CENACOLO
DEI COGITANTI |
Nuoto Il bronzo di Beatrice,
una prima assoluta ( da "Giornale di Brescia" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Davanti alle due
italiane, si sono piazzate le cinesi Guo /Wu con 342.90. Terze le russe Julia
Pakhalina e Anastasia Pozdniakova (305.49). La finale è in programma oggi. In
serata la Nazionale femminile di pallanuoto ha battuto la Cina 11-10 e si è
qualificata per la fase successiva del torneo.
Il Setterosa batte la Cina e va
agli ottavi ( da "Tempo, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: stampa Pallanuoto Il
Setterosa batte la Cina e va agli ottavi Nella gara conclusiva della prima fase
del torneo femminile, il Setterosa si è imposto di misura sulla Cina,
battendola 11-10. L'Italia si è aggiudicato un match equilibrato (ma non bello)
e dal risultato sempre in bilico, deciso dalla migliore vena azzurra in superiorità
numerica.
Giugno, consumi in ripresa (
da "Italia Oggi"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: con la Cina in
evidenza. Secondo quanto evidenziato dall'indagine congiunturale della
Fondazione Altagamma, per il bimestre maggio-giugno 2009, le previsioni sul
breve periodo sembrano accreditare l'ipotesi che il peggio sia ormai alle
spalle.L'Italia ha registrato, soprattutto a maggio, un calo rispetto agli
stessi mesi del 2008 e così pure ha reagito l'
due le incognite dietro la
ripresa ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Negli Usa, dove la
crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta
mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama e dei democratici. La Cina
ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta mondiale, ma anche qui
gli ostacoli tecnici e politici sono enormi.
Parla di frontiere aperte,
Barack Obama. Ma il Nuovo Inizio del presidente Usa deve fare... (
da "Unita, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: era della
globalizzazione. Muri che raccontano di una politica che abdica a se stessa e
che delega il futuro ai teorici di «guerre preventive», ai sostenitori di una
democrazia esportata con la forza, agli esegeti di un Occidente opulento che
deve difendersi da eserciti di senza speranza, da masse di diseredati che
cercano di fuggire da realtà invivibili,
Temiamo per la vita di San Suu
Kyi ( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: credo siano importanti
iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di
pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino
ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così via.
L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo.
Il processo a Aung San Suu Kyi
sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe avviare la f... (
da "Unita, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: credo siano importanti
iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di
pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100
sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così
via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo.
Adelizzi sul podio nel sincro (
da "Eco di Bergamo, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: PALLANUOTO: SETTEROSA
AGLI OTTAVI L'Italia ha battuto la Cina 11-10 nella terza e ultima partita del
girone eliminatorio del torneo di pallanuoto femminile. Agli ottavi le azzurre
affronteranno domani la Grecia. 24/07/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
Cleri, niente bronzo Setterosa
agli ottavi ( da "Giornale.it, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: RISULTATI Pallanuoto
femminile Italia-Cina 11-10: setterosa secondo e qualificato agli ottavi,
domani incontra la Grecia. PROGRAMMA Tuffi: ore 15.45 finale 3 metri sincro
donne (Cagnotto-Dallapè); sincronizzato ore 11 finale duo libero
(Adelizzi-Lapi) e ore 17 preliminari libero a squadre (Italia);
A Pechino non conviene sparare
sul dollaro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: durante la sua prima
visita ufficiale in Cina, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Tim
Geithner, tenne un discorso all'università di Pechino. Al termine del quale
insistette sul fatto che gli Usa restano a favore di una politica del dollaro
forte, inaugurata ormai quasi due decenni fa dal mentore e predecessore di
Geithner, Bob Rubin,
La lunga marcia dello yuan sul
dollaro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di cui la Cina è
diventata di recente il principale partner. In privato, molti imprenditori
brasiliani, forti esportatori in Cina, hanno suggerito a Lula di lasciar
perdere questa iniziativa. Non sanno che farsene di esser pagati in yuan, una
moneta non convertibile, sottoposta a pesanti controlli sui movimenti di
capitale e che dovrebbero comunque "
Le tre sfide di Copenhagen (
da "Manifesto, Il"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma anche di non voler
chiedere alla Cina di prendere, quantificandoli, impegni precisi. Una mossa
diplomatica in linea con il rifiuto da parte degli Usa di addivenire ad un
accordo mondiale su obiettivi quantitativi precisi di riduzione delle emissioni
di C0². Sempre a Bonn, Cina, India, Brasile e l'Africa del Sud hanno ripetuto,
non senza ragione,
La Cina bacchetta gli Usa sul
debito ( da "Finanza.com" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La Cina bacchetta gli
Usa sul debito (23 Luglio 2009 - 07:59) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24
Ore: La Cina vuole la stabilità del dollaro e per questo non manca di
"avvertire" gli Stati Uniti in vista del vertice bilaterale in
programma a Washington lunedì e martedì prossimo.
Silvio Garattini Si continua a
parlare di influenza A H1N1 in modo confuso e contraddittorio crea... (
da "Mattino, Il (Benevento)"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La globalizzazione
determina quindi anche la diffusione delle malattie infettive. Non c'è più
spazio per l'idea che ciò che avviene nei Paesi in via di sviluppo non finisca
per interessare anche i Paesi industrializzati. Una ragione in più per non
dilazionare ulteriormente un piano efficace per distribuire le risorse
disponibili in modo più equo in tutte le parti del mondo.
Usa-Mondo Il cocktail è servito (
da "Rinascita Online"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: controllo della
globalizzazione?. Alla domanda chiave sul metodo da adottare per esorcizzare in
auspicabili (sic) ritorni alla sovranità nazionale e alla libertà dei popoli di
scegliere il proprio destino, rispose, a San Francisco, Zbignew Brzezinski. La
sua testuale proposta fu quella di utilizzare il ?
Crisi e globalizzazione
un'emergenza sociale ( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globalizzazione
virtuosa" - dal volto umano - è la richiesta formulata nel "Manifesto
di Venezia per la regolazione della globalizzazione economica", approvato
dal simposio dell'Eiuc. Ne sono firmatari i professori di Ca' Foscari Adalberto
Perulli (diritto del lavoro) e Fabrizio Marrella (diritto commerciale
internazionale)
Fiera del mais al via tra molte
novità ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: agosto il Palazzon
ospita altri due convegni: "Mais: prove di filiera" (ore 10) e
"L'uovo e la polenta nell'alimentazione" (ore 19) con la
presentazione del libro "Il gusto del delitto". Ultimo convegno
domenica 2 agosto, sempre a palazzo Pepoli, alle 10, "Globalizzazione,
localismo, glocalismo: fra problemi ed opportunità". Francesco Romani
Ecco a voi un libro che indaga
le abitudini, anzi le "nuove abitudini" degli italiani, ma si
potrebb... ( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma soprattutto i tenori
di vita che costituiscono la formula del nuovo shopping
"globalizzato". Siamo di fronte ad un vero e proprio saggio che
dimostra il mutamento socio-antropologico e culturale di una massa di persone
che si riconosce nel centro commerciale, che lì ci vive, lì si riunisce, lì si
incontra invece che nel classico centro cittadino.
La terza medaglia di bronzo ai
mondiali di Roma è la più bella. La prima nella storia mond... (
da "Gazzettino, Il"
del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ieri sera nella
pallanuoto femminile l'Italia ha battuto la Cina (11-10), chiudendo il girone
al secondo posto. Stasera gli uomini devono battere la Macedonia per evitare
l'eliminazione dopo le sconfitte per un gol di scarto con Usa e Romania. Vanni
Zagnoli
Internet, la conoscenza come
risorsa condivisa ( da "Stampaweb, La" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: epoca di neoliberismo
globalizzato dell?informazione? Come evitare che il sistema della conoscenza
"utile" venga travolto dalla privatizzazione? Secondo questo volume -
che si avvale dei contributi di David Bollier, James Boyle, James C. Cox,
Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee,
Elinor Ostrom,
Altagamma: rallenta la crisi
dei luxury good ( da "fashionMagazine.it" del 24-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: eccezione dei mercati
orientali (Cina in primis), non sfugge a questo trend. Ma i dati del bimestre
maggio-giugno e le previsioni di breve periodo sembrano accreditare
un?inversione di tendenza (nella foto, il lusso interpretato da Blumarine).
L?indagine congiunturale realizzata dalla Fondazione Altagamma, nei due mesi
appena conclusi,
A Treviso Protezione civile
politicizzata ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: «A Treviso Protezione
civile politicizzata» Atalmi: il bando trasforma i volontari in pretoriani del
sindaco «A Treviso Protezione civile politicizzata». A lanciare l'accusa, sotto
forma di interrogazione, è il consigliere comunale dei Comunisti italiani Nicola
Atalmi.
Tra Mankell e Grisham (
da "Giornale di Brescia"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 800 miserabile e
oppresso in patria e schiavizzato negli Usa per costruire la ferrovia, approda
alla Cina di oggi dove uno spietato «neomandarino» usa il crimine per ottenere
potere e ricchezza. A far da investigatrice, una giudice svedese in gioventù
filomaoista come il marito e ora integrata. Mankell è nel Gotha del giallo
internazionale con i suoi romanzi in cui mystery,
L'esperienza insegna (
da "Milano Finanza"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: come conseguenza delle
misure più incisive prese in alcune di queste aree come Cina, India e Brasile.
Si ritiene che questo trend possa proseguire. Tra le aree sviluppate Usa e Uk
potrebbero essere favoriti.Piotti. Il mercato americano tra quelli sviluppati
ha le migliori chance, non appena gli stimoli fiscali inizieranno a rinvigorire
il sistema economico.
Qui New York, dove l'incubo è
(quasi) passato ( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: negli Usa si era
toccata una punta di 726 scuole chiuse contemporaneamente in vari Stati. Salvo
poi scoprire che tanti giovani studenti americani sono stati messi in
quarantena all'arrivo in Cina nelle ultime settimane. Nondimeno il Center for
desease control (Cdc) di Atlanta mostra nei suoi dati settimanali che i casi
accertati di H1N1 sono stati negli Usa finora oltre 40 mila,
Ma che bella estate (
da "Milano Finanza"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, dove la borsa
cinese dedicata ai soli investitori locali di Shanghai segna +12,40% (+62,53%),
mentre quella per gli stranieri (Hang Seng) +1,14% (+27,74%)I mercati si sono
mossi, come sempre, in anticipo consolidando una parte dei guadagni registrati
nei mesi precedenti in attesa di prendere posizione dopo la pubblicazione dei
dati soprattutto quelli delle trimestrali Usa.
Basta lussi, Toyota non finirà
come Gm E Akio riparte dalla filosofia del kaizen (
da "Borsa e Finanza"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina e altri mercati
emergenti, dove ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota.
Numeri che, evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa
lezione - commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha
scritto il libretto di istruzioni per il successo,
In un mite giorno del febbraio
scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ... (
da "Borsa e Finanza"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina e altri mercati
emergenti, dove ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota.
Numeri che, evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa
lezione - commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha
scritto il libretto di istruzioni per il successo,
Moneta unica in balìa del
dollaro ( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: India e Cina) nutrono
diffidenza. Da un lato, infatti, proseguono nel tentativo di mantenere le
proprie monete «sottovalutate» vendendo le divise nazionali e acquistando
dollari Usa, dall'altro si lamentano chiedendo a gran voce la sostituzione del
biglietto verde come valuta di riferimento internazionale.
Le principali motivazioni per
un profilo che cambia ( da "ItaliaOggi7" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: caratterizzato da
turbolenze globalizzate permanenti e discontinue. La terza motivazione: creare
opportunità di lavoro attraverso un percorso di professionalizzazione mirata.
Per i giovani laureati e per coloro che vogliono riorientare il proprio percorso».Per
Giancarlo Cerruti (Facoltà di Scienze Politiche di Torino), «tradizionalmente
la figura dell'
Una spinta a chi si mette
proprio ( da "ItaliaOggi7" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Più incisivo il Fondo
per la globalizzazione. Durata maggiore e tasso di intervento più alto per il
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Fem). Le modifiche che
interessano il fondo, operative fino al 31dicembre 2011, riguardano
l'innalzamento del tasso di intervento dal 50 al 65%, l'elevamento della durata
da 12 a 24 mesi,
Usa al test del pil trimestrale (
da "Borsa e Finanza"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Secondo fattore
confortante è il dato della crescita nel secondo trimestre 2009 della Cina, che
ha già rilasciato la statistica. L'attività economica è balzata a +7,9%,
superiore dunque al 7,7-7,8% stimato dagli economisti. E se il Drago riprende a
volare, anche dalle parti di Washington può tornare un po' di buonumore.
se la ripresa sarà a w (
da "Tirreno, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Negli USA, dove la
crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta
mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama. La Cina ha cautamente
suggerito di andare verso una nuova moneta mondiale. ma anche qui gli ostacoli
sono enormi.
Il gigante Russia poco europeo
ma vorace di spazio ( da "Riformista, Il" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La stretta di mano tra
Medvedev e Obama e la vicinanza alla Cina e all'India fanno comprendere come la
Russia abbia scelto di porsi «al di fuori» dell'Europa, «consolidando - come
scrive l'autore - una sua identità e collocazione politico-valoriale nel
sistema europeo internazionale al di fuori del sistema».
IL MINISTRO della Salute cinese
ha vietato l'uso dell'elettrochoc pe... (
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: continuano a riceve
pazienti e si moltiplicano anche in Usa e Europa; il centro di ricovero di
Bradford, Pennsylvania, è il più noto. In Cina il 14% dei giovani rischia di
essere etichettato internet dipendente'. La clinica di Daxing, sobborgo di
Beijing, è la più grande. E' all'interno di una base militare e l'ospedale si
distingue per i lucchetti alle porte e le barre alle finestre.
MEDIATRICE interculturale,
consigliere per il centrosinistra del Quartiere San Vitale, tifosa calcis... (
da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ormai viviamo in una
società globalizzata e multi-culturale, non ci si deve più stupire per
investimenti stranieri, siano essi albanesi o francesi. Certo nel mondo del
calcio fa più scalpore e può essere un bene che si parli di un nostro
connazionale». Nessuna discriminazione in questi anni?
Le cliniche per gli internet
dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina d... (
da "Giorno, Il (Milano)"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: cliniche per gli
internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina
d... Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa
e Europa e anche in Cina dove il 14% dei giovani rischia di essere etichettato
in questo modo. Nel 2012 l'internet dipendenza sarà forse inserita nel Dsm-v,
il manuale di psichiatria, e accettata a livello globale.
L'AQUILA NEL CERCHIO MAGICO DI
GILBERTO GIL ( da "Unita, L'" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globale che si rivolta
contro gli inganni della globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma
l'uditorio di fronte a lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo
contagioso del finale, con il pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che
si sciolgono i capelli e ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli
scout che cantano a squarciagola nelle ultime file,
Se c'era qualcuno che poteva
far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere solo Gilber... (
da "Unita, L'"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: globale che si rivolta
contro gli inganni della globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma
l'uditorio di fronte a lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo
contagioso del finale, con il pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che
si sciolgono i capelli e ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli
scout che cantano a squarciagola nelle ultime file,
La lunga siesta dell'Europa (
da "Sole 24 Ore, Il"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Un pericolo evidente è
che Usa e Cina possano scavalcare l'Europa creando un G-2. Lo si può già vedere
sui cambiamenti climatici. Tutte le cariche di cui dispone l'Europa nel G-8,
nel Fondo monetario internazionale e così via a quel punto diventerebbero come
una valuta deprezzata.
Mutanda pazza non salva il
mondo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: indifferenza del mondo
e con il tacito sostegno della superpotenza Cina, terrorizza la popolazione,
deporta le minoranze, incendia i villaggi, affama i bambini e stupra le donne,
lasciate alla soldataglia dei janjaweed. Ma è vendere mutande tanga con il logo
Salvate il Darfur, ultima moda negli Usa, la strada seria per ricordare quella
tragedia?
La Cina sorpassa l'India nei
consumi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Nuova Delhi un primato
storico La Cina sorpassa l'India nei consumi La Cina quest'anno salirà al primo
posto nel consumo di oro, un'egemonia finora feudo dell'India. Grazie alla
robusta ripresa economica, la domanda di gioielli in Cina è salita, mentre il
declino della rupìa ha rallentato i consumi indiani, che rischiano di diminuire
ancora per il recente raddoppio del dazio sull'
Il dietrofront della Cina:
adesso fate più figli ( da "Giornale.it, Il" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: articolo di sabato 25
luglio 2009 Il dietrofront della Cina: adesso fate più figli di Redazione
Contrordine: la politica del figlio unico, imposta da 30 anni alle famiglie
urbane in Cina, inizia a dimostrarsi un sostanziale fallimento. Così, per la
prima volta da decenni, è arrivato l'impensabile appello: fate più figli.
Influenza suina, l'inganno
continua ( da "Giornale.it, Il" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India e Brasile
abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo
strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la
nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America
può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo
scacchiere euro-
ANCHE gli incendi estivi si
sono globalizzati e si rappresentano in maniera industriale. ... (
da "Messaggero, Il (Marche)"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Luglio 2009 Chiudi
ANCHE gli incendi estivi si sono globalizzati e si rappresentano in maniera
industriale. Tredici incendi contemporanei in Sardegna e altri in Spagna e in
Francia. Un assessore ha detto: «Sembra una strategia». Come ha fatto a
intuirlo? Qualcuno dovrà convincerci che tredici incendi contemporanei in
Sardegna e poi in Spagna e in Francia e in altre parti sia destino,
Psicologi
"costruttivisti" a convegno per studiare gli effetti della
globalizzazione sulle persone e sulla società (
da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Psicologi
"costruttivisti" a convegno per studiare gli effetti della
globalizzazione sulle persone e sulla società Sabato 25 Luglio 2009, Psicologi
"costruttivisti" in congresso mondiale a Venezia per trattare i temi
della globalizzazione e delle possibili destrutturazioni delle società, come
avvenuto nella ex Jugoslavia.
Obama ancora giù, ora piace
solo a metà degli americani ( da "Gazzettino, Il" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: eccezione di Israele e
del Pakistan, all'Europa, dalla Russia alla Cina e all'America Latina),
l'ultimo sondaggio Rasmussen pubblicato dal sito di destra Drudgereport indica
che i consensi di Obama sono ulteriormente calati, da quasi il 60% di pochi
giorni fa, al 49%. Superata dunque al ribasso la soglia psicologica del 50.
Ue valuta miliardi aiuti per
poveri prima di meeting su clima ( da "Reuters Italia" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa e Cina, appaiono
concrete. L'Ue, però, è preoccupata che l'accordo sfumi a causa della mancanza
di fiducia dei paesi poveri in quelli industrializzati, considerati colpevoli
di aver determinato i cambiamenti climatici. Secondo il rapporto svedese, aumentare
il contribuito agli "adaptation funding" da qui al 2012 potrebbe
contribuire significativamente a instaurare un legame di
Sergio Sciacca (
da "Sicilia, La"
del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: di efficienza siciliana
che si impone nella cultura globalizzata di oggi. L'organizzazione del festival
belliniano costituisce un primo esempio di virtuosa sinergia in grado di
distendere gli eventi su una successione cronologica più vasta: l'obiettivo,
raggiungibile, è quello di creare una stagione culturale che duri in Sicilia
quando le altre europee sono costrette a chiudere.
Abstract: della Sciabica di Ispica è in programma il convegno studi sul tema «Globalizzazione e convivialità delle differenze», nell'ambito dell'evento «Zagara e Rais, incontri euro-mediteranei d'Ispica». Il programma prevede gli interventi del sindaco di Ispica, Piero Rustico, del presidente della Provincia regionale di Ragusa, Franco Antoci, dell'assessore comunale alla Pubblica istruzione,
Abstract: la Thailandia, l'Etiopia , la Cina, il Paraguay, Cuba e gli Usa. Solo per citare le mete piu' note. La sua vicenda è raccontata dall'agenzia Redattore Sociale. Tutto ha inizio a Marina di Camerota, nel Cilento, in tenda, a riposarsi. Parla veloce, e sembra sorridere mentre racconta un pezzo grande della sua vita.>
De Laurentiis, 90 anni e una
vita da Oscar ( da "Repubblica.it" del 25-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: lo confermò trovando
finanziatori con i quali fondò la Real Cine e nel 1941 produsse il primo film,
L'amore canta. Poi arriva la guerra a sbaragliare i sogni. L'Italia ne esce
devastata, ma le idee circolano più vorticosamente di prima. "Il grande cinema,
quello che ha fatto scuola, è nato nel dopoguerra", racconta.
Lerpa, il guerriero lascia
Savona ( da "Stampa, La" del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ma che si muove
continuamente fra Usa-Tibet-India-Europa-Cina carico di enormi tele e ceramiche
colorate di smalti brillanti, saluta Savona questa sera con una simpatica
kermesse di musica e arte fra le 21 e le 23. Dopo l'iniziale 'vernissage', si
conclude con un «finissage concertistico» tra gli stendardi appesi alle pareti
della grande Sala della Sibilla e le sculture '
Commedia dell'arte ritorna
domani lo stage ( da "Gazzetta di Reggio" del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, Indonesia, Sud
Africa, Australia, Nuova Zelanda, Isole Fiji, vi sono state rappresentate.
Quest'anno lo Stage vede 48 partecipanti, dai 18 ai 48 anni, provenienti oltre
che dall'Italia, da Australia, Cina, Cile, Canada, Usa, Olanda, Spagna, Francia,
Svizzera, Portogallo, Turchia, Gran Bretagna.
La riforma della Sanità mette
nei guai Barack Obama ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: in Africa del 90% e in
Cina del 47%. I dati sono dell'ultimo sondaggio di Rasmussen in 25 paesi di
cinque continenti. Ed è proprio grazie al suo presidente che gli stessi Stati
Uniti , dopo gli otto anni della presidenza Bush, godono di un giudizio
particolarmente favorevole anche in Medioriente con l'unica eccezione di
Israele.
metluskenko regala il 13
successo a fanini ( da "Tirreno, Il" del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: s trionfa in Cina
Metluskenko regala il 13º successo a Fanini LUCCA. Tredicesimo successo
stagionale per i colori di Amore & Vita - McDonald's al Tour de Qinghai
Lake in Cina. Nella corsa a tappe più prestigiosa d'Asia di categoria Uci Hc,
lo sprinter ucraino Yuriy Metlushenko centra il quarto sigillo stagionale,
battendo tutti in uno sprint di gruppo alla fine della 6 tappa,
Il Setterosa perdecon la Grecia
9-10. oggi italia-serbia ( da "Secolo XIX, Il" del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 3) Cina; 5) Italia .
Tuffi. 10m. sincro: 1) Huo-Lin (Cina); 2) Boudia-Finchum (Usa); 3) Guerra
Oliva-Aguirre-Manso (Cuba); 4) Hausding-Klein (Ger); 5) Chiarabini-Dell'Uomo
(Ita) OGGI. Nuoto. Ore 9 batterie: 100 farfalla F Giacchetti, Bianchi), 400 sl
M Sciocchetti, Rosolino), 200 misti F Segat, Buratto),
IL DRAGONE E L'INDIA: UN
RAPPORTO CHE NON DECOLLA ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: diplomatico come il
soggiorno della delegazione Usa al Taj Mahal di Mumbai, attaccato dai
terroristi lo scorso novembre, è stato il suggello di una visita che ha
consolidato una nuova sintonia. La Cina assiste con attenzione a questi nuovi
sviluppi perché la riguardano direttamente. Da tempo è consapevole che le
dispute ideologiche sono scomparse rispetto agli interessi nazionali.
Una piccola banda intricata di
radici L'album di Germano Mazzochetti, una magica incursione nel nostro vissuto
sonoro, tra fisarmoniche, ance e tamburi
( da "Unita, L'"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ai venditori del mondo
globalizzato in cerca di uno scaffale dove collocare le loro merci. Anche i
musicisti hanno il loro daffare con le «radici». In un paese non importa quale,
un puntino lungo le migliaia di chilometri delle nostre coste, c'era un
calzolaio strambo, mito e insieme macchietta dei compaesani, soprannominato
Testasghemba.
dal nostro corrispondente NEW
YORK - Una birra, per spegnere le fiamme delle polemiche razziali c...
( da "Messaggero, Il"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Gates era appena
tornato da un viaggio in Cina, e non trovando le chiavi di casa stava forzando
la porta. Il poliziotto è accorso in seguito a una telefonata di un passante.
La cosa si poteva risolvere in quattro e quattr'otto, ma Gates si è infuriato e
ha gridato al razzismo, e Crowley ha pensato bene di mettergli le manette e
portarlo in guardina per "comportamento disordinato"
Crisi e mitologia del lavoro:
fine della vergogna da disoccupazione
( da "Blogosfere"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la cui autrice è la
giornalista francese Vivianne Forrester entrata di diritto nel club delle
Cassandre. In pieni anni '90, Vivianne anticipava il disastro della
globalizzazione, delle chiusure delle fabbriche, del dumping sui salari, della
forza lavoro nei Paesi sottosviluppati. Continua a leggere su Crisis.
Lusso hi-tech
( da "Stampaweb, La"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: e che in questi tempi
magri le hanno permesso di contenere i danni in Europa e Usa e di crescere in
Paesi importanti come la Cina. Puntualmente la ricetta viene applicata anche
sulla A5 Sportback, che dopo il debutto davanti ai Vip nella festa dei 100 anni
sta per cominciare la sua avventura: prime prove su strada in Toscana, tra
Firenze e Siena, lancio commerciale in settembre.
Cina:internauti piu' del popolo
Usa ( da "Nuovo, Il" del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: > Cina:internauti
piu' del popolo Usa Il numero delle connessioni veloci e' salito di 10 milioni
(ANSA) - SHANGHAI, 26 LUG - Continua la lunga marcia della Cina alla conquista
di internet: gli internauti sono 338 mln, piu' dell'intera popolazione Usa.
Dopo 25 anni il viaggio di
Giuseppe Zanini verso la riconferma alla carica di presidente del...
( da "Gazzettino, Il (Treviso)"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: la crisi economica è
anche conseguenza della globalizzazione e noi rappresentiamo la globalizzazione
etnica: dobbiamo metterci in primo piano per arrivare a un sistema economico
basato sulla componente sociale». Intanto l'amministratore dell'associazione,
Lorenzo Sartori, non dorme sonni tranquilli ed è costretto ad affilare le
forbici.
Bassano (R.F.)Il palcoscenico
del Castello degli Ezzelini ospita questa sera una delle star inte...
( da "Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 26-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina. Ha studiato
l'opera cinese dall'età di nove anni. Ha lavorato per la Hunan State Xian Opera
Company ed è stato tra i primi membri della Guangdong Modern Dance Company, la
prima compagnia di danza moderna in Cina. Nel 1995 Shen Wei si è trasferito a New
York dove, nel 2000, ha fondato la compagnia Shen Wei Dance Arts.
