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Report "Globalizzazione"  22-30 giugno 2009


Indice degli articoli

Sezione principale: Globalizzazione

La strana storia dei bond targati Fed, i truffatori di Chiasso e i complottisti ( da "Manifesto, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: del Pil Usa, tre manovre finanziarie italiane. I due cinquantenni cittadini giapponesi - che viaggiavano su un treno per pendolari - risulterebbero inoltre essere il quarto creditore estero degli Usa, dopo Cina, Giappone e Russia. Questo fatto, invece di far dedurre l'ovvio - e cioè che si trattava di due sofisticati truffatori alla ricerca di qualche ricco "

E intanto parte il grande assalto al Re Dollaro ( da "Stampa, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Usa si sono accordati per consentire ai cittadini cinesi di investire sul mercato azionario di Wall Street attraverso fondi e altre società finanziarie domestiche. I quattro del Bric sono gli ultimi arrivati al tavolo del potere economico internazionale, e vogliono farsi sentire: la Russia è già nel G8,

La settimana scorsa, in Russia, i quattro capi di governo del Bric si sono riuniti per la prima volt... ( da "Stampa, La" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina e Usa si sono accordati per consentire ai cittadini cinesi di investire sul mercato azionario di Wall Street attraverso fondi e altre società finanziarie domestiche. I quattro del Bric sono gli ultimi arrivati al tavolo del potere economico internazionale, e vogliono farsi sentire: la Russia è già nel G8,

Per spodestare il dollaro tornare al sogno di Keynes ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I paesi creditori- ieri gli Usa, oggi sarebbe la Cina - sarebbero stati responsabili del riequilibrio del sistema anche attraverso l'apprezzamento della loro valuta (che Pechino respinge). White disse no. Preferì legare il dollaro all'oro e fissò limiti forti al credito.

Emilia-Romagna verso nuovi modelli di coesione sociale ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fortemente internazionalizzate e compromesse nella globalizzazione, è esposta al rischio che il sistema produttivo possa subire danni irreversibili. Si temono i rallentamenti di imprese driver che presidiano nodi fondamentali della ragnatela produttiva ( 25% rispetto al 2008,che diventa-40%per i piccoli in filiera).

Cina e Stati Uniti ora tocca a voi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: avrebbero potuto mantenere la piena occupazione sia negli Stati Uniti che in Cina, e ridurre gli squilibri commerciali correnti. Una riduzione dei consumi negli Usa sarebbe stata compensata da un aumento delle esportazioni. Un aumento dei consumi in Cina sarebbe stato compensato da una riduzione delle esportazioni. Il deficit commerciale americano si sarebbe ridotto e si sarebbe ridotto,

Evitare vuoti regolamentari tra la riforma Usa e quella Ue ( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Perché questo è il lato oscuro della globalizzazione: i vuoti di regole sulla governance, sulla remunerazione dei manager generano nuova instabilità. Questa ri-regolazione darà fastidio... Non si vuole opprimere il sistema con nuove regole ma è necessario identificare i vuoti normativi dove si creano.

Fotovoltaico sulla via del consolidamento ( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ma i Governi, dagli Usa alla Cina, puntano in modo deciso sulle rinnovabili. La Cina è opportunità di sviluppo o rischio di concorrenza? I cinesi si sono dotati di una capacità produttiva esagerata, e adesso pagano pegno. Malgrado ciò, però, continuano ad annunciare l'avvio di nuove iniziative industriali.

BANCA MONDIALE TAGLIA STIME 2009 PER PRINCIPALI ECONOMIE ( da "Wall Street Italia" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Di seguito le stime dettagliate diffuse oggi: (Variazioni percentuali annue) 2009 2010 Rivisto Preced, Rivisto Preced, MONDO -2,9 -1,7 2,0 2,3 AREA EURO -4,5 -2,7 0,5 0,9 GIAPPONE -6,8 -5,3 1,0 1,5 USA -3,0 -2,4 1,8 2,0 CINA 7,2 6,5 7,7 7,5 RUSSIA -7,5 -4,5 2,5 0,0 BRASILE -1,1 0,5 2,5 3,2 INDIA* 5,1 4,0 8,0 7,0 * Riferimento all'anno fiscale.

L'Italia sempre più globalizzata ai Giochi della politica e del cuore ( da "Corriere della Sera" del 22-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: più globalizzata ai Giochi della politica e del cuore MILANO Il terremoto come playground. L'anfora che contiene l'acqua del Mediterraneo ha attraversato le tendopoli dell'Aquila, ha proseguito per Paganica, Onna e San Gregorio ed è arrivata a Pescara, dove venerdì cominciano i Giochi della speranza e della rinascita di questa terra che avrebbe bisogno più di case che di medaglie,

borse giù, milano maglia nera: -4% trichet: rischi di inaspettate turbolenze - elena polidori ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: resistono solo India e Cina. Tonfo in Italia di fatturato e ordinativi in aprile ELENA POLIDORI ROMA - Le Borse soffrono. Vanno tutte giù spaventate dall´ennesimo ritocco delle stime di crescita dell´economia deciso dalla Banca mondiale, da una serie di dati che pesano singolarmente su ciascun mercato (per l´Italia il crollo di fatturato e ordinativi dell´

lollo fotoreporter una diva da fidel ( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sono 250 le foto in mostra, alcune inedite, scattate in India, nelle Filippine, in Russia, in Cina, in Giappone, in Africa, a Cuba, negli Usa. Inaugurazione in pompa magna con un gala stile dolce vita dopodomani sera. La mostra resta aperta fino al 13 settembre.

Addio a Nortel, il sogno canadese ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Nokia Siemens si é impegnata a riassumere almeno 2500 dipendenti in Canada, Usa, Messico e Cina, pari a circa il 10% degli attuali impiegati.«Questo accordo fornisce a Nsn un'importante opportunità strategica per rafforzare la propria posizione in aree chiave a un prezzo ragionevole » è stato il commento a caldo del ceo dell'azienda,Simon BeresfordWylie.

L'orso rincorre il dragone in Africa ( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Europa e gli Usa – a lungo il Cremlino non ha potuto (o voluto) giocare, impegnato sul fronte interno o sulle aree più vicine ai confini della grande Russia, a partire dall'Asia centrale. Ne ha approfittato la Cina dei moderni tecnocrati, alla ricerca di materie prime e nuovi mercati per le sue imprese di costruzioni o di beni di consumo di fascia medio-

Tehran è sola ( da "Manifesto, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Come i ragazzi di Tian An Men furono sacrificati ai carri armati in nome dell'interscambio commerciale Usa-Cina. L'altra ragione per cui Obama è così cauto, è che ogni suoi intervento potrebbe rivelarsi un boomerang e indebolire proprio lo schieramento che intenderebbe aiutare. Il sostegno americano è sempre stato letale per i gruppi di opposizione iraniani.

MySpace taglia due terzi della forza lavoro fuori dagli Usa ( da "Vnunet.it" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Canada, Francia, India, Italia, Messico, Russia, Svezia e Spagna. non saranno afflitte dai tagli MySpace Cina e la joint venture in Giappone. Londora, Berlino e Sydney saranno gli hub regionali principali per MySpace a livello globale. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

LE TREE HOUSE VILLA ALLO SHANGRI-LA'S VILLINGILI ( da "WindPress.it" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Cina, isole Fiji, Hong Kong, India, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Oman, Taiwan, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti. Il gruppo presenta oltre 40 progetti in fase di sviluppo in Austria, Canada, Cina, Francia, India, Giappone, Macao, Maldive, Filippine, Qatar, Seychelles, Tailandia, Gran Bretagna e USA.

Convegno Aises, Fitoussi: Crisi ha prodotto 60 mln disoccupati ( da "Velino.it, Il" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il fondamentale errore di regolare profondamente gli Stati e deregolare completamente i mercati, lasciando che si estendesse una pericolosa globalizzazione della povertà. Il principio economico, al contrario, dovrebbe essere subordinato alla politica e alla democrazia. Se non ci fosse stato l?intervento massiccio degli Stati, d?altra parte, la crisi non avrebbe avuto argine”

UE E USA CONTRO LA CINA AL WTO PER RESTRIZIONI SU MATERIE PRIME ( da "Wall Street Italia" del 23-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ue e Usa contro la Cina al Wto per restrizioni su materie prime -->L'Unione Europea e gli Stati Uniti avvieranno un'azione presso l'Organizzazione mondiale per il Commercio (Wto) contro la Cina per restrizione all'importazione di varie materie prime.

Bini Smaghi (Bce): Non lasceremo che l'inflazione risolva i problemi di bilancio ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Smaghi occorrerà dare più poteri al Fmi per avviare a soluzione i grandi squilibri mondiale, primo quello tra Usa e Cina. All'Italia Bini Smaghi dà il consiglio di non rinviare le riforme al dopo-crisi. Tutt'altro: poiché la crisi rischia di aggravarsi a causa di un aumento della disoccupazione, occorre intervenire sul mercato del lavoro «trovando il consenso delle parti sociali».

Gli infiniti volti della plastica ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: partecipano esperti provenienti da tutta Europa e da stati extraeuropei come Usa, Argentina, Brasile, Canada, Tunisia, Malesia, Giappone, Cina e Corea del Sud (moltissimi, fra ricercatori e tecnici, gli ospiti orientali arrivati in città). A «Eurofillers 2009», inoltre, sono presenti i responsabili di aziende di caratura mondiale come Exxon, Mobil Budelheim, Borealis, Abb, Dow Corning,

Dopo aver guidato per anni la Music story orchestra , il teleconduttore astigiano Meo Cav... ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: preferiscono affidarsi a gruppi più piccoli che offrono musiche ormai globalizzate nei gusti e nelle scelte». «Pur di continuare a stare in mezzo alla gente - continua Meo Cavallero - abbiamo deciso di tornare a una formazione contenuta e vocale, riprendendo in chiave moderna grandi successi della canzone "made in Italy" di autori come Renzo Arbore, Renato Rascel, Renato Carosone,

Via alla corsa ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ed è in Cina: qui, però, i gas prodotti scaldano caldaie per produrre elettricità con il vapore, mentre quello della PBMR usa il gas per far funzionare direttamente le turbine. Ecco perché ora la la società Usa vuole affinare il modello: punta a centrali con un massimo di 24 reattori affiancati, il che permetterebbe enormi economie e renderebbe questa tecnologia molto attraente.

GIORDANO STABILE Troppo poco e troppo tardi. Il proverbio anglosassone sembra condannare il n... ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ed è in Cina: qui, però, i gas prodotti scaldano caldaie per produrre elettricità con il vapore, mentre quello della PBMR usa il gas per far funzionare direttamente le turbine. Ecco perché ora la la società Usa vuole affinare il modello: punta a centrali con un massimo di 24 reattori affiancati, il che permetterebbe enormi economie e renderebbe questa tecnologia molto attraente.

La Cina e le materie prime Due grandi incognite sulla ripresa delle Borse ( da "Stampa, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina e le materie prime Due grandi incognite sulla ripresa delle Borse Meglio avere due capi in Asia L'ultima moda delle banche Usa Ai banchieri piacciono i discorsi in cui uno più uno fa tre. Nelle banche di investimenti, però, accade talvolta che uno più uno faccia sempre uno.

"gli usa costretti alla prudenza come per la cina di tienanmen" - alix van buren ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Gli Usa costretti alla prudenza come per la Cina di Tienanmen" S´è aperta una nuova era. Alla fine la leadership dovrà tenere conto delle richieste di cambiamento ALIX VAN BUREN Si dice a Washington che Hooman Majd, autore del bestseller The Ayatollah begs to differ (l´Ayatollah non è d´accordo), sia dotato di una sfera di cristallo insostituibile nell´

dal super master alla nuova laurea - costantino malatto ( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Unione europea COSTANTINO MALATTO VENGONO DA TUTTO IL MONDO - i primi arrivano da Usa, Indonesia, Libano, India, Croazia, Cina - a Genova per studiare i robot. Si chiude venerdì a Villa Cambiaso di Albaro, prestigiosa sede della facoltà di Ingegneria, il primo anno del "Master europeo in robotica avanzata" (Emaro), unica laurea in Robotica supportata dall´Unione europea.

La beta di Microsoft Security Essentials ( da "Vnunet.it" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: che arriva in versione a 32- e 64-bit, gira su Windows XP SP2, Vista o Windows 7 (Beta o Release Candidate). La beta è destinata a 75,000 download e solo in Usa, Israele, Cina e Brasile. La versione definitiva di MSE sarà rilasciata entro fine anno. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

Usa e Ue accusano Pechino alla Wto ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: amministrazione Obama Usa e Ue accusano Pechino alla Wto Alla Cina si contesta di frenare l'export di materie prime con quote e dazi Enrico Brivio BRUXELLES. Dal nostro inviato La Cina dovrà difendersi sul banco degli imputati della Wto dalle accuse presentate in tandem da Unione europea e Stati Uniti di attuare illecite restrizioni all'export di materie prime,

La storia siamo noi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Uno straordinario giacimento di fossili in Cina: lo visitiamo in compagnia di Alberto Angela. Spettacolo SKY CINEMA CLASSICS 21,00 La casa dei nostri sogni, di H.C. Potter, con Cary Grant, Myrna Loy, Usa 1948 (84'). Ah, la casa dei sogni... Peccato che, una volta acquistata, si porti dietro un mare di guai!

Il dollaro resisterà al debito pubblico ( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La Cina e altri paesi auspicano (giustamente) che il dollaro perda l'egemonia di moneta di riserva e che vi si affianchi un'altra unità monetaria: si parla della possibilità per il Fmi di emettere obbligazioni in Dsp e di creare quindi un mercato per questi titoli, così da trasformare un'unità di conto in un mezzo di pagamento e in una riserva di valore.

DOMANI ( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: DOMANI INTERVISTA Luciano Gallino: perché l'Italia è senza sinistra I ritardi storici e quelli nuovi, l'abbandono dell'analisi delle classi e della globalizzazione. Il sociologo risponde ai quesiti di Valentino Parlato

Noi non ci saremo La delusione no global ( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione d'oltralpe e d'oltremare siano terrorizzati dai controlli frontalieri rimessi in piedi grazie alla sospensione del trattato di Schengen che scatterà nei prossimi giorni. «Sarà un anti-G8 tutto italiano»: questa l'impressione che rimbalza da Parigi, a Berlino, a Londra tra quei gruppi di attivisti che in passato hanno partecipato in massa alle mobilitazioni contro

Bilanci statali in rosso, export dimezzato, credito più difficile ( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Ue e Usa hanno presentato al Wto un appello contro la Cina, accusata di gestire in modo «nazionalistico» l'estrazione di diverse materie prime. Bauxite, magnesio, manganese, fosforo giallo, silicio, zinco uscirebbero dalle miniere restando però dentro i confini del Celeste Impero.

Europa e Usa contro Pechino: protezionismo sulle materie prime ( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la Cina è oggi il secondo partner commerciale della Ue, dopo gli Usa, e la Ue è il primo partner commerciale della Cina; e l'interscambio fra i due giganti raggiunge ormai i 300 miliardi di euro. Le restrizioni sull'export di certe materie prime, operate da Pechino, si basano sull'imposizione di quote, di prezzi minimi,

Washington, la meta ambita ( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Per rappresentare il nostro Paese negli Usa in era Obama i più quotati finora sono l'attuale direttore generale della Farnesina per il Medio Oriente Cesare Ragaglini, l'ambasciatore in Cina Riccardo Sessa, il rappresentante permanente presso la Nato Stefano Stefanini e c'è chi non esclude il segretario generale del ministero degli Esteri Giampiero Massolo.

Cina e Usa Vertice tra militari ( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 23 A Pechino Cina e Usa Vertice tra militari PECHINO Funzionari della Difesa e alti ufficiali americani sono arrivati a Pechino per una serie di colloqui con gli omologhi cinesi. Sono i primi contatti ad alto livello tra le parti da un anno a questa parte: lo stop agli incontri era stato attribuito alla vendita a Taiwan di armi e tecnologia americane.

GIAPPONE: -12,1% SURPLUS COMMERCIALE MAGGIO A 2,27 MLD EURO ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: 27 mld euro di ANSA In caduta l'export verso Usa e Cina -->(ANSA) - TOKYO, 24 GIU - Il Giappone segna a maggio surplus commerciale in contrazione del 12,1% su base annua, a 299,84 miliardi di yen (2,27 miliardi di euro). Le esportazioni calano del 40,9% (a 4.020,9 miliardi di yen), le importazioni del 42,4% (a 3.

Tutti i casi del dopo voto ( da "Vita non profit online" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fattore Cina", ovvero perché il Pd ha perso la città toscana: qui vivono 18mila cinesi regolari e almeno altri 35mila irregolari che lavorano giorno e notte a nero. «Votavo Pci, come tanti qui a Prato», dice un "uomo della strada", l'edicolante della piazza centrale intervistato dal SOLE, «ma poi mi sono trovato l'abitazione circondata da officine fuori regola gestite da cinesi,

OCSE PIÙ OTTIMISTA, CRISI VICINA AL TERMINE ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In Cina, e in altri grandi paesi membri, si pensa che la ripresa possa essere più rapida. Il report dice che i rischi sull'outlook sono più bilanciati rispetto al passato. La previsione di un pieno ritorno alla normalità dei mercati finanziari entro il 2010 potrebbe essere troppo prudente.

PAPA: L'IDEA DEL SACERDOZIO E' A RISCHIO ANCHE NELLA STESSA CHIESA ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: A RISCHIO ANCHE NELLA STESSA CHIESA -->Nelle ''attuali societa' globalizzate'', in un mondo ''in cui la visione comune della vita comprende sempre meno il sacro'' e dove sempre piu' ''la funzionalita' e' l' unica categoria decisiva'', ''la concezione cattolica del sacerdozio rischia di perdere considerazione, anche all'interno Chiesa''.

PIL, L'OCSE RIVEDE LE STIME AL RIALZO IN ITALIA LA RECESSIONE È "PROFONDA" ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pil, l'Ocse rivede le stime al rialzo In Italia la recessione è "profonda" -->La situazione economica migliora in Cina e Usa: «Il peggio è passato, ma non è tempo di rilassarsi». Nel nostro Paese il Pil a -5,5% nel 2009

OCSE RIVEDE LE PREVISIONI AL RIALZO MA IN ITALIA LA SITUAZIONE PEGGIORA ( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: specie in Cina e Usa Soffre ancora l'area euro. "La Bce faccia di tutto per tagliare ancora i tassi" Ocse rivede le previsioni al rialzo Ma in Italia la situazione peggiora Allarme disavanzo nel nostro Paese: 5,3% quest'anno, 5,5% il prossimo E sempre 2009 il prodotto interno lordo scenderà al 5,5% (10:54 24/06/2009)

La delusione no global ( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione d'oltralpe e d'oltremare siano terrorizzati dai controlli frontalieri rimessi in piedi grazie alla sospensione del trattato di Schengen che scatterà nei prossimi giorni. «Sarà un anti-G8 tutto italiano»: questa l'impressione che rimbalza da Parigi, a Berlino, a Londra tra quei gruppi di attivisti che in passato hanno partecipato in massa alle mobilitazioni contro

Cina/ Usa: Pechino rinunci a filtro anti-porno sul web ( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: loro omologhi cinesi chiedendo che la Cina annulli il progetto di legge che imporrà l'installazione di un software, su tutti i computer venduti e fabbricati in Cina, "molto criticato". E' quanto si legge sul comunicato reso noto dai due ministeri. Ieri la stampa cinese aveva fatto sapere che le autorità intendevano dotare tutti i computer di un dispositivo per bloccare i siti porno,

Piaggio Vietnam, controllata del gruppo di Pontedera, ha avviato la vendita sul mercato locale degli... ( da "Stampa, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: inizio della commercializzazione degli scooter Vespa prodotti in Vietnam, Piaggio completa, dopo aver già stabilito la propria presenza in India e in Cina, il piano strategico di investimenti in Asia e intraprende un nuovo, importantissimo passo verso la globalizzazione della propria presenza industriale» dice il presidente e ad Piaggio, Roberto Colaninno.

Tornano alla rilbata le matricole cinesi, anche all'estero. L'Ipo da 73 milioni di dollari... ( da "Stampa, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: la sua nicchia di specializzazione si sta espandendo in Cina. E benché il prezzo sia stato fissato all'estremo superiore della forchetta, si tratta di una cifra ragionevole, che equivale a 11 volte i ricavi previsti per quest'anno. Non mancano però i difetti. La società è in gran parte controllata dal suo fondatore, Ad e presidente, Jianhua Yang, che dopo l'Ipo possiederà il 54%

Il sigaro toscano regge la crisi e punta sugli Usa ( da "Stampa, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: esclusa per ora la Cina, per gli alti dazi). E per il 2011 è atteso anche lo sbarco negli Usa. «Prima però dovremo garantirci l'approvvigionamento di tabacco. In più, sono da considerare le implicazioni delle leggi firmate da Barack Obama per il settore». Per crescere, Mts ha in serbo di raddoppiare le sigaraie, da 20 a 40 e di investire su impianti e formazione del personale (

Nuove centrali di carbone in Italia Più posti di lavoro e competitività ( da "Stampa, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il peso maggiore è della Cina che rappresenta il 42,6% del consumo mondiale, seguita dagli Usa con il 17,1%. Per quanto riguarda il consumo mondiale di gas invece, l'Italia pesa per il 2,6% in linea con il 2,7% della Cina. Questo dato dimostra in modo inequivocabile l'anomalia italiana del tutto gas.

Petrolio Cina Sinopec, il maggiore produttore di idrocarburi della Cina, ha raggiunto un'... ( da "Unita, L'" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Petrolio Cina Sinopec, il maggiore produttore di idrocarburi della Cina, ha raggiunto un'intesa per acquisire l'elvetica Addax Petrolem (quotata a Toronto e Londra) per 7,2 miliardi di dollari Usa.

questione meridionale - luisa bossa ( da "Repubblica, La" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ignorando le dinamiche economiche dello sviluppo globalizzato, le concentrazioni, gli sfruttamenti, la necessità per le zone più ricche di non avere concorrenti alla loro altezza e quindi il bisogno di tenerle lì, relegate nell´arretratezza, nei bisogni, sotto lo scacco del degrado. è lo stesso discorso che ho sentito fare mille volte sui disoccupati.

Pechino al contrattacco: In regola con la Wto ( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Stati Uniti e Cina vietarono reciprocamente le importazioni di pollame nel 2004, subito dopo lo scoppio della febbre aviaria. Passata l'emergenza, l'anno scorso, la Cina ha rimosso il bando agli acquisti di prodotti avicoli made in Usa. Washington, però, non ha mai ricambiato il favore, sostenendo che la carne di pollo cinese non è sicura per i consumatori americani.

La sinistra torni alla classe ( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: non avevano capito nulla del processo di globalizzazione. Non avevano capito che la globalizzazione è un aspetto di una guerra di classe globale. È una espressione che da noi fa saltare sulla sedia, anche molti a sinistra. Ma io la prendo da un libro che ho sul tavolo, un libro americano che si intitola The global class war di Jeff Faux, fondatore dell'Economic Policy Institute,

Sempre più censura in Cina ( da "Vnunet.it" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sempre più censura in Cina 25-06-2009 VNUnet.it Google si è già piegata agli ordini cinesi, eliminando Suggest e i link porno: il black-out cinese di google.com è durato un paio d'ore. Intanto Greem Dam, il filtro nel Pc, è pieno di bug: la protesta silenziosa, che invita i cinesi a stare offline, è prevista il primo luglio Il The Financial Times ha riportato che l'

La globalizzazione dell'inquinamento: dal Perù alle meduse ( da "Villaggio Globale.it" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: La globalizzazione dell'inquinamento: dal Perù alle meduse Per la foresta amazzonica un crescendo di attacchi ed un'inesorabile arretramento. Anche per le meduse, a parte la verifica scientifica delle invasioni certamente c'è un rapporto con le condizioni meteoclimatiche La globalizzazione padrona del mondo: in Perù continuano gli scontri sanguinosi tra Indios e polizia nazionale.

Iran, il regime mostra i muscoli ( da "Vita non profit online" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E inoltre sui giornali di oggi: CINA CORRIERE DELLA SERA - "Obbligo del figlio unico, la Cina ora frena". Nel 2026 i cinesi con più di 65 anni saranno il 28,4%. Nascono 120 maschi ogni cento femmine. Da qui la proposta del rettore dell'Università del popolo di Pechino: incoraggiamo chi fa un bimbo solo, permettiamo di farne due, vietiamone tre.

G8: LETTA, E' CONSESSO PIU' ADEGUATO PER GESTIRE ( da "Virgilio Notizie" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione'', cosi' Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, intervenendo al convegno sulla governance organizzato da Unicredit. ''Se l'esigenza e l'urgenza hanno ispirato la scelta di affrontare gli aspetti piu' immediati della crisi a livello di G20, riteniamo che la riforma della Governance non possa prescindere da una riflessione condotta in ambito G8'

G8: LETTA, E' CONSESSO PIU' ADEGUATO PER GESTIRE GLOBALIZZAZIONE ( da "Wall Street Italia" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ADEGUATO PER GESTIRE GLOBALIZZAZIONE -->''Il G8 e' il formato piu' adeguato a gestire le sfide poste dalla globalizzazione'', cosi' Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, intervenendo al convegno sulla governance organizzato da Unicredit. ''Se l'esigenza e l'urgenza hanno ispirato la scelta di affrontare gli aspetti.

CRISI: MARCEGAGLIA, URGE RIFORMA PENSIONI LA VUOLE ANCHE UE ( da "Wall Street Italia" del 25-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Marcegaglia ha spiegato che dovrebbe riguardare ''una quota dell'investimento, i dettagli li vedremo, ma il concetto e' un aiuto vero in termini di credito fiscale senza attendere autorizzazioni. Va concentrato su investimenti non su immobili, poi chiediamo uno sforzo alle banche ''ora che c'e' qualche miglioramento in Cina e Usa. Non molliamo''.(ANSA).

STATI UNITI È David Thorne, il nuovo ambasciatore in Italia David Thorne è il nuovo ... ( da "Unita, L'" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: CINA Dissidente arrestato «No a ingerenze Usa» La Cina ha definito una «interferenza» nei propri affari interni la condanna dell'arresto del dissidente Liu Xiaobo, espressa da parte della presidente del Congresso Usa, Nancy Pelosi. «Ci opponiamo fermamente a qualsiasi ingerenza, da parte di chiunque».

l'economia cinese riprende a correre ma frena sul rame ( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è stata ancora alcuna ripresa delle attività PECHINO La Cina riprende a correre, lo conferma l´Ocse che ha rivisto al rialzo le sue stime per la crescita cinese nel 2009. Grazie all´impulso dato dalla massiccia manovra di spesa pubblica varata dal governo di Pechino nel novembre scorso, l´Ocse ora prevede che il Pil della Repubblica Popolare aumenterà del 7,

Senza Wto non c'è crescita ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ai complessi rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina. Sono fortemente legati a un enorme squilibrio valutario che ha importanti implicazioni, la Cina potrebbe dover cambiare modello economico, o gli Usa ridurre il deficit fiscale. Inoltre, l'agenda mondiale odierna comprende altre questioni decisamente legate al commercio, come il controllo del riscaldamento climatico.

Profumo: le Pmi soffrono ma noi non c'entriamo ( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il regime del cambio in Cina, le smanie di protezionismo, la pericolosità dell'ottica di breve periodo,l'arma spuntata del Fondo monetario nei confronti delle superpotenze, le cattive regole o la mancanza di regole o la scarsa applicazione delle stesse. Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea,

N CESCO ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Simposio Economia Solidale e Sviluppo Sostenibile nell'Era della Globalizzazione", propone una nuova analisi del tema, anche in considerazione della crisi etica ed economica che investe il mondo SIMPOSIO ECONOMIA SOLIDALE E SVILUPPO SOSTENIBILE NELL'ERA DELLA POST GLOBALIZZAZIONE Roma - Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, 26 giugno 2009 PROGRAMMA ore 16.

La Cina ha già ripreso a correre E il protezionismo non è la risposta ( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: perché sembra poco probabile che la domanda di importazioni della Cina possa aumentare rapidamente. Il caso sollevato questa settimana al Wto dall'Ue e dagli Usa riguarda in particolare le restrizioni cinesi sulle esportazioni di materie prime, volute, dice l'Ue, per tenere bassi i prezzi per i produttori cinesi.

Google Cina, ancora blocchi ( da "Manifesto, Il" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: alcuni contenuti se vogliono che i loro prodotti possano essere venduti in Cina. Secondo le autorità Usa questi violano le regole del commercio internazionale. Non la pensa così Qin Gang, portavoce del ministero degli Esteri cinese, che ha dichiarato che «secondo le lamentele di molti residenti, Google ha diffuso un elevato numero di contenuti volgari che sono lascivi e pornografici,

Le banche Usa perderanno la battaglia con Obama sul nuovo regime di controlli ( da "Stampa, La" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre aumenteranno quelli derivanti da mercati emergenti come l'India e la Cina, due paesi che - guarda caso - sono tra i mercati più importanti per Ericsson. In più, l'esperienza di Svanberg nel settore tecnologico potrebbe rivelarsi utile nelle discussioni sulle strategie di sfruttamento delle fonti di energia alternative.

WALL STREET APRE IN CALO, I DATI NON BASTANO ( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dollaro in calo dopo che la Cina e' tornata a parlare di "supervaluta". In evidenza Palm e KB Home dopo i conti trimestrali, male i chip. -->Partenza all'insegna della lettera per l'azionario americano, con gli indici che scambiano in ribasso dopo che l'incremento delle spese al consumo non e' stato sufficiente a rassicurare il mercato,

Nordcorea/ G8 condanna test e chiede ritorno a tavolo ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: I capi delle diplomazie del G8 chiedono poi alla Corea del Nord di attuare i suoi obblighi alla luce delle risoluzioni per abbandonare tutte le sue attività. "Chiediamo alla Repubblica Popolare della Corea del Nord di non condurre ulteriori azioni destabilizzanti e di riprendere la sua partecipazione ai colloqui a Sei (le due Coree, Giappone, Russia, Usa e Cina, ndr)".

Iran/ Obama e Merkel uniti nel condannare le violenze ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: il presidente Usa è stato chiaro nel ribadire che la comunità internazionale, che include gli Stati Uniti, la Cina e la Russia, continuerà a dialogare con il paese riguardo alla questione. Simile la dichiarazione di Merkel, che ha ricordato che "l'Iran non può fare affidamento sul mondo che chiude un occhio" su quanto sta accadendo.

G8/ Trieste: Le crisi mondiali sul tavolo dei 'grandi' - ( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: e di tornare ai colloqui a sei (Corea del Nord e Corea del Sud, Usa, Giappone, Russia, Cina). MEDIO ORIENTE: Il G8 ha chiesto a Israele e ai palestinesi di tornare a negoziati diretti: ha esortato Israele a congelare gli insediamenti e la loro "crescita naturale", chiedendo l'immediata fine del terrorismo.

L'enciclica sociale di Benedetto ( da "Vita non profit online" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: proprio al destino di quei milioni di uomini che la globalizzazione ha lasciato ai margini. Vita: La Caritas in veritate arriva in un momento di crisi profonda dei modelli che hanno dominato gli ultimi decenni. Si può dire che anche per la Chiesa si chiude una stagione cominciata con l'ottimismo della Centesimus annus, l'enciclica di papa Wojtyla scritta dopo la caduta del Muro?

"Giudizio positivo, però bisogna fare ancora di più" ( da "Stampa, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina, negli Usa, ma anche in Europa, in Italia (la fiducia dei consumatori ritrovata, la produzione industriale a giugno a +0,3%). «Non c'è ripresa, ma non cadiamo più». Con questo, non va «abbassata la guardia»: rischiamo, spiega, «di perdere un terzo del sistema produttivo per asfissia finanziaria».

Il nostro giudizio è complessivamente positivo, alcune richieste degli imprenditori sono state ... ( da "Stampa, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina, negli Usa, ma anche in Europa, in Italia (la fiducia dei consumatori ritrovata, la produzione industriale a giugno a +0,3%). «Non c'è ripresa, ma non cadiamo più». Con questo, non va «abbassata la guardia»: rischiamo, spiega, «di perdere un terzo del sistema produttivo per asfissia finanziaria».

Incidenti sul lavoro, calano dove c'è crisi ( da "Stampa, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: aspetto negativo della globalizzazione, della concorrenza a tutti i costi». «Il discorso è molto semplice - dice Riccardo Monzeglio, segretario regionale della Cisl - per quanto ci riguarda anche un solo infortunio mortale è troppo. Sono fatti che non dovrebbero accadere, considerati gli sforzi per adeguare le normative.

UN PATTO CON I LETTORI ( da "Stampa, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Perché anche oggi che la tecnologia e la globalizzazione hanno moltiplicato le possibilità di conoscere quanto accade dall'altra parte del mondo, sapere che cosa sta cambiando nella scuola frequentata dai nostri figli o che decisioni hanno preso i nostri amministratori rappresenta un valore cui non si può rinunciare.

"Tolleranza, sogno possibile" ( da "Stampa, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: mentre cresce velocissima la globalizzazione della crisi. Non riesco a capire l'odio del Nord per il Sud, nella cui arte splende la luce del Mediterraneo. Forse sta nel fatto che nel meridione la mentalità dell'essere prevale su quella del fare» ha spiegato Matvlejevic. A ricondurre la discussione alla scena attuale della politica italiana è stato Colombo,

l'enciclica in ritardo, colpa del latino - citta del vaticano ( da "Repubblica, La" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: colpa del latino CITTA DEL VATICANO città del vaticano Slitta la pubblicazione della nuova enciclica papale per colpa del latino e delle difficoltà legate alla complessità e delicatezza del testo ratzingeriano. L´atteso documento, che Benedetto XVI ha dedicato ai problemi sociali, del lavoro e della globalizzazione, avrebbe dovuto vedere la luce lunedì prossimo. SEGUE A PAGINA 17

La Spagna soccorre le banche Usa: meno sfiducia ( da "Manifesto, Il" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Dall'università del Michigan arriva, poi, la notizia che la fiducia delle famiglie a fine giugno è salita a quota 70,8 punti. La conseguenza è stata una discesa del dollaro sull'euro. Una instabilità monetaria che non piace alla Cina che chiede una nuova moneta internazionale al posto del valuta Usa.

Michael Jackson, fuori dal mondo ( da "Manifesto, Il" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Foto: AL CENTRO, MICHAEL JACKSON NEGLI ANNI 90 IN TOUR A SINGAPORE (AP). E DA PICCOLO CON LA FAMIGLIA. IN ALTO, DA SINISTRA IL CANTANTE NEL 2004 E I SUOI FANS IN CINA (FOTO AP). A DESTRA, JEFF KOONS «MICHAEL JACKSON AND BUBBLES», 1988; IL CARTOON DELLA POP STAR

L'enciclica del Pontefice: governare la globalizzazione ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: enciclica del Pontefice: governare la globalizzazione Il Papa: riflettere sul senso dell'economia e dei suoi fini CITTÀ DEL VATICANO «Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società,

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sullo sfondo c'è settore globale dell'auto con un eccesso di capacità del 30%, anche in Cina. E di fronte a queste realtà che Marchionne rimprovera agli europei il ritardo e l'assenza di visione. O, come lo chiama lui, «un eccesso di realismo» di cui l'America non soffre mai. Federico Fubini Sergio Marchionne

Immigrati, ambiente, lavoro Le sfide nel neo-Illuminismo ( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: aperto quella fase neoliberale che sarebbe sfociata nella globalizzazione: quando scrivevamo, ignoravamo persino questa parola. Mentre scriviamo, la fase neoliberale, ormai protrattasi per un quarto di secolo, conosce la sua crisi più grave: non sono pochi coloro che preconizzano, forse un po' avventatamente, un nuovo cambio di fase, un nuovo modello di regolazione del capitalismo.>

PD: CHIAMPARINO, ALTERNATIVI A BERLUSCONI NON ( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E la soluzione, secondo Chiamaparino, e' quella di liberare risorse per la giustizia sociale, vale a dire protezione per chi e' esposto alla globalizzazione, premiare chi merita, accompagnare al lavoro chi non ce l'ha, dai settori protetti e garantiti.

Difficoltà nella traduzione, slitta la pubblicazione dell'enciclica ( da "Varesenews" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: economia e del lavoro nel mondo globalizzato. Il Papa sottolinea che la globalizzazione non è in sè un fenomeno negativo, ma che neppure si può pretendere che si governi da sè: di fronte al diminuire del potere degli Stati nazionali è necessario dunque un organo di governo mondiale della globalizzazione, «che dovrà essere regolata dal diritto,

USA: PRODI, NO POLITICA OBAMA SU UE PERCHE' EUROPA SENZA ( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: anche la Cina ha presentato un pacchetto da 585 miliardi di dollari mentre in Europa ogni Paese fa la sua politica. Tutti gli analisti - ha concluso tornando a invocare un cambio di passo dell'Ue - prevedono una ripresa rapida in Cina, rapidina negli Stati Uniti e lenta in Europa perche' non poter prendere decisioni impedisce il salto in avanti'

Scoperti sei nuovi evasori totali ( da "Stampa, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione e tutela della collettività: «La crisi finanziaria internazionale - ha detto - ha avuto pesanti ripercussioni sulle attività economiche». Un elogio è stato espresso sulle concrete misure anti crisi varate dal governo valdostano, volte a sostenere il potere di acquisto e rilanciare la competitività del sistema produttivo locale.

L'Occidente rischia di fare il gioco della teocrazia ( da "Stampa, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: un recente rapporto statunitense spiegava come e quanto gli Usa continuano a fare affari col regime degli ayatollah) potrebbero essere facilmente scavalcate proprio da un intensificarsi degli scambi petroliferi con Russia e Cina, e cioè con i paesi che non hanno condannato la brutale repressione in Iran.

il paese dei contadini aristocratici - stefano malatesta ( da "Repubblica, La" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione, che dovrebbe raggiungere anche le contrade più remote, e noi tutti siamo in attesa del momento in cui i cinesi, diventati i padroni del mondo, ci faranno tirare i risciò al posto dei coolies in un simpatico contrappasso. Ma in Toscana per la verità i paesani, non si capisce bene se per timore di questa globalizzazione di cui non vedono gli scopi o più semplicemente

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: gli Usa non offrono tanto, e allora anche noi...». Cina, India, o i Paesi africani, chiederanno all'Occidente i soldi per ripulire i loro cieli. Sarà giusto darli? «Sì. Sarà morale. È una questione etica, oltre che ecologica. Noi abbiamo delle responsabilità storiche verso quei Paesi che non erano ancora industrializzati 30 o 40 anni fa.

F aletti ( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: E se Faletti provasse a scrivere un thriller all'italiana? 4 9 Ruth Ozeki Carne Einaudi, e 8,78 Guido Samarani La Cina del Novecento... Einaudi, e24 5 10 Confucio Dialoghi (con testo a fronte) Einaudi, e16 Anonimo Sogno di una notte di primavera Go-Book, e15

Iran/ Solana: Ue vuole riprendere dialogo con Teheran su ( da "Virgilio Notizie" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il rifiuto giungeva proprio mentre Solana si accingeva a presentare al ministro degli Esteri iraniano Manuchehr Mottaki il nuovo pacchetto di proposte del gruppo "5+1", i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania, che ribadiva la richiesta di sospensione.

Iraq/ Petrolio, campi e compagnie in lizza per contratti ( da "Virgilio Notizie" del 28-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Australia - Bp Exploration Operating Company Gb - Chevron Corporation USA - Cnooc Limited Cina - Cnpc International Ltd. Cina - ConocoPhillips USA - Edison SpA Italia - Eni Medio Oriente SpA Italia - ExxonMobil Iraq Ltd. USA - Hess Corporation USA - Inpex Corporation Giappone - Japex (Japan Petroleum Exploration Co.

Dall'Asia niente di buono Tokyo e Pechino arrancano ( da "Stampa, La" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Alla fine di maggio la Cina aveva stipulato accordi con una decina di Stati per un valore totale di circa 100 miliardi di dollari. Ne sono fuori i grandi partner commerciali, come Usa, Unione europea e Giappone. Inoltre la Cina vuole maggiore stabilità nel sistema economico mondiale, vorrebbe disimpegnarsi in parte dal dollaro,

MERCATI: NON CI SONO PIU' RENDITE DI POSIZIONE ( da "Wall Street Italia" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: favore del ponte commerciale con la Cina. Aumentano di settimana in settimana le richieste di aiuto dal mondo imprenditoriale che esige prestiti e garanzie sui prestiti per continuare a stare in piedi. In considerazione di quanto menzionato sino ad ora e vista la caduta vertigionosa dei tassi di interesse, non mi sentirei più tanto sereno nella detenzione di titoli di stato tedesco,

L'Italvolley per due volte dà scacco all'Olanda ( da "Corriere delle Alpi" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Pool A: Usa-Cina 3-0, 3-0; Olanda-Italia 2-3, 0-3. Classifica: Usa 14, Olanda 11, Italia 8, Cina 3. Pool B: Serbia-Argentina 2-3, Francia-Corea 3-1. Classifica: Francia 9, Argentina 8, Serbia 7, Corea 6. Pool C: Giappone-Cuba 0-3, 0-3; Russia-Bulgaria 1-3, 3-0.

Iraq, Iran e Corea del Nord: l' che non si sgretola ( da "Corriere della Sera" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fine della tirannia nordcoreana produrrebbe milioni di profughi che dalle frontiere del nord si riverserebbero in Cina. L'America sta facendo pressione sulla Cina affinché adotti un atteggiamento più severo con la Corea del Nord, ma i cinesi non hanno bisogno di ammonimenti da parte degli Usa: sanno benissimo che cosa occorre per rimettere in riga Kim, ma ne temono le conseguenze.

Troviamo il puntoG che risolverà tutte le crisi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Le ragioni sono chiare: da un lato, la globalizzazione ha aumentato la necessità di coordinamento tra i vari paesi, dall'altro, la capacità degli stessi di raggiungere accordi è diminuita. Continua u pagina 12 l'articolo prosegue in altra pagina

La cyberguerra divide Usa e Russia ( da "Stampaweb, La" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come anche della Cina - alla convenzione europea. La difficoltà nell?armonizzare le opposte posizioni sta nel fatto, come spiega al New York Times Herbert Lin coordinatore di uno studio ad hoc del Consiglio nazionale delle Ricerche Usa, «sono gli Stati che possono lanciare attacchi dal web celandosi dietro false sigle per non farsi riconoscere»

Tremonti sul governo tecnico: durerebbe meno dello yogurt ( da "Corriere Economia" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sicuramente prima di andare in Cina. Tremonti è stato invitato a tenere una lezione alla Scuola del Partito comunista cinese. Forse addirittura il primo ottobre, anniversario della nascita della Cina Popolare. «Sarebbe un grande onore », ha commentato. S. Riz. IL COMMENTO di Aldo Grasso nelle Idee&Opinioni In onda Il ministro Giulio Tremonti intervistato da Lucia Annunziata durante «

Friedman (Nyt): la via? Innovare per avere profitti ( da "Corriere Economia" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Anche la Cina ha i suoi problemi: «Quando si comincia a censurare il Web, si restringe la capacità di immaginare e innovare. Stai dicendo ai giovani cinesi che se vogliono davvero creare devono andare all'estero». E l'America «dovrebbe approfittarne»: «I migliori cervelli del mondo sono in vendita scrive Friedman .

Iraq, Iran e Corea del Nord: l' che non si sgretola ( da "Corriere Economia" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: fine della tirannia nordcoreana produrrebbe milioni di profughi che dalle frontiere del nord si riverserebbero in Cina. L'America sta facendo pressione sulla Cina affinché adotti un atteggiamento più severo con la Corea del Nord, ma i cinesi non hanno bisogno di ammonimenti da parte degli Usa: sanno benissimo che cosa occorre per rimettere in riga Kim, ma ne temono le conseguenze.

La società senza più segreti. ( da "Corriere dell'Umbria" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione. Nella società odierna si riscontra la crisi dovuta all'incontro di diverse culture e religioni e in particolar modo la non comunicazione tra di esse. Il disagio maggiore è dato dal fatto che non ci si può più muovere su vecchie classificazioni o su schemi che rimandano a pensieri tipici di società del passato dove non si aveva circolazione così massiccia di persone

Area Morandini, da struttura d'oro anni '90 a complesso in vendita ( da "Varesenews" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: globalizzazione, affitti alti non possono però essere l?unica causa di questa situazione anomala. Oggi, tra l?abbandono e la solitudine, solo due gli esercizi che resistono: un pub molto frequentato dai giovani - il “Kings Kross” che da poco ha cambiato gestione - e il famoso negozio di abbigliamento Combipel.

BORSE EUROPA, INDICI POSITIVI SOSTENUTI DA GREGGIO E WALL STREET ( da "Wall Street Italia" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Il dollaro si è stabilizzato dopo il calo della scorsa settimana causato dalle dichiarazione della Cina, che chiedeva una nuova valuta di riserva sovrannazionale. La fiducia nella zona euro è migliore delle attese nel mese di giugno, secondo i dati diffusi questa mattina, mentre la Commissione Europea ha annunciato che il peggio sembra passato per i 16 paesi della moneta unica.

Droga/ Nuova strategia Usa, per chiudere "via..." -focus -2- ( da "Virgilio Notizie" del 29-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di cui è capofila assieme alla Cina, innestandola anche sulle inefficienze occidentali in tema di narcotraffico. Lo scorso 27 marzo a Mosca, la Sco ha tenuto un'importante riunione che aveva come tema l'Afghanistan. Ne è emerso un interesse rafforzato della Cooperazione di Shanghai - formato da una cintura di paesi che di fatto "circonda" l'Afghanistan -

SIAMO AL GIRO DI BOA ( da "Wall Street Italia" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: o alla Cina, con quasi due trilioni. Anche Hanspeter Ehrsam, analista di Lemanik spezza una lancia a favore degli Emerging, però «solo dopo una correzione, che dovrebbe essere pari a circa la metà del trend rialzista partito dai minimi di marzo». E per un corretto stock picking?

Margaret Thatcher, e proseguita con ancor maggior vigore da George W. Bush. Una politica che ha ... ( da "Corriere delle Alpi" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: come indicava il corrispondente di La Repubblica in Cina, Federico Rampini, in Asia e particolarmente in Cina e India con i loro tre miliardi e mezzo d'abitanti, sono più giovani di noi, lavorano più di noi, studiano più di noi, hanno risparmi e più capitali di noi da investire, hanno schiere di premi Nobel della scienza e guadagnano stipendi con uno zero in meno dei nostri.

dalle pagine gialle agli esplosivi i musso sulla rotta del business - odoardo scaletti ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: In piena globalizzazione noi ci siamo specializzati in una nicchia, nel traffico Nord Italia-Sardegna. Ma su questa linea siamo in grado di eseguire in proprio ogni fase del trasporto, door to door, dal collettame al carico completo, utilizzando mezzi nostri: navi, terminal, container, camion, magazzini.

una giornata con gao xingjian tra cinema, teatro e letteratura - sara chiappori ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della rivoluzione culturale scatenata in Cina dalle Guardie Rosse di Mao fu costretto a bruciare tutti i suoi manoscritti e spedito in un campo di rieducazione a lavorare la terra. Nel 2000 ha vinto il Nobel per la letteratura. Una vita da nomade non allineato, quella di Gao Xingjian, nato a nel 1940 a Ganzhou, nella Cina Sud-Orientale, più volte censurato dal regime fino al 1988,

"dal g8 dure sanzioni all'iran" - vincenzo nigro ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Servirà a qualcosa se poi Cina e Russia potranno continuare a rafforzare la loro collaborazione nel settore finanziario ed energetico? Per ora da Teheran continuano ad arrivare segnali di consolidamento della situazione attorno ad Ahmadinejad: ieri Consiglio dei Guardiani ha approvato la rielezione del presidente uscente, rifiutando le proteste dei candidati sconfitti.

la battaglia finale di giap "stop ai capitalisti cinesi" - federico rampini ( da "Repubblica, La" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: ombra della Cina, acquirente di un minerale che è la materia prima per la produzione dell´alluminio. Il governo vietnamita, attraverso il suo monopolio di Stato Vinacomin, ha ceduto alle profferte di Pechino. Per 15 milioni di dollari, Hanoi ha concesso al colosso cinese Chinalco i diritti di sfruttamento della bauxite fino al 2025.

AD AFFINATI IL SUPERFLAIANO Eraldo Affinati, con Berlin edito da Rizzoli, ha ... ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Margherita Heyer-Caput (Usa) e Tian Shigang (Cina). La consegna il 12 luglio al teatro d'Annunzio di Pescara. SPECIALE CAMORRA SU CURRENT Oggi dalle 21.30 Current Tv (Sky, canale 130) passa uno speciale sulla camorra con il film di Maurizio Fiume E io ti seguo sul giornalista napoletano ucciso dai camorristi.

Il Papa all'Angelus Prima del G8 arriva l'enciclica Caritas in veritate ( da "Unita, L'" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: della globalizzazione e della giustizia sociale. «Riprendendo le tematiche sociali contenute nella Populorum progressio, scritta dal Servo di Dio Paolo VI nel 1967 - ha spiegato il pontefice - questo documento, che porta la data proprio di oggi, 29 giugno, solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo, intende approfondire alcuni aspetti dello sviluppo integrale nella nostra epoca,

Gli States scoprono la magia del calcio ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: in Cina, la nazionale femminile Usa si è dimostrata una delle più competitive al mondo. E la medaglia d'oro alle Olimpiadi dell'anno scorso a Pechino ne ha confermato la forza. Non c'è quindi da sorprendersi se tra le giovani americane le calciatrici siano tra le sportive più popolari, e loro stesse preferiscano praticare il calcio piuttosto che qualsiasi altro sport di squadra.

