrenza di colleghi italiani e portoghesi: «Lavoro inglese ai lavoratori inglesi». Poi il premier inglese s'è pentito, ma ormai la frittata era fatta. Gli esempi di come la concretissima crisi economica in atto possa essere utilizzata per trasformare i tradizionali conflitti verticali tra lavoro e capitale in conflitti orizzantali tra i lavoratori sono già moltissimi. In assenza di una risposta politica di sinistra e di una battaglia sindacale almeno europea, il valore della solidarietà rischia di lasciare il posto alla competitività, in una guerra di tutti contro tutti, o meglio in una guerra tra poveri. I lavoratori tessili di Prato non individuano nel padrone il loro nemico, anzi si schierano con il padrone contro il nemico comune, un altro blocco sociale anomalo che mette insieme imprenditori e dipendenti cinesi. Gli operai francesi della Renault si ritrovano insieme al presidente Sarkozy che lega i sostegni all'impresa alla difesa delle fabbriche e dell'occupazione in Francia, al punto che l'azienda semipubblica annuncia l'intenzione di riportare nell'Esagono la Clio costruita nello stabilimento di Novo Mesto (Slovenia). Anche i lavoratori Fiat di Ternini Imerese, che quando terminerà la produzione della Lancia Ypsilon potrebbero restare senza nuovi modelli, vorrebbero che il Lingotto facesse costruire a loro la futura Topolino, assegnata invece agli operai serbi di Kragujevac, nella fabbrica della Zastava rasa al suolo dalle bombe intelligenti e umanitarie. Ma il caso più clamoroso di tutti è forse quello denunciato dai licenziandi della Indesit di None. La storia è esemplare per i conflitti che incorpora, per l'inesistenza dell'Unione europea, di un sindacato europeo e di una sinistra italiana. Dunque, Merloni prende i soldi pubblici per acquisire la Indesit, poi ne prende altri come sostegnio pubblico all'industria degli elettrodomestici. Ma vuole chiudere la fabbrica in Piemonte licenziando 6-700 dipendenti per trasferire la produzione di lavastoviglie a Radomsko. Non solo perché in Polonia gli stipendi sono poco più di un terzo che a None: un accordo di Merloni con il governo polacco prevede aiuti pubblici in cambio di assunzioni. Trattasi di guerra tra due paesi aderenti all'Unione europea, con la Polonia che paga un'azienda italiana perché licenzi i suoi lavoratori italiani e assuma i polacchi. Il massimo di internazionalismo sindacale è un articolo di un sindacalista di Solidarnosc che esprime solidarietà agli operai piemontesi. Ciliegina sulla torta, Maria Paola Merloni, amministratrice dell'azienda paterna, è una pregiata parlamentare del Pd, lo stesso partito dell'ex ministro Cesare Damiano che alza le bandiere degli operai di None. Se la sinistra non fa politica non resta che il modello della destra, capace di guardare con lungimiranza al dopo-crisi, anzi di costruirlo ridisegnando rapporti di forza e relazioni sociali. Creando cioè un contesto favorevole all'egemonia culturale della destra. Se non esiste un vero sindacato europeo, ogni sindacato nazionale si batterà - se va bene - per la difesa dei suoi lavoratori, con il rischio di perdere paese per paese e di rinunciare a definire e imporre con il conflitto un pacchetto di diritti universali. Se non esiste un'Europa politica, tanti piccoli Tremonti lavoreranno al servizio delle proprie imprese. Se la domanda continuerà a cadere, infine, si potrebbe sempre riconvertire la produzione di automobili e frigoriferi in produzione di cannoni. Non è già successo ottant'anni fa, al tempo di un'altra crisi? Foto: MANIFESTAZIONE ALL'INDESIT /FOTO TAM TAM

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Idea: una moneta mondiale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-03-24 - pag: 1 autore: PROPOSTA DALLA CINA Idea: una moneta mondiale di Luca Vinciguerra L a Cina propone di creare una nuova moneta di riserva sovranazionale che assuma il ruolo che ha oggi il dollaro. L'idea, già avanzata dalla Russia la settimana scorsa, è stata ripresa ieri dal Governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan. Pechino ha comunque assicurato che continueràa comprare titoli di Stato americani, dopo che la settimana scorsa il premier Wen Jiabao si era detto «preoccupato » per il debito Usa. Servizio u pagina 8 l'articolo prosegue in altra pagina

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Minniti dal vescovo Golser (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere Alto Adige" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere dell'Alto Adige - BOLZANO - sezione: BOLZANOEPROV - data: 2009-03-24 num: - pag: 6 categoria: REDAZIONALE L'incontro Minniti dal vescovo Golser BOLZANO — Il vicepresidente del consiglio provinciale, Mauro Minniti, ha fatto visita al nuovo vescovo della diocesi Bolzano-Bressanone, Karl Golser. Nel corso del colloquio, sono stati affrontati i principali temi alla base del confronto quotidiano, non solo politico: dal contesto politico provinciale, ai problemi di una immigrazione «che deve essere sostenibile per gli altoatesini, ma anche per gli stessi stranieri», ha affermato Minniti, fino a quelli della convivenza ed al ruolo che la Chiesa deve svolgere soprattutto in un momento di crisi economica e di spiritualità come quello attuale. «Chiesa e politica sono chiamate a svolgere un compito che in un contesto come quello attuale assume un aspetto rilevante per la riscoperta di valori che globalizzazione ed eccessiva multimedialità hanno di fatto posto in secondo piano — ha detto Minniti —. è vero che le due istituzioni sono separate, ma, pur mantenendo la propria laicità, è altrettanto vero che la politica deve saper trovare una sintesi comune con la Chiesa per dare quelle risposte ai grandi temi sociali ed economici che riguardano anche la provincia di Bolzano».

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Serve un nuovo modello di sviluppo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: IN PRIMO PIANO data: 2009-03-24 - pag: 5 autore: «Serve un nuovo modello di sviluppo» Per Brown non ci sono più sistemi di riferimento, a problemi globali va data una risposta globale Leonardo Maisano LONDRA. Dal nostro corrispondente Petto di pollo con asparagi avvolti in un'inquietante salsa color nocciola. Il piatto forte del G20 del 2 aprile a Londra dovrebbe essere questo. Era immortalato in una fotografia che Jamie Oliver, celebrato cuoco britannico, ha infilato in una busta dopo aver illustrato a Downing Street le prelibatezze che ha in serbo per un mondo in crisi. Menù economico, aveva ordinato Gordon Brown, in ossequio alle ristrettezze globali e, all'apparenza, l'avrà. Lui, il premier cinquantottenne, è convinto, invece, che il suo summit non sarà a basso contenuto di calorie. Lo ha ribadito ieri in una intervista concessa a un gruppo selezionato di testate, per l'Italia al Sole 24 Ore. A una nuova Bretton Woods, come lei auspicava, nessuno sembra credere più. Sembra invece prendere forma una versione minimalista dell'agenda. Qualche intesa ci sarà, ma non si vedono grandi notizie all'orizzonte. Non sono così pessimista come lei sulla capacità del mondo di unirsi. Quello che abbiano avviato è un processo che avrà altre tappe, da non dimenticare quella di Copenaghen sull'ambiente. Sono convinto che sia necessaria una risposta globale ad una crisi globale. Ci sarà accordo sul salvataggio del sistema bancario, sul rilancio del commercio e della crescita. Sullo stimolo fiscale? Possiamo arrivare anche lì. Non bisogna mai dimenticare l'esito del G20 dei ministri di economia e finanza ad Horsham qualche giorno fa. Né quello del summit europeo. In entrambi i casi è stato detto che sarà adottata qualsiasi misura necessaria per superare la crisi. Questo è il punto: sarà fatto tutto quanto è necessario. Secondo il presidente francese Sarkozy, in realtà, stiamo assistendo a un epilogo e nona un nuovo inizio. Che cosa pensa della fine del capitalismo in versione anglosassone immaginata dall'Eliseo? In realtà siamo a un punto di svolta. Cambia l'economia globale e nasce una vera società globale che ha bisogno di risposte altrettanto globali per ridare stabilità finanziaria, per rispondere alla sfida climatica, per soddisfare la domanda di quei Paesi che chiedono eguaglianza. Sono questioni che vanno declinate insieme. E per farlo non ci si può appellare a modelli statici che si riferiscono al sistema anglosassone o a quello asiatico. Lo ripeto : dobbiamo dare una risposta globale a un problema globale. Ne ho parlato pochi minuti fa con il presidente Obama. Una lunga conversazione che ha toccato anche la questione afghana e quella irachena. Al centro del nuovo ordine che sembra destinato a prendere corpo in seguito alla crisi ci sarà il rilancio delle istituzioni internazionali. Alle economie emergenti è chiesto di partecipare con un forte impegno finanziario, ma che cosa avranno in cambio? Siamo in un mondo che sta mutando e le nostre istituzioni internazionali si devono adattare. Mi riferisco al Fondo monetario internazionale, ma non solo. Non può sorprendere che quanto fu deciso negli anni Quaranta abbia ora bisogno di essere adattato alla realtà contemporanea. C'è accordo che i Paesi emergenti abbiano una maggiore rappresentanza in queste istituzioni. E questi Paesi sono disponibili a finanziare gli organismi internazionali affinché facciano di più, soprattutto per ristrutturare il sistema bancario di altre nazioni in via di sviluppo. Quali poteri, quali quote nel Fondo monetario e nelle altri istituzioni internazionali i Paesi europei sono pronti a cedere ai Paesi emergenti? Lo ripeto. Le istituzioni internazionali di una nuova economia globale devono rispecchiare gli equilibri della nuova economia globale. Per un decennio, quando era Cancelliere dello Scacchiere ha salutato con entusiasmo l'approccio morbido alla regolamentazione dei mercati e alla City in particolare. Ora chiede maggiore severità. Si sbagliava prima o sbaglia ora? Noi inglesi abbiamo fatto di tutto per organizzare una risposta comune a problemi che consideriamo comuni. Abbiamo proposto la riforma del Financial stability forum, abbiamo proposto la revisione del Fmi e della Banca mondiale e quella del sistema di vigilanza cross border. Tutte cose necessarie che sollecitiamo da dieci anni. Per quanto riguarda la City voglio essere chiaro: noi volevamo un sistema di regolamentazione basato sul rischio. Quando una società era a rischio c'erano regole severe, quando invece andava bene ritenevamo che misure troppo severe non fossero necessarie. Da questa crisi abbiamo imparato che le banche sono intrecciate l'una con l'altra. Quanto accade a una finisce per comprometterne un'altra. Questa realtà deve ora illuminare il sistema di regolamentazione degli istituti finanziari per il futuro. Allora è favorevole a garantire più potere di vigilanza alla Banca centrale europea? In queste settimane sono stati presentati sia il rapporto de Larosiere, sia il rapporto Turner . Noi siamo d'accordo che in un mercato finanziario comune siano necessarie regole condivise e ora dobbiamo decidere quali esse dovranno essere per il futuro. Diverso è il discorso sulla vigilanza individuale delle banche. Crediamo che essa sia e debba sempre essere un problema dell'autorità di controllo nazionale. E ho ragione di credere che così resterà. Primo ministro, lei parla di risposta globale e di azione coordinata. Ma in questa crisi abbiamo visto solo risposte scollegate le une dalle altre. L'ultimo esempio è il pacchetto da un trilione di dollari varato dagli Usa. C'è molto più coordinamento di quanto vogliate credere e di quanto possa apparire. Ogni Paese ha fatto e sta facendo quello che può e in relazione al sistema bancario che ha. L'idea comune è di identificare gli assett tossici e di neutralizzarli per rilanciare il credito. Ognuno lo fa secondo le esigenze e le caratteristiche delle proprie istituzioni bancarie. Eppure in queste settimane non sono mancate le fughe in avanti di singoli Stati verso soluzioni protezioniste. Che cosa ne pensa? Credo solo che il protezionismo non protegga nessuno. E' la via che conduce alla rovina, capace soltanto di innescare un ciclo, sotto il segno del declino, dove non si potrà più commerciare. Rilanciare il commercio in questa fase è, invece, essenziale. Per tutti, ma soprattutto per i Paesi in via di sviluppo. Dal G20 uscirà una proposta concreta per riaprire le linee di credito a sostegno delle operazioni di import - export. Sono previste forti anche violente proteste in occasione del summit londinese che cosa dice ai dimostranti? Che dovrebbero protestare se il mondo non avesse la volontà e la forza di unirsi per dare una risposta globale ad esigenze globali. è questo che la gente, gli elettori, i cittadini vogliono. Non la condanna di chi si avvolge in uno striscione - come mi è capitato di vedere - che invoca "una risposta mondiale contro la globalizzazione". Un paradosso? Appunto. Il G20 saprà trovare le parole giuste per replicare a quanto sta accadendo. «A Londra troveremo un'intesa su credito, rilancio del commercio e misure per la crescita» Gordon Brown DISEGNO DI DARIUSH RADPOUR

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Cina: una nuova moneta globale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-03-24 - pag: 8 autore: Superpotenze. La Banca centrale rassicura i mercati annunciando che continuerà ad acquistare titoli di Stato americani Cina: una nuova moneta globale «Serve una valuta di riserva sovranazionale, anche se richiederà molto tempo» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente La Cina continuerà a sostenere il debito pubblico americano. «I titoli di Stato statunitensi sono un elemento importante nella strategia d'investimento a lungo termine delle nostre riserve valutarie. Quindi, continueremo ad acquistarli», ha dichiarato ieri Hu Xiaolian, vice-Governatore della People's Bank of China e direttore della State Administration of Foreign Exchange (l'Ufficio cambi cinese). Nonostante il deprezzamento accusato negli ultimi mesi dai T-Bond, Pechino considera ancora i buoni del debito pubblico Usa un porto sicuro per i propri investimenti, in quanto si tratta di «titoli a elevata liquidità e a basso rischio », ha aggiunto l'alta funzionaria della banca centrale cinese. Che, con le sue dichiarazioni rilasciate durante un convegno, ha sgombrato il campo dalla polemica sulla solidità dei Treasury Bonds innescata un paio di settimane fa da Wen Jiabao. «Abbiamo prestato molto denaro agli Stati Uniti, e ora siamo preoccupati per la sicurezza dei nostri investimenti », aveva detto il premier cinese nel suo discorso di chiusura dell'Assemblea nazionale del popolo. «Non c'è niente di più sicuro nel mondo che investire negli Stati Uniti», aveva replicato il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs. Le parole pronunciate ieri dalla signora Hu dovrebbero rassicurare Washington: i cinesi continueranno a investire in Treasury Bond. D'altronde, oggi più che mai con la volatilità che imperversa sui mercati finanziari, Pechino non ha reali allocazioni alternative per le sue riserve valutarie, che ammontano a oltre 1.900 miliardi di dollari. Prova ne sia che negli ultimi mesi, nonostante la crisi finanziaria internazionale e l'atteso peggioramento dei conti pubblici americani, la Cina ha continuato ad acquistare i buoni del Tesoro Usa, consolidando così la propria posizione di principale finanziatore planetario del debito americano. Secondo gli ultimi dati disponibili, a fine gennaio, Pechino deteneva in portafoglio 740 miliardi di dollari di T-Bonds, circa 40 miliardi in più rispetto a novembre 2008. Ma in un futuro lontano, un futuro oltre la crisi che sta mettendo a dura prova il mondo intero, la Cina punta alla creazione di una moneta di scambio sovranazionale in grado di scardinare lo strapotere del dollaro. Ad auspicare l'avvento di una «valuta di riserva internazionale, senza legami con alcuna nazione e in grado di assicurare una stabilità di lungo termine» è il Governatore della Pboc, Zhou Xiaochuan. In un articolo pubblicato sul sito della Banca centrale, il grande timoniere della politica monetaria cinese, senza fare alcun riferimento diretto al dollaro, delinea un equilibrio monetario mondiale slegato dal biglietto verde americano, ammettendo però che l'affermazione «di una nuova e ampiamente condivisa valuta internazionale, che rappresenti un benchmark di riferimento stabile, richiederà molto tempo». La suggestiva proposta di una nuova moneta di riserva sovranazionale, che è condivisa da altri grandi Paesi emergenti (la settimana scorsa anche la Russia aveva espresso una posizione analoga), ruoterebbe di necessità intorno all'organismo internazionale più bersagliato e criticato dall'opinione pubblica dopo lo scoppio della crisi dei mutui subprime: il Fondo monetario internazionale. «I Diritti speciali di prelievo ha spiegato Zhou - non hanno mai svolto completamente la loro funzione. Tuttavia, ora potrebbero diventare il fulcro della riforma del sistema finanziario internazionale». Sul futuro dell'Fmi la posizione della Cina è forte e chiara: l'organismo va riformato e rafforzato al più presto. Con due obiettivi. Uno di breve termine: stabilizzare l'economia globale, e sostenere i Paesi emergenti messi alle corde dalla crisi. E uno di lungo termine: trasformare l'Fmi nell'ago della bilancia del sistema finanziario mondiale. In questo quadro, Pechino è disposta partecipare al rifinanziamento dell'istituzione. «Se il Fondo monetario internazionale decidesse di emettere nuovi bond, noi saremmo pronti a sottoscriverli», ha affermato ieri il vice- Governatore, Hu Xiaolian. In cambio del suo contributo, Pechino chiederebbe all'Fmi di controllare più severamente i Paesi che emettono moneta di riserva internazionale, nonché una distribuzione «più equa» dei poteri all'interno dell'organismo. Al vertice del G-20 in programma a Londra ai primi di aprile si parlerà anche di questo. ganawar@gmail.com IL CONTRIBUTO AL FONDO Pechino pronta a sottoscrivere le emissioni di bond dell'Fmi ma chiede una distribuzione «più equa» dei poteri all'interno dell'organizzazione Emergenza clima. «Il tempo per fermare il global warming sta per finire». è l'appello di Greenpeace, proiettato sulla Porta di Yongdingmen a Pechino, in vista della Conferenza sul clima che si svolgerà tra 257 giorni a Copenaghen AP/LAPRESSE

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L' attenzione (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere del Mezzogiorno" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere del Mezzogiorno - CASERTA - sezione: 1PAGINA - data: 2009-03-24 num: - pag: 1 categoria: REDAZIONALE Orientale, la tradizione è il futuro di AGOSTINO CILARDO * L' attenzione con cui è seguita la vicenda sta a significare che L'Orientale è considerato, a buon diritto, un patrimonio prezioso per Napoli e la Campania; e, nel panorama delle università italiane, continuerà a costituire una presenza unica se avremo il coraggio di affrontare con decisione il dibattito sulla «natura» dell'Orientale. Più che a una contrapposizione tra «Occidente» e «Oriente», che non ha più senso nell'era di globalizzazione, dobbiamo puntare su ciò che di questi mondi l'Orientale deve offrire agli studenti. * Preside della facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo Università L'Orientale A PAGINA 12

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In un mondo globalizzato, l'arte culinaria aiuta a preservare l'identità (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Messaggero, Il (Civitavecchia))

Argomenti: Cina Usa

Martedì 24 Marzo 2009 Chiudi «In un mondo globalizzato, l'arte culinaria aiuta a preservare l'identità»

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Cinque mosse per battere il protezionismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Cinque mosse per battere il protezionismo di Catherine Ashton* I l commercio è la linfa dell'economia mondiale, e rallenta pericolosamente. L'Europa avverte la difficoltà, persino la Germania, campione di esportazioni, ha sperimentato alla fine del 2008 il più grave crollo da 15 anni. La contrazione delle esportazioni ha provocato una caduta del 30% della produzione industriale giapponese nell'arco di sei mesi.Durante la depressione degli anni ' 30, ci vollero cinque anni affinché gli Usa soffrissero un declino analogo. Anche se l'attenzione dei governi è attualmente concentrata sullo stimolo delle economie nazionali, i responsabili politici devono capire che questa è solo una parte della soluzione. Il commercio è cresciuto continuamente a partire dalla Seconda guerra mondiale. Ha sviluppato le attività economiche, accresciuto le possibilità di scelta per i consumatori e, cosa più importante, tolto dalla povertà forse un miliardo di persone. Quanto di peggio potrebbe accadere oggi è che la de-globalizzazione si rafforzi e vanifichi gran parte dei progressi compiuti. Tenendo conto di tale rischio, dobbiamo seguire cinque linee d'azione per contrastare questa tendenza. Non sarà facile e non vi sono soluzioni miracolose, ma queste azioni sono vitali per il recupero delle nostre economie. In primo luogo dobbiamo combattere le tendenze protezionistiche interne ed estere. è grande la tentazione di aumentare i dazi o persino vietare le importazioni per proteggere le nostre industrie. Nessuno è immune da queste opinioni fuorvianti, neppure l'Unione europea. Completare l'attuale ciclo di negoziati di Doha sul commercio mondiale potrà costituire una valida polizza di assicurazione contro il protezionismo montante e per il rafforzamento del sistema mondiale degli scambi. Fino ad allora dovremo operare nello spirito di quella che è la missione della Wto, un commercio libero ed equo. In secondo luogo, dobbiamo continuare a eliminare gli ostacoli al commercio al fine di creare nuove opportunità per le imprese. Nulla sarebbe meglio per questo che completare i negoziati di Doha, ma noi, nell'Unione europea, abbiamo anche la possibilità di portare a buon fine altri negoziati ambiziosi. L'accordo dilibero commercio che stiamo per concludere con la Corea aprirà importanti possibilità di accesso a questo mercato per un'ampia gamma di industrie ( macchinari, chimica, farmaceutica, tessile e calzature) e consentirà di liberalizzare notevolmente il commercio dei servizi. In terzo luogo, dobbiamo fare in modo che il finanziamento del commercio torni a fluire. Il 90% del commercio mondiale richiede una qualche forma di credito o di altro sostegno finanziario, e la Wto constata che vi è in questo settore un deficit di almeno 25 miliardi di dollari. Gli Stati membri della Ue stanno agendo, ma non possono assumere il ruolo che spetta al settore bancario. In mancanza di finanziamenti sufficienti dobbiamo mettere a punto una risposta europea coordinata. In quarto luogo, possiamo favorire una maggiore cooperazione internazionale. La riunione del G- 20 a Londra in aprile deve dire chiaro e forte che il protezionismo non è una risposta. Deve inoltre produrre elementi di azione concreta per mantenere aperti i mercati e individuare nuove opportunità per il commercio. è particolarmente importante che il presidente Obama dichiari che gli Stati Uniti intendono operare in collaborazione con i partner internazionali. Infine, dobbiamo comunicare meglio i vantaggi del commercio. In questa crisi economica la globalizzazione è diventata una parola negativa? Dobbiamo ricordare che un commercio e un sistema di investimenti efficaci sono indispensabili se vogliamo progredire. Un accordo nell'ambito dei negoziati di Doha vale da solo centinaia di miliardi di euro per l'economia globale. Un accordo di libero commercio con la Corea significherebbe circa 20 miliardi di euro di esportazioni aggiuntive per l'economia europea. La globalizzazione porta indubbiamente con sé sfide e problemi, ma l'alternativa, la de-globalizzazione, ci lascerebbe tutti in condizioni peggiori. *Commissario al Commercio della Ue OSTACOLI AL COMMERCIO La Ue agirà su barriere interne ed estere Il G-20 deve spingere verso la cooperazione e l'apertura dei mercati CREDIT CRUNCH In questo settore un deficit di almeno 25 miliardi di dollari: i finanziamenti devono tornare a fluire