Obama promette: Più fondi alla
scuola ( da "Manifesto, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: i posti di lavoro
migliori andranno a chi è preparato meglio: negli Stati Uniti, in India, in
Cina, poco importa». L'anno scorso il tasso di diplomati dalle scuole superiori
americane si è fermato al 77%, al di sotto di parecchie nazioni
industrializzate. La preparazione degli studenti statunitensi scarseggia nelle
scienze e nella matematica.
Basta qualche regola e la
pillola liberista va giù ( da "Manifesto, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: facendo galoppare la
globalizzazione - vista positivamente sebbene con molte ombre. Inizialmente la
finanza era innocente, assecondando i processi; poi, persa l'innocenza, ha
imparato a lucrare sui differenziali di rischio e sulle asimmetrie tra zone e
paesi nella nuova riconfigurazione geopolitica planetaria.
Via al vertice Pechino-Usa
( da "Stampa, La"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: A Washington Via al
vertice Pechino-Usa Stati Uniti e Cina si preparano ad una intensa ed
importante sessione di colloqui a partire da oggi a Washington, dove è giunta
una nutrita delegazione di 150 cinesi guidati dal vicepremier Wang Qishan. Un
incontro definito da taluni osservatori come una sorta di prova generale di un
G2, l'asse Washington-Pechino,
Cina, operai in rivolta
uccidono un manager ( da "Stampa, La" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: L'India è così
diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a
possedere sottomarini nucleari. L'unità, costruita in India con l'aiuto di
tecnici russi, è stata battezzata dal premier Manmohan Singh «Arihant» (Il
distruttore di nemici). Lungo 111 metri, ha un dislocamento di 6.
LOTTE DI POTER IN IRAN
( da "Gazzetta di Reggio"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Sfidando la Cina, New
Dehli ha varato il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di
missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri.
L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna
a possedere sottomarini nucleari.
Protezione civile politica I
corsi nella sede della Lega ( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: attrezzata sede della
Protezione civile del Comune in via Castello d'Amore. Per l'Associazione dei
volontari di Protezione civile di Treviso, che ieri ha dichiarato la scissione
delle «giubbe fluorescenti» trevigiane, la scelta è stata quanto mai
«discutibile». Più duro invece l'attacco di chi vede nel processo di
riorganizzazione del corpo avviato dalla giunta nient'
lotte di poter in iran
( da "Centro, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Sfidando la Cina, New
Dehli ha varato il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di
missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri.
L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna
a possedere sottomarini nucleari.
molinaro e de anna all'efasce:
valorizzare la nuova emigrazione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Serve una società che
sappia distinguersi dal mondo globalizzato» Molinaro e De Anna all'Efasce:
valorizzare la nuova emigrazione IL MESSAGGIO UDINE. Un ruolo, quello della
nuova emigrazione, da valorizzare. Rinnovate opportunità di sviluppo economico
e culturale attraverso la collaborazione transfrontaliera e la tutela delle
minoranze linguistiche come fattore di ricchezza.
obama studia il modello cinese
contro la crisi funziona meglio - (segue dalla prima pagina)
( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Venti accordi di libero
scambio in dirittura di arrivo hanno per protagonista la Cina. Uno di questi,
aprendo ulteriormente le frontiere tra 1,3 miliardi di cinesi e 500 milioni di
abitanti del sudest-asiatico, segna l´avvio del più grande "mercato comune"
della storia. La marcia trionfale della Cina è turbata però da incidenti molto
seri.
dollari, applausi e tv: è il
calcio usa - andrea sorrentino boston
( da "Repubblica, La"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: prima della partenza il
3 agosto per la Cina: l´8 a Pechino è Supercoppa contro la Lazio. Calendario
fittissimo, e si sa che giocare tanto con i muscoli non ancora a posto può
essere rischoso, ma ormai va così. Intanto oggi e domani saranno i giorni delle
visite mediche e delle presentazioni per Eto´o all´Inter e Ibrahimovic a
Barcellona: il mercato interista,
Vola la staffetta olandese,
bene Phelpsma è una pioggia di nuovi primati
( da "Secolo XIX, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Zhang Lin (Cina)
3'41"35, 16) Rosolino 3'47"05, 17) Sciocchetti 3'47"40. 400 sl
F: Pellegrini (Ita) 3'59"15 (record del mondo), 2) Jackson (Gbr)
4'00"60, 3) Adlington (Gbr) 4'00279, 17) Zoccari 4'11"58. 4x100 sl
F:1) Olanda 3'31"72 (record del mondo), 2) Germania 3'31"83 (record
del mondo Steffen in prima frazione 52"22),
Afghanistan, basta piagnistei:
andarsene o combattere. ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India e Brasile
abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo
strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la
nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America
può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo
scacchiere euro-
La riforma di Obama e il sogno
(o l'utopia) della Sanità per tutti
( da "Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Cina, India e Brasile
abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo
strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la
nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America
può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo
scacchiere euro-
Serbia troppo forte: il
Settebello è fuori ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Nel pomeriggio dalle 18
finali 100 rana u, 100 farfalla d, 50 farfalla u, 200 misti d. Per la
pallanuoto quarti femminili: Ungheria-Canada, Russia-Olanda, Australia-Grecia,
Spagna-Usa. Per il 9° posto Italia-Cina. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G.
Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961
La complicità con la mafia una
costante da 150 anni ( da "Unita, L'" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Ha ragione il
procuratore Grasso a gettare l'allarme? «Negli anni Settanta l'attenzione era
sul terrorismo. Oggi sulla microcriminalità o, addirittura, si inventano nuovi
reati. Questo offusca l'attenzione alle mafie nel tempo della globalizzazione
del crimine».
La
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: ruolo che per superarla
non possono non avere Paesi come la Cina e l'India, la prima con un passato di
ostilità verso gli Stati Uniti, la seconda di una secolare assenza dalla grande
scena mondiale. I rapporti con questi due Paesi sono prioritari quasi quanto lo
sono quelli con la Russia. La via maestra, anche se irta di ostacoli, non è
neppure quella della ricostruzione di una «
Prove d'intesatra Usa e Cina
( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: investimento cinese in
titoli pubblici Usa è sicuro. In effetti, in Cina c'è diffusa inquietudine per
le finanze pubbliche Usa e la connessa svalutazione del dollaro, che
coinvolgerebbe il "tesoro" detenuto. La Cina vanta infatti riserve
valutarie per 2.132 miliardi di dollari, di cui oltre un terzo in titoli del
debito pubblico Usa: un'esposizione enorme.
Dubbi sul ruolo: partner o
competitor? ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: adesione della Cina
alla Wto. è l'interdipendenza nota come "Chimerica", basata su realtà
precise: la Cina ha come partner commerciale essenziale gli Usa, ne è il primo
creditore e il maggior detentore di titoli del loro debito pubblico.
Finanziando una quota rilevante di tale debito, svolge un ruolo decisivo nel
sostenere il dollaro.
L'ORGANIZZAZIONE DEI MEDICI USA
VUOLE METTERLO AL BANDO ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: RIVOLTA IN CINA OPERAI
CONTRO LA FUSIONE AZIENDALE UCCIDONO UN MANAGER Circa 30 mila lavoratori di
un'acciaieria del nord della Cina, che protestavano contro l'acquisizione della
fabbrica da parte di un'altra società, hanno ucciso un manager e si sono
scontrati con la polizia con un bilancio di centinaia di feriti.
Corea del Nord:no ai colloqui a
sei ( da "JulieNews.it" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: boccia la proposta del
segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che
coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la
posizione espressa dai Paesi dell'Asean sullo stesso argomento, definendoli
"ciechi" quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali.
Sophos: nella "sporca
dozzina" l'Italia è decima ( da "TopTrade" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: quantità di spam a
livello mondiale tra aprile e giugno 2009 sono quindi i seguenti: al primo
posto gli Stati Uniti, al secondo il Brasile, al terzo la Turchia, al quarto
l'India, al quinto la Corea del Sud, al sesto la Polonia, al settimo la Cina
(inclusa Hong Kong), all'ottavo la Spagna, al nono la Russia, al decimo
l'Italia, all'undicesimo l'Argentina e al dodicesimo il Vietnam.
Internet, la democrazia della
conoscenza ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: epoca di neoliberismo
globalizzato dell'informazione? Come evitare che il sistema della conoscenza
utile venga travolto dalla privatizzazione? Secondo questo volume - che si
avvale dei contributi di David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha
Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor
Ostrom,
GQ wants you!
( da "MenStyle.it"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a seguito della
globalizzazione. http://current.com/users/rossrom.htm Gemma Santi, regista
"Nei miei video preferisco evitare la comunicazione verbale per dare più
spazio alla comunicazione sensoriale". Videomaker che gioca con i suoni e
la musica, nel 2006 espone alla Biennale d'arte moderna e contemporanea del
Piemonte.
Isernia: La zampogna,
patrimonio culturale da tutelare ( da "Sannio Online, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: La globalizzazione, che
grazie ai progressi dei mezzi di comunicazione avrebbe potuto produrre maggiore
apertura culturale, sta generando l?esatto contrario: chiusura, incapacità di
dialogo, paura delle diversità, senso di precarietà e di insicurezza.
Brioches, panem et circenses
( da "Rinascita Online"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: a cinquecento potenti
della Terra raccolti a San Francisco, dallo stratega della globalizzazione,
Zbignew Brzezinki, inventore dell?angloneologismo ?tittytainment? (un cocktail
soporifero di divertimento, spettacolo e alimentazione sufficiente a ?distrarre?
i popoli dagli effetti nefasti della globalizzazione: la disoccupazione e la
povertà).
La Corea sul nucleare:
"Parliamo solo con gli Usa"
( da "Notiziario Italiano.it"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: boccia la proposta del
segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che
coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la
posizione espressa dai Paesi dell?Asean sullo stesso argomento, definendoli
“ciechi” quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali.
USA-CINA: GEITHNER, PECHINO
SPENDA DI PIU' PER CONSUMI INTERNI
( da "KataWebFinanza"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: USA-CINA: GEITHNER,
PECHINO SPENDA DI PIU' PER CONSUMI INTERNI (AGI) - Washington, 27 lug. - Il
segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner invita la Cina ad esportare di meno
e a spendere di piu' per i propri consumi interni. Geithner, intervento all'inizio
della due giorni di colloqui al vertice tra i due paesi che si terra'
Entro il 25 agosto le domande
per Scienze del Servizio sociale ( da "Sicilia, La" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: e di una prova di sintesi
con individuazione del tema fondamentale di un brano scritto da 20 a 40 righe
su Globalizzazione e sviluppo economico, Politiche sociali, Tendenze
demografiche e flussi migratori, Giovani, anziani e famiglia, Diritto e diritti
(il tempo a disposizione è di 2 ore). Le due prove scritte si svolgeranno
entrambe il 14 settembre;
Obama, appello alla Cina
"Insieme per un futuro migliore"
( da "Repubblica.it"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: invito che Barak Obama
rivolge alla Cina. In apertura del vertice sul dialogo stretegico economico al
via oggi a Washington, il presidente Usa si rivolge a Pechino, tendendo la mano
per la creazione di un futuro migliore. Si parlano le due superpotenze, sapendo
che gran parte del futuro del pianeta dipende dalle loro azioni.
Appello di Obama alla Cina:
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: appello di Obama alla
Cina: «Cooperiamo per un futuro sostenibile» Il presidente Usa: «Serve una
risposta energetica globale. Rapporto con Pechino determinante nel 21/mo
secolo» WASHINGTON - La relazione tra Stati Uniti e Cina darà forma al 21/mo
secolo. Barack Obama apre a Washington il vertice sul dialogo strategico ed
economico con Pechino ribadendo l'
Obama invita Cina al rispetto
dell'uomo "Rispetto per le religioni e le culture"
( da "TGCom"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: 27/7/2009
Obama:"Rispettare tutte le culture" Usa, al via summit con la Cina
"La religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e
protette". Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, in apertura del
summit a Washington sul dialogo strategico e economico con la Cina.
Appello di Barack Obama alla
Cina: "Rispettare sempre i diritti umani"
( da "Stampaweb, La"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: economico con la Cina.
Per il presidente Usa gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero «cooperare per avere
una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla
povertà e creando maggiore ricchezza». Il presidente degli Stati Uniti Barack
Obama ha invitato la Cina ad essere un partner affidabile nel combattere i
cambiamenti climatici e il riscaldamento globale.
Obama alla Cina:
"Cooperare sul clima Rispettare la dignità di ogni persona"
( da "Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Barack Obama in
occasione del grande vertice tra Usa e Cina per il dialogo economico e
strategico in corso a Washington. Quindi il presidente degli Usa ha chiesto che
"la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e
protette". Clima ed energia Un appello a Pechino a cooperare per una
risposta globale per un futuro energetico "pulito,
Goldman Sachs, Rolling Stone e
il mercato dei videogames ( da "Soldionline" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: In questo quadro si
inserisce il ruolo della Cina: partiamo da alcuni dati: a maggio 2009 le
riserve valutarie di Pechino hanno raggiunto la fantastica cifra di 2.130
miliardi di dollari. Si stima con un 70% espresso in dollari Usa, dei quali
810.5 miliardi investiti in Treasury Bonds americani.
Obama chiede maggiore
cooperazione con la Cina ( da "Reuters Italia" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Il presidente Usa
Barack Obama ha detto oggi che Stati Uniti e Cina hanno un comune interesse
nella ripresa economica e ha invitato ad una maggiore cooperazione tra i due
Paesi. "L'attuale crisi ha reso chiaro che le scelte fatte entro i propri
confini si riverberano sull'economia globale -- e questo è vero non solo per
New York e Seattle,
Obama: cooperazione tra Usa e
Cina ( da "Nuovo, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa e Cina 'Trovare un
terreno comune sul tema della dignita' umana' (ANSA) - WASHINGTON, 27 LUG -
Trovare un 'terreno comune' tra Usa e Cina sul tema del 'rispetto della
dignita' di ogni essere umano', auspica Barack Obama.In occasione del vertice
Usa-Cina per il dialogo economico e strategico, Obama invita Pechino a
'cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile,
USA-CINA: OBAMA, NOSTRE
RELAZIONI DARANNO FORMA A 21ESIMO SECOLO
( da "ITnews.it"
del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Le relazioni tra Stati
Uniti e Cina daranno forma al 21esimo secolo". Cosi' Barack Obama ha
sottolineato come la ricerca di una solida partnership tra Washington e Pechino
sara' fondamentale per la soluzione dei problemi globali, alimentando i timori
di chi considera la due giorni di "Dialogo economico strategico"
partito oggi a Washington come una sorta di G2.
Obama: cooperazione Usa-Cina su
clima ed energia ( da "Trend-online" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: cooperazione Usa-Cina
su clima ed energia ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa ,
27.07.2009 17:16 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!!
(ANSA) - WASHINGTON, 27 LUG - Trovare un 'terreno comune' tra Usa e Cina sul tema
del 'rispetto della dignita' di ogni essere umano', auspica Barack Obama.
Obama vuole relazioni più
strette con la Cina ( da "Reuters Italia" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: oggi che Stati Uniti e
Cina hanno un comune interesse nella ripresa economica e ha invitato ad una
maggiore cooperazione tra i due Paesi. Il presidente Usa ha aperto due giorni
di colloqui tra esponenti di alto livello delle due amministrazioni in cui
verranno affrontati temi come la crisi economica, i cambiamenti climatici e la
disputa con la Corea del Nord sulle armi nucleari,
Obama, trovare "terreno
comune" per Usa e Cina ( da "KataWebFinanza" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: trovare "terreno
comune" per Usa e Cina (Teleborsa) - Roma, 27 lug - Il Presidente
americano Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina devono, nel
reciproco interesse, trovare un " terreno comune " per una reale
ripresa economica. Obama ha invitato i due Paesi ad una pi stretta
cooperazione.
Usa-Cina, Obama tende la mano a
Pechino ( da "JulieNews.it" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Usa-Cina, Obama tende
la mano a Pechino di: Nico Falco Crisi economica, cambiamenti climatici e la
disputa con la Corea del Nord sulle armi nucleari, questi i principali temi che
saranno trattati nei due giorni di colloqui tra esponenti di alto livello delle
amministrazioni statunitense e cinese nel tentativo di raggiungere una intesa
nel comune interesse della ripresa economica
Obama, trovare "terreno
comune" per Usa e Cina ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: trovare "terreno
comune" per Usa e Cina (Teleborsa) - Roma, 27 lug - Il Presidente
americano Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina devono, nel
reciproco interesse, trovare un " terreno comune " per una reale
ripresa economica. Obama ha invitato i due Paesi ad una più stretta
cooperazione.
Washington: al via il
supervertice USA-Cina ( da "Blogosfere" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: al via il supervertice
USA-Cina Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:56 in Cambiamenti climatici
Si è aperto poche ore fa il vertice di Washington tra Stati Uniti e Cina.
Tantissimi i temi in discussione in una due giorni di serrati negoziati che spazieranno
dalla crisi finanziaria ai cambiamenti climatici, dalla proliferazione nucleare
al terrorismo e ai diritti umani.
Clima, Obama apre alla Cina:
"Cooperiamo" ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti:
Cina Usa
Abstract: Barack Obama in
occasione del grande vertice tra Usa e Cina per il dialogo economico e
strategico in corso a Washington. Quindi il presidente degli Usa ha chiesto che
"la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette".
Clima ed energia Un appello a Pechino a cooperare per una risposta globale per
un futuro energetico "pulito,
( da "Giornale di Brescia"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
24/07/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:sport Nuoto Il bronzo di
Beatrice, una «prima» assoluta Mai prima d'ora l'Italia aveva vinto una
medaglia mondiale nel sincro. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè in finale
Beatrice Adelizzi con la medaglia di bronzo ROMA La scambiano per Federica
Pellegrini, ma non nel giorno in cui la sua danza flessuosa sull'acqua porta
l'Italia là dove non era mai arrivata. La favola di Beatrice Adelizzi si muove
sulle note di una Tosca moderna, ma ugualmente struggente, e le stelle che
fanno capolino dallo chignon imbalsamato nel gel luccicano come il bronzo che
le pende al collo: nella piscina di Roma, ai Mondiali di casa, l'azzurra fa
quello che non è mai riuscito a nessun'altra, prima medaglia del sincro
italiano, il suo nome che apre una strada finora inesplorata. La sua
leggerezza, stretta nel costume nero illuminato di pietre, stavolta ai giudici
è piaciuta, e la sua grazia può scalare i gradini sconosciuti del podio, lei
grande tra le grandi, che si chiamano Natalia Ishchenko, la russa d'oro, e
Gemma Mengual, la spagnola immortale, che ha condiviso con le azzurre lo
scatenato tifo-teenager degli spalti. Piange, ride, senza che la maschera di
trucco faccia una riga: è il riscatto di uno sport che fa i conti con
l'arbitrio del giudizio e che resta un'oasi per sole donne, o quasi. Ma dietro
a quei tre minuti di show acquatico c'è il lavoro di una vita, anche per una
ventenne come la statuaria Bea. «La bellezza nel sincronizzato conta molto, ma
non è tutto - sorride l'atleta di Lissone, nel Milanese, iscritta da sempre
alla società Nord Padania, che con la Lega però non ha nulla a che vedere -. Il
sincro è diventato la mia vita, mi piace il lato artistico, si avvicina alla danza
e al teatro. Ma anche la parte tecnica è intensa e ogni singolo gesto va sempre
studiato». Facce molto meno allegre, invece, nel fondo: il mezzo bronzo è
sparito in poco meno di un'ora e adesso penzola, intero, al collo di Francis
Crippen. Valerio Cleri, però, non ha preso troppo bene la decisione del bureau
della Fina, che ha ribaltato il provvedimento adottato dal giudice arbitro sul
finale rocambolesco della 10 km di fondo: l'americano che ha sbagliato
traiettoria mancando l'ingresso a imbuto delimitato da boe e cordoli, ma alla
fine ha toccato il nastro del traguardo terzo, può salire definitivamente sul
podio. Non esiste infatti una norma scritta che gli vieti il passaggio poco
ortodosso fatto vedere ieri a Ostia; che, sebbene non gli abbia procurato
vantaggio, di certo lascia più di una perplessità sulla precarietà dei
regolamenti di una disciplina approdata per di più tra quelle olimpiche. Fanno
spallucce i membri della Federazione internazionale (in quattro hanno anche
disertato la riunione del Giurì d'appello, il lussemburghese Kruchten, lo
spagnolo Blanco, il russo Aleshin e il francese Luyce, tutti impegnati in un
meeting politico), consapevoli che il «caso Cleri» ora costringerà a correre ai
ripari, affinchè la regola 7.1 dica qualcosa di più su come si deve o non si
deve arrivare. Alla fine il verdetto è schiacciante, con 10 voti contro tre a
favore del bronzo Usa (si sono astenuti i
rappresentanti di Italia e Stati Uniti, e il presidente Moustapha Larfaoui).
Buone notizie giungono infine dai tuffi: Tania Cagnotto e Francesca Dallapè si
sono qualificate per la finale trampolino 3 metri sincro. Le due azzurre hanno
chiuso i preliminari con il secondo punteggio assoluto di 316.20. Davanti alle due italiane, si sono piazzate le cinesi Guo /Wu con
342.90. Terze le russe Julia Pakhalina e Anastasia Pozdniakova (305.49). La
finale è in programma oggi. In serata la Nazionale femminile di pallanuoto ha
battuto la Cina 11-10 e si è qualificata per la fase successiva del torneo.
( da "Tempo, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
stampa Pallanuoto Il Setterosa batte la Cina e va agli ottavi Nella
gara conclusiva della prima fase del torneo femminile, il Setterosa si è
imposto di misura sulla Cina,
battendola 11-10. L'Italia si è aggiudicato un match equilibrato (ma non bello)
e dal risultato sempre in bilico, deciso dalla migliore vena azzurra in
superiorità numerica. Il goal vittoria è stato di Simona Abbate,
giocatrice dimenticata nell'ultimo quadriennio olimpico e voluta fortemente da
Fiori in azzurro. Il Setterosa, a differenza di quanto accaduto nelle prime
uscite del Mondiale, ha avuto una migliore media realizzativa in superiorità
numerica, privilegiando il gioco di squadra alle iniziative personali poco
efficaci viste contro l'Ungheria; il coach Fiori, però, dovrà lavorare ancora
molto su questo aspetto. Grazie al secondo posto nel girone, l'Italia passa
agli ottavi di finale dove troverà la Grecia. Non è ancora scritto, invece, il
destino del Settebello che, dopo le sconfitte rimediate da Usa
e Romania, questa sera si giocherà il passaggio del turno contro la Macedonia in
una gara dall'esito non scontato. Liv. Buf.
( da "Italia Oggi" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi
sezione: Marketing data: 24/07/2009 - pag: 21 autore: di Marco Livi altagamma
Giugno, consumi in ripresa La crisi economica rallenta i consumi alto di gamma,
ma a fronte di un maggio piuttosto negativo è seguito un giugno in
miglioramento. Unica eccezione: l'Oriente, con la Cina in evidenza. Secondo quanto evidenziato dall'indagine
congiunturale della Fondazione Altagamma, per il bimestre maggio-giugno 2009,
le previsioni sul breve periodo sembrano accreditare l'ipotesi che il peggio
sia ormai alle spalle.L'Italia ha registrato, soprattutto a maggio, un calo
rispetto agli stessi mesi del 2008 e così pure ha reagito l'Europa
occidentale. Trend negativo infine per l'Europa orientale, e in particolare per
la Russia, soprattutto considerando i risultati molto positivi raggiunti nel
2008. Repubblica popolare cinese, Hong kong, Macao e Taiwan si discostano
invece dalla media generale, registrando una buona crescita, mentre il Giappone
(per il quarto anno) ha mostrato un calo rispetto al 2008. I mercati del
Medioriente portano a casa, infine, una leggera crescita.Oltreoceano, negli Usa, la crisi finanziaria continua a dispiegare i suoi
effetti, ma nello stesso continente cresce, seppure in modo contenuto,
l'America latina.
( da "Messaggero Veneto, Il"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
xIL
NUOVO RAPPORTO DELL'ISAE DUE LE INCOGNITE DIETRO LA RIPRESA di FRANCO A. GRASSINI
In tempi difficili come questi l'osservazione da parte di un ente serio come
l'Isae che ci siano segnali di "un possibile punto di svolta per
l'economia italiana tra l'estate e l'autunno" dovrebbe far tirare a tutti
un sospiro di sollievo. Analogamente la previsione che nel 2010 il Pil dovrebbe
crescere dello 0,2% ( e nel Nord-Est dello 0,8%) sembra confermare un relativo
ottimismo per il futuro. Ed è molto significativo, a tale riguardo, che le
rilevazioni effettuate dall' Isae nel mese di giugno sulle opinioni delle
famiglie sul quadro generale mostrino una tendenza all'aumento di quelle
positive. Il grande comunicatore Berlusconi anche qui sembra avere successo.
Leggendo per altro bene tra le righe del lungo rapporto presentato ieri
dall'istituto romano si vede che il problema vero che il mondo, non solo
l'Italia, ha di fronte è quello della forma che assumerà la ripresa. È ormai,
infatti, opinione comune che rarissime sono le possibilità che essa abbia
quelle di una V. Vale a dire che alla forte discesa dell'economia (quale non si
vedeva dalla crisi del 1929) faccia seguito una risalita che riporti la
situazione ai livelli precedenti in tempi relativamente brevi. Gli economisti,
avendo preso l'abitudine di definirle come lettere dell'alfabeto, si dividono
fra altre due alternative. La prima, quella considerata meno probabile per il
mondo nel suo complesso, ma non per singoli paesi, è che l'economia assuma la
forma di una L. Al calo produttivo dovrebbe,cioè, seguire una lunga semi-stasi
a livelli più bassi rispetto a quelli che si erano toccati. La seconda
alternativa è che la lettera che descriverà meglio la situazione sia una W. In
altri termini, a una certa ripresa potrebbe far seguito una nuova discesa. La
marcia verso una vera e propria depressione, infatti, è stata evitata da
massicci interventi pubblici prescindendo dai regimi politici. Ma anche gli
Stati non possono continuare a indebitarsi o, peggio ancora, a stampare moneta.
È unanime il riconoscimento che l'inflazione, come mostrano esperienze dell'America
Latina, è uno dei mali peggiori perché, dopo una fiammata iniziale, spegne la
crescita e colpisce i più deboli. Le ragioni di questo sostanziale pessimismo
vanno cercate nelle ragioni profonde della crisi in cui è caduta l'economia
mondiale. Vale a dire che lo sviluppo notevole che aveva caratterizzato
l'economia mondiale, non quella italiana, nell'ultimo periodo era fondato
essenzialmente sul ricorso al debito da parte dei consumatori, di molte imprese
e di alcune nazioni. Agli Stati Uniti vanno aggiunti Regno Unito, Australia,
Spagna e Irlanda fra i debitori e Cina e altri paesi
asiatici fra i creditori. Si tratta di squilibri e abitudini che non è facile
eliminare in tempi brevi e che possono avere conseguenze molto negative sui
saggi di crescita. Per giunta il Fondo monetario internazionale ha, pochi
giorni addietro, sottolineato che «C'è necessità di fare di più per
stabilizzare le banche e i mercati» e senza risolvere questi problemi ci sarà
uno stop alla ripresa. Negli Usa, dove la crisi
è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta mettendo a
dura prova i desideri di riforma di Obama e dei democratici. La Cina ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta
mondiale, ma anche qui gli ostacoli tecnici e politici sono enormi. In
una situazione sostanzialmente preoccupante, come sta l'Italia? Le valutazioni
dell'Isae al riguardo sono molto caute. Dalle sue indagini risulterebbe che
nell'industria il tasso di innovazione sarebbe migliore di quanto generalmente
ritenuto, ma nel complesso la disoccupazione dovrebbe nel 2010 salire al 9,3%
lievemente superiore a quella del 2001 e abbastanza rispetto al 6,7% del 2008.