Riformisti coraggiosi ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: di globalizzazione e, alla fin fine, di etica». Condivido. Con un codicillo: che i disegni palingenetici non portano da nessuna parte. Meglio darsi da fare, umilmente e faticosamente, per attuare tante riforme concrete che restituiscano credibilità ed efficacia, appunto, alla finanza, alla democrazia, alla globalizzazione e diano un senso alla parola "

È tempo di scuole senza confini ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: insegnamento della lingua inglese (moderno esperanto del mondo globalizzato) hanno finora ipotizzato business vincenti proprio nel Sud del mondo. Il gruppo Pearson non a caso è andato espandendosi, anche con acquisizioni in terra cinese, e ora annuncia l'ingresso in forze nel mercato indiano. Ma non è più tempo di posizioni di monopolio.

L'Africa al G-8: meno promesse e più qualità ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Sea sud del Sahara non arriveranno Europa e Usa con i loro capitali, ora sono benvenuti Cina, India e Giappone. E già affila le armi il Brasile con la sua tecnologia avanzata. è un linguaggio nuovo quello che parlano i rappresentanti dei governi africani che, sulla scia di un nuovo protagonismo, non cedono a minuetti diplomatici nelle loro richieste come nelle loro denunce.

Mosca sfida i supercomputer ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: a giugno 2009 gli Usa ne avevano 291, il Regno Unito 44, la Germania 29, la Francia 23, la Cina 21, il Giappone 15, l'Italia e l'India 6, mentre la Russia, insieme alla Spagna, soltanto 5. Ironia della sorte, Mosca ha deciso di scommettere sui supercomputer proprio nel momento in cui i giapponesi, potenza mondiale nel settore,

Greenergy, tutta la forza dell'energia "verde" a Milano ( da "Sole 24 Ore, Il" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: è il caso degli Usa, con 70 miliardi di dollari destinati a efficienza e rinnovabili che daranno i loro frutti a partire dal 2010, ma anche della Cina, che ha appena lanciato uno schema di incentivazione per il fotovoltaico aprendo così un gigantesco mercato a questa tecnologia solare”

Sfida verde della Svezia alla Ue: ora nuovi impegni per il clima ( da "Corriere della Sera" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: Europa in cui la Ue dovrà mettere in tavola le proprie carte e convincere anche Usa, Cina, India, Russia, e i paesi africani, a fare di più per ripulire i cieli del globo. Con scandinava franchezza, l'altro giorno, il primo ministro svedese Frederik Reinfeldt ha proposto la sua ricetta a 500 milioni di europei: «Abbiamo bisogno di una tassa sul CO2».

Madoff, il truffatore del secolo ( da "Vita non profit online" del 30-06-2009)
Argomenti: Cina Usa

Abstract: se Europa e Usa non arriveranno a sud del Sahara con i loro capitali, sono benvenuti Cina, India e Giappone». I rappresentanti dei paesi africani «parlano un linguaggio nuovo», come si è visto anche in Campidoglio nel corso dell'Italy&Africa Partners in business, un summit cui hanno partecipato 20 nazioni africane e 300 imprese italiane.


Articoli

La strana storia dei bond targati Fed, i truffatori di Chiasso e i complottisti (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

IL CASO La strana storia dei bond targati Fed, i truffatori di Chiasso e i complottisti Carlo Leone Del Bello La notizia è del 4 giugno: due asiatici con passaporto giapponese sono stati fermati a Chiasso dalla Finanza. Avevano nascosti in una valigetta di cuoio dei «titoli di stato» Usa per un valore nominale di 134,5 miliardi di dollari. L'ammontare era ripartito in 249 «Federal reserve bond» emessi nel 1934 con prezzo facciale di 500 milioni l'uno e 10 «Kennedy bond» da 1 miliardo il pezzo, emessi nel 1964. La cifra è enorme e si possono fare tanti paragoni per rendere l'idea dell'ordine di grandezza: l'1% del Pil Usa, tre manovre finanziarie italiane. I due cinquantenni cittadini giapponesi - che viaggiavano su un treno per pendolari - risulterebbero inoltre essere il quarto creditore estero degli Usa, dopo Cina, Giappone e Russia. Questo fatto, invece di far dedurre l'ovvio - e cioè che si trattava di due sofisticati truffatori alla ricerca di qualche ricco "pollo" - ha alimentato, complice il tam-tam sul web, una serie di ipotesi cospirative che ricalca la trama di un Bond (non a caso) movie, con la minaccia di una non ben precisata crisi valutaria internazionale sullo sfondo. La conferma che si tratta di falsi grossolani è giunta da un portavoce del Tesoro Usa, che ha ricordato come il totale in circolazione dei titoli al portatore ammonti a 104 miliardi. Dal 1986 infatti le securities del Tesoro vengono emesse esclusivamente in forma dematerializzata; inoltre i titoli hanno una scadenza. Vale a dire che se ci si presenta a incassare una obbligazione scaduta da anni, è lecito attendersi che si venga accolti da una fragorosa risata. Alla stessa conclusione si sarebbe potuti arrivare con delle ricerche - neanche tanto approfondite - e un pò di deduzione. Innanzitutto, non esiste alcun «Kennedy bond» con un simile valore facciale. Un articolo del NyTimes datato 1964 racconta l'emissione del bond dedicato al presidente Kennedy, con valore di 75 dollari, oggi scaduto. Lo stesso colonnello della Finanza che ha provveduto al sequestro, Rodolfo Mecarelli, avrebbe dichiarato di nutrire «forti perplessità» sull'autenticità di questi 10 titoli. Gli altri 249 invece sarebbero «filigranati» e di fattura migliore. Cosa dire quindi dei bond Fed da 500 milioni l'uno? Semplice: non esistono, dato che la Fed non ha mai emesso obbligazioni. E' illuminante leggere una nota Fed del 16 luglio 2003: è stata emessa per la preoccupazione dell'autorità monetaria circa il diffondersi di truffe riguardanti banconote o bond con valore nominale «astronomico», di cui viene fornita una foto, in cui il titolo contraffatto è molto simile a quelli sequestrati. I falsi, che possono essere «filigranati» e accompagnati da documenti che ne comproverebbero l'originalità, sarebbero utilizzati dai truffatori come collaterale per prestiti, o venduti a sprovveduti per un valore molto inferiore al valore facciale. Sembra incredibile, ed è lecito domandarsi chi sia così ingenuo da cadere in una truffa così banale. Eppure le vittime della «truffa nigeriana» - quella della mail mandata dal figlio di Mobutu che chiede un anticipo per recuperare svariati milioni di dollari in un conto segreto - sono migliaia. Si stima che fino al 1997 fossero oltre 100 milioni di dollari i soldi sottratti in questo modo. Anche questo dei titoli Usa falsi sembra essere un affare, tanto da spingere il dipartimento del Tesoro ad aprire un sito apposito. Inoltre pare che la Svizzera sia un paese ricco di «polli da spennare»: sempre a Chiasso, in marzo, furono sequestrati a un italiano 10 «bond» da 10 milioni l'uno, rivelatisi poi falsi; giovedì 18 giugno, invece, è toccato a titoli in yen per 15 miliardi di euro. Il governo giapponese avrebbe espresso seri dubbi circa l'autenticità di queste carte. Procurarsi questi titoli non è neanche difficile: un «Fed bond» si può trovare su eBay per la modica cifra di 9,90 dollari.

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E intanto parte il grande assalto al Re Dollaro (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gli ultimi arrivati si alleano per contare sull'arena del mondo il caso E intanto parte il grande assalto al Re Dollaro NEW YORK La settimana scorsa, in Russia, i quattro capi di governo del Bric si sono riuniti per la prima volta, da soli, per cercare quella voce comune che non hanno. Insieme pesano già per il 15% del Pil mondiale, e detengono il 40% delle riserve valutarie, in dollari e altre monete forti e in oro. Ma non rappresentano un blocco economico, con il Brasile e la Russia esportatori di risorse naturali, la Cina votata in prevalenza all'export dei suoi prodotti industriali, e l'India che punta principalmente alla espansione interna. Né sono in particolare sintonia politica: i regimi democratici del Brasile e dell'India convivono con i due governi saldamente autocratici e illiberali di Pechino e Mosca. La crescita dei consumi interni nei Paesi del Bric è tuttavia uno dei fattori che i gestori citano a sostegno della appetibilità di quelle economie, destinate ad assistere nei prossimi anni all'aumento percentuale della fascia facoltosa della popolazione, quella capace di investire e comprare merci e servizi al ritmo dei Paesi industrializzati. La base è enorme, con i quattro del Bric che hanno insieme 2.787 milioni di abitanti, contro i 3.920 milioni del resto del mondo. La Cina è la più popolosa con 1.300 milioni di persone, seguita dall'India con 1.150, dal Brasile con 191 e dalla Russia con 146 milioni. E la Cina, per Wall Street&Technology, è anche quella con il settore del risparmio gestito dal potenziale di crescita più interessante nel medio termine. Per la recessione globale, tra la fine del 2007 e la fine del 2008 il sistema dei fondi cinesi si è ristretto da 457 miliardi di dollari a 275, ma le crescenti concessioni del governo di Pechino ai propri cittadini a effettuare investimenti all'estero attraverso i fondi comuni, e la progressiva apertura dei mercati finanziari interni agli operatori stranieri, porteranno il sistema dei fondi cinesi a 1.500 miliardi di dollari nel 2012, secondo Zhou Hua, presidente di SunGard China, che fornisce servizi web a 25 tra le maggiori società di gestione mondiali. Fino al 2006 i cinesi potevano investire solo in azioni e bond nazionali, ma poi nel 2007 è stata data loro la possibilità di investire all'estero attraverso i fondi comuni. Di recente, nel 2008, Cina e Usa si sono accordati per consentire ai cittadini cinesi di investire sul mercato azionario di Wall Street attraverso fondi e altre società finanziarie domestiche. I quattro del Bric sono gli ultimi arrivati al tavolo del potere economico internazionale, e vogliono farsi sentire: la Russia è già nel G8, tutti sono nel G20, ma costruendosi il loro G4 puntano ad avere complessivamente un ruolo più importante nelle istituzioni globali, dal Fondo monetario alla Banca mondiale. «Il Bric dovrebbe creare le condizioni per un ordine mondiale più giusto», ha detto il presidente russo Dmitri Medvedev alla conferenza, il cui comunicato di chiusura cita gli obiettivi della «voce più forte nelle istituzioni internazionali» e di un «più diversificato sistema monetario globale». In pratica, è partito l'assalto al dollaro, valuta ancora oggi largamente dominante. E il futuro di un dollaro indebolito dal Bric è un'altra variabile di cui tener conto investendo in euro fuori dall'Eurozona.

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La settimana scorsa, in Russia, i quattro capi di governo del Bric si sono riuniti per la prima volt... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La settimana scorsa, in Russia, i quattro capi di governo del Bric si sono riuniti per la prima volta, da soli, per cercare quella voce comune che non hanno. Insieme pesano già per il 15% del Pil mondiale, e detengono il 40% delle riserve valutarie, in dollari e altre monete forti e in oro. Ma non rappresentano un blocco economico, con il Brasile e la Russia esportatori di risorse naturali, la Cina votata in prevalenza all'export dei suoi prodotti industriali, e l'India che punta principalmente alla espansione interna. Né sono in particolare sintonia politica: i regimi democratici del Brasile e dell'India convivono con i due governi saldamente autocratici e illiberali di Pechino e Mosca. La crescita dei consumi interni nei Paesi del Bric è tuttavia uno dei fattori che i gestori citano a sostegno della appetibilità di quelle economie, destinate ad assistere nei prossimi anni all'aumento percentuale della fascia facoltosa della popolazione, quella capace di investire e comprare merci e servizi al ritmo dei Paesi industrializzati. La base è enorme, con i quattro del Bric che hanno insieme 2.787 milioni di abitanti, contro i 3.920 milioni del resto del mondo. La Cina è la più popolosa con 1.300 milioni di persone, seguita dall'India con 1.150, dal Brasile con 191 e dalla Russia con 146 milioni. E la Cina, per Wall Street&Technology, è anche quella con il settore del risparmio gestito dal potenziale di crescita più interessante nel medio termine. Per la recessione globale, tra la fine del 2007 e la fine del 2008 il sistema dei fondi cinesi si è ristretto da 457 miliardi di dollari a 275, ma le crescenti concessioni del governo di Pechino ai propri cittadini a effettuare investimenti all'estero attraverso i fondi comuni, e la progressiva apertura dei mercati finanziari interni agli operatori stranieri, porteranno il sistema dei fondi cinesi a 1.500 miliardi di dollari nel 2012, secondo Zhou Hua, presidente di SunGard China, che fornisce servizi web a 25 tra le maggiori società di gestione mondiali. Fino al 2006 i cinesi potevano investire solo in azioni e bond nazionali, ma poi nel 2007 è stata data loro la possibilità di investire all'estero attraverso i fondi comuni. Di recente, nel 2008, Cina e Usa si sono accordati per consentire ai cittadini cinesi di investire sul mercato azionario di Wall Street attraverso fondi e altre società finanziarie domestiche. I quattro del Bric sono gli ultimi arrivati al tavolo del potere economico internazionale, e vogliono farsi sentire: la Russia è già nel G8, tutti sono nel G20, ma costruendosi il loro G4 puntano ad avere complessivamente un ruolo più importante nelle istituzioni globali, dal Fondo monetario alla Banca mondiale. «Il Bric dovrebbe creare le condizioni per un ordine mondiale più giusto», ha detto il presidente russo Dmitri Medvedev alla conferenza, il cui comunicato di chiusura cita gli obiettivi della «voce più forte nelle istituzioni internazionali» e di un «più diversificato sistema monetario globale». In pratica, è partito l'assalto al dollaro, valuta ancora oggi largamente dominante. E il futuro di un dollaro indebolito dal Bric è un'altra variabile di cui tener conto investendo in euro fuori dall'Eurozona.

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Per spodestare il dollaro tornare al sogno di Keynes (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-21 - pag: 8 autore: LENTE D'INGRANDIMENTO La lezione del bancor Per spodestare il dollaro tornare al sogno di Keynes di Riccardo Sorrentino N o al dollaro. I paesi del Bric - Brasile, Russia, India, Cina- sono stati chiari: vogliono un sistema valutario internazionale «stabile, prevedibile e diversificato», che tenga conto anche delle loro monete. Il recente meeting dei Quattro a Ekaterinburg ha fatto in realtà solo un primo passo. Non è stata avanzata, come era stato quasi preannunciato, la proposta di una valuta globale in sostituzione del dollaro. Il tema però nonè stato accantonato. Innanzituttoricorda Helmut Reisen dell'Ocse sul sito Vox.eu - perché lo yuan è in una posizione simile a quella che aveva il dollaro quando cominciò a insidiare il ruolo globale della indebitata sterlina. Poi perché Pechino lo sa e si sta comportando di conseguenza. è stato infatti il governatore della Banca del popolo Zhou Xiaochuan a chiedere, ad aprile, la trasformazione della "moneta" del Fondo monetario internazionale, gli Sdr o diritti speciali di prelievo, in una valuta globale. Questo ruolo, ha detto, non può più essere svolto dalla moneta di un singolo paese: «Gli stati che emettono valute di riserva si trovano sempre di fronte al dilemma tra gli obiettivi nazionali di politica monetaria e la domanda di valuta di altri paesi. Le loro autorità monetarie non possono concentrarsi sui loro obiettivi senza tenere conto delle loro responsabilità internazionali, e non possono seguire allo stesso tempo entrambi». La conseguente tentazione, si può aggiungere, è spesso quella di godere del privilegio senza troppi problemi: oggi gli Usa pagano le importazioni con dollari che gli vengono quasi subito restituiti sotto forma di prestiti. Creare una moneta globale, però, non è facile. A dimostrarlo è lo stesso esempio evocato da Zhou, quello del bancor, la valuta internazionale disegnata nel 1943-44 quando gli alleati costruirono a Bretton Woods l'attuale sistema finanziario. La proposta aveva una firma importante, quella di John Maynard Keynes, rappresentante della Gran Bretagna ed economista attento, nel campo delle relazioni internazionali, alla costruzione di una base economica per la pace. La sua idea fu avversata dal rappresentante Usa, Harry Dexter White, che nascondeva anche un terribile segreto: era una spia dell'Urss. Keynes immaginava un fondo «prestatore internazionale di ultima istanza», una banca centrale delle banche centrali, costituita dai singoli paesi attraverso conferimento di oro da aumentare nel tempo in parallelo al commercio globale, un impegno molto oneroso. La sua moneta, il bancor, legata all'oro, sarebbe stata usata solo dalle banche centrali nazionali nei rapporti tra loro e avrebbe garantito l'espansione del credito. Ogni paese avrebbe potuto prelevare bancor, a breve termine, in modo automatico, entro limiti generosamente prefissati. I paesi creditori- ieri gli Usa, oggi sarebbe la Cina - sarebbero stati responsabili del riequilibrio del sistema anche attraverso l'apprezzamento della loro valuta (che Pechino respinge). White disse no. Preferì legare il dollaro all'oro e fissò limiti forti al credito. «Gli Usa avrebbero conferito la maggior parte delle risorse del fondo e il solo modo di far approvare la cosa al Congresso era costruire garanzie su come sarebbero state usate», spiega lo storico James M. Boughton. L'Fmi nacque quindi da un compromesso tra paesi di potere diseguale in una situazione che non prevedeva imminenti riequilibri, come spesso accade nelle relazioni internazionali. Ebbe un ruolo limitato e solo nel 1967 introdusse gli Sdr, un'ombra di quello che sarebbe potuto essere il bancor. Soprattutto, nacque piccolissimo, e già nel 1947 si pose il problema delle sue dimensioni. Oggi, per dargli le funzioni immaginate da Keynes, dovrebbe essere almeno cinque volte più grande, e avrebbe un potere enorme. Chi vorrà davvero darglielo? riccardo.sorrentino@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA IL PUNTO DEBOLE Il tentativo fallito di introdurre nel 1944 una «super moneta» è un monito alle velleità del quartetto dei Bric

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Emilia-Romagna verso nuovi modelli di coesione sociale (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA E IMPRESE data: 2009-06-21 - pag: 15 autore: MICROCOSMI LE TRACCE E I SOGGETTI Emilia-Romagna verso nuovi modelli di coesione sociale di Aldo Bonomi ... A ppena attraversato il Po, verso l'Emilia,Bologna,la Romagna, cambia il linguaggio. Colpisce il costante ricorso a una narrazione collettiva degli eventi. Un ricondurre al «noi» piuttosto che all'«io». Le istanze, le paure, le capacità di reazione di fronte alla crisi. Ma l'uso del noi non tragga in inganno. Il territorio emiliano-romagnolo attraversa una fase delicata di riedificazione della propria identità territoriale. Muta la composizione sociale. Sempre più vecchi e sempre più immigrati. La crescente polarizzazione dei redditi ha messo in crisi quella visione del noi che coniugava crescita economica e coesione sociale. Il welfare locale e regionale,anche causa il patto di stabilità, eroga sempre meno, a fronte di un aumento dei bisogni. La governance territoriale è indebolita dalla crisi delle rappresentanze e dalla politica. Passioni e interessi che facevano dire «noi» non si incontrano più. La città-regione Bologna, in crisi identitaria, ne è il luogo emblematico. è in fibrillazione il modello Nec (Nord, Est, Centro) raccontato da Giorgio Fua. L'Emilia è più Veneto che Romagna. Prettamente manifatturiera, con sistemi produttivi all'interno di filiere globali, fortemente internazionalizzate e compromesse nella globalizzazione, è esposta al rischio che il sistema produttivo possa subire danni irreversibili. Si temono i rallentamenti di imprese driver che presidiano nodi fondamentali della ragnatela produttiva ( 25% rispetto al 2008,che diventa-40%per i piccoli in filiera). In Romagna la crisi morde meno. Anche qui meccanica, nautica, mobile imbottito e calzaturiero stanno soffrendo. Fa da contrappeso il settore agroalimentare che, come a Parma, è volano anticiclico per antonomasia. Un settore edilizio che tiene, grazie a concessioni pregresse, e un settore turistico che pare non stia risentendo, per presenze e prenotazioni, della contrazione dei redditi delle famiglie. O forse, piccolo segno di sobrietà, torna la pensione romagnola dopo le fe-rie a Ibiza, Formentera e Sharm el Sheik finanziate dalle banche con il credito al consumo. L'Appennino emiliano-romagnolo è segnato dal suo rapporto con ciò che sta a valle. Se si percepisce come un parco di una metropoli dolce che va da Piacenza a Rimini, valorizza turismo e produzioni tipiche. Altrimenti è preda della risalita a salmonedelle imprese e degli immigrati alla ricerca di case a basso costo. Emblematica la valle del pollo. Quella che si snoda lungo la E45, eterna incompiuta verso Roma, con Galeata con il 17,8% di immigrati e Bagno di Romagna con le sue terme. In questa fibrillazione territoriale Bologna ha perso il trattino. La sua capacità di mettersi in mezzo tra capitale e lavoro con i suoi tavoli di concertazione che davano la linea regionale. Di mettersi in mezzo tra Emiliae Romagna con i suoi servizi per le imprese per l'agroalimentare, il turismo, il welfare. Ha perso nel nuovo secolo il trattino tra l'Emilia- Romagna e il mondo. Più le reti si facevano lunghe più la città capoluogo implodeva in una mediazione del " sindacalismo istituzionale" di una soggettività sempre più debole di policentrismi territoriali, di interessi e di passioni collettive. Si è ritrovata così ad osservare il suo ombelico. Le migliaia di studenti, in subaffitto da rendita, e la crisi delle forme di convivenza. Con le soggettività economiche del capitalismo delle reti: autostrade, ferrovie, banche, università, multiutility, fiere, aeroporti che, senza trattino, senza città-regione, sono in preda ad un risiko locale che non traina il territorio nell'uscita dalla crisi, ed è sempre più insofferente a sedersi ai tavoli della mediazione politica. Nella regione dove nel periodo 2007 l'export è cresciuto del 33% contro il 20% della Lombardia e l'11% del Veneto la crisi non è ritenuta alle spalle. Anche se nel 2008 il tessuto produttivo continua a esportare più della Lombardia e del Veneto. Più che nell'economico, la paura sta nel sociale.La figura sociale più citata è quella dell'operaio industriale, vittima del ricorso alla cassa integrazione e i lavoratori con contratti a termine. Qui, come altrove, i primi a saltare senza ammortizzatori sociali. E si cita il caso emblematico di quell'impresa di Modena dove su dieci licenziati uno era modenese e gli altri nove tutti immigrati. Ha ragione Guido Caselli, dell'ufficio studi dell'Unioncamere regionale: nel nuovo secolo lo sviluppo delle imprese ha viaggiato a 100 Km/h, quello dei cittadini a 22 Km/h. Una velocità quasi 5 volte inferiore. In questo fuorigiri si è logorato il circolo virtuoso che lega le imprese al territorio, alla comunità locale che a ben vedere è il vero tondino di ferro del modello Nec. Lo aveva intuito il presidente della Regione Errani che ha dedicato l'anno 2008 a un percorso territoriale provincia per provincia,invitando tutti a ragionare su ciò che resta della comunità di un tempo e a ricostruire forme comunitarie adeguate ai tempi della globalizzazione. Ci marcia la Lega. Esperta di sindacalismo territoriale, delle pedemontane venete e lombarde, oltrepassa il Po fabbrichetta per fabbrichetta, capannone per capannone, sino nel cuore dei mitici distretti ove non tiene più la comunità economica locale. è sempre sbagliato fare paralleli tra crisi, mutamento del ciclo produttivo, composizione sociale e risultati elettorali. Ma non vi è dubbio che sul territorio si avverte la stanchezza di quel modello che alcuni hanno definito impietosamente "doroteismo socialdemocratico". Che ha trasformato in una ritualità stanca i fondamentali: associazionismo,cooperazione, forze sociali e istituzioni. A questi punti fermi si torna nella crisi e non mancano segnali che vanno oltre i simulacri. Dalla corporazione che tiene e va da Ravenna in Africa con reti lunghe produttive, alle rappresentanze che superando gli orticelli corporativi hanno fatto di Unindustria e Api a Bologna un'unica organizzazione. Per poi siglare con Cna il patto di filiera. Utilissimo per evitare quei danni irreversibili del sistema produttivo dentro la crisi. Il primo è stato siglato a Bologna da un azienda capofila della Packaging Valley,l'Ima.L'impresa capofila si impegna a programmare con le imprese di primo indotto le commesse. Queste fanno altrettanto con il secondo cerchio sino all'artigianato e tutte le piccole microimprese possono così accedere ai finanziamenti delle due banche sottoscrittrici del patto. L'intera filiera garantisce per tutti. Un buon esempio di strategia per attraversare la crisi ove ha senso e significato dire «noi». bonomi@aaster.it. © RIPRODUZIONE RISERVATA I CAMBIAMENTI è tramontato il vecchio doroteismo socialdemocratico L'esempio dell'intesa nell'imballaggio

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Cina e Stati Uniti ora tocca a voi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI data: 2009-06-21 - pag: 10 autore: Cina e Stati Uniti ora tocca a voi di Olivier Blanchard N el 2007, preoccupato per i crescenti squilibri della bilancia dei pagamenti, il Fondo monetario internazionale organizzò consultazioni multilaterali per decidere il da farsi. Quasi tutti ritenevano che la soluzione fosse semplice e lineare. Semplificando al massimo: convincere i consumatori americani a spendere di menoe convincere i consumatori cinesi a spendere di più. Avrebbe fatto bene agli Stati Uniti, avrebbe fatto bene alla Cina e avrebbe fatto bene al mondo (ci furono messaggi anche per gli altri protagonisti- il Giappone,l'Europa,l'Arabia Saudita - ma erano meno importanti.) Avrebbe fatto bene agli Stati Uniti: era chiaro già allora che l'orgia consumistica in cui si erano lanciati i consumatori americani era qualcosa di dissennato e che molti di loro avrebbero avuto problemi al momento della pensione. Avrebbe fatto bene alla Cina: era evidente che la risparmiosità dei cinesi era dovuta in gran parte all'assenza di una rete di sicurezza sociale. Garantire cure sanitarie e pensioni era qualcosa d'auspicabile di per sé e avrebbe naturalmente indotto i consumatori a spendere di più. Avrebbe fatto bene al mondo: i cambiamenti dei modelli di consumo, uniti alla rivalutazione del renminbi rispetto al dollaro, avrebbero potuto mantenere la piena occupazione sia negli Stati Uniti che in Cina, e ridurre gli squilibri commerciali correnti. Una riduzione dei consumi negli Usa sarebbe stata compensata da un aumento delle esportazioni. Un aumento dei consumi in Cina sarebbe stato compensato da una riduzione delle esportazioni. Il deficit commerciale americano si sarebbe ridotto e si sarebbe ridotto, sull'altro versante, il surplus cinese. Col progressivo avanzamento di questo ordinato processo di aggiustamento, e con la progressiva riduzione degli squilibri, sarebbe diminuito il rischio di un improvviso tracollo del dollaro. E il mondo sarebbe stato molto più in forma. Un esempio notevole di pianificazione macroeconomica globale. Ma, almeno fino alla crisi, non è successo granché. Gli ottimisti consumatori statunitensi semplicemente non erano dell'umore giusto per cambiare abitudini. E il governo cinese, di fronte al successo della sua strategia di crescita trainata dalle esportazioni e preoccupato di continuare a far aumentare l'occupazione, insisteva a mettere l'export al primo posto. Come a dar ragione agli scettici, la crisi stessa non è stata innescata dagli squilibri globali. Il dollaro non è crollato, come si temeva. E dal momento in cui è cominciata la crisi, la soluzione degli squilibri globali è precipitata in fondo alla lista delle priorità. Tutti si sono concentrati, giustamente, sullo stato del sistema finanziario. Man mano che la crisi si sviluppa, tuttavia, e quando si comincerà a intravedere la ripresa in fondo al tunnel, la questione degli squilibri globali probabilmente tornerà di attualità. Ancora una volta dovranno essere gli Stati Uniti e la Cina a giocare un ruolo centrale. Metà dell'aggiustamento ipotizzato nelle consultazioni multilaterali si sta verificando: i consumatori americani, finalmente, stanno riducendo le spese. Hanno perso molti soldi e avranno bisogno di molti anni di risparmi supplementari per compensare queste perdite. E soprattutto hanno imparato una lezione più generale. Il mondo è un luogo più rischioso di quello che credevano. I prezzi delle azioni e delle case possono scendere, e scendere di parecchio. Per mettere da parte soldi per la pensione forse serve risparmiare molto di più di quello che credevano necessario prima della crisi. L'incognita maggiore riguarda l'altra metà dell'aggiustamento. La Cina ha reagito alla crisi incrementando fortemente la spesa, concentrandosi più sugli investimenti che sui consumi. è la politica giusta, considerando la necessità di far salire rapidamente la spesa, ma questo incremento degli investimenti ha necessariamente una durata limitata.L'interrogativo è se, col passare del tempo, la Cina permetterà che crescano i consumi. Se lo farà, il piano del 2007 potrebbe trovare compimento. L'incremento delle esportazioni americane rimpiazzerà il calo dei consumi e contribuirà a sostenere la ripresa negli Usa. L'incremento dei consumi in Cina compenserà il calo dello esportazioni e consentirà a Pechino di mantenere i suoi elevati livelli di crescita. La ripresa mondiale potrà andare avanti e potremo uscir fuori con un'economia mondiale più equilibrata. Questo scenario si svilupperà naturalmente? Forse, o forse no. La Cina ha annunciato un'ambiziosa riforma sani-taria, che va nella direzione giusta. Ma il modello di crescita basato sulle esportazioni che Pechino ha perseguito con tanto successo fino a questo momento non verrà abbandonato dall'oggi al domani. E, guardando oltre la Cina, la crisi potrebbe aver convinto molti Paesi ad accumulare riserve ancora maggiori, incrementando ancora di più le attuali eccedenze negli scambi con l'estero. Questi Paesi non avranno tanta voglia di lasciare che le loro monete si rivalutino rispetto al dollaro, per consentire la crescita delle esportazioni Usa. E che succederà se non ci sarà nessun riequilibrio? Senza una forte domanda interna e un incremento delle esportazioni, la ripresa Usa potrebbe indebolirsi una volta venuti meno, gradualmente, gli effetti benefici del piano di rilancio. In tempi normali potrebbe essere d'aiuto la politica monetaria, con un abbassamento dei tassi d'interesse e un incremento della domanda: ma questi non sono tempi normali e i tassi non possono scendere ulteriormente. E dunque il Governo americano sarà sottoposto a forti pressioni per tenere alta la spesa pubblica fintanto che la domanda privata rimarrà debole, rischiando di determinare una situazione di deficit più grande e più protratta di quello che sarebbe saggio. Un forte piano di spesa era ed è ancora necessario per combattere la crisi, ma non può andare avanti all'infinito;a un certo punto la dinamica del debito diventerà insostenibile, i mercati reagiranno e i deficit di bilancio diventeranno controproducenti. Una ripresa debole e una dinamica del debito insostenibile negli Usa probabilmente non porteranno nulladi buono per l'economia mondiale. La prima bloccherebbe la ripresa anche nel resto del mondo; la seconda probabilmente produrrebbe disastri nei mercati finanziari. Per una ripresa sostenuta la spesa interna deve scendere negli Stati Uniti e salire in Cina e in gran parte del resto del mondo, congiuntamente ad aggiustamenti dei tassi di cambio. La cooperazione globale ha giocato un ruolo cruciale lo scorso anno per evitare una crisi peggiore. Ora serve ancora più cooperazione globale, con gli Stati Uniti e la Cina a giocare un ruolo guida. L'autore è chief economist dell'Fmi. (Traduzione di Fabio Galimberti) VISTO DALL'AMERICA Il mondo è un luogo molto più rischioso di quanto si pensava: i prezzi delle azioni e delle case possono scendere, e di parecchio VISTO DALL'ASIA Finora si è agito sugli investimenti (ed è bene): l'interrogativo è se si permetterà di far aumentare i consumi

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Evitare vuoti regolamentari tra la riforma Usa e quella Ue (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-21 - pag: 7 autore: INTERVISTA Pier Carlo Padoan Vicesegretario generale Ocse «Evitare vuoti regolamentari tra la riforma Usa e quella Ue» di Orazio Carabini D opo il piano di riforma che Barack Obama ha trasmesso al Congresso americano, anche l'Unione europea venerdì scorso ha fatto un passo avanti verso una nuova struttura di vigilanza sui mercati finanziari. «Forse c'è una visione comune, ma dire che c'è una convergenza è difficile», spiega, in questa intervista al Sole-24 Ore, Pier Carlo Padoan, l'economista italiano che dopo essere stao direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale, è vicesegeratrio generale dell'Ocse. Toccherà al Financial stability board verificare che non si creino vuoti normativi in cui potrebbero incunearsi nuovi sistemiombra in grado di generare instabilità nel sistema. E di innescare altre crisi. è la Fed che esce vittoriosa dalla riforma di Obama? Intanto vediamo come questa riforma uscirà dal Congresso. Certo, il rafforzamento della Fed è il fatto più visibile ma anche i poteri del Tesoro, nell'attuale schema, aumentano. Quindi, la Fed non è la sola istituzione che esce rafforzata nel disegno di riforma. La molteplicità dei regolatori rimane e quindi il sistema di checks and balances caro agli americani non viene intaccato. Ma la Fed – si obietta – è una delle origini della crisi. è necessario dare a una delle istituzioni un ruolo centrale in modo che abbia la responsabilità della stabilità complessiva del sistema. E poi, se ha sbagliato in passato, non è detto che la Fed debba per forza sbagliare nel futuro. Rimangono troppi regolatori? Qual è il numero giusto? Come si determina la complessità del sistema di sorveglianza? E quali sono gli obiettivi della vigilanza? Non è facile rispondere. Tanto che la riforma di Barack Obama produce effetti paradossali. L'Agenzia per la protezione del consumatore è un'authority in più, ma colma un vuoto importante. Per esempio, può difendere le famiglie da chi offre mutui che poi abbiamo visto come vanno a finire. Insomma, bisogna valutare bene a che cosa serve un'authority perchè i mercati si sono diversificati e chi vigila si deve adeguare alle innovazioni. La protezione del risparmiatore dai tranelli dei contratti diventa finalmente un obiettivo primario. L'Ocse aveva già messo in evidenza questo aspetto già prima della crisi, lanciando un vasto programma di educazione finanziaria. I consumatori sono alla mercè di chi offre prodotti finanziari. Il lato della domanda sul mercato dei titoli è stato troppo trascurato. Basta ricordare che cosa è successo a chi ha investito nei titoli di Stato dell'Argentina: il sistema italiano non ha protetto i risparmiatori che non potevano valutare la rischiosità di quei bond. Mi sembra un punto davvero importante. Suona però come una sconfitta delle banche centrali e delle Consob, le autorità di vigilanza sui mercati: voi non siete state capaci di imporre la trasparenza, meglio che questo mestiere lo faccia qualcun altro. In Europa accadrà la stessa cosa? Penso che si debba fare dovunque è necessario. In Europa i titoli che si possono acquistare sono diversi ma la protezione del risparmiatore va affrontata in senso lato. Gli americani hanno avviato una riforma, l'Europa,sempre in ritardo, si accinge a farlo. Si può dire che dietro ai due progetti c'è una visione comune? Forse una visione comune c'è. è più difficile sostenere che ci sia una convergenza tra i due progetti. Il problema strutturale europeo è diverso da quello americano. Da noi le autorità nazionali mantengono poteri importanti. Insomma i sistemi sono diversi. Penso che il Financial stability board avrà molto da fare per evitare che ci siano dissonanze troppo forti. Qual è il rischio? Il rischio è che rimangano dei buchi nella rete di sorveglianza. E in questi vuoti si possono infilare operatori che gestiscono particolari attività finanziarie avvantaggiandosi con arbitraggi regolamentari. Il risultato è una minore trasparenza, con la possibiltià che si formino e rimangano "coperti" dei sistemi-ombra. Come si evita questo rischio? Serve un monitoraggio continuo per verificare che il nuovo sistema funzioni bene. Ed è importante che ci sia un quadro di principi condivisi, per ragioni pratiche ancora più che etiche. Perché questo è il lato oscuro della globalizzazione: i vuoti di regole sulla governance, sulla remunerazione dei manager generano nuova instabilità. Questa ri-regolazione darà fastidio... Non si vuole opprimere il sistema con nuove regole ma è necessario identificare i vuoti normativi dove si creano. Il Global charter o i Global legal standard servono a verificare che i due apparati, quello americano e quello europeo, interagiscano e per ricordarci che il sistema è uno solo. Ma i settori più colpiti reagiranno... Certo che reagiranno e già al Congresso vedremo come i propositi del piano Obama saranno recepiti. Ma anche in altre parti del mondo assisteremo alla reazione di chi si sente colpito. Sarà banale, ma occorre una visione politica complessiva e un'azione, sempre politica, che eviti un annacquamento delle regole. C'è sempre stato un trade off tra regolazione ed efficienza: tocca alla guida politica trovare il giusto equilibrio. © RIPRODUZIONE RISERVATA «Bene la nuova Agenzia per la protezione del risparmiatore: è stata troppo trascurata» «Serve un monitoraggio continuo per verificare che il nuovo sistema funzioni bene» Pier Carlo Padoan IMAGOECONOMICA

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Fotovoltaico sulla via del consolidamento (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il (Del Lunedi)" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore del lunedì sezione: FINANZA data: 2009-06-22 - pag: 22 autore: INTERVISTA Umberto Catani A.d. Sorgenia Solar «Fotovoltaico sulla via del consolidamento» «La crisi finanziaria favorirà la razionalizzazione del business fotovoltaico », dice Umberto Catani, amministratore delegato di Sorgenia Solar (gruppo Sorgenia). «L'incentivazione spiega - ha fatto nascere molte iniziative locali, che però non hanno gambe. Quindi un consolidamento a favore dei grandi gruppi sarà inevitabile. Naturalmente rimarranno a livello locale le attività di integrazione di sistema e di installazione ». Sorgenia Solar, grazie a circa 70 milioni di euro di investimenti – e a un ambizioso piano industriale da attuare entro il 2012 –è il maggior produttore privato di energia fotovoltaica in Italia. Ma i Governi, dagli Usa alla Cina, puntano in modo deciso sulle rinnovabili. La Cina è opportunità di sviluppo o rischio di concorrenza? I cinesi si sono dotati di una capacità produttiva esagerata, e adesso pagano pegno. Malgrado ciò, però, continuano ad annunciare l'avvio di nuove iniziative industriali. Il piano del Governo cinese è volto soprattutto alla salvaguardia dell'industria nazionale. Non penso che per i produttori occidentali ci siano possibilità di sviluppo in Cina. Ma un problema è la concorrenza in Occidente? Con quella già ci confrontiamo tutti i giorni. I cinesi sono in grado di condizionare i prezzi e i loro prodotti, almeno quelli dei produttori più noti, sono di buona qualità. Le migliori aziende stanno anche sviluppando la ricerca, per migliorare con continuità le prestazioni. Per contro continuano ad affacciarsi sul mercato molte nuove aziende cinesi che offrono prodotti di basso livello. Lo sviluppo del solare è stato spinto dagli incentivi. Questa politica dei bonus potrà continuare a lungo? Gli incentivi servono per lanciare un settore nella prima fase e portarlo, poi, a una crescita autonoma. In Italia credo siano ancora necessari, magari con una progressiva riduzione, per qualche anno, ma è chiaro che prima o poi dovranno finire. Per consolidare i risultati ottenuti e non disperdere i benefici degli incentivi pagati, serve però una politica generale di sostegno, che indichi per esempio un piano chiaro di messa in servizio di nuovi impianti inquadrati nel sistema energetico nazionale e una semplificazione burocratica. Questo consentirebbe agli operatori di organizzarsi puntando a costi di produzione del Kwh fotovoltaico confrontabili con quelli di altri sistemi di generazione. Un obiettivo nazionale apprezzabile sarebbe quello di dotare tutte le nuove costruzioni di impianti fotovoltaici autonomi, ma per questo c'è ancora molto da lavorare. Al.R. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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BANCA MONDIALE TAGLIA STIME 2009 PER PRINCIPALI ECONOMIE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Banca Mondiale taglia stime 2009 per principali economie -->SEUL (Reuters) - La Banca Mondiale ha tagliato le proprie stime sulla crescita 2009 delle principali economie avvertendo che le prospettive restano "insolitamente incerte". Recentemente la Banca Mondiale ha fatto sapere di aver abbassato a 2,9% da 1,7% la previsione di contrazione della crescita mondiale per il 2009. Di seguito le stime dettagliate diffuse oggi: (Variazioni percentuali annue) 2009 2010 Rivisto Preced, Rivisto Preced, MONDO -2,9 -1,7 2,0 2,3 AREA EURO -4,5 -2,7 0,5 0,9 GIAPPONE -6,8 -5,3 1,0 1,5 USA -3,0 -2,4 1,8 2,0 CINA 7,2 6,5 7,7 7,5 RUSSIA -7,5 -4,5 2,5 0,0 BRASILE -1,1 0,5 2,5 3,2 INDIA* 5,1 4,0 8,0 7,0 * Riferimento all'anno fiscale.

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L'Italia sempre più globalizzata ai Giochi della politica e del cuore (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 22-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Sport data: 22/06/2009 - pag: 49 In Abruzzo Dopo il terremoto, 22 Paesi (senza Israele) a Pescara per 813 medaglie L'Italia sempre più globalizzata ai Giochi della politica e del cuore MILANO Il terremoto come playground. L'anfora che contiene l'acqua del Mediterraneo ha attraversato le tendopoli dell'Aquila, ha proseguito per Paganica, Onna e San Gregorio ed è arrivata a Pescara, dove venerdì cominciano i Giochi della speranza e della rinascita di questa terra che avrebbe bisogno più di case che di medaglie, ha ancora 21 mila sfollati negli alberghi e per dieci giorni giocherà lo sport difficile, e raffinato, della convivenza. Con il calcio (l'esordio tra Italia e Siria ad Avezzano: lo stadio Fattori dell'Aquila non ha ottenuto l'agibilità della Protezione civile) ma anche con le bocce, il golf, il karate e lo sci nautico (dimostrativo). Con 28 discipline e 22 Paesi, senza Israele e Palestina: per le ammissioni lo statuto impone una maggioranza dei due terzi degli Stati e quattro anni di osservazione per verificare se i nuovi entrati rispettano le norme, per esempio niente boicottaggi. Il ministro degli esteri Frattini ha detto che saranno gli ultimi Giochi del Mediterraneo privi di atleti israeliani: «Promuoveremo un incontro pubblico durante la cerimonia inaugurale, in cui palestinesi e israeliani si dicano pronti a partecipare alla prossima edizione ». Se a Pescara fosse riuscito il miracolo, sarebbe stato storico. L'unico, vero, imbattibile record del mondo. L'Italia è di serie A, la vicinanza con i Mondiali di Roma ha spinto sulla costa adriatica tutti i migliori nuotatori e i pallanotisti, molte stelle tra i giovani portati a fare esperienza e a respirare un po' di adrenalina, ci sono gli aficionados (Rosolino), le immortali (Idem), gli ori di Pechino (il lottatore Minguzzi, la judoka Quintavalle), uno dei quali, il pugile Roberto Cammarelle, è stato scelto come portabandiera della delegazione. Più maschi (271) che femmine (186), come sempre, però sarà, presumibilmente, l'Italia delle donne: Valentina Vezzali e Federica Pellegrini sono i totem della squadra, Margherita Granbassi si è presa una vacanza da Santoro e dalla tv, Antonietta Di Martino vuole prolungare il volo spiccato in Portogallo, Tai Agüero è l'alfiere dell'Italia multietnica e globalizzata, 15 bolli diversi sullo stesso passaporto, united colors of Italy, 26 azzurri (12 donne, 14 uomini) sono nati all'estero, arrivano da quattro continenti, cinque se contiamo la mamma di Massimiliano Rosolino (già 8 medaglie ai Giochi del Mediterraneo), lo scugnizzo aussie che ha l'Australia nei pettorali e nel cuore. Abbiamo preso alla lettera lo spirito di questi Giochi nati nel 1951 a Alessandria d'Egitto per unire le diverse culture dei bacini del Mediterraneo, ci siamo spinti oltre, importiamo muscoli ed eccellenze sportive da Cuba (pallavolo e atletica), Brasile (beach volley), Argentina (pallamano), Cina (tennistavolo of course), Costa d'Avorio e Somalia: mentre Zahra Bani, padre italiano e mamma somala, a Torino da quando aveva dieci anni, lancerà il suo giavellotto, il governo di Mogadiscio assediato dai ribelli islamici tornerà a chiedere lo stato di emergenza, qui non vale la pace olimpica e i Giochi del Mediterraneo ospiti del terremoto hanno altri problemi per la testa. I quattro azzurri d'Abruzzo (Federica Febbo, Alfonso Nanni, Chiara Ianni, Riccardo Santori) sfileranno a stretto contatto con Cammarelle, l'Italia piegata ma non spezzata a testa alta davanti al gruppo. Non sarà una medaglia d'oro, ma forse è addirittura meglio. Gaia Piccardi United colors Tai Agüero, cubana azzurra della nazionale di pallavolo guidata dal c.t. Barbolini. È uno dei 26 atleti nati all'estero della squadra italiana che partecipa alla 16ª edizione dei Giochi del Mediterraneo, al via venerdì a Pescara (Afp/Nogi)

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borse giù, milano maglia nera: -4% trichet: rischi di inaspettate turbolenze - elena polidori (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 24 - Economia Borse giù, Milano maglia nera: -4% Trichet: rischi di inaspettate turbolenze L´Europa brucia 110 miliardi. Industria italiana indietro tutta La Banca Mondiale taglia le stime sul Pil : resistono solo India e Cina. Tonfo in Italia di fatturato e ordinativi in aprile ELENA POLIDORI ROMA - Le Borse soffrono. Vanno tutte giù spaventate dall´ennesimo ritocco delle stime di crescita dell´economia deciso dalla Banca mondiale, da una serie di dati che pesano singolarmente su ciascun mercato (per l´Italia il crollo di fatturato e ordinativi dell´Industria) e non ultimo da una buia previsione di Jean-Claude Trichet, presidente della Bce: «Ci sono ancora rischi di una improvvisa emergenza per una inaspettata turbolenza sui mercati finanziari». Ovunque grava il timore della recessione, riacceso dalla World Bank che corregge al 2,9% il calo del Pil mondiale 2009 e pronostica un ribasso dell´1,6% nei paesi in via di sviluppo esclusi Cina e India: tutti i dati sono inferiori alle attese. Così, da Parigi a Madrid, da Londra a Francoforte, avanza il segno meno, complici anche alcune scadenze tecniche. In un giorno solo l´Europa brucia 110 miliardi. Perde pure Wall Street (Dow Jones -2,35%). Milano guida i ribassi con l´indice Ftse Mib che lascia sul campo oltre il 4%. Sui risultati italiani influiscono anche i dati del fatturato dell´industria ad aprile che non ha variazioni sul mese precedente ma accusa un calo del 22,2% su aprile 2008. Gli ordinativi scendono del 3,7% su marzo e del 32,2% su aprile 2008. L´industria dell´auto registra un calo degli ordini del 20,2% su base annua (-44,5% esteri ma più 4,6% nazionali con un piccolo balzo). Il fatturato segna una flessione complessiva del 31,1% su base annua(-5,5% nazionale, -58,1% estero). «Siamo al fondo della crisi. Sono fiducioso che la ripresa sia già iniziata», assicura il ministro Claudio Scajola. Sui mercati però c´è tensione. Trichet spiega che «ci sono i primi segnali che la debolezza dell´economia sta rallentando», ma invita a «restare in allerta»: «Ci troviamo ancora in acque non esplorate». Quindi esorta i governi a pensare ad una exit-strategy dalle misure anti-crisi; vuole che tornino a preoccuparsi della sostenibilità dei conti pubblici, messa a dura prova dalla recessione. Piano piano – questo il succo del messaggio - bisogna che i paesi trovino «un giusto equilibrio» tra la necessità di reagire alla crisi e «l´altrettanto innegabile obbligo di ritornare su un sentiero sostenibile nel medio termine». Una necessità, quest´ultima, evidenziata anche dal Commissario Ue, Joaquin Almunia: «Non possiamo permetterci di uscire da questa recessione creando grandi squilibri che saranno all´origine della prossima crisi». Tra i punti interrogativi anche quelli più tecnici che hanno a che fare con il rafforzamento della vigilanza Ue approvato dal Consiglio europeo in una versione compromissione per via delle forti resistenze inglesi. «I leader hanno deciso di non decidere», commenta Lorenzo Bini Smaghi, del board Bce. «Speriamo di non dovere aspettare la prossima crisi per fare una scelta più chiara». Per la cronaca: negli Usa Obama difende il piano per dare nuovi poteri alla Fed come "supervisore dei rischi sistemici" del domani. La questione della prossima crisi, della prossima emergenza aleggia sui mercati, specie dopo l´uscita di Trichet: «Siamo ancora in una fase di discesa dell´economia. Ci sono rischi di impreviste turbolenze finanziarie». E in qualche maniera di pericoli simili parla anche la Banca Mondiale quando afferma che «per prevenire una seconda fase di instabilità i paesi devono riformare il settore finanziario e sostenere le nazioni più povere». Pur prevenendo un recupero nel 2010, questi esperti dicono: siamo entrati «in un´era di crescita più bassa» che richiederà più controlli del settore finanziario.