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Nel 2009 scambi giù del 9% (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: Focus. La Wto prevede un anno ancor più nero ma mette in guardia dal ricorso ad azioni difensive Nel 2009 scambi giù del 9% E fra le aziende si diffonde la tendenza alle rotte regionali Micaela Cappellini Il commercio mondiale quest'anno perderà il 9%: il calo peggiore mai visto dai tempi della Seconda Guerra mondiale. A prevederlo ieri è stata la Wto, che ha scelto di rivedere nettamente al ribasso le ipotesi formulate a gennaio dal Fondo monetario, secondo il quale le perdite si limiterebbero al 2,8 per cento. Il tonfo riguarderà le esportazioni dei Paesi sviluppati, che nel 2009 caleranno del 10%, ma anche quelle dei Paesi emergenti più legati ai commerci mondiali, il cui export scenderà tra il 2 e il 3 per cento. La Wto ha rivisto al ribasso anche il dato 2008: secondo le previsioni, gli scambi mondiali dovevano chiudere a più 4,5 per cento. E invece sono cresciuti solo del 2. «A Londra i leader del G-20 avranno un'opportunità unica nel passare dalla fase degli impegni all'azione,evitando misure protezionistiche che renderebbero gli sforzi di ripresa globale meno efficaci », ha commentato ieri il direttore generale della Wto, Pascal Lamy, rispondendo a chi agita lo spettro del protezionismo per uscire dalla crisi degli scambi. Secondo altri, invece, l'integrazione regionale è la ricetta da intraprendere. Lo auspica l'Asean,l'associazione che riunisce dieci Paesi del Sud-Est asiatico, che entro il 2015 vuole trasformarsi in una Comunità economica. Lo hanno proposto i leader africani al vertice di Kampala della fine del 2008, che vogliono dare vita a un mercato comune per 26 Paesi dell'Africa sudorientale. Prospettive buone per un futuro a medio termine. Qualcuno però va oltre, e afferma che il regionalismo dei commerci è già in atto e che le aziende stanno privilegiando gli scambi intracontinentali anziché quelli a lungo raggio, come appunto una valvola di sfogo di fronte alla contrazione dei commerci, in grado fra le altre cose di diminuire i costi. Alla rivista America Economia, per esempio, un testimone privilegiato dei traffici merci mondiali quale è Dhl assicura che in Sudamerica la tendenza al regionalismo degli scambi è cosa provata. Il corriere riporta una crescita dell'80% degli invii domestici in Argentina, del 40% in Brasile, del 14% in Messico e del 19% in Venezuela, mentre sul totale dei commerci gestiti da Dhl nel continente latinoamericano, il 50% riguarda movimenti interni alla regione. Nuovi hub Quel che succede in Sudamerica vale anche altrove nel mondo? Ups, altro operatore logistico, di dati non ne fornisce. Ma tra i nuovi investimenti strategici ricorda la creazione di un hub aereo a Shenzhen, in Cina, dedicato ai traffici intra-asiatici, la cui apertura è prevista a inizio 2010. FedEx, invece, ha avviato la realizzazione di un nuovo snodo logistico presso l'aeroporto tedesco di Colonia, che sarà pronto l'anno prossimo e che si concentrerà sugli scambi fra Europa Occidentale e Orientale. La società ha anche aperto un huba San Luis Potos, in Messico, per gestire le spedizioni domestiche, «che sono destinate a raggiungere il valore di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni », si legge in un comunicato. A un impegno di chiaro stampo regionalistico, però, FedEx affianca investimenti che vanno nella direzione del sostegno alle rotte mondiali. Come l'annuncio, il mese scorso, delle prime operazioni dal nuovo hub asiatico di Guangzhou, dichiaratamente nato per «supportare quei clienti nel mondo che fanno affari con la Cina e, più in generale, con i mercati dell'Asia Pacifico». Segnali contrastanti? C'è anche chi dubita che gli scambi mondiali abbiano imboccato la via del regionalismo. Alessandro Nicita, economic affair officer all'Unctad, l'agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo, sta lavorando a un rapporto sui flussi commerciali mondiali di fronte alla crisi che uscirà ad aprile. E con tutti i suoi dati alla mano, sostiene che non si possa parlare di incremento degli scambi regionali ai danni di quelli intercontinentali. «Non è vero che il regionalismo avanza, né che avanzerà nel 2009 – dice – anche se c'è chi va sostenendo questa tesi». E ricorda, ad esempio, come in Brasile gli scambi verso il Mercosur, il mercato comune dell'America meridionale, stiano calando del 20%, mentre quelli verso gli Usa del 25%: una differenza troppo piccola per parlare di tendenza al regionalismo. Mentre il commercio intraeuropeo è in calo del 30%, esattamente come quello extra Ue. Virate localistiche Secondo Nicita,l'esempio del regionalismo sudamericano sarebbe fuorviante, perché si tratta di un'area che esporta prevalentemente prodotti agricoli, mentre la crisi in corso negli scambi mondiali riguarda i manufatti e i semilavorati. Il mondo, insomma, sarebbe ormai troppo interdipendente da potersi permettere repentine virate localistiche. Con un'unica incognita, però: quella del protezionismo. «Per ora –conclude Nicita –gli annunci hanno fatto clamore, ma le misure effettivamente intraprese sono poche. è presto però per dire che effetto avranno». Perché un peso, nell'incentivare gli scambi all'interno dei mercati comuni anziché al di fuori, sicuramente finirebbero per averlo. micaela.cappellini@ilsole24ore.com

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L'impresa globale come Araba fenice (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 25 autore: M&M L'impresa globale come Araba fenice di Sara Cristaldi N on sono solo gli scambi mondiali a cadere in picchiata (vedi articolo qui a lato). Anche gli investimenti conoscono una significativa contrazione. E le multinazionali cominciano a ripensare le strategie mondiali messe a punto negli ultimi anni sulla spinta di quella ventina di compagnie in grado di giocare una partita veramente globale: da General Electric a Coca Cola, da Sony a Ibm, per fare qualche nome. Strategie messe in difficoltà, nella maggior parte dei casi, dalla rarefazione del credito. In realtà scriveva Alan Rugman nel suo libro The regional multinazionals: MNEs and "Global" strategic management (Cambridge University Press, 2005)-l'impresa "mondiale"è solo un mito. La crisi attuale potrà anche rafforzare la regionalizzazione dell'economia globale, come sostiene su Le Monde Yves Doz, professore di management all'Insead. E il recente incremento degli scambi intra-regionali registrato in alcune aree, a partire dal Sudamerica, sembrerebbe dargli ragione. Una dimensione, quella regionale, che meglio si adatta alla stragrande maggioranza delle multinazionali dei Paesi avanzati che appunto, fino alla prima metà di questo decennio, hanno avuto un raggio d'azione in un'unica area, che fosse l'Europa, l'America del Nord o l'Asia. Con fatica e a prezzo di ristrutturazioni, anche a fronte dell'avanzata in settori strategici delle nuove multinazionali degli emergenti, molti hanno tentato un'uscita dai confini di area, attirati anche da costi del lavoro più bassi. Ora però c'è chi torna sui propri passi. Inversione di tendenza o ripiegamento momentaneo imposto dal protezionismo finanziario oltre che commerciale? Lo diranno i prossimi mesi, e forse anni considerata la profondità della crisi. Rispetto a esperienze di recessione o depressioni passate, infatti, la rivoluzione tecnologica e le reti globali faranno sì che le lancette degli orologi non tornino troppo indietro. La globalizzazione che a molti non è mai piaciuta e a troppi ha fatto paura, oggi non segue più i ritmi dello sviluppo del solo Nord industrializzato. Nelle sue vene pulsa il sangue più giovane dei nuovi industrializzati del Sud del mondo. E delle loro multinazionali. Loro sì con ambizioni globali. sara.cristaldi@ilsole24ore.com

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Come cambia il diritto in Asia (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 28 autore: LIBRI & STUDI Come cambia il diritto in Asia L a crescente importanza dell'Asia orientale si è accompagnata, negli ultimi decenni, a un recepimento sempre più vistoso da parte di questi Paesi dei principi e degli istituti giuridici occidentali. Dall'altra parte, la globalizzazione sta provocando una graduale estinzione della tradizione giuridica dell'Estremo Oriente.Il volume curato da Renzo Cavalieri, professore di Diritto dell'Asia orientale all'Università Ca' Foscari di Venezia, fornisce un'introduzione generale ai sistemi giuridici dei principali Paesi del Sud-Est asiatico, con un occhio particolare ai cambiamenti che in questi ordinamenti sono occorsi negli ultimi anni. Diritto dell'Asia orientale A cura di Renzo Cavalieri Cafoscarina ed. 232 pag. 14 euro

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Praga meglio di New Delhi nella ricerca farmaceutica (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-03-24 - pag: 28 autore: Praga meglio di New Delhi nella ricerca farmaceutica Anche la Polonia e il Sudafrica offrono vantaggi superiori Micaela Cappellini Repubblica Ceca, Polonia, Sudafrica. è qui che si fa l'innovazione nel campo della farmaceutica e delle tecnologie per la salute. Qui molto meglio che in Cina o in India. Anche se, quando si parla di delocalizzazione della ricerca e sviluppo, la mente va subito ai due giganti asiatici. Dalla loro hanno la dimensione, ma, a conti fatti, offrono una performance minore rispetto a gioielli più piccoli, ma più scintillanti, fra i Paesi emergenti. A sostenerlo sono gli analisti di Deloitte, che hanno elaborato un pacchetto di indicatori per misurare il livello di innovazione nel campo della salute da parte dei Paesi emergenti. Tabelle che tengono conto della presenza di laboratori per la ricerca, di personale specializzato, ma anche di tutela dei brevetti, di capacità di tradurre un'innovazione in un prodotto commercializzabile, di catena di distribuzione, di ambiente di business. Il risultato è chiaro: Repubblica Ceca, Polonia, Sudafrica, ma anche Corea del Sud e Singapore, battono Pechino e New Delhi e si avvicinano molto agli standard europei o statunitensi. «Molti test clinici a livello globale vengono già fatti in Repubblica Ceca – spiega Roberto Go, responsabile della divisioneLife Sciences and Health Care di Deloitte – qui sono presenti Sanofi Aventis, che ha recentemente acquisito Zentiva, e Teva ». Varsavia, invece, se la cava molto bene sul fronte dello sviluppo clinico, mentre Pretoria ha saputo creare eccellenti sinergie tra le università e i laboratori di ricerca industriali. «Tra le compagnie da tenere d'occhio in Polonia – continua Go – ci sono la Polpharma e la Polski Holding Farmaceutyczny, mentre in Sudafrica meritano attenzione la Adcock Ingram e la Aspen Holdings». Più note le potenzialità nel campo della ricerca di altri due emergenti, la Corea del Sud e Singapore. E i risultati si vedono: «La Pfizer – ricorda Go – ha già investito 300 milioni di dollari nella R&S a Seul. Mentre per la prima volta una società sudcoreana, la LG Lifesciences, ha ottenuto l'approvazione da parte dell'Fda, l'ente di controllo dei farmaci Usa, per la commercializzazione negli Stati Uniti della sua Gemifloxacina, per la terapia delle infezioni dell'apparato respiratorio».Anche i vantaggi che offre Singapore sono molteplici: «Dalla disponibilità di venture capital – conclude Go – alle leggi per la protezione dei brevetti, fino a un'ampia disponibilità di ricercatori professionisti». micaela.cappellini@ilsole24ore.com

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Così i progressisti cercano in Cile una nuova terza via koba (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Così i progressisti cercano in Cile una nuova terza via koba «Il vero rischio che incombe su di noi è quello dell'irrilevanza politica» ha scritto il direttore di Policy Network Olaf Cramme segue dalla prima pagina Sarà tra l'altro l'occasione per il debutto internazionale di Dario Franceschini, scortato da Francesco Rutelli e Piero Fassino nella prima missione di presentazione all'estero del Pd post-veltroniano. Ma sarà soprattutto il momento nel quale, a pochi giorni dal G20 di Londra, la sinistra riformista internazionale proverà a fare il punto sulla propria agenda dinanzi alla crisi globale. Ammesso che un'agenda comune esista davvero, il che appare tutt'altro che scontato guardando al programma e ai materiali preparatori del seminario in calendario tra giovedì e sabato a Viña del Mar sulla costa cilena del Pacifico. I colori che dominano sono quelli cupi dell'incertezza. Sulle risposte politiche da dare alla crisi ma anche sui capisaldi ideali che hanno sorretto il progressismo nell'ultimo quindicennio, oggi scossi quanto e più delle Borse dalla turbolenza economica globale. Nell'introduzione generale al seminario non si nasconde la dimensione del pericolo. È vero, scrive il direttore di Policy Network Olaf Cramme, che «la forza della politica socialdemocratica è sempre stata la capacità di prendere atto della nuova realtà». Ma ancor più vero è che «il movimento progressista avrà bisogno di una revisione radicale delle proprie politiche, capace di riconoscere non solo la gravità della crisi ma anche la relazione nuova e complessa che oggi lega la richiesta di maggior giustizia sociale al bisogno di dinamismo economico e sviluppo sostenibile. Se i partiti di centro-sinistra non riusciranno a offrire un'alternativa credibile e capace di incrociare gli interessi della maggioranza della popolazione, il rischio che incombe su di noi è quello dell'irrilevanza politica». La minaccia viene direttamente dalla risorgenza del nazionalismo, sulle ceneri della fiducia nella globalizzazione che aveva animato gli anni migliori del progressismo. Ricorre in più di un contributo l'espressione «de-globalizzazione», a indicare la miscela di populismo e protezionismo che sta ispirando alcune delle risposte nazionali alla crisi economica. Così come è ampiamente condivisa la percezione che dinanzi a questo mix non sia più adeguata la risposta tradizionale del «progressismo redistributivo», come lo definisce l'ex consigliere per le politiche europee di Blair, Roger Liddle: «Occorre andare oltre quanto abbiamo sempre detto: i mercati facciano pure il proprio mestiere e noi ci occuperemo di renderlo politicamente accettabile, con politiche di redistributizione e protezione sociale». Se questa è la diagnosi, le risposte che il seminario si prepara a formulare appaiono molto diversificate. Nel tono, nella sostanza e anche nel criterio geografico che sembra ispirarne l'articolazione. Gli europei più sfiduciati e presi dagli interrogativi piuttosto che dalle risposte, con Will Hutton che vagheggia «una risposta regolativa internazionale di grande impatto da associare a un nuovo sistema finanziario internazionale» o il direttore della London School of Economics Howard Davies che si domanda (senza rispondere) «come ricostruire il contratto sociale tra lo Stato e i mercati finanziari?». Con gli esponenti della sinistra di governo sudamericana, come il consigliere di Lula Marco Aurélio Garcia, che si entusiasmano per la nuova fortuna dello Stato come attore economico: «Perché lo Stato è tornato, come unica risposta affidabile all'irrazionalità economica del sistema di libero mercato». E gli statunitensi nel mezzo, unici a mostrare segni di ottimismo e indizi di reale innovazione politica forse per l'effetto ancora vitale della vittoria dei Democratici. Come nel contributo di John Podesta, fondatore del Center for American Progress e tra i principali consiglieri di Obama, che indica un futuro politico per il progressismo nelle politiche ambientali come duplice chiave di ripresa economica e giustizia sociale: «Perché negli Stati Uniti e in altre economie avanzate, la trasformazione della nostra antiquata infrastruttura energetica potrà essere motore di innovazione, crescita economica e creazione di occupazione per molti decenni a venire». O come nella riflessione di Robert Reich, già ministro del Lavoro nella prima Amministrazione Clinton, che disegna uno scenario di «strutturalismo progressista» nel quale al di là della contingenza delle misure anticicliche sarà fondamentale «aumentare gli investimenti pubblici in beni collettivi come le fonti di energia rinnovabile, politiche formative per l'intero ciclo di vita e il miglioramento radicale dei sistemi sanitari». Tra molti interrogativi e qualche sparso segno di vitalità, il seminario di Policy Network si sovrapporrà al vertice internazionale dei capi di Stato e di Governo progressisti in programma sabato a Viña del Mar. Un summit al quale è prevista la partecipazione, tra gli altri, dell'australiano Kevin Rudd (foto), del vicepresidente statunitense Joe Biden, di José Zapatero e Gordon Brown. In gran parte gli stessi protagonisti che si ritroveranno la settimana successiva a Londra con Barack Obama, per la riunione del G20 che avrà il compito di passare dalla teoria alla pratica della cura. di Andrea Romano 24/03/2009

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La terza via in crisi Progressisti tristi a convegno in Cile (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

l'esordio di Franceschini La terza via in crisi Progressisti tristi a convegno in Cile maledizioni Silvia Plath Suicida anche il figlio della poetessa di L. Mastrantonio a pagina19 I tempi di crisi economica non sono i più adatti al morale dei progressisti. Soprattutto di quelli che hanno vissuto lunghe stagioni di successo e consenso sospinti dalla fiducia nelle capacità espansive della globalizzazione. Ed è un clima malinconico quello nel quale si riunirà in Cile il mondo politico-intellettuale progressista nella conferenza annuale promossa da Policy Network, il think tank britannico di Peter Mandelson che da tempo anima e coordina il circuito della Progressive Governance. segue a pagina 14 di Andrea Romano 24/03/2009

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Condanne a morte, la Cina guida la classifica Gli Usa rallentano il ritmo (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 24 Marzo 2009 Chiudi Condanne a morte, la Cina guida la classifica Gli Usa rallentano il ritmo

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nostro servizio ROMA C'è ancora un paese in Europa in cui il boia ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 24 Marzo 2009 Chiudi nostro servizio ROMA C'è ancora un paese in Europa in cui il boia non è disoccupato, la Bielorussia. Nel 2008 è entrato in azione almeno quattro volte. Per il resto, il Vecchio Continente ha eliminato da tutti i suoi codici la pena di morte, che in gran parte del globo va ancora per la maggiore. I dati che Amnesty International presenta oggi nel suo rapporto annuale sulla pena di morte del mondo, se da un lato fanno sperare in un futuro, remoto, scevro da questa pratica medioevale istituzionalizzata, dall'altro mostrano un quadro internazionale ancora buio su questo fronte. «A dicembre - si legge in una nota di Amnesty - l'Onu ha adottato a larga maggioranza una seconda risoluzione che chiede una moratoria in vista dell'abolizione della pena di morte, consolidando tre decadi di progresso costante. Gli sviluppi conseguiti dalle Nazioni Unite hanno rappresentato un incoraggiamento per chi è impegnato nel mondo a vietare l'uso della pena di morte». Come ogni anno, capintesta nella classifica delle esecuzioni capitali è la Cina con almeno 1700 condanne a morte eseguite. Seguono, distanziati, l'Iran, l'Arabia Saudita, gli Stati Uniti, il Pakistan, l'Iraq, il Vietnam, l'Afghanistan, il Vietnam e così via. Sono ben 59 i paesi che mantegono ancora in vita questa pratica, anche se 25 di questi, pur prevedendo nei loro codici la pena capitale, non la attuano da tempo. Discorso, quest'ultimo, che non vale per gli Usa dove il boia continua a uccidere, nonostante lo scorso anno abbiano registrato il più basso numero di esecuzioni capitali dal 1995. Secondo i dati forniti da Amnesty, nel 2008 sono state messe a morte per sentenza 2390 persone. Le cifre sono al ribasso in quanto la stragrande maggioranza dei governi non comunica numeri e date: così fa la Cina, la Corea del Nord, l'Iran. I dati certi sul numero delle esecuzioni capitali vengono solamente da Stati Uniti (37 nel 2008) e Giappone (15). Il rapporto di Amnesty spiega come l'Iran abbia messo a morte otto persone che avevano meno di 18 anni all'epoca dei fatti, in aperta violazione delle leggi internazionali. Racconta anche che sono oltre 100 le condanne a morte eseguite nel mondo nei primi mesi (gennaio-marzo) del 2009: almeno 60 in Iran (tra cui almeno un minorenne messo a morte), 20 negli Stati Uniti, almeno 14 in Arabia Saudita, almeno 4 in Yemen, 4 in Giappone, almeno 1 a Singapore. Il totale potrebbe però essere molto più elevato perché in molti Paesi asiatici, come la Cina, i dati non sono disponibili. I metodi preferiti dal boia? Decapitazione, lapidazione, impiccagione, iniezione letale, fucilazione e sedia elettrica. R.Es.

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Dario Fo: <Indignato, ribelliamoci> (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera - NAZIONALE - sezione: Esteri - data: 2009-03-24 num: - pag: 16 categoria: REDAZIONALE Il Premio italiano Dario Fo: «Indignato, ribelliamoci» «Il Sudafrica chiude le porte al Dalai Lama?». Crede di aver capito male Dario Fo. Il Nobel «giullare» del popolo e fustigatore dei potenti è esterrefatto: «Il Paese di Mandela, quello della lotta contro l'apartheid, la nazione simbolo dei diritti umani in Africa?» Il passato se l'è lasciato alle spalle. «è diventato un Paese sotto ricatto della Cina, succube dei poteri economici: i soldi prima di tutto, qualsiasi battaglia civile viene dopo». Ora i Nobel invitati alla conferenza sul calcio minacciano il boicottaggio. «Lo farei anch'io. Sono indignato. Ma non dispero: è una partita dura, però i giochi sembrano ancora aperti». I Nobel più forti del dragone? «No, se li si lascia soli. Ma se tutti prendono posizione, se intervengono i poteri forti...» «Europei, Usa, Papa. Spero sempre che l'intelligenza e l'onestà possano superare gli interessi privati delle singole nazioni». Quali? Alessandra Muglia

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JESI SPUNTA un altro comitato in città, stav... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Ancona)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

JESI pag. 12 JESI SPUNTA un altro comitato in città, stav... JESI SPUNTA un altro comitato in città, stavolta in difesa del diritto al lavoro e dei diritti dei lavoratori. «Nei giorni scorsi fa sapere il comitato costituito, per ora, da una ventina di componenti e che si riunisce ogni giovedì alle 21.15 in via mura Occidentali, nella sede della Circoscrizione Centro si sono ritrovati vari delegati, lavoratori, disoccupati, precari, cassintegrati per ragionare nel merito di quanto sta accadendo nella nostra realtà. Le continue notizie di delocalizzazioni di chiusure, di cassaintegrazione e di vere e proprie espulsioni dai luoghi di lavoro per centinaia di precari e di lavoratori, sono state motivo di riflessione e ci hanno spinto a costituirci in Comitato diritti & lavoro». Secondo il neocomitato formato da operai impiegati e delegati sindacali di Hydropro Caterpillar, Case New Holland, Maip-Pieralisi, Ipersimply e Farmacentro, ma anche da un infermiere ed uno psicologo, il «piccolo è bello» è oramai «seppellito sotto i riflessi devastanti della globalizzazione delle delocalizzazioni, visto che interi pezzi di aziende vanno in Polonia, come accaduto alla Bora, alla Sipe o alla Indesit». L'idea da cui è nato il comitato è di «poter dare un contributo di idee e proposte per limitare il più possibile l'assuefazione a questo stato di cose poichè da parte nostra è grande l'insoddisfazione al modo in cui si sta reagendo a questa ennesima emergenza».

