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Report "Globalizzazione"  23-4-2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

Iran, gli Usa minacciano: "Sanzioni durissime" ( da "City" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: alle nuove proposte di colloqui dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) più la Germania. Immediata la reazione Usa: il segretario di Stato Hillary Clinton avverte che Washington sta preparando "sanzioni molto dure" da applicare all'Iran se i negoziati sul nucleare risultassero "inconcludenti".

Hillary lancia un monito all'Iran ( da "Giornale di Brescia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, più la Germania). L'Iran - dice il documento - è pronto ad un «dialogo costruttivo» con il gruppo dei 5+1, ma non fermerà le sue attività nucleari. Nel suo documento l'Iran smonta quella che è la base stessa della proposta dei 5+1, sulla quale il presidente americano Barack Obama ha molto insistito nei suoi messaggi alla Repubblica islamica,

Unica doc con Piacenza? Mai ( da "Provincia Pavese, La" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il futuro non è nella micro-globalizzazione che lui propone, ma nella forza delle identità che insieme fanno un territorio e di fatto segnano il fascino dell'ltalia. Questa è la nostra natura, questa è la storia del mondo del vino che merita d'essere percorsa e, se possibile, rispettata».

A me il Piano è piaciuto. (...). Della lunga dichiarazione di voto che farò io, mi piace r... ( da "Unita, L'" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Seconda forza, la globalizzazione. Nel momento in cui le aziende e in particolare le società di telecomunicazione diventano corporation senza frontiere la nozione di cittadinanza e di comunità tradizionale diventa obsoleta in un'ottica commerciale. La globalizzazione cambia il contenuto del prodotto editoriale.

Via al G8 sul clima Obama ci crede L'Italia nel club degli scettici ( da "Unita, L'" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Regno Unito e Italia) sono molti: Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Corea, Egitto, Repubblica Ceca, Commissione Europea e Danimarca. Perché il G8 di Siracusa è dominato dalla prospettiva della prossima riunione di Copenaghen. Nessuna decisione reale verrà presa a Siracusa.

la sicilia resta indietro nella corsa dell'energia - nicola cipolla ( da "Repubblica, La" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 400 megawatt gli Usa e la Cina. Il governo svedese ha varato la costruzione di 1.100 torri eoliche di 200 metri in uno spazio di 450 chilometri quadrati. La Puglia ha presentato domande per 22 mila megawatt. In Sicilia, malgrado gli ostacoli frapposti prima da Cuffaro e poi da Lombardo, sono state presentate domande per 7 mila megawatt di impianti terrestri di medie dimensioni:

Lieberman contro Obama "Non trattare con gli arabi" ( da "Stampa, La" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il ministro non usa mezzi termini neanche nei confronti del Pakistan del vicino Afghanistan considerati «un pericolo più incombente sul piano nucleare maggiore dei programmi dell'Iran», e per il quale chiama a raccolta altre grandi potenze come la Cina e la stessa Russia esposte «agli stessi rischi che corre lo Stato ebraico».

L'Iran irrita gli Usa "Se continua così sanzioni più dure" ( da "Stampa, La" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il leader iraniano ha risposto con la riscoperta degli incontri «5+1»: il dialogo simultaneo sul nucleare con Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia e Cina è per Teheran «costruttivo». Avendo già ottenuto che gli incontri si avvieranno senza fermare le attività di arricchimento dell'uranio, Ahmadinejad preferisce che al tavolo ci siano pure gli amici russo e cinese.

goldoni, ostia, le croci celtiche ma su tutto odio i veleni di taranto ( da "Repubblica, La" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tifo ultrà, pettinarmi, multinazionali, croci celtiche, tv italiana, darsi le arie, vecchiaia, prepotenti, dare giudizi, religioni, populisti e qualunquisti, globalizzazione, il celeste, il nostro governo, il ponte sullo Stretto, case con la sabbia, cpt, ronde, Palestina occupata, l´Ilva di Taranto.

Tokyo in rosso dopo 28 anni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ultimo esempio: Toyota ha deciso ieri di ridurre del 60% il bonus semestrale a circa 9mila manager. SPIRAGLI DI RIPRESA A marzo registrato un lieve surplus grazie a un trend meno negativo delle vendite in Cina e negli Stati Uniti, ma il quadro resta pesante

La Clinton all'Iran: Dialogo o sanzioni ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ulteriori sanzioni non ha finora incontrato il favore di Russia e Cina, Paesi che detengono il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e tutt'ora intrattengono importanti rapporti commerciali con l'Iran. In riferimento al conflitto israelo- palestinese, e all'obiettivo della creazione di due Stati, la Clinton si è rivolta anche ad Hamas: «Lasciamo le pora aperta».

Il design è democratico ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Italia diede inizio alla sua globalizzazione, accogliendo chiunque avesse una buona idea. E noi ne siamo un esempio. ( testo raccolto da Chiara Beghelli) * Designers © RIPRODUZIONE RISERVATA FRATELLI Humberto e Fernando Campana, presenti al Salone del mobile con molti progetti e con un'installazione alla Statale di Milano

nostro servizio Hillary Clinton a tutto campo, dall'Iran a Cuba, dal Med... ( da "Messaggero, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna più la Germania) sul proprio programma nucleare, ma senza sospendere il processo di arricchimento dell'uranio. nuclea. Di fronte a tale disponibilità a riaprire le trattative dunque, Clinton ha rilanciato la politica dei due binari, la disponibilità a tentare la via diplomatica per disinnescare la crisi -

LE GRANDI istituzioni internazionali, dopo non aver minimamente previsto la crisi e a... ( da "Messaggero, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina a parte, il calo italiano sarà comunque il meno forte tra i grandi Paesi manifatturieri esportatori assieme a quello della Corea del Sud (-4%) e di Hong Kong (-4,5%). Diminuzioni più consistenti sono previste per Germania (-5,6%), Giappone (-6,2%), Taiwan (-7,5%) e Singapore (-10%).

Le banche creditrici Usa ostacolano Torino-Detroit ( da "Riformista, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dopo aver vinto la causa in Cina, ne abbiamo avviata un'altra in Russia. Il problema è che non si finisce mai». Il settore che ha registrato più contraffazioni è quello dell'abbigliamento, con un giro d'affari di 2,6 miliardi di euro. A seguire il mercato dei cd, dvd e software, con 1,65 miliardi.

La Clinton alza la voce con Pakistan e Iran ( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) più la Germania. Ma dagli Usa di nuovo la Clinton alza la voce e, dopo avere comunicato al Congresso che è «imperativo» per gli Stati Uniti bloccare la minaccia di un Iran dotato di armi atomiche e avverte che Washington sta preparando «sanzioni molto dure» da applicare contro Teheran se i negoziati risultassero «

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: attività riconducibili ad un processo di globalizzazione o di mera competitività economica, ma risorse proprie ed inalienabili dei reciproci territori di riferimento. E la candidatura nelle liste del PD di Bonanini va in questa direzione», è sistenuto in una nota del Pd. Intanto, per sostenere l'elezione di Franco Bonanini, è stato allestito un sito internet:www.

di ELETTRA GULLÈ ( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: secondo cui «la città non si è ribellata a questa stupida globalizzazione». «Qui sono nati la lingua, il telefono, la prospettiva, la moneta e le banche. E non sto a continuare l'elenco perché sarebbe troppo lungo. Ma guardi adesso come siamo ridotti sospira - Il centro ha perso la sua anima, tra fast food e kebab.

, il futuro di merci e informazioni ( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e del contributo che essa può dare in tempi di economia globalizzata. Relatore illustre e d'eccezione il professor Sebastian Kummer, docente all'Università di Vienna e consulente aziendale, che ha brillantemente illustrato, con diversi esempi, l'utilità della logistica per trasformare momenti di crisi, come l'attuale, da minacce ad opportunità.

"Sognando Chernobyl" video shock di 10 minuti ( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E così mette in guardia anche dalla minaccia dei gas «di cui siamo già contaminati» e delle scorie nucleari che portano «il cancro nelle case dei cittadini». Ma anche dei pericoli del libero commercio, della globalizzazione. E cita quindi il più grande disastro nucleare della storia, quello di Chernobyl.

i moderni padroni della luce fotografati dalla navicella spaziale - (segue dalla prima pagina) ( da "Repubblica, La" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: analisi sulla globalizzazione; scenari sul futuro dell´ambiente; rapporti di forza demografici. Dà un´angosciosa visibilità alle diseguaglianze. Ciascuno prenda il suo tempo, si soffermi a fissare queste immagini prese dai satelliti: sono l´inizio di tanti percorsi d´indagine per decifrare il senso della nostra epoca.

L'EXPORT DI CALZATURE ITALIANE CEDE IL 3,3% A GENNAIO 2009 ( da "marketpress.info" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il balzo in avanti di gennaio, sempre nel confronto annuale, riflette principalmente l?aumento del 10,7% della spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l?import da Belgio (+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano del 6,5% il Vietnam e dell?8,8% la Romania. . <<BACK

le responsabilità della ricchezza in letteratura, filosofia ed economia ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: percorso tra i diversi temi trattati consentirà anche di riflettere in termini estremamente attuali sui limiti dell'economia globalizzata, sulla responsabilità sociale dell'imprenditore laddove si scelga di non intendere il valore aggiunto dell'attività imprenditoriale in termini esclusivamente economici ed il profitto quale unico indicatore di produzione di ricchezza e di sviluppo.

Il Papa riscrive l'enciclica: sarà un testo anti crisi ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ai temi sociali e alla globalizzazione, la cui uscita continua ad essere ritardata: al momento si prevede per il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. Per discutere la trattazione della crisi nella nuova enciclica - la terza del suo pontificato - Papa Ratzinger ha convocato sabato scorso a Castelgandolfo quattro cardinali per un mini-summit del quale non è stata data notizia,

G8 Ambiente, oggi ministri discutono avvio negoziati Copenhagen ( da "Reuters Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in particolare Cina e India) a fare altrettanto. LA NOVITA' USA "La nuova amministrazione americana è incredibilmente importante per affrontare questa questione. Cercare di giungere a un accordo sul 'climate change' senza gli Stati Uniti è insensato", ha detto ieri a Siracusa Yvo De Boer, capo della Convenzione quadro dell'Onu sul Cambiamento climatico.

electrolux, nuovo trimestre in rosso ( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Tagli confermati in Italia, Cina e Russia Stråberg Cinque trimestri di seguito di volumi in calo in Europa, che salgono a 11 negli Usa. E il trend, a breve, non migliorerà. Chiude dunque in perdita anche il periodo gennaio-marzo 2009 la multinazionale svedese Electrolux.

Clima Accordo con l'Australia per la CO2 ( da "Villaggio Globale.it" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Giappone, Canada e Russia, prendono parte al vertice anche Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto (è la prima volta che un summit del G8 ospita un Paese arabo), Repubblica Ceca (quale presidente di turno) e Danimarca, quest'ultima in vista dell'appuntamento sul clima di Copenhagen.

FMI: CRESCITA GLOBALE -1,3% (LENTA RIPRESA NEL 2010) PROBABILE SUICIDIO PER IL BOSS DI FREDDIE MAC PAKISTAN: TALEBANI SEMPRE PIÙ VICINI A ISLAMABAD CRISI: GLI AMERICANI NON C ( da "Dagospia.com" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: tra le società protagoniste della grande crisi finanziaria, è una società a controllo governativo che controlla circa 13 milioni di mutui. L'amministratore delegato David Moffett si era dimesso il mese scorso. Infine il Washington Post riporta che la "Cina usa la crisi economica per accrescere la sua influenza" globale. [23-04-2009]

ALIMENTAZIONE. Nomisma: 47 mila alimenti sequestrati per uso improprio Dop e Igp in Europa ( da "HelpConsumatori" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E ancor prima della Cina (37%), il principale paese di provenienza di prodotti alimentari contraffatti è la Turchia (46%). Oltre 47 mila prodotti alimentari sono stati sequestrati perché usavano impropriamente i marchi a denominazione di origine Ancora più problematica la protezione del Made in Italy fuori dai confini Ue,

Pechino sottopone Obama al "test Dalai Lama" ( da "KataWeb News" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma come si è visto in questi mesi (dalla visita di Hillary Clinton a Pechino, alla decisione di Tim Geithner di NON accusare la Cina di manipolazione della sua valuta) Obama sa di non potersi permettere una fase di gelo con Pechino. rampini

Clinton minaccia Teheran: ( da "Avvenire" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) per la ripresa delle trattative, aveva sottolineato che Teheran è pronta «a un'interazione e a un dialogo costruttivi» e si conferma che presto avanzerà un nuovo pacchetto di proposte per superare lo stallo sul nucleare, come preannunciato dal presidente Mahmud Ahmadinejad.

Rita Levi Montalcini festeggiata in Campidoglio, una vita dedicata alla ricerca e ai valori della persona ( da "Italia Sera" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: occorre riflettere sul valore della ricerca scientifica e considerare che gli investimenti che non sembrano avere effetti immediati in realta? sono fondamentali?. Basti pensare, come ha fatto notare Alemanno, che ?senza la ricerca non riusciremo a vincere le sfide poste dalla globalizzazione?. Edizione n. 2168 del 23/04/2009

PAPA/ CARD. MARTINO: PREVEDO ENCICLICA SOCIALE USCIRÀ 29 GIUGNO ( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Martino è intervenuto a margine di un convegno sulla globalizzazione alla Università Gregoriana di Roma. L'enciclica - che si intitola "Caritas in veritate" - ha subito diversi slittamenti e aggiornamenti in seguito alla crisi economica mondiale.

Agropirateria. Tra "falsi" e "tarocchi" l'agricoltura Made in Italy accusa un "colpo" da oltre 3 miliardi l'anno ( da "Sestopotere.com" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina. E gli “agropirati” si camuffano dietro le sigle più strane e singolari. Si va dal Parmesao (Brasile) al Regianito (Argentina), al Parma Ham (Usa), al Daniele Prosciutto & company (Usa), dall?Asiago del Wisconsin (Usa) alla Mozzarella Company di Dallas (Usa), dalla Tinboonzola (Australia),

G8, Berlusconi lo sposta a L'Aquila per aiutare zona sisma ( da "Reuters Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 000 persone fra le rappresentanze dei Paesi coinvolte, le forze dell'ordine, la stampa, e le altre persone coinvolte nella organizzazione. Il G8 riunisce Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone e Italia. Il secondo giorno del summit il g8 si allarga a G14 ospitando i paesi del G5 (Messico, Sudafrica, Cina, India e Brasile) più l'Egitto.

Unico indizio una vecchia foto ingiallita ( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Una globalizzazione dei nomi diffusa "grazie" alla televisione. L'incontro con Mery rappresenta la svolta del libro, perché consente di aprire uno squarcio sul mondo dei pescatori, facendo venire a galla la storia di Lucio, il marito di Mery e di fatto il vero protagonista del libro, pur essendo da tempo morto.

Suona la sveglia per la tecnologia ( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: continua ad arrivare dalla Cina sono state in grado di aumentare le stime sugli utili previsti per quest'anno. La stessa cosa hanno fatto Analog Devices e StMicroelectronics, coinvolte nello sviluppo delle frequenze 3G del Paese asiatico. Per quanto riguarda l'attività di M&A, Oracle ha annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare la software house Sun Microsystems per 5,

Borse, le banche regalano ottimismo ( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: rispetto allo stesso periodo del 2008 mentre quelle per la Cina sono diminuite del 26%. Colpa di un rallentamento globale che, secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel 2009 dovrebbe essere del 4,3%. Sempre in base ai dati Eurostat il tasso di inflazione a marzo è stato dello 0,6% il livello piu' basso dal 1996.

Le Borse provano a resistere ( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: l'attenzione degli operatori è stata attirata dalla Cina. La crescita economica del Paese, infatti, continua a rallentare. Secondo i dati del primo trimestre di quest'anno, diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, il Pil è aumentato soltanto del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

CRISI: FESTIVAL DELL'ECONOMIA DI TRENTO PER ''CAPIRE COSA CI ASPETTA''. ( da "Asca" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La crisi, ha aggiunto Boeri, ''non e' affatto figlia della globalizzazione, ma del difetto della regolamentazione in Usa. Anzi, e' proprio la globalizzazione che ci puo' portare fuori dalla crisi''. Su questo e altri argomenti si confronteranno due premi Nobel per l'Economia: Georges Akerlof e James Heckman.

L'Asia scotta ancora ( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina fa la differenza Asia, occhio a G20 e Cina L'Asia si aggrappa alla locomotiva... Articoli correlati Latam in crescita, ma occhio alle banche Est Europa, l'Fmi fa da sponsor Usa, il rally non è ancora ripresa Europa, la ripresa è una fiammata Listini mondiali alla prova macro Link Correlati Azionari ASEAN

14:37 PREZZI: COLDIRETTI TREVISO, QUELLI AGRICOLI NON PAGANO COSTI ( da "Agi" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: decide per noi i prezzi globalizzando l'origine delle produzioni e facendo perdere agli stessi la propria identita' con il territorio e nei confronti delle scelte dei consumatori". Per Coldiretti, che vuole piu' agricoltura locale in ogni angolo del mondo, e' giunto il tempo di dare vigore ad una filiera agricola tutta italiana: "La realta',

CRISI ECONOMICA: BANKITALIA, IMPRESE NE USCIRANNO FORTI E NON DANNEGGIATE ( da "Soldionline" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: determinata da una molteplicita' di fattori: alcuni piu' strettamente economici (globalizzazione, innovazione tecnologica), altri connessi con l'evoluzione nella regolamentazione dei mercati (privatizzazione e liberalizzazione dei servizi), altri ancora di natura piu' politico-istituzio nale (mercato unico, unione monetaria)''.

CRISI ECONOMICA: BANKITALIA, IMPRESE NE USCIRANNO FORTI E NON DANNEGGIATE ( da "ITnews.it" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: determinata da una molteplicita' di fattori: alcuni piu' strettamente economici (globalizzazione, innovazione tecnologica), altri connessi con l'evoluzione nella regolamentazione dei mercati (privatizzazione e liberalizzazione dei servizi), altri ancora di natura piu' politico-istituzio nale (mercato unico, unione monetaria)''.

DISTRATTI DA AL QAEDA, DERUBATI DA WALL ST. IL NUOVO LIBRO DI LORETTA NAPOLEONI (L'ECONOMISTA CHE PREVIDE LA GRANDE CRISI) - LE FOLLI SPESE BUSHIANE E DUE GUERRE COSTOSISSIME, IN ( da "Dagospia.com" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La deflazione agevola il processo di globalizzazione, o meglio, la colonizzazione del mondo da parte della finanza occidentale. Lo Stato retrocede dall'arena economica e lascia al mercato finanziario il compito di gestire il grosso dell'economia. E Alan Greenspan diventa più potente del presidente Clinton.

CRISI/ BOERI: LA GLOBALIZZAZIONE SARÀ LA NOSTRA SALVEZZA ( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gravissimo dire che la crisi è colpa della globalizzazione. Non è così - ha detto questa mattina presentando il Festival dell'economia di Trento - la globalizzazione oggi è quello che ci porterà fuori dalla crisi, la globalizzazione può essere la nostra salvezza". E proprio la globalizzazione sarà il tema al centro della edizione 2009 del Festival di cui Boeri è responsabile scientifico.

Kebab conteso a Milano: da Facebook parte la "disobbedienza gastronomica" ( da "Panorama.it" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E pensare che il kebab ha una storia millenaria: è stato descritto anche dal leggendario viaggiatore musulmano [4] Ibn Battuta (il Marco Polo arabo) come un cibo mangiato nella corte reale indiana. Ma ora rischia la sopravvivenza proprio nell'epoca della globalizzazione. [5] Partecipa al Forum

G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a L'Aquila ( da "Velino.it, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell?apertura dei mercati evidenziando l?importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato – ed è questo il punto caro a Zaia - su regole certe. Ci impegnamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round".

FIAT/ DAMIANO: STRATEGIA ALLEANZE NON PENALIZZI OCCUPAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è indispensabile per dare all'azienda una dimensione produttiva che consenta di competere nella globalizzazione con volumi adeguati di produzione". Secondo Damiano, "occorre rilevare che gli incentivi del governo per il settore auto non sono sufficienti, al di dà dei piccoli risultati immediati, a garantire una stabilità di lungo periodo.

La Casa Bianca e la Fed truccano i conti?. ( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli.

PD/ IL MANIFESTO DI BERSANI: STIAMO CON CHI LAVORA E PRODUCE -2- ( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la fine di una fase a impronta liberista della globalizzazione". Cita il "modello sociale europeo", che "va certamente riformato, ma va preservato"; tira una stoccata ai "ricchi che scoprono il socialismo quando ne hanno bisogno loro", alludendo alle richieste di intervento pubblico che arrivano in questi mesi da banche e imprese;

FESTIVAL DELL'ECONOMIA: QUALE GLOBALIZZAZIONE DOPO LA CRISI? ( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Festival dell'economia: quale globalizzazione dopo la crisi? -->Dal 29 maggio al 1° giugno quarta edizione della kermesse di Trento. Più di 70 gli eventi, con tre premi Nobel: George Akerlov, James Heckman e Michael Spence ...

##DISARMO/ DOMANI A ROMA 'PRIMO CONTATTO' USA-RUSSIA SU START ( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma Russia e Usa dovranno tirare a bordo gli altri Paesi dotati di atomica - Gran Bretagna, Francia e Cina - e quelli che 'de facto' le posseggono: Pakistan, Israele, India. E quando si passa agli altri fascicoli della proliferazione - Iran o Corea del Nord - la Russia rischia di non essere più partner per gli Usa,

Pd/ Il manifesto di Bersani: Stiamo con chi lavora e ( da "Virgilio Notizie" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la fine di una fase a impronta liberista della globalizzazione". Cita il "modello sociale europeo", che "va certamente riformato, ma va preservato"; tira una stoccata ai "ricchi che scoprono il socialismo quando ne hanno bisogno loro", alludendo alle richieste di intervento pubblico che arrivano in questi mesi da banche e imprese;

##Disarmo/ Domani a Roma 'primo contatto' Usa-Russia su ( da "Virgilio Notizie" del 23-04-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma Russia e Usa dovranno tirare a bordo gli altri Paesi dotati di atomica - Gran Bretagna, Francia e Cina - e quelli che 'de facto' le posseggono: Pakistan, Israele, India. E quando si passa agli altri fascicoli della proliferazione - Iran o Corea del Nord - la Russia rischia di non essere più partner per gli Usa,


Articoli

Iran, gli Usa minacciano: "Sanzioni durissime" (sezione: Globalizzazione)

( da "City" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Iran, gli Usa minacciano: "Sanzioni durissime" WASHINGTON - L'Iran è pronto ad un "dialogo costruttivo" sul nucleare con il gruppo dei 5+1, ma non fermerà il suo programma di arricchimento dell'uranio "finalizzato solo alla produzione di energia elettrica". È questo il contenuto della risposta di Teheran, resa nota ieri, alle nuove proposte di colloqui dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) più la Germania. Immediata la reazione Usa: il segretario di Stato Hillary Clinton avverte che Washington sta preparando "sanzioni molto dure" da applicare all'Iran se i negoziati sul nucleare risultassero "inconcludenti". City 23 aprile 2009

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Hillary lancia un monito all'Iran (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale di Brescia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Edizione: 23/04/2009 testata: Giornale di Brescia sezione:estero Hillary lancia un monito all'Iran Se il dialogo offerto da Obama verrà respinto gli Usa adotteranno sanzioni dure WASHINGTONIl segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ieri ha minacciato sanzioni «molto dure» nei confronti dell'Iran se Teheran respingerà le offerte di dialogo. Hillary Clinton, durante una testimonianza al Congresso, ha detto che è «imperativo» per gli Stati Uniti bloccare la minaccia di un Iran dotato di armi nucleari. La Clinton ha detto che gli Usa stanno «gettando le basi per far scattare sanzioni molto dure» contro l'Iran che «potrebbero rivelarsi necessarie se le nostre offerte saranno respinte» o se il tentativo di dialogo dovesse mostrarsi «insoddisfacente o senza risultati». La Clinton ha comunque ribadito l'impegno Usa a cercare un dialogo con Teheran: «dopo anni trascorsi ai bordi del campo adesso gli Stati Uniti sono entrati in campo» per quanto riguarda i colloqui internazionali con l'Iran. Ieri, intanto, Teheran ha reso nota la sua risposta alle nuove proposte di colloqui avanzata dal 5+1 (i cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu: Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, più la Germania). L'Iran - dice il documento - è pronto ad un «dialogo costruttivo» con il gruppo dei 5+1, ma non fermerà le sue attività nucleari. Nel suo documento l'Iran smonta quella che è la base stessa della proposta dei 5+1, sulla quale il presidente americano Barack Obama ha molto insistito nei suoi messaggi alla Repubblica islamica, cioè la strategia del «doppio binario»: incentivi economici e politici per Teheran se accetterà di rinunciare all'arricchimento dell'uranio, o nuove sanzioni se rifiuterà di farlo. La politica del «doppio binario», afferma la Repubblica islamica, «è un insulto, in contraddizione con la volontà (di dialogo) espressa nel documento» dei sei Paesi.

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Unica doc con Piacenza? Mai (sezione: Globalizzazione)

( da "Provincia Pavese, La" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

«Unica doc con Piacenza? Mai» Dal bonarda allo spumante, l'Oltrepo pavese si difende FABRIZIO GUERRINI BRONI. C'è chi, ed è un big a livello nazionale, vorrebbe unire le vigne d'Oltrepo con quelle di Piacenza. Ma è bastato lanciare il sasso di una nuova unica Doc per bonarda-croatina-barbera che sono riemersi attriti mai sopiti. Proposta respinta al mittente. L'Oltrepo non vuole gemellaggi, questo il messaggio. Anzi sta scontrandosi con i vignaioli piacentini, a suon di carte bollate e avvocati, spazientito da chi, nelle zone del Gutturnio continua a etichettare del bonarda che non è prodotto in Oltrepo. Super Doc con i vini piacentini? Tira aria pesante su questo fronte, il fronte caldo delle due bonarda. Il Consorzio di tutela si dichiara in guerra contro plagi e mistificazioni. Dopo la tracciabilità e il rilancio del Pinot nero, comincia l'era del Cruasé (Metodo Classico rosé Docg). Ma non si smette di lottare per il Bonarda. Il primo nemico? I colli Piacentini, con cui il Consorzio è alla battaglia legale. Il direttore del Consorzio tutela vini Oltrepo pavese, Carlo Alberto Panont, e il presidente, Giuliano Pozzi, promettono di andare fino in fondo. Il Consorzio vuole si eviti confusione sul mercato. Sul Bonarda, in particolare, procede l'azione legale contro i colli piacentini e, più in generale, per stroncare tentativi d'imitazione: «La protezione del Bonarda Oltrepo Pavese passa attraverso tre strategie - dice Panont - La prima è rivendicare l'uso esclusivo della parola Bonarda quale denominazione del vino dell'Oltrepo pavese prodotto dal vitigno Croatina. Secondo occorre porre fine, con un'azione legale, all'abuso del termine Bonarda nel senso di vitigno in regioni viticole in cui il vitigno coltivato è classificato come Croatina. E mi riferisco, in particolare, ai colli Piacentini. Poi dobbiamo proteggere il vitigno, a livello nazionale, dal possibile uso per vino varietale». Il Consorzio ha già ottenuto dal ministero un chiarimento che avvalora il percorso intrapreso. Panont allarga il campo. «Nell'ambito della revisione della denominazione Oltrepo pavese le proposte che sono state già varate dall'assemblea dei soci sono quattro. Blindare Bonarda, Buttafuoco e Sangue di Giuda con la dicitura "dell'Oltrepo pavese" in etichetta. Abbiamo anche scelto di difendere anche il Pinot nero. Oltrepo pavese e Pinot nero s'incastreranno in una grande denominazione. Sul Rosso Oltrepo stiamo lavorando. Nel frattempo le proposte Doc Casteggio, Doc Rovescala e Buttafuoco Docg sono state portate all'attenzione dell'assemblea dei soci. Per Casteggio l'ampio suffragio in assemblea indirizza già verso una grande audizione pubblica. Per Rovescala e il Buttafuoco necessita ancora qualche approfondimento». Unire il rosso d'Oltrepo con quello piacentino: sarebbe questo l'obiettivo della super doc lanciata da Giampietro Comolli, patron del forum spumanti. Ma l'idea di «pacificare» le zone sotto un'unica denominazione proprio non piace. Paolo Massone, produttore casteggiano, promotore della Doc Casteggio è stato durissimo. «Comolli parla per sè - ha detto - Non rispetta il nostro territorio». Pierangelo Boatti, di Monsupello di Torricella è stato altrettanto drastico nel giudizio: «Fare un'unica Doc? E chi paga il danno delle altre soppresse? Sarebbe uno scippo». Il derby piacentino-oltrepadano divide persino due big del settore che sarano entrambi coinvolti all'imminente edizione Oltrevini di Casteggio. Paolo Massobrio, ascoltato opinion leader nel mondo enogastronomico, uno dei registi dell'evento, prende le distanze proprio da Comolli. «Stimo Giampiero Comolli - dice - ma purtroppo la sua proposta mi trova su posizioni totalmente opposte, come il giorno e la notte, come il bianco e il nero. Il futuro non è nella micro-globalizzazione che lui propone, ma nella forza delle identità che insieme fanno un territorio e di fatto segnano il fascino dell'ltalia. Questa è la nostra natura, questa è la storia del mondo del vino che merita d'essere percorsa e, se possibile, rispettata». No alla Bonarda unificata. «Da questo punto di vista io sono veronelliano al 100 per cento - insiste Massobrio - nel senso che ha dignità di espressione anche un singolo cru, fino al simbolo di questa estremizzazione della doc identitaria che è il Barbacarlo. Dovremmo abolire anche quello in nome di un'ipotesi di marketing a tavolino o in ossequio a un'Europa che nel vino come in altre cose mal ci rappresenta? Guai. Anzi, rafforziamo le doc che già abbiamo e che hanno fatto strada. E possibilmente, in ogni paese, sui piatti e sui prodotti, si deliberi la Denominazione Comunale. Alle pretese di appiattimento, credo si debba rispondere con tante identità vive, che sono la nostra certezza, oggi». BREVI VARZI Presentati i restauri di San Giorgio Stasera alle 21 in parrocchia ci sarà la presentazione dei restauri della pala d'altare di San Giorgio. Presenti il vicario diocesano monsignor Piergiorgio Pruzzi e la soprintendente di zona, Paola Strada. Il 26 aprile alle 10,30 santa messa solenne presieduta dall'arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio comitato per i congressi eucaristici internazionali, già maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Seguirà la processione con l'insigne reliquia del Braccio di S. Giorgio. PINAROLO PO I lavori ai corsi d'acqua In via di realizzazione il progetto che prevede il taglio della vegetazione e il risezionamento dell'alveo del torrente Verzate e del Colo Grande. «L'Unione Valle del Po, cui facciamo parte assieme a Barbianello e Casanova Lonati, ha sottoscritto una convenzione per lo svolgimento di questi lavori - ha spiegato il sindaco di Pinarolo, Giuseppe Villani - Oltre a quelli nel nostro Comune, il progetto ha previsto interventi anche a Barbianello e Verrua». STRADELLA Piccini presenta il suo libro Lo scrittore Alberto Piccini autore di «L'Ultima Guerra» sarà ospite stasera alle 21, presso la sala «Brambilla» del centro culturale polivalente, del nuovo appuntamento della serie «Incontri con l'autore». L'iniziativa è organizzata congiuntamente dal comune di Stradella, dalla civica biblioteca «Bazzini» e dal sistema bibliotecario integrato dell'Oltrepo Pavese. Introduce e coordina il dibattito, il presidente della civica biblioteca di Stradella, Siro Brondoni ed è previsto l'intervento anche del sindaco, Pierangelo Lombardi. CASTEGGIO Ricordando Giampiero Gatti Stasera alle 21 alla Certosa Cantù di Casteggio «Giampiero e la montagna», proiezione di diapositive di montagna con il coro «Amici della montagna» di Casteggio, in ricordo di Giampiero Gatti, scomparso l'anno scorso in un incidente in montagna.