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lollo fotoreporter una diva da fidel (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina III - Roma Lollo fotoreporter una diva da Fidel A 82 anni più progettuale che mai, ama essere definita «fotografa umanitaria» per il suo impegno nel sud del mondo, per le immagini di bambini affamati che le sono valse l´amicizia di Madre Teresa di Calcutta. Ma chi visiterà la mostra fotografica di Gina Lollobrigida al Palazzo delle Esposizioni sarà certamente più incuriosito dall´aspetto frivolo e mondano della rassegna. E cioè dai ritratti dei grandi personaggi che la Lollo incontrò e immortalò: celebrità dello spettacolo, della politica e della società, da Indira Gandhi a Maria Callas, da Yuri Gagarin a Grace Kelly, e poi Kissinger, Paul Newman, Sean Connery, Audrey Hepburn e naturalmente Fidel Castro che per lei, si racconta, perse la testa. Sono 250 le foto in mostra, alcune inedite, scattate in India, nelle Filippine, in Russia, in Cina, in Giappone, in Africa, a Cuba, negli Usa. Inaugurazione in pompa magna con un gala stile dolce vita dopodomani sera. La mostra resta aperta fino al 13 settembre.

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Addio a Nortel, il sogno canadese (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: FINANZA E MERCATI data: 2009-06-23 - pag: 43 autore: Tlc. L'ex colosso delle tecnologie telefoniche schiacciato dai debiti dichiara il fallimento: gli asset liquidati in tribunale Addio a Nortel, il sogno canadese Nokia-Siemens rileva per 650 milioni di dollari le reti wireless e 400 ricercatori Simone Filippetti MILANO Scocca l'ora delle grandi occasioni nelle infrastrutture per le tlc: Nokia-Siemens – la mega joint-venture tra la casa finlandese di telefonini e l'azienda tedesca di elettronica - comprerà per 650 milioni di dollari le reti wireless ("senza fili") di Nortel, l'ex colosso canadese delle tlc travolto dalla crisi e dai debiti e finito in bancarotta. è uno degli effetti della recessione: le infrastrutture di tlc sono la materia prima di tutta l'industria (non c'è comunicazione che per funzionare non passi per una rete, sia essa fisica o via radio), ma se gli operatori di telefonia e internet ( i principali acquirenti dei fornitori di reti) riducono gli investimenti, il mercato va giocoforza verso una concentrazione. Nel caso Nortel, l'azienda canadese ha annunciato la vendita delle proprie attività wireless dopo aver cercato inutilmente di ristrutturarsi in amministrazione controllata: ad aggiudicarsele è stato uno dei concorrenti diretti, Nsn, ossia l'alleanza tedesco-scandinava. Nello specifico l'accordo prevede la cessione delle attività Cdma (Code division multiple access) e degli asset Lte (Long term evolution). Quest'ultima divisione comprende anche 400 ricercatori specializzati nello svilluppo di una rete broadband ultraveloce. Per la joint venture europea la mossa ha una rilevante valenza strategica perché permette di entrare con una posizione di forza negli Usa, mercato tradizionalmente difficile da aggredire: la tecnologia Cdma in possesso di Nortel é particolarmente diffusa in Nord America, dove la casa americana la fa da padrone con una quota di circa un terzo. Come contropartita alla vendita, Nokia Siemens si é impegnata a riassumere almeno 2500 dipendenti in Canada, Usa, Messico e Cina, pari a circa il 10% degli attuali impiegati.«Questo accordo fornisce a Nsn un'importante opportunità strategica per rafforzare la propria posizione in aree chiave a un prezzo ragionevole » è stato il commento a caldo del ceo dell'azienda,Simon BeresfordWylie. Una mossa che nasce, ha fatto capire lo stesso manager, dalla necessità di affrontare un 2009 che sarà uno dei più difficili che l'industria abbia mai conosciuto. La parabola della Nortel ne è un esempio chiarissimo: ai tempi del boom di internet e della new economy il gruppo canadese era considerato una stella dell'hi-tech, tanto da arrivare a capitalizzare in Borsa oltre 250 miliardi di dollari). Poi la tecnologia cellulare americana ha perso terreno su quella europea- a partire dal Gsm - Nortel si è caricata di debiti e alla fine è stata costretta a ricorrere al Chapter 11 (l'equivalente della nostra amministrazione straordinaria). La casa canadese ha pagato il fatto di essere un centauro sul mercato: troppo piccola rispetto ai rivali europei, ma con costi superiori rispetto alle produzioni low cost della concorrenza asiatica. Nortel dirà anche addio alla Borsa «poiché - ha spiegato il gruppo- gli azionisti non vedrebbero un soldo alla fine della procedura fallimentare». Trattandosi di una procedura fallimentare, l'offerta di Nokia Siemens dovrà passare al vaglio del Tribunale, che potrebbe richiedere un ritocco del prezzo. L'iter di bancarotta, infatti, richiede di massimizzare gli introiti dalla dismissione di asset per ripagare i creditori, esposti per 4,5 miliardi. Sul fronte dell'hi-tech, poi, si fa sempre più agguerrita la guerra sul mercato degli smartphone: dopo il successo del lancio del nuovo iPhone, ieri Verizon e T-Mobile (le divisioni Usa di Deutsche Telekom) hanno annunciato che venderanno i nuovi super-telefonini Motorola basati su tecnologia Google Android (la stessa del Google Phone). © RIPRODUZIONE RISERVATA LA STRATEGIA Dopo il grande successo degli anni 90, la società ha perso terreno sui concorrenti: ora la joint venture europea tenta l'affondo negli Usa

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L'orso rincorre il dragone in Africa (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO E MERCATI data: 2009-06-23 - pag: 29 autore: M&M L'orso rincorre il dragone in Africa di Sara Cristaldi E gitto a nord del Sahara. Nigeria, Namibia e Angola a sud. Sono le tappe che da oggi porteranno il presidente Dmitri Medvedev nel Continente nero. La Russia torna così in Africa alla ricerca dell'influenza perduta e di commerci a lungo sottovalutati dopo la caduta del Muro di Berlino. Non poteva del resto dare molto ossigeno a scambi e investimenti la visita compiuta nel 2006 da Vladimir Putin nei soli Marocco e Sudafrica, pur paesi leader nelle rispettive aree. Una partita, quella africana, che – come l'Europa e gli Usa – a lungo il Cremlino non ha potuto (o voluto) giocare, impegnato sul fronte interno o sulle aree più vicine ai confini della grande Russia, a partire dall'Asia centrale. Ne ha approfittato la Cina dei moderni tecnocrati, alla ricerca di materie prime e nuovi mercati per le sue imprese di costruzioni o di beni di consumo di fascia medio-bassa. Come si sono avvantaggiati altri attori emergenti, India e Brasile in testa. Interesse che peraltro non poteva non sfociare in alleanze politiche oltre che economiche per giocare le grandi partite negoziali della globalizzazione, specie quella delle nuove regole del libero scambio. Ora dunque, dopo le missioni in America latina sulle orme del presidente Hu Jintao, l'inseguimento della Cina si trasferisce in Africa. E l'Egitto, primo partner commerciale di Mosca nel mondo arabo con un interscambio di 3,4 miliardi di dollari, sarà un impegno su due fronti: politico ed economico. Ma il vero banco di prova saranno i Paesi a Sud del Sahara, alla ricerca del tempo perduto. L'interesse è per le materie prime e la loro gestione, settore in cui le imprese private russe hanno già avviato una penetrazione in Angola e Namibia per l'estrazione di petrolio, diamanti e uranio. Il gigante Gazprom ha già messo i piedi in Nigeria, dove nel 2008 ha firmato un accordo di collaborazione per l'esplorazione di giacimenti di petrolio e gas naturale. Ma il vero obiettivo potrebbe essere una partecipazione al gasdotto trans- sahariano che dovrebbe portare in Europa il gas nigeriano. Un altro modo per mettere la zampa dell'orso russo sulle strategiche forniture energetiche all'Europa. sara.cristaldi@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tehran è sola (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

STATI UNITI Tehran è sola Marco d'Eramo Tehran è sola, si potrebbe dire, citando una famosa frase pronunciata 41 anni fa per Praga. E sola lo è davvero, almeno a misurare le incerte reazioni statunitensi ai drammatici eventi seguiti al voto presidenziale del 12 giugno. Il problema però è sapere se per le centinaia di migliaia di dimostranti iraniani che in questi giorni scendono in piazza e rischiano la morte, è meglio essere soli o male accompagnati. La loro solitudine emerge dalla discussione che impazza nella blogosfera nella sinistra Usa. CONTINUA|A PAGINA 9 La discussione all'interno della sinistra Usa è stata scatenata dall'intervento del sociologo ed esponente anti-imperialista James Petras, la cui tesi è: «Non c'è elezione che per la Casa bianca rappresenti una posta in gioco, in cui la sconfitta elettorale del candidato pro-Usa non sia denunciata come illegittima dall'intera élite politica e mass-mediatica». Contro questa tesi sì è riversata on line una valanga di interventi, alcuni assai puntuali, che però non basta a smuovere l'equazione semplice: «Mahmoud Ahmadinejad è anti-imperialista, ergo è attaccato dagli imperialisti». Gli ondeggiamenti della sinistra mondiale nei confronti del regime degli ayatollah non sono recenti, risalgono almeno alla rivoluzione khomeinista di 30 anni fa: non solo Michel Foucault, ma esponenti della sinistra extraparlamentare italiana furono sedotti dal clero islamico, visto il corrotto, brutale regime dello Scia Reza Palhavi che quel clero abbatteva. Non abbiamo imparato nulla dai disastri che ci ha procurato il pernicioso argomento per cui «il nemico del mio nemico è mio amico» (d'altronde gli stessi Usa sono stati colpiti da un fiero nemico dei loro nemici sovietici, e cioè da Osama bin Laden). Ma, a quanto pare, è una convinzione istintiva cui non sfugge neanche il presidente brasiliano Lula da Silva. Sfugge invece a Petras che proprio un pilastro mediatico dell'imperialismo, il Washington Post, abbia pubblicato un intervento di appoggio ad Ahmadi Nejad. In quest'ottica Washington-centrica, ogni evento è misurato dai suoi effetti sugli Usa. Ma gli Stati uniti hanno saputo convivere con molta grazia a frodi elettorali e colpi di stato di ogni tipo. In realtà quel che succede in Iran è ben più importante: da qui il paragone con Praga. Bene o male, finora il regime iraniano aveva avuto una sua legittimità democratica, tanto che alla sua ombra si è sviluppata una società civile, quella stessa che ora sta facendo sentire la sua voce contro ogni repressione, e che per ben due volte aveva eletto presidente un esponente dei «riformisti», Khatami. Gli ultimi, innegabili, sfacciatissimi brogli (basti per tutti la documentata analisi fatta circolare da Kaveh Ehsani della De Paul University di Chicago) e la repressione successiva hanno compiuto l'impensabile, fino a un mese fa: qualunque sia l'esito della crisi attuale, hanno spaccato in due il gruppo dirigente clericale uscito dalla rivoluzione del 1979 e hanno delegittimato la «guida suprema», quel Khamenei che si è dimostrato tanto autoritario quanto improvvido. A dimostrazione che anche il portavoce di Allah prende cantonate. Ma, a contraddire definitivamente Petras, i dimostranti iraniani sono stati lasciati soli proprio dalla Casa bianca e da Barack Obama, che per una volta ha messo il silenziatore al suo sacro fuoco democratico. Ci sono voluti tre giorni perché si dicesse «profondamente turbato» dagli eventi, perché chiedesse alle autorità iraniane di «verificare le irregolarità», dopo aver però lasciato sapere che per lui il candidato dell'opposizione Musavi «non è poi così diverso» dal presidente uscente. La cautela di Obama si spiega: da un lato vige l'antica (e fallace) idea che la pace la possano firmare solo i guerrafondai (è spesso citato l'esempio di Menachem Beghin, per gli accordi di Camp David con Anwar el Sadat nel 1978, dimenticando però Yitzak Rabin e gli accordi di Oslo). O forse anche l'ipotesi fatta circolare dai dietrologi Usa, secondo cui per Obama sarebbe più facile ottenere concessioni nucleari da un Ahmadi Nejad indebolito dalla repressione, piuttosto che da un Musavi costretto a una maggiore intransigenza diplomatica proprio per non essere trattato da «venduto agli americani». Una specie di baratto tra nucleare e democrazia, insomma. Come i ragazzi di Tian An Men furono sacrificati ai carri armati in nome dell'interscambio commerciale Usa-Cina. L'altra ragione per cui Obama è così cauto, è che ogni suoi intervento potrebbe rivelarsi un boomerang e indebolire proprio lo schieramento che intenderebbe aiutare. Il sostegno americano è sempre stato letale per i gruppi di opposizione iraniani. (Ecco perché meglio soli che male accompagnati). Resta l'angosciosa solitudine delle donne coraggiose e dei ragazzi inermi che sfidano la repressione dei pasdaran, le razzie e le spedizioni punitive dei basij, rischiano prigione e condanne durissime, come abbandonati da un'opinione pubblica mondiale in cui improvvisamente nessuno ha più interesse alla liberazione delle donne, alla laicizzazione della politica islamica, alla democrazia di una grande, antica nazione come l'Iran. Forse perché una moderna democrazia islamica è una novità inaudita in Medio Oriente, e per Israele una minaccia ben più letale di qualunque bombetta atomica di un qualunque corrotto e integralista potentato confinante, una minaccia che l'addestratissima Tsahal non è preparata ad affrontare. Il problema è che sappiamo come finì Praga quando fu lasciata sola. Foto: IN QUESTA DA INTERNET, UNA DONNA CARICA DI PIETRE VA A MANIFESTARE. FOTO PICCOLA, LA GIOVANE GRAVEMENTE FERITA CONOSCIUTA COME NEDA NELL'IMMAGINE CHE HA INONDATO YOUTUBE E TWITTER /AP

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MySpace taglia due terzi della forza lavoro fuori dagli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Vnunet.it" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

MySpace taglia due terzi della forza lavoro fuori dagli Usa 23-06-2009 VNUnet.it A pochi giorni dall'annuncio di esuberi del 30% in Usa, il sito di social network di Rupert Murdoch conferma la pesante ristrutturazione: passa da 450 a 150 dipendenti. Tagli anche in Italia Gli utenti del rivale Facebook a livello mondiale sono più del doppio di quelli di MySpace (fonte: comScore). E MySpace taglia due terzi della forza lavoro internazionale. A pochi giorni dall'annuncio di esuberi del 30% in Usa, il sito di social network di Rupert Murdoch conferma la pesante ristrutturazione: MySpace passa da 450 a 150 dipendenti. Gli uffici che andranno incontro a ristrutturazione sono ubicati in Argentina, Brasile, Canada, Francia, India, Italia, Messico, Russia, Svezia e Spagna. non saranno afflitte dai tagli MySpace Cina e la joint venture in Giappone. Londora, Berlino e Sydney saranno gli hub regionali principali per MySpace a livello globale. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

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LE TREE HOUSE VILLA ALLO SHANGRI-LA'S VILLINGILI (sezione: Globalizzazione)

( da "WindPress.it" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

23-06-2009 SHANGRI-LA'S VILLINGILI RESORT AND SPA, MALDIVES PRESENTA LE TREE HOUSE VILLA Shangri-La's Villingili Resort and Spa, Maldives, sarà il primo resort dell'arcipelago a proporre, dal 26 luglio, giorno dell'apertura, le originali Tree House Villa, ville costruite su palafitte ad un'altezza di tre metri dal suolo con una infinity pool sopraelevata. Questa nuova tipologia di ville offrirà agli ospiti una vacanza originale grazie alla magnifica vista sull'Oceano Indiano attraverso la folta vegetazione. Le tree house villa saranno un'oasi di privacy assoluta per gli sposi in viaggio di nozze e le coppie oltre che per gli ospiti alla ricerca di una vacanza tropicale che unisca lusso e comfort alla natura incontaminata. Le 16 ville sono collocate su palafitte tra le fronde degli alberi nella giungla dell'isola. Qui gli ospiti, dal bordo della propria infinity pool, potranno ammirare le onde dell'oceano che si infrangono sulla spiaggia, rilassarsi sui lettini ascoltando il canto degli uccelli che popolano l'isola e godersi delle romantiche cene a lume di candela sul terrazzo della propria villa. Ogni tree house villa, di 218 mq, è dotata di camera da letto separata dal salotto, con arredi di influenza mediorientale e indiana, doccia interna ed esterna e vasca da bagno ovale nella quale rilassarsi contemplando il magnifico panorama. Dal 26 luglio al 31 ottobre 2009 gli ospiti del resort potranno soggiornare nelle Tree House Villa approfittando dell'offerta di lancio promossa dal resort che offre un soggiorno di 7 notti al prezzo di 5, la gratuità del volo interno dall'aeroporto di Malè all'aeroporto di Gan e ritorno e il transfer dall'aeroporto di Gan al resort e ritorno, mezza pensione gratuita e un trattamento per la coppia all'interno di CHI, The Spa. Per quanto riguarda le attività, l'offerta include un tour in bicicletta nelle isole vicine, collegate tra loro da una strada lunga 17 km, e un'escursione con guida tra i sentieri naturalistici dell'isola, alla scoperta della flora e fauna locali. Chi invece preferisce una vacanza più breve può scegliere l'offerta 4 notti al prezzo di 3. Per maggiori informazioni sulle offerte e per le prenotazioni gli ospiti possono rivolgersi al centro prenotazioni del resort scrivendo a reservations.slmd@shangri-la.com, telefonicamente al numero 00960 689 7888 oppure attraverso il sito internet http://www.shangri-la.com/en/property/male/villingiliresort. Shangri-La's Villingili Resort and Spa, Maldives sarà il primo resort di lusso nella parte meridionale dell'arcipelago maldiviano, nell'atollo di Addu. Gli ospiti potranno scegliere fra 142 ville con vista sull'oceano o circondate dalla rigogliosa vegetazione dell'isola. Gan International Airport, il secondo aeroporto internazionale delle Maldive, dista solo otto minuti in barca e l'aeroporto internazionale di Malè è raggiungibile con frequenti voli interni della durata di 70 minuti. La catena alberghiera Shangri-La Hotels and Resorts, basata a Hong Kong, possiede e gestisce attualmente 62 hotel sotto i brand Shangri-La e Traders con un numero complessivo di oltre 28.000 camere. Gli hotel Shangri-La sono strutture 5 stelle lusso dotate di tutte le comodità e di servizi esclusivi. Gli hotel Shangri-La si trovano in Australia, Cina, isole Fiji, Hong Kong, India, Indonesia, Giappone, Malesia, Filippine, Singapore, Oman, Taiwan, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti. Il gruppo presenta oltre 40 progetti in fase di sviluppo in Austria, Canada, Cina, Francia, India, Giappone, Macao, Maldive, Filippine, Qatar, Seychelles, Tailandia, Gran Bretagna e USA. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, visitare il sito www.shangri-la.com L'archivio dei comunicati Shangri-La's Villingili Resort and Spa, Maldives e immagini scaricabili ad alta definizione sono reperibili al seguente indirizzo: www.martinengo.it e http://www.shangri-la.com/imagelibrary. Per ulteriori informazioni su questo comunicato contattare: MARTINENGO GLOBAL MARKTING COMMUNICATION Via F.lli Ruffini, 9 - 20123 Milano Tel. 02 89032599 Fax 02 463532 Email martinengo@martinengo.it Web www.martinengo.it Elena Crepaz/Manuela Cera/Massimo Martinengo

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Convegno Aises, Fitoussi: Crisi ha prodotto 60 mln disoccupati (sezione: Globalizzazione)

( da "Velino.it, Il" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Velino presenta, in esclusiva per gli abbonati, le notizie via via che vengono inserite. ECO - Convegno Aises, Fitoussi: Crisi ha prodotto 60 mln disoccupati Roma, 23 giu (Velino) - “La crisi finanziaria globale ha prodotto 200 milioni di nuovi poveri e 60 milioni di neo disoccupati. è ora di reagire”. Questo l’allarme che Jean Paul Fitoussi, presidente dell’Osservatorio francese delle congiunture economiche e membro del cda di Telecom Italia, ha lanciato oggi durante il convegno ‘Il futuro del capitalismo in Europa’, organizzato a Roma da Aises, l’Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale, in collaborazione con la London School of Economics. L’Europa, secondo Fitoussi, “ha commesso il fondamentale errore di regolare profondamente gli Stati e deregolare completamente i mercati, lasciando che si estendesse una pericolosa globalizzazione della povertà. Il principio economico, al contrario, dovrebbe essere subordinato alla politica e alla democrazia. Se non ci fosse stato l’intervento massiccio degli Stati, d’altra parte, la crisi non avrebbe avuto argine”. Giovanni Conso, presidente dell’Accademia dei Lincei, ha invece puntato l’indice contro chi non avrebbe assicurato un’adeguata informazione: “I governanti cercano di attutire l’impatto della crisi nell’opinione pubblica e i giornali sono profondamente condizionati dagli orientamenti politici e da un’eccessiva semplificazione”. Una ‘rivoluzione etica’ della finanza sembra dunque necessaria, ma a patto che non si trasformi, come temuto da Fitoussi, in una semplice ‘strategia di marketing’. Ma serve di più: “La riflessione etica di per sé non è una risposta sufficiente - ha ammonito Monsignor Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma - Bisogna trovare un’interpretazione realistica delle dinamiche industriali e anche il cristianesimo in questo frangente non ha ancora dato il meglio di sé”. L’Europa, secondo la costituzionalista Giovanna De Minico, che ha proposto una lettura parallela della bozza della ‘European Financial Supervision’ e della proposta di riforma americana firmata da Barack Obama, stenta a trovare risposte efficaci, stretta com’è “dall’eterno dilemma tra l’essere un soggetto politico unitario o un condominio di Stati”. Di certo, è urgente un cambio di marcia. “è necessario ripensare i valori e le regole del futuro capitalismo - ha concluso Valerio De Luca, presidente dell’Accademia Aises e organizzatore del convegno - Le decisioni politiche e le risposte tecniche che saranno formulate a livello globale dovranno guardare lontano, a una visione complessiva dell’uomo e della società su cui fondare un modello solido e duraturo di sviluppo e di crescita”. (red/sis) 23 giu 2009 19:03

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UE E USA CONTRO LA CINA AL WTO PER RESTRIZIONI SU MATERIE PRIME (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 23-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ue e Usa contro la Cina al Wto per restrizioni su materie prime -->L'Unione Europea e gli Stati Uniti avvieranno un'azione presso l'Organizzazione mondiale per il Commercio (Wto) contro la Cina per restrizione all'importazione di varie materie prime....

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Bini Smaghi (Bce): Non lasceremo che l'inflazione risolva i problemi di bilancio (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Bini Smaghi (Bce): «Non lasceremo che l'inflazione risolva i problemi di bilancio» [FIRMA]STEFANO LEPRI ROMA Chi esce vincitore dalla crisi? «La Cina, l'India e la Goldman Sachs» aveva appena detto l'economista anglo-indiano Deepak Lal: nel senso che, crollate alcune grandi banche di Wall Street, altre forse risulteranno ancora più potenti. Così, nel concludere la conferenza internazionale dell'Aspen, Giulio Tremonti mette in guardia: «Il mondo va a sbattere se pensa di cavarsela con la testa e la cultura dei banchieri». Il ministro dell'Economia, che dell'Aspen Institute Italia è presidente, ripete che occorre riportare negli affari «criteri etici e morali superiori a quelli della moralità dei banchieri»; spera che il «Lecce Framework» in discussione al G-8 delinei nuove regole. Ha fiducia che «la politica e politici saggi» possano provvedere meglio ai problemi che si presenteranno per uscire dalla crisi «con una enorme massa di debito pubblico e il rischio inflazione». A certi banchieri, e a politici non saggi, potrebbe forse convenire una fase di elevata inflazione, tale da svalutare i debiti. Nell'area euro, tuttavia, questa scelta azzardata è esclusa, ha detto nello stesso convegno a Villa Madama Lorenzo Bini Smaghi, membro dell'esecutivo della Bce. «La Banca centrale europea è stata creata per garantire la stabilità dei prezzi, e lo farà. Potete stare tranquilli che non lasceremo che l'inflazione risolva i problemi di bilancio». Bersaglio di Bini Smaghi parrebbe in particolare il presidente francese Nicolas Sarkozy, convinto che le politiche di austerità non funzionano» e dunque poco pronto a ridurre un deficit pubblico che forse raggiungerà nel 2010 il 7,5% del prodotto lordo. Nella visione della Bce i governi devono «pianificare già adesso» strategie di uscita dai deficit, pur se «una uscita prematura», precisa Bini Smaghi, rischierebbe di far peggio. Non sarà semplice stabilire il momento giusto per mutare rotta. E per non ricadere in una nuova crisi non basterà nemmeno che ogni Stato tenga i conti in ordine a casa propria; secondo Bini Smaghi occorrerà dare più poteri al Fmi per avviare a soluzione i grandi squilibri mondiale, primo quello tra Usa e Cina. All'Italia Bini Smaghi dà il consiglio di non rinviare le riforme al dopo-crisi. Tutt'altro: poiché la crisi rischia di aggravarsi a causa di un aumento della disoccupazione, occorre intervenire sul mercato del lavoro «trovando il consenso delle parti sociali». Oltre a sostenere i disoccupati, occorre «aiutare chi perde il alvoro a trovarne un altro in modo rapido» ad esempio riducendo la tassazione. Le risorse necessarie devono essere trovate «riequilibrando la spesa sociale» ovvero agendo sulle pensioni. In serata, Tremonti è tornato sul tema delle nuove regole, prendendo di mira i paradisi fiscali, sui quali pure il governo italiano intende discutere al G-8. In un discorso alla festa della Guardia di Finanza, ha detto che occorre agire presto in quella direzione: «è difficile contrastare l'evasione fiscale nazionale se appena fuori dai confini nazionali è possibile depositare il bottino come in una caverna di Alì Babà».

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Gli infiniti volti della plastica (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

POLITECNICO.CONVEGNO INTERNAZIONALE Gli infiniti volti della plastica Duecento esperti da tutto il mondo riuniti in città fino a domani [FIRMA]GIORGIO LONGO ALESSANDRIA Nuove frontiere nei campi d'applicazione delle materie plastiche «modificate». Sono quelle che si stanno delineando in questi giorni nella sede alessandrina del Politecnico grazie a «Eurofillers 2009» (additivi), convegno internazionale che si tiene per la prima volta in Italia a cui partecipano - da lunedì, e ancora oggi e domani - circa 200 fra ricercatori e industriali provenienti da tutto il mondo. Il convegno si rivolge in particolare a chi studia e lavora sulle materie plastiche «caricate», tecniche che «mirano a modificare fortemente le proprietà fisiche in funzione delle caratteristiche richieste da specifiche applicazioni». Per esempio quelle legate all'automotive, ai settori elettrico ed elettronico, al biomedicale, al packaging e alle vernici. L'appuntamento è organizzato dal gruppo di ricerca delle Materie plastiche del Politecnico alessandrino, un team costituitosi nel 2001 e che da allora è impegnato nello «studio di polimeri additivi, per conferire loro proprietà speciali, in particolare nel campo dei nano compositi polimerici e del ritardo di fiamma dei polimeri». Il Politecnico è stato scelto in quanto «polo d'eccellenza» e unica sede a livello nazionale che ospita un corso di Ingegneria sulle materie plastiche. Al meeting alessandrino partecipano esperti provenienti da tutta Europa e da stati extraeuropei come Usa, Argentina, Brasile, Canada, Tunisia, Malesia, Giappone, Cina e Corea del Sud (moltissimi, fra ricercatori e tecnici, gli ospiti orientali arrivati in città). A «Eurofillers 2009», inoltre, sono presenti i responsabili di aziende di caratura mondiale come Exxon, Mobil Budelheim, Borealis, Abb, Dow Corning, Ferrero, Lavazza, Pirelli, Proplastic.Giovanni Camino, responsabile del corso Ingegneria delle Materie plastiche e presidente del Comitato organizzatore, ha detto: «Il successo del convegno conferma la posizione di notorietà scientifica internazionale acquisita dal gruppo di ricerca sulle materie plastiche di Alessandria e l'appuntamento sta contribuendo, al di là dell'aspetto scientifico, a far conoscere le attrattive turistiche della città e della provincia ai numerosi partecipanti stranieri». Apprezzamenti sono stati espressi ieri al Politecnico alessandrino dal Comitato internazionale di «Eurofillers» per la «qualità del congresso sotto l'aspetto tecnico-scientifico e di ospitalità riguardanti anche gli aspetti paesaggistici e storici. Oggi i partecipanti visiteranno la Cittadella, domani le colline del Monferrato.

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Dopo aver guidato per anni la Music story orchestra , il teleconduttore astigiano Meo Cav... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Dopo aver guidato per anni la «Music story orchestra», il teleconduttore astigiano Meo Cavallero torna alla musica vocale. Lo fa con l'album «Un po' per gioco» inciso con una nuova formazione, i «Cantavino d'Italia». Dopo un anno di preparazione e lavoro in sala d'incisione, Meo Cavallero, Ubaldo Campioni, Marcello de Chirico ed Emilio Minà, hanno pubblicato una raccolta di 12 brani, distribuita dalla casa discografica Pentagramma di Torino. La scelta dei brani è tutta italiana e comprende brani come «Domenica è sempre domenica» di Rascel, «Gioventù» di Bagutti, «Luna rossa», «Ti bacio a mezzanotte», «La banda», «Mille ricordi», «Canzone va'», «Mio padre cantava», «Tempo di serenata». «L'idea di rimettere insieme un quartetto vocale - spiega Cavallero - è nata dopo aver fatto ascoltare per anni autori del calibro di Glenn Miller, Cole Porter, Hoagy Charmichael, Perez Prado, Chaplin, Gershwin e altri. È stato un modo sicuramente più ricercato e più profondo di presentarsi al pubblico e di fare musica rispetto a una serata danzante, spesso il pubblico associa all'idea di orchestra quella del ballo. Seguire l'esibizione orchestrale seduti in un teatro può risultare a prima vista atipico, quasi inadeguato, ma una volta entrati nello spirito, con cui la Music Story Orchestra si proponeva, era molto divertente ed appagante. Peccato che fosse eccessivamente costoso per i locali ed ancor più per le Pro loco che preferiscono affidarsi a gruppi più piccoli che offrono musiche ormai globalizzate nei gusti e nelle scelte». «Pur di continuare a stare in mezzo alla gente - continua Meo Cavallero - abbiamo deciso di tornare a una formazione contenuta e vocale, riprendendo in chiave moderna grandi successi della canzone "made in Italy" di autori come Renzo Arbore, Renato Rascel, Renato Carosone, Teddy Reno, Nino Manfredi, Johnni Dorelli, Jimmi Fontana, e tanti altri».\

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Via alla corsa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Via alla corsa GIORDANO STABILE Troppo poco e troppo tardi. Il proverbio anglosassone sembra condannare il nucleare di quarta generazione: le centrali commerciali non saranno disponibili prima del 2030-2040 e, per quanto innovative rispetto agli impianti di seconda e terza generazione (quelli di oggi), non rappresentano il balzo in avanti promesso dalla fusione nucleare, che dovrebbe debuttare a metà del secolo e risolvere una volta per tutte il problema del superamento delle fonti fossili. Le centrali di quarta generazione sono comunque un notevole salto in avanti. Innanzitutto perché si abbandona il ricorso all'uranio-235 come combustibile per utilizzare l'uranio-238, che in natura è più diffuso (99,28% contro lo 0,71). In realtà dall'uranio-238 si ricava il plutonio, che è il vero combustibile bruciato. Altro vantaggio: quando il reattore è in attività, i prodotti di fissione sono riciclati all'interno, tranne gli elementi transuranici, quelli più radioattivi, che rappresentano il problema delle scorie. E qui arriva la terza innovazione: gli elementi pesanti vengono bombardati con neutroni ad alta energia e perdono così buona parte della vita radioattiva, ridotta a «soli» 300 anni. Nel mondo ci sono sei tipi di reattori di quarta generazione in sviluppo. I modelli più avanzati sono refrigerati con il sodio, a gas e con il piombo. Hanno vantaggi e difetti. Il primo riprende le esperienze del SuperPhénix. Il sodio diventa liquido a 70° e può assorbire grandi quantità di calore. Il secondo è interessante, perché il gas ad alta temperatura potrebbe essere usato anche per ricavare idrogeno dall'acqua senza spendere energia con cui scindere la molecola. Il terzo, infine, è giudicato efficace, perché il piombo (che fonde a 327°) garantisce una schermatura dalle radiazioni. Ha però un difetto: pesa molto e può generare dei problemi nella struttura della centrale nel caso di sismi. Questi modelli, però, non saranno pronti prima di una trentina d'anni. L'unico progetto commerciale con tempi ridotti è quello della PBMR, una società Usa che ha sviluppato un impianto con la refrigerazione basato su un letto di piccole sfere di metallo pesante e grafite: l'azienda progetta un impianto dimostrativo da 165 megawatt vicino a Cape Town, in Sud Africa. Il costo è di 250 milioni di dollari, entro il 2014. L'idea è quella di centrali «modulari», in cui otto impianti da 165 megawatt vengono accostati per raggiungere la scala di una centrale tradizionale, da 1000-1500 megawatt. Questa soluzione permette di passare più rapidamente a una scala commerciale. Il modello della PBMR è unico nel suo genere. C'è solo un altro prototipo. E' da 10 megawatt ed è in Cina: qui, però, i gas prodotti scaldano caldaie per produrre elettricità con il vapore, mentre quello della PBMR usa il gas per far funzionare direttamente le turbine. Ecco perché ora la la società Usa vuole affinare il modello: punta a centrali con un massimo di 24 reattori affiancati, il che permetterebbe enormi economie e renderebbe questa tecnologia molto attraente. Il Sud Africa sarà il laboratorio di questo esperimento.

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GIORDANO STABILE Troppo poco e troppo tardi. Il proverbio anglosassone sembra condannare il n... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

GIORDANO STABILE Troppo poco e troppo tardi. Il proverbio anglosassone sembra condannare il nucleare di quarta generazione: le centrali commerciali non saranno disponibili prima del 2030-2040 e, per quanto innovative rispetto agli impianti di seconda e terza generazione (quelli di oggi), non rappresentano il balzo in avanti promesso dalla fusione nucleare, che dovrebbe debuttare a metà del secolo e risolvere una volta per tutte il problema del superamento delle fonti fossili. Le centrali di quarta generazione sono comunque un notevole salto in avanti. Innanzitutto perché si abbandona il ricorso all'uranio-235 come combustibile per utilizzare l'uranio-238, che in natura è più diffuso (99,28% contro lo 0,71). In realtà dall'uranio-238 si ricava il plutonio, che è il vero combustibile bruciato. Altro vantaggio: quando il reattore è in attività, i prodotti di fissione sono riciclati all'interno, tranne gli elementi transuranici, quelli più radioattivi, che rappresentano il problema delle scorie. E qui arriva la terza innovazione: gli elementi pesanti vengono bombardati con neutroni ad alta energia e perdono così buona parte della vita radioattiva, ridotta a «soli» 300 anni. Nel mondo ci sono sei tipi di reattori di quarta generazione in sviluppo. I modelli più avanzati sono refrigerati con il sodio, a gas e con il piombo. Hanno vantaggi e difetti. Il primo riprende le esperienze del SuperPhénix. Il sodio diventa liquido a 70° e può assorbire grandi quantità di calore. Il secondo è interessante, perché il gas ad alta temperatura potrebbe essere usato anche per ricavare idrogeno dall'acqua senza spendere energia con cui scindere la molecola. Il terzo, infine, è giudicato efficace, perché il piombo (che fonde a 327°) garantisce una schermatura dalle radiazioni. Ha però un difetto: pesa molto e può generare dei problemi nella struttura della centrale nel caso di sismi. Questi modelli, però, non saranno pronti prima di una trentina d'anni. L'unico progetto commerciale con tempi ridotti è quello della PBMR, una società Usa che ha sviluppato un impianto con la refrigerazione basato su un letto di piccole sfere di metallo pesante e grafite: l'azienda progetta un impianto dimostrativo da 165 megawatt vicino a Cape Town, in Sud Africa. Il costo è di 250 milioni di dollari, entro il 2014. L'idea è quella di centrali «modulari», in cui otto impianti da 165 megawatt vengono accostati per raggiungere la scala di una centrale tradizionale, da 1000-1500 megawatt. Questa soluzione permette di passare più rapidamente a una scala commerciale. Il modello della PBMR è unico nel suo genere. C'è solo un altro prototipo. E' da 10 megawatt ed è in Cina: qui, però, i gas prodotti scaldano caldaie per produrre elettricità con il vapore, mentre quello della PBMR usa il gas per far funzionare direttamente le turbine. Ecco perché ora la la società Usa vuole affinare il modello: punta a centrali con un massimo di 24 reattori affiancati, il che permetterebbe enormi economie e renderebbe questa tecnologia molto attraente. Il Sud Africa sarà il laboratorio di questo esperimento.

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La Cina e le materie prime Due grandi incognite sulla ripresa delle Borse (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La Cina e le materie prime Due grandi incognite sulla ripresa delle Borse Meglio avere due capi in Asia L'ultima moda delle banche Usa Ai banchieri piacciono i discorsi in cui uno più uno fa tre. Nelle banche di investimenti, però, accade talvolta che uno più uno faccia sempre uno. Nel giro di poche settimane Morgan Stanley, Credit Suisse e Ubs hanno sostituito i top manager delle rispettive divisioni investimenti in Asia con due figure equivalenti. A confronto, la scelta di Goldman Sachs di non rimpiazzare il co-responsabile uscente dell'area M&A, lasciando un unico banchiere in carica per le trattative in Asia, sembra fuori moda. Il modello del co-responsabile ha conosciuto un discreto successo nel settore delle banche di investimenti. Una duplice rappresentanza può rassicurare i clienti sul fatto che non vi sarebbero vuoti di autorità qualora uno dei due decidesse di lasciare. Quando a giugno Matthew Ginsburg, uno dei banchieri più longevi di Morgan Stanley in servizio nella regione asiatica, ha abbandonato la nave per entrare in Barclays Capital, la nomina di due sostituti ha compensato i clienti per la perdita. Allo stesso modo, Ubs non è stata lasciata allo sbando dopo le dimissioni del veterano Rob Rankin, poi riemerso in Deutsche Bank come Ad per le attività asiatiche. La struttura a due teste funziona meglio in alcuni mercati che in altri e le regioni in espansione come l'Asia soddisfano i requisiti. Un lavoro a più mani può alleggerire il fitto programma di impegni dei banchieri, che trascorrono più tempo in aereo che sulla terraferma. Una duplice guida può produrre buoni risultati anche quando ognuna delle parti possiede competenze differenti. Goldman Sachs ha seguito questa logica con la scelta di Richard Gnodde e Michael Sherwood, i due co-responsabili delle attività europee. Gnodde è l'uomo d'affari elegante e formale, Sherwood il genio del trading in maniche di camicia. La divisione titoli di Goldman vanta ben quattro co-direttori. In molti casi, tuttavia, la co-direzione è un trucco per impedire l'abbandono dei candidati perdenti. Non sarebbe così sorprendente scoprire che alcuni dei co-direttori nominati alle divisioni M&A asiatiche fossero già in lista come candidati insieme a quelli che si sono dimessi. \ I mercati globali stanno girando. Lunedì, le speranze di ripresa sono state falciate da un'ondata di vendite a tutti i livelli. Il calo del prezzo del rame, i dubbi espressi dalla Banca mondiale riguardo alla crescita globale, le voci di problemi valutari in Bielorussia possono essere tra i fattori scatenanti del crollo. Le azioni, il petrolio e le altre materie prime sono stati colpiti duramente, e la stessa sorte è toccata ad alcuni recenti beniamini del mercato come il dollaro australiano e il real brasiliano, mentre il dollaro statunitense ha approfittato della situazione. Il calo del rame è un segnale importante perché indica che il Re è nudo. La Cina ha accumulato grandi riserve di rame il cui prezzo, salito del 60% in otto mesi, ha iniziato a scendere. Una delle voci è che i magazzini cinesi siano colmi; un'altra è che la Cina abbia iniziato a vendere. Di fatto, la crescita cinese e quella globale non bastano a sostenere la salita del prezzo del metallo. La Banca mondiale ha aggiunto un tassello al crollo dei mercati ridimensionando le previsioni di crescita globale per quest'anno a -2,9%, contro la stima precedente di -1,7%. Sempre lunedì, l'indice S&P 500 è sceso del 3,1% riflettendo l'andamento in discesa del petrolio (-3,7%) e del rame (-5%). Tutti gli asset hanno seguito traiettorie simili, raggiungendo a circa metà anno i valori massimi dopo un ciclo di rialzo rapido dai minimi di marzo. L'inversione di tendenza positiva si era verificata nonostante la recessione globale, alimentata dalla speranza di una ripresa e dagli effetti delle misure di stimolo. Oggi, le speranze e gli stimoli sono di nuovo in discussione e oggi sarà una giornata importante. La Federal Reserve dovrebbe confermare le aspettative del mercato dichiarando che non intende stampare nuova moneta. È persino possibile che la Fed annunci una "strategia di uscita" dagli interventi di stimolo. La stampa di minori quantità di moneta dovrebbe avere effetti positivi sul dollaro, ma è molto negativa per le materie prime, le valute e le azioni che hanno approfittato delle iniezioni di liquidità e della debolezza del dollaro. \

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"gli usa costretti alla prudenza come per la cina di tienanmen" - alix van buren (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 15 - Esteri Lo scrittore iraniano Majd: controproducente sostenere l´opposizione "Gli Usa costretti alla prudenza come per la Cina di Tienanmen" S´è aperta una nuova era. Alla fine la leadership dovrà tenere conto delle richieste di cambiamento ALIX VAN BUREN Si dice a Washington che Hooman Majd, autore del bestseller The Ayatollah begs to differ (l´Ayatollah non è d´accordo), sia dotato di una sfera di cristallo insostituibile nell´interpretare la società iraniana. Perciò quando Majd, iraniano di nascita, consigliere dell´ex presidente Khatami, parla al telefono, viene naturale domandargli quanto siano nitidi i pronostici dell´Occidente sulla protesta iraniana. E lui, di rimando: «Vi prego, smettete di parlare di rivolta. S´illude chi vede indebolito il regime. Questo è il grido di rabbia di un popolo defraudato, sì, del voto, ma in larga parte leale alla Repubblica islamica. Infatti, osservi i poteri che contano: l´esercito, la Guardia rivoluzionaria, i Basij sono con lo Stato. Hanno i numeri e, in più, le armi». Signor Majd, lei sta prospettando una Tiananmen iraniana? «Il rischio era grande sabato scorso, con tre milioni per le vie a dimostrare. Però, malgrado le morti devastanti di giovani iraniani, l´esercito non è intervenuto con i carri armati». E allora in che senso? «Nell´impossibilità del mondo esterno d´intervenire. Però, sa cosa arrivo a dirle? Che è un bene. La prudenza di Obama e dell´Europa rafforzano l´opposizione. L´ascesa dei riformisti è nell´interesse nazionale dell´America. Ogni presa di posizione offuscherebbe l´immagine delle forze del cambiamento, bollandole come strumenti dell´Occidente. Soprattutto, sarà decisivo lo scontro all´interno della leadership». Lei cosa s´aspetta dai riformisti di Moussavi e Rafsanjani? «Si rumoreggia che Rafsanjani, a capo dell´Assemblea dei Saggi, stia manovrando per destituire il Leader Khamenei, ma non è certo. Né probabilmente lui ha i voti per riuscirvi». Gli altri leader religiosi, che peso avranno? «Se parliamo di figure come il Grande Ayatollah Sanei, Khatami o Karroubi, il loro sostegno all´opposizione è significativo. è la dimostrazione che assistiamo a un pubblico parapiglia al più alto livello della Repubblica islamica. Ecco, la leadership religiosa ha assunto i tratti dei Borgia del XVI secolo. Però nulla sarà più come prima». Che cos´è cambiato? «Il 12 giugno in Iran s´è aperta una nuova era. La gente si è espressa e vuole essere ascoltata. Alla fine la leadership dovrà tenere conto delle richieste di cambiamento». E se prevarrà Ahmadinejad? «Persino lui dovrà rendersi disponibile al dialogo con l´America, perché questa è la richiesta pressante. Lui non potrà ignorarla».

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dal super master alla nuova laurea - costantino malatto (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina XIII - Genova Dal super Master alla nuova laurea Nella nostra facoltà di Ingegneria nasce un corso di prestigio con i finanziamenti dell´Unione europea COSTANTINO MALATTO VENGONO DA TUTTO IL MONDO - i primi arrivano da Usa, Indonesia, Libano, India, Croazia, Cina - a Genova per studiare i robot. Si chiude venerdì a Villa Cambiaso di Albaro, prestigiosa sede della facoltà di Ingegneria, il primo anno del "Master europeo in robotica avanzata" (Emaro), unica laurea in Robotica supportata dall´Unione europea. Un successo tanto grande che dal prossimo anno il Master sarà aperto anche agli studenti europei (italiani compresi), mentre l´anno inaugurale era stato riservato agli extra europei. Ma c´è di più. Dal prossimo anno sarà istituita presso l´Università di Genova una laurea di secondo livello in "Robotics Engineering", questa aperta a tutti gli studenti, che affiancherà il Master europeo: avrà gli stessi docenti - italiani e stranieri - e gli stessi esami, si svolgerà in lingua inglese. «Quella del Master europeo - commenta Renato Zaccaria, coordinatore genovese dell´iniziativa - è la classica ciliegina sulla torta per un settore, la robotica appunto, nella quale Genova ha già una situazione di assoluta eccellenza non solo in Italia, ma a livello europeo». Una eccellenza testimoniata anche dalla partecipazione a questo Master, arrivata grazie a una gara europea che la facoltà di Ingegneria ha vinto insieme all´école Centrale de Nantes (Wisama Khalil ha in coordinamento centrale del Master) e alla Warsaw University of Technology (coordinatrice Teresa Zielinska). La laurea di secondo livello in Robotica Avanzata è sostenuta da un programma di finanziamenti europei, chiamato "Erasmus Mundus" che supporta con cospicue borse di studio - per il primo anno l´importo era di 21.000 euro all´anno - la mobilità verso l´Europa di studenti eccellenti da tutto il mondo. E visti i criteri duri di selezione - si calcola che solo il 10% migliore degli studenti aventi diritto possa accedere al Master - la frequenza della laurea biennale è da considerare un obiettivo di assoluto prestigio e interesse nel mondo scientifico. Tanto che con il Master collaborano tre partner asiatici - Keio University (Giappone), Shanghai Jiao Tong University (Cina) e Asian Institute of Technology (Thailandia) - , con l´intervento di propri docenti in trasferta in Europa e con l´offerta agli studenti del Master di tesi e stage nelle loro sedi. «Per la nostra facoltà - spiega la preside di Ingegneria, Paola Girdinio - si tratta di un fatto di grande prestigio, che testimonia la nostra posizione ai vertici nel mondo universitario italiano ed europeo». Gli studenti, come detto, superano una severa selezione - quest´anno sulla base di circa 400 candidature è stata ammessa una trentina di studenti. Gli ammessi seguono il primo anno in una delle tre sedi europee e il secondo in un´altra a loro scelta. Conclusi i due anni gli studenti che terminano con successo il percorso ricevono una doppia laurea di secondo livello, una per ognuno dei due paesi nei quali hanno frequentato il Master.