Ci sarebbe, cioè, bisogno di uno sforzo comune - Stato,imprese, sindacati - per
cercare di trovare nuovi equilibri. Ma non si vede ove siano leader in grado di
guidare uno sforzo del genere.
( da "Unita, L'" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Parla
di frontiere aperte, Barack Obama. Ma il «Nuovo Inizio» del presidente Usa deve
fare i conti con una realtà dolorosa, pesante. Quella dei Muri. Muri difensivi,
si dice. Muri che spezzano famiglie, che frantumano identità, che negano
speranza. Muri che cercano di allontanare un'umanità sofferente che preme ai
cancelli del «benessere» occidentale. Muri che provano ad arrestare una
violenza disperata, che cercano di tracciare una linea di separazione tra mondi
che si percepiscono irriducibilmente ostili, incapaci di riconoscersi e
riconoscere le rispettive ragioni, timori, aspirazioni, bisogni. I Muri nell'era della globalizzazione. Muri che raccontano di una politica
che abdica a se stessa e che delega il futuro ai teorici di «guerre
preventive», ai sostenitori di una democrazia esportata con la forza, agli
esegeti di un Occidente opulento che deve difendersi da eserciti di senza
speranza, da masse di diseredati che cercano di fuggire da realtà invivibili,
da regimi dispotici, da élite da sempre al potere che hanno dilapidato, spesso
con l'aiuto o il silenzio complice delle cancellerie europee e dell'iperpotenza
americana, ricchezze straordinarie. Nell'era della globalizzazione, i Muri
raccontano di un passato che non sfuma, di chiusure che da mentali diventano
fisiche. Melilla. La Cisgiordania. Cipro. E ancora il Sahrawi. E la frontiera
tra il Messico e gli Usa. Muri conosciuti e Muri «dimenticati». Un lungo elenco.
Che contempla il muro Corea del Sud/Corea del Nord: un muro che si sviluppa per
la maggior parte della frontiera tra i due Paesi; Il muro Thailandia/Malesia:
la Thailandia ha edificato sulla parte accessibile della sua frontiera un muro
per impedire a terroristi islamici di raggiungere le sue agitate province a
maggioranza musulmana: il muro Zimbabwe/Botswana: una barriera elettrificata si
sviluppa lungo tutta la frontiera tra i due Paesi. Ufficialmente per impedire
agli animali selvatici di passare da un Paese all' altro; in realtà serve per
evitare che profughi dello Zimbawe entrino nel Botswana; il muro
Uzbekistan/Tagikistan: l'Uzbekistan ha costruito un muro equipaggiato con
sensori e videosorveglianza lungo la sua frontiera con il Tagikistan; il muro
India/Pakistan: esteso per 3300 km si sviluppa lungo una frontiera che il
Pakistan contesta; il muro Pakistan/Afghanistan: realizzato dai pachistani e
lungo 2400 km. E ancora: il muro Emirati Arabi Uniti/Oman: costruito lungo
tutta la linea di confine con il sultanato dell' Oman; il muro Arabia
Saudita/Yemen: L'Arabia Saudita ha costruito un muro in calcestruzzo armato,
munito di sensori e telecamere per impedire l' immigrazione illegale dallo
Yemen, e senza esitare di fronte allo sconfinamento di questo muro entro il
territorio dello Yemen; il muro Kuwait/Iraq: il Kuwait ha rinforzato il muro,
già esistente, lungo 215 km di frontiera con l'Iraq. Un Muro resta anche in
Europa: è quello Turchia/Cipro, edificato 35 anni fa da Ankara per delimitare i
territori che rivendica a Cipro. Ogni Muro ha una sua storia. Una sua
giustificazione. Ma ognuno di questi Muri racconta di un fallimento. Perché di
fronte a chi sente di non aver nulla da perdere, non c'è Muro divisorio che
tenga. Il Muro può contenere la rabbia, il dolore, il desiderio di rivalsa di
intere popolazioni. Può contenere, ma non cancellare le aspirazioni alla
libertà, all'autodeterminazione nazionale, ad una vita non consumata tra
patimenti e sofferenze. All'ombra di quei Muri si dipana l'esistenza di una
umanità di «senza volto» ma non per questo inesistente. Perché questa umanità
esiste. E cresce. E non accetta di autocondannarsi al silenzio, all'inazione.
C'è chi fugge dalla povertà, chi da guerre e repressioni brutali. Altri cercano
di lasciarsi alle spalle regimi che fanno scempio dei più elementari diritti
umani, altri ancora (è il caso i palestinesi della Cisgiordania) vedono in quel
Muro di separazione la concretizzazione di un incubo: quello di essere
costretti a vivere in città e villaggi trasformati in prigioni a cielo aperto,
in una sorta di regime di apartheid trapiantato in Medio Oriente. Quei Muri
sono un'ipoteca sul futuro. Il «Nuovo Inizio» passa per la loro caduta.
( da "Unita, L'" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
«Temiamo
per la vita di San Suu Kyi» Amnesty International «Questo processo non andava
fatto. È una dura detenzione per lei e per più di duemila prigionieri politici»
GABRIEL BERTINETTO Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza
fissata per oggi dovrebbe avviare la fase finale del dibattimento. La dirigente
dell'opposizione birmana, premio Nobel per la pace nel 1991, rischia una
condanna a 5 anni di carcere per violazione delle norme sugli arresti
domiciliari. Accusa del tutto pretestuosa, fondata sull'ospitalità concessa per
una notte ad un cittadino americano introdottosi a nuoto nella villa sul lago
di Rangoon, in cui Suu Kyi è rimasta reclusa per gran parte degli ultimi
vent'anni. Se sarà pronunciato un verdetto di colpevolezza, è evidente che lo
scopo è solo quello di tenere la leader democratica in prigione ancora per un
po', evitando soprattutto che sia in libertà nel periodo delle elezioni che la
giunta militare intende convocare l'anno prossimo. Del processo e delle
violazioni dei diritti umani in Birmania (Myanmar) parliamo con Donna Jean
Guest, vicedirettrice di Amnesty International (A.I.)per l'Asia. Signora Guest,
risulta anche a lei che la sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi sia
immimente? «Non abbiamo informazionei particolari, non sappiamo cosa intendano
fare i generali. Sappiamo che il 24 luglio è prevista un'udienza, ma quando venga
emesso il verdetto è davvero impossibile dire. La preoccupazione di Amnesty
International riguarda il fatto che questo processo non avrebbe mai dovuto
esserci. Aung San Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari gran parte
degli ultimi 20 anni. Il suo imprigionamento in marzo è stato un ulteriore
terribile sviluppo di una situazione già ingiusta. Temiamo per la salute di Suu
Kyi, e non abbiamo informazioni recenti sul modo in cui sia tratta in carcere.
Aggiungo che alla Croce rossa internazionale viene impedito l'accesso alle
prigioni birmane sin dal 2005. Così non c'è alcun controllo indipendente sulle
condizioni in cui sono detenute le migliaia di persone che affollano le carceri
di Myanmar. Ci indigna anche il fatto che ai suoi avvocati viene impedito
incontrarla, il ché è contrario a qualunque minimo standard internazionale di
equità processuale». Hillary Clinton ha proposto al governo birmano: liberate
Suu Kyi, e investiremo nel vostro paese. È un modo corretto di affrontare il
problema? «Noi pensiamo che ci sia un grande bisogno di attenzione
internazionale verso quel Paese e quella vicenda. Non spetta ad A.I. dire quale
tipo di attenzione. Ma credo siano importanti iniziative da
parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite,
gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto
ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici
(erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze
etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo.
Speriamo che l'iniziativa internazionale dia frutti». In generale la formula
dello scambio fra sostegno economico e maggiore rispetto dei diritti umani è
valida? Non c'è il rischio di accontentarsi di promesse? «Certo devono essere
fissate delle soglie, dei punti di riferimento. Ci sono passi concreti che un
governo deve intraprendere, prima che gli altri Paesi, a livello unilaterale o
multilaterale, modifichino le proprie politiche, riducendo le sanzioni ad
esempio o incrementando gli aiuti. Nel caso birmano a nostro giudizio la
condizione prima è il rilascio dei detenuti politici. Se l'impegno a fornire
aiuti materiali ottiene quel risultato, benissimo. Ma l'importante è stabilire
dei criteri con cui misurare i progressi o la mancanza di progressi dal punto
di vista del rispetto dei diritti umani. In Myanmar come in ogni altro Paese.
In realtà la condizione normale sarebbe che ognuno godesse dei diritti umani e
non ne fosse privato. Garantirlo è un dovere dei governi, non un comportamento
da premiare. E tuttavia se i generali facessero sostanziali concessioni, ad
esempio rilasciando i prigionieri politici, certo sarebbe un grande passo
avanti». Come hanno agito L'Onu e le altre istituzioni internazionali verso
Myanmar? C'è stata mancanza di dinamismo, timidezza? «Tutti sappiamo che
l'azione dell'Onu non è stata efficace. Anzi la situazione è andata
peggiorando. Ma esiste un diffuso sentimento di volontà positiva da parte di
molti soggetti. Il problema principale tuttavia è che i cinque membri
permanenti del Consiglio di sicurezza non parlano con una sola voce, non c'è
accordo sul modo in cui procedere. Russia e Cina
particolarmente dovrebbero iniziare ad essere più attive». Nel dramma dei
diritti violati in Birmania, esiste una specificità femminile che vada oltre la
figura di Aung San Suu Kyi, il cui caso è universalmente noto? «La Birmania ha
enormi difficoltà economiche. Il tasso di mortalità infantile è elevatissimo.
Le risorse destinate dal governo alle famiglie, alle madri, è minimo. C'è poi
la tragedia delle donne appartenenti alle minoranze etniche, shan, karen, e
altre, che sono particolarmente vulnerabili agli abusi sessuali da parte dei
militari durante le operazioni contro i movimenti ribelli». Intervista a Donna
Jean Guest
( da "Unita, L'" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe
avviare la fase finale del dibattimento. La dirigente dell'opposizione birmana,
premio Nobel per la pace nel 1991, rischia una condanna a 5 anni di carcere per
violazione delle norme sugli arresti domiciliari. Accusa del tutto pretestuosa,
fondata sull'ospitalità concessa per una notte ad un cittadino americano
introdottosi a nuoto nella villa sul lago di Rangoon, in cui Suu Kyi è rimasta
reclusa per gran parte degli ultimi vent'anni. Se sarà pronunciato un verdetto
di colpevolezza, è evidente che lo scopo è solo quello di tenere la leader
democratica in prigione ancora per un po', evitando soprattutto che sia in
libertà nel periodo delle elezioni che la giunta militare intende convocare
l'anno prossimo. Del processo e delle violazioni dei diritti umani in Birmania
(Myanmar) parliamo con Donna Jean Guest, vicedirettrice di Amnesty
International (A.I.)per l'Asia. Signora Guest, risulta anche a lei che la
sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi sia immimente? «Non abbiamo
informazionei particolari, non sappiamo cosa intendano fare i generali.
Sappiamo che il 24 luglio è prevista un'udienza, ma quando venga emesso il
verdetto è davvero impossibile dire. La preoccupazione di Amnesty International
riguarda il fatto che questo processo non avrebbe mai dovuto esserci. Aung San
Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari gran parte degli ultimi 20 anni.
Il suo imprigionamento in marzo è stato un ulteriore terribile sviluppo di una situazione
già ingiusta. Temiamo per la salute di Suu Kyi, e non abbiamo informazioni
recenti sul modo in cui sia tratta in carcere. Aggiungo che alla Croce rossa
internazionale viene impedito l'accesso alle prigioni birmane sin dal 2005.
Così non c'è alcun controllo indipendente sulle condizioni in cui sono detenute
le migliaia di persone che affollano le carceri di Myanmar. Ci indigna anche il
fatto che ai suoi avvocati viene impedito incontrarla, il ché è contrario a
qualunque minimo standard internazionale di equità processuale». Hillary
Clinton ha proposto al governo birmano: liberate Suu Kyi, e investiremo nel
vostro paese. È un modo corretto di affrontare il problema? «Noi pensiamo che
ci sia un grande bisogno di attenzione internazionale verso quel Paese e quella
vicenda. Non spetta ad A.I. dire quale tipo di attenzione. Ma credo siano importanti iniziative da parte dei membri più
importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto
ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici
(erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze
etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo.
Speriamo che l'iniziativa internazionale dia frutti». In generale la formula
dello scambio fra sostegno economico e maggiore rispetto dei diritti umani è
valida? Non c'è il rischio di accontentarsi di promesse? «Certo devono essere
fissate delle soglie, dei punti di riferimento. Ci sono passi concreti che un governo
deve intraprendere, prima che gli altri Paesi, a livello unilaterale o
multilaterale, modifichino le proprie politiche, riducendo le sanzioni ad
esempio o incrementando gli aiuti. Nel caso birmano a nostro giudizio la
condizione prima è il rilascio dei detenuti politici. Se l'impegno a fornire
aiuti materiali ottiene quel risultato, benissimo. Ma l'importante è stabilire
dei criteri con cui misurare i progressi o la mancanza di progressi dal punto
di vista del rispetto dei diritti umani. In Myanmar come in ogni altro Paese.
In realtà la condizione normale sarebbe che ognuno godesse dei diritti umani e
non ne fosse privato. Garantirlo è un dovere dei governi, non un comportamento
da premiare. E tuttavia se i generali facessero sostanziali concessioni, ad
esempio rilasciando i prigionieri politici, certo sarebbe un grande passo
avanti». Come hanno agito L'Onu e le altre istituzioni internazionali verso
Myanmar? C'è stata mancanza di dinamismo, timidezza? «Tutti sappiamo che
l'azione dell'Onu non è stata efficace. Anzi la situazione è andata
peggiorando. Ma esiste un diffuso sentimento di volontà positiva da parte di
molti soggetti. Il problema principale tuttavia è che i cinque membri
permanenti del Consiglio di sicurezza non parlano con una sola voce, non c'è
accordo sul modo in cui procedere. Russia e Cina particolarmente
dovrebbero iniziare ad essere più attive». Nel dramma dei diritti violati in
Birmania, esiste una specificità femminile che vada oltre la figura di Aung San
Suu Kyi, il cui caso è universalmente noto? «La Birmania ha enormi difficoltà
economiche. Il tasso di mortalità infantile è elevatissimo. Le risorse
destinate dal governo alle famiglie, alle madri, è minimo. C'è poi la tragedia
delle donne appartenenti alle minoranze etniche, shan, karen, e altre, che sono
particolarmente vulnerabili agli abusi sessuali da parte dei militari durante
le operazioni contro i movimenti ribelli».
( da "Eco di Bergamo, L'"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Adelizzi
sul podio nel sincro --> Venerdì 24 Luglio 2009 SPORT, pagina 46 e-mail
print Dal nuoto sincronizzato arriva uno storico bronzo per il sincro azzurro
ai Mondiali di Roma. Lo ha conquistato Beatrice Adelizzi (nella foto Ansa) nel
solo libero: davanti alla ventenne monzese, la spagnola Gemma Mengual con
l'argento e la russa Natalia Ishchenko sul gradino più alto del podio. Niente
da fare, invece, per Valerio Cleri nella 10 km di fondo: l'azzurro resta
quarto. Il bureau della Fina ha infatti accolto il ricorso degli Usa e così sul podio è salito Francis Crippen. Intanto oggi
potrebbe arrivare un'altra medaglia dai tuffi. Nelle eliminatorie del
trampolino da 3 metri sincronizzato, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè hanno
ottenuto il secondo posto (punti 316,20). Miglior prestazione quella della
coppia cinese Jingjing Guo e Minia Wu (342,90). La finale è in programma nel
pomeriggio. Michele Benedetti, invece, si è classificato 12° - e ultimo - nella
finale del trampolino da 3 metri con il punteggio di 415,70. Oro al cinese
Chong He, che ha ottenuto 505,20. Secondo e terzo gradino del podio,
rispettivamente, per Dumais Troy e Alexandre Despatie. PALLANUOTO: SETTEROSA
AGLI OTTAVI L'Italia ha battuto la Cina 11-10 nella
terza e ultima partita del girone eliminatorio del torneo di pallanuoto
femminile. Agli ottavi le azzurre affronteranno domani la Grecia. 24/07/2009
nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE
( da "Giornale.it, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
articolo
di venerdì 24 luglio 2009 Cleri, niente bronzo Setterosa agli ottavi di
Redazione Roma Ieri Michael Phelps è sbarcato a Roma insieme agli atleti Usa: per lui quaranta minuti di allenamento nella piscina
delle gare al Foro Italico. Intanto il Jury d'Appel ha accettato il
controricorso americano sulla squalifica di Crippen nella 10 km di fondo. Non
esiste infatti una norma che vieti il passaggio poco ortodosso fatto in gara.
Addio medaglia per Cleri. E oggi alle 13 il giovane Chiarabini rischia di non
gareggiare nella piattaforma 10 metri: il compagno Francesco Dell'Uomo lamenta
infatti uno stiramento al tricipite. RISULTATI Pallanuoto
femminile Italia-Cina 11-10: setterosa secondo e qualificato agli ottavi, domani
incontra la Grecia. PROGRAMMA Tuffi: ore 15.45 finale 3 metri sincro donne
(Cagnotto-Dallapè); sincronizzato ore 11 finale duo libero (Adelizzi-Lapi) e
ore 17 preliminari libero a squadre (Italia); pallanuoto maschile ore
21.15 Italia-Macedonia. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123
Milano - P.IVA 05524110961
( da "Sole 24 Ore, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-24 - pag: 1 autore: VALUTE A Pechino
non conviene sparare sul dollaro di Alessandro Merli A lla fine di maggio, durante la sua prima visita ufficiale in Cina, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, tenne
un discorso all'università di Pechino. Al termine del quale insistette sul
fatto che gli Usa restano a favore di una politica del dollaro forte, inaugurata
ormai quasi due decenni fa dal mentore e predecessore di Geithner, Bob Rubin,
e che le attività finanziarie cinesi investite in dollari sono sicure.
Riferiscono le cronache che, fra il pubblico, diversi ascoltatori scoppiarono
in una grassa risata. Aveva poca voglia di scherzare, questa settimana, il
funzionario del ministero delle Finanze cinese, Zhu Guangyao, quando,
echeggiando una posizione espressa più volte in questi mesi da Pechino, ha
richiamato gli Stati Uniti a «politiche responsabili per assicurare la
stabilità del cambio del dollaro e proteggere gli asset cinesi ». La faccenda è
ancora più seria perché il rimbrotto arriva quasi alla vigilia dell'incontro di
Washington della prossima settimana per il cosiddetto "dialogo strategico
ed economico" fra le due grandi potenze.Il futuro del dollaro –il cui
collasso viene ritenuto da molti economisti come uno degli eventi che
potrebbero far piombare economia e finanza globale nell'abisso sull'orlo del
quale si sono affacciate nell'autunno scorso – si gioca sull'asse
Washington-Pechino. Dall'alto dei suoi 2.130miliardi di dollari di riserve (oltre
due terzi dei quali, secondo stime ufficiose, denominati nella valuta Usa) e della sua montagna di Treasuries, (801 miliardi di
dollari, quasi più della somma di Giappone e Russia), che ne fanno il maggior
creditore del Tesoro Usa, Pechino è preoccupata: che
le politiche di stimolo monetario e fiscale adottate a Washington per far
uscire l'economia dalla recessione portino al crollo del dollaro. I cinesi
pensano che l'abuso che gli Stati Uniti hanno fatto della loro valuta come
moneta di riserva abbia contribuito alla crisi globale. Del resto, le politiche
della Cina, di crescita attraverso l'export,
rappresentano l'altra faccia degli squilibri globali, che affliggono l'economia
mondiale da anni e di cui i disavanzi americani sono l'aspetto più evidente. Continua
u pagina 8 l'articolo prosegue in altra pagina
( da "Sole 24 Ore, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-24 - pag: 8 autore: Geopolitica e
moneta. Pechino nutre ambizioni da superpotenza ma per ora ha interesse a una
divisa statunitense stabile La lunga marcia dello yuan sul dollaro Quella
cinese è l'unica candidatura naturale al ruolo di futura valuta globale u
Continua da pagina 1 I richiami di Pechino a Washington, hanno scritto Aiyar
Swaminathan, del Cato Institute, e Arvind Subramanian, del Peterson Institute,
sono come «lo spacciatore che chiede al drogato di disintossicarsi ». D'altra
parte, osserva Stephen Jen, economista dell'hedge fund londinese BlueGold, con
l'enorme quantità di titoli del debito pubblico americano in loro possesso, «i
cinesi sono come un'azionista degli Stati Uniti e la loro voce deve essere
ascoltata». La questione di fondo di questo confronto fra Washington e Pechino
è quale sia il futuro del dollaro come moneta dominante. E se, eventualmente,
possa essere lo yuan a sostituirlo. «Lo status di moneta di riserva - ha
scritto già qualche anno fa l'economista Avinash Persaud, ricordando il ruolo
internazionale, nel lontano passato, della dracma greca, dei denari romani e
del ducato veneziano - non dura in eterno». Il paragone contemporaneo che viene
avanzato più spesso è quello del passaggio del testimone fra la sterlina e il
dollaro. La Cina, nelle stime di lungo periodo di
Angus Maddison, è destinata a superare, in termini di parità di potere
d'acquisto, gli Stati Uniti nel 2015 e a diventare, secondo la Wto, il primo
esportatore mondiale già quest'anno. Sommando questi titoli a quello di
creditore internazionale, qualcuno avanza l'ipotesi che possa essere, prima o
poi, lo yuan a sostituire il dollaro. Le dimensioni delle riserve cinesi sono
espressione di una potenza finanziaria spaventosa se si calcola, come hanno
fatto questa settimana in un articolo per la Brookings Institution, Eswar
Prasad, ex capo della divisione Cina del Fondo
monetario, e Isaac Sorkin, che oltre 2.100 miliardi di dollari equivalgono al
valore di tutti i terreni e le proprietà immobiliari di New York City, Los
Angeles e Boston messe insieme, oppure ai tre quarti della capitalizzazione
delle imprese del Dow Jones a fine giugno, o a un quarto dell'S&P500. La
spinta per «la caduta dell'impero del dollaro», come l'ha definita l'economista
dell'Ocse,Helmut Reisen,ha soprattutto un connotato geopolitico. Con la loro
richiesta di diversificazione dalle riserve in dollari, la Cina
e gli altri Bric (Brasile, Russia, India) vogliono soprattutto affermare che il
peso degli Stati Uniti nel mondo è declinante e che il loro, crescente nei
fatti, dovrebbe essere riconosciuto anche nella governance globale. Non a caso
a far la voce grossa è, a fianco della Cina,
soprattutto la Russia, che mal sopporta il proprio declassamento a potenza di
secondo rango. è però una diversificazione non facile e tutt'altro che
immediata, considerando che la nascita dell'euro, dieci anni fa, ha a mala pena
scalfito la percentuale delle riserve globali denominata in dollari, che
oscilla da anni in una fascia limitata, comunque sempre sopra il 60%, e che
trovare attività non in dollari nelle quantità richieste presuppone una
profondità di mercati difficile da reperire fuori dagli Stati Uniti. La
proposta degli stessi Bric di rilanciare il ruolo dei diritti speciali di
prelievo, la moneta-paniere dell'Fmi, si scontra con la realtà. Anche dopo
l'emissione, già deliberata, per un'equivalente di 250 miliardi di dollari, i
diritti speciali di prelievo resteranno una piccola frazione della somma delle
riserve ufficiali. Ulteriori emissioni, osserva Mark Williams, di Capital
Economics, sarebbero una minaccia potenziale alla stabilità monetaria globale.
Quanto allo yuan,l'economista di Hsbc, Qu Hongbin, sottolinea che Pechino ha
dato il via a un processo di internazionalizzazione della valuta che, a suo
parere, seppur graduale, andrà più rapidamente di quanto molti si aspettino.