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A me il Piano è piaciuto. (...). Della lunga dichiarazione di voto che farò io, mi piace r... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

A me il Piano è piaciuto. (...). Della lunga dichiarazione di voto che farò io, mi piace riportare (...) quello che considero il punto più delicato e politicamente sensibile di un ripensamento organizzativo ed editoriale, e cioè l'informazione. Ricordo che la divisione in testate non è l'unico assetto possibile. La Bbc ha un newsgathering (un centro per la raccolta di tutte le informazioni video e no) unico. Io non ho dubbi che questa sarebbe la vera rivoluzione interna, capace di rovesciare il modo di pensare «partitico», comunque troppo «politicizzato», che oggi contribuisce a far perdere credibilità al servizio pubblico. Ho i piedi per terra. Vorrei tenerceli e quindi evito di proporre che in questo Piano Industriale sia esplicitata questa scelta che ha pesantissimi riflessi anche sindacali. E tuttavia noi stiamo imbarcandoci in un grandissimo investimento in tecnologie digitali (gli strumenti oggi in uso, non solo nelle redazioni regionali ma anche nei Tg nazionali, sono davvero obsoleti e usurati) che rivoluzioneranno il modo di fare informazione. Cominciamo dal Tg2. Benissimo. Ma non sarebbe questa l'occasione per cominciare un ragionamento sulla necessità di razionalizzare e di ridefinire la missione di tutte le tante (troppe!) testate? Ricordiamo che la Bbc fa il telegiornale solo su Bbc1 mentre dedica all'approfondimento Bbc2. Il giornalismo del servizio pubblico a che cosa deve servire? A rappresentare i diversi filoni politico-culturali del Paese? La nostra democrazia sarebbe più matura se l'informazione assumesse fino in fondo su di sé il concetto di Quarto Potere e dunque fosse autonoma, indipendente, pluralista (sapendo che pluralismo non vuol dire somma di faziosità). Ho letto recentemente alcune riflessioni su come le tecnologie agiscono sui contenuti, su come lo scenario tecnologico sta cambiando il modo di immaginare e cercare i contenuti. Mi riferisco in primo luogo al libro di due giornalisti americani, uno del New York Times e l'altro del Los Angeles Times e ad alcune loro osservazioni sulle conseguenze della rivoluzione digitale, di internet in particolare, sul sistema dei media(...). Secondo i due giornalisti, c'è un «allontanamento» graduale e progressivo del giornalismo dalla funzione di formazione dei cittadini. E questo per tre forze fondamentali che agiscono e condizionano i media: la prima è la natura della nuova tecnologia. Internet - scrivono i due - ha iniziato a separare il giornalismo dalla geografia e quindi dalla comunità come la conosciamo in senso politico o civile. È diventato più facile capire come servire le comunità commerciali e d'interesse del Web che la comunità politica. Seconda forza, la globalizzazione. Nel momento in cui le aziende e in particolare le società di telecomunicazione diventano corporation senza frontiere la nozione di cittadinanza e di comunità tradizionale diventa obsoleta in un'ottica commerciale. La globalizzazione cambia il contenuto del prodotto editoriale. E' un fatto che Hollywood oggi realizzi più film d'azione che in passato. E questo perché gli spettacoli «pirotecnici» non necessitano di traduzione e rendono di più sui mercati esteri. Terza forza che agisce e condiziona il sistema informativo: la nascita di conglomerati. Sempre più spesso vediamo nascere società che possiedono organi di informazione in comunità diverse. (...). Se c'è del vero in queste osservazioni dei due giornalisti americani - e del vero c'è - dobbiamo farci alcune domande scomode: come cambia la missione del servizio pubblico in questo scenario totalmente nuovo? Ha ancora senso parlare di servizio pubblico radiotelevisivo? Credo che oggi si possa trovare una risposta convincente - o comunque un buon punto di partenza per tenere aperto un ragionamento serio sul futuro della tv pubblica - nelle linee guida per la riforma della Rai, nel testo che ha preceduto la proposta di legge Gentiloni sulla riforma del sistema pubblico e che è finita nel dimenticatoio parlamentare. Che cosa scrive Gentiloni? Parla della tv pubblica «come luogo di libertà» e «di vitalità della democrazia». La frammentazione dei target derivante dalla Tv multipiattaforma e multicanale rappresenta certamente un'opportunità per migliorare la qualità dell'offerta. E la digitalizzazione offre occasioni straordinarie di innovazione e di creatività, occasioni che si moltiplicheranno quando il pubblico più giovane avrà accesso ai servizi tv su banda larga. Tuttavia la tendenza della tv a essere meno un consumo di massa e più un consumo individuale e asincrono (ciascuno per sé e in momenti diversi, «dal prime time al my time») va accompagnata e bilanciata dal ruolo sociale della tv pubblica. «Le platee generaliste tipiche del broadcasting sono infatti una componente essenziale delle democrazie europee. Non hanno solo diffuso conoscenze di base e prodotto un comune sentire, hanno anche suscitato - e continuano a suscitare - la partecipazione a grandi discussioni in pubblico. L'esperienza condivisa degli eventi televisivi rappresenta un formidabile antidoto alla solitudine contemporanea e un significativo fattore di eguaglianza e di coesione sociale. Difficile privarsene per una società democratica». (...) Che cosa deve offrire un servizio pubblico che una tv commerciale non è tenuta ad offrire? Già questa mi parrebbe una domanda molto più pertinente per impostare un'indagine conoscitiva sul sistema pubblico. In un libretto dell'European Broadcasting Union sono ben sintetizzati gli obblighi del Servizio pubblico: una copertura universale, l'indipendenza editoriale, l'alta qualità dei servizi e della produzione, l'attendibilità e il senso di responsabilità. Notizie e intrattenimento sono una caratteristica di tutte le tv. Ma la tv pubblica ha obblighi speciali e anche obiettivi speciali, diversi. La tv pubblica intesa come una specie di agorà, di piazza centrale, di mercato aperto per una moderna società. L'industria internazionale dei media contribuisce alla inclusione universale in una cultura globale ibrida; il broadcaster pubblico continua ad avere senso se dedica spazio alla promozione della cultura nazionale, alla produzione di contenuti nazionali, alla promozione della lingua e della cultura e della musica nazionali. (...) In conclusione, la Rai va messa nelle condizioni di poter contare su risorse certe per quanto riguarda il canone. Ma anche lasciata libera di investire - magari anche indebitandosi - in iniziative che in prospettiva renderanno. E soprattutto va messa in condizione di una maggior libertà finanziaria: per valorizzare il patrimonio immobiliare e gli asset delle torri e della rete di distribuzione che ha costruito negli anni. La convergenza non è più un'intuizione, un'ipotesi, una speranza bensì un dato di fatto. Più piattaforme tecnologiche e la loro integrazione stanno cambiando le regole del mercato. Il risultato più evidente è la frammentazione degli ascolti. E la frammentazione si porta appresso uno sviluppo del mercato pubblicitario che certamente penalizza chi sta fermo e pensa di vivere di rendita.

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Via al G8 sul clima Obama ci crede L'Italia nel club degli scettici (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Via al G8 sul clima Obama ci crede L'Italia nel club degli scettici PIETRO GRECO Si è aperto ieri a Siracusa, con la presidenza italiana gestita dal Ministro Stefania Prestigiacomo, il G8 dell'Ambiente. Durerà tre giorni. Si chiuderà domani, dopo aver affrontato i temi delle nuove tecnologie a basso contenuto di carbonio, dei cambiamenti climatici, della biodiversità. Ed è un G8 un po' diverso dagli altri, analoghi, che si sono tenuti in precedenza. Per tre motivi. Perché è una riunione molto allargata. I Paesi invitati (oltre gli otto classici: Stati Uniti, Giappone, Canada, Russia, Francia, Germania, Regno Unito e Italia) sono molti: Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Corea, Egitto, Repubblica Ceca, Commissione Europea e Danimarca. Perché il G8 di Siracusa è dominato dalla prospettiva della prossima riunione di Copenaghen. Nessuna decisione reale verrà presa a Siracusa. La speranza è che nell'antica città siciliana si lavori bene perché decisioni importanti vengano poi prese a Copenaghen. E le decisioni che dovranno essere prese nella capitale danese riguardano gli accordi globali tra i Paesi impegnati nel processo di Kyoto (Europa, Giappone, Russia), gli Stati Uniti e tutti i Paesi emergenti per un concreta e radicale politica sia di prevenzione sia di adattamento ai cambiamenti climatici. Il terzo motivo è un apparente paradosso. Perché a Siracusa hanno iniziato a fronteggiarsi due modelli di questa politica. Che potremmo definire, con un minimo di forzatura, il «modello Obama» e il «modello Berlusconi». I due modelli Quello «Obama» è il modello dei «Paesi che ci credono». Che considerano il cambiamento climatico come una grave minaccia: la più grave minaccia che presumibilmente incomberà sulla testa dell'umanità per tutto questo secolo. Che pensano che questa minaccia non solo debba, ma possa essere sventata dalla comunità internazionale. Che guardano alla lotta ai cambiamenti climatici non come a un ostacolo fastidioso, ma come un'occasione per produrre nuova conoscenza, nuove tecnologie, un nuovo paradigma energetico che vada oltre i combustibili fossili e quindi come a una delle principali leve per uscire dalla crisi economica. In questo gruppo di «Paesi che ci credono» gli stati Uniti sono entrati da poco e devono dimostrare di starci davvero. Al contrario, l'Europa ne è stata per anni l'anima. E ora, in vista del traguardo, deve mostrare di non cedere. Per paradosso, il Paese che ha la presidenza di turno del G8, l'Italia di Berlusconi, esprime l'altro modello. Il modello dei «paesi che ci credono, ma .». Che, come ha ribadito ancora nelle scorse ore Stefania Prestigiacomo, non sono scettici, ma neppure preoccupati fino in fondo. Che ritengono il cambiamento del clima un problema grave, ma sovrastato da emergenze più serie e impellenti, come la crisi economica. Che sì bisogna impegnarsi e programmare un radicale abbattimento delle emissioni di gas serra, ma solo se tutti si assumono questo impegno. I Paesi del «ci credo, ma .», i Paesi del «modello Berlusconi» costituiscono un rischio per gli altri (possono rallentare i negoziati di Copenaghen), ma anche un rischio per sé. Perché rinunciano allo sviluppo delle conoscenze scientifiche, all'innovazione tecnologica, al nuovo paradigma energetico, alla sostenibilità ambientale e sociale. Rinunciano al proprio futuro. A Siracusa aperto il G8 sul clima in vista del vertice di dicembre a Copenaghen. L'Italia di Berlusconi continua a frenare. Gli Usa di Obama accelerano. Ieri in tutto il mondo la Giornata della Terra.

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la sicilia resta indietro nella corsa dell'energia - nicola cipolla (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XV - Palermo La sicilia resta indietro nella corsa dell´energia Il piano della Regione esalta il ruolo delle fonti alternative solo nelle dichiarazioni di principio. Nei fatti gli impianti eolici o solari risultano penalizzati NICOLA CIPOLLA L´impressione è che lo scopo principale è tenere sotto controllo le energie alternative e soprattutto l´energia eolica che in questo momento ha, a livello mondiale, un grande sviluppo. Il 2008, a livello mondiale, si è chiuso con un record di installazioni eoliche che vedono al primo e secondo posto con 8.300 e 6.400 megawatt gli Usa e la Cina. Il governo svedese ha varato la costruzione di 1.100 torri eoliche di 200 metri in uno spazio di 450 chilometri quadrati. La Puglia ha presentato domande per 22 mila megawatt. In Sicilia, malgrado gli ostacoli frapposti prima da Cuffaro e poi da Lombardo, sono state presentate domande per 7 mila megawatt di impianti terrestri di medie dimensioni: energia alternativa a due centrali termoelettriche delle dimensioni di Termini Imerese. Gli imprenditori protestano contro i vincoli e i limiti posti dal governo Lombardo che suggerisce loro di andare ad impiantare in Albania visto che inSicilia non si deve costruire questo tipo di impianti. Le norme contenute nella deliberazione infatti impongono, per impianti eolici e solari, una documentazione dettagliata che richiede l´intervento di diverse autorità amministrative e finanziarie. Solo ditte fortemente ammanigliate con i centri di potere regionale possono superare questo iter e da queste forme di intervento derivano gli scandali giudiziari, tipo Mazara del Vallo. Ma l´ostacolo principale è rappresentato dalla comunicazione del gestore «che la capacità ricettiva della rete consente l´immissione dei nuovi megawatt richiesti aggiuntivamente a quelli in produzione o autorizzati». Non solo. Anche gli impianti esistenti e in funzione possono essere in ogni momento revocati se il gestore ritiene che per sue sopravvenute esigenze non è più possibile continuare a immettere in rete l´energia prodotta. In sostanza la decisione sulla possibilità di installare in Sicilia un impianto eolico è o di Terna, che gestisce la rete ad alta tensione, o dell´Enel, che gestisce le reti a media e bassa tensione. Società oggi private i cui atti non sono sottoponibili a nessuna possibilità di ricorso in via di giustizia amministrativa. L´Enel, va aggiunto, è anche il principale produttore di energia elettrica tradizionale e in questa veste concorrente con i piccoli produttori indipendenti che si cimentano nell´eolico. La situazione diventa ancora più grave per quanto riguarda il solare fotovoltaico. In Sicilia ci sono oltre 6 milioni di utenze elettriche che fanno capo alla rete Enel. I contatori di questi utenti invece di segnare i kw/ora che devono essere pagati all´Enel devono registrare i kw/ora che l´Eenel deve pagare loro, in base alla legge sul Conto Energia. Se alla direzione Enel invece del dottore Conti ci fosse Giobbe in persona non potrebbe che opporsi a una trasformazione che fa cessare la ragione sociale e l´attività su cui è basata la sua gigantesca struttura. Ma fa sorridere anche la foga ambientalista di un governo e di una classe politica che hanno tollerato tutte le forme di abusivismo edilizio in Sicilia, promosso tutte le sanatorie relative, che tengono la raccolta differenziata a livelli bassissimi per giustificare i 4 inceneritori contestati anche dalla UE, che non esercita nessun contrasto alla proliferazione di antenne elettromagnetiche su Montepellegrino che è diventato una specie di irsuto monte Porcospino e invece si preoccupa dei turisti la cui sensibilità può essere offesa da impianti offshore se collocati a meno di 5 miglia marine. Mentre lo stesso limite non è stato evocato al momento della concessione delle autorizzazioni a costruire un impianto questa volta terrestre del rigassificatore di Porto Empedocle. Dico questo per sottolineare il fatto che la difesa del paesaggio è l´ultima delle preoccupazioni di coloro che spingono a far si che le energie rinnovabili in Sicilia siano un fatto puramente ornamentale e limitato, impedendo l´occasione storica che lo sviluppo delle rinnovabili, sole e vento in primo luogo, rappresenta per fare uscire la Sicilia dalla sua secolare depressione. Abbiamo ben presente che il passaggio dalle energie fossili a quelle rinnovabili richiederà modifiche strutturali profonde ed interventi anche drastici. La Sicilia di Girolamo Li Causi, di Riccardo Lombardi e di Mario Ovazza riuscì a fare approvare dal governo di Unità Nazionale assieme allo Statuto dell´Autonomia i provvedimenti istitutivi dell´Ese per combattere il monopolio elettrico della Sges e assicurare oltre un miliardo di metri cubi di acqua alle famiglie e alle campagne siciliane. Bisognerebbe ripensare a questa esperienza e intervenire nell´immediato. Occorre aprire non solo un dibattito ma anche una mobilitazione di forze che possano nei prossimi mesi in Sicilia proporre e sostenere obiettivi particolari e generali su cui costruire un vero piano energetico adeguato alle esigenze della Terza rivoluzione industriale che, a livello mondiale, si sta imponendo soprattutto sotto l´impulso degli Usa di Obama, della Cina e dei paesi più avanzati dell´Europa.

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Lieberman contro Obama "Non trattare con gli arabi" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

DISGELO CON L'EGITTO Retroscena Verso il vertice sul Medio Oriente a Washington Dopo settimane di freddo il premier Netanyahu è stato invitato al Cairo Lieberman contro Obama "Non trattare con gli arabi" FRANCESCO SEMPRINI NEW YORK L'iniziativa di pace araba rappresenta una seria minaccia per il futuro di Israele. È perentorio il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, che boccia senza possibilità di appello il piano sul ritiro totale dai territori palestinesi occupati in cambio del riconoscimento dello Stato ebraico da parte dei Paesi arabi. «Si tratta di una ricetta che ha il fine ultimo di distruggere Israele», avverte l'esponente dell'esecutivo di Benjamin Netanyahu, nel corso di un'intervista al periodico russo Moskovskiy Komosolets, ripresa ieri dal quotidiano Haaretz. La linea dura di Lieberman, membro di spicco del Israel Beitenu, la destra radicale nazionale, ribadita ieri nel corso del consiglio di sicurezza interministeriale, si pone in netta contrapposizione con quella del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il quale sostiene l'iniziativa. Fonti vicine all'esecutivo israeliano spiegano che il capo degli Esteri si oppone in particolare al cosiddetto «Diritto del ritorno» per i profughi palestinesi, che a suo parere rappresenta un pericolo per Israele. Lieberman sostiene invece che sia necessario coinvolgere maggiormente la Russia nella ricerca di un futuro assetto geopolitico mediorientale, in cui Israele svolgerà il ruolo di ponte tra Washington e Mosca. Il ministro non usa mezzi termini neanche nei confronti del Pakistan del vicino Afghanistan considerati «un pericolo più incombente sul piano nucleare maggiore dei programmi dell'Iran», e per il quale chiama a raccolta altre grandi potenze come la Cina e la stessa Russia esposte «agli stessi rischi che corre lo Stato ebraico». Le invettive di Lieberman non sono una novità: due settimane fa ha già destato scalpore quando aveva detto di non sentirsi più vincolato dal processo di Annapolis, in cui Ehud Olmert, Abu Mazen, e George W. Bush, si impegnarono a rilanciare la formula di «due Stati per i due popoli». Obama da parte sua prosegue sulla strada della ricerca di un processo di pace invitando alla Casa Bianca i leader di Israele, Anp (Autorità nazionale palestinese) ed Egitto per colloqui bilaterali separati. «A un certo punto occorre passare dalle parole ai fatti - ha detto Obama annunciando l'iniziativa - E' necessario vincere le diffidenze per raggiungere risultati». E' stato così fissato per il 28 maggio l'incontro nella capitale americana fra il presidente degli Stati Uniti e il collega palestinese Abu Mazen. Secondo la stampa israeliana, il faccia a faccia Obama-Netanyahu dovrebbe invece avvenire il 18 maggio.Lo stesso Netanyahu è stato invitato in Egitto (dopo settimane di rapporti tesi) durante l'incontro avuto ieri con il capo dei servizi di intelligence del Cairo, Omar Suleiman. La visita dovrebbe aver luogo «nelle prossime settimane». Il nuovo slancio nelle trattative ha ottenuto il plauso dell'Italia che ha accolto «molto positivamente» il «forte impegno» della nuova amministrazione Usa per il processo di pace in Medio Oriente. Mentre sull'ipotesi di dialogo con un governo palestinese che includa anche il partito di Hamas, si è pronunciata ieri il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. L'ex first lady ha posto tre condizioni spiegando che gli Stati Uniti «non avranno a che fare, o non daranno finanziamenti, a un governo palestinese che includa Hamas finché il movimento radicale non avrà rinunciato alla violenza, riconosciuto Israele e accettato i precedenti impegni presi dalla Autorità palestinese».

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L'Iran irrita gli Usa "Se continua così sanzioni più dure" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

il caso L'Iran irrita gli Usa "Se continua così sanzioni più dure" Washington critica anche Islamabad «Deve fare di più contro gli estremisti» Teheran rimprovera alla Casa Bianca l'assenza da Ginevra «Peggiora le cose» GLAUCO MAGGI Bastone Dopo la mano tesa di Obama la strigliata dell'ex First Lady: «Crediamo nella diplomazia ma ci sono altre vie» Trionfo La replica di Ahmadinejad arriva tra gli applausi della folla: «America, se vuoi cambiare, devi combattere i razzisti» Attacco del segretario di Stato Clinton NEW YORK Sanzioni più strette all'Iran, «dovessero rendersi necessarie». Il segretario di Stato americano Clinton, parlando davanti alla Commissione Affari Esteri del Senato, ha mostrato il bastone dell'amministrazione Usa, dopo la carota offerta con la «mano tesa» dal presidente Obama al leader oltranzista di Teheran Ahmadinejad. «Crediamo realmente che seguendo la strada della diplomazia guadagniamo credibilità e influenza presso le nazioni che dovranno lavorare con noi per rendere il regime delle sanzioni stretto e paralizzante tanto quanto sarà necessario», ha spiegato Hillary. Il governo americano ha fiducia che, con l'aiuto dei partner internazionali, potrà essere coordinato un regime articolato di misure restrittive contro l'Iran, «nell'eventualità che non dovessimo avere successo e trovassimo un ostacolo insormontabile nel nostro approccio», ha detto Hillary ai suoi ex colleghi senatori perché l'Iran sentisse. Se Clinton mostra il muso duro dell'America, da Teheran la risposta non è però affatto incoraggiante. L'Iran si mantiene fermo nel rivendicare il diritto di costruire centrali nucleari, ufficialmente a scopi civili, e continua imperterrito ad arricchire l'uranio, il passo tecnologico indispensabile a produrre sia l'elettricità, sia le bombe. Anzi, prendendo alla lettera le aperture fatte da Obama in campagna elettorale, e appena dopo la vittoria, Ahmadinejad ha fatto l'offeso e ha ribattuto alle critiche e alle minacce da Washington con un avvertimento e una lezioncina. «Boicottare la conferenza dell'Onu di Ginevra sul razzismo criticando l'Iran, come ha fatto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, non aiuta a risolvere i problemi», ha detto ieri in un comizio trasmesso dalla televisione il presidente iraniano, che era stato contestato all'Onu per il suo attacco ad Israele. «Nuova amministrazione americana, ti darò un consiglio - è arrivato a dire Ahmadinejad -. Obama è arrivato al potere con lo slogan del cambiamento, cioè che il popolo americano come il resto del mondo vuole un cambiamento nella politica del colonialismo. Di conseguenza, per lui sarebbe stato un obbligo prendere parte alla più importante conferenza internazionale sul razzismo», ha recriminato. E ha aggiunto: «Condannare le mie affermazioni non aiuta a risolvere i problemi», mentre la folla gridava «morte all'America e morte a Israele». Quanto alla linea dei colloqui diretti prospettati da Obama-Clinton, una netta rottura con la politica di Bush, il leader iraniano ha risposto con la riscoperta degli incontri «5+1»: il dialogo simultaneo sul nucleare con Usa, Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia e Cina è per Teheran «costruttivo». Avendo già ottenuto che gli incontri si avvieranno senza fermare le attività di arricchimento dell'uranio, Ahmadinejad preferisce che al tavolo ci siano pure gli amici russo e cinese. In Senato il segretario di Stato ha avuto anche parole allarmate sul Pakistan, Paese già dotato di armi nucleari. «Pone una minaccia mortale alla sicurezza degli Usa e del mondo - ha affermato Clinton -. Voglio dire senza equivoci non solo al governo pachistano, ma anche al popolo pachistano nel Paese e all'estero, che devono osteggiare con forza la politica che sta cedendo territori sempre più estesi agli insorti». Il giorno prima, i taleban avevano occupato il distretto di Buner nel Pakistan nord-occidentale, estendendo l'imposizione della sharia fino a soli 96 chilometri di distanza dalla capitale Islamabad. La mossa segue la conquista pacifica da parte dei taleban della confinante Swat Valley dove in base a una pace separata con il governo centrale vige da allora la sharia. La drammatica involuzione politico-sociale in Pakistan e la guerra in Afghanistan saranno al centro dei colloqui che il presidente Obama avrà con i leader dei due Paesi il 6 il 7 maggio. Il presidente afghano Hamid Karzai e quello pachistano Asif Ali Zardari incontreranno separatamente alla Casa Bianca Obama. Obiettivo dell'America, finora frustrato, è convincere le due nazioni a cooperare, tra loro e con gli Usa e la Nato, per combattere Al Qaeda e i taleban.

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goldoni, ostia, le croci celtiche ma su tutto odio i veleni di taranto (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIX - Roma Le cose no Goldoni, Ostia, le croci celtiche ma su tutto odio i veleni di Taranto teatro borghese, Goldoni, ignoranza, mare di Ostia, tifo ultrà, pettinarmi, multinazionali, croci celtiche, tv italiana, darsi le arie, vecchiaia, prepotenti, dare giudizi, religioni, populisti e qualunquisti, globalizzazione, il celeste, il nostro governo, il ponte sullo Stretto, case con la sabbia, cpt, ronde, Palestina occupata, l´Ilva di Taranto.