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Il salone dell'imballaggio sulla stessa lunghezza d'onda (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 23 Il salone dell'imballaggio sulla stessa lunghezza d'onda Ottimismo a Ipak-Ima, con Grafitalia e Converflex MILANO IPACK-IMA, la manifestazione internazionale di riferimento per il packaging e il processo, in corso a fieramilano da oggi fino al 28 marzo in concomitanza con Grafitalia e Converflex, sarà occasione per fare il punto sull'andamento dei comparti delle macchine per il processo e per il confezionamento e l'imballaggio. Secondo una recente analisi elaborata dall'Ufficio Studi Anima, la federazione confindustriale delle associazioni nazionali delle industrie metalmeccaniche, l'ambito di produzione di macchine per prodotti alimentari ha subito un calo in Italia del -2,3% nel confronto tra 2008 e 2007 e le previsioni 2009/2008 indicano ancora un -4,3%. Sulla stessa linea, il trend delle esportazioni: in tenuta con saldo 0% nel 2008/2007, si prevedono a -2,7% per l'anno in corso sul 2008. Per quanto riguarda le macchine per il confezionamento, l'imballaggio e l'etichettatura, l'export ha registrato un buon +3,4% globale per il raffronto 2008 sul 2007, con punte apprezzabili in direzione di Turchia (+21,9%), Polonia (+33,1%) e Brasile (+41,6%). Importazioni in crescita del 4,4%, Usa sugli scudi con un notevole +50,3%, mentre la Germania (+23,1%) resta il primo Paese straniero da cui l'Italia importa macchine per confezionamento, imballaggio ed etichettatura. SEGNALI POSITIVI per il comparto delle macchine per l'industria cartotecnica e cartaria, in occasione di Grafitalia e Converflex, mostre internazionali delle arti grafiche e delle tecnologie del converting e della stampa su imballaggio. Rispetto al 2007, nel 2008 si è registrato balzo dell'export di macchine per l'industria grafica del +8,4%, a fronte di un +2,8% dell'anno precedente, per un totale di 1.444 milioni di euro nel 2008. Fortissima la domanda dalla Cina (+58,6%) che scavalca Francia e Spagna e si colloca al terzo posto dei Paesi importatori di macchinari italiani. Incrementi sensazionali da Taiwan (+427,6%), Filippine (+399,5%) e Brasile (+169,6%), forti da Belgio (+81,4%), Messico (+48,6%), Russia (+43,5%) e Polonia (+35,9%). Lieve calo dell'export verso i primi due Paesi importatori di macchine per la grafica italiane: Usa (-3%) e Germania (-3,5%). Image: 20090324/foto/5502.jpg

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Baratelli dialoga con Sateriale (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Ferrara)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

PERSONE E FATTI pag. 9 Baratelli dialoga con Sateriale STASERA ALLA SALA ESTENSE DIALOGHI sulla città, stasera incontro conclusivo. Alla sala estense, stasera alle 21, ultimo incontro aperto a tutti gli interessati dal titolo Politica e città'. Grazie all' iniziativa si sono già confrontate figure di rilievo nazionale, ospite per esempio Gad Lerner, con rappresentanti della cultura cittadina su temi quali il razzismo, il multiculturalismo, la testimonianza religiosa all' interno dei confini della città di oggi tra contraddizioni e globalizzazione. La conversazione pubblica di questa sera vedrà come protagonisti il sindaco Gaetano Sateriale e Fiorenzo Baratelli. Gli incontri, promossi dal comune di Ferrara e dall' istituto di storia contemporanea, hanno gravitato attorno alla narrazione della città di oggi come luogo di confronto, fucina di individualità disposte ad operare per il bene pubblico.

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Afghanistan, Obama prepara la <exit strategy> (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Resto del Carlino, Il (Bologna))

Argomenti: Cina Usa

VETRINA ESTERI pag. 18 Afghanistan, Obama prepara la «exit strategy» SERVE un approccio regionale alla questione afgana e il rafforzamento delle forze di polizia: così l'inviato speciale Usa per l'Afghanistan, Richard Holbrooke, ha anticipato agli alleati della Nato la nuova strategia di Washington per vincere la guerra contro i talebani. Washington intende portare il Pakistan al centro dell'attenzione, e coinvolgere Iran e Cina. Inoltre, gli Usa vogliono rafforzare e migliorare la formazione della polizia, per rendere più incisiva anche alla lotta contro il traffico di droga. E lo scopo resta lo stesso, condiviso anche dal resto dell'Alleanza: «Aiutare l'Afghanistan a diventare autosufficiente e a prosperare senza essere una minaccia per se stesso e per la comunità internazionale».

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IN CRESCITA IL FATTURATO 2008 LA CRISI NON FERMA LA STORICA CASA VINICOLA SARTORI (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Martedì 24 Marzo 2009 IN CRESCITA IL FATTURATO 2008 LA CRISI NON FERMA LA STORICA CASA VINICOLA SARTORI ?Siamo molto soddisfatti dei risultati 2008 della nostra azienda e anche i primi mesi di quest?anno, nonostante gli evidenti segni di crisi che coinvolgono anche il nostro comparto, li possiamo considerare più che soddisfacenti. Dimostrano che è possibile mantenere livelli di mercato adeguati anche in fasi economiche così complesse?. E? quanto ha dichiarato Andrea Sartori, Presidente della Casa Vinicola Sartori, lo storico marchio dell?azienda vitivinicola della Valpolicella che oggi rappresenta uno dei brand più affermati dell?enologia italiana sui mercati internazionali. Il 2008 si è chiuso per la Sartori con un incoraggiante aumento del 6% del fatturato che ha raggiunto quasi i 40 milioni di euro. Un risultato frutto in particolare delle vendite sui mercati internazionali. La vocazione all?export, infatti, rappresenta da sempre uno dei principali asset della nota azienda veronese. ?In particolare ? ha spiegato Sartori ? abbiamo registrato importanti aumenti sul mercato nord americano (Usa e Canada), come pure sono in crescita le nostre performance commerciali nel sud-est asiatico grazie anche all?apertura lo scorso anno di una nostra filiale a Singapore che ci ha consentito anche di incrementare la nostra attività con la Cina?. ?E? indubbio ? ha sottolineato Sartori ? che oggi per poter conseguire risultati importanti sul fronte dell?export è fondamentale poter presidiare il più possibile i mercati internazionali. Tenere un monitoraggio continuo soprattutto dei mercati più importanti e di quelli emergenti. Investire in risorse umane adeguate in grado di poter dialogare con efficacia con i principali buyer?. In un mercato del vino sempre più globalizzato, con la crescita di player internazionali sempre più agguerriti, la capacità di affermare il proprio marchio attraverso una qualificazione delle produzioni ed una sempre maggiore identità risulta essenziale. E? questa la ricetta di Casa Vinicola Sartori che, in particolare grazie agli straordinari vini rossi della Valpolicella, dal Regolo al Ripasso e al ?mitico? Amarone, è riuscita ad affermarsi come uno dei marchi enologici italiani più affidabili sui mercati di tutto il mondo. Ma i successi del 2008 della Sartori confermano anche la bontà delle scelte strategiche avviate lo scorso anno che hanno portato l?azienda veronese ad allargare i propri ?confini? produttivi. Nel 2008, infatti, è stata acquisita la Mont?albano di Udine ed è stato stretto un accordo di collaborazione con una delle migliori aziende abruzzesi, la Tenuta Cerulli Spinozzi. ?Abbiamo così potuto ampliare la nostra gamma ? ha evidenziato Sartori ? con vini di due delle regioni italiane a maggiore vocazione per la produzione di vini di alta qualità?. Altre importanti novità sono già state programmate per il 2009 e verranno presentate durante la 43a edizione di Vinitaly in programma alla Fiera di Verona dale 2 al 6 aprile nello stand completamente rinnovato di Casa Vinicola Sartori . . <<BACK

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il parco del tramit messo a nuovo dai "corsisti" (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cordenons. I volontari della Protezione civile stanno frequentando un corso per utilizzare la motosega e in questo modo hanno pure "sfoltito" gli alberi Il parco del Tramit messo a nuovo dai "corsisti" CORDENONS. E' partito sabato scorso e si concluderà sabato prossimo il corso sull'utilizzo in sicurezza della motosega, destinato ai volontari della Protezione civile di tutta la regione. Il corso è rivolto ai componenti la protezione civile del Friuli Venezia Giulia ed è obbligatorio per quanti debbano utilizzare la motosega per le emergenze. Il corso, che ha la supervisione di un responsabile della direzione regionale, assume un doppio vantaggio per il territorio di Cordenons: oltre a formare degli abili volontari in caso di emergenze legate all'abbattimento di alberi, serve anche per rimettere a posto il parco pubblico del Tramit. L'area verde antistante il Circolo anziani, infatti, ha troppi alberi. Piantati decine di anni fa quand'erano ancora dei piccoli fuscelli, oggi sono diventati degli alberi grandi e alti parecchi metri che s'intralciano gli uni con gli altri e non ne permettono una crescita rigogliosa. Ecco dunque la necessità, per la salvaguardia degli alberi stessi, di tagliarne uno su due al fine di fare crescere più sani gli altri. Sabato scorso c'è stata la prima parte dell'intervento con l'abbattimento alterno degli alberi sul lato ovest del parco e la prosecuzione sabato prossimo con le altre piante: attualmente ne sono state tagliate cinque, quindi si proseguirà con altrettante per una decina d'alberi in tutto. Lo stesso intervento è stato compiuto lo scorso anno nel lato est del parco e ha avuto ottimi risultati in quanto le piante rimanenti, avendo più luce e più spazio, già nel giro di poco tempo sono apparse in uno stato migliore rispetto a prima. La squadra della Protezione civile di Cordenons ha prestato in questo intervento il proprio supporto in termini di reperimento delle strumentazioni necessarie, rifornimento di acqua e viveri, aiuto logistico. Il corso pratico, che segue quello teorico già effettuato in precedenza e necessario per accedere alla fase successiva, è seguito da 20 volontari tra uomini e donne appartenenti ai gruppi di Protezione civile di tutta la regione, seguiti da cinque istruttori professionisti che illustrano i metodi di abbattimento degli alberi. Il prossimo appuntamento per i volontari è per sabato nella sede della Protezione civile di Cordenons alle 8.30 per essere sul campo di lavoro un'ora dopo e concludere l'intervento. Laura Venerus

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Bauman, la grandezza di pensare un sistema filosofico <globale> (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 71 del 2009-03-24 pagina 19 Bauman, la grandezza di pensare un sistema filosofico «globale» di Redazione Il sociologo Zygmunt Bauman, britannico di origini ebraico-polacche, nato nel 1925, è uno degli ultimi grandi pensatori del XX secolo e di questo inizio di XXI che hanno avuto l'ambizione di tentare un sistema filosofico «universale» e complesso per spiegare la postmodernità e i concetti cardine di consumismo e globalizzazione (nel caso specifico usando le metafore di modernità «liquida» e «solida» ... ) © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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Task force contro incendi e disastri Nasce l'ufficio di Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Prov Ogliastra Pagina 6020 Gairo Task force contro incendi e disastri Nasce l'ufficio di Protezione civile Gairo --> Il Comune di Gairo potenzia i suoi servizi. E in base a una delibera di Giunta, adottata a fine febbraio, ha istituito l'ufficio di Protezione civile, dotato di uomini e mezzi per fronteggiare le emergenze ambientali causate da calamità naturali e catastrofi. Come previsto dalla legge 24 febbraio 1992, il primo organo responsabile della Protezione civile per territorio è proprio il Comune, in particolare il sindaco. Funzione di tale organo è organizzare le risorse disponibili per fronteggiare i rischi del territorio, anche attraverso la predisposizione di piani d'intervento specifici, elaborati in ragione delle particolarità e dei rischi insiti nel territorio in cui opera. Piani che, in caso di emergenza, permettono di stabilire immediatamente se l'organizzazione locale è in grado di fronteggiare da se l'emergenza, o se necessita di supporti esterni. «Visti i fenomeni di calamità che gravano costantemente sul nostro paese, tale Ufficio riveste una funzione strategica», afferma il primo cittadino del paese, Roberto Marceddu. «Al momento è stato realizzato solo il Catasto degli incendi boschivi, ma entro pochi mesi sarà pronto anche il Piano di protezione civile». Fondamentale sarà ovviamente l'organizzazione e la formazione dello staff dell'ufficio. Vi opereranno un operaio comunale, il responsabile dell'Ufficio tecnico, l'agente di Polizia Municipale e il capo della compagnia barracellare. Che proprio per questo, nel fine settimana appena trascorso, erano ad Ancona, per seguire la quinta edizione di "Codice Rosso", l'appuntamento istituzionale più importante della protezione civile, con informazione e simulazioni d'interventi. Qualche mese ancora richiederà invece l'apertura della sala operativa dell'ufficio, che troverà sistemazione in Piazza Melis, nei locali dell'attuale biblioteca. DANIELA DEIANA

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Ma si muore anche in Europa...">Pena di morte, maglia nera alla Cina Ma si muore anche in Europa... pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pena di morte/ Maglia nera alla Cina. Ma si muore anche in Europa... Martedí 24.03.2009 08:24 Ad esempio, in Giappone l'ordine d'impiccagione viene notificato ai prigionieri la mattina stessa dell'esecuzione, mentre i familiari sono informati solo dopo che questa ha avuto luogo. "La pena capitale non è solo un atto ma un processo, consentito dalla legge, di terrore fisico e psicologico che culmina con un omicidio commesso dallo Stato", ha denunciato Khan, "a tutto questo dev'essere posta fine". Se è vero che la maggior parte dei Paesi del mondo si sta avvicinando all'abolizione (solo 25 dei 59 Stati che la mantengono hanno eseguito condanne), Amnesty ammonisce che centinaia e centinaia di condanne continuano a essere emesse. Questi progressi sono stati sminuiti dalla ripresa delle esecuzioni a Saint Christopher e Nevis (le prime nel continente americano dal 2003, Usa esclusi) e dalla reintroduzione della pena di morte in Liberia per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento. "La buona notizia è che le esecuzioni hanno luogo in un piccolo numero di Paesi", ha aggiunto Khan, "questo dimostra che stiamo facendo passi avanti verso un mondo libero dalla pena di morte". Il maggior numero di esecuzioni nel 2008 è stato riscontrato in Asia, dove 11 Stati continuano a ricorrere alla pena di morte: Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam. < < pagina precedente pagina successiva >>

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San Lorenzo al Mare: una mostra su 'Biodiversità è vita' (sezione: Globalizzazione)

( da "Sanremo news" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

San Lorenzo al Mare: una mostra su 'Biodiversità è vita' In occasione della '19a Settimana scientifica nazionale', la classe 3E dell?Istituto Comprensivo di Riva Ligure?San Lorenzo al Mare ha allestito una mostra dal titolo 'Biodiversità è vita', una riflessione sulla necessità di salvaguardare le diversità delle specie viventi e degli ecosistemi in un?era in cui il mondo tende ad uniformarsi sotto l?effetto della globalizzazione. La mostra, resa possibile grazie ai contributi della Provincia e dell?Amministrazione Comunale di San Lorenzo al Mare, ai materiali forniti dall?Alliance Francais Riviera dei fiori, da sempre sensibile ai problemi più pressanti relativi al nostro pianeta, sarà aperta al pubblico da domani all'8 aprile dalle 9 alle 12, escluso la domenica, presso la Sala Beckett del Comune di San Lorenzo al Mare.

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Taggia: alunni della Levà ad un corso con la Prot. Civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Sanremo news" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Taggia: alunni della Levà ad un corso con la Prot. Civile Gli alunni delle classi del plesso di Levà hanno partecipato ad un corso teorico-pratico della durata di 4 ore per ciascuna classe gestito dalla Protezione Civile del Comune di Taggia. Questi incontri sono stati programmati dagli insegnanti nell?ambito del progetto Ambiente che prevede di favorire negli alunni il rispetto, la protezione e la salvaguardia del territorio. Gli incontri teorici si sono svolti nella sede della Protezione Civile presso le ex Caserme Revelli di Levà. I componenti della Protezione Civile hanno illustrato ai ragazzi le finalità del gruppo, la tipologia degli interventi di loro competenza e l?attrezzatura in dotazione. Si sono soffermati, particolarmente, nell?illustrare l?importanza della prevenzione degli incendi. Sono state sottolineate le procedure corrette da svolgere in caso di avvistamento di un incendio. Tutti gli argomenti trattati sono stati illustrati dai racconti coinvolgenti delle loro esperienze pratiche. Gli alunni hanno partecipato a questa prima fase con interesse, intervenendo con molte domande pertinenti. Successivamente i ragazzi sono stati direttamente coinvolti nella prova pratica di spegnimento di un incendio. Ogni allievo ha potuto utilizzare l?abbigliamento ignifugo in dotazione e la lancia antincendio. E' stata un'esperienza entusiasmante per tutti, ma il momento più coinvolgente per gli alunni è stata la partecipazione all?addestramento delle unità cinofile. Le attività consistevano nel ritrovamento di un bambino che si era nascosto, nel far compiere ai cani un percorso con ostacoli e tunnel, nel far eseguire agli animali esercizi a comando. Gli insegnanti e gli alunni hanno ringraziato i componenti della Protezione Civile per l?estrema professionalità e disponibilità dimostrata nei diversi momenti degli incontri. "La loro pazienza e simpatia - hanno detto - ci ha consentito di essere testimoni di un?esperienza indimenticabile e che consigliamo a tutti".

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Stati Uniti. Energie alternative contro il caro petrolio (sezione: Globalizzazione)

( da "AmericaOggi Online" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Stati Uniti. Energie alternative contro il caro petrolio 24-03-2009 SALT LAKE CITY (Utah). Si torna a parlare di fusione fredda a 20 anni esatti dal primo annuncio di Martin Fleischmann e Stanley Pons. Accade a Salt Lake City dove è in corso il convegno della Società Americana di Chimica. Una delle sessioni è dedicata alle nuove tecnologie per l'energia e la protagonista è decisamente la fusione fredda, ora indicata con la sigla Lenr, che sta per "reazioni nucleari a bassa energia". Era il 23 marzo 1989 quando gli elettrochimici Fleischmann e Pons convocarono una conferenza stampa nell'università americana dello Utah per annunciare la possibilità di produrre energia nucleare a temperatura ambiente. L'impossibilità di riprodurre l'esperimento e l'assenza di una pubblicazione scientifica hanno fatto sì che per 20 anni le ricerche sulla fusione fredda venissero guardate con un certo sospetto da gran parte della comunità dei fisici. A presentare "nuove evidenze" nel convegno di Sal Lake City è adesso Pamela Mosier-Boss, del Centro della Marina statunitense per i sistemi d'arma spaziali e navali (Spawar). La ricercatrice presenta dati relativi a un'avvenuta reazione nucleare, ma precisa che la completa comprensione del fenomeno è ancora lontana e lamenta che gli scarsi finanziamenti rendono impossibile prevedere quando le ricerche sulle reazioni nucleari a bassa energia potranno avere applicazioni pratiche. L'esperimento si basa su elettrodi di nichel o d'oro e una soluzione di cloruro di palladio e deuterio. Dopo aver fatto attraversare la soluzione da una corrente elettrica, i ricercatori sostengono di avere catturato le tracce dei neutroni contenuti nel nucleo degli atomi di deuterio, liberati nella reazione di fusione. Affermano inoltre di avere trovato tracce di raggi X, trizio e produzione di calore. La fusione fredda non è una chimera, le basi perché possa essere un obiettivo percorribile sono state gettate nel 2003 e accettate dalla comunità scientifica internazionale, ma "siamo a livello di ricerca di base e i risultati sono ancora molto lontani", osserva Vittorio Violante, del Centro ricerche dell'Enea a Frascati (Roma). Oggi la ricerca sulla fusione fredda è finanziata pubblicamente dagli Stati Uniti, dove se ne occupa il Centro ricerche dell'università californiana di Stanford, e poi da Francia, Giappone, Russia e Cina. L'Italia, soprattutto con Enea e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), ha conquistato una discreta credibilità a livello internazionale. Per chi, come Violante, percorre questa strada nelle regole della comunità scientifica, il lavoro da fare è ancora lunghissimo. Dopo il clamore dell'annuncio di Martin Fleischmann e Stanley Pons, "alcuni gruppi hanno continuato a lavorare in questo campo, nonostante le ricerche sulla fusione fredda siano state messe da parte dalla comunità scientifica perché nessuno riuscì a ripetere l'esperimento e a riprodurre l'effetto". Una via percorribile è stata indicata solo nel 2003 a Boston, nella conferenza internazionale sulla fusione fredda alla quale partecipò lo stesso Violante e alla quale seguì, nel 2004, un nuovo incontro a Washington: la fusione fredda poteva essere considerata un effetto reale e meritava attenzione scientifica. Sono arrivati finanziamenti pubblici: dal Dipartimento per l'Energia in Usa e dal ministero per le Attività produttive in Italia. Da allora esperti italiani e americani lavorano insieme: "con buoni risultati e una discreta certezza sulla produzione anomala di calore". Adesso tutta l'attenzione si concentra sui materiali: la struttura a livello microscopico del metallo utilizzato nella reazione, il palladio, sembra decisiva per garantire la riproducibilità dell'effetto.

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Tibet/ Cina: "bene" rifiuto visto Sudafrica a Dalai Lama (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino, 24 mar. (Ap) - La Cina torna ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non aver concesso il visto al leader buddista tibetano, che a fine mese era atteso, come molti altri premi Nobel, a una conferenza sulla Pace a Johannesburgh. A una domanda sulla decisione di Pretoria di non concedere il visto, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l'Africa. Gyatso è stato invitato, insieme ad altri Premi Nobel per la Pace, alla conferenza in programma il 27 marzo a Johannesburg sul calcio come strumento di lotta contro razzismo e xenofobia, in vista dei Mondiali di calcio del 2010. Qin ha concluso che la Cina si oppone a qualsiasi paese che ospiti il Dalai Lama a una conferenza.

