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Report "Globalizzazione"    24-27 luglio 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Nuoto Il bronzo di Beatrice, una prima assoluta ( da "Giornale di Brescia" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Davanti alle due italiane, si sono piazzate le cinesi Guo /Wu con 342.90. Terze le russe Julia Pakhalina e Anastasia Pozdniakova (305.49). La finale è in programma oggi. In serata la Nazionale femminile di pallanuoto ha battuto la Cina 11-10 e si è qualificata per la fase successiva del torneo.

Il Setterosa batte la Cina e va agli ottavi ( da "Tempo, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: stampa Pallanuoto Il Setterosa batte la Cina e va agli ottavi Nella gara conclusiva della prima fase del torneo femminile, il Setterosa si è imposto di misura sulla Cina, battendola 11-10. L'Italia si è aggiudicato un match equilibrato (ma non bello) e dal risultato sempre in bilico, deciso dalla migliore vena azzurra in superiorità numerica.

Giugno, consumi in ripresa ( da "Italia Oggi" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: con la Cina in evidenza. Secondo quanto evidenziato dall'indagine congiunturale della Fondazione Altagamma, per il bimestre maggio-giugno 2009, le previsioni sul breve periodo sembrano accreditare l'ipotesi che il peggio sia ormai alle spalle.L'Italia ha registrato, soprattutto a maggio, un calo rispetto agli stessi mesi del 2008 e così pure ha reagito l'

due le incognite dietro la ripresa ( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Negli Usa, dove la crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama e dei democratici. La Cina ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta mondiale, ma anche qui gli ostacoli tecnici e politici sono enormi.

Parla di frontiere aperte, Barack Obama. Ma il Nuovo Inizio del presidente Usa deve fare... ( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: era della globalizzazione. Muri che raccontano di una politica che abdica a se stessa e che delega il futuro ai teorici di «guerre preventive», ai sostenitori di una democrazia esportata con la forza, agli esegeti di un Occidente opulento che deve difendersi da eserciti di senza speranza, da masse di diseredati che cercano di fuggire da realtà invivibili,

Temiamo per la vita di San Suu Kyi ( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: credo siano importanti iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo.

Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe avviare la f... ( da "Unita, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: credo siano importanti iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo.

Adelizzi sul podio nel sincro ( da "Eco di Bergamo, L'" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: PALLANUOTO: SETTEROSA AGLI OTTAVI L'Italia ha battuto la Cina 11-10 nella terza e ultima partita del girone eliminatorio del torneo di pallanuoto femminile. Agli ottavi le azzurre affronteranno domani la Grecia. 24/07/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

Cleri, niente bronzo Setterosa agli ottavi ( da "Giornale.it, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: RISULTATI Pallanuoto femminile Italia-Cina 11-10: setterosa secondo e qualificato agli ottavi, domani incontra la Grecia. PROGRAMMA Tuffi: ore 15.45 finale 3 metri sincro donne (Cagnotto-Dallapè); sincronizzato ore 11 finale duo libero (Adelizzi-Lapi) e ore 17 preliminari libero a squadre (Italia);

A Pechino non conviene sparare sul dollaro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: durante la sua prima visita ufficiale in Cina, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, tenne un discorso all'università di Pechino. Al termine del quale insistette sul fatto che gli Usa restano a favore di una politica del dollaro forte, inaugurata ormai quasi due decenni fa dal mentore e predecessore di Geithner, Bob Rubin,

La lunga marcia dello yuan sul dollaro ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di cui la Cina è diventata di recente il principale partner. In privato, molti imprenditori brasiliani, forti esportatori in Cina, hanno suggerito a Lula di lasciar perdere questa iniziativa. Non sanno che farsene di esser pagati in yuan, una moneta non convertibile, sottoposta a pesanti controlli sui movimenti di capitale e che dovrebbero comunque "

Le tre sfide di Copenhagen ( da "Manifesto, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma anche di non voler chiedere alla Cina di prendere, quantificandoli, impegni precisi. Una mossa diplomatica in linea con il rifiuto da parte degli Usa di addivenire ad un accordo mondiale su obiettivi quantitativi precisi di riduzione delle emissioni di C0². Sempre a Bonn, Cina, India, Brasile e l'Africa del Sud hanno ripetuto, non senza ragione,

La Cina bacchetta gli Usa sul debito ( da "Finanza.com" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina bacchetta gli Usa sul debito (23 Luglio 2009 - 07:59) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore: La Cina vuole la stabilità del dollaro e per questo non manca di "avvertire" gli Stati Uniti in vista del vertice bilaterale in programma a Washington lunedì e martedì prossimo.

Silvio Garattini Si continua a parlare di influenza A H1N1 in modo confuso e contraddittorio crea... ( da "Mattino, Il (Benevento)" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione determina quindi anche la diffusione delle malattie infettive. Non c'è più spazio per l'idea che ciò che avviene nei Paesi in via di sviluppo non finisca per interessare anche i Paesi industrializzati. Una ragione in più per non dilazionare ulteriormente un piano efficace per distribuire le risorse disponibili in modo più equo in tutte le parti del mondo.

Usa-Mondo Il cocktail è servito ( da "Rinascita Online" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: controllo della globalizzazione?. Alla domanda chiave sul metodo da adottare per esorcizzare in auspicabili (sic) ritorni alla sovranità nazionale e alla libertà dei popoli di scegliere il proprio destino, rispose, a San Francisco, Zbignew Brzezinski. La sua testuale proposta fu quella di utilizzare il ?

Crisi e globalizzazione un'emergenza sociale ( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione virtuosa" - dal volto umano - è la richiesta formulata nel "Manifesto di Venezia per la regolazione della globalizzazione economica", approvato dal simposio dell'Eiuc. Ne sono firmatari i professori di Ca' Foscari Adalberto Perulli (diritto del lavoro) e Fabrizio Marrella (diritto commerciale internazionale)

Fiera del mais al via tra molte novità ( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: agosto il Palazzon ospita altri due convegni: "Mais: prove di filiera" (ore 10) e "L'uovo e la polenta nell'alimentazione" (ore 19) con la presentazione del libro "Il gusto del delitto". Ultimo convegno domenica 2 agosto, sempre a palazzo Pepoli, alle 10, "Globalizzazione, localismo, glocalismo: fra problemi ed opportunità". Francesco Romani

Ecco a voi un libro che indaga le abitudini, anzi le "nuove abitudini" degli italiani, ma si potrebb... ( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma soprattutto i tenori di vita che costituiscono la formula del nuovo shopping "globalizzato". Siamo di fronte ad un vero e proprio saggio che dimostra il mutamento socio-antropologico e culturale di una massa di persone che si riconosce nel centro commerciale, che lì ci vive, lì si riunisce, lì si incontra invece che nel classico centro cittadino.

La terza medaglia di bronzo ai mondiali di Roma è la più bella. La prima nella storia mond... ( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ieri sera nella pallanuoto femminile l'Italia ha battuto la Cina (11-10), chiudendo il girone al secondo posto. Stasera gli uomini devono battere la Macedonia per evitare l'eliminazione dopo le sconfitte per un gol di scarto con Usa e Romania. Vanni Zagnoli

Internet, la conoscenza come risorsa condivisa ( da "Stampaweb, La" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: epoca di neoliberismo globalizzato dell?informazione? Come evitare che il sistema della conoscenza "utile" venga travolto dalla privatizzazione? Secondo questo volume - che si avvale dei contributi di David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom,

Altagamma: rallenta la crisi dei luxury good ( da "fashionMagazine.it" del 24-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: eccezione dei mercati orientali (Cina in primis), non sfugge a questo trend. Ma i dati del bimestre maggio-giugno e le previsioni di breve periodo sembrano accreditare un?inversione di tendenza (nella foto, il lusso interpretato da Blumarine). L?indagine congiunturale realizzata dalla Fondazione Altagamma, nei due mesi appena conclusi,

A Treviso Protezione civile politicizzata ( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: «A Treviso Protezione civile politicizzata» Atalmi: il bando trasforma i volontari in pretoriani del sindaco «A Treviso Protezione civile politicizzata». A lanciare l'accusa, sotto forma di interrogazione, è il consigliere comunale dei Comunisti italiani Nicola Atalmi.

Tra Mankell e Grisham ( da "Giornale di Brescia" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 800 miserabile e oppresso in patria e schiavizzato negli Usa per costruire la ferrovia, approda alla Cina di oggi dove uno spietato «neomandarino» usa il crimine per ottenere potere e ricchezza. A far da investigatrice, una giudice svedese in gioventù filomaoista come il marito e ora integrata. Mankell è nel Gotha del giallo internazionale con i suoi romanzi in cui mystery,

L'esperienza insegna ( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come conseguenza delle misure più incisive prese in alcune di queste aree come Cina, India e Brasile. Si ritiene che questo trend possa proseguire. Tra le aree sviluppate Usa e Uk potrebbero essere favoriti.Piotti. Il mercato americano tra quelli sviluppati ha le migliori chance, non appena gli stimoli fiscali inizieranno a rinvigorire il sistema economico.

Qui New York, dove l'incubo è (quasi) passato ( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: negli Usa si era toccata una punta di 726 scuole chiuse contemporaneamente in vari Stati. Salvo poi scoprire che tanti giovani studenti americani sono stati messi in quarantena all'arrivo in Cina nelle ultime settimane. Nondimeno il Center for desease control (Cdc) di Atlanta mostra nei suoi dati settimanali che i casi accertati di H1N1 sono stati negli Usa finora oltre 40 mila,

Ma che bella estate ( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, dove la borsa cinese dedicata ai soli investitori locali di Shanghai segna +12,40% (+62,53%), mentre quella per gli stranieri (Hang Seng) +1,14% (+27,74%)I mercati si sono mossi, come sempre, in anticipo consolidando una parte dei guadagni registrati nei mesi precedenti in attesa di prendere posizione dopo la pubblicazione dei dati soprattutto quelli delle trimestrali Usa.

Basta lussi, Toyota non finirà come Gm E Akio riparte dalla filosofia del kaizen ( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e altri mercati emergenti, dove ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota. Numeri che, evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa lezione - commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha scritto il libretto di istruzioni per il successo,

In un mite giorno del febbraio scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ... ( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e altri mercati emergenti, dove ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota. Numeri che, evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa lezione - commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha scritto il libretto di istruzioni per il successo,

Moneta unica in balìa del dollaro ( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: India e Cina) nutrono diffidenza. Da un lato, infatti, proseguono nel tentativo di mantenere le proprie monete «sottovalutate» vendendo le divise nazionali e acquistando dollari Usa, dall'altro si lamentano chiedendo a gran voce la sostituzione del biglietto verde come valuta di riferimento internazionale.

Le principali motivazioni per un profilo che cambia ( da "ItaliaOggi7" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: caratterizzato da turbolenze globalizzate permanenti e discontinue. La terza motivazione: creare opportunità di lavoro attraverso un percorso di professionalizzazione mirata. Per i giovani laureati e per coloro che vogliono riorientare il proprio percorso».Per Giancarlo Cerruti (Facoltà di Scienze Politiche di Torino), «tradizionalmente la figura dell'

Una spinta a chi si mette proprio ( da "ItaliaOggi7" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Più incisivo il Fondo per la globalizzazione. Durata maggiore e tasso di intervento più alto per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Fem). Le modifiche che interessano il fondo, operative fino al 31dicembre 2011, riguardano l'innalzamento del tasso di intervento dal 50 al 65%, l'elevamento della durata da 12 a 24 mesi,

Usa al test del pil trimestrale ( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Secondo fattore confortante è il dato della crescita nel secondo trimestre 2009 della Cina, che ha già rilasciato la statistica. L'attività economica è balzata a +7,9%, superiore dunque al 7,7-7,8% stimato dagli economisti. E se il Drago riprende a volare, anche dalle parti di Washington può tornare un po' di buonumore.

se la ripresa sarà a w ( da "Tirreno, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Negli USA, dove la crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama. La Cina ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta mondiale. ma anche qui gli ostacoli sono enormi.

Il gigante Russia poco europeo ma vorace di spazio ( da "Riformista, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La stretta di mano tra Medvedev e Obama e la vicinanza alla Cina e all'India fanno comprendere come la Russia abbia scelto di porsi «al di fuori» dell'Europa, «consolidando - come scrive l'autore - una sua identità e collocazione politico-valoriale nel sistema europeo internazionale al di fuori del sistema».

IL MINISTRO della Salute cinese ha vietato l'uso dell'elettrochoc pe... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: continuano a riceve pazienti e si moltiplicano anche in Usa e Europa; il centro di ricovero di Bradford, Pennsylvania, è il più noto. In Cina il 14% dei giovani rischia di essere etichettato internet dipendente'. La clinica di Daxing, sobborgo di Beijing, è la più grande. E' all'interno di una base militare e l'ospedale si distingue per i lucchetti alle porte e le barre alle finestre.

MEDIATRICE interculturale, consigliere per il centrosinistra del Quartiere San Vitale, tifosa calcis... ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ormai viviamo in una società globalizzata e multi-culturale, non ci si deve più stupire per investimenti stranieri, siano essi albanesi o francesi. Certo nel mondo del calcio fa più scalpore e può essere un bene che si parli di un nostro connazionale». Nessuna discriminazione in questi anni?

Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina d... ( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina d... Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina dove il 14% dei giovani rischia di essere etichettato in questo modo. Nel 2012 l'internet dipendenza sarà forse inserita nel Dsm-v, il manuale di psichiatria, e accettata a livello globale.

L'AQUILA NEL CERCHIO MAGICO DI GILBERTO GIL ( da "Unita, L'" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globale che si rivolta contro gli inganni della globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma l'uditorio di fronte a lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo contagioso del finale, con il pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che si sciolgono i capelli e ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli scout che cantano a squarciagola nelle ultime file,

Se c'era qualcuno che poteva far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere solo Gilber... ( da "Unita, L'" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globale che si rivolta contro gli inganni della globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma l'uditorio di fronte a lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo contagioso del finale, con il pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che si sciolgono i capelli e ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli scout che cantano a squarciagola nelle ultime file,

La lunga siesta dell'Europa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Un pericolo evidente è che Usa e Cina possano scavalcare l'Europa creando un G-2. Lo si può già vedere sui cambiamenti climatici. Tutte le cariche di cui dispone l'Europa nel G-8, nel Fondo monetario internazionale e così via a quel punto diventerebbero come una valuta deprezzata.

Mutanda pazza non salva il mondo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: indifferenza del mondo e con il tacito sostegno della superpotenza Cina, terrorizza la popolazione, deporta le minoranze, incendia i villaggi, affama i bambini e stupra le donne, lasciate alla soldataglia dei janjaweed. Ma è vendere mutande tanga con il logo Salvate il Darfur, ultima moda negli Usa, la strada seria per ricordare quella tragedia?

La Cina sorpassa l'India nei consumi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nuova Delhi un primato storico La Cina sorpassa l'India nei consumi La Cina quest'anno salirà al primo posto nel consumo di oro, un'egemonia finora feudo dell'India. Grazie alla robusta ripresa economica, la domanda di gioielli in Cina è salita, mentre il declino della rupìa ha rallentato i consumi indiani, che rischiano di diminuire ancora per il recente raddoppio del dazio sull'

Il dietrofront della Cina: adesso fate più figli ( da "Giornale.it, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: articolo di sabato 25 luglio 2009 Il dietrofront della Cina: adesso fate più figli di Redazione Contrordine: la politica del figlio unico, imposta da 30 anni alle famiglie urbane in Cina, inizia a dimostrarsi un sostanziale fallimento. Così, per la prima volta da decenni, è arrivato l'impensabile appello: fate più figli.

Influenza suina, l'inganno continua ( da "Giornale.it, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-

ANCHE gli incendi estivi si sono globalizzati e si rappresentano in maniera industriale. ... ( da "Messaggero, Il (Marche)" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Luglio 2009 Chiudi ANCHE gli incendi estivi si sono globalizzati e si rappresentano in maniera industriale. Tredici incendi contemporanei in Sardegna e altri in Spagna e in Francia. Un assessore ha detto: «Sembra una strategia». Come ha fatto a intuirlo? Qualcuno dovrà convincerci che tredici incendi contemporanei in Sardegna e poi in Spagna e in Francia e in altre parti sia destino,

Psicologi "costruttivisti" a convegno per studiare gli effetti della globalizzazione sulle persone e sulla società ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Psicologi "costruttivisti" a convegno per studiare gli effetti della globalizzazione sulle persone e sulla società Sabato 25 Luglio 2009, Psicologi "costruttivisti" in congresso mondiale a Venezia per trattare i temi della globalizzazione e delle possibili destrutturazioni delle società, come avvenuto nella ex Jugoslavia.

Obama ancora giù, ora piace solo a metà degli americani ( da "Gazzettino, Il" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: eccezione di Israele e del Pakistan, all'Europa, dalla Russia alla Cina e all'America Latina), l'ultimo sondaggio Rasmussen pubblicato dal sito di destra Drudgereport indica che i consensi di Obama sono ulteriormente calati, da quasi il 60% di pochi giorni fa, al 49%. Superata dunque al ribasso la soglia psicologica del 50.

Ue valuta miliardi aiuti per poveri prima di meeting su clima ( da "Reuters Italia" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Cina, appaiono concrete. L'Ue, però, è preoccupata che l'accordo sfumi a causa della mancanza di fiducia dei paesi poveri in quelli industrializzati, considerati colpevoli di aver determinato i cambiamenti climatici. Secondo il rapporto svedese, aumentare il contribuito agli "adaptation funding" da qui al 2012 potrebbe contribuire significativamente a instaurare un legame di

Sergio Sciacca ( da "Sicilia, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di efficienza siciliana che si impone nella cultura globalizzata di oggi. L'organizzazione del festival belliniano costituisce un primo esempio di virtuosa sinergia in grado di distendere gli eventi su una successione cronologica più vasta: l'obiettivo, raggiungibile, è quello di creare una stagione culturale che duri in Sicilia quando le altre europee sono costrette a chiudere.

fissato a fine agosto ( da "Sicilia, La" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della Sciabica di Ispica è in programma il convegno studi sul tema «Globalizzazione e convivialità delle differenze», nell'ambito dell'evento «Zagara e Rais, incontri euro-mediteranei d'Ispica». Il programma prevede gli interventi del sindaco di Ispica, Piero Rustico, del presidente della Provincia regionale di Ragusa, Franco Antoci, dell'assessore comunale alla Pubblica istruzione,

Sfida la sedia a rotelle viaggiando per tutto il mondo, la storia di una psicologa ( da "RomagnaOggi.it" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Thailandia, l'Etiopia , la Cina, il Paraguay, Cuba e gli Usa. Solo per citare le mete piu' note. La sua vicenda è raccontata dall'agenzia Redattore Sociale. Tutto ha inizio a Marina di Camerota, nel Cilento, in tenda, a riposarsi. Parla veloce, e sembra sorridere mentre racconta un pezzo grande della sua vita.>

De Laurentiis, 90 anni e una vita da Oscar ( da "Repubblica.it" del 25-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: lo confermò trovando finanziatori con i quali fondò la Real Cine e nel 1941 produsse il primo film, L'amore canta. Poi arriva la guerra a sbaragliare i sogni. L'Italia ne esce devastata, ma le idee circolano più vorticosamente di prima. "Il grande cinema, quello che ha fatto scuola, è nato nel dopoguerra", racconta.

Lerpa, il guerriero lascia Savona ( da "Stampa, La" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ma che si muove continuamente fra Usa-Tibet-India-Europa-Cina carico di enormi tele e ceramiche colorate di smalti brillanti, saluta Savona questa sera con una simpatica kermesse di musica e arte fra le 21 e le 23. Dopo l'iniziale 'vernissage', si conclude con un «finissage concertistico» tra gli stendardi appesi alle pareti della grande Sala della Sibilla e le sculture '

Commedia dell'arte ritorna domani lo stage ( da "Gazzetta di Reggio" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, Indonesia, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda, Isole Fiji, vi sono state rappresentate. Quest'anno lo Stage vede 48 partecipanti, dai 18 ai 48 anni, provenienti oltre che dall'Italia, da Australia, Cina, Cile, Canada, Usa, Olanda, Spagna, Francia, Svizzera, Portogallo, Turchia, Gran Bretagna.

La riforma della Sanità mette nei guai Barack Obama ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Africa del 90% e in Cina del 47%. I dati sono dell'ultimo sondaggio di Rasmussen in 25 paesi di cinque continenti. Ed è proprio grazie al suo presidente che gli stessi Stati Uniti , dopo gli otto anni della presidenza Bush, godono di un giudizio particolarmente favorevole anche in Medioriente con l'unica eccezione di Israele.

metluskenko regala il 13 successo a fanini ( da "Tirreno, Il" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: s trionfa in Cina Metluskenko regala il 13º successo a Fanini LUCCA. Tredicesimo successo stagionale per i colori di Amore & Vita - McDonald's al Tour de Qinghai Lake in Cina. Nella corsa a tappe più prestigiosa d'Asia di categoria Uci Hc, lo sprinter ucraino Yuriy Metlushenko centra il quarto sigillo stagionale, battendo tutti in uno sprint di gruppo alla fine della 6 tappa,

Il Setterosa perdecon la Grecia 9-10. oggi italia-serbia ( da "Secolo XIX, Il" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 3) Cina; 5) Italia . Tuffi. 10m. sincro: 1) Huo-Lin (Cina); 2) Boudia-Finchum (Usa); 3) Guerra Oliva-Aguirre-Manso (Cuba); 4) Hausding-Klein (Ger); 5) Chiarabini-Dell'Uomo (Ita) OGGI. Nuoto. Ore 9 batterie: 100 farfalla F Giacchetti, Bianchi), 400 sl M Sciocchetti, Rosolino), 200 misti F Segat, Buratto),

IL DRAGONE E L'INDIA: UN RAPPORTO CHE NON DECOLLA ( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: diplomatico come il soggiorno della delegazione Usa al Taj Mahal di Mumbai, attaccato dai terroristi lo scorso novembre, è stato il suggello di una visita che ha consolidato una nuova sintonia. La Cina assiste con attenzione a questi nuovi sviluppi perché la riguardano direttamente. Da tempo è consapevole che le dispute ideologiche sono scomparse rispetto agli interessi nazionali.

Una piccola banda intricata di radici L'album di Germano Mazzochetti, una magica incursione nel nostro vissuto sonoro, tra fisarmoniche, ance e tamburi ( da "Unita, L'" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ai venditori del mondo globalizzato in cerca di uno scaffale dove collocare le loro merci. Anche i musicisti hanno il loro daffare con le «radici». In un paese non importa quale, un puntino lungo le migliaia di chilometri delle nostre coste, c'era un calzolaio strambo, mito e insieme macchietta dei compaesani, soprannominato Testasghemba.

dal nostro corrispondente NEW YORK - Una birra, per spegnere le fiamme delle polemiche razziali c... ( da "Messaggero, Il" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gates era appena tornato da un viaggio in Cina, e non trovando le chiavi di casa stava forzando la porta. Il poliziotto è accorso in seguito a una telefonata di un passante. La cosa si poteva risolvere in quattro e quattr'otto, ma Gates si è infuriato e ha gridato al razzismo, e Crowley ha pensato bene di mettergli le manette e portarlo in guardina per "comportamento disordinato"

Crisi e mitologia del lavoro: fine della vergogna da disoccupazione ( da "Blogosfere" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la cui autrice è la giornalista francese Vivianne Forrester entrata di diritto nel club delle Cassandre. In pieni anni '90, Vivianne anticipava il disastro della globalizzazione, delle chiusure delle fabbriche, del dumping sui salari, della forza lavoro nei Paesi sottosviluppati. Continua a leggere su Crisis.

Lusso hi-tech ( da "Stampaweb, La" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e che in questi tempi magri le hanno permesso di contenere i danni in Europa e Usa e di crescere in Paesi importanti come la Cina. Puntualmente la ricetta viene applicata anche sulla A5 Sportback, che dopo il debutto davanti ai Vip nella festa dei 100 anni sta per cominciare la sua avventura: prime prove su strada in Toscana, tra Firenze e Siena, lancio commerciale in settembre.

Cina:internauti piu' del popolo Usa ( da "Nuovo, Il" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: > Cina:internauti piu' del popolo Usa Il numero delle connessioni veloci e' salito di 10 milioni (ANSA) - SHANGHAI, 26 LUG - Continua la lunga marcia della Cina alla conquista di internet: gli internauti sono 338 mln, piu' dell'intera popolazione Usa.

Dopo 25 anni il viaggio di Giuseppe Zanini verso la riconferma alla carica di presidente del... ( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la crisi economica è anche conseguenza della globalizzazione e noi rappresentiamo la globalizzazione etnica: dobbiamo metterci in primo piano per arrivare a un sistema economico basato sulla componente sociale». Intanto l'amministratore dell'associazione, Lorenzo Sartori, non dorme sonni tranquilli ed è costretto ad affilare le forbici.

Bassano (R.F.)Il palcoscenico del Castello degli Ezzelini ospita questa sera una delle star inte... ( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 26-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina. Ha studiato l'opera cinese dall'età di nove anni. Ha lavorato per la Hunan State Xian Opera Company ed è stato tra i primi membri della Guangdong Modern Dance Company, la prima compagnia di danza moderna in Cina. Nel 1995 Shen Wei si è trasferito a New York dove, nel 2000, ha fondato la compagnia Shen Wei Dance Arts.

Obama promette: Più fondi alla scuola ( da "Manifesto, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: i posti di lavoro migliori andranno a chi è preparato meglio: negli Stati Uniti, in India, in Cina, poco importa». L'anno scorso il tasso di diplomati dalle scuole superiori americane si è fermato al 77%, al di sotto di parecchie nazioni industrializzate. La preparazione degli studenti statunitensi scarseggia nelle scienze e nella matematica.

Basta qualche regola e la pillola liberista va giù ( da "Manifesto, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: facendo galoppare la globalizzazione - vista positivamente sebbene con molte ombre. Inizialmente la finanza era innocente, assecondando i processi; poi, persa l'innocenza, ha imparato a lucrare sui differenziali di rischio e sulle asimmetrie tra zone e paesi nella nuova riconfigurazione geopolitica planetaria.

Via al vertice Pechino-Usa ( da "Stampa, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: A Washington Via al vertice Pechino-Usa Stati Uniti e Cina si preparano ad una intensa ed importante sessione di colloqui a partire da oggi a Washington, dove è giunta una nutrita delegazione di 150 cinesi guidati dal vicepremier Wang Qishan. Un incontro definito da taluni osservatori come una sorta di prova generale di un G2, l'asse Washington-Pechino,

Cina, operai in rivolta uccidono un manager ( da "Stampa, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari. L'unità, costruita in India con l'aiuto di tecnici russi, è stata battezzata dal premier Manmohan Singh «Arihant» (Il distruttore di nemici). Lungo 111 metri, ha un dislocamento di 6.

LOTTE DI POTER IN IRAN ( da "Gazzetta di Reggio" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sfidando la Cina, New Dehli ha varato il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri. L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari.

Protezione civile politica I corsi nella sede della Lega ( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: attrezzata sede della Protezione civile del Comune in via Castello d'Amore. Per l'Associazione dei volontari di Protezione civile di Treviso, che ieri ha dichiarato la scissione delle «giubbe fluorescenti» trevigiane, la scelta è stata quanto mai «discutibile». Più duro invece l'attacco di chi vede nel processo di riorganizzazione del corpo avviato dalla giunta nient'

lotte di poter in iran ( da "Centro, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sfidando la Cina, New Dehli ha varato il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri. L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari.

molinaro e de anna all'efasce: valorizzare la nuova emigrazione ( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Serve una società che sappia distinguersi dal mondo globalizzato» Molinaro e De Anna all'Efasce: valorizzare la nuova emigrazione IL MESSAGGIO UDINE. Un ruolo, quello della nuova emigrazione, da valorizzare. Rinnovate opportunità di sviluppo economico e culturale attraverso la collaborazione transfrontaliera e la tutela delle minoranze linguistiche come fattore di ricchezza.

obama studia il modello cinese contro la crisi funziona meglio - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Venti accordi di libero scambio in dirittura di arrivo hanno per protagonista la Cina. Uno di questi, aprendo ulteriormente le frontiere tra 1,3 miliardi di cinesi e 500 milioni di abitanti del sudest-asiatico, segna l´avvio del più grande "mercato comune" della storia. La marcia trionfale della Cina è turbata però da incidenti molto seri.

dollari, applausi e tv: è il calcio usa - andrea sorrentino boston ( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: prima della partenza il 3 agosto per la Cina: l´8 a Pechino è Supercoppa contro la Lazio. Calendario fittissimo, e si sa che giocare tanto con i muscoli non ancora a posto può essere rischoso, ma ormai va così. Intanto oggi e domani saranno i giorni delle visite mediche e delle presentazioni per Eto´o all´Inter e Ibrahimovic a Barcellona: il mercato interista,

Vola la staffetta olandese, bene Phelpsma è una pioggia di nuovi primati ( da "Secolo XIX, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Zhang Lin (Cina) 3'41"35, 16) Rosolino 3'47"05, 17) Sciocchetti 3'47"40. 400 sl F: Pellegrini (Ita) 3'59"15 (record del mondo), 2) Jackson (Gbr) 4'00"60, 3) Adlington (Gbr) 4'00279, 17) Zoccari 4'11"58. 4x100 sl F:1) Olanda 3'31"72 (record del mondo), 2) Germania 3'31"83 (record del mondo Steffen in prima frazione 52"22),

Afghanistan, basta piagnistei: andarsene o combattere. ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-

La riforma di Obama e il sogno (o l'utopia) della Sanità per tutti ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-

Serbia troppo forte: il Settebello è fuori ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nel pomeriggio dalle 18 finali 100 rana u, 100 farfalla d, 50 farfalla u, 200 misti d. Per la pallanuoto quarti femminili: Ungheria-Canada, Russia-Olanda, Australia-Grecia, Spagna-Usa. Per il 9° posto Italia-Cina. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

La complicità con la mafia una costante da 150 anni ( da "Unita, L'" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ha ragione il procuratore Grasso a gettare l'allarme? «Negli anni Settanta l'attenzione era sul terrorismo. Oggi sulla microcriminalità o, addirittura, si inventano nuovi reati. Questo offusca l'attenzione alle mafie nel tempo della globalizzazione del crimine».

La America di Obama punta a ridurre il numero dei nemici ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ruolo che per superarla non possono non avere Paesi come la Cina e l'India, la prima con un passato di ostilità verso gli Stati Uniti, la seconda di una secolare assenza dalla grande scena mondiale. I rapporti con questi due Paesi sono prioritari quasi quanto lo sono quelli con la Russia. La via maestra, anche se irta di ostacoli, non è neppure quella della ricostruzione di una «

Prove d'intesatra Usa e Cina ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: investimento cinese in titoli pubblici Usa è sicuro. In effetti, in Cina c'è diffusa inquietudine per le finanze pubbliche Usa e la connessa svalutazione del dollaro, che coinvolgerebbe il "tesoro" detenuto. La Cina vanta infatti riserve valutarie per 2.132 miliardi di dollari, di cui oltre un terzo in titoli del debito pubblico Usa: un'esposizione enorme.

Dubbi sul ruolo: partner o competitor? ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: adesione della Cina alla Wto. è l'interdipendenza nota come "Chimerica", basata su realtà precise: la Cina ha come partner commerciale essenziale gli Usa, ne è il primo creditore e il maggior detentore di titoli del loro debito pubblico. Finanziando una quota rilevante di tale debito, svolge un ruolo decisivo nel sostenere il dollaro.

L'ORGANIZZAZIONE DEI MEDICI USA VUOLE METTERLO AL BANDO ( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: RIVOLTA IN CINA OPERAI CONTRO LA FUSIONE AZIENDALE UCCIDONO UN MANAGER Circa 30 mila lavoratori di un'acciaieria del nord della Cina, che protestavano contro l'acquisizione della fabbrica da parte di un'altra società, hanno ucciso un manager e si sono scontrati con la polizia con un bilancio di centinaia di feriti.

Corea del Nord:no ai colloqui a sei ( da "JulieNews.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: boccia la proposta del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la posizione espressa dai Paesi dell'Asean sullo stesso argomento, definendoli "ciechi" quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali.

Sophos: nella "sporca dozzina" l'Italia è decima ( da "TopTrade" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: quantità di spam a livello mondiale tra aprile e giugno 2009 sono quindi i seguenti: al primo posto gli Stati Uniti, al secondo il Brasile, al terzo la Turchia, al quarto l'India, al quinto la Corea del Sud, al sesto la Polonia, al settimo la Cina (inclusa Hong Kong), all'ottavo la Spagna, al nono la Russia, al decimo l'Italia, all'undicesimo l'Argentina e al dodicesimo il Vietnam.

Internet, la democrazia della conoscenza ( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: epoca di neoliberismo globalizzato dell'informazione? Come evitare che il sistema della conoscenza utile venga travolto dalla privatizzazione? Secondo questo volume - che si avvale dei contributi di David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom,

GQ wants you! ( da "MenStyle.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a seguito della globalizzazione. http://current.com/users/rossrom.htm Gemma Santi, regista "Nei miei video preferisco evitare la comunicazione verbale per dare più spazio alla comunicazione sensoriale". Videomaker che gioca con i suoni e la musica, nel 2006 espone alla Biennale d'arte moderna e contemporanea del Piemonte.

Isernia: La zampogna, patrimonio culturale da tutelare ( da "Sannio Online, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione, che grazie ai progressi dei mezzi di comunicazione avrebbe potuto produrre maggiore apertura culturale, sta generando l?esatto contrario: chiusura, incapacità di dialogo, paura delle diversità, senso di precarietà e di insicurezza.

Brioches, panem et circenses ( da "Rinascita Online" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a cinquecento potenti della Terra raccolti a San Francisco, dallo stratega della globalizzazione, Zbignew Brzezinki, inventore dell?angloneologismo ?tittytainment? (un cocktail soporifero di divertimento, spettacolo e alimentazione sufficiente a ?distrarre? i popoli dagli effetti nefasti della globalizzazione: la disoccupazione e la povertà).

La Corea sul nucleare: "Parliamo solo con gli Usa" ( da "Notiziario Italiano.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: boccia la proposta del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la posizione espressa dai Paesi dell?Asean sullo stesso argomento, definendoli “ciechi” quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali.

USA-CINA: GEITHNER, PECHINO SPENDA DI PIU' PER CONSUMI INTERNI ( da "KataWebFinanza" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: USA-CINA: GEITHNER, PECHINO SPENDA DI PIU' PER CONSUMI INTERNI (AGI) - Washington, 27 lug. - Il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner invita la Cina ad esportare di meno e a spendere di piu' per i propri consumi interni. Geithner, intervento all'inizio della due giorni di colloqui al vertice tra i due paesi che si terra'

Entro il 25 agosto le domande per Scienze del Servizio sociale ( da "Sicilia, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e di una prova di sintesi con individuazione del tema fondamentale di un brano scritto da 20 a 40 righe su Globalizzazione e sviluppo economico, Politiche sociali, Tendenze demografiche e flussi migratori, Giovani, anziani e famiglia, Diritto e diritti (il tempo a disposizione è di 2 ore). Le due prove scritte si svolgeranno entrambe il 14 settembre;

Obama, appello alla Cina "Insieme per un futuro migliore" ( da "Repubblica.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: invito che Barak Obama rivolge alla Cina. In apertura del vertice sul dialogo stretegico economico al via oggi a Washington, il presidente Usa si rivolge a Pechino, tendendo la mano per la creazione di un futuro migliore. Si parlano le due superpotenze, sapendo che gran parte del futuro del pianeta dipende dalle loro azioni.

Appello di Obama alla Cina: ( da "Corriere.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: appello di Obama alla Cina: «Cooperiamo per un futuro sostenibile» Il presidente Usa: «Serve una risposta energetica globale. Rapporto con Pechino determinante nel 21/mo secolo» WASHINGTON - La relazione tra Stati Uniti e Cina darà forma al 21/mo secolo. Barack Obama apre a Washington il vertice sul dialogo strategico ed economico con Pechino ribadendo l'

Obama invita Cina al rispetto dell'uomo "Rispetto per le religioni e le culture" ( da "TGCom" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 27/7/2009 Obama:"Rispettare tutte le culture" Usa, al via summit con la Cina "La religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette". Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, in apertura del summit a Washington sul dialogo strategico e economico con la Cina.

Appello di Barack Obama alla Cina: "Rispettare sempre i diritti umani" ( da "Stampaweb, La" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economico con la Cina. Per il presidente Usa gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero «cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla povertà e creando maggiore ricchezza». Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha invitato la Cina ad essere un partner affidabile nel combattere i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale.

Obama alla Cina: "Cooperare sul clima Rispettare la dignità di ogni persona" ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Barack Obama in occasione del grande vertice tra Usa e Cina per il dialogo economico e strategico in corso a Washington. Quindi il presidente degli Usa ha chiesto che "la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette". Clima ed energia Un appello a Pechino a cooperare per una risposta globale per un futuro energetico "pulito,

Goldman Sachs, Rolling Stone e il mercato dei videogames ( da "Soldionline" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In questo quadro si inserisce il ruolo della Cina: partiamo da alcuni dati: a maggio 2009 le riserve valutarie di Pechino hanno raggiunto la fantastica cifra di 2.130 miliardi di dollari. Si stima con un 70% espresso in dollari Usa, dei quali 810.5 miliardi investiti in Treasury Bonds americani.

Obama chiede maggiore cooperazione con la Cina ( da "Reuters Italia" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il presidente Usa Barack Obama ha detto oggi che Stati Uniti e Cina hanno un comune interesse nella ripresa economica e ha invitato ad una maggiore cooperazione tra i due Paesi. "L'attuale crisi ha reso chiaro che le scelte fatte entro i propri confini si riverberano sull'economia globale -- e questo è vero non solo per New York e Seattle,

Obama: cooperazione tra Usa e Cina ( da "Nuovo, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa e Cina 'Trovare un terreno comune sul tema della dignita' umana' (ANSA) - WASHINGTON, 27 LUG - Trovare un 'terreno comune' tra Usa e Cina sul tema del 'rispetto della dignita' di ogni essere umano', auspica Barack Obama.In occasione del vertice Usa-Cina per il dialogo economico e strategico, Obama invita Pechino a 'cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile,

USA-CINA: OBAMA, NOSTRE RELAZIONI DARANNO FORMA A 21ESIMO SECOLO ( da "ITnews.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le relazioni tra Stati Uniti e Cina daranno forma al 21esimo secolo". Cosi' Barack Obama ha sottolineato come la ricerca di una solida partnership tra Washington e Pechino sara' fondamentale per la soluzione dei problemi globali, alimentando i timori di chi considera la due giorni di "Dialogo economico strategico" partito oggi a Washington come una sorta di G2.

Obama: cooperazione Usa-Cina su clima ed energia ( da "Trend-online" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: cooperazione Usa-Cina su clima ed energia ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 27.07.2009 17:16 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - WASHINGTON, 27 LUG - Trovare un 'terreno comune' tra Usa e Cina sul tema del 'rispetto della dignita' di ogni essere umano', auspica Barack Obama.

Obama vuole relazioni più strette con la Cina ( da "Reuters Italia" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: oggi che Stati Uniti e Cina hanno un comune interesse nella ripresa economica e ha invitato ad una maggiore cooperazione tra i due Paesi. Il presidente Usa ha aperto due giorni di colloqui tra esponenti di alto livello delle due amministrazioni in cui verranno affrontati temi come la crisi economica, i cambiamenti climatici e la disputa con la Corea del Nord sulle armi nucleari,

Obama, trovare "terreno comune" per Usa e Cina ( da "KataWebFinanza" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: trovare "terreno comune" per Usa e Cina (Teleborsa) - Roma, 27 lug - Il Presidente americano Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina devono, nel reciproco interesse, trovare un " terreno comune " per una reale ripresa economica. Obama ha invitato i due Paesi ad una pi stretta cooperazione.

Usa-Cina, Obama tende la mano a Pechino ( da "JulieNews.it" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa-Cina, Obama tende la mano a Pechino di: Nico Falco Crisi economica, cambiamenti climatici e la disputa con la Corea del Nord sulle armi nucleari, questi i principali temi che saranno trattati nei due giorni di colloqui tra esponenti di alto livello delle amministrazioni statunitense e cinese nel tentativo di raggiungere una intesa nel comune interesse della ripresa economica

Obama, trovare "terreno comune" per Usa e Cina ( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: trovare "terreno comune" per Usa e Cina (Teleborsa) - Roma, 27 lug - Il Presidente americano Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina devono, nel reciproco interesse, trovare un " terreno comune " per una reale ripresa economica. Obama ha invitato i due Paesi ad una più stretta cooperazione.

Washington: al via il supervertice USA-Cina ( da "Blogosfere" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: al via il supervertice USA-Cina Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:56 in Cambiamenti climatici Si è aperto poche ore fa il vertice di Washington tra Stati Uniti e Cina. Tantissimi i temi in discussione in una due giorni di serrati negoziati che spazieranno dalla crisi finanziaria ai cambiamenti climatici, dalla proliferazione nucleare al terrorismo e ai diritti umani.

Clima, Obama apre alla Cina: "Cooperiamo" ( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Barack Obama in occasione del grande vertice tra Usa e Cina per il dialogo economico e strategico in corso a Washington. Quindi il presidente degli Usa ha chiesto che "la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette". Clima ed energia Un appello a Pechino a cooperare per una risposta globale per un futuro energetico "pulito,


Articoli

Nuoto Il bronzo di Beatrice, una prima assoluta (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 24/07/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:sport Nuoto Il bronzo di Beatrice, una «prima» assoluta Mai prima d'ora l'Italia aveva vinto una medaglia mondiale nel sincro. Tania Cagnotto e Francesca Dallapè in finale Beatrice Adelizzi con la medaglia di bronzo ROMA La scambiano per Federica Pellegrini, ma non nel giorno in cui la sua danza flessuosa sull'acqua porta l'Italia là dove non era mai arrivata. La favola di Beatrice Adelizzi si muove sulle note di una Tosca moderna, ma ugualmente struggente, e le stelle che fanno capolino dallo chignon imbalsamato nel gel luccicano come il bronzo che le pende al collo: nella piscina di Roma, ai Mondiali di casa, l'azzurra fa quello che non è mai riuscito a nessun'altra, prima medaglia del sincro italiano, il suo nome che apre una strada finora inesplorata. La sua leggerezza, stretta nel costume nero illuminato di pietre, stavolta ai giudici è piaciuta, e la sua grazia può scalare i gradini sconosciuti del podio, lei grande tra le grandi, che si chiamano Natalia Ishchenko, la russa d'oro, e Gemma Mengual, la spagnola immortale, che ha condiviso con le azzurre lo scatenato tifo-teenager degli spalti. Piange, ride, senza che la maschera di trucco faccia una riga: è il riscatto di uno sport che fa i conti con l'arbitrio del giudizio e che resta un'oasi per sole donne, o quasi. Ma dietro a quei tre minuti di show acquatico c'è il lavoro di una vita, anche per una ventenne come la statuaria Bea. «La bellezza nel sincronizzato conta molto, ma non è tutto - sorride l'atleta di Lissone, nel Milanese, iscritta da sempre alla società Nord Padania, che con la Lega però non ha nulla a che vedere -. Il sincro è diventato la mia vita, mi piace il lato artistico, si avvicina alla danza e al teatro. Ma anche la parte tecnica è intensa e ogni singolo gesto va sempre studiato». Facce molto meno allegre, invece, nel fondo: il mezzo bronzo è sparito in poco meno di un'ora e adesso penzola, intero, al collo di Francis Crippen. Valerio Cleri, però, non ha preso troppo bene la decisione del bureau della Fina, che ha ribaltato il provvedimento adottato dal giudice arbitro sul finale rocambolesco della 10 km di fondo: l'americano che ha sbagliato traiettoria mancando l'ingresso a imbuto delimitato da boe e cordoli, ma alla fine ha toccato il nastro del traguardo terzo, può salire definitivamente sul podio. Non esiste infatti una norma scritta che gli vieti il passaggio poco ortodosso fatto vedere ieri a Ostia; che, sebbene non gli abbia procurato vantaggio, di certo lascia più di una perplessità sulla precarietà dei regolamenti di una disciplina approdata per di più tra quelle olimpiche. Fanno spallucce i membri della Federazione internazionale (in quattro hanno anche disertato la riunione del Giurì d'appello, il lussemburghese Kruchten, lo spagnolo Blanco, il russo Aleshin e il francese Luyce, tutti impegnati in un meeting politico), consapevoli che il «caso Cleri» ora costringerà a correre ai ripari, affinchè la regola 7.1 dica qualcosa di più su come si deve o non si deve arrivare. Alla fine il verdetto è schiacciante, con 10 voti contro tre a favore del bronzo Usa (si sono astenuti i rappresentanti di Italia e Stati Uniti, e il presidente Moustapha Larfaoui). Buone notizie giungono infine dai tuffi: Tania Cagnotto e Francesca Dallapè si sono qualificate per la finale trampolino 3 metri sincro. Le due azzurre hanno chiuso i preliminari con il secondo punteggio assoluto di 316.20. Davanti alle due italiane, si sono piazzate le cinesi Guo /Wu con 342.90. Terze le russe Julia Pakhalina e Anastasia Pozdniakova (305.49). La finale è in programma oggi. In serata la Nazionale femminile di pallanuoto ha battuto la Cina 11-10 e si è qualificata per la fase successiva del torneo.

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Il Setterosa batte la Cina e va agli ottavi (sezione: Globalizzazione)

( da "Tempo, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

stampa Pallanuoto Il Setterosa batte la Cina e va agli ottavi Nella gara conclusiva della prima fase del torneo femminile, il Setterosa si è imposto di misura sulla Cina, battendola 11-10. L'Italia si è aggiudicato un match equilibrato (ma non bello) e dal risultato sempre in bilico, deciso dalla migliore vena azzurra in superiorità numerica. Il goal vittoria è stato di Simona Abbate, giocatrice dimenticata nell'ultimo quadriennio olimpico e voluta fortemente da Fiori in azzurro. Il Setterosa, a differenza di quanto accaduto nelle prime uscite del Mondiale, ha avuto una migliore media realizzativa in superiorità numerica, privilegiando il gioco di squadra alle iniziative personali poco efficaci viste contro l'Ungheria; il coach Fiori, però, dovrà lavorare ancora molto su questo aspetto. Grazie al secondo posto nel girone, l'Italia passa agli ottavi di finale dove troverà la Grecia. Non è ancora scritto, invece, il destino del Settebello che, dopo le sconfitte rimediate da Usa e Romania, questa sera si giocherà il passaggio del turno contro la Macedonia in una gara dall'esito non scontato. Liv. Buf.

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Giugno, consumi in ripresa (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Oggi" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi sezione: Marketing data: 24/07/2009 - pag: 21 autore: di Marco Livi altagamma Giugno, consumi in ripresa La crisi economica rallenta i consumi alto di gamma, ma a fronte di un maggio piuttosto negativo è seguito un giugno in miglioramento. Unica eccezione: l'Oriente, con la Cina in evidenza. Secondo quanto evidenziato dall'indagine congiunturale della Fondazione Altagamma, per il bimestre maggio-giugno 2009, le previsioni sul breve periodo sembrano accreditare l'ipotesi che il peggio sia ormai alle spalle.L'Italia ha registrato, soprattutto a maggio, un calo rispetto agli stessi mesi del 2008 e così pure ha reagito l'Europa occidentale. Trend negativo infine per l'Europa orientale, e in particolare per la Russia, soprattutto considerando i risultati molto positivi raggiunti nel 2008. Repubblica popolare cinese, Hong kong, Macao e Taiwan si discostano invece dalla media generale, registrando una buona crescita, mentre il Giappone (per il quarto anno) ha mostrato un calo rispetto al 2008. I mercati del Medioriente portano a casa, infine, una leggera crescita.Oltreoceano, negli Usa, la crisi finanziaria continua a dispiegare i suoi effetti, ma nello stesso continente cresce, seppure in modo contenuto, l'America latina.

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due le incognite dietro la ripresa (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

xIL NUOVO RAPPORTO DELL'ISAE DUE LE INCOGNITE DIETRO LA RIPRESA di FRANCO A. GRASSINI In tempi difficili come questi l'osservazione da parte di un ente serio come l'Isae che ci siano segnali di "un possibile punto di svolta per l'economia italiana tra l'estate e l'autunno" dovrebbe far tirare a tutti un sospiro di sollievo. Analogamente la previsione che nel 2010 il Pil dovrebbe crescere dello 0,2% ( e nel Nord-Est dello 0,8%) sembra confermare un relativo ottimismo per il futuro. Ed è molto significativo, a tale riguardo, che le rilevazioni effettuate dall' Isae nel mese di giugno sulle opinioni delle famiglie sul quadro generale mostrino una tendenza all'aumento di quelle positive. Il grande comunicatore Berlusconi anche qui sembra avere successo. Leggendo per altro bene tra le righe del lungo rapporto presentato ieri dall'istituto romano si vede che il problema vero che il mondo, non solo l'Italia, ha di fronte è quello della forma che assumerà la ripresa. È ormai, infatti, opinione comune che rarissime sono le possibilità che essa abbia quelle di una V. Vale a dire che alla forte discesa dell'economia (quale non si vedeva dalla crisi del 1929) faccia seguito una risalita che riporti la situazione ai livelli precedenti in tempi relativamente brevi. Gli economisti, avendo preso l'abitudine di definirle come lettere dell'alfabeto, si dividono fra altre due alternative. La prima, quella considerata meno probabile per il mondo nel suo complesso, ma non per singoli paesi, è che l'economia assuma la forma di una L. Al calo produttivo dovrebbe,cioè, seguire una lunga semi-stasi a livelli più bassi rispetto a quelli che si erano toccati. La seconda alternativa è che la lettera che descriverà meglio la situazione sia una W. In altri termini, a una certa ripresa potrebbe far seguito una nuova discesa. La marcia verso una vera e propria depressione, infatti, è stata evitata da massicci interventi pubblici prescindendo dai regimi politici. Ma anche gli Stati non possono continuare a indebitarsi o, peggio ancora, a stampare moneta. È unanime il riconoscimento che l'inflazione, come mostrano esperienze dell'America Latina, è uno dei mali peggiori perché, dopo una fiammata iniziale, spegne la crescita e colpisce i più deboli. Le ragioni di questo sostanziale pessimismo vanno cercate nelle ragioni profonde della crisi in cui è caduta l'economia mondiale. Vale a dire che lo sviluppo notevole che aveva caratterizzato l'economia mondiale, non quella italiana, nell'ultimo periodo era fondato essenzialmente sul ricorso al debito da parte dei consumatori, di molte imprese e di alcune nazioni. Agli Stati Uniti vanno aggiunti Regno Unito, Australia, Spagna e Irlanda fra i debitori e Cina e altri paesi asiatici fra i creditori. Si tratta di squilibri e abitudini che non è facile eliminare in tempi brevi e che possono avere conseguenze molto negative sui saggi di crescita. Per giunta il Fondo monetario internazionale ha, pochi giorni addietro, sottolineato che «C'è necessità di fare di più per stabilizzare le banche e i mercati» e senza risolvere questi problemi ci sarà uno stop alla ripresa. Negli Usa, dove la crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama e dei democratici. La Cina ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta mondiale, ma anche qui gli ostacoli tecnici e politici sono enormi. In una situazione sostanzialmente preoccupante, come sta l'Italia? Le valutazioni dell'Isae al riguardo sono molto caute. Dalle sue indagini risulterebbe che nell'industria il tasso di innovazione sarebbe migliore di quanto generalmente ritenuto, ma nel complesso la disoccupazione dovrebbe nel 2010 salire al 9,3% lievemente superiore a quella del 2001 e abbastanza rispetto al 6,7% del 2008. Ci sarebbe, cioè, bisogno di uno sforzo comune - Stato,imprese, sindacati - per cercare di trovare nuovi equilibri. Ma non si vede ove siano leader in grado di guidare uno sforzo del genere.