Questo processo passa attraverso l'utilizzo della potenza commerciale della Cina, favorendo l'uso dello yuan negli scambi. Non si tratta
però di un percorso senza ostacoli. Un grande assertore dell'uso delle
rispettive valute, al posto del dollaro, per regolare il commercio bilaterale,
è Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente del Brasile, di
cui la Cina è diventata di recente il principale partner. In privato, molti
imprenditori brasiliani, forti esportatori in Cina, hanno
suggerito a Lula di lasciar perdere questa iniziativa. Non sanno che farsene di
esser pagati in yuan, una moneta non convertibile, sottoposta a pesanti
controlli sui movimenti di capitale e che dovrebbero comunque "swappare",
con costi ulteriori. Alle pressioni geopolitiche per il ridimensionamento del
dollaro si contrappongono le ragioni dell'economia e della finanza. E qui
Pechino, che appare presa in quella che è stata definita la trappola del
dollaro, sembra contraddire la sua campagna. La Cina
infatti ha due obiettivi principali: preservare il valore delle proprie ingenti
riserve e mantenere competitivo l'export. Entrambi presuppongono un dollaro, se
non forte, quanto meno sufficientemente stabile. Non è un caso che, dopo la
rivalutazione dello yuan seguita alla riforma del regime di cambio del 2005,
l'apprezzamento della valuta cinese in termini nominali sul dollaro si sia
arrestato già a metà del 2008, anche se c'è un modesto rialzo del cambio reale
effettivo (misurato cioè anche sulle altre valute degli altri paesi e al netto
dell'inflazione). Di fatto, come ha ribadito anche ieri l'Fmi nella sua analisi
dell'economia cinese, il cambio dello yuan è «notevolmente sottovalutato». Un
libro uscito in questi giorni, di Morris Goldstein e Nicholas Lardy, del
Peterson Institute, calcola questa sottovalutazione nel 19%, con una correzione
limitata rispetto al 23% dell'estate del 2005, quando fu introdotta la riforma
del cambio. La sua dipendenza dall'export, soprattutto per la creazione di
posti di lavoro, e il peso delle riserve significano che la politica di
diversificazione della Cina dal dollaro (già
cominciata, per piccole quantità, puntando sull'oro, altre materie prime e ora,
come è stato annunciato questa settimana dal primo ministro Wen Jiabao, sul
rafforzamento all'estero dei gruppi cinesi, con investimenti e acquisizioni)
procederà molto cautamente. Ma, sostengono Prasad e Sorkin, «le autorità cinesi
sanno che nel lungo periodo devono svezzare l'economia dalla dipendenza dalle
esportazioni». Anche perché il costo dell'accumulazione di riserve è pesante,
non solo in termini di squilibri globali, ma anche di squilibri interni e di
sacrifici per la popolazione. La mancata correzione di questi squilibri, è la
poco incoraggiante conclusione dei due economisti della Brookings, «pone enormi
rischi di un'altra catastrofe globale ».C'è poco da ridere. Alessandro Merli ©
RIPRODUZIONE RISERVATA TRAPPOLA AMERICANA La dipendenza dall'export e le
colossali riserve rendono Pechino ancora troppo vulnerabile allo stato di
salute del biglietto verde Dollari e dragoni. Il disegno sulla valuta Usa che si trasforma in dragone cinese è stato pubblicato
sull'Economist dell'11 luglio
( da "Manifesto, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Le
tre sfide di Copenhagen Riccardo Petrella * Alla conferenza delle Nazioni Unite
a Copenhagen (7-18 dicembre) nel quadro della convenzione mondiale sul cambio
climatico si giocherà una partita decisiva per il futuro dell'umanità e della
vita sul pianeta. Su tre fronti, in particolare. Anzitutto sulle
raccomandazioni dell'Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambio climatico), il
più grande esercizio scientifico al mondo di prospettiva e di valutazione sul
clima finora organizzato, secondo il quale l'umanità, da qui al 2100, deve
imperativamente mantenere al disotto dei due gradi l'aumento medio della
temperatura dell'atmosfera terrestre, se vuole evitare delle immani catastrofi
planetarie sul piano ambientale. A tal fine, è indispensabile che il mondo
diminuisca entro il 2050 del 60% le emissioni di CO² rispetto a quelle del 1990
(80% per i paesi ricchi e 20% per gli altri paesi). Per quanto riguarda gli
obiettivi relativi a una data più ravvicinata (il 2012, poi spostata al 2020),
solo alcuni paesi dell'Ue continuano a dichiarare di essere pronti a diminuire
del 20% le loro emissioni, mentre in una riunione a Bonn il Giappone ha
affermato che non ne prevede la diminuzione più dell'8%. Gli Stati Uniti di
Obama hanno dichiarato non solo di non prevedere una riduzione al di sopra del
4%, ma anche di non voler chiedere alla Cina di prendere, quantificandoli, impegni precisi. Una mossa
diplomatica in linea con il rifiuto da parte degli Usa di addivenire
ad un accordo mondiale su obiettivi quantitativi precisi di riduzione delle
emissioni di C0². Sempre a Bonn, Cina, India,
Brasile e l'Africa del Sud hanno ripetuto, non senza ragione, che finché
i paesi industrializzati non avranno sottoscritto la variante alta (- 40% nel
2020 rispetto a 1990) delle riduzioni di emissioni preconizzate dall'Ipcc, essi
non firmeranno il trattato e rifiuteranno di fissare degli obiettivi nazionali
di riduzione delle loro emissioni. Né l'approvazione da parte del Congresso
degli Usa, a fine giugno, del pacchetto Obama per il
clima (riduzione del 60% entro il 2050 rispetto al livello del 2005 e non del
1990), né le dichiarazioni del G8 e del G20 dell'Aquila dell'8 e 9 luglio,
hanno modificato la situzione descritta. Le vere decisioni saranno espresse al
G20 di Pittsburg in settembre. La sfida è chiara. La responsabilità di dare una
svolta storica decisiva in favore della vita ricade, a ragione, sulle classi
dirigenti dei paesi più ricchi e, da più di cento anni, i più grandi consumatori
delle risorse del pianeta. Che succederà se prevalgono le posizioni di Usa, Giappone e di altri paesi ricchi (come l'Italia) per il
momento restii ad accettare vincoli e limiti seri alla loro «libertà di
crescita»? Il secondo fronte riguarda la crescente refrattarietà dei dirigenti
del mondo di accettare nuove regolazioni politiche pubbliche mondiali
nell'interesse dell'umanità. La preparazione di Copenhagen sta mettendo in luce
due tendenze forti e preoccupanti. Lungi dal suscitare i grandi cambiamenti di
cui si parla da mesi, le tre crisi mondiali attuali (la povertà di 3 miliardi
di esseri umani, la crisi economico-finanziaria e la crisi ambientale) non
stanno provocando alcun reale cambiamento di sistema. Sul piano della
cooperazione internazionale vi è anzi una forte regressione. Viste le
difficoltà di raggingere accordi mondiali, ogni paese, i più potenti fra i
primi, pensa alla propria sicurezza economica, ambientale ed energetica, e a
uscire dalla crisi nelle condizioni migliori per il proprio paese, in
particolare per i gruppi sociali più avvantaggiati. Sul piano
economico-politico, inoltre, tutti i gruppi dirigenti sembrano oramai convinti
che la soluzione alla crisi economica e ambientale passi dal rilancio
dell'economia capitalista di mercato competitiva ma in tono verde (l'automobile
e le autostrade verdi, l'energia e la casa verdi, il commercio e la finanza
verdi, Nestlé e Coca-cola verdi). La grande proposta di «riconversione» del
sistema economico e del sistema societario, all'origine della crisi economica e
del cambiamento climatico, è di colorare di verde i due sistemi. Abbiamo
veramente bisogno, fra vent'anni, di centinaia di milioni di automobili in più,
ma verdi? Dobbiamo pensare che milioni di abitazioni in più ad energia passiva
ed attiva a New York, a Parigi, a Francoforte, a Dubai, a Los Angeles e a Osaka
contribueranno ad eliminare i miliardi di poveri senza casa? Diminuiranno le
baraccapoli (l'agenzia delle Nazioni Unite, Habitat, prevede 2,4 miliardi di
persone nelle baraccapoli nel 2030, rispetto al miliardo attuale)? Il governo
danese ha organizzato a Copenhagen (24 e 26 maggio) un World Business Summit
allo scopo di assicurarsi il sostegno del mondo del business al successo della
conferenza di dicembre con la firma di un nuovo «Trattato di Copennhagen». The
Copenhagen Call, approvato dal Summit, contiene sei proposte tutte centrate
sulla priorità da dare alle nuove tecnologie, a incentivi e agevolazioni da
parte dei poteri pubblici all'innovazione ed investimento delle imprese private.
Anche questo testo annuncia la rifondazione dell'economia mondiale, via
capitalismo verde, senza alcun riferimento ad impegni precisi delle aziende
sulla riduzione di consumo energetico ed emissioni. Terzo fronte, infine, ma
non meno importante: acqua e pace nel mondo. Secondo i lavori dell'Ipcc, le
conseguenze più serie e devastatrici del cambio climatico concerneranno
l'acqua, sia sul piano della disponibilità quantitativa che, soprattutto, sul
piano qualitativo. A causa dello scioglimento dei ghiacciai (che contengono
attualmente - calotte polari comprese - più del 90% dell'acqua dolce del
pianeta e da cui dipende l'acqua di quasi tutti i principali bacini idrografici
del mondo) e delle calotte polari (da cui dipende il livello degli oceani),
l'acqua dolce per usi umani diventerà sempre più rara. Nel 2050, il 60% della
popolazione mondiale rischia di abitare in regioni a forte penuria d'acqua,
quindi di essere esclusa dall'accesso normale alla vita. Non solo, ma l'Ipcc
dimostra, come pensa anche la grande maggioranza dei governi e dei gruppi
dirigenti, che i conflitti tra paesi e, al loro interno, tra le varie regioni,
attorno alla proprietà e all'uso dell'acqua si moltiplicheranno. L'oro blu - si
afferma - diventerà una delle principali cause di guerre del Ventunesimo
secolo. Ora , assai paradossalmente, l'acqua non figura in quanto tale
nell'agenda dei negoziati di Copenhagen. Solo la questione energetica vi
figura, «vampirizzando» il negoziato sul cambiamento climatico. Non è possibile
negoziare il futuro dell'umanità unicamente a partire dall'energia, senza
prendere in conto l'acqua. Sembra che alcuni paesi si orientino a proporre che
l'acqua faccia parte dell'agenda per il nuovo trattato mondiale. Ne va della
pace nel mondo e della sacralità della vita. * Presidente Institut Européen de
Recherche sur la Politique de l'Eau, Bruxelles
( da "Finanza.com" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
La Cina
bacchetta gli Usa
sul debito (23 Luglio 2009 - 07:59) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore:
La Cina vuole la stabilità del
dollaro e per questo non manca di "avvertire" gli Stati Uniti in
vista del vertice bilaterale in programma a Washington lunedì e martedì
prossimo. Il colosso asiatico teme che le misure anti-crisi messe in atto
dagli Usa peseranno sul biglietto verde e quindi sulla
sicurezza degli ingenti investimenti di Pechino in titoli del debito americano.
"Chiederemo politiche responsabili che assicurino stabilità al tasso di
cambio e proteggano i nostri asset", ha ribadito ieri il funzionario del
ministero delle finanze, Zhu Guangyao. La Cina chiede
che il deficit Usa diminuisca gradualmente e il
bilancio della Fed migliori. (Riproduzione riservata)
( da "Mattino, Il (Benevento)"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Silvio
Garattini Si continua a parlare di influenza A H1N1 in modo confuso e
contraddittorio creando nel pubblico ansietà e disorientamento. A che punto
siamo? Certamente adesso possiamo parlare di pandemia dal momento che il virus
originato in Messico si sta diffondendo in molti Paesi del mondo. Tra questi
peraltro non figura l'Italia, dove le poche centinaia di casi finora registrati
non consentono di parlare di epidemia. Un interessante studio mostra fra
l'altro che la diffusione è avvenuta principalmente per via aerea, nel senso
che i Paesi più infettati sono quelli che hanno linee aeree dirette con le
città del Messico. La globalizzazione determina quindi
anche la diffusione delle malattie infettive. Non c'è più spazio per l'idea che
ciò che avviene nei Paesi in via di sviluppo non finisca per interessare anche
i Paesi industrializzati. Una ragione in più per non dilazionare ulteriormente
un piano efficace per distribuire le risorse disponibili in modo più equo in
tutte le parti del mondo. L'Organizzazione mondiale della sanità ha
raggiunto il grado massimo di allerta (sei su sei) ma i suoi comunicati non
hanno chiarito che l'allerta non era rivolta ai cittadini, ma riguardava i
governi che avrebbero dovuto prendere adeguate iniziative per contrastare la diffusione
di questo ceppo di virus influenzale. I governi sotto la spinta di potenti
interessi economici si sono interessati a ottenere la disponibilità di vaccini
e farmaci piuttosto che dare istruzioni al pubblico. SEGUE A PAGINA 8 SERVIZIO
A PAGINA 11
( da "Rinascita Online"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Usa-Mondo
Il cocktail è servito Venerdi 24 Luglio 2009 – 9:25 – Ugo Gaudenzi Nel
settembre del 1995 ebbe luogo presso il Fairmont Hotel di San Francisco,
promosso dalla Gorbachev Foundation il primo convegno non a caso denominato Forum sullo stato del Mondo, un colloquio
riproposto sulla falsa riga del messaggio presidenziale
statunitense sullo stato della Nazione. Il
presidente della Fondazione Jim Garrison coordinava la riunione tra personalità
della politica e delleconomia atlantica circa 500 - intervenute da
tutto il mondo, compresi Margaret Thatcher, Maurice Strong, Vaclav
Havel, Bill Gates, Ted Turner, Zbignew Brzezinski, George Bush e Mikhail
Gorbachev. Argomento del colloquio la
necessaria unità dellumanità e il possibile futuro controllo globale,
attraverso ununica istituzione governativa mondiale, dellordine politico ed economico internazionale, per evitare
scelte nazionali sovrane e il rischio di contraccolpi negativi alla dittatura
democratica del capitale. Si tracciavano cioè le direttrici di quello che
crollata lUrss avrebbe dovuto diventare il nuovo ordine mondiale unipolarmente guidato dagli
Stati Uniti dAmerica. Un nuovo ordine mondiale, si badi bene,
che avrebbe dovuto contare queste le analisi concordi degli
illuminati sul lavoro del 20 per cento dellumanità e
che dunque, di converso, avrebbe espulso dalla attività sociale il restante 80
per cento della popolazione mondiale, provocando ovvie crisi e frustrazioni. In
seguito, nelle altre riunioni di tali illuminati,
tenute a porte chiuse per evitare inconvenienti politici, al
concetto del nuovo ordine mondiale fu sostituito la più delicata
perifrasi di controllo della globalizzazione. Alla domanda chiave
sul metodo da adottare per esorcizzare in auspicabili (sic) ritorni alla
sovranità nazionale e alla libertà dei popoli di scegliere il proprio destino,
rispose, a San Francisco, Zbignew Brzezinski. La sua testuale proposta fu
quella di utilizzare il tittytainment.
Gli ingredienti di questa ricetta magica per normalizzare il mondo,
erano semplici e furono illustrati appunto dallo stesso ideologo
liberal-democratico ed influente membro della Trilateral Commission: tittytainment era il termine coniato ad hoc dallo
stesso Brzezinski per descrivere la propaganda da utilizzare per proteggere i
principii capitalisti e neo-liberali che governano la globalizzazione.
Questo tittytainment un
termine composto da tit (seno) e entertainment (divertimento) e che allude
alleffetto calmieratore, soddisfatto e soporifero in un neonato
conseguente allassunzione del latte dal seno materno secondo Zbignew Brzezinski è il necessario cocktail
di divertimento abbrutito e dalimentazione sufficiente che permettono di
mantenere di buonumore la popolazione frustrata del pianeta. Il
tittytainment: una forma di censura psichica e fisica, di propaganda e
disinformazione, con il fondamentale obiettivo di minimizzare, agli occhi dei
popoli, gli effetti tossici che la corrente globalizzazione inietta in gran
parte della popolazione mondiale. Una droga culturale per asservire i popoli,
che continua ad essere iniettata attraverso i media in dosi massicce nei
quattro angoli del mondo.
( da "Gazzettino, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Crisi
e globalizzazione «un'emergenza sociale» Fischer: diritti umani colpiti Venerdì
24 Luglio 2009, La crisi mondiale sta avendo un drammatico impatto sociale, in
particolare sui diritti umani: è questo un aspetto sottovalutato del problema
globale, malgrado gli allarmi lanciati dall'Onu, o da organizzazioni quali
Amnesty international. Aumentano la fame - ne soffre quasi un miliardo di
persone - e i fenomeni di discriminazione, di xenofobia e razzismo soprattutto
verso i lavoratori immigrati, mentre i tagli investono le risorse destinate
allo sviluppo, alla lotta ai cambiamenti climatici e crescono, in generale,
conflittualità e squilibri. Il prof. Horst Fischer dell'università tedesca di
Bochum (nella foto) sottolinea l'appello lanciato, al Lido di Venezia,
dall'incontro internazionale dell'Eiuc - Centro inter-universitario per i
diritti umani e la democrazia, presieduto da Fischer - ai governanti: «Non è
togliendo risorse ai programmi di carattere sociale - dice - che si può aiutare
la ripresa. Anzi, è proprio l'opposto. Uscire dalla crisi sarà più difficile se
non si terrà conto delle ricadute sociali, sui diritti umani, sull'ambiente,
sui Paesi in via di sviluppo». Che cosa chiedete ai governanti? «Che non si
concentrino solo sugli aspetti economici della crisi ma tengano conto di tutti
gli altri elementi, anche dei diritti umani appunto. La nuova presidenza
americana, con Obama, dà oggi molte più possibilità del passato di fare passi
concreti». Una "globalizzazione virtuosa" - dal
volto umano - è la richiesta formulata nel "Manifesto di Venezia per la
regolazione della globalizzazione economica", approvato dal simposio
dell'Eiuc. Ne sono firmatari i professori di Ca' Foscari Adalberto Perulli
(diritto del lavoro) e Fabrizio Marrella (diritto commerciale internazionale).
«Dopo anni di studi - sottolinea Marrella - abbiamo concluso che già esistono
gli strumenti giuridici per una globalizzazione non fine a se stessa, ma
rispettosa dei diritti umani e orientata ai valori sociali. Occorre la volontà
di applicarli». Come? «Cito alcune nostre proposte: l'introduzione di clausole
sociali nei trattati commerciali internazionali per il rispetto delle
convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Una riforma del Wto
- Organizzazione del commercio mondiale - che tenga conto dell'impatto sociale
e ambientale delle decisioni. Clausole sociali negli appalti pubblici e negli
organismi internazionali, dalla Banca Mondiale all'Ue, per scoraggiare le
competizioni al ribasso. Misure concrete, non "cosmetiche", di
trasparenza dei mercati finanziari». Maurizio Cerruti
( da "Gazzettino, Il (Rovigo)"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Fiera
del mais al via tra molte novità Venerdì 24 Luglio 2009, La Fiera del mais di
Trecenta, alla cui organizzazione collaborano Comune e Pro loco locali, Lega
consumatori del Veneto, Consorzio agrario provinciale di Rovigo e di Ferrara,
Emilcap mangimi, Eurovo, Unindustria Rovigo e New Holland, si presenta
quest'anno con una nuova veste. Abbandonata corte Spalletti dei Dossi, che sarà
sede solamente delle prove dimostrative tecniche sul campo, la manifestazione
si svolgerà nell'arco di due fine settimana nelle vie e piazze del centro del
paese. Agli spettacoli e all'intrattenimento è destinata piazza Marconi, mentre
l'adiacente piazza Garibaldi ospita gli stand dei numerosi espositori, un
mercatino è allestito in viale De Amicis e nelle vie Battisti, Resemini e
Matteotti. Il tradizionale stand gastronomico gestito dalla Pro loco è
collocato all'interno del parco Paiolo (retrostante il palazzo municipale) e
insieme con la pizzeria, presenta specialità tipiche a base di mais. Novità
dell'edizione 2009 è che anche le pizzerie e ristoranti del paese che hanno
aderito all'invito degli organizzatori serviranno le stesse pizze e analoghi
piatti a base di mais. Corte Spalletti (con accesso di fronte a palazzo Pepoli)
ospita l'esposizione di macchine agricole. Tutti i parcheggi collocati
all'esterno del paese sono collegati con la manifestazione da un servizio di
navette. Ai negozi del centro è stata data l'opportunità di rimanere aperti in
orario serale. La sesta edizione della Fiera del mais inizia alle 16.30 di oggi
con prove tecniche dimostrative sul campo: vari sistemi di irrigazione,
concimazione, mais e sorgo a confronto, visita ai campi prova del Cap di Rovigo
e di Ferrara (corte Spalletti in località Dossi). Alle 20 apertura ufficiale
della manifestazione a palazzo Pepoli, con una conferenza su obiettivi,
finalità, originalità e novità della Fiera del mais 2009. Alle 9 di domani (e
fino alle 18.30) corte Spalletti dei Dossi ospita prove dimostrative di
trinciatura del mais da insilato e biomassa (organizzazione di New Holland
Agriculture). Alle 10 palazzo Pepoli ospita il convegno "Consorzi agrari:
un'opportunità per la filiera". Alle 18.30 "Il mais per la
solidarietà": torneo di calcio a quattro squadre, con la partecipazione
della Nazionale parlamentari, al campo sportivo comunale "Mari e
Tacchini". Domenica palazzo Pepoli ospiterà il convegno "Il biometano
da biogas: innovazione, sostenibilità, opportunità. Agricoltura ed industria per
un futuro verde", organizzato da Unindustria Rovigo. Dopo una pausa di
qualche giorno, venerdì 31 si riprende col convegno "Mais: aggiornamenti
tecnici", in programma alle 19 a palazzo Pepoli. Sabato 1. agosto il Palazzon ospita altri due convegni: "Mais: prove
di filiera" (ore 10) e "L'uovo e la polenta nell'alimentazione"
(ore 19) con la presentazione del libro "Il gusto del delitto".
Ultimo convegno domenica 2 agosto, sempre a palazzo Pepoli, alle 10, "Globalizzazione, localismo, glocalismo: fra problemi ed opportunità".
Francesco Romani
( da "Gazzettino, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì
24 Luglio 2009, Ecco a voi un libro che indaga le abitudini, anzi le
"nuove abitudini" degli italiani, ma si potrebbe dire anche del resto
del mondo. Arriva giusta giusta l'inchiesta, con relative riflessioni di una
sociologa che insegna all'università di Firenze e che analizza i comportamenti,
ma soprattutto i tenori di vita che costituiscono la
formula del nuovo shopping "globalizzato". Siamo di fronte ad un vero
e proprio saggio che dimostra il mutamento socio-antropologico e culturale di
una massa di persone che si riconosce nel centro commerciale, che lì ci vive,
lì si riunisce, lì si incontra invece che nel classico centro cittadino.
Siamo di fronte a cambiamenti pesanti, soprattutto per quel che riguarda gli
stili di vita e in qualche modo della relazioni tra singolo e la città in cui
risiede. Insomma, in che modo viviamo ancora la città, la nostra forma urbana,
assieme agli altri? Ed è proprio per questo che trionfano i
"nonluoghi" ovvero aree prive di caratteristiche proprie.
( da "Gazzettino, Il" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Venerdì
24 Luglio 2009, La terza medaglia di bronzo ai mondiali di Roma è la più bella.
La prima nella storia mondiale del nuoto sincronizzato, disciplina nuova, che
anche in Italia ha trovato gradimento nell'ultimo decennio. L'ha conquistata
Beatrice Adelizzi, 20 anni, di Monza, idolo della piscina: "Bea, sei la
nostra dea", lo striscione dei tifosi. Con 95.5 punti ha chiuso alle
spalle della russa Natalia Ishchenko (oro con 98.883) e della spagnola Gemma
Mengual (argento con 98.333); quarta la canadese Chloe Isaac (95), una di
quelle che all'Italia aveva soffiato il bronzo. Bea Adelizzi è arrivata al
podio grazie a un lavoro estenuante. «Mi alleno 9-10 ore al giorno per 5 volte
la settimana: 6-7 ore in acqua, 2-3 di palestra, pesi e danza. Mi pare un sogno,
non riesco ancora a credere di aver vinto questa medagli, ho dato davvero tutto
in questi Mondiali: ringrazio il pubblico per il calore con cui mi ha
sostenuto. Ne ho fatta di strada: tre anni fa ero arrivata quinta agli Europei,
ora sul podio iridato». Sino a lunedì il miglior risultato azzurro in questa
specialità era il quinto posto della Burlando a Perth '98. Adelizzi l'aveva
migliorato con il quarto posto nel libero combinato e il quinto nel duo con
Giulia Lapi. Ha raccolto 47.667 punti nel merito tecnico, 47.833
nell'impressione artistica. Una prova di alta qualità in cui un giudice l'ha
premiata con il 9.7: solo Ishchenko è arrivata al 10. Il bronzo di Tania
Cagnotto dal trampolino 3 metri era "dovuto", quello di Martina
Grimaldi nella 10 km di fondo la sorpresa, questo era sognato. Avvia alla
consacrazione nel nostro paese una disciplina che piace, non solo per la
bellezza delle sincronettes, fuori dall'acqua autentiche pin-up. Si propone
come alternativa agli sport femminili più noti o che ci hanno garantito il
maggior numero di medaglie: ginnastica (compresa l'artistica), scherma, nuoto,
atletica. Stamane dalle 11 la finale del duo libero, con Bea e Giulia Lapi
all'inseguimento di un nuovo podio. A tavolino era atteso il quarto bronzo, di
Valerio Cleri, medaglia di legno nella 10 km di fondo. Il bureau della Fina ha
accolto il ricorso americano, restituendo il bronzo allo statunitense Crippen,
che aveva sbagliato l'ingresso verso il traguardo: fra i 22 membri, 6 erano
assenti, 4 non sono intervenuti, gli altri hanno visionato per due volte il
filmato dell'infrazione finale, sentito il giudice-arbitro che aveva
squalificato l'americano e poi votato il ripristino dell'ordine d'arrivo, con
dieci i voti a favore e soli tre contrari; nel regolamento manca una norma che
specifichi le modalità di arrivo. Nei tuffi, dal trampolino 3 metri, oro al
cinese He Chong con 505,20 davanti all'americano Troy Dumais (498,90), terzo il
canadese Alexandre Despatie (490,30). Dodicesimo e ultimo Michele Benedetti,
24enne di Parma, alla prima finale mondiale con 415,70: era settimo quando è
incappato in un'esecuzione da 4. Nella stessa specialità, Tania Cagnotto e
Francesca Dallapè si sono qualificate per la finale sincro (oggi dalle 15.45),
con il secondo posto, 316,20 contro il 342,90 delle cinesi e i 305 delle russe.
Ieri sera nella pallanuoto femminile l'Italia ha battuto la
Cina (11-10), chiudendo il girone al secondo posto. Stasera gli
uomini devono battere la Macedonia per evitare l'eliminazione dopo le sconfitte
per un gol di scarto con Usa e Romania. Vanni Zagnoli
( da "Stampaweb, La" del
24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ROMA
Proprio nel momento della sua maggiore accessibilità, il sapere su Internet è
soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che
pongono limiti alle risorse online e mettono a rischio il carattere di bene
comune della conoscenza. La conoscenza come bene comune, dalla teoria alla
pratica, a cura di Charlotte Hess e Elinor Ostrom (Bruno Mondadori, pp. 464,
euro 42), edizione italiana a cura di Palo Ferri, ribadisce che il sapere deve
essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che
legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e
alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come
preservare questo bene in unepoca di
neoliberismo globalizzato dellinformazione? Come evitare che
il sistema della conoscenza "utile" venga travolto dalla
privatizzazione? Secondo questo volume - che si avvale dei contributi di David
Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy
Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik,
Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters - per realizzare questo grande
obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il
copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e
delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo
in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili
attraverso Internet. Open content, Creative Commons e open source possono
costituire un efficace modo di garantire laccesso
alla conoscenza ed una sua maggiore e più democratica diffusione globale. +
CANALE Libri + Eff: "Privacy a rischio con Google Book Search" SCRIVI
Discutine su Web Notes con ANNA MASERA
( da "fashionMagazine.it"
del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
24
Luglio 2009 Altagamma: rallenta la crisi dei luxury good La crisi economica fa
rallentare i consumi e il settore haut de gamme (moda, design, gioielleria e
alimentare), con leccezione dei mercati orientali
(Cina in primis), non sfugge a questo trend. Ma i dati del
bimestre maggio-giugno e le previsioni di breve periodo sembrano accreditare uninversione di tendenza (nella foto, il lusso interpretato da
Blumarine). Lindagine congiunturale realizzata dalla Fondazione
Altagamma, nei due mesi appena conclusi, ha evidenziato che in Italia, come nellEuropa occidentale, si è registrato un calo, soprattutto a
maggio, rispetto allanalogo periodo dellanno precedente. Anche in
Europa orientale - Russia in particolare - si è riscontrata una flessione
rispetto al 2008, anno che era risultato decisamente positivo. Buona la
crescita della Greater China (Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong, Taiwan e
Macao), mentre il Giappone è arretrato per il quarto anno consecutivo. Il
Middle East ha segnato un leggero progresso; gli Usa,
invece, hanno accusato un calo significativo. Dallo studio, comunque, emerge
che il mese di giugno ha mostrato una sensibile diminuzione nel trend di
peggioramento. Le previsioni per il bimestre in corso (luglio-agosto) stimano
una situazione stabile o addirittura in leggera crescita per il Belpaese, lieve
avanzata nel Vecchio Continente, stabilità per Grande Cina,
Giappone, Europa orientale e Medio Oriente. Ancora contrazione, seppur leggera,
per gli States. d.p.