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Afghanistan/ Cina: riunione Cooperazione Shanghai utile (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 24 mar. (Apcom-Nuova Europa) - La riunione di venerdì prossimo a Mosca dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), che avrà come oggetto l'Afghanistan, poterebbe essere utile e risolvere i problemi d'instabilità in Asia centrale connessi al conflitto ancora aperto. L'ha detto oggi un portavoce del Ministero degli Esteri della Cina, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax. "La Cina vuole un rapido ritorno della pace e della stabilità in Afghanistane si oppone decisamente al terrorismo, al separatismo e all'estremismo", ha affermato il portavoce. L'incontro, fortemente voluto dal raggruppamento a guida russo-cinese, avrà lo scopo di delineare delle forme di collaborazione tra i paesi Sco e la coalizione a guida Nato impegnata nel conflitto, anche alla luce del cambiamento di strategia voluto dal nuovo presidente Usa Barack Obama. Oltre ai paesi membri - Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan - e agli osservatori - Mongolia, Iran, India e Pakistan - sono stati invitati alla conferenza anche la Nato e gli Stati uniti.

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Pena morte/ Fatti e cifre della pena di morte nel 2008 - (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 24 mar. (Apcom) - Amnesty International ha pubblicato i dati sulle condanne a morte e sulle esecuzioni nel 2008. Tra il mese di gennaio e quello di dicembre: - almeno 2390 persone sono state messe a morte in 25 paesi - una media di 7 persone messe a morte ogni giorno nel mondo - almeno 8864 persone sono state condannate a morte in 52 paesi - cinque paesi hanno eseguito il 93% di tutte le esecuzioni nel mondo (Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa) - i metodi di esecuzione utilizzati: decapitazione, lapidazione, impiccagione, iniezione letale, fucilazione ed elettrocuzione - 59 i paesi che ancora mantengono la pena di morte - due terzi dei paesi al mondo hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica - 1 paese in Europa continua a mettere a morte, la Bielorussia - L'Iran ha messo a morte 8 persone che avevano meno di 18 anni all'epoca del reato: una flagrante violazione della legge internazionale.

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Crisi: Cina lancia l'idea di una nuova valuta internazionale (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi: Cina lancia l'idea di una nuova valuta internazionale ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 24.03.2009 09:31 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - PECHINO, 24 MAR - La Cina lancia l'idea di una valuta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano.Il governatore della banca centrale cinese Xiaochuan sostiene che la nuova valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'. E dovrebbe 'essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo'. E' un chiaro segno che la Cina, maggior detentrice di titoli di debito Usa, e' preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici' che minacciano il dollaro.

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TIBET/ CINA: BENE RIFIUTO VISTO SUDAFRICA A DALAI LAMA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tibet/ Cina: "bene" rifiuto visto Sudafrica a Dalai Lama di Apcom Capiscono che leader tibetano usa la religione come pretesto -->Pechino, 24 mar. (Ap) - La Cina torna ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non aver concesso il visto al leader buddista tibetano, che a fine mese era atteso, come molti altri premi Nobel, a una conferenza sulla Pace a Johannesburgh. A una domanda sulla decisione di Pretoria di non concedere il visto, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l'Africa. Gyatso è stato invitato, insieme ad altri Premi Nobel per la Pace, alla conferenza in programma il 27 marzo a Johannesburg sul calcio come strumento di lotta contro razzismo e xenofobia, in vista dei Mondiali di calcio del 2010. Qin ha concluso che la Cina si oppone a qualsiasi paese che ospiti il Dalai Lama a una conferenza.

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PENA MORTE/ FATTI E CIFRE DELLA PENA DI MORTE NEL 2008 - SCHEDA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pena morte/ Fatti e cifre della pena di morte nel 2008 - scheda di Apcom Fonte: Amnesty International -->Roma, 24 mar. (Apcom) - Amnesty International ha pubblicato i dati sulle condanne a morte e sulle esecuzioni nel 2008. Tra il mese di gennaio e quello di dicembre: - almeno 2390 persone sono state messe a morte in 25 paesi - una media di 7 persone messe a morte ogni giorno nel mondo - almeno 8864 persone sono state condannate a morte in 52 paesi - cinque paesi hanno eseguito il 93% di tutte le esecuzioni nel mondo (Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa) - i metodi di esecuzione utilizzati: decapitazione, lapidazione, impiccagione, iniezione letale, fucilazione ed elettrocuzione - 59 i paesi che ancora mantengono la pena di morte - due terzi dei paesi al mondo hanno abolito la pena di morte per legge o nella pratica - 1 paese in Europa continua a mettere a morte, la Bielorussia - L'Iran ha messo a morte 8 persone che avevano meno di 18 anni all'epoca del reato: una flagrante violazione della legge internazionale.

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AFGHANISTAN/ CINA: RIUNIONE COOPERAZIONE SHANGHAI UTILE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Afghanistan/ Cina: riunione Cooperazione Shanghai utile di Apcom Pechino: vogliamo rapido ritorno della pace -->Roma, 24 mar. (Apcom-Nuova Europa) - La riunione di venerdì prossimo a Mosca dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco), che avrà come oggetto l'Afghanistan, poterebbe essere utile e risolvere i problemi d'instabilità in Asia centrale connessi al conflitto ancora aperto. L'ha detto oggi un portavoce del Ministero degli Esteri della Cina, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Interfax. "La Cina vuole un rapido ritorno della pace e della stabilità in Afghanistane si oppone decisamente al terrorismo, al separatismo e all'estremismo", ha affermato il portavoce. L'incontro, fortemente voluto dal raggruppamento a guida russo-cinese, avrà lo scopo di delineare delle forme di collaborazione tra i paesi Sco e la coalizione a guida Nato impegnata nel conflitto, anche alla luce del cambiamento di strategia voluto dal nuovo presidente Usa Barack Obama. Oltre ai paesi membri - Russia, Cina, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan - e agli osservatori - Mongolia, Iran, India e Pakistan - sono stati invitati alla conferenza anche la Nato e gli Stati uniti.

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CINA: E SE VENISSE CREATA UNA NUOVA VALUTA INTERNAZIONALE? (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

CINA: E SE VENISSE CREATA UNA NUOVA VALUTA INTERNAZIONALE? di WSI Il paese lancia l'idea di una moneta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro Usa. Il governatore della banca centrale sostiene che la valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'... -->(ANSA) - PECHINO, 24 MAR - La Cina lancia l'idea di una valuta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano.Il governatore della banca centrale cinese Xiaochuan sostiene che la nuova valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'. E dovrebbe 'essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo'. Sopravvivere non e' sufficiente: ci sono sempre grandi opportunita' di guadagno. Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER E' un chiaro segno che la Cina, maggior detentrice di titoli di debito Usa, e' preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici' che minacciano il dollaro.

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CRISI: CINA LANCIA L'IDEA DI UNA NUOVA VALUTA INTERNAZIONALE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi: Cina lancia l'idea di una nuova valuta internazionale di ANSA Da usare negli scambi al posto del dollaro -->(ANSA) - PECHINO, 24 MAR - La Cina lancia l'idea di una valuta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano.Il governatore della banca centrale cinese Xiaochuan sostiene che la nuova valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'. E dovrebbe 'essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo'. E' un chiaro segno che la Cina, maggior detentrice di titoli di debito Usa, e' preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici' che minacciano il dollaro.

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AGENDA DEGLI AVVENIMENTI DI MARTEDI 24 MARZO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Agenda degli avvenimenti di martedi 24 marzo di Apcom -->Roma, 24 mar. (Apcom) - Questa l'agenda degli avvenimenti in Italia e all'estero del giorno martedi 24 marzo 2009. ITALIA POLITICA Roma - Sessantacinquesimo anniversario dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, depone una corona di fiori. Presenti alla cerimonia il presidente del Senato, Renato Schifani, e quello della Camera, Gianfranco Fini assieme al segretario del Pd Dario Franceschini - L'Aula del Senato inizia a votare gli emendamenti al ddl sul testamento biologico - Alla Camera il voto sul ddl delega sul federalismo fiscale. I deputati del Pd decidono se confermare il voto di astensione - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riceve i reali di Svezia. Cena di Stato al Quirinale in onore della coppia reale - Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, apre i lavori del convegno a Montecitorio su "Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, la resistenza, i militari, le Fosse Ardeatine: storia di un eroe italiano" - In commissione alla Camera prosegue l'esame del dl sicurezza ECONOMIA E FINANZA Roma - "Viaggio prova" del Frecciarossa Milano-Roma in tre ore alla presenza del premier Silvio Berlusconi, dell'ad e del presidente Fs Mauro Moretti e Innocenzo Cipolletta - Intervista on line su Repubblica Tv del segretario generale della Cgil Gugliemo Epifani - Il decreto legge incentivi è all'esame delle commissioni Finanze e Attività Produttive della camera - Il ddl Sviluppo è all'esame della commissione industria del Senato - Tavola rotonda su "Un nuovo modello di relazioni industriali" organizzata da Assoelettrica, Federutility e Confindustria Energia - Convegno Assogas su "La distribuzione locale del gas" Milano - Si apre la Star conference 2009 organizzato da Borsa Italiana - Il segretario della Cisl Raffale Bonanni partecipa al sedicesimo Congresso Cisl Milano - Presentazione dei risultati del World retail banking report 2009, partecipa tra gli altri Roberto Nicastro capo della divisione retail di Unicredit - Si svolgono, tra gli altri, i consigli di amministrazione di Bpm, Banco Popolare, Buzzi Unicem, Caltagirone, Immsi, Mediolanum, Tod's, Ubi Banca ECONOMIA INTERNAZIONALE Bruxelles - Inizia il Nuclear Forum, convegno di due giorni che riunisce i protagonisti del settore nucleare e alcune tra le maggiori aziende di produzione energetica tradizionale Cina - Risultati annuali di Bank of China Germania - Deutsche Bank, risultati finanziari del quarto trimestre Usa - Washington, Tesoro Usa illustra dettagli della seconda fase piano Talf, mirato a rivitalizzare i mercati delle cartolarizzazioni che forniscono crediti alle famiglie; previste al Congresso audizioni segretario al Tesoro Geithner e presidente Fed Bernanke Praga - La Banca nazionale ceca ospita il convegno: "Le banche centrali in tempo di crisi" CRONACA E ALTRO Roma - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni parteciperà alla Giunta dell'Unione degli industriali e delle imprese di Roma - Si celebra la giornata mondiale per la lotta alla tubercolosi ESTERO UNIONE EUROPEA Strasburgo - Riunione settimanale della Commissione europea. - Dibattito nella plenaria dell'Europarlamento sui rapporti annuali della Bei e della Bers, con la partecipazione del commissario agli Affari economici e monetari Joaquìn Almunia NUOVA EUROPA Praga - Voto di sfiducia per governo ceco guidato dal premeir Mirek Topolanek Mosca - Visita del presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhamedov in Russia Bucarest - Al via processo per corruzione all'ex premier romeno Adrian Nastase MONDO Germania - Duesseldorf, inizia processo contro presunti responsabili complotti islamici del 2007 Francia - Strasburgo, il primo ministro britannico Gordon Brown ascoltato dal Parlamento Europeo Repubblica dominicana - Comendador, i presidenti di Haiti e Repubblica dominicana si incontrano per discutere di crisi agricola e problemi frontalieri Usa - Washington, il presidente Barack Obama riceve il premier australiano Kevin Rudd - Washington, commissioni Ambiente e Lavori pubblici Senato:

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NORDCOREA/ LE DUE GIORNALISTE USA A PYONGYANG: SONO SPIE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

NordCorea/ Le due giornaliste Usa a Pyongyang: "sono spie" di Apcom Avrebbero attraversato illegalmente la frontiera dalla Cina -->Seoul, 24 mar. (Ap) - Le due giornaliste statunitensi arrestate la scorsa settimana dai militari nordcoreani sono oggetto di una inchiesta dei servizi di informazione di Pyongyang che le sospetta di essere spie. E' quanto riferisce oggi il quotidiano sudcoreano a grande tiratura "JoongAng Ilbo". Le due donne, Laura Ling e Euna Lee, sono state portate mercoledì scorso nella capitale nordcoreana Pyongyang, all'indomani del loro arresto da parte delle guardie di frontiera nordcoreane, riferisce il giornale citando una fonte anonima dei servizi di informazione sudcoreani, aggiungendo che avrebbero attraversato illegalmente la frontiera dalla Cina, durante il loro reportage sui rifugiati nordcoreani. Le loro macchine fotografiche, i nastri video e i blocchi di appunti sono passati al setaccio dagli inquirenti nordcoreani. Laura Ling e Euna Lee lavoravano per Current Tv, la rete dell'ex-vice-presidente statunitense Al Gore, che ha sede a San Francisco.

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La Cina tenderà ancora una mano agli americani: sostegno al debito pubblico Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza.com" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina tenderà ancora una mano agli americani: sostegno al debito pubblico Usa (24 Marzo 2009 - 08:49) MILANO (Finanza.com) - La Cina tenderà ancora una mano agli americani: continuerà a sostenere il debito pubblico a stelle e strisce. ?I titoli di Stato statunitense sono un elemento importante nella strategia d?investimento a lungo termine delle nostre riserve valutarie. Quindi continueremo ad acquistarli?, ha dichiarato ieri Hu Xiaolian, vice-Governatore della People?s Bank of China e direttore della State Administration of Foreign Exchange. Nonostante il deprezzamento accusato negli ultimi mesi dai T-Bond, Pechino considera ancora i buoni del debito pubblico Usa un porto sicuro per i proprio investimenti, in quanto si tratta di ?titoli a elevata liquidità e a basso rischio?, ha aggiunto l?alta funzionaria della banca centrale cinese, che con le sue dichiarazioni ha sgombrato il campo dalla polemica sulla solidità dei Treasury Bonds innescata un paio di settimane fa da Wen Jiabao. (Riproduzione riservata)

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Cala l'export dei Paesi Ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Nuova Ferrara, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Cina Usa

Cala l'export dei Paesi Ue Il commercio estero nella zona euro ha fatto registrare a gennaio 2009 un deficit di 10,5 miliardi di euro, rispetto al deficit di 11,1 miliardi di gennaio 2008. Lo rende noto Eurostat, che nell'Unuione europea a 27 indica un deficit molto più accentuato, pari a 26,3 miliardi (sempre a gennaio 2009) contro quello di 30,3 miliardi di gennaio 2008. A pesare - spiega l'istituto di statistica europeo - soprattutto il settore dell'energia, nel quale il deficit negli scambi commerciali nel 2008 è salito a -363,3 miliardi di euro rispetto a -271,6 del 2007. In calo soprattutto gli export verso Usa (-5% rispetto al 2007) e Giappone (-3%). Sono in ribasso anche gli scambi con la Cina (il deficit è a -169,2 miliardi contro i -160,7 del 2007).

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Greggio scambia sui 53 dlr/barile su presa profitti, piano Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

LONDRA (Reuters) - Il greggio scambia sui 53 dollari a barile, con gli investitori che realizzano i profitti sul rialzo di oltre il 3% della seduta di ieri. Il Nymex scadenza maggio cede 10 centesimi a 53,70 dollari al barile, mentre l'analoga scadenza sul Brent inglese passa di mano a 53,12 dollari al barile, segnando un calo di 35 centesimi. "Siamo nello stesso range di ieri, ma assistiamo a una piccola correzione", commenta Christopher Bellew, broker sul greggio di Bache Commodities a Londra. "Il rally del mercato azionario ha aiutato ieri il rialzo dei prezzi e, se le borse restassero forti anche oggi, potremmo vedere un'ulteriore ripresa dei prezzi". Ieri il greggio ha realizzato il maggior rialzo giornaliero del 2009 mentre venivano svelati i dettagli del nuovo piano americano di aiuto all'economia per un valore di 1.000 miliardi di dollari. Intanto dalla Cina è arrivata la notizia di un aumento dell'11% a febbraio delle scorte di carburante nonostante il ribalzo delle vendite interne nel periodo post-festivo. Segno di una debolezza della domanda che persiste nonostante l'entusiasmo di questi giorni. Intanto, i sindacati nigeriani dei lavoratori del petrolio hanno sospeso i piani di sciopero dopo le promesse del governo per un miglioramento della sicurezza nell'irrequieto Delta del Niger.

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L'Italia è più ricca di Germania e Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuova Ferrara, La" del 24-03-2009)
Pubblicato anche in: (Provincia Pavese, La) (Tribuna di Treviso, La) (Gazzetta di Modena,La) (Corriere delle Alpi) (Gazzetta di Mantova, La)

Argomenti: Cina Usa

In Inghilterra si fa strada una teoria: felicità e qualità della vita contano più del Pil L'Italia è più ricca di Germania e Usa LONDRA. L'Italia più ricca di Germania, Francia e Stati Uniti ma ben più povera di Indonesia, Messico e Argentina. Un mondo di fantasia? Non proprio. La ridistribuzione del potere si basa infatti su numeri realissimi: basta includere nel "paniere" che calcola la "ricchezza" delle nazioni valori come la qualità della vita e il rispetto per l'ambiente. Il Pil, insomma, non può essere l'unico metro per decifrare lo stato di salute di un Paese: la grande crisi insegna. A sostenerlo, nel Parlamento britannico, èun gruppo multi-partitico sulla "Wellbeing Economics", l'economia del benessere. L'obiettivo è ambizioso: seppellire per sempre il concetto di crescita senza limiti e stabilire l'inalienabile diritto della ricerca della felicità. «Questa attenzione ossessiva sulla crescita - ha detto al Guardian l'economista Richard Layard - non prende in considerazione quello che studi sociali e psicologici continuano a dirci: la ricchezza non ci rende più felici». Anzi. Secondo Layard, infatti, «la politica dell'incremento del reddito mette a rischio proprio quelle cose su cui si basa il nostro benessere». Ovvero: le relazioni familiari, la soddisfazione sul posto di lavoro e sane comunità locali. Ecco allora che, se si prendono in considerazione questi fattori, la mappa dei potenti del mondo cambia parecchio. Stando alla nuova classifica - elaborata dalla New Economics Foundation e pubblicata dal Guardian - i paesi che figurano nel G8 della felicità sono Indonesia, Cina, Messico, Argentina, India, Brasile, Italia e Germania. Se poi si azzarda un paragone con i paesi del "vecchio" G8 è proprio il Bel Paese a uscirne vincitore: con un punteggio di 48,3, infatti, l'Italia si piazza davanti a Germania (43,8), Giappone 41,7), Regno Unito (40,3), Canada (39,8), Francia (36,4), Stati Uniti (28,8) e Russia (22,8). L'appello degli economisti del "benessere" e di quelli attenti alle tematiche ambientali cade, non a caso, alla vigilia del G20 di Londra, che il 2 aprile dovrà cercare risposte alla grande crisi internazionale.

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La Cina blocca Youtube (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

PECHINO La Cina non ha paura di Internet, ha assicurato il suo ministero degli Esteri, ma "Youtube", uno dei siti più amati, è di nuovo inaccessibile ai visitatori cinesi dalla tarda serata di lunedì: la pagina iniziale del popolare sito non si apre oppure invia un messaggio di errore, tanto a Pechino, che a Shanghai o in altre città del Paese. Esattamente come in altre occasioni, il governo cinese non ha spiegato le ragioni del blocco, che arriva dopo che la marina statunitense ha "postato" sul sito di video-sharing i filmati sull?incidente, avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. Sollecitato sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito che la Costituzione afferma «chiaramente la libertà d?espressione», ma stabilisce alcuni limiti «attingendo alle esperienze di Paesi come gli Usa e il Regno Unito». «Molte persone -ha poi aggiunto- hanno la falsa impressione che il governo cinese tema Internet», ma la cifra degli internauti cinesi (300 milioni, la comunità di utenti più grande del mondo) dimostra «che è esattamente l?opposto».