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La beta di Microsoft Security Essentials (sezione: Globalizzazione)

( da "Vnunet.it" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La beta di Microsoft Security Essentials 24-06-2009 VNUnet.it Noto con il nome in codice di Morro, MSE è l'antivirus e anti-malware gratuito di Microsoft che va a sostituire il servizio, a pagamento, Windows Live OneCare. Beta limitata Microsoft ha rilasciato in Beta Microsoft Security Essentials (Mse), destinato a rimpiazzare il servizio Windows Live OneCare. a differenza di OneCare, che era a pagamento, , MSE è l'antivirus e anti-malware gratuito di Microsoft. Noto con il nome in codice di Morro, Microsoft Security Essentials offrirà una soluzione di protezione completa, ma gratuita. In sfida a AVG Technologies e Panda Software. Security essentials è gratuto per rendere Internet più sicuro per tutti: trpoppe botnet infatti hanno copie pirata di Windows. La beta di MSE, che arriva in versione a 32- e 64-bit, gira su Windows XP SP2, Vista o Windows 7 (Beta o Release Candidate). La beta è destinata a 75,000 download e solo in Usa, Israele, Cina e Brasile. La versione definitiva di MSE sarà rilasciata entro fine anno. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

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Usa e Ue accusano Pechino alla Wto (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-24 - pag: 11 autore: Protezionismo. Presentata una richiesta congiunta di consultazioni formali, la prima sotto l'amministrazione Obama Usa e Ue accusano Pechino alla Wto Alla Cina si contesta di frenare l'export di materie prime con quote e dazi Enrico Brivio BRUXELLES. Dal nostro inviato La Cina dovrà difendersi sul banco degli imputati della Wto dalle accuse presentate in tandem da Unione europea e Stati Uniti di attuare illecite restrizioni all'export di materie prime, che aiutano le imprese di Pechino a danno delle concorrenti straniere. Bruxelles e Washington hanno presentato ieri una richiesta di consultazioni formali, primo passo per avviare una disputa a Ginevra. Le denunce dei due partner atlantici (la prima sotto l'amministrazione Obama) accusano il governo cinese di mettere in atto quote, dazi e prezzi minimi illegali sull'export di 20 prodotti chiave per l'industria manifatturiera, tra i quali fosforo giallo, fluorite, tungsteno, bauxite, coke, magnesio, manganese, silicone e zinco. Alcuni di questi materiali sono disponibili in larga quantità solo in Cina. Le restrizioni di Pechino avvantaggiano la produzione nazionale e creano pressioni al rialzo sugli approvvigionamenti delle imprese europee e americane, impegnate in produzioni che vanno dai semiconduttori agli aerei, dai detergenti alle lampadine. Secondo Bruxelles, i dazi cinesi sull'import europeo dal valore di 4,5 miliardi di euro hanno potenzialmente un impatto sul 4% della produzione industriale comunitaria, interessando circa mezzo milione di posti di lavoro. Per la Commissione Ue il vantaggio illecito ottenuto dalle aziende cinesi, rispetto alle concorrenti straniere, si fa sentire in particolare nei settori della chimica,dell'acciaio e dei metalli non ferrosi, ma anche in molti altri comparti derivati, che a loro volta si riforniscono da queste industrie di base. «Le restrizioni cinesi sulle materie prime distorcono la concorrenza e aumentano i prezzi globali - ha tuonato il commissario europeo al Commercio, Catherine CONSEGUENZE GLOBALI propria industria», ha osservato il Rappresentante per il commercio Usa, Ron Kirk. «La Cina è un produttore leader delle materie prime in questione e l'accesso a questi prodotti è fondamentale per le imprese americane». Già due volte in passato Unione europea e Stati Uniti avevano avviato azioni congiunte di fronte alla Wto nei confronti delle pratiche commerciali cinesi: una volta nei confronti dei dazi sulla componentistica automobilistica ( e sul tema Pechino ha perso il suo primo appello alla Wto il 18 luglio scorso)e una sull'informazione finanziaria da parte dei media stranieri (conclusosi con un accordo a tre in novembre). La nuova azione euro-americana apre però un fronte scottante con la Cina. Proprio perché in questa fase di recessione globale e di crescente competizione sui mercati internazionali, le tasse implicite sull'export mantenute in vigore dal governo cinese hanno l'effetto di aumentare le distorsioni commerciali e di porre molte imprese europee e americane di fronte alla morsa di prezzi crescenti di materiali chiave. Da parte europea, l'Unione ha sottolineato che le consultazioni richieste si concentrano su un primo ventaglio di misure e prodotti, ma non ha escluso che ulteriori azioni vengano intraprese riguardanti anche altri provvedimenti cinesi. Le restrizioni del governo cinese avvantaggiano la produzione nazionale in settori chiave come aeronautica e semiconduttori Ashton - rendendo ancora più difficile la situazione delle nostre imprese in questo momento di crisi ». La Ashton ha anche auspicato di trovare una soluzione concordata con Pechino nella fase di consultazione, senza dover arrivare a un pronunciamento della Wto. Dello stesso tono allarmato le dichiarazioni arrivate da Washington. «Siamo molto preoccupati in quanto sembra trattarsi di una politica deliberata di Pechino per sovvenzionare la © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La storia siamo noi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: NORME E TRIBUTI GIUSTIZIA data: 2009-06-24 - pag: 39 autore: TV ACURADI LUIGIPAINI La storia siamo noi RAIDUE 23.50 Il "Gassman segreto": ritratto inedito e privato del grande "mattatore" ( nella foto) Da non perdere RAIUNO 20,30 Calcio: Spagna - Stati Uniti. Da Bloemfontein, in Sudafrica, la prima semifinale della Confederations Cup. SKY CINEMA MANIA 21,00 Leoni per agnelli, di Robert Redford, con Robert Redford, Usa 2007 (91'). Perché l'America combatte in Afghanistan? Chi sono e che cosa pensano i giovani che vanno in guerra laggiù? Angosciosi interrogativi "liberal" nell'America (ancora) di Bush. RAITRE 1,10 Un mondo a colori. Lo sfruttamento della manovalanza agricola e l'omertà diffusa che caratterizza il fenomeno: attraverso il racconto di chi vive lavorando nei campi di giorno ed è co-stretto a nascondersi la notte perché clandestino, il reportage mostra il dramma del caporalato tra controlli carenti e ispettori del lavoro corrotti. Attualità LA 7 20,30 Otto e mezzo. La riforma della pubblica amministrazione e i temi dell'attualità politica: interviene il ministro Renato Brunetta. RAITRE 21,10 Chi l'ha visto? Si cercano notizie di Gennaro Pace, una guardia giurata di Milano scomparso da oltre sette mesi. RAIUNO 22,55 Passaggio a Nord Ovest. Uno straordinario giacimento di fossili in Cina: lo visitiamo in compagnia di Alberto Angela. Spettacolo SKY CINEMA CLASSICS 21,00 La casa dei nostri sogni, di H.C. Potter, con Cary Grant, Myrna Loy, Usa 1948 (84'). Ah, la casa dei sogni... Peccato che, una volta acquistata, si porti dietro un mare di guai! AXN 21,00 Spider-Man, di Sam Raimi, con Tobey Maguire, Usa 2002 (121'). L'Uomo Ragno ha sì superpoteri, ma anche un sacco di super complessi. SKY CINEMA HD 21,00 28 settimane dopo, di Juan Carlos Fresnadillo, con Robert Carlyle, Gran Bretagna 2007 (101').Si salvi chi può: un micidiale virus ha colpito la popolazione inglese,trasformando le persone in belve feroci. LA 7 21,10 Bugsy, di Barry Levinson, con Warren Beatty, Annette Bening, Usa 1992 (135').Il gangster e l'attrice,con il miraggio condiviso di soldi e successo. SKY CINEMA CLASSICS 22,40 L'uomo dal braccio d'oro, di Otto Preminger, con Frank Sinatra, Kim Novak, Usa 1955 (119').La droga è la sua ossessione. Come liberarsene?Celebre colonna sonora ( Elmer Bernstein). STUDIO UNIVERSAL 22,55 Gorilla nella nebbia, di Michael Apted, con Sigourney Weaver, Usa 1988 (130').In difesa dei gorilla di montagna: ispirato alla (tragica) storia vera della naturalista Dian Fossey.

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Il dollaro resisterà al debito pubblico (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-24 - pag: 6 autore: Equilibrismi valutari. La moneta Usa beneficia di conti con l'estero migliori e divario di crescita, anche se il suo ruolo internazionale sembra appannato Il dollaro resisterà al debito pubblico Le forze della ripresa lentamente prevalgono, ma credito stretto e immobiliare la freneranno di Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi Tassi d'interesse, valute, moneta Gli scenari pessimistici sul dollaro guardano a un debito pubblico che si gonfia come uno Zeppelin e che, dicono i pessimisti, renderà inevitabile prima o poi la monetizzazione assortita di crisi valutaria. Gli andamenti degli ultimi mesi della moneta americana suggeriscono altre cause e altri effetti. Quando le cose vanno male – cioè quando i dati suggeriscono che la crisi non migliora – il dollaro si rafforza; quando i dati invece fanno intravvedere barlumi di speranza, il dollaro si indebolisce. Il perché di questi andamenti non è difficile da decifrare. Le crisi spingono a cercare un rifugio e il dollaro, malgrado tutto, è ancora la valuta rifugio. E c'è del metodo in questa pazzia. Le munizioni messe in campo in America sono più abbondanti ed efficaci di quelle di qualsiasi altro Paese e, pur nel disastro della Grande recessione, la caduta del Pil negli Stati Uniti sarà meno forte che altrove: il che vuol dire che il differenziale di (de) crescita gioca a favore del biglietto verde. La recessione americana si appresta anche a ridurre gli squilibri macroeconomici che sono all'origine della crisi: sta aumentando il risparmio delle famiglie e si sta riducendo il deficit corrente. Il saldo esterno tiene conto dei saldi finanziari di tutti gli operatori interni – famiglie, imprese e Stato – e il fatto che questo saldo esterno migliori vuol dire che complessivamente l'economia americana sta attenuando le sue zoppìe. Il grafico mostra che i due cambi più importanti del mondo, quello del dollaro e quello dell'euro, sono abbastanza in equilibrio (nella definizione più comprensiva di cambio effettivo reale): non sono discosti più di tanto dalla loro media degli ultimi 15 anni. Questa crisi ha ancora molta lana da filare, ma non è probabile che grossi sommovimenti valutari vengano a complicare ulteriormente le cose. La Cina e altri paesi auspicano (giustamente) che il dollaro perda l'egemonia di moneta di riserva e che vi si affianchi un'altra unità monetaria: si parla della possibilità per il Fmi di emettere obbligazioni in Dsp e di creare quindi un mercato per questi titoli, così da trasformare un'unità di conto in un mezzo di pagamento e in una riserva di valore. Ma questo auspicabile processo sarà molto graduale e il dollaro potrà contare per molto tempo ancora sui vantaggi e sulla capacità di attrazione di una moneta di riserva. Il suo mercato finanziario, pur con tutti gli scossoni, gli urti e la (meritata) cattiva stampa, continua a essere il più spesso e il più liquido del mondo: la reattività delle sue banche, come si è visto dalla raccolta di capitale di rischio che hanno saputo fare (e che ha portato alla restituzione degli aiuti ricevuti), è testimone di questa tenuta di fondo. In campo monetario, la novità di questo periodo sta nel rialzo dei tassi a lunga. Un rialzo che ha dietro almeno quattro motivi: un rimbalzo dagli eccessi di ribasso legati alla "fuga verso la qualità" che si era dispiegata con forza in questa crisi (i tassi sui titoli a 3 mesi americani erano giunti allo 0,02%!), un po' più di ottimismo sulla svolta della congiuntura (che in prospettiva fa ripartire la domanda di fondi a lungo termine), una buona dose di pessimismo sulle devastazioni dei conti pubblici (che costringerebbero in futuro i Governi a chiedere fondi a caro prezzo per tappare i persistenti buchi di bilancio) e infine la temuta inflazione prossima ventura legata all'immane creazione di moneta messa in opera per esortare "il cavallo a bere". Di queste ragioni, le prime due sono più convincenti delle ultime due. I tassi a lunga sui titoli pubblici sono oggi più bassi di quelli di prima della crisi (quando le finanze pubbliche apparivano molto meno compromesse) e le attese di inflazione, quali si ricavano dai titoli a lunga indicizzati, sono addirittura scese di recente. Non vi sono ragioni per cui al quantitative easing non possa seguire domani un " prosciugamento quantitativo" delle pozze di liquidità create. Non manca né la volontà politica né la possibilità tecnica. Indicatori reali Le tesserine nel puzzle della ripresa continuano ad andare al loro posto. Dal leading index dell'Ocse, che addirittura mette l'Italia in testa al plotone della svolta assieme alla Francia, alle vendite al dettaglio Usa, dalla fiducia degli imprenditori tedeschi al PMI nell'eurozona, dalla produzione industriale cinese (che ha già superato i livelli precedenti la crisi) ai sussidi di disoccupazione e alle vendite di case esistenti sempre negli Stati Uniti. Si delinea però un recupero molto faticoso e graduale, una ripida salita per tornare ai livelli di attività lasciati all'inizio della recessione più profonda e intensa del dopoguerra. Non si intravede quel rimbalzo netto e forte che avrebbe rimesso a posto domanda e attività produttive «come se» nulla fosse accaduto. Le politiche economiche straordinariamente espansive e il miglioramento del potere d'acquisto legato al minor costo di energia e altre materie prime (nonostante i rincari degli ultimi tre mesi) sono contrastate da ostacoli alti: razionamento del credito a famiglie e imprese, sgonfiamento della bolla immobiliare (concluso in Usa, ma non in Europa), difficoltà finanziarie dei Paesi emergenti, in particolare nell'Est Europa, ritorno al risparmio delle famiglie americane. Inflazione Il crollo della produttività (non in Usa, con i tagli occupazionali scattati subito) ha impennato i clup e compresso i margini delle imprese. Molla pronta a scaricarsi sui prezzi? Domanda finale fiacca e capacità inutilizzata lo impediranno. fabrizio@bigpond.net.au l.paolazzi@confindustria.it PRODUTTIVITÁ A PICCO La caduta della produzione ha eroso efficienza e margini delle imprese. Non negli Stati Uniti, dove le ristrutturazioni sono scattate subito

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DOMANI (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DOMANI INTERVISTA Luciano Gallino: perché l'Italia è senza sinistra I ritardi storici e quelli nuovi, l'abbandono dell'analisi delle classi e della globalizzazione. Il sociologo risponde ai quesiti di Valentino Parlato

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Noi non ci saremo La delusione no global (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ANTI-G8 Dall'estero nessuna mobilitazione. È la prima volta dal 1984 «Noi non ci saremo» La delusione no global Paolo Gerbaudo LONDRA Non si preoccupino il ministro Maroni e il capo della polizia Manganelli. Nessuna "orda no-global" si appresta a valicare i patri confini in vista del G8 dell'Aquila. E certo non perché gli attivisti anti-globalizzazione d'oltralpe e d'oltremare siano terrorizzati dai controlli frontalieri rimessi in piedi grazie alla sospensione del trattato di Schengen che scatterà nei prossimi giorni. «Sarà un anti-G8 tutto italiano»: questa l'impressione che rimbalza da Parigi, a Berlino, a Londra tra quei gruppi di attivisti che in passato hanno partecipato in massa alle mobilitazioni contro il G8 e altri vertici internazionali. Anche dopo l'annuncio del calendario di protesta uscito dall'assemblea di domenica scorsa, in pochi sembrano intenzionati ad unirsi alle proteste a Roma e in Abruzzo, e chi vorrebbe partecipare è preoccupato per la mancanza di informazioni e turbato dalle polemiche e dal nervosismo che serpeggia in quel che resta del movimento no-global in Italia. A due settimane dall'arrivo in Italia delle delegazioni dei potenti della terra le proteste contro il G8 sono invisibili all'estero e non solo su quotidiani e televisioni ma pure su indymedia (network nato proprio sull'onda delle proteste globali, a partire da Seattle nel '99) e altri siti di informazione alternativa, dove in altre occasioni l'avrebbero fatta da padrone per mesi. «In che giorni ci saranno le manifestazioni?», chiede confusa Liza, un'attivista tedesca che due anni fa ha partecipato alla mobilitazione contro il G8 a Rostock in Germania. «Qua non se ne parla proprio. Non credo che verranno in molti». I grandi gruppi organizzati che negli anni passati avevano organizzato pullman e treni per portare i sostenitori alle proteste hanno già dato tutti forfait. Dal Nouveau Parti Anticapitaliste di Besancenot al Socialist Workers Party inglese, i trotzkisti non si metteranno in viaggio per l'Aquila. «Siamo concentrati su altre cose», afferma Chris Bambery, direttore di Socialist Workers, organo ufficiale del Swp, «lo spostamento del vertice all'ultimo minuto sembra aver mandato tutto all'aria». «Siamo stremati dopo la campagna per le europee», si giustificano invece dall'Npa, che pure invierà una delegazione simbolica alle proteste. A tenersi alla larga dalle proteste contro il G8 saranno pure i contingenti nazionali di Attac, che dal 1998 in poi non avevano mancato una protesta globale sul continente europeo. «Purtroppo non possiamo aderire a proteste organizzate ad appena due settimane dall'evento ed i cui contenuti non ci sono noti», afferma Nicolas Berthonneau di Attac France. «È un po' un peccato che vada così. Anche perché sarà il primo G8 dal 1984 per il quale non viene organizzato un controvertice». Simile sembra essere il clima tra autonomi e anarchici. «Alcuni gruppetti sparuti andranno, ma sarà ben poca cosa rispetto a 8 anni fa», afferma Hannah Jobst di Gipfelsoli, un'organizzazione che ha sostenuto le mobilitazioni contro il G8 negli ultimi anni. «Sappiamo bene che il movimento italiano sta facendo del suo meglio in una situazione difficile e dichiariamo la nostra solidarietà». Solidarietà che sarà espressa in Germania con due manifestazioni anti-G8: una il 4 luglio a Berlino e un'altra l'11 luglio a Friburgo subito dopo la conclusione del vertice. Per i piccoli gruppi e individui che nonostante l'incertezza che impera sulle proteste vogliono manifestare all'Aquila, l'impressione è quella di non essere i benvenuti. «Ci sono campeggi di protesta o centri sociali dove è possibile dormire?» chiedono invano gli attivisti stranieri sulle tante mailing list rimaste in piedi dagli anni delle grandi proteste no-global. «Non è chiaro quali siano i piani per la protesta e penso che molti internazionali non verranno per questo motivo», afferma Shimri, un refusenik israeliano che dopo aver partecipato a diverse proteste globali negli anni scorsi si sta preparando per venire in Italia con alcuni amici. «Non so quali siano le ragioni di tutta questa confusione, per cui al momento non voglio emettere giudizi». Ma dietro la prudenza e il rispetto per le decisioni prese nelle assemblee degli ultimi giorni si avverte l'incredulità per quanto poco sia rimasto del movimento anti-globalizzazione ad appena otto anni di distanza da Genova, se non le lacerazioni aperte tra le diverse anime del movimento in Italia e le ferite mai rimarginate di quegli attivisti internazionali che, passati per la "macelleria" della Diaz e di Bolzaneto, si sono ripromessi di non rimettere mai più piede in Italia.

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Bilanci statali in rosso, export dimezzato, credito più difficile (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI Bilanci statali in rosso, export dimezzato, credito più difficile Francesco Piccioni In cerca di una exit strategy per le finanze pubbliche, «quando la crisi sarà finita». La Relazione illustrata dal Commissario all'economia, Joaquin Almunia, è orientata a proiettare il verbo liberista al di là delle colonne d'Ercole della «ripresa» (intanto posticipata di un altro anno), quando sarà «necessario» riportare i bilanci degli stati entro i confini previsti dalla teoria. Gli interventi a sostegno - senza neppure calcolare le garanzie specifiche per le banche - sono quantificati in un 5% del pil, oltre 600 miliardi euro. Il bilancio generale, invece, viaggia intorno al 13 del Pil. I paesi che stanno peggio sono quelli che hanno registrato la crescita più forte del credito e il maggiore aumento dei prezzi immobiliari: si ritrovano infatti anche il maggior disavanzo nei conti, minori entrate fiscali e alta crescita della spesa pubblica. Descrizione che si attaglia benissimo all'Italia. Un esempio di come stia messa la nostra produzione viene dal Verbano, distretto che non conosce fannulloni. Qui le esportazioni sono calate del -42,6%, dovuto soprattutto ai mercati europei (64% degli sbocchi commerciali), con la Germania che ha ridotto la richiesta del 45% (-32,4 verso la Francia, -30 verso la Spagna. E che proprio la Germania sia l'epicentro dei problemi europei è dimostrato dalle stime avanzate ieri sia dall'Ifo che dall'istituto Rwi. Entrambi hanno abbassato i risultati attesi per il Pil. Il primo lo vede al -6,3%, il secondo al -6,4 (due mesi prima sperava in un più modesto -4,3%). Ma soprattutto vedono nero anche nell'anno prossimo. «Nonostante i programmi di rilancio dell'economia stiano facendo aumentare temporaneamente i consumi e la fiducia delle imprese stia crescendo - dice l'Ifo - l'economia avrà un'ulteriore contrazione per effetto della flessione degli investimenti in attrezzature e costruzioni». Senza contare che da settembre è attesa un'emorragia di licenziamenti che porterà, nel 2010, i disoccupati a 4,33 milioni. Le incertezze globali aumentano le occasioni di competizione commerciale. Ue e Usa hanno presentato al Wto un appello contro la Cina, accusata di gestire in modo «nazionalistico» l'estrazione di diverse materie prime. Bauxite, magnesio, manganese, fosforo giallo, silicio, zinco uscirebbero dalle miniere restando però dentro i confini del Celeste Impero. Invece di finire sui mercati internazionali e contribuendo, perciò, a una «distorsione della concorrenza e a un aumento dei prezzi globali, rendendo le cose più difficili per le imprese in un momento di recessione». Non dipende da questo fattore, ma fa notizia che anche la Ford si sia decisa a chiedere prestiti pubblici. Lo scopo, però, è di buon livello: ristrutturare gli impianti per costruire veicoli meno inquinanti. Il programma governativo, infatti, prevede finanziamenti fino a 25 miliardi in due anni per arrivare - nel 2010 - a produrre auto che consumino meno di un gallone (3,78 litri) per fare 56 chilometri. Anche la giapponese Nissan, per i suoi stabilimenti negli usa, avrà 1,6 miliardi. Non versa affatto in buone acque, invece, la Boeing, che ha dovuto rinviare ancora una volta il primo test di volo del suo attesissimo 787 Dreamliner. Problemi di sviluppo tecnico, che si sommano a una situazione del mercato aereo disastrosa (i viaggi per affari o vacanza, nella crisi, hanno subito un calo deciso), che fa prevedere la chiusura di diverse compagnie entro l'anno in corso. Situazione difficile per le imprese, dunque. Specie se, al contrario di quanto avviene in Usa, il governo resta indifferente al restringimento del credito operato dalle banche nei loro confronti. La stessa Banca d'Italia lancia un allarme documentatissimo: le imprese colpite dalla crisi nel bel mezzo di una ristrutturazione rischiano l'«asfissia finanziaria»

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Europa e Usa contro Pechino: protezionismo sulle materie prime (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 24/06/2009 - pag: 37 Il ricorso al Wto Europa e Usa contro Pechino: protezionismo sulle materie prime DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES «Pechino bara»: potrebbe stare in queste due parole, la denuncia fatta ieri da Unione Europea e Stati Uniti. I due colossi accusano ufficialmente il terzo, cioè la Cina, di stravolgere le regole del libero mercato con le restrizioni che impone all'esportazione di sue materie prime strategiche, come la bauxite, il magnesio, lo zinco o il manganese, materie spesso scarse e a volte introvabili in altre aree del mondo. Bruxelles e Washington minacciano per questo di portare Pechino davanti al «tribunale» della Wto, l'Organizzazione mondiale del commercio. Non è certo una disputa da cortile: la Cina è oggi il secondo partner commerciale della Ue, dopo gli Usa, e la Ue è il primo partner commerciale della Cina; e l'interscambio fra i due giganti raggiunge ormai i 300 miliardi di euro. Le restrizioni sull'export di certe materie prime, operate da Pechino, si basano sull'imposizione di quote, di prezzi minimi, o di dazi giustificati sotto i più vari profili giuridici: «E oltre alla distorsione della concorrenza protesta Catherine Ashton, commissaria europea al commercio spingono all'aumento i prezzi globali, rendendo ancora più difficile le cose per le nostre aziende, già alle prese con la crisi economica». Non solo: alcune di queste materie prime sono indispensabili per produzioni tecnologicamente avanzate come quella dei semiconduttori, o quella dei componenti per l'aeronautica e l'aeronautica spaziale. Perciò la difficoltà di reperimento limita e danneggia la presenza strategica delle singole aziende ma anche dei governi dell'Occidente, e dei loro apparati industriali e militari. Insomma, una questione geopolitica e non solo meramente commerciale, con una tensione che da anni va sempre crescendo: così Bruxelles e Washington avviano ora la procedura per un ricorso legale davanti alla Wto. È solo un primo passo. Catherine Ashton auspica «una soluzione amichevole attraverso lo strumento delle consultazioni». Ma intanto, una macchina pesante si è messa in moto. Da agosto in poi, avviate le consultazioni in sede di Wto, un gruppo speciale riesaminerà tutta la questione, e in base alle sue decisioni si potrebbero decidere sanzioni contro la Cina. Anche perché la gamma delle potenziali rivendicazioni e proteste è larghissima: «Le consultazioni che abbiamo richiesto oggi dice un comunicato della Commissione Europea si concentrano su un primo gruppo di misure e di prodotti. Ma le nostre preoccupazioni non sono limitate a questi, e la raccolta di informazioni su altri continuerà, con la possibilità sempre aperta di ulteriori azioni da parte nostra». Fra le misure più contestate, i dazi del 70% sulle esportazioni del fosforo giallo, del 15% per la bauxite, del 40% per il carbon coke, del 25-35% per lo zinco. Secondo la Ue, la Cina sta violando anche gli impegni che assunse nel suo protocollo di accesso alla Wto, e con i quali escludeva qualsiasi limitazione o gravame sull'export, se non in determinati casi e a determinate condizioni. Il commissario europeo al Commercio, la britannica Catherine Ashton Luigi Offeddu

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Washington, la meta ambita (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronaca di Roma data: 24/06/2009 - pag: 7 Fatti gli Affari Esteri di MAURIZIO CAPRARA Washington, la meta ambita Entro fine luglio il governo dovrà varare la nomina al momento più attesa alla Farnesina: quella del prossimo ambasciatore a Washington. Gianni Castellaneta, in ottimi rapporti con Condoleeza Rice, andrà in pensione a fine estate e lo aspetta l'ufficio di presidente della Sace, gruppo che assicura affari all'estero. Per rappresentare il nostro Paese negli Usa in era Obama i più quotati finora sono l'attuale direttore generale della Farnesina per il Medio Oriente Cesare Ragaglini, l'ambasciatore in Cina Riccardo Sessa, il rappresentante permanente presso la Nato Stefano Stefanini e c'è chi non esclude il segretario generale del ministero degli Esteri Giampiero Massolo. Decisione complessa: conterà Berlusconi, ma di fatto hanno voce in capitolo anche Napolitano, Fini, Frattini e altri. Nell'attesa, a Washington l'ambasciata è in fase di cambiamenti. I rapporti con la stampa passeranno da Luca Ferrari, futuro numero due a Madrid, a Beppe Manzo che li cura nella rappresentanza all'Onu; dalla direzione Medio Oriente, in arrivo Carlo Formosa e Antonella Uneddu. Da Roma in vista anche altre partenze: Michelangelo Pipan sarà ambasciatore a Bangkok, Laura Mirachian rappresentante permanente presso le organizzazioni internazionali a Ginevra. Cesare Ragaglini Riccardo Sessa

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Cina e Usa Vertice tra militari (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Esteri data: 24/06/2009 - pag: 23 A Pechino Cina e Usa Vertice tra militari PECHINO Funzionari della Difesa e alti ufficiali americani sono arrivati a Pechino per una serie di colloqui con gli omologhi cinesi. Sono i primi contatti ad alto livello tra le parti da un anno a questa parte: lo stop agli incontri era stato attribuito alla vendita a Taiwan di armi e tecnologia americane. I funzionari e gli ufficiali si confronteranno sulle questioni che negli ultimi tempi hanno rischiato di accendere un pericoloso confronto nei mari del Sud della Cina: in particolare i cinesi hanno più volte «reagito» al pattugliamento (benché in acque ufficialmente internazionali) da parte di convogli militari americani. In agenda anche la questione del nucleare nordcoreano.

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GIAPPONE: -12,1% SURPLUS COMMERCIALE MAGGIO A 2,27 MLD EURO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Giappone: -12,1% surplus commerciale maggio a 2,27 mld euro di ANSA In caduta l'export verso Usa e Cina -->(ANSA) - TOKYO, 24 GIU - Il Giappone segna a maggio surplus commerciale in contrazione del 12,1% su base annua, a 299,84 miliardi di yen (2,27 miliardi di euro). Le esportazioni calano del 40,9% (a 4.020,9 miliardi di yen), le importazioni del 42,4% (a 3.721,1 miliardi di yen): e' il rallentamento dei consumi. Il dato e' migliore delle attese. In caduta l'export verso Usa (-45,4%) e Cina (-29,7%). I settori: l'auto cala del 60,2%, i prodotti tecnologici del 43,5% e i semiconduttori del 33,5%.

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Tutti i casi del dopo voto (sezione: Globalizzazione)

( da "Vita non profit online" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tutti i casi del dopo voto Reading time: 3 minutes --> di Stefano Arduini - pubblicato il 24 Giugno 2009 alle 12:13 Numerosi gli approfondimenti di analisi del voto amministrativo. La panoramica dei giornali oggi in edicola Il dopo amministrative tiene banco sui quotidiani di oggi. Interessanti in particolare le numerose analisi territoriali. Da Sassuolo a Milano, passando per Padova e Prato. Oggi la rassegna stampa si occupa anche di: GOOGLE IRAN ECONOMIA G8 BIOETICA DEMOGRAFIA BERLUSCONEIDE "Veneto, Milano e la lotta ai clandestini. La Lega ora detta le condizioni al Pdl" titola il CORRIERE DELLA SERA a pag 11 aprendo i servizi dedicati all'analisi del voto amministrativo. Galan, governatore del Veneto: «Se la Lega vuole contarsi fino in fondo, benissimo: contiamoci. Vedremo per davvero cosa fa il Carroccio quando corre da solo. Io, di questo gioco sono stufo marcio. Raso». Formigoni, parigrado in Lombardia: «Se qualcuno vuole scommettere punti sull'uno fisso». Ovvero - spiega il CORRIERE - su lui stesso. Sul tavolo ci sono «tutte le presidenze del Nord-nazione che vanno a scadenza l'anno venturo. E la Lega ne pretende addirittura tre». Spiega Calderoli: «Abbiamo un quarto dei voti della coalizione, un terzo dei voti del Pdl. Quindi se l'anno prossimo si vota in tredici regioni, ne vogliamo noi almeno tre del nord». Il quotidiano milanese punta la lente anche sul risultato di Prato passato al Pdl dopo 63 anni di sinistra: "Prima mossa di Cenni: «Ora a Prato lotta contro i cinesi abusivi»". Un ribaltone storico che il centro toscano condivide con l'ex feudo rosso Sassuolo ("La Sassuolo dell'era del Pdl: aiuti a chi assume gli italiani"). A Milano occhi puntati invece su "le pasionarie di Pd e Lega: «Noi ascoltiamo la gente»". Il riferimento è a Daniela Gasparini, per la terza volta sindaco di Cinisello Balsamo («In città conosce tutti per nome e si ferma per strada a raccogliere la cartaccia gettata a terra», dice Penati) e Marina Romanò, primo cittadino di Cesano Maderno («per vincere serve una lunga militanza nel partito, esperienze amministrative, conoscenza del territorio»). Infine dalla prima con rimando a pag 17, "Deserto rosso dal Ticino a Trieste", Dario Di Vico analizzata il tradimento della sinistra da parte di artigiani e coop: «Lombardia e Nondest che producono il 34% del Pil diventano zona no left». LA REPUBBLICA alle ricadute del voto dedica tre pagine, dalla 9 alla 11. Si comincia con Milano: "Nord, la Lega esulta e assedia la Moratti". «Siamo determinanti, vogliamo di più», dicono i colonnelli bossiani. Si parla dell'oggi avendo in mente le future elezioni regionali: oltre la presidenza del Veneto vorrebbero quella della Lombardia. Il Pdl , scrive Rodolfo Sala, tenta come può di respingere gli assalti. Il vicesindaco De Corato, ad esempio: «Non si capisce l'attacco della Lega che spara a zero in modo del tutto ingiustificato sul sindaco e sulla giunta comunale di cui peraltro fa parte». Il neo presidente Podestà a parole difende la Moratti («si è molto spesa in campagna elettorale») ma il primo appuntamento lo prende con il plenipotenziario della Lega a Milano, Matteo Salvini (che gli chiede 3 assessorati, la vicepresidenza della giunta e la presidenza del consiglio provinciale). In appoggio intervista a Galan: "Chiedano pure cento poltrone ma da soli non vincono niente". Nel titolo il succo dell'intervista, cui aggiungeremmo una breve citazione come summa di eleganza: «Preferirei di gran lunga impegnarmi di qui alle elezioni regionali a proseguire l'azione di buon governo. E anche ad annientare le sacche di resistenza del centrosinistra in qualche roccaforte che gli è rimasta nel Veneto». Segue una pagina doppia sul Pd dopo le elezioni: "Franceschini e Bersani decisi nessun rinvio del congresso". Sarà in ottobre. Prodi sostiene che è una buona notizia, mentre Anna Finocchiaro propone una terza via: il governo è in crisi, l'economia non va, occupiamoci del paese invece che perdere tre mesi in una discussione nominalistica. Massimo Cacciari intervistato da Carlo Brambilla sostiene invece che si vada subito a discutere di nuovi candidati e di nuove idee. La nostra generazione ha fallito, afferma, si faccia da parte. Bel reportage sul SOLE24ORE sulla Lega che parte in prima pagina e sfonda all'interno: Marco Alfieri racconta il voto del Nord. «Il Carroccio cresce un'altra volta nelle tradizionali zone bianche pedemontane», scrive, «Sfonda in Piemonte, penetra nell'ex quadrilatero ulivista Pavia-Lodi-Cremona-Mantova, si insinua nella rossissima Toscana, esonda sulla via Emilia». Ma più interessante, continua, è «capire la nuova Lega laburista uscita dal voto», la sua «capacità egemonica sul territorio al tempo della grande crisi globale: imprenditori e lavoratori insieme: il vecchio sogno di Walter Veltroni». All'interno, "L'urna premia la Lega dei produttori": ancora si sottolinea con forza che il partito di Bossi miete successi trasversali, diventando di fatto una sorte di «sindacato del territorio» (incisiva definizione). Esempio simbolico? A Mirafiori come alla Iveco di Brescia spuntano le cellule di sindacalisti leghisti a fare concorrenza alla Cgil. In taglio medio, "A Prato decide il fattore Cina", ovvero perché il Pd ha perso la città toscana: qui vivono 18mila cinesi regolari e almeno altri 35mila irregolari che lavorano giorno e notte a nero. «Votavo Pci, come tanti qui a Prato», dice un "uomo della strada", l'edicolante della piazza centrale intervistato dal SOLE, «ma poi mi sono trovato l'abitazione circondata da officine fuori regola gestite da cinesi, e quando mi sono rivolto al Comune per far rispettare la legge mi sono sentito di dire che avevo atteggiamenti razzisti». Era il 1992, e da allora l'edicolante vota Lega. Nelle pagine di politica LA STAMPA analizza alcuni profili dei vincitori e i contesti nei quali è avvenuta la sfida elettorale. In primo piano tre casi: Bologna, Prato e Alba. Il quotidiano dedica ampio spazio al neosindaco di Bologna Flavio del Bono, fedelissimo dell'ex premier Romano Prodi, che ha vinto con una coalizione d'ispirazione ulivista: «Dopo 10 anni, la verità è che Prodi è tornato a casa a tutti gli effetti. Anche a Palazzo d'Accursio» scrive l'inviato de LA STAMPA. A Prato Roberto Cenni è sindaco di centrodestra dopo 63 giunte di sinistra. A pesare è stata la presenza della comunità cinese. A Prato in sette anni si sono persi 15 mila posti di lavoro, quasi tutti nel tessile, «cinquemila aziende hanno chiuso» scrive l'inviato de LA STAMPA «la crisi, la globalizzazione, sì, ma - sostiene la destra -soprattutto la concorrenza sleale di cinquemila, sommerse, imprese cinesi». In campagna elettorale il centrodestra ha cavalcato anche il malcontento per la legge del presidente della regione Toscana Martini che riconosce i diritti sociali degli immigrati. «La legge regionale di Martini» dice il neosindaco «che mette in cinesi in graduatoria per tutti i servizi sociali, col solo requisito di stare sul territorio, è stata per loro (i cittadini italiani di Prato) la mazzata definitiva». "Il sindaco di periferia che ha sbancato i notabili" è il titolo di un ritratto del nuovo sindaco di Alba Maurizio Marello: «43 anni, cattolico del Partito democratico, nato nel quartiere popolare Musotto, condomini e vecchie cascine sul limitare delle colline» scrive l'inviato de LA STAMPA. Ha sfiorato il 58% e nessuno degli assessori uscenti del centrodestra è stato rieletto in consiglio comunale. «La nostra forza è stata ripartire dal basso, tornare fra la gente, ascoltare i loro problemi e parlare di cose concrete» spiega il neosindaco, una stori da dirigente delle Acli, militante popolare e poi della Margherita. Marello non è un outsider, anche se la sua candidatura è partita dal basso e non dai vertici nazionali: «I partiti, il loro essere una scuola di buona amministrazione e uno strumento per trasmettere valori sono l'unica via d'uscita alla crisi della politica» dice. «Sarò vecchio, ma i personalismi e i personaggi salvifici non mi hanno mai convinto». Il dopo voto è analizzato da IL MANIFESTO con un articolo che prende l'avvio in prima e prosegue nelle due pagine interne dedicate al tema. Matteo Bartocci nell'analisi osserva, sotto il titolo "La sconfitta dei due partiti", «Un terremoto che ridisegna da Nord a Sud la geografia del potere politico locale e seppellisce definitivamente la suggestione che i due partiti maggiori, Pd e Pdl, possano essere autosufficienti dalle altre forze come la Lega, l'Udc e l'Idv e sì, persino, la sinistra (...) è una Caporetto che di fatto spazza via quasi completamente il Pd e i suoi alleati dal Lombardo Veneto e fa sparire la vecchia Quercia con la sua "millenaria" tradizione di amministratori locali. Nella "sfide simbolo" di queste amministrative tutti i candidati vincenti sono o di provenienza cattolica (Renzi, Saitta, Delbono) o "fenomeni atipici" (Emiliano). Al ballottaggio sulla scheda ci sono le persone, non i partiti (....) Debole il Pd. Ma debole anche il Pdl». Quattro le indicazioni di fondo: i partiti leggeri non esistono più come dimostra la vittoria della Lega; il Carroccio ha vinto e acquista una rendita di posizione che farà valere nelle prossime sfide regionali; l'astensione ai ballottaggi sanziona i candidati sgraditi e il Pd dove vince non vince mai senza la sinistra «Il caso Penati insegna». Infine Pd e Pdl «non sono autosufficienti e, visto il fallimento del referendum, mai lo saranno». Un altro articolo analizza la posizione della Lega nel Lombardo Veneto. «Con la Lega si vince. E non solo: "la" Lega vince. Purtroppo. (...). Il dato è incontrovertibile: dove il Carroccio si è impegnato "a fondo" nella campagna elettorale, il centrodestra ha stravinto, anche in luoghi più o meno "ostili". Dove l'appoggio leghista è stato "tiepido", invece no. Vedasi la provincia di Torino. (...) A differenza della provincia di Venezia dove la Lega si giocava una partita che andava ben oltre la semplice conquista della presidenza. (...) Discorso a parte merita la Provincia di Milano: qui il candidato pidiellino Guido Podestà non è mai piaciuto molto al Carroccio (...) E non è un caso che il primo commento del Senatur dopo la soffertissima vittoria meneghina sia stato proprio "è merito nostro. A Milano non ha perso nessuno, ma il candidato di Berlusconi, nonostante fosse quasi uno sconosciuto, è stato votato dalla gente perché era sui manifesti insieme a me e al premier"». L'articolo si conclude con uno sguardo al futuro e alle pretese leghiste su tre regioni: Veneto, Piemonte e Lombardia. «La Lega non ha mai nascosto il desiderio di vedere un leghista al Pirellone. A quel punto ci sarebbe da "ricompensare" un personaggio "ingombrante" come Roberto Formigoni. Che ieri scommetteva secco sulla sua riconferma. Ma, con una Lega a forza nove come quella uscita dalle urne, nulla è certo. A meno che, a fare da "agnello sacrificale", non sia il sindaco milanese Letizia Moratti, sempre più invisa al Carroccio». IL GIORNALE dedica all'analisi "territoriale" del voto le pagine da 8 a 11, che in qualche modo servono a suffragare il titolo sulla fotonotizia di prima ("Deliri dopo il voto. Se questo è il vincitore, con Franceschini con la faccia scura"). Si apre con un'analisi di Peppino Caldarola (ex direttore dell'Unità) "La Margherita divora i Ds: il Pd si sveglia democristiano": «Alle amministrative trionfano i bianchi Renzi e Delbono. Sconfitti gli ex Pci. Nel partito il malessere è sempre più forte». Poi focus su una serie di roccaforti di sinistra conquistate dal centrodestra: Sassuolo ("E il figlio del ceramista cancellò l'era bulgara"), Orvieto ("Il manager abbatte il muro"), Prato ("Tessile, crisi, cinesi. Così dopo 63 anni la sinistra perde Prato"). Poi il caso della Provincia di Milano, con il commento di Michele Brambilla che parte dalla prima: "Ecco perché a Milano il centrodestra trionfa (anche se fa il Tafazzi)". Scrive Brambilla: «La vittoria è stata esigua: forse la più esigua fra tutte quelle conseguite dal centrodestra in queste amministrative». Però, secondo Brambilla, bisogna tener conto del fatto che «la provincia di Milano è storicamente una provincia di sinistra. O meglio, molto più di sinistra che di destra». E che con il distacco di Monza e Brianza il Pdl ha perso un grosso serbatoio di voti: «Se dunque il centrodestra ha strappato una provincia tradizionalmente difficile, e l'ha strappata senza più l'enorme serbatoio di voti di Monza e Brianza; se ha vinto nonostante il non proprio travolgente entusiasmo (diciamo così) di An e Lega per il candidato Guido Podestà; se ha vinto nonostante un assenteismo da week end estivo presumibilmente più penalizzante per i suoi elettori che non per quelli del centrosinistra; se ha vinto contro un candidato obiettivamente forte e capace come Penati; se insomma le cose sono andate così - e sono andate così - forse il caso Milano va guardato con occhi diversi da quelli dei Candido della sinistra e dei Tafazzi della destra». La panoramica si chiude con Mogliano Veneto (dove Giovanni Azzolini è passato dal centrosinistra alla Lega e ha vinto) e con Cremona (altra roccaforte del centrosinistra espugnata), con un'intervista al nuovo sindaco Pdl Oreste Perri, ex campione mondiale di canoa. A parte un editoriale di Sergio Soave in seconda pagina dedicato e alla debacle referendaria (la tesi: «Forse sono proprio i referendari di professione, dediti al tecnicismo politico e non all'agitazione di temi realmente legati all'interesse generale, i primi responsabili del decadimento di un istituto di democrazia diretta , del quel hanno abusato fino a renderlo ostico a una larghissima maggioranza di italiani. Con l'effetto paradossale, che si è verificato in quest'occasione, di non lucrare partecipazione dall'abbinamento con altre consultazioni, ma al contrario di distogliere una quota di elettori anche da queste»), AVVENIRE dedica alle elezioni la pagina 9: "Voto amministrativo a due facce". Eccetto un'infografica che mostra come cambia la geografia del potere locale con due piantine dell'Italia, la mappa prima del voto e la mappa dopo il voto, quello che segue è un'analisi del voto più che una riflessione sulle ricadute territoriali. Secondo Angelo Picariello, il centrodestra «ha le sue brave ragioni per felicitarsi», ma «il centrosinistra, limitandosi ai ballottaggi, ha le sue ragioni per consolarsi. Infatti la gran parte delle "perdite" era stata subita al primo turno, e allora, ai punti, si può dire che al secondo turno ha vinto il centrosinistra». Che però, guardando al dato di partenza, incassa nel complesso una netta sconfitta, che ha le proporzioni delle cifre espresse dal premier a fine elezioni. Con un nota bene: «al ballottaggio, il centrodestra vince quasi sempre per un soffio, ma dove perde, perde in molti casi di brutto. E in molti casi risulta decisiva l'Udc». Soprattutto alle provinciali Venezia, a beneficio del Pdl, come anche ad Alessandria e alle comunali di Cremona, Crotone e Prato. A beneficio del Pd, alle provinciali di Torino, Rieti, Brindisi e Taranto, e alle comunali di Bari, Foggia e Potenza. Poi, nelle pagine di Milano un pezzo sul neo presidente: "Podestà punta sulla sicurezza". Giunte itineranti sul territorio, cospicua presenza femminile nella squadra, confronto col Carroccio per capire le loro richieste (oggi l'incontro con Salvini) e dialogo con l'Udc, questi i punti salienti del suo esordio. L'analisi del voto di ITALIA OGGI è a pagina sette nell'articolo «Un Pd federalista per il Nord» articolo di Emilio Gioventù, che intervista Massimo Calearo. Il deputato analizza le ragioni del voto ed individua le problematiche da risolvere, al nord «dobbiamo assolutamente spostarci al centro e puntare sulle persone, sul partito del fare, sulle proposte, sulla vicinanza a quella profonda crisi economica che vivremo da settembre in avanti». Per Calearo è il momento di smetterla di filosoffeggiare e concentrarsi sui problemi degli italiani, dimenticando anche il gossip su Berlusconi che non interessa a nessuno. E inoltre sui giornali di oggi: GOOGLE CORRIERE DELLA SERA - A Milano è in corso il processo contro Google, a causa di un filmato caricato sul motore di ricerca in cui un minore disabile veniva insultato da quattro compagni di scuola in un istituto tecnico torinese: sono quattro i dirigenti di Google accusati in concorso di diffamazione e violazione della privacy. Il processo è seguito (a distanza, perché Google non ha acconsentito a rendere pubbliche le udienze) dai corrispondenti del New York Times, Wall Street Journal e France Press IRAN LA REPUBBLICA - La condanna di Obama «Enormi dubbi sul voto»". «Condanno con forza queste azioni inique», ha detto il presidente Usa mentre la situazione in Iran sta aggravandosi (rottura con la Gran Bretagna, dissidi fra ayatollah, Teheran presidiata da guardie armate). E ancora: «Gli Stati Uniti e la comunità internazionale sono sconvolti e indignati per le minacce, le violenze e gli arresti degli ultimi giorni.... Rispettiamo la sovranità della Repubblica islamica... Ma una parte considerevole della società iraniana considera queste elezioni illegittime... Abbiamo dovuto sopportare le brucianti immagini di una donna sanguinante e morente lungo la strada. Una perdita dolorosa che tuttavia ci insegna qualcosa: coloro che lottano per la giustizia sono sempre dalla parte giusta della storia». LA STAMPA - "Obama alza la voce: Violati i diritti umani". Il corrispondente da New York fa la cronaca della conferenza stampa del presidente Usa ieri alla Casa Bianca, «mirata» scrive «a recapitare messaggi espliciti alla Repubblica Islamica, ai manifestanti e anche al pubblico americano». «Se volete il rispetto della comunità internazionale» ha detto Obama rivolgendosi ai leader iraniani «dovete prima dimostrare di rispettare il vostro popolo». Ha parlato di «choc e indignazione» degli Usa e della comunità internazionale di fronte alle «minacce, le percosse e le detenzioni», ha ricordato la giovane Neda uccisa di fianco al padre durante la manifestazione e ha respinto le accuse di inteferenza: «il governo iraniano accusa la Cia di orchestrare i disordini. Sono accuse false, assurde». «Il popolo iraniano è in grado di parlare da solo». ECONOMIA LA REPUBBLICA - "Evasione fiscale da record nel 2009 già nascosti 13 miliardi". Dopo la crisi globale è boom dei reati finanziari. Rispetto allo scorso anno l'incremento dell'evasione è del 10% (in tutto sarebbero 230 i miliardi dell'evasione, il 16% del Pil). Cresce anche la fuga dai versamenti Iva. I risultati consegnati ieri dalla Guardia di Finanza. A pesare sul recupero dell'evasione c'è anche l'abolizione di alcune norme come la cancellazione dell'elenco clienti-fornitori e della tracciabilità dei compensi professionali: porterà una inevitabile caduta di gettito. In appoggio intervista al tributarista Victor Uckmar: "Hanno abbassato la guardia su tracciabilità e studi di settore". SOLE24ORE - "Intesa san Paolo lancia il maxi-polo assicurativo": nasce una compagnia con 8 miliardi di raccolta premi riunificando le varie società ereditate dalle recenti aggregazioni. La decisione ieri a Torino, presa dal duo Bazoli-Salza, che porterà alla creazione di una sola compagnia assicurativa al servizio degli sportelli bancari del gruppo e a una compagnia vita al servizio dei promotori finanziari di Banca Fideuram. E l'Antitrust che dice? Si prenderà qualche mese per decidere. G8 LA STAMPA - "Bill Gates chiede un maggiore impegno per l'Africa". Fotonotizia nella pagina sul G8 che ritrae l'ex fondatore della Microsoft con Gianni Letta. Gates ha incontrato Berlusconi per discutere gli investimenti in salute e sviluppo globale e del prossimo vertice de L'Aquila. "Bertolaso: il G8 a prova di terremoto" è il titolo dell'articolo di apertura. Il capo della protezione civile garantisce la sicurezza degli edifici che ospiteranno il G8: la Scuola della guardia di finanza dell'Aquila e il complesso di Coppito, alla periferia del capoluogo abruzzese, dove dormiranno tutti i capi di stato e di governo che parteciperanno al vertice, anche Obama ha comunicato l'amministrazione Usa. Per lui è stato allestito un campo da basket, «considerato che è una sua passione». IL MANIFESTO - «Noi non ci saremo» è il titolo dell'articolo che à notizia del fatto che dall'estero non ci sarà nessuna mobilitazione anti G8, ed è la prima volta dal 1984. «Non si preoccupino il ministro Maroni e il capo della polizia Manganelli. Nessuna "orda no-global" si appresta a valicare i patri confini in vista del G8 dell'Aquila. E certo non perché gli attivisti anti-globalizzazione d'oltralpe siano terrorizzati dai controlli frontalieri rimessi in piedi grazie alla sospensione del trattato di Schengen che scatterà nei prossimi giorni. "Sarà un anti-G8 tutto italiano": questa l'impressione che rimbalza da Parigi, a Berlino, a Londra tra quei gruppi di attivisti che in passato hanno partecipato in massa alle mobilitazioni (...) I grandi gruppi organizzati che negli anni passati avevano organizzato pullman e treni per portare sostenitori alle proteste hanno già dato tutti forfait (...) A tenersi alla larga dalle proteste contro il G8 saranno pure i contingenti nazionali di Attac, che dal 1998 in poi non avevano mancato una protesta globale sul territorio (....)». L'articolo si conclude: «Ma dietro la prudenza e il rispetto per le decisioni prese nelle assemblee degli ultimi giorni si avverte l'incredulità per quanto poco sia rimasto del movimento anti-globalizzazione ad appena otto anni da Genova, se non le lacerazioni aperte tra le diverse anime del movimento in Italia e le ferite mai rimarginate di quegli attivisti internazionale che, passati per la "macelleria" della Diaz e di Bolzaneto, si sono ripromessi di non rimettere mai più piede in Italia». BIOETICA AVVENIRE - "Fine vita, si riparte alla Camera. Sacconi: da settimana prossima esame in commissione. L'alimentazione resta un sostegno vitale non disponibile". Un'intervista al ministro, in cui auspica tempi brevi per il sì definitivo alla norma. E ai medici ricorda che non potranno applicare in modo automatico le dat. A Francesco Riccardi che gli chiede se questa sia davvero una priorità data la crisi che corre, Sacconi risponde: «Le società occidentali hanno necessità di ridare "peso" ai valori, a partire da quello della vita. Se non saremo capaci di ridare il giusto primato alla tutela della vita e rimettere al centro la persona, non usciremo neppure dalla crisi... Quelli della vita e dello sviluppo economico sono temi molto più collegati di quanto non si pensi». Inevitabile, poi, la domanda sulle cure palliative e la mancanza di copertura della legge: «Non è così», ha detto il ministro. «Per le cure palliative ci sono 100 milioni. La discussione si è bloccata su circa 3 milioni relativi alla creazione della rete degli operatori. Ma è una questione che attiene all'efficienza del sistema. Non a caso nelle regioni efficienti le cure palliative si fanno già, nelle altre a mancare non sono i fondi...». DEMOGRAFIA AVVENIRE - "Città un po' più vuote. E cresce la provincia". Uno spaccato del nuovo Belpaese che raggiunge ormai quota 60 milioni di abitanti: nel bilancio demografico nazionale è sempre cruciale l'apporto delle famiglie straniere, ma cresce la natalità anche fra le coppie italiane. Insieme alla propensione alla mobilità. Si registra una grande fuga dalle sei metropoli italiane con più di 500mila abitanti (10.714 persone in meno) mentre cresce la popolazione nei comuni con meno di 5mila abitanti (65.794 residenti in più in un anno). C'è poi un'intervista al demografo Gian Carlo Blangiardo. Il succo è che i comportamenti riproduttivi degli stranieri col tempo tendono ad avvicinarsi a quelli degli italiani: non saranno loro a «riempire le nostre culle vuote», per invertire la tendenza demografica in calo occorrono politiche sociali più efficaci. BERLUSCONEIDE ITALIA OGGI - Il quotidiano economico prende posizione con il titolo d'apertura "L'inchiesta che non c'è" seguito dall'editoriale di Franco Bechis che sottolinea come tutta la vicenda non sia altro che «cronaca rosa». Duro attacco a Repubblica e al suo direttore Ezio Mauro che per Bechis «saranno convinti di aver pubblicato da un mese a questa parte la madre di tutte le inchieste. Ma i risultati sono lì a dire il contrario» e ancora, dopo l'unico vero colpo giornalistico targato Corriere con l'intervista alla D'Addario Bechis rinacara «con tutti i cani da tartufo che Mauro ha a disposizione ci si aspettava di meglio». In conclusione per il direttore Berlusconi non pensava ad altro che a riuscire a conquistare la ragazza con uno sguardo. Nulla di più.