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Parla di frontiere aperte, Barack Obama. Ma il Nuovo Inizio del presidente Usa deve fare... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Parla di frontiere aperte, Barack Obama. Ma il «Nuovo Inizio» del presidente Usa deve fare i conti con una realtà dolorosa, pesante. Quella dei Muri. Muri difensivi, si dice. Muri che spezzano famiglie, che frantumano identità, che negano speranza. Muri che cercano di allontanare un'umanità sofferente che preme ai cancelli del «benessere» occidentale. Muri che provano ad arrestare una violenza disperata, che cercano di tracciare una linea di separazione tra mondi che si percepiscono irriducibilmente ostili, incapaci di riconoscersi e riconoscere le rispettive ragioni, timori, aspirazioni, bisogni. I Muri nell'era della globalizzazione. Muri che raccontano di una politica che abdica a se stessa e che delega il futuro ai teorici di «guerre preventive», ai sostenitori di una democrazia esportata con la forza, agli esegeti di un Occidente opulento che deve difendersi da eserciti di senza speranza, da masse di diseredati che cercano di fuggire da realtà invivibili, da regimi dispotici, da élite da sempre al potere che hanno dilapidato, spesso con l'aiuto o il silenzio complice delle cancellerie europee e dell'iperpotenza americana, ricchezze straordinarie. Nell'era della globalizzazione, i Muri raccontano di un passato che non sfuma, di chiusure che da mentali diventano fisiche. Melilla. La Cisgiordania. Cipro. E ancora il Sahrawi. E la frontiera tra il Messico e gli Usa. Muri conosciuti e Muri «dimenticati». Un lungo elenco. Che contempla il muro Corea del Sud/Corea del Nord: un muro che si sviluppa per la maggior parte della frontiera tra i due Paesi; Il muro Thailandia/Malesia: la Thailandia ha edificato sulla parte accessibile della sua frontiera un muro per impedire a terroristi islamici di raggiungere le sue agitate province a maggioranza musulmana: il muro Zimbabwe/Botswana: una barriera elettrificata si sviluppa lungo tutta la frontiera tra i due Paesi. Ufficialmente per impedire agli animali selvatici di passare da un Paese all' altro; in realtà serve per evitare che profughi dello Zimbawe entrino nel Botswana; il muro Uzbekistan/Tagikistan: l'Uzbekistan ha costruito un muro equipaggiato con sensori e videosorveglianza lungo la sua frontiera con il Tagikistan; il muro India/Pakistan: esteso per 3300 km si sviluppa lungo una frontiera che il Pakistan contesta; il muro Pakistan/Afghanistan: realizzato dai pachistani e lungo 2400 km. E ancora: il muro Emirati Arabi Uniti/Oman: costruito lungo tutta la linea di confine con il sultanato dell' Oman; il muro Arabia Saudita/Yemen: L'Arabia Saudita ha costruito un muro in calcestruzzo armato, munito di sensori e telecamere per impedire l' immigrazione illegale dallo Yemen, e senza esitare di fronte allo sconfinamento di questo muro entro il territorio dello Yemen; il muro Kuwait/Iraq: il Kuwait ha rinforzato il muro, già esistente, lungo 215 km di frontiera con l'Iraq. Un Muro resta anche in Europa: è quello Turchia/Cipro, edificato 35 anni fa da Ankara per delimitare i territori che rivendica a Cipro. Ogni Muro ha una sua storia. Una sua giustificazione. Ma ognuno di questi Muri racconta di un fallimento. Perché di fronte a chi sente di non aver nulla da perdere, non c'è Muro divisorio che tenga. Il Muro può contenere la rabbia, il dolore, il desiderio di rivalsa di intere popolazioni. Può contenere, ma non cancellare le aspirazioni alla libertà, all'autodeterminazione nazionale, ad una vita non consumata tra patimenti e sofferenze. All'ombra di quei Muri si dipana l'esistenza di una umanità di «senza volto» ma non per questo inesistente. Perché questa umanità esiste. E cresce. E non accetta di autocondannarsi al silenzio, all'inazione. C'è chi fugge dalla povertà, chi da guerre e repressioni brutali. Altri cercano di lasciarsi alle spalle regimi che fanno scempio dei più elementari diritti umani, altri ancora (è il caso i palestinesi della Cisgiordania) vedono in quel Muro di separazione la concretizzazione di un incubo: quello di essere costretti a vivere in città e villaggi trasformati in prigioni a cielo aperto, in una sorta di regime di apartheid trapiantato in Medio Oriente. Quei Muri sono un'ipoteca sul futuro. Il «Nuovo Inizio» passa per la loro caduta.

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Temiamo per la vita di San Suu Kyi (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Temiamo per la vita di San Suu Kyi» Amnesty International «Questo processo non andava fatto. È una dura detenzione per lei e per più di duemila prigionieri politici» GABRIEL BERTINETTO Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe avviare la fase finale del dibattimento. La dirigente dell'opposizione birmana, premio Nobel per la pace nel 1991, rischia una condanna a 5 anni di carcere per violazione delle norme sugli arresti domiciliari. Accusa del tutto pretestuosa, fondata sull'ospitalità concessa per una notte ad un cittadino americano introdottosi a nuoto nella villa sul lago di Rangoon, in cui Suu Kyi è rimasta reclusa per gran parte degli ultimi vent'anni. Se sarà pronunciato un verdetto di colpevolezza, è evidente che lo scopo è solo quello di tenere la leader democratica in prigione ancora per un po', evitando soprattutto che sia in libertà nel periodo delle elezioni che la giunta militare intende convocare l'anno prossimo. Del processo e delle violazioni dei diritti umani in Birmania (Myanmar) parliamo con Donna Jean Guest, vicedirettrice di Amnesty International (A.I.)per l'Asia. Signora Guest, risulta anche a lei che la sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi sia immimente? «Non abbiamo informazionei particolari, non sappiamo cosa intendano fare i generali. Sappiamo che il 24 luglio è prevista un'udienza, ma quando venga emesso il verdetto è davvero impossibile dire. La preoccupazione di Amnesty International riguarda il fatto che questo processo non avrebbe mai dovuto esserci. Aung San Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari gran parte degli ultimi 20 anni. Il suo imprigionamento in marzo è stato un ulteriore terribile sviluppo di una situazione già ingiusta. Temiamo per la salute di Suu Kyi, e non abbiamo informazioni recenti sul modo in cui sia tratta in carcere. Aggiungo che alla Croce rossa internazionale viene impedito l'accesso alle prigioni birmane sin dal 2005. Così non c'è alcun controllo indipendente sulle condizioni in cui sono detenute le migliaia di persone che affollano le carceri di Myanmar. Ci indigna anche il fatto che ai suoi avvocati viene impedito incontrarla, il ché è contrario a qualunque minimo standard internazionale di equità processuale». Hillary Clinton ha proposto al governo birmano: liberate Suu Kyi, e investiremo nel vostro paese. È un modo corretto di affrontare il problema? «Noi pensiamo che ci sia un grande bisogno di attenzione internazionale verso quel Paese e quella vicenda. Non spetta ad A.I. dire quale tipo di attenzione. Ma credo siano importanti iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo. Speriamo che l'iniziativa internazionale dia frutti». In generale la formula dello scambio fra sostegno economico e maggiore rispetto dei diritti umani è valida? Non c'è il rischio di accontentarsi di promesse? «Certo devono essere fissate delle soglie, dei punti di riferimento. Ci sono passi concreti che un governo deve intraprendere, prima che gli altri Paesi, a livello unilaterale o multilaterale, modifichino le proprie politiche, riducendo le sanzioni ad esempio o incrementando gli aiuti. Nel caso birmano a nostro giudizio la condizione prima è il rilascio dei detenuti politici. Se l'impegno a fornire aiuti materiali ottiene quel risultato, benissimo. Ma l'importante è stabilire dei criteri con cui misurare i progressi o la mancanza di progressi dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. In Myanmar come in ogni altro Paese. In realtà la condizione normale sarebbe che ognuno godesse dei diritti umani e non ne fosse privato. Garantirlo è un dovere dei governi, non un comportamento da premiare. E tuttavia se i generali facessero sostanziali concessioni, ad esempio rilasciando i prigionieri politici, certo sarebbe un grande passo avanti». Come hanno agito L'Onu e le altre istituzioni internazionali verso Myanmar? C'è stata mancanza di dinamismo, timidezza? «Tutti sappiamo che l'azione dell'Onu non è stata efficace. Anzi la situazione è andata peggiorando. Ma esiste un diffuso sentimento di volontà positiva da parte di molti soggetti. Il problema principale tuttavia è che i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza non parlano con una sola voce, non c'è accordo sul modo in cui procedere. Russia e Cina particolarmente dovrebbero iniziare ad essere più attive». Nel dramma dei diritti violati in Birmania, esiste una specificità femminile che vada oltre la figura di Aung San Suu Kyi, il cui caso è universalmente noto? «La Birmania ha enormi difficoltà economiche. Il tasso di mortalità infantile è elevatissimo. Le risorse destinate dal governo alle famiglie, alle madri, è minimo. C'è poi la tragedia delle donne appartenenti alle minoranze etniche, shan, karen, e altre, che sono particolarmente vulnerabili agli abusi sessuali da parte dei militari durante le operazioni contro i movimenti ribelli». Intervista a Donna Jean Guest

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Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe avviare la f... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il processo a Aung San Suu Kyi sta per finire. L'udienza fissata per oggi dovrebbe avviare la fase finale del dibattimento. La dirigente dell'opposizione birmana, premio Nobel per la pace nel 1991, rischia una condanna a 5 anni di carcere per violazione delle norme sugli arresti domiciliari. Accusa del tutto pretestuosa, fondata sull'ospitalità concessa per una notte ad un cittadino americano introdottosi a nuoto nella villa sul lago di Rangoon, in cui Suu Kyi è rimasta reclusa per gran parte degli ultimi vent'anni. Se sarà pronunciato un verdetto di colpevolezza, è evidente che lo scopo è solo quello di tenere la leader democratica in prigione ancora per un po', evitando soprattutto che sia in libertà nel periodo delle elezioni che la giunta militare intende convocare l'anno prossimo. Del processo e delle violazioni dei diritti umani in Birmania (Myanmar) parliamo con Donna Jean Guest, vicedirettrice di Amnesty International (A.I.)per l'Asia. Signora Guest, risulta anche a lei che la sentenza del processo ad Aung San Suu Kyi sia immimente? «Non abbiamo informazionei particolari, non sappiamo cosa intendano fare i generali. Sappiamo che il 24 luglio è prevista un'udienza, ma quando venga emesso il verdetto è davvero impossibile dire. La preoccupazione di Amnesty International riguarda il fatto che questo processo non avrebbe mai dovuto esserci. Aung San Suu Kyi ha trascorso agli arresti domiciliari gran parte degli ultimi 20 anni. Il suo imprigionamento in marzo è stato un ulteriore terribile sviluppo di una situazione già ingiusta. Temiamo per la salute di Suu Kyi, e non abbiamo informazioni recenti sul modo in cui sia tratta in carcere. Aggiungo che alla Croce rossa internazionale viene impedito l'accesso alle prigioni birmane sin dal 2005. Così non c'è alcun controllo indipendente sulle condizioni in cui sono detenute le migliaia di persone che affollano le carceri di Myanmar. Ci indigna anche il fatto che ai suoi avvocati viene impedito incontrarla, il ché è contrario a qualunque minimo standard internazionale di equità processuale». Hillary Clinton ha proposto al governo birmano: liberate Suu Kyi, e investiremo nel vostro paese. È un modo corretto di affrontare il problema? «Noi pensiamo che ci sia un grande bisogno di attenzione internazionale verso quel Paese e quella vicenda. Non spetta ad A.I. dire quale tipo di attenzione. Ma credo siano importanti iniziative da parte dei membri più importanti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, gli Usa come la Russia o la Cina. È benvenuto ogni tipo di pressione sui generali affinché rilascino i prigionieri politici (erano 2100 sino ad alcuni mesi fa), cessi la persecuzione delle minoranze etniche, e così via. L'elenco degli abusi è purtroppo molto lungo. Speriamo che l'iniziativa internazionale dia frutti». In generale la formula dello scambio fra sostegno economico e maggiore rispetto dei diritti umani è valida? Non c'è il rischio di accontentarsi di promesse? «Certo devono essere fissate delle soglie, dei punti di riferimento. Ci sono passi concreti che un governo deve intraprendere, prima che gli altri Paesi, a livello unilaterale o multilaterale, modifichino le proprie politiche, riducendo le sanzioni ad esempio o incrementando gli aiuti. Nel caso birmano a nostro giudizio la condizione prima è il rilascio dei detenuti politici. Se l'impegno a fornire aiuti materiali ottiene quel risultato, benissimo. Ma l'importante è stabilire dei criteri con cui misurare i progressi o la mancanza di progressi dal punto di vista del rispetto dei diritti umani. In Myanmar come in ogni altro Paese. In realtà la condizione normale sarebbe che ognuno godesse dei diritti umani e non ne fosse privato. Garantirlo è un dovere dei governi, non un comportamento da premiare. E tuttavia se i generali facessero sostanziali concessioni, ad esempio rilasciando i prigionieri politici, certo sarebbe un grande passo avanti». Come hanno agito L'Onu e le altre istituzioni internazionali verso Myanmar? C'è stata mancanza di dinamismo, timidezza? «Tutti sappiamo che l'azione dell'Onu non è stata efficace. Anzi la situazione è andata peggiorando. Ma esiste un diffuso sentimento di volontà positiva da parte di molti soggetti. Il problema principale tuttavia è che i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza non parlano con una sola voce, non c'è accordo sul modo in cui procedere. Russia e Cina particolarmente dovrebbero iniziare ad essere più attive». Nel dramma dei diritti violati in Birmania, esiste una specificità femminile che vada oltre la figura di Aung San Suu Kyi, il cui caso è universalmente noto? «La Birmania ha enormi difficoltà economiche. Il tasso di mortalità infantile è elevatissimo. Le risorse destinate dal governo alle famiglie, alle madri, è minimo. C'è poi la tragedia delle donne appartenenti alle minoranze etniche, shan, karen, e altre, che sono particolarmente vulnerabili agli abusi sessuali da parte dei militari durante le operazioni contro i movimenti ribelli».

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Adelizzi sul podio nel sincro (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Adelizzi sul podio nel sincro --> Venerdì 24 Luglio 2009 SPORT, pagina 46 e-mail print Dal nuoto sincronizzato arriva uno storico bronzo per il sincro azzurro ai Mondiali di Roma. Lo ha conquistato Beatrice Adelizzi (nella foto Ansa) nel solo libero: davanti alla ventenne monzese, la spagnola Gemma Mengual con l'argento e la russa Natalia Ishchenko sul gradino più alto del podio. Niente da fare, invece, per Valerio Cleri nella 10 km di fondo: l'azzurro resta quarto. Il bureau della Fina ha infatti accolto il ricorso degli Usa e così sul podio è salito Francis Crippen. Intanto oggi potrebbe arrivare un'altra medaglia dai tuffi. Nelle eliminatorie del trampolino da 3 metri sincronizzato, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè hanno ottenuto il secondo posto (punti 316,20). Miglior prestazione quella della coppia cinese Jingjing Guo e Minia Wu (342,90). La finale è in programma nel pomeriggio. Michele Benedetti, invece, si è classificato 12° - e ultimo - nella finale del trampolino da 3 metri con il punteggio di 415,70. Oro al cinese Chong He, che ha ottenuto 505,20. Secondo e terzo gradino del podio, rispettivamente, per Dumais Troy e Alexandre Despatie. PALLANUOTO: SETTEROSA AGLI OTTAVI L'Italia ha battuto la Cina 11-10 nella terza e ultima partita del girone eliminatorio del torneo di pallanuoto femminile. Agli ottavi le azzurre affronteranno domani la Grecia. 24/07/2009 nascosto--> ANNUNCI DI GOOGLE

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Cleri, niente bronzo Setterosa agli ottavi (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di venerdì 24 luglio 2009 Cleri, niente bronzo Setterosa agli ottavi di Redazione Roma Ieri Michael Phelps è sbarcato a Roma insieme agli atleti Usa: per lui quaranta minuti di allenamento nella piscina delle gare al Foro Italico. Intanto il Jury d'Appel ha accettato il controricorso americano sulla squalifica di Crippen nella 10 km di fondo. Non esiste infatti una norma che vieti il passaggio poco ortodosso fatto in gara. Addio medaglia per Cleri. E oggi alle 13 il giovane Chiarabini rischia di non gareggiare nella piattaforma 10 metri: il compagno Francesco Dell'Uomo lamenta infatti uno stiramento al tricipite. RISULTATI Pallanuoto femminile Italia-Cina 11-10: setterosa secondo e qualificato agli ottavi, domani incontra la Grecia. PROGRAMMA Tuffi: ore 15.45 finale 3 metri sincro donne (Cagnotto-Dallapè); sincronizzato ore 11 finale duo libero (Adelizzi-Lapi) e ore 17 preliminari libero a squadre (Italia); pallanuoto maschile ore 21.15 Italia-Macedonia. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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A Pechino non conviene sparare sul dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-07-24 - pag: 1 autore: VALUTE A Pechino non conviene sparare sul dollaro di Alessandro Merli A lla fine di maggio, durante la sua prima visita ufficiale in Cina, il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Tim Geithner, tenne un discorso all'università di Pechino. Al termine del quale insistette sul fatto che gli Usa restano a favore di una politica del dollaro forte, inaugurata ormai quasi due decenni fa dal mentore e predecessore di Geithner, Bob Rubin, e che le attività finanziarie cinesi investite in dollari sono sicure. Riferiscono le cronache che, fra il pubblico, diversi ascoltatori scoppiarono in una grassa risata. Aveva poca voglia di scherzare, questa settimana, il funzionario del ministero delle Finanze cinese, Zhu Guangyao, quando, echeggiando una posizione espressa più volte in questi mesi da Pechino, ha richiamato gli Stati Uniti a «politiche responsabili per assicurare la stabilità del cambio del dollaro e proteggere gli asset cinesi ». La faccenda è ancora più seria perché il rimbrotto arriva quasi alla vigilia dell'incontro di Washington della prossima settimana per il cosiddetto "dialogo strategico ed economico" fra le due grandi potenze.Il futuro del dollaro –il cui collasso viene ritenuto da molti economisti come uno degli eventi che potrebbero far piombare economia e finanza globale nell'abisso sull'orlo del quale si sono affacciate nell'autunno scorso – si gioca sull'asse Washington-Pechino. Dall'alto dei suoi 2.130miliardi di dollari di riserve (oltre due terzi dei quali, secondo stime ufficiose, denominati nella valuta Usa) e della sua montagna di Treasuries, (801 miliardi di dollari, quasi più della somma di Giappone e Russia), che ne fanno il maggior creditore del Tesoro Usa, Pechino è preoccupata: che le politiche di stimolo monetario e fiscale adottate a Washington per far uscire l'economia dalla recessione portino al crollo del dollaro. I cinesi pensano che l'abuso che gli Stati Uniti hanno fatto della loro valuta come moneta di riserva abbia contribuito alla crisi globale. Del resto, le politiche della Cina, di crescita attraverso l'export, rappresentano l'altra faccia degli squilibri globali, che affliggono l'economia mondiale da anni e di cui i disavanzi americani sono l'aspetto più evidente. Continua u pagina 8 l'articolo prosegue in altra pagina

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La lunga marcia dello yuan sul dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-24 - pag: 8 autore: Geopolitica e moneta. Pechino nutre ambizioni da superpotenza ma per ora ha interesse a una divisa statunitense stabile La lunga marcia dello yuan sul dollaro Quella cinese è l'unica candidatura naturale al ruolo di futura valuta globale u Continua da pagina 1 I richiami di Pechino a Washington, hanno scritto Aiyar Swaminathan, del Cato Institute, e Arvind Subramanian, del Peterson Institute, sono come «lo spacciatore che chiede al drogato di disintossicarsi ». D'altra parte, osserva Stephen Jen, economista dell'hedge fund londinese BlueGold, con l'enorme quantità di titoli del debito pubblico americano in loro possesso, «i cinesi sono come un'azionista degli Stati Uniti e la loro voce deve essere ascoltata». La questione di fondo di questo confronto fra Washington e Pechino è quale sia il futuro del dollaro come moneta dominante. E se, eventualmente, possa essere lo yuan a sostituirlo. «Lo status di moneta di riserva - ha scritto già qualche anno fa l'economista Avinash Persaud, ricordando il ruolo internazionale, nel lontano passato, della dracma greca, dei denari romani e del ducato veneziano - non dura in eterno». Il paragone contemporaneo che viene avanzato più spesso è quello del passaggio del testimone fra la sterlina e il dollaro. La Cina, nelle stime di lungo periodo di Angus Maddison, è destinata a superare, in termini di parità di potere d'acquisto, gli Stati Uniti nel 2015 e a diventare, secondo la Wto, il primo esportatore mondiale già quest'anno. Sommando questi titoli a quello di creditore internazionale, qualcuno avanza l'ipotesi che possa essere, prima o poi, lo yuan a sostituire il dollaro. Le dimensioni delle riserve cinesi sono espressione di una potenza finanziaria spaventosa se si calcola, come hanno fatto questa settimana in un articolo per la Brookings Institution, Eswar Prasad, ex capo della divisione Cina del Fondo monetario, e Isaac Sorkin, che oltre 2.100 miliardi di dollari equivalgono al valore di tutti i terreni e le proprietà immobiliari di New York City, Los Angeles e Boston messe insieme, oppure ai tre quarti della capitalizzazione delle imprese del Dow Jones a fine giugno, o a un quarto dell'S&P500. La spinta per «la caduta dell'impero del dollaro», come l'ha definita l'economista dell'Ocse,Helmut Reisen,ha soprattutto un connotato geopolitico. Con la loro richiesta di diversificazione dalle riserve in dollari, la Cina e gli altri Bric (Brasile, Russia, India) vogliono soprattutto affermare che il peso degli Stati Uniti nel mondo è declinante e che il loro, crescente nei fatti, dovrebbe essere riconosciuto anche nella governance globale. Non a caso a far la voce grossa è, a fianco della Cina, soprattutto la Russia, che mal sopporta il proprio declassamento a potenza di secondo rango. è però una diversificazione non facile e tutt'altro che immediata, considerando che la nascita dell'euro, dieci anni fa, ha a mala pena scalfito la percentuale delle riserve globali denominata in dollari, che oscilla da anni in una fascia limitata, comunque sempre sopra il 60%, e che trovare attività non in dollari nelle quantità richieste presuppone una profondità di mercati difficile da reperire fuori dagli Stati Uniti. La proposta degli stessi Bric di rilanciare il ruolo dei diritti speciali di prelievo, la moneta-paniere dell'Fmi, si scontra con la realtà. Anche dopo l'emissione, già deliberata, per un'equivalente di 250 miliardi di dollari, i diritti speciali di prelievo resteranno una piccola frazione della somma delle riserve ufficiali. Ulteriori emissioni, osserva Mark Williams, di Capital Economics, sarebbero una minaccia potenziale alla stabilità monetaria globale. Quanto allo yuan,l'economista di Hsbc, Qu Hongbin, sottolinea che Pechino ha dato il via a un processo di internazionalizzazione della valuta che, a suo parere, seppur graduale, andrà più rapidamente di quanto molti si aspettino. Questo processo passa attraverso l'utilizzo della potenza commerciale della Cina, favorendo l'uso dello yuan negli scambi. Non si tratta però di un percorso senza ostacoli. Un grande assertore dell'uso delle rispettive valute, al posto del dollaro, per regolare il commercio bilaterale, è Luiz Inacio Lula da Silva, il presidente del Brasile, di cui la Cina è diventata di recente il principale partner. In privato, molti imprenditori brasiliani, forti esportatori in Cina, hanno suggerito a Lula di lasciar perdere questa iniziativa. Non sanno che farsene di esser pagati in yuan, una moneta non convertibile, sottoposta a pesanti controlli sui movimenti di capitale e che dovrebbero comunque "swappare", con costi ulteriori. Alle pressioni geopolitiche per il ridimensionamento del dollaro si contrappongono le ragioni dell'economia e della finanza. E qui Pechino, che appare presa in quella che è stata definita la trappola del dollaro, sembra contraddire la sua campagna. La Cina infatti ha due obiettivi principali: preservare il valore delle proprie ingenti riserve e mantenere competitivo l'export. Entrambi presuppongono un dollaro, se non forte, quanto meno sufficientemente stabile. Non è un caso che, dopo la rivalutazione dello yuan seguita alla riforma del regime di cambio del 2005, l'apprezzamento della valuta cinese in termini nominali sul dollaro si sia arrestato già a metà del 2008, anche se c'è un modesto rialzo del cambio reale effettivo (misurato cioè anche sulle altre valute degli altri paesi e al netto dell'inflazione). Di fatto, come ha ribadito anche ieri l'Fmi nella sua analisi dell'economia cinese, il cambio dello yuan è «notevolmente sottovalutato». Un libro uscito in questi giorni, di Morris Goldstein e Nicholas Lardy, del Peterson Institute, calcola questa sottovalutazione nel 19%, con una correzione limitata rispetto al 23% dell'estate del 2005, quando fu introdotta la riforma del cambio. La sua dipendenza dall'export, soprattutto per la creazione di posti di lavoro, e il peso delle riserve significano che la politica di diversificazione della Cina dal dollaro (già cominciata, per piccole quantità, puntando sull'oro, altre materie prime e ora, come è stato annunciato questa settimana dal primo ministro Wen Jiabao, sul rafforzamento all'estero dei gruppi cinesi, con investimenti e acquisizioni) procederà molto cautamente. Ma, sostengono Prasad e Sorkin, «le autorità cinesi sanno che nel lungo periodo devono svezzare l'economia dalla dipendenza dalle esportazioni». Anche perché il costo dell'accumulazione di riserve è pesante, non solo in termini di squilibri globali, ma anche di squilibri interni e di sacrifici per la popolazione. La mancata correzione di questi squilibri, è la poco incoraggiante conclusione dei due economisti della Brookings, «pone enormi rischi di un'altra catastrofe globale ».C'è poco da ridere. Alessandro Merli © RIPRODUZIONE RISERVATA TRAPPOLA AMERICANA La dipendenza dall'export e le colossali riserve rendono Pechino ancora troppo vulnerabile allo stato di salute del biglietto verde Dollari e dragoni. Il disegno sulla valuta Usa che si trasforma in dragone cinese è stato pubblicato sull'Economist dell'11 luglio

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Le tre sfide di Copenhagen (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le tre sfide di Copenhagen Riccardo Petrella * Alla conferenza delle Nazioni Unite a Copenhagen (7-18 dicembre) nel quadro della convenzione mondiale sul cambio climatico si giocherà una partita decisiva per il futuro dell'umanità e della vita sul pianeta. Su tre fronti, in particolare. Anzitutto sulle raccomandazioni dell'Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambio climatico), il più grande esercizio scientifico al mondo di prospettiva e di valutazione sul clima finora organizzato, secondo il quale l'umanità, da qui al 2100, deve imperativamente mantenere al disotto dei due gradi l'aumento medio della temperatura dell'atmosfera terrestre, se vuole evitare delle immani catastrofi planetarie sul piano ambientale. A tal fine, è indispensabile che il mondo diminuisca entro il 2050 del 60% le emissioni di CO² rispetto a quelle del 1990 (80% per i paesi ricchi e 20% per gli altri paesi). Per quanto riguarda gli obiettivi relativi a una data più ravvicinata (il 2012, poi spostata al 2020), solo alcuni paesi dell'Ue continuano a dichiarare di essere pronti a diminuire del 20% le loro emissioni, mentre in una riunione a Bonn il Giappone ha affermato che non ne prevede la diminuzione più dell'8%. Gli Stati Uniti di Obama hanno dichiarato non solo di non prevedere una riduzione al di sopra del 4%, ma anche di non voler chiedere alla Cina di prendere, quantificandoli, impegni precisi. Una mossa diplomatica in linea con il rifiuto da parte degli Usa di addivenire ad un accordo mondiale su obiettivi quantitativi precisi di riduzione delle emissioni di C0². Sempre a Bonn, Cina, India, Brasile e l'Africa del Sud hanno ripetuto, non senza ragione, che finché i paesi industrializzati non avranno sottoscritto la variante alta (- 40% nel 2020 rispetto a 1990) delle riduzioni di emissioni preconizzate dall'Ipcc, essi non firmeranno il trattato e rifiuteranno di fissare degli obiettivi nazionali di riduzione delle loro emissioni. Né l'approvazione da parte del Congresso degli Usa, a fine giugno, del pacchetto Obama per il clima (riduzione del 60% entro il 2050 rispetto al livello del 2005 e non del 1990), né le dichiarazioni del G8 e del G20 dell'Aquila dell'8 e 9 luglio, hanno modificato la situzione descritta. Le vere decisioni saranno espresse al G20 di Pittsburg in settembre. La sfida è chiara. La responsabilità di dare una svolta storica decisiva in favore della vita ricade, a ragione, sulle classi dirigenti dei paesi più ricchi e, da più di cento anni, i più grandi consumatori delle risorse del pianeta. Che succederà se prevalgono le posizioni di Usa, Giappone e di altri paesi ricchi (come l'Italia) per il momento restii ad accettare vincoli e limiti seri alla loro «libertà di crescita»? Il secondo fronte riguarda la crescente refrattarietà dei dirigenti del mondo di accettare nuove regolazioni politiche pubbliche mondiali nell'interesse dell'umanità. La preparazione di Copenhagen sta mettendo in luce due tendenze forti e preoccupanti. Lungi dal suscitare i grandi cambiamenti di cui si parla da mesi, le tre crisi mondiali attuali (la povertà di 3 miliardi di esseri umani, la crisi economico-finanziaria e la crisi ambientale) non stanno provocando alcun reale cambiamento di sistema. Sul piano della cooperazione internazionale vi è anzi una forte regressione. Viste le difficoltà di raggingere accordi mondiali, ogni paese, i più potenti fra i primi, pensa alla propria sicurezza economica, ambientale ed energetica, e a uscire dalla crisi nelle condizioni migliori per il proprio paese, in particolare per i gruppi sociali più avvantaggiati. Sul piano economico-politico, inoltre, tutti i gruppi dirigenti sembrano oramai convinti che la soluzione alla crisi economica e ambientale passi dal rilancio dell'economia capitalista di mercato competitiva ma in tono verde (l'automobile e le autostrade verdi, l'energia e la casa verdi, il commercio e la finanza verdi, Nestlé e Coca-cola verdi). La grande proposta di «riconversione» del sistema economico e del sistema societario, all'origine della crisi economica e del cambiamento climatico, è di colorare di verde i due sistemi. Abbiamo veramente bisogno, fra vent'anni, di centinaia di milioni di automobili in più, ma verdi? Dobbiamo pensare che milioni di abitazioni in più ad energia passiva ed attiva a New York, a Parigi, a Francoforte, a Dubai, a Los Angeles e a Osaka contribueranno ad eliminare i miliardi di poveri senza casa? Diminuiranno le baraccapoli (l'agenzia delle Nazioni Unite, Habitat, prevede 2,4 miliardi di persone nelle baraccapoli nel 2030, rispetto al miliardo attuale)? Il governo danese ha organizzato a Copenhagen (24 e 26 maggio) un World Business Summit allo scopo di assicurarsi il sostegno del mondo del business al successo della conferenza di dicembre con la firma di un nuovo «Trattato di Copennhagen». The Copenhagen Call, approvato dal Summit, contiene sei proposte tutte centrate sulla priorità da dare alle nuove tecnologie, a incentivi e agevolazioni da parte dei poteri pubblici all'innovazione ed investimento delle imprese private. Anche questo testo annuncia la rifondazione dell'economia mondiale, via capitalismo verde, senza alcun riferimento ad impegni precisi delle aziende sulla riduzione di consumo energetico ed emissioni. Terzo fronte, infine, ma non meno importante: acqua e pace nel mondo. Secondo i lavori dell'Ipcc, le conseguenze più serie e devastatrici del cambio climatico concerneranno l'acqua, sia sul piano della disponibilità quantitativa che, soprattutto, sul piano qualitativo. A causa dello scioglimento dei ghiacciai (che contengono attualmente - calotte polari comprese - più del 90% dell'acqua dolce del pianeta e da cui dipende l'acqua di quasi tutti i principali bacini idrografici del mondo) e delle calotte polari (da cui dipende il livello degli oceani), l'acqua dolce per usi umani diventerà sempre più rara. Nel 2050, il 60% della popolazione mondiale rischia di abitare in regioni a forte penuria d'acqua, quindi di essere esclusa dall'accesso normale alla vita. Non solo, ma l'Ipcc dimostra, come pensa anche la grande maggioranza dei governi e dei gruppi dirigenti, che i conflitti tra paesi e, al loro interno, tra le varie regioni, attorno alla proprietà e all'uso dell'acqua si moltiplicheranno. L'oro blu - si afferma - diventerà una delle principali cause di guerre del Ventunesimo secolo. Ora , assai paradossalmente, l'acqua non figura in quanto tale nell'agenda dei negoziati di Copenhagen. Solo la questione energetica vi figura, «vampirizzando» il negoziato sul cambiamento climatico. Non è possibile negoziare il futuro dell'umanità unicamente a partire dall'energia, senza prendere in conto l'acqua. Sembra che alcuni paesi si orientino a proporre che l'acqua faccia parte dell'agenda per il nuovo trattato mondiale. Ne va della pace nel mondo e della sacralità della vita. * Presidente Institut Européen de Recherche sur la Politique de l'Eau, Bruxelles

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La Cina bacchetta gli Usa sul debito (sezione: Globalizzazione)

( da "Finanza.com" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina bacchetta gli Usa sul debito (23 Luglio 2009 - 07:59) MILANO (Finanza.com) - Da Il Sole 24 Ore: La Cina vuole la stabilità del dollaro e per questo non manca di "avvertire" gli Stati Uniti in vista del vertice bilaterale in programma a Washington lunedì e martedì prossimo. Il colosso asiatico teme che le misure anti-crisi messe in atto dagli Usa peseranno sul biglietto verde e quindi sulla sicurezza degli ingenti investimenti di Pechino in titoli del debito americano. "Chiederemo politiche responsabili che assicurino stabilità al tasso di cambio e proteggano i nostri asset", ha ribadito ieri il funzionario del ministero delle finanze, Zhu Guangyao. La Cina chiede che il deficit Usa diminuisca gradualmente e il bilancio della Fed migliori. (Riproduzione riservata)

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Silvio Garattini Si continua a parlare di influenza A H1N1 in modo confuso e contraddittorio crea... (sezione: Globalizzazione)

( da "Mattino, Il (Benevento)" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Silvio Garattini Si continua a parlare di influenza A H1N1 in modo confuso e contraddittorio creando nel pubblico ansietà e disorientamento. A che punto siamo? Certamente adesso possiamo parlare di pandemia dal momento che il virus originato in Messico si sta diffondendo in molti Paesi del mondo. Tra questi peraltro non figura l'Italia, dove le poche centinaia di casi finora registrati non consentono di parlare di epidemia. Un interessante studio mostra fra l'altro che la diffusione è avvenuta principalmente per via aerea, nel senso che i Paesi più infettati sono quelli che hanno linee aeree dirette con le città del Messico. La globalizzazione determina quindi anche la diffusione delle malattie infettive. Non c'è più spazio per l'idea che ciò che avviene nei Paesi in via di sviluppo non finisca per interessare anche i Paesi industrializzati. Una ragione in più per non dilazionare ulteriormente un piano efficace per distribuire le risorse disponibili in modo più equo in tutte le parti del mondo. L'Organizzazione mondiale della sanità ha raggiunto il grado massimo di allerta (sei su sei) ma i suoi comunicati non hanno chiarito che l'allerta non era rivolta ai cittadini, ma riguardava i governi che avrebbero dovuto prendere adeguate iniziative per contrastare la diffusione di questo ceppo di virus influenzale. I governi sotto la spinta di potenti interessi economici si sono interessati a ottenere la disponibilità di vaccini e farmaci piuttosto che dare istruzioni al pubblico. SEGUE A PAGINA 8 SERVIZIO A PAGINA 11

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Usa-Mondo Il cocktail è servito (sezione: Globalizzazione)

( da "Rinascita Online" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Usa-Mondo Il cocktail è servito Venerdi 24 Luglio 2009 – 9:25 – Ugo Gaudenzi Nel settembre del 1995 ebbe luogo presso il Fairmont Hotel di San Francisco, promosso dalla Gorbachev Foundation il primo convegno non a caso denominato “Forum sullo stato del Mondo”, un “colloquio” riproposto sulla falsa riga del messaggio presidenziale statunitense sullo “stato della Nazione”. Il presidente della Fondazione Jim Garrison coordinava la riunione tra personalità della politica e dell’economia atlantica – circa 500 - intervenute da tutto il mondo, compresi Margaret Thatcher, Maurice Strong, Vaclav Havel, Bill Gates, Ted Turner, Zbignew Brzezinski, George Bush e Mikhail Gorbachev. Argomento del “colloquio” la necessaria unità dell’umanità e il possibile futuro controllo globale, attraverso un’unica istituzione governativa mondiale, dell’ordine politico ed economico internazionale, per evitare scelte nazionali sovrane e il rischio di contraccolpi negativi alla dittatura democratica del capitale. Si tracciavano cioè le direttrici di quello che – crollata l’Urss – avrebbe dovuto diventare il “nuovo ordine mondiale” unipolarmente guidato dagli Stati Uniti d’America. Un “nuovo ordine mondiale”, si badi bene, che avrebbe dovuto contare – queste le analisi concordi degli “illuminati” – sul lavoro del 20 per cento dell’umanità e che dunque, di converso, avrebbe espulso dalla attività sociale il restante 80 per cento della popolazione mondiale, provocando ovvie crisi e frustrazioni. In seguito, nelle altre riunioni di tali “illuminati”, tenute a porte chiuse per evitare “inconvenienti politici”, al concetto del “nuovo ordine mondiale” fu sostituito la più delicata perifrasi di “controllo della globalizzazione”. Alla domanda chiave sul metodo da adottare per esorcizzare in auspicabili (sic) ritorni alla sovranità nazionale e alla libertà dei popoli di scegliere il proprio destino, rispose, a San Francisco, Zbignew Brzezinski. La sua testuale proposta fu quella di utilizzare il “tittytainment”. Gli ingredienti di questa ricetta magica per “normalizzare il mondo”, erano semplici e furono illustrati appunto dallo stesso ideologo liberal-democratico ed influente membro della Trilateral Commission: “tittytainment” era il termine coniato ad hoc dallo stesso Brzezinski per descrivere la propaganda da utilizzare per proteggere i principii capitalisti e neo-liberali che governano la globalizzazione. Questo “tittytainment” – un termine composto da tit (seno) e entertainment (divertimento) e che allude all’effetto calmieratore, soddisfatto e soporifero in un neonato conseguente all’assunzione del latte dal seno materno – secondo Zbignew Brzezinski è il necessario “cocktail di divertimento abbrutito e d’alimentazione sufficiente che permettono di mantenere di buonumore la popolazione frustrata del pianeta”. Il tittytainment: una forma di censura psichica e fisica, di propaganda e disinformazione, con il fondamentale obiettivo di minimizzare, agli occhi dei popoli, gli effetti tossici che la corrente globalizzazione inietta in gran parte della popolazione mondiale. Una droga culturale per asservire i popoli, che continua ad essere iniettata attraverso i media in dosi massicce nei quattro angoli del mondo.

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Crisi e globalizzazione un'emergenza sociale (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi e globalizzazione «un'emergenza sociale» Fischer: diritti umani colpiti Venerdì 24 Luglio 2009, La crisi mondiale sta avendo un drammatico impatto sociale, in particolare sui diritti umani: è questo un aspetto sottovalutato del problema globale, malgrado gli allarmi lanciati dall'Onu, o da organizzazioni quali Amnesty international. Aumentano la fame - ne soffre quasi un miliardo di persone - e i fenomeni di discriminazione, di xenofobia e razzismo soprattutto verso i lavoratori immigrati, mentre i tagli investono le risorse destinate allo sviluppo, alla lotta ai cambiamenti climatici e crescono, in generale, conflittualità e squilibri. Il prof. Horst Fischer dell'università tedesca di Bochum (nella foto) sottolinea l'appello lanciato, al Lido di Venezia, dall'incontro internazionale dell'Eiuc - Centro inter-universitario per i diritti umani e la democrazia, presieduto da Fischer - ai governanti: «Non è togliendo risorse ai programmi di carattere sociale - dice - che si può aiutare la ripresa. Anzi, è proprio l'opposto. Uscire dalla crisi sarà più difficile se non si terrà conto delle ricadute sociali, sui diritti umani, sull'ambiente, sui Paesi in via di sviluppo». Che cosa chiedete ai governanti? «Che non si concentrino solo sugli aspetti economici della crisi ma tengano conto di tutti gli altri elementi, anche dei diritti umani appunto. La nuova presidenza americana, con Obama, dà oggi molte più possibilità del passato di fare passi concreti». Una "globalizzazione virtuosa" - dal volto umano - è la richiesta formulata nel "Manifesto di Venezia per la regolazione della globalizzazione economica", approvato dal simposio dell'Eiuc. Ne sono firmatari i professori di Ca' Foscari Adalberto Perulli (diritto del lavoro) e Fabrizio Marrella (diritto commerciale internazionale). «Dopo anni di studi - sottolinea Marrella - abbiamo concluso che già esistono gli strumenti giuridici per una globalizzazione non fine a se stessa, ma rispettosa dei diritti umani e orientata ai valori sociali. Occorre la volontà di applicarli». Come? «Cito alcune nostre proposte: l'introduzione di clausole sociali nei trattati commerciali internazionali per il rispetto delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Una riforma del Wto - Organizzazione del commercio mondiale - che tenga conto dell'impatto sociale e ambientale delle decisioni. Clausole sociali negli appalti pubblici e negli organismi internazionali, dalla Banca Mondiale all'Ue, per scoraggiare le competizioni al ribasso. Misure concrete, non "cosmetiche", di trasparenza dei mercati finanziari». Maurizio Cerruti

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Fiera del mais al via tra molte novità (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Rovigo)" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Fiera del mais al via tra molte novità Venerdì 24 Luglio 2009, La Fiera del mais di Trecenta, alla cui organizzazione collaborano Comune e Pro loco locali, Lega consumatori del Veneto, Consorzio agrario provinciale di Rovigo e di Ferrara, Emilcap mangimi, Eurovo, Unindustria Rovigo e New Holland, si presenta quest'anno con una nuova veste. Abbandonata corte Spalletti dei Dossi, che sarà sede solamente delle prove dimostrative tecniche sul campo, la manifestazione si svolgerà nell'arco di due fine settimana nelle vie e piazze del centro del paese. Agli spettacoli e all'intrattenimento è destinata piazza Marconi, mentre l'adiacente piazza Garibaldi ospita gli stand dei numerosi espositori, un mercatino è allestito in viale De Amicis e nelle vie Battisti, Resemini e Matteotti. Il tradizionale stand gastronomico gestito dalla Pro loco è collocato all'interno del parco Paiolo (retrostante il palazzo municipale) e insieme con la pizzeria, presenta specialità tipiche a base di mais. Novità dell'edizione 2009 è che anche le pizzerie e ristoranti del paese che hanno aderito all'invito degli organizzatori serviranno le stesse pizze e analoghi piatti a base di mais. Corte Spalletti (con accesso di fronte a palazzo Pepoli) ospita l'esposizione di macchine agricole. Tutti i parcheggi collocati all'esterno del paese sono collegati con la manifestazione da un servizio di navette. Ai negozi del centro è stata data l'opportunità di rimanere aperti in orario serale. La sesta edizione della Fiera del mais inizia alle 16.30 di oggi con prove tecniche dimostrative sul campo: vari sistemi di irrigazione, concimazione, mais e sorgo a confronto, visita ai campi prova del Cap di Rovigo e di Ferrara (corte Spalletti in località Dossi). Alle 20 apertura ufficiale della manifestazione a palazzo Pepoli, con una conferenza su obiettivi, finalità, originalità e novità della Fiera del mais 2009. Alle 9 di domani (e fino alle 18.30) corte Spalletti dei Dossi ospita prove dimostrative di trinciatura del mais da insilato e biomassa (organizzazione di New Holland Agriculture). Alle 10 palazzo Pepoli ospita il convegno "Consorzi agrari: un'opportunità per la filiera". Alle 18.30 "Il mais per la solidarietà": torneo di calcio a quattro squadre, con la partecipazione della Nazionale parlamentari, al campo sportivo comunale "Mari e Tacchini". Domenica palazzo Pepoli ospiterà il convegno "Il biometano da biogas: innovazione, sostenibilità, opportunità. Agricoltura ed industria per un futuro verde", organizzato da Unindustria Rovigo. Dopo una pausa di qualche giorno, venerdì 31 si riprende col convegno "Mais: aggiornamenti tecnici", in programma alle 19 a palazzo Pepoli. Sabato 1. agosto il Palazzon ospita altri due convegni: "Mais: prove di filiera" (ore 10) e "L'uovo e la polenta nell'alimentazione" (ore 19) con la presentazione del libro "Il gusto del delitto". Ultimo convegno domenica 2 agosto, sempre a palazzo Pepoli, alle 10, "Globalizzazione, localismo, glocalismo: fra problemi ed opportunità". Francesco Romani

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Ecco a voi un libro che indaga le abitudini, anzi le "nuove abitudini" degli italiani, ma si potrebb... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Venerdì 24 Luglio 2009, Ecco a voi un libro che indaga le abitudini, anzi le "nuove abitudini" degli italiani, ma si potrebbe dire anche del resto del mondo. Arriva giusta giusta l'inchiesta, con relative riflessioni di una sociologa che insegna all'università di Firenze e che analizza i comportamenti, ma soprattutto i tenori di vita che costituiscono la formula del nuovo shopping "globalizzato". Siamo di fronte ad un vero e proprio saggio che dimostra il mutamento socio-antropologico e culturale di una massa di persone che si riconosce nel centro commerciale, che lì ci vive, lì si riunisce, lì si incontra invece che nel classico centro cittadino. Siamo di fronte a cambiamenti pesanti, soprattutto per quel che riguarda gli stili di vita e in qualche modo della relazioni tra singolo e la città in cui risiede. Insomma, in che modo viviamo ancora la città, la nostra forma urbana, assieme agli altri? Ed è proprio per questo che trionfano i "nonluoghi" ovvero aree prive di caratteristiche proprie.

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La terza medaglia di bronzo ai mondiali di Roma è la più bella. La prima nella storia mond... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Venerdì 24 Luglio 2009, La terza medaglia di bronzo ai mondiali di Roma è la più bella. La prima nella storia mondiale del nuoto sincronizzato, disciplina nuova, che anche in Italia ha trovato gradimento nell'ultimo decennio. L'ha conquistata Beatrice Adelizzi, 20 anni, di Monza, idolo della piscina: "Bea, sei la nostra dea", lo striscione dei tifosi. Con 95.5 punti ha chiuso alle spalle della russa Natalia Ishchenko (oro con 98.883) e della spagnola Gemma Mengual (argento con 98.333); quarta la canadese Chloe Isaac (95), una di quelle che all'Italia aveva soffiato il bronzo. Bea Adelizzi è arrivata al podio grazie a un lavoro estenuante. «Mi alleno 9-10 ore al giorno per 5 volte la settimana: 6-7 ore in acqua, 2-3 di palestra, pesi e danza. Mi pare un sogno, non riesco ancora a credere di aver vinto questa medagli, ho dato davvero tutto in questi Mondiali: ringrazio il pubblico per il calore con cui mi ha sostenuto. Ne ho fatta di strada: tre anni fa ero arrivata quinta agli Europei, ora sul podio iridato». Sino a lunedì il miglior risultato azzurro in questa specialità era il quinto posto della Burlando a Perth '98. Adelizzi l'aveva migliorato con il quarto posto nel libero combinato e il quinto nel duo con Giulia Lapi. Ha raccolto 47.667 punti nel merito tecnico, 47.833 nell'impressione artistica. Una prova di alta qualità in cui un giudice l'ha premiata con il 9.7: solo Ishchenko è arrivata al 10. Il bronzo di Tania Cagnotto dal trampolino 3 metri era "dovuto", quello di Martina Grimaldi nella 10 km di fondo la sorpresa, questo era sognato. Avvia alla consacrazione nel nostro paese una disciplina che piace, non solo per la bellezza delle sincronettes, fuori dall'acqua autentiche pin-up. Si propone come alternativa agli sport femminili più noti o che ci hanno garantito il maggior numero di medaglie: ginnastica (compresa l'artistica), scherma, nuoto, atletica. Stamane dalle 11 la finale del duo libero, con Bea e Giulia Lapi all'inseguimento di un nuovo podio. A tavolino era atteso il quarto bronzo, di Valerio Cleri, medaglia di legno nella 10 km di fondo. Il bureau della Fina ha accolto il ricorso americano, restituendo il bronzo allo statunitense Crippen, che aveva sbagliato l'ingresso verso il traguardo: fra i 22 membri, 6 erano assenti, 4 non sono intervenuti, gli altri hanno visionato per due volte il filmato dell'infrazione finale, sentito il giudice-arbitro che aveva squalificato l'americano e poi votato il ripristino dell'ordine d'arrivo, con dieci i voti a favore e soli tre contrari; nel regolamento manca una norma che specifichi le modalità di arrivo. Nei tuffi, dal trampolino 3 metri, oro al cinese He Chong con 505,20 davanti all'americano Troy Dumais (498,90), terzo il canadese Alexandre Despatie (490,30). Dodicesimo e ultimo Michele Benedetti, 24enne di Parma, alla prima finale mondiale con 415,70: era settimo quando è incappato in un'esecuzione da 4. Nella stessa specialità, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè si sono qualificate per la finale sincro (oggi dalle 15.45), con il secondo posto, 316,20 contro il 342,90 delle cinesi e i 305 delle russe. Ieri sera nella pallanuoto femminile l'Italia ha battuto la Cina (11-10), chiudendo il girone al secondo posto. Stasera gli uomini devono battere la Macedonia per evitare l'eliminazione dopo le sconfitte per un gol di scarto con Usa e Romania. Vanni Zagnoli

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Internet, la conoscenza come risorsa condivisa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ROMA Proprio nel momento della sua maggiore accessibilità, il sapere su Internet è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale, che pongono limiti alle risorse online e mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. La conoscenza come bene comune, dalla teoria alla pratica, a cura di Charlotte Hess e Elinor Ostrom (Bruno Mondadori, pp. 464, euro 42), edizione italiana a cura di Palo Ferri, ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene in un’epoca di neoliberismo globalizzato dell’informazione? Come evitare che il sistema della conoscenza "utile" venga travolto dalla privatizzazione? Secondo questo volume - che si avvale dei contributi di David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters - per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso Internet. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l’accesso alla conoscenza ed una sua maggiore e più democratica diffusione globale. + CANALE Libri + Eff: "Privacy a rischio con Google Book Search" SCRIVI Discutine su Web Notes con ANNA MASERA

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Altagamma: rallenta la crisi dei luxury good (sezione: Globalizzazione)

( da "fashionMagazine.it" del 24-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

24 Luglio 2009 Altagamma: rallenta la crisi dei luxury good La crisi economica fa rallentare i consumi e il settore haut de gamme (moda, design, gioielleria e alimentare), con l’eccezione dei mercati orientali (Cina in primis), non sfugge a questo trend. Ma i dati del bimestre maggio-giugno e le previsioni di breve periodo sembrano accreditare un’inversione di tendenza (nella foto, il lusso interpretato da Blumarine). L’indagine congiunturale realizzata dalla Fondazione Altagamma, nei due mesi appena conclusi, ha evidenziato che in Italia, come nell’Europa occidentale, si è registrato un calo, soprattutto a maggio, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Anche in Europa orientale - Russia in particolare - si è riscontrata una flessione rispetto al 2008, anno che era risultato decisamente positivo. Buona la crescita della Greater China (Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong, Taiwan e Macao), mentre il Giappone è arretrato per il quarto anno consecutivo. Il Middle East ha segnato un leggero progresso; gli Usa, invece, hanno accusato un calo significativo. Dallo studio, comunque, emerge che il mese di giugno ha mostrato una sensibile diminuzione nel trend di peggioramento. Le previsioni per il bimestre in corso (luglio-agosto) stimano una situazione stabile o addirittura in leggera crescita per il Belpaese, lieve avanzata nel Vecchio Continente, stabilità per Grande Cina, Giappone, Europa orientale e Medio Oriente. Ancora contrazione, seppur leggera, per gli States. d.p.