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Pena di morte, 2.390 uccisi nel 2008: 2 su 3 in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Dire" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pena di morte, 2.390 uccisi nel 2008: 2 su 3 in Cina Rapporto 2008 di Amnesty International. Due terzi dei Paesi l'hanno abolita o per legge o di fatto. In Europa, solo la Bielorussia mantiene la pena capitale: "400 morti dal 1991". Iran, "situazione scioccante" ROMA - Il mondo e' piu' vicino all'abolizione della pena di morte: lo dimostrano i dati di Amnesty International relativi al 2008. Due terzi dei paesi l'hanno abolita per legge o nella pratica (dei 138 che hanno fatto questa scelta, 92 hanno abolito la pena di morte per ogni reato e 36 sono abolizionisti de facto). Uzbekistan e Argentina l'hanno abolita per tutti i reati e riforme in vista dell'abolizione si discutono in Burundi, nel Mali e in Togo. Proposte di legge in questo senso sono state presentate anche in Libano e in Algeria e alcuni Stati hanno commutato le condanne a morte in ergastolo (Kazakistan, Cuba, Camerun). Nelle Americhe, solo una nazione - gli Stati Uniti d'America - continua a mettere a morte in modo sistematico, tuttavia, anche gli Usa si sono allontanati dall'uso della pena di morte, poiche' nel 2008 si e' registrato il numero piu' basso di esecuzioni avvenute in un anno dal 1995. Inoltre solo 25 dei 59 paesi che la mantengono ha eseguito condanne nel 2008: 8.864 le condanne, 2.390 le esecuzioni. Nonostante questa maggiore sensibilita', nel mondo permane una "sfida durissima": quella dei paesi asiatici che eseguono piu' condanne a morte rispetto ai paesi di qualunque altra regione nel mondo. Il 93% di tutte le esecuzione riguardano solo cinque paesi (Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Usa), il 72% e' stato eseguito solo in Cina. Nel 2008 in Cina ci sono state almeno 1.718 esecuzioni ma secondo Amnesty il numero potrebbe essere molto piu' alto a causa del segreto di Stato. "Scioccante" la situazione dell'Iran che ha messo a morte 8 persone che avevano meno di 18 anni all'epoca del reato "in aperta violazione della legge internazionale". "Esiste un preoccupante trend nell'applicazione della pena di morte in Iran.- sottolinea Amnesty - Nel momento in cui viene pubblicato questo documento, le autorita' irachene stanno pianificando l'esecuzione di 128 detenuti a gruppi di 20". Tra i metodi di esecuzione utilizzati decapitazione, lapidazione, impiccagione, iniezione letale, fucilazione ed elettrocuzione. Ma cio' che preoccupa l'organizzazione sono anche le modalita' dei processi che non hanno rispettato gli standard internazionali sull'equo processo. "Un numero preoccupante di esecuzioni e' avvenuto a seguito di procedimenti basati su confessioni estorte con la tortura, in violazione delle leggi internazionali", denuncia Amnesty. NELLA UE, SOLO IN BIELORUSSIA - L'Europa sarebbe una libera dalla pena di morte se non fosse per la Bielorussia, dove quattro persone sono state messe a morte nel 2008. Lo denuncia il rapporto di Amnesty International relativo all'anno passato. "Non esistono dati o statistiche ufficiali sull'applicazione della pena di morte nello Stato", denuncia l'organizzazione, che stima "che piu' di 400 persone siano state messe a morte dal 1991, anno in cui la Bielorussia e' diventata indipendente".(Dires - Redattore Sociale) 24 marzo 2009

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Il piano Geithner? Un'altra beffa. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo 1 Commento » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 67 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 155 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 84 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.63 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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"quella cosa" portata in salvo dai tre perfetti càtari giù per i dirupi di... 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Pechino alza il tiro: basta dollaro, serve una nuova valuta di riserva (sezione: Globalizzazione)

( da "Rai News 24" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino | 24 marzo 2009 Pechino alza il tiro: basta dollaro, serve una nuova valuta di riserva La Federal Reserve Prima l'assicurazione che nonostante la crisi la Cina continuerà a investire nel debito pubblico americano. Poi, però, l'inattesa dichiarazione del governatore della Banca centrale cinese Zhou Xiaochuan, in un commento pubblicato sul sito web della banca: la nuova valuta internazionale, dice, "non dovrebbe essere collegata a nazioni individuali". Inevitabile il riferimento implicito al dollaro americano. Secondo molti analisti, fra i quali l'economista Qu Hongbin della Hong Kong e Shanghai banking Corporation (Hsbc), "si tratta di un chiaro segno che la Cina, in quanto maggior detentrice del mondo di titoli di debito degli Usa, è preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici" che minacciano la valuta statunitense, che oggi è quella usata negli scambi internazionali. Presto ci saranno troppi dollari in circolazione, insomma, e Pechino non vuole importare inflazione. Ecco allora la banca centrale cinese che propone di adottare i 'diritti speciali di prelievo' (Sdr) come nuova valuta di riserva internazionale al posto del dollaro. Gli Sdr sono una divisa di riferimento, basata sull'andamento di quattro monete (euro, yen, dollaro e sterlina) che era stata introdotta dal Fondo Monetario Internazionale nel 1969 per sostenere il regime di cambi fissi introdotto dagli accordi di Bretton Woods. Con l'adozione dei cambi flessibili nel 1971, gli Sdr sono diventati meno rilevanti, e attualmente sono adottati come strumento contabile dall'Fmi e dalle altre organizzazioni internazionali. La Cina ora propone di allargare il paniere di valute sul quale si basano gli Sdr. Zhou Xiaochuan, governatore della banca centrale cinese, punta a una valuta di riserva che sia "scollegata dalle singole nazioni e in grado di restare stabile nel lungo periodo, eliminando gli squilibri legati all'utilizzo di valute nazionali legate al credito". La preoccupazione della Cina è che la politica economica adottata dagli Usa per fronteggiare la crisi porti a una svalutazione delle proprie riserve in valuta americana, pari a 2.000 miliardi di dollari, le maggiori al mondo. La decisione della Federal Reserve di stampare nuova moneta potrebbe innescare dinamiche inflazionistiche, e i tassi di interesse vicini allo zero hanno diminuito sensibilmente il valore dei bond a stelle e strisce nelle casse di Pechino. Zhou non ha citato esplicitamente il dollaro, ma nei giorni scorsi il premier cinese Wen Jiabao aveva chiesto a chiare lettere a Washington di tutelare il valore degli investimenti cinesi in Usa.

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Afghanistan, ora Obama pensa alla<via d'uscita> (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 24-03-2009 LOTTA AL TERRORE «Non si può vincere soltanto con la forza militare» Nei piani prevista una «exit strategy». Ma il dispositivo militare sarà rinforzato Gli aiuti a Islamabad condizionati all'impegno nella lotta ad al-Qaeda Afghanistan, ora Obama pensa alla«via d'uscita» Pronta la strategia: centrale il ruolo del Pakistan DA WASHINGTON FRANCESCA BERTOLDI L e forze militari da sole non possono mettere fine alla guerra in Afghanistan, per la quale è necessario dotarsi di una «exit strategy». Il presidente Usa Barack Obama ha preparato il terreno alla presentazione della nuova strategia per l'Afghanistan, ormai quasi completa. Domenica in un'intervista al programma "60 minutes" della Cbs, il capo della Casa Bianca ha illustrato i pilastri della sua visione. Secondo il Dipartimento di Stato la strategia di Obama si basa su quattro punti: condizionare gli aiuti economici e militari al Pakistan alla sua lotta contro al-Qaeda e i taleban; dialogo con l'Iran per ottenere la pace regionale; invio di centinaia di civili in Afghanistan per promuovere riforme economiche e sociali; infine costringere Kabul a raddoppiare i componenti dell'esercito. Obama ma i generali Usa hanno ribadito di recente che la coalizione internazionale non sta vincendo in Afghanistan. Il presidente ha ordinato il dispiegamento di 17mila soldati che andrebbero ad aggiungersi ai 38mila Usa già presenti sul territorio. I Paesi della Nato hanno 30mila uomini a presidio della regione meridionale e orientale del Paese. Nei piani del Pentagono che parla di un rientro nel 2009 di 12mila soldati dall'Iraq i rinforzi Usa andranno a rafforzare il contingente internazionale proprio in queste due aree, vicine al confine con il Pakistan dove la ribellione dei taleban e dei miliziani vicini ad al-Qaeda è più forte. Nelle ultime 24 ore otto poliziotti afghani sono stati uccisi mentre perlustravano la provincia Sud di Kandahar. Ieri intanto l'inviato speciale Usa per l'AfPak (Afghanistan e Pakistan) Richard Holbrooke ha illustrato i capisaldi della nuova dottrina statunitense ai rappresentanti dei 26 Paesi della Nato. A Bruxelles, Holbrooke ha sottolineato che ci vuole un approccio regionale al problema afghano, che comprenda il Pakistan e politiche di sviluppo civile. Holbrooke ha confermato che la revisione della strategia sarà completata «presto», forse già alla prossima conferenza internazionale sull'Afghanistan in Olanda la prossima settimana alla quale Holbrooke accompagnerà il segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Parlando alla Bbc, il diplomatico americano ha detto che la priorità dovrebbe essere data alle regioni tribali al confine con il Pakistan, dove trovano rifugio i militanti. «Questo è il principale messaggio che vogliamo dare. Non possiamo separare Afghanistan e Pakistan». «Non posso promettervi delle scadenze o un successo in una regione così difficile», ha aggiunto. «Ma posso garantire che questa Amministrazione farà di tutto per riportare un successo in una delle situazioni più complicate al mondo». Quello di Holbrooke è l'ultimo giro di colloqui prima della conferenza dell'Aja. Nei giorni scorsi l'inviato speciale Usa aveva sottolineato la necessità di coinvolgere Iran e Cina per risolvere la crisi afgana, e soprattutto di mettere il Pakistan al centro della strategia internazionale per vincere i taleban. E lo scopo è condiviso dal resto dell'Alleanza: «Aiutare l'Afghanistan a diventare autosufficiente e a prosperare senza essere una minaccia per se stesso e per la comunità internazionale», rilevano le fonti Nato. Il segretario generale dell'Alleanza atlantica Jaap de Hoop Scheffer, e i 26 ambasciatori, hanno registrato «una incoraggiante simmetria di vedute tra Usa e alleati, che pure mettono enfasi sul rafforzamento della polizia». L'inviato speciale nella regione, Richard Holbrooke, ha illustrato alla Nato i pilastri dell'approccio Usa: più forze di polizia e riforme economiche Soldati della coalizione internazionale nella provincia di Helmand in Afghanistan (Reuters)

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BORSE IN NEGATIVO (-0.22%) CINA PROPONE NUOVA VALUTA MONDIALE FUGA IN MASSA DA "PATTI CHIARI" TRONCHETTI, l'unico a non incassare bonus o buonuscite al momento dell'ADDIO - P (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> BORSE IN NEGATIVO (-0.22%) ? CINA PROPONE NUOVA VALUTA MONDIALE ? FUGA IN MASSA DA ?PATTI CHIARI? ? TRONCHETTI, l´unico a non incassare bonus o buonuscite al momento dell?ADDIO - Preservativi Usa troppo cari - Si apre la partita Eur: DECIDE Tremonti? piazza affari 1 - Piazza Affari vira in negativo banche miste,Mibtel -0,22%... (Apcom) - Dopo una partenza in positivo, Piazza Affari scivola in negativo penalizzata dall'inversione di rotta di alcuni titoli del comparto finanziario come Unicredit (-2%), Mediobanca (-2,5%) e Intesa Sanpaolo (-3,1%). Il Mibtel cede lo 0,22%, l'S&P/Mib lo 0,31%, mentre l'All Stars guadagna lo 0,64%, a fronte. Proseguono in deciso rialzo invece Mediolanum (+8,1%), Bpm (+2,4%) e Banco Popolare (+7,8%) in attesa dei conti. 2 - Cina propone nuova valuta mondiale... (ANSA) - La Cina lancia l'idea di una valuta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano.Il governatore della banca centrale cinese Xiaochuan sostiene che la nuova valuta 'non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali'. E dovrebbe 'essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo'. E' un chiaro segno che la Cina, maggior detentrice di titoli di debito Usa, e' preoccupata dei potenziali rischi inflazionistici' che minacciano il dollaro. Piazza Affari 3 - Iata, perdite per 4, 7 mld nel 2009... (ANSA) - Previsioni al ribasso dell'Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) per il 2009. Quest'anno - ha annunciato la Iata - l'industria globale del trasporto aereo dovrebbe registrare perdite per un totale di 4,7 miliardi di dollari, molto peggio rispetto alle precedenti previsioni che prospettavano perdite per 2,5 miliardi di dollari. 4 - Iride, il pachiderma è in gestazione... Da "Il Sole 24 Ore" - Fusione Iride-Enìa. Ultimo atto. Anzi, penultimo. Ieri, il consiglio d'amministrazione di Iride,chiamato a pronunciarsi sul tormentato progetto di aggregazione ligure- piemontese-emiliana, ha deciso di aggiornare i lavori a domani. Servono approfondimenti sui tanti temi sui quali il dossier sembra essersi arenato fra minusvalenze di partecipazioni, moratorie fiscali, misura del concambio, affinamenti del business plan. Domani sarà la volta buona? Prendere o lasciare? Da Genova, il sindaco, Marta Vincenzi, invita a non farsi condizionare dalla fretta e ricorda che Iride, connubio fra le multiutility del capoluogo ligure e di quello piemontese, ha richiesto una gestazione di diciotto mesi. Vincenzi non lo dice, ma in Iride non si è ancora riusciti a realizzare una vera sintonia fra l'anima genovese e quella torinese. E del matrimonio con Enìa, a ben guardare, se ne parla solo da sei mesi... (D.Ra.) Tronchetti Provera 5 - Troppi Patti chiari per le piccole banche... Da "Il Sole 24 Ore" - La notizia è trapelata ieri: circa un centinaio di piccole banche avrebbe deciso di chiamarsi fuori dal Consorzio patti chiari, lamentando un sovraccarico di costi connessi all'obbligo di aderire a tutti e trenta i progetti del consorzio. Pronta la risposta del presidente del Consorzio, Filippo Cavazzuti: «Non vi è dubbio che si tratti un progetto assai impegnativo per l'industria bancaria nel suo complesso, che io stesso ho illustrato alle autorità di Vigilanza, ricevendone l'invito a proseguire, poichè questo progetto è la via principale per pervenire all'autoregolamentazione del settore, condivisa con le stesse autorità». Insomma, sul percorso autogestito, oltre alla ratifica del comitato esecutivo e del consiglio dell'Abi, c'è anche il timbro della Vigilanza Bankitalia. E per le banche, piccole e grandi, non è più in gioco solo una questione d'immagine,ma sitratta di osservanza delle regole per la trasparenza e la tutela del consumatore. Beppe Grillo 6 - Il danno morale alle vacche Parmalat... Da "Il Sole 24 Ore" - Non ha tradito le aspettative Beppe Grillo, teste eccellente ieri al processo per il crack Parmalat in corso a Parma: il comico genovese ha tenuto un vero e proprio show in cui ha parlato a ruota libera, non risparmiando a nessuno dalle banche, alla Consob, ai giornali, parole che sono suonate come frustate. «Il crack Parmalat? Dovrebbero risarcire le mucche», ha detto Grillo, «in quell'azienda invece di fare il latte, si facevano altre cose». Nella sua deposizione, il comico ha ricordato una confidenza dell'ex manager della Parmalat, Domenico Barili: «Mi raccontò nel 2001 che debiti di Parmalat stimati per 13 miliardi di euro erano tali che in un regime di economia normale l'azienda sarebbe fallita l'indomani. Dissi poi queste cose in uno spettacolo successivo. Non sono mai stato querelato per queste mie dichiarazioni». (Ma.Mo.) 7 - Viola chiama Fagioli in Meliorbanca... Da "Il Sole 24 Ore" - Il riassetto di Meliorbanca procede a passo svelto. Archiviata l'Opa finalizzata al delisting, l'azionista di controllo Bper - che fin qui siè mosso seguendo le indicazioni di Bankitalia, preoccupata per la fragilità patrimoniale di Meliorbanca - aveva l'obbligo di dare una svolta manageriale alla merchant bank. Il neo amministratore delegato della Bper Fabrizio Viola, d'altraparte, era stato chiaro nell'impostare il nuovo corso del gruppo. RICCARDO RUGGIERO Rispetto alla gestione del predecessore Guido Leoni ci sarebbe stata continuità, nel rispetto della prudenza di bilancio e del legame con il territorio, ma anche un ringiovanimento. Inevitabile, data la differenza anagrafica dei due manager. Criterio che ora vale anche in Meliorbanca, sempre più integrata nel gruppo Bper. Dove Viola ha chiamato un banchiere coetaneo, e stimato sul mercato, come Enrico Maria Fagioli. (Al.G.) 8 - Più di 50 milioni per l´addio ai Tronchetti boys... Giovanni Pons per "la Repubblica" - In tempi di bonus contestati è utile ricordare quanti soldi sta spendendo Telecom Italia, con l´avallo del comitato remunerazioni, per liquidare i manager della passata gestione. Dall´ultimo bilancio si è saputa la cifra sborsata per l´uscita di Enrico Parazzini, ex direttore finanziario del gruppo: 7,17 milioni di euro. Non male. Se poi sommiamo le cifre spese dalla società di tlc a titolo di liquidazione e bonus dall´arrivo di Galateri e Bernabé, si arriva a oltre 50 milioni di euro. Nell´ordine troviamo Riccardo Ruggiero 17,3 milioni, Carlo Buora 12, Parazzini 7,1, Massimo Castelli 4,5, Francesco Chiappetta tra 2,5 e 3, Gustavo Bracco idem, Antonio Campo Dall´Orto 2,47, Pasquale Pistorio 1,26. Tutti fedelissimi di Marco Tronchetti Provera il quale però è stato l´unico a non incassare bonus o buonuscite particolari al momento delle drammatiche dimissioni del settembre 2006. Maurizio Basile 9 - Preservativi Usa troppo cari... Arturo Zampagliene per "la Repubblica" - Anche negli Stati Uniti è scoppiata una polemica sui preservativi: ma in questo caso ha implicazioni commerciali e occupazionali, non religiose. Trecento dipendenti della Alatach, un´industria produttrice dell´Alabama, stanno per perdere il posto perché la Usaid, l´agenzia federale per l´aiuto allo sviluppo, che ha già distribuito 10 miliardi di preservativi nei paesi poveri, ha deciso di non affidarle più le commesse. Il governo si è invece rivolto alla coreana Unidus e alla cinese Qingdao double butterfly. «Perché Obama spende centinaia di miliardi di dollari nei piani anti-crisi se poi non sceglie i nostri prodotti e ci porta al licenziamento?», protestano i sindacati dell´Alabama. La Usaid risponde che i preservativi importati costano la metà di quelli americani e che il Congresso ha annacquato le norme protezionistiche sul "buy american". 10 - Si apre la partita dell´Eur conta la parola di Tremonti... Roberto Mania per "la Repubblica" - C´è il nome di Maurizio Basile, manager di scuola Iri, nella short list di Giulio Tremonti per la guida dell´Ente Eur, controllato per il 90% dall´Economia e per il 10 dal Comune. L´attuale Consiglio, che la scorsa settimana ha celebrato in pompa magna il decennale, scade a fine mese con l´approvazione del bilancio. Mauro Miccio, amministratore delegato dal 2003, uomo senza nemici con un gonfio carnet di incarichi e una fittissima reti di rapporti bipartisan che da Luigi Abete portano fino al sindaco Gianni Alemanno, gradirebbe una riconferma. In questa direzione si sarebbe mosso nelle ultime settimane cercando in particolare il sostegno del Campidoglio. Il Tesoro, però, ha in mente un cambio con un manager forte per rilanciare l´ente anche in vista di nuove alleanze e sinergie. L´identikit sarebbe, appunto, quello di Basile, che dopo aver lasciato un anno fa Aeroporti di Roma per dissapori con la famiglia Benetton, primo azionista del gruppo, è in cerca di una nuova missione. Tremonti ha grande stima di Basile che dopo aver lavorato a Fincantieri e Alitalia, ha realizzato il suo miglior risultato con la privatizzazione dell´Eti (l´ultima dismissione statale significativa) che ha fruttato un bel po´ di quattrini a Via XX settembre. E il superministro non ha potuto non apprezzare. Così lo ha spostato prima all´Anas e poi alle Fs. Ora pensa all´Eur. Dove è anche difficile che resti alla presidenza il rutelliano Paolo Cuccia. Qui il chiacchiericcio romano conduce a una possibile scelta di Raimondo Astarita, uomo di comunicazione, già consulente di Massimo Sarmi alle Poste. Ma sono solo voci. [24-03-2009]

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Scene da una recessione. (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0924 Scene da una recessione. Pubblicato da Debora Billi alle 11:37 in Vita quotidiana Sono "ottimiste" le Borse, per via che Obama regala miliardi alle banche. Trovo molto poco liberista che il mercato si vivacizzi solo in presenza di contributi statali, mentre quando fa da solo finisce in fondo al pozzo e non sa rialzarsi. Chissà se tutti gli addetti che festeggiano "la ripresina" di grilliana memoria se ne rendono conto, o se alla fine si autoconvincano che è tutto merito della magica mano del mercato. Per qualche mese era sembrato che la finanza e la realtà fossero tornate a camminare insieme, anche se sull'orlo dell'abisso. Ma si era trattato di una mera illusione: finanza e vita quotidiana sono come acqua e olio, nulla ci azzeccano l'una con l'altra ed è saggio rimangano separate. Così, mentre le banche festeggiano, la realtà di ogni giorno continua il suo triste percorso. Il messaggio dell'amministrazione USA, in questo momento, è: i soldoni vanno ai titoli tossici, ma voialtri fatevi l'orticello che non si sa mai. Ecco un giro intorno al mondo reale. USA. Michelle Obama zappa il nuovo orticello alla Casa Bianca. Cina. In fila per un posto di lavoro. Ucraina. Palazzi in costruzione abbandonati. Spagna. Al ristorante è "proibito parlare della crisi". Grecia. Senzatetto davanti ad una banca chiusa. USA. "Gold party", dove si rivendono catenine tra privati. USA. Un centro commerciale in chiusura.

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Tibet/ Rinviata Conferenza Sudafrica dopo no a visto Dalai. (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 24 mar. (Apcom) - "Gli organizzatori hanno deciso, nell'interesse della pace, di rinviare la conferenza sulla pace in Sudafrica", ha dichiarato alla stampa il presidente Irvin Khoza, uno dei responsabili locali dei Mondiali 2010. Ieri Pretoria aveva dichiarato di aver rifiutato il visto al leader spirituale dei tibetani "nel nome dell'interesse nazionale". Venerdì il 14esimo Dalai Lama era atteso alla conferenza a Johannesburg assieme ad altri Premi Nobel. Il comitato Nobel per la pace e due Premio Nobel sudafricani, Desmond Tutu e Frederik de Klerk, avevano già annunciato l'intenzione di boicottare l'incontro, se il Sudafrica, che ospiterà la Coppa del Mondo l'anno prossimo, non avesse cambiato idea. Oggi la Cina era tornata ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non concedere il visto al leader buddista tibetano. A una domanda di un giornalista, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l'Africa.

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TIBET/ RINVIATA CONFERENZA SUDAFRICA DOPO NO A VISTO DALAI... -2- (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tibet/ Rinviata Conferenza Sudafrica dopo no a visto Dalai... -2- di Apcom "Nell'interesse della pace", secondo responsabile Mondiali 2010 -->Roma, 24 mar. (Apcom) - "Gli organizzatori hanno deciso, nell'interesse della pace, di rinviare la conferenza sulla pace in Sudafrica", ha dichiarato alla stampa il presidente Irvin Khoza, uno dei responsabili locali dei Mondiali 2010. Ieri Pretoria aveva dichiarato di aver rifiutato il visto al leader spirituale dei tibetani "nel nome dell'interesse nazionale". Venerdì il 14esimo Dalai Lama era atteso alla conferenza a Johannesburg assieme ad altri Premi Nobel. Il comitato Nobel per la pace e due Premio Nobel sudafricani, Desmond Tutu e Frederik de Klerk, avevano già annunciato l'intenzione di boicottare l'incontro, se il Sudafrica, che ospiterà la Coppa del Mondo l'anno prossimo, non avesse cambiato idea. Oggi la Cina era tornata ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non concedere il visto al leader buddista tibetano. A una domanda di un giornalista, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l'Africa.

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GREGGIO SCAMBIA SUI 53 DLR/BARILE SU PRESA PROFITTI, PIANO USA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Greggio scambia sui 53 dlr/barile su presa profitti, piano Usa -->LONDRA (Reuters) - Il greggio scambia sui 53 dollari a barile, con gli investitori che realizzano i profitti sul rialzo di oltre il 3% della seduta di ieri. Il Nymex scadenza maggio cede 10 centesimi a 53,70 dollari al barile, mentre l'analoga scadenza sul Brent inglese passa di mano a 53,12 dollari al barile, segnando un calo di 35 centesimi. "Siamo nello stesso range di ieri, ma assistiamo a una piccola correzione", commenta Christopher Bellew, broker sul greggio di Bache Commodities a Londra. "Il rally del mercato azionario ha aiutato ieri il rialzo dei prezzi e, se le borse restassero forti anche oggi, potremmo vedere un'ulteriore ripresa dei prezzi". Ieri il greggio ha realizzato il maggior rialzo giornaliero del 2009 mentre venivano svelati i dettagli del nuovo piano americano di aiuto all'economia per un valore di 1.000 miliardi di dollari. Intanto dalla Cina è arrivata la notizia di un aumento dell'11% a febbraio delle scorte di carburante nonostante il ribalzo delle vendite interne nel periodo post-festivo. Segno di una debolezza della domanda che persiste nonostante l'entusiasmo di questi giorni. Intanto, i sindacati nigeriani dei lavoratori del petrolio hanno sospeso i piani di sciopero dopo le promesse del governo per un miglioramento della sicurezza nell'irrequieto Delta del Niger.