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OCSE PIÙ OTTIMISTA, CRISI VICINA AL TERMINE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ocse più ottimista, crisi vicina al termine -->PARIGI (Reuters) - Le prospettive per l'economia migliorano per la prima volta da due anni, ma una disoccupazione in crescita e il deficit in aumento potrebbero rallentare la ripresa già debole, ha detto oggi l'Ocse. L'Organizzazione con base a Parigi ha dichiarato nell'ultimo rapporto che il rallentamento dell'economia nei 30 paesi membri è quasi arrivato al fondo. Per il prossimo anno l'Ocse prevede una crescita anemica, attorno allo 0,7%, dopo una contrazione del 4,1% del 2009. Si tratta di un leggero miglioramento rispetto alle precedenti previsioni relative ad una contrazione dell' 0,1% nel 2010 che segue un calo del 4,3% di quest'anno. "Questa è la prima volta dal 2007 che abbiamo rivisto le proiezioni al rialzo", ha detto il capoeconomista Ocse Jorgen Elmeskov a Reuters. "La cattiva notizia è che la proiezione indica ancora che rimaniamo vicini al fondo e che la ripresa che seguirà sarà molto lenta, probabilmente sarà una ripresa fragile". Il commercio mondiale si stabilizzerà gradualmente e poi recupererà lentamente a partire dalla fine di quest'anno, spiega l'Ocse. L'Organizzazione ha elogiato le politiche Usa di stimolo all'economia, spiegando che hanno facilitato la ripresa nella seconda metà del 2009. Anche il Giappone mostra segni che la recessione sta per finire, ma la ripresa probabilmente sarà lenta e il rallentamento economico potrà trasformarsiin deflazione, si legge nello studio. In ogni caso le prove di un miglioramento nella zona euro sono più difficili da individuare per via di situazioni specifiche legate a quest'area, tra cui la bolla delle case, il calo delle asportazioni e problemi nel settore finanziario. "L'eventuale ripresa può essere lenta anche in questa regione, anche perchè l'aumento della disoccupazione rende i consumatori più restii a spendere", osserva l'Ocse. In Cina, e in altri grandi paesi membri, si pensa che la ripresa possa essere più rapida. Il report dice che i rischi sull'outlook sono più bilanciati rispetto al passato. La previsione di un pieno ritorno alla normalità dei mercati finanziari entro il 2010 potrebbe essere troppo prudente. "In termini di rischio al ribasso, uno potrebbe derivare dall'eventuale mancanza di convincenti per il consolidamento fiscale... un altro è legato a un ulteriore aumento della disoccupazione possa pesare più sulle spese delle famiglie rispetto a quanto abbiamo previsto", ha detto Elmeskov. La disoccupazione il prossimo anno passerà al 9,8% medio nei paesi Ocse dall'8,5% nel 2009. Stati con un debito relativamente basso, tra cui Germania, Canada, Svizzera e alcuni paesi nordici, hanno margini per ulteriori politiche espansive nel 2010. Lo stato delle finanze pubbliche di altri paesi come Giappone, Italia, Grecia,Islanda e Irlanda non hanno lasciato spazio di manovra, senza prevedere forti reazioni avverse da parte dei mercati finanziari. Se non si dovesse riuscire ad inviare il giusto messaggio sull'uscita dalle politiche di stimolo si potrebbero innescare timori per l'inflazione e portare a ulteriori rialzi dei rendimenti dei bond che potrebbero ostacolare la ripresa. L'Organizzazione ha anche invitato le banche centrali a mantenere i tassi vicino allo zero nel corso di 2009 e 2010 per consentire alla ripresa di consolidarsi e ha aggiunto che la Bce non è a questo punto. Le banche centrali dovranno anche continuare ad attuare misure non convenzionali finchè la ripresa non sia ben avviata e i mercati finanziari ritornino normali. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano

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PAPA: L'IDEA DEL SACERDOZIO E' A RISCHIO ANCHE NELLA STESSA CHIESA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

PAPA: L'IDEA DEL SACERDOZIO E' A RISCHIO ANCHE NELLA STESSA CHIESA -->Nelle ''attuali societa' globalizzate'', in un mondo ''in cui la visione comune della vita comprende sempre meno il sacro'' e dove sempre piu' ''la funzionalita' e' l' unica categoria decisiva'', ''la concezione cattolica del sacerdozio rischia di perdere considerazione, anche all'interno Chiesa''....

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PIL, L'OCSE RIVEDE LE STIME AL RIALZO IN ITALIA LA RECESSIONE È "PROFONDA" (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pil, l'Ocse rivede le stime al rialzo In Italia la recessione è "profonda" -->La situazione economica migliora in Cina e Usa: «Il peggio è passato, ma non è tempo di rilassarsi». Nel nostro Paese il Pil a -5,5% nel 2009

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OCSE RIVEDE LE PREVISIONI AL RIALZO MA IN ITALIA LA SITUAZIONE PEGGIORA (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ocse rivede le previsioni al rialzo Ma in Italia la situazione peggiora -->A livello globale la situazione economica comincia a migliorare, specie in Cina e Usa Soffre ancora l'area euro. "La Bce faccia di tutto per tagliare ancora i tassi" Ocse rivede le previsioni al rialzo Ma in Italia la situazione peggiora Allarme disavanzo nel nostro Paese: 5,3% quest'anno, 5,5% il prossimo E sempre 2009 il prodotto interno lordo scenderà al 5,5% (10:54 24/06/2009)

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La delusione no global (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

ANTI-G8 «Noi non ci saremo» La delusione no global Dall'estero nessuna mobilitazione. È la prima volta dal 1984 Paolo Gerbaudo LONDRA Non si preoccupino il ministro Maroni e il capo della polizia Manganelli. Nessuna "orda no-global" si appresta a valicare i patri confini in vista del G8 dell'Aquila. E certo non perché gli attivisti anti-globalizzazione d'oltralpe e d'oltremare siano terrorizzati dai controlli frontalieri rimessi in piedi grazie alla sospensione del trattato di Schengen che scatterà nei prossimi giorni. «Sarà un anti-G8 tutto italiano»: questa l'impressione che rimbalza da Parigi, a Berlino, a Londra tra quei gruppi di attivisti che in passato hanno partecipato in massa alle mobilitazioni contro il G8 e altri vertici internazionali. Anche dopo l'annuncio del calendario di protesta uscito dall'assemblea di domenica scorsa, in pochi sembrano intenzionati ad unirsi alle proteste a Roma e in Abruzzo, e chi vorrebbe partecipare è preoccupato per la mancanza di informazioni e turbato dalle polemiche e dal nervosismo che serpeggia in quel che resta del movimento no-global in Italia. A due settimane dall'arrivo in Italia delle delegazioni dei potenti della terra le proteste contro il G8 sono invisibili all'estero e non solo su quotidiani e televisioni ma pure su indymedia (network nato proprio sull'onda delle proteste globali, a partire da Seattle nel '99) e altri siti di informazione alternativa, dove in altre occasioni l'avrebbero fatta da padrone per mesi. «In che giorni ci saranno le manifestazioni?», chiede confusa Liza, un'attivista tedesca che due anni fa ha partecipato alla mobilitazione contro il G8 a Rostock in Germania. «Qua non se ne parla proprio. Non credo che verranno in molti». I grandi gruppi organizzati che negli anni passati avevano organizzato pullman e treni per portare i sostenitori alle proteste hanno già dato tutti forfait. Dal Nouveau Parti Anticapitaliste di Besancenot al Socialist Workers Party inglese, i trotzkisti non si metteranno in viaggio per l'Aquila. «Siamo concentrati su altre cose», afferma Chris Bambery, direttore di Socialist Workers, organo ufficiale del Swp, «lo spostamento del vertice all'ultimo minuto sembra aver mandato tutto all'aria». «Siamo stremati dopo la campagna per le europee», si giustificano invece dall'Npa, che pure invierà una delegazione simbolica alle proteste. A tenersi alla larga dalle proteste contro il G8 saranno pure i contingenti nazionali di Attac, che dal 1998 in poi non avevano mancato una protesta globale sul continente europeo. «Purtroppo non possiamo aderire a proteste organizzate ad appena due settimane dall'evento ed i cui contenuti non ci sono noti», afferma Nicolas Berthonneau di Attac France. «È un po' un peccato che vada così. Anche perché sarà il primo G8 dal 1984 per il quale non viene organizzato un controvertice». Simile sembra essere il clima tra autonomi e anarchici. «Alcuni gruppetti sparuti andranno, ma sarà ben poca cosa rispetto a 8 anni fa», afferma Hannah Jobst di Gipfelsoli, un'organizzazione che ha sostenuto le mobilitazioni contro il G8 negli ultimi anni. «Sappiamo bene che il movimento italiano sta facendo del suo meglio in una situazione difficile e dichiariamo la nostra solidarietà». Solidarietà che sarà espressa in Germania con due manifestazioni anti-G8: una il 4 luglio a Berlino e un'altra l'11 luglio a Friburgo subito dopo la conclusione del vertice. Per i piccoli gruppi e individui che nonostante l'incertezza che impera sulle proteste vogliono manifestare all'Aquila, l'impressione è quella di non essere i benvenuti. «Ci sono campeggi di protesta o centri sociali dove è possibile dormire?» chiedono invano gli attivisti stranieri sulle tante mailing list rimaste in piedi dagli anni delle grandi proteste no-global. «Non è chiaro quali siano i piani per la protesta e penso che molti internazionali non verranno per questo motivo», afferma Shimri, un refusenik israeliano che dopo aver partecipato a diverse proteste globali negli anni scorsi si sta preparando per venire in Italia con alcuni amici. «Non so quali siano le ragioni di tutta questa confusione, per cui al momento non voglio emettere giudizi». Ma dietro la prudenza e il rispetto per le decisioni prese nelle assemblee degli ultimi giorni si avverte l'incredulità per quanto poco sia rimasto del movimento anti-globalizzazione ad appena otto anni di distanza da Genova, se non le lacerazioni aperte tra le diverse anime del movimento in Italia e le ferite mai rimarginate di quegli attivisti internazionali che, passati per la "macelleria" della Diaz e di Bolzaneto, si sono ripromessi di non rimettere mai più piede in Italia.

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Cina/ Usa: Pechino rinunci a filtro anti-porno sul web (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 24-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Gli Stati Uniti chiedono a Pechino di rinunciare all'imposizione di un sistema di filtraggio sui pc cinesi per impedire l'accesso ai siti porno e ad altri siti considerati proibiti. Il segretario americano al Commercio Gary Locke e il rappresentante del commercio estero americano Ron Kirk hanno inviato una lettera ai loro omologhi cinesi chiedendo che la Cina annulli il progetto di legge che imporrà l'installazione di un software, su tutti i computer venduti e fabbricati in Cina, "molto criticato". E' quanto si legge sul comunicato reso noto dai due ministeri. Ieri la stampa cinese aveva fatto sapere che le autorità intendevano dotare tutti i computer di un dispositivo per bloccare i siti porno, nonostante le perplessità espresse sia in patria che all'estero sulla misura preannunciata qualche giorno prima.

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Piaggio Vietnam, controllata del gruppo di Pontedera, ha avviato la vendita sul mercato locale degli... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Piaggio Vietnam, controllata del gruppo di Pontedera, ha avviato la vendita sul mercato locale degli scooter Vespa LX prodotti nel proprio stabilimento situato nel distretto industriale di Binh Xuyen. Le vendite degli scooter prodotti in Vietnam sono stimate inizialmente in circa 15.000 unità nel corso del secondo semestre 2009. Prodotta nelle cilindrate 125 e 150cc, Vespa LX è interamente realizzata nel nuovo impianto che occuperà a fine 2009 oltre 250 dipendenti con un investimento complessivo da parte del gruppo Piaggio - sino alla fase dell'avvio produttivo - di oltre 30 milioni di dollari. La capacità dell'insediamento potrà raggiungere a regime le 100.000 unità l'anno. «Con l'inizio della commercializzazione degli scooter Vespa prodotti in Vietnam, Piaggio completa, dopo aver già stabilito la propria presenza in India e in Cina, il piano strategico di investimenti in Asia e intraprende un nuovo, importantissimo passo verso la globalizzazione della propria presenza industriale» dice il presidente e ad Piaggio, Roberto Colaninno.

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Tornano alla rilbata le matricole cinesi, anche all'estero. L'Ipo da 73 milioni di dollari... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Tornano alla rilbata le matricole cinesi, anche all'estero. L'Ipo da 73 milioni di dollari del gruppo chimico Chemspec è stata accolta con entusiasmo negli Usa. La società cinese intende impiegare la sua parte dei proventi per finanziare un'espansione del 400% in un settore i cui margini si vanno assottigliando. La società chimica ha vari pregi. Ha un bilancio in utile e la sua nicchia di specializzazione si sta espandendo in Cina. E benché il prezzo sia stato fissato all'estremo superiore della forchetta, si tratta di una cifra ragionevole, che equivale a 11 volte i ricavi previsti per quest'anno. Non mancano però i difetti. La società è in gran parte controllata dal suo fondatore, Ad e presidente, Jianhua Yang, che dopo l'Ipo possiederà il 54% delle azioni. La ragione vera dell'Ipo sarebbe la necessità di rimborsare un prestito da 4 milioni di dollari che, senza la quotazione entro fine mese, Chemspec avrebbe dovuto versare in contanti. Ma come si evince dal prospetto informativo, gli interessi di Yang potrebbero differire da quelli degli altri azionisti. Inoltre, le transazioni con soggetti collegati alla società sono intricate e preoccupanti. Ad esempio, ogni anno l'azienda effettua compravendite di sostanze chimiche per milioni con Kangpeng Nong Hua, controllata da amministratori di Chemspec. È un fatto inquietante, perché il prospetto informativo segnala mancanze significative nella contabilità della società. Al riguardo, Chemspec dichiara che le transazioni non sono condizionate dagli interessi reciproci. Poi l'utile operativo di Chemspec è sceso con l'aumento della concorrenza, passando dal 49% del 2006 al 25% attuale. Infine Chemspec ha una struttura complessa. Agli investitori saranno offerte azioni di una holding domiciliata alle isole Cayman, che possiede una società costituita alle isole Vergini, che ha un'azienda di Hong Kong che controlla consociate cinesi. La calda accoglienza che gli investitori Usa hanno riservato alle azioni di una società con questo curriculum, pieno di incognite, sembra indicare un ritorno troppo rapido alle operazioni rischiose. \

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Il sigaro toscano regge la crisi e punta sugli Usa (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

NEL 2009 PREVISTI RICAVI IN CRESCITA E UTILE STABILE Il sigaro toscano regge la crisi e punta sugli Usa [FIRMA]FABIO POZZO Il «toscano» regge ai colpi della crisi e guarda avanti, soprattutto all'estero. Forte anche dei risultati: il presidente di Manifatture sigaro toscano, Gaetano Maccaferri, stima per il 2009 ricavi in crescita dell'8% a 79 milioni di euro e un utile stabile sui 10,5 milioni. La strategia guarda anzitutto all'Italia, un mercato di 800 mila fumatori di sigari dove Mts su 140 milioni di pezzi prodotti, ne ha venduti 130 milioni nel 2008, con una crescita del 12% rispetto al 2007. «Per quest'anno prevediamo ricavi in rialzo del 6% a 72 milioni» dice Maccaferri. E poi c'è l'estero. «Torneremo in Canada quest'estate e stiamo cercando una soluzione distributiva per il Giappone, mentre in Russia entreremo a fine anno, inizio 2010» dice ancora il presidente. L'obiettivo, ha spiegato il direttore generale di Mts, Andrea Marazzi, è quello di «raggiungere un fatturato estero pari al 10% del consolidato, dal 7% del 2008». In primo piano anche l'Europa, dove l'azienda dopo l'estate sarà in Turchia con un distributore e sta pensando anche ad Hong Kong, ma «non prima del 2011» (esclusa per ora la Cina, per gli alti dazi). E per il 2011 è atteso anche lo sbarco negli Usa. «Prima però dovremo garantirci l'approvvigionamento di tabacco. In più, sono da considerare le implicazioni delle leggi firmate da Barack Obama per il settore». Per crescere, Mts ha in serbo di raddoppiare le sigaraie, da 20 a 40 e di investire su impianti e formazione del personale (4 milioni di euro per il prossimo triennio). All'orizzonte, stante la decisione Ue di sospendere gli aiuti ai produttori di tabacco, anche un protocollo d'intesa con il ministro dell'Agricoltura e un progetto di sostegno alla filiera. In arrivo anche nuovi prodotti. Si parla di «ammezzati» (aromatizzati) e di un «fatto a mano» stagionato 18 mesi per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia (nel 2011). E poi, una nuova veste grafica per i Predoni, marchio acquisito di recente. Senza contare la lotta alle imitazioni.

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Nuove centrali di carbone in Italia Più posti di lavoro e competitività (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

I PROGETTI IN FASE DI AVVIAMENTO Nuove centrali di carbone in Italia Più posti di lavoro e competitività La produzione mondiale di carbone si è attestata a 5,8 miliardi di tonnellate (+3,5%): si tratta del primo rallentamento dopo 5 anni di crescita continua al 7%. Tuttavia, anche se a ritmi più moderati, il carbone cresce ancora nel 2008 in maniera più veloce rispetto al petrolio (+1%) e al gas (+1,9%). Il carbone si conferma ancora il combustibile indiscusso nel sistema elettrico mondiale con una quota del 39%, seguito da nucleare (20%) e gas (17%). Appare quindi sempre più evidente l'anomalia italiana per cui il 60% dell'energia elettrica è prodotta dal gas, non vi è nucleare e il carbone ha una quota ferma al 12%. In base ai dati contenuti nell'annuario statistico globale del settore Energy 2008, l'Italia pesa solo per lo 0,5% del consumo mondiale di carbone, rispetto al 2,4% della Germania. Il peso maggiore è della Cina che rappresenta il 42,6% del consumo mondiale, seguita dagli Usa con il 17,1%. Per quanto riguarda il consumo mondiale di gas invece, l'Italia pesa per il 2,6% in linea con il 2,7% della Cina. Questo dato dimostra in modo inequivocabile l'anomalia italiana del tutto gas. La quota del carbone nella produzione di energia elettrica in Italia è inferiore di oltre 20 punti rispetto a quella europea che si attesta al 33%. Portare questa quota in Italia al 20% (più 8 punti rispetto ai livelli attuali), e introdurre il nucleare, garantirebbe un miglioramento sensibile della bolletta elettrica e della sicurezza nell'approvvigionamento con vantaggi sulla competitività del sistema industriale. Il veloce avvio dei nuovi investimenti nelle centrali a carbone porterebbe alla creazione di migliaia di posti di lavoro, garantirebbe un miglioramento delle performance ambientali ed eviterebbe la delocalizzazione all'estero di progetti già programmati in Italia ma che si trovano al momento ancora bloccati. Il progetto di ampliamento della centrale di Vado Ligure, ad esempio, permette di aumentare la produttività e nel contempo di diminuire le emissioni garantendo la creazione di 1000 posti di lavoro. Anche il progetto di conversione della centrale di Porto Tolle prevede una riduzione del 18% delle emissioni di CO2 e l'impiego, da 1600 a punte di 3500 persone, durante i lavori oltre a 700 addetti per l'esercizio ordinario, garantendo il coinvolgimento dell'imprenditoria locale. E così pure il progetto Sei in Calabria per una centrale a carbone di ultima generazione greenfield che darebbe occupazione e importanti ricadute sul territorio. «L'eccessiva dipendenza dal gas, il non fare uso di nucleare e l'uso troppo limitato del carbone fanno sì che le nostre bollette siano mediamente più care del 30% rispetto a quelle europee - spiega Andrea Clavarino, Presidente di Assocarboni -. In Europa le centrali a carbone hanno un'efficienza media del 35%, in Italia questa sale al 40% e tutti i nuovi impianti prevedono un'efficienza del 45%, con punte del 47% per Tirreno Power. L'accordo firmato tra Eni ed Enel per un primo impianto pilota di cattura trasporto e sequestro geologico della CO2 e il progetto sviluppato dalla Sei sulla costa ionica di Reggio Calabria, dimostrano come l'Italia è leader nel carbone pulito. I problemi da affrontare sono quelli di riequilibrare il mix energetico e di garantire tempi certi agli operatori privati per evitare una fuga degli investimenti all'estero».

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Petrolio Cina Sinopec, il maggiore produttore di idrocarburi della Cina, ha raggiunto un'... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Petrolio Cina Sinopec, il maggiore produttore di idrocarburi della Cina, ha raggiunto un'intesa per acquisire l'elvetica Addax Petrolem (quotata a Toronto e Londra) per 7,2 miliardi di dollari Usa.

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questione meridionale - luisa bossa (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina X - Napoli QUESTIONE MERIDIONALE LUISA BOSSA C onfinarla al Sud significa fare l´operazione di mistificazione che si è spesso messa in campo, e cioè che i mali del meridione siano i mali della gente del Sud, e che per sollevarsi dalle arretratezze e dai limiti, bisogna che siano le persone di buona volontà del meridione a rimboccarsi le maniche. è la stessa retorica che si usa per i Paesi in via di sviluppo, quando si dice che da quelle povertà possono uscire solo facendo leva su loro stessi, ignorando le dinamiche economiche dello sviluppo globalizzato, le concentrazioni, gli sfruttamenti, la necessità per le zone più ricche di non avere concorrenti alla loro altezza e quindi il bisogno di tenerle lì, relegate nell´arretratezza, nei bisogni, sotto lo scacco del degrado. è lo stesso discorso che ho sentito fare mille volte sui disoccupati. "Chi ha voglia di lavorare, lavora". E invece non è vero, non è del tutto vero. C´è un macroscopico errore di visione nella nuova iniziativa politica di Antonio Bassolino che, con una fondazione che richiama i temi del meridionalismo, ha voluto ricollocarsi al centro della scena politica. Il governatore ha evocato la necessità di una Lega dei meridionali, proiettando il profilo di uno scontro politico tra Nord e Sud su interessi contrapposti. Questo è un nodo che si può rivelare fatale. La questione meridionale non si risolve contro il Nord. Si affronta e, forse, si risolve, insieme al Nord, mettendo in rete interessi, prospettive e solidarietà. La questione meridionale torna al centro della politica solo se si riesce a far capire al Centronord che il Sud dell´Italia è una straordinaria piattaforma di sviluppo per tutto il Paese, e che può servire al sistema nazionale perché guarda al Mediterraneo, ai mercati orientali, alle vie del mare. Bassolino, invece, sembra indicare un´altra strada. Un cartello meridionalista che faccia al Sud lo stesso lavoro che la Lega di Bossi fa da anni al Nord. Mi permetto di dire, però, che la cosa appare difficile e pericolosa. Per la Lega, il problema è la tutela di un sistema sociale ed economico che funziona e che si sente sotto minaccia. La Lega ha una funziona protettiva: deve tutelare le partive Iva, magari dalla Guardia di Finanza (e ci pensa Tremonti) e le ville, non solo dal fisco ma anche dalle rapine (e ci pensano le ronde). Deve conservare al Nord il gettito fiscale, dando vita a una Italia diseguale. La lega del Sud che tipo di interessi consolidati andrebbe a tutelare? Quelli del lavoro nero e sommerso? Quelli del clientelismo e del mercato nero dei diritti, dell´illegalità diffusa? Quelli della camorra? Oppure si darebbe come ambizione, il cambiamento? E se vuole il cambiamento, con chi pensa di farlo se non con tutte le forze sociali ed economiche del Paese? L´autrice è deputato Pd

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Pechino al contrattacco: In regola con la Wto (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: MONDO data: 2009-06-25 - pag: 13 autore: Protezionismi. Europa e America accusano la Cina di frenare l'export di commodities Pechino al contrattacco: «In regola con la Wto» «Gli Stati Uniti ostacolano le importazioni di pollame» Luca Vinciguerra SHANGHAI. Dal nostro corrispondente La Cina respinge le accuse di concorrenza scagliatele contro da Stati Uniti ed Europa. E contrattacca Washington aprendo un nuovo contenzioso commerciale sulla carne di pollo. Ieri, Pechino ha subito replicato alla protesta ufficiale contro le restrizioni alle esportazioni cinesi di alcune materie prime, inoltrata martedì all'Organizzazione per il Commercio mondiale da Usa e Unione europea. «Il principale obiettivo delle politiche cinesi sull'esportazione è proteggere l'ambiente e le risorse naturali», ha spiegato il ministero del Commercio di Pechino, aggiungendo che «la Cina ritiene che tali politiche siano in linea con le regole della Wto». L'accusa formulata contro la Cina da Stati Uniti e Ue non è nuova. Secondo Washington e Bruxelles, nonostante gli impegni assunti in sede Wto, il Dragone continuerebbe a imporre un sistema di quote e di tassazione agevolata, finalizzato a scoraggiare le esportazioni di bauxite, coke, magnesio, zinco e di altre materie prime largamente utilizzate nell'industria manifatturiera e di cui il gigante asiatico è uno dei principali produttori mondiali. Grazie a queste politiche, la Cina riuscirebbe a mantenere artificialmente bassi i prezzi di approvvigionamento di tali materie prime per le aziende di trasformazione domestiche, creando però una distorsione concorrenziale dannosa per le società straniere. A questo riguardo, le più penalizzate sono le imprese siderurgiche che, da anni ormai, sono costrette a confrontarsi con una concorrenza cinese sostenuta da incentivi fiscali e da finanziamenti pubblici agevolati. Ma questa volta, dopo oltre due anni di proteste all'indirizzo di Pechino, Europa e Stati Uniti hanno deciso di passare dalle parole ai fatti, investendo ufficialmente della questione la Wto. «Sosterremo le nostre tesi nelle consultazioni, in modo da risolvere la disputa secondo le procedure previste dall'Organizzazione per il Commercio Mondiale», ha affermato ieri il governo cinese ostentando sulla questione una buona dose di serenità e sicurezza. D'altronde, dopo sette anni di militanza nella Wto, Pechino sa bene come funzionano le cose a Ginevra. E, soprattutto, ha imparato a usare i meccanismi della stessa Wto per sferrare rappresaglie commerciali contro i suoi avversari. Così ieri, subito dopo aver chiarito la propria posizione sul dossier materie prime, la Cina ne ha aperto un altro in cui figura lei stessa come parte lesa. Pechino ha chiesto alla Wto di aprire un'indagine sulle restrizioni alle importazioni di pollame cinese imposte dagli Stati Uniti. «Le misure poste in atto dal governo americano sono discriminatorie e violano apertamente tutti gli accordi commerciali internazionali», ha tuonato il ministero del Commercio cinese. Stati Uniti e Cina vietarono reciprocamente le importazioni di pollame nel 2004, subito dopo lo scoppio della febbre aviaria. Passata l'emergenza, l'anno scorso, la Cina ha rimosso il bando agli acquisti di prodotti avicoli made in Usa. Washington, però, non ha mai ricambiato il favore, sostenendo che la carne di pollo cinese non è sicura per i consumatori americani. Ma al di là delle singole dispute, la sensazione generale è che le due superpotenze siano ormai a un passo da una guerra commerciale in piena regola. Una guerra che, da quando la Cina è entrata nella Wto, è sempre stata serpeggiante. E che ora, complice la grande crisi economico-finanziaria che ha risvegliato nuove tensioni protezionistiche sulle due sponde del Pacifico, si va materializzando ogni giorno che passa in nuove scaramucce: prima il Buy American; poi il Buy Chinese; e ora anche il software antipornografia obbligatorio sui pc cinesi che ha mandato su tutte le furie i produttori di computer americani. Il rischio è che il conflitto si allarghi a macchia d'olio: ieri le dogane di Canberra hanno aperto un'indagine per accertare se Pechino pratichi dumping sui prezzi dei prodotti in alluminio made in China venduti sul mercato australiano. ganawar@gmail.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

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La sinistra torni alla classe (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

INTERVISTA «Nel Pd c'è anche una componente di sinistra, ma confluirci non è una soluzione» «La sinistra torni alla classe» Parla il sociologo Luciano Gallino: una crisi europea, non solo italiana Valentino Parlato Questa crisi della sinistra è una crisi italiana, con Berlusconi, oppure è europea? Direi che, seppure con molte differenze tra un paese e l'altro, è una crisi europea che ha molte forme. Basti pensare al caos del Partito socialista francese o alla deriva verso posizioni di centrodestra del labour britannico o dei socialdemocratici tedeschi. Nell'insieme direi che è una sindrome europea. Negli anni '70 questa sinistra era forte in Italia e in Europa. Quali possono essere le cause di questa crisi? La miopia dei dirigenti? Il crollo dell'Unione sovietica è stato un fattore di grande importanza, non foss'altro perché ha rafforzato fortemente il centrodestra e la destra. Teniamo presente che le conquiste dei lavoratori tra gli anni '60 e '70 - salari decenti, prolungamento delle ferie, sabato festivo, servizio sanitario nazionale, nel nostro paese come in altri - sono stati possibili anche perché la classe egemone vedeva con grande preoccupazione l'Urss, naturalmente per il suo peso sulla scena mondiale ma anche per quello che poteva significare come sostegno - ideologico oltre che materiale - ai partiti di sinistra dell'occidente. Caduta l'Unione sovietica, la destra ha preso forza e fiato e le sinistre si sono trovate un po' l'erba tagliata sotto i piedi. C'è un altro aspetto che in parte spiega la sconfitta, cioè il totale fraintendimento da parte delle sinistre, dei partiti socialdemocratici in particolare, del processo di globalizzazione. Mi riferisco allo scambio che è effettivamente avvenuto fra l'Occidente che ci ha messo capitali e tecnologia, e la Cina, l'India ecc. che ci hanno messo la manodopera pagata una miseria. Non hanno capito, quindi sono caduti in una prospettiva che io chiamo adattazionista: la globalizzazione c'è, perciò non resta che adattarsi ad essa. Che significa aver perso la partita ancor prima di cominciare. Ma non ci sono anche un cambiamento nel mondo del lavoro e una perdita di importanza di esso, la fine del fordismo, la società post-industriale... si può dire una società post-industriale? No, per due motivi. Intanto l'industria continua ad essere un settore di grande importanza in tutte le economie sviluppate. In secondo luogo i modelli di organizzazione dell'industria, messi a punto nell'arco di un secolo dall'industria manufatturiera, sono stati applicati anche ad altri settori. L'agroindustria, la ristorazione rapida, i call center utilizzano modelli di organizzazione del lavoro che sono quelli inventati un secolo fa. Secondo lei il terziario si è industrializzato? Gran parte del terziario ha adottato modelli organizzativi dell'industria che si fondavano, e in gran parte ancora si fondano, sull'imperativo taylorista: voi lavorate, noi pensiamo. C'è una frase di Marx che ogni tanto viene citata: «Lo sfruttamento del lavoro vivo diverrà una ben misera base per lo sviluppo generale della ricchezza». C'è una perdita di valore nel lavoro? Certamente sì. Perché a partire dalla fine degli anni 70 si è avuta una straordinaria finanziarizzazione dell'industria e dell'attività produttiva in generale. Quindi si sono sempre più sviluppate tecnologie complesse per produrre denaro mediante denaro, scartando per quanto possibile il passaggio attraverso le merci o facendo fabbricare le merci dai cinesi o dagli indiani. Quindi la produzione di denaro per mezzo di denaro ha portato con sé - e per certi aspetti è stata anche scientificamente cercata - la svalutazione, la sottovalutazione del lavoro manuale, del lavoro industriale. Non potevano resistere dei partiti, il Pci soprattutto, che già avevano preso le distanze dall'Unione sovietica? Sono stati «capitolardi»? Debbo dire, con mio rincrescimento, che sono del tutto d'accordo con questa interpretazione. La capitolazione dei partiti comunisti è stata precipitosa, e per certi aspetti inconsulta, anche se il crollo dell'Urss è stato un trauma colossale. Che il socialismo realizzato avesse crepe profonde si sapeva da tempo. Temo quindi che la definizione di «capitolardi» sia azzeccata. Insomma, a questo punto le sinistre hanno rifiutato l'identità passata ma non si sono date una identità nuova. Certo, perché - l'ho detto all'inizio - non avevano capito nulla del processo di globalizzazione. Non avevano capito che la globalizzazione è un aspetto di una guerra di classe globale. È una espressione che da noi fa saltare sulla sedia, anche molti a sinistra. Ma io la prendo da un libro che ho sul tavolo, un libro americano che si intitola The global class war di Jeff Faux, fondatore dell'Economic Policy Institute, che da buon americano liberal non teme di usare le parole che occorre usare, cioè conflitto di classe. Mentre le nostre sinistre hanno rimosso l'idea stessa di classe sociale. Cosa fare per tornare forti e protagonisti? Dall'89 sono passati 20 venti anni. Quello che si è smontato in vent'anni non è che si possa rimontare in poco tempo. Sicuramente un recupero della teoria critica, intesa non soltanto come recupero dei francofortesi che, comunque, avevano molte cose da dire. Ma anche come capacità di analizzare a fondo il processo dell'economia globale, come ad esempio sanno fare molti centri studi liberal americani, perché se uno vuol capire qualcosa finisce che deve passare di lì. Gran parte del nostro centrosinistra è molto più a destra dei liberal americani, quindi bisognerebbe partire dall'analisi delle classi, da una analisi seria del processo di globalizzazione. Adesso Bertinotti dice confluiamo nel Pd. Il Pd è certo un aggregato un po' singolare. Debbo dire che nelle conferenze, nei seminari che faccio, negli incontri ai quali sono spesso invitato anche dal Pd, scopro che molti interlocutori sono di sinistra. È vero che sapendo che io sono di sinistra c'è una sorta di pre-selezione, comunque credo che nel Pd ci sia davvero una componente di sinistra. Però il confluire nel Pd non mi parrebbe una soluzione. E per esempio l'unificazione fra Sinistra e libertà e Rifondazione... a me non convince. Non potrebbero mettersi insieme e cercare di definire un programma di sinistra, sulla base di un programma poi unificarsi, mettersi d'accordo... Sì. Credo che la partenza dovrebbe essere l'analisi, la critica, l'opposizione intellettuale, gli approfondimenti e un programma. E poi su questo vedere come ci si può aggregare. Però da qualche parte bisogna pur cominciare. Dovrebbero smettere di litigare... E sì, questo fa veramente cascare le braccia. L'ultima domanda. Io faccio questa intervista e chiedo articoli per aprire una discussione sul che fare della sinistra. Come si rinnova e si unifica la sinistra? È utile che il manifesto cerchi di diventare un forum di questa discussione? Direi di sì, anche perché non ce ne sono altri. Il manifesto si vede, gira, è letto. Inventarsi nuovi forum, nuovi mezzi di comunicazione mi pare - oggi come oggi - molto difficile. È chiaro che le voci, gli umori, le sensibilità sono molto diverse, quindi bisogna restare assai aperti. Però mi pare che lo spazio ci sia e che in ogni caso qualunque sforzo di allargarlo può essere utile. Il tuo è un contributo a questo lavoro e ti ringrazio molto.

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Sempre più censura in Cina (sezione: Globalizzazione)

( da "Vnunet.it" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Sempre più censura in Cina 25-06-2009 VNUnet.it Google si è già piegata agli ordini cinesi, eliminando Suggest e i link porno: il black-out cinese di google.com è durato un paio d'ore. Intanto Greem Dam, il filtro nel Pc, è pieno di bug: la protesta silenziosa, che invita i cinesi a stare offline, è prevista il primo luglio Il The Financial Times ha riportato che l'accesso a google.com e gmail.com a Pechino non ha avuto successo, e solo dopo un paio d'ore il sito e la Web mail erano di nuovi accessibili. Secondo l'agenzia Xinhua, riportata da The Register, il governo cinese ha minacciato Google China a causa dei link alla pornografia, ma Google.cn si è piegato agli ordini cinesi: sta lavorando per rimuovere i link e per disabilitare Google Suggest. Dal 2005 Google China è sottoposto alla normativa cinese (c he impone la censura dei termini scomodi, a partire dalle critiche al governo). In Usa è polemica perchè Google.cn (a differenza del motore cinese Baidu) ha deciso anche di bloccare le ricerche su Gao Ye, uno studente intervistato a Focus Interview. Intanto Greem Dam, il filtro nel Pc, è pieno di bug: già soprannominato il "poliziotto dentro il Pc" , il filtro è un programma craccabile ed è a rischio exploit, tanto da permettere esecuzioni da remoto per impadronirsi dei computer su cui è installato. Dopo le critiche su Twitter, il filtro affronterà la protesta silenziosa: uno sciopero della Rete, per stare tutti offline (proposto dallartist a Ai Weiwei) è previsto il primo luglio. Ma, al confronto del coraggio degli studenti iraniani (andati al massacro), sembra ben poca cosa. China Daily invece reporta di mille minacce di morte giunte alle aziende sviluppatrici del filtro Green Dam, Jinhui Computer System Engineering. © Copyright 2007 tutti i diritti riservati | part of vnu.net europe

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La globalizzazione dell'inquinamento: dal Perù alle meduse (sezione: Globalizzazione)

( da "Villaggio Globale.it" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Ultime Notizie Inarrestabile devastazione La globalizzazione dell'inquinamento: dal Perù alle meduse Per la foresta amazzonica un crescendo di attacchi ed un'inesorabile arretramento. Anche per le meduse, a parte la verifica scientifica delle invasioni certamente c'è un rapporto con le condizioni meteoclimatiche La globalizzazione padrona del mondo: in Perù continuano gli scontri sanguinosi tra Indios e polizia nazionale. E i morti tra i civili ormai hanno superato la decina. I nativi insorgono contro la decisione governativa di procedere con ulteriori lavori di scavo nel sottosuolo interessato dalla foresta pluviale amazzonica per la ricerca e quindi lo sfruttamento delle risorse petrolifere. Il patrimonio boschivo del Perù, polmone verde dell'intero globo terrestre, è già sofferente e rischia il collasso definitivo se il depauperamento delle sue risorse naturali da parte dell'uomo non sarà accompagnato da una eco-sostenibilità o più semplicemente da una sana logica di settore. L'universalità dei valori e dei parametri nell'agire imposti dalla legge del «globale a tutti i costi» ha inquinato ormai i criteri di valutazione nei vari settori dell'economia, del mercato commerciale, dell'industria pesante, del terziario e, non ultimo, della gestione del capitale ambientale. Una malattia contagiosa che si espande a macchia d'olio, inarrestabile quanto il declino a cui stiamo inesorabilmente sottoponendo il pianeta. Cancro in stadio avanzato le cui metastasi hanno raggiunto anche i mari più vicini a casa nostra, succubi anch'essi del sistema corrosivo attuale: protagoniste sgradite delle estati balneari di milioni di turisti sono come sempre le famose meduse. Il vero problema è l'allarme dovuto alla loro crescita annuale sempre più esponenziale. Un'impennata che non accenna a diminuire. Ogni dodici mesi nel Mediterraneo il loro numero aumenta a causa dello spopolamento dei pesci travolti dall'ondata di caldo anomalo stagionale che ha surriscaldato oltremodo le acque, ma stavolta i segnali di una possibile invasione sembrano davvero più concreti. Il primo avvistamento è avvenuto al largo della Corsica, dove un pilota militare francese individua quella che sembra a tutti gli effetti una macchia lunga 10 km di petrolio, per poi scoprire essere una distesa impressionante di meduse Velella velella, in pericoloso avvicinamento verso le coste della Sardegna e della Versilia. L'eco-sistema marino è così a rischio di trasfigurazione delle proprie bio-simmetrie naturali che ci si aspetta addirittura nelle acque del Golfo di Napoli una imminente presenza massiccia della medusa Pelagia noctiluca, tra le specie più urticanti. (Valentina Nuzzaci) (25 Giugno 2009)

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Iran, il regime mostra i muscoli (sezione: Globalizzazione)