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Tokyo in rosso dopo 28 anni (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-23 - pag: 11 autore: Bilancia commerciale. Per effetto del crollo dell'export Tokyo in rosso dopo 28 anni Stefano Carrer TOKYO. Dal nostro inviato Non accadeva dai tempi della crisi petrolifera: il Giappone ha accusato un deficit della bilancia commerciale - per la prima volta da 28 anni - nell'anno fiscale chiuso il 31 marzo scorso. Il rosso da 725,32 miliardi di yen (circa 7,3 miliardi di dollari) è stato provocato dal crollo delle esportazioni negli ultimi mesi. A marzo risultano in calo del 45,6%:un po' meno rispetto al record del dimezzamento di febbraio, tanto che si è registrato un modesto surplus mensile di 10,9 miliardi di yen. Quanto basta perché gli osservatori più ottimisti ritengano che il trend discendente si possa invertire. Ma ancora a marzo l'export di auto risulta in calo di ben il 70% e quello complessivo con l'Unione europea ha accusato il tonfo record del 56,1%, anche se il cedimento delle forniture a Cinae Usa sta leggermente rallentando. I dati delle dogane di Tokyo segnalano che a marzo l'export verso l'Italia è crollato del 50,7% a fronte di una diminuzione dell'import del 29,5%; nell'annata il calo del commercio bilaterale, rispettivamente, risulta del 24,1% e dell'11,3%. In totale, nell'esercizio 2008-2009 l'export nipponico è sceso del 16,4% a 71.400 miliardi di yen: un calo record, ma comunque verso un livello da primato se si escludono le due annate precedenti. Il ministro delle Finanze Kaoru Yosano ha dichiarato che è «necessario verificare se i prodotti e servizi made in Japan non stiano perdendo la loro competitività internazionale ». La Dieta ieri ha approvato la legge che permetterà di ricapitalizzare con denaro pubblico alcune grandi aziende esportatrici, le quali sono destinate anche a beneficiare degli incentivi «ecologici» inseriti nella nuova maximanovra di stimolo all'economia. Tuttavia il governo si sta apprestando a rivedere al ribasso le stime sul Pil nel corrente anno fiscale, da zero a meno 3%. Vari analisti sono ancora più pessimisti, in quanto non prevedono una sostanziale ripresa della domanda esterna nei prossimi mesi, mentre i consumi domestici non sembrano in grado di compensarne il declino, visto il trend discendente di occupazione e salari. Ultimo esempio: Toyota ha deciso ieri di ridurre del 60% il bonus semestrale a circa 9mila manager. SPIRAGLI DI RIPRESA A marzo registrato un lieve surplus grazie a un trend meno negativo delle vendite in Cina e negli Stati Uniti, ma il quadro resta pesante

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La Clinton all'Iran: Dialogo o sanzioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-04-23 - pag: 13 autore: Stati Uniti. Il segretario di Stato sul Medio Oriente La Clinton all'Iran: «Dialogo o sanzioni» Roberto Bongiorni Il dialogo prima di tutto. Ma un dialogo serio, costruttivo e concreto. Pronto a essere interrotto e sostituito con «sanzioni durissime» nel caso in cui la controparte l'Iran-non lo rispettasse. Le condizioni poste al regime di Teheran dal Segretario di Stato americano Hillary Clinton rispecchiano il tentativo della nuova amministrazione di risolvere il controverso dossier nucleare con i negoziati. Nel suo primo discorso tenuto davanti alla commissione Esteri della Camera,l'ex First Lady è stata un fiume in piena, spaziando dal Pakistan, la vera emergenza, al regime cubano, ormai prossimo al crollo, passando per la pace in Medio Oriente e la Corea del Nord, con cui Washington intende riprendere i negoziati. Ponendo l'accento sull'Iran la Clinton ha evidenziato il ruolo più forte degli Stati Uniti nelle trattative e la loro determinazione. è «imperativo» bloccare la minaccia di un Iran dotato di armi nucleari. Dopo anni di inefficaci negoziati, che hanno consentito all'Iran di compiere grandi progressi nel programma nucleare, il tempo stringe. Washington sta «gettando le basi per far scattare sanzioni molto dure che potrebbero rivelarsi necessarie se le nostre offerte saranno respinte» o se il dialogo sarà «insoddisfacente o senza risultati». Occorrerà vedere quanti Paesi intendano aderirvi. L'ipotesi di ulteriori sanzioni non ha finora incontrato il favore di Russia e Cina, Paesi che detengono il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e tutt'ora intrattengono importanti rapporti commerciali con l'Iran. In riferimento al conflitto israelo- palestinese, e all'obiettivo della creazione di due Stati, la Clinton si è rivolta anche ad Hamas: «Lasciamo le pora aperta». Ma per il movimento islamico, che nel giugno 2007 ha conquistato la Striscia di Gaza con la forza, è una porta praticamente chiusa. «Non tratteremo- ha precisato il Segretario di Stato - o finanzieremo un Governo palestinese che comprenda Hamas a meno che Hamas non rinunci alla violenza, riconosca Israele e accetti di seguire i precedenti obblighi assunti dall'Autorità nazionale palestinese». Richieste a cui Hamas ha sempre mostrato una netta contrarietà. La polveriera pachistana si sta rivelando il vero punto dolente: i talebani controllano aree del Paese che arrivano fino a 100 chilometri dalla capitale e la Clinton ha parlato di «minaccia mortale per la sicurezza del Pakistan, degli Usa e del resto del mondo». L'accusa al Governo del presidente Alì Zardari, che vedrà a Washington il presidente Barak Obama a giugno così come il suo omologo afghano Hamid Karzai, è pesante: «Il Governo del Pakistan ha sostanzialmento abdicato a favore dei talebani e degli estramisti». Di altro tenore le parole rivolte a Cuba. «è un regime che sta finendo e noi dobbiamo essere pronti a questa eventualità», ha aggiunto la Clinton. «Stiamo assistendo all'inizio di un dibattito a Cuba» ha proseguito, puntualizzando le divergenze tra Fidel Castro e il fratello Raul. Infine il dossier Corea del Nord. Wasghington è pronta a riprendere i colloqui a sei con Pyongyang. Anche in questo caso a prevalere è la strategia del dialogo. © RIPRODUZIONE RISERVATA GLI ALTRI FRONTI Timori per l'avanzata dei talebani in Pakistan Riflettori su Cuba, dove «un regime sta finendo e dobbiamo essere pronti»

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Il design è democratico (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: STILE E TENDENZE data: 2009-04-23 - pag: 30 autore: PROTAGONISTI Il design è democratico di Humberto e Fernando Campana* Q uel che cambia in tempi di crisi è che il design sarà più vicino alla gente. Misure e prezzi, ad esempio, sono più contenuti, come abbiamo fatto nel nostro nuovo progetto per Edra, " Cipria", un divanetto più piccolo rispetto a quelli degli ultimi anni: per "Boa", disegnato sempre per Edra, avevamo usato addirittura 90 metri di tubolare riempiti di poliuretano. Ecco, dunque, che al Salone del mobile che apre oggi a Milano ci aspettiamo di trovare arredi e oggetti pensati per le persone "normali". Questo non significa banalizzare e ripetere forme e idee. Anzi, la massificazione è proprio ciò che in tempo di crisi bisogna evitare. La crisi è un momento per riscoprire la creatività, per osare, stando però ben attenti a non cadere nella stravaganza e nell'astrazione. Tra l'altro, agli aspiranti designer consigliamo sempre di andare al Salone del mobile di Milano non solo per vedere i nuovi prodotti, ma anche per imparare come allestirli e comunicarli nella maniera giusta. Certamente fra gli stand di quest'anno si troveranno sempre più materiali ecologici, e non solo perché siamo in tempi di crisi, e quindi di recupero, ma perché ormai esiste una domanda mondiale per questo genere di prodotti, spinta da una generazione più sensibile della nostra ai problemi del pianeta. Si useranno fibre naturali o materiali ricavati da esse, come la plastica dal mais, della quale stiamo studiando le applicazioni, insieme a quelle della terracotta. Anche per essere ecologici bisogna investire con coraggio. E l'Italia non si tira indietro su questo fronte. Nel vostro Paese, dal quale proviene anche la nostra famiglia, c'è tutto il meglio: la creatività, la capacità produttiva, gli imprenditori che si assumono rischi, anche nell'innovazione. Così ha fatto Alessi, con il quale stiamo lavorando a un nuovo progetto con il bambù. In Brasile, invece, mancano ancora grandi imprenditori capaci di investire sul futuro, mentre capita che siano i più piccoli a dimostrare più coraggio in questo senso. Certamente il design italiano non è italiano, nel senso che è composto dalla creatività degli altri Paesi. Il vostro è il design più democratico del mondo, da quando, negli anni Ottanta, proprio l'Italia diede inizio alla sua globalizzazione, accogliendo chiunque avesse una buona idea. E noi ne siamo un esempio. ( testo raccolto da Chiara Beghelli) * Designers © RIPRODUZIONE RISERVATA FRATELLI Humberto e Fernando Campana, presenti al Salone del mobile con molti progetti e con un'installazione alla Statale di Milano

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nostro servizio Hillary Clinton a tutto campo, dall'Iran a Cuba, dal Med... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 23 Aprile 2009 Chiudi nostro servizio Hillary Clinton a tutto campo, dall'Iran a Cuba, dal Medio oriente alla Corea del Nord. Il segretario di Stato ha illustrato ieri al Congresso le linee guida della dell'Amministrazione Obama di fronte alle maggiori crisi internazionali. Il segretario di Stato ha ribadito la disponibilità a trattare (la «mano tesa» di Obama) accompagnata però dalla decisione di agire con durezza in caso che l'offerta non venga presa sul serio dalla controparte. E' quanto Clinton ha messo in chiaro soprattutto riguardo all'Iran, minacciando «sanzioni molto dure» nel caso Teheran rifiuti il dialogo - o lo renda «inconcludente» - volto a fermare il programma nucleare degli ayatollah. L'intervento del segretario di Stato seguiva di poche ore il comunicato col quale il vertice iraniano si è detto disposto ad accettare «un dialogo costruttivo» con il gruppo dei 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna più la Germania) sul proprio programma nucleare, ma senza sospendere il processo di arricchimento dell'uranio. nuclea. Di fronte a tale disponibilità a riaprire le trattative dunque, Clinton ha rilanciato la politica dei due binari, la disponibilità a tentare la via diplomatica per disinnescare la crisi -scelta che serve «ad aumentare la credibilità e l'influenza degli Usa presso molti Paesi» - associata alla minaccia di «usare tale influenza per chiedere agli alleate di appoggiare dure sanzioni» nel caso il dialogo «dovesse dimostrarsi insoddisfacente o inconclusivo». Per gli Statti Uniti, ha affermato, è «imperativo» bloccare la minaccia di un Iran dotato dell'arma nucleare, ma anche di agire in questa crisi come «un partener totale» dei propri alleati. Gli stessi principi valgono nei confronti di Cuba, un altro argomento centrale per gli Usa se vogliono recuperare i rapporti, una volta privilegiati, con l'America latina. Commentando le recenti affermazioni, apparentemente non in sintonia, fatte dai fratelli Fidel e Raul Castro sulla disponibilità cubana a discutere con Washington tutte le questioni, comprese quelle dei prigionieri politici e dei diritti umani, Hillary ha affermato: «Stiamo assistendo all'inizio di un dibattito a Cuba. Penso che questo è un regime destinato a terminare. Dobbiamo essere pronti a questa eventualità». Ieri, infatti, in una "riflessione" nel sito Cubadebate.cu, Fidel Castro ha affermato che il presidente Barack Obama ha frainteso le parole di suo fratello Raul sull'eventuale rilascio di prigionieri politici a Cuba. Il segretario di Stato non ha poi nascosto l'allarme dell'Amministrazione per la situazione in Afghanistan, dove i talebani sono sempre più forti e il governo del Pakistan sembra quasi abdicare. La guerriglia islamica avanza anche in territorio pachistano fino a poche decine di chilometri da Islamabad. «Questa è una minaccia mortale», ha detto il segretario di Stato che ha anche avuto parole dure per il governo pachistano: «Sta abdicando a favore dei talebani e degli estremisti», ha detto, riferendosi al fatto che è stata accettata l'imposizione della legge islamica (sharia) nella valle di Swat dopo un accordo con i talebani. Clinton ha annunciato che il presidente Barack Obama ha invitato a Washington i leader del Pakistan e dell'Afghanistan per un vertice che mira a dare nuovo impulso alla strategia americana per stabilizzare la regione. Infine, anche per due altre situazioni "calde", la Corea del Nord e la questione palestinese, il segretario di Stato ha ribadito la disponibilità a riprendere i colloqui a sei con Pyongyang e la linea dura nei confronti di Hamas. «Non tratteremo o in alcun modo finanzieremo un governo palestinese che comprenda Hamas a meno che Hamas non rinunci alla violenza, riconosca Israele e accetti di seguire i precedenti obblighi assunti dall'Autorità nazionale palestinese», ha messo chiaro Hillary Clinton. R.Es.

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LE GRANDI istituzioni internazionali, dopo non aver minimamente previsto la crisi e a... (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 23 Aprile 2009 Chiudi di MARCO FORTIS LE GRANDI istituzioni internazionali, dopo non aver minimamente previsto la crisi e averne lungamente sottovalutato i possibili sviluppi, ormai fanno a gara a chi formula le previsioni più tetre. Ieri è stata la volta del Fondo Monetario Internazionale, che ha sparato ad alzo zero sulle prospettive dell'economia del mondo. La recessione e la crisi finanziaria che ne è stata la causa sono certamente gravissime. Ma proviamo un certo disagio nel confrontare le proiezioni dei vari istituti, a volte contraddittorie e molto discordanti. E' appena il caso di ricordare che nel giro di pochi mesi il Fmi ha rivisto più volte le sue proiezioni sul Pil americano nel 2009: +0,1% nell'ottobre 2008; -0,6% nel novembre 2008; -1,6% nel gennaio 2009; -2,6% nel marzo 2009 e -2,8% ieri. Ma quest'ultimo dato è ancora molto migliore rispetto a ciò che ha previsto per gli Usa l'Ocse nel suo ultimo interim report di marzo: un secco -4%. Chi avrà ragione? Il Fmi, che i dati degli Usa li manovra sempre con una certa cautela diplomatica, o l'Ocse? Ricordiamo, inoltre, che fino a poco prima di Natale tutti scommettevano che il Giappone, tra i 6 maggiori Paesi industrializzati, sarebbe stato quello che se la sarebbe cavata meglio, avendo un sistema bancario-finanziario meno esposto alla crisi dei mutui subprime. Sicché a novembre 2008 il Fmi e l'Ocse prevedevano per il 2009 un calo del Pil giapponese modestissimo, -0,2% e -0,1%, rispettivamente, vale a dire il dato migliore rispetto a Usa e ai 4 maggiori Paesi Ue. Nessuno aveva fatto i conti col fatto che il Giappone è un grande Paese esportatore e che il commercio mondiale, a seguito della crisi Usa, si sarebbe "piantato". Risultato: Ocse e Fmi oggi ci dicono che il Pil del Giappone sarà invece quello che tra i 6 grandi Paesi industrializzati calerà di più. La previsione dell'Ocse è -6,6%, quella del Fmi -6,2%. Ma lasciando da parte questi dubbi, analizziamo brevemente le ultime proiezioni del Fmi sotto tre profili: Pil, debito pubblico e occupazione. Nel 2009 il Pil dell'Italia diminuirà secondo il Fmi del 4,4%. Cina a parte, il calo italiano sarà comunque il meno forte tra i grandi Paesi manifatturieri esportatori assieme a quello della Corea del Sud (-4%) e di Hong Kong (-4,5%). Diminuzioni più consistenti sono previste per Germania (-5,6%), Giappone (-6,2%), Taiwan (-7,5%) e Singapore (-10%). Il Fmi prevede poi che il rapporto debito pubblico/Pil dell'Italia salirà dal 105,8% del 2008 al 121,1% nel 2010. Una proiezione che ci lascia perplessi, visto che un autorevole centro di previsione italiano come Prometeia nel suo ultimo rapporto di aprile proietta al 2010 un rapporto debito/Pil del 116,9%, pur ipotizzando una dinamica del Pil solo lievemente meno pessimistica di quella del Fmi. Ad ogni buon conto, il rapporto debito/Pil sta aumentando, nel caso dell'Italia, non perché crescono i debiti, ma perché il Pil cala. Cosa non vera nel caso di altri Paesi avanzati dove la spesa dello Stato sta correndo all'impazzata per il salvataggio di banche e piani di stimolo. Inoltre, anche assumendo per realistiche le proiezioni sul debito pubblico al 2010 del Fmi, il debito "aggregato" (debito pubblico + debito delle famiglie) sul Pil dell'Italia nel 2010 sarà molto inferiore a quello inglese ed americano e solo di poco superiore a quello tedesco. Infine, nel 2010 secondo il Fmi il tasso di disoccupazione salirà in Italia al 10,5%, mentre sarà al 10,1% in Usa, al 10,3%, in Francia e al 10,8% in Germania. Dati gravi ma inferiori al disastro occupazionale delle ex tigri celtiche e iberiche: Irlanda 13%, Spagna 19,3%. Probabilmente, inoltre, le cifre del Fmi ci castigano eccessivamente. Per Prometeia nel 2010 il tasso di disoccupazione italiano si fermerà al 9,2% (contro 9,9% in Usa, 10% in Germania e 11% in Francia).

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Le banche creditrici Usa ostacolano Torino-Detroit (sezione: Globalizzazione)

( da "Riformista, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

le notizie Le banche creditrici Usa ostacolano Torino-Detroit L'affare Fiat-Chrysler rischia di rallentare. Muta la posizione delle banche creditrici dopo la proposta ricevuta dal governo Usa di rinunciare all'85 per cento di finanziamenti concessi a Chrysler. Secondo Bloomberg il comitato che rappresenta 48 creditori bancari ha presentato una controproposta al Tesoro, per convertire il debito in capitale del costruttore. Le banche rinuncerebbero a 2,4 miliardi di dollari di crediti su 6,9 miliardi complessivi, in cambio di un pacchetto azionario del 35-40 per cento. Per il Wall Street Journal JP Morgan, Citigroup, Goldman Sachs e Morgan Stanley avrebbero chiesto un impegno finanziario da parte di Fiat. In mancanza di esso, lo stesso quotidiano finanziario conferma che aumentano le possibilità «che Chrysler sia liquidata». Inoltre, ci sono tensioni coi sindacati canadesi, dopo la decisione di utilizzo di alcuni stabilimenti. Canadian Auto Workers ha rifiutato la proposta di riduzione dei salari del 20 per cento fatta dal Lingotto. Allo studio del Lingotto, infatti, c'è la riconversione degli impianti canadesi alla produzione di vetture medio-piccole. Sul fronte italiano, secca smentita della casa torinese sulle dichiarazioni del responsabile auto della Fim-Cisl, Bruno Vitali, che all'agenzia Ansa ha affermato che «L'accordo fra Fiat e Chrysler è pronto al 90 per cento». Un portavoce di Fiat ha smentito: «Non corrisponde al vero il fatto che sia stata raggiunta un'intesa tra Chrysler e i sindacati statunitensi e canadesi, né che l'accordo complessivo sia definito al 90 per cento». Contraffazioni: 7,1 mld di euro nel 2008. Da un'indagine del Censis emerge che il mercato del falso in Italia ha fruttato oltre 7,1 miliardi di euro nel 2008. Secondo il rapporto presentato, se il fatturato fosse riportato nel mercato legale la produzione diretta e l'indotto genererebbe circa 18 miliardi di euro. Giuseppe Roma, presidente del Censis, ricorda: « L'Italia dev'essere vigile. Un esempio è quello della Ferrero. Dopo aver vinto la causa in Cina, ne abbiamo avviata un'altra in Russia. Il problema è che non si finisce mai». Il settore che ha registrato più contraffazioni è quello dell'abbigliamento, con un giro d'affari di 2,6 miliardi di euro. A seguire il mercato dei cd, dvd e software, con 1,65 miliardi. Singolare la terza posizione, gli alimentari: secondo il Censis, a seguito della crisi che ha investito i mercati, è salito del 32 per cento il numero di contraffazioni alimentari, rivolte soprattutto al mercato delle metropoli. Il Censis ha poi invitato il ministro alle Politiche Agricole, Luca Zaia, a vigilare sul fenomeno. Scudo fiscale, apertura dell'UE. Il Commissario UE alla Fiscalità, Laszlo Kovacs, apre allo scudo fiscale per i paesi membri, «A patto che si rispettino i principi del trattato UE». Nella conferenza stampa, la portavoce di Kovacs ha poi aggiunto che «Non è illegale creare condizioni per attrarre capitali, ma nel rispetto di severi limiti, sia comunitari sia dell'Ocse». In questo modo, i governi potranno determinare le condizioni fiscali per il rientro dei capitali, ma non la tipologia di investimento a cui saranno destinati. La decisione di valutare condizioni di concorrenza tributaria fra stati non è stata ancora passata al vaglio della Commissione Europea, ma Kovacs ha ipotizzato di portar al voto la questione entro l'estate. Boeing riduce l'utile, ma conferma i piani. Boeing ha presentato la prima trimestrale 2009, chiudendo il bilancio con un segno positivo, seppur in forte calo rispetto al 2008. L'utile si è attestato a 610 milioni di euro, la metà esatta del risultato di un anno fa. Gli analisti avevano ipotizzato un valore più elevato, alla luce della presentazione del nuovo velivolo 787, destinato a soppiantare l'obsoleto 777 nei viaggi a lungo raggio. L'amministratore delegato di Boeing, James McNerney, ha commentato: «Il ritardo nella progettazione e la cancellazione di un ordine da 32 aerei ha pesato sui nostri conti, che sono comunque solidi». I piani industriali per il 2009-2010 sono comunque confermati. UE: ridotti i costi del roaming. Dal prossimo luglio il roaming telefonico costerà di meno. Il Parlamento Europeo ha infatti approvato, con larga maggioranza, il taglio dei costi del roaming internazionale. Saranno quindi ridotte le tariffe massime adottabili dalle compagnie telefoniche nei paesi dell'UE per le chiamate vocali, l'invio e la ricezione di sms e l'accesso web. Dal primo luglio ogni chiamata non potrà costare più di 43 centesimi al minuto, mentre per gli sms il tetto massimo sarà fissato in 11 centesimi per singolo messaggio. L'iniziativa era stata proposta dal Commissario UE per le Telecomunicazioni, Viviane Reding. Consorte: critiche su gestione Unipol L'ex presidente di Unipol, Giovanni Consorte, ha aspramente criticato il bilancio della compagnia, presentato dall'attuale amministratore delegato Carlo Salvatori. Peggiora l'utile del 2008, pari a 107 milioni di euro, circa 315 milioni in meno rispetto al 2007. Nel corso dell'assemblea, Consorte afferma che sui bilanci non pesa la crisi internazionale, ma i 1.146 milioni di euro delle perdite di Unipol, Aurora e Unipol Banca. Salvatori risponde confermando «Un utile in linea con le previsioni di bilancio presentate agli azionisti». 23/04/2009

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La Clinton alza la voce con Pakistan e Iran (sezione: Globalizzazione)

( da "Eco di Bergamo, L'" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Clinton alza la voce con Pakistan e Iran --> Giovedì 23 Aprile 2009 GENERALI, pagina 9 e-mail print WASHINGTONUna situazione che rasenta la catastrofe perché i talebani sono sempre più forti e il governo di Islamabad sembra quasi abdicare. È il giudizio dato sul Pakistan dal segretario di Stato Usa Hillary Clinton, in contemporanea con l'annuncio che il presidente Barack Obama ha invitato a Washington i leader del Pakistan e dell'Afghanistan per un vertice che mira a dare nuovo impulso alla strategia americana per stabilizzare la regione. La Clinton ha manifestato allarme per l'avanzata dei talebani in Pakistan giunti ormai a poche decine di chilometri da Islamabad. «Questa è una minaccia mortale per la sicurezza del Pakistan, degli Stati Uniti e del resto del mondo», ha detto la Clinton che ha anche avuto parole dure per il governo di Islamabad: «Sta abdicando a favore dei talebani e degli estremisti» ha detto riferendosi al Pakistan che ha accettato l'imposizione della legge islamica (sharia) nella valle di Swat dopo un accordo con i Talebani. Poco prima che il segretario di Stato di esprimesse in tal modo la Casa Bianca aveva rivelato che il presidente dell'Afghanistan Hamid Karzai e quello del Pakistan Asif Ali Zardari sono attesi negli Usa il 6 e 7 maggio per una serie di incontri dedicati alla nuova strategia Usa presentata da Obama al vertice Nato a Strasburgo all'inizio di aprile. Una strategia che deve essere applicata con estrema urgenza stando alla considerazione che assumere il potere in Pakistan significa disporre di un arsenale nucleare. E a proposito di nucleare, l'Iran si è detto ieri pronto ad un «dialogo costruttivo» con il gruppo dei 5+1, ma non fermerà le sue attività nucleari. È questo il contenuto della risposta di Teheran alle nuove proposte di colloqui dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna) più la Germania. Ma dagli Usa di nuovo la Clinton alza la voce e, dopo avere comunicato al Congresso che è «imperativo» per gli Stati Uniti bloccare la minaccia di un Iran dotato di armi atomiche e avverte che Washington sta preparando «sanzioni molto dure» da applicare contro Teheran se i negoziati risultassero «inconcludenti». 23/04/2009 nascosto-->

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (La Spezia)" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

PORTOVENERE / CINQUE TERRE / RIVIERA pag. 9 «IO NON SONO un politico e ho sempre rivestito ruoli istituzionali a favore ... «IO NON SONO un politico e ho sempre rivestito ruoli istituzionali a favore del mio territorio; il processo di sviluppo socioeconomico che abbiamo portato avanti come comunità, rappresenta per me una straordinaria esperienza che costituirà un riferimento inalienabile, ovviamente più esteso nella territorialità, anche nell'eventuale esercizio del nuovo ruolo». Lo dice Franco Bonanini, presidente del Parco delle Cinque Terre, il giorno dopo la sua candidatura nella testa di lista del Partito democratico per le elezioni al Parlamento europeo. «La mia candidatura - ribadisce . non deve intendersi "politica" nel senso tradizionale e quindi schierata contro qualcuno dice Franco Bonanini - ma può costituire un'occasione per portare all'attenzione del parlamento europeo le potenzialità che i territori, i parchi, le tipicità, la gastronomia, le microattività nel settore turistico, possono rappresentare per la zona del nord ovest, costituendo nel loro insieme un'opportunità economica di grande interesse in grado di compensare i settori in crisi». «La tradizione, la storia, la cultura non sono, fortunatamente, attività riconducibili ad un processo di globalizzazione o di mera competitività economica, ma risorse proprie ed inalienabili dei reciproci territori di riferimento. E la candidatura nelle liste del PD di Bonanini va in questa direzione», è sistenuto in una nota del Pd. Intanto, per sostenere l'elezione di Franco Bonanini, è stato allestito un sito internet:www.francobonanini.it

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di ELETTRA GULLÈ (sezione: Globalizzazione)

( da "Nazione, La (Firenze)" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

GIORNO E NOTTE FIRENZE pag. 29 di ELETTRA GULLÈ «SOGNO di tras... di ELETTRA GULLÈ «SOGNO di trasformare un angolo della mia attività in un museo dedicato all'Arte della Lana che, non scordiamocelo, finanziò la costruzione della Cattedrale! Adesso, invece, da una quarantina di botteghe di stoffe che eravamo siamo rimasti in due o tre». Non smette di scuotere la testa Romano Romoli che, col fratello Romolo (nella foto con Alessandro), è titolare di uno dei negozi che hanno fatto la storia di Firenze: la Casa dei tessuti' in via de' Pecori. Romano sorprende per la sua cultura. Gli chiediamo quanto sia cambiato la città. E lui ci parla anche dei Grandi che hanno fatto la storia del capoluogo toscano. «Ma com'è possibile che nella patria di Dante sia avvenuta una simile degenerazione biologica e spirituale?», s'interroga Romano, che scrive addirittura poesie. «Firenze oggi fa piangere. Perché è stata dimenticata dai suoi stessi figli», dice Romoli, secondo cui «la città non si è ribellata a questa stupida globalizzazione». «Qui sono nati la lingua, il telefono, la prospettiva, la moneta e le banche. E non sto a continuare l'elenco perché sarebbe troppo lungo. Ma guardi adesso come siamo ridotti sospira - Il centro ha perso la sua anima, tra fast food e kebab. Che dire poi della tramvia? Già adesso assistiamo allo scempio di Porta al Prato». «Spero che le altre linee non le facciano anche perché quel treno al Duomo sarebbe terribile, oltre che pericoloso per i mosaici del Battistero», s'arrabbia Romano, che vorrebbe anche qui «una metropolitana come c'è in tutti i Paesi civili». Fosse per lui, pedonalizzerebbe il Duomo e le zone limitrofe. E poi farebbe circolare taxi di piccole dimensioni e costruirebbe «ciclabili da tutte le parti». «MI AUGURO che il prossimo sindaco prenda parte alla vita della città», è l'auspicio di Romano. Che vent' anni fa, in una poesia sull'alluvione scrisse, riferendosi a Firenze, «..e la notte perdura». «Ecco, da allora quella notte prosegue. E non se ne vede la fine. Eppure questa città sarebbe unica al mondo», è l'amara conclusione.