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LA CINA OSCURA YOUTUBE "MA NON TEMIAMO INTERNET" (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina oscura YouTube "Ma non temiamo internet" -->Da lunedì sera, il sito è irraggiungibile sia a Pechino che a Shangai La decisione, forse, dopo la comparsa di foto su un incidente tra navi cinesi e Usa La Cina oscura YouTube "Ma non temiamo internet" Il ministro degli Esteri: "Poniamo alcuni limiti, ma la nostra è la comunità più grande del mondo sul web" (12:00 24/03/2009)

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Protezione civile cerca aiuti e finanziamenti (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'APPELLO. Si vuole entrare nell'albo veneto, ma è necessario un salto di qualità che costa «Le casse sono vuote. Ben accetti sponsor privati». Il sindaco: «Puntiamo a contributi regionali» 24/03/2009 rss e-mail print Foto di gruppo della protezione civile di Thiene Le casse della protezione civile di Thiene piangono. Una penuria che rende impossibile lo sviluppo del gruppo, nonostante il desiderio di diventare punto di riferimento per la città. A portare alla luce la situazione è il nuovo coordinatore Gianni Munaretto, che lancia un appello generale, nella speranza che qualcuno raccolga e possa rispondere con un finanziamento. Pubblico o privato che sia. Una scelta, quella di aprire ai privati, che piace all'amminisitrazione comunale, alle prese anche lei con severi vincoli di bilancio. «Sappiamo che è un periodo duro per tutti dal punto di vista economico - spiega Munaretto - ma le casse del gruppo comunale della protezione civile sono vuote. Se qualcuno fosse disposto a finanziarci, magari per l'acquisto di qualche mezzo, noi siamo disponibili a indicarlo come sponsor sulle auto. Siamo aperti dunque anche ai privati». «Sappiamo che l'amministrazione comunale fa quello che può - aggiunge - ma la situazione per noi è critica. Il Comune per ora ci aiuta con la sede e contribuendo alle spese ordinarie, mentre il Consorzio di polizia locale NordEst vicentino ci dà assistenza per capire quali altre strade percorrere. Al momento però dobbiamo fare i conti con pesanti limiti finanziari». Nelle intenzioni della protezione civile di Thiene c'è quella di acquisire maggiore autonomia, diventando una vera e propria associazione e iscrivendosi all'albo regionale. Con la situazione attuale però non riesce a rientrare nei parametri per fare il salto di qualità. «Il nostro desiderio è quello di diventare un'associazione a tutti gli effetti - spiega Munaretto - ma i limiti strutturali ed economici ci penalizzano molto». L'amminsitrazione comunale, pur condividendo la pena dei volontari, difficilmente potrà intervenire direttamente. «Nel clima attuale di ristrettezze di bilancio - è il commento del sindaco Maria Rita Busetti - non vogliamo lasciare sola la protezione civile e in particolare stiamo percorrendo la strada dei finanziamenti regionali. La protezione civile di Thiene è destinata ad avere un ruolo importante sul territorio comprensoriale e mi sembra un'opportunità quella di cercare il coinvolgimento della cittadinanza e dei privati. È bene sollecitare i cittadini perché maturi in loro una consapevolezza più profonda del rapporto tra pubblico e privato». Accanto a quella delle risorse economiche è aperta anche la ricerca di nuovi volontari. «Oggi siamo un gruppo di 22 volontari - racconta Munaretto - un numero abbastanza deludente per una città delle dimensioni di Thiene. Negli ultimi mesi ci sono state alcune nuove adesioni, ma vorremmo continuare a crescere. Rivolgo il mio invito soprattutto ai giovani, a quelli che hanno voglia di dedicare parte del proprio tempo alla comunità». Alessia Zorzan Alessia Zorzan

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La Protezione civilevetrina alle Ciminiere (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

da giovedì a sabato La Protezione civile vetrina alle Ciminiere Da giovedì a sabato prossimi, il centro fieristico delle Ciminiere ospiterà la seconda edizione del «Pronto intervento expò», il Salone specializzato per la Protezione civile. La manifestazione, presentata ieri al centro Direzionale Nuovaluce, sarà una vetrina sul mondo della Protezione civile con le associazioni di volontariato, gli enti locali, le forze dell'ordine, l'esercito, i dipartimenti regionali e nazionali, il 118, i vigili del fuoco, il corpo forestale ed anche le amministrazioni provinciali e comunali. Per l'assessore provinciale etneo, Giovanni Bulla, si tratterà «di un evento importante per il territorio, una validissima vetrina per presentare mezzi tecnici, abbigliamento e tutto ciò che può essere utile agli operatori del settore che avranno, tra l'altro, l'opportunità di scambiarsi esperienze e di approfondire aspetti specifici grazie ad un interessante ciclo di conferenze».

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Non chiedete a Obama di essere spontaneo (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

I mercati finanziari hanno reagito con entusiasmo al piano del ministro del Tesoro americano Geithner e non è difficile capire perchè: non fa altro che prorogare lo strapotere della casta finanziaria di Wall Street. Come hanno evidenziato alcuni commentatori (segnalo al riguardo l'ottimo fondo di Luigi Zingales sul Sole 24Ore), la manovra messa a punto dall'Amministrazione Obama si risolve in uno straordinario regalo alle banche che hanno provocato il dissesto finanziario, in un incentivo agli hedge funds che potranno indebitarsi a spese del contribuente, e persino in un premio alle agenzie di rating che per valutare i nuovi fondi di asset tossici intascheranno un miliardo di dollari. Sul Giornale di oggi do voce anche a un'illustre economista, Alice Rivlin, ex membro del board della Federal Reserve, che sebbene con qualche perplessità difende il piano. Tuttavia resto molto scettico, per queste quattro ragioni: 1) Il piano ignora le cause strutturali del dissesto. Anche se avesse successo, non impedirebbe alle banche di ripetere gli stessi errori del passato. infatti, secondo voci accreditate, gli istituti bancari non hanno ancora rinunciato alle operazioni di ingegneria finanziaria, insomma continuano a trastullarsi con derivati, cartolarizzazioni, eccetera. 2) Il fondo dovrebbe essere alimentato con mille miliardi di dollari, ma l'ammontare dei debiti tossici è di gran lunga superiore a questa pur ingente cifra. Verosimilmente, non sarà sufficiente per risanare completamente i bilanci delle banche. 3) La Cina è sempre più diffidente nei confronti degli Stati Uniti e sempre meno disposta a indebitarsi in dollari. Ieri, d'accordo con la Russia, ha lanciato l'idea di una moneta globale al posto della valuta statunitense. L'ipotesi appartiene a un futuro lontano. Ma il solo fatto che venga presa in considerazione è indicativa delle intenzioni di Pechino. 4) L'economia americana si basa per il 75% sui consumi e le misure varate dal governo faranno esplodere prima il deficit e poi il debito pubblico, che potrebbe arrivare in appena due anni all'80% del Pil. E ci vorranno molti anni per riconvertirla all'industria. Le sue debolezze sono strutturali. L'ottimismo di molti operatori è davvero giustificato? Scritto in banche, capitalismo, crisi, era obama, economia, cina, globalizzazione, gli usa e il mondo Commenti ( 7 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Mar 09 Non chiedete a Obama di essere spontaneo Ma Obama è davvero un grande comunicatore? Ne dubito. O meglio, dipende dalle circostanze. Come spiego in un articolo pubblicato oggi sul Giornale, il presidente degli Stati Uniti è soprattutto un grande interprete, ma solo di discorsi scritti, spesso da altri. Sa leggere, sa recitare bene. Ma è terrorizzato quando deve parlare a braccio. Infatti, ha sempre appresso il teleprompter (vedi foto) ovvero il "gobbo elettronico", anche quando deve intervenire in pubblico solo per pochi secondi. Non sa improvvisare, non sa essere spontaneo. Io dico: non paragonatelo a Roosevelet, nè a Kennedy, nè a Reagan. Quella era un'altra categoria. Obama senza il suo spin doctor David Axelrod è perso. Scritto in spin, comunicazione, era obama, presidenziali usa, gli usa e il mondo, giornalismo Commenti ( 67 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Mar 09 Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Ieri altri tafferugli alla Sapienza. Gli studenti volevano improvvisare un corteo non autorizzato e la polizia lo ha impedito; da qui gli scontri. A mio giudizio la polizia ha ragione; mi chiedo però perchè lo stesso criterio non sia stato usato in occasione delle proteste degli estremisti islamici di gennaio, durante le quali, per ben 4 volte i manifestanti hanno deviato dal percorso autorizzato per andare a pregare di fronte al Duomo e al Colosseo. In quell'occasione, a Milano come a Roma, le forze dell'ordine hanno lasciato fare. E purtroppo credo che lo stesso accadrebbe se gli islamici tentassero un'altra prova di forza; perchè è relativamente semplice contrastare qualche centinaio di studenti su di giri, ma è troppo rischioso far rispettare la legge se a violarla è una minoranza musulmana ormai molto numerosa composta da centinaia di migliaia di persone, che potrebbero provocare sommosse di piazza. E se osservo quel che accade all'estero non trovi motivi di conforto: a Parigi la polizia non ha più il controllo di alcuni quartieri di periferia e gli agenti hanno paura di uscire dai commissariati, mentre in America Sean Penn ha fatto tagliare i passaggi che lo riguardano in un film che denuncia le difficoltà di integrazione di certe minoranze, tra cui quella islamica, mostrando scene forti, come quella di una ragazza iraniana uccisa in nome dell' «onore» da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione. Le proteste dell'associazione degli iraniani è stata così veemente da indurre l'attore, famoso per il suo impegno civile, a una clamorosa retromarcia. E la situazione rischia di peggiorare ulteriormente. Che fare? Bisogna arrivare al punto di limitare drasticamente l'immigrazione musulmana privilegiando quella di minoranze, come i filippini, che si integrano facilmente? Scritto in notizie nascoste, società, Italia, gli usa e il mondo, francia, immigrazione, islam Commenti ( 155 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 17Mar 09 Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai Negli ultimi sette giorni le Borse sono partite al rialzo e c'è già chi sostiene che il peggio è passato. Non riesco ad essere così ottimista; anzi, ho l'impressione che in realtà, proprio in questi giorni ,stiamo vivendo un passaggio delicatissimo della crisi. Il rally è stato innescato da Citigroup che ha annunciato profitti per i primi due mesi e gli operatori hanno iniziato a credere che il settore bancario sia sulla via del risanamento. Ma è davvero così? Che fine hanno fatto i debiti colossali accumulati dagli istituti? Si sono volatilizzati con un colpo di bacchetta magica? Ovvio che no. E infatti qualcuno ha rilevato che Citigroup ha annunciato gli utili ma si è rifiutata di rilevare l'incidenza dei debiti. Ma l'annuncio di una settimana fa è servito per innescare un'operazione colossale per propagare fiducia. Il movimento di Borsa è stato ampliato da una raffica di annunci rassicuranti da altre banche, e, soprattutto, da uno spin iperottimistico da parte di Obama, del ministro del Tesoro Geithner del presidente della Fed Bernanke, secondo cui "il peggio è passato". Che i governi tendano a sollevare gli spiriti è normale, ma questa euforia è sospetta. E infatti serve a nascondere un problema ben più grande. Altro che ripresa, in queste ore l'America è in bilico come mai prima d'ora. La vera notizia non è Citigroup, ma la dichiarazione del primo ministro cinese che pubblicamente ha espresso dubbi sulla solidità dei Buoni del Tesoro americani. E Obama nel week-end ha moltiplicato gli interventi per rassicurare il mondo "che gli Usa sono la nazione più sicura al mondo per gli investimenti". Ieri sono usciti i dati, ripresi dall'economista Roubini, sugli acquisti di Treasury ed è emersa un'altra verità scomoda. In gennaio gli stranieri hanno venduto Buoni del Tesoro a lunga scadenza per 18 miliardi (mentre in dicembre ne avevano acquistati per 22 miliairdi), preferendo le scadenze brevi. In genere hanno ridotto gli acquisti di obbligazioni americane, sia pubbliche che private, con, complessivamente, un saldo negativo per 148 miliardi di dollari. La Cina è inquieta e il mercato manda segnali negativi: il mondo inizia a perdere fiducia in un'America il cui deficit sta esplodendo? E' l'incubo che agita le notti di Obama. Altro che euforia, il suo è spin da disperazione. E il mondo trattiene il fiato. AGGIORNAMENTO: Sono a Parigi, dove ho intervistato Jacques Attali, uno dei pochi ad aver previsto per tempo la crisi. E' convinto che la crisi potrà essere superata definitivamente solo se verranno cambiate le regole che hanno permesso la diffusione dell'anarchia finanziaria, altrimenti la ripresa sarà effimera. Il problema è che Washington e Londra vogliono continuare come prima. Attali è persuaso che l'Europa sia meglio attrezzata e potrebbe addirittura emergere come la nuova superpotenza. Potere leggere l'intervista qui Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, era obama, società, cina, notizie nascoste, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Mar 09 La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Ma la crisi che impatto avrà sui flussi migratori? In Italia se n'è parlato poco, ma sulla stampa straniera sono stati pubblicati diversi reportage, da quali risultava che molti immigrati stavano abbandondando i Paesi ricchi (soprattutto negli Usa e in quelli del Golfo) per tornare a casa. Il motivo? Ovvio: la mancanza di lavoro. Anche in Italia è accaduto un fenomeno analogo, sebbene in misura molto minore e limitatamente ad alcune comunità, come quella brasiliana. Ma ora il quadro potrebbe cambiare. Se la crisi finanziaria nei Paesi dell'Europa dell'est peggiorerà ulteriormente, provocando un forte aumento della disoccupazione, molti rumeni, bulgari, albanesi, slovacchi, eccetera potrebbero essere indotti, dalla disperazione, a tentare l'avventura a ovest, magari al solo scopo di vivere di espedienti. L'incognita principale, tuttavia, riguarda l'Africa. L'altro giorno il segretario del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato l'allarme per gli effetti catastrofici della recessione sul Continente nero. «C'è in pratica la certezza -ha detto il capo dell'Fmi -che molti milioni di persone sprofonderanno sempre più nella miseria: se non si interviene con un forte piano d'emergenza ci sono forti rischi di guerre civili, se non di guerre estese». E dunque di una nuova ondata migratoria verso l'Europa. Secondo Strauss-Kahn tocca ai Paesi ricchi mettere mano al portafoglio. «Se la comunità internazionale ha trovato centinaia di miliardi di dollari per affrontare la crisi globale, non è ammissibile che non possa trovare qualche centinaio di milioni, meno di quanto ha investito per salvare singole aziende private, per i Paesi più poveri». E' davvero questo il modo appropriato per aiutare l'Africa a superare la crisi? Inoltre: siamo pronti a reggere, in piena crisi economica, una nuova ondata migratoria dall'Europa dell'Est e dall'Africa? Temo che un evento del genere provocherebbe tensioni sociali enormi, un razzismo diffuso e una guerra tra poveri nelle nostre città. Che foschi presagi.. sbaglio? Scritto in società, crisi, globalizzazione, democrazia, Italia, notizie nascoste, immigrazione Commenti ( 84 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 12Mar 09 Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Giornale di oggi scrivo un articolo incentrato sulle crescenti incomprensioni tra l'Unione europea e la nuova America di Obama, in vista del prossimo G20. Il punto centrale riguarda il piano di stimolo dell'economia, la Casa Bianca da giorni preme affinchè anche l'Europa ne adotti uno in grande stile (quello Usa è pari al 5,7% del Pil), ma i Ventisette sono restii. "Hanno già stanziato spese straordinarie pari all'1,5% del Pil, che porteranno quelli dell'area euro a sfondare il deficit del 3% previsto dal Trattato di Maastricht, ma non intendono andare oltre nel timore che disavanzi eccessivi possano incrinare la tenuta o perlomeno la credibilità della moneta unica". Infatti quello americano quest'anno sfiorerà il 10% e che chi lo vede addirittura al 15%. Inoltre, Berlino e Parigi prestano sempre più ascolto agli economisti secondo cui manovre come quelle americane servono a poco; infatti a breve porteranno nelle tasche dei contribuenti importi irrisori pari a poche decine di dollari a testa, mentre gli investimenti sulle infrastrutture incideranno sulla crescita solo verso la fine del 2010. Insomma, si dovrebbe rinunciare a equilibri finanziari costruiti in oltre 15 anni per adottare misure espansioniste di dubbia efficacia". Io dico che l'Europa fa bene a resistere alle pressioni americane nonostante siano sempre più insistenti, con l'appoggio di grandi testate come Financial Times ed herald Tribune, che abboccano allo spin della Casa Bianca. La mia impressione è che gli Usa sperino di trascinare anche gli altri Paesi nella spirale dei deficit (e a lungo termine inflazionistica) perchè se tutti vanno male è più facile che il dollaro resti la moneta di riferimento; ma se l'Europa non segue la corrente e mantiene conti più o meno in ordine il biglietto verde rischia il capitombolo e Washington di perdere la leadership finanziaria sull'economia globale. Questa è la vera posta in gioco. Sbaglio? Scritto in spin, banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, globalizzazione, europa, economia, società, gli usa e il mondo Commenti ( 45 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 10Mar 09 Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog Attenti, amici bloggisti, la Cassazione ha deciso che "per i blog e i forum on-line non valgono le regole che tutelano la libertà di stampa". La ragione? Eccola: siccome "si tratta di una semplice area di discussione dove qualsiasi utente o gli utenti registrati sono liberi di esprimere il proprio pensiero, rendendolo visionabile a tutti gli altri soggetti autorizzati ad accedere al forum", spesso in forma anonima,."Blog, forum eccetera non possono essere considerati come una testata giornalistica, ma sono equiparabili ai messaggi che potevanoe possono essere lasciati in una bacheca". Dunque i blog hanno l'obbligo di rispettare il "buon custome" e il giudice può ordinare il sequestro di alcune pagine web. La controversia era nata in seguito alla decisione del Tribunale di Catania di sequestrare un forum di discussione sulla religione cattolica nel quale erano contenuti messaggi che la magistratura di Catania aveva ritenuto offensivi verso il comune sentimento religioso. Alcuni bloggisti "avevano travalicato limiti del buon costume alludendo espressamente a pratiche pedofile dei sacerdoti per diffondere il 'sacro seme del Cattolicesimo'". Il tema è delicatissimo. Certe ingiurie sono indifendibili, ma temo che la sentenza della Cassazione sia esagerata e che costituisca un precedente potenzialmente pericoloso per la libertà di espressione in questo Paese. Chi stabilisce cos'è il buon costume? E chi ci garantisce che questa sentenza non venga usata per mettere a tacere opinioni scomode? Scritto in giustizia, blog, manipolazione, società, Italia, democrazia, giornalismo Commenti ( 63 ) » (4 voti, il voto medio è: 4.75 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Mar 09 "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Il mondo va a rotoli e "Repubblica", giustamente, si preoccupa anche dei contraccolpi sugli hotel di lusso. Mercoledì ha dedicato all'argomento un'intera pagina. Ecco l'incipit: "Cominciamo da qui, dal fastoso Shangri La di Singapore e dal racconto di Alessandra Pavolini, general manager in viaggio per il 40 per cento del suo tempo-lavoro. Racconta che l'ultima volta è stato uno shock: "Niente più corbeille di fiori nella hall, neppure un valletto che ti prende i bagagli, in camera una lista di raccomandazioni da colonia estiva: spegni le luci, non usare tutti gli asciugamani, tieni la temperatura più alta. In bagno il deserto, con il barattolino dello shampoo che tiene solo una dose, spariti il cotton fioc e i dischetti struccanti. Sul comodino matite lunghe come un mozzicone e il bloc notes col logo ridotto a tre foglietti di carta bianca". E ancora, con tono inorridito, Cinzia Sasso racconta che "il grande bacino del risparmio è quello delle amenities. Basta accappatoi; stop alle pantofole; addio alle creme idratanti; contenitori più piccoli per shampoo, balsamo e bagnoschiuma, generi da sostituire, nel caso di presenze che si prolunghino, "solo dopo che siano stati utilizzati del tutto"; via i sottobicchieri nel bagno; i sigilli del water; kit per il cucito e kit per pulire le scarpe ridotti al minimo; via perfino il cioccolatino della buona notte. Ma, scrive ancora la Sasso, "per fortuna nell'era di internet, a parte i maniaci delle collezioni, non si accorgerà nessuno che sono già state tagliati i fogli per spedire i fax e la carta da lettere, così come le scatoline dei fiammiferi con il logo degli hotel". Come non capire i lettori chic di Repubblica: è un vero scandalo, un trauma, un'indecenza. Voi che dite: riusciranno a riprendersi? Sono sinceramente preoccupato. Scritto in crisi, globalizzazione, notizie nascoste, Italia, giornalismo Commenti ( 34 ) » (6 voti, il voto medio è: 3.83 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Mar 09 Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) Un altro breve post sulla crisi economica. Obama ha trovato la soluzione per far ripartire il credito: chiede aiuto agli hedge funds e ai fondi di private equity offrendo loro condizioni di estremo favore: potranno accumulare profitti illimitatamente, ma con ampie garanzie statali in caso di perdita. L'accordo è legato ai cosiddetti "Talf", come spiego in questo articolo e prevede l'esborso da parte dello Stato di altri mille miliardi di dollari. Capito il progressista Obama? Chiede aiuto e protegge gli speculatori con i soldi dei contribuenti.. Intanto il totale degli interventi varati dal governo Usa raggiunge l'astronomica cifra di 3,5 trilioni di dollari ovvero 3500 miliardi di dollari, da finanziare con l'emissione di Buoni del Tesoro. Il debito Usa è ancora sostenibile? Attenti al dollaro, rischia una brutta fine. Scritto in banche, capitalismo, crisi, progressisti, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 50 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.63 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Mar 09 E' ora di lasciar fallire le banche. In un'intervista che mi ha concesso, Arthur C. Brooks, presidente dell'American enterprise institute, uno dei principali think tank conservatori, sostiene due punti importanti: 1) a suo giudizio i piani di Obama anziché contrastare la crisi finiscono per peggiorarla. 2) tentare di salvare tutti è impossibile ed è inaccettabile che gli aiuti vadano soprattutto alla casta dei banchieri che questa crisi l'ha provocata. Dunque visto che la recessione è inevitabile, meglio adottare misure radicali e lasciar fallire le banche che non sono in grado di resistere. Il punto più delicato è l'ultimo e dopo aver riflettuto a lungo su questo tema, grazie anche ai vostri qualificatissimi contributi, mi sono convinto che questa sia l'unica strada. L'entità del debito accumulato da certe banche (soprattutto americane ma non solo) è tale, a causa dell'effetto leva, da non poter essere coperto nemmeno dallo Stato. Dunque cercare di tappare buchi, che in realtà continuano ad allargarsi, non avrà altra conseguenza che trascinare l'economia reale nel baratro. E allora anzichè creare "bad banks" o fondi con titoli tossici, bisogna rafforzare le banche in salute e usare i fondi pubblici per trasferire a queste ultime le attività fondamentali (e sane) di quelle in fallimento. Ci sarà uno choc e chi detiene azioni o prodotti finanziarie delle banche cattive perderà il proprio investimento, ma passato il trauma l'economia potrà riprendere su basi solide. L'idea circola già da qualche settimana tra gli specialisti, ma mi sembra l'unica soluzione plausibile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: la Banca d'Inghilterra ha dato il via libera per stampare 150 miliardi di sterline da pompare nel sistema finanziario. E' un gesto disperato. A questo punto vedo solo due possibili conseguenze: l'operazione fallisce e la Gran Bretagna fila verso la bancarotta o va in porto ma a un prezzo altissimo: l'iperinflazione. Scritto in capitalismo, crisi, banche, era obama, globalizzazione, economia, gli usa e il mondo Commenti ( 75 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (7) blog (1) capitalismo (7) cina (19) comunicazione (1) crisi (8) democrazia (59) economia (29) era obama (14) europa (10) francia (22) germania (3) giornalismo (50) giustizia (2) gli usa e il mondo (61) globalizzazione (42) immigrazione (40) islam (20) israele (2) Italia (150) manipolazione (4) medio oriente (13) notizie nascoste (45) partito democratico (1) presidenziali usa (23) progressisti (3) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (22) spin (5) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Foa, cominciamo con il dire che il progresso degli indici nelle sedute della scorsa settimana era... 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Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts Il piano Geithner? Un'altra beffa. Non chiedete a Obama di essere spontaneo Proteste alla Sapienza e degli islamici, la legge vale per tutti? Il rally delle Borse è un'illusione, l'America nasconde i guai La crisi provocherà una nuova ondata di immigrati? Piani di rilancio, l'Europa dice no a Obama (e fa bene) Libertà di stampa? Sì, ma non per i blog "Repubblica" s'indigna: gli hotel di lusso tagliano le "amenties" Obama chiede aiuto agli hedge funds (e li premia) E' ora di lasciar fallire le banche. 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Tibet/ Dalai Lama bandito da Sudafrica fino a Mondiali 2010 (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Johannesburg, 24 mar. (Apcom) - La questione tibetana torna a dividere il mondo. Il governo sudafricano non ha alcuna intenzione di concedere il visto al Dalai Lama prima dei Mondiali di Calcio 2010. Domenica Pretoria ha annunciato di aver negato l'entrata nel paese al leader spirituale tibetano, chiamato come molti altri premi Nobel a partecipare a una conferenza di pace e calcio a Johannesburgh, sollevando vive proteste e obbligando gli organizzatori a rinviare l'evento. A organizzare la conferenza di venerdì sono i funzionari di calcio sudafricani, in vista dei primi Mondiali di calcio in Africa. Ma, come è già accaduto alle Olimpiadi di Pechino, la questione tibetana invade il campo dello sport. Il portavoce del presidente sudafricano Kgalema Motlanthe, ha precisato ad Ap che il governo non rilascerà alcun visto al Dalai Lama prima del mega evento calcistico: "No, non lo faremo", ha detto senza aggiungere commenti. Ieri Pretoria aveva ammesso di aver rifiutato il visto al leader spirituale dei tibetani "nel nome dell'interesse nazionale". Venerdì 27 marzo il 14esimo Dalai Lama era atteso alla conferenza a Johannesburg assieme ad altri Premi Nobel. Il comitato Nobel per la pace e due Premio Nobel sudafricani, Desmond Tutu e Frederik de Klerk, avevano già annunciato l'intenzione di boicottare l'incontro, se il Sudafrica, che ospiterà la Coppa del Mondo l'anno prossimo, non avesse cambiato idea. Così non è stato. Sono gli organizzatori che hanno deciso "nell'interesse della pace", di rinviare la conferenza sulla pace in Sudafrica", ha dichiarato alla stampa il presidente Irvin Khoza, uno dei responsabili locali dei Mondiali 2010. Oggi la Cina era tornata ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non concedere il visto al leader buddista tibetano. A una domanda di un giornalista, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l'Africa.