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A Treviso Protezione civile politicizzata (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

«A Treviso Protezione civile politicizzata» Atalmi: il bando trasforma i volontari in pretoriani del sindaco «A Treviso Protezione civile politicizzata». A lanciare l'accusa, sotto forma di interrogazione, è il consigliere comunale dei Comunisti italiani Nicola Atalmi. Nel mirino, la recente istituzione del «Gruppo volontari di Protezione civile» di Treviso città: «L'amministrazione di Treviso - dice Atalmi - dopo una diatriba poco chiara con il già esistente gruppo di volontari cittadini, ha stabilito con delibera di giunta del 17/06/09 la formazione del Gruppo Comunale Volontari "ausiliari" di Protezione Civile con emanazione del bando, per 30 volontari, tramite apposita domanda di candidatura». Secondo Atalmi, dalla domanda si evince che, per presentare la candidatura, bisogna avere «certi requisiti che di fatto creano discriminazione per una parte della cittadinanza, restringendo le candidature alle sole persone "idonee fisicamente e penalmente". Con questo tipo di domanda - sottolinea Atalmi - si vuole andare nella direzione opposta rispetto ai principi che determinano i gruppi, cioé che tutti ne possono far parte e dare il proprio aiuto nei limiti delle loro possibilità fisiche, poiché le mansioni che si vanno a ricoprire possono essere di varia natura e non necessitano necessariamente dell'integrità fisica». Non basta: con il nuovo bando, ricade solo sul sindaco Gobbo la facoltà di scegliere o rifiutare la candidatura del volontario, «non solo sulla base del curriculum ma anche su base personale e con una discrezionalità politica che interviene pesantemente in un ambito di volontariato». Atalmi, quindi, chiede al sindaco Gobbo e all'assessore competente se il nuovo gruppo dei volontari «ausiliari» di Protezione civile, «vista la domanda e la convenzione che ogni volontario dovrebbe sottoscrivere», ha un fine diverso rispetto al volontariato per la Protezione civile così come è universalmente conosciuto. Insomma, il timore di Atalmi è che si voglia dare vita a una sorta di pretoriani del sindaco, uomini operativi alle sue dirette dipendenze. Cosa ben distante, dice Atalmi, dalla filosofia della Protezione civile. (a.z.)

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Tra Mankell e Grisham (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 25/07/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:libri PUNTOGIALLO Tra Mankell e Grisham Sarà perché adoro il commissario Wallander, ma Il cinese (Marsilio, pagine 589, euro 19) non mi pare all'altezza della pomposa frase di lancio: «Il miglior thriller di Mankell». La cui vicenda parte da una strage in un paesino svedese e, passando per le traversie di un cinese dell'800 miserabile e oppresso in patria e schiavizzato negli Usa per costruire la ferrovia, approda alla Cina di oggi dove uno spietato «neomandarino» usa il crimine per ottenere potere e ricchezza. A far da investigatrice, una giudice svedese in gioventù filomaoista come il marito e ora integrata. Mankell è nel Gotha del giallo internazionale con i suoi romanzi in cui mystery, denuncia sociale e riflessione sono un mirabile tutt'uno, ma il nuovo thriller è buono, non eccellente: andamento frammentario, protagonista più «pensata» che viva, cattivo che si fa fregare scioccamente. In più la Cina al guado fra vecchio e nuovo, comunismo e consumismo è meglio descritta nei thriller di Qiu Xialong (sempre editi da Marsilio). Forse Mankell rimpiange i tempi di Mao, ma di sicuro ne giustifica la «rivoluzione culturale». Convince e si legge con interesse e passione, pur se lo schema richiama «Il socio», Il ricatto di John Grisham (Mondadori, pagine 390, euro 20). Qui il brillante neolaureato Kyle assunto da importante studio legale è ricattato da un agente Fbi (o servizi segreti?) a causa di una colpa nel passato (uno stupro) non commessa, ma che tiene segreta perché il solo rinvio a giudizio gli distruggerebbe la carriera, affinché riveli segreti d'ufficio su un rivoluzionario cacciabombardiere. Dal bravo Grisham l'ennesimo ritratto di etica allo sbando nel mondo dei legali Usa, che pagano benessere e ricchezza con esistenza infernale e «schiavitù». Marco Bertoldi

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L'esperienza insegna (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Milano Finanza sezione: I Vostri Soldi inGestione Promotori Finanziari data: 25/07/2009 - pag: 31 autore: Inserto a cura di Germana Martano L'esperienza insegna A cinque grandi money manager PF ha chiesto di tracciare la linea di demarcazione tra crisi del 2008 e ripresa prossima ventura. Aspettative, previsioni e opportunità dei mercati per la seconda parte del 2009 Lo shock finanziario che ha sconvolto i mercati internazionali ha annichilito la propensione al rischio negli investimenti. L'incertezza l'ha fatta da padrona, ma gli interventi di banche e governi hanno scongiurato il peggio. C'è chi ha concentrato le forze sull'analisi del rischio e chi ha riconosciuto nella flessibilità ai cambiamenti del contesto l'arma vincente dei mesi appena trascorsi. Guardando al futuro, Europa, Usa e Paesi emergenti giocheranno la loro partita. Ecco l'analisi e le previsioni di Giordano Martinelli, responsabile investimenti azionari di Anima Sgr, Nicolò Piotti, executive director di Morgan Stanley Im, Luca Tenani, responsabile distribuzione Italia di Schroders Italy sim, Paola Toschi, market strategist di J.P. Morgan asset management, e Andrea Viganò, responsabile per il Sud Europa di BlackRock.Domanda. Che lettura dà allo scenario dei mercati del primo semestre 2009?Toschi. È stato caratterizzato dal rientro della fase più acuta della crisi, sfociata nel forte rimbalzo dei mercati azionari che dai minimi di inizio marzo hanno impostato un rally tra i più significativi degli ultimi trent'anni. Ampi e coordinati interventi di politica monetaria e di stimoli fiscali hanno cominciato a produrre segnali di rientro della fase di rapido deterioramento economico e si sono osservati i primi segnali di stabilizzazione dell'economia globale dopo lo shock del credit crunch. Dai bottom del 9 marzo 2009 l'attenzione è stata dominata dal rally delle azioni e delle commodity e dal rientro della forte concentrazione degli investimenti su liquidità come misura prudenziale difensiva. Piotti. L'anno è iniziato con una forte incertezza: per gli Usa il tema era far funzionare nuovamente il sistema bancario; per l'Asia, la sfida era di fare crescere le economie senza contare sulle esportazioni -come dice il FMI, «ribilanciare la crescita tramite fonti domestiche e non esterne»; per l'Europa la problematica era di sviluppare una politica anti-crisi coerente a livello regionale e superare gli ostacoli politici alla cooperazione. L'ottimismo di gennaio legato alla vittoria di Barack Obama è svanito nel momento in cui gli investitori hanno temuto che gli Usa non riuscissero a sanare il settore bancario. La prima descrizione del piano di salvataggio fatta dal Segretario del Tesoro Geithner è stata un disastro e tutto è cambiato a marzo, quando Geithner ha presentato per la seconda volta il piano: questa volta era credibile e gli investitori si sono convinti che gli Usa avrebbero potuto risollevare il loro sistema finanziario. Non solo il rally azionario è stato guidato dalle affermazioni di Geithner, ma le affermazioni hanno rovesciato un trend di aumento di spread nei credit default swap che durava da tempo. Il rally è durato fino a fine giugno 2009, momento nel quale si poteva commentare che l'ottimismo dei mercati era andato oltre quello giustificabile dal miglioramento dei fondamentali. C'è poi stato uno storno parziale sul mercato azionario e del credito. La conclusione è che il rischio sistemico affrontato dal mondo nel 2008 è stato per la maggior parte risolto e per questo un ripetersi della Grande Depressione è oramai scenario poco probabile. Tenani. L'andamento volatile e a fasi alternate, che ha caratterizzato il primo semestre dell'anno, riflette a pieno il cambio di aspettative sul quadro macroeconomico e sulla capacità dei policy maker di gestire la crisi. A una prima fase, caratterizzata da un forte pessimismo e dalla delusione sul piano del Tesoro Usa, è seguita una fase positiva, supportata da un temporaneo miglioramento dei dati macroeconomici e dalla rinnovata sintonia dei mercati con le istituzioni (governi e banche centrali). Quando l'incertezza è tornata a dominare il quadro congiunturale e sono riemersi i dubbi sulla gestione complessiva della crisi, i mercati sono tornati ostaggio dell'incertezza e della volatilità.Martinelli. Siamo passati dall'ignoto-ignoto all'ignoto-noto, da una situazione di incertezza ad una di rischio. Nei primi mesi del 2009 le Borse, attanagliate dall'incertezza sui tempi, le modalità e i costi degli interventi pubblici a sostegno dell'economia, non hanno fatto che scendere; da marzo però una maggiore chiarezza su questi temi ha permesso ai mercati di avviare una ripresa, rapida e intensa, anche se chiaramente del tutto parziale rispetto alle perdite di valore accumulate dalle borse internazionali nell'ultimo anno e mezzo. Il passaggio dall'incertezza (un futuro davvero ignoto, cioè non misurabile e dunque con effetti molto depressivi sui prezzi di tutte le attività finanziarie, eccetto quelle “prive di rischio”) al rischio (un futuro in quanto tale inevitabilmente ignoto, ma misurabile attraverso la statistica, le probabilità) è stato il vero punto caratterizzante degli scorsi sei mesi, che ha dato grande sollievo ai mercati. Il rischio infatti «piace» ai mercati, l'incertezza no. Viganò. Il primo semestre dell'anno è stato caratterizzato da un lento miglioramento dei fondamentali macro che si sono via via allontanati dai livelli minimi della crisi. Ridotti i timori sulla stabilità del sistema finanziario, vediamo i primi timidi segnali di uscita dalla recessione. Le attività più rischiose hanno registrato performance robuste e la volatilità dei mercati azionari si è sensibilmente ridotta. Crediamo che l'economia globale sia pronta a riprendere un percorso di crescita, ancorché lenta. Un incremento energico dei consumi è stato riscontrato nelle economie industrializzate – anche se con impatti positivi sul solo ciclo delle scorte – mentre più forti sono i segnali di ripresa nelle economie asiatiche e soprattutto in Cina. Pensiamo che il recente rally rifletta un attenuarsi dei timori legati a uno scenario depressivo e che ci siano ancora valutazioni attraenti in termini di multipli sui mercati azionari sebbene non così convenienti come ad inizio anno.Domanda. Prevede volatilità dei mercati per la seconda parte dell'anno?Tenani. Sarà uno degli elementi centrali che caratterizzeranno le realizzazioni macroeconomiche nei prossimi mesi. E ciò non potrà che tradursi in oscillazioni anche ampie dei mercati finanziari. Assisteremo a fasi di miglioramento temporaneo del quadro economico, che si alterneranno a periodi di ritorno di debolezza, prima che una vera stabilizzazione abbia inizio nel 2010. Ostaggio di questa incertezza e senza piena visibilità sul trend di sviluppo degli utili, difficilmente i mercati finanziari riusciranno a muoversi secondo una direttrice stabile.Martinelli. I mercati sono in un processo di progressiva normalizzazione della situazione, processo già in atto da alcuni mesi su alcuni fronti della crisi, come il mercato interbancario e quelli del reddito fisso, dove abbiamo avuto un boom di emissioni.Viganò. Il quadro appare complesso in considerazione sia dei fondamentali macro sia dei timori relativi a una compressione degli utili societari. Proprio questi ultimi rappresenteranno il maggior fattore di volatilità. Permangono tuttavia molteplici fattori ciclici a supporto di un ulteriore rialzo dei corsi borsistici.Piotti. Gli indici dei mercati hanno raggiunto ora livelli coerenti con la situazione economica attuale e lentamente porteranno a una graduale riduzione della volatilità. Per la seconda parte dell'anno i mercati si muoveranno in maniera laterale, seppure con un'attitudine limitata al rialzo. Il pericolo resta legato a una potenziale cattiva gestione dei programmi di stimolo fiscale attuati dai singoli governi. La motivazione della ripresa dei mercati dai minimi è comunque legata agli interventi sia delle banche centrali nell'immissione di liquidità nel sistema sia dagli stimoli fiscali dei singoli stati. Interessante sarà capire la durata di questi aiuti.Toschi. La volatilità è rientrata dai picchi di fine 2008/inizio 2009 e sta gradualmente tornando verso livelli più vicini ai trend storici. Nella seconda parte dell'anno ci si attende che possa proseguire la fase di correzione/consolidamento a cui stiamo assistendo. Restano numerose incognite sulla qualità e consistenza del percorso di ripresa che potrebbero continuare a condizionare il trend dell'economia e dei mercati. Resta inoltre incertezza sul tema inflazione/deflazione che, anche negli ultimi mesi, ha avuto un impatto rilevante sui mercati delle obbligazioni governative.D. Secondo Trichet la ripresa è prevista per la metà del 2010. A suo giudizio, quando si potrà parlare concretamente di ripresa? Martinelli. La volatilità sui mercati si è abbassata e gli operatori sono tornati a ragionare, tornando a fare riferimento su quei concetti che stanno alla base della finanza. Se la situazione di ritorno alla normalità sarà completamente metabolizzata dal mercato allora potremmo aspettarci che il mercato stesso ritorni al suo ruolo di leading indicator. Più che avventurarci in improbabili previsioni riguardo a quando ci sarà la ripresa potrebbe essere molto più utile cercare di capire che tipo di convinzione avranno gli operatori e il mercato stesso, visto che ciò che farà muovere i mercati sarà il loro pensiero. Un pensiero non tanto intento a percepire se ci sarà o meno la ripresa, quanto attento a capire se le parole di Trichet o di Bernanke sono credibili o meno. Se crederanno a ciò i mercati potrebbero tornare a muoversi e a salire. Se ci sarà la ripresa, ma gli operatori e la gente non crederà ad essa, i mercati difficilmente risaliranno.Viganò. L'economia europea si muove a rilento e in ritardo rispetto a quella Usa e alle emergenti e ancora una volta gli Usa fungeranno da traino per una ripresa globale. I fattori strutturali che agiscono da freno sono le condizioni del settore finanziario e del credito, oltre all'aumento della propensione al risparmio, alla debolezza del mercato immobiliare e a possibili rialzi nel prezzo del petrolio. Fanno da contrappeso gli effetti delle politiche di stimolo fiscale e monetarie che non hanno ancora esplicitato tutti i propri benefici e che rimarranno su livelli espansivi per lungo tempo.Toschi. La fase di ripresa inizierà verso la fine dell'anno e si protrarrà nel 2010. Il tema rilevante è sulle modalità e sull'intensità della ripresa. I governi dovranno gradualmente rivedere i piani di forte stimolo all'economia per fronteggiare la crescita dei debiti pubblici; i mercati del lavoro dovranno stabilizzarsi prima che riprendano più stabilmente i consumi; il sistema bancario internazionale potrà ancora fronteggiare svalutazioni e perdite che potrebbero frenare l'erogazione del credito e quindi lo sviluppo. Tutti questi fattori fanno pensare che la fase più acuta della crisi sia alle spalle, che ci siano segnali di stabilizzazione e, in alcune aree, di ripresa ma che i tempi di ritorno a uno sviluppo vicino al potenziale potrebbero essere lunghi e comportare qualche anno di sviluppo al rallentatore. Piotti. Stiamo già cominciando a intravedere una lieve ripresa, sebbene nel breve si parli più di una diminuzione del tasso di declino che di cambio di rotta, ma per il prossimo anno il Fmi sta ipotizzando una positiva crescita del pil a livello globale. L'Europa è l'unica regione per la quale si prospetta crescita zero -ma non crescita negativa- e la pessimistica visione di Trichet è forse legata alle tempistiche di ripresa della regione europea.D. Quale Borsa, a suo giudizio, registrerà i risultati migliori nella seconda metà del 2009?Viganò. La borsa cinese appare sicuramente molto interessante per le proprie dinamiche economiche, gli stimoli fiscali e monetari e il crescente favore degli investitori locali per gli investimenti azionari. Toschi. I mercati emergenti dai minimi di ottobre 2008 hanno ripreso la sovraperformance rispetto alle principali aree sviluppate, come conseguenza delle misure più incisive prese in alcune di queste aree come Cina, India e Brasile. Si ritiene che questo trend possa proseguire. Tra le aree sviluppate Usa e Uk potrebbero essere favoriti.Piotti. Il mercato americano tra quelli sviluppati ha le migliori chance, non appena gli stimoli fiscali inizieranno a rinvigorire il sistema economico. D. Secondo lei, cosa attende i Paesi emergenti?Piotti. Nella situazione attuale i mercati emergenti non legati alla produzione delle materie prime sono quelli meglio posizionati e in particolare i Paesi dell'Europa emergente, middle est e Africa, insieme ad alcune economie asiatiche come India e Cina.  Tenani. I Paesi emergenti sono stati la vera rivelazione di questa crisi globale, che ha funto da cartina di tornasole della loro conquistata maggiore stabilità. Saranno anche quelli che prima e meglio riusciranno a superare l'attuale fase d'incertezza. Questo li pone in prima linea nella selezione degli investimenti, sia nella componente azionaria che obbligazionaria. Martinelli. L'ultimo rally è ripartito dai settori, dai Paesi e dai temi che hanno trainato i mercati nel precedente. I Bric a livello geografico ed energia e materie prime a livello settoriale sono rimasti i settori guida. Dal punto di vista delle valutazioni, in queste aree non c'è valore. Riteniamo quindi ancora prematuro tornare a salire di peso su questi Paesi, preferendo situazioni di sottovalutazione più evidenti nell'area asiatica come Thailandia, Singapore e in parte Indonesia.Toschi. A breve è possibile che alcuni di questi mercati possano sperimentare delle fasi di correzione, peraltro già in atto, per effetto dei forti rally realizzati, ma le valutazioni restano mediamente ancora convincenti. Viganò. Le economie emergenti saranno in prima fila nel percorso di ripresa economica. In termini di attività economica, il peso dei mercati emergenti sul livello di output globale è in costante crescita e questa tendenza è destinata a confermarsi nei prossimi anni. A livello strategico, devono essere considerati sempre di più e con favore nella costruzione di portafoglio senza tuttavia generalizzare: per esempio le economie dell'est Europa soffrono di sbilanci finanziari e difficoltà strutturali enormi.D. Quale indirizzo avete adottato in termini di strategia nel 2009?Martinelli. La nostra strategia va al di là del singolo anno ed è orientata al medio/lungo periodo. In effetti, la strategia adottata nel primo semestre del 2009 è in parte figlia della strategia di lungo periodo adottata già nei mesi e negli anni passati. Il posizionamento su paesi e settori sottovalutati, come il Giappone e telecom, tecnologia e farmaceutici, il forte sottopeso su energia e materie prime e una minor esposizione azionaria hanno permesso di limitare le perdite nella fase di forte correzione di inizio anno. Nel periodo del rimbalzo l'allocazione settoriale ha offerto minori contributi ed è venuto in aiuto lo stock picking. Nel corso del semestre è stato incrementato leggermente il peso dei finanziari mentre è rimasto ancora presente il sovrappeso sui settori sopraindicati. Allo stesso modo, con l'aumentare della correzione è stato gradualmente alzato il peso azionario nei nostri portafogli, per poi ridurlo nuovamente a fronte del recente rimbalzo.Viganò. Nella prima parte dell'anno ci siamo mantenuti piuttosto difensivi, malgrado una view macroeconomica che era ed è favorevole a un rialzo dei mercati azionari nel corso del 2009. Abbiamo cavalcato con successo il recente rimbalzo di mercato grazie all'incremento di posizioni maggiormente cicliche e a beta più elevato nel primo trimestre. Oggi siamo più tattici e valutiamo attentamente punti di ingresso per tornare a sovrappesare l'azionario. Per quanto riguarda i portafogli obbligazionari, un tema ricorrente è stato e continuerà ad essere il sovrappeso dei titoli societari. Lo stesso non si può dire per la duration sulla componente governativa, che viene invece gestita in modo piuttosto tattico. Toschi. L'approccio di investimento nella prima parte dell'anno è stato cauto. Al momento si ritiene che esistano le condizioni per impostare una strategia che aumenti il grado di rischio dei portafogli, compatibilmente con il diverso profilo della clientela. Per la seconda parte dell'anno si sta valutando un approccio più favorevole, con un aumento della componente equità, privilegiando alcune aree tra cui emergenti, Regno Unito, e anche alcuni mercati europei come Germania e Spagna, particolarmente penalizzati dalla forza della recessione e che stanno emergendo dalla fase più negativa. Resta una preferenza relativa per il mercato del credito e dei convertible bond, che hanno sofferto di un processo di vendite molto forte da parte di alcuni operatori istituzionali durante la fase di de-leveraging.Tenani. Abbiamo prediletto un approccio difensivo agli investimenti, associato a flessibilità e ricerca della qualità. Nel settore obbligazionario abbiamo dato grande spazio a prodotti in grado di cogliere le migliori opportunità bond su base globale, come anche a prodotti tematici, in grado di perseguire con efficienza idee forti. Sui risky asset abbiamo mantenuto un approccio molto prudenziale, guardando solo a quelle aree che hanno mostrato maggiore stabilità e capacità di tenuta di fronte alla crisi e che si configurano al contempo come idee d'investimento di lungo periodo: la predilezione è andata quindi alle azioni dei Paesi emergenti, con in testa i suoi leader, i paesi Bric. D. L'esperienza insegna che …Viganò. …in tutte le fasi di mercato - e soprattutto in quella attuale caratterizzata da una complessità molto elevata dettata da fattori strutturali e ciclici - la gestione professionale basata su un'attenta analisi del rischio è capace di offrire, sul medio/lungo termine, risultati superiori. Piotti. …abbiamo visto sparire dalla scena istituzioni finanziarie rinomate e molte altre soffrire in maniera pesante con la necessità di ricapitalizzarsi, ma contrariamente a quanto accadde in passato, con la Grande Depressione, le banche centrali e i governi, memori degli errori commessi, hanno stimolato e aiutato il sistema economico in maniera decisa e gli effetti di questa crisi stanno pian piano ridimensionandosi.Tenani. ….molti dei paradigmi e delle strategie del passato si sono rivelati inefficaci per gestire un contesto non solo volatile, ma con nuovi rapporti di forza e dipendenza tra le singole variabili. E' stato vincente chi è riuscito ad adattare in modo flessibile le proprie strategie e scelte d'investimento al mutato contesto. Martinelli. …solo un metodo applicato con disciplina e persistenza può portare a risultati positivi nel medio/lungo termine, evitando di commettere errori sistematici e di cadere nelle trappole più classiche. Seguire le mode del momento, l'euforia o ancora peggio il pessimismo degli operatori e dei mercati difficilmente può portare a buoni risultati, soprattutto nel lungo periodo. Toschi. …l'economia occidentale dovrà trovare nuove regole, aspirando a una maggiore eticità del mondo della finanza che resta un obiettivo non così impossibile se si pensa ai passi avanti fatti negli ultimi decenni del Novecento in tema di regole comportamentali e di regolamentazione della finanza. L'esperienza insegna che queste fasi di shock creano anche delle rilevanti opportunità di investimento in virtù di periodi di asimmetria informativa e di dislocazione dei mercati che possono portare a periodi di overperformance di alcune importanti asset class.

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Qui New York, dove l'incubo è (quasi) passato (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Milano Finanza sezione: Inchiesta data: 25/07/2009 - pag: 18 autore: Qui New York, dove l'incubo è (quasi) passato Nei giorni scorsi il New York Times ha messo in prima pagina una classica foto estiva. Mostrava un gruppo di ragazzi su una piccola imbarcazione in uno dei laghi del Nordest americano. Erano sorridenti, ma tutti senza eccezione avevano anche la classica mascherina di difesa dall'influenza suina. Perché quest'estate la febbre suina ha lasciato, almeno nei titoli dei giornali, le grandi città per arrivare nei campeggi dove i ragazzi americani e non, e in particolare i teenager, passano le settimane estive mentre gli adulti sgobbano in città. Il boom nella vendita delle mascherine, invece, è uno dei motivi che ha permesso al colosso 3M di archiviare una trimestrale superiore alle attese e di annunciare successivamente un investimento di 20 milioni di dollari per aumentare la capacità produttiva del 10% in un mercato che domina assieme alla Kimberly-Clark.Se nei summer camp del New England e del Texas di febbre suina si discute per prevenirne la diffusione con un accento sulle norme sanitarie e sui continui controlli, nelle grandi città la chiusura delle scuola per le ferie estive ha sicuramente allontanato la paura. Negli uffici americani fa bella mostra di sé, sempre più spesso, la bottiglia di sapone disinfettante e qualcuno è passato dalle classiche tazzine da caffè a quelle in carta per diminuire il rischio di contagio, ma l'incubo della peste suina sembra (quasi) superato anche se nessuno dimentica che in maggio negli Usa si era toccata una punta di 726 scuole chiuse contemporaneamente in vari Stati. Salvo poi scoprire che tanti giovani studenti americani sono stati messi in quarantena all'arrivo in Cina nelle ultime settimane. Nondimeno il Center for desease control (Cdc) di Atlanta mostra nei suoi dati settimanali che i casi accertati di H1N1 sono stati negli Usa finora oltre 40 mila, con una punta di oltre 6 mila nel Winsconsin, e le vittime 263 di cui la metà concentrata fra California e Stato di New York.Un paio di settimane fa il presidente Obama ha messo in guardia sul possibile ritorno della febbre suina in autunno e lanciato un piano di vaccinazioni a partire da ottobre, con fondi speciali per gli ospedali, e il nuovo capo del Cdc, Thomas Frieden, ha dichiarato con decisione: «La febbre suina non è finita». In ottobre gli Usa avranno circa 160 milioni dosi di vaccino pronte e le stime dello stesso Cdc sono che nei prossimi due anni fino al 40% degli americani potrebbe essere colpito dallo H1N1.A Wall Street, naturalmente, la febbre suina si è tradotta anche in un'attenzione maggiore ai titoli delle società che producono o sperimentano vaccini come Novavax, Hemispherx BioPharma e Sinovac Biotech ma anche a colossi come la svizzera Novartis, Roche e GlaxoSmithKline. Il sito Tickerspy ha lanciato anche un indice ad hoc, lo Swine flue and bird flud stocks, che nell'ultimo mese ha guadagnato il 20% ovvero il 12,4% più dell'indice S&P 500. L'indice, che ha una capitalizzazione complessiva di 28,8 miliardi di dollari, comprende 19 titoli americani spesso small cap che producono vaccini o farmaci antivirali e operano soprattutto nel settore delle biotecnologie, ma nessuno è al momento sui massimi registrati nei mesi scorsi. Nondimeno società come la piccola Hemispherx di Filadelfia, quotata all'American Stock Exchange, ha reso quest'anno il 540% e la BioCryst di Birmingham in Alabama il 470%. Sul versante opposto ci sono i danni per gruppi come Delta Airlines che nella sua ultima trimestrale ha quantificato in quasi 150 milioni di dollari l'effetto febbre suina sui suoi conti, per un calo delle prenotazioni di volo soprattutto sulle tratte internazionali.Andrea Fiano

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Ma che bella estate (sezione: Globalizzazione)

( da "Milano Finanza" del 25-07-2009)

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Milano Finanza sezione: I Vostri Soldi in Gestione data: 25/07/2009 - pag: 28 autore: di Dino Colacicco* Ma che bella estate Gli indici degli alternativi battono le borse. E anche gli hedge italiani stanno recuperando le pesanti perdite del 2008 Continuano a performare positivamente gli investimenti alternativi anche in giugno con i principali indici in terreno positivo: il Csfb/Tremont hedge fund index ha fatto segnare il +0,43% (+7,18% da inizio anno) e il +0,50% (da gennaio +4,24%) il Csfb/Tremont AllHedge index. Risultati migliori di quelli delle borse. In giugno i listini azionari hanno tirato il fiato dopo due mesi e mezzo di forti rialzi: Msci world -0,61% (+4,76%). Stati Uniti leggermente contrastati con DowJones -0,63% (-3,75%), S&P500 +0,02% (+1,779%). Europa invece in calo con i listini che sono tornati in territorio negativo da inizio anno: DJEurostoxx50 -2,02% (-1,877%). Si è arrestata, invece, la cavalcata dei mercati emergenti con Msci Emerging Markets -1,53% (+34,26%). Asia piatta con Msci Asia Local +0,16% ( +34,32%) in rialzo grazie alla Cina, dove la borsa cinese dedicata ai soli investitori locali di Shanghai segna +12,40% (+62,53%), mentre quella per gli stranieri (Hang Seng) +1,14% (+27,74%)I mercati si sono mossi, come sempre, in anticipo consolidando una parte dei guadagni registrati nei mesi precedenti in attesa di prendere posizione dopo la pubblicazione dei dati soprattutto quelli delle trimestrali Usa. Tra le varie strategie hedge, quella più premiante a giugno è risultata la Convertible arbitrage +4,05% (+23,95%) in continuo recupero grazie all'allentarsi delle tensioni sul credito. La strategia più debole è stata la Managed futures con un -2,32% (-7,43%) per trend non stabili. In generale è continuata la creazione di extra-rendimento da parte dei fondi hedge con un rendimento generalmente positivo nonostante mercati in discesa. In giugno si è avuta una maggior confidenza da parte dei gestori testimoniata dall'incremento dell'esposizione lorda. Non tanto una fiducia in un trend di mercato ma quanto nella riduzione di irrazionalità e panico che ha caratterizzato gli ultimi mesi del 2008 e i primi mesi del 2009. Sono soprattutto i gestori equity a incrementare le posizioni, ritornando a ricercare valore attraverso lo studio dei fondamentali. Anche in Italia gli hedge sono tornati in territorio positivo. Sulla base delle prime stime dell'ufficio studi di MondoHedge, l'industria italiana dei fondi di fondi hedge sembra avviata a chiudere il primo semestre con il secondo miglior risultato semestrale registrato dal suo avvio. L'indice generale dei fondi di fondi segna infatti a giugno un +3,23% recuperando oltre il 15% delle perdite del 2008. * portfolio manager di Farad investment advisor

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Basta lussi, Toyota non finirà come Gm E Akio riparte dalla filosofia del kaizen (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ Basta lussi, Toyota non finirà come Gm E Akio riparte dalla filosofia del kaizen La crisi mette a rischio i primati del gruppo nipponico. E dopo il primo bilancio in rosso della sua storia la società tornerà a privilegiare sobrietà e risparmi di Redazione - 25-07-2009 In un mite giorno del febbraio scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ben 400 top managers del gruppo automobilistico in processione. Lo scopo era una visita allo stabilimento tessile, in mattoni rossi, di Nagoya che costruì molti anni addietro suo nonno. E così, attorno al patriarca di 84 anni, i manager si sono messi in cerchio per assistere a un passaggio di consegne assolutamente fuori dal comune. Due mesi prima infatti la Toyota ha dovuto ammettere che stava avviandosi al primo bilancio in rosso da quando, nel lontano 1937, il padre di Shoichiro aveva iniziato a costruire automobili in quello stesso stabilimento, poi trasformato in museo. A gennaio, inoltre, c'era stato l'annuncio che il figlio di Shoichiro, Akio, avrebbe preso il posto di Katsuaki Watanabe alla presidenza del gruppo dopo l'assemblea degli azionisti di metà luglio. Ma, nonostante questi presupposti, i manager non erano pronti ad ascoltare la violenta litania contro Watanabe, da parte di Shoichiro. «Quante volte hai sbagliato?» si è scagliato l'anziano patriarca contro il presidente uscente, messo all'angolo ad ascoltare in silenzio e a capo chino. È tutta colpa tua, ha incalzato Shoichiro, di quella maledetta ansia di aumentare le vendite e i profitti che ha finito per trasformare Toyota in un'azienda simile alla Gm o a Chrysler. Toyota, infatti, per la febbre di creare macchine costose, ha dimenticato la prima necessità dei clienti: risparmiare soldi. Una dura filippica, non solo contro Watanabe, ma contro tutto quello che minaccia le fondamenta dell'impero di famiglia. I Toyoda hanno costruito la prima auto quando Henry Ford già ne produceva un milione all'anno. Durante la seconda guerra mondiale, i Toyoda aprirono una serie di lavanderie per sopravvivere. Poi adottarono i principi del kaizen, ovvero la filosofia dei piccoli ma costanti miglioramenti nella produzione, con il risultato di diventare la miglior azienda al mondo per qualità e risparmio dei costi. Fino a diventare la numero uno del pianeta. Ma, dopo il crollo dell'industria americana dell'auto, anche i primati di Toyota possono essere adesso a rischio. E per evitare la sorte di Gm, segnata da un declino durato quarant'anni, Toyota dovrà adattarsi ad un nuovo scenario di mercato, fatto sicuramente di minori vendite e profitti, senza trascurare la crescita dei nuovi concorrenti, spiega il consulente John Casesa. «Se la Toyota non saprà adattarsi al mondo che cambia, prima o poi anche lei andrà in crisi. Se invece saprà capire la lezione di Gm, allora manterrà anche in futuro la sua leadership». La vera sfida di Akio è di tagliare la dipendenza dell'azienda dalle macchine di lusso e di spostare l'orizzonte dagli Usa, un mercato fin troppo «drogato» dal credito facile. Nella sua corsa per scalzare Gm dal primato, Toyota ha tuttavia dilapidato ingenti risorse, costruendo impianti per altri due milioni di vetture all'anno. Nello stesso periodo, la coreana Hyundai ha puntato sui compratori di utilitarie in India, Cina e altri mercati emergenti, dove ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota. Numeri che, evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa lezione - commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha scritto il libretto di istruzioni per il successo, ma Hyundai l'ha letto: costruisci grandi macchine con un grande valore incorporato dentro. E il pubblico ti seguirà». E ADESSO? Ci vorrà tempo perché gli azionisti di Toyota vedano le prime soddisfazioni, ammonisce il gestore Christian Takushi: dopo profitti per 17,7 miliardi di dollari, a fine marzo del 2008, la casa ha chiuso nel marzo 2009 con una perdita di 4,5 miliardi. E per il marzo 2010 la previsione è ancora di un rosso di 5,7 miliardi. Anche nel caso di una forte ripresa delle vendite, aggiunge Takushi, ci vorranno almeno tre anni per rivedere l'utile. Nel frattempo, Toyota pagherà il prezzo della sua espansione produttiva. «Toyota ha voluto strafare negli investimenti per diventare la numero uno - conclude l'analista - Ma ora paga un prezzo salato per quest'ambizione». Riproduzione riservata Bloomberg AUTO GIAPPONE

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In un mite giorno del febbraio scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ATTUALITÀ In un mite giorno del febbraio scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ... di Redazione - 25-07-2009 In un mite giorno del febbraio scorso il presidente onorario di Toyota, Shoichiro Toyoda, ha portato ben 400 top managers del gruppo automobilistico in processione. Lo scopo era una visita allo stabilimento tessile, in mattoni rossi, di Nagoya che costruì molti anni addietro suo nonno. E così, attorno al patriarca di 84 anni, i manager si sono messi in cerchio per assistere a un passaggio di consegne assolutamente fuori dal comune. Due mesi prima infatti la Toyota ha dovuto ammettere che stava avviandosi al primo bilancio in rosso da quando, nel lontano 1937, il padre di Shoichiro aveva iniziato a costruire automobili in quello stesso stabilimento, poi trasformato in museo. A gennaio, inoltre, c'era stato l'annuncio che il figlio di Shoichiro, Akio, avrebbe preso il posto di Katsuaki Watanabe alla presidenza del gruppo dopo l'assemblea degli azionisti di metà luglio. Ma, nonostante questi presupposti, i manager non erano pronti ad ascoltare la violenta litania contro Watanabe, da parte di Shoichiro. «Quante volte hai sbagliato?» si è scagliato l'anziano patriarca contro il presidente uscente, messo all'angolo ad ascoltare in silenzio e a capo chino. È tutta colpa tua, ha incalzato Shoichiro, di quella maledetta ansia di aumentare le vendite e i profitti che ha finito per trasformare Toyota in un'azienda simile alla Gm o a Chrysler. Toyota, infatti, per la febbre di creare macchine costose, ha dimenticato la prima necessità dei clienti: risparmiare soldi. Una dura filippica, non solo contro Watanabe, ma contro tutto quello che minaccia le fondamenta dell'impero di famiglia. I Toyoda hanno costruito la prima auto quando Henry Ford già ne produceva un milione all'anno. Durante la seconda guerra mondiale, i Toyoda aprirono una serie di lavanderie per sopravvivere. Poi adottarono i principi del kaizen, ovvero la filosofia dei piccoli ma costanti miglioramenti nella produzione, con il risultato di diventare la miglior azienda al mondo per qualità e risparmio dei costi. Fino a diventare la numero uno del pianeta. Ma, dopo il crollo dell'industria americana dell'auto, anche i primati di Toyota possono essere adesso a rischio. E per evitare la sorte di Gm, segnata da un declino durato quarant'anni, Toyota dovrà adattarsi ad un nuovo scenario di mercato, fatto sicuramente di minori vendite e profitti, senza trascurare la crescita dei nuovi concorrenti, spiega il consulente John Casesa. «Se la Toyota non saprà adattarsi al mondo che cambia, prima o poi anche lei andrà in crisi. Se invece saprà capire la lezione di Gm, allora manterrà anche in futuro la sua leadership». La vera sfida di Akio è di tagliare la dipendenza dell'azienda dalle macchine di lusso e di spostare l'orizzonte dagli Usa, un mercato fin troppo «drogato» dal credito facile. Nella sua corsa per scalzare Gm dal primato, Toyota ha tuttavia dilapidato ingenti risorse, costruendo impianti per altri due milioni di vetture all'anno. Nello stesso periodo, la coreana Hyundai ha puntato sui compratori di utilitarie in India, Cina e altri mercati emergenti, dove ha venduto ben il 55% della produzione, contro il 31 di Toyota. Numeri che, evidentemente, fanno male. «Toyota ha trascurato la sua stessa lezione - commenta l'analista dell'auto Maryann Keller - La casa giapponese ha scritto il libretto di istruzioni per il successo, ma Hyundai l'ha letto: costruisci grandi macchine con un grande valore incorporato dentro. E il pubblico ti seguirà». E ADESSO? Ci vorrà tempo perché gli azionisti di Toyota vedano le prime soddisfazioni, ammonisce il gestore Christian Takushi: dopo profitti per 17,7 miliardi di dollari, a fine marzo del 2008, la casa ha chiuso nel marzo 2009 con una perdita di 4,5 miliardi. E per il marzo 2010 la previsione è ancora di un rosso di 5,7 miliardi. Anche nel caso di una forte ripresa delle vendite, aggiunge Takushi, ci vorranno almeno tre anni per rivedere l'utile. Nel frattempo, Toyota pagherà il prezzo della sua espansione produttiva. «Toyota ha voluto strafare negli investimenti per diventare la numero uno - conclude l'analista - Ma ora paga un prezzo salato per quest'ambizione». Riproduzione riservata Bloomberg

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Moneta unica in balìa del dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ANALISI TECNICA Moneta unica in balìa del dollaro Il cross è vicino a livelli che potrebbero fornire indicazioni di medio periodo Ma a dare le carte è la valuta americana, complici le decisioni dei Paesi Bric di Redazione - 25-07-2009 Il trend rialzista dell'euro, già segnalato la settimana scorsa, è stato confermato dalle ultime sedute. La salita della moneta unica è apparsa lenta e costante ma strutturale, come in altri periodi di grande svalutazione del biglietto verde. Le ragioni sono sempre le stesse: i timori di una diversificazione delle riserve valutarie globali, ancora prevalentemente in dollari, verso le quali i Bric (Brasile, Russia, India e Cina) nutrono diffidenza. Da un lato, infatti, proseguono nel tentativo di mantenere le proprie monete «sottovalutate» vendendo le divise nazionali e acquistando dollari Usa, dall'altro si lamentano chiedendo a gran voce la sostituzione del biglietto verde come valuta di riferimento internazionale. Senza però volerne ovviamente causare la caduta, fatto che provocherebbe una svalutazione dei propri asset. Un gioco delle tre tavolette che non ha sbocchi, almeno per il momento, ma con conseguenze sui rapporti di cambio flessibili, tra cui il principale, l'EurUsd. Appare poi logica, in questo contesto, la correlazione con i mercati azionari e le materie prime, anche se nelle ultime sedute della settimana si è intravisto un leggero cambiamento. Si ha infatti la sensazione che l'EurUsd stia arrivando su livelli tecnici cruciali di medio termine e che poi possa cominciare una correzione/inversione anche significativa. Tecnicamente dobbiamo verificare prima il test dei doppi massimi a 1,4340, non ancora raggiunto e che potrebbe rappresentare la linea Maginot tra due differenti scenari. Il primo, ovvero una eventuale rottura al rialzo di tale resistenza, sarebbe il viatico per una accelerazione anche importante verso nuovi e più ambiziosi obiettivi che si verrebbero a posizionare in area 1,4700 e 1,4850, massimi precedenti toccati rispettivamente il 18 dicembre 2008 e il 22 settembre 2008. Il secondo invece individua i supporti cruciali come punti chiave per un eventuale recupero del dollaro, che potrebbe tra l'altro essere sostenuto da una ripresa economica anticipata e che causerebbe un rialzo dei tassi nel medio termine che gli investitori potrebbero interpretare positivamente. Questi livelli sono posizionati rispettivamente a 1,4150, supporto di breve mai violato negli ultimi giorni nonostante ripetuti tentativi di rottura, e quindi l'area compresa tra 1,3800 e 1,3850, minimi precedenti significativi toccati l'8 luglio scorso, il 22 giugno, l'8 giugno e infine il 28 maggio. Oltre a questo livello individuiamo l'area di 1,3730 che è estremamente significativa per un cambiamento del trend di medio termine e dove confluiscono la media mobile a 100 giorni, e i massimi relativi toccati il 23 marzo scorso e il 13 maggio. La nostra impressione è che il mercato, dopo il test dei massimi in area 1.4340, possa ritracciare in modo significativo e da quel momento potrebbe partire il movimento per andare a testare i supporti chiave in area 1.3750. Il tutto potrebbe avvenire nel giro di qualche settimana. Oltre è difficile spingersi perché nel mercato dei cambi tutto può repentinamente cambiare.

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Le principali motivazioni per un profilo che cambia (sezione: Globalizzazione)

( da "ItaliaOggi7" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi7 sezione: aidp data: 27/07/2009 - pag: 53 autore: L'esperienza piemontese si rivolge a figure senior e a giovani Le principali motivazioni per un profilo che cambia Secondo Gigi Guarise (Aidp Gruppo Piemonte) «sono almeno tre le motivazioni per cui Aidp Gruppo Piemonte ha collaborato con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Torino alla progettazione e alla realizzazione del Master, giunto alla seconda edizione. La prima è istituzionale. La finalità della nostra associazione è la valorizzazione e lo sviluppo della professionalità di coloro che a vario titolo hanno responsabilità di governo e di sviluppo delle risorse umane al fine di sottolineare la centralità della persona e della dignità umana. La seconda riguarda la creazione di percorsi che permettano di acquisire competenze e metodologie e manageriali efficaci a comprendere la complessità sistemica delle organizzazioni e il loro interagire con l'ambiente esterno. Contribuire, cioè, a pensare a progettare l'evoluzione delle figure degli Hr manager: da ruoli di supporto alle altre funzioni e alla governance di un'impresa, a coprotagonista all'interno della governance. Cioè il ridisegno di un nuovo profilo identitario, più coerente con le problematiche di un ambiente, dinamico, complesso, caratterizzato da turbolenze globalizzate permanenti e discontinue. La terza motivazione: creare opportunità di lavoro attraverso un percorso di professionalizzazione mirata. Per i giovani laureati e per coloro che vogliono riorientare il proprio percorso».Per Giancarlo Cerruti (Facoltà di Scienze Politiche di Torino), «tradizionalmente la figura dell'esperto in direzione del personale è stata formata, sia nell'ambito delle imprese private che nella pubblica amministrazione, attraverso l'esperienza sul campo, a partire dal possesso di una laurea, di solito in giurisprudenza o in altre materie umanistiche. Il mestiere, in sostanza, si imparava sul campo. Si è trattato di un modello formativo adeguato sin tanto che la direzione del personale si occupava essenzialmente di gestire l'amministrazione dei dipendenti, il contenzioso e le relazioni sindacali e di fornire un supporto nella selezione dei nuovi assunti. Lo sviluppo dell'economia della conoscenza e dei processi di globalizzazione ha cambiato le carte in tavola. La crescente complessità dei compiti di sviluppo professionale, la maggiore rilevanza dell'attività di direzione delle persone nel migliorare l'efficienza delle organizzazioni, lo sviluppo di saperi scientifici nuovi e sofisticati nell'analisi e progettazione dei sistemi di governo delle relazioni di lavoro hanno messo in crisi il modello formativo tradizionale. Per esercitare questo ruolo con elevati standard è necessario possedere un robusto ceppo di competenze nel campo dell'economia della conoscenza, della sociologia dell'organizzazione, del diritto del lavoro, dell'economia e della psicologia del lavoro e dell'organizzazione».

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Una spinta a chi si mette proprio (sezione: Globalizzazione)

( da "ItaliaOggi7" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ItaliaOggi7 sezione: Reagire alla crisi data: 27/07/2009 - pag: 8 autore: Pagine a cura di Roberto lenzi Dal fondo di 100 milioni per l'avvio di impresa a quello della Bei, ecco le iniziative in campo Una spinta a chi si mette proprio Triplice alleanza Ue-stato-regioni contro la disoccupazione Azione trasversale tra Ue, stato e regioni per rispondere alla crisi occupazionale. Si punta in particolare su credito e contributi per l'avvio di attività. Il budget iniziale del Fondo europeo di sostegno ai disoccupati per mettersi in proprio sarà di 100 milioni di euro. Sarà possibile un elevamento del budget fino a 500 milioni di euro, grazie all'intervento della Banca europea per gli investimenti e degli altri istituti finanziari. È questa una delle novità centrali di una proposta lanciata dalla Commissione europea per rispondere alla crisi, soprattutto sul fronte della disoccupazione. Il lancio del nuovo fondo si affianca ad altre misure concrete come l'anticipazione dei 19 miliardi di euro di stanziamento del Fondo sociale europeo destinato alla riqualificazione professionale dei lavoratori, senza la necessità per gli stati membri di cofinanziare i programmi con proprie risorse. Oltre a questo, la commissione lancerà una serie di iniziative volte a fornire aiuti immediati ai disoccupati, strumenti per la riorganizzazione delle imprese, incentivi alle assunzioni e alla formazione. Le priorità europee sono sostenere l'occupazione, creare posti di lavoro e promuovere la mobilità; migliorare le qualifiche e rispondere ai bisogni del mercato del lavoro; migliorare l'accesso all'occupazione, con particolare attenzione ai giovani. Più semplice avviare un'impresa. La Commissione europea darà una mano a chi perde il posto di lavoro. La proposta è quella di istituire un fondo di 100 milioni di euro da cui attingere microfinanziamenti per l'avvio di impresa. Si tratta di prestiti fino a 25 mila euro da destinare a nuove imprese di dimensioni ridotte, al di sotto dei dieci dipendenti. L'obiettivo è quello di facilitare l'ingresso di chi ha perso il proprio lavoro nel mondo imprenditoriale. Il fondo dovrebbe poi essere elevato a 500 milioni di euro, grazie all'intervento della Banca europea per gli investimenti. Tale operazione dovrebbe consentire di arrivare all'erogazione di circa 45 mila prestiti. Nessun cofinanziamento nazionale sull'Fse. I programmi del Fondo sociale europeo non graveranno sui bilanci degli stati membri. Per tutto il periodo 2009-2010, la Commissione europea sarà autorizzata a rimborsare agli stati membri il 100% delle spese dichiarate. Questo comporta che non saranno necessari cofinanziamenti nazionali per attivare le misure di aiuto. L'Fse dispone di risorse volte ad aiutare le persone a mantenere il proprio posto di lavoro o a trovare una nuova occupazione tramite programmi di riqualificazione professionale, promuovendo l'imprenditorialità e migliorando i servizi di collocamento pubblici. I fondi sono destinati sia alle persone fisiche che alle imprese. Il Fondo sociale europeo sarà inoltre incaricato di offrire tempestive opportunità di formazione o lavoro a ciascun disoccupato: entro un mese per i giovani di età inferiore a 20 anni, entro due mesi per i giovani di età inferiore ai 25 anni ed entro tre mesi per le persone di età superiore a 25 anni. Strumenti pratici per le imprese. Altre proposte della commissione riguardano la predisposizione di una guida per la formazione nelle piccole imprese per aiutarle a mantenere e a ottenere le abilità di cui necessitano. Inoltre, ci si propone di fornire istruzioni pratiche per aiutare le imprese, i lavoratori e i loro rappresentanti a gestire meglio e in modo pro-attivo la ristrutturazione aziendale. Sussidio di disoccupazione trasferibile. Sarà possibile, per i disoccupati che cercano lavoro in uno stato membro diverso dal proprio, mantenere il sussidio di disoccupazione a cui avevano diritto nel proprio paese per un periodo di sei mesi. Sempre in quest'ottica, la commissione si propone di istituire un nuovo servizio on-line che possa aiutare i lavoratori a cercare un impiego consono alle proprie capacità in tutto il territorio europeo, sfruttando il portale europeo attualmente già esistente denominato Eures. Più incisivo il Fondo per la globalizzazione. Durata maggiore e tasso di intervento più alto per il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Fem). Le modifiche che interessano il fondo, operative fino al 31dicembre 2011, riguardano l'innalzamento del tasso di intervento dal 50 al 65%, l'elevamento della durata da 12 a 24 mesi, nonché l'abbassamento da 1.000 a 500 lavoratori coinvolti come soglia minima per attivare l'intervento. Il Fondo è nato con lo scopo di fornire un sostegno ai lavoratori, principalmente nelle regioni e nei settori svantaggiati dalla loro apertura all'economia globalizzata. Con una dotazione annuale di 500 milioni di euro, l'obiettivo del Fem consiste nel fornire un aiuto individuale preciso e limitato nel tempo ai lavoratori personalmente e severamente colpiti da licenziamenti derivanti da trasformazioni profonde negli scambi commerciali internazionali. Il Fondo, istituito a fine 2006, ha già fatto sentire i suoi effetti anche in Italia, visto che a fine 2008 sono state approvate quattro proposte italiane di accesso, tutte destinate a sostenere la crisi nel settore tessile in quattro regioni: Sardegna, Lombardia, Piemonte e Toscana.

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Usa al test del pil trimestrale (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa e Finanza" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

SETTIMANA IN NUMERI Usa al test del pil trimestrale di Redazione - 25-07-2009 Mentre analisti ed economisti sgomitano già per indovinare di quanto «risalirà» l'economia americana nel 2010, i mercati devono adesso fare ancora i conti con la fredda realtà della crisi. E presto arriverà un dato quelli che possono produrre grandi cambiamenti sul sentiment delle Borse, nel bene e nel male. È la prima lettura del pil nel secondo trimestre 2009, noto venerdì 31 luglio. Le notizie potrebbero non essere tremende sebbene, lo si sa già, il verdetto sarà di altri tre mesi di recessione per l'economia Usa. Tuttavia ci si attende che la contrazione non riveli particolarmente accentuata, soprattuttp dopo il -5,5% annualizzato del primo trimestre. I motivi per un «cauto ottimistmo» sono almeno due. Il primo è che sono migliorate, nel complesso, le attese alla luce degli ultimi dati macro pubblicati. Nel valutarli, anche l'autorevole The Economist Intelligence Unit, parla espressamente di un «forte rallentamento della contrazione del Pil», al punto da avere rivisto le prospettive su tutto il 2009 a quota -2,5%, dalla precedente stima del -2,9 per cento. Più in generale, il consensus del mercato sul secondo trimestre è pari al -1,5 per cento. A dare man forte agli ottimisti è arrivato anche il «superindice», cresciuto in giugno dello 0,7%, ovvero oltre le stime. E non solo. È stato anche rivista al rialzo la lettura di maggio, dall'1,2% all'1,3 per cento. Secondo Ken Goldstein, capo-economista del Conference Board, istituto che ha rilasciato il dato, la recessione ha iniziato a perdere velocità sin dalla primavera. Fra i componenti che hanno contribuito positivamente ci sono da segnalare gli spread sui tassi di interesse, i permessi edilizi, i prezzi delle azioni e le richieste dei sussidi di disoccupazione. Secondo fattore confortante è il dato della crescita nel secondo trimestre 2009 della Cina, che ha già rilasciato la statistica. L'attività economica è balzata a +7,9%, superiore dunque al 7,7-7,8% stimato dagli economisti. E se il Drago riprende a volare, anche dalle parti di Washington può tornare un po' di buonumore.