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, il futuro di merci e informazioni (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzetta di Parma (abbonati)" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

ECONOMIA 23-04-2009 CONVEGNO INNOVAZIONE PER MAGAZZINI E DISTRIBUZIONE: OPPORTUNITA' PER CRESCERE «Technologistica», il futuro di merci e informazioni Nuove sinergie tra l'Unione parmense degli industriali e Logisticamente Angelica Siclari II Informatica, automazione e nuove tecnologie per la logistica del futuro. E' stato questo il tema del convegno «Technologistica» che si è svolto ieri a Salsomaggiore alla presenza di oltre 230 convenuti. L'evento è stato organizzato da Logisticamente in partnership con l'Unione parmense degli industriali, al Palacongressi, ospitante per la seconda volta un evento in tema di logistica. A dare il benvenuto a tutto i partecipanti è stato il chairmain del convegno Paolo Azzali, direttore di Logisticamente, unitamente ai saluti del direttore dell'Upi Cesare Azzali. Entrambi hanno evidenziato la collaborazione sempre più stretta e vincente fra Logisticamente e Upi. Presente anche il vicepresidente delle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano Giorgio Frigeri. In apertura del convegno, che ha trattato il tema dell'innova - zione tecnologica nella logistica del futuro, Cesare Azzali si è detto convinto della crescente importanza di questa funzione aziendale - la logistica, appunto - e del contributo che essa può dare in tempi di economia globalizzata. Relatore illustre e d'eccezione il professor Sebastian Kummer, docente all'Università di Vienna e consulente aziendale, che ha brillantemente illustrato, con diversi esempi, l'utilità della logistica per trasformare momenti di crisi, come l'attuale, da minacce ad opportunità. Successivamente si sono avvicendati relatori, provenienti sia dal mondo aziendale, sia da quello accademico: hanno mostrato alcuni prodotti hardware e software di grande utilità per i magazzini (strumenti per effettuare picking e/o trasporti automatici, nuovi sistemi antincendio, software specifici, e l'uso dell'informatica per la trasmissione delle informazioni), mostrandone l'utilità e la convenienza, malgrado i costi, perché nel tempo comportano un recupero di redditività. I contributi degli esperti hanno portato una nota di ottimismo, anche in tempo di crisi, e un invito a guardare avanti. Il convegno ha avuto il duplice scopo di presentare soluzioni innovative per gestire il flusso di informazioni e merci e mostrare come, grazie agli enormi progressi siano oggi a disposizione anche delle pmi standard tecnologici sino a poco tempo fa accessibili solo ad aziende altamente strutturate. Palazzo dei Congressi Le novità tecnologiche in campo logistico: alcuni relatori del convegno.

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"Sognando Chernobyl" video shock di 10 minuti (sezione: Globalizzazione)

( da "Unione Sarda, L' (Nazionale)" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cronaca Italiana Pagina 109 adriano celentano “Sognando Chernobyl” video shock di 10 minuti Adriano celentano --> ROMA Disastri ambientali, centrali nucleari, fiamme e incendi devastanti, gente che corre nelle strade per sfuggire a un'imminente fine del mondo: sono alcune delle immagini di Sognando Chernobyl , il video shock di Adriano Celentano. I dieci minuti di immagini scorrono su musica e testo scritti dal cantante-regista e confluiscono in un ritornello dai toni poco rassicuranti: “Tutti quanti insieme salteremo in aria bum!”. Il videoclip, che si trova anche sul sito del Clan Celentano e su YouTube - parte con le immagini di un sole coperto da minacciose nubi nere, sulle quali si staglia la figura di una sorta di Messia in cammino verso un immaginario orizzonte. Il testo è a metà tra un allarme e una preghiera: sotto accusa gli «attacchi atomici in nome dell'energia» e l'«inevitabile scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia» che «causerà poi la scomparsa di città meravigliose come Venezia». Dal video traspare tutta la preoccupazione di Celentano rispetto a una generalizzata mancanza di saggezza da parte di chi ha in mano i destini del mondo. E così mette in guardia anche dalla minaccia dei gas «di cui siamo già contaminati» e delle scorie nucleari che portano «il cancro nelle case dei cittadini». Ma anche dei pericoli del libero commercio, della globalizzazione. E cita quindi il più grande disastro nucleare della storia, quello di Chernobyl.

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i moderni padroni della luce fotografati dalla navicella spaziale - (segue dalla prima pagina) (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 17 - Esteri L´analisi I moderni padroni della luce fotografati dalla navicella spaziale Un planisfero da appendere nelle aule per aprire le lezioni di storia geografia, economia Ci sono aree favorevoli: Canada e Australia, ricchi di natura selvaggia e materie prime (SEGUE DALLA PRIMA PAGINA) E´ un´oscurità trafitta da milioni di punti luminosi, qui densissimi, là più radi, altrove inesistenti. Sono le luci dell´urbanizzazione, dello sviluppo, della produzione di ricchezza, della densità civile, dei flussi di comunicazione. Ecco che grazie alla notte tutto diventa più chiaro: i confini tra le civiltà, i dislivelli di benessere, i fossati tecnologici. Questo planisfero condensa lezioni di geopolitica; analisi sulla globalizzazione; scenari sul futuro dell´ambiente; rapporti di forza demografici. Dà un´angosciosa visibilità alle diseguaglianze. Ciascuno prenda il suo tempo, si soffermi a fissare queste immagini prese dai satelliti: sono l´inizio di tanti percorsi d´indagine per decifrare il senso della nostra epoca. Questo planisfero andrebbe appeso nella aule scolastiche e universitarie, dovrebbe aprire le lezioni di geografia, storia, economia, sociologia, scienze politiche. Osservate dove il regno della luce è imperioso e incontrastato. Splende l´Europa; tutta la parte abitata degli Stati Uniti; il Giappone. E´ quella che fu la Trilaterale. E´ l´asse delle liberaldemocrazie capitaliste che ha fatto e disfatto i destini del pianeta dopo la seconda guerra mondiale. Prima ancora era il mondo delle potenze coloniali o neocoloniali. E´ l´epicentro delle rivoluzioni tecnico-industriali del Novecento. Sembra quasi di percepire un´antica arroganza dietro quelle tre zone di luce così abbagliante. Ma non sono più sole. Vista dalla stratosfera è ben luminosa tutta la fascia sviluppata della Cina, nuovo imponente protagonista dello sviluppo e della modernizzazione, ma ben diverso dal vecchio club delle democrazie. Il triangolo dell´India è perfettamente riconoscibile grazie a una luce diffusa, omogenea, non troppo intensa ma priva di ombre: l´immagine fedele di una modernità "soft", che ha tentato di evitare gli strappi di accelerazioni troppo brutali. Quelle due vaste zone di luci recenti sarebbero state invisibili dallo Sputnik sovietico o dagli astronauti americani che andarono sulla luna: solo da un paio di decenni i due miliardi del nuovo ceto medio asiatico hanno acceso lampadine e televisori, computer e fari delle automobili. Irregolare, a chiazze di leopardo, la luce segnala oasi di sviluppo in Medio Oriente e nel Golfo Persico. La Russia bianca è un´appendice sbiadita della nostra Europa; emana verso il resto dei suoi territori fino alla Siberia dei fasci tenui, le arterie di uno sviluppo petrolio-diretto. Qualche sottile zona costiera dell´America latina lancia i suoi messaggi verso l´universo: ci siamo anche noi, ce l´abbiamo fatta. Sono quelli entrati finalmente nel G-20, dove si concentra l´80% della ricchezza mondiale. E tutto il resto? Forse è da lì che bisognerebbe partire: perché anche senza contare gli oceani, nel mondo emerso il buio è quasi più esteso della luce. Va decifrato. Non tutte le oscurità sono uguali. Ci sono vaste zone nere che indicano geografia e demografia favorevoli: Canada e Australia, ricchi di natura selvaggia e materie prime, con popoli sparpagliati su territori sconfinati. Ci sono invece zone di buio affollatissime. Il continente nero con minuscole eccezioni (uno spicchio di Sudafrica) è rimasto ai margini della globalizzazione: la fiammata già esaurita delle materie prime non ha seminato i germi di una modernità solida. L´Asia centrale è in gran parte scura, per i satelliti che scrutano nella notte. Visto che là si combatte da otto anni per stanare Osama bin Laden, anche i conflitti esplosi dopo l´11 settembre 2001 hanno una declinazione in termini di luce contro tenebre. Non è per forza un giudizio di valori; è la constatazione che gli antagonismi più distruttivi coincidono in parte con dei confini di modernità misurati in gigawatt. Già, come dimenticare che tutti quegli addensamenti luccicanti per bucare la notte richiedono centrali elettriche, energia? Il regno della luce possiamo confrontarlo con altre geomappe satellitari, dell´inquinamento atmosferico. Coincidono perfettamente.

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L'EXPORT DI CALZATURE ITALIANE CEDE IL 3,3% A GENNAIO 2009 (sezione: Globalizzazione)

( da "marketpress.info" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giovedì 23 Aprile 2009 L’EXPORT DI CALZATURE ITALIANE CEDE IL 3,3% A GENNAIO 2009 Roma - Avvio in salita nel 2009 per l’export di calzature made in Italy. In base ai dati Istat - rivela il sito www. Trendcalzaturiero. It - il fatturato all’estero ha subito a gennaio una contrazione del 3,3%, con l’export sceso in valore a 595 milioni di euro, dai 616 milioni circa del gennaio 2008. Le importazioni hanno fatto segnare, nello stesso periodo, una crescita in termini monetari del 17%, portandosi a ridosso dei 360 milioni di euro (erano a 307 milioni scarsi nel gennaio dell’anno scorso). In forte peggioramento i conti con l’estero del settore, con il saldo attivo della bilancia commerciale che da 309 milioni di euro del gennaio 2008 è scivolato quest’anno a quota 236 milioni, riducendosi del 23,6%. La dinamica dell’export evidenzia per le calzature italiane una sostanziale tenuta in area Ue (-0,1%), grazie a un consolidamento delle vendite in Francia (+8,1%) e Belgio (+1,4%), controbilanciato da un meno 3,2% in Germania e da riduzioni nell’ordine del 3,5% nel mercato britannico e del 12,5% nei Paesi Bassi. Cede solo un frazionale 0,2% l’export in Spagna, mentre in Austria i dati Istat riportano un più robusto meno 7,4%. Fuori dal perimetro comunitario - rivela ancora l’analisi di www. Trendcalzaturiero. It - l’export si è ridotto complessivamente dell’8,5% rispetto al gennaio 2008, incorporando nel dato complessivo riduzioni nell’ordine del 18,3% in Usa e del 2,2% in Svizzera. Positivo il dato delle esportazioni in Russia, dove il calzaturiero italiano ha messo a segno un progresso dell’1%, ribaltando la dinamica negativa dell’ultimo trimestre 2008 (-21,1%). Migliora l’export di scarpe italiane anche in Giappone (+2,5%) e a Hong Kong (+9,3%), mentre accusa un meno 16% negli Emirati Arabi Uniti. Sul versante delle importazioni, il balzo in avanti di gennaio, sempre nel confronto annuale, riflette principalmente l’aumento del 10,7% della spesa legata agli acquisti dalla Cina. In crescita anche l’import da Belgio (+7,9%), Tunisia (+73,1%), Indonesia (+48,9%) e India (+21%), mentre arretrano del 6,5% il Vietnam e dell’8,8% la Romania. . <<BACK

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le responsabilità della ricchezza in letteratura, filosofia ed economia (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 11 - Cultura e spettacoli Le responsabilità della ricchezza in letteratura, filosofia ed economia Oggi a Gorizia GORIZIA. Palazzo Lantieri ospiterà lungo l'intera giornata di oggi, con inizio alle 9.30, un convegno su Le radici dell'agire filantropico. La responsabilità della ricchezza nella letteratura, la filosofia e l'economia, cui parteciperanno i filosofi Gianni Vattimo ed Elena Pulcini, gli storici Giuliana Gemelli e Roberta Moretti, gli economisti Giorgio Gilibert e Francesco Magris, gli imprenditori Andrea Illy e Primo Rovis. L'idea di questo convegno discende dallo studio svolto da Francesco Magris sull'opera Il vangelo della ricchezza e sulle teorie del suo autore, Andrew Carnegie, l'industriale americano convinto che il capitalismo può colmare il baratro che esso stesso produce nei confronti della giustizia sociale e dell'esistenza dei lavoratori facendo uso della ricchezza a fini filantropici. Attraverso alcuni importanti contributi di diversa matrice culturale, durante il convegno goriziano ci si propone di integrare gli scarsi espliciti studi dedicati ai molteplici aspetti della filantropia, variamente interpretata tra due estremi concettuali: come processo diretto a creare un capitalismo giusto capace di attivare una vera e propria rigenerazione sociale e di suggerire nuovi modelli di sviluppo economico sostenibile; all'opposto, come fenomeno slegato dai meccanismi di produzione della ricchezza, sorretto da motivazioni di natura paternalistica e assistenziale, che di fatto elude l'effettivo riconoscimento del diritto di cittadinanza alle persone. L'orizzonte di riferimento del convegno è dunque quello dell'esperienza umana contemporanea, ed il percorso tra i diversi temi trattati consentirà anche di riflettere in termini estremamente attuali sui limiti dell'economia globalizzata, sulla responsabilità sociale dell'imprenditore laddove si scelga di non intendere il valore aggiunto dell'attività imprenditoriale in termini esclusivamente economici ed il profitto quale unico indicatore di produzione di ricchezza e di sviluppo.

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Il Papa riscrive l'enciclica: sarà un testo anti crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

n. 97 del 2009-04-23 pagina 13 Il Papa riscrive l'enciclica: sarà un testo anti crisi di Andrea Tornielli La terza lettera di Benedetto XVI, «Caritas in veritate», rinviata al 29 giugno per includere temi sociali ed economici Summit segreto a Castelgandolfo con i cardinali Ruini, Bagnasco, Scola e Schönborn per affrontare l'emergenza RomaL'attuale crisi economica mondiale è stata originata dalla «cupidigia». È la cupidigia a insinuarci «che avere sarebbe il sommo valore del nostro essere, del nostro vivere nel mondo apparendo come importanti». Lo ha detto ieri il Papa, durante l'udienza del mercoledì, illustrando la figura del monaco sant'Ambrogio Autperto. Proprio la crisi che ha messo in ginocchio le economie di tutto il mondo è al centro di un paragrafo cruciale della nuova enciclica di Benedetto XVI, Caritas in veritate, dedicata ai temi sociali e alla globalizzazione, la cui uscita continua ad essere ritardata: al momento si prevede per il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo. Per discutere la trattazione della crisi nella nuova enciclica - la terza del suo pontificato - Papa Ratzinger ha convocato sabato scorso a Castelgandolfo quattro cardinali per un mini-summit del quale non è stata data notizia, durato oltre un'ora. Vi hanno partecipato il presidente della Cei Angelo Bagnasco, il suo predecessore Camillo Ruini, il patriarca di Venezia Angelo Scola e l'arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn, giunti un po' alla spicciolata senza farsi notare nel palazzo delle vacanze papali. Si tratta di porporati legati da un particolare rapporto di fiducia con il Pontefice, che ancora domenica scorsa ha ribadito di non sentirsi solo e che in effetti lavora consultando i collaboratori più di quanto appaia. Benedetto XVI vuole che l'enciclica e soprattutto il paragrafo dedicato alla crisi, non sia vago, non ripeta slogan generici, ma approfondisca il tema con un contributo originale a partire dallo sguardo della fede. Per questo, confermano al Giornale autorevoli fonti vaticane, ha voluto che i passaggi dedicati alla crisi fossero «ristrutturati» e interamente riformulati. Un lavoro piuttosto laborioso, che ha visto coinvolti non soltanto il Pontificio consiglio per la Giustizia e la pace guidato dal cardinale Renato Raffaele Martino e dal vescovo Gianpaolo Crepaldi, o vescovi come il secondo successore di Ratzinger a Monaco di Baviera, monsignor Reinhard Marx, esperto di dottrina sociale, ma si è avvalso anche della consulenza di economisti come Stefano Zamagni o esperti di etica e finanza, come Ettore Gotti Tedeschi, editorialista dell'Osservatore Romano sui temi economici e finanziari. L'enciclica sociale, doveva essere pubblicata in occasione dei quarant'anni della Populorum progressio di Paolo VI (1967) e il Papa ci lavora dall'estate 2007. Il progetto iniziale prevedeva l'uscita per marzo 2008, poi il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone disse che sarebbe slittata a ridosso dell'estate. Si parlò quindi di dicembre, poi all'inizio di gennaio si dava per certa l'uscita il 19 marzo scorso e infine il prossimo 1° maggio. Ora si prevede per la fine di giugno, ma vista l'attenzione e la cura che viene messa nella redazione di un documento così atteso, non si possono escludere del tutto ulteriori slittamenti. Nel documento saranno rievocate la Populorum progressio di Papa Montini e la Centesimus annus di Giovanni Paolo II (1991). E saranno affrontati i problemi sociali che attanagliano oggi l'umanità (globalizzazione, accesso alle risorse, tutela dell'ambiente), seguendo la dottrina sociale e dunque ancorando la giustizia, la solidarietà e la possibilità di cambiamento non soltanto alle leggi pubbliche e alle strutture, ma alla vita delle persone a partire dal loro impegno diretto. Il Papa ritiene infatti che «la Chiesa ha sempre bisogno di persone che sappiano compiere grandi rinunce, e di comunità che creino i presupposti della giustizia sociale». La nuova enciclica, tutta incentrata sulle due parole «verità» e «carità», rappresenta la prosecuzione della prima lettera di Benedetto XVI, Deus caritas est e il termine «giustizia» vi ricorrerà una cinquantina di volte: l'impegno per la giustizia può infatti diventare «testimonianza della carità». Centrale è poi il concetto di «solidarietà globale», per mettere i poveri al primo posto e ridare loro speranza. Nell'affrontare la crisi, Benedetto XVI chiede di coinvolgere e non escludere i Paesi poveri, chiede di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, «tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze». «La causa della recessione - aveva detto sull'aereo che lo portava in Africa qualche settimana fa - è soprattutto di carattere etico, perché dove manca l'etica, la morale, non può esserci correttezza nei rapporti». © SOCIETà EUROPEA DI EDIZIONI SPA - Via G. Negri 4 - 20123 Milano

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G8 Ambiente, oggi ministri discutono avvio negoziati Copenhagen (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

di Massimiliano Di Giorgio SIRACUSA (Reuters) - Oggi è il giorno della politica, al G8 Ambiente di Siracusa, dove a differenza di ieri le due sedute ministeriali si terranno a porte chiuse, senza alcuna trasmissione a circuito chiuso per i giornalisti. I temi della giornata sono quelli più "caldi" dell'agenda del vertice siciliano: in matinata la biodiversità -- cioè la varietà delle specie vivienti e degli ecosistemi -- e nel pomeriggio l'atteso confronto sui cambiamenti climatici, mentre il mondo si prepara al negoziato di dicembre a Copenhagen per varare dal 2012 un nuovo Patto contro le emissioni a effetto serra. Sul tema della salvaguardia della diversità biologica è prevista l'approvazione di una "Carta di Siracusa della biodiversità", già predisposta dalla presidenza italiana, che nelle attese degli ambientalisti dovrebbe legare il tema a quello del cambiamento climatico e della necessità di un'economia sostenibile. Ma è soprattutto sulla sessione dedicata al "climate change" che si appuntano le attenzioni. Alla riunione pomeridiana parteciperà infatti anche Lisa Jackson, la direttrice dell'Ente per la Protezione dell'Ambiente (Epa) statunitense, cioè la più alta autorità del governo americano sulle questioni ambientali. Nei giorni scorsi l'Epa ha riconosciuto ufficialmente i gas a effetto serra come un pericolo per la salute umana, aprendo la strada a una regolamentazione delle emissioni di Co2 e degli altri gas responsabili del riscaldamento globale. E ora l'attesa è che gli Stati Uniti, con una svolta completa rispetto all'amministrazione Bush, partecipino ai negoziati internazionali assumendo impegni precisi e spingendo anche le grandi economie emergenti (in particolare Cina e India) a fare altrettanto. LA NOVITA' USA "La nuova amministrazione americana è incredibilmente importante per affrontare questa questione. Cercare di giungere a un accordo sul 'climate change' senza gli Stati Uniti è insensato", ha detto ieri a Siracusa Yvo De Boer, capo della Convenzione quadro dell'Onu sul Cambiamento climatico. Che a Siracusa i paesi trovino già un accordo è considerato altamente improbabile, tanto che le "guidelines" del summit non prevedono che si vari un documento negoziale finale. Ma il G8 Ambiente rappresenta almeno una occasione di confronto, in attesa che questioni più precise comincino a essere delineate a giugno -- con l'annuncio dei vari impegni sulla riduzione di emissioni dei vari paesi -- e poi a luglio, al vertice dei capi di Stato e di governo dei Grandi Otto alla Maddalena. Continua...

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electrolux, nuovo trimestre in rosso (sezione: Globalizzazione)

( da "Messaggero Veneto, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Economia in difficoltà. La ristrutturazione annunciata dalla multinazionale in provincia comporta un esubero di 490 persone Electrolux, nuovo trimestre in rosso Da gennaio a marzo la perdita è stata di 31 milioni di euro, inferiore alle aspettative Porcia ha perso il 4,1 per cento di redditività. Tagli confermati in Italia, Cina e Russia Stråberg Cinque trimestri di seguito di volumi in calo in Europa, che salgono a 11 negli Usa. E il trend, a breve, non migliorerà. Chiude dunque in perdita anche il periodo gennaio-marzo 2009 la multinazionale svedese Electrolux. E l'andamento di Porcia ha contribuito alla perfomance con un -4,1% di redditività nel periodo. Nonostante i conti in rosso, la perdita è stata di 31 milioni di euro, il titolo prende quota alla borsa di Stoccolma, +11%. Il gruppo conferma il prosieguo delle ristrutturazioni, a Porcia, e la chiusura in Cina e Russia. Le vendite nel periodo sono aumentate del 6,7%, da 24,2 miliardi di corone del primo trimestre 2008, ai 25,8 dello stesso periodo di quest'anno. Ma le vendite nette, in termini di volumi, si sono ridotte dell'8,9%. Negativo il margine, -1,5% che diventa però positivo nell'analisi che escluse gli elementi non comparabili, +0,1%. Così come è positivo l'utile operativo per 38 milioni di corone. L'azienda ha iscritto a bilancio 424 milioni di corone destinate destinate a coprire i costi per la riduzione della capacità produttiva in Italia, Russia e Cina. Com'è noto, Electrolux ha recentemente annunciato la decisione di chiudere lo stabilimento di lavatrici di San Pietroburgo, con 250 licenziamenti, ed un altro stabilimento, sempre del lavaggio, in Cina, a Changsha. In Italia il progetto della multinazionale riguarda Porcia, dove è in corso la trattativa per la riorganizzazione della fabbrica che prevede 62 milioni di investimenti in tre anni a fronte di una riduzione dell'organico diretto di 430 unità (ma il saldo oggi è inferiore grazie alle uscite garantite dalla mobilità volontaria), una ridefinizione degli spazi di fabbrica, che verranno sensibilmente ridotti, un incremento del gettito produttivo, da 85 a 99 pezzi/ora. Oltre a questo, Electrolux ha individuato in 100 unità gli esuberi nell'area di staff del gruppo in Italia, di cui 60 si trovano a Porcia, 20 a Susegana e i restanti 20 tra Forlì e Solaro. Nel report Electrolux non lo ricorda, ma è anche in atto l'investigazione sulla chiusura di una fabbrica in Spagna. Si tratta di azioni strutturali che proseguiranno, visto che l'amministratore delegato, Hans Stråberg, conferma che «in Europa stiamo riducendo il numero dei dipendenti e la capacità di produzione, e allo stesso momento ci stiamo preparando per l'introduzione di una nuova gamma di prodotti, che avverrà quest'estate, in tutti i negozi Ikea d'Europa». Del resto proprio queste azioni strutturali, lo spostare le produzioni nei paesi a basso costo, ridurre il numero dei dipendenti e il costo del prodotto sono quelle che «hanno positivamente influenzato il risultato operativo». Per contro Electrolux ha raggiunto una solida posizione finanziaria, che poi è il punto di partenza sul quale fare leva nel momento in cui ci sarà la ripresa. Non a brevissimo, comunque. Gli sviluppi sul mercato rimangono, infatti, «drammatici». Nel Nord America Electrolux ha sperimentato 11 trimestri consecutivi di indebolimento della domanda. I volumi in Europa sono diminuiti per 5 trimestri consecutivi mostrando, nel primo periodo del 2009, la più drammatica caduta. «Sfortunatamente tutto questo non migliorerà nel prossimo futuro», considera Stråberg; anche se ci sono i primi segnali che, forse, si sta raggiungendo il fondo.

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Clima Accordo con l'Australia per la CO2 (sezione: Globalizzazione)

( da "Villaggio Globale.it" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ultime Notizie G8 ambiente a Siracusa Clima – Accordo con l'Australia per la CO2 Riguarda le nuove tecnologie Ccs. Firmato un memorandum attraverso il quale l'Italia diventa socio fondatore del «Global Carbon Capture and Storage Institute» Organizzazioni non governative, ministri per l'ambiente e grandi imprenditori dell'energia sono stati i protagonisti ieri della prima giornata del G8 Ambiente di Siracusa. Accompagnati naturalmente dall'ospitalità della Sicilia, dalle bellezze della storica città «patrimonio dell'umanità» e dalla vista del mare sul quale si affaccia il Castello di Maniace, recentemente ristrutturato, che ospita il vertice dei ministri dell'Ambiente. Non è propriamente un G8 e neanche un G20 quello di Siracusa, visto che le delegazioni partecipanti sono 19: oltre ai ministri dell'ambiente di Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Usa, Giappone, Canada e Russia, prendono parte al vertice anche Cina, India, Brasile, Messico, Indonesia, Sudafrica, Australia, Repubblica di Corea, Egitto (è la prima volta che un summit del G8 ospita un Paese arabo), Repubblica Ceca (quale presidente di turno) e Danimarca, quest'ultima in vista dell'appuntamento sul clima di Copenhagen. Il ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo è stata padrona di casa nelle sua città natale, Siracusa, dove dal 22 al 24 aprile si discuterà ad alto livello delle tematiche ambientali sulle quali è più urgente che gli Stati prendano una posizione: cambiamenti climatici, biodiversità, tecnologie a basso contenuto di carbonio e, ultimo tema al quale il ministro italiano è particolarmente sensibile, la salute dei bambini. Il 2009 potrebbe essere un anno di svolta per i cambiamenti climatici. Occhi puntati sul vertice di Copenhagen di fine anno. Prima di allora se ne discuterà a Siracusa e se ne continuerà a parlare nel prossimo incontro di Washington su clima ed energia (27 e il 28 aprile) al quale Barack Obama ha invitato 16 dei paesi più industrializzati al mondo. Il cambiamento di rotta dell'amministrazione americana è «molto incoraggiante per tutti noi - ha dichiarato il ministro Prestigiacomo aprendo i lavori della sessione pomeridiana -. Io stessa mi recherò negli Usa». Anche il G8 della Maddalena avrà una sessione speciale dedicata al climate change. La prima giornata si è aperta con le Ong e la società civile. Sono circa 70 le organizzazioni non governative e i sindacati che si sono riuniti nella «Coalizione italiana contro la Povertà». Le tante anime dell'ambientalismo si presentano così unite davanti ai ministri del G8 Ambiente con un memorandum di proposte da rivolgere ai governanti. Priorità assoluta per il clima è arrivare a Copenhagen con un accordo globale che sia in grado di mantenere la temperatura media globale al di sotto dei 2° C. Fondamentale per la biodiversità è compiere passi concreti nell'agenda che avrebbe dovuto segnare entro il 2010 l'interruzione della perdita di diversità animale e vegetale. E non è piaciuto alle Ong lo slogan lanciato dal vertice «Biodiversity is business» che richiama l'idea del guadagno personale piuttosto che il concetto di «biodiversità come risorsa». Il cartello di associazioni ricorda che a pagare le peggiori conseguenze dei mancati impegni ambientali sono sempre i Paesi in Via di Sviluppo. Ancor prima della depressione economica, i Pvs avevano già vissuto una terribile crisi alimentare e oggi non deve accadere che siano solo quelli più industrializzati a poter beneficiare delle tecnologie verdi. Il Rapporto di Oxfam International ricorda che già nel 2015 potrebbero essere 375 milioni le persone colpite da calamità naturali dal momento che i mutamenti del clima potrebbero inaugurare una nuova era di disastri annunciati. Servirebbero almeno 50 milioni di dollari l'anno affinché i Pvs si adattino al cambiamento climatico. Un richiamo al quale il ministro Pestigiacomo si è dimostrato sensibile: «Da Siracusa può partire una grande alleanza fra nord e sud nel mondo nel segno della tecnologia, per coniugare ambiente e sviluppo». Nel pomeriggio si è aperto ufficialmente il vertice politico. All'ordine del giorno le tecnologie a bassa produzione di anidride carbonica. Ai ministri dell'Ambiente si sono aggiunti i responsabili delle principali aziende internazionali impegnate in campo energetico. Obiettivo del vertice è, infatti, indirizzare gli investimenti degli Stati verso le tecnologie pulite già disponibili, impegnarsi particolarmente sull'efficienza energetica e le energie rinnovabili, mobilitando risorse per la ricerca. «Bisognerebbe prendere esempio dalla Cina», ha dichiarato Corrado Clini, direttore generale del ministero dell'Ambiente. Pechino ha previsto che il 38% delle risorse per la ripresa economica siano indirizzate alla crescita verde, contro l'8% dell'Europa. Non possono che fare eco alla proposta di Clini i rappresentanti di Enel, Eni, Areva, Confindustria, Bmw, Mitsubishi, Fiat, General Electric. Un segno tangibile è stata la firma dell'accordo con fra Italia e Australia sulle nuove tecnologie Ccs (Carbon Capture and Storage). Il ministro Prestigiacomo ha siglato insieme al collega australiano dell'agricoltura Tony Burke un memorandum attraverso il quale l'Italia diventa socio fondatore del «Global Carbon Capture and Storage Institute». Le Ccs sono sempre più al centro dell'attenzione e molti Stati sperimentano la nuova tecnologia di cattura del biossido di carbonio. Alla base c'è un sistema di sequestro della CO2, contenuta nei fumi della combustione, che viene poi iniettata e stoccata nel sottosuolo in formazioni geologiche idonee. Il «Global Carbon Capture and Storage Institute» è stato lanciato dal governo australiano per realizzare progetti dimostrativi a scala industriale entro il 2015 e rendere la tecnologia della Ccs disponibile entro il 2020. Enel sarà il partner scelto dal governo italiano per unirsi allo studio e alla sperimentazione delle nuove tecnologie. (Anna Rita Pescetelli) (23 Aprile 2009)