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L'altolà del Sudafrica al Dalai Lama: "Niente visto fino ai Mondiali 2010" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

JOHANNESBURG La questione tibetana torna a dividere il mondo. Il governo sudafricano non ha alcuna intenzione di concedere il visto al Dalai Lama prima dei Mondiali di Calcio 2010. Domenica Pretoria ha annunciato di aver negato l?entrata nel paese al leader spirituale tibetano, chiamato come molti altri premi Nobel a partecipare a una conferenza di pace e calcio a Johannesburgh, sollevando vive proteste e obbligando gli organizzatori a rinviare l?evento. A organizzare la conferenza di venerdì sono i funzionari di calcio sudafricani, in vista dei primi Mondiali di calcio in Africa. Ma, come è già accaduto alle Olimpiadi di Pechino, la questione tibetana invade il campo dello sport. Il portavoce del presidente sudafricano Kgalema Motlanthe, ha precisato che il governo non rilascerà alcun visto al Dalai Lama prima del mega evento calcistico: «No, non lo faremo», ha detto senza aggiungere commenti. Ieri Pretoria aveva ammesso di aver rifiutato il visto al leader spirituale dei tibetani «nel nome dell?interesse nazionale». Venerdì 27 marzo il 14esimo Dalai Lama era atteso alla conferenza a Johannesburg assieme ad altri Premi Nobel. Il comitato Nobel per la pace e due Premio Nobel sudafricani, Desmond Tutu e Frederik de Klerk, avevano già annunciato l?intenzione di boicottare l?incontro, se il Sudafrica, che ospiterà la Coppa del Mondo l?anno prossimo, non avesse cambiato idea. Così non è stato. Sono gli organizzatori che hanno deciso «nell?interesse della pace», di rinviare la conferenza sulla pace in Sudafrica«, ha dichiarato alla stampa il presidente Irvin Khoza, uno dei responsabili locali dei Mondiali 2010. Oggi la Cina era tornata ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non concedere il visto al leader buddista tibetano. A una domanda di un giornalista, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l?indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l?Africa.

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DALLA CINA L'IDEA DI UNA MONETA UNICA (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

DALLA CINA L'IDEA DI UNA MONETA UNICA NOTIZIE, clicca qui per leggere la rassegna di Pierpaolo Molinengo , 24.03.2009 14:30 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! Se non fosse che l'idea arrivasse dall'estremo oriente, si potrebbe dire che la moneta unica europea non basta più. La Cina ha provato a lanciare l'idea di una valuta mondiale da usare negli scambi internazionali al posto del dollaro americano. Xiaochuan, il governatore della banca centrale cinese, ritiene che la nuova valuta non dovrebbe essere collegata a Nazioni individuali. Ma non basta: dovrebbe essere capace di rimanere stabile sul lungo periodo. Senza dubbio, alcuni osservatori, notano che l'idea lanciata dalla Cina sia dettata dalle preoccupazioni dei potenziali rischi inflazionistici che minacciano il dollaro. Ricordiamo che la Cina è la maggior detentrice di titoli di debito Usa.

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Un valore specifico conta solo se è vero (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Udine)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Un valore specifico conta solo se è vero» Il segretario Uil sulla sfida cinese Martedì 24 Marzo 2009, Precenicco (pt)Sulla questione Safilo interviene Ferdinando Ceschia, segretario Uil di Udine. «Il Gruppo - dice - con ridimensionamenti e tagli a Precenicco e Martignacco, ripropone drammaticamente i nodi delocalizzazione e sorti del marchio Made in Italy». Una linea sottile separa le scelte di internazionalizzazione, attuate per avvicinarsi a mercati ritenuti in allettante espansione, dalle delocalizzazioni, intese come trasferimento completo di impianti e produzione dall'Italia all'estero. «In troppi casi la prima finisce per far da battistrada alla seconda, per il divario di costi fiscali, contrattuali, previdenziali, retributivi, sociali, energetici e ambientali offerti altrove. Quante e quali aziende italiane abbiano passato il confine nazionale non è statisticamente rinvenibile, per mancanza di tracciabilità e riservatezze». Mediamente, i paesi in via di sviluppo hanno bassi costi ma non hanno apparati industriali come quelli italiani. «La Cina, ultima grande frontiera per facili affari, vanta entrambi i fattori attrattivi. Chi teme il gigante lo accusa di avere sommerso i mercati con le sue merci, ignorando che il 60% delle esportazioni cinesi deriva da investimenti stranieri: i cinesi fanno ciò che l'Occidente ha chiesto loro di fare». Non è vero che il più popoloso paese del mondo sia anche quello coi maggiori consumi. «I cinesi consumano ciò di cui hanno bisogno, prevalentemente il Made in China. Per le importazioni, la Cina ha bisogno, invece, di macchinari avanzati e tecnologia, di cui l'Italia dispone. La Cina si è candidata a essere il maggior produttore del Made in Italy fuori dall'Italia, forando l'intercapedine che separa il legale dall'illegale, l'autorizzato dal non autorizzato. Si registra infatti che l'85% dei prodotti contraffatti e fermati alle frontiere europee proviene da quel Paese». «La Cina assume il monopolio planetario delle materie ferrose, acquisisce giganti dell'informatica e dell'industria petrolifera Usa, influenza gli equilibri di pressoché tutti gli altri Paesi industrializzati. Le recenti tempeste che hanno coinvolto i mercati finanziari, hanno evidenziato con grande ritardo i limiti di una concezione dei mercati che traduce il termine "globale" con libertà assoluta, mancanza di regole e vincoli, e hanno messo in corsa timidi tentativi di controtendenza, assimilabili al termine di "protezionismo". Non così in Italia, costretta a combattere su due fronti, uno interno e l'altro esterno alla Comunità Europea». Secondo Ceschia, dalla fine degli anni '90 infatti si è consumata una battaglia controcorrente, stante l'affermarsi di tesi che attribuivano alle politiche di marchio nazionale (particolarmente le nostre), così come alla difesa delle quote di produzione, la funzione di indebolire l'Europa, mettendo in soggezione gli Stati partner più recenti. «L'Italia, non potendo contare su materie prime, trasforma. Dal primo dopoguerra, dal mondo della moda, ha attribuito al Made in Italy il ruolo di messaggero di una cultura, del sapere e saper fare, di qualità, pregio estetico e originalità irripetibile. Diventa difficile spiegare perché un prodotto possa vantarsi di essere italiano e possa essere pagato per questo "valore" specifico, se non è fatto in Italia. Artificiose piroette possono bypassare questo presupposto fondamentale, attribuendo agli italiani il solo segmento dell'incollatura di un'etichetta. Qualche zelante di turno, per risparmiare tempo, potrà risparmiarci questo scarnissimo passaggio, chiudendo il cerchio prima di passare la frontiera, come già verificato nel caso delle sedie di Manzano. Difendere il Made in Italy, ritornando nell'alveo di ciò che questo deve significare, è tutt'altro che una battaglia di retroguardia, per evitare di passare da autori o attori protagonisti a insalutati ospiti».

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Il pomodoro, una coltura che sta conoscendo una fase di espansione (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il pomodoro, una coltura che sta conoscendo una fase di espansione Martedì 24 Marzo 2009, Come intercalare, in termini di superfici seminate fra quelle destinate al mais e alla soia, s'inserisce la coltivazione del pomodoro. Rappresenta la capofila di un discreto numero di specie coltivate nei nostri areali che, per lo spazio concesso loro, sono considerate "minori". In realtà, a livello internazionale il pomodoro nostrano non lo è affatto: pone l'Italia al primo posto nel bacino del Mediterraneo con 49 milioni di qli raccolti su 90.661 ettari, mentre Spagna, Grecia e Portogallo assieme arrivano a produrne 33 milioni (dati ISTAT '08). In America predominano gli USA con il loro Stato votato all'ortofrutticoltura, quale la California, dove, assieme al Messico e al Canada l'anno scorso sono stati raccolti 130.000.000 qli di bacche. In Asia, invece, domina la Cina con 64.000.000 di qli. Un mare "rosso", al quale si affianca la produzione da orto per consumo fresco a pieno campo e in serra, che allieta la mensa con le diverse soluzioni nostrane, come la classica "passata", la pumarola, la conserva, il concentrato, il succo. Nel Belpaese due sono i poli coltivati con la solanacea: il meridione con la Puglia e la Campania e il nord con l'Emilia-Romagna, a Parma e dintorni e zone viciniori. Nel Veneto, il pomodoro è coltivato nella fascia "bassa" del padovano, del veneziano, del veronese e nel Polesine, in modo molto più contenuto rispetto al passato. La coltura ha dovuto adeguarsi, per sopravvivere, ad essere programmata il più possibile in aderenza all'effettivo consumo per evitare crisi di mercato dovute ad eccesso di produzione e alla concorrenza del prodotto cinese. L'anno scorso, la rossa baca in virtù di una centrata programmazione dell'intera filiera agroindustriale, ha permesso di ottenere un risultato economico soddisfacente e questo induce a ridarle fiducia anche quest'anno, sempre operando con la dovuta attenzione nella programmazione. Ne ha fatta di strada questo "oro rosso" dei campi, uno scrigno di vitamina A e C oltre a sali minerali e ai diversi costituenti che formano il lycopene, il complesso biologico che caratterizza il genere Lycopersicum al quale il pomodoro appartiene all'interno della famigli botanica delle Solanacee. Narrano le cronache che occorsero due secoli e oltre dall'arrivo dalle Ande prima che le bacche giungessero al consumo. Il pomodoro era coltivato nei giardini per i suoi fiori gialli fino alla fine del '700. Il "salto" nell'orto avvenne in sordina agli inizi dell '800 , forse più per fame dei contadini, i quali stretti da necessità non si curarono dei pregiudizi che lo circondavano. Un certo Robert Gibbon Johnson nel 1820 a New York, mangiò pomodori in pubblico, fino ad allora ritenuti frutti malsani. Sarebbe iniziato, così, il successo della coltura negli Stati Uniti che ben presto divennero fra i primi produttori al mondo. Uscì pure dall'orto per approdare all'arte: il pomodoro lo troviamo nei quadri di maestri come De Chirico, Gottuso, Marinetti e nella reclame liberty dei primi anni del '900, oltre che nella letteratura. Una bella rivincita, non c'è che dire. Orazio Cappellari

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La piscina centro di addestramento per la Protezione civile (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La piscina centro di addestramento per la Protezione civile Martedì 24 Marzo 2009, Motta di Livenza (g.r.) La piscina di Motta come centro addestrativo della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia. La direzione della struttura ha infatti intrapreso con Protezione Civile un progetto a livello regionale. Infatti è in pieno svolgimento nella piscina comunale di Motta il primo corso di auto-protezione in ambiente acquatico per i bambini della scuola media organizzato dal Centro Europeo Formazione Sicurezza Acquatica della Gymnasium Pordenone. Ventuno ragazzi della Scuola Media di Azzano Decimo, in provincia di Pordenone, proprio in questi giorni stanno sostenendo settimanalmente in piscina un addestramento che ha come obbiettivi la formazione sui rischi e pericoli degli ambienti acquatici naturali e alluvionali al fine di evitarli, lo sviluppo delle abilità di autosalvamento in acqua in caso di caduta accidentale. Secondo un recentissimo rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'Unicef infatti, l'annegamento rappresenta la seconda causa di morte accidentale al mondo per i ragazzi sotto i 16 anni dopo gli incidenti stradali. Oltre la metà di queste vittime sono ragazzi con buone capacità natatorie. Coordinato dal Centro Studi e Formazione Gymnasium è attivo da diversi anni il Centro Europeo Formazione Sicurezza Acquatica formato da istruttori specialisti nel soccorso in ambiente acquatico naturale, nell'insegnamento del nuoto e nello sviluppo di protocolli didattici di autoprotezione in acqua per la scuola dell'obbligo. Il Cefsa Gymnasium, da qualche tempo operativo anche nella piscina di Motta, è la struttura addestrativa acquatica della Protezione Civile del Friuli Venezia Giulia, svolge corsi con reparti operativi dell'esercito e di pubblica sicurezza e collabora ormai da anni con i soccorritori acquatici dei Vigili del Fuoco. La piscina di Motta è una struttura da 1.800 metri quadri coperti con due le vasche. La prima è quella da 325 metri quadri, 25 metri di lunghezza con 6 corsie; accanto c'è anche una piscina per i più piccoli da 90 metri quadri. L'altezza misura 7,2 metri, mentre il lotto su cui insiste la piscina è di 10mila metri quadri. Un centinaio i posti a sedere nella piccola tribuna accanto alla piscina.

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AIDS/FAMIGLIA CRISTIANA:NEFANDEZZA PARACADUTARE CONDOM A PIOGGIA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Aids/Famiglia Cristiana:Nefandezza paracadutare condom a pioggia di Apcom Così si vogliono mettere coscienza a posto -->Roma, 24 mar. (Apcom) - Il viaggio del Papa in Africa aveva lo scopo di consegnare il documento dei vescovi in preparazione al Sinodo di ottobre. "Forse, dovrebbero leggerlo per primi tutti coloro che, nel nome di una globalizzazione tragica, operano autentiche nefandezze, depredando l'Africa delle sue ricchezze. Sono gli stessi che paracadutano milioni di preservativi, a pioggia, illusi d'aver trovato la scorciatoia per debellare l'Aids. E per mettersi a posto la coscienza". Lo scrive 'Famiglia Cristiana', nell'editoriale d'apertura del numero in edicola questa settimana, ritornando sulla visita del Papa in Africa, "l'unico autorevole difensore del continente africano presso il resto del mondo. Ma attenzione: non dei Governi africani, per lo più corrotti - scrive il giornale dei Paolini - ma dei popoli africani". "Preoccupazioni diplomatiche?" si chiede il settimanale paolino. "Nessuna, perché l'unico riferimento è il Vangelo". Tornando sulle polemiche successive alle dichiarazioni del Papa sull'uso del preservativo, 'Famiglia Cristiana' osserva: "Intellettuali e politici di tutto il mondo hanno gridato allo scandalo, hanno dato del 'leggermente folle' al Papa, perché ha osato mettere in dubbio che il profilattico sia la soluzione di tutti i mali. Davvero - si chiede il settimanale - non c'è dietro la sollecitazione delle multinazionali del condom? Domanda legittima, anche perché i medici del Camerun e dell'Angola ritengono sia meglio abbassare il prezzo del cibo che quello dei profilattici. Lo stesso vale per le cure, che non ci sono".

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TIBET/DALAI LAMA BANDITO DA SUDAFRICA FINO A MONDIALI 2010-PUNTO- (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tibet/Dalai Lama bandito da Sudafrica fino a Mondiali 2010-punto- di Apcom E organizzatori annullano conferenza su calcio e pace mondiale -->Johannesburg, 24 mar. (Apcom) - La questione tibetana torna a dividere il mondo. Il governo sudafricano non ha alcuna intenzione di concedere il visto al Dalai Lama prima dei Mondiali di Calcio 2010. Domenica Pretoria ha annunciato di aver negato l'entrata nel paese al leader spirituale tibetano, chiamato come molti altri premi Nobel a partecipare a una conferenza di pace e calcio a Johannesburgh, sollevando vive proteste e obbligando gli organizzatori a rinviare l'evento. A organizzare la conferenza di venerdì sono i funzionari di calcio sudafricani, in vista dei primi Mondiali di calcio in Africa. Ma, come è già accaduto alle Olimpiadi di Pechino, la questione tibetana invade il campo dello sport. Il portavoce del presidente sudafricano Kgalema Motlanthe, ha precisato ad Ap che il governo non rilascerà alcun visto al Dalai Lama prima del mega evento calcistico: "No, non lo faremo", ha detto senza aggiungere commenti. Ieri Pretoria aveva ammesso di aver rifiutato il visto al leader spirituale dei tibetani "nel nome dell'interesse nazionale". Venerdì 27 marzo il 14esimo Dalai Lama era atteso alla conferenza a Johannesburg assieme ad altri Premi Nobel. Il comitato Nobel per la pace e due Premio Nobel sudafricani, Desmond Tutu e Frederik de Klerk, avevano già annunciato l'intenzione di boicottare l'incontro, se il Sudafrica, che ospiterà la Coppa del Mondo l'anno prossimo, non avesse cambiato idea. Così non è stato. Sono gli organizzatori che hanno deciso "nell'interesse della pace", di rinviare la conferenza sulla pace in Sudafrica", ha dichiarato alla stampa il presidente Irvin Khoza, uno dei responsabili locali dei Mondiali 2010. Oggi la Cina era tornata ad attaccare il Dalai Lama e a elogiare la decisione di Pretoria di non concedere il visto al leader buddista tibetano. A una domanda di un giornalista, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Qin Gang ha replicato che sempre più paesi cominciano ad abbracciare la causa cinese, secondo la quale il 14esimo Dalai Lama Tenzin Gyatso usa la religione come pretesto per ottenere l'indipendenza della regione himalayana. Secondo alcuni ambienti governativi sudafricani, il Paese ha chiuso le porte al leader tibetano per non mettere a rischio i rapporti con la Cina. Non a caso il Sudafrica è uno dei principali partner commerciali cinesi nel continente africano, tanto da rappresentate il 20,8% degli scambi di Pechino con l'Africa.