( da "Tribuna di Treviso, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
«A Treviso Protezione civile politicizzata» Atalmi: il bando
trasforma i volontari in pretoriani del sindaco «A Treviso Protezione civile
politicizzata». A lanciare l'accusa, sotto forma di interrogazione, è il
consigliere comunale dei Comunisti italiani Nicola Atalmi. Nel mirino, la recente
istituzione del «Gruppo volontari di Protezione civile» di Treviso città:
«L'amministrazione di Treviso - dice Atalmi - dopo una diatriba poco chiara con
il già esistente gruppo di volontari cittadini, ha stabilito con delibera di
giunta del 17/06/09 la formazione del Gruppo Comunale Volontari
"ausiliari" di Protezione Civile con emanazione del bando, per 30
volontari, tramite apposita domanda di candidatura». Secondo Atalmi, dalla
domanda si evince che, per presentare la candidatura, bisogna avere «certi
requisiti che di fatto creano discriminazione per una parte della cittadinanza,
restringendo le candidature alle sole persone "idonee fisicamente e
penalmente". Con questo tipo di domanda - sottolinea Atalmi - si vuole andare
nella direzione opposta rispetto ai principi che determinano i gruppi, cioé che
tutti ne possono far parte e dare il proprio aiuto nei limiti delle loro
possibilità fisiche, poiché le mansioni che si vanno a ricoprire possono essere
di varia natura e non necessitano necessariamente dell'integrità fisica». Non
basta: con il nuovo bando, ricade solo sul sindaco Gobbo la facoltà di
scegliere o rifiutare la candidatura del volontario, «non solo sulla base del
curriculum ma anche su base personale e con una discrezionalità politica che
interviene pesantemente in un ambito di volontariato». Atalmi, quindi, chiede
al sindaco Gobbo e all'assessore competente se il nuovo gruppo dei volontari
«ausiliari» di Protezione civile, «vista la domanda e la convenzione che ogni
volontario dovrebbe sottoscrivere», ha un fine diverso rispetto al volontariato
per la Protezione civile così come è universalmente conosciuto. Insomma, il
timore di Atalmi è che si voglia dare vita a una sorta di pretoriani del
sindaco, uomini operativi alle sue dirette dipendenze. Cosa ben distante, dice
Atalmi, dalla filosofia della Protezione civile. (a.z.)
( da "Giornale di Brescia"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Edizione:
25/07/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:libri PUNTOGIALLO Tra Mankell e
Grisham Sarà perché adoro il commissario Wallander, ma Il cinese (Marsilio,
pagine 589, euro 19) non mi pare all'altezza della pomposa frase di lancio: «Il
miglior thriller di Mankell». La cui vicenda parte da una strage in un paesino
svedese e, passando per le traversie di un cinese dell'800
miserabile e oppresso in patria e schiavizzato negli Usa per costruire
la ferrovia, approda alla Cina di oggi dove uno spietato
«neomandarino» usa il crimine per ottenere potere e ricchezza. A far da
investigatrice, una giudice svedese in gioventù filomaoista come il marito e
ora integrata. Mankell è nel Gotha del giallo internazionale con i suoi romanzi
in cui mystery, denuncia sociale e riflessione sono un mirabile
tutt'uno, ma il nuovo thriller è buono, non eccellente: andamento frammentario,
protagonista più «pensata» che viva, cattivo che si fa fregare scioccamente. In
più la Cina al guado fra vecchio e nuovo, comunismo e
consumismo è meglio descritta nei thriller di Qiu Xialong (sempre editi da
Marsilio). Forse Mankell rimpiange i tempi di Mao, ma di sicuro ne giustifica
la «rivoluzione culturale». Convince e si legge con interesse e passione, pur
se lo schema richiama «Il socio», Il ricatto di John Grisham (Mondadori, pagine
390, euro 20). Qui il brillante neolaureato Kyle assunto da importante studio
legale è ricattato da un agente Fbi (o servizi segreti?) a causa di una colpa nel
passato (uno stupro) non commessa, ma che tiene segreta perché il solo rinvio a
giudizio gli distruggerebbe la carriera, affinché riveli segreti d'ufficio su
un rivoluzionario cacciabombardiere. Dal bravo Grisham l'ennesimo ritratto di
etica allo sbando nel mondo dei legali Usa, che pagano
benessere e ricchezza con esistenza infernale e «schiavitù». Marco Bertoldi
( da "Milano Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano
Finanza sezione: I Vostri Soldi inGestione Promotori Finanziari data:
25/07/2009 - pag: 31 autore: Inserto a cura di Germana Martano L'esperienza
insegna A cinque grandi money manager PF ha chiesto di tracciare la linea di
demarcazione tra crisi del 2008 e ripresa prossima ventura. Aspettative,
previsioni e opportunità dei mercati per la seconda parte del 2009 Lo shock
finanziario che ha sconvolto i mercati internazionali ha annichilito la
propensione al rischio negli investimenti. L'incertezza l'ha fatta da padrona,
ma gli interventi di banche e governi hanno scongiurato il peggio. C'è chi ha
concentrato le forze sull'analisi del rischio e chi ha riconosciuto nella
flessibilità ai cambiamenti del contesto l'arma vincente dei mesi appena
trascorsi. Guardando al futuro, Europa, Usa e Paesi
emergenti giocheranno la loro partita. Ecco l'analisi e le previsioni di
Giordano Martinelli, responsabile investimenti azionari di Anima Sgr, Nicolò
Piotti, executive director di Morgan Stanley Im, Luca Tenani, responsabile
distribuzione Italia di Schroders Italy sim, Paola Toschi, market strategist di
J.P. Morgan asset management, e Andrea Viganò, responsabile per il Sud Europa
di BlackRock.Domanda. Che lettura dà allo scenario dei mercati del primo
semestre 2009?Toschi. È stato caratterizzato dal rientro della fase più acuta
della crisi, sfociata nel forte rimbalzo dei mercati azionari che dai minimi di
inizio marzo hanno impostato un rally tra i più significativi degli ultimi trent'anni.
Ampi e coordinati interventi di politica monetaria e di stimoli fiscali hanno
cominciato a produrre segnali di rientro della fase di rapido deterioramento
economico e si sono osservati i primi segnali di stabilizzazione dell'economia
globale dopo lo shock del credit crunch. Dai bottom del 9 marzo 2009
l'attenzione è stata dominata dal rally delle azioni e delle commodity e dal
rientro della forte concentrazione degli investimenti su liquidità come misura
prudenziale difensiva. Piotti. L'anno è iniziato con una forte incertezza: per
gli Usa il tema era far funzionare nuovamente il
sistema bancario; per l'Asia, la sfida era di fare crescere le economie
senza contare sulle esportazioni -come dice il FMI, «ribilanciare la crescita
tramite fonti domestiche e non esterne»; per l'Europa la problematica era di
sviluppare una politica anti-crisi coerente a livello regionale e superare gli
ostacoli politici alla cooperazione. L'ottimismo di gennaio legato alla
vittoria di Barack Obama è svanito nel momento in cui gli investitori
hanno temuto che gli Usa non riuscissero a sanare
il settore bancario. La prima descrizione del piano di
salvataggio fatta dal Segretario del Tesoro Geithner è
stata un disastro e tutto è cambiato a marzo, quando Geithner ha
presentato per la seconda volta il piano: questa volta era credibile e gli
investitori si sono convinti che gli Usa avrebbero
potuto risollevare il loro sistema finanziario. Non solo il rally azionario è
stato guidato dalle affermazioni di Geithner, ma le affermazioni hanno
rovesciato un trend di aumento di spread nei credit default swap che
durava da tempo. Il rally è durato fino a fine giugno 2009, momento nel
quale si poteva commentare che l'ottimismo dei mercati era andato
oltre quello giustificabile dal miglioramento dei fondamentali. C'è poi
stato uno storno parziale sul mercato azionario e del credito. La conclusione è
che il rischio sistemico affrontato dal mondo nel 2008 è stato per la
maggior parte risolto e per questo un ripetersi della Grande Depressione è oramai
scenario poco probabile. Tenani. L'andamento volatile e a fasi alternate,
che ha caratterizzato il primo semestre dell'anno, riflette a pieno il cambio
di aspettative sul quadro macroeconomico e sulla capacità dei policy maker di
gestire la crisi. A una prima fase, caratterizzata da un forte pessimismo e
dalla delusione sul piano del Tesoro Usa, è seguita
una fase positiva, supportata da un temporaneo miglioramento dei dati
macroeconomici e dalla rinnovata sintonia dei mercati con le istituzioni
(governi e banche centrali). Quando l'incertezza è tornata a dominare il quadro
congiunturale e sono riemersi i dubbi sulla gestione complessiva della crisi, i
mercati sono tornati ostaggio dell'incertezza e della volatilità.Martinelli.
Siamo passati dall'ignoto-ignoto all'ignoto-noto, da una situazione di
incertezza ad una di rischio. Nei primi mesi del 2009 le Borse, attanagliate
dall'incertezza sui tempi, le modalità e i costi degli interventi pubblici a
sostegno dell'economia, non hanno fatto che scendere; da marzo però una
maggiore chiarezza su questi temi ha permesso ai mercati di avviare una ripresa,
rapida e intensa, anche se chiaramente del tutto parziale rispetto alle perdite
di valore accumulate dalle borse internazionali nell'ultimo anno e mezzo. Il
passaggio dall'incertezza (un futuro davvero ignoto, cioè non misurabile e
dunque con effetti molto depressivi sui prezzi di tutte le attività
finanziarie, eccetto quelle prive di
rischio) al rischio (un futuro in quanto tale inevitabilmente ignoto, ma
misurabile attraverso la statistica, le probabilità) è stato il vero punto
caratterizzante degli scorsi sei mesi, che ha dato grande sollievo ai mercati. Il
rischio infatti «piace» ai mercati, l'incertezza no. Viganò. Il primo semestre
dell'anno è stato caratterizzato da un lento miglioramento dei fondamentali
macro che si sono via via allontanati dai livelli minimi della crisi. Ridotti i
timori sulla stabilità del sistema finanziario, vediamo i primi timidi segnali
di uscita dalla recessione. Le attività più rischiose hanno registrato
performance robuste e la volatilità dei mercati azionari si è sensibilmente
ridotta. Crediamo che l'economia globale sia pronta a riprendere un percorso di
crescita, ancorché lenta. Un incremento energico dei consumi è stato
riscontrato nelle economie industrializzate anche se con impatti positivi sul solo ciclo delle scorte mentre più forti sono i segnali di ripresa nelle economie
asiatiche e soprattutto in Cina. Pensiamo che
il recente rally rifletta un attenuarsi dei timori legati a uno scenario
depressivo e che ci siano ancora valutazioni attraenti in termini di multipli
sui mercati azionari sebbene non così convenienti come ad inizio anno.Domanda.
Prevede volatilità dei mercati per la seconda parte dell'anno?Tenani. Sarà uno
degli elementi centrali che caratterizzeranno le realizzazioni macroeconomiche
nei prossimi mesi. E ciò non potrà che tradursi in oscillazioni anche ampie dei
mercati finanziari. Assisteremo a fasi di miglioramento temporaneo del quadro
economico, che si alterneranno a periodi di ritorno di debolezza, prima che una
vera stabilizzazione abbia inizio nel 2010. Ostaggio di questa incertezza e
senza piena visibilità sul trend di sviluppo degli utili, difficilmente i
mercati finanziari riusciranno a muoversi secondo una direttrice
stabile.Martinelli. I mercati sono in un processo di progressiva normalizzazione
della situazione, processo già in atto da alcuni mesi su alcuni fronti della
crisi, come il mercato interbancario e quelli del reddito fisso, dove abbiamo
avuto un boom di emissioni.Viganò. Il quadro appare complesso in considerazione
sia dei fondamentali macro sia dei timori relativi a una compressione degli
utili societari. Proprio questi ultimi rappresenteranno il maggior fattore di
volatilità. Permangono tuttavia molteplici fattori ciclici a supporto di un
ulteriore rialzo dei corsi borsistici.Piotti. Gli indici dei mercati hanno
raggiunto ora livelli coerenti con la situazione economica attuale e
lentamente porteranno a una graduale riduzione della volatilità. Per la
seconda parte dell'anno i mercati si muoveranno in maniera laterale, seppure con
un'attitudine limitata al rialzo. Il pericolo resta legato a una potenziale
cattiva gestione dei programmi di stimolo fiscale attuati dai singoli
governi. La motivazione della ripresa dei mercati dai minimi è comunque legata
agli interventi sia delle banche centrali nell'immissione di liquidità nel
sistema sia dagli stimoli fiscali dei singoli stati. Interessante sarà capire
la durata di questi aiuti.Toschi. La volatilità è rientrata dai picchi di fine
2008/inizio 2009 e sta gradualmente tornando verso livelli più vicini ai trend
storici. Nella seconda parte dell'anno ci si attende che possa proseguire la
fase di correzione/consolidamento a cui stiamo assistendo. Restano numerose
incognite sulla qualità e consistenza del percorso di ripresa che potrebbero
continuare a condizionare il trend dell'economia e dei mercati. Resta inoltre
incertezza sul tema inflazione/deflazione che, anche negli ultimi mesi, ha
avuto un impatto rilevante sui mercati delle obbligazioni governative.D.
Secondo Trichet la ripresa è prevista per la metà del 2010. A suo giudizio,
quando si potrà parlare concretamente di ripresa? Martinelli. La volatilità sui
mercati si è abbassata e gli operatori sono tornati a ragionare, tornando a
fare riferimento su quei concetti che stanno alla base della finanza. Se la
situazione di ritorno alla normalità sarà completamente metabolizzata dal
mercato allora potremmo aspettarci che il mercato stesso ritorni al suo ruolo
di leading indicator. Più che avventurarci in improbabili previsioni riguardo a
quando ci sarà la ripresa potrebbe essere molto più utile cercare di capire che
tipo di convinzione avranno gli operatori e il mercato stesso, visto che ciò
che farà muovere i mercati sarà il loro pensiero. Un pensiero non tanto intento
a percepire se ci sarà o meno la ripresa, quanto attento a capire se le parole
di Trichet o di Bernanke sono credibili o meno. Se crederanno a ciò i mercati
potrebbero tornare a muoversi e a salire. Se ci sarà la ripresa, ma gli
operatori e la gente non crederà ad essa, i mercati difficilmente
risaliranno.Viganò. L'economia europea si muove a rilento e in ritardo rispetto
a quella Usa e alle emergenti e ancora una volta gli Usa fungeranno da traino per una ripresa globale. I fattori
strutturali che agiscono da freno sono le condizioni del settore finanziario e
del credito, oltre all'aumento della propensione al risparmio, alla debolezza
del mercato immobiliare e a possibili rialzi nel prezzo del petrolio. Fanno da
contrappeso gli effetti delle politiche di stimolo fiscale e monetarie che non
hanno ancora esplicitato tutti i propri benefici e che rimarranno su livelli
espansivi per lungo tempo.Toschi. La fase di ripresa inizierà verso la fine
dell'anno e si protrarrà nel 2010. Il tema rilevante è sulle modalità e
sull'intensità della ripresa. I governi dovranno gradualmente rivedere i piani
di forte stimolo all'economia per fronteggiare la crescita dei debiti pubblici;
i mercati del lavoro dovranno stabilizzarsi prima che riprendano più
stabilmente i consumi; il sistema bancario internazionale potrà ancora
fronteggiare svalutazioni e perdite che potrebbero frenare l'erogazione del
credito e quindi lo sviluppo. Tutti questi fattori fanno pensare che la fase
più acuta della crisi sia alle spalle, che ci siano segnali di stabilizzazione
e, in alcune aree, di ripresa ma che i tempi di ritorno a uno sviluppo vicino
al potenziale potrebbero essere lunghi e comportare qualche anno di sviluppo al
rallentatore. Piotti. Stiamo già cominciando a intravedere una lieve
ripresa, sebbene nel breve si parli più di una diminuzione del tasso di
declino che di cambio di rotta, ma per il prossimo anno il Fmi sta ipotizzando
una positiva crescita del pil a livello globale. L'Europa è l'unica regione per
la quale si prospetta crescita zero -ma non crescita negativa- e la
pessimistica visione di Trichet è forse legata alle tempistiche di ripresa
della regione europea.D. Quale Borsa, a suo giudizio, registrerà i risultati
migliori nella seconda metà del 2009?Viganò. La borsa cinese appare sicuramente
molto interessante per le proprie dinamiche economiche, gli stimoli fiscali e
monetari e il crescente favore degli investitori locali per gli investimenti
azionari. Toschi. I mercati emergenti dai minimi di ottobre 2008 hanno ripreso
la sovraperformance rispetto alle principali aree sviluppate, come conseguenza
delle misure più incisive prese in alcune di queste aree come Cina, India e Brasile. Si ritiene che questo trend possa
proseguire. Tra le aree sviluppate Usa e Uk potrebbero
essere favoriti.Piotti. Il mercato americano tra quelli sviluppati ha le
migliori chance, non appena gli stimoli fiscali inizieranno a rinvigorire il
sistema economico. D. Secondo lei, cosa attende i Paesi emergenti?Piotti. Nella
situazione attuale i mercati emergenti non legati alla produzione delle materie
prime sono quelli meglio posizionati e in particolare i Paesi dell'Europa
emergente, middle est e Africa, insieme ad alcune economie asiatiche come
India e Cina. Tenani. I Paesi emergenti
sono stati la vera rivelazione di questa crisi globale, che ha funto da cartina
di tornasole della loro conquistata maggiore stabilità. Saranno anche quelli
che prima e meglio riusciranno a superare l'attuale fase d'incertezza. Questo
li pone in prima linea nella selezione degli investimenti, sia nella componente
azionaria che obbligazionaria. Martinelli. L'ultimo rally è ripartito dai
settori, dai Paesi e dai temi che hanno trainato i mercati nel precedente. I
Bric a livello geografico ed energia e materie prime a livello settoriale sono
rimasti i settori guida. Dal punto di vista delle valutazioni, in queste aree
non c'è valore. Riteniamo quindi ancora prematuro tornare a salire di peso su
questi Paesi, preferendo situazioni di sottovalutazione più evidenti nell'area
asiatica come Thailandia, Singapore e in parte Indonesia.Toschi. A breve è
possibile che alcuni di questi mercati possano sperimentare delle fasi di
correzione, peraltro già in atto, per effetto dei forti rally realizzati, ma le
valutazioni restano mediamente ancora convincenti. Viganò. Le economie
emergenti saranno in prima fila nel percorso di ripresa economica. In termini
di attività economica, il peso dei mercati emergenti sul livello di output
globale è in costante crescita e questa tendenza è destinata a confermarsi nei
prossimi anni. A livello strategico, devono essere considerati sempre di più e
con favore nella costruzione di portafoglio senza tuttavia generalizzare: per
esempio le economie dell'est Europa soffrono di sbilanci finanziari e
difficoltà strutturali enormi.D. Quale indirizzo avete adottato in termini di
strategia nel 2009?Martinelli. La nostra strategia va al di là del singolo anno
ed è orientata al medio/lungo periodo. In effetti, la strategia adottata nel
primo semestre del 2009 è in parte figlia della strategia di lungo periodo
adottata già nei mesi e negli anni passati. Il posizionamento su paesi e
settori sottovalutati, come il Giappone e telecom, tecnologia e farmaceutici,
il forte sottopeso su energia e materie prime e una minor esposizione azionaria
hanno permesso di limitare le perdite nella fase di forte correzione di inizio
anno. Nel periodo del rimbalzo l'allocazione settoriale ha offerto minori
contributi ed è venuto in aiuto lo stock picking. Nel corso del semestre è
stato incrementato leggermente il peso dei finanziari mentre è rimasto ancora
presente il sovrappeso sui settori sopraindicati. Allo stesso modo, con
l'aumentare della correzione è stato gradualmente alzato il peso azionario nei
nostri portafogli, per poi ridurlo nuovamente a fronte del recente rimbalzo.Viganò.
Nella prima parte dell'anno ci siamo mantenuti piuttosto difensivi, malgrado
una view macroeconomica che era ed è favorevole a un rialzo dei mercati
azionari nel corso del 2009. Abbiamo cavalcato con successo il recente rimbalzo
di mercato grazie all'incremento di posizioni maggiormente cicliche e a beta
più elevato nel primo trimestre. Oggi siamo più tattici e valutiamo
attentamente punti di ingresso per tornare a sovrappesare l'azionario. Per
quanto riguarda i portafogli obbligazionari, un tema ricorrente è stato e
continuerà ad essere il sovrappeso dei titoli societari. Lo stesso non si può
dire per la duration sulla componente governativa, che viene invece gestita in
modo piuttosto tattico. Toschi. L'approccio di investimento nella prima parte
dell'anno è stato cauto. Al momento si ritiene che esistano le condizioni per
impostare una strategia che aumenti il grado di rischio dei portafogli,
compatibilmente con il diverso profilo della clientela. Per la seconda parte
dell'anno si sta valutando un approccio più favorevole, con un aumento della
componente equità, privilegiando alcune aree tra cui emergenti, Regno Unito, e
anche alcuni mercati europei come Germania e Spagna, particolarmente
penalizzati dalla forza della recessione e che stanno emergendo dalla fase più
negativa. Resta una preferenza relativa per il mercato del credito e dei
convertible bond, che hanno sofferto di un processo di vendite molto forte da
parte di alcuni operatori istituzionali durante la fase di de-leveraging.Tenani.
Abbiamo prediletto un approccio difensivo agli investimenti, associato a
flessibilità e ricerca della qualità. Nel settore obbligazionario abbiamo dato
grande spazio a prodotti in grado di cogliere le migliori opportunità bond su
base globale, come anche a prodotti tematici, in grado di perseguire con
efficienza idee forti. Sui risky asset abbiamo mantenuto un approccio molto
prudenziale, guardando solo a quelle aree che hanno mostrato maggiore stabilità
e capacità di tenuta di fronte alla crisi e che si configurano al contempo come
idee d'investimento di lungo periodo: la predilezione è andata quindi alle
azioni dei Paesi emergenti, con in testa i suoi leader, i paesi Bric. D.
L'esperienza insegna che
Viganò.
in tutte
le fasi di mercato - e soprattutto in quella attuale caratterizzata da una
complessità molto elevata dettata da fattori strutturali e ciclici - la
gestione professionale basata su un'attenta analisi del rischio è capace di
offrire, sul medio/lungo termine, risultati superiori. Piotti.
abbiamo visto sparire dalla scena istituzioni finanziarie
rinomate e molte altre soffrire in maniera pesante con la necessità di
ricapitalizzarsi, ma contrariamente a quanto accadde in passato, con la Grande
Depressione, le banche centrali e i governi, memori degli errori commessi,
hanno stimolato e aiutato il sistema economico in maniera decisa e gli effetti
di questa crisi stanno pian piano ridimensionandosi.Tenani.
.molti dei paradigmi e delle strategie del passato si sono
rivelati inefficaci per gestire un contesto non solo volatile, ma con nuovi
rapporti di forza e dipendenza tra le singole variabili. E' stato vincente chi
è riuscito ad adattare in modo flessibile le proprie strategie e scelte
d'investimento al mutato contesto. Martinelli.
solo un metodo applicato con disciplina e persistenza può
portare a risultati positivi nel medio/lungo termine, evitando di commettere
errori sistematici e di cadere nelle trappole più classiche. Seguire le mode
del momento, l'euforia o ancora peggio il pessimismo degli operatori e dei
mercati difficilmente può portare a buoni risultati, soprattutto nel lungo
periodo. Toschi.
l'economia occidentale dovrà
trovare nuove regole, aspirando a una maggiore eticità del mondo della finanza
che resta un obiettivo non così impossibile se si pensa ai passi avanti fatti
negli ultimi decenni del Novecento in tema di regole comportamentali e di
regolamentazione della finanza. L'esperienza insegna che queste fasi di shock
creano anche delle rilevanti opportunità di investimento in virtù di periodi di
asimmetria informativa e di dislocazione dei mercati che possono portare a
periodi di overperformance di alcune importanti asset class.