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FMI: CRESCITA GLOBALE -1,3% (LENTA RIPRESA NEL 2010) PROBABILE SUICIDIO PER IL BOSS DI FREDDIE MAC PAKISTAN: TALEBANI SEMPRE PIÙ VICINI A ISLAMABAD CRISI: GLI AMERICANI NON C (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> FMI: CRESCITA GLOBALE -1,3% (LENTA RIPRESA NEL 2010) – PROBABILE SUICIDIO PER IL BOSS DI FREDDIE MAC – PAKISTAN: TALEBANI SEMPRE PIù VICINI A ISLAMABAD – CRISI: GLI AMERICANI NON CAMBIANO PIù CASA – GB: LA SFIDA LABOUR SI GIOCA SUL FISCO... Rassegna stampa internazionale a cura di Apcom 1 - SPAGNA EL PAIS - In apertura lo scandalo di corruzione e tangenti in cui è rimasto coinvolto il Partido Popular (Pp). El Pais riferisce che il presidente della Comunità valenziana, Francisco Camps, è legato da una forte amicizia ad Alvaro Perez, 'El Bigotes', presunto responsabile a Valencia della rete di corruzione legata al Pp. A dimostrarlo ci sono le intercettazioni registrate nel corso delle indagini sul caso "Gurtel", dalle quali emerge che El Bigotes non solo dava vestiti ai dirigenti del Pp, ma faceva regali alla moglie e alla figlie di Camps. Zapatero come Sarkozy. David Kellerman Al pari del presidente francese, anche il premier spagnolo sta pensando di eliminare la pubblicità dalla tv pubblica spagnola, TVE, applicando una tassa alle tv private e alle compagnie telefoniche. In Spagna, a differenza della Francia, gli utenti non pagano però un canone annuale. "Il Fondo monetario internazionale ritiene che a giugno terminerà in Spagna la fase peggiore della crisi": l'economia spagnola soffrirà nel 2008 una sonora caduta del 3 per cento, ma la situazione inizierà a migliorare nella seconda metà dell'anno. EL MUNDO - Il leader dell'opposizione "Mariano Rajoy dice che 'andiamo verso l'abisso', e il Fondo monetario internazionale lo conferma": apertura sulla crisi economica e le stime fornite dal Fmi. Nell'editoriale El Mundo afferma che il governo Zapatero è "ormai screditato e sempre più isolato". In evidenza anche il suicidio del responsabile finanziario di Freddie Mac, il colosso dei mutui Usa travolto dalla crisi. 2 - FRANCIA LE FIGARO - "L'avvertimento di Roselyne Bachelot" sui cellulari: secondo il ministro della Sanità francese i rischi per la salute dei telefonini sono maggiori di quelli di tutte le altre onde. "Il Fmi prevede una forte recessione nel 2009 e una timida ripresa nel 2010": per i paesi industrializzati il Pil dovrebbe scendere mediamente del 3,8%. "Parigi-Lione: tgv italiani a partire dal 2010": le Ferrovie italiane attaccheranno il monopolio Sncf su una delle tratte più redditizie. Zapatero LIBERATION - "Dexia, la provocazione": la banca salvata dallo stato distribuisce 8 milioni di euro di bonus ai dirigenti. Mentre da Continental cresce "l'indignazione": Liberation spiega perché i dipendenti non demordono. Intanto la "sinistra fa blocco contro la linea di fermezza del governo" che prospetta delle conseguenze giudiziarie per gli autori di violenze. 3 - GRAN BRETAGNA THE GUARDIAN - "Il grande acuto di Darling": ieri il cancelliere dello Scacchiere ha presentato la legge di bilancio, alla cui analisi il Guardian dedica tutta la prima pagina: un'aliquota del 50% per i redditi che superano le 150mila sterline annue (oltre 167mila euro); tagli alla spesa che saranno più incisivi di quelli dell'era Thatcher, mentre il debito raggiungerà l'8% del Pil, un livello mai raggiunto in tempi di pace. Il quotidiano fornisce poi un vademecum ai suoi lettori: "Cosa significherà per voi". THE INDEPENDENT - "Il Labour fa del fisco il vero terreno di battaglia elettorale", con l'introduzione di una tassa del 50% sui redditi più alti. "Premier e polizia sul banco degli accusati per l'arresto dei pachistani" poi scarcerati senza alcuna incriminazione. "Scienziati contrari agli esperimenti di Zavos" che aveva annunciato la clonazione di embrioni umani. THE TIMES - "Israele rinuncia al fosforo bianco", dopo la dura campagna stampa contro il ricorso a quest'arma durante l'offensiva su Gaza. Una vittoria delle inchieste e delle denunce del Times che aveva pubblicato le prove delle gravi conseguenze per i civili. "I talebani marciano verso Islamabad": i guerriglieri islamici hanno catturato 16 città a meno di cento chilometri di distanza dalla capitale pachistana. THE FINANCIAL TIMES - Una grande fotografia sulla prima pagina del Ft celebra il voto di Nelson Mandela alle legislative sudafricane di ieri. Ma il titolo principale è per le previsioni del Fondo monetario internazionale: "L'Fmi prevede una diminuzione dell'1,3% della crescita globale"; un accenno di lenta ripresa nel 2010 ma solo se i governi procederanno o addirittura incrementeranno i piani di stimolo. Alistair Darling presenta la legge di bilancio nel Regno Unito che introduce aliquote fiscali più alte per i più ricchi. "Il probabile suicidio di un dirigente di Freddie Mac", ritrovato morto nel suo appartamento in Virgina. Nelson Mandela 4 - STATI UNITI THE NEW YORK TIMES - In apertura il New York Times riferisce che sempre meno americani cambiano residenza a seguito della crisi economica. Secondo i dati forniti ieri dal Census Bureau, tra il marzo 2007 e il marzo 2008 gli americani che hanno cambiato residenza sono stati 35,2 milioni, il numero più basso dal 1962, quando il Paese contava 120 milioni di abitanti in meno. "I talebani conquistano il controllo di un'area cruciale del Pakistan vicina alla capitale": in primo piano la notizia che i talebani hanno assunto il controllo effettivo di un importante distretto a un centinaio di chilometri circa da Islamabad. Infine il New York Times si occupa delle elezioni parlamentari libanesi, in programma il prossimo giugno, che saranno probabilmente le più libere degli ultimi decenni, ma rischiano di essere anche le più corrotte. Un fiume di denaro si sta infatti riversando da tutto il mondo nel Paese dei Cedri, per finanziare le varie fazioni libanesi. THE WASHINGTON POST - In apertura ancora la questione delle tecniche dure utilizzate dagli agenti Cia negli interrogatori dei sospetti terroristi. Il Congresso si è diviso ieri sulla proposta di istituire una commissione d'inchiesta per fare luce su questa vicenda. In primo piano il sospetto suicidio di David Kellerman, il responsabile finanziario del colosso americano dei mutui Freddie Mac, trovato morto nella sua abitazione. La Freddie Mac, tra le società protagoniste della grande crisi finanziaria, è una società a controllo governativo che controlla circa 13 milioni di mutui. L'amministratore delegato David Moffett si era dimesso il mese scorso. Infine il Washington Post riporta che la "Cina usa la crisi economica per accrescere la sua influenza" globale. [23-04-2009]

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ALIMENTAZIONE. Nomisma: 47 mila alimenti sequestrati per uso improprio Dop e Igp in Europa (sezione: Globalizzazione)

( da "HelpConsumatori" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

News ALIMENTAZIONE. Nomisma: 47 mila alimenti sequestrati per uso improprio Dop e Igp in Europa 23/04/2009 - 10:47 I prodotti alimentari sequestrati nei Paesi europei per uso improprio dei marchi Dop e Igp sono oltre 47 mila mentre la protezione dei Made in Italy è ancora debole fuori dai confini comunitari, dove forme di imitazione confusoria e presunti riferimenti all'Italia ("italian sounding") fanno sì che, ad esempio, negli Stati Uniti i prodotti che imitano le denominazioni italiane abbiano una quota di mercato praticamente analoga a quella dei prodotti originari. Sono i nodi evidenziati in tema di contraffazione alimentare da Nomisma, che ricorda come siano stati oltre due milioni i prodotti alimentari contraffatti sequestrati nel 2007 alle dogane degli Stati Membri dell'Unione Europea, con una crescita del 62% rispetto al 2006. Prima degli alimenti ci sono solo i prodotti per la "cura della persona" (+264%), i giocattoli (+98%), "orologi e gioielleria" (+89%). E ancor prima della Cina (37%), il principale paese di provenienza di prodotti alimentari contraffatti è la Turchia (46%). Oltre 47 mila prodotti alimentari sono stati sequestrati perché usavano impropriamente i marchi a denominazione di origine Ancora più problematica la protezione del Made in Italy fuori dai confini Ue, dove secondo Nomisma più che di contraffazione si può parlare di imitazione confusoria, tanto che l'attività di tutela di molti prodotti a denominazione d'origine è delegata alle imprese e ai Consorzi di Tutela. Secondo un'analisi svolta da Nomisma nel 2003, la dimensione dell'imitazione dei prodotti Dop ed Igp era pari a 1,2 miliardi di dollari (0,75% delle vendite di prodotti alimentari negli Usa), di pochissimo inferiore al valore delle vendite sullo stesso mercato dei prodotti alimentari italiani originali, pari a 1,5 miliardi di dollari (0,9% di quota di mercato). Tra i prodotti più imitati ci sono il Parmigiano Reggiano (678 milioni di dollari, il valore delle vendite di prodotti che lo imitano) e il Pecorino Romano. E si tratta di un fenomeno ancora più ampio se si considerano tutti i richiami impropri all'Italia con i quali vengono presentati i prodotti, quei riferimenti "italian sound" che offrono un valore aggiunto e aumentano di molto il giro d'affari di tale mercato. Il controllo nazionale va quindi affiancato alla difesa della competitività nei mercati internazionali. Secondo Nomisma, per l'Italia l'istituzione di un registro multilaterale delle indicazioni geografiche è necessaria per garantire uno sviluppo delle quote di mercato dei prodotti Dop e Igp, ma potrebbe anche bastare una "short list" di denominazioni da tutelare al di fuori dei confini comunitari, poiché la quasi totalità delle esportazioni extra-Ue si concentra su un numero più ristretto di Dop e Igp. E questo vale sia per l'Italia (le principali esportazioni sono di Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Gorgonzola, Pecorino Romano e Asiago) sia per la Francia (i formaggi Dop francesi più esportati fuori dall'Europa sono Roquefort, Brie, Camembert). 2009 - redattore: BS

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Pechino sottopone Obama al "test Dalai Lama" (sezione: Globalizzazione)

( da "KataWeb News" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pechino sottopone Obama al "test Dalai Lama" 23 aprile 2009 alle 11:53 — Fonte: rampini.blogautore.repubblica.it — 0 commenti La dura messa in guardia del governo cinese a Washington, affinché il presidente eviti di incontrare il Dalai Lama in occasione della sua visita in America, apre una fase delicata nei rapporti ancora incerti fra la Repubblica Popolare e la nuova Amministrazione Usa. Per Obama si apre un dilemma: la sua base liberal non gli perdonerebbe un cedimento e Nancy Pelosi presidente della Camera è una nota sostenitrice della causa tibetana (fu lei a voler assegnare la Gold Medal del Congresso al Dalai Lama). Ma come si è visto in questi mesi (dalla visita di Hillary Clinton a Pechino, alla decisione di Tim Geithner di NON accusare la Cina di manipolazione della sua valuta) Obama sa di non potersi permettere una fase di gelo con Pechino. rampini

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Clinton minaccia Teheran: (sezione: Globalizzazione)

( da "Avvenire" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

MONDO 23-04-2009 Clinton minaccia Teheran: «Pronti a sanzioni dure» DA WASHINGTON FRANCESCA BERTOLDI G li Stati Uniti tornano a minacciare «nuove durissime sanzioni» contro l'Iran se i negoziati sul programma nucleare fallissero. L'avvertimento è stato lanciato da Hillary Clinton poche ore dopo che Teheran ha rinnovato la disponibilità a un «dialogo costruttivo» sul suo programma nucleare. Il segretario di Stato americano ha chiarito che la pazienza degli Usa non è senza fine: «Stiamo preparando il terreno per quel genere di sanzioni molto dure in grado di mettere in ginocchio (l'Iran) che potrebbero rivelarsi necessarie nel caso che le nostre offerte siano respinte o il negoziato non abbia successo o si riveli inconcludente ». In una nota del capo negoziatore della repubblica islamica, Said Jalili, in risposta all'offerta del " 5+ 1" ( Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) per la ripresa delle trattative, aveva sottolineato che Teheran è pronta «a un'interazione e a un dialogo costruttivi» e si conferma che presto avanzerà un nuovo pacchetto di proposte per superare lo stallo sul nucleare, come preannunciato dal presidente Mahmud Ahmadinejad. Un primo contatto potrebbe esserci oggi a Bruxelles, a margine della Conferenza dei Paesi donatori per la Somalia, tra l'alto rappresentante dell'Ue, Javier Solana, che guida i negoziati per il "5+1", e il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaqi. Jalili ha però ribadito che l'Iran non sospenderà il suo programma di arricchimento dell'uranio, insistendo che è finalizzato solo alla produzione di energia elettrica. «La Repubblica islamica proseguirà le sue attività nucleari con un'interazione con l'Aiea nella cornice del Trattato di non proliferazione nucleare e delle sue regole », ha affermato Jalili. Il capo negoziatore ha criticato l'approccio delle potenze mondiali che «hanno cercato di usare il linguaggio della forza e della minaccia invece di quello del rispetto reciproco tra le nazioni». «Questo approccio ha insistito ha dimostrato la sua inefficacia». Nelle stesse ore in cui l'Iran apriva al dialogo, Ahmadinejad è tornato ad attaccare Israele. Dopo l'intervento incendiario alla Conferenza Onu sul razzismo di lunedì, il presidente iraniano ha accusato lo Stato ebraico di aver messo in atto a Gaza una vera e propria «pulizia etnica» contro i palestinesi e di aver compiuto «atti brutali». Quello di Israele, ha dichiarato da Teheran mentre è ancora in corso Durban 2 a Ginevra, è stato un «genocidio» e i «criminali » dovranno essere «rispondere di tutta la loro brutalità». L'Iran replica ai «5+1»: sì al dialogo costruttivo Ma il programma per l'arricchimento dell'uranio proseguirà

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Rita Levi Montalcini festeggiata in Campidoglio, una vita dedicata alla ricerca e ai valori della persona (sezione: Globalizzazione)

( da "Italia Sera" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Cronaca Roma Rita Levi Montalcini festeggiata in Campidoglio, una vita dedicata alla ricerca e ai valori della persona Un convegno scientifico con la partecipazione di tre premi Nobel: Stanley Cohen (Nobel per la Medicina nel 1986), Aaron Ciechanover (Nobel per la Chimica nel 2004) e Torsten Wiesel (Nobel per la Medicina nel 1981). Cosi’, l’European Brain Research Institute (Ebri) ha scelto di festeggiare il centesimo compleanno di Rita Levi Montalcini, senatrice a vita della Repubblica, ricercatrice di fama internazionale, premio Nobel per la Medicina nel 1986. Al convegno, organizzato in Campidoglio, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco Gianni Alemanno, i presidenti dei consigli comunale provinciale, Marco Pomarici e Giuseppina Maturani, l’assessore regionale alla Sicurezza, Daniele Fichera, il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini. Il “miracolo” compiuto da Montalcini, secondo il sindaco, e’ stato quello di aver “creato un collegamento indissolubile tra la liberta’ di ricerca e l’importanza dei valori della persona umana”. Poco prima dell’inizio del convegno, Montalcini e’ stata ricevuta dal sindaco nel suo ufficio privato, dove Alemanno, in compagnia della moglie Isabella Rauti, ha regalato alla senatrice centenaria un esemplare della lupa capitolina e un mazzo di fiori. Successivamente, Montalcini e’ stata invitata a firmare il Libro d’oro del Campidoglio, dove ha scritto: “Con profonda ammirazione e gratitudine, infiniti auguri”. Se Maturani ha tenuto a ringraziare Montalcini per il “suo inestimabile contributo al progresso scientifico” e Fichera ha augurato alla senatrice che “possa aggiungere molti giorni ancora alla sua vita per aggiungere molta vita ai nostri giorni”, Alemanno ha sottolineato come “Montalcini sia l’esempio concreto che per chi ha volonta’ e determinazione non c’e’ nulla di impossibile”. Infine, Gelmini ha auspicato che “l’esempio di Montalcini possa illuminare il cammino dei tanti giovani che si dedicano con passione alla ricerca”. “Il merito di Rita Levi Montalcini è quello di aver avuto un’attenzione costante nel mettere insieme i valori della persona umana con la libertà della ricerca, creando tra questi due aspetti un legame indissolubile”, ha detto il sindaco Gianni Alemanno “Di fronte ad una personalita’ come Montalcini - ha aggiunto Alemanno - occorre riflettere sul valore della ricerca scientifica e considerare che gli investimenti che non sembrano avere effetti immediati in realta’ sono fondamentali”. Basti pensare, come ha fatto notare Alemanno, che “senza la ricerca non riusciremo a vincere le sfide poste dalla globalizzazione”. Edizione n. 2168 del 23/04/2009

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PAPA/ CARD. MARTINO: PREVEDO ENCICLICA SOCIALE USCIRÀ 29 GIUGNO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Papa/ Card. Martino: Prevedo enciclica sociale uscirà 29 giugno di Apcom Testo ha subito slittamenti a causa della crisi economica -->Città del Vaticano, 23 apr. (Apcom) - L'Enciclica Sociale di Papa Benedetto XVI potrebbe uscire il 29 giugno, festa di San Paolo e Pietro. Lo ha annunciato il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. "Penso, e prevedo - ha detto il porporato - che l'Enciclica uscirà a fine giugno, potrebbe essere il 29 giugno la data definitiva". Martino è intervenuto a margine di un convegno sulla globalizzazione alla Università Gregoriana di Roma. L'enciclica - che si intitola "Caritas in veritate" - ha subito diversi slittamenti e aggiornamenti in seguito alla crisi economica mondiale.

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Agropirateria. Tra "falsi" e "tarocchi" l'agricoltura Made in Italy accusa un "colpo" da oltre 3 miliardi l'anno (sezione: Globalizzazione)

( da "Sestopotere.com" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Agropirateria. Tra “falsi” e “tarocchi” l’agricoltura Made in Italy accusa un “colpo” da oltre 3 miliardi l’anno (23/4/2009 12:31) | (Sesto Potere) - Roma - 23 aprile 2009 - Ogni anno l’agricoltura italiana perde oltre 3 miliardi di euro a causa del crescente assalto dell’agropirateria sui mercati internazionali. Dai prosciutti all’olio di oliva, dai formaggi ai vini, dai salumi agli ortofrutticoli è un continuo di “falsi” e di “tarocchi” che rischiano di provocare danni rilevanti soprattutto alle nostre Dop, Igp e Stg, che rappresentano la punta di diamante del “made in Italy” nel mondo. E’ quanto rilevato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori in occasione della presentazione dello studio Censis sul fenomeno della contraffazione nel mondo e le ricadute sul mercato italiano. Il fenomeno dell’agropirateria -sottolinea la Cia- sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Ormai non c’è più da stupirsi nel ritrovare, anche attraverso Internet, il Prosciutto di Parma, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano prodotti in Argentina, in Australia o, addirittura, in Cina. E gli “agropirati” si camuffano dietro le sigle più strane e singolari. Si va dal Parmesao (Brasile) al Regianito (Argentina), al Parma Ham (Usa), al Daniele Prosciutto & company (Usa), dall’Asiago del Wisconsin (Usa) alla Mozzarella Company di Dallas (Usa), dalla Tinboonzola (Australia), alla Cambozola (Germania, Austria e Belgio), al Danish Grana (Usa). Siamo in presenza -afferma la Cia- di un business di 52,6 miliardi di euro, praticamente poco meno della metà del fatturato agroalimentare italiano. Basti pensare che solo negli Stati Uniti il giro d’affari relativo alle imitazioni dei formaggi italiani supera abbondantemente i 2 miliardi di dollari. E il danno, purtroppo, è destinato a crescere, visto che a livello mondiale ancora non esiste una vera difesa dei nostri Dop, Igp e Stg, che comprendono formaggi, oli d’oliva, salumi, prosciutti e ortofrutticoli. Una difesa che non significa soltanto la tutela di un patrimonio culturale, dell’immagine stessa dell’Italia, ma anche la valorizzazione di un settore economico che ha un fatturato al consumo di 8,851 miliardi di euro ed un export di 1,844 miliardi di euro. Prodotti che, inoltre, danno lavoro, tra attività dirette e indotto, a più di 300 mila persone e che rappresentano una risorsa insostituibile per l’economia locale, in particolare per alcune zone marginali di montagna e di collina che, altrimenti, non avrebbero molte altre possibilità di sviluppo. Insomma, l’Italia, subito dopo la Francia, è la più colpita dalla contraffazione, dall’agropirateria, dai “falsi d’autore” dell’alimentazione. Nel nostro Paese -sostiene la Cia- si realizza più del 21 per cento dei prodotti a denominazione d’origine registrati a livello comunitario. A questi vanno aggiunti gli oltre 400 vini Doc, Docg e Igt e gli oltre 4000 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni e inseriti nell’Albo nazionale. Una lunghissima lista di prodotti che ogni giorno, però, rischia il “taroccamento”. La situazione è, quindi, di estrema gravità: ci troviamo -sottolinea la Cia- davanti ad un immenso supermarket del “falso”, dell’”agro-scorretto”, del “bidone alimentare”. Il più “copiato” tra i prodotti Dop e Igp è il Parmigiano Reggiano. Ad esso appartiene il primato delle imitazioni. Il suo “tarocco” lo troviamo in Argentina, in Brasile, in Giappone, ma anche in Germania e nel Regno Unito. Seguono il Prosciutto di Parma e quello di San Daniele, il Grana Padano, la Mozzarella di bufala e l’Asiago. Una forte crescita di “falsi” si sta registrando in questi ultimi tempi anche per il Gorgonzola. E così lo troviamo sotto il nome di Tinboonzola e di Cambozola. Ma per trovare i “falsi” Dop e Igp non c’è certo bisogno di andare all’estero. E’ sufficiente navigare in Internet per poter avere una vera e propria vetrina del “tarocco”. In molti siti si possono acquistare formaggi come il Parmesan o il Regianito, il Provolone e l’Asiago, prodotti nel Wisconsin (Usa), la Robiola del Canada, la Mozzarella del Texas, la Fontina “made in China”, i pomodori San Marzano coltivati in California, i fiaschi tricolore di Chianti, statunitensi e australiani, il Prosciutto di San Daniele di una ditta americana. Per comprendere la gravità del problema delle imitazioni, la Cia mette in risalto che durante il 2008 sono più che triplicati i casi di sequestri di prodotti Dop e Igp contraffatti o falsificati effettuati alle dogane dei Paesi dell’Unione europea. Importazioni “taroccate”, come formaggi, vini, mele, salumi, che provenivano dai Paesi più disparati: Cina, Brasile, Australia, Sudafrica, Argentina, Canada.

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G8, Berlusconi lo sposta a L'Aquila per aiutare zona sisma (sezione: Globalizzazione)

( da "Reuters Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'AQUILA/ROMA (Reuters) - L'Italia, presidente di turno del G8, ha deciso di spostare a L'Aquila il summit previsto in luglio a La Maddalena, per convogliare sulle zone colpite il 6 aprile dal terremoto che ha ucciso 296 persone le risorse per l'organizzazione dell'evento. "Il Consiglio ha preso la decisione politica, ora bisognerà aprire le consultazioni con gli altri Paesi", ha detto il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli al termine del Consiglio dei ministri tenuto oggi nel capoluogo abruzzese per approvare un pacchetto di aiuti da 8 miliardi di euro. Berlusconi, il cui consenso è salito di quattro punti percentuali al 56% dopo il terremoto secondo il sondaggio Ipr pubblicato lunedì su Repubblica, ha spiegato che "la gestione del G8 a La Maddalena comporterebbe spese di gestione superiori ai 220 milioni di euro". "Dato che c'è stata una polemica abbiamo deciso di risarmiare 220 milioni e impiegarli qui", ha aggiunto spiegando che si tratta di spese organizzative previste per il summit in Sardegna e che ora saranno investite per la nuova localizzazione del G8. La riunione dei capi di Stato e di governo del G8 avrà in Abruzzo "una gestione più sobria" e che la Maddalena ospiterà in autunno il vertice del G8 sull'ambiente sollecitato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Per la tre giorni del summit sono attese 25.000 persone fra le rappresentanze dei Paesi coinvolte, le forze dell'ordine, la stampa, e le altre persone coinvolte nella organizzazione. Il G8 riunisce Usa, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone e Italia. Il secondo giorno del summit il g8 si allarga a G14 ospitando i paesi del G5 (Messico, Sudafrica, Cina, India e Brasile) più l'Egitto.

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Unico indizio una vecchia foto ingiallita (sezione: Globalizzazione)

( da "Gazzettino, Il (Venezia)" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Unico indizio una vecchia foto ingiallita Giovedì 23 Aprile 2009, Un frammento di fotografia ingiallita trovata sul bagnasciuga di una spiaggia durante una passeggiata. E' questo lo spunto da cui parte l'indagine - tra l'antropologico e il poliziesco - che fa da filo conduttore a "Neppure il mare", Supernova editrice, lo stimolante romanzo di Maurizio Fontanella, sociologo lidense con la passione della scrittura. Mery per sempre, c'era scritto sulla foto trovata dal protagonista del libro. Un po' poco come indizio, ma la curiosità è la molla indispensabile per ogni grande scoperta. Chi può scrivere Mery come si pronuncia e non Mary come andrebbe scritto? La pista si indirizza verso il mondo dei pescatori e degli abitanti delle isole dell'estuario dove è sempre più diffuso l'uso di nomi stranieri italianizzati nella grafia: Endriuw, Suellen, Maicol e così via. Una globalizzazione dei nomi diffusa "grazie" alla televisione. L'incontro con Mery rappresenta la svolta del libro, perché consente di aprire uno squarcio sul mondo dei pescatori, facendo venire a galla la storia di Lucio, il marito di Mery e di fatto il vero protagonista del libro, pur essendo da tempo morto. Fontanella usa la ricostruzione delle vicende che hanno portato alla morte di Lucio, pescatore ambientalista che non voleva accettare le regole spietate del consumismo, per denunciare i mali dello sfruttamento intensivo del mare e la degenerazione di un antico e affascinante mestiere. Pescatori che, a volte, si trasformano in predoni che saccheggiano il mare usando sistemi illeciti. Chiaro il riferiemnto ai caparozzolanti abusivi che rastrellano le vongole nelle aree vietate. Ma forse Lucio aveva scoperto qualcosa di peggio: traffico di rifiuti tossici che finivano in mare. Poteva essere questa la causa della strana morte. Ma il finale svelerà un'altra verità ancor più amara. Una storia ricca di umanità, che ruota attorno alla dolce figura di Mery e all'enigmatico Lucio, inserita nel pittoresco scenario delle isole veneziane. Fontanella non indica mai il nome dei luoghi, ma la "location" dove sono inseriti i suoi personaggi è Pellestrina, isola dove il progresso convive ancora con le antiche tradizioni. Anche se gli abitanti non si chiamano più Bepi, Toni o Maria, ma Giosef, Entony e Mery.