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se la ripresa sarà a w (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

OLTRE LA CRISI SE LA RIPRESA SARà A W di Franco A. Grassini In tempi difficili l'osservazione da parte di un istituto serio come lo ISAE che ci siano segnali di "un possibile punto di svolta per l'economia italiana tra l'estate e l'autunno" dovrebbero far tirare un sospiro di sollievo. Analogamente la previsione che nel 2010 il PIL dovrebbe crescere dello 0,2% sembra confermare un relativo ottimismo. Leggendo tra le righe del lungo rapporto si vede come il problema vero che il mondo, non solo l'Italia, ha di fronte sia quello della forma che assumerà la ripresa. E' ormai, infatti, opinione comune che rarissime sono le possibilità che essa abbia quelle di una V. Vale a dire che alla forte discesa dell'economia faccia seguito una risalita che riporti ai livelli precedenti. Gli economisti si dividono tra altre due alternative. La prima, quella considerata meno probabile, è che l'economia assuma la forma di una L. Al calo produttivo dovrebbe seguire una lunga semi-stasi a livelli più bassi rispetto a quelli che si erano toccati. La seconda alternativa è che sia a W. In altri termini a una certa ripresa potrebbe far seguito una nuova discesa. La marcia verso una vera e propria depressione, infatti, è stata evitata da massicci interventi pubblici. Ma anche gli Stati non possono continuare a indebitarsi o a stampare moneta. Le ragioni di questo sostanziale pessimismo vanno cercate nelle ragioni profonde della crisi. Vale a dire che lo sviluppo notevole che aveva caratterizzato l'economia mondiale - non quella italiana- nell'ultimo periodo era fondato essenzialmente sul ricorso al debito. Si tratta di squilibri e abitudini che non è facile eliminare in tempi brevi. Per giunta il Fondo monetario internazionale ha sottolineato che "c'è necessità di fare di più per stabilizzare le banche e i mercati". Negli USA, dove la crisi è nata e dove gli squilibri sono maggiori, la forza delle lobby sta mettendo a dura prova i desideri di riforma di Obama. La Cina ha cautamente suggerito di andare verso una nuova moneta mondiale. ma anche qui gli ostacoli sono enormi. E come sta l'Italia? Dalle indagini Isae risulterebbe che nell'industria il tasso di innovazione sarebbe migliore di quanto generalmente ritenuto, ma nel complesso la disoccupazione dovrebbe nel 2010 salire al 9,3%. Ci sarebbe, cioè, bisogno di uno sforzo comune- Stato, imprese, sindacati per cercare di trovare nuovi equilibri. Ma non si vede, per ora, ove siano leader in grado di guidare uno sforzo del genere.

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Il gigante Russia poco europeo ma vorace di spazio (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

l'analisi di massari Il gigante Russia poco europeo ma vorace di spazio «La Russia si orienta sempre più verso l'Europa. Durante i secoli della sua modernità, fino al 1917 e anche oltre: è questo il fatto cruciale della sua storia». Inizia con una citazione di Fernand Braudel il saggio Russia, democrazia europea o potenza globale? di Maurizio Massari per la Guerini e Associati editori. Un libro che si legge tutto d'un fiato, come d'altronde si è sempre fatto con le cronache provenienti da "oltrecortina". Oggi, a venti anni dalla caduta del Muro di Berlino, ci si interroga ancora sul ruolo e lo spazio all'interno della comunità internazionale della (ex) "Grande Madre Russia". Le macerie del Muro avevano mostrato al mondo intero un grande "impero", l'Urss, ridotto in ginocchio da settantadue anni di governi comunisti e dalla Guerra Fredda, lenta e inesorabile partita a scacchi con gli Usa. "Un gigante dai piedi di argilla", questa era l'idea che circolava in Occidente quando i primi passi della perestrojka di Gorbaciov e il seguente crollo dell'Unione Sovietica permisero di lanciare uno sguardo al di là del Muro, verso una realtà che solo fino a qualche anno prima restava avvolta nel mistero della propaganda, a favore o contro. In molti, venti anni fa, si dissero immediatamente favorevoli all'annessione della Russia all'interno dell'Europa. Ma i resti di un grande "impero", anche se comunista, difficilmente si fanno assorbire da una realtà che fiutano come "altra" da loro. La storia d'Europa è sempre andata a braccetto con quella russa. Ma ciò non significa avere una cultura identitaria comune. La Russia si è sempre caratterizzata come estremamente vorace di "spazio". Nella sua storia è proprio lo «spazio che determina lo Stato», come scrive Sergio Romano nella prefazione al libro di Massari. Oggi la Federazione si ritrova con dello spazio in meno; molti Paesi dell'Est che prima vivevano sotto il suo ombrello ora sono repubbliche sovrane. Un colpo al cuore per l'orso russo che, tuttavia, ha progressivamente riconquistato il suo potere sul palcoscenico internazionale. Lo strumento vincente è stato il boom economico (anche se fiaccato dalla recente crisi globale), che ha visto il Pil russo crescere negli ultimi otto anni. E sempre nell'ultimo decennio, i rapporti commerciali con l'Europa (e il resto del mondo) si sono intensificati. In campo energetico si è raggiunta una forte interdipendenza e Mosca ha cominciato nuovamente a essere additata tra i "grandi" del pianeta, rivivificata da anni di crescita e di assestamento del sistema e delle procedure democratiche. Nel suo libro Maurizio Massari, diplomatico attualmente alla Farnesina ma che si trovava a Mosca proprio negli anni della perestrojka, analizza senza pregiudizi né «falsi miti» il ruolo della Russia oggi nel mondo e ne tratteggia la volontà strategica attraverso le recenti scelte in campo economico e politico. La stretta di mano tra Medvedev e Obama e la vicinanza alla Cina e all'India fanno comprendere come la Russia abbia scelto di porsi «al di fuori» dell'Europa, «consolidando - come scrive l'autore - una sua identità e collocazione politico-valoriale nel sistema europeo internazionale al di fuori del sistema». Ma «fuori» non significa certo «contro», ed è proprio su questo che gioca l'analisi accurata di Massari che, scevra da pregiudizi e lenti precostituite, va a leggere e portare alla luce i motivi e le implicazioni della mancata integrazione della Russia nel sistema Europa-Occidente, in termini di idee e percezioni da un lato, e di «policies» dall'altro. Insomma, il "grande orso russo" è tornato, ma oggi può essere un partner forte e non più un nemico da combattere. di Anna Mazzone 25/07/2009

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IL MINISTRO della Salute cinese ha vietato l'uso dell'elettrochoc pe... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LETTERE E COMMENTI pag. 36 IL MINISTRO della Salute cinese ha vietato l'uso dell'elettrochoc pe... IL MINISTRO della Salute cinese ha vietato l'uso dell'elettrochoc per ragazzi colpevoli' di navigare troppe ore in internet. La pratica è sott'investigazione, ma le cliniche continuano a riceve pazienti e si moltiplicano anche in Usa e Europa; il centro di ricovero di Bradford, Pennsylvania, è il più noto. In Cina il 14% dei giovani rischia di essere etichettato internet dipendente'. La clinica di Daxing, sobborgo di Beijing, è la più grande. E' all'interno di una base militare e l'ospedale si distingue per i lucchetti alle porte e le barre alle finestre. Molti pazienti sono forzati a venirci dai genitori e il trattamento comprende disciplina e ipnosi. La navigazione è sostituita da giochi di guerra e addestramento. La rieducazione spesso prevede la macchina a onde nanometriche', un casco che emette onde elettromagnetiche. Nel 2012 l''internet dipendenza' sarà forse inserita nel Dsm-v, il manuale di psichiatria. Ma navigare in internet è una scelta, non una patologia. Allora perché non creare una malattia per chi sta troppe ore al telefono? O per chi legge troppi libri? O per chi guida troppe ore in auto? Davis Fiore, Milano

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MEDIATRICE interculturale, consigliere per il centrosinistra del Quartiere San Vitale, tifosa calcis... (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

BOLOGNA PRIMO PIANO pag. 3 MEDIATRICE interculturale, consigliere per il centrosinistra del Quartiere San Vitale, tifosa calcis... MEDIATRICE interculturale, consigliere per il centrosinistra del Quartiere San Vitale, tifosa calcistica e albanese. Arjana Vacchetti (nella foto), candidata straniera (fra i pochissimi) eletta in città, è gioiosa: «Di solito seguivo le partite seduta sul divano in casa, ma da quest'anno andrò a vederle direttamente allo stadio, non ne voglio perdere una. Sono contenta per la squadra, che spero diventi più competitiva, e per i bolognesi. Oramai mi definisco tale anche io». L'occasione è importante anche per riflettere sull'apertura, o meno, della città nei confronti degli stranieri: «Si parla troppo spesso solo ed esclusivamente di episodi negativi, come se l'esempio positivo e quotidiano non interessasse a nessuno. Ma la nostra è una comunità ben integrata e molto presente, lo conferma la mia elezione in uno dei quartieri più centrali di Bologna. Ormai viviamo in una società globalizzata e multi-culturale, non ci si deve più stupire per investimenti stranieri, siano essi albanesi o francesi. Certo nel mondo del calcio fa più scalpore e può essere un bene che si parli di un nostro connazionale». Nessuna discriminazione in questi anni? «Non ho mai avuto problemi, la città ha una lunga e antica tradizione di accoglienza ancora vitale. Basti pensare all'Università». L'augurio finale è ovvio: «Dobbiamo rimanere in serie A». s. b.

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Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina d... (sezione: Globalizzazione)

( da "Giorno, Il (Milano)" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LETTERE E COMMENTI pag. 15 Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina d... Le cliniche per gli internet dipendenti continuano a moltiplicarsi in Usa e Europa e anche in Cina dove il 14% dei giovani rischia di essere etichettato in questo modo. Nel 2012 l'internet dipendenza sarà forse inserita nel Dsm-v, il manuale di psichiatria, e accettata a livello globale. Ma navigare in internet è una scelta, non una patologia. Allora perché non creare una malattia per chi sta troppe ore al telefono? O una per chi legge troppi libri? O una per chi guida troppe ore in auto? Davis Fiore

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L'AQUILA NEL CERCHIO MAGICO DI GILBERTO GIL (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'AQUILA NEL CERCHIO MAGICO DI GILBERTO GIL ROBERTO BRUNELLI Se c'era qualcuno che poteva far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere solo Gilberto Gil. Come un alieno sorridente calato dal Brasile a due passi dal centro della città martoriata alle 3.32 del 6 aprile, l'ex ministro della cultura del governo di Lula ha portato in dote spiriti condomblé, pezzi di anima africana, aria di primavera bahiana, funk-samba elettrico, reggae dalle viscere caraibiche. Il tutto davanti al popolo delle tendopoli, portato con gli autobus che facevano la spola fino al misterioso e meraviglioso anfiteatro romano di Amiternum. ROVINE D'ORO Il cielo era fresco, le rovine romane sembravano d'oro. 23 luglio 2009, l'inizio del festival itinerante «Campi Sonori», festival «di rinascita». Tutt'intorno gli alpini della protezione civile, le luci della sera fiammeggianti, gli scout e la gente cosiddetta normale dell'Aquila, molti dei quali catapultati dalle tende fino a questo cerchio magico creato a poche chilometri dal Palazzo del governo fatto a pezzi dal sisma. Una strana e affascinante città, a modo suo, L'Aquila, circondata dolcemente dal Gran Sasso: ma voi non sapete che è la città con il più alto tasso di consumo di musica classica in Italia e, dicono i ben informati, in Europa. E forse molti di quelli venuti qua ieri l'altro sera avevano solo un'idea vaga di chi fosse Gilberto Gil: chissà se sanno che questo strano tizio con un'unica immensa dreadlock ormai grigio-candida che gli salta sulla schiena, vestito con una camicia rosa e dal passo di folletto, è colui che, oltre tre decenni fa, ha inventò il tropicalismo insieme a Caetano Veloso, e che il tropicalismo è stata una vera rivoluzione musicale per tutto il continente sudamericana, musica di rivolta e di pensiero, di liberazione e sofisticazione. Chissà se sanno se costui con la voce che corre dagli acuti di un usignolo ai colori pastello della bossa nova, è stato un importante ministro di un dei paesi più popolosi del mondo... fatto sta che è stata una seduzione, calda e appassionata. È venuto qui, Gil, per «l'anima e lo spirito» dell'Aquila, per portare una solidarietà che è musica ma non è solo musica: come dire L'Aquila siamo noi, come poche sere in una cristallina notte romana ha gridato Bruce Springsteen ai 45 mila dello Stadio Olimpico. FOLKLORE E SPERIMENTAZIONE Lui, pronipote di schiavi, ed esule a Londra durante la dittatura militare, sa di cosa parla e di cosa canta. sa che le rovine materiali dell'Aquila non sono cosa diversa dalle rovine provocate dalla povertà o dal sopruso o dalla mancanza di cultura. Prende il proprio immenso repertorio - 65 album realizzati in 42 anni di carriera - e lo cannibalizza, lo modifica e lo rinnova, con elementi che vanno dalla bossa al funk elettrico, passando dal samba e dal tropicalismo, da vene progressive fino ai ritmi in levare del reggae più malioso, fondendo il folklore alla sperimentazione. E così il concerto cresce, di nota in nota. La gente dell'Aquila - piccole famiglie, ragazze dagli occhi grandi, giovani in cerca di una normalità da riconquistare - si fa prendere per mano dal grande e minuto brasiliano per farsi trascinare al centro del suo cerchio magico. Elettrico condomblè, l'abbiamo detto, grazie anche ad una band formidabile: c'è il bassista, Arthur Maia, che canta all'unisono con il suo strumento anche quando strappa le corde col pollice, c'è l'efficiente batterista Alex Fonseca, ma soprattutto ci sono le due chitarre a costruire il reticolo sonoro del mondo di Gil: Sergio Chiavazzolli e il figlio di Gilberto, Bem Gil, polistrumentista dotato di un talento morbido e liquido. Sono gli stessi che che hanno realizzato insieme a Gilbert il suo ultimo disco, Banda Larga Cordel (2008), ma non hanno difficoltà ad affondare il cuore pure nel passato remoto della carriera di Gil. Corrono così pezzi come Alapala e Maracatu Atomico, classici come Samba de Los Angeles e Sararà, e corrono quattro diverse lingue: italiano mischiato a portoghese quando il dolce sciamano venuto da Bahia si rivolge agli italiani dell'Aquila, l'inglese del reggae e lo spagnolo del continente. Una miscela globale che si rivolta contro gli inganni della globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma l'uditorio di fronte a lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo contagioso del finale, con il pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che si sciolgono i capelli e ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli scout che cantano a squarciagola nelle ultime file, le coppie avvinghiate in un torrido abbraccio. Alla fine ha vinto il desiderio: solo il desiderio è più forte della terra. Il concerto Il dolce sciamano del tropicalismo ha suonato per la gente delle tendopoli: una serata piena di desiderio, di spiriti condomblé e ritmi africani, finita con gli aquilani in piedi a ballare il samba della rinascita

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Se c'era qualcuno che poteva far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere solo Gilber... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Se c'era qualcuno che poteva far ballare l'Aquila ferita, quello poteva essere solo Gilberto Gil. Come un alieno sorridente calato dal Brasile a due passi dal centro della città martoriata alle 3.32 del 6 aprile, l'ex ministro della cultura del governo di Lula ha portato in dote spiriti condomblé, pezzi di anima africana, aria di primavera bahiana, funk-samba elettrico, reggae dalle viscere caraibiche. Il tutto davanti al popolo delle tendopoli, portato con gli autobus che facevano la spola fino al misterioso e meraviglioso anfiteatro romano di Amiternum. ROVINE D'ORO Il cielo era fresco, le rovine romane sembravano d'oro. 23 luglio 2009, l'inizio del festival itinerante «Campi Sonori», festival «di rinascita». Tutt'intorno gli alpini della protezione civile, le luci della sera fiammeggianti, gli scout e la gente cosiddetta normale dell'Aquila, molti dei quali catapultati dalle tende fino a questo cerchio magico creato a poche chilometri dal Palazzo del governo fatto a pezzi dal sisma. Una strana e affascinante città, a modo suo, L'Aquila, circondata dolcemente dal Gran Sasso: ma voi non sapete che è la città con il più alto tasso di consumo di musica classica in Italia e, dicono i ben informati, in Europa. E forse molti di quelli venuti qua ieri l'altro sera avevano solo un'idea vaga di chi fosse Gilberto Gil: chissà se sanno che questo strano tizio con un'unica immensa dreadlock ormai grigio-candida che gli salta sulla schiena, vestito con una camicia rosa e dal passo di folletto, è colui che, oltre tre decenni fa, ha inventò il tropicalismo insieme a Caetano Veloso, e che il tropicalismo è stata una vera rivoluzione musicale per tutto il continente sudamericana, musica di rivolta e di pensiero, di liberazione e sofisticazione. Chissà se sanno se costui con la voce che corre dagli acuti di un usignolo ai colori pastello della bossa nova, è stato un importante ministro di un dei paesi più popolosi del mondo... fatto sta che è stata una seduzione, calda e appassionata. È venuto qui, Gil, per «l'anima e lo spirito» dell'Aquila, per portare una solidarietà che è musica ma non è solo musica: come dire L'Aquila siamo noi, come poche sere in una cristallina notte romana ha gridato Bruce Springsteen ai 45 mila dello Stadio Olimpico. FOLKLORE E SPERIMENTAZIONE Lui, pronipote di schiavi, ed esule a Londra durante la dittatura militare, sa di cosa parla e di cosa canta. sa che le rovine materiali dell'Aquila non sono cosa diversa dalle rovine provocate dalla povertà o dal sopruso o dalla mancanza di cultura. Prende il proprio immenso repertorio - 65 album realizzati in 42 anni di carriera - e lo cannibalizza, lo modifica e lo rinnova, con elementi che vanno dalla bossa al funk elettrico, passando dal samba e dal tropicalismo, da vene progressive fino ai ritmi in levare del reggae più malioso, fondendo il folklore alla sperimentazione. E così il concerto cresce, di nota in nota. La gente dell'Aquila - piccole famiglie, ragazze dagli occhi grandi, giovani in cerca di una normalità da riconquistare - si fa prendere per mano dal grande e minuto brasiliano per farsi trascinare al centro del suo cerchio magico. Elettrico condomblè, l'abbiamo detto, grazie anche ad una band formidabile: c'è il bassista, Arthur Maia, che canta all'unisono con il suo strumento anche quando strappa le corde col pollice, c'è l'efficiente batterista Alex Fonseca, ma soprattutto ci sono le due chitarre a costruire il reticolo sonoro del mondo di Gil: Sergio Chiavazzolli e il figlio di Gilberto, Bem Gil, polistrumentista dotato di un talento morbido e liquido. Sono gli stessi che che hanno realizzato insieme a Gilbert il suo ultimo disco, Banda Larga Cordel (2008), ma non hanno difficoltà ad affondare il cuore pure nel passato remoto della carriera di Gil. Corrono così pezzi come Alapala e Maracatu Atomico, classici come Samba de Los Angeles e Sararà, e corrono quattro diverse lingue: italiano mischiato a portoghese quando il dolce sciamano venuto da Bahia si rivolge agli italiani dell'Aquila, l'inglese del reggae e lo spagnolo del continente. Una miscela globale che si rivolta contro gli inganni della globalizzazione e che di canzone in canzone trasforma l'uditorio di fronte a lui. Da primi, timidi, applausi all'entusiasmo contagioso del finale, con il pubblico in piedi di fronte a lui, le ragazze che si sciolgono i capelli e ballano il samba come fossimo al carnevale di Rio, gli scout che cantano a squarciagola nelle ultime file, le coppie avvinghiate in un torrido abbraccio. Alla fine ha vinto il desiderio: solo il desiderio è più forte della terra.

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La lunga siesta dell'Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-07-25 - pag: 9 autore: DALLA PRIMA La lunga siesta dell'Europa Se invece mi rivolgo a quegli scettici che, glissando per convenienza sulla prima metà del XX secolo, rivendicano concezioni ottocentesche di sovranità indivisa, sottolineo i tanti successi dell'Unione europea. Non è difficile trovarli. Anche senza voler citare il periodo di pace e prosperità seguito alla fine della seconda guerra mondiale, il radicamento della democrazia nell'Europa centro-orientale postcomunista risalta come un successo straordinario. Detto questo, è facile scivolare nella depressione pensando all'introversione del continente. Il mondo sta assistendo a sommovimenti geopolitici di portata mai vista nella storia; il potere si sta spostando dall'Occidente all'Oriente; le istituzioni e le regole internazionali su cui l'Europa fonda la sua sicurezza e prosperità sono in difficoltà. E l'Europa sembra pronta ad autoescludersi dal dibattito. La tesi pessimistica è stata esposta con eloquenza da Charles Grant, fondatore e direttore del londinese Centre for european reform. Grant è un europeista straconvinto. Ma il titolo di un suo recente saggio la dice lunga sul suo stato d'animo attuale: "L'Europa è destinata a fallire come potenza?". Un decennio fa circa, la Ue si poteva annoverare, insieme a Stati Uniti, Cina, India, Russia e magari un altro paio di nazioni, tra i soggetti che avrebbero dato forma al nuovo ordine internazionale. Ora, quando si trova a parlare con politici cinesi, russi o indiani, Grant trova «raggelanti » le loro opinioni sull'influenza europea. L'Unione ha ancora ambizioni, ma è giudicata «divisa, lenta a muoversi e male organizzata». Barack Obama riponeva grandi speranze nel partenariato con l'Europa per rifondare su nuove basi i rapporti tra Occidente e resto del mondo. Ma l'inquilino della Casa Bianca si sta rapidamente rendendo conto di quanto l'Europa sia riluttante a parlare con una voce unica in materia di politica estera e di difesa. La posta in gioco è considerevole. è diventata una banalità dire che stiamo avanzando a grandi passi verso un mondo multipolare dove l'Occidente non sarà in grado come un tempo di determinare gli eventi. In un contesto simile, le potenze di medio calibro del Vecchio continente hanno da perdere più di chiunque altro se salta il sistema di regole. Anche per le nazioni europee più grandi andare da sole è semplicemente improponibile. Ma, come fa notare Grant, i governi europei sono molto più interessati a tenersi aggrappati ai totem del potere - una grossolana distribuzione di posti nelle varie istituzioni globali - che a contribuire a progettare l'architettura di un nuovo ordine. Un pericolo evidente è che Usa e Cina possano scavalcare l'Europa creando un G-2. Lo si può già vedere sui cambiamenti climatici. Tutte le cariche di cui dispone l'Europa nel G-8, nel Fondo monetario internazionale e così via a quel punto diventerebbero come una valuta deprezzata. E dietro c'è una minaccia più grande, il rischio che l'emergente ordine multipolare sia basato sulla forza invece che sul diritto. Grant riconosce che c'è anche un altro aspetto della faccenda. L'Europa dispone ancora di una robusta dose di soft power, in virtù della sua considerevole forza economica, dei suoi valori e della sua stabilità politica. Se è vero che non è riuscita a elaborare politiche comuni nei confronti, ad esempio, di Cina e India, è vero anche che dà un contributo sostanziale, e spesso sottovalutato, al mantenimento della pace e della stabilità in tutto il mondo. Robert Cooper, il direttore generale Ue per gli affari esteri, espone con efficacia questa tesi in un commento critico che Grant, con ammirevole equità, ha pubblicato congiuntamente alla sua analisi. Per quanto inefficiente e spesso irritante, la Ue odierna rappresenta un enorme passo in avanti rispetto a prima. Chi non è d'accordo pensi al disastroso fallimento dell'Europa negli anni 90 di fronte al tracollo dell'ex Jugoslavia.Cooper mette in evidenza anche l'errore comune di giudicare l'Europa sulla base di aspettative irrealistiche. Non si è mai pensato che dalla costruzione europea sarebbe emerso un unico stato, perciò non ha senso comparare la Ue con Usa o Cina. Per usare le parole di Cooper, «l'ambizione della Ue spesso non può essere più grande della somma delle ambizioni dei suoi Stati membri, e questi ultimi non sempre sono ambiziosi ». Ma è qui, secondo me, che sta il problema. Non mi viene in mente nessun momento nella storia recente in cui sia stato tanto importante, per gli europei, dimostrare al mondo le loro ambizioni. Anche se adesso sembra tranquilla e soddisfatta, l'Europa scoprirà presto che viaggiare col freno tirato non è per niente agevole. Philip Stephens (traduzione di Fabio Galimberti) © FINANCIAL TIMES

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Mutanda pazza non salva il mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-07-25 - pag: 10 autore: ... GROTTESCA IDEA PER IL DARFUR Mutanda pazza non salva il mondo P er salvare il mondo ci son tanti modi, spegnere la luce quando non serve, disegnare uno strumento che risparmi energia, lavorare alla solidarietà e al volontariato, unirsi alle idee di buona volontà. Ma anche le buone intenzioni talvolta cadono nel ridicolo, con il risultato di rendere grottesca la nobile causa che vorrebbero servire. Il Darfur, l'area del Sudan da anni squassata dalla guerra civile, è tra le cause più importanti su cui impegnarsi. Un governo locale di criminali di guerra, nell'indifferenza del mondo e con il tacito sostegno della superpotenza Cina, terrorizza la popolazione, deporta le minoranze, incendia i villaggi, affama i bambini e stupra le donne, lasciate alla soldataglia dei janjaweed. Ma è vendere mutande tanga con il logo Salvate il Darfur, ultima moda negli Usa, la strada seria per ricordare quella tragedia? O è piuttosto la moda del momento? Rendere farsa tutto, anche il male?

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La Cina sorpassa l'India nei consumi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MATERIE PRIME data: 2009-07-25 - pag: 36 autore: Oro. La rupìa e le tasse fanno perdere a Nuova Delhi un primato storico La Cina sorpassa l'India nei consumi La Cina quest'anno salirà al primo posto nel consumo di oro, un'egemonia finora feudo dell'India. Grazie alla robusta ripresa economica, la domanda di gioielli in Cina è salita, mentre il declino della rupìa ha rallentato i consumi indiani, che rischiano di diminuire ancora per il recente raddoppio del dazio sull'import. La Bombay Bullion Association ritiene che il sorpasso sarà solo sulla carta, perché non potrà tener conto delle crescenti importazioni effettuate tramite canali non ufficiali, per evitare le tasse. Ma le cifre del World Gold Council non lasciano dubbi. Nei primi sei mesi l'import indiano è sceso del 54%, a 63,8 tonn., mentre gli acquisti cinesi hanno superato 105 tonn. solo nel primo trimestre. I dati dell'intero 2008, secondo l'ultimo rapporto della casa di studi statistici Gfms, vedevano la domanda indiana viaggiare oltre 650 tonnellate d'oro, con quella cinese a 400 tonnellate. Quantitativi notevoli rispetto al totale mondiale dello scorso anno, che il World Gold Council stimava in aumento del 3,8% a 3.658,6 tonnellate, per un valore di 101,8 miliardi di dollari. La China Gold Association non esclude il sorpasso, che però non intacca il favore che gli indiani riservano all'oro in occasione dei matrimoni e delle feste tradizionali. A contribuire alla crescita della domanda cinese c'è anche il graduale aumento delle riserve auree ufficiali del paese, riserve che oggi, con 1.054 tonnellate, sono al sesto posto dopo quelle di Usa, Germania, Fmi, Francia e Italia.

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Il dietrofront della Cina: adesso fate più figli (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di sabato 25 luglio 2009 Il dietrofront della Cina: adesso fate più figli di Redazione Contrordine: la politica del figlio unico, imposta da 30 anni alle famiglie urbane in Cina, inizia a dimostrarsi un sostanziale fallimento. Così, per la prima volta da decenni, è arrivato l'impensabile appello: fate più figli. A rompere la regola è Shanghai, capitale economica del gigante asiatico. Ieri Xie Lingli, direttore della Commissione locale per la pianificazione familiare, ha annunciato che la municipalità incoraggerà attivamente le coppie formate da figli unici ad avere un secondo figlio. Una campagna di sensibilizzazione e incentivi che avrà lo scopo di contrastare il rapido invecchiamento della popolazione e il peso crescente di genitori e nonni in pensione sui figli unici. Formalmente non è una rivoluzione: la «one child policy» già prevede che coppie «cittadine» formate da figli unici possano aspirare ad avere due bambini. Di fatto, un appello così esplicito alla procreazione denota un cambiamento di priorità per la Cina: quando la legge fu introdotta nel 1979, ad angosciare i governanti di Pechino era la crescita incontrollata della popolazione nelle città, in un Paese vastissimo che proprio allora varcava la soglia del miliardo di abitanti e che si riversava nelle aree urbane. Oggi, invece, sono fonte d'allarme il costante invecchiamento della popolazione e il crescente peso delle coppie formate da due figli unici che si prendono a carico i quattro genitori se non addirittura gli otto nonni. Il sistema pensionistico cinese, finanziato in modo insufficiente dallo Stato, non reggerebbe alla pressione. La campagna sarà affidata a volontari che distribuiranno volantini informativi sotto le porte. Le coppie avranno diritto a consulenze finanziarie e assistenza psicologica. A Shanghai il 22 per cento della popolazione, vale a dire tre milioni di residenti registrati, ha un'età superiore ai 60 anni e si prevede che nel 2020 la percentuale salirà a 34. Per il 2050 il Centro Usa per gli studi strategici e internazionali stima che i cinesi di età superiore ai 60 anni saranno più di 438 milioni e 100 milioni gli over 80. Oggi sono 1,6 le persone in età lavorativa per ogni anziano over 60; la proporzione nel 1975 era di 7,7. Secondo la «one child policy», ogni coppia può avere solo un figlio, pena gravi sanzioni. Oltre alle coppie formate già da figli unici, possono averne due: i residenti in aree rurali di 19 province, se il primo figlio è femmina e le minoranze etniche (che possono procreare senza limiti). Spesso le autorità locali sono state accusate di aver imposto la legge con la violenza, cioè con aborti o sterilizzazioni forzate. Per molti analisti, è la «one child policy» la causa del diffuso fenomeno degli aborti selettivi sui feti femmina in ossequio alla preferenza dei cinesi per il maschio. Nonostante l'apparente rigore della legge, è successo spesso che coppie facoltose e dirigenti del Partito comunista abbiano avuto più di un figlio. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Influenza suina, l'inganno continua (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sul Giornale di oggi mi sono occupato della riforma sanitaria proposta da Obama. Un dato appare chiaro: da quando ha messo in cantiere le nuova legge il presidente americano ha perso 15 punti percentuali: il suo gradimento è sceso dal 70 al 45%. L'attuale sistema è basato sulle assicurazioni private con due importanti eccezioni: il programma di salute per gli anziani (Medicare) e per i poveri (Medicaid) che sono a carico dello Stato, con costi elevatissimi: oltre 2.200 miliardi di dollari che in prospettiva sono destinati a raddoppiare. L'aspetto per noi più choccante è che oggi 48 milioni di americani sono senza copertura sanitaria e appartengono soprattutto alla classe media: non sono abbastanza poveri per richiedere Medicaid, ma non abbastanza ricchi per pagare polizze spesso salatissime. Eppure, secondo i sondaggi, la maggior parte degli americani è contraria alla copertura universale, tipo quella europea e che Obama intende varare entro la fine dell'anno. Su questo argomento è in corso una battaglia di spin molto intensa che vede schierati da una parte le assicurazioni private che stanno investendo milioni in una campagna di persuasione attraverso società di Pr, dall'altra il presidente ovvero il grande comunicatore. Da qui due spunti di riflessione. 1) Il no degli americani alla copertura universale è culturale ovvero rispecchia ancora il concetto della responsabilità personale e l'avversione allo stato sociale o è influenzato in maniera decisiva dallo spin dell'industria sanitaria, che è implacabile? Il dubbio sorge considerando che prima delle elezioni, quando la propagnda delle assicurazioni era a bassa intensità, il 75% degli elettori era favorevole alla riforma, mentre ora i contrari superano il 50%. Gli interventi dei lettori "americani" di questo blog sono ovviamente benvenuti. 1) Ma la questione ha una valenza più ampia che riguarda anche noi europei. Nei Paesi industrializzati i costi della salute esplodono anche per l'invecchiamento della popolazione. In prospettiva la copertura medica estesa a tutti è sostenibile? E cosa rispondere ai liberisti che sostengono che dovremmo essere noi a imitare l'America riscoprendo la responsabilità individuale? Ps Dante mi ha inviato questo schema che riassume la riforma di Obama. Limpidissima. 22b5 Scritto in comunicazione, salute, usa, cultura, spin, manipolazione, europa, società, era obama, globalizzazione Commenti ( 37 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jul 09 Influenza suina, l'inganno continua. La mia tesi sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e` tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio. Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche? Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione, crisi, giornalismo Commenti ( 114 ) » (11 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... 1f4c Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Jul 09 Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera' di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria; l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen, ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica, giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia, immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 51 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più: le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd, ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui, dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera? Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8 dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti? Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo, intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 93 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili. Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici, la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA. Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime. Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi, economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09 24fe Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo, sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà, con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto, specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete. Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse? Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste, democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (6 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? 1f48 Scritto in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze). Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere. Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale. Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima. Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico, l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al 60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri, i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli. Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? Scritto in casta, crisi, cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste, democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 104 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 30Jun 09 E ora trattare o no con l'Iran? Che guaio, presidente Obama 1f42 E ora che cosa si fa con l'Iran? Il quadro ormai è chiaro: il duo Khamenei-Ahmadinejahd ha vinto, gli studenti hanno perso. Ma sono chiare anche le ragioni del comportamento dell'America di Obama. Per giorni abbiamo pensato che la linea della prudenza fosse suggerita dal timore che un pronunciamento aperto avrebbe incoraggiato la repressione del regime. Ora sappiamo che il motivo principale era un altro: nel mese di maggio Obama ha inviato una lettera a Khamenei in cui non solo si limitava a formalizzare le proposte di dialogo, ma delineava una nuova era di pace e di collaborazione, inclusa una cogestione dei problemi dell'area del Golfo. Con incredibile leggerezza, la Casa Bianca ha insomma srotolato il tappeto rosso ai piedi dell'ala più intransigente del regime, senza nemmeno attendere le elezioni, che si sono svolte nel mese di giugno, e nella presunzione che nulla sarebbe cambiato a Teheran. Solo quando Khamenei ha iniziato ad accusare Washington di aver fomentato i disordini, Obama ha deciso di denunciare pubblicamente la repressione. Ma le rivoluzioni popolari riescono quando sono pilotate da qualcuno o quando l'esercito passa dalla parte dei rivoltosi. A Teheran nessuno di questi due requisiti si è verificato. La rivolta era spontanea e i Guardiani della Rivoluzione, nonostante qualche defezione, hanno obbedito al regime. La svolta di Obama è giunta troppo tardi per rompere una dinamica ormai favorevole al regime. L'America di Obama ha rivelato un'ingenuità sconcertante e ora è in grave imbarazzo. Come uscirne? E' giusto trattare, ignorando la repressione e l'inaffidabilità di un regime che non gode più di una legittimità popolare o bisogna ripristinare una linea dura sebbene senza giungere a un intervento militare? E come gestire le ricadute sugli altri Paesi del Golfo, a cominciare dall'Irak, dove gli iraniani manovrano la maggior parte delle milizie sciite e che, con il ritiro delle truppe Usa potrebbe sprofondare di nuovo nella guerra civile? D'altro canto come tenere a freno Israele ora più diffidente che mai? Di certo se Obama non avesse forzato i tempi della distensione con l'Iran, oggi non si troverebbe in una situazione così intricata. Che guaio, Mr President.. Scritto in scenari, geostrategia, iran, era obama, medio oriente, israele, gli usa e il mondo Commenti ( 38 ) » (8 voti, il voto medio è: 4.38 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti 2095 Categorie banche (22) banchieri (7) blog (6) borsa (7) capitalismo (26) casta (9) cina (23) clandestini (4) comunicazione (20) criminalità (2) crisi (43) cultura (8) democrazia (82) destra (5) disoccupazione (4) economia (46) era obama (40) europa (25) francia (29) geostrategia (10) germania (9) gheddafi (1) giornali (3) giornalismo (60) giustizia (11) gli usa e il mondo (83) globalizzazione (64) grillo (1) immigrati (7) immigrazione (49) influenza suina (3) intellettuali (2) internet (2) iran (6) islam (26) israele (4) Italia (173) lega (6) manipolazione (21) medio oriente (18) notizie nascoste (68) partito democratico (11) pdl (9) politica (9) presidenziali usa (25) progressisti (9) psicosi (4) referendum (1) russia (16) salute (3) scenari (14) sicurezza (6) sindacati (3) sinistra (5) società (54) spin (18) svizzera (5) terrorismo (2) tortura (1) turchia (14) usa (7) Varie (17) 1fb7 I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Bastano una lobby e 370 milioni per rovinare il mondo... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails Influenza suina, una psicosi molto sospetta... - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Ultime discussioni Biagio Morabito: ERRATA CORRIGE: naturalmente angiopastica sta per angioplastica. Biagio Morabito: Gentile Signor Dante, Alle volte il tempo è vita o se preferisce è pelle. Se oggi mi venisse un... Dante: Sig. Morabito, esatto! Da qualunque parte la si rigira, QUALUNQUE altra soluzione sembrerebbe piu'... Dante: Sig. Morabito: ".una polizza sanitaria privata senza massimale." Ma, se vive in Italia... Biagio Morabito: Gentile Signor Dante, Grazie per la dritta sul State Children's Health Insurance Program di... Ultime news Sanità, il Welfare: "Spesa del centro-sud rischi devastanti"Fisco e pensioni Il governo trova la fiduciaPd, la Serracchiani riscopre il centralismo democratico del PciGhedini: "Mai state tombe fenicie a Villa Certosa, altra miserabile storia"Sesso con tredicenne, l'educatrice: "Io lo amo" Gip concede i domiciliariDl anticrisi, la Camera dà il via libera: dallo scudo fiscale agli aiuti alle pmiImmigrati, Maroni: "Ora politiche per integrare"Tuffi, Cagnotto e Dallapè argento nel "sincro" 219e Vendevano pass sosta falsi: denunciati 16 vigili urbaniCalcio, l'Antitrust avvia istruttoria contro Lega: "Abusi sui diritti televisivi" Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani NetMedia, il nuovo blog di Piero Macrì Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. 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Ai politici non interessa più - 18 Votes Quando i Tg "aiutano" la camorra... - 18 Votes Ma Beppe Grillo è il modello della nuova Italia? - 17 Votes Quanti immigrati può sostenere l'Italia che arranca? - 16 Votes Primarie Usa, truccata la vittoria di Hillary? - 15 Votes Immigrazione: e se avesse ragione Maroni? - 15 Votes Recent Posts La riforma di Obama e il sogno (o l'utopia) della Sanità per tutti Influenza suina, l'inganno continua. Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale E ora trattare o no con l'Iran? 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ANCHE gli incendi estivi si sono globalizzati e si rappresentano in maniera industriale. ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il (Marche)" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sabato 25 Luglio 2009 Chiudi ANCHE gli incendi estivi si sono globalizzati e si rappresentano in maniera industriale. Tredici incendi contemporanei in Sardegna e altri in Spagna e in Francia. Un assessore ha detto: «Sembra una strategia». Come ha fatto a intuirlo? Qualcuno dovrà convincerci che tredici incendi contemporanei in Sardegna e poi in Spagna e in Francia e in altre parti sia destino, caso. Ma fateci il piacere, come diceva Totò! Ogni anno alcuni criminali distruggono il futuro dei nostri figli e nipoti, distruggendo ettari di macchia mediterranea. M.C.

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Psicologi "costruttivisti" a convegno per studiare gli effetti della globalizzazione sulle persone e sulla società (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Psicologi "costruttivisti" a convegno per studiare gli effetti della globalizzazione sulle persone e sulla società Sabato 25 Luglio 2009, Psicologi "costruttivisti" in congresso mondiale a Venezia per trattare i temi della globalizzazione e delle possibili destrutturazioni delle società, come avvenuto nella ex Jugoslavia. Si è chiuso ieri a San Servolo, il 16° congresso mondiale degli psicologi costruttivisti, che hanno a Padova una delle loro sedi d'eccellenza, grazie alla Scuola di psicoterapia costruttivista, istituto specializzato per psicologi e medici intenzionati a diventare psicoterapeuti. Il congresso ha affrontato tematiche particolarmente attuali, come la globalizzazione e le possibili destrutturazioni delle società. «La psicologia costruttivista - ha spiegato il direttore della Scuola, Massimo Giliberto - cerca di comprendere come si formano le opinioni ed i significati in comunità umane non più legate da contatto diretto, ma caratterizzate da continui incrementi di scambi mediati e mediatici e dalla grande mobilità. La globalizzazione e le comunità on-line rappresentano fenomeni nuovi. In un tempo ancora recente, le informazioni per vivere si imparavano dai genitori e nel paese/villaggio; ora ci sono scambi e attività completamente diverse». «Chi lavora nella globalizzazione - ha aggiunto - avverte instabilità crescente, insicurezza, dovute alla necessità e alla pressione di interpretare ruoli culturali diversi, relazionali, lavorativi, in continua evoluzione. L'ausilio della psicologia costruttivista è incrementare la capacità di auto-mappatura di se stessi e dei numerosi gruppi di appartenenza, al fine di migliorare la possibilità di creare percorsi vivibili in un viaggio in continua trasformazione». Dusan Stojnov, professore di psicologia sociale all'università di Belgrado, ha preso in esame la costruzione e la decostruzione di comunità politiche e culturali, sviluppando un modello di interpretazione degli avvenimenti della ex Jugoslavia e di quanto potrebbe accadere in Paesi che incontrano difficoltà di integrazione economica e di assimilazione culturale. T.C.

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Obama ancora giù, ora piace solo a metà degli americani (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama ancora giù, ora piace solo a metà degli americani Sabato 25 Luglio 2009, Washington Ha preso una netta china discendente il gradimento degli americani verso il presidente Barack Obama, insediatosi sei mesi fa alla Casa Bianca. Mentre nel resto del mondo la sua popolarità è in aumento quasi dovunque (dall'Asia, Medio Oriente compreso, con l'eccezione di Israele e del Pakistan, all'Europa, dalla Russia alla Cina e all'America Latina), l'ultimo sondaggio Rasmussen pubblicato dal sito di destra Drudgereport indica che i consensi di Obama sono ulteriormente calati, da quasi il 60% di pochi giorni fa, al 49%. Superata dunque al ribasso la soglia psicologica del 50. L'83% dei democratici continua infatti a sostenerlo, mentre l'80% dei repubblicani disapprova la sua politica. Al centro dei dissensi c'è soprattutto la riforma sanitaria sulla quale, ignorando l'appello lanciato da Obama, il Senato Usa ha deciso di rinviare la votazione sul provvedimento in settembre, dopo le ferie estive. La Casa Bianca spera ancora di veder approvata la riforma-chiave della presidenza Obama, dalla Camera dei Rappresentanti, la prossima settimana, prima dell'inizio delle ferie di agosto. Lo ha dichiarato, in un'intervista, il capo dello staff di Obama, Rahm Emanuel, dopo una maratona negoziale con i «Blue dogs», i democratici conservatori critici verso la riforma malgrado gli sforzi della speaker (presidente) della Camera Nancy Pelosi di trovare con loro un accordo. I repubblicani si stanno mettendo di traverso nel cammino, già arduo, della riforma su cui Obama gioca il tutto per tutto: «Almeno sono onesti, dicono che vogliono sconfiggere il presidente» ha spiegato il "mastino" presidenziale, Emanuel, riferendosi a Jim DeMint's che ha detto che la riforma sarà la «Waterloo di Obama». Ma la strada resta in forte salita e sulla stampa americana c'è chi si chiede se il rinvio a settembre si tradurrà nell'accantonamento della riforma. Intanto, un altro fronte di polemiche si è aperto con i "cops", i poliziotti, perché Obama ha definito "stupida" la polizia per aver arrestato per sbaglio, scambiandolo per ladro, un famoso professore di Harvard dalla pelle nera. Il sindacato di polizia del Massachusetts ha chiesto che il presidente si scusi con le forze dell'ordine: «Secondo noi non c'era stupidità in quanto è accaduto. Il presidente - ha aggiunto l'avvocato del sindacato di polizia - ha fatto capire che dietro il comportamento dell'agente, nei confronti del professore di colore, vi fosse un fattore razziale. In questo caso non è vero». Pronta la risposta della Casa Bianca: «Il presidente capisce bene quanto sia duro il lavoro della polizia e ha un grande rispetto delle donne e degli uomini che lavorano per la nostra sicurezza». Intanto il protagonista del caso, il sergente della polizia James Crowley, ha minacciato di querelare il prof. Henry Louis Gates che aveva arrestato scambiandolo per uno scassinatore. Motivo: il professore lo ha accusato di razzismo. In realtà, spiega il poliziotto, l'arresto è avvenuto per «condotta disordinata» (in pratica disturbo della quiete pubblica). Il professore, condotto in caserma, era stato subito rilasciato e le accuse erano state archiviate, ma la polemica è rimbalzata alla Casa Bianca quando, appunto, il presidente Obama, in conferenza stampa, ha sostenuto che la polizia di Cambridge si è comportata «in modo stupido».

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Ue valuta miliardi aiuti per poveri prima di meeting su clima (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

BRUXELLES/ARE, Svezia (Reuters) - I paesi ricchi dovrebbero immediatamente destinare ai paesi più poveri miliardi di dollari in aiuti allo sviluppo, ottenendo così la loro fiducia in vista del summit globale sul clima che si terrà a Copenhagen in dicembre. Lo si legge nella bozza di un rapporto Ue. I paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, si legge ancora nel documento, dovrebbero inoltre tener fede agli impegni presi per quanto riguarda gli aiuti, il che li porterebbe a circa 280 miliardi di dollari all'anno - il doppio rispetto ad ora - entro il 2015. Le raccomandazioni sono contenute nella bozza di un rapporto preparato dalla Commissione Europea e dalla Svezia, presidente di turno dei 27, che ha convocato i ministri in una località turistica montana svedese in vista del summit di dicembre. Le probabilità che a Copenhagen si giunga a un accordo, dopo le dichiarazioni di impegno di Usa e Cina, appaiono concrete. L'Ue, però, è preoccupata che l'accordo sfumi a causa della mancanza di fiducia dei paesi poveri in quelli industrializzati, considerati colpevoli di aver determinato i cambiamenti climatici. Secondo il rapporto svedese, aumentare il contribuito agli "adaptation funding" da qui al 2012 potrebbe contribuire significativamente a instaurare un legame di fiducia con i paesi meno sviluppati. "E' auspicabile un impegno specifico dell'Ue prima di Copenhagen", si legge nella bozza, che verrà ultimata nelle prossime settimane. I paesi ricchi - aggiunge ancora - dovrebbero immediatamente mettere sul piatto 1-2 miliardi di dollari per aiutare quelli più poveri.

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Sergio Sciacca (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sergio Sciacca Stiamo per avere un Bellini Festival di portata internazionale. Avremo grandi interpreti di richiamo mondiale, ci saranno spettacoli di tale rilievo da attirare gli studiosi di tutti i Paesi e ovviamente un consistente flusso turistico. Il modello è quello di Salisburgo, costruito sul nome di Mozart e moltiplicato su una folla imponente di iniziative non solo musicali. Avremo presto una Norma in coproduzione con la Carnegie Hall di New York, avremo i Filarmonici di Berlino e a seguire nei prossimi anni Placido Domingo e Zubin Mehta. Un progetto di grande respiro a cui si è dedicato con successo Enrico Castiglione, maestro di rilievo internazionale che ha portato ad inimmaginabili successi la stagione musicale di TaoArte. L'anno scorso l'integrale sinfonica di Beethoven è stata seguita sugli schermi di molte reti tv mondiali, a parte il tutto esaurito di pubblico. Quest'anno le serate dei Momix e di Roberto Bolle hanno segnato tale affluenza ai botteghini che ci sarebbero volute più serate per accontentare tutte le richieste di biglietti. E ci sarà una kolossal-Aida. La formula di Enrico Castiglione è relativamente semplice: offrire il massimo di quanto è disponibile sul panorama mondiale. Smetterla con il provincialismo di chi mira in basso e progetta in piccolo. Siamo di fronte a un miracolo di efficienza siciliana che si impone nella cultura globalizzata di oggi. L'organizzazione del festival belliniano costituisce un primo esempio di virtuosa sinergia in grado di distendere gli eventi su una successione cronologica più vasta: l'obiettivo, raggiungibile, è quello di creare una stagione culturale che duri in Sicilia quando le altre europee sono costrette a chiudere. Un festival come quello di Salisburgo, ma nel clima della California. servizi 24

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fissato a fine agosto (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ispica «Guinzaglio d'oro» fissato a fine agosto g.f.) Questa sera alle 19,30 nello spazio antistante l'ex chiesetta della Sciabica di Ispica è in programma il convegno studi sul tema «Globalizzazione e convivialità delle differenze», nell'ambito dell'evento «Zagara e Rais, incontri euro-mediteranei d'Ispica». Il programma prevede gli interventi del sindaco di Ispica, Piero Rustico, del presidente della Provincia regionale di Ragusa, Franco Antoci, dell'assessore comunale alla Pubblica istruzione, Patrizia Lorefice, del deputato regionale on. Innocenzo Leontini, del ministro plenipotenziario ministero Affari esteri, Cosimo Risi e del presidente della fondazione «Orestiadi Onlus», Ludovico Corrao.

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Sfida la sedia a rotelle viaggiando per tutto il mondo, la storia di una psicologa (sezione: Globalizzazione)

( da "RomagnaOggi.it" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

25 luglio 2009 - 16.37 (Ultima Modifica: 25 luglio 2009) CESENA - Sudafrica, Thailandia, Etiopia: Anna Grazia Giulianelli, psicologa, in sedia a rotelle dal 1986, ama viaggiare e superare ostacoli. E ha una sua idea sull'integrazione: ''Il percorso rriabilitativo deve cominciare subito dopo l'incidente''. E' la storia di una cesenate che ha accettato la sfida della disabilità. E' stata in tutta l'Europa, poi il Sudafrica, la Thailandia, l'Etiopia , la Cina, il Paraguay, Cuba e gli Usa. Solo per citare le mete piu' note. La sua vicenda è raccontata dall'agenzia Redattore Sociale. Tutto ha inizio a Marina di Camerota, nel Cilento, in tenda, a riposarsi. Parla veloce, e sembra sorridere mentre racconta un pezzo grande della sua vita. Anna Grazia Giulianelli e' fatta cosi', le piace scoprire universi nuovi, sperimentare culture, conoscere altra gente. E scontrarsi con loro. Il viaggio e' un po' la metafora della sua vita, una vita che si e' "impennata" improvvisamente quel 24 ottobre dell'86 sotto una pioggia torrenziale. Con un tonfo tremendo: lesione incompleta, possibilita' di cammino con stabilizzatori e tetrapodi. "Io volevo tornare a camminare, sentivo che potevo farcela, Alessia e Alice, le mie figlie, avevano ancora bisogno di me, e mio marito? E i miei colleghi? Camminero', sento che ce la posso fare. Sento che le gambe migliorano giorno dopo giorno". Ma l'universo nuovo era alle porte. Il miglioramento che Anna Grazia sentiva era soprattutto un'illusione, tecnicamente una semplice "ripresa dei muscoli innervati", una situazione prevista ma non risolutiva. Non utile, comunque, per tornare a camminare come avrebbe voluto. E la carrozzina e' entrata nel suo quotidiano. "Sono psicologa - racconta - e, dopo l'incidente, ho cercato di mettere a disposizione questa mia competenza per chi ha avuto problemi analoghi ai miei. Ho collaborato con la struttura di Montecatone dove hanno costituito un dipartimento per il reinserimento; con alcuni colleghi abbiamo fondato una societa' scientifica, la Societa' italiana di psicologia della lesione spinale ; spesso mi chiedono interventi a seminari e convegni perche' gli aspetti psicologici legati alla disabilita' acquisita sono determinanti nel percorso riabilitativo". Per la psicologa è "un problema enorme per chi subisce una lesione spinale, e' il reinserimento sociale, il ritorno a casa, il ritorno in un mondo diventato improvvisamente sconosciuto . Il percorso riabilitativo deve tenere conto di questi aspetti gia' subito dopo il trauma". Viaggiare vuole dire superare ostacoli. Saltare asticelle, cadere. Arrabbiarsi anche. E, talvolta, rinunciare: "Nei miei viaggi ho sperimentato tante volte cosa vuol dire "barriere architettoniche" - racconta - e' un problema che c'e' in tutto il mondo, tanto piu' in quello non occidentalizzato. Ma anche da noi i problemi sono incredibili. In Italia le leggi ci sarebbero anche ma sono rari i tecnici che conoscono la materia mentre troppo spesso si incontrano strutture "accessibili", si fa per dire, dove viene da chiedersi a quale persona disabile pensavano quando le hanno realizzate". Continua: "I primi tempi mi arrabbiavo ma c'era da arrabbiarsi tutti i giorni , entrare a far parte dell'Associazione paratetraplegici di Forli'-Cesena e' stato un momento di condivisione e di impegno importanti che durano tuttora mentre gli undici anni passati nel direttivo nazionale della Faip (federazione associazioni italiane paratetraplegici) mi hanno permesso di conoscere la realta' del nostro paese, un paese che va a velocita' diverse anche in questo settore: le unita' spinali sono poche e solo al centro nord". Viaggiatrice, e psicologa. In sedia a ruote da 23 anni, Anna Grazia Giulianelli, oggi ha lasciato gran parte degli impegni e impiega il suo tempo libero viaggiando, oltre ad occuparsi di narrativa per ragazzi. Un altro modo di viaggiare, questo. Un altro sistema per fare volare la fantasia, senza perdere mai il contatto con la realta'. Un modo per ricordare l'infanzia delle sue due ragazze (oggi Alice ha 30 anni, Alessia 25) che l'hanno molto aiutata nel suo percorso riabilitativo. "Grazie a loro, sono riuscita mettere in atto quella che secondo me e' la modalita' piu' adatta per affrontare un problema come il mio: costruire subito un percorso riabilitativo". "Il problema - conclude Anna Grazia, che e' assistita Inail - e' che ogni volta che metto in atto una protesta, oggi - piu' di ieri - viene vista come un fatto personale, non come la rivendicazione del diritto di tutti alla mobilita' e all'accessibilita' . Ma se m'invitano a parlare ad un convegno e il palco non e' accessibile, allora m'impunto. Prima mettono uno scivolo, poi inizio la mia conferenza".