( da "Milano Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano
Finanza sezione: Inchiesta data: 25/07/2009 - pag: 18 autore: Qui New York,
dove l'incubo è (quasi) passato Nei giorni scorsi il New York Times ha messo in
prima pagina una classica foto estiva. Mostrava un gruppo di ragazzi su una
piccola imbarcazione in uno dei laghi del Nordest americano. Erano sorridenti,
ma tutti senza eccezione avevano anche la classica mascherina di difesa
dall'influenza suina. Perché quest'estate la febbre suina ha lasciato, almeno
nei titoli dei giornali, le grandi città per arrivare nei campeggi dove i
ragazzi americani e non, e in particolare i teenager, passano le settimane
estive mentre gli adulti sgobbano in città. Il boom nella vendita delle
mascherine, invece, è uno dei motivi che ha permesso al colosso 3M di
archiviare una trimestrale superiore alle attese e di annunciare
successivamente un investimento di 20 milioni di dollari per aumentare la
capacità produttiva del 10% in un mercato che domina assieme alla
Kimberly-Clark.Se nei summer camp del New England e del Texas di febbre suina
si discute per prevenirne la diffusione con un accento sulle norme sanitarie e
sui continui controlli, nelle grandi città la chiusura delle scuola per le
ferie estive ha sicuramente allontanato la paura. Negli uffici americani fa
bella mostra di sé, sempre più spesso, la bottiglia di sapone disinfettante e
qualcuno è passato dalle classiche tazzine da caffè a quelle in carta per
diminuire il rischio di contagio, ma l'incubo della peste suina sembra (quasi)
superato anche se nessuno dimentica che in maggio negli Usa si era toccata una punta di 726 scuole chiuse contemporaneamente
in vari Stati. Salvo poi scoprire che tanti giovani studenti americani sono
stati messi in quarantena all'arrivo in Cina nelle ultime
settimane. Nondimeno il Center for desease control (Cdc) di Atlanta mostra nei
suoi dati settimanali che i casi accertati di H1N1 sono stati negli Usa finora oltre 40 mila, con una punta di oltre 6 mila nel
Winsconsin, e le vittime 263 di cui la metà concentrata fra California e Stato
di New York.Un paio di settimane fa il presidente Obama ha messo in guardia sul
possibile ritorno della febbre suina in autunno e lanciato un piano di
vaccinazioni a partire da ottobre, con fondi speciali per gli ospedali, e il
nuovo capo del Cdc, Thomas Frieden, ha dichiarato con decisione: «La febbre
suina non è finita». In ottobre gli Usa avranno circa
160 milioni dosi di vaccino pronte e le stime dello stesso Cdc sono che nei
prossimi due anni fino al 40% degli americani potrebbe essere colpito dallo
H1N1.A Wall Street, naturalmente, la febbre suina si è tradotta anche in
un'attenzione maggiore ai titoli delle società che producono o sperimentano
vaccini come Novavax, Hemispherx BioPharma e Sinovac Biotech ma anche a colossi
come la svizzera Novartis, Roche e GlaxoSmithKline. Il sito Tickerspy ha
lanciato anche un indice ad hoc, lo Swine flue and bird flud stocks, che
nell'ultimo mese ha guadagnato il 20% ovvero il 12,4% più dell'indice S&P
500. L'indice, che ha una capitalizzazione complessiva di 28,8 miliardi di
dollari, comprende 19 titoli americani spesso small cap che producono vaccini o
farmaci antivirali e operano soprattutto nel settore delle biotecnologie, ma
nessuno è al momento sui massimi registrati nei mesi scorsi. Nondimeno società
come la piccola Hemispherx di Filadelfia, quotata all'American Stock Exchange,
ha reso quest'anno il 540% e la BioCryst di Birmingham in Alabama il 470%. Sul
versante opposto ci sono i danni per gruppi come Delta Airlines che nella sua
ultima trimestrale ha quantificato in quasi 150 milioni di dollari l'effetto
febbre suina sui suoi conti, per un calo delle prenotazioni di volo soprattutto
sulle tratte internazionali.Andrea Fiano
( da "Milano Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Milano
Finanza sezione: I Vostri Soldi in Gestione data: 25/07/2009 - pag: 28 autore:
di Dino Colacicco* Ma che bella estate Gli indici degli alternativi battono le
borse. E anche gli hedge italiani stanno recuperando le pesanti perdite del
2008 Continuano a performare positivamente gli investimenti alternativi anche
in giugno con i principali indici in terreno positivo: il Csfb/Tremont hedge
fund index ha fatto segnare il +0,43% (+7,18% da inizio anno) e il +0,50% (da
gennaio +4,24%) il Csfb/Tremont AllHedge index. Risultati migliori di quelli
delle borse. In giugno i listini azionari hanno tirato il fiato dopo due mesi e
mezzo di forti rialzi: Msci world -0,61% (+4,76%). Stati Uniti leggermente
contrastati con DowJones -0,63% (-3,75%), S&P500 +0,02% (+1,779%). Europa
invece in calo con i listini che sono tornati in territorio negativo da inizio
anno: DJEurostoxx50 -2,02% (-1,877%). Si è arrestata, invece, la cavalcata dei
mercati emergenti con Msci Emerging Markets -1,53% (+34,26%). Asia piatta con
Msci Asia Local +0,16% ( +34,32%) in rialzo grazie alla Cina, dove la
borsa cinese dedicata ai soli investitori locali di Shanghai segna +12,40%
(+62,53%), mentre quella per gli stranieri (Hang Seng) +1,14% (+27,74%)I
mercati si sono mossi, come sempre, in anticipo consolidando una parte dei
guadagni registrati nei mesi precedenti in attesa di prendere posizione dopo la
pubblicazione dei dati soprattutto quelli delle trimestrali Usa. Tra le varie strategie hedge, quella più premiante a
giugno è risultata la Convertible arbitrage +4,05% (+23,95%) in continuo
recupero grazie all'allentarsi delle tensioni sul credito. La strategia più
debole è stata la Managed futures con un -2,32% (-7,43%) per trend non stabili.
In generale è continuata la creazione di extra-rendimento da parte dei fondi
hedge con un rendimento generalmente positivo nonostante mercati in discesa. In
giugno si è avuta una maggior confidenza da parte dei gestori testimoniata
dall'incremento dell'esposizione lorda. Non tanto una fiducia in un trend di mercato
ma quanto nella riduzione di irrazionalità e panico che ha caratterizzato gli
ultimi mesi del 2008 e i primi mesi del 2009. Sono soprattutto i gestori equity
a incrementare le posizioni, ritornando a ricercare valore attraverso lo studio
dei fondamentali. Anche in Italia gli hedge sono tornati in territorio
positivo. Sulla base delle prime stime dell'ufficio studi di MondoHedge,
l'industria italiana dei fondi di fondi hedge sembra avviata a chiudere il
primo semestre con il secondo miglior risultato semestrale registrato dal suo
avvio. L'indice generale dei fondi di fondi segna infatti a giugno un +3,23%
recuperando oltre il 15% delle perdite del 2008. * portfolio manager di Farad
investment advisor
( da "Borsa e Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATTUALITÀ
Basta lussi, Toyota non finirà come Gm E Akio riparte dalla filosofia del
kaizen La crisi mette a rischio i primati del gruppo nipponico. E dopo il primo
bilancio in rosso della sua storia la società tornerà a privilegiare sobrietà e
risparmi di Redazione - 25-07-2009 In un mite giorno del febbraio scorso il
presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ben 400 top
managers del gruppo automobilistico in processione. Lo scopo era una visita
allo stabilimento tessile, in mattoni rossi, di Nagoya che costruì molti anni
addietro suo nonno. E così, attorno al patriarca di 84 anni, i manager si sono
messi in cerchio per assistere a un passaggio di consegne assolutamente fuori
dal comune. Due mesi prima infatti la Toyota ha dovuto ammettere che stava
avviandosi al primo bilancio in rosso da quando, nel lontano 1937, il padre di
Shoichiro aveva iniziato a costruire automobili in quello stesso stabilimento,
poi trasformato in museo. A gennaio, inoltre, c'era stato l'annuncio che il
figlio di Shoichiro, Akio, avrebbe preso il posto di Katsuaki Watanabe alla
presidenza del gruppo dopo l'assemblea degli azionisti di metà luglio. Ma,
nonostante questi presupposti, i manager non erano pronti ad ascoltare la
violenta litania contro Watanabe, da parte di Shoichiro. «Quante volte hai
sbagliato?» si è scagliato l'anziano patriarca contro il presidente uscente,
messo all'angolo ad ascoltare in silenzio e a capo chino. È tutta colpa tua, ha
incalzato Shoichiro, di quella maledetta ansia di aumentare le vendite e i
profitti che ha finito per trasformare Toyota in un'azienda simile alla Gm o a
Chrysler. Toyota, infatti, per la febbre di creare macchine costose, ha
dimenticato la prima necessità dei clienti: risparmiare soldi. Una dura
filippica, non solo contro Watanabe, ma contro tutto quello che minaccia le
fondamenta dell'impero di famiglia. I Toyoda hanno costruito la prima auto
quando Henry Ford già ne produceva un milione all'anno. Durante la seconda
guerra mondiale, i Toyoda aprirono una serie di lavanderie per sopravvivere.
Poi adottarono i principi del kaizen, ovvero la filosofia dei piccoli ma
costanti miglioramenti nella produzione, con il risultato di diventare la
miglior azienda al mondo per qualità e risparmio dei costi. Fino a diventare la
numero uno del pianeta. Ma, dopo il crollo dell'industria americana dell'auto,
anche i primati di Toyota possono essere adesso a rischio. E per evitare la
sorte di Gm, segnata da un declino durato quarant'anni, Toyota dovrà adattarsi
ad un nuovo scenario di mercato, fatto sicuramente di minori vendite e
profitti, senza trascurare la crescita dei nuovi concorrenti, spiega il
consulente John Casesa. «Se la Toyota non saprà adattarsi al mondo che cambia,
prima o poi anche lei andrà in crisi. Se invece saprà capire la lezione di Gm,
allora manterrà anche in futuro la sua leadership». La vera sfida di Akio è di
tagliare la dipendenza dell'azienda dalle macchine di lusso e di spostare
l'orizzonte dagli Usa, un mercato fin troppo «drogato»
dal credito facile. Nella sua corsa per scalzare Gm dal primato, Toyota ha
tuttavia dilapidato ingenti risorse, costruendo impianti per altri due milioni
di vetture all'anno. Nello stesso periodo, la coreana Hyundai ha puntato sui
compratori di utilitarie in India, Cina e altri mercati emergenti, dove
ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota. Numeri che,
evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa lezione -
commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha scritto il
libretto di istruzioni per il successo, ma Hyundai l'ha letto:
costruisci grandi macchine con un grande valore incorporato dentro. E il
pubblico ti seguirà». E ADESSO? Ci vorrà tempo perché gli azionisti di Toyota
vedano le prime soddisfazioni, ammonisce il gestore Christian Takushi: dopo
profitti per 17,7 miliardi di dollari, a fine marzo del 2008, la casa ha chiuso
nel marzo 2009 con una perdita di 4,5 miliardi. E per il marzo 2010 la
previsione è ancora di un rosso di 5,7 miliardi. Anche nel caso di una forte
ripresa delle vendite, aggiunge Takushi, ci vorranno almeno tre anni per
rivedere l'utile. Nel frattempo, Toyota pagherà il prezzo della sua espansione
produttiva. «Toyota ha voluto strafare negli investimenti per diventare la
numero uno - conclude l'analista - Ma ora paga un prezzo salato per
quest'ambizione». Riproduzione riservata Bloomberg AUTO GIAPPONE
( da "Borsa e Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ATTUALITÀ
In un mite giorno del febbraio scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro
Toyoda, ha portato ... di Redazione - 25-07-2009 In un mite giorno del febbraio
scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ben 400
top managers del gruppo automobilistico in processione. Lo scopo era una visita
allo stabilimento tessile, in mattoni rossi, di Nagoya che costruì molti anni
addietro suo nonno. E così, attorno al patriarca di 84 anni, i manager si sono
messi in cerchio per assistere a un passaggio di consegne assolutamente fuori
dal comune. Due mesi prima infatti la Toyota ha dovuto ammettere che stava
avviandosi al primo bilancio in rosso da quando, nel lontano 1937, il padre di
Shoichiro aveva iniziato a costruire automobili in quello stesso stabilimento,
poi trasformato in museo. A gennaio, inoltre, c'era stato l'annuncio che il
figlio di Shoichiro, Akio, avrebbe preso il posto di Katsuaki Watanabe alla
presidenza del gruppo dopo l'assemblea degli azionisti di metà luglio. Ma,
nonostante questi presupposti, i manager non erano pronti ad ascoltare la
violenta litania contro Watanabe, da parte di Shoichiro. «Quante volte hai
sbagliato?» si è scagliato l'anziano patriarca contro il presidente uscente,
messo all'angolo ad ascoltare in silenzio e a capo chino. È tutta colpa tua, ha
incalzato Shoichiro, di quella maledetta ansia di aumentare le vendite e i
profitti che ha finito per trasformare Toyota in un'azienda simile alla Gm o a
Chrysler. Toyota, infatti, per la febbre di creare macchine costose, ha
dimenticato la prima necessità dei clienti: risparmiare soldi. Una dura
filippica, non solo contro Watanabe, ma contro tutto quello che minaccia le
fondamenta dell'impero di famiglia. I Toyoda hanno costruito la prima auto
quando Henry Ford già ne produceva un milione all'anno. Durante la seconda
guerra mondiale, i Toyoda aprirono una serie di lavanderie per sopravvivere.
Poi adottarono i principi del kaizen, ovvero la filosofia dei piccoli ma
costanti miglioramenti nella produzione, con il risultato di diventare la
miglior azienda al mondo per qualità e risparmio dei costi. Fino a diventare la
numero uno del pianeta. Ma, dopo il crollo dell'industria americana dell'auto,
anche i primati di Toyota possono essere adesso a rischio. E per evitare la
sorte di Gm, segnata da un declino durato quarant'anni, Toyota dovrà adattarsi
ad un nuovo scenario di mercato, fatto sicuramente di minori vendite e
profitti, senza trascurare la crescita dei nuovi concorrenti, spiega il
consulente John Casesa. «Se la Toyota non saprà adattarsi al mondo che cambia,
prima o poi anche lei andrà in crisi. Se invece saprà capire la lezione di Gm,
allora manterrà anche in futuro la sua leadership». La vera sfida di Akio è di
tagliare la dipendenza dell'azienda dalle macchine di lusso e di spostare
l'orizzonte dagli Usa, un mercato fin troppo «drogato»
dal credito facile. Nella sua corsa per scalzare Gm dal primato, Toyota ha
tuttavia dilapidato ingenti risorse, costruendo impianti per altri due milioni
di vetture all'anno. Nello stesso periodo, la coreana Hyundai ha puntato sui
compratori di utilitarie in India, Cina e altri mercati emergenti, dove
ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota. Numeri che,
evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa lezione -
commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha scritto il
libretto di istruzioni per il successo, ma Hyundai l'ha letto:
costruisci grandi macchine con un grande valore incorporato dentro. E il
pubblico ti seguirà». E ADESSO? Ci vorrà tempo perché gli azionisti di Toyota
vedano le prime soddisfazioni, ammonisce il gestore Christian Takushi: dopo
profitti per 17,7 miliardi di dollari, a fine marzo del 2008, la casa ha chiuso
nel marzo 2009 con una perdita di 4,5 miliardi. E per il marzo 2010 la
previsione è ancora di un rosso di 5,7 miliardi. Anche nel caso di una forte
ripresa delle vendite, aggiunge Takushi, ci vorranno almeno tre anni per
rivedere l'utile. Nel frattempo, Toyota pagherà il prezzo della sua espansione
produttiva. «Toyota ha voluto strafare negli investimenti per diventare la
numero uno - conclude l'analista - Ma ora paga un prezzo salato per
quest'ambizione». Riproduzione riservata Bloomberg
( da "Borsa e Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ANALISI
TECNICA Moneta unica in balìa del dollaro Il cross è vicino a livelli che
potrebbero fornire indicazioni di medio periodo Ma a dare le carte è la valuta
americana, complici le decisioni dei Paesi Bric di Redazione - 25-07-2009 Il
trend rialzista dell'euro, già segnalato la settimana scorsa, è stato
confermato dalle ultime sedute. La salita della moneta unica è apparsa lenta e
costante ma strutturale, come in altri periodi di grande svalutazione del
biglietto verde. Le ragioni sono sempre le stesse: i timori di una
diversificazione delle riserve valutarie globali, ancora prevalentemente in
dollari, verso le quali i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) nutrono diffidenza. Da un lato, infatti, proseguono nel
tentativo di mantenere le proprie monete «sottovalutate» vendendo le divise
nazionali e acquistando dollari Usa, dall'altro si
lamentano chiedendo a gran voce la sostituzione del biglietto verde come valuta
di riferimento internazionale. Senza però volerne ovviamente causare la
caduta, fatto che provocherebbe una svalutazione dei propri asset. Un gioco
delle tre tavolette che non ha sbocchi, almeno per il momento, ma con
conseguenze sui rapporti di cambio flessibili, tra cui il principale, l'EurUsd.
Appare poi logica, in questo contesto, la correlazione con i mercati azionari e
le materie prime, anche se nelle ultime sedute della settimana si è intravisto
un leggero cambiamento. Si ha infatti la sensazione che l'EurUsd stia arrivando
su livelli tecnici cruciali di medio termine e che poi possa cominciare una
correzione/inversione anche significativa. Tecnicamente dobbiamo verificare
prima il test dei doppi massimi a 1,4340, non ancora raggiunto e che potrebbe
rappresentare la linea Maginot tra due differenti scenari. Il primo, ovvero una
eventuale rottura al rialzo di tale resistenza, sarebbe il viatico per una
accelerazione anche importante verso nuovi e più ambiziosi obiettivi che si
verrebbero a posizionare in area 1,4700 e 1,4850, massimi precedenti toccati
rispettivamente il 18 dicembre 2008 e il 22 settembre 2008. Il secondo invece
individua i supporti cruciali come punti chiave per un eventuale recupero del
dollaro, che potrebbe tra l'altro essere sostenuto da una ripresa economica
anticipata e che causerebbe un rialzo dei tassi nel medio termine che gli
investitori potrebbero interpretare positivamente. Questi livelli sono
posizionati rispettivamente a 1,4150, supporto di breve mai violato negli
ultimi giorni nonostante ripetuti tentativi di rottura, e quindi l'area
compresa tra 1,3800 e 1,3850, minimi precedenti significativi toccati l'8
luglio scorso, il 22 giugno, l'8 giugno e infine il 28 maggio. Oltre a questo
livello individuiamo l'area di 1,3730 che è estremamente significativa per un
cambiamento del trend di medio termine e dove confluiscono la media mobile a
100 giorni, e i massimi relativi toccati il 23 marzo scorso e il 13 maggio. La
nostra impressione è che il mercato, dopo il test dei massimi in area 1.4340,
possa ritracciare in modo significativo e da quel momento potrebbe partire il movimento
per andare a testare i supporti chiave in area 1.3750. Il tutto potrebbe
avvenire nel giro di qualche settimana. Oltre è difficile spingersi perché nel
mercato dei cambi tutto può repentinamente cambiare.
( da "ItaliaOggi7" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi7
sezione: aidp data: 27/07/2009 - pag: 53 autore: L'esperienza piemontese si rivolge
a figure senior e a giovani Le principali motivazioni per un profilo che cambia
Secondo Gigi Guarise (Aidp Gruppo Piemonte) «sono almeno tre le motivazioni per
cui Aidp Gruppo Piemonte ha collaborato con la Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università degli Studi di Torino alla progettazione e alla realizzazione
del Master, giunto alla seconda edizione. La prima è istituzionale. La finalità
della nostra associazione è la valorizzazione e lo sviluppo della
professionalità di coloro che a vario titolo hanno responsabilità di governo e
di sviluppo delle risorse umane al fine di sottolineare la centralità della
persona e della dignità umana. La seconda riguarda la creazione di percorsi che
permettano di acquisire competenze e metodologie e manageriali efficaci a
comprendere la complessità sistemica delle organizzazioni e il loro interagire
con l'ambiente esterno. Contribuire, cioè, a pensare a progettare l'evoluzione
delle figure degli Hr manager: da ruoli di supporto alle altre funzioni e alla
governance di un'impresa, a coprotagonista all'interno della governance. Cioè
il ridisegno di un nuovo profilo identitario, più coerente con le problematiche
di un ambiente, dinamico, complesso, caratterizzato da
turbolenze globalizzate permanenti e discontinue. La terza motivazione: creare
opportunità di lavoro attraverso un percorso di professionalizzazione mirata.
Per i giovani laureati e per coloro che vogliono riorientare il proprio
percorso».Per Giancarlo Cerruti (Facoltà di Scienze Politiche di Torino),
«tradizionalmente la figura dell'esperto in direzione del personale è
stata formata, sia nell'ambito delle imprese private che nella pubblica
amministrazione, attraverso l'esperienza sul campo, a partire dal possesso di
una laurea, di solito in giurisprudenza o in altre materie umanistiche. Il
mestiere, in sostanza, si imparava sul campo. Si è trattato di un modello
formativo adeguato sin tanto che la direzione del personale si occupava
essenzialmente di gestire l'amministrazione dei dipendenti, il contenzioso e le
relazioni sindacali e di fornire un supporto nella selezione dei nuovi assunti.
Lo sviluppo dell'economia della conoscenza e dei processi di globalizzazione ha
cambiato le carte in tavola. La crescente complessità dei compiti di sviluppo
professionale, la maggiore rilevanza dell'attività di direzione delle persone
nel migliorare l'efficienza delle organizzazioni, lo sviluppo di saperi
scientifici nuovi e sofisticati nell'analisi e progettazione dei sistemi di
governo delle relazioni di lavoro hanno messo in crisi il modello formativo
tradizionale. Per esercitare questo ruolo con elevati standard è necessario
possedere un robusto ceppo di competenze nel campo dell'economia della
conoscenza, della sociologia dell'organizzazione, del diritto del lavoro, dell'economia
e della psicologia del lavoro e dell'organizzazione».
( da "ItaliaOggi7" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
ItaliaOggi7
sezione: Reagire alla crisi data: 27/07/2009 - pag: 8 autore: Pagine a cura di
Roberto lenzi Dal fondo di 100 milioni per l'avvio di impresa a quello della
Bei, ecco le iniziative in campo Una spinta a chi si mette proprio Triplice
alleanza Ue-stato-regioni contro la disoccupazione Azione trasversale tra Ue,
stato e regioni per rispondere alla crisi occupazionale. Si punta in
particolare su credito e contributi per l'avvio di attività. Il budget iniziale
del Fondo europeo di sostegno ai disoccupati per mettersi in proprio sarà di
100 milioni di euro. Sarà possibile un elevamento del budget fino a 500 milioni
di euro, grazie all'intervento della Banca europea per gli investimenti e degli
altri istituti finanziari. È questa una delle novità centrali di una proposta
lanciata dalla Commissione europea per rispondere alla crisi, soprattutto sul
fronte della disoccupazione. Il lancio del nuovo fondo si affianca ad altre
misure concrete come l'anticipazione dei 19 miliardi di euro di stanziamento
del Fondo sociale europeo destinato alla riqualificazione professionale dei
lavoratori, senza la necessità per gli stati membri di cofinanziare i programmi
con proprie risorse. Oltre a questo, la commissione lancerà una serie di
iniziative volte a fornire aiuti immediati ai disoccupati, strumenti per la
riorganizzazione delle imprese, incentivi alle assunzioni e alla formazione. Le
priorità europee sono sostenere l'occupazione, creare posti di lavoro e
promuovere la mobilità; migliorare le qualifiche e rispondere ai bisogni del
mercato del lavoro; migliorare l'accesso all'occupazione, con particolare
attenzione ai giovani. Più semplice avviare un'impresa. La Commissione europea
darà una mano a chi perde il posto di lavoro. La proposta è quella di istituire
un fondo di 100 milioni di euro da cui attingere microfinanziamenti per l'avvio
di impresa. Si tratta di prestiti fino a 25 mila euro da destinare a nuove
imprese di dimensioni ridotte, al di sotto dei dieci dipendenti. L'obiettivo è
quello di facilitare l'ingresso di chi ha perso il proprio lavoro nel mondo
imprenditoriale. Il fondo dovrebbe poi essere elevato a 500 milioni di euro,
grazie all'intervento della Banca europea per gli investimenti. Tale operazione
dovrebbe consentire di arrivare all'erogazione di circa 45 mila prestiti.
Nessun cofinanziamento nazionale sull'Fse. I programmi del Fondo sociale
europeo non graveranno sui bilanci degli stati membri. Per tutto il periodo
2009-2010, la Commissione europea sarà autorizzata a rimborsare agli stati
membri il 100% delle spese dichiarate. Questo comporta che non saranno
necessari cofinanziamenti nazionali per attivare le misure di aiuto. L'Fse
dispone di risorse volte ad aiutare le persone a mantenere il proprio posto di
lavoro o a trovare una nuova occupazione tramite programmi di riqualificazione
professionale, promuovendo l'imprenditorialità e migliorando i servizi di
collocamento pubblici. I fondi sono destinati sia alle persone fisiche che alle
imprese. Il Fondo sociale europeo sarà inoltre incaricato di offrire tempestive
opportunità di formazione o lavoro a ciascun disoccupato: entro un mese per i
giovani di età inferiore a 20 anni, entro due mesi per i giovani di età
inferiore ai 25 anni ed entro tre mesi per le persone di età superiore a 25
anni. Strumenti pratici per le imprese. Altre proposte della commissione
riguardano la predisposizione di una guida per la formazione nelle piccole
imprese per aiutarle a mantenere e a ottenere le abilità di cui necessitano.
Inoltre, ci si propone di fornire istruzioni pratiche per aiutare le imprese, i
lavoratori e i loro rappresentanti a gestire meglio e in modo pro-attivo la
ristrutturazione aziendale. Sussidio di disoccupazione trasferibile. Sarà
possibile, per i disoccupati che cercano lavoro in uno stato membro diverso dal
proprio, mantenere il sussidio di disoccupazione a cui avevano diritto nel
proprio paese per un periodo di sei mesi. Sempre in quest'ottica, la
commissione si propone di istituire un nuovo servizio on-line che possa aiutare
i lavoratori a cercare un impiego consono alle proprie capacità in tutto il
territorio europeo, sfruttando il portale europeo attualmente già esistente
denominato Eures. Più incisivo il Fondo per la
globalizzazione. Durata maggiore e tasso di intervento più alto per il Fondo
europeo di adeguamento alla globalizzazione (Fem). Le modifiche che interessano
il fondo, operative fino al 31dicembre 2011, riguardano l'innalzamento del
tasso di intervento dal 50 al 65%, l'elevamento della durata da 12 a 24 mesi,
nonché l'abbassamento da 1.000 a 500 lavoratori coinvolti come soglia minima
per attivare l'intervento. Il Fondo è nato con lo scopo di fornire un sostegno
ai lavoratori, principalmente nelle regioni e nei settori svantaggiati dalla
loro apertura all'economia globalizzata. Con una dotazione annuale di 500
milioni di euro, l'obiettivo del Fem consiste nel fornire un aiuto individuale
preciso e limitato nel tempo ai lavoratori personalmente e severamente colpiti
da licenziamenti derivanti da trasformazioni profonde negli scambi commerciali
internazionali. Il Fondo, istituito a fine 2006, ha già fatto sentire i suoi
effetti anche in Italia, visto che a fine 2008 sono state approvate quattro
proposte italiane di accesso, tutte destinate a sostenere la crisi nel settore
tessile in quattro regioni: Sardegna, Lombardia, Piemonte e Toscana.
( da "Borsa e Finanza" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
SETTIMANA
IN NUMERI Usa al test del pil trimestrale di Redazione
- 25-07-2009 Mentre analisti ed economisti sgomitano già per indovinare di
quanto «risalirà» l'economia americana nel 2010, i mercati devono adesso fare
ancora i conti con la fredda realtà della crisi. E presto arriverà un dato
quelli che possono produrre grandi cambiamenti sul sentiment delle Borse, nel
bene e nel male. È la prima lettura del pil nel secondo trimestre 2009, noto
venerdì 31 luglio. Le notizie potrebbero non essere tremende sebbene, lo si sa
già, il verdetto sarà di altri tre mesi di recessione per l'economia Usa. Tuttavia ci si attende che la contrazione non riveli
particolarmente accentuata, soprattuttp dopo il -5,5% annualizzato del primo
trimestre. I motivi per un «cauto ottimistmo» sono almeno due. Il primo è che
sono migliorate, nel complesso, le attese alla luce degli ultimi dati macro
pubblicati. Nel valutarli, anche l'autorevole The Economist Intelligence Unit,
parla espressamente di un «forte rallentamento della contrazione del Pil», al
punto da avere rivisto le prospettive su tutto il 2009 a quota -2,5%, dalla
precedente stima del -2,9 per cento. Più in generale, il consensus del mercato
sul secondo trimestre è pari al -1,5 per cento. A dare man forte agli ottimisti
è arrivato anche il «superindice», cresciuto in giugno dello 0,7%, ovvero oltre
le stime. E non solo. È stato anche rivista al rialzo la lettura di maggio,
dall'1,2% all'1,3 per cento. Secondo Ken Goldstein, capo-economista del
Conference Board, istituto che ha rilasciato il dato, la recessione ha iniziato
a perdere velocità sin dalla primavera. Fra i componenti che hanno contribuito
positivamente ci sono da segnalare gli spread sui tassi di interesse, i
permessi edilizi, i prezzi delle azioni e le richieste dei sussidi di
disoccupazione. Secondo fattore confortante è il dato della
crescita nel secondo trimestre 2009 della Cina, che ha già
rilasciato la statistica. L'attività economica è balzata a +7,9%, superiore
dunque al 7,7-7,8% stimato dagli economisti. E se il Drago riprende a volare,
anche dalle parti di Washington può tornare un po' di buonumore.