( da "Vita non profit online" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Iran, il regime mostra i muscoli Reading time: 3 minutes --> di Stefano Arduini - pubblicato il 25 Giugno 2009 alle 11:35 Da Teheran grazie a Internet filtrano notizie allarmanti. Se teme un massacro Caos a Teheran. Le poche notizie arrivano dalla Rete. La polizia spara e picchia. I dimostranti in ginocchio: ci stanno massacrando. Oggi la rassegna stampa si occupa anche di: CINA OBAMA BERLUSCONEIDE DROGHE SOCIAL CARD FOUCAULT BIOETICA "Teheran, il pugno dell'ayatollah". La guida suprema Khamenei: le autorità non cederanno alla protesta, spiega il CORRIERE DELLA SERA nel titolo di apertura di oggi. Il regime di Teheran ordina di sparare su chi contesta in piazza la vittoria di Ahmadinejad. I servizi sono alle pagine 2 e 3. Il pezzo di cronaca di Andrea Nicastro pesca dalle notizie diffuse in rete: «Non c'è verifica indipendente e le voci che affiorano dalla Rete sono sempre più rare e isolate. Ma ciò che raccontano fa accapponare la pelle...Un testimone ha raccontato alla Cnn di manifestanti «picchiati come animali». Altri hanno descritto una «Piazza Baharestan coperta di sangue». Il CORRIERE svela anche il retroscena di una lettera del presidente Obama alla Guida Suprema Alì Khamenei: "«Ora dialoghiamo»". Fra i due paesi i rapporti però si intesiscono giorno dopo giorno: «L'invito alla festa Usa del 4 luglio è stato respinto da tutti i diplomatici di Teheran». Buco nero sulle cifre della repressione: «il governo parla di 645 arresti. L'ong Ichri di 2mila giovani desaparecidos. Lo scrittore infine "Coelho racconta nel suo blog la fuga del medico che aiutò Neda". "Iran, la polizia spara sulla folla". è la prima pagina di LA REPUBBLICA che al caos di Teheran dedica ampio spazio. Ieri centinaia di dimostranti si sono scontrati con la polizia e le milizie paramilitari mentre Khamenei ribadiva che le autorità non si piegheranno di fronte alla pressione degli oppositori. Testimoni raggiunti telefonicamente hanno detto che lo scontro è stato sanguinoso e che la polizia ha usato munizioni da guerra. Per tutta la giornata di ieri inoltre sono circolate voci non confermate di un arresto del leader dell'opposizione, Moussavi. Una situazione incandescente sulla quale getta benzina il giornale dell'ayatollah, Keyhan, che ieri ha pubblicato un editoriale nel quale si elencavano le azioni terroristiche di cui Moussavi si sarebbe macchiato. Un avvertimento molto pericoloso per il candidato riformatore. Che il regime si prepari ad accuse massicce contro i dimostranti lo suggerirebbe il fatto che l'incarico delle inchieste è stato affidato a Said Mortazafi, un procuratore che ha fama di essere un assassino e un torturatore. Fu lui il maggiore responsabile della morte in carcere della giornalista canadese Zara Kazemi. Il commento è di Federico Rampini: "Il dilemma dell'occidente": «L'accusa scagliata contro i ribelli, obbedire a Londra e alla Cia, tradisce la sindrome dell'assedio, o più volgarmente la paranoia, tipica di un assolutismo insicuro, e perciò impaurito... Ma allo stesso tempo costruisce un gioco a somma zero che gli occidentali non sanno bene come scardinare».. Una mano di donna che regge un fazzoletto verde mentre le dita fanno il segno della vittoria: questa la foto che domina la prima pagina del SOLE 24 ORE. All'interno Alberto Negri riferisce di durissimi scontri e di una piazza del Parlamento di Teheran «trasformata in mattatoio» con l'intento deliberato di massacrare i manifestanti attirandoli in una «trappola per topi». Intanto il regime e gli ayatollah non sembrano intenzionati di arretrare di un millimetro e non teme - secondo Negri - di arrivare a una «resa dei conti» finale, anche se dovesse costare migliaia di morti. «La crisi interna sta producendo conseguenze a livello internazionale», nota poi il SOLE, con la quasi-rottura dei rapporti con Usa e Londra e la decisione di non partecipare al G8 di Trieste sull'Afghanistan. L'Iran trova spazio nel taglio basso della prima de IL GIORNALE ("Spari sulla folla: ‘A Teheran è un massacro'"). I servizi alle pagine 8-9. L'articolo di Marcello Foa si intitola "La protesta spontanea soffocata dai duri. Ma i Pasdaran vacillano". Secondo Foa il ritorno in piazza è dovuto all'effetto Obama: «Per 12 giorni Obama ha taciuto nel timore di compromettere quella che oggi appare come un'offerta improvvida, ma quando il regime ha accusato gli Usa di fomentare nell'ombra la rivolta, il presidente americano ha rotto gli indugi, biasimando la repressione con parole finalmente forti. E gli studenti, che non sono al corrente di quell'offerta, sono tornati in piazza. La protesta di ieri si è trasformata in una rivolta obamiana. Quei giovani sono convinti che l'America, la nuova America che predica la tolleranza, è dalla loro parte. E tanto basta a ritrovare le forze». Aggiunge Foa: «Per vincere gli studenti devono sperare, paradossalmente, proprio nell'esercito. Ahmadinejad e Khamenei non hanno più alcuna legittimità popolare: resistono solo grazie al sostegno dei pasdaran, che sembrava incrollabile. Ora non più. Alcune figure di spicco come il presidente del Parlamento Ali Larijiani si sono già distanziate, mentre aumentano le voci di profondi dissensi ai vertici militari. Uno dei generali del corpo d'élite dei Guardiani della Rivoluzione islamica, Ali ad Fadly, sarebbe stato arrestato per essersi rifiutato di ordinare ai suoi uomini di reprimere la protesta. Secondo al Arabya, 14 ex comandanti avrebbero solidarizzato con lui. E altri sarebbero sul punto di farlo. Solo quando saranno disposti ad alzare il fucile anziché puntarlo sulla folla il sogno di un Iran migliore potrà diventare realtà. Quel giorno potrebbe essere più vicino di quanto si pensi». AVVENIRE apre su "Teheran è nel caos. Piazze insanguinate", titolo ripreso a pagina 5 con "Teheran, la polizia spara: «è un massacro»", sulla repressione da parte delle forze di sicurezza iraniane. Difficile verificare l'accaduto per via della censura. Le autorità hanno fermato altri 25 giornalisti e la stampa conservatrice riversa su Mussavi la responsabilità delle uccisioni. Renzo Bulorchi, direttore esecutivo del think tank di Washington, Us Alliance for Democratic Iran, sottolinea come la protesta attuale, che inizialmente si limitava a chiedere elezioni regolari, si sia ora trasformata in in una protesta contro la Repubblica islamica: «la gente vuole un paese libero e secolarizzato. Quanto sta accadendo coinvolge tutta la società. Questo regime non è legittimo». Ad Alberto Simoni che lo intervista e gli chiede se stiamo assistendo al suo epilogo, risponde: «Non oggi, magari nemmeno fra 3 mesi o due anni. Ma siamo all'inizio della fine. Ci vogliono fattori sia esterni che interni che interni per far cadere l'impianto della Repubblica islamica, ma è un processo ormai non più reversibile. Nelle pagine di Agorà, "Teheran, la rivoluzione tradita". Il sogno di essere «il difensore degli oppressi», sbandierato da Khomeyni 30 anni fa, è degenerato in un regime oppressivo: la repubblica islamica ha pagato i progressi economici e sociali con la riduzione al silenzio di ogni voce no allineata alla casta fondamentalista. Riccardo Redaelli traccia la parabola storica che ha portato a questo punto. La situazione iraniana sarà al centro del G8 dei ministri degli esteri che si aprirà stasera a Trieste. LA STAMPA, oltre a mettere in prima pagina il brutale attacco ai manifestanti riuniti davanti al parlamento in Iran, registra un cambiamento di toni da parte dell'Italia. "Frattini: Teheran si isola dal mondo" è il titolo di un riquadro sulla posizione della Farnesina. Se fino ai giorni scorsi il ministro degli esteri italiano continuava a tenere aperta la porta del dialogo, ieri ha alzato il tono della condanna contro il regime iraniano. «Siamo convinti che la porta fra Occidente e Iran debba rimanere aperta» ha detto durante una conferenza a Stoccolma ma ha aggiunto che «tocca agli iraniani» «mandare un segnale positivo fermando ogni violenza contro i dimostranti». Nel pomeriggio si è convinto che l'isolamento della Repubblica islamica potrebbe essere inevitabile, scrive il giornalista de LA STAMPA. Frattini anticipa che al G8 dei ministri degli esteri «condanneremo queste gravissime violazioni al diritto alla vita e all'integrità fisica delle persone». "Il caso": da New York Maurizio Molinari spiega i retroscena dell'atteggiamento "cauto" sull'Iran da parte dell'amministrazione Usa nei primi giorni della protesta. Il quotidiano conservatore "Washington Times" ha svelato l'esistenza di una lettera inviata da Barack Obama ad Ali Khamenei, la guida suprema degli ayatollah iraniani. Un canale segreto di contatto fra i due governi che l'amministrazione Usa aveva avviato prima dello scoppio della rivolta che «ora tutto appare congelato» scrive il corrispondente de LA STAMPA. «L'intenzione di Obama è comunque di continuare a cercare interlocutori tra gli avversari strategici in Medioriente». Si apre ancora di più il canale Siria. è una forza militare sproporzionale quella che il regime di Teheran ha messo in campo contro un gruppo di circa 300 persone disarmate e innocue. è la sintesi di quello che è successo ieri a Tehran riportato dal MANIFESTO in prima pagina in un articolo intitolato "Sfida al Potere" . Scrive il giornale:«I racconti parlano di lacrimogeni, manganelli, forse spari, agenti che picchiano "come animali" , spaccano braccia e gambe. Per il MANIFESTO si tratta di sia di un segno di debolezza ma anche che il potere ha davvero preso sul serio le proteste. «A chi non si è spazzato il cuore vedendo le immagini di Neda, la ragazza ferita a morte dalla polizia a Tehran? E quelle di ieri, con la polizia che va allo scontro finale, e torna a sparare ed uccidere davanti al parlamento?» Inizia con questa domanda l'articolo "Il cuore spezzato di Obama" di commento di Tommaso Di Francesco sui fatti iraniani pubblicato sempre in pagina. è stato doloroso, si, ma DI Francesco ricorda che lo sono anche altre situazioni in cui gli Stati Uniti ed i suoi alleati sono responsabili, come l'espansione degli insediamenti israeliani, la guerra non conclusa in Iraq, e o bombardamenti sul Pakistan. E inoltre sui giornali di oggi: CINA CORRIERE DELLA SERA - "Obbligo del figlio unico, la Cina ora frena". Nel 2026 i cinesi con più di 65 anni saranno il 28,4%. Nascono 120 maschi ogni cento femmine. Da qui la proposta del rettore dell'Università del popolo di Pechino: incoraggiamo chi fa un bimbo solo, permettiamo di farne due, vietiamone tre. OBAMA CORRIERE DELLA SERA - Dopo il G8 il leader di Washington incontrerà il Papa. La visita è fissata per il 10 luglio in Vaticano. Si parlerà anche dell'enciclica Caritas in Veritate. Il tema centrale della nuova enciclica è la ricerca di «un nuovo modello di sviluppo» che sostenga «i diritti dei deboli» e dei «poveri». è noto come i due siano divisi dai temi «eticamente sensibili», anche se in Vaticano si è apprezzato il tentativo di «trovare un terreno comune» sull'aborto. BERLUSCONEIDE LA REPUBBLICA - "Berlusconi attacca ancora i giornali" è il titolo in prima. Il gruppo Espresso annuncia azioni legali contro il premier (che ha esortato a non dare pubblicità a LA REPUBBLICA) a e il quotidiano diretto da Ezio Mauro, che ne fa parte, intervista Patrizia D'Addario: "Silvio sapeva tutto di me ecco perché non può dire di avermi dimenticata". La escort descrive una situazione paradossale se non delirante, con Papi circondato da tante ragazzi che guarda un video auto-celebrativo (con i suoi comizi e con la folla che canta "Meno male che Silvio c'è"). Sulla vicenda un editoriale non firmato, intitolato "Il mercato ad personam": «è un problema per tutti quando un uomo di Stato perde la testa... Siamo davanti al caso unico di un premier imprenditore che usa il mercato ad personam, invitandolo a colpire un'azienda per fermare un giornale». DROGHE LA REPUBBLICA - "Droghe, la scolta dell'Onu «La repressione ha fallito»". Un secolo di repressione non è servito e contro gli stupefacenti è arrivato il momento di cambiare strategia e ragionare sulle possibili alternative. Lo dice l'Onu. Serve «meno impegno della polizia con gli utenti, più sforzo con i trafficanti». Secondo il direttore Antonio Maria Costa «la polizia dovrebbe essere usata contro i trafficanti» né hanno senso leggi molto severe che poi non sono applicate. AVVENIRE - "Ecstasy e amfetamine drogano il terzo mondo" (pag. 14). L'ultimo rapporto Onu sulla droga rivela che alcuni paesi Ue sono tra i maggiori fornitori di stupefacenti sintetici. Stabile il consumo di cocaina. La marijuana è la più usata nel mondo. Produzione di droghe alle stelle nel Sudest asiatico e nel medio Oriente. In Arabia Saudita è stato sequestrato un terzo delle pasticche mondiali. Segnano un calo le sostanze tradizionali a favore delle nuove droghe e cambiano anche le rotte del narcotraffico, con Iran e Pakistan in testa: il primo nel 2007 ha sequestrato l'84% dell'oppio mondiale e il 28% dell'eroina; mentre il Pakistan è al secondo posto per sequestri di eroina e morfina. SOCIAL CARD SOLE24ORE - Una platea più ampia per l'accesso alla social card e nuovi criteri per rendere maggiormente appetibile il bonus famiglia. Secondo il SOLE sarebbero queste le misure che entreranno nel decretone sulla manovra estiva che sarà varato domani in Consiglio dei ministri. Il governo quindi sembra «intenzionato a insistere» sulla card «nonostante non abbia fin qui rispettato le attese»: dei 1,2 milioni di utilizzatori previsti e ne sono fatti avanti appena la metà e quindi sono avanzati 450 milioni di stanziamento; stessa sorte per gran parte delle risorse del bonus famiglia, dirottate poi a favore dei terremotati. Ma quali requisiti della social card cambierebbero? Per il SOLE, si alzerebbe da 3 a 6 anni l'età dei minori presenti nel nucleo familiare e il reddito degli anziani passerebbe da 6000 a 8000 euro l'anno. FOUCAULT IL MANIFESTO - La pagina cultura & visioni è dedicata interamente a Micheal Foucault, il filosofo, archeologo dei saperi, saggista letterario professore al Collegè de France, uno tra i grandi pensatori del XX secolo. Il perché il pensiero di un pensatore che è uscito in punta di piedi contro le pretese spettacolari di una società fuori controllo, rischia di venire cristallizzato in alcuni concetti chiavi come la bioetica, la cura di sé, governabilità, estetica dell'esistenza è ben analizzato nell'articolo "Foucault 25 anno dopo" . BIOETICA AVVENIRE - "Scienza & Vita cresce e guarda al futuro" (tutta pag. 9). L'assemblea generale dell'associazione ha eletto le cariche per il triennio 2009-2012 tra conferme (Carlo Valerio Bellieni, Luca Diotallevi, Gianluigi Gigli, Edoardo Patriarca e Gino Passarello) e new entry (Roberto Colombo, Lorenza Violini, Luciano Eusebi, Chiara Mantovani, Massimo Gandolfini ed Emanuela Lulli). Fra le novità, due vicepresidenti in rosa: Paola Ricci Sindoni e Daniela Notarfonso. Ad affiancare Bruno Dallapiccola al timone dell'associazione ci sarà invece il professor Lucio Romano, ginecologo dell'Università Federico II di Napoli, che rimpiazzerà Maria Luisa Di Pietro. Nel discorso di commiato, la co-presidente uscente ricorda: «la laicità non è un accessorio, ma un metodo».

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G8: LETTA, E' CONSESSO PIU' ADEGUATO PER GESTIRE (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

''Il G8 e' il formato piu' adeguato a gestire le sfide poste dalla globalizzazione'', cosi' Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, intervenendo al convegno sulla governance organizzato da Unicredit. ''Se l'esigenza e l'urgenza hanno ispirato la scelta di affrontare gli aspetti piu' immediati della crisi a livello di G20, riteniamo che la riforma della Governance non possa prescindere da una riflessione condotta in ambito G8'', ha proseguito Letta. Letta ha spiegato che la visione del G8 della presidenza del consiglio, ''e' che in un mondo profondamente mutato servano consessi complementari non concorrenti''. Per il sottosegretario e' cruciale coinvolgere anche i paesi emergenti, quali Cina, Brasile, India, Messico e Sudafrica, ''senza i quali difficilmente si potra' affrontare in maniera coerente le sfide globali. E vogliamo associarvi anche l'Egitto, grande paese arabo e nusulmano''.

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G8: LETTA, E' CONSESSO PIU' ADEGUATO PER GESTIRE GLOBALIZZAZIONE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

G8: LETTA, E' CONSESSO PIU' ADEGUATO PER GESTIRE GLOBALIZZAZIONE -->''Il G8 e' il formato piu' adeguato a gestire le sfide poste dalla globalizzazione'', cosi' Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, intervenendo al convegno sulla governance organizzato da Unicredit. ''Se l'esigenza e l'urgenza hanno ispirato la scelta di affrontare gli aspetti...

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CRISI: MARCEGAGLIA, URGE RIFORMA PENSIONI LA VUOLE ANCHE UE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 25-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Crisi: Marcegaglia, urge riforma pensioni la vuole anche Ue di ANSA Presidente Confindustria, ok Tremonti ter e provvedimenti noti -->(ANSA) - L'AQUILA, 25 GIU -''Lo diciamo da tempo,c'e' un problema di sistema pensioni, e' tema da affrontare e stiamo spingendo per farlo''.Cosi' Emma Marcegaglia.La presidente di Confindustria commenta la sentenza Ue della Corte di giustizia sulla pari eta' di pensione di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico:''Si faccia con gradualita' ma veloce. Abbiamo il Pil piu'alto nel sistema pensioni'. La Tremonti ter?''un buon provvedimento, puo'aiutare le imprese in un momento duro. Aspettiamo conferma''.''Sono misure importanti - ha aggiunto - in linea con quanto richiesto da tempo''. La detassazione degli utili reinvestiti, il premio occupazione per le imprese che non licenziano o reinseriscono nell'attivita' produttiva i lavoratori in cig, accelerare i pagamenti da parte della P.A. sono tutti riferimenti, ha detto la Marcegaglia, che dovrebbero entrare in una normativa che preveda pure ''un innalzamento del tetto di compensazione tra crediti e debiti di imposta,oggi e' a 516 mila euro''. Per quanto riguarda la detassazione degli utili reinvestiti, Marcegaglia ha spiegato che dovrebbe riguardare ''una quota dell'investimento, i dettagli li vedremo, ma il concetto e' un aiuto vero in termini di credito fiscale senza attendere autorizzazioni. Va concentrato su investimenti non su immobili, poi chiediamo uno sforzo alle banche ''ora che c'e' qualche miglioramento in Cina e Usa. Non molliamo''.(ANSA).

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STATI UNITI È David Thorne, il nuovo ambasciatore in Italia David Thorne è il nuovo ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Unita, L'" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

STATI UNITI È David Thorne, il nuovo ambasciatore in Italia David Thorne è il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Italia e a San Marino. Le autorità italiane avevano dato già da alcuni giorni il gradimento alla nomina di Thorne, che è ex cognato del senatore John Kerry. La nomina, annunciata ieri dalla Casa Bianca, deve adesso ricevere la conferma del Senato prima di diventare operativa. Sarà la Commissione Esteri del Senato, presieduta proprio da Kerry, a tenere una audizione per ascoltare una dichiarazione del nuovo ambasciatore e votare la conferma ufficiale. CINA Dissidente arrestato «No a ingerenze Usa» La Cina ha definito una «interferenza» nei propri affari interni la condanna dell'arresto del dissidente Liu Xiaobo, espressa da parte della presidente del Congresso Usa, Nancy Pelosi. «Ci opponiamo fermamente a qualsiasi ingerenza, da parte di chiunque». Liu Xiaobo, uno dei promotori del documento pro-democrazia Carta 08, è stato accusato formalmente di «attività sovversiva», rischia fino a 15 anni Francia Caccia i clandestini Critiche a sindacato Cgt Sotto accusa in Francia il principale sindacato dei lavoratori, la Cgt, per aver evacuato con brutalità - spranghe e gas lacrimogeni - centinaia di clandestini, che da più di un anno occupavano alcuni locali della Borsa del lavoro, a Parigi. Il Cran, il Consiglio rappresentativo delle associazioni nere di Francia, ha chiesto al governo l'apertura di un'inchiesta. Gran Bretagna British airways, in 800 lavoreranno gratis Ottocento dipendenti della British Airways hanno acconsentito a lavorare gratis per un massimo di un mese. A comunicarlo è stata la stessa compagnia aerea aggiungendo che 4.000 dipendenti si prenderanno delle ferie non pagate, mentre altri 1.400 si sono offerti di lavorare part-time. La compagnia aerea aveva chiesto a 30.000 membri della sua forza lavoro di lavorare gratis per un mese per aiutare la società colpita dalla crisi. Brevi

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l'economia cinese riprende a correre ma frena sul rame (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 35 - Economia L´economia cinese riprende a correre ma frena sul rame Parlare di ripresa è prematuro perché la realtà dei fatti indica che l´economia reale rimane in una condizione fortemente critica. Non c´è stata ancora alcuna ripresa delle attività PECHINO La Cina riprende a correre, lo conferma l´Ocse che ha rivisto al rialzo le sue stime per la crescita cinese nel 2009. Grazie all´impulso dato dalla massiccia manovra di spesa pubblica varata dal governo di Pechino nel novembre scorso, l´Ocse ora prevede che il Pil della Repubblica Popolare aumenterà del 7,7% quest´anno. Ancora a marzo l´Ocse prevedeva per la Cina una crescita del 6,3%. Per il 2010 inoltre la stessa Ocse ritiene che il ritmo di sviluppo cinese aumenterà fino al 9,3% riavvicinandosi così alle performance degli anni passati. Le valutazioni degli esperti Ocse convergono con quelle di altri istituti. Ma un segnale di rallentamento del ritmo di ripresa cinese sembra venire da una materia prima molto sensibile: il rame. Nei mesi scorsi le quotazioni del rame erano salite del 75% dai minimi di dicembre per effetto di operazioni di accaparramento da parte di Pechino. Ora il rame è ridisceso sotto la soglia dei 5.000 dollari Usa a tonnellata, in previsione di un assestamento degli acquisti cinesi. Federico Rampini [il successo di edf] PARIGI Sarà perché è l´azienda più popolare del paese, sarà per il tasso di interesse, fatto sta che il grande prestito obbligazionario lanciato da Edf e destinato ai piccoli risparmiatori ha avuto un successo formidabile. In appena una settimana, l´azienda elettrica ha raccolto 2 miliardi e i suoi dirigenti stanno già pensando di chiudere anticipatamente la sottoscrizione. Due ragioni stanno alla base del successo. Il primo è più formale: il prestito Edf è il primo da molti anni destinato ai piccoli risparmiatori anziché agli investitori istituzionali. Il secondo è molto più concreto: l´azienda propone infatti un tasso del 4,5% con una scadenza a 5 anni. Con i tassi a breve sotto l´1%, l´offerta di Edf è un´ottima opportunità. Giampiero Martinotti

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Senza Wto non c'è crescita (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: COMMENTI E INCHIESTE data: 2009-06-26 - pag: 14 autore: Senza Wto non c'è crescita di Renato Ruggiero I nquestigiorninonc'èriunioneinterna-zionalechenonsiconcludaconunavi-gorosadichiarazioneincuituttiiparte-cipantis'impegnanoalotta econtroilprotezionismo e a concludere positivamente il Doha Round, il negoziato sul commercio multilaterale iniziato sette anni fa. Al contempo, tra le parole e i fatti c'è di mezzo una distanza notevole. Tra poco si terrà all'Aquila il G-8 con all'ordine del giorno il commercio, e pertanto il Doha Round. Il governo italiano che presiede il vertice è sicuramente determinato a ottenere progressi significativi. Non sarà facile perché in materia non esiste ancora un consenso chiaro. In particolare, la nuova amministrazione statunitense non sembra aver chiarito tutte le questioni che sono oggetto del dibattito politico interno. Il presidente Obama ha previsto, sul tema della sua politica commercia-le, un discorso importante: è arrivato il momento di presentare la sua politica. La situazione del commercio internazionale è molto preoccupante. La Wto prevede attualmente che il commercio globale, uno dei massimi pilastri dell'economia mondiale, calerà quest'anno del 9%, diffondendo ulteriore fragilità economica nel mondo. Negli ultimi due trimestri, il commercio è diminuito del 24%, quattro volte più velocemente della produzione mondiale ( meno 6%). Il protezionismo, richiesto anche dall'opinione pubblica, è in ascesa e rappresenta una minaccia seria. Le nuove misure protezioniste decise dalla Cina segnalano quanto sarebbe pericoloso asternersi dall'intervenire. C'è stato un declino sostanziale del sostegno politico alla globalizzazione. Eppure è evidente che per riparare e migliorare l'economia mondiale, il libero mercato resta un fattore indispensabile. La Banca mondiale stima in circa 200 miliardi di dollari il contributo all'economia di una conclusione positiva del Doha Round. Ma abbiamo bisogno di una nuova visione. I problemi da affrontare non sono soltanto tecnici, né riguardano soltanto il commercio. In effetti hanno molto spesso risvolti globali, politici e istituzionali, perciò è così arduo da risolvere quel 20% di questioni ancora in discussione nel Doha Round. Si pensi, per esempio, ai complessi rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina. Sono fortemente legati a un enorme squilibrio valutario che ha importanti implicazioni, la Cina potrebbe dover cambiare modello economico, o gli Usa ridurre il deficit fiscale. Inoltre, l'agenda mondiale odierna comprende altre questioni decisamente legate al commercio, come il controllo del riscaldamento climatico. In questo caso, è risaputo che servono nuove regole commerciali che tengano conto delle misure per mitigarne gli effetti e salvaguardino i valori fondamentali del sistema commerciale. Inoltre viviamo in un mondo molto diverso rispetto a quello dell'ultimo dopoguerra, quando abbiamo creato le istituzioni internazionali che abbiamo tuttora, e il sistema del commercio multilaterale basato sul principio della clausola della nazione più favorita. Oggi la situazione è completamente diversa. Raggiungere un consenso tra tutti i partner vecchi e nuovi - più di 150 paesi come nel caso del Doha Round, sta diventando un vero e proprio incubo. Attualmente, c'è la tendenza a negoziare un numero crescente di accordi bilaterali o regionali, tra un numero limitato di partner. è più facile e rapido concentrare le trattative su pochi temi d'interesse concreto per i partecipanti, e lasciare quelli meno attraenti ai negoziati multilaterali. Ma per la diffusione di accordi preferenziali regionali, l'aspetto più rilevante e negativo è la sua crescente dimensione politica. Siamo sinceri, l'importanza crescente della dimensione politica e l'aumento degli accordi preferenziali bilaterali e regionali stanno cambiando profondamente il sistema commerciale. In realtà, tali accordi non sono più un'eccezione al sistema multilaterale, lo stanno quasi sostituendo. Abbiamo ora 438 aree preferenziali regionali, di cui 247 sono attualmente in vigore e che coprono la totalità di tutte le materie commerciali, con una singola eccezione: la Mongolia! Le conseguenze sono chiare. Stiamo andando verso una frammentazione delle aree commerciali, con contenuti e regole diverse. Non esiste una soluzione facile e pronta ai problemi che la Wto sta ora affrontando, ma dovrebbe essere possibile concentrare l'attenzione su alcuni punti salienti. Il primo di questo dovrebbe essere la conclusione del Doha Round. Il sistema del commercio multilaterale non avrà credibilità finché non è dimostrato che siamo in grado di concordare una conclusione realistica del Doha Round. Il secondo punto dovrebbe essere la creazione di un meccanismo per una " multilateralizzazione" graduale di tutti gli accordi preferenziali esistenti. è un'idea già dibattuta in maniera informale, ma non ancora all'ordine del giorno dei negoziati. L'obiettivo sarebbe un meccanismo per armonizzare e coordinare progressivamente gli accordi preferenziali regionali con il sistema multilaterale e le sue regole. In altri termini, l'ambizione sarebbe di creare una nuova alleanza tra i due sistemi, tenuto conto del fatto che in alcuni casi anche il regionalismo è stato molto positivo per l'economia mondiale,e per promuovere il progresso, l'ordine e la pace. Lo è stato sicuramente nel caso della costruzione europea. Dovrebbe essere possibile altresì utilizzare di più gli accordi plurilaterali come si è fatto per la liberalizzazione delle tlc; si tratta di uno strumento utile che consente di dare una maggiore flessibilità alle trattative. La creazione di tale meccanismo dovrebbe essere un elemento portante di un insieme di misure, se siamo multeralisti sul serio, come ha detto chiaramente Pascal Lamy nell'eccellente discorso tenuto in occasione della sua rinomina. Il terzo punto importantissimo sarebbe un accordo su un ordine del giorno allargato, che includa alcune questioni collegate al commercio anche se oggi sono esterne al sistema commerciale. Il cambiamento climatico è sicuramente la grande priorità, in considerazione della conferenza di Copenaghen e delle sue connessioni con le regole del commercio. Altri punti al futuro ordine del giorno potrebbero essere l'energia, la sicurezza alimentare, il lavoro, la competizione e gli investimenti. In politica non bisogna mai dire "mai", ma per citare Jean Monnet quando a Bruxelles doveva occuparsi di spinosissimi problemi riguardanti la costruzione europea, «abbiate fiducia, avete l'alleato più potente di tutti: la necessità». Nell'affrontare le sfide di oggi, mi sembra che la “necessità” sia l'elemento più importante nella speranza di costruire un nuovo sistema globale e di dare forma a un nuovo ordine mondiale. L'autore è stato direttore generale della Wto

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Profumo: le Pmi soffrono ma noi non c'entriamo (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMO PIANO data: 2009-06-26 - pag: 5 autore: Profumo: le Pmi soffrono ma noi non c'entriamo ROMA «Dire che tutti i problemi nascono dalle banche è strutturalmente sbagliato»: l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo ha difeso ieri il sistema bancario affermando che con un'economia reale chiaramente in crisi «le banche stanno sostenendo le imprese, soprattutto quelle più piccole, in difficoltà per l'allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti». Clienti che, senza entrare in diretta polemica con il Governo, sono notoriamente di natura pubblica. Profumo è tornato sul tema banca-impresa interpellato a margine di un convegno che si è tenuto ieri a Roma su «nuova governance mondiale per una crescita sostenibile», organizzato da Unicredit e East Forum: gli autorevoli esperti di economia e finanza, che hanno sviscerato il mondo pre-crisi e post-crisi, in effetti non se la sono presa con le banche, preferendo come bersaglio la politica monetaria di Alan Greenspan, il regime del cambio in Cina, le smanie di protezionismo, la pericolosità dell'ottica di breve periodo,l'arma spuntata del Fondo monetario nei confronti delle superpotenze, le cattive regole o la mancanza di regole o la scarsa applicazione delle stesse. Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, ha riaffermato l'importanza di soluzioni e obiettivi di medio-lungo periodo – come la stabilità dei prezzi perseguita dalla Bce– e ha messo in guardia contro gli interessi politici di breve periodo, come quelli che negli Usa hanno favorito in nome della crescita la diffusione di strumenti finanziari divenuti poi tossici. Per Bini Smaghi uscire da questa crisi richiederà l'impegno di tutti, e la ripresa dovrà essere sostenuta dai finanziamenti delle banche (adeguatamente capitalizzate) alle imprese. I governi dovranno fare la loro parte con riforme strutturali: in Italia si ripropone il problema della riforma del sistema pensionistico e della tassazione, per via dell'elevata pressione fiscale. Il punto di vista delle banche centrali è emerso con vigore nell'intervento di Hans Tietmeyer, ex presidente della Bundesbank, secondo il quale la bolla della liquidità e la conseguente crescita artificiale sono state alimentate tanto dalla politica monetaria espansiva di Greenspan quanto dal cambio «di fatto fisso» della moneta in Cina e nell'area del Pacifico. Per Giovanni Majoni, direttore esecutivo della Banca mondiale, saranno necessarie forme di concertazione su scala mondiale per imporre regole alle superpotenze. Nell'analizzare l'impatto della crisi, il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli ha detto che la crisi in Italia è arrivata dall'ottobre 2008 con il crollo del commercio mondiale che ha colpito imprese esportatrici grandi, medie e piccole nei settori dell'industria manifatturiera, soprattutto beni durevoli, tessile, auto. Arrigo Sadun, direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale per l'Italia, per illustrare l'uscita dalla crisi ha usato la colorita immagine della "tinozza vittoriana" con altezza asimmetrica delle due sponde, in luogo delle solite "U", "V" ed "L", per dire che «abbiamo perso un pezzo dell'economia, una certa percentuale diPil che prima c'era non ci sarà più». In occasione del convegno, Unicredit ha siglato un accordo pubblico-privato a sostegno del commercio internazionale, creando una piattaforma di consulenza per le imprese dell'export con l'International Finance Corporation (Banca Mondiale), la tedesca Kfw-Ipex, l'agenzia canadese Northstar Trade Finance e la Nedbank del Sud Africa. I. B. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MESSAGGIO AL GOVERNO «Il problema sono i crediti con i clienti che non pagano». Bini Smaghi: in Italia subito riforma delle pensioni e della tassazione UniCredit. Alessandro Profumo INFOPHOTO

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N CESCO (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 26/06/2009 - pag: 35 La Fondazione SORELLA NATURA, a nove anni dal "Simposio Economia Solidale e Sviluppo Sostenibile nell'Era della Globalizzazione", propone una nuova analisi del tema, anche in considerazione della crisi etica ed economica che investe il mondo SIMPOSIO ECONOMIA SOLIDALE E SVILUPPO SOSTENIBILE NELL'ERA DELLA POST GLOBALIZZAZIONE Roma - Basilica Papale di San Paolo fuori le Mura, 26 giugno 2009 PROGRAMMA ore 16.00 INTRODUZIONE E SALUTI Prof. Roberto Leoni - Presidente Fondazione Sorella Natura S. Em.za Rev. ma Card. SRC Andrea Cordero Lanza di Montezemolo - Abate della Basilica di S. Paolo Chiar.mo Prof. Antonio Baldassarre - Pres. Emerito della Corte Costituzionale e Pres. Onorario FSN ore 16.30 - LECTIO MAGISTRALIS SANFRA N CESCO Dott.ssa Anna Maria Tarantola V. Direttore Generale della Banca d'Italia Seguirà la consegna del PREMIO INTERNAZIONALE SORELLA NATURA sezione COMUNICARE BENE, COMUNICARE IL BENE, a: RICCARDO CASCIOLI, FEDERICO FAZZUOLI, GIOVANNIMINOLI, ANDREA PAMPARANA, SVEVA SAGRAMOLA, GERRY SCOTTI COCA COLA ITALIA SPA - MENZIONE SPECIALE PER LA PUBBLICITÀ REGIONE LOMBARDIA - ASSESS. ALL'AGRICOLTURA - MENZIONE SPECIALE PER LA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE DIPLOMA DI SOCIO BENEMERITO CORRADO CLINI Dir. Gen. Min. Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare SILVANO FOCARDI, Rettore Università di Siena UTO UGHI, Violinista Al termine Concerto Straordinario per la chiusura dell'Anno Paolino promulgato da S.S. Benedetto XVI Il Concerto sarà trasmesso in mondovisione FONDAZIONE SORELLA NATURA Località S. Croce al Ponte dei Galli - 06081 Assisi - Fax +39 075 8039326 - segreteria@sorellanatura.org - www.sorellanatura.org

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La Cina ha già ripreso a correre E il protezionismo non è la risposta (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 26/06/2009 - pag: 10 OLTRE LA CRISI FINANZIARIA La Cina ha già ripreso a correre E il protezionismo non è la risposta di BILL EMMOTT S arà solo una coincidenza che nel momento in cui si vedono i primi segni di ripresa dell'economia cinese gli Stati Uniti e l'Unione europea si stiano coalizzando per muovere alla Cina, nell'ambito della World Trade Organisation, l'accusa di adottare pratiche commerciali scorrette? Che i due fatti siano collegati o no, le conseguenze sono comunque preoccupanti: con la disoccupazione che continua ad aumentare in Europa e in America, aumenta anche la probabilità di una reazione protezionista contro il successo e la presunta scorrettezza della Cina. Rahm Emanuel, il capo staff di Barack Obama, ha dichiarato pubblicamente che sarebbe un grave errore sprecare l'opportunità di avviare cambiamenti radicali offerta dalla crisi finanziaria. A mio avviso la contestazione, nell'ambito della WTO, dei metodi commerciali cinesi rappresenterebbe proprio un errore di questo tipo, perché farebbe impantanare le parti nella discussione sugli aspetti tecnici del commercio. Invece di concentrarsi sugli aspetti tecnici, sarebbe meglio rivolgersi a quelli finanziari: la moneta cinese. Finora i segnali di un avvio di ripresa in Cina, che è la terza maggior economia del mondo, sono della stessa natura degli indizi vagamente ottimistici che si stanno profilando in Europa e in America: fanno pensare che la crisi economica non sia così disastrosa come si temeva nei momenti drammatici seguiti al crollo di Lehman Brothers. È però molto probabile che in Cina, a differenza che in Europa, emergano presto segni di ripresa più evidenti, perché la crisi cinese è stata molto diversa da quella europea. Mentre la recessione in Europa è il risultato diretto della crisi finanziaria, il rallentamento cinese deriva soprattutto dalle misure adottate nel 2008 per controllare l'inflazione. La crisi finanziaria non ha quasi toccato la Cina. Quando la stasi è determinata principalmente da scelte di politica economica del governo, come le restrizioni creditizie e l'aumento dei tassi di interesse, può esservi una rapida ripresa se queste misure vengono riconsiderate. È quel che sta facendo la Cina dallo scorso novembre, con un sostanzioso pacchetto di stimoli fiscali e una politica del credito molto meno restrittiva. Naturalmente la Cina è colpita anche dalla caduta della domanda dei suoi prodotti in Europa e in America, ma in molti casi sul suo territorio si realizza solo l'assemblaggio finale di merci create e prodotte in altri Paesi asiatici. Più di lei soffrono perciò Corea, Giappone, Taiwan e Singapore. Questa settimana la Banca mondiale ha elevato la previsione di crescita del Pil cinese nel 2009 al 7,2 per cento, una stima più alta di quella fatta all'inizio dell'anno, quando si ipotizzava il 5-6 per cento. Molti economisti pensano che la crescita cinese sarà anche maggiore, sia quest'anno che nel 2010, vista la portata degli stimoli fiscali e l'attuale facilità di accesso al credito e ai capitali nel mercato interno cinese. La ripresa cinese favorirà gli esportatori di petrolio e di materie prime, ma non riuscirà a stimolare molto la crescita mondia-- le, perché sembra poco probabile che la domanda di importazioni della Cina possa aumentare rapidamente. Il caso sollevato questa settimana al Wto dall'Ue e dagli Usa riguarda in particolare le restrizioni cinesi sulle esportazioni di materie prime, volute, dice l'Ue, per tenere bassi i prezzi per i produttori cinesi. Probabilmente è vero, e i produttori cinesi stanno anche diventando più competitivi per il calo dei salari in Cina. Ma anche i Paesi europei hanno le loro colpe, dato che tentano di offrire condizioni privilegiate ai loro produttori. Attaccare la Cina su questo terreno significa solo rischiare di innescare rappresaglie che si rivolgerebbero contro il protezionismo europeo. La valuta cinese rappresenterebbe invece un bersaglio assai migliore. La Cina è la sola grande economia la cui valuta non circola liberamente sul mercato e non è convertibile. Lo sforzo di tenere basse le quotazioni del «renminbi» cinese spiega perché la Cina abbia accumulato le maggiori riserve di valuta estera al mondo, 2000 miliardi di dollari, investiti soprattutto in obbligazioni in dollari Usa. Se vogliamo avere un commercio equo ed equilibrato, abbiamo bisogno che la valuta cinese possa fluttuare liberamente e riapprezzarsi. La Cina si oppone, ma anch'essa ha un problema, dato dal rischio che il valore di quei 2000 miliardi di dollari di obbligazioni statunitensi possa diminuire drasticamente. Si dovrebbe giungere a un accordo: la fluttuazione della valuta in cambio di una soluzione al problema delle riserve cinesi di valuta estera. Sarebbe un obiettivo molto migliore per le pressioni che Europa e America vogliono esercitare. BEPPE GIACOBBE traduzione di Maria Sepa

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Google Cina, ancora blocchi (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

CENSURA Google Cina, ancora blocchi Non c'è pace per google.cn. Negli ultimi giorni gli utenti hanno denunciato rallentamenti del motore di ricerca in Cina, culminati in un completo black-out che si è protratto per due ore. E ieri il ministero degli Esteri cinese ha nuovamente criticato la società Usa, accusata di violare le leggi sulla diffusione della pornografia e di contenuti violenti in vigore nel paese asiatico. Ma lo scontro potrebbe spostarsi anche a livello diplomatico, poiché il segretario e il rappresentante Usa per il Commercio hanno inviato una lettera alle proprie controparti cinesi esprimendo preoccupazione per la legge che obbliga i produttori di computer a inserire un software (Green Dam) che possa bloccare alcuni contenuti se vogliono che i loro prodotti possano essere venduti in Cina. Secondo le autorità Usa questi violano le regole del commercio internazionale. Non la pensa così Qin Gang, portavoce del ministero degli Esteri cinese, che ha dichiarato che «secondo le lamentele di molti residenti, Google ha diffuso un elevato numero di contenuti volgari che sono lascivi e pornografici, violando leggi e regolamenti cinesi». Ma sembra chiaro che i motivi dei blocchi siano altri: «questo è un avvertimento a Google e ai cittadini della rete cinese. - ha detto Xiao Qiang, fondatore di China Digital Times - Il governo mostra la sua determinazione nel tenere internet sotto controllo». Intanto Ai Weiwei, noto architetto, artista e attivista politico, ha chiamato i compatrioti a un'inedita forma di protesta: il boicottaggio per un giorno di tutte le attività Internet-based. Data scelta, il prossimo 1 luglio, anniversario della fondazione del Partito Comunista Cinese e giorno dell'entrata in vigore delle nuove norme censorie.

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Le banche Usa perderanno la battaglia con Obama sul nuovo regime di controlli (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Le banche Usa perderanno la battaglia con Obama sul nuovo regime di controlli Svanberg, da Ericsson alle sfide di British petroleum Il nuovo presidente di British petroleum si è fatto attendere, ma ne è valsa la pena. Carl-Henric Svanberg, già ad di Ericsson, è entrato in sordina nella compagnia petrolifera e potrebbe suscitare qualche perplessità, ma merita senz'altro il beneficio del dubbio. Svanberg sale a bordo senza bagaglio. La sua posizione di outsider potrebbe facilitargli il compito vitale di smuovere l'immobilismo del cda di Bp. Lo svedese è riuscito a stabilizzare Ericsson dopo il preoccupante profit warning del 2007 e non è stato screditato dalla crisi economica come è accaduto ad altri candidati promettenti. Svanberg non ha però avuto questo incarico grazie alle sue competenze operative. L'ad di Bp, Tony Hayward, ha già ottenuto buoni risultati nel migliorare la cultura di sicurezza dell'azienda e nel ridurre i costi per compensare la caduta del prezzo del petrolio. Svanberg dovrà piuttosto sfoggiare la sua abilità nel guidare le decisioni del cda sulla strategia di Bp. A questo riguardo sembra molto ben attrezzato. In futuro, i ricavi di Bp provenienti dagli Stati Uniti, finora un mercato chiave, tenderanno a diminuire, mentre aumenteranno quelli derivanti da mercati emergenti come l'India e la Cina, due paesi che - guarda caso - sono tra i mercati più importanti per Ericsson. In più, l'esperienza di Svanberg nel settore tecnologico potrebbe rivelarsi utile nelle discussioni sulle strategie di sfruttamento delle fonti di energia alternative. Anche Shell, nel 2005, abbia scelto come presidente l'ex AD di una società di telecomunicazioni senza alcuna esperienza nel settore petrolifero. Le competenze tecnologiche, però, non sono sufficienti. Bp deve riuscire ad accedere al petrolio estratto nei paesi non-Ocse e preservare la sua attuale posizione in paesi come la Russia, dove ha incontrato problemi nel controllo della joint venture Tnk-Bp. Ericsson si è già trovata ad affrontare insidie politiche e regimi legislativi difficili. Questo ruolo metterà alla prova le credenziali del nuovo presidente. Ex giocatore di hockey su ghiaccio, Svanberg sicuramente non è una mammoletta. \I banchieri statunitensi rischiano di avere la peggio nel dibattito sulla Consumer financial protection agency proposta da Barack Obama. Il presidente intende inserire questo servizio di tutela dei consumatori nell'ambito del più ampio pacchetto di riforma della sorveglianza finanziaria. Le banche lo ritengono un meccanismo burocratico costoso e inefficace, che potrebbe entrare in conflitto con le competenze di altri organi di controllo. I sostenitori, viceversa, stanno abilmente presentando la proposta come una misura a favore del libero mercato - e potrebbero spuntarla. Nell'audizione al Congresso di mercoledì, i lobbisti delle banche e altri oppositori della Cfpa hanno fatto notare che, separando la tutela dei consumatori dalle normative prudenziali, l'agenzia dovrebbe occuparsene con una minore capacità di accesso alle operazioni bancarie. Hanno inoltre sostenuto che l'aggiunta di una nuova autorità rappresenterebbe un onere gravoso per gli istituti, soprattutto quelli più piccoli con budget limitati per le verifiche di conformità. I sostenitori hanno ribattuto che le funzioni di tutela dei consumatori delle autorità esistenti, come la Federal Reserve e l'Occ (Office of the comptroller of the currency), erano secondarie rispetto al loro compito di guidare la politica monetaria e garantire la la solidità del settore. Di conseguenza, i problemi dei consumatori venivano sostanzialmente ignorati. Forse, però, l'argomento più convincente a favore della Cfpa è che il suo compito principale sarebbe quello di aumentare la trasparenza - e l'onestà - nella commercializzazione di mutui, carte di credito, prestiti personali e altri prodotti finanziari. Come sostiene Elizabeth Warren, responsabile del Congresso per il programma di salvataggio delle banche varato dal Tesoro, la Cfpa potrebbe eliminare una serie di insidie quali i costi nascosti e la pubblicità ingannevole. Le banche e gli altri oppositori faticheranno a contrastare questo piano - soprattutto perché molti americani apprezzano altre autorità di controllo come l'Epa (Environmental protection agency) e la Consumer product safety commission. \

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WALL STREET APRE IN CALO, I DATI NON BASTANO (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

WALL STREET APRE IN CALO, I DATI NON BASTANO di WSI Il piano di rilancio del governo sta dando i primi frutti, ma per il mercato non e' sufficiente. Dollaro in calo dopo che la Cina e' tornata a parlare di "supervaluta". In evidenza Palm e KB Home dopo i conti trimestrali, male i chip. -->Partenza all'insegna della lettera per l'azionario americano, con gli indici che scambiano in ribasso dopo che l'incremento delle spese al consumo non e' stato sufficiente a rassicurare il mercato, che non trova la forza di allungare i forti guadagni accumulati ieri. Vuoi sapere cosa comprano e vendono gli Insider di Wall Street? Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Dagli ultimi dati macro e' emersa una situazione migliore del previsto per quanto riguarda lo stato di salute della maggiore economia mondiale. Se da un lato infatti le spese al consumo non hanno deluso le attese, registrando in maggio il primo rialzo negli ultimi tre mesi, il reddito personale e' balzato sui massimi annuali, segnale che gli sforzi compiuti dal governo per rilanciare l'economia stanno incominciando a dare i primi frutti. Tuttavia gli operatori preferiscono non sbilanciarsi, in attesa di conoscere i dati sulla fiducia dei consumatori nel mese in corso. Secondo le previsioni di Wall Street l'indice dell'universita' del Michigan dovrebbe rimanere invariato. Mentre la seconda meta' dell'anno si avvicina, il nervosismo del mercato sta tendendo ad aumentare, con gli investitori che si interrogano su quali saranno la forza e i tempi della ripresa economica. Guardando alle performance settoriali, particolarmente pesanti in avvio i semiconduttori. Micron scivola di circa il 2% dopo che il maggiore produttore di chip di memoria degli Stati Uniti ha archiviato il terzo trimestre fiscale in rosso. La lettera colpisce anche Intel, il principale produttore di semiconduttori per computer, mentre il colosso dei software Microsoft scivola di circa un punto percentuale. All'intero di un settore negativo, continuano invece la loro corsa i titoli Palm. Ieri a mercati chiusi la societa' produttrice di telefoni multimediali ha riportato un risultato trimestrale superiore alle attese. Da parte sua KB Home (+1%) ha riportato una perdita trimestrale inferiore a quella di un anno prima, ma gli utili hanno deluso le attese degli analisti. Tuttavia la costruttrice di case ha fatto sapere che gli ordini di nuove proprieta' immobiliari sono cresciuti, se confrontati con i primi tre mesi dell'anno. A polarizzare l'attenzione dei mercati potrebbero essere ancora una volta le banche. Gli investitori hanno manifestato un certo interesse nel piano annunciato da Ubs, una delle banche tra le piu' colpite dalla crisi finanziaria, volto a incrementare le proprie finanze di 3.8 miliardi di franchi svizzeri ($3.5 miliardi), ma ritengono che la societa' svizzera non riuscira' a ritornare redditizia finche' non avra' risolto alcuni problemi legali, con molti clienti che continuano ad abbandonare l'istituto. I titoli cedono circa il 3% in avvio. Sugli altri mercati, sul valutario si indebolisce il dollaro, dopo che la Banca Centrale cinese ha ribadito l'intenzione di esortare gli altri Paesi a introdurre una "supervaluta sovrana", precisando che per gli istituti finanziari della Cina si prospettano condizioni economiche difficili quest'anno. Al momento l'euro scambia in progresso nei confronti del biglietto verde, attestandosi a quota 1.4084. Nel comparto energetico i futures con consegna agosto virano in rosso, cedendo $0.57, attestandosi a quota $69.66 al barile. Guadagna invece ancora terreno l'oro, a $943.90 (+$4.40) l’oncia. In rialzo i prezzi dei Titoli di Stato Usa: il rendimento sul benchmark decennale e’ sceso al 3.5400% dal 3.5460% di giovedi'.

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Nordcorea/ G8 condanna test e chiede ritorno a tavolo (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il G8 condanna i test nucleari nordcoreani e chiede a Pyongyang di tornare al tavolo dei negoziati: è quanto affermano i ministri degli Esteri degli Otto grandi nella dichiarazione finale della loro riunione di oggi a Trieste. "Condanniamo nel modo più forte possibile il test nucleare condotto il 25 maggio 2009 in violazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite e il lancio del 5 aprile 2009, con uso di tecnologia da missile balistico, che costituisce una minaccia alla pace e stabilità regionale", si legge nella dichiarazione. I capi delle diplomazie del G8 chiedono poi alla Corea del Nord di attuare i suoi obblighi alla luce delle risoluzioni per abbandonare tutte le sue attività. "Chiediamo alla Repubblica Popolare della Corea del Nord di non condurre ulteriori azioni destabilizzanti e di riprendere la sua partecipazione ai colloqui a Sei (le due Coree, Giappone, Russia, Usa e Cina, ndr)".

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Iran/ Obama e Merkel uniti nel condannare le violenze (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Si sono mostrati uniti, nel condannare gli episodi di violenza che stanno seminando il caos in Iran, a seguito delle elezioni presidenziali che si sono svolte lo scorso 12 giugno. Nel corso della conferenza stampa congiunta che si è tenuta alla Casa Bianca, il presidente americano Barack Obama e il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno condannato insieme quanto sta accadendo nel paese. Obama, in particolare, ha dichiarato che i leader iraniani non possono nascondere "la violenza scandalosa", e ha detto chiaramente che "Noi la vediamo e la condanniamo". Dunque, "incoraggiamo il paese a rispettare le norme internazionali". Ancora, Obama si è così espresso. "Come ho detto in precedenza alla fine sarà il popolo iraniano a giudicare le azioni del governo, ma l'Iran deve rispettare i diritti e la volontà della sua gente". Riferendosi ancora alle manifestazioni in corso nel paese, il presidente ha precisato poi "che il coraggio (mostrato dalla gente) di fronte alla brutalità testimonia la ricerca costante della giustizia". Allo stesso tempo, "ritengo che dobbiamo vedere a questo punto come la situazione si evolverà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane". Una risposta più o meno esplicita è stata rivolta poi alle recenti dichiarazioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che ha chiesto a Obama di scusarsi per le critiche espresse sulla situazione in Iran successiva alle elezioni, e che nella giornata di ieri ha paragonato Obama anche all'ex presidente americano George W. Bush. Il presidente americano ha detto di non prendere seriamente quel tipo di dichiarazioni, e ha 'consigliato' ad Ahmadinejad di guardare ad altr questioni, e di "pensare per esempio alle famiglie di coloro che sono stati picchiati, colpiti da armi da fuoco o imprigionati". Obama ha parlato anche di Mir Hossein Mousavi, affermando che il leader dell'opposizione iraniana ha "catturato lo spirito e l'immaginazione di quelle persone in Iran che desiderano una società più libera". Nel corso della conferenza stampa congiunta con Merkel, non poteva mancare ovviamente una dichiarazione sulle ambizioni nucleari del paese che, secondo Obama, potrebbe dare il via a una pericolosa corsa agli armamenti in Medio Oriente. Dunque, il presidente Usa è stato chiaro nel ribadire che la comunità internazionale, che include gli Stati Uniti, la Cina e la Russia, continuerà a dialogare con il paese riguardo alla questione. Simile la dichiarazione di Merkel, che ha ricordato che "l'Iran non può fare affidamento sul mondo che chiude un occhio" su quanto sta accadendo. Obama e Merkel non hanno parlato però solo di Iran, sebbene la questione sia stata al centro dei riflettori della conferenza stampa congiunta. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente Usa ha rivolto infatti la sua attenzione anche all'Iraq, la"cui sicurezza continua a migliorare in modo significativo". Detto questo, il presidente ha sottolineato che il governo del primo ministro Nouri al-Maliki deve rafforzare le forze di sicurezza del paese, e puntare anche su progressi di natura politica: Obama non è infatti ancora soddisfatto dei progressi che sono stati compiuti in questa aera. A tornare protagonista è stata inoltre la questione del carcere di Guantanamo, che Obama intende chiudere entro il gennaio del 2010. Obama ha precisato che nessun impegno è stato preso da Merkel riguardo a un potenziale trasferimento dei detenuti dal centro di detenzione. Allo stesso tempo, il cancelliere ha sottolineato che il suo paese non rinuncerà alle sue responsabilità, e si è detta così fiduciosa sulla possibilità di arrivare a una risoluzione soddisfacente della questione. Sotto i riflettori anche la lotta al riscaldamento globale. Merkel ha guardato con favore all'azione del Congresso volta a imporre per la prima volta nella storia degli Stati Unitilimiti sull'emissione di anidride carbonica e altri gas responsabili dell'effetto serra sull'attività degli impianti di energia, di raffineria e in generale sulle fabbriche che si trovano negli Stati Uniti. E a tal proposito il cancelliere ha sottolineato anche come il passo in avanti compiuto dagli Usa non sarebbe stato facile da immaginare lo scorso anno, quando presidente degli Stati Uniti era George W. Bush. Obama ha invece ammesso che l'Europa si sta muovendo più velocemente degli Stati Uniti nella lotta al riscaldamento globale e ha puntualizzato che desidera che il suo paese assumi un ruolo di maggiore leadership riguardo al problema.

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G8/ Trieste: Le crisi mondiali sul tavolo dei 'grandi' - (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 26-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Focus sull'Iran ma discussioni anche su Nordcorea, Medio Oriente, Sri Lanka, Africa, Birmania e pirateria: tutte le maggiori crisi mondiali sono state sull'agenda nel G8 dei ministri degli Esteri che si svolge a Trieste e che oggi ha adottato la sua dichiarazione finale. Domani è prevista una discussione approfondita sulla situazione in Afghanistan e Pakistan. IRAN: I capi delle diplomazie del G8 hanno condannato la violenza dopo le elezioni e chiesto al governo di Teheran di rispettare i diritti umani e riflettere la volontà del popolo iraniano nel processo elettorale. NORDCOREA: Il documento riporta la condanna "nel modo più assoluto" dei test nucleari e dei lanci di missili e chiede a Pyongyang di abbandonare tutti programmi nucleari e balistici, e di tornare ai colloqui a sei (Corea del Nord e Corea del Sud, Usa, Giappone, Russia, Cina). MEDIO ORIENTE: Il G8 ha chiesto a Israele e ai palestinesi di tornare a negoziati diretti: ha esortato Israele a congelare gli insediamenti e la loro "crescita naturale", chiedendo l'immediata fine del terrorismo. Allo stesso tempo hja chiesto l'apertura immediata dei passi di frontiera per gli aiuti umanitari e il commercio. PIRATERIA: I ministri hanno espresso la loro preoccupazione per la minaccia sempre più incombente sulla costa del Corno d'Africa. Hanno anche riconosciuto l'urgenza di un aumento delle capacità di contrasto per gli i paesi della zona, e la possibilità di migliorare le azioni di formazione per le loro guardie costiere. BIRMANIA: Il G8 ha chiesto il rilascio di tutti i prigionieri politici, inclusa Aung San Suu Kyi, e un vero processo di dialogo e riconciliazione con la piena partecipazione di tutti i rappresentanti politici che porti a elezioni in un sistema pluralista. SRI LANKA: I 'grandi' hanno salutato la fine della guerra ma "deplorato profondamente" le "morti massive di civili". La dichiarazione chiede al governo di affrontare la crisi umanitaria e consentire l'accesso delle Ong e maggiori progressi in tema di riconciliazione nazionale.