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De Laurentiis, 90 anni e una vita da Oscar (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 25-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LOS ANGELES - Non sono affascinanti gli studios nella luce del mattino. La foschia che avvolge Burbank rende ogni cosa "normale", un aggettivo che nella fabbrica dei sogni è un'imprecazione. I trenini s'inerpicano verso i cancelli della Universal carichi di visitatori pronti a incontrare Shrek e i Blues Brothers. Dai varchi del James Stewart Boulevard, invece, entrano addetti ai lavori e personaggi in cerca d'autore. Il bungalow di Mister De Laurentiis è in fondo al viale, uno dei tanti, anonimo, troppo piccolo per un uomo che appartiene alla stirpe reale del cinema. Ma all'interno, l'ufficio del megaproduttore racconta quasi un secolo di cinematografo. Academy Awards, David di Donatello, Leone d'oro e la statuetta che gli è più cara, l'Irving G. Thalberg Memorial, premio alla carriera che gli consegnarono nella notte degli Oscar del 2001. Dino De Laurentiis, all'anagrafe Agostino, egli stesso membro dell'Academy, lo prende dalla vetrina, lo accarezza: "È un riconoscimento che danno solo in occasioni speciali", dice. L'8 agosto compirà novant'anni, è in forma, elegante, dinamico, mille progetti in testa. Sta preparando il sequel di Barbarella, il film di Roger Vadim con Jane Fonda che produsse nel 1968. Si accende un cigarillo: "Ho avuto sessanta nomination all'Oscar, è come se li avessi vinti tutti, è già una bella soddisfazione essere nella rosa dei cinque. Io vengo da Torre Annunziata, la chiave del mio successo è l'umiltà". Entra la produttrice Martha Schumacher, sua moglie, che venerdì scorso ha compiuto cinquantacinque anni. Bionda, bellissima, fascino alla Candice Bergen. Gli porge una lettera: "Credo che presto dovrai preparare un discorso!", annuncia radiosa. La lettera porta la firma di Arnold Schwarzenegger. Il governatore della California ha deciso di celebrare il Dino De Laurentiis day. OAS_RICH('Middle'); Ne ha fatta di strada il rappresentante di Torre Annunziata. "Ah, che voglia di tornarci, ma ormai ho novant'anni, viaggio poco. Un'infanzia avventurosa la mia. Mio padre aveva un pastificio. A un certo punto ebbe bisogno di un rappresentante. Mi guardò negli occhi: "Tu". "Ma papà", risposi, "io non ho mai venduto. E dove dovrei andare?". "Nelle isole, cominciando da Ischia e Capri". Fu il primo impatto con Capri. L'isola mi impressionò, e da allora ci sono sempre tornato". "Un giorno, andando a Roma, sempre per vendere spaghetti, vidi un annuncio, il Centro sperimentale di cinematografia cercava allievi. Ero un ragazzino di provincia, avevo diciassette anni, adoravo il cinema, l'unica cosa che vedevo erano gli attori, così pensavo che il cinema fosse fatto solo di attori. Feci domanda, mi convocarono: fui ammesso. Ricordo ancora quella sera a tavola con i miei sei fratelli. Mamma fingeva di non sapere, papà non proferì parola. Finì di mangiare i suoi spaghetti, poi disse: "Io penso che tu sia un folle, però non voglio che dopo la mia morte i miei figli abbiano a dire che non gli ho permesso di fare della loro vita quello che vogliono". Così iniziò la mia avventura cinematografica. Feci un film da protagonista diretto da Pietro Germi, andò abbastanza bene, ma non ero convinto. Non ero nato per stare davanti alla macchina da presa, ma dietro". Strizza gli occhi, insegue i ricordi: "Il problema, a quell'età, era farsi prendere sul serio". Aveva solo diciannove anni e una grande abilità di venditore, lo aveva dimostrato a diciassette piazzando quintali di spaghetti, lo confermò trovando finanziatori con i quali fondò la Real Cine e nel 1941 produsse il primo film, L'amore canta. Poi arriva la guerra a sbaragliare i sogni. L'Italia ne esce devastata, ma le idee circolano più vorticosamente di prima. "Il grande cinema, quello che ha fatto scuola, è nato nel dopoguerra", racconta. "Cinecittà era occupata dagli sfollati, non c'erano macchine da presa, non c'erano soldi. Solo un gruppo di uomini geniali: Rossellini, De Sica, Fellini, Lattuada e... io", dice con insospettata timidezza. "Da quel gruppo nacquero Roma città aperta, Sciuscià, Paisà, Ladri di biciclette, i film dell'industria povera che i critici chiamarono neorealismo. Non giravamo per le strade con l'idea di creare un nuovo stile, ma per necessità, perché non avevamo soldi per pagare i figuranti. Quei film lanciarono il nostro cinema nel mondo e fecero capire agli americani che il loro sistema produttivo era sbagliato. Lo hanno detto e ripetuto Spielberg, Pollack e Scorsese: "Abbiamo imparato da voi". Fu un momento magico: Hollywood rischiò di perdere il primato. La cosiddetta Hollywood sul Tevere fu agevolata da una legge fatta da Andreotti, l'unica intelligente mai varata per il cinema, che diceva: un film per essere italiano deve avere almeno il cinquanta per cento di personale italiano". "Questo ci dava la possibilità di impiegare anche attori americani, come Clint Eastwood negli spaghetti western o Audrey Hepburn in Guerra e pace. A un certo punto gli americani - ho il dubbio che abbiano pagato salato per questo - riuscirono a convincere il governo a cambiare la legge. Il socialista Corona varò un decreto che fu la tomba del nostro cinema, portava la percentuale dal cinquanta al cento per cento. A quel punto non ebbi esitazione, partii per gli Usa". Il principe del nostro cinema, l'uomo che pensava in grande, il campione della Lux Film, lo spericolato imprenditore della ditta Ponti-De Laurentiis che nel 1952 produsse il primo film italiano a colori (Totò a colori), l'uomo che aveva stregato e sposato la bellissima Silvana Mangano, il self-made man nominato nel 1966 cavaliere del lavoro che in pieno boom economico aveva ospitato negli studi di Dinocittà divi come Henry Fonda e Ava Gardner, l'audace imprenditore che aveva portato grandi storie sul piccolo schermo (L'Odissea) gettò la spugna: non poteva più competere con Hollywood. "Quando arrivai in America, il sindaco di Los Angeles mi consegnò le chiavi della città", ricorda. "Io ero terrorizzato: che ci faccio qui, non conosco la lingua, non conosco i loro gusti, come mi muovo? Tutto dipendeva dal primo film, se imbrocco quello", mi dissi, "è fatta. Chiamai Peter Maas, un autore dal quale avevo già acquistato i diritti di Joe Valachi-I segreti di Cosa Nostra: "Ho bisogno di una storia", gli dissi. "Sto scrivendo un nuovo libro, ma ho già pronto solo il primo capitolo", rispose. Pretesi che me lo mandasse. M'intrigò quel personaggio e comprai Serpico a occhi chiusi. Maas pretese un capitale, cinquecentomila dollari, cinque milioni di euro di oggi, ma quel film, interpretato da Al Pacino, fece la mia fortuna. Poi arrivarono I tre giorni del Condor, un cult. A quel punto ebbi qualche certezza: ok, posso fare il produttore americano". Lumet e Pollack, Lynch e Cimino, Ridley Scott e Jonathan Demme sono solo alcuni dei registi di sangue blu che hanno lavorato a corte. "E ancora dicono che faccio film commerciali", sbotta il produttore di Hannibal Lecter-Le origini del male. "I critici e il cinema non sono mai andati d'accordo. Povero Totò... Grande amico, attore immenso. La critica lo fece a pezzi, lo trattò come un guitto. E La strada? Nessuno voleva farlo. Abbiamo vinto l'Oscar, decine di premi nel mondo. I critici lo condannarono: "Fellini è un giovane regista che può fare molto, ma questa volta ci ha deluso". Così decisi di affittare una sala sugli Champs-Elysées: i francesi impazzirono, critica e pubblico. Il successo de La strada partì da Parigi". Si solleva gli occhiali sulla fronte per guardare le locandine incorniciate al di là dell'immensa scrivania. Casanova, Conan il barbaro, L'anno del dragone, Dune, Ragtime, che ha avuto otto nomination all'Oscar. "Cosa siamo noi, in fondo?", riflette. "Creatori di sogni. Per questo adoravo Fellini. Eravamo come fratelli. Volevo portarlo in America, lui era titubante. Un giorno lo chiamai: "Federico, ho comprato i diritti di King Kong". La prima reazione fu: "Ecco, questo m'interessa". Poi ci ripensò: "Non me la sento"". Meryl Streep racconta di aver sostenuto un provino per King Kong e di essere stata brutalmente scartata da De Laurentiis. "Macché", contesta, "me la proposero per Il re degli zingari, nel '77. Al regista Frank Pierson non piacque, voleva una ragazza bella, fisicamente prestante. Per King Kong invece cercavo un'attrice da lanciare. Mi mandarono Jessica Lange. Non mi convinse, brutti denti, poco seno. Dopo il provino, il regista John Guillermin mi chiamò: "Dino, questa è una grande attrice". La convocai nel mio ufficio: "Senti Jessica, se torni da me fra quindici giorni con denti e seno rifatti la parte è tua. Ma ricorda, io negherò sempre di fronte al mondo di averti fatto questa proposta". Tornò dopo dieci giorni, aveva seguito il mio consiglio. Fu la prima attrice che lanciai negli Usa. Poi ce ne sono stati molti, da Arnold Schwarzenegger in poi. L'american dream esiste ancora. Chiunque lo può afferrare, e senza carte bollate". "Una vita che è un romanzo", hanno scritto Tullio Kezich e Alessandra Levantesi nel bel libro Dino, che nel 2004 è uscito anche in lingua inglese. Nei romanzi l'italoamericano è sempre vittima di qualche stereotipo. "Infatti qui, per un certo gruppo sociale, l'italiano per sua natura è mafioso. Lo dissero anche di me, e sa perché? Un mio direttore di produzione ebbe un diverbio con la polizia mentre giravamo Pollice da scasso (1978), così dovetti presentarmi di fronte a una commissione. "Lei conosce la mafia?", mi chiedono. "Conosco Jimmy Carter, il papa, molti vip, è il mio mestiere, ma non conosco la mafia". E loro: "Eppure lei conosce Vincent Alo, detto Jimmy Blue Eyes". "Certo, voleva bloccare un mio film, The Valachi Papers. L'ho incontrato, l'ho costretto a non importunarmi. Fine della storia"". Un capitolo che non poteva mancare nel romanzo del magnate che ha finanziato, distribuito e prodotto oltre seicento film. L'ultimo tycoon. (12 luglio 2009

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Lerpa, il guerriero lascia Savona (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

PRIAMAR QUESTA SERA IL "FINISSAGE" DELLA MOSTRA DEL'ARTISTA DANESE Lerpa, il guerriero lascia Savona SAVONAA L'incontro (felice e ricco di stimoli per l'artista e il suo pubblico) fra "Il Guerriero e la Fortezza" è terminato. Nes Lerpa, danese di Copenhagen ma cittadino del mondo, che ha costruito con le sue mani il proprio atelier in una zona boscosa vicino al Kattegat recuperando travi di pino da una fattoria svedese abbandonata del '500 e ha adattato a loft laboratorio un 'rustico moderno' in pietra antica e vecchi mattoni a Borgo Lanfranco in quel di Piacenza con vista sulla Pianura padana e sul Monte Rosa, ma che si muove continuamente fra Usa-Tibet-India-Europa-Cina carico di enormi tele e ceramiche colorate di smalti brillanti, saluta Savona questa sera con una simpatica kermesse di musica e arte fra le 21 e le 23. Dopo l'iniziale 'vernissage', si conclude con un «finissage concertistico» tra gli stendardi appesi alle pareti della grande Sala della Sibilla e le sculture 'informali/espressioniste' colate di squillanti smalti mediterranei, cotte nella Fornace San Giorgio di Albissola Marina e disposte attorno a dei possenti monoliti più terragni usciti dalla Manifattura varesotta Ibis di Cunardo. Suonerà con grazia nordica la giovane violinista Helianne Blais, interpretando un brano scritto appositamente per l'esposizione savonese dal compositore Ejnar Kainding intitolato "I sette vènti", ispirato ai sei ufficiali (Grecale-Levante-Libeccio-Maestrale-Scirocco-Tramontana) che strigliano abitualmente la Fortezza, più il settimo, quello che ti insegue negli angoli più riposti del Priamàr attenuando la calura estiva o fischiando gelido sotto una burrasca. Al termine un rinfresco e tre acquarelli dell'artista assegnati a sorte tra gli intervenuti.

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Commedia dell'arte ritorna domani lo stage (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Reggio" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Commedia dell'arte ritorna domani lo stage REGGIO. Torna domani, alle ore 18, alla Cavallerizza, l'appuntamento con lo «Stage internazionale di Commedia dell'arte» che avvia nella nostra città ogni anno i corsi della Scuola Internazionale dell'Attore Comico. Lo Stage giunge alla sua 25esima edizione con un bilancio straordinario. Oltre 2.000 artisti da tutto il mondo vi hanno preso parte. Tutte le nazionalità europee, del Continente americano, poi di Libano, Turchia, Giappone, Cina, Indonesia, Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda, Isole Fiji, vi sono state rappresentate. Quest'anno lo Stage vede 48 partecipanti, dai 18 ai 48 anni, provenienti oltre che dall'Italia, da Australia, Cina, Cile, Canada, Usa, Olanda, Spagna, Francia, Svizzera, Portogallo, Turchia, Gran Bretagna.

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La riforma della Sanità mette nei guai Barack Obama (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 26 Luglio 2009 NAZIONALE Pagina 6 POPOLARITÀ. Per Rasmussen, il presidente è per la prima volta sotto il fatidico 50 per cento La riforma della Sanità mette nei guai Barack Obama WASHINGTON Lo scontro su «Obamacare», così i media Usa chiamano la riforma sanitaria proposta dalla Casa Bianca, fa affondare la popolarità di Barack Obama che ieri, secondo un sondaggio di Rasmussen, piomba sotto la soglia fatidica del 50%. Per la prima volta dalle elezioni, la maggioranza degli americani non è più dalla sua parte. Anche il gioco di parole con cui il sito Drudgreport presenta questi dati, spiega il clima di ostilità che circonda il presidente: «Cool turns cold», scrive il sito conservatore, ovvero «il fresco diventa freddo», ma anche nel linguaggio colloquiale «il "fico", la star, perde appeal». Dopo aver incassato a denti stretti la decisione del Senato di rinviare a dopo l'estate il voto sulla Sanità, Obama cerca di rilanciarsi annunciando un nuovo programma d'investimenti sulla scuola, dal nome ambizioso: «Race to the top», cioè «Gara per l'eccellenza». Si tratta di un concorso che punta a migliorare il sistema scolastico americano, premiando con 4,3 miliardi di dollari federali quegli istituti che ottengono maggiori risultati accademici. Tuttavia, è ancora la polemica sulla sanità, la madre di tutte le battaglie, a concentrare l'attenzione del paese. Molti nel partito democratico temono che Obama possa ripetere l'insuccesso di Bill Clinton. Fu proprio il fallimento della riforma sanitaria, proposta dalla moglie Hillary, a provocare la sconfitta democratica alle elezioni di metà mandato del 1994. Nel resto del mondo, invece, la popolarità di Obama continua a crescere. In Europa gode di un gradimento del 75%, in Africa del 90% e in Cina del 47%. I dati sono dell'ultimo sondaggio di Rasmussen in 25 paesi di cinque continenti. Ed è proprio grazie al suo presidente che gli stessi Stati Uniti , dopo gli otto anni della presidenza Bush, godono di un giudizio particolarmente favorevole anche in Medioriente con l'unica eccezione di Israele.  

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metluskenko regala il 13 successo a fanini (sezione: Globalizzazione)

( da "Tirreno, Il" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Amore e Vita McDonald's trionfa in Cina Metluskenko regala il 13º successo a Fanini LUCCA. Tredicesimo successo stagionale per i colori di Amore & Vita - McDonald's al Tour de Qinghai Lake in Cina. Nella corsa a tappe più prestigiosa d'Asia di categoria Uci Hc, lo sprinter ucraino Yuriy Metlushenko centra il quarto sigillo stagionale, battendo tutti in uno sprint di gruppo alla fine della 6 tappa, la Bird Island - Xihaizhen di 152.4 km. L'alfiere del team di Ivano e Cristian Fanini ha regolato lo sloveno Matej Stare ed il tedesco Danilo Hondo. «è una grande gioia per me - esulta Metlushenko subito dopo aver tagliato il traguardo a braccia alzate - devo innanzi tutto ringraziare il mio team Amore & Vita - McDonald's e la fiducia incondizionata che giorno dopo giorno continuano a darmi. E poi i miei due fidi compagni, il campione nazionale Starchyk e Grechyn che oggi sono stati fantastici. Senza loro sicuramente non ce l'avrei fatta». E continua raccontando la dinamica degli ultimi chilometri: «è stata una tappa nervosa, caratterizzata come sempre dal forte vento ma i miei compagni hanno fatto un lavoro incredibile, perfetto. Mi hanno protetto sempre e pilotato alla grande negli ultimi metri. Grechyn mi ha lanciato ai 300 metri e io grazie a Dio ho tenuto alla grande, senza che nessuno riuscisse a rimontarmi. Questo successo mi ripaga dei sacrifici fatti e ripaga il mio team della delusione per la mancata vittoria nelle corse in America, alle quali puntavo tantissimo ed invece a causa anche di una brutta caduta, tutto è andato in fumo. Ora cercherò di vincere almeno un altra tappa, visto che nelle tre volate precedenti non ero mai riuscito a sprintare a causa della pericolosità del percorso. Poi penserò alla Coppa Bernocchi e al Gp Univest in Usa che ho vinto nel 2008». Da ricordare che Amore & Vita - McDonald's domani partirà per la Francia diretta da Roberto Gaggioli per prendere parte al Tour de Alsace. R.L.

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Il Setterosa perdecon la Grecia 9-10. oggi italia-serbia (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Setterosa perdecon la Grecia 9-10. oggi italia-serbia pallanuoto ROMA. Addio sogni: il Setterosa si ferma contro l'ostacolo Grecia (9-10: 4-4, 2-1, 3-4, 0-1), ora resta il gironcino che può dare al massimo il nono posto. L'impegno c'è, ma nel finale le italiane smarriscono la via del gol, e anche l'arbitro spagnolo Borrell non regala niente, anzi toglie qualcosa a Casanova & C. Partita equilibrata: le azzurre vanno sul 7-5 nella terza frazione. Poi, un break di tre gol al passivo. Bellissimo il sinistro da fuori di Giulia Emmolo: 8-8. Poi, ancora Grecia. Chrstina Tsoukana, da fuori, firma il 10-9 decisivo. L'imperiese Emmolo si prende la responsabilità di provarci a 36" dalla fine. Palla che schizza sull'acqua e traversa. Stasera (ore 21), per i maschi, la Serbia, senza appello. «Lo spirito giusto? Entrare nell'acqua senza timori reverenziali», dice Stefano Tempesti. RISULTATI DI IERI. Nuoto in acque libere. 25 km M: 1) Cleri (Ita) 5h26'31"6; 2) Grimsey (Aus) a 19"1; 3) Dyatchin (Rus) a 2'57"7; 12) Volpini (Ita). 25 km. F: 1) Maurer (Ger) 5h47'48"; 2) Uvarova (Rus) a 3"9; 3) Vitale (Ita) a 4"7; 7) Grimaldi (Ita) a 1'48"7. Sincro. Finale libero squadra: 1) Rus; 2) Spagna; 3) Cina; 5) Italia . Tuffi. 10m. sincro: 1) Huo-Lin (Cina); 2) Boudia-Finchum (Usa); 3) Guerra Oliva-Aguirre-Manso (Cuba); 4) Hausding-Klein (Ger); 5) Chiarabini-Dell'Uomo (Ita) OGGI. Nuoto. Ore 9 batterie: 100 farfalla F Giacchetti, Bianchi), 400 sl M Sciocchetti, Rosolino), 200 misti F Segat, Buratto), 50 farfalla M Nalesso, Facchinelli), 400 sl F (Zoccari, Pellegrini), 100 rana M (Pizzini, Pesca), 4x100 sl F, 4x100 sl M. Ore 18 finali: 400 sl M, 400 sl F, 4x100 sl F, 4x100 sl M. 26/07/2009

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IL DRAGONE E L'INDIA: UN RAPPORTO CHE NON DECOLLA (sezione: Globalizzazione)

( da "Resto del Carlino, Il (Bologna)" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA & FINANZA pag. 24 IL DRAGONE E L'INDIA: UN RAPPORTO CHE NON DECOLLA LETTERA DA SHANGHAI ANCHE SE INDIA e Cina non si guardano più armati e sospettosi ai due lati dell'Himalaya, le loro rivalità non sono risolte. Sono lontani i tempi delle guerre alle pendici degli ottomila metri, ma l'ingombro delle due potenze emergenti conduce inevitabilmente a frizioni. Pechino guarda con preoccupazione agli ambiziosi programmi militari ed energetici di New Delhi. La recente, lunga, amichevole visita di Hillary Clinton in India ne ha ovviamente alimentato i timori. Il segretario di Stato ha infatti concluso importanti accordi. Ha ribadito l'obiettivo statunitense di coinvolgere il sub-continente nelle grandi decisioni internazionali, dandole un ruolo in sintonia con la sua grandezza. Ha parlato di amicizia e collaborazione tra le due più grandi democrazie al mondo, in una volontà di collaborazione inimmaginabile fino a venti anni fa, quando sull'India aleggiava l'ombra dell'Unione Sovietica. Gli accordi sono strategici e delineano scenari nuovi. La fornitura di tecnologia militare servirà ad ammodernare l'esercito indiano e si tradurrà in commesse importanti per le aziende statunitensi della difesa. Il protocollo prevede che queste tecnologie non siano rivendute ad altri paesi per l'evidente preoccupazione di Washington che possano cadere in mani ostili. Ugualmente importante è la collaborazione siglata a supporto dei programmi spaziali indiani. Anch'essa destinata a favorire l'export di tecnologia, riprende la politica estera di George W. Bush che aveva dato fiato alle ambizioni nucleari indiane. Hillary Clinton la conferma, pur se sottopone le forniture ad un controllo serrato, lo end-use monitoring, per verificarne l'applicazione civile e non militare. Un gesto diplomatico come il soggiorno della delegazione Usa al Taj Mahal di Mumbai, attaccato dai terroristi lo scorso novembre, è stato il suggello di una visita che ha consolidato una nuova sintonia. La Cina assiste con attenzione a questi nuovi sviluppi perché la riguardano direttamente. Da tempo è consapevole che le dispute ideologiche sono scomparse rispetto agli interessi nazionali. Sa che le sue relazioni con i vicini non dipendono da amicizia ma da convenienze, che la forza al tavolo delle trattative è il miglior modo per ottenere risultati. Ecco perché vede con timore l'intraprendenza statunitense, come se sul risiko asiatico le alleanze fossero variabili e potessero anche rivoltarsi contro di lei. SICURAMENTE un'India più forte può contrastarla nella ricerca di spazi e di equilibri. Non bastano a rassicurarla i rapporti economici tra i due giganti asiatici, che negli ultimi anni sono esplosi. Il flusso di merci è stato causa ed effetto di un nuovo clima politico tra Pechino e New Delhi, meno teso ma ancora non amichevole. Soltanto su un argomento nell'agenda di Clinton la Cina ha trovato soddisfazione: il rifiuto alla proposta Usa di ridurre in India le emissioni di anidride carbonica. È un terreno sul quale il Dragone e l'Elefante viaggiano in coppia perché almeno per ora le necessità dello sviluppo prevalgono sulle considerazioni ambientali.

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Una piccola banda intricata di radici L'album di Germano Mazzochetti, una magica incursione nel nostro vissuto sonoro, tra fisarmoniche, ance e tamburi (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Una piccola banda intricata di radici L'album di Germano Mazzochetti, una magica incursione nel nostro vissuto sonoro, tra fisarmoniche, ance e tamburi G.M. Tutto ciò che permane ha radici. Le parole hanno radici, le piante, i denti, gli uomini. Ma «radici» oggi è un termine usurato: dice la tragedia di chi non ha più radici, serve ai razzisti che vorrebbero sterminare la diversità, ai venditori del mondo globalizzato in cerca di uno scaffale dove collocare le loro merci. Anche i musicisti hanno il loro daffare con le «radici». In un paese non importa quale, un puntino lungo le migliaia di chilometri delle nostre coste, c'era un calzolaio strambo, mito e insieme macchietta dei compaesani, soprannominato Testasghemba. Testasghemba è ora un cd dove uno di quei compaesani, Germano Mazzocchetti, racconta in musica quel mondo. Fisarmonica, clarinetto, chitarra, tamburi e poco altro, una piccola banda di sette musicisti per una musica dall'inesauribile inventiva tematica, di cui senti le radici legnose e antiche, nei ritmi, nelle sonorità acqua e sapone della fisarmonica e delle ance, nei temi orecchiabili che non ti escono più dalle orecchie. UN-DUE SALTELLANTE Temi che ora sanno di paese, scanditi dall'un-due saltellante di un motivo da ballare in piazza, e che altre volte rivelano le tracce della molta acqua trascorsa. Anni di musiche per il teatro, il cinema, la tv (questo l'universo di Mazzocchetti, filigranato da una inestinguibile passione per il jazz) depositano in queste musiche il loro vissuto. Ed è proprio spigolando nel vissuto che nascono oggi le meglio musiche nuove: le musiche della crisi, schizzate con la consapevolezza delle miriadi di lingue e del loro immenso lascito da una parte e, dall'altra, la sfida a un mondo sempre più indifferente a ciò che non passa per le autostrade mediatiche. Musiche agili, fatte con poco, pensate per viaggiare leggere, per ricominciare a vivere e a cantare.

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dal nostro corrispondente NEW YORK - Una birra, per spegnere le fiamme delle polemiche razziali c... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 26 Luglio 2009 Chiudi dal nostro corrispondente NEW YORK - Una birra, per spegnere le fiamme delle polemiche razziali che da tre giorni impazzano negli Usa. Barack Obama ha invitato alla Casa Bianca il professor Henry Louis Gates e il poliziotto James Crowley, per trascorrere insieme un'ora bevendo un bicchiere di birra fredda. Obama spera così di trasformare l'incidente che sta dividendo gli americani in una «esperienza edificante». Crowley è il poliziotto (bianco) che lo scorso mercoledì ha arrestato ad Harvard il professor Gates (nero), scambiandolo per un ladro. Gates era appena tornato da un viaggio in Cina, e non trovando le chiavi di casa stava forzando la porta. Il poliziotto è accorso in seguito a una telefonata di un passante. La cosa si poteva risolvere in quattro e quattr'otto, ma Gates si è infuriato e ha gridato al razzismo, e Crowley ha pensato bene di mettergli le manette e portarlo in guardina per "comportamento disordinato". Entrambi gli uomini hanno evidentemente reagito in modo eccessivo, ma l'incidente è diventato di portata nazionale solo dopo che Obama è intervenuto definendo «stupido» il comportamento del poliziotto e collegandolo alla tendenza della polizia americana di fermare più frequentemente esponenti delle minoranze che non bianchi. Dopo l'intervento di Obama, la polizia ha reagito indignata, e la polemica si è fatta anche più infiammata grazie alle proteste esagitate di alcuni commentatori radiofonici di destra, come il popolarissimo Rush Limbaugh. Obama ha capito che il suo intervento aveva moltiplicato all'ennesima potenza la capacità distruttiva dello scontro Gates-Crowley e ha deciso di intervenire pubblicamente una seconda volta. Senza chiedere direttamente scusa al poliziotto, ma riconoscendone la carriera «esemplare», Obama lo ha invitato a un incontro a "sei occhi", con lui stesso e il professor Gates. Poi ha fatto lo stesso con Gates. E l'appuntamento è stato accettato da entrambi, per domani. Adesso staremo a vedere se Obama, l'organizzatore di base che ha saputo durante la campagna elettorale avvicinare americani di ogni razza e sconfiggere la reciproca diffidenza, riuscirà davvero a trasformare questo appuntamento in un momento esemplare di riconciliazione. A. Gu.

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Crisi e mitologia del lavoro: fine della vergogna da disoccupazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lug 0926 Crisi e mitologia del lavoro: fine della vergogna da disoccupazione Pubblicato da Eleonora Bianchini, Blogosfere Staff alle 08:00 in Tendenze & Scenari Di Debora Billi (Nota: questo post non parla della tragedia di chi ha perso il lavoro e deve pagare il mutuo e mantenere la famiglia. Parla invece del dramma di tutti gli altri) Un'amica su Facebook un bel giorno se ne esce con questo status: Non sono disoccupata ma in vacanza. Userò la vacanza per diventare una cuoca, una moglie, una zia, una poliglotta e una viaggiatrice migliore. Da molto tempo volevo consigliarvi un libro uscito almeno 13 anni fa, che si chiama L'orrore economico, la cui autrice è la giornalista francese Vivianne Forrester entrata di diritto nel club delle Cassandre. In pieni anni '90, Vivianne anticipava il disastro della globalizzazione, delle chiusure delle fabbriche, del dumping sui salari, della forza lavoro nei Paesi sottosviluppati. Continua a leggere su Crisis.

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Lusso hi-tech (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

FIRENZE Design elegante, lusso raffinato, contenuti hi-tech: è la ricetta che negli ultimi anni l’Audi sta sviluppando con successo per tutti i nuovi modelli e che in questi tempi magri le hanno permesso di contenere i danni in Europa e Usa e di crescere in Paesi importanti come la Cina. Puntualmente la ricetta viene applicata anche sulla A5 Sportback, che dopo il debutto davanti ai Vip nella festa dei 100 anni sta per cominciare la sua avventura: prime prove su strada in Toscana, tra Firenze e Siena, lancio commerciale in settembre. Per la Casa tedesca è una pedina di rilievo nella consueta sfida a Bmw e Mercedes, perchè si aggiunge alle versioni Coupé e Cabrio per formare nel campo delle auto di tipo medio-alto (Premium) una gamma che vale circa 120 mila unità all’anno e che si basa sulla A4. In sostanza, la A5 Sportback è una berlina, ma un po’ particolare, in quanto sposa con felice sintesi le comodità e lo spazio di una «due volumi e mezzo» con la dinamicità di un coupé e la praticità di una wagon. «Volevamo una vettura innovativa - spiega il designer Wolfgang Egger -, che superasse i canoni della classica berlina senza rinunciare agli elementi positivi di questo tipo di auto. Per noi incarna lo spirito delle Gran Turismo all’italiana di un tempo». Ecco, allora, una vettura di 4,7 metri a quattro posti e quattro porte, con un ampio portellone e grande capacità di carico (da 480 a 980 litri), un design filante e sportivo che nella parte anteriore è analogo a quello della A5 Coupé. Il passo è quello della A4 (2.810 mm), più lungo rispetto alla versione coupé, il che garantisce spazio ai passeggeri posteriori, ma la linea del tetto è più bassa di 36 mm. Porte senza cornici per i cristalli, coda slanciata che si chiude con un incisivo «labbro» aerodinamico. Un gioiellino di grande temperamento, che al momento del lancio si avvale di cinque motorizzazioni a iniezione diretta (Euro5), due a benzina (2.0 TFSI turbo da 211 Cv e V6 3.2 FSI da 265) e tre Diesel (2.0 TDI da 170 Cv, 2.7 TDI da 190 e V6 3.0 TDI da 240). I due litri hanno il sistema Start & Stop. Altri propulsori si aggiungeranno successivamente per ampliare l’offerta. Cambi manuali a 6 rapporti, S tronic a 7, Multitronic a 8, trazione anteriore o integrale permanente «quattro», prestazioni di alto livello (da 228 a 250 km/h, accelerazione 0-100 l’ora da 6,1 a 8,7 secondi). Il comportamento dinamico è più o meno quello del Coupé, sensazione rafforzata dalla seduta bassa, ma l’abitacolo, realizzato con la tipica raffinatezza Audi, regala un «respiro» maggiore e, dietro, si sta comodi e rilassati anche quando si affrontano le tortuose strade delle colline toscane. La A5 Sportback, agile e ben assettata, raggiunge il top con il poderoso V6 3.0 TDI, un motore fluido e silenzioso che si accoppia alla trazione integrale e al cambio S tronic a doppia frizione e «palette» al volante. I Diesel, del resto, faranno la parte del leone: si prevede che in Italia copriranno il 95% delle vendite. Tecnologia in abbondanza, tra cui spiccano un innovativo differenziale sportivo che ripartisce la coppia in modo variabile tra le ruote posteriori, un particolare sistema Esp e l’Audi Drive Select, che permette di regolare il comportamento della vettura. Due gli allestimenti (Ambiente e Advanced) per arricchire il modello base, buona la dotazione di serie e c’è sempre la possibilità di scegliere una marea di optionals per costruirsi la «propria» A5 Sportback. I prezzi partono dai 38.330 euro della 2.0 TDI per salire ai 48.930 della V6 3.0 TDI quattro S tronic.

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Cina:internauti piu' del popolo Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuovo, Il" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

> Cina:internauti piu' del popolo Usa Il numero delle connessioni veloci e' salito di 10 milioni (ANSA) - SHANGHAI, 26 LUG - Continua la lunga marcia della Cina alla conquista di internet: gli internauti sono 338 mln, piu' dell'intera popolazione Usa. L'anno scorso la Cina aveva battuto gli Stati Uniti per numero di utenti con 221 milioni. Nel primo semestre il numero di connessioni veloci e' salito di 10 milioni, fino a raggiungere i 93,5 milioni.La rete in Cina e' sottoposta ad una pesante censura attraverso un superfiltro, la 'Grande muraglia di fuoco' che blocca i siti sgraditi al governo di Pechino.

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Dopo 25 anni il viaggio di Giuseppe Zanini verso la riconferma alla carica di presidente del... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Treviso)" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 26 Luglio 2009, Dopo 25 anni il viaggio di Giuseppe Zanini verso la riconferma alla carica di presidente dell'associazione Trevisani nel mondo si rivela più complesso del previsto. Le indiscrezioni lo davano nuovamente in sella, così come i numerosi applausi che ieri mattina, durante l'assemblea elettiva al centro congressi del ristorante Antica Postumia, hanno accompagnato la sua relazione sull'ultimo triennio. Ma la doccia fredda è arrivata dopo l'elezione del consiglio. In testa, al solito, c'è Riccardo Masini. Seguito da Guerrino Maggiotto e da Loretta Pizzato. Zanini si è fermato subito giù dal podio, davanti a Elena Barbarotto e Guido Campagnolo. Così oltre 100 delegati, in rappresentanza di 12mila iscritti, hanno eletto il direttivo che nei prossimi giorni sarà chiamato a nominare il nuovo presidente, ma questa volta non si possono escludere le sorprese. «L'associazione compie 36 anni e io ho l'onore di esserne presidente da 25, ci siamo adoperati in vari modi e abbiamo portato a termine molteplici iniziative - ricorda Zanini - penso alla sovvenzione per i Meninos de Rua in Brasile o alla prima iniziativa concreta dall'Italia a favore dei conterranei in Argentina durante la crisi socioeconomica del paese». E a queste si aggiunge la recente decisione di donare 5mila euro per aiutare Vallà dopo l'uragano. Le difficoltà economiche, però, non mancano e raggiungono pure la sede dei Trevisani nel mondo. «Il bilancio chiude in pareggio, ma i contributi degli enti pubblici sono molto diminuiti - rivela il presidente - è doverosa una riflessione sul nostro futuro, la crisi economica è anche conseguenza della globalizzazione e noi rappresentiamo la globalizzazione etnica: dobbiamo metterci in primo piano per arrivare a un sistema economico basato sulla componente sociale». Intanto l'amministratore dell'associazione, Lorenzo Sartori, non dorme sonni tranquilli ed è costretto ad affilare le forbici. «Fondazione Cassamarca ha manifestato l'impossibilità di erogare supporti finanziari per il 2009, mentre la Regione ha tagliato i fondi per le associazioni - pone come punto fermo - bisogna adoperarsi per contenere le spese: per i viaggi le delegazioni devono essere limitate nel numero e nei giorni di soggiorno, per le manifestazioni dobbiamo stare attenti agli sconti e alle gratuità, poi bisogna limitare i pasti ai gruppi veneti dall'estero e tagliare al massimo l'aspetto rappresentativo e formale». A giorni, quindi, arriverà la nomina del nuovo presidente che dovrà misurarsi con il periodo di crisi. Qualcuno spera in un ricambio generazionale alla guida dell'associazione fondata da don Canuto Toso, e non è più così scontato che il ticket Zanini-Masini sia quello più rassicurante. Ieri al centro congressi erano presenti, oltre ai vertici della Trevisani nel Mondo, anche il vicepresidente della Provincia, Floriano Zambon, e l'assessore alle Politiche sociali, Barbara Trentin. In attesa del 17° raduno internazionale di scena questa mattina sul Cansiglio. Mauro Favaro

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Bassano (R.F.)Il palcoscenico del Castello degli Ezzelini ospita questa sera una delle star inte... (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Vicenza)" del 26-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Domenica 26 Luglio 2009, Bassano (R.F.)Il palcoscenico del Castello degli Ezzelini ospita questa sera una delle star internazionali della danza: il coreografo sinoamericano Shen Wei, noto per aver coreografato parte dell'apertura dei Giochi Olimpici di Pechino. Dopo il grande successo di Emio Greco con "Rocco e i suoi fratelli" e della Hjort Dance Company con "GPS for a Romance", Shen Wei chiude il trittico che il festival dedica alle Coreografie d'autore con lo spettacolo Re-(Part I)|Map. Una serata imperdibile che ha come protagonista un artista e performer, cinese attivo a New York, che rappresenta la più alta espressione di fusione tra Oriente e Occidente. A lui si devono scene, costumi, trucco, oltre alle sorprendenti coreografie. Le due parti che compongono la serata nascono da suggestioni molto diverse. S'inizia con una danza spirituale, che, sulle note dei canti tradizionali tibetani, interpretati dal monaco in esilio Ani Choying Drolma, si snoda su coloratissimi frammenti di un Mandala che ricopre l'intero palcoscenico. Nei movimenti coreografici si riconosce tutta l'influenza di alcuni elementi tipici della cultura e della geografia della steppa tibetana. Grazie alle luci di Jennifer Tipton, Shen Wei ha trovato un nuovo modo per esprimere i mandala del Tibet sacro. Invece della sabbia usata per creare intricati disegni spirituali buddisti, il coreografo usa piccoli pezzi di carta bianca e blu. Muovendosi attraverso il disegno, i ballerini lo distruggono appositamente, come si usa fare in Tibet. La seconda parte è costituita dallo spettacolo "Map", commissionato dal Lincoln Center Festival 2005, è caratterizzato dalla geografia melodica e ritmica di The Desert Music di Steve Reich, mentre la danza traccia i contorni di cinque "mappe del movimento" che documentano il terreno corporale della tecnica coreografica di Shen Wei. Grazie alla combinazione di assoli, piccoli gruppi di ballerini e parti con tutta la Compagnia, Map si costruisce sul potere dei corpi e sul ritmo della musica per culminare in un magistrale vortice di energia. Shen Wei, coreografo, ballerino, pittore e designer, è nato a Hunan, Cina. Ha studiato l'opera cinese dall'età di nove anni. Ha lavorato per la Hunan State Xian Opera Company ed è stato tra i primi membri della Guangdong Modern Dance Company, la prima compagnia di danza moderna in Cina. Nel 1995 Shen Wei si è trasferito a New York dove, nel 2000, ha fondato la compagnia Shen Wei Dance Arts. Lo spettacolo inizierà alle 21,20. In caso di maltempo verrà trasferito al Teatro Astra.

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Obama promette: Più fondi alla scuola (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

USA Il presidente investirà oltre 4 miliardi Obama promette: «Più fondi alla scuola» Matteo Bosco Bortolaso NEW YORK Oltre quattro miliardi di dollari per migliorare le scuole americane, facendole gareggiare in una «corsa verso l'alto», una «race to the top». È il piano annunciato giovedì dal presidente Barack Obama, che prevede di stanziare 4,35 miliardi che verranno assegnati in una competizione tra istituti scolastici. Oltre alla sanità, tornata sotto i riflettori negli ultimi giorni, l'istruzione rimane una priorità nell'agenda del presidente. «Riforma sanitaria, energia, regolamentazione della finanza: anche se riusciremo a sciogliere tutti questi nodi, l'America non avrà successo se non migliorerà l'istruzione», ha esordito il presidente illustrando il progetto. Obama è preoccupato perché «i posti di lavoro migliori andranno a chi è preparato meglio: negli Stati Uniti, in India, in Cina, poco importa». L'anno scorso il tasso di diplomati dalle scuole superiori americane si è fermato al 77%, al di sotto di parecchie nazioni industrializzate. La preparazione degli studenti statunitensi scarseggia nelle scienze e nella matematica. Obama ha invitato più volte non solo i prof, ma anche i padri d'America a rimboccarsi le maniche, evitando di lasciare i figli davanti a videogiochi e tv. E ha ricordato di «volere che mia figlia sia pronta tutte le mattine ad imparare». Tutti si dovrebbero assumere più responsabilità, insomma. C'è poi un problema strutturale dell'istruzione americana. Esattamente come per la sanità, il sistema scolastico è frammentato in mille realtà locali, che ricevono fondi qui e lì, senza una supervisione generale. Non a caso una fetta dei fondi annunciati dal presidente servirà ad uniformare gli standard in 46 dei 50 stati dell'Unione. Gli obiettivi, ha spiegato Obama, sono sviluppare le abilità di «problem solving, creatività e altre abilità basilari». La «race to the top», che prevede stanziamenti ingenti agli Stati migliori, spingerà alla concorrenza tra gli istituti scolastici, ed in particolare tra le cosiddette «charter schools». Quest'ultime, nate da un movimento degli anni Novanta, ricevono i fondi pubblici ma sono in parte slegate agli standard delle public school tradizionali. Gli istituti - dalle elementari alle superiori - sono autonomi e si danno uno statuto (charter, appunto) nel quale vengono elencati gli obiettivi d'eccellenza. Professori e dirigenti sono spesso attivisti insoddisfatti delle scuole pubbliche tradizionali. E spesso pure i genitori fanno parte del consiglio di amministrazione delle charter school. È un modello che piace alla Casa Bianca e al potente segretario all'istruzione di Obama, Arne Duncan, che dietro le quinte lancia messaggi chiari alle amministrazioni statali: se voi vi impegnate, noi vi aiuteremo. Prendiamo l'esempio nel Rhode Island, stato sulla costa orientale non troppo distante da New York. Lì, nelle settimane, scorse, si stava discutendo il possibile stanziamento di 1,5 milioni per due charter schools. I politici locali erano scettici. Duncan è intervenuto personalmente in giugno: «Stati come il Rhode Island, che pensano di sotto-finanziare le charter schools, si mettono in un enorme svantaggio - aveva spiegato - noi non pensiamo che sia una scelta saggia, e abbiamo intenzione di dirlo molto, molto chiaramente». Dopo parole tanto chiare, il Rhode Island ha sbloccato i fondi. Il ministro, che si occupava di scuole nella Chicago di Obama, ha intenzione di combattere «stato per stato» e ha fatto pressioni anche in Indiana, Illinois, Tennessee e Massachusetts. «Daremo i soldi agli stati che puntano al miglioramento delle charter schools» ha spiegato Obama, indicando come a modello il Massachusetts. «Sarà una sfida per i governatori, per i professori e per i presidi, per le aziende, profit e non-profit», ha detto il presidente, rivolgendosi direttamente a loro: «Se migliorate le vostre scuole, vincerete i fondi». Per individuare le scuole meritevoli, il governo costruirà una banca dati che collega il rendimento di ogni studente ad un determinato insegnante. Se le performance saranno positive, le possibilità di raggiungere «the top» saranno più alte. I sindacati dei professori hanno espresso perplessità su questo metodo.

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Basta qualche regola e la pillola liberista va giù (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'ANALISI I democratici e le sirene del social liberismo. Punti deboli di un punto di vista sul ciclo economico Basta qualche regola e la pillola liberista va giù Joseph Halevi I veri sconfitti politici dalla crisi in corso non sono i neoliberisti, presunti promotori della deregolamentazione economica da Thatcher e Reagan in poi, bensì i social liberisti. La formulazione di quest'ultimo termine e la sua giustapposizione al neoliberismo è opera di Riccardo Bellofiore ed appare nei suoi scritti da almeno circa 5 anni. Più recentemente, James Galbraith, figlio dello scomparso John Kenneth, ha sviluppato concetti simili riguardo la situazione negli Usa in un libro pubblicato nell'estate del 2008 e opportunamente intitolato Lo Stato predatore (The Predator State, New York, Free Press). Il sottotitolo del volume riassume benissimo la tesi ivi elaborata: «come i conservatori hanno abbandonato il libero mercato e come i liberals (progressisti) dovrebbero fare altrettanto». Per Bellofiore i neoliberali non hanno mai creduto nell'efficienza della concorrenza. Essi hanno invece usato l'ideologia del libero mercato per riorientare la concentrazione economica verso nuove forme monopolistiche altamente integrate alla rendita finanziaria, nonché per riorganizzare i rapporti di lavoro a scapito dei salariati. Se caliamo il tutto nel contesto della politica italiana, si noterà che il profilo di Pierluigi Bersani corrisponde ampiamente alla descrizione del social-liberismo e quindi alla sua impotenza politica all'atto di governare. Bersani ha il merito di esprimersi chiaramente, senza affondare nel politichese e in vacue analisi di «grande politica». Benché parli di politiche maggiormente espansive, l'impianto di fondo del suo approccio è quello delle liberalizzazioni e delle nuove tecnologie che dovrebbero assicurare processi endogeni di crescita economica, stabilizzati da opportune politiche redistributive. L'importanza delle liberalizzazioni, nel suo schema, è stata ribadita in un'intervista al Messaggero il 20 aprile scorso. Colpisce, nei suoi interventi, la fede assoluta nella correlazione tra liberalizzazione ed efficienza, quando nessuna teoria economica è invece riuscita a fissarne il nesso, malgrado i disperati tentativi in tal senso. Addirittura traspare la spuria relazione tra liberalizzazione e democrazia. I problemi non sarebbero da ricercare nella dimensione strutturale dei processi, cioè nei limiti molto ristretti del mercato, semmai solo in una questione di «regole». Prendiamo la crisi attuale. La fine degli anni Settanta, dice Bersani, genera un salto tecnologico che altera gli assetti proprietari, crea spinte alla minimizzazione di costi, facendo galoppare la globalizzazione - vista positivamente sebbene con molte ombre. Inizialmente la finanza era innocente, assecondando i processi; poi, persa l'innocenza, ha imparato a lucrare sui differenziali di rischio e sulle asimmetrie tra zone e paesi nella nuova riconfigurazione geopolitica planetaria. Il tutto facilitato dalla mancanza di una vera governance mondiale della globalizzazione. Mancanza di regole, quindi. L'impostazione tecnologica è sbagliata, perché le cose non sono andate in questo modo. Lamentarsi dell'assenza di regole è incolpare gli effetti invece che ricercare le cause. Pensare all'innocenza iniziale della finanza è ignorarne la storia autentica. Credere possibile ripartire su basi più eque - Pd in testa - mentre Obama si sta impantanando grazie a Geithner e Summers e alle loro aste truccate, sono cose, come dicono i francesi, da «castelli in Spagna». Cioè: obiettivi irraggiungibili.

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Via al vertice Pechino-Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

A Washington Via al vertice Pechino-Usa Stati Uniti e Cina si preparano ad una intensa ed importante sessione di colloqui a partire da oggi a Washington, dove è giunta una nutrita delegazione di 150 cinesi guidati dal vicepremier Wang Qishan. Un incontro definito da taluni osservatori come una sorta di prova generale di un G2, l'asse Washington-Pechino, nuovo epicentro della governance globale.