( da "Tirreno, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
OLTRE
LA CRISI SE LA RIPRESA SARà A W di Franco A. Grassini In tempi difficili
l'osservazione da parte di un istituto serio come lo ISAE che ci siano segnali
di "un possibile punto di svolta per l'economia italiana tra l'estate e
l'autunno" dovrebbero far tirare un sospiro di sollievo. Analogamente la
previsione che nel 2010 il PIL dovrebbe crescere dello 0,2% sembra confermare
un relativo ottimismo. Leggendo tra le righe del lungo rapporto si vede come il
problema vero che il mondo, non solo l'Italia, ha di fronte sia quello della
forma che assumerà la ripresa. E' ormai, infatti, opinione comune che rarissime
sono le possibilità che essa abbia quelle di una V. Vale a dire che alla forte
discesa dell'economia faccia seguito una risalita che riporti ai livelli
precedenti. Gli economisti si dividono tra altre due alternative. La prima,
quella considerata meno probabile, è che l'economia assuma la forma di una L.
Al calo produttivo dovrebbe seguire una lunga semi-stasi a livelli più bassi
rispetto a quelli che si erano toccati. La seconda alternativa è che sia a W.
In altri termini a una certa ripresa potrebbe far seguito una nuova discesa. La
marcia verso una vera e propria depressione, infatti, è stata evitata da
massicci interventi pubblici. Ma anche gli Stati non possono continuare a
indebitarsi o a stampare moneta. Le ragioni di questo sostanziale pessimismo
vanno cercate nelle ragioni profonde della crisi. Vale a dire che lo sviluppo
notevole che aveva caratterizzato l'economia mondiale - non quella italiana-
nell'ultimo periodo era fondato essenzialmente sul ricorso al debito. Si tratta
di squilibri e abitudini che non è facile eliminare in tempi brevi. Per giunta
il Fondo monetario internazionale ha sottolineato che "c'è necessità di
fare di più per stabilizzare le banche e i mercati". Negli
USA, dove la crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle
lobby sta mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama. La Cina ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta
mondiale. ma anche qui gli ostacoli sono enormi. E come sta l'Italia?
Dalle indagini Isae risulterebbe che nell'industria il tasso di innovazione
sarebbe migliore di quanto generalmente ritenuto, ma nel complesso la
disoccupazione dovrebbe nel 2010 salire al 9,3%. Ci sarebbe, cioè, bisogno di
uno sforzo comune- Stato, imprese, sindacati per cercare di trovare nuovi
equilibri. Ma non si vede, per ora, ove siano leader in grado di guidare uno
sforzo del genere.
( da "Riformista, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
l'analisi
di massari Il gigante Russia poco europeo ma vorace di spazio «La Russia si
orienta sempre più verso l'Europa. Durante i secoli della sua modernità, fino
al 1917 e anche oltre: è questo il fatto cruciale della sua storia». Inizia con
una citazione di Fernand Braudel il saggio Russia, democrazia europea o potenza
globale? di Maurizio Massari per la Guerini e Associati editori. Un libro che
si legge tutto d'un fiato, come d'altronde si è sempre fatto con le cronache
provenienti da "oltrecortina". Oggi, a venti anni dalla caduta del
Muro di Berlino, ci si interroga ancora sul ruolo e lo spazio all'interno della
comunità internazionale della (ex) "Grande Madre Russia". Le macerie
del Muro avevano mostrato al mondo intero un grande "impero", l'Urss,
ridotto in ginocchio da settantadue anni di governi comunisti e dalla Guerra
Fredda, lenta e inesorabile partita a scacchi con gli Usa.
"Un gigante dai piedi di argilla", questa era l'idea che circolava in
Occidente quando i primi passi della perestrojka di Gorbaciov e il seguente
crollo dell'Unione Sovietica permisero di lanciare uno sguardo al di là del
Muro, verso una realtà che solo fino a qualche anno prima restava avvolta nel
mistero della propaganda, a favore o contro. In molti, venti anni fa, si
dissero immediatamente favorevoli all'annessione della Russia all'interno
dell'Europa. Ma i resti di un grande "impero", anche se comunista,
difficilmente si fanno assorbire da una realtà che fiutano come
"altra" da loro. La storia d'Europa è sempre andata a braccetto con
quella russa. Ma ciò non significa avere una cultura identitaria comune. La
Russia si è sempre caratterizzata come estremamente vorace di
"spazio". Nella sua storia è proprio lo «spazio che determina lo
Stato», come scrive Sergio Romano nella prefazione al libro di Massari. Oggi la
Federazione si ritrova con dello spazio in meno; molti Paesi dell'Est che prima
vivevano sotto il suo ombrello ora sono repubbliche sovrane. Un colpo al cuore
per l'orso russo che, tuttavia, ha progressivamente riconquistato il suo potere
sul palcoscenico internazionale. Lo strumento vincente è stato il boom
economico (anche se fiaccato dalla recente crisi globale), che ha visto il Pil
russo crescere negli ultimi otto anni. E sempre nell'ultimo decennio, i
rapporti commerciali con l'Europa (e il resto del mondo) si sono intensificati.
In campo energetico si è raggiunta una forte interdipendenza e Mosca ha
cominciato nuovamente a essere additata tra i "grandi" del pianeta,
rivivificata da anni di crescita e di assestamento del sistema e delle
procedure democratiche. Nel suo libro Maurizio Massari, diplomatico attualmente
alla Farnesina ma che si trovava a Mosca proprio negli anni della perestrojka,
analizza senza pregiudizi né «falsi miti» il ruolo della Russia oggi nel mondo
e ne tratteggia la volontà strategica attraverso le recenti scelte in campo
economico e politico. La stretta di mano tra Medvedev e
Obama e la vicinanza alla Cina e all'India fanno comprendere
come la Russia abbia scelto di porsi «al di fuori» dell'Europa, «consolidando -
come scrive l'autore - una sua identità e collocazione politico-valoriale nel
sistema europeo internazionale al di fuori del sistema». Ma «fuori» non
significa certo «contro», ed è proprio su questo che gioca l'analisi accurata
di Massari che, scevra da pregiudizi e lenti precostituite, va a leggere e
portare alla luce i motivi e le implicazioni della mancata integrazione della
Russia nel sistema Europa-Occidente, in termini di idee e percezioni da un
lato, e di «policies» dall'altro. Insomma, il "grande orso russo" è
tornato, ma oggi può essere un partner forte e non più un nemico da combattere.
di Anna Mazzone 25/07/2009
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
LETTERE
E COMMENTI pag. 36 IL MINISTRO della Salute cinese ha vietato l'uso
dell'elettrochoc pe... IL MINISTRO della Salute cinese ha vietato l'uso
dell'elettrochoc per ragazzi colpevoli' di navigare troppe ore in internet. La
pratica è sott'investigazione, ma le cliniche continuano a
riceve pazienti e si moltiplicano anche in Usa e Europa; il
centro di ricovero di Bradford, Pennsylvania, è il più noto. In Cina il 14% dei giovani rischia di essere etichettato internet
dipendente'. La clinica di Daxing, sobborgo di Beijing, è la più grande. E'
all'interno di una base militare e l'ospedale si distingue per i lucchetti alle
porte e le barre alle finestre. Molti pazienti sono forzati a venirci
dai genitori e il trattamento comprende disciplina e ipnosi. La navigazione è
sostituita da giochi di guerra e addestramento. La rieducazione spesso prevede
la macchina a onde nanometriche', un casco che emette onde elettromagnetiche.
Nel 2012 l''internet dipendenza' sarà forse inserita nel Dsm-v, il manuale di
psichiatria. Ma navigare in internet è una scelta, non una patologia. Allora
perché non creare una malattia per chi sta troppe ore al telefono? O per chi
legge troppi libri? O per chi guida troppe ore in auto? Davis Fiore, Milano
( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
BOLOGNA
PRIMO PIANO pag. 3 MEDIATRICE interculturale, consigliere per il centrosinistra
del Quartiere San Vitale, tifosa calcis... MEDIATRICE interculturale,
consigliere per il centrosinistra del Quartiere San Vitale, tifosa calcistica e
albanese. Arjana Vacchetti (nella foto), candidata straniera (fra i pochissimi)
eletta in città, è gioiosa: «Di solito seguivo le partite seduta sul divano in
casa, ma da quest'anno andrò a vederle direttamente allo stadio, non ne voglio
perdere una. Sono contenta per la squadra, che spero diventi più competitiva, e
per i bolognesi. Oramai mi definisco tale anche io». L'occasione è importante
anche per riflettere sull'apertura, o meno, della città nei confronti degli
stranieri: «Si parla troppo spesso solo ed esclusivamente di episodi negativi,
come se l'esempio positivo e quotidiano non interessasse a nessuno. Ma la
nostra è una comunità ben integrata e molto presente, lo conferma la mia
elezione in uno dei quartieri più centrali di Bologna. Ormai
viviamo in una società globalizzata e multi-culturale, non ci si deve più
stupire per investimenti stranieri, siano essi albanesi o francesi. Certo nel
mondo del calcio fa più scalpore e può essere un bene che si parli di un nostro
connazionale». Nessuna discriminazione in questi anni? «Non ho mai avuto
problemi, la città ha una lunga e antica tradizione di accoglienza ancora
vitale. Basti pensare all'Università». L'augurio finale è ovvio: «Dobbiamo
rimanere in serie A». s. b.
( da "Giorno, Il (Milano)"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
LETTERE
E COMMENTI pag. 15 Le cliniche per gli internet dipendenti
continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina d... Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a
moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina dove il 14%
dei giovani rischia di essere etichettato in questo modo. Nel 2012 l'internet
dipendenza sarà forse inserita nel Dsm-v, il manuale di psichiatria, e
accettata a livello globale. Ma navigare in internet è una scelta, non
una patologia. Allora perché non creare una malattia per chi sta troppe ore al
telefono? O una per chi legge troppi libri? O una per chi guida troppe ore in
auto? Davis Fiore
( da "Unita, L'" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
L'AQUILA
NEL CERCHIO MAGICO DI GILBERTO GIL ROBERTO BRUNELLI Se c'era qualcuno che
poteva far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere solo Gilberto Gil.
Come un alieno sorridente calato dal Brasile a due passi dal centro della città
martoriata alle 3.32 del 6 aprile, l'ex ministro della cultura del governo di
Lula ha portato in dote spiriti condomblé, pezzi di anima africana, aria di
primavera bahiana, funk-samba elettrico, reggae dalle viscere caraibiche. Il tutto
davanti al popolo delle tendopoli, portato con gli autobus che facevano la
spola fino al misterioso e meraviglioso anfiteatro romano di Amiternum. ROVINE
D'ORO Il cielo era fresco, le rovine romane sembravano d'oro. 23 luglio 2009,
l'inizio del festival itinerante «Campi Sonori», festival «di rinascita».
Tutt'intorno gli alpini della protezione civile, le luci della sera
fiammeggianti, gli scout e la gente cosiddetta normale dell'Aquila, molti dei
quali catapultati dalle tende fino a questo cerchio magico creato a poche
chilometri dal Palazzo del governo fatto a pezzi dal sisma. Una strana e
affascinante città, a modo suo, L'Aquila, circondata dolcemente dal Gran Sasso:
ma voi non sapete che è la città con il più alto tasso di consumo di musica
classica in Italia e, dicono i ben informati, in Europa. E forse molti di
quelli venuti qua ieri l'altro sera avevano solo un'idea vaga di chi fosse
Gilberto Gil: chissà se sanno che questo strano tizio con un'unica immensa
dreadlock ormai grigio-candida che gli salta sulla schiena, vestito con una
camicia rosa e dal passo di folletto, è colui che, oltre tre decenni fa, ha
inventò il tropicalismo insieme a Caetano Veloso, e che il tropicalismo è stata
una vera rivoluzione musicale per tutto il continente sudamericana, musica di
rivolta e di pensiero, di liberazione e sofisticazione. Chissà se sanno se
costui con la voce che corre dagli acuti di un usignolo ai colori pastello
della bossa nova, è stato un importante ministro di un dei paesi più popolosi
del mondo... fatto sta che è stata una seduzione, calda e appassionata. È
venuto qui, Gil, per «l'anima e lo spirito» dell'Aquila, per portare una
solidarietà che è musica ma non è solo musica: come dire L'Aquila siamo noi,
come poche sere in una cristallina notte romana ha gridato Bruce Springsteen ai
45 mila dello Stadio Olimpico. FOLKLORE E SPERIMENTAZIONE Lui, pronipote di
schiavi, ed esule a Londra durante la dittatura militare, sa di cosa parla e di
cosa canta. sa che le rovine materiali dell'Aquila non sono cosa diversa dalle
rovine provocate dalla povertà o dal sopruso o dalla mancanza di cultura.
Prende il proprio immenso repertorio - 65 album realizzati in 42 anni di
carriera - e lo cannibalizza, lo modifica e lo rinnova, con elementi che vanno
dalla bossa al funk elettrico, passando dal samba e dal tropicalismo, da vene
progressive fino ai ritmi in levare del reggae più malioso, fondendo il
folklore alla sperimentazione. E così il concerto cresce, di nota in nota. La
gente dell'Aquila - piccole famiglie, ragazze dagli occhi grandi, giovani in
cerca di una normalità da riconquistare - si fa prendere per mano dal grande e
minuto brasiliano per farsi trascinare al centro del suo cerchio magico.
Elettrico condomblè, l'abbiamo detto, grazie anche ad una band formidabile: c'è
il bassista, Arthur Maia, che canta all'unisono con il suo strumento anche
quando strappa le corde col pollice, c'è l'efficiente batterista Alex Fonseca,
ma soprattutto ci sono le due chitarre a costruire il reticolo sonoro del mondo
di Gil: Sergio Chiavazzolli e il figlio di Gilberto, Bem Gil, polistrumentista
dotato di un talento morbido e liquido. Sono gli stessi che che hanno
realizzato insieme a Gilbert il suo ultimo disco, Banda Larga Cordel (2008), ma
non hanno difficoltà ad affondare il cuore pure nel passato remoto della
carriera di Gil. Corrono così pezzi come Alapala e Maracatu Atomico, classici
come Samba de Los Angeles e Sararà, e corrono quattro diverse lingue: italiano
mischiato a portoghese quando il dolce sciamano venuto da Bahia si rivolge agli
italiani dell'Aquila, l'inglese del reggae e lo spagnolo del continente. Una
miscela globale che si rivolta contro gli inganni della
globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma l'uditorio di fronte a
lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo contagioso del finale, con il
pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che si sciolgono i capelli e
ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli scout che cantano a
squarciagola nelle ultime file, le coppie avvinghiate in un torrido
abbraccio. Alla fine ha vinto il desiderio: solo il desiderio è più forte della
terra. Il concerto Il dolce sciamano del tropicalismo ha suonato per la gente
delle tendopoli: una serata piena di desiderio, di spiriti condomblé e ritmi
africani, finita con gli aquilani in piedi a ballare il samba della rinascita
( da "Unita, L'" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Se
c'era qualcuno che poteva far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere
solo Gilberto Gil. Come un alieno sorridente calato dal Brasile a due passi dal
centro della città martoriata alle 3.32 del 6 aprile, l'ex ministro della
cultura del governo di Lula ha portato in dote spiriti condomblé, pezzi di
anima africana, aria di primavera bahiana, funk-samba elettrico, reggae dalle
viscere caraibiche. Il tutto davanti al popolo delle tendopoli, portato con gli
autobus che facevano la spola fino al misterioso e meraviglioso anfiteatro
romano di Amiternum. ROVINE D'ORO Il cielo era fresco, le rovine romane
sembravano d'oro. 23 luglio 2009, l'inizio del festival itinerante «Campi
Sonori», festival «di rinascita». Tutt'intorno gli alpini della protezione civile,
le luci della sera fiammeggianti, gli scout e la gente cosiddetta normale
dell'Aquila, molti dei quali catapultati dalle tende fino a questo cerchio
magico creato a poche chilometri dal Palazzo del governo fatto a pezzi dal
sisma. Una strana e affascinante città, a modo suo, L'Aquila, circondata
dolcemente dal Gran Sasso: ma voi non sapete che è la città con il più alto
tasso di consumo di musica classica in Italia e, dicono i ben informati, in
Europa. E forse molti di quelli venuti qua ieri l'altro sera avevano solo
un'idea vaga di chi fosse Gilberto Gil: chissà se sanno che questo strano tizio
con un'unica immensa dreadlock ormai grigio-candida che gli salta sulla
schiena, vestito con una camicia rosa e dal passo di folletto, è colui che,
oltre tre decenni fa, ha inventò il tropicalismo insieme a Caetano Veloso, e
che il tropicalismo è stata una vera rivoluzione musicale per tutto il
continente sudamericana, musica di rivolta e di pensiero, di liberazione e
sofisticazione. Chissà se sanno se costui con la voce che corre dagli acuti di
un usignolo ai colori pastello della bossa nova, è stato un importante ministro
di un dei paesi più popolosi del mondo... fatto sta che è stata una seduzione,
calda e appassionata. È venuto qui, Gil, per «l'anima e lo spirito»
dell'Aquila, per portare una solidarietà che è musica ma non è solo musica:
come dire L'Aquila siamo noi, come poche sere in una cristallina notte romana
ha gridato Bruce Springsteen ai 45 mila dello Stadio Olimpico. FOLKLORE E
SPERIMENTAZIONE Lui, pronipote di schiavi, ed esule a Londra durante la
dittatura militare, sa di cosa parla e di cosa canta. sa che le rovine
materiali dell'Aquila non sono cosa diversa dalle rovine provocate dalla
povertà o dal sopruso o dalla mancanza di cultura. Prende il proprio immenso
repertorio - 65 album realizzati in 42 anni di carriera - e lo cannibalizza, lo
modifica e lo rinnova, con elementi che vanno dalla bossa al funk elettrico,
passando dal samba e dal tropicalismo, da vene progressive fino ai ritmi in
levare del reggae più malioso, fondendo il folklore alla sperimentazione. E
così il concerto cresce, di nota in nota. La gente dell'Aquila - piccole
famiglie, ragazze dagli occhi grandi, giovani in cerca di una normalità da
riconquistare - si fa prendere per mano dal grande e minuto brasiliano per
farsi trascinare al centro del suo cerchio magico. Elettrico condomblè,
l'abbiamo detto, grazie anche ad una band formidabile: c'è il bassista, Arthur
Maia, che canta all'unisono con il suo strumento anche quando strappa le corde
col pollice, c'è l'efficiente batterista Alex Fonseca, ma soprattutto ci sono
le due chitarre a costruire il reticolo sonoro del mondo di Gil: Sergio
Chiavazzolli e il figlio di Gilberto, Bem Gil, polistrumentista dotato di un
talento morbido e liquido. Sono gli stessi che che hanno realizzato insieme a
Gilbert il suo ultimo disco, Banda Larga Cordel (2008), ma non hanno difficoltà
ad affondare il cuore pure nel passato remoto della carriera di Gil. Corrono
così pezzi come Alapala e Maracatu Atomico, classici come Samba de Los Angeles
e Sararà, e corrono quattro diverse lingue: italiano mischiato a portoghese
quando il dolce sciamano venuto da Bahia si rivolge agli italiani dell'Aquila,
l'inglese del reggae e lo spagnolo del continente. Una miscela globale che si rivolta contro gli inganni della globalizzazione e
che di canzone in canzone trasforma l'uditorio di fronte a lui. Da primi,
timidi, applausi all'entusiasmo contagioso del finale, con il pubblico in piedi
di fronte a lui, le ragazze che si sciolgono i capelli e ballano il samba come
fossimo al carnevale di Rio, gli scout che cantano a squarciagola nelle ultime
file, le coppie avvinghiate in un torrido abbraccio. Alla fine ha vinto
il desiderio: solo il desiderio è più forte della terra.
( da "Sole 24 Ore, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 9 autore: DALLA PRIMA La
lunga siesta dell'Europa Se invece mi rivolgo a quegli scettici che, glissando
per convenienza sulla prima metà del XX secolo, rivendicano concezioni
ottocentesche di sovranità indivisa, sottolineo i tanti successi dell'Unione
europea. Non è difficile trovarli. Anche senza voler citare il periodo di pace
e prosperità seguito alla fine della seconda guerra mondiale, il radicamento
della democrazia nell'Europa centro-orientale postcomunista risalta come un
successo straordinario. Detto questo, è facile scivolare nella depressione
pensando all'introversione del continente. Il mondo sta assistendo a
sommovimenti geopolitici di portata mai vista nella storia; il potere si sta
spostando dall'Occidente all'Oriente; le istituzioni e le regole internazionali
su cui l'Europa fonda la sua sicurezza e prosperità sono in difficoltà. E
l'Europa sembra pronta ad autoescludersi dal dibattito. La tesi pessimistica è
stata esposta con eloquenza da Charles Grant, fondatore e direttore del
londinese Centre for european reform. Grant è un europeista straconvinto. Ma il
titolo di un suo recente saggio la dice lunga sul suo stato d'animo attuale:
"L'Europa è destinata a fallire come potenza?". Un decennio fa circa,
la Ue si poteva annoverare, insieme a Stati Uniti, Cina,
India, Russia e magari un altro paio di nazioni, tra i soggetti che avrebbero
dato forma al nuovo ordine internazionale. Ora, quando si trova a parlare con
politici cinesi, russi o indiani, Grant trova «raggelanti » le loro opinioni
sull'influenza europea. L'Unione ha ancora ambizioni, ma è giudicata «divisa,
lenta a muoversi e male organizzata». Barack Obama riponeva grandi speranze nel
partenariato con l'Europa per rifondare su nuove basi i rapporti tra Occidente
e resto del mondo. Ma l'inquilino della Casa Bianca si sta rapidamente rendendo
conto di quanto l'Europa sia riluttante a parlare con una voce unica in materia
di politica estera e di difesa. La posta in gioco è considerevole. è diventata
una banalità dire che stiamo avanzando a grandi passi verso un mondo
multipolare dove l'Occidente non sarà in grado come un tempo di determinare gli
eventi. In un contesto simile, le potenze di medio calibro del Vecchio
continente hanno da perdere più di chiunque altro se salta il sistema di
regole. Anche per le nazioni europee più grandi andare da sole è semplicemente
improponibile. Ma, come fa notare Grant, i governi europei sono molto più
interessati a tenersi aggrappati ai totem del potere - una grossolana
distribuzione di posti nelle varie istituzioni globali - che a contribuire a
progettare l'architettura di un nuovo ordine. Un pericolo
evidente è che Usa e Cina possano scavalcare l'Europa creando un G-2. Lo si può già vedere
sui cambiamenti climatici. Tutte le cariche di cui dispone l'Europa nel G-8,
nel Fondo monetario internazionale e così via a quel punto diventerebbero come
una valuta deprezzata. E dietro c'è una minaccia più grande, il rischio
che l'emergente ordine multipolare sia basato sulla forza invece che sul
diritto. Grant riconosce che c'è anche un altro aspetto della faccenda.
L'Europa dispone ancora di una robusta dose di soft power, in virtù della sua
considerevole forza economica, dei suoi valori e della sua stabilità politica.
Se è vero che non è riuscita a elaborare politiche comuni nei confronti, ad
esempio, di Cina e India, è vero anche che dà un
contributo sostanziale, e spesso sottovalutato, al mantenimento della pace e
della stabilità in tutto il mondo. Robert Cooper, il direttore generale Ue per
gli affari esteri, espone con efficacia questa tesi in un commento critico che
Grant, con ammirevole equità, ha pubblicato congiuntamente alla sua analisi.
Per quanto inefficiente e spesso irritante, la Ue odierna rappresenta un enorme
passo in avanti rispetto a prima. Chi non è d'accordo pensi al disastroso
fallimento dell'Europa negli anni 90 di fronte al tracollo dell'ex
Jugoslavia.Cooper mette in evidenza anche l'errore comune di giudicare l'Europa
sulla base di aspettative irrealistiche. Non si è mai pensato che dalla
costruzione europea sarebbe emerso un unico stato, perciò non ha senso
comparare la Ue con Usa o Cina.
Per usare le parole di Cooper, «l'ambizione della Ue spesso non può essere più
grande della somma delle ambizioni dei suoi Stati membri, e questi ultimi non
sempre sono ambiziosi ». Ma è qui, secondo me, che sta il problema. Non mi
viene in mente nessun momento nella storia recente in cui sia stato tanto
importante, per gli europei, dimostrare al mondo le loro ambizioni. Anche se
adesso sembra tranquilla e soddisfatta, l'Europa scoprirà presto che viaggiare
col freno tirato non è per niente agevole. Philip Stephens (traduzione di Fabio
Galimberti) © FINANCIAL TIMES
( da "Sole 24 Ore, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-25 - pag: 10 autore:
... GROTTESCA IDEA PER IL DARFUR Mutanda pazza non salva il mondo P er salvare
il mondo ci son tanti modi, spegnere la luce quando non serve, disegnare uno
strumento che risparmi energia, lavorare alla solidarietà e al volontariato,
unirsi alle idee di buona volontà. Ma anche le buone intenzioni talvolta cadono
nel ridicolo, con il risultato di rendere grottesca la nobile causa che
vorrebbero servire. Il Darfur, l'area del Sudan da anni squassata dalla guerra
civile, è tra le cause più importanti su cui impegnarsi. Un governo locale di
criminali di guerra, nell'indifferenza del mondo e con il
tacito sostegno della superpotenza Cina, terrorizza
la popolazione, deporta le minoranze, incendia i villaggi, affama i bambini e
stupra le donne, lasciate alla soldataglia dei janjaweed. Ma è vendere mutande
tanga con il logo Salvate il Darfur, ultima moda negli Usa, la strada seria per ricordare quella tragedia? O è
piuttosto la moda del momento? Rendere farsa tutto, anche il male?
( da "Sole 24 Ore, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Il
Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-25 - pag: 36 autore: Oro. La
rupìa e le tasse fanno perdere a Nuova Delhi un primato
storico La Cina sorpassa l'India nei consumi La Cina quest'anno
salirà al primo posto nel consumo di oro, un'egemonia finora feudo dell'India.