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L'enciclica sociale di Benedetto (sezione: Globalizzazione)

( da "Vita non profit online" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'enciclica sociale di Benedetto Reading time: 3 minutes --> di Giuseppe Frangi - pubblicato il 27 Giugno 2009 alle 00:00 Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant'egidio illustra di Caritas in veritate in uscita lunedì 29 giugno Spiega il fondatore della Comunità di Sant'Egidio: «Mi auguro che il testo del Papa diventi come una bandiera. Che stimoli ragionamenti ed esperienze nuove» Vincerà l'Enciclica o vincerà il G8? Per una coincidenza, chissà quanto voluta, l'atteso documento "sociale" del Papa esce proprio alla vigilia del vertice degli otto Grandi. Una sovrapposizione mediatica che un po' inquieta Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e certamente uno dei testimoni più ascoltati del cattolicesimo sociale. Riccardi è reduce da un viaggio in Nicaragua e ha negli occhi immagini di immensa povertà. L'attesa dell'Enciclica, per lui, si lega proprio al destino di quei milioni di uomini che la globalizzazione ha lasciato ai margini. Vita: La Caritas in veritate arriva in un momento di crisi profonda dei modelli che hanno dominato gli ultimi decenni. Si può dire che anche per la Chiesa si chiude una stagione cominciata con l'ottimismo della Centesimus annus, l'enciclica di papa Wojtyla scritta dopo la caduta del Muro? Andrea Riccardi: Ma anche Giovanni Paolo II, pur nell'euforia di quel momento, aveva avvertito il pericolo che si correva e aveva messo dei paletti, per dire quanto fosse importante il requisito della giustizia sociale. è indubbio comunque che per tutti questi anni abbiamo vissuto una forma di euforia, quasi di provvidenzialismo del mercato che per forza propria avrebbe garantito la democrazia, la libertà, lo sviluppo. Come abbiamo constatato, le cose sono andate molto diversamente. Vita: Quella visione provvidenzialistica aveva contaminato anche i cattolici? Riccardi: Direi proprio di sì. E le conseguenze le misuriamo sul piano delle scelte e dei comportamenti. In questi anni abbiamo assistito ad un arretramento della presenza del povero nella vita ecclesiale: la Chiesa ha il "sacramento" del povero, perché in lui Gesù si riconosce. Certo, il discorso della Chiesa non può essere ridotto a quello di un'agenzia solidaristica. Ma se non si concepisce l'azione come approfondimento del mistero del povero, l'impegno si inaridisce. Anche per questo l'uscita dell'Enciclica oggi assume un grande valore. Vita: In che senso? Non l'abbiamo ancora tra le mani... Riccardi: Ne sono sicuro, perché questo testo ci aiuterà a ragionare. Ad andare oltre quegli opposti provvidenzialismi che hanno tenuto in ostaggio tanti cattolici in questi anni: quello marxista e quello mercatista, come lo definisce Tremonti. Per continuare a leggere l'intervista clicca qui

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"Giudizio positivo, però bisogna fare ancora di più" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Retroscena Da Confindustria una promozione con riserva Marcegaglia: prima risposta all'emergenza Ora continuare le riforme e concretizzarle "Giudizio positivo, però bisogna fare ancora di più" Non professiamo il panico, né ottimismo Siamo pragmatici e concreti Diciamo che la crisi è grave, ma anche che vediamo segnali di ripresa In Italia non c'è ancora, ma non cadiamo più FABIO POZZO Emma Marcegaglia TORINO Il nostro giudizio è complessivamente positivo, alcune richieste degli imprenditori sono state accettate. Ma sono misure non risolutive, bisognerà fare ancora di più». Emma Marcegaglia commenta così le misure varate dal Governo. Tra le misure positive il presidente di Confindustria cita, oltre alla Tremonti-ter, l'istituzione di commissari ad acta per le grandi infrastrutture di reti e la norma per calmierare il prezzo del gas. Positivi anche, «gli interventi che aiutano a gestire la coesione sociale» e i primi provvedimenti per il pagamento dei crediti della pubblica amministrazione. «I benefici del decreto si vedranno a settembre, quindi velocemente», ha osservato Marcegaglia. «È una prima risposta all'emergenza bisognerà vedere gli impatti e poi continuare le riforme e concretizzarle». E che sia emergenza, non c'è dubbio. Globale, con ricadute sull'economia reale e sul sociale («i disoccupati nel mondo diventeranno 56 milioni»). «Non professiamo panico, nè ottimismo. Siamo pragmatici, concreti». Ripete, Marcegaglia, che c'è qualche segnale di recupero, in Cina, negli Usa, ma anche in Europa, in Italia (la fiducia dei consumatori ritrovata, la produzione industriale a giugno a +0,3%). «Non c'è ripresa, ma non cadiamo più». Con questo, non va «abbassata la guardia»: rischiamo, spiega, «di perdere un terzo del sistema produttivo per asfissia finanziaria». Che fare? A livello globale, va bene ridisegnare le regole dei mercati finanziari e delle economie, ma attenti all'«iper-regolamentazione». Le banche? «I banchieri devono tornare a fare i banchieri, a sostenere l'economia reale». Quanto all'Italia, se vuole crescere solidamente e guardare al medio termine, deve anzitutto avere i «conti a posto». Marcegaglia affronta anche il discorso dell'accesso al credito: «Banche, state vicino alle imprese serie, guardate anche alla loro storia, non solo ai bilanci». Servono provvedimenti, ma occorre anche e soprattutto che quelli già varati, come il fondo garanzia per le piccole imprese, «diventino concreti»: subito, «tra un paio di giorni, non fra un anno». In rapida carrellata, ben venga inoltre la volontà del governo di far rientrare la «vergogna nazionale» dei pagamenti dell'amministrazione pubblica (ma restano fuori i crediti della Sanità) e l'impegno di ulteriori stanziamenti, se ve ne fosse bisogno, per gli ammortizzatori sociali (che funzionano: «L'Italia è al mondo il Paese che ha licenziato di meno durante questa crisi»): «Noi i soldi li chiederemo». Significativa anche la detassazione degli utili reinvestiti, perché sostenere gli investimenti privati aiuta la domanda interna e la ricerca. Anche il pubblico, però, devo investire: sì, allora, alle grandi opere, che creano occupazione, imprese. «Ma basta con i veti, i comitati del no: ben vengano i commissari ad acta, per avviare i lavori, che nel caso delle reti energetiche significa anche uno sconto per le aziende di 1,6 miliardi di euro sulla bolletta». Positive, infine, le liberalizzazioni, come quella del «gas release», che vedrà l'Eni liberare 5 miliardi di metri cubi di gas per le imprese «a un prezzo inferiore a quello di mercato». L'ultimo richiamo, è per i contratti.. «Spero prevalga il buon senso, la responsabilità. Abbiamo il dovere di dare risposte ai lavoratori e agli imprenditori».

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Il nostro giudizio è complessivamente positivo, alcune richieste degli imprenditori sono state ... (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il nostro giudizio è complessivamente positivo, alcune richieste degli imprenditori sono state accettate. Ma sono misure non risolutive, bisognerà fare ancora di più». Emma Marcegaglia commenta così le misure varate dal Governo. Tra le misure positive il presidente di Confindustria cita, oltre alla Tremonti-ter, l'istituzione di commissari ad acta per le grandi infrastrutture di reti e la norma per calmierare il prezzo del gas. Positivi anche, «gli interventi che aiutano a gestire la coesione sociale» e i primi provvedimenti per il pagamento dei crediti della pubblica amministrazione. «I benefici del decreto si vedranno a settembre, quindi velocemente», ha osservato Marcegaglia. «È una prima risposta all'emergenza bisognerà vedere gli impatti e poi continuare le riforme e concretizzarle». E che sia emergenza, non c'è dubbio. Globale, con ricadute sull'economia reale e sul sociale («i disoccupati nel mondo diventeranno 56 milioni»). «Non professiamo panico, nè ottimismo. Siamo pragmatici, concreti». Ripete, Marcegaglia, che c'è qualche segnale di recupero, in Cina, negli Usa, ma anche in Europa, in Italia (la fiducia dei consumatori ritrovata, la produzione industriale a giugno a +0,3%). «Non c'è ripresa, ma non cadiamo più». Con questo, non va «abbassata la guardia»: rischiamo, spiega, «di perdere un terzo del sistema produttivo per asfissia finanziaria». Che fare? A livello globale, va bene ridisegnare le regole dei mercati finanziari e delle economie, ma attenti all'«iper-regolamentazione». Le banche? «I banchieri devono tornare a fare i banchieri, a sostenere l'economia reale». Quanto all'Italia, se vuole crescere solidamente e guardare al medio termine, deve anzitutto avere i «conti a posto». Marcegaglia affronta anche il discorso dell'accesso al credito: «Banche, state vicino alle imprese serie, guardate anche alla loro storia, non solo ai bilanci». Servono provvedimenti, ma occorre anche e soprattutto che quelli già varati, come il fondo garanzia per le piccole imprese, «diventino concreti»: subito, «tra un paio di giorni, non fra un anno». In rapida carrellata, ben venga inoltre la volontà del governo di far rientrare la «vergogna nazionale» dei pagamenti dell'amministrazione pubblica (ma restano fuori i crediti della Sanità) e l'impegno di ulteriori stanziamenti, se ve ne fosse bisogno, per gli ammortizzatori sociali (che funzionano: «L'Italia è al mondo il Paese che ha licenziato di meno durante questa crisi»): «Noi i soldi li chiederemo». Significativa anche la detassazione degli utili reinvestiti, perché sostenere gli investimenti privati aiuta la domanda interna e la ricerca. Anche il pubblico, però, devo investire: sì, allora, alle grandi opere, che creano occupazione, imprese. «Ma basta con i veti, i comitati del no: ben vengano i commissari ad acta, per avviare i lavori, che nel caso delle reti energetiche significa anche uno sconto per le aziende di 1,6 miliardi di euro sulla bolletta». Positive, infine, le liberalizzazioni, come quella del «gas release», che vedrà l'Eni liberare 5 miliardi di metri cubi di gas per le imprese «a un prezzo inferiore a quello di mercato». L'ultimo richiamo, è per i contratti.. «Spero prevalga il buon senso, la responsabilità. Abbiamo il dovere di dare risposte ai lavoratori e agli imprenditori».

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Incidenti sul lavoro, calano dove c'è crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

RAPPORTO INAIL. IL BILANCIO DEL 2008 Incidenti sul lavoro, calano dove c'è crisi [FIRMA]GIANPAOLO CHARRÈRE AOSTA Più infortuni, ma meno morti sul lavoro in Valle d'Aosta nel 2008 rispetto all'anno precedente. Secondo il tradizionale report dell'Inail, l'Istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro, l'anno scorso si è chiuso con 2484 casi, contro 2391 del 2007, con un incremento del 3,9 per cento. I morti sul lavoro sono stati invece due contro quattro. Vale a dire il 50% in meno, anche se bisogna tenere conto dei piccoli numeri della Valle, che tradotti in statistiche rischiano di presentare fluttuazioni anche evidenti. Il numero maggiore di infortuni si è registrato nelle costruzioni (400), anche se il dato è in discesa rispetto al 2008, quando furono 428 (-6,5%). E' invece in crescita il numero relativo alle industrie manifatturiere: 355 nel 2007, trenta in più l'anno scorso. Tradotto in percentuale, significa +8,5%. Gli altri indicatori sono in discesa. Il commercio registra -3,2% (122 contro 126), i trasporti e le comunicazioni -8,1% (136 infortuni rispetto ai 148 del 2007). La diminuzione è ancor più evidente nel settore agricolo. In questo caso gli infortuni sono passati da 205 a 185, con una variazione negativa di 9,8%. Nel 2007 c'era stato anche un morto. Numeri più bassi anche per chi lavora sulla strada, come autotrasportatori di merci e persone e commessi viaggiatori. Nel 2008 gli infortuni sono stati 61, contro 69 di dodici mesi prima (-11,6 per cento). Sono dati nei quali sembra esserci lo zampino della crisi. E' il parere del segretario regionale della Cgil Claudio Viale. «Sembra evidente - dice - guardando i dati delle costruzioni. Penso che la diminuzione sia dovuta al maggior numero di cantieri chiusi, non a un generale miglioramento della situazione». Aggiunge Viale: «Stesso discorso per l'agricoltura, un settore che sta incontrando difficoltà economiche». La recessione, che costringe a «prendere quello che c'è pur di lavorare», rischia di peggiorare la situazione? «Penso di sì - risponde Viale -, non di rado i dipendenti delle aziende che operano in appalto hanno una scarsa conoscenza delle normative di sicurezza». Secondo Viale, «per rimediare ci vorrebbero più controlli, più formazione e più attenzione. C'è stata però la riforma del Testo Unico sulla sicurezza, che noi non condividiamo, perché ha allentato le maglie su questo argomento». Viale ricorda un fatto di cronaca recente, l'autista di Tir che per un colpo di sonno ha travolto un gruppo di operai sull'autostrada Torino-Aosta, uccidendone uno e ferendone altri tre. «E' una tragedia nella tragedia - dice Viale - un lavoratore che provoca la morte di un altro. Il cantiere era in sicurezza, ma è successo quello che è successo perché c'era una persona sfruttata che era alla guida da chissà quante ore. E' l'aspetto negativo della globalizzazione, della concorrenza a tutti i costi». «Il discorso è molto semplice - dice Riccardo Monzeglio, segretario regionale della Cisl - per quanto ci riguarda anche un solo infortunio mortale è troppo. Sono fatti che non dovrebbero accadere, considerati gli sforzi per adeguare le normative. Bisogna continuare a vigilare - conclude - perché abbassare la guardia significa continuare a mettere i lavoratori in condizioni di rischio».

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UN PATTO CON I LETTORI (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Mario Calabresi UN PATTO CON I LETTORI Il 27 giugno è un giorno speciale nella storia de La Stampa. Vent'anni fa - era il 1989 - nascevano le edizioni dedicate alle province del Nord Ovest. Esistevano già le pagine con le cronache dei diversi territori, ma a partire da quella data prese vita un vero giornale locale all'interno del giornale nazionale. Fu un profondo decentramento nell'organizzazione del lavoro: da Alessandria a Cuneo, da Aosta ad Asti, ogni redazione cominciò a realizzare in autonomia la propria edizione, muovendosi in accordo con la sede di Torino, ma potendo costruire da sé le pagine. Più ancora fu un cambiamento di filosofia: il giornale dedicato al territorio cominciò ad essere realizzato là dove i fatti nascevano, a contatto diretto con i protagonisti di quelle stesse pagine. A partire da allora, si rafforzò quello che è sempre stato un tratto caratteristico e un punto di forza de La Stampa, ovvero essere un importante e autorevole quotidiano che racconta i grandi fatti italiani e internazionali, rimanendo al tempo stesso la voce di quel Nord Ovest così strategico nei destini del Paese. Tanta vita è passata in queste pagine nell'arco di vent'anni. La vita di voi lettori, che ogni giorno trovate le notizie che vi toccano più da vicino, così come la vita di tanti giornalisti che non solo danno fiato a quelle storie, ma sono diventati i vostri interlocutori cui affidare problemi, dubbi, speranze. L'interesse e il gradimento che ci dimostrate e che merita un sincero grazie, sommato al lavoro delle nostre redazioni, hanno decretato il successo della formula adottata da La Stampa. Nel tempo le edizioni locali sono cresciute, aggiungendo pagine e informazioni, introducendo il full color, cercando di andare sempre più incontro alle esigenze dei lettori. Perché anche oggi che la tecnologia e la globalizzazione hanno moltiplicato le possibilità di conoscere quanto accade dall'altra parte del mondo, sapere che cosa sta cambiando nella scuola frequentata dai nostri figli o che decisioni hanno preso i nostri amministratori rappresenta un valore cui non si può rinunciare. Altre novità arriveranno, sempre nello spirito di migliorare il vostro e nostro giornale. Ciò che posso garantire è che non cambierà l'impegno con cui tutti i giorni affrontiamo la sfida di raccontare il Nord Ovest, con gli ingredienti che riteniamo imprescindibili: serietà, libertà, rispetto. E' il patto che La Stampa ha con i suoi lettori, è la promessa che oggi rinnoviamo per il futuro.

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"Tolleranza, sogno possibile" (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

"Tolleranza, sogno possibile" E Furio Colombo sulle ronde va all'attacco di Lega e Governo [FIRMA]MARIA ELISA GUALANDRIS VERBANIA «Le ronde sono il primo passo perché in Italia accadano le stesse tragedie della Jugoslavia». Un monito pesante, lanciato ieri a Verbania dal giornalista-deputato Furio Colombo, a Letteraltura con l'amico scrittore dissidente Predrag Matvejevic. Nato a Mostar, in Bosnia Erzegovina, ha lasciato la ex Jugoslavia nel 1991 «dopo gli spari contro la porta di casa mia». Oggi è cittadino italiano, in pensione dopo anni di insegnamento all'Università La Sapienza. «In Italia sono stato accolto con affetto. Ai miei studenti ho insegnato slavistica ed esposto liberamente le mie opinioni di anti-stalinista» ha raccontato. Come scrittore, ha dedicato molte opere alla guerra che ha devastato il suo Paese, alla storia del Mediterraneo, alla difesa dei diritti umani e in particolare dei dissidenti. Di fronte alle macerie di quella che è stata la sua patria, continua a difendere l'idea di Stato multietnico: «E' il modello in cui credo ancora. Purtroppo oggi stiamo assistendo alla rinascita continua dell'intolleranza, mentre cresce velocissima la globalizzazione della crisi. Non riesco a capire l'odio del Nord per il Sud, nella cui arte splende la luce del Mediterraneo. Forse sta nel fatto che nel meridione la mentalità dell'essere prevale su quella del fare» ha spiegato Matvlejevic. A ricondurre la discussione alla scena attuale della politica italiana è stato Colombo, eletto nelle fila del Pd. «Purtroppo anche se non lo vogliamo ammettere siamo diventati razzisti. Gli jugoslavi non erano peggiori di noi, le premesse sono le stesse. La guerra non ha bisogno di motivazioni, si nutre della propria insensatezza e ignoranza» ha detto. Dura la critica alla Lega Nord: «Spesso ho sentito Roberto Cota in parlamento pronunciare la frase "sì se è per la nostra gente". Questo è un principio che viola la Costituzione, che stabilisce che i diritti siano legati alla persona e non allo Stato». E ha proseguito: «All'inizio il nemico dei leghisti erano i napoletani. Poi hanno cercato un nemico più grande, per una paura più grande. La paura è una grande fabbrica di voti». Colombo ha fatto riferimento agli episodi di intolleranza che si verificano in Italia: «Penso al musicista di strada rumeno a cui hanno sparato per sbaglio e che nessuno ha soccorso mentre moriva, o a un senegalese accoltellato nell'indifferenza dei passanti. Purtroppo le violenze aumentano anche se fingiamo di non vederle. E il ministro dell'Interno fa intervenire le ronde: ciò che viene immediatamente prima di quello che Matvlejevic racconta nei suoi libri».

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l'enciclica in ritardo, colpa del latino - citta del vaticano (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 1 - Prima Pagina Il caso Il testo del Papa molto complicato da tradurre, gli esperti del Vaticano sono in difficoltà L´Enciclica in ritardo, colpa del latino CITTA DEL VATICANO città del vaticano Slitta la pubblicazione della nuova enciclica papale per colpa del latino e delle difficoltà legate alla complessità e delicatezza del testo ratzingeriano. L´atteso documento, che Benedetto XVI ha dedicato ai problemi sociali, del lavoro e della globalizzazione, avrebbe dovuto vedere la luce lunedì prossimo. SEGUE A PAGINA 17

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La Spagna soccorre le banche Usa: meno sfiducia (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

DIARIO DELLA CRISI La Spagna soccorre le banche Usa: meno sfiducia Giulia Torbidoni Della crisi, si dice, non si conoscono bene l'entità, nè quanto durerà. Alle ipotesi quotidiane sulla fine della recessione e sulla ripresa economica, si aggiunge l'allarme lanciato ieri dall'Ituc, la Confederazione internazionale dei sindacati, secondo cui «200 milioni di persone rischiano di entrare nella povertà assoluta per effettto della crisi». Il segretario generale dell'Ituc, Guy Ryder, ha partecipato all'incontro organizzato in vista del prossimo G8 e nel suo intervento ha sostenuto che «la situazione sta peggiorando nei paesi in via di sviluppo». Secondo i sindacati, «i governi devono tenere fede agli impegni sugli aiuti pubblici allo sviluppo». Tende a vedere il bicchiere mezzo pieno il Centro studi di Confindustria (Csc). I suoi dati rilevano che a giugno 2009 la produzione industriale è cresciuta dello 0,3% rispetto a maggio, quando invece l'attività era diminuita dell'1,1% rispetto ad aprile. I livelli sono «ancora molto bassi - scrive il Csc - ma si conferma lo scenario di stabilizzazione dell'attività». Rispetto ai primi tre mesi dell'anno, Confindustria si attende, nel secondo trimestre dell'anno, una caduta della produzione industriale del 4,1%. Un dato migliore di fronte a quanto registrato nel primo trimetre 2009 (-9,8%) e negli ultimi tre mesi del 2008 (-8,4%). Stazionario sui livelli di maggio è, invece, il livello retributivo. Se confrontate con quelle del 2008 (variazione tendenziale), le retribuzioni hanno segnato un aumento del 3%. Questo è dovuto al fatto che lo scorso anno non sono stati rinnovati dei contratti. L'Istat ha, poi, aggiunto che sono 2,4 milioni i dipendenti che attendono il rinnovo contrattuale, mentre a maggio ne sono stati rinnovati due: dei giornalisti e dei ricercatori. Uscendo dai confini nazionali, si vede il nuovo punto occato dall'Euribor: 1,120% da 1,1450%. Si tratta della conseguenza dell'immissione, da parte della Banca centrale europea, di 442,24 miliardi di euro negli istituti. La Bce spera così che le banche d'Europa agevolino il credito, mettendo in circolo la nuova liquidità concessa e non tenendola come protezione in previsione di nuove scosse. E a proposito di banche, la Spagna ha concesso un'iniziezione di 9 miliardi di euro per riorganizzare il settore finanziario. Il fondo, inoltre, permetterà allo stato di diventare azionista degli istituti in difficoltà. Oltre oceano gli americani iniziano a fare le formiche. Il tasso di risparmio dei cittadini statunitensi è salito, a maggio, al 6,9%, il picco più alto dal 1993. Il dato trova la sua cartina di tornasole nel fatto che, a maggio, i redditi personali sono aumentati dell'1,4%, ma i consumi solo dello 0,3%. Dall'università del Michigan arriva, poi, la notizia che la fiducia delle famiglie a fine giugno è salita a quota 70,8 punti. La conseguenza è stata una discesa del dollaro sull'euro. Una instabilità monetaria che non piace alla Cina che chiede una nuova moneta internazionale al posto del valuta Usa.

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Michael Jackson, fuori dal mondo (sezione: Globalizzazione)

( da "Manifesto, Il" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

La morte del musicista formalizza il passaggio a icona pop di uno degli artisti più rilevanti del nostro tempo. Suoni e clamori del cantante che ha messo in scena il paradosso dell'esistenza Michael Jackson, fuori dal mondo Francesco Adinolfi La morte di Michael Jackson coglie di sorpresa, non solo per l'età anagrafica dell'artista e perché avviene alla vigilia di un agognato tour britannico ma anche perché in un certo senso è una «morte di tutti», così come le trasposizioni visive (video, film, concerti) delle sue canzoni hanno raccontato «la vita di tutti». La storia di Michael Jackson e della sua carriera non sta infatti tanto nelle canzoni in sé - peraltro concepite con indiscutibile efficacia strutturale e commerciale - quanto nella loro traduzione visiva. Attraverso la trasposizione visuale dei suoi pezzi più noti - da Thriller a Bad - l'artista ha potuto disvelare se stesso e di conseguenza noi stessi; soprattutto nel rettangolo di una tv, di una sala cinematografica o di un palcoscenico è stato in grado - grazie al talento e alla genialità dell'entertainment Usa da cui proviene - di mettere in scena il superamento di quei confini tradizionali che separano, caratterizzano e definiscono le differenze: ingenuo/astuto; buono/cattivo; nero/bianco; maschio/femmina; spirituale/secolare. Jackson è stato tutto e il suo contrario; è stato noi nella nostra quotidianità e storicità; per questo è amato e temuto, attrae e respinge. E soprattutto inquieta. Nei mesi successivi alla prima guerra mondiale, Yeats compose The Second Coming, poesia tremenda in cui riconosceva un mondo esploso, senza più un centro. Con le debite differenziazioni storiche e culturali, quello che ha sempre affascinato di Jackson è stata questa sua «assenza di centro» e la sua predilizione per il limite, il margine. Di più: sondare gli estremi, indagarli, cantarli ha anche contribuito a rivelare una tensione spirituale che da sempre ha informato tutta la carriera dell'artista. Questo è uno snodo fondamentale per capire come Jackson ha continuato - nonostante le accuse più turpi per pedofilia, i processi e una carriera artistica sempre meno prolifica - a mantenere un inalterato consenso di fondo. Più che i pezzi in sé ha avuto effetto sul pubblico il modo in cui la sua ansia esistenziale si è rappresentata attraverso mezzi visivi in grado di superare l'ostacolo della lingua. Da qui la trasformazione della sua carriera in un'auto-analisi/liturgia pubblica tenendo conto delle lunghe frequentazioni religiose (i Testimoni di Geova) e della scelta di temi personali/generali che hanno trovato particolari consensi all'interno della comunità afro-americana. Ovvero la natura del bene e del male, le potenzialità di trasformazione del sé, il rapporto tra natura umana e società; la mascolinità della cultura Usa, la politica dell'identità razziale; l'eplorazione di concetti come pace e amore. Di questo «si parla» nei video e nei concerti di Michael Jackson. Sarebbe, infatti, impossibile pensare alla carriera dell'artista eliminando quell'aspetto visivo; non a caso il passaggio da superstar a icona culturale avvenne proprio in tv, più esattamente il 16 maggio 1983 quando nello speciale dedicato ai 25 anni della Motown, la sua storica casa discografica, mise in scena la caratteristica camminata al contrario, il moonwalk, e fu la deificazione. Video, tv e film sono stati dunque cruciali per la teologia di Jackson, per la sua visione della vita e dell'esistenza. Il suo approccio a questi mezzi - che contribuirà a diffondere in ambito musicale - nascono da una perfetta sintassi postmoderna in cui citazioni, frammentazioni, differenti livelli di discussione mettono in scena l'insondabile umano. Thriller, il pezzo, non potrebbe esistere senza le immagini che lo accompagnano; senza la visione della trasformazione di Michael in licantropo metafora di un discorso più ampio sull'identità black (resa attuale dalla de-africanizzazione del volto di Jackson) e sul corpo dei neri che la cultura schiavista Usa ha trasformato nel simbolo della alterità per eccellenza. In quel video si materializzarono tutte le convinzioni dell'artista sulla natura umana e sull'idea di male (interno/esterno) che a loro volta riflettevano le convinzioni morali e religiose dell'artista (sovente ispirate da Reinhold Neibuhr, il teologo celebrato da Martin Luther King). Allo stesso modo il video di Bad metteva in luce e destrutturava i rapporti di forza gangsteristici e machistici all'interno delle aree urbane Usa con Jackson (nel video il suo personaggio è Darryl) che fa un passo indietro e sceglie - cosa poco facile da fare in un ghetto - l'irregolarità della non violenza. Nel clip va in scena una spettacolare lezione di danza e discorsi imbevuti di quotidianità afro-americana. Anche qui è l'aspetto visivo che dà vigore e completa il brano. Prima e più di altri musicisti Jackson, ha saputo trasformare - per sé e per noi - l'odierno predominio del visivo sul verbale in una ricerca di sensi e significati universali; sta qui la differenza fondamentale tra l'idea berlusconiana di televisione intesa come potere e quella di Jackson che è all'esatto opposto. Francesco Adinolfi La morte di Michael Jackson coglie di sorpresa, non solo per l'età anagrafica dell'artista e perché avviene alla vigilia di un agognato tour britannico ma anche perché in un certo senso è una «morte di tutti», così come le trasposizioni visive (video, film, concerti) delle sue canzoni hanno raccontato «la vita di tutti». La storia di Michael Jackson e della sua carriera non sta infatti tanto nelle canzoni in sé - peraltro concepite con indiscutibile efficacia strutturale e commerciale - quanto nella loro traduzione visiva. Attraverso la trasposizione visuale dei suoi pezzi più noti - da Thriller a Bad - l'artista ha potuto disvelare se stesso e di conseguenza noi stessi; soprattutto nel rettangolo di una tv, di una sala cinematografica o di un palcoscenico è stato in grado - grazie al talento e alla genialità dell'entertainment Usa da cui proviene - di mettere in scena il superamento di quei confini tradizionali che separano, caratterizzano e definiscono le differenze: ingenuo/astuto; buono/cattivo; nero/bianco; maschio/femmina; spirituale/secolare. Jackson è stato tutto e il suo contrario; è stato noi nella nostra quotidianità e storicità; per questo è amato e temuto, attrae e respinge. E soprattutto inquieta. Nei mesi successivi alla prima guerra mondiale, Yeats compose The Second Coming, poesia tremenda in cui riconosceva un mondo esploso, senza più un centro. Con le debite differenziazioni storiche e culturali, quello che ha sempre affascinato di Jackson è stata questa sua «assenza di centro» e la sua predilizione per il limite, il margine. Di più: sondare gli estremi, indagarli, cantarli ha anche contribuito a rivelare una tensione spirituale che da sempre ha informato tutta la carriera dell'artista. Questo è uno snodo fondamentale per capire come Jackson ha continuato - nonostante le accuse più turpi per pedofilia, i processi e una carriera artistica sempre meno prolifica - a mantenere un inalterato consenso di fondo. Più che i pezzi in sé ha avuto effetto sul pubblico il modo in cui la sua ansia esistenziale si è rappresentata attraverso mezzi visivi in grado di superare l'ostacolo della lingua. Da qui la trasformazione della sua carriera in un'auto-analisi/liturgia pubblica tenendo conto delle lunghe frequentazioni religiose (i Testimoni di Geova) e della scelta di temi personali/generali che hanno trovato particolari consensi all'interno della comunità afro-americana. Ovvero la natura del bene e del male, le potenzialità di trasformazione del sé, il rapporto tra natura umana e società; la mascolinità della cultura Usa, la politica dell'identità razziale; l'eplorazione di concetti come pace e amore. Di questo «si parla» nei video e nei concerti di Michael Jackson. Sarebbe, infatti, impossibile pensare alla carriera dell'artista eliminando quell'aspetto visivo; non a caso il passaggio da superstar a icona culturale avvenne proprio in tv, più esattamente il 16 maggio 1983 quando nello speciale dedicato ai 25 anni della Motown, la sua storica casa discografica, mise in scena la caratteristica camminata al contrario, il moonwalk, e fu la deificazione. Video, tv e film sono stati dunque cruciali per la teologia di Jackson, per la sua visione della vita e dell'esistenza. Il suo approccio a questi mezzi - che contribuirà a diffondere in ambito musicale - nascono da una perfetta sintassi postmoderna in cui citazioni, frammentazioni, differenti livelli di discussione mettono in scena l'insondabile umano. Thriller, il pezzo, non potrebbe esistere senza le immagini che lo accompagnano; senza la visione della trasformazione di Michael in licantropo metafora di un discorso più ampio sull'identità black (resa attuale dalla de-africanizzazione del volto di Jackson) e sul corpo dei neri che la cultura schiavista Usa ha trasformato nel simbolo della alterità per eccellenza. In quel video si materializzarono tutte le convinzioni dell'artista sulla natura umana e sull'idea di male (interno/esterno) che a loro volta riflettevano le convinzioni morali e religiose dell'artista (sovente ispirate da Reinhold Neibuhr, il teologo celebrato da Martin Luther King). Allo stesso modo il video di Bad metteva in luce e destrutturava i rapporti di forza gangsteristici e machistici all'interno delle aree urbane Usa con Jackson (nel video il suo personaggio è Darryl) che fa un passo indietro e sceglie - cosa poco facile da fare in un ghetto - l'irregolarità della non violenza. Nel clip va in scena una spettacolare lezione di danza e discorsi imbevuti di quotidianità afro-americana. Anche qui è l'aspetto visivo che dà vigore e completa il brano. Prima e più di altri musicisti Jackson, ha saputo trasformare - per sé e per noi - l'odierno predominio del visivo sul verbale in una ricerca di sensi e significati universali; sta qui la differenza fondamentale tra l'idea berlusconiana di televisione intesa come potere e quella di Jackson che è all'esatto opposto. Foto: AL CENTRO, MICHAEL JACKSON NEGLI ANNI 90 IN TOUR A SINGAPORE (AP). E DA PICCOLO CON LA FAMIGLIA. IN ALTO, DA SINISTRA IL CANTANTE NEL 2004 E I SUOI FANS IN CINA (FOTO AP). A DESTRA, JEFF KOONS «MICHAEL JACKSON AND BUBBLES», 1988; IL CARTOON DELLA POP STAR

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L'enciclica del Pontefice: governare la globalizzazione (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Cronache data: 27/06/2009 - pag: 22 Vaticano La Caritas in Veritate. «Sviluppo impossibile senza uomini retti» L'enciclica del Pontefice: governare la globalizzazione Il Papa: riflettere sul senso dell'economia e dei suoi fini CITTÀ DEL VATICANO «Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale e l'agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere, con effetti disgregatori sulla società, tanto più in una società in via di globalizzazione, in momenti difficili come quelli attuali». L'ultima revisione di Benedetto XVI è ormai pronta, in queste ore si stanno rivendendo le ultime pagine della Caritas in veritate, la terza enciclica del Papa «dedicata al vasto tema dell'economia e del lavoro» che porterà la data del 29 giugno (santi Pietro e Paolo) e sarà presentata tra il 6 e il 7 luglio. Il pontefice ha consultato una quantità di esperti, tra economisti e prelati, ma rispetto all'ultima bozza di aprile ha compiuto la stesura definitiva da solo, parola per parola. In Vaticano si dice ne abbia portata una copia con sé pure nel viaggio in Terrasanta, il mese scorso. L'enciclica, rinviata per tener conto della crisi e «rispondere in base agli elementi reali », richiama la necessità di «una nuova e approfondita riflessione sul senso dell'economia e dei suoi fini, nonché una revisione approfondita e lungimirante sul modello di sviluppo ». La globalizzazione non è il male ma neppure si regola da sé: se governata con «nuove regole » può diventare un'opportunità. E nel «nuovo contesto economico-commerciale e finanziario internazionale» che ha «modificato il potere politico degli Stati», il testo suggerisce «una rinnovata valutazione del loro ruolo e del loro potere », invita i sindacati a «instaurare nuove sinergie a livello internazionale » per affrontare «la riduzione delle reti di sicurezza sociale» e invoca «la presenza di una vera autorità politica mondiale », sulle tracce della Pacem in terris di Giovanni XXIII: non un super-Stato né semplicemente l'Onu, ma un modello internazionale di governo della globalizzazione, un'autorità «che dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, essere ordinata alla realizzazione del bene comune e impegnarsi nella promozione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità della verità». Caritas in veritate, appunto: «Il principio intorno a cui ruota la dottrina sociale della Chiesa ». Benedetto XVI riconduce tutto ai suoi fondamenti teologici e teoretici. Fin dall'incipit: «La carità della verità, che Gesù Cristo ci ha mostrato con tutta la sua vita terrena e, soprattutto, con la Sua morte e risurrezione, è la principale risorsa a servizio del vero sviluppo di ogni singolo uomo e dell'umanità intera». La crisi, ha osservato il Papa, «è nata da un deficit di etica nelle strutture economiche». Un sistema infettato dalla cupidigia. Ma l'economia «ha bisogno dell'etica per il suo corretto funzionamento », o è contro l'uomo o lo distrugge. Di qui la necessità di un codice etico comune: fondato sulla «verità ad un tempo della fede e della ragione», una verità che quindi è accessibile a tutti, «la luce attraverso cui l'intelligenza perviene alla verità naturale e soprannaturale della carità». La ricerca della «giustizia» e del «bene comune » derivano da qui. Benedetto XVI parla di «responsabilità sociale dell'impresa in senso ampio, che tenga conto di tutti gli impatti sociali del suo agire». Fermo restando che anzitutto c'è la responsabilità personale: «Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l'appello al bene comune». Tutto si tiene, lotta alla fame e difesa della vita e attenzione allo «stato di salute ecologica del pianeta», visto che «i doveri che abbiamo verso l'ambiente si collegano con i doveri verso la persona»: perché «il primo capitale da salvaguardare e valorizzare è l'uomo nella sua integrità». Il Papa all'inizio richiama la Populorum progressio di Paolo VI, che nel '67 denunciò la disuguaglianza tra Paesi ricchi e poveri, ma l'enciclica recepisce anche la Humanae vitae, contro aborto e contraccezione. Così «l'apertura alla vita è al centro del vero sviluppo » e «se si perde la sensibilità personale e sociale verso l'accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono ». Del resto sviluppo economico e crescita demografica corrispondono. E una «apertura moralmente responsabile» alla vita rappresenta «una ricchezza sociale ed economica». Detto questo, «la carità nella verità chiede urgenti riforme per affrontare con coraggio e senza indugio i grandi problemi dell'ingiustizia nello sviluppo dei popoli». Dopo più di quarant'anni dalla Populorum progressio lo sviluppo che doveva essere «estensibile a tutti » è stato «e continua ad essere gravato da distorsioni e drammatici problemi». La fame, anzitutto: «Dare da mangiare agli affamati è un imperativo etico per la Chiesa ». E «alimentazione e accesso all'acqua» sono «diritti universali ». E i Paesi poveri devono essere sostenuti e coinvolti nei processi decisionali. La crisi preoccupa, ma «dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta dei valori di fondo su cui costruire un futuro migliore». Oikonomia significa «legge» o «amministrazione» dell'oikos, la casa: «Lo sviluppo dei popoli dipende soprattutto dal riconoscimento di essere una sola famiglia ». Gian Guido Vecchi Il documento Papa Benedetto XVI sta per pubblicare la terza enciclica del suo pontificato: in queste ore si stanno rivedendo le ultime pagine della Caritas in Veritate. Porterà la data del 29 giugno Le frasi \\ Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c'è coscienza e responsabilità sociale \\ È necessaria una revisione approfondita e lungimirante del modello di sviluppo \\ Nel nuovo contesto mondiale serve una rinnovata valutazione del ruolo e del potere degli Stati \\ Una apertura moralmente responsabile alla vita rappresenta una ricchezza Gli esperti Il Papa per la sua enciclica ha consultato molti esperti, economisti e prelati

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Economia data: 27/06/2009 - pag: 28 Alleanze L'amministratore delegato Fiat: bene giugno. «Questo fine settimana decideremo dove produrre la 500 americana» «Opel ci interessa ma l'offerta non cambia» Marchionne: su Chrysler non voglio deludere Obama, sfida a Toyota e Honda DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA Non passerà negli Stati Uniti più di 183 giorni l'anno, prevede, «se non altro per ragioni fiscali». Ma ora che veste il doppio cappello di amministratore delegato di Fiat e di Chrysler, Sergio Marchionne avverte che dedicherà «parecchio tempo» al suo ufficio di Detroit. Lo farà perché questo fine settimana dovrà decidere dove costruire la Nuova 500 «made in >Usa» e perché oltre-Atlantico, dice, porterà le Alfa Romeo. Ma anche per una sua idea commerciale precisa su Chrysler: «I consumatori americani dovranno spostarsi verso auto di taglia inferiore e con Fiat siamo piuttosto bravi in questo premette il manager italo-canadese - . Adesso il progetto per Chrysler è di sfidare sul mercato americano gruppi giapponesi come Toyota e Honda nelle vetture di medie dimensioni. Possiamo essere competitivi sui modelli e sui costi». A rafforzare l'ottimismo di Marchionne contribuisce un mese di giugno che gli fa confermare gli obiettivi 2009 del Lingotto, ma anche la valutazione sulla prima linea che ha trovato a Detroit: «Sono contento della velocità con cui stiamo selezionando i manager, ci sono dei veri leader e credo che terremo il 90% delle persone». Per Marchionne, l'occasione di fare il punto è arrivata ieri all'isola di San Clemente a Venezia, al Workshop 2009 del Consiglio per le relazioni Italia-Usa (di cui da ieri è presidente). L'amministratore delegato del Lingotto ci arriva da un incontro a Singapore, ma neanche il lungo viaggio gli cancella un'ombra di ironia dal sorriso. Né lui fa molto per dissimularla, con un occhio alla vicenda Opel: «Da ciò che sento osserva fra Opel e Magna non sta andando molto bene. Noi abbiamo confermato il nostro interesse». Inutile chiedergli di più, o ipotizzare che Fiat intenda alzare la sua offerta: «Non credo che si possa migliorare perché è la più razionale». Le parole ufficiali finiscono qua, non però le opinioni fortemente sentite dal numero uno operativo di Torino. Chi partecipa al Workshop, rigorosamente a porte chiuse, ne avrà un assaggio subito dopo. Perché sarà che questi mesi di spola attraverso l'Atlantico a Marchionne hanno dato un'idea più diretta delle differenze. Certo ormai si è convinto che l'approccio di sistema scelto da Barack Obama sia quello giusto: ristrutturare l'intero settore in modo organico, partendo dalla certezza che la domanda cambia e la capacità produttiva va ridotta. «Non ho mai incontrato Obama di persona, solo la sua squadra. Raccolgo la sfida, non ho intenzione di deludere », osserva. Invece è quello che vede soprattutto in Europa che non lo convince: interventi frammentari e improvvisati dei singoli governi a sostegno artificiale della domanda, palesi violazioni delle norme sugli aiuti di Stato. Sullo sfondo c'è settore globale dell'auto con un eccesso di capacità del 30%, anche in Cina. E di fronte a queste realtà che Marchionne rimprovera agli europei il ritardo e l'assenza di visione. O, come lo chiama lui, «un eccesso di realismo» di cui l'America non soffre mai. Federico Fubini Sergio Marchionne

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Immigrati, ambiente, lavoro Le sfide nel neo-Illuminismo (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Terza Pagina data: 27/06/2009 - pag: 35 Manifesti Vent'anni dopo Martinelli, Salvati e Veca ripropongono «Progetto 89» Immigrati, ambiente, lavoro Le sfide nel neo-Illuminismo Libertà, fraternità e uguaglianza: princìpi ancora validi di ALBERTO MARTINELLI, MICHELE SALVATI, SALVATORE VECA A vevamo cinquant'anni nel 1988, quando ci accingemmo a scrivere questo libro: uno di noi un po' di piu, gli altri due un po' di meno. I tre attempati moschettieri di allora sono ulteriormente invecchiati: «Vent'anni dopo», appunto, come Alexandre Dumas titola il seguito del suo romanzo piu famoso. Ma non è invecchiata la tesi forte che allora sostenevamo e che ci sentiamo di sostenere oggi, con convinzione anche se forse con maggior cautela: quelle tre parole magiche Liberté, Egalité, Fraternité ancora circoscrivono l'area nella quale noi, epigoni della modernità, cerchiamo il disegno di una società desiderabile; sono ancora la bussola che ci guida nelle proposte di riforma delle società in cui viviamo, al fine di avvicinarle a società migliori. Vent'anni sono tanti. E poi, che vent'anni! Quando scrivevamo, il regime comunista, il «socialismo reale », era ancora una realtà politica in Europa. Si avvertivano scricchiolii, segni di cambiamento, ma nessuno poteva prevedere che l'anno successivo sarebbe stato abbattuto il muro di Berlino. (...) Nel mondo capitalistico un grande mutamento era avvenuto gia alcuni anni prima, intorno al 1980. Anche in questo caso, tuttavia, non era cosi evidente che Margaret Thatcher e Ronald Reagan avevano chiuso una delle grandi fasi del capitalismo e ne avevano aperta un'altra. Avevano chiuso la fase dell'età dell'oro, dei trent'anni gloriosi, del keynesismo, del compromesso socialdemocratico, e avevano aperto quella fase neoliberale che sarebbe sfociata nella globalizzazione: quando scrivevamo, ignoravamo persino questa parola. Mentre scriviamo, la fase neoliberale, ormai protrattasi per un quarto di secolo, conosce la sua crisi più grave: non sono pochi coloro che preconizzano, forse un po' avventatamente, un nuovo cambio di fase, un nuovo modello di regolazione del capitalismo. E non solo nuove regole, ma nuove potenze egemoni. Nuove grandi potenze sono infatti all'orizzonte, anzi sono già tra noi. Deng Xiaoping, al potere in Cina da una decina d'anni nel 1989, aveva avviato la politica delle quattro modernizzazioni e cominciato ad attuare i programmi di riforma che hanno condotto la Cina alla crescita travolgente degli ultimi vent'anni. (...) Capitalismo e socialismo sono entrambi il frutto di una visione prometeica: non ci sono vincoli al libero dispiegarsi delle facoltà umane se non quelli che l'uomo pone a se stesso, poiché la natura, l'ambiente, si piegano con docilità ai progetti dell'uomo. La visione prometeica è radicata nell'Illuminismo, di cui i due grandi sistemi economici sono figli, ed è semmai nel pensiero romantico ed anti-illuministico che troviamo maggiore attenzione ai limiti che la natura e l'ambiente pongono ai progetti umani. Ma Illuminismo e Progetto Ottantanove libertà eguaglianza fraternità sono strettamente connessi. Quando scrivevamo, vent'anni fa, poca attenzione prestammo ai limiti che la natura pone allo sviluppo. Un po' perché, anche se le preoccupazioni ecologiche erano gia diffuse e avevano dato vita a importanti movimenti politici, non ci era chiaro (e non lo era neppure agli ecologisti) come esse potessero incidere sui nostri princìpi. E soprattutto perché l'ordine di grandezza di quelle preoccupazioni era assai minore, anche se proprio nel 1987 era stato pubblicato il rapporto Brundtland sullo sviluppo sostenibile. In questi vent'anni si sono accumulate evidenze drammatiche sui rischi che l'ecosistema sta correndo, per il solo effetto di uno sviluppo economico che è ancora limitato a una parte del pianeta. Ma a questa parte è ormai impossibile limitarlo: sono state coinvolte nella «modernità», in un processo di accelerata rivoluzione industriale, altri tre miliardi di persone e i rischi aumentano in modo esponenziale. Un collasso ecologico è nell'ordine delle possibilita concrete; o lo è un'economia della penuria; e più probabilmente lo sono entrambi. Difficile pensare che non ci siano conseguenze sui nostri princìpi, implicitamente basati su una concezione lineare di progresso. Come sopravvivono libertà, eguaglianza e fraternità in condizioni di grande scarsita di risorse? (...) Quando scrivevamo, vent'anni fa, l'Italia non era ancora un Paese di immigrazione. Oggi lo scontro tra i «noi» e i «loro», in Italia e in Europa, non riguarda solo Paesi diversi, non si riferisce solo a dei «loro » lontani. I «loro», i «diversi», stanno ormai a casa nostra, e le strategie di convivenza integrazione o multiculturalismo o qualche miscela delle due non riescono a sopire i conflitti: le diversità culturali, sommate alla povertà e talora alla delinquenza, creano spesso miscele esplosive di emarginazione e di rigetto. Xenofobia. Razzismo esplicito, nei casi estremi. Insomma, la globalizzazione, la riduzione della crescita economica, la precarietà del lavoro, le minacce esterne, l'immigrazione, hanno accentuato paure e insicurezze. Hanno accresciuto la domanda di valori forti. Hanno reso ancora piu complesso il problema della fraternità-solidarietà. Hanno ristretto il diametro dei gruppi all'interno dei quali ci sentiamo sicuri e solidali. E dunque l'area nella quale vogliamo attuare equilibri elevati di libertà ed eguaglianza. Questa è una sommaria rassegna di come il mondo è cambiato, «vent'anni dopo». Si tratta di un test formidabile per i nostri princìpi, per il Progetto Ottantanove, per il disegno neoilluministico di una societa buona. Se il progetto regge alla prova di queste straordinarie variazioni di contesto, vuol dire che si tratta di un progetto robusto, che vale la pena di perseguire. Un progetto che ancora deve orientare la nostra azione come animali politici, come democratici e riformisti. A nostro avviso il progetto regge e ognuno di noi cerca di motivare questa convinzione in brevi appendici che seguono il testo originale, riprodotto integralmente e senza alcuna modifica. «L'ALBERO DELLA LIBERTÀ» (LESUEUR BROTHERS, 1789 CIRCA) Il volume Il brano che pubblichiamo è un'ampio stralcio dell'introduzione di Alberto Martinelli, Michele Salvati e Salvatore Veca alla nuova edizione di «Progetto 89. Tre saggi su libertà, eguaglianza, fraternità» edito da il Saggiatore (pagine 364, e 12)

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PD: CHIAMPARINO, ALTERNATIVI A BERLUSCONI NON (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

''Bisogna costruire un'alternativa credibile a Berlusconi, vale a dire un sistema di valori e di politiche alternative. Non dobbiamo invece accedere a suggestioni di antiberlusconismo che presuppongono Berlusconi per sempre''. Lo ha detto il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, parlando ai giovani del Pd riuniti al Lingotto. Chiamparino ha indicato quella che a suo avviso e' la mission fondamentale di un partito come il pd, ''quella di coniugare liberta' e giustizia sociale''. Una giustizia sociale che e' in forte crisi in europa a causa dei deficit di bilancio. E la soluzione, secondo Chiamaparino, e' quella di liberare risorse per la giustizia sociale, vale a dire protezione per chi e' esposto alla globalizzazione, premiare chi merita, accompagnare al lavoro chi non ce l'ha, dai settori protetti e garantiti.