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Suona la sveglia per la tecnologia (sezione: Globalizzazione)

( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

La tecnologia dà segni di risveglio. L'indice Msci globale del comparto nell'ultimo mese (fino al 20 aprile e calcolato in euro) ha guadagnato il 22% dopo un 2008 segnato da una caduta superiore al 51%. I fondi venduti in Italia appartenenti a questa categoria si stanno mettendo al passo. In 30 giorni, mediamente, hanno avuto un ritorno vicino al 15%. "I titoli della tecnologia non sono immuni dagli eventi macroeconomici e dagli altri problemi che stanno attraversando i mercati finanziari", spiega una ricerca firmata da Willam Rocco, analista di Morningstar. "Nel breve e medio periodo, potrebbero anche avere delle difficoltà ma ci sono un mucchio di ragioni fondamentali per essere ottimisti sul loro andamento nel lungo periodo". Una su tutte: la loro valutazione. "Molte azioni di questo comparto vengono quotate a 12-13 volte, gli utili stimati", continua Rocco. "Certo, a prima vista può sembrare una valutazione eccessiva, ma è in linea con quella di molte aziende presenti, ad esempio, sull'S&P500 ed è decisamente inferiore al valore che veniva loro dato in passato". Senza contare che molte di queste società possono contare su una posizione invidiabile: sono leader nei mercati di riferimento, hanno brevetti su prodotti estremamente innovativi, hanno buoni flussi di cassa e pochi debiti. Ci sono poi le prospettive di allargamento sui mercati in via di sviluppo. Altera e Xilinx, per esempio, grazie alla domanda che continua ad arrivare dalla Cina sono state in grado di aumentare le stime sugli utili previsti per quest'anno. La stessa cosa hanno fatto Analog Devices e StMicroelectronics, coinvolte nello sviluppo delle frequenze 3G del Paese asiatico. Per quanto riguarda l'attività di M&A, Oracle ha annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare la software house Sun Microsystems per 5,6 miliardi di dollari, che salgono a 7,4 miliardi includendo anche l'assunzione del debito. L'operazione, che dovrebbe essere finalizzata entro l'estate, è già stata approvata all'unanimità dal cda di Sun Microsystems. Per ogni azione della rivale Oracle è pronta a pagare 9,5 dollari (un premio del 42% rispetto alla chiusura in Borsa venerdì scorso) Nelle scorse settimane Ibm aveva annunciato di aver interrotto le trattative per una possibile acquisizione del gigante del software e dei server, per il quale offriva 9,40 dollari per azione. Tutto questo potrebbe spingere un investitore a lanciarsi su un fondo dedicato alla tecnologia. Ma, spiegano gli esperti, ci sono tre aspetti che è bene tenere in considerazione. Primo: "I vostri portafogli, probabilmente hanno già una buona esposizione sul comparto tecnologico", dice l'analista di Morningstar. "I rialzi del comparto registrati nelle ultime settimane, sicuramente non sono sfuggiti ai gestori, soprattutto quelli che hanno una visione più internazionale, che avranno posizionato il portafoglio di conseguenza". Secondo (che deriva direttamente dal primo): "Questi stessi gestori, se le cose continueranno ad andare bene, proseguiranno con gli acquisti. Se, poi, avete più di un fondo, è probabile che anche gli altri strumenti abbiano già a loro interno una componente hi-tech sufficiente". Terzo: "I fondi specializzati sulla tecnologia hanno un tallone d'Achille: a causa della natura esplosiva (in termini borsistici) degli asset che hanno in portafoglio e della concentrazione del settore di riferimento, tendono ad essere molto più volatili dei prodotti specializzati su altri comparti". Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli L'hi-tech ha perso il suo smalto L'hi-tech si mette a posto il trucco L'hi-tech tiene e aspetta Obama La crisi cambia i connotati all'hi-tech Hi-tech, per chi ama la volatilità Articoli correlati I finanziari cercano la rivincita Avanzano gli energetici Il mattone questa volta tiene Pharma in attesa del piano Usa Link Correlati Azionari Settore Tecnologia

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Borse, le banche regalano ottimismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Settimana positiva per le Borse mondiali. Nell'ultima ottava l'indice Msci World ha guadagnato l'1,74%. A livello di benchmark macroregionali, il North America è salito dell'1,42%, lo Europe del 3,10%, l'Asia (Giappone escluso) del 3,86%, mentre quello del Sol levante è rimasto praticamente invariato. Le antenne degli operatori sono rimaste puntate soprattutto sugli Stati Uniti da dove sono arrivati una raffica di risultati trimestrali. Sotto la lente sono stati messi quelli delle banche per cercare di indovinare quale direzione sta prendendo la crisi che ha messo in ginocchio il comparto finanziario mondiale. E i risultati hanno superato le attese. L'ultima a comunicare i numeri è stata Citigroup, che è tornata all'attivo di bilancio. Il gruppo bancario newyorkese ha riportato profitti per 1,59 miliardi di dollari nel primo trimestre e ricavi per 24,79 miliardi. Secondo l'amministratore delegato Vikram Pandit, si è trattato del miglior risultato dal secondo trimestre del 2007. Jp Morgan, da parte sua, ha visto l'utile netto calare meno del previsto, con un utile per azione di 0,4 dollari rispetto ai 32 centesimi di dollaro attesi dal mercato. Risultati in salita per Goldman Sachs, che ha chiuso il trimestre con un utile netto pari a 1,8 miliardi di dollari (3,39 dollari per azione contro una stima del mercato a 1,64 dollari). Si tratta di un risultato in crescita rispetto a 1,5 miliardi del corrispondente trimestre dell'anno scorso. Ma l'attesa era forte anche per i bilanci di General Electric considerata una cartina di tornasole dello stato dell'economia mondiale grazie alla diversificazione, anche a livello geografico, delle sue attività. Il colosso americano, ha registrato un utile di 2,9 miliardi di dollari: un calo del 35% rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente ma, anche in questo caso, superiore alle attese degli analisti. Nel Vecchio continente tutte queste notizie sono state accolte con un certo sollievo. A beneficiarne, complici anche le valutazioni considerate eccessivamente sacrificate, sono stati i titoli del comparto finanziario. Continuano, invece, le preoccupazioni dal punto di vista macroeconomico. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, le esportazioni dai Paesi dell'Unione verso i mercati di sbocco principali, a gennaio hanno registrato il calo più forte degli ultimi nove anni. Quelle dirette negli Stati Uniti sono scese del 27% rispetto allo stesso periodo del 2008 mentre quelle per la Cina sono diminuite del 26%. Colpa di un rallentamento globale che, secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nel 2009 dovrebbe essere del 4,3%. Sempre in base ai dati Eurostat il tasso di inflazione a marzo è stato dello 0,6% il livello piu' basso dal 1996. A febbraio l'indicatore era all'1,2% mentre, nel luglio dell'anno scorso, l'inflazione aveva toccato il massimo al 4%. Nel frattempo la disoccupazione in Europa a febbraio ha toccato i massimi degli ultimi tre anni, mentre la produzione industriale ha segnato un rallentamento per il decimo mese consecutivo. I momenti difficili che sta attraversando il Vecchio continente si sono fatti sentire anche a livello di bilanci. Danone, per esempio, ha annunciato un calo dei guadagni del 2,3% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2008, mentre Philips, in calo per il secondo trimestre consecutivo, ha detto di aspettarsi "ulteriori e significativi cali". L'Asia, intanto, ha deciso di mettersi a seguire la ruota delle altre due macroregioni, sperando che le fiammate delle piazze finanziarie siano il preludio a una ripresa generalizzata dei suoi principali mercati di sbocco. Ma l'attenzione degli operatori dell'area è stata attirata anche dalla Cina. Secondo i dati diffusi da Pechino, il Pil del "Regno di mezzo" nel primo trimestre è aumentato soltanto del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Negli ultimi tre mesi del 2008 la crescita era stata del 6,8%. In Giappone, buoni segnali sono arrivati dal fronte della fiducia dei consumatori che a marzo è salita per il terzo mese consecutivo assestandosi a quota 28,9 punti contro i 26,7 del mese precedente. L'indice rimane tuttavia su valori molto bassi in termini assoluti, a indicare come ci sia una netta riluttanza a riaprire i cordoni della Borsa e a finanziare i consumi. Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca Qualitativi Eurizon EasyFund Equity North America Epsilon QValue Epsilon QEquity Carige Azionario Internazionale Articoli correlati Le Borse provano a resistere Borse, la giornata degli incerti Borse, l'Europa non segue gli Usa Link Correlati

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Le Borse provano a resistere (sezione: Globalizzazione)

( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le indicazioni sul futuro della crisi tornano a condizionare la Borsa americana e di conseguenza anche quelle del Vecchio continente. Dopo un'apertura in rialzo, gli indici a Wall Street hanno rallentato, delusi dalle indicazioni del Fondo monetario internazionale. "L'attuale recessione sarà insolitamente lunga e severa, e la ripresa lenta", ha spiegato l'Fmi nell'anticipazione di uno dei capitoli analitici del World Economic Outlook che sarà diffuso la prossima settimana. "Le recessioni associate a crisi finanziarie, tendono a essere severe. La ripresa da queste recessioni è solitamente lenta. Se queste frenate sono sincronizzate a livello globale, tendono a essere ancora più lunghe e seguite da riprese ancora più deboli". La frenata di Wall Street si è fatta sentire sulle Borse europee che erano partite a razzo e sono rimaste toniche per quasi tutta la giornata. La chiusura è stata comunque positiva. A Milano l'indice Mibtel ha segnato l'1,77%, mentre l'S&P/Mib l'1,93%. A correre è stato soprattutto il comparto finanziario, sul quale sta tornando l'interesse degli investitori anche grazie alle buone valutazioni dei titoli. Come è successo a Unipol, aiutata anche dalle parole dell'a.d. Carlo Salvatori sull'andamento dei primi mesi dell'anno. Da segnalare che Fitch ha abbassato ad A da A+ il rating di lungo termine di Unicredit. Secondo l'agenzia, la banca guidata da Alessandro Profumo ha una "crescente vulnerabilità a potenziali gravi stress" nell'Europa centro-orientale e negli stati ex-sovietici. Fra gli industriali, segno più per Fiat dopo i dati sulle immatricolazioni in Europa. Per quanto riguarda l'Asia, l'attenzione degli operatori è stata attirata dalla Cina. La crescita economica del Paese, infatti, continua a rallentare. Secondo i dati del primo trimestre di quest'anno, diffusi dall'Ufficio nazionale di statistica, il Pil è aumentato soltanto del 6,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Negli ultimi tre mesi del 2008 la crescita era stata del 6,8%. Chiusura positiva, comunque, per le principali Borse della regione grazie al buon andamento delle materie prime e dell'elettronica. Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli Rating e Report di Ricerca Qualitativi Eurizon EasyFund Equity North America Epsilon QValue Epsilon QEquity Carige Azionario Internazionale Articoli correlati Borse, la giornata degli incerti Borse, l'Europa non segue gli Usa Borse, le banche regalano ottimismo Link Correlati

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CRISI: FESTIVAL DELL'ECONOMIA DI TRENTO PER ''CAPIRE COSA CI ASPETTA''. (sezione: Globalizzazione)

( da "Asca" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRISI: FESTIVAL DELL'ECONOMIA DI TRENTO PER ''CAPIRE COSA CI ASPETTA'' (ASCA) - Milano, 23 apr - E' ''capire cosa ci aspetta'' la domanda alla quale personalita' di primo piano del mondo economico e istituzionale cercheranno di rispondere durante la tradizionale kermesse del ''Festival dell'Economia'' in programma a Trento dal 29 maggio al 1 giugno. E ''come conciliare identita' e globalizzazione al tempo della crisi'' sara' l'argomento al centro del dibattito che per tutta la tre giorni vedra' confrontarsi economisti giuristi, politici e sociologi. Una tappa obbligata per Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival: ''Il problema - ha detto presentando a Milano la manifestazione - e' quello di governare una crisi globale di fronte al rafforzamento di identita' locali riaffermate in contrasto con tutto cio' che sta loro esterno''. La crisi, ha aggiunto Boeri, ''non e' affatto figlia della globalizzazione, ma del difetto della regolamentazione in Usa. Anzi, e' proprio la globalizzazione che ci puo' portare fuori dalla crisi''. Su questo e altri argomenti si confronteranno due premi Nobel per l'Economia: Georges Akerlof e James Heckman. Insieme a loro, saranno a Trento docenti universitari di indiscussa fama e personalita' di primo piano del dibattito pubblico e culturale italiano: Giuseppe De Rita, Gian Arturo Ferrari, Lucio Caracciolo, Carlo Petrini, Giuliano Amato, Innocenzo Cipolletta, Luca Cordero di Montezemolo, Diego della Valle, Enrico Letta, Tommaso Padoa-Schioppa e Francesco Giavazzi. Accanto ai numerosi dibattiti di carattere scientifico, la quarta edizione del Festival offre un calendario ricco di eventi dedicati ad adulti e bambini nelle piazze e nelle strade del centro storico di Trento. Riflettori puntati anche sulla tutela del clima e sul rispetto dell'ambiente. Il Festival si propone quest'anno come ''Amico del Clima'' nella convinzione che adottare comportamenti sostenibili significhi adottare comportamenti economici. Senza dimenticare che i cambiamenti climatici in atto hanno forti ripercussioni sul sistema produttivo ed economico, oltre che sull'ambiente. fcz/sam/alf (Asca)

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L'Asia scotta ancora (sezione: Globalizzazione)

( da "Morningstar IT" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il mercato asiatico va ancora trattato con le molle. E non importa, dicono gli analisti, se l'indice Msci della regione (Giappone escluso) nell'ultimo mese (fino al 14 aprile e calcolato in euro), ha guadagnato più del 17%. "Nonostante ci sia un ritorno di fiducia sulla regione da parte di alcuni investitori, ci sono ancora troppe incognite a livello mondiale che potrebbero spingere gli operatori ad abbandonare gli asset considerati rischiosi per tornare temporaneamente in porti più sicuri"si legge in una nota di Morningstar. L'area asiatica, in effetti, sta dimostrando proprio in questi giorni di essere un posto poco adatto ad investitori ancora persi in mezzo alla tempesta dei mercati. Gli scontri di piazza che si stanno verificando in questi giorni in Thailandia non stanno condizionando soltanto la vita politica ed economica di quel Paese, ma sono scoppiati in concomitanza con un vertice dell'Asean (l'associazione che raccoglie gli Stati del sud est asiatico di cui per ora fanno parte anche Giappone e Cina) dal quale si aspettavano misure concrete per far riprendere l'intera regione dalla crisi. Ma i problemi non finiscono qui. Alcuni Paesi della regione asiatica devono affrontare problemi di corruzione, che mettono in pericolo l'afflusso di capitali esteri in uno dei momenti in cui servono di più. Secondo uno studio preparato da Political and Economic Risk Consultancy (Perc) la maglia nera va ex equo a Indonesia e Thailandia, mentre il podio più alto viene condiviso da Singapore ed Hong Kong. "Questo non significa che in questi due Paesi non ci sia corruzione", sottolinea lo studio di Perc, redatto intervistando circa 2mila businessman che normalmente fanno affari nella zona. "Vuol dire che ce n'è meno". Dal punto di vista operativo, tuttavia, non si può fare di tutta l'erba un fascio, soprattutto in un'area geografica così estesa. Gli analisti, ad esempio, continuano a tenere sotto la lente la Cina e l'India. "Questi due mercati hanno sofferto molto nel 2008", spiega uno studio firmato da David Kathman di Morningstar. "Dall'inizio di quest'anno, invece hanno registrato un buon rimbalzo, aiutato anche dal rally di marzo". Il Shanghai Composite Index da gennaio è cresciuto di circa il 30%, mentre il Sensex dell'India è salito dell'11%. "Questo significa che i portafogli con un orientamento internazionale che hanno all'interno asset di questi due Paesi stanno sfruttando meglio i momenti in cui le Borse mondiali corrono", conclude lo studio. Marco Caprotti è Redattore di Morningstar in Italia. Attenzione: Morningstar e i suoi dipendenti non forniscono alcun tipo di consulenza, né su investimenti in generale né su specifici fondi. Puoi mandare un commento all'Autore cliccando qui. Utimi Articoli L'Asia si aiuta da sola L'Asia tira il freno. Ma meno degli... Asia, la Cina fa la differenza Asia, occhio a G20 e Cina L'Asia si aggrappa alla locomotiva... Articoli correlati Latam in crescita, ma occhio alle banche Est Europa, l'Fmi fa da sponsor Usa, il rally non è ancora ripresa Europa, la ripresa è una fiammata Listini mondiali alla prova macro Link Correlati Azionari ASEAN

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14:37 PREZZI: COLDIRETTI TREVISO, QUELLI AGRICOLI NON PAGANO COSTI (sezione: Globalizzazione)

( da "Agi" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

PREZZI: COLDIRETTI TREVISO, QUELLI AGRICOLI NON PAGANO COSTI (AGI) - Roma, 23 apr. - "Attenzione, la nostra agricoltura di qualita' e di eccellenza non e' per sempre come i diamanti. Attenzione, l'agricoltura se perde non guadagna meno, al contrario non riesce a pagare i costi. Attenzione, non e' che l'agricoltura non senta la crisi, bensi' per essa subire la crisi ormai e' una questione ordinaria. Attenzione sulla svolta che serve per uscire dalla mezzadria nei confronti della grande distribuzione". Le attenzioni per il Presidente di Coldiretti di Treviso, Fulvio Brunetta, potrebbero continuare ancora. E queste prendono vigore dopo i buoni esiti del G8 agricolo di Cison di Valmarino. "Esiti che hanno portato l'agricoltura al centro dell'agenda internazionale e che hanno messo in luce il nostro modello di impresa agricola - spiega il Presidente di Coldiretti Fulvio Brunetta - Proprio quel modello che va conservato, valorizzato e soprattutto liberato dalla morsa di chi, anche applicando marchi distributivi ai prodotti che sono vere marche, decide per noi i prezzi globalizzando l'origine delle produzioni e facendo perdere agli stessi la propria identita' con il territorio e nei confronti delle scelte dei consumatori". Per Coldiretti, che vuole piu' agricoltura locale in ogni angolo del mondo, e' giunto il tempo di dare vigore ad una filiera agricola tutta italiana: "La realta', anche trevigiana, e' che le imprese agricole vendono le proprie produzioni a prezzi sempre piu' bassi, mentre i consumatori le pagano sempre di piu'. Per questo ci siamo rivolti a loro direttamente con la nostra vendita. E' tempo di conquistare il giusto potere contrattuale nei confronti della grande distribuzione anche attraverso le strutture economiche associative. Siamo molto soddisfatti dei puntini sulle i messi dal Ministro Luca Zaia in riferimento alle speculazioni negative. Queste speculazioni sono globalizzate. Ci sono a Pechino come a Castelfranco Veneto, a Chicago come a Moriago della Battaglia, a Moumbay come a Monfumo. La realta' e' che del valore di un prodotto all'imprenditore agricolo oggi arriva circa il 17 %. Solo qualche anno fa restava il 22 % ed era gia' considerato poco. La nostra agricoltura di qualita' non puo' continuare a camminare sul filo che di anno in anno si appesantisce di nuovi costi con ricavi identici a quindici anni fa come succede per alcuni comparti".

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CRISI ECONOMICA: BANKITALIA, IMPRESE NE USCIRANNO FORTI E NON DANNEGGIATE (sezione: Globalizzazione)

( da "Soldionline" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

CRISI ECONOMICA: BANKITALIA, IMPRESE NE USCIRANNO FORTI E NON DANNEGGIATE Roma, 23 apr.(Adnkronos) - Le imprese italiane usciranno dalla crisi economica piu' forti di prima. Ne e' convinta la Banca d'Italia che, nell'ultimo Rapporto sulle tendenze nel sistema produttivo italiano, configura ''scenari di uscita dalla crisi in condizioni competitive non menomate, possibilmente accresciute''. Per Bankitalia, infatti, ''il tratto distintivo dell'ultima fase economica e' l'accresciuta pressione competitiva sui produttori italiani, determinata da una molteplicita' di fattori: alcuni piu' strettamente economici (globalizzazione, innovazione tecnologica), altri connessi con l'evoluzione nella regolamentazione dei mercati (privatizzazione e liberalizzazione dei servizi), altri ancora di natura piu' politico-istituzio nale (mercato unico, unione monetaria)''.

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CRISI ECONOMICA: BANKITALIA, IMPRESE NE USCIRANNO FORTI E NON DANNEGGIATE (sezione: Globalizzazione)

( da "ITnews.it" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 23 apr.(Adnkronos) - Le imprese italiane usciranno dalla crisi economica piu' forti di prima. Ne e' convinta la Banca d'Italia che, nell'ultimo Rapporto sulle tendenze nel sistema produttivo italiano, configura ''scenari di uscita dalla crisi in condizioni competitive non menomate, possibilmente accresciute''. Per Bankitalia, infatti, ''il tratto distintivo dell'ultima fase economica e' l'accresciuta pressione competitiva sui produttori italiani, determinata da una molteplicita' di fattori: alcuni piu' strettamente economici (globalizzazione, innovazione tecnologica), altri connessi con l'evoluzione nella regolamentazione dei mercati (privatizzazione e liberalizzazione dei servizi), altri ancora di natura piu' politico-istituzio nale (mercato unico, unione monetaria)''.

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DISTRATTI DA AL QAEDA, DERUBATI DA WALL ST. IL NUOVO LIBRO DI LORETTA NAPOLEONI (L'ECONOMISTA CHE PREVIDE LA GRANDE CRISI) - LE FOLLI SPESE BUSHIANE E DUE GUERRE COSTOSISSIME, IN (sezione: Globalizzazione)

( da "Dagospia.com" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

HomePage | Segnala articolo --> DISTRATTI DA AL QAEDA, DERUBATI DA WALL ST. – IL NUOVO LIBRO DI LORETTA NAPOLEONI (L'ECONOMISTA CHE PREVIDE LA GRANDE CRISI) - LE FOLLI SPESE BUSHIANE E DUE GUERRE COSTOSISSIME, INNESCANO LA SPIRALE DELLA CRISI ECONOMICA – LE COLPE DI GREENSPAN... Loretta Napoleoni per "l'Unità" (Tratto da "La Morsa", Chiarelettere) Terrorismo ed economia: ecco i temi più dibattuti degli ultimi anni. E se tra loro esistesse una relazione che va ben oltre le prime pagine dei giornali? Se la guerra contro il terrorismo, inaugurata da George W. Bush all'indomani dell'11 settembre, avesse in qualche modo contribuito alla crisi del credito? Si tratta d'interrogativi sconcertanti, che recentemente molti si pongono. L'amministrazione Bush riceve da Bill Clinton un piccolo surplus e Barack Obama che sale al potere nel mezzo della peggiore recessione del dopoguerra - eredita un debito pubblico di 10mila miliardi di dollari, pari al 70 per cento del Prodotto interno lordo americano, o meglio, al 18 per cento dell'economia mondiale. LORETTA NAPOLEONI Dove sono finiti tutti quei soldi? Due guerre ancora in corso e un sistema di sicurezza ambiziosissimo, quanto inconsistente, prosciugano le finanze dello Stato e proiettano l'America tra i paesi con il debito pubblico più alto al mondo. Tutto questo non sarebbe successo fino a vent'anni fa, quando i conflitti si pagavano con l'erario pubblico anziché con la politica dei bassi tassi d'interesse. Come dimenticare la storica decisione di Lyndon Johnson, negli anni Sessanta, di aumentare la pressione fiscale per far fronte agli alti costi della guerra nel Vietnam? Manovra necessaria e al tempo stesso profondamente impopolare. A nessuno, infatti, piace finanziare di tasca propria la macchina militare, anche se l'obiettivo è distruggere un super terrorista come Osama bin Laden o sbarazzarsi dell'arcidittatore Saddam Hussein. A chi si domanda perché queste guerre in Iraq e in Afghanistan, che sembrano interminabili, non abbiano suscitato un movimento d'opposizione simile a quello che pose fine a quella del Vietnam, si può rispondere che finché la spesa militare non tocca direttamente il nostro portafoglio o intacca la nostra libertà, costringendoci ad andare al fronte, i conflitti armati restano virtuali, vissuti esclusivamente attraverso il filtro dei media. Cover "La Morsa" LA PAURA DEL TERRORISMO. Neppure gli attentati terroristici a Madrid e a Londra, ambedue legati al conflitto iracheno, ci hanno fatto sentire quest'ultimo abbastanza vicino da coinvolgerci. Persino la minaccia del terrorismo, dunque, ci tocca solo di striscio, quando le immagini di sangue e morte fanno capolino sui nostri teleschermi o quando i politici le usano per spaventarci. Dopo l'attentato di novembre 2008 a Mumbai, il ministro degli Esteri italiano dichiara che il vero pericolo non è l'economia ma il terrorismo. Giornali e telegiornali italiani rincarano la dose ricordando che sette connazionali sono intrappolati negli alberghi occupati dai terroristi. E l'Italia è presa nella morsa della paura del fondamentalismo islamico al punto da scambiare due mitomani marocchini per super terroristi. Il motivo è altrettanto ridicolo: inculcavano nei figli di due anni il culto di Osama bin Laden e sognavano di far esplodere con ordigni inesistenti un supermercato di periferia. La paura del terrorista è uno strumento molto efficace per distrarre l'attenzione del cittadino occidentale dal caos economico degli ultimi vent'anni e dalla crisi che sta facendo sprofondare il capitalismo in una nuova Grande depressione. Tristemente, il legame tra eversione ed economia non è circoscritto a questa manipolazione: la guerra contro il terrorismo dei neoconservatori americani ha infatti contribuito alla crisi del credito. Come? Per rispondere rivisitiamone le fasi più salienti. Il crollo del Muro di Berlino inaugura la politica del credito facile e a buon mercato. George Bush Alan Greenspan, a capo della Federal Reserve (Fed), ne è l'artefice. La deflazione agevola il processo di globalizzazione, o meglio, la colonizzazione del mondo da parte della finanza occidentale. Lo Stato retrocede dall'arena economica e lascia al mercato finanziario il compito di gestire il grosso dell'economia. E Alan Greenspan diventa più potente del presidente Clinton. È lui che tiene le fila dell'economia mondiale, la cui crescita sembra inarrestabile. Ogni qualvolta le crisi economiche bussano alla porta del villaggio globale - da quella del rublo fino alla minirecessione americana del 2000- Greenspan taglia i tassi. Si tratta di una strategia folle perché, lungi dal risolvere i problemi strutturali della globalizzazione, posticipa lo scoppio della crisi aumentandone la portata. (...) Gli anni Novanta e gran parte degli anni 2000 sono caratterizzati dall'abbondanza perché vissuti all'insegna del credito facile e a buon mercato; consumi, investimenti, tutto cresce e nessuno ha voglia di criticare uno Stato che ha creato tutta questa cuccagna. L'euforia nasconde però una realtà ben diversa: uno dei cardini del contratto sociale - secondo cui lo Stato deve rispondere ai cittadini di come gestisce il loro denaro - si sta incrinando. Osama Bin Laden DUE GUERRE E MOLTI DEBITI. Dopo il 2001 la politica dei tassi d'interesse bassi fa comodo al governo americano che nel giro di due anni si trova invischiato in due guerre che l'amministrazione aveva anticipato sarebbero state lampo e quindi a basso costo. In realtà, questi conflitti pesano gravemente sulla spesa pubblica. L'indebitamento sul mercato finanziario attraverso la vendita dei buoni del tesoro permette di evitare l'impopolare manovra fiscale del presidente Johnson, e cioè aumentare le tasse agli americani. Ma la raccolta del denaro non è facile, lo Stato deve competere con il settore privato, ecco perché l'amministrazione Bush fa preme sulla Federal Reserve per mantenere oltremisura la politica dei tassi d'interesse bassi. Questa infatti rende i buoni del tesoro americani più competitivi rispetto a quelli dell'industria privata. Cina e Giappone diventano i maggiori sottoscrittori del debito pubblico statunitense. Alan Greenspan (...) La politica deflazionista di Greenspan, dunque, finanzia prima il benessere illusorio della globalizzazione e poi la guerra contro il terrorismo. Ecco spiegata l'origine della crisi del credito. Ma se Greenspan crea la bolla durante gli anni Novanta, il finanziamento di due guerre dopo l'11 settembre prima la gonfia e poi la fa esplodere. L'abbattimento dei tassi, subito dopo la tragedia, innesca il perverso meccanismo dei mutui subprime e inflaziona i prezzi del mercato immobiliare in America e nel resto del mondo; dà vita, insomma, alla spirale dell'indebitamento delle banche. Le statistiche mostrano che dal 2001 al 2007 i prezzi degli immobili registrano, un po' dovunque, una crescita eccezionale. CHI PAGA QUESTA FOLLIA. Naturalmente, a fare le spese di questa follia economica è la popolazione americana che per quindici anni è tenuta all'oscuro delle crisi del mercato globale e per altri sette ignora che Pechino e Tokyo finanziano le guerre "ideologiche" dei neoconservatori, mentre Washington accumula un debito pubblico da Paese in via di sviluppo. E sono ancora i cittadini americani che si sobbarcano tutto il debito delle banche: sebbene incrinato, il contratto sociale è ancora in piedi, e chi risponde degli errori dei politici è la popolazione. Wall Street Così quando la bolla esplode, nel settembre 2008, e quando la recessione è alle porte all'inizio del 2009, per salvare le banche e mantenere in piedi due guerre, Washington usa i soldi dei contribuenti, quei pochi nell'erario pubblico e quelli ancora da raccogliere, pignora insomma la ricchezza delle future generazioni. Anche il contribuente del villaggio globale paga questi errori. Gli Stati Uniti sono la locomotiva economica del mondo, così la conflagrazione a Wall Street trascina l'intero pianeta nella crisi economica. [23-04-2009]

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CRISI/ BOERI: LA GLOBALIZZAZIONE SARÀ LA NOSTRA SALVEZZA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi/ Boeri: la globalizzazione sarà la nostra salvezza di Apcom Al via dal 29 maggio al 1 giugno Festival dell'Economia a Trento -->Milano, 23 apr. (Apcom) - La globalizzazione ci salverà. Non ha dubbi l'economista della Bocconi, Tito Boeri sulla strada che condurrà l'economia globale fuori dalla crisi. "E' un errore gravissimo dire che la crisi è colpa della globalizzazione. Non è così - ha detto questa mattina presentando il Festival dell'economia di Trento - la globalizzazione oggi è quello che ci porterà fuori dalla crisi, la globalizzazione può essere la nostra salvezza". E proprio la globalizzazione sarà il tema al centro della edizione 2009 del Festival di cui Boeri è responsabile scientifico. Da giovedì 29 maggio a domenica 1 giugno a Trento si confronteranno premi Nobel, economisti, giuristi, imprenditori, manager, politici sulla possibilità che "le diverse identità locali si concilino con una identità globale che sostenga la delega di poteri a organismi sovranazionali, di coordinamento fra paesi, come il G20, nella gestione della crisi". "Le radici della crisi - ha spiegato Boeri - sono nei difetti della regolamentazione statunitense". E la situazione è destinata a degenerare allorchè "manca un coordinamento tra i Paesi europei: lo si è visto nel sistema bancario europeo dove lo spread tra i tassi delle obbligazioni bancarie e quello dei titoli di stato è più forte che in Usa sebbene non avessimo le loro stesse difficoltà, oppure nei pacchetti di stimolo fiscale diversi da Paese a Paese". A Trento ad aprire i lavori ci saranno due premi Nobel per l'Economia, George Akerlof e James Heckman. E poi Tyler Cowen, docente di Economia alla George Mason University, editorialista economico per il New York Times, Alessandra Casella, docente di Economia alla Columbia University, Alberto Alesina, docente di Economia all'Harvard University, Anne Krueger, docente di Economia internazionale alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies a Washington. A questi si aggiungono poi personalità del dibattito pubblico e culturale italiano, tra cui Giuseppe De Rita, Gian Arturo Ferrari, Lucio Caracciolo, Carlo Petrini, Giuliano Amato, Giampaolo Fabris, Innocenzo Cipolletta, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Francesco Giavazzi, Tommaso Padoa-Schioppa, Enrico Letta.