Grazie alla robusta ripresa economica, la domanda di gioielli in Cina è salita, mentre il declino della rupìa ha rallentato i consumi
indiani, che rischiano di diminuire ancora per il recente raddoppio del dazio
sull'import. La Bombay Bullion Association ritiene che il sorpasso sarà
solo sulla carta, perché non potrà tener conto delle crescenti importazioni
effettuate tramite canali non ufficiali, per evitare le tasse. Ma le cifre del
World Gold Council non lasciano dubbi. Nei primi sei mesi l'import indiano è
sceso del 54%, a 63,8 tonn., mentre gli acquisti cinesi hanno superato 105
tonn. solo nel primo trimestre. I dati dell'intero 2008, secondo l'ultimo
rapporto della casa di studi statistici Gfms, vedevano la domanda indiana
viaggiare oltre 650 tonnellate d'oro, con quella cinese a 400 tonnellate.
Quantitativi notevoli rispetto al totale mondiale dello scorso anno, che il
World Gold Council stimava in aumento del 3,8% a 3.658,6 tonnellate, per un
valore di 101,8 miliardi di dollari. La China Gold Association non esclude il
sorpasso, che però non intacca il favore che gli indiani riservano all'oro in
occasione dei matrimoni e delle feste tradizionali. A contribuire alla crescita
della domanda cinese c'è anche il graduale aumento delle riserve auree
ufficiali del paese, riserve che oggi, con 1.054 tonnellate, sono al sesto
posto dopo quelle di Usa, Germania, Fmi, Francia e
Italia.
( da "Giornale.it, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
articolo di sabato 25 luglio 2009 Il dietrofront della Cina: adesso fate più figli
di Redazione Contrordine: la politica del figlio unico, imposta da 30 anni alle
famiglie urbane in Cina,
inizia a dimostrarsi un sostanziale fallimento. Così, per la prima volta da
decenni, è arrivato l'impensabile appello: fate più figli. A rompere la regola è
Shanghai, capitale economica del gigante asiatico. Ieri Xie Lingli, direttore
della Commissione locale per la pianificazione familiare, ha annunciato che la
municipalità incoraggerà attivamente le coppie formate da figli unici ad avere
un secondo figlio. Una campagna di sensibilizzazione e incentivi che avrà lo
scopo di contrastare il rapido invecchiamento della popolazione e il peso
crescente di genitori e nonni in pensione sui figli unici. Formalmente non è
una rivoluzione: la «one child policy» già prevede che coppie «cittadine»
formate da figli unici possano aspirare ad avere due bambini. Di fatto, un
appello così esplicito alla procreazione denota un cambiamento di priorità per
la Cina: quando la legge fu introdotta nel 1979, ad
angosciare i governanti di Pechino era la crescita incontrollata della
popolazione nelle città, in un Paese vastissimo che proprio allora varcava la
soglia del miliardo di abitanti e che si riversava nelle aree urbane. Oggi,
invece, sono fonte d'allarme il costante invecchiamento della popolazione e il
crescente peso delle coppie formate da due figli unici che si prendono a carico
i quattro genitori se non addirittura gli otto nonni. Il sistema pensionistico
cinese, finanziato in modo insufficiente dallo Stato, non reggerebbe alla
pressione. La campagna sarà affidata a volontari che distribuiranno volantini
informativi sotto le porte. Le coppie avranno diritto a consulenze finanziarie
e assistenza psicologica. A Shanghai il 22 per cento della popolazione, vale a
dire tre milioni di residenti registrati, ha un'età superiore ai 60 anni e si
prevede che nel 2020 la percentuale salirà a 34. Per il 2050 il Centro Usa per gli studi strategici e internazionali stima che i
cinesi di età superiore ai 60 anni saranno più di 438 milioni e 100 milioni gli
over 80. Oggi sono 1,6 le persone in età lavorativa per ogni anziano over 60;
la proporzione nel 1975 era di 7,7. Secondo la «one child policy», ogni coppia
può avere solo un figlio, pena gravi sanzioni. Oltre alle coppie formate già da
figli unici, possono averne due: i residenti in aree rurali di 19 province, se
il primo figlio è femmina e le minoranze etniche (che possono procreare senza
limiti). Spesso le autorità locali sono state accusate di aver imposto la legge
con la violenza, cioè con aborti o sterilizzazioni forzate. Per molti analisti,
è la «one child policy» la causa del diffuso fenomeno degli aborti selettivi
sui feti femmina in ossequio alla preferenza dei cinesi per il maschio.
Nonostante l'apparente rigore della legge, è successo spesso che coppie
facoltose e dirigenti del Partito comunista abbiano avuto più di un figlio. ©
IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961
( da "Giornale.it, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sul
Giornale di oggi mi sono occupato della riforma sanitaria proposta da Obama. Un
dato appare chiaro: da quando ha messo in cantiere le nuova legge il presidente
americano ha perso 15 punti percentuali: il suo gradimento è sceso dal 70 al
45%. L'attuale sistema è basato sulle assicurazioni private con due importanti
eccezioni: il programma di salute per gli anziani (Medicare) e per i poveri
(Medicaid) che sono a carico dello Stato, con costi elevatissimi: oltre 2.200
miliardi di dollari che in prospettiva sono destinati a raddoppiare. L'aspetto
per noi più choccante è che oggi 48 milioni di americani sono senza copertura
sanitaria e appartengono soprattutto alla classe media: non sono abbastanza
poveri per richiedere Medicaid, ma non abbastanza ricchi per pagare polizze
spesso salatissime. Eppure, secondo i sondaggi, la maggior parte degli
americani è contraria alla copertura universale, tipo quella europea e che
Obama intende varare entro la fine dell'anno. Su questo argomento è in corso
una battaglia di spin molto intensa che vede schierati da una parte le
assicurazioni private che stanno investendo milioni in una campagna di
persuasione attraverso società di Pr, dall'altra il presidente ovvero il grande
comunicatore. Da qui due spunti di riflessione. 1) Il no degli americani alla
copertura universale è culturale ovvero rispecchia ancora il concetto della
responsabilità personale e l'avversione allo stato sociale o è influenzato in
maniera decisiva dallo spin dell'industria sanitaria, che è implacabile? Il dubbio
sorge considerando che prima delle elezioni, quando la propagnda delle
assicurazioni era a bassa intensità, il 75% degli elettori era favorevole alla
riforma, mentre ora i contrari superano il 50%. Gli interventi dei lettori
"americani" di questo blog sono ovviamente benvenuti. 1) Ma la
questione ha una valenza più ampia che riguarda anche noi europei. Nei Paesi
industrializzati i costi della salute esplodono anche per l'invecchiamento
della popolazione. In prospettiva la copertura medica estesa a tutti è
sostenibile? E cosa rispondere ai liberisti che sostengono che dovremmo essere
noi a imitare l'America riscoprendo la responsabilità individuale? Ps Dante mi
ha inviato questo schema che riassume la riforma di Obama. Limpidissima. 22b5
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articolo a un amico 19Jul 09 Influenza suina, l'inganno continua. La mia tesi
sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di
un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia
di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e`
tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie
britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio.
Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio
di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione
pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che
l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche?
Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla
saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto
in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione,
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massimo di 5) Loading ... 1f4c Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli
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strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera'
di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la
Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende
occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda
solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni
no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli
altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue
intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi
solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il
messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud
Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando
c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E
Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni
sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i
clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro
elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria;
l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da
qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa
che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo
umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che
la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico
dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo
efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen,
ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la
concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo
tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane
dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma
tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud
continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di
popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve
chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La
solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica,
giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia,
immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 51 ) »
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13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa
seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero
salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più:
le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da
bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa
politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in
prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In
un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd,
ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono
solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il
Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro
è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito
comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il
tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi
gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte
per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra
abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta
contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo
che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo
sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui,
dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama
condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono
altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito
che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a
dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera?
Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione
di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8
dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli
iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri
partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato
promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio
sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la
tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti?
Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di
fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico
comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo,
intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti
( 93 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in
vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in
particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa
italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo
della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo
finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili.
Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua
a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici,
la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa
dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le
grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La
liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è
stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come
dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e
l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per
avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus
strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro
poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana
scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in
un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una
persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari
si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il
recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla
speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente
orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che
i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le
banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare
debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA.
Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A
quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime.
Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi,
economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53
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un amico 09 24fe Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso
Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei
blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo,
sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito
alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa
conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la
pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità
specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione
quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del
Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà,
con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto,
specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog
oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i
blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di
grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da
liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche
parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la
vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano
le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra
intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il
ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì
definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete.
Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva
protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il
rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto
e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di
cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più
saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse?
Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste,
democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (6 voti, il voto medio è: 4 su un
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RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia,
la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono
definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti
i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo
nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso
rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero
massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di
tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando
alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della
presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un
obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata
grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti
dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin
intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria
influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio
ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo
multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente
degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva
internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente.
Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia,
ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E
l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? 1f48 Scritto
in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 )
» (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di
Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a
un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani
mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio
Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi
il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse
interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al
sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze).
Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La
linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere.
Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un
massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed
RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano:
quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale.
Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima.
Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto
regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non
fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un
po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa
e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto
sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono
andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero
scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà
l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di
incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della
cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia
guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la
lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico,
l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano
quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro
lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un
lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono
accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo
delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al
60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri,
i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli
imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In
fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco
svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un
lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la
posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene
subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene
convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve
ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono
accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche
esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è
evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli.
Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? Scritto in casta, crisi,
cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste,
democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 104 ) » (6 voti, il voto medio
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Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jun 09 E ora
trattare o no con l'Iran? Che guaio, presidente Obama 1f42 E ora che cosa si fa
con l'Iran? Il quadro ormai è chiaro: il duo Khamenei-Ahmadinejahd ha vinto,
gli studenti hanno perso. Ma sono chiare anche le ragioni del comportamento
dell'America di Obama. Per giorni abbiamo pensato che la linea della prudenza
fosse suggerita dal timore che un pronunciamento aperto avrebbe incoraggiato la
repressione del regime. Ora sappiamo che il motivo principale era un altro: nel
mese di maggio Obama ha inviato una lettera a Khamenei in cui non solo si
limitava a formalizzare le proposte di dialogo, ma delineava una nuova era di
pace e di collaborazione, inclusa una cogestione dei problemi dell'area del
Golfo. Con incredibile leggerezza, la Casa Bianca ha insomma srotolato il
tappeto rosso ai piedi dell'ala più intransigente del regime, senza nemmeno
attendere le elezioni, che si sono svolte nel mese di giugno, e nella
presunzione che nulla sarebbe cambiato a Teheran. Solo quando Khamenei ha
iniziato ad accusare Washington di aver fomentato i disordini, Obama ha deciso
di denunciare pubblicamente la repressione. Ma le rivoluzioni popolari riescono
quando sono pilotate da qualcuno o quando l'esercito passa dalla parte dei
rivoltosi. A Teheran nessuno di questi due requisiti si è verificato. La
rivolta era spontanea e i Guardiani della Rivoluzione, nonostante qualche
defezione, hanno obbedito al regime. La svolta di Obama è giunta troppo tardi
per rompere una dinamica ormai favorevole al regime. L'America di Obama ha
rivelato un'ingenuità sconcertante e ora è in grave imbarazzo. Come uscirne? E'
giusto trattare, ignorando la repressione e l'inaffidabilità di un regime che
non gode più di una legittimità popolare o bisogna ripristinare una linea dura
sebbene senza giungere a un intervento militare? E come gestire le ricadute
sugli altri Paesi del Golfo, a cominciare dall'Irak, dove gli iraniani
manovrano la maggior parte delle milizie sciite e che, con il ritiro delle
truppe Usa potrebbe sprofondare di nuovo nella guerra
civile? D'altro canto come tenere a freno Israele ora più diffidente che mai?
Di certo se Obama non avesse forzato i tempi della distensione con l'Iran, oggi
non si troverebbe in una situazione così intricata. Che guaio, Mr President..
Scritto in scenari, geostrategia, iran, era obama, medio oriente, israele, gli
usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo
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angiopastica sta per angioplastica. Biagio Morabito: Gentile Signor Dante, Alle
volte il tempo è vita o se preferisce è pelle. Se oggi mi venisse un... Dante:
Sig. Morabito, esatto! Da qualunque parte la si rigira, QUALUNQUE altra
soluzione sembrerebbe piu'... Dante: Sig. Morabito: ".una polizza
sanitaria privata senza massimale." Ma, se vive in Italia... Biagio
Morabito: Gentile Signor Dante, Grazie per la dritta sul State Children's
Health Insurance Program di... Ultime news Sanità, il Welfare: "Spesa del
centro-sud rischi devastanti"Fisco e pensioni Il governo trova la fiduciaPd,
la Serracchiani riscopre il centralismo democratico del PciGhedini: "Mai
state tombe fenicie a Villa Certosa, altra miserabile storia"Sesso con
tredicenne, l'educatrice: "Io lo amo" Gip concede i domiciliariDl
anticrisi, la Camera dà il via libera: dallo scudo fiscale agli aiuti alle
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Dallapè argento nel "sincro" 219e Vendevano pass sosta falsi:
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Cristoterapia Il Blog di Marcello Foa: Attenti, in Veneto è iniziata la rivolta
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- 24 Votes Petrolio, libero mercato o libera speculazione? - 20 Votes E la
sicurezza? Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg
"aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della
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Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent
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Influenza suina, l'inganno continua. Clandestini, la strana solidarieta'
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tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Il decreto anti-blog?
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con l'Iran? Che guaio, presidente Obama Pagine a9b Biografia Pannello di
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( da "Messaggero, Il (Marche)"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sabato
25 Luglio 2009 Chiudi ANCHE gli incendi estivi si sono
globalizzati e si rappresentano in maniera industriale. Tredici incendi
contemporanei in Sardegna e altri in Spagna e in Francia. Un assessore ha
detto: «Sembra una strategia». Come ha fatto a intuirlo? Qualcuno dovrà
convincerci che tredici incendi contemporanei in Sardegna e poi in Spagna e in
Francia e in altre parti sia destino, caso. Ma fateci il piacere, come
diceva Totò! Ogni anno alcuni criminali distruggono il futuro dei nostri figli
e nipoti, distruggendo ettari di macchia mediterranea. M.C.
( da "Gazzettino, Il (Venezia)"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Psicologi "costruttivisti" a convegno per studiare gli
effetti della globalizzazione sulle persone e sulla società Sabato 25 Luglio
2009, Psicologi "costruttivisti" in congresso mondiale a Venezia per
trattare i temi della globalizzazione e delle possibili destrutturazioni delle
società, come avvenuto nella ex Jugoslavia. Si è chiuso ieri a San
Servolo, il 16° congresso mondiale degli psicologi costruttivisti, che hanno a
Padova una delle loro sedi d'eccellenza, grazie alla Scuola di psicoterapia
costruttivista, istituto specializzato per psicologi e medici intenzionati a
diventare psicoterapeuti. Il congresso ha affrontato tematiche particolarmente
attuali, come la globalizzazione e le possibili destrutturazioni delle società.
«La psicologia costruttivista - ha spiegato il direttore della Scuola, Massimo
Giliberto - cerca di comprendere come si formano le opinioni ed i significati
in comunità umane non più legate da contatto diretto, ma caratterizzate da
continui incrementi di scambi mediati e mediatici e dalla grande mobilità. La
globalizzazione e le comunità on-line rappresentano fenomeni nuovi. In un tempo
ancora recente, le informazioni per vivere si imparavano dai genitori e nel paese/villaggio;
ora ci sono scambi e attività completamente diverse». «Chi lavora nella
globalizzazione - ha aggiunto - avverte instabilità crescente, insicurezza,
dovute alla necessità e alla pressione di interpretare ruoli culturali diversi,
relazionali, lavorativi, in continua evoluzione. L'ausilio della psicologia
costruttivista è incrementare la capacità di auto-mappatura di se stessi e dei
numerosi gruppi di appartenenza, al fine di migliorare la possibilità di creare
percorsi vivibili in un viaggio in continua trasformazione». Dusan Stojnov,
professore di psicologia sociale all'università di Belgrado, ha preso in esame
la costruzione e la decostruzione di comunità politiche e culturali,
sviluppando un modello di interpretazione degli avvenimenti della ex Jugoslavia
e di quanto potrebbe accadere in Paesi che incontrano difficoltà di
integrazione economica e di assimilazione culturale. T.C.
( da "Gazzettino, Il" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Obama
ancora giù, ora piace solo a metà degli americani Sabato 25 Luglio 2009,
Washington Ha preso una netta china discendente il gradimento degli americani
verso il presidente Barack Obama, insediatosi sei mesi fa alla Casa Bianca.
Mentre nel resto del mondo la sua popolarità è in aumento quasi dovunque
(dall'Asia, Medio Oriente compreso, con l'eccezione di
Israele e del Pakistan, all'Europa, dalla Russia alla Cina e all'America
Latina), l'ultimo sondaggio Rasmussen pubblicato dal sito di destra Drudgereport
indica che i consensi di Obama sono ulteriormente calati, da quasi il 60% di
pochi giorni fa, al 49%. Superata dunque al ribasso la soglia psicologica del
50. L'83% dei democratici continua infatti a sostenerlo, mentre l'80%
dei repubblicani disapprova la sua politica. Al centro dei dissensi c'è
soprattutto la riforma sanitaria sulla quale, ignorando l'appello lanciato da
Obama, il Senato Usa ha deciso di rinviare la
votazione sul provvedimento in settembre, dopo le ferie estive. La Casa Bianca
spera ancora di veder approvata la riforma-chiave della presidenza Obama, dalla
Camera dei Rappresentanti, la prossima settimana, prima dell'inizio delle ferie
di agosto. Lo ha dichiarato, in un'intervista, il capo dello staff di Obama,
Rahm Emanuel, dopo una maratona negoziale con i «Blue dogs», i democratici
conservatori critici verso la riforma malgrado gli sforzi della speaker
(presidente) della Camera Nancy Pelosi di trovare con loro un accordo. I
repubblicani si stanno mettendo di traverso nel cammino, già arduo, della
riforma su cui Obama gioca il tutto per tutto: «Almeno sono onesti, dicono che
vogliono sconfiggere il presidente» ha spiegato il "mastino"
presidenziale, Emanuel, riferendosi a Jim DeMint's che ha detto che la riforma
sarà la «Waterloo di Obama». Ma la strada resta in forte salita e sulla stampa
americana c'è chi si chiede se il rinvio a settembre si tradurrà
nell'accantonamento della riforma. Intanto, un altro fronte di polemiche si è
aperto con i "cops", i poliziotti, perché Obama ha definito "stupida"
la polizia per aver arrestato per sbaglio, scambiandolo per ladro, un famoso
professore di Harvard dalla pelle nera. Il sindacato di polizia del
Massachusetts ha chiesto che il presidente si scusi con le forze dell'ordine:
«Secondo noi non c'era stupidità in quanto è accaduto. Il presidente - ha
aggiunto l'avvocato del sindacato di polizia - ha fatto capire che dietro il
comportamento dell'agente, nei confronti del professore di colore, vi fosse un
fattore razziale. In questo caso non è vero». Pronta la risposta della Casa
Bianca: «Il presidente capisce bene quanto sia duro il lavoro della polizia e
ha un grande rispetto delle donne e degli uomini che lavorano per la nostra
sicurezza». Intanto il protagonista del caso, il sergente della polizia James
Crowley, ha minacciato di querelare il prof. Henry Louis Gates che aveva
arrestato scambiandolo per uno scassinatore. Motivo: il professore lo ha
accusato di razzismo. In realtà, spiega il poliziotto, l'arresto è avvenuto per
«condotta disordinata» (in pratica disturbo della quiete pubblica). Il
professore, condotto in caserma, era stato subito rilasciato e le accuse erano
state archiviate, ma la polemica è rimbalzata alla Casa Bianca quando, appunto,
il presidente Obama, in conferenza stampa, ha sostenuto che la polizia di
Cambridge si è comportata «in modo stupido».
( da "Reuters Italia" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
BRUXELLES/ARE,
Svezia (Reuters) - I paesi ricchi dovrebbero immediatamente destinare ai paesi
più poveri miliardi di dollari in aiuti allo sviluppo, ottenendo così la loro
fiducia in vista del summit globale sul clima che si terrà a Copenhagen in
dicembre. Lo si legge nella bozza di un rapporto Ue. I paesi
dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, si legge
ancora nel documento, dovrebbero inoltre tener fede agli impegni presi per
quanto riguarda gli aiuti, il che li porterebbe a circa 280 miliardi di dollari
all'anno - il doppio rispetto ad ora - entro il 2015. Le raccomandazioni sono
contenute nella bozza di un rapporto preparato dalla Commissione Europea e
dalla Svezia, presidente di turno dei 27, che ha convocato i ministri in una
località turistica montana svedese in vista del summit di dicembre. Le
probabilità che a Copenhagen si giunga a un accordo, dopo le dichiarazioni di
impegno di Usa e Cina, appaiono concrete. L'Ue, però, è preoccupata che l'accordo
sfumi a causa della mancanza di fiducia dei paesi poveri in quelli
industrializzati, considerati colpevoli di aver determinato i cambiamenti
climatici. Secondo il rapporto svedese, aumentare il contribuito agli
"adaptation funding" da qui al 2012 potrebbe contribuire
significativamente a instaurare un legame di fiducia con i paesi meno
sviluppati. "E' auspicabile un impegno specifico dell'Ue prima di
Copenhagen", si legge nella bozza, che verrà ultimata nelle prossime
settimane. I paesi ricchi - aggiunge ancora - dovrebbero immediatamente mettere
sul piatto 1-2 miliardi di dollari per aiutare quelli più poveri.
( da "Sicilia, La" del
25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Sergio
Sciacca Stiamo per avere un Bellini Festival di portata internazionale. Avremo
grandi interpreti di richiamo mondiale, ci saranno spettacoli di tale rilievo
da attirare gli studiosi di tutti i Paesi e ovviamente un consistente flusso
turistico. Il modello è quello di Salisburgo, costruito sul nome di Mozart e
moltiplicato su una folla imponente di iniziative non solo musicali. Avremo
presto una Norma in coproduzione con la Carnegie Hall di New York, avremo i Filarmonici
di Berlino e a seguire nei prossimi anni Placido Domingo e Zubin Mehta. Un
progetto di grande respiro a cui si è dedicato con successo Enrico Castiglione,
maestro di rilievo internazionale che ha portato ad inimmaginabili successi la
stagione musicale di TaoArte. L'anno scorso l'integrale sinfonica di Beethoven
è stata seguita sugli schermi di molte reti tv mondiali, a parte il tutto
esaurito di pubblico. Quest'anno le serate dei Momix e di Roberto Bolle hanno
segnato tale affluenza ai botteghini che ci sarebbero volute più serate per
accontentare tutte le richieste di biglietti. E ci sarà una kolossal-Aida. La
formula di Enrico Castiglione è relativamente semplice: offrire il massimo di
quanto è disponibile sul panorama mondiale. Smetterla con il provincialismo di
chi mira in basso e progetta in piccolo. Siamo di fronte a un miracolo di efficienza siciliana che si impone nella cultura globalizzata
di oggi. L'organizzazione del festival belliniano costituisce un primo esempio
di virtuosa sinergia in grado di distendere gli eventi su una successione
cronologica più vasta: l'obiettivo, raggiungibile, è quello di creare una
stagione culturale che duri in Sicilia quando le altre europee sono costrette a
chiudere. Un festival come quello di Salisburgo, ma nel clima della
California. servizi 24
(
da "Sicilia, La"
del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
Ispica «Guinzaglio d'oro» fissato a fine agosto g.f.) Questa sera alle 19,30 nello spazio antistante l'ex chiesetta della Sciabica di Ispica è in programma il convegno studi sul tema «Globalizzazione e convivialità delle differenze», nell'ambito dell'evento «Zagara e Rais, incontri euro-mediteranei d'Ispica». Il programma prevede gli interventi del sindaco di Ispica, Piero Rustico, del presidente della Provincia regionale di Ragusa, Franco Antoci, dell'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Patrizia Lorefice, del deputato regionale on. Innocenzo Leontini, del ministro plenipotenziario ministero Affari esteri, Cosimo Risi e del presidente della fondazione «Orestiadi Onlus», Ludovico Corrao.
( da
"RomagnaOggi.it"
del 25-07-2009)
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( da
"Repubblica.it"
del 25-07-2009)
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( da
"Stampa, La"
del 26-07-2009)
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( da
"Gazzetta di Reggio"
del 26-07-2009)
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( da
"Bresciaoggi(Abbonati)"
del 26-07-2009)
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( da
"Tirreno, Il"
del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa
( da
"Secolo XIX, Il"
del 26-07-2009)
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( da
"Resto del Carlino, Il
(Bologna)" del 26-07-2009)
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( da
"Unita, L'"
del 26-07-2009)
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( da
"Messaggero, Il"
del 26-07-2009)
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( da
"Blogosfere"
del 26-07-2009)
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( da
"Stampaweb, La"
del 26-07-2009)
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( da
"Nuovo, Il"
del 26-07-2009)
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( da
"Gazzettino, Il (Treviso)"
del 26-07-2009)
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( da
"Gazzettino, Il (Vicenza)"
del 26-07-2009)
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( da
"Manifesto, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Manifesto, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Stampa, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Stampa, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Gazzetta di Reggio"
del 27-07-2009)
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( da
"Tribuna di Treviso, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Centro, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Messaggero Veneto, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Repubblica, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Repubblica, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Secolo XIX, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
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"Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
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"Unita, L'"
del 27-07-2009)
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( da
"Gazzetta di Parma
(abbonati)" del 27-07-2009)
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"Sole 24 Ore, Il (Del
Lunedi)" del 27-07-2009)
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"Sole 24 Ore, Il (Del
Lunedi)" del 27-07-2009)
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( da
"Bresciaoggi(Abbonati)"
del 27-07-2009)
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( da
"JulieNews.it"
del 27-07-2009)
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"TopTrade"
del 27-07-2009)
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( da
"Giornale di Vicenza.it, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"MenStyle.it"
del 27-07-2009)
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( da
"Sannio Online, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Rinascita Online"
del 27-07-2009)
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( da
"Notiziario Italiano.it"
del 27-07-2009)
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( da
"KataWebFinanza"
del 27-07-2009)
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( da
"Sicilia, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Repubblica.it"
del 27-07-2009)
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( da
"Corriere.it"
del 27-07-2009)
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( da
"TGCom"
del 27-07-2009)
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( da
"Stampaweb, La"
del 27-07-2009)
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( da
"Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"Soldionline"
del 27-07-2009)
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( da
"Reuters Italia"
del 27-07-2009)
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( da
"Nuovo, Il"
del 27-07-2009)
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( da
"ITnews.it"
del 27-07-2009)
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( da
"Trend-online"
del 27-07-2009)
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( da
"Reuters Italia"
del 27-07-2009)
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( da
"KataWebFinanza"
del 27-07-2009)
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( da
"JulieNews.it"
del 27-07-2009)
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( da
"Borsa(La Repubblica.it)"
del 27-07-2009)
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( da
"Blogosfere"
del 27-07-2009)
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"Giornale.it, Il"
del 27-07-2009)
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