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Difficoltà nella traduzione, slitta la pubblicazione dell'enciclica (sezione: Globalizzazione)

( da "Varesenews" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Roma - Citta' del Vaticano Difficoltà nella traduzione, slitta la pubblicazione dell'enciclica Il 29 doveva uscire l'enciclica sociale di Benedetto XVI, ma il testo in latino deve ancora essere completato: uscirà il 6 o 7 luglio. "Occorre governare la globalizzazione" Zoom Testo Stampa | Invia | Scrivi Uscirà il 6 o 7 luglio, ma porterà la data del 29 di giugno. Perchè il giorno di pubblicazione della terza enciclica di Benedetto XVI era fissato da tempo, ma le difficoltà di traduzione ritarderanno l'uscita di una settimana o poco più: pochi i traduttori in grado di padroneggiare il latino, tanto più quando si parla di un'enciclica che parla del mondo moderno ed è piena di neologismi riferiti alla modernità. A differenza delle due precedenti, pubblicate nel 2005 e nel 2007, la terza enciclica firmata da Ratzinger sarà infatti a tema sociale: la "Caritas in veritate" (il nome coincide, come sempre, con le prime parole del testo) è dedicata ai temi dell'economia e del lavoro nel mondo globalizzato. Il Papa sottolinea che la globalizzazione non è in sè un fenomeno negativo, ma che neppure si può pretendere che si governi da sè: di fronte al diminuire del potere degli Stati nazionali è necessario dunque un organo di governo mondiale della globalizzazione, «che dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in modo coerente ai principi di sussidiarietà e di solidarietà, essere ordinata alla realizzazione del bene comune e impegnarsi nella promozione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai valori della carità della verità». Lotta alla fame, difesa della vita e tutela dell'ambiente sono obiettivi possibili, da raggiungere superando «le distorsioni e le difficoltà» nella distribuzione della ricchezza e nell'affermarsi dei diritti. La data ufficiale di uscita dell'enciclica rimarrà il 29 giugno: ma ancora ieri la tipografia dell'Editrice Vaticana non ha ancora ricevuto il testo in latino. In passato le encicliche venivano pubblicate nelle lingue moderne principali - inglese, italiano, francese, spagnolo, portoghese, per citarne alcune - e solo in un secondo tempo usciva la versione "originale" in latino. Per la sua terza enciclica papa Ratzinger ha però deciso di dare maggiore rilevanza alla lingua universale della cattolicità, prevedendo un'uscita simultanea del testo latino e di quelli nelle lingue moderne: una scelta inserita nella riscoperta del latino inaugurata con il "Motu propriu" dello scorso anno che autorizza la celebrazione della messa nella lingua di Cicerone e Tertulliano.

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USA: PRODI, NO POLITICA OBAMA SU UE PERCHE' EUROPA SENZA (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 27-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

''A chi mi chiede qual e' la politica di Obama nei confronti dell'Europa, dico che non si vede ancora perche' e' difficile avere una politica con chi non ha un'identita'''. Lo ha detto Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione europea, nel corso di un intervento tenuto in occasione della consegna del 'Premio Europa Camaldoli-La Verna', cerimonia a cui e' intervenuto anche Giovanni Maria Flick. ''Vedo invece, ad esempio - ha aggiunto - una politica di Obama con la Germania o con la Francia, ma non con l'Unione europea''. A proposito poi della crisi economica, Prodi ha fatto notare che ''Obama ha presentato subito un pacchetto da 800 miliardi di dollari contro la crisi, anche la Cina ha presentato un pacchetto da 585 miliardi di dollari mentre in Europa ogni Paese fa la sua politica. Tutti gli analisti - ha concluso tornando a invocare un cambio di passo dell'Ue - prevedono una ripresa rapida in Cina, rapidina negli Stati Uniti e lenta in Europa perche' non poter prendere decisioni impedisce il salto in avanti''. Il premio, giunto alla sesta edizione, e' stato attribuito alla Comunita' del Monaci Camaldolesi e ritirato dal priore padre Bernardo Cozzarini. Questi ha sottolineato che ''una comunita' monastica che non ospita e' una comunita' morta. In una societa' in cui si alzano le mani per respingere, la comunita' monastica apre le braccia per accogliere e ospitare, come noi siamo stati ospitati da Dio''. Nell'occasione e' stata anche scoperta una lapide in ricordo della visita fatta il 13 luglio del 1952 a Camaldoli da Alcide De Gasperi.

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Scoperti sei nuovi evasori totali (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

GUARDIA DI FINANZA. LA FESTA PER IL 235° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE Scoperti sei nuovi evasori totali [FIRMA]DANIELE GENCO POLLEIN Nei primi sei mesi del 2009 sono stati scoperti sei evasori totali, sconosciuti al fisco. Il dato è stato annunciato ieri dal generale Antonio Carelli, comandante della guardia di finanza, alle celebrazioni per il 235° anniversario di fondazione del Corpo nella caserma di Pollein. Nello stesso periodo le Fiamme gialle hanno portato a compimento 71 verifiche sostanziali e 106 controlli per contrastare l'evasione fiscale, recuperando redditi non dichiarati per oltre 2 milioni e 400 mila euro. Inoltre su richiesta della Corte dei Conti è stato accertato un danno erariale di un milione di euro. Per il lavoro sommerso sono state 13 le violazioni, 4 i lavoratori completamente in nero, 18 quelli irregolari. Durante la cerimonia sono stati premiati gli uomini del Soccorso alpino di Entrèves e Cervinia che hanno effettuato 31 interventi, soccorrendo 41 persone (16 illese, 23 ferite, 2 decedute). Riconoscimenti anche per il Nucleo tributario di Aosta, che si è occupato di una delicata inchiesta di bancarotta fraudolenta, e per i militari di Entrèves, che hanno recuperato centinaia di prodotti contraffatti. La giornata è stata anche l'occasione per annunciare che la nuova caserma di via Clavalité ad Aosta sarà operativa entro la fine di settembre e sarà intitolata a Eliseo Giovanni Luboz di Introd, medaglia di bronzo al valor militare (ieri c'erano anche i nipoti, Pierino e Mario Luboz). La struttura è quasi ultimata. Ma già il 15 luglio, nello spazio esterno della caserma, ospiterà la cerimonia del passaggio di consegne tra il generale Carelli e il suo successore, il generale Angelo Massa, 59 anni, originario di Frosinone e responsabile del Dipartimento della Protezione civile. Il comandante uscente ha sottolineato lo sforzo profuso dai suoi uomini: 260 tra ufficiali, sottufficiali e militari distribuiti tra il comando di Pollein e le tenenze di Cervinia, Entrèves, Gran San Bernardo e Verrès. Carelli ha poi parlato di rispetto delle regole, sicurezza del mercato, globalizzazione e tutela della collettività: «La crisi finanziaria internazionale - ha detto - ha avuto pesanti ripercussioni sulle attività economiche». Un elogio è stato espresso sulle concrete misure anti crisi varate dal governo valdostano, volte a sostenere il potere di acquisto e rilanciare la competitività del sistema produttivo locale. Carelli ha poi concluso: «In ogni frangente e in ogni atto di servizio istituzionale i finanzieri che operano in Valle d'Aosta sono sempre stati all'altezza delle aspettative, per professionalità ed equilibrato rigore». Ed entrando nel merito dei numeri dell'attività, il generale ha ancora sostenuto che tocca alle fiamme gialle «garantire l'equità fiscale, prevenire e reprimere le truffe, contrastare il lavoro nero, il mercato dei falsi e le forme di criminalità economica organizzata».

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L'Occidente rischia di fare il gioco della teocrazia (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il dissidente iraniano al Council Italia-Usa «L'Occidente rischia di fare il gioco della teocrazia» I movimenti popolari per la democrazia magari apparentemente si spegneranno, ma bisogna sapere che in Iran quando si muove la protesta di piazza gli esiti non sono immediati, si vedono dopo cinque, sei, anche sette anni. E più l'Occidente condanna il regime e fa pressioni, più si avvita un circuito di errori, spingendo la teocrazia ad irrigidirsi. L'esito politico della dura contrapposizione tra i riformisti di Mousavi e i tradizionalisti conservatori al potere ancora oggi con Ahmadinejad potrebbe essere nell'immediato un accordo formale, e l'Occidente non si deve far fuorviare se l'opposizione dovesse finire per allinearsi con la Guida Suprema nell'attaccare gli Stati Uniti che negano all'Iran di tornare ad essere Persia dotandosi del nucleare: al contrario, significherebbe piuttosto che si è dato corso a una (sotterranea) riforma del sistema della «democrazia islamica». Ricostruito ascoltando più fonti, questa sarebbe la sostanza politica dell'intervento rigorosamente off-the-record dell'iraniano Abbas Maleki al Council Italia-Usa. Di certo, l'intervento al quale si è prestata maggior attenzione. Perché Maleki, a lungo sottosegretario agli esteri ai tempi di Rasfanjani, studioso di casa ad Harvard, e responsabile di un istituto di geopolitica a Teheran, ha spiegato che la tradizione della Persia è sentirsi parte del Medio Oriente. Ma adesso, dato il vertiginoso sviluppo dell'Asia, pensa a rafforzarsi e a vendere le proprie risorse di gas e petrolio all'Est, più che all'Ovest. Un'affermazione che ha fatto riflettere molto i presenti, a cominciare dal presidente dell'Eni Roberto Poli. Perché naturalmente le politiche di sanzioni (che non hanno mai funzionato, un recente rapporto statunitense spiegava come e quanto gli Usa continuano a fare affari col regime degli ayatollah) potrebbero essere facilmente scavalcate proprio da un intensificarsi degli scambi petroliferi con Russia e Cina, e cioè con i paesi che non hanno condannato la brutale repressione in Iran. \

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il paese dei contadini aristocratici - stefano malatesta (sezione: Globalizzazione)

( da "Repubblica, La" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Pagina 40 - Cultura Il paese dei contadini aristocratici Memorie toscane i luoghi Montefollonico è un borgo del Senese, oggi turistico, ma fino a ieri centro agricolo e minerario. I suoi abitanti conducevano una vita durissima, iniziando a lavorare da quando "s´era capaci di camminà". Un libro ha raccolto i ricordi degli anziani, che raccontano fatica e povertà ma anche un´intensa vita sociale fatta di feste, musica e cacce STEFANO MALATESTA montefollonico è un borgo del Senese, alto sulle colline, non ha i nobili palazzi umanistici di Pienza e nemmeno quegli scorci architettonici e quella vista sulla Val d´Orcia di Monticchiello. Ma la straordinaria bellezza del paesaggio tutt´intorno, una delle campagne più a regola d´arte che esistano, con le coltivazioni già identiche a campiture stese su tela con colori ad olio, i fondali che sfumano dall´azzurrino al turchiniccio, i casali color mattone che spezzano le linee orizzontali dei prati verdi, si riversa nel borgo dandogli un fascino che non avrebbe altrove. Ogni tanto qualche sindaco della Toscana, dedito all´autolesionismo, prova a modificare questo paesaggio senza rendersi conto che si dà la tradizionale zappa sui piedi. La venustà della campagna toscana non è solo una cosa degna di contemplazione e basta, che viene preservata per contentare gli esteti alla Ruskin che passano da una visione estatica all´altra. Rappresenta quello che è la Ford per Detroit o la Borsa per Londra: il volano di tutta l´economia della regione. Se l´immagine di questo paesaggio si incrina e i turisti disgustati se ne vanno, i bilanci della regione sprofonderebbero senza speranza. Negli ultimi tempi le meraviglie della natura, i palazzi, i musei ricolmi di opere geniali sembrano essere stati creati come splendida cornice ad attività molto più materiche che spirituali: una continua ossessiva ricerca di cibo definito «genuino» e «naturale», che sembra diventata lo scopo primario delle masse di turisti in Toscana. Pienza, una volta chiamata città dell´arte, si sta trasformando in città del cacio, con decine di botteghe aperte lungo il corso che vendono oltre ai pecorini, anche marmellatine, salamini, prosciuttini, senza che nessuno sappia mettere un freno ad un´attività commerciale insensata e dannosa nella sua frenesia. Montefollonico si è salvata dal cacio, ma tutta l´area è dedita al culto della bistecca chianina e numerose trattorie intorno diffondono nell´atmosfera il profumo della tagliata al rosmarino, che sembra quasi un odore connaturato al posto, come il profumo del sandalo nello Yemen o il gelsomino in Sicilia. Su Montefollonico è uscito in questi giorni un bellissimo testo, Memoria di un Paese: Montefollonico… ieri, di Renzo Butazzi, pubblicato dall´Accademia degli Oscuri di Torrita di Siena, che solo in apparenza rientra in un vistoso fenomeno editoriale letterario della provincia italiana, che da qualche anno si va beatamente interrogando sulle proprie radici. I giornali continuano a parlare della globalizzazione, che dovrebbe raggiungere anche le contrade più remote, e noi tutti siamo in attesa del momento in cui i cinesi, diventati i padroni del mondo, ci faranno tirare i risciò al posto dei coolies in un simpatico contrappasso. Ma in Toscana per la verità i paesani, non si capisce bene se per timore di questa globalizzazione di cui non vedono gli scopi o più semplicemente perché se ne fregano altamente di questi temi mondiali, hanno reagito con un comportamento che si potrebbe definire la sindrome della marmotta: ad ogni segnale che non rientra nelle loro usanze tradizionali, si vanno a rifugiare nel profondo delle loro tane. O nel proprio "particulare", come direbbe Guicciardini. A Pienza tutti hanno seguito con interesse l´elezione di Obama, ma la vera attrazione quest´anno come negli anni scorsi è stata la gara del lancio del panforte, alla quale questa volta non ho partecipato, con mio grande rammarico. L´aspetto sorprendente di questa riscoperta della civiltà contadina, non solo il lavoro dei campi, ma i modi, gli usi, le feste, le ricorrenze, gli scherzi, i motti e il linguaggio, è il suo tono accentuatamente edulcorato. Come se gli autori, quasi tutti contadini o meglio figli di contadini, che in realtà non si sono mai mossi dal borgo, non avessero capito bene quello che si raccontava in casa. Trenta o quarant´anni fa l´immagine della vita nei campi era quella di una fatica che stroncava i corpi come le menti, inumana per definizione. Anche in Toscana, dove i braccianti erano in numero limitato, non esisteva latifondo e i contadini erano quasi tutti mezzadri, vivere in campagna significava immensi sacrifici e privazioni costanti. Adesso quasi tutti ne parlano, seduti nei caffè di Montalcino, con i divani di velluto rosso, o in piazza a Pienza, come di un´età felice, una sorta di Bengodi del genere Amici miei, dove gli scherzi si alternavano alle mangiate e bevute e la vita della famiglia mezzadrile era sana e unita. Oh i bei tempi di quando Brunetto, il proprietario del bar di Pienza, andava a piedi a Siena per non perdersi la nuova quindicina. E sono molto rari gli accenni a tutta quella violenza, soprattutto sulle donne e sui bambini, che era la realtà nascosta di ogni cultura rurale. Sembra di essere ritornati ai racconti di lingua toscana infiocchettati e lustri di Bino Sanminiatelli, che girava in calessino dalle parti di Lamole, o di Gotti Lega, l´autore di Memorie toscane. Personaggi spesso di forte simpatia, avarissimi come tutti i proprietari toscani, scrivevano libri inzeppati di storie noiosissime, come la gita dallo zio arciprete che faceva il «vino bono» e l´«oio bono», le due ossessioni primarie dei toscani nella vita come nelle conversazioni, o quando erano andati a rubare le ciliegie nel giardino del curato, parlando di quegli anni come di un´età dell´oro. Memoria di un Paese: Montefollonico… ieri ricorda un celebre saggio minimalista, il Montaillou di Le Roy Ladurie, splendido narratore. La differenza sta che il ritratto del paese occitano viene ricavato da una pazientissima analisi di testi trattati con una cura filologica estrema. Mentre Butazzi si è servito delle testimonianze dirette di sopravvissuti, che parlano una lingua finalmente non affettata, ma trasparente e chiara che suona come musica alle orecchie. Il merito del libro di Butazzi è quello di mantenere un equilibrio tra la narrazione delle miserie di un mondo ormai tramontato per sempre e tutti i momenti in cui una razza di contadini, la più tenace, la più acuta e spesso anche la più aristocratica d´Italia, riusciva a scrollarsi di dosso quelle immani fatiche e a camminare lesta e leggera godendo il panorama, il vino e la compagnia degli amici, e creando una vita sociale straordinariamente intensa fatta di manifestazione religiose, di musica, di balli, di cacce. Nella famiglia mezzadrile si lavorava da quando «s´era capaci di camminà». I ragazzi più grandi andavano con gli adulti a seminare e a mietere e i più piccoli a badare ai maiali e alle pecore. Si lavorava dodici, quattordici, anche sedici ore al giorno e c´erano case coloniche che erano porcilaie, senza nessun servizio igienico, niente strade, niente acqua e niente luce. Da marzo fino a dicembre «‘un c´era pace», nelle case c´erano pochi letti e in tre letti dormivano sette o otto persone. Quando si accendeva il fuoco, il fumo invece di andare su per il camino, si spargeva per la stanza. Ma quando arrivava il carnevale, tutti andavano a ballare anche senza orchestra, con la fisarmonica, e quelli che non ballavano si esercitavano alla rotella o andavano a vedere le corse dei cavalli nella chiesa di Renellino, o le corse a piedi, e a chi vinceva davano una gallina e un coniglio. La campagna era piena di vigneti e alla fine della giornata tutti si ritrovavano sdraiati nell´erba a sognare quando avrebbero fatto fuori il padrone.

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(sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Primo Piano data: 28/06/2009 - pag: 9 L'intervista L'europarlamentare verde Claude Turmes: «Dall'America una proposta concreta dopo un decennio di inazione» «Anche l'Europa deve fare di più Dia l'1% del Pil» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES «È un passo grande e importante, quello che ha fatto oggi l'America. Soprattutto dopo i 10 anni di inazione, o peggio, passati sotto Bush. Ma non basta ancora. L'America può fare di più, per combattere il cambiamento del clima. E anche l'Europa». Claude Turmes, vicepresidente dei Verdi al Parlamento europeo e braccio destro di Daniel Cohn-Bendit, ha accolto le notizie in arrivo da Washington «con un sentimento misto», cioè di gioia e delusione. Ma davvero non basta un 17% in meno di emissioni inquinanti entro il 2020? O un 20%, che è poi l'obiettivo datosi dall'Unione europea per il 2020? «No. Bisognerebbe arrivare a un taglio del 30%». Ma come? «Ci sono 21 differenti fonti di energia alternativa, su cui investire. Ogni Paese ha le sue: l'Italia ha il sole, il vento, o la biomassa, la Gran Bretagna il mare, e così via. E il bello è che si può scegliere». Ma per poter scegliere, occorrono i soldi. Quanto dovrebbe investire la Ue, nelle varie tecnologie verdi? «Almeno l'1% del suo prodotto interno lordo. Ma ci sono già Paesi come la Germania, che investono il 6-8% del loro Pil, per esempio nel trattamento delle acque o nell'energia eolica, o nel geotermico». Quali sono i Paesi europei più avanzati, in questo campo? «La Germania, appunto: lo sa che esporta già le sue pale a vento negli Stati Uniti? E poi, la Danimarca». E i Paesi-pecore nere? «Quelli dell'Est, per via della loro eredità industriale, le industrie pesanti: la loro efficienza energetica è da 3 a 5 volte minore di quella dei Paesi occidentali. Ma purtroppo, anche l'Italia non sta abbracciando questa grande opportunità rappresentata dall'economia verde». Perché? «A dir la verità, conosco piccoli e medi imprenditori italiani che sono anche molto sensibili, su questi temi. Ma difetta un po' la cornice politica». Fra 7 mesi, il mondo si ritroverà a Copenaghen per la conferenza sul clima, la «Kyoto d'Europa». La decisione presa ieri a Washington servirà a farsi comprendere meglio anche dalla Cina, la spingerà a fare la propria parte? «Se non altro, è una proposta concreta che costringerà la Cina a parlare anch'essa con chiarezza. Ma con quel taglio delle emissioni limitato al 17%, c'è sempre il rischio che gli altri dicano: gli Usa non offrono tanto, e allora anche noi...». Cina, India, o i Paesi africani, chiederanno all'Occidente i soldi per ripulire i loro cieli. Sarà giusto darli? «Sì. Sarà morale. È una questione etica, oltre che ecologica. Noi abbiamo delle responsabilità storiche verso quei Paesi che non erano ancora industrializzati 30 o 40 anni fa. Abbiamo accumulato Co2 nei cieli per molti decenni, prima che iniziassero loro a farlo». In alcune parti del Nord Europa si applica già la «carbon-tax» sui carburanti tradizionali per scoraggiare chi inquina. Che ne pensa? «Che sarà difficile applicarla a livello europeo: ci vorrebbe l'unanimità, anche in base al Trattato di Lisbona che deve ancora entrare in vigore. Ma se adottassero la carbontax alcuni Paesi come Francia, Italia, Germania, Spagna, Belgio, Olanda e Lussemburgo, questo da solo basterebbe ad abbattere dell' 80% le emissioni». Anche in Europa, c'è chi dice: con la crisi, non possiamo sprecare soldi nei mulini a vento. «Ma è vero il contrario: con gli investimenti nelle tecnologie verdi, l'economia avrà nuovo sviluppo e creerà nuovo lavoro. Certo, per investire oggi dovremo fare dei debiti che pagheranno i nostri figli e nipoti: ma la loro, con i cieli più puliti, sarà un'epoca migliore. I capi dei governi temono di impegnarsi in una riduzione più decisa, e più profonda, delle emissioni inquinanti: devono invece convincersi che l'efficienza energetica conviene a tutti. Ci vuole un 'New Deal' per l'ambiente, ma subito. L'Europa ne ha bisogno, gli Usa pure, la Cina o l'India ne hanno bisogno, in una parola ne ha bisogno il mondo». Ambientalista Claude Turmes Luigi Offeddu loffeddu@rcs.it

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F aletti (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Libri data: 28/06/2009 - pag: 33 La Pagella RRRRRRRRRR voto6 La libreria GIORGIO FALETTI Io sono Dio Baldini Castoldi Dalai, pp. 524, Attiva dal 2002, la Libreria Orientalia di Roma (via Cairoli 63, tel 06/4464956, info@orientalialibri.it) è punto di riferimento per studiosi e amanti del Medio e dell'Estremo Oriente. di Giorgio De Rienzo e20 1 6 Faletti, bene la trama. Sembra americano Paul Williams Il Buddhismo Mahayana Astrolabio-Ubaldini, e21 Thich Nhat Hanh Vita di Siddharta il Buddha Astrolabio-Ubaldini, e24 2 7 F aletti Maurizio Scarpari Xunzi e il problema del male Cafoscalina, e 6,20 Lu Ji L'arte della scrittura Guanda, e8 3 8 Shunryu Suzuki Roshi Mente zen, mente di principiante Astrolabio-Ubaldini, e10 Kazuo Ishiguro Quando eravamo orfani Einaudi, e 9,80 ambienta tutto in Usa il nuovo thriller grandioso nella propria orchestrazione, ma anche nei suoi eccessi descrittivi. C'è un antefatto che parla di «troppi anni prima». Parla del caporale Wendell Johnson, reduce dal Vietnam, sfigurato in volto dal napalm, assetato di vendetta da chi è colpevole, secondo lui, della sua tragedia. Poi varcate le ottanta pagine (delle oltre cinquecento) entrano in scena Vivien, bella poliziotta del tredicesimo distretto di New York, e Russel, fotografo ingolfato nei debiti di gioco, alle prese con una serie di attentati che fanno esplodere palazzi con tanto di stragi di innocenti. Il romanzo procede ben strutturato nella sua trama avvincente (è un netto miglioramento dell'autore), ma slabbrato nella scrittura (è una costante negativa), come è tipico dei gialli americani. E se Faletti provasse a scrivere un thriller all'italiana? 4 9 Ruth Ozeki Carne Einaudi, e 8,78 Guido Samarani La Cina del Novecento... Einaudi, e24 5 10 Confucio Dialoghi (con testo a fronte) Einaudi, e16 Anonimo Sogno di una notte di primavera Go-Book, e15

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Iran/ Solana: Ue vuole riprendere dialogo con Teheran su (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Esteri, Javier Solana, ha auspicato una ripresa rapida dei colloqui sul nucleare con l'Iran nonostante la situazione nel paese sia precipitata dopo le manifestazioni esplose in seguito alle presidenziali del 12 giugno. Solana si trova a Corfù per una riunione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) e domani, sempre in Grecia, dovrà parlare di Iran con i ministri degli Esteri dell'Ue. A proposito delle elezioni iraniane, Solana ha detto ai giornalisti di non "voler interferire con fatti interni" al paese. "Ma vogliamo dire - ha aggiunto - ciò che pensiamo sul modo in cui sono state gestite le manifestazioni e gli arresti". Domani i ministri dell'Ue dovranno cercare di trovare una linea comune anche nei confronti delle crescenti richieste di visti da parte di oppositori iraniani che vogliono lasciare il paese. Ieri, durante la conferenza dei G8 a Trieste, il ministro italiano Franco Frattini aveva lamentato l'assenza di una posizione comune europea riguardo a questo problema. Sulla questione nucleare, appena due giorni dopo le elezioni, Teheran aveva ribadito il suo no secco alla sospensione dell'arricchimento dell'uranio, come chiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il rifiuto giungeva proprio mentre Solana si accingeva a presentare al ministro degli Esteri iraniano Manuchehr Mottaki il nuovo pacchetto di proposte del gruppo "5+1", i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania, che ribadiva la richiesta di sospensione.

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Iraq/ Petrolio, campi e compagnie in lizza per contratti (sezione: Globalizzazione)

( da "Virgilio Notizie" del 28-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Di seguito i campi petroliferi e di gas naturale, con i relativi dati di produzione attuale e riserve stimate, e le compagnie straniere in lizza per i contratti di sviluppo che saranno assegnati in settimana dal governo iracheno. Campi petroliferi Produzione attuale Riserve - Roumaila 1.020.000 b/g 17,7 mld barili - Kirkuk 403.000 7,9 - Qurna 279.000 8,5 - Zubair 227.000 4 - Bai Hassan 147.000 2,4 - Missane 100.000 2,6 Giacimenti gas - Akkas non sviluppato 2.100 mld piedi cubici - Mansouriyah non sviluppato 4.100 Compagnie petrolifere nazionalità - Bhp Billiton Petroleum Pty Ltd. Australia - Bp Exploration Operating Company Gb - Chevron Corporation USA - Cnooc Limited Cina - Cnpc International Ltd. Cina - ConocoPhillips USA - Edison SpA Italia - Eni Medio Oriente SpA Italia - ExxonMobil Iraq Ltd. USA - Hess Corporation USA - Inpex Corporation Giappone - Japex (Japan Petroleum Exploration Co., Ltd.) Giappone - Jsc Gazprom Neft Russia - Korea Gas Corporation (Kogas) Corea del Sud - Jsc Lukoil Russia - Maersk Olie og Gas As Danimarca - Marathon International Petroleum Turquesa Ltd. USA - Nexen Inc. Canada - Nippon Oil Corporation Giappone - Occidental Petroleum Corporation USA - Ongc Videsh Limited India - Pt Pertamina (Persero) Indonesia - Petronas Carigali Sdn Bhd Malaysia - Repsol Exploracion Sa Spagna - Royal Dutch Shell Gb/Olanda - Sinochem Corporation Cina - Sinopec International Petroleum Cina - StatoilHydro Asa Norvegia - Total Sa Francia - Turkish Petroleum Corporation (Tpao) Turchia - Woodside Petroleum Ltd. Australia

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Dall'Asia niente di buono Tokyo e Pechino arrancano (sezione: Globalizzazione)

( da "Stampa, La" del 29-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

il caso Il Giappone e la Cina alle prese con deflazione e inflazione FRANCESCO SISCI Dall'Asia niente di buono Tokyo e Pechino arrancano PECHINO La crisi economica non si allontanata dagli schermi dell'Asia orientale, dove i segnali di ripresa rimangono incerti. Qui Giappone e Cina, seconda e terza economia mondiale, controllano oltre la metà dei 4 trilioni di dollari del debito estero americano. Tokyo è in piena deflazione. L'indice dei prezzi al consumo è calato dell'1,1% a maggio, rispetto allo stesso periodo del 2008, il crollo maggiore dal 1970, mentre la Borsa sta riprendendo fiato. Negli scambi sembrano tornati i piccoli investitori, le signore Watanabe, come le chiamano i giornali, spinte da un tasso d'interesse bancario infimo dello 0,1%. Le cifre in Cina sono decisamente più rosee ma presentano non pochi lati oscuri. La Banca mondiale, nell'ultimo rapporto presentato settimana scorsa, ha modificato la previsione di crescita del prodotto interno lordo (Pil) cinese per il 2009 dal 6,5% in marzo al 7,2% attuale. Altre istituzioni finanziarie internazionali sono ancora più ottimiste: la Barclays prevede un aumento del Pil del 7,8%, Nomura dice 8%, come aveva promesso il premier cinese We Jiabao a marzo. L'indice H delle aziende cinesi di Hong Kong è cresciuto del 60% da marzo e i prezzi delle case a Pechino, che all'inizio dell'anno avevano subito un netto calo intorno al 20%, oggi hanno recuperato le perdite. Ma questi dati complessivi nascondono un riaggiustamento profondo ancora non completo del sistema economico cinese. L'economia tira nelle province interne, trainata dalle enormi spese in infrastrutture, strade, sanità e ferrovie volute dallo Stato. Aumentano le spese di lusso, come per esempio quelle per le auto della Mercedes che a maggio hanno registrato per il terzo mese di fila un aumento, con un record di crescita di oltre l'80%. C'è stato un forte aumento dei consumi interni, le banche stanno collocando valanghe di soldi, nei primi cinque mesi dell'anno il totale dei prestiti è stato di 5,8 trilioni di yuan (circa 550 miliardi di euro) ma questo sta anche spingendo i timori d'inflazione. Il settimanale finanziario Caijing nell'ultimo numero scrive che l'inflazione in Cina nel 2011 potrebbe superare la quota di allarme del 5%, prima che la ripresa americana abbia preso davvero piede. Inoltre continua il crollo delle esportazioni. Nel secondo trimestre l'export è calato del 22,6% in aprile e a maggio ha toccato la cifra record di -26,4% . Le importazioni sono diminuite ancora di più limitando quindi la possibilità che la Cina possa dare un serio contributo alla ripresa globale e il governo spinge per consumare prodotti cinesi. Questi sono segnali molto seri visto che il commercio estero rappresenta circa il 40% del Pil. L'attesa della ripresa in Usa è la preoccupazione maggiore. I cinesi hanno ripreso di fatto il cambio fisso con il dollaro da alcuni mesi ma temono che la depressione spinga Washington a volere procedere a una forte svalutazione del biglietto verde. Economisti cinesi e americani calcolano che una svalutazione massiccia potrebbe aiutare molto l'indebitamento dello Stato e delle banche. Solo che una svalutazione del dollaro colpirebbe pesantemente la Cina che ha circa l'80% dei suoi 2 trilioni di riserve denominati in dollari. Contro questa prospettiva la Cina sta rapidamente chiudendo molti accordi di scambio bilaterali denominati in yuan. Questo ha un doppio scopo. Se il dollaro si svaluta il valore del commercio in yuan rimane stabile per la Cina, anche se i partner devono pagare una "penale" per la rivalutazione dello yuan. Ma la minaccia della penale crea un gruppo di Stati, oltre alla Cina, che ha un interesse contro la svalutazione del dollaro e che per questo premerà su Washington contro la svalutazione. Alla fine di maggio la Cina aveva stipulato accordi con una decina di Stati per un valore totale di circa 100 miliardi di dollari. Ne sono fuori i grandi partner commerciali, come Usa, Unione europea e Giappone. Inoltre la Cina vuole maggiore stabilità nel sistema economico mondiale, vorrebbe disimpegnarsi in parte dal dollaro, ma non vuole il crollo del dollaro. Vorrebbe una nuova Bretton Woods, l'accordo internazionale che nel 1944 stabilì le regole dell'economia mondiale, ma teme che la contingenza della crisi spinga l'America in situazioni drammatiche e scelte unilaterali. Molti economisti a Pechino temono infatti che la crisi sia a W, cioè che oggi, fra qualche mese si affaccino segni di ripresa per poi avere un crollo ancora più profondo in un secondo momento. È la prospettiva del secondo crollo il fantasma che agita i sonni di Pechino, maggiore creditore dell'America ed è quello che tiene tutti prudenti nonostante la fiducia di raggiungere l'obiettivo di crescita dell'8% quest'anno.

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MERCATI: NON CI SONO PIU' RENDITE DI POSIZIONE (sezione: Globalizzazione)

( da "Wall Street Italia" del 29-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

MERCATI: NON CI SONO PIU' RENDITE DI POSIZIONE di Eugenio Benetazzo L'obiettivo adesso è quello di essere il più diversificati possibile, non solo con investimenti mobiliari tradizionali, ma anche con investimenti in capitale di rischio legati ad attività imprenditoriali concrete e redditizie. --> Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente. (WSI) – Chi segue le mie indicazioni ed i miei outlook macroeconomici si ricorderà molto bene di come dall'inizio del 2008 abbia sempre consigliato il posizionamento in titoli di stato tedeschi, preferendoli di gran lunga ai titoli di stato italiani. Vuoi sapere cosa comprano e vendono gli Insider di Wall Street? Prova ad abbonarti a INSIDER: costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul link INSIDER Chi avesse partecipato ai seminari finanziari di fine 2008 e di inzio 2009 o chi avesse recentemente letto il libro intervista Banca Rotta ha recepito di come il titolo di stato tedesco potesse essere considerato come il titolo di stato più sicuro da detenere in portafoglio per dormire sonni tranquilli. A distanza di oltre sei mesi mi sento di non avallare ancora questa ipotesi, in quanto ritengo, e non sono il solo, che anche il titolo tedesco (Bund a 10 anni e Bobl a 5 anni) possa in futuro riservare qualche spiacevole sorpresa (non è molto probabile, tuttavia è possibile, soprattutto per quello che sto per raccontare tra poco). Il detto di borsa che ha sempre condizionato ed orchestrato le mie scelte di allocazione patrimoniale rimane sempre lo stesso: preferisco essere troppo prudente che esserlo troppo poco. Questa mia considerazione si origina da mutate valutazioni che caratterizzano lo scenario macroeconomico e le potenzialità della locomotiva tedesca. Iniziamo con lo snocciolare alcuni dati tutt'altro che confortanti: dopo i primi cinque mesi del 2009, la Germania presenta un deficit di bilancio drammatico, senza precedenti dal dopoguerra ad oggi, oltre 80 miliardi di euro (oltre il 4 % del PIL), esposizione che lascia presumere ad un consistente aumento della fiscalità diffusa al pari di quanto sta già avvenendo in Islanda, Irlanda e Regno Unito. Il debito sul PIL è aumentato vertiginosamente, oltre l'80 % entro il 2010, l'export tedesco ha subito una violenta contrazione di oltre il 25 %, mentre il debito pubblico tedesco diventa il terzo debito più grande del mondo dopo quello di Giappone ed USA (in termini quantitativi). L'andamento della spesa pubblica ormai incontrollata (500 miliardi solo per tamponare le difficoltà del sistema bancario tedesco) inizia a far lievitare inquietanti preoccupazioni sul futuro del paese sassone, non è casuale infatti la corsa all'acquisto di lingotti d'oro da parte di piccoli risparmiatori tedeschi che hanno portato la Germania a diventare il primo compratore al mondo di lingotti d'oro nel primo trimestre dell'anno (davanti a Svizzera ed USA): l'opinione pubblica è molto sensibile all'argomento temendo un ritorno di ondate inflattive stile anni trenta. Recentemente la cartellonistica stradale nelle grandi città tedesche è pervasa da una provocante propaganda del NSM (Neue Soziale Marktwirtschaft) che ostenta come in 50 anni il debito pubblico gravante su ogni bambino tedesco sia passato dai 188 euro del 1950 agli oltre 22.000 euro di oggi. Sostanzialmente iniziano ad emergere istanze popolari che pretendono un sensibile ridimensionamento del welfare tedesco. Anche la Germania adesso fa i conti con il turbocapitalismo e con la strategia scellerata di abbracciare "sine ulla dubitatione" i processi di delocalizzazione industriale per aumentare la competitività delle aziende tedesche: tutto questo invece a distanza di tempo si trasforma in un radicale cambiamento delle dinamiche produttive che mirano a distruggere e frantumare le potenzialità dei distretti industriali tedeschi a favore del ponte commerciale con la Cina. Aumentano di settimana in settimana le richieste di aiuto dal mondo imprenditoriale che esige prestiti e garanzie sui prestiti per continuare a stare in piedi. In considerazione di quanto menzionato sino ad ora e vista la caduta vertigionosa dei tassi di interesse, non mi sentirei più tanto sereno nella detenzione di titoli di stato tedesco, visto il recente mutamento dello stato di salute della Germania. Infatti potrebbe essere poco prudente in questo momento di mercato, esporsi finanziariamente con un paese che si sta sgretolando molo velocemente e che soprattutto ha visto lievitare vistosamente in poco tempo il proprio debito pubblico. Per questo motivo consiglio più opportuno un posizionamento attraverso un fondo obbligazionario di area governativa oppure un fondo di liquidità che diversifichi al proprio interno con titoli di stato sia dal punto di vista geografico che temporale (quindi con scadenze di rimborso di varia lunghezza). In molti lettori mi scrivono chiedendomi su come intenda investire il mio patrimonio visti i recenti rialzi di borsa e l'inconsistenza di rendimento odierno di una operazione pronti contro termine o di un BOT: la risposta non è univoca ma varia con il mutare delle condizioni di mercato, ad esempio vi posso anticipare come verrà investito il patrimonio dell'arca di noè finanziaria (una holding di investimento configurata in società per azioni) che abbiamo costituito lo scorso anno assieme ad oltre 50 piccoli investitori, ognuno dei quali ha investito attraverso microconferimenti di capitale: un terzo del patrimonio verrà utilizzato in una gestione flessibile curata tra tutti noi azionisti per l'ingresso sui mercati azionari ed obbligazionari, un terzo sarà allocato in un fondo di private equity che investirà in piccole e medie imprese del trivento, ed infine l'ultimo terzo verrà utilizzato per l'acquisizione di un impianto fotovoltaico di recente realizzazione con 500 KW di potenza in Puglia. Lo scopo è quello di essere il più diversificati possibile, non solo con investimenti mobiliari tradizionali, ma anche con investimenti in capitale di rischio legati ad attività imprenditoriali concrete e redditizie. Ormai il rischio di un evento Cigno Nero sul mercato (dal nome della teoria economica avanzata dal Prof. Nassim Taleb, il quale definisce un evento Cigno Nero come un evento finanziario di portata planetaria che nessuno è in grado di ipotizzare) espone tutti noi a possibili fenomeni di polverizzazione della ricchezza, pertanto investimenti considerati fino a qualche mese fa da cassettista sicuro (come l'acquisto di un bund) dovrebbe essere completamente rivisitati sulla base di mutate condizioni di mercato dell'intero pianeta. Di certo chi era abituato a vivere con rendite di posizione dovrà iniziare a cambiare radicalmente le proprie abitudini ed aspettative di rendimento. Copyright © www.eugeniobenetazzo.com. All rights reserved

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L'Italvolley per due volte dà scacco all'Olanda (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere delle Alpi" del 29-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Positivo week end di World League L'Italvolley per due volte dà scacco all'Olanda EINDHOVEN. L'Italia bissa il successo sull'Olanda, questa volta con un secco e meritato 3-0, alla World League di pallavolo. Una buona partita quella degli azzurri, che hanno mostrato progressi in ricezione e in difesa, ma anche a muro ed al servizio. Anastasi ha confermato la diagonale Travica-Lasko, molto bene il libero Manià, prezioso in difesa, in crescita Sala (5 su 5 in attacco) e Birarelli. Bene Cernic e Savani. Pool A: Usa-Cina 3-0, 3-0; Olanda-Italia 2-3, 0-3. Classifica: Usa 14, Olanda 11, Italia 8, Cina 3. Pool B: Serbia-Argentina 2-3, Francia-Corea 3-1. Classifica: Francia 9, Argentina 8, Serbia 7, Corea 6. Pool C: Giappone-Cuba 0-3, 0-3; Russia-Bulgaria 1-3, 3-0. Classifica: Cuba 15, Russia 12, Bulgaria 6 Giappone 3. Pool D: Finlandia-Venezuela 3-2, 3-0; Polonia-Brasile 0-3. Classifica: Brasile 14, Finlandia 9, Polonia e Venezuela 5.

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Iraq, Iran e Corea del Nord: l' che non si sgretola (sezione: Globalizzazione)

( da "Corriere della Sera" del 29-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Corriere della Sera sezione: Opinioni data: 29/06/2009 - pag: 10 DOPO SETTE ANNI I TRE PAESI CONDIZIONANO LA STRATEGIA POLITICA USA Iraq, Iran e Corea del Nord: l'«asse del male» che non si sgretola di ROBERT D. KAPLAN S ette anni e mezzo fa, correva l'anno 2002, nel suo discorso alla nazione l'allora presidente George W. Bush dichiarò che i regimi di Iraq, Iran e Corea del Nord rappresentavano l'«asse del male» e mise gli Stati Uniti sul piede di guerra contro di loro. In termini retorici, la frase fu un'invenzione di grande successo e venne rimbalzata incessantemente dai media. Ma in termini operativi, le conseguenze furono tragiche. La frase aiutò Bush a raccogliere consensi per l'invasione dell'Iraq, che cancellò il male, incarnato dalla dittatura di Saddam Hussein, per sostituirlo ahimè con un male assai peggiore, l'anarchia, che ha fatto centinaia di migliaia di vittime tra gli iracheni e quattromila morti tra le forze armate americane. Per di più, il termine ha alienato la leadership iraniana, con la quale, a seguito dell'invasione americana dell'Iraq, era auspicabile instaurare un ravvicinamento funzionale, tenendo conto del fatto che l'Iraq è il nemico storico dell'Iran. Infine, la frase ha condotto a una politica controproducente che ha tagliato ogni possibilità di dialogo con la Corea del Nord, spingendo i rapporti tra i due Paesi in un vicolo cieco. Non avendo raggiunto alcun risultato con il rifiuto di qualsiasi approccio, l'America (ancora sotto Bush) è tornata al tavolo delle trattative cinque anni più tardi. E Kim Jong-Il non ha certo perso tempo e nel frattempo ha mandato avanti il suo programma nucleare che mira alla bomba atomica. A che punto siamo oggi? Tutti e tre i Paesi dell'«asse del male» continuano ad avere un peso determinante nell'evoluzione della strategia politica americana. L'amministrazione del presidente Barack Obama ha concentrato gli sforzi per migliorare il dialogo con Baghdad, Teheran e Pyongyang. Dal 2007 a questa parte, l'Iraq ha visto profilarsi una certa stabilità, per quanto tenue, e il governo Obama si preoccupa a ragione della sicurezza del Paese quando le truppe americane si ritireranno dalle città irachene nel corso dell'estate. Quanto all'Iran, una cosa è certa: il regime clericale antiamericano che Bush ha bollato come «canaglia» nel 2002 oggi è ufficialmente offuscato dal sospetto di illegittimità. Al momento, la minaccia rappresentata da un potenziale impero sciita, con il suo quartier generale in Iran, e l'appoggio di Hezbollah in Libano e di Hamas in Palestina, ha spinto gli israeliani e i governi arabi sunniti a stringere una specie di alleanza. Tuttavia, se riuscirà a frenare l'impulso di israeliani e arabi sunniti a far causa comune, un miglioramento nelle relazioni tra America e Iran potrebbe generare quell'effetto positivo che Bush immaginava sarebbe scaturito dall'invasione dell'Iraq nel 2003: fare pressione sulle dittature arabe sunnite da cui provenivano i terroristi dell'11 settembre. Occorre tenere a mente che oggi solo il regime iraniano resta così ferocemente anti israeliano. I sostenitori di Mousavi non condividono tanto fervore e storicamente i persiani sono stati sempre consapevoli, in senso pragmatico, dell'effetto positivo di Israele quale leva contro gli odiati arabi sunniti. Sotto lo Scià, i rapporti tra Israele e Iran sono stati coltivati sempre mantenendo un basso profilo, ma sviluppando una collaborazione strategica di fatto. Si potrebbe assistere a un ripetersi di questa situazione. Ciò non toglie che le relazioni tra America, Iran e Israele restano assai dinamiche e potrebbero subire svolte importanti negli anni a venire. Altrettanto movimentata è la situazione in Corea del Nord. Il regime di Pyongyang, che tiranneggia una popolazione ridotta alla fame, non ha nulla da vantare oltre al test di un ordigno nucleare e pertanto rappresenta una minaccia ben più concreta per la Cina che per l'America. La Cina potrebbe decidere di ignorare le bizzarrie di Kim Jong-Il e restare a guardare, mentre Giappone e Corea del Sud si affannano a rafforzare le loro strutture difensive, al punto da optare forse per le armi nucleari. Ma la Cina certo non gradisce un Giappone e una Corea del Sud militarizzati che possano sfidare il potere di Pechino nel Pacifico. D'altro canto, se dovesse tentare di scardinare la Corea del Nord in modo decisivo, la Cina rischia di mandare all'aria il regime di Kim. E la fine della tirannia nordcoreana produrrebbe milioni di profughi che dalle frontiere del nord si riverserebbero in Cina. L'America sta facendo pressione sulla Cina affinché adotti un atteggiamento più severo con la Corea del Nord, ma i cinesi non hanno bisogno di ammonimenti da parte degli Usa: sanno benissimo che cosa occorre per rimettere in riga Kim, ma ne temono le conseguenze. Oggi assistiamo a profondi sconvolgimenti in atto nei regimi di Iran e Corea del Nord e nei prossimi anni potremmo assistere al completo sgretolamento dell'asse del male. Come nel caso dell'Iraq, tuttavia, è assai improbabile che questi Paesi sappiano ritrovare nel breve periodo la strada della stabilità. © The Atlantic traduzione di Rita Baldassarre CONC L'intuizione La definizione di Bush ebbe un grande successo mediatico, ma conseguenze tragiche sul piano operativo Il futuro È improbabile, per gli analisti, che nel breve periodo questi regimi possano trovare la strada della stabilità

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Troviamo il puntoG che risolverà tutte le crisi (sezione: Globalizzazione)

( da "Sole 24 Ore, Il" del 29-06-2009)

Argomenti: Cina Usa

Il Sole-24 Ore sezione: PRIMA data: 2009-06-28 - pag: 1 autore: ECONOMIA GLOBALE Troviamo il puntoG che risolverà tutte le crisi di Moisés NaÍm I l modo in cui l'umanità affronta le sue minacce più gravi è diventato pericolosamente intricato. L'elenco delle minacce lo si conosce già: cambiamento climatico, proliferazione nucleare, terrorismo, pandemie e un lungo eccetera. Nessuna di queste problematiche potrà mai essere risolta se prima vari paesi non decideranno di collaborare in maniera efficace per trovare una soluzione comune: e questo non sta succedendo, né è probabile che succeda. Per questo motivo, è necessario cambiare il modo in cui tali questioni vengono affrontate. Fino ad oggi, la reazione più comune a queste minacce è stata promuovere iniziative multilaterali, ovvero accordi in cui centinaia di paesi si impegnavano a operare seguendo le stesse regole, o a unire le forze per il bene comune. Per un certo tempo questa soluzione ha funzionato; ora non più. Quand'è stata l'ultima volta in cui avete appreso che un gran numero di paesi ha raggiunto un accordo per affrontare un importante problema mondiale? Forse più di dieci anni fa: nel 1994, infatti, 123 paesi sottoscrissero un accordo per la creazione della Wto (Organizzazione mondiale del commercio), e adottarono nuove norme. Da allora, tutti i tentativi di raggiungere intese accettabili per i paesi membri, diventati 153, della Wto sono risultati vani. Lo stesso si è verificato per la proliferazione nucleare. Nel 1995, 185 paesi decisero di prorogare un trattato già esistente; da quel momento, tuttavia, non solo sono falliti tutti i negoziati multilaterali, ma India, Pakistan e Corea del Nord hanno acquisito armi nucleari. Il Protocollo di Kyoto, accordo finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale, è stato approvato nel 1997 ed è stato ratificato da 184 paesi. Ciononostante gli Stati Uniti, che dopo la Cina sono il paese responsabile della maggiore emissione di questi gas, non lo hanno ancora ratificato (anche se con Barack Obama ora le cose stanno cambiando), e molti degli stati firmatari non hanno rispettato gli impegni assunti. Le ragioni sono chiare: da un lato, la globalizzazione ha aumentato la necessità di coordinamento tra i vari paesi, dall'altro, la capacità degli stessi di raggiungere accordi è diminuita. Continua u pagina 12 l'articolo prosegue in altra pagina