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Kebab conteso a Milano: da Facebook parte la "disobbedienza gastronomica" (sezione: Globalizzazione)

( da "Panorama.it" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

- Italia - http://blog.panorama.it/italia - Kebab conteso a Milano: da Facebook parte la "disobbedienza gastronomica" Posted By redazione On 23/4/2009 @ 1:05 In Headlines, NotiziaHome | No Comments [1] La linea dura della [2] Regione Lombardia contro i kebab travolge anche piadine, pizze d'asporto e gelati: sarà vietato mangiarli in strada e non potranno essere venduti dopo l'una del mattino. Un vero e proprio coprifuoco che sarebbe stato voluto soprattutto dalla [3] Lega Nord. Che rincara la dose: "Dalla prossima settimana vigili e Asl eseguiranno una serie di controlli mirati nei 350 kebab di Milano" rincara la dose il vicesindaco del capoluogo lombardo Riccardo de Corato. Una scelta in linea con l'ondata di protezionismo gastronomico iniziata a Lucca con il divieto di apertura ai locali etnici nel centro della città. E proseguita con le esortazioni del ministro per le poplitiche agricole Luca Zaia di mangiare bagna cauda. Il giro di vite ha fatto infuriare il popolo di Facebook: è già partita l'iniziativa "Non capiscono un cono" che riunirà domani a Milano i disobbedienti gastronomici in una mangiata all'aperto. Commenta un utente: "Credo che sarà il caso di disobbedienza civile popolare più ghiotta della storia. Per la prima volta leggendo le mie analisi del sangue e salendo sulla bilancia .potrò sorridere e dire l'ho fatto per una giusta causa". Scrive una ragazza: "Allora vietiamo anche di fumare poichè la cenere va nell'aria e danneggia chi è più vicino. il profumo di una pizza non è un danno alla collettività. bando agli scherzi, quale sarà la prosisma tappa nella diffusione dell'insicurezza sociale?". E pensare che il kebab ha una storia millenaria: è stato descritto anche dal leggendario viaggiatore musulmano [4] Ibn Battuta (il Marco Polo arabo) come un cibo mangiato nella corte reale indiana. Ma ora rischia la sopravvivenza proprio nell'epoca della globalizzazione. [5] Partecipa al Forum

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G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a L'Aquila (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - G8 agricolo, la dichiarazione finale che andrà a L'Aquila dal nostro inviato Treviso, 20 apr (Velino) - Il summit di Cison di Valmarino tra gli otto Grandi dell’Agricoltura, - Italia, Francia, Germania, Canada, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Russia – ha trovato la quadra su 13 punti riportati nella dichiarazione finale che finirà ora sul tavolo del G8 traserito dal Cdm dalla Maddalena a L'Aquila. "Approvati i due punti su cui l’Italia premeva di più", precisa il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia, anche presidente del summit. "Quello relativo a una liberalizzazione dei mercati che faccia attenzione a non generare una concorrenza sleale" e "quello relativo alle speculazioni negative". Il summit dei ministri del G8 ha messo a fuoco che "la dichiarazione del Millennio del 2000 fissa l’obiettivo di ridurre della metà, entro il 2015, la percentuale di persone in condizioni di povertà e denutrizione; il mondo è ancora molto lontano dal raggiungimento di questo traguardo, come dimostrano gli allarmanti dati forniti dai competenti organismi internazionali. La Conferenza di alto livello sulla sicurezza alimentare Fao svoltasi a Roma dal 3 al 5 giugno riconferma l’impegno volto al conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio attraverso l’incremento della produzione agricola e risposte alle esigenze immediate delle popolazioni più vulnerabili con particolare attenzione alle misure per ml’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici”. La conferenza ha richiamato l’importanza delle linee guida volontarie per la progressiva realizzazione del diritto a una quantità di cibo adeguata nell’ambito della sicurezza alimentare nazionale. Le istituzioni internazionali competenti hanno sottolineato inoltre l’urgente bisogno di aiutare i paesi in via di sviluppo a espandere la propria produzione agricola e alimentare. Nonché aumentare gli investimenti sia pubblici che privati. Sebbene la flessione dell’economia mondiale abbia causato un drastico calo dei prezzi di gran parte delle commodity agricole sul mercato internazionale dall’estate del 2008, questi prezzi sono ancora al di sopra dei valori minimi precedenti La gravità dell’attuale recessione economica implica un aumento rispetto allo scorso anno, del numero di persone povere che soffrono la fame. In vista quindi del vertice dei capi di Stato e di governo del G8 che si terrà a L'Aquila dall’8 al 10 luglio e dei prossimi eventi internazionali in cui verrà affrontato il tema della sicurezza alimentare i ministri dell’agricoltura del G8 inviano ai leader mondiali i seguenti messaggi: “L’agricoltura e la sicurezza alimentare sono al centro dell’agenda internazionale; garantire l’accesso a una quantità adeguata di acqua e cibo è essenziale per lo sviluppo sostenibile e quindi per il nostro futuro. è necessario concentrare l’attenzione su tutte le strategie da attuare e condividere per ridurre la povertà e aumentare la produzione mondiale e per conseguire la sicurezza alimentare, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Dovremmo creare un ambiente capace di incrementare – dichiarano i ministri – la coerenza delle politiche che riconoscono i legami tra l’agricoltura e le altre politiche come quella per lo sviluppo, la salute, quella economica, finanziaria, monetaria, per il commercio, per l’ambiente, le foreste, la pesca, l’istruzione, il lavoro e le politiche sociali. Al terzo punto i ministri sottolineano "l’importanza di aumentare gli investimenti pubblici e privati nell’agricoltura sostenibile, nello sviluppo rurale e nella protezione ambientale, in cooperazione con le organizzazioni internazionali". Risulta inoltre essenziale "affrontare l’impatto dei cambiamenti climatici e assicurare la gestione sostenibile dell’acqua, delle foreste e delle altre risorse naturali tenendo conto della crescita demografica". Al quarto punto i grandi dell’agricoltura riportano l’attenzione sulla necessità "di solide politiche agricole e strategie concrete per sostenere gli investimenti a livello nazionale, regionale e globale. Le politiche e le strategie devono essere sviluppate in maniera inclusiva coinvolgendo tutti i principali attori del settore comprese le organizzazioni degli agricoltori e basarsi su statistiche affidabili. In Africa il Caadp abbraccia questi principi e merita il nostro appoggio". Maggiore sostegno "che comprenda gli investimenti nell’ambito della scienza e ricerca, tecnologi, istruzione, divulgazione innovazione in agricoltura", è l’oggetto del 5 punto della dichiarazione finale del G8 agricolo. "Ci impegnamo anche – sottolineano i ministri – per una sempre maggiore condivisione con gli altri paesi di tecnologie, processi e idee per aumentare la capacità delle istituzioni nazionali e regionali e dei governi e per promuovere la sicurezza alimentare. Questi sforzi sono fondamentali per aumentare la produttività agricola sostenibile e lo sviluppo rurale in ciascun paese secondo le differenti realtà agricole, nel rispetto della biodiversità e migliorando l’accesso al cibo, lo sviluppo socio-economico e la prosperità. Noi continueremo a sostenere la capacity building nei paesi in via di sviluppo rivolta agli standard sanitari e fitosanitari al fine di facilitare l’accesso al mercato e soddisfare le richieste dei consumatori”. Il sesto punto che finirà sul tavolo del G8 riguarda il ruolo degli agricoltori. “Gli agricoltori – precisano i ministri agricoli – devono essere i protagonisti del settore agricolo. L’agricoltura deve rispondere ai bisogni dei cittadini in materia di sicurezza alimentare producendo cibi salubri e nutrienti che soddisfino la domanda del consumatore e non deve essere soggetta agli effetti negativi delle distorsioni commerciali. Occorre inoltre monitorare ed effettuare ulteriori analisi sui fattori che potenzialmente possono determinare la volatilità dei prezzi delle materie prime agricole, incluso la speculazione. Va incoraggiata una strategia coordinata a livello internazionale finalizzata a migliorare l’efficienza delle filiere agroalimentari". "Dobbiamo intraprendere – proseguono i ministri – azioni svolte a ridurre le perdite lungo le filiere nei paesi in via di sviluppo in particolare quelle che avvengono dopo la raccolta al fine di diminuire le quantità di materie prime che sono richieste dalla catene alimentari e per migliorarne l’igiene, la salubrità e il potere nutrizionale. Occorre sostenere analoghi sforzi per ridurre gli sprechi nei paesi industrializzati. Dobbiamo sostenere gli effetti benefici della globalizzazione e dell’apertura dei mercati evidenziando l’importanza di un sistema di commercio internazionale dei prodotti agricoli basato – ed è questo il punto caro a Zaia - su regole certe. Ci impegnamo per il raggiungimento di una conclusione equilibrata, globale e ambiziosa del Doha Round". Al punto numero sette i ministri dichiarano di voler "sostenere il ruolo dei mercati come mezzo per migliorare la sicurezza alimentare. Continueremo a esplorare varie opzioni in merito a un approccio coordinato per la gestione degli stock". Inoltre i ministri dichiarano di rimandare "alle maggiori istituzioni internazionali il compito di esaminare se questo sistema di gestione degli stock può essere efficace nell’affrontare le emergenze umanitarie o come strumento per limitare la volatilità dei prezzi. Questi organismi dovrebbero in particolare esaminare la fattibilità e le modalità amministrative di questo sistema. Alla luce dei risultati verranno esaminate le nuove iniziative da prendere e valutata la necessità di stabilire un processo di consultazione". Ma anche porre l’agricoltura e lo sviluppo rurale – come i ministri dichiarano al punto numero otto – al centro della crescita economica sostenibile insieme alle altre politiche rafforzando il ruolo delle famiglie agricole e dei piccoli agricoltori facilitando il loro accesso alla terra e rafforzando il ruolo delle donne, l’uguaglianza in genere e il ricambio generazionale”. La sicurezza alimentare – secondo gli otto grandi dell’agricoltura – richiede “anche politiche mirate per garantire l’effettiva gestione e l’uso sostenibile delle risorse naturali coinvolgendo le comunità locali nel rispetto delle loro identità. Questo modello di crescita risponde anche ai requisiti delle aree rurali meno sviluppate dove bisogna aumentare la produzione locale sostenibile. Bisogna prestare attenzione alle operazioni di leasing e vendita di terreni agricoli per assicurare che siano rispettate le condizioni locali e tradizionali di uso della terra". Al nono punto la produzione di energia rinnovabile da biomasse. "Deve essere aumentata in modo sostenibile – spiegano i ministri – attraverso una combinazione bilanciata delle necessità delle politiche energetiche con la produzione agricola in modo da fornire una risposta ai nostri fabbisogni energetici, economici, ambientali, agricoli e, allo stesso tempo, non compromettere la sicurezza alimentare. Le politiche dovrebbero – insistono i ministri . incoraggiare una produzione e un consumo di biocarburante sostenibile per l’ambiente promuovendone i benefici e riducendo qualunque potenziale rischio con una forte attenzione per lo sviluppo e la commercializzazione di biocarburanti di seconda generazione secondo gli orientamenti della dichiarazione della conferenza di alto livello sulla sicurezza alimentare mondiale di giugno 2008". Nel decimo punto i ministri sottolineano come sia necessario che gli agricoltori possano disporre di “meccanismi adeguati per la gestione dei rischi e delle crisi di mercato. I sistemi nazionali e internazionali di previsione e gestione delle statistiche agricole e i meccanismi di pre-allerta devono essere potenziati e meglio coordinati per anticipare ed evitare crisi future. Dobbiamo garantire che le istituzioni e le organizzazioni internazionali competenti siano in grado di affrontare le nuove sfide". Poi l’impegno dei ministri per la "piena realizzazione della riforma in atto del sistema internazionale per la sicurezza alimentare, inclusa la Fao e gli altri organismi internazionali competenti come il Cgiar. Sollecitiamo – proseguono – gli altri stati membri e tutte le componenti del sistema Onu a sostenere questo sforzo. Aumentare la centralità della Fao e l’efficacia della sua attività è molto importante nel rafforzare la sicurezza alimentare. Confermiamo – concludono – il nostro appoggio alla riforma e al rilancio del comitato sulla sicurezza alimentare in ambito Onu nel 2009". Analogamente i ministri – al dodicesimo punto – si impegnano a appoggiare "il processo consultivo e di rapida costituzione della Global partnership secondo gli orientamenti forniti dalla dichiarazione finale del vertice G8 di Toyako. Questa partnership avrà un approccio coerente impegnando tutte le parti e rafforzando le strutture e le istituzioni esistenti. Inoltre esso dovrebbe essere dotato di una dimensione politica mondiale volta a un migliore coordinamento a una maggiore coesione per le strategie e le politiche internazionali che hanno un impatto sulla sicurezza alimentare mondiale. Una rete globale di esperti di alto livello sull’agricoltura e l’alimentazione dovranno provvedere all’interno della partnership ad effettuare analisi scientifiche e a evidenziare il fabbisogno e i rischi futuri. Guardiamo al vertice de L'Aquila come un ulteriore importante passo avanti per affrontare i problemi dell’agricoltura e della sicurezza alimentare mondiale e per avanzare della global partnership". Infine il punto numero tredici, l’ultimo del documento approvato dagli otto ministri che ha trovato anche il favore del G5. “Riconfermiamo – dichiarano – il nostro sostegno al coordinamento svolto dalla task force di alto livello sulla sicurezza alimentare delle nazioni unite presieduta dal segretario generale dell’Onu e dal Comprenhensive framework for action Cfa che comprende le misure d’emergenza e le iniziative per assicurare capacità di ripresa e sostenibilità". Inoltre i ministri degli otto paesi più industrializzati hanno anche dichiarato l’impegno di utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione “per ridurre gli effetti negativi dell’attuale crisi finanziaria sulla povertà e la fame, a rafforzare e incoraggiare una produzione alimentare sostenibile, aumentare gli investimenti in agricoltura e nella ricerca, a evitare la concorrenza sleale, evitare le distorsioni del mercato agricolo –incluse le misure restrittive all’export, come concordato in ambito G20- e rimuovere gli ostacoli all'utilizzo sostenibile dei fattori della produzione agricoli”. La rinnovata centralità dell’agricoltura può avere impatti significativi su altre politiche, specialmente quelle relative alla salute, attraverso la lotta alla fame e alla malnutrizione e le politiche ambientali. “Ribadiamo la nostra determinazione a sconfiggere la fame e garantire alle generazioni presenti e future l’accesso ad alimenti salubri, sufficienti e nutrienti”. (Edoardo Spera) 20 apr 2009 14:59

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FIAT/ DAMIANO: STRATEGIA ALLEANZE NON PENALIZZI OCCUPAZIONE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Fiat/ Damiano: Strategia alleanze non penalizzi occupazione di Apcom Insufficienti incentivi governo a settore -->Roma, 23 apr. (Apcom) - La strategia delle alleanze non deve penalizzare i livelli occupazionali di Fiat. Lo dichiara Cesare Damiano, responsabile lavoro del Partito democratico. "E' importate che Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat - dice Damiano - cerchi di stabilire un'alleanza industriale e tecnologica con altre case automobilistiche negli Stati Uniti e in Europa. E' evidente che, quando la crisi sarà terminata, le cose non saranno più come prima e la possibilità di resistere e di avere un futuro dipenderà dalle scelte che oggi si compiono. La strategia delle alleanze - puntualizza - è indispensabile per dare all'azienda una dimensione produttiva che consenta di competere nella globalizzazione con volumi adeguati di produzione". Secondo Damiano, "occorre rilevare che gli incentivi del governo per il settore auto non sono sufficienti, al di dà dei piccoli risultati immediati, a garantire una stabilità di lungo periodo. Per questo - sottolinea - è condivisibile la richiesta avanzata da alcune organizzazioni sindacali di convocare, da parte del Governo, un tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare in modo appropriato le problematiche occupazionali e industriali di un settore altamente strategico come quello automobilistico".

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La Casa Bianca e la Fed truccano i conti?. (sezione: Globalizzazione)