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Cina, operai in rivolta uccidono un manager (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

GEORGE MITCHELL INCONTRA OGGI NETANYAHU LA RISTRUTTURAZIONE DELL'INDUSTRIA PESANTE, IN MANCIURIA 30 MILA IN PIAZZA I «MUHAJIRUN» VOGLIONO IMPORRE LA SHARIA COSTRUITO CON L'AIUTO DEI RUSSI L'inviato di Obama a Damasco e Tel Aviv "Sbloccare i negoziati" Cina, operai in rivolta uccidono un manager Il Nord del Paese era una grande fonderia Adesso è una «cintura della ruggine» Nigeria, setta talebana assalta posto di polizia Uccisi 40 miliziani L'India superpotenza Varato il primo sottomarino nucleare DAMASCO Riparte da una visita dell'emissario George Mitchell in Siria, Israele e territori palestinesi il pressing degli Stati Uniti per il rilancio del processo di pace in Medio Oriente. L'obbiettivo è la ripresa «in tempi brevi» del negoziato fra Damasco e Gerusalemme. Reduce da un incontro definito «molto franco e positivo» con il presidente siriano, Bashar Al Assad, l'inviato di Barack Obama è sbarcato ieri a Tel Aviv. Mitchell - che precede in Israele il capo del Pentagono, Robert Gates, atteso oggi, e l'emissario della Casa Bianca per l'Iran, Dennis Ross - ha incontrato il ministro della Difesa, Ehud Barak. Oggi sarà a Ramallah (Cisgiordania), per vedere il leader dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen (Mahmud Abbas). Domani, a Gerusalemme, avrà un confronto decisivo con il premier conservatore israeliano Benyamin Netanyahu e poi si sposterà in Egitto. L'obiettivo è far ripartire - sulle base della Road Map, - il negoziato, bloccato soprattutto dal rifiuto di Netanyahu di congelare gli insediamenti in Cisgiordania. \[FIRMA]FRANCESCO SISCI PECHINO La classe operaia cinese, non più avanguardia comunista verso il socialismo reale, non più aristocrazia sociale, riportata al suo valore antico di braccia da comprare e vendere un tanto al mese, si è ribellata di nuovo. Circa 30 mila metalmeccanici si sono scontrati violentemente con la polizia venerdì a Tonghua, nel Nord-Est del paese, in quella che una volta era la Manciuria, la culla dell'industria pesante cinese, e che oggi è «la cintura della ruggine», con le vetuste fabbriche in via di dismissione. La protesta è stata accesa dalla notizia che la locale fonderia sarebbe stata comprata dalle acciaierie Jianlong, un'azienda basata a Pechino. Gli operai temevano altri licenziamenti. Ma l'evento che più ha scosso l'opinione pubblica, cinese e mondiale, è il pestaggio a morte di un dirigente dell'azienda, Chen Guojun. È stato attaccato dagli operai, massacrato di botte e lasciato morire, mentre la folla non faceva passare medici e ambulanza. La Cina è il primo Paese al mondo per produzione dell'acciaio. Ma, anche prima della crisi, soffriva un eccesso di capacità produttiva, tanto più adesso. La Cina produceva troppo acciaio di bassa qualità e poco acciaio di alta qualità, quello che serve nell'industria moderna. Il governo ha lanciato un massiccio piano di modernizzazione, con feroci tagli ai «rami secchi», cosa che nello Jilin significa mandare a casa decine di migliaia di operai, con liquidazioni e protezioni sociali risibili. Per questo molte località si oppongono con le unghie e con i denti ai piani di chiusura degli impianti, per salvare posti di lavoro e livelli di vita. A Tonghua gli operai non protestavano tanto contro la ristrutturazione dell'azienda, ma contro le liquidazioni da fame. E l'ira dei metalmeccanici era puntata soprattutto contro il direttore generale della fabbrica, Chen Guojun, che avrebbe ricevuto l'anno scorso un bonus di tre milioni di yuan (300 mila euro) per la cessione dell'azienda, mentre agli operai restava solo una specie di cassa integrazione da 200 yuan al mese (20 euro). Venerdì gli operai hanno bloccato l'autostrada e tre auto della polizia erano state attaccate e distrutte. Poi il manager è stato trucidato, scatenando la repressione. Le rivolte come quella di Tonghua evidenziano, con la loro carica di violenza, due ordini di problemi molto profondi: uno è il sistema disordinato, e propenso ai soprusi, di gestire il licenziamento degli operai. L'altro è la mancanza di una forza «interclassista», che stia in mezzo alle richieste divergenti di parti diverse della società. Perché lo sforzo interclassista del partito comunista si scontra con la tradizione usata fino a ieri, che inneggiava alla lotta di classe e disprezzava, con spirito quasi religioso, il frutto naturale dell'economia di mercato, cioè i ricchi contrapposti ai molti che restano poveri. LAGOS Armati di pistole e bombe a mano, alcune decine di adepti di una setta integralista islamica (Muhajirun) di ispirazione talebana hanno attaccato ieri una stazione di polizia nella città di Bauchi, in Nigeria. Ne è seguita una violenta sparatoria con le forze di sicurezza che ha lasciato sul terreno decine di morti. Almeno 42 le vittime, per lo più attaccanti. L'assalto è stato seguito da una retata alle moschee e ai covi della setta. Secondo la polizia sono stati arrestati almeno 200 miliziani islamici. Un membro della setta, ferito nell'azione e che ha dichiarato di chiamarsi Abdullah, ha detto che «la polizia arrestava i nostri leader e così abbiamo deciso la rappresaglia». Lo scopo dei Muhajirun, secondo Abdullah, è quello di «ripulire la società inquinata dalla cultura occidentale e imporre la sharia in tutto il Paese». I talebani nigeriani sono nati nel 2004 su iniziativa di circa 200 studenti. \NEW DELHI Un nuovo gigante militare si affaccia in Asia. New Delhi ha varato ieri il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di missili balistici. L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari. L'unità, costruita in India con l'aiuto di tecnici russi, è stata battezzata dal premier Manmohan Singh «Arihant» (Il distruttore di nemici). Lungo 111 metri, ha un dislocamento di 6.000 tonnellata ed è spinto da un reattore di 85 megawatt che gli consente di raggiungere una velocità massima di 44 chilometri l'ora (24 nodi) in immersione. Ha un equipaggio di 95 uomini e sarà il primo di una nuova classe di sei sottomarini realizzati in India. Singh ha chiarito che l'India non vuole minacciare nessuno ma «è importante per noi prendere tutte le misure necessarie per difendere il nostro paese». In precedenza l'India aveva noleggiato un sottomarino nucleare russo e nel 2005 ha sottoscritto un contratto da 2,4 miliardi di euro per 6 sommergibili a propulsione convenzionale Scorpene di fabbricazione franco-spagnola. \

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LOTTE DI POTER IN IRAN (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Reggio" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

LOTTE DI POTER IN IRAN LOTTE DI POTER IN IRAN Ahmadinejad rimuove quattro ministri TEHERAN. Continuano le lotte di potere ai vertici dell'Iran. Ahmadinejad ha «rimosso dai loro incarichi» 4 ministri, hanno riferito l'agenzia semi-ufficiale Mehr e il sito internet della televisione di Stato. E hanno citato: Cultura, Informazione, Lavoro e Sanità. Dopo molte ore, confermata solo la revoca al ministro dell'Informazione (servizi segreti). LA POTENZA INDIANA New Delhi ora vuole il sottomarino nucleare NEW DEHLI. Dotata dell'atomica già dal 1974 l'India, economia emergente, vuole un ruolo di primo piano come potenza militare. Sfidando la Cina, New Dehli ha varato il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri. L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari.

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Protezione civile politica I corsi nella sede della Lega (sezione: Globalizzazione)

( da "Tribuna di Treviso, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Quattro giorni di formazione al K3. Il Carroccio: «C'era più spazio» Protezione civile «politica» I corsi nella sede della Lega Intanto è polemica con i volontari storici che si sono dissociati dal nuovo gruppo L'assessore Lorenzon: «Bagarre fuori luogo» Quattro giorni di corso di formazione. Teoria e prove pratiche con esame finale e attestato di frequenza. E' il programma del corso base per volontari della Protezione civile tenutosi a marzo a Treviso. Dove? Non nella sede dell'associazione, ma al K3 di Fontane, quartier generale della Lega. E' lì che sono convenuti i quaranta volontari provenienti da varie sezioni della Marca. Nello stesso luogo in cui si svolgono le riunioni ristrette del gruppo consiliare del Carroccio, dove si organizza l'attività del partito e dove ha sede la segreteria comunale. Primo appuntamento giovedì, ultima riunione domenica. Obiettivo? Ottenere la qualifica necessaria, in base alle nuove disposizioni del bando, a rientrare legalmente nel corpo della protezione civile. Ad effettuare le lezioni di teoria, tecnici e specialisti scelti dalla Provincia di Treviso, che era la promotrice ufficiale del corso. Tutto si è svolto a regola d'arte. Lezioni di teoria giovedì e venerdì, prove pratiche il sabato (con tanto di trasferimento a Trento) ed esami domenica. La scelta del K3 è arrivata, pare, su indicazione dei responsabili di zona, che hanno preferito le stanze del quartiere generale leghista all'attrezzata sede della Protezione civile del Comune in via Castello d'Amore. Per l'Associazione dei volontari di Protezione civile di Treviso, che ieri ha dichiarato la scissione delle «giubbe fluorescenti» trevigiane, la scelta è stata quanto mai «discutibile». Più duro invece l'attacco di chi vede nel processo di riorganizzazione del corpo avviato dalla giunta nient'altro che una politicizzazione della Protezione civile, passata da corpo di volontari a «pretoriani» del sindaco. A ergersi a difesa dell'operato di Ca' Sugana e della scelta del K3 come aula di lezione è però l'assessore provinciale alla Protezione civile, il leghista Mirco Lorenzon: «Abbiamo scelto il k3 per questioni logistiche - dice - il che vuol dire disponibilità di spazi, strutture, amplificatori e microfoni. E' stato uno dei 12 corso organizzati nella Marca dall'inizio dell'ano ad oggi, niente più». Peccato però che gli altri meeting, quando non si svolgevano nelle sedi locali della Protezione civile, occupavano sale comunali, scuole o palestre. Non sedi di partito. «E' una polemica inutile - prosegue l'assessore Lorenzon - non c'è assolutamente un secondo fine e ancor meno un intento politico. La riforma che sta interessando la Protezione civile di Treviso è la stessa che sta avvenendo altrove. Pretoriani? Macchè - replica l'assessore provinciale - la legge impone che il corpo sia formato da persone preparate. Non dimentichiamo che il primo responsabile civile e penale della sicurezza e della salute pubblica è il sindaco. E a lui fa capo anche l'operato dei volontari». Ma a Treviso, tra vecchi e nuovi volontari, la tensione resta alta.

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lotte di poter in iran (sezione: Globalizzazione)

( da "Centro, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 6 - Attualità LOTTE DI POTER IN IRAN LOTTE DI POTER IN IRAN Ahmadinejad rimuove quattro ministri TEHERAN. Continuano le lotte di potere ai vertici dell'Iran. Ahmadinejad ha «rimosso dai loro incarichi» 4 ministri, hanno riferito l'agenzia semi-ufficiale Mehr e il sito internet della televisione di Stato. E hanno citato: Cultura, Informazione, Lavoro e Sanità. Dopo molte ore, confermata solo la revoca al ministro dell'Informazione (servizi segreti). LA POTENZA INDIANA New Delhi ora vuole il sottomarino nucleare NEW DEHLI. Dotata dell'atomica già dal 1974 l'India, economia emergente, vuole un ruolo di primo piano come potenza militare. Sfidando la Cina, New Dehli ha varato il suo primo sottomarino a propulsione nucleare dotato di missili balistici dotati di testata atomica con una gittata di 700 chilometri. L'India è così diventato il sesto Paese dopo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna a possedere sottomarini nucleari.

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molinaro e de anna all'efasce: valorizzare la nuova emigrazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Serve una società che sappia distinguersi dal mondo globalizzato» Molinaro e De Anna all'Efasce: valorizzare la nuova emigrazione IL MESSAGGIO UDINE. Un ruolo, quello della nuova emigrazione, da valorizzare. Rinnovate opportunità di sviluppo economico e culturale attraverso la collaborazione transfrontaliera e la tutela delle minoranze linguistiche come fattore di ricchezza. Sono i messaggi lanciati ieri dagli assessori regionali Roberto Molinaro e Elio De Anna. Due messaggi lanciati da palcoscenici diversi, da Lusevera per la festa degli ex emigranti, e da Spilimbergo per la giornata dell'Efasce, il 32° incontro dei corregionali all'estero. A Lusevera, dunque, Molinaro ha incontrato il ministro sloveno per gli Sloveni d'oltreconfine e nel mondo, Bostjan Zeks. All'incontro, organizzato dall'Unione Emigranti Sloveni del Friuli Venezia Giulia, è stata ricordata la difficile esperienza di molte generazioni, che hanno dovuto nel passato lasciare la propria terra d'origine, la Benecia, ed emigrare. Sul ruolo dei corregionali all'estero si è quindi soffermato Molinaro. «Nel passato hanno contribuito, con le proprie rimesse - ha detto l'assessore -, allo sviluppo economico del Fvg. Oggi, grazie a loro, possiamo contare su migliaia di ambasciatori in tutto il mondo». Del comune difficile passato delle popolazioni lungo la fascia confinaria, ha parlato anche il ministro sloveno, che ha ribadito la necessità di creare le condizioni di sviluppo economico, rafforzando e velocizzando i progetti transfrontalieri, e culturale, attraverso la conoscenza della lingua e del Centro di cultura slovena a San Pietro al Natisone. E proprio la pluralità linguistica e culturale della regione è stata messa in rilievo da Molinaro, secondo il quale la specialità del Fvg è stata riconosciuta per la presenza delle minoranze. «Ma la recente apertura del confine - ha aggiunto l'assessore alla Cultura - ha anche creato nuove opportunità di sviluppo». Soffermandosi sul significato di tutela delle minoranze linguistiche, Molinaro ha anche ribadito l'importanza della collaborazione, in vari settori, tra il Friuli Vg e la Slovenia, «anche nell'ambito dell'Euroregione». Il ministro Zeks ha quindi auspicato che, nonostante la crisi economica in atto, ambedue i Paesi mantengano l'impegno di tutela e sostegno nei confronti delle minoranze: sia verso quelle presenti sul territorio di loro competenza, sia verso quelle nei Paesi contermini. Da elemento di divisione il confine è oggi divenuto luogo di contatto, è stato il messaggio della giornata. Alla quale hanno partecipato tra gli altri, anche il sindaco di Lusevera Guido Marchiol, il presidente dell'Unione emigranti sloveni del FVG Dante Del Medico, il direttore del Servizio regionale Identità linguistiche, culturali e corregionali all'estero Marco Stolfo, la presidente dell'Unione regionale economica slovena Luigia Negro e la presidente dell'Istituto per la cultura slovena, Bruna Dorbolò. Da Pordenone, invece, De Anna ha puntato l'attenzione sul ruolo della nuova emigrazione, ruolo che va valorizzato. «Soprattutto nei prossimi anni, anche se tale tendenza è già iniziata - ha detto De Anna -, avrà per protagonisti molti dei nostri giovani i quali esporteranno il loro grande bagaglio di conoscenza tecnologica, scientifica, culturale, per favorire lo sviluppo di diversi Paesi del mondo, continuando in questo modo la funzione che lo scorso secolo hanno svolto i nostri emigranti». Poi De Anna ha sottolineato la necessità di svincolarsi dalla globalizzaizone. «Serve una società - ha argomentato l'assessore - che si sappia distinguere nella e dalla globalizzazione, ecco che ciò potrà avvenire grazie alla valorizzazione dei corregionali all'estero, compresi i nuovi emigrati per motivi di studio, di ricerca, imprenditoriali: tutti insieme dovranno costituire il vero biglietto da visita del Friuli Venezia Giulia nel mondo». De Anna è intervenuto anche alla consegna a Spilimbergo del premio "Odorico da Pordenon", andato a un esempio illustre di una famiglia che ha mostrato le ricchezze regionali al mondo: Francesco Junior Cristofoli, originario di Spilimbergo e importatore dei prodotti agroalimentari del Friuli Vg a l'Aia, in Olanda, in una azienda fondata all'inizio dello scorso secolo dal nonno.

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obama studia il modello cinese contro la crisi funziona meglio - (segue dalla prima pagina) (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 23 - Commenti OBAMA STUDIA IL MODELLO CINESE CONTRO LA CRISI FUNZIONA MEGLIO (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) Non c´è questione strategica per la quale l´America non abbia bisogno della cooperazione cinese: rilancio della crescita economica, risanamento dell´ambiente, Iran, Corea del Nord. Mai nella storia due superpotenze rivali hanno avuto tanto bisogno l´una dell´altra. E nell´immediato è l´America che sembra affrontare questo dialogo in stato di necessità. Alla vigilia di questo G2 le riserve valutarie della banca centrale cinese hanno fatto un ulteriore balzo in avanti, superando i 2.130 miliardi di dollari: un arsenale finanziario unico al mondo, con cui Pechino compra titoli del Tesoro Usa, finanziando il crescente debito pubblico di Obama. Sullo sfondo di questo G2 c´è una domanda che i dirigenti americani sono costretti a porsi. Perché la strategia anti-recessiva cinese ha funzionato meglio? Con 586 miliardi di dollari di spesa pubblica aggiuntiva, prontamente varati alla fine del 2008, la Cina è l´unica grande economia mondiale che può vantarsi di avere evitato il contagio della recessione. Ha subìto solo un rallentamento temporaneo della crescita, ora è già ripartita. A fine anno il suo Pil aumenterà attorno al 7,9%. Un exploit che sembrava impossibile. Ancora pochi mesi fa tra gli esperti e le istituzioni internazionali il consenso era unanime: nessun paese sarebbe riuscito a "sganciarsi" dal convoglio della globalizzazione avviato verso la crisi. Lo sganciamento c´è stato. Dall´altra parte del Pacifico i 787 miliardi di dollari di investimenti pubblici pro-crescita varati dal Congresso di Washington all´inizio di quest´anno hanno al massimo attutito e forse accorciato la recessione, che ancora non si è conclusa. Questa divaricazione si spiega con la diversa natura del sistema cinese. Economia mista; con tanto mercato e tanto Stato; con elementi di concorrenza e una forte capacità di pianificazione; con la vitalità imprenditoriale del capitalismo e insieme il decisionismo di un governo autoritario. 140 enti di Stato, dall´energia alle banche, dalle telecom ai trasporti, dalle miniere alle assicurazioni, sono la cinghia di trasmissione che diffonde in tutto il sistema economico gli impulsi dati dall´alto della catena di comando. Perciò è vano interrogarsi sull´attendibilità delle statistiche cinesi. Agli occidentali sembra una coincidenza sospetta, il fatto che la crescita nel 2009 si avvicinerà proprio all´8% annunciato dal governo molti mesi fa. Ma nel sistema cinese tra i piani del governo e i risultati la distanza è più corta che altrove: i 140 presidenti dei colossi pubblici sono parte integrante della nomenklatura comunista che ha deciso un´eccezionale mobilitazione di risorse per impedire la recessione. Una parte si perderà per strada, nei rivoli della corruzione e nei conti cifrati dei gerarchi comunisti a Hong Kong e Macao. Gran parte della spesa però arriva a destinazione. La si vede già nei cantieri di autostrade, porti, aeroporti, centrali nucleari e solari, aperti in tempi record. Nella gara sulla modernità delle infrastrutture, è l´America che arranca con anni di ritardo dietro alla Cina. Avendo scampato la recessione, Pechino ne approfitta per accelerare la rincorsa nei rapporti di forze con la grande rivale. «Espandetevi nel mondo», è la direttiva esplicita che il premier Wen Jiabao ha dato alle grandi aziende cinesi: esortandole a riciclare il giacimento di capitali interni, usandoli per prendere il controllo di interi pezzi dell´economia globale. Gli investimenti cinesi all´estero, che erano appena 143 milioni di dollari nel 2002 (l´anno dopo l´ingresso di Pechino nel Wto), sono saliti a 40 miliardi l´anno scorso e raddoppieranno entro la fine del 2009. Miniere australiane e argentine, petrolio iracheno e gas pachistano, grandi magazzini giapponesi e automobili sudcoreane: il mondo intero scopre un´altra ondata di invasori cinesi, sono capitalisti con il libretto degli assegni in mano pronti ad acquistare aziende, terreni, risorse naturali. Anche la Opel, sfuggita alla Fiat, è nel loro mirino. è probabile che la globalizzazione stia entrando in una fase sino-centrica. Africa e America Latina vengono risucchiate in una densa rete di rapporti politico-economici con Pechino. I leader cinesi promuovono accordi di libero scambio proprio mentre l´Occidente è diventato scettico e protezionista. Venti accordi di libero scambio in dirittura di arrivo hanno per protagonista la Cina. Uno di questi, aprendo ulteriormente le frontiere tra 1,3 miliardi di cinesi e 500 milioni di abitanti del sudest-asiatico, segna l´avvio del più grande "mercato comune" della storia. La marcia trionfale della Cina è turbata però da incidenti molto seri. Si è appena spenta l´eco della rivolta islamica nello Xinjiang - soffocata dalla forza militare e dal silenzio stampa - e un´altra protesta è esplosa con violenza. 30.000 operai metalmeccanici nella provincia nord-orientale di Jilin si sono ribellati ai licenziamenti nell´acciaieria di Stato Tonghua. Hanno aggredito l´amministratore delegato nel suo ufficio, lo hanno ucciso a botte, hanno impedito l´arrivo dell´ambulanza, hanno dato fuoco alle auto della polizia e bloccato l´autostrada. Non tolleravano che il top manager ricevesse 250.000 euro di stipendio all´anno, mentre i pensionati e i cassaintegrati dell´acciaieria devono sopravvivere con 20 euro al mese. La tragica esplosione di rabbia di quegli operai è un evento più frequente di quanto si venga a sapere. L´accumularsi di risentimenti per le diseguaglianze sociali è il risultato di uno sviluppo dominato dagli interessi delle grandi imprese. In base alle sue stesse statistiche ufficiali la Cina ha 300.000 ultramilionari, ma la quota dei salari sul Pil è scesa dal 53% al 40% negli ultimi dieci anni. Per placare le tensioni create da questo modello economico, i leader di Pechino hanno una sola risposta: correre sempre più velocemente, in modo che la diffusione del benessere a nuovi strati della popolazione anestetizzi le richieste di giustizia. è una ricetta che per il momento funziona: i conflitti sociali proliferano ma restano frammentati. A differenza dall´Iran, non si vede all´orizzonte una sfida alla legittimità del regime cinese. Ben diversa da tante altre nazioni emergenti, Pechino governa in modo efficiente una società complessa che ha le dimensioni di un continente. La sua classe dirigente non mostra di avere divisioni interne, un ingrediente essenziale per segnare l´inizio di una crisi. L´Amministrazione Obama che oggi riceve la "delegazione imperiale" della grande rivale, scopre nei rapporti con la Cina una serie di dilemmi ben più intricati rispetto a ciò che fu il confronto con l´Urss per Kennedy, Nixon, Carter e Reagan. Mai in passato l´America ebbe come principale concorrente un paese che le era al tempo stesso indispensabile come lo è la Repubblica Popolare. è una Cina con la quale l´Occidente ha un´irriducibile divergenza di valori, politici e morali; ma nessun leader democratico può augurarsi a cuor leggero che il gigante asiatico sprofondi in una crisi. In che mondo vivremmo, se Pechino perdesse il controllo della situazione? A meno di improvvisi scherzi della storia, Obama e i suoi preferiranno lasciare quella domanda aperta, a una prossima generazione.

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dollari, applausi e tv: è il calcio usa - andrea sorrentino boston (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 46 - Sport Dollari, applausi e tv: è il calcio Usa Successo della tournée di Milan e Inter. E ora ci proverà la Juve Gattuso si appella a Berlusconi: "Ci servono due o tre giocatori. Spero ci faccia un regalo" ANDREA SORRENTINO BOSTON dal nostro inviato Hanno diffuso il "brand", che in America serve sempre. Hanno intascato il gettocino di presenza: più o meno due milioni e mezzo di euro. Hanno giocato amichevoli e si sono allenati a migliaia di chilometri di distanza dall´Italia, un paese da cui, per brevi o lunghi periodi, a volte è salutare allontanarsi. Inter e Milan hanno chiuso col derby di Foxborough la loro campagna d´America, ma l´avventura continua. Sia perché l´estate dei viaggi non è per niente terminata, sia perché un giretto negli Usa torneranno a farlo nei prossimi anni. In fondo il torneo a cui hanno partecipato, il World Football Challenge con il Chelsea e i messicani del Club America (organizzato dalla CAA Sports di Charlie Stillitano), ha avuto successo: le sei partite disputate hanno fatto registrare una media di due milioni di dollari di incassi, perché gli stadi si sono riempiti quasi sempre, e altro denaro è arrivato dalla vendita dei diritti tv a Espn, che ha trasmesso in diretta gli incontri. Un affare per tutti, perché il calcio tira anche negli Usa: a patto che ci si apra a questo sconfinato paese e che lo si frequenti un po´, perché se si riesce a diffondere il proprio nome e il proprio marchio poi il ritorno di interesse è assicurato, dato che di ragazzi (e ragazze) che giocano a pallone nei parcheggi, nei parchi pubblici o nelle università, è piena l´America. Per questo, ad esempio, il Chelsea è il club che in questo torneo ha attirato il maggior numero di tifosi, che accorrono allo stadio con le magliette "Blues" e inneggiano a Drogba: già da quattro anni, già insomma dai tempi di Mourinho, il Chelsea ha battuto l´America d´estate in lungo e in largo, e ora sta passando alla cassa. Per questo gli organizzatori hanno scoperto che anche la Juventus è interessata agli Usa, al punto che sere fa a Pasadena c´era Jean Claude Blanc, ad della Juventus: per il 2011 i bianconeri potrebbero partecipare al World Football Challenge, magari insieme al Manchester United che interessa moltissimo agli organizzatori. La prossima estate invece non ci saranno tornei, perché sul calendario degli impegni di tutti giganteggia il Mondiale sudafricano. Ma è probabile che l´Inter torni comunque a Los Angeles per un periodo di allenamenti: a Mourinho piace moltissimo la California (e non è affatto l´unico) e anche la squadra si è trovata bene nelle strutture di Ucla. Dopo il derby il Milan non rientrerà in Italia ma volerà direttamente a Monaco di Baviera per il torneo Audi, con Bayern, Manchester United e Boca Juniors, cui farà seguito l´amichevole di Lisbona l´8 agosto contro il Benfica e il torneo Tim di Pescara il 14 contro Inter e Juve. I nerazzurri invece giocheranno il 30 luglio a Montecarlo contro il Monaco per il trofeo Pirelli, prima della partenza il 3 agosto per la Cina: l´8 a Pechino è Supercoppa contro la Lazio. Calendario fittissimo, e si sa che giocare tanto con i muscoli non ancora a posto può essere rischoso, ma ormai va così. Intanto oggi e domani saranno i giorni delle visite mediche e delle presentazioni per Eto´o all´Inter e Ibrahimovic a Barcellona: il mercato interista, a parte un possibile ritorno di fiamma per Cassano, è formalmente chiuso. Apertissimo quello del Milan, che tenta una rincorsa su Huntelaar. Gattuso, intervistato da Sky, manda un messaggio a Berlusconi: «Fino al 31 agosto speriamo nel nostro presidente. Penso che questa squadra sia competitiva, ma con due-tre giocatori in più possiamo dire la nostra. Anche così è possibile, ma c´è la consapevolezza che manca qualcosina. Credo e spero che il presidente ci faccia un regalo».

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Vola la staffetta olandese, bene Phelpsma è una pioggia di nuovi primati (sezione: Globalizzazione)

( da "Secolo XIX, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Vola la staffetta olandese, bene Phelpsma è una pioggia di nuovi primati risultati e programmi ROMA. Ecco la situazione ai Mondiali di Roma di nuoto. RISULTATI 400 sl M: Biedermann (Ger) 3'40"07, 2) Melloli (tun) 3'41"11, 3) Zhang Lin (Cina) 3'41"35, 16) Rosolino 3'47"05, 17) Sciocchetti 3'47"40. 400 sl F: Pellegrini (Ita) 3'59"15 (record del mondo), 2) Jackson (Gbr) 4'00"60, 3) Adlington (Gbr) 4'00279, 17) Zoccari 4'11"58. 4x100 sl F:1) Olanda 3'31"72 (record del mondo), 2) Germania 3'31"83 (record del mondo Steffen in prima frazione 52"22), 3) Australia 3'33"01, 13) Italia (Spagnolo, Letrari, Buratto, Di Pietro) 3'41"07. 4x100 sl M: 1) Usa (Phelpsd, Lochte, Grevers, Adrian) 3'09"21, 2) Russia 3'09"52, 3) Francia 3'09"89, 5) Italia (Calvi, Galenda, Orsi, Magnini). Semifinale 200 misti F: 1) Kukors (Usa) 2'07"03 (record del mondo), 2) Rice (Aus) 2'08"68, 3) Miley (Gbr) 2'09"46; (semifinali). Semif. 100 farfalla F: Sjostrom (S ve) 56"44 (record del mondo), 2) Schipper (Aus) 57"08, 3) Vollmer (Usa) 57"19, 22) Bianchi 58"81, 29 Giacchetti 59"60. 50 farfalla M: 21 Nalesso) 23"65, 21) Facchinelli 23"65. 100 rana M: 24) Pizzini 1'00"54, 34) Pesce 1'01"18. IL PROGRAMMA DI OGGI Ore 9 (batterie): 100 dorso F, 200 sl M (Brembilla, Maia) : 100 rana F (Scarcella), 100 dorso M, 1.500 sl F. Ore 18: 100 rana M, 100 farfalla F, 100 dorso M (sf), 100 rana F (sf), 50 farfalla M, 100 dorso F (sf), 200 sl M (sf), 200 misti F. 27/07/2009

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Afghanistan, basta piagnistei: andarsene o combattere. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Non sopporto la litania dell'opinione pubblica italiana ogni volta che un soldato italiano viene ferito o, purtroppo, ucciso in Afghanistan. Ogni volta è come se i giornali scoprissero che in quella terra c'è da combattere; perchè, piaccia o no, questa è la realtà: la nostra non è più una missione solo di peacekeeping, ma di guerra coordinata con le truppe alleate, in risposta agli attacchi dei talebani. Ci si può chiedere se sia accettabile che il conflitto sia ancora in corso quasi otto anni dopo la prima offensiva contro Al Qaida e i talebani. E' una domanda legittima, che chiama in causa le responsabilità degli Stati Uniti. Fu l'Amministrazione Bush a non voler concludere l'offensiva, dirottando, all'inizio del 2003, le forze migliori dall'Afghanistan all'Irak, permettendo così ai talebani di riorganizzarsi e di conquistare numerose regioni. C'è chi, come Bossi, pensa che gli italiani siano stati fin troppo pazienti: "Io li porterei a casa tutti, visiti i risultati e i costi", ha dichiarato ieri sera. Come dire: sono stati gli americani ad aver provocato questa situazione per mancanza di saggezza, è giusto che ora se le cavino da soli. E c'è chi pensa, invece, che sia doveroso restare per fedeltà nei confronti dell'alleato americano e per impedire che un Paese di grande importanza strategica come l'Afghanistan torni ad essere la base operativa del terrorismo islamico di sunnita; dunque anche un po' per interesse. Se ha ragione Bossi, si parta, anche a costo di irritare la Casa Bianca, sapendo però che un gesto del genere incrinerebbe la credibilità internazionale del nostro Paese, che un tempo era considerato ondivago e che invece da qualche anno è giudicato solido e affidabile, sia con Prodi che con Berlusconi. Se invece si decide di restare, cessino i piagnistei a ogni incidente. La guerra è sporca, fa male, dà e provoca dolore, anche se a combatterla sono dei bravi ragazzi italiani. O sbaglio? 23dd Scritto in giornali, geostrategia, terrorismo, usa, afghanistan, scenari, comunicazione, Italia, europa, era obama, sicurezza, gli usa e il mondo Commenti ( 20 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jul 09 La riforma di Obama e il sogno (o l'utopia) della Sanità per tutti Sul Giornale di oggi mi sono occupato della riforma sanitaria proposta da Obama. Un dato appare chiaro: da quando ha messo in cantiere le nuova legge il presidente americano ha perso 15 punti percentuali: il suo gradimento è sceso dal 70 al 45%. L'attuale sistema è basato sulle assicurazioni private con due importanti eccezioni: il programma di salute per gli anziani (Medicare) e per i poveri (Medicaid) che sono a carico dello Stato, con costi elevatissimi: oltre 2.200 miliardi di dollari che in prospettiva sono destinati a raddoppiare. L'aspetto per noi più choccante è che oggi 48 milioni di americani sono senza copertura sanitaria e appartengono soprattutto alla classe media: non sono abbastanza poveri per richiedere Medicaid, ma non abbastanza ricchi per pagare polizze spesso salatissime. Eppure, secondo i sondaggi, la maggior parte degli americani è contraria alla copertura universale, tipo quella europea e che Obama intende varare entro la fine dell'anno. Su questo argomento è in corso una battaglia di spin molto intensa che vede schierati da una parte le assicurazioni private che stanno investendo milioni in una campagna di persuasione attraverso società di Pr, dall'altra il presidente ovvero il grande comunicatore. Da qui due spunti di riflessione. 1) Il no degli americani alla copertura universale è culturale ovvero rispecchia ancora il concetto della responsabilità personale e l'avversione allo stato sociale o è influenzato in maniera decisiva dallo spin dell'industria sanitaria, che è implacabile? Il dubbio sorge considerando che prima delle elezioni, quando la propagnda delle assicurazioni era a bassa intensità, il 75% degli elettori era favorevole alla riforma, mentre ora i contrari superano il 50%. Gli interventi dei lettori "americani" di questo blog sono ovviamente benvenuti. 1) Ma la questione ha una valenza più ampia che riguarda anche noi europei. Nei Paesi industrializzati i costi della salute esplodono anche per l'invecchiamento della popolazione. In prospettiva la copertura medica estesa a tutti è sostenibile? E cosa rispondere ai liberisti che sostengono che dovremmo essere noi a imitare l'America riscoprendo la responsabilità individuale? Ps Dante mi ha inviato questo schema che riassume la riforma di Obama. Limpidissima. Scritto in comunicazione, salute, usa, cultura, spin, manipolazione, europa, società, era obama, globalizzazione 1f54 Commenti ( 84 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jul 09 Influenza suina, l'inganno continua. La mia tesi sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e` tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio. Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche? Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione, crisi, giornalismo Commenti ( 114 ) » (12 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 1f46 16Jul 09 Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera' di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria; l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen, ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica, giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia, immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 52 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 1f71 13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più: le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd, ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui, dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera? Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8 dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti? Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo, intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 93 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili. Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici, la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA. Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime. Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi, economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo, sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà, con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto, specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete. Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse? 25a3 Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste, democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (6 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? Scritto in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... 1fc6 Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze). Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere. Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale. Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima. Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico, l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al 60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri, i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli. Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? 37de Scritto in casta, crisi, cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste, democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 104 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. 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La riforma di Obama e il sogno (o l'utopia) della Sanità per tutti (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Non sopporto la litania dell'opinione pubblica italiana ogni volta che un soldato italiano viene ferito o, purtroppo, ucciso in Afghanistan. Ogni volta è come se i giornali scoprissero che in quella terra c'è da combattere; perchè, piaccia o no, questa è la realtà: la nostra non è più una missione solo di peacekeeping, ma di guerra coordinata con le truppe alleate, in risposta agli attacchi dei talebani. Ci si può chiedere se sia accettabile che il conflitto sia ancora in corso quasi otto anni dopo la prima offensiva contro Al Qaida e i talebani. E' una domanda legittima, che chiama in causa le responsabilità degli Stati Uniti. Fu l'Amministrazione Bush a non voler concludere l'offensiva, dirottando, all'inizio del 2003, le forze migliori dall'Afghanistan all'Irak, permettendo così ai talebani di riorganizzarsi e di conquistare numerose regioni. C'è chi, come Bossi, pensa che gli italiani siano stati fin troppo pazienti: "Io li porterei a casa tutti, visiti i risultati e i costi", ha dichiarato ieri sera. Come dire: sono stati gli americani ad aver provocato questa situazione per mancanza di saggezza, è giusto che ora se le cavino da soli. E c'è chi pensa, invece, che sia doveroso restare per fedeltà nei confronti dell'alleato americano e per impedire che un Paese di grande importanza strategica come l'Afghanistan torni ad essere la base operativa del terrorismo islamico di sunnita; dunque anche un po' per interesse. Se ha ragione Bossi, si parta, anche a costo di irritare la Casa Bianca, sapendo però che un gesto del genere incrinerebbe la credibilità internazionale del nostro Paese, che un tempo era considerato ondivago e che invece da qualche anno è giudicato solido e affidabile, sia con Prodi che con Berlusconi. Se invece si decide di restare, cessino i piagnistei a ogni incidente. La guerra è sporca, fa male, dà e provoca dolore, anche se a combatterla sono dei bravi ragazzi italiani. O sbaglio? 23dd Scritto in giornali, geostrategia, terrorismo, usa, afghanistan, scenari, comunicazione, Italia, europa, era obama, sicurezza, gli usa e il mondo Commenti ( 20 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 24Jul 09 La riforma di Obama e il sogno (o l'utopia) della Sanità per tutti Sul Giornale di oggi mi sono occupato della riforma sanitaria proposta da Obama. Un dato appare chiaro: da quando ha messo in cantiere le nuova legge il presidente americano ha perso 15 punti percentuali: il suo gradimento è sceso dal 70 al 45%. L'attuale sistema è basato sulle assicurazioni private con due importanti eccezioni: il programma di salute per gli anziani (Medicare) e per i poveri (Medicaid) che sono a carico dello Stato, con costi elevatissimi: oltre 2.200 miliardi di dollari che in prospettiva sono destinati a raddoppiare. L'aspetto per noi più choccante è che oggi 48 milioni di americani sono senza copertura sanitaria e appartengono soprattutto alla classe media: non sono abbastanza poveri per richiedere Medicaid, ma non abbastanza ricchi per pagare polizze spesso salatissime. Eppure, secondo i sondaggi, la maggior parte degli americani è contraria alla copertura universale, tipo quella europea e che Obama intende varare entro la fine dell'anno. Su questo argomento è in corso una battaglia di spin molto intensa che vede schierati da una parte le assicurazioni private che stanno investendo milioni in una campagna di persuasione attraverso società di Pr, dall'altra il presidente ovvero il grande comunicatore. Da qui due spunti di riflessione. 1) Il no degli americani alla copertura universale è culturale ovvero rispecchia ancora il concetto della responsabilità personale e l'avversione allo stato sociale o è influenzato in maniera decisiva dallo spin dell'industria sanitaria, che è implacabile? Il dubbio sorge considerando che prima delle elezioni, quando la propagnda delle assicurazioni era a bassa intensità, il 75% degli elettori era favorevole alla riforma, mentre ora i contrari superano il 50%. Gli interventi dei lettori "americani" di questo blog sono ovviamente benvenuti. 1) Ma la questione ha una valenza più ampia che riguarda anche noi europei. Nei Paesi industrializzati i costi della salute esplodono anche per l'invecchiamento della popolazione. In prospettiva la copertura medica estesa a tutti è sostenibile? E cosa rispondere ai liberisti che sostengono che dovremmo essere noi a imitare l'America riscoprendo la responsabilità individuale? Ps Dante mi ha inviato questo schema che riassume la riforma di Obama. Limpidissima. Scritto in comunicazione, salute, usa, cultura, spin, manipolazione, europa, società, era obama, globalizzazione 1f54 Commenti ( 84 ) » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Jul 09 Influenza suina, l'inganno continua. La mia tesi sull'influenza suina (vedi i post su questo blog) , ovvero che si trattasse di un allarme gonfiato ad arte, ha trovato conferma: nel mondo decine di migliaia di persone sono state contagiate, ma i morti sono poco piu' di 150. Il virus e` tutt`altro che letale. Eppure l`allarmismo continua e ora le compagnie britanniche vogliono bloccare a terra chiunque mostri i sintomi del contagio. Insomma bastera` uno starnuto per vedersi rifiutato l'imbarco. Un delirio. A vantaggio di chi?La scorsa primavera l`allarme era servito a distrarre l`opinione pubblica dalla recessione (paura scaccia paura), ora ho l`impressione che l`interesse sia economico. Quanto guadagneranno le case farmaceutiche? Tantissimo e a finanziare acquisti di vaccini che non serviranno a nulla saranno per lo piu` gli Stati. Questo si' e' spreco di denaro pubblico. Scritto in psicosi, salute, cultura, influenza suina, comunicazione, manipolazione, crisi, giornalismo Commenti ( 114 ) » (12 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 1f46 16Jul 09 Clandestini, la strana solidarieta' dell'Unione europea Secondo Le Monde la Francia accettera' di ospitare alcuni dei clandestini che sbarcano nel sud dell`Europa, idem la Germania e qualche altro Paese, anticipando la Commissione europea che intende occuparsi finalmente del problema dei clandestini, che , come noto, riguarda solo i Paesi del Su dell'Europa come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Bene,a zni no. Perche', sempre secondo Le Monde, la Francia ospitera' 90 clandestini e gli altri Paesi non piu' di 30 ognuno. Cifre ridicole e soprattutto perche' la Ue intende semplicemente sollecitare gli altri Paesi, quelli del nord, a mostrarsi solidali con quelli del sud. Il suo e' un auspicio, non un obbligo. Il messaggio complessivo e' sempre lo stesso: Schenghen esiste e ai Paesi del sud Euroa spetta il compito di garantire le frontiere meridionali della Ue, ma quando c'e' un'emergenza i singoli Stati vengono lasciati sostanzialmente soli. E Bruxelles fa spallucce se la questione immigrati provoca forti tensioni sociali. In Grecia la situazione e' allarmante e cresce l'insofferenza verso i clandestini; in Spagna Zapatero si e' ben guardato dallo smantellare il muro elettronico e offre incentivi agli stranieri affinche' rientrino in patria; l'Italia ha risolto il problema (per ora) venendo a patti con Gheddafi, che da qualche settimana non fa piu' partire le 'carrette del mare', ma ora nessuno sa che fine facciano i clandestini che continuano ad arrivare in Libia. Il prezzo umano di quell'accordo rischia di essere molto alto. Cosi' non va: e' ora che la questione degli immigrati clandestini venga affrontata in modo organico dall'Unione europea stabilendo norme comuni sui pattugliamenti, rendendo efficaci le banche dati sugli stranieri extracomunitari nell'area Schenghen, ripartendo l'onere della gestione dei campi profughi, coordinando la concessione dei visti, stabilendo criteri per l'integrazione ovvero facendo tutto cio' che andava previsto parallelamente all'abolizione delle dogane dentro all'area Shenghen e che invece all'epoca fu trascurato con colossale ma tutt'altro che sorprendente ingenuita'. Altrimenti gli Stati del Sud continueranno a far da se'. E l'esasperazione (o addirittura il razzismo) di popoli tradizionalmente tolleranti continuera' ad aumentare. L'Europa deve chiarire se su un argomento cosi importante e' presente oppure no. La solidarieta' non puo' essere occasionale.. o sbaglio? Scritto in politica, giustizia, clandestini, scenari, immigrati, europa, globalizzazione, Italia, immigrazione, notizie nascoste, germania, democrazia, francia Commenti ( 52 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 1f71 13Jul 09 Beppe Grillo e Pd, che triste spettacolo. Fino a qualche tempo fa seguivo Beppe Grillo con simpatia, ritenevo che certe sue provocazioni fossero salutari e contenessero anche una buona dose di verità. Ora non lo leggo più: le sue argomentazioni sono sovente pressapochiste e intrise di un populismo da bar che non sopporto più. L'uomo si è dimostrato molte volte incoerente. Fa politica, ma lo nega. Manda allo sbaraglio i comitati civici senza esporsi in prima persona, ma ora che gli fa comodo ne rivendica la paternità. In un'intervista all'Agr ha dichiarato che vuole correre per la segreteria del Pd, ma che non intende candidarsi al Parlamento. Nel suo penultimo post si leggono solenni banalità tipo: Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c'è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini . Il che peraltro è falso. Berlinguer era una persona perbene ma era il segretario di un Partito comunista e da allora la sinistra è cambiata e molto. Sbagliando, ma il tentativo lo ha fatto. Beppe Grillo è l'uomo che si batte per l'ecologia e poi gironzola per il Mediterraneo con un motoscafo ultrainquinante; che si batte per i precari, le ingiustizie e gli avvoltoi della finanza, ma poi si dimostra abilissimo e spregiudicato uomo d'affari con redditi annui milionari. Lotta contro il copyright delle grandi major, ma denuncia per ricettazione un ragazzo che ha osato vendere su e bay un suo dvd. Non dichiara se sostiene o no lo sciopero dei blogger, probabilmente perchè l'idea non è venuta a lui, dimostrando un egocentrismo molto forte. Grillo evidentemente non ama condividere la ribalta con altri, tranne quando conviene a lui. Ciò detto sono altrettanto allibito dalla reazione del Pd. Ma che credibilità ha un partito che, per bocca del suo segretario organizzativo Migliavacca, si affretta a dichiarare che Beppe Grillo non ha i requisiti per ottenere la tessera? Sostiene Migliavacca: "Secondo lo statuto del Pd la domanda di iscrizione di Grillo non sarebbe accettabile perché lo statuto del partito al comma 8 dell'articolo 2 precisa: 'Sono esclusi dalla registrazione nell'Anagrafe degli iscritti e nell'Albo degli elettori le persone che siano iscritte ad altri partiti politici'. Grillo non sarebbe candidabile dato che in passato è stato promotore di liste in concorrenza col Pd". Mi sembra un criterio sovietico: chi in passato ha fatto concorrenza al Pd non riceverà mai la tessera. E allora i radicali? E i tanti militanti di altri partiti? Incredibile. Non è questa la risposta di un partito moderno e sicuro di sè di fronte alla provocazione di un comico politico o se preferite di un politico comico. E non c'è nulla da ridere. Scritto in sinistra, destra, grillo, intellettuali, casta, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 93 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 11Jul 09 Attenti, sono tornati i predoni della finanza. Nuova crisi in vista? Vedo addensarsi nuove nubi sul cielo dell'economia mondiale e in particolare di quella americana. Pochi ne parlano, perlomeno sulla stampa italiana, ma la California, ovvero l'ottava economia al mondo, è sull'orlo della bancarotta, come spiego in questo articolo e il rischio di un tracollo finanziario non è più da escludere, con ripercussioni facilmente immaginabili. Inoltre: la disoccupazione continua a crescere, il mercato immobiliare continua a crollare, i mancati pagamenti sulle carte di credito sono ai massimi storici, la fiducia dei consumatori ha ripreso a scendere. E le prospettiova di ripresa dell'economia reale sono molto più flebili del previsto. Ma soprattutto le grandi banche d'affari sono tornate a comportarsi esattamente come prima. La liquidità iniettata dalle banche centrali non è finita all'economia reale, ma è stata usata per nuove spericolate operazioni sul mercato dei derivati, come dimostrano le violente oscillazioni delle quotazioni delle materie prima e l'andamento assurdo delle Borse. E la speculazione, naturalmente, finirà per avvantaggiare soprattutto i manager, che quest'anno incasseranno bonus strepitosi: a Goldman Sachs si profila il miglior anno di sempre. Tra l'altro poco si è parlato dello scandalo di Steve Perkins, il trader che la settimana scorsa, da solo eludendo i controlli, ha innescato una speculazione che in un'ora ha fatto salire il prezzo del petrolio ai massimi dell'anno. Se una persona riesce a fare questo, è davvero inverosimile che alcune banche d'affari si accordino per pilotare al rialzo o al ribasso un mercato? Io dico di no. Il recente boom di Borsa è frutto di aspettative irrealistiche alimentate dalla speculazione che, come avvenuto in passato, potrebbe cambiare rapidamente orientamento, tanto più che i bilanci delle banche sono pieni di spazzatura che i trucchi contabili non riusciranno a nascondere in eterno. Dimenticavo: le banche americane hanno ripreso a erogare mutui subprime e a cartolarizzare debiti dal valore molti dubbio spacciandoli per obbligazioni tripla AAA. Attenti ai predoni della finanza: quando va bene a loro, va male a noi. A quando la nuova crisi finanziaria? C'è chi teme un altro settembre di lacrime. Scritto in casta, banchieri, scenari, disoccupazione, usa, borsa, crisi, economia, europa, era obama, banche, capitalismo, globalizzazione Commenti ( 53 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.86 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Jul 09 Il decreto anti-blog? Inutile, basta il buon senso Alcuni di voi mi hanno chiesto se ero favorevole o contrario allo sciopero dei blog, promosso da un collega, Alessandro Gilioli, che conosco bene e che stimo, sebbene non sia sempre sia d'accordo con lui. Mi sono documentato, ho seguito alcune polemiche (ad esempio Orientalia 4all e Wolly ) e ho tratto questa conclusione: - La norma è prevista nel decreto Alfano che mira a punire la pubblicazione illegittima delle intercettazioni. Ha dunque una finalità specifica. - Tuttavia, interpretata alla lettera, permetterebbe un'estensione quasi illimitata del diritto di rettifica, dunque ben oltre gli scopi del Decreto. - I blog per loro natura sono sbarazzini, polemici, isole di libertà, con alcuni difetti , come la tendenza allo sproloquio e all'insulto, specialmente da parte di chi si avvale dell'anonimato. - Sebbene alcuni blog oggi siano molto letti, la maggior parte ha un'audience molto limitata. E i blog, essendo dei diari on-line, non possono essere paragonati agli articoli di grandi media come il Giornale, il Corriere della Sera o Repubblica. - Da liberale ritengo che la misura sia eccessiva: preferisco qualche insulto e qualche parolaccia in più piuttosto che correre il rischio di vedere annientata la vitalità dei blog da un abuso del diritto di rettifica. - E allora ben vengano le modifiche che parlamentari sia di centrodestra sia di centrosinistra intendono apportare al decreto e che sono molto probabili, considerato che il ministro Alfano si è detto disposto a rivedere il decreto prima del sì definitivo. - Tutto questo non sarebbe avvenuto senza la mobilitazione in Rete. Onore al merito, con un auspicio: che resti una forma di civile e costruttiva protesta. Quanto allo sciopero: a questo punto secondo me è inutile. Il rischio, semmai, è che il problema venga dimenticato durante la pausa d'agosto e che pertanto la protesta del 14 sia fine a se stessa (tra l'altro trovo di cattivo gusto l'idea di imbavagliarsi su You tube). Non sarebbe stato più saggio organizzare un'iniziativa in settembre per risvegliare l'interesse? 25a3 Scritto in giornali, sinistra, destra, comunicazione, blog, notizie nascoste, democrazia, società, Italia Commenti ( 31 ) » (6 voti, il voto medio è: 4 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Jul 09 Usa-Russia, la distensione è solo apparente? Le agenzie di stampa ieri hanno dato il tono definendo "storico" l'accordo tra Medvedev e Obama e oggi quasi tutti i giornali italiani hanno seguito a ruota. In realtà l'intesa sul disarmo nucleare non è affatto memorabile ma rappresenta un lievissimo progresso rispetto al Trattato del 2002 con una riduzione da 1700 a 1675 del numero massimo delle testate nucleari. La novità principale scaturita dal summit è di tono. Ben venga. I due Paesi dimostrano l'intenzione di dialogare, rinunciando alla retorica da Guerra fredda che hanno caratterizzato l'ultima fase della presidenza Bush. Mosca, come ho spiegato in questa analisi, persegue un obiettivo prioritario: vuole che Washington riconosca la sua ritrovata grandezza; vuole essere trattata alla pari. Ma è improbabile che si accontenti dei sorrisi e delle parole di Obama. L'impressione è che il duo Medvedev-Putin intenda approfittare della debolezza di Washington per ampliare la propria influenza nell'ex Unione Sovietica (tra l'altro riportando sotto il proprio ombrello Ucraina e Georgia) e per spingere l'acceleratore verso un mondo multipolare in cui Russia, Cina, India e Brasile abbiano maggiori poteri, a scapito ovviamente degli Usa e scardinando lo strapotere del dollaro, come moneta di riserva internazionale. Insomma, la nuova distensione rischia di essere solo apparente. Fino a che punto l'America può lasciare mano libera alla Russia, ridimensionando i propri obiettivi sullo scacchiere euro-asiatico? E l'Europa come deve comportarsi con una Russia di nuovo ambiziosa? Scritto in geostrategia, era obama, europa, russia, gli usa e il mondo Commenti ( 86 ) » (4 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... 1fc6 Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Jul 09 Per una settimana sarò a Radio Tre ogni mattina Da domani mattina per una settimana condurrò Prima Pagina, la rassegna stampa di Radio Tre, che è divisa in due parti: la lettura dei giornali dalle 7.15 alle 8 e poi il filo diretto con gli ascoltatori dalle 8 alle 8.40 circa. Chi fosse interessato può seguire la trasmissione in diretta o in podcast collegandosi al sito di prima pagina o sintonizzandosi alla radio (trovate qui le frequenze). Per intervenire in diretta potete chiamare il numero verde: 800 050 333. La linea è aperta a tutti; anche agli amici di questo blog e con molto piacere. Scritto in giornalismo Commenti ( 35 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 02Jul 09 L'altro popolo italiano: quello dello scontrino non fiscale Piccole scene di ordinaria evasione fiscale. Vado in lavanderia, ritiro le giacche che ho lasciato qualche giorno prima. Affrancata sulla confezione di plastica c'è lo scontrino. Sembra tutto regolare. Ma poi quadro meglio: in basso, quasi invisibile c'è scritto non fiscale. E allora chiedo: ma questo è lo scontrino? E la signora, con l'aria un po' scocciata, mi dice: "Glielo faccio subito". Smanetta sulla cassa e mi stampa una vera ricevuta fiscale. Esco, arriva suo marito: guida un'auto sportiva dal valore di almeno 50-60 mila euro. Ripenso a quante volte sono andato in quella lavanderia e se in passato mi hanno stampato un vero scontrino. Credo mai. Il trucco di quello non fiscale è molto efficace: dà l'impressione al cliente che sia tutto in regola, ma consente all'esercente di incassare cifre enormi in nero. Non mi stupirei fossero pari all'80-90% della cifra d'affari. Faccio due conti: secondo me non il gestore della lavanderia guadagna non meno di 150-200 mila euro all'anno. In nero. E non è solo la lavanderia a usare questo stratagemma: anche il panettiere, l'idraulico, l'elettricista. Lavori un tempo umili e ora estremamente redditizi. Guadagnano quanto un manager di alto livello con una busta paga in regola da 300mila euro lordi. Qualcosa non torna. Emergono due Italia profondamente ingiuste: da un lato quella dei salariati che non evadono neanche un centesimo e a cui vengono accordate detrazioni risibili. Assieme a loro una parte importante del popolo delle partite Iva, che non riesce a evadere e paga somme spropositate, fino al 60-70% tra tasse e contributi sociali. L'altra Italia è formata dai panettieri, i lavandai, gli orefici che dichiarano redditi da 10euro all'anno, i piccoli imprenditori edili, i mediatori immobiliari. E continua a farla franca. In fondo basterebbe il buon senso per creare una situazione più equa. Il fisco svizzero, ad esempio, riesce a stimare qual è la cifra d'affari reale di un lavandaio a Lugano o a Bellinzona, considerando l'anzianità di esercizio, la posizione, se affitta o possiede il negozio. Chi dichiara troppo poco viene subito pizzicato, ma senza l'angoscia della visita di un uomo dell'arma. Viene convocato in ufficio. Il funzionario discute con lui e quasi sempre non deve ricorrere a misure punitive per trovare una soluzione. E ai salariati vengono accordate detrazioni fino ai 6-7mila euro a figlio e, nei tempi buoni, anche esenzioni del 5-10% sull'imponibile. Sia chiaro: Anche in Svizzera c'è evasione, come in Francia o in Germania ma le proporzioni sono più ragionevoli. Chissà, forse un giorno anche in Italia. Utopia? 37d2 Scritto in casta, crisi, cultura, sinistra, destra, capitalismo, giustizia, notizie nascoste, democrazia, economia, società, Italia Commenti ( 104 ) » (6 voti, il voto medio è: 4.17 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie afghanistan (1) banche (22) banchieri (7) blog (6) borsa (7) capitalismo (26) casta (9) cina (23) clandestini (4) comunicazione (21) criminalità (2) crisi (43) cultura (8) democrazia (82) destra (5) disoccupazione (4) economia (46) era obama (41) europa (26) francia (29) geostrategia (11) germania (9) gheddafi (1) giornali (4) giornalismo (60) giustizia (11) gli usa e il mondo (84) globalizzazione (64) grillo (1) immigrati (7) immigrazione (49) influenza suina (3) intellettuali (2) internet (2) iran (6) islam (26) israele (4) Italia (174) lega (6) manipolazione (21) medio oriente (18) notizie nascoste (68) partito democratico (11) pdl (9) politica (9) presidenziali usa (25) progressisti (9) psicosi (4) referendum (1) russia (16) salute (3) scenari (15) sicurezza (7) sindacati (3) sinistra (5) società (54) spin (18) svizzera (5) terrorismo (3) tortura (1) turchia (14) usa (8) Varie (17) 1ff2 I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Bastano una lobby e 370 milioni per rovinare il mondo... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. E ora come la mettiamo con Malpensa? - 3 Emails Ecco come si può davvero aiutare il Tibet - 3 Emails Attenti, Londra tollera la Shaaria... - 3 Emails Usa, la tragica ripicca di un popolo a lungo raggirato - 3 Emails Caso Eluana, un giudizio controcorrente che fa riflettere - 3 Emails Influenza suina, una psicosi molto sospetta... - 3 Emails In una lettera il ritratto dell'Italia di oggi - 2 Emails Ultime discussioni Francesco G: Daccordo con l'omonimo Francesco. In Afghanistan gli idrocarburi non c'entrano. Ve li... Biagio Morabito: Gentile Signor Andrea, Argomentazioni come le Sue si sentivano fino a qualche anno fa con riguardo... Andrea: Resto perplesso di fronte all'affermazione che in Afghanistan ci si debba restare per non fare brutta... Biagio Morabito: Gentile Signor Ambrogio, Il problema nel caso del petrolio e del gas non è il macchinone, in loro... Francesco_P: Egregio Franco Parpaiola, forse la signora Schmidt era andata a vedere come è possibile far funzionare... Ultime news La polemica L’ultima bufala: «Invasi dai decoder»Massa, i medici: non c'è lesione cerebrale Gp, vince HamiltonBerlusconi: "Un piano innovativo per rilanciare l'economia del Sud"Sarkozy crolla mentre fa jogging: ricoverato L'Eliseo: "Ora sta bene, solo un lieve malore"Pellegrini superstar: oro e record mondiale nei 400 stile liberoRaul Castro: cubani, basta lamentele per l'embargo Usa, lavorate di più nei campiNigeria, violenti scontri coi filo-talebani: 42 mortiMotoGp: Dovizioso, trionfo italiano Valentino cade ma arriva quinto 222d Verona, auto fuoristrada: tre morti e due feriti graviLa Russa: "L'Italia resta in Afghanistan, irrinunciabili gli obiettivi della missione" Blog amici Ethica, blog filosofico di qualità il blog di Alessandro Gilioli il blog di Andrea Tornielli Il blog di Faré su Internet & comunicazione il blog di Marista Urru il blog megliotardichemai Il circolo Rosselli, socialismo liberale Il pranista, blog su PR e comunicazione Metropolis, il blog Alberto Taliani NetMedia, il nuovo blog di Piero Macrì Orientalia 4 all Placida signora, il blog di Mitì Vigliero spindoctor, il blog di Marco Cacciotto Wolly, il blog di Paolo Valenti Da non perdere La misteriosa e improvvisa ricchezza di Erdogan La Turchia e l'islamizzazione strisciante Quelle donne turche imprigionate dal velo Vince Erdogan e la Turchia diventa più islamica siti che mi piacciono Cricri créations poétiques, gioielli con l'anima Il sito di R. 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Serbia troppo forte: il Settebello è fuori (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di lunedì 27 luglio 2009 Serbia troppo forte: il Settebello è fuori di Redazione Dopo il Setterosa, perde anche il Settebello. Ieri sera, negli ottavi di finale di pallanuoto, l'Italia è stata sconfitta 7-5 da una bella Serbia. Svanisce la possibilità di andare a medaglia, ora gli azzurri si giocheranno il 9°-12° posto. Gli altri risultati di pallanuoto: Canada-Cina 9-5, Germania-Montenegro 9-8 d.t.s., Australia-Romania 5-7. PROGRAMMA Seconda giornata del programma di nuoto: dalle 9 batterie 100 dorso donne con Pelton, Coventry e le azzurre De Nardi e Gemo; 200 sl uomini con Phelps, Biedermann e gli italiani Brembilla e Maglia; 100 rana donne con Soni, Efimova e le nostre Boggiatto e Scarcella; 100 dorso uomini con Peirsol, Wildeboer (Di Toia e Lestingi per l'Italia); 1500 sl donne con Potec, Friis, la Filippi e la giovane Carmignoli. Nel pomeriggio dalle 18 finali 100 rana u, 100 farfalla d, 50 farfalla u, 200 misti d. Per la pallanuoto quarti femminili: Ungheria-Canada, Russia-Olanda, Australia-Grecia, Spagna-Usa. Per il 9° posto Italia-Cina. © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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La complicità con la mafia una costante da 150 anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