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VITI: â IL SUD DEVE COORDINARE LE SCELTE IN AGRICOLTURAâ (sezione: Globalizzazione)

( da "Basilicanet.it" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

VITI: â??IL SUD DEVE COORDINARE LE SCELTE IN AGRICOLTURAâ? 24/03/2009 17.08.02 [Basilicata] â??Lâ??ampiezza della crisi internazionale sta portando a nuovi disegni delle strategie in economia nelle quali il Mezzogiorno dâ??Italia deve necessariamente inserire il settore primarioâ?. Lo ha affermato lâ??assessore regionale allâ??Agricoltura, Vincenzo Viti, intervenendo stamani a Melfi ai lavori del Coordinamento meridionale degli assessori provinciali allâ??Agricoltura. In apertura della sua relazione Viti ha fatto presente le priorità  che la Regione Basilicata sta perseguendo per sostenere i vari comparti a partire dal Psr 2007-2013, alla riforma della Governance, alla istituzione del Polo della Ricerca scientifica nel Metapontino fino al sostegno al credito per le aziende. Passando poi alle proposte tese a coordinare una serie di iniziative che vedano coinvolte le regioni del Sud, lâ??assessore Viti si è¨ detto convinto che la trasversalità  dellâ??agricoltura deve necessariamente integrasi in unâ??ampia progettualità  con il turismo, il paesaggio, la cultura. In tale quadro, alla luce del federalismo ma anche della globalizzazione, lâ??esponente del Governo regionale ha affermato â??la necessità  di sostenere con adeguate e organiche politiche di supporto le imprese agricole del Sud Italia sui mercati nazionali ed esteri. A tal fine la strategia meridionalista deve prevedere funzioni di centrali di coordinamento ossia di un raccordo unitario fra i vari sistemi locali così¬ da restituire al Meridione una più¹ matura soggettualità  politica ed una capacità  di interlocuzione. La tesi -ha continuato Viti- è¨ che nella globalizzazione conta e vince lâ??efficienza dei sistemi economico- sociali integrati. Occorrono pertanto scelte combinate tese a dare al Mezzogiorno una sua effettiva capacità  di ripensarsi, riprogettarsi e ridefinirsi come soggetto economico in grado di confrontarsi sia su scala mediterranea, sia su quella più¹ ampia europea e mondialeâ?. Il Coordinamento degli assessori, in chiusura, ha approvato un documento condiviso che sarà  oggetto di discussione con Governo e Parlamento. (bas - 04)

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Cina propone super-moneta, Tesoro Usa e Fed dicono no (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. EST - Cina propone super-moneta, Tesoro Usa e Fed dicono no Roma, 24 mar (Velino) - Una moneta unica mondiale gestita dal Fondo monetario internazionale. è la proposta avanzata in una relazione dal governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, secondo il quale tra le ragioni principali della crisi economica globale è l?essersi affidati troppo alla moneta di un singolo paese. Proposta però che il numero uno del Tesoro americano e il presidente della Fed bocciano senza appello. La relazione è stata insolitamente pubblicata in inglese, oltre che in cinese. Segno che il governo di Pechino ne ha voluto dare risalto internazionale alla vigilia del G20, il vertice economico di Londra che si apre il 2 aprile. “La crisi richiede una riforma creativa del sistema monetario globale che vada verso una valuta di riserva internazionale”, osserva Zhou. Tale valuta dovrebbe essere utilizzata per tutte le principali attività commerciali, dagli investimenti alle materie prime fino alla stesura dei bilanci delle corporation. Si tratta evidentemente di un?offensiva contro il dollaro. Pechino ha infatti enormi crediti nei confronti degli Stati Uniti e soprattutto il dollaro è la valuta con cui accumula le proprie riserve straniere. Per questo il premier cinese Wen Jiabao ha più volte diffidato Washington dall?intraprendere misure anticrisi che erodano il valore del biglietto verde. La nuova valuta, secondo la relazione di Zhou, dovrebbe essere basata sulle quote detenute dai 185 paesi che aderiscono al Fmi, note come Sdr (Special drawing rights). Non è la prima volta che viene proposta la creazione di una valuta internazionale nuova. Lo hanno fatto già numerosi economisti indipendenti convinti della necessità che il mondo non si affidi più al dollaro. L?operazione richiederebbe tuttavia molto tempo e incontrerebbe molte resistenze dato che molti paesi si sono basati sulla valuta statunitense per decenni e detengono tuttora grandi quantità di dollari. Secondo Zhou “una valuta di riserva sovranazionale gestita da istituzioni globali potrebbe essere usata per creare e controllare la liquidità globale. Ciò ridurrebbe in maniera significativa i rischi di una nuova crisi in futuro e potenzierebbe la capacità di risposta della comunità internazionale a eventuali nuove turbolenze finanziarie”. Il governatore della Banca centrale cinese chiede anche che venga modificato il criterio con cui viene determinato l?Sdr, attualmente stabilito dal valore di quattro valute: dollaro, euro, sterlina inglese e yen: “Il paniere di valute che formano la base della determinazione dell?Sdr dovrebbe essere espanso per includere le valute di tutte le economie maggiori. La distribuzione dell?Sdr, inoltre, dovrebbe essere deviata da un sistema di puro calcolo a uno sostenuto da asset reali, come una cassa comune, per stimolare la fiducia dei mercati nel suo valore”. La risposta di Washington alla proposta cinese non si è fatta attendere: il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, e il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, durante un'audizione alla Commissione servizi finanziari della Camera dei rappresentanti, hanno respinto senza appello l'ipotesi di una moneta unica globale. (Giampiero De Andreis) 24 mar 2009 17:45

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Pena di morte, Cina maglia nera. E in Europa... pag.1 (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pena di morte/ Amnesty: si muore anche in Europa Martedí 24.03.2009 08:24 Ad esempio, in Giappone l'ordine d'impiccagione viene notificato ai prigionieri la mattina stessa dell'esecuzione, mentre i familiari sono informati solo dopo che questa ha avuto luogo. "La pena capitale non è solo un atto ma un processo, consentito dalla legge, di terrore fisico e psicologico che culmina con un omicidio commesso dallo Stato", ha denunciato Khan, "a tutto questo dev'essere posta fine". Se è vero che la maggior parte dei Paesi del mondo si sta avvicinando all'abolizione (solo 25 dei 59 Stati che la mantengono hanno eseguito condanne), Amnesty ammonisce che centinaia e centinaia di condanne continuano a essere emesse. Questi progressi sono stati sminuiti dalla ripresa delle esecuzioni a Saint Christopher e Nevis (le prime nel continente americano dal 2003, Usa esclusi) e dalla reintroduzione della pena di morte in Liberia per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento. "La buona notizia è che le esecuzioni hanno luogo in un piccolo numero di Paesi", ha aggiunto Khan, "questo dimostra che stiamo facendo passi avanti verso un mondo libero dalla pena di morte". Il maggior numero di esecuzioni nel 2008 è stato riscontrato in Asia, dove 11 Stati continuano a ricorrere alla pena di morte: Afghanistan, Bangladesh, Cina, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam. < < pagina precedente pagina successiva >>

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Cina, "internet è libera". Ma YouTube è censurato (sezione: Globalizzazione)

( da "Affari Italiani (Online)" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

MediaTech Cina/ "Il Governo non ha paura di internet". Ma YouTube è di nuovo oscurato Martedí 24.03.2009 17:09 La Cina non ha paura di internet, ha assicurato il suo ministero degli Esteri, ma YouTube è di nuovo inaccessibile ai visitatori cinesi dalla tarda serata di lunedì: la pagina iniziale del popolare sito non si apre oppure invia un messaggio di errore, tanto a Pechino, a Shanghai e in altre città del Paese. Esattamente come in altre occasioni, il governo cinese non ha spiegato le ragioni del blocco, che arriva dopo che la marina statunitense ha 'postato' sul sito di video-sharing i filmati sull'incidente, avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra Usa. Sollecitao sulle ragioni del blocco, il portavoce del ministero degli Esteri ha ribadito che la Costituzione afferma "chiaramente la libertà d'espressione", ma stabilisce alcuni limiti "attingendo alle esperienze di Paesi come gli Usa e il Regno Unito". "Molte persone - ha poi aggiunto - hanno la falsa impressione che il governo cinese tema internet", ma la cifra degli internauti cinesi (300 milioni, la comunità di utenti più grande del mondo) dimostra "che è esattamente l'opposto". tags: cina youtube

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YouTube oscurato in Cina. "Ma non temete, la nostra è la web-community più grande al mondo" (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0924 YouTube oscurato in Cina. "Ma non temete, la nostra è la web-community più grande al mondo" Pubblicato da Joshua Evangelista alle 17:50 in Libertà di espressione, Web/Tech Uno dei 300 milioni di internauti cinesi, dopo 12 ore in una fabbrica di Shangai, torna a casa e decide di connettersi ad internet. Facciamo finta che voglia vedere uno spezzone del suo film preferito, Shaolin Soccer (inguardabile, ma questo è il mio modestissimo parere). Vuole vedere una scena in particolare. Digita l'indirizzo di YouTube e... magia! La pagina iniziale del sito non si apre, oppure compare un messaggio di errore. A Shangai, come a Pechino, Macao, Nanchino e in altre città del Paese. Motivazioni dell'oscuramento? Per ora non ci sono comunicati. Il tutto è iniziato ieri sera. Due i video che potrebbero avere a che fare con la decisione del governo: il primo è stato postato dalla marina degli Usa e riprende l'incidente, avvenuto nel Mare del Sud della Cina, tra otto pescherecci cinesi e una nave da guerra americana. Il secondo, molto più eclatante e riportato dalla Bbc, mostra centinaia di soldati mentre picchiano e bastonano dei monaci e dei tibetani indifesi. Le uniche dichiarazioni a riguardo sono quelle del portavoce del ministro degli Esteri cinese: "La Costituzione afferma chiaramente la libertà d'espressione", ma stabilisce alcuni limiti "attingendo alle esperienze di Paesi come gli Usa e il Regno Unito. Molte persone hanno la falsa impressione che il governo cinese tema Internet, ma le cifre dei fruitori cinesi di Internet dimostrano che è esattamente l'opposto". Caro portavoce, ci spiega per cortesia quali sono questi limiti? E inoltre, questo cosa avrebbe a che fare con le cifre degli internauti? Non mi sembra tanto eclatante che il paese più popoloso del globo sia anche quello con più utenti telematici.

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Bernanke,Geithner contrari a lasciare dollaro per moneta globale (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON (Reuters) - Il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, e il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, hanno respinto l'idea che l'economia mondiale adotti una moneta globale. Nel corso di un'audizione al Congresso, la senatrice repubblicana del Minnesota, Michele Bachmann, ha chiesto a Geithner: "rinuncerebbe categoricamente al fatto che gli Stati Uniti si allontanino dal dollaro per andare verso una moneta globale, come suggerito da Cina e Russia?". Sia Geithner sia Bernanke hanno risposto affermantivamente. Ieri il governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, aveva detto che l'Sdr creato dal Fondo monetario internazionale (Special drawing right) potrebbe diventare una valuta globale a seguito di una profonda riforma del sistema finanziario necessaria per uscire dalla crisi attuale.

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Il fine è sempre l'abolizione (sezione: Globalizzazione)

( da "AprileOnline.info" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il fine è sempre l'abolizione Virginia Solazzo*, 24 marzo 2009, 18:35 Pena di morte Con l'adozione da parte dell'Onu di una seconda risoluzione, nel dicembre 2008, per una moratoria, il mondo ha fatto importanti passi avanti. Ma l'obiettivo resta sempre quello di fermare la mano del boia in modo definitivo. Lo ricorda Amnesty nella presentazione del suo dossier Con l'adozione da parte dell'Assemblea generale dell'Onu di una seconda risoluzione, nel dicembre 2008, per una moratoria sulla pena capitale, il mondo ha fatto importanti passi avanti verso l'abolizione della pena capitale. Oggi in due terzi del pianeta non vi si ricorre più e questo dimostra l'accresciuta consapevolezza che è una punizione estrema e inconciliabile con il rispetto dei diritti umani. Nonostante questi sviluppi positivi, il traguardo di un mondo libero dalla pena capitale è ancora lontano. Nel suo rapporto "Condanne a morte ed esecuzioni nel 2008", Amnesty International ha sì documentato che solo 25 dei 59 paesi mantenitori hanno eseguito condanne nello scorso anno, ma ha anche denunciato che tra gennaio e dicembre sono state messe a morte almeno 2390 persone ed emesse almeno 8864 condanne alla pena capitale in 52 paesi. Amnesty International ha riscontrato in Asia il maggior numero di esecuzioni: nella sola Cina, che insieme ad Afghanistan, Bangladesh, Corea del Nord, Giappone, Indonesia, Malaysia, Mongolia, Pakistan, Singapore e Vietnam ricorrere alla pena di morte, hanno avuto luogo 1718 esecuzioni. Il secondo maggior numero, 508, è stato registrato nell'area Africa del Nord - Medio Oriente: tra le 346 persone messe a morte in Iran, con metodi quali l'impiccagione e la lapidazione, anche otto minorenni al momento del reato. In Arabia Saudita, le esecuzioni sono state almeno 102, solitamente tramite decapitazione pubblica seguita, in alcuni casi, dalla crocifissione. Nel continente americano solo gli Usa sono ricorsi con regolarità alla pena di morte, con 37 esecuzioni; l'unico altro paese in cui sono state eseguite condanne a morte è stato Saint Christopher e Nevis, il primo dell'area caraibica ad aver ripreso le esecuzioni dal 2003. L'Europa sarebbe una zona libera dalla pena di morte se non fosse per la Bielorussia, dove le condanne vengono eseguite con un colpo di pistola alla nuca. Passi positivi ha fatto registrare l'Africa sub-sahariana, dove sono state eseguite solo due condanne a morte, anche se le sentenze capitali emesse sono state almeno 362, e la Liberia ha reintrodotto la pena capitale per i reati di rapina, terrorismo e dirottamento. In linea con gli anni precedenti, numerose condanne a morte sono state emesse al termine di processi iniqui, spesso basati su confessioni estorte con la tortura. In alcuni stati, quali Bielorussia, Mongolia e Corea del Nord, le condanne sono eseguite in assoluta segretezza e senza alcuna trasparenza; in altri, come il Giappone, i detenuti sono sottoposti a condizioni di detenzione particolarmente dure e vengono informati dell'esecuzione poche ore prima di essere messi a morte. Il Rapporto di Amnesty International dimostra ancora una volta che la pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante, che viola il diritto alla vita, che comporta l'elevato rischio di mettere a morte degli innocenti. è una violazione dei diritti umani, non ha alcun effetto deterrente e il suo sproporzionato contro persone povere, emarginate e oppositori politici costituisce un grave atto di discriminazione. Amnesty International chiede ancora una volta al mondo di combattere la pena capitale, di fare pressioni su Cina, Iran, Arabia Saudita, Pakistan e Stati Uniti d'America, i cinque paesi che hanno fatto registrare il 93 per cento delle esecuzioni su scala mondiale nel 2008, affinché si possa finalmente non dover più parlare di decapitazioni, sedie elettriche, impiccagioni, iniezioni letali, fucilazioni e lapidazioni. *Ufficio Comunicazione Sezione Italiana Amnesty International

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BERNANKE,GEITHNER CONTRARI A LASCIARE DOLLARO PER MONETA GLOBALE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bernanke,Geithner contrari a lasciare dollaro per moneta globale -->WASHINGTON (Reuters) - Il segretario del Tesoro Usa, Timothy Geithner, e il governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, hanno respinto l'idea che l'economia mondiale adotti una moneta globale. Nel corso di un'audizione al Congresso, la senatrice repubblicana del Minnesota, Michele Bachmann, ha chiesto a Geithner: "rinuncerebbe categoricamente al fatto che gli Stati Uniti si allontanino dal dollaro per andare verso una moneta globale, come suggerito da Cina e Russia?". Sia Geithner sia Bernanke hanno risposto affermantivamente. Ieri il governatore della Banca centrale cinese, Zhou Xiaochuan, aveva detto che l'Sdr creato dal Fondo monetario internazionale (Special drawing right) potrebbe diventare una valuta globale a seguito di una profonda riforma del sistema finanziario necessaria per uscire dalla crisi attuale.

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Speciale Che tempo che fa: mercoledì sera su Raitre oltre due ore con Roberto Saviano, David Grossman e Paul Auster ospiti di Fabio Fazio (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mar 0924 Speciale Che tempo che fa: mercoledì sera su Raitre oltre due ore con Roberto Saviano, David Grossman e Paul Auster ospiti di Fabio Fazio Pubblicato da Fabio Traversa alle 20:15 in Occhio al dettaglio, Personaggi, Rumors, Varietà Nuovo appuntamento con gli speciali di Che tempo che fa (voto: 7) in prima serata. Dopo gli appuntamenti con Andrea Bocelli e su Fabrizio De Andrè mercoledì sera Fabio Fazio (7) dedica la trasmissione in onda dalle 21.10 alle 23, su Raitre, a Roberto Saviano. Due ore in compagnia del giovane scrittore napoletano che vive sotto scorta dal 13 ottobre del 2006 e che pure trova il coraggio di portare avanti la propria battaglia a favore della legalità contro i clan camorristici della Campania. Tutta la serata sarà incentrata sulla letteratura. Si partirà naturalmente da Gomorra, il best seller di cui Saviano è autore, in libreria dal maggio 2006 e sempre in testa nelle classifiche di vendita con due milioni di copie vendute in Italia, traduzioni in 50 paesi, un vero e proprio caso letterario in tutto il mondo con tre milioni e mezzo di copie diffuse dall'Australia all'Islanda, dalla Cina all'Arabia Saudita. In studio, accanto a Fazio ed a Saviano, ci sarà anche Paul Aster, l'autore della Trilogia di New York, scrittore di culto della letteratura americana contemporanea. E sarà presente anche David Grossman, scrittore e saggista israeliano tra i più ascoltati, noto per il suo impegno a favore di una risoluzione pacifica della questione israeliano-palestinese basata sul dialogo e la conoscenza. Sempre imegnato in articoli e saggi che suscitano sempre un grande interesse all'estero ed accese polemiche in Patria. Due i personaggi in collegamento: da Londra Misha Glenny, autore di McMafia (bestseller internazionale, tradotto in 30 lingue, che racconta di una nuova mafia che non conosce confini e nazionalità e cresce parallelamente alla globalizzazione), e da New York Suketu Mehta, autore di Maximum City (un ritratto della moderna Bombay) che parlerà delle connessioni internazionali della malavita organizzata e della sua globalizzazione. In studio anche Antonio Albanese (8) nelle vesti di Cetto La Qualunque. Da non perdere.

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La realpolitik vince sul Dalai Lama (sezione: Globalizzazione)

( da "AprileOnline.info" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

La realpolitik vince sul Dalai Lama Manuela Bianchi, 24 marzo 2009, 19:14 Sudafrica La conferenza sulla pace che si doveva tenere a Johannesburgh venerdì prossimo è stata rinviata dagli organizzatori a data da destinarsi a causa della decisione del governo di non dare il visto al leader spirituale tibetano Come già in occasione delle Olimpiadi di Pechino, la questione tibetana torna a farsi sentire in ambito sportivo mondiale. I funzionari di calcio del Sudafrica, il paese che ospiterà la Coppa del Mondo del 2010, avevano organizzato per il prossimo venerdì una conferenza a Johannesburg sul tema del calcio come strumento contro la xenofobia e il razzismo in vista del mega-evento, ma dei vari Premi Nobel invitati a partecipare uno si è visto negare da Pretoria, la scorsa domenica, il visto d'ingresso nel Paese. Si tratta del Dalai Lama la cui presenza, secondo il governo sudafricano, "non è nell'interesse" del Paese. "Il mondo guarda al Sudafrica come nazione ospite dei Mondiali - ha dichiarato il portavoce del presidente Kgalema Motlanthe, Thabo Masebe - e non vogliamo che altre cose distolgano l'attenzione. La presenza del Dalai Lama avrebbe invece portato altri temi alla ribalta " . Legata alla figura del leader spirituale è la questione tibetana con tutto ciò che ne consegue in termini di consenso internazionale verso la Cina, che guarda caso è il maggiore partner commerciale del Sudafrica in territorio africano. Dunque Pretoria ha tutto l'interesse a mantenere ottimi rapporti col gigante asiatico che ha più volte dichiarato "l'assoluta contrarietà" di Pechino a qualsiasi contatto tra governi stranieri e il Dalai Lama o a che gli vengano offerte "tribune per le sue attività separatiste". La decisione di Pretoria ha scatenato le reazioni del comitato Nobel per la pace che ha commentato "E' impossibile per noi prendere parte a un evento nel quale una delle principali personalità non ha ottenuto il permesso di entrare nel Paese", a cui hanno fatto eco i due premi Nobel sudafricani, il vescovo anglicano Desmond Tutu che ha dichiarato "se il Dalai Lama non c'è, allora non vado nemmeno io" e l'ex presidente Frederik de Klerk che aveva già annunciato l'intenzione di boicottare l'incontro del 27 marzo se il Sudafrica non avesse cambiato idea. Ma la realpolitik ha prevalso nella decisione di Pretoria che ha ribadito attraverso il portavoce "Ci atterremo alla nostra decisione. Nulla cambierà. Il Dalai Lama non sarà invitato in Sudafrica" aggiungendo che se ne riparlerà solo a Mondiali finiti. E' di oggi la notizia che l'incontro di venerdì non si terrà più, come annunciato da Irvin Khoza, presidente del Comitato organizzatore di Sudafrica 2010, che ha precisato "Abbiamo deciso di rinviare la conferenza di pace fino a ulteriore avviso", cioè fino a quando tutti gli invitati saranno messi nella condizione di partecipare. La Cina è soddisfatta della posizione assunta da Pretoria e fa sapere attraverso il portavoce del ministero degli esteri, Qin Gang, che sono sempre di più i paesi che abbracciano la tesi cinese che il Dalai Lama usa la religione per ottenere l'indipendenza del Tibet. Ma i media locali ritengono che Pechino abbia esercitato pressioni sul governo sudafricano forte del suo ruolo di investitore e partner commerciale irrinunciabile.

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AUTO: MARCHIONNE, "IL PEGGIO E' PASSATO" (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-03-2009)

Argomenti: Cina Usa

AUTO: MARCHIONNE, "IL PEGGIO E' PASSATO" di WSI - Il Sole 24 Ore La ripresa partira' negli Usa nella seconda meta' del 2009. Seguiranno Asia ed Europa. Previsto un miglioramento delle vendite a marzo grazie agli incentivi statali... -->«È partito il processo di risanamento. Il peggio della crisi è passato a livello economico e globale, poi ci sono le conseguenze. Passata la tempesta, bisogna ripulire. Prima cercavamo di individuare la ferita. Ora l'abbiamo trovata». Vede la luce in fondo al tunnel Sergio Marchionne, numero uno del gruppo Fiat, al termine dell'assemblea degli azionisti della società svizzera Sgs, di cui è presidente. «Nella seconda metà del 2009 - spiega a Radiocor - si comincerà a vedere qualcosa negli Usa. Poi in Asia e infine in Europa, che è più lenta» dove si vedrà quindi «qualcosa non prima di fine 2009» ha indicato Marchionne. Tempi lunghi per i progetti in Cina «Fino a quando la domanda non si stabilizza, non si può parlare» dei progetti di Fiat in Cina. Così l'a.d. del gruppo torinese, Sergio Marchionne, spiega la strategia del Lingotto nel paese asiatico. «Abbiamo deciso in maniera intelligente di allungare un pò i tempi», ha aggiunto senza precisare se il nuovo partner di Fiat nel Paese sarà Guangzhou Automobile dopo l'annuncio del congelamento dei colloqui con Chery. «Parliamo con tutti, non so come dirlo. Parliamo veramente con tutti» ha sottolineato. A Marzo miglioramento sostanziale grazie agli incentivi L'andamento di gruppo sul mercato italiano a marzo vedrà «un miglioramento sostanziale per quota e volumi rispetto a febbraio ma anche rispetto al marzo 2007». Secondo l'a.d. del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, sono risultati dovuti agli incentivi. «Sapevamo - ha detto - che avrebbero spronato la domanda e ora cominciamo a vedere i risultati. Copyright © Il Sole 24 Ore. All rights reserved

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