( da "Giornale.it, Il" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Navigando su Internet ho trovato alcune notizie assai interessanti. Il suicidio del top manager Kellermann ha fatto emergere un retroscena sconcertante sul modo in cui l'Amministrazione Obama gestisce gli interventi di risanamento. Il mese scorso ha tentato ripetutamente (ed energicamente) di convincere il management di Freddie Mac di nascondere il costo reale del programma varato per arginare la confisca degli immobili dei mutuatari insolventi. E che costo: 30 miliardi di dollari a carico della società. Il management (Kellermann incluso) si è opposto strenuamente e i rappresentanti del Tesoro hanno dovuto rinunciare. Alla fine la cifra è uscita, ma è stata subito relativizzata dalle rassicurazioni del presidente Barack Obama e del ministro del Tesoro Timothy Geithner. Ieri sera il numero uno di Bank of America, Kennet Lewis, ha rivelato che lo scorso settembre il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e l'allora ministro del Tesoro Paulson fecero forti pressioni affinchè lo stesso Lewis non rivelasse le gravi difficoltà finanziarie di Merril Lynch, scoperte nell'ambito delle trattative per la fusione tra i due istituti. E se si considera che il governo ha autorizzato le banche a cambiare le regole contabili - e dunque ad annacquare le perdite sui debiti tossici - il quadro non è affatto rassicurante. Nessuno parla più del debito complessivo americano (pari al 35o% del Pil); pochi rilevano che la Cina da tre mesi sta riducendo l'acquisto di Buoni del tesoro americani o che il gettito fiscale sarà inferiore alle attese con inevitabili ripercussioni sul defiti pubblico. L'impressione è che le autorità Usa stiano tentando di mascherare i problemi o addirittura di indurre l'opinione pubblica a ignorarli. Ma basta truccare le carte per spingere il mondo fuori dalla crisi? Io dico di no: l'ipnosi aiuta ma non risolve. Scritto in banche, capitalismo, crisi, manipolazione, era obama, cina, economia, gli usa e il mondo Non commentato » (Nessun voto) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 21Apr 09 E' nel blog il futuro del giornalismo? Premessa: fino a metà del 2008 questo blog era una piacevole e utilissima integrazione al mio ruolo di inviato del Giornale. Negli ultimi mesi la situazione è cambiata: continuo ad essere un inviato del Giornale, ma il blog diventa sempre più qualificante per il mio profilo professionale e non solo perché è sempre più letto, con un media di commenti molto alta (e di questo vi sono molto grato). Mi capita sempre più spesso di essere invitato a partecipare a trasmissioni radiofoniche o televisive da colleghi che hanno letto commenti interessanti su "il cuore del mondo", mentre prima accadeva solo per gli articoli sull'edizione cartacea. L'altro giorno un brillante collega della Televisione della Svizzera italiana, Michele Fazioli, mi ha intervistato sul futuro del giornalismo e sulle insidie della comunicazione, con molte domande ispirate proprio dal blog (chi volesse seguirla può scaricare qui la trasmissione Controluce). E stamane un amico e valente blogger, Wolly, mi ha segnalato un interessante articolo di Alberto Flores d'Arcais, da cui risulta che tra gli oltre 20 milioni di blogger presi in esame in America (tutti quelli che lo fanno per passione, per informare, per gioco o per qualsiasi altro motivo) ce ne sono 1,7 milioni che ci guadagnano sopra. E per 452mila di costoro quei soldi sono la prima fonte di stipendio. E con 100mila visitatori unici si riesce a guadagnare 75mila dollari all'anno. Mica pochi. Con qualche ombra, però. Diversi blogger vengono pagati per "bloggare" un prodotto, spesso senza dichiarare il committente e questo è preoccupante perchè in questo modo si accentua il fenomeno della pubblicità parassitaria o camuffata, che già tormenta i media tradizionali. Ma secondo il Wall Street Journal è sempre più consistente il numero dei reporter che fanno buon giornalismo sul blog anzichè sui media tradizionali, come peraltro emerso recentemente a Perugia durante il riuscitissimo Festival internazionale di giornalismo. E in Gran Bretagna il Guardian inizia a guadagnare bene grazie alla pubblicità mirata raccolta attraverso i blog. Da qui la domanda: il futuro del giornalismo è nel blog? Vedo un mondo in cui ci saranno alcuni siti generalisti e tanti piccoli blog specializzati ad altro valore aggiunto, alcuni dei quali diventeranno vere e proprie testate giornalistiche (negli Usa è già successo con Huffington Post). Sbaglio? Inoltre mi chiedo: in una professione che sta cambiando rapidamente cromosomi, fino a quando i giornalisti italiani potranno pretendere di mantenere in vita un Ordine professionale? Scritto in crisi, blog, comunicazione, società, notizie nascoste, gli usa e il mondo, Italia, giornalismo Commenti ( 41 ) » (3 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 19Apr 09 La casta dei top manager continua a imperare (anche in Italia) Il mio amico e collega Nicola Porro latita un po' sul suo blog, ma sul Giornale è assai presente e ieri è stato uno dei rari giornalisti italiani a dare con la giusta evidenza una notizia che ritengo, purtroppo, molto significativa. Trattasi di questo: Tronchetti Provera ha deciso di "dimissionare" Carlo Puri Negri, il numero uno di Pirelli Real Estate. E a ben vedere. Come scrive Porro: "Il titolo piazzato in Borsa a 26 euro viaggia oggi intorno ai 4,7", e fino a pochi giorni fa era ancora più giù. "Nel 2008 Pirelli Re ha perso quasi 200 milioni ed è stata costretta a lanciare un aumento di capitale da 400 milioni. Se Pirelli Re non avesse avuto l'ombrello finanziario ed economico di Pirelli, sarebbe come le tante società immobiliari che stanno saltando come pop corn". Puri Negri, dopo molti anni lusinghieri, ha fallito ed è invitato ad andarsene. Il capitalismo funziona così. Ma se ne va con una buonuscita da 14 milioni di euro. E questo proprio non va. Perchè il capitalismo esige l'assunzione di responsabilità, mentre questa vicenda dimostra che la casta dei supermanager non ha imparato la lezione e continua a comportarsi con avidità, arroganza, disprezzo del buon senso e degli altri. Una casta che ha provocato i danni maggiori nelle banche, ma che influisce anche in altri settori.Ed è inutile parlare di risanamento e di capitalismo etico fino a quando prevarranno queste logiche. Torniamo ai fondamentali, a un sistema che premia chi fa bene, ma che punisce chi sbaglia. E' una questione di giustizia e di buon senso, ormai irrinunciabile, perchè senza fiducia sociale il sistema non regge. Scritto in banche, capitalismo, crisi, società, economia, Italia, notizie nascoste, democrazia, giornalismo Commenti ( 51 ) » (9 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 16Apr 09 Referendum, la Lega ha fatto bene i conti? Premessa: io sono (ma ormai bisogna dire ero) favorevole all'accorpamento tra il referendum e le elezioni europee, non fosse che per una questione di buon senso. Non ha senso a pochi giorni dal terremoto e in piena crisi economica sprecare 400 milioni di euro. Fini è indignato e ha ragione. Berlusconi avrebbe voluto l'abbinamento e ha dovuto cedere solo perchè la Lega ha minacciato la crisi di governo. Ma perchè la Lega non vuole l'accorpamento? Ufficialmente perché lo ritiene anticostituzionale; in realtà perchè teme che il referendum venga approvato e dunque rinviandolo al 14 o al 21 giugno punta al mancato raggiungimento del quorum. E che cosa chiede il referendum? I tre quesiti sono formulati in modo incomprensibile; di fatto propongono di: 1) abrogare le norme che permettono il collegamento tra le liste alla Camera. Il premio di maggioranza non verrebbe più attribuito alla coalizione vincente, ma alla singola lista che ottiene più voti. 2) attribuire il premio di maggioranza anche al Senato con nuove soglie di sbarramento: 4% alla Camera, 8% al Senato. 3) abrogare le candidature multiple che consentono a un candidato di correre in più seggi elettorali. Se passassero i primi due quesiti la Lega rischierebbe di diventare ininfluente alla Camera e di non entrare nemmeno al Senato. Ecco perchè ha alzato la posta in gioco. Il suo ostruzionismo è fondato su ragioni comprensibili. Ho l'impressione, però, che la maggior parte degli italiani non gradisca affatto lo sperpero di 400 milioni e che sia favorevole al referendum. Rinviarlo a metà giugno potrebbe non bastare per indurre il 50,1% degli elettori a disertare le urne. Inoltre da questa vicenda l'immagine della Lega esce offuscata: mentre l'Italia si unisce e riscopre uno spirito nazionale, il Carroccio fa prevalere il cabotaggio elettorale, che motiva la base del partito, ma rischia di irritare molti elettori moderati. Sì, la Lega ha le sue ragioni, tuttavia mi chiedo: Bossi ha fatto bene i conti? Scritto in politica, lega, referendum, pdl, crisi, democrazia, società, partito democratico, Italia Commenti ( 44 ) » (8 voti, il voto medio è: 2.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 14Apr 09 Una farsa il ritorno agli utili delle banche Usa? Dunque, Wells Fargo ha annunciato utili per 3 miliardi di dollari, Goldman Sachs ieri per 1,5 miliardi e da qualche settimana le Borse festeggiano. Molti commentatori ritengono che il peggio, per le banche Usa, sia passato. E' davvero così? Ho molti dubbi. Com'è possibile che banche che fino a due mesi fa erano soffocate dai debiti tossici improvvisamente risplendano? Dove sono finiti i debiti? Strano, molto strano. O è un miracolo o c'è un trucco. Io propendo per la seconda ipotesi, per questa ragione: 1) Il governo americano ha consentito di allentare le regole mark-to-market, che obbligavano le banche a contabilizzare ogni giorni il valore di mercato dei loro debiti e siccome quelli tossici valevano zero gli istituti erano costretti a riportare perdite gigantesche. Ora invece le banche possono valutare con molta elasticità questi debiti. Secondo le nuove regole sono loro stesse a stabilire i criteri per stabilire il valore di questi titoli. L'istituto X ha un debito tossico che a valore di mercato vale 1, ma può decidere autonomamente che valga 5 o 6 perchè questo è il valore atteso fra uno o due anni. E le banche possono vantare utili inattesi. Capito? E' un nuovo esempio di finanza creativa. 2) Le banche in questi giorni sono sottoposte a uno stress-test e, i risultati preliminari, sapientemente passati al New York Times rivelano che lo stato di salute dei 19 principali istituti americani è migliore del previsto. Ma Nouriel Roubini in un post dimostra che sono inattendibili perchè fondati su premesse che la realtà ha già superato, in negativo. Ovvero i "casi estremi" considerati dal test sono molto migliori dei dati emersi nel frattempo sull'economia americana. Insomma, è una truffa. 3) La Federal reserve ha portato quasi a zero i tassi di interesse, ma l'Amministrazione Obama si è ben guardata dall'imporre limiti sui tassi che gli istituti finanziari posso chiedere al consumatore, che, negli Usa restano altissimi, a cominciare da quelli sulle carte di credito. Le banche li stanno addirittura alzando. Si finanziano a tasso zero, ma impongono al consumatore tassi superiori al 10%. Corrette e riconoscenti, come sempre. Il G 20 ha proiettato l'illusione di una regolamentazione dei mercati finanziari, le Borse risalgono, Obama alimenta le speranze parlando di "segnali di ripresa". E' evidente il tentativo di infondere artificialmente fiducia, di cambiare la psicologia del mercato e della gente, nella speranza che la profezia di un mondo migliore e improvvisamente risanato si autoavveri. Sarà, ma il ritorno agli utili delle banche Usa mi sembra una farsa. E a lungo termine questa manovra, che non rimuove il male ma lo accentua, estremamente pericolosa. Scritto in banche, capitalismo, crisi, spin, manipolazione, globalizzazione, economia, era obama, gli usa e il mondo Commenti ( 63 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.57 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 09Apr 09 Per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è peccato veniale Dunque Berlusconi non cambia linea nella lotta all'immigrazione clandestina e per rimediare al no della Camera, prolungherà il decreto in scadenza il 26 aprile. Mille immigrati, quasi tutti tunisini, non verranno messi in libertà. Ed è probabile che in futuro vengano approvate norme ancora più restrittive: la Spagna di Zapatero, la permissiva Olanda, la Gran Bretagna del laburista Brown vanno in questa direzione. E ieri il presidente francese Sarkozy ha pubblicato una direttiva che Alberto Toscano riassume così: "Massimo controllo di chi arriva per lavorare e massimo sforzo per allontanare (con le buone o con le cattive) dal suolo nazionale gli extracomunitari privi di permesso di soggiorno". Quest'anno dovranno essere espulsi almeno 27mila clandestini; come dire: lavoro ai francesi, via gli irregolari. Si tratta di misure draconiane, ben più severe di quelle italiane. Ma per la stampa di sinistra il governo italiano è troppo duro, disumano. Sulla Repubblica di oggi, ad esempio, Massimo Giannini, scrive: " L'allungamento a 180 giorni della permanenza dell'immigrato nei centri di smistamento è persino peggio: una misura sostanzialmente carceraria, stabilità da un'autorità amministrativa, in assenza di reato e di garanzia giurisdizionale >". In assenza di reato? Fino a prova contraria l'immigrato che tenta di entrare non avendo i documenti in regola, nè i visti necessari, viola le leggi del Paese. E questo, sebbene formalmente sia un illecito amministrativo, non può essere tollerato, soprattutto quando assume proporzioni preoccupanti che la società italiana dimostra di non tollerare più . Ma, evidentemente, per "Repubblica" l'immigrazione clandestina è un peccato veniale. (Versione aggiornata del post) Scritto in crisi, comunicazione, pdl, politica, partito democratico, società, francia, immigrazione, Italia, europa, giornalismo Commenti ( 95 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 08Apr 09 Dalla crisi (e dalle tragedie) può nascere un mondo migliore? Sul Giornale di oggi intervisto Bob Thurman, personaggio di grande caratura, sebbene poco noto in Italia. E' uno dei principali consiglieri del Dalai Lama, saggista di grande successo, la rivista "Time" lo inserì tra i dieci americani più influenti. Il suo è il punto di vista di un americano spirituale, che nella crisi finanziaria inizia a vedere una grande opportunità: quella di creare un mondo migliore. Secondo Thurman "è un bene che la coscienza collettiva degli americani si sia risvegliata. Urlano un poco? Se la gente smette di dare ascolto a certe élite e costringe chi ha provocato questo disastro a prendersi le proprie responsabilità questo può essere positivo», mentre prima la coscienza era assopita "perché prevaleva l'egoismo. Molti si rendevano conto degli abusi di un gruppo ristretto di persone, di lobbies molto potenti come quelle delle banche, ma finché riuscivano ad andare avanti si dicevano: cosa posso rimediare da solo? E siccome tutti pensavano così, nulla cambiava davvero. D'altronde bastava accendere la tele per distrarsi: chi parlava dei problemi reali? Nessuno, tutto era trasformato in uno spettacolo, anche l'informazione». Questa crisi è un'opportunità "perché il sistema così non poteva funzionare: stavamo correndo verso il disastro. Tutto a credito, tutto esasperato, centinaia di milioni di persone strappate alla campagne. Il governo americano e le grandi istituzioni dicevano ai Paesi piccoli: non potete proteggere i piccoli coltivatori. Così tutta la produzione finiva nelle mani dei grandi gruppi. E gli agricoltori senza più lavoro che cosa fanno? Vanno nelle città dove vivono nelle baraccopoli. È progresso questo? Ora c'è la possibilità di creare sistema più equilibrato. Era un'economia guidata dall'avidità, che ignorava i limiti delle risorse naturali e il rispetto della natura. Ora c'è la possibilità di creare un sistema più saggio, basato sui valori positivi dell'uomo». Thurman ricorda che "dopo ogni grande tragedia, la gente si scopre migliore. All'indomani dell'undici settembre i newyorkesi erano solidali, si cercavano, si aiutavano", li interpeta come segnali di una trasformazione della coscienza e della sensibilità collettive. E se osserviamo quel che sta accadendo in Abruzzo l'intuizione di Thurman trova conferme. Il mio collega Cristiano Gatti, racconta la straordinaria dignità degli abitanti delle zone colpite. Scrive in un bellissimo articolo: "Di sventure e di dolore, di lutto e di rabbia, insomma di creature afflitte e dolenti ormai ne abbiamo viste tante, passando da un cataclisma all'altro. Ma mai, lo dico da semplice testimone neutrale, ho ammirato un simile affresco di spontanea compostezza, di sano orgoglio, di rigoroso rispetto. L'Aquila e dintorni sono a pezzi, non c'è famiglia che non abbia un buon motivo per piangere, ma da questo girone infernale si alza solo silenzio, decoro, contegno. E voglia di ricominciare. Parole toccanti. Rifletto e mi chiedo: dalla crisi economica, dalle tragedie, sta nascendo davvero un mondo migliore? Scritto in capitalismo, crisi, società, globalizzazione, Italia, gli usa e il mondo Commenti ( 40 ) » (5 voti, il voto medio è: 4.6 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 07Apr 09 Terremoto, l'Italia che reagisce bene (con qualche eccezione) Per una volta l'Italia ha stupito in bene reagendo alla tragedia dell'Abruzzo: anzichè dividersi in polemiche sterili, il Paese si è unito. I soccorsi sono stati rapidi, la solidarietà della gente comune commovente, la reazione dei partiti finalmente responsabile. Ho apprezzato molto l'intervento di Franceschini in Parlamento che, senza se e senza ma, ha offerto il proprio sostegno a Berlusconi che, senza se e senza ma, l'ha accettato. Bene, con qualche ulteriore riflessione: 1) Ora si tratta di continuare su questa strada, scongiurando il rischio, molto alto, che passata l'emozione, prevalgano antiche e cattive abitudini ovvero che i fondi stanziati per la ricostruzione non arrivino mai, o solo in parte, a chi ne ha davvero bisogno. 2) Questa tragedia conferma, purtroppo, la mancanza di una cultura della prevenzione nel nostro Paese. In una zona a forte sismico troppi edifici non sono stati messi a norma e questo spiega perchè a crollare non sono state solo case vecchie ma anche edifici recenti. 3) Nonostante il cordoglio, qualcuno non si è trattenuto dall'insinuare qualche polemica. Per un certo mondo, il solito (ovvero il popolo di Grillo, Travaglio, Di Pietro), il terremoto si poteva prevedere e considera Giuliani, l'esperto che sostiene di averlo annunciato, un incompreso da difendere. Peccato che la sua previsione fosse imprecisa: aveva previsto il sisma per il 29 marzo a Sulmona. Immaginiamo che le autorità gli avessero prestato ascolto: migliaia di persone sarebbero state evacuate, poi il 30 o il 31 marzo fatte rientrare a casa. L'Aquila e i paesi circostanti non sarebbero stati risparmiati dalla scossa che ha colpito il 6 aprile, con epicentro il comune di Catipignano. Ieri ho partecipato a una trasmissione radiofonica in Francia su Rtl e uno dei più famosi sismologi francesi - dunaue senza alcun legame con il governo italiano - ha confermato che è impossibile prevedere i terremoti. La polemica non dovrebbe nemmeno iniziare, ma temo che di Giuliani sentiremo parlare a lungo. Sui blog di Grillo è Di Pietro tira già una certa aria.. sì, diventerà un eroe, un perseguitato, un nuovo simbolo di un'Italia confusamente arrabbiata e facilmente manipolabile. O sbaglio? AGGIORNAMENTO: tutti i leader del mondo hanno espresso all'Italia solidarietà e cordoglio, anche il presidente Obama, con toni partecipi e una lunga telefonata a Berlusconi. Lo ringraziamo, ma poi l'ambasciata americana ha deciso lo stanziamento di 50 mila dollari per l'assistenza umanitaria. Dico: 50mila dollari. Un pensierino ino ino ino, peraltro non richiesto dall'Italia. Il governo americano poteva proprio rispiarmarselo. Scritto in comunicazione, pdl, politica, partito democratico, spin, Italia, società, manipolazione, giornalismo Commenti ( 74 ) » (5 voti, il voto medio è: 5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 05Apr 09 Obama è il nuovo Gorbaciov? Ammettiamolo: questo viaggio in Europa e Turchia sancisce un grande successo di immagine per Obama. La stampa lo ha esaltato e non capita mai che un presidente, all'estero, venga accolto da folle in delirio. O meglio: succedeva a Gorbaciov ai tempi della perestroika. Obama in Germania ha parlato a un'assemblea di cittadini adoranti e i sondaggi rivelano che, se si candidasse alle elezioni politiche di fine settembre, batterebbe agevolmente Angela Merkel. Come Gorbaciov ha sposato una donna dal carattere forte, carismatico e capace di rompere gli schemi. La sua straripante popolarità dimostra che gli Usa, quando usano i toni giusti, possono essere ancora amati nel mondo e dunque che l'antiamericanismo non era viscerale, né irreversibile, ma limitato agli eccessi dell'era Bush. Infatti le proteste di strada non erano rivolte contro di lui. L'analogia con Gorbaciov, però, rischia di essere anche politica, sebbene non altrettanto drammatica nell'esito finale. L'esperienza del profeta della glasnost si concluse con il crollo dell'Urss, quella del primo presidente afroamericano difficilmente terminerà con l'implosione degli Stati Uniti. Ma proprio questo primo viaggio ha svelato al mondo un'altra America, meno sicura di sé, improvvisamente umile, a tratti quasi implorante. Quella di un tempo era abituata a imporre i compromessi, quella di oggi dà l'impressione di subirli. Il G20 è stato salutato come un grande successo, ma Washington non ha ottenuto l'impegno di tutti i Paesi a varare una maxi-manovra di stimolo. Dal vertice della Nato si aspettava un impegno ampio e coordinato da parte degli alleati per l'invio duraturo di nuove truppe in Afghanistan, ha ottenuto lo spiegamento di 5mila uomini limitato alle elezioni presidenziali. Eppure nelle scorse settimane aveva esercitato pressioni fortissime per piegare le resistenze degli europei. Inutilmente: per la prima volta il Vecchio Continente può dire no, senza temere lacerazionie tanto meno ritorsioni. La Ue è diventata improvvisamente forte? No, è quella di sempre caotica, litigiosa, multicefala. Semmai è l'America a essere divenuta debole. Obama ha avuto l'onestà intellettuale di ammetterlo: «Siamo stati noi a provocare la crisi finanziaria», da cui, però, gli Stati Uniti non possono uscire da soli. Ha bisogno degli altri, come ben sappiamo. E allora Obama è costretto ad assumere un registro inconsueto per un capo della Casa Bianca: quello del mediatore, dell'amico bonario, del leader che parla poco e ascolta molto. Nei due vertici - G20 e Nato - ha dovuto ritagliarsi un ruolo di negoziatore, di pacificatore. La sua è un'America che tende la mano e riscopre il consenso. Con un dubbio: Obama sta gestendo un periodo di difficoltà transitoria in attesa di riprendere il ruolo di superpotenza o, come Gorbaciov, verrà ricordato come il gestore di un grande Paese che declina tra gli applausi del mondo? Scritto in era obama, crisi, europa, globalizzazione, gli usa e il mondo, germania, francia Commenti ( 41 ) » (10 voti, il voto medio è: 3.5 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico 03Apr 09 Dal G20 pochi fatti, molto ottimismo. Basterà? La Merkel ha parlato di un compromesso storico, Obama ieri era raggiante; tutti i leader hanno salutato con enfasi i risultati del G20. Ed è normale che sia così: tentano di infondere fiducia e speranza, nel tentativo, perlomeno, di sbloccare i consumi. E le Borse hanno risposto. Tuttavia analizzando i contenuti ci si accorge che, come previsto, il G20 ha portato poche novità. L'unica è l'aumento dei fondi a disposizione del Fmi: erano previsti 500 miliardi, saranno 750. per il resto: - hanno annunciato che intendono regolamentare gli hedge funds e le agenzie di rating. Bene, ma le norme devono essere ancora stabilite e il dibattito rischia di essere lungo. - secondo Brown "non ci saranno più i bonus per i manager che fanno fallire le società". Era ora, ma più che altro è un auspicio condiviso, perchè ogni Paese, com'è ovvio, deciderà autonomamente se e come realizzarlo. - hanno dichiarato di aver posto le fondamenta per "ripulire i bilanci delle banche dagli asset tossici", ma anche questa è una dichiarazione d'intenti. In realtà, i Paesi continuano a procedere in ordine sparso e un codice comune appare ancora lontano. L'economista Giorgio Barba Navaretti ( vedi l' intervista uscita sul Giornale) rileva due punti innovativi: l'impegno a far ripartire il commercio mondiale e l'ammissione che la crescita non potrà più dipendere solo dagli Usa, ma da quello che definisce "un traino globale", in cui i Paesi come Cina, India, Brasile avranno un ruolo sempre più importante. Ma questo avrà effetto nel lungo periodo: a breve è improbabile che queste economia possano generare una domanda interna molto forte. Complessivamente il G20 è stato insoddisfacente su due punti: - il pacchetto da 1100 miliardi non serve a rilanciare l'economia mondiale - il problema più urgente, quello di una riforma strutturale del sistema finanziario mondiale è irrisolto. Intanto proprio ieri gli Stati Uniti hanno allentato il mark-to-market ovvero la norma che obbligava le banche a valutare ogni giorno il prezzo di mercato dei prodotti finanziari e siccome molti di questi non hanno acquirenti le banche erano costrette a iscrivere a bilancio perdite colossali. Ora invece potranno diluirle nel tempo, nella speranza che in futuro i prodotti tossici valgano più di zero. Insomma , cambiano i parametri anzichè affrontare le cause del male. L'impressione è che il G20 si servito soprattutto a spargere tanta cipria sulla crisi mondiale, nel tentativo di cambiare la psicologia catastrofista dei mercati, infondendo ottimismo, avvalorando l'impressione che la situazione sia sotto controllo. Il tentativo in sè è comprensibile, ma basterà per risollevare l'economia globale? Scritto in spin, era obama, banche, capitalismo, crisi, società, economia, gli usa e il mondo, germania, globalizzazione, europa, francia Commenti ( 44 ) » (7 voti, il voto medio è: 4.71 su un massimo di 5) Loading ... Il Blog di Marcello Foa © 2009 Feed RSS Articoli Feed RSS Commenti Invia questo articolo a un amico Post precedenti Chi sono Sono inviato speciale di politica internazionale. Sposato, ho tre figli. Risiedo a Milano e giro il mondo. Tutti gli articoli di Marcello Foa su ilGiornale.it contatti Categorie banche (13) blog (2) capitalismo (14) cina (20) comunicazione (5) crisi (20) democrazia (64) economia (35) era obama (20) europa (15) francia (26) germania (6) giornalismo (55) giustizia (2) gli usa e il mondo (69) globalizzazione (49) immigrazione (41) islam (20) israele (2) Italia (157) lega (1) manipolazione (9) medio oriente (13) notizie nascoste (49) partito democratico (5) pdl (4) politica (4) presidenziali usa (23) progressisti (3) referendum (1) russia (14) sicurezza (1) sindacati (1) società (30) spin (9) svizzera (5) turchia (12) Varie (17) I più inviati Dietro la vicenda Alitalia la mano della lobby europea - 4 Emails Una vita meritocratica... - 4 Emails Abbiamo vinto l'Expo. 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Marcello Foa: Sottoscrivo la risposta di Marista ad Americo e riguardo il suo bel blog credo che non debba... marista: Giorni fa, notando come improvvisamente i pochissimi danari di pubblicità che rende il mio sito, si sono... Ultime news Abruzzo, Cdm: 8 miliardi per ripartire G8 all'Aquila: l'ok di Obama e BrownBimbi abbandonati, trovati i due tedeschi nei boschi di AostaSparatoria a Ladispoli: uccisi due avvocati E' caccia a un clienteNapoli, una mano spunta dalla sabbia. 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PD/ IL MANIFESTO DI BERSANI: STIAMO CON CHI LAVORA E PRODUCE -2- (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pd/ Il manifesto di Bersani: Stiamo con chi lavora e produce -2- di Apcom "In campo nuove generazioni, sperimentabili perché sperimentate" -->Roma, 23 apr. (Apcom) - Bersani spiega quale progetto ha in mente, precisa che "al centro" ci sarà il tema del "lavoro", propone un ricambio generazionale che suona come una velata critica ad alcune scelte della passata gestione: "Bisogna mettere in campo nuove generazioni, sperimentabili perché sperimentate". Come a dire: largo ai giovani, ma a quelli che hanno in qualche modo già dimostrato di avere i numeri per dare un contributo. L'attenzione verso il mondo cattolico è evidente. Bersani inizia il suo discorso salutando innanzitutto "sua eminenza", il cardinal Silvestrini; parla di una "Chiesa maestra di umanità", alla quale chiede un confronto aperto, a cominciare dai temi etici. Del resto, il giudizio sulla crisi coincide con quello offerto da Silvestrini: "Questa non è solo una crisi finanziaria - aveva detto il cardinale - viene dalla deregulation, dalla fine delle ideologie, dall'abbandono del valore della solidarietà nella comunità". Insomma, una crisi di valori, culturale, prima che economica. Bersani sembra sulla stessa linea: "Questa crisi non può essere presentata né venduta come un incidente o un inciampo", dice Bersani. "Dobbiamo uscire da una rappresentazione virtuale che ci viene quotidianamente propagandata", la crisi è "la fine di una fase a impronta liberista della globalizzazione". Cita il "modello sociale europeo", che "va certamente riformato, ma va preservato"; tira una stoccata ai "ricchi che scoprono il socialismo quando ne hanno bisogno loro", alludendo alle richieste di intervento pubblico che arrivano in questi mesi da banche e imprese; attacca la destra che "ha giocato tutte le parti in commedia", cioè ha propagandato i valori del neo-liberismo e ha "cavalcato le paure" che il neo-liberismo e la globalizzazione hanno suscitato. Alla fine esalta "il lavoro, il nuovo lavoro" che è "il clou del progetto del Pd". E avverte: "Berlusconi è ancora abbastanza giovane per essere sconfitto di nuovo!".

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FESTIVAL DELL'ECONOMIA: QUALE GLOBALIZZAZIONE DOPO LA CRISI? (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Festival dell'economia: quale globalizzazione dopo la crisi? -->Dal 29 maggio al 1° giugno quarta edizione della kermesse di Trento. Più di 70 gli eventi, con tre premi Nobel: George Akerlov, James Heckman e Michael Spence ...

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##DISARMO/ DOMANI A ROMA 'PRIMO CONTATTO' USA-RUSSIA SU START (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

##Disarmo/ Domani a Roma 'primo contatto' Usa-Russia su Start di Apcom Mosca prospetta la possibilità di "notevole riduzione" arsenali -->Roma, 23 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Parte da Roma, domani, la lunga marcia russo-americana del disarmo nucleare promessa al mondo da Barack Obama con il discorso di Praga, lo scorso 5 aprile. Proprio nella capitale italiana, complice il turno di presidenza del G8, si terrà il primo confronto diretto tra la nuova amministrazione americana e la Russia del nuovo presidente Dmitri Medvedev. Un primo "contatto" a livello di alti funzionari addetti ai lavori, in vista dell'incontro tra i rispettivi capi delle diplomazie il 7 maggio a Washington. Sul tavolo dei negoziati al via domani, che dovrebbero portare ai primi frutti in tempo per il summit moscovita Medvedev-Obama di luglio, c'è il Trattato Start sulla riduzione degli armamenti strategici, vecchio di quasi 20 anni e in scadenza a fine 2009. Mosca oggi ha dichiarato possibile una "notevole" riduzione del proprio arsenale, a conferma della disponibilità a scendere sotto la soglia delle 1.700-2.000 ogive previste dal Trattato di Mosca del 2002. Un buon viatico per il "contatto" romano, che avverrà presso l'ambasciata Usa in Italia e vedrà in campo da parte russa il direttore del Dipartimento per la sicurezza e il disarmo del ministero degli Esteri russo Anatoly Antonov e per l'America il nuovo assistente del Segretario di Stato Rose Gottemoeller, tra l'altro sino allo scorso anno direttore del Carnegie Moscow Center. Mosca ha voluto lanciare un segnale di distensione, dopo una settimana non semplice per i rapporti tra la Russia e la Nato. La Russia aveva definito "una minaccia" le esercitazioni dell'Alleanza in Georgia e si era tornati a parlare di missili Iskander a Kaliningrad. Ma oggi Nikolai Makarov, il Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, ha mostrato la faccia buona dell'Aquila Bicipite. Spiegando che "si può abbassare notevolmente il numero delle nostre testate e la loro dislocazione", proprio secondo la posizione espressa "dal presidente russo e nostro comandante in capo" Dmitri Medvedev a Helsinki pochi giorni fa. Nel frattempo, un vero 'veterano' del disarmo, l'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, è tornato ad avanzare speranze che i contatti tra la Russia e gli Stati Uniti portino a cambiamenti positivi. In particolare, "i presidenti hanno riaffermato il loro impegno per l'articolo 6 del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, e la loro dichiarazione congiunta prevede una serie di misure per diminuire il pericolo nucleare". Gli Usa per ora sono stati molto cauti. 'L'opzione zero' predicata da Obama ancora prima dell'elezione a presidente, passa senza dubbio da una drastica riduzione degli arsenali russo e americano. Le due superpotenze atomiche, infatti, dispongono del 96% delle 25.000 armi nucleari che esistono ancora sul pianeta. Ma Russia e Usa dovranno tirare a bordo gli altri Paesi dotati di atomica - Gran Bretagna, Francia e Cina - e quelli che 'de facto' le posseggono: Pakistan, Israele, India. E quando si passa agli altri fascicoli della proliferazione - Iran o Corea del Nord - la Russia rischia di non essere più partner per gli Usa, ma contendente. Come messo in chiaro dal presidente americano in Repubblica ceca, il progetto di scudo antimissile in Europa centro-orientale, tanto inviso a Mosca, andrà avanti finchè ci sarà la minaccia iraniana. "E' importante vedere lo Start - o meglio, il balzo in avanti sullo Start e il balzo in avanti sulla proliferazione, in un contesto più ampio", sintetizzava un alto funzionario americano il primo aprile, spiegando alla stampa l'esito dell'incontro londinese tra Obama e Medvedev. In ballo c'è anche il Trattato di interdizione della produzione di materiale fissile (FMCT), che implica l'entrata in vigore del Trattato di Interdizione totale dei test nucleari(CTBT). (segue)

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Pd/ Il manifesto di Bersani: Stiamo con chi lavora e (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 23 apr. (Apcom) - Bersani spiega quale progetto ha in mente, precisa che "al centro" ci sarà il tema del "lavoro", propone un ricambio generazionale che suona come una velata critica ad alcune scelte della passata gestione: "Bisogna mettere in campo nuove generazioni, sperimentabili perché sperimentate". Come a dire: largo ai giovani, ma a quelli che hanno in qualche modo già dimostrato di avere i numeri per dare un contributo. L'attenzione verso il mondo cattolico è evidente. Bersani inizia il suo discorso salutando innanzitutto "sua eminenza", il cardinal Silvestrini; parla di una "Chiesa maestra di umanità", alla quale chiede un confronto aperto, a cominciare dai temi etici. Del resto, il giudizio sulla crisi coincide con quello offerto da Silvestrini: "Questa non è solo una crisi finanziaria - aveva detto il cardinale - viene dalla deregulation, dalla fine delle ideologie, dall'abbandono del valore della solidarietà nella comunità". Insomma, una crisi di valori, culturale, prima che economica. Bersani sembra sulla stessa linea: "Questa crisi non può essere presentata né venduta come un incidente o un inciampo", dice Bersani. "Dobbiamo uscire da una rappresentazione virtuale che ci viene quotidianamente propagandata", la crisi è "la fine di una fase a impronta liberista della globalizzazione". Cita il "modello sociale europeo", che "va certamente riformato, ma va preservato"; tira una stoccata ai "ricchi che scoprono il socialismo quando ne hanno bisogno loro", alludendo alle richieste di intervento pubblico che arrivano in questi mesi da banche e imprese; attacca la destra che "ha giocato tutte le parti in commedia", cioè ha propagandato i valori del neo-liberismo e ha "cavalcato le paure" che il neo-liberismo e la globalizzazione hanno suscitato. Alla fine esalta "il lavoro, il nuovo lavoro" che è "il clou del progetto del Pd". Eavverte: "Berlusconi è ancora abbastanza giovane per essere sconfitto di nuovo!".

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##Disarmo/ Domani a Roma 'primo contatto' Usa-Russia su (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 23-04-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma, 23 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Parte da Roma, domani, la lunga marcia russo-americana del disarmo nucleare promessa al mondo da Barack Obama con il discorso di Praga, lo scorso 5 aprile. Proprio nella capitale italiana, complice il turno di presidenza del G8, si terrà il primo confronto diretto tra la nuova amministrazione americana e la Russia del nuovo presidente Dmitri Medvedev. Un primo "contatto" a livello di alti funzionari addetti ai lavori, in vista dell'incontro tra i rispettivi capi delle diplomazie il 7 maggio a Washington. Sul tavolo dei negoziati al via domani, che dovrebbero portare ai primi frutti in tempo per il summit moscovita Medvedev-Obama di luglio, c'è il Trattato Start sulla riduzione degli armamenti strategici, vecchio di quasi 20 anni e in scadenza a fine 2009. Mosca oggi ha dichiarato possibile una "notevole" riduzione del proprio arsenale, a conferma della disponibilità a scendere sotto la soglia delle 1.700-2.000 ogive previste dal Trattato di Mosca del 2002. Un buon viatico per il "contatto" romano, che avverrà presso l'ambasciata Usa in Italia e vedrà in campo da parte russa il direttore del Dipartimento per la sicurezza e il disarmo del ministero degli Esteri russo Anatoly Antonov e per l'America il nuovo assistente del Segretario di Stato Rose Gottemoeller, tra l'altro sino allo scorso anno direttore del Carnegie Moscow Center. Mosca ha voluto lanciare un segnale di distensione, dopo una settimana non semplice per i rapporti tra la Russia e la Nato. La Russia aveva definito "una minaccia" le esercitazioni dell'Alleanza in Georgia e si era tornati a parlare di missili Iskander a Kaliningrad. Ma oggi Nikolai Makarov, il Capo di Stato Maggiore delle forze armate russe, ha mostrato la faccia buona dell'Aquila Bicipite. Spiegando che "si può abbassare notevolmente il numero delle nostre testate e la loro dislocazione", proprio secondo la posizione espressa "dal presidente russo e nostro comandante in capo" Dmitri Medvedev a Helsinki pochi giorni fa. Nel frattempo, un vero 'veterano' del disarmo, l'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, è tornato ad avanzare speranze che i contatti tra la Russia e gli Stati Uniti portino a cambiamenti positivi. In particolare, "i presidenti hanno riaffermato il loro impegno per l'articolo 6 del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, e la loro dichiarazione congiunta prevede una serie di misure per diminuire il pericolo nucleare". Gli Usa per ora sono stati molto cauti. 'L'opzione zero' predicata da Obama ancora prima dell'elezione a presidente, passa senza dubbio da una drastica riduzione degli arsenali russo e americano. Le due superpotenze atomiche, infatti, dispongono del 96% delle 25.000 armi nucleari che esistono ancora sul pianeta. Ma Russia e Usa dovranno tirare a bordo gli altri Paesi dotati di atomica - Gran Bretagna, Francia e Cina - e quelli che 'de facto' le posseggono: Pakistan, Israele, India. E quando si passa agli altri fascicoli della proliferazione - Iran o Corea del Nord - la Russia rischia di non essere più partner per gli Usa, ma contendente. Come messo in chiaro dal presidente americano in Repubblica ceca, il progetto di scudo antimissile in Europa centro-orientale, tanto inviso a Mosca, andrà avanti finchè ci sarà la minaccia iraniana. "E' importante vedere lo Start - o meglio, il balzo in avanti sullo Start e il balzo in avanti sulla proliferazione, in un contesto più ampio", sintetizzava un alto funzionario americano il primo aprile, spiegando alla stampa l'esito dell'incontro londinese tra Obama e Medvedev. In ballo c'è anche il Trattato di interdizione della produzione di materiale fissile (FMCT), che implica l'entrata in vigore del Trattato di Interdizione totale dei test nucleari(CTBT). (segue)

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