La complicità con la mafia una costante da 150 anni Dire Mezzogiorno significa anche dire infiltrazione mafiosa della gestione della cosa pubblica. Ne parliamo con Giancarlo de Cataldo che, nel romanzo "La mano giusta" si è addentrato nei rapporti fra mafia, politica e apparati durante la stagione dello stragismo che inizia con l'omicidio di Salvo Lima il 12 marzo 1992 e giunge fino all'attentato di via D'Amelio, il 19 lugulio 1993. A distanza di 17 anni si sono riaperte le inchieste su quella stagione. «Che una trattativa ci fu è già acclarato dalla sentenza di Firenze sulle bombe del 1993. E quelle parole sono angoscianti perché vi si dimostra che i mafiosi, invece di trovarsi di fronte alla tolleranza zero, trovavano pezzi di apparato disposti a trattare. Ma questa è una costante del paese dall'unità d'Italia. Perché una costante? «Pensi a Portella delle Ginestre o alla strage di Cianciulli che è del 1963. La mafia siciliana iniziò a utilizzare da allora le autobombe, con venti anni di anticipo sui colombiani. La cosa particolare della stagione che vide l'uccisione di Falcone e Borsellino e gli attentati a Roma, a Firenze, Milano è che persino il più sanguinario dei mafiosi avrebbe dovuto preoccuparsi di quella potenza di fuoco. La criminalità organizzata usa il volume di fuoco che gli è utile. Quando è silenziosa vuol dire che la violenza non gli serve. Ha ragione il procuratore Grasso a gettare l'allarme? «Negli anni Settanta l'attenzione era sul terrorismo. Oggi sulla microcriminalità o, addirittura, si inventano nuovi reati. Questo offusca l'attenzione alle mafie nel tempo della globalizzazione del crimine».

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La America di Obama punta a ridurre il numero dei nemici (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

DAL MONDO 27-07-2009 L'analisi: di Alberto Pasolini Zanelli La «nuova» America di Obama punta a ridurre il numero dei nemici U n piccolo dettaglio di un grande disegno. Barack Obama è riuscito a convincere il Congresso a dire no alle pressioni per la costruzione di nuovi aerei del modello F-22, raccomandato da alcune lobby, economiche e ideologiche, ma definito inutile dal Pentagono. Il Congresso ha detto no soprattutto per i costi superflui, l'in - tervento del presidente si spiega anche con considerazioni strategiche a largo raggio. I «falchi» non monteranno una grossa polemica su questo dettaglio, ma sono in allarme per l'insistenza e la coerenza con cui la Casa Bianca porta avanti, rischiando parecchio, un suo piano di revisione planetaria di una strategia più che semisecolare, addirittura di una visione del mondo. Per questo Obama è stato definito il primo presidente «post Guerra Fredda». Ma anche post le guerre succedute alla fine della Guerra Fredda. Tutti quegli eventi avevano spinto l'America ad assumersi un compito necessario anche perché nessun altro era in grado di assumersi quel ruolo. Ricordiamo che Madeleine Albright, Segretario di Stato di Bill Clinton, definì gli Stati Uniti «la nazione indispensabile » e nessuno, neppure all'estero, trovò motivi per contestarlo. Adesso è toccato a un altro Segretario di Stato e a un altro Clinton di riassumere a grandi linee le strategie e le convinzioni di Obama, che partono da considerazioni diverse se non opposte. «La nostra politica estera - ha detto Hillary Clinton - deve riflettere il mondo com'è, non come era». Parlava al Council on Foreign Relations e ha insistito non solo sulla necessità di adattare la politica estera alle nuove realtà ma anche sulla desiderabilità di questo processo, che non rappresenta un passo indietro ma anzi il consolidamento dei risultati acquisiti. Il mondo come lo vede Obama è entrato in una nuova fase, che richiede strategie distinte sia da quella che ha governato la politica americana per mezzo secolo sia da quella alternativa. Bisogna riconoscere che il mondo sta uscendo dalla sua fase unipolare senza per questo diventare «multipolare». La prima formula è quella che i neoconservatori hanno tentato di rafforzare e far diventare permanente negli anni in cui alla Casa Bianca sedeva George W. Bush, o perlomeno nel suo primo quadriennio. Il multipolarismo è stato più o meno contemporaneo, il sogno dei governanti di alcuni Paesi, in particolare europei con in testa la Francia di Chirac, di costruire contrappesi alla potenza americana, anche in funzione antagonistica. La direzione in cui il pianeta va è invece quella «multipartner», dissimile sia dal «fronte contro fronte» fra Usa e Urss negli anni della Guerra Fredda, sia dalla fase successiva che ha visto la pratica onnipotenza degli Stati Uniti. Un mondo con molti partner sta sorgendo con più evidenza come risultato della crisi economica mondiale e del ruolo che per superarla non possono non avere Paesi come la Cina e l'India, la prima con un passato di ostilità verso gli Stati Uniti, la seconda di una secolare assenza dalla grande scena mondiale. I rapporti con questi due Paesi sono prioritari quasi quanto lo sono quelli con la Russia. La via maestra, anche se irta di ostacoli, non è neppure quella della ricostruzione di una «bilancia di potere» fra i principali Stati: bisogna tenere conto di realtà nuove, comprese la crescita del fenomeno terroristico (che è anche e forse soprattutto una conseguenza secondaria e imprevista di sviluppi tecnologici per altro verso e prevalentemente positivi) e il ruolo delle organizzazioni non governative. Puntare unicamente sulla forza militare sarebbe la risposta sbagliata alle future occasioni di crisi. Cominciando naturalmente da quelle già in corso: per questo occorre, dice Obama, «trattare con gli avversari », a cominciare dall'Iran, anche se il governo di Washington accompagna ogni iniziativa di dialogo con Teheran con l'ammonimento che «questa porta non rimarrà aperta per sempre». L'ultimo accenno, interessante, è venuto poche ore fa per bocca del vicepresidente Biden, che ha ipotizzato uno «scudo» per proteggere da un'eventuale minaccia nucleare iraniana «tutti i Paesi del Medio Oriente». Una alternativa alla tentazione dell'attacco preventivo ma anche una strada lunga e difficile per mostrare a Israele e ai suoi vicini arabi che esistono importanti, anzi essenziali, interessi comuni. Che è poi il tema generale della politica estera di Obama: passato il tempo dell'onnipotenza gli Stati Uniti continuano ad essere la Superpotenza, ma devono cercare di diminuire il numero dei propri nemici. Con l'aiuto, naturalmente, dei vecchi amici. I rapporti con la Cina e l'India saranno prioritari quasi quanto quelli con la Russia

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Prove d'intesatra Usa e Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: MONDO data: 2009-07-27 - pag: 12 autore: Economia internazionale. Si apre oggi a Washington la due giorni del primo vertice sino-americano dell'era Obama Prove d'intesatra Usa e Cina Gli States chiedono garanzie sull'acquisto dei titoli del loro debito e sulla forza dello yuan PAGINA A CURA DI Gianni Salvini Durante la sua prima visita a Pechino come Segretario al Tesoro Usa, all'inizio del giugno scorso, una garbata risata degli studenti dell'università di Pechino ha accolto l'affermazione di Timothy Geithner, secondo cui l'investimento cinese in titoli pubblici Usa è sicuro. In effetti, in Cina c'è diffusa inquietudine per le finanze pubbliche Usa e la connessa svalutazione del dollaro, che coinvolgerebbe il "tesoro" detenuto. La Cina vanta infatti riserve valutarie per 2.132 miliardi di dollari, di cui oltre un terzo in titoli del debito pubblico Usa: un'esposizione enorme. è questo il tema principale che sarà sul tappeto, oggi e domani, tra Geithner e il Segretario di Stato Hillary Clinton da un lato e alcuni tra i massimi dirigenti cinesi dall'altro, nel primo incontro al massimo livello tra Usa e Cina dopo l'arrivo alla Casa Bianca del presidente Obama. Malgrado i loro legittimi timori, i cinesi non hanno alternative. Il gioco continua («voi Usa comprate i miei prodotti a basso prezzo favorendo la mia crescita economica e io Cina acquisto il vostro debito e freno la vostra inflazione ») e si stabilizza, pur con qualche incertezza, in un rapporto simbiotico: la "Chimerica",com'è stata definita con brutto neologismo, è ormai uno degli assi portanti dell'assetto economico mondiale. All'inizio del decennio il "matrimonio" ha funzionato bene, permettendo la convivenza delle operose "formiche" cinesi e delle prodighe "cicale" Usa, col risultato che il tasso di risparmio cinese è balzato dal 30% al 45%, mentre quello americano è crollato dal 5% a zero. Ma un matrimonio in cui tutto il peso del risparmio è addossato a un partner e tutte le spese all'altro non può chiaramente durare. Le prime frizioni risalgono al 2007-2008. Da un lato Washington ha premuto, con risultati ritenuti inadeguati, affinchè Pechino accelerasse la rivalutazione dello yuan al fine di frenarne l'export. Dall'altro Pechino, che pure ha gradualmente rivalutato la propria moneta da 8,28 yuan per dollaro (2005) a 6,80 (fine 2008), ha arrestato il processo a causa della crisi finanziaria mondiale. Ora si cominciano ad avvertire dei segni di scollamento. Alcuni alti dirigenti cinesi propongono d'introdurre una nuova valuta globale di riserva (i Diritti speciali di prelievo, Sdr, con la presenza dello yuan nel loro paniere) per superare le "vulnerabilità" del sistema monetario internazionale. Nel contempo, la Banca centrale cinese opera affinchè lo yuan acquisti a livello regionale il ruolo di moneta di riserva. Oggi lo yuan non è però in grado di assumere questo ruolo per due ragioni: non è una moneta totalmente convertibile e i mercati finanziari cinesi non sono abbastanza sviluppati e aperti. All'inizio dell'anno la Borsa cinese capitalizzava 2.000 miliardi di dollari, contro 11.000 di quella Usa e 5.000 di quelle europee. Il mercato obbligazionario è ancor più debole e condizionato dalle autorità politiche. Il biglietto verde resta perciò la valuta di riserva globale costituendo, al primo trimestre 2009, il 65% delle riserve ufficiali della Banca centrale cinese, davanti a euro (26%), sterlina (4%) e yen (3%), mentre la metà degli scambi commerciali mondiali si svolge in dollari. Ciò permette a Washington di finanziare facilmente (e a un basso tasso d'interesse) il suo deficit estero, poichè tutte le banche centrali mondiali detengono riserve ufficiali in dollari. è però possibile che lo yuan, in prospettiva, assuma il ruolo di valuta regionale di riferimento. In Asia, in effetti, il processo è avviato. Dal mese scorso alcune imprese di cinque città cinesi possono usare yuan per regolare le transazioni con Hong Kong, Macao e i paesi Asean. Le banche straniere potranno comprare o prestare yuan per finanziare le loro operazioni commerciali. Già da giugno Russia e Cina si sono accordate per espandere l'uso delle loro monete negli scambi bilaterali. Altre analoghe iniziative sono in atto non solo con Hong Kong, Indonesia, Malaysia e Corea del Sud, ma anche con Brasile, Argentina e Belarus: la Banca centrale cinese consente di pagare in yuan le importazioni dalla Cina se questi paesi non dispongono di valuta forte. Ancora: le banche di Hong Kong possono emettere obbligazioni in yuan come primo passo per creare un mercato finanziario "off shore". Alcuni economisti (forse troppo ottimisti) prevedono che nel 2012 il 40% del commercio estero cinese sarà regolato in yuan: è chiaro che la "lunga marcia" della moneta di Pechino verso lo status di valuta internazionale è iniziata. Ciò potrebbe significare un indebolimento del regno (finora indiscusso) del dollaro in Asia, soprattutto la fine per gli Usa della capacità di finanziare facilmente il debito estero con l'accumulo in tutto il mondo di riserve ufficiali in dollari. Washington dovrebbe quindi ridurre il suo debito estero, risparmiare molto di più e anche alzare i tassi d'interesse per invogliare gli investitori a sottoscrivere i titoli del suo debito. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL BIGLIETTO VERDE Pechino detiene un'arma decisiva di pressione: due terzi delle sue enormi riserve ufficiali sono costituiti da dollari

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Dubbi sul ruolo: partner o competitor? (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: MONDO data: 2009-07-27 - pag: 12 autore: La strategia del Dragone Dubbi sul ruolo: partner o competitor? I rapporti Cina-Usa sono segnati da una forte ambivalenza tra cooperazione e competizione. La prima, decisiva forma di cooperazione la si ritrova nella sinergia commerciale e finanziaria prodottasi soprattutto a partire dal 2001, con l'adesione della Cina alla Wto. è l'interdipendenza nota come "Chimerica", basata su realtà precise: la Cina ha come partner commerciale essenziale gli Usa, ne è il primo creditore e il maggior detentore di titoli del loro debito pubblico. Finanziando una quota rilevante di tale debito, svolge un ruolo decisivo nel sostenere il dollaro. Per contro, se si considera che la saldezza del regime politico cinese è legata in buona parte alla crescita economica e che questa è sempre più "exportoriented", è chiara l'importanza del mercato americano per la stabilità cinese. Questi fattori di cooperazione sembrano evolvere dopo la crisi finanziaria. Semplificando al massimo, occorre stimolare i consumatori americani a spendere di meno e quelli cinesi di più. Ma ciò significa modificare radicalmente i due modelli di sviluppo: in effetti, quello Usa si basa sul consumo a credito senza risparmio e sulle nuove tecnologie, mentre in quello cinese prevale, nella crescita della domanda aggregata, l'investimento e il commercio estero, lasciando ai consumi privati un ruolo residuale. è illusorio che i due modelli di crescita possano correggersi e avvicinarsi anche nel medio periodo, tanto più che gli Usa hanno urgente bisogno che la Cina continui a comprare i loro buoni del Tesoro finanziandone il debito. L'interruzione di acquisti cinesi creerebbe un grave danno all'economia americana. Inoltre, una repentina politica di stimolo al consumo metterebbe la Cina a rischio di un'inflazione devastante. Restano, comunque, aspetti competitivi tra i due paesi, i più evidenti dei quali –non considerando quelli militari – riguardano la battaglia per il controllo delle materie prime. La fame cinese di commodities è infatti senza precedenti per quantità e rapidità di crescita: nel 2007 la Cina consumava già il 40% circa del carbone mondiale, il 37% del rame, il 33% dell'alluminio, il 32% dello zinco... Nel 2020 dovrebbe assorbire il 60% della produzione mondiale di metalli. L'attivismo delle aziende statali cinesi, in tutti i continenti, è frenetico. Con la sua abbondante liquidità, la Cina sta rapidamente diventando la nuova locomotiva dell'investimento, specie nelle aree prima sotto controllo Usa. Nel 2008 le operazioni di fusione- acquisizione svolte da imprese cinesi sono ammontate a 52,1 miliardi di dollari e nel 2009 si ritiene che tale cifra raddoppierà. Inoltre, il fondo sovrano cinese Cic (che ha una dotazione di 200 miliardi di dollari) è molto attivo sui mercati finanziari occidentali, malgrado alcune passate esperienze negative. In sostanza, l'estensione e la complessità dei rapporti sinoamericani non deve far dimenticare che, nel quadro geopolitico globale, la Cina non ha alternative a una politica di cooperazione. In questo quadro gli Usa premeranno sulla Cina affinchè, nel breve-medio periodo, rivaluti lo yuan e aumenti le importazioni rivedendo la sua politica mercantilista. La maggiore responsabilità della Cina negli organismi internazionali (il Fondo monetario in prima linea) potrebbe essere lo sbocco auspicabile di questo braccio di ferro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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L'ORGANIZZAZIONE DEI MEDICI USA VUOLE METTERLO AL BANDO (sezione: Globalizzazione)

( da "Bresciaoggi(Abbonati)" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lunedì 27 Luglio 2009 NAZIONALE Pagina 2 Brevi CAMICE BIANCO ADDIO L'ORGANIZZAZIONE DEI MEDICI USA VUOLE METTERLO AL BANDO Per il camice bianco, simbolo della professione medica, forse è arrivato il momento dell' addio, almeno negli Usa. L'organizzazione dei medici Usa sta studiando la proposta di abbandonare il camice, accusato di trasmettere germi e microbi. I medici, però, non vogliono proprio rinunciarci. RIVOLTA IN CINA OPERAI CONTRO LA FUSIONE AZIENDALE UCCIDONO UN MANAGER Circa 30 mila lavoratori di un'acciaieria del nord della Cina, che protestavano contro l'acquisizione della fabbrica da parte di un'altra società, hanno ucciso un manager e si sono scontrati con la polizia con un bilancio di centinaia di feriti. Lo rende noto un gruppo per la difesa dei diritti umani. CAUCASO SENZA PACE CECENIA: KAMIKAZE IN AZIONE A GROZNY, CINQUE VITTIME Cinque persone sono morte in seguito ad un attentato suicida compiuto nel centro di Grozny, la capitale della repubblica russa di Cecenia. Lo hanno riferito le agenzie Interfax e Itar-Tass, che citano le autorità locali. L'esplosione è avvenuta intono alle 17 ora locale davanti a una sala concerti.  

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Corea del Nord:no ai colloqui a sei (sezione: Globalizzazione)

( da "JulieNews.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

27/07/2009, ore 09:42 Corea del Nord:no ai colloqui a sei di: Redazione La Corea del Nord respinge ancora una volta il ritorno dei negoziati a Sei sulla denuclearizzazione della penisola, ma apre all'ipotesi di un altro approccio per superare lo stallo diplomatico, in un apparente tentativo di disegnare un dialogo bilaterale con gli Stati Uniti. Nel giorno dell'anniversario dell'armistizio di Panmunjieom (il 27 luglio 1953) che pose fine alla fine guerra di Corea, un portavoce del ministero degli Esteri di Pyongyang, in una nota diffusa dall'agenzia ufficiale Kcna, boccia la proposta del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la posizione espressa dai Paesi dell'Asean sullo stesso argomento, definendoli "ciechi" quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali. "Come parte in causa - riferisce la Kcna -, sappiamo cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema molto meglio di chiunque altro. C'é una forma specifica di dialogo capace di affrontare l'attuale situazione". La posizione del regime comunista giunge all'indomani della posizione espressa dall'ambasciatore nordcoreano presso le Nazioni Unite, Sin Sun-ho, che ha suggerito un canale diretto tra Pyongyang e Washington: "Noi - ha affermato nel corso di un'intervista - non siamo contro i negoziati sulle questioni di interesse comune".

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Sophos: nella "sporca dozzina" l'Italia è decima (sezione: Globalizzazione)

( da "TopTrade" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sophos: nella “sporca dozzina” l’Italia è decima Aumenta la quantità di spam prodotta nel nostro Paese che sale dalla dodicesima alla decima posizione. Persiste il primato negativo degli Usa. Gli Stati Uniti devono mettere ordine in casa propria prima di scendere in campo contro la criminalità informatica internazionale 27 Luglio 2009 Sophos ha pubblicato il nuovo rapporto sulle ultime tendenze nel panorama dello spam e sui dodici Paesi che hanno prodotto la maggior quantità di mail spazzatura nel secondo trimestre del 2009. Durante il secondo trimestre del 2009 gli Stati Uniti hanno continuato a generare una quantità di spam superiore a quella di ogni altro Paese, totalizzando il 15,6 per cento dello spam in circolazione nel mondo. In altre parole, più di una mail spazzatura su sei è stata inviata da computer a stelle e strisce controllati dagli hacker. La Russia, invece, ex superpotenza dello spam, continua a perdere posizioni in classifica e si attesta al nono posto, registrando una percentuale trascurabile di messaggi indesiderati del 3,2 per cento. Si tratta di una netta flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui il Paese, reo di inviare il 7,5 per cento di tutte le mail di spam a livello globale, era secondo solo agli Stati Uniti. La Polonia è il Paese che ha registrato L'aumento più significativo rispetto al trimestre precedente è stato registrato dalla Polonia che è in sesta posizione (dalla decima) con il 4,2 per cento del totale dei messaggi di spam inviati in tutto il globo. La Colombia è l'unica Nazione che non figura più nella “sporca dozzina” rispetto al primo trimestre del 2009 e ha lasciato il posto al Vietnam, new entry del trimestre. I 12 Paesi che hanno prodotto la maggior quantità di spam a livello mondiale tra aprile e giugno 2009 sono quindi i seguenti: al primo posto gli Stati Uniti, al secondo il Brasile, al terzo la Turchia, al quarto l'India, al quinto la Corea del Sud, al sesto la Polonia, al settimo la Cina (inclusa Hong Kong), all'ottavo la Spagna, al nono la Russia, al decimo l'Italia, all'undicesimo l'Argentina e al dodicesimo il Vietnam.

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Internet, la democrazia della conoscenza (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Vicenza.it, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Oggi grazie a Internet la conoscenza è disponibile per tutti, potenzialmente, con un solo click. Ma proprio nel momento della sua maggiore accessibilità, il sapere sul web è soggetto a norme sempre più restrittive sulla proprietà intellettuale che limitano l'accesso alle risorse on-line e mettono a rischio il carattere di bene comune della conoscenza. La conoscenza come bene comune, dalla teoria alla pratica, a cura di Charlotte Hess e Elinor Ostrom (Bruno Mondadori, pp. 464, euro 42), edizione italiana a cura di Palo Ferri, ribadisce che il sapere deve essere una risorsa condivisa, il propellente stesso per le moderne società che legano la loro prosperità e il loro sviluppo alla ricerca, alla formazione e alla massima diffusione sociale di saperi creativi e innovativi. Ma come preservare questo bene in un'epoca di neoliberismo globalizzato dell'informazione? Come evitare che il sistema della conoscenza utile venga travolto dalla privatizzazione? Secondo questo volume - che si avvale dei contributi di David Bollier, James Boyle, James C. Cox, Shubha Ghosh, Charlotte Hess, Nancy Kranich, Peter Levine, Wendy Pradt Lougee, Elinor Ostrom, Charles M. Schweik, Peter Suber, J. Todd Swarthout, Donald J. Waters - per realizzare questo grande obiettivo democratico è necessario ripensare la proprietà intellettuale e il copyright, ma anche il ruolo delle biblioteche, delle istituzioni formative e delle forme di creazione e condivisione digitale dei saperi, così come il modo in cui i nuovi contenuti digitali possono essere conservati e resi disponibili attraverso Internet. Open content, Creative Commons e open source possono costituire un efficace modo di garantire l'accesso alla conoscenza ed una sua maggiore e più democratica diffusione globale.

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GQ wants you! (sezione: Globalizzazione)

( da "MenStyle.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

GQ wants you! pubblicato Lunedì 27 Luglio 2009 di Sibilla Morgantini GQ ha messo uno spazio on line a disposizione di registi, videoartisti, fotografi e di chi si esprime giocando con le immagini. Vai alla pagina http://current.com/gqtalent, carica il tuo portfolio artistico e raccontaci qualcosa di te: i migliori di ogni mese verranno pubblicati in questa pagina Eleonora Diana, regista Nonostante sia giovanissima (è nata nel 1988), Eleonora, che attualmente frequenta il corso di scenografia cinematografica all'Accademia di belle arti di Torino, ha già partecipato alla realizzazione di numerosi cortometraggi. Per il video-denuncia Tra passato e presente ha ricevuto una menzione speciale dal Presidente della Repubblica. http://current.com/users/eleonora_diana.htm Ross ella Romano, regista "C'è un modo diverso di fare televisione. Basta raccontare la realtà". Questo è il motto di Rossella, regista di reportage e documentari su tematiche sociali legate all'immigrazione in Italia. Attualmente sta autoproducendo una serie di inchieste sull'evoluzione della cultura tradizionale masai (nella foto in alto) a seguito della globalizzazione. http://current.com/users/rossrom.htm Gemma Santi, regista "Nei miei video preferisco evitare la comunicazione verbale per dare più spazio alla comunicazione sensoriale". Videomaker che gioca con i suoni e la musica, nel 2006 espone alla Biennale d'arte moderna e contemporanea del Piemonte. http://current.com/users/gemmix.htm Cromazoo, registi "Crediamo di poter migliorare le cose. Lavorando per la comunicazione ci sentiamo un po' come dei chirurghi con in mano un bisturi". Cromazoo è una realtà di 65 mq dove abitano cinque creativi rinchiusi in gabbie di idee, di carte e di Macintosh. http://current.com/users/cromazoo.htm Da GQ (n. 119/ 2009). Il servizio continua 11 di 11

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Isernia: La zampogna, patrimonio culturale da tutelare (sezione: Globalizzazione)

( da "Sannio Online, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Isernia: La zampogna, patrimonio culturale da tutelare Pubblicato il 27-07-2009 SCAPOLI: Ancora successo per il Festival dedicato all’antico strumento che ogni anno attira migliaia di visitatori / ‘La filosofia dell’incontro’ al centro di una tavola rotonda sulla sua valorizzazione... Il Festival della Zampogna piace sempre di più. Anche quest’anno in moltissimi hanno raggiunto il piccolo comune di Scapoli nella tre giorni dedicata allo strumento conosciuto in tutto il mondo, tanto che la manifestazione già da alcuni anni è diventata di interesse internazionale. La zampogna è certamente un patrimonio culturale da salvaguardare e proprio su questo aspetto sabato si è tenuta una tavola rotonda, una giornata di riflessione su uno dei più antichi strumenti musicali italiani e sull’universo culturale che ruota intorno ad esso. L’incontro è stato promosso dal Comune di Scapoli, dall’ Associazione Culturale Circolo della Zampogna di Scapoli, dal Comitato per la promozione del patrimonio culturale immateriale, con il Patrocinio dell’ Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia e il Ministero dei Beni e le attività culturali. La ‘filosofia dell’incontro’ è stato il tema portante delle discussioni: “La cultura è ciò che da un’anima alle nostre comunità, è lo strumento con cui una comunità sociale riconosce se stessa nelle trasformazioni che l’attraversano. La cultura ci fa vivere meglio, ci aiuta ad elaborare la complessità del nostro tempo, è l’antidoto al disagio, alla solitudine. È un ingrediente insostituibile di un moderno sistema di welfare, perché il benessere sociale cresce di pari passo all’offerta di opportunità culturali, mentre dove c’è vuoto culturale crescono il disagio e l’esclusione sociale. I diritti culturali costituiscono la base del patto di civiltà che può rendere praticabili ed esigibili i diritti umani. Dal diritto alla conoscenza, dall’accesso ai saperi passa l’alternativa fra una società di sudditi o di cittadini liberi. Promuovere i diritti culturali vuol dire anzitutto affermare il diritto alle diversità culturali. La nostra società sta correndo un forte rischio di omologazione. La globalizzazione, che grazie ai progressi dei mezzi di comunicazione avrebbe potuto produrre maggiore apertura culturale, sta generando l’esatto contrario: chiusura, incapacità di dialogo, paura delle diversità, senso di precarietà e di insicurezza. Viviamo un’epoca caratterizzata da una contraddizione profonda e inquietante: la società della comunicazione produce, assieme all’inedita circolazione di enormi quantità di informazioni e opportunità di conoscenza, anche una crescente parcellizzazione del sapere, un preoccupante restringimento dell’autonomia di pensiero, della capacità di rielaborare le informazioni in sapere critico, in crescita collettiva e senso comune. È una vera e propria involuzione culturale, alla quale possiamo porre un argine proprio a partire dalle comunità locali, che devono aprirsi alla conoscenza, valorizzare le diversità culturali che vi convivono, mettere in campo strumenti per favorire il dialogo fra i cittadini, riconoscere sé stesse in un’identità comunitaria, anche attraverso la valorizzazione sostenibile di un semplice, ma antico, strumento musicale: la Zampogna”. In tale ottica è stata concepita una giornata di riflessione e proposte che trova la sua congeniale collocazione nel contesto del Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli, la più longeva e rinomata manifestazione italiana interamente dedicata alla musica e all’universo culturale che ruota intorno agli strumenti musicali a sacco. Tra questi, la zampogna rappresenta una delle testimonianze più antiche e ininterrotte di un patrimonio che tuttora sopravvive presso molte comunità dell’Italia Centro-meridionale. Erano presenti le autorità regionali, tra i relatori Barbara Terenzi, Antropologa, Consigliere Scientifico Fondazione Basso, Sezione Internazionale e Coordinatore del Comitato per la Promozione e Protezione dei Diritti Umani. Antonietta Caccia, Presidente dell’Associazione Culturale “Circolo della Zampogna” di Scapoli; Dino Ricci, Presidente dell’Associazione Culturale “Amici di San Vincenzo al Volturno” ; Mauro Gioielli, demologo, direttore della rivista Utriculus; Ruggero Pentrella, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise; Emilia De Simoni, Antropologa dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia – Ministero dei beni e delle attività culturali - Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma; Ettore Castagna, Università degli studi di Bergamo; Vittorio Ducoli, Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise; Giuseppe Torre, Coordinatore del Comitato per la promozione del patrimonio immateriale. Ci sono state anche alcune testimonianze sullo stato di conservazione della cultura della zampogna, vari rappresentanti sono giunti dalle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Sicilia con associazioni culturali operanti nelle Comunità in cui è presente la tradizione della zampogna. Nella giornata si sono tenuti anche alcuni gruppi di lavoro sulla ‘Identificazione e pianificazione delle attività di salvaguardia, sul coinvolgimento delle comunità e delle istituzioni nel processo di salvaguardia attiva della “cultura della zampogna”. Hanno partecipato, in qualità di sostenitori, le associazioni: Carpino Folk Festival, Carpino, Puglia La Vietrese, Vietri di Potenza, Basilicata, Multietnica Europea, Moliterno, Basilicata, Pizzicata, Alessano, Puglia.

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Brioches, panem et circenses (sezione: Globalizzazione)

( da "Rinascita Online" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Brioches, panem et circenses Sabato 25 Luglio 2009 – 9:28 – Ugo Gaudenzi Ricapitoliamo. In epoche di decadenza, il potere, con degli ultimi colpi di coda, cerca di evitare che le frustrazioni del popolo possano determinare una rivolta e il repentino crollo del regime che opprime la libertà e la giustizia sociale. La ricetta classica del potere in decadenza, per sopravvivere alla propria crisi, è stata ed è quella di iniettare nelle masse bisogni leggeri, quindi soddisfarli così da mantenere ogni energia di base nel letargo più assoluto. Questa fu la formula del “panem et circenses”, della distribuzione gratuita del pane e dell’organizzazione dei giochi di Circo, descritta con indignazione dal poeta latino Giovenale e usata dagli imperatori di Roma a custodia della loro già incrinata autocrazia. La stessa – ma, oltre che vuota, inutile: i tempi erano già maturi – formula attribuita a Maria Antonietta di Francia con il suo “Dategli le brioches” indirizzata al primo ministro mentre la avvisava sulla scarsità del pane per il popolo, prossimo a scatenare la Rivoluzione. L’identica formula indicata fin dal 1995, a cinquecento potenti della Terra raccolti a San Francisco, dallo stratega della globalizzazione, Zbignew Brzezinki, inventore dell’angloneologismo “tittytainment” (un cocktail soporifero di divertimento, spettacolo e alimentazione sufficiente a “distrarre” i popoli dagli effetti nefasti della globalizzazione: la disoccupazione e la povertà). E veniamo a noi. In questi anni siamo stati tutti invitati ad assumere tale droga gentilmente offerta all’umanità dall’ideologo neoliberista polacco di stanza, finché la sua morte non sopraggiunga, sui cieli di Washington. L’obiettivo dell’attuale potere unipolare – che vorrebbe insediarsi su tutto il pianeta per esorcizzare la sua stessa crisi ormai irreversibile – è appunto quello di distrarre e far addormentare i popoli, con un mix di censure e di spettacolarizzazioni, di esclusioni e di scelte. Ecco spiegato il vuoto politico, il sonnambulismo dei popoli oggetto della cura atlantica. Le guerre coloniali diventano “serial televisivi”; i massacri, incidenti; la realtà viene manipolata ed edulcorata dalla propaganda; le censure sull’informazione diventano “democraticamente corrette” se l’obiettivo è quello di indebolire i segnali di ribellione al pensiero unico dominante; la “politica” – il più alto impegno sociale dei popoli che vogliono costruire dignitosamente e sovranamente il proprio avvenire – ridotto a ricerca dello scandalo e del cosiddetto gossip; gli Stati e le Nazioni sostituiti con i più anodini termini di Paesi e Società; l’identità dei popoli soffocata dalla propaganda multiculturale; i detentori del potere, la grande finanza internazionale dedica alle rapine del profitto e dell’usura, infilati nelle maschere di empiree entità sovrannazionali come la Borsa di New York o la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea. E per annullare ogni possibile sussulto di coscienza, ecco il bombardamento senza fine su eventi da postribolo, su miti costruiti in vitro, anzi: in video, su “eroi del nostro tempo”, sul nulla spacciato per il tutto. Sui cosiddetti gay-pride e sui trans e sulle escort scoperti in intimità con il potente – si fa per dire – di turno. Su concerti “per la pace” e “per l’Africa”. Su fondamentali competizioni tra misses, tra misters e tra veline varie. Su un'orgia di pettegolezzi, di foto, di rivelazioni, di obiettivi puntati su droghe chimiche, fisiche e psichiche. O sul mondo nel pallone. E giù, giù, fino alle telenovele: ieri su Lady D e i suoi “tragici” amori, oggi sulla scomparsa dello sbianchettato Michael Jackson. Alla prima fermata è necessario scendere dal treno.

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La Corea sul nucleare: "Parliamo solo con gli Usa" (sezione: Globalizzazione)

( da "Notiziario Italiano.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

27/07/2009 12:37 - PYONGYANG, PRONTI A NUOVO DIALOGO La Corea sul nucleare: "Parliamo solo con gli Usa" --> PYONGYANG- Dopo le minacce e le provocazioni dei giorni scorsi, la Corea del Nord - secondo il solito copione di questi anni - torna a mostrarsi disponibile al dialogo sul nucleare. Chiarendo tuttavia ancora una volta che il contesto non deve essere quello dei negoziati a sei da cui si e' ritirata nei mesi scorsi. "E' diventato sempre piu' evidente che le altre parti si stanno avvantaggiando grazie ai colloqui a sei per portare avanti il loro obiettivo di disarmare e rendere inerme il Nord, in modo che possa sopravvivere solo con le briciole lasciate da loro", si legge in una nota del ministero degli Esteri di Pyongyang. Che parla poi di "una forma di dialogo specifica e riservata attraverso la quale affrontare l'attuale situazione". La Corea del Nord respinge ancora una volta il ritorno dei negoziati a Sei sulla denuclearizzazione della penisola, ma apre all’ipotesi di un altro approccio per superare lo stallo diplomatico, in un apparente tentativo di disegnare un dialogo bilaterale con gli Stati Uniti. Nel giorno dell’anniversario dell’armistizio di Panmunjieom (il 27 luglio 1953) che pose fine alla fine guerra di Corea, un portavoce del ministero degli Esteri di Pyongyang, in una nota diffusa dall’agenzia ufficiale Kcna, boccia la proposta del segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, sulla ripresa del dialogo che coinvolge le due Coree, Stati Uniti, Cina, Russia e Giappone, e critica la posizione espressa dai Paesi dell’Asean sullo stesso argomento, definendoli “ciechi” quando propongono di ritornare ai colloqui multilaterali. “Come parte in causa - riferisce la Kcna -, sappiamo cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema molto meglio di chiunque altro. C’é una forma specifica di dialogo capace di affrontare l’attuale situazione”. La posizione del regime comunista giunge all’indomani della posizione espressa dall’ambasciatore nordcoreano presso le Nazioni Unite, Sin Sun-ho, che ha suggerito un canale diretto tra Pyongyang e Washington: “Noi - ha affermato nel corso di un’intervista - non siamo contro i negoziati sulle questioni di interesse comune”. "Washington non dovrebbe preoccuparsi più di tanto", ha detto, invece il direttore del Dipartimento per il Disarmo e la Risoluzione dei Conflitti di Mosca, Alexander Pikayev. Secondo quest'ultimo, se pure Pyongyang stesse fornendo assistenza al Myanmar per lo sviluppo del nucleare, non sarebbe da ravvisarvi alcuna minaccia dal momento che comunque il processo si troverebbe al primo stadio. Pikayev ritiene molto più probabile che la collaborazione tra i due stati nemici degli Usa si traduca piuttosto in una sorta di parcheggio: la Corea del Nord userebbe i tunnel della giungla birmana per stoccare parte del suo arsenale o come centro di smistamento per vendere le tecnologie militari a paesi terzi. Nel rapporto annuale del 2008, l'Aiea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) non aveva espresso particolari preoccupazioni sul Myanmar. Hillary Clinton ha invitato i membri dell'Asean a rispettare le Risoluzioni Onu contro il governo di Pyongyang e a non fornirgli alcun aiuto. Gli Stati Uniti non faranno altre offerte alla Corea del Nord fino a quando il processo di denuclearizzazione non sarà definitivo e irreversibile. Solo allora Washington presterà un 'generoso' sostegno economico ed energetico.

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USA-CINA: GEITHNER, PECHINO SPENDA DI PIU' PER CONSUMI INTERNI (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

USA-CINA: GEITHNER, PECHINO SPENDA DI PIU' PER CONSUMI INTERNI (AGI) - Washington, 27 lug. - Il segretario Usa al Tesoro, Timothy Geithner invita la Cina ad esportare di meno e a spendere di piu' per i propri consumi interni. Geithner, intervento all'inizio della due giorni di colloqui al vertice tra i due paesi che si terra' a Washington, evita di menzionare lo spinoso problema dei cambi e incoraggia Pechino a riconoscere che i consumatori Usa non possono piu' essere l'unico motore della ripresa globale. "L'azione della Cina - dice Geithner - tesa a spostare l'asse della crescita verso la domanda interna dara' un grande contributo ad una piu' rapida, equilibrata e sostenibile crescita globale". 27/07/2009 - 15:39

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Entro il 25 agosto le domande per Scienze del Servizio sociale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sicilia, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

scienze politiche / ammissioni Entro il 25 agosto le domande per Scienze del Servizio sociale Sono aperti i termini per la presentazione delle domande di ammissione e di iscrizione al corso di laurea triennale in Scienze del Servizio Sociale per l'anno accademico 2009/2010. Il numero dei posti disponibili all'Università di Catania è di 50 studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia e 13 per gli studenti stranieri residenti all'estero, dei quali 3 riservati a cittadini cinesi. Domanda di partecipazione al concorso, e pagamento della tassa, dovranno essere effettuati entro il 25 agosto. I test di ammissione sono costituiti da due prove scritte e una orale: si tratta di un quiz di cultura generale e abilità logico-cognitive e di valutazione testuale (60 domande in 1 ora) e di una prova di sintesi con individuazione del tema fondamentale di un brano scritto da 20 a 40 righe su Globalizzazione e sviluppo economico, Politiche sociali, Tendenze demografiche e flussi migratori, Giovani, anziani e famiglia, Diritto e diritti (il tempo a disposizione è di 2 ore). Le due prove scritte si svolgeranno entrambe il 14 settembre; colloqui orali, sugli stessi argomenti della prova scritta, a partire dal 16 settembre. Il bando integrale è disponibile negli uffici della Segreteria Studenti della facoltà di Scienze Politiche (via Vittorio Emanuele 8), ed è consultabile on line dal portale dell'Università (www.unict.it - corsi di laurea a numero programmato). Per eventuali ulteriori chiarimenti i candidati possono rivolgersi alla Segreteria Studenti o all'Ufficio Relazioni con il Pubblico (via Antonino di Sangiuliano 44/46 - Catania).

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Obama, appello alla Cina "Insieme per un futuro migliore" (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEW YORK - Cooperiamo. Per migliorare il clima, combattere la minaccia nuclare e migliorare la crescita. E' ad ampio raggio l'invito che Barak Obama rivolge alla Cina. In apertura del vertice sul dialogo stretegico economico al via oggi a Washington, il presidente Usa si rivolge a Pechino, tendendo la mano per la creazione di un futuro migliore. Si parlano le due superpotenze, sapendo che gran parte del futuro del pianeta dipende dalle loro azioni. A partire dal clima e dalla crescita economica. E proprio dall'ambiente parte il discorso di Obama. Che prosegue con l'invito a Pechino a cooperare per una risposta globale per un futuro energetico "pulito, sicuro e prospero". Per risolvere la questione dei cambiamenti climatici bisogna che "i nostri mercati siano aperti a nuove idee" e che ci sia una forte partnership tra Stati Uniti e Cina. Poi tocca alla crescita economica. Per Obama Stati Uniti e Cina dovrebbero "cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla povertà e creando maggiore ricchezza". "L'attuale crisi - dice il leader Usa - ha chiarito che le scelte che facciamo all'interno dei nostri confini si riflettono per tutta l'economia globale e questo è vero non solo per New York e Seattle, ma anche per Shanghai e Shenzhen. Per questo dobbiamo impegnarci in un forte coordinamento bilaterale e multilaterale". Infine la richiesta di fare fronte comune contro la minaccia nuclare in Nord Corea e in Iran. Nel suo discorso il presidente americano cita anche Yao Ming, stella cinese della squadra di basket professionista di Houston. Lo fa quando si rivolge al presidente cinese Hu: "Come nuovo presidente e come tifoso di basket, ho imparato molto da Yao Ming che una volta ha detto: 'non importa se sei un giocatore esperto o se sei agli inizi. Comunque hai bisogno di tempo per adattarti al gioco di squadra'. Per questo, a partire dal confronto di oggi così costruttivo, sono fiducioso che insieme faremo come ci ha detto Ming e raggiungeremo il suo livello di gioco". OAS_RICH('Middle'); (27 luglio 2009

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Appello di Obama alla Cina: (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

«unità contro il nucleare in Corea del nord e in Iran» Clima, appello di Obama alla Cina: «Cooperiamo per un futuro sostenibile» Il presidente Usa: «Serve una risposta energetica globale. Rapporto con Pechino determinante nel 21/mo secolo» WASHINGTON - La relazione tra Stati Uniti e Cina darà forma al 21/mo secolo. Barack Obama apre a Washington il vertice sul dialogo strategico ed economico con Pechino ribadendo l'importanza delle relazioni tra i due Paesi. Fra le questioni che necessitano di una forte collaborazione, afferma il presidente degli Stati Uniti, c'è il tema climatico ed energetico: il leader Usa rivolge per questo un appello a cooperare per una risposta globale per un futuro energetico «pulito, sicuro e prospero». NUCLEARE - Obama sostiene che Washington e Pechino hanno interessi comuni nell'ambito di una ripresa economica sostenibile. «L'attuale crisi - dice Obama - ha chiarito che le scelte che facciamo all'interno dei nostri confini si riflettono per tutta l'economia globale e questo è vero non solo per New York e Seattle, ma anche per Shanghai e Shenzhen». «Per questo - aggiunge - dobbiamo impegnarci in un forte coordinamento bilaterale e multilaterale». NUCLEARE E DIRITTI UMANI - Il presidente americano chiede inoltre alla Cina unità contro il nucleare in Nord Corea e in Iran. E rivolge alle autorità cinesi anche un invito a trovare un «terreno comune» sul tema del «rispetto della dignità di ogni essere umano». Secondo il leader Usa, «la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette». stampa |

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Obama invita Cina al rispetto dell'uomo "Rispetto per le religioni e le culture" (sezione: Globalizzazione)

( da "TGCom" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

27/7/2009 Obama:"Rispettare tutte le culture" Usa, al via summit con la Cina "La religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette". Lo ha detto il presidente Usa, Barack Obama, in apertura del summit a Washington sul dialogo strategico e economico con la Cina. Barack ha lanciato anche un appello affinché si trovi con Pechino un "terreno comune" sul tema del "rispetto della dignità di ogni essere umano". Gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero "cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla povertà e creando maggiore ricchezza" ha detto il presidente degli Stati Uniti, nel suo intervento in occasione del vertice in corso a Washington. Ultimo aggiornamento ore 16:05

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Appello di Barack Obama alla Cina: "Rispettare sempre i diritti umani" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampaweb, La" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON «La religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette». Lo ha detto il presidente Barack Obama in apertura della due giorni a Washington sul dialogo strategico e economico con la Cina. Per il presidente Usa gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero «cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla povertà e creando maggiore ricchezza». Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha invitato la Cina ad essere un partner affidabile nel combattere i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Parlando da Washington, all’apertura di una serie di incontri di alto profilo tra politici americani e cinesi, Obama ha detto che gli Stati Uniti e la Cina hanno un interesse comune a creare fonti di energia pulite e sicure. Essendo i due maggiori consumatori al mondo, né Stati Uniti né Cina traggono profitto dalla dipendenza dal petrolio importato dall’estero, ha detto Obama. Il miglior modo per sviluppare nuove fonti di energia è «mantenere i mercati aperti a nuove idee», ha detto.

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Obama alla Cina: "Cooperare sul clima Rispettare la dignità di ogni persona" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di lunedì 27 luglio 2009 Obama alla Cina: "Cooperare sul clima Rispettare la dignità di ogni persona" di Redazione Il presidente degli Stati Uniti apre il vertice per il dialogo economico e strategico con Pechino: "Diritti umani siano terreno comune. Rispettare religione e cultura di tutti i popoli". Poi l'appello sul clima: "Cooperiamo per un futuro pulito". E chiede di "fermare il nucleare in Iran e Corea" Washington - Trovare un "terreno comune" sul tema del "rispetto della dignità di ogni essere umano". è quanto auspica il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama in occasione del grande vertice tra Usa e Cina per il dialogo economico e strategico in corso a Washington. Quindi il presidente degli Usa ha chiesto che "la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette". Clima ed energia Un appello a Pechino a cooperare per una risposta globale per un futuro energetico "pulito, sicuro e prospero": lo ha rivolto Obama alla Cina in apertura del vertice a Washington. In più Obama chiede "unità contro il nucleare in Nord Corea e in Iran". Gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero "cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla povertà e creando maggiore ricchezza". Diplomazia del basket Obama lancia tra gli Usa e la Cina la diplomazia del basket. Nel suo discorso al primo vertice di Washington sul dialogo e le strategie del 21esimo secolo, il presidente americano cita Yao Ming, stella cinese degli Houston Rockets, per ridurre le distanze con i vertici del superpotenza d’Oriente. "Sia io, sia il presidente Hu sappiamo quanto è importante avere subito buone relazioni. Naturalmente, come nuovo presidente e come tifoso di basket, ho imparato molto da Yao Ming che una volta ha detto: 'Non importa se sei un giocatore esperto o se sei agli inizi. Comunque hai bisogno di tempo per adattarti al gioco di squadra'. Per questo, a partire dal confronto di oggi così costruttivo, sono fiducioso che insieme faremo come ci ha detto Ming e raggiungeremo il suo livello di gioco". © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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Goldman Sachs, Rolling Stone e il mercato dei videogames (sezione: Globalizzazione)

( da "Soldionline" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Di Natalino Bittanti di www.salex.it Commento introduttivo Si è conclusa una settimana a dir poco fondamentale. Dal punto di vista macroeconomico, di conseguenza dal punto di vista dei mercati azionari, dal punto di vista delle classifiche tra i big dell’industria e delle banche alla luce dei risultati delle trimestrali ed infine, dal punto di vista dei mercati valutari. Di carne al fuoco ce n’è molta, forse troppa e il rischio per il narratore è quello alla fine di partorire un po’ di confusione. Partiamo dai dati macroeconomici. Il dato più importante, a nostro avviso, riguarda la vendita di case esistenti negli Usa che, per il terzo mese di fila, vede un miglioramento anche se lento e graduale sia del numero di unità vendute sia a livello di prezzo medio per ciascuna unità abitativa. Per il mercato immobiliare statunitense (e per il mondo intero), questo è un dato fondamentale a tal punto che l’euforia ha contagiato immediatamente i mercati azionari Usa con l’indice Dow Jones che ha superato di slancio quota 9.000 (per chiudere a 9.093,24) e lo Standard&Poor’s 500 che chiude a 979.26. La combinata, mercato immobiliare in ripresa e mercato dei videogiochi in flessione sono, a parere di chi scrive, la migliore congiuntura possibile nella situazione attuale. Ma di questo si parlerà più avanti nel corso di questo (speriamo) succoso ‘weekly report’. I temi che toccheremo sono: (1) macroeconomia (2) trimestrali (3) l’attacco frontale di Rolling Stone alla Goldman Sachs (4) mercato dei videogames (5) il mercato valutario ad un punto di svolta (6) si deciderà l’affondo e chi lo tenterà (7) Cina e Stati Uniti (8) Petrolio e oro – BCE e decreto anticrisi del Governo Italiano Infine la sfida ad Obama e a Geithner si preannuncia di grosso spessore. Macroeconomia (1) Il miglioramento seppure graduale sembra allargarsi dagli Stati Uniti (vendita case e leading indicators) alla Germania (indice IFO), dai classici Cina e India (relativamente poco toccati dalla crisi pandemcia dei sistemi finanziari), alla Corea del Sud (grazie al won debole) per finire a a Vodafone (grazie alla sterlina debole). E’ interessante porre in evidenza come la componente valutaria entri a pieno titolo nel riassestare o nell’affossare le trimestrali di importanti società. Di questo parleremo nel paragrafo dedicato al mercato valutario. Trimestrali (2/a) Le trimestrali uscite in settimana sembrano confermare nelle differenti sfaccettature un cammino verso il miglioramento delle condizioni economiche di fondo. Ebay, At&T e Ford sono usciti con trimestrali migliori del previsto. Microsoft risulta in peggioramento (- 17% i ricavi e – 29% gli utili) ma da tempo il gigante soffre per l’attacco a tutto campo, anche se graduale e morbido, che Google gli ha sferrato. Lo stesso dicasi per Amazon i cui ricavi e utili sono inferiori al previsto. Il calo superiore all’8% venerdì in Borsa sia di Microsoft che di Amazon segnala il malessere del mercato. In Europa, Nokia dopo anni di trionfo sui concorrenti Motorola, Samsung e Sony Ericsson, ora sente sul collo il fiato di i-Phone (Apple) e del Blackberry (la canadese Research in Motion = Rim): riduzione di un quarto dei ricavi nel secondo trimestre e revisione al ribasso delle stime per i prossimi sei mesi. Nessuna posizione dominante sopravvive in eterno se non supportata da nuovi prodotti che colmano bisogni nuovi. Solo anticipando la psicologia del mercato, la grande azienda non perde terreno verso nuovi e agguerriti rivali e concorrenti. Non si dimentichi mai che l’avventura di Google ha preso l’avvio in un garage di Menlo Park – nei pressi di Mountain View (California) – quando due studenti dell’Università di Stanford Larry Page e Sergey Brin il 7 settembre 1998 portarono a termine i loro studi per creare un motore di ricerca (GOOGLE appunto) basato sull’analisi matematica delle relazioni tra i siti. Il 7 settembre 1998 è una delle date simboliche in cui si festeggia la nascita di Google. Oggi Page e Brin hanno 33 anni. Lettura consigliata : Chris Anderson : F R E E – the future of a radica price – usd. 26,99 Trimestrali (2/b) Le trimestrali più importanti rilasciate nella scorsa settimana riguardavano Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup e Bank of America per il settore bancario, Nokia in Europa e Intel e General Electric negli Stati Uniti. In settimana sono uscite le trimestrali di Apple, Microsoft, American Express, eBay e AT&T sempre per gli Stati Uniti. Citiamo solo le società che ci sembrano fornire spunti interessanti per un commento. Ora, per quanto riguarda le trimestrali delle quattro banche citate, abbiamo assistito a commenti entusiastici per il ritorno dell’utile netto. Ciò non toglie che ognuno dei quattri risultati va analizzato a fondo, in modo meno superficiale; per una puntualizzazione di quanto emerso dalle prime trimestrali, preferiamo attendere ancora qualche giorno, per allargare lo spettro alle trimestrali della settimana che va da lunedì 20 luglio a venerdì 24 luglio. Invitiamo i lettori interessati al dibattito che apriremo, in particolare sulla trimestrale di Goldman Sachs, ad una lettura delle visioni incorporate nei seguenti articoli: • Corriere della Sera - mercoledì 15 luglio – a pagina 29 : “Alla Goldman gli uomini sono d’oro” - • Rolling Stone.com : The Great American Bubble Machine – saggio di 12 pagine di Matt Taibbi - posted il 13 luglio 2009 - • The New York Times – edizione on line del 17 luglio : “ Citigroup and BofA profits aided by asset sales – • IL Sole 24 Ore – mercoledì 22 luglio 2009 – pag 8 : “Rolling Stone sfida gli internauti” Partiamo, nella nostra breve analisi, dall’esaminare le trimestrali delle quattro più importanti banche americane: Goldman Sachs: i profitti trimestrali (aprile-giugno 2009) si sono attestati a 3,4 miliardi dollari; il trading, vale a dire valute, reddito fisso e commodities, hanno prodotto ricavi netti per 6,8 miliardi di dollari (la metà del totale dell’intero gruppo pari a 13,76 miliardi). La sottoscrizione di azioni ha generato profitti netti per 736 milioni. La carenza di fusioni e acquisizioni ha provocato un declino del 15% dei profitti per l’investment banking. Le risorse destinate ai 29.400 dipendenti G.S. per l’anno 2009 generate nel solo secondo trimestre, sono state pari a 6.65 miliardi portando il totale dei primi sei mesi del 2009 alla fantastica cifra di 11,36 miliardi di dollari. L’elargizione dei bonus allargherà a dismisura il solco tra gli uomini d’oro e i milioni di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Ma lo scandalo non finisce qui. Secondo il Financial Times del 14 luglio 2009, quando a settembre 2008 venne lasciata cadere e fallire la Lehman Brothers, i responsabili di Goldman Sachs vendettero azioni, in parte proprie e in parte ricevute come bonus per il 2008 e anni precedenti, per un totale di 691 milioni di dollari. Non solo, nel periodo dicembre 2008 e febbraio 2009, altre 280 milioni di azioni vennero liquidate sempre da responsabili di primo piano della G.S., portando il totale a quasi un miliardo di dollari. Mentre il governo americano iniettava 10 miliardi di dollari attraverso lo strumento della TARP, mentre il governo americano varava altri provvedimenti in favore delle banche (in particolare G.S.) trasformando la stessa da investment bank a commercial bank, con la possibilità di ricorrere allo sportello della Fed a condizioni ottimali, mentre tutto questo succedeva, gli uomini d’oro di Goldman Sachs liquidavano le loro azioni. Non avevano del tutto afferrato che la crisi nel settore bancario veniva a favorire in particolare proprio la Goldman Sachs. Dal momento che il principale concorrente di G.S., la Lehman Brothers (agnello sacrificale) è stato lasciato fallire anche per dare un segnale di moralità (sic!), dopo che la Bear Stearns è stata salvata da JPMorgan Chase e dopo che la Merryll Lynch è stata convogliata a nozze forzate e forzose con la Bank of America, cosa rimaneva sul tavolo se non la Goldman Sachs. E così è stato. G.S. e JPMorgan Chase (che però ha dovuto sobbarcarsi l’onere di ‘salvare’ la Washington Mutual) erano rimasti gli unici veri padroni del mercato. Torniamo sempre alla pietra dello scandalo che è e resta l’attuale Goldman Sachs. Come ricaviamo dal Corriere della Sera ( 15 luglio 2009 pag. 29): “I 29.400 dipendenti riceveranno in media per il trimestre aprile-giugno 2009, 226.156 dollari (il doppio rispetto allo stesso periodo del 2008).Una cifra che, se trasferita sui 12 mesi dell’intero anno, porta a 904.624 dollari, il totale pro-capite. Ma si tratta ovviamente di una media. Visto che per i top managers i bonus si conteranno in milioni di dollari”. L’Amministratore delegato di G.S. Lloyd Blankfein ha dichiarato che i bonus gli sembrano perfettamente legittimi, che sono pagati in funzione delle performances e che la banca che lui dirige cerca sempre di ingaggiare i migliori traders e i migliori gestori, strappandoli spesso ai concorrenti, con stipendi da favola. E Goldman Sachs, salvo che nei sei mesi da settembre 2008 a febbraio 2009, appare sempre più un porto sicuro, profumatamente retribuito. E’ facile fare un paragone tra gli ingaggi offerti dalle principali banche che si strappano i migliori traders sul mercato e gli ingaggi che le prime dieci grandi squadre di calcio propongono ai 50 migliori giocatori al mondo. In entrambi i casi pare non esserci limite a tetti di alcun genere. La nuova Amministrazione americana, formata da Obama e Geithner, non può lasciar passare nel dimenticatoio le decisioni dei vertici di G.S. in merito alla distribuzione di bonus spropositati. I bonus della G.S. sono merito del Governo e della Fed che hanno salvato l’intero sistema bancario e chi ne ha beneficiato maggiormente è stata proprio la G.S. Quei profitti vanno girati al Governo americano, o meglio ai taxpayers Usa. Per coloro i quali amassero divertirsi con la lettura delle 12 pagine che Rolling Stone Usa ha dedicato alla trimestrale di G.S. e pubblicato on line il 13 luglio 2009, il saggio contiene succosissime notizie e una lunga cronistoria della banca dall’anno della sua fondazione (1869) ad oggi. Qual è il bittantipensiero? : i profitti realizzati da G.S. nel trimestre aprile-giugno 2009 sono di competenza del taxpayer americano e non di G.S., visto che l’aiuto finanziario al sistema bancario è stato a carico del contribuente americano e che i profitti derivanti da simile gigantesco salvataggio non sono frutto di menti geniali ma da condizioni di mercato propiziate da Governo e Fed. Se il valore dei titoli tossici passa da 25 a 50 il merito, ripeto, il merito è del salvataggio operato e non dei traders della banca. Il Ministro francese dell’economia, Christine Lagarde, in un’intervista rilasciata in settimana al Financial Times ha dichiarato che: “I bonus ai manager bancari sono una vergogna assoluta”. JPMorgan Chase : i profitti realizzati nel secondo trimestre 2009 sono stati di 2,7 miliardi di dollari, con ricavi lievitati a 28 miliardi di dollari. Tier 1 al 9.7%, profitti dell’investment banking a 7,3 miliardi di dollari. Settori in perdita: prestiti al consumo con un minus di 955 milioni di dollari e servizi legati alle carte di credito con una minusvalenza di 672 milioni. Buon bilancio, per ora nessuno ha intelligentemente parlato di bonus. (dal Financial Times di venerdì 24 luglio) : JPMorgan Chase si appresta a tagliare i bonus ai 12.000 dei suoi 25.000 dipendenti che ne usufruivano sinora. Ai quali proporrà invece un aumento dello stipendio. L’obiettivo è trattenere i talenti, evitandone l’esodo verso lidi più remunerativi. Citigroup: ha annunciato utili per 4,3 miliardi di dollari ma una plusvalenza di ben 11.1 miliardi è derivata dallo scorporo della divisione Smith Barney conferita ad una joint venture con Morgan Stanley. Bank of America: ha annunciato profitti per 3,2 miliardi di dollari ma una plusvalenza di ben 5,3 miliardi di dollari è stata realizzata dalla vendita della propria quota nella banca cinese China Construction Bank. Per Citigroup e per Bank of America, i trimestri, senza le plusvalenze realizzate, si sarebbero conclusi in perdita. Morgan Stanley: viene annunciata una perdita sul trimestre di 1,26 miliardi che ha un po’ sorpreso i mercati. La causa sta nel deterioramento della qualità dei crediti, specie quelli concessi al settore immobiliare. L’attacco frontale di Rolling Stone alla Goldman Sachs (3) Un attacco di violenza inaudita nei confronti di Goldman Sachs e del Governo americano per i legami strettissimi che legano da decenni le due Istituzioni è venuto dalla rivista mensile Rolling Stone, edizione americana, numero di giugno. Nell’edizione on-line il saggio completo è apparso il 13 luglio, e dobbiamo confessarvi che la lettura del pezzo di Matt Taibbi ci ha lasciato stupefatti. Intanto uno potrebbe chiedersi che ci azzecca Rolling Stone con il mondo delle banche, in particolare poi la Goldman Sachs, che nel weekly della scorsa settimana, meritò da parte mia una titolazione del tipo: “ Un gradino sotto Dio, c’è solo la Goldman Sachs”. Ora si dà il caso che, da qualche tempo, man mano si è allentata la funzione critica della stampa tradizionale verso i misfatti della politica, due riviste, Rolling Stone e Wired si poste poste al centro dell’attenzione per aver pubblicato insieme alle usuali rubriche a volte trasgressive a volte ironiche, interviste a Paul Krugman e a Chris Anderson /chied editor di Wired Magazine. Le due riviste escono con un’edizione americana, una europea e una italiana. E se, per caso tuo figlio collabora con le due pubblicazioni con interventi da San Francisco, hai l’opportunità di essere up-to-date sugli argomenti caldi. Così come ho avuto la fortuna, a giugno, di calpestare il prato dello Stanford Stadium (che sta nel colossale e fantastico complesso dell’Università di Stanford a Palo Alto) venti giorni prima che José Mourinho vi portasse la squadra dell’Inter. E a Stanford ci sono arrivato perché ci lavora mio figlio che è pur sempre una bella soddisfazione. Ma ‘revenons a nos moutons’. Per due settimane circa, l’articolo-saggio apparso nell’edizione cartacea, non è stato pubblicato in rete. Io trovo logica la scelta perché tutto non si può avere gratis. Ma gli internauti hanno strepitato e dopo un paio di settimane sono stati accontentati con la pubblicazione in rete dell’intero saggio. Che nel frattempo è diventato un ‘cult’. Le accuse di Matt Taibbi alla G.S. : (pubblichiamo stralci del lavoro, in lingua originale) (1) sottotitolo: From tech stocks to high gas prices, G.S. has engineered every major manipulation since the Great Depression – and they’re about to do it again. (2) The first thing you need to know about Goldman Sachs is that it’s everywhere. The world’s most powerful investment bank is a great vampire squid wrapped around the face of humanity, relentlessly jamming its blood funnel into anything that smells like money. (3) As George Bush’s last Treasury secretary, former Goldman Ceo Henry PAULSON was the architect of the bailout. Robert Rubin, Bill Clinton’s former Treasury secretary, spent 26 years at Goldman before becoming chairman of Citigroup…. A former Goldman banker, Thain (Merrill Lynch) enjoyed a multibillion dollar handhout from Paulson, who used billions in taxpayer funds to help Bank of America rescue Thain’s sorry company. (4) And Robert Steel, the former Goldmanite head of Wachovia…There’s Joshua Bolten, Bush’s chief of staff during the bailout, and Mark Patterson, the current Treausry chief of staff, who was a Goldman lobbyist just a year ago, and Edd Liddy, the former Goldman Sachs director whom Paulson put in charge of bailedout insurance giant AIG. The heads of the Canadian and Italian (Mario Draghi) national banks are Goldman alums… (5) The bank was actually founded in 1869 by a German immigrant named Marcus Goldman, who built it up with his soninlaw Samuel Sachs… (6) The effects of the housing bubble are well know – it led more or less directly to the collapse of Bear Stearns, Lehman Brothers and AIG, whose toxic portfolio of credit swaps was in significant part composed of the insurance that banks like Goldman bought against their own housing portfolio. In fact, at least usd 13 billion of the taxpayer money given to AIG in the bailout ultimately went to Goldman, meaning that the bank made out on the housing bubble twice: it fucked the investors who bought their horseshit CDO’s by betting against its own crappy product, then it turned around and fucked the taxpayer by making him pay off those same bets… (7) But the best was yet to come. (8) Where to go? With the public reluctant to put money in anything that felt like a paper investment, the Street quietly moved the casino to the physical-commodities market – stuff you could touch: corn, coffee, cocoa, wheat and, above all, energy commodities, especially oil. (9) Oil futures in particular skyrocketed, as the price of a single barrel went form around 60 usd in the middle of 2007 to a high of 147 usd in the summer of 2008. 13 luglio 2007 : euro/usd 1.3785 - wit 74 usd/barrel – brent 77 dollar/barrel 11 luglio 2008 : euro/usd 1.5930 - record 15.07.08 : 1.6039 – oil 145.72 usd /barrel - gold 963 Nel 1936 il Congresso Americano stabilì che sui mercati delle commodities potevano operare solo produttori e consumatori di quel tal bene e per circa 50 anni il meccanismo funzionò alla perfezione. Ma nel 1991, successe qualcosa di apparentemente normale che cambiò le regole del gioco. Prosegue il racconto di Taibbi…. (10) a Goldmanowned commodities trading subsidiary called J. ARON wrote to the CFTC and made an unusual argument. Farmers with big stores of corn, Goldman argued, weren’t the only ones who needed to hedge their risk against future price drops – Wal Street dealers who made big bets on oil prices also needed to hedge their risk, because, well, they stood to lose a lot too. (11) CFTC cade nella trappola… (12) But the CFTC, amazingly, bought Goldman’s argument. It issued the bank a free pass, called the “Bona Fide Hedging” exemption (13) E fu il diluvio… (14) By 2008, at least three quarters of the activity on the commodity exchanges was speculative (15) What is even more amazing is that the letter to Goldman, along with most of the other trading exemption (for a total of 14 letters) was handed our more or less in secret. (16) In the beginning of 2008, Arjun Murti, a Goldman analyst, hailed as on “oracle of oil”, by the New York Times, predicted a ‘super spike’ in oil prices, forecasting a rise to usd 200 a barrel. (17) A metà del 2008, l’oil ha raggiunto un top price di 148 usd al barile e l’euro/usd per aiutare l’evento è stato spinto sino a 1.6039 (15 luglio 2008) (18) A questo punto Paulson si accorge che si è tirata troppo la corda; il gallone di benzina ha superato i 4 dollari; qualcuno viene invitato ad eseguire una doppia operazione: lo sgonfiamento del prezzo del petrolio (il principale danneggiato è nella fattispecie la Federazione Russa) e in contemporanea il ritorno del dollaro all’ovile (contro euro tra 1.25 e 1.35); (19) Da 147 siamo precipitati a 33 dollari il barile. E l’euro/usd è sceso sino a 1.25 circa. Ora siamo a 70 dollari circa con un euro/usd a 1.4200 circa; (20) 16 settembre 2008 : Lehman Brothers fallisce… (21) on 16 sept 2008, Paulson elected to let Lehman Brothers – one of Goldman’s last real competitors – collapse without intervention. The very next day, Paulson greenlighted a massive 85 billion bailout of AIG wchich promptly turned around and repaid usd 13 billion it owed to Goldman. Immediately after the AIG bailout, Paulson announced his federal bailout for the financial industry, a usd 700 billion plan called TARP (Troubled Asset Relief Program). (22) Gone are Heny Hank Paulson and Neel Kashkari; in their place are Treasury chief of Staff Mark Patterson and CFTC chief gary Gensler, both former Goldmanites. (23) And the future ? The new carboncredit markets is a virtual repeat of the commodities-market casino….The bank owns a 10 percent stake in the Chicago Climate Exchange, where the carbon credits will ben traded. … e n d Il mercato dei videogames (4) (Da The New York Times del 16 luglio 2009) Il mese di giugno ha fatto registrare un notevole calo delle vendite di videogames negli Usa; anzi il calo del 31% rispetto allo stesso mese del 2008 riguarda sia l’hardware che il software e si colloca come quarto calo consecutivo. In contemporanea, il mercato immobiliare ha conosciuto un relativo miglioramento per il terzo mese consecutivo. Era dal settembre 2000 (- 41%) che non si registrava un andamento così negativo. Il mercato dei videogiochi che ha retto benissimo (stiamo parlando di tempi di crisi) per tutto il 2008 e i primi due mesi del 2009, sta subendo probabilmente lo stesso effetto negativo che la diffusione in rete ha avuto per la musica e la stampa cartacea. Il free game online riduce l’acquisto dei videogiochi nelle forme classiche; inoltre in tempi di crisi, è aumentato in modo notevole l’acquisto di videogiochi usati, attraverso i canali autorizzati. Sembra insomma venuto a maturazione anche per il mercato dei videogames lo stesso fenomeno in atto da anni sul mercato dell’auto dove accanto al numero delle nuove vetture immatricolate ha sempre più un peso crescente il mercato dell’usato. Il declino degli ultimi quattro mesi va inquadrato nella incredibile espansione del mercato dal primo semestre 2006 al secondo semestre 2008. The following figure provides a clear illustration of the rates of growth that the industry (of videogames: hardware, software and accessories) has produced in the past 30 months; (da GAMASUTRA – The Art & Business of Making Games - online edition del 20 luglio 2009) Mercato dei cambi (5) Queste sono le chiusure del cambio euro/usd nelle ultime otto settimane: 05 giugno 2009 = 1.3970 12 giugno 2009 = 1.4010 19 giugno 2009 = 1.3970 26 giugno 2009 = 1.4075 03 luglio 2009 = 1.3975 10 luglio 2009 = 1.3940 17 luglio 2009 = 1.4110 24 luglio 2009 = 1.4195 I mercato dei cambi è ad un punto di svolta ? (5) Se non potete manovrare o speculare sul usd/yuan, men che meno sul peg usd/hongkong dollar, sull’euro/chf e su decine di altri cross primari o secondari, che vi resta? Resta l’euro/usd che ha margini di manovra piuttosto ampi: a cerchi concentrici, 1.3640/ 1.4440, oppure 1.2840/1.4840 o ancora 1.1640/1.6040. Esaminando i cambi della settimana appena conclusa, è interessante rilevare che i cinque massimi giornalieri, tutti al di sopra di 1.42 si sono collocati ai seguenti livelli: 1.4248 – 1.4276 – 1.4257 – 1.4291 – 1.4253. Rispetto al delicato punto collocato a 1.4340 ci si è ballato attorno ma 1.4291 (massimo di giovedì 23 luglio) ha partorito una chiusura di giornata a 1.4160 e 1.4253(massimo di venerdì 24 luglio) ha prodotto un cambio di chiusura a 1.4195. Cosa ricavarne? E’ difficile dirlo salvo mettere per iscritto alcune riflessioni: il positivo andamento delle borse azionarie è stato accompagnato dai soliti eventi: indebolimento dello yen (a 95 e a 135), stabilizzazione del franco svizzero,forza ripetuta del rand sudafricano contro dollaro e buona tenuta anche contro euro, tipico dei momenti di ‘bonanza’. In questo quadro il mercato spinge al rialzo l’euro/usd pur mancando i presupposti per preferire l’euro al dollaro, se non la usuale diffidenza verso una moneta sovrabbondante. è chiaro che attorno a 1.4040-1.4340 si svolgerà una battaglia di notevoli proporzioni ma non è a noi chiaro chi in questa fase vuol spingere il cambio al di sopra di 1.45. Al tempo stesso, se i segnali di consolidamento dell’economia americana fossero confermati, non ci stupiremmo nemmeno di un ritorno del cambio dalle parti di 1.3450. In questo quadro si inserisce il ruolo della Cina: partiamo da alcuni dati: a maggio 2009 le riserve valutarie di Pechino hanno raggiunto la fantastica cifra di 2.130 miliardi di dollari. Si stima con un 70% espresso in dollari Usa, dei quali 810.5 miliardi investiti in Treasury Bonds americani. Lunedì e martedì 27 e 28 luglio, c’è il primo incontro della nuova Amministrazione di Barack Obama con i maggiori responsabili cinesi (vertici semestrali che si alternano a Washington e a Pechino). La Cina vuole assicurazioni che la sua montagna di crediti espressi in dollari americani non evapori in quella che viene considerata l’inevitabile caduta del biglietto verde. Nessuno dimentica che 1.6040 è divenuto 1.2640 in pochi mesi. Nessuno in questa fase può permettersi di scherzare sulle valute (dollaro ed euro) la cui buona tenuta è garanzia del proseguio del percorso virtuoso su cui si incanala la ripresa delle economie. Nessuna lacerazione è tollerata nei prossimi dodici mesi e Governi e Banche Centrali devono essere pronti ad arginare debordi e flutti che trapassano gli argini. Che i bilanci di alcune importanti società della Corea del Sud siano stati aiutati dalla debolezza del won coreano e che il bilancio dell’inglese Vodafone sia stato aiutato dalla debolezza della sterlina è cosa che sembra spingere un maggior numero di paesi verso il processo di una svalutazione della propria moneta come panacea di tutti i mali. Ma è sbagliato! Obama e Geithner sono di fronte ad una delle principali sfide: la tenuta del dollaro. Così come la riforma sanitaria collegata ad un aumento dei contributi per le classi medio-alte è l’altra sfida di peso sul cammino della nuova Amministrazione. Petrolio e oro Un clima più rasserenato sui mercati azionari non poteva che spingere nuovamente il petrolio nei paraggi di 70 dollari il barile e di riflesso le quotazioni dell’oro al di sopra di quota 950. L’accoppiata 70 e 950 (luglio 2009) è ben diversa dall’accoppiata dello scorso anno: 147 e 962. In favore dell’oro. Mercato case Usa Per il terzo mese consecutivo, le vendite delle case negli Usa sono gradatamente aumentate.+ 3.6% da maggio a giugno, con un totale di case vendute pari a 4.890.000 unità; prezzo medio usd: 181.800 con un meno 15.4% rispetto al prezzo medio di vendita dello stesso mese di un anno fa ma in miglioramento rispetto al prezzo medio di maggio, pari a usd. 174.700. Islanda Se ben ci ricordiamo, l’attuale crisi partì proprio da Reykiavik, capitale dell’Islanda. Ora il governo islandese ha preparato un piano per rimettere in piedi il sistema bancario del paese. Sarà la premessa per una richiesta prossima di entrata nell’Ue e, al momento debito, per un ingresso dell’Islanda anche nella moneta unica. EURO come ‘refugium peccatorum?’ Noi riteniamo che l’adesione alla moneta unica non debba nascere da uno stato di necessità ma da un credo nel progetto. E che l’Islanda entri nella moneta unica europea mi lascia del tutto sbigottito. Gli eventi della settimana: i dati macroeconomici di maggior rilievo - Usa : leading indicators : giugno + 0.7% (atteso + 0.5%) - Usa : jobless claims al 18 luglio 2009 : 554.000 (settimana precedente 555.000) - Usa : vendita di case esistenti (vedi paragrafo) - UK : vendite al dettaglio per giugno _ + 1.2% (atteso + 0.3%) - UK : GDP 2° trimestre 2009 : year/on/year : – 5.6% (atteso – 5.2%) - UK : GDP 2° trimester 2009 : - 0.8% (atteso – 0.3%) - Germania : IFO luglio : expectations: 90.4% (atteso 90.1) - Germania : IFO luglio : business climate 87.3 (atteso 86.5) - Germania : IFO luglio : current condition 84.3 (atteso 82. Dati di riferimento Area Tipologia del dato dato Oro fixing 30 dicembre 2005 513.00 Oro fixing 31 dicembre 2007 836.50 Oro 2° fixing 29 febbraio 2008 971.50 Oro (record assoluto) 2° fixing 14 marzo 2008 1003.50 Oro 2° fixing 31 luglio 2008 918.00 Oro 2° fixing 18 agosto 2008 796.25 Oro 2° fixing 29 agosto 2008 833.00 Oro durante 11 settembre 2008 736.00 Oro 2° fixing 10 ottobre 2008 900.50 Oro 2° fixing 07 novembre 2008 735.25 Oro 2 ° fixing 28 novembre 2008 814.50 Oro 2° fixing 05 dicembre 2008 749.00 Oro 2° fixing 31 dicembre 2008 865.00 Oro 2° fixing 30 gennaio 2009 919.50 Oro 2° fixing 20 febbraio 2009 989.00 Oro (nuovo record) Massimo della settimana 16/20/2 1.005.40 Top Oro 2° fixing 17 aprile 2009 870.50 Oro 2° fixing 24 aprile 2009 907.50 Oro 2° fixing 30 aprile 2009 883.25 Oro 2° fixing 07 maggio 2009 912.25 Oro 2° fixing 14 maggio 2009 925.25 Oro 2° fixing 22 maggio 2009 959.75 Oro 2° fixing 29 maggio 2009 975.50 Oro 2° fixing 05 giugno 2009 962.00 Oro 2° fixing 03 luglio 2009 932.50 Oro 2° fixing 10 luglio 2009 913.00 Oro 2° fixing 17 luglio 2009 937.50 Oro 2° fixing 24 luglio 2009 951.50 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 31 dicembre 2007 D.Jones 13.265 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 giugno 2008 D.Jones 11.350 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 settembre 2008 D.Jones 10.850 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 03 ottobre 2008 D.Jones 10.325 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 31 ottobre 2008 D.Jones 9.325 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 dicembre 2008 D.Jones 8.776 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 30 gennaio 2009 D.Jones 8.001 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 27 febbraio 2009 D.Jones 7.063 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 06 marzo 2009 D.Jones 6.627 Usa Borsa di wall Street Chiusura 13 marzo 2009 D.Jones 7.224 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 20 marzo 2009 D.Jones 7.278 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 27 marzo 2009 D. Jones 7.776 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 03 aprile 2009 D. Jones 8.018 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 07 maggio 2009 D. Jones 8.410 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 14 maggio 2009 D. Jones 8.331 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 22 maggio 2009 D. Jones 8.277 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 29 maggio 2009 D. Jones 8.500 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 05 giugno 2009 D. Jones 8.763 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 03 luglio 2009 D. Jones 8.284 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 10 luglio 2009 D. Jones 8.146 Usa Borsa di wall Street Chiusura 17 luglio 2009 D. Jones 8.744 Usa Borsa di Wall Street Chiusura 24 luglio 2009 D. Jones 9.093 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 31 dicembre 2007 15.308 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 giugno 2008 13.481 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 settembre 2008 11.260 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 31 dicembre 2008 8.860 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 gennaio 2009 7.994 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 06 febbraio 2009 8.077 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 27 febbraio 2009 7.568 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 06 marzo 2009 7.173 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 13 marzo 2009 7.569 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 19 marzo 2009 7.946 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 27 marzo 2009 8.627 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 03 aprile 2009 8.750 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 17 aprile 2009 8.908 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 24 aprile 2009 8.708 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 30 aprile 2009 8.828 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 07 maggio 2009 9.386 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 14 maggio 2009 9.094 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 22 maggio 2009 9.226 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 29 maggio 2009 9.522 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 05 giugno 2009 9.768 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 03 luglio 2009 9.816 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 10 luglio 2009 9.287 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 17 luglio 2009 9.395 Giappone - Nikkei 225 Chiusura 24 luglio 2009 9.945 Germania – Dax Chiusura 31 dicembre 2007 8.067 Germania – Dax Chiusura 30 giugno 2008 6.418 Germania – Dax Chiusura 30 settembre 2008 5.831 Germania – Dax Chiusura 31 ottobre 2008 4.988 Germania – Dax Chiusura 31 dicembre 2008 4.810 Germania – Dax Chiusura 30 gennaio 2009 4.338 Germania – Dax Chiusura 27 febbraio 2009 3.844 Germania – Dax Chiusura 06 marzo 2009 3.666 Germania – Dax Chiusura 13 marzo 2009 3.954 Germania - Dax Chiusura 20 marzo 2009 4.068 Germania - Dax Chiusura 27 marzo 2009 4.204 Germania - Dax Chiusura 03 aprile 2009 4.385 Germania - Dax Chiusura 17 aprile 2009 4.677 Germania - Dax Chiusura 24 aprile 2009 4.674 Germania - Dax Chiusura 30 aprile 2009 4.769 Germania - Dax Chiusura 07 maggio 2009 4.804 Germania - Dax Chiusura 14 maggio 2009 4.738 Germania - Dax Chiusura 22 maggio 2009 4.918 Germania - Dax Chiusura 29 maggio 2009 4.941 Germania - Dax Chiusura 05 giugno 2009 5.077 Germania - Dax Chiusura 03 luglio 2009 4.708 Germania - Dax Chiusura 10 luglio 2009 4.576 Germania - Dax Chiusura 17 luglio 2009 4.978 Germania – Dax Chiusura 24 luglio 2009 5.229 BCE Prossimo meeting 6 agosto 2009 Bank of England Prossimo meeting 5/6 agosto 09 FED Prossimo meeting 11 agosto 2009 Per chiudere, due tabelle che riassumono un insieme di punti di riferimento. Tabella : quotazioni del petrolio : (*) 30.12.04 Wti (in usd) 43.45 Brent dated (usd) 1 m. 39.57 30.12.05 “ 61.04 “ 58.98 29.12.06 “ 60.95 “ 59.86 31.12.07 “ 96.07 “ 96.20 30.06.08 “ 140.39 “ 138.97 11.07.08 “ 144.79 “ 145.72 30.09.08 “ 101.25 “ 94.27 31.10.08 “ 67.61 “ 59.59 21.11.08 “ 50.49 “ 45.55 27.11.08 “ 54.00 “ 53.13 19.12.08 “ 33.87 “ 43.29 31.12.08 “ 43.19 “ 39.66 09.01.09 “ 40.88 “ 44.42 16.01.09 “ 35.90 “ 44.69 23.01.09 “ 38.74 “ 43.99 30.01.09 “ 41.62 “ 45.88 27.02.09 “ 44.33 “ 46.35 06.03.09 “ 45.84 “ 44.85 13.03.09 “ 45.99 “ 44.93 20.03.09 “ 52.09 “ 51.22 27.03.09 “ 52.25 “ 51.98 02.04.09 “ 52.30 “ 53.47 30.04.09 “ 51.06 “ 50.80 29.05.09 “ 66.48 “ 65.52 05.06.09 “ 68.55 “ 68.34 03.07.09 “ 65.63 “ 65.61 10.07.09 “ 59.91 “ 59.50 17.07.09 “ 64.32 “ 65.38 24.07.09 “ 68.08 “ 70.32 (*) : quotazioni scadenza settembre 2009 tabella : rendimenti sul decennale/spreads/con correlazione ai tassi ufficiali e al cambio euro/usd d a t a Usa Germania Spread Euro/usd USA BCE GBP 30.12.04 4.31% 3.68% 0.63% 1.3545 2.25% 2.00% 4.75% 30.12.05 4.39% 3.31% 1.08% 1.1840 4.25% 2.25% 4.50% 29.12.06 4.71% 3.95% 0.76% 1.3190 5.25% 3.50% 5.00% 29.06.07 5.05% 4.57% 0.48% 1.3535 5.25% 4.00% 5.50% 31.12.07 3.87% 4.13% - 0.26% 1.4745 4.25% 4.00% 5.50% 30.06.08 4.00% 4.61% - 0.61% 1.5765 2.00% 4.00% 5.00% 31.12.08 2.23% 2.95% - 0.72% 1.3940 0.125% 2.50% 2.00% 30.04.09 3.17% 3.19% - 0.02% 1.3255 0.125% 1.25% 0.50% 29.05.09 3.56% 3.59% - 0.03% 1.4150 0.125% 1.00% 0.50% 05.06.09 3.83% 3.75% + 0.08% 1.3970 0.125% 1.00% 0.50% 03.07.09 3.52% 3.34% + 0.18% 1.3975 0.125% 1.00% 0.50% 10.07.09 3.32% 3.26% + 0.06% 1.3940 0.125% 1.00% 0.50% 17.07.09 3.66% 3.40% + 0.26% 1.4100 0.125% 1.00% 0.50% 24.07.09 3.71% 3.48% + 0.23% 1.4195 0.125% 1.00% 0.50% Tabella dove ci troviamo ora: (validità un mese) Euro/usd 1.3640 - 1.4440 Usd/yen: 90.25 – 98.25 Euro/yen 126.50 – 136.50 Euro/chf 1.5040 - 1.5340 Usd/canada 1.0650 – 1.1650 Usd/zar 7.7500– 8.2500 oro 900 - 1000 petrolio 63 - 73 Significato della tabella: ci sembra possa risultare interessante, soprattutto per la clientela corporate, proporre una view delle fasce di movimento dei principali cambi, in un’ottica di medio periodo. Tabella : cambi e quotazioni di chiusura settimanali: Spot Fx 24-july-09 17-july-09 10-july-09 27-feb-09 31-dec-08 31-mar-08 EurUsd 1,4195 1,4110 1,3940 1,2670 1,3940 1,5812 EurYen 134,65 133,00 129,00 123,60 126,50 157,37 EurChf 1,5225 1,5185 1,5130 1,4820 1,4910 1,5738 UsdYen 94,75 94,25 92,50 97,50 90,80 99,52 Cable 1,6430 1,6360 1,6210 1,4310 1,4565 1,9873 UsdChf 1,0710 1,0760 1,0850 1,1700 1,0675 0,9952 UsdCad 1,0835 1,1175 1,1630 1,2760 1,2190 1,0262 UsdYuan 6,8310 6,8317 6,8328 6.8398 6,8230 7,0120 Oro 951,50 937,50 913,00 952,00 865,00 933,50 Petrolio 70,32 65,38 59,50 46,35 39,66 104,56 * lo spread tra Bund e BTP conclude la settimana a 94 bp;

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Obama chiede maggiore cooperazione con la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON (Reuters) - Il presidente Usa Barack Obama ha detto oggi che Stati Uniti e Cina hanno un comune interesse nella ripresa economica e ha invitato ad una maggiore cooperazione tra i due Paesi. "L'attuale crisi ha reso chiaro che le scelte fatte entro i propri confini si riverberano sull'economia globale -- e questo è vero non solo per New York e Seattle, ma anche per Shanghai e Shenzhen", afferma Obama nel discorso preparato per l'apertura dei colloqui tra Usa e Cina a Washington. "Ecco perché dobbiamo restare impegnati su un forte coordinamento bilaterale e multilaterale", aggiunge.

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Obama: cooperazione tra Usa e Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Nuovo, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

> Obama: cooperazione tra Usa e Cina 'Trovare un terreno comune sul tema della dignita' umana' (ANSA) - WASHINGTON, 27 LUG - Trovare un 'terreno comune' tra Usa e Cina sul tema del 'rispetto della dignita' di ogni essere umano', auspica Barack Obama.In occasione del vertice Usa-Cina per il dialogo economico e strategico, Obama invita Pechino a 'cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo piu' persone dalla poverta''. Obama chiede una risposta globale per un futuro energetico 'pulito, sicuro e prospero', indicando che la relazione Usa-Cina dara' forma al 21/o secolo.

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USA-CINA: OBAMA, NOSTRE RELAZIONI DARANNO FORMA A 21ESIMO SECOLO (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Washington, 27 lug. - (Adnkronos/Dpa) - "Le relazioni tra Stati Uniti e Cina daranno forma al 21esimo secolo". Cosi' Barack Obama ha sottolineato come la ricerca di una solida partnership tra Washington e Pechino sara' fondamentale per la soluzione dei problemi globali, alimentando i timori di chi considera la due giorni di "Dialogo economico strategico" partito oggi a Washington come una sorta di G2.

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Obama: cooperazione Usa-Cina su clima ed energia (sezione: Globalizzazione)

( da "Trend-online" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama: cooperazione Usa-Cina su clima ed energia ANSA NEWS, clicca qui per leggere la rassegna di Ansa , 27.07.2009 17:16 Scopri le migliori azioni per fare trading questa settimana!! (ANSA) - WASHINGTON, 27 LUG - Trovare un 'terreno comune' tra Usa e Cina sul tema del 'rispetto della dignita' di ogni essere umano', auspica Barack Obama.In occasione del vertice Usa-Cina per il dialogo economico e strategico, Obama invita Pechino a 'cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo piu' persone dalla poverta''. Obama chiede una risposta globale per un futuro energetico 'pulito, sicuro e prospero', indicando che la relazione Usa-Cina dara' forma al 21/o secolo.

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Obama vuole relazioni più strette con la Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

WASHINGTON (Reuters) - Barack Obama ha detto oggi che Stati Uniti e Cina hanno un comune interesse nella ripresa economica e ha invitato ad una maggiore cooperazione tra i due Paesi. Il presidente Usa ha aperto due giorni di colloqui tra esponenti di alto livello delle due amministrazioni in cui verranno affrontati temi come la crisi economica, i cambiamenti climatici e la disputa con la Corea del Nord sulle armi nucleari, nel tentativo di dare impulso e migliorare i rapporti con Pechino. "Le relazioni tra Usa e Cina forgeranno il 21esimo secolo", ha detto Obama. "Questa realtà deve sostenere la nostra partnership". All'apertura del U.S.-China Strategic and Economic Dialogue, sia il presidente americano che il segretario del Tesoro Timothy Geithner hanno evitato di menzionare la delicate questioni valutarie che da tempo dividono i due Paesi. L'amministrazione Obama ha cercato di trattare in modo molto soft i principale punti di frizione, ossia l'accusa americana secondo cui Pechino manipolerebbe la sua moneta e reprimerebbe le minoranze etniche. Il presidente statunitense ha menzionato i diritti umani, affermando che entrambe le nazioni ritengono che la religione e la cultura di tutti i popoli deve essere rispettata. "Questo include le minoranze etniche e religiose in Cina, così come negli Usa", ha sottolineato. La maggior parte del discorso di Obama si è focalizzato sui rapporti economici e su come i due Paesi debbano lavorare insieme per restaurare la crescita. "L'attuale crisi ha reso chiaro che le scelte fatte entro i propri confini si riverberano sull'economia globale -- e questo è vero non solo per New York e Seattle, ma anche per Shanghai e Shenzhen", ha detto il presidente americano. Continua...

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Obama, trovare "terreno comune" per Usa e Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWebFinanza" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama, trovare "terreno comune" per Usa e Cina (Teleborsa) - Roma, 27 lug - Il Presidente americano Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina devono, nel reciproco interesse, trovare un " terreno comune " per una reale ripresa economica. Obama ha invitato i due Paesi ad una pi stretta cooperazione. E' ci che viene auspicato da Obama che cos si espresso al vertice Usa-Cina per il dialogo economico e strategico. "L'attuale crisi ha messo in chiaro che le scelte effettuate all'interno delle nostre frontiere riverberano in tutta l'economia mondiale e questo vero non solo a New York ed a Seattle ma anche a Shanghai e Shenzhen", ha detto Obama. "Questo il motivo per cui dobbiamo continuare ad impegnarci per un coordinamento a livello bilaterale e multilaterale", ha continuato il Presidente degli Stati Uniti. Sul tema del "rispetto della dignita" di ogni essere umano", Obama esorta Pechino a "cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo pi persone dalla poverta". 27/07/2009 - 19:11

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Usa-Cina, Obama tende la mano a Pechino (sezione: Globalizzazione)

( da "JulieNews.it" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

27/07/2009, ore 19:57 - Collaborazione per crisi economica e nucleare nordcoreano Usa-Cina, Obama tende la mano a Pechino di: Nico Falco Crisi economica, cambiamenti climatici e la disputa con la Corea del Nord sulle armi nucleari, questi i principali temi che saranno trattati nei due giorni di colloqui tra esponenti di alto livello delle amministrazioni statunitense e cinese nel tentativo di raggiungere una intesa nel comune interesse della ripresa economica e di migliorare il rapporto tra Usa e Cina. Barack Obama, mostrandosi estremamente convinto dell’importanza della collaborazione, ha parlato dei rapporti tra i due Stati definendoli come quelli che “forgeranno il 21esimo secolo”. All’apertura del U.S – China Strategic and Economic Dialogue, le delicate questioni valutarie che da tempo dividono i due Paesi non sono state menzionate né da Obama né dal segretario del Tesoro americano, Timothy Geithner. L’amministrazione statunitense, scegliendo la via della diplomazia, ha preferito un approccio molto soft sui principali punti di frizione, ovvero l’accusa secondo cui Pechino manipolerebbe la sua moneta e reprimerebbe le minoranze etniche. La maggior parte del discorso di Obama ha riguardato i rapporti economici, tenendo conto che la Cina sta diventando una superpotenza ed è destinata ad aumentare il proprio potere, e su come i due Paesi debbano trovare un sistema per collaborare affinchè sia possibile lasciarsi alle spalle la crisi economica globale. “L’attuale crisi, - ha dichiarato il presidente Usa, - ha reso chiaro che le scelte fatte entro i propri confini si riverberano sull’economia globale, e questo è vero non solo per New York e Seattle, ma anche per Shangai e Shenzhen”. “Ecco perché, - ha aggiunto Obama, - dobbiamo restare impegnati su un forte coordinamento bilaterale e multilaterale”. Altro punto focale della discussione, la questione nordcoreana sulle armi nucleari. L’obiettivo finale è quello di “raggiungere la denuclearizzazione della penisola coreana” e, ha auspicato Obama, il risultato potrebbe arrivare continuando la “collaborazione” tra le due nazioni.

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Obama, trovare "terreno comune" per Usa e Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Borsa(La Repubblica.it)" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Obama, trovare "terreno comune" per Usa e Cina (Teleborsa) - Roma, 27 lug - Il Presidente americano Barack Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti e la Cina devono, nel reciproco interesse, trovare un " terreno comune " per una reale ripresa economica. Obama ha invitato i due Paesi ad una più stretta cooperazione. E' ciò che viene auspicato da Obama che così si è espresso al vertice Usa-Cina per il dialogo economico e strategico. "L'attuale crisi ha messo in chiaro che le scelte effettuate all'interno delle nostre frontiere riverberano in tutta l'economia mondiale e questo è vero non solo a New York ed a Seattle ma anche a Shanghai e Shenzhen", ha detto Obama. "Questo è il motivo per cui dobbiamo continuare ad impegnarci per un coordinamento a livello bilaterale e multilaterale", ha continuato il Presidente degli Stati Uniti. Sul tema del "rispetto della dignita" di ogni essere umano", Obama esorta Pechino a "cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla poverta". 27/07/2009 - 19:11

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Washington: al via il supervertice USA-Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Blogosfere" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

Lug 0927 Washington: al via il supervertice USA-Cina Pubblicato da Rosario Mastrosimone alle 18:56 in Cambiamenti climatici Si è aperto poche ore fa il vertice di Washington tra Stati Uniti e Cina. Tantissimi i temi in discussione in una due giorni di serrati negoziati che spazieranno dalla crisi finanziaria ai cambiamenti climatici, dalla proliferazione nucleare al terrorismo e ai diritti umani. Oggi, in termini assoluti, Stati Uniti e Cina sono i due Paesi al mondo che consumano piu' energia. E non è un caso che il presidente americano Barack Obama abbia deciso di inaugurare il vertice con un forte appello alla cooperazione sul fronte del temperamento dei cambiamenti climatici. Obama ha quindi posto l'accento sull'importanza della garanzia della libertà di espressione, di minoranze ed opposizione, con un inequivocabile riferimento all'ondata di azioni repressive messe in atto dal regime cinese negli ultimi mesi. Le prime dichiarazione del vicepremier cinese Wang si sono invece orientare tutte sull'esigenza di attivarsi congiuntamente contro la crisi economica e per agevolare un nuovo progresso economico delle due nazioni. I rapporti diplomatici USA-Cina, durante la presidenza Bush, erano stati già molto intensi e centrati soprattutto su crescita economica e commercio. Dopo questa prima mattinata di incontri è già chiara la volontà americana di estendere i negoziati a "nuovi" settori, in primis cambiamenti climatici, diritti umani e proliferazione nucleare. Ed è anche evidente lo scarso entusiasmo cinese ad affrontare le prime due questioni. Vedremo nei prossimi giorni se, ed in che misura, gli Stati uniti saranno riusciti ad ottenere qualche progresso anche su questi ultimi due dossier.

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Clima, Obama apre alla Cina: "Cooperiamo" (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 27-07-2009)

Argomenti: Cina Usa

articolo di lunedì 27 luglio 2009 Clima, Obama apre alla Cina: "Cooperiamo" di Redazione Il presidente degli Stati Uniti apre il vertice per il dialogo economico e strategico con Pechino: "Diritti umani siano terreno comune. Rispettare religione e cultura di tutti i popoli". Poi l'appello sul clima: "Cooperiamo per un futuro pulito". E chiede di "fermare il nucleare in Iran e Corea" Washington - Trovare un "terreno comune" sul tema del "rispetto della dignità di ogni essere umano". è quanto auspica il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama in occasione del grande vertice tra Usa e Cina per il dialogo economico e strategico in corso a Washington. Quindi il presidente degli Usa ha chiesto che "la religione e la cultura di tutti i popoli devono essere rispettate e protette". Clima ed energia Un appello a Pechino a cooperare per una risposta globale per un futuro energetico "pulito, sicuro e prospero": lo ha rivolto Obama alla Cina in apertura del vertice a Washington. In più Obama chiede "unità contro il nucleare in Nord Corea e in Iran". Gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero "cooperare per avere una crescita economica equilibrata e sostenibile, togliendo più persone dalla povertà e creando maggiore ricchezza". "Gli Usa e la Cina - ha spiegato Obama - sono i due maggiori consumatori di energia al mondo. Noi abbiamo anche le maggiori emissioni di gas serra. Possiamo lavorare assieme e concordare una risposta mondiale alla conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici". Il presidente cinese Hu Jintao, che non è presente ai lavori, in una lettera inviata per l’apertura della conferenza, ha sottolineato che il vertice in corso a Washington "è un’iniziativa strategica" per aumentare le aree di cooperazione tra i due paesi e che il meccanismo del dialogo aiuterà a promuovere sane e stabili relazioni tra Cina e Stati Uniti. Diplomazia del basket Obama lancia tra gli Usa e la Cina la diplomazia del basket. Nel suo discorso al primo vertice di Washington sul dialogo e le strategie del 21esimo secolo, il presidente americano cita Yao Ming, stella cinese degli Houston Rockets, per ridurre le distanze con i vertici del superpotenza d’Oriente. "Sia io, sia il presidente Hu sappiamo quanto è importante avere subito buone relazioni. Naturalmente, come nuovo presidente e come tifoso di basket, ho imparato molto da Yao Ming che una volta ha detto: 'Non importa se sei un giocatore esperto o se sei agli inizi. Comunque hai bisogno di tempo per adattarti al gioco di squadra'. Per questo, a partire dal confronto di oggi così costruttivo, sono fiducioso che insieme faremo come ci ha detto Ming e raggiungeremo il suo livello di gioco". © IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

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